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Fig. 3. - SODO:.fA ed aiuti. - La via del Calvario. - Romll, S. Maria Maggiore.

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PITTURE INEDITE DEL SODOìvIA E DEL BECCAFUMI.

UALCI-TE tempo fa il conte Bandi cii Vesme (I) pub­blicò un quadro inedito del Sodoma nel Castello cii B eanregard sul Lago cii Ginevra. Si sapeva che il quadro rappresentante la ZJl"a del Dl17J1lrio (fig. I), era stato restaurato prima da un tal ~'[aseri pittore di Chambéry nel 154 T ; poi dall'Axpesani, restauratore della galleria di Torino fra il 18,:;0 e il 1860. L'Arpe­sani, anzi, avea ricono."ciuto, a detta ciel Bruzza (2), che il quadro « che era di cinque tavole fu in antico scemato di due e diminuito pur anco nell'altezza, cosÌ che mancano i corpi di due delle teste accennate e

anelarono perdute altre due intere figure che erano nei lati ».

Il Baudi cii Vesme mostrò di non creelere all'affermazione del Bruzzél che certamente si attelleva a quanto doveva avergli detto l'Arpesani stes."o e affermò invece che « non v'è indizio alcuno che il quadro in origine fosse piil largo nò piil alto, sembrandomi esso, cosÌ come presentemente si trova, perfettamente equilibrato e ben completo ».

L'affermazione ciel Bruzza trova però una insperata conferma in un quadro rappresentante pure la Via del Calvario (fig. 2), ora in possesso del proL Cesare Viazzi di Genova e che altro non è se non una buona copia antica del quadro del Soc\oma nella primitiva forma e composizione. Che il quadro di Genova sia una copia dell'originale quadro del Sodoma non sembra dubbio per l'esa­gerazione cii certi caratteri ciel Sodoma, per il colorito fosco e bituminoso, per certe stentatezze e scorrettezze dell'esecuzione; ma che sia una copia antica non v'è dubbio neppure poichè dal cartellino del quadro di Beauregard recante il nome del Sodoma e del Maseri si apprende che il quadro subì la trasforma­zione radicale nel 1541 (3); la copia di Genova è dunque doppiamente prege­vole per la sua data da pors i prima ciel 154 I e per gli elementi che offre alla ricostruzione di una composizione ciel Sodoma.

La copia è fedelissima in tutta la parte centrale per il confronto che se ne può fare C!=)l1 l'originale e non v'è quindi dubhio che sia anche fedele nelle parti mancanti. 'rutto quanto si vede nel quadro di Genova e non nell'origi­nale è dovuto ai restauri radicali che il quadro ha suhÌto: per ricondurre il quadro tagliato in alto e a sinistra a prendere l'aspetto di composizione origi-

(l) AL. BAUDl DI VI:;S,rE, (fil quadro inedito del Sodollla, in l11iscellanea di studi storici in Ollore di A. j~famJ.O. Torino, 1912_

(2) BRUZZA, Noti.?:ie intorno alla patria ecc. di C. A. Bazzi, in j/l/iscellallea di Sloria Illl­lianll. Torino, r862, val. 1.

C,) Nel cartiglio è infatti la scritta: IO. AN. CAVALER - DE VERCEI 1500 - CV DE STRVCTA - l'VISSET MASERlVS - REPARAVIT , 1541.

42 - Boli. d'A,-le.

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naIe furono tolti a destra gli avanzi della handiera e della rupe vicino alla testa de l manigoldo cci a sinistra si fece sparire quanto restava clelia figura dell'altro manigoldo che si trovava dinanzi alla figura clelIa Vergine. Questi ritocchi che dovettero essere noti all' Arpesani ed al Bruzza tanto da poter affermare che il quadro era stato tagliato sfug'girono al Baudi cii Vesme che potè quindi esserne

Fig, r. - Sodoma. - La via del CHI vario, Castello di Beat~regard.

