Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo ......evo. Roma antica e la sua storia...

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Arturo Graf Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo Volume I www.liberliber.it Arturo Graf Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo Volume I www.liberliber.it

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Page 1: Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo ......evo. Roma antica e la sua storia indimenticabile. Non preoccuperò qui il mio soggetto, nè dirò cose che il lettore potrà

Arturo GrafRoma nella memoria e nelle

immaginazioni del Medio EvoVolume I

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immaginazioni del Medio EvoVolume I

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TITOLO Roma nella memoria e nelle immaginazioni delMedio Evo Volume IAUTORE Graf ArturoTRADUTTORE CURATORENOTE Il testo egrave presente in formato immagine sulsito Opal Libri antichi dellUniversitagrave di Torino(httpwwwopalunitoit)Realizzato in collaborazione con il ProjectGutenberg (httpwwwgutenbergnet) tramiteDistributed proofreaders (httpswwwpgdpnet)

CODICE ISBN E-BOOK n d

DIRITTI DAUTORE no

LICENZA questo testo egrave distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internetwwwliberliberitlibrilicenze

COPERTINA n d

TRATTO DA Roma nella memoria e nelle immaginazionidel Medio Evo 1 di Arturo Graf - Torino ELoescher 1882 - XV 462 p 21 cm

2

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CODICE ISBN FONTE n d

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 11 dicembre 2019

INDICE DI AFFIDABILITA 1 0 affidabilitagrave bassa 1 affidabilitagrave media 2 affidabilitagrave buona 3 affidabilitagrave ottima

SOGGETTOHIS002020 STORIA Antica Roma

DIGITALIZZAZIONEDistributed proofreaders httpswwwpgdpnet

REVISIONEClaudio Paganelli paganellimclinkit

IMPAGINAZIONEClaudio Paganelli paganellimclinkit

PUBBLICAZIONEClaudio Paganelli paganellimclinkit

3

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4

ROMANELLA MEMORIA E NELLE

IMMAGINAZIONIDEL

MEDIO EVODI

ARTURO GRAF

Prof Straord di Storia comparata delle Letterature romanzenella R Universitagrave di Torino

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi

Volume I

TORINOERMANNO LOESCHER

1882

ROMA e FIRENZE presso la stessa Casa

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ROMANELLA MEMORIA E NELLE

IMMAGINAZIONIDEL

MEDIO EVODI

ARTURO GRAF

Prof Straord di Storia comparata delle Letterature romanzenella R Universitagrave di Torino

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi

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1882

ROMA e FIRENZE presso la stessa Casa

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PROPRIETAgrave LETTERARIA

LEditore si riserba il diritto di traduzione

Torino - VINCENZO BONA Tip di S M

6

PROPRIETAgrave LETTERARIA

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Torino - VINCENZO BONA Tip di S M

6

VRBI

AETERNAE

D

7

VRBI

AETERNAE

D

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PREFAZIONE

All is not false which seems at first a lieSOUTHEY St Gualbert

Laver di tanto arricchito il patrimonio delle singole scienze diquanto dal Rinascimento in poi non lo arricchigrave tutta intera letagraveche ci precede egrave senza dubbio gloria principalissima del nostrosecolo ma egrave gloria ancor maggiore laver riconosciuto che ildominio della scienza egrave cosigrave vasto comegrave vasto lo stesso dominiodellessere nella infinita varietagrave e nella interminabileconsecuzione delle forme e che non vegrave sia nel mondo fisico sianel mondo morale fatto cosigrave lieve negrave cosigrave fuggitiva parvenzache non meriti studio e non contenga in segrave qualche parte dellaveritagrave che si cerca

Poniamo da banda le discipline che si esercitano intorno allanatura fisica e guardiamo per quanto egrave lecita una separazionecosigrave fatta a quelle che dato alle parole il piugrave largo significato sichiamano morali e storiche Quali avanzamenti in breve giro dianni e quanto diversi da quelli dei non lontani predecessorinostri sono i principii direttivi ed i metodi che guidano esorreggon noi nellindagine Non egrave ancora un secolo la criticadissolvente dei razionalisti tutta involta nelle lotte vive eneglinteressi pratici del tempo pareva intendesse di deliberatoproposito a restringere sempre piugrave a menomare a sfaldare iltutto insieme dei fatti in che consiste la vita varia della umanitagrave eil complicato processo della storia e a privarsi degli ajuti piugraveefficaci a penetrarne il secreto Si abbattevano le religioni senzacercar le cause e le leggi del loro nascere fiorire e scadere sicombattevano le superstizioni perchegrave dannose senza saperepropriamente che cosa fossero a che altro accennassero perchegraveperdurassero le letterature e le immaginazioni popolarisignoravano o in nome del buon gusto e della ragione si

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PREFAZIONE

All is not false which seems at first a lieSOUTHEY St Gualbert

Laver di tanto arricchito il patrimonio delle singole scienze diquanto dal Rinascimento in poi non lo arricchigrave tutta intera letagraveche ci precede egrave senza dubbio gloria principalissima del nostrosecolo ma egrave gloria ancor maggiore laver riconosciuto che ildominio della scienza egrave cosigrave vasto comegrave vasto lo stesso dominiodellessere nella infinita varietagrave e nella interminabileconsecuzione delle forme e che non vegrave sia nel mondo fisico sianel mondo morale fatto cosigrave lieve negrave cosigrave fuggitiva parvenzache non meriti studio e non contenga in segrave qualche parte dellaveritagrave che si cerca

Poniamo da banda le discipline che si esercitano intorno allanatura fisica e guardiamo per quanto egrave lecita una separazionecosigrave fatta a quelle che dato alle parole il piugrave largo significato sichiamano morali e storiche Quali avanzamenti in breve giro dianni e quanto diversi da quelli dei non lontani predecessorinostri sono i principii direttivi ed i metodi che guidano esorreggon noi nellindagine Non egrave ancora un secolo la criticadissolvente dei razionalisti tutta involta nelle lotte vive eneglinteressi pratici del tempo pareva intendesse di deliberatoproposito a restringere sempre piugrave a menomare a sfaldare iltutto insieme dei fatti in che consiste la vita varia della umanitagrave eil complicato processo della storia e a privarsi degli ajuti piugraveefficaci a penetrarne il secreto Si abbattevano le religioni senzacercar le cause e le leggi del loro nascere fiorire e scadere sicombattevano le superstizioni perchegrave dannose senza saperepropriamente che cosa fossero a che altro accennassero perchegraveperdurassero le letterature e le immaginazioni popolarisignoravano o in nome del buon gusto e della ragione si

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deridevano se accadeva di dover riferire una ingenua finzioneuna tradizione nata sulla gleba o sul lastrico una immaginosaleggenda non si faceva senza prima domandarne scusa al lettorevolta in beffe la cosa

Tuttaltro modo si tiene ora da noi e la scienza nostra hadismesso ogni sprezzatura antica Cercare il vero cosigrave nelleminime come nelle massime cose non ispezzare con elezioni econ esclusioni consigliate dallarbitrio le grandi unitagrave della naturae della storia egrave legge suprema di ogni nostra indagine econdizione indispensabile di buon successo I linguaggi piugrave rozzied inorganici i miti piugrave semplici glingenui racconti dipopolazioni non ancora uscite di fanciullezza i canti e le confusememorie dei nostri volghi le credenze religiose piugrave assurde lepiugrave pazze superstizioni le povere cantilene con cui dalle nutrici siallettano al sonno i bambini queste ed altrettali forme edespressioni del pensiero nascente del sentimento indistinto sonoda noi con amorosa diligenza raccolte e studiate e in tutte questemenzogne cerchiamo e troviamo la veritagrave Come negli organismipiugrave umili il naturalista rintraccia le leggi della vita fisica cosigrave noiin questi rudimenti le leggi della vita intellettuale e morale e adogni passo che moviamo su questa via vediamo mutarcisidinnanzi gli aspetti della storia e sorgere nuove e piugrave largheapparite

Fra queste menzogne feconde di veritagrave uno dei primi luoghispetta alla leggenda cui piugrave particolarmente si volge ora la miaattenzione Lattrattiva che la leggenda esercita anche sopra spiritidisciplinati dalla critica e temprati nello studio del vero non egravecosa nuova In tempi di critica giagrave soperchiante diceva GianGiacomo Rousseau Le pays des chimegraveres est en ce monde leseul digne decirctre habiteacute Il ny a de beau que ce qui nest pas eil Voltaire lo strenuo oppugnatore dogni falsa credenza ilVoltaire di cui piugrave che daltro qualsiasi giova qui citare latestimonianza conchiudeva una sua poesia dove si ricordano leimmaginose fole di unaltra etagrave dicendo

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deridevano se accadeva di dover riferire una ingenua finzioneuna tradizione nata sulla gleba o sul lastrico una immaginosaleggenda non si faceva senza prima domandarne scusa al lettorevolta in beffe la cosa

Tuttaltro modo si tiene ora da noi e la scienza nostra hadismesso ogni sprezzatura antica Cercare il vero cosigrave nelleminime come nelle massime cose non ispezzare con elezioni econ esclusioni consigliate dallarbitrio le grandi unitagrave della naturae della storia egrave legge suprema di ogni nostra indagine econdizione indispensabile di buon successo I linguaggi piugrave rozzied inorganici i miti piugrave semplici glingenui racconti dipopolazioni non ancora uscite di fanciullezza i canti e le confusememorie dei nostri volghi le credenze religiose piugrave assurde lepiugrave pazze superstizioni le povere cantilene con cui dalle nutrici siallettano al sonno i bambini queste ed altrettali forme edespressioni del pensiero nascente del sentimento indistinto sonoda noi con amorosa diligenza raccolte e studiate e in tutte questemenzogne cerchiamo e troviamo la veritagrave Come negli organismipiugrave umili il naturalista rintraccia le leggi della vita fisica cosigrave noiin questi rudimenti le leggi della vita intellettuale e morale e adogni passo che moviamo su questa via vediamo mutarcisidinnanzi gli aspetti della storia e sorgere nuove e piugrave largheapparite

Fra queste menzogne feconde di veritagrave uno dei primi luoghispetta alla leggenda cui piugrave particolarmente si volge ora la miaattenzione Lattrattiva che la leggenda esercita anche sopra spiritidisciplinati dalla critica e temprati nello studio del vero non egravecosa nuova In tempi di critica giagrave soperchiante diceva GianGiacomo Rousseau Le pays des chimegraveres est en ce monde leseul digne decirctre habiteacute Il ny a de beau que ce qui nest pas eil Voltaire lo strenuo oppugnatore dogni falsa credenza ilVoltaire di cui piugrave che daltro qualsiasi giova qui citare latestimonianza conchiudeva una sua poesia dove si ricordano leimmaginose fole di unaltra etagrave dicendo

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On court heacutelas apregraves la veacuteriteacuteAh croyez-moi lerreur a son meacuterite

Se non che noi siamo oramai proceduti piugrave oltre La poesiaalcune volte sovrana della leggenda commuove senzalcundubbio gli animi nostri ma il pregio poetico non egrave giagrave a nostrogiudizio il pregio suo principale o almeno non egrave piugrave il solo Chidella leggenda non vede altro aspetto che quello della menzognaconosce assai malamente qual essa sia giacchegrave ogni leggenda hadue aspetti luno che guarda lesterno cioegrave il mondo ed egrave manon in tutto sempre laspetto della menzogna laltro che guardalinterno cioegrave lo spirito ed egrave laspetto della veritagrave Ogni leggendaegrave necessario portato dello spirito che lha prodotta e a giudicaredella struttura della economia delle tendenze di quello spiritoporge i piugrave sicuri e piugrave pregevoli indizii Inoltre ogni leggendaquando siasi largamente diffusa quando vada vestita di moltaautoritagrave diventa essa stessa un fatto storico e una forza cheinterferisce e si compone con laltre forze ondegrave promosso eguidato il corso della storia La leggenda della guerra di Troja(dico leggenda senza tuttavia voler negare che possa esservi inessa un germe di veritagrave) spande il suo spirito ed i suoi influssi sututta letagrave piugrave gloriosa della storia greca

Chi pertanto disse la leggenda essere la storia ideale non dissevero se non in parte la leggenda egrave ancora storia reale Tanto chelesser suo di leggenda non egrave riconosciuto essa puograve offuscare laveritagrave ed esser causa di errore ma riconosciuto che sia essadiventa per contrario principio di critica e dinterpretazione Nonsi puograve sperare di cogliere il carattere esatto e la giustasignificazione di certi fatti storici se questi oltrechegrave neidocumenti e nelle relazioni autentiche non si rintraccino ancoranelle finzioni cui diedero origine Le numerose leggenderaccoltesi intorno al nome e alla persona di Carlo Magno sono incerto qual modo una effusione della storia certa di lui e noisolamente allora intendiamo a pieno limportanza storica del suo

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On court heacutelas apregraves la veacuteriteacuteAh croyez-moi lerreur a son meacuterite

Se non che noi siamo oramai proceduti piugrave oltre La poesiaalcune volte sovrana della leggenda commuove senzalcundubbio gli animi nostri ma il pregio poetico non egrave giagrave a nostrogiudizio il pregio suo principale o almeno non egrave piugrave il solo Chidella leggenda non vede altro aspetto che quello della menzognaconosce assai malamente qual essa sia giacchegrave ogni leggenda hadue aspetti luno che guarda lesterno cioegrave il mondo ed egrave manon in tutto sempre laspetto della menzogna laltro che guardalinterno cioegrave lo spirito ed egrave laspetto della veritagrave Ogni leggendaegrave necessario portato dello spirito che lha prodotta e a giudicaredella struttura della economia delle tendenze di quello spiritoporge i piugrave sicuri e piugrave pregevoli indizii Inoltre ogni leggendaquando siasi largamente diffusa quando vada vestita di moltaautoritagrave diventa essa stessa un fatto storico e una forza cheinterferisce e si compone con laltre forze ondegrave promosso eguidato il corso della storia La leggenda della guerra di Troja(dico leggenda senza tuttavia voler negare che possa esservi inessa un germe di veritagrave) spande il suo spirito ed i suoi influssi sututta letagrave piugrave gloriosa della storia greca

Chi pertanto disse la leggenda essere la storia ideale non dissevero se non in parte la leggenda egrave ancora storia reale Tanto chelesser suo di leggenda non egrave riconosciuto essa puograve offuscare laveritagrave ed esser causa di errore ma riconosciuto che sia essadiventa per contrario principio di critica e dinterpretazione Nonsi puograve sperare di cogliere il carattere esatto e la giustasignificazione di certi fatti storici se questi oltrechegrave neidocumenti e nelle relazioni autentiche non si rintraccino ancoranelle finzioni cui diedero origine Le numerose leggenderaccoltesi intorno al nome e alla persona di Carlo Magno sono incerto qual modo una effusione della storia certa di lui e noisolamente allora intendiamo a pieno limportanza storica del suo

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operato quando ne vediamo crescere e perpetuarsi nella leggendala fama gloriosa Mi sarebbe agevole di moltiplicare gli esempiiin prova di quanto dico ma uno ne addurrograve che puograve valere pertutti Ognuno sa quanta parte abbia nella vita del medio evo ilsentimento religioso e come senza la chiara cognizione di talsentimento quella vita non possa essere intesa a dovere Di moltistorti e parziali giudizii sul medio evo egrave cagione appunto il nonsapere quali fossero lindole e le necessitagrave di quel sentimento chesinframette per tutto e tutto allora segna del proprio carattereNoi possediamo numerose storie e alcune eccellenti dellaChiesa dei concilii e dei canoni del dogma e delle eresie ma unastoria della credenza religiosa popolare e comune immaginosaed essenzialmente affettiva considerata fuori delle stretture deldogma e dei rigidi confini della chiesa ufficiale non fu fatta peranche E questa egrave veramente la religione che vive e che operaAlla coscienza cristiana sino da tempo antico non bastarono negrave ilibri canonici negrave i dogmi con lungo e faticoso studio fermati dallesupreme potestagrave ecclesiastiche il sentimento prorompeva da ognibanda e si ricomponeva in figure in simboli in finzioni dognimaniera Di fronte alle scritture canoniche sorgeva la schiera deilibri apocrifi dove nella storia autentica era un silenzio chelasciava insoddisfatta la devota e premurosa curiositagrave deicredenti la tradizione viva nata del sentimento di tutti mettevauna voce e una memoria Si rifaceva la storia della creazione sirifacevano le storie della Vergine e della fanciullezza di Cristo sirinarravano col sussidio di nuove testimonianze i fattimeravigliosi della Passione Poi venivano le Vite dei Santi operadella poesia non meno che della fede creazioni in gran partelibere dove il sentimento poteva espandersi e dar figura e corpodi realtagrave aglideali suoi piugrave sottili e piugrave reconditi La religionepopolare nel medio evo egrave fatta per un terzo di dogma e per dueterzi di leggenda e chi questa leggenda non considera e nonricerca nelle sue ragioni e nelle sue forme non conosce quella

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operato quando ne vediamo crescere e perpetuarsi nella leggendala fama gloriosa Mi sarebbe agevole di moltiplicare gli esempiiin prova di quanto dico ma uno ne addurrograve che puograve valere pertutti Ognuno sa quanta parte abbia nella vita del medio evo ilsentimento religioso e come senza la chiara cognizione di talsentimento quella vita non possa essere intesa a dovere Di moltistorti e parziali giudizii sul medio evo egrave cagione appunto il nonsapere quali fossero lindole e le necessitagrave di quel sentimento chesinframette per tutto e tutto allora segna del proprio carattereNoi possediamo numerose storie e alcune eccellenti dellaChiesa dei concilii e dei canoni del dogma e delle eresie ma unastoria della credenza religiosa popolare e comune immaginosaed essenzialmente affettiva considerata fuori delle stretture deldogma e dei rigidi confini della chiesa ufficiale non fu fatta peranche E questa egrave veramente la religione che vive e che operaAlla coscienza cristiana sino da tempo antico non bastarono negrave ilibri canonici negrave i dogmi con lungo e faticoso studio fermati dallesupreme potestagrave ecclesiastiche il sentimento prorompeva da ognibanda e si ricomponeva in figure in simboli in finzioni dognimaniera Di fronte alle scritture canoniche sorgeva la schiera deilibri apocrifi dove nella storia autentica era un silenzio chelasciava insoddisfatta la devota e premurosa curiositagrave deicredenti la tradizione viva nata del sentimento di tutti mettevauna voce e una memoria Si rifaceva la storia della creazione sirifacevano le storie della Vergine e della fanciullezza di Cristo sirinarravano col sussidio di nuove testimonianze i fattimeravigliosi della Passione Poi venivano le Vite dei Santi operadella poesia non meno che della fede creazioni in gran partelibere dove il sentimento poteva espandersi e dar figura e corpodi realtagrave aglideali suoi piugrave sottili e piugrave reconditi La religionepopolare nel medio evo egrave fatta per un terzo di dogma e per dueterzi di leggenda e chi questa leggenda non considera e nonricerca nelle sue ragioni e nelle sue forme non conosce quella

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religione e non puograve conoscere la vita del medio che egrave ad essacosigrave strettamente legata

Nelle pagine che seguono io discorro delle leggende e delleimmaginazioni dogni maniera cui diedero argomento nel medioevo Roma antica e la sua storia indimenticabile Nonpreoccuperograve qui il mio soggetto negrave dirograve cose che il lettore potragravetrovare piugrave opportunamente trattate nel primo capitolo di questovolume Desidero solamente si sappia che io non iscrissi il miolibro frutto di piugrave anni di perseverante lavoro per servire aldiletto e ad una oziosa curiositagrave ma bensigrave per giovare come perme si poteva meglio a questi studii cui va meritamente crescendodi giorno in giorno il favore e piugrave mi duole il dirlo fra glistranieri che non fra noi Le finzioni onde il medio evo vennepopolando la storia di Roma mi sono sembrate non indegnoargomento di studio e non immeritevole dellaltrui attenzione Inesse vive e si palesa lo spirito di quelletagrave inquieta e fantastica cuitravagliarono ideali eccedenti fuor dogni misura le condizionidella vita reale ed io esponendole commentandole illustrandolenon ho creduto far altro se non aggiungere alla storia di quella etagraveun capitolo nuovo

Se dico nuovo non mi sia imputato a tracotanza Largomentoda me impreso a trattare era ancora in gran parte vergine il cheben di rado incontra in questi tempi di febbrile lavoro Di buonnumero di leggende esposte nei capitoli che seguono aveva giagraveparlato gli egrave vero con erudizione copiosa e minuta il Massmannnel terzo volume della Kaiserchronik da lui data in luce ma nondirograve per questo chegli abbia prima di me trattato il mio temaAnzi tutto il suo non egrave un libro ma una raccolta di materiali nonordinati negrave dominati da nessuno spirito dunitagrave schede dappuntiricucite insieme in secondo luogo egli non conobbegeneralmente parlando altre fonti che le latine e le tedeschementre alla trattazione del tema si richiede la notizia di fontiappartenenti a tutte le letterature del medio evo finalmente settecapitoli del presente volume e sei del volume che segue non

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religione e non puograve conoscere la vita del medio che egrave ad essacosigrave strettamente legata

Nelle pagine che seguono io discorro delle leggende e delleimmaginazioni dogni maniera cui diedero argomento nel medioevo Roma antica e la sua storia indimenticabile Nonpreoccuperograve qui il mio soggetto negrave dirograve cose che il lettore potragravetrovare piugrave opportunamente trattate nel primo capitolo di questovolume Desidero solamente si sappia che io non iscrissi il miolibro frutto di piugrave anni di perseverante lavoro per servire aldiletto e ad una oziosa curiositagrave ma bensigrave per giovare come perme si poteva meglio a questi studii cui va meritamente crescendodi giorno in giorno il favore e piugrave mi duole il dirlo fra glistranieri che non fra noi Le finzioni onde il medio evo vennepopolando la storia di Roma mi sono sembrate non indegnoargomento di studio e non immeritevole dellaltrui attenzione Inesse vive e si palesa lo spirito di quelletagrave inquieta e fantastica cuitravagliarono ideali eccedenti fuor dogni misura le condizionidella vita reale ed io esponendole commentandole illustrandolenon ho creduto far altro se non aggiungere alla storia di quella etagraveun capitolo nuovo

Se dico nuovo non mi sia imputato a tracotanza Largomentoda me impreso a trattare era ancora in gran parte vergine il cheben di rado incontra in questi tempi di febbrile lavoro Di buonnumero di leggende esposte nei capitoli che seguono aveva giagraveparlato gli egrave vero con erudizione copiosa e minuta il Massmannnel terzo volume della Kaiserchronik da lui data in luce ma nondirograve per questo chegli abbia prima di me trattato il mio temaAnzi tutto il suo non egrave un libro ma una raccolta di materiali nonordinati negrave dominati da nessuno spirito dunitagrave schede dappuntiricucite insieme in secondo luogo egli non conobbegeneralmente parlando altre fonti che le latine e le tedeschementre alla trattazione del tema si richiede la notizia di fontiappartenenti a tutte le letterature del medio evo finalmente settecapitoli del presente volume e sei del volume che segue non

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hanno quasi riscontro nel libro di lui Di talune leggende si trattapure in apposite monografie di cui mi sono piugrave duna voltagiovato e che saranno debitamente ricordate ai lor luoghi manon voglio lasciar di ricordare qui in modo speciale quellaincomparabile del Prof Comparetti intitolata Virgilio nel medioevo la quale quanto piugrave egrave degna di trovare imitatori tanto egrave piugravedifficile che ne trovi

Chi ha qualche pratica di cosigrave fatti lavori intenderagrave di leggieriquale fatica mi sia costata questopera Le mie ricerche dovevanoestendersi sopra libri dogni generazione stampati e manoscritti eche in nessuna biblioteca del mondo si potevano trovare insiemeriuniti Quindi la necessitagrave di ripetuti viaggi e di piugrave o menolunghe dimore non solo nelle principali biblioteche dItalia ma inquelle ancora della rimanente Europa

Dellordine e del modo da me tenuto nello scrivere dagravedimostrazione senza che io ne ragioni altrimenti il libro stessoSe nel riferire passi di scritture edite o inedite ho largheggiatonon credo di dovere per ciograve invocar lindulgenza delleruditolettore In poesia e in istoria leggendaria i testi sono fatti e nullavegrave che possa farne adeguatamente le veci

Nei lunghi giorni consumati in pazienti e penose indagini unpensiero mi sorreggeva e mi alleggeriva il cogravempito il pensiero diquella gloriosa cittagrave che da venticinque secoli assiste imperituraalla drammatica vicissitudine della storia e vede dalla polveredella signorie cadute e delle morte generazioni rifarsi senza fine isuoi misteriosi destini Mi tornavano in mente gli anni lontanioramai vissuti tra le sue mura e le impressioni indelebili dellasua maestagrave ricevute fra quelle ruine superbe di memorie eparlanti Un affetto riconoscente scalda nellanimo mio quei cariricordi ondio ne do come posso una prova La storia certa dellacittagrave regina nel tempo antico nelletagrave di mezzo nella etagravepresente fu scritta per modo che poca speranza puograve rimanere adaltri di meglio in questa parte io nulla poteva dare ma un libro

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hanno quasi riscontro nel libro di lui Di talune leggende si trattapure in apposite monografie di cui mi sono piugrave duna voltagiovato e che saranno debitamente ricordate ai lor luoghi manon voglio lasciar di ricordare qui in modo speciale quellaincomparabile del Prof Comparetti intitolata Virgilio nel medioevo la quale quanto piugrave egrave degna di trovare imitatori tanto egrave piugravedifficile che ne trovi

Chi ha qualche pratica di cosigrave fatti lavori intenderagrave di leggieriquale fatica mi sia costata questopera Le mie ricerche dovevanoestendersi sopra libri dogni generazione stampati e manoscritti eche in nessuna biblioteca del mondo si potevano trovare insiemeriuniti Quindi la necessitagrave di ripetuti viaggi e di piugrave o menolunghe dimore non solo nelle principali biblioteche dItalia ma inquelle ancora della rimanente Europa

Dellordine e del modo da me tenuto nello scrivere dagravedimostrazione senza che io ne ragioni altrimenti il libro stessoSe nel riferire passi di scritture edite o inedite ho largheggiatonon credo di dovere per ciograve invocar lindulgenza delleruditolettore In poesia e in istoria leggendaria i testi sono fatti e nullavegrave che possa farne adeguatamente le veci

Nei lunghi giorni consumati in pazienti e penose indagini unpensiero mi sorreggeva e mi alleggeriva il cogravempito il pensiero diquella gloriosa cittagrave che da venticinque secoli assiste imperituraalla drammatica vicissitudine della storia e vede dalla polveredella signorie cadute e delle morte generazioni rifarsi senza fine isuoi misteriosi destini Mi tornavano in mente gli anni lontanioramai vissuti tra le sue mura e le impressioni indelebili dellasua maestagrave ricevute fra quelle ruine superbe di memorie eparlanti Un affetto riconoscente scalda nellanimo mio quei cariricordi ondio ne do come posso una prova La storia certa dellacittagrave regina nel tempo antico nelletagrave di mezzo nella etagravepresente fu scritta per modo che poca speranza puograve rimanere adaltri di meglio in questa parte io nulla poteva dare ma un libro

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delle sue leggende io tentai di comporre e a questo godo dipotere scrivere in fronte il nome venerato di ROMA ETERNA

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delle sue leggende io tentai di comporre e a questo godo dipotere scrivere in fronte il nome venerato di ROMA ETERNA

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CAPITOLO I

La Gloria e il Primato di Roma

Durante tutto il medio evo limmagine dellantica Roma cintadello splendore della sua gloria incomparabile egrave presente allamemoria degli uomini

Quanto piugrave i tempi sono calamitosi quanto piugrave aspra la vitatanto piugrave sollecito e appassionato par che si drizzi il sentimentoverso quellindimenticabile paragone dogni grandezza tanto piugraveardente pare che vi si appunti il desiderio I destini di Roma nonavevano pari nel mondo Decaduta dalla signoria politica vintaconculcata la cittagrave regina risorge armata di nuova potenza efatta centro della fede riconquista sui popoli un nuovo dominiopiugrave sicuro e piugrave formidabile dellantico La storia presente siricongiunge alla passata lunitagrave sussiste turbata sigrave ma noninterrotta dagli esterni travolgimenti e si manifesta e simponeagli spiriti Restituito limpero dOccidente si riprenderagrave come senulla ci fosse stato di mezzo la serie deglimperatori si crederagravetrasmessa direttamente in Carlo Magno traverso ai despoti diBizanzio la potestagrave imperiale Roma egrave piena delle proprie rovinequasi ad ammonire altrui della caducitagrave dogni cosa terrena maferve tra quelle una vita nuova che si spande allintorno e regnanegli animi una credenza che Roma sortita dalla divinaprovvidenza ad essere la reggitrice perpetua delluman generenon puograve morire ed egrave serbata a vedere la consumazione dei secoliIn mezzo alla crescente barbarie tra il frastuono della vitadisordinata e battagliera nei silenzii dello spirito ingombratodignoranza la voce dellantica cittagrave suona insistente come unrichiamo e un segno di riconoscimento Principio e fonte dognipotestagrave Roma egrave il simbolo della universale cittadinanza egrave lapatria comune in cui tutti si riconoscono Disfatta lunitagrave realedellimpero sciolti i vincoli di soggezione che legavano i popoli

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CAPITOLO I

La Gloria e il Primato di Roma

Durante tutto il medio evo limmagine dellantica Roma cintadello splendore della sua gloria incomparabile egrave presente allamemoria degli uomini

Quanto piugrave i tempi sono calamitosi quanto piugrave aspra la vitatanto piugrave sollecito e appassionato par che si drizzi il sentimentoverso quellindimenticabile paragone dogni grandezza tanto piugraveardente pare che vi si appunti il desiderio I destini di Roma nonavevano pari nel mondo Decaduta dalla signoria politica vintaconculcata la cittagrave regina risorge armata di nuova potenza efatta centro della fede riconquista sui popoli un nuovo dominiopiugrave sicuro e piugrave formidabile dellantico La storia presente siricongiunge alla passata lunitagrave sussiste turbata sigrave ma noninterrotta dagli esterni travolgimenti e si manifesta e simponeagli spiriti Restituito limpero dOccidente si riprenderagrave come senulla ci fosse stato di mezzo la serie deglimperatori si crederagravetrasmessa direttamente in Carlo Magno traverso ai despoti diBizanzio la potestagrave imperiale Roma egrave piena delle proprie rovinequasi ad ammonire altrui della caducitagrave dogni cosa terrena maferve tra quelle una vita nuova che si spande allintorno e regnanegli animi una credenza che Roma sortita dalla divinaprovvidenza ad essere la reggitrice perpetua delluman generenon puograve morire ed egrave serbata a vedere la consumazione dei secoliIn mezzo alla crescente barbarie tra il frastuono della vitadisordinata e battagliera nei silenzii dello spirito ingombratodignoranza la voce dellantica cittagrave suona insistente come unrichiamo e un segno di riconoscimento Principio e fonte dognipotestagrave Roma egrave il simbolo della universale cittadinanza egrave lapatria comune in cui tutti si riconoscono Disfatta lunitagrave realedellimpero sciolti i vincoli di soggezione che legavano i popoli

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conquistati alla cittagrave dominatrice il sentimento di quella unitagrave edi quella soggezione rimane vivo negli animi e se ne generacome una tradizione di comunanza fra genti che seguiranno daindi in poi ciascuna il suo particolare cammino Le anticheprovince dove si parla latino formeranno sotto il nome diRomania una specie di entitagrave geografica ideale e romani sidiranno di fronte ai barbari gli abitatori di essa discesi dagliantichi soggetti di Roma e romana saragrave ciascuna lingua nata dallavariazione del latino rustico1 Dalle invasioni dei barbari piugrave e piugravesecoli passeranno saragrave dileguato ogni vestigio della civiltagrave latinanuovi interessi e nuove fedi avranno occupato il mondo e ilfantasma di Roma ritto in mezzo alla cristianitagrave trarragrave pursempre a segrave da ogni parte lammirazione e lossequio Glinflussiche tacitamente essa diffonde formano come unatmosfera moralein cui tutti respirano Lammirazione per gli uomini e per le cosecresce di giorno in giorno e diventa un culto la poesia se neispira la leggenda ne nasce

La storia non presenta altro esempio simile a questo disollecitudine viva ed universale per le cose duna etagrave passata e peruna gloria irrevocabile Giacchegrave qui non si tratta puntodellinteresse erudito che per un esempio muove noi moderniallo studio metodico delle forme piugrave disparate dellantica civiltagrave acui egrave al tutto estranea la vita nostra negrave quella sollecitudinesomiglia punto allentusiasmo misto di pedanteria che scalda ilpetto agli umanisti ma egrave una sollecitudine ingenua e direi quasinativa per cose che si credono appartenere ancora in qualchemaniera al mondo dei vivi Pel medio evo Roma non egrave solamenteil passato egrave ancora il presente e lavvenire Limpero esiste indiritto e qualche volta anche in fatto e una vaga speranza che itempi felici e gloriosi possano ancora tornare non si spegne in

1 Questo nome di Romania appare da prima nella letteratura greca nel IVsecolo poi nella latina in sul principiare del V Orosio egrave il piugrave antico scrittorelatino in cui esso si trovi V GASTON PARIS Romani Romania lingua romanaromancium nella Romania v I p 1-22

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conquistati alla cittagrave dominatrice il sentimento di quella unitagrave edi quella soggezione rimane vivo negli animi e se ne generacome una tradizione di comunanza fra genti che seguiranno daindi in poi ciascuna il suo particolare cammino Le anticheprovince dove si parla latino formeranno sotto il nome diRomania una specie di entitagrave geografica ideale e romani sidiranno di fronte ai barbari gli abitatori di essa discesi dagliantichi soggetti di Roma e romana saragrave ciascuna lingua nata dallavariazione del latino rustico1 Dalle invasioni dei barbari piugrave e piugravesecoli passeranno saragrave dileguato ogni vestigio della civiltagrave latinanuovi interessi e nuove fedi avranno occupato il mondo e ilfantasma di Roma ritto in mezzo alla cristianitagrave trarragrave pursempre a segrave da ogni parte lammirazione e lossequio Glinflussiche tacitamente essa diffonde formano come unatmosfera moralein cui tutti respirano Lammirazione per gli uomini e per le cosecresce di giorno in giorno e diventa un culto la poesia se neispira la leggenda ne nasce

La storia non presenta altro esempio simile a questo disollecitudine viva ed universale per le cose duna etagrave passata e peruna gloria irrevocabile Giacchegrave qui non si tratta puntodellinteresse erudito che per un esempio muove noi moderniallo studio metodico delle forme piugrave disparate dellantica civiltagrave acui egrave al tutto estranea la vita nostra negrave quella sollecitudinesomiglia punto allentusiasmo misto di pedanteria che scalda ilpetto agli umanisti ma egrave una sollecitudine ingenua e direi quasinativa per cose che si credono appartenere ancora in qualchemaniera al mondo dei vivi Pel medio evo Roma non egrave solamenteil passato egrave ancora il presente e lavvenire Limpero esiste indiritto e qualche volta anche in fatto e una vaga speranza che itempi felici e gloriosi possano ancora tornare non si spegne in

1 Questo nome di Romania appare da prima nella letteratura greca nel IVsecolo poi nella latina in sul principiare del V Orosio egrave il piugrave antico scrittorelatino in cui esso si trovi V GASTON PARIS Romani Romania lingua romanaromancium nella Romania v I p 1-22

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tutto mai Egrave questa la speranza che accende lanimo e muove ilbraccio di Arnaldo da Brescia e di Cola di Rienzo

Premesse queste brevi considerazioni generali su cui nongiova che io mi trattenga piugrave a lungo facciamoci ora adesaminare un po particolarmente come nel medio evo siricordasse la grandezza di Roma e quali sentimenti e quali atti sigenerassero dal ricordo

Anzi tutto la storia della cittagrave e dellimpero benchegrave stravolta inmille modi e ammiserita si rammenta sempre ed entra a far corpocon le cronache La fondazione di Roma si ricorda come unodegli eventi massimi della storia della umanitagrave e con fantasticaesattezza se ne indica lanno il mese il giorno e lora e si notanogli astri che influirono nel suo nascere Incuteva negli animiammirazione e stupore quel crescere ed allargarsi di Roma daoscuri ed umili principii ad altissima signoria Semenqueprocessu temporis in arborem excellentissam crescens peruniversa mundi climata ramos suae viriditatis extendit diceRodulfo Colonna nel suo trattato De translatione imperii2 Neilibri scritti in Italia durante il X lXI e il XII secolo i romaniillustri sono frequentissimamente e con amore ricordati3 La storiadi Enea del Pater Aeneas romanae stirpis origo era una di quelleche il giullare doveva sapere a mente e recitare alloccasione Talireminiscenze troppo vive e tenaci potevano anzi offendere glispiriti timorati Nel X secolo Raterio da Verona si lagna dellavana scienza de tempi suoi che piugrave attendeva a ricordare la2 GOTOFREDO DA VITERBO dice nella Memoria saeculorum particola VII

Summa fuit ex minima sub Martis sydere Roma

(Cod lat 4896 della Bibliothegraveque Nationale di Parigi)3 Denique quemcumque librum his temporibus scriptum percurres usquequaque in locos veterum poetarum atque oratorum incides neque unamquidem perleges paginam quin nomina Catonum Numae PompiliiFabriciorum Scipionum vel simile aliquid tibi obviam veniant GIESEBRECHTDe litterarum studiis apud Italos primis medii aevi saeculis Berlino 1845 p43

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tutto mai Egrave questa la speranza che accende lanimo e muove ilbraccio di Arnaldo da Brescia e di Cola di Rienzo

Premesse queste brevi considerazioni generali su cui nongiova che io mi trattenga piugrave a lungo facciamoci ora adesaminare un po particolarmente come nel medio evo siricordasse la grandezza di Roma e quali sentimenti e quali atti sigenerassero dal ricordo

Anzi tutto la storia della cittagrave e dellimpero benchegrave stravolta inmille modi e ammiserita si rammenta sempre ed entra a far corpocon le cronache La fondazione di Roma si ricorda come unodegli eventi massimi della storia della umanitagrave e con fantasticaesattezza se ne indica lanno il mese il giorno e lora e si notanogli astri che influirono nel suo nascere Incuteva negli animiammirazione e stupore quel crescere ed allargarsi di Roma daoscuri ed umili principii ad altissima signoria Semenqueprocessu temporis in arborem excellentissam crescens peruniversa mundi climata ramos suae viriditatis extendit diceRodulfo Colonna nel suo trattato De translatione imperii2 Neilibri scritti in Italia durante il X lXI e il XII secolo i romaniillustri sono frequentissimamente e con amore ricordati3 La storiadi Enea del Pater Aeneas romanae stirpis origo era una di quelleche il giullare doveva sapere a mente e recitare alloccasione Talireminiscenze troppo vive e tenaci potevano anzi offendere glispiriti timorati Nel X secolo Raterio da Verona si lagna dellavana scienza de tempi suoi che piugrave attendeva a ricordare la2 GOTOFREDO DA VITERBO dice nella Memoria saeculorum particola VII

Summa fuit ex minima sub Martis sydere Roma

(Cod lat 4896 della Bibliothegraveque Nationale di Parigi)3 Denique quemcumque librum his temporibus scriptum percurres usquequaque in locos veterum poetarum atque oratorum incides neque unamquidem perleges paginam quin nomina Catonum Numae PompiliiFabriciorum Scipionum vel simile aliquid tibi obviam veniant GIESEBRECHTDe litterarum studiis apud Italos primis medii aevi saeculis Berlino 1845 p43

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vittoria di Mario sopra Giugurta che non la vittoria di Cristosopra il mondo piugrave Siface prigione che non Michele trionfatoredel drago piugrave Scipione Pompeo Dejotaro e Catone che nonPietro Paolo e Giovanni4 Ma negrave i suoi ammonimenti negrave glialtrui fecero frutto Anzi le storie romane diventarono sempre piugravefamose e finirono per entrare largamente nelle raccolte diesempii che si propongono la edificazione dei fedeli Dice FraGuido nellAntiprologo del Fiore dItalia che i romani tutto ilmondo di maravigliosi esempli hanno illuminato Nei GestaRomanorum i fatti veri o supposti della storia romana servono ditema a numerose moralizationes I trionfi romani porgono spessoargomento a pietose ammonizioni in molti libri ascetici e nonascetici Vero egrave che la mania moralizzatrice giunge a tale nelmedio evo che non tralascia nessuna delle cose esistenti tutteconsiderandole quali simboli di veritagrave morali e che perograve anche lastoria pagana doveva essere da lei sfruttata ma egrave pur vero che ifatti della storia romana avevano una propria virtugrave esemplare laquale li faceva accogliere anche in opere dove quella mania nonaveva luogo Cosigrave Rodulfo Tortario il quale fiorigrave in sul principiodel XII secolo nei nove libri dei suoi Memorabilia in circa 8000versi trae dalle istorie di Roma un infinito numero di esempii5

Negrave solamente si ricordavano le persone e lopere ma sicercavano ancora le memorie risguardanti in piugrave particolar modola cittagrave che i secoli e le molte vicende avevano tanto mutata daquella di prima Carlo Magno per testimonianza di Eginardocustodiva nel suo privato tesoro una tavola dargento su cui eraincisa la pianta di Roma e che lasciograve poi per testamento allachiesa vescovile di Ravenna6 Copie di Regionarii e di luoghi di

4 Praeloquia l IV 105 Dei Memorabilia di RODULFO TORTARIO monaco Floriacense si fa ricordonella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis del FABRICIO ed del MANSIPadova 1754 v V p 115 Il LEYSER nella Historia poetarum et poematummedii aevi Halae Magdeb 1721 non li registra Si trovano manoscritti nellaVaticana Cristina cod 13576 Vita Karoli Magni c 33 ap JAFFEacute Monumenta Carolina Berlino 1867 p

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vittoria di Mario sopra Giugurta che non la vittoria di Cristosopra il mondo piugrave Siface prigione che non Michele trionfatoredel drago piugrave Scipione Pompeo Dejotaro e Catone che nonPietro Paolo e Giovanni4 Ma negrave i suoi ammonimenti negrave glialtrui fecero frutto Anzi le storie romane diventarono sempre piugravefamose e finirono per entrare largamente nelle raccolte diesempii che si propongono la edificazione dei fedeli Dice FraGuido nellAntiprologo del Fiore dItalia che i romani tutto ilmondo di maravigliosi esempli hanno illuminato Nei GestaRomanorum i fatti veri o supposti della storia romana servono ditema a numerose moralizationes I trionfi romani porgono spessoargomento a pietose ammonizioni in molti libri ascetici e nonascetici Vero egrave che la mania moralizzatrice giunge a tale nelmedio evo che non tralascia nessuna delle cose esistenti tutteconsiderandole quali simboli di veritagrave morali e che perograve anche lastoria pagana doveva essere da lei sfruttata ma egrave pur vero che ifatti della storia romana avevano una propria virtugrave esemplare laquale li faceva accogliere anche in opere dove quella mania nonaveva luogo Cosigrave Rodulfo Tortario il quale fiorigrave in sul principiodel XII secolo nei nove libri dei suoi Memorabilia in circa 8000versi trae dalle istorie di Roma un infinito numero di esempii5

Negrave solamente si ricordavano le persone e lopere ma sicercavano ancora le memorie risguardanti in piugrave particolar modola cittagrave che i secoli e le molte vicende avevano tanto mutata daquella di prima Carlo Magno per testimonianza di Eginardocustodiva nel suo privato tesoro una tavola dargento su cui eraincisa la pianta di Roma e che lasciograve poi per testamento allachiesa vescovile di Ravenna6 Copie di Regionarii e di luoghi di

4 Praeloquia l IV 105 Dei Memorabilia di RODULFO TORTARIO monaco Floriacense si fa ricordonella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis del FABRICIO ed del MANSIPadova 1754 v V p 115 Il LEYSER nella Historia poetarum et poematummedii aevi Halae Magdeb 1721 non li registra Si trovano manoscritti nellaVaticana Cristina cod 13576 Vita Karoli Magni c 33 ap JAFFEacute Monumenta Carolina Berlino 1867 p

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scrittori latini che parlarono di Roma sincontrano moltofrequentemente nei manoscritti

Roma era la piugrave nobile la massima fra le cittagrave del mondo Ciograveche Ausonio aveva detto di lei Prima urbes inter divum domusaurea Roma ciograve che di lei avevano detto tanti altri nel tempoantico il medio evo fedelmente ripete aggiungendovi anche disuo Lepiteto di aurea le rimane come quello che piugrave si convienealla sua dignitagrave Aurea seguitano a chiamarla gli scrittoriecclesiastici aurea la saluta Ermoldo Nigello7 aurea egrave detta inuna bolla plumbea di Papa Vittorio II (1055-1057) aurea spessonei suggelli imperiali aurea nel titolo stesso della Graphia urbisdi cui avremo a parlar piugrave oltre I nomi di mater urbis di materimperii di domina mundi le si danno anche con amorosocompiacimento ma piugrave sovente e con manifesta predilezione siusa quello di caput mundi Questo doveva sembrare piugrave dognialtro appropriato dopochegrave fatta sede della suprema potestagravespirituale Roma era divenuta piugrave che non fosse mai stata inpassato la direttrice del genere umano Queste due sacramentaliparole si trovano in monumenti e documenti di svariatissimanatura negli scritti di Sidonio Apollinare di Cassiodoro e di piugrave epiugrave altri autori della letteratura latino-cristiana8 in suggelli diEnrico II Corrado II Lotario II Federico II e Lodovico il Bavaro(1002-1347) dove una immagine prospettica di Roma egraveaccompagnata dal verso famoso e tante volte ripetuto

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi9

540 Opina il DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma1876 p 73 che tanto questa tavola quanto le altre due che recavano la piantadi Costantinopoli dovessero appartenere ai tempi di Arcadio e di Onorio7 De rebus gestis Ludovici imperatoris L II v 798 Ovidio chiama Roma caput immensi orbis Livio Tacito Ausonio lachiamano caput rerum Marziano la saluta col nome di caput gentium eRutilio Numaziano con quello di mater mundi Prudenzio la chiama saeculisummum caput ecc ecc9 Questo verso era pure scritto in giro della corona ed in due ruote ai capi delloscudo imperiale Graphia aureae urbis Romae ap OZANAM Documents ineacutedits

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scrittori latini che parlarono di Roma sincontrano moltofrequentemente nei manoscritti

Roma era la piugrave nobile la massima fra le cittagrave del mondo Ciograveche Ausonio aveva detto di lei Prima urbes inter divum domusaurea Roma ciograve che di lei avevano detto tanti altri nel tempoantico il medio evo fedelmente ripete aggiungendovi anche disuo Lepiteto di aurea le rimane come quello che piugrave si convienealla sua dignitagrave Aurea seguitano a chiamarla gli scrittoriecclesiastici aurea la saluta Ermoldo Nigello7 aurea egrave detta inuna bolla plumbea di Papa Vittorio II (1055-1057) aurea spessonei suggelli imperiali aurea nel titolo stesso della Graphia urbisdi cui avremo a parlar piugrave oltre I nomi di mater urbis di materimperii di domina mundi le si danno anche con amorosocompiacimento ma piugrave sovente e con manifesta predilezione siusa quello di caput mundi Questo doveva sembrare piugrave dognialtro appropriato dopochegrave fatta sede della suprema potestagravespirituale Roma era divenuta piugrave che non fosse mai stata inpassato la direttrice del genere umano Queste due sacramentaliparole si trovano in monumenti e documenti di svariatissimanatura negli scritti di Sidonio Apollinare di Cassiodoro e di piugrave epiugrave altri autori della letteratura latino-cristiana8 in suggelli diEnrico II Corrado II Lotario II Federico II e Lodovico il Bavaro(1002-1347) dove una immagine prospettica di Roma egraveaccompagnata dal verso famoso e tante volte ripetuto

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi9

540 Opina il DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma1876 p 73 che tanto questa tavola quanto le altre due che recavano la piantadi Costantinopoli dovessero appartenere ai tempi di Arcadio e di Onorio7 De rebus gestis Ludovici imperatoris L II v 798 Ovidio chiama Roma caput immensi orbis Livio Tacito Ausonio lachiamano caput rerum Marziano la saluta col nome di caput gentium eRutilio Numaziano con quello di mater mundi Prudenzio la chiama saeculisummum caput ecc ecc9 Questo verso era pure scritto in giro della corona ed in due ruote ai capi delloscudo imperiale Graphia aureae urbis Romae ap OZANAM Documents ineacutedits

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su due monete coniate durante il tribunato di Cola di Rienzo chesi faceva chiamare liberator urbis amator orbis unendo in unsolo pensiero la cittagrave e il mondo ecc ecc Giovanni Caligatorche fiorigrave verso il mezzo del XIV secolo comincia un carme Devita et passione SS Apostolorum Petri et Pauli col verso

Roma caput mundi primo pastore beata

e il distico

Roma decus mutata secus quam prima fuistiRoma caput mundi super omnes omne novisti

si trova riportato in molte scritture A quel titolo glorioso Alcuinoraccosta la seguita ruina

Roma caput mundi mundi decus aurea RomaNunc remanet tantum saeva ruina tibi10

e il Petrarca chiama Roma nostro capo nella canzone famosaindirizzata a Stefano Colonna

Ma questo titolo glorioso di caput mundi viene usato anchecon intenzione derisoria da chi rinfaccia alla Roma dei Papi larapacitagrave o la corruzione dei costumi Nei Carmina Burana silegge11

Vidi vidi caput mundiinstar maria et profundi

pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850 p 174-510 De rerum humanarum vicissitudine et clade Lindisfarnensis MonasteriiOpera ed del FROBEN v II pag 238 col 2a11 Bibliothek des literarischen Vereins v XVI Stoccarda 7 p 16 e The latinpoems commonly attributed to Walter Mapes collected and edited by THOMAS

WRIGHT Londra (Cambden Society) 1841 De ruina Romae p 217-2220

su due monete coniate durante il tribunato di Cola di Rienzo chesi faceva chiamare liberator urbis amator orbis unendo in unsolo pensiero la cittagrave e il mondo ecc ecc Giovanni Caligatorche fiorigrave verso il mezzo del XIV secolo comincia un carme Devita et passione SS Apostolorum Petri et Pauli col verso

Roma caput mundi primo pastore beata

e il distico

Roma decus mutata secus quam prima fuistiRoma caput mundi super omnes omne novisti

si trova riportato in molte scritture A quel titolo glorioso Alcuinoraccosta la seguita ruina

Roma caput mundi mundi decus aurea RomaNunc remanet tantum saeva ruina tibi10

e il Petrarca chiama Roma nostro capo nella canzone famosaindirizzata a Stefano Colonna

Ma questo titolo glorioso di caput mundi viene usato anchecon intenzione derisoria da chi rinfaccia alla Roma dei Papi larapacitagrave o la corruzione dei costumi Nei Carmina Burana silegge11

Vidi vidi caput mundiinstar maria et profundi

pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850 p 174-510 De rerum humanarum vicissitudine et clade Lindisfarnensis MonasteriiOpera ed del FROBEN v II pag 238 col 2a11 Bibliothek des literarischen Vereins v XVI Stoccarda 7 p 16 e The latinpoems commonly attributed to Walter Mapes collected and edited by THOMAS

WRIGHT Londra (Cambden Society) 1841 De ruina Romae p 217-2220

vorax guttur siculi

e

Roma caput mundi est sed nil capit mundum 12

Il primato di Roma egrave riconosciuto da tutti Italiani e nonItaliani Vulgario nel X secolo cosigrave lo afferma13

Roma caput mundi rerum suprema potestasTerrarum terror fulmen quod fulminat orbemRegnorum cultus bellorum virida virtusImmortale decus solum haec urbs super omnes

Nel Roman de Rou si dice14

De Rume oi Hasteins parlerE Rume oi forment loerQuen tut le munt a icel iurNaveit cita de sa valur

e Fra Guido nel Prologo del Fiore dItalia cosigrave ne parla laquoPiena(lItalia) delle piugrave nobili cittadi e delle piugrave nobili terre marine eterreste che siano in tutto il mondo ed in mezzo dessa egrave laltacittagrave di Roma ove Iddio pose tutta la potenzia umana spirituale etemporale cioegrave lo papato e lo imperoraquo Martino da Canale non siaccorda certo col comune sentimento quando osa dire Venezia lapiugrave bella cittagrave del mondo la noble Cite que lon apele Venisequi est orendroit la plus biele dou siegravecle15

Un segno di primato si credeva scorgere anche nella formadella cittagrave che si diceva essere quella di un leone Onorio12 Golias in Romanam curiam The latin poems ecc p 3713 DUEMMLER Auxilius und Vulgarius Lipsia 1866 p 15214 Ed dellANDRESEN Heilbronn 1877-9 vol I p 26 v 462-515 La Cronique des Veniciens parte 1a c 1 Archivio storico italiano t VIII1845 Lo stesso dice nel c 2

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vorax guttur siculi

e

Roma caput mundi est sed nil capit mundum 12

Il primato di Roma egrave riconosciuto da tutti Italiani e nonItaliani Vulgario nel X secolo cosigrave lo afferma13

Roma caput mundi rerum suprema potestasTerrarum terror fulmen quod fulminat orbemRegnorum cultus bellorum virida virtusImmortale decus solum haec urbs super omnes

Nel Roman de Rou si dice14

De Rume oi Hasteins parlerE Rume oi forment loerQuen tut le munt a icel iurNaveit cita de sa valur

e Fra Guido nel Prologo del Fiore dItalia cosigrave ne parla laquoPiena(lItalia) delle piugrave nobili cittadi e delle piugrave nobili terre marine eterreste che siano in tutto il mondo ed in mezzo dessa egrave laltacittagrave di Roma ove Iddio pose tutta la potenzia umana spirituale etemporale cioegrave lo papato e lo imperoraquo Martino da Canale non siaccorda certo col comune sentimento quando osa dire Venezia lapiugrave bella cittagrave del mondo la noble Cite que lon apele Venisequi est orendroit la plus biele dou siegravecle15

Un segno di primato si credeva scorgere anche nella formadella cittagrave che si diceva essere quella di un leone Onorio12 Golias in Romanam curiam The latin poems ecc p 3713 DUEMMLER Auxilius und Vulgarius Lipsia 1866 p 15214 Ed dellANDRESEN Heilbronn 1877-9 vol I p 26 v 462-515 La Cronique des Veniciens parte 1a c 1 Archivio storico italiano t VIII1845 Lo stesso dice nel c 2

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Scolastico dice nel Liber de imagine mundi16 laquoAntiqui civitatessecundum praecipuas feras ob significationem formabant UndeRoma formam leonis habet qui caeteris bestiis quasi rex praeestHuius caput est urbs a Romulo constructa lateritia vero aedificiautrobique disposita unde et lateranis dicitur Brundisium autemcervi formam Carthago bovis Troia equi figuram habuitraquo EGervasio di Tilbury17 laquoad formam leonis ob insignem suidominationem formata Habet ergo Roma formam ut dixiLeonis sicut Brundusium eccraquo Lo stesso dicono GalvagnoFiamma18 ed altri Qualche rara volta il primato si dagrave a Troja19 maper eccezione20 Anzi il concetto che si ha del primato romano egrave16 L I c 2817 Otia imperialia Decis III c 9 De situ Romae18 Manipulus Florum ap MURATORI Scriptores t XI col 539 e 588 La formadi Roma egrave ricordata anche nella Image du monde l II c 12 Nel testo cheaccompagna un atlante catalano del 1375 egrave detto a questo propositolaquoHedificaven les ciutats seguns les meios feres o besties salvatges per queRoma ha forma de leo loqual senyoreya cent bestias Aquesta Roma es cap detotes les ciutats Los seus hedifici son de reyola e teula pero es dita laternisque vol dir reyolencharaquo Notices et Extraits des manuscrits t XIV parte IIa p8-919 Il Cuento muy fermoso del enperador Ottas de Roma et de la infanteFlorenccedilia su fija et del buen cavallero Esmere pubblicato da AMADOR DE LOS

RIOS in calce al vol V della sua Historia critica de la literatura espantildeola p391-468 comincia cosigrave laquoBien oystes en cuentos et en romanccediles que de todaslas cibdades dei mundo Troya fuegrave ende la mayor et despues fuegrave destroida etquemada asy que el fuego andograve en ella siete antildeosraquo20 Il primato di Roma si addimostra ancora nelle carte geografiche del medioevo per le figure che servono a rappresentarla e per certi contrassegni o mottiche ne accompagnano il nome Nellantichissima Tavola Peutingeriana Roma egraverappresentata da un cerchio in cui campeggia limmagine di un imperatore inuna mappa dellXI secolo esistente fra i manoscritti Cottoniani del MuseoBritannico e pubblicata dal SANTAREM nel suo Atlas composeacute de Mappemondesde Portulans et de Cartes hydrographiques et historiques depuis le VI jusquauXVII siegravecle Parigi 1849 da un edifizio munito di sei torri distintivo nonaccordato a nessunaltra cittagrave tranne Babilonia della cui grandezza esontuositagrave durava viva la memoria nel medio evo in uno schizzo di cartageografica posto in fronte a un manoscritto della Bibliothegraveque Royale diBruxelles (n 3899 scritto nel 1119) da una gran torre con un portico sotto dal

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Scolastico dice nel Liber de imagine mundi16 laquoAntiqui civitatessecundum praecipuas feras ob significationem formabant UndeRoma formam leonis habet qui caeteris bestiis quasi rex praeestHuius caput est urbs a Romulo constructa lateritia vero aedificiautrobique disposita unde et lateranis dicitur Brundisium autemcervi formam Carthago bovis Troia equi figuram habuitraquo EGervasio di Tilbury17 laquoad formam leonis ob insignem suidominationem formata Habet ergo Roma formam ut dixiLeonis sicut Brundusium eccraquo Lo stesso dicono GalvagnoFiamma18 ed altri Qualche rara volta il primato si dagrave a Troja19 maper eccezione20 Anzi il concetto che si ha del primato romano egrave16 L I c 2817 Otia imperialia Decis III c 9 De situ Romae18 Manipulus Florum ap MURATORI Scriptores t XI col 539 e 588 La formadi Roma egrave ricordata anche nella Image du monde l II c 12 Nel testo cheaccompagna un atlante catalano del 1375 egrave detto a questo propositolaquoHedificaven les ciutats seguns les meios feres o besties salvatges per queRoma ha forma de leo loqual senyoreya cent bestias Aquesta Roma es cap detotes les ciutats Los seus hedifici son de reyola e teula pero es dita laternisque vol dir reyolencharaquo Notices et Extraits des manuscrits t XIV parte IIa p8-919 Il Cuento muy fermoso del enperador Ottas de Roma et de la infanteFlorenccedilia su fija et del buen cavallero Esmere pubblicato da AMADOR DE LOS

RIOS in calce al vol V della sua Historia critica de la literatura espantildeola p391-468 comincia cosigrave laquoBien oystes en cuentos et en romanccediles que de todaslas cibdades dei mundo Troya fuegrave ende la mayor et despues fuegrave destroida etquemada asy que el fuego andograve en ella siete antildeosraquo20 Il primato di Roma si addimostra ancora nelle carte geografiche del medioevo per le figure che servono a rappresentarla e per certi contrassegni o mottiche ne accompagnano il nome Nellantichissima Tavola Peutingeriana Roma egraverappresentata da un cerchio in cui campeggia limmagine di un imperatore inuna mappa dellXI secolo esistente fra i manoscritti Cottoniani del MuseoBritannico e pubblicata dal SANTAREM nel suo Atlas composeacute de Mappemondesde Portulans et de Cartes hydrographiques et historiques depuis le VI jusquauXVII siegravecle Parigi 1849 da un edifizio munito di sei torri distintivo nonaccordato a nessunaltra cittagrave tranne Babilonia della cui grandezza esontuositagrave durava viva la memoria nel medio evo in uno schizzo di cartageografica posto in fronte a un manoscritto della Bibliothegraveque Royale diBruxelles (n 3899 scritto nel 1119) da una gran torre con un portico sotto dal

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tale che in Roma simmagina quasi tutta raccolta lantichitagrave e cheil nome di Roma serve a designare lantichitagrave tutta quanta Nellapoesia epica francese del medio evo la matiere de Rome la grantcomprende non solamente le storie romane ma le greche ancoracome la storia della guerra di Troja e la storia favolosa diAlessandro Magno e le altre tutte che appo gli storici di quellapoesia formano il cosigrave detto ciclo dellantichitagrave Giovanni Bodelnella seconda metagrave del XII secolo scriveva21

Ne sont que trois matieres a nul hom entendantDe France de Bretaigne et de Rome la grant

dove per matieres de France e de Bretaigne sintendono le storiedel ciclo carolingio e del ciclo bretone E nel Dit de Flourence deRome sono questi versi22

Douce gent egraves croniques de Saint-Denis en FranceVoit-on moult de merveilles mais sachiez sans doutanceCelles de Romme sont de trop plus grant sustance

Rutilio Numaziano aveva giagrave detto apostrofandoRoma23

quale esce il Tevere e altrove nello stesso codice da un grande edifizio infigura di chiesa in una carta dEuropa assai rozza dellanno 1120 pubblicatanellAnzeiger fuumlr Kunde des teutschen Vorzeit del Mone anno 1836 da unedificio maggiore degli altri In due mappe luna probabilmente del XIIIsecolo conservata nella cattedrale di Hereford in Inghilterra laltra disegnatanel XIV da Riccardo di Haldingham Roma egrave contrassegnata dal motto Romacaput mundi regit orbis frena rotundi (V WRIGHT Essays on archaeologicalsubjects Londra 1861 V II p 16) Ma in una carta aggiunta a un codice delleGrandes chroniques de Saint Denis scritto fra il 1364 e il 1372 e conservatonella Biblioteca di Santa Genoveffa in Parigi ledifizio piugrave cospicuo spetta aGerusalemme21 La Chanson des Saxons ed di FR MICHEL Parigi 1839 str I22 JUBINAL Nouveau recueil de Contes Dits Fabliaux et autres piegraveces ineacuteditesdes XIIIe XIVe et XVe siegravecles Parigi 1839-42 v I p 8823 Itinerarium V 63 Questo concetto fu del resto familiare ai Latini Cicerone

23

tale che in Roma simmagina quasi tutta raccolta lantichitagrave e cheil nome di Roma serve a designare lantichitagrave tutta quanta Nellapoesia epica francese del medio evo la matiere de Rome la grantcomprende non solamente le storie romane ma le greche ancoracome la storia della guerra di Troja e la storia favolosa diAlessandro Magno e le altre tutte che appo gli storici di quellapoesia formano il cosigrave detto ciclo dellantichitagrave Giovanni Bodelnella seconda metagrave del XII secolo scriveva21

Ne sont que trois matieres a nul hom entendantDe France de Bretaigne et de Rome la grant

dove per matieres de France e de Bretaigne sintendono le storiedel ciclo carolingio e del ciclo bretone E nel Dit de Flourence deRome sono questi versi22

Douce gent egraves croniques de Saint-Denis en FranceVoit-on moult de merveilles mais sachiez sans doutanceCelles de Romme sont de trop plus grant sustance

Rutilio Numaziano aveva giagrave detto apostrofandoRoma23

quale esce il Tevere e altrove nello stesso codice da un grande edifizio infigura di chiesa in una carta dEuropa assai rozza dellanno 1120 pubblicatanellAnzeiger fuumlr Kunde des teutschen Vorzeit del Mone anno 1836 da unedificio maggiore degli altri In due mappe luna probabilmente del XIIIsecolo conservata nella cattedrale di Hereford in Inghilterra laltra disegnatanel XIV da Riccardo di Haldingham Roma egrave contrassegnata dal motto Romacaput mundi regit orbis frena rotundi (V WRIGHT Essays on archaeologicalsubjects Londra 1861 V II p 16) Ma in una carta aggiunta a un codice delleGrandes chroniques de Saint Denis scritto fra il 1364 e il 1372 e conservatonella Biblioteca di Santa Genoveffa in Parigi ledifizio piugrave cospicuo spetta aGerusalemme21 La Chanson des Saxons ed di FR MICHEL Parigi 1839 str I22 JUBINAL Nouveau recueil de Contes Dits Fabliaux et autres piegraveces ineacuteditesdes XIIIe XIVe et XVe siegravecles Parigi 1839-42 v I p 8823 Itinerarium V 63 Questo concetto fu del resto familiare ai Latini Cicerone

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Fecisti patriam diversis gentibus unam Urbem fecisti quae prius orbis erat

Il papa Zaccaria era forse mosso da questo pensiero quandolanno 741 fece dipingere nel triclinio Lateranense unadescriptionem orbis terrarum24

Altro documento della dignitagrave di Roma si ricorda con la scortadi antichi scrittori che la cittagrave aveva tre nomi uno volgare unoarcano uno sacro25 e del nome dei romani si dice che significasublimi ovvero tonanti26

Dopo ciograve non egrave a maravigliare se lammirazione inspirata datanta grandezza e da cosigrave alti destini si esprime nelle piugrave svariateforme e con parole e con atti Sanno tutti quale rispetto lamaestagrave e il nome di Roma incutessero negli stessi barbariinvasori Gundebaldo e Odoacre ambiscono e ottengono ilpatriziato Teodorico va superbo del titolo di console e di quellodi proconsole Clodoveo Il longobardo Autari si faceva bello delnome di Flavio e i dotti della corte di Carlo Magno volentieriusurpavano per fregiarsene i nomi di Orazio e di Ovidio Un sanVirgilio del secolo VII adorna il calendario della Chiesairlandese

Si potrebbe riempiere un grosso volume dei luoghi di scrittoriche nel medio evo levarono a cielo il nome e la gloria di Romasiami concesso di recarne qui alcuno Alessandro Neckam che

e Seneca chiamano Roma patria comune e tale pure egrave detta nel DigestoUlpiano e Callistrato sostengono che il relegato non puograve dimorare a Romaessendo Roma patria di tutti Teodorico dice per bocca di Cassiodoro(Variarum II 39) laquoNulli sit ingrata Roma quae dici non potest alienaraquo24 Liber Pontificalis sect XVIII25 FOZIO nelle Quaestiones ad Amphilochium dice che Roma aveva tre nomiuno mistico amor uno sacro Flora uno politico Roma Il mistico sotto penadella vita non si poteva divulgare MAI Scriptorum veterum nova collectio tI p 283 Cf SOLINO Polyhistor I26 PAPIA Elementarium s v Romani

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Fecisti patriam diversis gentibus unam Urbem fecisti quae prius orbis erat

Il papa Zaccaria era forse mosso da questo pensiero quandolanno 741 fece dipingere nel triclinio Lateranense unadescriptionem orbis terrarum24

Altro documento della dignitagrave di Roma si ricorda con la scortadi antichi scrittori che la cittagrave aveva tre nomi uno volgare unoarcano uno sacro25 e del nome dei romani si dice che significasublimi ovvero tonanti26

Dopo ciograve non egrave a maravigliare se lammirazione inspirata datanta grandezza e da cosigrave alti destini si esprime nelle piugrave svariateforme e con parole e con atti Sanno tutti quale rispetto lamaestagrave e il nome di Roma incutessero negli stessi barbariinvasori Gundebaldo e Odoacre ambiscono e ottengono ilpatriziato Teodorico va superbo del titolo di console e di quellodi proconsole Clodoveo Il longobardo Autari si faceva bello delnome di Flavio e i dotti della corte di Carlo Magno volentieriusurpavano per fregiarsene i nomi di Orazio e di Ovidio Un sanVirgilio del secolo VII adorna il calendario della Chiesairlandese

Si potrebbe riempiere un grosso volume dei luoghi di scrittoriche nel medio evo levarono a cielo il nome e la gloria di Romasiami concesso di recarne qui alcuno Alessandro Neckam che

e Seneca chiamano Roma patria comune e tale pure egrave detta nel DigestoUlpiano e Callistrato sostengono che il relegato non puograve dimorare a Romaessendo Roma patria di tutti Teodorico dice per bocca di Cassiodoro(Variarum II 39) laquoNulli sit ingrata Roma quae dici non potest alienaraquo24 Liber Pontificalis sect XVIII25 FOZIO nelle Quaestiones ad Amphilochium dice che Roma aveva tre nomiuno mistico amor uno sacro Flora uno politico Roma Il mistico sotto penadella vita non si poteva divulgare MAI Scriptorum veterum nova collectio tI p 283 Cf SOLINO Polyhistor I26 PAPIA Elementarium s v Romani

24

fioriva nella seconda metagrave del XII secolo cosigrave ne parla nel poemaDe laudibus divinae sapientiae27

Primitus Europae mea pagina serviet in quaRoma stat orbis apex gloria gemma decus

Urbe titulis claris tam laetis clara triumphisQuondam bisseno Caesare tuta fuit

Haec genuit Magnum tam magni nominis EurusImperio vidit regna subacta suo

Haec genuit Brutum qui victor ab urbe tyrannumExpulit iste pater urbis et orbis erat

Victorem Magnum genuit Carthaginis altaeFulsit in hac geminum sidus uterque Cato

Urbe Boethius hac consul Symmachusque senatorFulsit sub Fabio consule laeta fuit

Quis non miretur linguam Ciceronis et aususTantos eloqui maximus auctor erat

Artis rethoricae fuit arx fons manna columnaCessit et invitus huic Catalina ferox

Clarus avos fulsit hac urbe Sallustius istiPar aliquis nemo major in urbe fuit

E cosigrave seguita per molti altri versi predicando le lodidellantica Roma ma poi soggiunge il biasimo che si meritaRoma papale Negrave men caldo di entusiasmo egrave il linguaggio cheAmato di Monte Cassino (morto nel 1093) usa nel poema da luicomposto in onore di san Pietro e Paolo28

Orbis honor Roma splendens decorata coronaVictorum regum discretio maxima legumHis simul et multis aliis redimita triumphisO victrix salve cuius super ethera palmePulcre scribuntur et quam colit undique mundus

27 Distinct V v 181-98 edizione delle opere curata da Tommaso WrightLondra 1863 (Rerum Britannicarum medii aevi scriptores)28 L IV DUEMMLER Aus Handschriften Neues Archiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde v IV p 182

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fioriva nella seconda metagrave del XII secolo cosigrave ne parla nel poemaDe laudibus divinae sapientiae27

Primitus Europae mea pagina serviet in quaRoma stat orbis apex gloria gemma decus

Urbe titulis claris tam laetis clara triumphisQuondam bisseno Caesare tuta fuit

Haec genuit Magnum tam magni nominis EurusImperio vidit regna subacta suo

Haec genuit Brutum qui victor ab urbe tyrannumExpulit iste pater urbis et orbis erat

Victorem Magnum genuit Carthaginis altaeFulsit in hac geminum sidus uterque Cato

Urbe Boethius hac consul Symmachusque senatorFulsit sub Fabio consule laeta fuit

Quis non miretur linguam Ciceronis et aususTantos eloqui maximus auctor erat

Artis rethoricae fuit arx fons manna columnaCessit et invitus huic Catalina ferox

Clarus avos fulsit hac urbe Sallustius istiPar aliquis nemo major in urbe fuit

E cosigrave seguita per molti altri versi predicando le lodidellantica Roma ma poi soggiunge il biasimo che si meritaRoma papale Negrave men caldo di entusiasmo egrave il linguaggio cheAmato di Monte Cassino (morto nel 1093) usa nel poema da luicomposto in onore di san Pietro e Paolo28

Orbis honor Roma splendens decorata coronaVictorum regum discretio maxima legumHis simul et multis aliis redimita triumphisO victrix salve cuius super ethera palmePulcre scribuntur et quam colit undique mundus

27 Distinct V v 181-98 edizione delle opere curata da Tommaso WrightLondra 1863 (Rerum Britannicarum medii aevi scriptores)28 L IV DUEMMLER Aus Handschriften Neues Archiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde v IV p 182

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Que vox quis sapiens vel que facundia verbiQuisque tuas laudes poterit replicare poetaGrecus et Hebreus si barbarus atque LatinusHec pertemptarent tantus labor hos maceraretGratia que terra poterit vel inesse potestasQuam tua precellens dominatio non sit adeptaTu retines sceptrum super omnia sceptra timendumTu nosti gentes armis redomare furentesQue sis quam prestane Cicero dictamine narratCui similis nullus describitur atque secundusEt Livius Titus Lucanus in ense peritusEgregiusque Maro magnusque poemate NasoEt vir mirificus Varo quem fovet iste CasinusEt plures de te scripserunt plura poeteEx te qui cunctum meruere subdere mundumEt processerunt ex te qui iura dederuntTu titulum dextra gestas et dona sinistraHis concedis opes his et largius honoresHec quia magna facis mundi regina vocaris

Chi cosigrave parlava aveva certo innanzi agli occhi della mentelimmagine di Roma antica assai piugrave che non quella di Romapapale Alessandro Neckam fu abate di Cirencester Amato fuabate di Monte Cassino ma lo spirito che scalda le parole diquesti due ecclesiastici quando parlano di Roma egrave interamentelaico Nel codice testegrave citato della Biblioteca regia di Bruxellesin un elenco di cittagrave dItalia con cui si dagrave principio a un Libervariis historiis compositus29 di Roma cosigrave si ragiona laquoSequituromnium nobilior ditior atque potentior Italia generaliter totaquam quidem plurimi non solum descripsere sed laudabiliter actriumphabiliter cecinere philosophi tam greci quam et latini necincongrue quippe totius mundi monarchiam obsequiumque orbisac plenitudinem sola in domina et regna omnium urbium Romasortita estraquo

29 Come autore egrave indicato un Guido che non si sa chi sia V Archiv derGesellschaft fuumlr aumlltere deutsche Geschichtskunde del PERTZ v VII p 537-40

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Que vox quis sapiens vel que facundia verbiQuisque tuas laudes poterit replicare poetaGrecus et Hebreus si barbarus atque LatinusHec pertemptarent tantus labor hos maceraretGratia que terra poterit vel inesse potestasQuam tua precellens dominatio non sit adeptaTu retines sceptrum super omnia sceptra timendumTu nosti gentes armis redomare furentesQue sis quam prestane Cicero dictamine narratCui similis nullus describitur atque secundusEt Livius Titus Lucanus in ense peritusEgregiusque Maro magnusque poemate NasoEt vir mirificus Varo quem fovet iste CasinusEt plures de te scripserunt plura poeteEx te qui cunctum meruere subdere mundumEt processerunt ex te qui iura dederuntTu titulum dextra gestas et dona sinistraHis concedis opes his et largius honoresHec quia magna facis mundi regina vocaris

Chi cosigrave parlava aveva certo innanzi agli occhi della mentelimmagine di Roma antica assai piugrave che non quella di Romapapale Alessandro Neckam fu abate di Cirencester Amato fuabate di Monte Cassino ma lo spirito che scalda le parole diquesti due ecclesiastici quando parlano di Roma egrave interamentelaico Nel codice testegrave citato della Biblioteca regia di Bruxellesin un elenco di cittagrave dItalia con cui si dagrave principio a un Libervariis historiis compositus29 di Roma cosigrave si ragiona laquoSequituromnium nobilior ditior atque potentior Italia generaliter totaquam quidem plurimi non solum descripsere sed laudabiliter actriumphabiliter cecinere philosophi tam greci quam et latini necincongrue quippe totius mundi monarchiam obsequiumque orbisac plenitudinem sola in domina et regna omnium urbium Romasortita estraquo

29 Come autore egrave indicato un Guido che non si sa chi sia V Archiv derGesellschaft fuumlr aumlltere deutsche Geschichtskunde del PERTZ v VII p 537-40

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Lonore di Roma rifluisce su tutta Italia Fra Guido nelPrologo del suo Fiore spiega a modo suo il nome di MagnaGrecia dato giagrave in antico allItalia laquoE se altri domandasse perchegravefu chiamata la Gran Grecia dico che fu non perchegrave sia maggiorterreno che laltra Grecia ma perchegrave piugrave nobil gente di vita dicostumi e dingegni e darme fu sempre in Italia che nellaltraGrecia ed anche perchegrave ella egrave la piugrave nobile patria che sia nelmondoraquo Non si puograve piugrave risolutamente affermare la precellenzadel gentil sangue latino Che se ci appressiamo a quellestremoconfine del medio evo dove giagrave principia il rinascimento vociben piugrave possenti e piugrave clamorose ci soneranno allo incontroLeggasi ciograve che Dante con la solennitagrave consueta scrive della cittagravepredestinata nel cap 5 del trattato IV del Convivio laquoE certo sonodi ferma opinione che le pietre che nelle mura sue stanno sianodegne di reverenzia e l suolo dovella siede sia degno oltrequello che per gli uomini egrave predicato e provatoraquo Leggasi ciograve cheil Petrarca scriveva da Avignone a Giacomo Colonna quando nonancora aveva visitata Roma e ardeva del desiderio di visitarla30laquoDe civitate inquam illa cui nulla similis fuit nulla futura estde cuius populo scriptum legimus magna est fortuna populiromani magnum et terribile nomen cuius sine exemplomagnitudinem atque incomparabilem monarchiam futurampraesentemque divini cecinerunt vatesraquo Lo stesso Petrarca nellaepistola 1a a Carlo IV introdusse Roma a celebrare le proprie sueglorie31 E a compiere la triade non si mostra da meno ilBoccaccio che alla glorificazione di Roma tutta consacra lacanzone che comincia

O fior dogni cittagrave donna del mondoO degna imperiosa monarchia

30 Epistolae de rebus familiaribus ed del FRACASSETTI l II 931 Op cit l X 1

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Lonore di Roma rifluisce su tutta Italia Fra Guido nelPrologo del suo Fiore spiega a modo suo il nome di MagnaGrecia dato giagrave in antico allItalia laquoE se altri domandasse perchegravefu chiamata la Gran Grecia dico che fu non perchegrave sia maggiorterreno che laltra Grecia ma perchegrave piugrave nobil gente di vita dicostumi e dingegni e darme fu sempre in Italia che nellaltraGrecia ed anche perchegrave ella egrave la piugrave nobile patria che sia nelmondoraquo Non si puograve piugrave risolutamente affermare la precellenzadel gentil sangue latino Che se ci appressiamo a quellestremoconfine del medio evo dove giagrave principia il rinascimento vociben piugrave possenti e piugrave clamorose ci soneranno allo incontroLeggasi ciograve che Dante con la solennitagrave consueta scrive della cittagravepredestinata nel cap 5 del trattato IV del Convivio laquoE certo sonodi ferma opinione che le pietre che nelle mura sue stanno sianodegne di reverenzia e l suolo dovella siede sia degno oltrequello che per gli uomini egrave predicato e provatoraquo Leggasi ciograve cheil Petrarca scriveva da Avignone a Giacomo Colonna quando nonancora aveva visitata Roma e ardeva del desiderio di visitarla30laquoDe civitate inquam illa cui nulla similis fuit nulla futura estde cuius populo scriptum legimus magna est fortuna populiromani magnum et terribile nomen cuius sine exemplomagnitudinem atque incomparabilem monarchiam futurampraesentemque divini cecinerunt vatesraquo Lo stesso Petrarca nellaepistola 1a a Carlo IV introdusse Roma a celebrare le proprie sueglorie31 E a compiere la triade non si mostra da meno ilBoccaccio che alla glorificazione di Roma tutta consacra lacanzone che comincia

O fior dogni cittagrave donna del mondoO degna imperiosa monarchia

30 Epistolae de rebus familiaribus ed del FRACASSETTI l II 931 Op cit l X 1

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Le ricordanze che si serbavano dellantichitagrave suggerivanonaturalmente questi pensieri ma ad accrescere il gran concettoche si aveva di Roma giovavano inoltre non poco le scoperte noninfrequenti di monete di statue e di vasi preziosi32 e le maestoserovine sparse su tutta la faccia dellEuropa33

Cosigrave ammirata e magnificata Roma diventa come il naturalparagone di ogni umana grandezza Le cittagrave andranno a gara perpotersi fregiare quasi titolo singolare di nobiltagrave del nome diNova Roma34 o di Roma secunda e prima si faragrave chiamare NovaRoma Bizanzio e poi nei tempi a cui egrave piugrave particolarmente voltala nostra attenzione si glorieranno di potersi cosigrave chiamareAquisgrana35 e Treveri Milano e Pavia Egrave noto come a

32 Roma vinta dai barbari occultograve nella terra quanto piugrave potegrave delle propriericchezze V ZAPPERT Ueber Antiquitaumltenfunds in Mittelalter neiSitzungsberichte dellAccademia imperiale di Vienna classe stor-fllosof1850 v II p 752-9833 Teodulfo soprannominato Pindaro che fu il migliore poeta della corte diCarlo Magno ricorda nella sua Paraenesis ad judices le rovine romane di cuiandava superba la cittagrave di Beziers Del resto molte rovine passarono perromane che tali veramente non erano34 Roma stessa si chiamograve Nova dopo che fu rinnovata in certo qual modo dalcristianesimo35 Non dimentica di cosigrave chiamarla in una sua ecloga il poeta Nasone dellacorte di Carlo Magno I carmi di questo poeta furono pubblicati dal DUEMMLER

nella Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum nuova serie v VI p 58 seggAngilberto detto Omero nel Carmen de Karolo Magno l III v 94-100 (apPERTZ Scriptores t II p 395) dice parlando della cittagrave di Aquisgrana

Roma secundaFlore novo ingenti magna consurgit ad altaMole tholis muro praecelsis sidera tangensStat pius arce procul Carolus loca singula signansAltaque disponens venturae moenia RomaeHic iubet esse forum sanctum quoque iure senatumIus populi et leges ubi sacraque iussa capessant

Si noti la imitazione di Virgilio Non si dimentichi inoltre che Carlo Magnochiamograve col nome di Laterano il palazzo che fece costruire in Aquisgrana

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Le ricordanze che si serbavano dellantichitagrave suggerivanonaturalmente questi pensieri ma ad accrescere il gran concettoche si aveva di Roma giovavano inoltre non poco le scoperte noninfrequenti di monete di statue e di vasi preziosi32 e le maestoserovine sparse su tutta la faccia dellEuropa33

Cosigrave ammirata e magnificata Roma diventa come il naturalparagone di ogni umana grandezza Le cittagrave andranno a gara perpotersi fregiare quasi titolo singolare di nobiltagrave del nome diNova Roma34 o di Roma secunda e prima si faragrave chiamare NovaRoma Bizanzio e poi nei tempi a cui egrave piugrave particolarmente voltala nostra attenzione si glorieranno di potersi cosigrave chiamareAquisgrana35 e Treveri Milano e Pavia Egrave noto come a

32 Roma vinta dai barbari occultograve nella terra quanto piugrave potegrave delle propriericchezze V ZAPPERT Ueber Antiquitaumltenfunds in Mittelalter neiSitzungsberichte dellAccademia imperiale di Vienna classe stor-fllosof1850 v II p 752-9833 Teodulfo soprannominato Pindaro che fu il migliore poeta della corte diCarlo Magno ricorda nella sua Paraenesis ad judices le rovine romane di cuiandava superba la cittagrave di Beziers Del resto molte rovine passarono perromane che tali veramente non erano34 Roma stessa si chiamograve Nova dopo che fu rinnovata in certo qual modo dalcristianesimo35 Non dimentica di cosigrave chiamarla in una sua ecloga il poeta Nasone dellacorte di Carlo Magno I carmi di questo poeta furono pubblicati dal DUEMMLER

nella Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum nuova serie v VI p 58 seggAngilberto detto Omero nel Carmen de Karolo Magno l III v 94-100 (apPERTZ Scriptores t II p 395) dice parlando della cittagrave di Aquisgrana

Roma secundaFlore novo ingenti magna consurgit ad altaMole tholis muro praecelsis sidera tangensStat pius arce procul Carolus loca singula signansAltaque disponens venturae moenia RomaeHic iubet esse forum sanctum quoque iure senatumIus populi et leges ubi sacraque iussa capessant

Si noti la imitazione di Virgilio Non si dimentichi inoltre che Carlo Magnochiamograve col nome di Laterano il palazzo che fece costruire in Aquisgrana

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cominciare dal IV secolo Milano acquistasse per le condizionidellimpero tanta importanza da far ombra a Roma Se si dovesseprestar fede a certi racconti un proconsole Marcellino avrebbefatto scolpire sopra le porte di Milano i versi seguenti

Dic homo qui transis dum portae limina tangisRoma secunda vale Regni decus imperialeUrbs veneranda nimis plenissima rebus opimisTe metuunt gentes tibi flectant colla potentesIn bello Thebas in sensu vincis Athenas36

Quattro versi che esprimono gli stessi concetti quasi con le stesseparole si leggevano nel secolo XV sopra una delle porte diPavia37 Accostarsi a Roma come al supremo termine della gloriae coprirsi di un lembo della sua porpora tale egrave il pensiero chesuggerisce questi ed altri simili vantamenti

Il sentimento e lamor della gloria non erano cosigrave scarsi e cosigravefreddi nel medio evo come da taluno si va dicendo La fede e lasapienza che da lei sinspirava raccomandavano egrave vero ildisprezzo dei beni e delle grandezze della terra ma nonriuscivano a soffocare le naturali cupidigie dellanima umana

Parlando di esso Eginardo dice laquoAd cuius structuram cum columnas etmarmora aliunde habere non poterat Roma atque Ravenna devehendacuravitraquo Piugrave tardi la leggenda racconteragrave che le colonne e i marmi furonotrasportati in una notte dai diavoli36 Tolgo questi versi che anche altrove sincontrano da una curiosacompilazione storica anonima contenuta nel Cod H V 37 della BibliotecaNazionale di Torino Essi stanno al f 42 r Al f 43 r si trova il seguente passo

Quod insignia urbium Romae et Mediolani erant equalia

Crevit autem hec inclitissima urbs Mediolani in tanto honore in tantaquepotentia quod Roma voluit eam in suam habere sororem et (vocaboloindecifrabile) Insignia ipsarum duarum civitatum erant in totum equalia quidplus ista inclitissima civitas Mediolani semper in bello primam aciem pugnehabuit37 Commentarius de laudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44

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cominciare dal IV secolo Milano acquistasse per le condizionidellimpero tanta importanza da far ombra a Roma Se si dovesseprestar fede a certi racconti un proconsole Marcellino avrebbefatto scolpire sopra le porte di Milano i versi seguenti

Dic homo qui transis dum portae limina tangisRoma secunda vale Regni decus imperialeUrbs veneranda nimis plenissima rebus opimisTe metuunt gentes tibi flectant colla potentesIn bello Thebas in sensu vincis Athenas36

Quattro versi che esprimono gli stessi concetti quasi con le stesseparole si leggevano nel secolo XV sopra una delle porte diPavia37 Accostarsi a Roma come al supremo termine della gloriae coprirsi di un lembo della sua porpora tale egrave il pensiero chesuggerisce questi ed altri simili vantamenti

Il sentimento e lamor della gloria non erano cosigrave scarsi e cosigravefreddi nel medio evo come da taluno si va dicendo La fede e lasapienza che da lei sinspirava raccomandavano egrave vero ildisprezzo dei beni e delle grandezze della terra ma nonriuscivano a soffocare le naturali cupidigie dellanima umana

Parlando di esso Eginardo dice laquoAd cuius structuram cum columnas etmarmora aliunde habere non poterat Roma atque Ravenna devehendacuravitraquo Piugrave tardi la leggenda racconteragrave che le colonne e i marmi furonotrasportati in una notte dai diavoli36 Tolgo questi versi che anche altrove sincontrano da una curiosacompilazione storica anonima contenuta nel Cod H V 37 della BibliotecaNazionale di Torino Essi stanno al f 42 r Al f 43 r si trova il seguente passo

Quod insignia urbium Romae et Mediolani erant equalia

Crevit autem hec inclitissima urbs Mediolani in tanto honore in tantaquepotentia quod Roma voluit eam in suam habere sororem et (vocaboloindecifrabile) Insignia ipsarum duarum civitatum erant in totum equalia quidplus ista inclitissima civitas Mediolani semper in bello primam aciem pugnehabuit37 Commentarius de laudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44

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nobili od ignobili che fossero Poter essere paragonato a qualcunodi quegli illustri figliuoli di Roma fulmini di guerra o maestridogni dottrina i cui nomi avevano vita immortale nelle storiestimavasi lode maggiore dogni altra e ladulazione piugrave ingenuache servile alcune volte la largiva con manifesto compiacimentoQuando il Poeta Sassone vuol celebrare nel piugrave degno e solennemodo lalte virtugrave e i gran fatti di Carlo Magno ecco in qualiparole prorompe38

Ob hoc mirificos Karoli qui legeris actusDesine mirari historias veterum

Non Decii non Scipiadae non ipse CamillusNon Cato non Caesar maior eo fuerat

Non Pompeius huic merito vel gens FabiorumPraefertur pariter mortua pro patria

Quando Fra Guittone dArezzo rimprovera ai suoi concittadini lamiseria in cui da felice e glorioso stato precipitarono per lorcolpa ecco in qual forma esprime il suo pensiero39 laquoO miserimiserissimi disfiorati ove egrave lorgoglio e la grandezza vostra chequasi sembravate una novella Roma volendo tutto soggiogare ilmondo e certo non ebbero cominciamento gli Romani piugrave di voibello negrave in tanto di tempo piugrave non fecero negrave tanto quantoavevate fatto e eravate inviati a fare stando a comuneraquo

Cittagrave e popoli si studiano di tenersi stretti a Roma quanto piugravepossono credono e fanno credere ad antiche alleanze a guerrecombattute insieme a glorie e a trionfi comuni Se vegrave unatradizione che secondi comechessia tale vaghezza non si lasceragraveperire se nulla sussista che paja far testimonio di quel venturosopassato si serberagrave come preziosa reliquia Roma comegrave fonte diogni diritto cosigrave ancora di ogni nobiltagrave Nei tempi di suamaggiore prosperitagrave e potenza Siena ostenta il titolo di coloniaRomana e dinnanzi alla sua cattedrale una colonna regge la lupa38 Vita Caroli Magni l V v 653-8 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 625-639 Lettere Roma 1775 p 40

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nobili od ignobili che fossero Poter essere paragonato a qualcunodi quegli illustri figliuoli di Roma fulmini di guerra o maestridogni dottrina i cui nomi avevano vita immortale nelle storiestimavasi lode maggiore dogni altra e ladulazione piugrave ingenuache servile alcune volte la largiva con manifesto compiacimentoQuando il Poeta Sassone vuol celebrare nel piugrave degno e solennemodo lalte virtugrave e i gran fatti di Carlo Magno ecco in qualiparole prorompe38

Ob hoc mirificos Karoli qui legeris actusDesine mirari historias veterum

Non Decii non Scipiadae non ipse CamillusNon Cato non Caesar maior eo fuerat

Non Pompeius huic merito vel gens FabiorumPraefertur pariter mortua pro patria

Quando Fra Guittone dArezzo rimprovera ai suoi concittadini lamiseria in cui da felice e glorioso stato precipitarono per lorcolpa ecco in qual forma esprime il suo pensiero39 laquoO miserimiserissimi disfiorati ove egrave lorgoglio e la grandezza vostra chequasi sembravate una novella Roma volendo tutto soggiogare ilmondo e certo non ebbero cominciamento gli Romani piugrave di voibello negrave in tanto di tempo piugrave non fecero negrave tanto quantoavevate fatto e eravate inviati a fare stando a comuneraquo

Cittagrave e popoli si studiano di tenersi stretti a Roma quanto piugravepossono credono e fanno credere ad antiche alleanze a guerrecombattute insieme a glorie e a trionfi comuni Se vegrave unatradizione che secondi comechessia tale vaghezza non si lasceragraveperire se nulla sussista che paja far testimonio di quel venturosopassato si serberagrave come preziosa reliquia Roma comegrave fonte diogni diritto cosigrave ancora di ogni nobiltagrave Nei tempi di suamaggiore prosperitagrave e potenza Siena ostenta il titolo di coloniaRomana e dinnanzi alla sua cattedrale una colonna regge la lupa38 Vita Caroli Magni l V v 653-8 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 625-639 Lettere Roma 1775 p 40

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coi gemelli40 Il municipio romano rivive forse nel nostrocomune41 Lordo e la plebs sussistono ancora durante ladominazione dei Longobardi in molte cittagrave della media e dellainferiore Italia e a molte piugrave tardi diventa impresa comune ilsacro e solenne Senatus populusque Si continua a conferire ilpatriziato Nella incoronazione deglimperatori nellordinamentodella loro casa civile e militare nella forma degli atti loro sicerca di conservare quanto egrave piugrave possibile le antiche costumanzeimperiali42

Lammirazione detta i raccostamenti e i raccostamenti fannonascere il desiderio delle origini comuni Cittagrave o nazione perpotersi dar vanto di vera nobiltagrave bisogna aver avuto comuni conRoma i principii bisogna essere usciti donde i romani uscironoprimamente avere nelle vene un sangue con essi oppurederivare propaggine di nobilissima pianta dalla stessa Romadagli stessi suoi abitatori Quando si vedono nel medio evo popolidiversissimi per lingua e per costume alcuna volta anzi divisi dalunga e indimenticabile inimicizia far risalire sino a Trojani leproprie origini non egrave possibile dingannarsi circa il sentimentoche a ciograve li muove Venir dai Trojani vuol dire essereconsanguinei dei Romani e perograve nobili e illustri quantessi Checosa poteva importare ai Franchi ai Bretoni e ai Danesi di Trojae dei pochi scampati alla sua ruina se Troja non fosse stata lamadre di Roma se da quegli scampati non fosse venuto il popolo

40 Impresa di Siena era la lupa Fazio degli Uberti nel Serventese ai Signori epopoli dItalia

Volgo alla lupa vana i tristi versi41 Dico forse giacchegrave tutti sanno quanto oscure e dubbie sieno le origini deicomuni italiani V SAVIGNY Geschichte des roumlmischen Rechts 2a edEidelberga v I c V e lAppendice p 484-6 LEO Entwickelung derVerfassung der lombardischen Staumldte bis zu der Ankunft Kaiser Friederich I inItalien Amburgo 182442 V BRYCK Holy Roman empire IVa ed Londra 1873 p 258

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coi gemelli40 Il municipio romano rivive forse nel nostrocomune41 Lordo e la plebs sussistono ancora durante ladominazione dei Longobardi in molte cittagrave della media e dellainferiore Italia e a molte piugrave tardi diventa impresa comune ilsacro e solenne Senatus populusque Si continua a conferire ilpatriziato Nella incoronazione deglimperatori nellordinamentodella loro casa civile e militare nella forma degli atti loro sicerca di conservare quanto egrave piugrave possibile le antiche costumanzeimperiali42

Lammirazione detta i raccostamenti e i raccostamenti fannonascere il desiderio delle origini comuni Cittagrave o nazione perpotersi dar vanto di vera nobiltagrave bisogna aver avuto comuni conRoma i principii bisogna essere usciti donde i romani uscironoprimamente avere nelle vene un sangue con essi oppurederivare propaggine di nobilissima pianta dalla stessa Romadagli stessi suoi abitatori Quando si vedono nel medio evo popolidiversissimi per lingua e per costume alcuna volta anzi divisi dalunga e indimenticabile inimicizia far risalire sino a Trojani leproprie origini non egrave possibile dingannarsi circa il sentimentoche a ciograve li muove Venir dai Trojani vuol dire essereconsanguinei dei Romani e perograve nobili e illustri quantessi Checosa poteva importare ai Franchi ai Bretoni e ai Danesi di Trojae dei pochi scampati alla sua ruina se Troja non fosse stata lamadre di Roma se da quegli scampati non fosse venuto il popolo

40 Impresa di Siena era la lupa Fazio degli Uberti nel Serventese ai Signori epopoli dItalia

Volgo alla lupa vana i tristi versi41 Dico forse giacchegrave tutti sanno quanto oscure e dubbie sieno le origini deicomuni italiani V SAVIGNY Geschichte des roumlmischen Rechts 2a edEidelberga v I c V e lAppendice p 484-6 LEO Entwickelung derVerfassung der lombardischen Staumldte bis zu der Ankunft Kaiser Friederich I inItalien Amburgo 182442 V BRYCK Holy Roman empire IVa ed Londra 1873 p 258

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romano Dimostrata la comune origine i barbari non sono piugrave ibarbari Gotofredo da Viterbo dice nel suo Speculum Regum43

In duo dividimus Troiano semine prolemUna per Ytaliam sumpsit diademate Rome

Altera Theutonica regna beata fovet

I nemici di un tempo si scopron fratelli

Romanum fore Troianum natura fateturGermanus patriota suus fraterque videtur

Troia suis populis mater utrique fuit

Questa fratellanza fa sembrare piugrave legittimo il trasferimento dellapotestagrave imperiale44

Nasceva tutta una serie di leggende parallele45 Come Enea inItalia cosigrave giungeva Franco o Francione figlio di Ettore dopoleccidio di Troja in Germania Da lui traggono lorigine iFranchi Fredegario fa derivare a dirittura i Franchi dalla quartaparte degli abitanti di Troja distrutta46 i Gesta Regum Francorumli fan venire dallavanzo dellesercito Trojano sommante a circa12000 uomini47 Priamo ultimo figlio di Priamo il vecchio43 Proemio al l II ap PERTZ Script t XXII44 Di ciograve si discorreragrave piugrave distesamente nel c XXI45 Notisi che giagrave Lucano nel I della Pharsalia v 427-8 ricorda come gliArverni osassero fingersi fratelli dei Latini

Arvernique ausi Latio se fingere fratresSanguine ab Iliaco populi

Anche gli Edui si gloriarono di cotal fratellanza46 Gregorii Turonensis historia Francorum epitomata per Fredegariumscholasticum ap BOUQUET Recueil des historiens des Gaules et de la Francet II p 39447 BOUQUET Recueil t II p 542 Secondo i Gesta i Franchi furono cosigravechiamati dallimperatore Valentiniano dopochegrave ebbero espulsi gli Alani dalla

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romano Dimostrata la comune origine i barbari non sono piugrave ibarbari Gotofredo da Viterbo dice nel suo Speculum Regum43

In duo dividimus Troiano semine prolemUna per Ytaliam sumpsit diademate Rome

Altera Theutonica regna beata fovet

I nemici di un tempo si scopron fratelli

Romanum fore Troianum natura fateturGermanus patriota suus fraterque videtur

Troia suis populis mater utrique fuit

Questa fratellanza fa sembrare piugrave legittimo il trasferimento dellapotestagrave imperiale44

Nasceva tutta una serie di leggende parallele45 Come Enea inItalia cosigrave giungeva Franco o Francione figlio di Ettore dopoleccidio di Troja in Germania Da lui traggono lorigine iFranchi Fredegario fa derivare a dirittura i Franchi dalla quartaparte degli abitanti di Troja distrutta46 i Gesta Regum Francorumli fan venire dallavanzo dellesercito Trojano sommante a circa12000 uomini47 Priamo ultimo figlio di Priamo il vecchio43 Proemio al l II ap PERTZ Script t XXII44 Di ciograve si discorreragrave piugrave distesamente nel c XXI45 Notisi che giagrave Lucano nel I della Pharsalia v 427-8 ricorda come gliArverni osassero fingersi fratelli dei Latini

Arvernique ausi Latio se fingere fratresSanguine ab Iliaco populi

Anche gli Edui si gloriarono di cotal fratellanza46 Gregorii Turonensis historia Francorum epitomata per Fredegariumscholasticum ap BOUQUET Recueil des historiens des Gaules et de la Francet II p 39447 BOUQUET Recueil t II p 542 Secondo i Gesta i Franchi furono cosigravechiamati dallimperatore Valentiniano dopochegrave ebbero espulsi gli Alani dalla

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giunge con grande moltitudine in Ungheria e fonda la cittagrave diSicambria Paride fonda Parigi e Gallo suo socio Gallia che poidagrave il nome a tutta la regione Da Colono e da Maganzio hannoprincipio Colonia e Magonza Bruto nipote di Enea espulsodallItalia giunge in Bretagna che da lui riceve il nome48 InItalia oltre Padova centaltre cittagrave si gloriano di trojane origini49

palude Meotide laquoTunc appellavit eos Valentinianus imperator Francos atticalingua quod in latinum interpretatur sermonem hoc est feros a duritia velferocitate cordisraquo Circa le origini della leggenda franca varie opinioni simisero innanzi K L ROTH Die Trojasage der Franken (nella Germania delPFEIFFER I 1 1856) e il BRAUN Die Trojaner am Rheim (VinckelmannsProgramme des Vereins von Alterthumsfreunden im Rheinlande 1856) fanno laorigine della leggenda anteriore alle relazioni dei Franchi coi Romani mentreil LOEBELL Gregor von Tours und seine Zeit Lipsia 1839 p 479 seggsostiene la leggenda essere passata dai Romani ai Franchi Lopinione del Rothe del Braun fu impugnata dallo ZARNCKE (Sitzungsberichte der saumlchsischenGesellschaft der Wissenschaften 1866) il quale afferma la leggenda essere diorigine puramente letteraria e sorta soltanto nel secolo VII Dello stesso parereegrave il WATTENBACH (Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter Berlino1877-8 v I p 89-90) ma il WORMSTALL (Die Herkunft der Franken von TrojaMuumlnster 1869) ammette una fonte storica della leggenda e alla tradizionefranca subordina le versioni greco-romane A tale opinione si raccostapressochegrave intieramente il DEDERICH (Der Franckenbund Annovria 1873) IlLUumlTHGEN (Die Quellen und der historische Werth der fraumlnkischen TrojasageBonna 1876) prende novamente ad esaminare la questione e giudica ancheegli la leggenda essere di origine erudita Questa opinione egrave la piugrave probabile48 Cosigrave racconta NENNIO Historia Britonum sect 7 Goffredo di Monmouthaggiunga qualche particolare Sbandito dallItalia per avare uccisoinvolontariamente suo padre Bruto va in Grecia dove trova la posteritagrave diEleno figliuolo di Priamo tenuta in ischiavitugrave dal re Pandraso (Pietro diLantoft dice piugrave disavvedutamente nella sua Cronaca in versi francesi[pubblicata dal Wright nella collezione dei Rerum britannicarum medii aeviscriptores] che Bruto vi trovograve lo stesso Eleno ed Anchise le seneacute) Bruto liberai suoi concittadini vince un po per tradimento un po per forza il re Pandrasoe sposatane la figliuola passa in Bretagna Ma nel Livere des Reis de Brittainecompilato dopo il 1274 (edito da J Glover Rerum britann m ae script) sidice soltanto (p 2) laquoDevant la nativite nostre Seigneur mil e deus cens ansBrutus le fiz Silvii ou Ynogen sa femme e ou ses treis fiz vint de la bataile de

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giunge con grande moltitudine in Ungheria e fonda la cittagrave diSicambria Paride fonda Parigi e Gallo suo socio Gallia che poidagrave il nome a tutta la regione Da Colono e da Maganzio hannoprincipio Colonia e Magonza Bruto nipote di Enea espulsodallItalia giunge in Bretagna che da lui riceve il nome48 InItalia oltre Padova centaltre cittagrave si gloriano di trojane origini49

palude Meotide laquoTunc appellavit eos Valentinianus imperator Francos atticalingua quod in latinum interpretatur sermonem hoc est feros a duritia velferocitate cordisraquo Circa le origini della leggenda franca varie opinioni simisero innanzi K L ROTH Die Trojasage der Franken (nella Germania delPFEIFFER I 1 1856) e il BRAUN Die Trojaner am Rheim (VinckelmannsProgramme des Vereins von Alterthumsfreunden im Rheinlande 1856) fanno laorigine della leggenda anteriore alle relazioni dei Franchi coi Romani mentreil LOEBELL Gregor von Tours und seine Zeit Lipsia 1839 p 479 seggsostiene la leggenda essere passata dai Romani ai Franchi Lopinione del Rothe del Braun fu impugnata dallo ZARNCKE (Sitzungsberichte der saumlchsischenGesellschaft der Wissenschaften 1866) il quale afferma la leggenda essere diorigine puramente letteraria e sorta soltanto nel secolo VII Dello stesso parereegrave il WATTENBACH (Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter Berlino1877-8 v I p 89-90) ma il WORMSTALL (Die Herkunft der Franken von TrojaMuumlnster 1869) ammette una fonte storica della leggenda e alla tradizionefranca subordina le versioni greco-romane A tale opinione si raccostapressochegrave intieramente il DEDERICH (Der Franckenbund Annovria 1873) IlLUumlTHGEN (Die Quellen und der historische Werth der fraumlnkischen TrojasageBonna 1876) prende novamente ad esaminare la questione e giudica ancheegli la leggenda essere di origine erudita Questa opinione egrave la piugrave probabile48 Cosigrave racconta NENNIO Historia Britonum sect 7 Goffredo di Monmouthaggiunga qualche particolare Sbandito dallItalia per avare uccisoinvolontariamente suo padre Bruto va in Grecia dove trova la posteritagrave diEleno figliuolo di Priamo tenuta in ischiavitugrave dal re Pandraso (Pietro diLantoft dice piugrave disavvedutamente nella sua Cronaca in versi francesi[pubblicata dal Wright nella collezione dei Rerum britannicarum medii aeviscriptores] che Bruto vi trovograve lo stesso Eleno ed Anchise le seneacute) Bruto liberai suoi concittadini vince un po per tradimento un po per forza il re Pandrasoe sposatane la figliuola passa in Bretagna Ma nel Livere des Reis de Brittainecompilato dopo il 1274 (edito da J Glover Rerum britann m ae script) sidice soltanto (p 2) laquoDevant la nativite nostre Seigneur mil e deus cens ansBrutus le fiz Silvii ou Ynogen sa femme e ou ses treis fiz vint de la bataile de

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Ma e in Italia e fuori molte pur se ne trovano che stimanogloria uguale se non maggiore trarre lorigine dalla stessa RomaNon parlo di quelle cui tale origine egrave dalle storie debitamentericonosciuta ma di quelle che se la usurpano Aquisgrana sidiceva fondata da un Grano fratello di Nerone Perugia da unPerus romano50 Pisa pretendeva dessere il luogo dove sipesavano (quindi il nome) i tributi che dalle varie province simandavano a Roma51 ecc Il cronista Giovanni dOutremeuse

Troye en Engletere ki estoit dunkes si cum un desertraquo La storia di questoBruto si trova distesamente narrata sulle tracce di Goffredo di Monmouth nelBrut di Wace pubblicato dal Le Roux de Lincy Parigi 1836-8 v 118 seggCfr il Muumlnchener Brut pubblicato da Corrado Hofmann e da Carlo VolmoumlllerHalle s S 1877 v 375 segg49 Veggasi il Libro ditto el Trojano Venezia 1491 (2a ed ibid 1509) e lainedita Fiorita dItalia di ARMANNINO GIUDICE specialmente nei conti IV VXXX XXXIII50 Armannino Giudice racconta altrimenti nel conto XXXIII della Fioritalorigine del nome di Perugia (Cod Mediceo Palatino 119 nella Nazionale diFirenze) laquoAl tempo di Totyle lo quale chome io dissi veramente fu flagellodidio furono destructe in Ytalia molte ciptadi tra le quali fu Perugia etAgobbio et molte altre delle quale sarebbe lungo a dire Iustinianus imperatordel quale io dissi habiendo in prigione molti baroni et re di gente gocta etvandula et longobarda comandograve loro che rifacessero Perugia et Agobbio etmolte altre terre alle loro spese Due furono li re che alle loro spese rifecionoPerugia lo uno fu lo re di Persia et laltro fu lo re di Roscia et perograve fu mutatolo nome a Perugia che imprima avea nome Tyberia Dei due nomi di quelli rene fu fatto uno cioegrave Perugia che viene a dire Persia et Rosciaraquo51 Molto spesso la leggenda della origine egrave suggerita dal nome stesso dellacittagrave nel quale per una certa etimologia a ritroso si scopre il nome delfondatore o la memoria di un fatto che diede luogo alla fondazione o cheavvenne in essa Qualche altro esempio tolto di fra le cittagrave dItalia non saragravequi fuor di luogo Papia viene da Papa o da Papae via o da Pauperibus pia oanche da unione di lettere o sillabe iniziali di piugrave parole (Commentarius delaudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44) Ravenna trae ilnome a RAtibus VENto et NAvibus essendo Tubal nipote di Noegrave e suo fondatorevenuto per mare in Italia (GIOVANNI DA CERMENATE Historia de situ origine etcultoribus Ambrosianae urbis c I ap MURAT Script t IX col 1225-6)Arezzo si chiamograve prima Aurelia e mutograve nome dopochegrave Totila lebbe fatta araree seminare di sale (GIOVANNI VILLANI Istorie fiorentine l I c 47) Lucca si

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Ma e in Italia e fuori molte pur se ne trovano che stimanogloria uguale se non maggiore trarre lorigine dalla stessa RomaNon parlo di quelle cui tale origine egrave dalle storie debitamentericonosciuta ma di quelle che se la usurpano Aquisgrana sidiceva fondata da un Grano fratello di Nerone Perugia da unPerus romano50 Pisa pretendeva dessere il luogo dove sipesavano (quindi il nome) i tributi che dalle varie province simandavano a Roma51 ecc Il cronista Giovanni dOutremeuse

Troye en Engletere ki estoit dunkes si cum un desertraquo La storia di questoBruto si trova distesamente narrata sulle tracce di Goffredo di Monmouth nelBrut di Wace pubblicato dal Le Roux de Lincy Parigi 1836-8 v 118 seggCfr il Muumlnchener Brut pubblicato da Corrado Hofmann e da Carlo VolmoumlllerHalle s S 1877 v 375 segg49 Veggasi il Libro ditto el Trojano Venezia 1491 (2a ed ibid 1509) e lainedita Fiorita dItalia di ARMANNINO GIUDICE specialmente nei conti IV VXXX XXXIII50 Armannino Giudice racconta altrimenti nel conto XXXIII della Fioritalorigine del nome di Perugia (Cod Mediceo Palatino 119 nella Nazionale diFirenze) laquoAl tempo di Totyle lo quale chome io dissi veramente fu flagellodidio furono destructe in Ytalia molte ciptadi tra le quali fu Perugia etAgobbio et molte altre delle quale sarebbe lungo a dire Iustinianus imperatordel quale io dissi habiendo in prigione molti baroni et re di gente gocta etvandula et longobarda comandograve loro che rifacessero Perugia et Agobbio etmolte altre terre alle loro spese Due furono li re che alle loro spese rifecionoPerugia lo uno fu lo re di Persia et laltro fu lo re di Roscia et perograve fu mutatolo nome a Perugia che imprima avea nome Tyberia Dei due nomi di quelli rene fu fatto uno cioegrave Perugia che viene a dire Persia et Rosciaraquo51 Molto spesso la leggenda della origine egrave suggerita dal nome stesso dellacittagrave nel quale per una certa etimologia a ritroso si scopre il nome delfondatore o la memoria di un fatto che diede luogo alla fondazione o cheavvenne in essa Qualche altro esempio tolto di fra le cittagrave dItalia non saragravequi fuor di luogo Papia viene da Papa o da Papae via o da Pauperibus pia oanche da unione di lettere o sillabe iniziali di piugrave parole (Commentarius delaudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44) Ravenna trae ilnome a RAtibus VENto et NAvibus essendo Tubal nipote di Noegrave e suo fondatorevenuto per mare in Italia (GIOVANNI DA CERMENATE Historia de situ origine etcultoribus Ambrosianae urbis c I ap MURAT Script t IX col 1225-6)Arezzo si chiamograve prima Aurelia e mutograve nome dopochegrave Totila lebbe fatta araree seminare di sale (GIOVANNI VILLANI Istorie fiorentine l I c 47) Lucca si

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instancabile raccoglitore di ogni maniera di favole parla dellacittagrave di Nimay in Germania fondata da Numa Pompilio e dicinque altre cittagrave similmente in Germania fondate da Tarquinio ilSuperbo52

Non mancano tuttavia esempii di cittagrave che pretendono farsi piugraveantiche e perograve piugrave nobili di Roma Anteriore alla Roma romulea53

si vantarono Genova fondata da Giano Ravenna fondata daTubal Bologna fondata da Felsino (Felsina) ampliata da Buono

chiamograve prima Fidia e poi mutograve il nome perchegrave molto lucente nella fede (Idibid c 49) Siena fu cosigrave chiamata perchegrave vi si posarono i piugrave vecchidellesercito franco al tempo che Carlo Martello venne in Italia in soccorsodella Chiesa (Id ibid c 50) Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripetecopiando queste e altre favole Veggansi anche i luoghi citati della Fiorita diArmannino52 Siami conceduto di recar qui come un saggio della semplicitagrave di cosigrave fatteimmaginazioni il suo racconto Ly myreur des histors pubblicato dal Borgnett I p 87 laquoItem lan David IIIe et XCIX fondat li emperere Nyma Pompiliusune citeit en Alemagne et le nommat solonc son nom Nymayraquo P 94-5 laquoItemlan XLIII avoit 1 gran prinche a Romme qui estoit uns senateur liqueis futappelleis Tarquinus li Orgulheux Chis se contencha agrave lemperere Tullus tantque ilh le tuat de unc cuteal et quant il loit ochis se fist tant par son sens etpar les grand dons quilh donnat aux altres senateurs ses compagnons quilh futeslus agrave emperere et fut coroneacutee agrave Romme chis Tarquinius fut le VIIe empererede Romme et regnat XXXV ans - Item lan XLV prist li emperere de Rommeagrave femme Helyodes la filhe lemperere Odeles de Greche qui dedens le termede III ans oit I fis de lemperere de Romme et fut nommeis Saldones Et lanXLIX oit ladit emperes I filhe laquelle oit nom Wierbel mains de celle filhefut la damme si travelhist de maladie que les saiges dammes disoieot que elleen moroit Quant Tarquin entendit chu que sa femme moroit si fut multesmayeacutes et vowat a son Dieu Venus que il vowist sa femme delivrer et ilhferoit fondeir en plusors lieu de son empire une conteit Adont soy delivrat ladamme de la filhe Wierbel desus dite et li emperere tantoist fist sa conteitEnssi que je vos dis mandat lemperere agrave planteit douvriers puis eu allat enAllemagne portant quilh savoit bien que ilh y avoit asseis de leis lieu carilluc estoient les palus et lais lieu plus que altre part Et fondacirct lagrave V citeis quifurent nommeacutees la promier Saldelle li altra Bella la tierche Atroppa liquarte Ansel li Ve Cesaine mains puisedit ont-ilh estait changieacutes de nommespar les saingneurs qui ont lagrave regneitraquo53 Vedremo piugrave oltre che vi fu nella leggenda una Roma anteromulea

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instancabile raccoglitore di ogni maniera di favole parla dellacittagrave di Nimay in Germania fondata da Numa Pompilio e dicinque altre cittagrave similmente in Germania fondate da Tarquinio ilSuperbo52

Non mancano tuttavia esempii di cittagrave che pretendono farsi piugraveantiche e perograve piugrave nobili di Roma Anteriore alla Roma romulea53

si vantarono Genova fondata da Giano Ravenna fondata daTubal Bologna fondata da Felsino (Felsina) ampliata da Buono

chiamograve prima Fidia e poi mutograve il nome perchegrave molto lucente nella fede (Idibid c 49) Siena fu cosigrave chiamata perchegrave vi si posarono i piugrave vecchidellesercito franco al tempo che Carlo Martello venne in Italia in soccorsodella Chiesa (Id ibid c 50) Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripetecopiando queste e altre favole Veggansi anche i luoghi citati della Fiorita diArmannino52 Siami conceduto di recar qui come un saggio della semplicitagrave di cosigrave fatteimmaginazioni il suo racconto Ly myreur des histors pubblicato dal Borgnett I p 87 laquoItem lan David IIIe et XCIX fondat li emperere Nyma Pompiliusune citeit en Alemagne et le nommat solonc son nom Nymayraquo P 94-5 laquoItemlan XLIII avoit 1 gran prinche a Romme qui estoit uns senateur liqueis futappelleis Tarquinus li Orgulheux Chis se contencha agrave lemperere Tullus tantque ilh le tuat de unc cuteal et quant il loit ochis se fist tant par son sens etpar les grand dons quilh donnat aux altres senateurs ses compagnons quilh futeslus agrave emperere et fut coroneacutee agrave Romme chis Tarquinius fut le VIIe empererede Romme et regnat XXXV ans - Item lan XLV prist li emperere de Rommeagrave femme Helyodes la filhe lemperere Odeles de Greche qui dedens le termede III ans oit I fis de lemperere de Romme et fut nommeis Saldones Et lanXLIX oit ladit emperes I filhe laquelle oit nom Wierbel mains de celle filhefut la damme si travelhist de maladie que les saiges dammes disoieot que elleen moroit Quant Tarquin entendit chu que sa femme moroit si fut multesmayeacutes et vowat a son Dieu Venus que il vowist sa femme delivrer et ilhferoit fondeir en plusors lieu de son empire une conteit Adont soy delivrat ladamme de la filhe Wierbel desus dite et li emperere tantoist fist sa conteitEnssi que je vos dis mandat lemperere agrave planteit douvriers puis eu allat enAllemagne portant quilh savoit bien que ilh y avoit asseis de leis lieu carilluc estoient les palus et lais lieu plus que altre part Et fondacirct lagrave V citeis quifurent nommeacutees la promier Saldelle li altra Bella la tierche Atroppa liquarte Ansel li Ve Cesaine mains puisedit ont-ilh estait changieacutes de nommespar les saingneurs qui ont lagrave regneitraquo53 Vedremo piugrave oltre che vi fu nella leggenda una Roma anteromulea

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(Bononia) Secondo che narra Galvagno Fiamma Milano fuedificata 932 anni prima di Roma54 Brescia si vantava fondata daErcole55 Torino da Fetonte56 persino Chiusi si reputava piugraveantica di Roma Ma di tutte le cittagrave dEuropa la piugrave anticasecondo glitaliani era Fiesole57 secondo i Tedeschi Treveri58

Se intere cittagrave pretendono di trarre da Roma lorigine nonmancheranno famiglie patrizie e persino dinastie che

54 Manipulus Florum c VII ap MURAT Script t XI col 543 Ma nelChronicon Astense (ibid col 139) si dice che Milano Pavia e molte altrecittagrave dItalia furono edificate da Brenno Milano e Subria sono tuttuno eSubria secondo Giovanni da Cermenate l c sarebbe stata fondata da Subrefiglio di Tubal fondatore di Ravenna55 GIACOMO MALVEZZI Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col78456 ANTONIO ASTIGIANO De ejus vita et varietate fortunae l I c 7 ap MURATScript t XIV col 101557 Giovanni Villani racconta nelle Istorie fiorentine l I c 7 che Atalante conla moglie Elettra e con Apollino suo astrologo e maestro venne in Italia efondograve la cittagrave di Fiesole laquoEt nota che fu la prima Cittagrave edificata nella dettaterza parte del Mondo chiamata Europa et perograve fu nominata Fia Sola cioegraveprima sanza altra Cittagrave habitataraquo Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripeteamplificandolo il racconto di Giovanni Villani58 La leggenda circa lorigine di Treveri egrave alquanto mal ferma Ordinariamentese ne fa fondatore un Trebeta (Treberi Troletum) nipote di Semiramide ilquale fuggendo lavola che voleva sforzarlo a sposarla giunse sin sulle rivedella Mosella Cosigrave Gotofredo da Viterbo nella terza parte del Pantheon emolti altri (V anche un commento in prosa allo Speculum Regum diGotofredo ap PERTZ Script t XXII p 36) Secondo Giovanni dOutremeuse(Myreur des hist t I p 11) fu Trebeta a volere sposare la madre (non piugravelavola) che lo cacciograve La prima versione egrave piugrave conforme alla riputazione diSemiramide ed egrave senza dubbio una reminiscenza delle nozze di costei colproprio figliuolo Nino Nel Chronicon Engelhusii si dice laquoAnte RomamTreveris fuit annis mille trecentisraquo ma la cronaca tedesca di Luneburgo sicontenta di minore antichitagrave laquoTreer is gebuwet do Abraham VII jar alt was updat water Mosele und was CXX jar eer Rome gestichtet wasraquo Nei GestaTreverorum (ap PERTZ Script t VIII) Treveri

Quae caput Europae cognoscitur auctoritate

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(Bononia) Secondo che narra Galvagno Fiamma Milano fuedificata 932 anni prima di Roma54 Brescia si vantava fondata daErcole55 Torino da Fetonte56 persino Chiusi si reputava piugraveantica di Roma Ma di tutte le cittagrave dEuropa la piugrave anticasecondo glitaliani era Fiesole57 secondo i Tedeschi Treveri58

Se intere cittagrave pretendono di trarre da Roma lorigine nonmancheranno famiglie patrizie e persino dinastie che

54 Manipulus Florum c VII ap MURAT Script t XI col 543 Ma nelChronicon Astense (ibid col 139) si dice che Milano Pavia e molte altrecittagrave dItalia furono edificate da Brenno Milano e Subria sono tuttuno eSubria secondo Giovanni da Cermenate l c sarebbe stata fondata da Subrefiglio di Tubal fondatore di Ravenna55 GIACOMO MALVEZZI Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col78456 ANTONIO ASTIGIANO De ejus vita et varietate fortunae l I c 7 ap MURATScript t XIV col 101557 Giovanni Villani racconta nelle Istorie fiorentine l I c 7 che Atalante conla moglie Elettra e con Apollino suo astrologo e maestro venne in Italia efondograve la cittagrave di Fiesole laquoEt nota che fu la prima Cittagrave edificata nella dettaterza parte del Mondo chiamata Europa et perograve fu nominata Fia Sola cioegraveprima sanza altra Cittagrave habitataraquo Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripeteamplificandolo il racconto di Giovanni Villani58 La leggenda circa lorigine di Treveri egrave alquanto mal ferma Ordinariamentese ne fa fondatore un Trebeta (Treberi Troletum) nipote di Semiramide ilquale fuggendo lavola che voleva sforzarlo a sposarla giunse sin sulle rivedella Mosella Cosigrave Gotofredo da Viterbo nella terza parte del Pantheon emolti altri (V anche un commento in prosa allo Speculum Regum diGotofredo ap PERTZ Script t XXII p 36) Secondo Giovanni dOutremeuse(Myreur des hist t I p 11) fu Trebeta a volere sposare la madre (non piugravelavola) che lo cacciograve La prima versione egrave piugrave conforme alla riputazione diSemiramide ed egrave senza dubbio una reminiscenza delle nozze di costei colproprio figliuolo Nino Nel Chronicon Engelhusii si dice laquoAnte RomamTreveris fuit annis mille trecentisraquo ma la cronaca tedesca di Luneburgo sicontenta di minore antichitagrave laquoTreer is gebuwet do Abraham VII jar alt was updat water Mosele und was CXX jar eer Rome gestichtet wasraquo Nei GestaTreverorum (ap PERTZ Script t VIII) Treveri

Quae caput Europae cognoscitur auctoritate

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cercheranno in qualche romano illustre il primo loro stipite o sispacceranno per diretta e legittima discendenza di qualcuna tra lepiugrave famose famiglie romane I Frangipani i conti di Pola altri sigloriavano di discendere da Ottavio Manilio morto alla battagliadel Lago Regillo59 Gli Uberti di Firenze si dicevano discesi daCatilina60 I Colonnesi facevano risalire sino a Giulio Cesare laloro prosapia61 Altre famiglie Romane provvidero in egual modoo anche meglio alla dignitagrave propria I Savelli si vantavanodessere stati con Aventino re degli Albani in soccorso del re

si dice fondata 1250 anni prima di Roma e Trebeta cacciato da Semiramidebramosa di maggior dominio Altri fece derivare Treveri da Triumvir perchegraveEucario Valerio e Materno vi avevano predicato la fede Alberto Stadense nelChronicon dice senza piugrave Treveri essere stata la prima cittagrave dEuropa59 Ma intorno a costoro e ad altri egrave grande disparitagrave e arruffio di opinioni VBENEDETTO PUCCI Genealogia deglillustrissimi signori Frangipani Venezia162160 G VILLANI Ist fior l I c 4261 Leggasi ciograve che Lodovico Monaldesco racconta negli Annali (ap MURATScript t XII col 530) parlando della venuta di Lodovico il Bavaro in RomalaquoHabitao allo palazzo granne delli Colonnesi e si riposao VIII giorni e alloPalazzo di Messer Pietro della Colonna non si sentiva se no suoni e canti pedare gusto allo Imperatore e si vedea quasi onni mattina Misser Agabito oMisser Fabritio e Misser Stefano figli di Pietro della Colonna tutti vestiti dibianco e no cavallo bianco peduno Joro gridando pe Roma Gloria in excelsisDeo e dello granne Imperatore sumus liberi a peste fame et bello et atirannide Pontificia liberati siamo o Popolo mio Ci ivano direto tutto loPopolo e gridava Viva Dio lo Imperatore e Casa Colonna che rimette laCittade in libertade ben si conosce che succedono dalli Imperatori antichiloro antecessori veramente egrave vero che la razza vostra discenne da GiulioCesare Viva dunque o Colonna o Zagarola li signuri sui che toccograve tantobene a nuiraquo Veggasi anche ciograve che negli stessi Annali egrave detto un po piugrave oltrecol 532-3 Narrasi che un principe Colonna interrogato ironicamente daNapoleone il Grande circa questa discendenza rispose Maestagrave sono milleanni che ci si crede nella nostra famiglia Ma intorno alla discendenza deiColonna si ebbero anche altre opinioni e chi li fece venire da Ercole che sullecoste dello stretto Gaditano rizzograve le due famose colonne chi da Cajo Mariochi da Trajano chi da Franco che diede il nome ai Franchi V DOMENICO DE

SANTIS Discorso genealogico della nobilissima famiglia Colonna Venezia1675

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cercheranno in qualche romano illustre il primo loro stipite o sispacceranno per diretta e legittima discendenza di qualcuna tra lepiugrave famose famiglie romane I Frangipani i conti di Pola altri sigloriavano di discendere da Ottavio Manilio morto alla battagliadel Lago Regillo59 Gli Uberti di Firenze si dicevano discesi daCatilina60 I Colonnesi facevano risalire sino a Giulio Cesare laloro prosapia61 Altre famiglie Romane provvidero in egual modoo anche meglio alla dignitagrave propria I Savelli si vantavanodessere stati con Aventino re degli Albani in soccorso del re

si dice fondata 1250 anni prima di Roma e Trebeta cacciato da Semiramidebramosa di maggior dominio Altri fece derivare Treveri da Triumvir perchegraveEucario Valerio e Materno vi avevano predicato la fede Alberto Stadense nelChronicon dice senza piugrave Treveri essere stata la prima cittagrave dEuropa59 Ma intorno a costoro e ad altri egrave grande disparitagrave e arruffio di opinioni VBENEDETTO PUCCI Genealogia deglillustrissimi signori Frangipani Venezia162160 G VILLANI Ist fior l I c 4261 Leggasi ciograve che Lodovico Monaldesco racconta negli Annali (ap MURATScript t XII col 530) parlando della venuta di Lodovico il Bavaro in RomalaquoHabitao allo palazzo granne delli Colonnesi e si riposao VIII giorni e alloPalazzo di Messer Pietro della Colonna non si sentiva se no suoni e canti pedare gusto allo Imperatore e si vedea quasi onni mattina Misser Agabito oMisser Fabritio e Misser Stefano figli di Pietro della Colonna tutti vestiti dibianco e no cavallo bianco peduno Joro gridando pe Roma Gloria in excelsisDeo e dello granne Imperatore sumus liberi a peste fame et bello et atirannide Pontificia liberati siamo o Popolo mio Ci ivano direto tutto loPopolo e gridava Viva Dio lo Imperatore e Casa Colonna che rimette laCittade in libertade ben si conosce che succedono dalli Imperatori antichiloro antecessori veramente egrave vero che la razza vostra discenne da GiulioCesare Viva dunque o Colonna o Zagarola li signuri sui che toccograve tantobene a nuiraquo Veggasi anche ciograve che negli stessi Annali egrave detto un po piugrave oltrecol 532-3 Narrasi che un principe Colonna interrogato ironicamente daNapoleone il Grande circa questa discendenza rispose Maestagrave sono milleanni che ci si crede nella nostra famiglia Ma intorno alla discendenza deiColonna si ebbero anche altre opinioni e chi li fece venire da Ercole che sullecoste dello stretto Gaditano rizzograve le due famose colonne chi da Cajo Mariochi da Trajano chi da Franco che diede il nome ai Franchi V DOMENICO DE

SANTIS Discorso genealogico della nobilissima famiglia Colonna Venezia1675

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Latino contro Enea Dei Conti pensavano alcuni chediscendessero dai primi re dItalia ma piugrave sicuri scrittori lifacevano venire dalla gente Anicia che fu quella di GiulioCesare La famiglia Cesi discesa da Ceso nipote di Ercole e redegli Argivi sin dai tempi della repubblica aveva dato a Romamolti uomini insigni e antichissimi ancora fra i Romani erano gliAnguillari sebbene la loro prosapia laquosotto altro nome fossevissutaraquo62 Dalla gente Anicia similmente si fecero derivare gliAbsburgo63 e secondo il Chronicon Rastadense64 compilato nelsecolo XV tutti i lignaggi dei re duchi conti e baroni diAlemagna e di Germania vengono da Ottaviano Augusto

La grandezza e felicitagrave di cui Roma aveva piugrave particolarmentefruito nei tempi migliori della repubblica e sotto il gloriosoreggimento di Augusto considerate a tanti secoli di distanza edal mezzo di una etagrave piena di turbamento e di travaglio non soloincutevano maraviglia e rispetto ma naturalmente ancorafacevano nascere di segrave un desiderio fervido e generoso che piugrave diuna volta si tradusse in azione Crescenzio Arnaldo da BresciaCola di Rienzo pagarono con la vita i loro sogni di repubblica Seun principe saggio e magnanimo sparge sopra il suo popolo ibenefizii del buon governo si crederanno prossimi a tornare ogiagrave tornati i tempi venturosi dellantica Roma Cosigrave Nasoneparlando nellecloga pocanzi citata dellera di felicitagrave chenovamente arride al mondo sotto il paterno reggimento di CarloMagno esclama

Rursus in antiquos mutata saecula moresAurea Roma iterum renovata renascitur orbi

62 Historia delle Fameglie antiche e nobili romane codice della VaticanaCristina Ma notizie simili a queste si trovano in molte altre opere cosigraveimpresse come manoscritte63 ARNOLDUS WIONUS Lignum vitae Venezia 1595 V anche il citato opuscolodi Benedetto Pucci sui Frangipani dove si parla pure delle origini della CasadAustria64 Ap MEIBOMIUS Rerum germanicarum scriptores t II p 3

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Latino contro Enea Dei Conti pensavano alcuni chediscendessero dai primi re dItalia ma piugrave sicuri scrittori lifacevano venire dalla gente Anicia che fu quella di GiulioCesare La famiglia Cesi discesa da Ceso nipote di Ercole e redegli Argivi sin dai tempi della repubblica aveva dato a Romamolti uomini insigni e antichissimi ancora fra i Romani erano gliAnguillari sebbene la loro prosapia laquosotto altro nome fossevissutaraquo62 Dalla gente Anicia similmente si fecero derivare gliAbsburgo63 e secondo il Chronicon Rastadense64 compilato nelsecolo XV tutti i lignaggi dei re duchi conti e baroni diAlemagna e di Germania vengono da Ottaviano Augusto

La grandezza e felicitagrave di cui Roma aveva piugrave particolarmentefruito nei tempi migliori della repubblica e sotto il gloriosoreggimento di Augusto considerate a tanti secoli di distanza edal mezzo di una etagrave piena di turbamento e di travaglio non soloincutevano maraviglia e rispetto ma naturalmente ancorafacevano nascere di segrave un desiderio fervido e generoso che piugrave diuna volta si tradusse in azione Crescenzio Arnaldo da BresciaCola di Rienzo pagarono con la vita i loro sogni di repubblica Seun principe saggio e magnanimo sparge sopra il suo popolo ibenefizii del buon governo si crederanno prossimi a tornare ogiagrave tornati i tempi venturosi dellantica Roma Cosigrave Nasoneparlando nellecloga pocanzi citata dellera di felicitagrave chenovamente arride al mondo sotto il paterno reggimento di CarloMagno esclama

Rursus in antiquos mutata saecula moresAurea Roma iterum renovata renascitur orbi

62 Historia delle Fameglie antiche e nobili romane codice della VaticanaCristina Ma notizie simili a queste si trovano in molte altre opere cosigraveimpresse come manoscritte63 ARNOLDUS WIONUS Lignum vitae Venezia 1595 V anche il citato opuscolodi Benedetto Pucci sui Frangipani dove si parla pure delle origini della CasadAustria64 Ap MEIBOMIUS Rerum germanicarum scriptores t II p 3

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La rinnovazione dellimpero cresceva forza alle accarezzatesperanze ma il piugrave delle volte tale egrave la reale condizione dellecose che piugrave che al desiderio non lascia luogo e questo tanto piugravevivo e piugrave impaziente quanto piugrave la realtagrave si mostra disforme dalsogno Presso Sutri i legati di Roma invitavano FedericoBarbarossa a ricondurre gli antichi tempi a difendere i sacri dirittidella eterna cittagrave a far piegare novamente sotto la imprescrittibileautoritagrave di lei la mala tracotanza del mondo ricordavano come inantico per la saviezza del senato per il valore dei cavalieriRoma avesse esteso la sua dominazione sopra tutte le genti65 Inuna poesia goliardica la stessa Chiesa invoca i Catoni e gliScipioni perchegrave sorreggano le sue vacillanti colonne66 e tutta lapoesia dei Vaganti egrave piena del rimpianto e del desiderio del tempoandato Appena si presentava il destro di rimettere alcunaistituzione antica o alcun antico costume si rimetteva senzapunto avvertire che la diversitagrave dei tempi non consentiva a sigrave fatterinnovazioni negrave lunga durata negrave prospero evento Federico IIvinti nel 1237 i Milanesi a Cortenuova mandava a Roma ilCarroccio e faceva intendere ai Romani di volere il trionfo65 OTTONE DI FRISINGA Gesta Friderici Imperatoris l II c 21 ap PERTZ Scriptt XX p 404-5 Dei diritti e dei privilegi di Roma non troppo bene specificatia dir vero si fa continuo ricordo Narrasi che partito Lotario II da Roma dopoavervi ricevuto dalle mani del Pontefice la corona imperiale fosse fatta inLaterano una pittura col distico

Rex venit ante fores iurans prius Urbis honoresPost homo sit papae sumit quo dante coronam

Papi e Imperatori Senato e Plebe invocano a gara i diritti di Roma Roma egrave lafonte di ogni diritto perchegrave sede naturale della suprema potestagrave ondegrave che chinel medio evo vuol fabbricarsi un qualche privilegio bisogna si studii di dargliorigine romana Il Petrarca in una epistola a Carlo IV (Ep sen l XV 5)combatte e mostra chimerici certi privilegi austriaci che si facevano risaliresino a Giulio Cesare e a Nerone66 HUBATSCH Die lateinischen Vagantenlieder des Mittelalters Goumlrlitz 1870 p23

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La rinnovazione dellimpero cresceva forza alle accarezzatesperanze ma il piugrave delle volte tale egrave la reale condizione dellecose che piugrave che al desiderio non lascia luogo e questo tanto piugravevivo e piugrave impaziente quanto piugrave la realtagrave si mostra disforme dalsogno Presso Sutri i legati di Roma invitavano FedericoBarbarossa a ricondurre gli antichi tempi a difendere i sacri dirittidella eterna cittagrave a far piegare novamente sotto la imprescrittibileautoritagrave di lei la mala tracotanza del mondo ricordavano come inantico per la saviezza del senato per il valore dei cavalieriRoma avesse esteso la sua dominazione sopra tutte le genti65 Inuna poesia goliardica la stessa Chiesa invoca i Catoni e gliScipioni perchegrave sorreggano le sue vacillanti colonne66 e tutta lapoesia dei Vaganti egrave piena del rimpianto e del desiderio del tempoandato Appena si presentava il destro di rimettere alcunaistituzione antica o alcun antico costume si rimetteva senzapunto avvertire che la diversitagrave dei tempi non consentiva a sigrave fatterinnovazioni negrave lunga durata negrave prospero evento Federico IIvinti nel 1237 i Milanesi a Cortenuova mandava a Roma ilCarroccio e faceva intendere ai Romani di volere il trionfo65 OTTONE DI FRISINGA Gesta Friderici Imperatoris l II c 21 ap PERTZ Scriptt XX p 404-5 Dei diritti e dei privilegi di Roma non troppo bene specificatia dir vero si fa continuo ricordo Narrasi che partito Lotario II da Roma dopoavervi ricevuto dalle mani del Pontefice la corona imperiale fosse fatta inLaterano una pittura col distico

Rex venit ante fores iurans prius Urbis honoresPost homo sit papae sumit quo dante coronam

Papi e Imperatori Senato e Plebe invocano a gara i diritti di Roma Roma egrave lafonte di ogni diritto perchegrave sede naturale della suprema potestagrave ondegrave che chinel medio evo vuol fabbricarsi un qualche privilegio bisogna si studii di dargliorigine romana Il Petrarca in una epistola a Carlo IV (Ep sen l XV 5)combatte e mostra chimerici certi privilegi austriaci che si facevano risaliresino a Giulio Cesare e a Nerone66 HUBATSCH Die lateinischen Vagantenlieder des Mittelalters Goumlrlitz 1870 p23

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secondo il costume dei Cesari antichi Restituito nellanno 1143 ilSenato di cui nei tempi anteriori poco piugrave sussisteva che il nomerinnovata per opera di Cola di Rienzo la repubblica si davaprincipio a una nuova egravera quasi si fosse rifatto il mondo

Ma un sentimento che si leva sopra tutti gli altri o che tutti glialtri accompagna si egrave quello di una profonda tristezza e di unvivo rammarico al cospetto della formidabile rovina di Roma GiagraveGregorio Magno quel Gregorio a cui la storia e la leggendaconcordi imputarono a torto credo devastazioni non osate daibarbari piange amaramente in una sua celebre omelia losterminio della Cittagrave e ad essa collega la fine del mondo67 Potreidi leggieri moltiplicare le citazioni e le testimonianze ma poichegravedovrograve tornare nel seguente capitolo sopra questo stessoargomento mi terrograve pago ora di riportar per intero un carmeelegiaco dIldeberto di Lavardin vescovo Cenomanense mortofra il 1130 e il 1140 carme che da taluno fu creduto opera dipoeta classico e che godette nel medio evo di molta celebritagraveEccolo ridotto a lezione piugrave corretta che non sia la comune68

Par tibi Roma nihil cum sis prope tota ruina

Quam magni fueris integra fracta docesLonga tuos fastos aetas destruxit et arces

Caesaris et superucircm templa palude jacentIlle labor labor ille ruit quem dirus Araxes

Et stantem tremuit et cecidisse doletQuem gladii regum quem provida cura senatus

Quem superi rerum constituere caput

67 Homeliae in Ezechielem l II 668 Questo carme fu pubblicato piugrave volte nel Supplementum PatrumdellHOMMEY nel v IV dei Poetae minores del Lemaire nel Codex UrbisRomae topographicus dellURLICHS che lo trae dal De rebus gestis RegumAnglorum di GUGLIELMO DI MALMESBURY LHAUREacuteAU in una Notice sur lesmeacutelanges poeacutetiques dHildebert de Lavardin inserita nel t XXVIII parte 2a

dei Notices et Extraits des Manuscrits le ristampa piugrave correttamente che nonsiasi fatto sinora Io riproduco la sua lezione

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secondo il costume dei Cesari antichi Restituito nellanno 1143 ilSenato di cui nei tempi anteriori poco piugrave sussisteva che il nomerinnovata per opera di Cola di Rienzo la repubblica si davaprincipio a una nuova egravera quasi si fosse rifatto il mondo

Ma un sentimento che si leva sopra tutti gli altri o che tutti glialtri accompagna si egrave quello di una profonda tristezza e di unvivo rammarico al cospetto della formidabile rovina di Roma GiagraveGregorio Magno quel Gregorio a cui la storia e la leggendaconcordi imputarono a torto credo devastazioni non osate daibarbari piange amaramente in una sua celebre omelia losterminio della Cittagrave e ad essa collega la fine del mondo67 Potreidi leggieri moltiplicare le citazioni e le testimonianze ma poichegravedovrograve tornare nel seguente capitolo sopra questo stessoargomento mi terrograve pago ora di riportar per intero un carmeelegiaco dIldeberto di Lavardin vescovo Cenomanense mortofra il 1130 e il 1140 carme che da taluno fu creduto opera dipoeta classico e che godette nel medio evo di molta celebritagraveEccolo ridotto a lezione piugrave corretta che non sia la comune68

Par tibi Roma nihil cum sis prope tota ruina

Quam magni fueris integra fracta docesLonga tuos fastos aetas destruxit et arces

Caesaris et superucircm templa palude jacentIlle labor labor ille ruit quem dirus Araxes

Et stantem tremuit et cecidisse doletQuem gladii regum quem provida cura senatus

Quem superi rerum constituere caput

67 Homeliae in Ezechielem l II 668 Questo carme fu pubblicato piugrave volte nel Supplementum PatrumdellHOMMEY nel v IV dei Poetae minores del Lemaire nel Codex UrbisRomae topographicus dellURLICHS che lo trae dal De rebus gestis RegumAnglorum di GUGLIELMO DI MALMESBURY LHAUREacuteAU in una Notice sur lesmeacutelanges poeacutetiques dHildebert de Lavardin inserita nel t XXVIII parte 2a

dei Notices et Extraits des Manuscrits le ristampa piugrave correttamente che nonsiasi fatto sinora Io riproduco la sua lezione

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Quem magis optavit cum crimine solus habereCaesar quam socius et pius esse socer

Qui crescens studiis tribus hostes crimen amicosVi domuit secuit legibus emit ope

In quem dum fleret vigilavit cura priorumJuvit opus pietas hospitis nuda locus

Materiem fabros expensas axis uterqueMisit se muris obtulit ipse locus

Expendere duces thesauros fata favoremArtifices studium totus et orbis opes

Urbs cecidit de qua si quicquam dicere dignumMoliar hoc potero dicere Roma fuit

Non tamen annorum series non flamma non ensisAd plenum potuit hoc abolere decus

Cura hominum potuit tantam componere RomamQuantam non potuit solvere cura deucircm

Confer opes marmorque novum superumque favoremArtificum vigilent in nova facta manus

Non tamen aut fieri par stanti machina muroAut restaurari sola ruina potest

Tantum restat adhuc tantum ruit ut neque pars stansAequari possit diruta nec refici

Hic superucircm formas superi mirantur et ipsiEt cupiunt fictis vultibus esse pares

Non potuit natura deos hoc ore creareQuo miranda deucircm signa creavit homo

Vultus adest his numinibus potiusque colunturArtificum studio quam deitate sua

Urbs felix si vel dominis urbs illa careretVel dominis esset turpe carere fide

In una seconda poesia Ildeberto finge che Roma stessa glirisponda69 Queste prosopopee sono molto frequenti nelleletterature del medio evo Roma si dice lieta della sua sorte Veroegrave che decaduta dogni sua grandezza ella ha quasi perduta lamemoria di segrave medesima vero egrave chegrave perita la forza delle armi69 Not et Extr des manus t XXVIII parte 2a p 334-5

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Quem magis optavit cum crimine solus habereCaesar quam socius et pius esse socer

Qui crescens studiis tribus hostes crimen amicosVi domuit secuit legibus emit ope

In quem dum fleret vigilavit cura priorumJuvit opus pietas hospitis nuda locus

Materiem fabros expensas axis uterqueMisit se muris obtulit ipse locus

Expendere duces thesauros fata favoremArtifices studium totus et orbis opes

Urbs cecidit de qua si quicquam dicere dignumMoliar hoc potero dicere Roma fuit

Non tamen annorum series non flamma non ensisAd plenum potuit hoc abolere decus

Cura hominum potuit tantam componere RomamQuantam non potuit solvere cura deucircm

Confer opes marmorque novum superumque favoremArtificum vigilent in nova facta manus

Non tamen aut fieri par stanti machina muroAut restaurari sola ruina potest

Tantum restat adhuc tantum ruit ut neque pars stansAequari possit diruta nec refici

Hic superucircm formas superi mirantur et ipsiEt cupiunt fictis vultibus esse pares

Non potuit natura deos hoc ore creareQuo miranda deucircm signa creavit homo

Vultus adest his numinibus potiusque colunturArtificum studio quam deitate sua

Urbs felix si vel dominis urbs illa careretVel dominis esset turpe carere fide

In una seconda poesia Ildeberto finge che Roma stessa glirisponda69 Queste prosopopee sono molto frequenti nelleletterature del medio evo Roma si dice lieta della sua sorte Veroegrave che decaduta dogni sua grandezza ella ha quasi perduta lamemoria di segrave medesima vero egrave chegrave perita la forza delle armi69 Not et Extr des manus t XXVIII parte 2a p 334-5

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che precipitata egrave la gloria del senato che rovinano i templi che iteatri giacciono nella polvere che i rostri son vacui e mute leleggi che manca il coraggio ai valorosi il diritto al popolo ilcolono ai campi ma la presente miseria egrave piugrave gloriosa dellanticaprosperitagrave ma Pietro egrave da piugrave di Cesare I Cesari i consoli iretori le diedero la terra Cristo le diede il cielo Un cristiano ilquale per giunta era vescovo non poteva ragionare altrimenti mala enumerazione stessa dolorosamente minuta dei danni soffertimostra che il bene acquistato non racconsolava interamente delbene perduto La Roma di Pietro lasciava desiderare talvolta laRoma di Cesare

E piugrave che le mura superbe si ridesideravano gli uomini per lacui virtugrave Roma era diventata regina del mondo Il Boccaccio nellagiagrave citata canzone li chiama un per uno

Ove li duo gentili ScipiumloniOvegrave il tuo grande Cesare possenteOve Bruto valenteChe vendicograve lo stupro di LucreziaFurio Camillo e gli due CurioniMarco Valerio e quel Tribun saccenteQuinto Fabio seguenteCornelio quel che vinse Pirro e GreziaPublio Sempron colla vinta BoeziaIl fedel Fabio Fulvio Quinto GneoMetel Marco PompeoPorzio Caton Marcel Quinto CecilioTito Flaminio e il buon Floro Lucilio

Ovegrave il gran Consolato e SenatoriOve quel grazioso OttavianoOve il prode TrajanoE Costantino valoroso AugustoOve le dignitadi e gli alti onoriOve quel Tito e quel VespasianoE l magno AurelianoE Marco Antonio siacute benigno e giusto

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che precipitata egrave la gloria del senato che rovinano i templi che iteatri giacciono nella polvere che i rostri son vacui e mute leleggi che manca il coraggio ai valorosi il diritto al popolo ilcolono ai campi ma la presente miseria egrave piugrave gloriosa dellanticaprosperitagrave ma Pietro egrave da piugrave di Cesare I Cesari i consoli iretori le diedero la terra Cristo le diede il cielo Un cristiano ilquale per giunta era vescovo non poteva ragionare altrimenti mala enumerazione stessa dolorosamente minuta dei danni soffertimostra che il bene acquistato non racconsolava interamente delbene perduto La Roma di Pietro lasciava desiderare talvolta laRoma di Cesare

E piugrave che le mura superbe si ridesideravano gli uomini per lacui virtugrave Roma era diventata regina del mondo Il Boccaccio nellagiagrave citata canzone li chiama un per uno

Ove li duo gentili ScipiumloniOvegrave il tuo grande Cesare possenteOve Bruto valenteChe vendicograve lo stupro di LucreziaFurio Camillo e gli due CurioniMarco Valerio e quel Tribun saccenteQuinto Fabio seguenteCornelio quel che vinse Pirro e GreziaPublio Sempron colla vinta BoeziaIl fedel Fabio Fulvio Quinto GneoMetel Marco PompeoPorzio Caton Marcel Quinto CecilioTito Flaminio e il buon Floro Lucilio

