Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

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FRANCO PESARESI 2007 GLI ASSEGNI DI CURA E I VOUCHERS Strumenti per l’assistenza degli anziani . PAPER NON PUBBLICATO

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Strumenti per l'assistenza degli anziani

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FRANCO PESARESI

2007

GLI ASSEGNI DI CURA E I VOUCHERS

Strumenti per l’assistenza degli anziani .

P A P E R N O N P U B B L I C A T O

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GLI ASSEGNI DI CURA E I VOUCHERS

di Franco Pesaresi

Negli anni novanta, prima in Europa e poi anche in Italia si sono introdotte nel settore dei servizi

sociali delle nuove tipologie di prestazioni: gli assegni di cura e gli assegni di servizio (vouchers).

L’introduzione degli assegni di cura e dei voucher avviano una nuova fase nelle politiche sociali dei

paesi europei, quella della concorrenza amministrata e dei mercati sociali. Non basta più aumentare

la pluralità dei soggetti e la concorrenza, obiettivi perseguiti negli anni precedenti, ma occorre dare

agli utenti la possibilità di scegliere chi gli fornirà l’assistenza premiando in questo modo anche chi

offre maggiore qualità (che sarà prescelto più di altri) (Pasquinelli, 2006).

Le esperienze più significative e diffuse in Europa vedono spesso insieme assegni di cura e

voucher quali opzioni di uno stesso programma assistenziale che possono essere scelte

dall’assistito, anche se non mancano esperienze, soprattutto nelle regioni italiane, in cui compaiono

singolarmente.

Di fronte alla necessità di mantenere l’anziano al proprio domicilio e di sostenere nel contempo le

famiglie che hanno visto ridursi le loro capacità di accudire i familiari anziani non autosufficienti, le

regioni hanno pensato di sviluppare la modalità del trasferimento di risorse alle famiglie stesse per

sostenere i loro sforzi di contrastare l’istituzionalizzazione. Così è nato l’assegno di cura che è un

contributo economico fornito agli anziani (o ai loro familiari) per finanziarne l’assistenza. Tale

contributo è erogato dai comuni o dalle ASL affinché, all’interno delle famiglie, venga utilizzato

per compensare i caregivers familiari o per acquistare assistenza privata (Cfr. Tab. 1).

Con l’assegno di servizio o voucher, invece, gli utenti possono acquistare servizi da un fornitore

accreditato dando in cambio il buono-assegno di servizio, per il quale il soggetto fornitore potrà poi

richiedere il rimborso all’ente pubblico. Uno dei principali vantaggi del voucher è legato al fatto che

esso assicura una capacità di scelta all’utente e, allo stesso tempo, lo obbliga ad impiegare le risorse

ricevute per l’acquisto effettivo di servizi sociali, evitando un utilizzo improprio di queste risorse o

il ricorso al mercato sommerso (Cfr. Tab. 11).

L’assegno di servizio o voucher, in genere, richiede un sistema di accreditamento dei fornitori. Con

l’accreditamento il soggetto pubblico provvede a regolamentare, controllare e pre-selezionare i

possibili fornitori. L’ente pubblico, inoltre, ha il compito di fissare per i singoli interventi alcuni

standard di tipo strutturale e qualitativo oltre che relativi al costo della prestazione. Sulla base delle

caratteristiche e dei bisogni di un dato territorio, l’ente pubblico (regione o comune) accredita tutte

quelle realtà, pubbliche e private, che dimostrano di possedere i requisiti richiesti per l’erogazione

del servizio. Il modello dell’accreditamento si distingue da quello del convenzionamento in quanto

l’attore pubblico si limita a pre-selezionare i possibili fornitori, lasciando all’utente la possibilità di

scegliere a quale fornitore accreditato rivolgersi.

In base alla L. 328/2000 spetta alle regioni stabilire le modalità per l’accreditamento e i criteri e le

modalità per la concessione dei titoli per l’acquisto di servizi sociali (voucher) sulla base degli

indirizzi indicati nel Piano sociale nazionale.

Secondo la prima indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei comuni relativa al 2003

(Istat, 2005) i comuni italiani hanno speso per i voucher, gli assegni di cura e i buoni socio sanitari

per gli anziani la somma di € 62.003.633 che costituisce il 13,3% della spesa comunale per gli

anziani (a questo importo si potrebbe aggiungere la spesa dei voucher socio-sanitari della

Lombardia che sono gestiti dalle ASL).

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Tab. 1 – Caratteristiche essenziali degli assegni di cura e di servizio.

Caratteristiche Assegni di cura Assegni di servizio (vouchers)

Che cosa sono Un contributo economico Titoli che attribuiscono il diritto a

determinati servizi

Sono forniti Dall’ente pubblico Dall’ente pubblico

Il beneficiario li utilizza Per finanziare l’assistenza Per acquistare le prestazioni assistenziali

da uno degli erogatori accreditati dall’ente

pubblico.

Chi è il beneficiario L’assistito o chi lo assiste

informalmente (il caregiver che

spesso è un familiare)

L’assistito

Modalità di utilizzo Libera o da rendicontare Cessione a fornitore accreditato

liberamente scelto.

L’utilizzo dei due strumenti comporta effetti potenzialmente diversi sulla rete dei servizi per cui la

scelta dell’uno o dell’altro deve basarsi, senza ideologismi, su riflessioni di carattere organizzativo

e strategico, finalizzando il ricorso al buono servizio o al voucher alla migliore soluzione dei

problemi di un territorio (Battistella, 2002).

1. GLI ASSEGNI DI CURA

L’assegno di cura è un contributo economico erogato agli anziani non autosufficienti o ai loro

familiari per finanziarne l’assistenza.

In Europa, gli assegni di cura si sono sviluppati a partire dagli anni novanta soprattutto per i

seguenti motivi:

la presenza di una domanda sempre crescente di lavoro di cura a cui i servizi non riuscivano,

almeno in parte, a far fronte;

le pressioni esercitate, soprattutto dalle organizzazioni dei disabili, che preferivano un

contributo in danaro, che avrebbe consentito maggiore autonomia di scelta;

la fiducia nel mercato del lavoro in grado di fornire servizi migliori e meno costosi;

la volontà politica di sviluppare il lavoro di cura domiciliare in alternativa alla più

dispendiosa assistenza istituzionale. (Pijl, 1999).

Oggi, in Italia, gli assegni di cura vengono forniti a livello regionale o municipale o di ASL e la loro

peculiarità risiede nell’essere erogati in sostituzione di servizi domiciliari o residenziali. La finalità

principale è quella di evitare o ritardare l’istituzionalizzazione degli anziani.

Gli assegni possono essere utilizzati per acquistare assistenza privata sul mercato (operatori

professionali o non professionali a pagamento) oppure per remunerare caregiver familiari che si

prendono cura dell’anziano (Gori, 2004).

Sono diverse le Regioni che hanno deciso di stanziare somme di denaro per le famiglie che

accudiscono a casa l’anziano non autosufficiente. È un intervento che incontra il favore sia delle

famiglie sia delle persone anziane. Le condizioni per l’accesso all’assegno di cura variano da

Regione a Regione ma sono sostanzialmente riconducibili ad alcuni elementi essenziali: la

valutazione di un certo grado di non autosufficienza; l’accertamento di condizioni reddituali del

nucleo familiare al di sotto di una determinata soglia (solo in alcuni casi non sono previsti limiti di

reddito), la capacità del nucleo familiare di accudire la persona anziana (ASSR, 2005). Le modalità

di erogazione dell’assegno di cura sono poi spesso caratterizzate da un percorso di valutazione

iniziale, di presa in carico, di stesura del piano assistenziale individualizzato, di monitoraggio e di

verifica nel corso del tempo (Gori, 2004).

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La prima regione o provincia autonoma ad intervenire in questo senso è stata la provincia autonoma

di Bolzano che ha avviato l’esperienza già nel 1988 e che oggi assiste in questo modo il 4,3% di

famiglie, un numero di gran lunga di più elevato di tutte le altre regioni. Poi, negli anni ’90, si sono

aggiunte altre regioni a partire dal Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Oggi sono

complessivamente 14 le regioni o province autonome che erogano assegni di cura alle famiglie per

l’assistenza domiciliare di anziani non autosufficienti.

Per completare il quadro nazionale occorre ricordare che una ricerca del 2000 (Gori, Torri, 2001)

effettuata su 43 comuni con più di 50.000 abitanti ha evidenziato che il 30% dei comuni (il 42% nel

centro nord) erogava assegni di cura.

VALLE D’AOSTA

La legge regionale n. 22/1993 ha previsto l’erogazione di contributi a favore di soggetti non

autosufficienti anziani, disabili, tossicodipendenti, alcoldipendenti e malati di AIDS per interventi

consistenti nel ricorso all’assistenza domiciliare privata regolarmente retribuita ad integrazione

d’interventi di assistenza domiciliare pubblica.

Nel caso degli anziani la non autosufficienza viene certificata dall’UVG.

La spesa massima ammissibile per il servizio privato a domicilio reso da personale regolarmente

assunto, è così determinata:

€ 1.400 mensili per il personale di assistenza non convivente;

€ 1.200 mensili per il personale di assistenza convivente;

€ 900 mensili per il personale di assistenza notturna;

per il solo personale educativo qualificato, con rapporto di libera professione: € 800 mensili

con impegno di lavoro per 40 ore mensili.

Il contributo viene graduato in relazione alle condizioni economiche del beneficiario valutate con

l’IRSEE che è un indicatore della situazione economica equivalente regionalizzato con

modificazioni (rispetto all’ISEE). Il contributo viene erogato dalla regione e dal comune di Aosta

per i suoi residenti. Nel 2001, hanno ricevuto il contributo 70 persone (spesa € 307.800), non solo

anziani (regione Valle d’Aosta, 2002). La stessa legge prevede anche un contributo per il

pagamento di rette in strutture assistenziali private a favore dei soggetti non autosufficienti

ricoverati.

Inoltre, anche la legge regionale sulla famiglia prevede l’erogazione di un assegno di cura mensile

di importo massimo di 281 euro (nel 2001) per un periodo non superiore ad un anno a condizione

che un membro della famiglia rinunci temporaneamente od in parte alla propria attività lavorativa

per curare il congiunto. Questa esperienza, però, è sostanzialmente irrilevante visto che nel 2001

sono stati erogati solo 2 assegni di cura (regione Valle d’Aosta, 2002).

Tab. 2 – L’assegno di cura in Valle d’Aosta.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Anziani ed altri soggetti non autosufficienti

Finalità Finanziare l’assistenza domiciliare privata regolarmente retribuita ad

integrazione d’interventi di assistenza domiciliare pubblica.

Chi eroga l’assegno di cura La regione e il comune di Aosta

Condizioni di salute per l’accesso Non autosufficienza certificata dall’UVG.

Reddito per l’accesso Graduazione del contributo in base all’IRSEE.

Altre condizioni per l’accesso No

Entità del contributo Max da 900 euro a 1.400 euro al mese.

Numero beneficiari 70 non solo anziani (pari allo 0,3% degli anziani nel 2001)

Spesa annua 307.800 euro (2001). Fonte: bibliografia.

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PIEMONTE

La regione ha previsto il finanziamento regionale di progetti per il potenziamento dell’assistenza

domiciliare in favore della popolazione anziana anche mediante assegni di cura per l’acquisto dei

servizi necessari o per il supporto al familiare che si occupa direttamente dell’anziano. L’assegno è

destinato ai nuclei familiari o alla singola persona con basso reddito ed è graduato sulla base della

gravità della patologia. Ogni altro aspetto, compresa la decisione se attivare o no questa forma

assistenziale, è stato attribuito alla discrezionalità degli enti locali, singoli o associati che

individuano gli interventi da attivare, le loro modalità e l’entità del contributo (DGR 6-3918/2001).

Numerosi comuni hanno già sperimentato l’assegno di cura che è finalizzato ad incentivare la

permanenza nel contesto familiare e domiciliare di persone anziane non autosufficienti.

Tab. 3 – L’assegno di cura in Piemonte.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Anziani non autosufficienti o familiari che li assistono

Finalità Incentivare la permanenza nel contesto familiare e domiciliare di

anziani non autosufficienti finanziando l’acquisto di servizi privati o

supportando i caregiver familiari.

Chi eroga l’assegno di cura I comuni

Condizioni di salute per l’accesso Non autosufficienza

Reddito per l’accesso Definito dai singoli comuni

Altre condizioni per l’accesso Definite dai singoli comuni

Entità del contributo Definita dai singoli comuni

Numero beneficiari Dato non disponibile

Spesa annua Dato non disponibile Fonte: bibliografia.

LOMBARDIA

La Regione Lombardia, nel 2002, ha dato l’avvio all’uso dei buoni sociali finalizzati a sostenere

economicamente la famiglia che accudisce autonomamente a domicilio un familiare in condizione

di fragilità. Il buono sociale si è caratterizzato come un contributo economico erogato dai comuni e

assegnato all’individuo o al suo nucleo familiare, in base a determinati requisiti per ritardare il

ricovero di anziani e disabili e per l’assistenza di minori. Il buono sociale decade in caso di

ricovero in RSA e viene sospeso in caso di ricoveri temporanei.

La Regione ha lasciato molta libertà di applicazione ai comuni vincolando però gli stessi

all’utilizzo, prima del 70% e poi del 50% (nel triennio 2006-2008), del Fondo sociale erogato dalla

regione per i buoni sociali e i voucher sociali. Di fatto, nel 2005, quasi tutti i distretti (92 su 98)

avevano introdotto i buoni sociali e l’avevano fatto in modo unitario ed omogeneo per l’intero

ambito sociale piuttosto che per singolo comune.

In tutti gli ambiti, i buoni sociali sono rivolti agli anziani e molto spesso anche ad altri soggetti

fragili, soprattutto i disabili. I requisiti di accesso variano fra un distretto e l’altro ma si basano

essenzialmente sui seguenti elementi:

l’età richiesta, che in genere deve essere superiore ai 65 anni o, soprattutto, ai 75 anni;

il reddito ISEE, che è estremamente variabile e non sintetizzabile potendo addirittura variare

anche fra i comuni dello stesso ambito;

la condizione di fragilità dell’anziano, dimostrabile per esempio con l’invalidità al 100%,

con l’indennità di accompagnamento o con altri elementi.

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Tab. 4 – L’assegno di cura (buono sociale) in Lombardia.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Famiglie con anziani, bambini o disabili “fragili”.

Finalità sostenere economicamente la famiglia che accudisce autonomamente a

domicilio una persona in condizioni di fragilità.

Chi eroga l’assegno di cura I comuni

Condizioni di salute per l’accesso Determinati dai comuni. In genere invalidità al 100% e, in diversi casi,

anche l’indennità di accompagnamento).

Reddito per l’accesso Definito dai singoli comuni. Spesso ISEE inferiore a € 8.000.

Altre condizioni per l’accesso Definite dai singoli comuni. Età superiore a 65 o 75 anni.

Entità del contributo Definita dai singoli comuni. 200-428 euro mensili.

Numero beneficiari 20.081 di cui 11.928 anziani pari allo 0,65% degli anziani (2005).

Spesa annua € 36.134.739 (2005) Fonte: bibliografia.

Il 53,6% dei buoni sociali è usato per l’assistenza fornita da familiari mentre il 17,7% è usato per

l’assistenza privata fornita dalle assistenti familiari1 (Rusmini, 2006).

Nella maggior parte degli ambiti sociali, l’entità mensile del buono ha un valore uguale per tutti i

beneficiari. In questo caso il suo importo è ricompreso nel range 200-428 euro. Negli altri casi, in

genere, sono previste tre fasce in relazione ai bisogni degli assistiti il cui valore intermedio è di

circa 194 euro mensili. La durata dell’intervento è annuale o semestrale. Pertanto, ogni famiglia

riceve mediamente 1.800 euro annui ma con differenze molto grandi (759-3930 euro annui) fra un

territorio e l’altro.

Nel 2005 i fruitori del buono sociale erano 20.081 di cui 11.928 anziani (Rusmini, 2006).

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

La Provincia autonoma di Bolzano è stata la prima ad attivare l’assegno di cura sin dal 1988 con la

previsione dell’“Assegno di ospedalizzazione a domicilio”. Hanno diritto all’assegno giornaliero:

il familiare, coniuge o parente o affine entro il quarto grado, che assiste a domicilio una

persona dichiarata non autosufficiente;

la persona che convive, non per ragioni di lavoro di cura, con la persona dichiarata non

autosufficiente e si assume i relativi obblighi di assistenza;

l’ente gestore della comunità alloggio.

Sono considerate persone non autosufficienti:

le persone fino a 14 anni di età assistite a domicilio, il cui stato di gravità e la necessità di

particolare assistenza sono attestate dal medico responsabile di un reparto ospedaliero sulla

base del quadro clinico e della mancanza di prospettive di miglioramento negli anni futuri;

i pazienti terminali assistiti a domicilio, il cui stato di gravità e la necessità di particolare

assistenza sono attestate dal medico responsabile di un reparto ospedaliero;

le persone affette da psicosi o gravi disturbi della personalità alle quali il responsabile del

servizio psichiatrico dell’azienda sanitaria rilasci a un parere attestante la possibilità di

fruire dell’assistenza domiciliare, da garantirsi durante tutte le 24 ore, predisponendo un

progetto terapeutico di assistenza.

La non autosufficienza non viene stabilita dall’Unità valutativa ma dal personale infermieristico del

Servizio di medicina di base dell’azienda sanitaria in base al punteggio conseguito con la

compilazione della “scheda di rilevazione del grado di non autosufficienza”.

1 Un altro 10,6% è usato per l’assistenza informale e il rimanente 18,1% per altri utilizzi.

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Tab. 5 – L’assegno di cura (assegno di ospedalizzazione a domicilio) nella Provincia autonoma

di Bolzano.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Il familiare, parente o affine entro il quarto grado, che assiste a

domicilio una persona dichiarata non autosufficiente.

Finalità Sostenere economicamente la famiglia che assiste a domicilio una

persona non autosufficiente.

Chi eroga l’assegno di cura ASL

Condizioni di salute per l’accesso Non autosufficienza certificata dalla ASL.

Reddito per l’accesso Non sono previsti limiti di reddito.

Altre condizioni per l’accesso No.

Entità del contributo € 15,88 al giorno o, per i più gravi, € 19,69 al giorno

Numero beneficiari 3.650 nel 2004 (non tutti anziani) pari allo 0,46% degli anziani.

Spesa annua 17,8 milioni di euro nel 2004. Fonte: bibliografia.

Non sono previsti limiti di reddito o incompatibilità con l’assegno di accompagnamento o di

invalidità.

Per gli anziani non autosufficienti gravissimi la somma erogata dalla ASL, per il 2006, è di € 19,69

al giorno, mentre per quelli “meno gravi” si scende a € 15,88. L’assegno è ridotto della metà (con

alcune deroghe) qualora la persona non autosufficiente sia assistita di giorno in una struttura

pubblica o privata.

L’assegno è erogato a tempo indeterminato se il grado di non autosufficienza è ritenuto stabile nel

tempo e la qualità dell’assistenza è adeguata.

Il numero degli assistiti è costantemente cresciuto dal 1994 al 2004. Nel 2004, 3.650 persone (non

solo anziani) hanno beneficiato dell’ Assegno di ospedalizzazione a domicilio (pari al 4,6% degli

anziani) per una spesa complessiva di 17,8 milioni di euro.

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

La Provincia autonoma di Trento ha attivato l’assegno di cura nel 1998 al fine di sostenere

l’assistenza e la cura al domicilio di persone non autosufficienti. Tali assegni possono essere erogati

a soggetti che assicurino, nell’ambito domiciliare, il mantenimento e la cura dell’anziano non

autosufficiente, che si assumano la responsabilità dell’assistenza e che rispondano alle seguenti

caratteristiche o condizioni:

a) parenti e affini conviventi o conviventi da almeno due anni anche se non parenti (esclusi

coloro che hanno rapporti di lavoro con l’assistito);

b) parenti e affini non conviventi ma residenti entro 10 chilometri.

L’assegno di cura viene corrisposto per le persone che hanno già il riconoscimento dell’invalidità

con l’assegno di accompagnamento o hanno presentato la domanda per il riconoscimento.

