ROSTA, NATALE 2016 - parrocchiarosta.it · Il dipinto, del Beato Angelico, rappresenta la...
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ROSTA,
COMUNITA’ IN CAMMINO
PARROCCHIA DI S. MICHELE ARCANGELO
NATALE 2016
Cosa ci ricorda la festività del Santo Natale? In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fa t to quando era governatore della Siria Quirinio. Andava-no tutti a farsi registrare,, c i a s c u n o n e l l a s u a città.. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret salì in Giudea alla città di Davide,, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia,, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte, facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco. vi annunzio una grande gio-ia, che sarà di tutto il po-polo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo
Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Lc2,1-14)
Il dipinto, del Beato Angelico, rappresenta la Natività; è composto a semicerchio, con il Bambino al centro e le figure disposte attorno a lui, in atto di adorazione. Vi sono rappresentati, da sinistra, santa Caterina di Alessandria, la Vergine, san Giuseppe e san Pietro martire. Lo sfondo della capanna, col bue e l'asinello, crea un fondale piatto che evita qualunque distrazione che allontani la mente dai confini della scena. Lo scopo dell'opera era di ispirare la meditazione dei frati, piuttosto che essere una mera decorazione della cella. Il bue e l'asinello sono elementi ripresi dal vangelo apocrifo del cosiddetto pseudo-Matteo, a sua vol-ta derivati da un errore interpretativo dei libri di Isaia e di Abacuc, forse commesso per la prima volta da san Girolamo, anche se all'epoca dell'Angelico erano da molto tempo entrati a far parte dell'iconografia tradizionale della scena. In alto una serie di quattro angeli chiude la rappresentazione (continua a pag. 2)
LE FOTO
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NATALE 2016— IN QUESTO NUMERO
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_____________________________________________________________________________Lettera di Don Serafino alla comunità
Arcidiocesi di Torino L’Arcivescovo ha dato a tre persone della nostra comu-
nità il mandato di Operatori Pastorali. Grazie. don Ennio, esempio di vita piena.
Notizie dalla Chiesa Papa Francesco verso la Svezia: ‘Riforma e Scrittura:
i cattolici imparino da Lutero.’
7 nuovi Santi proclamati da Papa Francesco in Piazza San Pietro il 16 ottobre scorso
Notizie dalla Comunità.
e… per ridere un po’.
Si ringraziano i collaboratori. Si ricorda che è consultabile il sito della parrocchia di Rosta www.parroccharosta.it
Supplemento a: ‘Rivoli, Parrocchie nella città, Anno XIX, n° 2, Natale 2016
Parrocchia San Michele Arcangelo, 011-9540133, e-mail: [email protected]. S. Messe feriali ore 18 (mercoledì; 8,30 seguita da Adorazione), festive: ore 8,30 e 10,30
Orario dell’ufficio parrocchiale: dal martedì al venerdì 16—17,30; sabato: 8,30—10
Il Parroco è disponibile per brevi comunicazioni in sacrestia dopo le S. Messe.
Per offerte per LAVORI: Conto corrente Banca Prossima (gruppo Intesa San Paolo)- Filiale di Milano IBAN
IT 20 U 03359 01600 100000068855, Parrocchia S. Michele Arcangelo, P.zza S. Michele 7, Rosta
(continua dalla copertina)
La presenza dei due santi è da leggere in chiave mistica, in contraddizione con la semplice de-scrizione narrativa dell'evento. San Pietro Martire, in particolare, era un santo dell'Ordine Domeni-cano e la sua figura doveva fornire esempio e ispirazione per la preghiera dei monaci. Questo è uno degli affreschi del Beato Angelico che decorano il convento di san Marco a Firenze. Misura 193x164,50 cm e si tratta di un'opera dipinta con aiuti, risalente al 1440. L'Angelico si dedicò alla decorazione di San Marco su incarico di Cosimo dei Medici. Molto si è scritto circa l'autografia dell'Angelico per un complesso di decorazioni di così ampia portata, realizzato in tempi relativamente brevi. Se i contemporanei attribuirono tutti gli affreschi del convento all'Angelico, oggi, per un semplice calcolo pratico del tempo necessario a un indivi-duo per portare a termine un'opera del genere e per studi stilistici, che evidenziano tre o quattro mani diverse, si tende a attribuire all'Angelico la sovrintendenza della decorazione ma l'autografia di solo un ristretto numero di affreschi, mentre i restanti si pensa che vennero dipinti nel suo stile da allievi, tra cui Benozzo Gozzoli..
L'Adorazione del Bambino si trova nella cella 5, della fila di celle da cui si ritiene che sia iniziata la decorazione, e fa parte di quelle opere dipinte non direttamente dall'Angelico ma sotto la sua stretta sorveglianza e con piccoli interventi diretti.
Foto 1, 2. Il 19 agosto abbiamo partecipato, con Don Serafino, alla celebrazione della festa di San Magno presso il santuario a lui dedicato in Ca-stelmagno. Alla c e l e b r a z i o n e hanno partecipa-to molti abitanti della valle con gran numero di autorità. Particolare risalto alla celebrazione è stato dato dalla presenza del neo Vescovo di Fossano e Cuneo, Mons. Piero Del Bosco, che vediamo durante l’omelia e che conosciamo in quanto è stato in varie occasioni a Rosta.