tratto in inganno ed affermare che la composizione era completa così come ora si trova. E pure, confrontando ora la copia con l'originale mutilato, si vede subito come la composizione originale sia pill completa ecl organica in quella che in questo. Se hene vi si noti quell'affollamento soverchio che si riscontra spesso nelle composizioni di cavalletto del Socloma, pure le masse appaiono qui meglio disposte intorno alla figura centrale cii Cristo e per eli più la scena ha nella copia una perfetta rispondenza con le parole dell'Evangelo: infatti Cristo è rappresentato nell'atto di volgersi e di pronunciare le parole: « Figliuole di Gerusalemme non piangete per me; anzi piangete per voi stesse e per i vostri figliuoli» (S. Luca, XXIII, 28). Ed ecco intàtti che dietro di lui appare il gruppo delle tre donne e del Cireneo, nel quadro eli Beauregard ridotto in

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moelo ch e vi s i vede soltanto Maria; ccco a sinistra cci a destra gruppi eli armali c un colonnato di tempio diruto per equilibrare nella composizione la roccia a deslra d el q uadro.

Fig. 2. - Copia :ltltica dal Sodoma. - La via de l Calvario. Genova, ColI. Viazzi.

Ricostruito cosÌ il quad ro de l Sodoma mediante la copia qual e originaria­m ente fu concepito s i può fare qualche osservazione riguardo a lla composizione ed alla datazione s ua, ch e non si poteva fare sul quadro incompleto.

Il Baudi di Vesme, no ta nd o come nel quadro elei march e::; i Cos ta s ia segnata la data del 1500, dimostrò g iustam ente come quella data fosse alterala, e cl'ac-

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cordo col Gielly (I) dis 'c che il quadro dovesse cssere poste riore a l 1.515, tanto per i caratteri stilistici, quanto per il fatto che il cartellino chiama il Sodoma col titolo di Cavaliere che egli non ebbe se non nel 15 [5.

Per le seguenti considerazioni sembra che la data debba essere spostata ancora almeno di due anni e chc si debba rite nere il quadro no n anteriore

al I ,) [7. Infatti guardando il quaclro nella sua forma originale vi troviamo una

grande analogia di composizione col quadro famoso cii Raffaello conosciuto col nome cii Spasimo di Sù:i/ia e conservato adesso nel :Museo del Pratlo, quadro datato appunto d e l 1517. Quantunque il quadro nOI1 sia tutto di mano di Raf· faello e vi appaiano come in quasi tutte le opere raffae lle.'che di qu esto p e riodo le mani degli aiuti, pure la composizione, che è quella che ci interessa, è vera­mente di Raffae llo (2). In essa non solo troviamo Ulla perfetta rispondenza nella figura centrale di Cristo volta appunto con la testa verso lo spettatore, ingi­nocchiata sotto il peso della croce e posante la mano sopra una pietra per sor­reggersi, ma se si considera il quadro di Raffaello rovesciato si vedn1. che le due masse eli figure si corrispondono a clestra eel a sinistra, come si corrispon­clono a sinistra gli edifici con colonne e a destra lo stendardo spiegato. Ed a sinistra è pure il gruppo cii armati a cavallo in entrambe le composizioni tanto eia far rite nere che appunto a quel quadro il Soeloma si sia ispirato variando gli atteggiélmenti e la disposizione delle figure secondarie accanto alla figura pri ncipale.

Nel qUéldro del Sodoma tutto appare però rovesciato, ciò che la nascere il sospetto che il Socloma abbia avuto l'ispirazione del quadro da una stampa oggi perduta, poichè quelle conservate che riproducono lo Spasimo sono tutte nel verso stesso elel quadro.

lt noto come il Soc\oma avesse una certa predilez ione p e r i quadri ripro­ducenti la passione di Cri:"to: specialmente Cristo che port(l /a croce e la via dd C'a/vario sono i soggetti cii varie composizioni su muro C' su tavola dipinte da lui (3).

