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Informazioni generali Dati demografici Superficie Popolazione Strutturazione dell’età Età media Crescita della popolazione Tasso di nascita Tasso di mortalità Principali centri urbani Densità Lingua Religione Unità monetaria Forma di Governo Sede di governo

238.391 Kmq. 21.673.000 ( stime 2004 ) 0-14 anni : 15,9% (maschi 1.764.182 - femmine 1.681.828); 15-64 anni 69.5%( masch. 7.498.858- femm. 7.563.887); 65 anni e più 14.6% (masch.1.302.547-femm 1.861.711) ( stime 2004) totale : 36,39 anni ; maschi: 35,04 anni ; femmine: 37,77 anni (stime 2004) -0,12% (2004) 10,7 nascite/1.000 (2004) 11,74 decessi/1.000 (2004) 41 distretti (regioni) e un municipio*(la capitale) ; Alba, Arad, Arges, Bacau, Bihor, Bistrita-Nasaud, Botosani, Braila,Brasov, Bucuresti*, Buzau,Calarasi, Caras-Severin, Cluj, Constanta, Covasna, Dimbovita, Dolj, Galati, Gorj, Giurgiu, Harghita, Hunedoara,Ialomita, Iasi, Ilfov, Maramures, Mehedinti, Mures, Neamt, Olt, Prahova, Salaj, Satu Mare, Sibiu, Suceava, Teleorman, Timis, Tulcea, Vaslui, Vilcea, Vrancea. 91 abitanti/Kmq. Romeno Cristiano-ortodossa Leu. Repubblica semi-presidenziale Bucarest

Maggiori organizzazioni internazionali di cui la Romania è membro: ONU, Consiglio d’Europa, OECD, WTO, EBRD, IMF, ONU, NATO, FAO,IAEA, IBRD, ICAO, ICJ, IMO, UNCTAD, UNESCO, UNEP, UNIDO, UPU, UNICEF, WEP, WFC, WHO, WIPO, WMO, CEFTA.

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Indicatori economici PIL 56,7 miliardi* € (2004)

Tasso crescita del PIL(prezzi costanti) 8,3% (2004)

PIL pro capite 5.948 € (2004)

PIL per settore agricoltura: 13.1% industria: 33.7% servizi: 53.2% (2004)

Quota d`investimento 23.3% del PIL (2004)

Tasso di popolazione povera 28.9% (2004)

Tasso d`inflazione 9.3% (2004)

Forza lavoro 9.66 milioni (2004)

Forza di lavoro per occupazione agricoltura 31.6%, industria 30.7%, servizi 37.7% (2004)

Tasso di disoccupazione 6.2% (2004)

Debito pubblico 21.7% del PIL (2004)

Tasso di cambio 1 euro = 36.158 lei (3/06/2005)

*Dati a cura di Confindustria

2004 2005 2006 Crescita reale PIL (%) 5,0 5,0 5,0 Deficit di conto corrente (miliardi € )

2219 2421 2633

Deficit di conto corrente (% del PIL)

4,8 4,8 4,7

Esportazioni (miliardi € ) 18,9 19,5 21,3 Esportazioni (%) 8,3 8,6 8,9 Importazioni (milioni € ) 26,2 24,7 24,7 Importazioni (%) 8,0 6,3 6,0 Deficit commerciale (miliardi € ) 4611 5166 6.416 Investimenti diretti e trasferimenti di capitale (miliardi.€ )

1.54 1.61 1.70

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Esportazioni FOB (periodo 1 gennaio - 31 dicembre 2004)

Cod. nom. Tipologie merci Valore

- mil. Euro -

Struttura in % sul totale

In % rispetto allo stesso periodo 2003

XI Articoli di abbigliamento, materiali tessili 4.224,2 22,3% 106,6

XVI Macchine e dispositivi meccanici; macchine ed apparecchiature elettriche; riproduzione suono o immagini

3.323,7 17,5% 132,7

XV Prodotti metallurgici 2.922,6 15,4% 144,9

V Prodotti minerali (petrolio, carbone, cemento, sale etc) 1.361,5 7,2% 124,0

XII Calzature e simili 1.236,8 6,5% 97,2 XVII Mezzi e materiali da trasporto 1.198,0 6,3% 134,1 Importazioni CIF (periodo 1 gennaio – 31 dicembre 2004)

Cod. nom. Tipologie merci Valore

- mil.euro-

Struttura in % sul totale

In % rispetto allo stesso periodo del 2003

XVI Macchine e dispositivi meccanici; macchine ed apparecchiature elettriche; riproduzione suono o immagini

6.249,6 23,8% 123,0

V Prodotti minerali (petrolio, carbone,cemento,sale etc)

3.526,8 13,4% 134,6

XI Articoli di abbigliamento, materiali tessili 3.316,6 12,6% 105,2 XVII Mezzi e materiali da trasporto 2.428,9 9,2% 185,3 XV Prodotti metallurgici 2.199,0 8,3% 135,0 VI Prodotti ind.chimica e connessi 2.084,2 7,9% 123,6

Partner economici: Italia, Germania, Francia, Olanda, Regno Unito, USA, Turchia, Russia,Ungheria, Austria, Grecia. Quadro generale della situazione economica Incoraggianti i principali indicatori macroeconomici romeni. L’economia romena ha registrato nel corso degli ultimi quattro anni livelli di crescita che rimangono tra i più elevati dell’Europa Centro-Orientale. La variazione del PIL, registrata dall’Istituto nazionale di Statistica romeno (INS) è stata infatti del 5,7% nel 2001, 5% nel 2002 e 4,9% nel 2003. Per il 2004 si è registrata una crescita economica del 5%(crescita reale). Per la prima volta in 15 anni nel 2004 l’inflazione in Romania è rimasta sotto il 10%, fermandosi lo

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scorso anno a 9,3% (14,1% nel 2003 e 17,8% nel 2002). La Banca nazionale romena (BNR) ha annunciato per il 2005 un’inflazione del 7% e del 4% per il 2006, un anno prima dell’adesione all’Unione europea, prevista per il 2007. Importante per il 2005 è l’ambiziosa riforma monetaria che trasformerà la banconota da 10 mila lei (ora 25 centesimi di euro) nel nuovo leu pesante. Le banconote nuove entreranno in circolazione insieme a quelle vecchie da luglio 2005, per facilitare il processo di conversione, diminuire i costi finanziari ed evitare un aumento artificiale dei prezzi. Il leu pesante diventerà riferimento unico del sistema monetario romeno solo dal 2007. Il leu pesante verrà registrato con un codice internazionale diverso, passando dall’attuale Rol (Romanian Leu) al futuro Ron (Romanian New). Per la Romania, il 2004 è stato l’anno delle grandi privatizzazioni nel settore energetico, con l’italiana Enel che si è aggiudicata due succursali del distributore nazionale di energia elettrica, Electrica Banat e Electrica Dobrogea (nell’ovest e sud-est della Romania). La ceca Cez e la tedesca E.On sono diventati i suoi competitori diretti dopo aver rilevato il controllo di altre filiali Electrica, nel nord-est e nel sud del paese. Sempre l’anno scorso, Ruhrgas e Gas de France hanno acquistato una parte importante del distributore nazionale Distrigaz. La transazione dell’anno resta però la vendita del 33,34% delle azioni della compagnia nazionale del petrolio Petrom, per le quali l’austriaca OMV ha pagato 669 milioni di euro. Altri 830 milioni di euro sono andati per l’aumento del capitale che ha permesso alla ditta austriaca di arrivare al controllo del 51% delle azioni. Di grande interesse per le imprese italiane potrebbe essere la messa in vendita nel 2005 delle istituzioni finanziarie appartenenti ancora allo stato romeno, la Cassa di Risparmio (CEC) e la Banca commerciale romena (BCR), ma anche di altre unità territoriali per la distribuzione del gas e dell’elettricità. Nel 2004 l’Italia ha continuato ad occupare il primo posto nel volume totale degli scambi commerciali della Romania. Al 31 maggio 2004 erano registrate in Romania 15.302 società miste romeno-italiane, con un capitale investito di 671,1 milioni di dollari (5° posto). Ciò evidenzia un particolare interesse dell’imprenditoria italiana per la Romania, con una media di circa 1.000 nuove aziende che stabiliscono ogni anno la propria attività in questo mercato. In molti casi tuttavia si tratta di aziende dalle dimensioni estremamente ridotte o di aziende che, pur avendo cessato la propria attività, non sono state cancellate dal Registro. L’Istituto nazionale per il commercio estero (Ice), nel suo ultimo rapporto sulla Romania, stima in 4.000 unità la presenza qualificata di aziende italiane nel paese. La crescita Un buon tasso di crescita economica sta accompagnando la Romania nella

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marcia di avvicinamento all’Unione europea. Nel periodo 2004-2005 la crescita dovrebbe attestarsi su una media del 5%. L’incremento dei salari reali e l’export reso più competitivo dagli investimenti stranieri dovrebbero aiutare l’economia a mantenere un’andatura sostenuta. La stabilità economica Bucarest sta cercando di accelerare l’opera risanamento economico, così da arrivare con le carte in regola all’appuntamento con l’Unione europea. Abbastanza soddisfacente il rapporto deficit-Pil che si presenta in linea con i limiti imposti dal Trattato di Maastricht (3%). Prosegue la lotta senza tregua all’inflazione, in costante diminuzione negli utlimi cinque anni, ma ancora non ricondotta a livelli accettabili. Devono ancora essere portate a termine la privatizzazione e la ristrutturazione del settore energetico. Un ruolo molto importante di sostegno sarà svolto dalla crescita dei consumi, sulla scia dell’aumento dei salari reali e degli investimenti. L`economia Romena nel 2004 Equilibrio macroeconomico perfetto nel 2004 secondo i dati statistici ufficiali: crescita economica record (circa 8%), paragonabile a quella della Cina, inflazione ridotta, per la prima volta inferiore al 10%, esportazioni per circa 19 miliardi di euro, tassi di interesse in discesa (lenta ma percettibile), deficit di bilancio inferiore all’1,5% del PIL . Il quadro generale dello stato dell’economia è completato dall’apprezzamento nominale della moneta nazionale permessa dalla Banca Centrale (BNR) nell’ultima parte dell’anno, il che “arrotonda” il valore del Prodotto Interno Lordo espresso in euro e avvicina la Romania ai parametri di convergenza nominale con l’Unione Europea. Un anno fa gli analisti stranieri erano piuttosto pessimisti riguardo alle possibilità di crescita dell’economia romena: l’Economist Intelligence Unit (EIU), divisione del gruppo The Economist, affermava che la Romania avrebbe registrato nel 2004 una crescita economica del 4,5%; ancora più pessimista, l’Istituto di Studi Economici Internazionali di Vienna (WIIW) prevedeva una crescita economica del 4,2%. Secondo i dati ufficiali, il Prodotto Interno Lordo è aumentato dell’8,1% nei primi 3 trimestri del 2004, grazie a un anno agricolo eccezionale (+20%), ma anche all’intensificazione dell’attività nel settore edilizio (+10%). D’abitudine l’ultimo trimestre non porta grandi modifiche nel ritmo di crescita e, quindi, si può affermare che la Romania ha registrato nel 2004 il più alto ritmo di crescita economica della sua storia. La Romania ha realizzato nel 2004 una produzione di cereali di oltre 9

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milioni di tonnellate, tre volte quanto nel 2003. Poichè il PIL era cresciuto del 6,6% nei primi due trimestri dell’anno, risulta che nel terzo trimestre l’economia ha avuto un ritmo di crescita addirittura spettacolare, di oltre il 10%. I risultati hanno superato di molto le aspettative iniziali delle autorità romene, che avevano preso in calcolo nella strutturazione del bilancio per il 2004, una crescita di quasi il 3% più bassa. Nonostante i livelli più alti registrati a luglio (1,3%) e ottobre (0,9%), la decisione della BNR di permettere l’apprezzamento delle moneta nazionale ha sostenuto l’avvicinamento dell’inflazione al livello stabilito; si sono registrate tendenze di aumento dei prezzi, prevalentemente in autunno, a causa dell’esplosione del prezzo mondiale del petrolio. Esiste, però, il pericolo che le tensioni inflazionistiche riprendano nei primi due mesi del 2005, riportando l’inflazione oltre il livello annuo del 10%.(dati aprile 2005). All’abbassamento dell’inflazione hanno contribuito anche le restrizioni applicate alle spese pubbliche, e il deficit del bilancio consolidato ha registrato un aumento dello 0,1% del PIL dopo i primi 10 mesi del 2004. Le esportazioni hanno continuato ad aumentare, con una crescita del 20,8% rispetto ai primi 10 mesi del 2003. Ad ottobre, la crescita delle esportazioni è stata del 21,4% rispetto ad ottobre 2003, mentre le importazioni sono aumentate solo del 10,2%. Sempre ad ottobre 2004 si è registrato il più alto livello mensile delle esportazioni romene, cioè 1,735 miliardi di euro. Tuttavia, la crescita del deficit di conto corrente si è attenuata in autunno; il saldo negativo ammontava ad ottobre(2004) a 2,6 miliardi di euro (+22,3% rispetto ad ottobre 2003). L’intero quadro macroeconomico promettente ha ricevuto a novembre la conferma dell’agenzia di valutazione finanziaria Fitch Ratings, che ha migliorato il rating concesso alla Romania per il rischio Paese fino al livello "BBB minus", il che significa l’entrata nella categoria investment-grade, con basso rischio per gli investimenti. Il Leu, più forte dell’euro. Il Leu si è apprezzato in termini nominali dall’inizio dell’anno, nei confronti sia dell’euro che del dollaro. Il tasso di cambio leu/euro è sceso da 41.252 lei nel primo giorno del 2004 fino a circa 36.200 lei attuali, il che corrisponde ad un deprezzamento nominale dell’euro del 4,2% (oltre il 14% in termini reali). Il dollaro era quotato all’inizio del 2005 a 29.433 lei, ed ha registrato una perdita nominale dell’11% (circa il 20% in termini reali). Il mercato valutario ha registrato eccedenze nei primi 10 mesi dell’anno. Le entrate massicce di valuta, sia dai trasferimenti dei romeni che lavorano all’estero, che dai capitali con potenziale speculativo hanno alimentato tale evoluzione. La Banca centrale ha rinunciato a novembre a pubblicare delle stime sull’evoluzione del tasso di cambio, permettendo una fluttuazione più libera.

