Rondine -NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE - n. 16

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PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE - AREZZO MARZO-APRILE 2011, ANNO IV° NUMERO 16 Direttore responsabile: Luciana Maci - Redazione: Cooperativa Sociale Rondine Servizi - S.c.r.l. Onlus – via Mazzini 6/A – 52100 Arezzo Poste Italiane Spa – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art.1, comma 1 CB AREZZO NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE “GIOVANI DA PAESI IN CONFLITTO INSIEME IN UNO STUDENTATO IN TOSCANA PER UN LABORATORIO DI DIALOGO DA ESPORTARE IN ITALIA E NEL MONDO” EDITORIALE Segni dei tempi S aper cogliere in tempo i sintomi offre l’opportunità di intervenire molto più efficacemente sulla malattia, porre attenzione ai segnali stradali riduce il rischio di incidenti, ascoltare i silenzi e le parole del disagio può salvare una relazione. Da quando l’uomo si affida alle macchine, l’ingegnere non fa mai mancare le spie che segnalino per tempo errori o disfunzioni per correre utilmente ai ripari. I segni sono essenziali per la vita personale e sociale: immersi in un mondo di segni, impariamo ogni giorno a capirli, migliorando la comunicazione e aumentando probabilità di riuscita e sopravvivenza. I segni sono affascinanti. Vi si possono scorgere o attribuire significati infiniti: interpretarli è un arte in cui si cresce col tempo. Se ci si applica. Si colgono, si intuiscono, si vedono, si attendono, si riconoscono, si presagiscono…i segni, a livello conscio o inconscio, sono gli indicatori della vita. “La primavera viene!” ricordava il sindaco di Firenze Giorgio La Pira a un giardiniere che si affannava attorno a un ciliegio. Eppure l’uomo, pur avendo apparati sensoriali sani, intelligenza buona, capacità operativa, spesso non vede, non ode, con coglie, anzi a volte è refrattario ai segni. Forse perché si moltiplicano caotici e si staccano dai loro significati – si pensi allo svuotamento della parola – avanza l’assuefazione, l’indifferenza ai segni. Inutilmente si rileggono gli storici antichi, anche se le loro pagine sembrano di un’attualità sorprendente. I segni dei tempi richiedono un’alta vigilanza che è esercizio di profezia. Difficile farlo nel chiasso. Quale medico continuerebbe ad auscultare il proprio paziente con una televisione a tutto volume? Cosa coglieremo, per esempio, da quanto succede nella Sponda Sud del Mediterraneo? Che nome daremo a questo sommovimento storico? Se tutto è ridotto a chiacchiericcio, a utilizzo strumentale di un elemento su mille, a polemica politica, ad alimento di rinnovate paure… Se anche stesse venendo la primavera, continueremo a pensare di essere in un pesante clima autunnale. Chiara, la bambina di cui si parla qui accanto, si è concentrata, ha pensato, ha scritto, non ha avuto paura di rimanere delusa e ha lanciato il suo messaggio avendone una risposta. Nelle persone coinvolte da questo piccolo gesto si è aperto, oggettivamente, un punto di vista diverso sulle cose e sul mondo. Un segno? Franco Vaccari Presidente dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace UN VOLO DI PACE N on siamo più abituati alle piccole storie che aprono il cuore. La cronaca ci sbatte in faccia ogni giorno dolore e miseria perciò, quando capita di essere testimoni di un episodio di tutt’altro segno, rimaniamo sconcertati, se non stupefatti o, a volte, finiamo per reagire con scetticismo o cinismo, quasi volessimo difenderci da quel corpo estraneo inserito in un mondo che non gli è affine. Il “corpo estraneo” è atterrato un giorno d’aprile nella locanda di Rondine, il luogo dove gli studenti si ritrovano per pranzo o anche solo per fumarsi una sigaretta e chiacchierare in tranquillità: era un palloncino rosso, con legato un biglietto scritto da una bambina, Chiara Malandrino, della classe seconda B della scuola elementare “Gianni Rodari” di Alfonsine (Ravenna). Sopra queste parole: “Ti prendo, ti stringo, ti tengo, ti graffio, ti strappo, ti gratto, ti picchio, ti rompo, ti stendo, ti spacco, ti storco, ti batto. Ma dopo facciamo la pace, ti dono la mia caramella: perché fare la lotta mi piace però la pace è più bella”. Aveva fatto circa 200 chilometri, quel palloncino, per arrivare alla Cittadella della Pace. Un caso, direbbe qualcuno. Un preciso disegno, argomenterebbe qualcun altro. Quel che è certo è lo stupore che ha suscitato in tutti quel messaggio: una bambina di appena 8 anni, una bambina di un’altra città, che ignorava completamente l’esistenza della Cittadella e dei suoi studenti aveva, in poche parole, condensato la “non retorica” del messaggio di Rondine: non la pace a tutti i costi, quella di cui è facile riempirsi la bocca e altrettanto facile dimenticarsi, ma la pace vera, conquistata dopo che ci si è confrontati sul serio, lottando, battendosi, anche facendosi male, se necessario, dove e quando sia necessario. Rosso come la rondine rossa di Rondine, quel palloncino è scoppiato eppure è come se continuasse a volare. È volato – invisibile agli occhi - sulle migliaia di studenti che il 10 maggio hanno ascoltato la testimonianza di una rondine d’adozione, Liliana Segre, una delle ultime sopravvissute alla tragedia della Shoah, da tempo amica dell’Associazione perché, come gli studenti dello Studentato Internazionale, anche lei ha scelto a suo tempo di guardare in faccia il “nemico”. Il palloncino vola insieme alle Rondini d’Oro che, come Davit Chumburidze (pag. 7), attraverso il lavoro e l’impegno quotidiano stanno contribuendo alla ricostruzione e al benessere dei loro popoli. E volano in alto anche speranze e aspettative, progetti ed idee come quelli circolati il 16 aprile durante il Rapporto annuo a Camaldoli, tradizionale giornata di bilanci ma anche di progetti per il futuro. Un futuro che, ora più che mai, si prospetta incerto per i Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo protagonisti negli ultimi mesi, uno dopo l’altro, di sommosse, rivoluzioni e guerre: Rondine è vicina a queste popolazioni e, per quanto rientra nelle sue possibilità, sta pensando di attivarsi a loro sostegno. Sembrano – e sono – imprese ardue, ma a volte, per trovare la forza necessaria a grandi imprese, bisognerebbe tornare a guardare il mondo con gli occhi di un bimbo di 8 anni che fa volare in alto un palloncino. Luciana Maci IN QUESTO NUMERO: • p.2 e p.3 Speciale su Liliana Segre, testimone dell'Olocausto • p.6 Rapporto annuo 2010: bilanci e prospettive • p.7 Storia di Davit, dai campi profughi al ministero • p.8 Arrivano Le Piazze di Maggio 2011 Il biglietto di Chiara, otto anni, arrivato con un palloncino rosso da Ravenna a Rondine

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Sedicesima uscita del periodico di Rondine

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PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE - AREZZO MARZO-APRILE 2011, ANNO IV° NUMERO 16Direttore responsabile: Luciana Maci - Redazione: Cooperativa Sociale Rondine Servizi - S.c.r.l. Onlus – via Mazzini 6/A – 52100 Arezzo