L’assegno è incompatibile con altre forme di servizi e interventi di aiuto e sostegno che la Provincia

autonoma ha attivato per la tutela delle persone fragili. La valutazione del bisogno spetta, in via

ordinaria, ad un’apposita Unità di valutazione multidisciplinare.

L’ammissione al contributo avviene previa valutazione della situazione economica con il sistema

ICEF (variante dell’ISEE). Sono ammessi solo coloro che hanno un reddito ICEF inferiore a 8.200

euro per una persona. Per più persone si applicano dei parametri di conversione. Il sussidio ha un

importo giornaliero massimo di 36,15 euro ed un importo minimo di 5,16 euro al giorno per un

bisogno qualificato come “molto elevato” mentre ha un importo massimo di 20,66 euro ed un

importo minimo di 5,16 euro al giorno per un bisogno qualificato come “elevato”. Questo ultimo

sussidio si eroga anche a famiglie con minori con “difficoltà grave o totale incapacità". Il

contributo è graduato (fra il minimo ed il massimo indicati) in relazione alla situazione economica

del beneficiario.

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Tab. 6 – L’assegno di cura nella Provincia autonoma di Trento.

CARATTERISTICHE

Beneficiari parente o affine che assiste a domicilio una persona dichiarata non

autosufficiente.

Finalità sostenere l’assistenza e la cura al domicilio di persone non

autosufficienti.

Chi eroga l’assegno di cura

Condizioni di salute per l’accesso Invalidità più la domanda o il riconoscimento dell’indennità di

accompagnamento

Reddito per l’accesso ICEF (variante ISEE) inferiore a € 8.200.

Altre condizioni per l’accesso Valutazione del bisogno effettuata dalla UVM.

Entità del contributo Da € 5,16 a € 36,15 al giorno in base al bisogno e al reddito.

Numero beneficiari 369 (non solo anziani) nel 2001 pari allo 0,42% di tutti gli anziani.

Spesa annua Fonte: bibliografia.

Al 31/12/2001 il numero dei sussidi in pagamento erano 369. Un numero abbastanza limitato

determinato da criteri troppo restrittivi di accesso dato che possono essere ammesse solo persone

con certificazione di invalidità e indennità di accompagnamento che non beneficiano di altre

prestazioni e con un reddito basso.

VENETO

La regione Veneto ha attivato tre diverse tipologie di assegno di cura:

1. l’assegno di cura per le persone non autosufficienti;

2. il contributo economico per le famiglie che utilizzano le assistenti familiari;

3. l’assegno di cura per le famiglie che assistono malati di Alzheimer.

L’assegno di cura è stato attivato per favorire la permanenza a domicilio dei soggetti non

autosufficienti. Sono beneficiarie del contributo le persone non autosufficienti che usufruiscono di

una adeguata assistenza presso il proprio domicilio o presso altro domicilio privato (ad esclusione

degli istituti) e che devono possedere redditi sotto la soglia ISEE di 13.733,65 (2005). Secondo la

DGR 1234/2005, nel 2003 i beneficiari sono stati 14.417.

L’entità del contributo è calcolata in rapporto al punteggio risultante dalla scheda di rilevazione e

all’indicatore della situazione economica equivalente rilevata dalla dichiarazione sostitutiva unica,

nonché in relazione alle risorse regionali disponibili. La quota massima non può superare

l’ammontare dell’indennità di accompagnamento per invalidi civili totali.

Il contributo è cumulabile con quello di chi usufruisce dell’aiuto delle assistenti familiari.

Nel 2002 è stato introdotto un contributo economico a favore delle famiglie che assistono in casa

persone non autosufficienti con l’aiuto di assistenti familiari (DGR n. 2907 e 3630/2002).

Sono beneficiarie del contributo le persone non autosufficienti che hanno sottoscritto un contratto

con una o più assistenti familiari per la propria assistenza in casa o per le quali lo stesso contratto

viene stipulato da un familiare. Il contributo è cumulabile con altre provvidenze economiche a

favore di persone non autosufficienti assistite a domicilio.

I requisiti di accesso al beneficio sono:

la condizione di non autosufficienza della persona assistita a domicilio accertata dalla Unità

Valutativa Multidisciplinare (UVMD) del distretto;

la regolare assunzione di una assistente familiare con regolare permesso di soggiorno, se

straniera;

la condizione economica della famiglia rilevata in base all’indicatore della situazione

economica ISEE che deve essere inferiore per il 2005 a € 17.686,65.

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L’entità del contributo erogato dal Comune è al massimo di 250 euro mensili per il 2005 ed è

commisurata ai livelli contrattuali di impegno delle assistenti familiari (da un minimo di 24 ad un

massimo di 60 ore settimanali), all’ISEE, nonché in relazione alle risorse regionali disponibili.

Mediamente vengono erogati 2.000 euro annui a famiglia. Nel 2004 le famiglie sostenute sono state

3.407 per una spesa complessiva di 6,5 milioni di euro (Regione Veneto, 2005)

Nel 2005 la regione ha deciso di unificare i finanziamenti per le provvidenze economiche a favore

di persone non autosufficienti assistite a domicilio (assegno di cura) di cui alla LR 28/1991 e i fondi

per il contributo economico a favore delle famiglie che assistono in casa persone non autosufficienti

con l’aiuto di assistenti familiari. I fondi complessivi stanziati per i due interventi sono stati 26,7

milioni di euro. Per il 2006 la somma stanziata è di 26,8 milioni di euro.

Nel 2001 la Regione Veneto, inoltre, ha approvato (L.R. 9.2.2001, n. 5) anche l’erogazione di

contributi a favore delle famiglie che assistono in casa persone con gravi disturbi

comportamentali, affette da malattia di Alzheimer o da altre gravi demenze.

Tab. 7 – Gli assegni di cura nel Veneto.

CARATTERISTICHE

Assegno di cura Contributo per assistenti

familiari

Assegno di cura per malati

di Alzheimer

Beneficiari Persone non autosufficienti

assistite a domicilio

le persone non autosufficienti

che hanno sottoscritto un

contratto con una o più

assistenti familiari per la

propria assistenza in casa.

famiglie che assistono in

casa persone affette da

malattia di Alzheimer o da

altre gravi demenze.

Finalità favorire la permanenza a

domicilio dei soggetti non

autosufficienti.

Sostenere le famiglie che

assistono in casa persone non

autosufficienti con l’aiuto di

assistenti familiari.

mantenimento in famiglia

della persona affetta da

malattia di Alzheimer.

Chi eroga

l’assegno di

cura

ASL Comune ASL

Condizioni di

salute per

l’accesso

Non autosufficienza condizione di non

autosufficienza della persona

assistita a domicilio accertata

dalla Unità Valutativa

Multidisciplinare

L’accertamento della

condizione di persona affetta

da Morbo di Alzheimer

effettuata dalla UVMD

integrata dall’UVA.

Reddito per

l’accesso

ISEE inferiore a 13.733,65

(2005)

ISEE inferiore a €

17.686,65 (2005)

reddito ISEE inferiore a €

13.733,65 (2005).

Altre

condizioni per

l’accesso

No La regolare assunzione di un

assistente familiare

l’accertamento della

possibilità di garantire i

livelli assistenziali accertati

da parte della famiglia.

Entità del

contributo

Variabile in relazione al

bisogno, all’ISEE e alle

risorse disponibili. Max €

443,83.

Variabile in relazione alle ore

di lavoro della assistente

familiare, all’ISEE e alle

risorse disponibili. Max €

250.

516,45 euro al mese

Numero

beneficiari

14.417 (non solo anziani)

pari all’1,7%. (2003)

3.407 (2004) non solo

anziani pari allo 0,38% degli

anziani.

1.613 anziani pari a 0,18%

del totale degli anziani

(2004).

Spesa annua 20 milioni di euro (2004) 6,5 milioni di euro (2004) 12 milioni di euro (2006) Fonte: bibliografia.

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La Giunta regionale ha riconosciuto un contributo mensile di 516,45 euro, erogato dalle ASL e

finalizzato al mantenimento in famiglia della persona stessa. Il contributo non è cumulabile con

altre provvidenze economiche regionali e con i contributi alle famiglie che assistono congiunti non

autosufficienti con l’aiuto di assistenti familiari.

I principali criteri per l’accesso al beneficio sono:

l’accertamento della condizione di persona affetta dal Morbo di Alzheimer con gravi disturbi

comportamentali. L’accertamento viene effettuato dalla UVMD integrata dall’UVA (Unità

valutativa Alzheimer) o da altro operatore esperto. La valutazione viene fatta con la scheda NPI

(Neuropsychiatric Inventory) e con la scheda SVAMA.

l’accertamento delle condizioni complessive della famiglia in ordine alla possibilità di garantire

i livelli assistenziali accertati;

un reddito ISEE inferiore a € 13.733,65 (2005).

Secondo un documento della regione, le famiglie sostenute sono state 1.613 nel 2004 (Regione

Veneto, 2005) a cui se ne aggiungono altre 247 nel 2005 con l’aumento dei fondi regionali. Per cui

nel 2005 gli anziani assistiti dovrebbero essere stati circa 1860. Le domande soddisfatte sono state,

secondo la regione, il 75% circa.

Per far fronte alle domande insoddisfatte il finanziamento stanziato nel 2006 sale a 12 milioni di

euro (11 milioni nel 20059 per assistere 1.965 persone).

Nel 2004, la regione Veneto ha determinato in modo unitario i criteri economici di accesso alle tre

prestazioni economiche (DGR 1135/2004). La valutazione della situazione economica viene

effettuata in tutti i casi con i parametri ISEE applicati con le seguenti modalità:

1. l’ISEE è riferito all’intero nucleo familiare (escluso l’eventuale assistente familiare

convivente);

2. L’ISEE è riferito ai redditi dell’anno solare precedente a quello di riferimento del beneficio;

3. i valori soglia dei redditi ISEE sono rideterminati annualmente incrementando i valori annui

dell’indice ISTAT della variazione del costo della vita;

4. la mancata presentazione della DSU comporta la non accoglibilità della richiesta di accesso

ai benefici.

Infine, nel corso del 2001 la Regione ha previsto l’avvio del Servizio di Sollievo con due nuovi

strumenti per sostenere per 30-60 giorni le famiglie che si trovano nell’improvvisa difficoltà nel

garantire l’assistenza di persone non autosufficienti: il Buono servizio e l’Assegno di sollievo.

Entrambi gli strumenti sono volti a sostenere l’assistenza a domicilio da parte della famiglia di

persone non autosufficienti anche in situazioni critiche.

Le situazioni di emergenza nelle quali si vuole sostenere economicamente la famiglia sono:

morte improvvisa di chi presta assistenza o di altro familiare convivente;

particolari condizioni di salute di chi presta assistenza che ne limitano le capacità di cura;

particolari condizioni di salute di altri membri del nucleo familiare (non solo conviventi) che

comportano un aumento dell’impegno assistenziale da parte di chi presta assistenza;

allontanamento improvviso di un componente del nucleo familiare che era impegnato nella

cura della persona o che sosteneva economicamente il nucleo medesimo;

casi di dimissione ospedaliera che necessitano di un certo grado di protezione;

necessità di supportare la famiglia nelle attività di cura e di assistenza a causa della

particolare complessità della situazione familiare.

Il Buono servizio è una somma (contributo in denaro) che viene destinata per il pagamento del costo

del ricovero temporaneo presso le strutture residenziali convenzionate (Case di Riposo, RSA) nel

caso in cui la famiglia intenda programmare un ricovero temporaneo. Esso può essere motivato,

oltre ai casi già citati, anche dalla necessità di un adeguamento strutturale dell’alloggio. Consiste in

una compartecipazione alla retta giornaliera di ricovero presso le diverse strutture residenziali per

un periodo di 30 giorni prorogabili fino ad altri 30 giorni. Il buono è incompatibile con il contributo

Alzheimer, si riduce invece del 50% in presenza di altri contributi economici.

Page 11: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

11

L’Assegno di sollievo è invece una somma che viene erogata a quelle famiglie che assistono

persone non autosufficienti nella propria casa, in alternativa al ricovero della persona in struttura,

pur in presenza di altri servizi. Esso ha un valore proporzionale ai giorni di assistenza assegnati fino

ad un massimo di € 516,46 per un periodo di 30 giorni prorogabili fino ad altri 30 giorni su

autorizzazione dell’UVMD. Nel caso di pazienti terminali (malato che presenta un residuo di vita

non superiore ai 90 giorni) l’intervento non ha limiti di tempo predefiniti. L’Assegno è

incompatibile con il contributo per Alzheimer, si riduce invece del 50% in presenza di altri

contributi economici.

Per l’accesso ai servizi occorre presentare il certificato di invalidità civile o altro certificato medico

comprovante la non autosufficienza della persona assistita che viene comunque valutata dalla

UVMD. L’ammissione al contributo è soggetta a vincoli economici legati al reddito familiare

ISEE che deve essere uguale o inferiore a € 13.503,60.

La sperimentazione del primo triennio ha coinvolto 7.647 utenti, di cui il 59% anziani non

autosufficienti e il 41% disabili in condizioni di gravità. Nel settore degli anziani, è stato fatto un

maggior ricorso all’assegno di sollievo (74% degli utenti) piuttosto che al buono servizio (26%

degli utenti), a conferma del fatto che il bisogno espresso dall’anziano e dalla sua famiglia consiste

soprattutto nella richiesta di aiuto alla famiglia stessa quale sostegno al suo lavoro di cura. Nel

settore della disabilità, invece, gli utenti hanno richiesto sostanzialmente nella stessa misura sia

l’assegno di sollievo (49% degli utenti) che il buono servizio (51% degli utenti). (DGR

3892/2005).

La spesa stanziata per il 2004 è stata di € 6.000.000 e per il 2005 di € 1.500.000.

FRIULI VENEZIA GIULIA

La regione Friuli-Venezia Giulia ha attivato due forme di intervento in denaro:

l’assegno di cura e di assistenza;

l’assegno per chi utilizza le assistenti familiari (badanti).

L’assegno di cura e assistenza del Friuli-Venezia Giulia (attivato con LR 10/1998) è un contributo

economico finalizzato a favorire la permanenza a domicilio di persone non autosufficienti o con

ridotta autonomia residua e che sono a grave rischio di ricovero in istituto.

I beneficiari dell’assegno di cura e assistenza sono coloro che si fanno carico dell’accudimento dei

soggetti e che si assumono la responsabilità di attuare il programma assistenziale personalizzato

elaborato dall’UVD, ancorché svolto con l’apporto di terzi. L’individuazione del beneficiario non

può prescindere dal coinvolgimento e dal consenso dell’assistito. Possono essere beneficiari sia i

familiari sia le persone estranee che, in assenza del nucleo familiare dell’assistito, vengono scelte

quali caregiver direttamente dall’assistito o dai suoi parenti.

L’assegno di cura e assistenza è concesso in presenza dei seguenti requisiti e condizioni:

condizione economica del nucleo familiare di riferimento non superiore al limite stabilito

annualmente dalla Giunta regionale;

esistenza di condizioni che garantiscano un adeguato livello quali-quantitativo di assistenza da

parte dell’aspirante beneficiario e/o della rete che questi è in grado di attivare;

bisogno assistenziale medio o alto in rapporto al grado di non autosufficienza espresso con

specifico punteggio;

specifica indicazione da parte dell’UVD sulla necessità di far ricorso all’assegno di cura e

assistenza pena il rischio di istituzionalizzazione;

impegno sottoscritto dal beneficiario di dare applicazione alla parte spettante del programma

assistenziale, con esplicitazione delle modalità di attuazione (ASSR, 2003).

Page 12: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

12

Tab. 8 – L’assegno di cura (e assistenza) in Friuli-Venezia Giulia.

CARATTERISTICHE

Assegno di cura e assistenza Assegno per badanti

Beneficiari familiari o persone che assistono anziani e

adulti non autosufficienti o con ridotta

autonomia.

persone singole e famiglie che, per

l’accudimento di persone non

autosufficienti, si avvalgono di personale

addetto all’assistenza familiare.

Finalità favorire la permanenza a domicilio di

persone non autosufficienti o con ridotta

autonomia residua e che sono a grave

rischio di ricovero in istituto.

sostenere coloro che, per l’accudimento di

persone non autosufficienti, si avvalgono

di personale addetto all’assistenza

familiare, regolarmente assunto.

Chi eroga l’assegno

di cura

enti gestori del servizio sociale dei

comuni

enti gestori del servizio sociale dei

comuni

Condizioni di

salute per l’accesso

specifica indicazione da parte dell’UVD

sulla necessità di far ricorso all’assegno di

cura e assistenza pena il rischio di

istituzionalizzazione

non autosufficienza valutata dalla unità di

valutazione distrettuale

Reddito per

l’accesso

ISEE Inferiore a 21.691,18 secondo

quanto indicato nella Tab. 43.

Inferiore a € 21.500 (2005).

Altre condizioni

per l’accesso

esistenza di condizioni che garantiscano

un adeguato livello di assistenza da parte

del beneficiario e/o della rete

assistenziale.

Regolare contratto di lavoro dipendente

dell’assistente familiare.

Entità del

contributo

Da € 8,05 a € 24,16 al giorno secondo

quanto indicato nella tab. 53.

130 euro mensili per prestazioni

lavorative uguali o superiori a 40 ore

settimanali; 100 euro per prestazioni

lavorative da 25 a 39 ore settimanali.

Numero beneficiari 5.743 anziani pari al 2,3% degli anziani

nel 2001.

Spesa annua Bilancio regione: 1,2 milioni di euro nel

2005 Fonte: bibliografia.

L’UVD ha il compito di elaborare il piano assistenziale personalizzato (che va accettato dal

beneficiario) identificando attraverso una scala di valutazione multidimensionale, il programma

assistenziale, le risorse necessarie e la quota di programma realizzabile direttamente dai servizi

pubblici, quella a carico dei soggetti beneficiari/accudenti e l’apporto delle risorse del volontariato.

L’Unità di valutazione distrettuale (UVD) valuta anche l’appropriatezza del beneficio economico a

fronte del rischio di istituzionalizzazione, determinando la quota di programma a carico del

beneficiario.

Al fine di provvedere alla graduazione del contributo, l’UVD valuta il carico assistenziale spettante

al beneficiario responsabile del programma, pervenendo, indipendentemente dalla scala di

valutazione multidimensionale adottata, ad un giudizio di sintesi espresso con il termine di impegno

di “elevata intensità”, “di media intensità” o “di bassa intensità”.

Il nucleo familiare da prendere a riferimento per il calcolo dell’ISEE necessario per l’accesso al

programma assistenziale è quello del beneficiario del contributo economico. Se l’assistito fa parte

dello stesso nucleo familiare il suo reddito non sarà considerato. Se il beneficiario è un estraneo

rispetto alla famigli si terrà conto solo del suo reddito.

Il contributo giornaliero spettante viene determinato discrezionalmente dai comuni (o meglio dagli

ambito territoriali sociali) in base alla tabella 43 avendo cura di stabilire il contributo giornaliero

da assegnare entro gli importi minimi e massimi stabilita dalla regione.

Page 13: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

13

Tab. 9 – Reddito di accesso e importo dell’assegno di cura in Friuli-Venezia Giulia.

profilo della quota di

programma a carico del

beneficiario

Fascia Indicatore della situazione

economica equivalente €

Contributo giornaliero

spettante: € min. e max

Elevata intensità Fascia A Da 0 a 9.296,22 Da 19,32 a 24,16

Fascia B Da 9.296,22 a 15.493,70 Da 15,94 a 19,08

Fascia C Da 15.493,70 a 21.691,18 Da 12,08 a 15,70

Media intensità Fascia A Da 0 a 9.296,22 Da 12,08 a 15,70

Fascia B Da 9.296,22 a 15.493,70 Da 9,66 a 11,83

Fascia C Da 15.493,70 a 21.691,18 Da 8,05 a 9,42

Bassa intensità NON VI E’ TITOLO Fonte: bibliografia.

