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Università degli Studi dell’Aquila Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Chimica Studio concettuale del processo di distillazione per le miscele ternarie Relatore Studente Prof. Nader Jand Andrea Romano 172412 A.A. 2010/2011

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Università degli Studi dell’Aquila

Facoltà di Ingegneria

Corso di Laurea in Ingegneria Chimica

Studio concettuale del processo di

distillazione per le miscele ternarie

Relatore Studente

Prof. Nader Jand Andrea Romano

172412

A.A. 2010/2011

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Indice

Capitolo 1: Introduzione

Capitolo 2: Distillazione

2.1 Distillazione binaria e metodo di McCabe-Thiele

2.2 Distillazione multicomponente e metodi approssimati

Capitolo 3: I gradi di libertà e la distillazione in chemcad

3.1 I gradi di libertà

3.2 Il programma di simulazione chemcad

3.3 Colonna short cut

3.4 Colonna tower

Capitolo 4: Distillazione azeotropica

4.1 Azeotropo

4.2 Processi di separazione per miscele azeotropiche

4.3 Caratteristiche particolari di una colonna di distillazione azeotropica

4.4 Scelta del trascinatore

4.5 Analisi di fattibilità

4.6 Sequenze di colonne

Capitolo 5: Curve residue e costruzione DRD

5.1 Curve residue

5.2 DRD

5.3 Classificazione DRD

5.4 Struttura dell’algoritmo

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1.INTRODUZIONE

Questo lavoro ha lo scopo di fare un’analisi generale sulla distillazione delle miscele

ternarie interessate dal fenomeno dell'azeotropia omogenea; argomento molto

importante e frequente nell’industria chimica.

Negli ultimi venti anni molti autori hanno intrapreso lo studio di questo argomento

fornendo dei nuovi metodi per la risoluzione della separazione di miscele

azeotropiche.

In questa tesi c’è una prima trattazione sintetica sulla distillazione semplice binaria e

sul metodo di McCabe -Thiele, già studiati durante il corso di studi. Segue

l'estensione alle miscele multicomponente attraverso lo studio di metodi

approssimati, detti anche di short cut, che possono essere usati per fare uno studio

preliminare della fattibilità un processo di distillazione. I risultati ottenuti attraverso

metodi short cut spesso sono poi utilizzati per fornire i valori iniziali nel calcolo più

preciso attraverso implementazione dei modelli rigorosi di calcolo stadio per stadio.

Nello studio e trattazione della distillazione delle miscele ternarie facilmente

interessate dai fenomeni di azeotropia, particolare attenzione è stata rivolta negli

ultimi dieci anni alle mappe delle curve residue e alle linee di distillazione, strumenti

geometrici che permettono di avere indicazioni preziose sul progetto del processo di

separazione e sulla sequenza delle colonne. Grazie alle mappe residue e alle linee di

distillazione è possibile effettuare uno studio preliminare delle composizioni fattibili

coi metodi grafici.

Nella tesi è descritta in dettaglio una procedura per la determinazione qualitativa

delle mappe delle curve residue per miscele ternarie che richiede un numero

minimo di dati delle temperature di ebollizione dei componenti puri e degli

eventuali azeotropi, e permette: sia di verificare la consistenza termodinamica dei

dati senza ricorrere alla soluzione rigorosa dell’equilibrio liquido vapore, sia -in molti

casi- permette di ottenere un'analisi quantitativa delle mappe residue.

Per la costruzione di queste mappe delle curve residue è stato sviluppato ed

implementato un algoritmo basato sulla procedura maggiormente suggerito nella

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letteratura scientifica da molti ricercatori, nel linguaggio Justbasic in sistema

operativo windows. Il programma possiede un'interfaccia grafica che permette

appunto di inserire le temperature di ebollizione delle specie pure ed azeotropi

presenti nel sistema (per ora solo binari), procede e classifica la natura dei

componenti puri come nodi stabili, instabili o selle. In caso della presenza degli

azeotropi binari verifica la consistenza dei dati e nel caso positivo procede e

classifica la loro natura come per i componenti puri.

Al termine provvede una rappresentazione delle mappe residue tracciando

mediante presenza di eventuali confini, le varie regioni di distillazione.

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2.Distillazione

2.1Distillazione binaria, metodo di McCabe-Thiele

Il progetto di colonne di distillazione binaria può essere realizzato attraverso dei

metodi grafici. Il metodo grafico più conosciuto e studiato è il metodo di McCabe-

Thiele pensato per le soluzioni binarie. Questo si basa sulla rappresentazione delle

equazioni di bilancio di materia come delle linee operative sul diagramma x-y. Per

fare questo c’è bisogno di partire da ipotesi semplificative del sistema.

Ipotesi di McCabe-Thiele:

Portate costanti ma non uguali, lungo la sezione di arricchimento e di esaurimento

Pressione operativa costante lungo la colonna

Inoltre nei singoli piatti deve esserci solo scambio di calore latente, quindi i piatti

vicini devono avere piccoli ∆T in modo che gli apporti di calore sensibile siano

trascurabili.

Con queste ipotesi il bilancio di materia della zona di arricchimento si può scrivere

come:

Da cui:

Retta di lavoro

Qc

D,xD

R

V,y L,x

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Rapporto di riflusso

e quindi

Questa è un’equazione di una retta.

Sul diagramma x y si rappresenta in questo modo:

Per la zona di esaurimento:

Per

Per tracciare le rette si può cercare il luogo dei punti dove le due rette di lavoro si

intersecano (q-line).

x

XD

D

xD

y

V*, y

B, xB

QR

L*,x

xR

xR x

y

L*/V*

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Da cui la q- line è:

Dove

La q rappresenta il calore richiesto per convertire una mole di alimentazione dalla

sua condizione HF a vapore saturo diviso per il calore latente.

Per le diverse condizioni termiche dell’alimentazione può assumere diversi valori:

Liquido sotto raffreddato q>1

Liquido saturo q=1

Miscela liquido-vapore 0<q<1

Vapore saturo q=0

Vapore surriscaldato q<0

Fissando HF e quindi la composizione, la temperatura e la pressione, la pressione

della colonna e le specifiche xB e xD si conosce la q-line. Si sceglie un R > Rmin e così si

può tracciare la retta dell’arricchimento. Dalla sua intersezione con la q-line si può

tracciare anche la retta della sezione di esaurimento.

q-line

xF xd xr

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I calori al ribollitore e al condensatore sono calcolati attraverso un bilancio di

energia.

E

2.2 Metodi di calcolo approssimati

Per la risoluzione di problemi di separazioni anche per miscele multicomponenti

sono utili alcuni metodi di calcolo approssimati.

Un gran numero di casi può essere studiato velocemente con uno dei metodi

approssimati per definire a grandi linee i parametri di progetto, che poi andranno

affinati attraverso lo studio con metodi rigorosi.

Il metodo più frequentemente incontrato è il metodo di FUG (Fenske-Underwood-

Gilliland), che combina l’equazione di Fenske a riflusso totale e quella del riflusso

minimo di Underwood con la correlazione grafica di Gilliland, che riporta la

prestazione reale della colonna alle condizioni di riflusso totale e minimo per una

specifica separazione di due componenti chiave.

FUG

L’equazione di Fenske è usata per calcolare Nmin, che è il numero minimo di piatti,

richiesto per fare la separazione a riflusso totale. Le equazioni di Underwood sono

usate per stimare il rapporto minimo di riflusso Rmin mentre la relazione empirica di

Gilliland usa questi valori per dare il numero di stadi per ogni rapporto di riflusso e

viceversa.

La seguente equazione sviluppata da Molokanov fitta bene la curva di Gilliland:

N-Nmin=1-

(1.1)

Dove =(R-Rmin)/R+1 (1.2)

L’equazione di Fenske a riflusso totale può essere scritta come:

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D=

B (1.3)

O come:Nmin=

(1.4)

Dove i è indice di un generico componente mentre r è indice del componente di

riferimento scelto arbitrariamente nel definire le volatilità relative:

=

=

(1.5)

La stima del α medio è calcolato attraverso:

(1.6)

Dove, i valore di αi devono essere noti o stimati ed è questa l’approssimazione

iniziale.

Solitamente α viene stimato attraverso:

α= (1.7)

o attraverso:

α= (1.8)

La separazione che ci sarà nella colonna con un numero di stadi di equilibrio può

essere stimata abbastanza bene specificando la separazione di un componente (per

esempio il componente di riferimento r), fissando Nmin al 40\60% del numero di stadi

di equilibrio, e poi usando l’equazione (1.4) per studiare la separazione degli altri

componenti.

Si tratta di un calcolo iterativo perché il componente diviso deve essere prima

assunto per dare la composizione finale che può essere usata per trovare la prima

end-temperature stimata. I valori di αtop e di αbottom che derivano da queste end-

temperature sono usati nella (1.7) per dare αi per ogni componente.

L’iterazione continua finché i valori di αi non cambiano da un’iterazione all’altra.

Le equazioni di Underwood sono:

α

α = (1.9)

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E α

α (1.10)

Le volatilità relative sono definite dalla (1.5), Rmin è il rapporto di riflusso minimo,e q

determina la condizione termica del feed (uno se è liquido saturo, zero se è vapore

saturo), ZiF è la composizione del feed, è il parametro di Underwood.

IL valore di è compreso tra la volatilità del componente più leggero αlk e quella del

componente più pesante αhk.

I valori di αi in (1.9) e (1.10) sono ottenuti da (1.7) e (1.8). Quando queste sono

disponibili può essere calcolato con un’iterazione lineare dalla (1.10).

IL metodo FUG è conveniente per il progetto di nuove colonne con le seguenti

specifiche:

1 ) R / Rmin

2 ) la separazione desiderata per un componente di riferimento (solitamente il

pesante)

3 ) Separazione desiderata di un altro componente

Il numero totale di stadi di equilibrio N, N / Nmin o Rmin possono sostituire una delle

tre specifiche.

Il piatto di ingresso del feed è automaticamente calcolato nel punto ottimo. Questi

metodi si basano sull’assunzione di portate molari lungo la colonna e volatilità

relative costanti.

La procedura di progetto short-cut costituisce uno strumento per valutare

rapidamente i progetti alternativi e la possibilità di eseguire una ottimizzazione

preliminare, oltre a fornire una stima iniziale per una simulazione rigorosa

dell’impianto.

METODO DI KREMSER

Un’altra procedura di calcolo approssimata è il metodo di Kremser di maggiore

complessità, che permette di valutare il comportamento di gruppi di stadi di

equilibrio in una controcorrente in cascata, quindi è utile nello studio di problemi di

assorbimento, stripping e distillazione.

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In realtà questo metodo non è adatto a stimare precisamente le temperature di ogni

stadio, che sono considerevolmente diverse da quelle delle due correnti entranti,

quando ci sono apprezzabili cambiamenti di composizione. Tuttavia può essere

molto utile per dare una stima preliminare delle portate e del numero di stadi di

equilibrio richiesti.

Si considera la classica cascata in controcorrente adiabatica di N stadi, dove v e l

sono le portate del vapore e liquido entranti.

L’uso dei bilanci di materia sui componenti e delle equazioni di equilibrio per gli

stadi da 1 fino a N - 1, da 1 fino a N - 2 e così via, porta alle equazioni ricavate da

Kremser.

(1.11)

Dove: =

(1.12) è la frazione del componente i nel vapore non

assorbita.

E : =

(1.13)

È la frazione del componente i nel liquido all’ingresso che non è strippata.

=

(1.14)

è il fattore di assorbimento medio per il componente i-esimo.

(1.15)

È il fattore di stripping medio per il componente i-esimo.

Se le K sono indipendenti dalle composizioni allora :

(1.16)

Quando si verifica un assorbimento o uno stripping apprezzabile i valori di Ai e di Si

dovrebbero essere calcolati con il valore medio di L,V e Ki lungo la cascata.

Sostituendo nella 1.16 al posto di TN+1 (Tn+1+T0)/2 si può avere una prima

approssimazione di Nel caso di un assorbimento,in cui LN+1<Le e V0>Ve, ci sarà

una compensazione dovuta al fatto che Ki <Ki .

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Una stima della minima portata assorbente, quindi una colonna con un numero

infinito di stadi, per una specifica separazione dal gas in entrata di un componente

chiave si ottiene dalla (1.12) come:

= (1.17)

Si assume che il componente chiave non è presente nel liquido all’ingresso e che la

frazione assorbita del gas alimentazione è bassa.

Nel caso di stripping:

=

(1.18)

Metodo di Edmister

Edmister ha applicato i metodi approssimati al calcolo di separatori complessi, dove

le cascate sono accoppiate con condensatori, ribollitori e ad altre cascate.