Poste Italiane Spa – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art.1, comma 1 CB AREZZO

N O T I Z I E D A L L A C I T T A D E L L A D E L L A P A C E“GIOVANI DA PAESI IN CONFLITTO INSIEME IN UNO STUDENTATO IN TOSCANA PER UN LABORATORIO DI DIALOGO DA ESPORTARE IN ITALIA E NEL MONDO”

EDITORIALE

Segni dei tempi

Saper cogliere in tempo i sintomi offrel’opportunità di intervenire molto piùefficacemente sulla malattia, porre

attenzione ai segnali stradali riduce il rischio diincidenti, ascoltare i silenzi e le parole del disagiopuò salvare una relazione. Da quando l’uomo siaffida alle macchine, l’ingegnere non fa maimancare le spie che segnalino per tempo errori odisfunzioni per correre utilmente ai ripari.I segni sono essenziali per la vita personale esociale: immersi in un mondo di segni,impariamo ogni giorno a capirli, migliorando lacomunicazione e aumentando probabilità diriuscita e sopravvivenza. I segni sonoaffascinanti. Vi si possono scorgere o attribuiresignificati infiniti: interpretarli è un arte in cui sicresce col tempo. Se ci si applica.Si colgono, si intuiscono, si vedono, siattendono, si riconoscono, si presagiscono…isegni, a livello conscio o inconscio, sono gliindicatori della vita. “La primavera viene!”ricordava il sindaco di Firenze Giorgio La Pira aun giardiniere che si affannava attorno a unciliegio. Eppure l’uomo, pur avendo apparatisensoriali sani, intelligenza buona, capacitàoperativa, spesso non vede, non ode, concoglie, anzi a volte è refrattario ai segni. Forseperché si moltiplicano caotici e si staccano dailoro significati – si pensi allo svuotamento dellaparola – avanza l’assuefazione, l’indifferenza aisegni. Inutilmente si rileggono gli storici antichi,anche se le loro pagine sembrano diun’attualità sorprendente.I segni dei tempi richiedono un’alta vigilanzache è esercizio di profezia. Difficile farlo nelchiasso. Quale medico continuerebbe adauscultare il proprio paziente con unatelevisione a tutto volume? Cosa coglieremo,per esempio, da quanto succede nella SpondaSud del Mediterraneo? Che nome daremo aquesto sommovimento storico? Se tutto èridotto a chiacchiericcio, a utilizzo strumentaledi un elemento su mille, a polemica politica, adalimento di rinnovate paure… Se anche stessevenendo la primavera, continueremo a pensaredi essere in un pesante clima autunnale.Chiara, la bambina di cui si parla qui accanto, siè concentrata, ha pensato, ha scritto, non haavuto paura di rimanere delusa e ha lanciato ilsuo messaggio avendone una risposta. Nellepersone coinvolte da questo piccolo gesto si èaperto, oggettivamente, un punto di vistadiverso sulle cose e sul mondo. Un segno?

Franco VaccariPresidente dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace

UN VOLO DI PACENon siamo più abituati alle piccole

storie che aprono il cuore. Lacronaca ci sbatte in faccia ogni

giorno dolore e miseria perciò, quandocapita di essere testimoni di un episodio ditutt’altro segno, rimaniamo sconcertati, senon stupefatti o, a volte, finiamo per reagirecon scetticismo o cinismo, quasi volessimodifenderci da quel corpo estraneo inseritoin un mondo che non gli è affine.Il “corpo estraneo” è atterrato un giornod’aprile nella locanda di Rondine, il luogodove gli studenti si ritrovano per pranzo oanche solo per fumarsi una sigaretta e

chiacchierare in tranquillità: era unpalloncino rosso, con legato un bigliettoscritto da una bambina, Chiara Malandrino,della classe seconda B della scuolaelementare “Gianni Rodari” di Alfonsine(Ravenna). Sopra queste parole: “Ti prendo,ti stringo, ti tengo, ti graffio, ti strappo, tigratto, ti picchio, ti rompo, ti stendo, tispacco, ti storco, ti batto. Ma dopofacciamo la pace, ti dono la mia caramella:perché fare la lotta mi piace però la pace èpiù bella”.Aveva fatto circa 200 chilometri, quelpalloncino, per arrivare alla Cittadella dellaPace. Un caso, direbbe qualcuno. Unpreciso disegno, argomenterebbe qualcunaltro. Quel che è certo è lo stupore che ha

suscitato in tutti quel messaggio: unabambina di appena 8 anni, una bambina diun’altra città, che ignorava completamentel’esistenza della Cittadella e dei suoistudenti aveva, in poche parole,condensato la “non retorica” del messaggiodi Rondine: non la pace a tutti i costi, quelladi cui è facile riempirsi la bocca ealtrettanto facile dimenticarsi, ma la pacevera, conquistata dopo che ci si èconfrontati sul serio, lottando, battendosi,anche facendosi male, se necessario, dovee quando sia necessario.Rosso come la rondine rossa di Rondine,

quel palloncino è scoppiato eppure è comese continuasse a volare. È volato –invisibile agli occhi - sulle migliaia distudenti che il 10 maggio hanno ascoltatola testimonianza di una rondine d’adozione,Liliana Segre, una delle ultimesopravvissute alla tragedia della Shoah, datempo amica dell’Associazione perché,come gli studenti dello StudentatoInternazionale, anche lei ha scelto a suotempo di guardare in faccia il “nemico”. Ilpalloncino vola insieme alle Rondini d’Oroche, come Davit Chumburidze (pag. 7),attraverso il lavoro e l’impegno quotidianostanno contribuendo alla ricostruzione e albenessere dei loro popoli. E volano in altoanche speranze e aspettative, progetti ed

idee come quelli circolati il 16 apriledurante il Rapporto annuo a Camaldoli,tradizionale giornata di bilanci ma anche diprogetti per il futuro.Un futuro che, ora più che mai, si prospettaincerto per i Paesi della Sponda Sud delMediterraneo protagonisti negli ultimi mesi,uno dopo l’altro, di sommosse, rivoluzioni eguerre: Rondine è vicina a questepopolazioni e, per quanto rientra nelle suepossibilità, sta pensando di attivarsi a lorosostegno. Sembrano – e sono – impreseardue, ma a volte, per trovare la forzanecessaria a grandi imprese, bisognerebbe

tornare a guardare il mondo con gli occhi diun bimbo di 8 anni che fa volare in alto unpalloncino.Luciana Maci

IN QUESTO NUMERO:

• p.2 e p.3 Speciale su Liliana Segre,testimone dell'Olocausto

• p.6 Rapporto annuo 2010: bilanci e prospettive

• p.7 Storia di Davit, dai campi profughi al ministero

• p.8 Arrivano Le Piazze di Maggio 2011

Il biglietto di Chiara, otto anni, arrivato con un palloncino rosso da Ravenna a Rondine

Rondine n. 16 3-05-2011 16:05 Pagina 1

On Tuesday, May 10, 2010 a witnessof the Shoah told her tragic story atthe Business and Conference