Nel 2004 la regione Friuli-Venezia Giulia (LR 24/2004) ha previsto l’erogazione di contributi

economici mensili per ridurre gli oneri sostenuti dalle famiglie per i contratti di lavoro delle badanti.

La legge regionale prevede il sostegno della regione alle persone singole e alle famiglie che, per

l’accudimento di persone non autosufficienti, si avvalgono di personale addetto all’assistenza

familiare, regolarmente assunto con contratto di lavoro dipendente. Il sostegno si realizza tramite la

concessione, da parte degli enti gestori del servizio sociale dei comuni, di appositi contributi

economici a favore di coloro che intervengono nel rapporto con il suddetto personale in qualità di

datori di lavoro. I requisiti di accesso sono:

la non autosufficienza della persona assistita;

un regolare contratto di lavoro dipendente della assistente familiare che lo accudisce;

un reddito ISEE inferiore a 21.500 euro (DGR 2149 del 5/9/2005).

La valutazione della non autosufficienza viene effettuata dalla unità di valutazione distrettuale con

il metodo di valutazione multidimensionale.

Il contributo economico, cumulabile con altri interventi, spetta in presenza di rapporti di lavoro di

almeno 25 ore settimanali. La misura del contributo mensile è pari a:

130 euro per prestazioni lavorative uguali o superiori a 40 ore settimanali;

100 euro per prestazioni lavorative da 25 a 39 ore settimanali.

EMILIA ROMAGNA

La Regione ha introdotto, già dal 1994 (LR 5/1994), una contribuzione economica a favore delle

famiglie disponibili a mantenere le persone non autosufficienti nel proprio domicilio. L’intervento

di contribuzione è erogato, riconoscendo il lavoro di cura della famiglia nei confronti del non

autosufficiente, per attività socio-assistenziali a rilievo sanitario garantite dalla stessa famiglia. Dal

2003 (LR 2/2003), l’assegno che era destinato solo agli anziani non autosufficienti è stato esteso

anche a disabili ed altre persone in condizione di non autosufficienza affette da gravi patologie in

fase terminale o irreversibile.

Sono destinatarie dell’intervento di contribuzione le famiglie con anziani o disabili certificati non

autosufficienti e mantenuti al domicilio anche avvalendosi di persone non appartenenti al nucleo

familiare, sia in grado di rispettare il programma di assistenza personalizzato elaborato dall’Unità di

valutazione geriatrica.

Anche l’anziano stesso può essere il destinatario se in grado di determinare e organizzare la propria

assistenza. L’assegno di cura può essere richiesto, oltre che dai familiari, anche da persone che

hanno con l’anziano un rapporto di buon vicinato o di amicizia consolidata.

L’assegno di cura può essere richiesto ai Servizi Assistenza Anziani (SAA) che attiveranno l’Unità

di valutazione geriatrica (UVGT) per la valutazione multidimensionale dei bisogni degli anziani.

L’UVGT elabora in accordo con il MMG il Programma assistenziale personalizzato.

Page 14: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

14

La famiglia sottoscrive un contratto che definisce gli impegni assistenziali assunti che di norma

dura 6 mesi (rinnovabili), come il contributo. I rinnovi di situazioni stabili sono annuali. Nel caso

in cui l’assistenza venga fornita con il contributo di assistenti familiari la famiglia si impegna a

sottoscrivere il contratto di lavoro.

Dall’1/1/2005, per usufruire, dell’assegno di cura l’ISEE dell’anziano beneficiario delle cure non

dovrà essere superiore a 20.000 euro annui. Si considera la situazione economica e patrimoniale del

solo anziano.

L’entità dell’assegno varia in relazione alla gravità della condizione di non autosufficienza

dell’anziano, alle sue necessità assistenziali e alle attività socio-assistenziali di rilievo sanitario che

la famiglia si impegna a garantire.

Il contributo giornaliero, diviso in tre fasce, è il seguente:

livello A – elevato: € 17,81 per anziani che necessitano di una presenza continua nell’arco

della giornata e di elevata assistenza diretta;

livello B – alto: € 11,88 per anziani che necessitano di una presenza continua nell’arco della

giornata e di assistenza diretta di livello alto;

livello C – media: € 8,31 laddove sono richiesti impegni di cura del familiare con una

prevalenza di attività assistenziali di livello medio.

Una tabella stabilisce le condizioni che ricorrono nei vari livelli di assistenza e cosa comportano. Se

l’anziano ha già l’indennità di accompagnamento, l’assegno viene ridotto rispettivamente per i vari

livelli a euro 7,75, 5,17 e 3,62.

Per seguire con continuità i beneficiari la USL nomina un “Responsabile del caso”, per lo più un

assistente sociale che cura l’attuazione del programma di intervento personalizzato. Il ruolo del

“responsabile del caso”, assume una valenza particolarmente significativa e trasversale, in quanto

egli è chiamato ad accompagnare l’anziano e la famiglia lungo l’intero percorso assistenziale,

attivando ruoli, gli organismi e i servizi necessari alla valutazione e alla gestione della domanda.

(Torri, 2001). Al responsabile del caso spetta il ruolo di:

avallare in sede finale il progetto di assistenza controfirmato da tutti i membri dell’UVGT;

di monitorare nel tempo, ma almeno semestralmente, le condizioni e l’assistenza

all’anziano;

verificare che sia rispettato il PAI;

fornire, attraverso la relazione con l’anziano e i suoi familiari, i supporti adeguati

all’assistenza e l’accesso alla rete dei servizi sociosanitari integrati attivi nel territorio.

Tab. 10 – L’assegno di cura in Emilia Romagna.

CARATTERISTICHE

Beneficiari le famiglie con anziani o disabili certificati non autosufficienti e

mantenuti al domicilio, la cui famiglia, sia in grado di rispettare il

programma di assistenza personalizzato. Anche l’anziano se capace.

Finalità Sostenere il lavoro di cura della famiglia nei confronti dell’anziano o

disabile non autosufficiente.

Chi eroga l’assegno di cura ASL

Condizioni di salute per l’accesso Condizione di non autosufficienza valutata dall’UVGT.

Reddito per l’accesso Reddito ISEE del solo anziano assistito inferiore a € 20.000 (2005)

Altre condizioni per l’accesso La famiglia sottoscrive un contratto che definisce gli impegni

assistenziali assunti.

Entità del contributo Da € 8,31 a 17,81 euro giornalieri in base alle necessità assistenziali.

Numero beneficiari 17.119 pari all’1,8% degli anziani (2004).

Spesa annua 26 milioni di euro (2004). Fonte: bibliografia.

Page 15: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

15

Al 31/12/2004 erano attivi 11.760 contratti di assegno di cura, in costante crescita rispetto agli anni

precedenti. Coloro che nel 2004 hanno ricevuto per un periodo più o meno lungo l’assegno di cura

sono stati 17.119. La durata media per utente è di 227 giornate di assistenza per beneficiario. L’87%

dei contratti ha una durata superiore ai sei mesi. Il 30% ha avuto una durata superiore ai 18 mesi. La

maggior parte dei contratti (59,6%) è di livello di media intensità mentre il livello moderato

(20,9%) e il livello elevato (19,5%) si attestano attorno al 20%. Il 67% dei beneficiari ha più di 80

anni. Il 64,2% dei familiari che garantiscono la cura convive con l’anziano. Il 66% dei beneficiari

ha anche l’indennità di accompagnamento per cui l’assegno di cura è ridotto del 50%.

In alternativa all’assegno di cura, l’UVGT ha proposto in 881 casi degli interventi alternativi in

servizi (centro diurno, ADI, ricovero sollievo, ecc.) che sono stati attivati in 619 casi. Il 32,7% dei

casi con assegno di cura prevede anche altre interventi di servizi (telesoccorso, ADI, centro diurno,

ricoveri sollievo) stabiliti dall’UVG. In media passano 33 giorni fra la segnalazione e la valutazione

dell’anziano da parte dell’UVG, poi passano mediamente altri 40 giorni per la decorrenza del

contratto.

I fondi per l’assegno di cura sono costantemente aumentati dal 1999 al 2004. In questo ultimo anno

erano di 20,8 milioni di euro del fondo sanitario regionale a cui si aggiungevano 5,6 milioni di euro

del fondo sociale (regione+comuni) per un totale di 26 milioni di euro (Regione Emilia Romagna,

2005).

TOSCANA

La regione Toscana ha previsto, sin dal 1996 (L.R. n.108/1995), l’erogazione alle famiglie di un

“assegno per l’assistenza” se le stesse assistono l’anziano non autosufficiente a domicilio. Tali

assegni possono essere erogati a soggetti che assicurino, nell’ambito domiciliare, il mantenimento e

la cura dell’anziano non autosufficiente, che sottoscrivano il piano terapeutico assistenziale e che

rispondano alle seguenti caratteristiche o condizioni:

parenti e affini anche diversi dalle persone obbligate ai sensi dell’art. 433 del C.C.;

persone conviventi all’interno del nucleo anagrafico;

persone disponibili ad assicurare l’assistenza all’anziano non autosufficiente in modo da

consentire la sua permanenza al proprio domicilio.

I Comuni disciplinano le prestazioni, le modalità e le procedure di ammissione agli interventi. La

scelta della modalità di assistenza avviene sulla base di un progetto individuale di assistenza, con

caratteristiche di flessibilità e temporaneità, che viene adottato in base alla valutazione del bisogno

da parte dell’Unità di valutazione geriatrica e alla condivisione da parte dell’utente o di chi lo

rappresenta. Per il riconoscimento della non autosufficienza valgono le norme stabilite con D.C.R.

214 del 2/7/1991.

Nel 2004 gli anziani assistiti erano 2.784 pari allo 0,3% di tutti gli anziani.

Tab. 11 – L’assegno di cura (Assegno per l’assistenza) in Toscana.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Soggetti che assicurino, nell’ambito domiciliare, il mantenimento e la

cura dell’anziano non autosufficiente.

Finalità Assicurare l’assistenza all’anziano non autosufficiente in modo da

consentire la sua permanenza al proprio domicilio.

Chi eroga l’assegno di cura Comuni

Condizioni di salute per l’accesso valutazione del bisogno di assistenza e della non autosufficienza da

parte dell’Unità di valutazione geriatrica

Reddito per l’accesso Stabilito dal comune

Altre condizioni per l’accesso Il caregiver deve sottoscrivere il piano terapeutico assistenziale

Entità del contributo Stabilito dal comune

Numero beneficiari Nel 2004 gli anziani assistiti erano 2.784 pari allo 0,3% di tutti gli

anziani

Page 16: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

16

Spesa annua Fonte: bibliografia.

UMBRIA

La regione Umbria ha introdotto l’assegno di cura al fine di valorizzare l’impegno di cura delle

famiglie finalizzato a ridurre l’istituzionalizzazione nell’ambito dei piani personalizzati di

assistenza degli anziani. L’assegno di cura è ricompreso nelle prestazioni socio-sanitarie ad elevata

integrazione sanitaria ed è a totale carico del servizio sanitario regionale per cui viene erogato dalla

ASL.

L’assegno di cura è assegnato in base a quatto requisiti:

età superiore a 75 anni, prevedendo una deroga per gli anziani dai 65 anni già istituzionalizzati

che rientrano al domicilio;

gravità della non autosufficienza, attestato dal riconoscimento dell’invalidità civile 100% con

diritto all’indennità di accompagnamento.

Presenza di un familiare (anche non convivente) garante dell’impegno di cura;

Condizione economica. Viene utilizzato un doppio filtro. Il primo filtro costituisce requisito di

accesso e considera l’ISEE soltanto dell’anziano per il quale si presenta la domanda, sia che

viva da solo o con il coniuge, sia che viva nello stesso nucleo del familiare che si prende cura,

con stato di famiglia unico o separato. Il valore ISEE posto come requisito di accesso è fissato

ad euro non superiore a 9.300. Il secondo filtro viene utilizzato per la formazione delle

graduatorie prendendo in considerazione l’ISEE del nucleo familiare che si prende cura

dell’anziano.

Nelle graduatorie la priorità si da agli anziani istituzionalizzati che rientrano al domicilio. Gli altri

criteri di priorità sono: il livello di gravità di non autosufficienza valutata dall’UVG, la presenza di

altri non autosufficienti in casa, le condizioni economiche, la presenza di domanda per il ricovero in

struttura sociosanitaria.

L’assegno di cura consiste in un contributo economico, pari a 418 euro mensili (13,94 pro die),

assegnato ai familiari parenti entro il terzo grado ed affini entro il secondo grado che si assumono

l’impegno di cura dell’anziano.

Il numero massimo di assegni di cura erogabili è di 800 annui pari allo 0,42% degli anziani. La

spesa annua è di 4,016 milioni di euro.

Tab. 12 – L’assegno di cura in Umbria.

CARATTERISTICHE

Beneficiari familiari parenti entro il terzo grado ed affini entro il secondo grado

che si assumono l’impegno di cura dell’anziano.

Finalità Valorizzare l’impegno di cura delle famiglie finalizzato a ridurre

l’istituzionalizzazione

Chi eroga l’assegno di cura ASL

Condizioni di salute per l’accesso gravità della non autosufficienza, attestato dal riconoscimento

dell’invalidità civile 100% con diritto all’indennità di

accompagnamento.

Reddito per l’accesso 1) Reddito ISEE non superiore a 9.300 euro del solo anziano che

presenta la domanda per l’accesso. 2) Reddito ISEE del nucleo

familiare che si prende cura dell’anziano per la formazione delle

graduatorie.

Altre condizioni per l’accesso Età superiore a 75 anni; Presenza di un familiare (anche non

convivente) garante dell’impegno di cura.

Entità del contributo 418 euro mensili (13,94 pro die)

Numero beneficiari Max 800 pari allo 0,42% degli anziani.

Spesa annua 4,016 milioni di euro. (2005)

Page 17: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

17

Fonte: bibliografia.

ABRUZZO

La regione Abruzzo, nel 2004, ha attivato l’erogazione di un sostegno economico per favorire e

sostenere la domiciliarità dell’assistenza alla persona non autosufficiente con il concorso dei

familiari e delle assistenti familiari. I destinatari degli interventi sono le famiglie che assistono

uno o più componenti presenti nel proprio nucleo e che versano in condizioni di non

autosufficienza. Le persone non autosufficienti sono:

la persona disabile in situazione di gravità (L. 104/93);

la persona riconosciuta invalida al 100% con assegno di accompagnamento;

tutte le persone, comprese quelle riconosciute invalide al 100% senza accompagnamento,

che saranno definite non autosufficienti e assistibili sulla base della valutazione della UVM.

E’ previsto un contributo economico di € 150 mensili alle famiglie che assistono in casa persone

non autosufficienti con l’aiuto di un proprio componente o con l’assunzione di una badante o

ricorrendo al lavoro occasionale. Il contributo è erogato dagli Ambiti territoriali sociali dei comuni.

Per il 2004 la regione ha stanziato 1.040.000 euro, sufficienti per 578 famiglie.

Nel 2006, la regione Abruzzo ha previsto anche l’attivazione di un assegno di cura per i soli

anziani. L’erogazione dell’assegno di cura è subordinato alla disponibilità della famiglia ad

assicurare la permanenza dell’anziano nel proprio contesto abitativo e ad evitare il ricorso al

ricovero ospedaliero o in istituto. Tale disponibilità si realizza attraverso l’assistenza diretta verso

l’anziano non autosufficiente da parte della famiglia o mediante ricorso alla prestazione lavorativa

di assistenti familiari. La disponibilità all’assistenza diretta e, qualora ricorra il caso,

l’individuazione dell’assistente familiare, devono essere formalizzate attraverso apposito accordo

sottoscritto con il Servizio sociale competente ed inserito nel progetto assistenziale personalizzato.

L’Ente di Ambito Sociale è tenuto a verificare il rispetto dell’accordo sottoscritto e, in caso di

ricorso ad assistenti familiari esterni, ad acquisire copia dei versamenti contributivi trimestrali

effettuati.

Al fine della concessione dell’assegno di cura il nucleo familiare di riferimento è costituito dal solo

anziano beneficiario delle cure; si considera, pertanto, la situazione economica e patrimoniale del

solo anziano estratta da quella del nucleo familiare di riferimento.

Per la definizione della priorità di accesso all’assegno di cura, viene valutato il possesso del reddito

più basso ai sensi della normativa vigente sull’ISEE.

L’importo massimo mensile dell’assegno di cura è stabilito in 300,00 Euro. Tale importo è

decurtato del 50 % in presenza di assegno di accompagnamento.

Per il progetto la regione Abruzzo ha stanziato delle risorse straordinarie pari a 2,5 milioni di euro che

devono servire a finanziare tutto il Piano locale per la non autosufficienza. Questo significa che dovrà

finanziare oltre agli assegni di cura anche l’ADI, l’assistenza domiciliare socio assistenziale, il

telesoccorso-teleassistenza e i centri diurni. Le modalità di organizzazione ed approvazioni dei Piani

locali per la non autosufficienza sono tali per cui i nuovi servizi potranno svilupparsi solo nel 2007.

Page 18: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

18

Tab. 13 – L’assegno di cura in Abruzzo.

CARATTERISTICHE

Assegno per assistenza (anche) con

badanti

Assegno di cura

Beneficiari Le famiglie che assistono uno o più

componenti non autosufficienti presenti

nel proprio nucleo.

Famiglie che assistono a casa anziani non

autosufficienti.

Finalità Sostenere la domiciliarità dell’assistenza

alla persona non autosufficiente con il

concorso dei familiari e assistenti

familiari.

Assicurare la permanenza dell’anziano nel

proprio contesto abitativo.

Chi eroga l’assegno

di cura

Ambiti territoriali sociali dei comuni. Ambiti territoriali sociali dei comuni.

Condizioni di

salute per l’accesso

Non autosufficienza o disabilità grave. Non autosufficienza.

Reddito per

l’accesso

No. No.

Altre condizioni

per l’accesso

La disponibilità di una persona per

l’assistenza.

Garanzia dell’assistenza diretta verso

l’anziano da parte della famiglia o

mediante ricorso ad assistenti familiari.

Entità del

contributo

€ 150 mensili. Max 300 euro mensili, decurtati del 50%

in presenza di indennità di

accompagnamento.

Numero beneficiari Max 578 persone (non solo anziani) pari

allo 0,2% degli anziani.

Spesa annua 1.040.000 euro (2004). 2,5 milioni di euro per il complesso degli

interventi contenuti nei piani locali per la

non autosufficienza. Fonte: bibliografia.

PUGLIA

La regione Puglia ha istituito l’assegno di cura, nel 2006, per sostenere i possibili disagi economici

cui va incontro un nucleo familiare che si faccia carico della cura e della assistenza di una persona

in condizioni di fragilità, derivante da non autosufficienza (anziani e disabili psichici, fisici e

sensoriali). L’azione fa parte di un più ampio progetto di contrasto alle povertà per cui l’obiettivo

specifico dell’assegno di cura è quello di rimuovere o ridurre l’incidenza che i vincoli economici

possono esercitare sulla scelta e sulla capacità di un nucleo familiare prendersi carico del lavoro di

cura di un familiare non autosufficiente, favorendo così il ricorso ai servizi domiciliari e comunitari

per prolungare la permanenza del soggetto non autosufficiente nel proprio contesto di vita familiare

e sociale e riducendo il ricorso alle prestazioni residenziali e semiresidenziali.

L’assegno può essere percepito anche da persone parzialmente non autosufficienti che vivano da

sole nella propria abitazione, che vivano in condizione di indigenza economica, e che con l’assegno

di cura possano integrare l’assistenza domiciliare già assicurata dal comune o acquisire altri servizi

domiciliari privati.

Le risorse regionali sono assegnate agli ambiti sociali territoriali affinché le procedure vengano

gestite in modo associato. Il comune capofila provvede alla pubblicazione dell’avviso per la

raccolta delle istanze da parte delle famiglie residenti nel territorio dell’ambito e, con il supporto

dell’Ufficio di Piano, predispone una graduatoria unica di ambito dei beneficiari. L’avviso conterrà

i criteri di valutazione delle situazioni familiari (che definiranno poi i punteggi per la graduatoria)

che dovranno comunque considerare la dimensione e composizione familiare, la gravità della non

autosufficienza, la condizione economica familiare ed altri eventuali elementi. Ai comuni

Page 19: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

19

dell’ambito potranno essere demandate le attività connesse alla definizione dei progetti

personalizzati ed alla erogazione degli assegni di cura ai destinatari finali.