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Ciò implica oscillazioni più ampie del tasso di cambio, che scoraggiano le operazioni speculative. Inoltre, la BNR ha anche risparmiato, non essendo più impegnata a ritirare dal mercato monetario i lei utilizzati per l’acquisto di valuta. L’inflazione ha rispettato per la prima volta il target prefissato: a fine novembre è scesa al 9,3% (anno su anno), con una media mensile dello 0,8%. La diminuzione è stata aiutata da una politica monetaria restrittiva, che ha conservato i tassi di interesse alti e ha “sterilizzato” l’eccedente di moneta sul mercato. Soltanto a luglio si era registrato un “picco” dell’1,3% causato dall’aumento delle tariffe per alcuni servizi. Il ritmo relativamente alto di crescita si è conservato anche nei mesi successivi, prima di scendere di nuovo verso la fine dell’anno. Negli ultimi mesi, ha dato un contributo anche la diminuzione del tasso di cambio, dopo la decisione della banca centrale di limitare i propri interventi sul mercato valutario, con conseguente “diminuzione dei prezzi” delle importazioni. La banca centrale ha operato dall’inizio dell’estate 7 riduzioni dei tassi di interesse di intervento, fino al 17%, mentre l’inflazione è stata, come pianificato, inferiore al 10% per l’intero 2004. Il PIL è aumentato, sostenuto dall’agricoltura. Il Prodotto Interno Lordo nei primi 3 trimestri del 2004 è stato pari a 1.588.539 miliardi di lei in prezzi correnti (39,7 miliardi di euro), con una crescita reale, rispetto allo stesso periodo del 2003, dell’8,1%. L’aumento è dovuto alla crescita del volume di attività e di conseguenza del valore aggiunto: del 19,7% nell’agricoltura, del 6,2% nell’industria e del 10% nelle costruzioni. Il peso specifico nelle creazione del PIL di questi 3 settori è salito al 46,6%. Il consumo finale totale è aumentato nei primi tre trimestri del 9,4% rispetto al periodo simile del 2003, sul fondo di un aumento del 9,8% del consumo effettivo della popolazione. La riserva valutaria in aumento. La riserva valutaria della Banca Nazionale è aumentata dall’inizio del 2004 di 3,59 miliardi di euro, fino a 9,9 miliardi di euro a fine novembre, sostenuta specialmente dagli acquisti massicci intrapresi sul mercato valutario. Ad eccezione del mese di gennaio, la banca centrale è stata acquirente netto di valuta, fino a novembre quando non ha intrapreso operazioni di mercato, conseguentemente all’orientamento della sua politica verso una fluttuazione più libera del tasso di cambio. Nel mese di dicembre la BNR è intervenuta una sola volta sul mercato, attirando somme consistenti, stimate a 100 - 200 milioni di euro. Gli acquisti di valuta hanno toccata il punto massimo a luglio, quando la BNR ha raccolto dal mercato quasi 630 milioni di euro, senza, però, creare una pressione maggiore sul tasso di cambio. Ciò è stato possibile perché nel Paese sono entrate somme consistenti, provenienti sia dai romeni che

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lavorano all’estero che dagli investitori attratti dagli alti tassi di interesse ai depositi in lei. L’aumento della riserva valutaria (e conseguentemente anche delle riserve internazionali) ha permesso di migliorare il grado di copertura delle importazioni, fino a 5 mesi, nonostante la crescita permanente del volume assoluto delle stesse. Analisi ed evoluzione economica Punti di forza: • Elevato potenziale di crescita economica

• Recente ingresso nella NATO (2004) e previsto accesso alla UE (2007) • Avvio del processo di riforme, con riconoscimento dello status di “functioning market economy”

Punti di debolezza:

• Squilibri nella bilancia dei pagamenti insostenibili nel MLT • Problemi strutturali ancora irrisolti: imprese pubbliche inefficienti, rete dei trasporti inadeguata, corruzione diffusa, tutela legale inefficace • Basso livello di intermediazione finanziaria

Demografia e reddito 2001 2002 2003 2004 2005* Popolazione (mln) 22,4 21,8 21,7 21,7 21,7 Popolazione (sdv %) 0,01 -2,89 -0,30 -0,12 -0,20 Pil pro-capite reale (sdv %) 5,7 8,1 5,2 7,7 5,5 Andamento economico: 2001 2002 2003 2004 2005* Pil (prezzi costanti, sdv %) 5,7 5,0 4,9 8,3 5,3 Investimenti lordi/Pil (%) 20,7 21,3 22,5 23,7 25,1 Risparmio nazionale lordo/Investimenti lordi (%)

74,4 85,4 76,4 77,9 80,4

Disoccupazione (% della forza lavoro)

8,6 8,4 7,4 6,2 6,5

Politica fiscale e monetaria: 2001 2002 2003 2004 2005* Saldo bilancio pubblico/PIL (%)

-3,2 -2,6 -2,3 -1,6 -1,8

Debito pubblico/PIL (%) 26,7 25,9 24,2 21,7 20,7 Prezzi al consumo (sdv %, media)

34,5 22,5 15,3 11,9 8,9

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Tassi di interesse medi sui prestiti bancari (%)

45,7 36,65 26,19 25,81 18,0

Tasso di cambio (valuta locale/$)-media annua

29.060,86

33.055,46

33.200,07

32.636,57

33.500

Tasso di cambio (valuta locale/euro)-media annua

26.026,89

31.255,25

37.555,87

40.532,11

Commercio internazionale 2001 2002 2003 2004 2005* Saldo commerciale FOB/CIF (milioni di euro)

-3.323

-4.205,9

-5.587,6

-7.346

-9.028

Esportazioni FOB (milioni di euro)

12.722

14.674,9

15.613,7

18.934

19.571

Importazioni CIF (milioni di euro)

16.045

18.880,8

21.201,4

26.281

24.737

Bilancia dei pagamenti: 2001 2002 2003 2004

* 2005*

Saldo delle partite correnti (€ mln)

1.721 -1.177

-2.557

-3.197

-3.468

Saldo commerciale Fob/Fob (€ mln)

-2.293

-2.016

-3.504

-4.146

-4.653

Servizi: saldo (€ mln) -94 9 54 64 142 Redditi: saldo (€ mln) -217 -354 -544 -723 -622 Trasferimenti correnti: saldo (€ mln)

882 1186 1436 1622 1808

Situazione finanziaria 2001 2002 2003 2004

* 2005*

Fabbisogno finanziario (€mln) -3.208

-3.1149

-4.571

-5.613

-6.707

Flussi d’indebitamento estero a m/l termine (€miliardi)

2.517 3.517 4.623 4,300 5321

Investimenti esteri diretti: netti (€ miliardi)

0.90 0,98 1.39 1,54 1.95

Investimenti esteri di portafoglio: netti ( € mln)

-75 93 411 355 347

Crediti FMI ( € mln) 50 84 179 N.p N.p Riserve valutarie (€ mln) 4.20 5569 6.94 10.88 12.417

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Debito estero totale ( € mln) 6.94 11.34 15.92 19.068

22.025

Debito estero totale a b.t./Debito estero totale (%)

3,6 3,2 5,4 6,8 7,2

Tasso di interesse effettivo (%) 6,0 4,8 5,7 4,6 4,9 Durata effettiva del debito (anni)

5 4 6 6 5

Indicatori di affidabilità

2001 2002 2003 2004*

2005*

Saldo delle partite correnti/Pil (%)

-5,5 -3,3 -5,8 -5,8 -5,4

Debito estero netto/Pil (%) 12,8 13,8 18,0 14,7 13,7 Debito estero netto/Esportazioni beni e servizi (%)

36,8 37,5 48,3 36,7 30,9

Debito estero totale a b.t./Riserve valutarie (%)

7,5 6,6 12,3 12,9 12,5

Import cover (mesi) 4,6 5,3 5,0 5,1 5,2 stime e previsioni a cura di Economist Inteligence Unit e Bureau van Dijk Il processo di privatizzazione Lo strategico processo di privatizzazioni, fondamentale anche alla luce degli investimenti esteri e latente dagli anni ‘90, non è in ogni caso ai livelli dell’area. L’anno di svolta è stato il 2002, quando per la prima volta il peso del settore privato nell’economia rumena ha superato il 50% del totale. Una nuova accelerazione potrebbe arrivare dal completamento delle privatizzazioni che sono adesso in via di definizione, in particolare nel settore energetico e in quello finanziario, anche se l’Autorità per le Privatizzazioni (APAPS) cerca nel contempo di stabilire degli accordi sindacali soddisfacenti che assicurino la salvaguardia dei posti di lavoro per quanto possibile. Secondo l’Autorità sono ancora circa 300 le società in via di dismissione. Il settore energetico. Dalla società petrolifera statale Petrom, l’attenzione si è spostata sulle società di distribuzione dell’energia elettrica e del gas. L’italiana Enel ha vinto di recente la gara di privatizzazione per la distribuzione dell’elettricità nel sud-ovest della Romania, acquistando Electrica Dobrogea e Banat per 70 milioni di dollari. Aveva partecipato anche alla preselezione della gara per la distribuzione del gas nel sud e nel nord della Romania, ma ne è recentemente

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uscita. Il settore bancario. Nel corso del 2005 vi sarà la privatizzazione del più importante Istituto di credito in Romania, la Banca Commerciale Romena.Le azioni verranno vendute , per via negoziale con selezione di offerte, a un investitore strategico, istituzione finanziaria – bancaria internazionale di prestigio o a un gruppo (consorzio) di investitori strategici di cui faccia parte almeno un’istituzione del genere: “i criteri di selezione dell’investitore sono: un partner strategico, una banca con esperienza nell’attività di retail, e massimo profitto di vendita” ha dichiarato di recente il premier Calin Popescu Tariceanu. Ad oggi le banche interessate sono le seguenti: Deutche Bank, Banca Intesa, Unicredit, le austriache Raiffeisen e Erste Bank. La gara si annuncia durissima. Le banche austriache vantano esperienza di acquisto di altre casse di risparmio nella regione: l’Erste Bank ha già la ceca Ceska Sporitelna e Raiffeisen l’albanese ATP. Il governo di Bucarest ha lanciato inoltre la privatizzazione della CEC (la piu’ grande Cassa di Risparmio del paese). La CEC si trova ora soltanto al quarto posto nel sistema bancario romeno quanto a valore dei suoi attivi bancari (circa 1 miliardo di euro alla fine del 2003), dopo la Banca commerciale romena, la Banca romena per lo sviluppo (Brd), parte del gruppo francese Societe Generale e la Raifeissenbank. Il Governo in carica ha impresso un’accelerazione al processo di privatizzazione, considerato strategico dopo un lungo periodo di stagnazione nel corso degli anni 90 e fondamentale anche alla luce di investimenti esteri che, pur in aumento, non sono ai livelli degli altri Paesi dell’area. La Borsa L’indice più importante del mercato rumeno è il Bucarest Stock Exchange (Bse). All’indice principale appartengono una settantina di titoli membri per una capitalizzazione complessiva di 4,146 miliardi di euro, alla data dell’8 aprile 2004. Nel 2003 il valore delle transazioni alla Borsa di Bucarest è stato pari a 307,35 milioni di dollari, in crescita del 43,79% rispetto ai 213 milioni dell’esercizio 2002 e sempre in crescita rispetto ai 125 milioni di dollari del 1999.

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SETTORI PRODUTTIVI IN ROMANIA Settori/prodotti principali: tessuti, calzature, industria meccanica, assemblaggio di automobili, macchine agricole, carbone, oro, argento, manganese, piombo, rame, raffinazione del petrolio, legname, materiali da costruzione, prodotti chimici, combustibili, industria alimentare, frumento, cereali, barbabietole da zucchero, semi di girasole, patate, uva, pollame, uova, pecore merinos, bovini, suini, pesce. Settori d’opportunità: Agricoltura e allevamento Industria elettronica e elettrotecnica Costruzioni e opere infrastruttura Industria chimica e farmaceutica Tessile e abbigliamento Trasporti Industria del legname Informatica Industria pesante Servizi Industria di pellami e calzature Investimenti immobiliari La crescita della produzione è dovuta alle esportazioni più consistenti registrate nei seguenti settori: abbigliamento (+53,7%), macchine ed attrezzature industriali (+28,5%), industria chimica e delle fibre sintetiche (22,4 %), metallurgia (22,1%), lavorazione del legno (+12,0%). Settori e mercati I settori trainanti Accanto ai settori consolidati, come il tessile-abbigliamento e la trasformazione del legname, si segnalano per vivacità e per le buone prospettive i settori dell’informatica, delle telecomunicazioni e delle costruzioni. Diventano interessanti anche i comparti verso i quali si indirizzeranno i generosi finanziamenti europei Sapard, Ispa e Phare, che cresceranno fino a raggiungere quota un miliardo nel 2006: si tratta dell’agroindustria, delle infrastrutture, dei trasporti, dell’ambiente. Rilevante, è sicuramente il ruolo degli investitori esteri: le società straniere presenti in Romania generano la metà del commercio estero del Paese. Il passaggio all’economia di mercato ha significato per la Romania, come

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per gli altri stati in transizione, una profonda ristrutturazione della propria struttura economica. Il settore industriale ha visto negli ultimi anni, come è stato già detto, emergere comparti quali il tessile/abbigliamento, l’agroalimentare, la produzione di macchinari, e negli ultimi anni ha fatto registrare buoni ritmi di crescita. L`industria meccanica Il settore industriale si presenta con una grande varietà di profili tecnologici e produttivi. Nel ramo delle esportazioni nell’anno 2003 si è registrata una crescita del 9,5%, mentre nell’importazione un 20%.Il volume di affari è cresciuto nel 2003 del 3,4%, grazie ad una offerta sempre più diversificata. Il numero di occupati in questo settore è stato nel 2003 di circa 135.000 unità. Anche se il settore ha avuto una lieve diminuzione nella produttività, ha portato una crescita industriale pari al 8,8%. I prodotti più in crescita sono: ventilatori industriali (+7,3); compressori (+4); pompe centrifughe (+3,8); macchinari utili per le costruzioni (+4,4); pezzi di ricambio per le autovetture (+4,6); macchine utilizzate nell`industria alimentare(+4,4). L’Industria tessile In Romania, il settore tessile e delle confezioni era sviluppato anche prima del 1989, quando le esportazioni erano orientate verso i paesi dell’Unione Europea, dell’Europa dell’Est e l’Unione Sovietica. Tra il 1989 e il 1992, l’intera industria leggera ha conosciuto un regresso a causa delle importazioni di prodotti dai paesi dell’Asia, con costi bassissimi, ma anche a causa del regresso generale che la Romania registrava in quel periodo. Dopo il 1992, l’industria leggera romena ha conosciuto lo sviluppo maggiore tra tutti i paesi dell’Europa Centrale e dell’Est, rappresentando quasi il 40% degli incassi da attività di esportazione registrati dalla Romania. Lo sviluppo del settore tessile/confezioni è dovuto principalmente al fatto che è stato il primo a essere privatizzato; l’Italia è stato il principale paese di origine degli investitori, che hanno trasferito in Romania gran parte della loro produzione di abbigliamento. Un altro fattore importante è stato il sistema della produzione in “lohn”, praticato con aziende dell’Unione Europea che forniscono la materia prima e i modelli, mentre in Romania si realizza il prodotto finito che viene poi riesportato. In una prima fase, questo sistema di lavoro ha aiutato il settore tessile romeno a sopravvivere nel periodo in cui il mercato interno era pieno di prodotti provenienti dall’Asia, per contribuire poi allo sviluppo di questo ramo industriale.