DA DON SERAFINO ALLA COMUNITA’
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Facciamoci strumento della misericordia inclusiva del Padre.
Abbiamo vissuto con intensità l’anno del Giubileo ella Misericordia. Facciamo frutto
nella vita quotidiana dell’impegno iniziato nell’anno Santo della Misericordia; coltivia-
mo ancora e sempre l’invito: ‘siate misericordiosi come il Padre vostro’ (Lc 6,36).
Nell’ultima udienza giubilare di sabato 12 novembre, dedicata a poveri, esclusi ed emarginati, papa Francesco ha ricordato un aspetto importante della misericor-
dia: l’INCLUSIONE.
Dio infatti, nel Suo disegno di amore vuole includere tutti, perché tutti siano salvi!
Noi cristiani siamo invitati ad usare lo stesso criterio: la MISERICORDIA,
quello stile con cui cerchiamo di includere nella nostra vita gli altri, senza chiuderci,
da egoisti, in noi stessi.
Nel Vangelo di oggi Gesù rivolge un invito universale: ‘Venite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi; io vi darò ristoro’ (Mt 11,28). Nessuno è escluso. Gesù viene a rivelare l’amore del Padre; lo meditiamo ora a Natale. Spetta a noi a-
prire il cuore, fidarci di Lui ed accoglierne il messaggio per entrare nel mistero della
salvezza,
L’INCLUSIONE si manifesta nell’accogliere senza escludere, senza classificare gli altri. Davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio. Questo è
inclusione!
Quante persone stanche ed oppresse incontriamo anche oggi! Chi trovo per strada, sul lavoro, in ospedale … è una persona da amare come la ama Dio … Lo sguardo di
Gesù si posa su ciascuno di quei volti, anche attraverso i nostri occhi.
Ma il nostro cuore com’è? Il nostro modo di pensare e di agire è inclusivo? Il Vange-lo ci chiama a riconoscere nella storia dell’umanità una grande opera di inclu-
sione che, rispettando la libertà delle persone, chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle nella giustizia, solidarietà e pace, a far parte della Chiesa, suo corpo
mistico …
Nell’omelia ai neo cardinali (sabato 19 novembre), papa Francesco aggiungeva quattro tappe per la Misericordia: ‘amate, fate il bene, benedite e pregate … anche
per i vostri nemici’. (Lc 6,27s). Siamo di fronte ad una caratteristica propria del mes-saggio di Gesù. Lì si nasconde la sua forza ed il suo segreto, da lì proviene la sor-
gente della nostra gioia. Nel cuore di Dio non ci sono nemici; Dio ha solo figli. L’amore incondizionato del Padre verso tutti è vera esigenza di conversione per il no-stro povero cuore che tende a giudicare, dividere, condannare. Sapere che Dio conti-
nua ad amare anche chi lo rifiuta è fonte illimitata di fiducia e stimolo per noi …
Le braccia spalancate sulla croce dimostrano che nessuno è escluso dall’amore
di Dio, dalla Sua misericordia, neanche il più grande peccatore! Tutti siamo inclusi!
Ci sentiamo accolti soprattutto col perdono. Tutti abbiamo bisogno di essere perdo-nati da Dio! Tutti abbiamo bisogno di trovare fratelli e sorelle che ci aiutino ad
andare a Gesù, per ricevere il dono che ci ha conquistato sulla Croce. Non ostacolia-moci a vicenda! Con umiltà e semplicità facciamoci strumento della misericordia in-
clusiva del Padre. Come chiesa prolunghiamo nel mondo il grande abbraccio inclusivo
di Gesù, che a Natale è venuto per offrire la Sua vita per noi!
Buon Natale a tutti. Aiutiamoci a vivere la gioia della MISERICORDIA!,
Il Parroco Sac. Bunino Serafino.
ARCIDIOCESI DI TORINO
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L’Arcivescovo ha dato a tre persone della nostra comunità il mandato di Opera-
tori Pastorali.(foto 9) L'8 ottobre tre persone della nostra comunità hanno ricevuto dall'Arcivescovo Mons. Nosiglia il
mandato di Operatori Pastorali, al termine del cammino biennale, iniziato nel 2012, proposto dal Servizio di Formazione degli Operatori Pastorali (SFOP). Ringraziamo lo Spirito Santo che ha illuminato le menti di Rosanna ed Agostino Conte e di Fabio
Riccardi nell'accogliere la proposta dell'Arcivescovo e di Don Serafino per essere Animatori della co-munità e servire la chiesa, lavorando per l'unione della comunità. L,Arcivescovo ha raccomandato loro di continuare ad essere laici aperti alla comunità, attraverso
una vita concreta e attiva, sinodale e missionaria, camminando insieme dalla parrocchia al mondo, trovando modi e forme per integrare coloro che sono esclusi. Li ha salutati con queste parole: 'Sentitevi impegnati nel dare alle comunità questo slancio di missionarietà e comunione per portare a tutti l'annuncio del Signore.'