Sono lieto di pote r aggiungere a queste un quadro finora passato inosser­vato nella sala del Capitolo della Cappella Paola in Santa Maria Maggiore a Roma (fig. 3). È una tavola di notevoli dimensioni in cui è appunto rapprese ntata la via d(!/ Cllhl{lrio; Cristo a destra è caduto sotto il peso della croce mentre due manigolc\i gli son presso; a sinistra Maria sviene sorretta dalle pie donne che in gruppo si affollano intorno a lei. Nel fondo un paese montagnoso e roccioso.

li colore di questo quadro, in ottimo stato di conservazione, ha una into­nazione fortemente bruna nelle ombre. La ve.>te di Cristo squilla di un bel

(1) GIELI.V, Le Sodoma. Paris, Pian, 1911, pp. no, TU. (2) Ne è la prova la stampa di Agostino Veneziano (B. 28, P. 9), tratta appunto dal disegn o

di Raffaello e riproducente esattamente il quadro dello SpasimfJ nello stesso verso dell'originale. (3) Citeremo le principali di queste composizioni:

Siena - Accademia - predella della tavola della Deposizio ne - La via del Calvario. » Chiesa di S. Giacomo - Cristo porta la .Croce. l> Villa Griccioli - La via del Calvario.

j}follte Oliveto Maggiore - Cristo l'orla la Croce. Budapest - Accademia - La via del Calvario.

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Fig. 4. - BECCAFUMI. - La Vergine col Figlio e due Santi.

Roma, S. Maria Maggiore.

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vermiglio VIVO e la veste della Vergine accasciata, col volto e le mani eli un colore cadaverico, è di un bell'azzurro luminoso: sono queste le due note pill vivaci eli tutto il quacJro che ha grandi finezze eli impasto di colore special­mente nelle teste di alcune figure secondarie. Evidentemente in qualche tono il colore è alterato e lo mostra il pentimento che oggi appare in cima al braccio principale della croce. Il cielo è luminoso e chiaro sfumando verso le cime dei monti cerulee.

Il quadro, certamente notevole, non è però tutto da attribuirsi al pittore vercellese, ma alcune deficienze di disegno e di modellazione lo manifestano opera cii aiuti in gran parte (I). È bellissima la figura clelia Vcrg-ine in cui è tutto l'abbandono d'un corpo che vien meno ed è piena d'espressione la testa di Cristo, nobile e severa testa pensosa, con gli occhi arrossati elal pianto e lacrimosi.

Le deficienze appaiono specialmente nelle teste delle pie donne che assi­stono la Vergine e nel manigoldo che regge la corda, mentre sono assai belle la figura e la te;;ta elel Cireneo che aiuta a sollevare la Croce dalle spalle cii Cristo. Il pittore ha lasciato ai discepoli la cura delle figure seconclarie.

11 quadro è in ogni morlo notevole ed appartiene per le forme ec! il colo­rito circa allo stesso periodo del quadro di Beauregard e cioè agli anni fra il 151.~ e il 1525. Ma il quadro acquista una importanza assai magg'iore per una ipotesi che ci sembra lecito fare rig'uardo alla sua provenienza.

Robert Hobart Cust nella sua monografia sul Sodoma (2) nota fra le pit­ture scomparse del Bazzi una tavola rappresentante Cristo che porta la croce, già esistente nel Palazzo del Cardinal Salviati alla Lungara, ed aggiunge le se­gÌJenti parole: «Mentioned by Della Valle, Mancini and Romagnoli. The latter speake or it as being in the Carc1inal's private chapel in the Palazzo Salviati, Lungara, Rome in 1090. In a note among the Ciaccheri NrSS. it is saicl to have been given by the painter him"elf to a friend, one Fedeli, apparenti)' a tailor, ancl perhaps, says the annotator, a descendant of the painter, Bartolo cii Maestro Fede (sit;). Romagnoli calls it a vVa)' 0/ tlze Cross. Perhaps he con­fuses the Salviati altar in S. Francesco, Siena. In any case the mistakes in some of the above statements are obvious ».

Si deve dunque identificare la tavola della Cappella Borghesiana con quella già esistente nel Palazzo Salviati? L'assoluta identità del soggetto ,dfermata dal Romagnoli, il cui sbaglio supposto dal Cust non sembra credibile, porte­rebbe a confortare una tale identificazione. Per esserne maggiormente certo ho voluto consultare le carte dell'Archivio TIorghesiano clelia Cappella di Santa Maria Maggiore: dagli inventari di consegna risulta che il quadro non esi .' teva anticamente nella Cappella e compare soltanto in un inventario del 3 febbraio 1868, mentre non figura nell'inventario del l° luglio 1851: fu dunque portato nella Cappella Borghesiana fra il 185 I e il 1868. Ora è noto che il Cardinale Gregorio Salviati, verso la metà del 700 fece testamento in favore di donna Anna Borghese, sua nipote e figlia del fratello Averarclo duca Salviati, ed è