Le equazioni del recupero per l’arricchimento le otteniamo facendo delle

sostituzioni con i bilanci di materia e di equilibrio.

= +d (1.19)

= +d (1.20)

(1.21) dove

(1.22) se la condensazione è parziale

(1.23) se la condensazione è totale

Nell’arricchimento le equazioni di recupero per ogni specie sono:

=

– 1 (1.24)

=

(1.25)

Dove con E si indica arricchimento

Per l’esaurimento:

=

(1.26)

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Oppure:

(1.27)

Dove:

(1.28) per un ribollitore parziale

Con X si indica esaurimento.

Il fattore di assorbimento per il piatto di alimentazione è:

=

(1.28)

Combinando la 1.25, la 1.27 e la 1.28 si ha

/

(1.29)

Le specifiche da fissare per applicare il metodo di Edmister sono il numero di stadi di

equilibrio sopra l’alimentazione (N) , gli stadi al di sotto dell’alimentazione (M), il

rapporto di riflusso e la portata di distillato.

La prima iterazione è l’assunzione della separazione dell’alimentazione nel distillato

e nel residuo, e nel determinare poi le corrispondenti temperature dei prodotti.

Le portate di liquido e del vapore al di sopra dell’alimentazione sono fissate da D e

L0. Questo consente di calcolare il calore al ribollitore e al condensatore.

Con il calore al fondo colonna le portate di liquido e vapore nell’esaurimento sono

determinate. Le portate nella zona di alimentazione sono prese come media dei

valori calcolati, grazie all’assunzione che le portate molari sono costanti lungo la

colonna.

Dopo l’assunzione della T del feed con la 1.29 si possono calcolare le separazioni per

ogni componente.

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3. Gradi di libertà e la distillazione in chemcad

In questo capitolo si trattano i gradi di libertà nel calcolo di una colonna di

distillazione e le specifiche da fissare nel progetto di una colonna, indispensabili

nello studio rigoroso del processo di distillazione.

Per il calcolo dei metodi rigorosi stadio per stadio è supposto che venga utilizzato

Chemcad, uno dei più diffusi simulatori di processo in Ingegneria Chimica. Si vuole

indagare in che modo i vari algoritmi implementati a questo scopo in questo

programma saturano i gradi di libertà di una colonna di distillazione chiedendo

alcune specifiche dall'utente.

3.1 Gradi di libertà

Il numero totale di variabili in uno stadio di equilibrio adiabatico, in cui ci sono C

componenti, sono (C + 2) * 4, in quanto sono C + 2 variabili per ogni corrente.

Considerando lo stadio all’equilibrio il numero di equazioni disponibili sono:

Equilibrio meccanico 1

PV out = PL out

Equilibrio termico 1

TV out = TL out

Relazioni di equilibrio C

Bilanci di materia C

Quindi in definitiva rimangono 2C + 6 gradi di libertà.

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Fissando delle specifiche il sistema i gradi di libertà diventano 0 e il sistema è

determinato.

Generalmente si fissano:

La portata L in 1

La portata Vin 1

Le frazioni molari x i di L in C-1

Le frazioni molari y i di V in C-1

Temperatura e pressione di L in 2

Temperatura e pressione di V in 2

La pressione di stadio 1

La temperatura di stadio 1

Così i gradi di libertà diventano pari a 0.

Se gli stadi di equilibrio adiabatici sono 2:

I gradi di libertà qui si possono considerare come la somma di quelli dei singoli stadi.

Quindi qui sono 2 (2c + 6). Ai quali si sottraggono le specifiche delle due correnti

comuni, quindi 2 (c +2). Ne rimangono in definitiva 2c + 8.

Fissando poi:

Le specifiche di due correnti entranti 2(c + 2)

Le due temperature degli stadi 2

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Le due pressioni degli stadi 2

Il sistema è totalmente caratterizzato.

Si può generalizzare questo ragionamento considerando N stadi adiabatici

Considerando N numero di stadi (2C + 6)gradi di libertà del singolo stadio - 2(N - 1)(C + 2)correnti comuni +

1numero di piatti si ottengono 2N + 2C + 5 gradi di libertà.

Fissando quindi:

Le pressioni degli stadi N

Le temperature degli stadi N

Le frazioni molari di due correnti 2(C – 1)

Le portate di due correnti 2

Le temperature e le pressioni delle due correnti 4

Numero di piatti 1

N

N-1

2

1

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In un separatore, invece le variabili sono 3(C + 2 ) + 1. Cioè C + 2 per ogni corrente e

1 per un possibile trasferimento di energia.

Il numero di relazioni indipendenti che si possono scrivere sono:

T e P uguali delle correnti D e LN+1 2

Composizioni uguali di D e LN+1 C-1

Bilanci di materia C

Bilancio di energia 1

I gradi di libertà sono quindi (3 C + 7) – ( 2 C + 2) = C + 5

Si fissano allora:

Le specifiche della corrente entrante C + 2

Il rapporto LN+1/D 1

Il calore q 1

La pressione delle correnti uscenti 1

Nel caso di una colonna di distillazione con un condensatore totale in testa alla

colonna e con un ribollitore parziale in fondo colonna i gradi di libertà sono 2N + C +

9.

LN+1 D

LC

q

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Si fissano così:

Le specifiche dell’alimentazione C + 2

Le pressioni degli stadi N

Le temperature degli stadi N

La pressione del separatore 1

La pressione del condensatore 1

Inoltre nel caso di progetto si specificano:

Il recupero del componente chiave leggero 1

Il recupero del componente chiave pesante 1

Il rapporto di riflusso 1

Lo stadio di alimentazione 1

Il condensato alla temperatura di condensazione 1

Nella verifica invece:

D

qr

LN+1

B

qc

F

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Il numero di stadi sopra e sotto l’alimentazione 2

Il rapporto di riflusso 1

La portata del distillato 1

Il condensato alla temperatura di saturazione 1

Nel caso di una colonna con N stadi con un ribollitore e un condensatore parziale ci

sono 2 N + C + 6 gradi di libertà.

Le variabili da specificare in fase di progetto in questo sono:

Il recupero del componente chiave leggero

Il recupero del componente chiave pesante

Il rapporto di riflusso

Il piatto di alimentazione

In fase di verifica invece:

Il numero di piatti sopra e sotto il piatto di alimentazione

Il rapporto di riflusso

La portata di distillato

Gradi di libertà di alcuni elementi ed unità delle operazioni di separazione:

Numero di variabili Relazioni indipendenti

Gradi di libertà

Ribollitore totale 2C + 5 C + 1 C + 4

Condensatore

totale 2C + 5 C + 1 C + 4

V L q

q L V

q

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Ribollitore parziale 3C + 7 2C + 3 C + 4

Condensatore

parziale 3C + 7 2C + 3 C + 4

Stadio di equilibrio adiabatico

4C + 8 2C + 2 2C + 6

Stadio di equilibrio con scambio di

calore 4C + 9 2C + 3 2C + 6

Stadio di equilibrio con scambio di

calore e un’alimentazione

5C + 16 2C + 8 3C + 8

N stadi di equilibrio con scambio di

calore 7N + 2NC +2C + 7 5N + 2NC + 2 2N + 2C + 5

Separatore 3C + 7 2C + 2 C + 5

Tabella riassuntiva dei gradi di libertà e delle specifiche di alcuni processi:

PROCESSO Gradi di libertà SPECIFICHE NEL CASO DI PROGETTO

SPECIFICHE NEL CASO DI VERIFICA

ASSORBIMENTO 2N + 2C + 5 RECUPERO DI UN COMPONENTE CHIAVE

NUMERO DI STADI

STRIPPING 2N + 2C + 5 RECUPERO DI UN COMPONENTE CHIAVE

NUMERO DI STADI

Lout

V L

L

Lin

q

q

V V

Vin

Vout

L

F

Lout Vin

Vout Lin

Lin

Vin

Vout

L2

L3

Vout

Lout

L1

q

1

N QN-1

Lout Vin

Lin QN

Q1

Q2

q

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DISTILLAZIONE (UN’ALIMENTAZIONE, CONDENSATORE TOTALE, RIBOLLITORE PARZIALE)

2N + C + 9 RECUPERO DEL COMPONENTE CHIAVE PESANTE RECUPERO DEL COMPONENTE CHIACE LEGGERO RAPPORTO DI RIFLUSSO STADIO OTTIMO DELL’ALIMENTAZIONE CONDENSATO ALLA TEMPERATURA DI SATURAZIONE

NUMERO DI STADI SOTTO E SOPRA L’ALIMENTAZIONE RAPPORTO DI RIFLUSSO PORTATA DEL DISTILLATO CONDENSATO ALLA TEMPERATURA DI SATURAZIONE

DISTILLAZIONE (UN’ALIMENTAZIONE, CONDENSATORE PARZIALE, RIBOLLITORE PARZIALE)

2N + C + 6 RECUPERO COMPONENTE CHIAVE LEGGERO RECUPERO DEL COMPONENTE CHIAVE PESANTE RAPPORTO DI RIFLUSSO STADIO OTTIMO DELL’ALIMENTAZIONE

NUMERO DI STADI SOTTO E SOPRA L’ALIMENTAZIONE RAPPORTO DI RIFLUSSO PORTATA DEL DISTILLATO

ESTRAZIONE LIQUIDO-LIQUIDO CON DUE SOLVENTI(CON TRE INGRESSI)

2N + 3C + 8 RECUPERI DI DUE COMPONENTI CHIAVE

NUMERO DI STADI SOPRA E SOTTO L’ALIMENTAZIONE

3.2 IL PROGRAMMA DI SIMULAZIONE CHEMCAD

La grande mole di calcoli, bilanci di materia, energia, relazioni di equilibrio, necessari

per la risoluzione di una colonna di distillazione fa si che venga utilizzato il

programma di simulazione chemcad.

Questo programma possiede una banca dati con migliaia di elementi e composti

chimici. Inoltre ha un grande database con dati termodinamici e con le più comuni

operazioni unitarie.

Chemcad può fare simulazioni di processi continui, calcoli di proprietà fisiche,

dimensionamento e costi di apparecchiature e altri calcoli tipici dell’ingegneria

chimica.

Questo software è costituito da diversi moduli operanti tutti in un unico programma

ma ognuno con una propria licenza.

I moduli presenti sono i seguenti:

CC-STEADY STATE progetta nuovi processi in stato stazionario, verifica quelli già

esistenti e li ottimizza

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CC-DYNAMICS progetta e verifica processi in continuo

CC-BATCH progetta e verifica una distillazione batch

CC-THERM progetta e verifica scambiatori di calore

CC-SAFETY progetta e verifica una rete di tubi, sistemi e componenti di sicurezza

CC-FLASH permette una regressione e un’analisi delle proprietà fisiche e delle fasi di

equilibrio

I diversi moduli hanno degli algoritmi che permettono di arrivare a convergenza con

tempi di calcolo ridotti.

Chemcad è caratterizzato da un’interfaccia abbastanza semplice con una grande

schermata bianca al centro e vari riquadri ai lati.

L’area al centro è chiamata workspace, nella quale si possono costruire le varie

apparecchiature, definire le correnti, vedere i grafici e fare le simulazioni.

Con chemcad si ha la possibilità di fare simulazioni di diverse apparecchiature

tipiche dell’ingegneria chimica.

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SHORTCUT COLUMN

Per la simulazione di una semplice colonna di distillazione in chemcad c’è il modulo

SHORTCUT COLUMN. Questo modula usa il metodo Fenske-Underwood-Gilliland per

simulare una semplice colonna di distillazione, con un’alimentazione e due prodotti

(il distillato e il residuo).

La posizione del piatto dell’alimentazione è calcolata attraverso le equazioni di

Fenske o di Kirkbride. Inoltre usa l’equazione di Underwood per il riflusso minimo,

quella di Fenske per il numero di stadi minimo e poi la relazione di Gilliland. Un’altra

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opzione è di far variare R/R min per vedere i suoi effetti sulla prestazione della

colonna.

Il metodo di distillazione short cut non può essere usato per il progetto e fornisce

risultati errati in sistemi con azeotropi.

È consigliabile utilizzare altri moduli più rigorosi come la tower, la tower plus o la

scds per controllare i risultati dello short cut.

Per avere la simulazione del progetto o della verifica di una colonna di distillazione

in chemcad devono essere assegnate delle specifiche.

Si forniscono i dati dell’alimentazione, cioè la pressione, la temperatura e le

composizioni.

Una volta caratterizzata l’alimentazione si passa alla colonna.

Ci sono tre opzioni di scelta della simulazione:

1) La verifica con il metodo F.U.G.

