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Ras - Aprile 2014 Molise Patria dell’ “Antenato d’Europa” A cura di Fiorenza Bonazzi Foto di “Assessorato al Turismo” - Regione Molise Veduta di Venafro

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MolisePatria dell’ “Antenato d’Europa”

A cura di Fiorenza Bonazzi

Foto di “Assessorato al Turismo” - Regione Molise

Veduta di Venafro

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Molise

Piazza del Plebiscito, Napoli - foto di Bernerdo Leonardi

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Intorno agli anni Ottanta alcuni scavi realizzati alla periferia di Isernia han-no rivelato “uno dei rarissimi esempi

conosciuti in Europa di insediamento

umano all’aperto, con strutture pre-

disposte per l’abitazione”. (dalla Re-lazione avviata al Ministero dei Beni culturali). Dunque, un uomo antichis-simo che potrebbe essere vissuto più di un milione di anni fa: l’homo ae-

serniensis (uomo di Isernia), defini-to l’antenato d’Europa. La Regione, invece, è la più giovane d’Italia, poi-ché si è staccata dall’Abruzzo solo nel 1963, con un territorio situato quasi interamente sul versante appennini-co che guarda verso il Mare Adriatico con un unico porto: Termoli. Abitato, dunque, fin dalle epoche preistori-che, il territorio appartenne ai Sanniti Pentri e fu occupato verso il mare dai Frentani, come testimoniano i nume-rosi reperti archeologici rinvenuti nel-la zona di Termoli, Guglionesi, Mon-

torio nei Frentani, Larino. L’antica regione montuosa del Sannio in pra-tica si identificò con il Molise. I cen-tri principali furono: Bovianus vetus (presso Pietrabbondante), Aesernia,

Caudium. Il Molise divenne quindi una roccaforte dei Sanniti, pastori e guerrieri, che vivevano tra le monta-gne e che seppero resistere prima agli etruschi, agli umbri e infine ai Roma-

Isernia, Fontana Fraterna

Larino - Duomo

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ni; tra i popoli italici furono quelli che inflissero loro una delle sconfitte più brucianti: le Forche Caudine nel 321 a.C.. Continuarono poi ad esse-re guerrieri e pastori anche dopo la

conquista romana, tanto è vero che ne arricchirono gli eserciti di legio-nari e ottennero apposite leggi per la regolamentazione degli spostamen-ti delle greggi lungo le vie del pasco-

lo. Nell’82 a.C. si giunse allo stermi-nio del Sannio per opera di Silla; mol-te città sannitiche divennero colonie militari: Boiano, Sepino, Trivento, Larino e Venafro. Le successive in-vasioni barbariche videro l’egemo-nia dei Longobar-di, che fondarono il ducato di Bene-vento, in cui fu in-

cluso il Molise e tutto il Sannio che venne diviso in “gastaldie”: era il 570 d.C. Sarà proprio il gastaldato di Boiano che darà origine nel periodo normanno al centro feudale Comita-

tus Molisii. Incerta l’origine del suo nome: sannita o normanno? A nord di Boiano, l’antica Contea longobar-da, sorge una piccola borgata di no-me Molise, che pare derivare dalla città sannita di Moles o Molae e che avrebbe quindi dato il nome a tutta la regione; ma potrebbe derivare an-che dai feudatari normanni Rodolfo

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Molise

“Il Molise è per me un sogno. È un mito tramandato dai padri e rimasto nel mio sangue e nella mia fantasia.”

Francesco Jovine

San Vincenzo al Volturno

Campobasso

Cripta San Casto, Trivento

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e Ugo di Molheuse, conti del Molise fra XI e XII secolo. È nato comunque nel Medioevo, è stato però usato ufficial-mente solo nel 1806 per indicare quel-la parte degli Abruzzi che aveva come capoluogo Campobasso. La popola-zione presenta alcune minoranze etni-che e linguistiche: gli Albanesi, che nel XV secolo giunsero verso il Biferno, in alcuni centri in provincia di Cam-pobasso, come Ururi, Montecilfone, Portocannone; Croati e Dalmati, che si stabilirono (XV – XVII secolo) ad Acquaviva Collecroce, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni e Montemitro. Essi giunsero probabil-

mente sotto la spinta dell’occupazio-ne turca delle zone costiere di quelle regioni. A Palata, uno dei centri prin-cipali, sul portale della chiesa di San-ta Maria la Nova esisteva un’iscrizio-ne latina (purtroppo scomparsa!) che documentava l’arrivo di queste popo-lazioni: “Hoc primum Dalmatiae gen-

tes incoluere castrum ac a fundamentis

erexere templum anno 1531”.

