Rotary Club Crema - Distretto 2050...Rotary Club Crema – Rotary Club Salon NEWS DAL CLUB GIOVEDÌ...

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Il Ridottino, 24 aprile, ore 20.00 — A venticinque anni, di ritorno dal suo viaggio negli Stati Uniti d’America, il giovane Adriano Olivetti cancellò il punto fermo alla fine di un resoconto elencante gli imprenditori più all’avanguardia in termini di welfare aziendale. A matita appose una virgola, aggiungendo il suo nome in coda. Sapeva già di ereditare l’azienda paterna. Sapeva già ciò che ne avrebbe fatto. Oggi, anche grazie al lavoro della fondazione presieduta dal nipote Beniamino de’ Liguori Carino, stiamo assistendo alla riappropriazione culturale di questa figura iconica del panorama industriale italiano, un vero personaggio storico finora poco valorizzato. Nel nostro paese, Adriano Olivetti fu l’iniziatore di un paradigma ultramoderno di fare impresa. Egli partì da una semplice domanda: può l’industria darsi dei fini oltre al profitto? — e si rispose da sé: “la fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica”. Il dott. de’ Liguori, relatore della conviviale serale che si è svolta martedì al Rotary Club Crema, ha spiegato ai soci come Olivetti sia riuscito a fornire un esempio di responsabilità sociale d’impresa; una serie di foto hanno trasportato i convitati nel periodo di metà Novecento, quando gli stabilimenti Olivetti costituivano il cuore palpitante della fiorente industria delle macchine da scrivere. Legato al territorio, “con lo sguardo verso il mondo ma i piedi ben piantati a terra”, l’imprenditore piemontese creò un ambiente fisico e spirituale ideale in cui i suoi collaboratori potessero agire e interagire al meglio. Poiché era ben cosciente del fatto che la fabbrica fosse un luogo di vita, oltre che di lavoro, egli fece costruire biblioteche, mense, asili nido, parchi, ambulatori… per i lavoratori dello stabilimento di Pozzuoli ottimizzò addirittura la rete dei trasporti. Del resto, Olivetti concepiva l’impresa come un’”unione di persone”. Attento alla formazione del personale, con i dipendenti si interfacciava come rappresentato nella celebre foto in bianco e nero, dove lo si vede dialogare con un lavoratore: seppur con ruoli diversi nel processo produttivo, egli sorpassava la dicotomia padrone/operaio e instaurava relazioni di scambio reciproco. Lo stesso principio di integrazione veniva applicato, oltre che nei rapporti umani, anche nel rapporto tra fabbrica e natura. Partendo da un’idea di architettura industriale bella, senza ovviamente perderne di vista il valore funzionale, l’imprenditore si era circondato di architetti del calibro di Figini, Pollini, Gardella e Vittoria, proponendo soluzioni di design e strutture organiche, al fine di limitare l’impatto paesaggistico. Ad esempio, fece costruire un grattacielo orizzontale di alloggi per il […] , Mr Adriano Olivetti. Distretto 2050 ROTARY CLUB CREMA Notiziario n.30 Pagina 1 Anno Rotariano 2017/2018 Conviviale n. 2401 del 24 Aprile 2018 Il nipote Beniamino de’ Liguori Carino racconta la figura dell’imprenditore illuminato Responsabilità sociale d’impresa PROSSIME CONVIVIALI Martedì 1 e Martedì 8 maggio Conviviali sospese Sabato 12 maggio ore 20.00 Conviviale serale al Ponte di Rialto in occasione della visita del Rotary Club Salon

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Il Ridottino, 24 aprile, ore 20.00 — A venticinque anni, di ritorno dal suo viaggio negli Stati Uniti

d’America, il giovane Adriano Olivetti cancellò il punto fermo alla fine di un resoconto elencante gli

imprenditori più all’avanguardia in termini di welfare aziendale. A matita appose una virgola, aggiungendo

il suo nome in coda. Sapeva già di ereditare l’azienda paterna. Sapeva già ciò che ne avrebbe fatto. Oggi,

anche grazie al lavoro della fondazione presieduta dal nipote Beniamino de’ Liguori Carino, stiamo

assistendo alla riappropriazione culturale di questa figura iconica del panorama industriale italiano, un

vero personaggio storico finora poco valorizzato. Nel nostro paese, Adriano Olivetti fu l’iniziatore di un

paradigma ultramoderno di fare impresa. Egli partì da una semplice domanda: può l’industria darsi dei

fini oltre al profitto? — e si rispose da sé: “la fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve

distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la

fabbrica”. Il dott. de’ Liguori, relatore della conviviale serale che si è svolta martedì al Rotary Club Crema,

ha spiegato ai soci come Olivetti sia riuscito a fornire un esempio di responsabilità sociale d’impresa; una

serie di foto hanno trasportato i convitati nel periodo di metà Novecento, quando gli stabilimenti Olivetti

costituivano il cuore palpitante della fiorente industria delle macchine da scrivere.