Ecco le loro testimonianze dirette su questi due anni di formazione:
- E’ stata un'esperienza di fede, di Chiesa e di comunità che consigliamo a tutti coloro che collabo-
rano o intendono operare nell'azione pastorale nella comuni-tà.
- Come esperienza del cammino di fede, ci ha permesso di approfondire la fede come scelta adulta: ci ha stimolato alla riflessione personale, infondendoci il desiderio di continuare l'approfondimento con l'aiuto dei testi consigliati. Ci ha fatto comprendere che il primo annuncio è verso noi stessi;
- E’ stata un’esperienza di Chiesa: l'incontro con sacerdoti, diaconi e laici che prestano il loro servizio in Diocesi ci ha te-stimoniato che il mettersi in relazione ed ascolto gli uni degli altri, pur nella diversità dei carismi, fa progredire la Chiesa, rendendola viva e credibile nella comunità. La conoscenza dei documenti del magistero ci ha fatto scoprire la ricchezza e la visione profetica in essi contenute; ci ha aperto orizzonti nuo-
vi di speranza, specie in questi tempi di profonda crisi sociale,
economica, politica ed anche di crisi di fede e di Chiesa.
- E’ stata poi esperienza di comunità. Il condividere alcuni fine settimana con altri Operatori prove-nienti da realtà diverse, accomunati però da un obiettivo comune, ha creato un clima di condivisio-ne, di convivialità e di disponibilità reciproca anche in momenti di gioia e di dolore personali e il de-siderio di ritrovarsi attorno ad un tavolo, anche per far festa insieme.
Rosanna ed Agostino
Ringrazio Don Serafino per aver pensato anche a me ed avermi data l'opportunità di partecipare al
percorso più importante e formativo per laici che oggi sia offerto in Diocesi; sono contento che si sia voluto mettere l'accento sui due elementi fondamentali per la vita di ogni comunità cristiana quali la formazione dei laici e l'accompagnamento concreto da parte della Diocesi. Questi due anni hanno offerto l'occasione di sperimentare un approccio aperto e partecipato
nell'organizzazione di un progetto pastorale; inoltre ho potuto conoscere i Vicari Episcopali Territo-riali, spesso sconosciuti a molti di noi, ed ho potuto stringere e consolidare rapporti con i responsa-
bili degli uffici diocesani (per me in particolare con don Michele Roselli, direttore dell'ufficio catechi-
stico diocesano). Quest'esperienza ha rafforzato in me la convinzione che essere parte di una comunità cristiana
comporti di operare sempre perché il servizio a cui si è chiamati sia svolto con il massimo impegno, nella certezza di essere sotto la guida dello Spirito Santo e di svolgere un compito che favorisce l'incontro con Dio. Questa era la mia convinzione quando, tempo fa, sono stato chiamato da Don Mario Foradini, par-
roco di San Secondo a Torino, a fare il catechista per adulti e ho continuato a pensarlo quando ho proseguito la mia esperienza di catechista per i ragazzi qui a Rosta. Sono convinto che questi corsi debbano essere tenuti in grande considerazione perche i temi trat-
tati sono trasversali: arricchiscono il cammino di fede oltre ad arricchire ogni ambito della vita. Preghiamo perché altri ricevano questa chiamata e trovino la forza e la determinazione
per dire il proprio 'Eccomi'. Fabio Riccardi.
ARCIDIOCESI DI TORINO
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Grazie don Ennio, esempio di vita piena. (Foto 6)
Don Ennio Bossù ci ha lasciati. Diamo la testimonianza della sorella Eva che così ricorda il
fratello.
Ringrazio il Signore di avermi permesso, nonostante i mille intoppi, di arrivare in
tempo per vederti un’ultima volta e darti l’ultimo bacio. Mai avrei pensato di dover affrontare così presto una tale situazione, in un modo così vorticoso, ma con te le sorprese non erano certo mancate!
A cominciare da quel giugno del 1973 quando venisti da noi ad Alpignano per annunciarci che da lì ad un mese saresti partito per il Guatemala. Ricordo ancora
il volto impietrito dal dolore di mamma, i miei singhiozzi quando ti accompagnammo a Porta Nuova a prendere il treno per Milano (non volesti che ti accompagnassimo all’aeroporto).
Cominciava così un nuovo capitolo delle nostre vite, un rapporto che non si sarebbe più interrotto, fatto di lettere, di trepidazioni vicendevoli, di ‘missione’
vissuta, tu là e noi qua… In questi giorni ho riletto le lettere che ci avevi scritto su quella carta fine fine (per via aerea) che ho conservato gelosamente, fino a quando cominciasti a inviare le e-mail, racconti di vita missionaria, nomi di persone che ora
dopo tanto tempo e dopo essere stata tre volte in Guatemala, assumono una fisionomia.