Centre of Arezzo during the special evententitled “Liliana Segre’s testimony of theHolocaust” organized by the AssociationRondine Cittadella della Pace for studentsfrom schools of the province. The eventwas sponsored by the Foundation ‘Montedei Paschi’ of Siena within the projectentitled “Schools in peace”.Liliana Segre, one of the last survivors ofthe Shoah, told the story of herdeportation to the extermination camp ofAuschwitz-Birkenau as a young Jew, infront of thousands of students attendingthe event.This was the starting point for the creationof a scholarship entitled “Janine Lives”, inmemory of a French girl of Jewishdescent who was one of Liliana’sunfortunate companions in the Naziconcentration camp. Considered not to beable to work because one of the machinesthey used had severed two fingers of hers,the poor girl was sent to die with a simplegesture. Since then, each time she speaksto young students, Ms Segre never forgetsto mention Janine and asks the audienceto make her live for one instant in theirmemory, “as if it were the image of allthose who went missing, ash in the windof Auschwitz”. The scholarship will extendand strengthen this memory. It will beassigned to young students who chose toexperience life at the International Hall ofResidence of Rondine, following itstraining for pacific coexistence andreconciliation. Janine will come alive againin each one of these students who rejectthe logic of violence, vengeance and war.Simultaneously with the scholarship, aninternational competition was set up inmemory of Janine. For all the students of

Italian and foreign middle schools andhigh schools, its objective is to help youngpeople overcome the pain generated by adifficult and touching story with a concreteand liberating action through the multipleoptions of artistic expression such asvideos, photographs, drawings, etc.It will be Liliana herself to give notice ofthis interesting opportunity each time shetestimonies her experience of the Shoaharound schools all over Italy. Anyhow, thecompetition will be open to students fromany school.Every year, on January 27th, Memorial Day,the Province of Arezzo will award thewinner of the competition and the bestworks will be displayed.(translation by Dennis Giusti)

The application form will be availableat www.rondine.org

2 A SPECIAL EVENT: LILIANA SEGRE’S TESTIMONY OF THEHOLOCAUST

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

Il libro sulla vicenda di Liliana Segre,“Sopravvissuta ad Auschwitz” scritto daEmanuela Zuccalà (Edizioni Paoline)

UN CONCORSO PERDARE UN VOLTO ALRICORDO

Ènato un concorso internazionale perdare un volto a Janine, l’amica diLiliana Segre morta nel campo di

concentramento di Auschwitz. Aperto atutti gli studenti delle scuole medie esuperiori nazionali e internazionali, il suoscopo è aiutare i ragazzi a superare ildolore generato da un racconto duro etoccante con un gesto concreto eliberatorio attraverso la molteplicitàdell’espressione artistica: video, foto,disegni ecc.ecc.Ai partecipanti al concorso intitolato“Voltati! Janine vive!” sarà infatti chiestodi dare un volto a Janine, francese diorigine ebraica uccisa dai nazisti perchéritenuta inabile al lavoro: la sua amicaLiliana non riuscì neppure a guardarlamentre si allontanava verso le camere agas e, ogni volta che incontra le scuole,la Segre non manca di rievocare questodrammatico episodio cercando di farrivivere, almeno nel ricordo, la figura diJanine.Sarà la stessa Liliana, ogni volta cheandrà a testimoniare l’esperienza dellaShoah alle scolaresche di tutta Italia, adare notizia di questa interessanteopportunità, ma il concorso sarà aperto astudenti di qualsiasi scuola.Ogni anno il 27 gennaio, nel Giorno dellaMemoria, la Provincia di Arezzo premieràil vincitore del concorso legato alla borsadi studio “Janine vive!” (vedi articolo afianco). Inoltre i migliori elaborati verranoesposti in una mostra in un luogo dadefinire.Il bando sarà scaricabile dal sito diRondine www.rondine.org.

JANINE RIVIVE INUNA BORSA DISTUDIO

Una ragazzina mandata a moriresolo perché non poteva piùlavorare; la sua amica che,

schiacciata dall’inferno dell’Olocausto,non trova il coraggio di voltarsi verso di lei per darle un ultimo saluto.Da un dramma incompiuto nella vita di Liliana Segre, testimone diAuschwitz, nasce la borsa di studio“Janine vive!” dedicata alla memoria di questa giovanissima donna francesedi origine ebrea di nome Janine,sventurata compagna di Liliana nelcampo di concentramento nazista.Giudicata inabile al lavoro perché una macchina le aveva tranciato le prime falangi di due dita, la poveretta fu mandata a morire con un semplice gesto.“Da mesi lavoravo accanto a lei allamacchina – rievoca Liliana nel libro diEmanuela Zuccalà “Sopravvissuta adAuschwitz” (Edizioni Paoline) – ma nonmi voltai.Avrei potuto rivolgerle una parolaqualunque affinché non si sentisse solanel momento della condanna a morteper la colpa di essere nata ebrea. Nonl’ho chiamata per nome nell’attimoestremo della sua vita.Non mi sono voltata, non accettavo più idistacchi”.Da allora, ogni volta che parla ai ragazzidelle scuole, la Segre non manca dicitare Janine e chiedere al suo pubblicodi farla vivere per un istante nel ricordo,“come se fosse l’immagine di tuttiquelli che sono spariti, cenere nel ventodi Auschwitz”.La borsa di studio consentirà diprolungare e rafforzare questo ricordo.Sarà attribuita a un giovane o unagiovane che sceglieranno di viverel’esperienza dello StudentatoInternazionale di Rondine, ovvero unpercorso di educazione alla pacificaconvivenza e alla riconciliazione.Janine rivivrà in ciascuno di questigiovani che rifiutano ogni giorno lalogica della violenza, della vendetta edella guerra.Per la creazione della borsa di studio sirenderà necessario un fortecoinvolgimento di istituzioni, privati,fondazioni, enti, associazioni e singoliindividui sensibili ai temi della memoria,impegnati a garantire la continuità della borsa negli anni perché ilmessaggio “Janine vive!” possa arrivareanche alle future generazioni.Ai finanziatori sarà garantito un ritorno d’immagine attraverso unavisibilità costante e continua durantetutte le iniziative correlate al suo lancioe alla sua diffusione.