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Nell’industria tessile e dell’abbigliamento della Romania operano più di 7200 aziende produttrici, di cui il 99,5% sono a capitale interamente privato. Negli ultimi 14 anni, in questo settore dell’industria sono stati investiti più di 2000 milioni USD per l’ammodernamento e la ritecnologizzazione. Per quanto riguarda il 2004, il fatturato dell’industria tessile e dell’abbigliamento rappresenta: - 4,5% del PIL; - 9,3% del volume della produzione industriale;

• 27,8 sul totale delle esportazioni (35% sul totale delle esportazioni verso l’Unione Europea);

• 15,1% sul totale delle importazioni; • 20% circa della forza lavoro assunta nell’industria (più di 460.000

persone); Dal punto di vista della produzione, nel 2004 si è registrato un aumento del 3,5% per i prodotti tessili, mentre la produzione di capi di abbigliamento è diminuita del 4,2% rispetto all’anno precedente. Il volume delle esportazioni è stato di 748 milioni di euro (registrando una crescita del 7,5% rispetto al 2003), di cui circa l’85% è stato concentrato in sette paesi: Italia, Germania, Francia, Polonia, Gran Bretagna, Ungheria e Belgio. Le importazioni, pari a 1.976 milioni di euro, sono diminuite del 5,9% rispetto al 2003, a causa dell’influenza sfavorevole dei prezzi esterni. Le importazioni dall’Unione Europea rappresentano il 65% sul totale, in discesa del 2,3% rispetto all’anno precedente. I principali paesi di origine sono: Italia, Germania, Cina, Turchia, Francia, Gran Bretagna e Bulgaria. L`Industria del legno È in continua ascesa dal 2000, fino a raggiungere una crescita nel 2003 del 14,6% rispetto all`anno precedente.Tra i prodotti che nel 2004 sono cresciuti troviamo il materiale di legno per le costruzioni e le scatole di legno. In generale, la distribuzione di questi prodotti è stata uguale alla loro produzione. Il settore del legno e dei prodotti in legno (esclusi i mobili) ha registrato una crescita anche dal punto di vista del commercio estero. Se nel 2002 il valore delle esportazioni era di 660,6 milioni di euro, nel 2004 si è arrivati a 833,2 milioni di euro, con una crescita del 26,12% in due anni. La stessa situazione si è verificata anche per quanto riguarda le importazioni, le quali sono aumentate del 52% nel periodo 2002-2004, da 157,2 milioni di euro a 239 milioni. La stessa dinamica caratterizza le importazioni e le esportazioni di mobili.

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Divisione territoriale per settori di produzione Dal 1998 la Romania si è dotata di 8 unità amministrative definite "macro-regioni programmatiche", associazioni spontanee di enti locali che, pur non comportando la creazione di nuove strutture amministrative e lasciando inalterata la rete di autonomie locali esistente, consentono di perseguire in modo più efficace obiettivi e politiche di sviluppo regionale. Tale divisione territoriale permette anche di ottenere un quadro generale dello sviluppo economico e della specializzazione settoriale dei vari centri industriali del Paese (divisi per contee): 1. Regione Nord-Est Bacau: industria dei combustibili, del legname, ingegneristica, chimica e agroalimentare Botosani: industria del tessile/abbigliamento, agroalimentare, ingegneristica. Iasi: metallurgia, industria ingegneristica e macchinari, chimica, agroalimentare, tessile/abbigliamento. Neamt: industria metallurgica, del legname, carta e cellulosa, chimica, industria leggera. Suceava: industria del legname, carta e cellulosa, agroalimentare. Vaslui: industria ingegneristica, materiali da costruzione, legname, tessile/abbigliamento, agroalimentare, chimica 2. Regione Sud Arges: industria dei combustibili, chimica e tessile. Calarasi: industria della carta, carbone e acciaio. Dambovita: metallurgia ferrosa, industria ingegneristica, chimica, abbigliamento. Giurgiu: tessile, abbigliamento, agroalimentare, chimica, macchinari per l’industria estrattiva. Ialomita: industria della carta e della cellulosa, abbigliamento, fertilizzanti chimici, costruzioni, costruzioni navali. Prahova: industria dei combustibili, ingegneristica, chimica e petrolchimica, carta e cellulosa. Teleorman: industria ingegneristica e chimica. 3.Regione Sud -Ovest Dolij: industria ingegneristica, materiali da costruzione, agroalimentare. Gorj: industria estrattiva, riparazione macchinari minerari. Mehedinti: industria della carta e della cellulosa, costruzioni navali, chimica. Olt: metallurgia non ferrosa, pellami e pellicce, calzature. Valcea: industria calzaturiera, chimica, legnami, pellami e pellicce, calzature.

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4 Regione Sud - Est Braila: costruzioni navali, chimica, industria della carta e della cellulosa, abbigliamento. Buzau: industria metallurgica, chimica, tessile, macchinari e materiali ferroviari. Costanta: costruzioni navali, attività portuale, industria chimica, tessile, agricoltura e turismo. Galati: metallurgia ferrosa, industria ingegneristica, tessile. Tulcea: costruzioni navali, industria tessile. Vrancea: industria del legname, tessile/abbigliamento. 5. Regione Ovest Arad: industria della lavorazione dei metalli, ingegneristica, chimica, materiali da costruzione, legname, agroalimenatre, industria leggera. Caras Severin: metallurgia ferrosa, pellami e pellicce, industria calzaturiera. Hunedoara: industria ferrosa, combustibili, minerali non ferrosi. Timis: industria ingegneristica, chimica, industria del vetro, porcellana, ceramica, industria tessile. 6.Regione Nord Ovest Bihor: metallurgia non ferrosa, pellami e pellicce, calzature e abbigliamento. Bistrita-Nasaud: industria del legname, carta e cellulosa. Cluj: metallurgia ferrosa, ingegneristica, legname. Maramures: metallurgia non ferrosa, legname. Satu-Mare: industria ingegneristica, legname, industria del vetro, porcellana, ceramiche. Salaj: industria ingegneristica, metallurgica, chimica, materiali da costruzione, industria leggera. 5. Centro Alba: industria ingegneristica, agroalimentare, estrattiva, tessile, chimica. Brasov: metallurgia non ferrosa, ingegneristica, carta e cellulosa, chimica, tessile, legname, industria leggera. Covasna: industria ingegneristica, agroalimentare, tessile. Harghita: industria ingegneristica, estrattiva, legname, agroalimentare, tessile e maglieria. Mures: industria energetica, ingegneristica, chimica, estrattiva, industria del vetro, porcellana e ceramica. Sibiu: metallurgia non ferrosa, ingegneristica, industria del vetro, porcellana e ceramica, agroalimentare.

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6. Regione di Bucarest-Ilfov Bucharest: attività industriali molto diversificate, prevale l’ingegneristica e l’informatica. Ilfov: apparecchiature radio-televisive e di comunicazione, stampa, tessile, agroalimentare, carta e cellulosa. Principali canali di distribuzione

A partire dagli Anni Novanta, a seguito della trasformazione verso l’economia di mercato sono sorte numerosissime aziende commerciali private che trattano un’ampia gamma di prodotti venduti al dettaglio. Alla fine del 2000 erano registrate 202.821 società commerciali in attività nel settore del commercio interno, di cui 139.636 società operanti nella vendita al dettaglio (49,2% prodotti food, 50,8% prodotti non food) e 51.360 operanti nella vendita all’ingrosso (35,2% prodotti food e 64,8% prodotti non food). In base al numero di dipendenti, la distribuzione per dimensione aziendale delle società commerciali registrate si presentava come di seguito indicato: - micro imprese (fino a 9 dipendenti): 189.157; - piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti): 12.270; - medie imprese (da 50 a 249 dipendenti): 1.297; - grandi imprese (oltre 250 dipendenti): 97. Nonostante la crescita economica registrata negli ultimi tre anni, l’attività delle aziende operanti nel settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso è stata influenzata direttamente dal comportamento dei consumatori, determinato dal potere d’acquisto rimasto a livelli molto bassi rispetto ai Paesi europei limitrofi. Il 61% dei redditi sono da lavoro dipendente. In media, al netto di tasse e contributi, uno stipendio si aggira intorno ai 120 Euro mensili, mentre una pensione minima raggiunge appena i 45 Euro al mese. La spesa per beni di consumo della popolazione, stimolata anche dalle rimesse in valuta dei romeni all’estero (entrate stimate per 1,3-1,5 miliardi di dollari l’anno), è indirizzata prevalentemente all’acquisto di prodotti alimentari (53,4%), lasciando la restante parte per prodotti non-food (28,9%) e servizi (17,7%). Nel 2001 la crescita annua del commercio al dettaglio è stata soltanto dell’1%, facendo registrare un decremento del 5,4% della componente food e un incremento del 4,3% di quella non food. In particolare, per i prodotti non alimentari i maggiori aumenti si sono registrati nelle vendite di mobili, apparecchi di illuminazione ed elettrodomestici (grazie all’introduzione della vendita a rate), vernici e tinture. Secondo un recente studio elaborato dalla società di consulenza GFK

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Romania, la vendita dei beni di consumo di tipo FMCG (Fast Moving Consumer Goods) viene effettuata prevalentemente tramite i negozi al dettaglio a gestione familiare o le bancarelle ubicate nei mercati all’aperto (prevalentemente i prodotti food) e tramite i centri commerciali all’ingrosso (tipo bazaar orientale) e i negozi specializzati per i prodotti non food. Nel 2001 circa il 55% delle vendite al livello nazionale sono state effettuate tramite i piccoli negozi, chioschi e bancarelle, mentre una quota del 10% è stata realizzata dalle catene cash&carry e supermercati. I piccoli negozi sono molto diffusi nelle zone rurali e nei centri urbani con meno di 50 mila abitanti, mentre le forme moderne di distribuzione (supermercati, cash&carry, hard discount) sono più diffuse nelle grandi città, dove si concentra il 17% della popolazione romena con il 22% delle spese complessive effettuate al livello nazionale. L’affermarsi di alcuni colossi esteri (i cash&carry Metro e Selgros, l’ipermercato Carrefour e il neoarrivato Cora) sta rivoluzionando il panorama del commercio al dettaglio e le abitudini dei consumatori, e fa prevedere una forte diffusione della grande distribuzione. Fra gli esercizi che commercializzano prodotti alimentari si sta assistendo ad una crescita delle catene degli hard discount e degli ipermercati a danno dei piccoli supermercati (il gruppo tedesco Rewe gestisce le catene Billa e XXL Mega Discount, il gruppo belga Delhaize “The Lion” la catena Mega Image). Il 2001 è stato anche l’anno dell’arrivo dei grossi nomi dei retailers del settore “fai da te”, Bricostore e Praktiker. Fino alcuni anni fa, la figura più utilizzata per la grande distribuzione in Romania, è stata il grande magazzino (department store o, in lingua romena, magazin universal). Sebbene disponga ancora di grandi spazi espositivi e di vendita (più di 4.000 mq) e sia presente in tutte le citta capoluogo dei 40 distretti, vi è la tendenza da parte di qualche grande magazzino, che non è più in grado di gestire la propria attività (anche per problemi finanziari), a cedere in affitto a terzi (generalmente piccole ditte private, anche con capitale straniero) parti delle superfici, nude o già attrezzate. I GG.MM vendono generalmente prodotti non food, anche se alcuni dei più grandi hanno allestito reparti per la vendita di prodotti food. Per il sistema di approvvigionamento, le figure più importanti della GD e GG.MM hanno propri uffici acquisti, avvalendosi anche di ditte importatrici; alcune volte i GG.MM, per mancanza di liquidità, concludono accordi di fornitura in conto deposito. a) Ipermercati Il primo, ed ancora unico, ipermercato in Romania è Carrefour che ha aperto le sue porte ai consumatori a Bucarest nel mese di Giugno 2001. Su una superficie di vendita di circa 9.000 mq. vengono venduti oltre 50 mila prodotti. La Carrefour intende aprire altri 10-12 ipermercati nei prossimi 6

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anni, ubicati nelle città con più di 300 mila abitanti (di cui altri due a Bucarest). L’apertura di Carrefour ha stimolato l’interesse per la Romania anche da parte di altri nomi internazionali del settore come Cora ed Intermarchè. Cora, del gruppo Louis Delhaize, ha aperto a Bucarest nel 2003 il suo primo ipermercato con una superficie di vendita di 16.000 mq. dove vengono venduti 100 mila articoli. b) Cash & Carry La multinazionale tedesca Metro, la prima arrivata (anno 1996) tra le multinazionali della GD, è presente oggi con 15 cash & carry, e ha in programma l’apertura di altri cinque magazzini, nelle grandi città del Paese. ll punto vendita della Metro dispone mediamente di 7.000 mq. dove vengono venduti oltre 15 mila prodotti food e non-food. Il principale concorrente della Metro è la Selgros, del gruppo Rewe, che dispone attualmente di quattro punti vendita ed ha l’intenzione di aprirne altri sette nel medio periodo. c) Catene di supermercati e hard discount Sono sorti nel 1990 alcuni supermercati, con capitale estero, che trattano prevalentemente generi alimentari e articoli per igiene della persona e della casa. Questi supermercati dispongono di una rete di punti vendita, ubicati nella capitale e nelle grandi città. I più importanti sono: Mega Image, Vox Maris, La Fourmie e Billa. Billa, del gruppo tedesco Rewe, rappresenta la maggiore catena di supermercati, detenendo attualmente 10 unità sparse sull’intero territorio del Paese. Peraltro, i piani aziendali sembrano prevedere un’ulteriore espansione, fino ad arrivare a 40-50 punti vendita, con uno spazio di vendita di circa 2.500 mq. ed oltre 10 mila prodotti food e non food. Per quanto riguarda gli hard discount, ritroviamo il gruppo Louis Delhaize che opera in Romania con il marchio Profi, attraverso una catena di negozi ubicati prevalentemente nella zona Ovest del Paese. Un’altra figura importante del settore di vendita al dettaglio hard discount è il marchio XXL Mega Discount del gruppo tedesco Rewe, che ha attualmente solo 2 punti vendita ma l’intenzione di espandersi nelle città con oltre 100 mila abitanti. Inoltre, di recente si sono sviluppate due catene di supermercati gestite da aziende romene, Artima (che opera nell’Ovest) e Univers’All. Quest’ultima, con 3 supermercati già aperti, gestisce punti vendita con superfici di 2500 mq. dove vengono venduti circa 12 mila prodotti. Nel futuro è prevista l’apertura di almeno 3 supermercati l’anno. Le catene dei distributori di carburanti, infine, che hanno organizzato una propria rete di negozi complementari per la vendita di alcuni FMCG, sono ben rappresentati al livello nazionale dalle compagnie Shell, Petrom, Agip e

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OMV. d) Mall I centri commerciali mall sono molto popolari tra i romeni. Il primo aperto a Bucarest, il “Bucharest Mall”, è visitato annualmente da circa 10-15 milioni di visitatori con vendite stimate per circa 150 milioni di dollari l’anno. Tutti gli spazi di vendita sono stati affittati a grossi nomi del settore della moda, cosmetica, articoli per la casa, elettrodomestici, IT. L’ultimo livello è dedicato, invece, alla ristorazione e al divertimento (sale cinema multiplex e piste per bowling). La moda del mall si è diffusa rapidamente nelle grandi città (a Iasi, Constanta, Cluj, Oradea) e l’apertura di altri due a Bucarest è stata già programmata. Alcuni grandi ex-magazzini di Stato sono stati comprati dalla Winmarkt. La società gestisce attualmente 14 grandi magazzini, ristrutturati e trasformati in mini-malls, con esercizi commerciali che vendono prodotti non food (cosmetici e prodotti per bellezza, farmacie, gioiellerie, piante e fiori, articoli da regalo, cartolerie ed articoli di cancelleria, IT, ecc.). I responsabili della WinMarkt, nei prossimi cinque anni, prevedono di trasformare altri 30 ex-magazzini di Stato. e) Franchising Nonostante la legislazione sul franchising sia in vigore già da alcuni anni (la norma vigente risale all’Ordinanza n.52/1997, approvata con L. n.79/1998), il settore ha avuto uno sviluppo piuttosto lento, dovuto prevalentemente al valore dell’investimento iniziale necessario, alla scarsa conoscenza del concetto di franchising tra gli imprenditori romeni, alla difficoltà di reperimento di franchisees locali. Un recente studio, effettuato per l’ICE dalla società di consulenza KPMG, ha identificato 35 franchisors che operano nel mercato romeno, con una stima di circa 400 aziende operanti nel franchising. Relativamente alla tipologia, ci sono due principali categorie di aziende che hanno sviluppato il sistema del franschising: aziende operanti al livello internazionale e aziende operanti a livello locale. Tra le categorie/settori più diffusi attuamente, e considerati più attraenti anche per la possibilità di sviluppo a breve-medio termine, sono quelli della ristorazione (Mc Donald’s, Pizza Hut, KFC, Everest, Dunkin Donut’, Fornetti), alberghiero (Best Western, Howard Johnson, Holiday Inn), moda (Benetton, Lacoste, Marks&Spencer, Max Mara, Z), abbigliamento sportivo (Adidas, Nike), cosmetici (Body Shop, Beauty Shop) stazioni di rifornimento (Agip, Shell, Rompetrol, Petrom, MOL). La città di Bucarest appare come la prima opzione per tutte le aziende operanti con il sistema franchising ed in seconda battuta le altre grandi città (in genere quelle con più di 250 mila abitanti). f) Vendita “door to door”