(I) Alcune caratteristiche forme dei nasi lunghi e un poco rialzati possono far credere che qui sia la mano <ii quel maestro Riccio che dipinse col Sodo ma a Monte Oliveto Maggiore, forme che si vedono là specialmente nella scena della donna adultera - (cfr. HOBART CUST R. G. A. Bllzzi. London, Murray, 1906, p. 242 e seg.).

(2) HOBART CUST, op. cit., p. 87 e 387.

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noto pure che, dopo alqua nte contes tazi o ni, nel 17 97 una grossa p a rte cle li a e redità Salviati, fa migli a spe ntasi in lin ea maschile col Cardinal Gregorio , p assò nella fami g lia Borghese , un o dei cui me m b ri prese e pre nde tutto ra il no me di ciuca Salviati.

N on può sembra re quind i imp robabile ch e il quadro clelia Salita al ('{ll­ve/orio g ià esistente nell a Cappella Salvia ti a lla Lung ara passasse ne l 17 97 alla fa mig li a B o rghese e ch e q uesta, dop o il 1850, ne adornasse la sal a di adu­na nza d el Capitò lo P aolino a nnessa a ll a S ac res ti a d ella Cappell a Borg'hese,

Disgraziata me nte la m a ncanza degli inve nta ri de lla e redi UI Salviati ne ll'A r­chivio B o rg h ese impedi sce ci i muta re in certezza qu es ta probabilità.

* * o!:

N e lla s tessa salett a cl e lle Cappella P aola (I) è un altro qu adro molto inte res­sante ch e s i riconnette con la scuola el e l S oel o ma (fig . 4): è una Madonna col bam­bin o , Santa Caterina da S iena e S . Anto ni o eia P ado va ecl è un tondo su ta­vo la ch e a prima vista s i attribui sce al Beccafumi; ma è del pittore senese nella fo rma sua pill nobile e mig li o re.

L a composizi o ne , il colo rito , l' espress io ne elei volti sono quanto eli più gentil e il TIecca fumi ahbia m a i saputo fare , e rappresenta no un o elei suo i più nobili s fo rzi ve rso la piil pura idealità . I n pi e na luce sono le fi g ure cle lia V e rgine e d e l B a rnbino , elalla carnagione palli da e deli ca ta con trasp a re nze cii omhre rosate o ve rclognole . Il manto della V e rg ine è ci i un bell 'azzurro chi a ro e la veste rosea h a una sopra veste di verde te ne ro, mentre in un a speci e di mono­croma to b runo s va niscono Tl e l fo ndo le fi g ure el e i d ue santi . Il colo re è il minore coeffi c ie n te nel fascino che ese rcita questo quaclro , in cui le fi g ure tutte hanno una g ra nde soavità di espress io ne .

L a composizio ne è emin ente me nte senese, e chi ri co rd i le Maclonne cii Ma tteo el i G iova nni, a ve nti al fianc o le due mezze fi g ure eli ~a nti, come in questo tondo s i v edo no , rico nosce rà facilm e nte qua le s ia la fonte prim a cii questo quadro, fonte de l resto comun é a un quad ro g iovanile del S odomil conse rvato nell'Accade mia cii B elle Arti a Sie na e rapprese nta nte appunto la lVIadonna col Bambin o e due Sante ai lati. Ma l'i spirazi o ne m aggiore in questo tondo il Becca fumi la ebbe dai due maggiori m aestri suoi : cl a R affaello e dal Sodoma. P rese da R affaello la spiritualità dell' espressi o ne Il e i volti e negli a tteggiame nti, quella gentil ezza un p oco moll e caratte risti ca ci el g ra nde maes tro U rbina te ; prese p oi dal S ocloma p e r le fo rme d ei volti, p e r il lo ro ova le a llun ga to , pe r il naso diritto fo rtemente illuminato.