Ovegrave il gran Consolato e SenatoriOve quel grazioso OttavianoOve il prode TrajanoE Costantino valoroso AugustoOve le dignitadi e gli alti onoriOve quel Tito e quel VespasianoE l magno AurelianoE Marco Antonio siacute benigno e giusto

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Ove il nobile oratore SallustoOve il facondo Cicero primeroE il Massimo ValeroE Tito Livio e gli altri signor grandiDove son lali tue che non le spandi

Nella piugrave bella forse delle sue canzoni70 Fazio degli Ubertiintroduce Roma come fa anche nel Dittamondo a ricordare leglorie antiche e a dolersi della bassezza in cui egrave caduta

Ne suoi sospiri dicea lacrimandoCon voce assai modesta e temperata- O lassa isventurataCome caduta son di tantaltezzaLagrave dove mavean posto trionfandoGli miei figliuol magnanima brigataChe mhanno or visitataCol padre loro in tanta gran bassezzaLassa chogni virtugrave ogni prodezzaMi venne men quando moricircr costoroI quai col senno loroDomaro il mondo e riformacircrlo in paceSotto lo splendor mio chora si faceDi greve piombo e poi di fuor par doroOr di saper chi focircroArde la voglia tua sigrave che no l taceOndio farograve come chi satisfaceLaltrui voler nella giusta dimanda

70 Comincia

Quella virtugrave che l terzo cielo infonde

Egrave stampata nel volume delle Rime di M Cino da Pistoja e daltri del secoloXIV ordinate da G Carducci Firenze 1862 p 334-42 In sul principio delParadiso degli Alberti composto nel 1389 Giovanni da Prato ricorda i fatticapitali della storia di Roma e i Romani piugrave insigni che finge rappresentati davaghe pitture insieme con fatti ed uomini daltre storie nel teatro damoreScelta di curiositagrave letterarie disp 85-88 Bologna 1867

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Ove il nobile oratore SallustoOve il facondo Cicero primeroE il Massimo ValeroE Tito Livio e gli altri signor grandiDove son lali tue che non le spandi

Nella piugrave bella forse delle sue canzoni70 Fazio degli Ubertiintroduce Roma come fa anche nel Dittamondo a ricordare leglorie antiche e a dolersi della bassezza in cui egrave caduta

Ne suoi sospiri dicea lacrimandoCon voce assai modesta e temperata- O lassa isventurataCome caduta son di tantaltezzaLagrave dove mavean posto trionfandoGli miei figliuol magnanima brigataChe mhanno or visitataCol padre loro in tanta gran bassezzaLassa chogni virtugrave ogni prodezzaMi venne men quando moricircr costoroI quai col senno loroDomaro il mondo e riformacircrlo in paceSotto lo splendor mio chora si faceDi greve piombo e poi di fuor par doroOr di saper chi focircroArde la voglia tua sigrave che no l taceOndio farograve come chi satisfaceLaltrui voler nella giusta dimanda

70 Comincia

Quella virtugrave che l terzo cielo infonde

Egrave stampata nel volume delle Rime di M Cino da Pistoja e daltri del secoloXIV ordinate da G Carducci Firenze 1862 p 334-42 In sul principio delParadiso degli Alberti composto nel 1389 Giovanni da Prato ricorda i fatticapitali della storia di Roma e i Romani piugrave insigni che finge rappresentati davaghe pitture insieme con fatti ed uomini daltre storie nel teatro damoreScelta di curiositagrave letterarie disp 85-88 Bologna 1867

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E perchegrave di lor fama ancor si spanda

E da Romolo ad Augusto fa vedere al poeta i suoi piugrave illustrifigliuoli

Secondochegrave avvenne un tempo (e in parte avviene ancora) ditutte le cose che fortemente occuparono la memoria e la fantasiadegli uomini Roma ebbe nella leggenda unamplificazione idealedi vita e di gloria Le sue mura secolari le massime sue vicendegli uomini che piugrave con lopre ne illustrarono o ne offuscarono ilnome diedero origine a tutto un mondo di colorite finzioni dellequali ora mi accingo a discorrere Come essendo nel pieno dellapotenza Roma vide affluire tra le sue mura sin dai piugrave remotiangoli della terra le disparatissime genti soggette al suo dominiocosigrave essendo travolta e giacente vide da settentrione e damezzodigrave da oriente e da occidente scendere sopra di lei leimmaginazioni e le favole Essa divenne allora centro diattrazione per un infinito numero di fantasie solute e vaganti lequali come furono entrate per dir cosigrave nella sua orbita non neuscirono piugrave La smania delle riconnessioni di cui piugrave esempii cimostrograve la vita reale si manifesta ugualmente in questo mondo disogni Poter dire di una storia bugiarda qualsiasi che essa egraveromana e narrata nelle istorie romane vale acquistarle favore ecredenza Dalle piugrave remote regioni del mondo verranno le favolea legarsi a Roma Il libro dei Sette Savii giunto dallestremoOriente in Europa acquisteragrave dritto di cittadinanza e universalitagravesenza pari legandosi indissolubilmente al nome di Ottaviano o diDiocleziano71 Nei Gesta Romanorum si romanizzeranno finzionidogni patria e condizione si attribuiranno a imperatori di Romastorie immaginate sulle rive del Gange e i capitoli comincerannospesso con le sacramentali parole Quidam imperator regnavitcome per dare al racconto un nesso sicuro e legittimo I71 Il Comparetti (Intorno al libro dei Sette Savii di Roma Pisa 1865 p 10segg) attribuisce la grande diffusione del libro al male che vi si dice delledonne ma anche la connessione con Roma deve avere avuto in ciograve la suaparte

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E perchegrave di lor fama ancor si spanda

E da Romolo ad Augusto fa vedere al poeta i suoi piugrave illustrifigliuoli

Secondochegrave avvenne un tempo (e in parte avviene ancora) ditutte le cose che fortemente occuparono la memoria e la fantasiadegli uomini Roma ebbe nella leggenda unamplificazione idealedi vita e di gloria Le sue mura secolari le massime sue vicendegli uomini che piugrave con lopre ne illustrarono o ne offuscarono ilnome diedero origine a tutto un mondo di colorite finzioni dellequali ora mi accingo a discorrere Come essendo nel pieno dellapotenza Roma vide affluire tra le sue mura sin dai piugrave remotiangoli della terra le disparatissime genti soggette al suo dominiocosigrave essendo travolta e giacente vide da settentrione e damezzodigrave da oriente e da occidente scendere sopra di lei leimmaginazioni e le favole Essa divenne allora centro diattrazione per un infinito numero di fantasie solute e vaganti lequali come furono entrate per dir cosigrave nella sua orbita non neuscirono piugrave La smania delle riconnessioni di cui piugrave esempii cimostrograve la vita reale si manifesta ugualmente in questo mondo disogni Poter dire di una storia bugiarda qualsiasi che essa egraveromana e narrata nelle istorie romane vale acquistarle favore ecredenza Dalle piugrave remote regioni del mondo verranno le favolea legarsi a Roma Il libro dei Sette Savii giunto dallestremoOriente in Europa acquisteragrave dritto di cittadinanza e universalitagravesenza pari legandosi indissolubilmente al nome di Ottaviano o diDiocleziano71 Nei Gesta Romanorum si romanizzeranno finzionidogni patria e condizione si attribuiranno a imperatori di Romastorie immaginate sulle rive del Gange e i capitoli comincerannospesso con le sacramentali parole Quidam imperator regnavitcome per dare al racconto un nesso sicuro e legittimo I71 Il Comparetti (Intorno al libro dei Sette Savii di Roma Pisa 1865 p 10segg) attribuisce la grande diffusione del libro al male che vi si dice delledonne ma anche la connessione con Roma deve avere avuto in ciograve la suaparte

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monumenti e le rovine di Roma si copriranno di leggende comedi piante parassite

Cosigrave la ragione e il sentimento il sapere e la fede la storia e laleggenda concorrono del pari nella glorificazione della eternacittagrave Quando per ricevere la corona dalloro costume rinnovatodagli antichi Romani Francesco Petrarca pospone Parigi e Napolia Roma il pensiero che lo guida non egrave come a prima giuntapotrebbe parere un pensiero nuovo proprio dellumanista ma egraveanzi un pensiero vecchio familiare a tutto il medio evo e soloritemperato nella nuova coltura

Se non che le voci che nella etagrave di mezzo suonano intorno aRoma non tutte sono di ammirazione e di lode A fianco dellaRoma antica che vive nella memoria degli uomini cegrave la RomaNuova la Roma dei papi che vive nella realtagrave delle cose equanto quella sembra degna di gloria tanto questa a moltisembra degna dinfamia Se alcuni uomini religiosi sisgomenteranno di certi ricordi e imprecheranno ai poeti e aifilosofi pagani molti piugrave sadonteranno delle vergogne ondeRoma papale egrave fatta turpe ricettacolo e malediranno allacorruzione della Chiesa Quello stesso Alessandro Neckam cheabbiam veduto celebrare in versi traboccanti di nobile entusiasmola Roma degli Scipioni e di Cesare cosigrave in alcuni altri versiparla della Roma dei pontefici72

Roma vale papam dominos quoque cardines orbisRomulidasque tuos opto valere vale

Roma vale numquam dicturus sum tibi salveCompressas valles diligo Roma vale

Roma Jovis montes alpes nive semper amictasHannibalisque vias horreo Roma vale

Includi claustro privatam ducere vitamOpto me terret curia Roma vale

Romae puid facerem mentiri nescio librosDiligo sed libras respuo Roma vale

72 L cit v 325-4445

monumenti e le rovine di Roma si copriranno di leggende comedi piante parassite

Cosigrave la ragione e il sentimento il sapere e la fede la storia e laleggenda concorrono del pari nella glorificazione della eternacittagrave Quando per ricevere la corona dalloro costume rinnovatodagli antichi Romani Francesco Petrarca pospone Parigi e Napolia Roma il pensiero che lo guida non egrave come a prima giuntapotrebbe parere un pensiero nuovo proprio dellumanista ma egraveanzi un pensiero vecchio familiare a tutto il medio evo e soloritemperato nella nuova coltura

Se non che le voci che nella etagrave di mezzo suonano intorno aRoma non tutte sono di ammirazione e di lode A fianco dellaRoma antica che vive nella memoria degli uomini cegrave la RomaNuova la Roma dei papi che vive nella realtagrave delle cose equanto quella sembra degna di gloria tanto questa a moltisembra degna dinfamia Se alcuni uomini religiosi sisgomenteranno di certi ricordi e imprecheranno ai poeti e aifilosofi pagani molti piugrave sadonteranno delle vergogne ondeRoma papale egrave fatta turpe ricettacolo e malediranno allacorruzione della Chiesa Quello stesso Alessandro Neckam cheabbiam veduto celebrare in versi traboccanti di nobile entusiasmola Roma degli Scipioni e di Cesare cosigrave in alcuni altri versiparla della Roma dei pontefici72

Roma vale papam dominos quoque cardines orbisRomulidasque tuos opto valere vale

Roma vale numquam dicturus sum tibi salveCompressas valles diligo Roma vale

Roma Jovis montes alpes nive semper amictasHannibalisque vias horreo Roma vale

Includi claustro privatam ducere vitamOpto me terret curia Roma vale

Romae puid facerem mentiri nescio librosDiligo sed libras respuo Roma vale

72 L cit v 325-4445

Numquid adulabor faciem jam ruga senilisExarat invitus servio Roma vale

Mausolea mihi non quaero pyramidasveGlebae contentus gramine Roma vale

Respuo delicias tantas tantosque tumultusCornutas frontes horreo Roma vale

Sed ne nugari videar tociens repetendoRoma vale cesso dicere Roma vale

Chi cosigrave scriveva era un abate agostiniano che forse vide Romaco proprii occhi Un monaco Cluniacense Bernardo di Morlasche fioriva nella prima metagrave del XII secolo prorompe in questepiugrave aspre parole73

Est modo mortua Roma superflua quando resurgetRoma superflui afflua corruit arida plenaClamitat et tacet erigit et jacet et dat egena

E in queste ancora74

Fas mihi dicere fas mihi scribere laquoRoma fuistiraquoObruta moenibus obruta moribus occubuistiUrbs ruis inclita tam modo subdita quam prius altaQuo prius altior tam modo pressior et labefactaFas mihi scribere fas mihi dicere laquoRoma peristiraquoSunt tua moenia vociferantia laquoRoma ruistiraquo75

73 De contemptu mundi in The anglo-latin satirical poets and epigrammatistsof the twelth century edited by Thomas Wright Londra 1872 v II pag 92-374 Ibid p 9775 Trascrivo questi versi come furono pubblicati dalleditore ma senza dubbioessi andrebbero scritti

Fas mihi dicereFas mihi scriberelaquoRoma fuistiraquoEcc

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Numquid adulabor faciem jam ruga senilisExarat invitus servio Roma vale

Mausolea mihi non quaero pyramidasveGlebae contentus gramine Roma vale

Respuo delicias tantas tantosque tumultusCornutas frontes horreo Roma vale

Sed ne nugari videar tociens repetendoRoma vale cesso dicere Roma vale

Chi cosigrave scriveva era un abate agostiniano che forse vide Romaco proprii occhi Un monaco Cluniacense Bernardo di Morlasche fioriva nella prima metagrave del XII secolo prorompe in questepiugrave aspre parole73

Est modo mortua Roma superflua quando resurgetRoma superflui afflua corruit arida plenaClamitat et tacet erigit et jacet et dat egena

E in queste ancora74

Fas mihi dicere fas mihi scribere laquoRoma fuistiraquoObruta moenibus obruta moribus occubuistiUrbs ruis inclita tam modo subdita quam prius altaQuo prius altior tam modo pressior et labefactaFas mihi scribere fas mihi dicere laquoRoma peristiraquoSunt tua moenia vociferantia laquoRoma ruistiraquo75

73 De contemptu mundi in The anglo-latin satirical poets and epigrammatistsof the twelth century edited by Thomas Wright Londra 1872 v II pag 92-374 Ibid p 9775 Trascrivo questi versi come furono pubblicati dalleditore ma senza dubbioessi andrebbero scritti

Fas mihi dicereFas mihi scriberelaquoRoma fuistiraquoEcc

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Negrave men severo si mostra Galfredo Malaterra benedittino (c1098)76

Fons quondam totius laudis nunc es fraudis foveaMoribus es depravata exausta nobilibusPravis studiis inservis nec est pudor frontibusSurge Petre summe pastor finem pone talibus

In un poema latino sopra san Tommaso Becket si legge77

Dudum terras domuit domina terrarumcolla premens plebium tribuum linguarumnunc his colla subjicit spe pecuniarumaeris fit idolatra dux christicolarum

Ciograve che piugrave fieramente si rinfaccia a Roma egrave la voracitagraveinsaziabile

Roma dat omnibus omnia dantibus omnia Romae

sentenzia con incisiva brevitagrave il giagrave citato Bernardo CluniacenseE un Vagante soggiunge

Roma manus rodit si rodere non valet odit 78

76 Historia Sicula l III c 38 ap MURAT Script t V p 58877 DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 89 Il manoscritto dacui il Du Meacuteril trasse questo poema egrave probabilmente del XII secolo Altrepoesie si trovano nello stesso volume a pag 231 e 407 nelle quali Romaaccusata dogni maggior turpitudine egrave apostrofata coi nomi piugrave ingiuriosi78 Questa infamia finisce per involgere tutta Italia nel concetto degli stranieriIn certe sentenze aforistiche riguardanti varii popoli pubblicate dal WRIGHT edallHALLIWEL nelle Reliquiae antiquae Londra 1845 v I p 127 si ricorda larapacitas romanorum mentre in altre che le precedono (p 5) egrave detto

Italici quae non sacra sunt et quae sacra vendunt

Tali sentenze sono tratte da codici del XIII e XIV secolo47

Negrave men severo si mostra Galfredo Malaterra benedittino (c1098)76

Fons quondam totius laudis nunc es fraudis foveaMoribus es depravata exausta nobilibusPravis studiis inservis nec est pudor frontibusSurge Petre summe pastor finem pone talibus

In un poema latino sopra san Tommaso Becket si legge77

Dudum terras domuit domina terrarumcolla premens plebium tribuum linguarumnunc his colla subjicit spe pecuniarumaeris fit idolatra dux christicolarum

Ciograve che piugrave fieramente si rinfaccia a Roma egrave la voracitagraveinsaziabile

Roma dat omnibus omnia dantibus omnia Romae

sentenzia con incisiva brevitagrave il giagrave citato Bernardo CluniacenseE un Vagante soggiunge

Roma manus rodit si rodere non valet odit 78

76 Historia Sicula l III c 38 ap MURAT Script t V p 58877 DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 89 Il manoscritto dacui il Du Meacuteril trasse questo poema egrave probabilmente del XII secolo Altrepoesie si trovano nello stesso volume a pag 231 e 407 nelle quali Romaaccusata dogni maggior turpitudine egrave apostrofata coi nomi piugrave ingiuriosi78 Questa infamia finisce per involgere tutta Italia nel concetto degli stranieriIn certe sentenze aforistiche riguardanti varii popoli pubblicate dal WRIGHT edallHALLIWEL nelle Reliquiae antiquae Londra 1845 v I p 127 si ricorda larapacitas romanorum mentre in altre che le precedono (p 5) egrave detto

Italici quae non sacra sunt et quae sacra vendunt

Tali sentenze sono tratte da codici del XIII e XIV secolo47

Unaltra accusa capitale si egrave quella di menzogna

Quid Romae faciamMentiri nescio

dice con non meno acuta brevitagrave un anonimo79 ed altri ripetono Itrovatori di Provenza non risparmiarono nemmen essi la cittagravedecaduta e corrotta e Guglielmo Figueiras il piugrave popolaresco fratutti compose un terribile serventese

De Roma quesCaps de la dechasensaOn dechai totz bes80

Cessati i clamori del medio evo contro Roma papalecominciano quelli degli umanisti e poi dei protestanti

79 FLACIO ILLIRICO Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ediz 1754 pag 28 Carmina Burana p 6580 BRINCKMEIER Ruumlgelieder der Troubadours gegen Rom und die HierarchieHalle 1846

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Unaltra accusa capitale si egrave quella di menzogna

Quid Romae faciamMentiri nescio

dice con non meno acuta brevitagrave un anonimo79 ed altri ripetono Itrovatori di Provenza non risparmiarono nemmen essi la cittagravedecaduta e corrotta e Guglielmo Figueiras il piugrave popolaresco fratutti compose un terribile serventese

De Roma quesCaps de la dechasensaOn dechai totz bes80

Cessati i clamori del medio evo contro Roma papalecominciano quelli degli umanisti e poi dei protestanti

79 FLACIO ILLIRICO Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ediz 1754 pag 28 Carmina Burana p 6580 BRINCKMEIER Ruumlgelieder der Troubadours gegen Rom und die HierarchieHalle 1846

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CAPITOLO II

Le rovine di Roma e i Mirabilia

La rovina di Roma non si compie in un tratto otto secoli civogliono e lopera devastatrice di trenta generazioni per condurlaal punto in cui il Rinascimento inoltrato larresta Dice IldebertoCenomanense di cui ho riportato i versi qui di sopra che gli deinon valevano a distruggere la fattura degli uomini

I barbari parlando in generale pensarono piugrave a far bottino chea demolire anche glincendii suscitati dalle loro mani non furonocosigrave esiziali ai monumenti come fu poi lopera lenta e sistematicadegli stessi Romani81 Teodorico mostra per le moltissimefabbriche di cui ancora andava superba Roma al suo tempo la piugraveviva sollecitudine vuole che si spendano in loro beneficio idenari provveduti a tal uopo82 e ne domanda conto83 lodaSimmaco pei molti nuovi edifizii da lui costruiti e fa riparare delproprio il teatro di Pompeo84 Certo i successori suoi non

81 In un racconto di un Zaccaria (Metropolita) tradotto di siriaco in latino epubblicato dal MAI Scriptorum veterum nova collectio t X p XIII-XIV sidescrivono le ricchezze e le maraviglie di Roma e si dice tra laltro checerano nella cittagrave ottanta statue di dei tutte doro e sessanta davorio Questoracconto egrave del VI secolo ma sebbene parli di tali statue come tuttaviaesistenti si riferisce evidentemente a tempi anteriori Il Curiosum Urbis e ilDe Regionibus dicono Dei aurei LXXX eburnei LXXIIII (o LXXXIIII)82 CASSIODORO Variarum II 34 ed delle Opere Venezia 172983 Id ibid I 2184 Id ibid IV 51 Cf II 39 III 9 10 30 31 49 Leggasi inoltre ciograve cheCassiodoro dice nel Chronicon laquoDominus Rex Theodoricus Roma cunctorumvotis expetitus advenit et Senatum suum mira affabilitate tractans Romanaeplebi donavit annonas atque admirandis moenibus deputata per annos singulosmaxima pecuniae quantitate subvenit sub cuius felici imperio plurimaerenovantur urbes munitissima castella conduntur consurgunt admirandapalatia magnisque eius operibus antiqua miracula superanturraquo Negrave questasollecitudine si limita a Roma In Ravenna Teodorico fa ricostruire la basilica

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CAPITOLO II

Le rovine di Roma e i Mirabilia

La rovina di Roma non si compie in un tratto otto secoli civogliono e lopera devastatrice di trenta generazioni per condurlaal punto in cui il Rinascimento inoltrato larresta Dice IldebertoCenomanense di cui ho riportato i versi qui di sopra che gli deinon valevano a distruggere la fattura degli uomini

I barbari parlando in generale pensarono piugrave a far bottino chea demolire anche glincendii suscitati dalle loro mani non furonocosigrave esiziali ai monumenti come fu poi lopera lenta e sistematicadegli stessi Romani81 Teodorico mostra per le moltissimefabbriche di cui ancora andava superba Roma al suo tempo la piugraveviva sollecitudine vuole che si spendano in loro beneficio idenari provveduti a tal uopo82 e ne domanda conto83 lodaSimmaco pei molti nuovi edifizii da lui costruiti e fa riparare delproprio il teatro di Pompeo84 Certo i successori suoi non

81 In un racconto di un Zaccaria (Metropolita) tradotto di siriaco in latino epubblicato dal MAI Scriptorum veterum nova collectio t X p XIII-XIV sidescrivono le ricchezze e le maraviglie di Roma e si dice tra laltro checerano nella cittagrave ottanta statue di dei tutte doro e sessanta davorio Questoracconto egrave del VI secolo ma sebbene parli di tali statue come tuttaviaesistenti si riferisce evidentemente a tempi anteriori Il Curiosum Urbis e ilDe Regionibus dicono Dei aurei LXXX eburnei LXXIIII (o LXXXIIII)82 CASSIODORO Variarum II 34 ed delle Opere Venezia 172983 Id ibid I 2184 Id ibid IV 51 Cf II 39 III 9 10 30 31 49 Leggasi inoltre ciograve cheCassiodoro dice nel Chronicon laquoDominus Rex Theodoricus Roma cunctorumvotis expetitus advenit et Senatum suum mira affabilitate tractans Romanaeplebi donavit annonas atque admirandis moenibus deputata per annos singulosmaxima pecuniae quantitate subvenit sub cuius felici imperio plurimaerenovantur urbes munitissima castella conduntur consurgunt admirandapalatia magnisque eius operibus antiqua miracula superanturraquo Negrave questasollecitudine si limita a Roma In Ravenna Teodorico fa ricostruire la basilica

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imitarono sigrave nobile esempio ma se non fecero bene non si puogravedire nemmeno che facessero male ondegrave che ai tempi di CarloMagno i monumenti dellantica Roma tuttochegrave danneggiati eguasti dai terremoti e daglincendii rimangono ancora pressochegravetutti in piedi85 Molto piugrave rapida fu la decadenza morale edeconomica Giagrave ai tempi di papa Vigilio (537-55) nellinternodella cittagrave che non contava piugrave di 50000 abitanti86 erano campiseminati e pascoli per bestiame87 Nel 556 Pelagio I scrive aSapaudo vescovo di Arles perchegrave induca il patrizio Placido amandar denari e vestimenta e nel 557 riscrive perchegrave sienomandate a Roma le vestimenta comperate laquoquiaraquo dicegli laquotantaegestas et nuditas in civitate ista est ut sine dolore et angustiacordis nostri homines quos honesto loco natos idoneosnoveramus non possimus adspicereraquo88

La scarsa popolazione si va man mano raccogliendo nellaregione di campo Marzio abbandonando i colli dove sorgevanoun tempo le case della migliore cittadinanza si stendono umiliorti89 Danno in anno la miseria cresce e crescono con la miserialignoranza e limbarbarimento dei costumi Alcuni versi chepotrebbero risalire al VII secolo ma che sicuramente non sono

di Ercole (Var I 6) essendo stata rubata a Como una statua di bronzo ordinase ne faccia diligente indagine (ibid II 35 36) Le parole con cui comincia laprima delle due epistole dove di ciograve si ragiona sono caratteristiche laquoAcerbumnimis est nostris temporibus Antiquorum facta decrescere qui ornatum urbiumquotidie desideramus augereraquo85 DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma 1879 p 7686 La popolazione di Roma si mantenne a questo livello circa per tutto il medioevo Nel XIV secolo essa non doveva passare i 60000 abitanti PAPENCORDTCola di Rienzo und seine Zeit Amburgo e Gotha 1841 p 14-15 CfGREGOROVIUS Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter v VI p 710-187 PROCOPIO De bello gothico III 26 3688 JAFFEacute Regesta pontificum ad a 556 n 623 557 n 62989 Non so su quali prove si fondi il LANCISI per dire (De adventitiis Romanicoeli qualitatibus parte 2a c IV n 10) che il Campo Marzio si prese adabitare solamente ai tempi di Leone X

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imitarono sigrave nobile esempio ma se non fecero bene non si puogravedire nemmeno che facessero male ondegrave che ai tempi di CarloMagno i monumenti dellantica Roma tuttochegrave danneggiati eguasti dai terremoti e daglincendii rimangono ancora pressochegravetutti in piedi85 Molto piugrave rapida fu la decadenza morale edeconomica Giagrave ai tempi di papa Vigilio (537-55) nellinternodella cittagrave che non contava piugrave di 50000 abitanti86 erano campiseminati e pascoli per bestiame87 Nel 556 Pelagio I scrive aSapaudo vescovo di Arles perchegrave induca il patrizio Placido amandar denari e vestimenta e nel 557 riscrive perchegrave sienomandate a Roma le vestimenta comperate laquoquiaraquo dicegli laquotantaegestas et nuditas in civitate ista est ut sine dolore et angustiacordis nostri homines quos honesto loco natos idoneosnoveramus non possimus adspicereraquo88

La scarsa popolazione si va man mano raccogliendo nellaregione di campo Marzio abbandonando i colli dove sorgevanoun tempo le case della migliore cittadinanza si stendono umiliorti89 Danno in anno la miseria cresce e crescono con la miserialignoranza e limbarbarimento dei costumi Alcuni versi chepotrebbero risalire al VII secolo ma che sicuramente non sono

di Ercole (Var I 6) essendo stata rubata a Como una statua di bronzo ordinase ne faccia diligente indagine (ibid II 35 36) Le parole con cui comincia laprima delle due epistole dove di ciograve si ragiona sono caratteristiche laquoAcerbumnimis est nostris temporibus Antiquorum facta decrescere qui ornatum urbiumquotidie desideramus augereraquo85 DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma 1879 p 7686 La popolazione di Roma si mantenne a questo livello circa per tutto il medioevo Nel XIV secolo essa non doveva passare i 60000 abitanti PAPENCORDTCola di Rienzo und seine Zeit Amburgo e Gotha 1841 p 14-15 CfGREGOROVIUS Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter v VI p 710-187 PROCOPIO De bello gothico III 26 3688 JAFFEacute Regesta pontificum ad a 556 n 623 557 n 62989 Non so su quali prove si fondi il LANCISI per dire (De adventitiis Romanicoeli qualitatibus parte 2a c IV n 10) che il Campo Marzio si prese adabitare solamente ai tempi di Leone X

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posteriori al X deplorano la sciagurata sorte della cittagrave stata untempo signora del mondo90 Essi meritano dessere qui riportati

Nobilibus quondam fueras costructa patronisSubdita nunc servis heu male Roma ruis

Deseruere tui te tanto tempore regesCessit et ad Grecos nomen honosque tuus

Constantinopolis florens nova Roma vocaturMoribus et muris Roma vetusta cadis

Transiit imperium mansitque superbia tecumCultus avariciae te nimium superat

Vulgus ab extremis distractum partibus orbisServorum servi nunc tibi sunt domini

In te nobilium rectorum nemo remansitIngenuique tui rura Pelasga colunt

Truncasti vivos crudeli vulnere sanctosVendere nunc horum mortua membra soles

Iam ni te meritum Petri Paulique foveretTempore iam longo Roma misella fores

La massima decadenza con molta vigoria di linguaggiodescritta in un discorso inspirato da Gerberto e pronunziato daArnulfo nel sinodo di Reims si riscontra verso la fine del secoloX Della profonda notte dignoranza che pesa su Roma durantequei tempi infelici troviamo fatto ricordo e lamento assai spessoNessuno studio nessuna cognizione darti o di lettere sopravvivecolagrave dovera stato il regno della piugrave varia e piugrave fiorente coltura

90 Questi versi non fu primo il Muratori a pubblicarli sebbene cosigravecomunemente si creda Essi trovansi giagrave in calce al t I delle Opere di Beda eddi Basilea p 558 Il Muratori li inserigrave nel t II p 148 delle Antiquitatesitalicae traendoli da un antichissimo codice modenese e facendoli del VII odellVIII secolo Li ripubblicograve il Migne nel t 122 p 1194 della Patrologielatine e poi il Jaffeacute nei Monumenta Bambergensia p 457-8 Che non possanoessere posteriori al X secolo dimostra un codice Bambergense che li contienecome pure il trovarsene citati gli ultimi due in una Invectiva in Romam che egravedi quel secolo appunto Alcuno ne fece autore Ratranno ma senza buonfondamento

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posteriori al X deplorano la sciagurata sorte della cittagrave stata untempo signora del mondo90 Essi meritano dessere qui riportati

Nobilibus quondam fueras costructa patronisSubdita nunc servis heu male Roma ruis

Deseruere tui te tanto tempore regesCessit et ad Grecos nomen honosque tuus

Constantinopolis florens nova Roma vocaturMoribus et muris Roma vetusta cadis

Transiit imperium mansitque superbia tecumCultus avariciae te nimium superat

Vulgus ab extremis distractum partibus orbisServorum servi nunc tibi sunt domini

In te nobilium rectorum nemo remansitIngenuique tui rura Pelasga colunt

Truncasti vivos crudeli vulnere sanctosVendere nunc horum mortua membra soles

Iam ni te meritum Petri Paulique foveretTempore iam longo Roma misella fores

La massima decadenza con molta vigoria di linguaggiodescritta in un discorso inspirato da Gerberto e pronunziato daArnulfo nel sinodo di Reims si riscontra verso la fine del secoloX Della profonda notte dignoranza che pesa su Roma durantequei tempi infelici troviamo fatto ricordo e lamento assai spessoNessuno studio nessuna cognizione darti o di lettere sopravvivecolagrave dovera stato il regno della piugrave varia e piugrave fiorente coltura

90 Questi versi non fu primo il Muratori a pubblicarli sebbene cosigravecomunemente si creda Essi trovansi giagrave in calce al t I delle Opere di Beda eddi Basilea p 558 Il Muratori li inserigrave nel t II p 148 delle Antiquitatesitalicae traendoli da un antichissimo codice modenese e facendoli del VII odellVIII secolo Li ripubblicograve il Migne nel t 122 p 1194 della Patrologielatine e poi il Jaffeacute nei Monumenta Bambergensia p 457-8 Che non possanoessere posteriori al X secolo dimostra un codice Bambergense che li contienecome pure il trovarsene citati gli ultimi due in una Invectiva in Romam che egravedi quel secolo appunto Alcuno ne fece autore Ratranno ma senza buonfondamento

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Roma egrave la piugrave barbara fra le cittagrave dellEuropa Giagrave sin dai tempi diGregorio Magno non vi si trovavano piugrave libri Cadente il secoloVII Agatone papa confessava che i legati da lui mandati alConcilio ecumenico di Costantinopoli erano uomini digiuni diogni dottrina91 Nel 992 il giagrave ricordato sinodo di Reimsrimproverava ai Romani di non avere nella loro cittagrave quasinessuno che possedesse qualche coltura92

In pari tempo nelle grandi aree spopolate invase da unaselvaggia vegetazione o coperte dacque stagnanti laria si venivainfettando di mortifere esalazioni e tratto tratto contagi terribili sidiffondevano a diradare vie piugrave la giagrave scarsa popolazione Fra leingenti macerie che ingombravano il suolo sulle rive melmosedel Tevere pullulavano i rospi e le serpi93 Nel Foro sede

91 V GIESEBRECHT De litterarum studiis apud Italos ecc p 592 Id ibid93 Guntero descrivendo nel Ligurinus la triste condizione di Roma durante lacanicola quando le pestilenziali esalazioni del suolo ammorbano laria dice

Adde quod antiquis horrens inculta ruinisParte sui maiore vacat generisque nocentisPlurima monstriferis animantia Roma cavernisOcculit hic virides colubri nigrique bufonesHic sua pennati posuerunt lustra dracones

Il poema di Ligurinus tenuto apocrifo sino a questi ultimi tempi fu dimostratoautentico dal PANNENBORG Forschungen zur deutschen Geschichte t XI p163-300 e da GASTON PARIS Dissertation critique sur le poegraveme latin deLigurinus attribueacute agrave Gunther Comptes Rendus de lAcadeacutemie des Inscriptionset Belles-Lettres gennajo e dicembre 1871 (pubblicata anche a parte nel 1872)Il poema fu composto nel 1186 o 1187 V anche WATTENBACH DeutschlandsGeschichtsquellen 4a ed vol I p 218-22 Si puograve trarre a riscontro dei versitestegrave citati ciograve che narra Gregorio di Tours (Historia Francorum l X inprincipio) di una piena del Tevere che nellanno 590 trascinograve con segravegrandissima moltitudine di serpenti e un drago enorme i cui corpicorrompendosi poi sulla riva del mare generarono una micidialissima peste Iserpenti dovevano ancora infestare la campagna intorno Roma in pieno secoloXVI giacchegrave lAriosto dice nellEpithalamion

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Roma egrave la piugrave barbara fra le cittagrave dellEuropa Giagrave sin dai tempi diGregorio Magno non vi si trovavano piugrave libri Cadente il secoloVII Agatone papa confessava che i legati da lui mandati alConcilio ecumenico di Costantinopoli erano uomini digiuni diogni dottrina91 Nel 992 il giagrave ricordato sinodo di Reimsrimproverava ai Romani di non avere nella loro cittagrave quasinessuno che possedesse qualche coltura92

In pari tempo nelle grandi aree spopolate invase da unaselvaggia vegetazione o coperte dacque stagnanti laria si venivainfettando di mortifere esalazioni e tratto tratto contagi terribili sidiffondevano a diradare vie piugrave la giagrave scarsa popolazione Fra leingenti macerie che ingombravano il suolo sulle rive melmosedel Tevere pullulavano i rospi e le serpi93 Nel Foro sede

91 V GIESEBRECHT De litterarum studiis apud Italos ecc p 592 Id ibid93 Guntero descrivendo nel Ligurinus la triste condizione di Roma durante lacanicola quando le pestilenziali esalazioni del suolo ammorbano laria dice

Adde quod antiquis horrens inculta ruinisParte sui maiore vacat generisque nocentisPlurima monstriferis animantia Roma cavernisOcculit hic virides colubri nigrique bufonesHic sua pennati posuerunt lustra dracones

Il poema di Ligurinus tenuto apocrifo sino a questi ultimi tempi fu dimostratoautentico dal PANNENBORG Forschungen zur deutschen Geschichte t XI p163-300 e da GASTON PARIS Dissertation critique sur le poegraveme latin deLigurinus attribueacute agrave Gunther Comptes Rendus de lAcadeacutemie des Inscriptionset Belles-Lettres gennajo e dicembre 1871 (pubblicata anche a parte nel 1872)Il poema fu composto nel 1186 o 1187 V anche WATTENBACH DeutschlandsGeschichtsquellen 4a ed vol I p 218-22 Si puograve trarre a riscontro dei versitestegrave citati ciograve che narra Gregorio di Tours (Historia Francorum l X inprincipio) di una piena del Tevere che nellanno 590 trascinograve con segravegrandissima moltitudine di serpenti e un drago enorme i cui corpicorrompendosi poi sulla riva del mare generarono una micidialissima peste Iserpenti dovevano ancora infestare la campagna intorno Roma in pieno secoloXVI giacchegrave lAriosto dice nellEpithalamion

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principale un tempo della maestagrave di Roma sulle rovinesopravanzate aglincendii di Genserico e dAlarico e sepolteoramai sotto ai rottami e alla terra pascolavano i bufali come aitempi favolosi dEvandro94 La distruzione dei monumenti sicompie a poco a poco Templi terme e teatri diventano caveinesauribili di materiale da costruzione dei marmi si fa calcinaPisa Napoli altre cittagrave dItalia Aquisgrana e Costantinopoli si

Flexipedes surgunt ederae fructicesque maligniEt turpes praebent latebras serpentibus atris

Curiosa e degna dessere riportata egrave la ragione che della insalubritagrave di Roma edelle cittagrave di maremma e di marittima reca GIOVANNI VILLANI nelle IstorieFiorentine l I c 50 laquoEt la cagione perchegrave hoggi sono disabitate quelle terredella marina et inferme et etiandio Roma egrave peggiorata dicono i grandi maestridastrologia che ciograve egrave per lo moto della VIII sphera del Cielo che in ogni Canni si muta uno grado verso il polo di Settentrione et cosigrave faragrave LXXV gradiin 7500 anni et poi torneragrave adrieto per simile modo se fia piacere dIddio chel mondo duri tanto et per la detta mutatione del Cielo egrave mutata la qualitagrave dellaterra et dellaria et lagrave dove prima era habitata et sana si egrave hoggi dishabitata etinferma et e conversoraquo Il fenomeno a cui allude Giovanni Villani egrave quellodella precessione degli equinozii94 Fabio Pittore ricorda i pascoli a piegrave del Clivo Capitolino e Porcio Catonedice nelle Origini laquoRoma principio sui pascua bobus eratraquo Virgilio narrandola visita dei Trojani alla cittagrave di Evandro dice (Aeneid VIII 360-1)

passimque armenta videbantRomanoque foro et lautis mugire Carinis

Il Mascheroni andograve piugrave in lagrave dicendo nellInvito a Lesbia

Che qui giagrave forse italici elefantiPascea la piaggia e Roma ancor non era

Il Poggio ricordando in pieno Rinascimento nel libro I De varietate fortunaegli antichi onori del Colle Capitolino dice che Antonio Losco favellando ungiorno con lui mutograve il verso virgiliano (Aeneid VIII 347)

Aurea nunc olim silvestribus horrida dumis

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principale un tempo della maestagrave di Roma sulle rovinesopravanzate aglincendii di Genserico e dAlarico e sepolteoramai sotto ai rottami e alla terra pascolavano i bufali come aitempi favolosi dEvandro94 La distruzione dei monumenti sicompie a poco a poco Templi terme e teatri diventano caveinesauribili di materiale da costruzione dei marmi si fa calcinaPisa Napoli altre cittagrave dItalia Aquisgrana e Costantinopoli si

Flexipedes surgunt ederae fructicesque maligniEt turpes praebent latebras serpentibus atris

Curiosa e degna dessere riportata egrave la ragione che della insalubritagrave di Roma edelle cittagrave di maremma e di marittima reca GIOVANNI VILLANI nelle IstorieFiorentine l I c 50 laquoEt la cagione perchegrave hoggi sono disabitate quelle terredella marina et inferme et etiandio Roma egrave peggiorata dicono i grandi maestridastrologia che ciograve egrave per lo moto della VIII sphera del Cielo che in ogni Canni si muta uno grado verso il polo di Settentrione et cosigrave faragrave LXXV gradiin 7500 anni et poi torneragrave adrieto per simile modo se fia piacere dIddio chel mondo duri tanto et per la detta mutatione del Cielo egrave mutata la qualitagrave dellaterra et dellaria et lagrave dove prima era habitata et sana si egrave hoggi dishabitata etinferma et e conversoraquo Il fenomeno a cui allude Giovanni Villani egrave quellodella precessione degli equinozii94 Fabio Pittore ricorda i pascoli a piegrave del Clivo Capitolino e Porcio Catonedice nelle Origini laquoRoma principio sui pascua bobus eratraquo Virgilio narrandola visita dei Trojani alla cittagrave di Evandro dice (Aeneid VIII 360-1)

passimque armenta videbantRomanoque foro et lautis mugire Carinis

Il Mascheroni andograve piugrave in lagrave dicendo nellInvito a Lesbia

Che qui giagrave forse italici elefantiPascea la piaggia e Roma ancor non era

Il Poggio ricordando in pieno Rinascimento nel libro I De varietate fortunaegli antichi onori del Colle Capitolino dice che Antonio Losco favellando ungiorno con lui mutograve il verso virgiliano (Aeneid VIII 347)

Aurea nunc olim silvestribus horrida dumis

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arricchiscono delle spoglie tolte a Roma Allopera distruttricecotidiana si aggiungono le devastazioni subitanee e generali Nel1084 i Normanni venuti con Roberto Guiscardo in ajuto diGregorio VII incendiano buona parte della cittagrave e forse vi fannopiugrave gran guasto che non avessero fatto nelle ripetute incursioni ibarbari del V e del VI secolo Ciograve nullameno corrente il XIImolti monumenti sussistono ancora che poi sono distrutti piugravetardi95 Restituito nel 1143 il Senato una certa tutela si stese sopradi essi96 ma ebbe certo a far poco frutto e a durar poco giacchegrave ilPetrarca nella Epistola hortatoria rimpiange e biasima con acerbeparole la distruzione che liberamente si proseguiva a suoi tempiQualche monumento scampograve in grazia di condizioni speciali Ifrati di San Silvestro in Capite proprietarii della colonnaAntonina custodivano gelosamente il loro diritto e minacciavanoanatema a chiunque si attentasse di menomarlo97

Gli avanzi sparsi qua e lagrave ingombrati in parte di nuovecostruzioni cresciute loro addosso o ai fianchi o profanati comeancora oggidigrave il teatro di Marcello dallesercizio di sordide artimeccaniche non serbavano piugrave traccia dello splendore di untempo ma erano pur sempre

Lantiche mura chancor teme ed amaE trema il mondo quando si ricorda

in questaltro

Aurea quondam nunc squalida spinetis vepribusque referta 95 Circa la condizione di Roma nel X secolo vedi GREGOROVIUS Geschichte derStadt Rom im Mittelalter vol III l VI c 7 e circa la condizione sua ai tempidi Dante lo stesso Gregorovius vol V p 640-58 e ALFREDO DI REUMONT Romin Dantes Zeit Jahrbuch der deutschen Dante-Gesellschaft vol III p 369-422 Sulla distruzione dei monumenti in Roma a cominciare dal V secolo vJORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum vol I parte 1a (Berlino1878) p 60-896 GREGOROVIUS Op cit vol IV p 640-197 Id ibid p 642

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arricchiscono delle spoglie tolte a Roma Allopera distruttricecotidiana si aggiungono le devastazioni subitanee e generali Nel1084 i Normanni venuti con Roberto Guiscardo in ajuto diGregorio VII incendiano buona parte della cittagrave e forse vi fannopiugrave gran guasto che non avessero fatto nelle ripetute incursioni ibarbari del V e del VI secolo Ciograve nullameno corrente il XIImolti monumenti sussistono ancora che poi sono distrutti piugravetardi95 Restituito nel 1143 il Senato una certa tutela si stese sopradi essi96 ma ebbe certo a far poco frutto e a durar poco giacchegrave ilPetrarca nella Epistola hortatoria rimpiange e biasima con acerbeparole la distruzione che liberamente si proseguiva a suoi tempiQualche monumento scampograve in grazia di condizioni speciali Ifrati di San Silvestro in Capite proprietarii della colonnaAntonina custodivano gelosamente il loro diritto e minacciavanoanatema a chiunque si attentasse di menomarlo97

Gli avanzi sparsi qua e lagrave ingombrati in parte di nuovecostruzioni cresciute loro addosso o ai fianchi o profanati comeancora oggidigrave il teatro di Marcello dallesercizio di sordide artimeccaniche non serbavano piugrave traccia dello splendore di untempo ma erano pur sempre

Lantiche mura chancor teme ed amaE trema il mondo quando si ricorda

in questaltro

Aurea quondam nunc squalida spinetis vepribusque referta 95 Circa la condizione di Roma nel X secolo vedi GREGOROVIUS Geschichte derStadt Rom im Mittelalter vol III l VI c 7 e circa la condizione sua ai tempidi Dante lo stesso Gregorovius vol V p 640-58 e ALFREDO DI REUMONT Romin Dantes Zeit Jahrbuch der deutschen Dante-Gesellschaft vol III p 369-422 Sulla distruzione dei monumenti in Roma a cominciare dal V secolo vJORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum vol I parte 1a (Berlino1878) p 60-896 GREGOROVIUS Op cit vol IV p 640-197 Id ibid p 642

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Del tempo andato e ndietro si rivolve98

Tali quali erano queste mura commovevano col tristo e solenneaspetto gli animi dei riguardanti e li levavano allacontemplazione delle glorie passate La presente rovina lasciavaindovinare lantica maestagrave laquoVere maior fuit Roma maioresquesunt reliquiae quam rebarraquo scrive da Roma a Giovanni Colonnail Petrarca99 Di Cola di Rienzo dice lanonimo narratore della suavita100 laquoTutta la die se speculava neglintagli de marmo li qualiiaccio intorno Roma Non era aiti che esso che sapesse lejere liantichi Pataffii Tutte scritture antiche vulgarizzava quesse fiurede marmo justamente interpretava Oh como spesso diceva Dovesuoco quelli buoni Romani dove ene loro summa justitiapoteramme trovare in tiempo che quessi fiurianoraquo AmbrogioCamaldulense scrive in una delle sue epistole101 laquoUrbem certedum peragro stupore detinear intuens partim ruinarum molesincredibiles ferme partim projectas pretiosi marmoris crustasNusquam enim transire datur quin occurrat oculis vel sculpturaantiquae artis aut parieti vice lapidis vilis ac singularis injectaaut humi jacens Columnarum item fragmenta fere perpetuapartim marmorea partim porphyretica humi constrata intueri licetIta dum antiqua illa atque inclyta Roma venit in mentem ingensdatur mortalis imbecillitatis et inconstantiae documentumraquo

Nel 1433 Ciriaco dAncona conduceva in giro per Romalimperatore Sigismondo e vivamente si doleva con lui delladistruzione degli antichi monumenti laquoNon equidem parumputabam Opt Aug Caesarei Principis animum lacessere quodqui nunc vitam agunt Romana inter moenia homines marmoreaingentia atque ornatissima undique per Urbem aedificia statuasinsignes et columnas tantis olim sumtibus tanta majestatetantaque fabrum et architectorum arte conspicuas ita ignave98 PETRARCA Canzone a Stefano Colonna99 Epist de reb famil II 14 ed del Fracassetti100 MURATORI Antiq ital t III col 399101 L X 30 ap MARTENE et DURAND Amplissima collectio t III col 341

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Del tempo andato e ndietro si rivolve98

Tali quali erano queste mura commovevano col tristo e solenneaspetto gli animi dei riguardanti e li levavano allacontemplazione delle glorie passate La presente rovina lasciavaindovinare lantica maestagrave laquoVere maior fuit Roma maioresquesunt reliquiae quam rebarraquo scrive da Roma a Giovanni Colonnail Petrarca99 Di Cola di Rienzo dice lanonimo narratore della suavita100 laquoTutta la die se speculava neglintagli de marmo li qualiiaccio intorno Roma Non era aiti che esso che sapesse lejere liantichi Pataffii Tutte scritture antiche vulgarizzava quesse fiurede marmo justamente interpretava Oh como spesso diceva Dovesuoco quelli buoni Romani dove ene loro summa justitiapoteramme trovare in tiempo che quessi fiurianoraquo AmbrogioCamaldulense scrive in una delle sue epistole101 laquoUrbem certedum peragro stupore detinear intuens partim ruinarum molesincredibiles ferme partim projectas pretiosi marmoris crustasNusquam enim transire datur quin occurrat oculis vel sculpturaantiquae artis aut parieti vice lapidis vilis ac singularis injectaaut humi jacens Columnarum item fragmenta fere perpetuapartim marmorea partim porphyretica humi constrata intueri licetIta dum antiqua illa atque inclyta Roma venit in mentem ingensdatur mortalis imbecillitatis et inconstantiae documentumraquo

Nel 1433 Ciriaco dAncona conduceva in giro per Romalimperatore Sigismondo e vivamente si doleva con lui delladistruzione degli antichi monumenti laquoNon equidem parumputabam Opt Aug Caesarei Principis animum lacessere quodqui nunc vitam agunt Romana inter moenia homines marmoreaingentia atque ornatissima undique per Urbem aedificia statuasinsignes et columnas tantis olim sumtibus tanta majestatetantaque fabrum et architectorum arte conspicuas ita ignave98 PETRARCA Canzone a Stefano Colonna99 Epist de reb famil II 14 ed del Fracassetti100 MURATORI Antiq ital t III col 399101 L X 30 ap MARTENE et DURAND Amplissima collectio t III col 341

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turpiter et obscoene in dies ad albam tenuemque convertuntcinerem ut eorum nulla brevi tempore speciem vestigiumqueposteris apparebit Proh scelus Et o vos inclytae Romuleae gentismanes

Aspicite haec meritumque malis advertite numenraquo 102

Poggio Bracciolini nel l I del suo trattato De varietate Fortunaededicato a papa Niccolograve V (1447-55) deplora con pari vivezza disentimento ma con parola piugrave elegante e inspirata lingenteirreparabile ruina103

Enea Silvio Piccolomini che poi fu papa sotto il nome di PioII compose sopra lo stesso doloroso argomento i seguenti versi

Oblectat me Roma tuas spectare ruinasEx cuius lapsu gloria prisca patet

Sed tuus hic populus muris defossa vetustisCalcis in obsequium marmora dura coquit

Impia ter centum si sic gens egerit annosNullum hic inditium nobilitatis erit

E Giano Vitale questi altri

Aspice murorum moles praeruptaque saxaObrutaque horrenti vasta theatra situ

Haec sunt Roma Viden velut ipsa cadavera tantaeUrbis adhuc spirent imperiosa minas

Sentimenti simili a questi si trovano espressi da LazzaroBonamici da Fulvio Cardulo da Cristoforo Landino daFrancesco Quinziano e da cento altri poeti del Rinascimento104102 Itinerarium edito dal Mehus Firenze 1742 pag 21-2103 De varietate fortunae libri quatuor Parigi 1723104 Cf BURCKHARDT Die Cultur der Renaissance in Italien 3a ed Lipsia 1877-8 vol I parte 3a c 2 p 224-33) e VOIGT Die Wiederbelebung des classischen

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turpiter et obscoene in dies ad albam tenuemque convertuntcinerem ut eorum nulla brevi tempore speciem vestigiumqueposteris apparebit Proh scelus Et o vos inclytae Romuleae gentismanes

Aspicite haec meritumque malis advertite numenraquo 102

Poggio Bracciolini nel l I del suo trattato De varietate Fortunaededicato a papa Niccolograve V (1447-55) deplora con pari vivezza disentimento ma con parola piugrave elegante e inspirata lingenteirreparabile ruina103

Enea Silvio Piccolomini che poi fu papa sotto il nome di PioII compose sopra lo stesso doloroso argomento i seguenti versi

Oblectat me Roma tuas spectare ruinasEx cuius lapsu gloria prisca patet

Sed tuus hic populus muris defossa vetustisCalcis in obsequium marmora dura coquit

Impia ter centum si sic gens egerit annosNullum hic inditium nobilitatis erit

E Giano Vitale questi altri

Aspice murorum moles praeruptaque saxaObrutaque horrenti vasta theatra situ

Haec sunt Roma Viden velut ipsa cadavera tantaeUrbis adhuc spirent imperiosa minas

Sentimenti simili a questi si trovano espressi da LazzaroBonamici da Fulvio Cardulo da Cristoforo Landino daFrancesco Quinziano e da cento altri poeti del Rinascimento104102 Itinerarium edito dal Mehus Firenze 1742 pag 21-2103 De varietate fortunae libri quatuor Parigi 1723104 Cf BURCKHARDT Die Cultur der Renaissance in Italien 3a ed Lipsia 1877-8 vol I parte 3a c 2 p 224-33) e VOIGT Die Wiederbelebung des classischen

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Il popolo di Roma pure aspirando a modo suo al ritornodellantico stato poco si curava dei monumenti e delle memorieche andavano a quelli congiunte In unaltra epistola a GiovanniColonna il Petrarca105 dopo aver ricordato molti luoghi e moltemaraviglie di Roma si duole che in Roma piugrave che inqualsivoglia altro luogo fosse ignorata la storia romana laquoQuienim hodie magis ignari rerum Romanarum sunt quam Romani

Alterthums 2a ed Berlino 1880-1 vol I p 268 segg Gianantonio Campanoil poeta di Pio II descrive molto al vivo in una epistola a Matteo Ubaldo lostato miserando delle rovine di Roma Non saragrave fuor di proposito riportarla quiper intero sebbene un po lunga laquoCampanus Matteo Ubaldo suo salutem -Magna me libido incesserat videndi Romam cum propter rerum antiquarummagnitudinem quam adhuc extare cogitabam qualem plurimi rerum scriptoresposteritatis memoriae mandaverunt tum ut summum Pontificem quem anteanumquam conspexeram adorandi et mea expiandi gratia convenirem Sed outinam numquam accessissem Omnia etenim longe aliter evenere quamfueram opinatus Primum magnitudinem vidi nullam Urbs magna sui partediruta multisque in locis funditus deleta vim mihi lachrimarum excussitQuadrati enim lapides antiquis litteris incisi jacentes ubique conculcanturEdificiorum reliquiae paucissimae et quas vetustas ex omni parte exedere nonpotuit Columnae passim occurrunt eximiae magnitudinis longe latequedisjectae quaedam pro aliquo impetu confractae vel consumptae vetustateGens ipsa barbaris multo quam Romanis similior aspectu foeda sermonevaria disciplinis inperita cultu agrestis rusticaque videtur Nec mirum quae exomni parte orbis terrarum in eum locum tamquam in vivarium servileconfluxerit Nam si ad cives respicias paucissimi sunt qui specimen illudpriscae nobilitatis retineant Nam gloriam et splendorem militaremmagnitudinem imperii severitatem morum integritatem vitae tamquam veteraet aliena despicientes in luxum mollitiem egestatem insolentiam atque ineffractam libidinem proruperunt Dignitas omnis in sacerdotibus quos autclaritudo generis in eum gradum aut virtus eximia provexit Hi sunt quiRomam esse faciunt qualem non Romuli fortitudo sed Numae Pompiliisanctitas fecisse fertur Sed nec omnes sacerdotes esse possunt Exterosservorum turbam judicandam putes quorum alios coquos alios fartores alioslenones alios scurras nebulonesque censeas Hi sunt qui arcem obtinentcapitolinam Hi Catulorum Scipionum Caesarum domos habitantesclarissimas illorum statuas atque imagines pedore vinolentia fumo culina etomni denique spurca coenosa foeditate deturpant obscurant delent Quisanimo tam duro tam ferrea mente ut illa clarissima gesta recensens summos

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Il popolo di Roma pure aspirando a modo suo al ritornodellantico stato poco si curava dei monumenti e delle memorieche andavano a quelli congiunte In unaltra epistola a GiovanniColonna il Petrarca105 dopo aver ricordato molti luoghi e moltemaraviglie di Roma si duole che in Roma piugrave che inqualsivoglia altro luogo fosse ignorata la storia romana laquoQuienim hodie magis ignari rerum Romanarum sunt quam Romani

Alterthums 2a ed Berlino 1880-1 vol I p 268 segg Gianantonio Campanoil poeta di Pio II descrive molto al vivo in una epistola a Matteo Ubaldo lostato miserando delle rovine di Roma Non saragrave fuor di proposito riportarla quiper intero sebbene un po lunga laquoCampanus Matteo Ubaldo suo salutem -Magna me libido incesserat videndi Romam cum propter rerum antiquarummagnitudinem quam adhuc extare cogitabam qualem plurimi rerum scriptoresposteritatis memoriae mandaverunt tum ut summum Pontificem quem anteanumquam conspexeram adorandi et mea expiandi gratia convenirem Sed outinam numquam accessissem Omnia etenim longe aliter evenere quamfueram opinatus Primum magnitudinem vidi nullam Urbs magna sui partediruta multisque in locis funditus deleta vim mihi lachrimarum excussitQuadrati enim lapides antiquis litteris incisi jacentes ubique conculcanturEdificiorum reliquiae paucissimae et quas vetustas ex omni parte exedere nonpotuit Columnae passim occurrunt eximiae magnitudinis longe latequedisjectae quaedam pro aliquo impetu confractae vel consumptae vetustateGens ipsa barbaris multo quam Romanis similior aspectu foeda sermonevaria disciplinis inperita cultu agrestis rusticaque videtur Nec mirum quae exomni parte orbis terrarum in eum locum tamquam in vivarium servileconfluxerit Nam si ad cives respicias paucissimi sunt qui specimen illudpriscae nobilitatis retineant Nam gloriam et splendorem militaremmagnitudinem imperii severitatem morum integritatem vitae tamquam veteraet aliena despicientes in luxum mollitiem egestatem insolentiam atque ineffractam libidinem proruperunt Dignitas omnis in sacerdotibus quos autclaritudo generis in eum gradum aut virtus eximia provexit Hi sunt quiRomam esse faciunt qualem non Romuli fortitudo sed Numae Pompiliisanctitas fecisse fertur Sed nec omnes sacerdotes esse possunt Exterosservorum turbam judicandam putes quorum alios coquos alios fartores alioslenones alios scurras nebulonesque censeas Hi sunt qui arcem obtinentcapitolinam Hi Catulorum Scipionum Caesarum domos habitantesclarissimas illorum statuas atque imagines pedore vinolentia fumo culina etomni denique spurca coenosa foeditate deturpant obscurant delent Quisanimo tam duro tam ferrea mente ut illa clarissima gesta recensens summos

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cives Invitus dico Nusquam minus Roma cognoscitur quamRomaeraquo Certo non si puograve credere che in Roma stessa non fosserosorte e probabilmente sino dai primi secoli del medio evointorno alle rovine piugrave cospicue alcune leggende intese a darragione sia della origine sia delluso speciale dei monumentionde quelle erano avanzo ma tuttavia egrave da credere che la maggiorparte delle immaginazioni raccolte nei Mirabilia e nella Graphiasi debbano ai pellegrini che in gran numero da tutte le provincedellorbe cattolico traevano a Roma vuoi per visitarvi i santuarii efruire delle munifiche indulgenze vuoi per farvi acquisto direliquie di cui Roma erasi fatta in certo modo il generale mercatodel mondo Costoro dovevano di certo rimanere piugraveprofondamente impressionati alla vista delle rovine che non glistessi Romani i quali le avevano del continuo sottocchio etornati alle case loro narravano comegrave inclinazione naturale di chi

atque repetens honores a populo a Senatu ab exercito decretos maximasatque amplissimas cogitans dignitates non eorum miseram vitam et fortunaeimbecillitatem damnare accusareque cogantur cum videant in tantamspurcitiem tantum squalorem et foeditatem clarissimas eorum imaginesobduxisse domos illustrissimorum hominum ducum imperatorum a sicariiscoquis lenonibus possideri titulos earum aut fumo culinarum obscuratos etfoedissimarum rerum pedore funditus esse delelos aut partim contemptudeletos partim negligentia et vetustate consumptosraquo Sebbene la distruzionedegli antichi monumenti fosse cotidiana e continua pur tuttavia sembra esterastata opinione di taluno che Roma non potesse essere interamente disfatta perle mani degli uomini Nelle note marginali che accompagnano la tavolaicnografica del Cod Vaticano 1960 (XIII sec) pubblicata prima assaiimperfettamente dallHOEFLER (Die teutschen Paumlpste vol I) poi dal DE ROSSI

(Piante icnografiche ecc tav I) ai leggono secondo la trascrizione dellostesso De Rossi le seguenti parole laquoRoma suos cineres vidit sub duce Brenoincendium suum oruit sub Alarico et minore filio Galaonis regis BritanieSuccessivos atque cotidianos ruinarum destructus deplorat et more senisdecrepiti vix potest alieno baculo sustentari nil habens honorabilis vetustatispraeter antiquatam lapidum congeriem et vestigia ruinosa Ex gestis beatiBenedicti antistiti Canusie dum Roma per Totilam destrue(re)tur ait Roma agentibus non exterminabitur sed tempestatibus coruscis et turbinibus acterremotu fatigata marcescet in semetipsaraquo105 Epist de reb famil l VI 2

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cives Invitus dico Nusquam minus Roma cognoscitur quamRomaeraquo Certo non si puograve credere che in Roma stessa non fosserosorte e probabilmente sino dai primi secoli del medio evointorno alle rovine piugrave cospicue alcune leggende intese a darragione sia della origine sia delluso speciale dei monumentionde quelle erano avanzo ma tuttavia egrave da credere che la maggiorparte delle immaginazioni raccolte nei Mirabilia e nella Graphiasi debbano ai pellegrini che in gran numero da tutte le provincedellorbe cattolico traevano a Roma vuoi per visitarvi i santuarii efruire delle munifiche indulgenze vuoi per farvi acquisto direliquie di cui Roma erasi fatta in certo modo il generale mercatodel mondo Costoro dovevano di certo rimanere piugraveprofondamente impressionati alla vista delle rovine che non glistessi Romani i quali le avevano del continuo sottocchio etornati alle case loro narravano comegrave inclinazione naturale di chi

atque repetens honores a populo a Senatu ab exercito decretos maximasatque amplissimas cogitans dignitates non eorum miseram vitam et fortunaeimbecillitatem damnare accusareque cogantur cum videant in tantamspurcitiem tantum squalorem et foeditatem clarissimas eorum imaginesobduxisse domos illustrissimorum hominum ducum imperatorum a sicariiscoquis lenonibus possideri titulos earum aut fumo culinarum obscuratos etfoedissimarum rerum pedore funditus esse delelos aut partim contemptudeletos partim negligentia et vetustate consumptosraquo Sebbene la distruzionedegli antichi monumenti fosse cotidiana e continua pur tuttavia sembra esterastata opinione di taluno che Roma non potesse essere interamente disfatta perle mani degli uomini Nelle note marginali che accompagnano la tavolaicnografica del Cod Vaticano 1960 (XIII sec) pubblicata prima assaiimperfettamente dallHOEFLER (Die teutschen Paumlpste vol I) poi dal DE ROSSI

(Piante icnografiche ecc tav I) ai leggono secondo la trascrizione dellostesso De Rossi le seguenti parole laquoRoma suos cineres vidit sub duce Brenoincendium suum oruit sub Alarico et minore filio Galaonis regis BritanieSuccessivos atque cotidianos ruinarum destructus deplorat et more senisdecrepiti vix potest alieno baculo sustentari nil habens honorabilis vetustatispraeter antiquatam lapidum congeriem et vestigia ruinosa Ex gestis beatiBenedicti antistiti Canusie dum Roma per Totilam destrue(re)tur ait Roma agentibus non exterminabitur sed tempestatibus coruscis et turbinibus acterremotu fatigata marcescet in semetipsaraquo105 Epist de reb famil l VI 2

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vien di lontano piugrave meraviglie assai che non avessero veduto epiugrave favole che non avessero udito106 Dal VII secolo in giugrave ipellegrinaggi si fanno sempre piugrave numerosi nonostante i moltidisagi e pericoli del viaggio Per chi teneva la via di terra ceranole Alpi da traversare per chi quella del mare i pirati barbareschida deludere o da combattere Per venire da Parigi ai liminaApostolorum ci voleva in media una cinquantina di giorni espesso giunti in vista della sospirata cittagrave i poveri fedeli eranoderubati e trucidati dai malfattori che infestavano la campagna107Ma non per questo veniva meno lo zelo Bandito nel 1300 dapapa Bonifacio VIII il Giubileo accorsero in Roma due milionidi pellegrini108

Quando si scopriva loro dinnanzi la cittagrave eterna i pellegriniintonavano un canto la cui prima strofa sonava cosigrave

O Roma nobilis orbis et dominaCunctarum urbium excellentissimaRosso martyrum sanguine rubeaAlbis et virginum liliis candidaSalutem dicimus tibi per omniaTe benedicimus salve per saecula109

Entrati in cittagrave e dato principio alle pratiche di devozione sitrovavano tosto in presenza delle ruine le quali servivano a106 Cf COMPARETTI Virgilio nel medio evo Livorno 1872 vol II p 66-7107 Parecchi Itinerarii Romani ci sono rimasti del medio evo Negli AnnalesStadenses (ap PERTZ Scriptores t XXVI p 335-8) uno ce nha che muovedalla cittagrave di Stadio (Stade nel ducato di Brema) Vi si dice tra laltro che iltempo migliore per andare a Roma era laquocirca medium Augustum quia tunc pertemperatus est viae siccae sunt aque non abundant dies longi satis adambulandumraquo108 RAYNALD Annales ecclesiastici ad a 1300 Cf DANTE Inferno c XVIII v28-33 Si fu in quella occasione che Giovanni Villani considerando cheFirenze laquoera nel suo montare e a seguire grandi cose disposta siccome Romanel suo calareraquo concepigrave il pensiero di scrivere la Cronaca (Ist Fior l VIII c36)109 DANIEL Thesaurus hymnologicus vol IV p 96

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vien di lontano piugrave meraviglie assai che non avessero veduto epiugrave favole che non avessero udito106 Dal VII secolo in giugrave ipellegrinaggi si fanno sempre piugrave numerosi nonostante i moltidisagi e pericoli del viaggio Per chi teneva la via di terra ceranole Alpi da traversare per chi quella del mare i pirati barbareschida deludere o da combattere Per venire da Parigi ai liminaApostolorum ci voleva in media una cinquantina di giorni espesso giunti in vista della sospirata cittagrave i poveri fedeli eranoderubati e trucidati dai malfattori che infestavano la campagna107Ma non per questo veniva meno lo zelo Bandito nel 1300 dapapa Bonifacio VIII il Giubileo accorsero in Roma due milionidi pellegrini108

Quando si scopriva loro dinnanzi la cittagrave eterna i pellegriniintonavano un canto la cui prima strofa sonava cosigrave

O Roma nobilis orbis et dominaCunctarum urbium excellentissimaRosso martyrum sanguine rubeaAlbis et virginum liliis candidaSalutem dicimus tibi per omniaTe benedicimus salve per saecula109

Entrati in cittagrave e dato principio alle pratiche di devozione sitrovavano tosto in presenza delle ruine le quali servivano a106 Cf COMPARETTI Virgilio nel medio evo Livorno 1872 vol II p 66-7107 Parecchi Itinerarii Romani ci sono rimasti del medio evo Negli AnnalesStadenses (ap PERTZ Scriptores t XXVI p 335-8) uno ce nha che muovedalla cittagrave di Stadio (Stade nel ducato di Brema) Vi si dice tra laltro che iltempo migliore per andare a Roma era laquocirca medium Augustum quia tunc pertemperatus est viae siccae sunt aque non abundant dies longi satis adambulandumraquo108 RAYNALD Annales ecclesiastici ad a 1300 Cf DANTE Inferno c XVIII v28-33 Si fu in quella occasione che Giovanni Villani considerando cheFirenze laquoera nel suo montare e a seguire grandi cose disposta siccome Romanel suo calareraquo concepigrave il pensiero di scrivere la Cronaca (Ist Fior l VIII c36)109 DANIEL Thesaurus hymnologicus vol IV p 96

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dirigere le processioni nella via lunga e malagevole su per i collitraverso ai grandi spazii disabitati110 Che nelle menti lororiscaldate dal sentimento religioso e dalle peripezie del viaggiodovessero nascere molte strane immaginazioni egrave naturale ilpensarlo e Ranulfo Higden il quale del resto come vedremomolte ne spaccia per conto suo ripetutamente lo afferma111 Dasiffatte immaginazioni dovettero avere origine almeno in parte iMirabilia

Dire in che tempo sia stato composto questo strano edivulgatissimo libro non si puograve con piena certezza e le opinionidei varii scrittori che ne hanno trattato saccordano poco su questopunto Che esso si colleghi in parte con lantica descrizione delleregioni quale si trovava nel calendario officiale egrave ammessocomunemente ma con ciograve non tutto il problema si risolve Ladivisione augustea in quattordici regioni si conservograve piugrave o menosicura sino al XII secolo inoltrato112 e da canto suo una in settene aveva introdotta la Chiesa ma le descrizioni del medio evonon si attengono propriamente negrave alluna negrave allaltra divisione113Lanonimo autore dei Mirabilia conosce evidentemente gli antichiRegionarii ma non costringe la sua descrizione entro gli schemidi quelli

Nel secolo VIII o nel IX lanonimo di Einsiedelnprobabilmente un discepolo di Valafredo Strabone versato nelgreco e provveduto di tutta la coltura classica concessa ai suoitempi visita e descrive Roma riportando un gran numero110 V lOrdo Romanus di Benedetto canonico pubblicato dal Mabillon nel volII dellIter italicum111 RANULPHI HIGDENI monachi Cestrensis Polychronicon edito da ChurchillBabington (Rer brit m ae script) v I l I c 24 laquoEst etiam ibi pyramisRomuli ubi sepeliebatur juxta ecclesiam beati Petri quam peregrini quisemper frivolis abundant dicunt fuisse acervum segetis beati Petri quem cumNero rapuisset in lapideum collem pristinae quantitatis ferunt fuisseconversumraquo Un po piugrave oltre chiama i pellegrini mendosi112 JORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum v II (Berlino 1871) p315-28113 Id ibid p 329

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dirigere le processioni nella via lunga e malagevole su per i collitraverso ai grandi spazii disabitati110 Che nelle menti lororiscaldate dal sentimento religioso e dalle peripezie del viaggiodovessero nascere molte strane immaginazioni egrave naturale ilpensarlo e Ranulfo Higden il quale del resto come vedremomolte ne spaccia per conto suo ripetutamente lo afferma111 Dasiffatte immaginazioni dovettero avere origine almeno in parte iMirabilia

Dire in che tempo sia stato composto questo strano edivulgatissimo libro non si puograve con piena certezza e le opinionidei varii scrittori che ne hanno trattato saccordano poco su questopunto Che esso si colleghi in parte con lantica descrizione delleregioni quale si trovava nel calendario officiale egrave ammessocomunemente ma con ciograve non tutto il problema si risolve Ladivisione augustea in quattordici regioni si conservograve piugrave o menosicura sino al XII secolo inoltrato112 e da canto suo una in settene aveva introdotta la Chiesa ma le descrizioni del medio evonon si attengono propriamente negrave alluna negrave allaltra divisione113Lanonimo autore dei Mirabilia conosce evidentemente gli antichiRegionarii ma non costringe la sua descrizione entro gli schemidi quelli

Nel secolo VIII o nel IX lanonimo di Einsiedelnprobabilmente un discepolo di Valafredo Strabone versato nelgreco e provveduto di tutta la coltura classica concessa ai suoitempi visita e descrive Roma riportando un gran numero110 V lOrdo Romanus di Benedetto canonico pubblicato dal Mabillon nel volII dellIter italicum111 RANULPHI HIGDENI monachi Cestrensis Polychronicon edito da ChurchillBabington (Rer brit m ae script) v I l I c 24 laquoEst etiam ibi pyramisRomuli ubi sepeliebatur juxta ecclesiam beati Petri quam peregrini quisemper frivolis abundant dicunt fuisse acervum segetis beati Petri quem cumNero rapuisset in lapideum collem pristinae quantitatis ferunt fuisseconversumraquo Un po piugrave oltre chiama i pellegrini mendosi112 JORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum v II (Berlino 1871) p315-28113 Id ibid p 329

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discrizioni fedelmente copiate114 Ma il suo libro non contieneneppur una delle tante favole che si raccolgono poi nella Graphiae nei Mirabilia e poichegrave non si puograve credere che nel tempo in cuiegli scriveva molte non ne fossero giagrave nate e divulgate bisognadire che di deliberato proposito egli le passasse sotto silenziocome del resto pure fa di tutto quanto direttamente si riferisca alculto pagano

Qui tutta una serie di quesiti si affaccia alla mente perplessadel critico Egrave piugrave antica la Graphia o sono piugrave antichi i MirabiliaQuale rapporto egrave tra questi due opuscoli che hanno tanta partecomune I Mirabilia sono essi formati di un solo getto o in piugravetempi Quale etagrave puograve essere loro ragionevolmente assegnataQuante recensioni ve nha Chi fu il loro autore A ciascunquesito rispondono piugrave e disformi opinioni LOzanam che primomise in luce di su un codice Laurenziano la Graphia aureae urbisRomae115 esagerandone fuor di misura lantichitagrave la giudicacomposta fra il V e lVIII secolo116 Il Giesebrecht la credecomposta ai tempi di Ottone III e fa da essa derivare iMirabilia117 Questa opinione fu generalmente respinta dai dottipiugrave competenti in sigrave fatta materia e il De Rossi118 il Jordan119

114 Il codice di Einsiedeln che contiene lanonimo fu fatto conoscereprimamente dal MABILLON Analecta Vetera p 358 Il testo fu pubblicatodallHAENEL nellArchivio del Seebode e del Jahn t suppl V p 115 segg edallURLICHS Codex urbis Romae topographicus p 59-79 Vedi inoltre la giagravecitata opera del Jordan v II p 329-56115 Documents ineacutedits pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850p 155 segg Fu ripubblicata dallUrlichs op cit p 113-25116 La opinione dellOzanam che la Graphia sia anteriore al ristabilimentodellimpero dOccidente fu accolta e sostenuta da T H DYER A History of thecity of Rome its structures and monuments Londra 1865 p 388-9 il quale sifonda sui molti nomi greci che si trovano nellultima parte del libro e sulcarattere delle cerimonie ivi descritte le quali sono in tutto conformi agli usidella corte bizantina come pure sul nome stesso di Graphia117 Geschichte der deutschen Kaiserzeit 3a ed v I p 866-8118 Roma sotterranea vol I p 157-8119 Op cit vol II p 387

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discrizioni fedelmente copiate114 Ma il suo libro non contieneneppur una delle tante favole che si raccolgono poi nella Graphiae nei Mirabilia e poichegrave non si puograve credere che nel tempo in cuiegli scriveva molte non ne fossero giagrave nate e divulgate bisognadire che di deliberato proposito egli le passasse sotto silenziocome del resto pure fa di tutto quanto direttamente si riferisca alculto pagano

Qui tutta una serie di quesiti si affaccia alla mente perplessadel critico Egrave piugrave antica la Graphia o sono piugrave antichi i MirabiliaQuale rapporto egrave tra questi due opuscoli che hanno tanta partecomune I Mirabilia sono essi formati di un solo getto o in piugravetempi Quale etagrave puograve essere loro ragionevolmente assegnataQuante recensioni ve nha Chi fu il loro autore A ciascunquesito rispondono piugrave e disformi opinioni LOzanam che primomise in luce di su un codice Laurenziano la Graphia aureae urbisRomae115 esagerandone fuor di misura lantichitagrave la giudicacomposta fra il V e lVIII secolo116 Il Giesebrecht la credecomposta ai tempi di Ottone III e fa da essa derivare iMirabilia117 Questa opinione fu generalmente respinta dai dottipiugrave competenti in sigrave fatta materia e il De Rossi118 il Jordan119

114 Il codice di Einsiedeln che contiene lanonimo fu fatto conoscereprimamente dal MABILLON Analecta Vetera p 358 Il testo fu pubblicatodallHAENEL nellArchivio del Seebode e del Jahn t suppl V p 115 segg edallURLICHS Codex urbis Romae topographicus p 59-79 Vedi inoltre la giagravecitata opera del Jordan v II p 329-56115 Documents ineacutedits pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850p 155 segg Fu ripubblicata dallUrlichs op cit p 113-25116 La opinione dellOzanam che la Graphia sia anteriore al ristabilimentodellimpero dOccidente fu accolta e sostenuta da T H DYER A History of thecity of Rome its structures and monuments Londra 1865 p 388-9 il quale sifonda sui molti nomi greci che si trovano nellultima parte del libro e sulcarattere delle cerimonie ivi descritte le quali sono in tutto conformi agli usidella corte bizantina come pure sul nome stesso di Graphia117 Geschichte der deutschen Kaiserzeit 3a ed v I p 866-8118 Roma sotterranea vol I p 157-8119 Op cit vol II p 387

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altri ancora riconoscono nella Graphia come una secondaedizione dei Mirabilia con aggiunte di poca importanza

Che i Mirabilia risultino di due parti luna piugrave antica piugravemoderna laltra fu sostenuto dal Gregorovius La parte piugrave anticao se cosigrave voglia dirsi la prima composizione delloperarisalirebbe al tempo degli Ottoni cioegrave alla seconda metagrave del Xsecolo mentre la piugrave moderna la redazione definitiva sarebbedel mezzo circa del secolo XII e posteriore alla restituzione delSenato in Roma120 Il Reumont reputa che la Graphia appartenganella forma sotto a cui egrave pervenuta sino a noi alla fine dellXI oal principio del XII secolo ma che nello essenziale rappresentiRoma qual era in sul finire della etagrave carolingia adorna ancora dimolti avanzi di antichi monumenti che sparvero poi piugrave tardi121Ora ciograve che egli dice della Graphia bisogna intendereimplicitamente anche dei Mirabilia Se la descrizione o lasemplice menzione di monumenti distrutti piugrave tardi non si potessealtrimenti spiegare se non facendo contemporaneo ad essi chi neparla bisognerebbe certo assegnare la prima composizione deiMirabilia al X o al IX secolo ma tal fatto puograve dar luogo ad altrapiugrave probabile spiegazione A questo proposito dice il Jordan122Verso il mezzo del XII secolo un uomo fornito della comuneerudizione del tempo suo scrisse una periegesi delle rovine conlintenzione di mostrare a fronte della malsicura tradizione edelle mutabili denominazioni che in origine esse erano templisacri a tali e tali divinitagrave Egli la scrisse mosso da un sentimentoallora comune a molti i quali speravano il ristabilimento dellarepubblica e la rinnovazione della romana potestagrave assisa inCampidoglio La periegesi ampliograve e ridusse a manualesistematico traendo gli elementi di parecchi capitoli dal catalogo

120 Op cit vol IV pag 609-11 LHoumlfler nellopera giagrave citata poneva lacompilazione dei Mirabilia ai tempi di Arnaldo da Brescia121 Geschichte der Stadt Rom vol II p 270 Vedi anche una notizia dellostesso Reumont sui Mirabilia Romae del PARTHEY nellArchivio storicoitaliano serie IIIa vol XI parte 2a p 149122 Op cit vol II p 386-7

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altri ancora riconoscono nella Graphia come una secondaedizione dei Mirabilia con aggiunte di poca importanza

Che i Mirabilia risultino di due parti luna piugrave antica piugravemoderna laltra fu sostenuto dal Gregorovius La parte piugrave anticao se cosigrave voglia dirsi la prima composizione delloperarisalirebbe al tempo degli Ottoni cioegrave alla seconda metagrave del Xsecolo mentre la piugrave moderna la redazione definitiva sarebbedel mezzo circa del secolo XII e posteriore alla restituzione delSenato in Roma120 Il Reumont reputa che la Graphia appartenganella forma sotto a cui egrave pervenuta sino a noi alla fine dellXI oal principio del XII secolo ma che nello essenziale rappresentiRoma qual era in sul finire della etagrave carolingia adorna ancora dimolti avanzi di antichi monumenti che sparvero poi piugrave tardi121Ora ciograve che egli dice della Graphia bisogna intendereimplicitamente anche dei Mirabilia Se la descrizione o lasemplice menzione di monumenti distrutti piugrave tardi non si potessealtrimenti spiegare se non facendo contemporaneo ad essi chi neparla bisognerebbe certo assegnare la prima composizione deiMirabilia al X o al IX secolo ma tal fatto puograve dar luogo ad altrapiugrave probabile spiegazione A questo proposito dice il Jordan122Verso il mezzo del XII secolo un uomo fornito della comuneerudizione del tempo suo scrisse una periegesi delle rovine conlintenzione di mostrare a fronte della malsicura tradizione edelle mutabili denominazioni che in origine esse erano templisacri a tali e tali divinitagrave Egli la scrisse mosso da un sentimentoallora comune a molti i quali speravano il ristabilimento dellarepubblica e la rinnovazione della romana potestagrave assisa inCampidoglio La periegesi ampliograve e ridusse a manualesistematico traendo gli elementi di parecchi capitoli dal catalogo

120 Op cit vol IV pag 609-11 LHoumlfler nellopera giagrave citata poneva lacompilazione dei Mirabilia ai tempi di Arnaldo da Brescia121 Geschichte der Stadt Rom vol II p 270 Vedi anche una notizia dellostesso Reumont sui Mirabilia Romae del PARTHEY nellArchivio storicoitaliano serie IIIa vol XI parte 2a p 149122 Op cit vol II p 386-7

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delle regioni che per intero si conservava ancora e da altri vecchicataloghi medievali overano registrati nomi di antichimonumenti o forse rimaneggiando una compilazione di tal sortagiagrave esistente Al tutto egli aggiunse un capitolo sulla topografiacristiana utile in piugrave particolar modo ai pellegrini curiosi e uncerto numero di leggende che in parte circolavano giagrave da lungotempo Che i Mirabilia non sieno piugrave antichi del XII secoloprova inoltre il fatto che dei molti scrittori che vi attinsero o chea dirittura li incorporarono nelle opere loro nessuno ve nha chesia a quel tempo anteriore Ora la riputazione di cui nel XII secolofruiscono i Mirabilia egrave tale che se fossero giagrave esistiti innanzi siapure in una forma alquanto diversa da quella che assunsero poiqualche scrittore ne avrebbe certamente fatto ricordo

Il testo nei manoscritti che lo contengono sparsi qua e lagrave perle biblioteche dEuropa presenta molte varietagrave ma questepossono essere ridotte a due principali recensioni laquoLa piugraveanticaraquo scrive il De Rossi laquoegrave quella che quasi documentoofficiale fu inserita nei libri della curia romana cioegrave nel Politicus(leggi polypticus) di Benedetto canonico (scritto prima del 1142)nelle Collectanea Albini scholaris (circa il 1184) e nel celebrelibro de censi di Cencio Camerario che fu poi papa Onorio IIILa seconda fa la sua principale comparsa nelle Collettanee delCardinal Nicola dAragona (anni 1356-62) donde proviene quellache Martino Polono inserigrave nella sua cronaca e quella dellaGraphia aureae urbis Romae dun codice fiorentino123raquo Il Jordanammette le due recensioni ma riferisce la Graphia alla piugraveantica124 LUrlichs distingue sei classi di Mirabilia nel giagrave citatoCodex topographicus La prima contiene il testo del XII secolo(Descriptio plenaria totius urbis) quale si ha nella recensione piugraveantica (Benedetto canonico Albino scolastico CencioCamerario) la seconda la Graphia del secolo XIII la terza itesti del secolo XIV (De mirabilibus civitatis Romae) la quarta i

123 Roma sotterranea vol I p 158124 Op cit vol II p 362

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delle regioni che per intero si conservava ancora e da altri vecchicataloghi medievali overano registrati nomi di antichimonumenti o forse rimaneggiando una compilazione di tal sortagiagrave esistente Al tutto egli aggiunse un capitolo sulla topografiacristiana utile in piugrave particolar modo ai pellegrini curiosi e uncerto numero di leggende che in parte circolavano giagrave da lungotempo Che i Mirabilia non sieno piugrave antichi del XII secoloprova inoltre il fatto che dei molti scrittori che vi attinsero o chea dirittura li incorporarono nelle opere loro nessuno ve nha chesia a quel tempo anteriore Ora la riputazione di cui nel XII secolofruiscono i Mirabilia egrave tale che se fossero giagrave esistiti innanzi siapure in una forma alquanto diversa da quella che assunsero poiqualche scrittore ne avrebbe certamente fatto ricordo

Il testo nei manoscritti che lo contengono sparsi qua e lagrave perle biblioteche dEuropa presenta molte varietagrave ma questepossono essere ridotte a due principali recensioni laquoLa piugraveanticaraquo scrive il De Rossi laquoegrave quella che quasi documentoofficiale fu inserita nei libri della curia romana cioegrave nel Politicus(leggi polypticus) di Benedetto canonico (scritto prima del 1142)nelle Collectanea Albini scholaris (circa il 1184) e nel celebrelibro de censi di Cencio Camerario che fu poi papa Onorio IIILa seconda fa la sua principale comparsa nelle Collettanee delCardinal Nicola dAragona (anni 1356-62) donde proviene quellache Martino Polono inserigrave nella sua cronaca e quella dellaGraphia aureae urbis Romae dun codice fiorentino123raquo Il Jordanammette le due recensioni ma riferisce la Graphia alla piugraveantica124 LUrlichs distingue sei classi di Mirabilia nel giagrave citatoCodex topographicus La prima contiene il testo del XII secolo(Descriptio plenaria totius urbis) quale si ha nella recensione piugraveantica (Benedetto canonico Albino scolastico CencioCamerario) la seconda la Graphia del secolo XIII la terza itesti del secolo XIV (De mirabilibus civitatis Romae) la quarta i

123 Roma sotterranea vol I p 158124 Op cit vol II p 362

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Mirabilia abbreviati e interpolati dei secoli XIV e XV la quinta iMirabilia congiunti con la rinascente dottrina ancor essi deisecoli XIV e XV la sesta lAnonimo Magliabecchiano che egrave delsecolo XV

Nulla si sa dellautore del libro Nel 1851 il Bock annunciavaun testo nuovo e il nome del primo autore di essi un Gregoriusmagister non altrimenti conosciuto nella storia letteraria delmedio evo125 ma passarono circa ventanni senza che di talescoperta si udisse piugrave fare parola Finalmente nel 1870 lo stessoBock in un articolo sulla testegrave citata pubblicazione del Parthey126svelograve il mistero Un capitolo del Polychronicon di RanulfoHigden rimasto precedentemente inedito ma allora fatto giagrave dipubblica ragione127 (il che dal critico non fu risaputo) contieneuna parte dei Mirabilia con alcune peculiaritagrave che nonsincontrano altrove Il cronista inglese afferma di aver tratto ciograveche dice di Roma e dei suoi monumenti da Martino Polono e dalsuddetto magister Gregorius128 Il Bock stimograve questo magisterGregorius essere stato il primo compilatore dei Mirabilia mentreil De Rossi giudica la compilazione a lui attribuita una dellemeno antiche e credo con ragione129125 Archaeologischer Anzeiger 1851 p 6126 Nel Theologisches Literaturblatt di Bonna col 344-54127 Egrave il c 24 del l I nella edizione citata128 Auctores tradunt quod in Tuscia quae pars est Italiae situata est urbsRomana de cujus fundatione et regimine multa et varia scripserunt auctorespotissime tamen frater Martinus de conditione ejus magister vero Gregorius deurbis mirabilibus perstrinxit digna memoratu129 Piante icnografiche ecc p 77-8 Sulla fede di questo Gregorio Ranulfopone in Roma tra laltre meraviglie le terme di Apollonio Tianeo la statua diBellerofonte e il famoso teatro di Eraclea dei quali si parla in parecchi diquegli opuscoli che sotto il titolo di Mirabilia mundi furono tanto diffusi nelmedio evo Un error cosigrave fatto togliendo ogni autoritagrave a Gregorio il Bockcercograve di scagionarnelo imputandolo senzombra di ragione allo stessoRanulfo Egrave a desiderare che il De Rossi faccia di pubblica ragione le moltericerche e i lunghi studii da lui proseguiti per piugrave e piugrave anni sui codici deiMirabilia in tutte lo principali biblioteche dEuropa Il Papencordt morigrave mentreattendeva a unedizione critica del testo Il Graumlsse che or son trentanni lasciograve

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Mirabilia abbreviati e interpolati dei secoli XIV e XV la quinta iMirabilia congiunti con la rinascente dottrina ancor essi deisecoli XIV e XV la sesta lAnonimo Magliabecchiano che egrave delsecolo XV

Nulla si sa dellautore del libro Nel 1851 il Bock annunciavaun testo nuovo e il nome del primo autore di essi un Gregoriusmagister non altrimenti conosciuto nella storia letteraria delmedio evo125 ma passarono circa ventanni senza che di talescoperta si udisse piugrave fare parola Finalmente nel 1870 lo stessoBock in un articolo sulla testegrave citata pubblicazione del Parthey126svelograve il mistero Un capitolo del Polychronicon di RanulfoHigden rimasto precedentemente inedito ma allora fatto giagrave dipubblica ragione127 (il che dal critico non fu risaputo) contieneuna parte dei Mirabilia con alcune peculiaritagrave che nonsincontrano altrove Il cronista inglese afferma di aver tratto ciograveche dice di Roma e dei suoi monumenti da Martino Polono e dalsuddetto magister Gregorius128 Il Bock stimograve questo magisterGregorius essere stato il primo compilatore dei Mirabilia mentreil De Rossi giudica la compilazione a lui attribuita una dellemeno antiche e credo con ragione129125 Archaeologischer Anzeiger 1851 p 6126 Nel Theologisches Literaturblatt di Bonna col 344-54127 Egrave il c 24 del l I nella edizione citata128 Auctores tradunt quod in Tuscia quae pars est Italiae situata est urbsRomana de cujus fundatione et regimine multa et varia scripserunt auctorespotissime tamen frater Martinus de conditione ejus magister vero Gregorius deurbis mirabilibus perstrinxit digna memoratu129 Piante icnografiche ecc p 77-8 Sulla fede di questo Gregorio Ranulfopone in Roma tra laltre meraviglie le terme di Apollonio Tianeo la statua diBellerofonte e il famoso teatro di Eraclea dei quali si parla in parecchi diquegli opuscoli che sotto il titolo di Mirabilia mundi furono tanto diffusi nelmedio evo Un error cosigrave fatto togliendo ogni autoritagrave a Gregorio il Bockcercograve di scagionarnelo imputandolo senzombra di ragione allo stessoRanulfo Egrave a desiderare che il De Rossi faccia di pubblica ragione le moltericerche e i lunghi studii da lui proseguiti per piugrave e piugrave anni sui codici deiMirabilia in tutte lo principali biblioteche dEuropa Il Papencordt morigrave mentreattendeva a unedizione critica del testo Il Graumlsse che or son trentanni lasciograve

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Sia qui inoltre notato di passaggio che lHarding nella suaConfutation of the Apology of Jewel stampata in Anversa nel1565 f 166 v fa autore dei Mirabilia lo stesso Martino Polono

Pochi libri ebbero nel medio evo la celebritagrave e la diffusione deiMirabilia Ciograve si deve anzi tutto parmi al trovarsi felicementecombinata in essi lammirazione per Roma antica con ladevozione inspirata da Roma cristiana Alla descrizione dellemura delle porte dei principali monumenti si accompagna ilcatalogo dei luoghi piugrave celebri ricordati nelle Passioni dei Santila enumerazione dei cimiteri la indicazione di molte chiese

Un sentimento schietto ed ingenuo di ammirativa benevolenzaper quellantichitagrave gloriosa che aveva lasciato nei marmi e neglispiriti indestruttibile memoria di segrave prorompe da tutto il libroGiunta al fine della sua rassegna la Descriptio plenaria si chiudecon le seguenti parole laquoHaec et alia multa templa et palatiaimperatorum consulum senatorum praefectorumque temporepaganorum in hac Romana urbe fuere sicut in priscis annalibuslegimus et oculis nostris vidimus et ab antiquis audivimusQuantae etiam essent pulchritudinis auri et argenti aeris et eborispretiosorumque lapidum scriptis ad posterum memoriam quantomelius potuimus reducere curavimusraquo

Le leggende inserite qua e lagrave alcune delle quali strettamente silegano alla storia dei primi secoli della Chiesa accrescevanoattrattive al libro che noi troviamo citato o accolto per intero iniscritture di diversissima indole Benedetto Albino CencioCamerario ne usano come di documento officiale Alcuni cronistilo introducono se non in tutto in parte nelle loro storie primofra tutti il domenicano Martino Polono morto nel 1279 la cuicronaca conosciuta comunemente sotto il nome di Martinianagodette di grandissima riputazione durante il XIII XIV e XVsecolo Martino Polono attinge probabilmente dalla Graphia poimolti attingono da lui tra gli altri il giagrave citato Ranulfo Higden (c

sperare una critica compiuta del libro (Beitraumlge zur Literatur und Sage desMittelalters Dresda 1850 p IX) ne smise poi a quanto sembra il pensiero

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Sia qui inoltre notato di passaggio che lHarding nella suaConfutation of the Apology of Jewel stampata in Anversa nel1565 f 166 v fa autore dei Mirabilia lo stesso Martino Polono

Pochi libri ebbero nel medio evo la celebritagrave e la diffusione deiMirabilia Ciograve si deve anzi tutto parmi al trovarsi felicementecombinata in essi lammirazione per Roma antica con ladevozione inspirata da Roma cristiana Alla descrizione dellemura delle porte dei principali monumenti si accompagna ilcatalogo dei luoghi piugrave celebri ricordati nelle Passioni dei Santila enumerazione dei cimiteri la indicazione di molte chiese

Un sentimento schietto ed ingenuo di ammirativa benevolenzaper quellantichitagrave gloriosa che aveva lasciato nei marmi e neglispiriti indestruttibile memoria di segrave prorompe da tutto il libroGiunta al fine della sua rassegna la Descriptio plenaria si chiudecon le seguenti parole laquoHaec et alia multa templa et palatiaimperatorum consulum senatorum praefectorumque temporepaganorum in hac Romana urbe fuere sicut in priscis annalibuslegimus et oculis nostris vidimus et ab antiquis audivimusQuantae etiam essent pulchritudinis auri et argenti aeris et eborispretiosorumque lapidum scriptis ad posterum memoriam quantomelius potuimus reducere curavimusraquo

Le leggende inserite qua e lagrave alcune delle quali strettamente silegano alla storia dei primi secoli della Chiesa accrescevanoattrattive al libro che noi troviamo citato o accolto per intero iniscritture di diversissima indole Benedetto Albino CencioCamerario ne usano come di documento officiale Alcuni cronistilo introducono se non in tutto in parte nelle loro storie primofra tutti il domenicano Martino Polono morto nel 1279 la cuicronaca conosciuta comunemente sotto il nome di Martinianagodette di grandissima riputazione durante il XIII XIV e XVsecolo Martino Polono attinge probabilmente dalla Graphia poimolti attingono da lui tra gli altri il giagrave citato Ranulfo Higden (c

sperare una critica compiuta del libro (Beitraumlge zur Literatur und Sage desMittelalters Dresda 1850 p IX) ne smise poi a quanto sembra il pensiero

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1299-1363) e il Signorili nel libro intitolato De juribus etexcellentiis urbis Romae scritto per ordine di papa Martino V(1417-31)130 lautore di una cronaca latina contenuta in un codicedella Casanatense segnato A II 20 e probabilmente anche ilRamponi nella Historia di cose memorabili della cittagrave diBologna istoria che va sino allanno 1432 Accolgono inoltre piugraveo meno distesamente il testo dei Mirabilia Giacomo da Acqui (c1330) nella sua Cronaca131 lautore dellEulogium132 il qualecertamente attinse da Ranulfo Higden Giovanni Mansel nellaFleur des histoires133 Giovanni dOutremeuse nel Mireur deshistors134 Giovanni dOutremeuse descrive le meraviglie di Romasecondo le cronache dEstodien e con alcune particolaritagrave chealtrove si cercherebbero invano Questo Estodien non egraveevidentemente altri che lHescodius citato dalla Graphia daMartino Potano e da altri parecchi135 Le particolaritagrave che nelracconto si trovano farebbero quasi credere che GiovannidOutremeuse avesse veramente sottocchi una recensione deiMirabilia diversa dalle conosciute sin qui ma egrave piugrave probabilechegli abbia attinto da Martino e che le particolaritagrave le abbiaaggiunte di suo Fazio degli Uberti trae dalla Graphia ma forseanche in parte dal racconto di Martino ciograve che di Roma fa direalla stessa Roma nel c 31 l II del Dittamondo Finalmente unristretto dei Mirabilia si trova anche negli Otia imperialia diGervasio di Tilbury136

La celebritagrave dei Mirabilia si mantenne lungamente anche dopoche il Rinascimento facendo meglio conoscere lantichitagrave specie

130 DE ROSSI Le prime raccolte dantiche iscrizioni Roma 1852 p 7-8131 Monumenta historiae patriae Scriptores tom III col 1021-6132 Ed di F Scott Haydon Londra 1858-63 (Rer brit m ae script) vol I p410-4133 L I c 125134 T I p 58-85135 Si trova anche scritto Estodius ed Escodero Notisi a tale proposito cheEsodero Esidero in luogo di Isidoro (di Siviglia) si trova spesso nei codici136 Decis II c 9

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1299-1363) e il Signorili nel libro intitolato De juribus etexcellentiis urbis Romae scritto per ordine di papa Martino V(1417-31)130 lautore di una cronaca latina contenuta in un codicedella Casanatense segnato A II 20 e probabilmente anche ilRamponi nella Historia di cose memorabili della cittagrave diBologna istoria che va sino allanno 1432 Accolgono inoltre piugraveo meno distesamente il testo dei Mirabilia Giacomo da Acqui (c1330) nella sua Cronaca131 lautore dellEulogium132 il qualecertamente attinse da Ranulfo Higden Giovanni Mansel nellaFleur des histoires133 Giovanni dOutremeuse nel Mireur deshistors134 Giovanni dOutremeuse descrive le meraviglie di Romasecondo le cronache dEstodien e con alcune particolaritagrave chealtrove si cercherebbero invano Questo Estodien non egraveevidentemente altri che lHescodius citato dalla Graphia daMartino Potano e da altri parecchi135 Le particolaritagrave che nelracconto si trovano farebbero quasi credere che GiovannidOutremeuse avesse veramente sottocchi una recensione deiMirabilia diversa dalle conosciute sin qui ma egrave piugrave probabilechegli abbia attinto da Martino e che le particolaritagrave le abbiaaggiunte di suo Fazio degli Uberti trae dalla Graphia ma forseanche in parte dal racconto di Martino ciograve che di Roma fa direalla stessa Roma nel c 31 l II del Dittamondo Finalmente unristretto dei Mirabilia si trova anche negli Otia imperialia diGervasio di Tilbury136

La celebritagrave dei Mirabilia si mantenne lungamente anche dopoche il Rinascimento facendo meglio conoscere lantichitagrave specie

130 DE ROSSI Le prime raccolte dantiche iscrizioni Roma 1852 p 7-8131 Monumenta historiae patriae Scriptores tom III col 1021-6132 Ed di F Scott Haydon Londra 1858-63 (Rer brit m ae script) vol I p410-4133 L I c 125134 T I p 58-85135 Si trova anche scritto Estodius ed Escodero Notisi a tale proposito cheEsodero Esidero in luogo di Isidoro (di Siviglia) si trova spesso nei codici136 Decis II c 9

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la romana ebbe dato lo sfratto alle favole immaginate dal medioevo Essi compajono ancora in molti manoscritti del XV secolotrovata la stampa se ne fecero numerose impressioni Anche altrecittagrave in Italia ebbero descrizioni per piugrave rispetti somiglianti aquella che di Roma si ha nei Mirabilia ma nessuna potevasperare la celebritagrave toccata a questi Galvagno Fiamma cita a piugraveriprese una Descriptio urbis Mediolanensis dalla quale toglie ciograveche dice delle fabbriche piugrave insigni di Milano Intorno al 1320 unanonimo compose un Commentarius de laudibus Papiae137 MaMilano e Pavia non erano Roma Descrizioni delle loro bellezze esingolaritagrave potevano importare ai Milanesi e ai Pavesi non a tuttigli abitatori dellorbe cattolico I Mirabilia sono unaltra prova delprimato di Roma

Per discorrere in modo adeguato delle diversitagrave piugrave o menorilevanti che il testo dei Mirabilia presenta negli innumerevolimanoscritti e delle variazioni cui esso andograve soggetto in processodi tempo si richiederebbe unapposita e lunga dissertazione Quiqualche breve cenno potragrave bastare Sebbene i testi conosciutipossano come segrave detto di sopra ridursi a due recensioniprincipali pure le differenze loro nei particolari sono qualchevolta assai numerose Giagrave il testo piugrave antico pervenuto sino a noiegrave un testo corrotto138 Passando di trascrizione in trascrizione laredazione primitiva si altera sempre piugrave e si accresce di varieaccessioni che non sempre hanno stretta attinenza con il restoUna descrizione delle province dItalia tolta da Paolo Diaconogli si annetteragrave in fine od in principio139 lo si interpoleragrave con una137 MURAT Script t XI p 1 segg Anche Atene ebbe i suoi Mirabilia mameno antichi e meno famosi dassai Vedi GREGOROVIUS Mirabilien der StadtAthen Sitzungsber d philos-philol u ist Cl d k k Akad d Wissensch zuMuumlnchen 1881 p 348 segg138 Pubblicato dal NIBBY nelle Effemeridi letterarie di Roma t I 1820 di su uncodice del XIII secolo appartenente alla Biblioteca Colonna139 In fine nel Liber censuum di Cencio Camerario in principio in un testo dellaMarciana cod lat cl XIV CCLIX Nel l II della Historia LangobardorumPaolo Diacono dagrave lelenco delle province dItalia in numero di diciotto ma eglistesso lo trae da altri V una nota di G Waitz inserita a p 188 del volume degli

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la romana ebbe dato lo sfratto alle favole immaginate dal medioevo Essi compajono ancora in molti manoscritti del XV secolotrovata la stampa se ne fecero numerose impressioni Anche altrecittagrave in Italia ebbero descrizioni per piugrave rispetti somiglianti aquella che di Roma si ha nei Mirabilia ma nessuna potevasperare la celebritagrave toccata a questi Galvagno Fiamma cita a piugraveriprese una Descriptio urbis Mediolanensis dalla quale toglie ciograveche dice delle fabbriche piugrave insigni di Milano Intorno al 1320 unanonimo compose un Commentarius de laudibus Papiae137 MaMilano e Pavia non erano Roma Descrizioni delle loro bellezze esingolaritagrave potevano importare ai Milanesi e ai Pavesi non a tuttigli abitatori dellorbe cattolico I Mirabilia sono unaltra prova delprimato di Roma

Per discorrere in modo adeguato delle diversitagrave piugrave o menorilevanti che il testo dei Mirabilia presenta negli innumerevolimanoscritti e delle variazioni cui esso andograve soggetto in processodi tempo si richiederebbe unapposita e lunga dissertazione Quiqualche breve cenno potragrave bastare Sebbene i testi conosciutipossano come segrave detto di sopra ridursi a due recensioniprincipali pure le differenze loro nei particolari sono qualchevolta assai numerose Giagrave il testo piugrave antico pervenuto sino a noiegrave un testo corrotto138 Passando di trascrizione in trascrizione laredazione primitiva si altera sempre piugrave e si accresce di varieaccessioni che non sempre hanno stretta attinenza con il restoUna descrizione delle province dItalia tolta da Paolo Diaconogli si annetteragrave in fine od in principio139 lo si interpoleragrave con una137 MURAT Script t XI p 1 segg Anche Atene ebbe i suoi Mirabilia mameno antichi e meno famosi dassai Vedi GREGOROVIUS Mirabilien der StadtAthen Sitzungsber d philos-philol u ist Cl d k k Akad d Wissensch zuMuumlnchen 1881 p 348 segg138 Pubblicato dal NIBBY nelle Effemeridi letterarie di Roma t I 1820 di su uncodice del XIII secolo appartenente alla Biblioteca Colonna139 In fine nel Liber censuum di Cencio Camerario in principio in un testo dellaMarciana cod lat cl XIV CCLIX Nel l II della Historia LangobardorumPaolo Diacono dagrave lelenco delle province dItalia in numero di diciotto ma eglistesso lo trae da altri V una nota di G Waitz inserita a p 188 del volume degli

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storia della cattivitagrave di Babilonia e con una interpretazione delsogno di Nabuccodonosor140 lo si correderagrave di considerazionifilosofiche e morali lo si arricchiragrave dinteri capitoli141 A poco apoco le alterazioni prenderanno un doppio indirizzo bendeterminato e si faranno in qualche modo sistematicheprovocate per una parte dal sentimento religioso e per unaltradalla nuova e crescente coltura dellumanesimo I Mirabilia nellaprima lor forma non soddisfacevano se non assai imperfettamenteai bisogni dei pellegrini che si recavano a Roma con lo scopoprecipuo di visitare i santuarii e di purgarsi dei loro peccati Edecco introdursi in essi e prendervi luogo sempre maggiore la

Scriptores rerum langobardorum (Monumenta Germaniae) 1878140 Nel Liber politicus di Benedetto canonico in un testo dellAngelica inRoma cod Q I 14 in uno della Biblioteca di Corte in Vienna cod 609141 V nella giagrave citata pubblicazione del Parthey i capitoli aggiunti p 47-62Nel giagrave citato cod Marciano lat cl XIV CCLIX (XIV sec) si contiene dal f53r al 66v un testo ampliato dei Mirabilia Dopo una specie dintroduzioneabbastanza lunga dove si descrivono le diciotto province dItalia o si dagraveragione de varii nomi di questa vengono i seguenti capitoli (i titoli in corsivosono da me suppliti) Muri - Portae - Arcus triumphales - Montes - Thermae- Palatia - Theatra - Loca quae inveniuntur in passionibus sanctorum -Pontes - Cimiteria - De visione Octaviani - Caballi marmorei - Varia deprimicerio secundicerio nomenculatore defensore arcario bibliothecarioprotoscriniario referendario - De columna Antonini Colosseo columnaTrajana - Caballus Constantini - Quare inventa est solemnitas omniumsanctorum (Pantheon) - De nece Jordani et Philippi imperatorum et qualiterDecius adeptus est imperium et quare idem Decius sanctos Abdon et SenenSixtum et Laurentium interfecit - Quare imperator dicatur Augustus et quaredicatur sanctus Petrus ad Vincla - De palatio Neroniano ubi nunc est basilicasancti Petri et de agulia - De paradiso sancti Petri - De meta sancti Petri - Ubiterra manavit oleum - De tribus altaribus qui sunt in ecclesia sancti Laurentiiin Palatio - De festivitatibus in quibus papa coronari debet - De stationibusnocturnalibus - De stationibus diurnis - De constitutionibus pontificumromanorum - In fine sono i due versi

v aExpetit uotis reficit reguit apricus - ccedilInteger r depto t pulso utice rapto

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storia della cattivitagrave di Babilonia e con una interpretazione delsogno di Nabuccodonosor140 lo si correderagrave di considerazionifilosofiche e morali lo si arricchiragrave dinteri capitoli141 A poco apoco le alterazioni prenderanno un doppio indirizzo bendeterminato e si faranno in qualche modo sistematicheprovocate per una parte dal sentimento religioso e per unaltradalla nuova e crescente coltura dellumanesimo I Mirabilia nellaprima lor forma non soddisfacevano se non assai imperfettamenteai bisogni dei pellegrini che si recavano a Roma con lo scopoprecipuo di visitare i santuarii e di purgarsi dei loro peccati Edecco introdursi in essi e prendervi luogo sempre maggiore la

Scriptores rerum langobardorum (Monumenta Germaniae) 1878140 Nel Liber politicus di Benedetto canonico in un testo dellAngelica inRoma cod Q I 14 in uno della Biblioteca di Corte in Vienna cod 609141 V nella giagrave citata pubblicazione del Parthey i capitoli aggiunti p 47-62Nel giagrave citato cod Marciano lat cl XIV CCLIX (XIV sec) si contiene dal f53r al 66v un testo ampliato dei Mirabilia Dopo una specie dintroduzioneabbastanza lunga dove si descrivono le diciotto province dItalia o si dagraveragione de varii nomi di questa vengono i seguenti capitoli (i titoli in corsivosono da me suppliti) Muri - Portae - Arcus triumphales - Montes - Thermae- Palatia - Theatra - Loca quae inveniuntur in passionibus sanctorum -Pontes - Cimiteria - De visione Octaviani - Caballi marmorei - Varia deprimicerio secundicerio nomenculatore defensore arcario bibliothecarioprotoscriniario referendario - De columna Antonini Colosseo columnaTrajana - Caballus Constantini - Quare inventa est solemnitas omniumsanctorum (Pantheon) - De nece Jordani et Philippi imperatorum et qualiterDecius adeptus est imperium et quare idem Decius sanctos Abdon et SenenSixtum et Laurentium interfecit - Quare imperator dicatur Augustus et quaredicatur sanctus Petrus ad Vincla - De palatio Neroniano ubi nunc est basilicasancti Petri et de agulia - De paradiso sancti Petri - De meta sancti Petri - Ubiterra manavit oleum - De tribus altaribus qui sunt in ecclesia sancti Laurentiiin Palatio - De festivitatibus in quibus papa coronari debet - De stationibusnocturnalibus - De stationibus diurnis - De constitutionibus pontificumromanorum - In fine sono i due versi

v aExpetit uotis reficit reguit apricus - ccedilInteger r depto t pulso utice rapto

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indicazione delle stazioni e delle indulgenze e la descrizionedelle reliquie piugrave cospicue142 Ciograve accadeva piugrave particolarmentenelle traduzioni143 Cosigrave venivan fuori mano mano certi nuoviMirabilia che con gli antichi nulla piugrave avevano di comune144 Main pari tempo la coltura del rinascimento si diffonde e prevale giagravenasce unarcheologia scientifica giagrave si mostrano i primi

142 Veggasi per un esempio lopuscolo intitolato Le Cose | Meravigliose |dellalma citta | di Roma | Dove si tratta delle Chiese Stationi et Reliquie |de Corpi Santi che vi sono | Con la Guida Romana che insegna facilmentea forastieri di | ritrovare le piugrave nobili cose di Roma e i Nomi de | SommiPontefici Imperatori et altri Principi | Christiani adornati di bellissimefigure | Con le Poste dItalia | Di nuovo corretto et ampliato con le cosenotabili fatte da Papa Sisto V Per Flaminio Primo da Colle | In Roma Conlicenza de Superiori Per Nicolograve Mutii 1596 | Ad istanza di CamilloFranceschini Confrontisi con Le cose maravigliose di Roma per GiacomoMascardi Roma 1619 Sulle stazioni si ha un vecchio poemetto inglesepubblicato da F J Furnivall Early English Text Society Londra 1867 Non visi trova piugrave nulla che ricordi le descrizioni dei Mirabilia143 Traduzioni dei Mirabilia si ebbero come era naturale in tutte le lingue emolte se ne trovano manoscritte per le biblioteche In italiano essi dovetteroessere tradotti assai presto Un codice Gaddiano della Laurenziana segnatoCXLVIIIe scritto nel secolo XIII contiene una versione in dialetto napoletanonella quale lordine delle materie egrave alquanto diverso dal consueto Eccone iltitolo e le rubriche dei capitoli Queste sono le miracole de Roma - Delopalazo de Nerone - Dela Dulia - Delo cantaro de sancto Pietro - Deloterebinto de Nero - Delo castiello Adriano - Delo Agoste (Augusteo) - DeCapitolio - De sancta Balbina - Delo ioco de Circo - Dele cose ke foro inCirco - De templis - Quanno resorse lolio - Dele Cartalarie - Dele agulie -Dele mercatora - Dele basilike - Dele vie de Roma - Deli cavalli - Decolopna antonina - De colopna adriana - De Coliseo - De sancta MariaRotunda - Quanno fo facta ecclesia sancta Maria Rotunda - Delo CaballoConstantino - Quanno vide la visione Octabiano in celo - Deli caballimarmorei - Deli monti de Roma - Deli campi de Roma - Dele arcoratriomphale de Roma - Deli termini (terme) de Roma - Dele palaza de Roma -De theatris de Roma - Dele mura de Roma - Dele porte de Roma - Dele porteprincipale de Roma - Dele cimiteria de Roma - De primicerio - Desecundicerio - De numenculatore - De primo defensore - De archario144 Cf GRAESSE Lehrbuch einer allgemeinen Literaumlrgeschichte t II parte 2a p

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indicazione delle stazioni e delle indulgenze e la descrizionedelle reliquie piugrave cospicue142 Ciograve accadeva piugrave particolarmentenelle traduzioni143 Cosigrave venivan fuori mano mano certi nuoviMirabilia che con gli antichi nulla piugrave avevano di comune144 Main pari tempo la coltura del rinascimento si diffonde e prevale giagravenasce unarcheologia scientifica giagrave si mostrano i primi

142 Veggasi per un esempio lopuscolo intitolato Le Cose | Meravigliose |dellalma citta | di Roma | Dove si tratta delle Chiese Stationi et Reliquie |de Corpi Santi che vi sono | Con la Guida Romana che insegna facilmentea forastieri di | ritrovare le piugrave nobili cose di Roma e i Nomi de | SommiPontefici Imperatori et altri Principi | Christiani adornati di bellissimefigure | Con le Poste dItalia | Di nuovo corretto et ampliato con le cosenotabili fatte da Papa Sisto V Per Flaminio Primo da Colle | In Roma Conlicenza de Superiori Per Nicolograve Mutii 1596 | Ad istanza di CamilloFranceschini Confrontisi con Le cose maravigliose di Roma per GiacomoMascardi Roma 1619 Sulle stazioni si ha un vecchio poemetto inglesepubblicato da F J Furnivall Early English Text Society Londra 1867 Non visi trova piugrave nulla che ricordi le descrizioni dei Mirabilia143 Traduzioni dei Mirabilia si ebbero come era naturale in tutte le lingue emolte se ne trovano manoscritte per le biblioteche In italiano essi dovetteroessere tradotti assai presto Un codice Gaddiano della Laurenziana segnatoCXLVIIIe scritto nel secolo XIII contiene una versione in dialetto napoletanonella quale lordine delle materie egrave alquanto diverso dal consueto Eccone iltitolo e le rubriche dei capitoli Queste sono le miracole de Roma - Delopalazo de Nerone - Dela Dulia - Delo cantaro de sancto Pietro - Deloterebinto de Nero - Delo castiello Adriano - Delo Agoste (Augusteo) - DeCapitolio - De sancta Balbina - Delo ioco de Circo - Dele cose ke foro inCirco - De templis - Quanno resorse lolio - Dele Cartalarie - Dele agulie -Dele mercatora - Dele basilike - Dele vie de Roma - Deli cavalli - Decolopna antonina - De colopna adriana - De Coliseo - De sancta MariaRotunda - Quanno fo facta ecclesia sancta Maria Rotunda - Delo CaballoConstantino - Quanno vide la visione Octabiano in celo - Deli caballimarmorei - Deli monti de Roma - Deli campi de Roma - Dele arcoratriomphale de Roma - Deli termini (terme) de Roma - Dele palaza de Roma -De theatris de Roma - Dele mura de Roma - Dele porte de Roma - Dele porteprincipale de Roma - Dele cimiteria de Roma - De primicerio - Desecundicerio - De numenculatore - De primo defensore - De archario144 Cf GRAESSE Lehrbuch einer allgemeinen Literaumlrgeschichte t II parte 2a p

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archeologi Il cosigrave detto Anonimo Magliabecchiano145 tiene unluogo di mezzo fra i Mirabilia e il Poggio o il Biondo egli deveavere scritto nei primi anni del secolo XV Le favole a poco apoco spariscono Nei Mirabilia Romae pubblicati da MarcelloSilber alias Franck in Roma nel 1513 si ripetono ancora leleggende di Trajano della Salvatio dei Cavalli marmorei delCavallo di Costantino di Augusto Seguono le indulgenze dellechiese di Roma un sommario della storia della cittagrave ladescrizione delle sette chiese e di moltaltre Vi si riportano versidevoti ed iscrizioni Ma nellOpusculum de mirabilibus novae etveteris urbis Romae edito da Francesco de Albertinis chiericofiorentino e dedicato a Giulio II (per maestro Jacopo Mazochioin Roma 1510) delle favole medievali non si trova piugrave tracciamentre abbondano le citazioni di antichi scrittori Finalmente leCollectanea di Fabricio Varano la Descriptio Romae di RaffaelloVolaterra lAntichitagrave di Roma di Andrea Pallajo piugrave nonricordano i Mirabilia che per lo schema del Regionarioconservato in parte

Qui cade in acconcio far qualche parola di un curioso librosalvo alcuni pochi frammenti tuttora inedito e assai poco noto laPolistoria cioegrave di Giovanni Cavallino de Cerroni la quale nonegrave come il titolo potrebbe far credere unopera storicapropriamente ma egrave piuttosto un trattato dantichitagrave romane einsieme una descrizione di Roma146 Dellautore non si sa altro se

784145 Pubblicato dal MERCKLIN ma scorrettamente nel Programma dellaUniversitagrave di Dorpat 1852 poi dallURLIOHS Codex pag 149-66DellAnonimo si hanno anche due versioni italiane (V JORDAN Novaequaestiones topographicae Festprogramme der Universitaumlt Koumlnigsberg1868) Il Gregorovius (Gesch d St Rom vol IV p 662) dice il librodellAnonimo una compilazione fatta sul Regionario e sui Mirabilia conlajuto di altre notizie topografiche Il Jordan (Topographie ecc vol II p398) nota che lautore si giovograve anche della raccolta discrizioni del Signorili146 Due manoscritti se ne conoscono luno conservato nella BibliotecaCapitolare di Novara (n XXIV) laltro conservato nella Guelferbitana(Gudiano n 47) tutta due membranacei del sec XIV Del primo diede notizia

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archeologi Il cosigrave detto Anonimo Magliabecchiano145 tiene unluogo di mezzo fra i Mirabilia e il Poggio o il Biondo egli deveavere scritto nei primi anni del secolo XV Le favole a poco apoco spariscono Nei Mirabilia Romae pubblicati da MarcelloSilber alias Franck in Roma nel 1513 si ripetono ancora leleggende di Trajano della Salvatio dei Cavalli marmorei delCavallo di Costantino di Augusto Seguono le indulgenze dellechiese di Roma un sommario della storia della cittagrave ladescrizione delle sette chiese e di moltaltre Vi si riportano versidevoti ed iscrizioni Ma nellOpusculum de mirabilibus novae etveteris urbis Romae edito da Francesco de Albertinis chiericofiorentino e dedicato a Giulio II (per maestro Jacopo Mazochioin Roma 1510) delle favole medievali non si trova piugrave tracciamentre abbondano le citazioni di antichi scrittori Finalmente leCollectanea di Fabricio Varano la Descriptio Romae di RaffaelloVolaterra lAntichitagrave di Roma di Andrea Pallajo piugrave nonricordano i Mirabilia che per lo schema del Regionarioconservato in parte

Qui cade in acconcio far qualche parola di un curioso librosalvo alcuni pochi frammenti tuttora inedito e assai poco noto laPolistoria cioegrave di Giovanni Cavallino de Cerroni la quale nonegrave come il titolo potrebbe far credere unopera storicapropriamente ma egrave piuttosto un trattato dantichitagrave romane einsieme una descrizione di Roma146 Dellautore non si sa altro se

784145 Pubblicato dal MERCKLIN ma scorrettamente nel Programma dellaUniversitagrave di Dorpat 1852 poi dallURLIOHS Codex pag 149-66DellAnonimo si hanno anche due versioni italiane (V JORDAN Novaequaestiones topographicae Festprogramme der Universitaumlt Koumlnigsberg1868) Il Gregorovius (Gesch d St Rom vol IV p 662) dice il librodellAnonimo una compilazione fatta sul Regionario e sui Mirabilia conlajuto di altre notizie topografiche Il Jordan (Topographie ecc vol II p398) nota che lautore si giovograve anche della raccolta discrizioni del Signorili146 Due manoscritti se ne conoscono luno conservato nella BibliotecaCapitolare di Novara (n XXIV) laltro conservato nella Guelferbitana(Gudiano n 47) tutta due membranacei del sec XIV Del primo diede notizia

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non quel pochissimo chegli stesso dice nel titolo dellopera sua147era scrittore della Sede Apostolica e canonico di Santa MariaRotonda fioriva probabilmente verso il mezzo del XIV secolo148Tutto il libro chegli dice di avere scritto a richiesta di moltiamici curiosi e solleciti della gloria di Roma lo dimostra uomo dimolta e varia benchegrave farraginosa erudizione non vi si leggepagina senza trovarvi citato qualche scrittore pagano o cristiano

lAndres nella lettera al Morelli sopra alcuni codici delle Biblioteche capitolaridi Novara e di Vercelli Parma 1802 p 29-39 riportando tutti i titoli dei libri edei capitoli Dal secondo lUrlichs trasse alcuni frammenti che pubblicograve nelCodex p 140-7 Il cod Gudiano non puograve essere come afferma lUrlichs unapografo del Novarese da lui non veduto giacchegrave troppe e di troppo rilievosono le differenze che per quanto si puograve giudicare dal confronto coi pochiframmenti pubblicati di quello passan fra i due ma il novarese egrave esso stessoun apografo scritto a richiesta di Giovanni di Capogallo che fu poi vescovo diNovara Ad ogni modo a Roma nessun codice si trova piugrave di questopera che aRoma e da un Romano fu scritta Il codice Novarese tuttochegrave di faticosalettura sembra inoltro assai piugrave corretto che il Gudiano non sia ed io traggo daesso i varii passi che mi avverragrave di riportare in seguito Ivi il testo egrave precedutodalla tavola dei libri o dei capitoli appiegrave della quale egrave una miniatura cherappresenta Roma sotto specie di una donna incoronata seduta in un trono ereggente nella mano destra lo scettro nella sinistra la palla doro Ai due latidel trono in alto sono due stemmi luno con le lettere S P Q R laltro con ungallo impresa dei Capogalli147 Il titolo pieno nel cod Novarese suona cosigrave Incipit prologus polistorieJoannis Caballini de Cerronibus de urbe apostolice sedis scriptoris acCanonici sancte Marie Rotunde de eadem urbe De virtutibus et dotibusRomanorum ipsorumque imperatoris et pape singularibus monarchiis de aliisincidentiis eorundem Il titolo messo innanzi alla tavola dei capitoli egravePolistoria Joannis Caballini de Cerronibus de urbe de dignitatibusRomanorum Dal titolo del cod Gudiano trasse il Fabricio il brevissimo cennoinserito nella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis (1a ed vIV p 170-1 2a v IV p 61 col Ia)148 Quando Giovanni di Capogallo fece trar copia della Polistoria era ancorasecondo nei codici egrave detto professore di Sacra Scrittura e abate di San Paolo inRoma il che come fu giustamente osservato dallAndres a pag 37 della citataLettera rimanda a un tempo anteriore al 1398 a cominciare dal quale annosino al 1402 che passograve alla diocesi di Novara Giovanni fu vescovo di Bellunoe di Feltra LUrlichs congettura non senza buon argomento che il libro sia

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non quel pochissimo chegli stesso dice nel titolo dellopera sua147era scrittore della Sede Apostolica e canonico di Santa MariaRotonda fioriva probabilmente verso il mezzo del XIV secolo148Tutto il libro chegli dice di avere scritto a richiesta di moltiamici curiosi e solleciti della gloria di Roma lo dimostra uomo dimolta e varia benchegrave farraginosa erudizione non vi si leggepagina senza trovarvi citato qualche scrittore pagano o cristiano

lAndres nella lettera al Morelli sopra alcuni codici delle Biblioteche capitolaridi Novara e di Vercelli Parma 1802 p 29-39 riportando tutti i titoli dei libri edei capitoli Dal secondo lUrlichs trasse alcuni frammenti che pubblicograve nelCodex p 140-7 Il cod Gudiano non puograve essere come afferma lUrlichs unapografo del Novarese da lui non veduto giacchegrave troppe e di troppo rilievosono le differenze che per quanto si puograve giudicare dal confronto coi pochiframmenti pubblicati di quello passan fra i due ma il novarese egrave esso stessoun apografo scritto a richiesta di Giovanni di Capogallo che fu poi vescovo diNovara Ad ogni modo a Roma nessun codice si trova piugrave di questopera che aRoma e da un Romano fu scritta Il codice Novarese tuttochegrave di faticosalettura sembra inoltro assai piugrave corretto che il Gudiano non sia ed io traggo daesso i varii passi che mi avverragrave di riportare in seguito Ivi il testo egrave precedutodalla tavola dei libri o dei capitoli appiegrave della quale egrave una miniatura cherappresenta Roma sotto specie di una donna incoronata seduta in un trono ereggente nella mano destra lo scettro nella sinistra la palla doro Ai due latidel trono in alto sono due stemmi luno con le lettere S P Q R laltro con ungallo impresa dei Capogalli147 Il titolo pieno nel cod Novarese suona cosigrave Incipit prologus polistorieJoannis Caballini de Cerronibus de urbe apostolice sedis scriptoris acCanonici sancte Marie Rotunde de eadem urbe De virtutibus et dotibusRomanorum ipsorumque imperatoris et pape singularibus monarchiis de aliisincidentiis eorundem Il titolo messo innanzi alla tavola dei capitoli egravePolistoria Joannis Caballini de Cerronibus de urbe de dignitatibusRomanorum Dal titolo del cod Gudiano trasse il Fabricio il brevissimo cennoinserito nella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis (1a ed vIV p 170-1 2a v IV p 61 col Ia)148 Quando Giovanni di Capogallo fece trar copia della Polistoria era ancorasecondo nei codici egrave detto professore di Sacra Scrittura e abate di San Paolo inRoma il che come fu giustamente osservato dallAndres a pag 37 della citataLettera rimanda a un tempo anteriore al 1398 a cominciare dal quale annosino al 1402 che passograve alla diocesi di Novara Giovanni fu vescovo di Bellunoe di Feltra LUrlichs congettura non senza buon argomento che il libro sia

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Cicerone Catone Tito Livio Sallustio Lucrezio VirgilioGiovenale Vegezio Plutarco Giustino Valerio Massimo OrazioLattanzio Boezio San Gregorio Isidoro di Siviglia Hugutio ealtri A canto alle Sacre Scritture vi si cita spesso il DigestoLopera egrave divisa in dieci libri che abbracciano tutti insieme nonmeno di centoventinove capitoli149 Vi si discorre promiscuamentedi Roma pagana e di Roma cristiana Nel l si ragiona di Romainvitta eterna e beata origine delle leggi e delle armi principio disovranitagrave maestra al mondo di nobilissimi esempii clemente edumana coi nemici punitrice inesorabile dei malvagi In essa egrave laCattedra di San Pietro per cui si compiono gli alti destini meditatidalla Provvidenza si conciliano insieme lantico e il nuovodiritto Al l II porge argomento il discorso di Orazio Coclite alponte e una discussione circa le perfette qualitagrave militari Il l IIItratta della eccellenza della Cittagrave quanto ai cittadini e reggitorisuoi il che offre occasione allautore di ricordare in due capitolila legazione famosa di Pilato a Tiberio e la distruzione diGerusalemme per Vespasiano e Tito poi alcune cose sisoggiungono circa le dignitagrave e virtugrave del sacerdozio Nel l IV siparla delle virtugrave della croce della significazione delle insegneromane dei pregi e della gran nobiltagrave di Fabrizio degli Scipioni edi Giulio Cesare Il V tratta dei giuochi e delle carceri qualiusavano in Roma Nel VI chegrave fra tutti il piugrave lungo si ragiona delmodo di costruire le cittagrave in genere poi dei tredici fondatori diRoma a principiare da Noegrave poi delle diciannove porte Il VII egravetutto speso nella descrizione dei sette monti LVIII tratta delletredici regioni in cui Roma era divisa Nel IX si dice dei dodicipopoli da cui primamente fu Roma abitata e perchegrave sieno trediciregioni e come sorse e fu denominata Cittagrave Leonina Il Xfinalmente tratta della condizione del suolo ove Roma fuedificata dei pregi dItalia e dei cittadini Romani e Italici della

stato scritto fra il 1345 e il 1347 (Codex p 139)149 La distribuzione dei capitoli egrave molto disuguale cosigrave il III non ne contieneche tre mentre il VI ne conta quarantuno

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Cicerone Catone Tito Livio Sallustio Lucrezio VirgilioGiovenale Vegezio Plutarco Giustino Valerio Massimo OrazioLattanzio Boezio San Gregorio Isidoro di Siviglia Hugutio ealtri A canto alle Sacre Scritture vi si cita spesso il DigestoLopera egrave divisa in dieci libri che abbracciano tutti insieme nonmeno di centoventinove capitoli149 Vi si discorre promiscuamentedi Roma pagana e di Roma cristiana Nel l si ragiona di Romainvitta eterna e beata origine delle leggi e delle armi principio disovranitagrave maestra al mondo di nobilissimi esempii clemente edumana coi nemici punitrice inesorabile dei malvagi In essa egrave laCattedra di San Pietro per cui si compiono gli alti destini meditatidalla Provvidenza si conciliano insieme lantico e il nuovodiritto Al l II porge argomento il discorso di Orazio Coclite alponte e una discussione circa le perfette qualitagrave militari Il l IIItratta della eccellenza della Cittagrave quanto ai cittadini e reggitorisuoi il che offre occasione allautore di ricordare in due capitolila legazione famosa di Pilato a Tiberio e la distruzione diGerusalemme per Vespasiano e Tito poi alcune cose sisoggiungono circa le dignitagrave e virtugrave del sacerdozio Nel l IV siparla delle virtugrave della croce della significazione delle insegneromane dei pregi e della gran nobiltagrave di Fabrizio degli Scipioni edi Giulio Cesare Il V tratta dei giuochi e delle carceri qualiusavano in Roma Nel VI chegrave fra tutti il piugrave lungo si ragiona delmodo di costruire le cittagrave in genere poi dei tredici fondatori diRoma a principiare da Noegrave poi delle diciannove porte Il VII egravetutto speso nella descrizione dei sette monti LVIII tratta delletredici regioni in cui Roma era divisa Nel IX si dice dei dodicipopoli da cui primamente fu Roma abitata e perchegrave sieno trediciregioni e come sorse e fu denominata Cittagrave Leonina Il Xfinalmente tratta della condizione del suolo ove Roma fuedificata dei pregi dItalia e dei cittadini Romani e Italici della

stato scritto fra il 1345 e il 1347 (Codex p 139)149 La distribuzione dei capitoli egrave molto disuguale cosigrave il III non ne contieneche tre mentre il VI ne conta quarantuno

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istituzione dellimpero delle virtugrave che debbono esserenellimperatore delle relazioni vicendevoli della Chiesa edellimpero Alcuna volta non torna facile cosigrave alla primascorgere il nesso de varii argomenti trattati in uno stesso capitolopur tuttavia questo nesso non manca secondo le opinioni e lecredenze dei tempi Cosigrave nel l IV si discorre come abbiamoveduto delle virtugrave della croce e delle insegne romane e adiscorrerne congiuntamente lautore egrave tratto senza sforzo dallavittoria che Costantino recando appunto per nuova insegna lacroce riportograve sopra Massenzio

Pei tre libri VI VII e VIII dove si ragiona della fondazione diRoma delle porte dei monti delle regioni il trattato di GiovanniCavallino viene ad avere piugrave stretta relazione colla Graphia e coiMirabilialtgt Egli certamente conobbe e luna e gli altri edanzi quanto alla Graphia espressamente lo dichiara dicendo nelc 20 del l VI laquoGraphia aureae urbis Romae stante in ecclesiasancte Marie nove de urbe quam vidi et iugiter legiraquo DeiMirabilia non fa cenno ed egrave omissione notabile ma ben piugravestrano deve parere certamente che delle leggende e delledescrizioni fantastiche contenute in quelle due cognitissime edivulgatissime scritture egli se si faccia eccezione di due o trenon abbia voluto giovarsi Non giagrave che il suo libro vada esente dafantasticherie chegrave pei tempi sarebbe stato un pretendere troppoma quelle che vi si trovano hanno tale unaria che a primo aspettosi riconoscono nate da erudita saccenteria anzichegrave di schietto epopolaresco immaginare Giovanni Cavallino patisce il malecomune degli eruditi della etagrave sua la mania etimologicalossessione dellallegoria e del simbolo Parlando delle porte edei monti egli ricorda i varii nomi di ciascuno e cerca di darneragione il meglio che puograve e quando non lajutano la storia o ilsapere sajuta con la fantasia Di queste curiose fanfaluchevedremo qualche esempio piugrave sotto ma darne un saggio anchequi non saragrave fuor di luogo La porta Septinea (Septimiana) prendeil nome dalla plaga di settentrione alla quale egrave rivolta oppure lo

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istituzione dellimpero delle virtugrave che debbono esserenellimperatore delle relazioni vicendevoli della Chiesa edellimpero Alcuna volta non torna facile cosigrave alla primascorgere il nesso de varii argomenti trattati in uno stesso capitolopur tuttavia questo nesso non manca secondo le opinioni e lecredenze dei tempi Cosigrave nel l IV si discorre come abbiamoveduto delle virtugrave della croce e delle insegne romane e adiscorrerne congiuntamente lautore egrave tratto senza sforzo dallavittoria che Costantino recando appunto per nuova insegna lacroce riportograve sopra Massenzio

Pei tre libri VI VII e VIII dove si ragiona della fondazione diRoma delle porte dei monti delle regioni il trattato di GiovanniCavallino viene ad avere piugrave stretta relazione colla Graphia e coiMirabilialtgt Egli certamente conobbe e luna e gli altri edanzi quanto alla Graphia espressamente lo dichiara dicendo nelc 20 del l VI laquoGraphia aureae urbis Romae stante in ecclesiasancte Marie nove de urbe quam vidi et iugiter legiraquo DeiMirabilia non fa cenno ed egrave omissione notabile ma ben piugravestrano deve parere certamente che delle leggende e delledescrizioni fantastiche contenute in quelle due cognitissime edivulgatissime scritture egli se si faccia eccezione di due o trenon abbia voluto giovarsi Non giagrave che il suo libro vada esente dafantasticherie chegrave pei tempi sarebbe stato un pretendere troppoma quelle che vi si trovano hanno tale unaria che a primo aspettosi riconoscono nate da erudita saccenteria anzichegrave di schietto epopolaresco immaginare Giovanni Cavallino patisce il malecomune degli eruditi della etagrave sua la mania etimologicalossessione dellallegoria e del simbolo Parlando delle porte edei monti egli ricorda i varii nomi di ciascuno e cerca di darneragione il meglio che puograve e quando non lajutano la storia o ilsapere sajuta con la fantasia Di queste curiose fanfaluchevedremo qualche esempio piugrave sotto ma darne un saggio anchequi non saragrave fuor di luogo La porta Septinea (Septimiana) prendeil nome dalla plaga di settentrione alla quale egrave rivolta oppure lo

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deriva da sub e da Jano trovandosi dessere sotto il Gianicolo Ilmonte Palanteo (Palatino) si denomina da Pallante dea delsapere Il colle Capitolino egrave cosigrave chiamato perchegrave capo di tutta lacittagrave o piuttosto perchegrave vi si raccoglievano i senatori come i fratial capitolo Il Celio ebbe nome dallaltezza a celsitudineParlando delle regioni dice quale fosse limpresa del popolo diciascuna e sindustria di spiegare le figure e i colori chemostravano Del resto narrando descrivendo apostrofando egliegrave sempre occupato dal pensiero di far concordare in appoggio diquanto dice gli scrittori e le prove

Lopera di Giovanni Cavallino scritta in sullultimo scorcio delmedio evo puograve considerarsi come il primo trattato di antichitagraveromane che siaci rimasto Essa egrave senza dubbio una congeriedisordinata e deforme di fatti non ancora dominati dallo spiritocritico ma giagrave vi si puograve scorgere dentro qualche bagliore delvicino Rinascimento e ciograve che ancora non viene a legare ilpensiero lega laffetto di cui palpita ogni parola laffetto vivo ereverente per Roma invitta eterna e beata Quando vien menolammirazione ingenua e fantasiosa dei Mirabilia unaltra giagrave necomincia che prende e serba il suo luogo

Dopo ciograve entriamo nel vasto e popolato regno delle leggende

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deriva da sub e da Jano trovandosi dessere sotto il Gianicolo Ilmonte Palanteo (Palatino) si denomina da Pallante dea delsapere Il colle Capitolino egrave cosigrave chiamato perchegrave capo di tutta lacittagrave o piuttosto perchegrave vi si raccoglievano i senatori come i fratial capitolo Il Celio ebbe nome dallaltezza a celsitudineParlando delle regioni dice quale fosse limpresa del popolo diciascuna e sindustria di spiegare le figure e i colori chemostravano Del resto narrando descrivendo apostrofando egliegrave sempre occupato dal pensiero di far concordare in appoggio diquanto dice gli scrittori e le prove

Lopera di Giovanni Cavallino scritta in sullultimo scorcio delmedio evo puograve considerarsi come il primo trattato di antichitagraveromane che siaci rimasto Essa egrave senza dubbio una congeriedisordinata e deforme di fatti non ancora dominati dallo spiritocritico ma giagrave vi si puograve scorgere dentro qualche bagliore delvicino Rinascimento e ciograve che ancora non viene a legare ilpensiero lega laffetto di cui palpita ogni parola laffetto vivo ereverente per Roma invitta eterna e beata Quando vien menolammirazione ingenua e fantasiosa dei Mirabilia unaltra giagrave necomincia che prende e serba il suo luogo

Dopo ciograve entriamo nel vasto e popolato regno delle leggende

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CAPITOLO III

La fondazione di Roma

Tra le storie dellantichitagrave le quali il medio evo ricorda eripete una delle piugrave celebri egrave la storia di Enea Il giullare lasapeva a mente e la recitava alloccasione150 Enea era laRomanae stirpis origo e lEneide il poema delle origini di Romae del romano impero Benedetto di Sainte-More e Heinrich vonWeldeke rifacevano lEneide di Virgilio Ma la leggenda inclinatasempre ad allontanare nel passato i principii delle cose non siferma ad Enea e singegna di trovare prima di lui altri piugrave remotifondatori

Porcio Catone Varrone Fabio Pittore Dionigi di AlicarnassoSolino altri parecchi ci conservarono le numerose leggende cheintorno alle origini della cittagrave certo sino da tempi antichissimi sivennero formando nella fantasia popolare151 Queste leggende dicui non debbo qui discorrere di proposito passarono nel medioevo raccoglitore curioso e sollecito delle piugrave disparate finzioni e

150 Roman de Flamenca (pubblicato da Paolo Meyer Parigi 1865) V 619-24

Lautre comtava dEneasE de Dido consi remasPer lui dolenta e mesquinaLautre comtava de LavinaCon fes lo bren el cairel traireA la gaita de lanzor caire

Cf ALEXANDRE PEgraveY Essai sur li romans dEneas Parigi 1856 JOLY BENOIcircT DE

SAINTE-MORE ET LE ROMAN DE TROYE PARIGI 1870-1 VOL II P 318-56 COMPARETTIVirgilio nel medio evo v II p 8 segg151 Cf NIEBUHR Roumlmische Geschichte Berlino 1853 vol I p 118-24 Circa ilcarattere mitico di alcune di esse v J L W SCHWARTZ Der Ursprung derStamm - und Gruumlndungs - Sage Roms unter dem Reflex indogermanischerMythen Jena 1878

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CAPITOLO III

La fondazione di Roma

Tra le storie dellantichitagrave le quali il medio evo ricorda eripete una delle piugrave celebri egrave la storia di Enea Il giullare lasapeva a mente e la recitava alloccasione150 Enea era laRomanae stirpis origo e lEneide il poema delle origini di Romae del romano impero Benedetto di Sainte-More e Heinrich vonWeldeke rifacevano lEneide di Virgilio Ma la leggenda inclinatasempre ad allontanare nel passato i principii delle cose non siferma ad Enea e singegna di trovare prima di lui altri piugrave remotifondatori

Porcio Catone Varrone Fabio Pittore Dionigi di AlicarnassoSolino altri parecchi ci conservarono le numerose leggende cheintorno alle origini della cittagrave certo sino da tempi antichissimi sivennero formando nella fantasia popolare151 Queste leggende dicui non debbo qui discorrere di proposito passarono nel medioevo raccoglitore curioso e sollecito delle piugrave disparate finzioni e

150 Roman de Flamenca (pubblicato da Paolo Meyer Parigi 1865) V 619-24

Lautre comtava dEneasE de Dido consi remasPer lui dolenta e mesquinaLautre comtava de LavinaCon fes lo bren el cairel traireA la gaita de lanzor caire

Cf ALEXANDRE PEgraveY Essai sur li romans dEneas Parigi 1856 JOLY BENOIcircT DE

SAINTE-MORE ET LE ROMAN DE TROYE PARIGI 1870-1 VOL II P 318-56 COMPARETTIVirgilio nel medio evo v II p 8 segg151 Cf NIEBUHR Roumlmische Geschichte Berlino 1853 vol I p 118-24 Circa ilcarattere mitico di alcune di esse v J L W SCHWARTZ Der Ursprung derStamm - und Gruumlndungs - Sage Roms unter dem Reflex indogermanischerMythen Jena 1878

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ben presto ebbero a trovarsi in nuova compagnia Sono senzanumero le cronache e gli altri libri dogni maniera in cui siricordano i primi che vennero in Italia a fondare cittagrave e regni sulluogo stesso dove sorse poi Roma Saturno Giano Italo RomaErcole Tiberi ecc

Giagrave qualcuno degli antichi non potendo raccapezzarsi fra leinnumerevoli e contradditorie tradizioni confessograve delle origini diRoma nulla potersi sapere con sicurezza Isidoro di Siviglia (c570-636) cosigrave ragiona in un luogo delle Etimologie152 laquoDeauctoribus conditarum urbium plerumque dissensio invenituradeo ut ne urbis quidem Romae origo possit diligenter cognosciNam Sallustius dicit Urbem Romam sicuti ego accepicondidere atque habuere initio Troiani et cum iis aborigenesAlii dicunt ab Evandro secundum quod Virgilius Tunc rexEvandrus romanae conditor arcis Alii a Romulo ut En huiusnate auspiciis illa inclyta Roma Si igitur tantae civitatis certaratio non apparet non mirum si in aliarum opinione dubitaturraquoCirca l800 Giorgio Sincello riferite alcune delle tradizioni piugravedivulgate circa lorigine di Roma dice non trovarsi due soliscrittori che vadano fra loro daccordo153 Ma la leggenda ha perofficio appunto di sapere ciograve che la storia certa non sa

La leggenda egrave singolarmente logica ne suoi procedimentiStabilito che le sorti di Roma erano intimamente collegate con lesorti del cristianesimo e riconosciuto che la fondazione della cittagraveera stata sin dai primordii della storia delluman generecontemplata dalla Provvidenza ragion voleva che la leggenda siprolungasse innanzi e indietro nel futuro e nel passato sino aquegli estremi termini a cui la storia stessa cosigrave comera figuratae limitata nel dogma le poteva concedere di pervenire Per unaparte dunque la leggenda si stende sin quasi alla catastrofe delgran dramma dellumanitagrave il Giudizio Universale lAnticristo

152 L XV c l153 Chronographia ed di Bonna 1829 (Corpus scriptorum historiaebyzantinae) vol I p 361-7

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ben presto ebbero a trovarsi in nuova compagnia Sono senzanumero le cronache e gli altri libri dogni maniera in cui siricordano i primi che vennero in Italia a fondare cittagrave e regni sulluogo stesso dove sorse poi Roma Saturno Giano Italo RomaErcole Tiberi ecc

Giagrave qualcuno degli antichi non potendo raccapezzarsi fra leinnumerevoli e contradditorie tradizioni confessograve delle origini diRoma nulla potersi sapere con sicurezza Isidoro di Siviglia (c570-636) cosigrave ragiona in un luogo delle Etimologie152 laquoDeauctoribus conditarum urbium plerumque dissensio invenituradeo ut ne urbis quidem Romae origo possit diligenter cognosciNam Sallustius dicit Urbem Romam sicuti ego accepicondidere atque habuere initio Troiani et cum iis aborigenesAlii dicunt ab Evandro secundum quod Virgilius Tunc rexEvandrus romanae conditor arcis Alii a Romulo ut En huiusnate auspiciis illa inclyta Roma Si igitur tantae civitatis certaratio non apparet non mirum si in aliarum opinione dubitaturraquoCirca l800 Giorgio Sincello riferite alcune delle tradizioni piugravedivulgate circa lorigine di Roma dice non trovarsi due soliscrittori che vadano fra loro daccordo153 Ma la leggenda ha perofficio appunto di sapere ciograve che la storia certa non sa

La leggenda egrave singolarmente logica ne suoi procedimentiStabilito che le sorti di Roma erano intimamente collegate con lesorti del cristianesimo e riconosciuto che la fondazione della cittagraveera stata sin dai primordii della storia delluman generecontemplata dalla Provvidenza ragion voleva che la leggenda siprolungasse innanzi e indietro nel futuro e nel passato sino aquegli estremi termini a cui la storia stessa cosigrave comera figuratae limitata nel dogma le poteva concedere di pervenire Per unaparte dunque la leggenda si stende sin quasi alla catastrofe delgran dramma dellumanitagrave il Giudizio Universale lAnticristo

152 L XV c l153 Chronographia ed di Bonna 1829 (Corpus scriptorum historiaebyzantinae) vol I p 361-7

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porragrave fine al sacro romano impero Per unaltra essa rimontaindietro sino a Noegrave

Perchegrave sino a Noegrave e non sino ad Adamo La ragione egrave per sestessa evidente Il diluvio spazza dalla faccia della terra le cittagrave edi regni dopo il diluvio la storia del genere umano comincia dacapo e per certi rispetti si puograve considerare Noegrave quale il primouomo Ragionevolmente le origini di una cittagrave non si potevano farrimontare al di lagrave del diluvio Inoltre con porre primo fondatoreNoegrave il patriarca senza colpa scampato alluniversale sterminio siprocacciava alla cittagrave un titolo particolarissimo di santitagrave e digloria Da Noegrave verragrave il nuovo genere umano che saragrave redento daCristo da Noegrave devesser dato principio a quella Roma che ha dapreparare il mondo alla venuta del Redentore Si aggiunga che daNoegrave discendendo tutti i popoli il luogo dove quegli avevafermato la sua sede acquistava su tutto il mondo un legittimoimpero Un padre della Chiesa ragionando sui fatti compiuti nonavrebbe potuto trovare fra essi relazioni piugrave significative di quelleche inconsciamente trovava la fantasia popolare

Come dove quando sia nata cosigrave fatta leggenda non egrave nessunoche possa dirlo Nata che fu si divulgograve rapidamente esintrodusse in libri dindole diversissima

Il piugrave antico egrave la Graphia aureae urbis Romae Quivi si narracome il patriarca Noegrave dopochegrave la sua pervertita discendenza ebbeedificata la torre di Babele entrograve co figliuoli in una nave eapprodograve in Italia Non lunge dal luogo dove poi sorse Romacostrusse una cittagrave cui diede il suo nome ed ivi terminograve le fatichee la vita Giano suo figliuolo insieme con un altro Gianofigliuolo di Jafet e con lindigena Camese costrusse poi sulPalatino una cittagrave denominata Gianicolo laquoin monte Palatinocivitatem Janiculum construens regnum accepitraquo Circa quelmedesimo tempo venne in Italia anche Nembrot che egrave tuttunocon Saturno laquoNemroth qui et Saturnus a Jove filio eunuchizatusad jam dictum Jani regnum devenitraquo Si noti come la leggendacristiana cerca di appoggiarsi sulle tradizioni pagane Saturno

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porragrave fine al sacro romano impero Per unaltra essa rimontaindietro sino a Noegrave