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Il sistema di vendita a domicilio è rappresentato solo dalle reti di prodotti cosmetici Oriflame ed Avon Cosmetics, prodotti per la casa e cosmetici Zepter ed il network marketing della ditta statunitense Amway, basato sul sistema di acquisizione di agenti di vendita anche fra i consumatori per la propaganda di nuovi prodotti. Principali operatori della grande distribuzione in Romania IPERMERCATI CARREFOUR (Hyparlo) Sos.Bucuresti-Ploiesti nr.10, bl. 22, et.1, sector 1, Bucuresti tel: 0040 21 2326524 fax: 0040 21 2322091-2322098 Sito Internet: www.carrefour.ro Dir. Esecutivo: François Oliver Sig. Nicolae Danciu - Dipartimento Fresh Food (e-mail: [email protected]) Sig. Arnaud Dusseaix – Dipartimento Prodotti Largo Consumo Sig. Jerome Perriallat – Dipartimento 1 ipermercato a Bucarest Piano di investimenti entro 2010: apertura di altri 10-12 ipermercati nelle città con oltre 300 mila abitanti. CORA (Gruppo Cora Louis Delhaize) Str. Aron Cotrus 51 B, vila 4-5, sector 1, Bucuresti tel/fax: 0040 21 2326606 – 2039666 – 2039667 - 2039668 E-mail: [email protected] Sito Internet: www.cora.ro Sig. Regis Mougel, Dir.Gen. Sig. Frederic Bout, Dir.Gen. 1 ipermercato a Bucarest; Piano di investimenti : 14altri ipermercati entro 2010 . CASH & CARRY METRO (Metro Rom Invest s.r.l.) Sos. Bucuresti-Ploiesti 289, CP. 0-13, 71914 Otopeni tel: 0040 21 2081150 fax: 0040 21 2361403 Sito Internet: www.metro.de Sig. Dusan Wilms, Dir.Gen.

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Sig. Kubilai Ozerkan – Dipartimento Food (e-mail: [email protected]) Sig. Andor Kovacs – Dipratimento Non Food ([email protected] 15 punti vendita (3 Bucarest, 1 Timisoara, 1 Brasov, 1 Constanta, 1 Cluj Napoca, 1 Bacau, 1 Iasi, 1 Craiova, 1 Baia-Mare, 1 Galati, 1 Ploiesti, 1 Oradea, 1 Sibiu); nei prossimi anni saranno aperti altri 5 magazzini . SELGROS (Gruppo Rewe Germania/Selgros Cash&Cary S.R.L.) Calea Bucuresti n.231, 2200 Brasov tel: 0040 268 307343 fax: 0040 268 307230 Sito Internet: www.selgros.ro Sig. Rudiger Strein, Presidente (e-mail: [email protected]) 4 punti vendita. (1 Brasov, 2 Bucarest, 1 Targu Mures), piano di investimenti 6-7 nuovi magazzini nei prossimi 5-6 anni . GAMMA (Enaco – Spagna) Bd. Metalurgiei nr. 132, sector 4, Bucuresti tel: 0040 21 4610188-4610335 fax: 0040 21 4610382 E-mail: [email protected] Sig.ra Claudia Mihail, Dir. 2 p.v. (1 Bucarest, 1 Pitesti) CATENE SUPERMERCATI MEGA IMAGE (Gruppo Delhaize “The Lion”-Belgio) Str. Ion Mihalache nr.92, sector 1, BUCURESTI tel : 0040 21 2246677 fax : 0040 21 2246011 E-mail: [email protected] Sig.Bart Van De Velde-Dir.Marketing 12 punti vendita a Bucarest BILLA ROMANIA (Gruppo REWE Germania) Str.Barbu Vacarescu nr.154-158, sector 2, 714241 Bucuresti tel: 0040 21 2055600 fax : 0040 21 2055602 E-mail: [email protected] Sig. Clemens Petschnikar, Dir. Gen. Sig. Filip Cristescu – Dipartimento Food Sig. ra Magda Pestrea – Dipartimento Non Food 11 punti vendita (3 Bucarest, 2 Timisoara, 1 Ploiesti, 1 Constanta, 1 Arad, 1

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Craiova, 1 Galati, 1 Iasi)) Piano investimenti per i prossimi anni : apertura di 40-50 nuovi punti vendita PROFI DISCOUNT (Gruppo Cora Louis Delhaize) Str. Putna 14A, 1900 Timisoara, jud. Timis tel 0040 256 244100 fax: 0040 256 244108 E-mail: [email protected] Sig.Rino Tizzanini – Dir.Gen. 10 punti vendita ( 3 Timisoara, 2 Arad, 1 Sf.Gheorghe, 1 Brasov, 1 Cluj Napoca, 1 Oradea, 1 Baia-Mare) XXL Mega Discount (Gruppo REWE Germania) Sos.Fundeni nr.38-40, sector 2, Bucuresti tel: 0040 21 2554081-2554084-2554085 fax: 0040 21 2554086 Sig. Ionut Stanescu – Direttore vendite (tel: 2553538 – 2553539) Sig.ra Florentina Scarlat (Direttore negozio Bucarest) 2 punti vendita (1 Bucarest, 1 Sibiu) nei prossimi mesi saranno aperti altri 2 negozi a Targoviste e Buzau, intenzione di espandersi nelle citta con oltre 100 mila abitanti . LA FOURMIE (Family Store Exim s.r.l.) Spaliul Unirii nr.96, sector 6, Bucuresti tel : 0040 21 3302991 - 3306950 fax: 0040 21 3306690 E-mail@[email protected] Sig. Riad Hijal, Dir. GIMA (Gimrom Holding/Fiba Group-Turchia) c/o Centro Commerciale Bucuresti Mall Calea Vitan 55-59, Bucuresti Mall tel: 0040 21 3276740 fax: 0040 21 3276751 - 3276744 E-mail: [email protected] Sig. Can Kartac – Dir.Gen. 2 punti vendita (1 Bucarest, 1 Iasi) . RAINBOW GROUP (Supermercati NIC) Str. Av. Radu Beller nr.6, sector 1, Bucuresti tel: 0040 21 2300750-2129926 fax: 0040 21 2300955

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Sig. Marian Maracine-Dir.Gen. 8 punti vendita (Bucarest) . ANGST Sos.Bucuresti-Targoviste nr.298, Buftea, jud. Ilfov tel/fax : 0040 21 2254400 – 2254500 Sig.Stefan Padure- Dir.Vendite 9 punti vendita (7 Bucarest, 1 Buftea, 1 Sinaia) . UNIVERS’ALL Bd.Carol I nr.31-35, Intrarea Italiana, corp IV, et.5, sector 2, Bucuresti tel: 0040 21 2507152 fax: 0040 21 2507154 E-mail: [email protected] Sito Internet: www.universall.ro Sig.Octavian Baltac, Dir.Gen. Sig.ra Catalina Petrescu – Dipartimento Dry Food Sig.Bogdan Stefanescu – Dipartimento Fresh Food Sig.ra Adriana Gurau – Dipartimento Non Food 3 p.v. aperti (Sibiu, Suceava, Tg.Mures), in piano di aprire altri p.v. 3 all’anno. CENTRI COMMERCIALI / MALL BUCURESTI MALL (Fiba Turchia) Calea Vitan nr.55-59, sectpr 3, 74351 Bucuresti tel: 0040 21 3276700/01/02/11 fax: 0040 21 3276712 - 3209209 Sig. Ali Ergun Ergen – Dir.Gen. Sig. Cristian Gheorghita – Dir. MKtg. IULIUS MALL Bd.Tudor Vladimirescu, Iasi, jud. Iasi tel: 0040 32 208506/7/8 fax: 0040 32 258301 E-mail: [email protected]; [email protected] Sito Internet: www.iuliusmall.com Sig.: Iulian Dascalu - Presidente gestore Iulius Group (Str.sararie nr.6, tel: 0040 32 211822, fax: 211821). NEGOZI “FAI DA TE”

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BRICOSTORE (del francese Bricostore) Autostrada Bucuresti-Pitesti km 11-12, Bucuresti tel: 0040 21 407.70.77 fax: 0040 21 407.70.78 E-mail: [email protected] Att. Centrala Acquisti (Centrala Cumparari) Sig.Cristi Toparcean – Prod.sanitari e vernici Sig.Dan Paiuc – Legno, materiali da costruzione Sig.ra Andreea Balanescu – Allestimenti d’interni, elettrici . PRAKTIKER Str.Scolii nr.7, Com.Voluntari, jud.Ilfov tel: 0040 21 204.71.20 fax: 0040 21 204.71.59 Sig.Voss Karsten – Dir. Uff. Acquisti CATENE NEGOZI SPECIALIZZATI ALTEX (Altex Impex Srl) Str. Stefan cel Mare nr.6, 5600 Piatra Neamt, jud.Neamt tel: 0040 233 210671 fax: 0040 233 230817 E-mail [email protected] Sito Internet: www.altex.ro Sig.Dan Ostahie, Dir.Gen. Rete di 56 negozi presenti in 40 località. Importa e distribuisce elettrodomestici e prodotti elettronici. DOMO (Interexpo Prodcom Srl) Str.Cimitirului nr.29, 4050 Covasna, jud.Covasna tel: 0040 267 363012 fax: 0040 267 364669 E-mail: [email protected] Sito Internet: www.domo.ro Sig. Lorand Szarvadi, Dir.Gen. Rete di negozi (n.54) sparsi sull’intero territorio del Paese, dove vengono venduti apparecchiature elettroniche, Hi-Fi, elettrodomestici FLANCO (Flanco International Srl) Str.Biharia nr.66-77, sector 1, Bucuresti tel: 0040 21 201.12.80

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fax: 0040 21 201.12.90 E-mail: [email protected] Sito Internet: www.flanco.ro Sig. Marius Ghenea, Dir.Gen. Rete di 43 negozi, dove vengono venduti prodotti elettronici, elettrodomestici, IT e multimedia, comunicazioni

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INVESTIRE IN ROMANIA Perchè investire in Romania La Romania ha iniziato nel 1990 un processo graduale di apertura dell’economia e di diminuzione della partecipazione statale. Tra i fattori che fanno della Romania un paese interessante per gli investitori stranieri e in particolare per quelli italiani vi sono: • rapporti culturali ed economici solidi con Italia ; • ricchezza di materie prime e del sottosuolo ; • basso costo della manodopera; • Riserve ittiche e della pesca, oltre alla disponibilità di accesso a Mar

Nero e Danubio ; • un programma avanzato di privatizzazione ; • necessità di investimenti nelle infrastrutture ; • solida base industriale con grande disponibilità di figure professionali

operaie e tecniche; • parità di trattamento tra investimenti romeni ed esteri; • collegamenti viari, ferroviari, portuali e aeroportuali; • piena trasferibilità all’estero degli utili; • vasto mercato interno e posizione geostrategica; • vicinanza linguistica e culturale tra Italia e Romania; • presenza sul territorio delle filiali delle principali banche internazionali.

Notizie in generale La congiuntura economica favorisce gli investimenti stranieri; è da rimarcare infatti l’impegno assunto dal Governo Romeno di rilanciare l’economia attraverso una politica di forti incentivi agli investimenti stranieri sul territorio nazionale costituita da consistenti sgravi fiscali, finanziamenti a tassi agevolati, ecc. Numerose sono infatti le leggi che, sotto vari profili, rendono estremamente vantaggioso l’investimento in Romania; nella direzione di una facilitazione all’ingresso di capitale straniero si muovono anche le previsioni volte a rendere più semplice la costituzione di imprese in Romania sia come società totalmente estere che come partners di imprese nazionali . Un ulteriore dato positivo è rappresentato dal costo estremamente contenuto della manodopera locale, in parte dovuto alla forte svalutazione della moneta nazionale. Il sistema fiscale Romeno si articola in una serie di tasse e imposte che colpiscono analogamente a quanto avviene in Italia, la produzione di reddito derivante da capitale, dividendi, attività di impresa, ecc., ma l’investitore

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italiano può beneficiare di una serie accordi internazionali stipulati tra l’Italia e la Repubblica Romena volti a agevolare lo scambio economico fra i due paesi ed evitare le doppie imposizioni In Romania è possibile costituire un’azienda in qualsiasi forma giuridica prevista dalla legge, così come partecipare al capitale di una società Romena, ed ancora stabilire succursali di società estere in Romania. La qualità di investitore estero (per beneficiare delle leggi sugli investimenti stranieri) è dimostrata con un certificato rilasciato, a richiesta, dall’Ufficio Nazionale del Registro Da un attento esame della normativa Romena emergono alcuni fattori da tener presente per chi voglia investire in Romania: Le riforme in questo Paese sono recentissime, alcune devono ancora trovare attuazione; Per contro è estremamente positivo il dato riguardante il costo della manodopera locale, sia per quanto concerne le retribuzioni che per la mancanza di previsione del t.f.r. . Quello Romeno costituisce il secondo mercato est-europeo dopo la Polonia e le possibilità di sviluppo sono notevoli; La costituzione di una società Romena è agevole e presenta costi molto contenuti. Settore immobiliare Sicuramente il settore immobiliare è quello a più alta redditività, soprattutto l’acquisto di terreni edificabili destinati a privati e/o attività commerciali. È consigliabile investire nel settore costruzioni, sia per beneficiare di una manodopera a basso costo, sia per il costo del materiale estremamente competitivo. Chi invece vuole aprire un’attività commerciale (negozio, ristorante ecc.) deve tenere presente il costo degli affitti di spazi commerciali che ha raggiunto cifra assurde per uno squilibrio tra domanda e offerta, per cui è più conveniente acquistare e ancora meglio costruire. Appartamenti, case, ville, mantengono ancora oggi un prezzo di acquisto molto favorevole, tuttavia aumentano di prezzo giorno dopo giorno e danno quindi una certa redditività per chi voglia fare investimenti in questo settore. Settore agricoltura L’agricoltura oggi in Romania è in stallo a causa di una politica scellerata che ha privilegiato l’importazione di prodotti agricoli e non ha investito nel settore. Per il futuro invece sarà molto vantaggioso investire nel settore, tenendo anche presente i finanziamenti a fondo perduto dell’UE per l’agricoltura. Uno dei settori che sicuramente porterà un grosso business è la viticoltura.