(I ) rn qllest<1 stnnzn nnnessa alla sag restin sono qlla ttro quad ri che nell'in venta rio cie l 1868 sono selllpliceme nte descritti : l'lin o è que llo ·che nbbiamo attribui to nl Soclo ma ; il seco ndo è

il to ndo cii CIIi stinlllo pe r pa rlare, attri buito a Do me nico Beccaccini . (sic); il te rzo è uua ta­vo la m ppresentante la Ve rg ine col Bambino e S. G iovannino di un seguace mediocre di An­d rea del Sarto; il quarto è una te la in c ui un ignoto ve ne to d el xvr secolo, ispira ndosi a G ior­g io ne ed a Tiziano , ha rappresentato. Cristo alla colo nna ,

Q uesti quadri no n solo sfugg iro no a tutti i co mpila tori ci i mo nografic sul Sor! o l11 a e sul Beccafumi o di g uide d i Ro ma, ma no n fig ura no nè pure ne lle mo lte desc ri zio ni e g uide d e lla Cappella Borg hesia na , quali que lle cii Pompo nio BJune lli (161 3), di Andrea Vittorelli (1616), del De A ngelis (1621), ci i Luig i Porte lli (1849) e di F eljce Fel.l i (1893) ..

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Confrontando questo tondo con un altro ch e fu già attribuito al Becca­fumi (fi g. 5) nell a Mostra cIi antica arte se ncse (I), che è invece g offa imita­zion e di un discepolo, s i vede qual e sia il quadro a cui quel discepolo s i è ispirato copiando addirittura malam ente il putto così gentile nel tondo di Santa Maria Maggiore,.

Fig. 5. - [g lloto discepolo de l Beccafull1i. - iV!adonna col B<llllbitlo e d\le Santi. Livorno, ColI. Tortolini.

Nè sarà inutile per la datazione elel nostro tondo confrontarlo con la tavola dell'Oratorio cii S. Bernardino a Siena. In esso l'atteggiamento ciel putto è a nal ogo a quello del tondo di Santa Maria Maggiore, e lo stesso spirito di soave estasi religiosa sembra a litare nelle due pitture , i cui pe r.-onaggi si rivol· gOllo languidam ente in alto con lo sguardo e col volto. Così il Beccafumi amò sp esso di infondere soa vità alle sue figure ispirandosi al maes tro che durante il soggiorno a Roma pitl lo impression ò, pur lasdandolo eminentemente scncse.

Si sa che into rno al 15 I O il Beccafumi fu il Roma e non s i ha notizia che sia poi tornato di nuovo a dipingervi: s ia mo quindi tentati ad ascrivere il subito

(r) Livorno, Proprietà Tortolini.

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dopo il periodo del soggiorno romano il tondo di Santa :Maria Maggiore. e cioè fra il 15JO e il 1515, anche perchè vi veùiamo le fo rme di un arti -·ta g iàfor· mato, quale dovette essere il Beccafumi fra i venticinqlle e i trent'anni, non libero ancora dalle manifeste influe nze elel Sodoma e cii Raffaello, i suoi principali modelli cii quel periodo.

Confrontando questo tonclo con le altre opere cieL 13eccafumi es istenti in R oma, lo po:s iamo soltanto avvicinare al quadretto rappresentante Sallt'Elena (negli appartam e nti privati del Principe Doria), quadretto certo giovanile e forse precedente al nostro tondo, in cui si nota lo stesso verde te ne ro e lo s tesso ro:'a chiaro che abbiamo notato neL tondo di Santa Maria Maggiore, e in cui l'influenza raffaell esca è evid e nte .

D'altr,t parte la tavola di S. Bernardino, cominciata forse intorno al 15 I 8 e compi uta nel 1537, pure il vendo col nos tro tondo anol.ogie fo rma li, appare opera un poco piìl matura nell' esec uzione se non ne lla concezione d elle figure: qui il Beccafumi ha assunto Ulla personalità pill decisa e la sua pittura ha già quel caratteristico 'fumato che il pittore esagere rà sempre piLI andando avanti con gli anni, 11 tondo borghesiano è quindi l'opera d ell'artista trente nne, nutrito degli ammaestramenti prediletti e pure già formato nella propria caratteristica p ersonalità.

ROBEJno PAPlNT.

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