Perchegrave sino a Noegrave e non sino ad Adamo La ragione egrave per sestessa evidente Il diluvio spazza dalla faccia della terra le cittagrave edi regni dopo il diluvio la storia del genere umano comincia dacapo e per certi rispetti si puograve considerare Noegrave quale il primouomo Ragionevolmente le origini di una cittagrave non si potevano farrimontare al di lagrave del diluvio Inoltre con porre primo fondatoreNoegrave il patriarca senza colpa scampato alluniversale sterminio siprocacciava alla cittagrave un titolo particolarissimo di santitagrave e digloria Da Noegrave verragrave il nuovo genere umano che saragrave redento daCristo da Noegrave devesser dato principio a quella Roma che ha dapreparare il mondo alla venuta del Redentore Si aggiunga che daNoegrave discendendo tutti i popoli il luogo dove quegli avevafermato la sua sede acquistava su tutto il mondo un legittimoimpero Un padre della Chiesa ragionando sui fatti compiuti nonavrebbe potuto trovare fra essi relazioni piugrave significative di quelleche inconsciamente trovava la fantasia popolare

Come dove quando sia nata cosigrave fatta leggenda non egrave nessunoche possa dirlo Nata che fu si divulgograve rapidamente esintrodusse in libri dindole diversissima

Il piugrave antico egrave la Graphia aureae urbis Romae Quivi si narracome il patriarca Noegrave dopochegrave la sua pervertita discendenza ebbeedificata la torre di Babele entrograve co figliuoli in una nave eapprodograve in Italia Non lunge dal luogo dove poi sorse Romacostrusse una cittagrave cui diede il suo nome ed ivi terminograve le fatichee la vita Giano suo figliuolo insieme con un altro Gianofigliuolo di Jafet e con lindigena Camese costrusse poi sulPalatino una cittagrave denominata Gianicolo laquoin monte Palatinocivitatem Janiculum construens regnum accepitraquo Circa quelmedesimo tempo venne in Italia anche Nembrot che egrave tuttunocon Saturno laquoNemroth qui et Saturnus a Jove filio eunuchizatusad jam dictum Jani regnum devenitraquo Si noti come la leggendacristiana cerca di appoggiarsi sulle tradizioni pagane Saturno

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riappare in Nembrot Giano egrave figlio di Noegrave or ora vedremo lostesso Noegrave tramutarsi in Giano Saturno fondograve sul Campidogliouna cittagrave chiamata Saturna poi venne Italo coi Siracusani venneErcole cogli Argivi venne Tibri re degli Aborigeni venneroEvandro e il re dei Coribanti e Glauco e Roma e AventinoSilvio i quali tutti fondarono sulla terra di Roma varie cittagrave Ma illuogo piugrave illustre fu sin dalle origini il Palatino laquoin quo omnespostea imperatores et cesares feliciter habitaveruntraquo

Questa storia riferisce per filo e per segno nel suo Libellus dequatuor majoribus regnis et Romanae urbis exordio MartinoPolono154 morto nel 1279 negrave si puograve dire con sicurezza segli latragga dalla Graphia o daltronde comechegrave usi nel narrarla quasile stesse parole di quella Galvagno Fiamma (c 1344) quantocircospetto e preciso nel narrare le cose de tempi suoi altrettantofacile ad accogliere ogni piugrave solenne stravaganza quando parla detempi antichi ripete nel suo Manipulus Florum il racconto dellaGraphia che chiama liber valde authenticus155 confortandolo disue molte ragioni e lo stesso fa Giovanni da Cermenate156vissuto nella prima metagrave del XIV secolo Ma i ripetitori di solitoattingono piuttosto che dalla Graphia dal Libellus di MartinoPolono Cosigrave Ranulfo Higden nel Polychronicon157 lautoredellEulogium158 lautore di una cronaca francese intitolataCompendium Romanorum159 ecc Di altri non si puograve dire seattingano dalla Graphia oppure dal Libellus benchegrave sia piuttostoda credere che da questo Cosigrave il Ramponi nella citata Historia dicose memorabili della cittagrave di Bologna160 lo Pseudo Leonardo154 Innanzi alla Cronaca nelledizione di Basilea 1559155 C IV ap MURAT Script t XI col 540-1156 Historia de situ ecc c I ap MURAT Script t IX col 1227 GiovanniCavallino nel l VI c 8-20 della Polistoria parla di tredici fondatori di Romache sono Noegrave Giano Nembroth Italo Giove Fauno Evandro ErcoleCimpro Enea Latino Aventino Romolo a cui si aggiunge Remo157 L I c 24158 V I p 409159 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 730 sec XV160 Inedita Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 18 v

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riappare in Nembrot Giano egrave figlio di Noegrave or ora vedremo lostesso Noegrave tramutarsi in Giano Saturno fondograve sul Campidogliouna cittagrave chiamata Saturna poi venne Italo coi Siracusani venneErcole cogli Argivi venne Tibri re degli Aborigeni venneroEvandro e il re dei Coribanti e Glauco e Roma e AventinoSilvio i quali tutti fondarono sulla terra di Roma varie cittagrave Ma illuogo piugrave illustre fu sin dalle origini il Palatino laquoin quo omnespostea imperatores et cesares feliciter habitaveruntraquo

Questa storia riferisce per filo e per segno nel suo Libellus dequatuor majoribus regnis et Romanae urbis exordio MartinoPolono154 morto nel 1279 negrave si puograve dire con sicurezza segli latragga dalla Graphia o daltronde comechegrave usi nel narrarla quasile stesse parole di quella Galvagno Fiamma (c 1344) quantocircospetto e preciso nel narrare le cose de tempi suoi altrettantofacile ad accogliere ogni piugrave solenne stravaganza quando parla detempi antichi ripete nel suo Manipulus Florum il racconto dellaGraphia che chiama liber valde authenticus155 confortandolo disue molte ragioni e lo stesso fa Giovanni da Cermenate156vissuto nella prima metagrave del XIV secolo Ma i ripetitori di solitoattingono piuttosto che dalla Graphia dal Libellus di MartinoPolono Cosigrave Ranulfo Higden nel Polychronicon157 lautoredellEulogium158 lautore di una cronaca francese intitolataCompendium Romanorum159 ecc Di altri non si puograve dire seattingano dalla Graphia oppure dal Libellus benchegrave sia piuttostoda credere che da questo Cosigrave il Ramponi nella citata Historia dicose memorabili della cittagrave di Bologna160 lo Pseudo Leonardo154 Innanzi alla Cronaca nelledizione di Basilea 1559155 C IV ap MURAT Script t XI col 540-1156 Historia de situ ecc c I ap MURAT Script t IX col 1227 GiovanniCavallino nel l VI c 8-20 della Polistoria parla di tredici fondatori di Romache sono Noegrave Giano Nembroth Italo Giove Fauno Evandro ErcoleCimpro Enea Latino Aventino Romolo a cui si aggiunge Remo157 L I c 24158 V I p 409159 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 730 sec XV160 Inedita Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 18 v

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Aretino in quella grossolana contraffazione della Fiorita dItaliadi Fra Guido che sintitola LAquila volante161 lautore di unsunto di storia romana a cui va aggiunta una descrizione di Romacontenuto nel cod Marciano lat cl X CCXXXI TeodoricoEngelhusio sembra attingere da una fonte diversa dalle comuniquando dice nel Chronicon laquoHoc tempore Noeuml cum filii contraDei et suam voluntatem turrim construere coepissent ipse cumfilio suo Jonico ratem adscendens pervenit ad locum Europae ubinunc est Roma et ibi constructo palatio juxta Albulam reseditubi nunc est Ecclesia S Johannis ad Janiculum a nomine filii suiJano non longe tandem ab urbe sepultus ut ait Estadius annovitae suae DCCCCLraquo Questo Jonico (Jonito Janito) di cui parlaa piugrave riprese Gotofredo da Viterbo e che giagrave trovasi ricordatonella Historia Scholastica e nelle Revelationes di Metodio altriprobabilmente non egrave che lo stesso Jano o Giano

Raccontando la venuta di Noegrave in Italia la Graphia e MartinoPolono citano un Hescodius (altrove Escodius EstodiusEustodius) nome non altrimenti conosciuto nella storia letterariaLOzanam gli vorrebbe sostituito Esiodo che pure si trovacitato162 ma che sarebbe senza dubbio anchesso nomesuppositizio Nella edizione della Cronaca di Martino Polonopubblicata in Basilea il 1559 a Hescodius fu sostituitoMethodius ma negli scritti che vanno sotto il nome di Metodionulla si trova che giustifichi tale sostituzione

Fazio degli Uberti introducendo nel c 12 del l I delDittamondo Roma a narrare la propria storia fa chella dica fralaltro

Nel tempo che nel mondo la mia speraApparve in prima qui dove noi stiamoDopo il diluvio ancor poca gente era

Noegrave che si puograve dire un altro AdamoNavigando per mar giunse al mio lito

161 Venezia 1517 l II c 70162 Documents ineacutedits p 155 n a

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Aretino in quella grossolana contraffazione della Fiorita dItaliadi Fra Guido che sintitola LAquila volante161 lautore di unsunto di storia romana a cui va aggiunta una descrizione di Romacontenuto nel cod Marciano lat cl X CCXXXI TeodoricoEngelhusio sembra attingere da una fonte diversa dalle comuniquando dice nel Chronicon laquoHoc tempore Noeuml cum filii contraDei et suam voluntatem turrim construere coepissent ipse cumfilio suo Jonico ratem adscendens pervenit ad locum Europae ubinunc est Roma et ibi constructo palatio juxta Albulam reseditubi nunc est Ecclesia S Johannis ad Janiculum a nomine filii suiJano non longe tandem ab urbe sepultus ut ait Estadius annovitae suae DCCCCLraquo Questo Jonico (Jonito Janito) di cui parlaa piugrave riprese Gotofredo da Viterbo e che giagrave trovasi ricordatonella Historia Scholastica e nelle Revelationes di Metodio altriprobabilmente non egrave che lo stesso Jano o Giano

Raccontando la venuta di Noegrave in Italia la Graphia e MartinoPolono citano un Hescodius (altrove Escodius EstodiusEustodius) nome non altrimenti conosciuto nella storia letterariaLOzanam gli vorrebbe sostituito Esiodo che pure si trovacitato162 ma che sarebbe senza dubbio anchesso nomesuppositizio Nella edizione della Cronaca di Martino Polonopubblicata in Basilea il 1559 a Hescodius fu sostituitoMethodius ma negli scritti che vanno sotto il nome di Metodionulla si trova che giustifichi tale sostituzione

Fazio degli Uberti introducendo nel c 12 del l I delDittamondo Roma a narrare la propria storia fa chella dica fralaltro

Nel tempo che nel mondo la mia speraApparve in prima qui dove noi stiamoDopo il diluvio ancor poca gente era

Noegrave che si puograve dire un altro AdamoNavigando per mar giunse al mio lito

161 Venezia 1517 l II c 70162 Documents ineacutedits p 155 n a

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Come piacque a colui chio credo ed amoE tanto gli fu dolce questo sito

Che per riposo alla sua fine il preseCon darmi piugrave del suo chio non ti addito163

Non so se a tutta questa favola della venuta di Noegrave in Italia e diuna cittagrave da lui fondata sul luogo di Roma non abbia peravventura dato origine un monumento che nel medio evo sivedeva nel Foro di Nerva e a cui era stato dato il nome di Arca di

163 Non ispiaceragrave al lettore chio trascriva qui per la sua curiositagrave un passo delcommento inedito che Guglielmo Capello fece al poema passo che appunto siriferisce al luogo testegrave citato Lo traggo da un codice del Dittamondo scrittonel 1437 e conservato nella Nazionale di Torino sotto la segnatura N I 5 laquoSicome dice Esiodo e altrove non credo si lega dopo i figliuoli di Noegrave ebberoedificata la torre de confusione Noegrave con alchum entrograve in nave in furia et arrivogravepresso al luocho ove egrave Roma e li edificograve una terra e chiamola dal suo nomeNoegrave in la quale finigrave le sue fatiche e la vita Poi Jano figliuolo di Jafet e nipotedi Noegrave e Camese paesano edificarono lo Janicolo Poi Saturno fugigrave da Cretiper pagura di Jove suo figliuolo et arrivograve a le parti ove adesso egrave Roma etedifichograve in lo monte del Capitolio Italo era venuto poco tempo inanccedile etedificata una citagrave a riva a lAlbula che poi fu chiamato Tebero Herculesfigliolo de Italo come dice Varrone venendo da Argos de Grecia a quellimedesmi luochi edifichograve in lo monte Palanteo Successu temporis venneEvandro da Archadia et edificone unaltra ligrave vicina Dopo questo venne Romafigliola de Enea con gran moltitudine di Troiani secondo dice Solino etedifichone unaltra Aventino re degli Albani tenne drieto et edifichograve in monteAventino Glauco figliolo iuniore di Jove venne apresso e pur in lo terrenovicino edifichograve una citagrave Dopo questi venne da levante il re Tibri con molti disuoi et edifichograve una citagrave a la riva del Tevero e in lo Tevero se anegograve e l fiumeperograve mutograve nome ove prima se chiamava Albula poscia se chiamograve TebrisRoma ogie comprende tutti septe questi monti in li [quali] forono edifichate lecitagrave soprascripte da ditti signori sigrave che egrave da credere che fossono picholi riducti

JanicoloTarpeioAventinoPalanteoQuirinaleCelion

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Come piacque a colui chio credo ed amoE tanto gli fu dolce questo sito

Che per riposo alla sua fine il preseCon darmi piugrave del suo chio non ti addito163

Non so se a tutta questa favola della venuta di Noegrave in Italia e diuna cittagrave da lui fondata sul luogo di Roma non abbia peravventura dato origine un monumento che nel medio evo sivedeva nel Foro di Nerva e a cui era stato dato il nome di Arca di

163 Non ispiaceragrave al lettore chio trascriva qui per la sua curiositagrave un passo delcommento inedito che Guglielmo Capello fece al poema passo che appunto siriferisce al luogo testegrave citato Lo traggo da un codice del Dittamondo scrittonel 1437 e conservato nella Nazionale di Torino sotto la segnatura N I 5 laquoSicome dice Esiodo e altrove non credo si lega dopo i figliuoli di Noegrave ebberoedificata la torre de confusione Noegrave con alchum entrograve in nave in furia et arrivogravepresso al luocho ove egrave Roma e li edificograve una terra e chiamola dal suo nomeNoegrave in la quale finigrave le sue fatiche e la vita Poi Jano figliuolo di Jafet e nipotedi Noegrave e Camese paesano edificarono lo Janicolo Poi Saturno fugigrave da Cretiper pagura di Jove suo figliuolo et arrivograve a le parti ove adesso egrave Roma etedifichograve in lo monte del Capitolio Italo era venuto poco tempo inanccedile etedificata una citagrave a riva a lAlbula che poi fu chiamato Tebero Herculesfigliolo de Italo come dice Varrone venendo da Argos de Grecia a quellimedesmi luochi edifichograve in lo monte Palanteo Successu temporis venneEvandro da Archadia et edificone unaltra ligrave vicina Dopo questo venne Romafigliola de Enea con gran moltitudine di Troiani secondo dice Solino etedifichone unaltra Aventino re degli Albani tenne drieto et edifichograve in monteAventino Glauco figliolo iuniore di Jove venne apresso e pur in lo terrenovicino edifichograve una citagrave Dopo questi venne da levante il re Tibri con molti disuoi et edifichograve una citagrave a la riva del Tevero e in lo Tevero se anegograve e l fiumeperograve mutograve nome ove prima se chiamava Albula poscia se chiamograve TebrisRoma ogie comprende tutti septe questi monti in li [quali] forono edifichate lecitagrave soprascripte da ditti signori sigrave che egrave da credere che fossono picholi riducti

JanicoloTarpeioAventinoPalanteoQuirinaleCelion

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Noegrave164 Giacomo Malvezzi crede che il Noegrave che venne in Italianon fu il Patriarca ma un altro165

Galvagno Fiamma narra inoltre seguendo in parte la Historiascholastica di Pietro Comestore166 come il figliuolo di NoegraveJanito peritissimo in astrologia vaticinasse i quattro imperi e ladominazione del quarto cioegrave del romano sopra tutta la terralaquoQuo audito Nembrot gigas altissimus et tyrannus crudelissimusqui turrim Babel propterea erexit cupiditate dominandi altius utin illa Civitate nomen suum perpetuum haberet vocavit filiumsuum nomine Camesem praecipiens ei ut navigio intraretItaliam et ibi aliquam Civitatem construeret sperans quod illaforet quae Domina Mundi futura esset Quibus auditis Camesespraecepto patris arctato navigio intravit Italiam et in partibus ubi

ViminaleMontes Romaeraquo

164 Giovanni Cavallino narrata nel l VI c 8 la venuta di Noegrave in Italiasoggiunge laquoCivitatem construxit nominis sui et dicitur hodie a romanis archaNoe ubi habetur hodie macellum prope turrim comitum in qua et laboribus etvite terminum deditraquo Quel nome non si comincia dunque ad usare soltanto nelXV secolo come il Jordan crede Esso pare sia una corruzione di arcusNervae nome con cui fu designato il tempio di Minerva (le Colonacce) nelForo di Nerva Il Signorili ricorda lephitaphium scriptum in oratorio Nervaein loco qui dicitur corrupto vocabulo arca Noe ad honorem Nervae DE-ROSSILe prime raccolte dantiche iscrizioni p 48 Cf Jordan op cit v II p 469503-4165 Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col 783166 Liber Genesis c 37

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Noegrave164 Giacomo Malvezzi crede che il Noegrave che venne in Italianon fu il Patriarca ma un altro165

Galvagno Fiamma narra inoltre seguendo in parte la Historiascholastica di Pietro Comestore166 come il figliuolo di NoegraveJanito peritissimo in astrologia vaticinasse i quattro imperi e ladominazione del quarto cioegrave del romano sopra tutta la terralaquoQuo audito Nembrot gigas altissimus et tyrannus crudelissimusqui turrim Babel propterea erexit cupiditate dominandi altius utin illa Civitate nomen suum perpetuum haberet vocavit filiumsuum nomine Camesem praecipiens ei ut navigio intraretItaliam et ibi aliquam Civitatem construeret sperans quod illaforet quae Domina Mundi futura esset Quibus auditis Camesespraecepto patris arctato navigio intravit Italiam et in partibus ubi

ViminaleMontes Romaeraquo

164 Giovanni Cavallino narrata nel l VI c 8 la venuta di Noegrave in Italiasoggiunge laquoCivitatem construxit nominis sui et dicitur hodie a romanis archaNoe ubi habetur hodie macellum prope turrim comitum in qua et laboribus etvite terminum deditraquo Quel nome non si comincia dunque ad usare soltanto nelXV secolo come il Jordan crede Esso pare sia una corruzione di arcusNervae nome con cui fu designato il tempio di Minerva (le Colonacce) nelForo di Nerva Il Signorili ricorda lephitaphium scriptum in oratorio Nervaein loco qui dicitur corrupto vocabulo arca Noe ad honorem Nervae DE-ROSSILe prime raccolte dantiche iscrizioni p 48 Cf Jordan op cit v II p 469503-4165 Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col 783166 Liber Genesis c 37

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nunc est Roma primus inhabitator fuitraquo167 Dopo di lui viene inItalia Noegrave

Ma ciograve che fa piugrave maraviglia si egrave ritrovare la leggenda nel librodi Pierfrancesco Giambullari intitolato Origini della linguafiorentina altrimenti il Gello e stampato la prima volta inFirenze lanno 1547 Messer Pierfrancesco autore della Storiagenerale dEuropa e uno dei fondatori dellAccademia

167 Manipulus Florum c IV In certe Cronache latine le quali si stendono daldiluvio sino allanno 625 dellegravera volgare contenute in un codice dellaNazionale di Torino segnato H V 37 si legge (f 13 v 14 v) quanto segueQuod Noe post diluvium genuit quartum filium qui vocatus fuit JonatusAstrologusPost Diluvium enim prefatus Noe genuit alium filium qui recto nomine dictusfuit Jonitus et alio nomine dictus fuit Ynay et fuit iste Jonitus magnusAstrologus et ProphetaQuod ante quam Roma esset prophetizatum fuit de Imperio RomanoQui Jonitus Astrologus multa prophetavit et dixit de quatuor Imperiis mundi etmaxime de Imperio Romanorum dicendo quod Imperium Romanorumdebebat esse de semine Japhet Similiter Noe predixit de Imperio Romanorumtunc temporis quando Noe benedixit filio suo Japhet dicens ei Tu vocaberisJaphet quod interpretatur latitudo et deus dilatabit dominium filiorum tuorumquia tu dominaberis in Europa et de te nascentur Imperatores et PopuliRomani qui in temporibus erunt domini tocius mundi Et similiter nascenturSanctissimi Pontifices Romani etcQuod Cameses gigans filius Nemroth gigantis ex precepto ipsius patris suiintravit partes ItaliaeCum enim Nenroth gigans decem cubitorum in longitudine audivisset et perseriem bene intellexisset propheciam et dictum ipsius Joniti et itembenedictionem ipsius Noe ad filium suum accensus et incitatus mirabiliter etultra modum amore et desiderio dominandi habens XI filios probissimos inquibus erat unus secundogenitus nomine Cameses similiter gigans undecemcubitorum in longitudine precepit ipsi Camesi filio suo ut Italiam intraret etibidem civitatem hedificaret sperans ipsam esse illam civitatem que deberettoto mundo dominari Sed nota quod Italia non habebat adhuc aliquod nomenquia nulla habitacio erat ymo fuit primo dicta provincia Camesena ab Camesegigante qui primo intravit sine mora post preceptum patris et ibi habitavitQuod Italia accipit nomen ab Italo RegePostea dicta fuit Italia ab Italo Jullio rege Siciliae qui fuit filius supradictiNenroth et fuit terciogenitus et regnavit in Italia post ipsum Camesem Et sic

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nunc est Roma primus inhabitator fuitraquo167 Dopo di lui viene inItalia Noegrave

Ma ciograve che fa piugrave maraviglia si egrave ritrovare la leggenda nel librodi Pierfrancesco Giambullari intitolato Origini della linguafiorentina altrimenti il Gello e stampato la prima volta inFirenze lanno 1547 Messer Pierfrancesco autore della Storiagenerale dEuropa e uno dei fondatori dellAccademia

167 Manipulus Florum c IV In certe Cronache latine le quali si stendono daldiluvio sino allanno 625 dellegravera volgare contenute in un codice dellaNazionale di Torino segnato H V 37 si legge (f 13 v 14 v) quanto segueQuod Noe post diluvium genuit quartum filium qui vocatus fuit JonatusAstrologusPost Diluvium enim prefatus Noe genuit alium filium qui recto nomine dictusfuit Jonitus et alio nomine dictus fuit Ynay et fuit iste Jonitus magnusAstrologus et ProphetaQuod ante quam Roma esset prophetizatum fuit de Imperio RomanoQui Jonitus Astrologus multa prophetavit et dixit de quatuor Imperiis mundi etmaxime de Imperio Romanorum dicendo quod Imperium Romanorumdebebat esse de semine Japhet Similiter Noe predixit de Imperio Romanorumtunc temporis quando Noe benedixit filio suo Japhet dicens ei Tu vocaberisJaphet quod interpretatur latitudo et deus dilatabit dominium filiorum tuorumquia tu dominaberis in Europa et de te nascentur Imperatores et PopuliRomani qui in temporibus erunt domini tocius mundi Et similiter nascenturSanctissimi Pontifices Romani etcQuod Cameses gigans filius Nemroth gigantis ex precepto ipsius patris suiintravit partes ItaliaeCum enim Nenroth gigans decem cubitorum in longitudine audivisset et perseriem bene intellexisset propheciam et dictum ipsius Joniti et itembenedictionem ipsius Noe ad filium suum accensus et incitatus mirabiliter etultra modum amore et desiderio dominandi habens XI filios probissimos inquibus erat unus secundogenitus nomine Cameses similiter gigans undecemcubitorum in longitudine precepit ipsi Camesi filio suo ut Italiam intraret etibidem civitatem hedificaret sperans ipsam esse illam civitatem que deberettoto mundo dominari Sed nota quod Italia non habebat adhuc aliquod nomenquia nulla habitacio erat ymo fuit primo dicta provincia Camesena ab Camesegigante qui primo intravit sine mora post preceptum patris et ibi habitavitQuod Italia accipit nomen ab Italo RegePostea dicta fuit Italia ab Italo Jullio rege Siciliae qui fuit filius supradictiNenroth et fuit terciogenitus et regnavit in Italia post ipsum Camesem Et sic

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Florentina par quasi voglia darsi laria davere scoperto egli per ilprimo questo gran fatto della venuta di Noegrave in Italia e mostra diriuscire a tale scoperta per via dinduzioni come potrebbe fareuno storico moderno che col sussidio della filologia e dellamitologia comparata risalendo di grado in grado riesca astabilire alcun fatto della storia primordiale Ecco in succinto ilsuo ragionamento scopo ultimo del quale si egrave di mostrare che lalingua toscana deriva dallaramea per mezzo delletrusca Anzitutto si vogliono fissare due punti non soggetti a controversialItalia fu negli antichissimi tempi denominata Enotria e Gianofu il primo re dItalia secondo le memorie piugrave autentiche OraEnotria vuol dire paese del vino e Jano egrave nome arameo edebraico formato di Jain che significa vino e di no che significafamoso Dunque Jano egrave linventore del vino e una stessa cosa conNoegrave il quale egrave pure tuttuno con Ogige e con Cielo ossia UranolaquoMa che Jano sia veramente Noegrave lo manifesta ancora il suosepolcro trovato (dicono) a Roma nel monte Janicolo non egrave moltianni Perchegrave in quello oltre la testa con due visi ed oltre la nave

de cetero dicta fuit Italia a ipso ItaloQuod Noe intravit ItaliamTunc Noe audiens introitum illius Camesis filii Nenroth assumptis secumJaphet dicto Jano bifronte filio suo et Jano bitorporco (sic) filio ipsiusJaphet et magna populorum multitudine Italiam intravit anno mundiMDCCCLXIIQuod Noe in Italia civitatem construxit quam ex nomine suo NoecamappellavitEt iusta locum ubi nunc est Roma ipse Noe civitatem construxit quam ex suonomine Noecam appellavit in qua diem suum clausit extremum anno mundiduomillia et sex anniQuod Noe in fine vite sue fecit quoddam notabile exemplumIpse idem Noe cum laboraret in extremis videns quod non poterat plus viverequia senes erat annorum DCCCCL fecit quoddam notabile ad exemplumaliorum videlicet quod vocavit ad se Japhet filium suum pro ut habetur in libroBede et dixit ei Fili mi fac mihi sepulcrum marmoreum ex utraque parteforamina habens talliter quod stent manus mee extra sepulcrum extense etvacue in signum et memoriam quod fui dominus tocius mundi et nihil de ipsomundo attuli

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Florentina par quasi voglia darsi laria davere scoperto egli per ilprimo questo gran fatto della venuta di Noegrave in Italia e mostra diriuscire a tale scoperta per via dinduzioni come potrebbe fareuno storico moderno che col sussidio della filologia e dellamitologia comparata risalendo di grado in grado riesca astabilire alcun fatto della storia primordiale Ecco in succinto ilsuo ragionamento scopo ultimo del quale si egrave di mostrare che lalingua toscana deriva dallaramea per mezzo delletrusca Anzitutto si vogliono fissare due punti non soggetti a controversialItalia fu negli antichissimi tempi denominata Enotria e Gianofu il primo re dItalia secondo le memorie piugrave autentiche OraEnotria vuol dire paese del vino e Jano egrave nome arameo edebraico formato di Jain che significa vino e di no che significafamoso Dunque Jano egrave linventore del vino e una stessa cosa conNoegrave il quale egrave pure tuttuno con Ogige e con Cielo ossia UranolaquoMa che Jano sia veramente Noegrave lo manifesta ancora il suosepolcro trovato (dicono) a Roma nel monte Janicolo non egrave moltianni Perchegrave in quello oltre la testa con due visi ed oltre la nave

de cetero dicta fuit Italia a ipso ItaloQuod Noe intravit ItaliamTunc Noe audiens introitum illius Camesis filii Nenroth assumptis secumJaphet dicto Jano bifronte filio suo et Jano bitorporco (sic) filio ipsiusJaphet et magna populorum multitudine Italiam intravit anno mundiMDCCCLXIIQuod Noe in Italia civitatem construxit quam ex nomine suo NoecamappellavitEt iusta locum ubi nunc est Roma ipse Noe civitatem construxit quam ex suonomine Noecam appellavit in qua diem suum clausit extremum anno mundiduomillia et sex anniQuod Noe in fine vite sue fecit quoddam notabile exemplumIpse idem Noe cum laboraret in extremis videns quod non poterat plus viverequia senes erat annorum DCCCCL fecit quoddam notabile ad exemplumaliorum videlicet quod vocavit ad se Japhet filium suum pro ut habetur in libroBede et dixit ei Fili mi fac mihi sepulcrum marmoreum ex utraque parteforamina habens talliter quod stent manus mee extra sepulcrum extense etvacue in signum et memoriam quod fui dominus tocius mundi et nihil de ipsomundo attuli

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si vedeva intagliata una vite con molti grappoli di uva perconservare quanto piugrave si poteva la memoria di tanto donoraquo Ledue facce simboliche di Giano assai bene si convengono a Noegrave ilquale appartenne a due diverse etagrave luna prima laltra dopo ildiluvio168 Noegrave venne in Italia 108 anni dopo il diluvio primaassai della confusione babelica la quale segui poi lanno 340Saturno piugrave tardi si associograve a lui e allora ebbe principio letagravedelloro169

Finalmente Giovanni dOutremeuse attingendo a non so chesorgenti narra la seguente ingarbugliatissima istoria170 laquoA tempsde chis Nemprot vient promier Japhet habiteir en Europe siamynat awec ly dois de ses fils qui furent nommeis Jabam etRachem Et vinrent aweo eaux Janus li fils Jabam et Janus li filsRachem et pluseurs altres de la nation Japhet et vinrent en droitlieu ougrave la citeit de Romme fut depuis et est fondeacutee - Et edifiat lagravechascon tabernacles sicom vilhettes petites et furent toutesnommeis apres leurs nommes des II Janus excepteit une qui futnommeacutee Recheane apres Rachem Mains ilhs noirent nient lagravehabiteit une an que grant multitude de serpens et altres biestesvynemeux les racacherent oultre mere dont ilh astoient venusraquoMa poi Rachem tornograve laquopar le commandement de Dieu qui lienvoiat certain signe par lequeile ilh fist vuidier de son pays tousles serpens et sen alerent en Orient Se prisent puis ches serpenshabitation en la thour de Babel con nommoit adont la thour deconfusion - Chis Rachem fist mult de habitation en Europ en lapartie con nomme Ytalie ougrave Romme sietraquo171168 EGIDIO DA VITERBO dice nella Historia viginti seculorum (cod dellAngelicain Roma segnato C 8 19 f 1 r) laquoNoe qui primo secolo finem sequentiinitium faciens duos se facies habentem sculpi iussitraquo169 Origine della lingua fiorentina ed di Firenze 1549 p 17 segg170 Op cit t I p 6 9171 Altre leggende ebbero corso in Europa le quali si rannodavano a Noegrave o adalcuno della sua famiglia Secondo lantichissima tradizione nella divisione delmondo dopo il diluvio lEuropa toccograve a Jafet ma si credette pure nel medioevo che Cam avesse regnato in Bretagna ARMANNINO GIUDICE dice nel IV contodella Fiorita dItalia che Jafet andato in Inghilterra fondograve Londra e Chamelot

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si vedeva intagliata una vite con molti grappoli di uva perconservare quanto piugrave si poteva la memoria di tanto donoraquo Ledue facce simboliche di Giano assai bene si convengono a Noegrave ilquale appartenne a due diverse etagrave luna prima laltra dopo ildiluvio168 Noegrave venne in Italia 108 anni dopo il diluvio primaassai della confusione babelica la quale segui poi lanno 340Saturno piugrave tardi si associograve a lui e allora ebbe principio letagravedelloro169

Finalmente Giovanni dOutremeuse attingendo a non so chesorgenti narra la seguente ingarbugliatissima istoria170 laquoA tempsde chis Nemprot vient promier Japhet habiteir en Europe siamynat awec ly dois de ses fils qui furent nommeis Jabam etRachem Et vinrent aweo eaux Janus li fils Jabam et Janus li filsRachem et pluseurs altres de la nation Japhet et vinrent en droitlieu ougrave la citeit de Romme fut depuis et est fondeacutee - Et edifiat lagravechascon tabernacles sicom vilhettes petites et furent toutesnommeis apres leurs nommes des II Janus excepteit une qui futnommeacutee Recheane apres Rachem Mains ilhs noirent nient lagravehabiteit une an que grant multitude de serpens et altres biestesvynemeux les racacherent oultre mere dont ilh astoient venusraquoMa poi Rachem tornograve laquopar le commandement de Dieu qui lienvoiat certain signe par lequeile ilh fist vuidier de son pays tousles serpens et sen alerent en Orient Se prisent puis ches serpenshabitation en la thour de Babel con nommoit adont la thour deconfusion - Chis Rachem fist mult de habitation en Europ en lapartie con nomme Ytalie ougrave Romme sietraquo171168 EGIDIO DA VITERBO dice nella Historia viginti seculorum (cod dellAngelicain Roma segnato C 8 19 f 1 r) laquoNoe qui primo secolo finem sequentiinitium faciens duos se facies habentem sculpi iussitraquo169 Origine della lingua fiorentina ed di Firenze 1549 p 17 segg170 Op cit t I p 6 9171 Altre leggende ebbero corso in Europa le quali si rannodavano a Noegrave o adalcuno della sua famiglia Secondo lantichissima tradizione nella divisione delmondo dopo il diluvio lEuropa toccograve a Jafet ma si credette pure nel medioevo che Cam avesse regnato in Bretagna ARMANNINO GIUDICE dice nel IV contodella Fiorita dItalia che Jafet andato in Inghilterra fondograve Londra e Chamelot

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Poichegrave siamo a discorrere delle prime favolose origini diRoma fermiamoci un momento sopra una curiosa leggendarabbinica la quale esprime assai bene lodio che dopo ladistruzione di Gerusalemme gli Ebrei nutrirono per Roma e checosigrave sovente si trova significato nei Talmudisti Nello Scirhascicircrun rabba si dice che nel giorno medesimo in cui Salomonesposograve la figlia di Neco langelo Michele ministro dellira delSignore piantograve una grossa canna nel mare intorno alla quale siraccolse a poco a poco la terra su cui piugrave tardi fu edificata RomaNel giorno in cui Geroboamo eresse i due vitelli doro furono inquella terra costrutte due capanne le quali tosto rovinaronoRicostrutte rovinarono novamente Allora un vecchio per nomeAbba Kolon disse a coloro che le costruivano laquoQueste capannenon si reggeranno finchegrave voi non mescoliate la terra con acquadellEufrateraquo Il vecchio parte e procaccia lacqua la qualemescolata col limo fa sigrave che le capanne si reggano Nel trattato

e che poi le sue genti vennero in Italia dove Corinto fondograve Fiesole Truscofondograve Arezzo Sutri fondograve Sutri laquoe questa fu la prima cittagrave che fosse mai nelpaese di Romaraquo I Bavari pretendevano dessere venuti dallArmenia

dagrave Nograveeuml uumlz der arke gieund daz olezwi von der tuumlben intphie

(Kaiserchronik ed del MASSMANN v 318-9) GIRALDO CAMBRENSE narra nellaTopographia Hibernica dist III c I (Opera vol V p 139-40 Rer brit mae script) la seguente istoria laquoJuxta antiquissimas igitur Hibernensiumhistorias Caesara neptis Noe audiens diluvium in proximo futurum adremotissimas occidentis insulas quas necdum quisquam hominum habitaveratcum suis complicibus fugam navigio destinaverat sperans ubi numquampeccatum perpetratum fuerat diluvii vindictam locum non habere Amissisitaque quae in comitatu habebat naufragio navibus una qua cum viris tribus etquinquaginta mulieribus vehebatur nave superstite primo ante diluvium annoad Hibernica litora forte devenit Sed licet acute satis et laudabili in feminaingenio fatalitatem declinare statuerit communem tamen interitum et feregeneralem nullatenus potuit evitare Litus igitur in quo navis illa primumapplicuit navicularum litus vocatur et in quo praefata tumulata est Caesareusque hodie Caesarae tumulus nominaturraquo

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Poichegrave siamo a discorrere delle prime favolose origini diRoma fermiamoci un momento sopra una curiosa leggendarabbinica la quale esprime assai bene lodio che dopo ladistruzione di Gerusalemme gli Ebrei nutrirono per Roma e checosigrave sovente si trova significato nei Talmudisti Nello Scirhascicircrun rabba si dice che nel giorno medesimo in cui Salomonesposograve la figlia di Neco langelo Michele ministro dellira delSignore piantograve una grossa canna nel mare intorno alla quale siraccolse a poco a poco la terra su cui piugrave tardi fu edificata RomaNel giorno in cui Geroboamo eresse i due vitelli doro furono inquella terra costrutte due capanne le quali tosto rovinaronoRicostrutte rovinarono novamente Allora un vecchio per nomeAbba Kolon disse a coloro che le costruivano laquoQueste capannenon si reggeranno finchegrave voi non mescoliate la terra con acquadellEufrateraquo Il vecchio parte e procaccia lacqua la qualemescolata col limo fa sigrave che le capanne si reggano Nel trattato

e che poi le sue genti vennero in Italia dove Corinto fondograve Fiesole Truscofondograve Arezzo Sutri fondograve Sutri laquoe questa fu la prima cittagrave che fosse mai nelpaese di Romaraquo I Bavari pretendevano dessere venuti dallArmenia

dagrave Nograveeuml uumlz der arke gieund daz olezwi von der tuumlben intphie

(Kaiserchronik ed del MASSMANN v 318-9) GIRALDO CAMBRENSE narra nellaTopographia Hibernica dist III c I (Opera vol V p 139-40 Rer brit mae script) la seguente istoria laquoJuxta antiquissimas igitur Hibernensiumhistorias Caesara neptis Noe audiens diluvium in proximo futurum adremotissimas occidentis insulas quas necdum quisquam hominum habitaveratcum suis complicibus fugam navigio destinaverat sperans ubi numquampeccatum perpetratum fuerat diluvii vindictam locum non habere Amissisitaque quae in comitatu habebat naufragio navibus una qua cum viris tribus etquinquaginta mulieribus vehebatur nave superstite primo ante diluvium annoad Hibernica litora forte devenit Sed licet acute satis et laudabili in feminaingenio fatalitatem declinare statuerit communem tamen interitum et feregeneralem nullatenus potuit evitare Litus igitur in quo navis illa primumapplicuit navicularum litus vocatur et in quo praefata tumulata est Caesareusque hodie Caesarae tumulus nominaturraquo

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Avoacuteda faacutera del Talmud Gerosolimitano si dice che le due capannefurono costruite da Romolo e Remo Nel Medras Tillim si diceche Romolo e Remo costrussero due grandi capanne ma neltrattato Sciabbath non si parla che di una capanna sola Nel Kolboacutechim egrave langelo Gabriele quegli che pianta la canna172

Per finirla con le leggende che si riferiscono a tempianteromulei riporterograve ancora un passo curioso della Cronica diAlfonso il Savio Nel c XCIX della parte 1a si legge quantosegue laquoOtros cuentau en las estorias antiquas de Espantildea quequando el rey Rocas anduvo por el mundo buscando los saberesassi como es ya contado en el comienccedilo de esta estoria de Espantildeaque vino por aquel logar do despues fue poblada Roma egrave escrivioen dos marmoles quatro letras las dos en el uno egrave las dos en elotro que dezien Roma egrave estas fallo hi despues Romulo quando lapoblo egrave progol mucho porque acordavan con el su nombre egravepusol nombre Romaraquo173 Cosigrave piugrave tardi secondo che nella stessacronaca si legge (c VI) Giulio Cesare edificograve Siviglia per certaindicazione che trovograve fatta da Ercole sopra una lapide

Non mi fermo sui successori di Enea intorno ai quali tanto giagraveavevano favoleggiato gli antichi Il medio evo non li dimenticama ne stravolge i nomi nelle piugrave inaspettate e spesso nelle piugravecomiche guise Dei tempi di Enea e delle guerre da luicombattute si credette daver trovato verso lanno 800 secondoElinando nellXI secolo secondo Guglielmo di Malmesbury uncurioso testimonio il corpo cioegrave di Pallante con questepitafio

Filius Evandri Pallas quam lancea TurniMilitis occidit more suo iacet hic

172 V EISENMENGER Entdecktes Judenthum Koumlnigsberg 1711 vol I p 736-7778 Questa leggenda egrave riportata anche da G G BREDOW Rabbinische MythenErzaumlhlungen und Luumlgen 2a ed Weilburg 1833 p 119-20173 Chi vuol sapere chi fosse questo re Rocas veda il c XI di questa medesimaparte Ia

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Avoacuteda faacutera del Talmud Gerosolimitano si dice che le due capannefurono costruite da Romolo e Remo Nel Medras Tillim si diceche Romolo e Remo costrussero due grandi capanne ma neltrattato Sciabbath non si parla che di una capanna sola Nel Kolboacutechim egrave langelo Gabriele quegli che pianta la canna172

Per finirla con le leggende che si riferiscono a tempianteromulei riporterograve ancora un passo curioso della Cronica diAlfonso il Savio Nel c XCIX della parte 1a si legge quantosegue laquoOtros cuentau en las estorias antiquas de Espantildea quequando el rey Rocas anduvo por el mundo buscando los saberesassi como es ya contado en el comienccedilo de esta estoria de Espantildeaque vino por aquel logar do despues fue poblada Roma egrave escrivioen dos marmoles quatro letras las dos en el uno egrave las dos en elotro que dezien Roma egrave estas fallo hi despues Romulo quando lapoblo egrave progol mucho porque acordavan con el su nombre egravepusol nombre Romaraquo173 Cosigrave piugrave tardi secondo che nella stessacronaca si legge (c VI) Giulio Cesare edificograve Siviglia per certaindicazione che trovograve fatta da Ercole sopra una lapide

Non mi fermo sui successori di Enea intorno ai quali tanto giagraveavevano favoleggiato gli antichi Il medio evo non li dimenticama ne stravolge i nomi nelle piugrave inaspettate e spesso nelle piugravecomiche guise Dei tempi di Enea e delle guerre da luicombattute si credette daver trovato verso lanno 800 secondoElinando nellXI secolo secondo Guglielmo di Malmesbury uncurioso testimonio il corpo cioegrave di Pallante con questepitafio

Filius Evandri Pallas quam lancea TurniMilitis occidit more suo iacet hic

172 V EISENMENGER Entdecktes Judenthum Koumlnigsberg 1711 vol I p 736-7778 Questa leggenda egrave riportata anche da G G BREDOW Rabbinische MythenErzaumlhlungen und Luumlgen 2a ed Weilburg 1833 p 119-20173 Chi vuol sapere chi fosse questo re Rocas veda il c XI di questa medesimaparte Ia

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Il corpo mirabilmente conservato era gigantesco la ferita inmezzo al petto misurava quattro piedi e mezzo174 Ma veniamooramai a Romolo e a Remo e alle leggende che li riguardano

Al pari degli altri piugrave famosi eroi Romolo e Remo sonoricordati e celebrati nel medio evo Guiraut de Calanson nelconosciutissimo enseiumlnhamen dove enumera le storie che ilgiullare non deve ignorare fa pure ricordo

De RomulusE de Remus

Cil que feron Roma bastir

Di Romolo dice Fazio degli Uberti nel Dittamondo175

Bel fu del volto di membri e del bustoForte leggiero e di grandintellettoE temperato molto nel suo gusto

Va da segrave che in pieno cristianesimo non si poteva piugrave crederealla favola gloriosa degli amori di Marte e di Rea Silvia Ciogravenondimeno Giovanni dOutremeuse racconta ingenuamente lastrana storia che segue probabilmente da lui medesimoimmaginato176 laquoItem lan David IIIe et VI astoit aleis joweir liroy Amilius des Latins en la citeit de Remech et lagrave engenrat-ilhen corps de sa femme le XV jour de may agrave une fois II enfans

174 Cf Des Gervasius von Tilbury Otia Imperialia in einer Auswahl neuherausgegeben und mit Anmerkungen begleitet von Felix Liebrecht Annovria1856 p 78 Anm 14 La narrazione di questo ritrovamento egrave frequente neicronisti del medio evo ma non nei cronisti soltanto HEINRICH VON WELDEKE

ricorda il fatto nella sua Eneide (ed di L Ettmuumlller Lipsia 1852 p 225)ponendolo ai tempi della spedizione di Federico Barbarossa in LombardiaFELICE FABER lo pone ai tempi di Enrico II (Evagatorium in Terrae Sanctaeperegrinationem V III p 52 ed di Stoccarda Bibliothek des literarischenVereins)175 L I c 17176 Op cit t I p 52-54

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Il corpo mirabilmente conservato era gigantesco la ferita inmezzo al petto misurava quattro piedi e mezzo174 Ma veniamooramai a Romolo e a Remo e alle leggende che li riguardano

Al pari degli altri piugrave famosi eroi Romolo e Remo sonoricordati e celebrati nel medio evo Guiraut de Calanson nelconosciutissimo enseiumlnhamen dove enumera le storie che ilgiullare non deve ignorare fa pure ricordo

De RomulusE de Remus

Cil que feron Roma bastir

Di Romolo dice Fazio degli Uberti nel Dittamondo175

Bel fu del volto di membri e del bustoForte leggiero e di grandintellettoE temperato molto nel suo gusto

Va da segrave che in pieno cristianesimo non si poteva piugrave crederealla favola gloriosa degli amori di Marte e di Rea Silvia Ciogravenondimeno Giovanni dOutremeuse racconta ingenuamente lastrana storia che segue probabilmente da lui medesimoimmaginato176 laquoItem lan David IIIe et VI astoit aleis joweir liroy Amilius des Latins en la citeit de Remech et lagrave engenrat-ilhen corps de sa femme le XV jour de may agrave une fois II enfans

174 Cf Des Gervasius von Tilbury Otia Imperialia in einer Auswahl neuherausgegeben und mit Anmerkungen begleitet von Felix Liebrecht Annovria1856 p 78 Anm 14 La narrazione di questo ritrovamento egrave frequente neicronisti del medio evo ma non nei cronisti soltanto HEINRICH VON WELDEKE

ricorda il fatto nella sua Eneide (ed di L Ettmuumlller Lipsia 1852 p 225)ponendolo ai tempi della spedizione di Federico Barbarossa in LombardiaFELICE FABER lo pone ai tempi di Enrico II (Evagatorium in Terrae Sanctaeperegrinationem V III p 52 ed di Stoccarda Bibliothek des literarischenVereins)175 L I c 17176 Op cit t I p 52-54

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lesquelles furent al chief del terme neis en une altre citeit qui oitnom Romech et quant li roy veit que sa femme Oderne estoitdeacutelivreacutee de dois enfans marles se nominat le promier qui nasquitselonc la citeit de Romech en laqueile ilh astoit neis Romelus etlautre ilh nommat Remus selonc le nom de la citeit de Remecheougrave ilh furent engenreis Item lan David IIIe et XXV transmuatMars le dieu des batailhes et li dies des Latins les figuresRomelius et Remus en la semblanche des figures de Romelus etde Remus les enfans le roy Amilius tout entirement de corps devestimens de parolles de sens et de tout et se les fist demoreiravec le roy une nuit en dormant si que le matineacutee ilh furent ausiadeistre agrave la court que doncque fussent les altres Et les aultresqui astoient drois fis de roy ilh mist demoreir avec Laurenche enla maison le pastour ensyment transmueis Et chu fist-ilh portantque li roy Amilius devoit morir qui morut lan del coronation leroi David IIIe et XXVIraquo

Giovanni Mansel nella Fleur des histoires dice di Rea Silviasupposta gravida di Marte laquoEt peut estre quelle fut illuseacutee ouopprimeacutee dung deable incuberaquo Antonio Cornazzano inveceriferita lantica storiella soggiunge argutamente177

Se pur tal cosa favola si credeLa madre egrave da lodar per linventivaChe del suo stupro a dio la colpa diede

In una storia latina manoscritta che si conserva nella Nazionale diTorino (cod E V 8) si legge (f 1 r col 2a) laquoRomulus et Remusnati occulto coitu ex Helia filia Numitorisraquo ma nel Commentoalla Divina Commedia danonimo del secolo XIV178 si diceschietto schietto laquoLa veritagrave fu che un chierico della chiesa ebbe afare con lei et di lui et di lei nacquono Romolo et Remoraquo

177 De illustrium virorum principiis l II c 1178 Bologna 1866-74 (Collezione di opere inedite e rare dei primi tre secolidella lingua) vol I p 38 Egrave noto che questo commento per la massima parteegrave tuttuno con quella di Jacopo della Lana

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lesquelles furent al chief del terme neis en une altre citeit qui oitnom Romech et quant li roy veit que sa femme Oderne estoitdeacutelivreacutee de dois enfans marles se nominat le promier qui nasquitselonc la citeit de Romech en laqueile ilh astoit neis Romelus etlautre ilh nommat Remus selonc le nom de la citeit de Remecheougrave ilh furent engenreis Item lan David IIIe et XXV transmuatMars le dieu des batailhes et li dies des Latins les figuresRomelius et Remus en la semblanche des figures de Romelus etde Remus les enfans le roy Amilius tout entirement de corps devestimens de parolles de sens et de tout et se les fist demoreiravec le roy une nuit en dormant si que le matineacutee ilh furent ausiadeistre agrave la court que doncque fussent les altres Et les aultresqui astoient drois fis de roy ilh mist demoreir avec Laurenche enla maison le pastour ensyment transmueis Et chu fist-ilh portantque li roy Amilius devoit morir qui morut lan del coronation leroi David IIIe et XXVIraquo

Giovanni Mansel nella Fleur des histoires dice di Rea Silviasupposta gravida di Marte laquoEt peut estre quelle fut illuseacutee ouopprimeacutee dung deable incuberaquo Antonio Cornazzano inveceriferita lantica storiella soggiunge argutamente177

Se pur tal cosa favola si credeLa madre egrave da lodar per linventivaChe del suo stupro a dio la colpa diede

In una storia latina manoscritta che si conserva nella Nazionale diTorino (cod E V 8) si legge (f 1 r col 2a) laquoRomulus et Remusnati occulto coitu ex Helia filia Numitorisraquo ma nel Commentoalla Divina Commedia danonimo del secolo XIV178 si diceschietto schietto laquoLa veritagrave fu che un chierico della chiesa ebbe afare con lei et di lui et di lei nacquono Romolo et Remoraquo

177 De illustrium virorum principiis l II c 1178 Bologna 1866-74 (Collezione di opere inedite e rare dei primi tre secolidella lingua) vol I p 38 Egrave noto che questo commento per la massima parteegrave tuttuno con quella di Jacopo della Lana

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La favola della lupa nutrice179 giagrave messa in dubbio dagliantichi180 trova ancor essa pochi sostenitori e sigrave che lammetterlaper vera non doveva sembrare troppo difficile nel medio evoquando piugrave casi consimili si raccontavano dagli storici181Brunetto Latini cosigrave ne ragiona nel Tesoro182 laquoEt parce quemaintes estoires devisent que Romulus et Remus furent neacute dunelue il est bien droiz que je en die la veriteacute Il est voirs que quant ilfurent neacute lon les gita sor une riviere parce que le gent nesaperceussent que lor mere eust conceu Entor cele riviere manoitune feme qui servoit agrave touz communement et tels femes sontapeleacutees en latin lues Cele feme prist les enfanz et les norri moltdoucement et por ce fu il dit que il estoient fil dune lue mais neestoient mieraquo Cedreno narra invece183 che la nutrice di Romolo eRemo fu una guardiana di pecore Donne sigrave fatte si chiamaronolupe perchegrave use a vivere nei monti fra i lupi Non so qualefortuna tale opinione sabbia avuto in Oriente ma in Occidentequella che Brunetto Latini espresse in forma sigrave categorica prese ilsopravvento Armannino Giudice dice brusco e succinto che lanutrice dei figliuoli di Rea laquofu una grande puttana ma li autorivolsero parlar di loro cortesementeraquo e ancora laquoperchegrave ella era lamaggior puttana del paese per la gente si chiamava luparaquoGiovanni dOutremeuse eclettico e conciliativo racconta che idue fanciulli furono allattati e da una lupa e da Acca Larenzia percagione de suoi costumi soprannominata lupa Ciograve non di menola lupa quale emblema delle loro origini fu sempre cara ai179 Circa il mito v LIEBRECHT Romulus und die Welfen nel volume intitolatoZur Volkskunde Heilbronn 1879 p 17-25 oppure nella Germania delPFEIFFER vol XI p 166 segg180 TITO LIVIO dice l I 4 laquoSunt qui Laurentiam vulgato corpore lupam interpastores vocatam putent inde locum fabulae ac miraculo datumraquo181 Basti un esempio Nel Chronicon Sancti Petri si narra di un fanciullo rapitonutrito e cosa ben piugrave meravigliosa educato dai lupi Ap MENCKENIUS Scriptt III col 313-4182 Li Livres dou Tresor ed dello Chabaille Parigi 1863 p 43183 Historiarum Compendium ed di Bonna 1828-9 (Corpus script histbyzant) vol I p 257

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La favola della lupa nutrice179 giagrave messa in dubbio dagliantichi180 trova ancor essa pochi sostenitori e sigrave che lammetterlaper vera non doveva sembrare troppo difficile nel medio evoquando piugrave casi consimili si raccontavano dagli storici181Brunetto Latini cosigrave ne ragiona nel Tesoro182 laquoEt parce quemaintes estoires devisent que Romulus et Remus furent neacute dunelue il est bien droiz que je en die la veriteacute Il est voirs que quant ilfurent neacute lon les gita sor une riviere parce que le gent nesaperceussent que lor mere eust conceu Entor cele riviere manoitune feme qui servoit agrave touz communement et tels femes sontapeleacutees en latin lues Cele feme prist les enfanz et les norri moltdoucement et por ce fu il dit que il estoient fil dune lue mais neestoient mieraquo Cedreno narra invece183 che la nutrice di Romolo eRemo fu una guardiana di pecore Donne sigrave fatte si chiamaronolupe perchegrave use a vivere nei monti fra i lupi Non so qualefortuna tale opinione sabbia avuto in Oriente ma in Occidentequella che Brunetto Latini espresse in forma sigrave categorica prese ilsopravvento Armannino Giudice dice brusco e succinto che lanutrice dei figliuoli di Rea laquofu una grande puttana ma li autorivolsero parlar di loro cortesementeraquo e ancora laquoperchegrave ella era lamaggior puttana del paese per la gente si chiamava luparaquoGiovanni dOutremeuse eclettico e conciliativo racconta che idue fanciulli furono allattati e da una lupa e da Acca Larenzia percagione de suoi costumi soprannominata lupa Ciograve non di menola lupa quale emblema delle loro origini fu sempre cara ai179 Circa il mito v LIEBRECHT Romulus und die Welfen nel volume intitolatoZur Volkskunde Heilbronn 1879 p 17-25 oppure nella Germania delPFEIFFER vol XI p 166 segg180 TITO LIVIO dice l I 4 laquoSunt qui Laurentiam vulgato corpore lupam interpastores vocatam putent inde locum fabulae ac miraculo datumraquo181 Basti un esempio Nel Chronicon Sancti Petri si narra di un fanciullo rapitonutrito e cosa ben piugrave meravigliosa educato dai lupi Ap MENCKENIUS Scriptt III col 313-4182 Li Livres dou Tresor ed dello Chabaille Parigi 1863 p 43183 Historiarum Compendium ed di Bonna 1828-9 (Corpus script histbyzant) vol I p 257

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romani anche nei tempi di mezzo Benedetto di SantAndrea ilquale scriveva intorno al mille parlando di un luogo del Lateranocui davasi nome Ad lupam ricorda due volte che la lupa era dettamadre dei Romani184

Romolo fonda Roma riunendo in una le molte cittagrave costruiteda suoi precedessori e chiamandola dal proprio suo nome185 Acompiere la nuova cittagrave si richieggono numerosi artefici e copiosimateriali Non si voleva credere che Roma nel suo principio altronon fosse stata che un povero villaggio e un nido di malandrini Ilsolito Giovanni dOutremeuse racconta186 laquoSor lan delcoronation le roy David IIIdeg e XLVII commenchat Romelus agraveedifier la grant citeit de Romme si mandat ouvrirs par toutEurop et assembla toute la mateire que ilh besongnoit agrave sonouvraige se fist encloire de murs toutes les citeis que sesdevantrains avoient fondeit dont la plus grant astoit Eneach queEneas fondat et toutes les altres qui lagrave altour astoient fondeacuteespor tant quilh gisoient toutes en unc reon agrave une liewe ou demypres et si en estoit par compte XXXVI citeis encloyt ou fistencloire Romelus et fist une seule citeit et leurs tollit leursnoms quant elle fut parfaite et appellat selonc son nom celleciteit Rome et encor at-ilh agrave nom Rommeraquo Ciograve avvenne lannodel mondo IIIIm IIIc IIIIxx IIII cioegrave 4484 Secondo ArmanninoGiudice Romolo e Remo costrussero Roma quando giagrave avevanoconquistate molte terre ed erano venuti in grande signoria laquoOrasono gli due fratelli in molto grande stato Molte e molte terre sisommisero Tanto cresciette la loro grande possa chegli

184 Chronicon ap PERTZ Script t III p 712 720-1185 In certa storia de Troia et de Roma scritta in dialetto napoletano econtenuta in un codice Gaddiano della Laurenziana segnato CXLVIII (secXIII) si dice a proposito del nome di Roma laquoVole homo dicere ka Roma founa femina nobilissima Troiana ke fugio de Troia et venne a questo loco loquale se dice Roma Et ad li Romani sappenno rio de Roma ke era capo de lomunno avesse nome da femina dissero soppena de lo capo ke Roma magi senon clamasse da nome de femina e da tucti li Romani fo tacutoraquo186 Op cit vol I p 56

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romani anche nei tempi di mezzo Benedetto di SantAndrea ilquale scriveva intorno al mille parlando di un luogo del Lateranocui davasi nome Ad lupam ricorda due volte che la lupa era dettamadre dei Romani184

Romolo fonda Roma riunendo in una le molte cittagrave costruiteda suoi precedessori e chiamandola dal proprio suo nome185 Acompiere la nuova cittagrave si richieggono numerosi artefici e copiosimateriali Non si voleva credere che Roma nel suo principio altronon fosse stata che un povero villaggio e un nido di malandrini Ilsolito Giovanni dOutremeuse racconta186 laquoSor lan delcoronation le roy David IIIdeg e XLVII commenchat Romelus agraveedifier la grant citeit de Romme si mandat ouvrirs par toutEurop et assembla toute la mateire que ilh besongnoit agrave sonouvraige se fist encloire de murs toutes les citeis que sesdevantrains avoient fondeit dont la plus grant astoit Eneach queEneas fondat et toutes les altres qui lagrave altour astoient fondeacuteespor tant quilh gisoient toutes en unc reon agrave une liewe ou demypres et si en estoit par compte XXXVI citeis encloyt ou fistencloire Romelus et fist une seule citeit et leurs tollit leursnoms quant elle fut parfaite et appellat selonc son nom celleciteit Rome et encor at-ilh agrave nom Rommeraquo Ciograve avvenne lannodel mondo IIIIm IIIc IIIIxx IIII cioegrave 4484 Secondo ArmanninoGiudice Romolo e Remo costrussero Roma quando giagrave avevanoconquistate molte terre ed erano venuti in grande signoria laquoOrasono gli due fratelli in molto grande stato Molte e molte terre sisommisero Tanto cresciette la loro grande possa chegli

184 Chronicon ap PERTZ Script t III p 712 720-1185 In certa storia de Troia et de Roma scritta in dialetto napoletano econtenuta in un codice Gaddiano della Laurenziana segnato CXLVIII (secXIII) si dice a proposito del nome di Roma laquoVole homo dicere ka Roma founa femina nobilissima Troiana ke fugio de Troia et venne a questo loco loquale se dice Roma Et ad li Romani sappenno rio de Roma ke era capo de lomunno avesse nome da femina dissero soppena de lo capo ke Roma magi senon clamasse da nome de femina e da tucti li Romani fo tacutoraquo186 Op cit vol I p 56

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pensarono di fare nuova ciptade la quale fosse chapo di tucto ilreame Consiglio nebero da loro indovini ove meglio fare sidovesse la ciptade per migliore sito e per piugrave fertile luogho perbuon agurio e sotto migliore pianeto Subitamente apparve unaaguglia sopra quello luogho dove egrave oggi Roma rotando intorno alcerchiovito facciendo lo suo giro Questo fece dalla mattinainsino a sera Glindovini dissero apertamente che questo eramiracholo da dio per dimostranza che la ciptade fare si dovesseproprio in quello luogo sopra l quale laguglia girava e chequellaguglia mostrava che quella ciptagrave che fare si dovea in quelloluogho sarebbe chapo guida e maggiore sopra ogni altra terraQuivi allora fu chominciata la nobile ciptade la quale fu ed egrave perexcellenza chapo del mondoraquo187 Nelle giagrave citate cronache latinecontenute nel manoscritto H V 37 della Nazionale di Torino sidice (f 26 r) che Romolo e Remo fondarono Roma con lasperanza che savesse ad adempiere per essa la profezia di Jonitoe una rivelazione fatta ad Enea In pochi giorni Roma il cui murogirava ventidue miglia ed era munito di trecentosessanta torrisoggiogograve tutte le cittagrave e i castelli vicini Secondo CedrenoRomolo divise la cittagrave in quattro parti in onore dei quattroelementi e costrusse un circo le cui dodici porte simboleggiavanoi dodici segni dello zodiaco e laltre parti rappresentavano laterra il mare lorto loccaso il corso dei sette pianeti il cieloLuso dei colori onde si distinsero le quattro fazioni PrasinaVeneta Alba e Russata risale sino a lui188 Costantino Manasse(XII secolo) racconta189 che Romolo segnograve i confini della cittagravecon un aratro cui erano aggiogati un toro e una giovenca il torodalla parte esterna per significare gli uomini dover essereformidabili agli stranieri la giovenca dalla parte interna per

187 Fiorita dItalia conto XXVIII cod della Laurenziana pl LXII 12 (scrittonel 1325) f 212 v 213 r188 Histor Compend p 259 Lo stesso si narra nel Chronicon Paschale ed diBonna 1832 vol I p 206 e da MICHELE GLICA negli Annali ed di Bonna1836 p 266189 Compendium chronicum ed di Bonna 1837 v 1623-30

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pensarono di fare nuova ciptade la quale fosse chapo di tucto ilreame Consiglio nebero da loro indovini ove meglio fare sidovesse la ciptade per migliore sito e per piugrave fertile luogho perbuon agurio e sotto migliore pianeto Subitamente apparve unaaguglia sopra quello luogho dove egrave oggi Roma rotando intorno alcerchiovito facciendo lo suo giro Questo fece dalla mattinainsino a sera Glindovini dissero apertamente che questo eramiracholo da dio per dimostranza che la ciptade fare si dovesseproprio in quello luogo sopra l quale laguglia girava e chequellaguglia mostrava che quella ciptagrave che fare si dovea in quelloluogho sarebbe chapo guida e maggiore sopra ogni altra terraQuivi allora fu chominciata la nobile ciptade la quale fu ed egrave perexcellenza chapo del mondoraquo187 Nelle giagrave citate cronache latinecontenute nel manoscritto H V 37 della Nazionale di Torino sidice (f 26 r) che Romolo e Remo fondarono Roma con lasperanza che savesse ad adempiere per essa la profezia di Jonitoe una rivelazione fatta ad Enea In pochi giorni Roma il cui murogirava ventidue miglia ed era munito di trecentosessanta torrisoggiogograve tutte le cittagrave e i castelli vicini Secondo CedrenoRomolo divise la cittagrave in quattro parti in onore dei quattroelementi e costrusse un circo le cui dodici porte simboleggiavanoi dodici segni dello zodiaco e laltre parti rappresentavano laterra il mare lorto loccaso il corso dei sette pianeti il cieloLuso dei colori onde si distinsero le quattro fazioni PrasinaVeneta Alba e Russata risale sino a lui188 Costantino Manasse(XII secolo) racconta189 che Romolo segnograve i confini della cittagravecon un aratro cui erano aggiogati un toro e una giovenca il torodalla parte esterna per significare gli uomini dover essereformidabili agli stranieri la giovenca dalla parte interna per

187 Fiorita dItalia conto XXVIII cod della Laurenziana pl LXII 12 (scrittonel 1325) f 212 v 213 r188 Histor Compend p 259 Lo stesso si narra nel Chronicon Paschale ed diBonna 1832 vol I p 206 e da MICHELE GLICA negli Annali ed di Bonna1836 p 266189 Compendium chronicum ed di Bonna 1837 v 1623-30

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significare dover le donne essere feconde e fedeli ai loro maritiRomolo tolse pure una zolla fuor del confine e la gettograve dentroalla cittagrave augurando che questa potesse allargarsi a spese altrui

Roma sin dal suo primo nascere opulenta e magnifica non fupopolata di pastori e di banditi ma di varie stirpi generose e dimolti nobili uomini A tale proposito dice la Graphia laquoAnnoautem CCCCXXXIII destructionis troianae urbis expletoRomulus Priami Troianorum regis sanguine natus XXII annoetatis sue XV Kal maias omnes civitates iam dictas muro cinxitet ex suo nomine Romam vocavit Et in ea EtruriensesSabinenses Albanenses Tusculanenses PolitanensesTelenenses Ficanenses Janiculenses Camerinenses CapenatiFalisci Lucani Ytali et omnes fere nobiles de toto orbe cumuxoribus et filiis habitaturi conveniuntraquo190 In quella stranafarragine storica che va sotto il nome di Gioseffo Gorionide sinarra che Romolo per paura grande che ebbe di Davide cinse conun muro di quarantacinque miglia di giro la cittagrave da lui fondataVi si accenna anche a una guerra combattuta fra Romolo eDavide ma non si dice quale ne fosse lesito191

Due diverse leggende corsero nellantichitagrave sulla morte diRemo192 Il medio evo accolse ora luna ora laltra ma diede190 Martino Polono altera ed abbrevia laquoEt in ea (scil urbe Roma) SabinensesAlbanenses Thusculanenses Policanenses Celenenses CitanensesCamerinenses Campenati Lucani et omnes pene nobiles ex Italia cumuxoribus et filiis convenerunt ibi habitaturiraquo Giacomo da Acqui si scosta edalla Graphia e da Martino Polono laquoConvenerunt autem ibi septem regespalatia et diversas urbes edificantes videlicet sabinensis albanensisturbanensis ypolitanensis celanensis cameranensis et campanensis et omnesnobiles de Ytalia Vnde Romulus anno aetatis sue XXIX videlicet vel VIdegkalendas madii et anno IIIIdeg et liiii post eversionem Troye omnes predictasurbes regales et eorum palatia muris percingere cepit et ex suo nomineRomam vocavitraquo191 Josippon sive Josephi Ben-Gorionis Historiae judaicae libri sex ExHebraeo Latine vertit Praefatione et Notis illustravit Johannes Gagnier A MOxonii MDCCVI l I c 3192 Cf Tito Livio l I 7 Martino Polono si contraddice a questo proposito nelgiagrave citato Libellus giacchegrave prima dice che Roma fu fondata da Romolo e

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significare dover le donne essere feconde e fedeli ai loro maritiRomolo tolse pure una zolla fuor del confine e la gettograve dentroalla cittagrave augurando che questa potesse allargarsi a spese altrui

Roma sin dal suo primo nascere opulenta e magnifica non fupopolata di pastori e di banditi ma di varie stirpi generose e dimolti nobili uomini A tale proposito dice la Graphia laquoAnnoautem CCCCXXXIII destructionis troianae urbis expletoRomulus Priami Troianorum regis sanguine natus XXII annoetatis sue XV Kal maias omnes civitates iam dictas muro cinxitet ex suo nomine Romam vocavit Et in ea EtruriensesSabinenses Albanenses Tusculanenses PolitanensesTelenenses Ficanenses Janiculenses Camerinenses CapenatiFalisci Lucani Ytali et omnes fere nobiles de toto orbe cumuxoribus et filiis habitaturi conveniuntraquo190 In quella stranafarragine storica che va sotto il nome di Gioseffo Gorionide sinarra che Romolo per paura grande che ebbe di Davide cinse conun muro di quarantacinque miglia di giro la cittagrave da lui fondataVi si accenna anche a una guerra combattuta fra Romolo eDavide ma non si dice quale ne fosse lesito191

Due diverse leggende corsero nellantichitagrave sulla morte diRemo192 Il medio evo accolse ora luna ora laltra ma diede190 Martino Polono altera ed abbrevia laquoEt in ea (scil urbe Roma) SabinensesAlbanenses Thusculanenses Policanenses Celenenses CitanensesCamerinenses Campenati Lucani et omnes pene nobiles ex Italia cumuxoribus et filiis convenerunt ibi habitaturiraquo Giacomo da Acqui si scosta edalla Graphia e da Martino Polono laquoConvenerunt autem ibi septem regespalatia et diversas urbes edificantes videlicet sabinensis albanensisturbanensis ypolitanensis celanensis cameranensis et campanensis et omnesnobiles de Ytalia Vnde Romulus anno aetatis sue XXIX videlicet vel VIdegkalendas madii et anno IIIIdeg et liiii post eversionem Troye omnes predictasurbes regales et eorum palatia muris percingere cepit et ex suo nomineRomam vocavitraquo191 Josippon sive Josephi Ben-Gorionis Historiae judaicae libri sex ExHebraeo Latine vertit Praefatione et Notis illustravit Johannes Gagnier A MOxonii MDCCVI l I c 3192 Cf Tito Livio l I 7 Martino Polono si contraddice a questo proposito nelgiagrave citato Libellus giacchegrave prima dice che Roma fu fondata da Romolo e

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anche lo spaccio a qualche nuova finzione Secondo una leggendanata senza dubbio in Francia Remo separatosi dal fratellofondograve la cittagrave di Reims la quale sorpassava di gran lunga Romain bellezza e in ricchezza Tornato dopo alcun tempo a Romavarca con un salto lumile muro della cittagrave ed egrave dal fratello fattomorire Il figlio di Remo uccide poi lo zio e regna in suo luogoQuesta storia si trova ora con una ora con unaltra variante nelromanzo francese dAthis et Prophilias in GiovannidOutremeuse nei Faictz merveilleux de Virgille nel Virgiliusinglese193 ecc NellAthis et Prophilias la storia egrave narrata neiseguenti termini194

Et Remus sen ala en FranceUne cite fist par poissanceQuant il [l] ot assise e fondeeEn son non la Rains apelee A Rains estut Remus lonc tensTant quil li vint en son pourpensQuil iroit Rome veoirA Romulus quil veut savoirComment il maintenoit sa tereSe il i a ou pais ou guerreA Rome en est venus RemusGrant joie en maint RomulusLi citoien de la citeEn ont grant joie demeneA Rome avoit ja moult de gentForment poeplee espessementEncor erent li mur moult bas

Remo ed ebbe da essi il nome poi che Romolo prese a cingere di muro le cittagravecostruite dai suoi predecessori quando Remo era giagrave morto finalmente citandoLivio riferisce tutta due le tradizioni antiche193 THOMS Early English Prose Romances 2a ed Londra 1858 vol II p 21-4194 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 375 f 120 v col 2a - 4a Questo raccontomanca al frammento tedesco dellAthis e Prophilias pubblicato da GuglielmoGrimm negli Atti dellAccademia di Berlino 1844 1852

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anche lo spaccio a qualche nuova finzione Secondo una leggendanata senza dubbio in Francia Remo separatosi dal fratellofondograve la cittagrave di Reims la quale sorpassava di gran lunga Romain bellezza e in ricchezza Tornato dopo alcun tempo a Romavarca con un salto lumile muro della cittagrave ed egrave dal fratello fattomorire Il figlio di Remo uccide poi lo zio e regna in suo luogoQuesta storia si trova ora con una ora con unaltra variante nelromanzo francese dAthis et Prophilias in GiovannidOutremeuse nei Faictz merveilleux de Virgille nel Virgiliusinglese193 ecc NellAthis et Prophilias la storia egrave narrata neiseguenti termini194

Et Remus sen ala en FranceUne cite fist par poissanceQuant il [l] ot assise e fondeeEn son non la Rains apelee A Rains estut Remus lonc tensTant quil li vint en son pourpensQuil iroit Rome veoirA Romulus quil veut savoirComment il maintenoit sa tereSe il i a ou pais ou guerreA Rome en est venus RemusGrant joie en maint RomulusLi citoien de la citeEn ont grant joie demeneA Rome avoit ja moult de gentForment poeplee espessementEncor erent li mur moult bas

Remo ed ebbe da essi il nome poi che Romolo prese a cingere di muro le cittagravecostruite dai suoi predecessori quando Remo era giagrave morto finalmente citandoLivio riferisce tutta due le tradizioni antiche193 THOMS Early English Prose Romances 2a ed Londra 1858 vol II p 21-4194 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 375 f 120 v col 2a - 4a Questo raccontomanca al frammento tedesco dellAthis e Prophilias pubblicato da GuglielmoGrimm negli Atti dellAccademia di Berlino 1844 1852

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Entor la vile par compasRomulus ot devant jureI grant serment par grant fiertePour ccedilou que bas erent li murQue cil dedens fuissent seurQue cil que les murs tressaurraQue la teste li trenceraIl nen perdra ja mentionNautre gage si le cief nonI soir saloit esbanoiierRemus avoec l chevalierEntor le[s] murs de la citeQue encor erent bas et leLes murs aloient esgardantEt la faiture devisantRemus dist l mot de folielaquoCist mur ne matalentent mieQue valent mur qui ne sont hautQui ne pueent soufrir assautIl sunt trop bas desor la tereNe pueent pas soufrir grant guerreraquoIl ne sot mot del sairementQui ert jures novelementSi dist que les murs tressaudraQue ja rien ni atouceraDist ses compains laquoJe ne cuit mieQuil ait home en ceste vieQui li devroit le cief tolirQui les murs peust tressalirraquoQuant Remus lot sest desfublesPuis li a dit laquoOr esgardesraquoCele part vint tos eslaissiesPar son le mur sailli em piesOu avoit III toises de leDe lautre part emmi le preQuant il ot cele cose faiteMoult tost fu a Rome retraiteQuant Romulus vit que Remus

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Entor la vile par compasRomulus ot devant jureI grant serment par grant fiertePour ccedilou que bas erent li murQue cil dedens fuissent seurQue cil que les murs tressaurraQue la teste li trenceraIl nen perdra ja mentionNautre gage si le cief nonI soir saloit esbanoiierRemus avoec l chevalierEntor le[s] murs de la citeQue encor erent bas et leLes murs aloient esgardantEt la faiture devisantRemus dist l mot de folielaquoCist mur ne matalentent mieQue valent mur qui ne sont hautQui ne pueent soufrir assautIl sunt trop bas desor la tereNe pueent pas soufrir grant guerreraquoIl ne sot mot del sairementQui ert jures novelementSi dist que les murs tressaudraQue ja rien ni atouceraDist ses compains laquoJe ne cuit mieQuil ait home en ceste vieQui li devroit le cief tolirQui les murs peust tressalirraquoQuant Remus lot sest desfublesPuis li a dit laquoOr esgardesraquoCele part vint tos eslaissiesPar son le mur sailli em piesOu avoit III toises de leDe lautre part emmi le preQuant il ot cele cose faiteMoult tost fu a Rome retraiteQuant Romulus vit que Remus

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Ot ensi tressailli les mursLe cuer ot plein de felonnieSempres li porte grant enviePaor a quil ne claint sa tereEt quencor ne li face guerreLes diex eu jure u il satentQuil locira sans jugementSes castelains et ses baronsA devant lui trestos semonsDist quil ne veut sa loi fauserNe son sairement parjurerDe son frere la teste a priseMoult en a fait aspre justiseOr commenccedila la felonnieLa malvaisteacutes la symonieQui jamais de Rome nistraTant com li siecles durera

Notisi che parecchi padri della Chiesa rinfacciarono a Roma ilparricidio da cui ha principio la sua storia Nei Faictz merveilleuxde Virgille nel Virgilius inglese (anche nel Virgilius olandeseAmsterdam 1552) Romolo egrave colto da grande invidia quandoviene a risapere che le mura di Reims erano tanto alte che unafreccia non avrebbe potuto raggiungerne la sommitagrave mentrequelle di Roma erano cosigrave basse che con un salto si potevanovarcare Romolo decapita il fratello con le proprie sue mani poiva e distrugge Reims La vedova di Remo la ricostruisce moltopiugrave bella e piugrave forte di prima Remo secondo figlio delluccisoleva un esercito entra senza contrasto in Roma decapita a suavolta lo zio ed egrave fatto imperatore Allora Roma ebbe mura efossati e molti superbi edifizii e fu abitata da varie genti eacquistograve gran nome e grande possanza In una cronica francesemanoscritta che si conserva nella Nazionale di Torino (cod L II10 f 80 r) Remo passa in Gallia mandatovi dal fratello mentreGiovanni dOutremeuse racconta195 Romelus par tant quilh195 Op cit vol I p 54-5

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Ot ensi tressailli les mursLe cuer ot plein de felonnieSempres li porte grant enviePaor a quil ne claint sa tereEt quencor ne li face guerreLes diex eu jure u il satentQuil locira sans jugementSes castelains et ses baronsA devant lui trestos semonsDist quil ne veut sa loi fauserNe son sairement parjurerDe son frere la teste a priseMoult en a fait aspre justiseOr commenccedila la felonnieLa malvaisteacutes la symonieQui jamais de Rome nistraTant com li siecles durera

Notisi che parecchi padri della Chiesa rinfacciarono a Roma ilparricidio da cui ha principio la sua storia Nei Faictz merveilleuxde Virgille nel Virgilius inglese (anche nel Virgilius olandeseAmsterdam 1552) Romolo egrave colto da grande invidia quandoviene a risapere che le mura di Reims erano tanto alte che unafreccia non avrebbe potuto raggiungerne la sommitagrave mentrequelle di Roma erano cosigrave basse che con un salto si potevanovarcare Romolo decapita il fratello con le proprie sue mani poiva e distrugge Reims La vedova di Remo la ricostruisce moltopiugrave bella e piugrave forte di prima Remo secondo figlio delluccisoleva un esercito entra senza contrasto in Roma decapita a suavolta lo zio ed egrave fatto imperatore Allora Roma ebbe mura efossati e molti superbi edifizii e fu abitata da varie genti eacquistograve gran nome e grande possanza In una cronica francesemanoscritta che si conserva nella Nazionale di Torino (cod L II10 f 80 r) Remo passa in Gallia mandatovi dal fratello mentreGiovanni dOutremeuse racconta195 Romelus par tant quilh195 Op cit vol I p 54-5

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nasquit devant voloit estre roy tot seul Si encachat son frere etfist crier 1 ban par tout son rengne qui poroit Remus son frereochire ilh le feroit riche homeraquo Remo fugge in Gallia fondaReims poi ritorna per chiedere a Romolo genti da popolare la suacittagrave Un pastore lo riconosce e lo uccide ma Romolo faimpiccare il pastore Il domenicano Roberto Holkot (m nel1349) facendo una confusione assai strana della storia di Romoloe di Remo con quella degli Orazii e de Curiazii dice nel Libermoralizationum historiarum196 che i due fratelli decidono delprimato ponendo ciascuno a combattere tre campioni197

In Oriente sembra essersi diffusa unaltra leggenda abbastanzacuriosa la quale ha probabilmente radice in ciograve che si narra dellaespiazione del fratricidio compiuta da Romolo nelle festeLemurie La trovo anzi tutto nel Compendium historiarum diCedreno198 Remo essendo insorto contro Romolo questi lo fecemorire il che fu causa di grandi turbazioni nella cittagrave LoracoloPizio fece intendere a Romolo che a farle cessare era mestieri sitogliesse collega nel reggimento il fratello morto Romolo fecefare una statua doro nella quale si riconosceva effigiato il fratello

196 Ed del 1586 moralitas XI197 In un codice Marciano delle Moralizationes (lat cl III LXXV f 27 v) nonsi dice che il competitore di Romolo sia Remo negrave che Romolo abbia avutoparte alcuna nella fondazione della cittagrave laquoNarratur in gestis Romanorum quodcum Romulus intravit civitatem Romanorum voluit in ea regnare et voluit deea habere dominium sed fuit ibi unus qui maximam partem civitatis habuit perse et sibi contradixit et resistit quod non regnaret in civitate nec haberetdominium ita quod maxima discordia orta est Ex hoc tandem ex mutuoconsensu utriusque partis ordinatum fuit quod (per) tres milites ex parteRomuli intrarent campum ad pugnandum et tres ex alia parte et cuius militeshaberent victoriam ille regnaret in civitate et haberet dominium ipsius Quofacto Romulus misit tres milites in campum et alter etiam misit tres aliosmilites Et in primo progressu (I congressu) istorum militum occisi fueruntduo milites ex parte Romuli et tercius fugam peciit et dum sic fugeret post seperspexit et vidit alios insequentes ipse rediit et primum eorum occidit postea2m et 3m et sic dominium restabat Romulo et postmodum civitatem in paceposseditraquo198 Ed cit p 258

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nasquit devant voloit estre roy tot seul Si encachat son frere etfist crier 1 ban par tout son rengne qui poroit Remus son frereochire ilh le feroit riche homeraquo Remo fugge in Gallia fondaReims poi ritorna per chiedere a Romolo genti da popolare la suacittagrave Un pastore lo riconosce e lo uccide ma Romolo faimpiccare il pastore Il domenicano Roberto Holkot (m nel1349) facendo una confusione assai strana della storia di Romoloe di Remo con quella degli Orazii e de Curiazii dice nel Libermoralizationum historiarum196 che i due fratelli decidono delprimato ponendo ciascuno a combattere tre campioni197

In Oriente sembra essersi diffusa unaltra leggenda abbastanzacuriosa la quale ha probabilmente radice in ciograve che si narra dellaespiazione del fratricidio compiuta da Romolo nelle festeLemurie La trovo anzi tutto nel Compendium historiarum diCedreno198 Remo essendo insorto contro Romolo questi lo fecemorire il che fu causa di grandi turbazioni nella cittagrave LoracoloPizio fece intendere a Romolo che a farle cessare era mestieri sitogliesse collega nel reggimento il fratello morto Romolo fecefare una statua doro nella quale si riconosceva effigiato il fratello

196 Ed del 1586 moralitas XI197 In un codice Marciano delle Moralizationes (lat cl III LXXV f 27 v) nonsi dice che il competitore di Romolo sia Remo negrave che Romolo abbia avutoparte alcuna nella fondazione della cittagrave laquoNarratur in gestis Romanorum quodcum Romulus intravit civitatem Romanorum voluit in ea regnare et voluit deea habere dominium sed fuit ibi unus qui maximam partem civitatis habuit perse et sibi contradixit et resistit quod non regnaret in civitate nec haberetdominium ita quod maxima discordia orta est Ex hoc tandem ex mutuoconsensu utriusque partis ordinatum fuit quod (per) tres milites ex parteRomuli intrarent campum ad pugnandum et tres ex alia parte et cuius militeshaberent victoriam ille regnaret in civitate et haberet dominium ipsius Quofacto Romulus misit tres milites in campum et alter etiam misit tres aliosmilites Et in primo progressu (I congressu) istorum militum occisi fueruntduo milites ex parte Romuli et tercius fugam peciit et dum sic fugeret post seperspexit et vidit alios insequentes ipse rediit et primum eorum occidit postea2m et 3m et sic dominium restabat Romulo et postmodum civitatem in paceposseditraquo198 Ed cit p 258

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e collocatala a canto alla propria cominciograve a dire ogniqualvoltaesercitava la regale potestagrave Noi ordinammo noi decretammo noipermettemmo con che la cittagrave tornograve in quiete Lo stesso su pergiugrave si ha nel Chronican Paschale199 e negli Annali di MicheleGlica200

Unaltra leggenda orientale ancor essa merita di essere quiricordata Nelle Revelationes che vanno sotto il nome di Metodiosi narra201 che Romolo altrimenti detto Armelo sposograve Bisanziafiglia di Bisas re di Bizanzio e di Chuseth figlia del re Phool diEtiopia e madre di Alessandro Magno Romolo donograve Roma allasposa del che gli ottimati suoi furono molto sdegnati Da questenozze nacquero tre figliuoli Armelo che regnograve poi in RomaUrbano che regnograve in Bizanzio e Claudio che regnograve inAlessandria Lo scopo precipuo di questa poco sensata finzionebizantina di origine senza dubbio si egrave di venire in appoggio deidiritti che glimperatori vantavano su di Roma e su tutto limperoromano

Nel medio evo si mostravano in Roma i sepolcri di Romolo edi Remo quello nella Naumachia dellantico Campo Vaticanoaccosto a San Pietro questo fuori la Porta Ostiense a ridossodelle mura e propriamente nella piramide di Cajo Cestio (meta)che tuttora sorge in quel luogo Ma la collocazione e ladenominazione dei due sepolcri sono nelle scritture e nelle piante

199 Ed cit vol I p 204-5200 Ed cit p 266201 Maxima Bibliotheca veterum patrum ed di Lione t III p 727 Circalautore di questo scritto e il tempo in cui fu composto si disputograve lungamenteChi lattribuigrave a Metodio Patarense che fu martire nel 311 o 312 chi a Metodioil Confessore Patriarca di Costantinopoli morto nell846 chi a Metodio diTessalonica apostolo degli Slavi vissuto anchegli nel IX secolo e chi ad altriMetodii vissuti nel XIII e XIV Il Gutschmid lo giudica della prima metagrave delsecolo VIII il Riezler e il Doumlllinger credono appartenga allXI Chi piugrave forsesapprossima al vero egrave lo Zezschwitz che lo stima del IX (Vom RoumlmischenKaisertum deutscher Nation Lipsia 1877 p 8 68 70-73) Io ebbi tra mani uncodice unciale della Barberina (segnato XIV 44) certo non posteriore al IXsecolo il quale contiene le Revelationes mutile in fine

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e collocatala a canto alla propria cominciograve a dire ogniqualvoltaesercitava la regale potestagrave Noi ordinammo noi decretammo noipermettemmo con che la cittagrave tornograve in quiete Lo stesso su pergiugrave si ha nel Chronican Paschale199 e negli Annali di MicheleGlica200

Unaltra leggenda orientale ancor essa merita di essere quiricordata Nelle Revelationes che vanno sotto il nome di Metodiosi narra201 che Romolo altrimenti detto Armelo sposograve Bisanziafiglia di Bisas re di Bizanzio e di Chuseth figlia del re Phool diEtiopia e madre di Alessandro Magno Romolo donograve Roma allasposa del che gli ottimati suoi furono molto sdegnati Da questenozze nacquero tre figliuoli Armelo che regnograve poi in RomaUrbano che regnograve in Bizanzio e Claudio che regnograve inAlessandria Lo scopo precipuo di questa poco sensata finzionebizantina di origine senza dubbio si egrave di venire in appoggio deidiritti che glimperatori vantavano su di Roma e su tutto limperoromano

Nel medio evo si mostravano in Roma i sepolcri di Romolo edi Remo quello nella Naumachia dellantico Campo Vaticanoaccosto a San Pietro questo fuori la Porta Ostiense a ridossodelle mura e propriamente nella piramide di Cajo Cestio (meta)che tuttora sorge in quel luogo Ma la collocazione e ladenominazione dei due sepolcri sono nelle scritture e nelle piante

199 Ed cit vol I p 204-5200 Ed cit p 266201 Maxima Bibliotheca veterum patrum ed di Lione t III p 727 Circalautore di questo scritto e il tempo in cui fu composto si disputograve lungamenteChi lattribuigrave a Metodio Patarense che fu martire nel 311 o 312 chi a Metodioil Confessore Patriarca di Costantinopoli morto nell846 chi a Metodio diTessalonica apostolo degli Slavi vissuto anchegli nel IX secolo e chi ad altriMetodii vissuti nel XIII e XIV Il Gutschmid lo giudica della prima metagrave delsecolo VIII il Riezler e il Doumlllinger credono appartenga allXI Chi piugrave forsesapprossima al vero egrave lo Zezschwitz che lo stima del IX (Vom RoumlmischenKaisertum deutscher Nation Lipsia 1877 p 8 68 70-73) Io ebbi tra mani uncodice unciale della Barberina (segnato XIV 44) certo non posteriore al IXsecolo il quale contiene le Revelationes mutile in fine

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di que tempi tuttaltro che costanti e la piramide di Cestio sitrova designata anche come sepolcro di Romolo LAnonimoMagliabecchiano pone il sepolcro di Remo presso a Santa Mariain Cosmedin202 Che la piramide di Cestio fosse il sepolcro diRemo fu creduto ancora dal Petrarca203

Tali in parte erano le leggende narrate un tempo dalla buonamadre che

traendo alla rocca la chiomaFavoleggiava con la sua famigliaDei Trojani e di Fiesole e di Roma204

Se si considera un po piugrave addentro lo spirito loro si scorge comesia intenzione a tutte quasi comune di mostrare che allafondazione di Roma e della sua potenza si richiedeva il concorsoe lopera di molte e diverse genti

202 Cito direttamente dal manoscritto che si conserva nella Nazionale diFirenze F 33 v laquoIn almachia idest iuxta sanctam manam cosmedinam et estmeta quae ut dicitur fuit sepulchrum Remuli qui mandato Romuli in Janomortuus fuit et de meta praedicta sicut iam dixi dubito quod non fuit Remuliper Romulum facta quia illis temporibus Romulus et sui non erant tantaepotentiae aliam ethimologiam sibi non invenio de qua quidem tacere poposcised sit quod vult mirae pulchritudinis fuit in lapidibus marmoreis tabulata Dequibus tabulis ornatum et constructum fuit ornamentum sancti petri perConstantinum consistentem Imperatoremraquo La forma Remulus invece diRemus foggiata per assimilazione su quella di Romulus sincontrafrequentemente nel medio evo Del sepolcro di Remo cosigrave si dice in un codiceCottoniano dei Mirabilia (Faustina A VIII f 149 v) laquoPrope portamCapenam que vocatur porta sancti Pauli iuxta murum urbis inter portampredictam et montem testarum sepultus est Remus frater Romuli Sepulcrumvero suis lapidibus magnis tabulatum est in altitudine magna quod in muroconiunctum est Quia statutis Romuli quibus consenserat voluit subiacere etquia idem Remus incidit in statutum capite truncatus sub muro sepultus estSepulcrum vero eius ad perpetuam rei memoriam tum quia frater Romuli erattum quia contra statutum fleri non licebat solempniter constructum estraquo203 Epist famil VI II204 Parad c XV v 124-6

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di que tempi tuttaltro che costanti e la piramide di Cestio sitrova designata anche come sepolcro di Romolo LAnonimoMagliabecchiano pone il sepolcro di Remo presso a Santa Mariain Cosmedin202 Che la piramide di Cestio fosse il sepolcro diRemo fu creduto ancora dal Petrarca203

Tali in parte erano le leggende narrate un tempo dalla buonamadre che

traendo alla rocca la chiomaFavoleggiava con la sua famigliaDei Trojani e di Fiesole e di Roma204

Se si considera un po piugrave addentro lo spirito loro si scorge comesia intenzione a tutte quasi comune di mostrare che allafondazione di Roma e della sua potenza si richiedeva il concorsoe lopera di molte e diverse genti

202 Cito direttamente dal manoscritto che si conserva nella Nazionale diFirenze F 33 v laquoIn almachia idest iuxta sanctam manam cosmedinam et estmeta quae ut dicitur fuit sepulchrum Remuli qui mandato Romuli in Janomortuus fuit et de meta praedicta sicut iam dixi dubito quod non fuit Remuliper Romulum facta quia illis temporibus Romulus et sui non erant tantaepotentiae aliam ethimologiam sibi non invenio de qua quidem tacere poposcised sit quod vult mirae pulchritudinis fuit in lapidibus marmoreis tabulata Dequibus tabulis ornatum et constructum fuit ornamentum sancti petri perConstantinum consistentem Imperatoremraquo La forma Remulus invece diRemus foggiata per assimilazione su quella di Romulus sincontrafrequentemente nel medio evo Del sepolcro di Remo cosigrave si dice in un codiceCottoniano dei Mirabilia (Faustina A VIII f 149 v) laquoPrope portamCapenam que vocatur porta sancti Pauli iuxta murum urbis inter portampredictam et montem testarum sepultus est Remus frater Romuli Sepulcrumvero suis lapidibus magnis tabulatum est in altitudine magna quod in muroconiunctum est Quia statutis Romuli quibus consenserat voluit subiacere etquia idem Remus incidit in statutum capite truncatus sub muro sepultus estSepulcrum vero eius ad perpetuam rei memoriam tum quia frater Romuli erattum quia contra statutum fleri non licebat solempniter constructum estraquo203 Epist famil VI II204 Parad c XV v 124-6

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Tantae molis erat romanam condero gentem

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Tantae molis erat romanam condero gentem

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CAPITOLO IV

Le meraviglie e le curiositagrave di Roma

Gli antichi Romani ebbero durante tutto il medio evo fama dicostruttori impareggiabili dovunque una rovina testimonio di piugraveprospera civiltagrave sfida lurto dei secoli e le ingiurie degli uominila fantasia popolare lattribuisce a ragione o a torto ai RomaniLe rovine indestruttibili ondera piena leterna cittagrave empievano distupore gli animi dei riguardanti e certo non vera altro spettacoloche potesse inspirare della potenza romana un piugrave alto e piugraveimmaginoso concetto Il popolo che aveva innalzato la MoleAdriana le Terme di Caracalla il Colosseo doveva parere bendegno di signoreggiare il mondo

Le rovine di Roma sono universalmente note nel medio evosebbene spesso ne sieno falsati i nomi e se ne disconosca luso Acominciare dal IX secolo molte delle piugrave cospicue vanno sotto lagenerica denominazione di palatia e di templa come sotto ilnome di palazzi e di basiliche vanno quelle di Atene La celebritagraveloro egrave assai grande e diffusa Esse dominavano superbamente lerozze ed umili costruzioni della nuova cittagrave e di lontano siscoprivano al pellegrino che ansioso le cercava con gli occhiAngilberto parlando dei messi spediti da Carlo Magno adaccertarsi di quanto fosse occorso al Papa Leone dice

Culmina iam cernunt Urbis procui ardua RomaeOptatique vident legati a monte theatrum 205

Il monte a cui qui allude Angilberto non puograve essere altro cheMontemario da cui si scopre unassai larga e bella veduta dellacittagrave Alla magnificenza di tale veduta accenna Dante quando fadire a Cacciaguida205 Carmen de Karolo Magno l III v 542-3 ap PERTZ Scriptores t II p 399

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CAPITOLO IV

Le meraviglie e le curiositagrave di Roma

Gli antichi Romani ebbero durante tutto il medio evo fama dicostruttori impareggiabili dovunque una rovina testimonio di piugraveprospera civiltagrave sfida lurto dei secoli e le ingiurie degli uominila fantasia popolare lattribuisce a ragione o a torto ai RomaniLe rovine indestruttibili ondera piena leterna cittagrave empievano distupore gli animi dei riguardanti e certo non vera altro spettacoloche potesse inspirare della potenza romana un piugrave alto e piugraveimmaginoso concetto Il popolo che aveva innalzato la MoleAdriana le Terme di Caracalla il Colosseo doveva parere bendegno di signoreggiare il mondo

Le rovine di Roma sono universalmente note nel medio evosebbene spesso ne sieno falsati i nomi e se ne disconosca luso Acominciare dal IX secolo molte delle piugrave cospicue vanno sotto lagenerica denominazione di palatia e di templa come sotto ilnome di palazzi e di basiliche vanno quelle di Atene La celebritagraveloro egrave assai grande e diffusa Esse dominavano superbamente lerozze ed umili costruzioni della nuova cittagrave e di lontano siscoprivano al pellegrino che ansioso le cercava con gli occhiAngilberto parlando dei messi spediti da Carlo Magno adaccertarsi di quanto fosse occorso al Papa Leone dice

Culmina iam cernunt Urbis procui ardua RomaeOptatique vident legati a monte theatrum 205

Il monte a cui qui allude Angilberto non puograve essere altro cheMontemario da cui si scopre unassai larga e bella veduta dellacittagrave Alla magnificenza di tale veduta accenna Dante quando fadire a Cacciaguida205 Carmen de Karolo Magno l III v 542-3 ap PERTZ Scriptores t II p 399

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Non era ancora vinto MontemaloDal vostro Uccellatojo206

Come i personaggi piugrave illustri della storia romana divengonoparagone dogni pregio e dogni virtugrave cosigrave i monumenti di Romarestituiti fantasticamente nella primitiva lor condizionedivengono paragone dogni magnificenza Quando Paolo Diaconovuol celebrare gli edifizii di cui il Longobardo Arichi duca diBenevento ornava la sua cittagrave la lode prende naturalmente laforma del confronto e il poeta esclama

Aemula Romuleis consurgunt moenia templis207

Sigiberto Gemblacense (n c 1030 m 1112) dice degli splendoridella cittagrave di Metz nella Vita di San Deoderico208

Cumque domos cerno Romana palatia credo

NellXI secolo la copia di edifizii per cui andava superba Roma egraveproverbiale Ciascuna cittagrave abbonda in qualche cosa Mediolanumin clericis Papia in deliciis Roma in aedificiis Ravenna inecclesiis209 Il testo di Praga dei Mirabilia (XIII secolo) porta ilseguente titolo Hec sunt Mirabilia Rome quomodo glorioseconstructa erat e in fatto i Mirabilia se poco se ne toglie versantutti sui monumenti

Le Sette meraviglie del mondo furono descritte assai prima cheRoma venisse in fiore lo che spiega come a nessuna delle

206 Parad c XV v 109-10207 Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum Neue Folge v IX p 471208 Ap PERTZ Script t IV p 478209 LANDULFO Historia Mediolanensis ap PERTZ Script t VIII p 74 E notisiche con quel dire Roma in aedificiis e poi subito Ravenna in ecclesiis pareche per Roma si voglia non far conto delle chiese e accennare solamente agliavanzi di antichi monumenti

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Non era ancora vinto MontemaloDal vostro Uccellatojo206

Come i personaggi piugrave illustri della storia romana divengonoparagone dogni pregio e dogni virtugrave cosigrave i monumenti di Romarestituiti fantasticamente nella primitiva lor condizionedivengono paragone dogni magnificenza Quando Paolo Diaconovuol celebrare gli edifizii di cui il Longobardo Arichi duca diBenevento ornava la sua cittagrave la lode prende naturalmente laforma del confronto e il poeta esclama

Aemula Romuleis consurgunt moenia templis207

Sigiberto Gemblacense (n c 1030 m 1112) dice degli splendoridella cittagrave di Metz nella Vita di San Deoderico208

Cumque domos cerno Romana palatia credo

NellXI secolo la copia di edifizii per cui andava superba Roma egraveproverbiale Ciascuna cittagrave abbonda in qualche cosa Mediolanumin clericis Papia in deliciis Roma in aedificiis Ravenna inecclesiis209 Il testo di Praga dei Mirabilia (XIII secolo) porta ilseguente titolo Hec sunt Mirabilia Rome quomodo glorioseconstructa erat e in fatto i Mirabilia se poco se ne toglie versantutti sui monumenti

Le Sette meraviglie del mondo furono descritte assai prima cheRoma venisse in fiore lo che spiega come a nessuna delle

206 Parad c XV v 109-10207 Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum Neue Folge v IX p 471208 Ap PERTZ Script t IV p 478209 LANDULFO Historia Mediolanensis ap PERTZ Script t VIII p 74 E notisiche con quel dire Roma in aedificiis e poi subito Ravenna in ecclesiis pareche per Roma si voglia non far conto delle chiese e accennare solamente agliavanzi di antichi monumenti

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fabbriche le quali illustrarono poi la Cittagrave fosse dato luogo traquelle Gli stessi scrittori latini che fanno ricordo dei Miraculamundi non osano accrescerne il numero negrave farvi in onore diRoma sostituzione alcuna ma si attengono fedelmente allatradizione210 Gregorio di Nazianzo morto nel 389 non ricordaancora nessun monumento romano211 e lo stesso dicasi diGregorio di Tours (n c 540 m 594)212 e di Cedreno213 Ma inuno scritterello De septem mundi miraculis attribuito a Bedaecco improvvisamente apparire a capo delle meraviglie ilCampidoglio che da indi in poi tiene onoratamente il posto chegli spetta214 Nei Mirabilia inseriti nel volume intitolato De Roma

210 Le sette meraviglie erano secondo lelenco piugrave antico le Piramidi dEgittole Mura e i Giardini pensili di Babilonia il Tempio di Diana in Efeso il GioveOlimpico di Fidia il Mausoleo il Colosso di Rodi il Faro di Alessandria V loscritto attribuito a FILONE BIZANTINO (III secolo av lE V) Περὶ των επτὰθεαmicroάτων pubblicato primamente da Leone Allaci in Roma 1640 poidallOrelli Lipsia 1816 Questo scritto egrave mutilo CASSIODORO (Var l VII 15)enumera le sette meraviglie secondo gli antichi prisci saeculi narratores mapoi venendo a parlar di Roma esclama laquoSed quis illa (miracola) ulteriuspraecipua putabit cum in una Urbe tot stupenda conspexerit Habuerunthonorem quia praecesserunt tempore et in rudi saeculo quicquid emersissetnovum per ora hominum jure ferebatur eximium Nunc autem potest esseveridicum si universa Roma dicatur esse miraculumraquo In progresso di tempo lalista fu ora in un modo ora in un altro alterata pur rimanendo fisso il numerodi sette (Cf MEXIA Silva de varia lection Siviglia 1520 parte 3a capitoloXXXII)211 Omelia XLIII 63 Egli annovera le seguenti meraviglie Tebe di BeoziaTebe egizia le Mura di Babilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodie templi di gran mole e di singolare magnificenza di cui non dice il nome212 Nel suo trattato De cursibus ecclesiasticis ritrovato e pubblicato dallHaaseBreslavia 1853 Gregorio di Tours enumera lArca di Noegrave le Mura diBabilonia il Tempio di Salomone il sepolcro del Re dei Persi cavato in unasola ametista il Colosso di Rodi il Teatro di Eraclea il Faro di Alessandria213 Le meraviglie registrate da Cedreno sono le Piramidi il Faro diAlessandria il Colosso di Rodi il Mausoleo il Tempio di Diana in Efeso ilTeatro di Miris in Licia il Bosco di Pergamo214 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quamcivitasraquo The complete Works of Venerable Bede by J A Giles Londra 1843

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fabbriche le quali illustrarono poi la Cittagrave fosse dato luogo traquelle Gli stessi scrittori latini che fanno ricordo dei Miraculamundi non osano accrescerne il numero negrave farvi in onore diRoma sostituzione alcuna ma si attengono fedelmente allatradizione210 Gregorio di Nazianzo morto nel 389 non ricordaancora nessun monumento romano211 e lo stesso dicasi diGregorio di Tours (n c 540 m 594)212 e di Cedreno213 Ma inuno scritterello De septem mundi miraculis attribuito a Bedaecco improvvisamente apparire a capo delle meraviglie ilCampidoglio che da indi in poi tiene onoratamente il posto chegli spetta214 Nei Mirabilia inseriti nel volume intitolato De Roma

210 Le sette meraviglie erano secondo lelenco piugrave antico le Piramidi dEgittole Mura e i Giardini pensili di Babilonia il Tempio di Diana in Efeso il GioveOlimpico di Fidia il Mausoleo il Colosso di Rodi il Faro di Alessandria V loscritto attribuito a FILONE BIZANTINO (III secolo av lE V) Περὶ των επτὰθεαmicroάτων pubblicato primamente da Leone Allaci in Roma 1640 poidallOrelli Lipsia 1816 Questo scritto egrave mutilo CASSIODORO (Var l VII 15)enumera le sette meraviglie secondo gli antichi prisci saeculi narratores mapoi venendo a parlar di Roma esclama laquoSed quis illa (miracola) ulteriuspraecipua putabit cum in una Urbe tot stupenda conspexerit Habuerunthonorem quia praecesserunt tempore et in rudi saeculo quicquid emersissetnovum per ora hominum jure ferebatur eximium Nunc autem potest esseveridicum si universa Roma dicatur esse miraculumraquo In progresso di tempo lalista fu ora in un modo ora in un altro alterata pur rimanendo fisso il numerodi sette (Cf MEXIA Silva de varia lection Siviglia 1520 parte 3a capitoloXXXII)211 Omelia XLIII 63 Egli annovera le seguenti meraviglie Tebe di BeoziaTebe egizia le Mura di Babilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodie templi di gran mole e di singolare magnificenza di cui non dice il nome212 Nel suo trattato De cursibus ecclesiasticis ritrovato e pubblicato dallHaaseBreslavia 1853 Gregorio di Tours enumera lArca di Noegrave le Mura diBabilonia il Tempio di Salomone il sepolcro del Re dei Persi cavato in unasola ametista il Colosso di Rodi il Teatro di Eraclea il Faro di Alessandria213 Le meraviglie registrate da Cedreno sono le Piramidi il Faro diAlessandria il Colosso di Rodi il Mausoleo il Tempio di Diana in Efeso ilTeatro di Miris in Licia il Bosco di Pergamo214 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quamcivitasraquo The complete Works of Venerable Bede by J A Giles Londra 1843

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prisca et nova varii auctores pubblicato da Giacomo Mazochioin Roma nel 1523 alle sette meraviglie del mondo fra cui egrave ilCampidoglio fanno degno riscontro sette meraviglie di Roma lequali sono lAcquedotto Claudio le Terme di Diocleziano ilForo di Nerva il Palazzo Maggiore il Pantheon il Colosseo laMole Adriana215

I Mirabilia cominciano la lista dei palazzi col Palatium majusin Pallanteo ossia sul Palatino Sotto il nome di Palatium majuso Palazzo maggiore216 si comprendevano pare tutte le rovine delPalatino le quali si credeva avessero formato un solo grande emagnifico palazzo Fra i monumenti di Roma esso teneva perdignitagrave il primo luogo giacchegrave si credeva fosse stato sedeordinaria deglimperatori e della suprema potestagrave del mondotuttavia la celebritagrave sua non raggiunse a gran pezza quella delCampidoglio e del Colosseo Nella Graphia si narra che Gianocostruigrave sul Palatino un palazzo laquoin quo omnes postea imperatoreset cesares feliciter habitaveruntraquo Ranulfo Higden dicesullautoritagrave di Gregorio che il Palazzo maggiore era laquoin medio

v IV p 10 Lo scritto De septem mundi miraculis egrave generalmente tenutoapocrifo ma ciograve poco importa al caso nostro giacchegrave lantichitagrave sua nonpotrebbe per questo essere contestata Il passo che si riferisce al Campidogliofu pubblicato anonimo dal Docen di su un manoscritto del secolo VIII IlCampidoglio egrave messo per primo in parecchi altri elenchi manoscritti dellemeraviglie del mondo (V GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 551 n) egravemesso per sesto nel citato libro De Roma prisca et nova edito dal MazochioCome settima meraviglia lo pone il PANCIROLI Res memorabiles Francoforte1660 tit XXXII Il Mabillon (Diarium ital p 272) ricorda un manoscrittogreco del XIII secolo dove le sette meraviglie sono Tebe egizia le Mura diBabilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodi il Campidoglio ilTempio di Adriano a Cizico215 Anche la Germania volle avere le sue sette meraviglie che si trovanoindicate in una iscrizione nel Duomo di Magonza216 Anon Magliabecch laquoPalacium maius fuit in monte Palatino quod hodiepalazo majore e dictoraquo Avvertasi che quando cito i Mirabilia si deveintendere propriamente la Descriptio plenaria semprechegrave non sia indicatoaltrimenti

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prisca et nova varii auctores pubblicato da Giacomo Mazochioin Roma nel 1523 alle sette meraviglie del mondo fra cui egrave ilCampidoglio fanno degno riscontro sette meraviglie di Roma lequali sono lAcquedotto Claudio le Terme di Diocleziano ilForo di Nerva il Palazzo Maggiore il Pantheon il Colosseo laMole Adriana215

I Mirabilia cominciano la lista dei palazzi col Palatium majusin Pallanteo ossia sul Palatino Sotto il nome di Palatium majuso Palazzo maggiore216 si comprendevano pare tutte le rovine delPalatino le quali si credeva avessero formato un solo grande emagnifico palazzo Fra i monumenti di Roma esso teneva perdignitagrave il primo luogo giacchegrave si credeva fosse stato sedeordinaria deglimperatori e della suprema potestagrave del mondotuttavia la celebritagrave sua non raggiunse a gran pezza quella delCampidoglio e del Colosseo Nella Graphia si narra che Gianocostruigrave sul Palatino un palazzo laquoin quo omnes postea imperatoreset cesares feliciter habitaveruntraquo Ranulfo Higden dicesullautoritagrave di Gregorio che il Palazzo maggiore era laquoin medio

v IV p 10 Lo scritto De septem mundi miraculis egrave generalmente tenutoapocrifo ma ciograve poco importa al caso nostro giacchegrave lantichitagrave sua nonpotrebbe per questo essere contestata Il passo che si riferisce al Campidogliofu pubblicato anonimo dal Docen di su un manoscritto del secolo VIII IlCampidoglio egrave messo per primo in parecchi altri elenchi manoscritti dellemeraviglie del mondo (V GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 551 n) egravemesso per sesto nel citato libro De Roma prisca et nova edito dal MazochioCome settima meraviglia lo pone il PANCIROLI Res memorabiles Francoforte1660 tit XXXII Il Mabillon (Diarium ital p 272) ricorda un manoscrittogreco del XIII secolo dove le sette meraviglie sono Tebe egizia le Mura diBabilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodi il Campidoglio ilTempio di Adriano a Cizico215 Anche la Germania volle avere le sue sette meraviglie che si trovanoindicate in una iscrizione nel Duomo di Magonza216 Anon Magliabecch laquoPalacium maius fuit in monte Palatino quod hodiepalazo majore e dictoraquo Avvertasi che quando cito i Mirabilia si deveintendere propriamente la Descriptio plenaria semprechegrave non sia indicatoaltrimenti

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urbis in signum monarchiae orbisraquo217 e Giovanni dOutremeuselaquoPremier astoit li palais maiour qui seyoit emmy la citeit en signede monarchie qui demontre justiche chis astoit composeis almaniere de crois car ilh avoit IIII frons et en chascon frontastoient cent portes de arren doreesraquo218 La prima cosa che Romadal sommo del monte ove lha tratto fa vedere a Fazio degliUberti egrave il Palazzo maggiore219

Le cose quivi ne saran piugrave conteMi disse e additommi un gran palagioChera dinanzi dalla nostra fronte

E sopraggiunse Pensa sio abbragioDentro a quel vidi re e piugrave baroniTutti albergare bene e stare ad agio

E vidil pien delle mie legioniPosto per segno in me di monarchiaIn quella parte ove l bellico poni220

Nel Libro Imperiale il Palazzo maggiore egrave cosigrave descritto221laquoPalazo maggiore et chuliseo erano nel mezo di Roma et era217 Polychron l I c 24218 Op cit v I p 61219 Nel citare alcun luogo del Dittamondo mi varrograve sempre a correzione dellespropositatissime stampe della lezione del codice torinese giagrave citato V sullascorrezione delle stampe del Dittamondo uno scritto di R RENIKR intitolatoAlcuni versi greci del Dittamondo nel Giornale di Filologia romanza n 7 p18-33220 L II c 31 Guglielmo Capello nota laquoQuesto fu palagio magiore del qualehogie si mostra le royne e lacqua che ligrave vicino passa faceva la neumachia(sic) cioegrave il lago nel quale i romani se exercitavano con le galee per impararesapere essere in le bataglie navale e anchora vi sono alchuni gradi onde ilpopolo vedeva questi giochi E questo palagio fu prima fondato dagli arcadinel monte Palanteo secondo Solino poi li Romani forsi lo fenno moltomajoreraquo221 Ogniqualvolta mi avverragrave di riportare alcun passo del Libro imperialesappiasi che cito non dalle stampe ma da codici di Venezia di Firenze e diRoma Tolgo il passo recato nel testo dal cod Marciano ital cl XI CXXVI f98 v

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urbis in signum monarchiae orbisraquo217 e Giovanni dOutremeuselaquoPremier astoit li palais maiour qui seyoit emmy la citeit en signede monarchie qui demontre justiche chis astoit composeis almaniere de crois car ilh avoit IIII frons et en chascon frontastoient cent portes de arren doreesraquo218 La prima cosa che Romadal sommo del monte ove lha tratto fa vedere a Fazio degliUberti egrave il Palazzo maggiore219

Le cose quivi ne saran piugrave conteMi disse e additommi un gran palagioChera dinanzi dalla nostra fronte

E sopraggiunse Pensa sio abbragioDentro a quel vidi re e piugrave baroniTutti albergare bene e stare ad agio

E vidil pien delle mie legioniPosto per segno in me di monarchiaIn quella parte ove l bellico poni220

Nel Libro Imperiale il Palazzo maggiore egrave cosigrave descritto221laquoPalazo maggiore et chuliseo erano nel mezo di Roma et era217 Polychron l I c 24218 Op cit v I p 61219 Nel citare alcun luogo del Dittamondo mi varrograve sempre a correzione dellespropositatissime stampe della lezione del codice torinese giagrave citato V sullascorrezione delle stampe del Dittamondo uno scritto di R RENIKR intitolatoAlcuni versi greci del Dittamondo nel Giornale di Filologia romanza n 7 p18-33220 L II c 31 Guglielmo Capello nota laquoQuesto fu palagio magiore del qualehogie si mostra le royne e lacqua che ligrave vicino passa faceva la neumachia(sic) cioegrave il lago nel quale i romani se exercitavano con le galee per impararesapere essere in le bataglie navale e anchora vi sono alchuni gradi onde ilpopolo vedeva questi giochi E questo palagio fu prima fondato dagli arcadinel monte Palanteo secondo Solino poi li Romani forsi lo fenno moltomajoreraquo221 Ogniqualvolta mi avverragrave di riportare alcun passo del Libro imperialesappiasi che cito non dalle stampe ma da codici di Venezia di Firenze e diRoma Tolgo il passo recato nel testo dal cod Marciano ital cl XI CXXVI f98 v

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palazo maggiore ritondo di giro oltre duno miglio222 nel qualeerano cinquanta altissime torri chon cinquanta bellissimi palazi edi belleza luno simile a laltro et lalteza delle mura erano sesantabraccia et grosse dieci le quali torre altretanto disopra passavanoornate di bellissimi porfidi et marmi di diversi cholori et nelmezo di drento era uno lacho nel quale era ogni generazione dipesci dintorno al quale circhundava una strada di marmobiancho e seliciata di porfidi di diversi cholori glintagli [de] liquali facevano memoria delle storie troyane e dello avvenimentodEnea in Italia Lo palazo aveva una entrata223 di altissime e belleporti di metallo et chosigrave erano porte et finestre degli altri palazi liquali erano drento di musayco tutti lavorati facendo memoria defatti antichi del chominciamento del mondo Le tetta eranocoperte di pionbo in fortissima volta sanza alcuno edifizio dilengname di chamere sale logge et chamminate224 forniti che lanatura none aveva in ciograve niente manchato citerne et fonti et pozidi dolcissime aque Laque del chondotto si chonducevano dalfiume di fogle225 sopra quasi i palagi chadeva laqua in dettolacho la quale veniva trenta miglia lontano Nella sommitagravedintorno sandava a chavallo et a pie come altri volevaHordinato era dintorno da uno de lati che infino a sommo [si]saliva quasi a piano Nel detto palazo stavano tutti li rettori liquali avevano a dare sententia et anchora vi si teneva ragione avedove et a pupilli et orfani Furono certi imperatorichordinarono loro stanze in certi luochi di Roma si chome fudove era santo Yanni che ivi si egrave Costantino et a termo dovesadorava lo dio Erchole dove si egrave Diociziano (sic)226 e dovegrave orasanto Piero che vabitograve Nerone e dove santa Maria Trasperina

222 Il cod ha di tondo di giro e choltre il cod Laurenziano pi LXIII 21ritondo di giro duno miglio223 Meglio il cod Laurenz dieci entrate224 Il Cod Laurenz ha chucine225 Il Cod Laurenz della follia226 Intendi le terme di Diocleziano

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palazo maggiore ritondo di giro oltre duno miglio222 nel qualeerano cinquanta altissime torri chon cinquanta bellissimi palazi edi belleza luno simile a laltro et lalteza delle mura erano sesantabraccia et grosse dieci le quali torre altretanto disopra passavanoornate di bellissimi porfidi et marmi di diversi cholori et nelmezo di drento era uno lacho nel quale era ogni generazione dipesci dintorno al quale circhundava una strada di marmobiancho e seliciata di porfidi di diversi cholori glintagli [de] liquali facevano memoria delle storie troyane e dello avvenimentodEnea in Italia Lo palazo aveva una entrata223 di altissime e belleporti di metallo et chosigrave erano porte et finestre degli altri palazi liquali erano drento di musayco tutti lavorati facendo memoria defatti antichi del chominciamento del mondo Le tetta eranocoperte di pionbo in fortissima volta sanza alcuno edifizio dilengname di chamere sale logge et chamminate224 forniti che lanatura none aveva in ciograve niente manchato citerne et fonti et pozidi dolcissime aque Laque del chondotto si chonducevano dalfiume di fogle225 sopra quasi i palagi chadeva laqua in dettolacho la quale veniva trenta miglia lontano Nella sommitagravedintorno sandava a chavallo et a pie come altri volevaHordinato era dintorno da uno de lati che infino a sommo [si]saliva quasi a piano Nel detto palazo stavano tutti li rettori liquali avevano a dare sententia et anchora vi si teneva ragione avedove et a pupilli et orfani Furono certi imperatorichordinarono loro stanze in certi luochi di Roma si chome fudove era santo Yanni che ivi si egrave Costantino et a termo dovesadorava lo dio Erchole dove si egrave Diociziano (sic)226 e dovegrave orasanto Piero che vabitograve Nerone e dove santa Maria Trasperina

222 Il cod ha di tondo di giro e choltre il cod Laurenziano pi LXIII 21ritondo di giro duno miglio223 Meglio il cod Laurenz dieci entrate224 Il Cod Laurenz ha chucine225 Il Cod Laurenz della follia226 Intendi le terme di Diocleziano

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(sic)227 che ivi si egrave Adriano el quale edifichograve chastel SantoAngnuolo ma la maggiore parte degli imperadori stavano inpalazo maggioreraquo

Passiamo ora al Colosseo giacchegrave del Campidoglio avrograve a direpiugrave opportunamente in altro capitolo

Il nome di Colosseo si trova primamente usato nelleCollettanee attribuite a Beda228 e nella Vita di Stefano IV scrittada Anastasio Bibliotecario il quale morigrave prima dell886229 ILatini ebbero laggettivo colosseus230 dal quale certamente derivail nome dellanfiteatro Flavio Per ragione della mole smisurata ilpopolo probabilmente sin da tempo assai antico cominciograve achiamare quellanfiteatro amphitheatrum colosseum e poi perbrevitagrave trasformando laggettivo in sostantivo Colosseumsenzaltro231 Checchessia di ciograve i sopradetti scrittori tolserocertamente dalluso popolare quel nome Beda che non fu a227 Leggi Traspontina228 Collectanea Op ed di Colonia 1612 t III col 483 Cf DU CANGEGlossarium mediae et infimae latinitatis s v Coliseum Beda scrivepropriamente Colysaeus ma egrave questa senza dubbio una forma corrottasebbene popolare Benedetto canonico ha Coloseum e Coloseum la GraphiaNei varii testi dei Mirabilia e qua e lagrave per gli scrittori si trova ColosseumColiseum Colliseum Coliseus ecc229 De vitis Pontificum ed di Venezia 1729 p 50 col 2a Qui si leggeColloseum230 PLINIO Hist Nat XXXIV 18 laquoMoles quippe excogitatas videmusstatuarum quas colosseas vocant turribus paresraquo231 Lopinione piugrave comune fu che il Colosseo avesse derivato il nome dalColosso di Nerone che sorgeva poco discosto Il PLATINA dice nella Vita diGiovanni VIII laquoColoseus vocant a Neroni Colossoraquo SCIPIONE MAFFEI miseprimo innanzi e sostenne con validi argomenti lopinione che il Colosseodovesse il nome non al Colosso di Nerone ma alla mole ingente per cui erasoprattutto ammirato Egli ricorda come per testimonianza di ERCHEMPERTO

(Hist Langob c 56) si chiamasse Colossus lanfiteatro di Capua V Deamphitheatro ecc c III nei Supplementa utriusque Thesauri del Poleno v Vcol 25 37 e Verona illustrata parte IV I c 4 V anche MAZOCHIO In Campaniamphitheatri titulum aliasque nonnullas Campanas inscriptionesCommentarius c VII nello stesso volume dei Supplementa Lopinione delMaffei accetta anche il GREGOROVIUS Gesch d St Rom v II p 211

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(sic)227 che ivi si egrave Adriano el quale edifichograve chastel SantoAngnuolo ma la maggiore parte degli imperadori stavano inpalazo maggioreraquo

Passiamo ora al Colosseo giacchegrave del Campidoglio avrograve a direpiugrave opportunamente in altro capitolo

Il nome di Colosseo si trova primamente usato nelleCollettanee attribuite a Beda228 e nella Vita di Stefano IV scrittada Anastasio Bibliotecario il quale morigrave prima dell886229 ILatini ebbero laggettivo colosseus230 dal quale certamente derivail nome dellanfiteatro Flavio Per ragione della mole smisurata ilpopolo probabilmente sin da tempo assai antico cominciograve achiamare quellanfiteatro amphitheatrum colosseum e poi perbrevitagrave trasformando laggettivo in sostantivo Colosseumsenzaltro231 Checchessia di ciograve i sopradetti scrittori tolserocertamente dalluso popolare quel nome Beda che non fu a227 Leggi Traspontina228 Collectanea Op ed di Colonia 1612 t III col 483 Cf DU CANGEGlossarium mediae et infimae latinitatis s v Coliseum Beda scrivepropriamente Colysaeus ma egrave questa senza dubbio una forma corrottasebbene popolare Benedetto canonico ha Coloseum e Coloseum la GraphiaNei varii testi dei Mirabilia e qua e lagrave per gli scrittori si trova ColosseumColiseum Colliseum Coliseus ecc229 De vitis Pontificum ed di Venezia 1729 p 50 col 2a Qui si leggeColloseum230 PLINIO Hist Nat XXXIV 18 laquoMoles quippe excogitatas videmusstatuarum quas colosseas vocant turribus paresraquo231 Lopinione piugrave comune fu che il Colosseo avesse derivato il nome dalColosso di Nerone che sorgeva poco discosto Il PLATINA dice nella Vita diGiovanni VIII laquoColoseus vocant a Neroni Colossoraquo SCIPIONE MAFFEI miseprimo innanzi e sostenne con validi argomenti lopinione che il Colosseodovesse il nome non al Colosso di Nerone ma alla mole ingente per cui erasoprattutto ammirato Egli ricorda come per testimonianza di ERCHEMPERTO

(Hist Langob c 56) si chiamasse Colossus lanfiteatro di Capua V Deamphitheatro ecc c III nei Supplementa utriusque Thesauri del Poleno v Vcol 25 37 e Verona illustrata parte IV I c 4 V anche MAZOCHIO In Campaniamphitheatri titulum aliasque nonnullas Campanas inscriptionesCommentarius c VII nello stesso volume dei Supplementa Lopinione delMaffei accetta anche il GREGOROVIUS Gesch d St Rom v II p 211

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Roma lo udigrave forse la prima volta da un pellegrino anglosassoneMa il medio evo non meno sollecito che fantastico ricercatore dietimologie ricorse a piugrave complicate spiegazioni ArmanninoGiudice narrato come nel Coliseo (divenuto qui come anchealtrove un tempio anzi capo di tutti li templi che per lo mondoerano) fossero rinchiusi molti spiriti maligni che facevano gransegni e gran miracoli soggiunge che i sacerdoti solevanodomandare agli stupiti spettatori Colis eum cioegrave il maggiore diquegli iddii ed essi rispondevano Colo donde il nome diColiseo232 Il Ramponi dice nella giagrave citata Storia di BolognalaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbisexistebat caput modo constructum pariter et fabricatum magnelatitudinis et immense altitudinis quod dicebatur collideus quiadii ibi colebantur233raquo

Il Colosseo fu nel medio evo comegrave tuttora la rovina piugravecospicua della cittagrave e la piugrave acconcia a inspirare un alto concettodella ricchezza e della potenza de suoi costruttori A qualiperipezie andasse soggetto durante le invasioni non si sa ma sipuograve credere che piugrave di una volta servisse di propugnacolo agliassaliti o agli assalitori e che non lo risparmiassero le fiammebarbariche Nel medio evo diventa una cava di materiali dacostruzione donde si estrae travertino ferro piombo marmo dafarne calce In tempi di guerra civile si trasforma in fortezza

232 Conto XXX (Cod Laurenziano pl LXII 12 f 233 v) Quivi erano glimolti altari i quali facti erano allonore degli dei in mezzo degli altri eraquello Giove gli cui ornamenti valeano smisurato tesoro Quivi erano preti iquali per incanti piovere nenguire (altri codici hanno nevichare) grandinare eserenare faceano a loro posta Gli forestieri erano menati in quello luogho ovesi facea tante maraviglie che la gente gli davano grande fede Allora diceanoquegli maligni preti a coloro che questo vedeano Colis eum la qual cosavolgarmente viene a dire Coltivi tu dio per sommo dio e quegli rispondea SigraveE per questa risposta battezzato aveano in quello errore E per questo cotaledomandare fu poi quello tempio Colliseo chiamato A contare gli ornamenti diquello Colliseo maraviglia parrebbe a udire non egrave quasi cittade di tanta valutaquanto valeano gli ornamenti di quello falso tempio233 Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 36 v

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Roma lo udigrave forse la prima volta da un pellegrino anglosassoneMa il medio evo non meno sollecito che fantastico ricercatore dietimologie ricorse a piugrave complicate spiegazioni ArmanninoGiudice narrato come nel Coliseo (divenuto qui come anchealtrove un tempio anzi capo di tutti li templi che per lo mondoerano) fossero rinchiusi molti spiriti maligni che facevano gransegni e gran miracoli soggiunge che i sacerdoti solevanodomandare agli stupiti spettatori Colis eum cioegrave il maggiore diquegli iddii ed essi rispondevano Colo donde il nome diColiseo232 Il Ramponi dice nella giagrave citata Storia di BolognalaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbisexistebat caput modo constructum pariter et fabricatum magnelatitudinis et immense altitudinis quod dicebatur collideus quiadii ibi colebantur233raquo

Il Colosseo fu nel medio evo comegrave tuttora la rovina piugravecospicua della cittagrave e la piugrave acconcia a inspirare un alto concettodella ricchezza e della potenza de suoi costruttori A qualiperipezie andasse soggetto durante le invasioni non si sa ma sipuograve credere che piugrave di una volta servisse di propugnacolo agliassaliti o agli assalitori e che non lo risparmiassero le fiammebarbariche Nel medio evo diventa una cava di materiali dacostruzione donde si estrae travertino ferro piombo marmo dafarne calce In tempi di guerra civile si trasforma in fortezza

232 Conto XXX (Cod Laurenziano pl LXII 12 f 233 v) Quivi erano glimolti altari i quali facti erano allonore degli dei in mezzo degli altri eraquello Giove gli cui ornamenti valeano smisurato tesoro Quivi erano preti iquali per incanti piovere nenguire (altri codici hanno nevichare) grandinare eserenare faceano a loro posta Gli forestieri erano menati in quello luogho ovesi facea tante maraviglie che la gente gli davano grande fede Allora diceanoquegli maligni preti a coloro che questo vedeano Colis eum la qual cosavolgarmente viene a dire Coltivi tu dio per sommo dio e quegli rispondea SigraveE per questa risposta battezzato aveano in quello errore E per questo cotaledomandare fu poi quello tempio Colliseo chiamato A contare gli ornamenti diquello Colliseo maraviglia parrebbe a udire non egrave quasi cittade di tanta valutaquanto valeano gli ornamenti di quello falso tempio233 Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 36 v

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contesa tra i Frangipani e gli Anibaldi i terremoti soccorronoallopera distruggitrice degli uomini In pieno quattrocentoNiccolograve V che pure sacquistograve fama lodevole di umanista echempiegrave Roma di fabbriche lo spoglia ancora di marmi perprovvedere alle nuove costruzioni onde si accrescevano in Borgoi palazzi apostolici e Paolo II non si perita dimitare cosigravebiasimevole esempio a beneficio del suo privato palazzo in SanMarco234 Esposta da tanti secoli a tante e cosigrave formidabili causedi distruzione lantica ruina rimanendo in piedi pareva quasidovesse essere indestruttibile e ciograve la faceva piugrave meravigliosaagli occhi del popolo convinto del resto per virtugrave di una anticaprofezia che la gran mole dovesse durare quanto Roma e quantoil mondo235 Certo se se ne toglie il Campidoglio non vera intutta la cittagrave altro monumento che potesse cosigrave vivamente eccitarela fantasia e provocare la leggenda

Molti cronisti ricordano il colosso di Nerone a cui Vespasianofece mutare il capo un altro ponendovene che rappresentava ilsole con sette raggi intorno i quali misuravano ciascunoventidue piedi e mezzo236 Nel medio evo si sapeva che il colosso

234 Il GREGOROVIUS (Gesch d St Rom v VII p 638) non so perchegrave mette indubbio il fatto di Paolo II il quale egrave attestato da parecchi235 Di questa profezia fa ricordo Beda nel luogo testegrave citato laquoQuamdiu statColysaeus stat et Roma quando cadet Colysaeus cadet et Roma quando cadetRoma cadet et mundusraquo Lidea di collegare le sorti di una cittagrave o di un popoloa quelle di un edificio egrave tuttaltro che nuova ma qui puograve far meraviglia vederestretto un cotal nesso fra Roma cristiana ed un monumento pagano bagnatodal sangue dei martiri Piugrave ragionevole sembra una leggenda affine sparsa fra iLongobardi secondo la quale quel popolo non poteva decadere mentre durassela basilica innalzata dalla regina Teodolinda in Monza e dedicata a S GiovanniBattista V PAOLO DIACONO Historia Langobardorum IV 22 V 6236 PUBLIO VITTORE De urbis Romae regionibus regione IV Cf MARANGONIDelle memorie sacre e profane dellanfiteatro Flavio volgarmente detto ilColosseo Roma 1746 p 12-13 MAFFEI De amphitheatro c III Secondo unadiversa tradizione Nerone stesso si sarebbe fatto effigiare in figura del SoleCommodo fece porvi un altro capo a immagine propria ma poi vi fu rimessoquello di prima Il Colosso opera di Zenodoro esisteva ancora intero nel Vsecolo

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contesa tra i Frangipani e gli Anibaldi i terremoti soccorronoallopera distruggitrice degli uomini In pieno quattrocentoNiccolograve V che pure sacquistograve fama lodevole di umanista echempiegrave Roma di fabbriche lo spoglia ancora di marmi perprovvedere alle nuove costruzioni onde si accrescevano in Borgoi palazzi apostolici e Paolo II non si perita dimitare cosigravebiasimevole esempio a beneficio del suo privato palazzo in SanMarco234 Esposta da tanti secoli a tante e cosigrave formidabili causedi distruzione lantica ruina rimanendo in piedi pareva quasidovesse essere indestruttibile e ciograve la faceva piugrave meravigliosaagli occhi del popolo convinto del resto per virtugrave di una anticaprofezia che la gran mole dovesse durare quanto Roma e quantoil mondo235 Certo se se ne toglie il Campidoglio non vera intutta la cittagrave altro monumento che potesse cosigrave vivamente eccitarela fantasia e provocare la leggenda

Molti cronisti ricordano il colosso di Nerone a cui Vespasianofece mutare il capo un altro ponendovene che rappresentava ilsole con sette raggi intorno i quali misuravano ciascunoventidue piedi e mezzo236 Nel medio evo si sapeva che il colosso

234 Il GREGOROVIUS (Gesch d St Rom v VII p 638) non so perchegrave mette indubbio il fatto di Paolo II il quale egrave attestato da parecchi235 Di questa profezia fa ricordo Beda nel luogo testegrave citato laquoQuamdiu statColysaeus stat et Roma quando cadet Colysaeus cadet et Roma quando cadetRoma cadet et mundusraquo Lidea di collegare le sorti di una cittagrave o di un popoloa quelle di un edificio egrave tuttaltro che nuova ma qui puograve far meraviglia vederestretto un cotal nesso fra Roma cristiana ed un monumento pagano bagnatodal sangue dei martiri Piugrave ragionevole sembra una leggenda affine sparsa fra iLongobardi secondo la quale quel popolo non poteva decadere mentre durassela basilica innalzata dalla regina Teodolinda in Monza e dedicata a S GiovanniBattista V PAOLO DIACONO Historia Langobardorum IV 22 V 6236 PUBLIO VITTORE De urbis Romae regionibus regione IV Cf MARANGONIDelle memorie sacre e profane dellanfiteatro Flavio volgarmente detto ilColosseo Roma 1746 p 12-13 MAFFEI De amphitheatro c III Secondo unadiversa tradizione Nerone stesso si sarebbe fatto effigiare in figura del SoleCommodo fece porvi un altro capo a immagine propria ma poi vi fu rimessoquello di prima Il Colosso opera di Zenodoro esisteva ancora intero nel Vsecolo

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rappresentava il Sole e si sapeva pure dellaltro colosso sacro alSole per cui era andata famosa nellantichitagrave lisola di Rodi puogravedarsi ancora che in qualche cronaca si fosse serbato ricordo delcolosso di Apollo che Lucullo trasportograve da Apollonia a RomaFatto sta che il colosso Neroniano fu da taluno confuso conquello di Rodi Ranulfo Higden cosigrave ne parla237 laquoAliud signumest imago Colossei quam statuam Solis aut ipsius Romae dicuntde qua mirandum est quomodo tanta moles fundi potuit aut erigicum longitudo ejus sit centum viginti sex pedum Fuit itaque haecstatua aliquando in insula Rhodi quindecim pedibus altioreminentioribus locis Romae Haec statua sphaeram in speciemundi manu dextra et gladium sub specie virtutis manu sinistragerebat in signum quod minoris virtutis est quaerere quamquaesita tueri Haec quidem statua aerea sed imperiali aurodeaurata per tenebras radiabat continuo et equali motu cum solecircumferebatur semper solari corpori faciem gerens oppositamquam cuncti Romam advenientes in signum subjectionisadorabant Hanc Beatus Gregorius cum viribus non posset ignesupposito dextruxit ex qua solummodo caput cum manu dextrasphaeram tenente incendium superfuit quae nunc ante palatiumdomini papae super duas columnas marmoreas visuntur Miroquoque modo ars fusilis adhuc in aere rigido molles mentiturcapillos et os loquenti simillimum praefertraquo NellEulogium sidice egualmente che il Colosso era stato prima nellisola di Rodilaquofuit haec statua aliquando in insula Herodii238raquo Lautore delChronicon Paschale sembra cadere nello stesso errore quandodice che Commodo tolse il capo al Colosso di Rodi per porvi lapropria immagine Naturalmente poi da parecchi si esageralaltezza del simulacro nella cronaca latina della Casanatense giagravecitata di sopra si dice (f 7 v) che ai tempi di Nerone laquoColiseussive colosus Rome erigitur habens altitudinis pedes septemcraquo Qui

237 L cit238 Vol I p 414 Alcuni manoscritti del Polychronicon di Ranulfo da meveduti hanno anchessi in insula Herodii

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rappresentava il Sole e si sapeva pure dellaltro colosso sacro alSole per cui era andata famosa nellantichitagrave lisola di Rodi puogravedarsi ancora che in qualche cronaca si fosse serbato ricordo delcolosso di Apollo che Lucullo trasportograve da Apollonia a RomaFatto sta che il colosso Neroniano fu da taluno confuso conquello di Rodi Ranulfo Higden cosigrave ne parla237 laquoAliud signumest imago Colossei quam statuam Solis aut ipsius Romae dicuntde qua mirandum est quomodo tanta moles fundi potuit aut erigicum longitudo ejus sit centum viginti sex pedum Fuit itaque haecstatua aliquando in insula Rhodi quindecim pedibus altioreminentioribus locis Romae Haec statua sphaeram in speciemundi manu dextra et gladium sub specie virtutis manu sinistragerebat in signum quod minoris virtutis est quaerere quamquaesita tueri Haec quidem statua aerea sed imperiali aurodeaurata per tenebras radiabat continuo et equali motu cum solecircumferebatur semper solari corpori faciem gerens oppositamquam cuncti Romam advenientes in signum subjectionisadorabant Hanc Beatus Gregorius cum viribus non posset ignesupposito dextruxit ex qua solummodo caput cum manu dextrasphaeram tenente incendium superfuit quae nunc ante palatiumdomini papae super duas columnas marmoreas visuntur Miroquoque modo ars fusilis adhuc in aere rigido molles mentiturcapillos et os loquenti simillimum praefertraquo NellEulogium sidice egualmente che il Colosso era stato prima nellisola di Rodilaquofuit haec statua aliquando in insula Herodii238raquo Lautore delChronicon Paschale sembra cadere nello stesso errore quandodice che Commodo tolse il capo al Colosso di Rodi per porvi lapropria immagine Naturalmente poi da parecchi si esageralaltezza del simulacro nella cronaca latina della Casanatense giagravecitata di sopra si dice (f 7 v) che ai tempi di Nerone laquoColiseussive colosus Rome erigitur habens altitudinis pedes septemcraquo Qui

237 L cit238 Vol I p 414 Alcuni manoscritti del Polychronicon di Ranulfo da meveduti hanno anchessi in insula Herodii

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vediamo dato alla statua il nome del Colosseo Nel ChroniconImaginis Mundi di Jacopo da Acqui il Colosseo egrave la statua di undio alta piugrave di cinquecento piedi Ma una strana favola e degnadessere qui riferita egrave questa che Vincenzo Bellovacense raccontain un luogo dello Speculum Naturale239 laquoColossus homomonstruosus fuit quem occisum Tyberis fluvius cooperire nonpoterit ipsumque mare per multo spatio rubro sanguine infecit utAdelinus240 dicit cuius etiam templum et statua Romae facta estquae ab eius nomine Colossus diciturraquo

Fra il Colosso ed il Colosseo doveva neccessariamenteprodursi nella leggenda una certa attrazione provocata se nonaltro dalla somiglianza dei nomi Il Colosso del Sole finisce perentrare nel Colosseo che gli sta dinnanzi e il Colosseo diventa adirittura il Tempio del Sole Allora cominciano a venir fuori tuttele magnificenze e gli splendori di cui naturalmente simmaginache il Tempio del Sole dovesse essere adorno E qui troviamoanzi tutto la descrizione dei Mirabilia ripetuta poscia da molti241laquoColoseum fuit templum Solis mire magnitudinis et pulcritudinisdiversis camerulis adaptatum quod totum erat cohopertum ereocelo et deaurato ubi tonitrua fulgura et coruscationes fiebant etper subtiles fistulas pluvie mittebantur Erant preterea ibi signasupercelestia et planete Sol et Luna quae quadrigiis propriis

239 L XXXI c 125240 Questi egrave probabilmente Aldelmo monaco Baldunense o Malmesburiensedetto anche Adelino morto nel 709 Per le opere di costui v FABRICIO Bibl latm et inf aet ed del Mansi Padova 1754 v I p 54-55 e LEYSER Hist poetet poem m ae p 198-203241 Nelle redazioni piugrave antiche dei Mirabilia del Colosseo si fa cenno appena ilche egrave veramente assai strano laquoAnte Coloseum templum Solis ubi fiebantcerimoniae simulacro quod stabat in fastigio Coloseiraquo dice la Descriptioplenaria totius urbis La Graphia ripete queste stesse parole soggiungendoche il simulacro aveva una corona doro ornata di gemme e che il capo e lemani di esso si trovavano allora davanti al Laterano Martino Polono ha lestesse parole della Graphia Qui dunque il tempio del Sole si trova davanti alColosseo ma non egrave il Colosseo La descrizione riferita di sopra si trova solo intesti piugrave recenti

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vediamo dato alla statua il nome del Colosseo Nel ChroniconImaginis Mundi di Jacopo da Acqui il Colosseo egrave la statua di undio alta piugrave di cinquecento piedi Ma una strana favola e degnadessere qui riferita egrave questa che Vincenzo Bellovacense raccontain un luogo dello Speculum Naturale239 laquoColossus homomonstruosus fuit quem occisum Tyberis fluvius cooperire nonpoterit ipsumque mare per multo spatio rubro sanguine infecit utAdelinus240 dicit cuius etiam templum et statua Romae facta estquae ab eius nomine Colossus diciturraquo

Fra il Colosso ed il Colosseo doveva neccessariamenteprodursi nella leggenda una certa attrazione provocata se nonaltro dalla somiglianza dei nomi Il Colosso del Sole finisce perentrare nel Colosseo che gli sta dinnanzi e il Colosseo diventa adirittura il Tempio del Sole Allora cominciano a venir fuori tuttele magnificenze e gli splendori di cui naturalmente simmaginache il Tempio del Sole dovesse essere adorno E qui troviamoanzi tutto la descrizione dei Mirabilia ripetuta poscia da molti241laquoColoseum fuit templum Solis mire magnitudinis et pulcritudinisdiversis camerulis adaptatum quod totum erat cohopertum ereocelo et deaurato ubi tonitrua fulgura et coruscationes fiebant etper subtiles fistulas pluvie mittebantur Erant preterea ibi signasupercelestia et planete Sol et Luna quae quadrigiis propriis

239 L XXXI c 125240 Questi egrave probabilmente Aldelmo monaco Baldunense o Malmesburiensedetto anche Adelino morto nel 709 Per le opere di costui v FABRICIO Bibl latm et inf aet ed del Mansi Padova 1754 v I p 54-55 e LEYSER Hist poetet poem m ae p 198-203241 Nelle redazioni piugrave antiche dei Mirabilia del Colosseo si fa cenno appena ilche egrave veramente assai strano laquoAnte Coloseum templum Solis ubi fiebantcerimoniae simulacro quod stabat in fastigio Coloseiraquo dice la Descriptioplenaria totius urbis La Graphia ripete queste stesse parole soggiungendoche il simulacro aveva una corona doro ornata di gemme e che il capo e lemani di esso si trovavano allora davanti al Laterano Martino Polono ha lestesse parole della Graphia Qui dunque il tempio del Sole si trova davanti alColosseo ma non egrave il Colosseo La descrizione riferita di sopra si trova solo intesti piugrave recenti

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ducebantur In medio vero phebus hoc est deus solis manebatqui pedes tenens in terra cum capite celum tangebat qui pallamtenebat in manu innuens quod Roma totum mundum regebatPost vero temporis spatium beatus Silvester iussit ipsum templumdestrui et alia palatia ut oratores qui Romam venirent non perhedificia profana irent set per ecclesias cum devotione transirentcaput vero et manus predicti ydoli ante palatium suum inLaterano in memoria poni fecit quod modo palla Samsonis falsovocatur a vulgo Ante vero Coliseum fuit templum in quo fiebantcerimonie predicto simulacro242raquo Il Colosseo egrave giagrave diventato iltempio del Sole ma le cerimonie religiose si fanno ancor fuori inun altro tempio Ciograve che qui e altrove si dice degli avanzi delColosso egrave confermato dalle piante medievali dove spesso acanto al Laterano se ne vedono figurati il capo e le mani243

242 V PARTHEY Mirabilia Romae p 20-27 Cf con un testo molto similepubblicato dal MASSMANN Kaiserchronik v III p 413 Andrea Ratisbonensedice il medesimo nella sua Cronaca e lo stesso racconto si trova nei Mirabiliapubblicati da Stefano Planck LAnonimo Magliabecchiano ha laquoColliseumidest colossum graece latine rotundum amphitheatrum nominatur idesttemplum solis fuit altitudinis pedum centum et octo in longitudine rotunditatisfuit passum mille arcorum fuit centum quinquaginta positoque Svetoniusdicat maioris situs fuisse et a Nerone imperatore costructum bis primotransitoriam et postea auream nominatum et mirifice constructum cum mirisornamentis intus et extra et in medio fuit una ymago aerea deaurata cuiuscaput et manus cum palla nunc stat in Laterano et supra coperto (sic) coeloaereo deaurato et arte mathematica compositus (sic) cum cursu omniumstellarum astronomiae facentium sicut in coelo naturaliter stellae solent Ettantum formam praedicti idoli erat grandis que mirifico pede lapis numi(lapidis numidici) dicitur supra posita capite tangebat coelum praedictumornata mirifice omnibus ornamentis precipue coronata nobilissime quia sictotum orbem representabat sic ornamentum suum habebat simile cum pallapraedicta in manu quae beatus Silvester iussit frangi et ea dirupta fecit poni inpalatio suo in Lateranoraquo Il testo Marciano dellAnonimo (lat cl X CCXXXI)egrave piugrave spropositato ancora Lagrave dove si parla della grandezza della statua laversione italiana dice laquoet era la forma del decto Idolo tanto grande che unonon haria il suo piede abbracciatoraquo LAnonimo confonde il Colosseo con laCasa aurea243 Al tempo di Bernardo Oricellario gli avanzi del Colosso si conservavano nel

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ducebantur In medio vero phebus hoc est deus solis manebatqui pedes tenens in terra cum capite celum tangebat qui pallamtenebat in manu innuens quod Roma totum mundum regebatPost vero temporis spatium beatus Silvester iussit ipsum templumdestrui et alia palatia ut oratores qui Romam venirent non perhedificia profana irent set per ecclesias cum devotione transirentcaput vero et manus predicti ydoli ante palatium suum inLaterano in memoria poni fecit quod modo palla Samsonis falsovocatur a vulgo Ante vero Coliseum fuit templum in quo fiebantcerimonie predicto simulacro242raquo Il Colosseo egrave giagrave diventato iltempio del Sole ma le cerimonie religiose si fanno ancor fuori inun altro tempio Ciograve che qui e altrove si dice degli avanzi delColosso egrave confermato dalle piante medievali dove spesso acanto al Laterano se ne vedono figurati il capo e le mani243

242 V PARTHEY Mirabilia Romae p 20-27 Cf con un testo molto similepubblicato dal MASSMANN Kaiserchronik v III p 413 Andrea Ratisbonensedice il medesimo nella sua Cronaca e lo stesso racconto si trova nei Mirabiliapubblicati da Stefano Planck LAnonimo Magliabecchiano ha laquoColliseumidest colossum graece latine rotundum amphitheatrum nominatur idesttemplum solis fuit altitudinis pedum centum et octo in longitudine rotunditatisfuit passum mille arcorum fuit centum quinquaginta positoque Svetoniusdicat maioris situs fuisse et a Nerone imperatore costructum bis primotransitoriam et postea auream nominatum et mirifice constructum cum mirisornamentis intus et extra et in medio fuit una ymago aerea deaurata cuiuscaput et manus cum palla nunc stat in Laterano et supra coperto (sic) coeloaereo deaurato et arte mathematica compositus (sic) cum cursu omniumstellarum astronomiae facentium sicut in coelo naturaliter stellae solent Ettantum formam praedicti idoli erat grandis que mirifico pede lapis numi(lapidis numidici) dicitur supra posita capite tangebat coelum praedictumornata mirifice omnibus ornamentis precipue coronata nobilissime quia sictotum orbem representabat sic ornamentum suum habebat simile cum pallapraedicta in manu quae beatus Silvester iussit frangi et ea dirupta fecit poni inpalatio suo in Lateranoraquo Il testo Marciano dellAnonimo (lat cl X CCXXXI)egrave piugrave spropositato ancora Lagrave dove si parla della grandezza della statua laversione italiana dice laquoet era la forma del decto Idolo tanto grande che unonon haria il suo piede abbracciatoraquo LAnonimo confonde il Colosseo con laCasa aurea243 Al tempo di Bernardo Oricellario gli avanzi del Colosso si conservavano nel