Rondine n. 16 3-05-2011 16:05 Pagina 2

Parole che lasciano graffi profondinell’anima: sono quellepronunciate da Liliana Segre

martedì 10 maggio al Centro Affari eConvegni di Arezzo davanti a circa 4.000studenti delle scuole medie e superiori,autorità locali e spettatori di ogni età eprovenienza impressionati, sconvolti etotalmente catturati da quelle parole.Organizzata dall’Associazione RondineCittadella della Pace, la conferenza“Liliana Segre testimone dell’Olocausto”punta a rievocare la storia di una delleultime sopravvissute alla Shoah.Nata a Milano il 10 settembre del 1930,a otto anni venne espulsa da scuoladopo la promulgazione delle leggi razzialifasciste. Il 7 settembre del 1943 cercò difuggire in Svizzera col padre e duecugini, ma le autorità elvetiche lirespinsero. Il giorno dopo vennearrestata vicino a Varese, quinditrasferita a Como e infine a Milano, nelcarcere di San Vittore, dove rimase perquaranta giorni. Il 30 gennaio 1944venne deportata nel campo diconcentramento di Auschwitz-Birkenau(sud della Polonia), dove arrivò il 6febbraio. Durante l’anno di permanenzanel lager polacco superò tre selezioniprima di effettuare la terribile marciadella morte di fine gennaio 1945, dopol’evacuazione del campo verso laGermania. La liberazione avvenne il 30aprile nel campo di Malchow(Meclemburgo, nord della Germania) adopera delle truppe dell’Armata Rossa.Per molti anni non ha voluto parlare dellatragedia vissuta in gioventù perché ilricordo era troppo doloroso, ma poi hadeciso di rompere il silenzio perraccontare ai giovani la sua storiasegnata dalla persecuzione nazista degliebrei, anche a nome di tutti coloro chenon sono mai tornati dai campi disterminio.Nel 2008 e nel 2010 Liliana ha ricevutodue lauree honoris causa dall’Universitàdi Trieste e dall’Università di Verona,rispettivamente in Giurisprudenza eScienze pedagogiche. Le è inoltre stataconferita la cittadinanza onoraria diArezzo.La presenza di Liliana in un eventoorganizzato da Rondine ha un profondosignificato: in perfetta linea con lo spiritodella Cittadella, l’allora giovaneperseguitata dai nazisti seppe guardarein faccia il nemico e comprendere cheun eventuale gesto di vendetta nonavrebbe fatto altro che perpetrareun’infinita catena d’odio.La conferenza è finanziata dallaFondazione Monte dei Paschi di Sienanell’ambito del progetto “Scuole inpace”, ha il contributo di BancaValdichiana e il patrocinio del Comune edella Provincia di Arezzo.

3DA AUSCHWITZ A RONDINE PER TESTIMONIARE LA PACEMigliaia al Centro Affari di Arezzo ad ascoltare Liliana Segre

Liliana Segre, con il presidente di Rondine Franco Vaccari, durante una testimonianza nelPalasport Le Caselle di Arezzo nel 2006

Foto Felice Rogialli

Migliaia di studenti in ascolto della Segre

“CORAGGIO, JANINE,TI VOGLIO BENE”(...) Alla selezione successiva, dietro di mec’era una ragazza francese, Janine, chelavorava con me in fabbrica alla macchinache tagliava l’acciaio e che, proprio neigiorni precedenti la selezione, le avevatranciato Ie prime falangi di due dita. Lei,poverina, in qualche modo nascondeva conuno straccio la sua mano mutilata e sipresentava, nuda e menomata, al tribunaledi vita e di morte. Io ero appena passata, cel’avevo fatta ancora una volta, e sentii chegli assassini fermavano Janine e che lascrivana, prigioniera come noi, prendevanota del suo numero.Quel gesto significava: “Vai a morire perchénon puoi più lavorare”.Io fui insensibile: da mesi lavoravo accanto alei alla macchina ma non mi voltai. Raccontosempre questo episodio quando parlo diAuschwitz è come un’espiazione, per me.Perché io non fui come i detenuti di SanVittore, non le dissi: “Coraggio, Janine, tivoglio bene, ciao”... Avrei potuto rivolgerleuna parola qualunque affinché non sisentisse sola nel momento della condanna amorte per la colpa di essere nata ebrea.Non l’ho chiamata per nome nell’attimoestremo della sua vita. Non mi sono voltata,non accettavo più i distacchi.Sono vecchia e sono passati piu disessant’anni da quel giorno, ma io raccontosempre e, quando parlo ai ragazzi nellescuole, chiedo loro di pensare a Janine perun attimo, di farla vivere per un istante nelricordo, come se Janine fosse l’immagine ditutti quelli che sono spariti, cenere, nelvento di Auschwitz.Pensiamo a Janine, per un attimo: erafrancese, aveva ventidue o ventitre anni,occhi azzurri, voce dolce, ricciolini biondicorti, appena ricresciuti dopo la rasatura.Andata al gas ad Auschwitz in un giorno del1944. Pensiamola un momento, perchénessuno, tranne me e gli aguzzini, conoscela fine che ha fatto Janine.Mi sono sempre vergognata del miocomportamento verso di lei, ma non hopotuto far nulla per tornare indietro.Ci sono momenti della nostra vita chevorremmo rivivere per essere diversi,episodi che ci insegnano a non lasciare chela vita scorra sopra di noi senza rifletteresulle occasioni perdute: una parola buona,andare a trovare una persona sola, unvecchio che non ha nessuno, cinque minutidella nostra vita. Fermarsi, voltarsi a dire“ciao, Janine”, anche senza arrivare adalcun gesto eroico di cui pochi sonocapaci...Piccoli gesti che possiamo compiere ognigiorno, e che invece rimpiangiamo di nonaver compiuto solo quando ormai e troppotardi...Janine andava a morte. Io invece ho fattoquel passo avanti che divideva la mortedalla vita, mi sono rivestita con i miei straccie ho ripreso la mia esistenza di prigionieraschiava che un anno di lager avevatramutato in una lupa affamata, scheletrita,egoista. Trasparente a se e agli altri». (...)(tratto da “Sopravvissuta ad Auschwitz”di Emanuela Zuccalà, Edizioni Paoline)

Foto Peter Knezic

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

DUE DOMANDE A LILIANA SEGRECome è nato questo rapporto così speciale con Rondine?Sono rimasta entusiasta di Rondine al primo colpo. Ricordo che anni fa andai aCamaldoli. Qualcuno dell’Associazione che si trovava lì ascoltò la mia testimonianzae mi invitò ad Arezzo. Venni e vidi...un mondo migliore! È così che ho conosciutoFranco Vaccari, ma anche Gabriele Abbado (tra i soci fondatori, scomparsonell’agosto 2009, ndr) e un amico della Provincia di Arezzo (a Liliana è stataconferita la cittadinanza dalla nostra città, ndr).Cosa ne pensa dell’iniziativa della Cittadella della Pace di istituire la borsadi studio “Janine vive!”, collegata a un concorso per i ragazzi dellescuole?È stato Franco in persona a venire mesi fa a casa mia a Milano con gli studenti perparlarmi di questo progetto. Ne sono rimasta talmente colpita che già da ora, in tuttii luoghi in cui vado, ho cominciato a parlarne. Certo bisogna ammettere che lescuole, soprattutto in questo momento storico, non sono luoghi particolarmentepropizi per la raccolta fondi...Ma la cosa più emozionante sarà la risposta deglistudenti. Aver dedicato la borsa di studio a Janine lenisce quello che non ho fatto.Quella frase scelta per il concorso, “Voltati! Janine vive!” è – se mi permettete ilgioco di parole – la chiave di volta tra quello che prèdico e quello che ho fatto.Perché non mi sono mai perdonata di non aver detto alla mia amica neppure unaparola di addio. (L.M.)