2) Progetto con il metodo F.U.G. con l’equazione di Fenske per il piatto di

alimentazione

3) Progetto con il metodo F.U.G. con l’equazione di Kirkbride per il piatto di

alimentazione.

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Si deve specificare se il condensatore in testa è totale, e quindi il distillato sarà

liquido, o parziale.

Nel caso di progetto si devono specificare la pressione e le perdite di carico lungo la

colonna, altrimenti fissa quella dell’alimentazione, il rapporto di riflusso, i

componenti chiave e la loro frazione nel distillato.

Con queste specifiche si possono calcolare il calore al ribollitore e quello al

condensatore, il numero minimo di stadi, lo stadio dell’alimentazione, il rapporto di

riflusso minimo e il numero di piatti.

Nel caso di verifica sono richiesti la pressione e le perdite di carico lungo la colonna

come nel progetto, il numero di stadi, il rapporto di riflusso, i due componenti

chiave e la frazione del componente chiave più pesante nel distillato.

La frazione del componente più leggero se non è inserito il sistema lo considera

come se fosse uguale a 0,95, in quanto questo è il valore dal quale parte l’iterazione.

Si calcolano così il calore al ribollitore e al condensatore, il rapporto di riflusso

minimo, la frazione del componente chiave leggero e lo stadio dell’alimentazione.

I gradi di libertà in una colonna di distillazione con condensatore totale sono 2N + C

+ 9. Vediamo ora come il programma chemcad li satura.

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2N+ 3 (T, P

degli N stadi, T

e P del

condensatore

e P del

separatore)

1

2

1

C+2 specifiche

dell’alimentazione

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TOWER COLUMN

La tower è un modulo rigoroso che simula equilibri multistadio liquido vapore, tra i

quali colonne di distillazione, di assorbimento e stripping. Questa offre una grande

varietà di specifiche che la rendono molto flessibile all’uso.

Gli stadi della colonna sono numerati dall’alto in basso, il ribollitore e il

condensatore sono considerati anch’essi stadi di equilibrio.

Anche in questa simulazione si deve caratterizzare l’alimentazione, specificando la

temperatura, la pressione e le composizioni.

Nella tabella delle caratteristiche generali si deve specificare:

Se il condensatore in testa alla colonna è totale o parziale. Nel caso sia totale,

occorre fissare la temperatura di sottoraffreddamento.

La pressione in testa che deve essere inserita altrimenti, è considerata quella

dell’alimentazione; Inoltre vanno impostate le perdite di carico lungo la colonna,

fissando così le pressioni degli stadi.

Il numero degli stadi

Il piatto dell’alimentazione

Inoltre si possono fissare la pressione del distillato e del riflusso, le perdite di carico

del condensatore e la pressione del residuo.

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Nella tabella delle specifiche si possono determinare le caratteristiche relative al

condensatore, che influenzano quindi il distillato, e al ribollitore, che influenzano il

residuo.

Per il condensatore ci sono diverse opzioni tra le quali scegliere. Alcune di queste

sono:

1) Il calore al condensatore

2) Il rapporto di riflusso

3) La temperatura del distillato

4) La portata molare o ponderale di un componente

5) La portata del distillato

6) La frazione molare di un componente

7) Il recupero di un componente

Alcune opzioni per il ribollitore sono:

1) Il calore al ribollitore

2) La temperatura del residuo

3) La portata molare del residuo

4) Il recupero

5) La frazione molare o ponderale di un componente

6) Il rapporto del vapore sul residuo

7) La portata di un componente

In definitiva specificando due tra queste, una per il distillato e una per il residuo, il

sistema è chiuso e il programma procede con la simulazione.

Vediamo come si saturano i gradi di libertà di una colonna con un condensatore

totale nella tower.

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29

1

1

2N + 3

1

1

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4. Distillazione azeotropica

4.1 Azeotropo

Azeotropo deriva dal greco che tradotta vuol dire “bollire immutato”, che significa

che il vapore emesso ha la stessa composizione del liquido.

Per classificare le diverse miscele azeotropiche Lecat (1918) esaminò le loro

deviazioni dalla legge di Raoult.

Per un sistema multicomponente liquido-vapore, la costante di equilibrio per la

specie i è definita da:

Il grado di non idealità è espresso dalla deviazione dall’unità del coefficiente di

attività γ per la fase liquida e dal coefficiente di fugacità per la fase vapore. La è

la fugacità del liquido puro. A basse pressioni si possono considerare uguali ad

uno e quindi:

Dove è la pressione di saturazione del componente i alla temperatura T.

Un azeotropo di massimo (alto bollente) si presenta per deviazioni negative della

legge di Raoult ( .

Un azeotropo di minimo, invece, si presenta per deviazioni positive della legge di

Raoult ( .

Per deviazioni sufficientemente grandi si può verificare una scissione di

fase e si forma un azeotropo eterogeneo di minimo con una fase vapore in equilibrio

con due liquide. Un azeotropo eterogeneo si verifica quando la zona liquido-vapore

si sovrappone con quella liquido-liquido.

Per un azeotropo omogeneo, quando x1=x1, azeo=y1, la miscela bolle a questa

composizione.

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Per un azeotropo eterogeneo, quando la composizione del liquido è x1=x1,azeo=y1 la

miscela bolle a questa composizione, ma le tre fasi coesistenti hanno composizioni

distinte.

In un punto azeotropico, le costanti di equilibrio per tutte le specie sono unitarie.

Quindi con una semplice distillazione non si ha separazione, ed è per questo che un

azeotropo è chiamato punto stazionario o fisso.

P costante

V

L

P costante y1

x1

x1

T

Diagrammi di equilibrio di un azeotropo di minimo

P costante P costante

x1

x1

y1

T

Diagrammi di equilibrio di un azeotropo di massimo

V

L-L

L

x1

T

V

L-L

L

T

x1

Diagrammi di equilibrio per un azeotropo omogeneo e un azeotropo eterogeneo

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La semplicità di una separazione può essere misurata attraverso il valore della volatilità relativa di due componenti. Più questa è lontana dall’unità e più la separazione è facile da ottenere. Nella composizione azeotropica la volatilità è pari a uno e quindi un azeotropo non può essere separato attraverso una semplice distillazione.

4.2 Processi di separazione per miscele azeotropiche

Ci sono vari metodi per separare miscele liquide con uno o più azeotropi omogenei.

I metodi di distillazione sono i più utilizzati, o attraverso una variazione di pressione

o con l’aggiunta di un altro componente nel sistema, chiamato trascinatore, che

altera l’equilibrio del sistema. Altre tecniche di separazione, come la separazione

attraverso una membrana, sono di solito combinate con la distillazione.

Pressure-swing

I cambiamenti di pressione possono avere grandi effetti nell’equilibrio di miscele

azeotropiche così da rendere possibile la separazione con una semplice distillazione.

Incrementando o diminuendo la pressione operativa nelle singole colonne si

possono muovere i confini di distillazione nello spazio delle composizioni. Per alcune

miscele il cambiamento di pressione può cambiare in maniera significativa la

composizione azeotropica così da permettere la separazione.

L’alimentazione della prima colonna, quella a bassa pressione, ha una composizione

Alta pressione P2

Bassa pressione P1

T

B2

B1

F1 B F0 A D2 D1=F2

P1 P2

D1 D2

F1 F0

F2

B2 B1

P1<P2

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F0. Con quest’alimentazione si può ottenere al massimo come residuo il componente A puro, e come distillato l’azeotropo. Il distillato della prima colonna è mandato alla seconda, a pressione più alta, dove come si vede dalla figura, la composizione azeotropica è cambiata notevolmente. Grazie a questo cambiamento, in questa colonna ora è possibile ottenere il componente B puro come residuo e l’azeotropo come distillato, che viene ricircolato nella prima colonna.

Distillazione con aggiunta di un trascinatore

Se la distillazione con pressure-swing non può essere usata (perché la composizione

azeotropica è insensibile alla pressione o perché la pressione richiesta può

deteriorare le specie presenti), si possono considerare altri metodi per separare

azeotropi binari attraverso la distillazione:

Distillazione azeotropica omogenea

Distillazione azeotropica eterogenea

Distillazione reattiva

Distillazione con aggiunta dei sali

Tutte queste tecniche coinvolgono l’aggiunta di un terzo componente, ma l’effetto

del trascinatore dipende dal tipo di distillazione considerata. Può cambiare la

volatilità relativa dei costituenti dell’azeotropo senza produrre una separazione di

fase liquido-liquido (distillazione azeotropica omogenea); Può cambiare la volatilità

relativa producendo una separazione di fase liquido-liquido (distillazione

eterogenea); Può reagire con uno dei costituenti dell’azeotropo (distillazione

reattiva); Può dissociare ionicamente e cambiare la composizione azeotropica.

Distillazione azeotropica omogenea:

Il trascinatore è completamente miscibile con i componenti della miscela

iniziale. Può, inoltre formare altri azeotropi, sia binari sia ternari, con gli stessi.

La distillazione viene eseguita in classiche colonne.

Distillazione azeotropica eterogenea

L’azeotropo presente nella miscela è eterogeneo.

La distillazione viene eseguita nella colonna in combinazione di un sistema di

separazione meccanica, per esempio un decantatore.

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La distillazione eterogenea è spesso preferita perché può essere economicamente

favorevole, ma ha un inconveniente: la separazione di fase può avvenire nella

colonna portando a una grande perdita di efficienza.

La distillazione omogenea è un metodo economicamente attrattivo per separare

miscele azeotropiche.

Dato un azeotropo binario che si vuole separare in due componenti puri, il progetto

della sequenza della distillazione è solitamente composto da due step: prima si

vagliano i potenziali trascinatori e poi si sceglie la sequenza di separazione per il

trascinatore scelto.

La scelta del terzo componente è il punto critico del progetto, poiché le colonne di

distillazione azeotropica omogenea possono comportarsi in maniera molto diversa

dalle semplici colonne di distillazione. Tra le maggiori differenze ci sono:

Aumentando il riflusso in una data colonna non sempre si riesce ad

aumentare la separazione. Infatti, in alcuni casi non c’è affatto separazione a

riflusso infinito.

Le composizioni dei prodotti dipendono dalla composizione

dell’alimentazione e dalla sua posizione relativa ai limiti della linea di

distillazione.

A volte la separazione è fattibile ma né la sequenza diretta né quella indiretta

sono possibili.

Ci sono rari casi in cui si può recuperare l’intermedio ma non il componente

leggero come distillato puro. oppure si può recuperarlo come residuo puro

ma non il componente pesante.

4.3 Caratteristiche particolari in una colonna di distillazione

azeotropica omogenea

Solitamente la separazione richiede la presenza di due colonne di distillazione:

La prima produce un costituente dell’azeotropo come prodotto puro, mentre l’altro

prodotto contiene il trascinatore e l’altro componente dell’azeotropo.

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La seconda colonna invece separa il trascinatore e l’altro componente. Solitamente

poi il trascinatore viene rimandato con un riciclo alla prima colonna.

Una possibile configurazione è riportato nella seguente figura.

Il trascinatore scelto di solito è il più alto bollente, per azeotropi di minimo. Il basso

bollente, in questa configurazione, è recuperato come distillato nella prima colonna

mentre l’intermedio nella seconda. Questa è una possibile configurazione ma ce ne

sono molte altre.

Riflusso infinito non implica separazione massima.

La prima caratteristica differente della distillazione azeotropica rispetto alla

semplice distillazione è che aumentando il riflusso, a volte, il grado della separazione

diminuisce. Questo non avviene mai nella semplice distillazione, infatti, il grado di

separazione è una funzione crescente del riflusso e la separazione massima, per un

numero fissato di piatti, si ottiene con riflusso infinito.

Per bassi valori del rapporto di riflusso, aumentandolo si migliora la separazione

anche nella distillazione azeotropica, mentre per alti valori dello stesso può

peggiorare. Questo comportamento può essere spiegato dal fatto che l’aumento del

riflusso comporta due effetti competitivi e l’importanza di questi effetti dipende dal

punto operativo. Aumentando il riflusso migliora la separazione lungo la colonna

(effetto positivo), contemporaneamente il trascinatore viene diluito diminuendo la

Trascinatore L I

Ricircolo del

trascinatore

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volatilità relativa dei due componenti dell’azeotropo e quindi la separazione

peggiora (effetto negativo).

Aumentando il numero di piatti può peggiorare la separazione .

Un'altra caratteristica differente dalla distillazione semplice descritta da Andersen

(1989) è il fatto che in alcuni casi, incontrando le stesse specifiche con un numero

più grande di piatti richiede flussi interni più grandi e le purezze del residuo e del

distillato diminuiscono.

Separazione diretta o indiretta.