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Quanto alla distruzione del tempio essa egrave attribuita a Silvestroanche in una traduzione tedesca dei Gesta Romanorum citata dalMassmann244 e in una versione pure tedesca dei Mirabilia245Ranulfo Higden come abbiamo veduto testegrave lattribuisce aGregorio Magno Giovanni dOutremeuse a Bonifacio III

Il medio evo non sa piugrave immaginare un anfiteatro scoperto eperograve provvede di un tetto il Colosseo A questo tetto accennaFazio degli Uberti senza tuttavia far parola dellaltremeraviglie246

Vedi come un castel chegrave quasi tondoCoperto fu di rame ad alti seggi247

Dentro a guardar chi combattea nel fondo

Per Fazio degli Uberti dunque il Colosseo egrave un anfiteatro e nonun tempio ma i piugrave lo credono un tempio e si compiacciononella descrizione e nella esagerazione delle meraviglie checonteneva Giovanni dOutremeuse ne fa autore Virgilio248 Delsimulacro di cielo e dei varii artifizii che vi si vedevano parla

Campidoglio In Publium Victorem ap Rerum italicarum Scriptores exflorentinarum Bibliotecarum codicibus t II col 979244 Kaiserch v III p 413-4245 Cod della Bibliot di Corte a Vienna n 2906 I due testi sono quasi identicima probabilmente la versione dei Gesta attinse dalla versione dei Mirabilia Inquella confondendosi il Colosseo con la Mole Adriana si dice laquo dertempel ist also nv genant von den pilgraimen die Wunderpurck nor hiez siedie Engelpurckraquo nella seconda semplicemente e senza con fusioni laquovnd istder tempel nue genant von den pilgreymen dye Wunderpurckraquo E il nome diWunderpurck ossia Castello delle meraviglie ben si addiceva al meravigliosoedifizio246 L II c 31247 Questa del cod torinese egrave senza dubbio la lezione corretta e non quelladelle stampe

Coperto fu di rame e dalti seggi248 Op cit t I p 70 laquoChis temple fist Virgile de grant bealteit et de multgrandeche et diverses cavernes convenables eccraquo

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Quanto alla distruzione del tempio essa egrave attribuita a Silvestroanche in una traduzione tedesca dei Gesta Romanorum citata dalMassmann244 e in una versione pure tedesca dei Mirabilia245Ranulfo Higden come abbiamo veduto testegrave lattribuisce aGregorio Magno Giovanni dOutremeuse a Bonifacio III

Il medio evo non sa piugrave immaginare un anfiteatro scoperto eperograve provvede di un tetto il Colosseo A questo tetto accennaFazio degli Uberti senza tuttavia far parola dellaltremeraviglie246

Vedi come un castel chegrave quasi tondoCoperto fu di rame ad alti seggi247

Dentro a guardar chi combattea nel fondo

Per Fazio degli Uberti dunque il Colosseo egrave un anfiteatro e nonun tempio ma i piugrave lo credono un tempio e si compiacciononella descrizione e nella esagerazione delle meraviglie checonteneva Giovanni dOutremeuse ne fa autore Virgilio248 Delsimulacro di cielo e dei varii artifizii che vi si vedevano parla

Campidoglio In Publium Victorem ap Rerum italicarum Scriptores exflorentinarum Bibliotecarum codicibus t II col 979244 Kaiserch v III p 413-4245 Cod della Bibliot di Corte a Vienna n 2906 I due testi sono quasi identicima probabilmente la versione dei Gesta attinse dalla versione dei Mirabilia Inquella confondendosi il Colosseo con la Mole Adriana si dice laquo dertempel ist also nv genant von den pilgraimen die Wunderpurck nor hiez siedie Engelpurckraquo nella seconda semplicemente e senza con fusioni laquovnd istder tempel nue genant von den pilgreymen dye Wunderpurckraquo E il nome diWunderpurck ossia Castello delle meraviglie ben si addiceva al meravigliosoedifizio246 L II c 31247 Questa del cod torinese egrave senza dubbio la lezione corretta e non quelladelle stampe

Coperto fu di rame e dalti seggi248 Op cit t I p 70 laquoChis temple fist Virgile de grant bealteit et de multgrandeche et diverses cavernes convenables eccraquo

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anche di passata la Fiorita di Armannino ma le maggioristranezze che mai siensi dette sul Colosseo trovarsi nel LibroImperiale di cui non saragrave fuor di luogo trascrivere linteropasso249 laquoCuliseo era uno tempio di somma grandeza et alteza laquale alteza era cento cinquanta braccia nella sommitagrave del qualeerano cholonne di venti braccia alte250 Le mura sue furono settecinque braccia di lungi luna dallaltra et braccia cinque eranogrosse Lo tempio fu fatto in tondo sichome anchora appareDintorno aveva grandissima piaza Le sue entrate furono molteperograve che tanto era dalluna porta allaltra quanto la porta eralargha le quali mai per alchuno tempo si serarono et tutte questeentrate facevano capo nel mezo dove era una cholonna di metallotanta alta che passava sopra al tenpio dove si fermava tutto eltetto del quale le trave erano di metallo et laltro edifizio era dirame et chapelle cho lastre di pionbo251 Nella ghuia disoprastava la immagine del sommo Giove Questa era di grande staturaet tutta di metallo ed di fuori dorata et in mano una palla doro etera sprendidissima Questa era veduta da qualunque personaveniva a Roma Da ogni gente che dapprima la vedeano sifrettava le genua Nel detto tenpio fralle dette mura erano moltechapelle chon infinite statue et quale erano doro et qual dicristallo le quale presentavano quello iddio nel quale luomoaveva piugrave divozione Quivi stava lo dio Giove lo dio Saturno ela dea Cebele suo madre lo dio Marte lo dio Appollo lo dioVenere lo dio Merchurio la dea Diana lo dio Erchole lo dyoYanno et Vulchano Yunone et Nettuno la dea Ceres lo dioBaccho Eulo Minerva Vesta et molti altri iddey li quali allorasadoravano in queste chapelle et tutte in luocho di musaycholavorato252 Venivano le genti di tutto el mondo a fare nel dettotenpio sagrificio et chome eran giunti al Chuliseo non era lecitoad alchuno voltarsi in alchuna parte perchegrave aveva tante porte che249 Cod Marciano cit f 99 r250 Il cod et alte251 Il cod Laurenz giagrave citato ha choperto a chappello con lastre di piombo252 Il cod Laurenz e tutto il luogho era i musaico lavorato

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anche di passata la Fiorita di Armannino ma le maggioristranezze che mai siensi dette sul Colosseo trovarsi nel LibroImperiale di cui non saragrave fuor di luogo trascrivere linteropasso249 laquoCuliseo era uno tempio di somma grandeza et alteza laquale alteza era cento cinquanta braccia nella sommitagrave del qualeerano cholonne di venti braccia alte250 Le mura sue furono settecinque braccia di lungi luna dallaltra et braccia cinque eranogrosse Lo tempio fu fatto in tondo sichome anchora appareDintorno aveva grandissima piaza Le sue entrate furono molteperograve che tanto era dalluna porta allaltra quanto la porta eralargha le quali mai per alchuno tempo si serarono et tutte questeentrate facevano capo nel mezo dove era una cholonna di metallotanta alta che passava sopra al tenpio dove si fermava tutto eltetto del quale le trave erano di metallo et laltro edifizio era dirame et chapelle cho lastre di pionbo251 Nella ghuia disoprastava la immagine del sommo Giove Questa era di grande staturaet tutta di metallo ed di fuori dorata et in mano una palla doro etera sprendidissima Questa era veduta da qualunque personaveniva a Roma Da ogni gente che dapprima la vedeano sifrettava le genua Nel detto tenpio fralle dette mura erano moltechapelle chon infinite statue et quale erano doro et qual dicristallo le quale presentavano quello iddio nel quale luomoaveva piugrave divozione Quivi stava lo dio Giove lo dio Saturno ela dea Cebele suo madre lo dio Marte lo dio Appollo lo dioVenere lo dio Merchurio la dea Diana lo dio Erchole lo dyoYanno et Vulchano Yunone et Nettuno la dea Ceres lo dioBaccho Eulo Minerva Vesta et molti altri iddey li quali allorasadoravano in queste chapelle et tutte in luocho di musaycholavorato252 Venivano le genti di tutto el mondo a fare nel dettotenpio sagrificio et chome eran giunti al Chuliseo non era lecitoad alchuno voltarsi in alchuna parte perchegrave aveva tante porte che249 Cod Marciano cit f 99 r250 Il cod et alte251 Il cod Laurenz giagrave citato ha choperto a chappello con lastre di piombo252 Il cod Laurenz e tutto il luogho era i musaico lavorato

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la prima in che si schontrava in quella entrava et andavaaddirittura infino alla cholonna di mezo dove singinochiava efaceva disciprina per ispazio di unora alla quale colonna stavanosenpre appicchate infinite disciprine dargento e fatta loferta aGiove andavano a quella chapella dove stava el suo iddyo e ligravestavano a digiunare tre digrave et portavano secho la vivanda etchompiuti li tre digrave andavano sopra il giro disopra dove erano glialtari del sagrificio e ligrave uccidevano la bestia et disotto mettevanoel fuocho apresso vi gittavano su incenso perle e pietre preziosemacinate ciaschuno secondo sua possanza et chosigrave per ispazio ditre ore facevano fummo a dio et questa era loro venuta Era tantoloro e le pietre preziose che erano nello detto luocho donate chesaria impossibile a rachontallo et per niente persona larietochate che si credevano prestamente morireraquo253 Qui il Colosseopare confuso col Pantheon Del resto la confusione fra ColosseoPantheon e Campidoglio egrave molto frequente come vedremo piugraveoltre Flaminio Primo da Colle esagerando la capacitagrave delColosseo dice che vi potevano prender posto centonovantamila

253 Anche nella Kaiserchronik v 139-54 il Colosseo egrave il tempio di Giove Vedinello stesso poema v 75-190 le strane cose che si narrano della religione deiRomani e che si ritrovano ma con qualche diversitagrave nella Cronica Universaledi Enenkel Cf MASSMANN Kaiserchronik v III p 407-21

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la prima in che si schontrava in quella entrava et andavaaddirittura infino alla cholonna di mezo dove singinochiava efaceva disciprina per ispazio di unora alla quale colonna stavanosenpre appicchate infinite disciprine dargento e fatta loferta aGiove andavano a quella chapella dove stava el suo iddyo e ligravestavano a digiunare tre digrave et portavano secho la vivanda etchompiuti li tre digrave andavano sopra il giro disopra dove erano glialtari del sagrificio e ligrave uccidevano la bestia et disotto mettevanoel fuocho apresso vi gittavano su incenso perle e pietre preziosemacinate ciaschuno secondo sua possanza et chosigrave per ispazio ditre ore facevano fummo a dio et questa era loro venuta Era tantoloro e le pietre preziose che erano nello detto luocho donate chesaria impossibile a rachontallo et per niente persona larietochate che si credevano prestamente morireraquo253 Qui il Colosseopare confuso col Pantheon Del resto la confusione fra ColosseoPantheon e Campidoglio egrave molto frequente come vedremo piugraveoltre Flaminio Primo da Colle esagerando la capacitagrave delColosseo dice che vi potevano prender posto centonovantamila

253 Anche nella Kaiserchronik v 139-54 il Colosseo egrave il tempio di Giove Vedinello stesso poema v 75-190 le strane cose che si narrano della religione deiRomani e che si ritrovano ma con qualche diversitagrave nella Cronica Universaledi Enenkel Cf MASSMANN Kaiserchronik v III p 407-21

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persone254 mentre veramente non ne conteneva checentosettemila

Ciograve che si narra del cielo artifiziato del Colosseo e delle suemeraviglie fu tolto senza dubbio da una storia molto diffusa nelmedio evo nella quale si racconta che il re Cosroe di Persialusurpatore della Croce volendo essere adorato per dio fececostruire una torre dargento in cui erano figure del sole dellaluna e delle stelle e certi sottili ed occulti meati pe quali facevapiovere acqua ed altri artifizii che simulavano lampi e tuoni255

254 Le cose maravigliose di Roma p 51 Anche lArena di Verona costruitacome il Colosseo ebbe le sue leggende Vedi MAFFEI De amphitheatro ecc cVII In una descrizione ritmica della cittagrave di Verona composta nel secolo VIIIson questi versi che appunto riguardano lArena

Habet altum Laberyntum magnum per circuitumIn quo nescius ingressus nunquam valet egrediNisi cum igne lucernae vel cum fili glomere

Cosigrave nel testo ricostituito dal MAFFEI Istoria diplomatica Mantova 1727 p178 Questo ritmo fu pubblicato primamente dal MABILLON negli Analectavetera poi dal MURATORI Scriptores t II parte 2a p 1095 Similmente ebbe lesue leggende lanfiteatro di Treveri V la leggenda di Catoldo narrata nei GestaTreverorum ap PERTZ Script t VIII p 132-3 Cf MASSMANN Kaiserch vIII p 520255 VINCENZO BELLOVACENSE la riferisce ma molto in succinto nello Speculumhistoriale l XXIV c 12 attingendo da una storia della Santa Croce AncheGIACOMO DA VORAGINE ne fa cenno nella Legenda aurea c CXXXVII Deexaltatione sanctae crucis (ed del Graumlsse) Altri scrittori la narrano piugravedistesamente Il Massmann (Op cit t III p 889-93) ne ricorda parecchi etocca della origine probabile della leggenda Avendo egli riportato i versidellEraclius tedesco che vi si riferiscono io riporterograve quelli dellEraclefrancese che al tedesco servigrave di modello Manoscritto della Nazionale diTorino L 1 13 f 17 t col 3a

I chiel ot fait fuire li folzA chieres pieres et a clozMoult richement lot fait ouvrerIllec se faisoit sourerA la kaitive fole gent

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persone254 mentre veramente non ne conteneva checentosettemila

Ciograve che si narra del cielo artifiziato del Colosseo e delle suemeraviglie fu tolto senza dubbio da una storia molto diffusa nelmedio evo nella quale si racconta che il re Cosroe di Persialusurpatore della Croce volendo essere adorato per dio fececostruire una torre dargento in cui erano figure del sole dellaluna e delle stelle e certi sottili ed occulti meati pe quali facevapiovere acqua ed altri artifizii che simulavano lampi e tuoni255

254 Le cose maravigliose di Roma p 51 Anche lArena di Verona costruitacome il Colosseo ebbe le sue leggende Vedi MAFFEI De amphitheatro ecc cVII In una descrizione ritmica della cittagrave di Verona composta nel secolo VIIIson questi versi che appunto riguardano lArena

Habet altum Laberyntum magnum per circuitumIn quo nescius ingressus nunquam valet egrediNisi cum igne lucernae vel cum fili glomere

Cosigrave nel testo ricostituito dal MAFFEI Istoria diplomatica Mantova 1727 p178 Questo ritmo fu pubblicato primamente dal MABILLON negli Analectavetera poi dal MURATORI Scriptores t II parte 2a p 1095 Similmente ebbe lesue leggende lanfiteatro di Treveri V la leggenda di Catoldo narrata nei GestaTreverorum ap PERTZ Script t VIII p 132-3 Cf MASSMANN Kaiserch vIII p 520255 VINCENZO BELLOVACENSE la riferisce ma molto in succinto nello Speculumhistoriale l XXIV c 12 attingendo da una storia della Santa Croce AncheGIACOMO DA VORAGINE ne fa cenno nella Legenda aurea c CXXXVII Deexaltatione sanctae crucis (ed del Graumlsse) Altri scrittori la narrano piugravedistesamente Il Massmann (Op cit t III p 889-93) ne ricorda parecchi etocca della origine probabile della leggenda Avendo egli riportato i versidellEraclius tedesco che vi si riferiscono io riporterograve quelli dellEraclefrancese che al tedesco servigrave di modello Manoscritto della Nazionale diTorino L 1 13 f 17 t col 3a

I chiel ot fait fuire li folzA chieres pieres et a clozMoult richement lot fait ouvrerIllec se faisoit sourerA la kaitive fole gent

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Un cielo di rame adorno di fiori e di delfini che versavano acquadanno i Mirabilia anche al cosigrave detto Cantaro nel Paradiso di SanPietro256 Egrave curioso che Enenkel fa venire Cosroe a Roma aedificarvi la torre

Lanno 1332 si fece con gran pompa nel Colosseo un giuoco ditori in presenza delle piugrave belle dame di Roma e dinfinito numerodi baroni Vi rimasero morti diciotto cavalieri e feriti nove furonouccisi undici tori257 E questo fu il solo spettacolo che ricordassegli antichi usi del Colosseo dove piugrave tardi la Compagnia delGonfalone ebbe in costume di rappresentare a Pasqua la Passionedi Cristo

Il Pantheon che va debitore della sua conservazione al cultocristiano a cui fu consacrato ebbe ancor esso la sua leggenda NeiMirabilia cosigrave se ne narra lorigine laquoTemporibus consulum etsenatorum Agrippa praefectus subiugavit Romano senatuiSuevios et Saxones et alios occidentales populos cum quatuorlegionibus In cuius reversione tintinnabulum statuae Persidae

Ki croit et mescroit pour noientCon li peuples le chieu caitifTuit i venoient a estrifCar par engien sicon le truisFaisoit plouvoir par I pietruisQuil ot fait en son chiel amontEt si con li escrit du montLa terre estoit desous ceveeEt bien planchie et bien paveeI saint fist faire pour sonnerCon sil vosist faire tonnerEt autressi venter faisoitEt plus encor quant lui plalsoit

256 Descriptio plenaria totius urbis laquoIn paradiso sancti Petri est cantarum quodfecit Simachus papa columpnis porphireticis ornatum quae tabulis marmoreiscum griphonibus conexae pretioso coelo aereo coopertae cum floribus etdelfinis aereis et deauratis aquas fundentibusraquo Cosigrave presso a poco ancheGiovanni dOutremeuse op cit v I p 73 salvo che a Simmaco sostituiscelaquoCornelin pape premier de cel nomraquo257 LUDOVICO MONALDESCO Annali ap MURAT Script t XII col 535-6

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Un cielo di rame adorno di fiori e di delfini che versavano acquadanno i Mirabilia anche al cosigrave detto Cantaro nel Paradiso di SanPietro256 Egrave curioso che Enenkel fa venire Cosroe a Roma aedificarvi la torre

Lanno 1332 si fece con gran pompa nel Colosseo un giuoco ditori in presenza delle piugrave belle dame di Roma e dinfinito numerodi baroni Vi rimasero morti diciotto cavalieri e feriti nove furonouccisi undici tori257 E questo fu il solo spettacolo che ricordassegli antichi usi del Colosseo dove piugrave tardi la Compagnia delGonfalone ebbe in costume di rappresentare a Pasqua la Passionedi Cristo

Il Pantheon che va debitore della sua conservazione al cultocristiano a cui fu consacrato ebbe ancor esso la sua leggenda NeiMirabilia cosigrave se ne narra lorigine laquoTemporibus consulum etsenatorum Agrippa praefectus subiugavit Romano senatuiSuevios et Saxones et alios occidentales populos cum quatuorlegionibus In cuius reversione tintinnabulum statuae Persidae

Ki croit et mescroit pour noientCon li peuples le chieu caitifTuit i venoient a estrifCar par engien sicon le truisFaisoit plouvoir par I pietruisQuil ot fait en son chiel amontEt si con li escrit du montLa terre estoit desous ceveeEt bien planchie et bien paveeI saint fist faire pour sonnerCon sil vosist faire tonnerEt autressi venter faisoitEt plus encor quant lui plalsoit

256 Descriptio plenaria totius urbis laquoIn paradiso sancti Petri est cantarum quodfecit Simachus papa columpnis porphireticis ornatum quae tabulis marmoreiscum griphonibus conexae pretioso coelo aereo coopertae cum floribus etdelfinis aereis et deauratis aquas fundentibusraquo Cosigrave presso a poco ancheGiovanni dOutremeuse op cit v I p 73 salvo che a Simmaco sostituiscelaquoCornelin pape premier de cel nomraquo257 LUDOVICO MONALDESCO Annali ap MURAT Script t XII col 535-6

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quae erat in Capitolio sonuit in templo Jovis et MonetaeUniuscuiusque regni totius orbis erat statua in Capitolio cumtintinnabulo ad collum statim ut sonabat tintinnabulumcognoscebant illud regnum esse rebelle258 Cuius tintinnabulumaudiens sacerdos qui erat in specula in ebdomada sua nuntiavitsenatoribus senatores autem hanc legationem praefecto Agrippaeimposuerunt Qui renuens non posse pati tantum negotiumtandem convictus petiit consilium trium dierum in quo terminequadam nocte ex nimio cogitatu obdormivit Apparuit ei quaedamfemina quae ait ei laquolaquoAgrippa quid agis in magno cogitatu esraquoraquoQui respondit ei laquolaquoSum dominaraquoraquo Quae dixit laquolaquoConforta te etpromitte mihi te templum facturum quale tibi ostendo et dicotibi si eris victurusraquoraquo Qui ait laquolaquoFaciam dominaraquoraquo Quae in illavisione ostendit ei templum in hunc modum Qui dixitlaquolaquoDomina quae est turaquoraquo Quae ait laquolaquoEgo sum Cibeles materdeorum fer libamina Neptuno qui est magnus deus ut te adiuvethoc templum fac dedicari ad honorem meum et Neptuni quiatecum erimus et vincesraquoraquo Agrippa vero surgens laetus hocrecitavit in senatu et cum magno apparatu navium cum quinquelegionibus ivit et vicit omnes Persas et posuit eos annualiter subtributo Romani senatus Rediens Romam fecit hoc templum etdedicari fecit ad honorem Cibeles matris deorum et Neptuni deimarini et omnium demoniorum et posuit huic templo nomenPantheon Ad honorem cuius Cibeles fecit statuam deauratamquam posuit in fastigio templi super foramen et cooperuit eammirifico tegmine aereo deaurato Venit itaque Bonifacius papatempore Phocae imperatoris christiani Videns illud templum itamirabile dedicatum ad honorem Cibeles matris deorum antequod multotiens a demonibus Christiani percutiebantur rogavitpapa imperatorem ut condonaret ei hoc templum ut sicut inKalendis Novembris dedicatum fuit ad honorem Cibeles matrisdeorum sic illud dedicaret in Kalendis Novembris ad honorem

258 Per la leggenda qui accennata vedi piugrave oltre al c VI117

quae erat in Capitolio sonuit in templo Jovis et MonetaeUniuscuiusque regni totius orbis erat statua in Capitolio cumtintinnabulo ad collum statim ut sonabat tintinnabulumcognoscebant illud regnum esse rebelle258 Cuius tintinnabulumaudiens sacerdos qui erat in specula in ebdomada sua nuntiavitsenatoribus senatores autem hanc legationem praefecto Agrippaeimposuerunt Qui renuens non posse pati tantum negotiumtandem convictus petiit consilium trium dierum in quo terminequadam nocte ex nimio cogitatu obdormivit Apparuit ei quaedamfemina quae ait ei laquolaquoAgrippa quid agis in magno cogitatu esraquoraquoQui respondit ei laquolaquoSum dominaraquoraquo Quae dixit laquolaquoConforta te etpromitte mihi te templum facturum quale tibi ostendo et dicotibi si eris victurusraquoraquo Qui ait laquolaquoFaciam dominaraquoraquo Quae in illavisione ostendit ei templum in hunc modum Qui dixitlaquolaquoDomina quae est turaquoraquo Quae ait laquolaquoEgo sum Cibeles materdeorum fer libamina Neptuno qui est magnus deus ut te adiuvethoc templum fac dedicari ad honorem meum et Neptuni quiatecum erimus et vincesraquoraquo Agrippa vero surgens laetus hocrecitavit in senatu et cum magno apparatu navium cum quinquelegionibus ivit et vicit omnes Persas et posuit eos annualiter subtributo Romani senatus Rediens Romam fecit hoc templum etdedicari fecit ad honorem Cibeles matris deorum et Neptuni deimarini et omnium demoniorum et posuit huic templo nomenPantheon Ad honorem cuius Cibeles fecit statuam deauratamquam posuit in fastigio templi super foramen et cooperuit eammirifico tegmine aereo deaurato Venit itaque Bonifacius papatempore Phocae imperatoris christiani Videns illud templum itamirabile dedicatum ad honorem Cibeles matris deorum antequod multotiens a demonibus Christiani percutiebantur rogavitpapa imperatorem ut condonaret ei hoc templum ut sicut inKalendis Novembris dedicatum fuit ad honorem Cibeles matrisdeorum sic illud dedicaret in Kalendis Novembris ad honorem

258 Per la leggenda qui accennata vedi piugrave oltre al c VI117

beatae Mariae semper virginis quae est mater omnium sanctorumQuod Caesar ei concessitraquo

Secondo la Kaiserchronik il Pantheon era piugrave particolarmenteconsacrato a Saturno ma vi si onoravano ancora tutti gli altridemonii259 secondo Enenkel esso era consacrato a Venere eserviva alle dissolutezze del suo culto260

Della sontuositagrave del Pantheon non si narrano gran meraviglieRanulfo Higden sulla fede del solito Gregorio dice che il tempioha 260 piedi di larghezza Alcuni credevano che la famosa pignala quale secondo la testimonianza di San Paolino da Nola stavaun tempo sopra quattro colonne nellatrio della Basilica Vaticanae che fu poi trasportata per dar luogo alla nuova fabbrica nelgiardino del Belvedere avesse servito a turare il foro della cupoladel Pantheon donde risplendeva da lunge come una montagnadoro261 Egrave noto che limperatore Costante II (641-68) fecetogliere per portarle a Costantinopoli le lastre di bronzo doratoche coprivano il tempio262

259 V 171-90260 MASSMANN Op cit v III p 410261 I Mirabilia cosigrave lo affermano laquoIn medio cantari est pinea aerea quae fuitcoopertorium cum signo aereo et deaurato super statuam Cibeles matrisdeorum in foramine Pantheon in quam pineam subterranea fistula plumbeasubministrabat aquam ex forma Sabbatina quae toto tempore piena praebebataquam per foramina nucum omnibus indigentibus ea et per subterraneamfistulam quaedam pare fluebat ad balneum imperatoria juxta aguliamraquo Lostesso dice pressa poco la Graphia Nei Mirabilia di tempo posteriore egrave dettolaquoIn fastigio Pantheon id est sanctae Marie Rotundae stabat pinea aerea quaenunc est ante portam sancti Petri quae tota cooperta fuit tabulis aereis etdeauratis ita quod a longe quasi mons aureus videbatur cuius pulchritudoadhuc in parte cerniturraquo LAnonimo Magliabecchiano dice che la pigna furovesciata da una bufera Giovanni Cavallino che fu rovesciata da un fulmineIn origine essa ornava il fastigio del Mausoleo di Adriano il suo diametro egravemolto minore di quello dellapertura che avrebbe dovuto coprire Nel c XXXIv 88 dellInferno Dante ricorda la pina di San Pietro in Roma262 PAOLO DIACONO Hist Langob l V c II 13

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beatae Mariae semper virginis quae est mater omnium sanctorumQuod Caesar ei concessitraquo

Secondo la Kaiserchronik il Pantheon era piugrave particolarmenteconsacrato a Saturno ma vi si onoravano ancora tutti gli altridemonii259 secondo Enenkel esso era consacrato a Venere eserviva alle dissolutezze del suo culto260

Della sontuositagrave del Pantheon non si narrano gran meraviglieRanulfo Higden sulla fede del solito Gregorio dice che il tempioha 260 piedi di larghezza Alcuni credevano che la famosa pignala quale secondo la testimonianza di San Paolino da Nola stavaun tempo sopra quattro colonne nellatrio della Basilica Vaticanae che fu poi trasportata per dar luogo alla nuova fabbrica nelgiardino del Belvedere avesse servito a turare il foro della cupoladel Pantheon donde risplendeva da lunge come una montagnadoro261 Egrave noto che limperatore Costante II (641-68) fecetogliere per portarle a Costantinopoli le lastre di bronzo doratoche coprivano il tempio262

259 V 171-90260 MASSMANN Op cit v III p 410261 I Mirabilia cosigrave lo affermano laquoIn medio cantari est pinea aerea quae fuitcoopertorium cum signo aereo et deaurato super statuam Cibeles matrisdeorum in foramine Pantheon in quam pineam subterranea fistula plumbeasubministrabat aquam ex forma Sabbatina quae toto tempore piena praebebataquam per foramina nucum omnibus indigentibus ea et per subterraneamfistulam quaedam pare fluebat ad balneum imperatoria juxta aguliamraquo Lostesso dice pressa poco la Graphia Nei Mirabilia di tempo posteriore egrave dettolaquoIn fastigio Pantheon id est sanctae Marie Rotundae stabat pinea aerea quaenunc est ante portam sancti Petri quae tota cooperta fuit tabulis aereis etdeauratis ita quod a longe quasi mons aureus videbatur cuius pulchritudoadhuc in parte cerniturraquo LAnonimo Magliabecchiano dice che la pigna furovesciata da una bufera Giovanni Cavallino che fu rovesciata da un fulmineIn origine essa ornava il fastigio del Mausoleo di Adriano il suo diametro egravemolto minore di quello dellapertura che avrebbe dovuto coprire Nel c XXXIv 88 dellInferno Dante ricorda la pina di San Pietro in Roma262 PAOLO DIACONO Hist Langob l V c II 13

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Del Mausoleo di Adriano che Procopio descrive ancoraintegro e adorno di statue263 cosigrave dicono i Mirabilia laquoEst etcastellum quod fuit templum Adriani sicut legimus in sermonefestivitatis sancti Petri ubi dicit Memoria Adriani imperatorismirae magnitudinis templum constructum quod totum lapidibuscoopertum et diversis historiis est perornatum in circuitu verocancellis aereis circumseptum cum pavonibus aureis et tauro exquibus fuere duo qui sunt in cantaro paradisi In quatuor partestempli fuere IIII caballi aerei deaurati in unaquaque fronte portaeaereae in medio giro sepulchrum Adriani porfireticum quodnunc est Lateranis ante folloniam sepulchrum papae Innocentiicoopertorium est in paradiso sancti Petri super sepulchrumpraefecti inferius autem portae aereae sicut nunc apparentraquoThietmar von Merseburg chiama il Mausoleo di Adriano DomusThiederici264 e dopo di lui altri scrittori lo chiamano con lo stessonome senza che se ne possa chiaramente scorgere la ragione265Domus Theodorici fu chiamato anche lanfiteatro di Verona evedremo in seguito che a Teodorico fu attribuito pure il cosigrave dettoCaballus Constantini Nel Libro Imperiale la Mole Adrianaprima si dice costruita da Caligola poi da Caligola solamenterestaurata

Perchegrave la Mole Adriana che sin dai tempi di Procopio servivaad uso di fortezza prendesse nel medio evo il nome di CastellumCrescentii egrave noto dalle storie perchegrave poi giagrave molto prima avessepreso quello di Castel SantAngelo egrave noto dalla leggenda Lanno500 essendo papa Gregorio I infieriva in Roma una

263 De bello gothico I 22264 Ap PERTZ Script t III p 776265 MUELLENHOF Zeugnisse und Excurse sur deutschen heldensage nellaZeitschrift fuumlr deutsches Alterthum dellHaupt V XII p 319-20 NellaChronica regia s Pantaleonis (Annales Colonienses maximi) ad a 1001 sidice laquoValidissima turris Adriani imperatoris quae et Theodorici tyranni fuitfabrica quae sine ulla laesionis iniuria contra omnem impulsionis machinamdurare videtur in saeculoraquo Eccardo Uraugiense ad a 1083 laquoCastellumCrescentii quod vulgo domus Theoderici appellaturraquo

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Del Mausoleo di Adriano che Procopio descrive ancoraintegro e adorno di statue263 cosigrave dicono i Mirabilia laquoEst etcastellum quod fuit templum Adriani sicut legimus in sermonefestivitatis sancti Petri ubi dicit Memoria Adriani imperatorismirae magnitudinis templum constructum quod totum lapidibuscoopertum et diversis historiis est perornatum in circuitu verocancellis aereis circumseptum cum pavonibus aureis et tauro exquibus fuere duo qui sunt in cantaro paradisi In quatuor partestempli fuere IIII caballi aerei deaurati in unaquaque fronte portaeaereae in medio giro sepulchrum Adriani porfireticum quodnunc est Lateranis ante folloniam sepulchrum papae Innocentiicoopertorium est in paradiso sancti Petri super sepulchrumpraefecti inferius autem portae aereae sicut nunc apparentraquoThietmar von Merseburg chiama il Mausoleo di Adriano DomusThiederici264 e dopo di lui altri scrittori lo chiamano con lo stessonome senza che se ne possa chiaramente scorgere la ragione265Domus Theodorici fu chiamato anche lanfiteatro di Verona evedremo in seguito che a Teodorico fu attribuito pure il cosigrave dettoCaballus Constantini Nel Libro Imperiale la Mole Adrianaprima si dice costruita da Caligola poi da Caligola solamenterestaurata

Perchegrave la Mole Adriana che sin dai tempi di Procopio servivaad uso di fortezza prendesse nel medio evo il nome di CastellumCrescentii egrave noto dalle storie perchegrave poi giagrave molto prima avessepreso quello di Castel SantAngelo egrave noto dalla leggenda Lanno500 essendo papa Gregorio I infieriva in Roma una

263 De bello gothico I 22264 Ap PERTZ Script t III p 776265 MUELLENHOF Zeugnisse und Excurse sur deutschen heldensage nellaZeitschrift fuumlr deutsches Alterthum dellHaupt V XII p 319-20 NellaChronica regia s Pantaleonis (Annales Colonienses maximi) ad a 1001 sidice laquoValidissima turris Adriani imperatoris quae et Theodorici tyranni fuitfabrica quae sine ulla laesionis iniuria contra omnem impulsionis machinamdurare videtur in saeculoraquo Eccardo Uraugiense ad a 1083 laquoCastellumCrescentii quod vulgo domus Theoderici appellaturraquo

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micidialissima pestilenza Durante una processione ordinata aplacare lira del cielo il pontefice vide posarsi sulla Mole diAdriano un angelo il quale in segno della grazia ottenutariponeva la spada nel fodero

I Mirabilia ricordano molti altri templi a ragione o a torto cosigravedenominati dei quali tuttavia non sindica piugrave che il nome266 DelMausoleo di Augusto di cui pure si narravano meraviglie dirogravepiugrave opportunamente altrove

Unaltra della maggiori singolaritagrave di Roma era il circo diTarquinio Prisco ossia il Circo Massimo di cui si legge neiMirabilia laquoCircus Prisci Tarquinii fuit mirae pulchritudinis quiita erat gradatus quod nemo Romanus offendebat alterum in visuludi In summitate erant arcus per circuitum vitro et fulvo aurolaqueati Superius erant domus palatii in circuitu ubi sedebantfeminae ad videndum ludum XIIII Kal Madii quando fiebatludus In medio erant duo aguliae minor habebat octogintaseptem pedes S267 maior C XX duos In summitate triumphalisarcus qui est in capite stabat quidam equus aereus et deauratus(qui videbatur facere impetum ac si vellet currere equum in alioarcu qui est in fine stabat alius equus aereus et deauratus similiterIn altitudine palatii erant sedes imperatoris et reginae undevidebant ludumraquo Giovanni Mansel ripete questa descrizionequasi parola per parola nella sua Fleur des histoires268 GiovanniCavallino soggiunge269 laquoDicitur autem ludus Circeus a circuituensium et armatorum hominum stantium per circuitum spectaculi Ibique rursum erant duo equi erei ingentes deaurati qui266 A proposito di templi Ranulfo Higden nota e questa volta come pare disua propria autoritagrave laquoHic advertendum est quod in Roma tria tantum templafuerunt quae flamines habuerunt id est pontifices idolorum sic dicti quasifilamines a filo quod ligabant sibi in capite quando non poterant prae calvitatediebus festivis pileum deferre Nam in templo Jovis ministrabat flamen dialisquia Jupiter vocabatur Diespiter id eat diei pater Item in templo Martis fuitflamen Quirinalis nam Romulus dicebatur Quirinusraquo267 Submissales268 L II c 125269 Op cit l V c 7

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micidialissima pestilenza Durante una processione ordinata aplacare lira del cielo il pontefice vide posarsi sulla Mole diAdriano un angelo il quale in segno della grazia ottenutariponeva la spada nel fodero

I Mirabilia ricordano molti altri templi a ragione o a torto cosigravedenominati dei quali tuttavia non sindica piugrave che il nome266 DelMausoleo di Augusto di cui pure si narravano meraviglie dirogravepiugrave opportunamente altrove

Unaltra della maggiori singolaritagrave di Roma era il circo diTarquinio Prisco ossia il Circo Massimo di cui si legge neiMirabilia laquoCircus Prisci Tarquinii fuit mirae pulchritudinis quiita erat gradatus quod nemo Romanus offendebat alterum in visuludi In summitate erant arcus per circuitum vitro et fulvo aurolaqueati Superius erant domus palatii in circuitu ubi sedebantfeminae ad videndum ludum XIIII Kal Madii quando fiebatludus In medio erant duo aguliae minor habebat octogintaseptem pedes S267 maior C XX duos In summitate triumphalisarcus qui est in capite stabat quidam equus aereus et deauratus(qui videbatur facere impetum ac si vellet currere equum in alioarcu qui est in fine stabat alius equus aereus et deauratus similiterIn altitudine palatii erant sedes imperatoris et reginae undevidebant ludumraquo Giovanni Mansel ripete questa descrizionequasi parola per parola nella sua Fleur des histoires268 GiovanniCavallino soggiunge269 laquoDicitur autem ludus Circeus a circuituensium et armatorum hominum stantium per circuitum spectaculi Ibique rursum erant duo equi erei ingentes deaurati qui266 A proposito di templi Ranulfo Higden nota e questa volta come pare disua propria autoritagrave laquoHic advertendum est quod in Roma tria tantum templafuerunt quae flamines habuerunt id est pontifices idolorum sic dicti quasifilamines a filo quod ligabant sibi in capite quando non poterant prae calvitatediebus festivis pileum deferre Nam in templo Jovis ministrabat flamen dialisquia Jupiter vocabatur Diespiter id eat diei pater Item in templo Martis fuitflamen Quirinalis nam Romulus dicebatur Quirinusraquo267 Submissales268 L II c 125269 Op cit l V c 7

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magica dispositione dispositi provocabant ad cursum equosludentium in eodemraquo Del circo di Tarquinio parla anche MartinoPolono

I Mirabilia noverano quindici palazzi nel paragrafo Depalatiis la Graphia ne novera dodici lAnonimo ventidue maBeniamino Tudelense che viaggiograve dal 1160 al 1173 dicenellItinerario che Roma i cui edifizii erano diversi da quelli ditutto il rimanente mondo possedeva ottanta palazzi reali ericorda in modo particolare quello del re Galbino dove eranotante sale quanti sono i giorni dellanno e si stendevano lo spaziodi tre miglia In una guerra civile vi perirono una volta piugrave dicentomila Romani di cui si vedevano ancora le ossa Il re fecescolpire e rappresentare nel marmo tutta la pugna Questadescrizione pare accenni alle catacombe di San CallistoBeniamino ricorda inoltre un palazzo di Giulio Cesare vicino aSan Pietro e il palazzo di Vespasiano simile a un tempio digrandissima e salda struttura Ranulfo Higden ricorda come degnidi maggiore ammirazione il palazzo di Diocleziano e il palazzodei Sessanta Imperatori laquoPalatium Diocletiani columnas habet adjactum lapilli tam altas et tam magnas quod a centum viris pertotum annum operantibus vix una eorum secari possit Item fuitibi quoddam palatium sexaginta imperatorum cujus hodie partemresiduam tota Roma destruere non possetraquo Questo pretesopalazzo di Diocleziano altro certamente non era che le famoseTerme ma non so che cosa potesse essere il palazzo dei SessantaImperatori e solo trovo in una curiosa versione della storia diFlorio e Biancofiore che al tempo dellimperatore Rabon erano inRoma sessanta re e sessanta regine270 Dei palazzi di Roma dice

270 Essa si trova nel cod 1661 della Riccardiana in Firenze contenente varieleggende in dialetto veneto ed egrave quella stessa che porge argomento alla notaRapprasentazione di Rosana Ne trascrivo il principio che si lega anche con leleggende del Colosseo Comincia al f 36 rUna molto bella legenda de una Regina de Roma che have nome Rosane e delo re Hausterio suo maritoAl tempo de Rabon imperatore de Roma havea in Roma sexanta re e sesanta

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magica dispositione dispositi provocabant ad cursum equosludentium in eodemraquo Del circo di Tarquinio parla anche MartinoPolono

I Mirabilia noverano quindici palazzi nel paragrafo Depalatiis la Graphia ne novera dodici lAnonimo ventidue maBeniamino Tudelense che viaggiograve dal 1160 al 1173 dicenellItinerario che Roma i cui edifizii erano diversi da quelli ditutto il rimanente mondo possedeva ottanta palazzi reali ericorda in modo particolare quello del re Galbino dove eranotante sale quanti sono i giorni dellanno e si stendevano lo spaziodi tre miglia In una guerra civile vi perirono una volta piugrave dicentomila Romani di cui si vedevano ancora le ossa Il re fecescolpire e rappresentare nel marmo tutta la pugna Questadescrizione pare accenni alle catacombe di San CallistoBeniamino ricorda inoltre un palazzo di Giulio Cesare vicino aSan Pietro e il palazzo di Vespasiano simile a un tempio digrandissima e salda struttura Ranulfo Higden ricorda come degnidi maggiore ammirazione il palazzo di Diocleziano e il palazzodei Sessanta Imperatori laquoPalatium Diocletiani columnas habet adjactum lapilli tam altas et tam magnas quod a centum viris pertotum annum operantibus vix una eorum secari possit Item fuitibi quoddam palatium sexaginta imperatorum cujus hodie partemresiduam tota Roma destruere non possetraquo Questo pretesopalazzo di Diocleziano altro certamente non era che le famoseTerme ma non so che cosa potesse essere il palazzo dei SessantaImperatori e solo trovo in una curiosa versione della storia diFlorio e Biancofiore che al tempo dellimperatore Rabon erano inRoma sessanta re e sessanta regine270 Dei palazzi di Roma dice

270 Essa si trova nel cod 1661 della Riccardiana in Firenze contenente varieleggende in dialetto veneto ed egrave quella stessa che porge argomento alla notaRapprasentazione di Rosana Ne trascrivo il principio che si lega anche con leleggende del Colosseo Comincia al f 36 rUna molto bella legenda de una Regina de Roma che have nome Rosane e delo re Hausterio suo maritoAl tempo de Rabon imperatore de Roma havea in Roma sexanta re e sesanta

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Armannino Giudice nel conto XXX della Fiorita che dallunoallaltro andare si poteva su per certi ponti i quali quivi eranodivisati Che cosa dovessero essere i palazzi imperiali si puograve delresto immaginare facilmente se dice Olimpiodoro in un luogodelle sue Storie che ogni gran casa in Roma aveva quanto puograveavere una mediocre cittagrave e soggiunge il verso

regine incoronati et era lo dicto imperatore lo piugrave crudele e lo pezore chezamai fosse veduto contra li Cristiani amici di dio Et in ogni parte ove podessesavere che nessuno ge navesse tuti li faceva prendere e cum diversi tormenti lifaceva morire imperciograve che ello era pagano e adorava le ydole sorde e mutefatte per mane de homo i quali non podevano valere negrave a loro negrave altrui Et inquello medesimo tempo hauea in Roma una Regina la quale haveva nome laReina Rosana et era la piugrave bella e la piugrave savia da scritura e de seno naturaleche tute le altre Regine sigrave che la fanno donna loro e commandatrice de tute lealtre Regine E questa Regina Rosana haveva uno suo marito lo quale havevanome lo Re Austerio e bene li seguitava lo nome perchegrave ello era moltocrudele e reo contra li Cristiani et era lo piugrave possente e lo piugrave richo de nesunode li altri Re de Roma e non haveva alguno figiolo negrave maschio negrave femena ede zo ne stavano in grande pensamento E la Regina Rosana ne stava in grandepensamento e diceva Se io potesse havere figiolo io mi terrei la piugrave graciosaRegina de questo mondo Or avene uno zorno che la Reina Rosana andoe alColiseo di Roma nel quale stava uno ydolo lo quale haveva nome lidoloPantaleo nel quale stava uno demonio che havea nome Astaroth e rendevaresponsione a chi parlava cum lui et era lo mazore idolo di tuta Roma si chetutti i Romani haveva in lui grande divocione a quel tempo E questa RainaRosana fo dinnanzo da lui inzinochiata e pregollo molto divotamente che lidesse figiolo e felli grandissimi doni e grande offerte e tuta notte si li steteinnanzo inzinochiata et in sua compagnia tenne cento donne e cento donzellemogiere e figiole de conti e de baroni e fo tanta la cera che si arse in quellanotte che valse cento besanti doro E quando venne la matina a lalba del diequesto ydolo Pantaleo rispose a la Reina Rosana e disse a lei Andarai etornerai e farai holochausto e sacrifficio a tuti li altri ydoli di Roma egrandemente offerirai loro e quando avrai zo fatto io timprometto che laprima volta che tu usarai col tuo marito tu te ingravidarai uno figiolo maschiolo quale serae conducitore e governatore del popolo Romano E la RainaRosana andoe incontenente et hebe fornito tuto quello che lidolo Pantaleohavea dittoNella Rappresentazione di Rosana il Re e la Regina vanno a raccomandarsi al

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Armannino Giudice nel conto XXX della Fiorita che dallunoallaltro andare si poteva su per certi ponti i quali quivi eranodivisati Che cosa dovessero essere i palazzi imperiali si puograve delresto immaginare facilmente se dice Olimpiodoro in un luogodelle sue Storie che ogni gran casa in Roma aveva quanto puograveavere una mediocre cittagrave e soggiunge il verso

regine incoronati et era lo dicto imperatore lo piugrave crudele e lo pezore chezamai fosse veduto contra li Cristiani amici di dio Et in ogni parte ove podessesavere che nessuno ge navesse tuti li faceva prendere e cum diversi tormenti lifaceva morire imperciograve che ello era pagano e adorava le ydole sorde e mutefatte per mane de homo i quali non podevano valere negrave a loro negrave altrui Et inquello medesimo tempo hauea in Roma una Regina la quale haveva nome laReina Rosana et era la piugrave bella e la piugrave savia da scritura e de seno naturaleche tute le altre Regine sigrave che la fanno donna loro e commandatrice de tute lealtre Regine E questa Regina Rosana haveva uno suo marito lo quale havevanome lo Re Austerio e bene li seguitava lo nome perchegrave ello era moltocrudele e reo contra li Cristiani et era lo piugrave possente e lo piugrave richo de nesunode li altri Re de Roma e non haveva alguno figiolo negrave maschio negrave femena ede zo ne stavano in grande pensamento E la Regina Rosana ne stava in grandepensamento e diceva Se io potesse havere figiolo io mi terrei la piugrave graciosaRegina de questo mondo Or avene uno zorno che la Reina Rosana andoe alColiseo di Roma nel quale stava uno ydolo lo quale haveva nome lidoloPantaleo nel quale stava uno demonio che havea nome Astaroth e rendevaresponsione a chi parlava cum lui et era lo mazore idolo di tuta Roma si chetutti i Romani haveva in lui grande divocione a quel tempo E questa RainaRosana fo dinnanzo da lui inzinochiata e pregollo molto divotamente che lidesse figiolo e felli grandissimi doni e grande offerte e tuta notte si li steteinnanzo inzinochiata et in sua compagnia tenne cento donne e cento donzellemogiere e figiole de conti e de baroni e fo tanta la cera che si arse in quellanotte che valse cento besanti doro E quando venne la matina a lalba del diequesto ydolo Pantaleo rispose a la Reina Rosana e disse a lei Andarai etornerai e farai holochausto e sacrifficio a tuti li altri ydoli di Roma egrandemente offerirai loro e quando avrai zo fatto io timprometto che laprima volta che tu usarai col tuo marito tu te ingravidarai uno figiolo maschiolo quale serae conducitore e governatore del popolo Romano E la RainaRosana andoe incontenente et hebe fornito tuto quello che lidolo Pantaleohavea dittoNella Rappresentazione di Rosana il Re e la Regina vanno a raccomandarsi al

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Εἶς δόmicroος ἄστυ πελει πόλις ἄστεα microυρία κεύθει271

Gli avanzi delle terme facevano testimonianza di una fra lemaggiori sontuositagrave dellantica Roma Forse il non potersi piugraveintendere dagli uomini di una etagrave imbarbarita come siprovvedesse al loro uso e alle molte necessitagrave che andavanocongiunte con quello fu causa che sinventasse una non moltoingegnosa favola secondo la quale Apollonio Tianeo lemulo diVirgilio nelle arti magiche avrebbe mercegrave un mescuglio di zolfoe di sale acceso con una candela consacrata provveduto inperpetuo al riscaldamento di certe terme da lui costruite272Seguitando la enumerazione delle meraviglie di Roma diceArmannino Giudice nel conto XXX della Fiorita laquoEravi ancorauno deficio che si chiamava terme Diocliciani e un altro il qualesi chiamava terme Antignani Questi erano palagi voltati e su disopra erano facti prati con arbuscegli e con molte erbe Quivi siposavano glimperadori ciograve erano gli dictatori a tempo di stateper refrigerio della grande calura perograve terme furono chiamatequelle grandi palacza che per lectera viene a dire stufe Chosigrave egravestufa quella ove il caldo si fugge come quella ove si caccia ilfreddoraquo I Mirabilia noverano dieci terme Fazio degli Uberti sicontenta di ricordare i termi di Dioclezian bello

Gli acquedotti altra gloria di Roma sono ricordati da RanulfoHigden273 ma i Mirabilia appena ne fanno menzione per

dio Marte271 Photii Bibliotheca ex recensione Immanuelis Bekkeri v I Berlino 1864 p63 col 1a272 Fra gli altri la riferisce anche Ranulfo Higden laquoItem Beaneus Apolloconfectionem quandam sulphuris et nigri salis inclusit in vaso aeneo quamcandela consecrata incendit et balneum ibi fecit cum thermis perpetuocalentibusraquo273 Item juxta palatium Augusti est murus coctilis descendens per portamAsinariam a summis montibus qui immensis fornicibus aquaeductumsustentat per quem amnis a montanis fontibus per spatium unius dietae urbiillabitur qui aereis fistulis postmodum divisus universis palatiis Romaequondam influebat Fluvius namque Tiberis equis est salubris sed hominibus

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Εἶς δόmicroος ἄστυ πελει πόλις ἄστεα microυρία κεύθει271

Gli avanzi delle terme facevano testimonianza di una fra lemaggiori sontuositagrave dellantica Roma Forse il non potersi piugraveintendere dagli uomini di una etagrave imbarbarita come siprovvedesse al loro uso e alle molte necessitagrave che andavanocongiunte con quello fu causa che sinventasse una non moltoingegnosa favola secondo la quale Apollonio Tianeo lemulo diVirgilio nelle arti magiche avrebbe mercegrave un mescuglio di zolfoe di sale acceso con una candela consacrata provveduto inperpetuo al riscaldamento di certe terme da lui costruite272Seguitando la enumerazione delle meraviglie di Roma diceArmannino Giudice nel conto XXX della Fiorita laquoEravi ancorauno deficio che si chiamava terme Diocliciani e un altro il qualesi chiamava terme Antignani Questi erano palagi voltati e su disopra erano facti prati con arbuscegli e con molte erbe Quivi siposavano glimperadori ciograve erano gli dictatori a tempo di stateper refrigerio della grande calura perograve terme furono chiamatequelle grandi palacza che per lectera viene a dire stufe Chosigrave egravestufa quella ove il caldo si fugge come quella ove si caccia ilfreddoraquo I Mirabilia noverano dieci terme Fazio degli Uberti sicontenta di ricordare i termi di Dioclezian bello

Gli acquedotti altra gloria di Roma sono ricordati da RanulfoHigden273 ma i Mirabilia appena ne fanno menzione per

dio Marte271 Photii Bibliotheca ex recensione Immanuelis Bekkeri v I Berlino 1864 p63 col 1a272 Fra gli altri la riferisce anche Ranulfo Higden laquoItem Beaneus Apolloconfectionem quandam sulphuris et nigri salis inclusit in vaso aeneo quamcandela consecrata incendit et balneum ibi fecit cum thermis perpetuocalentibusraquo273 Item juxta palatium Augusti est murus coctilis descendens per portamAsinariam a summis montibus qui immensis fornicibus aquaeductumsustentat per quem amnis a montanis fontibus per spatium unius dietae urbiillabitur qui aereis fistulis postmodum divisus universis palatiis Romaequondam influebat Fluvius namque Tiberis equis est salubris sed hominibus

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incidente Nel V secolo Polemio Silvio ne registra quattordici274Il giagrave citato Zaccaria (VI sec) degli acquedotti non fa motto maregistra milletrecentocinquantadue fontane In un codiceBobbiense dellVIII o IX secolo gli acquedotti indicati per nomesono in numero di nove275 e in numero di dicianove in un codiceVossiano276 NellAnonimo Einsiedlense se ne trovano ricordatiparecchi sotto il nome di Formae che egrave il nome dato lorocomunemente nel medio evo e dieci ne registra lAnonimoMagliabecchiano sotto il nome di Aquae usato anchessofrequentemente

Quanto ai ponti i Mirabilia ne registrano nove e GiovannidOutremense novecento Le agulie ricordate dai Mirabilia sonoquella di S Pietro e le due che ornavano il Circo di TarquinioPrisco lAnonimo Magliabecchiano ne ricorda due altemillecentododici piedi e altre ottanta che si trovavano nel Circodi Tarquinio277

Una delle singolaritagrave piugrave curiose di Roma erano i due gruppicolossali di Monte Cavallo che una tradizione certo assai anticafaceva opera di Prassitele e di Fidia Essi rappresentano comegravenoto i Dioscuri ma nel medio evo perdutasi la memoria di ciograve evolendosi pure spiegare in qualche modo quelle figure sinventauna strana favola fondata appunto sul nome di Prassitele e di

noxius quamobrem a quatuor urbis partibus per artificiosos meatus veteresaquas recentes venire fecerunt quibus dum res publica floruit quicquid libuitconsummare licuitVedi ciograve che dellacquedotto romano di Treveri si dice nei Gesta Treverorumap PERTZ Script t VIII p 132274 URLICHS Codex p 48275 Id ibid p 51276 Id ibid p 52277 laquoHae sunt aguliae que erant in urbe et ubi et quomodo et per quam causamet quorum ornamentis Duae magnae millae centum duodecim pedum aliaoctoginta steterunt in circo Prisci Tarquinii mirifice posita ubi nunc horti suntcauliumraquo E la versione italiana laquoDue grande di mille cento duo piedi unaaltra di octanta stette nel circo di Tarquinio Prisco mirabilmente posta dovehora sono gli horti delle erberaquo

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incidente Nel V secolo Polemio Silvio ne registra quattordici274Il giagrave citato Zaccaria (VI sec) degli acquedotti non fa motto maregistra milletrecentocinquantadue fontane In un codiceBobbiense dellVIII o IX secolo gli acquedotti indicati per nomesono in numero di nove275 e in numero di dicianove in un codiceVossiano276 NellAnonimo Einsiedlense se ne trovano ricordatiparecchi sotto il nome di Formae che egrave il nome dato lorocomunemente nel medio evo e dieci ne registra lAnonimoMagliabecchiano sotto il nome di Aquae usato anchessofrequentemente

Quanto ai ponti i Mirabilia ne registrano nove e GiovannidOutremense novecento Le agulie ricordate dai Mirabilia sonoquella di S Pietro e le due che ornavano il Circo di TarquinioPrisco lAnonimo Magliabecchiano ne ricorda due altemillecentododici piedi e altre ottanta che si trovavano nel Circodi Tarquinio277

Una delle singolaritagrave piugrave curiose di Roma erano i due gruppicolossali di Monte Cavallo che una tradizione certo assai anticafaceva opera di Prassitele e di Fidia Essi rappresentano comegravenoto i Dioscuri ma nel medio evo perdutasi la memoria di ciograve evolendosi pure spiegare in qualche modo quelle figure sinventauna strana favola fondata appunto sul nome di Prassitele e di

noxius quamobrem a quatuor urbis partibus per artificiosos meatus veteresaquas recentes venire fecerunt quibus dum res publica floruit quicquid libuitconsummare licuitVedi ciograve che dellacquedotto romano di Treveri si dice nei Gesta Treverorumap PERTZ Script t VIII p 132274 URLICHS Codex p 48275 Id ibid p 51276 Id ibid p 52277 laquoHae sunt aguliae que erant in urbe et ubi et quomodo et per quam causamet quorum ornamentis Duae magnae millae centum duodecim pedum aliaoctoginta steterunt in circo Prisci Tarquinii mirifice posita ubi nunc horti suntcauliumraquo E la versione italiana laquoDue grande di mille cento duo piedi unaaltra di octanta stette nel circo di Tarquinio Prisco mirabilmente posta dovehora sono gli horti delle erberaquo

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Fidia che con esse era rimasto congiunto I Mirabilia la narranonel seguente modo laquoTemporibus Tiberii Imperatoris veneruntRomam duo philosophi juvenes Praxitelus et Fidia Quosimperator cognoscens esse tantae sapientiae caros in suo palatiohabuit Qui dixerunt ei se esse tantae sapientiae ut quicquidimperator eis absentibus in die vel in nocte in camera suaconsigliaverit ei usque ad unum verbum dicerent Quibusimperator ait laquolaquoSi facitis quod dixistis dabo vobis quicquidvultisraquoraquo Qui respondentes dixerunt laquolaquoNullam pecuniam sednostrorum memoriam postulamusraquoraquo Veniente altero die perordinem retulerunt imperatori quicquid in illam praeteritamnoctem consiliatus est Unde fecit eis promissam praelibatammemoriam eorum sicut postulaverunt equos videlicet nudos quicalcant terram id est potentes principes huius saeculi quidominantur homines huius mundi Veniet rex potentissimus quiascendet super equos id est super potentiam principum huiusseculi In hoc seminudi qui stant iuxta equos et altis brachiis etreplicatis digitis nunciant ea quae futura erant et sicut ipsi suntnudi ita omnis mundialis scientia nuda et aperta est mentibuseorum Femina circumdata serpentibus sedens concam habensante se significat ecclesiam et praedicatores qui praedicaverunteam ut quicumque ad eam ire voluerit non poterit nisi priuslavetur in conca illaraquo278 Fazio degli Uberti accenna a questafavola quando fa dire a Roma

Vedi i cavai del marmo e vedi i dueNudi che ndivinar come tu leggi279

278 Questo racconto si ritrova con qualche leggiera variante nelle redazioniposteriori dei Mirabilia alle quali si raccosta Ranulfo Higden che purebenchegrave piugrave in succinto lo riferisce279 Ledizione veneziana del 1501 la milanese del 1826 la veneziana del 1835(laltra pure veneziana del 1820 non lho potuta riscontrare) leggonoconcordemente

Vedi i cavai di marmo e vedi i dueChe glintagliaro appunto come leggi

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Fidia che con esse era rimasto congiunto I Mirabilia la narranonel seguente modo laquoTemporibus Tiberii Imperatoris veneruntRomam duo philosophi juvenes Praxitelus et Fidia Quosimperator cognoscens esse tantae sapientiae caros in suo palatiohabuit Qui dixerunt ei se esse tantae sapientiae ut quicquidimperator eis absentibus in die vel in nocte in camera suaconsigliaverit ei usque ad unum verbum dicerent Quibusimperator ait laquolaquoSi facitis quod dixistis dabo vobis quicquidvultisraquoraquo Qui respondentes dixerunt laquolaquoNullam pecuniam sednostrorum memoriam postulamusraquoraquo Veniente altero die perordinem retulerunt imperatori quicquid in illam praeteritamnoctem consiliatus est Unde fecit eis promissam praelibatammemoriam eorum sicut postulaverunt equos videlicet nudos quicalcant terram id est potentes principes huius saeculi quidominantur homines huius mundi Veniet rex potentissimus quiascendet super equos id est super potentiam principum huiusseculi In hoc seminudi qui stant iuxta equos et altis brachiis etreplicatis digitis nunciant ea quae futura erant et sicut ipsi suntnudi ita omnis mundialis scientia nuda et aperta est mentibuseorum Femina circumdata serpentibus sedens concam habensante se significat ecclesiam et praedicatores qui praedicaverunteam ut quicumque ad eam ire voluerit non poterit nisi priuslavetur in conca illaraquo278 Fazio degli Uberti accenna a questafavola quando fa dire a Roma

Vedi i cavai del marmo e vedi i dueNudi che ndivinar come tu leggi279

278 Questo racconto si ritrova con qualche leggiera variante nelle redazioniposteriori dei Mirabilia alle quali si raccosta Ranulfo Higden che purebenchegrave piugrave in succinto lo riferisce279 Ledizione veneziana del 1501 la milanese del 1826 la veneziana del 1835(laltra pure veneziana del 1820 non lho potuta riscontrare) leggonoconcordemente

Vedi i cavai di marmo e vedi i dueChe glintagliaro appunto come leggi

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In una specie di profezia latina anonima i Cavalli marmoreisono ricordati insieme col Cavallo di Costantino

Mundus adorabit erit Urbe vix presule dignaConstantine cades et equi de marmore factiEt lapis erectus et multa palacia Rome280

Del cosigrave detto Cavallo di Costantino altra singolaritagrave di Romaavrograve a parlare in luogo piugrave acconcio A Roma i cavalli di metallodi marmo e persino di avorio abbondavano erano un lusso dellacittagrave A voler credere allAnonimo Magliabecchiano verso ilmezzo del secolo VII si trovavano ancora entro le mura sparsiqua e lagrave settantaquattro cavalli di avorio portati poi via da quelmedesimo Costante che rubograve al Pantheon le tegole di bronzo281 Iquattro cavalli che adornano ora la facciata di San Marco inVenezia si vuole che in origine sieno stati in Roma doveappartenevano a un arco di Plisco o Prisco282 Di una statua

dove non si capisce piugrave nulla o si capisce solo che gli editori hanno volutoridare a Prassitele o a Fidia lantica e genuina lor qualitagrave La lezione da merecata egrave del cod Torinese e si accorda in tutto con la leggenda280 PERTZ Script t XXII p 388-90 Egrave tratta da un cod del XIV secolo281 Equi eburnei septuaginta quatuor dispersi in locis ubi causa magnificentiaepositi erant ut quos Constantinus Errachii (l Constans Heraclii cioegrave Costantefigliuolo di Eraclio) secum tulit per maiori parte quando ivit in SiciliamSyracusasque ubi interfectus a suis familiaribus anno eius quinto Saracenipostea venientes de Damasco in Siciliam et in Syracusas praedicta omnia istatulerunt portantes - Lanonimo Einsiedlense che nellVIII secolo descrisseRoma qual era registra solamente il cavallo di Costantino e i cavalli marmorei282 Fazio degli Uberti

Vedi larco di Plisco onde giagrave tolseCostantin li cavalli allora chelloLasciando me a Bisanzio si volse

Il Jordan (Op cit v II p 392) pensa debba leggersi vedi l circo di Prisco edei cavalli del circo di Prisco dice la Graphia laquoportati sunt a Constantino

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In una specie di profezia latina anonima i Cavalli marmoreisono ricordati insieme col Cavallo di Costantino

Mundus adorabit erit Urbe vix presule dignaConstantine cades et equi de marmore factiEt lapis erectus et multa palacia Rome280

Del cosigrave detto Cavallo di Costantino altra singolaritagrave di Romaavrograve a parlare in luogo piugrave acconcio A Roma i cavalli di metallodi marmo e persino di avorio abbondavano erano un lusso dellacittagrave A voler credere allAnonimo Magliabecchiano verso ilmezzo del secolo VII si trovavano ancora entro le mura sparsiqua e lagrave settantaquattro cavalli di avorio portati poi via da quelmedesimo Costante che rubograve al Pantheon le tegole di bronzo281 Iquattro cavalli che adornano ora la facciata di San Marco inVenezia si vuole che in origine sieno stati in Roma doveappartenevano a un arco di Plisco o Prisco282 Di una statua

dove non si capisce piugrave nulla o si capisce solo che gli editori hanno volutoridare a Prassitele o a Fidia lantica e genuina lor qualitagrave La lezione da merecata egrave del cod Torinese e si accorda in tutto con la leggenda280 PERTZ Script t XXII p 388-90 Egrave tratta da un cod del XIV secolo281 Equi eburnei septuaginta quatuor dispersi in locis ubi causa magnificentiaepositi erant ut quos Constantinus Errachii (l Constans Heraclii cioegrave Costantefigliuolo di Eraclio) secum tulit per maiori parte quando ivit in SiciliamSyracusasque ubi interfectus a suis familiaribus anno eius quinto Saracenipostea venientes de Damasco in Siciliam et in Syracusas praedicta omnia istatulerunt portantes - Lanonimo Einsiedlense che nellVIII secolo descrisseRoma qual era registra solamente il cavallo di Costantino e i cavalli marmorei282 Fazio degli Uberti

Vedi larco di Plisco onde giagrave tolseCostantin li cavalli allora chelloLasciando me a Bisanzio si volse

Il Jordan (Op cit v II p 392) pensa debba leggersi vedi l circo di Prisco edei cavalli del circo di Prisco dice la Graphia laquoportati sunt a Constantino

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equestre che per artifizio di calamite stava sospesa in aria parlaRanulfo Higden283 Parecchie altre meraviglie di minor conto sivedevano in Roma come lAlbeston284 le Colonne di Salomone285

eccMa se tutti in genere i monumenti di Roma attestavano

lopulenza e lo splendore della cittagrave uno ve nera che faceva piugraveparticolare testimonio della gloria e delle virtugrave deglillustri suoi

imperatore (intendi sempre Costante II) cum omni ornatu facto ex aere inConstantinopolim Damascum et Alexandriamraquo Ma a quei versi di Fazio ilCapello fa il seguente commento laquoLarcho di Plischo egrave quel grande presso alcoliseo chaltri dice che fu facto a Tito e da ligrave tolse i cavalli Constantino emandoli a Constantinopoli onde poi funo tolti e portati per venetiani e posti inlo tempio di San Marcho supra la intrata in Venetiaraquo Non ripugna punto ilcredere che nel medio evo fosse stato dato allarco di Tito piugrave comunementeconosciuto sotto il nome di arcus septem lucernarum anche il nome di arco diPlisco o Prisco derivato dal Circo di Tarquinio Prisco chera ligrave accosto283 Erat quoque in domo quadam ferreum simulacrum Bellerofontis ponderequindecim millia librarum in aere cum equo suo suspensum nulla catenasuperius aut stipite inferius sustentatum sed lapides magnetes in arcubustestudinum sive fornicibus arcuatis circumquaque ponebantur et hinc indeproportionali attractione simulacrum in medio servabant ita ut nullicubi possetdissilire - Di questo prodigio che ricorda laltro simile della tomba diMaometto si narra anche nel De septem mundi miraculis attribuito a BedalaquoQuartum miraculum simulacrum Bellerophontis ferreum cum equo suo insumma civitate suspensum eccraquo Qui la cittagrave non si nomina altrimenti maquella summa civitas potegrave far credere si trattasse di Roma e tale fu credo laragione che indusse Ranulfo o altri che lo precedette a porre tra le meravigliedi Roma anche il cavallo di Bellerofonte Se non che summa civitate egrave senzadubbio un errore di copista In un manoscritto della Laurenziana (pl XX 48)da me veduto si legge in Smirna civitate e questa egrave la lezione corretta PLINIO

racconta (Hist Nat XXXIV 42) laquoMagnete lapide Dinochares architectusAlexandriae Arsinoes templum concamerare inchoaverat ut in eo simulacrumejus e ferro pendere in aere videretur Intercessit mors et ipsius et Ptolemaeiqui id sorori suae jusserat fieriraquo Ciograve ripete ISIDORO DI SIVIGLIA Originum VI20 Di un simulacro sospeso nel tempio di Serapide parlano S AGOSTINO DeCivitate Dei XXI 6 e SUIDA s v Μαγνητις Di una statua ferrea di Mercuriosospesa per virtugrave di calamite nella cittagrave di Treveri parlano i Gesta Treverorum(ap PERTZ ScriptV t VIII p 132) Giovanni dOutremeuse (Op cit t I p16) e altri Ciriaco dAncona che viaggiograve in Europa in Africa in Asia aveva

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equestre che per artifizio di calamite stava sospesa in aria parlaRanulfo Higden283 Parecchie altre meraviglie di minor conto sivedevano in Roma come lAlbeston284 le Colonne di Salomone285

eccMa se tutti in genere i monumenti di Roma attestavano

lopulenza e lo splendore della cittagrave uno ve nera che faceva piugraveparticolare testimonio della gloria e delle virtugrave deglillustri suoi

imperatore (intendi sempre Costante II) cum omni ornatu facto ex aere inConstantinopolim Damascum et Alexandriamraquo Ma a quei versi di Fazio ilCapello fa il seguente commento laquoLarcho di Plischo egrave quel grande presso alcoliseo chaltri dice che fu facto a Tito e da ligrave tolse i cavalli Constantino emandoli a Constantinopoli onde poi funo tolti e portati per venetiani e posti inlo tempio di San Marcho supra la intrata in Venetiaraquo Non ripugna punto ilcredere che nel medio evo fosse stato dato allarco di Tito piugrave comunementeconosciuto sotto il nome di arcus septem lucernarum anche il nome di arco diPlisco o Prisco derivato dal Circo di Tarquinio Prisco chera ligrave accosto283 Erat quoque in domo quadam ferreum simulacrum Bellerofontis ponderequindecim millia librarum in aere cum equo suo suspensum nulla catenasuperius aut stipite inferius sustentatum sed lapides magnetes in arcubustestudinum sive fornicibus arcuatis circumquaque ponebantur et hinc indeproportionali attractione simulacrum in medio servabant ita ut nullicubi possetdissilire - Di questo prodigio che ricorda laltro simile della tomba diMaometto si narra anche nel De septem mundi miraculis attribuito a BedalaquoQuartum miraculum simulacrum Bellerophontis ferreum cum equo suo insumma civitate suspensum eccraquo Qui la cittagrave non si nomina altrimenti maquella summa civitas potegrave far credere si trattasse di Roma e tale fu credo laragione che indusse Ranulfo o altri che lo precedette a porre tra le meravigliedi Roma anche il cavallo di Bellerofonte Se non che summa civitate egrave senzadubbio un errore di copista In un manoscritto della Laurenziana (pl XX 48)da me veduto si legge in Smirna civitate e questa egrave la lezione corretta PLINIO

racconta (Hist Nat XXXIV 42) laquoMagnete lapide Dinochares architectusAlexandriae Arsinoes templum concamerare inchoaverat ut in eo simulacrumejus e ferro pendere in aere videretur Intercessit mors et ipsius et Ptolemaeiqui id sorori suae jusserat fieriraquo Ciograve ripete ISIDORO DI SIVIGLIA Originum VI20 Di un simulacro sospeso nel tempio di Serapide parlano S AGOSTINO DeCivitate Dei XXI 6 e SUIDA s v Μαγνητις Di una statua ferrea di Mercuriosospesa per virtugrave di calamite nella cittagrave di Treveri parlano i Gesta Treverorum(ap PERTZ ScriptV t VIII p 132) Giovanni dOutremeuse (Op cit t I p16) e altri Ciriaco dAncona che viaggiograve in Europa in Africa in Asia aveva

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figli e questo era a detta di Giovanni Cavallino la ColonnaAntonina Parlando della regione Colonna dice lautore dellaPolistoria286 laquoQue regio ideo dicitur Columna a rectitudine etfirmitate quibus ab olim incole huius regionis ad instar cuiuslibetstabilis edificii columnarum recti et firmi dicebantur Prius egoconfirmavi columnas eius Quarum virtutes clarissimas imperatorAntonius animadvertens inter tales viros regionis huiusmodielegit habitationem in qua occasione predicta ingentia construxitpalatia et erexit in titulum laudis et honoris sui gloriequeperhennis ac regionis ipsius in sempiternum unam ingentemcolumnam marmoream concavam a pede usque ad verticem perquam patet ascensus per eam per quasdam scalas lapideas stantesin medio ipsius cuius altitudo esse dignoscitur centum xlpedum Et in circumferentiis columne huiusmodi iussit sculpiriymagines simulacra et statuas a sto dictas representantes

veduto le sette meraviglie del mondo fra laltre anche la statua diBellerofronte Almeno cosigrave afferma Leonardo Dati

Vidisti insculptos divos et martia bellaQuae gesserunt et Bellerophonti equum

Itinerarium edito dal Mehus p 6284 DellAlbeston cosigrave parla la Graphia laquoSancta Balbina in Albiston fuitmutatorium Cesaria Ibi fuit candelabrum factum de lapide albiston qui semelaccensus ac sub divo positus nunquam aliqua ratione extinguebatur Quilocus ideo dicitur Albeston quod ibi flebant albe stole imperatorumraquo Esso egravericordato anche da Fazio degli Uberti

E guarda lAlbescon e Settesoglio

Cosigrave correttamente ledizione del 1820 tutte laltra hanno

E guarda lObelisco e Settesoglio

285 Narra Beniamino Tudelense che nella chiesa di Santo Stefano gli furonomostrate due colonne di bronzo opera del re Salomone le quali sudavano tuttigli anni nel nono giorno di luglio286 L VIII c 3

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figli e questo era a detta di Giovanni Cavallino la ColonnaAntonina Parlando della regione Colonna dice lautore dellaPolistoria286 laquoQue regio ideo dicitur Columna a rectitudine etfirmitate quibus ab olim incole huius regionis ad instar cuiuslibetstabilis edificii columnarum recti et firmi dicebantur Prius egoconfirmavi columnas eius Quarum virtutes clarissimas imperatorAntonius animadvertens inter tales viros regionis huiusmodielegit habitationem in qua occasione predicta ingentia construxitpalatia et erexit in titulum laudis et honoris sui gloriequeperhennis ac regionis ipsius in sempiternum unam ingentemcolumnam marmoream concavam a pede usque ad verticem perquam patet ascensus per eam per quasdam scalas lapideas stantesin medio ipsius cuius altitudo esse dignoscitur centum xlpedum Et in circumferentiis columne huiusmodi iussit sculpiriymagines simulacra et statuas a sto dictas representantes

veduto le sette meraviglie del mondo fra laltre anche la statua diBellerofronte Almeno cosigrave afferma Leonardo Dati

Vidisti insculptos divos et martia bellaQuae gesserunt et Bellerophonti equum

Itinerarium edito dal Mehus p 6284 DellAlbeston cosigrave parla la Graphia laquoSancta Balbina in Albiston fuitmutatorium Cesaria Ibi fuit candelabrum factum de lapide albiston qui semelaccensus ac sub divo positus nunquam aliqua ratione extinguebatur Quilocus ideo dicitur Albeston quod ibi flebant albe stole imperatorumraquo Esso egravericordato anche da Fazio degli Uberti

E guarda lAlbescon e Settesoglio

Cosigrave correttamente ledizione del 1820 tutte laltra hanno

E guarda lObelisco e Settesoglio

285 Narra Beniamino Tudelense che nella chiesa di Santo Stefano gli furonomostrate due colonne di bronzo opera del re Salomone le quali sudavano tuttigli anni nel nono giorno di luglio286 L VIII c 3

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clarissimos viros consules Romanorum ob magnificas virtutes etgesta eorum scilicet Brutorum Publicolarum EmiliorumFabritiorum Curiorum Scipionum Scaurorum MarcellorumMuciorum Coclitum Turquatorum Mariorum Catulorum acceterorum generosorum virorum genere atque factis et postremoillustrium Cesarum splendore fulgentiumraquo

Per chiudere degnamente questa rassegna riferirograve alcuneimmaginazioni degli Arabi intorno a Roma immaginazioni chevincono di molto in istravaganza tutto quanto segrave veduto sin quiNei geografi e negli storici di quella nazione egrave assai spesso fattoricordo di Roma e dei Romani indicati alcuna volta col nomestrano di Benu Iasfar o piuttosto Banu l Asfar287 Il maremediterraneo egrave da essi chiamato il mare di Roma288

Edricircsicirc il quale scriveva il suo trattato geografico nel 1153 allacorte del re Ruggero di Sicilia parlando delle mura di Roma diceche il muro interno aveva dodici cubiti di spessore e settanta dialtezza lesterno otto di spessore e quarantadue di altezza IlTevere era lastricato di rame289 La grandezza e la magnificenza diRoma dice questo scrittore sono tali che non si possono

287 Questo nome egrave in piugrave particolar modo applicato aglimperatori romani maserve anche a denotare tutti gli Europei Circa la significazione precisa e circalorigine di esso si fecero parecchie congetture Secondo il geografo persianoAl Biruni (m 1038) i Cesari erano figli di Asfar cioegrave Sufar figlio di Nefarfiglio di Esaugrave figlio di Abramo Ebn-Khallikan racconta a questo propositouna curiosa storia riferita dal QUATREMEgraveRE Meacutemoire sur louvrage intituleacute Kitabalagacircni Journal asiatique 1835 p 388-91 n V sulla ragione di quel nomeuna congettura di SILVESTRO DE SACY Notice dun manuscrit heacutebreu eccNotices et Extraits des manuscrits v IX p 437-8 n ripetuta nel Journalasiatique 1836 p 94-6 ma resa superflua da una nota dellASCOLI inseritanella Zeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v XV p 143-4 V anche ERDMANN Ueber die sonderbare Benennung der Europaumler eccnella Zeitschrift suddetta v II p 237-41288 Traggo la piugrave gran parte delle favole arabiche seguenti da uno scritto delGUIDI intitolato Roma nei Geografi arabi e inserito nel v I p 173-218dellArchivio della Societagrave romana di Storia patria289 Il Gorionide (op cit l I c 3) dice che i Romani fecero lastricare di rame ilTevere per la lunghezza di diciotto miglia

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clarissimos viros consules Romanorum ob magnificas virtutes etgesta eorum scilicet Brutorum Publicolarum EmiliorumFabritiorum Curiorum Scipionum Scaurorum MarcellorumMuciorum Coclitum Turquatorum Mariorum Catulorum acceterorum generosorum virorum genere atque factis et postremoillustrium Cesarum splendore fulgentiumraquo

Per chiudere degnamente questa rassegna riferirograve alcuneimmaginazioni degli Arabi intorno a Roma immaginazioni chevincono di molto in istravaganza tutto quanto segrave veduto sin quiNei geografi e negli storici di quella nazione egrave assai spesso fattoricordo di Roma e dei Romani indicati alcuna volta col nomestrano di Benu Iasfar o piuttosto Banu l Asfar287 Il maremediterraneo egrave da essi chiamato il mare di Roma288

Edricircsicirc il quale scriveva il suo trattato geografico nel 1153 allacorte del re Ruggero di Sicilia parlando delle mura di Roma diceche il muro interno aveva dodici cubiti di spessore e settanta dialtezza lesterno otto di spessore e quarantadue di altezza IlTevere era lastricato di rame289 La grandezza e la magnificenza diRoma dice questo scrittore sono tali che non si possono

287 Questo nome egrave in piugrave particolar modo applicato aglimperatori romani maserve anche a denotare tutti gli Europei Circa la significazione precisa e circalorigine di esso si fecero parecchie congetture Secondo il geografo persianoAl Biruni (m 1038) i Cesari erano figli di Asfar cioegrave Sufar figlio di Nefarfiglio di Esaugrave figlio di Abramo Ebn-Khallikan racconta a questo propositouna curiosa storia riferita dal QUATREMEgraveRE Meacutemoire sur louvrage intituleacute Kitabalagacircni Journal asiatique 1835 p 388-91 n V sulla ragione di quel nomeuna congettura di SILVESTRO DE SACY Notice dun manuscrit heacutebreu eccNotices et Extraits des manuscrits v IX p 437-8 n ripetuta nel Journalasiatique 1836 p 94-6 ma resa superflua da una nota dellASCOLI inseritanella Zeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v XV p 143-4 V anche ERDMANN Ueber die sonderbare Benennung der Europaumler eccnella Zeitschrift suddetta v II p 237-41288 Traggo la piugrave gran parte delle favole arabiche seguenti da uno scritto delGUIDI intitolato Roma nei Geografi arabi e inserito nel v I p 173-218dellArchivio della Societagrave romana di Storia patria289 Il Gorionide (op cit l I c 3) dice che i Romani fecero lastricare di rame ilTevere per la lunghezza di diciotto miglia

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descrivere a parole Jacirckucirct (1179-1228) riferisce nel suo dizionariogeografico intitolato Lalfabeto dei paesi una descrizione diRoma lasciata da Ibn al Faqicirch il quale fioriva nella prima metagravedel X secolo e piena delle piugrave pazze immaginazioni Jacirckucirct dice diriferirle perchegrave molti famosi dotti ne parlarono ma Dio soloconoscere la veritagrave Il mercato degli uccelli egrave lungo unaparasanga Vi sono in cittagrave seicentomila bagni (altrove diceseicentosessantamila) I mercati sono meravigliosi un braccio dimare condotto entro un canale di bronzo dagrave via alle navi chepossano giungere sino ad essi e scaricarvi comodamente le loromercanzie La cittagrave ne possiede dodicimila senza contareventimila piugrave piccoli La chiesa di S Pietro e Paolo egrave lunga millebraccia larga cinquecento alta dugento La chiesa di SantoStefano egrave tutta di una pietra sola290 e le stanno intorno trentamilastiliti sulle loro colonne La chiesa delle Nazioni altrimenti dettadi Sion ha milledugento porte di ottone quaranta doro e moltealtre ancora di avorio debano e di altre materie Vi sono millefilari di colonne di quattrocentoquaranta colonne ciascuno Laservono seicentodiciotto vescovi e cinquantamila fra preti ediaconi Si parla della Salvatio Romae e si pone nella residenzadel papa Si narra la storia dello stornello di bronzo as-Sucircdacircnicirc acui certo giorno dellanno gli stornelli di tutto il paese circostanterecavano ciascuno nel becco unoliva e cosigrave tante se neraccoglievano che bastavano a provvedere dolio tutta la cittagrave291Per dare unidea della estensione di questa si dice che le suecampagne sebbene si distendano allingiro per piugrave mesi dicammino sono insufficienti a vettovagliarla Per dare unidea deltramestio rumoroso della popolazione nella gran metropoli siriportano le parole di Gubair ben Mutim che disse Se nonfossero le voci e il chiasso che levano gli abitanti di Roma si290 Di una pietra sola o piuttosto scavato tutto intero nella pietra di un montesi disse anche il teatro di Eraclea che figura in alcuni elenchi tra le settemeraviglie del mondo291 IBN KHALDUN (1332-1406) nel libro I dei suoi Prolegomeni storici si fa beffedi questa favola Not et Ext d manusc v XIX parte Ia p 75

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descrivere a parole Jacirckucirct (1179-1228) riferisce nel suo dizionariogeografico intitolato Lalfabeto dei paesi una descrizione diRoma lasciata da Ibn al Faqicirch il quale fioriva nella prima metagravedel X secolo e piena delle piugrave pazze immaginazioni Jacirckucirct dice diriferirle perchegrave molti famosi dotti ne parlarono ma Dio soloconoscere la veritagrave Il mercato degli uccelli egrave lungo unaparasanga Vi sono in cittagrave seicentomila bagni (altrove diceseicentosessantamila) I mercati sono meravigliosi un braccio dimare condotto entro un canale di bronzo dagrave via alle navi chepossano giungere sino ad essi e scaricarvi comodamente le loromercanzie La cittagrave ne possiede dodicimila senza contareventimila piugrave piccoli La chiesa di S Pietro e Paolo egrave lunga millebraccia larga cinquecento alta dugento La chiesa di SantoStefano egrave tutta di una pietra sola290 e le stanno intorno trentamilastiliti sulle loro colonne La chiesa delle Nazioni altrimenti dettadi Sion ha milledugento porte di ottone quaranta doro e moltealtre ancora di avorio debano e di altre materie Vi sono millefilari di colonne di quattrocentoquaranta colonne ciascuno Laservono seicentodiciotto vescovi e cinquantamila fra preti ediaconi Si parla della Salvatio Romae e si pone nella residenzadel papa Si narra la storia dello stornello di bronzo as-Sucircdacircnicirc acui certo giorno dellanno gli stornelli di tutto il paese circostanterecavano ciascuno nel becco unoliva e cosigrave tante se neraccoglievano che bastavano a provvedere dolio tutta la cittagrave291Per dare unidea della estensione di questa si dice che le suecampagne sebbene si distendano allingiro per piugrave mesi dicammino sono insufficienti a vettovagliarla Per dare unidea deltramestio rumoroso della popolazione nella gran metropoli siriportano le parole di Gubair ben Mutim che disse Se nonfossero le voci e il chiasso che levano gli abitanti di Roma si290 Di una pietra sola o piuttosto scavato tutto intero nella pietra di un montesi disse anche il teatro di Eraclea che figura in alcuni elenchi tra le settemeraviglie del mondo291 IBN KHALDUN (1332-1406) nel libro I dei suoi Prolegomeni storici si fa beffedi questa favola Not et Ext d manusc v XIX parte Ia p 75

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potrebbe udire il romore che fa il sole quando nasce e quandotramonta Infilatene tante Jacirckucirct ripete Dio solo conosce la veritagrave

Ibn Khaldun che ha un mirabile sentimento della veritagravestorica e spesso si duole della credulitagrave dei suoi connazionaliparlando del quinto clima si contenta di dire laquoRoma la Grandeha come a tutto il mondo egrave noto immensi edifizii monumentimeravigliosi e chiese anticheraquo Tuttavia alla favola del Teverelastricato di bronzo aggiusta fede ancor egli292

Crede il Guidi che queste immaginazioni risalgano per lamassima parte a scrittori greci dai quali per mezzo dei Siri gliArabi attinsero quanto sanno intorno a Roma Di ciograve non mipersuado interamente Le fantasie testegrave riferite hannospiccatissimo il carattere arabico e ben si accompagnano conaltre infinite di simil natura che si trovano sparse in quegliscrittori Descrizioni di cittagrave meravigliose e di telesmi singolarisincontrano ad ogni passo nei geografi e negli storici293

Alle immaginazioni arabiche possono fare convenienteriscontro le rabbiniche Nel trattato Pesachim del Talmud si dicelaquoNella grande cittagrave di Roma sono trecentosessantacinque vie edin ciascuna via trecentosessantacinque palazzi ed in ciascunpalazzo trecentosessantacinque gradini e per ciascun gradinotanto quanto basterebbe a nutrire tutto il mondoraquo Nel trattatoMeghilla si legge laquoLItalia della Grecia () egrave la grande cittagrave diRoma la quale ha trecento miglia di lunghezza e di larghezza(ogni miglio formato di quattromila passi) e contatrecentosessantacinque vie quanti sono i giorni del sole dellequali la piugrave piccola egrave quella dove si tiene il mercato degli uccellilunga sedici miglia e larga altrettanto294 Il re desina ciascungiorno in una di esse e ciascuno di coloro che vi abitano se non

292 Ibid p 152293 V per esempio WUESTENFELD Die aumllteste aegyptische Geschichte nach denZauber- und Wundererzaumlhlungen der Araber in Orient und Occident v I p326-40294 Nel trattato Baacuteva Baacutethra si dice che nella cittagrave di Zippore sonocentottantamila vie per i soli venditori di certa derrata

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potrebbe udire il romore che fa il sole quando nasce e quandotramonta Infilatene tante Jacirckucirct ripete Dio solo conosce la veritagrave

Ibn Khaldun che ha un mirabile sentimento della veritagravestorica e spesso si duole della credulitagrave dei suoi connazionaliparlando del quinto clima si contenta di dire laquoRoma la Grandeha come a tutto il mondo egrave noto immensi edifizii monumentimeravigliosi e chiese anticheraquo Tuttavia alla favola del Teverelastricato di bronzo aggiusta fede ancor egli292

Crede il Guidi che queste immaginazioni risalgano per lamassima parte a scrittori greci dai quali per mezzo dei Siri gliArabi attinsero quanto sanno intorno a Roma Di ciograve non mipersuado interamente Le fantasie testegrave riferite hannospiccatissimo il carattere arabico e ben si accompagnano conaltre infinite di simil natura che si trovano sparse in quegliscrittori Descrizioni di cittagrave meravigliose e di telesmi singolarisincontrano ad ogni passo nei geografi e negli storici293

Alle immaginazioni arabiche possono fare convenienteriscontro le rabbiniche Nel trattato Pesachim del Talmud si dicelaquoNella grande cittagrave di Roma sono trecentosessantacinque vie edin ciascuna via trecentosessantacinque palazzi ed in ciascunpalazzo trecentosessantacinque gradini e per ciascun gradinotanto quanto basterebbe a nutrire tutto il mondoraquo Nel trattatoMeghilla si legge laquoLItalia della Grecia () egrave la grande cittagrave diRoma la quale ha trecento miglia di lunghezza e di larghezza(ogni miglio formato di quattromila passi) e contatrecentosessantacinque vie quanti sono i giorni del sole dellequali la piugrave piccola egrave quella dove si tiene il mercato degli uccellilunga sedici miglia e larga altrettanto294 Il re desina ciascungiorno in una di esse e ciascuno di coloro che vi abitano se non

292 Ibid p 152293 V per esempio WUESTENFELD Die aumllteste aegyptische Geschichte nach denZauber- und Wundererzaumlhlungen der Araber in Orient und Occident v I p326-40294 Nel trattato Baacuteva Baacutethra si dice che nella cittagrave di Zippore sonocentottantamila vie per i soli venditori di certa derrata

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vi egrave nato riceve dalla casa del re una razione di cibo e se vi egravenato anche se non vi abiti la riceve dal re Vi sono anche tremilaterme e cinquecento finestre () le quali mandano il fumo aldisopra dei muri Da una parte della cittagrave egrave il mare da unaltrasono monti e colline da unaltra un muro di ferro da unaltra unacampagna sterile e sassosa con profondi fossati295

Cosigrave coloro stessi che piugrave odiano Roma sono costretti acelebrarne ed esagerarne la grandezza e lo splendore

295 EISENMENGER Entdecktes Judenthum v I p 411132

vi egrave nato riceve dalla casa del re una razione di cibo e se vi egravenato anche se non vi abiti la riceve dal re Vi sono anche tremilaterme e cinquecento finestre () le quali mandano il fumo aldisopra dei muri Da una parte della cittagrave egrave il mare da unaltrasono monti e colline da unaltra un muro di ferro da unaltra unacampagna sterile e sassosa con profondi fossati295

Cosigrave coloro stessi che piugrave odiano Roma sono costretti acelebrarne ed esagerarne la grandezza e lo splendore

295 EISENMENGER Entdecktes Judenthum v I p 411132

CAPITOLO V

I tesori di Roma

Nella Chanson de Roland la regina Bramimonda moglie di reMarsilio nel dare a Ganellone in premio del suo tradimento duebraccialetti da regalare alla sposa dice valere essi piugrave che tutti itesori di Roma

Bien i ad or matices et jacuncesE valent mielz que tot laveir de Rume 296

La fama della ricchezza di Roma era pari alla fama della suapotenza

Negrave poteva essere altrimenti giacchegrave non solo le rovine delleantiche fabbriche facevano testimonio di impareggiabileopulenza ma le storie ancora ricordando come i Romaniavessero esteso il loro dominio sopra tanta parte di mondo eassoggettati a tributo tanti e cosigrave diversi popoli e i poetisimilmente nei cui versi la cittagrave dei sette colli sfolgora doroavvaloravano la opinione che Roma dovesse riboccar di tesoriOvidio che il medio evo amograve ed ebbe assai familiare laconfermava dicendo

Simplicitas rudis ante fuit nunc aurea RomaEt domiti magnos possidet orbis opes

In tempi giagrave tristi Prudenzio la chiamava ancora ditissima Pisacome segrave giagrave detto innanzi fu cosigrave chiamata appunto perchegrave ci sipesavano i tributi che da tutto il mondo traevansi a Roma epoichegrave stante la copia di questi un luogo solo non era piugravesufficiente i Romani provvidero a che ivi presso ne fosse296 V 638-9

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CAPITOLO V

I tesori di Roma

Nella Chanson de Roland la regina Bramimonda moglie di reMarsilio nel dare a Ganellone in premio del suo tradimento duebraccialetti da regalare alla sposa dice valere essi piugrave che tutti itesori di Roma

Bien i ad or matices et jacuncesE valent mielz que tot laveir de Rume 296

La fama della ricchezza di Roma era pari alla fama della suapotenza

Negrave poteva essere altrimenti giacchegrave non solo le rovine delleantiche fabbriche facevano testimonio di impareggiabileopulenza ma le storie ancora ricordando come i Romaniavessero esteso il loro dominio sopra tanta parte di mondo eassoggettati a tributo tanti e cosigrave diversi popoli e i poetisimilmente nei cui versi la cittagrave dei sette colli sfolgora doroavvaloravano la opinione che Roma dovesse riboccar di tesoriOvidio che il medio evo amograve ed ebbe assai familiare laconfermava dicendo

Simplicitas rudis ante fuit nunc aurea RomaEt domiti magnos possidet orbis opes

In tempi giagrave tristi Prudenzio la chiamava ancora ditissima Pisacome segrave giagrave detto innanzi fu cosigrave chiamata appunto perchegrave ci sipesavano i tributi che da tutto il mondo traevansi a Roma epoichegrave stante la copia di questi un luogo solo non era piugravesufficiente i Romani provvidero a che ivi presso ne fosse296 V 638-9

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ordinato un secondo e perciograve il nome di Pisa si declinograve pergrammatica in plurale Pisae Pisarum Non si creda tuttavia chei tributi fossero molto gravosi poichegrave essendo cosigrave smisurato ilnumero dei tributarii Roma poteva contentarsi di riscuotere daciascuno unassai picciola imposta A tale proposito si legge nelLibro imperiale297 laquoLa gente viveva sanza alchuna spesa perogravechel magiore tributo che si arechassi a Roma per la magiore ciptagravedel mondo erano dieci honce doro per anno sicchegrave piccholachosa per uomo ne tocchava E tributi venivano a Roma in vasi diterra invetriati chon diversi cholori et questo providdono eromani per fare di ciograve perpetua memoria perchegrave come el tributoera giunto a Roma gittavano et rompevano il vaso in uno luoghodi che apare uno grandissimo monte apresso a quella porta che vaa santo Pagholo dove egrave el sepolcro di Remo che si dice la metadi santo Pagholo Tanto vuole dire meta quanto sepoltura et chosigravela chiamavano gli antichi Molto furono e romani di grandeprovedimento Pensando dare fama perpetua alla ciptagrave di Romafacievano le vase ronpere acciograve che la giente negrave per avaritia negraveper altra chagione giamai non faciessino chura di cotali choseavere Onde e furo tante le vasa che se ne fece a Roma unograndissimo monte sicchome ancora appare et ponevano unosuolo di chocci et uno suolo di terra et anche tiene quel nomeperchegrave si chiama el monte de chocci dove si fa le feste del toronel tempo di charnascialeraquo298 I Mirabilia Romae pubblicati

297 L III c 4 cod della Casanatense d I 4 p 62 col 1a e 2a cod dellaLaurenziana pl XLIII 21 f 20 r298 Questo monte egrave il Mons testarum o Monte testaccio formato veramente dirottami di vasi ma di cui non si conosce la origine La favola dei vasicontenenti i tributi trovasi narrata anche altrove Parlando di Porta PortuenseGiovanni Cavallino nel l VI c 41 del giagrave citato suo libro dice laquoAliashuiusmodi dicitur porta erea ab ere quod est tributum priscis temporibusprestari solitum Romanis a singulis Regibus et provinciis universis per singulaquinquennia et portabatur ad urbem per eos et questorea huiusmodi tributorumper rates et navigia quam plurima vasis terreis plena eris (sic) per mare usqueRomam in regione transtiberina ab olim nuncupata Ravenna eo quod ipsaregio olim erat portus et refugium navium predictarum et huiusmodi vasa

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ordinato un secondo e perciograve il nome di Pisa si declinograve pergrammatica in plurale Pisae Pisarum Non si creda tuttavia chei tributi fossero molto gravosi poichegrave essendo cosigrave smisurato ilnumero dei tributarii Roma poteva contentarsi di riscuotere daciascuno unassai picciola imposta A tale proposito si legge nelLibro imperiale297 laquoLa gente viveva sanza alchuna spesa perogravechel magiore tributo che si arechassi a Roma per la magiore ciptagravedel mondo erano dieci honce doro per anno sicchegrave piccholachosa per uomo ne tocchava E tributi venivano a Roma in vasi diterra invetriati chon diversi cholori et questo providdono eromani per fare di ciograve perpetua memoria perchegrave come el tributoera giunto a Roma gittavano et rompevano il vaso in uno luoghodi che apare uno grandissimo monte apresso a quella porta che vaa santo Pagholo dove egrave el sepolcro di Remo che si dice la metadi santo Pagholo Tanto vuole dire meta quanto sepoltura et chosigravela chiamavano gli antichi Molto furono e romani di grandeprovedimento Pensando dare fama perpetua alla ciptagrave di Romafacievano le vase ronpere acciograve che la giente negrave per avaritia negraveper altra chagione giamai non faciessino chura di cotali choseavere Onde e furo tante le vasa che se ne fece a Roma unograndissimo monte sicchome ancora appare et ponevano unosuolo di chocci et uno suolo di terra et anche tiene quel nomeperchegrave si chiama el monte de chocci dove si fa le feste del toronel tempo di charnascialeraquo298 I Mirabilia Romae pubblicati

297 L III c 4 cod della Casanatense d I 4 p 62 col 1a e 2a cod dellaLaurenziana pl XLIII 21 f 20 r298 Questo monte egrave il Mons testarum o Monte testaccio formato veramente dirottami di vasi ma di cui non si conosce la origine La favola dei vasicontenenti i tributi trovasi narrata anche altrove Parlando di Porta PortuenseGiovanni Cavallino nel l VI c 41 del giagrave citato suo libro dice laquoAliashuiusmodi dicitur porta erea ab ere quod est tributum priscis temporibusprestari solitum Romanis a singulis Regibus et provinciis universis per singulaquinquennia et portabatur ad urbem per eos et questorea huiusmodi tributorumper rates et navigia quam plurima vasis terreis plena eris (sic) per mare usqueRomam in regione transtiberina ab olim nuncupata Ravenna eo quod ipsaregio olim erat portus et refugium navium predictarum et huiusmodi vasa

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dallHoumlfler di su un codice del XIV secolo299 terminano con leseguenti parole laquoTanta gloria tanta leticia die noctuque fiebantin Roma quod quasi nullus pauper habebatur in ipsa sed de omniparte mundi per mare sicut per terram omnes divicieportabantur ad urbemraquo Nel giagrave citato Opusculum de mirabilibusnovae et veteris Romae di Francesco de Albertinis egrave un capitolointitolato De divitiis Romanorum dove con la scorta di antichiscrittori si ricordano varii esempii di opulenza e di prodigalitagravescelti fra i piugrave solenni Lepiteto di aurea deve certamente avercontribuito a far credere che in Roma si notasse nelloro e lestatue doro massiccio e i tetti dorati di cui si fa cosigrave frequentericordo e certi edifizii che nel proprio lor nome recavano iltestimonio dellantico splendore come la Casa aurea di Nerone ilCastellum aureum lArcus panis aurei confermavano viemaggiormente negli animi cosigrave fatta opinione

Le monete dogni maniera i vasi preziosi le gemme incise300che qua e lagrave cavando si ritrovavano per le varie province

terrea in quibus tributa huiusmodi portabantur frangebantur ex quibusfragmentis factus fuit quidam acervus sive cumulus elevatus in altum quiromano ydiomate dicitur hodie mons testacie idest testarum acervus positusinter Tyberim et portam Tergeminam vel Capenam ubi hodie singulis annisquibus in pace Romana Civitas gubernatur ludus maximus celebratur a populoet iuventute Romanorum equestri Ex alto montis eiusdem emittuntur quadrigeseu currus rotarum cum tauribus agrestis et aliis silvestribus animalibusprecipitantibus dictas quadrigas et rotas currus a ruo dictasraquo Parlando nellostesso libro VI c 27 della porta Metaura (l Metronia o Metronis) Giovanninota laquoPorta Metaura dicitur a meta quod est mensura quia aurum idesttributum provinciarum quod dabatur questoribus Romanorum ab hominibusuniversi orbis mensurabatur et cumulabatur ibidem Et postea per custodeserarii decreto Senatus populique Romanorum sic mensuratum sub clausura etfida custodia in erario publico servabaturraquo299 Nel vol I dellopera intitolata Die teutschen Paumlpste nach handschriftlichenund gedruckten Quellen verfasst Ratisbona 1839300 Le gemme incise e figurate di cui si parla nei Lapidarii del medio evo e acui si attribuiscono virtugrave meravigliose altro non sono che gemme antichegreche e romane

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dallHoumlfler di su un codice del XIV secolo299 terminano con leseguenti parole laquoTanta gloria tanta leticia die noctuque fiebantin Roma quod quasi nullus pauper habebatur in ipsa sed de omniparte mundi per mare sicut per terram omnes divicieportabantur ad urbemraquo Nel giagrave citato Opusculum de mirabilibusnovae et veteris Romae di Francesco de Albertinis egrave un capitolointitolato De divitiis Romanorum dove con la scorta di antichiscrittori si ricordano varii esempii di opulenza e di prodigalitagravescelti fra i piugrave solenni Lepiteto di aurea deve certamente avercontribuito a far credere che in Roma si notasse nelloro e lestatue doro massiccio e i tetti dorati di cui si fa cosigrave frequentericordo e certi edifizii che nel proprio lor nome recavano iltestimonio dellantico splendore come la Casa aurea di Nerone ilCastellum aureum lArcus panis aurei confermavano viemaggiormente negli animi cosigrave fatta opinione

Le monete dogni maniera i vasi preziosi le gemme incise300che qua e lagrave cavando si ritrovavano per le varie province

terrea in quibus tributa huiusmodi portabantur frangebantur ex quibusfragmentis factus fuit quidam acervus sive cumulus elevatus in altum quiromano ydiomate dicitur hodie mons testacie idest testarum acervus positusinter Tyberim et portam Tergeminam vel Capenam ubi hodie singulis annisquibus in pace Romana Civitas gubernatur ludus maximus celebratur a populoet iuventute Romanorum equestri Ex alto montis eiusdem emittuntur quadrigeseu currus rotarum cum tauribus agrestis et aliis silvestribus animalibusprecipitantibus dictas quadrigas et rotas currus a ruo dictasraquo Parlando nellostesso libro VI c 27 della porta Metaura (l Metronia o Metronis) Giovanninota laquoPorta Metaura dicitur a meta quod est mensura quia aurum idesttributum provinciarum quod dabatur questoribus Romanorum ab hominibusuniversi orbis mensurabatur et cumulabatur ibidem Et postea per custodeserarii decreto Senatus populique Romanorum sic mensuratum sub clausura etfida custodia in erario publico servabaturraquo299 Nel vol I dellopera intitolata Die teutschen Paumlpste nach handschriftlichenund gedruckten Quellen verfasst Ratisbona 1839300 Le gemme incise e figurate di cui si parla nei Lapidarii del medio evo e acui si attribuiscono virtugrave meravigliose altro non sono che gemme antichegreche e romane

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dEuropa rifacevano presente agli spiriti lopulenza romana301Tutto quanto si ritrovava sotterra si attribuiva ai gentili emescolandosi alla meraviglia la superstizione e come un religiososospetto facilmente simmaginavano fole dincanti e di diabolichedelusioni302 Di tanto in tanto la scoperta di qualche maggioretesoro che a ragione o a torto si reputava di origine romanaveniva ad accendere le fantasie Nelle cronache si fa assai spesso

301 V WRIGHT On antiquarian excavations and researches in the middle agesEssays on archaeological subjects Londra 1861 v I p 268-93302 Stimo assai probabile che dal ritrovamento di qualche cimelio antico traesselorigine la seguente favola narrata da GUGLIELMO NEUBRIGENSE (1136-1208)nella sua storia De rebus anglicis l I ed di Parigi 1610 p 96-8 laquoInprovincia quoque Deirorum haud procul a loco nativitatis meae res mirabiliscontigit quam a puero cognovi Est vicus aliquot a mari Orientali miliariisdistans iuxta quem famosae illae aquae quas vulgo Vipse vocant numerosascaturigine e terra prosiliunt non quidem iugiter sed annis interpositis et factotorrente non modico per loca umiliora labuntur quae quidem cum siccantursignum bonum est nam eorum fluxus futurae famis incommodum nonfallaciter portendere dicitur Ex quo vico rusticus quidam ad salutandumamicum in proximo vico commorantem profectus multa iam nocte minussobrius remeabat Et ecce de proximo tumulo quae saepius vidi et duobus veltribus stadiis a vico abest voces cantantium et quasi festive convivantiumaudivit Miratus quinam in illo loco solemnibus gaudiis intempestae noctissilentium rumperet hoc ipsum curiosius inspicere voluit vidensque in lateretumuli ianuam patentem accessit et introspexit viditque domum amplam etluminosam plenamque discumbentibus tam viris quam foeminis tanquam adsolemnes epulas Unus autem ministrantium aspiciens stantem ad ostiumobtulit ei poculum Quo illo accepto consulte noluit bibere sed effuso contentoet continente retento concitus abiit factoque tumulto in convivio prosublatione vasculi et persequentibus eum convivis pernicitate iumenti quovehebatur evasit et in vicum cum insigni se praeda recepit Denique hocvasculum materiae incognitae coloris insoliti et formae inusitatae Henricoseniori Anglorum Regi pro munere oblatum est ac deinde fratri Reginae Davidscilicet Regi Scotorum contraditum annis plurimis in thesauris Scotiaeservatum est et ante annos aliquot (sicut veraci relatione cognovimus) Henricosecundo illud aspicere cupienti a Regem Scotorum Guillelmo resignatumraquo Iltumulo parrebbe accennare a qualche antico sepolcro dove il vaso sarebbe statotrovato

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dEuropa rifacevano presente agli spiriti lopulenza romana301Tutto quanto si ritrovava sotterra si attribuiva ai gentili emescolandosi alla meraviglia la superstizione e come un religiososospetto facilmente simmaginavano fole dincanti e di diabolichedelusioni302 Di tanto in tanto la scoperta di qualche maggioretesoro che a ragione o a torto si reputava di origine romanaveniva ad accendere le fantasie Nelle cronache si fa assai spesso

301 V WRIGHT On antiquarian excavations and researches in the middle agesEssays on archaeological subjects Londra 1861 v I p 268-93302 Stimo assai probabile che dal ritrovamento di qualche cimelio antico traesselorigine la seguente favola narrata da GUGLIELMO NEUBRIGENSE (1136-1208)nella sua storia De rebus anglicis l I ed di Parigi 1610 p 96-8 laquoInprovincia quoque Deirorum haud procul a loco nativitatis meae res mirabiliscontigit quam a puero cognovi Est vicus aliquot a mari Orientali miliariisdistans iuxta quem famosae illae aquae quas vulgo Vipse vocant numerosascaturigine e terra prosiliunt non quidem iugiter sed annis interpositis et factotorrente non modico per loca umiliora labuntur quae quidem cum siccantursignum bonum est nam eorum fluxus futurae famis incommodum nonfallaciter portendere dicitur Ex quo vico rusticus quidam ad salutandumamicum in proximo vico commorantem profectus multa iam nocte minussobrius remeabat Et ecce de proximo tumulo quae saepius vidi et duobus veltribus stadiis a vico abest voces cantantium et quasi festive convivantiumaudivit Miratus quinam in illo loco solemnibus gaudiis intempestae noctissilentium rumperet hoc ipsum curiosius inspicere voluit vidensque in lateretumuli ianuam patentem accessit et introspexit viditque domum amplam etluminosam plenamque discumbentibus tam viris quam foeminis tanquam adsolemnes epulas Unus autem ministrantium aspiciens stantem ad ostiumobtulit ei poculum Quo illo accepto consulte noluit bibere sed effuso contentoet continente retento concitus abiit factoque tumulto in convivio prosublatione vasculi et persequentibus eum convivis pernicitate iumenti quovehebatur evasit et in vicum cum insigni se praeda recepit Denique hocvasculum materiae incognitae coloris insoliti et formae inusitatae Henricoseniori Anglorum Regi pro munere oblatum est ac deinde fratri Reginae Davidscilicet Regi Scotorum contraditum annis plurimis in thesauris Scotiaeservatum est et ante annos aliquot (sicut veraci relatione cognovimus) Henricosecundo illud aspicere cupienti a Regem Scotorum Guillelmo resignatumraquo Iltumulo parrebbe accennare a qualche antico sepolcro dove il vaso sarebbe statotrovato

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ricordo di tesori trovati Fredegario racconta303 che lanno VII delregno di Childeberto I (517) un certo duca Rodino trovograve dentrouna tomba un gran tesoro e Sigiberto Gemblacense304 che il refranco Gontrano uno ne scoperse grandissimo e in assai stranomodo entro il cavo di un monte Poi scoperte cosigrave fatte simoltiplicano nei tempi posteriori305 e di alcuna che piugraveparticolarmente risguarda Roma egrave appunto mio intendimentodiscorrere nel presente capitolo

Che in Roma grandi tesori dovessero essere sepolti sotto lerovine era naturale si credesse da molti e tale credenza rimontavamoltalto Il Curiosum urbis del V secolo ha un passo dove siaccenna a un tesoro nascosto sotto una statua di Ercole306Giacomo da Acqui racconta a proposito delle origini dellafamiglia Colonna nellassegnare le quali si discosta da tutti glialtri scrittori la seguente istoria307 laquoNon inveni millesimum necaliquod bene certum nisi ut infra scribitur Dicitur enim quod inillo tempore fuit in Roma quidam ferrarius qui habebat suamvacham que omni die per se ibit ad pascum et sero domumrevertebatur sola Miratur ferrarius de via istius vache Quid facitinsequitur eam et observat quo vadit Et invenit quod intratquamdam magnam testudinem obscuram cuiusdam maxime ruinemurorum Vadit ferrarius ulterius et invenit vacca quemdammagnum foramen et genibus flexis intrat vacha et invenitquemdam pratum sicut esset claustrum et ibi comedit vacha

303 Hist Franc epitom c LXXXVIII304 Chronicon ad a 585305 V VARIAMANDUS Historische Nachrichten von unterirdischen Schaumltzenwelche in alten Kirchen Schloumlssern Kloumlstern und Houmlhlen verborgen gelegenund theils gluumlcklich gehoben worden theils ober noch in dem Schoosse derErden vergraben sind Francoforte e Lipsia 1738306 Regio XIV Transtiberim Herculem sub terra medium cubantem sub quemplurimum aurum positum est Nel De regionibus non si fa menzione di ciograve307 Unde habent ortum illi de Columpna de Roma sicut invenitur in quadamchronica Chron Imag mundi in Mon Hist pat Script t III col 1603-4Ho racconciata la punteggiatura Di questa storia non mi venne fatto di trovarevestigio altrove

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ricordo di tesori trovati Fredegario racconta303 che lanno VII delregno di Childeberto I (517) un certo duca Rodino trovograve dentrouna tomba un gran tesoro e Sigiberto Gemblacense304 che il refranco Gontrano uno ne scoperse grandissimo e in assai stranomodo entro il cavo di un monte Poi scoperte cosigrave fatte simoltiplicano nei tempi posteriori305 e di alcuna che piugraveparticolarmente risguarda Roma egrave appunto mio intendimentodiscorrere nel presente capitolo

Che in Roma grandi tesori dovessero essere sepolti sotto lerovine era naturale si credesse da molti e tale credenza rimontavamoltalto Il Curiosum urbis del V secolo ha un passo dove siaccenna a un tesoro nascosto sotto una statua di Ercole306Giacomo da Acqui racconta a proposito delle origini dellafamiglia Colonna nellassegnare le quali si discosta da tutti glialtri scrittori la seguente istoria307 laquoNon inveni millesimum necaliquod bene certum nisi ut infra scribitur Dicitur enim quod inillo tempore fuit in Roma quidam ferrarius qui habebat suamvacham que omni die per se ibit ad pascum et sero domumrevertebatur sola Miratur ferrarius de via istius vache Quid facitinsequitur eam et observat quo vadit Et invenit quod intratquamdam magnam testudinem obscuram cuiusdam maxime ruinemurorum Vadit ferrarius ulterius et invenit vacca quemdammagnum foramen et genibus flexis intrat vacha et invenitquemdam pratum sicut esset claustrum et ibi comedit vacha

303 Hist Franc epitom c LXXXVIII304 Chronicon ad a 585305 V VARIAMANDUS Historische Nachrichten von unterirdischen Schaumltzenwelche in alten Kirchen Schloumlssern Kloumlstern und Houmlhlen verborgen gelegenund theils gluumlcklich gehoben worden theils ober noch in dem Schoosse derErden vergraben sind Francoforte e Lipsia 1738306 Regio XIV Transtiberim Herculem sub terra medium cubantem sub quemplurimum aurum positum est Nel De regionibus non si fa menzione di ciograve307 Unde habent ortum illi de Columpna de Roma sicut invenitur in quadamchronica Chron Imag mundi in Mon Hist pat Script t III col 1603-4Ho racconciata la punteggiatura Di questa storia non mi venne fatto di trovarevestigio altrove

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Intrat ferrarius ibi curiose querit et invenit quoddam edificium etin medio edificii erat quedam columpna lapidea et supracolumpnam vas de ere plenum maxima pecunia Vult ferrariusaccipere de ista pecunia et audit vocem sibi dicentem Dimittedimitte quia non est tua Iterum temptat accipere et sic usquetertio In tertia vice dicitur sibi Accipe tres denarios et inveniesin foro cuius est hec pecunia Accepit ferrarius tres denarios etproiecit in foro hinc inde Et ecce quidam pauper iuvenisdespectus invenit unum et accepit et invenit duos invenittertium et ferrarius illum domum suam introduxit a sordibusmundavit induit et filiam suam in uxorem dedit Iste iuvenis deilla multos filios generavit de pecunia vero predicts multaspossessiones acquisivit Et in brevi tempore crevit in Roma inpopulum et fecit armam suam una columpna intus et vocavit secum sequacibus suis dominus O de Collumpna De facto predictoaliam certitudinem nisi predictam inveniraquo

Narra Flaminio Vacca parlando del cosigrave detto Arco diPortogallo308 che ai tempi di Pio IV (1559-1565) capitograve a Romaun Goto (sic) con un libro antichissimo il quale dava notizia di untesoro nascosto nelle fondamenta di esso arco Ottenutanelicenza cominciograve a cavare in una delle pile ma il popolo si levograve arumore talchegrave egli ebbe a smettere e si partigrave Lo stesso scrittoreracconta anche di certi tesori probabilmente ritrovati da uominiincogniti nel circo di Caracalla309

308 Larco di Portogallo cosigrave chiamato perchegrave ivi presso era labitazione delcardinale ambasciatore di Portogallo aveva avuto prima parecchi altri nomiarco dei trofoli o dei retrofoli (trofei) arcus ad tres falciclas arcus OctavianiSorgeva presso San Lorenzo in Lucina e fu demolito lanno 1662Probabilmente era questarco intitolato a MarcAurelio V NARDINI Romaantica ed del Nibby Roma 1818-20 v III p 115-7 JORDAN Op cit v II p415-6309 FLAMINIO VACCA narra la storia del Goto e dellArco di Portogallo due voltenelle sue Memorie di varie antichitagrave scritte nel 1594 e cioegrave nei sectsect 11 e 103(ap Nardini op cit t IV p 9 e 40) Nel secondo dice di questa maniera laquoMiricordo che al tempo di Pio IV capitograve in Roma un Goto con un libroantichissimo che trattava dun tesoro con un serpe ed una figura di

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Intrat ferrarius ibi curiose querit et invenit quoddam edificium etin medio edificii erat quedam columpna lapidea et supracolumpnam vas de ere plenum maxima pecunia Vult ferrariusaccipere de ista pecunia et audit vocem sibi dicentem Dimittedimitte quia non est tua Iterum temptat accipere et sic usquetertio In tertia vice dicitur sibi Accipe tres denarios et inveniesin foro cuius est hec pecunia Accepit ferrarius tres denarios etproiecit in foro hinc inde Et ecce quidam pauper iuvenisdespectus invenit unum et accepit et invenit duos invenittertium et ferrarius illum domum suam introduxit a sordibusmundavit induit et filiam suam in uxorem dedit Iste iuvenis deilla multos filios generavit de pecunia vero predicts multaspossessiones acquisivit Et in brevi tempore crevit in Roma inpopulum et fecit armam suam una columpna intus et vocavit secum sequacibus suis dominus O de Collumpna De facto predictoaliam certitudinem nisi predictam inveniraquo

Narra Flaminio Vacca parlando del cosigrave detto Arco diPortogallo308 che ai tempi di Pio IV (1559-1565) capitograve a Romaun Goto (sic) con un libro antichissimo il quale dava notizia di untesoro nascosto nelle fondamenta di esso arco Ottenutanelicenza cominciograve a cavare in una delle pile ma il popolo si levograve arumore talchegrave egli ebbe a smettere e si partigrave Lo stesso scrittoreracconta anche di certi tesori probabilmente ritrovati da uominiincogniti nel circo di Caracalla309

308 Larco di Portogallo cosigrave chiamato perchegrave ivi presso era labitazione delcardinale ambasciatore di Portogallo aveva avuto prima parecchi altri nomiarco dei trofoli o dei retrofoli (trofei) arcus ad tres falciclas arcus OctavianiSorgeva presso San Lorenzo in Lucina e fu demolito lanno 1662Probabilmente era questarco intitolato a MarcAurelio V NARDINI Romaantica ed del Nibby Roma 1818-20 v III p 115-7 JORDAN Op cit v II p415-6309 FLAMINIO VACCA narra la storia del Goto e dellArco di Portogallo due voltenelle sue Memorie di varie antichitagrave scritte nel 1594 e cioegrave nei sectsect 11 e 103(ap Nardini op cit t IV p 9 e 40) Nel secondo dice di questa maniera laquoMiricordo che al tempo di Pio IV capitograve in Roma un Goto con un libroantichissimo che trattava dun tesoro con un serpe ed una figura di

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Come abbiamo giagrave veduto Roma fu immaginata opulenta emagnifica sino dalle origini Secondo una leggenda napoletanariferita da Corrado Cancellario piugrave conosciuto sotto il nome diCorrado di Querfurt (m 1202) i tesori dei primi sette resarebbero stati nascosti entro le viscere di un monte nellIsoladIschia Ecco le proprie parole di Corrado310 laquoEst ibidem monsbarbarus311 ad quem per viam subterraneam per medium maximimontis accessimus per tenebras infernales tanquam ad inferosdescensuri In quo monte in ipsius montis visceribus maximasunt palatia et vici quasi maximae civitates subterranei quosquidam ex nostris viderunt et sub terra quasi per spatium duorummiliarium processerunt Ibidem thesauri septem regum asserunturrepositi quos daemones custodiunt in aereis imaginibus inclusidiversas terribiles imagines praetendentes quidam arcu tensoquidam gladiis comminantesraquo Veramente Corrado non dice che isette re di cui parla fossero quegli stessi di Roma i quali nonlasciarono molte tracce nelle leggende del medio evo ma parmiche non si possa intendere daltri che di loro Ciograve che dice dellacittagrave sotterranea egrave da riferire molto probabilmente a una qualchecava di tufo

bassorilievo e da un lato aveva un cornucopio e dallaltro accennava versoterra e tanto cercograve il detto Goto che trovograve il segno in un fianco dellarco edandato dal Papa gli domandograve licenza di cavare il tesoro il quale disse cheapparteneva a Romani ed esso andato dal popolo ottenne grazia di cavarlo ecominciato nel detto fianco dellarco a forza di scarpello entrograve sotto facendovicome una porta e volendo seguitare li Romani dubitando non ruinasse larcoa sospetti della malvagitagrave del Goto nella qual nazione dubitavano regnasseancora la rabbia di distruggere le romane memorie si sollevarono contro diesso il quale ebbe a grazia andarsene via e fu tralasciata loperaraquo Degliuomini ignoti che cavarono nel circo di Caracalla dice Flaminio nel sect 81 (p33) laquoQuesti si tiene fossero Goti che con qualche antica notizia trovasseroquesto tesororaquo310 Epistola ad Arnoldo di Lubecca ap LEIBNITZ Script rer Brunsv v II p698311 Sarebbe questo barbarus nome proprio

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Come abbiamo giagrave veduto Roma fu immaginata opulenta emagnifica sino dalle origini Secondo una leggenda napoletanariferita da Corrado Cancellario piugrave conosciuto sotto il nome diCorrado di Querfurt (m 1202) i tesori dei primi sette resarebbero stati nascosti entro le viscere di un monte nellIsoladIschia Ecco le proprie parole di Corrado310 laquoEst ibidem monsbarbarus311 ad quem per viam subterraneam per medium maximimontis accessimus per tenebras infernales tanquam ad inferosdescensuri In quo monte in ipsius montis visceribus maximasunt palatia et vici quasi maximae civitates subterranei quosquidam ex nostris viderunt et sub terra quasi per spatium duorummiliarium processerunt Ibidem thesauri septem regum asserunturrepositi quos daemones custodiunt in aereis imaginibus inclusidiversas terribiles imagines praetendentes quidam arcu tensoquidam gladiis comminantesraquo Veramente Corrado non dice che isette re di cui parla fossero quegli stessi di Roma i quali nonlasciarono molte tracce nelle leggende del medio evo ma parmiche non si possa intendere daltri che di loro Ciograve che dice dellacittagrave sotterranea egrave da riferire molto probabilmente a una qualchecava di tufo

bassorilievo e da un lato aveva un cornucopio e dallaltro accennava versoterra e tanto cercograve il detto Goto che trovograve il segno in un fianco dellarco edandato dal Papa gli domandograve licenza di cavare il tesoro il quale disse cheapparteneva a Romani ed esso andato dal popolo ottenne grazia di cavarlo ecominciato nel detto fianco dellarco a forza di scarpello entrograve sotto facendovicome una porta e volendo seguitare li Romani dubitando non ruinasse larcoa sospetti della malvagitagrave del Goto nella qual nazione dubitavano regnasseancora la rabbia di distruggere le romane memorie si sollevarono contro diesso il quale ebbe a grazia andarsene via e fu tralasciata loperaraquo Degliuomini ignoti che cavarono nel circo di Caracalla dice Flaminio nel sect 81 (p33) laquoQuesti si tiene fossero Goti che con qualche antica notizia trovasseroquesto tesororaquo310 Epistola ad Arnoldo di Lubecca ap LEIBNITZ Script rer Brunsv v II p698311 Sarebbe questo barbarus nome proprio

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Questa leggenda se pure fu popolare a Napoli e nellacircostante regione non sembra sia stata conosciuta dagliscrittori giacchegrave io non trovo che altri ne faccia ricordoconosciutissima per contrario e accolta in un gran numero disvariate scritture in Italia e fuori fu quella di cui ora mi accingoa parlare Nei Gesta Romanorum si legge quanto segue312 laquoEratquedam ymago in civitate romana que rectis pedibus stabathabebatque manum dextram estensam et super medium digitumerat superscriptio Percute hic Imago ista a longo tempore sicstabat eo quod nullus sciebat quid hoc significaret Percute hicMulti admirati sunt et sepius ad imaginem venerunt titulumrespiciendo et sic recesserunt quod superscriptionem penitusignorabant Erat quidam clericus subtilis valde qui cum deimagine audisset multum sollicitus erat eam videre dum autemeam vidisset et superscriptionem legisset Percute hic vidensquesolem super imaginem per solis umbram digitum discernebat perquem dicebat Percute hic Statim ligonem accepit et vix perdistanciam trium pedum fodiebat et quosdam gradusdescendentes inveniebat Clericus non modicum gaudens desupergradatim descendit quousque sub terra nobile palacium invenitet aulam intravit vidensque regem et reginam et multos nobilesin mensa sedentes respexit et circumquaque totam aulam plenamhominibus et omnes erant vestimentis preciosis induti et nullusex omnibus unicum verbum ei loquebatur respexitque ad unumangulum et vidit lapidem politum qui vocatur carbunculus a quotota domus lumen recepit et ex opposito carbunculi angulohominem stantem habentemque in manu sua arcum paratum cumsagitta ad percuciendum et in fronte ejus erat scriptum Ego sumqui sum nullus arcum meum vitare potest et precipuecarbunculus ille qui relucet tam splendide Clericus cum hocvidisset admirabatur cameram intravit mulieres pulcherrimas inpurpura et pallio operantes invenit et nullum verbum ei dixeruntDeinde stabulum equorum intravit et optimos equos et asinos et

312 Cap 107 ed dellOESTERLEY pag 438-9140

Questa leggenda se pure fu popolare a Napoli e nellacircostante regione non sembra sia stata conosciuta dagliscrittori giacchegrave io non trovo che altri ne faccia ricordoconosciutissima per contrario e accolta in un gran numero disvariate scritture in Italia e fuori fu quella di cui ora mi accingoa parlare Nei Gesta Romanorum si legge quanto segue312 laquoEratquedam ymago in civitate romana que rectis pedibus stabathabebatque manum dextram estensam et super medium digitumerat superscriptio Percute hic Imago ista a longo tempore sicstabat eo quod nullus sciebat quid hoc significaret Percute hicMulti admirati sunt et sepius ad imaginem venerunt titulumrespiciendo et sic recesserunt quod superscriptionem penitusignorabant Erat quidam clericus subtilis valde qui cum deimagine audisset multum sollicitus erat eam videre dum autemeam vidisset et superscriptionem legisset Percute hic vidensquesolem super imaginem per solis umbram digitum discernebat perquem dicebat Percute hic Statim ligonem accepit et vix perdistanciam trium pedum fodiebat et quosdam gradusdescendentes inveniebat Clericus non modicum gaudens desupergradatim descendit quousque sub terra nobile palacium invenitet aulam intravit vidensque regem et reginam et multos nobilesin mensa sedentes respexit et circumquaque totam aulam plenamhominibus et omnes erant vestimentis preciosis induti et nullusex omnibus unicum verbum ei loquebatur respexitque ad unumangulum et vidit lapidem politum qui vocatur carbunculus a quotota domus lumen recepit et ex opposito carbunculi angulohominem stantem habentemque in manu sua arcum paratum cumsagitta ad percuciendum et in fronte ejus erat scriptum Ego sumqui sum nullus arcum meum vitare potest et precipuecarbunculus ille qui relucet tam splendide Clericus cum hocvidisset admirabatur cameram intravit mulieres pulcherrimas inpurpura et pallio operantes invenit et nullum verbum ei dixeruntDeinde stabulum equorum intravit et optimos equos et asinos et

312 Cap 107 ed dellOESTERLEY pag 438-9140

sic de ceteris invenit eos tetigit et ad tactum suum lapidesapparuerunt Hoc facto omnia habitacula palacii visitavit etquidquid cor eius desiderabat hoc invenit deinde sicut priusaulam intravit et de recessu cogitabat ac in corde suo dicebatMirabilia vidi hodie et quidquit cor desiderat hoc poteratinvenire verumtamen nullus dictis meis credet de istis que vidiet ideo bonum est in signum veritatis aliquid mecum portare Admensam superiorem respexit ciphos aureos ac cultellos optimosvidit ad mensam accessit unum ciphum cum cultello de mensalevavit ut secum portaret Cum vero in sinu suo collocassetimago que in angulo cum arcu et sagitta stabat ad carbunculumsagittam direxit et illum percussit et in multas partes divisitIncontinenti tota aula facta est sicut nox tenebrosa clericusvidens totaliter est contristatus viam exeundi propter nimiamobscuritatem invenire non poterat et sic in eodem palacio miseramorte mortuus estraquo313

Qui si parla di un semplice chierico di cui non egrave nemmenoricordato il nome ma in altre versioni di questa medesima storiacomparisce in suo luogo Gerberto che fu poi Papa Silvestro IIdel quale egrave nota la riputazione di mago e la tragica morteraccontata dalla leggenda Il piugrave antico scrittore in cui si trovifatta questa sostituzione egrave per quanto io so Guglielmo di

313 Si ricordi quanto nella novella di Zobeide delle Mille e una Notte egrave narratodella cittagrave meravigliosa i cui abitanti sono convertiti in pietra Di una cittagraveconsimile la quale non puograve essere visitata che dai veri credenti si narra puredagli Arabi in Egitto

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sic de ceteris invenit eos tetigit et ad tactum suum lapidesapparuerunt Hoc facto omnia habitacula palacii visitavit etquidquid cor eius desiderabat hoc invenit deinde sicut priusaulam intravit et de recessu cogitabat ac in corde suo dicebatMirabilia vidi hodie et quidquit cor desiderat hoc poteratinvenire verumtamen nullus dictis meis credet de istis que vidiet ideo bonum est in signum veritatis aliquid mecum portare Admensam superiorem respexit ciphos aureos ac cultellos optimosvidit ad mensam accessit unum ciphum cum cultello de mensalevavit ut secum portaret Cum vero in sinu suo collocassetimago que in angulo cum arcu et sagitta stabat ad carbunculumsagittam direxit et illum percussit et in multas partes divisitIncontinenti tota aula facta est sicut nox tenebrosa clericusvidens totaliter est contristatus viam exeundi propter nimiamobscuritatem invenire non poterat et sic in eodem palacio miseramorte mortuus estraquo313

Qui si parla di un semplice chierico di cui non egrave nemmenoricordato il nome ma in altre versioni di questa medesima storiacomparisce in suo luogo Gerberto che fu poi Papa Silvestro IIdel quale egrave nota la riputazione di mago e la tragica morteraccontata dalla leggenda Il piugrave antico scrittore in cui si trovifatta questa sostituzione egrave per quanto io so Guglielmo di

313 Si ricordi quanto nella novella di Zobeide delle Mille e una Notte egrave narratodella cittagrave meravigliosa i cui abitanti sono convertiti in pietra Di una cittagraveconsimile la quale non puograve essere visitata che dai veri credenti si narra puredagli Arabi in Egitto

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Malmesbury314 da cui attingono poscia Vincenzo Bellovacense315Alberico delle Tre Fontane316 altri Parmi che la versione dellaleggenda quale si ha nei Gesta Romanorum debba reputarsi piugraveantica che non laltra ricevuta da Guglielmo giacchegrave quanto egravenaturale e conforme alle consuetudini della fantasia popolare cheGerberto Mago abbia attirata e legata a segrave una leggenda che a luisommamente si confaceva e che non erasi congiunta ancora connessun nome illustre altrettanto sarebbe insolito e contrario aquelle consuetudini che la leggenda si separasse da Gerberto per

314 De Gestis regum Anglorum l II ap PERTZ Script t X p 462-3 laquoEratiuxta Romam in Campo Martio statua aerea an ferrea incertum mihi dextraemanus indicem digitum extentum habens scriptum quoque in capite Hicpercute Quod superioris aevi homines ita intelligendum rati quasi ibithesaurum invenirent multis securium ictibus innocentem statuam laniaveruntSed illorum Gerbertus redarguit errorem longe aliter ambiguitate absolutaNamque meridie sole in centro existente notans quo protenderetur umbradigiti ibi palum figit Mox superveniente nocte solo cubiculario laternamportante comitatus eo contendit Ibi terra solitis artibus dehiscens latumingredientibus patefecit introitum Conspicantur ingentem regiam aureasparietes aurea lacunaria aurea omnia milites aureos aureis tesseris ludentesquasi animum oblectantes regem metallicum cum regina discumbentemapposita obsonia astantes ministros pateras multi ponderis et pretii ubinaturam vincebat opus In interiori parte domus carbunculus lapis imprimisnobilis et parvus inventu tenebras noctis fugabat In contrario angulo stabatpuer arcum tenens extento nervo et harundine intenta Ita in omnibus cumoculos spectantium ars pretiosa raptaret nihil erat quod posset tangi etsi possetvideri Continuo enim ut quia manum ad contingendum aptaret videbanturomnes illae imagines prosilire et impetum in praesumptorem facere Quotimore pressus Gerbertus ambitum suum fregit Sed non abstinuit cubiculariusquin mirabilis artificii cultellum quem mensae impositum videret abriperetarbitratus scilicet in tanta praeda parvum latrocinium posse latere Verum moxomnibus imaginibus cum fremitu consurgentibus puer quoque emissaharundine in carbunculum tenebras induxit Et nisi ille monitu dominicultellum reicere accelerasset graves ambo poenas dedissent Sic insatiatacupiditatis voragine laterna gressus ducente discessumraquo315 Spec hist l XXV c 99316 Chronica Albrici Monachi Trium Fontium a monacho Novi MonasteriiHoiensis interpolata ap PERTZ Script t XXIII p 777 Lautore dice di nonsapere se la statua fosse di bronzo o di oro

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Malmesbury314 da cui attingono poscia Vincenzo Bellovacense315Alberico delle Tre Fontane316 altri Parmi che la versione dellaleggenda quale si ha nei Gesta Romanorum debba reputarsi piugraveantica che non laltra ricevuta da Guglielmo giacchegrave quanto egravenaturale e conforme alle consuetudini della fantasia popolare cheGerberto Mago abbia attirata e legata a segrave una leggenda che a luisommamente si confaceva e che non erasi congiunta ancora connessun nome illustre altrettanto sarebbe insolito e contrario aquelle consuetudini che la leggenda si separasse da Gerberto per

314 De Gestis regum Anglorum l II ap PERTZ Script t X p 462-3 laquoEratiuxta Romam in Campo Martio statua aerea an ferrea incertum mihi dextraemanus indicem digitum extentum habens scriptum quoque in capite Hicpercute Quod superioris aevi homines ita intelligendum rati quasi ibithesaurum invenirent multis securium ictibus innocentem statuam laniaveruntSed illorum Gerbertus redarguit errorem longe aliter ambiguitate absolutaNamque meridie sole in centro existente notans quo protenderetur umbradigiti ibi palum figit Mox superveniente nocte solo cubiculario laternamportante comitatus eo contendit Ibi terra solitis artibus dehiscens latumingredientibus patefecit introitum Conspicantur ingentem regiam aureasparietes aurea lacunaria aurea omnia milites aureos aureis tesseris ludentesquasi animum oblectantes regem metallicum cum regina discumbentemapposita obsonia astantes ministros pateras multi ponderis et pretii ubinaturam vincebat opus In interiori parte domus carbunculus lapis imprimisnobilis et parvus inventu tenebras noctis fugabat In contrario angulo stabatpuer arcum tenens extento nervo et harundine intenta Ita in omnibus cumoculos spectantium ars pretiosa raptaret nihil erat quod posset tangi etsi possetvideri Continuo enim ut quia manum ad contingendum aptaret videbanturomnes illae imagines prosilire et impetum in praesumptorem facere Quotimore pressus Gerbertus ambitum suum fregit Sed non abstinuit cubiculariusquin mirabilis artificii cultellum quem mensae impositum videret abriperetarbitratus scilicet in tanta praeda parvum latrocinium posse latere Verum moxomnibus imaginibus cum fremitu consurgentibus puer quoque emissaharundine in carbunculum tenebras induxit Et nisi ille monitu dominicultellum reicere accelerasset graves ambo poenas dedissent Sic insatiatacupiditatis voragine laterna gressus ducente discessumraquo315 Spec hist l XXV c 99316 Chronica Albrici Monachi Trium Fontium a monacho Novi MonasteriiHoiensis interpolata ap PERTZ Script t XXIII p 777 Lautore dice di nonsapere se la statua fosse di bronzo o di oro

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legarsi a un ignoto Ma or ora vedremo che nemmeno la versionedei Gesta puograve considerarsi come la forma piugrave antica e veramenteprimitiva della leggenda in discorso

Pietro Berchorio (m 1362) accetta la versione di Guglielmoma poi ne produce anche unaltra che si scosta pure da quella deiGesta e accenna a fonte diversa La statua di rame era in Romanon si dice dove Essa non recava le parole Percute hic negrave suldito negrave in fronte ma aveva questa iscrizione Calendis Martiioriente sole habebo caput aureum Un tale piugrave astuto degli altriconobbe il significato di quelle parole e scavato nel luogoopportuno trovograve e si appropriograve un grandissimo tesoro317 Questoracconto ci pone sulle tracce della leggenda primitiva che erasecondo il solito molto piugrave semplice che non le versioniposteriori Lo stesso fa un racconto inserito nel Libro de losEnxemplos (XIV secolo) salvo che quivi il fatto si pone intempo antico e lingegno diciam cosigrave della favola si semplificaper una parte e per unaltra si complica Ecco il racconto318 laquoUnnoble romano poderoso eacute mucho rico veyendo que Roma eravenida a pobreza por las grandes guerras que habien habido dioacutetodas sus riquezas para la comunidat en manera que quedoacute deltodo pobre E una vegada andando por un desierto dolieacutendosemucho de la pobreza de los romanos eacute de la suya fallograve unacolupna en aquel desierto muy alta eacute encima della una estaacutetua enfigura de homme que tenia la una mano alzada contra un monte eacutela otra tenia al su costado El caballero parograve mientes condiligenza eacute vioacute que la sombra de la mano se enderezaba aacute unmonte onde estaba una pentildea el caballero fueacute luego allaacute eacute falloacute deyuso de aquella pentildea una cueva que tenie una puerta de fierro

317 Reductorium morale l XIV c 72 Romae fuit antiquitus statua cupreacuius scriptura talis erat Calendis Martii oriente sole habebo caput aureumCum igitur nullus sciret interpretari quid hoc esset post multa tempora quidamastute notavit quo umbra statuae protendebatur in ortum solis Calendis Martiiet fodiens ibi thesaurum auri permagnum invenitraquo318 CLXXII Escritores en prosa anteriores al siglo XV Biblioteca de Autoresespantildeoles del Rivadeneyra tomo LI Madrid1859

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legarsi a un ignoto Ma or ora vedremo che nemmeno la versionedei Gesta puograve considerarsi come la forma piugrave antica e veramenteprimitiva della leggenda in discorso

Pietro Berchorio (m 1362) accetta la versione di Guglielmoma poi ne produce anche unaltra che si scosta pure da quella deiGesta e accenna a fonte diversa La statua di rame era in Romanon si dice dove Essa non recava le parole Percute hic negrave suldito negrave in fronte ma aveva questa iscrizione Calendis Martiioriente sole habebo caput aureum Un tale piugrave astuto degli altriconobbe il significato di quelle parole e scavato nel luogoopportuno trovograve e si appropriograve un grandissimo tesoro317 Questoracconto ci pone sulle tracce della leggenda primitiva che erasecondo il solito molto piugrave semplice che non le versioniposteriori Lo stesso fa un racconto inserito nel Libro de losEnxemplos (XIV secolo) salvo che quivi il fatto si pone intempo antico e lingegno diciam cosigrave della favola si semplificaper una parte e per unaltra si complica Ecco il racconto318 laquoUnnoble romano poderoso eacute mucho rico veyendo que Roma eravenida a pobreza por las grandes guerras que habien habido dioacutetodas sus riquezas para la comunidat en manera que quedoacute deltodo pobre E una vegada andando por un desierto dolieacutendosemucho de la pobreza de los romanos eacute de la suya fallograve unacolupna en aquel desierto muy alta eacute encima della una estaacutetua enfigura de homme que tenia la una mano alzada contra un monte eacutela otra tenia al su costado El caballero parograve mientes condiligenza eacute vioacute que la sombra de la mano se enderezaba aacute unmonte onde estaba una pentildea el caballero fueacute luego allaacute eacute falloacute deyuso de aquella pentildea una cueva que tenie una puerta de fierro

317 Reductorium morale l XIV c 72 Romae fuit antiquitus statua cupreacuius scriptura talis erat Calendis Martii oriente sole habebo caput aureumCum igitur nullus sciret interpretari quid hoc esset post multa tempora quidamastute notavit quo umbra statuae protendebatur in ortum solis Calendis Martiiet fodiens ibi thesaurum auri permagnum invenitraquo318 CLXXII Escritores en prosa anteriores al siglo XV Biblioteca de Autoresespantildeoles del Rivadeneyra tomo LI Madrid1859

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cerrada eacute maravillaacutendose dijo entre siacute laquoQuiero ir aacute la estaacutetua eacutever que tiene yuso de la otra manoraquo E falloacute de yuso della en elcuerpo del estaacutetua una portuezela de fierro eacute abrioacutela e falloacute unallavecilla pequentildea eacute luego pensoacute queacute aquella llave era para abrirla puerta de fierro que fallara en la cueva del monte E luego fueacuteallaacute eacute abrioacute la puerta de la cueva eacute falloacute ende muy mucho tesorolo qual levoacute todo aacute Roma eacute lo dioacute para los menesterorosraquo319

Qui la statua e il tesoro non sono piugrave in Roma ma con Romasi legano strettamente Il racconto dei Gesta non puograve essere altroche lamplificazione romanticamente abbellita di un tema piugraveantico e piugrave semplice Basterebbe a provarlo ciograve che quiviimprovvidamente si narra della morte del chierico temerariogiacchegrave il motto Percute hic che egrave appunto un additamentooscuro del tesoro nascosto e un invito a farne ricercapresuppone in certo modo lesito felice dellimpresa La reggia ele figure e laltre meraviglie che pur si trovano nel racconto diGuglielmo sono accessioni di tempo posteriore

I varii racconti esposti sin qui hanno comune la statua checopertamente indica il tesoro la statua adunque egrave come dire ilprimo nocciolo della leggenda la forma piugrave semplice della qualeegrave la seguente una statua indica mediante certe parole ma inmodo ambiguo lesistenza di un tesoro nascosto nessuno riescead interpretarle secondo il loro vero senso finchegrave viene uno piugraveavveduto degli altri che le intende a dovere scopre il tesoro e sene fa signore La leggenda in questa forma non apparteneva aRoma ma fu tratta come avvenne di altre parecchie entrolorbita delle leggende romane dove si ampliograve si abbelligrave e si legogravecoi nomi illustri di Gerberto e di Virgilio In essa leroedellavventura egrave un Saraceno Vincenzo Bellovacense che pureriporta il racconto di Guglielmo di Malmesbury la narra in unaltro luogo dello Speculum historiale e dice il caso essereavvenuto in Puglia ai tempi di Roberto Guiscardo320 e lo stesso

319 Si narra poi come il valentuomo fu degnamente premiato dellopera sua320 L XXVI c 17

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cerrada eacute maravillaacutendose dijo entre siacute laquoQuiero ir aacute la estaacutetua eacutever que tiene yuso de la otra manoraquo E falloacute de yuso della en elcuerpo del estaacutetua una portuezela de fierro eacute abrioacutela e falloacute unallavecilla pequentildea eacute luego pensoacute queacute aquella llave era para abrirla puerta de fierro que fallara en la cueva del monte E luego fueacuteallaacute eacute abrioacute la puerta de la cueva eacute falloacute ende muy mucho tesorolo qual levoacute todo aacute Roma eacute lo dioacute para los menesterorosraquo319

Qui la statua e il tesoro non sono piugrave in Roma ma con Romasi legano strettamente Il racconto dei Gesta non puograve essere altroche lamplificazione romanticamente abbellita di un tema piugraveantico e piugrave semplice Basterebbe a provarlo ciograve che quiviimprovvidamente si narra della morte del chierico temerariogiacchegrave il motto Percute hic che egrave appunto un additamentooscuro del tesoro nascosto e un invito a farne ricercapresuppone in certo modo lesito felice dellimpresa La reggia ele figure e laltre meraviglie che pur si trovano nel racconto diGuglielmo sono accessioni di tempo posteriore

I varii racconti esposti sin qui hanno comune la statua checopertamente indica il tesoro la statua adunque egrave come dire ilprimo nocciolo della leggenda la forma piugrave semplice della qualeegrave la seguente una statua indica mediante certe parole ma inmodo ambiguo lesistenza di un tesoro nascosto nessuno riescead interpretarle secondo il loro vero senso finchegrave viene uno piugraveavveduto degli altri che le intende a dovere scopre il tesoro e sene fa signore La leggenda in questa forma non apparteneva aRoma ma fu tratta come avvenne di altre parecchie entrolorbita delle leggende romane dove si ampliograve si abbelligrave e si legogravecoi nomi illustri di Gerberto e di Virgilio In essa leroedellavventura egrave un Saraceno Vincenzo Bellovacense che pureriporta il racconto di Guglielmo di Malmesbury la narra in unaltro luogo dello Speculum historiale e dice il caso essereavvenuto in Puglia ai tempi di Roberto Guiscardo320 e lo stesso

319 Si narra poi come il valentuomo fu degnamente premiato dellopera sua320 L XXVI c 17

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dicono la Cronaca degli imperatori romani321 composta nel 1301Pandolfo Collenuccio nel Compendio delle historie del regno diNapoli322 il Magnum Chronicon Belgicum323 il Platina324 ilBonfinio)325 ecc In certe recensioni dei Gesta Romanorum ilfatto si pone ai tempi di un imperatore Enrico326 Il giagrave citatoChronicon de VI etate327 lo pone in Apulea in civitate Neapoli edice che il Saraceno era un gran filosofo Il Petrarca nel trattatodelle Cose Memorabili lo dice avvenuto in Sicilia328

Non egrave impossibile e nemmeno improbabile che questa storiasia di origine arabica e chi pensi quante favole ci vennerodallOriente nel medio evo e vegga questa nei riferimenti piugraveantichi scendere sino in Puglia e in Sicilia che un tempo furonoterra di Arabi non crederagrave troppo avventata la congettura diquella origine avvalorata comegrave dal carattere e dal colorito dellaintera finzione Pandolfo Collenuccio che come abbiamoveduto pone il fatto ai tempi di Roberto Guiscardo dice di trarne321 Scelta di curiositagrave letterarie dispensa CLVIII Bologna 1878 p 154-6322 L III ed di Venezia 1543 f 60 v e 61 r323 Ap PISTORIUS Scriptores ed dello Struvio t III pagine 97324 Vita Leonis IX325 Rerum Hungaricarum dec II l 2326 Ed dellOesterley n 265 p 667327 Cod dalla Bibl Naz di Torino I II 15 f 79 v328 Rer Memor I III c 2 De astutia (Recentiores Innominatus) Illud quoquesatis callidum si modo verum quod non multis retro saeculis contigissequidam memorant Erat in Sicilia (ut aiunt) ingens statua quae in loconotissimo ab extrema hominum memoria intacta permanserat in qua literisvetustissimis insculptum erat Calendis Maiis habebo caput aureum Enimveroid ludicrum commentum quidam credidere alii nudum verborum sonumsecuti eo vanitatis excesserant ut in die Cal statuae caput terebrarent ubi cumnihil praeter solum marmor invenissent fabularum ac risus materiam vulgodederunt Unus tandem antiquitatem statuae simul atque artificiumcontemplatus cogitansque in re tam seria aliquid praeter fabulam laterescripturam ab omnibus conspectam sed a nemine intellectam acutioripenetravit ingenio Siquidem die Cal redeunte animo atque oculis intentusortum solis operiens locum ubi caput statuae primis radiis umbram iaceretdiligenter consignavit Illic postea clam et ex commodo suffodiens magnumauri pondus reperit

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dicono la Cronaca degli imperatori romani321 composta nel 1301Pandolfo Collenuccio nel Compendio delle historie del regno diNapoli322 il Magnum Chronicon Belgicum323 il Platina324 ilBonfinio)325 ecc In certe recensioni dei Gesta Romanorum ilfatto si pone ai tempi di un imperatore Enrico326 Il giagrave citatoChronicon de VI etate327 lo pone in Apulea in civitate Neapoli edice che il Saraceno era un gran filosofo Il Petrarca nel trattatodelle Cose Memorabili lo dice avvenuto in Sicilia328