Rondine n. 16 3-05-2011 16:05 Pagina 3

Centinaia di giovani studentiinsieme per un viaggio che è statosvago, scoperta, divertimento ma

anche e soprattutto un’occasione di altaformazione alla pace e al vivere civile. Ilviaggio di istruzione in Trentino dal 3 al 9aprile di ragazzi di varie scuole medie esuperiori, momento saliente del progetto“Scuole in pace” realizzato con ilcontributo della Fondazione Monte deiPaschi di Siena e della TrentinoMarketing S.p.A., ha lasciato in tutti ipartecipanti, compresi insegnanti eaccompagnatori di Rondine, unasensazione precisa: che non si siatrattato di una gita qualsiasi, per quantopiacevole e istruttiva, ma di qualcosa dipiù.La differenza l’hanno fatta il Trentino e igiovani dello Studentato Internazionale diRondine. Il Trentino è una terraparticolare, devastata dalle due guerremondiali, che però è riuscita a faretesoro di questa memoria pertrasformarla in un presente di pace estabilità. Gli studenti di Rondine vengonoda luoghi di guerra o che hannoconosciuto conflitti, e sono riusciti asuperare incomprensioni e ostilitàattraverso un quotidiano lavoro diricostruzione della fiducia e dei rapportiinter-personali.“È stato un connubio riuscito” hadichiarato il presidente di Rondine,Franco Vaccari, commentando l’arrivoin territorio trentino di circa 260 studentidelle scuole secondarie di primo esecondo grado del territorio aretino, piùstudenti dello Studentato Internazionale,formatori e gruppi di studenti di Sassarie Alghero, due città che stanno semprepiù consolidando il rapporto con Rondinee la Provincia di Arezzo. “Nonostantemolte scuole italiane abbiano deciso dirinunciare alle gite per protesta contro itagli governativi – ha sottolineato Vaccari– questi insegnanti hanno volutougualmente partecipare perché hannocapito che il valore intrinseco era moltopiù forte di quello di una normale gita.L’entusiasmo è stato tale che ci sono giàprenotazioni per il prossimo anno”.È in un’ottica di formazione alla pace cheè stata visitata la Campana dei Caduti diRovereto, sul Colle di Miravalle, volutadal sacerdote roveretano don AntonioRossaro all’indomani della prima guerramondiale come simbolo di condanna delconflitto, pacificazione delle coscienze esolidarietà tra i popoli. Particolarmenteinteressante per i ragazzi delle scuoleanche il Museo Storico Italiano dellaGuerra, da 80 anni impegnato nellaraccolta e nella conservazione didocumenti relativi al primo conflittomondiale. Ed emozionante è stata lavisita alle Trincee di Matassone, luogodella memoria che testimonia come laGrande Guerra abbia segnato questiposti in maniera indelebile. “Anche glistudenti di Rondine vogliono mettere laguerra in un museo come ha fatto ilTrentino” ha commentato Vaccari.

Nel constatare la ritrovata bellezza di unluogo un tempo devastato, GuyFrishman, studente israeliano diRondine, ha affermato: “La veraricchezza è essere consapevoli del valoredi qualcosa senza doverla primaperdere”. Rivolgendosi poi a PaoloManfrini, direttore della comunicazionedi Trentino Marketing S.p.A., e alconsigliere della Provincia Autonoma diTrento, Giorgio Lunelli, ha ringraziato“tutte le istituzioni del territorio per avercoltivato questo patrimonio storico. Noicome Studentato Internazionale vogliamoportare un’alternativa, possiamo evogliamo creare un’altra realtà”.“Quando si parla di guerra si parlaspesso di vinti e vincitori” ha dettoCarla, studentessa sarda, “qui invece cisono storie di persone. Mi ha colpitomolto parlare con israeliani e palestinesi,vederli ballare insieme, ascoltare le lorostorie e quelle di tutti gli studenti deglialtri Paesi”.Ma non solo di guerra potevano parlarecentinaia di ragazzi pieni di voglia divivere. Il Trentino ha regalato loromomenti di divertimento, sempreorganizzati dai formatori all’insegna

dell’accoglienza e del rispetto dell’altro.Partendo da Folgaria, i partecipanti sonosaliti fino a quota 1600 metri perammirare le bellezze delle montagnetrentine, si sono messi in giocopersonalmente e collettivamente nelParco Avventura di Rio Centa, hannovisitato il centro storico di Rovereto ehanno allegramente pattinato nelPalaGhiacchio di Folgaria. Queste emoltre altre attività sono stateorganizzate da educatori e formatori alloscopo di aiutare i ragazzi a interagire e acrescere insieme agli altri.In particolare le scuole coinvolte nelprogetto sono state: l’Istituto Superiore“V. Fossombroni” e l’Istituto MagistraleStatale “V. Colonna” di Arezzo, il LiceoScientifico “B. Varchi” di Montervarchi, l’Istituto Tecnico “S. Ruiu” di Sassari e leScuole Medie “Piero della Francesca” diArezzo e “Magiotti” di Montevarchi.(L.M.)

Per approfondimenti su questa notiziavai su www.rondine.org

4 VIAGGIARE PER NON DIMENTICARE Studenti delle scuole medie e superiori in viaggio di istruzione in Trentino con i giovani di Rondine

Giovani delle scuole lungo le trincee di Matassone

A HIGHLY EDUCATIONALMOMENT

Hundreds of young students gathered fora trip that represented amusement, dis-covery, entertainment, but also a highly

educational moment. The field trip to Trentino(Italy) from the 3rd to the 9th April undertakenby the students of different schools was theclue moment of the project “Schools in peace”,organized with the contribution of theFoundation ‘Monte dei Paschi’ of Siena. All par-ticipants, including teachers and accompaniersfrom Rondine, felt that it hadn’t been just apleasant educational trip, but it representedmuch more.What made the difference were essentiallyTrentino and the students from theInternational Hall of Residence of Rondine.Trentino is a particular region, devastated bythe two world wars, but able to treasure thismemory and turn it into present times of peaceand stability. The students of Rondine comefrom war backgrounds, they have experiencedconflicts, and were able to overcome incom-prehension and hostilities with their daily effortfor confidence building.“It was a successful union” said FrancoVaccari, president of Rondine, talking about thearrival of some 260 student in Trentino frommiddle schools and high schools in Arezzo andstudents of the International Hall of Residence,teachers and educators, groups of studentsfrom Sassari and Alghero, two cities that areconsolidating their relations with Rondine andthe Province of Arezzo.“The students from Rondine are extraordinarybecause they want to turn their rage and paininto peace” continued Mr. Vaccari, “they wantto put war in a museum, whch is what hap-pened in Trentino”. In fact, the project sched-ules the visit to the Bell of the Fallen inRovereto, the War Museum and the Matassonetrenches which still demonstrate how theseplaces were marked indelibly: the interpretationof a historical event closely related to its peo-ples’ history, such as the 1914-18 Great WorldWar, can represent the key to understandtoday’s conflicts in countries like the onesRondine’s students come from, it can help toprofoundly understand the tragic conse-quences of war and can be the reason to com-mit to peace.A strong message was expressed by GuyFrishman, Israeli student of Rondine. He saidthat “to be truly rich is to be aware of the valueof something without having to lose it” andthen continued, addressing Paolo Manfrini,communications director of Trentino MarketingS.p.A. and Giorgio Lunelli, councilor of theProvince of Trentino, “thank you to all the insti-tutions of this territory for cultivating this histor-ical heritage. “When talking about war peopleoften refer to the victorious and the defeated”said Carla, a student from Sardinia, “but hereyou show stories of people. I was really struckby the possibility of talking to Israelis andPalestinians, see them dance together, listen totheir stories and the stories of the studentsfrom the other countries”.The Association ‘Rondine Cittadella della Pace’has developed close collaborations withschools aiming at the promotion of a cultureable to solve conflicts through the testimony ofdialogue and pacific coexistence and the con-crete and real example of its Student Hall.Many schools were involved in this one-yearproject organized thanks to the contribution ofTrentino Marketing S.p.A. that concluded withthe field trip to Trentino, with the participationof four high schools and two middle schoolsfrom Arezzo, Montevarchi and Sassari.