La distillazione azeotropica differisce dalla semplice distillazione anche per l’ordine

nel quale si possono rimuovere i vari componenti.

Considerando una miscela ternaria senza azeotropi contenente un componente

leggero L, un intermedio I ed un pesante H. Se si vogliono separare i tre componenti

puri con due colonne si hanno le seguenti alternative:

Nella sequenza diretta L è recuperato come distillato puro nella prima colonna. Il

residuo, che contiene il pesante e l’intermedio è separato nella seconda colonna in I

(distillato) e H (residuo).

Nella sequenza indiretta H è recuperato puro come residuo nella prima colonna. Il

distillato, che contiene sia L che I è diviso nella seconda colonna in L (distillato) e in I

(residuo).

Sequenza diretta

L/I/H

L

L

H

I

I/H H I

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Sequenza indiretta

Nel caso della semplice distillazione l’ordine di volatilità indica l’ordine nel quale si

possono rimuovere i vari componenti. Gli unici componenti che si possono separare

nella prima colonna sono il più volatile e il meno volatile. Non si può ottenere in

alcun modo l’intermedio puro né come distillato né come residuo da una singola

colonna.

Nella distillazione azeotropica omogenea questa regola viene violata. Ci sono casi,

dove né la separazione diretta né quella indiretta sono possibili, ma la separazione è

possibile perché si può recuperare il componente intermedio o nel distillato o nel

residuo.

H

L

L

I

I H

L/I/H

L/I

L

I H

L H

I

Composizione

azeotropica

H

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4.4 Scelta del trascinatore con aiuto delle RCM

Il risultato di una distillazione azeotropica dipende in gran parte dalla scelta del

trascinatore. Nonostante questo qualche tempo fa era scelto attraverso una

procedura per tentativi e attraverso dati sperimentali.

Si esaminano regole semplici utilizzando le mappe delle linee di distillazione (linee

operative a riflusso totale), che si preferiscono alle curve residue (che sono

un’approssimazione di quelle di distillazione), per esaminare i possibili trascinatori.

Nella distillazione azeotropica, a differenza di quella semplice, le composizioni delle

correnti prodotte dipendono dalla composizione dell’alimentazione e dalla sua

posizione rispetto ai confini di distillazione.

Quando si sceglie un trascinatore ciò che è importante è la struttura delle mappe

delle curve residue e delle linee di distillazione che sono associate alle miscele che la

coinvolgono. Bisogna tenere presente che le curve residue non possono attraversare

i confini di distillazione.

Pertanto, alcuni ricercatori (Van Dongen Doherty (1985) e Stichlmair (1989) hanno

avanzato l'ipotesi, in prima approssimazione, che le composizioni delle colonne di

distillazione che operano a riflusso finito non possono appartenere a regioni diverse

di distillazione ovvero attraversare confini di distillazione dette anche separatrici.

Sulla base di ciò si assume che la retta di lavoro, cioè la linea del bilancio di materia

globale, che collega le composizioni del distillato, alimentazione e residuo, non deve

attraversare il confine di distillazione. Doherty e Caldarola (1985), sulla base di

questa premessa, hanno proposto che un buon trascinatore è un composto che non

produce un confine di distillazione tra le specie che devono essere separate.

Van Dongen, Doherty e Levy (1985) hanno osservato che quando il confine di

distillazione non è lineare il profilo della composizione per una distillazione

omogenea può attraversare il lato convesso e quindi la teoria della scelta del

trascinatore di Doherty e Caldarola è conservativa.

Stichlmair (1989) ha proposto una strategia alternativa, basata sul concetto che una

miscela azeotropica omogenea può essere separata in una specie quasi pura solo

quando una curva residua collega i prodotti desiderati. Per raggiungere

quest’obiettivo ha osservato che per un azeotropo binario alto bollente, il

trascinatore deve essere anch’esso una specie alto bollente o formare un nuovo

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azeotropo alto bollente. Allo stesso modo, per azeotropi binari basso bollenti il

trascinatore dovrebbe anch’esso essere una specie basso bollente o formare un

nuovo azeotropo basso bollente.

Nel caso di un azeotropo binario basso bollente sono state proposte anche altre

strategie per la scelta del trascinatore da diversi autori:

Benedict e Rubin (1945): un componente che è più alto bollente dei

costituenti l’azeotropo e che non formi altri azeotropi.

Hoffman (1964): un componente che è intermedio tra i due costituenti

l’azeotropo e che non formi altri azeotropi.

Laroche (1992) ha fatto un’analisi critica di questi criteri e ha discusso il loro impatto

nel progetto di torri azeotropiche.

Inoltre, Stichlmair e Herguijuela (1992) assumendo i confini di distillazione curvi,

hanno presentato delle regole per la selezione del trascinatore.

Nel caso di azeotropo bassobollente il trascinatore dovrebbe essere:

Bassobollente (più basso dell’azeotropo)

Intermedio che forma un azeotropo bassobollente con la specie bassobollente

Altobollente che forma azeotropi di minimo con entrambe le specie. Almeno

uno dei nuovi azeotropi di minimo ha una temperatura di ebollizione più

bassa rispetto all’azeotropo originale

Nel caso di azeotropo altobollente il trascinatore dovrebbe essere:

Bassobollente (più alto dell’azeotropo)

Intermedio che forma un azeotropo di minimo con la specie altobollente

Altobollente che forma un azeotropo di minimo con entrambe le specie.

Almeno uno dei nuovi azeotropi di massimo ha una temperatura di ebollizione

più alta dell’azeotropo iniziale.

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4.5 Analisi di fattibilità

Composizioni dei prodotti a riflusso infinito

Nel caso della distillazione in generale il riflusso totale implica che la separazione è

massima. Studiando la colonna a riflusso infinito si possono derivare informazioni

molto utili, come il numero minimo di piatti per una desiderata separazione.

La situazione è differente nella distillazione azeotropica, dove il riflusso totale non

sempre implica separazione massima. Non si può calcolare il numero minimo di

piatti esaminando il caso di riflusso totale, perché la separazione può essere

peggiore del caso di un riflusso minore. In particolare le separazioni impossibili a

riflusso infinito possono essere realizzabili a riflusso finito. Tuttavia è conveniente

studiare questo caso perché la separazione possibile a riflusso infinito è possibile

anche ad alto riflusso, quindi la separabilità a riflusso totale implica separabilità

anche a riflusso finito. Inoltre, questo caso ha il vantaggio della semplicità per la

trattazione teorica.

Una volta scelto il trascinatore l’attenzione è rivolta alla sequenza delle torri di

distillazione.

Nel considerare le sequenze possibili delle colonne è importante considerare le

possibili composizioni del distillato e del residuo. Molti autori hanno svolto studi per

determinare le possibili composizioni dei prodotti avendo la composizione

dell’alimentazione.

I bilanci di materia: globale e dei componenti, impongono che le composizioni

dell’alimentazione, del distillato e del residuo giacciano su uno stesso segmento, con

le composizioni del distillato e del residuo rappresentati dai punti finali di tale

segmento e giacenti sulla stessa curva di distillazione.

I

H

L

F

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Per impostare i confini possibili per la composizione del distillato e del residuo si fa

passare la linea di distillazione attraverso la composizione dell’alimentazione.

Tutte le composizioni all’interno della regione limitata dalla linea di distillazione e

dall’asse HL vengono scartate.

Una linea di bilancio di materia viene fatta passare attraverso il vertice L, distillato

puro, F e B. Una seconda linea di bilancio viene fatta passare da H, residuo puro, D e

F.

Questi bilanci di massa forniscono i limiti rimanenti per le composizioni del distillato

e del residuo, come mostrato in figura, dove le composizioni fattibili sono nelle zone

rispettivamente di LFDL e HFBH.

Le curve di distillazione sono linee operative a riflusso totale, mentre le curve

residue sono una loro approssimazione, tuttavia molti autori utilizzano le mappe

delle curve residue. Dopo aver scelto il trascinatore, le regioni delle composizioni del

distillato e del residuo sono selezionate. Si considera un sistema ternario con un

azeotropo binario tra la specie pesante e intermedia (H I).

H

I

B

F

L D

F1 F2

K I

L

H

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Utilizzando un trascinatore bassobollente L, le due zone sono separate da un confine

di distillazione lineare che collega l’azeotropo K e il componente L.

In figura sono presenti le due alimentazioni F1 e F2 localizzate nelle due regioni di

distillazione (HKLH e IKLI). Si nota che ogni linea di bilancio di materia è confinata

nella regione di distillazione in cui si trova l’alimentazione.

Nella regione HKLH una colonna può essere progettata per recuperare H come

prodotto di fondo colonna o L come distillato. Allo stesso modo, per le alimentazioni

nella regione IKLI, i componenti L e I si concentrano nel distillato e nel recupero

rispettivamente.

In determinate circostanze il distillato e il residuo possono trovarsi in regioni di

distillazione differenti da quella in cui risiede l’alimentazione.

Questo sistema non ha un confine di distillazione e tutte le linee partono

dall’azeotropo di minimo K e terminano in H che è il componente più pesante.

Per l’alimentazione F può essere tracciata una linea di bilancio di materia che passa

per il vertice puro L. Nonostante il componente L non è il punto finale della linea di

distillazione KLIH può essere recuperato nel distillato.

Le regioni della composizione sono illustrate nella figura.

I H

L D

K

F

B

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Si nota dalla figura che la specie pura I non può essere recuperata con questa

composizione dell’alimentazione.

Per illustrare l’attraversamento di un confine di distillazione la figura seguente

mostra una miscela ternaria con un azeotropo di minimo H-I in K. Ci sono due

regioni di distillazione, HKLH e IKLI che sono rispettivamente concava e convessa.

Una linea di bilancio globale di materia si può far passare attraverso F1, la quale non

costituisce solo una corda della linea di distillazione a) (B1D1) nella regione convessa

ma anche della linea di distillazione b) (B3D2) sull’altro lato del confine di

distillazione.

I H

L

D

B

K

F

K I H

L

B3 B4

D2

D4

D

D1

B

F1

B1

B2

b) a)

F2

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L’alimentazione, può avere un distillato D1 e un prodotto di fondo B1, entrambi

situati nella regione di distillazione in cui F risiede. Può, però, anche produrre un

distillato D2, con B2 o B3 come residuo sull’altro lato del confine di distillazione (curva

b).

In questa particolare situazione, le tre composizioni non giacciono sulla stessa

regione di distillazione con F1, e quindi il confine di distillazione può essere

attraversato.

La linea di bilancio di materia globale che attraversa F2, localizzata nella zona

concava IKLI, forma due corde alla curva di distillazione a (BD) e alla b (B4D4). Si nota

che il distillato e il residuo, che sono localizzati su a, non collegano l’alimentazione

F2; Quindi in tal caso il confine di distillazione non può essere attraversato.

In generale, poiché la composizione dell’alimentazione deve essere connessa con

quella del distillato e del residuo, i confini di distillazione possono essere attraversati

solo dal lato convesso al concavo. Ne consegue che se il confine di distillazione è

lineare non può essere attraversato.

Delimitazione a riflusso finito

Per miscele binarie, la più alta purezza è realizzata a riflusso totale, mentre per le

miscele azeotropiche multicomponente Van Dogen e Doherty (1985) e Laroche

(1992) hanno mostrato che la migliore separazione può non essere raggiunta a

riflusso totale.

Wahnschaff (1992) e Fidkowsky (1993) hanno proposto metodologie per esaminare

meglio le regioni delle composizioni fattibili dei prodotti a riflusso finito. Fidkowsky

ha introdotto il limite di distillazione, che limita proprio le regioni di composizione

del prodotto. Wahnschaff ha usato la traiettoria pinch-point dell’alimentazione.

Traiettoria pinch-point

Nell’esaminare i profili della composizione del liquido nella sezione di rettifica di una

colonna di distillazione con una singola alimentazione, dove la retta di lavoro è data

da:

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è stato osservato che l’entità del distillato (e quindi del riflusso) determina la

differenza tra le composizioni del vapore in ingresso yn e del liquido in uscita xn-1.

A riflusso finito, il profilo di rettifica non può essere approssimato con la curva

residua dal lato concavo.

La tie line, che collega la composizione del distillato yD alla composizione xD,

all’equilibrio, è tangente alla curva residua r1.

Inoltre l’equazione della retta di lavoro richiede che la composizione del vapore, che

lascia il piatto 1, y1 si trova su questa linea tratteggiata, con la quantità di distillato D

determinando la posizione di y1 rispetto a yD. A riflusso totale y1 = xD e la

composizione del liquido x1 è posizionata sulla curva che collega a1 e b1, 1.

