Romanzi e nazismo i libri per non dimenticare · 2020. 8. 5. · Romanzi e nazismo i libri per non...

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Cultura Romanzi e nazismo i libri per non dimenticare SERA 7 ottobre 2014 RORY CAPPELLI MAURIZIO FERRARIS La rubrica La parola ELLENÌSMO a cura di ZANICHELLI FILOSOFIA QUOTIDIANA

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Romanzi e nazismoi libri per non dimenticare

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7 ottobre 2014

RORY CAPPELLI

MAURIZIO FERRARIS

La rubrica La parolaELLENÌSMO

a cura di ZANICHELLI

FILOSOFIAQUOTIDIANA

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L a distruzione del passato, o meglio la distruzionedei meccanismi sociali che connettono l’esperien-za dei contemporanei a quella delle generazioni

precedenti» scrive Eric J. Hobsbawm nel suo poderoso Ilsecolo breve, «è uno dei fenomeni più tipici e insieme piùstrani degli ultimi anni del Novecento. La maggior partedei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorta dipresente permanente, nel quale manca ogni rapportoorganico con il passato storico del tempo in cui essi vivo-no. Questo fenomeno fa sì che la presenza e l’attivitàdegli storici, il cui compito è di ricordare ciò che gli altridimenticano, siano ancora più essenziali alla fine del

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SVOLTE STORICHEIl Secolo breve,BUR,di Eric J. Hobsbawm (nella foto)

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secondo millennio di quanto mai losiano state nei secoli scorsi».Niente di più vero anche per questosecolo, per questo inizio del nuovomillennio. Niente di più importante.La memoria sbiadisce; di più: scom-pare. E così, come dice Hobsbawm,ecco gli storici. Ma verrebbe da dire:ecco, anche, i narratori. Negli ultimianni, per esempio, mentre vannofisicamente scomparendo una a unale persone che l’hanno direttamentevissuto, sono cresciute in manieraesponenziale le storie che hannocome cornice e come cuore il periodonazi-fascista. Tra i volumi usciti quest’anno c’è,per esempio, la ripubblicazione diun libro scritto quasi in presa direttanel 1944 da quello che fu il primocaporedattore centrale dell’Ansa,Armando Troiso, Roma sotto il terrorenazista (Castelvecchi). Si legge tuttodi un fiato, perdendosi in una geo-grafia dell’orrore di cui ancora oggisi può trovare traccia: narra dellaRoma occupata dai nazisti e dei luo-ghi in cui torturavano, uccidevano,martoriavano, terrorizzavano glioppositori veri o presunti tali. Inquesta geografia c’è la famigerata

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OCCUPAZIONEAlcune immagini testimoniano il periodo di occupazione nazista.Dall’alto verso il basso: Roma, le Fosse Ardeatine e Torino

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via Tasso, dove si trovava il quartier generale delle SS, e,oltre agli uffici, ai magazzini e alle abitazioni di ufficialie sottufficiali delle SS, anche il carcere. Con le celle dovevenivano lasciati a marcire prigionieri dalle carni dila-niate dalle torture. Ci sono le Fosse Ardeatine, c’è ReginaCoeli, ci sono gli attentati di piazza Barberini, di viaTomacelli, di via Tasso e di via Rasella, c’è Forte Bravettacon il suo carico di orrore, c’è la pensione Jaccarino di viaRomagna 38, altro luogo di tortura e incubo, dove trova-rono sede le sanguinarie gesta della banda Koch e dadove si usciva irriconoscibili. Se si usciva. Ci sono lapensione Oltremare all’ultimo piano di via PrincipeAmedeo 2 e la villa di San Gregorio al Celio, un paradi-so in confronto agli altri luoghi dell’orrore.Nazismo anche in Notte, giorno e notte di AndrzejSzczypiorski (Adelphi) dove, tra le molte voci di questolibro polifonico, ci sono anche quella di un ufficiale nazi-sta e quella di un ebreo addetto ai crematori diAuschwitz, e quindi parte di un famigeratoSonderkommando, quelle squadre formate da ebreicostretti allo smaltimento e alla cremazione dei corpi deideportati. Sonderkommando Auschwitz (Rizzoli) è, tra l’al-tro, il titolo del terribile racconto, uscito qualche anno fa,di Schlomo Venezia, che, ragazzino internato in uncampo di concentramento, si salvò la vita facendo parteproprio di un Sonderkommando, assistendo ad orroriindicibili, di cui riuscì a raccontare soltanto dopo moltianni.La melodia di Vienna (e/o), squaderna la vita di una fami-glia viennese nel succedersi di tre generazioni: al centro,naturalmente, la famiglia, gli Alt, e come cornice anchegli anni dell’avvento del nazismo. Momo a Les Halles di Philippe Hayat (Neri Pozza) èambientato nella Parigi del 1941: l’anno precedente algrande rastrellamento di oltre 13mila ebrei, che venneropoi rinchiusi nel Velodromo d’inverno per essere depor-