I requisiti di accesso per l’assegno di cura sono i seguenti:

Presenza da almeno un anno all’interno del nucleo familiare di una persona non

autosufficiente;

Nucleo familiare con un reddito ISEE 2005 non superiore a € 40.000;

Redditi 2005 della persona non autosufficiente non superiori a € 25.000;

Attestazione da parte del nucleo familiare delle componenti del lavoro di cura che ricadono

sullo stesso individuo o sul nucleo familiare (Cfr. Tab. 14).

Tab. 14 – L’assegno di cura in Puglia.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Nuclei familiari che si facciano carico della cura e della assistenza di persone non

autosufficienti (anziani e disabili psichici, fisici e sensoriali).

Persone parzialmente non autosufficienti che vivano da sole e in condizione di

indigenza economica.

Finalità Rimuovere l’incidenza che i vincoli economici possono esercitare sulla scelta di un

nucleo familiare di prendersi carico del lavoro di cura di un familiare non

autosufficiente.

Chi eroga l’assegno

di cura

Ambiti territoriali (comune capofila)

Condizioni di salute

per l’accesso

Presenza di persona non autosufficiente attestata da idonea documentazione medica e

amministrativa.

Reddito per

l’accesso

Nucleo familiare con un reddito ISEE 2005 non superiore a € 40.000;

Redditi 2005 della persona non autosufficiente non superiori a € 25.000.

Altre condizioni per

l’accesso

Attestazione da parte del nucleo familiare delle componenti del lavoro di cura che

ricadono sullo stesso individuo o sul nucleo familiare.

Entità del

contributo

Max 500 euro mensili per un massimo di 12 mesi in relazione alla gravità della non

autosufficienza e del reddito familiare.

Numero beneficiari

Spesa annua € 10.000.000 (annualità 2007) Fonte: bibliografia.

L’assegno di cura non può superare l’importo di 500 euro per un massimo di 12 mesi. L’importo

dell’assegno di cura è dunque variabile e deve essere proporzionato soprattutto alla gravità della

non autosufficienza e alla situazione reddituale del nucleo familiare.

L’erogazione dell’assegno da parte dei comuni interessati resta subordinata alla predisposizione

degli stessi di un progetto personalizzato condiviso con il nucleo familiare della persona non

autosufficiente in cui risultino specificati gli usi delle risorse attribuite per assicurare le cure più

adeguate ed esplicitando le modalità di integrazione con la rete dei servizi sociali e socio-sanitari.

La dotazione finanziaria complessiva per la prima annualità è di 10.000.000 di euro.

CALABRIA

La Regione Calabria ha previsto nel 2002 l’erogazione di contributi in favore delle famiglie nel cui

nucleo siano comprese una o più persone anziane titolari di assegno di accompagnamento,

totalmente immobili, costrette a letto e bisognose di assistenza continuativa di cui la famiglia si fa

carico. I contributi sono destinati, in via prioritaria, a famiglie che versano in condizioni disagiate

per motivi, primariamente, di carattere economico, e secondariamente, di carattere sociale e

psicologico.

I contributi, non determinati dalla delibera regionale, sono erogati dai comuni sulla base di un

finanziamento regionale che nel 2002 era di 72.413 euro. I contributi sono erogati sulla base di una

Page 20: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

20

graduatoria regionale che raccoglie tutte le domande pervenute e ritenute ammissibili utilizzando il

criterio del reddito più basso.

L’intervento della regione Calabria appare irrilevante e non risulta essere stato rifinanziato negli

anni successivi.

Tab. 15 – L’assegno di cura in Calabria.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Famiglie che versano in condizioni disagiate per motivi di carattere

economico, sociale e psicologico, nel cui nucleo siano comprese una o più

persone anziane titolari di assegno di accompagnamento, totalmente immobili

e bisognose di assistenza continuativa.

Finalità Sostenere le famiglie che assistono una o più persone anziane del nucleo

familiare costrette a letto e bisognose di assistenza continuativa.

Chi eroga l’assegno di cura Comuni

Condizioni di salute per

l’accesso

Anziano totalmente immobile, costretto a letto e bisognoso di assistenza

continuativa a cui la famiglia stessa provvede.

Reddito per l’accesso Nessun limite

Altre condizioni per

l’accesso

Età superiore a 65 anni con assegno di accompagnamento.

Entità del contributo Non determinato

Numero beneficiari

Spesa annua € 72.413 Fonte: bibliografia.

SICILIA

L'art. 10 della legge regionale 31 luglio 2003, n. 10 della regione Sicilia prevede, in alternativa alle

prestazioni di natura residenziale eventualmente dovute, l'erogazione di buoni socio-sanitari alle

famiglie che assistono nel proprio contesto anziani non autosufficienti di oltre 69 anni o soggetti

con grave disabilità (legge n. 104/92). Sono destinatari del buono socio-sanitario le famiglie

residenti nel territorio regionale che mantengono od accolgono anziani di età superiore a 69 anni in

condizioni di non autosufficienza debitamente certificata o disabili gravi, purché conviventi e legati

da vincoli di parentela, ai quali garantiscono direttamente, o con impiego di altre persone non

appartenenti al nucleo familiare, prestazioni di assistenza e di aiuto personale anche di rilievo

sanitario nell'ambito di un predefinito piano personalizzato di assistenza, elaborato dall'U.V.M.,

U.V.G. o U.V.D. .

Il buono socio-sanitario, da erogare a favore delle famiglie in relazione alla gravità della

condizione di non autosufficienza dell'anziano o del disabile, si distingue in:

a) buono sociale: che è una provvidenza economica a supporto del reddito familiare, finalizzata a

sostenere la famiglia nel "prendersi cura" dei propri familiari;

b) buono di servizio (voucher): che è un titolo per l'acquisto di specifiche prestazioni domiciliari

erogate da caregiver professionale presso organismi ed enti no profit, accreditati, liberamente scelti

dalle famiglie.

Le famiglie, in relazione alle necessità assistenziali, possono scegliere fra l’una e l’altra forma

assistenziale.

La condizione di non autosufficienza degli anziani deve essere valutata e certificata dall'U.V.M. o

dall’U.V.G. per patologie cronico-degenerative, per decadimento psico-fisico e/o disabilità,

demenza o avanzata senilità, utilizzando la scheda multidimensionale dell'anziano. Per i soggetti

con grave disabilità occorre fare riferimento alla certificazione ex art. 3, 3° comma, della

legge104/1992 valutata e certificata dall'U.V.M. o dall’U.V.D.

Page 21: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

21

Tab. 16 – L’assegno di cura (buono sociale) in Sicilia.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Le famiglie che mantengono od accolgono anziani non autosufficienti di età

non inferiore a 69 anni o disabili gravi, purché conviventi e legati da vincoli

di parentela, ai quali garantiscono direttamente, o con impiego di altre

persone non appartenenti al nucleo familiare, prestazioni di assistenza e di

aiuto personale anche di rilievo sanitario.

Finalità sostenere la domiciliarità, incentivare l'impegno ed il lavoro di assistenza e

cura della famiglia nei confronti dei soggetti conviventi, bisognevoli di

continua assistenza.

Chi eroga l’assegno di cura ASL (distretti socio-sanitari)

Condizioni di salute per

l’accesso

La condizione di non autosufficienza degli anziani deve essere valutata e

certificata dall'U.V.M., U.V.G., per i disabili occorre la certificazione di

grave disabilità di cui alla L.104/1993.

Reddito per l’accesso Reddito ISEE inferiore a 7.000 euro. (familiare).

Altre condizioni per

l’accesso

No

Entità del contributo Pari all’indennità di accompagnamento. € 443,83 nel 2005.

Numero beneficiari 5.620 persone (non solo anziani) pari allo 0,6% del totale degli anziani.

Spesa annua 15 milioni euro (2005) Fonte: bibliografia.

Devono inoltre sussistere le condizioni socio-ambientali di assistibilità al domicilio, vale a dire un

supporto familiare e/o della rete informale ed un alloggio idoneo o reso tale con semplici

accorgimenti.

Il programma assistenziale personalizzato viene definito dall'U.V.M., U.V.G. o U.V.D. di concerto

con gli uffici del servizio sociale appartenenti ai distretti socio-sanitari.

I distretti socio-sanitari attivano il buono socio-sanitario. Il competente servizio sociale del distretto

affiancherà le famiglie per assicurare i necessari compiti di cura e di assistenza a cui è finalizzata la

concessione dell'intervento economico sia nella forma del buono sociale, ovvero del titolo per

l'acquisto delle prestazioni presso enti ed organismi abilitati ed accreditati. Il distretto socio-

sanitario provvederà ad individuare per ciascuna famiglia destinataria dell'intervento un referente

nella gestione del programma assistenziale con compiti di affiancamento e di assistenza per

l'espletamento del medesimo programma. Il programma personalizzato di erogazione di norma ha

durata annuale e può essere prorogato. Le prestazioni da garantire all'interno del nucleo familiare,

con l'utilizzo del buono socio-sanitario sono:

igiene personale quotidiana e periodicamente pulizia completa della persona;

governo ed igiene dell'alloggio occupato dal soggetto non autosufficiente;

aiuto alla persona nell'alzata/messa a letto, nella preparazione ed assunzione dei pasti, nella

deambulazione, mobilità e nella gestione delle attività quotidiane all'interno ed all'esterno

dell'abitazione;

disbrigo pratiche ed accompagnamento per visite mediche, specialistiche ed attività riabilitativa

ove non assicurata all'interno dell'abitazione;

prevenzione delle piaghe da decubito, anche avvalendosi degli ausili ritenuti necessari;

assistenza infermieristica domiciliare;

assistenza riabilitativa;

assistenza specialistica;

ogni attività di stimolo al mantenimento delle residue capacità psico-fisiche.

L'importo del buono sociale sarà pari a quello dell'indennità di accompagnamento fissato per l'anno

di competenza.

Page 22: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

22

Per l'accesso al buono sociale occorre avere un reddito ISEE inferiore a € 7.000,00. Alla

determinazione di detto indicatore concorrono tutti i componenti del nucleo familiare. Qualora

l'anziano od il disabile occupi un alloggio autonomo il nucleo familiare di riferimento ai fini della

determinazione della condizione economica è costituito dal nucleo familiare (compreso il soggetto

da assistere) che garantisce le prestazioni socio-assistenziali e che assume la responsabilità e

l'impegno all'attività di cura e di aiuto. Il buono sociale verrà concesso, nei limiti delle risorse

finanziarie disponibili, con priorità per i nuclei familiari con ISEE più basso.

La quasi totalità dei beneficiari ha richiesto l’erogazione del buono sociale piuttosto che l’assegno

di servizi.

La Regione Sicilia ha stanziato, per il 2005, 15 milioni di euro per il buono socio sanitario che

hanno coperto (nel 2006) le richieste di 5.620 famiglie con anziani non autosufficienti o disabili

gravi. Se fossero stati tutti anziani sarebbero stati lo 0,6% del totale della popolazione anziana.

Molte domande sono rimaste insoddisfatte.

1.1. L’ASSEGNO DI CURA: SINTESI

Nel complesso sono 14 le regioni e le province autonome che hanno attivato l’assegno di cura per

l’assistenza degli anziani o di altre persone non autosufficienti. Le Regioni Liguria, Marche,

Molise, Lazio, Campania, Sardegna e Basilicata, invece, non lo hanno fatto scegliendo altre forme

di intervento.

Nelle finalità dell’intervento non ci sono grandi differenze di principio fra le varie regioni;

sostanzialmente tutte le regioni – anche se con sottolineature differenti – attivano l’intervento per

mantenere l’anziano non autosufficiente nel proprio domicilio sostenendo l’attività assistenziale

delle famiglie sia quella informale sia quella erogata con l’aiuto degli assistenti familiari. In questo

senso risulta del tutto consequenziale che la grande maggioranza delle regioni identifichi proprio le

famiglie dei non autosufficienti come le beneficiarie dell’assegno di cura con esclusione di tre

regioni del nord (Veneto, Piemonte e Valle d’Aosta) che invece intervengono direttamente

sull’assistito.

L’assegno di cura introdotto dalle regioni italiane interviene sempre sugli anziani non

autosufficienti e, nella maggioranza dei casi, anche sui non autosufficienti delle altre età (Cfr. Tab.

51).

L’assegno di cura non sempre è erogato dallo stesso soggetto in conseguenza anche del settore

regionale che rende disponibile la parte maggiore dei finanziamenti. Così, nei due terzi dei casi

sono i comuni o i loro enti gestori ad erogare il contributo mentre nelle regioni rimanenti sono le

ASL. In questo ultimo caso però, le ASL delle regioni Bolzano, Emilia Romagna, Sicilia, Umbria e

Veneto erogano il 70% circa di tutti gli assegni di cura italiani il che ci conferma che la

partecipazione della sanità nella organizzazione e nella erogazione di questa prestazione è in grado

di liberare risorse aggiuntive che permettono di raggiungere un numero più elevato di beneficiari

rispetto ad altri soggetti finanziatori (Cfr. Tab. 17).

Quasi tutte le regioni prevedono almeno due criteri di accesso alla prestazione: il reddito familiare

che deve essere sotto una certa soglia e le condizioni di rilevante non autosufficienza del soggetto

da assistere. Nelle regioni Abruzzo e Calabria e nella provincia autonoma di Bolzano, invece, basta

la sola non autosufficienza. La metà delle regioni ha poi previsto un terzo elemento necessario per

ottenere l’assegno di cura. Si tratta soprattutto dell’accertamento – anche attraverso la sottoscrizione

di un contratto assistenziale o di un piano terapeutico assistenziale – della disponibilità della

famiglia a garantire l’assistenza necessaria al familiare non autosufficiente (Abruzzo, Emilia

Romagna, Friuli-V.G., Puglia, Toscana, Umbria, Veneto) oppure, laddove si utilizza una assistente

familiare retribuita, viene richiesto un regolare contratto di lavoro (Veneto, Friuli-V.G.).

Page 23: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

23

Tab. 17 – Caratteristiche dell’assegno di cura nelle regioni italiane.

Anziani Tutte le età

Rivolto ai non

autosufficienti

Abruzzo (a.c.), Calabria, Piemonte,

Toscana, Umbria.

Abruzzo (b.), Bolzano, Emilia Romagna,

Friuli-V.G., Lombardia, Puglia, Sicilia, Trento,

Valle d’Aosta, Veneto.

Chi eroga

l’assegno

Comuni o loro enti di gestione ASL

Abruzzo (ambiti), Calabria, Friuli-V.G.,

(enti gestori dei comuni), Lombardia,

Piemonte, Puglia (ambiti), Toscana, Valle

d’Aosta (anche la regione), Veneto (b.).

Bolzano, Emilia Romagna, Sicilia, Umbria,

Veneto (a.c.; alz.)

Requisiti per

l’accesso

3 condizioni: non autosufficienza,

reddito e altre condizioni.

2 condizioni: non

autosufficienza e

reddito.

1 condizione: non

autosufficienza

Emilia Romagna, Friuli-V.G.,

Lombardia, Puglia, Toscana, Umbria,

Veneto (b., alz.).

Sicilia, Trento, Valle

d’Aosta, Veneto (a.c.).

Abruzzo, Bolzano,

Calabria.

importo medio

del contributo

130-400 euro mensili 401-500 euro mensili Oltre 500 euro

mensili

Friuli-V.G. (b.), Abruzzo (b.), Veneto (b.),

Abruzzo (a.c.), Lombardia, Emilia

Romagna.

Friuli-V.G., Sicilia,

Toscana, Veneto.

Valle d’Aosta, Veneto

(alz.), Bolzano, Trento.

Note: a.c.=assegno di cura; b.= badanti.; alz= per Alzheimer. Fonte: bibliografia.

Per l’accertamento della non autosufficienza la gran parte delle regioni si affida alla valutazione

della unità valutativa geriatrica o distrettuale mentre un più piccolo gruppo di regioni (Trento,

Umbria e Lombardia) considera non autosufficienti da ammettere all’assegno di cura coloro che

hanno sia l’invalidità del 100% sia l’indennità di accompagnamento.

Differenze regionali molto rilevanti si registrano nel requisito del reddito per accedere alla

prestazione dell’assegno di cura. Tutte le regioni utilizzano l’indicatore della situazione economica

equivalente ISEE (o sue varianti come Trento) per la valutazione del reddito ma in Sicilia per

accedere all’assegno di cura occorre avere un reddito ISEE inferiore a 7.000 euro mentre in Puglia

inferiore a 40.000 euro. In mezzo le altre regioni. In tre regioni infine non si pongono limiti di

reddito per l’accesso alla prestazione anche se il reddito ISEE viene richiesto ugualmente in

Abruzzo e Calabria per la formulazione della graduatoria degli aventi diritto per privilegiare i

redditi più bassi. Tra le soglie di reddito più elevate troviamo quelle collegate all’assegno per chi

utilizza le assistenti familiari con regolare contratto di lavoro (Veneto € 17.686,65; Friuli-V.G. €

21.500) a sostegno della ipotesi che queste possono essere assunte da famiglie con redditi medi.

(Cfr. Tab. 18).

Quasi tutte le regioni fanno riferimento al reddito ISEE della famiglia di riferimento mentre

l’Umbria e l’Emilia Romagna tengono conto del solo reddito ISEE dell’anziano non autosufficiente.

Gli importi degli assegni di cura variano moltissimo fra una regione e l’altra. Si passa dai 130 euro

mensili del Friuli-Venezia Giulia per le famiglie che utilizzano le assistenti familiari ai 1.400 euro

mensili erogabili dalla regione Valle d’Aosta. Se pensiamo agli importi medi mensili possiamo

affermare, con qualche cautela, che la maggioranza delle regioni eroga un contributo mensile

medio tendenzialmente pari o superiore all’indennità di accompagnamento. Infatti, le regioni Friuli-

V.G., Sicilia, Toscana e Veneto erogano un contributo medio compreso fra 400 e 500 euro mensili

mentre le regioni Valle d’Aosta, Trento, Bolzano e Veneto (per il solo programma relativo ai malati

di Alzheimer) erogano un assegno mensile superiore a € 500.

Page 24: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

24

Tab. 18 – Reddito ISEE per l’accesso agli assegni di cura nelle regioni italiane.

Accesso con reddito

ISEE inferiore a €

Regione ISEE

7.000 Sicilia della famiglia

8.000 La maggior parte dei comuni lombardi della famiglia

8.200 (ICEF) Trento della famiglia

9.300 Umbria del solo anziano

13.733,65 Veneto (Assegno di cura, assegno per Alzheimer) della famiglia

17.686,65 Veneto (assegno per assistenti familiari) della famiglia

20.000 Emilia Romagna del solo anziano

21.500 Friuli-V. Giulia (assegno per assistenti familiari) della famiglia

21.691,18 Friuli-V. Giulia (assegno di cura) della famiglia

40.001 Puglia della famiglia

Nessun limite Abruzzo, Bolzano, Calabria Fonte: bibliografia.

Le altre regioni, che costituiscono comunque un gruppo importante (Friuli-V.G. (badanti), Abruzzo

(badanti), Veneto (badanti), Abruzzo, Lombardia, Emilia Romagna) erogano un contributo medio

compreso fra 130 e 400 euro mensili (Cfr. Tab. 17). Dentro questa ultima fascia si trovano, in

genere, i contributi erogati alle famiglie che utilizzano le assistenti familiari (Friuli-V.G.: € 130;

Abruzzo: € 150; Veneto: max € 250).

Per necessità di sintesi e di semplificazione, nelle righe precedenti, abbiamo utilizzato come

indicatore il contributo medio mensile ma in realtà nella maggioranza dei casi le regioni hanno

graduato in varie fasce l’entità dell’assegno in relazione alle necessità assistenziali (Emilia

Romagna, Bolzano, comuni lombardi, Veneto per assegno di cura) o alla gravità della non

autosufficienza insieme al reddito familiare (Friuli-V.G., Puglia, Trento). Nel caso dei contributi

alle famiglie che utilizzano assistenti familiari l’importo del contributo mensile viene invece

modulato in relazione alle ore di assistenza prestate dalle stesse assistenti familiari (Friuli-V.G.,

Veneto).