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Già diversi italiani hanno comprato terreni agricoli a prezzi irrisori e hanno investito in questo settore con un business ad alta redditività. Anche altri prodotti come ad esempio la frutta (mele,pere,ciliege ecc.) sono considerati prodotti ad alta redditività. Negozi e attività commerciali: Anche un’attività commerciale in Romania si può rivelare un ottimo business, tuttavia pure in questo settore bisogna stare attenti a non commettere errori di valutazione. Molti negozi in Romania offrono di tutto, dall’abbigliamento agli alimentari, alle scarpe, agli articoli di bigiotteria, ecc. Oggi il mercato è recepibile per un discorso di monoprodotto, di qualità (il made in italy è molto apprezzato) e a prezzi contenuti. Bisogna fare i conti anche con gli affitti di spazi commerciali che qui in Romania sono molto cari. È sempre consigliabile preparare uno studio di fattibilità del prodotto per calcolare soprattutto i fattori di rischio. Produzione: Produrre in Romania significa beneficiare di manodopera a costi molto bassi e altamente specializzata e uscire con un prodotto di qualità da vendere nel mercato interno ma anche da esportare in Italia. Export: È un settore che sicuramente produrrà ottimi risultati nell’immediato futuro, soprattutto per alcuni prodotti di alta qualità: un esempio può essere il vino, che ha avuto la denominazione doc e vari riconoscimenti internazionali per la sua qualità. Ma anche altri settori possono essere dei veri e propri business: export di funghi, frutti di bosco ecc. Anche l’export di legno e derivati potrebbe rivelarsi un ottimo affare, tuttavia è difficile inserirsi nel circuito (molto ristretto). Import: Il made in italy è molto apprezzato: qualsiasi prodotto è sinonimo di qualità ed eleganza. Sono tanti i prodotti italiani in commercio in Romania e la richiesta del mady in italy è in continua crescita. Ma anche per questo settore si consiglia uno studio di fattibilità. La presenza italiana Al 31 dicembre 2004 sono state registrate in Romania 15.302 società miste romeno-italiane, con un capitale investito di 519 milioni di euro. (5° posto nella graduatoria entità investimenti stranieri). Il numero anagrafico evidenzia un particolare interesse dell’imprenditoria

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italiana per la Romania, con una media di circa 1.000 nuove aziende ogni anno che stabiliscono la propria attività in questo mercato. Va tuttavia sottolineato che in molti casi si tratta di aziende dalle dimensioni estremamente ridotte o di aziende che pur avendo cessato la propria attività non sono state cancellate dal Registro. La stima realistica di una presenza qualificata di aziende italiane dovrebbe aggirarsi intorno alle 4.000 unità. Tra le suddette aziende, esistono comunque importanti realtà imprenditoriali che hanno trasferito in Romania considerevoli investimenti finanziari e tecnologici, con una ricaduta in termini occupazionali di oltre 500 mila posti di lavoro creati tra impiego diretto e indotto. La presenza italiana è generalmente diffusa su tutto il territorio romeno, anche se nel corso dell’ultimo decennio ha manifestato la tendenza a concentrarsi in alcune aree geografiche. Tra queste, rilevante la presenza dei nostri imprenditori nelle regioni del Nord-Ovest e, in particolare, nella provincia di Timisoara dove si è riprodotto un vero e proprio distretto industriale italiano (circa 1.600 aziende italiane e miste registrate). Oggetto di attenzione da parte del Governo di Bucarest e delle Istituzioni Finanziarie Internazionali, per le importanti ricadute positive in termini di diffusione delle capacità imprenditoriali e per la creazione di posti di lavoro, il cosiddetto “fenomeno Timisoara" è in parte imputabile alla prossimità geografica del distretto di Timis alle regioni nord-orientali dell’Italia, da dove proviene la maggioranza degli investitori; in parte alla presenza di adeguate infrastrutture di trasporto e all’esistenza in loco di manodopera capace e dal costo contenuto. Alla fine del 2004 l’Italia occupava il primo posto nel volume totale degli scambi commerciali della Romania con il 19,03% (7.808 milioni di euro), di cui il primo posto all’export con il 21,29% (4.014 milioni di euro) ed all’import con 17,39% (4.514 milioni di euro). L’interscambio -secondo i dati forniti dal Dipartimento del commercio romeno- ha raggiunto nell’anno 2004 gli 8.528 milioni di Euro con un incremento rispetto all’anno 2003 del 7.7%, di cui +4,98% l’export e +8,31% l’import. Le principali tipologie merceologiche dell’import-export tra i due paesi sono quelle tradizionali e ormai consolidate, riportate nella tabella seguente.

N. Categoria merce EXPORT IMPORT

TOTALE (milioni di euro, quota %) di cui:

4.014 mil 100 4.514 100

1 Animali vivi e prodotti del regno animale 37,54 1,0 23,12 0,6

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2 Prodotti del regno vegetale 55,04 1,5 9,88 0,2

3 Grassi ed oli vegetali ed animali 2,04 0,1 3,25 0,1

4 Prodotti alimentari, bevande, tabacco 7,35 0,2 21,39 0,5

5 Prodotti minerali 79,56 2,2 26,32 0,6

6 Prod. dell’ind. chimica e connessi 52,48 1,4 161,04 3,9

7 Plastica, gomma, connessi 69,21 1,9 219,51 5,3

8 Pelli crude/conciate, pellicceria 116,73 3,2 463,37 11,3

9 Legno, carbonelegno, sughero 122,49 3,3 21,96 0,5

10 Pasta legno, carta, cartone 19,93 0,5 88,92 2,2

11 Materie tessili e prod.confezionati 1238,30 33,5 1264,10 30,8

12 Calzature, cappelli, ombrelli 827,80 22,4 200,70 4,9

13 Art. pietra, gesso, ceramica 24,10 0,7 66,68 1,6

14 Metalli comuni ed articoli metallici 391,33 10,6 382,04 9,3

15 Macchine, apparecchiature, impianti elettrici 445,63 12,1 810,62 19,7

16 Veicoli, aeronavi, impianti trasporto 20,92 0,6 53,13 1,3

17 Apparecchiature ottiche, foto e di misura 122,10 3,3 140,95 3,4

18 Mobili, articoli per interni, sportivi 19,51 0,5 13,11 0,3

19 Oggetti d’arte, collezione, antichità 0,00 0,0 0,00 0,0

20 ***Diversi 0,0 0,00 0,0 Le prospettive per le aziende italiane interessate al mercato romeno sono sicuramente positive, non solo per la posizione geografica del Paese e per il numero dei suoi abitanti (21,7 milioni di potenziali consumatori), ma anche per i vantaggi comparativi che ancora offre nella delocalizzazione produttiva. Tra i settori più importanti, oltre a quelli tradizionali del tessile/abbigliamento e della trasformazione del legname, suscettibili di positivi sviluppi a breve-medio termine sono quelli dell’informatica, delle telecomunicazioni (che dal 1 gennaio 2003 sono completamente liberalizzate), delle costruzioni, nonchè i comparti che beneficiano - e beneficeranno - dei finanziamenti UE (i già citati programmi Phare, Ispa, Sapard) quali: infrastrutture, trasporti, ambiente, agroindustria e turismo rurale. Gli studi delle grandi compagnie di consulenza, rappresentative a livello internazionale, prevedono per il 2005 una priorità negli investimenti stranieri in alcuni settori specifici: energetico, automobilistico, costruzioni, metallurgia nonchè del mercato immobiliare e delle assicurazioni. Per quanto riguarda la presenza di istituti di credito italiani in Romania, hanno proprie filiali la Banca di Roma, il Gruppo Veneto Banca, hanno aperto desk operativi il Monte dei Paschi di Siena e la Banca Popolare di

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Verona; alcune importanti banche italiane hanno poi hanno effettuato acquisizioni di quote di banche locali (Unicredito ha acquisto la turca Demirbank trasformandola in Unicredit Romania, la San Paolo IMI ha acquistato il 97% della West Bank trasformandola in San Paolo IMI Bank Romania, il gruppo di società italiane IMM Manufatti Maglierie controlla il pacchetto maggioritario della Daewoo Bank Romania e la Banca Popolare di Vicenza ha il 5% della filiale romena dell’austriaca Volksbanken A.G). Relazioni economiche e commerciali tra Italia e Romania Numero di aziende registrate : 15941 Partecipazione nel totale delle compagnie straniere : 15,4% Classifica per numero di società registrate : 1 Ammontare del capitale investito € : 519 milioni Azioni per capitale (Share by capital) : 5,5% Classifica per valore di capitale sottoscritto : 5 Esiste in Romania una fortissima concentrazione di aziende italiane. Secondo i dati ufficiali romeni, dal 1990 ad oggi più di 17.100 società italiane sono state iscritte al Registro del Commercio romeno, la maggior parte Piccole e Medie Imprese: tra queste si ritiene che circa 7.000 siano attualmente operative. L’Italia è uno dei principali investitori in Romania. Sotto il particolare profilo dell’impiego della manodopera romena, l’Italia può essere considerata il primo investitore in questo Paese, con un ammontare totale di oltre 500.000 posti di lavoro qui creati direttamente da aziende italiane o nell’indotto. Gli investimenti italiani in Romania si sono inizialmente concentrati nei settori labor intensive, sviluppando pratiche organizzative della produzione quali la lavorazione "per conto" (sistema "lohn") di materie prime o semilavorati provenienti dall’Italia. Più recentemente si è assistito ad una evoluzione della presenza imprenditoriale italiana in Romania, con l’affermarsi di joint ventures o contratti con produttori locali per la fornitura e l’assemblaggio di parti di macchine o di beni strumentali. La presenza italiana in Romania si è da ultimo arricchita anche di un maggiore apporto di investitori istituzionali. Nel corso degli ultimi due anni le nostre banche hanno mostrato crescenti segni di interesse per il mercato romeno, anche per accompagnare l’azione delle numerosissime aziende italiane che qui operano. Alcuni istituti di credito italiani hanno acquistato banche locali o aperto proprie filiali: tra di esse ricordiamo la Banca Italo-Romena, di proprietà del Gruppo Veneto Banca, la Banca di Roma, Unicredit Romania, S.PAOLO/IMI Romania, Daewoo Bank. Altre banche italiane hanno partecipazioni azionarie in banche romene, come il Monte dei

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Paschi di Siena nell’Alpha Bank Romania, e la Banca Popolare di Vicenza nella Volksbank Romania. Esistono infine accordi di collaborazione che vedono coinvolti istituti finanziari italiani con la creazione di Desk Italia presso filiali di banche straniere. Per quanto concerne gli altri settori economici, alcuni gruppi italiani hanno recentemente ultimato importanti investimenti in Romania. Tra questi il Gruppo PIRELLI TELECOM (già presente con la Divisione Cavi e Sistemi Telecom), che sta realizzando a Slatina due importanti investimenti produttivi nel settore Pneumatici, e il Gruppo TENARIS DALMINE, che ha rilevato recentemente la Silcotub di Zalau. Sono inoltre da tempo presenti in Romania la GEOX di Montebelluna (stabilimento di produzione di scarpe a Timisoara), il Gruppo RADICI di Bergamo (impianto chimico e tessile a Savinesti), la DIVANI&DIVANI del Gruppo Natuzzi (stabilimento per la produzione di componenti di divani nella zona di Baia Mare), la ZOPPAS (che ha a Sânnicolau Mare un importante stabilimento per la produzione di componenti per elettrodomestici), la PARMALAT, l’AGIP, ASSICURAZIONI GENERALI, SIRTI/FINSIEL, STEFANEL, FIAT/IVECO, BUTAN GAS, Gruppo PERUZZO. Alcune joint ventures italo-romene vedono il coinvolgimento di importanti società italiane del Gruppo Finmeccanica in Romania: la RARTEL (partecipazione Telespazio), la IPACRI Romania (con partecipazione ELSAG), l’ELETTRA COMMUNICATIONS (con partecipazione Marconi Selenia Communications). Gli imprenditori italiani, mostrando un crescente interesse per il settore agricolo, stanno acquisendo o prendendo in affitto ampi appezzamenti per coltivazioni o per allevamento. Infine aziende italiane partecipano ai grandi progetti nei settori dell’energia, dei trasporti e delle infrastrutture. Tra queste ricordiamo ANSALDO ENERGIA nel settore dell’energia nucleare, il gruppo ASTALDI/ITALSTRADE, il Gruppo GAVIO/GRASSETTO Costruzioni, la SECOL SpA e la TODINI Costruzioni Generali SpA nel settore delle opere civili ed infrastrutturali, la ALENIA MARCONI SYSTEMS nel settore dei sistemi di controllo dell’aviazione civile, la TME Termomeccanica nel settore del risanamento ambientale, la SIA (Società Interbancaria per l’Automazione) nel settore dei servizi finanziari. Il coinvolgimento delle nostre imprese nel processo di privatizzazione delle imprese statali in Romania sta crescendo. Alle acquisizioni effettuate da società italiane nei settori tessile, chimico e meccanico, si aggiunge anche l’acquisto, da parte di ENEL, di due compagnie di distribuzione dell’energia elettrica (Electrica Dobrogea ed Electrica Banat). I distretti italiani

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I distretti industriali, reti di piccole e medie imprese altamente specializzate nella produzione di un determinato prodotto industriale e geograficamente concentrate in un piccolo territorio le cui caratteristiche economiche e sociali hanno creato nel tempo una specifica cultura d’impresa locale, sono sicuramente una delle realtà produttive italiane più studiate, ammirate e conosciute all’estero. Per il particolare tipo di rapporto che i distretti hanno con il territorio e con le istituzioni sociali e locali, essi rappresentano forse la realtà produttiva nazionale più tipicamente italiana in grado di rappresentare degnamente il made in Italy nel mondo. Per sostenere questa strategia il Ministero delle Attivita Produttive ha deciso la predisposizione di un pacchetto di misure per la creazione di nuovi distretti industriali italiani nei principali Paesi d’interesse per le strategie di internazionalizzazione delle PMI italiane, tra cui la Romania. Nel caso della Romania le istituzioni hanno guidato e incoraggiato lo sviluppo dei distretti. Per esempio con l’appoggio dell’Unione Europea, il governo ha messo in atto il programma “Industrial cluster development Project” ( Progetto sviluppo distretti industriali). Le finalità sono quelle di organizzare un network internazionale tra distretti industriali che incoraggi le aziende di paesi UE a collaborare con i paesi non ancora entrati a far parte dell’UE (Romania e Bulgaria). Aree della Romania candidate a progetti di creazione distretti:

AREA LOCALITA’ SETTORE

Nord est

Bacau, Botosani, Iasi, Neamt, Suceava, Vaslui

Tessile

Centro

Alba , brasov, Mures, Sibiu,Covasna

Legname, metallurgia

Ovest Timis Tessile e software

Nord Est Cluj Software

Sud Bucarest Software Queste iniziative dovrebbero favorire una disposizione più eterogenea dei distretti industriali nel paese. Si prevedono quindi ulteriori sviluppi imprenditoriali italiani in più aree del paese. Data la vicinanza geografica tra i due paesi, la realtà dei distretti in Romania è tra i piu noti esempi della delocalizzazione produttiva da parte delle PMI italiane