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tati. Maurice, detto Momo, e sua sorella Marie, mentre gliebrei spariscono uno a uno, prelevati per strada, cercati earrestati nelle loro abitazioni, si salvano: e nel clima tri-ste e cupo della Parigi occupata, loro, che si nascondonoa Les Halles, sopravvivono in un mondo che, visto attra-verso gli occhi di Momo, è colorato e magico, fra traffi-canti e prostitute, tra mercati e macellai, tra colori e sapo-ri. Un mondo che se trasformato in musica somigliereb-be, come dice l’autore, «al secondo movimento del con-certo di Bach per due violini in re minore: una musicache attraversa tutta la storia».Ancora l’occupazione tedesca di Parigi in uno dei tre rac-conti de Il ragazzo di Erfurt di Beda Romano (Sellerio),mentre in Rumkowski e gli orfani di Lodz di LucilleEichengreen (Marsilio) la storia è quella dei bambini delghetto di Lodz, il più grande, in Polonia, dopo quello diVarsavia: la storia, vera, è narrata da una delle piccolevittime di quello che da molti è stato considerato un eroe,

LE MEMORIELa Shoah in meSandro Teti Editoredi Simcha Rotem(nella foto)

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da altri uno spregiudicato collaborazionista. Per Lucille,Rumkowski, ex direttore dell’orfanotrofio di Lodz, non èsolo collaborazionista: è molto di più e molto di peggio.E ce lo fa vedere in un vortice di corruzione e abusi chelascia senza fiato.C’è anche un titolo dedicato a uno degli eroi del ghetto diVarsavia: La Shoah in me di Simcha Rotem (Sandro TetiEditore), tra i protagonisti della rivolta del ghetto diVarsavia. Un libro che smonta uno tra i peggiori luoghicomuni sugli ebrei: quello di docili pecore condotte almacello. Ci sono giorni, tra l’aprile e il maggio del 1943,in cui i nazisti perdono il controllo del ghetto e in cui iragazzi e le ragazze della Zob, l’Organizzazione ebraicadi combattimento, sparano. Lo racconta in prima perso-

BEST SELLERStoria di una ladradi libriFrassinellidi Zusak Markus(nella foto)

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na Rotem, l’ultimo combattente ancora in vita, che, con ilnome di battaglia Kazik, riesce a fuggire insieme ad altriper unirsi alle formazioni partigiane polacche e conti-nuare la lotta contro l’esercito nazista.Tra i titoli sull’argomento, quest’anno è quasi impossibi-le non citare Storia di una ladra di libri di Markus Zusak(Sperling & Kupfer), ambientato nella Germania nazistadel 1939, da cui è stato tratto un film di prossima uscita.Chi narra la storia è la morte, ironica e leggera in unmondo impazzito. Un mondo di tedeschi a cui «piacevabruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri», libri che lagiovane Liesel Meminger trova o ruba e tenta di salvareda un mondo in distruzione.E se della resistenza del ghetto di Varsavia qualcosa si sa,dell’organizzazione di resistenza e opposizione al nazi-smo Mano nera, che nasce in Alsazia e si diffonde anchenei due lager di Schirmeck e Natzweiler per opera diragazzi detenuti per diventare cavie di un medico virolo-

ESPERIMENTIMano nera.Esperimenti medicie resistenza neilager nazistiMarsiliodi Frediano Sessi(nella foto)