Ti ho voluto bene, fratello mio, e continuo a volertene: per questo il dolore per la tua perdita è una ferita che non si cicatrizza. Ma anche stavolta, lo so, tu mi avresti detto di seguire l’esempio dato dai nostri: ’stringere i denti e
andare sempre avanti nella fede’. Ho sentito il bene che hai profuso in Guatemala e quello che quella gente ti ha restituito al momento del tuo funerale.
Un fiume di persone, un intero popolo si è stretto intorno a te, facevano a gara per portarti a spalla, sotto il sole di mezzogiorno, con la polizia che stentava a
dirigere il traffico caotico di quel giorno (ma per Padre Ennio questo ed altro, diceva un poliziotto). Poveri indios dalle facce di creta, bruciate dal sole e dalle fatiche quotidiane, scesi dai villaggi più lontani, dopo ore di cammino, ma che volevano
essere presenti per l’ultimo saluto e dirti il loro grazie. Grazie per averli amati, per averli consolati quando ne avevano bisogno, per aver
visitato i loro infermi, comprando magari di tasca tua le medicine, per aver aiutato giovani che non ne avevano la possibilità, a studiare e magari a diventare sacerdoti, per aver fatto arrivare la luce in tanti villaggi, per essere sempre stato, insomma,
dalla loro parte. Questo anche nei tempi bui della storia del Guatemala, negli anni ‘80, quando la
repressione si era fatta feroce e molti villaggi erano rimasti senza sacerdoti. Allora tu ed il tuo amico Don Bartolo Perlo visitavate di nascosto le parrocchie del Quiché per confessare, celebrare battesimi, messe e matrimoni, nonostante le
minacce dei militari che già avevano ucciso diversi missionari. Tutte quelle persone volevano ringraziarti anche per aver dato loro la possibilità,
traducendo la bibbia nelle loro lingue kekchua e pokomchì, di comprendere la Parola di Dio. Un lavoro immenso, portato avanti con grande impegno, con ore e ore spese davanti al computer.
Ma tu volevi finire, perché sapevi che da lì, dall’incarnare la Parola di Dio nei loro idiomi, sarebbe nata una possibilità per loro di rinascita.
Eva Bossù
NOTIZIE DALLA CHIESA
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Papa Francesco verso la Svezia: ‘Riforma e Scrittura: i cattolici imparino
anche da Lutero.’ "Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore", ha
detto Francesco, concetto ripetuto pochi giorni fa in Vaticano davanti a una statua dello
stesso Lutero che, con scandalo di frange cattoliche conservatrici, faceva mostra di sé du-
rante un’udienza con gli evangelici: "Al di là di tante questioni aperte che ancora ci separa-
no, siamo già uniti", ha detto il Papa. E ancora quest’oggi, in una lunga intervista a Civiltà
Cattolica: "Riforma e Scrittura sono le due parole che ci dicono cosa i cattolici potrebbero
imparare dalla tradizione luterana". E ancora: "All’inizio, quello di Lutero era un gesto
di riforma in un momento difficile per la Chiesa:egli ha fatto un grande passo per met-
tere la Parola di Dio nelle mani del popolo". Ha avviato una riforma di cui si è parlato prima
dello scorso conclave. "Nelle Congregazioni prima del conclave – ha ricordato Bergoglio - la
richiesta di una riforma" è stata "sempre viva e presente". È questa la chiave di lettura del
viaggio che Bergoglio ha fatto dal 31 ottobre al primo novembre in Svezia, con tappe a
Lund per una preghiera ecumenica e poi a Malmö, per fare memoria della riforma di Lutero,
una riforma che ha causato sì divisioni, ma anche una purificazione che ricorda molto il
rinnovamento che il Papa sta cercando di portare all’interno della Chiesa: la lotta contro i
privilegi, il carrierismo, la mondanizzazione, piaghe che anco-
ra attanagliano il clero e le gerarchie
Pochi giorni prima della partenza del Papa, Civiltà Cattolica,
la rivista di gesuiti vicina al Pontefice, scrisse della buona ri-
forma di Lutero: la sua intenzione era di riformare la Chiesa
in senso evangelico, la medesima intenzione che muove Ber-
goglio. Giancarlo Pani riporta la tesi dello storico Erwin Iser-
loh, secondo cui l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze sa-
rebbe pura leggenda e per di più contraddirebbe le intenzioni
del riformatore. Lutero scrisse semplicemente ai vescovi inte-
ressati "per un problema di coscienza e di pastorale": "la
predicazione delle indulgenze per la fabbrica di San Pietro è
ingannevole perché garantisce la salvezza", mentre "nessuno è sicuro della propria salvez-
za. Il vescovo non deve predicare le indulgenze, ma il Vangelo e le opere di carità".
Certo, la strada della “riabilitazione” di Lutero non muove solo da Francesco. Già Bene-
detto XVI si mosse in questo senso. Egli entrò da Papa nel 2011 nell’ex convento di Er-
furt, dove Lutero maturò - secondo le parole dello stesso Benedetto XVI - "le sue ineludibili
domande su Dio, quelle che. in forma nuova, dovrebbero diventare anche le nostre di og-
gi". Come a dire: il Dio di Lutero è il nostro Dio, il suo fuoco riformatore è anche il nostro. E
così, del resto, recita anche il documento congiunto cattolico-luterano pubblicato nel
2013: "Oggi i cattolici sono in grado di comprendere le preoccupazioni riformatrici di Martin
Lutero e di considerarle con un’apertura mentale maggiore di quanto era possibile in prece-
denza". In sostanza, "la sua intenzione era quella di riformare, e non di dividere la Chiesa".