Gli anziani che usufruiscono dell’assegno di cura promosso dalle regioni sono circa lo 0,5%2 del

totale. Questa bassa percentuale subisce anche il fatto che 8 regioni non hanno attivato programmi

di questo tipo. Tra le 13 regioni che hanno formalizzato un programma per l’erogazione degli

assegni di cura, grandi sono le differenze relative alle quote dei beneficiari. Solo 4 regioni superano

l’1% di anziani assistiti: si tratta della provincia autonoma di Bolzano (3,9%), del Friuli-Venezia

Giulia (2,3%), del Veneto (1,9%) e dell’Emilia Romagna (1,7%). Complessivamente, gli anziani

assistiti non superano lo 0,6% del totale dei residenti in Italia (Cfr. Tab. 19).

2 a questi aggiungono gli anziani che vengono assistiti dai singoli comuni per autonoma iniziativa e che non sono attualmente quantificabili.

Page 25: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

25

Tab. 19 – La diffusione degli assegni di cura nelle regioni italiane

Regioni anno Totale utenti utenti % anziani utenti

Piemonte servizio presente

Valle d’Aosta 2001 70 59* 0,3

Lombardia 2005 20.081 11.928 0,6*

Bolzano 2004 3.650 3.070* 3,8*

Trento 2001 369 310* 0,4*

Veneto

ass. di cura

2003 14.417 12.125* 1,4*

Veneto

assist. familiari

2004 3.407 2.865* 0,3*

Veneto

ass. x Alzheimer

2004 1.613 1.613 0,2

Friuli-V. G. 2001 5.743 5.743 2,3

E. Romagna 2004 17.119 17.119 1,8

Toscana 2004 2.784 2.784 0,3

Umbria 2005 800 800 0,4

Abruzzo 2005 578 486* 0,2*

Calabria 2003 145 145 0,0

Sicilia 2005 5.620 4.726* 0,5*

ITALIA 2001-2005 76.396 63.773 0,6* Note: *Stima. Per la stima si è moltiplicato il numero degli utenti complessivi (quando non sono solo anziani) per 84,1% che è la

percentuale di anziani che usufruiscono dell’ADI sul totale dei beneficiari. Una piccola parte dei beneficiari della Sicilia ha scelto il

voucher socio-sanitario.

Fonte: nostra elaborazione su dati Pavolini (2004), Da Roit (2005), Rusmini (2006) e regioni Abruzzo, Bolzano, Calabria, Emilia

Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Umbria, Sicilia, Trento, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

Le stesse regioni che raggiungono il maggior numero di anziani non autosufficienti sono,

ovviamente, anche quelle che spendono di più per questo tipo di assistenza (Cfr. Tab. 20).

Tab. 20 – La spesa per assegni di cura nelle regioni italiane Regioni anno Spesa pro-capite per anziano

residente

Bolzano 2004 228,40

Veneto 2006 43,30

E. Romagna 2004 27,70

Umbria 2005 20,10

Lombardia 2005 19,56

Sicilia 2005 16,90

Puglia 2007 14,20

Valle d’Aosta 2001 13,40

Abruzzo (solo assegno per badanti) 2004 3,80

Calabria 2002 0,20 Fonte: bibliografia.

L’assegno di cura tipico, pertanto, è costituito da una prestazione monetaria mensile che si eroga

alle famiglie che assistono i soggetti non autosufficienti, soprattutto anziani, evitando o rinviando

l’istituzionalizzazione dell’assistito. L’assegno, tendenzialmente pari o superiore all’indennità di

accompagnamento, è erogato dalle ASL a soggetti dichiarati non autosufficienti dalla Unità

valutative multidimensionali e con un reddito familiare inferiore a determinate soglie stabilite dalle

regioni.

Page 26: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

26

Affinché possa produrre i migliori risultati l’assegno di cura non deve essere considerato come

sostitutivo di altri interventi ma deve essere considerato come uno dei servizi della rete assistenziale

che svolge in particolare la funzione di supporto alle reti formali ed informali di sostegno e cura al

domicilio. L’idea forza che sta alla base dell’assegno di cura è quella di garantire la massima

libertà possibile di scelta al beneficiario nella costruzione della risposta assistenziale personalizzata,

offrendo risorse di sostegno alle strategie di cura che ciascuno è in grado di scegliere per sé, e

combinando tali risorse con quelle provenienti dal sistema dei servizi non monetari (Ielasi, 2006).

L’assegno di cura, per le sue caratteristiche intrinseche, contiene il rischio che esso assuma la

caratteristica di mero trasferimento monetario laddove venga utilizzato semplicemente per integrare

il reddito familiare. Per rendere più efficace ed appropriato l’uso degli assegni di cura e collocarlo a

pieno titolo nel sistema dei servizi occorre accompagnarlo con le azioni della valutazione

multidimensionale, della progettazione personalizzata dell’assistenza e della verifica periodica dei

risultati. La presenza di queste azioni permette di considerare l’assegno di cura come risposta mirata

ed appropriata ad un bisogno rilevato. Occorre, pertanto, che l’assegno di cura preveda una azione

di affiancamento e sostegno dell’anziano nelle varie fasi del percorso assistenziale, come ha

previsto l’Emilia Romagna con l’identificazione di un case manager per ogni beneficiario. Oltre alla

valutazione iniziale del caso e del suo contesto e alla stesura del piano individualizzato d’intervento,

occorre provvedere a supportare le scelte dell’anziano, alla successiva azione di monitoraggio su

come evolvono le condizioni dell’utente e alla verifica delle conseguenze prodotte dall’assegno

controllando che lo stesso venga effettivamente utilizzato per assistere l’anziano.

In un contesto di limitata presenza di servizi pubblici tutte quelle politiche che sostengono

direttamente le famiglie nei loro compiti assistenziali tramite trasferimenti monetari finiscono per

promuovere il mercato privato della cura grazie all’afflusso nelle casse delle famiglie di ulteriori

risorse pubbliche (Pavolini, 2005). Infatti, gli assegni di cura finiscono spesso per essere usati per

pagare l’occupazione sommersa delle badanti. L’obiettivo che occorre porsi è quello di usare lo

stesso strumento per promuovere l’emersione del lavoro nero e la qualificazione di quel lavoro.

Questo obiettivo può essere perseguito, per esempio, imponendo la rendicontazione di come viene

speso l’assegno di cura e prevedendo assegni destinati esclusivamente a chi impiega le assistenti

familiari con regolare contratto (Gori, 2004).

Page 27: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

27

2. GLI ASSEGNI DI SERVIZIO O VOUCHERS

I vouchers o assegni di servizio3 assegnati ad anziani non autosufficienti sono titoli che danno il

diritto ad acquistare a titolo gratuito o con una compartecipazione in denaro beni o servizi erogati

da soggetti accreditati. La persona che ha ottenuto il voucher lo consegna all’erogatore per ottenere

la prestazione; l’erogatore presenta all’ente pubblico che lo ha emesso il voucher ricevuto in cambio

della prestazione e ne ottiene il pagamento (Beltrametti, 2004).

L’utilizzo dei vouchers è previsto dall’art. 17 della L. 328/2000 che prevede esplicitamente che “i

comuni possono prevedere la concessione, su richiesta dell’interessato, di titoli validi per l’acquisto

di servizi sociali dai soggetti accreditati del sistema integrato di interventi e servizi sociali ovvero

come sostitutivi delle prestazioni economiche diverse da quelle correlate al minimo vitale (…). Le

regioni (…) disciplinano i criteri e le modalità per la concessione dei titoli (…) nell’ambito di un

percorso assistenziale attivo per la integrazione o la reintegrazione sociale dei soggetti beneficiari,

sulla base degli indirizzi del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali”4.

Le caratteristiche principali del voucher sono le seguenti:

il voucher ha un valore predeterminato;

la capacità di spesa viene attribuita direttamente al beneficiario;

il beneficiario del voucher può scegliere l’erogatore della prestazione fra quelli accreditati;

il voucher, in genere, ha una scadenza (Beltrametti, 2004).

Il processo di gestione del voucher coinvolge tre soggetti: l’erogatore, il beneficiario e il fornitore.

L’erogatore è il soggetto che trasferisce risorse attraverso un voucher stabilendo le prestazioni da

erogare e le caratteristiche e la numerosità dei fornitori riconosciuti attraverso l’accreditamento. Il

soggetto che materialmente fornisce la prestazioni deve decidere di farsi accreditare rispettando i

requisiti previsti dal soggetto emittente. Il soggetto portatore del bisogno deve innanzitutto scegliere

di richiedere il voucher dimostrando di possedere eventuali requisiti richiesti dall’emittente per poi

utilizzarlo scegliendo il fornitore fra quelli accreditati (Spano, 2005).

Uno degli argomenti che si utilizzano per la promozione dei voucher è che questi ultimi favoriscono

la libertà di scelta dell’utente. La libertà di scelta porterebbe con sé i seguenti aspetti positivi:

è condizione per una personalizzazione delle prestazioni, più vicine alle reali necessità e

preferenze dei beneficiari;

favorisce la competizione fra più erogatori di prestazioni sociali e questo induce ad un

miglioramento della qualità delle prestazioni e/o a ridurne il costo5;

In alcuni casi – l’assistenza domiciliare è l’esempio principale – il voucher consente di

perseguire anche l’obiettivo di combattere o ridurre il lavoro nero e non professionale.

Come è noto, l’efficacia dei meccanismi di competizione fra i vari soggetti erogatori delle

prestazioni e quindi la possibilità che ci siano ricadute positive sulla qualità dei servizi e sui loro

costi dipende dal livello di informazione delle parti contraenti e quindi dalla possibilità di scelta

consapevole dei beneficiari. In altre parole, il beneficiario del voucher deve trovarsi nelle

condizioni per poter effettivamente esercitare la libertà di scelta. Cosa questa difficile da realizzare

nel complesso settore dei servizi socio-assistenziali per la presenza del fenomeno conosciuto come

asimmetria informativa. In presenza di informazioni inadeguate è necessaria la presenza di una

figura che supporti il consumatore o, nei casi estremi, si sostituisca ad esso nelle decisioni da

assumere per far fronte ai suoi bisogni e che potrebbe essere sia un soggetto appartenente alla sua

3 o buoni servizio.

4 In realtà il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali aggiunge ben poco limitandosi ad affermare che

“L’obiettivo è introdurre una maggiore libertà di scelta in merito a come e da chi farsi assistere (elementi sempre più

essenziali per un servizio di qualità), all’interno di un sistema regolato in maniera tale da non produrre esiti negativi

sotto il profilo dell’equità e dell’appropriatezza degli interventi. 5 L’evidenza empirica ha dimostrato che questa aspettativa non sempre si realizza (Beltrametti, 2004).

Page 28: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

28

rete familiare, sia un operatore dell’ente pubblico che ha emesso il voucher, sia un’associazione di

tutela degli utenti (Francalanci, Toso, 2001).

Il cittadino beneficiario è vincolato ad un uso ben preciso delle risorse messe a sua disposizione

dall’operatore pubblico. Il voucher viene infatti concesso per una determinata prestazione

assistenziale e non può essere impiegato per l’acquisto di beni e servizi diversi che il cittadino può

anche preferire. In questo sistema, l’accreditamento rappresenta l’elemento regolatore del

meccanismo dei voucher e della conseguente competizione. Infatti, agendo su questa leva

l’operatore pubblico determina quanto ampie siano le libertà di scelta dell’individuo beneficiario e

quanto possa essere sviluppata la competizione sul mercato (Spano, 2005). Spetta all’operatore

pubblico procedere all’accreditamento degli enti presso i quali i cittadini possono utilizzare i

voucher messi a loro disposizione. Si tratta innanzitutto di stabilire le modalità attraverso cui

procedere all’accreditamento fissando parametri, criteri di selezione e strumenti di monitoraggio

che garantiscano il rispetto del principio dell’uguaglianza di trattamento e assicurino la

standardizzazione almeno dei requisiti qualitativi minimi (Francalanci, Toso, 2001).

Inoltre, la possibilità di sviluppare una competizione fra fornitori appare praticabile per l’assistenza

domiciliare ma appare assai più complessa nelle strutture residenziali perché presuppone due ipotesi

non reali. E cioè l’ipotesi di strutture con posti liberi o di strutture che mantengono strutturalmente

posti liberi mentre nella realtà di solito la prima ipotesi è abbastanza rara e la seconda ha costi di

gestione assai elevati (per l’utilizzo non ottimale delle risorse).

Sperimentazioni regionali del voucher sono state attivate in 4 regioni: Valle d’Aosta, Lombardia,

Liguria e Sicilia.

VALLE D’AOSTA

La Regione Valle d’Aosta ha istituito, con la L.R. n. 44/1998 relativa alle “Iniziative a favore della

famiglia”, un voucher annuale del valore massimo di € 516 a favore di soggetti portatori di grave

handicap certificato o di anziani ultrasessantacinquenni dichiarati non autosufficienti dall’Unità di

valutazione geriatrica. Il voucher che è cumulabile con altri interventi economico-assistenziali

deve essere speso per servizi pubblici e/o privati a pagamento finalizzati a migliorare la qualità

della vita delle persone non autosufficienti nel quadro di un piano di assistenza.

Nel 2001 il limite massimo di reddito che permetteva di accedere al contributo era di € 22.956.

Potendo garantire solo 40 euro circa al mese il suo impatto è molto modesto nell’interesse delle

famiglie con non autosufficienti. Infatti, sono stati solo 5 i voucher per servizi erogati nella regione

(regione Valle d’Aosta, 2002).

Tab. 21 – Il voucher in Valle d’Aosta.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Soggetti portatori di grave handicap certificato o anziani

ultrasessantacinquenni non autosufficienti.

Finalità Sostenere la spesa per servizi pubblici e/o privati a pagamento

finalizzati a migliorare la qualità della vita delle persone non

autosufficienti.

Chi eroga il voucher regione

Condizioni di salute per l’accesso non autosufficienza valutata dall’Unità di valutazione geriatrica

Reddito per l’accesso Inferiore a € 22.956 nel 2001.

Altre condizioni per l’accesso No

Valore del voucher Max € 516 annui.

Numero beneficiari 5 (2001) non solo anziani.

Spesa annua 2.580 (2001). Fonte: bibliografia.

Page 29: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

29

LOMBARDIA La regione Lombardia ha attivato, nel proprio territorio, due tipologie di voucher: il voucher socio-

sanitario e il voucher sociale.

Il voucher socio-sanitario è un “titolo di acquisto”, erogato dalla regione attraverso le ASL, che

può essere utilizzato esclusivamente per comprare prestazioni di assistenza domiciliare socio-

sanitaria integrata da soggetti accreditati, pubblici o privati, erogate da personale professionalmente

qualificato.

Gli obiettivi che la regione si pone con l’introduzione del voucher socio-sanitario sono:

garantire l’assistenza domiciliare a persone fragili affette da patologie cronico-degenerative

con bisogni socio-sanitari;

garantire agli assistiti la libertà di scelta degli erogatori dell’assistenza;

separare le funzioni di programmazione e controllo da quelle di produzione ed erogazione

delle prestazioni;

promuovere un mercato più ampio e competitivo di fornitori delle prestazioni socio-

sanitarie.

Il voucher socio-sanitario è rivolto a persone fragili affette da patologie cronico-degenerative con

bisogni socio-sanitari senza distinzioni di età e di reddito.

L’ammissione dell’utente alle prestazioni viene proposta del medico di medicina generale (MMG),

senza l’ausilio formale di strumenti di valutazione multidimensionale, all’unità valutativa o alla

centrale operativa. L’unità valutativa (se presente) insieme al MMG valuta il caso e se rientra nelle

tipologie del voucher viene assegnato al profilo di cura più adatto. L’unità valutativa non formula il

PAI (piano assistenziale individualizzato) ma solo gli obiettivi. L’utente sceglie l’erogatore delle

prestazioni e questo ultimo redige il PAI (Gori, 2005).

Il beneficiario del voucher si può rivolgere solo a fornitori accreditati pubblici o privati i quali

possono essere accreditati senza alcun limite in ogni territorio fatto salvo il rispetto dei requisiti

necessari per l’accreditamento verificati dalla ASL e la sottoscrizione del patto di accreditamento

(che comporta l’accettazione da parte dell’erogatore delle regole e delle tariffe del voucher).

I requisiti di accreditamento di base dei fornitori sono:

il responsabile non deve avere avuto condanne penali;

la mission aziendale deve essere in linea con la specificità del settore;

l’azienda deve operare da almeno due anni;

l’azienda deve avere la carta dei servizi,

l’azienda deve utilizzare personale qualificato professionalmente idoneo.

I distretti possono aggiungere altri requisiti. Il soggetto accreditato, all’atto della presa in carico

dell’assistito, s’impegna a definire con lui e la sua famiglia, un programma personalizzato di

assistenza individuando le prestazioni socio-sanitarie da svolgere a domicilio mediante operatori

dotati di effettiva competenza tecnico professionale (caregiver professionale). La persona assistita

(o uno dei suoi familiari se incapace), in relazione al grado di soddisfazione nei confronti delle

prestazioni ricevute, ha la facoltà di scegliere un’altra organizzazione fornitrice qualora subentrino

motivi di insoddisfazione durante l’erogazione delle prestazioni medesime. Attualmente in ogni

distretto sanitario operano almeno due erogatori di prestazioni accreditati. Con il voucher socio-

sanitario si intende offrire l’assistenza socio-sanitaria integrata in modo unitario, dove le prestazioni

infermieristiche, riabilitative e medico-specialistiche sono erogate dallo stesso fornitore, insieme a

prestazioni per la cura dell’igiene personale e per l’aiuto nelle attività della vita quotidiana, ecc.

(Gori, 2005). Per la verifica della qualità delle prestazioni viene somministrato un questionario di

customer satisfaction predisposto dalla regione.

Page 30: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

30

Il valore del buono prevede tre livelli di gravità del bisogno (in base alla durata dell’intervento,

complessità e intensità assistenziale): nel 2005 era di € 362 per il profilo base, di € 619 per i

pazienti complessi e di € 646 per i pazienti terminali.

I percorsi attuativi dei singoli distretti sanitari sono stati piuttosto diversi perché la regione ha dato

poche indicazioni lasciando agli stessi distretti una grande autonomia.

Nel 2004 sono state assistite con il voucher socio-sanitario 19.382 persone, non solo anziani. Se

applichiamo le stesse percentuali che si registrano in Italia nell’assistenza domiciliare integrata e

che vedono l’ADI erogata per l’84,1% agli anziani, possiamo stimare in 16.300 gli anziani assistiti

con il voucher sociosanitario pari allo 0,9% degli anziani. Questa percentuale è già compresa nelle

statistiche lombarde sull’ADI. Il 21,2% degli utenti ADI lombardi, nel 2004, ha ricevuto

l’assistenza domiciliare con queste modalità mentre la spesa è stata del 34,1% rispetto a quella

complessiva per l’ADI (Gori, 2005).

Tab. 22 – I vouchers in Lombardia.

CARATTERISTICHE

voucher socio-sanitario voucher sociale

Beneficiari Persone fragili affette da patologie

cronico-degenerative con bisogni socio-

sanitari senza distinzioni di età.

Persone fragili affette da patologie

cronico-degenerative con bisogni socio-

sanitari senza distinzioni di età.

Finalità Garantire l’assistenza domiciliare

all’assistito e affidargli la libertà di scelta

degli erogatori dell’assistenza.

Acquisto di prestazioni sociali domiciliari

di operatori professionali per favorire la

permanenza nella loro abitazione degli

assistiti.

Procedure (Chi

eroga il voucher) Le ASL accreditano i fornitori e rilasciano

i voucher. L’utente sceglie il fornitore

accreditato e paga con i voucher. La ASL

rimborsa i voucher ai fornitori.

I comuni accreditano i fornitori e

rilasciano i voucher. L’utente sceglie il

fornitore accreditato e paga con i voucher.