Allo stesso modo, la composizione del vapore che lascia il piatto 2, y2, si trova sulla

linea tratteggiata che collega x1 e yD, e la composizione del liquido x2, all’equilibrio

con y2, si trova su r5. Così i profili di rettifica sono delimitati dai cosiddetti punti di

pinch del distillato (b, b1, b2, …) e dalla curva che collega xD, a, x1, a2, x2,...

Quest’ultima corrisponde al limite di funzionamento a riflusso totale.

R5

R3

R4

R6

R2 R1

y1

x1

x2

b2

a1

a2

yD

b1

y2

xD

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Dalla figura si nota che quando x1 = b1 e x2 = b2 la linea operativa punteggiata e

quella tratteggiata diventano collineari. In questa circostanza xn-1 e yn si avvicinano

all’equilibrio e la forza spingente diventa infinitesima. Questo è equivalente a

operare con un numero infinito di piatti al minimo rapporto di riflusso e quindi i

punti b1, …, bn sono i pinch point del distillato. Questi sono disegnati sulla curva di

pinch del distillato, che è costruita posizionando le tangenti alla curva residua che

passano attraverso la composizione del distillato xD.

Per sistemi con confini di distillazione ci sono curve di pinch distinte per ogni

regione.

Limite di distillazione e linea di transizione

I profili di stripping e di rettifica inizialmente sono esaminati per la separazione

diretta e indiretta di una miscela ternaria L I H.

Profili per separazione diretta a) e indiretta b)

Per lo split diretto L-IH il profilo di stripping incontra il profilo di rettifica in xs e

quindi c’è un numero infinito di stadi nella sezione di stripping. Per lo split indiretto

xd

Curve

residue

Curva di

pinch del

distillato

B

H

I

L = D

F

Profilo di

stripping

xs

L

I

Profilo di

rettifica

Profilo di

stripping

H = B

Profilo di

rettifica

F

D

xr

a) b)

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LI-H il profilo di rettifica incontra quello di stripping in xr e quindi la sezione di

rettifica ha un numero infinito di stadi.

Doherty e Levi (1986) hanno mostrato che c’è un unico passaggio tra lo split diretto

e indiretto. Questo è denominato split di transizione (LI-IH).

Qui un infinito numero di stadi esistono in entrambe le sezioni e i punti di pinch dei

profili coincidono nello stadio di alimentazione:

Entrambe le linee si uniscono al bilancio di materia unendo xD, Zf e xB.

Quest’equazione implica che la linea di transizione si unisce alla tie line delle

composizioni di pinch dell’alimentazione xf e yf.

Limiti delle composizioni dei prodotti

I limiti delle composizioni sono gli stessi degli studi a riflusso totale. In più altri limiti

sono localizzati trovando le composizioni associate a due casi limite. Il primo quando

la composizione del distillato è uguale a quella dell’alimentazione (torre di

stripping), il secondo quando la composizione del residuo è uguale a quella

dell’alimentazione (torre di arricchimento). Il primo implica che la composizione del

prodotto di fondo è delimitata dalla curva di pinch dell’alimentazione liquida. Il

secondo che la composizione del distillato è delimitata dalla curva di pinch-point

Profilo di

stripping

B F

H L

D

Profilo di

rettifica

Linea di

transizione

I

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dell’alimentazione vapore, passando attraverso la composizione del vapore in

equilibrio con la composizione dell’alimentazione, yF.

Questi limiti danno le regioni delle composizioni di prodotto fattibile.

4.6 Sequenza di colonne

Nel caso di miscele ideali non ci sono molte difficoltà nel selezionare le specie che si

concentrano nel distillato e nel residuo. Tuttavia la separazione ideale è poco

praticata.

Doherty e Caldarola (1985) hanno usato le curve residue per la sequenza di colonne

per la distillazione azeotropica omogenea. Come già ricordato prima, per stabilire i

limiti tra le regioni di distillazione devono essere usate le linee di distillazione e non

le curve residue.

La differenza principale tra la progettazione per miscele ideali e non ideali è che la

distribuzione del prodotto nella distillazione azeotropica dipende dalla regione in cui

giace la composizione dell’alimentazione. Tuttavia, quando possono essere usate le

mappe delle curve residue e le linee di distillazione le regioni per le composizioni del

distillato e del residuo sono ben definite e la sequenza delle colonne è

notevolmente semplificata. Si può dimostrare ciò considerando una miscela

azeotropica, in cui il binario è di minimo, e utilizzando un trascinatore di volatilità

intermedia.

Questa miscela non ha un confine di distillazione.

I

H L

F1

D1

F

B1

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Di seguito ci sono due sequenze possibili per produrre H e L quasi puri.

F1

H

H

F

F

F1

L

L

D1

B1

I

I

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Molti trascinatori possono introdurre nuovi azeotropi e formano uno o più confini di

distillazione. Nella costruzione delle sequenze delle colonne si assume che i confini

di distillazione sono rettilinei e quindi si trascura l’effetto della loro curvatura.

Le composizioni del distillato e del residuo sono confinate nella regione dove risiede

l’alimentazione e si deve trovare il modo per attraversare questi confini per

raggiungere le specifiche richieste.

Ci sono due alternative per fare questo: utilizzare un trascinatore che non produce

un confine di distillazione, utilizzare un trascinatore che produce uno

smescolamento, come nella distillazione eterogenea.

Un’altra alternativa si può introdurre un ricircolo per attraversare i confini di

distillazione.

Si considera ora un trascinatore che forma un azeotropo con il componente H e che

forma un confine di distillazione.

Per questa miscela il grafico ternario è il seguente.

In una possibile sequenza, l’alimentazione è mescolata con l’azeotropo H-L per

produrre una nuova alimentazione per la colonna C1. Il componente più pesante è

recuperato come residuo nella prima colonna e il distillato D1 si trova vicino al

confine di distillazione DE. Il distillato D1 è miscelato con il residuo B3 della terza

D2=F3

F

D3

B3

H

L

D1

F1

I

F2

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colonna così da avere una composizione F2, alimentazione della seconda colonna,

localizzata nella seconda regione di distillazione.

La seconda colonna C2 produce I come residuo e come distillato D2. D2 è separato

nella terza colonna nel residuo B3 e nel distillato D3 (azeotropo H-L).

Questa configurazione riesce ad ottenere H e I puri come prodotti.

Doherty e Caldarola(1985) hanno mostrato che questa sequenza è impossibile.

La prima colonna producendo H puro si può rappresentare schematicamente come:

C1

D2

F2 C2

D1

I B3

C3

D3

F1

H

F

F

H=85

I=15

D3

D1

H=85

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Questo schema si può ulteriormente semplificare:

Si osserva che D3, D1 e I devono essere connessi da un segmento, essendo legati da

un bilancio di materia. Il bilancio di materia globale per la prima colonna collega D1,

F1 e H con un segmento. Il distillato deve situarsi nella prima regione di distillazione.

Il distillato non può attraversare il confine di distillazione e di conseguenza non è

possibile collocare D1 nel segmento che collega D3 e I.

La situazione non migliora spostando D3 verso il vertice H, come mostrato nella

figura precedente. Facendo così è possibile progettare la prima colonna

correttamente poichè questo porta D1 nella prima regione ed è collegato con D3 e I.

Tuttavia la terza colonna non può produrre quel D3 perché il suo profilo di

concentrazione deve stare nella seconda regione.

Doherty e Caldarola hanno affermato che i confini lineari non possono essere

attraversati usando il metodo del ricircolo.

D3

D1 I

D3

I

D3

H H

I

L L

D1

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5. Curve residue e costruzione DRD

Introduzione

In questo capitolo sono descritte le caratteristiche principali delle curve residue,

molto utili nello studio della posizione dei confini di distillazione, di azeotropi e la

fattibilità di separazioni. Anche se rappresentano un’approssimazione le mappe

delle curve residue mostrano in maniera chiara l’infattibilità o le problematiche di

specifiche che causano fallimenti o difficoltà di convergenza nelle simulazioni.

Nella seconda parte del capitolo è illustrato un algoritmo per la costruzione di

diagrammi che rappresentano qualitativamente le regioni di distillazione in sistemi

ternari che presentano il fenomeno dell’azeotropia. Questi diagrammi si possono

costruire conoscendo le temperature di ebollizione dei componenti puri e degli

azeotropi.

L’algoritmo presentato di seguito è stato poi implementato nel linguaggio Justbasic.

5.1 Curve residue

La più semplice forma di distillazione è la distillazione batch in unico stadio.

Il vapore che si separa dal liquido sarà in equilibrio con lo stesso, e sarà più ricco del

componente più volatile. A mano a mano che la distillazione prosegue, il liquido

rimasto cambierà la sua composizione continuamente, e in particolare aumenterà la

frazione del componente più pesante, contemporaneamente aumenterà anche la

temperatura in maniera continua.

La traiettoria delle composizioni liquide che parte da quella iniziale della miscela è

chiamata curva residua.

L’insieme di tutte queste curve per una data miscela è chiamata mappa delle curve

residue.

Sono aggiunte delle frecce per indicare la direzione del tempo crescente, al quale

corrispondono quindi un incremento di temperatura e un abbassamento della

volatilità.

Se la miscela è ben mescolata all’interno dello stadio e la vaporizzazione è

abbastanza lenta, per permettere il raggiungimento dell’equilibrio termodinamico,

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le curve residue contengono le stesse informazioni dei diagrammi di equilibrio della

miscela. In più sono rappresentate in modo da essere molto utili per la

comprensione del sistema di distillazione.

Facendo un bilancio microscopico di materia intorno al distillatore si ottiene:

Per i=1, ……, c

Trascurando il termine di ordine superiore si ottiene:

(1)

Dove al posto di

si può considerare un tempo adimensionale

E al posto di si può sostituire la relazione di equilibrio

Le curve residue si ottengono integrando la 1.

Quando

si è in presenza di componenti puri o di azeotropi.

Si possono costruire mappe di curve residue di miscele con qualsiasi numero di

componenti, ma quelle che si possono rappresentare sono miscele con al massimo

quattro componenti.

In sistemi ternari le fasi liquide si rappresentano su diagrammi triangolari rettangoli

o equilateri. Per sistemi a quattro componenti si rappresentano con diagrammi

tridimensionali.

I vertici del triangolo, nel caso di miscele ternarie, rappresentano i composti puri. Gli

azeotropi binari si trovano sui lati e quelli ternari all’interno del triangolo.

L,xi

V, yi

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In sistemi senza azeotropi si osserva che le curve partono sempre dal vertice, che

rappresenta il componente più volatile, viaggiano verso il composto intermedio in

termini di volatilità, e infine terminano sul più pesante. Ciò significa che non si può

mai ottenere il componente intermedio puro con una semplice distillazione.

La famiglia di curve che ha origine in una composizione e termina in un’altra

composizione definisce la regione di distillazione.

I sistemi senza azeotropi hanno solo una regione di distillazione. Per molti altri

sistemi però non tutte le curve residue partono e arrivano alle stesse composizioni,

quindi in questi ci sono diverse regioni di distillazione.

La curva residua che divide due regioni in cui le curve adiacenti o partono o arrivano

in diverse composizioni è chiamata separatrice o confine di distillazione.

All’interno di questi diagrammi i punti dai quali partono le curve residue

(componente più volatile o un azeotropo di minimo) sono detti punti instabili. I

punti nei quali arrivano invece si chiamano punti stabili (componente meno volatile

o un azeotropo di massimo). I punti dove arrivano e poi si allontanano da essi sono

chiamati punti di sella.

Il confine di distillazione parte o termina sempre dall’azeotropo di sella, ma mai dal

componente puro di sella.

Le curve residue sono indicative di molti aspetti del comportamento di colonne di

distillazione continue. Per sistemi con diverse regioni di distillazione i profili di

composizione sono costretti a stare in delle regioni specifiche.

Le curve residue si possono costruire o con dati di laboratorio o integrando

l'equazione (1) se sono disponibili le espressioni dei coefficienti di attività da

utilizzare nelle relazioni di equilibrio.

Le mappe delle curve residue sono molto utili per capire tutti i tipi di distillazione

batch e continua. Grazie a questo metodo si possono osservare subito la posizione

dei confini di distillazione, di azeotropi e la fattibilità di separazioni. Inoltre mostra in

maniera chiara l’infattibilità o le problematiche di specifiche che causano fallimenti

o difficoltà di convergenza nelle simulazioni.

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I bilanci di materia sono rappresentati graficamente nei diagrammi triangolari da

segmenti di rette che collegano le composizioni. Si possono determinare le quantità

attraverso la regola della leva.

Le linee del bilancio di materia sono governate da due regole:

1) Le composizioni del residuo, del distillato e dell’alimentazione devono

appartenere alla stessa retta.