Ma è chiaro che con Francesco la riabilitazione del monaco tedesco e di tutto ciò che da lui
è nato potrebbe incanalarsi su una strada definitiva. Anche perché, come sostiene la vesco-
va luterana Margot Kässmann, ambasciatrice per l’Anno luterano della Chiesa evangelica di
Germania, Francesco ha molto del fuoco riformatore di Lutero. Dice: "Anche Lutero voleva
riformare la Chiesa, la Chiesa romana cattolica. Tutti noi sappiamo che la Chiesa ma anche
la società hanno continuamente bisogno di essere riformate. E se guardiamo a Francesco,
lui oggi sta riformando la Chiesa cattolica. Lutero ha cominciato la sua riforma partendo
dalla Bibbia. Penso che anche oggi sia importante che ogni riforma parta dalla Bibbia".
Così anche Jürgen Moltmann, fondatore della teologia della speranza, che in un dialogo
con il cardinale Kasper apparso su Vita e Pensiero, oltre a proporre la suggestiva idea di "un
Concilio mondiale di tutte le Chiese cristiane", ha detto senza mezzi termini che "un ritorno
al papato del periodo precedente a Costantino non solo è desiderabile come riformati, ma
anche come cattolici. Necessitiamo di un ministero petrino 'rinnovato' e comune, alla luce
del Vangelo. Paolo Rodari
NOTIZIE DALLA CHIESA’_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
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7 nuovi Santi proclamati nella Messa presieduta da Papa Francesco
in Piazza San Pietro il 16 ottobre scorso.
Tra i nuovi Santi vi è un giovane, José Sanchez del Rio, un ragazzo di appena 14 anni , uc-
ciso nel 1928 durante la rivolta dei cosiddetti ‘Cristeros’ contro il governo anticattolico che
intendeva eliminare la religione dal Paese.
José Sánchez del Río nacque il 6 febbraio 1913 a Sahuayo, nello stato di Michoacàn
(Messico). Frequentò la scuola nella sua città natale e successivamente a Guadalajara.
Quando scoppiò la guerra Cristera nel 1926, i suoi fratelli si unirono alle forze ribelli, e,
sebbene sua madre fosse contraria e il generale Prudencio Mendoza avesse inizialmente ri-
fiutato il suo arruolamento, dopo l'insistenza di José venne arruolato e gli fu concesso di
portare lo stendardo di guerra. I cristeros lo soprannominarono "Tarcisius", il santo cristia-
no martirizzato nel tentativo di proteggere l'Eucaristia dalla profanazione.
Durante una violenta battaglia, il 25 gennaio 1928, il cavallo del suo generale fu ucciso e
José gli cedette tempestivamente il suo così da permettergli di ritirarsi. I cristeros, a corto di
munizioni, tentarono di coprire la ritirata ma alla fine l'esercito federale ebbe la meglio e riu-
scì a catturare diversi prigionieri, tra cui lo stesso José.
Il 7 febbraio fu condotto nella sua città natale, Sahuayo, dove venne imprigionato nella
chiesa parrocchiale ormai profanata e devastata dai federali. Il militare che ebbe in custodia
José insieme ad altri prigionieri, gli propose due alternative che lo avrebbero salvato dalla
condanna a morte: pagare un riscatto di 5.000 pesos o accettare di essere mandato all'ac-
cademia militare; ma José rifiutò entrambe le proposte e rimase in prigionia fino al 10 feb-
braio, giorno in cui fu giustiziato.
In questa prima notte di prigionia scrisse una lettera alla madre: «Mia cara mamma: so-
no stato preso prigioniero in combattimento quest'oggi. Penso al momento in cui andrò a
morire; ma non è importante, mamma. Ti devi rimettere alla volontà di Dio; muoio contento
perché sto morendo al fianco di Nostro Signore. Non ti preoccupare per la mia morte, che è
ciò che mi mortifica. Invece, di' ai miei altri fratelli di seguire l'esempio del più piccolo e farai
la volontà del nostro Dio. Abbi forza e inviami la benedizione tua insieme a quella del papà.
Ricevete il cuore di vostro figlio che vi ama entrambi e vi avrebbe voluto vedere prima di
morire. Salutami tutti per l'ultima volta; Ti prometto che in Paradiso preparerò un buon po-
sto per tutti voi. Il tuo José muore in difesa della fede cattolica e per amore di Cristo Re e
della Madonna di Guadalupe.».
Nei giorni di prigionia fu torturato; inoltre l'8 febbraio fu costretto ad assistere all'impicca-
gione di Lázaro, un altro ragazzo che era stato imprigionato insieme con lui, al fine di fargli
rinnegare la sua fede e salvarsi così dalla sua imminente condanna a morte, ma José non
cedette. Il corpo di Lázaro, ritenuto morto, venne trascinato al vicino cimitero dove venne
abbandonato; tuttavia era solo apparentemente morto; infatti si riprese e riuscì a salvarsi.