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go, Eugen Haagen, non si sa proprio nulla. Ce lo raccon-ta Frediano Sessi in Mano nera. Esperimenti medici e resi-stenza nei lager nazisti (Marsilio). I ragazzi e gli altri inter-nati venivano usati per la ricerca di un vaccino contro iltifo, la febbre gialla e altre malattie infettive. Sessi cercadi rendere giustizia a quei giovani eroi dimenticati rac-contando le loro piccole azioni di sabotaggio, mettendo-le a confronto con le barbariche azioni di Haagen, che innome della scienza compie atti immorali e indicibili pra-tiche dell’orrore. Per entrare nella mente di chi questi luoghi indefinibilinella loro disumanità non solo li pensò, li costruì, maanche li comandò, Einaudi ha pubblicato Comandante adAuschwitz di Rudolf Höss, ufficiale delle SS, che per dueanni comandò Auschwitz. Sorta di diario che Höss scris-se mentre era incarcerato in Polonia per essere processa-to e poi condannato a morte, questo libro spalanca laporta e lascia entrare nella mente e nella perversa psico-logia nazista e mostra il funzionamento dei campi dalpunto di vista di chi li dirigeva.E sarebbero ancora tantissimi i titoli da segnalare: comeIl sosia di Hitler di Luigi Guarnieri (Mondadori), appenapubblicato, dove, come d’uso nella narrativa diGuarnieri che indaga l’animo umano conducendo neimille rivoli delle sue contraddizioni, nessuno è ciò chesembra. La narrazione ha il ritmo di un thriller, in cui sinarra la storia che appassionò, al punto da impegnarloper anni, l’agente speciale L**** Gren***** del controspio-naggio militare americano. L’agente riceve l’incarico discoprire se la morte di Adolf Hitler sia stata proprio quel-lo che sembrava. O se, al contrario, quel corpo carboniz-zato trovato nel bunker di Berlino appartenesse a qual-cun altro e non a Hitler: un sosia appunto. Hitler, o meglio coloro che contribuirono a certificare lanobiltà intellettuale del nazismo, è protagonista anche

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del saggio I filosofi di Hitler di Yvonne Sherratt (BollatiBoringhieri). Mentre filosofi come Theodor Adorno, MaxHorkheimer, Walter Benjamin, Ernst Cassirer, HannahArendt, Karl Löwith, Edmund Husserl, Kurt Huber emolti altri furono cacciati dalle università o costretti ademigrare, altri intellettuali di grande caratura, comeMartin Heidegger, Carl Schmitt, Alfred Rosenberg,Wilhelm Grau e Max Boehm, non solo non si opposeroall’ideologia nazista, ma arrivarono persino a contribuirealla sua creazione o quanto meno a giustificarne filosofi-camente l’esistenza.In Una terra, due popoli di Ilan Pappe si racconta laPalestina, dagli interessi di cui è stata oggetto findall’Ottocento, alle vicende nate con il nazismo e laSeconda guerra mondiale. Classico della storiografia sul-l’argomento, è un testo fondamentale per capire le storiee le dinamiche di un territorio - con al centro una città,Gerusalemme, santa per tre religioni - che è anche la casadi due popoli in perenne lotta tra loro.E infine una segnalazione: da alcuni anni si è aperta unacasa editrice, Thule Italia, che pubblica non solo libri sulnazismo, ma anche libri scritti da nazisti. Come Berlino. Ilrisveglio di Joseph Goebbels o diversi volumi dei suoiDiari. Perché, come dice l’editore Marco Linguardo,«occorre scardinare oggi un’idea luciferina delNazionalsocialismo». Come se ne potesse esistere un’al-tra.

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ELLENÌSMOs. m.1 periodo storico e corrispondente fase della culturagreca compresi tra la morte di Alessandro Magno (323a.C.) e la conquista romana dell’Egitto (31 a.C.), in cuitale cultura si estese e sviluppò al di fuori della madre-patria, specialmente in Egitto e nell’Asia Minore, assu-mendo particolari caratteristiche derivanti dall’incontrocon le preesistenti civiltà del mondo mediorientale

2 gusto ricercato, erudito e spesso formalistico che carat-terizza tale cultura

3 (ling.) grecismo

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EllenìsmoLA PAROLAa cura diZANICHELLI