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Ad oggi la presenza dei distretti italiani in Romania è concentrata prevalentemente nell’area nord-ovest e cento-ovest del paese (regioni di Timis, Caras-Severin, Arad e Bihor ) La regione di Timis, nella quale l’Italia occupa il secondo posto per entità d’investimenti stranieri, è sicuramente l’area a maggior concentrazione di imprese italiane. Nel distretto romeno, specializzato nel settore del tessile e nella lavorazione della pelle, sono presenti all’incirca 1.200 imprese italiane. Si tratta perlopiù di produzioni labour-intensive che hanno sviluppato pratiche organizzative della produzione “per conto” (sistema “lohn”) di materie prime o semilavorati provenienti dall’Italia e in particolare del comparto tessile-abbigliamento e delle calzature. La materia prima viene di solito importata dall’Italia e semi-lavorata in Romania, dopo di che i prodotti vengono esportati in Italia e in altri paesi europei. Le regioni dell’ovest e del centro, offrendo un territoro ad alta percentuale di foreste, rappresentano zone di alta importanza per l’approvigionamento del legno nel paese. Questa conformazione ambientale ha richiamato negli anni anche numerose imprese italiane specializzate nella produzione e lavorazione del legno. La storia del mobile in Romania È iniziata nel 1915 quando le aziende erano all’incirca 15 e davano lavoro a 70 addetti. Naturalmente c’è stato uno sviluppo e oggi si contano all’incirca 1.200 aziende che danno lavoro a più di 1.800 addetti con un fatturato stimato intorno ai 700 milioni di euro annui. Per quanto riguarda l’ubicazione dei distretti industriali rivolti alla lavorazione del legname, in Romania, ce ne sono diversi e in specifiche aree geografiche. L’area della Transilvania è quella con il maggior numero di industrie ed è in questa regione che molte imprese hanno costruito le proprie fabbriche. La produzione italiana riguarda pannelli in legno, porte, mobili d’arredamento e macchinari specifici per le lavorazioni del legno. Individuazione dei settori prioritari per il Made in Italy (dati a cura dell’ICE) Le maggiori opportunità per le imprese italiane emergono nei seguenti settori: tradizionali: tessile/abbigliamento/calzaturiero - beneficiario ancora di una manodopera competitiva sia per costi (valutati da alcuni studi di consulenza a circa 0,09 euro/minuto) che per l’alta preparazione e formazione professionale; settore di tradizione nella collaborazione italo-romena. suscettibili di positivi sviluppi a breve - medio termine: turismo- con un potenziale paesaggistico spettacolare (monumenti, musei, litorale marino, località balneo-climatiche, caccia e pesca sportiva); le più interessanti zone turistiche della Romania sono: i Carpazi, il Litorale del Mar

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Nero, il Delta del Danubio (il più ampio parco faunistico d’Europa), la Moldavia–Bucovina, la regione di Maramures (una della più caratteristiche zone storico etnografiche), con stabilimenti da ristrutturare e un grande potenziale per l’agriturismo. Informatica e telecomunicazioni – settore che classifica la Romania come ottava tra i paesi est-europei, con uno sviluppo dinamico e che gode di una posizione prioritaria nella politica del Governo romeno (progetti per l’informatizzazione del sistema fiscale, assicurazioni,dell’amministrazione pubblica, delle scuole e commercio elettronico). Costruzioni – settore che conoscerà nei prossimi 10-12 anni un notevole sviluppo, specialmente nelle zone urbane con il sostegno del governo e con lo sviluppo del credito ipotecario. Infrastruttura / Trasporti – settore per cui il Governo romeno ha elaborato una strategia a medio-lungo termine (dieci anni) nella quale sono previsti l’ammodernamento e lo sviluppo del sistema ferroviario e stradale nonché la realizzazione di due corridoi di trasporto autostradale.Per quanto concerne il sistema di strade nazionali e le autostrade il programma verrà realizzato in 15 tappe, al termine delle quali dovranno essere riabilitati più di 9.000 Km di strade nazionali.I finanziamenti dovrebbero provenire dalla Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo (BERS), dalla Banca Internazionale per la Ricostruzione e Sviluppo (IBRD), dalla BEI, dall’Unione Europea (programmi ISPA e PHARE) e dal Governo romeno. Agroindustria – settore che sta attraversando da oltre dieci anni un periodo di crisi, dovuto soprattutto all’obsolescenza delle attrezzature e alla arretratezza delle tecniche che impediscono di soddisfare la domanda interna e costringono la Romania ad importare i prodotti agro alimentari. Dunque, nonostante l’enorme potenziale produttivo dei terreni, ricchi di humus, la carenza di adeguati volumi di capitale rende difficili gli ammodernamenti strumentali e strutturali di cui necessitano le aziende del settore. Peraltro, allo sviluppo del settore agro-zootecnico e dell’industria alimentare romeno è destinata una grossa fetta del finanziamento comunitario concesso con il programma SAPARD, per un valore medio annuale di 150 milioni di euro, cui vanno aggiunti 50 milioni di euro a titolo di co-finanziamento da parte del Governo romeno. Il Programma, che prevede per la Romania l’erogazione di oltre un miliardo di euro per sette anni, è stato avviato il 1 agosto 2002 con l’implementazione iniziale di tre misure: due per gli investimenti (miglioramento della lavorazione e del marketing dei prodotti agricoli e della pesca; investimenti in infrastrutture rurali) e una per l’assistenza tecnica. Nel dicembre 2003 la Commissione Europea ha accreditato altre 3 misure del programma SAPARD, destinate a supportare gli investimenti nelle aziende agricole, a sviluppare e diversificare le attività economiche nelle aree rurali e, infine, a sviluppare le risorse umane

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tramite formazione professionale ed assistenza tecnica. Le misure attuate nel 2004 sono solo quattro (1.1, 3.1, 3.4 e 4.2) poichè i fondi disponibili per gli investimenti in infrastrutture rurali sono stati tutti impegnati. Il Ministero dell’Agricoltura è comunque in attesa dell’autorizzazione al rifinanziamento della misura, già richiesto formalmente alla Commissione europea; per l’attivazione della misura 4.2, relativa alla formazione professionale, si attendevano le conclusioni dell’analisi del fabbisogno, portata a termine all’inizio di luglio. La prima gara internazionale in materia dovrebbe quindi essere lanciata tra agosto e settembre prossimi. Le due ultime ed ulteriori misure, destinate al miglioramento delle strutture per i controlli veterinari, fitosanitari, di qualità e tutela dei consumatori e alle attività agro-ambientali, saranno accreditate più in là. Ambiente – settore per cui la Romania viene strettamente monitorata da parte dell’Unione Europea a causa dei grossi problemi, in particolare nei settori chiave della qualità dell’acqua, del trattamento dei rifiuti e dell’inquinamento atmosferico e del suolo. Il settore gode già di finanziamenti comunitari, tramite il programma ISPA (50% ambiente, 50% trasporti) e, recentemente, tramite il programma Sapard con le componenti principali su impianti di potabilizzazione acqua e trattamento acque reflue e fognature. Il settore avrà, comunque, a lungo termine necessità di capitale estero. Industria della Difesa – settore per il quale il prossimo biennio dovrebbe rappresentare un punto di svolta in quanto la Romania, in qualità di membro della NATO, dovrà adeguare il proprio modello di Difesa alle esigenze della sua nuova collocazione internazionale. Maggiori finanziamenti dovrebbero essere disponibili sul bilancio statale per ammodernare le Forze Armate romene e per rivitalizzare l’industria locale della difesa, in modo che le risorse destinate a tal fine vengano principalmente spese all’interno del Paese, creando opportunità anche per la ripresa delle esportazioni militari. Oltre quindi alle inevitabili acquisizioni di materiali e sistemi da effettuare all’estero, si prevede che la Romania concentri i propri sforzi attraverso forniture che possano essere realizzate attraverso una significativa capacità produttiva locale, privilegiando contratti di offset incentrati sul trasferimento di tecnologia e che prevedano forme diverse di coproduzione.

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Elenco delle principali società italiane in Romania Denominazione in Romania AGIP ROMANIA SA ALITALIA ANSALDO AUTO ITALIA BUTAN GAS ROMANIA SA COSTRUZIONI CALLISTO PONTELLO SRL DANIELI ROMANIA SRL IVECO SPA – Rappresentanza FIBREX NYLON SA (GRUPPO RADICI SPA) FINSIEL ROMANIA SRL GENERALI ASIGURARI SA I.M.P. ROMANIA INDUSTRIAL CO. SRL (Industrie Maurizio Peruzzo) IN.CO.M VRANCO IPACRI ROMANIA SRL (ELSAG –FINMECCANICA) TEHNIC DEVELOPMENT SRL (GEOX SPA) LUGANO CONFEZIONI SRL (MISS B) MARCONI SELENIA COMMUNICATIONS ROMANIA SRL MERLONI ELETTRODOMESTICI PARMALAT ROMANIA SRL PINUM PRODUCTIE SA RARTEL SA ROMITAL TELECOM SA SPEA INGEGNERIA EUROPEA SNAMPROGETTI ROMANIA SRL SODO MIGLIORI ROMANIA STEFANEL UNIVERSAL TOMEX –SEL (SCM INERNATIONAL SPA) NUOVA ARIO SA ZOPPAS INDUSTRIES ROMANIA SRL

Denominazione in Italia AGIP PETROLI SPA – Energia ALITALIA - Trasporto aereo FINMECCANICA (GRUPPO IRI) –Metalmeccanica FIAT AUTO SPA – Autovetture BUTANGAS SPA – Energia TIRENNA SCAVI – Costruzioni DANIELI & C SPA – Metalmeccanica IVECO SPA – Autovetture GRUPPO RADICI SPA – Filati FINSIEL SPA CONSULENZA E APPLICAZIONI INFORMATICHE - Telecomunicazioni – informatica ASSICURAZIONI GENERALI – Assicurazioni OVATIFICIO RESINATURA VALPADANA SPA - Tessuti non tessuti

IN.CO.M SPA -Tessile-abbigliamento ELSAG BANKLAB SPA - Telecomunicazioni – informatica GEOX SPA – Calzature MISS B SRL – Abbigliamento MARCONI MOBILE SPA – Telecomunicazioni MERLONI ELETTRODOMESTICI SPA – Elettrodomestici PARMALAT SPA – Alimentari NUSCO EUROPEAN DOORS SNC - Arredamento legno – porte NUOVA TELESPAZIO – TELECOM – Telecomunicazioni SIELTE – TELESERVICE – Telecomunicazioni AUTOSTRADE SPA - Costruzioni – autostrade SNAMPROGETTI – Energia SODO MIGLIORI SPA – Gioielleria STEFANEL – Abbigliamento SCM GROUP SPA – Metalmeccanica VI.RO SPA – Metalmeccanica ZOPPAS INDUSTRIES - Metalmeccanica

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Finanziamenti agevolati in Romania

Agevolazione per gli investimenti diretti La legge 332/2001 sulla promozione degli investimenti diretti che hanno un impatto significativo sull’economia si applica alle compagnie che investono in Romania più di un milione di USD. Maggiori agevolazioni previste dalla legge 332/2001: • esenzione dal pagamento dei dazi doganali per l’importazione di

attrezzature tecnologiche, impianti, apparecchiature, automazioni e prodotti software necessari alla realizzazione dell’investimento, a condizione che i beni importati non siano stati prodotti più di un anno prima e che non siano mai stati utilizzati.

• Differimento, entro il 25° giorno del mese successivo alla data di messa in funzione dell’investimento, del pagamento dell’IVA per i beni nuovi, necessari alla realizzazione dell’investimento, acquistati in Romania oppure importati.

• La possibilità di utilizzare l’ammortamento accellerato degli investimenti effettuati, senza avere bisogno della previa approvazione da parte dell’organismo fiscale territoriale competente.

• Deduzione dall’imposta sul profitto del 20% del valore totale dell’investimento, nel mese in cui l’investimento viene finalizzato. Tale agevolazione è in vigore fino al 31 dicembre 2006.

Per godere di queste agevolazioni, gli investitori devono registrarsi presso l’Agenzia Romena per gli Investimenti Stranieri prima di cominciare l’investimento, che deve essere realizzato entro 30 mesi dalla data di registrazione. Gli investitori hanno l’obbligo di mantenere l’investimento per un periodo minimo di 10 anni. Inoltre, i beni che hanno goduto di agevolazioni non possono essere alienati nei primi due anni dalla loro introduzione nel paese o dalla data di acquisto.Nel caso in cui non sia rispettate dette condizioni, le aziende saranno obbligate a pagare l’ammontare delle imposte stabilite dalla legislazione ordinaria per tutto il periodo di funzionamento dell’investimento I finanziamenti alle piccole e medie imprese I finanziamenti alle piccole e medie imprese (SME) sono controllati da istituti di credito presenti in Romania i quali hanno stipulato accordi di cooperazione con la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD). Tra questi istituti di credito vi sono: Banca transilvana, Raiffesen, Alpha Bank, BRD e Volksbank.

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SME Credit lines Beneficiari: piccole medie imprese registrate e aventi sede o realizzanti operazioni in una delle seguenti quattro regioni target della Romania. Nord Est: Suceava, Botosani, Iasi, Neamt, Bacau, Vaslui Sud East: Vrancea, Galati, Buzau, Braila, Tulcea, Constanta Sud Muntenia: Arges, Prahova, Dambovita, Teleorman, Giurgiu, Calarsi, Ialomita Nord Ovest: Satu Mare, Mures, Bistrita Nasaud, Salaj, Bihor, Cluj Le imprese sono selezionate da una banca. La Banca è responsabile di: • screening e valutazione delle domande di finanziamento; • effettuare i versamenti; • monitarare il rientro dei prestiti ; • promuovere il programma. I Progetti oggetto di finanziamento devono riguardare i settori produttivi e dei servizi a eccezione del settore primario e del commercio al dettaglio o all’ingrosso, immobiliare, edile, ecc. I progetti dovranno dimostrare di avere un soddisfacente tasso di ritorno, tale per cui l’azienda sarà in grado di rifondere il prestito. Obiettivo: incoraggiare le PMI a investire in Romania creando nuove società o aumentando la capacità produttiva o ristrutturando le vecchie strutture esistenti. Il programma prevede l’erogazione di prestiti e di finanziamenti a fondo perduto. Il massimo ammontare dei fondi Phare è pari a 300.000 euro (compresi i finanziamenti non rimborsabili). I richiedenti il prestito devono stimare di finanziare il proprio progetto con le proprie risorse almeno per il 20% di cui il 50% in contanti, il rimanente ammontare potrà essere coperto attraverso finanziamenti rimborsabili o a fondo perduto del programma Phare, fino a un massimo dell’80%, di cui il 20% deve essere fornito dalla banca. Il tasso di interesse applicato ai fondi Phare è calcolato come E3 M- 1.5% più uno spread per il rischio e i costi amministrativi bancari. Il prestito potrà essere esteso per investimenti relativi a macchinari, immobili, ma soprattutto sarà indirizzato a stimolare l’utilizzo di nuove apparecchiature. Durata prestito: da 3 a 6 anni Periodo per il rimborso del prestito: fino a un anno Spese non ammissibili: acquisto o affitto di terre, Iva, tasse, perdite di cambio valuta. Investimenti/finanziamenti esteri e fondi per lo sviluppo Il paese presenta dei ritardi rispetto all’Europa dell’est in generale nello sfruttare