Legato al territorio, “con lo sguardo verso il mondo ma i piedi ben piantati a terra”, l’imprenditore

piemontese creò un ambiente fisico e spirituale ideale in cui i suoi collaboratori potessero agire

e interagire al meglio. Poiché era ben cosciente del fatto che la fabbrica fosse un luogo di vita,

oltre che di lavoro, egli fece costruire biblioteche, mense, asili nido, parchi, ambulatori… per

i lavoratori dello stabilimento di Pozzuoli ottimizzò addirittura la rete dei trasporti. Del resto,

Olivetti concepiva l’impresa come un’”unione di persone”. Attento alla formazione del personale,

con i dipendenti si interfacciava come rappresentato nella celebre foto in bianco e nero, dove lo si

vede dialogare con un lavoratore: seppur con ruoli diversi nel processo produttivo, egli sorpassava

la dicotomia padrone/operaio e instaurava relazioni di scambio reciproco. Lo stesso principio

di integrazione veniva applicato, oltre che nei rapporti umani, anche nel rapporto tra fabbrica e

natura. Partendo da un’idea di architettura industriale bella, senza ovviamente perderne di vista

il valore funzionale, l’imprenditore si era circondato di architetti del calibro di Figini, Pollini,

Gardella e Vittoria, proponendo soluzioni di design e strutture organiche, al fine di limitare

l’impatto paesaggistico. Ad esempio, fece costruire un grattacielo orizzontale di alloggi per il

[…] , Mr Adriano Olivetti.

Distretto 2050

ROTARY CLUBCREMA

Notiziario n.30

Pagina 1

Anno Rotariano2017/2018

Conviviale n. 2401 del 24 Aprile 2018

Il nipote Beniamino de’ Liguori Carino racconta la figura dell’imprenditore illuminato

Responsabilità sociale d’impresa

PROSSIME CONVIVIALI

Martedì 1 e Martedì 8 maggio

Conviviali sospese

Sabato 12 maggio ore 20.00Conviviale serale al Ponte di Rialto in occasione della visita del Rotary Club Salon

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personale, una foresteria immersa nel verde, e negli

stabilimenti favoriva l’uso del vetro, perché “l’operaio

non sigilla la sua umanità nel luogo di lavoro, ma deve

mantenere il contatto con il luogo a cui appartiene”. Per

Olivetti l’architettura è la forma in cui si esprime una

società, che la qualifica, e la trasparenza tra territorio

e lavoro — e tra bellezza e lavoro — è fondamentale.

Come ricordava Gianluigi Gabetti, già dirigente

Olivetti, Adriano paragonava infatti l’immagine di

un’azienda ad un proiettore: più o meno sincera quanto

era stato sincero e bello il lavoro che lo aveva prodotto.

Questa filosofia imprenditoriale, attenta sia all’aspetto

materiale che all’immateriale, ai valori di amore, verità,

giustizia e bellezza, al rapporto tra uomini e tra uomo

e ambiente, si può riassumere con il termine “spirito

olivettiano”. La mission della Fondazione Adriano

Olivetti è proprio quella di divulgare questo approccio

al lavoro d’impresa, ha concluso Beniamino de’ Liguori

Carino, perché tutelare e tramandare la storia di un

industriale quale è stato Olivetti vuol dire non solo celebrare il ricordo di un innovatore, ma anche risolvere il perenne rovello di “uomo VS modernità”: sì, si può

essere tecnologicamente progrediti senza essere interiormente imbarbariti.