Nel frattempo continuarono le torture e il giorno della sua esecuzione, il 10 febbraio, gli fu scuoiata la pianta dei piedi e fu costretto così a raggiungere a piedi il cimitero, dove, po-
sto davanti alla fossa in cui sarebbe stato sepolto, fu pugnalato non mortalmente e gli fu
chiesto di rinnegare nuovamente la sua fede, ma José ad ogni ferita gridava "Viva Cristo
Re". Il capitano, innervosito dall'atteggiamento del ragazzo, gli sparò sul posto con la sua
pistola. José ormai agonizzante morì dopo essere riuscito a tracciare una croce sul terreno
con il suo sangue.
José fu beatificato nel 2005 da Papa Benedetto XVI.
Per la canonizzazione è stata riconosciuta come miracolosa la guarigione, scientificamente
inspiegabile, di Ximena Guadalupe Magallón Gálvez, una bambina, nata nel 2005, che era
stata colpita, pochi mesi dopo la nascita, da un ictus, a causa del quale le erano stati dati
tre giorni di vita. I genitori la affidarono all’intercessione del beato José. Quindi, al momento
di staccarla dai macchinari che la tenevano in vita, aveva aperto gli occhi e sorriso, tornando
ben presto alla completa normalità.
NOTIZIE DALLA COMUNITA’
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Testimonianza del gruppo famiglia giovani, gruppo ‘FARO’
Come famiglie del GRUPPO ‘FARO’: ci ritroviamo una volta al mese in Oratorio per condivi-
dere l’esperienza di coppia e/o di genitori alla luce della Parola di Dio, con il confronto e, a
volte, l’aiuto di esperti. I nostri riferimenti si possono trovare sul sito parrocchiale http://
www.parrocchiarosta.it/gruppi-famiglia.html .
Abbiamo intervistato i partecipanti chiedendo loro: “Cosa ti piace del gruppo ‘Faro’?”:
- mi diverto e trovo i miei amici con cui giocare e scherzare (bimbo delle elementari)
- noi bambini vediamo dei bellissimi cartoni animati insieme a una babysitter mentre mam-
ma e papà parlano di cose serie (bimba della scuola materna)
- prima della serata facciamo una piccola preghiera tutti insieme: piccoli e grandi (ragazzo
delle medie)
- facciamo delle cene conviviali. in cui ognuno porta un piatto da condividere; queste sono
le serate per me più belle.
- è un modo per sostenerci come coppia e come famiglia nei momenti di difficoltà confron-
tandoci con altri che vivono le nostre stesse esperienze sui dubbi e sui problemi quotidiani.
- è un’occasione per conoscere nuove famiglie e fare festa insieme.
- partendo dalla lettura della parola di Dio, si traggono spunti di riflessione che ci portano a
condividere pensieri, problemi, esperienze e aspettative. Tutto questo ci aiuta a sentirci me-
no soli in quanto parte di una comunità. Inoltre è un modo per accrescere la conoscenza dei
principi della religione, e questo ci serve per migliorare la vita. In questo modo penso di
creare per i miei figli un terreno fertile rappresentato da Chiesa, oratorio e comunità, terre-
no ideale su cui gettare semi di vita.
- è uno spazio arricchente per la famiglia perché permette un confronto tra noi genitori su
temi importanti quali la fede e l’educazione dei figli.
- quest’anno affronteremo l’enciclica di Papa Francesco “Amoris Laetitia”; sarà interessan-
te scoprirla insieme, anche con l’aiuto di esperti.
Il nostro gruppo non ha la pretesa di insegnare o di criticare il comportamento di chicches-
sia; solo intende fare un percorso di condivisione legato ai temi della vita quotidiana e alle
gioie e difficoltà della vita famigliare.
Siamo aperti a tutti coloro che hanno piacere di fare con noi questo cammino.
Monica Vernero
Da dicembre 2015 a novembre 2016, hanno ricevuto il Battesimo::
Antonacci Virginia, Artuso Benedetta, Betto Jacopo, Brambilla Ginevra,
Bregolato Sofia Chiara, Carnino Vittoria, Carrabetta Christian, Cibrario Alessio Giovanni,
Conte Ludovica Maria, Conte Virginia Irene, Croveri Viola, David Efram,
D’Affuso Allegra Ada, De Simon Beatrice, Di Vietri Andrea, Duò Dylan Antonio,
Famà Arya Silvia, Ferro Francesco, Gaudiomonte Beatrice, Lanzarone Sveva Giuliana,
Luciano Gabriele, Piccardi Sofia, Prencipe Bianca, Sanfilippo Arianna, Schiafone Gabriele-
Secci Giulia, Taylor Maris, Vernoli Lara Olga, .