I comuni rimborsano i voucher ai

fornitori.

Condizioni di

salute per l’accesso

Presenza di patologie cronico-

degenerative con bisogni socio-sanitari in

persone fragili.

Molti territori fanno riferimento ad una

invalidità totale certificata con presenza di

indennità di accompagnamento.

Reddito per

l’accesso

No. Stabilito dai Comuni: redditi ISEE

inferiori da 4.000 euro fino a 11.000 euro.

Altre condizioni

per l’accesso

No No

Valore del voucher € 362 per il profilo base, di € 619 per i

pazienti complessi e di € 646 per i

pazienti terminali (2005).

Modello prevalente: 1. bassa intensità di

bisogno: da 60 a 207 euro nei vari

distretti, media 165 euro; 2. media

intensità di bisogno: da 180 a 412 euro nei

vari distretti, media 312 euro; 3. alta

intensità di bisogno: da 300 a 620 euro nei

vari distretti, media 441 euro.

Numero beneficiari 19.382 persone di cui 16.300 anziani

(stima) pari allo 0,9% degli anziani.

Numero già compreso nelle statistiche

ADI. (2004).

3.580 di cui 2.019 anziani (0,11%).

Numero già compreso nelle statistiche del

SAD. (2005).

Spesa annua 43.920.000 euro (nostra stima 2002. Spesa

compresa nell’ADI)

€ 7.416.640 (2005)

Fonte: bibliografia.

La regione Lombardia, negli ultimissimi anni, ha introdotto una modalità organizzativa nuova per

l’erogazione del servizio di assistenza domiciliare sociale dei comuni: il voucher sociale. Si tratta

Page 31: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

31

di un titolo per mezzo del quale l’utente può acquistare prestazioni sociali erogate da parte di

operatori professionali. In sostanza le famiglie beneficiarie dell’assistenza ricevono un voucher

sociale che possono utilizzare per acquistare prestazioni domiciliari presso soggetti accreditati

liberamente scelti. Le prestazioni acquistabili con i voucher sociali sono prestazioni sociali di tipo

domiciliare come il “ SAD “(Servizio assistenza domiciliare - anziani), il “SADH” (Servizio

Assistenza Domicilare Disabili), l’“ADM” (Assistenza Domiciliare Minori) ed altre prestazioni

"complementari" ma ugualmente finalizzate a mantenere al domicilio il soggetto fragile quali ad

esempio la preparazione e somministrazione di pasti, il servizio lavanderia, i trasporti anche

finalizzati ad agevolare l’accesso a strutture sanitarie e/o sociosanitarie operanti in regime

semiresidenziale (es. accompagnamento ai servizi di riabilitazione).

I soggetti pubblici e privati, profit e non profit, candidati all’erogazione di prestazioni di assistenza

domiciliare sociale e di prestazioni domiciliari complementari per ottenere l’accreditamento devono

essere in possesso dei seguenti requisiti minimi:

il rappresentate legale non deve aver subito condanne penali, non deve avere procedimenti

penali in corso e deve godere della pienezza dei diritti civili;

lo scopo sociale (mission aziendale) deve essere in linea con la specificità del settore;

presenza della carta dei servizi;

operatività nel settore specifico da almeno due anni;

le prestazioni professionali devono essere svolte da personale qualificato in relazione alla

specificità delle prestazioni sociali da erogare;

il possesso dell’idoneità professionale nonché organizzativo-gestionale deve essere accertato

dall’Ufficio di Piano territorialmente competente.

I singoli ambiti territoriali hanno poi aggiunto altri requisiti generali (come avere una sede operativa

nel territorio di riferimento, la disponibilità a fornire il servizio nell’arco delle 24 ore e nei fine

settimana, la presenza di un fatturato minimo) ed altri requisiti specifici legati al servizio da erogare

(almeno tre anni di esperienza, almeno 20 ore di formazione l’anno per operatore, ecc.).

Nei singoli ambiti sociali i soggetti accreditati vanno da 4 a 15 per distretto. I meccanismi di

accreditamento sono in larga misura inclusivi ed hanno permesso di non lasciare fuori quasi

nessuno dei soggetti già operanti, anche quando questi non erano pienamente rispettosi dei criteri di

accreditamento (IRS, 2006).

Per essere accreditati occorre inoltre sottoscrivere il Patto di accreditamento che definisce

l’adesione del fornitore al programma del voucher sociale e definisce prestazioni e tariffe di

rimborso del voucher sociale. Nella scelta del fornitore un ruolo significativo viene svolto

dall’assistente sociale che elabora il piano di assistenza individualizzato.

Il soggetto accreditato, all’atto della presa in carico dell’assistito, s’impegna a concordare con lui e

la sua famiglia le modalità di attuazione del Piano Personalizzato di Assistenza formulato dal

servizio sociale comunale, individuando le prestazioni sociali da svolgere a domicilio mediante

operatori dotati di effettiva competenza tecnico professionale

La persona assistita (o uno dei suoi familiari se non in grado), in relazione al grado di soddisfazione

nei confronti delle prestazioni ricevute, ha la facoltà di scegliere un'altra organizzazione fornitrice

qualora subentrino motivi di insoddisfazione durante l’erogazione delle prestazioni medesime.

Per la verifica della qualità delle prestazioni viene periodicamente somministrato un questionario di

customer satisfaction predisposto dalla regione (Lombardia, 2004). Nel complesso la soddisfazione

degli utenti è buona. Particolarmente apprezzato è il servizio nei fine settimana, favorito soprattutto

dal nuovo sistema (Pasquinelli, Gambino, 2005).

In base alle norme regionali, gli ambiti sociali possono decidere come meglio credono

l’organizzazione del voucher sociale per cui si sono affermati modelli ed organizzazioni diverse. I

distretti sociali hanno infatti previsto prestazioni diverse per il voucher: la maggior parte dei distretti

ha previsto l’assistenza domiciliare a cui alcuni hanno aggiunto anche le prestazioni di trasporto, il

servizio pasti, ed altre prestazioni ancora. Nel caso degli anziani questi voucher possono

Page 32: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

32

comprendere attività di cura alla persona, cura della casa, aiuti nella socializzazione, pedicure,

lavanderia, ecc. Gli anziani hanno scelto di avere prestazioni quasi esclusivamente di sostegno

domiciliare.

L’accesso al voucher è solitamente legato a due criteri: il reddito e la condizione di bisogno. Per

quel che riguarda l’assistenza domiciliare si richiedono redditi ISEE inferiori a 4.000 euro ma che in

alcune realtà salgono fino a 11.000 euro con una concentrazione maggiore intorno ai 9.000 euro. In

genere si considera il reddito del solo anziano. Per quel che riguarda il bisogno assistenziale i criteri

utilizzati dai vari ambiti sociali sono diversi ma molti territori fanno riferimento ad una invalidità

totale certificata con presenza di indennità di accompagnamento. I costi di gestione dei voucher

oscillano tra il 10% e il 20% del costo totale dei voucher erogati, se le procedure di accreditamento

vengono attivate solo per questo servizio (regolamentazione del sistema, accreditamento dei

fornitori, contabilità voucher, verifica sistema). (Pasquinelli, Gambino, 2005, 2006).

La maggior parte dei distretti ha previsto un voucher sociale articolato in tre profili in base alle

necessità assistenziali del beneficiario. Le tre fasce di bisogno assistenziale prevedono i seguenti

valori:

1. bassa intensità di bisogno: da 60 a 207 euro nei vari distretti, media 165 euro;

2. media intensità di bisogno: da 180 a 412 euro nei vari distretti, media 312euro;

3. alta intensità di bisogno: da 300 a 620 euro nei vari distretti, media 441 euro.

In un quinto dei distretti, invece, si preferisce un voucher “orario”. In sostanza, si assegna all’utenza

un numero di ore di assistenza sulla base della valutazione del bisogno effettuata dall’assistente

sociale. Ogni ora di assistenza vale 16-18 euro. Infine, nel 12% dei distretti si eroga un voucher a

fascia unica il cui importo è definito in base ad alcuni valori medi (numero di accessi, bisogno

dell’utente, costo del servizio) (Pasquinelli, Gambino, 2006).

I voucher hanno una durata variabile che non supera mai l’anno ma la maggior parte ha una durata

di 2 o 3 mesi (Pasquinelli, Gambino, 2005). Mediamente ogni beneficiario ha ricevuto voucher per

un valore che, nel 2005, è stato di 2.072 euro; naturalmente grandi sono le differenze fra un distretto

e l’altro (min. 545 euro annui, max 4.925 annui) (Pasquinelli, Gambino, 2006).

L’esperienza, allo stato attuale, ha ancora dimensioni modeste atteso che nel 2005 i fruitori erano

complessivamente 3.580 di cui solo 2.019 anziani (pari al 6,7% degli anziani assistiti con il SAD)

(Pasquinelli, Gambino, 2006). Infatti, alla fine del 2005 erano solo 40 su 98 i distretti che avevano

introdotto il voucher sociale.

Per promuovere l’uso dei titoli sociali – voucher sociali e buoni sociali – la regione, nella prima

triennalità dei piani di zona, partiti nel 2002, ha vincolato l’utilizzo del 70% delle risorse derivanti

dal Fondo nazionale delle politiche sociali trasferito dalla regione ai distretti sociali. Nella seconda

triennalità dei piani di zona, avviati nel 2006, ha scelto come priorità il consolidamento del sistema

dei titoli sociali ed in particolare del voucher sociale che dovrà essere introdotto in tutti i distretti

sociali entro la vigenza del nuovo piano di zona. Il vincolo delle risorse è passato invece al 50%.

In definitiva, i Comuni hanno sperimentato voucher sociali dalle caratteristiche molto diverse e non

sempre giustificate dalla diversità del territorio per cui non è agevole trovare un disegno ed una

sintesi. Nel sistema dei voucher si riducono i legami fra utente ed ente pubblico mentre importante

rimane la funzione del case manager nell’accompagnare l’utente nel percorso e nella verifica del

raggiungimento degli obiettivi (IRS, 2006). Tra gli aspetti problematici occorre rilevare che la

libertà di scelta per le famiglie spesso è vissuta come un peso piuttosto che come una possibilità in

più non avendo le informazioni necessarie per poter scegliere. In generale, i voucher sociali hanno

aumentato seppur di poco la competizione fra fornitori e la libertà di scelta dell’utente e questo ha

prodotto un miglioramento dell’organizzazione dei servizi che si sono avvicinati di più alle esigenze

degli utenti. Per contro sono aumentati i costi improduttivi di gestione del sistema e la

precarizzazione del lavoro (Pasquinelli, Gambino, 2005).

Page 33: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

33

LIGURIA

L’“Assegno Servizi” ligure - avviato nel 2001/2002 ed oggi diffuso in tutta la regione - consiste in

un titolo di acquisto di servizi a favore di:

persone anziane non autosufficienti o parzialmente autosufficienti, per favorire la

permanenza nella loro abitazione in alternativa al ricovero;

minori di 14 anni con gravi e temporanee difficoltà di cura familiare.

L'assegno può essere erogato sotto forma di buoni di servizio, nel caso di prestazioni erogate da

operatori delle cooperative sociali, o di un contributo a rendiconto se l'utente ha assunto un

assistente familiare.

I comuni erogano l’assegno servizi alle persone anziane i cui familiari si impegnano

nell’assistenza a domicilio nelle seguenti situazioni:

assistenza prolungata, sostitutiva al ricovero in residenza protetta (RP) e RSA;

assistenza a termine (malati terminali e gravi problemi socio sanitari a termine);

post degenza ospedaliera, in alternativa ad un successivo ricovero in RSA;

per gravi non autosufficienze da demenze o esiti da patologie neuromotorie, come misura

sostitutiva al ricovero in residenza utilizzata in maniera aggiuntiva al centro diurno.

Tab. 23 – Il voucher (Assegno servizi) in Liguria.

CARATTERISTICHE

BUONO

(per prestazioni erogate da cooperative) contributo a rendiconto per assistente

familiare

Beneficiari Persone anziane e minori i cui familiari si

impegnano nell’assistenza a domicilio.

Persone anziane e minori i cui familiari si

impegnano nell’assistenza a domicilio.

Finalità Acquisto di prestazioni socio-assistenziali

domiciliari per favorire la permanenza

degli assistiti nella loro abitazione.

Favorire la permanenza nella loro

abitazione di anziani non autosufficienti

e minori con gravi e temporanee difficoltà

di cura familiare.

Procedure (Chi eroga il voucher)

La regione accredita i fornitori, il comune

rilascia il buono. L’utente sceglie il

fornitore accreditato e paga con i voucher.

Il comune rimborsa i voucher ai fornitori.

I comuni erogano il contributo.

Condizioni di

salute per l’accesso

persone anziane non autosufficienti o

parzialmente autosufficienti.

persone anziane non autosufficienti o

parzialmente autosufficienti

Reddito per

l’accesso

No No

Altre condizioni

per l’accesso

Assistente familiare regolarmente assunta.

Valore del voucher Da € 1.550 a € 5.170 annui Da € 1.550 a € 5.170 annui

Numero beneficiari 2.400 nel 2003 (non solo anziani) pari allo 0,6% degli anziani

Spesa annua € 4.000.000 (regione) + 800.000 (comuni) Fonte: bibliografia.

Le prestazioni che possono essere acquistate con l’assegno servizi da parte del cittadino sono di tipo

assistenziale, e riguardano:

L’assistenza familiare: prestazioni sostitutive o integrative delle cure familiari, erogate da

operatori che hanno frequentato o frequenteranno i corsi per l'assistenza familiare

organizzati dalla Regione. Per facilitare la reperibilità degli operatori di assistenza familiare

saranno predisposte apposite "liste" di operatori certificati, alle quali potranno iscriversi

coloro che hanno frequentato le attività formative sopra indicate. Nel caso non sia

temporaneamente possibile accedere alla formazione, è richiesto l'impegno a frequentare i

corsi non appena saranno disponibili. Per gli operatori - anche quelli assunti dalla famiglia -

è richiesta la regolarità del rapporto di lavoro.

Page 34: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

34

L’assistenza tutelare: erogata da operatori qualificati per l'assistenza tutelare, in servizio

presso le cooperative sociali accreditate. L'utente sceglie liberamente la cooperativa sociale

tra quelle iscritte nell'elenco regionale. Può anche esprimere alla cooperativa sociale una

preferenza per un operatore già conosciuto oppure concordare con la cooperativa la

continuità di uno stesso operatore. Si può altresì esprimere un gradimento sull'operatore.

La tabella 57 riporta la tipologia dei più rilevanti interventi di assistenza domiciliare con le figure

professionali di riferimento.

Tab. 24 - Tipologia dei più rilevanti interventi di assistenza domiciliare Intervento Operatori

Alzata da letto ASS. FAM.

Igiene intima a letto OSA/OTA

Igiene intima in bagno OSA/OTA

Igiene dei piedi ASS. FAM.

Igiene stoma OSS

Bagno a letto OSA/OTA

Bagno complesso in vasca o doccia OSA/OTA

Bagno semplice ASS. FAM.

Rimessa a letto ASS. FAM.

Deambulazione assistita complessa all’interno dell’abitazione OSA/OTA

Deambulazione assistita all’esterno ASS. FAM.

Passaggi posturali complessi - Mobilizzazione OTA/OSS

Passaggi posturali complessi - Mobilizzazione OTA/OSS

Preparazione e/o aiuto all’assunzione della colazione e del pasto ASS. FAM.

Passaggi posturali complessi - Mobilizzazione OTA/OSS OTA/OSS

Preparazione e/o aiuto all’assunzione della colazione e del pasto ASS. FAM.

Igiene ambientale ordinaria ASS. FAM.

Preparazione e/o riordino biancheria con lavaggio esterno ASS. FAM.

Accompagnamento all’esterno ASS. FAM.

Sorveglianza alla persona ASS. FAM.

Monitoraggio sulla cura di sé, la corretta alimentazione, la situazione ambientale rispetto

a comfort, sicurezza, condizioni igieniche, etc.; sostegno psicologico OSA/OTA.

Commissioni (spesa, prenotazioni, pagamento utenze) ASS. FAM. N.B.: la qualifica di ADEST è ritenuta equivalente a quella di OSA.; ASS.FAM : Assistente familiare; ADEST : Assistente domiciliare e dei servizi

tutelari; OTA : Operatore tecnico dell’assistenza; OSA : Operatore socio-assistenziale; OSS : Operatore socio-sanitario.

Fonte: Regione Liguria.

Per i casi che prevedono prestazioni miste di tutela della persona e cure sanitarie, l’utente viene

valutato dalla Unità di valutazione multidimensionale (UVM), che predispone un piano

assistenziale ed attiva l’erogazione delle prestazioni sanitarie necessarie (specialisti, infermieri,

fisioterapisti). Le prestazioni sanitarie sono completamente a carico delle aziende USL.

Per la valutazione della non autosufficienza e del bisogno di assistenza potranno essere utilizzate le

certificazioni rilasciate dalle commissioni di invalidità civile e dal MMG e potranno essere attestate

dai Servizi del distretto sanitario e dai Servizi sociali.

Le cooperative per essere accreditate dalla regione devono produrre una serie di documenti, fra i

quali:

il curriculum dei servizi domiciliari da cui deve risultare una esperienza minima di due anni;

relazione sulle azioni formative;

l’impegno a dotarsi della carta dei servizi;

l’impegno ad adottare il tariffario dei servizi definito dalla regione;

documentazione sulla solidità patrimoniale.

Page 35: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

35

L’importo dell’assegno servizi viene graduato in relazione ai bisogni dell’assistito, nel modo

seguente:

€ 5.170 annui per i bisogni gravi e complessi;

€ 3.100 annui per i bisogni di gravità intermedia;

€ 1.550 annui per i bisogni di bassa entità o forme di assistenza a termine.

Il beneficiario può ottenere l’erogazione dell’assegno servizi pagando direttamente una quota del

suo valore in base al suo reddito. La quota di partecipazione alla spesa è:

del 20% per i beneficiari con un reddito ISEE inferiore a € 8.300. In questo solo caso, se il

cittadino non è in grado di concorrere alla spesa, la stessa quota del 20% viene versata dal

comune.

Del 35% a carico dei beneficiari con reddito ISEE compreso tra € 8.300 e € 13.000;

Del 50% a carico dei beneficiari con reddito ISEE superiore a € 13.000.

In questi casi, all'utente vengono fornite le indicazioni necessarie per il versamento in banca o agli

uffici postali della quota di compartecipazione all'assegno con l’indicazione del numero e della

tipologia dei buoni a cui ha diritto.

L'assegno può essere erogato sotto forma di buoni, nel caso di prestazioni erogate da operatori delle

cooperative sociali, o di un contributo a rendiconto se l'utente ha assunto un assistente familiare.

a) un buono corrisponde ad un'ora di assistenza da parte di operatori delle cooperative iscritte

nell'elenco regionale delle cooperative sociali che aderiscono all'Assegno Servizi. All'utente

vengono consegnati i buoni spettanti e l'elenco regionale delle cooperative sociali che

aderiscono all'Assegno Servizi, supportandolo nella ricerca della cooperativa. L'utente contatta

poi la cooperativa sociale di suo gradimento e ogni volta che viene svolta la prestazione

domiciliare, consegna all'operatore un buono per ogni prestazione oraria effettuata.

I buoni sono di due tipi, corrispondenti alla tipologia delle prestazioni (aiuto domestico

familiare, assistenza tutelare) e corrispondono al costo orario dei servizi delle cooperative

sociali (DGR 34/2002). Il buono per l'aiuto domestico familiare corrisponde al costo orario pari

a euro 14,89 (euro 14,32 + 4% Iva) così composto:

euro 13,15 costo orario 3° livello Ccnl cooperative sociali (euro 12,64) più il 4% Iva;

euro 1,74 quota forfettaria comprendente spese di funzionamento, ammortamento beni e

servizi e costo di gestione comprensiva di Iva.