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

Camminando verso la Campana dei Caduti di Rovereto

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Un messaggio di pace ha apertol’edizione 2010 del Rapporto Annuo diRondine. Potrebbe sembrare quasi

scontato per un’Associazione che per 15 anniha fatto della pace la sua ragion d’essere, mala storia raccontata dal presidente FrancoVaccari a soci e amici riuniti a Camaldoli loscorso 16 aprile di banale non ha proprionulla. Racconta infatti di un palloncino rossolanciato in cielo da una bambina di Alfonsine(Ravenna) insieme ad una letterina che iniziacosì: “Noi bambini siamo capaci di fare lapace e vorremmo che lo fossero anche igrandi!”. Un caso, il destino o qualcosa di piùgrande ha fatto sì che il messaggio arrivassedove la pace si cerca di farla davvero.E conosciamo i protagonisti di questaavventura con Lelia della Scala, direttricedello Studentato Internazionale. Valentina,Rijuta, Sevak, Marija, Ruslan, Hamada,Hakaki, Kameliah, Ramez, Tara,Veronica, Irakli provenienti dal MedioOriente, Balcani, Africa, India, FederazioneRussa e Caucaso del Sud, sono i volti piùgiovani dello Studentato Internazionale chevanno ad unirsi ad Ana, Kan, Dejan, Guy,Magomed, Armend, Elad e Marwa. Sonoproprio gli studenti, il cuore pulsante diRondine, a presentare alcuni flash sui progettidell’anno appena passato. Primo fra tutti il“progetto scuole” che coinvolge gli studenti elo staff di Rondine per gran parte dell’anno:Sevak ha raccontato come gli studenti negliincontri con gli alunni delle scuole parlino dellapropria esperienza portando un messaggio dipace e amicizia che si rafforza quando poisono gli studenti stessi a visitare il borgo diRondine. “Non è vero che i giovani siconquistano abbassando l’offerta” hasottolineato Vaccari “i giovani si conquistanoalzandola”. Ed è con questo spirito che hapreso vita un altro progetto di Rondine chevede i giovani in primo piano: “Face to Face”,percorso di educazione alla responsabilità peruna quarantina di giovani di scuole e

associazione coinvolti in attività e incontri aRondine, ma anche visite a L’Aquila e a Torino.Da ricordare nell’anno passato anche lecollaborazioni nate con la Provincia di Sassari,con Alghero e con la Regione Umbria che sivanno ad aggiungere a quella con il Trentino.Si è passati poi a parlare di “Vigna dellaPace”, progetto in collaborazione con ilConsorzio Agrario di Siena, che vede ognianno gli studenti della Cittadella vendemmiareinsieme per produrre un vino che profuma dipace, imbottigliato in una magnum in serielimitata ed ogni anno dedicato ad un Paese diprovenienza dei giovani. Un’altra esperienzada ricordare è il Triumph, campo per 36giovani provenienti da Israele, Bosnia ed Italia.E certamente indimenticabile è stato il Viaggiodi amicizia in Caucaso del Sud e Turchiadurante il quale è stato consegnato ad autoritàpolitiche, militari e religiose il Documento in 14punti per la Pace in Caucaso.Il Rapporto Annuo è anche il momento persalutare alcuni studenti che hanno concluso illoro ciclo di studi. Quest’anno è stata AnaMiocinovic a ricevere la Rondine d’Oro

augurando a Rondine di crescere sempre dipiù perché “è il posto dove nasce la speranzaper un futuro migliore”.A sconvolgere la tabella di marcia delconsueto appuntamento è stata l’attualità,rappresentata quest’anno dalla crisi chestanno vivendo i Paesi del Nordafrica, Libia eTunisia in testa. “Rondine si candida a formarei giovani che rappresenteranno la futura classedirigente della sponda sud del Mediterraneo”ha detto Vaccari. Un sfida subito raccoltadall’arcivescovo della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Riccardo Fontana.“Viva Rondine. Ce ne vogliono tante di storiedel genere per volare, perché sta succedendoqualcosa di nuovo: è la Provvidenza chemuove la Storia”. Anche l’onorevole DonellaMattesini ha incentrato il suo interventosull’attuale situazione in Libia. “Visitando direcente Lampedusa ho percepito in manieralampante il distacco che esiste, il noi e il voi, eho pensato a Rondine, il luogo dove queldistacco, quel conflitto, riesce ad esserecomunicato e diventa unione”.Veronica Rogialli

RAPPORTO ANNUO 2010: RONDINE SIRACCONTA E GUARDA AL FUTURO“Disponibili a formare la futura classe dirigente del Mediterraneo”

Rapporto annuo 2010: da sinistra monsignor Riccardo Fontana, arcivescovo di Arezzo, Franco Vaccari,presidente di Rondine e Angiolo Fabbroni vicepresidente. Nel riquadro la consegna della Rondined'Oro a Ana Miocinovic, serba