Non egrave impossibile e nemmeno improbabile che questa storiasia di origine arabica e chi pensi quante favole ci vennerodallOriente nel medio evo e vegga questa nei riferimenti piugraveantichi scendere sino in Puglia e in Sicilia che un tempo furonoterra di Arabi non crederagrave troppo avventata la congettura diquella origine avvalorata comegrave dal carattere e dal colorito dellaintera finzione Pandolfo Collenuccio che come abbiamoveduto pone il fatto ai tempi di Roberto Guiscardo dice di trarne321 Scelta di curiositagrave letterarie dispensa CLVIII Bologna 1878 p 154-6322 L III ed di Venezia 1543 f 60 v e 61 r323 Ap PISTORIUS Scriptores ed dello Struvio t III pagine 97324 Vita Leonis IX325 Rerum Hungaricarum dec II l 2326 Ed dellOesterley n 265 p 667327 Cod dalla Bibl Naz di Torino I II 15 f 79 v328 Rer Memor I III c 2 De astutia (Recentiores Innominatus) Illud quoquesatis callidum si modo verum quod non multis retro saeculis contigissequidam memorant Erat in Sicilia (ut aiunt) ingens statua quae in loconotissimo ab extrema hominum memoria intacta permanserat in qua literisvetustissimis insculptum erat Calendis Maiis habebo caput aureum Enimveroid ludicrum commentum quidam credidere alii nudum verborum sonumsecuti eo vanitatis excesserant ut in die Cal statuae caput terebrarent ubi cumnihil praeter solum marmor invenissent fabularum ac risus materiam vulgodederunt Unus tandem antiquitatem statuae simul atque artificiumcontemplatus cogitansque in re tam seria aliquid praeter fabulam laterescripturam ab omnibus conspectam sed a nemine intellectam acutioripenetravit ingenio Siquidem die Cal redeunte animo atque oculis intentusortum solis operiens locum ubi caput statuae primis radiis umbram iaceretdiligenter consignavit Illic postea clam et ex commodo suffodiens magnumauri pondus reperit

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il racconto da fideli auttori ma io non trovo che se ne facciaricordo da nessuno degli scrittori piugrave antichi che come GalfredoMalaterra Amato di Montecassino329 Guglielmo di Puglianarrano le storie normanne e le gesta di Roberto

Ho detto testegrave che questa storia della statua e del tesoro finisceper legarsi al nome di Virgilio Infatti racconta Enenkel nel suoWellbuch330 che Virgilio fabbricograve a Napoli una statua di bronzo laquale con luna mano indicava un monte con laltra si accennavail ventre una scritta lasciava intendere che la statua mostrava untesoro Molti andarono a scavare nel monte e non trovarono nullaUn giorno un ubbriaco volendo punire la statua della falsaindicazione con un colpo la infranse e trovograve chera tutta pienadoro Non so se Enenkel abbia immaginata egli stesso questavariante la quale sembra fatta apposta per moralizzarci sopra ose labbia tratta daltronde che forse egrave piugrave probabile ma nonvoglio tralasciar di accennare ad un riscontro per quanto fortuitoe remoto Narrasi pertanto che ai tempi di Leone Magno (457-474) Ardaburio prefetto delle milizie trovograve in Tracia una statuadi Erodiano curva ed obesa e che infrantala ne trassecentotrentatregrave libbre doro Limperatore risaputa la cosa lo fecemorire331

Finalmente nella Historia di cose memorabili della Cittagrave diBologna scritta per uno della famiglia dei Ramponi si trova laseguente narrazione che io riporto per intero e perchegrave serve adillustrare vie maggiormente la leggenda testegrave esposta e perchegrave egraveun documento importante del concetto in che si ebbero nel medio

329 O chi altri si sia lautore della Ystoire de li Normant pubblicata dalCHAMPOLLION-FIGEAC Parigi 1835 V WILMANS Ist Amatus von Montecasinoder Verfasser der Chronica Roberti Biscardi nellArchiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde t X p 122-30330 V VON DER HAGEN Gesammtabenteuer Stoccarda e Tubinga 1850 V II p525-7 dove egrave riportato il testo331 CODINO De signis Constantinopolitanis Excerpta de antiquitatibusConstantinopolitanis Bonos 1843 (Corp Script Hist Byzant) p 67

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il racconto da fideli auttori ma io non trovo che se ne facciaricordo da nessuno degli scrittori piugrave antichi che come GalfredoMalaterra Amato di Montecassino329 Guglielmo di Puglianarrano le storie normanne e le gesta di Roberto

Ho detto testegrave che questa storia della statua e del tesoro finisceper legarsi al nome di Virgilio Infatti racconta Enenkel nel suoWellbuch330 che Virgilio fabbricograve a Napoli una statua di bronzo laquale con luna mano indicava un monte con laltra si accennavail ventre una scritta lasciava intendere che la statua mostrava untesoro Molti andarono a scavare nel monte e non trovarono nullaUn giorno un ubbriaco volendo punire la statua della falsaindicazione con un colpo la infranse e trovograve chera tutta pienadoro Non so se Enenkel abbia immaginata egli stesso questavariante la quale sembra fatta apposta per moralizzarci sopra ose labbia tratta daltronde che forse egrave piugrave probabile ma nonvoglio tralasciar di accennare ad un riscontro per quanto fortuitoe remoto Narrasi pertanto che ai tempi di Leone Magno (457-474) Ardaburio prefetto delle milizie trovograve in Tracia una statuadi Erodiano curva ed obesa e che infrantala ne trassecentotrentatregrave libbre doro Limperatore risaputa la cosa lo fecemorire331

Finalmente nella Historia di cose memorabili della Cittagrave diBologna scritta per uno della famiglia dei Ramponi si trova laseguente narrazione che io riporto per intero e perchegrave serve adillustrare vie maggiormente la leggenda testegrave esposta e perchegrave egraveun documento importante del concetto in che si ebbero nel medio

329 O chi altri si sia lautore della Ystoire de li Normant pubblicata dalCHAMPOLLION-FIGEAC Parigi 1835 V WILMANS Ist Amatus von Montecasinoder Verfasser der Chronica Roberti Biscardi nellArchiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde t X p 122-30330 V VON DER HAGEN Gesammtabenteuer Stoccarda e Tubinga 1850 V II p525-7 dove egrave riportato il testo331 CODINO De signis Constantinopolitanis Excerpta de antiquitatibusConstantinopolitanis Bonos 1843 (Corp Script Hist Byzant) p 67

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evo la ricchezza e la magnificenza dei Romani332 laquoElapsis tribusmilibus fere annis ab hedificatione civitatis Ravenne a Romacondita VIc 93 Julius Cesar cum subiugasset omnes occiduasprovincias cum 7 legionibus militum venit Ravennamnobilissimam civitatum et ibi diu repausavit mandans indelegatos Romam quod propter victorias feliciter gestas sibiRomani secundum decernerent consulatum cui contradictum estet decretum quod nullus nuntius urbis rediens de sua legationequantumcumque felici possit Romam accedere nisi priusdepositis armis prope Ariminum Hec audiens Julius Cesar egretulit et adspirans ad imperium omnino proposuit ire Romam cummultitudine armata Unde stans Ravenna tanquam potestatemhabens fecit fieri quedam insignia magnificare se volens Hicmandavit fieri supra portam auream quamdam portam de auro etsubtus eam domunculam que habebat hostia de auro de ArabiaItem in medio muro supra portam fecit sculpiri se sedentem introno de auro in statua de ere idest quod ibi erat de ere JuliiCesaris cuius venter plenus erat numis aureis et habebat caput delapide precioso et in manu tenebat gemmam preciosam etinextimabilis valoris que refulgebat ut stella matutina et ante sehabebat mille libras de auro purissimo ad pondus Regis et extunc illa porta vocata est aurea que prius dicebatur asianaProcedente tempore Tiberius tercius imperator post Juliummandavit ducem Anthipoti regis qui asumpto Jape sapientissimoin arte rectoria fecit inscribi super portam auream quasdamliterae quae nullus intelligere poterat et erant scriptae supercaput statue Julii Cesaris Erat autem scriptura talis Prima diemadii habebo caput aureum cum tamen statua haberet caput delapide precioso Cumque diu eius interpretatio latuisset et multiconati fuissent intelligere epigrama tandem inventus est unus[qui] nescio cuius arte prima die madii oriente sole respexit ubi332 La traggo dal codice giagrave citato dellUniversitaria di Bologna Questomedesimo racconto salvo alcune leggiere varianti pubblicograve di su un codiceravennate contenente parecchie relazioni storiche della cittagrave di Ravenna ilMURATORI Script l I parte Ia p 575

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evo la ricchezza e la magnificenza dei Romani332 laquoElapsis tribusmilibus fere annis ab hedificatione civitatis Ravenne a Romacondita VIc 93 Julius Cesar cum subiugasset omnes occiduasprovincias cum 7 legionibus militum venit Ravennamnobilissimam civitatum et ibi diu repausavit mandans indelegatos Romam quod propter victorias feliciter gestas sibiRomani secundum decernerent consulatum cui contradictum estet decretum quod nullus nuntius urbis rediens de sua legationequantumcumque felici possit Romam accedere nisi priusdepositis armis prope Ariminum Hec audiens Julius Cesar egretulit et adspirans ad imperium omnino proposuit ire Romam cummultitudine armata Unde stans Ravenna tanquam potestatemhabens fecit fieri quedam insignia magnificare se volens Hicmandavit fieri supra portam auream quamdam portam de auro etsubtus eam domunculam que habebat hostia de auro de ArabiaItem in medio muro supra portam fecit sculpiri se sedentem introno de auro in statua de ere idest quod ibi erat de ere JuliiCesaris cuius venter plenus erat numis aureis et habebat caput delapide precioso et in manu tenebat gemmam preciosam etinextimabilis valoris que refulgebat ut stella matutina et ante sehabebat mille libras de auro purissimo ad pondus Regis et extunc illa porta vocata est aurea que prius dicebatur asianaProcedente tempore Tiberius tercius imperator post Juliummandavit ducem Anthipoti regis qui asumpto Jape sapientissimoin arte rectoria fecit inscribi super portam auream quasdamliterae quae nullus intelligere poterat et erant scriptae supercaput statue Julii Cesaris Erat autem scriptura talis Prima diemadii habebo caput aureum cum tamen statua haberet caput delapide precioso Cumque diu eius interpretatio latuisset et multiconati fuissent intelligere epigrama tandem inventus est unus[qui] nescio cuius arte prima die madii oriente sole respexit ubi332 La traggo dal codice giagrave citato dellUniversitaria di Bologna Questomedesimo racconto salvo alcune leggiere varianti pubblicograve di su un codiceravennate contenente parecchie relazioni storiche della cittagrave di Ravenna ilMURATORI Script l I parte Ia p 575

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in terra caput statue faciebat umbram et ibi faciens fodi invenitaurum in magna copiaraquo

Ma poichegrave Roma toccograve il sommo della prosperitagrave e della gloriasotto il magnifico reggimento di Augusto cosigrave per quellaconsuetudine propria del medio evo di tutto riferire al principequanto vegrave di piugrave spiccato nella vita di un popolo si cominciograve aconsiderare il primo imperatore di Roma come un rappresentanteanzi come un depositario della universale ricchezza romanaAugusto che si gloriava daver trovato Roma laterizia e dilasciarla marmorea fece stupire gli uomini del suo tempo per lamunificenza e la liberalitagrave onde dava prova continua e il medioevo che leggeva nei maggiori poeti le lodi di lui non potevadimenticarlo Si sapeva aver egli portato tanta copia doro inRoma da sminuirne in modo notabile il prezzo e il concetto chesi aveva delle ricchezze da lui raccolte se ne accresceva Il tributodi tutta la terra affluiva nel suo tesoro egli arricchiva dellespoglie dei principi e dei popoli vinti Dice Massudi nella suastoria intitolata I Prati doro333 che Augusto simpadronigrave deitesori dei re di Alessandria e di Macedonia e li portograve a Roma Sicredeva inoltre che nelluniversale censimento che si fece altempo della nascita di Cristo Augusto avesse obbligato ciascunodegli innumerevoli sudditi suoi a pagargli una moneta334 A pocoa poco la ricchezza dellimperatore si fa proverbiale RanulfoHigden vantando in un luogo delle sue storie lopulenza dellaGran Bretagna cita alcuni versi di cui gli ultimi quattro suonanocosigrave335

Insula praedives quae toto non eget orbeEt cujus totus indiget orbis opeInsula praedives cujus miretur et optet

333 Traduzione francese di C Barbier de Meynard e Pavet de Courteille v II p297334 V la Kaiserchronik ed del MASSMANN vol I v 651-64 v III p 550-2335 Polychronicon l I c 41 Essi sono citati come di un Alfredo

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in terra caput statue faciebat umbram et ibi faciens fodi invenitaurum in magna copiaraquo

Ma poichegrave Roma toccograve il sommo della prosperitagrave e della gloriasotto il magnifico reggimento di Augusto cosigrave per quellaconsuetudine propria del medio evo di tutto riferire al principequanto vegrave di piugrave spiccato nella vita di un popolo si cominciograve aconsiderare il primo imperatore di Roma come un rappresentanteanzi come un depositario della universale ricchezza romanaAugusto che si gloriava daver trovato Roma laterizia e dilasciarla marmorea fece stupire gli uomini del suo tempo per lamunificenza e la liberalitagrave onde dava prova continua e il medioevo che leggeva nei maggiori poeti le lodi di lui non potevadimenticarlo Si sapeva aver egli portato tanta copia doro inRoma da sminuirne in modo notabile il prezzo e il concetto chesi aveva delle ricchezze da lui raccolte se ne accresceva Il tributodi tutta la terra affluiva nel suo tesoro egli arricchiva dellespoglie dei principi e dei popoli vinti Dice Massudi nella suastoria intitolata I Prati doro333 che Augusto simpadronigrave deitesori dei re di Alessandria e di Macedonia e li portograve a Roma Sicredeva inoltre che nelluniversale censimento che si fece altempo della nascita di Cristo Augusto avesse obbligato ciascunodegli innumerevoli sudditi suoi a pagargli una moneta334 A pocoa poco la ricchezza dellimperatore si fa proverbiale RanulfoHigden vantando in un luogo delle sue storie lopulenza dellaGran Bretagna cita alcuni versi di cui gli ultimi quattro suonanocosigrave335

Insula praedives quae toto non eget orbeEt cujus totus indiget orbis opeInsula praedives cujus miretur et optet

333 Traduzione francese di C Barbier de Meynard e Pavet de Courteille v II p297334 V la Kaiserchronik ed del MASSMANN vol I v 651-64 v III p 550-2335 Polychronicon l I c 41 Essi sono citati come di un Alfredo

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Delicias Salomon Octavianus opes336

Ed ecco nascere spontaneamente una leggenda secondo laquale i tesori inestimabili ammassati da Ottaviano giaccionosepolti entro certe cavitagrave della terra affidati alla custodia di spiritimaligni o di singolari ingegni artifiziosamente e per arte magicacomposti Anche qui ci troviamo dinnanzi per primo Guglielmodi Malmesbury il quale nel l II della sua storia De gestis regumAnglorum337 inserisce il seguente racconto udito da lui quanderaancora fanciullo dalla bocca di un frate dAquitania eroe dellastrana avventura laquoEgo aiebat septennis despecta exilitate patrismei municipis Barcinonensis admodum tenuis transcendensnives Alpinas in Italiam veni Ibi ut id aetatis pusio summainopia victum quaeritans ingenium potius quam ventrem coluiAdultus multa illius terrae miracula oculis hausi et memoriaemandavi Inter quae vidi montem perforatum ultra quem accolaeab antiquo aestimabant thesauros Octaviani reconditosFerebantur etiam multi causa scrutandi ingressi per anfractus etsemetra viarum intercepti perisse Sed quia nullus fere timoravidas mentes ab incepto revocat ego cum sodalibus meis viriscirciter duodecim seu praedandi seu videndi studio illud itermeditabar aggredi Itaque Daedali secuti ingenium qui Theseum336 Ottaviano Augusto egrave anche altrove ricordato assai spesso come ricchissimoHANS VON BUEHEL Diocletianus Leben herausgegeben von Adelbert von KellerQuedlinburgo e Lipsia 1841 v 2051-4

Ze Rome auch ein keiser saszDer vast rich und mechtig wasEs hat vil goldes und wite lantEr was Octavianus genant

Versione catalana metrica dei Sette Savii edita dal Mussafia Vienna 1876 v1182-3

Octovia lemperadoravia molt gran trezor

337 Ap PERTZ Script t X p 463-4149

Delicias Salomon Octavianus opes336

Ed ecco nascere spontaneamente una leggenda secondo laquale i tesori inestimabili ammassati da Ottaviano giaccionosepolti entro certe cavitagrave della terra affidati alla custodia di spiritimaligni o di singolari ingegni artifiziosamente e per arte magicacomposti Anche qui ci troviamo dinnanzi per primo Guglielmodi Malmesbury il quale nel l II della sua storia De gestis regumAnglorum337 inserisce il seguente racconto udito da lui quanderaancora fanciullo dalla bocca di un frate dAquitania eroe dellastrana avventura laquoEgo aiebat septennis despecta exilitate patrismei municipis Barcinonensis admodum tenuis transcendensnives Alpinas in Italiam veni Ibi ut id aetatis pusio summainopia victum quaeritans ingenium potius quam ventrem coluiAdultus multa illius terrae miracula oculis hausi et memoriaemandavi Inter quae vidi montem perforatum ultra quem accolaeab antiquo aestimabant thesauros Octaviani reconditosFerebantur etiam multi causa scrutandi ingressi per anfractus etsemetra viarum intercepti perisse Sed quia nullus fere timoravidas mentes ab incepto revocat ego cum sodalibus meis viriscirciter duodecim seu praedandi seu videndi studio illud itermeditabar aggredi Itaque Daedali secuti ingenium qui Theseum336 Ottaviano Augusto egrave anche altrove ricordato assai spesso come ricchissimoHANS VON BUEHEL Diocletianus Leben herausgegeben von Adelbert von KellerQuedlinburgo e Lipsia 1841 v 2051-4

Ze Rome auch ein keiser saszDer vast rich und mechtig wasEs hat vil goldes und wite lantEr was Octavianus genant

Versione catalana metrica dei Sette Savii edita dal Mussafia Vienna 1876 v1182-3

Octovia lemperadoravia molt gran trezor

337 Ap PERTZ Script t X p 463-4149

de labirinto filo eduxit praevio nos quoque glomus ingensportantes paxillum in introitu fiximus Ibi principio fili ligatoaccensis laternis ne praeter devia etiam caecitate impediremurdevoluto glomere et per unumquodque miliarium paxillo appositosub caverna montis quomodocumque iter nostrum direximusCaeca erant omnia et magni orroris plena Vespertiliones deconcavis egredientes oculos et ora infestabant Semita arcta et alaeva praecipitio et subterlabente fluvio timenda Vidimustramitem vestitum nudis ossibus flevimus cadavera tabo adhucfluentia hominum quos eadem quae nos spes raptasset postmontis introitum non valentium invenire exitum Sed tandemaliquando post multos timores ad egressum ulteriorempervenientes vidimus stagnum placidum aquis crispantibus ubidulcibus illisa lapsibus alludebat unda littoribus Pons aereusutramque ripam continuabat Ultra pontem visebantur miraemagnitudinis equi aurei cum assessoribus aeque aureis et ceteraquae de Gerberto dicta sunt In quibus die medio Phoebi iubarinfusum duplicato fulgore oculos intuentium hebetabat Nos quihaec eminus videntes propriori aspectu delectaremur asportaturisi sors sineret aliquam splendidi metalli crustam hortaminealterno animati stagnum transire paramus Sed nequicquam Dumenim quidam ceteris praeruptior citeriori margini pontis pedemimponeret continuo quod mirum auditu sit illo depresso ulteriorelevatus est producens rusticum aereum cum aereo malleo quoille undas verberans ita obnubilavit aera ut diem coelumquesubtexeret Detracto pede pax fuit Temptatum idem a pluribusidemque expertum Itaque desperatu transitu aliquantulum ibiconstitimus et quamdiu potuimus solo saltem visu libavimusaurum Mox per vestigia fili regressi pateram argenteamreperimus Qua in frusta desecta et minutatim partita pruritumaviditatis nostrae tantumodo irritantens non etiam fami fecimussatis Postero die collato consilio magistrum quendam illiustemporis adivimus qui dicebatur nomen Domini ineffabile scireInterrogatus scientiam non inficiatur adiciens quod tanta esset

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de labirinto filo eduxit praevio nos quoque glomus ingensportantes paxillum in introitu fiximus Ibi principio fili ligatoaccensis laternis ne praeter devia etiam caecitate impediremurdevoluto glomere et per unumquodque miliarium paxillo appositosub caverna montis quomodocumque iter nostrum direximusCaeca erant omnia et magni orroris plena Vespertiliones deconcavis egredientes oculos et ora infestabant Semita arcta et alaeva praecipitio et subterlabente fluvio timenda Vidimustramitem vestitum nudis ossibus flevimus cadavera tabo adhucfluentia hominum quos eadem quae nos spes raptasset postmontis introitum non valentium invenire exitum Sed tandemaliquando post multos timores ad egressum ulteriorempervenientes vidimus stagnum placidum aquis crispantibus ubidulcibus illisa lapsibus alludebat unda littoribus Pons aereusutramque ripam continuabat Ultra pontem visebantur miraemagnitudinis equi aurei cum assessoribus aeque aureis et ceteraquae de Gerberto dicta sunt In quibus die medio Phoebi iubarinfusum duplicato fulgore oculos intuentium hebetabat Nos quihaec eminus videntes propriori aspectu delectaremur asportaturisi sors sineret aliquam splendidi metalli crustam hortaminealterno animati stagnum transire paramus Sed nequicquam Dumenim quidam ceteris praeruptior citeriori margini pontis pedemimponeret continuo quod mirum auditu sit illo depresso ulteriorelevatus est producens rusticum aereum cum aereo malleo quoille undas verberans ita obnubilavit aera ut diem coelumquesubtexeret Detracto pede pax fuit Temptatum idem a pluribusidemque expertum Itaque desperatu transitu aliquantulum ibiconstitimus et quamdiu potuimus solo saltem visu libavimusaurum Mox per vestigia fili regressi pateram argenteamreperimus Qua in frusta desecta et minutatim partita pruritumaviditatis nostrae tantumodo irritantens non etiam fami fecimussatis Postero die collato consilio magistrum quendam illiustemporis adivimus qui dicebatur nomen Domini ineffabile scireInterrogatus scientiam non inficiatur adiciens quod tanta esset

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eius nomini virtus ut nulla ei magia nulla mathesis obsistereposset Ita multo pretio redemptus ieiunus et confessus noseodem modo paratos duxit ad fontem De quo hausta aqua in fialaargentea tacens digitis literas figurabat donec oculis intelleximusquod ore affari nequiremus Tunc fiducialiter ad montemaccessimus sed exitum ulteriorem a demonibus credo obstipatumoffendimus invidentibus scilicet nomini Domini quod eorumcommenta refelleret Venit mane ad me nigromanticus Iudeusquem audita gestorum fama exciverat percuntatusque rem ubisocordiam nostram accepit multo cachinno bilem succutienslaquolaquoQuin tu inquit videas licebit quantum potentia meae artisvaleatraquoraquo Et incunctanter montem introiens non multo postegressus multa quae ultra fluvium notaveram ad iudiciumtransitus sui afferens pulverem sane locupletissimum quoquicquid contingeretur in aurum flavescebat non quod ita provero esset sed quia ita videretur quoad aqua dilueretur Nihil enimquod per nigromantiam fit potest in aqua aspectum intuentiumfallereraquo

Dice Guglielmo di Malmesbury che questi tesori di Ottavianoerano quegli stessi scoperti da Gerberto in Roma ma nelsupposto racconto del monaco di Barcellona nulla fa sospettareche il monte forato sia in Roma ed oltre a ciograve fra le duedescrizioni corre troppa diversitagrave perchegrave si possano tutte dueriferire ai medesimi obietti Del resto il racconto che precede sitrova riportato piugrave o meno succintamente da VincenzoBellovacense338 da Pietro Berchorio339 dallautore del MagnumChronicon Belgicum340 e da altri parecchi Egrave da notare che storie aquesta somiglianti di persone che penetrarono in qualche segretacavitagrave e vi trovarono tesori e altre meraviglie sono moltofrequenti nelle cronache del medio evo In pressochegrave tutte i tesoriseveramente custoditi da misteriose potenze non debbon esser

338 Spec hist l XXV c 100339 Reductorium morale l XIV c 72340 Ap PISTORIUS Script ed dello Struvio t III p 97

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eius nomini virtus ut nulla ei magia nulla mathesis obsistereposset Ita multo pretio redemptus ieiunus et confessus noseodem modo paratos duxit ad fontem De quo hausta aqua in fialaargentea tacens digitis literas figurabat donec oculis intelleximusquod ore affari nequiremus Tunc fiducialiter ad montemaccessimus sed exitum ulteriorem a demonibus credo obstipatumoffendimus invidentibus scilicet nomini Domini quod eorumcommenta refelleret Venit mane ad me nigromanticus Iudeusquem audita gestorum fama exciverat percuntatusque rem ubisocordiam nostram accepit multo cachinno bilem succutienslaquolaquoQuin tu inquit videas licebit quantum potentia meae artisvaleatraquoraquo Et incunctanter montem introiens non multo postegressus multa quae ultra fluvium notaveram ad iudiciumtransitus sui afferens pulverem sane locupletissimum quoquicquid contingeretur in aurum flavescebat non quod ita provero esset sed quia ita videretur quoad aqua dilueretur Nihil enimquod per nigromantiam fit potest in aqua aspectum intuentiumfallereraquo

Dice Guglielmo di Malmesbury che questi tesori di Ottavianoerano quegli stessi scoperti da Gerberto in Roma ma nelsupposto racconto del monaco di Barcellona nulla fa sospettareche il monte forato sia in Roma ed oltre a ciograve fra le duedescrizioni corre troppa diversitagrave perchegrave si possano tutte dueriferire ai medesimi obietti Del resto il racconto che precede sitrova riportato piugrave o meno succintamente da VincenzoBellovacense338 da Pietro Berchorio339 dallautore del MagnumChronicon Belgicum340 e da altri parecchi Egrave da notare che storie aquesta somiglianti di persone che penetrarono in qualche segretacavitagrave e vi trovarono tesori e altre meraviglie sono moltofrequenti nelle cronache del medio evo In pressochegrave tutte i tesoriseveramente custoditi da misteriose potenze non debbon esser

338 Spec hist l XXV c 100339 Reductorium morale l XIV c 72340 Ap PISTORIUS Script ed dello Struvio t III p 97

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toccati e chi sattenta di portarvi la mano egrave punito della temeritagravesua341 Di solito il custode egrave un drago o un cane diabolico Nonmindugio a ricercare il mito primitivo che certamente sinasconde sotto a questa popolare credenza ma faccio osservareche nel medio evo si aveva una ragione specialissima per credereche i tesori sepolti non potessero essere involati Credevasi cheessi fossero serbati allAnticristo il quale se ne gioverebbe perprocacciarsi aderenti e per premiare i suoi apostoli342 Perograve i

341 Siami lecito di recarne qualche altro esempio In unopera manoscritta in piugravevolumi che si conserva nella Bibl Nat di Parigi segnata Fr 377-379 eintitolata Histoire du monde si legge nel v III f 44 v 45 r la storia seguenteche si spaccia tratta da Plinio laquoComme il nous baille exemple de cellui quiavoit mis son tresor a lentree de ung petit porche soubz le pavement qui estoitdarain par dessoubz et estoit concave et le raemplit tout de vif argent et leansavoit ymaiges de serpens et de grans villains qui tenoient en leurs poins grosbastons et grosses massues Et si y avoit des archiers tenans arcs entenduz etflesches encochiees Et se aucun leans entroit au premier pas quil faisoit leanstous le pois du vif argent se enclinoit la pesanteur Et ainsi esmouvoit toutes lesdictes ymaiges selon ycelles diverses proporcions Et sembloit que les serpensqui avoient la gueulle ouverte deussent devourer touz ceulx qui leans vouloiententrer Et aussi les archiers gectoient et tiroient leurs fleiches contre ceulx quileans vouloient entrer Et les villains de leurs gros bastons se esforccediloient defort ferir Et ainsi les larrons qui les tresors de leans vouloient ravir et emblersen retournoient et fuyoient touz esbahis et espoventes de la faerie et desenchantemens dessusdiz sans rien des tresors de leans emporterraquo RaccontalHAPPEL nelle sue Groumlste Denkwuumlrdigkeiten der Welt oder sogenannteRelationes curiosae Amburgo 1663 segg parte 1a p 229 segg che uncavaliere tedesco e alcuni frati napoletani penetrarono una volta nella Grottadella Sibilla presso Pozzuoli Uno dei frati che faceva da guida raccomandograve aicompagni di serbare il silenzio e di non prendere negrave toccare nessuna delle coseche si offrirebbero loro alla vista Passano oltre e giungono dopo lungocammino in certe cavitagrave le cui pareti erano doro e dargento misto a pietrepreziose e il suolo sparso di gemme Quivi trovano una immagine gigantescadi donna di terribile aspetto Uno dei frati si lascia vincere dalla tentazione eraccoglie di terra una gemma Incontanente si spengono i lumi tra le mani degliesploratori che a grande stento in mezzo alla piugrave profonda oscuritagrave e perangusti e malagevoli meati riescono a ritrovare luscita342 Questa credenza egrave espressa in molte opere ascetiche e storiche come pure inparecchi misteri della venuta dellAnticristo e del Giudizio Universale Nella

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toccati e chi sattenta di portarvi la mano egrave punito della temeritagravesua341 Di solito il custode egrave un drago o un cane diabolico Nonmindugio a ricercare il mito primitivo che certamente sinasconde sotto a questa popolare credenza ma faccio osservareche nel medio evo si aveva una ragione specialissima per credereche i tesori sepolti non potessero essere involati Credevasi cheessi fossero serbati allAnticristo il quale se ne gioverebbe perprocacciarsi aderenti e per premiare i suoi apostoli342 Perograve i

341 Siami lecito di recarne qualche altro esempio In unopera manoscritta in piugravevolumi che si conserva nella Bibl Nat di Parigi segnata Fr 377-379 eintitolata Histoire du monde si legge nel v III f 44 v 45 r la storia seguenteche si spaccia tratta da Plinio laquoComme il nous baille exemple de cellui quiavoit mis son tresor a lentree de ung petit porche soubz le pavement qui estoitdarain par dessoubz et estoit concave et le raemplit tout de vif argent et leansavoit ymaiges de serpens et de grans villains qui tenoient en leurs poins grosbastons et grosses massues Et si y avoit des archiers tenans arcs entenduz etflesches encochiees Et se aucun leans entroit au premier pas quil faisoit leanstous le pois du vif argent se enclinoit la pesanteur Et ainsi esmouvoit toutes lesdictes ymaiges selon ycelles diverses proporcions Et sembloit que les serpensqui avoient la gueulle ouverte deussent devourer touz ceulx qui leans vouloiententrer Et aussi les archiers gectoient et tiroient leurs fleiches contre ceulx quileans vouloient entrer Et les villains de leurs gros bastons se esforccediloient defort ferir Et ainsi les larrons qui les tresors de leans vouloient ravir et emblersen retournoient et fuyoient touz esbahis et espoventes de la faerie et desenchantemens dessusdiz sans rien des tresors de leans emporterraquo RaccontalHAPPEL nelle sue Groumlste Denkwuumlrdigkeiten der Welt oder sogenannteRelationes curiosae Amburgo 1663 segg parte 1a p 229 segg che uncavaliere tedesco e alcuni frati napoletani penetrarono una volta nella Grottadella Sibilla presso Pozzuoli Uno dei frati che faceva da guida raccomandograve aicompagni di serbare il silenzio e di non prendere negrave toccare nessuna delle coseche si offrirebbero loro alla vista Passano oltre e giungono dopo lungocammino in certe cavitagrave le cui pareti erano doro e dargento misto a pietrepreziose e il suolo sparso di gemme Quivi trovano una immagine gigantescadi donna di terribile aspetto Uno dei frati si lascia vincere dalla tentazione eraccoglie di terra una gemma Incontanente si spengono i lumi tra le mani degliesploratori che a grande stento in mezzo alla piugrave profonda oscuritagrave e perangusti e malagevoli meati riescono a ritrovare luscita342 Questa credenza egrave espressa in molte opere ascetiche e storiche come pure inparecchi misteri della venuta dellAnticristo e del Giudizio Universale Nella

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diavoli nerano fatti naturali e legittimi custodi Quanto al villanodi bronzo che nel racconto del monaco di Barcellona impediscelaccesso aglintrusi esso ha molti riscontri nella letteraturaromanzesca del medio evo

Dei tesori di Ottaviano si parla ancora in alcune versioni delLibro dei Sette Savii lagrave dove si narra la storia del tesoriereinfedele che colto in un tranello tesogli dal suo signore per nonessere riconosciuto e per salvare dallinfamia segrave e la famigliapropria si fa mozzare il capo dal figliuolo (Gaza)343 Ottaviano egraverappresentato in questo racconto quale un grande amatore eraccoglitore di ricchezze

testegrave citata Histoire du monde v III f 45 r e v si trova a tale proposito ilseguente passo laquoItem dit Plinius que moult de telz tresors sont muciez soubzles montaignes qui sont la reservez jusques au temps de lAntecrist Et nousmet exemple de cellui a qui le deable dist laquolaquoQuant tu tel tresor treuves tu ne lepuez avoir ne possider car nostre maistre Lucifer le reserve et gardediligemment pour son grant amy Antecrist qui brief viendra qui a ses bonsamis lors les departiraraquoraquo Item dit Plinius que en Appule pres de Naplescomme dit la commune et ancienne opinion a dessoubz les montaignes granset nobles palais ou moult a de grans tresors qui la sont par enchantementcachiez et muciez par science diabolique lesquels sont aus hommesimpossibles a trouverraquo In questo curioso libro molte altre strane favole sitrovano riferite sotto il nome di Plinio o di Solino343 Nel Dolophatos di GIOVANNI DI ALTA SELVA che egrave il testo primitivo latino ilnome di Ottaviano ancora non comparisce laquoFuit antiquo tempore rex quidammagnus et potens qui congregandi thesauros maximam curam habens magnealtitudinis turrim auro argento preciosisque quibusque rebus usque adsummum repleveratraquo Ed dellOesterley Strasburgo e Londra 1873 p 45Esso si trova invece nel racconto della Diocletianus Leben di HANS VON BUEHELnella versione catalana dei Sette Savii nel Romans des Sept Sages pubblicatodal Keller e in parecchie altre versioni francesi nelle versioni italiane eccAnche qui abbiamo uno dei soliti casi di attrazione Questa storia ricompariscema molto alterata nel Pecorone Giorn IX nov 1a Nei Compassionevoliavvenimenti di Erasto c XV il fatto si pone in Egitto ed egrave noto che in origineesso egrave quello stesso della storia del re Rampsinit narrata da Erodoto o dellastoria di Trofonio narrata da Pausania V Altdeutsche Blaumltter dellHAUPT 1835p 143

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diavoli nerano fatti naturali e legittimi custodi Quanto al villanodi bronzo che nel racconto del monaco di Barcellona impediscelaccesso aglintrusi esso ha molti riscontri nella letteraturaromanzesca del medio evo

Dei tesori di Ottaviano si parla ancora in alcune versioni delLibro dei Sette Savii lagrave dove si narra la storia del tesoriereinfedele che colto in un tranello tesogli dal suo signore per nonessere riconosciuto e per salvare dallinfamia segrave e la famigliapropria si fa mozzare il capo dal figliuolo (Gaza)343 Ottaviano egraverappresentato in questo racconto quale un grande amatore eraccoglitore di ricchezze

testegrave citata Histoire du monde v III f 45 r e v si trova a tale proposito ilseguente passo laquoItem dit Plinius que moult de telz tresors sont muciez soubzles montaignes qui sont la reservez jusques au temps de lAntecrist Et nousmet exemple de cellui a qui le deable dist laquolaquoQuant tu tel tresor treuves tu ne lepuez avoir ne possider car nostre maistre Lucifer le reserve et gardediligemment pour son grant amy Antecrist qui brief viendra qui a ses bonsamis lors les departiraraquoraquo Item dit Plinius que en Appule pres de Naplescomme dit la commune et ancienne opinion a dessoubz les montaignes granset nobles palais ou moult a de grans tresors qui la sont par enchantementcachiez et muciez par science diabolique lesquels sont aus hommesimpossibles a trouverraquo In questo curioso libro molte altre strane favole sitrovano riferite sotto il nome di Plinio o di Solino343 Nel Dolophatos di GIOVANNI DI ALTA SELVA che egrave il testo primitivo latino ilnome di Ottaviano ancora non comparisce laquoFuit antiquo tempore rex quidammagnus et potens qui congregandi thesauros maximam curam habens magnealtitudinis turrim auro argento preciosisque quibusque rebus usque adsummum repleveratraquo Ed dellOesterley Strasburgo e Londra 1873 p 45Esso si trova invece nel racconto della Diocletianus Leben di HANS VON BUEHELnella versione catalana dei Sette Savii nel Romans des Sept Sages pubblicatodal Keller e in parecchie altre versioni francesi nelle versioni italiane eccAnche qui abbiamo uno dei soliti casi di attrazione Questa storia ricompariscema molto alterata nel Pecorone Giorn IX nov 1a Nei Compassionevoliavvenimenti di Erasto c XV il fatto si pone in Egitto ed egrave noto che in origineesso egrave quello stesso della storia del re Rampsinit narrata da Erodoto o dellastoria di Trofonio narrata da Pausania V Altdeutsche Blaumltter dellHAUPT 1835p 143

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Octoviiens fu ia a rommeEn cest siecle not plus sage hommeNe miels amast argent ne orEm pluisors lius fu son tresor344

laquoIn questa cittagrave ebbe un nperatore chiamato Ottaviano cheamograve piugrave loro e largiento che altre cose e amollo tanto chenempiegrave tutta la Torre della Luna345raquo

A poco a poco il liberale e magnifico Augusto si trasforma inun principe cupido e avaro In alcune versioni dei GestaRomanorum e del Libro dei Sette Savii si narra chegli per aviditagravedi tesoro lasciograve distruggere la Salvatio da certi fraudolentiemissarii dei nemici di Roma come si diragrave piugrave distesamente nelcapitolo che segue Nella versione tedesca dei Sette Saviistampata in Augsburgo nel 1488 si dice che in pena di ciograve egli fusotterrato vivo con la bocca piena doro Cosigrave toccava in certomodo ad Augusto la sorte di Marco Crasso346

Giacomo da Voragine racconta nella Legenda aurea347 unastoriella assai appropriata al concetto che nel medio evo si ebbedella ricchezza dei Romani Quando a Roma si prese a costruire ilPantheon di forma rotonda per significare leternitagrave degli dei sivide che stante lampiezza del giro non sarebbe stato possibile dialzare con gli ajuti ordinari la testudine ossia la cupola Allora344 Li romans des sept sages pubblicato dal KELLER Tubinga 1836 v 2850-3345 Il Libro dei Sette Savj di Roma edito dal DANCONA Pisa 1864 p 27 Iltesto francese di cui litaliano altro non egrave che una traduzione nomina qui la tordel Croissant la quale si trova ricordata pure nel poema intitolato Ladestruction de Rome nel Balan e altrove Gaston Paris crede si tratti del CastelSantAngelo che spesso si trova chiamato Castellum Crescentii (Histoirepoeacutetique de Charlemagne Parigi 1865 p 251) ed egrave probabile congetturaGiova ricordare tuttavia che verano ancora in Roma la torre Crescenza diproprietagrave dei Crescenzii fuori Porta Flaminia e la torre di Crescenzioaltrimenti detta di Cola di Rienzo o casa di Pilato346 V SCHMIDT Beitraumlge zur Geschichte der romantischen Poesie Berlino1818 p 119-24 Enenkel racconta che a Claudio fu versato in bocca dellorofuso Cf MASSMANN Kaiserchronik V III pp 632-3347 Ed del Graumlsse c CLXII (157)

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Octoviiens fu ia a rommeEn cest siecle not plus sage hommeNe miels amast argent ne orEm pluisors lius fu son tresor344

laquoIn questa cittagrave ebbe un nperatore chiamato Ottaviano cheamograve piugrave loro e largiento che altre cose e amollo tanto chenempiegrave tutta la Torre della Luna345raquo

A poco a poco il liberale e magnifico Augusto si trasforma inun principe cupido e avaro In alcune versioni dei GestaRomanorum e del Libro dei Sette Savii si narra chegli per aviditagravedi tesoro lasciograve distruggere la Salvatio da certi fraudolentiemissarii dei nemici di Roma come si diragrave piugrave distesamente nelcapitolo che segue Nella versione tedesca dei Sette Saviistampata in Augsburgo nel 1488 si dice che in pena di ciograve egli fusotterrato vivo con la bocca piena doro Cosigrave toccava in certomodo ad Augusto la sorte di Marco Crasso346

Giacomo da Voragine racconta nella Legenda aurea347 unastoriella assai appropriata al concetto che nel medio evo si ebbedella ricchezza dei Romani Quando a Roma si prese a costruire ilPantheon di forma rotonda per significare leternitagrave degli dei sivide che stante lampiezza del giro non sarebbe stato possibile dialzare con gli ajuti ordinari la testudine ossia la cupola Allora344 Li romans des sept sages pubblicato dal KELLER Tubinga 1836 v 2850-3345 Il Libro dei Sette Savj di Roma edito dal DANCONA Pisa 1864 p 27 Iltesto francese di cui litaliano altro non egrave che una traduzione nomina qui la tordel Croissant la quale si trova ricordata pure nel poema intitolato Ladestruction de Rome nel Balan e altrove Gaston Paris crede si tratti del CastelSantAngelo che spesso si trova chiamato Castellum Crescentii (Histoirepoeacutetique de Charlemagne Parigi 1865 p 251) ed egrave probabile congetturaGiova ricordare tuttavia che verano ancora in Roma la torre Crescenza diproprietagrave dei Crescenzii fuori Porta Flaminia e la torre di Crescenzioaltrimenti detta di Cola di Rienzo o casa di Pilato346 V SCHMIDT Beitraumlge zur Geschichte der romantischen Poesie Berlino1818 p 119-24 Enenkel racconta che a Claudio fu versato in bocca dellorofuso Cf MASSMANN Kaiserchronik V III pp 632-3347 Ed del Graumlsse c CLXII (157)

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si pensograve di riempiere di terra mescolata con denari tutto il vanodelledifizio mano mano che le mura crescevano sopra suolo Aquesto modo si potegrave compiere agevolmente lopera e compiutache fu si diede licenza a chiunque volesse trar fuori di quellaterra di appropriarsi le monete che vi avrebbe trovato Accorsegran moltitudine di gente e in poco dora fu votato il tempio

Per concludere ricorderograve ancora una favola rabbinica la qualespiega molto bene a suo modo lopulenza romana Nel trattatoPesachim del Talmud348 si narra come largento e loro di tutto ilmondo raccolti da Giuseppe in Egitto passando da uno ad unaltro popolo da uno ad un altro principe furono portatifinalmente in Roma Gli Ebrei che primi li tolsero agli Egizii neridiventeranno padroni quando venga il Messia

Negrave certo il concetto che il medio evo si formograve della ricchezzadi Roma puograve dirsi esagerato se si pensa che come or oravedremo il solo Campidoglio era stimato valere la terza parte ditutto il mondo

348 EISENMENGER Entdecktes Judenthum p 769-70155

si pensograve di riempiere di terra mescolata con denari tutto il vanodelledifizio mano mano che le mura crescevano sopra suolo Aquesto modo si potegrave compiere agevolmente lopera e compiutache fu si diede licenza a chiunque volesse trar fuori di quellaterra di appropriarsi le monete che vi avrebbe trovato Accorsegran moltitudine di gente e in poco dora fu votato il tempio

Per concludere ricorderograve ancora una favola rabbinica la qualespiega molto bene a suo modo lopulenza romana Nel trattatoPesachim del Talmud348 si narra come largento e loro di tutto ilmondo raccolti da Giuseppe in Egitto passando da uno ad unaltro popolo da uno ad un altro principe furono portatifinalmente in Roma Gli Ebrei che primi li tolsero agli Egizii neridiventeranno padroni quando venga il Messia

Negrave certo il concetto che il medio evo si formograve della ricchezzadi Roma puograve dirsi esagerato se si pensa che come or oravedremo il solo Campidoglio era stimato valere la terza parte ditutto il mondo

348 EISENMENGER Entdecktes Judenthum p 769-70155

CAPITOLO VI

La potenza di Roma

La memoria della potenza formidabile e dello sconfinatoimpero di Roma eccita in particolar modo le fantasie nel medioevo Se pochi ricordano che nel nome stesso di Roma siconteneva secondo una delle etimologie spacciate giagrave dagliantichi come un vaticinio della potenza futura (ρώmicroη) se pochiconoscono laltro nome di Valenza onde pure sera fregiata untempo la cittagrave dominatrice del mondo molti immaginano che lapotenza romana sia stata cosigrave grande sin dal principio come fusolamente di poi Costoro non sanno figurarsi una Roma umile edebole349

In sul chiudersi dellevo antico quando giagrave della passatafortuna non altro rimane che un doloroso ricordo Simmacochiama ancora Roma arx terrarum Durante tutto il medio evonei tempi piugrave sciagurati in fondo alla maggior miseria Romaserba unaria di signoria che impone rispetto

Se non che quella potenza che non ebbe leguale nel mondoappare agli spiriti inesplicabile e miracolosa Mal note lecondizioni della vita antica ignorati affatto gli espedienti e iprocedimenti della politica e dellamministrazione di Roma di cuinoi stessi dopo i lunghi studii fatti intendiamo a mala pena ilcomplicato e vigoroso meccanismo non era possibile alloratrovare la spiegazione puramente naturale dellincontrastato edincontrastabile dilargarsi della dominazione romana sopra laterra Non sintendevano quelle spedizioni audaci e glorioseeseguite con lanimo stesso e con la stessa prontezza con cuierano decretate non sintendevano quei trionfi mirabili per cuivaste inesplorate regioni diventavano dalloggi al domani349 Giovanni dOutremeuse dagrave a Romolo e agli altri re il titolo dimperatori sinoda allora i Romani signoreggiarono tutto il mondo

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CAPITOLO VI

La potenza di Roma

La memoria della potenza formidabile e dello sconfinatoimpero di Roma eccita in particolar modo le fantasie nel medioevo Se pochi ricordano che nel nome stesso di Roma siconteneva secondo una delle etimologie spacciate giagrave dagliantichi come un vaticinio della potenza futura (ρώmicroη) se pochiconoscono laltro nome di Valenza onde pure sera fregiata untempo la cittagrave dominatrice del mondo molti immaginano che lapotenza romana sia stata cosigrave grande sin dal principio come fusolamente di poi Costoro non sanno figurarsi una Roma umile edebole349

In sul chiudersi dellevo antico quando giagrave della passatafortuna non altro rimane che un doloroso ricordo Simmacochiama ancora Roma arx terrarum Durante tutto il medio evonei tempi piugrave sciagurati in fondo alla maggior miseria Romaserba unaria di signoria che impone rispetto

Se non che quella potenza che non ebbe leguale nel mondoappare agli spiriti inesplicabile e miracolosa Mal note lecondizioni della vita antica ignorati affatto gli espedienti e iprocedimenti della politica e dellamministrazione di Roma di cuinoi stessi dopo i lunghi studii fatti intendiamo a mala pena ilcomplicato e vigoroso meccanismo non era possibile alloratrovare la spiegazione puramente naturale dellincontrastato edincontrastabile dilargarsi della dominazione romana sopra laterra Non sintendevano quelle spedizioni audaci e glorioseeseguite con lanimo stesso e con la stessa prontezza con cuierano decretate non sintendevano quei trionfi mirabili per cuivaste inesplorate regioni diventavano dalloggi al domani349 Giovanni dOutremeuse dagrave a Romolo e agli altri re il titolo dimperatori sinoda allora i Romani signoreggiarono tutto il mondo

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province di Roma e diventavano soggetti di Roma popoli barbarie bellicosi insofferenti di giogo Per intendere ciograve bisognavanecessariamente ricorrere alle spiegazioni soprannaturali che pergiunta erano le piugrave omogenee allo spirito dei tempi e le piugravecomunemente accette Si disse che Roma chiamata a preparare ilmondo alla venuta del Redentore era per decreto della stessaProvvidenza destinata a soggiogare tutti i popoli si disse chesoggiacendo essa al segno del Leone doveva per virtugrave dinflussicelesti ottenere necessariamente luniversale dominio350 e si disseancora che con arti magiche essa provvide alla sicurezza e allagloria propria Ed ecco qui presentarcisi la leggenda famosa dellaSalvatio Romae della quale ora intendo discorrere alquantodiffusamente

Il vigore con cui da Roma si tenevano sotto il giogo tanti ecosigrave diversi popoli la prontezza con che si reprimevano leribellioni facevano stupire Nella Kaiserchronik si dice che aiRomani nessuno poteva resistere negrave in terra negrave in mare351 eBenzone nel suo scritto Ad Heinricum IV imperatorem inseriscequesti versi352

Sicubi forte surgebat nociva sedicioUt in coelis est exorta in rerum initioProtinus suffocabatur Romano iudicioTunc humanitas vacabat omni gravi vicio

Alla pronta repressione delle ribellioni Roma aveva provvedutoappunto con la Salvatio artifizio magico singolarissimo che disolito si pone in Campidoglio350 ALBERTO DA CARRARA De constitutione mundi trattato XIV c 4351 V 211-4

weder ucircf der erde noch ucircf dem merenemohte sich ir nieman irwerensie ne wurden in gehoumlrsamunde ze Rome undertacircn

352 L I ap PERTZ Script t XI p 598157

province di Roma e diventavano soggetti di Roma popoli barbarie bellicosi insofferenti di giogo Per intendere ciograve bisognavanecessariamente ricorrere alle spiegazioni soprannaturali che pergiunta erano le piugrave omogenee allo spirito dei tempi e le piugravecomunemente accette Si disse che Roma chiamata a preparare ilmondo alla venuta del Redentore era per decreto della stessaProvvidenza destinata a soggiogare tutti i popoli si disse chesoggiacendo essa al segno del Leone doveva per virtugrave dinflussicelesti ottenere necessariamente luniversale dominio350 e si disseancora che con arti magiche essa provvide alla sicurezza e allagloria propria Ed ecco qui presentarcisi la leggenda famosa dellaSalvatio Romae della quale ora intendo discorrere alquantodiffusamente

Il vigore con cui da Roma si tenevano sotto il giogo tanti ecosigrave diversi popoli la prontezza con che si reprimevano leribellioni facevano stupire Nella Kaiserchronik si dice che aiRomani nessuno poteva resistere negrave in terra negrave in mare351 eBenzone nel suo scritto Ad Heinricum IV imperatorem inseriscequesti versi352

Sicubi forte surgebat nociva sedicioUt in coelis est exorta in rerum initioProtinus suffocabatur Romano iudicioTunc humanitas vacabat omni gravi vicio

Alla pronta repressione delle ribellioni Roma aveva provvedutoappunto con la Salvatio artifizio magico singolarissimo che disolito si pone in Campidoglio350 ALBERTO DA CARRARA De constitutione mundi trattato XIV c 4351 V 211-4

weder ucircf der erde noch ucircf dem merenemohte sich ir nieman irwerensie ne wurden in gehoumlrsamunde ze Rome undertacircn

352 L I ap PERTZ Script t XI p 598157

Di tutti gli antichi edifizii di Roma il piugrave famoso nel medioevo egrave il Campidoglio della cui magnificenza si diconomeraviglie e reputato valere a dirittura la terza parte del mondoFondato da Romolo o da altro dei primi re esso era coevo con lacittagrave era il capo di Roma e del mondo la sede del senato lastanza augusta della potestagrave suprema353 Era al tempo stesso untempio un propugnacolo un tribunale Non di rado nelle

353 Capitolium quod erat caput mundi ubi consules et senatores morabantur adgubernandum orbem cuius facies cooperta erat muris altis et firmis diu superfastigium montis vitro et auro undique coopertis et miris operibus laqueatisInfra arcem palatium fuit miris operibus auro et argento et aere et lapidibuspretiosis perornatum ut esset speculum omnibus gentibus Descriptio plenariatotius urbis - Ideo dicebatur aureum Capitolium quia prae omnibus regnistotius orbis pollebat sapientia et decore Id - Capitolium erat caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad gubernandum orbem Cuius faciescooperta erat muris altis et firmis super fastigio montis vitro et auro undiquecoopertis et miris operibus laqueatis ut esset speculum omnibus gentibus Insummitate arcis super porticum crinorum fuit templum Iovis et Monete In quoerat aurea statua Iovis sedens in aureo trono Graphia aureae urbis Romae -Est ibi quoddam castellum quod dicitur Capitolium Fuit caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad consulendum urbem et totum orbemCuius facies cooperta fuit muris altissimis et in sumitate intus ereo et deauratocooperto infra arcem (sic) Quod dicitur tertiam partem mundi valere quod fuitpermagna parte auro et lapidibus pretiosis perornatum GIACOMO DA ACQUIChronicon - In un testo dei Mirabilia che si conserva manoscritto aStoccarda si legge similmente laquoDicebatur tertiam partem mundi valere quodfuit pro magna parte aureum et preciosis lapidibus perornatumraquo (V MASSMANNKaiserchronik v III p 423) Palacii Capitolii adhuc patent vestigia et positoquod multas conditiones mutaverint tamen satis representantur sed templa etalia quae in eo fiunt tacemus per nunc sed dicam inferius posito quod in ruinatotum iam diu sit sed volo tacere Verbum autem per Cassiodorum dictum ubifacit mentionem de septem maioribus aedificiis mundi qui in fine ponit quaemirifica Romae et excelsa Capitolii inextimabilia nomina fuisse et in suoconceptu ignorat dare figuram nec terminum Anonymus Magliabecchianus -(Numa) fundamenta Capitolii iecit quod postea constructum a Romanis unumde septem mirabilibus mundi fuit Nam ipsum Capitolium Romae Salvatiocivium maior quam civitas Chronica regia S Pantaleonis ap ECCARD Corpushistoricorum medii aevi t II p 695 - Capitolium omnium caput arcemqueterrarum PETRARCA Epistola a Filippo di Vitry dellanno 1350 Nella Fiorita di

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Di tutti gli antichi edifizii di Roma il piugrave famoso nel medioevo egrave il Campidoglio della cui magnificenza si diconomeraviglie e reputato valere a dirittura la terza parte del mondoFondato da Romolo o da altro dei primi re esso era coevo con lacittagrave era il capo di Roma e del mondo la sede del senato lastanza augusta della potestagrave suprema353 Era al tempo stesso untempio un propugnacolo un tribunale Non di rado nelle

353 Capitolium quod erat caput mundi ubi consules et senatores morabantur adgubernandum orbem cuius facies cooperta erat muris altis et firmis diu superfastigium montis vitro et auro undique coopertis et miris operibus laqueatisInfra arcem palatium fuit miris operibus auro et argento et aere et lapidibuspretiosis perornatum ut esset speculum omnibus gentibus Descriptio plenariatotius urbis - Ideo dicebatur aureum Capitolium quia prae omnibus regnistotius orbis pollebat sapientia et decore Id - Capitolium erat caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad gubernandum orbem Cuius faciescooperta erat muris altis et firmis super fastigio montis vitro et auro undiquecoopertis et miris operibus laqueatis ut esset speculum omnibus gentibus Insummitate arcis super porticum crinorum fuit templum Iovis et Monete In quoerat aurea statua Iovis sedens in aureo trono Graphia aureae urbis Romae -Est ibi quoddam castellum quod dicitur Capitolium Fuit caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad consulendum urbem et totum orbemCuius facies cooperta fuit muris altissimis et in sumitate intus ereo et deauratocooperto infra arcem (sic) Quod dicitur tertiam partem mundi valere quod fuitpermagna parte auro et lapidibus pretiosis perornatum GIACOMO DA ACQUIChronicon - In un testo dei Mirabilia che si conserva manoscritto aStoccarda si legge similmente laquoDicebatur tertiam partem mundi valere quodfuit pro magna parte aureum et preciosis lapidibus perornatumraquo (V MASSMANNKaiserchronik v III p 423) Palacii Capitolii adhuc patent vestigia et positoquod multas conditiones mutaverint tamen satis representantur sed templa etalia quae in eo fiunt tacemus per nunc sed dicam inferius posito quod in ruinatotum iam diu sit sed volo tacere Verbum autem per Cassiodorum dictum ubifacit mentionem de septem maioribus aedificiis mundi qui in fine ponit quaemirifica Romae et excelsa Capitolii inextimabilia nomina fuisse et in suoconceptu ignorat dare figuram nec terminum Anonymus Magliabecchianus -(Numa) fundamenta Capitolii iecit quod postea constructum a Romanis unumde septem mirabilibus mundi fuit Nam ipsum Capitolium Romae Salvatiocivium maior quam civitas Chronica regia S Pantaleonis ap ECCARD Corpushistoricorum medii aevi t II p 695 - Capitolium omnium caput arcemqueterrarum PETRARCA Epistola a Filippo di Vitry dellanno 1350 Nella Fiorita di

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cronache egrave fatto ricordo del teschio che fu trovato nella terraquando si cavograve per gettarvi le fondamenta e che quasi unsimbolo del futuro primato diede al Campidoglio il suo nome354Nel Roman dEneas di Benedetto di Sainte-More il quale vivevanella seconda metagrave del XII secolo il Campidoglio egrave cosigravedescritto355

Li Capitoiles sist agrave destreHors du chastel agrave une partOugrave furent par comun esgartLi senateur mis pour jugerPour tenir droit pour tort plessierCe fu liex pour tenir les plaizPar merveilleux enging fu fezMoult fu larges et biaus dedenzVoutes et ars y ot II cenzJa ni parlast uns si tres basNe fust oiz en elle pasPar tout le Capitoile entierLi XXIIII senateurI estoient ja esgardeacutePuis ot Romme la poesteacuteDilusc agrave moult lointien sage

Armannino Giudice egrave scritto (conto XXX cod Laurenz pl LXII 12) laquoSeptecolli a dentro a Roma ondella si chiama ciptagrave di VII cholli In su uno di queglicolli il quale nel meczo di Roma risiede ivi fu quello deficio che Campodoglio si chiama il quale per lectera viene a dire campo dItallia perograve che inquello sedeano gli magistrati i quali rendeano ragione aglitaliani e a tucto ilmondo Ma perchegrave Ytalia era membro di Roma decto fu quello luogho dItaliachaporaquo - La magnificenza del Campidoglio fu deplorata come eccessiva daalcuni fra gli stessi scrittori latini I poeti ce lo dipingono sfavillante doro ed egravevero che Stilicone si portograve via le lamine doro che ne vestivano le porte eGenserico le tegole dorate354 V circa questa tradizione ORIOLI Caput Toli e la sua leggenda Annali dicorrispondenza archeologica 1834 Zonara il quale visse nella prima metagrave delXII secolo narra di questo teschio una storia abbastanza stravagante che quinon importa riferire Comp Histor De Romanorum primordiis355 JOLY Op cit v II p 320

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cronache egrave fatto ricordo del teschio che fu trovato nella terraquando si cavograve per gettarvi le fondamenta e che quasi unsimbolo del futuro primato diede al Campidoglio il suo nome354Nel Roman dEneas di Benedetto di Sainte-More il quale vivevanella seconda metagrave del XII secolo il Campidoglio egrave cosigravedescritto355

Li Capitoiles sist agrave destreHors du chastel agrave une partOugrave furent par comun esgartLi senateur mis pour jugerPour tenir droit pour tort plessierCe fu liex pour tenir les plaizPar merveilleux enging fu fezMoult fu larges et biaus dedenzVoutes et ars y ot II cenzJa ni parlast uns si tres basNe fust oiz en elle pasPar tout le Capitoile entierLi XXIIII senateurI estoient ja esgardeacutePuis ot Romme la poesteacuteDilusc agrave moult lointien sage

Armannino Giudice egrave scritto (conto XXX cod Laurenz pl LXII 12) laquoSeptecolli a dentro a Roma ondella si chiama ciptagrave di VII cholli In su uno di queglicolli il quale nel meczo di Roma risiede ivi fu quello deficio che Campodoglio si chiama il quale per lectera viene a dire campo dItallia perograve che inquello sedeano gli magistrati i quali rendeano ragione aglitaliani e a tucto ilmondo Ma perchegrave Ytalia era membro di Roma decto fu quello luogho dItaliachaporaquo - La magnificenza del Campidoglio fu deplorata come eccessiva daalcuni fra gli stessi scrittori latini I poeti ce lo dipingono sfavillante doro ed egravevero che Stilicone si portograve via le lamine doro che ne vestivano le porte eGenserico le tegole dorate354 V circa questa tradizione ORIOLI Caput Toli e la sua leggenda Annali dicorrispondenza archeologica 1834 Zonara il quale visse nella prima metagrave delXII secolo narra di questo teschio una storia abbastanza stravagante che quinon importa riferire Comp Histor De Romanorum primordiis355 JOLY Op cit v II p 320

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Qui di artifizii magici propriamente non si fa parola ma giagraveaccenna a qualche cosa di magico giagrave esprime assaiacconciamente il concetto che i reggitori sedenti in Campidoglioerano in grado di risapere ogni piugrave secreta cosa quanto si dicedella mirabile diffusione dei suoni in tutto ledifizio proprietagrave chefa tornare in mente il famoso Orecchio di Dionigi e la sua anticaleggenda Che il Campidoglio servisse anche di tribunale egravecreduto comunemente A proposito della ingiusta sentenzapronunziata da Teodorico contro Boezio si legge nel noto poemaprovenzale

El capitoli lendema al di clarlai o solien las altras leis jutjarlai veng lo reis sa felnia menar

Fazio degli Uberti fa dire a Roma in un luogo giagrave citato delDittamondo356

Vedi lantico e ricco CampidoglioQuello era il capo mio e dir potreiDi tutto il mondo laltezza e lorgoglio

Si ricordava che nel Campidoglio era stato il tempio e ilsimulacro di Giove conservatore o custode357 e imperatori e poetinon potevano bramare piugrave solenne onoranza che di ricevere inCampidoglio quelli la corona imperiale questi la corona poeticaI Mirabilia e la Graphia pongono la Salvatio in Campidoglio edicono comera composta Cerano tante statue quanti erano iregni di tutto il mondo e ciascuna aveva un campanello appeso al

356 L II c 31357 Ciograve egrave ricordato anche da RANULFO HIGDEN Polychronicon l I c 24 laquoItem inCapitolio quod erat altis muris vitro et auro coopertis quasi speculum mundisublimiter erectum ubi consules et senatores mundum regebant erat templumIovis in quo statua Iovis aurea in throno aureo erat sedensraquo

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Qui di artifizii magici propriamente non si fa parola ma giagraveaccenna a qualche cosa di magico giagrave esprime assaiacconciamente il concetto che i reggitori sedenti in Campidoglioerano in grado di risapere ogni piugrave secreta cosa quanto si dicedella mirabile diffusione dei suoni in tutto ledifizio proprietagrave chefa tornare in mente il famoso Orecchio di Dionigi e la sua anticaleggenda Che il Campidoglio servisse anche di tribunale egravecreduto comunemente A proposito della ingiusta sentenzapronunziata da Teodorico contro Boezio si legge nel noto poemaprovenzale

El capitoli lendema al di clarlai o solien las altras leis jutjarlai veng lo reis sa felnia menar

Fazio degli Uberti fa dire a Roma in un luogo giagrave citato delDittamondo356

Vedi lantico e ricco CampidoglioQuello era il capo mio e dir potreiDi tutto il mondo laltezza e lorgoglio

Si ricordava che nel Campidoglio era stato il tempio e ilsimulacro di Giove conservatore o custode357 e imperatori e poetinon potevano bramare piugrave solenne onoranza che di ricevere inCampidoglio quelli la corona imperiale questi la corona poeticaI Mirabilia e la Graphia pongono la Salvatio in Campidoglio edicono comera composta Cerano tante statue quanti erano iregni di tutto il mondo e ciascuna aveva un campanello appeso al

356 L II c 31357 Ciograve egrave ricordato anche da RANULFO HIGDEN Polychronicon l I c 24 laquoItem inCapitolio quod erat altis muris vitro et auro coopertis quasi speculum mundisublimiter erectum ubi consules et senatores mundum regebant erat templumIovis in quo statua Iovis aurea in throno aureo erat sedensraquo

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collo Quando un regno insorgeva contro la signoria di Roma ilcampanello di quella tale statua che stava a rappresentarlo inCampidoglio ne dava annunzio sonando Allora i sacerdoti cheavevano quelle statue in custodia ne avvertivano il senato e ilsenato incontanente mandava le sue legioni a reprimere laribellione Cosigrave fu fatta la spedizione di Agrippa e quella di Deciocontro i Persiani Io espongo anzi tutto la leggendaconformemente alla versione che se ne ha nei Mirabilia e nellaGraphia perchegrave i Mirabilia e la Graphia rappresentano in certomodo la maturitagrave delle leggende medievali intorno a Roma mafanno menzione della Salvatio assai prima un testo latino dellXIsecolo conservato nella Vaticana358 lAnonimo Salernitano nellasua Cronaca composta verso il 978359 sul cui racconto dovrogravetornare fra breve San Cosma di Gerusalemme (Agiopolita) nelsecolo VIII360 lautore del citato opuscolo De septem miraculismundi361 Tutti costoro pongono la Salvatio nel Campidoglio Se358 Pubblicato dal PRELLER nel Philologus v I p 103359 Ad a 886 ap PERTZ Script t III p 538-9360 Nel commento al carme CI di San Gregorio Nazianzeno ap MAISpicilegium Romanum v II parte 2a p 221 οἱ δὲ φασὶ τὸ lsquoΡώmicroηςΚαπειτώλιον ἔστι γαρ κτίσmicroα microέγα περιβόλοις συνεχὀmicroενον ἐν ᾦ πλήθηζωδίων εστίν καὶ σηειον ἑκάσω τούτων ἦν ποτὲ καὶ γαρ φασὶ κώδονας ἐκχειρός ἀποκρεmicroασθηναι τουτών ζωδίον δὲ κατrsquo εθνος ἧν ἅπαν ὄπερ φησινἐσήmicroαινεν διὰ του κώδονος τὴν οὕπερ εἰκονίζει κίνησιν ἐσθrsquo ὅτε πολεmicroικὴνἔθνους πολλα δὲ καὶ αλλα θαύmicroατα αξια κατὰ rsquoΡώmicroην ἐστίν361 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quam civitasibique fuerunt gentium a Romanis captarum statuae vel deorum imagines etin statuarum pectoribus nomina gentium scripta quae a Romanis capta fuerantet tintinnabula in collibus eorum appensa Sacerdotes autem pervigiles diebuset noctibus per vices ad harum custodiam curam habentes intendebant siquaelibet eorum moveretur sonum mox faciente tintinnabulo ut scirent quaegens romanis rebellaret Hoc autem cognito romanis principibus verbo velscripto nunciabant ut scirent ad quam gentem reprimendam exercitum moxdestinare deberentraquo - Il testo giagrave ricordato del codice di Wessobrun fattoconoscere dal Docen (V KELLER Li Romans des Sept Sages p CCVII) suonapresso a poco lo stesso laquoVII Miracula Primum Capitolium Romae salu[a]tiototius [middotmiddot] quia civitas civium et ibi consecratio statuarum omnium gentium

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collo Quando un regno insorgeva contro la signoria di Roma ilcampanello di quella tale statua che stava a rappresentarlo inCampidoglio ne dava annunzio sonando Allora i sacerdoti cheavevano quelle statue in custodia ne avvertivano il senato e ilsenato incontanente mandava le sue legioni a reprimere laribellione Cosigrave fu fatta la spedizione di Agrippa e quella di Deciocontro i Persiani Io espongo anzi tutto la leggendaconformemente alla versione che se ne ha nei Mirabilia e nellaGraphia perchegrave i Mirabilia e la Graphia rappresentano in certomodo la maturitagrave delle leggende medievali intorno a Roma mafanno menzione della Salvatio assai prima un testo latino dellXIsecolo conservato nella Vaticana358 lAnonimo Salernitano nellasua Cronaca composta verso il 978359 sul cui racconto dovrogravetornare fra breve San Cosma di Gerusalemme (Agiopolita) nelsecolo VIII360 lautore del citato opuscolo De septem miraculismundi361 Tutti costoro pongono la Salvatio nel Campidoglio Se358 Pubblicato dal PRELLER nel Philologus v I p 103359 Ad a 886 ap PERTZ Script t III p 538-9360 Nel commento al carme CI di San Gregorio Nazianzeno ap MAISpicilegium Romanum v II parte 2a p 221 οἱ δὲ φασὶ τὸ lsquoΡώmicroηςΚαπειτώλιον ἔστι γαρ κτίσmicroα microέγα περιβόλοις συνεχὀmicroενον ἐν ᾦ πλήθηζωδίων εστίν καὶ σηειον ἑκάσω τούτων ἦν ποτὲ καὶ γαρ φασὶ κώδονας ἐκχειρός ἀποκρεmicroασθηναι τουτών ζωδίον δὲ κατrsquo εθνος ἧν ἅπαν ὄπερ φησινἐσήmicroαινεν διὰ του κώδονος τὴν οὕπερ εἰκονίζει κίνησιν ἐσθrsquo ὅτε πολεmicroικὴνἔθνους πολλα δὲ καὶ αλλα θαύmicroατα αξια κατὰ rsquoΡώmicroην ἐστίν361 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quam civitasibique fuerunt gentium a Romanis captarum statuae vel deorum imagines etin statuarum pectoribus nomina gentium scripta quae a Romanis capta fuerantet tintinnabula in collibus eorum appensa Sacerdotes autem pervigiles diebuset noctibus per vices ad harum custodiam curam habentes intendebant siquaelibet eorum moveretur sonum mox faciente tintinnabulo ut scirent quaegens romanis rebellaret Hoc autem cognito romanis principibus verbo velscripto nunciabant ut scirent ad quam gentem reprimendam exercitum moxdestinare deberentraquo - Il testo giagrave ricordato del codice di Wessobrun fattoconoscere dal Docen (V KELLER Li Romans des Sept Sages p CCVII) suonapresso a poco lo stesso laquoVII Miracula Primum Capitolium Romae salu[a]tiototius [middotmiddot] quia civitas civium et ibi consecratio statuarum omnium gentium

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lopuscolo De septem miraculis mundi fosse veramente di Bedala descrizione che vi si contiene sarebbe fra tutte la piugrave antica erisalirebbe al secolo VII ma ad ogni modo trovandosi essa comeho accennato piugrave sopra (v p 112 n 10) anche in un codicedellottavo secolo e di questo medesimo secolo essendo quella diSan Cosma noi abbiamo piena certezza che la leggenda indiscorso era giagrave sorta e costituita nel settecento Ma nulla vieta dicredere che fosse anche piugrave antica e che lorigine sua risalga aitempi della giagrave inoltrata decadenza di Roma quando piugravemeravigliosa pareva lantica fortuna e si stentava a intenderne leragioni

Il Campidoglio era certo per la Salvatio il ricetto piugrave acconcioe piugrave degno e quivi noi lo vediam porre dagli scrittori piugrave antichiche ne fecero memoria e quivi ancora da molti altri che venneropoi come Giacomo da Acqui Armannino Giudice lAutore deiFaictz merveilleux de Virgile ecc ecc Ma in seguito per quellamobilitagrave propria e nativa delle immaginazioni popolari per cuifacilmente si tramutano da persona a persona e da luogo a luogonoi vediamo la Salvatio in forza di certe suggestioni fantastichepiugrave o meno facili a essere riconosciute trasferita in altri fra i piugrave

quia [quae] statuae scripta nomina in pectore gentis cujus imaginem tenebantgestabant et tintinnabulum in collo uniuscujusque statuae erat et sacerdotesdie ac nocte semper vigilantes custodiebant et quae gens in rebellumconsurgere conabatur contra Romanorum imperium statua illius gentisconmovebatur et tintinnabula in collo illius resonabant ita ut scriptum nomencontinuo sacerdos principibus deportaret et ipsi absque mora exercitum adreprimendam gentem dirigerentraquo - Per opportunitagrave di confronto ecco anche iltesto pubblicato dal Preller laquoMiraculum primum Capitolium Romae tutiusquam civitas civium Et ibi consecratio statuarum omnium gentium quaescripta nomina in pectore gentis cuius imaginem tenebant gestabant ettintinnabulum in collo uniuscuiusque statuae erat et sacerdotes die ac noctesemper vicibus vigilantes eas custodiebant et quae gens in rebellionemconsurgere conabatur contra romanum imperium statua illius commovebaturet tintinnabulum in collo illius resonabat ita ut scriptum nomen continuosacerdotes principibus deportarent et ipsi absque mora exercitum adreprimendam eandem gentem dirigerentraquo

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lopuscolo De septem miraculis mundi fosse veramente di Bedala descrizione che vi si contiene sarebbe fra tutte la piugrave antica erisalirebbe al secolo VII ma ad ogni modo trovandosi essa comeho accennato piugrave sopra (v p 112 n 10) anche in un codicedellottavo secolo e di questo medesimo secolo essendo quella diSan Cosma noi abbiamo piena certezza che la leggenda indiscorso era giagrave sorta e costituita nel settecento Ma nulla vieta dicredere che fosse anche piugrave antica e che lorigine sua risalga aitempi della giagrave inoltrata decadenza di Roma quando piugravemeravigliosa pareva lantica fortuna e si stentava a intenderne leragioni

Il Campidoglio era certo per la Salvatio il ricetto piugrave acconcioe piugrave degno e quivi noi lo vediam porre dagli scrittori piugrave antichiche ne fecero memoria e quivi ancora da molti altri che venneropoi come Giacomo da Acqui Armannino Giudice lAutore deiFaictz merveilleux de Virgile ecc ecc Ma in seguito per quellamobilitagrave propria e nativa delle immaginazioni popolari per cuifacilmente si tramutano da persona a persona e da luogo a luogonoi vediamo la Salvatio in forza di certe suggestioni fantastichepiugrave o meno facili a essere riconosciute trasferita in altri fra i piugrave

quia [quae] statuae scripta nomina in pectore gentis cujus imaginem tenebantgestabant et tintinnabulum in collo uniuscujusque statuae erat et sacerdotesdie ac nocte semper vigilantes custodiebant et quae gens in rebellumconsurgere conabatur contra Romanorum imperium statua illius gentisconmovebatur et tintinnabula in collo illius resonabant ita ut scriptum nomencontinuo sacerdos principibus deportaret et ipsi absque mora exercitum adreprimendam gentem dirigerentraquo - Per opportunitagrave di confronto ecco anche iltesto pubblicato dal Preller laquoMiraculum primum Capitolium Romae tutiusquam civitas civium Et ibi consecratio statuarum omnium gentium quaescripta nomina in pectore gentis cuius imaginem tenebant gestabant ettintinnabulum in collo uniuscuiusque statuae erat et sacerdotes die ac noctesemper vicibus vigilantes eas custodiebant et quae gens in rebellionemconsurgere conabatur contra romanum imperium statua illius commovebaturet tintinnabulum in collo illius resonabat ita ut scriptum nomen continuosacerdotes principibus deportarent et ipsi absque mora exercitum adreprimendam eandem gentem dirigerentraquo

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cospicui edifizii di Roma e cioegrave nel Pantheon362 nel Colosseo363nel Tempio della Concordia364 Il Libro Imperiale la mette inistretta relazione col tempio di Giano nel passo seguente365 laquoUnaporta artificiata era in Roma sotto el monte Giannicolo doveanticamente abitograve lo re Jano primo re dItalia da cui egrave nominato elmonte Giannicolo La detta porta era di metallo ornatamaravigliosamente et con grande artificio perograve che quando

362 Nel Pantheon la pone una versione tedesca dei Mirabilia (Manoscrittodella Biblioteca di Corte in Vienna n 2962) laquoDer ander tempel waz genantPantheon auf dem tempel waz Thybilles (Cibeles) dye solt sein ain muteraller abgoter zw der fussen waren schilde von allen landen von wan der manchoem so sach er an dem schilde welchen enden sein lant lag do er von wazund geziret mit golde dye selbige Tbybilles und mit edeln gestaine der underden fussen mit merswein und mit pfaben dye waren schon und rain verguldetIn dem selben tempel waren also vil sawlen ale rechter fursten tuem und reichwaren in der welt und auf ieglicher seweln waz ain abgot von dem lande undhet ain glocken an seinem hals und dyenten dem pilde als ain fraw undwelche lande sich wider satezet wyder Rom und wyder romisches reich sowendet sich der abgot des landes und umb cheret den ruecke gegen dem pildevon Rom und dy glocken dy der abgot an den hals het dy lawlet sich selbenSo taten dann dy huter des tempels daz ze wyssen den senatoren und derherschaft zw Capitoli dy santen dann aues in dy finsternues der ritterschaft dazman daz lant wyder erscrhitte (sic) und erchrieget Der selbige tempel ist nuegenant ad sanctam Mariam Rotundamraquo Vedi una descrizione in tutto simile aquesta ma tratta da una versione tedesca dei Gesta romanorum nel v III dellaKaiserchronik del MASSMANN p 423 Giovanni Lydgate nella sua versione deltrattato del Boccaccio De casibus virorum et feminarum illustrium dice delPantheon

Whyche was a temple of old foundacionFul of ydols up set on hye stagesThere throughe the worlde of every nacionWere of their goddes set up great ymagesTo every kingdom direct were their visagesAs poetes and Fulgens by hys liveIn bokes olde plainly doth dyscriveEvery ymage had in his hande a bellAs apperteyneth to every nacionWhich by craft some token should tell

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cospicui edifizii di Roma e cioegrave nel Pantheon362 nel Colosseo363nel Tempio della Concordia364 Il Libro Imperiale la mette inistretta relazione col tempio di Giano nel passo seguente365 laquoUnaporta artificiata era in Roma sotto el monte Giannicolo doveanticamente abitograve lo re Jano primo re dItalia da cui egrave nominato elmonte Giannicolo La detta porta era di metallo ornatamaravigliosamente et con grande artificio perograve che quando

362 Nel Pantheon la pone una versione tedesca dei Mirabilia (Manoscrittodella Biblioteca di Corte in Vienna n 2962) laquoDer ander tempel waz genantPantheon auf dem tempel waz Thybilles (Cibeles) dye solt sein ain muteraller abgoter zw der fussen waren schilde von allen landen von wan der manchoem so sach er an dem schilde welchen enden sein lant lag do er von wazund geziret mit golde dye selbige Tbybilles und mit edeln gestaine der underden fussen mit merswein und mit pfaben dye waren schon und rain verguldetIn dem selben tempel waren also vil sawlen ale rechter fursten tuem und reichwaren in der welt und auf ieglicher seweln waz ain abgot von dem lande undhet ain glocken an seinem hals und dyenten dem pilde als ain fraw undwelche lande sich wider satezet wyder Rom und wyder romisches reich sowendet sich der abgot des landes und umb cheret den ruecke gegen dem pildevon Rom und dy glocken dy der abgot an den hals het dy lawlet sich selbenSo taten dann dy huter des tempels daz ze wyssen den senatoren und derherschaft zw Capitoli dy santen dann aues in dy finsternues der ritterschaft dazman daz lant wyder erscrhitte (sic) und erchrieget Der selbige tempel ist nuegenant ad sanctam Mariam Rotundamraquo Vedi una descrizione in tutto simile aquesta ma tratta da una versione tedesca dei Gesta romanorum nel v III dellaKaiserchronik del MASSMANN p 423 Giovanni Lydgate nella sua versione deltrattato del Boccaccio De casibus virorum et feminarum illustrium dice delPantheon

Whyche was a temple of old foundacionFul of ydols up set on hye stagesThere throughe the worlde of every nacionWere of their goddes set up great ymagesTo every kingdom direct were their visagesAs poetes and Fulgens by hys liveIn bokes olde plainly doth dyscriveEvery ymage had in his hande a bellAs apperteyneth to every nacionWhich by craft some token should tell

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Roma avea pace stava la detta porta sempre serata et quando siribellava alcuna provincia la porta per se stessa sapriva Alloragli Romani corevano al Panteon ciograve egrave a Santa Maria Ritondadove erano in luogo alto statue366 le quali rappresentavano leprovince del mondo et quando alcuna si ribellava quella talestatua voltava le spalle et perograve gli Romani quando vedevano

Whan any kingdom fil in rebellion

E nel Pantheon pone la Salvatio Lodovico Dolce

Non la Ritonda or sagra e giagrave profanaLagrave dova tante statue erano posteChe avean legata al collo una campana

(Il primo libro delle Opere burlesche di M Francesco Berni e di altri ed diLeida 1823-4 parte 2a p 271) Al trapasso della Salvatio dal Campidoglio alPantheon diede forse occasione il cap CLXII[157] della Legenda aurea in cuiquella si descrive senza che sia detto propriamente dove si trovi di guisa chetrattando il capitolo della consacrazione del Pantheon e della Istituzione dellafesta dOgnissanti facilmente si poteva credere da chi lo leggeva che laSalvatio fosse nel Pantheon e la Legenda aurea fu comegrave noto divulgatissimanel medio evo In quello stesso capitolo Giacomo da Voragine dice inoltre chenel Pantheon laquoomnes provinciae mirabiliter sculptae erant ita ut quicumqueRomam venisset versus quo esset sua provincia scire possetraquo Si confrontiquesto passo con laltro parallelo dei Mirabilia in tedesco testegrave riferito363 Nel Colosseo la pone ALESSANDRO NECKAM (De laudibus divinae sapientiaedist Va v 289-308)

Delicias operum si quaeris cerne colossumEt quam tutata est Iuno moneta domum

A cultu solis nomea sumpsisse colossumFertur materiam nobilem vicit opus

Gemmas sidereas rutilantes igni micantiCoelum stelliferum vincere posse putes

Ars vires experta suas contendere secumSi laudes operis consulis ausa fuit

Quaelibet hic propria regio signata figuraAt medium tenuit inclita Roma locum

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Roma avea pace stava la detta porta sempre serata et quando siribellava alcuna provincia la porta per se stessa sapriva Alloragli Romani corevano al Panteon ciograve egrave a Santa Maria Ritondadove erano in luogo alto statue366 le quali rappresentavano leprovince del mondo et quando alcuna si ribellava quella talestatua voltava le spalle et perograve gli Romani quando vedevano

Whan any kingdom fil in rebellion

E nel Pantheon pone la Salvatio Lodovico Dolce

Non la Ritonda or sagra e giagrave profanaLagrave dova tante statue erano posteChe avean legata al collo una campana

(Il primo libro delle Opere burlesche di M Francesco Berni e di altri ed diLeida 1823-4 parte 2a p 271) Al trapasso della Salvatio dal Campidoglio alPantheon diede forse occasione il cap CLXII[157] della Legenda aurea in cuiquella si descrive senza che sia detto propriamente dove si trovi di guisa chetrattando il capitolo della consacrazione del Pantheon e della Istituzione dellafesta dOgnissanti facilmente si poteva credere da chi lo leggeva che laSalvatio fosse nel Pantheon e la Legenda aurea fu comegrave noto divulgatissimanel medio evo In quello stesso capitolo Giacomo da Voragine dice inoltre chenel Pantheon laquoomnes provinciae mirabiliter sculptae erant ita ut quicumqueRomam venisset versus quo esset sua provincia scire possetraquo Si confrontiquesto passo con laltro parallelo dei Mirabilia in tedesco testegrave riferito363 Nel Colosseo la pone ALESSANDRO NECKAM (De laudibus divinae sapientiaedist Va v 289-308)

Delicias operum si quaeris cerne colossumEt quam tutata est Iuno moneta domum

A cultu solis nomea sumpsisse colossumFertur materiam nobilem vicit opus

Gemmas sidereas rutilantes igni micantiCoelum stelliferum vincere posse putes

Ars vires experta suas contendere secumSi laudes operis consulis ausa fuit

Quaelibet hic propria regio signata figuraAt medium tenuit inclita Roma locum

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aperto el delubro di Jano ricorrevano al Panteon et riguardata367

la statua formavano le melizie et prestamente andavano in quellaparteraquo

Secondo Yacirckucirct della cui descrizione di Roma si egrave giagrave parlatola Salvatio trovavasi in San Giovanni in Laterano che essendosede del pontefice era diventato il vero caput urbis Ma moltospesso ancora essa non egrave in nessuno dei luoghi sinora indicati la

Reginam decuit vultus reverentia sceptrumPraefulgens vestis et diadema decens

Insidias si gens Romanis ulla parabatVulto detexit ejus imago scelus

Vertice demisso defigens lumina terraeSese declarans criminis esse ream

Et pulsata manu statuae campanula plebemAccivit populus arma fremebat ovans

Haec opus humanus labor ars industria virtusIngenii laudem censuit esse suam

Nel De naturis rerum l II c 174 Alessandro Neckam parla similmente dellaSalvatio ma non dice dove fosse Nel Colosseo la pone inoltre il RamponilaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbis existebatcaput mirabili modo constructum pariter et fabricatum magne latitudinis etimmense altitudinis quod dicebatur Colideus quia dii ibi colebantur In hocvero Collideo erat congregatio statuarum deorum omnium gentium in sublimiparte ipsius templi in secretissimo loco existentium tintinnabulum vero adcollum uniuscuiusque statue appendebat et sacerdotes die ac nocte sempervicissim vigilantes eas custodiebant Illa vero gens qui rebellis contraRomanum imperium consurgere conabatur et censum statutum Romanoimperio dare recusabat statua illius gentis per artem magicam a poeta sciliceta Virgilio constructa statim commovebatur et tintinnabulum quod in colloeius habebat illico resonabat Qualis statua ipsius gentis nomen habens incaput scriptum sacerdotes vero tintinnabulum audientes ad urbis Romanepretores velocissime proficisci properabant superscriptionem et ipsius gentisnomen in scriptis eis deferentes et tunc ipsi pretores exercitum militum etvirorum pugnatorum prout res postulabat ad gentem illam subiugandamfestinanter mittere properabantraquo Lo stesso ha Uguccione da Pisa (HugwitioHugutio) il quale chiude la sua breve descrizione dicendo laquoTali arte RomaniTrojani mundum subjugabantraquo (V DU CANGE Glossarium s v Coliseum)Andrea Ratisbonense nella sua Cronaca copia Uguccione (Ap EOCARD Corp

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aperto el delubro di Jano ricorrevano al Panteon et riguardata367

la statua formavano le melizie et prestamente andavano in quellaparteraquo

Secondo Yacirckucirct della cui descrizione di Roma si egrave giagrave parlatola Salvatio trovavasi in San Giovanni in Laterano che essendosede del pontefice era diventato il vero caput urbis Ma moltospesso ancora essa non egrave in nessuno dei luoghi sinora indicati la

Reginam decuit vultus reverentia sceptrumPraefulgens vestis et diadema decens

Insidias si gens Romanis ulla parabatVulto detexit ejus imago scelus

Vertice demisso defigens lumina terraeSese declarans criminis esse ream

Et pulsata manu statuae campanula plebemAccivit populus arma fremebat ovans

Haec opus humanus labor ars industria virtusIngenii laudem censuit esse suam

Nel De naturis rerum l II c 174 Alessandro Neckam parla similmente dellaSalvatio ma non dice dove fosse Nel Colosseo la pone inoltre il RamponilaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbis existebatcaput mirabili modo constructum pariter et fabricatum magne latitudinis etimmense altitudinis quod dicebatur Colideus quia dii ibi colebantur In hocvero Collideo erat congregatio statuarum deorum omnium gentium in sublimiparte ipsius templi in secretissimo loco existentium tintinnabulum vero adcollum uniuscuiusque statue appendebat et sacerdotes die ac nocte sempervicissim vigilantes eas custodiebant Illa vero gens qui rebellis contraRomanum imperium consurgere conabatur et censum statutum Romanoimperio dare recusabat statua illius gentis per artem magicam a poeta sciliceta Virgilio constructa statim commovebatur et tintinnabulum quod in colloeius habebat illico resonabat Qualis statua ipsius gentis nomen habens incaput scriptum sacerdotes vero tintinnabulum audientes ad urbis Romanepretores velocissime proficisci properabant superscriptionem et ipsius gentisnomen in scriptis eis deferentes et tunc ipsi pretores exercitum militum etvirorum pugnatorum prout res postulabat ad gentem illam subiugandamfestinanter mittere properabantraquo Lo stesso ha Uguccione da Pisa (HugwitioHugutio) il quale chiude la sua breve descrizione dicendo laquoTali arte RomaniTrojani mundum subjugabantraquo (V DU CANGE Glossarium s v Coliseum)Andrea Ratisbonense nella sua Cronaca copia Uguccione (Ap EOCARD Corp

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sua sede egrave un tempio magnifico o un sontuoso palazzo o unatorre meravigliosa senzaltra piugrave particolare designazione Cosigrave inElinando e in Vincenzo Bellovacense che lo copia368 in Giacomoda Voragine369 in Ranulfo Higden370 nel De naturis rerum diAlessandro Neckam371 nei Gesta Romanorum372 in Jacopo dellaLana373 nella Weltchronik di Rudolph von Ems continuata da

histor m ae t I col 1941) Egli chiude la sua breve descrizione dicendolaquoTali arte Romani totum mundum sibi subjugaveruntraquo364 Nel tempio della Concordia la pone Guglielmo le Clerc de Normandie nelsuo poema della Vergine (V STENGEL Mittheilungen aus franzoumlsischenHandschriften der Turiner Universitaumlts-Bibliothek Halle s S 1873 p 14-5n 18)

Verite fu que a Rome aueitUn temple qui mult esteitEdefie mult richementE funde ancienementTempie de cuncorde aueit nunSi vus dirrai par quel resunSi a mei entendre nolezIl esteit issi apelezUna clers qui out nun VirgileFist mainte merueille en la uileE en cest temple quit ieo bienQuil ouera aucune rienLi temples ert de grand hauturMult aueit ymages enturAmont al souerain pignacleAutresi come par miracleEn aueit une merueillosePar semblans fiere e orgoilloseE mult richement coroneeUne grant pelote doreeAueit en main tute reondeComo sele peust tut le mondeJustisier a sa uolonteLymage esteit de grant beauteLes autres qui esteiens (sic) pas[A]

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sua sede egrave un tempio magnifico o un sontuoso palazzo o unatorre meravigliosa senzaltra piugrave particolare designazione Cosigrave inElinando e in Vincenzo Bellovacense che lo copia368 in Giacomoda Voragine369 in Ranulfo Higden370 nel De naturis rerum diAlessandro Neckam371 nei Gesta Romanorum372 in Jacopo dellaLana373 nella Weltchronik di Rudolph von Ems continuata da

histor m ae t I col 1941) Egli chiude la sua breve descrizione dicendolaquoTali arte Romani totum mundum sibi subjugaveruntraquo364 Nel tempio della Concordia la pone Guglielmo le Clerc de Normandie nelsuo poema della Vergine (V STENGEL Mittheilungen aus franzoumlsischenHandschriften der Turiner Universitaumlts-Bibliothek Halle s S 1873 p 14-5n 18)

Verite fu que a Rome aueitUn temple qui mult esteitEdefie mult richementE funde ancienementTempie de cuncorde aueit nunSi vus dirrai par quel resunSi a mei entendre nolezIl esteit issi apelezUna clers qui out nun VirgileFist mainte merueille en la uileE en cest temple quit ieo bienQuil ouera aucune rienLi temples ert de grand hauturMult aueit ymages enturAmont al souerain pignacleAutresi come par miracleEn aueit une merueillosePar semblans fiere e orgoilloseE mult richement coroneeUne grant pelote doreeAueit en main tute reondeComo sele peust tut le mondeJustisier a sa uolonteLymage esteit de grant beauteLes autres qui esteiens (sic) pas[A]

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Heinrich von Muumlnchen374 nella Dyocletianus Leben di Hans vonBuumlhel375 nel Weltbuch di Enenkel376 ecc In tal caso la Salvatio egravemolto spesso descritta come opera di Virgilio il quale egrave al tempostesso il costruttore del tempio del palazzo o della torre che lacontiene mentre ciograve accade piugrave di rado quando la Salvatio siaposta nel Campidoglio nel Pantheon o nel Colosseo

Trestut enuiron a compasVers cele ymage senclinoentE aucune feiz se tornoentPar art et par enchantementE ieo uus sai dir comentChescun prince qui apendeitA Rome sa ymage i aueitQuant un des princes revelotLymage celui tresturnotDe la grant ymage sont uisE en teneit ses eulz eschisE donc saueient li RomainE bien en eteient certainQuen cel pais lur surdreit guereGent enueoent en la tereE tant quil aueient conquiseE a lur poeste suzmiseLor prince ert al temple ameneE la li esteit demandeSil uoleit plus estriuerOu sil uoleit coltiuerCele ymage lasus amontQui justisoit trestut le mondE il respondeit laquoOil veirCist deit la signurie aueirraquoPor ceo que la se concordouentPlusors qui vertu i quidoentFu le temple apele issiDu cuncorde cum ieo uus diQui mult ert de bele facun

Del tempio della Concordia si legge nel Libro de los Enxemplos CXLI laquoLeacuteiseque en el tiempo de los paganos habie en Roma un templo que fuera fecho aacute

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Heinrich von Muumlnchen374 nella Dyocletianus Leben di Hans vonBuumlhel375 nel Weltbuch di Enenkel376 ecc In tal caso la Salvatio egravemolto spesso descritta come opera di Virgilio il quale egrave al tempostesso il costruttore del tempio del palazzo o della torre che lacontiene mentre ciograve accade piugrave di rado quando la Salvatio siaposta nel Campidoglio nel Pantheon o nel Colosseo

Trestut enuiron a compasVers cele ymage senclinoentE aucune feiz se tornoentPar art et par enchantementE ieo uus sai dir comentChescun prince qui apendeitA Rome sa ymage i aueitQuant un des princes revelotLymage celui tresturnotDe la grant ymage sont uisE en teneit ses eulz eschisE donc saueient li RomainE bien en eteient certainQuen cel pais lur surdreit guereGent enueoent en la tereE tant quil aueient conquiseE a lur poeste suzmiseLor prince ert al temple ameneE la li esteit demandeSil uoleit plus estriuerOu sil uoleit coltiuerCele ymage lasus amontQui justisoit trestut le mondE il respondeit laquoOil veirCist deit la signurie aueirraquoPor ceo que la se concordouentPlusors qui vertu i quidoentFu le temple apele issiDu cuncorde cum ieo uus diQui mult ert de bele facun

Del tempio della Concordia si legge nel Libro de los Enxemplos CXLI laquoLeacuteiseque en el tiempo de los paganos habie en Roma un templo que fuera fecho aacute

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Nella descrizione delle statue che compongono la Salvatiosincontrano molte diversitagrave fra gli scrittori La statua che occupail luogo di mezzo egrave di solito quella di Roma ma qualche voltaancora quella di Romolo di Cibele o dellimperatore377 Le statueche stanno allingiro rappresentano le province soggette oaltrettante divinitagrave adorate in quelle o anche i principi obbedienti

honor del Dios de Concordia en el cual templo estaba un iacutedolo que llamabanDios de Concordia en tal manera que todos los otros iacutedolos tenian las carascontra la puerta del templo E este Dios de Concordia tenia la cara contra lapared de la parte derecha del templo eacute volvie el asentamiento aacute la pared de laparte siniestra del templo eacute delante del en la pared estaba escrito de letras deoro esta palabra laquoBeneficusraquo e parecie que continuadamente leie aquellapalabra eacute pensaba en ella Detraacutes de las espaldas deacutel estaba en la pared scriptalaquoInjuriaraquo aacute dar aacute entender que ningun non puede ser reducido aacute paz eacuteconcordia salvo si deja las injurias que le son fechas eacute tenga en memoria eacute seacuerde de loe beneficios e bienes que ha recebido aacute enxemplo de Julio Ceacutesarque nunca olvidaba cosa alguna salvo las injurias que le eran fechasraquo[A] Congetturo debba leggersi esteient bas365 Cod Marc it cl XI CXXVI f 80 v366 Men bene il cod Casanat d I 4 in un luogho altestatue367 Nel cod Casanat mancano le parole aperto - et riguardata368 Spec hist l VII c 61369 Cap CLXII (157)370 Polychronicon l I c 24371 L II c 174372 Ed Oesterley n 186 p 500-1 Si cita Alexander philosophus che non puograveessere altri che Alessandro Neckam373 Nel commento al canto XI del Paradiso Jacopo della Lana dice che gliavvertimenti delle statue davano un gran da fare al dittatore di Roma laquoOr perla volontade delle genti e per la diversitade delle contrade continuo taledittatore stava in esercizio manda qua manda lagraveraquo374 Ms della Bibliot di Corte in Vienna n 2782 f 353 v 375 V 4057-90376 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 421-2377 Per Giacomo da Voragine egrave di Roma ma per un suo anonimo traduttorefrancese egrave di Romolo laquoCar comme les romains en temps passe eurent tout lemonde subiuguiet a leur seignourie ilz firent faire a Romme un tresgrant

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Nella descrizione delle statue che compongono la Salvatiosincontrano molte diversitagrave fra gli scrittori La statua che occupail luogo di mezzo egrave di solito quella di Roma ma qualche voltaancora quella di Romolo di Cibele o dellimperatore377 Le statueche stanno allingiro rappresentano le province soggette oaltrettante divinitagrave adorate in quelle o anche i principi obbedienti

honor del Dios de Concordia en el cual templo estaba un iacutedolo que llamabanDios de Concordia en tal manera que todos los otros iacutedolos tenian las carascontra la puerta del templo E este Dios de Concordia tenia la cara contra lapared de la parte derecha del templo eacute volvie el asentamiento aacute la pared de laparte siniestra del templo eacute delante del en la pared estaba escrito de letras deoro esta palabra laquoBeneficusraquo e parecie que continuadamente leie aquellapalabra eacute pensaba en ella Detraacutes de las espaldas deacutel estaba en la pared scriptalaquoInjuriaraquo aacute dar aacute entender que ningun non puede ser reducido aacute paz eacuteconcordia salvo si deja las injurias que le son fechas eacute tenga en memoria eacute seacuerde de loe beneficios e bienes que ha recebido aacute enxemplo de Julio Ceacutesarque nunca olvidaba cosa alguna salvo las injurias que le eran fechasraquo[A] Congetturo debba leggersi esteient bas365 Cod Marc it cl XI CXXVI f 80 v366 Men bene il cod Casanat d I 4 in un luogho altestatue367 Nel cod Casanat mancano le parole aperto - et riguardata368 Spec hist l VII c 61369 Cap CLXII (157)370 Polychronicon l I c 24371 L II c 174372 Ed Oesterley n 186 p 500-1 Si cita Alexander philosophus che non puograveessere altri che Alessandro Neckam373 Nel commento al canto XI del Paradiso Jacopo della Lana dice che gliavvertimenti delle statue davano un gran da fare al dittatore di Roma laquoOr perla volontade delle genti e per la diversitade delle contrade continuo taledittatore stava in esercizio manda qua manda lagraveraquo374 Ms della Bibliot di Corte in Vienna n 2782 f 353 v 375 V 4057-90376 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 421-2377 Per Giacomo da Voragine egrave di Roma ma per un suo anonimo traduttorefrancese egrave di Romolo laquoCar comme les romains en temps passe eurent tout lemonde subiuguiet a leur seignourie ilz firent faire a Romme un tresgrant

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a Roma378 I campanelli denunziatori appesi al collo delle statue siagitano da segrave oppure sono scossi dalle statue stesse che litengono in mano le quali in alcune descrizioni fanno anchemanifesta la ribellione con voltare il dorso alla statua di mezzo379o con drizzare larmi verso di lei380 o con altro atto In luogo dicampanelli si hanno anche scudi che percossi risuonanoQualche volta la statua di mezzo indica col dito quella il cuicampanello ha dato segno di ribellione381 o agita un campanelloanchessa382 In cima alledificio si pone per giunta un cavaliere dibronzo che volge lasta verso la provincia ribelle383 Le statue

temple et mirent ou milieu de ce temple la statue ou lydole de Romulus et toutagrave lenviron de leur ydole ils mirent les ydoles de toutes les provinces dumonderaquo (Cod della Nazion di Torino L II II f 309 r col 2a) PerGiovanni dOutremeuse e per altri (v KELLER Li romans des Sept sages pCCXII-CCXIII) la statua egrave dellimperatore (Myr d hist v I p 69-70 cf p229-30) Limmagine che descrive Guglielmo le Clerc parrebbe dover esserequella di Roma ma egli nol dice Jacopo della Lana parla di laquouna immagine laquale presentava la signoria di Romaraquo378 Rappresentano i principi nella descrizione di Enenkel e in quella diGuglielmo le Clerc379 Non abbastanza chiaramente Uguccione laquo quia quando aliqua Provinciavolebat insurgere contra Romanos statim imago Romae obvertebat dorsumimagini illius provinciae vel ubi Dominus imago illius provinciae insurgebatcontra Romae imaginemraquo380 Fiorita di ARMANNINO GIUDICE Cod Laurenz pl LXII 12 f 233 vlaquoUnaltra cosa maravigliosa era in quel tempo che in Campidoglio del qualeio o decto era una grande torre tucta ritonda intorno intorno in cima dellatorre erano per arte magicha composte certe statove le quali per numero eranotante quante erano le principali province del mondo che obidienti erano aRomani Ciaschuna avea lo suo archo in mano con le saette e parea chesaettassero In meczo di quelle ne sedea unaltra molto grande e alta a modo diReina incoronata Questa somigliava Roma e quando alcuna di quelleprovince si rivellava a Roma la statova che quella dimostrava con larcho sivolgeva inverso quella grande che Roma presentavaraquo381 Cosigrave in Elinando in Vincenzo Bellovacense in Giovanni Mansel ecc382 In Hermann von Fritstar V MASSMANN Kaiserchronik V III p 424 n 2383 ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l II c 174 laquoMiles vero aeneusequo insidens aeneo in summitate fastigii praedicti palatii hastam vibrans inillam se vertit partem quae regionem illam respiciebatraquo Cosigrave ancora Ranulfo

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a Roma378 I campanelli denunziatori appesi al collo delle statue siagitano da segrave oppure sono scossi dalle statue stesse che litengono in mano le quali in alcune descrizioni fanno anchemanifesta la ribellione con voltare il dorso alla statua di mezzo379o con drizzare larmi verso di lei380 o con altro atto In luogo dicampanelli si hanno anche scudi che percossi risuonanoQualche volta la statua di mezzo indica col dito quella il cuicampanello ha dato segno di ribellione381 o agita un campanelloanchessa382 In cima alledificio si pone per giunta un cavaliere dibronzo che volge lasta verso la provincia ribelle383 Le statue

temple et mirent ou milieu de ce temple la statue ou lydole de Romulus et toutagrave lenviron de leur ydole ils mirent les ydoles de toutes les provinces dumonderaquo (Cod della Nazion di Torino L II II f 309 r col 2a) PerGiovanni dOutremeuse e per altri (v KELLER Li romans des Sept sages pCCXII-CCXIII) la statua egrave dellimperatore (Myr d hist v I p 69-70 cf p229-30) Limmagine che descrive Guglielmo le Clerc parrebbe dover esserequella di Roma ma egli nol dice Jacopo della Lana parla di laquouna immagine laquale presentava la signoria di Romaraquo378 Rappresentano i principi nella descrizione di Enenkel e in quella diGuglielmo le Clerc379 Non abbastanza chiaramente Uguccione laquo quia quando aliqua Provinciavolebat insurgere contra Romanos statim imago Romae obvertebat dorsumimagini illius provinciae vel ubi Dominus imago illius provinciae insurgebatcontra Romae imaginemraquo380 Fiorita di ARMANNINO GIUDICE Cod Laurenz pl LXII 12 f 233 vlaquoUnaltra cosa maravigliosa era in quel tempo che in Campidoglio del qualeio o decto era una grande torre tucta ritonda intorno intorno in cima dellatorre erano per arte magicha composte certe statove le quali per numero eranotante quante erano le principali province del mondo che obidienti erano aRomani Ciaschuna avea lo suo archo in mano con le saette e parea chesaettassero In meczo di quelle ne sedea unaltra molto grande e alta a modo diReina incoronata Questa somigliava Roma e quando alcuna di quelleprovince si rivellava a Roma la statova che quella dimostrava con larcho sivolgeva inverso quella grande che Roma presentavaraquo381 Cosigrave in Elinando in Vincenzo Bellovacense in Giovanni Mansel ecc382 In Hermann von Fritstar V MASSMANN Kaiserchronik V III p 424 n 2383 ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l II c 174 laquoMiles vero aeneusequo insidens aeneo in summitate fastigii praedicti palatii hastam vibrans inillam se vertit partem quae regionem illam respiciebatraquo Cosigrave ancora Ranulfo

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sono in numero di settantadue quanti i popoli della terra uscitidalla progenitura di Noegrave il che esprime luniversale dominio diRoma Cosigrave la leggenda passando di bocca in bocca e di libro inlibro si variava si accresceva si complicava384

Ma quale ne puograve essere stata la origine Che sia natanellOccidente di Europa anzi nella stessa Roma mi pare se nonaffatto sicuro molto probabile sebbene i ricordi piugrave antichi che

Higden V inoltre KELLER Li romans des Sept Sages p CCX-CCXIV384 Immaginazioni affini a questa della Salvatio dingegni cioegrave e di artifiziimagici che hanno potenza di custodire una cittagrave di tutelare un popolo furonomolto frequenti nellantichitagrave e nel medio evo Ne ricorderograve qualcuna a casoNel Contes du cheval de fust attribuito ad Adenes si parla di una statuettadoro che ha in bocca una tromba dargento Collocata sopra la porta di unacittagrave nessuno puograve entrarvi senza che essa ne dia incontanente avviso sonandola tromba (KELLER Romvart Mannheim e Parigi 1844 p 109-11) FilippoMouskes racconta nella sua Cronaca rimata (v 6452-505) di un idolo di ramein cui Maometto aveva rinchiuso grande quantitagrave di diavoli e che sorgeva inCadice a tutela della gente saracina I cristiani che si accostavano ad essocadevan morti In Ispagna fu ancora nella cittagrave di Avila una campanameravigliosa che si metteva a sonare da segrave ogniqualvolta una sventura stavaper incogliere la cristianitagrave (GAFFAREL Curiositez inouyes 1637 p 59) DiceMASSUDI (Les prairies dor V II p 433) che sul faro di Alessandria era fraparecchie altre una statua la quale volgeva la mano dalla parte del marequando il nemico non era piugrave che a una notte di distanza e mandava fuoriquando era in vista un suono spaventoso che si udiva due o tre miglia lontanoNapoli aveva il suo famoso fiasco di cui parlano Corrado di Querfurt (apLEIBNITZ Script brunsvic t II p 096) e altri Costantinopoli ebbe parecchitelesmi a sua tutela una catena che teneva indietro i nemici (BANDURIImperium Orientale t I p 10-1) certe statue fabbricate da Apollonio Tianeo(CODINO De signis statuis et aliis spectatu dignis Constantinopoli in Excerptade antiquitatibus Constantinopolitanis Bonna 1843 p 69) ed altro ancora Sidisse che i Romani avessero posto sul monte Garizim contro i Samaritani unuccello di bronzo che gridava Hebraeus (ARPE De prodigiosis naturae etartis operibus Amburgo 1717 p 15) Olimpiodoro narra il seguente fatto (apFOZIO Bibliotheca ed Bekker p 60) Al tempo dellimperatore Costantinoavvenne che Valerio prefetto di Tracia volendo cavare un tesoro udigrave dire dagliabitanti essere il luogo dove quello si credeva nascosto inviolabile perragione di certe statue che in tempo antico verano state consacrate Avendoriferito il caso allimperatore sebbe in risposta di cavare a ogni modo il tesoro

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sono in numero di settantadue quanti i popoli della terra uscitidalla progenitura di Noegrave il che esprime luniversale dominio diRoma Cosigrave la leggenda passando di bocca in bocca e di libro inlibro si variava si accresceva si complicava384

Ma quale ne puograve essere stata la origine Che sia natanellOccidente di Europa anzi nella stessa Roma mi pare se nonaffatto sicuro molto probabile sebbene i ricordi piugrave antichi che

Higden V inoltre KELLER Li romans des Sept Sages p CCX-CCXIV384 Immaginazioni affini a questa della Salvatio dingegni cioegrave e di artifiziimagici che hanno potenza di custodire una cittagrave di tutelare un popolo furonomolto frequenti nellantichitagrave e nel medio evo Ne ricorderograve qualcuna a casoNel Contes du cheval de fust attribuito ad Adenes si parla di una statuettadoro che ha in bocca una tromba dargento Collocata sopra la porta di unacittagrave nessuno puograve entrarvi senza che essa ne dia incontanente avviso sonandola tromba (KELLER Romvart Mannheim e Parigi 1844 p 109-11) FilippoMouskes racconta nella sua Cronaca rimata (v 6452-505) di un idolo di ramein cui Maometto aveva rinchiuso grande quantitagrave di diavoli e che sorgeva inCadice a tutela della gente saracina I cristiani che si accostavano ad essocadevan morti In Ispagna fu ancora nella cittagrave di Avila una campanameravigliosa che si metteva a sonare da segrave ogniqualvolta una sventura stavaper incogliere la cristianitagrave (GAFFAREL Curiositez inouyes 1637 p 59) DiceMASSUDI (Les prairies dor V II p 433) che sul faro di Alessandria era fraparecchie altre una statua la quale volgeva la mano dalla parte del marequando il nemico non era piugrave che a una notte di distanza e mandava fuoriquando era in vista un suono spaventoso che si udiva due o tre miglia lontanoNapoli aveva il suo famoso fiasco di cui parlano Corrado di Querfurt (apLEIBNITZ Script brunsvic t II p 096) e altri Costantinopoli ebbe parecchitelesmi a sua tutela una catena che teneva indietro i nemici (BANDURIImperium Orientale t I p 10-1) certe statue fabbricate da Apollonio Tianeo(CODINO De signis statuis et aliis spectatu dignis Constantinopoli in Excerptade antiquitatibus Constantinopolitanis Bonna 1843 p 69) ed altro ancora Sidisse che i Romani avessero posto sul monte Garizim contro i Samaritani unuccello di bronzo che gridava Hebraeus (ARPE De prodigiosis naturae etartis operibus Amburgo 1717 p 15) Olimpiodoro narra il seguente fatto (apFOZIO Bibliotheca ed Bekker p 60) Al tempo dellimperatore Costantinoavvenne che Valerio prefetto di Tracia volendo cavare un tesoro udigrave dire dagliabitanti essere il luogo dove quello si credeva nascosto inviolabile perragione di certe statue che in tempo antico verano state consacrate Avendoriferito il caso allimperatore sebbe in risposta di cavare a ogni modo il tesoro

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ce ne sieno venuti si trovino a un tempo stesso nellVIII secoloin un Greco di Gerusalemme e in un testo latino Inoltrecostituita giagrave come noi la vediamo nel secolo VIII essa devenecessariamente essere alquanto e forse molto piugrave antica Nonsaragrave estraneo allargomento spendere qualche parola intorno aquel tanto che sulla origine sua si puograve congetturare

Il Massmann inclina a credere385 che suo primo principio siastato qualcuno di quegli orologi figurati e adorni di statue mobiliche per testimonianza di parecchi scrittori si ammiravano inRoma Orologi cosigrave fatti possedevano il tempio di Quirino iltempio di Diana sul monte Aventino il Campidoglio doveranotante altre meraviglie Il Bock fa sua questa ipotesi senza citarnela fonte386 ma a me non sembra essa molto plausibile Luso degliorologi doveva essere troppo universalmente cognito in Roma etroppo grande era il numero loro perchegrave da uno di essidimenticati gli altri potesse nascere una leggenda quale quelladella Salvatio Il Comparetti propende a credere387 che questa siabizantina di origine e ne mostra il principio nella famosa favoladelle oche capitoline alla quale Dante credeva ancora Manemmen questa opinione finisce di persuadermi ACostantinopoli dove non poche favole simmaginarono insostegno delle pretensioni imperiali nessuno potevapropriamente avere interesse dinventarla e gli scrittori bizantinise se ne toglie Cosma non pare che labbiano conosciuta MaCosma stesso potrebbe averla udita raccontare da qualchepellegrino388

Dato mano allopera si trovarono tre statue dargento che per le fogge delvestire mostravano essere immagini di barbari e verso la regione dei barbarivedevansi rivolte Tolte di lagrave dopo non molti giorni i Goti invasero la Traciaseguiti poi dagli Unni e dai Sarmati385 Kaiserchronik v III p 424-5386 Theologisches Literaturblatt di Bonna 1870 col 351387 Virgilio nel medio evo v II p 69388 V su Cosma gli Acta sanctorum Ottobre IV (Ott t VI p 594-610)

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ce ne sieno venuti si trovino a un tempo stesso nellVIII secoloin un Greco di Gerusalemme e in un testo latino Inoltrecostituita giagrave come noi la vediamo nel secolo VIII essa devenecessariamente essere alquanto e forse molto piugrave antica Nonsaragrave estraneo allargomento spendere qualche parola intorno aquel tanto che sulla origine sua si puograve congetturare

Il Massmann inclina a credere385 che suo primo principio siastato qualcuno di quegli orologi figurati e adorni di statue mobiliche per testimonianza di parecchi scrittori si ammiravano inRoma Orologi cosigrave fatti possedevano il tempio di Quirino iltempio di Diana sul monte Aventino il Campidoglio doveranotante altre meraviglie Il Bock fa sua questa ipotesi senza citarnela fonte386 ma a me non sembra essa molto plausibile Luso degliorologi doveva essere troppo universalmente cognito in Roma etroppo grande era il numero loro perchegrave da uno di essidimenticati gli altri potesse nascere una leggenda quale quelladella Salvatio Il Comparetti propende a credere387 che questa siabizantina di origine e ne mostra il principio nella famosa favoladelle oche capitoline alla quale Dante credeva ancora Manemmen questa opinione finisce di persuadermi ACostantinopoli dove non poche favole simmaginarono insostegno delle pretensioni imperiali nessuno potevapropriamente avere interesse dinventarla e gli scrittori bizantinise se ne toglie Cosma non pare che labbiano conosciuta MaCosma stesso potrebbe averla udita raccontare da qualchepellegrino388

Dato mano allopera si trovarono tre statue dargento che per le fogge delvestire mostravano essere immagini di barbari e verso la regione dei barbarivedevansi rivolte Tolte di lagrave dopo non molti giorni i Goti invasero la Traciaseguiti poi dagli Unni e dai Sarmati385 Kaiserchronik v III p 424-5386 Theologisches Literaturblatt di Bonna 1870 col 351387 Virgilio nel medio evo v II p 69388 V su Cosma gli Acta sanctorum Ottobre IV (Ott t VI p 594-610)

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Le favole dei Mirabilia pajono essere tutte di origineoccidentale e non cegrave ragione per credere che quella dellaSalvatio faccia eccezione alla regola Ora Cosma accennaevidentemente ad altre favole quando parlato della Salvatiosoggiunge πολλὰ δὲ καὶ ἄλλα θαύmicroατα ἄξια κατὰ lsquoΡώmicroην εστίνe con questaltre favole non nate e per la piugrave parte nonconosciute a Costantinopoli quella della Salvatio doveva farcorpo La testimonianza di Cosma mostra lantichitagrave ma non laorigine della leggenda

Io credo la leggenda della Salvatio nata in Roma nel quarto onel quinto secolo da un complesso di cause che esporrogravebrevemente

Ricordiamo anzi tutto che secondo la tradizione piugrave anticasede della Salvatio egrave il Campidoglio nel Campidoglio dunquedebbono essere le ragioni della sua origine Ora il Campidoglioera larx era il cuore di Roma Ivi i templi piugrave augusti ivi isimulacri degli dei e degli eroi ivi le tavole delle leggi Il tempiodi Giove Custode sorgeva nella parte piugrave nobile del colle e di unadelle statue del dio massimo si credeva avesse virtugrave di scoprire lecelate insidie che minacciavano lonore e la sicurezza di RomaSecondo si narra questo simulacro precipitograve per la congiura diCatilina e fu rifatto maggiore Di esso diceva Cicerone nel l IIDe Consulatu389

Tum fore ut occultos populus sanctusque SenatusCernere conatus posset si solis ad ortumConversa inde Patrum sedes populique videret

Nel Campidoglio ancora erano i simulacri della Bona Fortunae del Bonus Eventus opera dicevasi di Prassitele e iviconsacrava Cicerone una statua di Minerva Custoditrice Che

389 De divinatione I 12 Cf Catilin III 8172

Le favole dei Mirabilia pajono essere tutte di origineoccidentale e non cegrave ragione per credere che quella dellaSalvatio faccia eccezione alla regola Ora Cosma accennaevidentemente ad altre favole quando parlato della Salvatiosoggiunge πολλὰ δὲ καὶ ἄλλα θαύmicroατα ἄξια κατὰ lsquoΡώmicroην εστίνe con questaltre favole non nate e per la piugrave parte nonconosciute a Costantinopoli quella della Salvatio doveva farcorpo La testimonianza di Cosma mostra lantichitagrave ma non laorigine della leggenda

Io credo la leggenda della Salvatio nata in Roma nel quarto onel quinto secolo da un complesso di cause che esporrogravebrevemente

Ricordiamo anzi tutto che secondo la tradizione piugrave anticasede della Salvatio egrave il Campidoglio nel Campidoglio dunquedebbono essere le ragioni della sua origine Ora il Campidoglioera larx era il cuore di Roma Ivi i templi piugrave augusti ivi isimulacri degli dei e degli eroi ivi le tavole delle leggi Il tempiodi Giove Custode sorgeva nella parte piugrave nobile del colle e di unadelle statue del dio massimo si credeva avesse virtugrave di scoprire lecelate insidie che minacciavano lonore e la sicurezza di RomaSecondo si narra questo simulacro precipitograve per la congiura diCatilina e fu rifatto maggiore Di esso diceva Cicerone nel l IIDe Consulatu389

Tum fore ut occultos populus sanctusque SenatusCernere conatus posset si solis ad ortumConversa inde Patrum sedes populique videret

Nel Campidoglio ancora erano i simulacri della Bona Fortunae del Bonus Eventus opera dicevasi di Prassitele e iviconsacrava Cicerone una statua di Minerva Custoditrice Che

389 De divinatione I 12 Cf Catilin III 8172

Roma dovesse durare quanto il Campidoglio era comunecredenza e Virgilio dice nel IX dellEneide390

Dum domus Aeneae Capitolii immobile saxumAccolet imperiumque pater romanus habebit

Del resto i Romani credevano di avere tra le loro mura moltifirmamenta imperii dei quali non mi trattengo a discorrere391 manon tralascerograve di ricordare come sotto glimperatori fosse venutoin costume di consacrare in dati luoghi statue metalliche le qualisi credeva avessero virtugrave di trattenere i barbari ai confini e neltesto dellVIII secolo pubblicato dal Docen e in quello dellXIpubblicato dal Preller e nel racconto di Elinando e altrove siparla di una consecratio statuarum La narrazione diOlimpiodoro testegrave citata si riferisce appunto a tale costume Letre statue di cui egli parla erano fatte a immagine dei barbaricontro ai quali le avevano poste ed egrave noto che le statuette di cerao daltra sostanza usate in certe maligravee cosigrave nellantichitagrave comenel medio evo dovevano essere fatte a immagine delle persone incui danno se ne voleva sperimentata la virtugrave Si ricordi ora cheAugusto fece costruire in Campo Marzio un portico dettoporticus ad nationes nel quale erano raccolti simulacrirappresentativi di tutti i popoli soggetti allimpero di Roma392Questo portico non aveva certamente avuto nel pensiero di chi locostrusse altro scopo che la glorificazione di Roma dominatrice

390 V 448-9391 Primo fra tutti il Palladio che Enea aveva portato da Troja (v OVIDIO FastiVI 421 e segg) poi lancile di Numa ecc Si disse in Bizanzio che Costantinoavesse portato via secretamente da Roma il Palladio e postolo sotto la colonnadi porfido che reggeva la propria sua statua Chronicon paschale p 528392 SERVIO Commento allEneide VIII 121 laquoPorticum Augustus fecerat in quasimulacra omnium gentium collocaverat quae porticus appellabatur adnationesraquo SVETONIO racconta (Nero 46) che da questi simulacri si credevasognando perseguitato Nerone laquomodo a simulacris gentium ad Pompeiitheatrum dedicatarum circumiri arcerique processuraquo Plinio ricorda (HistNat XXXVI 4 27) che questi simulacri erano in numero di quattordici

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Roma dovesse durare quanto il Campidoglio era comunecredenza e Virgilio dice nel IX dellEneide390

Dum domus Aeneae Capitolii immobile saxumAccolet imperiumque pater romanus habebit

Del resto i Romani credevano di avere tra le loro mura moltifirmamenta imperii dei quali non mi trattengo a discorrere391 manon tralascerograve di ricordare come sotto glimperatori fosse venutoin costume di consacrare in dati luoghi statue metalliche le qualisi credeva avessero virtugrave di trattenere i barbari ai confini e neltesto dellVIII secolo pubblicato dal Docen e in quello dellXIpubblicato dal Preller e nel racconto di Elinando e altrove siparla di una consecratio statuarum La narrazione diOlimpiodoro testegrave citata si riferisce appunto a tale costume Letre statue di cui egli parla erano fatte a immagine dei barbaricontro ai quali le avevano poste ed egrave noto che le statuette di cerao daltra sostanza usate in certe maligravee cosigrave nellantichitagrave comenel medio evo dovevano essere fatte a immagine delle persone incui danno se ne voleva sperimentata la virtugrave Si ricordi ora cheAugusto fece costruire in Campo Marzio un portico dettoporticus ad nationes nel quale erano raccolti simulacrirappresentativi di tutti i popoli soggetti allimpero di Roma392Questo portico non aveva certamente avuto nel pensiero di chi locostrusse altro scopo che la glorificazione di Roma dominatrice

390 V 448-9391 Primo fra tutti il Palladio che Enea aveva portato da Troja (v OVIDIO FastiVI 421 e segg) poi lancile di Numa ecc Si disse in Bizanzio che Costantinoavesse portato via secretamente da Roma il Palladio e postolo sotto la colonnadi porfido che reggeva la propria sua statua Chronicon paschale p 528392 SERVIO Commento allEneide VIII 121 laquoPorticum Augustus fecerat in quasimulacra omnium gentium collocaverat quae porticus appellabatur adnationesraquo SVETONIO racconta (Nero 46) che da questi simulacri si credevasognando perseguitato Nerone laquomodo a simulacris gentium ad Pompeiitheatrum dedicatarum circumiri arcerique processuraquo Plinio ricorda (HistNat XXXVI 4 27) che questi simulacri erano in numero di quattordici

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delle nazioni ma facilmente nella fantasia popolare potegrave poinascere la credenza che le statue quivi raccolte fossero unartificio magico inteso ad assicurare la soggezione delle province

Avremmo qui un primo germe ma non il solo della leggendanostra nella quale rimane forse un documento curioso dellareazione pagana contro il cristianesimo trionfante Tutti sannocome i piugrave ostinati seguaci dellantica credenza ricordasserovolentieri nel tempo che la fortuna di Roma cominciava adeclinare la potenza e la gloria passata e come del tristomutamento dessero colpa ai cristiani disprezzatori delle antichedivinitagrave e introduttori di un nuovo culto In fatti la fortuna diRoma sembrava morire coi numi sotto la cui tutela era primasorta e cresciuta

Gli apologeti ebbero a combattere con tutte le forze loro e contutti gli argomenti della fede e della ragione questa superstizionevivace ed aggressiva a cui cresceva vigore la caritagrave di patria eche si traeva innanzi con una certa sembianza speciosa di veritagraveda poter facilmente sedurre gli spiriti non ben fermati ancoranella nuova dottrina A Roma si ricordava che quando vigilavanoin Campidoglio i simulacri degli dei le province non siribellavano impunemente e i barbari non erano tanto arditi divarcare i confini A questo modo il Campidoglio diventava sededi un arcana e soprannaturale potenza divina pei paganidiabolica pei cristiani A poco a poco perdendosi la memoriaesatta delle cose e confondendosi le dubbie reminiscenze laleggenda si forma I simulacri delle nazioni migrano dal porticodi Augusto al Campidoglio si confondono con le divinitagrave iviesistenti si trasformano in altrettante divinitagrave proprie dellenazioni soggette Poi crescendo la barbarie e lignoranza larappresentazione di questa misteriosa potestagrave si fa sempre piugravegrossolana e ne vien fuori lartifizio tra il magico ed ilmeccanico con le sue statue girevoli e co campanellidenunziatori Ecco in qual modo si formograve a mio credere laleggenda della Salvatio la cui origine sarebbe da porre dopo il

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delle nazioni ma facilmente nella fantasia popolare potegrave poinascere la credenza che le statue quivi raccolte fossero unartificio magico inteso ad assicurare la soggezione delle province

Avremmo qui un primo germe ma non il solo della leggendanostra nella quale rimane forse un documento curioso dellareazione pagana contro il cristianesimo trionfante Tutti sannocome i piugrave ostinati seguaci dellantica credenza ricordasserovolentieri nel tempo che la fortuna di Roma cominciava adeclinare la potenza e la gloria passata e come del tristomutamento dessero colpa ai cristiani disprezzatori delle antichedivinitagrave e introduttori di un nuovo culto In fatti la fortuna diRoma sembrava morire coi numi sotto la cui tutela era primasorta e cresciuta

Gli apologeti ebbero a combattere con tutte le forze loro e contutti gli argomenti della fede e della ragione questa superstizionevivace ed aggressiva a cui cresceva vigore la caritagrave di patria eche si traeva innanzi con una certa sembianza speciosa di veritagraveda poter facilmente sedurre gli spiriti non ben fermati ancoranella nuova dottrina A Roma si ricordava che quando vigilavanoin Campidoglio i simulacri degli dei le province non siribellavano impunemente e i barbari non erano tanto arditi divarcare i confini A questo modo il Campidoglio diventava sededi un arcana e soprannaturale potenza divina pei paganidiabolica pei cristiani A poco a poco perdendosi la memoriaesatta delle cose e confondendosi le dubbie reminiscenze laleggenda si forma I simulacri delle nazioni migrano dal porticodi Augusto al Campidoglio si confondono con le divinitagrave iviesistenti si trasformano in altrettante divinitagrave proprie dellenazioni soggette Poi crescendo la barbarie e lignoranza larappresentazione di questa misteriosa potestagrave si fa sempre piugravegrossolana e ne vien fuori lartifizio tra il magico ed ilmeccanico con le sue statue girevoli e co campanellidenunziatori Ecco in qual modo si formograve a mio credere laleggenda della Salvatio la cui origine sarebbe da porre dopo il

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trionfo definitivo del cristianesimo e dopo i primi rovesci chemenomarono e avviarono alla dissoluzione la potenza romana Ilmedio evo che trova la leggenda giagrave fatta lascia da primasussistere la Salvatio nel Campidoglio poi la tramuta obbedendoaglimpulsi della propria fantasia nel Colosseo nel Pantheonaltrove Rinnovellato il sogno della monarchia universale lestatue rappresentino esse le nazioni soggette o le divinitagrave diquelle nazioni saranno settantadue quanti i nepoti di Noegrave quantele lingue uscite dalla torre di Babele quante le diversegenerazioni che dopo il diluvio si sparsero a ripopolare laterra393

La narrazione giagrave citata dellAnonimo Salernitano pare checonfermi in singolar modo la opinione chio seguo Eccola nelleproprie parole del testo laquoNam septuaginta statuae quae olimRomani in Capitolio consecrarunt in honorem omnium gentiumquae scripta nomina in pectora gentium cuius imaginemtenebant gestabant et tintinnabulum uniuscuiusque statuae eratet sacerdotes die ac nocte semper vicibus vigilantes eascustodiebant et quae gens in rebellionem consurgere conabaturcontra Romanum imperium statua illius gentis commovebatur ettintinnabulum in collo illius resonabat Ita scriptum nomencontinuo sacerdotes principibus deportarent et ipsi absque moraexercitum ad reprimendam eandem gentem dirigerent Sed dumfuissent praedictae statuae aereae Constantinopolim deportataeille iam fatus imperator Alexander huiusmodi verba depromsitIllo denique tempore Romanorum imperatores erant gloriosiquando istae statuae venerabantur Unde statim sericis vestibus

393 Di Sem si facevano nascere 27 figliuoli di Jafet 23 di Cam 22 in tutto 72capostipiti Sia qui ricordato che anche Treveri ebbe nella leggenda il suoCampidoglio simile per piugrave rispetti a quello di Roma Nei Gesta Treverorum(ap PERTZ Script t VIII p 132) si legge laquoFecerunt et ibi Capitoliummaximum templum quoque idolorum in quo non minus quam 100 statutaidola generaliter ab omni populo colebantur et per ea miseri responsisdaemonum ac variis praestigiis delubebanturraquo Di questi cento idoli si faricordo anche nella Vita S Eucharii Acta Sanctorum Jan t I p 919

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trionfo definitivo del cristianesimo e dopo i primi rovesci chemenomarono e avviarono alla dissoluzione la potenza romana Ilmedio evo che trova la leggenda giagrave fatta lascia da primasussistere la Salvatio nel Campidoglio poi la tramuta obbedendoaglimpulsi della propria fantasia nel Colosseo nel Pantheonaltrove Rinnovellato il sogno della monarchia universale lestatue rappresentino esse le nazioni soggette o le divinitagrave diquelle nazioni saranno settantadue quanti i nepoti di Noegrave quantele lingue uscite dalla torre di Babele quante le diversegenerazioni che dopo il diluvio si sparsero a ripopolare laterra393

La narrazione giagrave citata dellAnonimo Salernitano pare checonfermi in singolar modo la opinione chio seguo Eccola nelleproprie parole del testo laquoNam septuaginta statuae quae olimRomani in Capitolio consecrarunt in honorem omnium gentiumquae scripta nomina in pectora gentium cuius imaginemtenebant gestabant et tintinnabulum uniuscuiusque statuae eratet sacerdotes die ac nocte semper vicibus vigilantes eascustodiebant et quae gens in rebellionem consurgere conabaturcontra Romanum imperium statua illius gentis commovebatur ettintinnabulum in collo illius resonabat Ita scriptum nomencontinuo sacerdotes principibus deportarent et ipsi absque moraexercitum ad reprimendam eandem gentem dirigerent Sed dumfuissent praedictae statuae aereae Constantinopolim deportataeille iam fatus imperator Alexander huiusmodi verba depromsitIllo denique tempore Romanorum imperatores erant gloriosiquando istae statuae venerabantur Unde statim sericis vestibus

393 Di Sem si facevano nascere 27 figliuoli di Jafet 23 di Cam 22 in tutto 72capostipiti Sia qui ricordato che anche Treveri ebbe nella leggenda il suoCampidoglio simile per piugrave rispetti a quello di Roma Nei Gesta Treverorum(ap PERTZ Script t VIII p 132) si legge laquoFecerunt et ibi Capitoliummaximum templum quoque idolorum in quo non minus quam 100 statutaidola generaliter ab omni populo colebantur et per ea miseri responsisdaemonum ac variis praestigiis delubebanturraquo Di questi cento idoli si faricordo anche nella Vita S Eucharii Acta Sanctorum Jan t I p 919

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venire iussit et singulas circumdedit Nocte igitur subsecuta cumse sopori dedisset vir clarissimus ei apparuit et comminantersuper eum venit eumque in pectore forti yctu percussit et nomensuum protinus propalavit adiciens Ego sum inquit Romanorumprinceps Petrus Et statim cum magno taedio evigilavitsanguinemque suum vomere coepit et sic exitiale mortedefunctus estraquo LAlessandro di cui qui si parla regnograve dal 911 al912 La prima parte del racconto coincide quasi interamente conla narrazione piugrave antica del codice di Wessobrunn e con laltra delcodice Vaticano

Ma la Salvatio non egrave sempre composta di statue come nellevarie narrazioni riferite e ricordate sin qui secondo altri raccontiassai piugrave recenti essa consiste in uno specchio magico in cui siscoprono i nemici di Roma Autore di esso come di tantaltremeraviglie egrave Virgilio Di questa seconda leggenda si trova anchefatto ricordo assai spesso Nei Seven Sages pubblicati dalWright394 lautore di esso non egrave Virgilio ma Merlino

Sire hit was a maneMerlyn he hatte and was a clerkeAnd bygan a wondir werkeHe made in Rome thourow clegyseA piler that stode fol heygheHeyer wel than any tourAnd ther-oppon a myrrourThat schon over al the tovn by nyghtAs hyt were day lyghtThat the wayetys myght seeYf any man come to citeacuteAny harme for to doonThe citeacute was warned soon

Ma egrave questa una eccezione del rimanente lo specchio magico egrave

394 Londra 1845 (Percy Society n LIII) p 1176

venire iussit et singulas circumdedit Nocte igitur subsecuta cumse sopori dedisset vir clarissimus ei apparuit et comminantersuper eum venit eumque in pectore forti yctu percussit et nomensuum protinus propalavit adiciens Ego sum inquit Romanorumprinceps Petrus Et statim cum magno taedio evigilavitsanguinemque suum vomere coepit et sic exitiale mortedefunctus estraquo LAlessandro di cui qui si parla regnograve dal 911 al912 La prima parte del racconto coincide quasi interamente conla narrazione piugrave antica del codice di Wessobrunn e con laltra delcodice Vaticano

Ma la Salvatio non egrave sempre composta di statue come nellevarie narrazioni riferite e ricordate sin qui secondo altri raccontiassai piugrave recenti essa consiste in uno specchio magico in cui siscoprono i nemici di Roma Autore di esso come di tantaltremeraviglie egrave Virgilio Di questa seconda leggenda si trova anchefatto ricordo assai spesso Nei Seven Sages pubblicati dalWright394 lautore di esso non egrave Virgilio ma Merlino

Sire hit was a maneMerlyn he hatte and was a clerkeAnd bygan a wondir werkeHe made in Rome thourow clegyseA piler that stode fol heygheHeyer wel than any tourAnd ther-oppon a myrrourThat schon over al the tovn by nyghtAs hyt were day lyghtThat the wayetys myght seeYf any man come to citeacuteAny harme for to doonThe citeacute was warned soon

Ma egrave questa una eccezione del rimanente lo specchio magico egrave

394 Londra 1845 (Percy Society n LIII) p 1176

sempre descritto come opera di Virgilio395 Di specchi magici chehanno virtugrave di fare scoprire le insidie o le minacce dei nemici egravegrande numero nella letteratura leggendaria in genere e questo diRoma non egrave se non copia di altro piugrave antico396

Collajuto della Salvatio i Romani soggiogarono il mondo397 equanto il mondo fu vasto il loro impero Giovanni Cavallino

395 Cosigrave nella Historia Septem Sapientum nelle versioni francesi dei SetteSavii nella versione catalana metrica nella Storia di Stefano figliuolo di unimperatore di Roma (Scelta di curiositagrave letterarie disp CLXXVI Bologna1880) se non che nella versione inglese e nella catalana si dice che lo specchiofaceva scoprire chi volesse entrare in cittagrave con animo di mal fare mentrenellitaliana si dice che denunziava le province ribelli (canto XIII)

Quando a Roma provinzia o tera algunavolea rebelar qui se vedeae cognoxea la caxon e a zaschedunacossa loro de subito si provedea

Giovanni dOutremeuse cosigrave ne parla (op cit v I p 229) laquo une thour agraveRomme sor laqueile ilh astoit unc myreour sour cent pilers de marbre et parcelle myreour ons veioit bien quant gens darmes ou aultres venoient sourmere Se cheaux de Romme ewissent bien gardeit cel myreour ilhs ewissentesteit agrave tous jours les soverains del monde mains ilh leur fuit destruisraquo Dellospecchio di Virgilio si fa inoltre ricordo nella Confessio amantis del GOWERnelle Choniques de Tournay nel Renart Contrefait nel Cleomades nellaChronique rimeacutee di FILIPPO MOUSKES nella Destruction de Rome ecc In questoultimo poema la torre del Miraour posta sopra il monte Chevrel non ha piugravenulla di magico

La est li Miraour dont hom a tante parleKi par le halt estage a son chef hor bouteXXX lieues voit bien et de long et de leCil que lost veue sevent bien la verte

(La destruction de Rome pubblicata dal Groumlber Romania v II p 6-48 v666-9) Nei Compassionevoli avvenimenti di Erasto (c XIX) lo specchiomutato in una lucidissima colonna egrave trasposto nellisola di Rodi Che si trattiqui veramente dello specchio virgiliano trasformato non si puograve dubitare

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sempre descritto come opera di Virgilio395 Di specchi magici chehanno virtugrave di fare scoprire le insidie o le minacce dei nemici egravegrande numero nella letteratura leggendaria in genere e questo diRoma non egrave se non copia di altro piugrave antico396

Collajuto della Salvatio i Romani soggiogarono il mondo397 equanto il mondo fu vasto il loro impero Giovanni Cavallino

395 Cosigrave nella Historia Septem Sapientum nelle versioni francesi dei SetteSavii nella versione catalana metrica nella Storia di Stefano figliuolo di unimperatore di Roma (Scelta di curiositagrave letterarie disp CLXXVI Bologna1880) se non che nella versione inglese e nella catalana si dice che lo specchiofaceva scoprire chi volesse entrare in cittagrave con animo di mal fare mentrenellitaliana si dice che denunziava le province ribelli (canto XIII)

Quando a Roma provinzia o tera algunavolea rebelar qui se vedeae cognoxea la caxon e a zaschedunacossa loro de subito si provedea

Giovanni dOutremeuse cosigrave ne parla (op cit v I p 229) laquo une thour agraveRomme sor laqueile ilh astoit unc myreour sour cent pilers de marbre et parcelle myreour ons veioit bien quant gens darmes ou aultres venoient sourmere Se cheaux de Romme ewissent bien gardeit cel myreour ilhs ewissentesteit agrave tous jours les soverains del monde mains ilh leur fuit destruisraquo Dellospecchio di Virgilio si fa inoltre ricordo nella Confessio amantis del GOWERnelle Choniques de Tournay nel Renart Contrefait nel Cleomades nellaChronique rimeacutee di FILIPPO MOUSKES nella Destruction de Rome ecc In questoultimo poema la torre del Miraour posta sopra il monte Chevrel non ha piugravenulla di magico

La est li Miraour dont hom a tante parleKi par le halt estage a son chef hor bouteXXX lieues voit bien et de long et de leCil que lost veue sevent bien la verte

(La destruction de Rome pubblicata dal Groumlber Romania v II p 6-48 v666-9) Nei Compassionevoli avvenimenti di Erasto (c XIX) lo specchiomutato in una lucidissima colonna egrave trasposto nellisola di Rodi Che si trattiqui veramente dello specchio virgiliano trasformato non si puograve dubitare

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parlando nella sua Polistoria398 della porta Collina nota laquoVelCollina porta potest dici a colle finitimo dicte porte per quam iturad eum qui hodie dicitur Mons Marus ubi imperatorRomanorum post coronationem suam statim ascendit etvolvendo se undique dicit Omnia que videmus nostra sunt etnostris mandatis obediunt universa mundiraquo

perchegrave insieme con la colonna si pone in Rodi anche il fuoco inestinguibilealtro miracolo operato da Virgilio in pro di Roma Autore delluna e dellaltrameraviglia si credeva un eccellente mago di cui non si dice il nome Come laSalvatio di Roma fu la colonna distrutta da nemici che diedero ad intendere dipoter cavare tesori396 Anche qui recare qualche esempio non parragrave ozioso Davanti al palazzo delfamoso Prete Gianni era uno specchio in cima ad una colonna sorretta da altriquattro ordini di colonne sovrapposte Tutto ledifizio era fatto di variesmisurate pietre preziose e nello specchio si poteva scorgere quanto accadevanelle circostanti province Tremila uomini armati lo custodivano affinchegrave nonfosse da malevoli rovesciato negrave infranto (Epistola del Prete Gianni a EmanueleComneno imperatore di Costantinopoli ap OPPERT Der Presbyter Johannes inSage und Geschichte Berlino 1864 p 175-6) Beniamino di Tudela dicenellItinerario (Ed dellAsher p 155) che nello specchio del faro diAlessandria si potevano scorgere le navi alla distanza di cinquanta giorni dinavigazione Gli abitanti di Brigantium in Ispagna (Coruntildea) pretendevano chein una torre fabbricata da Ercole nel loro porto fosse stato un tempo unospecchio in cui si potevano scorgere navi anche lontanissime EUSEBIO

NIEREMBERG si appone forse al vero quando dice (De miraculosis naturis inEuropa l I c 67) quella favola essere nata dal nome di Specula (quindi lospeculum) che avragrave avuto la torre Lo stesso si potrebbe dire della torre diRoma e di altre ma badisi che favole al tutto simili sono frequenti tra gliOrientali a cui la suggestione non poteva venire dal nome ed oltre a ciogravespecchi manuali magici in cui si credeva potere scorgere le cose lontane eranousati in molte pratiche di magia minuta Nel Parzival di WOLFRAM VON

ESCHENBACH si parla di una meravigliosa colonna di cui va adorno SchasteMarveil (Chasteau-Merveille delle versioni francesi) Il suo splendore sispande sei miglia allintorno e sulla sua superficie si scorge quanto avviene nelcircostante paese V anche Il libro dei Sette Savj pubblicato dal DAncona p115 e COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 74-7397 Nella giagrave citata versione francese della Legenda aurea si dice laquosi que parceste maniere les rommains advertis de la rebellion de celle province y

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parlando nella sua Polistoria398 della porta Collina nota laquoVelCollina porta potest dici a colle finitimo dicte porte per quam iturad eum qui hodie dicitur Mons Marus ubi imperatorRomanorum post coronationem suam statim ascendit etvolvendo se undique dicit Omnia que videmus nostra sunt etnostris mandatis obediunt universa mundiraquo

perchegrave insieme con la colonna si pone in Rodi anche il fuoco inestinguibilealtro miracolo operato da Virgilio in pro di Roma Autore delluna e dellaltrameraviglia si credeva un eccellente mago di cui non si dice il nome Come laSalvatio di Roma fu la colonna distrutta da nemici che diedero ad intendere dipoter cavare tesori396 Anche qui recare qualche esempio non parragrave ozioso Davanti al palazzo delfamoso Prete Gianni era uno specchio in cima ad una colonna sorretta da altriquattro ordini di colonne sovrapposte Tutto ledifizio era fatto di variesmisurate pietre preziose e nello specchio si poteva scorgere quanto accadevanelle circostanti province Tremila uomini armati lo custodivano affinchegrave nonfosse da malevoli rovesciato negrave infranto (Epistola del Prete Gianni a EmanueleComneno imperatore di Costantinopoli ap OPPERT Der Presbyter Johannes inSage und Geschichte Berlino 1864 p 175-6) Beniamino di Tudela dicenellItinerario (Ed dellAsher p 155) che nello specchio del faro diAlessandria si potevano scorgere le navi alla distanza di cinquanta giorni dinavigazione Gli abitanti di Brigantium in Ispagna (Coruntildea) pretendevano chein una torre fabbricata da Ercole nel loro porto fosse stato un tempo unospecchio in cui si potevano scorgere navi anche lontanissime EUSEBIO

NIEREMBERG si appone forse al vero quando dice (De miraculosis naturis inEuropa l I c 67) quella favola essere nata dal nome di Specula (quindi lospeculum) che avragrave avuto la torre Lo stesso si potrebbe dire della torre diRoma e di altre ma badisi che favole al tutto simili sono frequenti tra gliOrientali a cui la suggestione non poteva venire dal nome ed oltre a ciogravespecchi manuali magici in cui si credeva potere scorgere le cose lontane eranousati in molte pratiche di magia minuta Nel Parzival di WOLFRAM VON

ESCHENBACH si parla di una meravigliosa colonna di cui va adorno SchasteMarveil (Chasteau-Merveille delle versioni francesi) Il suo splendore sispande sei miglia allintorno e sulla sua superficie si scorge quanto avviene nelcircostante paese V anche Il libro dei Sette Savj pubblicato dal DAncona p115 e COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 74-7397 Nella giagrave citata versione francese della Legenda aurea si dice laquosi que parceste maniere les rommains advertis de la rebellion de celle province y

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La Salvatio fu distrutta per fatto dei nemici di Roma i qualinon potevano sperare negrave di vincere negrave di conservarsi liberi tantoche quella sussisteva Coloro che la fanno distruggere sono iCartaginesi399 oppure tre re che dai Romani avevano soffertomolte prepotenze400 o il re di Puglia401 o il re di Sicilia402 o iprincipi di Germania403 o un re di Ungheria404 Guiraut deCalanson ricorda un Menelas che

Fel mirail de Roma fremir

La distruzione si compie mediante unastuzia a cui ho giagraveaccennato nel capitolo precedente Alcuni emissarii dei principinemici danno ad intendere allimperatore di Roma il quale spessoegrave Ottaviano oppure ai senatori e ai consoli che sotto la torredella Salvatio sono nascosti grandi tesori Ottenuta licenza dicercarli cavano nelle fondamenta della torre e operano in modoche questa precipita quando essi sono giagrave lontani da RomaQuesta storia della distruzione non accompagna in principio laleggenda piugrave antica dove la Salvatio egrave formata di statue essavien fuori la prima volta insieme con la leggenda piugrave modernadello specchio ma poi naturalmente si appicca anche allaltra405

envoyoient une grosse armes qui y estoit venue ancois que ceulz de la provinceen fussent advertis et par tant ceulz la estaient incontinent reduis et submis a laseignourie de Rommeraquo398 L VI c 35399 Nel Virgilius inglese (THOMS Early english prose romances v II p 37)400 In alcune versioni dei Sette Savii401 Nei Seven Sages editi del Wright e nella versione catalana402 Storia di Stefano403 Enenkel e Heinrich von Muumlnchen404 Li romans des Sept Sages pubblicato dal Keller405 Il MASSMANN (Kaiserchronik v III p 430-2) riferisce a questo proposito ilracconto di Enenkel io riferirograve quello di Heinrich von Muumlnchen traendolo daun manoscritto della Biblioteca di Corte di Vienna n 2782 f 329 r col 2a330 r col 1a Descritta la Salvatio il poeta cosigrave prosegue

Daz wart vil weiten do erchant179

La Salvatio fu distrutta per fatto dei nemici di Roma i qualinon potevano sperare negrave di vincere negrave di conservarsi liberi tantoche quella sussisteva Coloro che la fanno distruggere sono iCartaginesi399 oppure tre re che dai Romani avevano soffertomolte prepotenze400 o il re di Puglia401 o il re di Sicilia402 o iprincipi di Germania403 o un re di Ungheria404 Guiraut deCalanson ricorda un Menelas che

Fel mirail de Roma fremir

La distruzione si compie mediante unastuzia a cui ho giagraveaccennato nel capitolo precedente Alcuni emissarii dei principinemici danno ad intendere allimperatore di Roma il quale spessoegrave Ottaviano oppure ai senatori e ai consoli che sotto la torredella Salvatio sono nascosti grandi tesori Ottenuta licenza dicercarli cavano nelle fondamenta della torre e operano in modoche questa precipita quando essi sono giagrave lontani da RomaQuesta storia della distruzione non accompagna in principio laleggenda piugrave antica dove la Salvatio egrave formata di statue essavien fuori la prima volta insieme con la leggenda piugrave modernadello specchio ma poi naturalmente si appicca anche allaltra405

envoyoient une grosse armes qui y estoit venue ancois que ceulz de la provinceen fussent advertis et par tant ceulz la estaient incontinent reduis et submis a laseignourie de Rommeraquo398 L VI c 35399 Nel Virgilius inglese (THOMS Early english prose romances v II p 37)400 In alcune versioni dei Sette Savii401 Nei Seven Sages editi del Wright e nella versione catalana402 Storia di Stefano403 Enenkel e Heinrich von Muumlnchen404 Li romans des Sept Sages pubblicato dal Keller405 Il MASSMANN (Kaiserchronik v III p 430-2) riferisce a questo proposito ilracconto di Enenkel io riferirograve quello di Heinrich von Muumlnchen traendolo daun manoscritto della Biblioteca di Corte di Vienna n 2782 f 329 r col 2a330 r col 1a Descritta la Salvatio il poeta cosigrave prosegue