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le opportunità derivanti dagli investimenti esteri. Questo anche in ottica diversa dalla piena liberalizzazione, la quale ha perseguito invece l’intento di mantenere sussidi ad imprese non più efficienti per non creare un problema di disoccupazione imminente. Infatti molta della forza lavoro che si è trasferita dall’industria, non è finita nei settori industriali a più alto profitto, ma si è spostata nel settore primario non apportando però dei progressi allo stesso, ma alimentando purtroppo solo un’economia di sussistenza. Di recente però, la Romania, seguendo le orme della Polonia e nell’intento di attirare gli investitori, ha emanato un decreto di riduzioni fiscali a favore di imprese e di persone fisiche, in vigore dal 2005. L’aliquota sulle imprese è stata ridotta dal 25% al 16% (flat tax). Il provvedimento, deciso dall’esecutivo, è stato preso in accordo anche col FMI che dovrebbe erogare una nuova trance di prestiti, in continuità anche con l’intervento della BERS (Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) che ha accordato a banche locali linee di credito di svariati milioni di euro per la sovvenzione alle piccole e medie industrie romene. Dall’altra parte le istituzioni europee e Banca Mondiale continuano indirizzare il loro intervento verso progetti strategici a supporto della riqualificazione delle infrastrutture e delle istituzioni. I finanziamenti a fondo perduto dell’Unione Europea si svolgono con tre principali programmi: Phare, Ispa, e Sapard. Transizione alla Ue I fondi Ue Per il 2000-2003 la Romania ha beneficiato di 2,1 miliardi di euro di finanziamenti, concessi per preparare l’ingresso del Paese nell’Unione europea. La somma è stata erogata per finanziare 38 progetti, concentrati soprattutto nel campo dell’ambiente e dei trasporti. Del totale, 1,4 miliardi sono stai finanziati dalla Ue con il programma Ispa (135,3 milioni sono già stati versati e un miliardo è stato impegnato), mentre il resto è stato coperto dal Governo rumeno e da investitori privati. Le altre fonti di finanziamento comunitarie sono i programmi Sapard e Phare. È previsto che da qui al possibile ingresso ufficiale della Romania nell’Unione europea, nel 2007, i finanziamenti Ue aumentino progressivamente. Finanziamenti Unione Europea (programmi PHARE, ISPA e SAPARD) Programma Phare www.infoeuropa.ro Per raggiungere gli obiettivi preposti nella strategia di pre-adesione all’Unione Europea, e per soddifare i bisogni degli Stati candidati, il

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Consiglio Europeo ha deciso, nel 2000,di creare strumenti strutturali di pre-adesione. Nel periodo 2000-2003, la Romania ha ricevuto approsimativamente 660 milioni di euro all’anno attraverso i tre principali programmi attivati: PHARE, ISPA e SARPAD. Il PHARE rimane sicuramente il principale strumento di assistenza ai paesi candidati a far parte dell’Unione Europea, concentrandosi su due grandi linee di intervento: • Costruzione istituzionale (aumentare solidità e capacità amministrative e

istituzionali) • Appoggio agli investimenti (finanziamenti mirati a conseguire standards

europei per le aziende operanti nel paese candidato). Il Phare offre assistenza strutturale a livello regionale (costruzione istituzionale e investimenti per la coesione economica e sociale) e finanzia misure di cooperazione trans-frontaliere e di sicurezza nucleare. Nel periodo 2000-2003, la Romania ha beneficiato di più di 1 miliardo di euro dai fondi stanziati dal programma PHARE, allocati attraverso programmi nationali e di cooperazione internazionale. Programmi nazionali Riflettono le seguenti priorita’

• Rafforzare criteri politici ed economici • Migliorare le capacità amministrative • rispetto obblighi assunti riguardanti la pre-adesione • realizzazione coesione economica e sociale

Per il periodo 2004-2006 è prevista una strategia multi annuale che consta di programmi specifici in settori chiave (amministrazione pubblica, finanza pubblica, agricoltura, sistema dei media, giustizia, gestione frontiere, minoranze etniche, coesione sociale ed economica), elaborati in base a strategie settoriali con schede di progetto annuale che coprono bisogni specifici legati all’ingresso nella Comunità. Programmi di cooperazione trans-frontaliera Finanziano progetti di vicinato con la Repubblica Moldova, la Serbia e Montenegro e l’Ucraina. Nel quadro dei finanziamenti PHARE la Romania beneficia di programmi specifici (p.es. sicurezza nucleare) e di programmi destinati a molti beneficiari (informazione e comunicazione , protezione mass-media, finanziamenti a piccoli progetti, cooperazione statistica, transoprti, protezione minori, agevolazione finanziamenti). I fondi del Phare sono allocati, inoltre per coprire una parte dei finanziamenti alle agenzie comunitarie. Finanziamenti a programmi attualmente in corso in Romania: • lotta coesione sociale minoranze etniche ( 35 milioni euro)

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• lotta alla corruzione • indipendenza sistema giudizario (45,73 milioni euro) • agricoltura e sviluppo rurale ( 59,28 milioni euro) • ambiente (25,49 milioni euro) • trasporti ( 22,9 milioni euro) In seno al PHARE la Commissione ha istituito i programmi nazionali PMI che forniscono assistenza tecnica ai paesi candidati all’adesione. La maggior parte dei programmi sono gestiti in modo decentralizzato da unità gestionali con sede in ciascun Paese. I nuovi orientamenti di PHARE favoriscono la creazione di uno strumento PMI multinazionale per dare impulso agli investimenti nei paesi candidati ed invitano a concentrare l’attività in pochi settori, strettamente connessi all’adesione. Programma ISPA (Instrument for Structural Policies for Pre-Accession) www.infoeuropa.ro Il programma ISPA è stato ufficialmente avviato il 1 gennaio 2000 e rappresenta lo strumento per le politiche strutturali di pre-adesione. Esso costituisce insieme a Phare e Sapard, l’insieme dei programmi di assistenza finanziaria ai paesi candidati. L’ISPA è gestito dalla Direzione DG per le Politiche Regionali della Commissione Europea e supporta progetti di infrastrutture nei settori dell’ambiente e dei trasporti. Ambiente -L’ISPA aiuta i paesi candidati ad allinearsi agli standard comunitari, facilitando cioè l’acquisizione della legislazione ambientale UE e dei suoi principi (conservazione, protezione e miglioramento della qualità dell’ambiente, protezione della salute ed un utilizzo sostenibile delle risorse naturali). In particolare l’ISPA si concentra sulle direttive il cui recepimento comporta notevoli investimenti (fornitura di acqua potabile, trattamento delle acque reflue, smaltimento dei rifiuti solidi e inquinamento dell’aria). Trasporti - L’ISPA co-finanzia i progetti per la creazione dei grandi corridoi stradali e ferroviari individuati alle Conferenze di Helsinki e Creta, che comprendono la connessione tra le reti nazionali e il collegamento di queste con le reti di trasporto transeuropee. Assistenza tecnica - Una piccola parte del budget ISPA viene inoltre utilizzata per finanziare studi preparatori e assistenza tecnica ai progetti. Quest’ultima in particolare giocherà un ruolo importante nel garantire un elevato livello qualitativo dei progetti e nel coadiuvare le agenzie di implementazione nella gestione dei progetti co-finanziati dall’ISPA.

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Procedure La realizzazione di un progetto co-finanziato con fondi ISPA presuppone la definizione di un apposito Financing Memorandum alla cui approvazione si giunge come segue:

• la Commissione redige i Documenti Quadro Ispa ove vengono identificati gli ambiti d’intervento all’interno del settore ambientale e dei trasporti;

• sulla base delle linee guida tracciate nei Documenti Quadro e coerentemente con quanto previsto dal Partenariato di Adesione e dal Programma Nazionale di recepimento dell’Acquis, l’Autorità competente del paese beneficiario (solitamente il dipartimento ministeriale interessato), detta Autorità Contraente, definisce le Strategie Settoriali Nazionali Ispa. Nel relativo documento programmatico sono specificate le priorità, identificate le risorse necessarie e stabiliti i criteri per la selezione dei progetti. Il Coordinatore Nazionale Ispa trasmette quindi il documento delle Strategie Nazionali alla Commissione, la quale lo approva e lo trasmette per informazione all’EU Ispa Management Committee.

• I progetti presentati alle Amministrazioni Centrali e Locali del Paese beneficiario vengono selezionati da parte dell’Autorità Contraente in collaborazione con i servizi della Commissione. Vengono eseguiti studi di fattibilità e verifiche di impatto ambientale.

• I progetti così identificati - redatti su appositi moduli e corredati dai necessari documenti di supporto (studi di fattibilità, analisi economico -finanziaria, mappe e disegni, ecc.) sono presentati alla Commissione. Quest’ultima, valutata la completezza della documentazione e la coerenza dei progetti con le priorità precedentemente definite, comunica l’accettazione preliminare della domanda.

• La Commissione procede quindi alla valutazione dei progetti, verificandone l’eleggibilità, il rispetto delle priorità, la compatibilità con la politica comunitaria e la sostenibilità economico-finanziaria. Segue per ciascun progetto, la redazione della bozza di Financing Memorandum, in cui viene specificato il tasso di finanziamento comunitario che può arrivare fino al 75% del costo di realizzazione del progetto. La Commissione ha il potere in determinati casi di aumentare il tasso fino all’85%, soprattutto per progetti essenziali per il conseguimento degli obiettivi dell’ISPA.

• Il co-finanziamento è obbligatorio: i Paesi beneficiari devono contribuire a finanziare la realizzazione dei progetti attraverso risorse pubbliche, prestiti della banca Europea degli Investimenti (BEI), di un’Istituzione Finanziaria Internazionale (IFI) o ricorrendo

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a fondi privati. • Il Financing Memorandum è quindi sottoposto al parere obbligatorio

dell’EU Ispa Management Commettee, formato da rappresentanti degli Stati membri, che esprime la propria valutazione sui progetti approvati dalla Commissione.

• Dopo l’approvazione del Financing Memorandum da parte dell’EU Ispa Management Commettee, la Commissione e l’Autorità Nazionale del paese beneficiario procedono alla firma del documento.

Dopo la firma del Financing Memorandum, l’Autorità competente può bandire la gara per l’aggiudicazione del contratto secondo le modalità previste a seconda che si tratti di servizi (assistenza tecnica, studi, cessione di know how, training), forniture (macchinari e materiali) e lavori (infrastrutture o altre costruzioni). Nel corso dello svolgimento della procedura di gara, la delegazione della Commissione nel Paese beneficiario effettua alcuni controlli ex ante, in particolare: • approva il contenuto del dossier del tender quando questo viene

pubblicato; • approva la composizione della commissione di valutazione; • controlla e approva il report di valutazione; Il Capo della Delegazione firma il contratto di aggiudicazione del tender, a titolo di conferma del finanziamento comunitario ricevuto dal progetto. Ulteriori informazioni riguardanti le procedure, unitamente alla documentazione e ai modelli necessari per partecipare ai tender ISPA, sono disponibili al presso il sito della Commissione Europea Programma SAPARD (Special Pre - Accession Programme for Agriculture and Rural Development) www.sapard.ro Il Programma SAPARD mira a sostenere i paesi candidati all’adesione nel settore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. I suoi obiettivi sono quelli di risolvere specifici problemi esistenti nelle aree rurali, migliorare la produzione, la trasformazione e la distribuzione dei prodotti agricoli portandole al livello degli standard dell’Unione Europea, e aiutare i paesi candidati nell’attuazione della rilevante normativa comunitaria in vigore. Nel periodo 2000 - 2006 la Romania riceverà attraverso il SAPARD circa 150 milioni di euro l’anno dal bilancio dell’Unione Europea. Inoltre lo Stato romeno dovrà contribuire, con fondi dal proprio bilancio, con circa 50 milioni di euro l’anno (25% del totale). Il Programma finanzia sia investimenti pubblici che privati. Possono richiedere finanziamenti a valere sulle dotazioni finanziarie del

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Programma SAPARD le seguenti categorie: • grandi e medi produttori agricoli privati; • raggruppamenti di produttori agricoli; • piccole e medie imprese agricole private; • municipalità; • organizzazioni non governative

I progetti devono riguardare 4 fondamentali aree di intervento, a loro volta suddivise in ulteriori settori ("misure"). Fino ad oggi la Romania ha ottenuto dalla Commissione Europea l’accreditamento per 6 misure (l’accredito per le altre 5 dovrebbe avvenire entro il 2005): • misura 1.1: miglioramento della trasformazione e marketing dei prodotti

agricoli ed ittici; • misura 2.1: sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali; • misura 3.1: investimento nelle proprietà agricole; • misura 3.4: diversificazione delle attività economiche in aree rurali; • misura 4.1: miglioramento della formazione professionale agricola; • misura 4.2: assistenza tecnica per la realizzazione di studi per la

preparazione ed il monitoraggio del programma SAPARD, informazione e campagne di pubblicizzazione.

Procedure I progetti per cui si richiede il finanziamento devono in generale soddisfare i seguenti criteri:

• devono essere realizzati in aree rurali (possono riguardare aree urbane solo se si tratta di modernizzazioni o sviluppo di strutture già esistenti);

• devono contribuire a migliorare la situazione della regione in cui sono realizzati;

• la loro validità economico-finanziaria dev’essere provata attraverso uno studio di fattibilità e un "business plan" (quest’ultimo solo nel caso in cui il costo del progetto superi i 50.000 euro);

• il richiedente deve dimostrare attraverso adeguata documentazione di avere l’esperienza professionale necessaria a realizzare il progetto;

• i progetti devono conformarsi alla normativa vigente in Romania e nell’Unione Europea afferente alla protezione dell’ambiente;

• il richiedente non deve avere perdite finanziarie o debiti pregressi verso lo Stato o il bilancio delle assicurazioni sociali;

Criteri aggiuntivi sono previsti per le singole misure in cui si articola il programma. Le proposte di finanziamento devono essere presentate direttamente e

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personalmente dai responsabili del progetto presso l’ufficio regionale (Agenzia Regionale SAPARD) competente per l’area dove si dovrà realizzare il progetto (e situate presso le 8 Agenzie di Sviluppo Regionale - ADR - esistenti in Romania). Ulteriori informazioni possono essere reperite consultando il sito internet dell’Agenzia SAPARD, http://www.sapard.ro/ , o il sito della Delegazione della Commissione Europea a Bucarest, http://www.infoeuropa.ro/ . Informazioni riguardanti le procedure, unitamente alla documentazione e ai modelli necessari per partecipare ai tender SAPARD, sono disponibili presso il sito della Commissione Europea La Banca Europea di ricostruzione e sviluppo (BERS) La BERS è un’Istituzione Finanziaria Internazionale costituita nel 1991 per supportare e favorire la transizione dei Paesi dell’Europa centrale e orientale e dell’ex URSS. Per la realizzazione di tale mandato, la banca opera attraverso investimenti diretti e la mobilitazione di capitali internazionali e locali, sia a favore di enti pubblici che di istituzioni finanziarie o imprese private. Gli azionisti della banca sono 62, tra cui i Paesi dell’Unione Europea, i Paesi d’operazione, la Commissione Europea e la Banca Europea per gli Investimenti. L’obiettivo generale della BERS è quello di agevolare la transizione di questi Stati verso un’economia di mercato, promuovendo, tra l’altro, il processo di privatizzazione dell’economia. La BERS fornisce finanziamenti, sia in forma di debito che di partecipazione al capitale di rischio, sulla base della valutazione di singoli progetti. La BERS, nel suo ruolo di catalizzatore del cambiamento, incoraggia il cofinanziamento e gli investimenti stranieri diretti dei settori pubblico e privato, lavorando in stretta collaborazione con le Istituzioni Finanziarie Internazionali e nazionali e promuove le PMI locali per migliorare la produttività e la congiuntura commerciale. La Banca opera direttamente concedendo finanziamenti a medio-lungo termine o attraverso partecipazioni azionarie minoritarie e temporanee e indirettamente attraverso intermediari finanziari, concedendo linee di credito, cofinanziamenti, partecipazioni azionarie e fondi di investimento, servizi per il commercio e partecipazioni azionarie in banche. Le principali condizioni di finanziamento dei progetti di investimento sono normalmente le seguenti: durata tra i 5 e i 10 anni, con un periodo di grazia, i tassi (normalmente libor più uno spread) variano a seconda dei casi e dipendono anche dalle condizioni di retrocessione applicate dagli intermediari; il finanziamento BERS può coprire fino al 35% del costo di