NOTIZIE DALLA COMUNITA’
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si sono uniti in Matrimonio davanti all’altare:
Principe Michele con Rossi Vera,
Cencio Marco con Stara Jlenia.
sono tornati alla casa del Padre:
Laura Marchisa in Merlo, via Monviso 4, anni 51,
Palmira Povero ved. Nosengo, via Buttigliera 20, anni 84,
Margherita Cugno ved. Croce, via Rivoli 25, anni 86,
Marcellina Gilli ved. Silvano, via Bastone 13, anni 86,
Carla Chiappero ved. Tragaioli, via Rivoli 9, anni 66,
Teodora Zanco, ved. Barzotto, via Marconi 6/L, anni 95.
Licinia Garavoglia, ved, Vernero, via Stazione 74, anni 92,
Valerio Margaria, Corso Moncenisio 75, anni 68,
Giovanni Lo Prete, via S. Antonio di Ranverso 9, anni 66,
Mario Polato, via Marconi 4, anni 72,
Catterina Cibrario ved. Fogliato, via Nino Costa 29, anni 84,
Santina Vernero ved. Gilli, via Bastone 3, anni 93,
Angela Bruno in Bertolotti, via Buttigliera 19, anni 62,
Giuseppe Lucco Borlera, via Rivoli 107/7, anni 91,
Gennaro Daluiso, via Rivoli 178, anni 73,
Gianfranco Callegari, via Rivoli 200, anni 79,
Luigina Merlo ved. Novero, via casc. Invers 3, anni 89,
Rosa Gilli in Chianale, via Nino Costa 29, anni 64,
Luigi Piermatti, via Buttigliera 16, anni 89,
Giuseppe Ferro, via Ugie 18, anni 81,
Vincenzo Andrione, via Luvinere 10, anni 90,
Lina Zovico in Dellai, str. dei boschi 2, anni 72,
Giovanni Squizzato, via Rivoli, anni 88,
Cesare Zanotti, via Piave 24, anni 83,
Giulio Giorda, via Buttigliera 26/2, anni 34,
Anna Maria Riva, ved. Bellei, via Rivoli 188,, anni 87,
Maria Poncet, ved. Rey, via Piave 8, anni 85,
Rita Gilli ved. Merlo, via Votta 18, anni 89,
Luigi Quaglia, via Piave 37, anni 91,
Maria Assunta Canetta ved. Antonacci, via Piave 44/9, anni 84,
Juliana Schneller Giriodi, via I° Maggio 25, anni 85,
Sabino Alvino, via Piave 47, anni 79,
Antonio Strangio, via Corbiglia 29, anni 92,
Giovanni Battista Giraudo, anni 64,
Lidia Drago, via Rivoli 31, anni 68,
Lea Fino ved, Vernero, via Buttigliera 18, anni 89,
Olga Merlo ved. Scarrone, Torino, anni 94,
Don Ennio Bossù, missionario in Guatemala, anni 77,
Luigina Valetto in Votta, via Ponata 54, anni 81,
Efisia Carli, ved. Sabotero, via S. Antonio di Ranverso 2B, anni 91,
Irma Musso, via Barrera 27, anni 85,
Guglielmo Ferraro, via Buttigliera 9, anni 80,
Fernando Dorigo, via Piave 52, anni 84,
Domenica Rabbia ved. Vanzetti, via S. Antonio di Ranverso 9, anni 93,
Flora Ragazzi in Morello, via Ponata 77/1, anni 76.
NOTIZIE DALLA COMUNITA’
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Sabato 15 ottobre: Serata comunitaria.
Il 15 ottobre è stata celebrata una serata speciale. iniziata dopo la Messa con una cena condivisa
in oratorio, a cui è seguito un intervento di un rappresentante per ogni gruppo per sottoporre alla
comunità un’intenzione di preghiera per l’attività del proprio gruppo, precisando un impegno di atti-
vità che caratterizzerà il prossimo anno pastorale .
Gli interventi dei gruppi.
Catechisti
Aiutaci, Signore a svolgere la missione come Tu desideri
Animatori e giovani
Esprimiamo fiducia nella parola di Gesù senza se e senza ma. Ci impegniamo perché tanti
ragazzi corrispondano al richiamo di Gesù.
Preparazione al Matrimonio
Operiamo perché tanti sposi sentano in loro l’impulso ad essere generosi secondo lo spiri-
to del Vangelo.
Gruppi di preghiera
Preghiamo Dio perché sia fonte di speranza per tutti; sia misericordioso per noi tutti e per
il mondo intero.
Ministri della Comunione
Dacci o Dio, la capacità di essere al servizio dei malati, portando loro il conforto di Gesù
e di Maria
CON
TI preghiamo, Signore, perché il Tuo aiuto alla nostra attività volta a coinvolgere chi sta
attorno a noi non venga mai meno; la fede in te ci incoraggi sempre a chiederti di soste-
nere il nostro proposito.
Ramasoire.
Il nostro compito è servire la Tua chiesa; Ti ringraziamo per averci chiamate a svolgere
tale impegno.
Caritas.