Daz wart vil weiten do erchant179

Chessa sia di origine orientale puograve darsi e qualche indizio ilfarebbe credere406 Secondo unaltra leggenda ledifizio e le statuedella Salvatio precipitano quando nasce Cristo conforme daVirgilio loro artefice era stato profetizzato407 Ma qui la leggendadella Salvatio interferisce con unaltra di cui dovrograve far parola asuo luogo408

Von dem mer vuez an den ReinDie die fursten solten sein

Die vorchten des vil serSi verluren gar ir er

Von den pilden in den iarenDie ze Rom gemacht waren

In dem palast reichMit weishait maisterleich

Dovon die heren waren unfroIn den landen trachten sy do

Wie si funden einen listDaz si den palast an der frist

Mochten gar zu prechenUnd daz vil haimleich rechen

Daz die pild zerpresten garNu waz ein maister zu in dar

Chomen als ich vernomen hanDer selb nam sich do an

Daz er die pild zu prechen woltDarumb gab man im reichen solt

Und lie in varen zu Rom hinDer maister nam do zu im

Zway hundert mark von goltDie er zu Rom nuczen wolt

Als ich ew nuuml sagen wilHin fuumlr an dem selben czil

Der maister do vil dratDo er nuuml chom in die stat

Do gruumlb er pey der nachtAls er in vor het gedacht

Vil heimleich ein grubUnd ein vil tiefes lug

180

Chessa sia di origine orientale puograve darsi e qualche indizio ilfarebbe credere406 Secondo unaltra leggenda ledifizio e le statuedella Salvatio precipitano quando nasce Cristo conforme daVirgilio loro artefice era stato profetizzato407 Ma qui la leggendadella Salvatio interferisce con unaltra di cui dovrograve far parola asuo luogo408

Von dem mer vuez an den ReinDie die fursten solten sein

Die vorchten des vil serSi verluren gar ir er

Von den pilden in den iarenDie ze Rom gemacht waren

In dem palast reichMit weishait maisterleich

Dovon die heren waren unfroIn den landen trachten sy do

Wie si funden einen listDaz si den palast an der frist

Mochten gar zu prechenUnd daz vil haimleich rechen

Daz die pild zerpresten garNu waz ein maister zu in dar

Chomen als ich vernomen hanDer selb nam sich do an

Daz er die pild zu prechen woltDarumb gab man im reichen solt

Und lie in varen zu Rom hinDer maister nam do zu im

Zway hundert mark von goltDie er zu Rom nuczen wolt

Als ich ew nuuml sagen wilHin fuumlr an dem selben czil

Der maister do vil dratDo er nuuml chom in die stat

Do gruumlb er pey der nachtAls er in vor het gedacht

Vil heimleich ein grubUnd ein vil tiefes lug

180

Ma la leggenda non provvede soltanto alla sicurezza esterna diRoma provvede ancora alla sicurezza interna Essa dice cheVirgilio fabbricograve per limperatore Tito una statua che scoprivatutti i delitti commessi secretamente in Roma409

Sin qui delle leggende che mostrano Roma munita disoprannaturali difese e inespugnabile passiamo ora a dir qualchecosa di alcune leggende di carattere al tutto opposto le quali

Daz sein niemant wart gewarIn die grub legt er dar

Des goldes hundert markDas er darein verparg

Also daz fur warNiemant wart gewar

Wo das lug pegraben wasNu macht er such zu dem palas

Do die pild waren innDes andern nachts mit weisen sinn

Ein grub in chirczer stundDo hin er pergen pegunt

Auch hundert mark von goltAls er sy haben wolt

Zu dem list dez er gedachtDaz er damit wurd volbracht

Und diez also geschachDer maister gie darnach

Do er die rat heran vantDen tot er do pechant

Und sprach laquoIch wil ew zeigen und gebenDaz nie man pey seinen leben

Goldes mer so reich wartUnd wolt ir volgen meinen ratraquo

Do sprach ein weiser under inlaquoWil du uns zaigen den gewin

So hab daz auf die trewe meinDaz dein lon muumls guumlt sein

Die zehen markch sey ie dein aigenWil du uns die schaz czaigenraquo

Der maister sproch laquoDaz sey getanraquoDamit fuumlrt er in von dan

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Ma la leggenda non provvede soltanto alla sicurezza esterna diRoma provvede ancora alla sicurezza interna Essa dice cheVirgilio fabbricograve per limperatore Tito una statua che scoprivatutti i delitti commessi secretamente in Roma409

Sin qui delle leggende che mostrano Roma munita disoprannaturali difese e inespugnabile passiamo ora a dir qualchecosa di alcune leggende di carattere al tutto opposto le quali

Daz sein niemant wart gewarIn die grub legt er dar

Des goldes hundert markDas er darein verparg

Also daz fur warNiemant wart gewar

Wo das lug pegraben wasNu macht er such zu dem palas

Do die pild waren innDes andern nachts mit weisen sinn

Ein grub in chirczer stundDo hin er pergen pegunt

Auch hundert mark von goltAls er sy haben wolt

Zu dem list dez er gedachtDaz er damit wurd volbracht

Und diez also geschachDer maister gie darnach

Do er die rat heran vantDen tot er do pechant

Und sprach laquoIch wil ew zeigen und gebenDaz nie man pey seinen leben

Goldes mer so reich wartUnd wolt ir volgen meinen ratraquo

Do sprach ein weiser under inlaquoWil du uns zaigen den gewin

So hab daz auf die trewe meinDaz dein lon muumls guumlt sein

Die zehen markch sey ie dein aigenWil du uns die schaz czaigenraquo

Der maister sproch laquoDaz sey getanraquoDamit fuumlrt er in von dan

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mostrano Roma esposta a pericoli o vinta da nemici di cui lastoria non serba ricordo

Cominciamo da Alessandro Magno Era impossibile che laleggenda tendendo ad allargare sempre piugrave la cerchia delleportentose avventure e delle conquiste del gran Macedone nonandasse o prima o poi ad urtare contro Roma Giagrave Arriano410

dice che secondo Aristo ed Asclepiade i quali scrissero dei fatti

Hin an der selben stundDo er von erst pegund

Daz golt pergen hinEr sprach laquoVolgt meinen sin

Und grabt hie ein an disen czilDo vint ir an massen vil

Goldes auf mein warhaitraquoDie heren waren do perait

Und hiessen ein graben zu hantDen maister der do vant

Daz golt das er do liezzDie Romer er ez schawen hiezz

Die wurden do von herczen froZu in sprach er do

laquoDes wil ich ew noch zaigen merWelt ir volgen meiner lerraquo

Si sprachen do laquoVil gerenraquoDamit pegund der maister keren

Hin zu dem PalasDo der ander schacz was

Den selben er do vantWann er mit seiner hant

In het gelegt vor al darDaz sein niemant war gewar

Als ich ew nuuml hanHie vor chunt getan

Und nuuml der maister daz goltVant als er oz haben wolt

Do wanten die ConsulesAll fuumlr war das

Ez wer die recht warhaitAls in der maister het gesait

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mostrano Roma esposta a pericoli o vinta da nemici di cui lastoria non serba ricordo

Cominciamo da Alessandro Magno Era impossibile che laleggenda tendendo ad allargare sempre piugrave la cerchia delleportentose avventure e delle conquiste del gran Macedone nonandasse o prima o poi ad urtare contro Roma Giagrave Arriano410

dice che secondo Aristo ed Asclepiade i quali scrissero dei fatti

Hin an der selben stundDo er von erst pegund

Daz golt pergen hinEr sprach laquoVolgt meinen sin

Und grabt hie ein an disen czilDo vint ir an massen vil

Goldes auf mein warhaitraquoDie heren waren do perait

Und hiessen ein graben zu hantDen maister der do vant

Daz golt das er do liezzDie Romer er ez schawen hiezz

Die wurden do von herczen froZu in sprach er do

laquoDes wil ich ew noch zaigen merWelt ir volgen meiner lerraquo

Si sprachen do laquoVil gerenraquoDamit pegund der maister keren

Hin zu dem PalasDo der ander schacz was

Den selben er do vantWann er mit seiner hant

In het gelegt vor al darDaz sein niemant war gewar

Als ich ew nuuml hanHie vor chunt getan

Und nuuml der maister daz goltVant als er oz haben wolt

Do wanten die ConsulesAll fuumlr war das

Ez wer die recht warhaitAls in der maister het gesait

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di Alessandro Magno i Romani al par dei Bruzii dei Lucani deiTusci mandarono legati al Macedone e che questi augurograve benedella futura loro potenza Egli negrave nega negrave afferma ma avvertesolo che nessuno storico latino fece mai ricordo di ciograve e TitoLivio crede anzi che Alessandro Magno non sia stato noto aiRomani nemmeno di nome411 La legazione era asserita anche da

Si westen nicht der maerDaz er also waer

Von seinen schulden komen darDo si des goldes wuumlrden gewar

Zu dem maister sprachen si dolaquoMaister du solt wesen fro

Und solt uns guumltes mer csaigenEin lant wirt darumbe dein aigenraquo

Der maister sprach laquoIch zaig ew wolOb ir die warhait habt fuumlr vol

Den grosten schacz von guumltDer ewren augen sanft tuumlt

Und den kain man ie gesachraquoDer heren ainer zu im sprach

laquoWo ist dos selb guumltraquoDer maister sprachlaquoOb ir ez tuumlt

So ist mir vil wol chunt dasIr under dem Palas

Vindet den reichisten funtDaz ist mir von waishait chunt

Und der under der erd istDas glaubet mir zu diser frist

Ich wil als ich tuumln solDen Palast under seczen wol

So ich darunder gruben wilDaz niemant an dem czil

Chain schad davon mocht geschehenraquoSi sprachen laquoDaz laz uns sehen

Ob dein list als klug seyraquoWaz nuuml tel der maister freyEr huumlb do an und gruumlb

Vil manig weites lug183

di Alessandro Magno i Romani al par dei Bruzii dei Lucani deiTusci mandarono legati al Macedone e che questi augurograve benedella futura loro potenza Egli negrave nega negrave afferma ma avvertesolo che nessuno storico latino fece mai ricordo di ciograve e TitoLivio crede anzi che Alessandro Magno non sia stato noto aiRomani nemmeno di nome411 La legazione era asserita anche da

Si westen nicht der maerDaz er also waer

Von seinen schulden komen darDo si des goldes wuumlrden gewar

Zu dem maister sprachen si dolaquoMaister du solt wesen fro

Und solt uns guumltes mer csaigenEin lant wirt darumbe dein aigenraquo

Der maister sprach laquoIch zaig ew wolOb ir die warhait habt fuumlr vol

Den grosten schacz von guumltDer ewren augen sanft tuumlt

Und den kain man ie gesachraquoDer heren ainer zu im sprach

laquoWo ist dos selb guumltraquoDer maister sprachlaquoOb ir ez tuumlt

So ist mir vil wol chunt dasIr under dem Palas

Vindet den reichisten funtDaz ist mir von waishait chunt

Und der under der erd istDas glaubet mir zu diser frist

Ich wil als ich tuumln solDen Palast under seczen wol

So ich darunder gruben wilDaz niemant an dem czil

Chain schad davon mocht geschehenraquoSi sprachen laquoDaz laz uns sehen

Ob dein list als klug seyraquoWaz nuuml tel der maister freyEr huumlb do an und gruumlb

Vil manig weites lug183

Clitarco secondo la testimonianza di Plinio412 e Clitarcoseguitarono Diodoro Siculo413 Quinto Curzio414 Memnone415 LoPseudo-Callistene dice416 che Alessandro Magno ricevettelossequio dei Romani e conquistograve i regni di Occidente eancora417 che i Romani gli mandarono per Emidio console unacorona doro adorna di perle quattrocento talenti e duemilasoldati scusandosi di non poter mandare di piugrave impegnati

Under den palast reichDen under saczt er meisterleich

Und gruumlb ie lenger und ie pasHin under den Pallas

Pis er ez darczu prachtAls er nuuml het gedacht

Daz er die czeit sachAns nacht er darnach

Gie er viel heimleich darDaz sein niemant wart gewar

Die sprewczen czunt er all anDavon der Palast muumlst zergan

Und mit den pilden niderViel darnach sider

War kain Palast merDer so reich was und so her

Und mit maisterschaft volbrachtZe Rom nymmer mer gedacht

Als ich es hort sagenDer maister floch in den tagen

Und cham in dewtsche lantDo er die herren vant

Die im den lon gabenAls ich ew chund sagen

Daz er den Palas prach nider

Nel Pecorone giorn Va nov 1a la storia si trasforma Il popolo di Roma avevainimicizia con quello di Velletri Due Velletrani Ghello e Gianno vanno aRoma e danno a intendere a Crasso cittadino di molta riputazione masoprammodo avaro di saper cavare tesori Con quellastuzia fanno cadere latorre del tribuno laquoEra nel Campidoglio una torre che si chiamava la torre deltribuno nella quale erano intagliati dal lato di fuori di metallo tutti coloro

184

Clitarco secondo la testimonianza di Plinio412 e Clitarcoseguitarono Diodoro Siculo413 Quinto Curzio414 Memnone415 LoPseudo-Callistene dice416 che Alessandro Magno ricevettelossequio dei Romani e conquistograve i regni di Occidente eancora417 che i Romani gli mandarono per Emidio console unacorona doro adorna di perle quattrocento talenti e duemilasoldati scusandosi di non poter mandare di piugrave impegnati

Under den palast reichDen under saczt er meisterleich

Und gruumlb ie lenger und ie pasHin under den Pallas

Pis er ez darczu prachtAls er nuuml het gedacht

Daz er die czeit sachAns nacht er darnach

Gie er viel heimleich darDaz sein niemant wart gewar

Die sprewczen czunt er all anDavon der Palast muumlst zergan

Und mit den pilden niderViel darnach sider

War kain Palast merDer so reich was und so her

Und mit maisterschaft volbrachtZe Rom nymmer mer gedacht

Als ich es hort sagenDer maister floch in den tagen

Und cham in dewtsche lantDo er die herren vant

Die im den lon gabenAls ich ew chund sagen

Daz er den Palas prach nider

Nel Pecorone giorn Va nov 1a la storia si trasforma Il popolo di Roma avevainimicizia con quello di Velletri Due Velletrani Ghello e Gianno vanno aRoma e danno a intendere a Crasso cittadino di molta riputazione masoprammodo avaro di saper cavare tesori Con quellastuzia fanno cadere latorre del tribuno laquoEra nel Campidoglio una torre che si chiamava la torre deltribuno nella quale erano intagliati dal lato di fuori di metallo tutti coloro

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comerano nella guerra contro i Cartaginesi Ciograve avvenivanellItalia stessa dove Alessandro si suppone passato sino daiprimordii del suo regno Giulio Valerio traduttore dello Pseudo-Callistene e lArcipresbitero Leone autore della Historia depreliis divulgano questo racconto orientale di originenelloccidente di Europa dove da indi in poi si ritrova assaispesso ripetuto con varianti di maggiore o minore rilievo nellenumerose storie di Alessandro Magno che in prosa e in verso si

chebbero mai triumfo o fama et era tenuta questa torre la piugrave degna cosa cheavesse Romaraquo Il popolo uccide Crasso di specchio o di statue denunziatricinon si fa parola406 Ciograve non si ammette dallo SCHMIDT (Beitraumlge zur Geschichte derromantischen Poesie p 129) il quale non isceverograve come dee farsi le dueleggende quella delle statue e quella dello specchio Senza voler risolvere laquestione io ricorderograve che Beniamino di Tudela narra nellitinerario (l cit)che lo specchio di Alessandria fu distrutto da un greco Massudi racconta (opcit v II p 434-6) che un eunuco mandato dallimperatore di Bisanziodistrusse a metagrave il faro di Alessandria facendo credere al re El-Valid chegrandi tesori erano nascosti nelle fondamenta della torre407 Il primo che la riferisce egrave forse ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l IIc 174 laquoQuaesitus autem vates gloriosus quamdiu a diis conservandum essetillud nobile aedificium respondere consuevit laquolaquoStabit usque dum pariatvirgoraquoraquo Hoc autem audientes philosopho applaudentes dicebant laquolaquoIgitur inaeternum stabitraquoraquo In nativitate autem Salvatoris fertur dicta domus inclitasubitam fecisse ruinamraquo Lo stesso dice Ranulfo Higden408 V il cap IX409 Gesta romanorum c 57 ed dellOesterley cf MASSMANN Kaiserchronik vIII410 De expeditione Alexandri Magni l VII c 15411 Hist IX 16412 Hist nat III 9413 Biblioth hist XVII 113414 De reb gest Alex M VII 95415 Ap FOZIO Biblioth ed del Bekker v I p 229 col 1a416 L I c 27417 L I c 29 Cf ZACHER Pseudocallisthenes Forschungen zur Kritik undGeschichte der aumlltesten Aufzeichnung der Alexandersage Halle 1867 p 117-9

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comerano nella guerra contro i Cartaginesi Ciograve avvenivanellItalia stessa dove Alessandro si suppone passato sino daiprimordii del suo regno Giulio Valerio traduttore dello Pseudo-Callistene e lArcipresbitero Leone autore della Historia depreliis divulgano questo racconto orientale di originenelloccidente di Europa dove da indi in poi si ritrova assaispesso ripetuto con varianti di maggiore o minore rilievo nellenumerose storie di Alessandro Magno che in prosa e in verso si

chebbero mai triumfo o fama et era tenuta questa torre la piugrave degna cosa cheavesse Romaraquo Il popolo uccide Crasso di specchio o di statue denunziatricinon si fa parola406 Ciograve non si ammette dallo SCHMIDT (Beitraumlge zur Geschichte derromantischen Poesie p 129) il quale non isceverograve come dee farsi le dueleggende quella delle statue e quella dello specchio Senza voler risolvere laquestione io ricorderograve che Beniamino di Tudela narra nellitinerario (l cit)che lo specchio di Alessandria fu distrutto da un greco Massudi racconta (opcit v II p 434-6) che un eunuco mandato dallimperatore di Bisanziodistrusse a metagrave il faro di Alessandria facendo credere al re El-Valid chegrandi tesori erano nascosti nelle fondamenta della torre407 Il primo che la riferisce egrave forse ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l IIc 174 laquoQuaesitus autem vates gloriosus quamdiu a diis conservandum essetillud nobile aedificium respondere consuevit laquolaquoStabit usque dum pariatvirgoraquoraquo Hoc autem audientes philosopho applaudentes dicebant laquolaquoIgitur inaeternum stabitraquoraquo In nativitate autem Salvatoris fertur dicta domus inclitasubitam fecisse ruinamraquo Lo stesso dice Ranulfo Higden408 V il cap IX409 Gesta romanorum c 57 ed dellOesterley cf MASSMANN Kaiserchronik vIII410 De expeditione Alexandri Magni l VII c 15411 Hist IX 16412 Hist nat III 9413 Biblioth hist XVII 113414 De reb gest Alex M VII 95415 Ap FOZIO Biblioth ed del Bekker v I p 229 col 1a416 L I c 27417 L I c 29 Cf ZACHER Pseudocallisthenes Forschungen zur Kritik undGeschichte der aumlltesten Aufzeichnung der Alexandersage Halle 1867 p 117-9

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hanno in tutte le letterature del medio evo418 Il Gorionideesagerando al solito dice che i Romani accolsero Alessandrocome signore e che egli vi dominograve sino alla sua morte419Armannino nella Fiorita dice similmente che Alessandro ebbe lasignoria di Roma e che dagli indovini era stata profetizzata la suavenuta alla quale non era possibile opporsi tale essendo lavolontagrave di Dio Ekkehard ricorda che in sul principio delle sue

418 Cosigrave nellAlexander di LAMPRECHT v 704-19 nel Kyng Alisaunder doveRoma spedisce il suo tributo dopo che ad Alessandro si sono assoggettate giagravemoltissime cittagrave di Lombardia e di Toscana nellAlexander pubblicato dalDIEMER (Deutsche Gedichte des XI und XII Jahrhunderts Vienna 1849 p200-1) nella Historia de Alexandro Magno Venezia 1477 f 12 v 13 r) inmolte cronache (tra laltre nella Chronographia di MALALA) ma nonnellAlexandreis di GUALTIERO DI CHATILLON negrave nel Romans dAlixandre diLAMBERT LI TORS e ALEXANDRE DE BERNAY e nemmeno nel poema spagnuolo diLORENZO SEGURA In un Liber Alexandri a nativitate ipsius usque ad mortemcontenuto nel cod Marciano lat cl X CXXX si legge (f 6 r) la seguentenarrazione che si scosta abbastanza da quella dello Pseudo-Callistene e diGiulio ValerioQualiter Alexander venit in Italia volens Romanorum soberbiam refrenarePost aliquot dies congregatu exercitu et multitudine preparata cepit versusItalliam navigare et veniens Chalcedoniam expugnavit eam Chalcedonessuper muris civitatis ascendentes eis fortiter resistebant quibus Alexander aitlaquoVobis dicho Chalcedones aut pugnate viriliter aut pottius subiugaminiraquoPugnatorum verumtamen Chalcedoniam apreendit Exiens quo inde etnavigato pellago ingressus et Italliam volens romanam superbiam refrenareChonsulles vero Romam audientes adventum Allexandri valde sunt timoreperterriti et congregato popullo auri tallenta LXm et choronas C aureasdirexerant suplichantes ut eos nulatenus expugnaret Alexander vero recepto aRomani tributo et acceteris abitantibus usque ad mare occidentis quorumregio vocabatur Europa relliquit eos in pace et ex inde sulchato pellagoAfricham properavit in qua pauchos rebelles inveniens eos suo imperiosubiugavit419 L I c IX XLIII In due fra i manoscritti piugrave recenti dello Pseudo-Callistene si narra che i Romani presentarono ad Alessandro a mezzo diMarco loro capitano una preziosa corona e grande quantitagrave di oro e loproclamarono loro re e signore di tutto il mondo Alessandro prese con segraveduemila dei loro arcieri e promise al popolo di farlo possente WEISMANNAlexander vom Pfaffen Lamprecht Francoforte s M 1850 v II p 36-7

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hanno in tutte le letterature del medio evo418 Il Gorionideesagerando al solito dice che i Romani accolsero Alessandrocome signore e che egli vi dominograve sino alla sua morte419Armannino nella Fiorita dice similmente che Alessandro ebbe lasignoria di Roma e che dagli indovini era stata profetizzata la suavenuta alla quale non era possibile opporsi tale essendo lavolontagrave di Dio Ekkehard ricorda che in sul principio delle sue

418 Cosigrave nellAlexander di LAMPRECHT v 704-19 nel Kyng Alisaunder doveRoma spedisce il suo tributo dopo che ad Alessandro si sono assoggettate giagravemoltissime cittagrave di Lombardia e di Toscana nellAlexander pubblicato dalDIEMER (Deutsche Gedichte des XI und XII Jahrhunderts Vienna 1849 p200-1) nella Historia de Alexandro Magno Venezia 1477 f 12 v 13 r) inmolte cronache (tra laltre nella Chronographia di MALALA) ma nonnellAlexandreis di GUALTIERO DI CHATILLON negrave nel Romans dAlixandre diLAMBERT LI TORS e ALEXANDRE DE BERNAY e nemmeno nel poema spagnuolo diLORENZO SEGURA In un Liber Alexandri a nativitate ipsius usque ad mortemcontenuto nel cod Marciano lat cl X CXXX si legge (f 6 r) la seguentenarrazione che si scosta abbastanza da quella dello Pseudo-Callistene e diGiulio ValerioQualiter Alexander venit in Italia volens Romanorum soberbiam refrenarePost aliquot dies congregatu exercitu et multitudine preparata cepit versusItalliam navigare et veniens Chalcedoniam expugnavit eam Chalcedonessuper muris civitatis ascendentes eis fortiter resistebant quibus Alexander aitlaquoVobis dicho Chalcedones aut pugnate viriliter aut pottius subiugaminiraquoPugnatorum verumtamen Chalcedoniam apreendit Exiens quo inde etnavigato pellago ingressus et Italliam volens romanam superbiam refrenareChonsulles vero Romam audientes adventum Allexandri valde sunt timoreperterriti et congregato popullo auri tallenta LXm et choronas C aureasdirexerant suplichantes ut eos nulatenus expugnaret Alexander vero recepto aRomani tributo et acceteris abitantibus usque ad mare occidentis quorumregio vocabatur Europa relliquit eos in pace et ex inde sulchato pellagoAfricham properavit in qua pauchos rebelles inveniens eos suo imperiosubiugavit419 L I c IX XLIII In due fra i manoscritti piugrave recenti dello Pseudo-Callistene si narra che i Romani presentarono ad Alessandro a mezzo diMarco loro capitano una preziosa corona e grande quantitagrave di oro e loproclamarono loro re e signore di tutto il mondo Alessandro prese con segraveduemila dei loro arcieri e promise al popolo di farlo possente WEISMANNAlexander vom Pfaffen Lamprecht Francoforte s M 1850 v II p 36-7

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conquiste Alessandro andograve a Roma e tace di tutto il resto420Jacob van Maerlant racconta421 che i Romani mandarono adAlessandro la corona romana

En gaven hem die roemsce croene

In qualche codice dei Mirabilia le terme di Alessandro Severopare si mutino in un palazzo di Alessandro Magno Nei Mirabiliadel giagrave citato codice Marciano si legge il seguente curioso passolaquoIn thermis olimpiadis ubi assatus fuit sanctus Laurentius etvocatur ibi Panisperna ideo dicitur Panisperna quia Olimpiasuxor Philippi regis macedonii ibi colebatur pro dea et offerebaturei panis pola et perna vel caro porcinaraquo Anche tra gli Arabi paresiavi stata una leggenda comunicata ad essi probabilmente daiGreci per le trafile solite la quale attribuiva ad Alessandro laconquista di Roma422

Ma se la grande ammirazione che per Alessandro si aveva nelmedio evo bastava a fare accettare una leggenda manifestamentegreca di origine e non troppo lusinghiera per gli occidentali ingenere e per quanti si credevano discendere dagli antichi Romaniin particolare non mancano tuttavia scrittori che negano diaccoglierla e che piugrave o meno direttamente le contraddiconoOttone di Frisinga dice423 che Alessandro morigrave quando appunto sipreparava a soggiogare Roma e tutto lOccidente altrove parladel Macedone come di un incomodo pedagogo che davasoggezione a Roma la quale solo dopo la morte di lui prese acrescere liberamente e a coprirsi di gloria Gotofredo da Viterboricorda nella parte XI del Pantheon che Alessandro ricevette inBabilonia i legati di tutti i re dellOccidente che a lui sisottomettevano Ai Romani ricalcitranti scrisse Si venero venero

420 Chronicon universale ap PERTZ Script t VI p 64421 Alexander Geesten parte 1a Bruxelles 1860 l I v 1040 segg422 V FLUumlGEL Beitrag zu den Berichten der Araber uumlber Ducirc l karnainZeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v IX p 796423 Chronicon l II c 25 37 38 39

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conquiste Alessandro andograve a Roma e tace di tutto il resto420Jacob van Maerlant racconta421 che i Romani mandarono adAlessandro la corona romana

En gaven hem die roemsce croene

In qualche codice dei Mirabilia le terme di Alessandro Severopare si mutino in un palazzo di Alessandro Magno Nei Mirabiliadel giagrave citato codice Marciano si legge il seguente curioso passolaquoIn thermis olimpiadis ubi assatus fuit sanctus Laurentius etvocatur ibi Panisperna ideo dicitur Panisperna quia Olimpiasuxor Philippi regis macedonii ibi colebatur pro dea et offerebaturei panis pola et perna vel caro porcinaraquo Anche tra gli Arabi paresiavi stata una leggenda comunicata ad essi probabilmente daiGreci per le trafile solite la quale attribuiva ad Alessandro laconquista di Roma422

Ma se la grande ammirazione che per Alessandro si aveva nelmedio evo bastava a fare accettare una leggenda manifestamentegreca di origine e non troppo lusinghiera per gli occidentali ingenere e per quanti si credevano discendere dagli antichi Romaniin particolare non mancano tuttavia scrittori che negano diaccoglierla e che piugrave o meno direttamente le contraddiconoOttone di Frisinga dice423 che Alessandro morigrave quando appunto sipreparava a soggiogare Roma e tutto lOccidente altrove parladel Macedone come di un incomodo pedagogo che davasoggezione a Roma la quale solo dopo la morte di lui prese acrescere liberamente e a coprirsi di gloria Gotofredo da Viterboricorda nella parte XI del Pantheon che Alessandro ricevette inBabilonia i legati di tutti i re dellOccidente che a lui sisottomettevano Ai Romani ricalcitranti scrisse Si venero venero

420 Chronicon universale ap PERTZ Script t VI p 64421 Alexander Geesten parte 1a Bruxelles 1860 l I v 1040 segg422 V FLUumlGEL Beitrag zu den Berichten der Araber uumlber Ducirc l karnainZeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v IX p 796423 Chronicon l II c 25 37 38 39

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e quelli con nobile audacia risposero Si veneris inveneris Danteesclama nel l II del De Monarchia laquoO altitudo sapientiae etscientiae Dei quis hic te non obstupescere poterit Namconantem Alexandrum praepedire in cursu coathletam romanumtu ne sua temeritas prodiret ulterius de certamine rapuistiraquoFinalmente Federico Frezzi ha questi versi nel Quadriregio424

Il quarto che ha la luce chiara e puraSu nella testa egrave Alessandro alteroChe fece a tutto il mondo giagrave paura

Egli ebbe lOriente tutto interoForse se non che morte il levograve tostoDi vincer Roma gli riuscia il pensiero

A far nascere la leggenda testegrave riferita contribuigrave per moltaparte come fu giustamente osservato dal Mai425 lessersiscambiato con Alessandro Magno Alessandro re dei Molossi efratello di Olimpia In molte cronache si narra prima la venuta inItalia di questo poi la venuta di quello ma in altre come peresempio nella Historia miscella426 si narra solamente la prima edella seconda non si fa parola427

Ma giagrave molto prima di Alessandro Magno Roma ebbe comeabbiam veduto in Davide un pericoloso avversario428 BeniaminoTudelense parla nellItinerario di una via lunga quindici migliaaperta da Romolo nelle viscere dei monti presso Napoli perpaura di Davide429 Del resto Roma fu assediata presa e distrutta

424 L IV c 7425 Classici auctores v VII p 82-3 n 1426 L II c 6 ed dellEysenhardt p 22 cf il c 8427 Cosigrave ancora nella Cronaca di AMARETTO nel Polistorio di NICCOLOgrave DA

FERRARA ecc428 V c III p 101429 Egli allude senza dubbio esagerando alla famosa Grotta di Posilipocreduta piugrave comunemente nel medio evo opera di Virgilio Racconta invecelHAPPEL nelle sue Relationes curiosae parte 1a p 230 che Lucullo fecescavare quella grotta per avere piugrave facile accesso alla sua villa di Baja

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e quelli con nobile audacia risposero Si veneris inveneris Danteesclama nel l II del De Monarchia laquoO altitudo sapientiae etscientiae Dei quis hic te non obstupescere poterit Namconantem Alexandrum praepedire in cursu coathletam romanumtu ne sua temeritas prodiret ulterius de certamine rapuistiraquoFinalmente Federico Frezzi ha questi versi nel Quadriregio424

Il quarto che ha la luce chiara e puraSu nella testa egrave Alessandro alteroChe fece a tutto il mondo giagrave paura

Egli ebbe lOriente tutto interoForse se non che morte il levograve tostoDi vincer Roma gli riuscia il pensiero

A far nascere la leggenda testegrave riferita contribuigrave per moltaparte come fu giustamente osservato dal Mai425 lessersiscambiato con Alessandro Magno Alessandro re dei Molossi efratello di Olimpia In molte cronache si narra prima la venuta inItalia di questo poi la venuta di quello ma in altre come peresempio nella Historia miscella426 si narra solamente la prima edella seconda non si fa parola427

Ma giagrave molto prima di Alessandro Magno Roma ebbe comeabbiam veduto in Davide un pericoloso avversario428 BeniaminoTudelense parla nellItinerario di una via lunga quindici migliaaperta da Romolo nelle viscere dei monti presso Napoli perpaura di Davide429 Del resto Roma fu assediata presa e distrutta

424 L IV c 7425 Classici auctores v VII p 82-3 n 1426 L II c 6 ed dellEysenhardt p 22 cf il c 8427 Cosigrave ancora nella Cronaca di AMARETTO nel Polistorio di NICCOLOgrave DA

FERRARA ecc428 V c III p 101429 Egli allude senza dubbio esagerando alla famosa Grotta di Posilipocreduta piugrave comunemente nel medio evo opera di Virgilio Racconta invecelHAPPEL nelle sue Relationes curiosae parte 1a p 230 che Lucullo fecescavare quella grotta per avere piugrave facile accesso alla sua villa di Baja

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piugrave volte se sha a credere alla leggenda Di un assedio postole daun re negromante si parla nei Mirabilia a proposito del Cavallo diCostantino della cui storia dirograve piugrave oltre a suo luogo Di un altroassedio per parte di una gran moltitudine di barbari discorre Bedanel suo trattato De divisionibus temporum Giano re dellEpirorifugiato in Roma salva la cittagrave ed egrave poi adorato come dio430Giovanni dOutremeuse racconta431 che lanno 410 dopo la

Centomila uomini furono adoperati nel lavoro430 Riferirograve qui la narrazione di Beda laquoJanuarius autem duobus modis nomenaccepit hoc est ex idolo et re Ex idolo hoc est ex Jano bifronte regeEpirotarum qui fugatus et projectus de sua patria venit ad Romanos apud eosexul effectus Contigit autem ut gens multa Barbarorum Romam obsedissetErat autem Janus ille homo ingeniosus qui dedit consilium Romanis quomodopotuissent urbem liberare ab illa obsidione ita tamen si Romani post mortemsuam illum adorarent quasi deum Haec autem illis promittentibus ille petebatocto linteamina oleo et cera et acqua intincta et uncta Quod cum factum essetdixit ut involvissent se de illis linteaminibus et igne incendissent et duosgladios calefactos et ardentes sibi dari postulavit et postea ascendit supermurum et dixit ad Romanos ut cum ille levasset se super murum et clamassetquasi deus illi totis portis apertis ruissent super hostes et haberent victoriamEt ita factum est Romani perferunt victoriam occisis inimicis et fugatis Janusvero igne consumptus est Quem post mortem suam Romani quasi deumadoraverunt et fecerunt ei templum magnum in Roma quod ex nomine JaniJaniculum vocaverunt centum portas habens et in illo templo Jani formamceream fecerunt duos facies habentem et ex una parte et ex una facie viriadorabant ex altera vero facie feminae adorabant Idemque mensem Janumvocaverunt bicipitis dei respicientem transacti anni finem et prospicientemfuturi anni principium item Janus ex re dicitur eo quod sit ianua anni hoc estprincipium quia sicut homo ingreditur per ostium ita anni ingrediuntur peristum Januariumraquo Notisi che nel De ratione temporum c XII Beda nonricorda piugrave che la seconda etimologia Questa storia passa trasformandosi apoco a poco nel Comput di FILIPPO DI THAUN composto nel 1119 nellaCalumnia novercalis e in molte versioni dei Sette Savii Il BENFEY

(Pantschatantra v I p 163) aveva fatto notare lanalogia chegrave tra essa e lanovella Va della parte 1a del Panciatantra ma GASTON PARIS la crede di origineromana degli ultimi tempi del paganesimo e dinvenzione cristiana intesa amostrare come gli antichi dei altro non fossero stati che uomini (Le recitRoma dans les Sept Sages Romania v IV p 125 segg)431 Op cit v I p 147

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piugrave volte se sha a credere alla leggenda Di un assedio postole daun re negromante si parla nei Mirabilia a proposito del Cavallo diCostantino della cui storia dirograve piugrave oltre a suo luogo Di un altroassedio per parte di una gran moltitudine di barbari discorre Bedanel suo trattato De divisionibus temporum Giano re dellEpirorifugiato in Roma salva la cittagrave ed egrave poi adorato come dio430Giovanni dOutremeuse racconta431 che lanno 410 dopo la

Centomila uomini furono adoperati nel lavoro430 Riferirograve qui la narrazione di Beda laquoJanuarius autem duobus modis nomenaccepit hoc est ex idolo et re Ex idolo hoc est ex Jano bifronte regeEpirotarum qui fugatus et projectus de sua patria venit ad Romanos apud eosexul effectus Contigit autem ut gens multa Barbarorum Romam obsedissetErat autem Janus ille homo ingeniosus qui dedit consilium Romanis quomodopotuissent urbem liberare ab illa obsidione ita tamen si Romani post mortemsuam illum adorarent quasi deum Haec autem illis promittentibus ille petebatocto linteamina oleo et cera et acqua intincta et uncta Quod cum factum essetdixit ut involvissent se de illis linteaminibus et igne incendissent et duosgladios calefactos et ardentes sibi dari postulavit et postea ascendit supermurum et dixit ad Romanos ut cum ille levasset se super murum et clamassetquasi deus illi totis portis apertis ruissent super hostes et haberent victoriamEt ita factum est Romani perferunt victoriam occisis inimicis et fugatis Janusvero igne consumptus est Quem post mortem suam Romani quasi deumadoraverunt et fecerunt ei templum magnum in Roma quod ex nomine JaniJaniculum vocaverunt centum portas habens et in illo templo Jani formamceream fecerunt duos facies habentem et ex una parte et ex una facie viriadorabant ex altera vero facie feminae adorabant Idemque mensem Janumvocaverunt bicipitis dei respicientem transacti anni finem et prospicientemfuturi anni principium item Janus ex re dicitur eo quod sit ianua anni hoc estprincipium quia sicut homo ingreditur per ostium ita anni ingrediuntur peristum Januariumraquo Notisi che nel De ratione temporum c XII Beda nonricorda piugrave che la seconda etimologia Questa storia passa trasformandosi apoco a poco nel Comput di FILIPPO DI THAUN composto nel 1119 nellaCalumnia novercalis e in molte versioni dei Sette Savii Il BENFEY

(Pantschatantra v I p 163) aveva fatto notare lanalogia chegrave tra essa e lanovella Va della parte 1a del Panciatantra ma GASTON PARIS la crede di origineromana degli ultimi tempi del paganesimo e dinvenzione cristiana intesa amostrare come gli antichi dei altro non fossero stati che uomini (Le recitRoma dans les Sept Sages Romania v IV p 125 segg)431 Op cit v I p 147

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cattivitagrave di Babilonia i Sicambri la espugnarono uccidendo60000 persone Allora il duca Cleto lasciograve Roma e tutta lasignoria a suoi due figliuoli Alessandro e Flandrino

Fra gli Ebrei corse un tempo la credenza che i Romanidistruttori del Tempio sarebbero stati ridotti in soggezione daiPersiani se i Persiani sino ad ora non vennero vennero invece emolto numerosi e piugrave volte i Saraceni come si legge inparecchie chansons de geste432 Giovanni dOutremeusefavoleggiatore inesauribile ricorda parecchie altre espugnazionidi Roma Lanno 457 la prendono gli Ungheresi e i Danesi iquali laquojasoiche que ilh fussent Sarasiens ne se voirent onquesrien forfaire aux engliesesraquo433 Lanno 567 Peris re di Franciapassograve in Italia sconfisse i Romani uccidendone 12000 assediograveRoma e la prese ma vinto dalle preghiere del papa non ladistrusse434 Lanno 517 Artugrave vinse i Romani in Bretagna e passogravein Italia ma concluse la pace prima di avere espugnata Roma435Ciograve nondimeno lanno 541 fu ricevuto dai Romani per signore436Lanno 622 Cosroe venne distruggendo le terre sin sotto Romadove fu vinto dallImperatore Eraclio437

Ma quando Attila si presentograve sotto le mura di Romacombatterono insieme sino lanime dei morti438 Il Flagello di Dio432 Per esempio nel Charlemagne di GIRARD DAMIENS nelle Enfances Ogiernella Destruction de Rome ecc Vero egrave che nellanno 846 i Saraceni presero esaccheggiarono San Pietro e San Paolo parecchi cronisti parlano anzi dellapresa della intera cittagrave Di un assedio sostenuto da Costantino in Roma si narranel Libro delle istorie di Fioravante e nei Reali di Francia433 Op cit v I p 154434 Ibid p 258-9435 Ibid p 218436 Ibid p 242-3437 Ibid p 307438 Ciograve si trova riferito da Damascio filosofo dei tempi di Giustiniano nellaVita che scrisse del proprio maestro Isidoro ap FOZIO Biblioth ed delBekker v I p 339 col 2a Basteragrave ricordare qui di passaggio la divulgataleggenda secondo la quale lapparizione miracolosa di San Pietro e di SanPaolo oppure di un giovane di soprannaturali sembianze a fianco del ponteficeLeone fece smettere ad Attila il pensiero dinvadere Roma V DANCONA La

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cattivitagrave di Babilonia i Sicambri la espugnarono uccidendo60000 persone Allora il duca Cleto lasciograve Roma e tutta lasignoria a suoi due figliuoli Alessandro e Flandrino

Fra gli Ebrei corse un tempo la credenza che i Romanidistruttori del Tempio sarebbero stati ridotti in soggezione daiPersiani se i Persiani sino ad ora non vennero vennero invece emolto numerosi e piugrave volte i Saraceni come si legge inparecchie chansons de geste432 Giovanni dOutremeusefavoleggiatore inesauribile ricorda parecchie altre espugnazionidi Roma Lanno 457 la prendono gli Ungheresi e i Danesi iquali laquojasoiche que ilh fussent Sarasiens ne se voirent onquesrien forfaire aux engliesesraquo433 Lanno 567 Peris re di Franciapassograve in Italia sconfisse i Romani uccidendone 12000 assediograveRoma e la prese ma vinto dalle preghiere del papa non ladistrusse434 Lanno 517 Artugrave vinse i Romani in Bretagna e passogravein Italia ma concluse la pace prima di avere espugnata Roma435Ciograve nondimeno lanno 541 fu ricevuto dai Romani per signore436Lanno 622 Cosroe venne distruggendo le terre sin sotto Romadove fu vinto dallImperatore Eraclio437

Ma quando Attila si presentograve sotto le mura di Romacombatterono insieme sino lanime dei morti438 Il Flagello di Dio432 Per esempio nel Charlemagne di GIRARD DAMIENS nelle Enfances Ogiernella Destruction de Rome ecc Vero egrave che nellanno 846 i Saraceni presero esaccheggiarono San Pietro e San Paolo parecchi cronisti parlano anzi dellapresa della intera cittagrave Di un assedio sostenuto da Costantino in Roma si narranel Libro delle istorie di Fioravante e nei Reali di Francia433 Op cit v I p 154434 Ibid p 258-9435 Ibid p 218436 Ibid p 242-3437 Ibid p 307438 Ciograve si trova riferito da Damascio filosofo dei tempi di Giustiniano nellaVita che scrisse del proprio maestro Isidoro ap FOZIO Biblioth ed delBekker v I p 339 col 2a Basteragrave ricordare qui di passaggio la divulgataleggenda secondo la quale lapparizione miracolosa di San Pietro e di SanPaolo oppure di un giovane di soprannaturali sembianze a fianco del ponteficeLeone fece smettere ad Attila il pensiero dinvadere Roma V DANCONA La

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fu per le preghiere del Papa incenerito da un fulmine e gli Unnifuggiaschi perirono in mare439 Armannino Giudice narra inveceche Attila e Totila i quali erano prima di Costantino occuparonolItalia e Roma gran tempo e fecero stalle delle chiese

Ma da quanto si egrave detto della leggenda della Salvatio non siargomenti che nella credenza del medio evo Roma debba la suagrandezza e la sua signoria soltanto agli ajuti soprannaturalidellarte magica La giustizia il senno e il valore dei Romani sonoricordati continuamente e proposti come nobile esempio daimitare Senza quelle virtugrave Roma non sarebbe mai salita a tantaaltezza di gloria a quanta saligrave veramente Dei Romani diceGiovanni Villani440 che laquoper forza darme e virtugrave e senno di buonicittadini quasi tutte le provincie e reami e signori del mondodomarono e recaro sotta sua signoriaraquo In certe Histoires romainsmanoscritte441 si dice laquoMais de toute la glore et de toute lanoblesse qui fut oncques a Romme nen y eut si noble ne qui tantface a prisier comme fait celles des vaillans hommes lesquels endivers temps y eurent en gouvernement et seignorie et qui

leggenda dAttila flagellum Dei in Italia in Studj di critica e storia letterariaBologna 1880 p 363 segg439 Giovanni dOutremeuse op cit vol I p 132 Giovanni dOutremeuse narraunaltra storia che qui viene in acconcio di riferire (v I p 123) laquoItem lan IIIIc

et XV en moy de may vient li roy Geralant fis agrave roy Alarich de Gothelies agravegrant gens agrave Romme et entrat dedens se le conquestat que onques ne ly futdefendut car nuls ne savoit sa venue si estoit venus tout par nuit sy furent lesRomains tous espawenteis Mains quant lemperere Honorius le soit qui estoiten son palais ilh fist armeir ses gens et sy mandat le pape Innocens que ilh lyplaisist luy et sa clergerie venir awec ly tous revestis des armes de Dieucontre les paiiens et aportassent leurs reliques Et ilh avoit si grant fianche enDieu que merwelhe que ilh auroit victoire enssi fut-ilh fais Mains tout enssicom ly pape et la clergerie venoient passant par-dechagrave le Tybre si astoient jagravemonteis les mescreans sour le pont pour passeir oultre car ilh avoient lautrepartie toute gasteacutee et estoient bien IIIIxx milh hommes adont chaiumlrent tous lespons et lagrave furent-ilhs tous noiez sens cops ferirraquo I ponti caduti sono in numerodi centoventi440 Ist fiorent l I c 29441 Cod L II 6 della Nazionale di Torino f 551 v

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fu per le preghiere del Papa incenerito da un fulmine e gli Unnifuggiaschi perirono in mare439 Armannino Giudice narra inveceche Attila e Totila i quali erano prima di Costantino occuparonolItalia e Roma gran tempo e fecero stalle delle chiese

Ma da quanto si egrave detto della leggenda della Salvatio non siargomenti che nella credenza del medio evo Roma debba la suagrandezza e la sua signoria soltanto agli ajuti soprannaturalidellarte magica La giustizia il senno e il valore dei Romani sonoricordati continuamente e proposti come nobile esempio daimitare Senza quelle virtugrave Roma non sarebbe mai salita a tantaaltezza di gloria a quanta saligrave veramente Dei Romani diceGiovanni Villani440 che laquoper forza darme e virtugrave e senno di buonicittadini quasi tutte le provincie e reami e signori del mondodomarono e recaro sotta sua signoriaraquo In certe Histoires romainsmanoscritte441 si dice laquoMais de toute la glore et de toute lanoblesse qui fut oncques a Romme nen y eut si noble ne qui tantface a prisier comme fait celles des vaillans hommes lesquels endivers temps y eurent en gouvernement et seignorie et qui

leggenda dAttila flagellum Dei in Italia in Studj di critica e storia letterariaBologna 1880 p 363 segg439 Giovanni dOutremeuse op cit vol I p 132 Giovanni dOutremeuse narraunaltra storia che qui viene in acconcio di riferire (v I p 123) laquoItem lan IIIIc

et XV en moy de may vient li roy Geralant fis agrave roy Alarich de Gothelies agravegrant gens agrave Romme et entrat dedens se le conquestat que onques ne ly futdefendut car nuls ne savoit sa venue si estoit venus tout par nuit sy furent lesRomains tous espawenteis Mains quant lemperere Honorius le soit qui estoiten son palais ilh fist armeir ses gens et sy mandat le pape Innocens que ilh lyplaisist luy et sa clergerie venir awec ly tous revestis des armes de Dieucontre les paiiens et aportassent leurs reliques Et ilh avoit si grant fianche enDieu que merwelhe que ilh auroit victoire enssi fut-ilh fais Mains tout enssicom ly pape et la clergerie venoient passant par-dechagrave le Tybre si astoient jagravemonteis les mescreans sour le pont pour passeir oultre car ilh avoient lautrepartie toute gasteacutee et estoient bien IIIIxx milh hommes adont chaiumlrent tous lespons et lagrave furent-ilhs tous noiez sens cops ferirraquo I ponti caduti sono in numerodi centoventi440 Ist fiorent l I c 29441 Cod L II 6 della Nazionale di Torino f 551 v

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prefererent tousiours le bien publique a leur propre bienraquo NelLivre du Chevalier errant di Tommaso marchese di Saluzzo silegge442 laquoHeromulus le riche prince honnoures qui Rome fist etfonda la plus noble cite qui soit la nasquirent les meilleurshommes qui ou monde feussent Celle par force subgiga le mondeVIIc ans mez Lombardie ne pot que IIIIc ans subgiguer qui estoitpres de laraquo Tutta la vita pubblica di Roma si considera come unconcorso armonico e una gara delle virtugrave piugrave nobili che sipalesano con forti e generose opere443 Gli esempii massimi

442 Cod L V 6 della Nazionale di Torino f 177 v col 1a443 Nella Chronique ascendante des ducs de Normandie WACE parlando (v 14-6) della tristizia dei tempi suoi esclama

Ceo ne fu mie el tens Virgile ne OraceNe el tens Alixandre ne Cesar ne EstaceLores aueit largesce vertu e efficace

I seguenti versi fanno parte di un componimento di Gomez Manrique zio delfamoso Giorgio

Quando Roma conquistabaQuinto Fabio la regiaScipion guerreabaE Tito Livio ascribiaLas doncellas e matronasPor la honra de su tierraDesgarnivan sus personasPara sostener la guerra

Stefano Hawes dice (Pastime of Pleasure Londra 1846 Percy Society c XI)

The hygh power honour and noblenesOf the myghty Romaynes to whose excellenceAll the wyde worlde so much of gretenesUnto they empyre was in obedienceSuch was theyr famous porte and preemynenceTyll within themselfe there was a contraversyMaking them luse they worthy signeoury

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prefererent tousiours le bien publique a leur propre bienraquo NelLivre du Chevalier errant di Tommaso marchese di Saluzzo silegge442 laquoHeromulus le riche prince honnoures qui Rome fist etfonda la plus noble cite qui soit la nasquirent les meilleurshommes qui ou monde feussent Celle par force subgiga le mondeVIIc ans mez Lombardie ne pot que IIIIc ans subgiguer qui estoitpres de laraquo Tutta la vita pubblica di Roma si considera come unconcorso armonico e una gara delle virtugrave piugrave nobili che sipalesano con forti e generose opere443 Gli esempii massimi

442 Cod L V 6 della Nazionale di Torino f 177 v col 1a443 Nella Chronique ascendante des ducs de Normandie WACE parlando (v 14-6) della tristizia dei tempi suoi esclama

Ceo ne fu mie el tens Virgile ne OraceNe el tens Alixandre ne Cesar ne EstaceLores aueit largesce vertu e efficace

I seguenti versi fanno parte di un componimento di Gomez Manrique zio delfamoso Giorgio

Quando Roma conquistabaQuinto Fabio la regiaScipion guerreabaE Tito Livio ascribiaLas doncellas e matronasPor la honra de su tierraDesgarnivan sus personasPara sostener la guerra

Stefano Hawes dice (Pastime of Pleasure Londra 1846 Percy Society c XI)

The hygh power honour and noblenesOf the myghty Romaynes to whose excellenceAll the wyde worlde so much of gretenesUnto they empyre was in obedienceSuch was theyr famous porte and preemynenceTyll within themselfe there was a contraversyMaking them luse they worthy signeoury

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Lucrezia444 Giunio Bruto Muzio Scevola445 Marco Curzio446sono continuamente e con ammirazione ricordati Si celebra laprodezza dei Romani nellarmi ma si ricorda ancora la lorolonganimitagrave la fede nei trattati lamore della giustizia447 Il sennolatino egrave riconosciuto e ammirato448

La potenza di Roma fa stupire il medio evo Per ispiegarla piugravepienamente simmagina la leggenda della Salvatio poi per una di

E Hans Sachs (Opere ed del Litterarisches Verein di Stoccarda v VII p353)

Bey Rom und bey der Stadt AthenMag men warhafftiglich verstehnDas sie nach hoher weisheit lebtenUnd nach ehrlichem Leben strebtenDoch in heydnischem regimentNoch war bey in an diesem endDie tugend hoch und werd geacht

Una specie di Speculum exemplorum tutto fatto di esempii tratti dalla storiaantica egrave nel Cod Marciano ital cl XI LVII col titolo Le maravigliose virtugraveche furo nelli Romani Sotto il nome di Romani si comprendono tutti gliantichi444 La storia di Lucrezia egrave narrata assai per disteso nella Kaiserchonik v 4434-854 e piugrave in breve dal BOCCACCIO (Illustrium mulierum c 46) nella Fiorita diARMANNINO nel divulgatissimo libro del giuoco degli scacchi di NICCOLOgrave DA

CESSOLE dove sono molti altri esempii di storia romana dal CHAUCER (TheLegende of Lucrece of Rome) il quale chiama Lucrezia

The wery wife the wery Lucresse

e da altri innumerevoli Una Storia di Sesto Tarquinio e Lucretia egrave fra le piugraveantiche stampe italiane (Treviso 1475) e si ha pure La historia et morte diLucretia Romana s l negrave a ristampata altre due volte Lesemplare leggendaporse frequente argomento alle arti figurative Nella vecchia pinacoteca diMonaco di Baviera si conservano due dipinti di Luca Cranach luno diAlberto Duumlrer laltro che rappresentano la morte di Lucrezia445 Nella Kaiserchronik v 4881-5108 Muzio Scevola si muta in un Odnatusche tenta di uccidere Vitellio446 Il nome di Marco Curzio si trasforma nelle piugrave strane guise Esso diventa

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Lucrezia444 Giunio Bruto Muzio Scevola445 Marco Curzio446sono continuamente e con ammirazione ricordati Si celebra laprodezza dei Romani nellarmi ma si ricorda ancora la lorolonganimitagrave la fede nei trattati lamore della giustizia447 Il sennolatino egrave riconosciuto e ammirato448

La potenza di Roma fa stupire il medio evo Per ispiegarla piugravepienamente simmagina la leggenda della Salvatio poi per una di

E Hans Sachs (Opere ed del Litterarisches Verein di Stoccarda v VII p353)

Bey Rom und bey der Stadt AthenMag men warhafftiglich verstehnDas sie nach hoher weisheit lebtenUnd nach ehrlichem Leben strebtenDoch in heydnischem regimentNoch war bey in an diesem endDie tugend hoch und werd geacht

Una specie di Speculum exemplorum tutto fatto di esempii tratti dalla storiaantica egrave nel Cod Marciano ital cl XI LVII col titolo Le maravigliose virtugraveche furo nelli Romani Sotto il nome di Romani si comprendono tutti gliantichi444 La storia di Lucrezia egrave narrata assai per disteso nella Kaiserchonik v 4434-854 e piugrave in breve dal BOCCACCIO (Illustrium mulierum c 46) nella Fiorita diARMANNINO nel divulgatissimo libro del giuoco degli scacchi di NICCOLOgrave DA

CESSOLE dove sono molti altri esempii di storia romana dal CHAUCER (TheLegende of Lucrece of Rome) il quale chiama Lucrezia

The wery wife the wery Lucresse

e da altri innumerevoli Una Storia di Sesto Tarquinio e Lucretia egrave fra le piugraveantiche stampe italiane (Treviso 1475) e si ha pure La historia et morte diLucretia Romana s l negrave a ristampata altre due volte Lesemplare leggendaporse frequente argomento alle arti figurative Nella vecchia pinacoteca diMonaco di Baviera si conservano due dipinti di Luca Cranach luno diAlberto Duumlrer laltro che rappresentano la morte di Lucrezia445 Nella Kaiserchronik v 4881-5108 Muzio Scevola si muta in un Odnatusche tenta di uccidere Vitellio446 Il nome di Marco Curzio si trasforma nelle piugrave strane guise Esso diventa

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quelle antitesi poetiche e significative familiari alla fantasiapopolare si vuol connessa tutta quella potenza e la superbadominazione ad alcun che di eccessivamente fragile e tenue DiNapoli si diceva che fosse fondata sopra un uovo di Roma sipensograve che fosse sospesa a un filo di seta

Marco Curio in alcuni codici del Dittamondo Marchus Tulcius in certecroniche francesi contenute in un codice della Nazionale di Torino segnato LII l (f 88 v col 2a) Marcus Tuitius in Giovanni dOutremeuse Marchurio incerte Istorie volgari di un manoscritto della Riccardiana (n 1925 f 16)Orazio nel Libro imperiale Jovinus nella Kaiserchronik ecc In questultima sidice che Jovinus pose come condizione al suo volonteroso gittarsi nellavoragine di poter fare tutto un anno il piacer suo con le donne e le fanciulle diRoma ma lo stesso offuscamento della gloriosa leggenda si ha pure in altriracconti (Cf MASSMANN Kaiserch v III p 621-35) Nel Libro Imperiale ilfatto si narra nel seguente modo (cod Marciano ital cl XI CXXVI f 108 rcol 2a v col 1a) laquo apparve in Roma quasi nel mezo della terra uno abissoetterno dove pareva profondissima et largha chava della quale usciva teribilefetore Li Romani per questo spaventati fecero tre digrave vestiti di saccho sagrificiosolenne allultimo gli aghuri loro dissono chorrete a li templi o Romaniperchegrave li dei vanno a disdengnio et none intendono e vostri preghi et questoavviene per li vostri pecchati Allora li Romani andarono a li tempi faccendosagrifici chon amarissimi pianti perchegrave del fetore tutta gente si doleva Passatoli dieci giorni gli auri dissono Se uno cittadino armato di tutta arme vi sigittasse drento Roma sarebbe presto libera Chome la novella si sparse per laterra si mise Orazio figliuolo del buono Clotes armato di tutta arme tanto lostrinse lamore della repubblicha che insieme col chavallo nella detta chava sigittograve Gli Romani gli gittarono drieto orzo et pane et chome Orazio fu drentochosigrave la boccha fu rinchiusa Chostui fu della chasa de Profeti (l Prefetti)raquo Lafamiglia di Orazio acquistograve il diritto di avere la testa di ogni bestia macellata inRoma della sua gente fu Giulio Cesare (Nel codice Casanatense questoracconto forma i cap 76 e 77 del lib IV) Nel conto XXVIII della Fiorita diARMANNINO la leggenda di Marco Curzio sembra confondersi in parte conquella di San Silvestro di cui parlerograve a suo luogo Cod Laurenz pl LXII 12f 212 v laquoIn quella parte di Roma che Septisoglio si chiama duna grotta acerte stagioni uscia uno serpente che col suo fiato molta gente uccidea equanti ne trovava tucti a morte gli mettea Rimedio alcuno non vi valevaDissero allora gli savi indovini che questo adivenia per gli pecchati della

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quelle antitesi poetiche e significative familiari alla fantasiapopolare si vuol connessa tutta quella potenza e la superbadominazione ad alcun che di eccessivamente fragile e tenue DiNapoli si diceva che fosse fondata sopra un uovo di Roma sipensograve che fosse sospesa a un filo di seta

Marco Curio in alcuni codici del Dittamondo Marchus Tulcius in certecroniche francesi contenute in un codice della Nazionale di Torino segnato LII l (f 88 v col 2a) Marcus Tuitius in Giovanni dOutremeuse Marchurio incerte Istorie volgari di un manoscritto della Riccardiana (n 1925 f 16)Orazio nel Libro imperiale Jovinus nella Kaiserchronik ecc In questultima sidice che Jovinus pose come condizione al suo volonteroso gittarsi nellavoragine di poter fare tutto un anno il piacer suo con le donne e le fanciulle diRoma ma lo stesso offuscamento della gloriosa leggenda si ha pure in altriracconti (Cf MASSMANN Kaiserch v III p 621-35) Nel Libro Imperiale ilfatto si narra nel seguente modo (cod Marciano ital cl XI CXXVI f 108 rcol 2a v col 1a) laquo apparve in Roma quasi nel mezo della terra uno abissoetterno dove pareva profondissima et largha chava della quale usciva teribilefetore Li Romani per questo spaventati fecero tre digrave vestiti di saccho sagrificiosolenne allultimo gli aghuri loro dissono chorrete a li templi o Romaniperchegrave li dei vanno a disdengnio et none intendono e vostri preghi et questoavviene per li vostri pecchati Allora li Romani andarono a li tempi faccendosagrifici chon amarissimi pianti perchegrave del fetore tutta gente si doleva Passatoli dieci giorni gli auri dissono Se uno cittadino armato di tutta arme vi sigittasse drento Roma sarebbe presto libera Chome la novella si sparse per laterra si mise Orazio figliuolo del buono Clotes armato di tutta arme tanto lostrinse lamore della repubblicha che insieme col chavallo nella detta chava sigittograve Gli Romani gli gittarono drieto orzo et pane et chome Orazio fu drentochosigrave la boccha fu rinchiusa Chostui fu della chasa de Profeti (l Prefetti)raquo Lafamiglia di Orazio acquistograve il diritto di avere la testa di ogni bestia macellata inRoma della sua gente fu Giulio Cesare (Nel codice Casanatense questoracconto forma i cap 76 e 77 del lib IV) Nel conto XXVIII della Fiorita diARMANNINO la leggenda di Marco Curzio sembra confondersi in parte conquella di San Silvestro di cui parlerograve a suo luogo Cod Laurenz pl LXII 12f 212 v laquoIn quella parte di Roma che Septisoglio si chiama duna grotta acerte stagioni uscia uno serpente che col suo fiato molta gente uccidea equanti ne trovava tucti a morte gli mettea Rimedio alcuno non vi valevaDissero allora gli savi indovini che questo adivenia per gli pecchati della

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CAPITOLO VII

La Leggenda deglImperatori

Il periodo della storia romana che piugrave sta a cuore al medio evoegrave il periodo imperiale Nelle cronache senza numero in cui si dagrave

romana gente ma se uno solo trovare si potesse che per la salute del popoloromano gittare si volesse in quella grotta ove il sepente stava che questamolestia in tutto cesserebbe Uno chavaliere che avea nome Metello savio ecostumato tra tucti quegli cherano in quello tempo armato in su uno grandedextriere in presenccedila di tutta la gente dentro vi si gittograve negrave di lui mai novella siseppe La peste del serpente del tucto cessoe negrave mai fu poi veduto negrave uditoraquoIl luogo indicato col nome dInferno nei Mirabilia e nelle piante topografichedel medio evo ora egrave la voragine di Curzio ora la cavitagrave sotterranea in cui papaSilvestro rinchiuse il drago Nella Graphia si legge laquoJuxta quam (ecclesiam sAntonini) est locus qui dicitur infernus eo quod antiquo tempore ibi eructabatet magnam pernitiem Rome inferebat ubi Marcus Curcius ut liberaretcivitatem responso suorum [deorum] armatus proiecit se Sic civitas liberataest Ibi est templum Veste ubi dicitur inferius draco cubareraquo Nel Dittamondo(l II c 31) Roma lo addita al poeta

Lagrave si noma linferno e lagrave giagrave fuiPer Marco Curzio dal fuoco difesaComhio tho detto e puoi saper daltrui

Anche il PETRARCA nel cap I del Trionfo della Fama ricorda Curzio

Che di segrave e dellarme empiegrave lo specoIn mezzo l foro orribilmente vocircto

Il cavallo di Costantino fu anche attribuito a Marco (Quinto) Curzio comericorda Ranulfo Higden Nei Gesta Romanorum Curzio che si getta nellavoragine rappresenta Cristo che chiude linferno Notisi che a dare maggiornotorietagrave ed esemplaritagrave allazione di Curzio doveva contribuire non poco ilfatto che SANTAGOSTINO ne parla nel De civitate Dei V 18447 Nel l I della Polistoria di GIOVANNI CAVALLINO sono alcuni capitoli dove siparla della clemenza ed umanitagrave dei Romani Ricordisi a questo proposito ciograveche nel Libro de los Enxemplos citato di sopra si dice del tempio della

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CAPITOLO VII

La Leggenda deglImperatori

Il periodo della storia romana che piugrave sta a cuore al medio evoegrave il periodo imperiale Nelle cronache senza numero in cui si dagrave

romana gente ma se uno solo trovare si potesse che per la salute del popoloromano gittare si volesse in quella grotta ove il sepente stava che questamolestia in tutto cesserebbe Uno chavaliere che avea nome Metello savio ecostumato tra tucti quegli cherano in quello tempo armato in su uno grandedextriere in presenccedila di tutta la gente dentro vi si gittograve negrave di lui mai novella siseppe La peste del serpente del tucto cessoe negrave mai fu poi veduto negrave uditoraquoIl luogo indicato col nome dInferno nei Mirabilia e nelle piante topografichedel medio evo ora egrave la voragine di Curzio ora la cavitagrave sotterranea in cui papaSilvestro rinchiuse il drago Nella Graphia si legge laquoJuxta quam (ecclesiam sAntonini) est locus qui dicitur infernus eo quod antiquo tempore ibi eructabatet magnam pernitiem Rome inferebat ubi Marcus Curcius ut liberaretcivitatem responso suorum [deorum] armatus proiecit se Sic civitas liberataest Ibi est templum Veste ubi dicitur inferius draco cubareraquo Nel Dittamondo(l II c 31) Roma lo addita al poeta

Lagrave si noma linferno e lagrave giagrave fuiPer Marco Curzio dal fuoco difesaComhio tho detto e puoi saper daltrui

Anche il PETRARCA nel cap I del Trionfo della Fama ricorda Curzio

Che di segrave e dellarme empiegrave lo specoIn mezzo l foro orribilmente vocircto

Il cavallo di Costantino fu anche attribuito a Marco (Quinto) Curzio comericorda Ranulfo Higden Nei Gesta Romanorum Curzio che si getta nellavoragine rappresenta Cristo che chiude linferno Notisi che a dare maggiornotorietagrave ed esemplaritagrave allazione di Curzio doveva contribuire non poco ilfatto che SANTAGOSTINO ne parla nel De civitate Dei V 18447 Nel l I della Polistoria di GIOVANNI CAVALLINO sono alcuni capitoli dove siparla della clemenza ed umanitagrave dei Romani Ricordisi a questo proposito ciograveche nel Libro de los Enxemplos citato di sopra si dice del tempio della

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un compendio di quella storia sullera repubblicana e consolare sisorpassa assai leggermente Detto della fondazione della cittagraveaccennati gli avvenimenti principali occorsi sotto i re ricordata lacacciata e la morte di Tarquinio il Superbo e il mutatoreggimento si salta a Giulio Cesare e alla narrazione de suoi granfatti Libri interi si compongono che dagli imperatori prendono ilnome e dalle lor vite largomento come il Libro Imperiale il

Concordia e del dimenticare le ingiurie Nei Gesta Romanorum (c 98) si diceche i Romani quando assediavano una cittagrave accendevano una candela e tantoche questa durava ad ardere accordavano pace e perdono a chicchessia quellaconsumata soffocavano ogni pietagrave Una simile usanza egrave ivi (c 96) attribuitaanche ad Alessandro Magno Ma ben diverso giudizio e per la singolaritagrave suadegno dessere qui riportato fece dei Romani GIOVANNI DI SALISBURY a mezzodel XII secolo nel l II c 15 del Polycraticus (ed del Giles Oxford 1848 vIII p 86) Detto come Enea per suggestione dei demonii ponesse il semedella gente romana in orto di lor gradimento soggiunge laquoUnde si de semineillo genus oritur toxicatum impium in Deum crudele in homines persecutionisanctorum invigilans fide rara solemni perfidia servile moribus fastu regalefoedum avaritia cupiditatibus insigne superbia tumidum omnimoda nequitianon ferendum miraculis non debet adscribi quum auctor eorum homicidafuerit ab initio et a veritate deficiens invidiae spiculo orbi terrarum infixeritmortem Sed si quis ab initio urbis conditae totam revolvat historiam eosambitione et avaritia prae caeteris gentibus inveniet laborasse et variisseditionibus et plagis totum concussisse orbemraquo E sigrave che per la colturaessenzialmente derivata dagli scrittori latini Giovanni di Salysbury era quasiun umanista (V SCHAARSCHMIDT Johannes Saresberiensis nach Leben undStudien Schriften und Philosophie Lipsia 1862)448 A Roma i vati e i filosofi prevedevano e provvedevano Nel l VI c 29 dellaPolistoria di GIOVANNI CAVALLINO si legge laquoPorta Lavicana Dicitur ideoLavicana quia vates idest philosophi a videndo dicti quasi vasa sapientiefutura contingentia in re pubblica caute providebant propter ipsorumsapientiam et experientiam diuturnamraquo In Roma erano sempre sette saviiriscontro manifesto ai sette savii della Grecia Nel libro che appunto sintitoladei Sette Savii essi compariscono oltrechegrave nella storia che fa da cornice neiracconti designati dal Goedecke (Orient und Occident v III p 422) coi titoliSapientes Gaza Roma Secondo Enenkel erano consiglieri in Roma al tempodei re Platone Pompeo Seneca la Sibilla Aristotile Pitagora Demetrio ()Ippocrate Esora () (Cod della Biblioteca di Corte in Vienna n 2921) Notisiche giagrave Tito Livio si ride della leggenda corrente al tempo suo la quale faceva

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un compendio di quella storia sullera repubblicana e consolare sisorpassa assai leggermente Detto della fondazione della cittagraveaccennati gli avvenimenti principali occorsi sotto i re ricordata lacacciata e la morte di Tarquinio il Superbo e il mutatoreggimento si salta a Giulio Cesare e alla narrazione de suoi granfatti Libri interi si compongono che dagli imperatori prendono ilnome e dalle lor vite largomento come il Libro Imperiale il

Concordia e del dimenticare le ingiurie Nei Gesta Romanorum (c 98) si diceche i Romani quando assediavano una cittagrave accendevano una candela e tantoche questa durava ad ardere accordavano pace e perdono a chicchessia quellaconsumata soffocavano ogni pietagrave Una simile usanza egrave ivi (c 96) attribuitaanche ad Alessandro Magno Ma ben diverso giudizio e per la singolaritagrave suadegno dessere qui riportato fece dei Romani GIOVANNI DI SALISBURY a mezzodel XII secolo nel l II c 15 del Polycraticus (ed del Giles Oxford 1848 vIII p 86) Detto come Enea per suggestione dei demonii ponesse il semedella gente romana in orto di lor gradimento soggiunge laquoUnde si de semineillo genus oritur toxicatum impium in Deum crudele in homines persecutionisanctorum invigilans fide rara solemni perfidia servile moribus fastu regalefoedum avaritia cupiditatibus insigne superbia tumidum omnimoda nequitianon ferendum miraculis non debet adscribi quum auctor eorum homicidafuerit ab initio et a veritate deficiens invidiae spiculo orbi terrarum infixeritmortem Sed si quis ab initio urbis conditae totam revolvat historiam eosambitione et avaritia prae caeteris gentibus inveniet laborasse et variisseditionibus et plagis totum concussisse orbemraquo E sigrave che per la colturaessenzialmente derivata dagli scrittori latini Giovanni di Salysbury era quasiun umanista (V SCHAARSCHMIDT Johannes Saresberiensis nach Leben undStudien Schriften und Philosophie Lipsia 1862)448 A Roma i vati e i filosofi prevedevano e provvedevano Nel l VI c 29 dellaPolistoria di GIOVANNI CAVALLINO si legge laquoPorta Lavicana Dicitur ideoLavicana quia vates idest philosophi a videndo dicti quasi vasa sapientiefutura contingentia in re pubblica caute providebant propter ipsorumsapientiam et experientiam diuturnamraquo In Roma erano sempre sette saviiriscontro manifesto ai sette savii della Grecia Nel libro che appunto sintitoladei Sette Savii essi compariscono oltrechegrave nella storia che fa da cornice neiracconti designati dal Goedecke (Orient und Occident v III p 422) coi titoliSapientes Gaza Roma Secondo Enenkel erano consiglieri in Roma al tempodei re Platone Pompeo Seneca la Sibilla Aristotile Pitagora Demetrio ()Ippocrate Esora () (Cod della Biblioteca di Corte in Vienna n 2921) Notisiche giagrave Tito Livio si ride della leggenda corrente al tempo suo la quale faceva

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Libro Augustale la Historia Imperialis di Giovanni da Verona ilFioretto di croniche deglimperadori fra noi la Kaiserchronik inGermania ecc Il Romuleon che dal titolo parrebbe dover esserepiugrave particolarmente una storia di Romolo e delle origini dellacittagrave passa oltre e giunge sino a Diocleziano449 Linteresse perRoma repubblicana egrave generalmente parlando un frutto delRinascimento avanzato Dante ricorda con riverenza ed

Numa discepolo di Pitagora Martino Polono e altri cronisti del medio evofanno morire Pitagora in Roma La storia del fanciullo Papirio raccontataprimamente da MACROBIO nel Somnium Scipionis egrave divulgatissima nel medioevo Nellultimo capitolo del Dialogus creaturarum (cod della Nazionale diTorino H III 6 qui il Dialogus egrave intitolato Contentus sublimitatis et liber deanimalibus) si racconta di una fanciulla di Roma bellissima e da molti amata ericercata la quale essendo morta ciascuno dei sei savii le fece una iscrizioneGIACOMO DA VORAGINE dice nella Legenda aurea c CXLVI (ed dal Graumlsse p628-9) laquoDyocletianus autem et Maximianus qui coeperunt anno dominiCCLXXVII volentes fidem Christi penitus extirpare tales epistolas per omnesprovincias in quibus christiani morabantur transmiserunt Si aliquiddeterminari oportet aut sciri et totus mundus ex una parte congregatus esset etsola Roma ex alia parte consisteret mundus totus victus fugeret et sola Romain culmine scientiae remaneretraquo Dopo ciograve bisogna dire che lautore dei GestaTreverorum o altri da cui egli attinge si lasci trascinare da un eccessivo edingiusto amore di patria quando racconta (ap PERTZ Script t VIII p 133-4)di un senatore romano per nome Arimaspe che volendo conoscere meglio leeccellenti virtugrave dei Trevirensi lasciograve Roma e fermograve la sua stanza in Treveridove prima di morire ucciso a tradimento da un certo Epte ordinograve gli siscrivessero sul sepolcro i seguenti versi

Exul Arimaspes hac Martis in arce quiescoBelgica Roma mei non mea digna fuitJure bono meritorum nobilitate triumphisDii tueantur ei par nisi Roma nichilVulneror Epte reo consul primusque senatusHic gaudete mei sic meruisse mori

449 Nei manoscritti il Romuleon va ora sotto il nome di Benvenuto da Imolaora sotto quello di Roberto della Porta Ma notisi che sotto lo stesso titolo si hapure unaltropera da questa diversa (V MONTFAUCON BibliothecaBibliothecarum col 1194) Contrastando al gusto e alla usanza dei tempi ilRomuleon egrave scevro delle consuete favole composto comegrave tutto intero sopra

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Libro Augustale la Historia Imperialis di Giovanni da Verona ilFioretto di croniche deglimperadori fra noi la Kaiserchronik inGermania ecc Il Romuleon che dal titolo parrebbe dover esserepiugrave particolarmente una storia di Romolo e delle origini dellacittagrave passa oltre e giunge sino a Diocleziano449 Linteresse perRoma repubblicana egrave generalmente parlando un frutto delRinascimento avanzato Dante ricorda con riverenza ed

Numa discepolo di Pitagora Martino Polono e altri cronisti del medio evofanno morire Pitagora in Roma La storia del fanciullo Papirio raccontataprimamente da MACROBIO nel Somnium Scipionis egrave divulgatissima nel medioevo Nellultimo capitolo del Dialogus creaturarum (cod della Nazionale diTorino H III 6 qui il Dialogus egrave intitolato Contentus sublimitatis et liber deanimalibus) si racconta di una fanciulla di Roma bellissima e da molti amata ericercata la quale essendo morta ciascuno dei sei savii le fece una iscrizioneGIACOMO DA VORAGINE dice nella Legenda aurea c CXLVI (ed dal Graumlsse p628-9) laquoDyocletianus autem et Maximianus qui coeperunt anno dominiCCLXXVII volentes fidem Christi penitus extirpare tales epistolas per omnesprovincias in quibus christiani morabantur transmiserunt Si aliquiddeterminari oportet aut sciri et totus mundus ex una parte congregatus esset etsola Roma ex alia parte consisteret mundus totus victus fugeret et sola Romain culmine scientiae remaneretraquo Dopo ciograve bisogna dire che lautore dei GestaTreverorum o altri da cui egli attinge si lasci trascinare da un eccessivo edingiusto amore di patria quando racconta (ap PERTZ Script t VIII p 133-4)di un senatore romano per nome Arimaspe che volendo conoscere meglio leeccellenti virtugrave dei Trevirensi lasciograve Roma e fermograve la sua stanza in Treveridove prima di morire ucciso a tradimento da un certo Epte ordinograve gli siscrivessero sul sepolcro i seguenti versi

Exul Arimaspes hac Martis in arce quiescoBelgica Roma mei non mea digna fuitJure bono meritorum nobilitate triumphisDii tueantur ei par nisi Roma nichilVulneror Epte reo consul primusque senatusHic gaudete mei sic meruisse mori

449 Nei manoscritti il Romuleon va ora sotto il nome di Benvenuto da Imolaora sotto quello di Roberto della Porta Ma notisi che sotto lo stesso titolo si hapure unaltropera da questa diversa (V MONTFAUCON BibliothecaBibliothecarum col 1194) Contrastando al gusto e alla usanza dei tempi ilRomuleon egrave scevro delle consuete favole composto comegrave tutto intero sopra

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ammirazione Tito Manlio Torquato Cincinnato i Decii i Fabiigli Scipioni e fa di Catone lultimo dei repubblicani il custodedel Purgatorio ma le sue dottrine politiche non gli permettevanodi considerare la repubblica altrimenti che come una forma menoperfetta e meno legittima di reggimento Quel Bruto che cacciograveTarquino egrave bensigrave posto da lui nel limbo ma senza nessun segno dionoranza speciale Il Petrarca esalta la Roma degli Scipioni diBruto di Fabrizio450 ricorda Catone

quel sigrave grande amicoDi libertagrave che piugrave di lei non visse451

celebra nel Trionfo della Fama i piugrave illustri figliuoli dellarepubblica e pone Scipione alla pari con Cesare ma il suo sognoegrave la monarchia universale la monarchia di Augusto glorificata daVirgilio da Orazio da Ovidio Lo stesso Cola di Rienzo eraammiratore caldissimo di Giulio Cesare di regola considerato nelmedio evo come il primo imperatore Il buon Boccaccio sebbeneconsilii il tirannicidio e chiami tiranni tutti i prigravencipi del temposuo452 egrave tuttaltro che un repubblicano I veri repubblicani consciidi segrave e de proprii intendimenti non compariscono se non moltopiugrave tardi per direttissimo influsso del pensiero greco sulla nuova

Tito Livio Sallustio Svetonio Valerio Massimo Floro Giustino e parecchialtri antichi Scritto in latino fu tradotto in italiano nel secolo XIV eripetutamente in francese La versione italiana fu pubblicata da GiuseppeGuatteri nella Collezione di opere inedite o rare dei primi tre secoli dellalingua Le versioni francesi che spesso si trovano in codici di gran lussosplendidamente miniati non ultima prova del favore incontrato dal libro sonotuttora inedite Di una versione di Sebastiano Mamerot scrittore anchealtrimenti conosciuto parla il Leboeuf Meacutemoires de lAcadeacutemie desInscriptions et Belles Lettres t XX p 247 La versione di un Giovanni Melotignoto si conserva nella Laurenziana Una versione anonima si contiene nelcodice L I 4 della Nazionale di Torino in foglio massimo di bellissimalettera e adorno di elegantissime miniature450 Canzone a Stefano Colonna451 Canzone per Azzo da Correggio Quel cha nostra natura in segrave piugrave degno452 De casibus virorum illustrium II 2

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ammirazione Tito Manlio Torquato Cincinnato i Decii i Fabiigli Scipioni e fa di Catone lultimo dei repubblicani il custodedel Purgatorio ma le sue dottrine politiche non gli permettevanodi considerare la repubblica altrimenti che come una forma menoperfetta e meno legittima di reggimento Quel Bruto che cacciograveTarquino egrave bensigrave posto da lui nel limbo ma senza nessun segno dionoranza speciale Il Petrarca esalta la Roma degli Scipioni diBruto di Fabrizio450 ricorda Catone

quel sigrave grande amicoDi libertagrave che piugrave di lei non visse451

celebra nel Trionfo della Fama i piugrave illustri figliuoli dellarepubblica e pone Scipione alla pari con Cesare ma il suo sognoegrave la monarchia universale la monarchia di Augusto glorificata daVirgilio da Orazio da Ovidio Lo stesso Cola di Rienzo eraammiratore caldissimo di Giulio Cesare di regola considerato nelmedio evo come il primo imperatore Il buon Boccaccio sebbeneconsilii il tirannicidio e chiami tiranni tutti i prigravencipi del temposuo452 egrave tuttaltro che un repubblicano I veri repubblicani consciidi segrave e de proprii intendimenti non compariscono se non moltopiugrave tardi per direttissimo influsso del pensiero greco sulla nuova

Tito Livio Sallustio Svetonio Valerio Massimo Floro Giustino e parecchialtri antichi Scritto in latino fu tradotto in italiano nel secolo XIV eripetutamente in francese La versione italiana fu pubblicata da GiuseppeGuatteri nella Collezione di opere inedite o rare dei primi tre secoli dellalingua Le versioni francesi che spesso si trovano in codici di gran lussosplendidamente miniati non ultima prova del favore incontrato dal libro sonotuttora inedite Di una versione di Sebastiano Mamerot scrittore anchealtrimenti conosciuto parla il Leboeuf Meacutemoires de lAcadeacutemie desInscriptions et Belles Lettres t XX p 247 La versione di un Giovanni Melotignoto si conserva nella Laurenziana Una versione anonima si contiene nelcodice L I 4 della Nazionale di Torino in foglio massimo di bellissimalettera e adorno di elegantissime miniature450 Canzone a Stefano Colonna451 Canzone per Azzo da Correggio Quel cha nostra natura in segrave piugrave degno452 De casibus virorum illustrium II 2

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coltura del Rinascimento coltura che ne suoi principii fu comegravenoto pressocchegrave esclusivamente formata di elementi latini453 Uncatilinario dello stampo di Stefano Porcari non puograve sorgere chenel bel mezzo del secolo XV il medio evo non se lo sarebbenemmen potuto immaginare Esempii come quelli di Crescenziodi Arnaldo da Brescia di Cola di Rienzo confermano assai piugraveche non ismentiscano quanto asserisco Il nome stesso direspublica non conservava piugrave lantica genuina significazionenellVIII secolo in Italia per Respublica sintendeva lEsarcato diRavenna soggetto aglimperatori dOriente e su questaRespublica cominciavano i papi a vantare diritti e RespublicaRomanorum si chiamava poi il dominio della Chiesa sopra ilquale stendevasi la sovraneggiante tutela dei re di Francia

La Roma dunque che il medio evo sogna e vagheggia egrave quellaimperiale non quella dei consoli con glimperatori soltantoRoma sembra venire nel suo piugrave bel fiore con glimperatoriprendere ad esercitare risolutamente nel mondo lalto e misteriososuo ufficio La magnificenza senza pari della cittagrave divenuta sededei Cesari le dimostrazioni infinite e le pompe di quellasconfinata potenza di quella vita fastosa ed esuberante eranocerto piugrave di checchessia atte a colpire fortemente le fantasie intempi naturalmente propensi al meraviglioso ma non era questala sola causa del fatto Tutto richiamava gli spiriti alla Romaimperiale I prosatori e i poeti latini che il medio evo non sistancava di leggere di chiosare di tradurre erano venuti su conlimpero celebravano limpero Lera nuova con la qualecominciava la seconda vita della umanitagrave prendeva gli egrave vero laorigine dal nascimento di Cristo ma quasi in quel tempomedesimo ancora limpero aveva avuto principio Limperosorgeva

presso il tempo che tutto il ciel volle453 Su questo tema scrisse alcune sensate ed ingegnose pagine il KOERTING nelsuo libro Petrarcas Leben und Werke Lipsia 1878 c VI V ancheBurckhardt op cit 3a ed v 1 div 1a c VI

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coltura del Rinascimento coltura che ne suoi principii fu comegravenoto pressocchegrave esclusivamente formata di elementi latini453 Uncatilinario dello stampo di Stefano Porcari non puograve sorgere chenel bel mezzo del secolo XV il medio evo non se lo sarebbenemmen potuto immaginare Esempii come quelli di Crescenziodi Arnaldo da Brescia di Cola di Rienzo confermano assai piugraveche non ismentiscano quanto asserisco Il nome stesso direspublica non conservava piugrave lantica genuina significazionenellVIII secolo in Italia per Respublica sintendeva lEsarcato diRavenna soggetto aglimperatori dOriente e su questaRespublica cominciavano i papi a vantare diritti e RespublicaRomanorum si chiamava poi il dominio della Chiesa sopra ilquale stendevasi la sovraneggiante tutela dei re di Francia

La Roma dunque che il medio evo sogna e vagheggia egrave quellaimperiale non quella dei consoli con glimperatori soltantoRoma sembra venire nel suo piugrave bel fiore con glimperatoriprendere ad esercitare risolutamente nel mondo lalto e misteriososuo ufficio La magnificenza senza pari della cittagrave divenuta sededei Cesari le dimostrazioni infinite e le pompe di quellasconfinata potenza di quella vita fastosa ed esuberante eranocerto piugrave di checchessia atte a colpire fortemente le fantasie intempi naturalmente propensi al meraviglioso ma non era questala sola causa del fatto Tutto richiamava gli spiriti alla Romaimperiale I prosatori e i poeti latini che il medio evo non sistancava di leggere di chiosare di tradurre erano venuti su conlimpero celebravano limpero Lera nuova con la qualecominciava la seconda vita della umanitagrave prendeva gli egrave vero laorigine dal nascimento di Cristo ma quasi in quel tempomedesimo ancora limpero aveva avuto principio Limperosorgeva

presso il tempo che tutto il ciel volle453 Su questo tema scrisse alcune sensate ed ingegnose pagine il KOERTING nelsuo libro Petrarcas Leben und Werke Lipsia 1878 c VI V ancheBurckhardt op cit 3a ed v 1 div 1a c VI

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Ridur lo mondo a suo modo sereno454

cosigrave che sebbene tutta la storia di Roma fosseprovvidenzialmente legata coi nuovi destini della umanitagravetuttavia i legami non si cominciavano propriamente a scoprire senon quando avveniva limpero Da indi in poi questi legami non sisciolgono piugrave La Chiesa nasce e cresce nel grembo di Romaimperiale Sopraggiungono le persecuzioni ed ogni nome dimartire rimanda a un nome dimperatore Deglimperatori e deipapi si formano naturalmente due serie parallele che sirichiamano a vicenda e luna egrave come complementare dellaltraSotto il titolo di chronica imperatorum et paparum si hanno delmedio evo manoscritti e a stampa innumerevoli elenchi degli unie degli altri alcuna volta con la sommaria indicazione dei fattiprincipali avvenuti sotto il loro reggimento alcunaltra voltainvece senzaltra indicazione che del nome e del tempo chedurarono in dignitagrave Costantino porta la nuova fede sul trono etramutando in Bizanzio la sede dellimpero cede alla Chiesasecondochegrave dalla leggenda egrave narrato i suoi diritti su Roma e leprerogative sovrane ed ogni pontefice che si vegga minacciatone suoi presunti diritti o che voglia acquistarne di nuovi si faforte del nome di Costantino e si dichiara legittimo erede dellaimperial potestagrave Lidea dellimpero non si spegne mai rimaneanzi viva ed egrave a tutti familiare Per ricostituire limpero diOccidente dopo piugrave che tre secoli dinterruzione non cegrave bisognonegrave di preparare gli spiriti negrave di forzare gli avvenimenti laricostituzione si compie come un fatto normale universalmenteinteso e lungamente aspettato

Se a queste ragioni si aggiunga che nella non breve listadeglImperatori romani parecchi ve ne sono i quali o per labontagrave o per la malvagitagrave loro o per alcun caso singolare dellaloro vita naturalmente sollecitano la curiositagrave e lattenzione e sesi considera essere una propria generale tendenza delle

454 DANTE Paradiso c VI v 55-6200

Ridur lo mondo a suo modo sereno454

cosigrave che sebbene tutta la storia di Roma fosseprovvidenzialmente legata coi nuovi destini della umanitagravetuttavia i legami non si cominciavano propriamente a scoprire senon quando avveniva limpero Da indi in poi questi legami non sisciolgono piugrave La Chiesa nasce e cresce nel grembo di Romaimperiale Sopraggiungono le persecuzioni ed ogni nome dimartire rimanda a un nome dimperatore Deglimperatori e deipapi si formano naturalmente due serie parallele che sirichiamano a vicenda e luna egrave come complementare dellaltraSotto il titolo di chronica imperatorum et paparum si hanno delmedio evo manoscritti e a stampa innumerevoli elenchi degli unie degli altri alcuna volta con la sommaria indicazione dei fattiprincipali avvenuti sotto il loro reggimento alcunaltra voltainvece senzaltra indicazione che del nome e del tempo chedurarono in dignitagrave Costantino porta la nuova fede sul trono etramutando in Bizanzio la sede dellimpero cede alla Chiesasecondochegrave dalla leggenda egrave narrato i suoi diritti su Roma e leprerogative sovrane ed ogni pontefice che si vegga minacciatone suoi presunti diritti o che voglia acquistarne di nuovi si faforte del nome di Costantino e si dichiara legittimo erede dellaimperial potestagrave Lidea dellimpero non si spegne mai rimaneanzi viva ed egrave a tutti familiare Per ricostituire limpero diOccidente dopo piugrave che tre secoli dinterruzione non cegrave bisognonegrave di preparare gli spiriti negrave di forzare gli avvenimenti laricostituzione si compie come un fatto normale universalmenteinteso e lungamente aspettato

Se a queste ragioni si aggiunga che nella non breve listadeglImperatori romani parecchi ve ne sono i quali o per labontagrave o per la malvagitagrave loro o per alcun caso singolare dellaloro vita naturalmente sollecitano la curiositagrave e lattenzione e sesi considera essere una propria generale tendenza delle

454 DANTE Paradiso c VI v 55-6200

immaginazioni popolari raccogliersi intorno a personaggi dimolto conto di guisa che limperatore il re la regina sono figureconsuete e quasi obbligate della fiaba sintenderagrave di leggiericome intorno agli imperatori romani siensi accumulate tanteleggende e tante strane finzioni quante ne ha immaginate etrasmesse sino a noi il medio evo

Queste leggende e queste finzioni per lo piugrave si trovano sparsein iscritture dogni generazione ma alcuna volta si raggruppano eformano corpo insieme come nella famosa Kaiserchroniktedesca libro singolarissimo dignoto autore dincerta etagrave macomposto probabilmente verso il mezzo del XII secolo econtinuato piugrave tardi compilazione indigesta e curiosa dove incirca 18500 versi si viene narrando con infinite favole tolte diqua e di lagrave trasposte mescolate la storia deglimperatori daGiulio Cesare a Rodolfo di Absburgo455 Alla Kaiserchronik sistringono imitando amplificando alterando il Weltbuch diEnenkel456 e la Weltchronik di Rudolf von Ems o per megliodire del suo continuatore Heinrich von Muumlnchen457 Questestorie dove deglimperatori si narra e si favoleggia assailargamente dovevano essere accolte con particolar favore nelpaese a cui era toccata in sorte la potestagrave dellimpero ma anchetra noi non mancarono le simili benchegrave fossero o piugravecompendiose o composte con altro spirito e con altriintendimenti Nel nostro Fioretto di croniche deglimperadori458e nella Cronica deglimperatori romani459 le favole non fanno455 V oltre alla trattazione del MASSMANN nel terzo volume della edizione da luiprocurata WELZHOFER Untersuchungen uumlber die deutsche KaiserchronikMonaco 1874 e GERVINUS Geschichte der deutschen Dichtung Va ed v I p268-82456 V Massmann op cit v III p 103-13 FAUS Versuch uumlber J EnikelsUniversalchronik St-Neresheim 1793457 V Massmann op cit v III p 95-103 VILMAR Die zwei Recensionen unddie Handschriftenfamilien der Weltchronik Rudolfs von Ems Marburg 1839458 Pubblicata da Leone del Prete Lucca 1858459 Pubblicate dal Ceruti nella Scelta di curiositagrave letterarie disp CLVIIIBologna 1878

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immaginazioni popolari raccogliersi intorno a personaggi dimolto conto di guisa che limperatore il re la regina sono figureconsuete e quasi obbligate della fiaba sintenderagrave di leggiericome intorno agli imperatori romani siensi accumulate tanteleggende e tante strane finzioni quante ne ha immaginate etrasmesse sino a noi il medio evo

Queste leggende e queste finzioni per lo piugrave si trovano sparsein iscritture dogni generazione ma alcuna volta si raggruppano eformano corpo insieme come nella famosa Kaiserchroniktedesca libro singolarissimo dignoto autore dincerta etagrave macomposto probabilmente verso il mezzo del XII secolo econtinuato piugrave tardi compilazione indigesta e curiosa dove incirca 18500 versi si viene narrando con infinite favole tolte diqua e di lagrave trasposte mescolate la storia deglimperatori daGiulio Cesare a Rodolfo di Absburgo455 Alla Kaiserchronik sistringono imitando amplificando alterando il Weltbuch diEnenkel456 e la Weltchronik di Rudolf von Ems o per megliodire del suo continuatore Heinrich von Muumlnchen457 Questestorie dove deglimperatori si narra e si favoleggia assailargamente dovevano essere accolte con particolar favore nelpaese a cui era toccata in sorte la potestagrave dellimpero ma anchetra noi non mancarono le simili benchegrave fossero o piugravecompendiose o composte con altro spirito e con altriintendimenti Nel nostro Fioretto di croniche deglimperadori458e nella Cronica deglimperatori romani459 le favole non fanno455 V oltre alla trattazione del MASSMANN nel terzo volume della edizione da luiprocurata WELZHOFER Untersuchungen uumlber die deutsche KaiserchronikMonaco 1874 e GERVINUS Geschichte der deutschen Dichtung Va ed v I p268-82456 V Massmann op cit v III p 103-13 FAUS Versuch uumlber J EnikelsUniversalchronik St-Neresheim 1793457 V Massmann op cit v III p 95-103 VILMAR Die zwei Recensionen unddie Handschriftenfamilien der Weltchronik Rudolfs von Ems Marburg 1839458 Pubblicata da Leone del Prete Lucca 1858459 Pubblicate dal Ceruti nella Scelta di curiositagrave letterarie disp CLVIIIBologna 1878

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difetto ma sono in copia molto minori e narrate con assai menoamorosa prolissitagrave e lo stesso si puograve dire della HistoriaImperialis di Giovanni da Verona460 Al Libro Imperiale infarcitodi favole461 si contrappone il Liber Augustalis462 che negraveinteramente scevro

Le leggende che io chiamerograve imperiali possono distribuirsi indue classi la prima di quelle che si appiccano a imperatori reali

460 Della Historia Imperialis tuttora inedita conosco due manoscritti lunobellissimo della Vallicelliana in Roma segnato D 13 laltro della Chigianamutilo in principio ed in fine segnato I VII 259 Un terzo che non conoscoma che sembra essere il migliore si conserva nella Capitolare di Veronasegnato CCIV 189 Lopera dovette essere compiuta non molto dopo il 1316secondo appare da queste parole dellautore che tengon dietro alla storia diTeofilo laquoFateor verum in Christo ego Iohannes servus Christi ultimuslevitarum compilator presentis operis quod nocte precedente scripturam huiusrei de Theophylo sub anno domini Mdeg CCC VIdeg die XXIIIdeg novembris quocelebratur festum beatis Clementis pape et martiris nocte precedente dum instrato positus hora qua pulsabatur prima campana matutini sancte veronensisecclesie nec plene vigilanti nec plene dormienti apparuit mihi demon in specieiuvenis ore sereno facie iocunda venusto corpore vestibus preciosis indutusraquoVedi intorno a Giovanni da Verona MAFFEI Opuscoli ecclesiastici in appendicealla Istoria teologica Trento 1842 p 242-6 e tre lettere del TARTAROTTI che sihanno tutte insieme nelle sue Memorie antiche di Rovereto Venezia 1754 p131-86461 Il Libro Imperiale fu probabilmente composto poco dopo i tempi di EnricoVII di Lussemburgo come si puograve argomentare dal fatto che solamente sino acostui giunge nella piugrave parte dei manoscritti la serie deglimperatori Se nefecero sino dai primi tempi della stampa parecchie edizioni circa le quali VZAMBRINI Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 607-8Una ristampa condotta secondo le norme della buona critica egrave da desiderareDellautore di questo libro non si conosce con sicurezza il nome Alcuni codicinon recan nome di sorta altri nel recarlo discordano Nel cod d I 4 dellaCasanatense si ha Can o Cam dal Chastello e Cam da Castello nel codParmense 710 scritto a Napoli nel 1471 Nel cod Laurenziano pl XLIII 21dei primi del XVI secolo lautore egrave Chanbio da Chastello nei codd dellaNazionale di Firenze II IV 279 II IV 281 e nel Marciano ital cl XICXXVI lautore egrave Giovanni de Bonsignori La divisione in quattro libri e lerubriche dei capitoli fanno molto spesso difetto Egrave nota la relazionedellUrbano attribuito al Boccaccio con la storia di Selvaggio narrata nel

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difetto ma sono in copia molto minori e narrate con assai menoamorosa prolissitagrave e lo stesso si puograve dire della HistoriaImperialis di Giovanni da Verona460 Al Libro Imperiale infarcitodi favole461 si contrappone il Liber Augustalis462 che negraveinteramente scevro

Le leggende che io chiamerograve imperiali possono distribuirsi indue classi la prima di quelle che si appiccano a imperatori reali

460 Della Historia Imperialis tuttora inedita conosco due manoscritti lunobellissimo della Vallicelliana in Roma segnato D 13 laltro della Chigianamutilo in principio ed in fine segnato I VII 259 Un terzo che non conoscoma che sembra essere il migliore si conserva nella Capitolare di Veronasegnato CCIV 189 Lopera dovette essere compiuta non molto dopo il 1316secondo appare da queste parole dellautore che tengon dietro alla storia diTeofilo laquoFateor verum in Christo ego Iohannes servus Christi ultimuslevitarum compilator presentis operis quod nocte precedente scripturam huiusrei de Theophylo sub anno domini Mdeg CCC VIdeg die XXIIIdeg novembris quocelebratur festum beatis Clementis pape et martiris nocte precedente dum instrato positus hora qua pulsabatur prima campana matutini sancte veronensisecclesie nec plene vigilanti nec plene dormienti apparuit mihi demon in specieiuvenis ore sereno facie iocunda venusto corpore vestibus preciosis indutusraquoVedi intorno a Giovanni da Verona MAFFEI Opuscoli ecclesiastici in appendicealla Istoria teologica Trento 1842 p 242-6 e tre lettere del TARTAROTTI che sihanno tutte insieme nelle sue Memorie antiche di Rovereto Venezia 1754 p131-86461 Il Libro Imperiale fu probabilmente composto poco dopo i tempi di EnricoVII di Lussemburgo come si puograve argomentare dal fatto che solamente sino acostui giunge nella piugrave parte dei manoscritti la serie deglimperatori Se nefecero sino dai primi tempi della stampa parecchie edizioni circa le quali VZAMBRINI Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 607-8Una ristampa condotta secondo le norme della buona critica egrave da desiderareDellautore di questo libro non si conosce con sicurezza il nome Alcuni codicinon recan nome di sorta altri nel recarlo discordano Nel cod d I 4 dellaCasanatense si ha Can o Cam dal Chastello e Cam da Castello nel codParmense 710 scritto a Napoli nel 1471 Nel cod Laurenziano pl XLIII 21dei primi del XVI secolo lautore egrave Chanbio da Chastello nei codd dellaNazionale di Firenze II IV 279 II IV 281 e nel Marciano ital cl XICXXVI lautore egrave Giovanni de Bonsignori La divisione in quattro libri e lerubriche dei capitoli fanno molto spesso difetto Egrave nota la relazionedellUrbano attribuito al Boccaccio con la storia di Selvaggio narrata nel

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la seconda di quelle che creano imperatori immaginarii Delleprincipali tra le prime che sono indubitabilmente le piugrave curiose ele piugrave importanti parlerograve nei capitoli che seguono esselegandosi insieme vengono spesso a formare una storiacompiuta seguono limperatore la cui vita porge ad esseargomento dalla nascita alla morte e sintrecciano piugrave o menocon la storia reale Per lo piugrave egrave un fatto storico quello da cui essetraggono la prima suggestione e che porge loro la base o ilcontorno Delle altre che sono come sporadiche e accidentali edi quelle ancora della seconda classe dirograve qui stesso brevementequel tanto che basti

Cajo Caligola egrave fatto morire di un fulmine nellaKaiserchronik463 la quale pone inoltre sotto il suo reggimento ilfatto di Marco Curzio464 Galba ha per avversario Pisonedividono la signoria quegli regna in Roma e fonda Capua questinel territorio e fonda Pisa465 Vitellio aveva fatto morire Ottoneinsieme con cinquantamila de suoi seguaci La famiglia di costuigli contrasta limpero e medita vendetta Per consiglio de suoifautori egli esce di Roma e lassedia Da principio i Romani si

Libro Imperiale Il LANDAU (Giovanni Boccaccio sein Leben und seine WerkeStoccarda 1877 p 244-6) e il KOERTING (Boccaccios Leben und Werke Lipsia1880 p 684-5) giudicano lUrbano opera del Boccaccio e credo sia questa lapiugrave fondata opinione ma cade in errore il Landau quando dice la primaedizione del Libro Imperiale essere quella di Venezia del 1510 La Fiorita diARMANNINO GIUDICE giunge sino a Giulio Cesare ma non ne contiene tutta lastoria (V sulla Fiorita un diligente scritto di G Mazzatinti nel Giornale diFilologia romanza t III p 1-55)462 Il Liber Augustalis nei codici egrave attribuito ora a Benvenuto da Imola ora alPetrarca Sotto il nome di Benvenuto da Imola fu pubblicato a Strasburgo nel1505 e nel v II degli Scriptores del FREHER in calce alle opere del Petrarca fustampato a Venezia nel 1501 Il cod Vatic Ottob 1467 lo attribuisce a unBonaventura Esso si trova dedicato al marchese Niccolograve dEste a Mattia re diUngheria e di Boemia ad altri Giovanni Stella lo stampograve sfacciatamente sottosuo nome in Venezia nel 1503 dedicandolo ad Alvise Trevisan463 V 1233 Cosigrave ancora in Heinrich von Muumlnchen464 V 1138-1230 Cosigrave ancora Enenkel ed altri465 Kaiserch 4856-63

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la seconda di quelle che creano imperatori immaginarii Delleprincipali tra le prime che sono indubitabilmente le piugrave curiose ele piugrave importanti parlerograve nei capitoli che seguono esselegandosi insieme vengono spesso a formare una storiacompiuta seguono limperatore la cui vita porge ad esseargomento dalla nascita alla morte e sintrecciano piugrave o menocon la storia reale Per lo piugrave egrave un fatto storico quello da cui essetraggono la prima suggestione e che porge loro la base o ilcontorno Delle altre che sono come sporadiche e accidentali edi quelle ancora della seconda classe dirograve qui stesso brevementequel tanto che basti

Cajo Caligola egrave fatto morire di un fulmine nellaKaiserchronik463 la quale pone inoltre sotto il suo reggimento ilfatto di Marco Curzio464 Galba ha per avversario Pisonedividono la signoria quegli regna in Roma e fonda Capua questinel territorio e fonda Pisa465 Vitellio aveva fatto morire Ottoneinsieme con cinquantamila de suoi seguaci La famiglia di costuigli contrasta limpero e medita vendetta Per consiglio de suoifautori egli esce di Roma e lassedia Da principio i Romani si

Libro Imperiale Il LANDAU (Giovanni Boccaccio sein Leben und seine WerkeStoccarda 1877 p 244-6) e il KOERTING (Boccaccios Leben und Werke Lipsia1880 p 684-5) giudicano lUrbano opera del Boccaccio e credo sia questa lapiugrave fondata opinione ma cade in errore il Landau quando dice la primaedizione del Libro Imperiale essere quella di Venezia del 1510 La Fiorita diARMANNINO GIUDICE giunge sino a Giulio Cesare ma non ne contiene tutta lastoria (V sulla Fiorita un diligente scritto di G Mazzatinti nel Giornale diFilologia romanza t III p 1-55)462 Il Liber Augustalis nei codici egrave attribuito ora a Benvenuto da Imola ora alPetrarca Sotto il nome di Benvenuto da Imola fu pubblicato a Strasburgo nel1505 e nel v II degli Scriptores del FREHER in calce alle opere del Petrarca fustampato a Venezia nel 1501 Il cod Vatic Ottob 1467 lo attribuisce a unBonaventura Esso si trova dedicato al marchese Niccolograve dEste a Mattia re diUngheria e di Boemia ad altri Giovanni Stella lo stampograve sfacciatamente sottosuo nome in Venezia nel 1503 dedicandolo ad Alvise Trevisan463 V 1233 Cosigrave ancora in Heinrich von Muumlnchen464 V 1138-1230 Cosigrave ancora Enenkel ed altri465 Kaiserch 4856-63

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difendono strenuamente ma poi vinti dalla fame sollecitano ilsenato perchegrave apra al nemico le porte Il senato ricusa alloraOdenato si offre di liberare egli la cittagrave sceglie dodici compagniparati ad ogni suo cenno e saccorda con essi di uccidere VitellioEgli tenteragrave primo limpresa se non gli riesca di condurla atermine gli altri verranno dopo lui e la compiranno Si ripete ilfatto di Muzio Scevola Vitellio fa grazia della vita a Odenatoche in premio del suo eroismo riceve dai Romani in dono ilpalazzo di Bruto Si concorda una tregua ma in capo di novemesi quando il termine della tregua egrave giagrave presso a spirare dodiciseguaci di Vespasiano una notte rapiscono Vitellio e losotterrano vivo466 Nerva prende il posto di Falaride di Agrigentonella notissima storia di Perillo467 Decio che ha non piccola partenelle leggende famose di San Lorenzo e dei Sette Dormientimuore fatto a pezzi dai diavoli468

Il romanzo dei Sette Savii si lega ai nomi di Vespasiano e diDiocleziano e inventa limperatore Ponziano469 Non ho bisognodi ricordare qui quale storia serva di cornice ai racconti di questolibro famoso Nei Gesta Romanorum si trovano attribuiti aimperatori romani o posti sotto il loro reggimento fatti e casi chein origine non hanno nessunattinenza con Roma Quivi la storiadel re Lear si riferisce a Teodosio470 a Domiziano la novella deitre avvertimenti che salvano tre volte la vita471 ad Aglae figliuoladellimperatore Pompeo la storia classica di Atalanta e

466 Ibid v 4869-76 4881-5119467 Ib v 5706-854 Lo stesso si ha in Heinrich von Muumlnchen468 Ib v 6465-6469 Nella Historia Septem Sapientum Ponziano egrave limperatore Diocleziano ilprincipe cosigrave pure nei Sept Sages de Romme pubblicati a Ginevra nel 1492Ma nella piugrave parte delle versioni Diocleziano egrave limperatore Nel Romans desSept Sages pubblicato dal Keller limperatore egrave Vespasiano ecc Nel raccontodi Giovanni di Alta Selva Dolophatos padre di Luscinius egrave re di Sicilia470 Ed dellOesterley app 77471 Cap 103 Questa novella si trova in PLUTARCO De Garrulitate e in moltialtri Aggiungasi allelenco che ne dagrave lOesterley anche il Fiore di Virtugrave ove iconsigli non sono piugrave tre ma uno solo

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difendono strenuamente ma poi vinti dalla fame sollecitano ilsenato perchegrave apra al nemico le porte Il senato ricusa alloraOdenato si offre di liberare egli la cittagrave sceglie dodici compagniparati ad ogni suo cenno e saccorda con essi di uccidere VitellioEgli tenteragrave primo limpresa se non gli riesca di condurla atermine gli altri verranno dopo lui e la compiranno Si ripete ilfatto di Muzio Scevola Vitellio fa grazia della vita a Odenatoche in premio del suo eroismo riceve dai Romani in dono ilpalazzo di Bruto Si concorda una tregua ma in capo di novemesi quando il termine della tregua egrave giagrave presso a spirare dodiciseguaci di Vespasiano una notte rapiscono Vitellio e losotterrano vivo466 Nerva prende il posto di Falaride di Agrigentonella notissima storia di Perillo467 Decio che ha non piccola partenelle leggende famose di San Lorenzo e dei Sette Dormientimuore fatto a pezzi dai diavoli468

Il romanzo dei Sette Savii si lega ai nomi di Vespasiano e diDiocleziano e inventa limperatore Ponziano469 Non ho bisognodi ricordare qui quale storia serva di cornice ai racconti di questolibro famoso Nei Gesta Romanorum si trovano attribuiti aimperatori romani o posti sotto il loro reggimento fatti e casi chein origine non hanno nessunattinenza con Roma Quivi la storiadel re Lear si riferisce a Teodosio470 a Domiziano la novella deitre avvertimenti che salvano tre volte la vita471 ad Aglae figliuoladellimperatore Pompeo la storia classica di Atalanta e

466 Ibid v 4869-76 4881-5119467 Ib v 5706-854 Lo stesso si ha in Heinrich von Muumlnchen468 Ib v 6465-6469 Nella Historia Septem Sapientum Ponziano egrave limperatore Diocleziano ilprincipe cosigrave pure nei Sept Sages de Romme pubblicati a Ginevra nel 1492Ma nella piugrave parte delle versioni Diocleziano egrave limperatore Nel Romans desSept Sages pubblicato dal Keller limperatore egrave Vespasiano ecc Nel raccontodi Giovanni di Alta Selva Dolophatos padre di Luscinius egrave re di Sicilia470 Ed dellOesterley app 77471 Cap 103 Questa novella si trova in PLUTARCO De Garrulitate e in moltialtri Aggiungasi allelenco che ne dagrave lOesterley anche il Fiore di Virtugrave ove iconsigli non sono piugrave tre ma uno solo

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dIppomene472 ad Adriano o a Teodosio il noto apologo dellacampana della serpe e del rospo che si suol raccontare di CarloMagno473 a Tiberio a Claudio a Vespasiano a Tito aMassimiano a Gordiano altri fatti e altre storie che sarebbelungo ripetere La novella del re che fece nodrire uno suofigliuolo dieci anni in luogo tenebroso e poi li mostrograve tutte lecose e piugrave li piacque le femmine indiana di origine474 narrata nelNovellino475 ripetuta con varie mutazioni nel Prologo dellagiornata IV del Decamerone nelle Vite dei Santi Padri di FraDomenico Cavalca476 in un vecchio poemetto tedesco intitolatoDaz Gaumlnslicircn477 nel Libro de los Enxemplos478 ecc si riferisce nelFior di Virtugrave479 allimperatore Teodosio Una novella di Costanzafiglia di Tiberio racconta il Gower480

Di Diocleziano che nei Gesta Romanorum diventainaspettatamente un modello di virtugrave ma che va coperto di moltainfamia nelle leggende dei martiri e piugrave specialmente in quellafamosa della legione Tebea di Diocleziano si narra nel Libro delos Enxemplos481 una curiosa storia la quale ha pure nella veritagravequalche piccola radice Fu un tempo che genti straniere turbavano

472 The early english versions of the Gesta Romanorum pubblicate la primavolta dal Madden ripubblicate da Sidney I H Herrtage per la Early EnglishText Society Extra Series XXXIII Londra 1879 p XXXII473 Ib p VII Gesta Romanorum ed dellOesterley c 105 V MASSMANNKaiserch v III p 997-1002 e GASTON PARIS Histoire poeacutetique deCharlemagne p 354-6474 V LANDAU Die Quellen des Decamerone Vienna 1869 p 70-1 eDANCONA Le Fonti del Novellino in Studj di critica e storia letteraria p 279-83 307-8475 Nov XIV del testo Gualteruzzi476 Parte III c 133477 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 41-8478 CCXXXI479 Cap XXXIX Della Lussuria480 Confessio amantis l II481 CCCXXVIII Comincia laquoEl mayor sennoriacuteo de dignidat del mundo es elimperio de Roma eacute esta dignidat muchos ruacutesticos la tovieron eacute hobieron maabasta poner enxemplo de dos que en uno fueron emperadores

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dIppomene472 ad Adriano o a Teodosio il noto apologo dellacampana della serpe e del rospo che si suol raccontare di CarloMagno473 a Tiberio a Claudio a Vespasiano a Tito aMassimiano a Gordiano altri fatti e altre storie che sarebbelungo ripetere La novella del re che fece nodrire uno suofigliuolo dieci anni in luogo tenebroso e poi li mostrograve tutte lecose e piugrave li piacque le femmine indiana di origine474 narrata nelNovellino475 ripetuta con varie mutazioni nel Prologo dellagiornata IV del Decamerone nelle Vite dei Santi Padri di FraDomenico Cavalca476 in un vecchio poemetto tedesco intitolatoDaz Gaumlnslicircn477 nel Libro de los Enxemplos478 ecc si riferisce nelFior di Virtugrave479 allimperatore Teodosio Una novella di Costanzafiglia di Tiberio racconta il Gower480

Di Diocleziano che nei Gesta Romanorum diventainaspettatamente un modello di virtugrave ma che va coperto di moltainfamia nelle leggende dei martiri e piugrave specialmente in quellafamosa della legione Tebea di Diocleziano si narra nel Libro delos Enxemplos481 una curiosa storia la quale ha pure nella veritagravequalche piccola radice Fu un tempo che genti straniere turbavano

472 The early english versions of the Gesta Romanorum pubblicate la primavolta dal Madden ripubblicate da Sidney I H Herrtage per la Early EnglishText Society Extra Series XXXIII Londra 1879 p XXXII473 Ib p VII Gesta Romanorum ed dellOesterley c 105 V MASSMANNKaiserch v III p 997-1002 e GASTON PARIS Histoire poeacutetique deCharlemagne p 354-6474 V LANDAU Die Quellen des Decamerone Vienna 1869 p 70-1 eDANCONA Le Fonti del Novellino in Studj di critica e storia letteraria p 279-83 307-8475 Nov XIV del testo Gualteruzzi476 Parte III c 133477 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 41-8478 CCXXXI479 Cap XXXIX Della Lussuria480 Confessio amantis l II481 CCCXXVIII Comincia laquoEl mayor sennoriacuteo de dignidat del mundo es elimperio de Roma eacute esta dignidat muchos ruacutesticos la tovieron eacute hobieron maabasta poner enxemplo de dos que en uno fueron emperadores

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in molte parti limpero di Roma e interrogando i cittadini glioracoli per sapere come dovessero governarsi fu loro rispostoeleggessero principe colui che trovassero a mangiare a una tavoladi ferro I Romani mandarono lor cavalieri nelle province a farindagine di cotal uomo e avvenne che passando alcuni di questiper la Dalmazia simbatterono in un contadino il quale avendosciolto i buoi dallaratro desinava servendosi del vomere come didesco Parlando con esso lui trovarono chera buon discorritore emolto sensato e discreto nelle sue ragioni per modo cheespostagli la causa del loro venire seco ne lo condussero a Romae quivi fu fatto imperatore Massimiano allora risaputa la cosaessendo ancor egli di Dalmazia e amicissimo di Diocleziano sirecograve a Roma Ma Diocleziano intanto soffrendo della mutazionedel clima e dei cibi ammalograve Non potendo altrimenti giungeresino a lui Massimiano sinfinse medico e ricevuto assaiamorevolmente dallantico compagno tanto si adoperograve con saviiconsigli che questi tornograve alle costumate vivande e agli eserciziidel corpo e racquistograve in breve la sanitagrave Di ciograve ebbero grandeallegrezza il senato e il popolo di Roma e Diocleziano volendomostrare il suo grato animo si tolse Massimiamo collega nelreggimento Ma poi volgendosi al male tutta due eperseguitando i cristiani Dio li punigrave facendoli uscire del sennoper modo che rinunciata la potestagrave imperiale di propriarisoluzione si ridussero novamente in condizione di privati e daultimo Diocleziano morigrave di veleno e Massimiano simpiccograve Ilmodo della elezione di Diocleziano ricorda altre storie affini peresempio quella del Goto Vamba Di un re di Ravenna che ammalograveper aver mutato vitto e costumi si narra nello stesso Libro de losEnxemplos482

Nella Kaiserchronik si confonde limperatore Gallieno colmedico Galeno483 Gallieno fu il piugrave dotto medico che mainascesse in Roma e operograve gran cose con la sua scienza ma

482 X483 V 7471-622 Cf v III p 829-33

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in molte parti limpero di Roma e interrogando i cittadini glioracoli per sapere come dovessero governarsi fu loro rispostoeleggessero principe colui che trovassero a mangiare a una tavoladi ferro I Romani mandarono lor cavalieri nelle province a farindagine di cotal uomo e avvenne che passando alcuni di questiper la Dalmazia simbatterono in un contadino il quale avendosciolto i buoi dallaratro desinava servendosi del vomere come didesco Parlando con esso lui trovarono chera buon discorritore emolto sensato e discreto nelle sue ragioni per modo cheespostagli la causa del loro venire seco ne lo condussero a Romae quivi fu fatto imperatore Massimiano allora risaputa la cosaessendo ancor egli di Dalmazia e amicissimo di Diocleziano sirecograve a Roma Ma Diocleziano intanto soffrendo della mutazionedel clima e dei cibi ammalograve Non potendo altrimenti giungeresino a lui Massimiano sinfinse medico e ricevuto assaiamorevolmente dallantico compagno tanto si adoperograve con saviiconsigli che questi tornograve alle costumate vivande e agli eserciziidel corpo e racquistograve in breve la sanitagrave Di ciograve ebbero grandeallegrezza il senato e il popolo di Roma e Diocleziano volendomostrare il suo grato animo si tolse Massimiamo collega nelreggimento Ma poi volgendosi al male tutta due eperseguitando i cristiani Dio li punigrave facendoli uscire del sennoper modo che rinunciata la potestagrave imperiale di propriarisoluzione si ridussero novamente in condizione di privati e daultimo Diocleziano morigrave di veleno e Massimiano simpiccograve Ilmodo della elezione di Diocleziano ricorda altre storie affini peresempio quella del Goto Vamba Di un re di Ravenna che ammalograveper aver mutato vitto e costumi si narra nello stesso Libro de losEnxemplos482

Nella Kaiserchronik si confonde limperatore Gallieno colmedico Galeno483 Gallieno fu il piugrave dotto medico che mainascesse in Roma e operograve gran cose con la sua scienza ma

482 X483 V 7471-622 Cf v III p 829-33

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odiava i cristiani e nelle loro persone sperimentava i farmachi elarti sue Faceva tagliar loro i piedi e le mani faceva aprire lorole vene egli fu il primo che introdusse il costume di strappare gliocchi alla gente Tuttociograve faceva in servizio dellarte sua e ipagani lo lodavano della sua sapienza Gallieno era anche saviofiosofo che qui tanto vale quanto indovino Una notte lesse nellestelle che il giorno seguente i suoi camerieri avrebbero tentato diavvelenarlo Non fece mostra di nulla Quando a mensa ilcoppiere gli mise innanzi una tazza avvelenata egli conoscendolinganno costrinse il traditore a bere in suo luogo e tanta fu laforza del veleno che al malcapitato schizzarono gli occhi dalcapo Gallieno allora si partigrave da Roma imprecando alla cittagrave eminacciando vendetta ai suoi abitatori Andograve al castello diBoemondo e fatta venire una gran cassa di bronzo la empiegrave diveleno e ordinograve fosse sommersa nel Tevere Lacqua del fiumequivi passando rimaneva attossicata e quanti poi ne bevevanonon potevano scampare la morte In Roma ne morironotredicimila persone Un buon medico venne in ajuto dei Romanila cassa fu ritrovata e levata dal fiume Gallieno avvertito che icittadini lo volevano mettere a morte fuggigrave in Siria ma quivi fupoi ucciso a onor dei Romani

Gautier dArras Otte (Ottone di Frisinga) Enenkelraccontano di Foca e di Eraclio una storia romanzesca grecaforse di origine dalla quale si ritrae questo insegnamento che chitiene le donne sotto guardia troppo rigorosa egrave spesso cagione delloro fallire484 Altre invenzioni e attribuzioni cosigrave fatte si trovanoin copia specie nella Kaiserchronik e negli scrittori che attinseroda essa ma io non credo di dovermi piugrave oltre indugiare adiscorrerne giacchegrave non egrave in esse generalmente parlandonessuna delle qualitagrave che fanno pregevoli e degne di studio leleggende La leggenda dirograve cosigrave genuina e legittima ha la suanecessitagrave logica piugrave o meno facile a essere riconosciuta nasce di

484 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 533-47 Cf v III p CXLVIICL

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odiava i cristiani e nelle loro persone sperimentava i farmachi elarti sue Faceva tagliar loro i piedi e le mani faceva aprire lorole vene egli fu il primo che introdusse il costume di strappare gliocchi alla gente Tuttociograve faceva in servizio dellarte sua e ipagani lo lodavano della sua sapienza Gallieno era anche saviofiosofo che qui tanto vale quanto indovino Una notte lesse nellestelle che il giorno seguente i suoi camerieri avrebbero tentato diavvelenarlo Non fece mostra di nulla Quando a mensa ilcoppiere gli mise innanzi una tazza avvelenata egli conoscendolinganno costrinse il traditore a bere in suo luogo e tanta fu laforza del veleno che al malcapitato schizzarono gli occhi dalcapo Gallieno allora si partigrave da Roma imprecando alla cittagrave eminacciando vendetta ai suoi abitatori Andograve al castello diBoemondo e fatta venire una gran cassa di bronzo la empiegrave diveleno e ordinograve fosse sommersa nel Tevere Lacqua del fiumequivi passando rimaneva attossicata e quanti poi ne bevevanonon potevano scampare la morte In Roma ne morironotredicimila persone Un buon medico venne in ajuto dei Romanila cassa fu ritrovata e levata dal fiume Gallieno avvertito che icittadini lo volevano mettere a morte fuggigrave in Siria ma quivi fupoi ucciso a onor dei Romani

Gautier dArras Otte (Ottone di Frisinga) Enenkelraccontano di Foca e di Eraclio una storia romanzesca grecaforse di origine dalla quale si ritrae questo insegnamento che chitiene le donne sotto guardia troppo rigorosa egrave spesso cagione delloro fallire484 Altre invenzioni e attribuzioni cosigrave fatte si trovanoin copia specie nella Kaiserchronik e negli scrittori che attinseroda essa ma io non credo di dovermi piugrave oltre indugiare adiscorrerne giacchegrave non egrave in esse generalmente parlandonessuna delle qualitagrave che fanno pregevoli e degne di studio leleggende La leggenda dirograve cosigrave genuina e legittima ha la suanecessitagrave logica piugrave o meno facile a essere riconosciuta nasce di

484 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 533-47 Cf v III p CXLVIICL

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una certa applicazione protratta e sistematica della fantasia a certifatti a certe persone come mostrano con luminoso esempio leimmaginazioni che si raccolsero intorno ai nomi di Alessandro ilMacedone e di Carlo Magno mentrechegrave le finzioni di cui ho fattocenno nelle pagine precedenti sono per lo piugrave fortuite escioperate congiunte a tali o tali persone solo in grazia delcapriccio o del caso e pronte a slegarsene come appena se neporga occasione Tuttavia nel caso nostro una certa importanzaindiretta lhanno ancor esse in quanto mostrano la tendenza deglispiriti nel medio evo a stringere intorno a Roma lerrante popolodelle favole a raccorlo sotto la sua alta dominazione morale eaffermano la virtugrave attrattiva di quella Roma medesima divenutacentro di gravitazione a tutto il pensiero dei tempi

Delle trasposizioni dogni maniera che sincontrano nelle listedeglimperatori non parlo perchegrave sono troppo naturali dirograveinvece qualche cosa deglimperatori fantastici e non mai esistitiNei Gesta Romanorum se ne trova una lunghissima filzaDorotheus Gorgonius Adonias Miremis Olimpus LampadiusCoronius Onias Mamertinus e dieci e dieci altri Anche nellaKaiserchronik se ne trovano parecchi Pompeo egrave fatto imperatoreassai spesso e un imperatore si fa di Romolo lignotoraccoglitore di favole485 Nei Gesta Romanorum nel Novellinonella Kaiserchronik altrove si narra la storia di Foco che difabbro diventograve imperatore Tito aveva decretato che in certi giornitutti dovessero astenersi dal lavoro e Virgilio aveva fabbricatouna statua che rivelava il nome dei trasgressori Foco non avendoosservato la legge minaccia la statua di spezzarle il capo se lodenuncia e perograve questa da prima non vuole svelare il colpevole

485 MARIE DE FRANCE Fables Prologue v 12-6

Romulus qui fu emperereA sun fill escrit et mandaEt par essemple li mustraCum il se puist cuntreguetierKhum ne le peust engingnier

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una certa applicazione protratta e sistematica della fantasia a certifatti a certe persone come mostrano con luminoso esempio leimmaginazioni che si raccolsero intorno ai nomi di Alessandro ilMacedone e di Carlo Magno mentrechegrave le finzioni di cui ho fattocenno nelle pagine precedenti sono per lo piugrave fortuite escioperate congiunte a tali o tali persone solo in grazia delcapriccio o del caso e pronte a slegarsene come appena se neporga occasione Tuttavia nel caso nostro una certa importanzaindiretta lhanno ancor esse in quanto mostrano la tendenza deglispiriti nel medio evo a stringere intorno a Roma lerrante popolodelle favole a raccorlo sotto la sua alta dominazione morale eaffermano la virtugrave attrattiva di quella Roma medesima divenutacentro di gravitazione a tutto il pensiero dei tempi

Delle trasposizioni dogni maniera che sincontrano nelle listedeglimperatori non parlo perchegrave sono troppo naturali dirograveinvece qualche cosa deglimperatori fantastici e non mai esistitiNei Gesta Romanorum se ne trova una lunghissima filzaDorotheus Gorgonius Adonias Miremis Olimpus LampadiusCoronius Onias Mamertinus e dieci e dieci altri Anche nellaKaiserchronik se ne trovano parecchi Pompeo egrave fatto imperatoreassai spesso e un imperatore si fa di Romolo lignotoraccoglitore di favole485 Nei Gesta Romanorum nel Novellinonella Kaiserchronik altrove si narra la storia di Foco che difabbro diventograve imperatore Tito aveva decretato che in certi giornitutti dovessero astenersi dal lavoro e Virgilio aveva fabbricatouna statua che rivelava il nome dei trasgressori Foco non avendoosservato la legge minaccia la statua di spezzarle il capo se lodenuncia e perograve questa da prima non vuole svelare il colpevole

485 MARIE DE FRANCE Fables Prologue v 12-6

Romulus qui fu emperereA sun fill escrit et mandaEt par essemple li mustraCum il se puist cuntreguetierKhum ne le peust engingnier

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poi lo svela Condotto davanti allimperatore Foco dice comedebba ogni giorno buscarsi otto denari de quali due servono apagare un debito due impresta due perde due spende permantenere il padre la moglie il figlio segrave stesso Tito lo lasciaandare Morto Tito Foco egrave fatto imperatore limmagine sua egravecontraddistinta da otto denari Questa favola ebbe origineprobabilmente da qualche antica moneta de cui emblemi si volledare spiegazione

La romanzesca storia di Faustiniano padre di San Clementepapa e imperatore di Roma il quale perde per una serie disventurati casi che un po ricordano la leggenda diSantEustachio i figli la moglie e si riduce egli stesso inmiserabilissima condizione poi ritrova i suoi racquista il trono esi fa cristiano occupa nella Kaiserchronik piugrave di 1800 versi486 DiGioviniano si narra nei Gesta Romanorum e altrove comeavendo voluto essere tenuto un dio fu punito della sua tracotanzaUn giorno a caccia Gioviniano sollecitato dalla caldurasimmerge in un fonte Un angelo veste i suoi panni prende il suoposto egrave da tutti creduto limperatore Questi tenta invano di farsiriconoscere ed egrave per comandamento dellangelo bastonato benbene Da ultimo palesato il miracolo egli pentito torna nellacondizione di prima487 La storia popolarissima di Crescenzia sirappicca nelle varie sue forme a un imperatore Narciso o aqualche altro imperatore Nella storia di Fiorio e di Biancofiore inottava rima stampata in Roma nel XV secolo Fiorio compiute lesue gesta diventa imperatore di Roma

486 Nella leggenda italiana che di S Clemente si ha a stampa (s l n a)Faustiniano non egrave imperatore di Roma487 Questa storia edificante era buon argomento di dramma sacro V un Auctodel emperador Juveniano fra gli Auctos sacramentales desde su origen hastafines del siglo XVII nella Biblioteca del Rivadeneyra 1865 p 26-9 Egrave lastessa storia che porge il soggetto alla nostra rappresentazione del Re Superboe a un libretto popolare che sotto il titolo di Storia del Re Superbo si ristampatuttavia

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poi lo svela Condotto davanti allimperatore Foco dice comedebba ogni giorno buscarsi otto denari de quali due servono apagare un debito due impresta due perde due spende permantenere il padre la moglie il figlio segrave stesso Tito lo lasciaandare Morto Tito Foco egrave fatto imperatore limmagine sua egravecontraddistinta da otto denari Questa favola ebbe origineprobabilmente da qualche antica moneta de cui emblemi si volledare spiegazione

La romanzesca storia di Faustiniano padre di San Clementepapa e imperatore di Roma il quale perde per una serie disventurati casi che un po ricordano la leggenda diSantEustachio i figli la moglie e si riduce egli stesso inmiserabilissima condizione poi ritrova i suoi racquista il trono esi fa cristiano occupa nella Kaiserchronik piugrave di 1800 versi486 DiGioviniano si narra nei Gesta Romanorum e altrove comeavendo voluto essere tenuto un dio fu punito della sua tracotanzaUn giorno a caccia Gioviniano sollecitato dalla caldurasimmerge in un fonte Un angelo veste i suoi panni prende il suoposto egrave da tutti creduto limperatore Questi tenta invano di farsiriconoscere ed egrave per comandamento dellangelo bastonato benbene Da ultimo palesato il miracolo egli pentito torna nellacondizione di prima487 La storia popolarissima di Crescenzia sirappicca nelle varie sue forme a un imperatore Narciso o aqualche altro imperatore Nella storia di Fiorio e di Biancofiore inottava rima stampata in Roma nel XV secolo Fiorio compiute lesue gesta diventa imperatore di Roma

486 Nella leggenda italiana che di S Clemente si ha a stampa (s l n a)Faustiniano non egrave imperatore di Roma487 Questa storia edificante era buon argomento di dramma sacro V un Auctodel emperador Juveniano fra gli Auctos sacramentales desde su origen hastafines del siglo XVII nella Biblioteca del Rivadeneyra 1865 p 26-9 Egrave lastessa storia che porge il soggetto alla nostra rappresentazione del Re Superboe a un libretto popolare che sotto il titolo di Storia del Re Superbo si ristampatuttavia

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amp poi di Roma fu decto imperadoreamp gran tempo visse con bincifiore

Cosigrave le fantasie piugrave disparate nel medio evo gravitano intornoa Roma come a loro centro di attrazione e molte di esse o silegano a imperatori reali o introducono nella storia romanaimperatori fantastici Non so se a questa generale tendenza nonobbedisse ancora Pietro Aretino o chi altro si fosse quando delnome di Eliogabalo insigniva una Oratio protreptica siveadhortatoria ad meretrices che si trova nella Historia Augustastampata da Aldo Manuzio nel 1519 in Venezia

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amp poi di Roma fu decto imperadoreamp gran tempo visse con bincifiore

Cosigrave le fantasie piugrave disparate nel medio evo gravitano intornoa Roma come a loro centro di attrazione e molte di esse o silegano a imperatori reali o introducono nella storia romanaimperatori fantastici Non so se a questa generale tendenza nonobbedisse ancora Pietro Aretino o chi altro si fosse quando delnome di Eliogabalo insigniva una Oratio protreptica siveadhortatoria ad meretrices che si trova nella Historia Augustastampata da Aldo Manuzio nel 1519 in Venezia

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CAPITOLO VIII

Giulio Cesare

Giulio Cesare egrave generalmente considerato nel medio evo qualeprimo imperatore e la sua celebritagrave viene in gran partedallopinione appunto chegli avesse fondato limpero e datoprincipio allera piugrave bella e piugrave gloriosa di Roma Come nascessequesto errore non andrem ricercando se pure non sha a dire chequanto si conosceva dei fatti di Cesare e la consuetudine diconfondere le cose aventi affinitagrave tra di loro propria dei tempi acui faccia difetto la critica lo rendevano necessario edinevitabile488 A farlo nascere puograve anche avere contribuito

488 Le eccezioni sono rare RADULFO COLONNA nel suo trattatello De translationeimperii dice parlando appunto dellimpero laquoQuam monarchiam cum primumOctavianus Augustus deinde successores eius praeferrent non uniformitertenueruntraquo E quasi subito dopo laquoImperium Romanum a Julio Caesaresecundum quosdam sed verius ob Octaviano Augusto primo Romanorumimperatore inchoaturraquo Questo ripete con le parole medesime MARSILIO

MENANDRINO che pure scrisse un trattato De translatione imperii copiando inmassima parte quello di Radulfo Colonna sebbene citi invece le Istorie diLandulfo Colonna HONOREacute BONNOR o BONET nellArbre des batailles (Parigiper Antonio Verard 1493 parte IIa c 2) riconosce che Ottaviano Augusto fu ilprimo imperatore laquoEt vraiement il fut le premier empereur qui fut a rommesselon les vrayes histoiresraquo Nel c 13 dice che Giulio Cesare fu solamentechiamato principe di Roma Di Cesare dice GIOVANNI VILLANI (IstorieFiorentine l I c 29) laquoil detto Cesare levograve lufficio de consoli e dittatori edegli primo si fece chiamare imperatoreraquo Lopinione di Dante non appar chiaradal v 57 del c VI del Paradiso dove dice parlando del sacrosanto segnodellimpero

Cesare per voler di Roma il tolle

ma ciograve che della pena di Bruto e Cassio narra nel c XXXIV dellInferno fasospettare che anchegli avesse Giulio Cesare in conto di primo e legittimoimperatore Secondo la Kaiserchronik (v 523-5) quando Giulio Cesare fu

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CAPITOLO VIII

Giulio Cesare

Giulio Cesare egrave generalmente considerato nel medio evo qualeprimo imperatore e la sua celebritagrave viene in gran partedallopinione appunto chegli avesse fondato limpero e datoprincipio allera piugrave bella e piugrave gloriosa di Roma Come nascessequesto errore non andrem ricercando se pure non sha a dire chequanto si conosceva dei fatti di Cesare e la consuetudine diconfondere le cose aventi affinitagrave tra di loro propria dei tempi acui faccia difetto la critica lo rendevano necessario edinevitabile488 A farlo nascere puograve anche avere contribuito

488 Le eccezioni sono rare RADULFO COLONNA nel suo trattatello De translationeimperii dice parlando appunto dellimpero laquoQuam monarchiam cum primumOctavianus Augustus deinde successores eius praeferrent non uniformitertenueruntraquo E quasi subito dopo laquoImperium Romanum a Julio Caesaresecundum quosdam sed verius ob Octaviano Augusto primo Romanorumimperatore inchoaturraquo Questo ripete con le parole medesime MARSILIO

MENANDRINO che pure scrisse un trattato De translatione imperii copiando inmassima parte quello di Radulfo Colonna sebbene citi invece le Istorie diLandulfo Colonna HONOREacute BONNOR o BONET nellArbre des batailles (Parigiper Antonio Verard 1493 parte IIa c 2) riconosce che Ottaviano Augusto fu ilprimo imperatore laquoEt vraiement il fut le premier empereur qui fut a rommesselon les vrayes histoiresraquo Nel c 13 dice che Giulio Cesare fu solamentechiamato principe di Roma Di Cesare dice GIOVANNI VILLANI (IstorieFiorentine l I c 29) laquoil detto Cesare levograve lufficio de consoli e dittatori edegli primo si fece chiamare imperatoreraquo Lopinione di Dante non appar chiaradal v 57 del c VI del Paradiso dove dice parlando del sacrosanto segnodellimpero

Cesare per voler di Roma il tolle

ma ciograve che della pena di Bruto e Cassio narra nel c XXXIV dellInferno fasospettare che anchegli avesse Giulio Cesare in conto di primo e legittimoimperatore Secondo la Kaiserchronik (v 523-5) quando Giulio Cesare fu

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Svetonio con porre Giulio Cesare primo nelle sue Vite degliImperatori

La celebritagrave di Cesare egrave maggiore assai che non quella delmunificentissimo Augusto primo riconoscitore della divinitagrave diCristo secondo la leggenda e del pio Costantino che procacciograve ilprimo trionfo politico della fede cristiana sul gentilesimo Gli egraveche le gesta di lui erano fatte per provocare lammirazione pereccitare le fantasie e per porgere acconcio argomento alla poesiaromanzesca La Farsaglia di Lucano come ho giagrave detto moltodiffusa e spesso tradotta nel medio evo benchegrave ripiena di unospirito avverso a Cesare pure contribuiva per la parte sua adivulgarne maggiormente il nome Il trovero narrava volentieri

De lemperor Cesar qui par sa baronnieLe plus du monde conquist et mist en sa baillie

Il giullare non doveva ignorarne la storia Guiraut de Calensonnellenseinhamen ne lo fa avvertito

E pueis aprensCon cil den RensEn feron Julius fugirE de BrutusDe CassiusCon saubron lor senhor aucir

divenuto imperatore i Romani cominciarono a dargli del voi Lo stesso siracconta nel Libro Imperiale Dante parlando a Cacciaguida ricomincia

Dal voi che prima Roma sofferie

(Parad c XVI v 10) ma non accenna menomamente a Cesare Ad essoaccenna invece Fazio degli Uberti quando dice in un luogo del Dittamondo

E pensa ancor come perduto visseColla sua Cleopatra oltre due anniColui a cui l Roman prima voi disse

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Svetonio con porre Giulio Cesare primo nelle sue Vite degliImperatori

La celebritagrave di Cesare egrave maggiore assai che non quella delmunificentissimo Augusto primo riconoscitore della divinitagrave diCristo secondo la leggenda e del pio Costantino che procacciograve ilprimo trionfo politico della fede cristiana sul gentilesimo Gli egraveche le gesta di lui erano fatte per provocare lammirazione pereccitare le fantasie e per porgere acconcio argomento alla poesiaromanzesca La Farsaglia di Lucano come ho giagrave detto moltodiffusa e spesso tradotta nel medio evo benchegrave ripiena di unospirito avverso a Cesare pure contribuiva per la parte sua adivulgarne maggiormente il nome Il trovero narrava volentieri

De lemperor Cesar qui par sa baronnieLe plus du monde conquist et mist en sa baillie

Il giullare non doveva ignorarne la storia Guiraut de Calensonnellenseinhamen ne lo fa avvertito

E pueis aprensCon cil den RensEn feron Julius fugirE de BrutusDe CassiusCon saubron lor senhor aucir

divenuto imperatore i Romani cominciarono a dargli del voi Lo stesso siracconta nel Libro Imperiale Dante parlando a Cacciaguida ricomincia

Dal voi che prima Roma sofferie

(Parad c XVI v 10) ma non accenna menomamente a Cesare Ad essoaccenna invece Fazio degli Uberti quando dice in un luogo del Dittamondo

E pensa ancor come perduto visseColla sua Cleopatra oltre due anniColui a cui l Roman prima voi disse

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Altri trovatori ancora fanno ricordo della storia di Cesare489 NelRoman de Rou si legge490

Cesar ki tant fist e tant poutKi tut le munt cunquist e outVnkes nuls hom[s] puis ne avantMien escient ne cunquist tantPuis fu ocis en traisunEl capitoile ceo sauum

Dante pone Cesare armato con occhi grifagni nel Limbo insiemecon gli altri illustri dellantichitagrave491 Tommaso di Saluzzo cosigraveparla di Giulio Cesare nel Livre du Chevalier errant492

Chascun scet de voir et de certainEt ce nest mie certes en vainComment Cesar le fort empereurPar sa force sens et valeurConquist le monde entierementTout fu en son commandementDont il mist tel ordonnanceCar devant navoit nulle sentenceQuYtaliens orent le gouvernementVIIc ans du monde entierementEt pour celles oeuvres accomplirOn puet penser sanz point mentirQue ce ne fu sans grans vertusA monter si hault sanz reffus

Lautore del Libro Imperiale dice nel dar ragione dellopera sua493489 V BIRCH-HIRSCHFELD Ueber die den provenzalischen Troubadours des XIIund XIII Jahrhunderts bekannten epischen Stoffe Halle s S 1878 p 25490 Ed dellAndressen v I v 47-52491 Inferno c IV v 123492 Cod della Nazion di Torino L V 6 f 203 r col 1a493 Cod Casanat p 11 r col 1a

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Altri trovatori ancora fanno ricordo della storia di Cesare489 NelRoman de Rou si legge490

Cesar ki tant fist e tant poutKi tut le munt cunquist e outVnkes nuls hom[s] puis ne avantMien escient ne cunquist tantPuis fu ocis en traisunEl capitoile ceo sauum

Dante pone Cesare armato con occhi grifagni nel Limbo insiemecon gli altri illustri dellantichitagrave491 Tommaso di Saluzzo cosigraveparla di Giulio Cesare nel Livre du Chevalier errant492

Chascun scet de voir et de certainEt ce nest mie certes en vainComment Cesar le fort empereurPar sa force sens et valeurConquist le monde entierementTout fu en son commandementDont il mist tel ordonnanceCar devant navoit nulle sentenceQuYtaliens orent le gouvernementVIIc ans du monde entierementEt pour celles oeuvres accomplirOn puet penser sanz point mentirQue ce ne fu sans grans vertusA monter si hault sanz reffus

Lautore del Libro Imperiale dice nel dar ragione dellopera sua493489 V BIRCH-HIRSCHFELD Ueber die den provenzalischen Troubadours des XIIund XIII Jahrhunderts bekannten epischen Stoffe Halle s S 1878 p 25490 Ed dellAndressen v I v 47-52491 Inferno c IV v 123492 Cod della Nazion di Torino L V 6 f 203 r col 1a493 Cod Casanat p 11 r col 1a

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laquoOnde volendo passare tempo e volendo rubare alla fortuna gliaccidiosi pensieri io Can dal Chastello studiando sopra gli autorie quali parllano della reale e nobile cittagrave di Roma la quale dibegli esempli a alluminato el mondo e letti gli affanni e le faticheinnistimabile onde Julio Ciessare divenne del mondo singnioredisposi nellanimo mio cierchare che fussi di Cessare suto dopo lebattaglie fatteraquo Il Liber Augustalis ha in principio queste parolelaquoPrimus igitur qui romanum arripuit imperium fuit Julius CaesarLucii filius valentissimus omnium principum qui in vigore animinon habuit parem nec ante se nec post seraquo Lo stesso Cola diRienzo si dilettava di raccontare le storie di Cesare moito lidelettava le magnificientie de Julio Cesare raccontare494

La storia di Giulio Cesare diede argomento a parecchi libri nelmedio evo Nel XIII secolo Giovanni di Tuim compose unaHystore de Julius Cesar in prosa495 compilata su Lucano e icommentarii de bello civili de bello Alexandrino de belloAfricano de bello Hispaniensi Ma giagrave prima possedeva laletteratura francese un romanzo in prosa tratto da Lucano daSallustio e da Svetonio496 contenuto in molti codici e nel XIVsecolo recato in italiano sotto il titolo I Fatti di Cesare497 DaGiovanni di Tuim principalmente ma anche da fonti latineattinse Jacot de Forest autore di un Roman de Julius Cesar498 incirca 9800 alessandrini Tutte queste storie sebbene si tenganomolto strette alla Farsaglia pure quanto allintenzione generale sene scostano in modo notabile essendo per Cesare piene di494 Vita di Cola di Rienzo l II c I ap MURAT Ant ital t III col 399495 Pubblicata non ha guari dal Settegast Halle 1881496 V Histoire litteacuteraire de la France t XIX p 686497 V BARTOLI Storia della letteratura italiana v III p 48-51 Questa versionefu pubblicata da Luciano Banchi nella Collezione di opere inedite o rareBologna 1863 Vedi una critica che di questa pubblicazione fece il Mussafianel Jahrbuch fuumlr romanische Literatur v VI p 109 segg498 Lunico manoscritto si conserva a Parigi nella Bibl Nat segnato Fr 1457V JOLY Benoit de Sainte-More et le roman de Troje v II p 383-5 Hist littde la Fr t XIX p 681 SETTEGAST Jacos de Forest e la sua fonte Giorn difil rom v II p 172 segg

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laquoOnde volendo passare tempo e volendo rubare alla fortuna gliaccidiosi pensieri io Can dal Chastello studiando sopra gli autorie quali parllano della reale e nobile cittagrave di Roma la quale dibegli esempli a alluminato el mondo e letti gli affanni e le faticheinnistimabile onde Julio Ciessare divenne del mondo singnioredisposi nellanimo mio cierchare che fussi di Cessare suto dopo lebattaglie fatteraquo Il Liber Augustalis ha in principio queste parolelaquoPrimus igitur qui romanum arripuit imperium fuit Julius CaesarLucii filius valentissimus omnium principum qui in vigore animinon habuit parem nec ante se nec post seraquo Lo stesso Cola diRienzo si dilettava di raccontare le storie di Cesare moito lidelettava le magnificientie de Julio Cesare raccontare494

La storia di Giulio Cesare diede argomento a parecchi libri nelmedio evo Nel XIII secolo Giovanni di Tuim compose unaHystore de Julius Cesar in prosa495 compilata su Lucano e icommentarii de bello civili de bello Alexandrino de belloAfricano de bello Hispaniensi Ma giagrave prima possedeva laletteratura francese un romanzo in prosa tratto da Lucano daSallustio e da Svetonio496 contenuto in molti codici e nel XIVsecolo recato in italiano sotto il titolo I Fatti di Cesare497 DaGiovanni di Tuim principalmente ma anche da fonti latineattinse Jacot de Forest autore di un Roman de Julius Cesar498 incirca 9800 alessandrini Tutte queste storie sebbene si tenganomolto strette alla Farsaglia pure quanto allintenzione generale sene scostano in modo notabile essendo per Cesare piene di494 Vita di Cola di Rienzo l II c I ap MURAT Ant ital t III col 399495 Pubblicata non ha guari dal Settegast Halle 1881496 V Histoire litteacuteraire de la France t XIX p 686497 V BARTOLI Storia della letteratura italiana v III p 48-51 Questa versionefu pubblicata da Luciano Banchi nella Collezione di opere inedite o rareBologna 1863 Vedi una critica che di questa pubblicazione fece il Mussafianel Jahrbuch fuumlr romanische Literatur v VI p 109 segg498 Lunico manoscritto si conserva a Parigi nella Bibl Nat segnato Fr 1457V JOLY Benoit de Sainte-More et le roman de Troje v II p 383-5 Hist littde la Fr t XIX p 681 SETTEGAST Jacos de Forest e la sua fonte Giorn difil rom v II p 172 segg