Il buono per l'assistenza tutelare corrisponde al costo orario di euro 16,35 (euro 15,72 + 4%

Iva) così composto:

euro 14,19 costo orario 4° livello Ccnl cooperative sociali (euro 13,64) più 4% Iva;

euro 2,16 quota forfetaria comprendente spese di funzionamento, ammortamento beni e

servizi e costo di gestione comprensiva di Iva.

b) Contributo a rendiconto: se l'utente ha già un assistente familiare (badante) regolarmente

retribuito, può richiedere un contributo a rendiconto, purché il collaboratore risulti già assunto per

l'assistenza al momento della domanda e abbia frequentato, o si impegni a frequentare, l'apposito

percorso formativo per l'assistenza familiare organizzato dalla Regione. La quota di

compartecipazione alla spesa da parte dell'utente viene determinata in base al reddito Isee del

richiedente e verrà decurtata dal valore dell'assegno.

Alla domanda deve essere allegata la documentazione di non autosufficienza: si potranno utilizzare

le certificazioni rilasciate dalle Commissioni di invalidità civile, dal medico di medicina generale o

potrà essere attestata dai Servizi del Distretto sanitario o dai Servizi sociali.

Nel 2002-2003 hanno sperimentato l’assegno servizi 2.400 persone (soprattutto anziani ma anche

minori). La spesa prevista per il 2005 è di € 4.000.000 metà a carico della sanità e metà a carico dei

servizi sociali regionali. Ai comuni è richiesta una ulteriore partecipazione di 800.000 euro.

Page 36: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

36

SICILIA

La regione Sicilia ha previsto l’erogazione del buono socio-sanitario a favore delle famiglie che

mantengono o accolgono anziani di età non inferiore a 69 anni in condizioni di non autosufficienza

o disabili gravi, purché conviventi e legati da vincoli di parentela, ai quali garantiscono

direttamente, o con impiego di altre persone non appartenenti al nucleo familiare, prestazioni di

assistenza e di aiuto personale anche di rilievo sanitario nell'ambito di un predefinito piano

personalizzato di assistenza, elaborato dall'U.V.M., U.V.G. o U.V.D.. La concessione del buono è

volta ad incentivare e sostenere la domiciliarità ed a frenare o ridurre la domanda di residenzialità.

Il buono socio-sanitario si distingue in:

buono sociale: provvidenza economica a supporto del reddito familiare, finalizzata a

sostenere la famiglia nel "prendersi cura" dei propri familiari (argomento già trattato nel

paragrafo relativo all’assegno di cura);

buono di servizio (voucher): titolo per l'acquisto di specifiche prestazioni domiciliari

erogate da caregivers professionali presso organismi ed enti no profit, riconosciuti ed

accreditati, liberamente scelti dalle famiglie o presso strutture ed operatori delle aziende

unità sanitarie locali (trattato in questo paragrafo).

Tab. 25 – Il voucher (buono socio-sanitario) in Sicilia.

CARATTERISTICHE

Beneficiari Famiglie che mantengono nel proprio contesto anziani non

autosufficienti di oltre 69 anni o soggetti con grave disabilità purché

conviventi.

Finalità Acquisto di prestazioni domiciliari per favorire la permanenza nella

loro abitazione degli assistiti.

Procedure (Chi eroga il voucher) Le ASL accreditano i fornitori e rilasciano i voucher. L’utente sceglie il

fornitore accreditato e paga con i voucher. La ASL rimborsa i voucher

ai fornitori.

Condizioni di salute per l’accesso non autosufficienza o disabilità grave valutate e certificate dall'U.V.M.

o U.V.G..

Reddito per l’accesso Reddito ISEE inferiore a € 7.000.

Altre condizioni per l’accesso Presenza di familiari conviventi che garantiscono direttamente, o con

impiego di altre persone non appartenenti al nucleo familiare,

prestazioni di assistenza e di aiuto personale.

Valore del voucher € 443 mensili (2005)

Numero beneficiari 5.620 (non solo anziani) nel 2005, pari allo 0,6% degli anziani.

Spesa annua 15 milioni di euro Fonte: bibliografia.

Per accedere al buono di servizio, la condizione di non autosufficienza degli anziani deve essere

valutata e certificata dall'U.V.M. o dall’U.V.G. per patologie cronico-degenerative, per

decadimento psico-fisico e/o disabilità, demenza o avanzata senilità, utilizzando la scheda

multidimensionale dell'anziano. Allo stesso modo, la grave disabilità (legge104/1992) deve essere

certificata dall'U.V.M. o dall’U.V.D. Devono inoltre sussistere le condizioni socio-ambientali di

assistibilità al domicilio, vale a dire un supporto familiare e/o della rete informale ed un alloggio

idoneo o reso tale con semplici accorgimenti. Il programma assistenziale personalizzato viene

definito dall'U.V.M., U.V.G. o U.V.D. di concerto con gli uffici del servizio sociale appartenenti ai

distretti socio-sanitari. I distretti socio-sanitari attivano il buono socio-sanitario. Il competente

servizio sociale del distretto affiancherà le famiglie per assicurare i necessari compiti di cura e di

assistenza a cui è finalizzata la concessione del buono di servizio. Il distretto socio-sanitario

provvederà ad individuare per ciascuna famiglia destinataria dell'intervento un referente nella

gestione del programma assistenziale con compiti di affiancamento e di assistenza per

l'espletamento del medesimo programma. Il programma personalizzato di erogazione di norma ha

Page 37: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

37

durata annuale e può essere prorogato. Le prestazioni da garantire all'interno del nucleo familiare,

con l'utilizzo del buono sono:

igiene personale quotidiana e periodicamente pulizia completa della persona;

governo ed igiene dell'alloggio occupato dal soggetto non autosufficiente;

aiuto alla persona nell'alzata/messa a letto, nella preparazione ed assunzione dei pasti, nella

deambulazione, mobilità e nella gestione delle attività quotidiane all'interno ed all'esterno

dell'abitazione;

disbrigo pratiche ed accompagnamento per visite mediche, specialistiche ed attività riabilitativa

ove non assicurata all'interno dell'abitazione;

prevenzione delle piaghe da decubito, anche avvalendosi degli ausili ritenuti necessari;

assistenza infermieristica domiciliare;

assistenza riabilitativa;

assistenza specialistica;

ogni attività di stimolo al mantenimento delle residue capacità psico-fisiche.

Non vengono computate le prestazioni socio-sanitarie poste interamente a carico del servizio

sanitario dalla tabella A del D.P.C.M. 14 febbraio 2001. Rimane obbligo da parte dei distretti socio-

sanitari di compartecipare in misura non inferiore al 20% della spesa programmata per i soli buoni

di servizio.

Il beneficiario dell’assistenza può scegliere liberamente fra buono sociale e buono di servizio

(voucher), strumenti di pari importo. Il valore del buono di servizio è pari a quello dell'indennità di

accompagnamento fissato per l'anno di competenza e può essere utilizzato esclusivamente per

l'acquisto di specifiche prestazioni domiciliari erogate da caregiver professionali presso organismi

ed enti no profit, riconosciuti ed accreditati o presso strutture ed operatori delle aziende unità

sanitarie locali, liberamente scelti dalle famiglie.

Al rimborso del buono al soggetto erogatore delle prestazioni provvederà direttamente il distretto

socio-sanitario.

All'accreditamento dei soggetti fornitori delle prestazioni domiciliari provvedono i distretti socio-

sanitari previa verifica del possesso dei seguenti requisiti di qualità6:

esperienza almeno biennale maturata nel servizio di riferimento ovvero nell'area di intervento;

la formazione e l'esperienza degli operatori impiegati nell'erogazione delle prestazioni;

le modalità di contenimento del turn over degli operatori e la qualità organizzativa del servizio;

la completezza e/o l'innovatività delle prestazioni assicurate;

il rispetto del trattamento economico fissato dal Contratto collettivo nazionale di lavoro o tariffe

professionali per incarichi professionali;

adozione di apposita carta dei servizi riportante condizioni e modalità per l'accesso, l'utenza, gli

operatori e profili professionali coinvolti, le prestazioni assicurate, le modalità di

coinvolgimento degli utenti e dei familiari ai programmi individuali di assistenza e alla verifica

dei risultati, la procedura di tutela dei diritti degli utenti, le tariffe per l'accesso alle singole

prestazioni;

esistenza di protocolli operativi di verifica periodica dei livelli di qualità delle prestazioni rese e

percepiti dalla persona assistita e/o dai suoi familiari;

esistenza di una procedura di analisi e monitoraggio della "customer satisfaction", contenente le

modalità di distribuzione, compilazione e raccolta del questionario di gradimento da parte

dell'assistito e/o dei suoi familiari.

I distretti socio-sanitari e gli organismi di servizio formalizzano il rapporto di accreditamento con la

sottoscrizione di un "patto di accreditamento per il voucher" al fine di garantire la realizzazione del

servizio secondo criteri e specifiche concordate tra le parti.

6 nelle more di successivo provvedimento che disciplini in termini compiuti i requisiti per l'accreditamento.

Page 38: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

38

Per l'accesso al buono di servizio occorre avere un reddito ISEE inferiore a € 7.000,00. Alla

determinazione di detto indicatore concorrono tutti i componenti del nucleo familiare. Qualora

l'anziano od il disabile occupi un alloggio autonomo il nucleo familiare di riferimento ai fini della

determinazione della condizione economica è costituito dal nucleo familiare (compreso il soggetto

da assistere) che garantisce le prestazioni socio-assistenziali e che assume la responsabilità e

l'impegno all'attività di cura e di aiuto. Il buono sociale verrà concesso, nei limiti delle risorse

finanziarie disponibili, con priorità per i nuclei familiari con ISEE più basso.

La quasi totalità dei beneficiari ha richiesto l’erogazione del buono sociale piuttosto che il buono di

servizio.

La Regione Sicilia ha stanziato, per il 2005, 15 milioni di euro per il buono socio sanitario che

hanno coperto (nel 2006) le richieste di 5.620 famiglie con anziani non autosufficienti o disabili

gravi. Se fossero stati tutti anziani sarebbero stati lo 0,6% del totale della popolazione anziana.

2.1. I VOUCHER: SINTESI

I vouchers per l’assistenza agli anziani non autosufficienti hanno avuto una diffusione molto

limitata in Italia.

Soltanto 4 regioni – Lombardia, Liguria, Sicilia e Valle d’Aosta – hanno introdotto questa modalità

organizzativa dell’assistenza ma con un impatto nel complesso assai contenuto dato che ha

raggiunto soltanto 20.800 anziani circa (lo 0,2% della popolazione anziana), quasi tutti concentrati

in Lombardia (Cfr. Tab. 26).

Tab. 26 – La diffusione dei voucher tra gli anziani nelle regioni italiane.

Regioni anno Totale

utenti

Utenti anziani % anziani

utenti

Note

Valle d’Aosta 2001 5 4* 0,0

Lombardia voucher socio-

sanitario 2004 19.382 16.300* 0,9* Dati già compresi

nelle statistiche

ADI.

Lombardia voucher sociale 2005 3.580 2.019 0,1 Dati già compresi nelle statistiche

SAD. Liguria 2003 2.400 2.018* 0,5*

Sicilia 2005 562 (stima)

473* 0,0* Dati già compresi

nelle statistiche dell’assegno di cura.

ITALIA 2001-2005 25.929 20.814 0,2* Note: * dato stimato. Per la stima si è moltiplicato il numero degli utenti complessivi per 84,1% che è la percentuale di anziani che

usufruiscono dell’ADI sul totale dei beneficiari.

Fonte: nostra elaborazione su dati Pasquinelli, Gambino (2006) e regioni Liguria, Lombardia, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto.

I beneficiari dei voucher non sono solo gli anziani ma anche altre categorie come i disabili in Sicilia

e Lombardia e i minori in difficoltà in Liguria. Le finalità del programma assistenziale sono

sostanzialmente le stesse nelle tre regioni principali. Si tratta di permettere l’acquisto diretto di

prestazioni domiciliari sociali o, come in Lombardia, anche socio-sanitarie per favorire la

permanenza degli assistiti nella loro abitazione. Un’enfasi particolare viene posta alla libertà di

scelta dell’utente che con il voucher può scegliere (ed eventualmente anche cambiare) il proprio

fornitore, elemento questo che viene considerato come idoneo a personalizzare l’assistenza e a

migliorarne la qualità.

Differenze significative si registrano nelle prestazioni ottenibili con il voucher. La Liguria e il

voucher sociale della Lombardia garantiscono prestazioni domiciliari di tipo sociale mentre la

Sicilia e soprattutto la Lombardia con il voucher socio-sanitario sono in grado di erogare prestazioni

integrate socio-sanitarie. Dal punto di vista formale si tratta di una risposta interessante al problema

Page 39: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

39

dell’integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie. Queste differenze nelle prestazioni erogate

condizionano evidentemente la scelta regionale del soggetto erogatore del voucher per cui nel caso

delle prestazioni domiciliari di tipo sociale sono i comuni che gestiscono l’intervento mentre per

quel che riguarda le prestazioni socio-sanitarie sono le ASL a gestire i voucher.

I criteri per ottenere il voucher in genere sono due, oltre alla generica disponibilità richiesta alla

famiglia di assistere l’anziano: le condizioni socio-sanitarie dell’anziano e le condizioni

economiche dell’assistito e della sua della famiglia. Su questi aspetti le pur poche regioni, che in

qualche caso si affidano alle autonome determinazioni dei comuni, presentano aspetti difformi. Per

quel che riguarda le condizioni socio-sanitarie dell’anziano registriamo addirittura quattro

orientamenti diversi passando dalla possibilità di arruolare gli anziani fragili nel programma dei

voucher socio-sanitari della Lombardia fino ad arrivare a richiedere sia l’invalidità totale che

l’indennità di accompagnamento del beneficiario per accedere al buono sociale sempre della

Lombardia. Grandi differenze si registrano anche nelle soglie di reddito per accedere agli assegni

di servizio. Si passa da orientamenti molto restrittivi come i redditi ISEE inferiori a € 4.000 di certi

territori comunali lombardi per accedere al buono sociale alla totale assenza di soglie di reddito per

cui gli assistiti sono potenzialmente ammissibili indipendentemente dal loro reddito come accade in

Liguria e in Lombardia con il voucher socio-sanitario (Cfr. Tab. 27).

Tab. 27 – Le esperienze dei vouchers nelle regioni italiane.

caratteristiche Lombardia Liguria Sicilia

Voucher socio-

sanitario

Voucher sociale

Beneficiari Persone fragili Persone fragili Anziani non

autosufficienti e

minori in

difficoltà

Anziani con 69+

anni e disabili

Tipologia

prestazioni

Socio-sanitarie Sociali Sociali Socio-sanitarie

Chi eroga il

voucher

ASL Comuni Comuni ASL

Condizione di

salute per

l’accesso

Presenza di

patologie cronico-

degenerative in

persone fragili.

invalidità totale +di

indennità di

accompagnamento.

(orientamento prevalente nei

comuni)

non

autosufficienti o

parzialmente

autosufficienti

non autosufficienza

o disabilità grave.

Reddito per

l’accesso

No I comuni: reddito ISEE

inferiore da 4.000 fino a

11.000 €.

No Reddito ISEE

inferiore a € 7.000.

valore del

voucher

da 362 a 646 € al

mese

I comuni: da € 60 a € 620

mensili.

da 1.550 a 5.170 €

annui.

€ 443,83 ridotto del

50% a chi riceve

l’indennità di

accompagnamento. Note: a queste esperienze si aggiunge la Valle d’Aosta che ha previsto un voucher annuale del valore di € 516,46 per anziani non

autosufficienti erogato nel 2001 a soli 5 utenti.

Le procedure per la gestione dei voucher pur condividendo gli stessi passaggi vedono protagonisti

diversi nelle varie regioni. In tutte le realtà c’è un soggetto (ASL in Sicilia e Lombardia, Regione in

Liguria, Comuni in Lombardia per il buono sociale) che accredita le cooperative che forniscono le

prestazioni, c’è un soggetto (ASL in Sicilia e Lombardia, comune in Liguria e Lombardia per il

buono sociale) che rilascia i buoni agli utenti, l’utente sceglie la cooperativa accreditata (in Sicilia

può scegliere anche un ente sanitario) e paga con i voucher le prestazioni ricevute ed infine c’è un

soggetto (il comune in Liguria e Lombardia per il buono sociale, l’ASL in Sicilia e Lombardia) che

Page 40: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

40

rimborsa i voucher. In realtà non c’è una sola procedura che coincida. Da rilevare che laddove si

erogano prestazioni socio-sanitarie la gestione delle prestazioni viene affidata alle ASL mentre le

prestazioni sociali sono gestite con i voucher comunali.

Nelle sperimentazioni regionali dei voucher una attenzione non molto elevata viene posta alla fase

della valutazione delle necessità dei beneficiari. Solo la Sicilia prevede esplicitamente una

valutazione a cura delle Unità di valutazione multidimesionale a cui è anche affidato il compito di

definire il piano assistenziale; in tutti gli altri casi questa fase è affidata al riscontro amministrativo

dei requisiti di accesso o al medico di medicina generale.

Il voucher socio-sanitario si basa sulla libertà di scelta del beneficiario mentre agli utenti mancano

le conoscenze necessarie riguardanti i diversi erogatori (asimmetria informativa) e non possiedono

competenze sufficienti a valutare quali siano gli interventi più appropriati per soddisfare i propri

bisogni. L’introduzione del voucher richiede dunque un maggiore (e non un minore) impegno

nell’informazione e nell’orientamento delle famiglie per cui occorre prevedere specifiche misure di

sostegno alla scelta. Occorre, per esempio, che del personale si affianchi all’utente e/o ad i suoi

familiari fornendo loro le informazioni e le indicazioni necessarie a far esercitare con cognizione di

causa la facoltà della libertà di scelta. Questo percorso è stato previsto formalmente solo dalla

Sicilia dove peraltro gli utenti potendo scegliere fra assegno di cura e assegno di servizio hanno

scelto quasi unanimemente il primo.

Il valore del voucher, in genere, è graduato in relazione alle gravità e alle necessità assistenziali

dell’utente. I valori dei vouchers sono estremamente vari (da 60 a 646 euro al mese) e tendono,

nella maggior parte dei casi, a superare i 400 euro mensili.

Il voucher tende a migliorare la personalizzazione del servizio. Infatti i soggetti erogatori saranno

incentivati a migliorare la propria capacità di offrire risposte mirate al bisogno, presentando

un’offerta di servizi il più possibile ampia e rivolta anche a bisogni non diffusi per “catturare”

quanti più utenti possibile. In questo senso l’utilizzo di buoni servizio potrebbe rappresentare un

utile strumento per spingere il mercato a offrire risposte calibrate sul bisogno di ogni utente, con

migliori risultati non solo in termini di efficacia, ma anche di efficienza nell’utilizzo delle risorse

(Battistella, 2002). Di fatto però non ci sono studi sulla maggiore o minore efficacia del voucher

rispetto all’assegno di cura o ad altre modalità assistenziali. Gli unici dati empirici ci segnalano

l’apprezzamento dei familiari dovuto a un aumento della copertura (orari) e della rapidità

dell’intervento (una volta deciso) unitamente, però, ad un aumento dei costi di organizzazione e

gestione del sistema (+10-20%) e ad una precarizzazione dei rapporti di lavoro del personale

dedicato ai voucher.

Page 41: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

41

3. CONCLUSIONI

I programmi regionali che prevedono l’uso degli assegni di cura e degli assegni di servizio

coinvolgono circa 78.500 anziani pari allo 0,8% circa della popolazione anziana (Cfr. Tab. 28).

Tab. 28 – Beneficiari degli assegni di cura e di servizio in Italia.

Tipologia assegno Totale Utenti Utenti anziani % anziani beneficiari

Assegno di cura 62.315 57.716 0,6

Assegno di servizio 25.929 20.814 0,2

Totale 88.244 78.530 0,8 Fonte: Tabb. 19 e 26.

Gli assegni di cura, in questi ultimi anni, si sono diffusi notevolmente in alcune regioni e nei

comuni più grandi, superando anche la fase della sperimentazione. Per il futuro è attesa una

ulteriore e più ampia diffusione di tale strumento. In questo modo anche l’Italia contribuisce ad una

tendenza dei paesi industrializzati (Cfr. Tab.29), affermata ormai da qualche anno, tesa a fornire

direttamente agli anziani non autosufficienti delle prestazioni in denaro per provvedere direttamente

all’assistenza (essenzialmente domiciliare).