2) Il distillato e il residuo devono stare sulla stessa curva di distillazione o in

modo approssimato sulla stessa curva residua.

Per il sistema ternario pentano, esano, eptano la mappa delle curve residue è

relativamente semplice.

Le curve residue si possono rappresentare anche con diagrammi triangolari

equilateri.

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Come si dimostra in seguito, le curve residue sono rappresentazioni del profilo della

composizione del liquido a riflusso totale.

Considerando l’approssimazione al piatto (n+1) di una colonna di distillazione:

2)

Sostituendo la 1 diventa:

(3)

Quando ∆τ è impostato ad uno, la 3 diventa:

(4)

Questa è l’equazione per la linea operativa di una colonna multistadio a riflusso

totale. A causa dell’approssimazione nella 3 le curve residue, che sono le soluzioni

della 1, approssimano il profilo della composizione del liquido a riflusso totale.

A riflusso finito, la linea operativa nella sezione di arricchimento è data dal bilancio

di materia sui n piatti in testa:

5)

Espandendo xN-1 intorno a xN usando la serie di Taylor:

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6)

Dove ∆h=hN-1-hN=-1, la 5 diventa:

7)

A riflusso totale, con D=0 e VN=LN-1 diventa uguale alla 1.

L’espansione di Taylor è valida solo per ∆h che tende a zero, e quindi la soluzione

della 1 approssima le composizioni liquide a riflusso totale. Le soluzioni della 7, a

riflusso finito, si discostano ulteriormente dalle curve residue.

Curve di distillazione

Le linee di distillazione, nonostante siano simili alle curve residue, hanno delle sottili

differenze. A differenza delle curve residue, la linea di distillazione è la linea

operativa a riflusso totale, dove la 5 si riduce alla 4, con la composizione del liquido

in uscita dal piatto N, xN, identica alla composizione del vapore entrante al piatto N,

yN+1.

La regola delle fasi di Gibbs implica che in condizioni isoterme, o isobare, le

composizioni del vapore all’equilibrio sul piatto N+1 possono essere espresse come

una funzione delle composizioni del liquido.

(8)

Oppure:

(9)

Dove n è l’inverso di m. La linea di distillazione è il luogo delle composizioni del

liquido, x0, …, xN …, che soddisfano la 9.

Geometricamente i vettori che collegano xN e yN (tie lines) sono le corde della linea

di distillazione.

L’equazione 1 impone che i vettori tie lines, collegando la composizione del liquido x

e quella del vapore y, all’equilibrio, siano tangenti alle curve residue.

Poiché questi vettori tie lines devono anche essere corde della linea di distillazione,

le curve residue e le linee di distillazione devono intersecarsi alla composizione del

liquido x.

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59

5.3 Costruzione del Diagramma delle Regioni di Distillazione:

DRD

Molte ricerche teoriche sono state condotte per studiare la distillazione delle

miscele multicomponenti reali che presentano fenomeno di azeotropia. In modo

particolare gli studi sono stati svolti da Doherty e Perkins (1978 a, b, 1979 a, 1982) e

da Van Dongen e Doherty (1984).

Altri (Gani e Cameron, 1992, Matsuyama e Nashimura, 1977; Petlyuk, 1975 a, b,

1977; Reshetov, 1983) hanno applicato il campo della topologia matematica alle

mappe delle curve residue.

Questi studi suggeriscono delle regole per la costruzione qualitativa delle mappe

delle curve residue con un numero minimo di dati senza il bisogno di informazioni

dettagliate del modello di equilibrio liquido vapore o misure sperimentali. Questi

dati sono le temperature di ebollizione dei componenti puri e degli azeotropi

(ovviamente nota la loro composizione) presenti nel sistema alla pressione fissata.

La possibilità di ottenere l'andamento qualitativo della mappa delle curve residue

deriva dall'applicazione delle seguenti proprietà delle curve residue:

a) Le curve residue non possono intersecarsi con altre curve residue o con se

stessi;

b) La temperatura di ebollizione cresce lungo una curva residua;

c) Punti singolari si verificano in corrispondenza di tutti i componenti puri e gli

azeotropi;

d) Un punto singolare è o un nodo stabile, o un nodo instabile oppure

rappresenta una sella.

I tre componenti puri sono generalmente indicati e riportati in ordine decrescente di

volatilità con:

L = Leggero,

I = Intermedio,

H = Heavy ( pesante).

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Inoltre, per convenienza si distinguono con la lettera N i nodi sia stabili che instabili,

dai punti singolari di tipo sella indicate con S. Successivamente i pedici 1, 2, e 3

caratterizzano se il punto singolare si riferisce ad un componente puro, ad un

azeotropo binario o ad un azeotropo ternario.

Quindi, si indicano con:

B: il numero totale di azeotropi Binari,

N1: il numero di componenti puri Nodo (sia stabili che instabili),

N2: il numero di azeotropi binari nodo,

N3: il numero azeotropi ternari nodo,

S1: il numero di componenti puri sella,

S2: il numero di azeotropi binari sella,

S3: il numero di azeotropi ternari sella.

In questi studi sono stati considerati sistemi con massimo, un solo azeotropo

ternario e un azeotropo binario per ogni lato del diagramma. Quindi per un massimo

di quattro azeotropi di cui tre binari.

Questi sistemi devono soddisfare le seguenti relazioni:

N1 + S1 = 3

N2 + S2 = B ≤ 3

N3 + S3 =1 oppure 0

N2 – S2 + N1 + 2 N3 – 2 S3 = 2

L'ultima equazione rappresenta il principio di conservazione topologica e permette

di calcolare il numero totale di azeotropi binari di sella S2 e quello totale di azeotropi

binari di nodo N2 , note la tipologia dei punti singolari puri e quello del ternario.

Una volta stabilità la tipologia dei punti singolare le seguenti regole risultano utili

per poter tracciare DRD:

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a) Un punto di sella corrispondente ad un componente puro non ha connessioni

interne;

b) Un punto di sella ternario deve avere quattro connessioni;

c) La condizione necessaria affinché un azeotropo ternario sia di sella è

l'esistenza di due più alto-bollenti e due più basso-bollenti con cui possa

connettersi.

d) Un azeotropo ternario è un nodo se :

a. N1 + B < 4; oppure,

b. escludendo i componenti puri sella, l’ azeotropo ternario è il primo più

alto-bollente, o il secondo più alto-bollente, oppure è il primo più

basso-bollente o il secondo più basso bollente.

In base alle suddette regole, alcuni ricercatori hanno sviluppato e proposto (Foucher

et al 1991) un algoritmo che determina le connessioni tra i punti singolari delle

mappe residue. Questo offre una prima approssimazione per le mappe reali che nel

caso di confini di distillazione rettilinei risulta essere molto accurata.

Tuttavia, come riportato dagli stessi autori, in alcuni casi possono avvenire delle

indeterminazioni perché con le stesse temperature si possono avere più

configurazioni possibili delle mappe residue. In questo caso basterebbe calcolare in

modo rigoroso una sola curva residua con cui discernere il DRD corretto.

5.4 CLASSIFICAZIONE DRD

Matsuyama e Nishimura, J. Chem. Eng. Japan,10,181 (1977), stabilirono che per

sistemi ternari con al massimo, un azeotropo ternario e uno binario per lato, ci sono

125 possibili configurazioni delle DRDs.

Eric Peterson ha sviluppato una tabella in cui tutte le configurazioni sono classificate

in base al profilo di temperatura del sistema (vedi Perry 7° ed. fig. 13.59).

I tre componenti puri sono generalmente indicati e riportati in ordine decrescente di

volatilità con:

L = Leggero,

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62

I = Intermedio,

H = Heavy ( pesante).

Seguendo il profilo di temperatura ha assegnato dei numeri ad ogni posizione del

diagramma. Le posizioni 1, 3 ,5 sono i componenti puri ordinati per volatilità

decrescente. Le posizioni 2, 4, 6 sono gli azeotropi binari e 7 è l’azeotropo ternario. Il

numero corrispondente ad un azeotropo che non è presente viene cancellato.

Ad alcune DRDs possono corrispondere diversi profili di temperatura.

Ecco alcuni esempi di classificazione:

Matsuyama e Nishimura (1977) proposero un’altra classificazione. In questo metodo

si posiziona il componente più volatile sul vertice in alto del triangolo, il pesante sul

vertice in basso a destra e l’intermedio in basso a sinistra. Si assegnano, poi, dei

numeri per caratterizzare la natura degli azeotropi binari presenti nel sistema. La

prima cifra si riferisce al binario di L-I, la seconda a quello di I-H e la terza a L-H.

Le possibili cifre sono:

I,3

L,1

H,5

2

4

6

7

(46135)

)

L L

L

I I I

H

13725, 13752

H

(64135, 61435)

H

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0: non c’è azeotropo

1: Azeotropo di minimo nodo

2: Azeotropo di minimo sella

3: Azeotropo di massimo nodo

4: Azeotropo di massimo sella

Se c’è anche un azeotropo ternario le tre cifre sono seguite da una lettera tra:

m: Azeotropo di minimo

M: Azeotropo di massimo

S: Azeotropo intermedio

5.5 Struttura dell’algoritmo

L’algoritmo è costituito da diversi stadi.

1) Innanzitutto si devono conoscere le temperature di ebollizione dei composti puri

e degli azeotropi. Si dispongono i componenti puri sui vertici del triangolo,

mettendo il leggero nel vertice in alto, il pesante in quello in basso a destra e

l’intermedio in basso a sinistra. Si dispongono quindi gli azeotropi binari sui

vari lati del diagramma.

2) Si determina la natura dei componenti puri (nodi o selle) con le seguenti regole:

324-M

H I

L L

H I

012

L

H I

222 m

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64

a. Un componente puro è una sella se uno dei componenti ( un suo

azeotropo , se presente, o un altro componente puro) ad esso adiacenti

ha una temperatura di ebollizione minore e l’altro ne ha una maggiore. In

questo caso non è necessario indagare le connessioni oltre a quelle lungo i

lati del triangolo.

b. Un componente puro è un nodo se le due specie ad esso adiacenti sono

entrambi più volatili o più pesanti. Nel primo caso il componente puro è

stabile. Qui non ci possono essere altri collegamenti con specie più alto-

bollenti. Mentre è un nodo instabile se accade il contrario.

3) Si determina la natura dell’azeotropo ternario

c. La condizione necessaria per avere un azeotropo ternario di sella è

l’esistenza di due specie più alto-bollenti e due più basso-bollenti, con i

quali può essere collegato. Poiché, come è già stato detto prima, un

componente puro di sella non può essere connesso con altre specie, i

quattro collegamenti dell’azeotropo ternario di sella non possono essere

tracciati con un componente di sella puro.

Con queste regole è possibile determinare i casi in cui l’azeotropo ternario non può

essere di sella.

Quindi, un azeotropo ternario è un nodo se N1 + B < 4 (ci sono meno di quattro

possibili connessioni) e/o, escludendo i componenti puri sella, il ternario è il più alto,

il secondo più alto, il più basso, o il secondo più basso bollente.

4) Tracciare le connessioni con il ternario sella.

Se N1+B=6 c’è un’indeterminazione. Se non c’è indeterminazione il ternario è

collegato con tutti i binari e i componenti puri nodi.

Gli stadi che restano considerano solo sistemi senza ternari di sella.

5) Determinare il numero di nodi binari e selle quando non ci sono ternari di sella.

Il numero di nodi binari e di selle può essere calcolato con:

Con e

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65

6) Esaminare la consistenza dei dati.

Si conta prima il numero di azeotropi binari che sono o il più alto o il più basso

bollenti del sistema. La termodinamica richiede che almeno questi azeotropi siano

dei nodi (i binari più alto e basso bollenti).

Quindi, se N2 è più piccolo dei binari più pesanti e più leggeri, i dati sono

inconsistenti .

La consistenza dei dati di un sistema che non presenta azeotropo ternario di sella

viene verificata dalla relazione Bib = S2

Nel caso in cui S3 = 1 i dati sono inconsistenti se N1 + B = 6.

Nella figura precedente, escludendo il componente di sella (che bolle a

70°C),l’azeotropo ternario è il secondo più basso bollente e quindi non può essere

una sella. Quindi deve essere per forza un nodo; con queste assunzioni il risultato

dell’equazione è N2= 0, ma il numero di nodi binari dovrebbe essere 1 (il binario che

bolle a 65°C è il più basso bollente del sistema); in definitiva i dati sono inconsistenti.

7) Indeterminazione

Ci possono essere indeterminazioni locali o globali. Ci può essere indeterminazione

locale quando N1=1 oppure N3=1 e ci può essere sia locale che globale se S3=1.