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benevolenza e di ammirazione Quel tanto che di Cesare si narranel poema dellIntelligenza deriva dal romanzo franceseanonimo499 ma forse anche da qualche altra fonte Delle quattroparti che compongono il Libro Imperiale due sono consacrate aGiulio Cesare due ai successori suoi sino ad Enrico VII e diGiulio Cesare si narra lungamente nel Fiore dItalia di Fra Guidoe nellAquila volante Anche nella Fiorita di Armannino Giudicesi trova verso la fine la storia di Cesare salvo che non vi viene acompimento Nel Triumphe des neuf preux curioso librocomposto ai tempi di Carlo VIII500 Giulio Cesare egrave posto insiemecon gli altri eroi massimi Giosuegrave Davide Giuda MaccabeoEttore Alessandro Magno Artugrave Carlo Magno Goffredo diBuglione Il Libro de los enxemplos ricorda501 una storiaintitolata Las trufas de los pleitos de Julio Cesar la quale paresia andata perduta Finalmente i fatti di Giulio Cesare porseroanche argomento a misteri un Mistaire de Julius Ceacutesar si dovevarappresentare ad Amboise nel 1500 in presenza di Luigi XII502

Caesar egrave come a tutti egrave noto il nome di una famiglia dellagens Julia Di quel nome giagrave gli antichi diedero varie etimologienarrando alcuni che il primo fondatore della famiglia fosse statoestratto dallalvo materno con lajuto dei ferri chirurgici (caesusest Caesar) altri che fosse nato con una folta capigliatura(caesaries) altri che avesse avuto occhi azzurri (Caesi oculi)altri finalmente chegli avesse ucciso con un sol colpo uncavaliere ed un elefante combattendo contro i Cartaginesi i qualilelefante chiamavano Caesar Nel medio evo lo straordinarionascimento e la folta capigliatura e gli occhi azzurri siattribuiscono a dirittura a Giulio Cesare Di solito si dice chequesti fu estratto dal ventre della madre giagrave morta ma lautore delromanzo francese anonimo testegrave citato pare che accenni ad altro499 BARTOLI St d lett it v II p 325 segg500 Fu stampato ad Abbeville nel 1487 a Parigi nel 1507 Ant Rodriguez nefece una versione spagnuola501 CCLIII502 CARTIER Meacutemoires de la Socieacuteteacute des antiquaires de lOuest 1841 p 243-5

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benevolenza e di ammirazione Quel tanto che di Cesare si narranel poema dellIntelligenza deriva dal romanzo franceseanonimo499 ma forse anche da qualche altra fonte Delle quattroparti che compongono il Libro Imperiale due sono consacrate aGiulio Cesare due ai successori suoi sino ad Enrico VII e diGiulio Cesare si narra lungamente nel Fiore dItalia di Fra Guidoe nellAquila volante Anche nella Fiorita di Armannino Giudicesi trova verso la fine la storia di Cesare salvo che non vi viene acompimento Nel Triumphe des neuf preux curioso librocomposto ai tempi di Carlo VIII500 Giulio Cesare egrave posto insiemecon gli altri eroi massimi Giosuegrave Davide Giuda MaccabeoEttore Alessandro Magno Artugrave Carlo Magno Goffredo diBuglione Il Libro de los enxemplos ricorda501 una storiaintitolata Las trufas de los pleitos de Julio Cesar la quale paresia andata perduta Finalmente i fatti di Giulio Cesare porseroanche argomento a misteri un Mistaire de Julius Ceacutesar si dovevarappresentare ad Amboise nel 1500 in presenza di Luigi XII502

Caesar egrave come a tutti egrave noto il nome di una famiglia dellagens Julia Di quel nome giagrave gli antichi diedero varie etimologienarrando alcuni che il primo fondatore della famiglia fosse statoestratto dallalvo materno con lajuto dei ferri chirurgici (caesusest Caesar) altri che fosse nato con una folta capigliatura(caesaries) altri che avesse avuto occhi azzurri (Caesi oculi)altri finalmente chegli avesse ucciso con un sol colpo uncavaliere ed un elefante combattendo contro i Cartaginesi i qualilelefante chiamavano Caesar Nel medio evo lo straordinarionascimento e la folta capigliatura e gli occhi azzurri siattribuiscono a dirittura a Giulio Cesare Di solito si dice chequesti fu estratto dal ventre della madre giagrave morta ma lautore delromanzo francese anonimo testegrave citato pare che accenni ad altro499 BARTOLI St d lett it v II p 325 segg500 Fu stampato ad Abbeville nel 1487 a Parigi nel 1507 Ant Rodriguez nefece una versione spagnuola501 CCLIII502 CARTIER Meacutemoires de la Socieacuteteacute des antiquaires de lOuest 1841 p 243-5

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quando dice laquoCesar fu tant el ventre sa mere que il convient leventre trenchier ainz que il en issistraquo Nella cronica di Alfonso ilSavio si recano cinque ragioni del perchegrave Cesare savesse quelnome503 laquoCinco razones ponen los Sabios porque fue dicho estenombre Cesarraquo Le cinque ragioni sono 1deg perchegrave Cesare fuestratto dal corpo della madre laquoegrave en latin dizen scindere (lcaedere) por tajar ograve ferir ograve batir con verga ograve alguna otra cosa talraquo2deg perchegrave nacque capelluto laquoegrave en latyn dizen cesaries por vedijaograve por cabelladura ograve por cerda de cabellosraquo 3deg perchegrave cominciograve lausanza di tagliarsi i capelli laquoporque fue el primero que cabellosse cercenoraquo 4deg perchegrave essendo nella prima gioventugrave uccise unelefante laquoegrave porque en griego dizen ceson por elefante tomaronlos sabios desta palabra Cesarraquo 5deg perchegrave vinse ed uccise tantinemici quanti nessun altro capitano mai laquoegrave porque dizen en latyncomo oystes cedere por bater ograve por ferir tomaron segund estodesta palabra cedere Cesarraquo In una cronaca catalana ineditaintitolata Flos Mundi504 la nascita di Cesare egrave narrata in assaistrano modo laquoAbans que Julius Cessar nasques ac I dia en laciutat de Roma gran bregua entra ells que y mori gran gent Etquant fo pasada la bregua anant I cavaler per la ciutat en tra losmorta viu gaer una dona morta qui era prenys e viu que libalugava la criatura dins la ventra E deveyla del cavayl e obri ladona e trach li la criatura e aco fo al temps de iuliol e per lonom del mes meseran nom a aquella criatura Iulius e per tal comla dia en enans quell nasques eran estats pecegats son pare e samare e meseran li sobra nom Cesar En axi ac nom Iulius CesarE quant saberan que era estat de bon linatga nodriren lo beraquoAbbiamo in tutto ciograve un esempio della tendenza che ha la fantasiapopolare e lerudita ancora a dare ai grandi uomini originisingolari e meravigliose

503 Parte 1a c CI V le varie opinioni seguitate dagli antichi in SPARZIANO VitaAelii Veri I504 Cod della Bibl Nat di Parigi Esp 46 f 74 r e v

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quando dice laquoCesar fu tant el ventre sa mere que il convient leventre trenchier ainz que il en issistraquo Nella cronica di Alfonso ilSavio si recano cinque ragioni del perchegrave Cesare savesse quelnome503 laquoCinco razones ponen los Sabios porque fue dicho estenombre Cesarraquo Le cinque ragioni sono 1deg perchegrave Cesare fuestratto dal corpo della madre laquoegrave en latin dizen scindere (lcaedere) por tajar ograve ferir ograve batir con verga ograve alguna otra cosa talraquo2deg perchegrave nacque capelluto laquoegrave en latyn dizen cesaries por vedijaograve por cabelladura ograve por cerda de cabellosraquo 3deg perchegrave cominciograve lausanza di tagliarsi i capelli laquoporque fue el primero que cabellosse cercenoraquo 4deg perchegrave essendo nella prima gioventugrave uccise unelefante laquoegrave porque en griego dizen ceson por elefante tomaronlos sabios desta palabra Cesarraquo 5deg perchegrave vinse ed uccise tantinemici quanti nessun altro capitano mai laquoegrave porque dizen en latyncomo oystes cedere por bater ograve por ferir tomaron segund estodesta palabra cedere Cesarraquo In una cronaca catalana ineditaintitolata Flos Mundi504 la nascita di Cesare egrave narrata in assaistrano modo laquoAbans que Julius Cessar nasques ac I dia en laciutat de Roma gran bregua entra ells que y mori gran gent Etquant fo pasada la bregua anant I cavaler per la ciutat en tra losmorta viu gaer una dona morta qui era prenys e viu que libalugava la criatura dins la ventra E deveyla del cavayl e obri ladona e trach li la criatura e aco fo al temps de iuliol e per lonom del mes meseran nom a aquella criatura Iulius e per tal comla dia en enans quell nasques eran estats pecegats son pare e samare e meseran li sobra nom Cesar En axi ac nom Iulius CesarE quant saberan que era estat de bon linatga nodriren lo beraquoAbbiamo in tutto ciograve un esempio della tendenza che ha la fantasiapopolare e lerudita ancora a dare ai grandi uomini originisingolari e meravigliose

503 Parte 1a c CI V le varie opinioni seguitate dagli antichi in SPARZIANO VitaAelii Veri I504 Cod della Bibl Nat di Parigi Esp 46 f 74 r e v

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Delle guerre combattute da Giulio Cesare si narra moltodiffusamente come dal gusto del tempo si richiedeva Secondo levarie cronache nazionali egli prima di trionfare patigrave grandisconfitte in Gallia in Germania in Bretagna ma alla lunganessuno poteva resistergli Non mette conto tener dietro a questenarrazioni prolisse piene di particolari favolosi ma assai pocoistruttive e punto dilettevoli Il solo valore chesse abbiano sta nelsentimento di amor patrio di cui sono ripiene e di cui fannotestimonianza onorevole Un breve cenno in proposito potragravedunque bastare Secondo le giagrave citate Chroniques de Tournay505Giulio Cesare non riesce ad espugnare la cittagrave di Tournay chestrenuamente si difende contro larmi romane se non con lajutodi parecchi principi di Francia di quattro re dAfrica che sitraggono dietro centomila uomini e persino dei diavolidellinferno Nella Kaiserchronik si narra506 come Giulio Cesaretrionfograve dei varii popoli di Germania ma seppe in pari tempo conla mitezza e generositagrave di cui diede prova conciliarsi lamore deivinti Respinto dai Romani che non lo vogliono ricevere in cittagraveGiulio Cesare ricorre ai suoi amici Tedeschi Dalla Gallia e dallaGermania accorrono i baroni armati in suo ajuto

Docirc sie virnacircmen sicircnen willendocirc samenten sich die suellenucirczir Galliacirc und ucirczir Germacircniekocircmen schare manigemit schucircninden helmenmit vesten halspergensie leitten manigin schocircnin schildes rantzuo Lancparten in daz lant507

505 L II c 3-7506 V 255 segg507 Nel testo piugrave antico di Vorau pubblicato dal Diemer Vienna 1849 si leggeil verso

o vals ain flut uoren si zerome indaz lant

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Delle guerre combattute da Giulio Cesare si narra moltodiffusamente come dal gusto del tempo si richiedeva Secondo levarie cronache nazionali egli prima di trionfare patigrave grandisconfitte in Gallia in Germania in Bretagna ma alla lunganessuno poteva resistergli Non mette conto tener dietro a questenarrazioni prolisse piene di particolari favolosi ma assai pocoistruttive e punto dilettevoli Il solo valore chesse abbiano sta nelsentimento di amor patrio di cui sono ripiene e di cui fannotestimonianza onorevole Un breve cenno in proposito potragravedunque bastare Secondo le giagrave citate Chroniques de Tournay505Giulio Cesare non riesce ad espugnare la cittagrave di Tournay chestrenuamente si difende contro larmi romane se non con lajutodi parecchi principi di Francia di quattro re dAfrica che sitraggono dietro centomila uomini e persino dei diavolidellinferno Nella Kaiserchronik si narra506 come Giulio Cesaretrionfograve dei varii popoli di Germania ma seppe in pari tempo conla mitezza e generositagrave di cui diede prova conciliarsi lamore deivinti Respinto dai Romani che non lo vogliono ricevere in cittagraveGiulio Cesare ricorre ai suoi amici Tedeschi Dalla Gallia e dallaGermania accorrono i baroni armati in suo ajuto

Docirc sie virnacircmen sicircnen willendocirc samenten sich die suellenucirczir Galliacirc und ucirczir Germacircniekocircmen schare manigemit schucircninden helmenmit vesten halspergensie leitten manigin schocircnin schildes rantzuo Lancparten in daz lant507

505 L II c 3-7506 V 255 segg507 Nel testo piugrave antico di Vorau pubblicato dal Diemer Vienna 1849 si leggeil verso

o vals ain flut uoren si zerome indaz lant

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Col loro ajuto Giulio Cesare trionfa dei suoi oppositori Da indi inpoi i Tedeschi furono sempre amati in Roma

Le imprese veramente compiute da Giulio Cesare nonsembrano piugrave bastare alla sua gloria e se ne inventano di nuoveEnenkel racconta che egli vinse i Monocoli o Sciapodi noti nellaetnografia fantastica del medio evo508 e li rincacciograve sino in IndiaNel Libro Imperiale si parla509 di certe spedizioni che GiulioCesare aveva in animo di fare laquoApresso pensava andare verso eturchi510 per mezo della Magiore Erminia511 per vendicare lamorte di Crasso e degli altri Romaniraquo Armannino Giudiceracconta nella Fiorita512 che Cesare dopo avere conquistatoFrancia Inghilterra Germania e Ungheria domograve i Tartari i Gotii Garamanti e conquistograve lIndia maggiore e la minore dove laquoglivenne incontra lo prest Jan sanccedila alcuna arme ma humilemente econ grande riverenccedila perograve chegli avea dagli suoi indovini cheCesare per voglia di dio tucto il mondo dovea conquistareraquo Dopodi ciograve Giulio Cesare si spinge sino al Caucaso e giunge allaregione di Gog e Magog Egrave noto che anche Alessandro Magno fufatto arrivare al paese di Gog e Magog la leggenda di GiulioCesare si allarga a spese di quella di Alessandro Magno Del restoil remoto Oriente paese di meraviglie esercitava una irresistibileattrazione su tutti gli eroi leggendarii Carlo Magno giunse nellaleggenda sino a Gerusalemme ma Artugrave arrivograve nel cuore dellAsia

Lo stesso si narra nellAnnolied V HOFFMANN Fundgruben fuumlr Geschichtedeutscher Sprache und Litteratur Breslavia 1830-7 v I p 251508 Aulo Gellio poneva gli Sciapodi nellestremo Oriente Solino nellIndiaPlinio Esichio SantAgostino Isidoro di Siviglia li ponevano in Africa VBERGER DE XIVREY Traditions teacuteratologiques Parigi 1836 p 90-2509 Cod Casanat l II c 21 p 22 col 1a510 Col nome di Turchi si trovano spesso designate molte e varie popolazionidellAsia511 LErminia maggiore era lArmenia maggiore512 Cod Laurenz pl LXII 12 conto XXX f 236 r

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Col loro ajuto Giulio Cesare trionfa dei suoi oppositori Da indi inpoi i Tedeschi furono sempre amati in Roma

Le imprese veramente compiute da Giulio Cesare nonsembrano piugrave bastare alla sua gloria e se ne inventano di nuoveEnenkel racconta che egli vinse i Monocoli o Sciapodi noti nellaetnografia fantastica del medio evo508 e li rincacciograve sino in IndiaNel Libro Imperiale si parla509 di certe spedizioni che GiulioCesare aveva in animo di fare laquoApresso pensava andare verso eturchi510 per mezo della Magiore Erminia511 per vendicare lamorte di Crasso e degli altri Romaniraquo Armannino Giudiceracconta nella Fiorita512 che Cesare dopo avere conquistatoFrancia Inghilterra Germania e Ungheria domograve i Tartari i Gotii Garamanti e conquistograve lIndia maggiore e la minore dove laquoglivenne incontra lo prest Jan sanccedila alcuna arme ma humilemente econ grande riverenccedila perograve chegli avea dagli suoi indovini cheCesare per voglia di dio tucto il mondo dovea conquistareraquo Dopodi ciograve Giulio Cesare si spinge sino al Caucaso e giunge allaregione di Gog e Magog Egrave noto che anche Alessandro Magno fufatto arrivare al paese di Gog e Magog la leggenda di GiulioCesare si allarga a spese di quella di Alessandro Magno Del restoil remoto Oriente paese di meraviglie esercitava una irresistibileattrazione su tutti gli eroi leggendarii Carlo Magno giunse nellaleggenda sino a Gerusalemme ma Artugrave arrivograve nel cuore dellAsia

Lo stesso si narra nellAnnolied V HOFFMANN Fundgruben fuumlr Geschichtedeutscher Sprache und Litteratur Breslavia 1830-7 v I p 251508 Aulo Gellio poneva gli Sciapodi nellestremo Oriente Solino nellIndiaPlinio Esichio SantAgostino Isidoro di Siviglia li ponevano in Africa VBERGER DE XIVREY Traditions teacuteratologiques Parigi 1836 p 90-2509 Cod Casanat l II c 21 p 22 col 1a510 Col nome di Turchi si trovano spesso designate molte e varie popolazionidellAsia511 LErminia maggiore era lArmenia maggiore512 Cod Laurenz pl LXII 12 conto XXX f 236 r

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La guerra contro Pompeo egrave narrata per disteso nelle varieopere citate piugrave sopra Secondo riferisce Alberto Stadense nelChronicon alcuni credevano che Cesare avesse assediato Pompeoin Roma e citavano un verso da lui composto in quellaoccasione il quale diceva

Te tero Roma manu nuda date tela latete

Degli onori tributati a Cesare dopo le sue grandi vittorie siparla anche frequentemente Nei Gesta Romanorum si faricordo513 di una colonna che il popolo romano gli dedicograve lannoventesimosecondo (sic) di Roma514 Bisogna leggere nel LibroImperiale la narrazione delle onoranze che si fecero a Cesarequando vittorioso tornossene a Roma e poichegrave le stampe delLibro Imperiale sono assai rare siami lecito di riportarla qui perintero515

Dee trionfi e quali aparecchiorono e Romani a Cessare e dellamorte di Sexto figliuolo di Ponpeo Cap 8

E Romani aparecchiorono allonore di Cessare cinque trionfibenchegrave dalluno allaltro mettessino alchuno digrave di tempo per piugravedilunghare la onorevole festa Lo primo fu per la vittoria diFrancia lo sechondo fu per la vittoria di Tesaglia el terzo fu perla vittoria dErminia dove morigrave Farnacie re516 lo quarto fu per lavittoria dAfricha dove morigrave Giubba re di Linbia lo quinto fu perla impresa dAimunda dove morigrave Ingnieo e Sexto benchegrave nomorigrave Sexto in bataglia anche dopo la impresa dAimunda fuggigravealla marina e chapitograve a una isola signoreggiata dAgrippa di marela quale vedendolo lo sgridograve e disse Honde vieni misero chevai erando che per tua viltagrave no meriti esser chiamato figliuolo di

513 Cap 97514 Questo medesimo errore si trova nel Liber moralizationum historiarumdellHOLKOTH ed del 1586 Moralitas III515 Cod Casanat l I cc 8-13 p 14 col 2a a 16 col 1a Cf le descrizioni chede trionfi fa Roma nel l II c 3 del Dittamondo516 Il cod farnanie ma altrove fornacie

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La guerra contro Pompeo egrave narrata per disteso nelle varieopere citate piugrave sopra Secondo riferisce Alberto Stadense nelChronicon alcuni credevano che Cesare avesse assediato Pompeoin Roma e citavano un verso da lui composto in quellaoccasione il quale diceva

Te tero Roma manu nuda date tela latete

Degli onori tributati a Cesare dopo le sue grandi vittorie siparla anche frequentemente Nei Gesta Romanorum si faricordo513 di una colonna che il popolo romano gli dedicograve lannoventesimosecondo (sic) di Roma514 Bisogna leggere nel LibroImperiale la narrazione delle onoranze che si fecero a Cesarequando vittorioso tornossene a Roma e poichegrave le stampe delLibro Imperiale sono assai rare siami lecito di riportarla qui perintero515

Dee trionfi e quali aparecchiorono e Romani a Cessare e dellamorte di Sexto figliuolo di Ponpeo Cap 8

E Romani aparecchiorono allonore di Cessare cinque trionfibenchegrave dalluno allaltro mettessino alchuno digrave di tempo per piugravedilunghare la onorevole festa Lo primo fu per la vittoria diFrancia lo sechondo fu per la vittoria di Tesaglia el terzo fu perla vittoria dErminia dove morigrave Farnacie re516 lo quarto fu per lavittoria dAfricha dove morigrave Giubba re di Linbia lo quinto fu perla impresa dAimunda dove morigrave Ingnieo e Sexto benchegrave nomorigrave Sexto in bataglia anche dopo la impresa dAimunda fuggigravealla marina e chapitograve a una isola signoreggiata dAgrippa di marela quale vedendolo lo sgridograve e disse Honde vieni misero chevai erando che per tua viltagrave no meriti esser chiamato figliuolo di

513 Cap 97514 Questo medesimo errore si trova nel Liber moralizationum historiarumdellHOLKOTH ed del 1586 Moralitas III515 Cod Casanat l I cc 8-13 p 14 col 2a a 16 col 1a Cf le descrizioni chede trionfi fa Roma nel l II c 3 del Dittamondo516 Il cod farnanie ma altrove fornacie

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sigrave fatto padre e perchegrave a viltagrave ti se senpre dato dengna chosa egraveche vilmente muoia cioegrave pelle mani duna femina Allora chosigravediciendo chon una mazza turchiescha luccise Ora torniamo anostra materia

Del primo trionfo chebbe Cessare allentrare di Roma Cap 9Aparecchiati che ebbono gli Romani gli trionfi Cessare si

misse uno vestimento porporeo vermiglio tutto hornato dimargherite e in chapo si misse una chorona di foglie dalloro achapo schoperto Apresso salse in sun un charro tutto lavorato emesso ad oro menato da quattro destrieri bianchi Dinanziandavano tutti ballatori armeggiatori et ongni giente festafaceva con infiniti stormenti517 Apresso al charro andavano tuttigli uficiali di Roma cho luminari in mano e dallaltro latoandavano donne e giovane faciendo festa Drieto a lui venivanotutti li principi et baroni cherano stati presi nelli assedi et nellebattaglie Et chosigrave andando tennono verso el Chuliseo dove scesedel charro et entrograve dentro chon molta riverenzia ringraziandogliddii di tanta vittoria Apresso donograve alli sacierdoti quellochavallo chol quale avea senpre chonbattuto el quale fu chosamostruosa perchegrave aveva nel chapo uno chorno chol quale senpreferiva gli nimici ed avea due chode e fu di pelo baio518 Poi donograveai sacerdoti ricevendo in onore degli iddii tutti prigioni Apressofatto solenne sagrificio rimontograve nel charro e passograve sotto allarchotrionfale lo quale aveva fatto fare el popolo in onore di Ciessareed era tra Palagio maggiore e l Chuliseo Passato chebbe larchodisse Ciessare di sua bocha Delli due triunfi neghati siamoalluno chome volessi dire morti sono choloro che mi negharonolonore dellacquisto di Francia Andando in Chanpidoglio siedegravenella sieda de dittatori et quivi per quella notte alberghograve logiorno allalba tornograve alle sue proprie abitazione

Del sechondo trionfo chominciando alla Minerva Cap 10

517 Meglio forse il cod Marciano tutti e ballatori e armeggiatori chon gentefestereccia chon infiniti strumenti518 Il famoso Bucefalo di Alessandro Magno egrave qui usurpato da Cesare

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sigrave fatto padre e perchegrave a viltagrave ti se senpre dato dengna chosa egraveche vilmente muoia cioegrave pelle mani duna femina Allora chosigravediciendo chon una mazza turchiescha luccise Ora torniamo anostra materia

Del primo trionfo chebbe Cessare allentrare di Roma Cap 9Aparecchiati che ebbono gli Romani gli trionfi Cessare si

misse uno vestimento porporeo vermiglio tutto hornato dimargherite e in chapo si misse una chorona di foglie dalloro achapo schoperto Apresso salse in sun un charro tutto lavorato emesso ad oro menato da quattro destrieri bianchi Dinanziandavano tutti ballatori armeggiatori et ongni giente festafaceva con infiniti stormenti517 Apresso al charro andavano tuttigli uficiali di Roma cho luminari in mano e dallaltro latoandavano donne e giovane faciendo festa Drieto a lui venivanotutti li principi et baroni cherano stati presi nelli assedi et nellebattaglie Et chosigrave andando tennono verso el Chuliseo dove scesedel charro et entrograve dentro chon molta riverenzia ringraziandogliddii di tanta vittoria Apresso donograve alli sacierdoti quellochavallo chol quale avea senpre chonbattuto el quale fu chosamostruosa perchegrave aveva nel chapo uno chorno chol quale senpreferiva gli nimici ed avea due chode e fu di pelo baio518 Poi donograveai sacerdoti ricevendo in onore degli iddii tutti prigioni Apressofatto solenne sagrificio rimontograve nel charro e passograve sotto allarchotrionfale lo quale aveva fatto fare el popolo in onore di Ciessareed era tra Palagio maggiore e l Chuliseo Passato chebbe larchodisse Ciessare di sua bocha Delli due triunfi neghati siamoalluno chome volessi dire morti sono choloro che mi negharonolonore dellacquisto di Francia Andando in Chanpidoglio siedegravenella sieda de dittatori et quivi per quella notte alberghograve logiorno allalba tornograve alle sue proprie abitazione

Del sechondo trionfo chominciando alla Minerva Cap 10

517 Meglio forse il cod Marciano tutti e ballatori e armeggiatori chon gentefestereccia chon infiniti strumenti518 Il famoso Bucefalo di Alessandro Magno egrave qui usurpato da Cesare

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Lo sichundo triunfo fu per la vittoria di Tesaglia et questo fu atre digrave apresso al primo519 El quale saparecchiograve alla Minervadove andando Cessare e pontefici el choronaro per brivilegio dichorona dalloro et missogli in dosso un vestimento biancho dundrappo turchiesco in abito pontifichale poi saligrave Cessare in unodestriere el quale rechava e sachrifici al tenpio nel quale non eralecito a niuno salire Questo era choperto di porpora vermigliaApresso e sacerdoti portavano sopra il chapo uno padiglione diseta vermiglia et cholle luminare de sacrifici et cho sopradettihonori andarono in Chanpidoglio et al salire di Chanpidogliodisse Cessare queste parole Honore di chocente travaglio chomevolessi dire ho Roma di che mi fai honore della terra chopertanel chanpo di Tesaglia della charne et del sangue de tua et demia cittadini Apresso siedegrave nella sedia520 de chonsoli e tornogravealle sue abitazioni

Del terzo trionfo chominciando alle sua abitazioni Cap 11Et presso alli cinque digrave seghuenti ebbe et el terzo trionfo pella

vittoria di Linbia Pre questo si levograve dalla sua chasa e fu inquesto modo Quattro chavagli portavano una sedia tutta lavorataad oro nella quale sedeva Cessare vestito duno palio ad oro dinobile lavoro Sopra el chapo gli portava uno chavaliere unostendardo tutto ad oro con una aquila nera sotto la qualeinsengna aveva avute sue vittorie et chosigrave cho molti stormenti etachonpangnato da tutti e chavalieri di Roma andograve inChanpidoglio dove chome521 giunse siedegrave nella sedia desanatori la quale dengnamente avea aquistata per lo re Giubbachera cittadino di Roma et in quello anno chiamato senatore etlevandosi disse di sua bocha Grande fu la potenzia de miachome la torre Questo volle dire richordandosi di quelli alifantie quali assenbrograve lo re Giubba a Chartagine che per lo ngegno desua chavalieri furono tutti spaventati

519 Il cod per errore sechondo520 Il cod chiesa521 Il cod che me de

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Lo sichundo triunfo fu per la vittoria di Tesaglia et questo fu atre digrave apresso al primo519 El quale saparecchiograve alla Minervadove andando Cessare e pontefici el choronaro per brivilegio dichorona dalloro et missogli in dosso un vestimento biancho dundrappo turchiesco in abito pontifichale poi saligrave Cessare in unodestriere el quale rechava e sachrifici al tenpio nel quale non eralecito a niuno salire Questo era choperto di porpora vermigliaApresso e sacerdoti portavano sopra il chapo uno padiglione diseta vermiglia et cholle luminare de sacrifici et cho sopradettihonori andarono in Chanpidoglio et al salire di Chanpidogliodisse Cessare queste parole Honore di chocente travaglio chomevolessi dire ho Roma di che mi fai honore della terra chopertanel chanpo di Tesaglia della charne et del sangue de tua et demia cittadini Apresso siedegrave nella sedia520 de chonsoli e tornogravealle sue abitazioni

Del terzo trionfo chominciando alle sua abitazioni Cap 11Et presso alli cinque digrave seghuenti ebbe et el terzo trionfo pella

vittoria di Linbia Pre questo si levograve dalla sua chasa e fu inquesto modo Quattro chavagli portavano una sedia tutta lavorataad oro nella quale sedeva Cessare vestito duno palio ad oro dinobile lavoro Sopra el chapo gli portava uno chavaliere unostendardo tutto ad oro con una aquila nera sotto la qualeinsengna aveva avute sue vittorie et chosigrave cho molti stormenti etachonpangnato da tutti e chavalieri di Roma andograve inChanpidoglio dove chome521 giunse siedegrave nella sedia desanatori la quale dengnamente avea aquistata per lo re Giubbachera cittadino di Roma et in quello anno chiamato senatore etlevandosi disse di sua bocha Grande fu la potenzia de miachome la torre Questo volle dire richordandosi di quelli alifantie quali assenbrograve lo re Giubba a Chartagine che per lo ngegno desua chavalieri furono tutti spaventati

519 Il cod per errore sechondo520 Il cod chiesa521 Il cod che me de

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Del quarto trionfo chebbe Ciessare chominciando aPanteone Cap 12

El quarto trionfo fu digrave sei dopo il terzo et questo si chominciograveal tenpio del Panteon dovera lorrigine di tutti gliddii Oggi sichiama santa Maria Ritonda Cessare saligrave in un charro davoriointagliato cholle storie troiane e tirato da quattro alifanti tuttichoperti di chandido ermellino e ndosso avea uno vestimento adagho lavorato chon grande maraviglia lo quale avea fatto la reinaAmes per amore che portava a Cessare Et andando aChanpidoglio colli sopradetti honori et cholle chorone dellalloroin chapo nel salire di Chanpidoglio disse queste parole Andaividdi et vinsi Questo disse perchegrave grande maraviglia gli parveperchegrave lo re Farnacie con tutti gli Ermini furono vinti in meno diquattro hore In questo quarto trionfo siedegrave nella sedia dedittatori perchegrave li pretori aveno scritto a Farnace chonfortandolocontro a di Cessare

Del quinto et ultimo triunfo inchominciato in Cha[n]po dimarzo C 13

Lo quinto et ultimo trionfo si chominciograve in Cha|n]po di marzoperchegrave nel detto luogho Ponpeo avea piugrave volte neghato a Cessareil trionfo Quivi salse in un charro choperto di porpora chopertodun gram padiglione ad oro con aquile nere ed intorno alpadiglione pendevano molte charte bianche Nel mezo nera una alettere doro la quale dicieva chomanda et chome singnore saraiubbidito et chon gli detti honori andograve in Chanpidoglio ed alpassare della strada Apia di Chanpidoglio gli fu messo sotto elcharro lo quale tirava correnti destrieri uno giughante el qualeavea presso Cessare nelli stormi el quale morigrave del peso delcharro Giunto in Chanpidoglio siedegrave nella sedia inperiale Etusanza era in Roma che quando alchuno ricevea trionfo hognipersona gli potea dire quanta villania voleva et questo si facievaperchegrave niuno si levassi in superbia Per tema niuno ardiva questodire a Cessare ma uno si levograve et disse Iddio ti salvi reyna

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Del quarto trionfo chebbe Ciessare chominciando aPanteone Cap 12

El quarto trionfo fu digrave sei dopo il terzo et questo si chominciograveal tenpio del Panteon dovera lorrigine di tutti gliddii Oggi sichiama santa Maria Ritonda Cessare saligrave in un charro davoriointagliato cholle storie troiane e tirato da quattro alifanti tuttichoperti di chandido ermellino e ndosso avea uno vestimento adagho lavorato chon grande maraviglia lo quale avea fatto la reinaAmes per amore che portava a Cessare Et andando aChanpidoglio colli sopradetti honori et cholle chorone dellalloroin chapo nel salire di Chanpidoglio disse queste parole Andaividdi et vinsi Questo disse perchegrave grande maraviglia gli parveperchegrave lo re Farnacie con tutti gli Ermini furono vinti in meno diquattro hore In questo quarto trionfo siedegrave nella sedia dedittatori perchegrave li pretori aveno scritto a Farnace chonfortandolocontro a di Cessare

Del quinto et ultimo triunfo inchominciato in Cha[n]po dimarzo C 13

Lo quinto et ultimo trionfo si chominciograve in Cha|n]po di marzoperchegrave nel detto luogho Ponpeo avea piugrave volte neghato a Cessareil trionfo Quivi salse in un charro choperto di porpora chopertodun gram padiglione ad oro con aquile nere ed intorno alpadiglione pendevano molte charte bianche Nel mezo nera una alettere doro la quale dicieva chomanda et chome singnore saraiubbidito et chon gli detti honori andograve in Chanpidoglio ed alpassare della strada Apia di Chanpidoglio gli fu messo sotto elcharro lo quale tirava correnti destrieri uno giughante el qualeavea presso Cessare nelli stormi el quale morigrave del peso delcharro Giunto in Chanpidoglio siedegrave nella sedia inperiale Etusanza era in Roma che quando alchuno ricevea trionfo hognipersona gli potea dire quanta villania voleva et questo si facievaperchegrave niuno si levassi in superbia Per tema niuno ardiva questodire a Cessare ma uno si levograve et disse Iddio ti salvi reyna

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Questo disse perchegrave Nichodemo re di Belchime522 lo tennequando era giovane chome moglie Di questo Cessare si riseAllora gli fu posta la chorona inperiale a dargli ad intenderechegli era singnore de Roma et de chomuni del mondo Et allorachominciorono a trovare per lui quello parlare che dicie vos cheinsino a quel digrave giammai e Romani non arebbon detto a personaaltro che tu hora inchominciorono a dire chon Cessare vos Poi lostabilirono a tutti gli ufici et feciono gienerale singnore Cessaredel tutto et chome a singnore gli portavano riverenzadimentichando ogni loro fatto passato et in questa quinta sediatenne lonore de tribuni sicchegrave Cessare honnia erat et ongnihonore et ongni singnoria ricevette523

522 Intendi Nicomede e Bitinia523 Il racconto del Libro Imperiale non deriva da fonti francesi Cf quanto deitrionfi romani si dice nella Hystore de Julius Cesar di GIOVANNI DI TUIM ed delSettegast p 8-10 Jacot de Forest racconta nei seguenti termini il trionfo diCesare dopo la guerra di Spagna (ap Joly op cit v II p 390-1 n 3)

Quant li paiumls dEspagne fu trestoz aquitezEt que Cesar ot touz ses anemis matezEt as autres se fu si en pais racordezQue de nului ne fu guerroiez ne grevezLors est li ber agrave Rome en joie retornezSi fu donc receuz agrave Rome et honorezDel ator du triomphe qui li fu presentezLi triomphes cest ce quainccedilois quil fust entrezEn Rome la citeacute contre lui est allezEt li poeples de Rome et trestouz li ber nezEt si li fu un chars contre lui amenezQui toz estoit dargent et dor enluminezEt IIII blanch chevaus i avoit acouplezQue por traire le char i avoit ajoustezEt quant Cesar li ber fu vestus et parezA vesteure dor sor le char est montezEt toz les poeples iert entor lui ajoustezEnsi com coustume iert Cesar lor a contezLes estors quil a fais ces a briement nomezLes barons et les princes que il avoit matez

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Questo disse perchegrave Nichodemo re di Belchime522 lo tennequando era giovane chome moglie Di questo Cessare si riseAllora gli fu posta la chorona inperiale a dargli ad intenderechegli era singnore de Roma et de chomuni del mondo Et allorachominciorono a trovare per lui quello parlare che dicie vos cheinsino a quel digrave giammai e Romani non arebbon detto a personaaltro che tu hora inchominciorono a dire chon Cessare vos Poi lostabilirono a tutti gli ufici et feciono gienerale singnore Cessaredel tutto et chome a singnore gli portavano riverenzadimentichando ogni loro fatto passato et in questa quinta sediatenne lonore de tribuni sicchegrave Cessare honnia erat et ongnihonore et ongni singnoria ricevette523

522 Intendi Nicomede e Bitinia523 Il racconto del Libro Imperiale non deriva da fonti francesi Cf quanto deitrionfi romani si dice nella Hystore de Julius Cesar di GIOVANNI DI TUIM ed delSettegast p 8-10 Jacot de Forest racconta nei seguenti termini il trionfo diCesare dopo la guerra di Spagna (ap Joly op cit v II p 390-1 n 3)

Quant li paiumls dEspagne fu trestoz aquitezEt que Cesar ot touz ses anemis matezEt as autres se fu si en pais racordezQue de nului ne fu guerroiez ne grevezLors est li ber agrave Rome en joie retornezSi fu donc receuz agrave Rome et honorezDel ator du triomphe qui li fu presentezLi triomphes cest ce quainccedilois quil fust entrezEn Rome la citeacute contre lui est allezEt li poeples de Rome et trestouz li ber nezEt si li fu un chars contre lui amenezQui toz estoit dargent et dor enluminezEt IIII blanch chevaus i avoit acouplezQue por traire le char i avoit ajoustezEt quant Cesar li ber fu vestus et parezA vesteure dor sor le char est montezEt toz les poeples iert entor lui ajoustezEnsi com coustume iert Cesar lor a contezLes estors quil a fais ces a briement nomezLes barons et les princes que il avoit matez

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Fatto imperatore Cesare riforma le leggi gli ordinamenti icostumi edifica apre strade524 e porti tutto governa a tuttoprovvede Dice Armannino Giudice che Cesare fermograve lagerarchia dei re duchi marchesi conti principi cattani evalvassori525 Che il mese di luglio prese il nome da lui non sidimentica526 ma la gloria militare offuscograve alquanto la glorialetteraria del gran capitano Benchegrave conosciuti i Commentariinon sono tra i libri piugrave frequentemente citati nel medio evo

Et les paiumls aussi quil avoit conquestezEt quant iccedilo lor ot conteacute briement assezLors fu de tot le poeple hautement saluezEt princes et poissans hautement apelezSot entor lui granz chans et granz deduiz menezSi ot timbres tabors cors et flaioz sonnezSi en est parmi Rome en tel guise passezTant quau maistre palais de Rome est arestezEt lors descent du char si monte les degrezDou palais principal qui de marbre est pavezEt quant enz el palais ot trestoz assemblezLes barons de la cit granz dons lor a donezSi a terres et fiez as plusors divisezEt adonc fu Cesar esluz et eslevezA empereur fu de Rome couronezSot donc li ber emplies ses pluseurs volontezPor que de Rome fu emperere apelez

524 In piugrave di un romanzo francese Giulio Cesare egrave ricordato quale autore deichemins ferreacutes525 Fiorita conto XXXII Un libro delle armi e degli stemmi delle famiglieillustri di Francia stampato a Parigi nel 1645 egrave intitolato Le Cesar armorialIn fronte al volume una incisione rappresenta Cesare combattente sotto a cuile parole Sed quid contra sonantem Caesaris aegidam possent ruentes526 ISIDORO DI SIVIGLIA Etymol l V c 33 BEDA De div temp De rat comp c7 De rat tem c X ecc FILIPPO DI THAUN dice nel Livre des Creatures (ed citp 32)

Mais Julius chi puis fud iloc duxAl sedme mois posat son nom Juil lapelatPur ccedilo quil fud net en nul que ai numet

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Fatto imperatore Cesare riforma le leggi gli ordinamenti icostumi edifica apre strade524 e porti tutto governa a tuttoprovvede Dice Armannino Giudice che Cesare fermograve lagerarchia dei re duchi marchesi conti principi cattani evalvassori525 Che il mese di luglio prese il nome da lui non sidimentica526 ma la gloria militare offuscograve alquanto la glorialetteraria del gran capitano Benchegrave conosciuti i Commentariinon sono tra i libri piugrave frequentemente citati nel medio evo

Et les paiumls aussi quil avoit conquestezEt quant iccedilo lor ot conteacute briement assezLors fu de tot le poeple hautement saluezEt princes et poissans hautement apelezSot entor lui granz chans et granz deduiz menezSi ot timbres tabors cors et flaioz sonnezSi en est parmi Rome en tel guise passezTant quau maistre palais de Rome est arestezEt lors descent du char si monte les degrezDou palais principal qui de marbre est pavezEt quant enz el palais ot trestoz assemblezLes barons de la cit granz dons lor a donezSi a terres et fiez as plusors divisezEt adonc fu Cesar esluz et eslevezA empereur fu de Rome couronezSot donc li ber emplies ses pluseurs volontezPor que de Rome fu emperere apelez

524 In piugrave di un romanzo francese Giulio Cesare egrave ricordato quale autore deichemins ferreacutes525 Fiorita conto XXXII Un libro delle armi e degli stemmi delle famiglieillustri di Francia stampato a Parigi nel 1645 egrave intitolato Le Cesar armorialIn fronte al volume una incisione rappresenta Cesare combattente sotto a cuile parole Sed quid contra sonantem Caesaris aegidam possent ruentes526 ISIDORO DI SIVIGLIA Etymol l V c 33 BEDA De div temp De rat comp c7 De rat tem c X ecc FILIPPO DI THAUN dice nel Livre des Creatures (ed citp 32)

Mais Julius chi puis fud iloc duxAl sedme mois posat son nom Juil lapelatPur ccedilo quil fud net en nul que ai numet

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Una leggenda italiana anzi fiorentina attribuisce lafondazione di Firenze a cinque signori di Roma Cesare MacrinoAlbino Gneo Pompeo Marzio che tutti insieme avevanocombattuto contro Catilina Che Giulio Cesare non fu in tuttoestraneo alla congiura di Catilina egrave noto ma in questa leggenda siassume il contrario e si costituisce Cesare campione e tutore diRoma Giovanni Villani narrata sulla fede di Sallustio lacongiura la disfatta e la morte di Catilina sotto Fiesole527 passa adire della guerra che seguigrave tra i Fiesolani i quali avevano seguitala parte del ribelle e Quinto Metello e Fiorino nobile cittadino diRoma della schiatta de Fracchi ovvero Floracchi QuestoFiorino egrave come ben sintende personaggio tutto fantasticoLassedio di Fiesole dura molti anni sinchegrave i Fiesolani disperatiuna notte danno lassalto al campo romano da cui erasi partitoMetello con le sue genti e uccidono di sorpresa Fiorino e quasitutti i suoi Allora muove alla espugnazione di Fiesole mandatovidai consoli dai senatori e da tutto il comune Giulio Cesareinsieme con Rainaldo conte Cicerone Tiberino MacrinoAlbino Gneo Pompeo Camertino Sezio conte TudertinolaquoCesare si pose a campo in sul monte che soprastava la cittagrave cheegrave oggi chiamato Cecero ma prima ebbe nome monte Cesaro perlo suo nome ovvero per lo nome di Cicerone Ma innanzi tengoper Cesare perograve che era maggiore nelloste Rainaldo pose suocampo in sul monte allo incontro della cittagrave di lagrave da Mugnone eper suo nome insino a oggi egrave cosigrave chiamato Macrino in sul monteancora nominato per lui Camertino nella contrada che ancoraper li viventi e per lo suo nome egrave chiamata Camerata E tutti gli

Quanto alla significazione dei nomi latini dei mesi nel medio evo in generalesi accettano le spiegazioni date giagrave dagli antichi (V tuttavia quanto a propositodel mese di Gennajo si egrave notato nel cap VI p 219) Lo stesso dicasi dei nomidi calendae nonae idus ecc Filippo di Thaun (p 33) dice che nelle calende sifacevano venire a Roma gli abitanti di tutto il regno

Trestuz icels del regnet agrave Rome la citet527 Ist Fiorent l I c 30-32

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Una leggenda italiana anzi fiorentina attribuisce lafondazione di Firenze a cinque signori di Roma Cesare MacrinoAlbino Gneo Pompeo Marzio che tutti insieme avevanocombattuto contro Catilina Che Giulio Cesare non fu in tuttoestraneo alla congiura di Catilina egrave noto ma in questa leggenda siassume il contrario e si costituisce Cesare campione e tutore diRoma Giovanni Villani narrata sulla fede di Sallustio lacongiura la disfatta e la morte di Catilina sotto Fiesole527 passa adire della guerra che seguigrave tra i Fiesolani i quali avevano seguitala parte del ribelle e Quinto Metello e Fiorino nobile cittadino diRoma della schiatta de Fracchi ovvero Floracchi QuestoFiorino egrave come ben sintende personaggio tutto fantasticoLassedio di Fiesole dura molti anni sinchegrave i Fiesolani disperatiuna notte danno lassalto al campo romano da cui erasi partitoMetello con le sue genti e uccidono di sorpresa Fiorino e quasitutti i suoi Allora muove alla espugnazione di Fiesole mandatovidai consoli dai senatori e da tutto il comune Giulio Cesareinsieme con Rainaldo conte Cicerone Tiberino MacrinoAlbino Gneo Pompeo Camertino Sezio conte TudertinolaquoCesare si pose a campo in sul monte che soprastava la cittagrave cheegrave oggi chiamato Cecero ma prima ebbe nome monte Cesaro perlo suo nome ovvero per lo nome di Cicerone Ma innanzi tengoper Cesare perograve che era maggiore nelloste Rainaldo pose suocampo in sul monte allo incontro della cittagrave di lagrave da Mugnone eper suo nome insino a oggi egrave cosigrave chiamato Macrino in sul monteancora nominato per lui Camertino nella contrada che ancoraper li viventi e per lo suo nome egrave chiamata Camerata E tutti gli

Quanto alla significazione dei nomi latini dei mesi nel medio evo in generalesi accettano le spiegazioni date giagrave dagli antichi (V tuttavia quanto a propositodel mese di Gennajo si egrave notato nel cap VI p 219) Lo stesso dicasi dei nomidi calendae nonae idus ecc Filippo di Thaun (p 33) dice che nelle calende sifacevano venire a Roma gli abitanti di tutto il regno

Trestuz icels del regnet agrave Rome la citet527 Ist Fiorent l I c 30-32

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altri signori di sopra nominati ciascuno pose per segrave suo campointorno alla terra chi in monte e chi in piano Ma di piugrave nonrimase proprio nome che per lo presente ne sia memoriaraquo Dopoalcun tempo partitisi gli altri Cesare si rimane solo allassedio eordina che nella villa di Camarti presso al fiume dArno fosseedificato un parlatorio per potere in quello fare suo parlamentoe per una sua memoria lasciarlo528 In capo di due anni quattromesi sei digrave Fiesole si arrende e Giulio Cesare distruttalascende al piano e comincia a edificare una nuova cittagrave acciograve cheFiesole non fosse mai piugrave rifatta529 Sopravvennero gli altriquattro signori nominati di sopra e fu da essi a gara costrutta lacittagrave cinta di buone mura provveduta dacquedotti insignita diun Campidoglio al modo di Roma e questa fu poi Firenze530 Ma

528 La descrizione che il Villani ne fa (c 36) ricorda quella che del Circo diTarquinio Prisco si legge nei Mirabilia (v cap VI p 135) e si riferisceevidentemente ad un circo od anfiteatro di cui rimanevano ancora gli avanziGiulio Cesare stando ad assedio a Fiesole comandograve ad alcuno dei suoi laquochedovessero andare nella villa di Camarti presso al fiume dArno et iviedificassero Parlatorio per potere in quello fare suo parlamento et per una suamemoria lasciarlo Questo edificio in nostro vulgare havemo chiamatoParlagio Et fu fatto tondo et in volte molto maraviglioso con piazza in mezzoEt poi si cominciavano gradi da sedere per tutto attorno Et poi di grado ingrado sopra volte andavano allargandosi in fino alla fine dellaltezza cheraalto piugrave LX braccia Et havea due porte et in questo si ragunava il popolo afare parlamento Et di grado in grado sedeano le genti al disopra i piugrave nobiliet poi digradando secondo le degnitagrave delle genti et era per modo che tuttiquelli del parlamento si vedevano luno laltro in viso Et udivasi chiaramenteper tutti ciograve che uno parlava et capeavi ad agio infinita multitudine di gente el diritto nome era Parlatorio Questo fu poi guasto al tempo di Totile maancora ai nostri digrave si ritrovano i fondamenti et parte delle volte presso allaChiesa di Santo Simeone in Firenze Et infino al cominciamento della piazza diSanta Croce et parte de palagi de Peruzi vi sono su fondati et la via che egravedetta Angiullaja che va a Santa Croce va quasi per lo mezzo di quelloparlagioraquo529 Cap 33-38530 Cap 38 laquoDistrutta la cittagrave di Fiesole Cesare con sua hoste discese al pianopresso alla riva del fiume dArno lagrave dove Fiorino fu morto da i Fiesolani et inquello luogo fece cominciare a edificare una cittagrave acciograve che mai Fiesole non si

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altri signori di sopra nominati ciascuno pose per segrave suo campointorno alla terra chi in monte e chi in piano Ma di piugrave nonrimase proprio nome che per lo presente ne sia memoriaraquo Dopoalcun tempo partitisi gli altri Cesare si rimane solo allassedio eordina che nella villa di Camarti presso al fiume dArno fosseedificato un parlatorio per potere in quello fare suo parlamentoe per una sua memoria lasciarlo528 In capo di due anni quattromesi sei digrave Fiesole si arrende e Giulio Cesare distruttalascende al piano e comincia a edificare una nuova cittagrave acciograve cheFiesole non fosse mai piugrave rifatta529 Sopravvennero gli altriquattro signori nominati di sopra e fu da essi a gara costrutta lacittagrave cinta di buone mura provveduta dacquedotti insignita diun Campidoglio al modo di Roma e questa fu poi Firenze530 Ma

528 La descrizione che il Villani ne fa (c 36) ricorda quella che del Circo diTarquinio Prisco si legge nei Mirabilia (v cap VI p 135) e si riferisceevidentemente ad un circo od anfiteatro di cui rimanevano ancora gli avanziGiulio Cesare stando ad assedio a Fiesole comandograve ad alcuno dei suoi laquochedovessero andare nella villa di Camarti presso al fiume dArno et iviedificassero Parlatorio per potere in quello fare suo parlamento et per una suamemoria lasciarlo Questo edificio in nostro vulgare havemo chiamatoParlagio Et fu fatto tondo et in volte molto maraviglioso con piazza in mezzoEt poi si cominciavano gradi da sedere per tutto attorno Et poi di grado ingrado sopra volte andavano allargandosi in fino alla fine dellaltezza cheraalto piugrave LX braccia Et havea due porte et in questo si ragunava il popolo afare parlamento Et di grado in grado sedeano le genti al disopra i piugrave nobiliet poi digradando secondo le degnitagrave delle genti et era per modo che tuttiquelli del parlamento si vedevano luno laltro in viso Et udivasi chiaramenteper tutti ciograve che uno parlava et capeavi ad agio infinita multitudine di gente el diritto nome era Parlatorio Questo fu poi guasto al tempo di Totile maancora ai nostri digrave si ritrovano i fondamenti et parte delle volte presso allaChiesa di Santo Simeone in Firenze Et infino al cominciamento della piazza diSanta Croce et parte de palagi de Peruzi vi sono su fondati et la via che egravedetta Angiullaja che va a Santa Croce va quasi per lo mezzo di quelloparlagioraquo529 Cap 33-38530 Cap 38 laquoDistrutta la cittagrave di Fiesole Cesare con sua hoste discese al pianopresso alla riva del fiume dArno lagrave dove Fiorino fu morto da i Fiesolani et inquello luogo fece cominciare a edificare una cittagrave acciograve che mai Fiesole non si

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a raccontare tale storia non fu primo Giovanni Villani giagrave altrilaveva raccontata prima di lui raccogliendola senza dubbiodallantichissima tradizione531 Poi lo Pseudo-Ricordano laripete532 ma con qualche diversitagrave Distrutta Fiesole Catilina fuvinto da Cesare presso Pistoja e rimase morto sul campocinquecento anni dopo Attila ovvero Totila533 volendo vendicarela morte di Catilina distrusse Firenze e riedificograve Fiesole A

rifacesse et rimanendo i cavalieri Latini i quali seco havea arricchiti dellericchezze de Fiesolani i quali Latini Tuderini erano appellati Cesare dunquecompreso lo edificio della Cittagrave et messevi dentro due ville dette Camarti etvilla Arnina voleva quella per suo nome appellare Cesaria Il Senato di Romasentendolo non sofferse che Cesare per lo suo nome la nominasse ma fecionodecreto et ordinarono che quegli maggiori Signori chera stati alla guerra diFiesole et allo assedio dovessero andare a fare edificare con Cesare insiemeet popolare la detta Cittagrave et qualunque di loro soprastesse al lavorio cioegravefacesse piugrave tosto il suo edificio appellasse la Cittagrave di suo nome o come a luipiacesse Allhora Macrino Albino Gneo Pompeo Marzio apparecchiatifornimenti et di maestri vennero da Roma alla Cittagrave che Cesare edificava etinsieme con Cesare si divisero lo edificio in questo modo che Albino prese asmaltare tutta la Cittagrave che fu uno nobile lavoro et bellezza et nettezza dellaCittagrave Et ancora hoggi del detto smalto si trova cavando massimamente nelsesto di Santo Pietro Scheragio et in Porta San Piero del Duomo ove mostrache fosse lantica Cittagrave Macrino fece fare il condotto delle acque in ancorafacendole venire da lungi alla Cittagrave per VII miglia acciochegrave la cittagrave avessehabondanza di buona acqua da bere et per lavare la Cittagrave et questo condotto simosse fino dal fiume detto la Marina a pie di Monte Morello raccogliendo insegrave tutte quelle fontane sopra Sexto Quinto et Colomata Et in Firenze facianocapo le dette fontane a uno grande Palagio che si chiamava termine caputaquae ma poi in nostro vulgare si chiamograve Capaccio che ancora hoggi intermine si vede lanticaglia Et nota che gli antichi per sanitagrave usavano di bereacqua di fontane menate per condotti perchegrave erano piugrave sottili et piugrave sane chequelle de pozzi perograve che pochi anzi pochissimi beveano vino anzi acquabeveano di fontane per sanitagrave menate per condotti Et pochissime vigne eranoancora Gneo Pompeo fece fare le mura della Cittagrave di mattoni cotti et sopra lemura della Cittagrave edificograve torri ritonde molto spesse per ispatio dalluna torreallaltra di XX cubiti sigrave che le torri erano di grande bellezza et fortezza et delcompreso et giro della Cittagrave quanto fossi non troviamo Cronica che ne faccimentione se non che quando Totile Flagellum Dei la distrusse fanno lehistorie mentione che era grandissima Martio laltro Signore Romano fece fare

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a raccontare tale storia non fu primo Giovanni Villani giagrave altrilaveva raccontata prima di lui raccogliendola senza dubbiodallantichissima tradizione531 Poi lo Pseudo-Ricordano laripete532 ma con qualche diversitagrave Distrutta Fiesole Catilina fuvinto da Cesare presso Pistoja e rimase morto sul campocinquecento anni dopo Attila ovvero Totila533 volendo vendicarela morte di Catilina distrusse Firenze e riedificograve Fiesole A

rifacesse et rimanendo i cavalieri Latini i quali seco havea arricchiti dellericchezze de Fiesolani i quali Latini Tuderini erano appellati Cesare dunquecompreso lo edificio della Cittagrave et messevi dentro due ville dette Camarti etvilla Arnina voleva quella per suo nome appellare Cesaria Il Senato di Romasentendolo non sofferse che Cesare per lo suo nome la nominasse ma fecionodecreto et ordinarono che quegli maggiori Signori chera stati alla guerra diFiesole et allo assedio dovessero andare a fare edificare con Cesare insiemeet popolare la detta Cittagrave et qualunque di loro soprastesse al lavorio cioegravefacesse piugrave tosto il suo edificio appellasse la Cittagrave di suo nome o come a luipiacesse Allhora Macrino Albino Gneo Pompeo Marzio apparecchiatifornimenti et di maestri vennero da Roma alla Cittagrave che Cesare edificava etinsieme con Cesare si divisero lo edificio in questo modo che Albino prese asmaltare tutta la Cittagrave che fu uno nobile lavoro et bellezza et nettezza dellaCittagrave Et ancora hoggi del detto smalto si trova cavando massimamente nelsesto di Santo Pietro Scheragio et in Porta San Piero del Duomo ove mostrache fosse lantica Cittagrave Macrino fece fare il condotto delle acque in ancorafacendole venire da lungi alla Cittagrave per VII miglia acciochegrave la cittagrave avessehabondanza di buona acqua da bere et per lavare la Cittagrave et questo condotto simosse fino dal fiume detto la Marina a pie di Monte Morello raccogliendo insegrave tutte quelle fontane sopra Sexto Quinto et Colomata Et in Firenze facianocapo le dette fontane a uno grande Palagio che si chiamava termine caputaquae ma poi in nostro vulgare si chiamograve Capaccio che ancora hoggi intermine si vede lanticaglia Et nota che gli antichi per sanitagrave usavano di bereacqua di fontane menate per condotti perchegrave erano piugrave sottili et piugrave sane chequelle de pozzi perograve che pochi anzi pochissimi beveano vino anzi acquabeveano di fontane per sanitagrave menate per condotti Et pochissime vigne eranoancora Gneo Pompeo fece fare le mura della Cittagrave di mattoni cotti et sopra lemura della Cittagrave edificograve torri ritonde molto spesse per ispatio dalluna torreallaltra di XX cubiti sigrave che le torri erano di grande bellezza et fortezza et delcompreso et giro della Cittagrave quanto fossi non troviamo Cronica che ne faccimentione se non che quando Totile Flagellum Dei la distrusse fanno lehistorie mentione che era grandissima Martio laltro Signore Romano fece fare

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questo racconto si mesce la storia romanzesca di Bellisea e diTeverina moglie luna figliuola laltra di Fiorino re dei Romanie degli amori di Catilina e del Centurione Di questa storia inGiovanni Villani e negli altri piugrave antichi non si trova vestigio Laleggenda della fondazione di Firenze egrave ricordata anche nellAmetodel Boccacio la guerra combattuta fra Romani e FiesolaninellAvventuroso Ciciliano di Busone da Gubbio Brunetto Latino

il Campidoglio al modo di Roma cioegrave Palagio ovvero mastra fortezza dellaCittagrave et quello fu di maravigliosa bellezza Nel quale lacqua del fiume pergora con cavata fogna venia et sotto volte et in Arno sotto terra si ritornava etla Cittagrave per ciascuna festa dallo sgorgamento di quello era lavata QuestoCampidoglio fu dove egrave hoggi la piazza di Mercato vecchio di sotto allaChiesa che si chiama Santa Maria in Campidoglio Et questo pare piugrave certoAlcuni dicono che fu dove hoggi si chiama il Guardingo di costa alla piazzadel palagio del popolo et de Priori la quale era unaltra fortezza Guardingo fupoi nominata lanticaglia de muri et volte che rimasero disfatte dopo ladestruttione di Totile et poi vi stavano le meretrici I detti Signori per avanzareluno lo edificio dellaltro con molta solicitudine si studiavano ma in unomedesimo tempo per ciascuno fu compito Sigrave che nessuno di loro hebbeacquistata la grazia di nominare la Cittagrave per lo suo nome et volontagrave Onde fu alcominciamento per molti chiamata la picciola Roma altri lappellavano Floriaperchegrave Fiorino fu quivi morto che fu el primo edificatore di quello luogo et fuin opera darme et di cavalleria Fiore et in quello luogo et campi dintorno ovefu la Cittagrave edificata sempre nascono fiori et gigli Poi la maggiore parte dellihabitanti furono consentienti di chiamarla Floria siccome fossi in Fioriedificata cioegrave con molte delitie et di certo cosigrave fu perograve chella fu populatadella miglior gente di Roma et di piugrave sofficienti mandati per li Senatori diciascuno Rione di Roma per errata come toccograve per sorte che lhabitassero Etaccolsero con loro quelli Fiesolani che vi vollono habitare Ma poi per lolungo uso del vulgare fu nominata Fiorenza cioegrave sinterpreta spada ettroviamo chella fu edificata anni DCLXXXII dopo la edificatione di Roma etanni LXX anzi la Nativitagrave del nostro Signore Jesu Christo Et nota perchegrave iFiorentini sono sempre in guerra et in divisione tra loro che non egrave damaravigliare essendo stratti et nati di due popoli cosigrave hora contrarj et nimici etdiversi di costumi come furono i nobili Romani vertudiosi et Fiesolani crudiet aspri di guerraraquo531 V i Gesta Florentinorum di SANZANOME e lanonima Chronica de origineCivitatis pubblicati dallHARTWIG Quellen und Forschungen zur aumlltestenGeschichte der Stadt Florenz parte 1a Marburgo 1875 Nulla si sa circa la

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questo racconto si mesce la storia romanzesca di Bellisea e diTeverina moglie luna figliuola laltra di Fiorino re dei Romanie degli amori di Catilina e del Centurione Di questa storia inGiovanni Villani e negli altri piugrave antichi non si trova vestigio Laleggenda della fondazione di Firenze egrave ricordata anche nellAmetodel Boccacio la guerra combattuta fra Romani e FiesolaninellAvventuroso Ciciliano di Busone da Gubbio Brunetto Latino

il Campidoglio al modo di Roma cioegrave Palagio ovvero mastra fortezza dellaCittagrave et quello fu di maravigliosa bellezza Nel quale lacqua del fiume pergora con cavata fogna venia et sotto volte et in Arno sotto terra si ritornava etla Cittagrave per ciascuna festa dallo sgorgamento di quello era lavata QuestoCampidoglio fu dove egrave hoggi la piazza di Mercato vecchio di sotto allaChiesa che si chiama Santa Maria in Campidoglio Et questo pare piugrave certoAlcuni dicono che fu dove hoggi si chiama il Guardingo di costa alla piazzadel palagio del popolo et de Priori la quale era unaltra fortezza Guardingo fupoi nominata lanticaglia de muri et volte che rimasero disfatte dopo ladestruttione di Totile et poi vi stavano le meretrici I detti Signori per avanzareluno lo edificio dellaltro con molta solicitudine si studiavano ma in unomedesimo tempo per ciascuno fu compito Sigrave che nessuno di loro hebbeacquistata la grazia di nominare la Cittagrave per lo suo nome et volontagrave Onde fu alcominciamento per molti chiamata la picciola Roma altri lappellavano Floriaperchegrave Fiorino fu quivi morto che fu el primo edificatore di quello luogo et fuin opera darme et di cavalleria Fiore et in quello luogo et campi dintorno ovefu la Cittagrave edificata sempre nascono fiori et gigli Poi la maggiore parte dellihabitanti furono consentienti di chiamarla Floria siccome fossi in Fioriedificata cioegrave con molte delitie et di certo cosigrave fu perograve chella fu populatadella miglior gente di Roma et di piugrave sofficienti mandati per li Senatori diciascuno Rione di Roma per errata come toccograve per sorte che lhabitassero Etaccolsero con loro quelli Fiesolani che vi vollono habitare Ma poi per lolungo uso del vulgare fu nominata Fiorenza cioegrave sinterpreta spada ettroviamo chella fu edificata anni DCLXXXII dopo la edificatione di Roma etanni LXX anzi la Nativitagrave del nostro Signore Jesu Christo Et nota perchegrave iFiorentini sono sempre in guerra et in divisione tra loro che non egrave damaravigliare essendo stratti et nati di due popoli cosigrave hora contrarj et nimici etdiversi di costumi come furono i nobili Romani vertudiosi et Fiesolani crudiet aspri di guerraraquo531 V i Gesta Florentinorum di SANZANOME e lanonima Chronica de origineCivitatis pubblicati dallHARTWIG Quellen und Forschungen zur aumlltestenGeschichte der Stadt Florenz parte 1a Marburgo 1875 Nulla si sa circa la

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ne parla nel Tesoro e Dante accenna alla leggenda quando inbocca di Brunetto pone aspre parole di biasimo per

quellantico popolo malignoChe discese da Fiesole ab anticoE tiene ancor del monte e del macigno534

Del resto nelle tradizioni popolari Giulio Cesare passa perfondatore di molte cittagrave come per esempio di Siviglia diMerseburg di parecchie sul Reno535 persino di Parigi

origine della leggenda (V quanto lo stesso Hartwig dice a pag XV e segg delsuo scritto) Dai Gesta e dalla Chronica attinge il Villani ma il suo racconto egravepiugrave diffuso A proposito della nuova cittagrave che Cesare avrebbe voluto chiamarecol suo nome nella Chronica si legge laquoSenatoribus et consulibus Romanorumnon permittentibus statuerunt quod unus ex nobilibus civibus Romanorummuros civitatis deberet fieri facere et turres cum depressas per girum murorumcivitatis praedictae ad similitudinem urbis Romae Alius vero deberet fierifacere Capitolium sicut erat in urbe Romana Alius autem deberet fieri faceredocceas unde duceretur aqua a longo per VII miliaria ut lavaretur civitas perunamquamque diem solemnem Et alius deberet fieri facere persaliumgardingum et termam sicut erat in urbe Romaraquo532 Ist Fior capp 14-21533 Egrave noto come spesso nella leggenda si scambino Attila e Totila534 Inferno c XV v 61-3535 Si enumerano nella Kaiserchronik e nella Veltchronik di Rudolf von Emscontinuata da Heinrich von Muumlnchen Ruperto nella sua narrazione Deincendio tiutiensi dice a proposito della costruzione del castello di Deutz(Tiuze Diucia Tiutium) laquoPorro de constructione castri diversa opinio est aliisopinantibus fuisse opus Julii Caesaris aliis asserentibus quod tempore quoimperator Constantius et filius eius Constantinus expeditionem in Galliishabuerunt constructum fuerit ab eodem Constantino devictis Francisraquo (ApPERTZ Script t XII p 632) La cittagrave dl Julina (Wollin) sarebbe stata ancheessa fondata da Giulio Cesare EBBONE nella Vita Ottonis episcopiBabenbergensis (l III ap PERTZ Script t XII p 858) dice che in quella cittagravesi vedeva ancora la lancia di Giulio Cesare infissa in una colonna obmemoriam eius infixa servabatur Anzi gli abitanti la veneravano ancora altempo del vescovo Ottone (Monachi Prieflingensis Vita Ottoni episcopiBabenbergensis l II nel t cit del Pertz p 691) Magdeburgo fu fondata daCesare (Annales Magdeburgenses ap PERTZ Script t XVI p 143) e da

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ne parla nel Tesoro e Dante accenna alla leggenda quando inbocca di Brunetto pone aspre parole di biasimo per

quellantico popolo malignoChe discese da Fiesole ab anticoE tiene ancor del monte e del macigno534

Del resto nelle tradizioni popolari Giulio Cesare passa perfondatore di molte cittagrave come per esempio di Siviglia diMerseburg di parecchie sul Reno535 persino di Parigi

origine della leggenda (V quanto lo stesso Hartwig dice a pag XV e segg delsuo scritto) Dai Gesta e dalla Chronica attinge il Villani ma il suo racconto egravepiugrave diffuso A proposito della nuova cittagrave che Cesare avrebbe voluto chiamarecol suo nome nella Chronica si legge laquoSenatoribus et consulibus Romanorumnon permittentibus statuerunt quod unus ex nobilibus civibus Romanorummuros civitatis deberet fieri facere et turres cum depressas per girum murorumcivitatis praedictae ad similitudinem urbis Romae Alius vero deberet fierifacere Capitolium sicut erat in urbe Romana Alius autem deberet fieri faceredocceas unde duceretur aqua a longo per VII miliaria ut lavaretur civitas perunamquamque diem solemnem Et alius deberet fieri facere persaliumgardingum et termam sicut erat in urbe Romaraquo532 Ist Fior capp 14-21533 Egrave noto come spesso nella leggenda si scambino Attila e Totila534 Inferno c XV v 61-3535 Si enumerano nella Kaiserchronik e nella Veltchronik di Rudolf von Emscontinuata da Heinrich von Muumlnchen Ruperto nella sua narrazione Deincendio tiutiensi dice a proposito della costruzione del castello di Deutz(Tiuze Diucia Tiutium) laquoPorro de constructione castri diversa opinio est aliisopinantibus fuisse opus Julii Caesaris aliis asserentibus quod tempore quoimperator Constantius et filius eius Constantinus expeditionem in Galliishabuerunt constructum fuerit ab eodem Constantino devictis Francisraquo (ApPERTZ Script t XII p 632) La cittagrave dl Julina (Wollin) sarebbe stata ancheessa fondata da Giulio Cesare EBBONE nella Vita Ottonis episcopiBabenbergensis (l III ap PERTZ Script t XII p 858) dice che in quella cittagravesi vedeva ancora la lancia di Giulio Cesare infissa in una colonna obmemoriam eius infixa servabatur Anzi gli abitanti la veneravano ancora altempo del vescovo Ottone (Monachi Prieflingensis Vita Ottoni episcopiBabenbergensis l II nel t cit del Pertz p 691) Magdeburgo fu fondata daCesare (Annales Magdeburgenses ap PERTZ Script t XVI p 143) e da

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Ma il fatto che sopra tutti gli altri si ricorda e si rinarra egrave lamorte violenta di Cesare questa morte egrave nel medio evovivamente deplorata e gli autori di essa sono fatti segno allauniversale esecrazione Nelle cronache si registranodiligentemente seguendo gli antichi scrittori i prodigi cheprecedettero ed annunziarono al mondo la grande sciagura maaltri ancora nuovi e maggiori se ne inventano GiovanniDOutremeuse dice che Virgilio profetizzograve il fatto ai senatori unanno prima che accadesse536 In molte cronache si ricorda comealcun tempo prima della morte fosse scoperta in Capua la tombadel Trojano Capus (Capys) fondatore di quella cittagrave e come ci sitrovasse dentro uno scritto che annunziava alla fatta scopertadover seguire la morte del piugrave gran principe del mondo NelLibro Imperiale questa meraviglia egrave narrata con alcuneparticolaritagrave che altrove non si hanno537 laquoUna cittagrave [egrave] in Terra diLavoro la quale egrave chiamata Chapoa tenendo el nome dal suoedifichatore Chapus lo quale fu Troiano e fu grande agurio Eglinel suo tenpio fece fare uno sepolcro el quale chollocograve bracciadieci sotto al monte chapoano Disopra la pietra scrisse letteregreche messe a oro Io Chapus lascio questo segnio al mondo chegiamai questo sepolcro non debba essere schoperto per insino atanto che l primo imperio del mondo non fornisse la sua vita echome cholui per chui si pone questo segnio saragrave ripieno

Cesare ebbe il nome la Dacia (Annales Ryenses ap PERTZ Script t XVI p392)536 Op cit v I p 235 laquoA cel temps avient agrave Romme quant ons fendoit I painquilh en issoit sanc agrave fuison et braioient les biestes mues par les bois etaltrepart ilhs sembloient eistre enragieacutes Et durat chu III jours et III nuitesAdont vienrent les senateurs agrave Virgile et li priarent quilh leur vosist dire lasignifianche que chu signifioit Et ilh leur dest que ly pains signifioit JuliusCesaire qui seroit ochis anchois I an acomplis en temple ougrave ilh devroit fairereverenche a leurs dieux et les biestes signifioient que III jours anchois samort venront diverses signe agrave Romme et queli peuple ploroit Julien Cesaireapres sa mortraquo537 Cod Laurenz pl XLIII 21 f II v Cf la Cronaca di Alfonso il Savio partela c CVI V SVETONIO Caes 81

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Ma il fatto che sopra tutti gli altri si ricorda e si rinarra egrave lamorte violenta di Cesare questa morte egrave nel medio evovivamente deplorata e gli autori di essa sono fatti segno allauniversale esecrazione Nelle cronache si registranodiligentemente seguendo gli antichi scrittori i prodigi cheprecedettero ed annunziarono al mondo la grande sciagura maaltri ancora nuovi e maggiori se ne inventano GiovanniDOutremeuse dice che Virgilio profetizzograve il fatto ai senatori unanno prima che accadesse536 In molte cronache si ricorda comealcun tempo prima della morte fosse scoperta in Capua la tombadel Trojano Capus (Capys) fondatore di quella cittagrave e come ci sitrovasse dentro uno scritto che annunziava alla fatta scopertadover seguire la morte del piugrave gran principe del mondo NelLibro Imperiale questa meraviglia egrave narrata con alcuneparticolaritagrave che altrove non si hanno537 laquoUna cittagrave [egrave] in Terra diLavoro la quale egrave chiamata Chapoa tenendo el nome dal suoedifichatore Chapus lo quale fu Troiano e fu grande agurio Eglinel suo tenpio fece fare uno sepolcro el quale chollocograve bracciadieci sotto al monte chapoano Disopra la pietra scrisse letteregreche messe a oro Io Chapus lascio questo segnio al mondo chegiamai questo sepolcro non debba essere schoperto per insino atanto che l primo imperio del mondo non fornisse la sua vita echome cholui per chui si pone questo segnio saragrave ripieno

Cesare ebbe il nome la Dacia (Annales Ryenses ap PERTZ Script t XVI p392)536 Op cit v I p 235 laquoA cel temps avient agrave Romme quant ons fendoit I painquilh en issoit sanc agrave fuison et braioient les biestes mues par les bois etaltrepart ilhs sembloient eistre enragieacutes Et durat chu III jours et III nuitesAdont vienrent les senateurs agrave Virgile et li priarent quilh leur vosist dire lasignifianche que chu signifioit Et ilh leur dest que ly pains signifioit JuliusCesaire qui seroit ochis anchois I an acomplis en temple ougrave ilh devroit fairereverenche a leurs dieux et les biestes signifioient que III jours anchois samort venront diverses signe agrave Romme et queli peuple ploroit Julien Cesaireapres sa mortraquo537 Cod Laurenz pl XLIII 21 f II v Cf la Cronaca di Alfonso il Savio partela c CVI V SVETONIO Caes 81

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dinfinito tesoro chosigrave dentro da questo monte lo qualenaturalmente produce argento e oro e stagnio questo segnio informa di sua sepulturaraquo Un giullare pazzo conferma a GiulioCesare il significato della scritta538 Ma i piugrave numerosi e piugrave straniprodigi si trovano descritti nel giagrave citato poema di AntonioCornazzano De viris illustribus539

La nocte oscura circa lhore seiOrdinata la fraude si sentiroHorribil voci in ciel gridare oimei

La terra come tracto un gran sospiroFe terremoti et con sanguinea chiomaFaci per laria combattendo giro

Parlon le fiere et uno agnel si nomaCarne carne gridograve nascendo un puttoDisse a voce alta Oimegrave guai a te Roma

Un bove al suo arator disse A che fruttoTanto mi pongi che el gran non pure unoMa in breve el seme uman mancheragrave tutto 540

Piobber sassi di cielo e in color bruno

538 Il terzo segno nel Libro imperiale cosigrave si descrive (cod II IV 281 dellaNazion di Firenze f 16 r e v) laquoIl quarto giorno stette Cesare in gran solazzoquasi dimenticando ogni segno a lui apparito Et aveva Cesare la donna dichui gente fosse non troviamo La notte si choricograve con lei in gran solazzo et iltempo era pulito et chiaro Et eccho nella mezzanotte si levograve uno terribilevento ma non fu solo che tutti insieme chombatterono li venti et la mattinasegguente doveva essere la morte di Cesare Udendo Cesare tale tempesta si fusvegliato et ascoltando el tempo aperse tutte le finestre del palazzo etparevagli che moltitudine di gente fosse per la sala onde si levograve et comeardito et francho vighorosamente sarmograve et andando per la sala fino allefinestre non trovograve persona Et udiva voci per larie dicenti Domani a mortesaragrave chi non si ghuarda Cesare aveva piugrave volte uditi spiriti parlare perchegrave eragrande negromante et perograve non li parve cosa nuova quelle voci Onde riserrogravele finestre e tornossi a riposare nel lettoraquo Altro segno della imminentesciagura egrave la morte del cavallo col corno in fronte539 L IV c 2540 Ciograve che qui si dice del bue e dellagricoltore ricorda un prodigio consimileche si pone tra i segni annunziatori della venuta di Cristo

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dinfinito tesoro chosigrave dentro da questo monte lo qualenaturalmente produce argento e oro e stagnio questo segnio informa di sua sepulturaraquo Un giullare pazzo conferma a GiulioCesare il significato della scritta538 Ma i piugrave numerosi e piugrave straniprodigi si trovano descritti nel giagrave citato poema di AntonioCornazzano De viris illustribus539

La nocte oscura circa lhore seiOrdinata la fraude si sentiroHorribil voci in ciel gridare oimei

La terra come tracto un gran sospiroFe terremoti et con sanguinea chiomaFaci per laria combattendo giro

Parlon le fiere et uno agnel si nomaCarne carne gridograve nascendo un puttoDisse a voce alta Oimegrave guai a te Roma

Un bove al suo arator disse A che fruttoTanto mi pongi che el gran non pure unoMa in breve el seme uman mancheragrave tutto 540

Piobber sassi di cielo e in color bruno

538 Il terzo segno nel Libro imperiale cosigrave si descrive (cod II IV 281 dellaNazion di Firenze f 16 r e v) laquoIl quarto giorno stette Cesare in gran solazzoquasi dimenticando ogni segno a lui apparito Et aveva Cesare la donna dichui gente fosse non troviamo La notte si choricograve con lei in gran solazzo et iltempo era pulito et chiaro Et eccho nella mezzanotte si levograve uno terribilevento ma non fu solo che tutti insieme chombatterono li venti et la mattinasegguente doveva essere la morte di Cesare Udendo Cesare tale tempesta si fusvegliato et ascoltando el tempo aperse tutte le finestre del palazzo etparevagli che moltitudine di gente fosse per la sala onde si levograve et comeardito et francho vighorosamente sarmograve et andando per la sala fino allefinestre non trovograve persona Et udiva voci per larie dicenti Domani a mortesaragrave chi non si ghuarda Cesare aveva piugrave volte uditi spiriti parlare perchegrave eragrande negromante et perograve non li parve cosa nuova quelle voci Onde riserrogravele finestre e tornossi a riposare nel lettoraquo Altro segno della imminentesciagura egrave la morte del cavallo col corno in fronte539 L IV c 2540 Ciograve che qui si dice del bue e dellagricoltore ricorda un prodigio consimileche si pone tra i segni annunziatori della venuta di Cristo

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Tre digrave pel Tevre andar saltando draghiLigrave non rimase navarolo alcuno

Mille altri mostri et errabondi e vaghiPar chogni specie in drieto si ritorchaComa mutata per versi di maghi

Viva col capo human naque una porchaUn putto colla testa delefanteUn ladro morto pianse in sulla forcha

Sulla moneta ben stampita erranteMutonsi i volti imperiali allegriE dolorosi si guardon le piante

Cambionsi i lupin bianchi in lupin negriEl messor della biada spiche accolseRosse e piene di sangue i grani integri

La terra in certe parti si disciolseE fe profondo abisso ove una voceSempre gemendo trenta digrave si dolse

Visto fu il ciel da segrave schiapparsi in croceSpargendo foco onde temegrave el iudicioDel sommo padre la turba chel noce

Che dirograve delle fiere al sacrificioMorte che tracte le ventraglie fuoreDiegrave ognuna piugrave di lui cattivo indicio

Cesar proprio alcun giorni anzi chel moreUcciso uno agno per augurio dessoCerchograve gran tempo e non gli trovograve il cuore541

541 Ciograve che Eginardo racconta dei segni che annunziarono la morte di CarloMagno somiglia troppo alle favole che circa la morte di alcuni imperatori sitrovano negli storici latini Ricorda in piugrave particolar modo uno dei segniprecursori della morte di Augusto quanto egli narra di una parola di certoepigramma cancellata nella cattedrale di Aquisgrana laquoErat in eadem basilicain margine coronae quae inter superiores et inferiores arcus interiorem aedispartem ambiebat epigramma Sinopide scriptum continens qui auctor esseteiusdem templi cuius in extremo versu legebatur Karolus princeps Notatumest a quibusdam eodem quo decessit anno paucis ante mortem mensibus easquae princeps exprimebant litteras ita esse deletas ut penitus non apparerentraquo(Vita Caroli c 32 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 537) Egrave noto del restoche nello scrivere la vita di Carlo Magno Eginardo si tenne innanzi come

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Tre digrave pel Tevre andar saltando draghiLigrave non rimase navarolo alcuno

Mille altri mostri et errabondi e vaghiPar chogni specie in drieto si ritorchaComa mutata per versi di maghi

Viva col capo human naque una porchaUn putto colla testa delefanteUn ladro morto pianse in sulla forcha

Sulla moneta ben stampita erranteMutonsi i volti imperiali allegriE dolorosi si guardon le piante

Cambionsi i lupin bianchi in lupin negriEl messor della biada spiche accolseRosse e piene di sangue i grani integri

La terra in certe parti si disciolseE fe profondo abisso ove una voceSempre gemendo trenta digrave si dolse

Visto fu il ciel da segrave schiapparsi in croceSpargendo foco onde temegrave el iudicioDel sommo padre la turba chel noce

Che dirograve delle fiere al sacrificioMorte che tracte le ventraglie fuoreDiegrave ognuna piugrave di lui cattivo indicio

Cesar proprio alcun giorni anzi chel moreUcciso uno agno per augurio dessoCerchograve gran tempo e non gli trovograve il cuore541

541 Ciograve che Eginardo racconta dei segni che annunziarono la morte di CarloMagno somiglia troppo alle favole che circa la morte di alcuni imperatori sitrovano negli storici latini Ricorda in piugrave particolar modo uno dei segniprecursori della morte di Augusto quanto egli narra di una parola di certoepigramma cancellata nella cattedrale di Aquisgrana laquoErat in eadem basilicain margine coronae quae inter superiores et inferiores arcus interiorem aedispartem ambiebat epigramma Sinopide scriptum continens qui auctor esseteiusdem templi cuius in extremo versu legebatur Karolus princeps Notatumest a quibusdam eodem quo decessit anno paucis ante mortem mensibus easquae princeps exprimebant litteras ita esse deletas ut penitus non apparerentraquo(Vita Caroli c 32 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 537) Egrave noto del restoche nello scrivere la vita di Carlo Magno Eginardo si tenne innanzi come

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Nel Libro Imperiale si dice che la congiura fu tramata in luogosotterraneo che cosigrave si descrive542 laquoQuello luogho dove era elchonsiglio ragunato era sotto terra sotto el palagio della ragioneed era uno luogo fatto in tondo Lo suolo di sotto era tuttolavorato a porfido chosigrave erano le sedie dintorno fatte a molteposte Di sopra avea una volta a musaico lavorata nel mezo dellaquale era scolpita la magine del sommo Giove Apresso dintornostavano scolpite le imagine di tutti gliddei e iddee e l dettoluogo stava sigrave per ragione e achoncio che giamai non sudiva difuori chosa alchuna che dentro si facesse o dicesseraquo Poscia siriferiscono per disteso i discorsi di Bruto e di Cassio

La uccisione egrave narrata e spiegata in varii modi NelleChroniques de Tournay si legge a tale proposito la narrazione chesegue543 laquoSouveraine envie quy ne peut estre estainte esmeutCesar envers les senateurs dune chose quil fist pourpuoy ilz lehayrent a merveille Il se seoit un iour devant un temple deVeneris la ou tous les senateurs vindrent pour parler a luy mais ilne se leva point contre eulx dont les aulcuns quy dient queCornille le barbe le retint ad fin que il ne se levast ainsy quonfait a un homme de coustume quant il se voelt lever contre unaultre Et les aultres dient quil ne fist nul semblant de se lever Iladvint une aultreffois que un grant senateur que on nommoitPonce lesgle estoit avec grant plente daulcuns senateurs quytous se leverent contre Cezar fors ce Ponce dont Cesar eut sygrant despit que moult de iours aprez il notroya chose quon luidemandast quil ne desist tousiours Ie le feroie sil me loisoit pourPonce lesgle qui estoit un des enfans bastars de Tournus lequelpar ce despit il le demist et osta du nombre des senateurs Laconmune voix courut a Romme que Cezar sen devoit aler aTroyes lanchienne ou en Alixandrie a tout la ricesse de lempire

modello le Vite di Svetonio542 Cod Laurenz pl XLIII 21 f 10 r543 L II c 26 cod della Nazion di Torino L II 15 f 120 v col 2a a f 122r col 1a

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Nel Libro Imperiale si dice che la congiura fu tramata in luogosotterraneo che cosigrave si descrive542 laquoQuello luogho dove era elchonsiglio ragunato era sotto terra sotto el palagio della ragioneed era uno luogo fatto in tondo Lo suolo di sotto era tuttolavorato a porfido chosigrave erano le sedie dintorno fatte a molteposte Di sopra avea una volta a musaico lavorata nel mezo dellaquale era scolpita la magine del sommo Giove Apresso dintornostavano scolpite le imagine di tutti gliddei e iddee e l dettoluogo stava sigrave per ragione e achoncio che giamai non sudiva difuori chosa alchuna che dentro si facesse o dicesseraquo Poscia siriferiscono per disteso i discorsi di Bruto e di Cassio

La uccisione egrave narrata e spiegata in varii modi NelleChroniques de Tournay si legge a tale proposito la narrazione chesegue543 laquoSouveraine envie quy ne peut estre estainte esmeutCesar envers les senateurs dune chose quil fist pourpuoy ilz lehayrent a merveille Il se seoit un iour devant un temple deVeneris la ou tous les senateurs vindrent pour parler a luy mais ilne se leva point contre eulx dont les aulcuns quy dient queCornille le barbe le retint ad fin que il ne se levast ainsy quonfait a un homme de coustume quant il se voelt lever contre unaultre Et les aultres dient quil ne fist nul semblant de se lever Iladvint une aultreffois que un grant senateur que on nommoitPonce lesgle estoit avec grant plente daulcuns senateurs quytous se leverent contre Cezar fors ce Ponce dont Cesar eut sygrant despit que moult de iours aprez il notroya chose quon luidemandast quil ne desist tousiours Ie le feroie sil me loisoit pourPonce lesgle qui estoit un des enfans bastars de Tournus lequelpar ce despit il le demist et osta du nombre des senateurs Laconmune voix courut a Romme que Cezar sen devoit aler aTroyes lanchienne ou en Alixandrie a tout la ricesse de lempire

modello le Vite di Svetonio542 Cod Laurenz pl XLIII 21 f 10 r543 L II c 26 cod della Nazion di Torino L II 15 f 120 v col 2a a f 122r col 1a

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et la iouvente de Romme et du pays environ et baillier a procureren la main de ses amis et feroit de Troyes ou dAlixandre lesiege de lempire Pour toutes ces choses et pour plusieursaultres fut Cezar mult hays si que ilz furent bien quarantesenateurs ou plus tant des bastars du roy Tournus comme deceulx de leur lignage et mesmement aulcuns des pares de Cezarlesquelz tous pourchasserent sa mort En especial Cassius etBructus furent les principaulx de ceste trayson et moult penserentou ce pourroit estre fait Les ungz disoient au pied du pont duchamp Marceau car la il passeroit oultre pour partir les honneurset que illec le sacheroient ius et occiroient et les aultres disoientquil vauldroit mieulx de le prendre quant il yroit ou theatre desgieux scenicques Ne demoura puis guere que len cria le iour dusenat remuer ainsy quon le faisoit chascun an Le iour futassigne au XVe iour du mois de marcz ensuivant en la cour qui fuPompee Quant les coniures loyrent ilz dirent que ceste placeestoit bonne pour adcomplir leur euvre et que bien povoientattendre iusques adont et que la sans nule faulte il seroit occisraquoSegue il racconto dei segni precursori e della morte

Nel Perceforest544 la uccisione di Giulio Cesare egrave rappresentatacome una vendetta della vinta Bretagna La difficoltagrave dellimpresasta nel saper cogliere il momento opportuno Zephir esseresoprannaturale cosigrave dice a Durseau uno dei vendicatorilaquoTouttefoys ie te advise que tant est bien fatalize que fortune nesera contre lui que ung iour et une nuyt et sil eschappe ce termesa bonne fortune croistra toute sa vie et pource te convient scavoirquant fortune se partira de luy Ce sera que a son departement leshuys et les fenestres de son palais meneront telle noyse de clorreet ouvrir que toute Romme en sera espoventeeraquo In unaChronique des Evesques de Liege compilata nel XV secolo econservata fra i manoscritti della Biblioteca di Berna si narracome Giulio Cesare fu ucciso dagli amici di Virgilio il quale

544 Le cinquiesme volume des anciennes Croniques Dangleterre ecc Parigi1532 c IV

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et la iouvente de Romme et du pays environ et baillier a procureren la main de ses amis et feroit de Troyes ou dAlixandre lesiege de lempire Pour toutes ces choses et pour plusieursaultres fut Cezar mult hays si que ilz furent bien quarantesenateurs ou plus tant des bastars du roy Tournus comme deceulx de leur lignage et mesmement aulcuns des pares de Cezarlesquelz tous pourchasserent sa mort En especial Cassius etBructus furent les principaulx de ceste trayson et moult penserentou ce pourroit estre fait Les ungz disoient au pied du pont duchamp Marceau car la il passeroit oultre pour partir les honneurset que illec le sacheroient ius et occiroient et les aultres disoientquil vauldroit mieulx de le prendre quant il yroit ou theatre desgieux scenicques Ne demoura puis guere que len cria le iour dusenat remuer ainsy quon le faisoit chascun an Le iour futassigne au XVe iour du mois de marcz ensuivant en la cour qui fuPompee Quant les coniures loyrent ilz dirent que ceste placeestoit bonne pour adcomplir leur euvre et que bien povoientattendre iusques adont et que la sans nule faulte il seroit occisraquoSegue il racconto dei segni precursori e della morte

Nel Perceforest544 la uccisione di Giulio Cesare egrave rappresentatacome una vendetta della vinta Bretagna La difficoltagrave dellimpresasta nel saper cogliere il momento opportuno Zephir esseresoprannaturale cosigrave dice a Durseau uno dei vendicatorilaquoTouttefoys ie te advise que tant est bien fatalize que fortune nesera contre lui que ung iour et une nuyt et sil eschappe ce termesa bonne fortune croistra toute sa vie et pource te convient scavoirquant fortune se partira de luy Ce sera que a son departement leshuys et les fenestres de son palais meneront telle noyse de clorreet ouvrir que toute Romme en sera espoventeeraquo In unaChronique des Evesques de Liege compilata nel XV secolo econservata fra i manoscritti della Biblioteca di Berna si narracome Giulio Cesare fu ucciso dagli amici di Virgilio il quale

544 Le cinquiesme volume des anciennes Croniques Dangleterre ecc Parigi1532 c IV

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dalla figliuola di lui era stato secondo che narra la nota leggendaingannato sospeso in un canestro ed esposto agli scherni di tuttoil popolo di Roma545

Il misfatto si compie nella casa o nel teatro di Pompeo oppurenel tempio di Achille sulla rupe Tarpea come si trova scritto inqualche testo dei Mirabilia o nel palazzo di Campo Marzio dovesi teneva ragione546 o piugrave spesso nel Campidoglio RanulfoHigden dice547 che Cesare fu ucciso con pugnali da gladiatori eche nel corpo suo non si vide segno di ferita Secondo il LibroImperiale Cesare prima di soccombere uccise sei degliaggressori i corpi dei quali furono poi gettati dal popolo in piazzain pasto ai cani

I funerali sono cosigrave descritti per disteso nel Libro Imperiale548Dellhonore hordinato sopra el chorpo di Cessare Cap 30Per volere et potere piugrave abilmente honorare el chorpo di

Cessare prima lachonciorono per modo potesse aspettare eltenpo e bene che ci fussi assai da fare perograve che gli furono trovateventidue fedite pure cho gli arghomenti del balsimo e daltrenobili et chare unzioni lachonciorono per modo chel tennonoventi digrave In questo tenpo mandorono messi et imbasciate allibaroni et alli re piugrave pressimani bene che allora per ciertoparllamento che Cessare avea fatto in Roma si ritrovorono inRoma trentadue re di chorona di diverse parte del mondo e qualiun anno innanzi erano istati richiesti et anchora non era el tenpoloro spedito Gli Romani feciono gran pianto perograve che sechondolusanza anticha lo piansono quaranta digrave venti prima che fussiseppellito et venti digrave dopo la sua sepoltura et non vi fu niuno elquale avessi da poterllo fare che non si vestissi a nero ho a setaho a sciamiti e chi di piugrave comuni vestiri Tutti e sacierdoti etmaestri de tenpli che poterono al tenpo venire trassono a Romaet tanta era la giente che vera venuta che labitazione di Roma545 V SINNER Catalogus codicum mss bibliothecae Bernensis v II p 149-50546 I Fatti di Cesare p 305547 Polychronicon l III c 42548 L II capp 30-35 cod Casanat p 50 col 2a a 57 col 2

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dalla figliuola di lui era stato secondo che narra la nota leggendaingannato sospeso in un canestro ed esposto agli scherni di tuttoil popolo di Roma545

Il misfatto si compie nella casa o nel teatro di Pompeo oppurenel tempio di Achille sulla rupe Tarpea come si trova scritto inqualche testo dei Mirabilia o nel palazzo di Campo Marzio dovesi teneva ragione546 o piugrave spesso nel Campidoglio RanulfoHigden dice547 che Cesare fu ucciso con pugnali da gladiatori eche nel corpo suo non si vide segno di ferita Secondo il LibroImperiale Cesare prima di soccombere uccise sei degliaggressori i corpi dei quali furono poi gettati dal popolo in piazzain pasto ai cani

I funerali sono cosigrave descritti per disteso nel Libro Imperiale548Dellhonore hordinato sopra el chorpo di Cessare Cap 30Per volere et potere piugrave abilmente honorare el chorpo di

Cessare prima lachonciorono per modo potesse aspettare eltenpo e bene che ci fussi assai da fare perograve che gli furono trovateventidue fedite pure cho gli arghomenti del balsimo e daltrenobili et chare unzioni lachonciorono per modo chel tennonoventi digrave In questo tenpo mandorono messi et imbasciate allibaroni et alli re piugrave pressimani bene che allora per ciertoparllamento che Cessare avea fatto in Roma si ritrovorono inRoma trentadue re di chorona di diverse parte del mondo e qualiun anno innanzi erano istati richiesti et anchora non era el tenpoloro spedito Gli Romani feciono gran pianto perograve che sechondolusanza anticha lo piansono quaranta digrave venti prima che fussiseppellito et venti digrave dopo la sua sepoltura et non vi fu niuno elquale avessi da poterllo fare che non si vestissi a nero ho a setaho a sciamiti e chi di piugrave comuni vestiri Tutti e sacierdoti etmaestri de tenpli che poterono al tenpo venire trassono a Romaet tanta era la giente che vera venuta che labitazione di Roma545 V SINNER Catalogus codicum mss bibliothecae Bernensis v II p 149-50546 I Fatti di Cesare p 305547 Polychronicon l III c 42548 L II capp 30-35 cod Casanat p 50 col 2a a 57 col 2

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non bastavano anche facievano tende et padiglioni per giardini etper le piazze di Roma Ora assenbrato tanto popolo diliberano etre et duchi che non si indugiassi piugrave perograve che per la strettezzadella giente non si poteva andare per Roma et giagrave chominciava laroba a manchare Et ragionando el luogho della sua sepoltura hodoue el dovessono ispolvereczare alchuno dicieva Facciasi inquello luogho dove e fu morto altri dicieva che si faciessi inChanpidoglio

Del pianto prima chel traessino del palagio et chome elportorono al tenpio di Minerva Cap 31

Venuto el deliberato giorno tutti i baroni549 la mattina allalbafurono chongreghati intorno al palagio di Cessare chon sigrave granpianto che se iddio avessi tonato non si sarebbe udito O chi nonarebbe pianto vedendo tanto popolo vestito a nero et vedere echavalieri chonpagni di Cessare et gli altri e quali erano stati cholui alle battaglie farsi spesso alle finestre gittando bandiereschuartate et gittando e vestiri festerecci apresso tutti vestiti aseta oschura chon visi arossichati di sanghue e quali gridavanosotto una boce Morto egrave il singnore nostro morto egrave er rettore delmondo perduto abbiamo te Cessare padre de Romani Elpopolo stava tutto trafitto et facieva gran romore per vedere elchorpo di Cessare E baroni apparecchiorono uno nobile catalettodi gran misura lo quale era davorio lavorato ad oro et a perllefornito dinfinite pietre preziose sopra al quale posono uno riccholetto di seta apresso un palio lavorato ad oro cho pietre prezioselo quale avea rechato Cessare dErminia che era il piugrave sottile e lpiugrave riccho maestero che giammai fusse veduto ho trovato almondo A chapo gli posono ghuanciali di Turchia fatti nel lorolavoro dabisso chomessi changiando el cholore lo quale pannoriluscie come specchio Poi hornarono quello mirabile chorpochon vestimenta inperiale nellabito quanto a tanto fatto sichonviene duna porpora chandida lavorata tutta chon perlle etmargherite chalzato dun drappo vermiglio et in chapo gli

549 Il cod Marciano tutti li romani236

non bastavano anche facievano tende et padiglioni per giardini etper le piazze di Roma Ora assenbrato tanto popolo diliberano etre et duchi che non si indugiassi piugrave perograve che per la strettezzadella giente non si poteva andare per Roma et giagrave chominciava laroba a manchare Et ragionando el luogho della sua sepoltura hodoue el dovessono ispolvereczare alchuno dicieva Facciasi inquello luogho dove e fu morto altri dicieva che si faciessi inChanpidoglio

Del pianto prima chel traessino del palagio et chome elportorono al tenpio di Minerva Cap 31

Venuto el deliberato giorno tutti i baroni549 la mattina allalbafurono chongreghati intorno al palagio di Cessare chon sigrave granpianto che se iddio avessi tonato non si sarebbe udito O chi nonarebbe pianto vedendo tanto popolo vestito a nero et vedere echavalieri chonpagni di Cessare et gli altri e quali erano stati cholui alle battaglie farsi spesso alle finestre gittando bandiereschuartate et gittando e vestiri festerecci apresso tutti vestiti aseta oschura chon visi arossichati di sanghue e quali gridavanosotto una boce Morto egrave il singnore nostro morto egrave er rettore delmondo perduto abbiamo te Cessare padre de Romani Elpopolo stava tutto trafitto et facieva gran romore per vedere elchorpo di Cessare E baroni apparecchiorono uno nobile catalettodi gran misura lo quale era davorio lavorato ad oro et a perllefornito dinfinite pietre preziose sopra al quale posono uno riccholetto di seta apresso un palio lavorato ad oro cho pietre prezioselo quale avea rechato Cessare dErminia che era il piugrave sottile e lpiugrave riccho maestero che giammai fusse veduto ho trovato almondo A chapo gli posono ghuanciali di Turchia fatti nel lorolavoro dabisso chomessi changiando el cholore lo quale pannoriluscie come specchio Poi hornarono quello mirabile chorpochon vestimenta inperiale nellabito quanto a tanto fatto sichonviene duna porpora chandida lavorata tutta chon perlle etmargherite chalzato dun drappo vermiglio et in chapo gli

549 Il cod Marciano tutti li romani236

posono una chorona inperiale tutta choperta era di puro et finohoro dArabia chon dodici rocche a somo dintorno rilevate Nellasommitagrave loro era per ciaschuna uno riluciente charbonchio alquale lume si sarebbero armati diecimila chavalieri Poi presonoquello venerabile chorpo et posollo nella bara sopra di quellomagnificho letto et chon grandissimi pianti et chon infinitaluminaria [el portorono] al tenpio di Minerva dinanzi al qualenella piazza el posono sotto uno mirabile padiglione

Del pianto della inperadrice el delle altre donne di RomaCap 32

Le donne di Roma erano tutte al tenpio raghunate chollainperadrice vestita a bruno per aspettare il chorpo di CessareQuando la donna vide chome el chorpo era nella piazza uscigrave deltenpio a seta nera vestita achonpangniata da molte donne et dabaroni et da tutte le Romane Quivi fecie smisurato piantogittandosi piugrave volte sopra el chorpo et molte volte era dalledonne richolta da terra chome morta ma quando prendeva tenpodi lena550 parllava et dicieva nel pianto o alto singnore et dove siriposa la tua infinita potenzia et chome ti vegho morto stare Osingnor mio el songnio delle cholonne et chome in propriaforma megrave il vero adivenuto O Bruto traditore Chi si sarebbedalle tue lusinghe guardato O non eri tu singnore della chorte OCessare o Cessare chome giamai tabandonassi alle parole diBruto Singniore mio hor fussio stata techo morta che almenonon vedrei tante morti Et a chui singniore mio mi lasciasti chenavesti tenpo di potere parllare Ho padre de Romani hochonsorto degli afflitti chi saragrave homai difesa delle vedovelle etde pupilli abbandonati Fiore di provedenza cholonna digiustizia splendido lume di piatagrave et di miserichordia Et chonqueste parole facieva siffatto pianto che facieva piangere hongnicreatura che quivi era presente et spesse volte chadeva sopra elchorpo tranghosciata et re et baroni che stavano dintornociaschuno piangeva chon amaro duolo Lo re Antonio dEgitto lo

550 Il cod Laurenz punto di lena237

posono una chorona inperiale tutta choperta era di puro et finohoro dArabia chon dodici rocche a somo dintorno rilevate Nellasommitagrave loro era per ciaschuna uno riluciente charbonchio alquale lume si sarebbero armati diecimila chavalieri Poi presonoquello venerabile chorpo et posollo nella bara sopra di quellomagnificho letto et chon grandissimi pianti et chon infinitaluminaria [el portorono] al tenpio di Minerva dinanzi al qualenella piazza el posono sotto uno mirabile padiglione

Del pianto della inperadrice el delle altre donne di RomaCap 32

Le donne di Roma erano tutte al tenpio raghunate chollainperadrice vestita a bruno per aspettare il chorpo di CessareQuando la donna vide chome el chorpo era nella piazza uscigrave deltenpio a seta nera vestita achonpangniata da molte donne et dabaroni et da tutte le Romane Quivi fecie smisurato piantogittandosi piugrave volte sopra el chorpo et molte volte era dalledonne richolta da terra chome morta ma quando prendeva tenpodi lena550 parllava et dicieva nel pianto o alto singnore et dove siriposa la tua infinita potenzia et chome ti vegho morto stare Osingnor mio el songnio delle cholonne et chome in propriaforma megrave il vero adivenuto O Bruto traditore Chi si sarebbedalle tue lusinghe guardato O non eri tu singnore della chorte OCessare o Cessare chome giamai tabandonassi alle parole diBruto Singniore mio hor fussio stata techo morta che almenonon vedrei tante morti Et a chui singniore mio mi lasciasti chenavesti tenpo di potere parllare Ho padre de Romani hochonsorto degli afflitti chi saragrave homai difesa delle vedovelle etde pupilli abbandonati Fiore di provedenza cholonna digiustizia splendido lume di piatagrave et di miserichordia Et chonqueste parole facieva siffatto pianto che facieva piangere hongnicreatura che quivi era presente et spesse volte chadeva sopra elchorpo tranghosciata et re et baroni che stavano dintornociaschuno piangeva chon amaro duolo Lo re Antonio dEgitto lo

550 Il cod Laurenz punto di lena237

quale negli stormi fu suo sinischalcho stava cho gli altri baronidintorno anchor esso piangendo et dicieva Singnore mio chomevegho el chapo fiero adorno giagrave di mirabili cimieri et chomenegli stormi dimostravi tua potenzia Dove sono le braccia ditanta achortezza harmate di schudo et di riluciente spada Dovegravequel chorpo tanto virtuoso che sigrave bene vestiva di splendidosbercho Ora lo vegho morto stare Et non saragrave perograve che lanimanon vegha lo spirito volare de traditori che ebbono ardire dimettere mano a sigrave fatto singnore Gli altri re et baroni et donnefacievano sigrave grande el pianto che pareva chel mondo dovessifinire per pianto Et giagrave era passato il mezzo digrave ma li maestri achui era dato lordine a chonducere lonore vedendo che lora eratardi ritrassono in drieto gli re e le donne et gli altri per fare alchorpo luficio di Minerva Et prima presono el chataletto hotto redi chorona vestiti in abito reghale colle chorone in testa e fudinanzi posto lo re dUngheria et lo re dInghilterra gli altri dueapresso fu lo re di Portoghallo e lo re di Schozia gli altri dueapresso fu lo re dErminia e lo re di Spangna gli due cheseguitorono drieto furono lo re di Francia e lo re di Buemia Elevorono el chorpo chon grande riverenzia et portorollo dentronel tenpio dove sassenbrorono solamente e re et baroni chollipontefici maggiori de tenpli et sopra el chorpo posono tavoledoro sopra le quale feciono a Minerva solenne sagrificiorachomandandogli con solenni chanti et uficio lanima di CessareIntorno al chorpo ardeva tanti lumi che pareva chel tenpioardessi E fatto questo et tutto luficio presono la statua diMinerva et tolsono la chorona dello alloro che aveva in chapo eposolla a Cessare sopra el petto et questo fu el piugrave singhularehonore che mai si faciessi a nessuno chorpo morto Poi e detti readoperorono el loro uficio presono el chorpo et riportorollo nellapiazza sotto lonorato padiglione

Chome Cessare fu tratto del tenpio cholla chorona diMinerva et dellonore de chavalieri choperti a bruno Cap 33

238

quale negli stormi fu suo sinischalcho stava cho gli altri baronidintorno anchor esso piangendo et dicieva Singnore mio chomevegho el chapo fiero adorno giagrave di mirabili cimieri et chomenegli stormi dimostravi tua potenzia Dove sono le braccia ditanta achortezza harmate di schudo et di riluciente spada Dovegravequel chorpo tanto virtuoso che sigrave bene vestiva di splendidosbercho Ora lo vegho morto stare Et non saragrave perograve che lanimanon vegha lo spirito volare de traditori che ebbono ardire dimettere mano a sigrave fatto singnore Gli altri re et baroni et donnefacievano sigrave grande el pianto che pareva chel mondo dovessifinire per pianto Et giagrave era passato il mezzo digrave ma li maestri achui era dato lordine a chonducere lonore vedendo che lora eratardi ritrassono in drieto gli re e le donne et gli altri per fare alchorpo luficio di Minerva Et prima presono el chataletto hotto redi chorona vestiti in abito reghale colle chorone in testa e fudinanzi posto lo re dUngheria et lo re dInghilterra gli altri dueapresso fu lo re di Portoghallo e lo re di Schozia gli altri dueapresso fu lo re dErminia e lo re di Spangna gli due cheseguitorono drieto furono lo re di Francia e lo re di Buemia Elevorono el chorpo chon grande riverenzia et portorollo dentronel tenpio dove sassenbrorono solamente e re et baroni chollipontefici maggiori de tenpli et sopra el chorpo posono tavoledoro sopra le quale feciono a Minerva solenne sagrificiorachomandandogli con solenni chanti et uficio lanima di CessareIntorno al chorpo ardeva tanti lumi che pareva chel tenpioardessi E fatto questo et tutto luficio presono la statua diMinerva et tolsono la chorona dello alloro che aveva in chapo eposolla a Cessare sopra el petto et questo fu el piugrave singhularehonore che mai si faciessi a nessuno chorpo morto Poi e detti readoperorono el loro uficio presono el chorpo et riportorollo nellapiazza sotto lonorato padiglione

Chome Cessare fu tratto del tenpio cholla chorona diMinerva et dellonore de chavalieri choperti a bruno Cap 33

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La giente che stava di fuori ad aspettare vedendo tornare nellapiazza el chorpo di Cessare cholla chorona di Minerva sopra ilpetto dicievano che Minerva avea parllato con Ciessare et insengnio di ciograve gli avea donato la chorona della sapienza Apressole donne e chavalieri e tutto el popolo ricomincioronoamarissimo pianto tanto che impedivano molto gli ordini deglihonori et fattori degli onori Aparecchiorono apresso agli onoriintorno alla piazza tutte luminarie atorno sicchegrave pareva cheRoma ardessi Apresso tutti gli pontefici parati chollufficiochantando Prima saviorono innanzi per andare a Chanpidogliomille chavalieri hornati di chavalleria a chavallo in chorrentidestrieri vestiti a seta nera e chavagli coperti insino a terra etportavano parte di loro bandiere in mano chon amare strida etpianti altri portavano spade cholle punte rinchinate a terra altriportavano elmi e chi schudi e chi strali [e ohi] chonfaloniacquistati nelle battaglie Nel mezo di tutti erano sei chavalierivestiti a nero chogli destrieri choverti El primo dinanzi portavaun elmo choperto a nero sopra el quale era el chapo e l collo duncieciero dariento551 el sechondo portava una spada et speroni adoro el terzo portava uno schudo ad aquila nera nel chanpo doro aritroso552 el quarto portava tutta sua armadura di dosso chollaquale avea senpre chonbattuto el quinto portava la sua lanciachol pennone ad aquila el sesto portava libri e quali Cessare aveascritti di sue vittorie

Della chericieria e luminaria e chompagnia de re et principiandando in Cha[n]pidoglio Cap 34

Apresso a chavalieri veniva tutta la chericieria hordinati cholunghissima schiera tutti cho luminare accese in mano poiveniva tuttaltra luminaria Apresso furono hordinati e re e duchiet principi di grande affare Intorno al chorpo venivano tutti eproposti delle cittagrave sogioghate a Roma e tutti gli uficiali diRoma e fatto el lamento le donne furono tutte rimesse nel tenpio

551 Il cod Laurenz duno cervio552 Il cod el poadoro a ritroso il cod Laurenz a ritroso nel champo doro

239

La giente che stava di fuori ad aspettare vedendo tornare nellapiazza el chorpo di Cessare cholla chorona di Minerva sopra ilpetto dicievano che Minerva avea parllato con Ciessare et insengnio di ciograve gli avea donato la chorona della sapienza Apressole donne e chavalieri e tutto el popolo ricomincioronoamarissimo pianto tanto che impedivano molto gli ordini deglihonori et fattori degli onori Aparecchiorono apresso agli onoriintorno alla piazza tutte luminarie atorno sicchegrave pareva cheRoma ardessi Apresso tutti gli pontefici parati chollufficiochantando Prima saviorono innanzi per andare a Chanpidogliomille chavalieri hornati di chavalleria a chavallo in chorrentidestrieri vestiti a seta nera e chavagli coperti insino a terra etportavano parte di loro bandiere in mano chon amare strida etpianti altri portavano spade cholle punte rinchinate a terra altriportavano elmi e chi schudi e chi strali [e ohi] chonfaloniacquistati nelle battaglie Nel mezo di tutti erano sei chavalierivestiti a nero chogli destrieri choverti El primo dinanzi portavaun elmo choperto a nero sopra el quale era el chapo e l collo duncieciero dariento551 el sechondo portava una spada et speroni adoro el terzo portava uno schudo ad aquila nera nel chanpo doro aritroso552 el quarto portava tutta sua armadura di dosso chollaquale avea senpre chonbattuto el quinto portava la sua lanciachol pennone ad aquila el sesto portava libri e quali Cessare aveascritti di sue vittorie

Della chericieria e luminaria e chompagnia de re et principiandando in Cha[n]pidoglio Cap 34

Apresso a chavalieri veniva tutta la chericieria hordinati cholunghissima schiera tutti cho luminare accese in mano poiveniva tuttaltra luminaria Apresso furono hordinati e re e duchiet principi di grande affare Intorno al chorpo venivano tutti eproposti delle cittagrave sogioghate a Roma e tutti gli uficiali diRoma e fatto el lamento le donne furono tutte rimesse nel tenpio

551 Il cod Laurenz duno cervio552 Il cod el poadoro a ritroso il cod Laurenz a ritroso nel champo doro

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di Minerva et quegli hotto re presono el chorpo cho moltariverenzia et di questo modo et di questo hordine nandorono inCha[n]pidoglio

Come e fu spolverezzato e posto nella gullia Cap 35Giunti che furono in Chanpidoglio e chavalieri si trassono tutti

da parte e baroni cogli re feciono largho cierchio intorno allabara et nel mezzo della piazza posono el chorpo etacchonciorono intorno tutta la luminaria553 et tutta giente si feceadrieto et chominciorono un sigrave grande pianto che mai non fusimile a quello et rimaso alquanto el grido aspettavano nel piantoluno laltro et prima chominciorono e re a uno a uno hognunochomendandolo di Sua virtugrave et chosigrave seghuitorono e baroni et glialtri chavalieri e fatto fine a questo dire richominciorono tuttiinsieme a fare dirotto pianto poi ristette el pianto e pontefici detenpii presono quel chorpo et posollo sopra gientilissime legnefra quali missono pietre preziose et di soma valuta et sechondo elchostume anticho arsono et spolverezorono la charne di quellonobilissimo chorpo poi la richolsono cho molta riverenziapresente tutto il popolo e si tolsono lossa insieme chollaltrapolvere et missolla in una chassetta doro e fatto questo chontutti questi honori la portorono al tenpio di Marte nel qualeprimamente posono in alto tutte sue armi apresso tutte insengnieet bandiere et infra queste chose apicchorono quegli stocchi etquegli stili che furono trovati nel luogo del chonsiglio et dinanzialla statua di Marte posono el libro che trovorono nellarmariodovera la chongiura iscritta A sacierdoti del tenpio di Marteassengniorono e libri scritti per mano di Cessare et fatto questotolsono una gran palla di grosso metallo tutta messa ad oro soprala quale era una aquila nera sicchome portava per arme IulioCessare nella quale missono quella chassetta de loro et fatto altenpio solenne sacrifizio sigrave la puosono in sun una e lungha pietraet alta che hoggi si chiama la gullia di santo Pietro Alla quale in

553 Il cod et nel messo acchonciorono et intorno il cod Marciano etdintorno achonciarono

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di Minerva et quegli hotto re presono el chorpo cho moltariverenzia et di questo modo et di questo hordine nandorono inCha[n]pidoglio

Come e fu spolverezzato e posto nella gullia Cap 35Giunti che furono in Chanpidoglio e chavalieri si trassono tutti

da parte e baroni cogli re feciono largho cierchio intorno allabara et nel mezzo della piazza posono el chorpo etacchonciorono intorno tutta la luminaria553 et tutta giente si feceadrieto et chominciorono un sigrave grande pianto che mai non fusimile a quello et rimaso alquanto el grido aspettavano nel piantoluno laltro et prima chominciorono e re a uno a uno hognunochomendandolo di Sua virtugrave et chosigrave seghuitorono e baroni et glialtri chavalieri e fatto fine a questo dire richominciorono tuttiinsieme a fare dirotto pianto poi ristette el pianto e pontefici detenpii presono quel chorpo et posollo sopra gientilissime legnefra quali missono pietre preziose et di soma valuta et sechondo elchostume anticho arsono et spolverezorono la charne di quellonobilissimo chorpo poi la richolsono cho molta riverenziapresente tutto il popolo e si tolsono lossa insieme chollaltrapolvere et missolla in una chassetta doro e fatto questo chontutti questi honori la portorono al tenpio di Marte nel qualeprimamente posono in alto tutte sue armi apresso tutte insengnieet bandiere et infra queste chose apicchorono quegli stocchi etquegli stili che furono trovati nel luogo del chonsiglio et dinanzialla statua di Marte posono el libro che trovorono nellarmariodovera la chongiura iscritta A sacierdoti del tenpio di Marteassengniorono e libri scritti per mano di Cessare et fatto questotolsono una gran palla di grosso metallo tutta messa ad oro soprala quale era una aquila nera sicchome portava per arme IulioCessare nella quale missono quella chassetta de loro et fatto altenpio solenne sacrifizio sigrave la puosono in sun una e lungha pietraet alta che hoggi si chiama la gullia di santo Pietro Alla quale in

553 Il cod et nel messo acchonciorono et intorno il cod Marciano etdintorno achonciarono

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quel tenpo gli stava dinchontro el554 tenpio di Marte et fra luno elaltro era grandissima piazza dove sassengnavano etrapresentavano tutti e chavalieri quando tornavano da niunostormo555 ho dalchuno chomune bisongnio et questo era nelmartedigrave a chui cioegrave a Marte egrave dedichato el detto digrave Hor ecchoraghunati tutti e chavalieri si facieva al tenpio solenne sacrificiopoi si levava el somo pontefice in cierto luogho alto et chontava atutto el popolo per nome e morti nelle battaglie apresso chontavaper nome choloro che serano me portati a loro chomendazioneet perograve che Cessare fu armigero et bellichoso fu posto el chorposuo nel detto luogho e fu chiamata quella alta pietra lungha perlo maestro che fu hoperatore di tale ufizio lo quale fu grecho etebbe nome Lugolo ma poi che vi si pose la polvere di Cessareper chagione dellaquila sua arme la quale vera di sopra fuchiamata laquila di Cessare Gli Toschani dicono aguglia et indiegrave discieso gullia556 honde si dice la gullia di santo Pietro

Contrariamente a quanto si narra nel Libro Imperiale eattingendo a non so quali fonti Jacopo della Lana dice nel suoCommento557 laquoMorto Cesare secretamente la notte loseppellinno e costituinno Ottaviano Imperadoreraquo558554 Il cod al555 Il cod strenuo556 Il cod giulia557 Parad c VI558 Fra i codici Canoniciani della Bodlejana ad Oxford uno ve nha (n 136) chemi duole di non aver potuto piugrave attentamente esaminare durante un troppobreve soggiorno in quella cittagrave In esso si contiene una storia di Giulio Cesarein dialetto veneto compilata principalmente sopra Lucano e divisa in capitolicon le loro rubriche Il codice fu finito di scrivere Ano dni 1454 die primosetenbris La narrazione comincia da Romolo e Remo e giunge come nelLibro Imperiale sino ad Enrico VII di Lussemburgo ma dalla narrazione delLibro Imperiale egrave totalmente diversa Il titolo suona cosigrave Qui comenza lezesarie batalie Romane e come per suo prodeza se feze primo imperatoreComincia laquoLo nostro signor dio feze li zielli e poi le acque e tuto luniversomondo lo qualle mondo tuto sotomise ad Adamo nostro primo padre Adamoebe tutto el mondo prima a suo governo e poi la sua desendenzia tuti desiderogravela signoria de le cosse terene Non guardando reverenzia luno a laltro perchegrave

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quel tenpo gli stava dinchontro el554 tenpio di Marte et fra luno elaltro era grandissima piazza dove sassengnavano etrapresentavano tutti e chavalieri quando tornavano da niunostormo555 ho dalchuno chomune bisongnio et questo era nelmartedigrave a chui cioegrave a Marte egrave dedichato el detto digrave Hor ecchoraghunati tutti e chavalieri si facieva al tenpio solenne sacrificiopoi si levava el somo pontefice in cierto luogho alto et chontava atutto el popolo per nome e morti nelle battaglie apresso chontavaper nome choloro che serano me portati a loro chomendazioneet perograve che Cessare fu armigero et bellichoso fu posto el chorposuo nel detto luogho e fu chiamata quella alta pietra lungha perlo maestro che fu hoperatore di tale ufizio lo quale fu grecho etebbe nome Lugolo ma poi che vi si pose la polvere di Cessareper chagione dellaquila sua arme la quale vera di sopra fuchiamata laquila di Cessare Gli Toschani dicono aguglia et indiegrave discieso gullia556 honde si dice la gullia di santo Pietro

Contrariamente a quanto si narra nel Libro Imperiale eattingendo a non so quali fonti Jacopo della Lana dice nel suoCommento557 laquoMorto Cesare secretamente la notte loseppellinno e costituinno Ottaviano Imperadoreraquo558554 Il cod al555 Il cod strenuo556 Il cod giulia557 Parad c VI558 Fra i codici Canoniciani della Bodlejana ad Oxford uno ve nha (n 136) chemi duole di non aver potuto piugrave attentamente esaminare durante un troppobreve soggiorno in quella cittagrave In esso si contiene una storia di Giulio Cesarein dialetto veneto compilata principalmente sopra Lucano e divisa in capitolicon le loro rubriche Il codice fu finito di scrivere Ano dni 1454 die primosetenbris La narrazione comincia da Romolo e Remo e giunge come nelLibro Imperiale sino ad Enrico VII di Lussemburgo ma dalla narrazione delLibro Imperiale egrave totalmente diversa Il titolo suona cosigrave Qui comenza lezesarie batalie Romane e come per suo prodeza se feze primo imperatoreComincia laquoLo nostro signor dio feze li zielli e poi le acque e tuto luniversomondo lo qualle mondo tuto sotomise ad Adamo nostro primo padre Adamoebe tutto el mondo prima a suo governo e poi la sua desendenzia tuti desiderogravela signoria de le cosse terene Non guardando reverenzia luno a laltro perchegrave

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Nei Mirabilia si descrive il sepolcro di Cesare accosto alVaticano laquoiuxta quod est memoria Caesaris id est agulia ubisplendide cinis eius in suo sarcophago requiescit ut sicut viventetotus mundus ei subiectus fuit ita eo mortuo usque in finemsaeculi subiciatur Cuius memoria inferius ornata fuit tabulisaereis et deauratis litteris latinis decenter depicta Superius veroad malum ubi requiescit auro et pretiosis lapidibus decoratur ubiscriptum est

Caesar tantus eras quantus et orbisSed nunc in modico clauderis antro

Et haec memoria sacrata fuit suo honore sicut adhuc apparet etlegiturraquo559 Questa descrizione si trova ripetuta infinite volte inlibri dogni maniera Nella Kaiserchronik si dice che le ossa diCesare furono poste in cima a un irmensucircl

sicircn gebeine ucircf ein irmensucircl sie begruoben560

LHolkoth si scosta dalla comune tradizione dicendo561 laquoLegiturin Chronicis quod anno ab urbe Roma condita XXIII (sic)populus Romanus columnam in foro Romano statuit et ibistatuam quoque Julii Caesaris statuerunt et super caput statuae

fusero de mazor etateraquo Non so in che relazione questo racconto possa stare coiracconti francesi ricordati di sopra A proposito della morte di Giulio Cesare alf 70 v si legge laquoLi Romani pilloro quello corpo e misselo ne la piaza Loremor fo grande per la tera A larme corse zitadi[ni] terreri populari eforestieri La parte che ozise Zesaro aveano de molti soi amizi armati i quallivenero a la piaza per suo difesa Ma li amizi de Zasero soperchiero per formache li zitadini che lolzise se convine fugir da la piaza se no seriano stati mortie insino fuora de la zitade sino a che lo remor arquanto se aquietograveraquo559 Lo stesso nella Graphia GIOVANNI CAVALLINO Polistoria l VII c I laquoiuxtaquod est agulia Cesaris primi monarche Romanorum in cuius pinaculo corpuseius interemptum urna sferica speculatur sepultumraquo560 V 624561 Liber moralizationum historiarum Moralitas III

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Nei Mirabilia si descrive il sepolcro di Cesare accosto alVaticano laquoiuxta quod est memoria Caesaris id est agulia ubisplendide cinis eius in suo sarcophago requiescit ut sicut viventetotus mundus ei subiectus fuit ita eo mortuo usque in finemsaeculi subiciatur Cuius memoria inferius ornata fuit tabulisaereis et deauratis litteris latinis decenter depicta Superius veroad malum ubi requiescit auro et pretiosis lapidibus decoratur ubiscriptum est

Caesar tantus eras quantus et orbisSed nunc in modico clauderis antro

Et haec memoria sacrata fuit suo honore sicut adhuc apparet etlegiturraquo559 Questa descrizione si trova ripetuta infinite volte inlibri dogni maniera Nella Kaiserchronik si dice che le ossa diCesare furono poste in cima a un irmensucircl

sicircn gebeine ucircf ein irmensucircl sie begruoben560

LHolkoth si scosta dalla comune tradizione dicendo561 laquoLegiturin Chronicis quod anno ab urbe Roma condita XXIII (sic)populus Romanus columnam in foro Romano statuit et ibistatuam quoque Julii Caesaris statuerunt et super caput statuae

fusero de mazor etateraquo Non so in che relazione questo racconto possa stare coiracconti francesi ricordati di sopra A proposito della morte di Giulio Cesare alf 70 v si legge laquoLi Romani pilloro quello corpo e misselo ne la piaza Loremor fo grande per la tera A larme corse zitadi[ni] terreri populari eforestieri La parte che ozise Zesaro aveano de molti soi amizi armati i quallivenero a la piaza per suo difesa Ma li amizi de Zasero soperchiero per formache li zitadini che lolzise se convine fugir da la piaza se no seriano stati mortie insino fuora de la zitade sino a che lo remor arquanto se aquietograveraquo559 Lo stesso nella Graphia GIOVANNI CAVALLINO Polistoria l VII c I laquoiuxtaquod est agulia Cesaris primi monarche Romanorum in cuius pinaculo corpuseius interemptum urna sferica speculatur sepultumraquo560 V 624561 Liber moralizationum historiarum Moralitas III

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nomen IULII scripserunt et sub ipsa statua eum sepeliveruntraquoGiovanni Beleth chiama lagulia piramide nel Liber deecclesiasticis officiis562 laquoPyramis dicitur a Pyr quod est ignisSicut ignis a lato incipit et tendit in altum sic et pyramis et estaltissimum genus sepulture Talis est Rome in qua fuerunt positicineres Julii Cesaris et vocatur acus sancti Petriraquo In una brevestoria francese degli imperatori che si conserva manoscritta nellaNazionale di Torino563 il nome dellagulia diventa il nome di unapiazza le ceneri di Giulio Cesare riposano laquoen une pommedereen doree sor une haulte colombe de marbre ou marchietquon dist Julie a Rommeraquo Enenkel sembra confondere laguliacon la colonna Antonina o Trajana564

Che la tradizione riportata nei Mirabilia si leghi per qualcheparte a quanto della colonna di Cesare narra Svetonio mi sembrainnegabile Dice Svetonio565 che il popolo eresse in onore diCesare morto una colonna alta venti piedi laquoSolidam columnamprope XX pedum lapidis numidici in Foro statuit scripsitqueParenti Patriae apud eandem longo tempore sacrificare votasuscipere controversias quasdam interposito per Caesaremjurejurando distrahere perseveravitraquo Sebbene Svetonio non fossenel medio evo tra gli scrittori piugrave conosciuti non era perograve traglignorati e questo passo deve avere contribuito a far nascere laleggenda dei Mirabilia LAnonimo Magliabecchiano ritorna inparte alla tradizione classica Egli sa che la guglia in Vaticano nonegrave il sepolcro di Cesare ma asserisce invece che vi erano stateposte le ceneri di Ottaviano e di Tiberio Nel capitolo delle agulieegli dice laquoAlia vero minoris longitudinis posita fuit in Vaticano

562 C 159 Traggo questo passo da un codice nella stampa veneziana del 1577esso occorre alquanto diverso Inoltre lautore soggiunge laquoSimilempyramidem (extruxit Cesar Turonis iuxta ripam Liguris et in ea inclusitcuiusdam sui amici cineres qui fuit interfectusraquo563 Cod L II 10 f 106 v564 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 537565 Caes 85

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nomen IULII scripserunt et sub ipsa statua eum sepeliveruntraquoGiovanni Beleth chiama lagulia piramide nel Liber deecclesiasticis officiis562 laquoPyramis dicitur a Pyr quod est ignisSicut ignis a lato incipit et tendit in altum sic et pyramis et estaltissimum genus sepulture Talis est Rome in qua fuerunt positicineres Julii Cesaris et vocatur acus sancti Petriraquo In una brevestoria francese degli imperatori che si conserva manoscritta nellaNazionale di Torino563 il nome dellagulia diventa il nome di unapiazza le ceneri di Giulio Cesare riposano laquoen une pommedereen doree sor une haulte colombe de marbre ou marchietquon dist Julie a Rommeraquo Enenkel sembra confondere laguliacon la colonna Antonina o Trajana564

Che la tradizione riportata nei Mirabilia si leghi per qualcheparte a quanto della colonna di Cesare narra Svetonio mi sembrainnegabile Dice Svetonio565 che il popolo eresse in onore diCesare morto una colonna alta venti piedi laquoSolidam columnamprope XX pedum lapidis numidici in Foro statuit scripsitqueParenti Patriae apud eandem longo tempore sacrificare votasuscipere controversias quasdam interposito per Caesaremjurejurando distrahere perseveravitraquo Sebbene Svetonio non fossenel medio evo tra gli scrittori piugrave conosciuti non era perograve traglignorati e questo passo deve avere contribuito a far nascere laleggenda dei Mirabilia LAnonimo Magliabecchiano ritorna inparte alla tradizione classica Egli sa che la guglia in Vaticano nonegrave il sepolcro di Cesare ma asserisce invece che vi erano stateposte le ceneri di Ottaviano e di Tiberio Nel capitolo delle agulieegli dice laquoAlia vero minoris longitudinis posita fuit in Vaticano

562 C 159 Traggo questo passo da un codice nella stampa veneziana del 1577esso occorre alquanto diverso Inoltre lautore soggiunge laquoSimilempyramidem (extruxit Cesar Turonis iuxta ripam Liguris et in ea inclusitcuiusdam sui amici cineres qui fuit interfectusraquo563 Cod L II 10 f 106 v564 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 537565 Caes 85

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cum cineribus duorum imperatorum scilicet Octaviani etTiberii566 Poi soggiunge laquoAlia vero fuit posita in Foro maiorisub Capitolio a latere sancti Adriani unde per Viam Sacramintrabatur per eam et ibi cum cinere et ossibus Iulii Caesarisposita fuit et fuit quadraginta pedum cum stella in verticepropter quod in illis diebus mortis Caesaris apparuit stella comataque visa fuit ab omnibus ut Suetonius ait animam Caesaris essein coelum ascensamraquo E piugrave oltre dice ancora laquo cadaver IuliiCaesaris fuit combustum iuxta tumulum Iuliae praedictae etpostea positum in agulia in Foro publico ut vult Suetoniusparticulariter narrando de vita morte virtutibus et viciisipsiusraquo567 Ma la storia francese anonima di Giulio Cesare siraccosta ancor piugrave a Svetonio quando dice568 laquoPuis fist fere lipueples a Cesar une piramide numidienne quarree sor IIIcolombes de cuivre haute et masseice en son fu mise la poudredou cors Cesar en un pomel de cuivre dore Li cors de la colombedisoit Ci gist li peres dou pais Lonc tens fist hom illec sacreficeset veuz et iuroient illec de leurs quereles par Cesar ainsi et ainsiraquo

Ma non piccola parte nella formazione della leggendamedievale ebbe probabilmente il nome stesso di agulia IlMassmann pone innanzi ma senza risolverlo il dubbio se maiagulia non derivi da Julia e ricorda come in Roma ci fosse labasilica Julia la curia Julia la porticus Julia ecc569 Ma non vi

566 Ciograve egrave poi dallAnonimo ripetuto anche altrove A questo suo errore diedecertamente origine liscrizione seguente che si legge sullobelisco vaticanoDIVO CAESARI DIVI IVLII F AVGVSTO TI CAESARI DIVIAVGVSTI F AVGVSTO SACRVM LAnonimo dice sepolti sotto a guglieanche Trajano ed Antonino Pio567 Degli avanzi di questa guglia dice inoltre laquoAlia quae nunc fracta in sanctoMauro puto postquam secundum apparentiam alicuius tituli ibi stat quod fuitilla in Foro ubi cinis et ossa Caesaris steterunt quia longitudo quasi apparetcum illis aliis tribus petiis circa ipsam existentibus et de loco ubi ipsa nuncstat nullum aliud dicitur nisi quod vulgariter dicitur schola Brutiraquo568 Cod Vatic 4792 f 212 v col 1a e 2a Cf il passo corrispondente dellaversione italiana c 67569 Kaiserch v III p 538

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cum cineribus duorum imperatorum scilicet Octaviani etTiberii566 Poi soggiunge laquoAlia vero fuit posita in Foro maiorisub Capitolio a latere sancti Adriani unde per Viam Sacramintrabatur per eam et ibi cum cinere et ossibus Iulii Caesarisposita fuit et fuit quadraginta pedum cum stella in verticepropter quod in illis diebus mortis Caesaris apparuit stella comataque visa fuit ab omnibus ut Suetonius ait animam Caesaris essein coelum ascensamraquo E piugrave oltre dice ancora laquo cadaver IuliiCaesaris fuit combustum iuxta tumulum Iuliae praedictae etpostea positum in agulia in Foro publico ut vult Suetoniusparticulariter narrando de vita morte virtutibus et viciisipsiusraquo567 Ma la storia francese anonima di Giulio Cesare siraccosta ancor piugrave a Svetonio quando dice568 laquoPuis fist fere lipueples a Cesar une piramide numidienne quarree sor IIIcolombes de cuivre haute et masseice en son fu mise la poudredou cors Cesar en un pomel de cuivre dore Li cors de la colombedisoit Ci gist li peres dou pais Lonc tens fist hom illec sacreficeset veuz et iuroient illec de leurs quereles par Cesar ainsi et ainsiraquo

Ma non piccola parte nella formazione della leggendamedievale ebbe probabilmente il nome stesso di agulia IlMassmann pone innanzi ma senza risolverlo il dubbio se maiagulia non derivi da Julia e ricorda come in Roma ci fosse labasilica Julia la curia Julia la porticus Julia ecc569 Ma non vi

566 Ciograve egrave poi dallAnonimo ripetuto anche altrove A questo suo errore diedecertamente origine liscrizione seguente che si legge sullobelisco vaticanoDIVO CAESARI DIVI IVLII F AVGVSTO TI CAESARI DIVIAVGVSTI F AVGVSTO SACRVM LAnonimo dice sepolti sotto a guglieanche Trajano ed Antonino Pio567 Degli avanzi di questa guglia dice inoltre laquoAlia quae nunc fracta in sanctoMauro puto postquam secundum apparentiam alicuius tituli ibi stat quod fuitilla in Foro ubi cinis et ossa Caesaris steterunt quia longitudo quasi apparetcum illis aliis tribus petiis circa ipsam existentibus et de loco ubi ipsa nuncstat nullum aliud dicitur nisi quod vulgariter dicitur schola Brutiraquo568 Cod Vatic 4792 f 212 v col 1a e 2a Cf il passo corrispondente dellaversione italiana c 67569 Kaiserch v III p 538

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puograve essere luogo a cosigrave fatto dubbio quando letimologia diaguglia (agulia egrave forma latinizzata) egrave conosciuta e manifestaacus acucula agucchia-aguglia come speculum specchio-speglio Nel medio evo si credette che guglia altro non fosse cheuna corruzione di giulia e su questo epiteto (Colonna giulia o adirittura la Giulia) si fabbricograve secondo il vezzo dei tempi laleggenda570 Molti scrittori affermano che in origine la guglia sichiamograve Julia e Gervasio di Tilbury la chiama Julia Petra571 Atale proposito si hanno nel Pantheon572 di Gotofredo da Viterboquesti versi

Mira sepultura stat Caesaris alta columnaDicta fuit Julia sed populus dicit Agullam

Aurea concha patet qua cinis ipse jacet573

Nelle giagrave citate croniche latine da Noegrave sino allanno 625dellera volgare si dice574 laquoEius vero Iulii cadaver fuitincineratum et positum in cacumen cuius-[dam] columnemirabilis altitudinis que longo tempore dicta fuit Iulia modovulgari sermone dicitur Agugiaraquo575 E in certe cronachefrancesi576 laquoEt fut intimules a Romme ou marchie en lacolumpne laquelle est nommee Iuleraquo Piugrave esplicitamente ancora570 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 557571 Otia imperialia decis II 9572 Parte XVa573 Ma nello Speculum Regum (ap PERTZ Script t XXII v 837-9)

Mira sepultura stat Caesaris alta columpnaRegia tructura que rite vocatur Agula

574 Cod della Nazion di Torino H V 37 f 45 v a 46 r575 In certe altre cronache manoscritte conservate ancor esse nella Nazion diTorino (cod E V 8 f 2 r col 1a) egrave detto laquoIn concha aurea super columpnamque olim Iulia nunc acus sancti Petri dicitur sepeliturraquo Nella cronaca diGiordano (cod Vatic 1960 f 80 v col 1a) laquoIn Foro quoque columna lapideaprope XX pedum erecta est super quam tumulatus est aiulia dicta est nuncacus vocaturraquo576 Cod della Nazion di Torino L IV 27 f 117 v

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puograve essere luogo a cosigrave fatto dubbio quando letimologia diaguglia (agulia egrave forma latinizzata) egrave conosciuta e manifestaacus acucula agucchia-aguglia come speculum specchio-speglio Nel medio evo si credette che guglia altro non fosse cheuna corruzione di giulia e su questo epiteto (Colonna giulia o adirittura la Giulia) si fabbricograve secondo il vezzo dei tempi laleggenda570 Molti scrittori affermano che in origine la guglia sichiamograve Julia e Gervasio di Tilbury la chiama Julia Petra571 Atale proposito si hanno nel Pantheon572 di Gotofredo da Viterboquesti versi

Mira sepultura stat Caesaris alta columnaDicta fuit Julia sed populus dicit Agullam

Aurea concha patet qua cinis ipse jacet573

Nelle giagrave citate croniche latine da Noegrave sino allanno 625dellera volgare si dice574 laquoEius vero Iulii cadaver fuitincineratum et positum in cacumen cuius-[dam] columnemirabilis altitudinis que longo tempore dicta fuit Iulia modovulgari sermone dicitur Agugiaraquo575 E in certe cronachefrancesi576 laquoEt fut intimules a Romme ou marchie en lacolumpne laquelle est nommee Iuleraquo Piugrave esplicitamente ancora570 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 557571 Otia imperialia decis II 9572 Parte XVa573 Ma nello Speculum Regum (ap PERTZ Script t XXII v 837-9)

Mira sepultura stat Caesaris alta columpnaRegia tructura que rite vocatur Agula

574 Cod della Nazion di Torino H V 37 f 45 v a 46 r575 In certe altre cronache manoscritte conservate ancor esse nella Nazion diTorino (cod E V 8 f 2 r col 1a) egrave detto laquoIn concha aurea super columpnamque olim Iulia nunc acus sancti Petri dicitur sepeliturraquo Nella cronaca diGiordano (cod Vatic 1960 f 80 v col 1a) laquoIn Foro quoque columna lapideaprope XX pedum erecta est super quam tumulatus est aiulia dicta est nuncacus vocaturraquo576 Cod della Nazion di Torino L IV 27 f 117 v

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Honoreacute Bonnor577 laquoMais apres sa mort les rommains le firentmettre en ung moult riche tombel sur une columpne de marbre enla plus belle place du marchie de Romme Et fut appellee lacolonne iulienne et est encoresraquo Nella Cronaca di Alfonso ilSavio si legge578 laquo egrave metieron los polvos del en una manccedilanade oro y fizieron un pilar mucho alto agrave maravilla egrave muy fermosode muy fuerte piedra egrave pusieron aquella manccedilana eu somo egravepusieron nombre aquel Pila Iulla por honra de Iullo Cesar egraveagora es llamada el Aguja de Romaraquo E Francesco da Buti579 laquoil corpo suo fu incenerato e messo in uno vasello di metallo in suuna pietra altissima che oggi egrave chiamata la Giulia e checomunemente si dice la Gugliaraquo Persino il Boccaccio parlandodi Cesare nel De casibus illustrium virorum dice che il veronome di quella che il volgo chiama Agulia egrave Giulia

A far sigrave che la leggenda si legasse piuttosto allobeliscovaticano che non ad altro puograve avere anche contribuito liscrizioneriportata di sopra e le parole dei Mirabilia lo farebbero credere

Circa laltezza della guglia discordano molto le indicazioni Iventi piedi assegnati da Svetonio alla colonna eretta in onor diCesare ricompariscono qua e lagrave ma sono piugrave spesso oltrepassatidi molto Enenkel parla di 6 klafter ossia 36 piedi una versionetedesca di Martino Polono citata dal Massmann580 di 120 piedi ecosigrave ancora Honoregrave Bonnor Ranulfo Higden di 250 Lameraviglia che un monumento sigrave fatto inspira nel medio evo sipalesa in due versi che compajono in alcune recensioni deiMirabilia e in molte altre scritture

Si lapis est unus dic qua fuit arte levatusSi lapides multi dic ubi contigui581

577 Larbre des batailles parte II c 13578 Parte 1a c CVI579 Commento alla Divina Commedia c IV v 121-9580 Kaiserch v III p 538581 Oppure

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Honoreacute Bonnor577 laquoMais apres sa mort les rommains le firentmettre en ung moult riche tombel sur une columpne de marbre enla plus belle place du marchie de Romme Et fut appellee lacolonne iulienne et est encoresraquo Nella Cronaca di Alfonso ilSavio si legge578 laquo egrave metieron los polvos del en una manccedilanade oro y fizieron un pilar mucho alto agrave maravilla egrave muy fermosode muy fuerte piedra egrave pusieron aquella manccedilana eu somo egravepusieron nombre aquel Pila Iulla por honra de Iullo Cesar egraveagora es llamada el Aguja de Romaraquo E Francesco da Buti579 laquoil corpo suo fu incenerato e messo in uno vasello di metallo in suuna pietra altissima che oggi egrave chiamata la Giulia e checomunemente si dice la Gugliaraquo Persino il Boccaccio parlandodi Cesare nel De casibus illustrium virorum dice che il veronome di quella che il volgo chiama Agulia egrave Giulia

A far sigrave che la leggenda si legasse piuttosto allobeliscovaticano che non ad altro puograve avere anche contribuito liscrizioneriportata di sopra e le parole dei Mirabilia lo farebbero credere

Circa laltezza della guglia discordano molto le indicazioni Iventi piedi assegnati da Svetonio alla colonna eretta in onor diCesare ricompariscono qua e lagrave ma sono piugrave spesso oltrepassatidi molto Enenkel parla di 6 klafter ossia 36 piedi una versionetedesca di Martino Polono citata dal Massmann580 di 120 piedi ecosigrave ancora Honoregrave Bonnor Ranulfo Higden di 250 Lameraviglia che un monumento sigrave fatto inspira nel medio evo sipalesa in due versi che compajono in alcune recensioni deiMirabilia e in molte altre scritture

Si lapis est unus dic qua fuit arte levatusSi lapides multi dic ubi contigui581

577 Larbre des batailles parte II c 13578 Parte 1a c CVI579 Commento alla Divina Commedia c IV v 121-9580 Kaiserch v III p 538581 Oppure

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Ma Alessandro Neckam egrave il solo che spieghi il miracolo582

Julia stat cinerum servatrix fida tuorumJuli materiam consulis error adest

Marmoreus pulvis contritus aquae sociatusTrullam commendat artificisque manum

Sic surrexit opus sic est erecta columnaBasi bis bino fulta leone sedet

I due versi che nel passo dei Mirabilia riportato piugrave sopraformano lepitafio di Giulio Cesare si ritrovano anchessi in moltiluoghi o semplicemente ripetuti oppure variati parafrasati

Sed si sint plures dic ubi congeries

o anche semplicemente

Si plures dic ubi contigui

Qualche volta i versi sono tre come nei Mirabilia di un Codice Harlejano (n562 f 5 r)

Si lapis sit unus dic qua sit arte levatusSi lapides bini dic ubi contiguiSi lapides plures dic ubi congeries

Qualche altra volta giungono a quattro come nei Mirabilia di un codiceCasanatense segnato D V 13 f 148 v

Mira sepultura stat Cesaris alta columpnaRegia structura quanta non extat in aulaSi lapis est unus dic qua fuit arte levatusEt si sunt plures dic ubi congeries

Cosigrave si ha presso a poco anche nei Mirabilia Rome urbis piugrave volte stampati daStefano Planck Spesso questi versi vanno a legarsi coi due giagrave riportati disopra i quali formano propriamente lepitafio di Giulio Cesare582 De laudibus divinae sapientiae dist Va v 316-20

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Ma Alessandro Neckam egrave il solo che spieghi il miracolo582

Julia stat cinerum servatrix fida tuorumJuli materiam consulis error adest

Marmoreus pulvis contritus aquae sociatusTrullam commendat artificisque manum

Sic surrexit opus sic est erecta columnaBasi bis bino fulta leone sedet

I due versi che nel passo dei Mirabilia riportato piugrave sopraformano lepitafio di Giulio Cesare si ritrovano anchessi in moltiluoghi o semplicemente ripetuti oppure variati parafrasati

Sed si sint plures dic ubi congeries

o anche semplicemente

Si plures dic ubi contigui

Qualche volta i versi sono tre come nei Mirabilia di un Codice Harlejano (n562 f 5 r)

Si lapis sit unus dic qua sit arte levatusSi lapides bini dic ubi contiguiSi lapides plures dic ubi congeries

Qualche altra volta giungono a quattro come nei Mirabilia di un codiceCasanatense segnato D V 13 f 148 v

Mira sepultura stat Cesaris alta columpnaRegia structura quanta non extat in aulaSi lapis est unus dic qua fuit arte levatusEt si sunt plures dic ubi congeries

Cosigrave si ha presso a poco anche nei Mirabilia Rome urbis piugrave volte stampati daStefano Planck Spesso questi versi vanno a legarsi coi due giagrave riportati disopra i quali formano propriamente lepitafio di Giulio Cesare582 De laudibus divinae sapientiae dist Va v 316-20

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tradotti In una cronaca francese manoscritta si leggono iseguenti583

Cesar tu voulsis tout le mondeEt tu es en boullecte rondeSaiche chascun quil morraIa la mort gloire ne tendra

Talvolta la iscrizione si riduce di un verso solo come

Vase sub hoc modico clauditur orbis heros584

Secondo la giagrave citata versione tedesca dei Mirabilia sulla gugliaera scritto

Roma caput mundi tenet orbis frena rotundiRoma caput mundi super omnes esse novisti

I versi Caesar tantus eras ecc fanno parte di un lungoepitafio che appartenne o ad Enrico III (m 1056) o a Lotario II(m 1137)585 Una poesia di Benzone nel VI libro del suo scrittoAd Heinricum IV imperatorem586 comincia col verso

Tantus es o caesar quantus et orbis

Allepitafio di Giulio Cesare possono fare riscontro questi dueversi di un epitafio di Alessandro Magno riportato nel Libro delos Enxemplos587

583 Cod L IV 18 della Nazion di Torino f 40 v584 Cod E V 8 della Nazion di Torino f 2 r col Ia585 Come di Enrico III lo riferisce GUGLIELMO DI MALMESBURY De Gestis RegumAnglorum l II (ap PERTZ Script t X p 468-9) Cf lAnthologia delBURMANN v II p 153586 Ap PERTZ Script t XI p 668587 CCXXV

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tradotti In una cronaca francese manoscritta si leggono iseguenti583

Cesar tu voulsis tout le mondeEt tu es en boullecte rondeSaiche chascun quil morraIa la mort gloire ne tendra

Talvolta la iscrizione si riduce di un verso solo come

Vase sub hoc modico clauditur orbis heros584

Secondo la giagrave citata versione tedesca dei Mirabilia sulla gugliaera scritto

Roma caput mundi tenet orbis frena rotundiRoma caput mundi super omnes esse novisti

I versi Caesar tantus eras ecc fanno parte di un lungoepitafio che appartenne o ad Enrico III (m 1056) o a Lotario II(m 1137)585 Una poesia di Benzone nel VI libro del suo scrittoAd Heinricum IV imperatorem586 comincia col verso