PER CAPIRE LASPONDA SUD

Quando scoppia una guerraemergono problemi di ognigenere, da quelli umanitari a

quelli politici ed economici. ConAlessandro Lanza, amministratoredelegato di Eni Corporate University, chelunedì 19 aprile ha tenuto la primaconferenza del ciclo “Cosa succede nellaSponda Sud del Mediterraneo?” si èparlato, tra le altre cose, delleconseguenze del conflitto in Libia per lepolitiche energetiche italiane. La suaopinione, espressa nell’ambitodell’incontro intitolato “Il mercato degliidrocarburi: prospettive per il petrolio e ilgas naturale”, è stata tutto sommato nonallarmista: “Il Greenstream, il gasdottosottomarino che dalla Libia porta il gasin Italia, è chiuso, ma il problema peradesso non è rilevante. Il gas vieneimportato nella stessa quantità siad’estate che d’inverno perciò, data l’altaquantità di gas stoccato (cioè messosotto terra) nei mesi estivi, per adessonon ci sono problemi per le riserve,almeno fino al prossimo inverno”.Moderata dall’ambasciatore GiuseppeCassini e organizzata dall’AssociazioneRondine Cittadella della Pace incollaborazione con la FondazioneGiuseppe e Adele Baracchi presso ilSalone dell’Associazione Industriali diArezzo, la conferenza ha gettato un po’di luce in questa zona del Mediterraneoattualmente al centro di gravi tensioni.“Per quanto riguarda il petrolio - hacontinuato l’esperto - l’Eni sta perdendoquasi totalmente la sua produzione inLibia ma non rincarerà il prezzo, cheeffettivamente sta già scendendo. Ladomanda petrolifera mondiale è di circa87 milioni di barili al giorno; in questomomento, a causa della crisi libica, cene mancano 350mila, una piccola partedel totale.” L’ad di Eni CorporateUniversity ha poi delineato unapanoramica del mercato degliidrocarburi, sottolineando come atutt’oggi il mercato del petrolio e del gasnaturale sia ancora il più forte (con laCina che ha una domanda quattro voltesuperiore rispetto a quello dei PaesiOsce) a fronte di quello delle energierinnovabili, che costituiscono ancora solouna piccola fetta del mercato mondiale.Prima della conferenza Lanza hatrascorso la giornata nel borgo diRondine rimanendo piacevolmenteimpressionato dall’esperienza deglistudenti provenienti da Paesi in conflitto.La seconda conferenza dal titolo“Mediterraneo in rivolta:la geopolitica delcambiamento” (di cui daremo resocontonel prossimo numero del giornale) si èsvolta il 2 maggio presso il Salonedell’Associazione Industriali di Arezzo edè stata tenuta da Vittorio Parsi,docente di relazioni internazionaliall’Università Cattolica di Milano, eCosimo Risi, diplomatico presso ilMinistero degli Affari Esteri.Sara Bindi

Foto S.A.

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RITORNO AL FUTURO

Storie di Rondini che hanno

spiccato il volo

Lui sa cos’è la guerra. “Io e la miafamiglia dovevamo morire a Sukhumima grazie a Dio ci siamo salvati,

anche se non riusciamo ancora a capirecome siamo riusciti a scapparedall’Abcasia”: a parlare è DavitChumburidze, georgiano, 29 anni, Rondined’Oro. La guerra è quella del 1992-93scoppiata in Abcasia, regione della Georgiaauto-proclamatasi indipendente conl’appoggio della Russia. “Fu un periodoincredibilmente difficile: io avevo solo 9 anni– prosegue – e non potevo capire tuttaquella violenza, ma ho visto tanti morti eferiti. Con mio padre, mia madre e miasorella siamo stati costretti a lasciare tuttoquello che avevamo e ricominciare da zero.In un giorno sono spariti tutti gli amici e ivicini. Abbiamo visto fame, gente senzacasa, senza vestiti e senza speranza: eraquesta la vita degli sfollati”.Davit non ha mai dimenticato la dura vitanel campo profughi. “Per tre anni ho vistopersone che davano cibo e vestiti ai piùpoveri anche se non avevano abbastanzaper sé. Quel periodo mi ha insegnato che,pur nelle difficoltà, dobbiamo restare umanie continuare a pensare agli altri,dimenticarci i personalismi e sentirsi partedi un gruppo”.Vissuto per due anni in Russia, poi uno inUcraina, il giovane è finalmente tornato inGeorgia. Laureatosi prima in scienzepolitiche e poi in analisi e gestione dei

conflitti all’università della capitale Tbilisi, èquindi volato in Italia per intraprenderel’esperienza di Rondine. “L’ho scelta –spiega Chumburidze – perché volevo averepossibilità di contatto e dialogo con abcasie ossetii (l’Ossezia del Sud è un’altraregione della Georgia autoproclamatasiindipendente ma mai riconosciuta da Tbilisi,ndr). Volevo, tramite il dialogo, capire cosa èsuccesso e cosa possiamo fare noi giovaniper cambiare questa terribile realtà, quellache politici e governi non riescono acambiare. Rondine è una possibilità didialogo privato da persona a persona.Inoltre pensavo, e lo penso tutt’ora, chestudiare all’università italiana èun’esperienza nuova e interessante, che dàla possibilità di incontrare altre culture,religioni ed etnie”. Certo, un po’ ditrepidazione c’era all’idea di condividerepasti, luoghi ed esperienze con i “nemici”.“Sapevo che erano l’altra faccia dellamedaglia”.Una volta giunto nella Cittadella, il primoscoglio pratico è stata la lingua: non èfacile, per un caucasico, distriscarsi tracongiuntivi e preposizioni articolate. Ma,una volta appresi i segreti della lingua diDante, è riuscito a conquistare consoddisfazione un master in Scienza dellaformazione, sviluppo umano locale ecooperazione internazionale all’Universitàdegli studi di Firenze. Nel frattempo vivevanello Studentato insieme a libanesi,israeliani, sierraleonesi, palestinesi, maanche ad ossetii e abcasi. “In questi mesiho capito che avevano anche loro le lororagioni. Ho capito quello che, in effetti, nonè un segreto: le guerre sono volute daipolitici per interessi privati e nessungiovane vuole la guerra o vuole esserenemico”.Particolare è stato il contributo di Davit allacreazione del Documento in 14 punti per la

Pace nel Caucaso, nato dall’iniziativa deigiovani dello Studentato Internazionaleall’indomani del conflito russo-georgianodell’agosto 2008 e approvato all’unanimitàda 150 esponenti di popoli caucasici allaConferenza internazionale dei popoli delCaucaso del maggio 2009 organizzata daRondine a La Verna (Arezzo). “Penso chequesto sia il più grande lavoro che ho maifatto per la pace – dice – e voglio chiedereal presidente di Rondine Franco Vaccari diessere spiritualmente forte e continuare ilprogetto, perche noi, le Rondini d’Oro (exstudenti di Rondine, ndr) siamo semprepronti per partecipare a tutte le azioni dipace”.Davit è stato anche uno dei moltiprotagonisti del viaggio di Amicizia diRondine in Caucaso del Sud e Turchia delluglio 2010. Una delegazione dellaCittadella è andato a trovarlo nel suo ufficionel gabinetto del Ministero per laReintegrazione dove attualmente lavora. Maancora prima si era unito ai “rondinini” nellavisita al campo profughi di Baku(Azerbaijan) dove in mezzo a quei bambinisfollati aveva rivisto se stesso ai tempi dellaguerra. “Durante il viaggio – commenta -ho capito che oggi la politica popolare è piùforte della politica ufficiale ma si deve faredi più per far breccia in tutti quei cuoriperduti e feriti: perciò occorre far conoscerea tutti l’esperienza di Rondine, perché è unmodello incredibilmente forte per larisoluzione dei conflitti nel ventunesimosecolo”.Luciana Maci

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Davit Chumburidze, georgiano, Rondine d’Oro

Foto Carlo Savona

PRIMA FERMATA:RONDINEGli studenti raccontano

Ho viaggiato molto, ho visto diversi Paesima un paese come questo non l’homai visto. Rondine Cittadella della Pace