Nel caso in cui S3=0, la presenza di un’indeterminazione locale implica la presenza di

un nodo binario intermedio e di una sella binaria.

In un sistema ternario, che non presenta un azeotropo di sella ternario, non può

avvenire il fenomeno dell’indeterminazione quando tutti i binari intermedi sono

selle.

70°C

100°C 90°C

65°

C

80°C

75

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66

8) Collegare gli ultimi punti quando non c’è indeterminazione.

Qui di seguito sono indicate alcune proprietà utili per la costruzione delle mappe

residue.

1) Due azeotropi binari di sella non possono essere collegati tra loro. Formerebbero,

altrimenti, un anello che non è permesso, poiché le curve residue sono dirette verso

le temperature crescenti.

Pertanto, le selle binarie possono essere connesse solo con nodi o con selle ternarie.

2) Una sella binaria di minimo deve collegarsi con un nodo instabile o con una sella

ternaria che bolle ad una temperatura più bassa, e una sella binaria di massimo ad

un nodo stabile o ad un ternario di sella che bolle ad una temperatura più alta.

3) Un componente puro nodo e un nodo binario che sono vicini hanno diversa

stabilità.

4) Un nodo ternario può connettersi solo con una sella binaria.

Una curva residua che collega un nodo instabile ad uno stabile non deve essere

tracciata perché non è un confine di distillazione.

Quindi un componente puro nodo non può essere collegato con un nodo ternario,

ma solo con una sella binaria o ternaria.

5) Quando non c’è un ternario di sella, ci sono tanti confini di distillazione quanti

sono gli azeotropi binari di sella. Siccome si considerano sistemi in cui c’è al massimo

un solo ternario, la presenza di un nodo ternario esclude la presenza di un ternario

di sella.

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67

6) In un sistema senza azeotropo di sella ternario, gli azeotropi binari intermedi (in

termini di volatilità) non possono essere tutti dei nodi.

Poiché le selle binarie sono tutte specie intermedie, il numero totale di azeotropi

intermedi è .

Si può dimostrare la proprietà 6 o mostrando che quando Bib≠0 il valore di S2 non

può essere 0, poiché S2 = 0 implica che N2 = B ≥ Bib e tutti gli azeotropi intermedi

sono nodi, o mostrando che quando S2 = 0, Bib è necessariamente uguale a zero.

L’equazione topologica può essere scritta come poiché N2 = B e

S3 = S2 = 0. Ci sono due possibili situazioni, una se N3=0 e l’altra se N3 =1.

Se il numero di nodi ternari è uguale a zero l’equazione topologica diventa

.

Se B =1 allora . Questo significa che solo un componente estremo (in termini

di volatilità) può essere una specie pura, quindi l’altro deve essere un azeotropo

binario e Bib = 0.

Se B = 2 allora N1 = 0. Quindi il più alto bollente e il più basso bollente devono essere

i due binari e quindi Bib = 0.

Se B = 3 allora N1 < 0. Questo caso è impossibile.

Se il sistema presenta un nodo ternario allora N1 = - B< 0. Anche questo caso è

impossibile.

Indeterminazioni

Possono avvenire due tipi di indeterminazioni nella costruzione qualitativa delle

mappe delle curve residue.

La prima è la globale, quando ogni vertice può essere identificato come nodo o sella

ma possono esistere all’interno del diagramma diversi collegamenti che sono

compatibili con la struttura. In pratica una sella ha diversi vertici con quali avere

collegamenti.

Questo tipo di indeterminazione può avvenire solo in miscele con un azeotropo

ternario di sella.

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La seconda indeterminazione è detta locale. Si verifica quando l’equazione

topologica indica quanti nodi e selle binari sono presenti ma la distribuzione delle

temperature non permette di individuare la natura delle singole specie.

In pratica ci può essere indeterminazione locale quando N3=0 oppure N3=1, e ci può

essere sia locale che globale se c’è un ternario di sella.

Foucher, Doherty e Malone hanno analizzato le possibili strutture delle mappe delle

curve residue variando i parametri dell’equazione topologica.

A) S3=1

La condizione necessaria per cui esiste un ternario di sella è che il numero di

possibili collegamenti sia almeno uguale a quattro.

Knight provò che N1 è pari se B è pari, e dispari se B è dispari. I vari possibili casi

sono:

1. Se B = 1 e N1= 1 il ternario di sella non esiste

2. Se B = 1 e N1= 3 allora N1 + B = 4

3. Se B = 2 e N1= 0 il ternario di sella non esiste

4. Se B = 2 e N1= 2 allora N1 + B = 4

5. Se B =3 e N1 = 1 allora N1 + B = 4

6. Se B =3 e N1= 3 allora N1 + B = 6

A1) Nel caso generale quando N1 + B = 4, le quattro connessioni potenziali sono

quelle richieste per la sella ternaria. Quindi non ci sono indeterminazioni in questi

casi.

A2) Nel caso in cui N1 + B = 6 ci sono molti candidati per collegarsi all’azeotropo

ternario e quindi può esserci indeterminazione.

Per questo caso ci sono diverse strutture delle mappe residue.

L’equazione topologica ha come risultati S2 = 1 e N2 = 2. Hanno considerato nel loro

studio che i nodi sono stabili e che tutti gli azeotropi binari sono di minimo.

Con s si indica il ternario di sella e i tre binari con b1, b2, e b3 in ordine di

temperature di ebollizione crescenti:

T (b1) < T (b2) < T (L) < T (I) < T (H).

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T (b2) <T(s) <T (I) e T (b2) <T (b3) <T (I)

Poiché T (b3) e T (s) possono essere più o meno volatili di L ci sono 6 diverse

distribuzioni di temperatura:

1. T (s) < T (b3) < T (L)

2. T (s) < T (L) <T (b3)

3. T (b3) < T (s) < T (L)

4. T (b3) < T (L) < T (s)

5. T (L) <T (b3) <T (s)

6. T (L) < T (s) <T (b3)

Il binario b1 è uno dei nodi poiché è il più basso bollente. L’altro nodo può essere o

b2 o b3.

Caso 1: Ci sono solo due specie più basso bollenti della sella ternaria, b1 e b2. Questi

sono connessi con il ternario e rappresentano i due nodi binari del sistema.

Di conseguenza, il componente puro comune a b1 e a b2 è connesso a s e b3 è il

binario di sella.

Il ternario di sella può avere il quarto collegamento sia con b3 sia con i componenti

puri perché sono tutti più alto bollenti. Invece, il binario di sella può essere connesso

con i nodi binari o con la sella ternaria, perché sono tutti più basso bollenti.

Quindi c’è un’indeterminazione globale tra le tre mappe.

Di seguito è rappresentata l’indeterminazione tra le mappe 112-S, 112-SL e 112-SH.

Al cambiare della posizione di b3 (se è l’azeotropo di I-H o di L-I), l’indeterminazione

può esserci anche tra le mappe 211-S, 211-SL, e 211-Si. Doherty e Caldarola (1985)

con i pedici L, I, o H indica il componente puro con il quale la sella ternaria ha il suo

quarto collegamento.

L

I H

L

I H

L

I H

b3 b3

b3

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Caso 2: T (s) < T (L) < T (b3). Questo caso è simile al primo, con la differenza che b3

deve essere l’azeotropo tra I e H.

Caso 3: T (b3)< T (s) < T (L). La sella binaria può essere uno tra b2 e b3, ma in

nessuno dei due casi possono essere collegati alla sella ternaria perché è più alto

bollente dei due.

Se b2 è la sella, potrà collegarsi solo con b1. Il ternario si collegherà con b1, b3, e

con i due componenti puri disponibili.

Se b3 è la sella, si può collegare solo con b2 o con b1; La sella ternaria con solo con

b1, b2, e due componenti puri rimasti disponibili.

In definitiva non si può sapere a priori quale tra b2 e b3 è la sella.

Caso 4: T (b3) < T (L) <T (s). Solo H e I sono più alto bollenti della sella ternaria; si

collegano quindi con lei. Anche l’azeotropo H-I si collega con la sella e quindi è uno

dei due nodi binari.

Se b1 è il nodo I-H allora b2 non può essere la sella perché l’unico componente più

volatile non è disponibile, b3 di conseguenza sarà la sella binaria. La mappa in

questo caso è unica.

Caso 5: T (L) < T (b3) < T(s). Questo caso è simile al caso 4, con la differenza che b3 il

nodo binario di I-H. La mappa in questo caso è unica.

Caso 6: T (L) < T (s) < T (b3). La sella ternaria deve collegarsi con due nodi instabili

più volatili che possono essere solo b1 e b2. L’ altro possibile nodo sarebbe potuto

essere L ma è stato stabilito che è un nodo stabile. Il ternario dovrebbe collegarsi a L

come nodo stabile ma il profilo di temperature stabilisce che dovrebbe essere il

contrario. Quindi la distribuzione delle temperature è incompleta o sbagliata.

Parte B: S3= 0; N3= 0 o 1. Nei sistemi senza azeotropo ternario di sella può avvenire

un’indeterminazione locale.

Per dimostrare che la condizione necessaria affinché non ci sia un’indeterminazione

è Bib = S2 si può sintetizzare il ragionamento in due stadi:

B1: La natura di tutti i componenti puri e dell’azeotropo ternario è nota grazie alle

regole 1) e 2) illustrate all’inizio di questo paragrafo. Quindi la presenza

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dell’indeterminazione locale dipende dal numero e dalla natura degli azeotropi

binari.

L’indeterminazione locale richiede la presenza di almeno due binari che possono

essere sia un nodo sia una sella non violando i risultati dell’equazione topologica.

Una sella deve essere necessariamente una specie intermedia poiché è connessa

con un componente più pesante e con uno più leggero. Quindi un azeotropo binario

per poter essere sia una sella che un nodo deve essere per forza una specie

intermedia.

In definitiva quindi la condizione necessaria affinché ci sia indeterminazione locale è

la presenza di una sella binaria e di un nodo binario intermedio.

B2: Dalla condizione imposta in B1 deriva che non c’è indeterminazione locale se

tutti i binari intermedi sono o tutti selle o tutti nodi. Ma non tutti gli azeotropi

intermedi possono essere nodi (proprietà 6), e quindi in un sistema senza ternario di

sella l’indeterminazione locale non può avvenire se tutti i binari intermedi sono

selle.

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Determinare tutti i

componenti puri e gli

azeotropi

Determinare la natura dei

componenti puri

Ternario di

sella?

si

N1 + B = 6 ?

no

Collega il ternario di sella a

tutti gli azeotropi binari e ai

componenti puri nodi

Fine

Calcola N2 e S2

Calcola B ib numero di

azeotropi binari intermedi)

Esamina la consistenza dei

dati

Bib = S2 ? si

no

Indeterminazione

locale

Modello VLE

Calcola mappa delle

curve residue reale

Fine

si Indeterminazione

globale/locale

Nodo

ternario?

si Collegalo con le selle

binarie, quando possibile

Scarta i collegamenti

impossibili per le selle

binarie rimanenti

Collega le selle binarie

Fine

no

no

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Nel corso del lavoro di tesi, è stata iniziata l'implementazione di un codice nel

linguaggio Justbasic per la costruzione automatica dei DRDs.

Trattandosi di un lavoro di programmazione lunga e molto complessa, ci si è limitati

ai sistemi ternari che presentino solo azeotropi binari, essendo sicuramente molto

più frequentemente incontrati.

L’algoritmo è costituito da vari stadi.

1) Si inseriscono le temperature dei componenti puri e degli azeotropi binari

2) Viene fatto un controllo sulle temperature dei binari per verificare se i valori

inseriti dall'utente sono di minimo o di massimo,

3) Viene determinata la tipologia dei componenti puri secondo quanto è stato

esposto,

4) Viene determinata la tipologia dei binari e viene fatto il test di consistenza dei

dati,

5) Infine viene presentata una grafica delle connessioni

1) è stata creata un’interfaccia per poter inserire le temperature

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2) Con il tasto "Inserisci" vengono inserite nel programma i dati e controllate le

temperature dei binari affinchè siano tutti di minimo o di massimo

3) La natura dei componenti puri viene determinata attraverso una funzione che

controlla le temperature delle specie adiacenti al componente puro

4) Con il tasto "Consistenza?" sono calcolati il numero di selle e di nodi binari

attraverso l’equazione topologica. Poi con una funzione che controlla se i binari sono

estremi o intermedi in termini di temperature viene fatto il test di consistenza e

viene determinata la natura degli azeotropi binari

5) Con il tasto "Grafica" viene tracciato il diagramma

In appendice è presentato una parte del codice che analizza, verifica la consistenza

dei dati inserite e determina la tipologia dei componenti puri e dei azeotropi binari.