Tab. 29 – Prestazioni in denaro per l’assistenza al domicilio degli anziani non autosufficienti

Nazione programma assistenziale importo della prestazioni in denaro % beneficiari

anziani

Regno Unito Attendance allowance da € 244 a 366 al mese 19,3

Regno Unito Direct Payments si 0,04

Austria Bundespflegegeldgesetz da € 145,40 a 1.531,50 al mese 14,8

Germania pflegeversicherung da € 205 a 665 al mese 5,7

Lussemburgo assurance dépendance valore corrispondente a 7 ore di

assistenza alla settimana

3,9

Olanda Persoon gebonden budget La somma è inferiore del 15-20% a

quanto spenderebbero i servizi pubblici

per garantire le cure formali

0,8

Italia Programmi regionali degli

assegni di cura

Da 130 a 1.400 euro mensili. 0,6

USA Consumer directed home

care

arriva a € 2.135 al mese in Kansas e a

pagare 66 ore di assistenza alla

settimana in California

0,5

USA cash and counselling attivato in 4 stati: da € 309 in Arkansas,

a € 559 in Florida a € 1.083 in New

Jersey.

1000-2000 casi

per programma

Norvegia Omsorgslørige si 0,3

Svezia Anstalda anhørige si 0,1

Svezia Anhørige bidrag € 552 al mese 0,1

Regione

Fiamminga

Belgio

Vlamse zorgverzekering € 90 al mese

Finlandia Elakkeensaajien hoitotuki da € 50,87 a 253,28 al mese fonte: Pesaresi (2005).

Sebbene tutte le tipologie europee più diffuse di assegni per la non autosufficienza prevedano la

possibilità di scegliere tra voucher ed assegno di cura, quest’ultima è l’opzione di gran lunga

preferita (90% in Germania). La stessa tendenza e le stesse percentuali si registrano in Italia laddove

il beneficiario ha potuto fare – come in Sicilia – la stessa scelta fra le due tipologie di servizio.

Difficile riuscire a comprendere quanto questo tipo di contributi erogati all’assistito riesca ad

Page 42: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

42

incidere sui costi effettivamente sostenuti per l’assistenza; gli orientamenti prevalenti ritengono che

la maggior parte degli interventi europei coprano mediamente da un quinto ad un terzo di quanto le

famiglie spendono privatamente eccezion fatta per i contributi di alcuni paesi che possono coprire la

metà o forse più della spesa (Austria, Lussemburgo e Svezia) privata delle famiglie.

Gli assegni di cura si sono sviluppati perché vengono ritenuti la principale modalità utilizzabile per

allargare la platea dei beneficiari dell’intervento pubblico a costi relativamente contenuti nonché per

contrastare i rischi di istituzionalizzazione. Inoltre, gli assegni di cura vengono ritenuti un

intervento che sostiene la famiglia nella sua funzione “naturale” di principale (se non unico)

fornitore di assistenza all’anziano. Per cui, lo sviluppo degli assegni di cura affonda le sue radici

nell’intenzione di contenere i costi e nella centralità assegnata alla famiglia, due ragioni che

spiegano anche molte altre caratteristiche del welfare italiano (IRS, 2006).

Sia in Europa che in Italia, gli assegni di cura si sono diffusi di più dei voucher. Pur largamente

minoritario il voucher per l’acquisto di prestazioni professionali acquista consistenza nel solo caso

dell’assistenza a non autosufficienti molto gravi.

Gli assegni di servizio hanno la loro efficacia evidente laddove esistono mercati sociali, laddove

cioè l’assistito può scegliere fra più erogatori sfruttando la concorrenza fra gli stessi. In realtà la

presenza di più erogatori, in Italia, è piuttosto ridotta e la costruzione dei mercati sociali pur se

avviata procede assai lentamente, anche perché non si è lavorato adeguatamente con politiche di

promozione dei mercati sociali.

Inoltre, per quel che riguarda il voucher esso incontra, allo stato attuale, l’atteggiamento difensivo

del mercato. Infatti il voucher comporta una ristrutturazione del sistema dell’offerta, una maggiore

incertezza sul finanziamento intercettato dalle singole imprese ed anche un diverso sistema

regolatorio pubblico. L’assegno di servizio incontra però anche notevoli resistenze da parte

dell’assistito perché obbliga all’acquisto di un determinato servizio ed è quindi più vincolato

nell’uso rispetto all’assegno di cura. Anche per questo pur essendo presente è poco utilizzato nelle

varie esperienze europee. Ciononostante, viste le esperienze italiane quantitativamente modeste, si

può ipotizzare una crescita della presenza del voucher nel territorio italiano.

L’utilizzo di questi due strumenti comporta effetti diversi sulla rete dei servizi dato che l’assegno di

cura tende a potenziare la rete informale di cura mentre il voucher tende a sviluppare l’offerta

formale di servizi ed a orientare la rete professionale verso una progressiva diversificazione e

specializzazione (Battistella, 2002).

Anche sul fronte del Progetto assistenziale ci sono differenze fra i due strumenti. Nel caso degli

assegni di cura la responsabilità della definizione del progetto assistenziale è quasi integralmente

dell’utente o della sua famiglia per cui le possibilità di un controllo dell’adeguatezza delle cure

erogate è ridottissima mentre nel caso dei voucher questa responsabilità può essere lasciata sia

all’utente o alla sua famiglia sia in capo a un professionista, come l’assistente sociale che ha

maggiori strumenti per definire il miglior percorso assistenziale del non autosufficiente (Battistella,

2002).

La diffusione degli assegni di cura e dei voucher spesso si associa con la discussione attorno al tema

della libertà di scelta dell’assistito. Le scelte di policy rispetto alla libertà di scelta determina due

grandi orientamenti nelle strategie, peraltro in evoluzione. Da un parte troviamo coloro (paesi

scandinavi e dell’Europa del sud ma anche alcune regioni italiane) che non assegnano una priorità

al potere di scelta dell’assistito e che in genere non prevedono un uso significativo delle prestazioni

in denaro. Dall’altra parte troviamo invece coloro (Austria, Germania, Francia ma anche altre

regioni italiane) che ritengono importante assegnare un significativo potere di scelta alle persone

che ricevono un supporto pubblico per l’assistenza formale. Il risultato è comunque quello di una

crescita complessiva del ruolo del mercato che aumenterà ancora con l’atteso sviluppo delle

erogazione di contributi in denaro.

Naturalmente, la prestazione in denaro porta con sé anche dei rischi relativi al possibile aumento del

"lavoro nero” e alla dequalificazione del lavoro di cura, rischi che dovranno essere contenuti con

politiche integrate sociali, della formazione e del lavoro. (Pesaresi, 2005) Sarà a questo proposito

Page 43: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

43

importante potenziare i meccanismi di regolazione (accreditamento e garanzia della qualità)

riguardo ai fornitori e al mercato del lavoro per ridurre il lavoro nero ed incrementare il controllo

degli stessi assistiti sul processo di cura.

Page 44: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

44

Bibliografia

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Abruzzo: D.G.R. 14 maggio 2004 n. 358: “Modalità di assegnazione delle risorse a sostegno di

famiglie impegnate nell’assistenza domiciliare a persone non autosufficienti, anche con l’aiuto di

assistenti familiari”.

Abruzzo: D.G.R. 8 ottobre 2004 n. 901: “Parziale modifica deliberazione G.R. 358 del 14/5/2004.

Modalità di assegnazione delle risorse a sostegno di famiglie impegnate nell’assistenza domiciliare

a persone non autosufficienti, anche con l’aiuto di assistenti familiari e riparto somme”.

Abruzzo: D.G.R. 15 novembre 2004 n. 1083: “Parziale modifica deliberazione G.R. 358 del

14/5/2004. Modalità di assegnazione delle risorse a sostegno di famiglie impegnate nell’assistenza

domiciliare a persone non autosufficienti, anche con l’aiuto di assistenti familiari e riparto somme”.

Abruzzo: D.G.R. 31 luglio 2006 n. 866: “Criteri e modalità di riparto ed assegnazione delle risorse

straordinarie a sostegno di nuclei familiari impegnati nell’assistenza ad anziani con più di 75 anni

non autosufficienti”.

Bolzano: L.P. 18 agosto 1988, n. 33: “Piano sanitario provinciale 1988-91” art. 21;

Bolzano: D.P.P. 22 febbraio 2005, n.6: “Regolamento sull’assegno di ospedalizzazione a

domicilio”.

Calabria: D.G.R. 11 settembre 2002, n. 811: “Approvazione criteri per l’erogazione di contributi in

favore delle famiglie nel cui nucleo siano comprese una o più persone anziane titolari di assegno di

accompagnamento, totalmente immobili, costrette a letto e bisognose di assistenza continuativa di

cui la famiglia si fa carico (legge 388/2000, art. 80, comma 14).”

Emilia Romagna: D.G.R. 26 luglio 1999, n.1377: “Direttiva sui criteri, modalità e procedure per la

contribuzione alle famiglie disponibili a mantenere l’anziano non autosufficiente nel proprio

contesto”.

Emilia Romagna: D.G.R. 20 dicembre 2004, n.2686: “Modifiche e integrazioni alla deliberazione

della G.R. 26/7/1999 n. 1377 “Direttiva sui criteri, modalità e procedure per la contribuzione alle

famiglie disponibili a mantenere l’anziano non autosufficiente nel proprio contesto” (assegno di

cura)”.

Friuli-Venezia Giulia: L.R. 19 maggio 1998, n. 10: “Norme in materia di tutela della salute e di

promozione sociale delle persone anziane, nonché modifiche all’rt. 15 della legge regionale

37/1995 in materia di procedure per interventi sanitari e socio-assistenziali”.

Friuli-Venezia Giulia: D.P.R 3 maggio 2002:, n. 126: “Legge regionale 3/2002, art. 5, comma 22.

Regolamento recante la disciplina di attuazione dell’art. 32 della legge regionale 10/1998.

approvazione.

Friuli-Venezia Giulia: L.R. 25 ottobre 2004, n. 24: “Interventi per la qualificazione e il sostegno

dell’attività di assistenza familiare”.

Friuli-Venezia Giulia: D.G.R. 5 settembre 2005, n. 2149: “L.R. 24/2004, art. 9, comma 3, come

modificato dall’art. 20, comma 1, L.R. 21/2005: Disposizioni per l’attuazione degli interventi di

sostegno economico a favore dei soggetti che si avvalgono di personale addetto all’assistenza

familiare”.

Page 46: Gli assegni di cura e i vouchers per gli anziani

46

Liguria: D.G.R. 28 dicembre 2000, n. 1555: “Indirizzi per la sperimentazione in Liguria di titoli di

acquisto dei servizi, nell’ambito dei servizi alla persona, a sostegno delle responsabilità familiari,

particolarmente per gli anziani non autosufficienti”.

Liguria: D.G.R. 9 novembre 2001, n. 1317: “Indirizzi operativi per la sperimentazione regionale sui

titoli per l’acquisto dei servizi sociali: “Assegno servizi”.

Liguria: D.G.R. 30 novembre 2001, n. 1445: “Approvazione della Convenzione tra i soggetti

attuatori del piano sperimentale “Accertamento di competenze finalizzato all’iscrizione nelle liste

territoriali dei collaboratori familiari”

Liguria: D.G.R. 20 dicembre 2001, n. 1543: “Convenzione tra la regione Liguria e la finanziaria

ligure per lo sviluppo economico Fi.L.S.E. spa per la gestione del fondo relativo alla

sperimentazione del progetto “Assegno servizi”.

Liguria: D.G.R. 21 gennaio 2002, n. 34: “Elenco regionale delle imprese non lucrative che

aderiscono alla sperimentazione del progetto “Assegno servizi”.

Liguria: D.G.R. 20 febbraio 2002, n. 151: “Modifiche per integrazione alla DGR 1317/2001:

indirizzi operativi per la sperimentazione regionale sui titoli per l’acquisto dei servizi sociali

“Assegno servizi”.

Liguria: D.G.R. 11 aprile 2002, n. 666: “Elenco regionale delle imprese non lucrative che

aderiscono alla sperimentazione del progetto “Assegno servizi”.

Liguria: D.G.R. 23 aprile 2004, n. 362: “Indirizzi per la diffusione a livello regionale dell’assegno

servizi. Impegno di € 4.000.000. Liquidazione di € 2.000.000.”

Lombardia: D.G.R. 9 maggio 2003, n. 12.902: “Modello lombardo del welfare: attivazione del

voucher socio-sanitario per l’acquisto di prestazioni domiciliari socio-sanitarie integrate”.

Lombardia: Circolare del Direttore regionale Famiglia e solidarietà sociale n. 6 del 2/2/2004:

“Indicazioni per l’attivazione e l’erogazione dei buoni sociali e dei voucher sociali”.

Sicilia: D.P. 7 luglio 2005: “Definizione dei criteri per l'erogazione del buono socio-sanitario a

nuclei familiari con anziani non autosufficienti o disabili gravi ex art. 10 della legge regionale n. 10

del 31 luglio 2003.”

Sicilia: D.P. 7 ottobre 2005: “Modifiche ed integrazioni al decreto presidenziale 7 luglio 2005,

concernente definizione dei criteri per l'erogazione del buono socio-sanitario a nuclei familiari con

anziani non autosufficienti o disabili gravi ex art. 10 della legge regionale n. 10 del 31 luglio 2003”.

Toscana: L.R. 21 dicembre 1995, n. 108: “Norme in favore della popolazione anziana non

autosufficiente”.

Toscana: L.R. 3 ottobre 1997, n. 72: “Organizzazione e promozione di un sistema di diritti di

cittadinanza e di pari opportunità: riordino dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari integrati.”

Trento: L.P. 28 maggio 1998, n. 6: “Interventi a favore degli anziani e delle persone non

autosufficienti o con gravi disabilità”.

Trento: D.G.P. 15 luglio 2005, n. 1467: “Modificazione delle Disposizioni per l'erogazione dei

sussidi economici per l'assistenza e la cura a domicilio di persone non autosufficienti - approvate

con deliberazione della Giunta provinciale 20 giugno 2003 n. 1482 - al fine di adeguarle al sistema

esperto di valutazione della condizione economica familiare (ICEF).”

Trento: D.G.P. 26 agosto 2005, n. 1767: “Rettifica di errore materiale delle "Disposizioni per

l'erogazione sussidi economici per l'assistenza e la cura a domicilio di persone non autosufficienti

(ex L.P. 12 luglio 1991, n. 14, art. 24, comma 1), lettera c), numero 3 e L.P. 28 maggio 1998, n. 6,

art. 8)" approvate con deliberazione della Giunta provinciale 15 luglio 2005, n. 1467 e proroga del

termine per verifica della permanenza dei requisiti per il riconoscimento del sussidio e per la

conseguente rideterminazione dello stesso.”

Umbria: L.R. 22 novembre 2004, n. 24: “Assegno di cura per l’assistenza a domicilio di anziani

gravemente non autosufficienti”.

Umbria: D.G.R. 2 marzo 2005, n. 376: “attuazione dell’art. 3, legge n.24 del 1° dicembre 2004

“Assegno per l’assistenza a domicilio di anziani gravemente non autosufficienti”. Approvazione

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requisiti di accesso, modalità di erogazione e misure di valutazione dell’assegno di cura per anziani

non autosufficienti.”

Valle d’Aosta: L.R. 27 maggio 1998, n. 44: “Iniziative a favore della famiglia”.

Valle d’Aosta: D.G.R. 4131/2005: “Determinazione in via sperimentale per il periodo dal 1/1/2006

al 31/12/2006 di criteri e modalità relativi all’erogazione delle provvidenze di cui alla L.R.

n.22/1993, recante “provvidenze a favore di persone anziane e handicappate, alcooldipendenti.

Tossicodipendenti, infette da HIV e affette da AIDS”. Proroga al comune di Aosta dell’esercizio

delle funzioni attribuite con DGR 4798/2004.Revoca della DGR n. 643/2003 dal 1/1/2006.

Valle d’Aosta: D.G.R. 377/2006: “Approvazione in via sperimentale per il periodo dal 1/3/2006 al

31/12/2006 delle direttive agli enti gestori di servizi per anziani, ai sensi delle L.R. 93/1982 e n.

18/2001. Modifica della DGR n. 4131 in data 2/12/2005.

Valle d’Aosta: D.G.R. 566/2006: “Modificazioni all’allegato alla DGR n. 4131 in data 2/12/2005

concernente criteri e modalità relativi all’erogazione delle provvidenze di cui alla L.R. n.22/1993,

recante “provvidenze a favore di persone anziane e handicappate, alcooldipendenti.

Tossicodipendenti, infette da HIV e affette da AIDS”.

Veneto: D.G.R. 11 ottobre 2002, n. 2907: “Interventi a favore delle famiglie che assistono persone

non autosufficienti con l’aiuto di assistenti familiari. Disposizioni attuative della DGR 2907/2002”.

Veneto: D.G.R. 13 dicembre 2002, n. 3630: “Interventi a favore delle famiglie che assistono

persone non autosufficienti con l’aiuto di assistenti familiari”.

Veneto: D.G.R. 7 febbraio 2003, n. 235: “D.G.R. 3630 del 13/12/2002 “Interventi a favore delle

famiglie che assistono persone non autosufficienti con l’aiuto di assistenti familiari. Disposizioni

attuative della DGR 2907/2002” Disposizioni integrative.

Veneto: D.G.R. 24 giugno 2003, n. 1891: “Interventi a favore delle famiglie che assistono persone

non autosufficienti con l’aiuto di assistenti familiari. Assegnazione e liquidazione dei contributi.

Prima fase.

Veneto: D.G.R. 8 agosto 2003, n. 2496: “Intervento a favore delle famiglie che assistono in casa

persone con demenza accompagnata da gravi comportamenti. L.R. 5/2001 e L.R. 28/2002.”.

Veneto: D.G.R. 23 aprile 2004, n. 1135: “Legge regionale 30 gennaio 2004, n. 1, art. 33.

Determinazione dei limiti e delle fasce di reddito dei richiedenti, ai fini dell’accesso alle prestazioni

e alle provvidenze economiche rivolte alle persone non autosufficienti”.

Veneto: D.G.R. 7 maggio 2004, n. 1287: “Indicazioni operative per l’assegnazione delle

provvidenze economiche a favore di persone non autosufficienti assistite a domicilio, di cui alla

legge regionale 6 settembre 1991, n. 28”.

Veneto: D.G.R. 7 maggio 2004, n. 1289: “Interventi a favore delle famiglie che assistono persone

non autosufficienti con l’aiuto di assistenti familiari. Disposizioni attuative.

Veneto: D.G.R. 23 luglio 2004, n. 2108: “L.R. 5/2001 e L.R. 28/2002. Interventi a favore delle

famiglie che assistono in casa persone con demenza accompagnata da gravi disturbi

comportamentali. Anno 2004”.

Veneto: D.G.R. 30 luglio 2004, n. 2352: “Interventi per il “sollievo” a favore delle famiglie che

assistono in casa persone in condizione di non autosufficienza. Finanziamento anno 2004”

Veneto: D.G.R. 18 marzo 2005, n. 1234: “Interventi per le persone non autosufficienti assistite in

famiglia (LR. 28/1991) e alle famiglie che assistono persone non autosufficienti avvalendosi di

assistenti familiari (DGR 2907/2002): liquidazione benefici anno 2004 e indicazioni operative anno

2005.

Veneto: D.G.R. 2 agosto 2005, n. 2108: “Interventi a favore delle famiglie che assistono in casa

persone con demenza accompagnata da gravi disturbi comportamentali. Anno 2005. L.R. 5/2001,

art. 40”.

Veneto: D.G.R. 20 dicembre 2005, n. 3892: “Interventi per il “sollievo” a favore delle famiglie che

assistono in casa persone in condizione di non autosufficienza.”

Veneto: D.G.R. 28 febbraio 2006, n. 460: “Interventi di sostegno alla domiciliarità per persone non

autosufficienti anziane e disabili. Procedure e assegnazioni per l’anno 2006.”