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La Lettera 36 sul The Rotarian

NEWS DAL MONDO ROTARY

Archivio

Olivetti Lettera 36 è la prima macchina per scrivere elettrica portatile della Olivetti, nata nel 1970 dal progetto di Ettore Sottsass, già padre della celebre Olivetti

Valentine, e Hans Von Klier. La Lettera 36 è stato un apparecchio elettronico d’avanguardia che ha viaggiato per anni nelle valigie dei professionisti di tutto il

mondo. Il Rotary l’ha pubblicizzata sul suo magazine internazionale, The Rotarian, nell’ottobre del 1972; una delle svariate testimonianze dell’interesse rotariano

per l’innovazione in campo tecnologico. Non a caso il Rotary ha adottato come logo una ruota: i denti dell’ingranaggio richiamano all’interazione tra i soci, ma

simboleggiano anche una concezione tecnologica e tecnocratica del mondo, e la scanalatura a chiave significa che la ruota è “motrice”, ad indicare la forza propulsiva

al cambiamento ( https://goo.gl/bwsrwH ).

Da The Rotarian, ottobre 1972

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PROGRAMMA INCONTRO DELL’AMICIZIA 2018Rotary Club Crema – Rotary Club Salon

NEWS DAL CLUB

GIOVEDÌ 10/05/2018

-Pomeriggio: arrivo al “Ponte di Rialto”, sistemazione nelle camere;

-Cena: suddivisa in gruppi a casa o in ristoranti.

VENERDÌ 11/05/2018

-Ore 09,00: Partenza da piazzale Rimembranze in pullman per Brescia;

-Ore 10-10,15: Visita al complesso museale di Santa Giulia con guida in lingua francese;

-Ore 13,00 13,30: Piccolo pranzo a Brescia presso la trattoria “La Bersagliera”;

-Ore 14,30 – 17: Visita libera al centro di Brescia;

-Ore 18.00: Rientro al Ponte di Rialto;

-Ore 20,30: Cena “Anima Romita” - degustazione pizze.

SABATO 12/05/2018

-Ore 09,00: Partenza da piazzale Rimembranze in pullman per Cremona;

-Ore 10,00: Visita al museo del violino con guida in lingua francese;

-Ore 12,00: Audizione strumento storico Stradivari, Auditorium museo del violino;

-Ore 13,00: Pranzo presso l’antica locanda “il Bissone” di Cremona;

-Ore 14,30: Partenza da Cremona;

-Ore 15.15: Ripalta Cremasca, visita al Comune con esposizione delle opere di Carlo Fayer, visita all’esposizione delle opere vincitrici del concorso Carlo Fayer del

liceo Munari;

-Ore 17.00: Rientro al Ponte di Rialto;

-Ore 20,00: Conviviale serale al Ponte di Rialto con intermezzo d’organo Tamburini e violino.

DOMENICA 13/05/2018

-Ore 10,00-10,30: Partenza per Salon. Saluti in piazzale Rimembranze.

ROTARY CLUB CREMA www.rotarycrema.it

www.rotary2050.orgGovernatore: Lorenza Dordoni

Assistente Governatore: Ugo Nichetti [email protected]

Distretto 2050Presidente RENATO ANCOROTTI [email protected] MARCELLO PALMIERI [email protected] FABIO PATRINI [email protected] MARCO ERMENTINI [email protected] del Club: c/o ristorante “Il Ridottino”, via A. Fino, n. 1, 26013 CremaConviviali: ogni martedì, ore 13; ultimo martedì del mese, ore 20.

Club & Partecipazione

PERCENTUALE DI PRESENZA: 21/60 = 35%

PRESENTI: Agazzi, Ancorotti R., Anselmi T. (consorte), Biscaldi (consorte), Cabini (consorte), Crotti C., Crotti R., Ermentini (consorte), Fayer, Fiorentini, Marazzi, Marcarini, Palmieri M.lo, Palmieri M.io, Pasquali, Patrini, Pozzali, Sacchi, Samanni, Scara-muzza, Tupone.

OSPITI DEL CLUB: Beniamino de’ Liguori Carino, Matteo Gorlani, Austen Brodeen.

OSPITI DEI SOCI: Arwen Imperatori A. (Ancorotti R.).

HANNO CORTESEMENTE PREANNUNCIATO L’ASSENZA: Benvenuti, Cassinotti, Donati F., Donati G.B., Gandola, Lacchi-nelli, Marchesi, Piantelli, Ronchetti, Salatti.

AUGURI A: Saverio Anselmi Tamburini (24), Mario Buzzella (14), Alessandro Marazzi (14).