'nomainwin

'set the foreground and background colors

BackgroundColor$ = "darkblue"

ForegroundColor$ = "white"

TextboxColor$ = "black"

statictext #dialog.static, "T ebollizione componente 1, °C =", 10, 15, 160, 20

statictext #dialog.static, "T ebollizione componente 2, °C =", 10, 45, 160, 20

statictext #dialog.static, "T ebollizione componente 3, °C =", 10, 75, 160, 20

statictext #dialog.static, "T ebollizione azeotropo 12, °C =", 10, 125, 160, 20

statictext #dialog.static, "T ebollizione azeotropo 13, °C =", 10, 155, 160, 20

statictext #dialog.static, "T ebollizione azeotropo 23, °C =", 10, 185, 160, 20

statictext #dialog.static, "T ebollizione azeotropo 123, °C =", 10, 235, 160, 20

statictext #dialog.static, "N2=",270,120,20,20

statictext #dialog.static, "S2=",270,150,20,20

textbox #dialog.tbox1, 190, 10, 50, 20

textbox #dialog.tbox2, 190, 40, 50, 20

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75

textbox #dialog.tbox3, 190, 70, 50, 20

textbox #dialog.tbox4, 190, 120, 50, 20

textbox #dialog.tbox5, 190, 150, 50, 20

textbox #dialog.tbox6, 190, 180, 50, 20

textbox #dialog.tbox7, 190, 230, 50, 20

textbox #dialog.tbox8, 250, 10, 50, 20

textbox #dialog.tbox9, 250, 40, 50, 20

textbox #dialog.tbox10, 250, 70, 50, 20

textbox #dialog.tbox11, 290, 120, 20, 20

textbox #dialog.tbox12, 290, 150, 20, 20

textbox #dialog.tbox13, 250, 180, 20, 20

textbox #dialog.tbox14, 250, 150, 20, 20

textbox #dialog.tbox15, 250, 120, 20, 20

button #dialog.accept, "Accept", [gotIt], UL, 240, 280

button #dialog.quit, "Quit", [quit], UL, 20, 280

button #dialog.consis, "Consistenza?", [consis], UL, 80, 280

button #dialog.Grafico, "Grafico", [graf], UL, 180, 280

open "Input Boiling Temperature, Jand 2011" for dialog as #dialog

print #dialog.tbox4, "NA"

print #dialog.tbox5, "NA"

print #dialog.tbox6, "NA"

print #dialog.tbox7, "NA"

print #dialog, "trapclose [quit]"

wait

[gotIt]

B = 0

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76

cls

gosub[pulisci]

print #dialog.tbox1, "!contents? name$" : p1 = val(name$) : print p1

print #dialog.tbox2, "!contents? name$" : p2 = val(name$) : print p2

print #dialog.tbox3, "!contents? name$" : p3 = val(name$) : print p3

' inizio acquisizione ed analisi dei dati binari in sequenza

print #dialog.tbox4, "!contents? name$"

if (name$ ="NA") then

check1$ = "OK"

else

gosub[b12]

end if

print #dialog.tbox5, "!contents? name$"

if (name$ ="NA") then

check2$ = "OK"

else

gosub[b13]

end if

print #dialog.tbox6, "!contents? name$"

if (name$ ="NA") then

check3$ = "OK"

else

gosub[b23]

end if

print #dialog.tbox7, "!contents? name$"

if (name$ ="NA") then

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check4$ = "OK"

else

gosub[t123]

end if

if (check1$ ="Invalid") or (check2$ ="Invalid") or (check3$ ="Invalid") or (check4$ ="Invalid") then

notice "Please correct the data"

print check1$

print check2$

print check3$

else

notice "OK "; B; " total Binary Azeotrops"

if (check1$ ="OK") and (check2$ ="OK") and (check3$ ="OK") and (check4$ ="OK") then

gosub[tipopur]

end if

if (check1$ ="si") or (check2$ ="si") or (check3$ ="si") then

gosub[tipopurbin]

end if

end if

wait

'-----------------------------------------------------------------------------------

[pulisci]

check1$ ="notset”

check2$ ="notset"

check3$ ="notset"

check4$ ="notset"

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78

print #dialog.tbox8, " "

print #dialog.tbox9, " "

print #dialog.tbox10, " "

print #dialog.tbox11, " "

print #dialog.tbox12, " "

print #dialog.tbox13, " "

print #dialog.tbox14, " "

print #dialog.tbox15, " "

return

'-----------------------------------------------------------------------------------

[b12]

print #dialog.tbox4, "!contents? name$"

if (name$ <> "Invalid") then

b12 = val(name$)

if ((b12>p1) and (b12>p2)) xor ((b12<p1) and (b12<p2)) then

B = B + 1

print B

check1$ = "si"

'b12tip$ = test$(b12,p1,p2)

print b12tip$

else

print #dialog.tbox4, "Invalid"

check1$ = "Invalid"

notice "Azeotropo binario b12 non è un estremo"

end if

else

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79

check1$ = "Invalid"

end if

return

'---------------------------------------------------

[b13]

print #dialog.tbox5, "!contents? name$"

if (name$ <> "Invalid") then

b13 = val(name$)

if ((b13>p1) and (b13>p3)) xor ((b13<p1) and (b13<p3)) then

B = B + 1

check2$ = "si"

b13tip$ = test$(b13,p1,p3)

print b13tip$

else

print #dialog.tbox5, "Invalid"

check2$ = "Invalid"

notice "Azeotropo binario b13 non è un estremo"

end if

else

check2$ = "Invalid"

end if

return

'---------------------------------------------------

[b23]

print #dialog.tbox6, "!contents? name$"

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80

if(name$ <> "Invalid") then

b23 = val(name$)

if ((b23>p2) and (b23>p3)) xor ((b23<p2) and (b23<p3)) then

B = B + 1

print B

check3$ = "si"

b23tip$ = test$(b23,p2,p3)

print b23tip$

else

print #dialog.tbox6, "Invalid"

check3$ = "Invalid"

print check3$

notice "Azeotropo binario b23 non è un estremo"

end if

else

check3$ = "Invalid"

end if

return

'------------------------------------------------------------------------

[t123]

print #dialog.tbox7, "!contents? name$"

t123 = val(name$)

print t123

return

'------------------------------------------------------------------------

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[tipopur]

print "sono in tipopur, ecco B"

print p1 ; p2 ; p3

if (B = 0) then

tip1$ = nos$(p1,p2,p3)

tip2$ = nos$(p2,p1,p3)

tip3$ = nos$(p3,p2,p1)

print #dialog.tbox8, tip1$

print #dialog.tbox9, tip2$

print #dialog.tbox10, tip3$

end if

return

'------------------------------------------------------------------------

[tipopurbin]

print "sono in tipopurbin, ecco B"

'.......................................................

if (check1$ = "si") and (check2$ = "si") then

tip1$ = nos$(p1,b12,b13)

end if

if (check1$ = "si") and (check2$ <> "si") then

tip1$ = nos$(p1,b12,p3)

end if

if (check1$ <> "si") and (check2$ = "si") then

tip1$ = nos$(p1,p2,b13)

end if

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if (check1$ <> "si") and (check2$ <> "si") then

tip1$ = nos$(p1,p2,p3)

end if

'.......................................................

if (check1$ = "si") and (check3$ = "si") then

tip2$ = nos$(p2,b12,b23)

end if

if (check1$ = "si") and (check3$ <> "si") then

tip2$ = nos$(p2,b12,p3)

end if

if (check1$ <> "si") and (check3$ = "si") then

tip2$ = nos$(p2,p1,b23)

end if

if (check1$ <> "si") and (check3$ <> "si") then

tip2$ = nos$(p2,p1,p3)

end if

'.............................................................

if (check2$ = "si") and (check3$ = "si") then

tip3$ = nos$(p3,b13,b23)

end if

if (check2$ = "si") and (check3$ <> "si") then

tip3$ = nos$(p3,b13,p2)

end if

if (check2$ <> "si") and (check3$ = "si") then

tip3$ = nos$(p3,p1,b23)

end if

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if (check2$ <> "si") and (check3$ <> "si") then

tip3$ = nos$(p3,p2,p1)

end if

'.......................................................

print #dialog.tbox8, tip1$

print #dialog.tbox9, tip2$

print #dialog.tbox10, tip3$

return

'------------------------------------------------------------------------

[consis]

cls

print B

N1=0

'Calcolo N2 e S2

if (tip1$= "nodo") then

N1 = N1 +1

end if

if (tip2$= "nodo") then

N1 = N1 +1

end if

if (tip3$= "nodo") then

N1 = N1 + 1

end if

N2= (B+2-N1)/2

print #dialog.tbox11, N2

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S2=B-N2

print #dialog.tbox12, S2

'b12

if ( (check1$="si") and (check2$<>"si") and (check3$<>"si")) then

ti4$=con1$(p1,p2,p3,b12)

end if

if ( (check2$="si") and (check1$="si") and (check3$<>"si")) then

ti4$=con2$(p1,p2,p3,b12,b13)

end if

if ((check1$="si") and (check3$="si") and (check2$<>"si")) then

ti4$=con2$(p1,p2,p3,b12,b23)

end if

if ((check3$="si") and (check1$="si") and (check2$="si")) then

ti4$=con3$(p1,p2,p3,b12,b13,b23)

end if

'--------------------------------------------------------

'b13

if ((check2$="si") and (check1$<>"si") and (check3$<>"si")) then

ti5$=con1$(p1,p2,p3,b13)

end if

if ((check2$="si" and check3$="si" and check1$<>"si")) then

ti5$=con2$(p1,p2,p3,b13,b23)

end if

if ((check2$="si") and (check1$="si") and (check3$<>"si")) then

ti5$=con2$(p1,p2,p3,b13,b12)

end if

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if ((check1$="si") and (check2$="si") and (check3$="si")) then

ti5$=con3$(p1,p2,p3,b13,b12,b23)

end if

' -------------------------------------------------------------

'b23

if ((check3$="si") and (check1$<>"si") and (check2$<>"si")) then

ti6$=con1$(p1,p2,p3,b23)

end if

if ((check3$="si") and (check1$="si") and (check2$<>"si")) then

ti6$=con2$(p1,p2,p3,b23,b12)

end if

if ((check3$="si") and (check2$="si") and (check1$<>"si")) then

ti6$=con2$(p1,p2,p3,b23,b13)

end if

if ((check3$="si") and (check2$="si") and (check1$="si")) then

ti6$=con3$(p1,p2,p3,b23,b12,b13)

end if

'---------------------------------------------------------

be=0

if ti4$="be" then

be=be+1

end if

if ti5$="be" then

be=be+1

end if

if ti6$="be" then

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be=be+1

end if

print be

if (be<>N2) then

print "Invalid"

check=0

notice"Dati inconsistenti, il numero di binari intermedi è diverso da s2"

end if

if ti4$="be" then

print #dialog.tbox15, "N2"

end if

if ti4$="bib" then

print #dialog.tbox15, "S2"

end if

if ti5$="be" then

print #dialog.tbox14, "N2"

end if

if ti5$="bib" then

print #dialog.tbox14, "S2"

end if

if ti6$="be" then

print #dialog.tbox13, "N2"

end if

if ti6$="bib" then

print #dialog.tbox13, "S2"

end if

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wait

[quit]

close #dialog

end

'**************************************************************************

Function test$(A, B, C)

if (A > B) and (A > C)then

test$="mas"

else

test$="min"

end if

End Function

'**************************************************************************

Function nos$(A, B, C)

if ((A > B) and (A > C)) xor ((A < B) and (A < C)) then

nos$="nodo"

else

nos$="sella"

end if

End Function

'**************************************************************************

Function con1$(A,B,C,D)

if ((D<A) and (D<B) and (D<C)) xor ((D>A) and (D>B) and (D>C)) then

con1$="be"

else

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con1$="bib"

end if

End Function

Function con2$(A,B,C,D,E)

if ((D<A) and (D<B) and (D<C) and (D<E)) or ((D>A) and (D>B) and (D>C) and (D>E)) then

con2$="be"

else

con2$="bib"

end if

End Function

Function con3$(A,B,C,D,E,F)

if ((D<A) and (D<B) and (D<C) and (D<E) and (D<F)) or ((D>A) and (D>B) and (D>C) and (D>E) and

(D>F)) then

con3$="be"

else

con3$="bib"

end if

End Function

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485

Gert-Jan, A. F. Fien,Y. A. Liu. Heuristic and Shortcut Design of Separation Processes Using Residue Curve

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Green Don W. and Perry Robert H. Perry’s chemical engineers’ Handbook 8TH edition

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Kister Henry Z. Distillation design

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