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progetti medio grandi (minimo 15 milioni di euro) inaccessibili alle piccole e medie aziende, o del capitale sociale di una joint-venture. Per raggiungere tale categoria di aziende (che sviluppano occupazione e stabilità sociale) la banca ha posto in essere iniziative indirette, ritagliate sulle esigenze delle PMI che vengono gestite dagli intermediari finanziari regionali riconosciuti dalla Banca. Per quanto riguarda le aziende maggiori, la BERS è in grado di costruire - d’intesa con l’investitore occidentale - progetti di finanziamento di medio e lungo termine assicurando la compatibilità del progetto con la realtà locale, la conoscenza settoriale e geografica di un determinato comparto produttivo, i necessari contatti con i giusti interlocutori e l’accesso ai capitali internazionali in paesi ad alto rischio economico-commerciale. La Banca è pertanto in grado, non solo di seguire un progetto di investimento d’accordo e per conto dell’investitore, ma anche di offrire un importante valore aggiunto alla realizzazione di un investimento in uno dei paesi di operazione: la copertura politica. I criteri operativi della Banca, per l’approvazione dei progetti sono i seguenti: • " transition impact " (il progetto deve incidere positivamente sul processo di transizione; • " sound banking " (il progetto deve essere finanziariamente solido); • " additionality " (il ruolo della BERS deve risultare determinante per la realizzazione del progetto e non deve essere in concorrenza con altri progetti di investitori strategici). L’Italia è Paese fondatore della BERS. La rilevanza della Banca per gli interessi italiani è evidente in quanto tale area rappresenta una delle direttrici principali dell’interscambio commerciale e degli investimenti esteri. Il nostro paese partecipa al capitale della Banca con una quota dell’8,65%, pari a quella detenuta da Francia, Germania, Regno Unito e Giappone. Banche Italiane e Italian desk La presenza italiana in Romania si è da ultimo arricchita anche di un maggiore apporto di investitori istituzionali. Nel corso degli ultimi tre anni le banche italiane hanno mostrato crescenti segni di interesse per il mercato romeno, anche per accompagnare l’azione delle numerosissime aziende italiane che qui operano. Le forme di investimento realizzate vanno dall’acquisto di istituti di credito locali preesistenti, all’apertura di succursali, alla costituzione di Italian desk presso banche internazionali qui operanti. Si riportano di seguito i riferimenti delle banche ed istituti di credito italiani presenti in loco:

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BANCA ITALO-ROMENA (GRUPPO VENETO BANCA) Bd. Dimitrie Cantemir no.1, bl.B2, sc.2, Sitraco Center Sector 4, 040231 - Bucuresti Tel: +40.21. 330.78.76; 301.91.71 Fax/ +40.21.330.78.60; 301.91.72 E-mail: [email protected] Dir. Gen. Athos Varusio Dir. Centr. Gheorghe Muntean BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA (Italian Desk presso ALPHA BANK) Calea Dorobantilor, no.237 B, sector 1, 010566 - Bucuresti Tel.: +40.21.2092413 Fax. +40.21.2316897 BANCA DI ROMA (Gruppo Capitalia) Forum 2000 Building, 1-o piano, Str. Dr.N. Staicovici, no.75, sector 5, 050557 - Bucuresti Tel.: +40.21.410.21.27; Fax. +40.21.410.17.56 e-mail:[email protected] Direttore: Dr. Libero Catalano SAN PAOLO IMI BANK ROMANIA Bd. Revolutiei, n.88, 310025 – Arad, Jud. Arad Tel. 0040.257.285929; Fax. 0040.257.285998 E-mail:[email protected] Direttore Gen.: Mario Capellini Succursale a Bucarest: Calea Victoriei, n.155, bl.D1, sector 1, 010073 - Bucuresti Tel. 0040.021.310.49.50/51; fax: 0040.021.310.49.46 Italian Desk Bucarest: Oana Topor (tel.0040.21.310.49.51) Direttore succursale: Marco Maria Lucini UNICREDIT ROMANIA Splaiul Unirii, no.16, sector 4, 040035 - Bucuresti Tel. 0040.21.330.29.00; 301.55.01;301.51.60;301.51.65;301.51.55; fax 0040.21.330.39.92; e-mail: [email protected] Presidente: Rasvan Radu

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e-mail: [email protected] Chief Operating Officer: Giuseppe Merlo e-mail: [email protected] BANCA POPOLARE DI VICENZA (Italian desk VOLKSBANK ROMANIA) Sos. Mihai Bravu, nr. 171, sector 2, 021323 - Bucuresti Tel.0040.21.2094461; 2094460; Fax. 0040.21.2094493 e-mail [email protected] Rappresentante: Angelo Manera DAEWOO BANK ROMANIA SA Bd. Unirii n. 55, tronson 1, 030826 - sector 3, Bucuresti Tel. 0040.21.322.50.30/40/70 Fax:0040.21.201.19.31/41 Email: [email protected] Presidente: Mihail Micu Vice Presidente: Lorenzo Chiappini Italian Desk presso HYPO VEREINS BANK ROMANIA) Str. Dr. Grigorie Mora n.37 (piazza Charles de Gaulle) Sector 1, 011886 – Bucuresti Tel. +40.21 203.22.33 Fax. +40.21.230.84.88 Cell.: +40.723.549651 Dr. Giancarlo Andreella – Head of Italian Desk/ Corporate Banking Department E-mail : [email protected] INDIRIZZI UTILI IN ROMANIA AMBASCIATA D’ITALIA Str. Henri Coanda, 7, sector 1, 010667 - Bucuresti tel : +40.21.2315053; 2315054 fax : +40.21.3120422 - 2234550 E-mail : [email protected] ; [email protected] http://www.ambitalia.ro Ambasciatore: Stefano Ronca CONSOLATO D’ITALIA - BUCAREST Str. Arh. Ion Mincu, 12, sector 1, 011358 – Bucuresti

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tel: +40.21.2225734 – 2221915 - 2232424 fax :+40.21.2234550 E-mail. [email protected] www.ambitalia.ro Console: Gabriella Gambacurta CONSOLATO D’ITALIA – TIMISOARA Str. Putna nr. 6, 300593 - Timisoara, Romania Tel. +40.256.408630 Fax. +40.256.408661 E-mail: [email protected] Console: Francesco Catania ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA Aleea Alexandru nr.41, sector 1, 011824 - Bucuresti tel : +40.21.2310880; 2310885; 87; 91 fax : +40.21.2310894 E-mail : [email protected] ; www.itcult.ro Direttore: Prof. Vito Grasso. Vicedirettore: Francesco Servida CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA PER LA ROMANIA Bd. Corneliu Coposu, 3, bl. 101, sc.3, et.6, ap.56, Sector 3, 030601 Bucuresti Tel. :+40.21.3203127/9 ; +40.21.3203105 Fax. :+40.21.3203108 E-mail: [email protected] Presid. Guglielmo Frinzi ALITALIA Calea Victoriei, nr.224 (Piata Victoriei), Sector 1, 010099 - Bucuresti Tel. + 40.21.2104111; 2104112 Fax. + 40.21.2104109 E-mail. [email protected] ; www.alitalia.ro Direttore: Federico Polimeni AGENZIE DI PROMOZIONE E RAPPRESENTANZE ITALIANE PROGETTO CENTRO (www.ciir.ro) SPORTELLI Traila str. Pensionatului, nr. 3, Braila

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(+40) (0)239.61.43.24 / (+40) (0)726 / 43.56.56 (+40) (0)239 / 61.37.16 [email protected] Brasov B-dul M. Kogalniceau, nr.18, Brasov +40-268-474169 (+40) (0)268 / 47.73.33 [email protected] Cluj Str. Horea, nr. 3, Cluj Napoca (+40) 264 406820 / (+40) (0)744/ 22.63.18 0040 264 433558 [email protected] Constanta Str. Mircea cel Batran, nr. 84, Costanta (+40)(0)241. 61.97.57 / (+40)(0)726.43.38.56 0039 049 8208290 [email protected] Iasi Str. Cuza Voda, nr. 10, Iasi (+40) (0)232.26.22.12 / (+40) (0)742/ 39.84.29 (+40) (0)232 / 26.22.12 [email protected] Prahova Str. Cuza Voda, nr. 8, Ploiesti (+40) (0)244.51.45.30 / (+40) (0)721/ 91.30.63 (+40) (0)244 / 51.25.52 [email protected] Timis Piata Victoria, nr. 3, Timisoara (+40) (0)256.40.71.17 / (+40) (0)0727/ 92.56.65 (+40) (0)256 / 40.71.18 [email protected] ANTENNA VENETO (Centro Estero delle Camere di Commercio di Veneto) C/o Camera di Commercio di Timisoara

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Piata Victoriei, no.3, Timisoara, 300030 - Jud.Timis Tel. +40. 256 407117 Fax. +40.256. 407118 E-mail: [email protected] www.centroesteroveneto.com/romania Referente: Gianluca Miotto FUNDATIA SISTEMA ITALIA ROMANIA Str.Lascar Catargiu, nr.47-53, etaj 2, sector 1, 010665 - Bucuresti Tel. +40.21.2084150 Fax. +40.21.2084153 E-mail: [email protected] Presid. Luca Serena REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA – Ufficio di Rappresentanza Permanente per la Romania Str. Dionisie Lupu, nr.50, ap.2, sector 1, 010458 - Bucuresti Tel. +40.21.2115131; 2106620 Fax. +40.21.2106660 E-mail: [email protected] www.centrum.ro Direttore Esecutivo: Diana Grosu UNIMPRESA ROMANIA Str.Lascar Catargiu, nr.47-53, etaj 2, sector 1, 010665 - Bucuresti Tel. +40.21.2084150 Fax. +40.21.2084153 E-mail: [email protected] Presid. Marco Tempestini

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CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA PER LA ROMANIA Presentazione

La Camera di Commercio Italiana per la Romania è stata costituita nel 1994, come persona giuridica rumena, apolitica e senza scopo di lucro, da 40 soci fondatori. L’obiettivo principale è quello di favorire lo sviluppo delle attività economiche e commerciali fra la Romania e l’Italia e la collaborazione fra gli investitori dei due Paesi, fornendo informazioni e assistenza a tutti coloro che sono interessati e soprattutto agli stessi soci. La Camera è l’unica ufficialmente riconosciuta dalle autorità romene e da quelle italiane in Romania e in costante collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Bucarest e l’ufficio ICE, i cui rappresentanti sono membri del Consiglio Direttivo. È socio dell’Unione delle Camere di Commercio ed Industria Bilaterali della Romania, membro collettivo della Camera di Commercio ed Industria di Bucarest e dell’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. In base al decreto Ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 aprile 2005, la CCIpR è stata riconosciuta quale Camera di commercio italiana all’estero. Il "riconoscimento" del Governo Italiano, rappresenta un importante passo avanti per la CCIpR che rende la Camera una componente istituzionale del sistema italiano per la promozione dell`internazionalizzazione e del suo apparato produttivo in Romania Le attività svolte sono indirizzate ad approfondire la cooperazione tra imprese, organismi economici ed Enti dell’Italia e della Romania, a difendere gli interessi degli associati, a migliorare e ampliare i servizi informativi offerti ai soci, a pubblicizzare l’esistenza della Camera, a svolgere attività di promozione e sostegno delle imprese italiane in Romania e romene in Italia. Alla Camera sono iscritte circa 140 delle più importanti società italiane presenti in Romania, nonché società a capitale misto o integrale rumeno. La quota associativa annuale è di 400 euro. Nel 2002, la Camera ha aperto la sua prima sede distaccata a Timisoara e nel 2003, una successiva a Sibiu. Attività La Camera promuove l’attività dei soci mediante l’organizzazione di incontri con:

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- rappresentanti dei principali partiti politici rumeni; - rappresentanti dei principali Ministeri; - responsabili politici ed amministrativi degli enti locali (Consigli

Provinciali, Municipi); - rappresentanti dei principali enti finanziatori internazionali, come la

Comunità Europea e la Banca Mondiale; - rappresentanti di altre Camere di Commercio dell’U.E. presenti in

Romania. Questi incontri sono stati un risultato del permanente dialogo con i propri soci per conoscere le loro necessità. I principali obiettivi seguiti l’anno corrente sono: Ø Costituire rapporti privilegiati con i principali centri di spesa rumeni

(Ministeri e Presidenze di Consigli Provinciali) mediante la costituzione di organismi misti Ministeri – Camera e cooptazione di rappresentanti di Presidenza delle province come soci onorari della Camera; Ø Firmare Accordi di Collaborazione con le Camere di Commercio ubicate

nelle principali città rumene; Ø Organizzare eventi ai quali invitare i rappresentanti delle principali

imprese e istituzioni rumene per permettere una maggiore integrazione tra le società associate alla Camera e il mondo imprenditoriale del paese; Ø Costituire, presso le sedi distaccate presenti e future, dei business centre in

grado di offrire le informazioni necessarie sulle condizioni generali e le opportunità di sviluppo esistenti in Romania.

Per il miglioramento della coesione tra gli imprenditori italiani presenti in Romania, la Camera sostiene l’idea dell’associazionismo e si propone di raggiungere un grado maggiore di convergenza strategica ed operativa. La Camera di Comercio Italiana per la Romania favorisce l’interscambio commerciale e la cooperazione industriale ed economica tra l’Italia e la Romania, utilizzando le reciproche strutture in un clima altamente cooperativo. I seminari sulla realtà economica dei due paesi, le attività promozionali e le missioni economiche molteplicano le possibilità di collaborazione tra aziende italiane e rumene, sviluppando nuovi rapporti di conoscenza e cooperazione. Allo stesso fine, la Camera partecipa attivamente a vari progetti bilaterali e multilaterali, come il Progetto CENTRO (Centro Servizi in Romania), promosso dall’Unioncamere del Veneto, sul tema della responsabilità sociale d’impresa in Romania, sull’internazionalizzazione delle PMI, svolto insieme alla C.C.I.A.A. di Ascoli Piceno e alla rete di Assocamerestero sul Porto di Trieste. Servizi

Ø Sintesi della produzione legislativa e della normativa fiscale rumena

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(periodico); Ø Calendario dei principali avvenimenti economici (periodico); Ø Info Fiere – elenco delle principali fiere organizzate dalle Camere di

Commercio Regionali Rumene (periodico); Ø Bollettino Gare ed Acquisti Pubblici; Ø Businnes Center presso le Sedi di Bucarest e Sibiu Ø Visure camerali e note informative societarie Ø Web hosting, Web desining, Web security Ø Promozione delle attività delle società associate e dell’imprenditoria

italiana presso i principali enti rumeni – a livello centrale e locale; Ø Assistenza agli operatori italiani per il reperimento di professionisti italiani

e locali; Ø Organizzazione di incontri tra i membri della Camera e rappresentanti del

mondo politico ed economico rumeno; Ø Organizzazione di missioni in Romania ed in Italia Ø Organizzazione di incontri con frequenza mensile tra i membri della

Camera; Ø Partecipazione a Fiere direttamente e/o in rappresentanza degli associati; Ø Convegni e Seminari. Per tutti gli interessati, il sito internet della Camera è il seguente: www.cameradicommercio.ro.