Dal mare alle alte vette del Matese:

un inaspettato percorso

di testimonianze romane

Altilia, antico “municipium” romano,

come ci ricordano le colonne della ba-silica augustea, polifunzionale della città romana di Saepinum, la Sepino sannita, che esisteva dal IV secolo a.C.

MEMORY

Pietrabbondante - anfiteatro

HOMO AESERNIENSIS

Fino agli anni ‘70 in Molise non erano stati fatti

significativi ritrovamenti archeologici, ma in poco

più di 30 anni intensi studi paleontologici hanno

portato alla luce centinaia di siti preistorici.

disegni di Umberto Taccola

Agnone

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Molise

e apparteneva ai Sanniti Pentri. Essi abitavano in un borgo sul Matese (og-gi Terravecchia) e poiché nella piana sottostante, lungo la via Sabina-Apu-lia, passavano molte carovane di be-stiame, avviarono attività legate alla transumanza: si sono rinvenuti i resti di tintoria (fullonica) nel Foro dietro il tempio; i mosaici del pavimento nella zona della basilica; la rete idrica e fo-gnante. A queste funzioni si aggiunse quella della riscossione dell’imposta sul bestiame di passaggio. Le rovine di Altilia, “emergenti lungo il tratturo,

sono legate ad un’Italia che va scompa-

rendo; è l’Italia di una antica civiltà le-

gata al fenomeno della transumanza”

(G. Piovene). Gli scavi archeologi-ci hanno messo in luce elementi san-nitici, resti romani e borgo moderno, tuttora collegati da cardo e decumano tracciati sugli antichi tratturi.

Pietrabbondante la mitica Bovia-num, antica capitale dei Pentri, im-portante municipio romano, consa-crato a Giano di cui parla Tito Livio. Sorge al margine estremo del massic-

cio del Matese in provincia di Campo-basso. Qui risaltano le ampie gradina-te del suo teatro romano risalente al II secolo a.C., un monumentale com-plesso costituito da Teatro (120-110 a. C.), Tempio (100 a. C.) e la residen-za pubblica per le massime autorità politiche e religiose. La necropoli del-la Troccola del V secolo a. C., la cinta del IV secolo a. C., i grandiosi resti ro-mani riassumono la storia del Molise: presenza italica, architettura greca, rivisitate secondo il modello romano.

Trivento era l’antica Terventum dei Sanniti Pentri; anche questa divenne prima colonia militare, poi importan-te municipio romano. Da non perdere il Duomo ornato da preziosi affreschi del Duecento, con due absidi della precedente costruzione romanica, e la cripta di San Casto a più navate, sor-retta da colonne e pilastri quadrango-lari in pietra, con volte a crociera.

Larino, famoso centro dei Frentani, si sviluppava nella zona chiamata Piano San Leonardo, dove si trovano i resti

dell’anfiteatro, l’Ara Frentana e i mo-saici policromi che ornavano una villa. Merita attenzione lo splendido Duo-mo gotico del 1310, con la facciata or-nata da un grandioso portale e un pre-zioso rosone incastonato tra due bifore ad ogiva.

Isernia, divenuta capoluogo nel 1970, sorge nell’alto bacino del Volturno. Fu fondata dai Sanniti Pentri molto pri-ma della conquista romana; ne parla per la prima volta Tito Livio, riferen-dosi all’anno 295 a.C., ma ben poco ri-mane a causa dei terremoti che si so-no susseguiti nei secoli e, non ultimo, i bombardamenti della Seconda Guer-ra Mondiale. La città vecchia presenta fra le case antiche la cattedrale, la chie-sa di San Francesco, quella dell’Assun-ta e la Fontana Fraterna, racchiusa in una specie di portico in stile gotico. Nel tesoro della cattedrale è custodita “la gabbia di San Nicandro”, capola-voro dell’arte orafa di scuola sulmone-se, che traduce in miniatura i motivi ar-chitettonici gotici della regione.Venafro antichissima città, colonia e

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municipio romano, sorge ai piedi del Monte Santa Croce che lo protegge dai venti freddi settentrionali. Dell’età romana conserva resti delle mura e dell’anfiteatro;  la struttura urbana ri-vela ancora il tracciato di quella anti-ca. Il monumento più pregevole è sen-za dubbio la cattedrale romanica.