E’ un momento difficile per la nostra società; manca la pace e la condivisione. Il numero
dei poveri aumenta; i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Questo ci
interroga e ci provoca. Preghiamo il Signore perché aumenti nella nostra comunità lo sfor-
zo di condivisione e perché impariamo a liberarci di quanto abbiamo di superfluo e di cui
altri hanno bisogno. Preghiamo perché il Signore ci aiuti in questo sforzo e ci renda sensi-
bili verso le persone che hanno bisogno di noi.
Cori
Preghiamo perché i cori possano arrivare con l’impegno e la musica a toccare il cuore di
ognuno.
Gruppo famiglia adulti.
Noi abbiamo deciso di dedicare gli incontri mensili alla lectio divina, aderendo così alla
proposta fatta dall’Arcivescovo nella sua lettera pastorale. Lectio divina è la volontà di por-
si all’ascolto di Dio leggendo le Sacre Scritture. Lo Spirito Santo ci aiuti ad interpretare ciò
che la Parola dice a noi oggi, benedica e renda fruttuoso questo nostro proposito.
Gruppo famiglia giovani (FARO)
Preghiamo perché tutti si impegnino ad accompagnare le famiglie verso Gesù, convinti
che il legame tra i figli di Dio è più indissolubile di qualunque altro legame
Conclusione.
Preghiamo ancora per tutte le persone che non fanno parte dei gruppi. I gruppi operanti
siano pronti ad accoglierli; siano chiesa in uscita. Don Serafino ringrazia per gli interventi
che stasera ci hanno fatto sentire comunità viva ed operante.
LE FOTO
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Per ridere un po’... Un milanese, solito sbruffone, arriva con il suo Mercedes sulla piazza di Montecito-rio e posteggia tranquillamente proprio in mezzo alla strada.
Un vigile gli si avvicina e gli dice: ‘Guardi che qui non si può posteggiare.’ ‘O bella, e perché?’ fa lui.
‘Perché qui passano ministri, deputati e senatori…’ ‘Te te devet minga ese preocupà, mi g’ho l’antifurto e sun sicurà’
Il solito milanese lascia la macchina in un parcheggio a Napoli. Per sicurezza vi lascia un cartello con la scritta: ‘La radio non ce l’ho’.
Al suo ritorno non trova più la macchina; per terra il suo cartello completato con la frase: ’Non ti preoccupare. La radio ce la mettiamo noi’.
Foto 3. Il 24 luglio i coniugi Benito Frizzarin e Assunta Lamorgia
hanno ricordato davanti all’altare in segno di ringraziamento al
Signore per la grazia concessa di una lunga vita insieme, il loro
matrimonio celebrato esattamente 50 anni prima, il 24 luglio
1966 presso la parrocchia S. Bernardino, di Torino, Via Di Nan-
ni. Ai coniugi, esempio della forza del Matrimonio cristiano, che
vive una ingiustificata crisi presso le nuove generazioni, vanno il
plauso e le congratulazioni della comunità.
Foto 4, 5. Maggio è stato un mese triste per la nostra comunità. Il 3 ed il 13 maggio Vin-
cenzo Andrione e Lina Dellai ci hanno lasciati, creando un vuoto nelle loro famiglie ed in tutti
noi, abituati a vederli sempre attivi nelle funzioni liturgiche in chiesa. Una preghiera sale da
noi al buon Dio perché voglia accogliere Vincenzo e Lina nella Sua casa e perché Vincenzo e
Lina continuino dal cielo a proteggere le loro famiglie e la comunità
LE FOTO
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12
Foto 6. Il 4 agosto Don Ennio Bossù ci ha lasciati, colpi-to da un malore improvviso mentre era a Coban, Gua-temala. Noi lo ricordiamo perché è stato qui da noi per amministrare la Cresima ai nostri ragazzi ed in occasio-
ne dei festeggiamenti organizzati per Don Serafino nel 50mo anniversario della loro ordinazione sacerdotale. Don Serafino era particolarmente legato a Don Ennio, che è stato suo compagno di Seminario in tutto il per-corso formativo, dalle medie all’Ordinazione.
Foto 7, 8. Il 10 e 11 set-tembre si son è tenute, con grande partecipazione di rostesi ed ospiti esterni, le tradizionali feste ‘Mangia, Bevi e Balla‘ e Festa cam-pagnola con finalità pro oratorio. Le foto illustrano lo spettacolo di balli ‘country’sul palco allestito davanti alla chiesa e la folla raccolta davanti alle nuove strutture che alloggiavano le casse e la distribuzione delle vivande. Un grazie sentito va a tutti i membri del CON, i quali hanno de-dicato molto del loro tempo libero per realizzare gli e-venti.
Foto 9. L'8 ottobre scorso Fabio Riccardi, Rosanna ed Agostino Conte hanno ricevuto dall'Arcivescovo il mandato di Operatori Pa-storali, al termine del cammino biennale, iniziato nel 2012, propo-sto dal Servizio di Formazione degli Operatori Pastorali (SFOP).
Ringraziamo lo Spirito Santo che ha illuminato le menti di Rosanna ed Agostino Conte e di Fabio Riccardi nell'accogliere la proposta dell'Arcivescovo e di Don Serafino e preghiamo il Signore perché altre persone della comunità seguano il loro esempio.