è davvero un paese unico, nello stesso tempobello, t’ispira e ti lascia senza parole, ma tiporta anche difficoltà. Si sentono la speranzae la paura.Per i giovani dei nostri Paesi vivere in Italia èun sogno che si realizza solamente per pochidi noi. Essere uno dei privilegiati è un onore.La vita è bella in Italia… adesso ho capitoperché. Guardare la Toscana dalla finestrapresto di mattina e avere l’opportunità dimangiare il cibo tradizionale preparato dalle“tre mamme italiane”, come ha detto unrondinese, è una cosa bellissima. Ma questastoria non è una favola, anche se ècomunque una bellissima storia piena di vitae speranza. Per tutti noi è molto interessantevivere insieme, però la realtà è un po’ diversa.Ci vuole un po’ di tempo per capire lamentalità di ognuno di noi, e nel frattempo la

vita continua. Questo posto ti cambia. Avolte è come se dentro di te ci fosseun’altra persona che ti ricorda il tuopassato: qui a Rondine torna a farsi vivoe ci fa male. Ma come ha detto la miacoinquilina: “Noi siamo forti”. Rondinenon si vede, Rondine si vive. Un giorno seipresente il prossimo vorresti scappare. Ungiorno sei felice, il prossimo sei triste eneanche sai perché ma una cosa è sicura“Tu, proprio tu… sei cambiato” e non lodimentichi mai! Qui scoprirai la parte di testesso che era addormentata e sono sicurache ti chiederai da dove è venuta “questapersona” ma non la giudicherai… Nonguardare solamente gli errori altrui. È facilegiudicare gli altri, ma in realtà è molto piùfacile dare un’altra opportunità.Sì, siamo diversi. Il mio Paese si trova qualchecentimetro lontano dal tuo nella mappa. Lamia lingua è completamente diversa dalla tua,ma la diversità porta bellissime cose che sipossono vedere qui a Rondine: per questol’amicizia che nasce qui è preziosa. A volteabbiamo bisogno di protezione e sostegno:siamo venuti in questo mondo peraccompagnare ed essere accompagnati.Ognuno di noi, nella Cittadella della Pace, hal’opportunità di dare una parte di se stesso ericevere qualcosa in cambio. E la cosabellissima è che non sai mai cosa riceverai ocosa sarai in grado di dare: è questa lasorpresa di ogni giorno.

Valentina Pavic, serbo-bosniaca,studentessa di Rondine

Foto Silvano Monchi

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

DAI CAMPI PROFUGHI AL MINISTERO “PERCAMBIARE LE COSE”

Grazie a RONDINE sto imparando…

che l’altro non è solo una persona,ma una storia da leggere.

che l’altro non fa parte di una terra,ma di una cultura da conoscere.

che l’altro non rappresenta solo il suo cielo,ma lo spirito del suo popolo.

che io non sono solo una rondine,ma un sogno che può volare.

Rijuta Lamba,indiana, studentessa di Rondine

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8 “MONDI IN VIAGGIO”: ECCO LE PIAZZE DI MAGGIO 2011

Rondine è un viaggio fisico, ma anchespirituale e culturale, da un mondoall’altro, perché ognuno dei suoi

studenti, e in fondo ognuno di noi,rappresenta un piccolo-grande mondo.Non poteva dunque che chiamarsi così,“Mondi in viaggio”, la nuova edizione de“Le Piazze di Maggio”, manifestazioneartistico-culturale di Rondine che si ripeteormai per la quarta volta dal 2006.Realizzata con il contributo del Servizionazionale per il progetto culturale della Cei(Conferenza episcopale italiana), lakermesse si svolge dal 18 al 21 maggio traRovereto, Perugia, Rondine e La Verna(Arezzo).Si parte il 18 maggio da un luogoaltamente simbolico, la Campana dellaPace di Rovereto, dove i Tetraktis, gruppodi percussionisti impegnati tra jazz e pop,accompagneranno gli interventi di alcuneRondini d’Oro (ex studenti dello StudentatoInternazionale) rientrati per l’occasione inItalia. Scendendo lungo la penisola si arriva

il 19 maggio a Perugia, luogo caro aRondine perché già l’anno scorso l’Umbriafu al centro de Le Piazze di Maggiodedicate al tema “Viedipace”. Adaccogliere studenti e staff in piazza IVNovembre ci sarà l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor GualtieroBassetti. Con lui è prevista la presenzadelle massime istituzioni: il sindaco dellacittà, Vladimiro Boccali, il presidentedella Provincia, Marco VinicioGuasticchi e il presidente della RegioneUmbria, Catiuscia Marini. Insiemeassisteranno a un’azione in piazza di cuisaranno protagonisti i giovani delloStudentato originari di Medio Oriente,Federazione Russa, Caucaso meridionale,Balcani occidentali, Africa e India, cheoffriranno un aperitivo multi-etnico sottouna tenda allestita per l’occasione. Conl’arrivo della sera partirà la performance divideo-arte di Phillip Geist, uno deimigliori artisti in questo campo a livellomondiale, proiettata nella parete della

cattedrale di Perugia.Le suggestioni perugine lasceranno ilposto, l’indomani, a nuovi appuntamentinel borgo di Rondine. Nel pomeriggio,intorno alle 17.00, è previsto un incontropubblico con Giorgio Fornoni, excommercialista che a 50 anni si è dato algiornalismo umanitario facendo reportagedai principali luoghi di guerra e diventandogiornalista di “Report”, il programma diRaitre di Milena Gabbanelli.Successivamente lo Studentato si animeràcon attività formative e ricreative realizzatedai giovani ospiti del borgo. Dopocena, nelTeatrotenda, si terrà un concerto con ilcantante e musicista Alessandro Raina.Il 21 mattina, alle 10.30, sarà lo storico,studioso e scrittore Franco Cardini aintrodurre il significato spirituale dellamarcia che si terrà più avanti nel corsodella giornata. Dopo Cardini, intorno alle12.00, parlerà ai giovani Franco Vaccari,presidente di Rondine Cittadella della Pace.Alle 17.00 l’appuntamento è a Rassina per

l’inizio del cammino che porterà a LaVerna, dove si arriverà a notte fonda: unpercorso fisico ma anche e soprattuttospirituale che si ripete ogni anno, con lapartecipazione di tante persone comuni eospiti speciali. Quest’anno ci sarà loscrittore e insegnante della Città deiRagazzi, Eraldo Affinati, e l’attriceFederica Cassini.L’arrivo al monte sacro a San Francescosegnerà la fine di un percorso e l’inizio dinuovi progetti, perché il mondo di Rondinenon finisce mai di essere in viaggio.

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concreta dello Studentato Internazionale natonel 1997. Gli studenti provenienti da Paesi inconflitto o reduci da guerre dei Balcanioccidentali, della Federazione Russa, delCaucaso meridionale, del Medio Oriente,dell’Africa e dell’India convivono nel piccoloborgo medievale di Rondine in provincia diArezzo (Toscana), scoprendo giorno pergiorno che un altro mondo è realmentepossibile. Una volta completato il ciclo di studi(corso di laurea o master), rientrano nelPaese di origine per testimoniare, nei luoghidel proprio impegno professionale e civile, lapossibilità del dialogo, della riconciliazione edella pace. Rondine abilita ad essere“cittadini del mondo” i giovani delloStudentato e chiunque partecipi alle attivitàpromosse dall’Associazione. Aperta aqualsiasi religione o credo, è attiva in campoculturale attraverso l’organizzazione diincontri, dibattiti ed eventi di interesse localee nazionale.

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