Agnone: il paese sorge su un colle di oltre 800 metri e domina la valle del Verrino. È famoso nel mondo per la fabbricazione di campane, per esem-pio quelle dell’Abbazia di Montecas-sino o della Basilica di San Pietro a Roma. Tradizione questa, che pare risalga al III secolo a.C., come han-no dimostrato scavi archeologici che hanno portato alla luce una tavola di bronzo di quel periodo, a conferma

che qui esiste la più antica fonderia del mondo.

Pescopennataro è un piccolo paese che sorge ai piedi di una parete calca-rea semicircolare, divisa dall’erosione in torri frastagliate. È interessante ve-dere come appaia spesso nella topo-nomastica delle regioni centromeri-dionali (specie in Molise) il termine “pesco” o “peschio”, che significa ru-pe a strapiombo, cima rocciosa.

Campobasso sorge a circa 700 me-tri di altezza e domina la valle del Bi-ferno; fu fondata dai Longobardi sulle pendici più alte del colle, dove sorgono numerosi monumenti medioevali, tra cui il Castello Monforte. La sua origine feudale si potrebbe desumere dal nome

“campus vassorum”, cioè sede dei vas-salli, ma, più verosimilmente, deriva dal fatto che si è sviluppata nella pia-nura sottostante. In epoca normanna esistevano ancora due borghi Campus

de prata in alto, e Campus bassus sul-le pendici del colle. Nel periodo longo-bardo, infatti, il borgo alto era abitato dai gastaldi e dalla loro corte, mentre quello basso ospitava i soldati, gli arti-giani e i contadini. Il centro urbano è diviso tra città vecchia e città nuova: la prima caratterizzata da strade strette e tortuose frammezzate da gradoni e in forte pendenza; la seconda, da strade ampie, rettilinee, da piazze spaziose e viali alberati. Fra i monumenti più an-tichi vanno ricordate le chiese romani-che di San Giorgio e San Bartolomeo.

Termoli: il nucleo antico della città a pianta ellittica sorge su un piccolo pro-montorio roccioso e racchiude i prin-cipali monumenti. Il Duomo romani-co dedicato a San Basso fu costruito nel medioevo (1153) sulle rovine di un precedente edificio del VI secolo. Inte-ressantissima la cripta che mostra una splendida pavimentazione di mosaico policromo con raffigurazioni zoomor-fiche, risalente al X-XI secolo. La fac-ciata, tutta in pietra, fu eretta in due epoche diverse: la parte bassa risale al XII secolo; quella superiore con il roso-ne, nel XV secolo. Visse il suo massimo splendore sotto la dinastia degli Svevi. Il vecchio borgo, chiuso entro le anti-che mura, è dominato dalla torre del castello svevo e caratterizzato da pic-cole vie strette e tortuose. ■

Termoli - Lido

INFOCome arrivare:

Campobasso si raggiunge, lasciata l’autostrada A14 Adriatica all’altezza

di Termoli, seguendo la statale 647 Bifernina.

Da Roma si percorre la A1 Autosole e dall’uscita San Vittore si prosegue

in direzione Campobasso. Per chi proviene da sud, A16 fino a Benevento

e poi statale 87 per Campobasso.

Le ferrovie della linea Adriatica:

la Bologna – Foggia (stazione Termoli) per tutti i treni R, IC, Fr.B.

Gli aeroporti più vicini sono quelli di Napoli e Pescara, rispettivamente a

150 e 170 km.

Ente Provinciale per il Turismo di Campobasso (0874/415662),

Comune di Campobasso (0874/4051) e portale regionale del turismo.

Per escursioni nei dintorni di Campobasso:

Molise Explorer (0874/418760 - 347/7305781)