Tantus es o caesar quantus et orbis

Allepitafio di Giulio Cesare possono fare riscontro questi dueversi di un epitafio di Alessandro Magno riportato nel Libro delos Enxemplos587

583 Cod L IV 18 della Nazion di Torino f 40 v584 Cod E V 8 della Nazion di Torino f 2 r col Ia585 Come di Enrico III lo riferisce GUGLIELMO DI MALMESBURY De Gestis RegumAnglorum l II (ap PERTZ Script t X p 468-9) Cf lAnthologia delBURMANN v II p 153586 Ap PERTZ Script t XI p 668587 CCXXV

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El mundo non me bastava a mi todo sometidoTieacuteneme logar breve que en el mundo non era cabido 588

Il sepolcro di Giulio Cesare creduto anche da taluno opera diVirgilio589 ebbe diffusa e durevole celebritagrave Nel DittamondoRoma lo fa vedere tra laltre meraviglie al poeta

Vedi lagrave il pome ove il cener fu miso590

588 Veggansi a tale proposito le considerazioni che tre o piugrave filosofi fannosopra la tomba di Alessandro Magno in parecchie storie delleroe nei GestaRomanorum (n 31 p 329 ed Oesterley) nella Summa praedicantium diGIOVANNI BROMYARD (Lett M cap XI 140) nel Libro de los buenos proverbiosque dieron los philosophos (KNUST Mittheilungen aus dem Eskurial Bibliothd Litter Ver CXLI 1879) ecc Cf LIEBRECHT Des Gervasius von Tilbury Otiaimperialia n 20 p 87-8 Il codice Mediceo Palatino della Laurenzianacontrassegnato col n 119 contiene dal f 140 r al 141 r nove sonetti che sipongono in bocca di Salomone Ettore Achille Enea Sansone Paride ErcoleCesare Questultimo dice

Io fui lardito Ciesere inperiereDogni paese volli esser signoreLanimo mio fu di tanto valoreCha ogni afanno volli essere primiere

Reggi singnori e tutte lor bandierePer mio chomando sivan dentro e foreEd ebbi in me tanto valente choreChio non temetti di niun suo podere

Non ebbi mai paura di morireNegrave giagrave temetti un grande stormo (sic)Anzi mi confortava e ringioire

Il cor me ne sentia abiendo attornoI franchi chavalier pien dongni ardireNelle battaglie sanza far soggiorno

E tutto mio poter moriacute in un giorno589 Giovanni dOutremeuse dice (op cit v I p 243) che esso fu fatto a quelmodo per consiglio di Virgilio Secondo una leggenda riferita da Gutierre Diazde Games e dallo stesso Giovanni dOutremeuse la guglia in cima alla qualefurono poste le ceneri di Giulio Cesare doveva servire a Salomone VCOMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 102590 Cosigrave e non

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El mundo non me bastava a mi todo sometidoTieacuteneme logar breve que en el mundo non era cabido 588

Il sepolcro di Giulio Cesare creduto anche da taluno opera diVirgilio589 ebbe diffusa e durevole celebritagrave Nel DittamondoRoma lo fa vedere tra laltre meraviglie al poeta

Vedi lagrave il pome ove il cener fu miso590

588 Veggansi a tale proposito le considerazioni che tre o piugrave filosofi fannosopra la tomba di Alessandro Magno in parecchie storie delleroe nei GestaRomanorum (n 31 p 329 ed Oesterley) nella Summa praedicantium diGIOVANNI BROMYARD (Lett M cap XI 140) nel Libro de los buenos proverbiosque dieron los philosophos (KNUST Mittheilungen aus dem Eskurial Bibliothd Litter Ver CXLI 1879) ecc Cf LIEBRECHT Des Gervasius von Tilbury Otiaimperialia n 20 p 87-8 Il codice Mediceo Palatino della Laurenzianacontrassegnato col n 119 contiene dal f 140 r al 141 r nove sonetti che sipongono in bocca di Salomone Ettore Achille Enea Sansone Paride ErcoleCesare Questultimo dice

Io fui lardito Ciesere inperiereDogni paese volli esser signoreLanimo mio fu di tanto valoreCha ogni afanno volli essere primiere

Reggi singnori e tutte lor bandierePer mio chomando sivan dentro e foreEd ebbi in me tanto valente choreChio non temetti di niun suo podere

Non ebbi mai paura di morireNegrave giagrave temetti un grande stormo (sic)Anzi mi confortava e ringioire

Il cor me ne sentia abiendo attornoI franchi chavalier pien dongni ardireNelle battaglie sanza far soggiorno

E tutto mio poter moriacute in un giorno589 Giovanni dOutremeuse dice (op cit v I p 243) che esso fu fatto a quelmodo per consiglio di Virgilio Secondo una leggenda riferita da Gutierre Diazde Games e dallo stesso Giovanni dOutremeuse la guglia in cima alla qualefurono poste le ceneri di Giulio Cesare doveva servire a Salomone VCOMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 102590 Cosigrave e non

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Di colui che giagrave fe tremar il mondoPiugrave chaltro mai secondo il mio avviso

Nel orda

la Guglia ovegrave il pomo chaccoglieoIl cener di chi senza DurlindanaOrbem terrarum si sottometteo

Il valore e la sicuranza di Cesare sono dagli scrittori del medioevo ricordati e celebrati assai spesso Ma Giovanni Fordunnarra591 citando un Riccardo (Cluniacense)592 cosa che nonparrebbe troppo onorifica alleroe negrave consona col disprezzochegli soleva mostrare dei pericoli Dice questo cronista cheCesare si portava dietro nelle sue spedizioni una piccola casafatta di grandi pietre lisce le quali facilmente si potevanoscommettere e ricommettere In essa usava Cesare di ripararsiper istarvi piugrave sicuro che non sotto la tenda laquout in ea singulisdiebus qualibet statione reedificata securius quiesceret quamtentorioraquo

Bruto e Cassio uccisori come si diceva per invidia ne vannodurante tutto il medio evo coperti dinfamia Guiraut de Calansonli considera come traditori del loro signore nel Fioretto di

Vedi lagrave il ponte ove il cimier fu miso

come spropositatamente reca ledizione milanese del 1826 Il Jordan nonconoscendone altra confessograve (op cit v II p 391) di non intendere a che cosaFazio degli Uberti avesse voluto alludere Ledizione veneziana del 1501leggeva ancora

Vidi la el pome ove l cenner fu miso591 Ap GALE Historiae britannicae el anglicanae Scriptores t XX v I p596592 La cronaca di Riccardo di Cluny fu pubblicata solamente in parte Nelmanoscritto della Bibl Nation di Parigi segnato 5014 nulla trovai chegiustificasse la citazione di Giovanni Fordun

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Di colui che giagrave fe tremar il mondoPiugrave chaltro mai secondo il mio avviso

Nel orda

la Guglia ovegrave il pomo chaccoglieoIl cener di chi senza DurlindanaOrbem terrarum si sottometteo

Il valore e la sicuranza di Cesare sono dagli scrittori del medioevo ricordati e celebrati assai spesso Ma Giovanni Fordunnarra591 citando un Riccardo (Cluniacense)592 cosa che nonparrebbe troppo onorifica alleroe negrave consona col disprezzochegli soleva mostrare dei pericoli Dice questo cronista cheCesare si portava dietro nelle sue spedizioni una piccola casafatta di grandi pietre lisce le quali facilmente si potevanoscommettere e ricommettere In essa usava Cesare di ripararsiper istarvi piugrave sicuro che non sotto la tenda laquout in ea singulisdiebus qualibet statione reedificata securius quiesceret quamtentorioraquo

Bruto e Cassio uccisori come si diceva per invidia ne vannodurante tutto il medio evo coperti dinfamia Guiraut de Calansonli considera come traditori del loro signore nel Fioretto di

Vedi lagrave il ponte ove il cimier fu miso

come spropositatamente reca ledizione milanese del 1826 Il Jordan nonconoscendone altra confessograve (op cit v II p 391) di non intendere a che cosaFazio degli Uberti avesse voluto alludere Ledizione veneziana del 1501leggeva ancora

Vidi la el pome ove l cenner fu miso591 Ap GALE Historiae britannicae el anglicanae Scriptores t XX v I p596592 La cronaca di Riccardo di Cluny fu pubblicata solamente in parte Nelmanoscritto della Bibl Nation di Parigi segnato 5014 nulla trovai chegiustificasse la citazione di Giovanni Fordun

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Croniche degli imperadori si dice che essi per astio e per invidiauccisero Cesare a grande tradizione in sul palazzo delCampidoglio dove si teneva la ragione Dante li condanna allapena piugrave fiera insieme con Giuda Iscariotto nellultimo fondodellinferno593 In un poemetto in terza rima di Manetto Ciaccherisu tutti i traditori del mondo egrave la seguente terzina594

Conobbi cierto che questo era BrutoChe vedova fe Roma del suo figlioIniquo traditore e disoluto

Perchegrave la riputazione di Bruto e di Cassio si risollevi alquantobisogna aspettare il Rinascimento nel Trionfo della Fama595 ilPetrarca trova luogo ai due Bruti

Della famiglia di Giulio Cesare poco si parla Il LibroImperiale ricorda chegli amograve Cleopatra ed ebbe un figliuolo dalei laquoMa Chreopatra amograve egli sopra tutte laltre la quale egli fecevenire a Roma e tennela gran tempo et di lei ebbe un figliuoloche si chiamograve Ceserano (altrove Cesario) poi la rimandograve inEgitto chon grandissimi doni Cessare fu molto lussurioso epocho innanzi che egli morisse avea fatto una legge che ongniuomo et donna fusse lecito a usare charnalitagrave per cresciere etmultiplichare il popolo et questo faceva per levare da se elbiasimo magioraquo596 Di questi amori con Cleopatra Giovanni di

593 Inf c XXXIV V 61-7 Quella compagnia e il silenzio che Dante serba sulloro delitto dicon piugrave di ogni discorso594 Cod Laurenz pl LXII 19 f 47 r col 1a595 C I596 L 1 c 23 cod Casanat p 24 col 2a Di un altro Giulio Cesareimperatore ancor esso di Roma si legge nel Roman de Merlin una storia assaistravagante Merlino lasciata la Bretagna e il re Artugrave se ne andograve a stare peralcun tempo nella foresta di Romania en la forest de Romenie Era alloraimperatore di Roma un Giulio Cesare mais ce ne fut mie ce Iulius Cesar quele chevalier Mars occist en son pavillon ou royaulme de Persie mais fut celuique messire Gauvain le nepveu au roy Artus occist en la bataille dessoubsLangres pour ce qu il avoit desfie le Roy Artus La moglie di questo Giulio

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Croniche degli imperadori si dice che essi per astio e per invidiauccisero Cesare a grande tradizione in sul palazzo delCampidoglio dove si teneva la ragione Dante li condanna allapena piugrave fiera insieme con Giuda Iscariotto nellultimo fondodellinferno593 In un poemetto in terza rima di Manetto Ciaccherisu tutti i traditori del mondo egrave la seguente terzina594

Conobbi cierto che questo era BrutoChe vedova fe Roma del suo figlioIniquo traditore e disoluto

Perchegrave la riputazione di Bruto e di Cassio si risollevi alquantobisogna aspettare il Rinascimento nel Trionfo della Fama595 ilPetrarca trova luogo ai due Bruti

Della famiglia di Giulio Cesare poco si parla Il LibroImperiale ricorda chegli amograve Cleopatra ed ebbe un figliuolo dalei laquoMa Chreopatra amograve egli sopra tutte laltre la quale egli fecevenire a Roma e tennela gran tempo et di lei ebbe un figliuoloche si chiamograve Ceserano (altrove Cesario) poi la rimandograve inEgitto chon grandissimi doni Cessare fu molto lussurioso epocho innanzi che egli morisse avea fatto una legge che ongniuomo et donna fusse lecito a usare charnalitagrave per cresciere etmultiplichare il popolo et questo faceva per levare da se elbiasimo magioraquo596 Di questi amori con Cleopatra Giovanni di

593 Inf c XXXIV V 61-7 Quella compagnia e il silenzio che Dante serba sulloro delitto dicon piugrave di ogni discorso594 Cod Laurenz pl LXII 19 f 47 r col 1a595 C I596 L 1 c 23 cod Casanat p 24 col 2a Di un altro Giulio Cesareimperatore ancor esso di Roma si legge nel Roman de Merlin una storia assaistravagante Merlino lasciata la Bretagna e il re Artugrave se ne andograve a stare peralcun tempo nella foresta di Romania en la forest de Romenie Era alloraimperatore di Roma un Giulio Cesare mais ce ne fut mie ce Iulius Cesar quele chevalier Mars occist en son pavillon ou royaulme de Persie mais fut celuique messire Gauvain le nepveu au roy Artus occist en la bataille dessoubsLangres pour ce qu il avoit desfie le Roy Artus La moglie di questo Giulio

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Tuim narra molto diffusamente ma non egrave da esso per certo cheattinge lautore del Libro Imperiale In Germania si diede aCesare una sorella per nome Germana Giovanni dOutremeusenomina Evia sua moglie e Felibia sua figliuola quella che fece laburla del canestro a Virgilio NellHuon de Bordeaux597 GiulioCesare sposa la fata Morgana sorella di Artugrave e diventa padre delnano Oberon In alcuni romanzi in prosa derivati dallHuon deBordeaux Oberon nasce dalla Signora dellIsola Nascosta cioegravedellisola di Cefalonia la quale Signora aveva ricevuto GiulioCesare e se nera innamorata Nel Prologo di quel poema GiulioCesare egrave fatto figliuolo di Cesario imperatore di Roma e diBrunehaut figliuola di Giuda Maccabeo e regina delle fate NellaSaga islandese di Helis il Cavaliere del Cigno questi egrave dettofigliuolo di Giulio Cesare e figliuolo di Giulio Cesare egrave il buoncavaliere Tronc nel romanzo dIsaie le Triste e persino SanGiorgio Abbiamo veduto i Colonnesi ed altre famiglie illustri di

Cesare la quelle estoit une des belles dames de tout le monde mais moult futchaulde et luxurieuse de son corps tiene con segrave dodici giovani scudieri inabito di donzella coi quali tutti si giace quando limperatore non egrave in cittagraveAdvenable figliuola di Mathan duca di Germania capita a Roma in abitimaschili si fa chiamare Grisendoles ed entra nelle grazie dellimperatore chela fa cavaliere e siniscalco dellimpero Una notte Giulio Cesare sogna unatroja coronata che si fa montare da dodici piccoli leoni e che egli dagrave insiemecon questi alle fiamme Turbato del sogno vuol saperne il significato Mentresiede a mensa co suoi baroni Merlino trasformato in cervo entra nella cittagravemettendola tutta a soqquadro si caccia nella sala del banchetto travolgendoogni cosa e dice a Giulio Cesare che non isperi di conoscere ciograve che desiderafinchegrave un uomo selvaggio non glielo sveli Poi se ne torna alla selva Cesarepromette la figliuola e mezzo il regno a chi sapragrave condurgli luomo selvaggio oil cervo Molti ci si provano invano Un cignale insegna a Grisendoles il mododi venire a capo della impresa a cui anchella segrave accinta Luomo selvaggiocioegrave Merlino condotto dinnanzi allimperatore scopre la colpa dellimperatricela quale egrave arsa viva insieme co suoi dodici drudi (Ed di Antonio VerartParigi 1498 v II f XXIII v a XXX v) Circa le relazioni di questa storia conracconti di Somadeva e del Ccedilukasapiati v LIEBRECHT Merlin e BENFEYNachtrag zu Merlin in Orient und Occident v 1 p 341-4 344-54597 Ed del Guessard e del Grandmaison Parigi 1860 v 3492-6

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Tuim narra molto diffusamente ma non egrave da esso per certo cheattinge lautore del Libro Imperiale In Germania si diede aCesare una sorella per nome Germana Giovanni dOutremeusenomina Evia sua moglie e Felibia sua figliuola quella che fece laburla del canestro a Virgilio NellHuon de Bordeaux597 GiulioCesare sposa la fata Morgana sorella di Artugrave e diventa padre delnano Oberon In alcuni romanzi in prosa derivati dallHuon deBordeaux Oberon nasce dalla Signora dellIsola Nascosta cioegravedellisola di Cefalonia la quale Signora aveva ricevuto GiulioCesare e se nera innamorata Nel Prologo di quel poema GiulioCesare egrave fatto figliuolo di Cesario imperatore di Roma e diBrunehaut figliuola di Giuda Maccabeo e regina delle fate NellaSaga islandese di Helis il Cavaliere del Cigno questi egrave dettofigliuolo di Giulio Cesare e figliuolo di Giulio Cesare egrave il buoncavaliere Tronc nel romanzo dIsaie le Triste e persino SanGiorgio Abbiamo veduto i Colonnesi ed altre famiglie illustri di

Cesare la quelle estoit une des belles dames de tout le monde mais moult futchaulde et luxurieuse de son corps tiene con segrave dodici giovani scudieri inabito di donzella coi quali tutti si giace quando limperatore non egrave in cittagraveAdvenable figliuola di Mathan duca di Germania capita a Roma in abitimaschili si fa chiamare Grisendoles ed entra nelle grazie dellimperatore chela fa cavaliere e siniscalco dellimpero Una notte Giulio Cesare sogna unatroja coronata che si fa montare da dodici piccoli leoni e che egli dagrave insiemecon questi alle fiamme Turbato del sogno vuol saperne il significato Mentresiede a mensa co suoi baroni Merlino trasformato in cervo entra nella cittagravemettendola tutta a soqquadro si caccia nella sala del banchetto travolgendoogni cosa e dice a Giulio Cesare che non isperi di conoscere ciograve che desiderafinchegrave un uomo selvaggio non glielo sveli Poi se ne torna alla selva Cesarepromette la figliuola e mezzo il regno a chi sapragrave condurgli luomo selvaggio oil cervo Molti ci si provano invano Un cignale insegna a Grisendoles il mododi venire a capo della impresa a cui anchella segrave accinta Luomo selvaggiocioegrave Merlino condotto dinnanzi allimperatore scopre la colpa dellimperatricela quale egrave arsa viva insieme co suoi dodici drudi (Ed di Antonio VerartParigi 1498 v II f XXIII v a XXX v) Circa le relazioni di questa storia conracconti di Somadeva e del Ccedilukasapiati v LIEBRECHT Merlin e BENFEYNachtrag zu Merlin in Orient und Occident v 1 p 341-4 344-54597 Ed del Guessard e del Grandmaison Parigi 1860 v 3492-6

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Roma gloriarsi di discendere da Giulio Cesare nella storiafrancese anonima e nella versione italiana di essa si dice che delsuo lignaggio nacquero quattordici papi diciannove imperatorimolti re quaranta senatori molti consoli Il Fioretto di cronichedeglimperadori dice ventiquattro papi

Giulio Cesare che conquistograve tutto il mondo que tot lo monconques come dice il trovatore Bertran de Paris egrave agli occhidegli uomini del medio evo la piugrave grande e nobilepersonificazione della potenza Jacot de Forest giunto in fine delsuo poema esclama

Ensi fu emperere Cesar li combatanzEt si fu dedenz Rome agrave son vouloir regnanzSi fu plus que nuls homs en ce siecle puissanzQue des trois parz du siecle qui molt est lez et granzFu en sa poesteacute la plus granz parz tenanzQue totes ot conquises li bers entreprendanzSi conquist en sa vie plus que nus hom vivanzNe rois ne empereres ne fu ainc conqueranzEt portant sen doit estre prisiez li ber vaillanzEnsi ert il tosjorz tant comme Rome ert duranz 598

La gloria di Giulio Cesare oscura quella di Alessandro MagnoMa tanto piugrave doloroso e formidabile a fronte di questa gloria si

affaccia alle menti il pensiero dellintima vanitagrave della irreparabileruina di ogni umana grandezza Nelle lodi e nelle celebrazionionde il medio evo esalta i grandi della terra si sente fremeresempre come una nota sorda il Memento homo quia pulvis esAl Trionfo della Fama dove Giulio Cesare tiene il luogo piugravedegno a fianco della dea599 segue il Trionfo del Tempo che cantaai mortali

598 Lo stesso ma un po piugrave in breve dice GIOVANNI DI TUIM Li Hystore deJulius Cesar p 245599 PETRARCA Trionfo della Fama c I

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Roma gloriarsi di discendere da Giulio Cesare nella storiafrancese anonima e nella versione italiana di essa si dice che delsuo lignaggio nacquero quattordici papi diciannove imperatorimolti re quaranta senatori molti consoli Il Fioretto di cronichedeglimperadori dice ventiquattro papi

Giulio Cesare che conquistograve tutto il mondo que tot lo monconques come dice il trovatore Bertran de Paris egrave agli occhidegli uomini del medio evo la piugrave grande e nobilepersonificazione della potenza Jacot de Forest giunto in fine delsuo poema esclama

Ensi fu emperere Cesar li combatanzEt si fu dedenz Rome agrave son vouloir regnanzSi fu plus que nuls homs en ce siecle puissanzQue des trois parz du siecle qui molt est lez et granzFu en sa poesteacute la plus granz parz tenanzQue totes ot conquises li bers entreprendanzSi conquist en sa vie plus que nus hom vivanzNe rois ne empereres ne fu ainc conqueranzEt portant sen doit estre prisiez li ber vaillanzEnsi ert il tosjorz tant comme Rome ert duranz 598

La gloria di Giulio Cesare oscura quella di Alessandro MagnoMa tanto piugrave doloroso e formidabile a fronte di questa gloria si

affaccia alle menti il pensiero dellintima vanitagrave della irreparabileruina di ogni umana grandezza Nelle lodi e nelle celebrazionionde il medio evo esalta i grandi della terra si sente fremeresempre come una nota sorda il Memento homo quia pulvis esAl Trionfo della Fama dove Giulio Cesare tiene il luogo piugravedegno a fianco della dea599 segue il Trionfo del Tempo che cantaai mortali

598 Lo stesso ma un po piugrave in breve dice GIOVANNI DI TUIM Li Hystore deJulius Cesar p 245599 PETRARCA Trionfo della Fama c I

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Passan vostri trionfi e vostre pompePassan le signorie passano i regniOgni cosa mortal tempo interrompe600

E la vera inesorabile regina degli uomini egrave la Morte Gran tempoprima che Amleto almanacasse sulla polvere di Giulio Cesareusata forse a ristoppare le fenditure a un tugurio un ignoto poetadel medio evo aveva detto

Quo Caesar abiit celsus imperio601

A questa dolorosa domanda rispondono rozzamente marecisamente i seguenti versi602

Verba Cesaris in sepultura sua

Guardate a me o voi che al mondo seteGuardate603 ben et ben mi contemplateIn me sol vi specchiateO voi che non sperate il ben secondo

Io son colui cho dominai lo mondoE l gran Pompeyo et la mia patria RomaNon fu sigrave alta chiomaCha me non ubidisse per timore

Cesar io son che per humano amoreTucto mi diedi a larte bellicoseCagion ne fu due coseVedermi di persona bello e forte

Ma604 crudel doni a quanti detti morte600 Id Trionfo del Tempo601 The Latin Poems ecc editi dal Wright De mundi vanitate p 148 v 17602 Li traggo da un codice dellUniversitaria di Bologna segnato Ndeg 157 (AulaII A) dove stanno dal f 203 v col 2a al 204 r col 2a Qua e lagrave dovegraverichiesto dal senso cerco di emendare il testo ma pongo in nota la lezione delcodice603 Guardatimi604 Mai

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Passan vostri trionfi e vostre pompePassan le signorie passano i regniOgni cosa mortal tempo interrompe600

E la vera inesorabile regina degli uomini egrave la Morte Gran tempoprima che Amleto almanacasse sulla polvere di Giulio Cesareusata forse a ristoppare le fenditure a un tugurio un ignoto poetadel medio evo aveva detto

Quo Caesar abiit celsus imperio601

A questa dolorosa domanda rispondono rozzamente marecisamente i seguenti versi602

Verba Cesaris in sepultura sua

Guardate a me o voi che al mondo seteGuardate603 ben et ben mi contemplateIn me sol vi specchiateO voi che non sperate il ben secondo

Io son colui cho dominai lo mondoE l gran Pompeyo et la mia patria RomaNon fu sigrave alta chiomaCha me non ubidisse per timore

Cesar io son che per humano amoreTucto mi diedi a larte bellicoseCagion ne fu due coseVedermi di persona bello e forte

Ma604 crudel doni a quanti detti morte600 Id Trionfo del Tempo601 The Latin Poems ecc editi dal Wright De mundi vanitate p 148 v 17602 Li traggo da un codice dellUniversitaria di Bologna segnato Ndeg 157 (AulaII A) dove stanno dal f 203 v col 2a al 204 r col 2a Qua e lagrave dovegraverichiesto dal senso cerco di emendare il testo ma pongo in nota la lezione delcodice603 Guardatimi604 Mai

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Eterna et anche al mondo corporaleO quanto quanto maleEscie di questi corpi forti e belli

Ne illustri vasi stanno ascosi i fel[l]iMortal veneni piugrave che ne li bruttiGran doni han color tuctiChe de corpi son brutti605 e de buon senso

Che mi giova hora havuto fama e censoDe luniverso et che mi valse il vivereEt anco il farmi scrivereDe tucto il mondo imperatore e duce

Che hor mi giova la mondana luceChe giova lesser stato triumphatoEt anco lhaver datoA tucto quanto il mondo norma e lege606

Sigrave come fa colui che non corregeDa prima il morso del caval domatoDi che egrave facto sboccatoInsieme col patron traripa e pere

Cossigrave ho facto io sfacciato nel volereThesor nel mondo fama honor e gloriaChe havesse pur victoriaDel mio voler credeva esser felice

Ma dove voluntagrave tien la radiceIvi convien chel vit[t]o (e) il sceptro tenga 607Et che nel fine havengaSigrave come a me che lalma e il corpo ho perso

Ai mercegrave pietagrave chio son somersoIn tante crudel pene in tanti guaiAi quanto mal pensaiCon dar piacere al corpo anzi che a lalma 608

Contempla o tu che legi se legrave palmaDe ulivo o lauro che me vidi in testa

605 Che de belli son brutti606 A tucto il mondo dato norma e lege607 Forse vuol dire In cielo dove voluntagrave tien la radice cioegrave dovegrave la supremavolontagrave che governa il mondo il vinto terragrave lo scettro saragrave signore608 onde che lalma

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Eterna et anche al mondo corporaleO quanto quanto maleEscie di questi corpi forti e belli

Ne illustri vasi stanno ascosi i fel[l]iMortal veneni piugrave che ne li bruttiGran doni han color tuctiChe de corpi son brutti605 e de buon senso

Che mi giova hora havuto fama e censoDe luniverso et che mi valse il vivereEt anco il farmi scrivereDe tucto il mondo imperatore e duce

Che hor mi giova la mondana luceChe giova lesser stato triumphatoEt anco lhaver datoA tucto quanto il mondo norma e lege606

Sigrave come fa colui che non corregeDa prima il morso del caval domatoDi che egrave facto sboccatoInsieme col patron traripa e pere

Cossigrave ho facto io sfacciato nel volereThesor nel mondo fama honor e gloriaChe havesse pur victoriaDel mio voler credeva esser felice

Ma dove voluntagrave tien la radiceIvi convien chel vit[t]o (e) il sceptro tenga 607Et che nel fine havengaSigrave come a me che lalma e il corpo ho perso

Ai mercegrave pietagrave chio son somersoIn tante crudel pene in tanti guaiAi quanto mal pensaiCon dar piacere al corpo anzi che a lalma 608

Contempla o tu che legi se legrave palmaDe ulivo o lauro che me vidi in testa

605 Che de belli son brutti606 A tucto il mondo dato norma e lege607 Forse vuol dire In cielo dove voluntagrave tien la radice cioegrave dovegrave la supremavolontagrave che governa il mondo il vinto terragrave lo scettro saragrave signore608 onde che lalma

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Che ne portavo in festaG[h]irlanda in capo sopra li capilli

La fronte guarda e gli ochi si son quilliChel mondo fece[r] giagrave tanto tremareLa lingua demenareDe guarda se la vidi in fra la bocca

Per tucto egrave da topi cossigrave toccaDe mio volere609 e quanto fui gagliardoMai fu in selva pardoComio sigrave destro et orso sigrave robusto

Raguarda adonque il pecto i fianchi e il bustoE dimi un poco quel che a te ne pareEt se ad armegiareTe pareno apti come far solieno

O huom caduco vedi che sei fienoQuale in unhora verde e secco il vidiO miser(o) che far cridiSpecchiati in me che fui signor de loro

Che hor mi vale havuto il nobil choroDe cavalieri e de varii famigliLi qua(l)i tucti eran figliDe excelsi ri potenti e singulari

De animal cani uccielli mai fu pariNel mondo a me che piugrave perfecti havessiNegrave piugrave ne retenessiDogni maniera e dogni chaccia instructi

De varii suoni e dinstrumenti tuctiDe balli canti et dogni melodiaPiugrave nebbi in vita miaChaltri che fusse mai dal cielo influso

De donne de fanciulli e dogni lusoIn copia nebbi et hora ho questi vermiLi quai non stan mai fermiServendomi de crudo et aspro morso

Ai mondo ladro e che non dai soccorsoAl Cesar tuo non odi che te chiama

609 Probabilmente deve leggersi valore e non volere256

Che ne portavo in festaG[h]irlanda in capo sopra li capilli

La fronte guarda e gli ochi si son quilliChel mondo fece[r] giagrave tanto tremareLa lingua demenareDe guarda se la vidi in fra la bocca

Per tucto egrave da topi cossigrave toccaDe mio volere609 e quanto fui gagliardoMai fu in selva pardoComio sigrave destro et orso sigrave robusto

Raguarda adonque il pecto i fianchi e il bustoE dimi un poco quel che a te ne pareEt se ad armegiareTe pareno apti come far solieno

O huom caduco vedi che sei fienoQuale in unhora verde e secco il vidiO miser(o) che far cridiSpecchiati in me che fui signor de loro

Che hor mi vale havuto il nobil choroDe cavalieri e de varii famigliLi qua(l)i tucti eran figliDe excelsi ri potenti e singulari

De animal cani uccielli mai fu pariNel mondo a me che piugrave perfecti havessiNegrave piugrave ne retenessiDogni maniera e dogni chaccia instructi

De varii suoni e dinstrumenti tuctiDe balli canti et dogni melodiaPiugrave nebbi in vita miaChaltri che fusse mai dal cielo influso

De donne de fanciulli e dogni lusoIn copia nebbi et hora ho questi vermiLi quai non stan mai fermiServendomi de crudo et aspro morso

Ai mondo ladro e che non dai soccorsoAl Cesar tuo non odi che te chiama

609 Probabilmente deve leggersi valore e non volere256

O gloria o pompa o famaO regno o stato o auro o monarchato

O gente tante a cui ho comandatoAl mondo hor dove sete voi andatePerchegrave non agliudateEl duca vostro e il vostro sol signore

Io son pur Iulio il vostro imperatoreO tu vulgare o tu phylosophanteArtista o mercatanteO tu cossigrave gentile e dilicato

Ay riconosci il misero tuo statoE quanto la tua vita egrave curta e breveTanto piugrave el colpo egrave greveQuanto si egrave huom calcato de piugrave pesi

O crudel piaga a quilli channo spesiI lor digrave male eterno a lor martireConviensi pur morireOimegrave chel mondo non me ne campone

Si recto adunque huom che quel chio soneE tu sarai putrida carognaAdonque hor che bisognaFama e robba puograve chel fine egrave questo

Soffia un gran vento e mette presto prestoLa polver su le torri e pur egrave polvereResofia el vento e volvereLa fa cum furia in terra overa prima

Se danna lhuom per figli e no fa stimaChe lui et essi convien pur morireSel non se puograve fugireA che fermare in terra la sua speme

Non mi bastava tucto l mondo insemeHor megrave davanzo questo picol sassoE a questo simil passoOgni huom che nasce per natura subiace

O vera povertagrave in te egrave paceIn te quiete in te ogni dilectoPer che tebbi in dispectoE pur egrave forcia che se lassi el tucto

257

O gloria o pompa o famaO regno o stato o auro o monarchato

O gente tante a cui ho comandatoAl mondo hor dove sete voi andatePerchegrave non agliudateEl duca vostro e il vostro sol signore

Io son pur Iulio il vostro imperatoreO tu vulgare o tu phylosophanteArtista o mercatanteO tu cossigrave gentile e dilicato

Ay riconosci il misero tuo statoE quanto la tua vita egrave curta e breveTanto piugrave el colpo egrave greveQuanto si egrave huom calcato de piugrave pesi

O crudel piaga a quilli channo spesiI lor digrave male eterno a lor martireConviensi pur morireOimegrave chel mondo non me ne campone

Si recto adunque huom che quel chio soneE tu sarai putrida carognaAdonque hor che bisognaFama e robba puograve chel fine egrave questo

Soffia un gran vento e mette presto prestoLa polver su le torri e pur egrave polvereResofia el vento e volvereLa fa cum furia in terra overa prima

Se danna lhuom per figli e no fa stimaChe lui et essi convien pur morireSel non se puograve fugireA che fermare in terra la sua speme

Non mi bastava tucto l mondo insemeHor megrave davanzo questo picol sassoE a questo simil passoOgni huom che nasce per natura subiace

O vera povertagrave in te egrave paceIn te quiete in te ogni dilectoPer che tebbi in dispectoE pur egrave forcia che se lassi el tucto

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O huom terren se non te se reductoA Dio servire fi(n)gi in me la menteE sapi certamenteChe comio sono il simil tu serai

Negrave piugrave chel bene e il mal ne porterai

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O huom terren se non te se reductoA Dio servire fi(n)gi in me la menteE sapi certamenteChe comio sono il simil tu serai

Negrave piugrave chel bene e il mal ne porterai

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CAPITOLO IX

Ottaviano Augusto

La potenza di Augusto egrave pari a quella di Giulio Cesare a luicome a questo tutto il mondo egrave soggetto Enenkel cosigrave ne parla610

Er waz dar gewaltigist manVon dem ich gehort hanDes nam Augustus hiezAn gewalt er da nyemant liezIm was die weltg garUndertan das ist war

Lo stesso Enenkel frantendendo un passo dellaKaiserchronik611 da lui spesso copiata dice che Augusto nacqueincestuosamente dalla propria sorella

Man list von kuumlnege daz maeredaz er geborn waerevon sicircner rehten swester612

Nelle giagrave citate Chroniques abregeacutees des empereurs romains613per non so quale strano equivoco Enea diventa madre diAugusto laquoEt sa mere fut appellee Enearaquo Massudi confonde610 Manosc d Bibliot di Corte a Vienna n 2921611 V 625-7

Alse Jucirclius wart irslagenAugustus daz ricircche nacircch ime gwanvon sicircner swestir was er geborn

cioegrave dalla sorella di Giulio Cesare612 V Massmann op cit v III p 547613 Cod della Nazion di Torino L IV 17 f 117 v

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CAPITOLO IX

Ottaviano Augusto

La potenza di Augusto egrave pari a quella di Giulio Cesare a luicome a questo tutto il mondo egrave soggetto Enenkel cosigrave ne parla610

Er waz dar gewaltigist manVon dem ich gehort hanDes nam Augustus hiezAn gewalt er da nyemant liezIm was die weltg garUndertan das ist war

Lo stesso Enenkel frantendendo un passo dellaKaiserchronik611 da lui spesso copiata dice che Augusto nacqueincestuosamente dalla propria sorella

Man list von kuumlnege daz maeredaz er geborn waerevon sicircner rehten swester612

Nelle giagrave citate Chroniques abregeacutees des empereurs romains613per non so quale strano equivoco Enea diventa madre diAugusto laquoEt sa mere fut appellee Enearaquo Massudi confonde610 Manosc d Bibliot di Corte a Vienna n 2921611 V 625-7

Alse Jucirclius wart irslagenAugustus daz ricircche nacircch ime gwanvon sicircner swestir was er geborn

cioegrave dalla sorella di Giulio Cesare612 V Massmann op cit v III p 547613 Cod della Nazion di Torino L IV 17 f 117 v

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Augusto con Cesare il quale come abbiamo giagrave veduto era statoconfuso col fondatore della famiglia e dice che Augusto fu ilprimo a prendere il nome di Cesare perchegrave estratto a forza dalventre materno614

La celebritagrave di Augusto nasce di due cagioni principalmentelavere egli levata Roma al piugrave alto grado di prosperitagrave lessernato sotto il suo reggimento il Redentore del mondo Anzi questidue fatti nel pensiero cristiano si compongono in uno Dopocentaltri che avevano con altre parole espresso lo stesso concettoAlessandro Neckam dice a tale proposito615

Salvator voluit sub tanto principe nasciNam pax sub pacis principe nata fuit

Con Augusto cominciava limpero con Cristo cominciava laChiesa con tutta due la sesta etagrave del mondo Ma su questoargomento dovrograve tornare piugrave oltre

Nessuna leggenda pertanto egrave piugrave spontanea anzi piugravenecessaria logicamente di quella che mi accingo ad esporre dellavisione di Augusto e della origine di Ara Coeli La coscienzacristiana non poteva ammettere che il gran fatto della nascita diCristo da cui aveva principio il rinnovamento del mondo sicompiesse senza che il supremo reggitore civile il quale era statoprescelto appunto a preparare il mondo al grande avvenimento neavesse un qualche sentore Importava inoltre che sino daiprincipii suoi limpero fosse avvertito ed ammonito che unapotestagrave superiore ad ogni potestagrave terrena proponeva nuovicoacutempiti al genere umano e tracciava le nuove vie della storia Unaleggenda intesa a figurar ciograve nacque forse sino dai primi secoli inRoma fra la plebe cristiana e se negli apologeti che cercavanoin ogni banda argomenti e prove in sostegno della causa loro noinon ne troviamo per anche fatto ricordo ciograve non vuol dire chessa

614 Op cit v II p 296615 De laud div sap dist Va v 209-10

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Augusto con Cesare il quale come abbiamo giagrave veduto era statoconfuso col fondatore della famiglia e dice che Augusto fu ilprimo a prendere il nome di Cesare perchegrave estratto a forza dalventre materno614

La celebritagrave di Augusto nasce di due cagioni principalmentelavere egli levata Roma al piugrave alto grado di prosperitagrave lessernato sotto il suo reggimento il Redentore del mondo Anzi questidue fatti nel pensiero cristiano si compongono in uno Dopocentaltri che avevano con altre parole espresso lo stesso concettoAlessandro Neckam dice a tale proposito615

Salvator voluit sub tanto principe nasciNam pax sub pacis principe nata fuit

Con Augusto cominciava limpero con Cristo cominciava laChiesa con tutta due la sesta etagrave del mondo Ma su questoargomento dovrograve tornare piugrave oltre

Nessuna leggenda pertanto egrave piugrave spontanea anzi piugravenecessaria logicamente di quella che mi accingo ad esporre dellavisione di Augusto e della origine di Ara Coeli La coscienzacristiana non poteva ammettere che il gran fatto della nascita diCristo da cui aveva principio il rinnovamento del mondo sicompiesse senza che il supremo reggitore civile il quale era statoprescelto appunto a preparare il mondo al grande avvenimento neavesse un qualche sentore Importava inoltre che sino daiprincipii suoi limpero fosse avvertito ed ammonito che unapotestagrave superiore ad ogni potestagrave terrena proponeva nuovicoacutempiti al genere umano e tracciava le nuove vie della storia Unaleggenda intesa a figurar ciograve nacque forse sino dai primi secoli inRoma fra la plebe cristiana e se negli apologeti che cercavanoin ogni banda argomenti e prove in sostegno della causa loro noinon ne troviamo per anche fatto ricordo ciograve non vuol dire chessa

614 Op cit v II p 296615 De laud div sap dist Va v 209-10

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non fosse giagrave nata e diffusa ma dimostra forse solamentelavvedutezza ed il senno di quegli strenui campioni di una fedeche doveva lottare con potenze formidabili i quali non volevanocon produr prove troppo facili ad essere impugnate porre arischio la lenta ma sicura vittoria

La leggenda dovette avere per primo germe questo sempliceconcetto che nato Cristo a cui nelle persone dei Magisinchinavano le potestagrave della terra non era piugrave lecito a nessunonemmeno allimperatore di Roma fregiarsi del superbo titolo disignore del mondo e questo concetto noi troviamocategoricamente espresso nei primi anni del V secolo da PaoloOrosio Detto come Cristo nascesse quando sotto il reggimentodi Augusto tutto il mondo era in pace lo storico soggiungelaquoEodemque tempore hic ad quem rerum omnium summaconcesserat dominum se hominum adpellari non passus est imonon ausus quo verus dominus totius generis humani interhomines natus estraquo616 Ma noi sappiamo per testimonianza diDione Cassio che il Senato decretograve sinserisse il nome di Augustofra quelli degli dei nei canti sacri

Se non che la leggenda unica probabilmente in principio sispartigrave in due diverse versioni delle quali luna fu piugraveparticolarmente diffusa in Oriente laltra per contro inOccidente e questa egrave quella che piugrave risolutamente sappoggia alconcetto espresso nelle parole di Orosio mentre la prima sembraintesa a significarne un secondo certo a giudizio dei cristiani nonmeno importante anzi assai piugrave e cioegrave che nato o stando pernascere Cristo i falsi oracoli ammutolivano finiva il regno dellefalse divinitagrave Nella versione orientale la stessa religione paganaconfessa la propria disfatta nella versione occidentale la stessapotestagrave civile confessa la sua soggezione le due versionisintegrano a vicenda e tutta due fanno capo a un medesimocentro lara primogeniti Dei lara coeli

616 Historiarum l VI c 22261

non fosse giagrave nata e diffusa ma dimostra forse solamentelavvedutezza ed il senno di quegli strenui campioni di una fedeche doveva lottare con potenze formidabili i quali non volevanocon produr prove troppo facili ad essere impugnate porre arischio la lenta ma sicura vittoria

La leggenda dovette avere per primo germe questo sempliceconcetto che nato Cristo a cui nelle persone dei Magisinchinavano le potestagrave della terra non era piugrave lecito a nessunonemmeno allimperatore di Roma fregiarsi del superbo titolo disignore del mondo e questo concetto noi troviamocategoricamente espresso nei primi anni del V secolo da PaoloOrosio Detto come Cristo nascesse quando sotto il reggimentodi Augusto tutto il mondo era in pace lo storico soggiungelaquoEodemque tempore hic ad quem rerum omnium summaconcesserat dominum se hominum adpellari non passus est imonon ausus quo verus dominus totius generis humani interhomines natus estraquo616 Ma noi sappiamo per testimonianza diDione Cassio che il Senato decretograve sinserisse il nome di Augustofra quelli degli dei nei canti sacri

Se non che la leggenda unica probabilmente in principio sispartigrave in due diverse versioni delle quali luna fu piugraveparticolarmente diffusa in Oriente laltra per contro inOccidente e questa egrave quella che piugrave risolutamente sappoggia alconcetto espresso nelle parole di Orosio mentre la prima sembraintesa a significarne un secondo certo a giudizio dei cristiani nonmeno importante anzi assai piugrave e cioegrave che nato o stando pernascere Cristo i falsi oracoli ammutolivano finiva il regno dellefalse divinitagrave Nella versione orientale la stessa religione paganaconfessa la propria disfatta nella versione occidentale la stessapotestagrave civile confessa la sua soggezione le due versionisintegrano a vicenda e tutta due fanno capo a un medesimocentro lara primogeniti Dei lara coeli

616 Historiarum l VI c 22261

Il tema della versione orientale che nelle scritture egrave la piugraveantica egrave il seguente Augusto volendo sapere chi regnerebbedopo di lui consulta la Pizia Questa da prima non risponde mainterrogata novamente ingiunge ad Augusto di partirsi dalle aresue giacchegrave un fanciullo ebreo il quale ha soggetti i numi leimpone di disertare il tempio e di tornarsene allOrco Udito taleresponso Augusto alza sul Campidoglio unara su cui fa scrivereAra del primogenito di Dio Questo racconto si ha giagrave inGiovanni Malala617 poi in Cedreno618 in Suida619 in Niceforo620Giovanni Malala cita un Timoteo Cedreno cita un Eusebio chenon devessere il noto storico nel quale non si trova traccia dellaleggenda

La versione occidentale comparisce nelle scritture molto piugravetardi I Mirabilia cosigrave la riferiscono laquoTempore Octavianisenatores videntes eum tantae pulchritudinis quod nemo inoculos eius intueri posset et tantae prosperitatis et pacis quodtotum mundum sibi tributarium fecerat ei dicunt Te adorarevolumus quia divinitas est in te si hoc non esset non tibi omniasubirent prospera Quod renitens indutias postulavit ad sesibillam Tiburtinam vocavit cui quod senatores dixerant recitavitQuae spatium trium dierum petiit in quibus artum ieiuniunoperata est post tertium diem respondit imperatori

Judicii signum tellus sudore madescetE celo rex adveniet per secla futurusscilicet in carne presens ut iudicet orbem

et cetera quae secuntur Ilico apertum est celum et maximussplendor irruit super eum Vidit in celo quandam pulcerrimamvirginem stantem super altare puerum tenentem in brachiis

617 Chronographia l X ed di Bonna p 231-2 Ottaviano interroga loracolonellanno cinquantesimoquinto del suo impero dopo aver fatto unecatombe618 Comp hist ed di Bonna v 1 p 320619 Lexicon s v Αϋγουστος620 Hist eccles l I c 17

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Il tema della versione orientale che nelle scritture egrave la piugraveantica egrave il seguente Augusto volendo sapere chi regnerebbedopo di lui consulta la Pizia Questa da prima non risponde mainterrogata novamente ingiunge ad Augusto di partirsi dalle aresue giacchegrave un fanciullo ebreo il quale ha soggetti i numi leimpone di disertare il tempio e di tornarsene allOrco Udito taleresponso Augusto alza sul Campidoglio unara su cui fa scrivereAra del primogenito di Dio Questo racconto si ha giagrave inGiovanni Malala617 poi in Cedreno618 in Suida619 in Niceforo620Giovanni Malala cita un Timoteo Cedreno cita un Eusebio chenon devessere il noto storico nel quale non si trova traccia dellaleggenda

La versione occidentale comparisce nelle scritture molto piugravetardi I Mirabilia cosigrave la riferiscono laquoTempore Octavianisenatores videntes eum tantae pulchritudinis quod nemo inoculos eius intueri posset et tantae prosperitatis et pacis quodtotum mundum sibi tributarium fecerat ei dicunt Te adorarevolumus quia divinitas est in te si hoc non esset non tibi omniasubirent prospera Quod renitens indutias postulavit ad sesibillam Tiburtinam vocavit cui quod senatores dixerant recitavitQuae spatium trium dierum petiit in quibus artum ieiuniunoperata est post tertium diem respondit imperatori

Judicii signum tellus sudore madescetE celo rex adveniet per secla futurusscilicet in carne presens ut iudicet orbem

et cetera quae secuntur Ilico apertum est celum et maximussplendor irruit super eum Vidit in celo quandam pulcerrimamvirginem stantem super altare puerum tenentem in brachiis

617 Chronographia l X ed di Bonna p 231-2 Ottaviano interroga loracolonellanno cinquantesimoquinto del suo impero dopo aver fatto unecatombe618 Comp hist ed di Bonna v 1 p 320619 Lexicon s v Αϋγουστος620 Hist eccles l I c 17

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miratus est nimis et vocem dicentem audivit Haec ara filii deiest Qui statim in terram procidens adoravit quam visionemretulit senatoribus et ipsi mirati sunt nimis Haec visio fuit incamera Octaviani imperatoris ubi nunc est ecclesia sanctaeMariae in Capitolio Idcirco dicta est ecclesia sanctae Mariae araceliraquo Armannino Giudice trova unaltra ragione del nomeSecondo lui la chiesa si chiama dellAere Cielo laquocosigrave decta per lavergine qual quivi nellaere aparveraquo La Graphia al racconto deiMirabilia che riproduce con varianti di poca importanza masenza far cenno della chiesa dAra Coeli aggiunge attingendocertamente da Orosio621 laquoAlia vero die dum populus dominumillum vocare decrevisset statim manu et vultu repressit Necetiam a filiis dominum se appellari permisit dicens

Cum sim mortalis dominum me dicere nolo

621 Hist l VI c 22 Ma Orosio copiava SVETONIO (Oct Aug 53) cercandonelle parole dello storico pagano la prova di una intenzione favorevole alCristianesimo Si confrontino i due passi

SVETONIO

Domini appellationem ut maledictum et opprobrium temper exhorruit Quumspectante eo ludos pronunciatum esset a mimo O Dominum aequum etbonum et universi quasi de Ipso dictum exultantes comprobassent et statimmanu vultuque indecoras adulationes reprossit et insequenti die gravissimocorripuit edicto dominumque se posthac appellari no a liberis quidem autnepotibus suis vel serio vel joco passus est atque huiusmodi blanditias etiamioter ipsos prohibuitOROSIO

Domini adpellationem ut homo declinavit Nam cum eodem spectante ludospronunciatum esset in quodam mimo O Dominum aequum et bonumuniversique quasi de ipso dictum esset exultantes adprobavissent statimquidem manu vultuque indecoras adulationes repressit et insequenti diegravissimo corripuit edicto dominumque se posthac adpellari ne a liberisquidem aut nepotibus suis vel serio vel joco passus estSi noti quellut homo intercalato da Orosio e che muta di un subito tutto laintonazione del passo

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miratus est nimis et vocem dicentem audivit Haec ara filii deiest Qui statim in terram procidens adoravit quam visionemretulit senatoribus et ipsi mirati sunt nimis Haec visio fuit incamera Octaviani imperatoris ubi nunc est ecclesia sanctaeMariae in Capitolio Idcirco dicta est ecclesia sanctae Mariae araceliraquo Armannino Giudice trova unaltra ragione del nomeSecondo lui la chiesa si chiama dellAere Cielo laquocosigrave decta per lavergine qual quivi nellaere aparveraquo La Graphia al racconto deiMirabilia che riproduce con varianti di poca importanza masenza far cenno della chiesa dAra Coeli aggiunge attingendocertamente da Orosio621 laquoAlia vero die dum populus dominumillum vocare decrevisset statim manu et vultu repressit Necetiam a filiis dominum se appellari permisit dicens

Cum sim mortalis dominum me dicere nolo

621 Hist l VI c 22 Ma Orosio copiava SVETONIO (Oct Aug 53) cercandonelle parole dello storico pagano la prova di una intenzione favorevole alCristianesimo Si confrontino i due passi

SVETONIO

Domini appellationem ut maledictum et opprobrium temper exhorruit Quumspectante eo ludos pronunciatum esset a mimo O Dominum aequum etbonum et universi quasi de Ipso dictum exultantes comprobassent et statimmanu vultuque indecoras adulationes reprossit et insequenti die gravissimocorripuit edicto dominumque se posthac appellari no a liberis quidem autnepotibus suis vel serio vel joco passus est atque huiusmodi blanditias etiamioter ipsos prohibuitOROSIO

Domini adpellationem ut homo declinavit Nam cum eodem spectante ludospronunciatum esset in quodam mimo O Dominum aequum et bonumuniversique quasi de ipso dictum esset exultantes adprobavissent statimquidem manu vultuque indecoras adulationes repressit et insequenti diegravissimo corripuit edicto dominumque se posthac adpellari ne a liberisquidem aut nepotibus suis vel serio vel joco passus estSi noti quellut homo intercalato da Orosio e che muta di un subito tutto laintonazione del passo

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I versi qui posti in bocca della Sibilla Tiburtina sono i primi tredella profezia attribuita alla Sibilla Eritrea Le lettere iniziali deitrentaquattro versi che la compongono formano in greco riunitele parole Ιησους χρειστὸς Θεου ηιὸς Σωτὴρ σταυρὸς e nellaversione latina Jesus Christus Dei filius Servator Crux622 Quantosi dice della bellezza di Augusto dimostrata piugrave particolarmentenegli occhi deriva da Svetonio623

Dai Mirabilia e dalla Graphia la leggenda si diffonde e passain un grandissimo numero daltre scritture ma non senzariceverne qualche variazione Invece della Sibilla Tiburtinasintroduce qua e lagrave la Sibilla Eritrea come per citare unesempio nella Fiorita dItalia di Armannino Che negrave luna negravelaltra poteva essere vissuta ai tempi di Augusto non si badava624Nel Libro Imperiale per uno scambio curioso Ara Coeli diventail nome della Sibilla Qualche volta ancora Sibilla diventa nomeproprio come nella narrazione inserita da Heinrich von Muumlnchennella Weltchronik di Rudolf von Ems da lui continuata in un

622 La versione latina egrave di SantAgostino In un apocrifo Sermo beati Augustiniepiscopi de Natale Domini il quale si trova nel cod Lat 1018 della Bibl Natdi Parigi scritto nel XII secolo la Sibilla recita dopo altri testimoni delladivinitagrave di Cristo non trentaquattro ma ventisette versi de quali i primiquattordici soltanto formano e malamente acrostico V SEPET Les Prophegravetesdu Christ Bibliothegraveque de lEacutecole des Chartes serie VIa t III (1867) p 2-8Nel Mistero del profeti di Cristo pubblicato di su un codice dellXI secoloprima dal RAYNOUARD Choix des poeacutesies des troubadours t II p 139-43 poidal DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne 179-87 e in altri Misteridello stesso argomento la Sibilla recita come nel racconto dei Mirabilia i solitre primi versi della profezia Di questa che nel medio evo fu assai celebratasi hanno versioni e parafrasi in tutte le lingue dEuropa Una versione francesepubblicograve di su un cod Laureziano PAOLO MEYER Bulletin de la Socieacuteteacute desanciens textes franccedilais 1879 p 79-83 alcune versioni provenzali e catalane ilMILAgrave Y FONTANALS Romania 1881 p 356-65623 Oct Aug 79624 Il Baronio volendo pur salva in qualche modo la leggenda disse cheAugusto ebbe la rivelazione non dalla Sibilla ma dai libri sibillini Apparatad Annal ed del Mansi p 447

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I versi qui posti in bocca della Sibilla Tiburtina sono i primi tredella profezia attribuita alla Sibilla Eritrea Le lettere iniziali deitrentaquattro versi che la compongono formano in greco riunitele parole Ιησους χρειστὸς Θεου ηιὸς Σωτὴρ σταυρὸς e nellaversione latina Jesus Christus Dei filius Servator Crux622 Quantosi dice della bellezza di Augusto dimostrata piugrave particolarmentenegli occhi deriva da Svetonio623

Dai Mirabilia e dalla Graphia la leggenda si diffonde e passain un grandissimo numero daltre scritture ma non senzariceverne qualche variazione Invece della Sibilla Tiburtinasintroduce qua e lagrave la Sibilla Eritrea come per citare unesempio nella Fiorita dItalia di Armannino Che negrave luna negravelaltra poteva essere vissuta ai tempi di Augusto non si badava624Nel Libro Imperiale per uno scambio curioso Ara Coeli diventail nome della Sibilla Qualche volta ancora Sibilla diventa nomeproprio come nella narrazione inserita da Heinrich von Muumlnchennella Weltchronik di Rudolf von Ems da lui continuata in un

622 La versione latina egrave di SantAgostino In un apocrifo Sermo beati Augustiniepiscopi de Natale Domini il quale si trova nel cod Lat 1018 della Bibl Natdi Parigi scritto nel XII secolo la Sibilla recita dopo altri testimoni delladivinitagrave di Cristo non trentaquattro ma ventisette versi de quali i primiquattordici soltanto formano e malamente acrostico V SEPET Les Prophegravetesdu Christ Bibliothegraveque de lEacutecole des Chartes serie VIa t III (1867) p 2-8Nel Mistero del profeti di Cristo pubblicato di su un codice dellXI secoloprima dal RAYNOUARD Choix des poeacutesies des troubadours t II p 139-43 poidal DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne 179-87 e in altri Misteridello stesso argomento la Sibilla recita come nel racconto dei Mirabilia i solitre primi versi della profezia Di questa che nel medio evo fu assai celebratasi hanno versioni e parafrasi in tutte le lingue dEuropa Una versione francesepubblicograve di su un cod Laureziano PAOLO MEYER Bulletin de la Socieacuteteacute desanciens textes franccedilais 1879 p 79-83 alcune versioni provenzali e catalane ilMILAgrave Y FONTANALS Romania 1881 p 356-65623 Oct Aug 79624 Il Baronio volendo pur salva in qualche modo la leggenda disse cheAugusto ebbe la rivelazione non dalla Sibilla ma dai libri sibillini Apparatad Annal ed del Mansi p 447

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poemetto italiano della vita di Maria e di Cristo625 e altrove Il giagravecitato Giovanni da Verona nella Historia Imperialis fa cheAugusto chiami non soltanto la Sibilla ma ancora i sapienti aconsiglio La ragione che muove Augusto a rifiutare il culto deiRomani ora egrave un naturale sentimento di modestia e la rettacognizione della umana fragilitagrave ora il timore che dovendosuccedergli nellimpero alcuno maggiore di lui gli onori divininon sieno per tornargli in vergogna Questo egrave il sentimento che gliattribuisce Gotofredo da Viterbo nello Speculum Regum626 Come

625 Cod dellUniversitaria di Bologna N 157

Sibilla fe vedere a OctavianoUna fanciulla nel megio del sole

626 V 861-84 ap PERTZ Script t XXII

Urget eum populus ut deus ipse voceturIlle timet si maior eo post hoc orieturNe peruat nomen perdat et ipso decusScire futura volens rex consulit oro SibillamEt petit ut causas referat Cui retulit illaMaior te veniet signa futura videArte Sibillina celi patet eminus araQua videt angelica divinitus agmina claraQue puero soli digna favore parantIn gremio matris sedit sapientia patrisDextra coronati pueri dat dona beatisCelitus emicuit gloria multa satisCesar ut obstupuit vati sua visa revelatMira refert pueri nec eius miracula celatQuippe minor puero numino cesar eratScribe Sibilla michi quisquam puer iste vocaturQuisve pater suus est aut que regina putaturQuod sibi fit regnum quod diadema daturIntulit illa Dei Deus est de flamine natusVirginis ex utero sine seminis arte creatusPerdita colligere rex sine fine datus

Desine cesar ait deus ammodo nolo vocariIste puer deus est hunc mundum habet venerariCui favet angelicus cetus et unda maris

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poemetto italiano della vita di Maria e di Cristo625 e altrove Il giagravecitato Giovanni da Verona nella Historia Imperialis fa cheAugusto chiami non soltanto la Sibilla ma ancora i sapienti aconsiglio La ragione che muove Augusto a rifiutare il culto deiRomani ora egrave un naturale sentimento di modestia e la rettacognizione della umana fragilitagrave ora il timore che dovendosuccedergli nellimpero alcuno maggiore di lui gli onori divininon sieno per tornargli in vergogna Questo egrave il sentimento che gliattribuisce Gotofredo da Viterbo nello Speculum Regum626 Come

625 Cod dellUniversitaria di Bologna N 157

Sibilla fe vedere a OctavianoUna fanciulla nel megio del sole

626 V 861-84 ap PERTZ Script t XXII

Urget eum populus ut deus ipse voceturIlle timet si maior eo post hoc orieturNe peruat nomen perdat et ipso decusScire futura volens rex consulit oro SibillamEt petit ut causas referat Cui retulit illaMaior te veniet signa futura videArte Sibillina celi patet eminus araQua videt angelica divinitus agmina claraQue puero soli digna favore parantIn gremio matris sedit sapientia patrisDextra coronati pueri dat dona beatisCelitus emicuit gloria multa satisCesar ut obstupuit vati sua visa revelatMira refert pueri nec eius miracula celatQuippe minor puero numino cesar eratScribe Sibilla michi quisquam puer iste vocaturQuisve pater suus est aut que regina putaturQuod sibi fit regnum quod diadema daturIntulit illa Dei Deus est de flamine natusVirginis ex utero sine seminis arte creatusPerdita colligere rex sine fine datus

Desine cesar ait deus ammodo nolo vocariIste puer deus est hunc mundum habet venerariCui favet angelicus cetus et unda maris

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egrave noto Augusto fu richiesto di permettere gli si tributasse unculto nellAsia e ciograve egli concedette in parte627

Nella Vita di Maria di Walter von Rheinau Augusto primavede la immagine in cielo poi consulta la Sibilla628 Nel BreveChronicon Magdeburgense attribuito ad Eike von Repgau sidice semplicemente che la notte in cui nacque il RedentoreAugusto vide in sogno un cerchio che cingeva tutto il mondo edentro al cerchio una vergine levata sopra la luna coronata disoli e con un bambino in braccio629 Nella Leggenda aurea630 enellAlte Passional631 il cerchio che la Sibilla fa vedere ad

627 Qui cade in acconcio un passo delle giagrave citate Maravigliose virtugrave che furonelli Romani (cod Marciano it cl XI LVII p 10 col 1a) laquo Ciecilio amicodi Cesare Augusto riprendendolo che si lassava ingannare a lusinghieri liquali consegliavano che si faciesse adorare come iddio disse O egregioimperadore poca prudenzia egrave in te perograve che credendo a lusinghieri ti faitenere da pocho senno perograve che quando lusinghano non solamente a te maalli dii et al popolo fanno ingiuria ma non anno la riverentia diciendo che tuse loro pare imperograve che la tua natura non dagrave dessere Iddio et disonore alpopolo fanno volendo aduciare ad adorare te huomo mortale invecie delliiddii immortali Ma sai quando tu mostrami davere in te qualche cosa divinaquando tu questi malvagi lusinghieri farai prendere e uccidare et faciendo ciogravepotrai mitigare lingiuria facta ali dii li quali malagevolmente perdonanoraquo628 L II

Augustus ze den zitten wazKeyser ze Rome als ich es lasDer sach in der selben nachtAls er sin war nam und achtEin licht an dem himel stanAls ein sterne getanUnd waz gelich so man sagtEiner schoumlner jungen magtDie ein kindelin gemeitBeslossen an ir arme treit629 Ap MENCKENIUS Script t III col 352630 C VI De nativitate Domini631 Das alte Passional herausgegeben von K A Hahn Francoforte s M 1845p 22

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egrave noto Augusto fu richiesto di permettere gli si tributasse unculto nellAsia e ciograve egli concedette in parte627

Nella Vita di Maria di Walter von Rheinau Augusto primavede la immagine in cielo poi consulta la Sibilla628 Nel BreveChronicon Magdeburgense attribuito ad Eike von Repgau sidice semplicemente che la notte in cui nacque il RedentoreAugusto vide in sogno un cerchio che cingeva tutto il mondo edentro al cerchio una vergine levata sopra la luna coronata disoli e con un bambino in braccio629 Nella Leggenda aurea630 enellAlte Passional631 il cerchio che la Sibilla fa vedere ad

627 Qui cade in acconcio un passo delle giagrave citate Maravigliose virtugrave che furonelli Romani (cod Marciano it cl XI LVII p 10 col 1a) laquo Ciecilio amicodi Cesare Augusto riprendendolo che si lassava ingannare a lusinghieri liquali consegliavano che si faciesse adorare come iddio disse O egregioimperadore poca prudenzia egrave in te perograve che credendo a lusinghieri ti faitenere da pocho senno perograve che quando lusinghano non solamente a te maalli dii et al popolo fanno ingiuria ma non anno la riverentia diciendo che tuse loro pare imperograve che la tua natura non dagrave dessere Iddio et disonore alpopolo fanno volendo aduciare ad adorare te huomo mortale invecie delliiddii immortali Ma sai quando tu mostrami davere in te qualche cosa divinaquando tu questi malvagi lusinghieri farai prendere e uccidare et faciendo ciogravepotrai mitigare lingiuria facta ali dii li quali malagevolmente perdonanoraquo628 L II

Augustus ze den zitten wazKeyser ze Rome als ich es lasDer sach in der selben nachtAls er sin war nam und achtEin licht an dem himel stanAls ein sterne getanUnd waz gelich so man sagtEiner schoumlner jungen magtDie ein kindelin gemeitBeslossen an ir arme treit629 Ap MENCKENIUS Script t III col 352630 C VI De nativitate Domini631 Das alte Passional herausgegeben von K A Hahn Francoforte s M 1845p 22

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Augusto cinge il sole Anche per questa parte la leggenda siappoggia ad Orosio632

Nella piugrave parte di questi racconti si fa ricordo della bellezza diAugusto la quale egrave insieme con la prosperitagrave grande di cui Romafruisce sotto il suo reggimento una delle ragioni per cui i Romanilo vogliono adorare A questo proposito dice GiovannidOutremeuse633 laquoChis emperere fut le plus beais hons de mondede corps et de tous ses membres et tenoit x pieacutes de hault et astoitgros et reons et si bien fait quilh ny falloit riens et tout sa plusgrant bealteit li gisoit en ses yeux car quant alcuns le regardoit egravesses yeux ilh ly sembloit que chu fussent raez de soleal quiissoient de ses yeuxraquo

Dopo la visione Augusto diventa adoratore del vero Dio634 Ciogravenon toglie tuttavia che si faccia ricordo anche de suoi vizii e diquello della lussuria principalmente Nella giagrave citata Cronicadeglimperatori romani si legge635 laquoTutol mondo el redusse inuna monarchia zoe in uno volere ne homo de tanto prexio fo

632 Histor l VI c 20 laquoNam cum primo Caio Caesare avunculo suointerfecto ex Apollonia rediens Urbem ingrederetur hora circiter tertiarepente liquido ac puro sereno circulus ad speciem coelestis arcus orbem soliaambiit quasi eum unum ac potentissimum in hoc mundo solumqueclarissimum in orbe monstraret cujus tempore venturus esset qui ipsum solemsolus mundumque totum et fecisset et regeretraquo Questo fatto che Orosiointerpreta a modo suo egrave del resto ricordato oltrechegrave da SVETONIO Oct Aug95 anche da SENECA Natur Quaest I 2 da PLINIO Hist Nat II 28 da DIONE

CASSIO Hist Rom XLV 4 da VELLEJO PATERCOLO Hist Rom II 59 Che gliscrittori cristiani dei primi secoli volsero spesso in beneficio della propriacausa certe narrazioni e certe testimonianze degli scrittori pagani egrave noto a tuttiV MAMACHI Dei costumi de primitivi Cristiani Roma 1753-4 t I p 87-9633 Op cit v I p 351634 Giovanni dOutremeuse op cit v I p 326 laquoDepuis celle heure quilh oitla vision vegut creit Octavian en Dieu mais ilh ne losoit direraquo E piugravecuriosamente ARMANNINO nella Fiorita laquoE alcuno volle dire che per questo eglifosse credente della fede di Cristo bene chegli pagano rimanesseraquo635 P I

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Augusto cinge il sole Anche per questa parte la leggenda siappoggia ad Orosio632

Nella piugrave parte di questi racconti si fa ricordo della bellezza diAugusto la quale egrave insieme con la prosperitagrave grande di cui Romafruisce sotto il suo reggimento una delle ragioni per cui i Romanilo vogliono adorare A questo proposito dice GiovannidOutremeuse633 laquoChis emperere fut le plus beais hons de mondede corps et de tous ses membres et tenoit x pieacutes de hault et astoitgros et reons et si bien fait quilh ny falloit riens et tout sa plusgrant bealteit li gisoit en ses yeux car quant alcuns le regardoit egravesses yeux ilh ly sembloit que chu fussent raez de soleal quiissoient de ses yeuxraquo

Dopo la visione Augusto diventa adoratore del vero Dio634 Ciogravenon toglie tuttavia che si faccia ricordo anche de suoi vizii e diquello della lussuria principalmente Nella giagrave citata Cronicadeglimperatori romani si legge635 laquoTutol mondo el redusse inuna monarchia zoe in uno volere ne homo de tanto prexio fo

632 Histor l VI c 20 laquoNam cum primo Caio Caesare avunculo suointerfecto ex Apollonia rediens Urbem ingrederetur hora circiter tertiarepente liquido ac puro sereno circulus ad speciem coelestis arcus orbem soliaambiit quasi eum unum ac potentissimum in hoc mundo solumqueclarissimum in orbe monstraret cujus tempore venturus esset qui ipsum solemsolus mundumque totum et fecisset et regeretraquo Questo fatto che Orosiointerpreta a modo suo egrave del resto ricordato oltrechegrave da SVETONIO Oct Aug95 anche da SENECA Natur Quaest I 2 da PLINIO Hist Nat II 28 da DIONE

CASSIO Hist Rom XLV 4 da VELLEJO PATERCOLO Hist Rom II 59 Che gliscrittori cristiani dei primi secoli volsero spesso in beneficio della propriacausa certe narrazioni e certe testimonianze degli scrittori pagani egrave noto a tuttiV MAMACHI Dei costumi de primitivi Cristiani Roma 1753-4 t I p 87-9633 Op cit v I p 351634 Giovanni dOutremeuse op cit v I p 326 laquoDepuis celle heure quilh oitla vision vegut creit Octavian en Dieu mais ilh ne losoit direraquo E piugravecuriosamente ARMANNINO nella Fiorita laquoE alcuno volle dire che per questo eglifosse credente della fede di Cristo bene chegli pagano rimanesseraquo635 P I

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senza vicii chel serviva a la libidine zoe a la volonta carnal eintra XII comare e altre tante donzelle ello soleva zacere636raquo

Nel Libro Imperiale si dagrave di questo fatto una piugrave onestaragione laquoOttaviano resse il mondo in molta pacie et divenne intanta vecchiezza che per conservare meglio sua vita teneva nelletto dodici vergini con dodici vergineraquo

Un esempio formidabile di crudeltagrave ricorda laKaiserchroink637 Augusto fece uccidere trentamila schiavicherano fuggiti dalle case dei loro padroni638 Ma ricompra ognicolpa la cristiana umiltagrave di cui la leggenda fa testimonio

La leggenda della visione egrave riportata o ricordata oltre chedagli scrittori e nei libri giagrave citati da Martino Polono daHeinrich von Muumlnchen639 da Gervasio di Tilbury640 daBartolomeo da Trento641 da Sicardo dal Petrarca642 da Faziodegli Uberti643 nello Speculum humanae salvationis644 da AndreaRatisbonense645 e da molti altri Essa porse inoltre argomento ad

636 Giovanni dOutremeuse con piugrave discrezione op cit v 1 p 325 laquo entreXII concubines ou filhes avoit agrave coustume del dormirraquo637 V 645-50 cf v III p 552638 Secondo che da alcuni si narrava espugnato Perusio Augusto neglidi diMarzo del 714 fece morire 300 Perusini in espiazione della morte di Cesare(SVETONIO Oct Aug 14) A far nascere la credenza delleccidio ricordato dallaKaiserchronik puograve aver contribuito quanto si narrava di certi prodigi occorsinella nascita del Salvatore Walter von Rheinau dice fra laltro che nella cittagravedi Fridenat morirono diecimila pagani639 Heinrich von Muumlnchen non fa che copiare il racconto dellAlte Passional640 Otia imperialia decis II c 16641 Nel Leggendario De Nativitate Domini642 Famil epist VI Ad Johannem Columnam V anche lepistola a ClementeVI643 L II c 31

Vedi lagrave dove parve ad OttavianoVeder lo cielo aperto ed un bel figlioUna vergin tener nella sua mano

644 Cap VIII Fig III645 Chronicon ap ECCARD Corp hist m ae t I col 1934

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senza vicii chel serviva a la libidine zoe a la volonta carnal eintra XII comare e altre tante donzelle ello soleva zacere636raquo

Nel Libro Imperiale si dagrave di questo fatto una piugrave onestaragione laquoOttaviano resse il mondo in molta pacie et divenne intanta vecchiezza che per conservare meglio sua vita teneva nelletto dodici vergini con dodici vergineraquo

Un esempio formidabile di crudeltagrave ricorda laKaiserchroink637 Augusto fece uccidere trentamila schiavicherano fuggiti dalle case dei loro padroni638 Ma ricompra ognicolpa la cristiana umiltagrave di cui la leggenda fa testimonio

La leggenda della visione egrave riportata o ricordata oltre chedagli scrittori e nei libri giagrave citati da Martino Polono daHeinrich von Muumlnchen639 da Gervasio di Tilbury640 daBartolomeo da Trento641 da Sicardo dal Petrarca642 da Faziodegli Uberti643 nello Speculum humanae salvationis644 da AndreaRatisbonense645 e da molti altri Essa porse inoltre argomento ad

636 Giovanni dOutremeuse con piugrave discrezione op cit v 1 p 325 laquo entreXII concubines ou filhes avoit agrave coustume del dormirraquo637 V 645-50 cf v III p 552638 Secondo che da alcuni si narrava espugnato Perusio Augusto neglidi diMarzo del 714 fece morire 300 Perusini in espiazione della morte di Cesare(SVETONIO Oct Aug 14) A far nascere la credenza delleccidio ricordato dallaKaiserchronik puograve aver contribuito quanto si narrava di certi prodigi occorsinella nascita del Salvatore Walter von Rheinau dice fra laltro che nella cittagravedi Fridenat morirono diecimila pagani639 Heinrich von Muumlnchen non fa che copiare il racconto dellAlte Passional640 Otia imperialia decis II c 16641 Nel Leggendario De Nativitate Domini642 Famil epist VI Ad Johannem Columnam V anche lepistola a ClementeVI643 L II c 31

Vedi lagrave dove parve ad OttavianoVeder lo cielo aperto ed un bel figlioUna vergin tener nella sua mano

644 Cap VIII Fig III645 Chronicon ap ECCARD Corp hist m ae t I col 1934

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una sacra rappresentazione646 Le arti figurative non mancavanodi rappresentarla Nella chiesa stessa di Santa Maria Araceli unmosaico probabilmente dei tempi di Anacleto II (1130-1138)rappresenta il mistico agnello sopra un altare a destra la Verginecol bambino a sinistra Augusto in atto di adorazioneAccompagna il tutto liscrizione seguente

Luminis hanc almam matris qui scandis ad aulamCunctarum prima que fuit orbe sita

Noscas quod Cesar tunc struxit OctavianusHanc Ara[m] Celi sacra proles dum patet ei 647

Qui la Sibilla non comparisce e lintera rappresentazione e iversi che la illustrano pajono accennare piuttosto alla versioneorientale della leggenda che non alla occidentale ma anchequesta fu poi piugrave tardi nel secolo XIV figurata da un discepolo diGiotto Pietro Cavallini in un dipinto a fresco che sotto ilpontificato di Paolo IV sparve insieme con la tribuna su cui erastato condotto Inoltre ledificante soggetto si trova rappresentatoin parecchie miniature di codici in molti dipinti dei secoli XV eXVI nei Livres dHeures su vetri dipinti su arazzi648

Le due versioni orientale ed occidentale della leggendaaccennano evidentemente ad origine comune Cosigrave nelluna comenellaltra si ha Augusto che interroga cosigrave in quella come inquesta si ha una veggente Pizia o Sibilla che risponde e la

646 La rappresentatione et festa di Ottaviano imperatore Firenze appressoGiovanni Baleni 1588647 V P CASIMIRO DA ROMA Memorie istoriche della chiesa e convento di SantaMaria in Araceli p 161648 V PIPER Mythologie der christlichen Kunst Weimar 1847-51 v I p 487 esegg Una leggenda che ha qualche somiglianza con questa di Augusto vivetuttora a Chartres In essa si narra che un secolo prima della nascita di Cristo iDruidi consacrarono alla Vergine un tempio nel luogo stesso dove ora sorge lacattedrale La piugrave antica scrittura dove si trovi fatto ricordo di tale tradizione egraveuna cronaca del 1389 V MORIN Dissertation sur la leacutegende Virgini parituraeayant cours agrave Chartres Parigi 1864

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una sacra rappresentazione646 Le arti figurative non mancavanodi rappresentarla Nella chiesa stessa di Santa Maria Araceli unmosaico probabilmente dei tempi di Anacleto II (1130-1138)rappresenta il mistico agnello sopra un altare a destra la Verginecol bambino a sinistra Augusto in atto di adorazioneAccompagna il tutto liscrizione seguente

Luminis hanc almam matris qui scandis ad aulamCunctarum prima que fuit orbe sita

Noscas quod Cesar tunc struxit OctavianusHanc Ara[m] Celi sacra proles dum patet ei 647

Qui la Sibilla non comparisce e lintera rappresentazione e iversi che la illustrano pajono accennare piuttosto alla versioneorientale della leggenda che non alla occidentale ma anchequesta fu poi piugrave tardi nel secolo XIV figurata da un discepolo diGiotto Pietro Cavallini in un dipinto a fresco che sotto ilpontificato di Paolo IV sparve insieme con la tribuna su cui erastato condotto Inoltre ledificante soggetto si trova rappresentatoin parecchie miniature di codici in molti dipinti dei secoli XV eXVI nei Livres dHeures su vetri dipinti su arazzi648

Le due versioni orientale ed occidentale della leggendaaccennano evidentemente ad origine comune Cosigrave nelluna comenellaltra si ha Augusto che interroga cosigrave in quella come inquesta si ha una veggente Pizia o Sibilla che risponde e la

646 La rappresentatione et festa di Ottaviano imperatore Firenze appressoGiovanni Baleni 1588647 V P CASIMIRO DA ROMA Memorie istoriche della chiesa e convento di SantaMaria in Araceli p 161648 V PIPER Mythologie der christlichen Kunst Weimar 1847-51 v I p 487 esegg Una leggenda che ha qualche somiglianza con questa di Augusto vivetuttora a Chartres In essa si narra che un secolo prima della nascita di Cristo iDruidi consacrarono alla Vergine un tempio nel luogo stesso dove ora sorge lacattedrale La piugrave antica scrittura dove si trovi fatto ricordo di tale tradizione egraveuna cronaca del 1389 V MORIN Dissertation sur la leacutegende Virgini parituraeayant cours agrave Chartres Parigi 1864

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risposta egrave fatta in tre versi lara figura in ambedue Che luna siaderivata dallaltra sarei meno disposto a credere ma ad ognimodo la leggenda dovette nascere in Roma dove lAra Coeli leserviva in qualche modo di caposaldo Giacomo da Voragineriporta ambedue le versioni citando per la prima Timoteo per laseconda Innocenzo III papa649

Ma la leggenda non si appaga della visione essa attribuisceancora ad Augusto la edificazione di quel tempio della Pace cherovinograve la notte del nascimento di Cristo Giacomo da Voraginedice sulla testimonianza dInnocenzo III che durando in Romagiagrave dodici anni la pace i Romani costrussero un tempiobellissimo e vi posero dentro la statua di Romolo Consultatoloracolo di Apollo circa la sua durata fu da questo risposto chedurerebbe insino a che una vergine partorisse I Romani inteseroche il tempio dovesse durare in eterno e se ne rallegrarono ma lanotte in cui nacque Cristo esso rovinograve improvvisamente650 Qui diAugusto non si fa ancora parola ma la costruzione del tempio sipone sotto il suo regno la statua di Romolo che non si vede checosa ci stia a fare egrave quivi migrata da unaltra leggenda o per dirmeglio da unaltra versione della stessa leggenda ArmanninoGiudice invece dice espressamente nella Fiorita che chi costruigrave iltempio fu Augusto651 Nella giagrave ricordata Rappresentatione etfesta di Ottaviano imperatore lazione procede nel seguentemodo Costruito il tempio limperatore domanda quanto abbia adurare

649 Legenda aurea c VI650 Ibid651 Cod Laurenz cit f 260 v laquoQuivi comio dissi avea facto fare Ottavianoquello tempio di pace il quale si chiamava anche il tempio di Vesta ma tuctoera uno nome perograve che Vesta in greco viene a dire pace Allora volleOttaviano sapere quanto dovesse durare quello tempio La Rithea rispuose chequello tempio cadere dovea quando la vergine partorisse La gente per questointesero che mai cadere dovesse perograve che non credeano che vergine maipartorire potesse E chosigrave quando la nostra salute della vergine nacque quellotempio cadderaquo

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risposta egrave fatta in tre versi lara figura in ambedue Che luna siaderivata dallaltra sarei meno disposto a credere ma ad ognimodo la leggenda dovette nascere in Roma dove lAra Coeli leserviva in qualche modo di caposaldo Giacomo da Voragineriporta ambedue le versioni citando per la prima Timoteo per laseconda Innocenzo III papa649

Ma la leggenda non si appaga della visione essa attribuisceancora ad Augusto la edificazione di quel tempio della Pace cherovinograve la notte del nascimento di Cristo Giacomo da Voraginedice sulla testimonianza dInnocenzo III che durando in Romagiagrave dodici anni la pace i Romani costrussero un tempiobellissimo e vi posero dentro la statua di Romolo Consultatoloracolo di Apollo circa la sua durata fu da questo risposto chedurerebbe insino a che una vergine partorisse I Romani inteseroche il tempio dovesse durare in eterno e se ne rallegrarono ma lanotte in cui nacque Cristo esso rovinograve improvvisamente650 Qui diAugusto non si fa ancora parola ma la costruzione del tempio sipone sotto il suo regno la statua di Romolo che non si vede checosa ci stia a fare egrave quivi migrata da unaltra leggenda o per dirmeglio da unaltra versione della stessa leggenda ArmanninoGiudice invece dice espressamente nella Fiorita che chi costruigrave iltempio fu Augusto651 Nella giagrave ricordata Rappresentatione etfesta di Ottaviano imperatore lazione procede nel seguentemodo Costruito il tempio limperatore domanda quanto abbia adurare

649 Legenda aurea c VI650 Ibid651 Cod Laurenz cit f 260 v laquoQuivi comio dissi avea facto fare Ottavianoquello tempio di pace il quale si chiamava anche il tempio di Vesta ma tuctoera uno nome perograve che Vesta in greco viene a dire pace Allora volleOttaviano sapere quanto dovesse durare quello tempio La Rithea rispuose chequello tempio cadere dovea quando la vergine partorisse La gente per questointesero che mai cadere dovesse perograve che non credeano che vergine maipartorire potesse E chosigrave quando la nostra salute della vergine nacque quellotempio cadderaquo

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Parla limperadore a maestri

Quanto potragrave questo tempio durarechegrave si mirabilmente egrave edificatoin che modo potragrave mai rovinareche sigrave perfettamente fu fondato

Vn maestro di murare

Di questo non bisogna ragionareperograve che l durar suo egrave [in]terminatone mai saragrave per rovina finitose vna vergin non ha partorito

Il popolo vuole adorare Augusto che consulta la Sibilla Segue lavisione e la rovina del tempio In una scena interposta sirappresenta ladorazione dei pastori Fatto certo della venuta delRedentore Augusto ordina pubbliche feste

Nei Mirabilia si narra che Romolo pose nel tempio dellaConcordia la propria statua doro dicendo Non cadragrave insino atanto che una vergine non partorisca e subitamente precipitogravecome la Vergine ebbe partorito Si ricordi a tale proposito ciograve chela leggenda racconta deglidoli di Egitto che tutti precipitarononei templi come appena Gesugrave che fuggiva la persecuzione diErode fu entrato nel paese dei Faraoni Gotofredo da Viterboparla della statua e del vaticinio alquanto diversamente652

Maxima tunc Romae Capitolica stabat imagoCujus in hoc titulo lectoribus acta notabo

Atque Sibyllino dogmate dicta daboGrandis imago nimis potuit vix recta levariSaepe levata satis nulla valet arte juvari

Quin cadat ulterius nam recidiva caditUnius vitulae tandem datur arte levari

652 Pantheon part XV271

Parla limperadore a maestri

Quanto potragrave questo tempio durarechegrave si mirabilmente egrave edificatoin che modo potragrave mai rovinareche sigrave perfettamente fu fondato

Vn maestro di murare

Di questo non bisogna ragionareperograve che l durar suo egrave [in]terminatone mai saragrave per rovina finitose vna vergin non ha partorito

Il popolo vuole adorare Augusto che consulta la Sibilla Segue lavisione e la rovina del tempio In una scena interposta sirappresenta ladorazione dei pastori Fatto certo della venuta delRedentore Augusto ordina pubbliche feste

Nei Mirabilia si narra che Romolo pose nel tempio dellaConcordia la propria statua doro dicendo Non cadragrave insino atanto che una vergine non partorisca e subitamente precipitogravecome la Vergine ebbe partorito Si ricordi a tale proposito ciograve chela leggenda racconta deglidoli di Egitto che tutti precipitarononei templi come appena Gesugrave che fuggiva la persecuzione diErode fu entrato nel paese dei Faraoni Gotofredo da Viterboparla della statua e del vaticinio alquanto diversamente652

Maxima tunc Romae Capitolica stabat imagoCujus in hoc titulo lectoribus acta notabo

Atque Sibyllino dogmate dicta daboGrandis imago nimis potuit vix recta levariSaepe levata satis nulla valet arte juvari

Quin cadat ulterius nam recidiva caditUnius vitulae tandem datur arte levari

652 Pantheon part XV271

Cujus et ingenio potuit sic ipsa locariNe cadat ulterius stetque vigore pari

Sed nec ad huc populus stabat sub imagine tutusSpiritus a statua sic est in plebe locutus

Cum virgo pariet tunc et imago cadet

Giovanni Sarisberiense653 e Ranulfo Higden654 dicono che fusa lastatua le gambe parvero insufficienti a sostenerne il peso e cheessendo ciograve rimostrato allartefice questi rispose la statua avere adurare finchegrave una vergine partorisse Alcuna volta egrave il tempio diPallade (Panadis) quello che precipita655 alcunaltra egrave la Salvatiocome abbiamo giagrave veduto656 In un racconto francese di unmanoscritto di Torino ledifizio che rovina egrave un palazzo magnificoinnalzato da un fantastico Nerone in onor dei suoi numi657

Fra i molti segni annunziatori della venuta di Cristo che siricordano uno dei principali egrave la fonte dolio che si pretendescaturisse in Trastevere nella Taberna meritoria allorchegrave seguigrave ilventuroso nascimento Se ne parla nei Mirabilia e in altri librisenza fine ma il primo che le attribuisca il significato che serbadi poi egrave Orosio658 Qui ci si presenta un altro caso di usurpazionefatta da cristiani in pro della loro fede Una vecchia leggendapagana raccontava che il giorno in cui dopo aver vinto LepidoOttaviano entrograve in Roma scaturigrave dalla Taberna meritoria unafonte dolio Orosio dice essere stato quello un segno e unavvertimento della nascita di Cristo Il Voragine ne parla come un

653 Polycrat l II c 15654 Polychron l I c 24655 Per esempio nelle Cronache di SantEgidio nellAlte Passional ecc656 Cap VI p 211-3 Nelle citate Cronache di S Pantaleone dopo descritta laSalvatio in Campidoglio si soggiunge laquoHujus (Numae) temporibus SibillaErictea (sic) claruit quae ad ipsum veniens Numam Romae plurima futura eipraedixit et in pariete ipsius Capitolii hunc versum conscripsit Non cadet istadomus nisi virgine parturiente Dicunt etiam quod in ipsa hora nativitatisdomini cum omnibus idolis corrueritraquo657 COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 89-91658 Histor l VI c 20

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Cujus et ingenio potuit sic ipsa locariNe cadat ulterius stetque vigore pari

Sed nec ad huc populus stabat sub imagine tutusSpiritus a statua sic est in plebe locutus

Cum virgo pariet tunc et imago cadet

Giovanni Sarisberiense653 e Ranulfo Higden654 dicono che fusa lastatua le gambe parvero insufficienti a sostenerne il peso e cheessendo ciograve rimostrato allartefice questi rispose la statua avere adurare finchegrave una vergine partorisse Alcuna volta egrave il tempio diPallade (Panadis) quello che precipita655 alcunaltra egrave la Salvatiocome abbiamo giagrave veduto656 In un racconto francese di unmanoscritto di Torino ledifizio che rovina egrave un palazzo magnificoinnalzato da un fantastico Nerone in onor dei suoi numi657

Fra i molti segni annunziatori della venuta di Cristo che siricordano uno dei principali egrave la fonte dolio che si pretendescaturisse in Trastevere nella Taberna meritoria allorchegrave seguigrave ilventuroso nascimento Se ne parla nei Mirabilia e in altri librisenza fine ma il primo che le attribuisca il significato che serbadi poi egrave Orosio658 Qui ci si presenta un altro caso di usurpazionefatta da cristiani in pro della loro fede Una vecchia leggendapagana raccontava che il giorno in cui dopo aver vinto LepidoOttaviano entrograve in Roma scaturigrave dalla Taberna meritoria unafonte dolio Orosio dice essere stato quello un segno e unavvertimento della nascita di Cristo Il Voragine ne parla come un

653 Polycrat l II c 15654 Polychron l I c 24655 Per esempio nelle Cronache di SantEgidio nellAlte Passional ecc656 Cap VI p 211-3 Nelle citate Cronache di S Pantaleone dopo descritta laSalvatio in Campidoglio si soggiunge laquoHujus (Numae) temporibus SibillaErictea (sic) claruit quae ad ipsum veniens Numam Romae plurima futura eipraedixit et in pariete ipsius Capitolii hunc versum conscripsit Non cadet istadomus nisi virgine parturiente Dicunt etiam quod in ipsa hora nativitatisdomini cum omnibus idolis corrueritraquo657 COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 89-91658 Histor l VI c 20

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segno della nascita giagrave avvenuta e cita una profezialaquoProphetaverat enim Sibylla quod quando erumperet fons oleinasceretur Salvator659raquo LAnonimo Magliabecchiano allaTaberna sostituisce il Templum Ravennanum in quo remanebantomnes servientes in senatu Battista Fulgoso fa scaturire la fontein una casa privata660 Lo Pseudo Ricordano Malespini confondecose disparatissime e dice661 laquo al tempo di Attaviano CesereAugusto in Roma si fondograve la maggiore di tutte le Chiese cioegrave laCasa di mess Santo Piero Apostolo di Cristo e tutto quello digraverampollograve olio di sotto terra in segno di divina grazia dopo lamorte di messere Santo Pieroraquo Walther von Rheinau dice che lanotte in cui nacque il Salvatore fu veduto nascere in Roma unalbero e scaturire da quello un rivo dolio662 Del resto le fontidolio sono frequenti nelle leggende specie ascetiche di una chescaturigrave nel mezzo della cittagrave di Sorrento fa ricordo GioseffoGorionide663

Molti altri segni della venuta di Cristo si ricordano su qualinon mi tratterrograve Onorio Augustodunense nellElucidarium neregistra sette ma altri va sino a ventiquattro664 Inoltre uno stesso

659 Legenda aurea c VI660 De dictis factibusque memorabilibus collectanea a Camillo Gilino latinafacta Milano 1508 l I c 4661 Istor fiorent c XI662 Marienleben l II663 Historia judaica l I c 3664 V MASSMANN Kaiserch v III p 556-8 e anche WOLF Lectionesmemorabiles v I p 4-6 11-12 In una cronaca latina manoscritta che siconserva nel Museo Britannico (cod Cottoniano Nero D II) si legge (f 29 rcol 1a) il seguente racconto laquoIn illo tempore regnante in Britannia utpredictum est Kembelino rege vate Teulephinus nomine medio yememaioribus terre vocatis ad regale convivium quasi in extasi raptus in aularegia cunctis coram epulantibus hinc inde gradiens futurorum prescius quirequisitus a rege quod de futurorum presagiis quibus intendebat sentiret eisprospera denunciando vaticinaret Cui ille reapondit dicens

Cesset erroriFugiat terror

27370

segno della nascita giagrave avvenuta e cita una profezialaquoProphetaverat enim Sibylla quod quando erumperet fons oleinasceretur Salvator659raquo LAnonimo Magliabecchiano allaTaberna sostituisce il Templum Ravennanum in quo remanebantomnes servientes in senatu Battista Fulgoso fa scaturire la fontein una casa privata660 Lo Pseudo Ricordano Malespini confondecose disparatissime e dice661 laquo al tempo di Attaviano CesereAugusto in Roma si fondograve la maggiore di tutte le Chiese cioegrave laCasa di mess Santo Piero Apostolo di Cristo e tutto quello digraverampollograve olio di sotto terra in segno di divina grazia dopo lamorte di messere Santo Pieroraquo Walther von Rheinau dice che lanotte in cui nacque il Salvatore fu veduto nascere in Roma unalbero e scaturire da quello un rivo dolio662 Del resto le fontidolio sono frequenti nelle leggende specie ascetiche di una chescaturigrave nel mezzo della cittagrave di Sorrento fa ricordo GioseffoGorionide663

Molti altri segni della venuta di Cristo si ricordano su qualinon mi tratterrograve Onorio Augustodunense nellElucidarium neregistra sette ma altri va sino a ventiquattro664 Inoltre uno stesso

659 Legenda aurea c VI660 De dictis factibusque memorabilibus collectanea a Camillo Gilino latinafacta Milano 1508 l I c 4661 Istor fiorent c XI662 Marienleben l II663 Historia judaica l I c 3664 V MASSMANN Kaiserch v III p 556-8 e anche WOLF Lectionesmemorabiles v I p 4-6 11-12 In una cronaca latina manoscritta che siconserva nel Museo Britannico (cod Cottoniano Nero D II) si legge (f 29 rcol 1a) il seguente racconto laquoIn illo tempore regnante in Britannia utpredictum est Kembelino rege vate Teulephinus nomine medio yememaioribus terre vocatis ad regale convivium quasi in extasi raptus in aularegia cunctis coram epulantibus hinc inde gradiens futurorum prescius quirequisitus a rege quod de futurorum presagiis quibus intendebat sentiret eisprospera denunciando vaticinaret Cui ille reapondit dicens

Cesset erroriFugiat terror

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segno si faceva servire ad annunziare limpero e la nascita diCristo Vincenzo Bellovacense dice sulla fede di PietroComestore nello Speculum historiale665 apparuerunt tressoles in oriente qui paulatim in unum corpus solis redacti suntsignificantes quod dominium Lucii Anthonii et Marchi Anthoniiet Augusti in monarchiam rediret vel pocius quod noticia triniDei et unius toti orbi futura imminebatraquo

Ma il cristianesimo si voleva annunziato di piugrave lunga mano inmezzo alla paganitagrave e se ne ricordavano antichissimi vaticinii epresentimenti Che la Sibilla Eritrea sino dai tempi dellafondazione di Roma avesse profetata la venuta del Messia sicredeva comunemente e dellaltre Sibille si credeva ilmedesimo666 Nel trattato De Disciplina scholastica falsamenteattribuito a Boezio si narra che nella tomba di Platone fu trovatauna lamina doro con suvvi incise le parole Credo nel figliuolo diDio il quale deve nascere di una vergine patire per il genereumano e risuscitare il terzo giorno dalla sua morte Parecchicronisti e Vincenzo Bellovacense fra gli altri667 fanno ricordo diuna tomba trovata presso Costantinopoli e contenente in unascritta lannunzio del Redentore Martino Polono racconta chenella cittagrave di Toledo ai tempi di Federico II fu trovato da unEbreo dentro una pietra che non mostrava segno di commessuraun libro in tre lingue ebraica latina e greca nel quale si narravain parte in parte si prediceva tutta la storia del mondo da Adamo

Cedat dolor gaudioHodie descendit in humoQui nos liberabit ab ymo

Huius autem vaticinii mentio inter Britones sepius fuerat recitataraquo665 L VII c 41666 V SERVATII GALLAEI Dissertationes de Sybillis Amsterdam 1688THORLACIUS Conspectus doctrinae christianae qualis in Sibyllarum libriscontinetur Kopenhagen 1816 EWALD Ueber Entstehung Wert und Inhalt der14 Sibyllinischen Buumlcher Gottinga 1858667 Speculum morale l II dist III parte 2a Di alcun che di simile si parla nellaHistoria miscella

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segno si faceva servire ad annunziare limpero e la nascita diCristo Vincenzo Bellovacense dice sulla fede di PietroComestore nello Speculum historiale665 apparuerunt tressoles in oriente qui paulatim in unum corpus solis redacti suntsignificantes quod dominium Lucii Anthonii et Marchi Anthoniiet Augusti in monarchiam rediret vel pocius quod noticia triniDei et unius toti orbi futura imminebatraquo

Ma il cristianesimo si voleva annunziato di piugrave lunga mano inmezzo alla paganitagrave e se ne ricordavano antichissimi vaticinii epresentimenti Che la Sibilla Eritrea sino dai tempi dellafondazione di Roma avesse profetata la venuta del Messia sicredeva comunemente e dellaltre Sibille si credeva ilmedesimo666 Nel trattato De Disciplina scholastica falsamenteattribuito a Boezio si narra che nella tomba di Platone fu trovatauna lamina doro con suvvi incise le parole Credo nel figliuolo diDio il quale deve nascere di una vergine patire per il genereumano e risuscitare il terzo giorno dalla sua morte Parecchicronisti e Vincenzo Bellovacense fra gli altri667 fanno ricordo diuna tomba trovata presso Costantinopoli e contenente in unascritta lannunzio del Redentore Martino Polono racconta chenella cittagrave di Toledo ai tempi di Federico II fu trovato da unEbreo dentro una pietra che non mostrava segno di commessuraun libro in tre lingue ebraica latina e greca nel quale si narravain parte in parte si prediceva tutta la storia del mondo da Adamo

Cedat dolor gaudioHodie descendit in humoQui nos liberabit ab ymo

Huius autem vaticinii mentio inter Britones sepius fuerat recitataraquo665 L VII c 41666 V SERVATII GALLAEI Dissertationes de Sybillis Amsterdam 1688THORLACIUS Conspectus doctrinae christianae qualis in Sibyllarum libriscontinetur Kopenhagen 1816 EWALD Ueber Entstehung Wert und Inhalt der14 Sibyllinischen Buumlcher Gottinga 1858667 Speculum morale l II dist III parte 2a Di alcun che di simile si parla nellaHistoria miscella

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allAnticristo facendo nascere Cristo in sul principio del terzomondo divisa in tre mondi o in tre etagrave tutta la storia del genereumano Nella prefazione al trattato De octo partibus orationis diVirgilio Marone grammatico668 si ricorda sulla testimonianza dinon so quali storie greche un poeta Tarquinio il quale annunziogravefra i Persiani la venuta di Cristo669

Circa la morte di Augusto nulla si racconta di particolaresalvo che Massudi la lega in istrano modo con la morte diCleopatra Secondo questo storico Augusto perigrave morso da quellostesso serpe che aveva giagrave tolta la vita alla disprezzata regina eimprovvisograve prima di morire alcuni versi che diventarono poifamosi Ben piugrave si parla del sepolcro che era uno dei maggiorimonumenti di Roma I Mirabilia cosigrave lo descrivono laquoAd portamFlammineam fecit Octavianus quoddam castellum quod vocaturAugustum ubi sepelirentur imperatores quod tabulatum fuitdiversis lapidibus Intus in girum est concavum per occultas viasIn inferiori giro sunt sepulturae imperatorum in unaquaquesepultura sunt litterae ita dicentes haec sunt ossa et cinis Nervaeimperatoris670 et victoria quam fecit ante quas stabat statua deisui sicut in aliis omnibus sepulchris In medio sepulchrorum estabsidia ubi sedebat Octavianus ibique erant sacerdotes facientessuas querimonias De omnibus regnis totius orbis iussit venireunam cirothecam plenam de terra quam posuit super templum utesset in memoriam omnibus gentibus Romam venientibusraquo Perquesta ragione Giovanni dOutremeuse chiama il Mausoleo diAugusto ly temple de tout terre671 Ma in alcune recensioni dei668 Ap MAI Classici auctoresA t V p 12669 Giulio Africano racconta che Cristo fu prima che in qualsivoglia altraregione conosciuto in Persia giacchegrave glidoli stessi doro e dargento che Ciroaveva posti nel magnifico tempio di Giunone ne rivelarono la venuta AfricaniNarratio de iis quae Christo nato in Persia acciderunt nei Beytraumlge zurGeschichte und Literatur dellAretin Apr 1804 p 52 segg670 In altri tetti cinis nerveque imperatarum La Graphia cinis enimimperatoris671 Op cit v I p 72 In un commento in prosa alla Speculum Regum diGotofredo da Viterbo (ap PERTZ Script t XXII p 75) ai legge quanto segue

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allAnticristo facendo nascere Cristo in sul principio del terzomondo divisa in tre mondi o in tre etagrave tutta la storia del genereumano Nella prefazione al trattato De octo partibus orationis diVirgilio Marone grammatico668 si ricorda sulla testimonianza dinon so quali storie greche un poeta Tarquinio il quale annunziogravefra i Persiani la venuta di Cristo669

Circa la morte di Augusto nulla si racconta di particolaresalvo che Massudi la lega in istrano modo con la morte diCleopatra Secondo questo storico Augusto perigrave morso da quellostesso serpe che aveva giagrave tolta la vita alla disprezzata regina eimprovvisograve prima di morire alcuni versi che diventarono poifamosi Ben piugrave si parla del sepolcro che era uno dei maggiorimonumenti di Roma I Mirabilia cosigrave lo descrivono laquoAd portamFlammineam fecit Octavianus quoddam castellum quod vocaturAugustum ubi sepelirentur imperatores quod tabulatum fuitdiversis lapidibus Intus in girum est concavum per occultas viasIn inferiori giro sunt sepulturae imperatorum in unaquaquesepultura sunt litterae ita dicentes haec sunt ossa et cinis Nervaeimperatoris670 et victoria quam fecit ante quas stabat statua deisui sicut in aliis omnibus sepulchris In medio sepulchrorum estabsidia ubi sedebat Octavianus ibique erant sacerdotes facientessuas querimonias De omnibus regnis totius orbis iussit venireunam cirothecam plenam de terra quam posuit super templum utesset in memoriam omnibus gentibus Romam venientibusraquo Perquesta ragione Giovanni dOutremeuse chiama il Mausoleo diAugusto ly temple de tout terre671 Ma in alcune recensioni dei668 Ap MAI Classici auctoresA t V p 12669 Giulio Africano racconta che Cristo fu prima che in qualsivoglia altraregione conosciuto in Persia giacchegrave glidoli stessi doro e dargento che Ciroaveva posti nel magnifico tempio di Giunone ne rivelarono la venuta AfricaniNarratio de iis quae Christo nato in Persia acciderunt nei Beytraumlge zurGeschichte und Literatur dellAretin Apr 1804 p 52 segg670 In altri tetti cinis nerveque imperatarum La Graphia cinis enimimperatoris671 Op cit v I p 72 In un commento in prosa alla Speculum Regum diGotofredo da Viterbo (ap PERTZ Script t XXII p 75) ai legge quanto segue

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Mirabilia come in quella pubblicata dal Graumlsse Augusto ordinache ciascun suddito porti al suo Mausoleo non un guanto pienodi terra ma uno scatolino di mirra LAnonimo Magliabecchianodice che Augusto volle essere seppellito nel Mausoleo con unatavola di bronzo in cui erano descritte le sue gesta ma che piugravetardi Tiberio fece porre le sue ceneri nella palla dellobeliscovaticano e quivi ordinograve fossero poste anche le proprie672 Masecondo il Libro Imperiale Augusto fu sepolto nel tempio diMinerva

In molte scritture del medio evo si ricorda come la festa solitaa celebrarsi in Roma alle calende di Agosto in commemorazionedella vittoria dAzio riportata da Augusto fosse per gli ufficiidellimperatrice Eudossia e del papa Pelagio convertita nella festadi San Pietro in Vincoli673

laquoSciendum est quod imperator Antoninus Pius erat mitis et benignus avaritiamnon habens nec amans Ideo ab omni populo romano imperio subiecto tributumaccipere noluit sed terram de omnibus regnis mundi loco tributi apportariiussit in signum obedientie et montem Rome qui dicitur omnis terre iuxtasepulchrum Remi de eadem terra fecitraquo Qui al allude evidentemente al MonteTestaccio672 Del Mausoleo lAnonimo dice laquoAugusta imperatorum id est Lauscavocabulis corruptis quam ad portam Flamineam scilicet hodie populi portainter ripam et viam Tiberis Octavianus fecit fieri tempore quarti suiconsulatus ad resecandum expensas maximas sepulchrorum Imperatorumquod adhuc apparet opus mirifice ornatum et opertum tabulis marmoreisMulta ibi sepulchra fecit in quibus nullum erat aliud necessarium nisi scriberegesta funeratorum in sepulchro praedicto quibus sepulchrum cuilibet eratstatua quae non spectabat nisi denominari nomen defuncti et scribere gestaper eum et in medio loci ubi sacerdotes scenici stabant ad eorum pertinendamfaciendum cum cathedra in qua idem Octavianus quando intrabat possetsedere si vellet donec sacrificia vel cerimoniae exercebantur et ut reputareturlocus magnae nobilitatis iussit per totum mundum portare super illum locumcyrothecam terrae plenam idem Octavianus et tanta fuit multitudo praedictaeterrae ibi iussu praedicto posita quod mona ibi isto modo factus extititraquo673 Ma parecchie opinioni si ebbero circa la origine di questa festa Anzi tuttosecondo la Descriptio plenaria lidea di mutare la festa pagana sarebbe venutaad Eudossia moglie dellimperatore Arcadio in Roma stessa secondo ilDURAND Rationale divinorum officiorum l VII c 19 tale idea sarebbe venuta

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Mirabilia come in quella pubblicata dal Graumlsse Augusto ordinache ciascun suddito porti al suo Mausoleo non un guanto pienodi terra ma uno scatolino di mirra LAnonimo Magliabecchianodice che Augusto volle essere seppellito nel Mausoleo con unatavola di bronzo in cui erano descritte le sue gesta ma che piugravetardi Tiberio fece porre le sue ceneri nella palla dellobeliscovaticano e quivi ordinograve fossero poste anche le proprie672 Masecondo il Libro Imperiale Augusto fu sepolto nel tempio diMinerva

In molte scritture del medio evo si ricorda come la festa solitaa celebrarsi in Roma alle calende di Agosto in commemorazionedella vittoria dAzio riportata da Augusto fosse per gli ufficiidellimperatrice Eudossia e del papa Pelagio convertita nella festadi San Pietro in Vincoli673

laquoSciendum est quod imperator Antoninus Pius erat mitis et benignus avaritiamnon habens nec amans Ideo ab omni populo romano imperio subiecto tributumaccipere noluit sed terram de omnibus regnis mundi loco tributi apportariiussit in signum obedientie et montem Rome qui dicitur omnis terre iuxtasepulchrum Remi de eadem terra fecitraquo Qui al allude evidentemente al MonteTestaccio672 Del Mausoleo lAnonimo dice laquoAugusta imperatorum id est Lauscavocabulis corruptis quam ad portam Flamineam scilicet hodie populi portainter ripam et viam Tiberis Octavianus fecit fieri tempore quarti suiconsulatus ad resecandum expensas maximas sepulchrorum Imperatorumquod adhuc apparet opus mirifice ornatum et opertum tabulis marmoreisMulta ibi sepulchra fecit in quibus nullum erat aliud necessarium nisi scriberegesta funeratorum in sepulchro praedicto quibus sepulchrum cuilibet eratstatua quae non spectabat nisi denominari nomen defuncti et scribere gestaper eum et in medio loci ubi sacerdotes scenici stabant ad eorum pertinendamfaciendum cum cathedra in qua idem Octavianus quando intrabat possetsedere si vellet donec sacrificia vel cerimoniae exercebantur et ut reputareturlocus magnae nobilitatis iussit per totum mundum portare super illum locumcyrothecam terrae plenam idem Octavianus et tanta fuit multitudo praedictaeterrae ibi iussu praedicto posita quod mona ibi isto modo factus extititraquo673 Ma parecchie opinioni si ebbero circa la origine di questa festa Anzi tuttosecondo la Descriptio plenaria lidea di mutare la festa pagana sarebbe venutaad Eudossia moglie dellimperatore Arcadio in Roma stessa secondo ilDURAND Rationale divinorum officiorum l VII c 19 tale idea sarebbe venuta

276

CAPITOLO X

NeronePassiamo a Nerone saltando Tiberio del quale saragrave migliore

occasione a discorrere nel capitolo seguenteDopo Giuda per giudizio concorde di tutta la cristianitagrave

luomo piugrave empio e scelerato che sia mai vissuto al mondo egraveNerone e la sua trista celebritagrave vince la buona di Augusto e diCesare La memoria di lui nel medio evo doveva tornare tanto piugraveodiosa quanto piugrave gli spiriti erano allora portati a foggiarsi untipo di principe perfetto674 Ma la prima e piugrave potente cagionedella sua infamia era senzalcun dubbio la persecuzione iniquaondegli primo afflisse la Chiesa nascente La Kaiserchronikchiama Nerone il piugrave malvagio uomo che nascesse di madre

der allir wirsiste mander von muoter in dise werlt ie quam675

Gotofredo da Viterbo dice di lui676

Scandit Nero tronum blasfemus ubique patronusNulla sorte bonus neque dignus honore colonus

Saccus opum scelerum signifer orbis honus

a Teodosia moglie di Teodosio II in Alessandria (Cf GIOVANNI BELETHExplicatio divinorum officiorum c 141 e HOSPINIANUS De festis) Altriattribuiscono la istituzione della festa a Silvestro I (314-335) In un raccontofrancese intitolato Pourquoy la feste saint Pere ad vincula fu celebreecontenuta nel cod Fr 413 della Bibl Nat di Parigi f 102 r linstituzionedella festa ha tuttaltri motivi ed egrave attribuita a un papa Alessandro674 I trattati intesi a instituire il buon principe formano nel medio evo una veraletteratura V BARTSCH Das Fuumlrstenideal des Mittelalters im Spiegel deutscherDichtung Lipsia 1868675 V 4104-5676 Speculum Regum v 906-8 cosigrave ancora nella partic X della MemoriaSaeculorum

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CAPITOLO X

NeronePassiamo a Nerone saltando Tiberio del quale saragrave migliore

occasione a discorrere nel capitolo seguenteDopo Giuda per giudizio concorde di tutta la cristianitagrave

luomo piugrave empio e scelerato che sia mai vissuto al mondo egraveNerone e la sua trista celebritagrave vince la buona di Augusto e diCesare La memoria di lui nel medio evo doveva tornare tanto piugraveodiosa quanto piugrave gli spiriti erano allora portati a foggiarsi untipo di principe perfetto674 Ma la prima e piugrave potente cagionedella sua infamia era senzalcun dubbio la persecuzione iniquaondegli primo afflisse la Chiesa nascente La Kaiserchronikchiama Nerone il piugrave malvagio uomo che nascesse di madre

der allir wirsiste mander von muoter in dise werlt ie quam675

Gotofredo da Viterbo dice di lui676

Scandit Nero tronum blasfemus ubique patronusNulla sorte bonus neque dignus honore colonus

Saccus opum scelerum signifer orbis honus

a Teodosia moglie di Teodosio II in Alessandria (Cf GIOVANNI BELETHExplicatio divinorum officiorum c 141 e HOSPINIANUS De festis) Altriattribuiscono la istituzione della festa a Silvestro I (314-335) In un raccontofrancese intitolato Pourquoy la feste saint Pere ad vincula fu celebreecontenuta nel cod Fr 413 della Bibl Nat di Parigi f 102 r linstituzionedella festa ha tuttaltri motivi ed egrave attribuita a un papa Alessandro674 I trattati intesi a instituire il buon principe formano nel medio evo una veraletteratura V BARTSCH Das Fuumlrstenideal des Mittelalters im Spiegel deutscherDichtung Lipsia 1868675 V 4104-5676 Speculum Regum v 906-8 cosigrave ancora nella partic X della MemoriaSaeculorum

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Ed Enenkel

er war ein uebel manSin gleich wart nie gesehen an

Tutto si ricorda di lui i parricidii le crudeltagrave raffinate il lussoinsensato la mostruosa libidine non vegrave quasi cronista che nonparli con esecrazione dellincendio di Roma e in Roma si mostraancora una torre non molto antica dalla sommitagrave della quale sipretende che lincendiario sia stato spettatore plaudente delloperapropria Egli diventa termine di confronto e paragone di ogni piugravesformata malvagitagrave A proposito di un insigne scelerato si diragrave

Pilate Herode ne Noironnorent plus male entention677

Quando si vorragrave con un sol tratto dipingere la iniquitagrave del clero diRoma si evocheragrave a riscontro la memoria di Nerone

Foris Petrus intus Nero678

Col nome di Nerone si foggeragrave persino un aggettivo neroniussinonimo di scelerato Neronior est ipso Nerone dice di Enrico IIdInghilterra lanonimo autore di un carme De adventuAntichristi679

Quasi che i delitti da lui veramente commessi non fosseroabbastanza numerosi altri gliene sono imputati che non commisee non poteva commettere In una cronaca francese manoscritta silegge680 laquoIl tua son pere et sa mere et sa soeur et ses deulx

677 BENOIS Chronique rimeacutee l II v 27836-7678 V FLACII ILLIRICI Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ed 1754 p 425679 Ap DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 145680 Cod d Nazion di Torino L IV 18 f 41 r

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Ed Enenkel

er war ein uebel manSin gleich wart nie gesehen an

Tutto si ricorda di lui i parricidii le crudeltagrave raffinate il lussoinsensato la mostruosa libidine non vegrave quasi cronista che nonparli con esecrazione dellincendio di Roma e in Roma si mostraancora una torre non molto antica dalla sommitagrave della quale sipretende che lincendiario sia stato spettatore plaudente delloperapropria Egli diventa termine di confronto e paragone di ogni piugravesformata malvagitagrave A proposito di un insigne scelerato si diragrave

Pilate Herode ne Noironnorent plus male entention677

Quando si vorragrave con un sol tratto dipingere la iniquitagrave del clero diRoma si evocheragrave a riscontro la memoria di Nerone

Foris Petrus intus Nero678

Col nome di Nerone si foggeragrave persino un aggettivo neroniussinonimo di scelerato Neronior est ipso Nerone dice di Enrico IIdInghilterra lanonimo autore di un carme De adventuAntichristi679

Quasi che i delitti da lui veramente commessi non fosseroabbastanza numerosi altri gliene sono imputati che non commisee non poteva commettere In una cronaca francese manoscritta silegge680 laquoIl tua son pere et sa mere et sa soeur et ses deulx

677 BENOIS Chronique rimeacutee l II v 27836-7678 V FLACII ILLIRICI Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ed 1754 p 425679 Ap DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 145680 Cod d Nazion di Torino L IV 18 f 41 r

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freresraquo Uno di questi fratelli sarebbe quel Grano che secondo laleggenda fondograve Acquisgrana e che talvolta egrave anche dettocognato o figlio di Nerone Giovanni dOutremeuse racconta chequesti lo fece ammazzare da un suo servitore per nome Gapoza eposcia fece morire anche costui perchegrave non isvelasse ilmisfatto681 Balduino Ninoviense afferma che Nerone laquosororemsuam stupro polluit patrem suum similiter stupravitraquo682 Cheveramente avesse fatto sparare la madre per vedere il luogodovera stato prima di nascere si crede e si ripete da tutti durantetutto il medio evo683 Giovanni dOutremeuse a cui piace sempredi rincarare la dose dice che per la stessa mostruosa curiositagravefece sparare anche la sua seconda moglie e narrato leccidiomaterno soggiunge che il parricida sdegnato della viltagrave del luogo

681 Op cit v 1 p 458 Acquisgrana (Aquisgranum Aquae Graniae) fufondata nel III secolo dellE V dai Romani e cosigrave chiamata probabilmente inonore di Apollo Granus Granius fu anche nome latino di persona e la famigliadei Granii ebbe parecchi uomini illustri682 Chronicon p 592 nella Collection des chroniques belges ineacutedites683 Del modo tenuto da Nerone per fare uccidere la madre si narra con qualcheparticolaritagrave curiosa nellAquila Volante l V c 3 Nel mistero franceseintitolato Vengeance et destruction de Jerusalem ecc stampato da AntonioVerard a Parigi nel 1491 ma rappresentato sino dal 1437 Nerone fa aprire ilventre alla madre ancor viva per instigazione del diavolo Non so donde questacredenza abbia potuto trarre lorigine ma forse la prima suggestione le venneda quanto parecchi antichi narrano di Nerone che volle vedere ignuda lamadre morta e delle forme materne alcune lodograve altre biasimograve V TACITOAnnal XIV 9 SVETONIO Nero 34 DIONE CASSIO Hist Rom LXI 14 Questanotizia fu raccolta da BOEZIO De Consolatione philosophiae l II met VI

Novimus quantas dederit ruinasUrbe flammata patribusque caesisFratre qui quondam ferus interemtoMatris effuso maduit cruoreCorpus et visu gelidum pererransOra non tinxit lacrymis sed esseCensor extinti potuit decoris

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freresraquo Uno di questi fratelli sarebbe quel Grano che secondo laleggenda fondograve Acquisgrana e che talvolta egrave anche dettocognato o figlio di Nerone Giovanni dOutremeuse racconta chequesti lo fece ammazzare da un suo servitore per nome Gapoza eposcia fece morire anche costui perchegrave non isvelasse ilmisfatto681 Balduino Ninoviense afferma che Nerone laquosororemsuam stupro polluit patrem suum similiter stupravitraquo682 Cheveramente avesse fatto sparare la madre per vedere il luogodovera stato prima di nascere si crede e si ripete da tutti durantetutto il medio evo683 Giovanni dOutremeuse a cui piace sempredi rincarare la dose dice che per la stessa mostruosa curiositagravefece sparare anche la sua seconda moglie e narrato leccidiomaterno soggiunge che il parricida sdegnato della viltagrave del luogo

681 Op cit v 1 p 458 Acquisgrana (Aquisgranum Aquae Graniae) fufondata nel III secolo dellE V dai Romani e cosigrave chiamata probabilmente inonore di Apollo Granus Granius fu anche nome latino di persona e la famigliadei Granii ebbe parecchi uomini illustri682 Chronicon p 592 nella Collection des chroniques belges ineacutedites683 Del modo tenuto da Nerone per fare uccidere la madre si narra con qualcheparticolaritagrave curiosa nellAquila Volante l V c 3 Nel mistero franceseintitolato Vengeance et destruction de Jerusalem ecc stampato da AntonioVerard a Parigi nel 1491 ma rappresentato sino dal 1437 Nerone fa aprire ilventre alla madre ancor viva per instigazione del diavolo Non so donde questacredenza abbia potuto trarre lorigine ma forse la prima suggestione le venneda quanto parecchi antichi narrano di Nerone che volle vedere ignuda lamadre morta e delle forme materne alcune lodograve altre biasimograve V TACITOAnnal XIV 9 SVETONIO Nero 34 DIONE CASSIO Hist Rom LXI 14 Questanotizia fu raccolta da BOEZIO De Consolatione philosophiae l II met VI

Novimus quantas dederit ruinasUrbe flammata patribusque caesisFratre qui quondam ferus interemtoMatris effuso maduit cruoreCorpus et visu gelidum pererransOra non tinxit lacrymis sed esseCensor extinti potuit decoris

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ondera uscito sclamograve laquoJe suy venus de unc ort vasseal Et puisavalat ses braies si ordat en ventre de sa mereraquo684

Non egrave cronista che non ispenda qualche parola a ricordare illusso stravagante e la insensata prodigalitagrave del tiranno glisplendori favolosi della Casa Aurea le reti doro e di seta le festein cui si dissipavano le ricchezze di una intera provincia leteatrali ed istrioniche pazzie Queste notizie derivano la piugrave partema quasi sempre indirettamente da Svetonio

Il noto amore di Nerone per le pietre preziose trova benchegravefortuitamente una curiosa attestazione nel Lapidario che va sottoil nome di Marbodo e poscia in altri parecchi Marbodo dice nelPrologo

Evax rex Arabum legitur scripsisse NeroniQui post Augustum regnavit in urbe secundusQuot species lapidum quae nomina quive coloresQuae sit his regio vel quanta potentia cuique 685

Se non che qui Nerone usurpa un luogo che non egrave il suoquelle parole Qui post Augustum regnavit in urbe secunduslasciano intendere che il libro di Evace in origine deve supporsidedicato a Tiberio e a costui veramente si trova ancora dedicatoin parecchie versioni Ma lo scambio si spiega facilmente quandosi ricordi che i tre nomi del secondo imperatore furono TiberioClaudio Nerone La piugrave parte delle versioni francesi in prosa e laversione metrica686 recano il nome di Nerone687 Nelle scritture

684 Op cit v I p 471 470685 MARBODI Liber lapidum Gottinga 1799 p 6686 Ibid p 101-2687 Pietro Diacono che fiorigrave nella prima metagrave del XII secolo (Marbodo morigravenel 1123) tradusse ancor egli il Lapidario di Evace laquoLibrum Evae regisArabiae de pretiosis lapidibus ad Neronem imperatorem quem Constantinusimperator ante annos fere octingentos ab urbe Roma Constantinopolimasportaverat de Graeco in Romanam linguam transtulitraquo Chronica MontisCasinensis ap PERTZ Script t VII p 795 Questa notizia mi par che mettafuori di dubbio lesistenza di un Lapidario che andava sotto il nome di Evace

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ondera uscito sclamograve laquoJe suy venus de unc ort vasseal Et puisavalat ses braies si ordat en ventre de sa mereraquo684

Non egrave cronista che non ispenda qualche parola a ricordare illusso stravagante e la insensata prodigalitagrave del tiranno glisplendori favolosi della Casa Aurea le reti doro e di seta le festein cui si dissipavano le ricchezze di una intera provincia leteatrali ed istrioniche pazzie Queste notizie derivano la piugrave partema quasi sempre indirettamente da Svetonio

Il noto amore di Nerone per le pietre preziose trova benchegravefortuitamente una curiosa attestazione nel Lapidario che va sottoil nome di Marbodo e poscia in altri parecchi Marbodo dice nelPrologo

Evax rex Arabum legitur scripsisse NeroniQui post Augustum regnavit in urbe secundusQuot species lapidum quae nomina quive coloresQuae sit his regio vel quanta potentia cuique 685

Se non che qui Nerone usurpa un luogo che non egrave il suoquelle parole Qui post Augustum regnavit in urbe secunduslasciano intendere che il libro di Evace in origine deve supporsidedicato a Tiberio e a costui veramente si trova ancora dedicatoin parecchie versioni Ma lo scambio si spiega facilmente quandosi ricordi che i tre nomi del secondo imperatore furono TiberioClaudio Nerone La piugrave parte delle versioni francesi in prosa e laversione metrica686 recano il nome di Nerone687 Nelle scritture

684 Op cit v I p 471 470685 MARBODI Liber lapidum Gottinga 1799 p 6686 Ibid p 101-2687 Pietro Diacono che fiorigrave nella prima metagrave del XII secolo (Marbodo morigravenel 1123) tradusse ancor egli il Lapidario di Evace laquoLibrum Evae regisArabiae de pretiosis lapidibus ad Neronem imperatorem quem Constantinusimperator ante annos fere octingentos ab urbe Roma Constantinopolimasportaverat de Graeco in Romanam linguam transtulitraquo Chronica MontisCasinensis ap PERTZ Script t VII p 795 Questa notizia mi par che mettafuori di dubbio lesistenza di un Lapidario che andava sotto il nome di Evace

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del medio evo lo smeraldo si trova qualche volta denominatolapis neronianus e ciograve probabilmente perchegrave si ricordava cheNerone aveva fatto uso di uno smeraldo per veder meglio lepugne dei gladiatori nel circo Parlando degli smeraldi Marbododice

His usum speculis testatur fama NeronemCum gladiatorum pugnas spectare liberet688

Per ogni altro rispetto lepiteto di neroniano non si addiceva allosmeraldo che era tenuta gemma amica della castitagrave

Quasi ricordo delle magnificenze della Casa Aurea RanulfoHigden descrive nel Polychronicon il cielo di bronzo che Neronesi fece costruire e il quale altro non egrave che una copia del cielo diCosroe di cui egrave unaltra copia quello del Colosseo689

Le dissolutezze e le lascivie di Nerone sono quelle che piugraveoffendono la coscienza cristiana e piugrave attraggono lattenzione nelmedio evo Non si dimentichi che secondo una credenza assaiantica giacchegrave si trova riferita da San Girolamo la notte cheCristo nacque morirono subitamente tutti i sodomiti sparsi sullafaccia della terra e ciograve perchegrave non fosse insozzata di tantaturpitudine la umana natura il giorno in cui di essa rivestitonasceva il figliuolo di Dio Si ricordava che Nerone era statomarito del giovane Sporo e moglie dei due liberti Pitagora eDoriforo si ricordava aver egli promesso onori e premii singolaria chi potesse convertirgli in femmina lamasio si sapeva essere688 Questa notizia egrave tratta da PLINIO Hist Nat XXXVII 5 16689 L IV c 9 Item Nero fecit sibi quoddam coelum aereum altitudinis centumpedum minutis foraminibus pertusum nonaginta columpnis marmoreissupportatum quod fecit aqua desuper infundi instar pluviae de coelo cadentisFecit etiam de die lampadem ardentem per illud coelum trahi et ad occidenteminstar solis occumbere Et fecit de nocte speculum gemmis ornatum instarlunae refulgere Sed haec omnia nutu divino ita repente confracta sunt ut necquidem minutiae illorum sunt repertae Fecit etiam quadrigam super illudcoelum trahi ut quasi sonitus tonitrui audiretur Sed Deus immisso ventovalido quadrigam in flumen traiecit

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del medio evo lo smeraldo si trova qualche volta denominatolapis neronianus e ciograve probabilmente perchegrave si ricordava cheNerone aveva fatto uso di uno smeraldo per veder meglio lepugne dei gladiatori nel circo Parlando degli smeraldi Marbododice

His usum speculis testatur fama NeronemCum gladiatorum pugnas spectare liberet688

Per ogni altro rispetto lepiteto di neroniano non si addiceva allosmeraldo che era tenuta gemma amica della castitagrave

Quasi ricordo delle magnificenze della Casa Aurea RanulfoHigden descrive nel Polychronicon il cielo di bronzo che Neronesi fece costruire e il quale altro non egrave che una copia del cielo diCosroe di cui egrave unaltra copia quello del Colosseo689

Le dissolutezze e le lascivie di Nerone sono quelle che piugraveoffendono la coscienza cristiana e piugrave attraggono lattenzione nelmedio evo Non si dimentichi che secondo una credenza assaiantica giacchegrave si trova riferita da San Girolamo la notte cheCristo nacque morirono subitamente tutti i sodomiti sparsi sullafaccia della terra e ciograve perchegrave non fosse insozzata di tantaturpitudine la umana natura il giorno in cui di essa rivestitonasceva il figliuolo di Dio Si ricordava che Nerone era statomarito del giovane Sporo e moglie dei due liberti Pitagora eDoriforo si ricordava aver egli promesso onori e premii singolaria chi potesse convertirgli in femmina lamasio si sapeva essere688 Questa notizia egrave tratta da PLINIO Hist Nat XXXVII 5 16689 L IV c 9 Item Nero fecit sibi quoddam coelum aereum altitudinis centumpedum minutis foraminibus pertusum nonaginta columpnis marmoreissupportatum quod fecit aqua desuper infundi instar pluviae de coelo cadentisFecit etiam de die lampadem ardentem per illud coelum trahi et ad occidenteminstar solis occumbere Et fecit de nocte speculum gemmis ornatum instarlunae refulgere Sed haec omnia nutu divino ita repente confracta sunt ut necquidem minutiae illorum sunt repertae Fecit etiam quadrigam super illudcoelum trahi ut quasi sonitus tonitrui audiretur Sed Deus immisso ventovalido quadrigam in flumen traiecit

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egli stato di cosigrave focoso temperamento e di tanta libidine che permoderarsi alquanto gli conveniva fare uso di unguentirefrigeranti690 Di nessun altro imperatore si narrano tanteparticolaritagrave quante di Nerone Il vizio di lui piugrave appariscente epiugrave caratteristico la lussuria mostruosa finisce per inspirare unaleggenda assai strana ma nella sua stessa stranezzasignificantissima la leggenda cioegrave della gravidanza di NeroneNerone non sapendo oramai che altro immaginar di nuovo dachetare alquanto la stravolta sua fantasia vuole impregnare epartorire chiama i suoi medici e ingiunge loro sotto pena dellamorte di appagare il suo desiderio I medici per torsi dimpacciogli fanno trangugiare in un beveraggio una piccola rana che glicresce in corpo e chegli vomita dopo certo tempo Questa egrave lasostanza della favola che si trova narrata con varianti di pococonto da molti La Graphia e Martino Polono ne fanno ricordoma senza insistervi sopra Forse il piugrave antico monumentoletterario in cui essa si trovi narrata egrave la Kaiserchronik che vispende intorno una quarantina di versi691 Giacomo da Voragine lariporta molto distesamente dicendo di trarla da una storiaapocrifa della quale non so che si abbia altrimenti notizia Eccole sue proprie parole692 laquoRursus Nero nefaria mentis insaniaductus ut in eadem hystoria apocrypha reperitur matrem occidiet scindi jussit ut videret qualiter in ejus utero fovebatur physicivero eum de matris perditione arguentes dicebant jura negant etfas prohibet ut filius matrem necet quae ipsum cum dolorepeperit et cum tanto labore et sollicitudine enutrivit QuibusNero faciatis me puero impraegnari et postea parere ut quantusdolor matri meae fuerit possim scire Hanc insuper voluntatem

690 Nelle giagrave citate Storie de Troia et de Roma (cod Laurenz Gadd CXLVIIIf 33 v a 34 r) di Nerone si dice Et tanto fo lusurioso ke se lavava et vestia sicomo femine Et poi se iacque cola matre Et poi la fece occidere dove erastato criato Et poi se admolioe tre soe sorore consobrine Et fece occidere limariti Et foro queste Octavia Savina et Panopea691 V 4132-74692 C LXXXIX(84) De sancto Petro Apostolo

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egli stato di cosigrave focoso temperamento e di tanta libidine che permoderarsi alquanto gli conveniva fare uso di unguentirefrigeranti690 Di nessun altro imperatore si narrano tanteparticolaritagrave quante di Nerone Il vizio di lui piugrave appariscente epiugrave caratteristico la lussuria mostruosa finisce per inspirare unaleggenda assai strana ma nella sua stessa stranezzasignificantissima la leggenda cioegrave della gravidanza di NeroneNerone non sapendo oramai che altro immaginar di nuovo dachetare alquanto la stravolta sua fantasia vuole impregnare epartorire chiama i suoi medici e ingiunge loro sotto pena dellamorte di appagare il suo desiderio I medici per torsi dimpacciogli fanno trangugiare in un beveraggio una piccola rana che glicresce in corpo e chegli vomita dopo certo tempo Questa egrave lasostanza della favola che si trova narrata con varianti di pococonto da molti La Graphia e Martino Polono ne fanno ricordoma senza insistervi sopra Forse il piugrave antico monumentoletterario in cui essa si trovi narrata egrave la Kaiserchronik che vispende intorno una quarantina di versi691 Giacomo da Voragine lariporta molto distesamente dicendo di trarla da una storiaapocrifa della quale non so che si abbia altrimenti notizia Eccole sue proprie parole692 laquoRursus Nero nefaria mentis insaniaductus ut in eadem hystoria apocrypha reperitur matrem occidiet scindi jussit ut videret qualiter in ejus utero fovebatur physicivero eum de matris perditione arguentes dicebant jura negant etfas prohibet ut filius matrem necet quae ipsum cum dolorepeperit et cum tanto labore et sollicitudine enutrivit QuibusNero faciatis me puero impraegnari et postea parere ut quantusdolor matri meae fuerit possim scire Hanc insuper voluntatem

690 Nelle giagrave citate Storie de Troia et de Roma (cod Laurenz Gadd CXLVIIIf 33 v a 34 r) di Nerone si dice Et tanto fo lusurioso ke se lavava et vestia sicomo femine Et poi se iacque cola matre Et poi la fece occidere dove erastato criato Et poi se admolioe tre soe sorore consobrine Et fece occidere limariti Et foro queste Octavia Savina et Panopea691 V 4132-74692 C LXXXIX(84) De sancto Petro Apostolo

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pariendi conceperat eo quod per urbem transiens quandammulierem parientem vociferantem audiverat Dicunt ei non estpossibile quod naturae contrarium est nec est facile quod rationinon est consentaneum Dixit ergo iis Nero nisi me feceritisimpraegnare et parere omnes vos faciam crudeli morte interireTunc illi eum impotionantes ranam sibi occulte ad bibendumdederunt et eam artificio suo in ejus ventre excrescere feceruntet subito venter ejus naturae contraria non sustinens intumuit itaut Nero se puero gravidum aestimaret faciebantque sibi servarediaetam qualem nutriendae ranae noverant convenire dicentesquod propter conceptum talia eum observare oporteret Tandemnimio dolore vexatus medicis ait accelerate tempus partus quialanguore pariendi vix anhelitum habeo respirandi Tunc ipsum advomitum impotionaverunt et ranam visu terribilem humoribusinfectam et sanguine edidit cruentatam respiciensque Neropartum suum ipsum abhorruit et mirabatur adeo monstruosumdixerunt autem quod tam difformem fetum protulerit ex eo quodtempus partus noluerit expectare Et ait fuine talis de matrisegressus latibulis Et illi etiam Praecepit ergo ut fetus suusaleretur et testudini lapidum servandus includeretur Haec autemin chronicis non leguntur sed apocrypha suntraquo Detto come iRomani cacciassero Nerone Giacomo da Voragine soggiungelaquoRedeuntes igitur Romani ranam in testudine latitanteminvenerunt et ipsam extra civitatem projicientes combusseruntUnde et pars illa civitatis ut aliqui dicunt ubi rana latueratLateranensis nomen accepitraquo

Matteo di Westminster inserisce nei Flores historiarum linteroracconto del Voragine mentre lo abbrevia nel Polychronicon693

Ranulfo Higden che malamente cita a questo proposito MartinoPolono Dal Voragine attingono inoltre Giovanni da Verona nellaHistoria Imperialis e lo Scozzese Barbour (c 1316 - c 1395)nella sua Leggenda di S Paolo694 Enenkel diluendo comegrave da

693 L IV c 9694 BARBOURS des schottischen Nationaldichter Legendensammlung pubblicata

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pariendi conceperat eo quod per urbem transiens quandammulierem parientem vociferantem audiverat Dicunt ei non estpossibile quod naturae contrarium est nec est facile quod rationinon est consentaneum Dixit ergo iis Nero nisi me feceritisimpraegnare et parere omnes vos faciam crudeli morte interireTunc illi eum impotionantes ranam sibi occulte ad bibendumdederunt et eam artificio suo in ejus ventre excrescere feceruntet subito venter ejus naturae contraria non sustinens intumuit itaut Nero se puero gravidum aestimaret faciebantque sibi servarediaetam qualem nutriendae ranae noverant convenire dicentesquod propter conceptum talia eum observare oporteret Tandemnimio dolore vexatus medicis ait accelerate tempus partus quialanguore pariendi vix anhelitum habeo respirandi Tunc ipsum advomitum impotionaverunt et ranam visu terribilem humoribusinfectam et sanguine edidit cruentatam respiciensque Neropartum suum ipsum abhorruit et mirabatur adeo monstruosumdixerunt autem quod tam difformem fetum protulerit ex eo quodtempus partus noluerit expectare Et ait fuine talis de matrisegressus latibulis Et illi etiam Praecepit ergo ut fetus suusaleretur et testudini lapidum servandus includeretur Haec autemin chronicis non leguntur sed apocrypha suntraquo Detto come iRomani cacciassero Nerone Giacomo da Voragine soggiungelaquoRedeuntes igitur Romani ranam in testudine latitanteminvenerunt et ipsam extra civitatem projicientes combusseruntUnde et pars illa civitatis ut aliqui dicunt ubi rana latueratLateranensis nomen accepitraquo

Matteo di Westminster inserisce nei Flores historiarum linteroracconto del Voragine mentre lo abbrevia nel Polychronicon693

Ranulfo Higden che malamente cita a questo proposito MartinoPolono Dal Voragine attingono inoltre Giovanni da Verona nellaHistoria Imperialis e lo Scozzese Barbour (c 1316 - c 1395)nella sua Leggenda di S Paolo694 Enenkel diluendo comegrave da

693 L IV c 9694 BARBOURS des schottischen Nationaldichter Legendensammlung pubblicata

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credere il succinto racconto della Kaiserchronik narra in 380versi con laggiunta di molte particolaritagrave e collegandovi daultimo la morte di Nerone tutta la strana avventura695 SecondoEnenkel Nerone chiama a segrave settantadue medici e fa intendereloro il suo desiderio Questi da prima si scusano ma minacciati dimorte e rinchiusi in un carcere ricorrono allespediente delbeveraggio e della rana poi liberati e largamente premiati se nefuggono La gravidanza facendosi assai tormentosa Neronechiama altri medici e con lajuto dellarte loro vomita il malconcepito figliuolo al quale tosto provvede una nutrice perchegrave loallevi e dagrave per compagni i figliuoli di tutti i principi che sitrovano in Roma Celebra poscia una festa solenne a cuiintervengono settantadue re e fa girare per Roma la nutrice e larana in un carro di argento con le ruote doro tempestato digemme adorno di un magnifico baldacchino e tirato da un cervoaddomesticato Nel passare un ponte la rana salta nellacqua esparisce Nerone furibondo fa mettere a morte la balia e quindicigiovanetti figli di principi Allora i padri si ribellano segue unagran battaglia e Nerone vinto si fa uccidere da uno de suoicapitani I principi vincitori edificano il Laterano Nel LibroImperiale si dice che Nerone volle impregnare perchegrave dubitavadella fedeltagrave della moglie laquoet chomandograve a filosofi che lo fesonoingravidare acciograve che partorisse uno figliuolo maschio che sirassomigliassi a lui perchegrave dubitava che la donna sua nonpartorisse figliuoli legittimi Et questi filosofi per fare il suomandato li missono in corpo una ranochiaraquo696 GiovannidOutremeuse dice che Nerone mise a morte i dodici medici chelavevano fatto ingravidare697

Al parto stravagante di Nerone si lega come abbiamo vedutolorigine del Laterano La Kaiserchronik fa derivare il nome diLataracircn da lata rana giacchegrave quando Nerone spregnograve i presenti

dallHorstmann v I Heilbronn 1881 p 24-5695 V il testo riportato per intero dal MASSMANN Kaiserch v III p 684-9696 Cod Marciano cit f 110 v a 111 r697 Op cit v I p 471

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credere il succinto racconto della Kaiserchronik narra in 380versi con laggiunta di molte particolaritagrave e collegandovi daultimo la morte di Nerone tutta la strana avventura695 SecondoEnenkel Nerone chiama a segrave settantadue medici e fa intendereloro il suo desiderio Questi da prima si scusano ma minacciati dimorte e rinchiusi in un carcere ricorrono allespediente delbeveraggio e della rana poi liberati e largamente premiati se nefuggono La gravidanza facendosi assai tormentosa Neronechiama altri medici e con lajuto dellarte loro vomita il malconcepito figliuolo al quale tosto provvede una nutrice perchegrave loallevi e dagrave per compagni i figliuoli di tutti i principi che sitrovano in Roma Celebra poscia una festa solenne a cuiintervengono settantadue re e fa girare per Roma la nutrice e larana in un carro di argento con le ruote doro tempestato digemme adorno di un magnifico baldacchino e tirato da un cervoaddomesticato Nel passare un ponte la rana salta nellacqua esparisce Nerone furibondo fa mettere a morte la balia e quindicigiovanetti figli di principi Allora i padri si ribellano segue unagran battaglia e Nerone vinto si fa uccidere da uno de suoicapitani I principi vincitori edificano il Laterano Nel LibroImperiale si dice che Nerone volle impregnare perchegrave dubitavadella fedeltagrave della moglie laquoet chomandograve a filosofi che lo fesonoingravidare acciograve che partorisse uno figliuolo maschio che sirassomigliassi a lui perchegrave dubitava che la donna sua nonpartorisse figliuoli legittimi Et questi filosofi per fare il suomandato li missono in corpo una ranochiaraquo696 GiovannidOutremeuse dice che Nerone mise a morte i dodici medici chelavevano fatto ingravidare697

Al parto stravagante di Nerone si lega come abbiamo vedutolorigine del Laterano La Kaiserchronik fa derivare il nome diLataracircn da lata rana giacchegrave quando Nerone spregnograve i presenti

dallHorstmann v I Heilbronn 1881 p 24-5695 V il testo riportato per intero dal MASSMANN Kaiserch v III p 684-9696 Cod Marciano cit f 110 v a 111 r697 Op cit v I p 471

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veduto il feto gridarono Lata rana698 La Graphia699 e ilVoragine fanno derivare Lateranum da latere e rana latenterana latitante rana Martino Polono o dalla situazione delpalazzo o dalla rana secretamente partorita da Nerone700 Laresidenza di Nerone si poneva o in Vaticano o in Laterano mapiugrave spesso qua che lagrave del che poteva forse essere cagione unaqualche vaga reminiscenza di relazioni di esso Nerone colpalazzo Lateranense Tacito parla di una congiura contro Neronedella quale era capo Plauzio Laterano701 e Giovenale dice chescoperta la congiura Nerone simpadronigrave del palazzo cheLaterano aveva fatto costruire per la sua famiglia702698 V 4170-3699 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v IV p 616 n 3700 laquoPalatium Neronis Lateranense Et dictum est Lateranense a latereseptentrionalis plagae in qua situm est vel a rana quam Nero latenter peperitraquoOnorio Augustodunense pare ignorasse la favola giacchegrave come abbiamveduto dice nel Liber de imagine mundi laquo urbs a Romulo constructa latera(lateritia) vero aedificia utrobique disposita unde et lateranis diciturraquo701 Annalium XV702 Satirarum IV 10 Del palazzo Lateranense fanno ricordo Giulio Capitolinonella vita di MarcAurelio Sesto Vittore nella Vita di Severo Publio Vittore eSesto Rufo nei libri delle regioni San Gerolamo nellepitafio di Fabiola diceche la basilica Lateranense fu edificata sul luogo overa stata la casa di PlauzioLaterano Beda sa ancora che il nome del Laterano viene dalla famigliaLaterana e lo nota nel De sex mundi aetatibus Ma a poco a poco se ne perdela memoria Il Laterano divenuto sede de Pontefici acquista nel medio evouna grande importanza e si considera non solo come distinto ma quasi comeindipendente da Roma Dante parlando dei pellegrini che dalle plaghesettentrionali dEuropa accorsero alla Cittagrave eterna durante il giubileo del 1300dice (Parad c XXXI v 34-6)

Veggendo Roma e lardua sua opraStupefacensi quando LateranoAlle cose mortali andograve di sopra

Enenkel lo chiama a dirittura una grande cittagrave Nel Biterolf und Dietlieb silegge

Rom und Latran285

veduto il feto gridarono Lata rana698 La Graphia699 e ilVoragine fanno derivare Lateranum da latere e rana latenterana latitante rana Martino Polono o dalla situazione delpalazzo o dalla rana secretamente partorita da Nerone700 Laresidenza di Nerone si poneva o in Vaticano o in Laterano mapiugrave spesso qua che lagrave del che poteva forse essere cagione unaqualche vaga reminiscenza di relazioni di esso Nerone colpalazzo Lateranense Tacito parla di una congiura contro Neronedella quale era capo Plauzio Laterano701 e Giovenale dice chescoperta la congiura Nerone simpadronigrave del palazzo cheLaterano aveva fatto costruire per la sua famiglia702698 V 4170-3699 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v IV p 616 n 3700 laquoPalatium Neronis Lateranense Et dictum est Lateranense a latereseptentrionalis plagae in qua situm est vel a rana quam Nero latenter peperitraquoOnorio Augustodunense pare ignorasse la favola giacchegrave come abbiamveduto dice nel Liber de imagine mundi laquo urbs a Romulo constructa latera(lateritia) vero aedificia utrobique disposita unde et lateranis diciturraquo701 Annalium XV702 Satirarum IV 10 Del palazzo Lateranense fanno ricordo Giulio Capitolinonella vita di MarcAurelio Sesto Vittore nella Vita di Severo Publio Vittore eSesto Rufo nei libri delle regioni San Gerolamo nellepitafio di Fabiola diceche la basilica Lateranense fu edificata sul luogo overa stata la casa di PlauzioLaterano Beda sa ancora che il nome del Laterano viene dalla famigliaLaterana e lo nota nel De sex mundi aetatibus Ma a poco a poco se ne perdela memoria Il Laterano divenuto sede de Pontefici acquista nel medio evouna grande importanza e si considera non solo come distinto ma quasi comeindipendente da Roma Dante parlando dei pellegrini che dalle plaghesettentrionali dEuropa accorsero alla Cittagrave eterna durante il giubileo del 1300dice (Parad c XXXI v 34-6)

Veggendo Roma e lardua sua opraStupefacensi quando LateranoAlle cose mortali andograve di sopra

Enenkel lo chiama a dirittura una grande cittagrave Nel Biterolf und Dietlieb silegge

Rom und Latran285

Per ciograve non sarebbe senza qualche fondamento la congetturache facesse derivare la intera leggenda della gravidanza di Neronedalla fantastica etimologia del nome del Laterano e laconforterebbero esempii senza numero di leggende nate nelmedesimo modo Tuttavia io credo piuttosto che il nome diLaterano altro non abbia suggerito che la rana e che il fondostesso di quella finzione cioegrave la gravidanza abbia ragioni menofortuite e piugrave consistenti La popolare fantasia non potevainventare una leggenda che meglio di questa si attagliasse aNerone il piugrave insaziabile dei dissoluti il piugrave pazzo ricercatore dinovitagrave mostruose che la storia ricordi ed io non conosconessunaltra leggenda che meglio e piugrave opportunamente di questaillustri la storia Il sovvertimento di ogni ordine di natura in checolui si compiaceva egrave in essa colto e rappresentato al vivo Lostesso ridicolo che vi egrave profuso si conviene mirabilmenteallistrione coronato che in mezzo alle maggiori atrocitagrave conservasempre un non so che di melenso e di giullaresco Neronediventato Calandrino egrave Nerone perfetto Del resto la leggendastessa poteva trovare occasione ed appiglio nella storia autenticao tale creduta narrasi in fatto che un soldato interrogato unavolta che cosa facesse Nerone rispose Partorisce giacchegrave inunazione scenica simulava per lappunto un parto Inoltre si vuolricordare come in un luogo dellApocalisse dicasi che dalla boccadel Drago cioegrave Satana della Bestia cioegrave Nerone e del falsoprofeta escono tre spiriti impuri somiglianti a rane Negrave fu Neroneil solo che operasse questo miracolo di mettere al mondo unarana Negli Annales Corbejenses ad a 1026 si narra laquoMendicain littore Visarab sub saliceto duos simul peperit filios perfecte

gaumlb ich darumb

(Ed di F H von der Hagen e A Primisser v 11109-10) NellAppendiceallHeldenbuch si dice che al re Otnit obbedivano fra molti altri paesi ancheRoma e Laterano (V GRIMM Die deutsche Heldensage Gottinga 1829 p 90)Nei Mirabilia Lateranus diventa anche il nome del cavallo di Costantino ed ivistesso egrave detto laquoIn palatio Laterani sunt quaedam miranda sed non scribendaraquo

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Per ciograve non sarebbe senza qualche fondamento la congetturache facesse derivare la intera leggenda della gravidanza di Neronedalla fantastica etimologia del nome del Laterano e laconforterebbero esempii senza numero di leggende nate nelmedesimo modo Tuttavia io credo piuttosto che il nome diLaterano altro non abbia suggerito che la rana e che il fondostesso di quella finzione cioegrave la gravidanza abbia ragioni menofortuite e piugrave consistenti La popolare fantasia non potevainventare una leggenda che meglio di questa si attagliasse aNerone il piugrave insaziabile dei dissoluti il piugrave pazzo ricercatore dinovitagrave mostruose che la storia ricordi ed io non conosconessunaltra leggenda che meglio e piugrave opportunamente di questaillustri la storia Il sovvertimento di ogni ordine di natura in checolui si compiaceva egrave in essa colto e rappresentato al vivo Lostesso ridicolo che vi egrave profuso si conviene mirabilmenteallistrione coronato che in mezzo alle maggiori atrocitagrave conservasempre un non so che di melenso e di giullaresco Neronediventato Calandrino egrave Nerone perfetto Del resto la leggendastessa poteva trovare occasione ed appiglio nella storia autenticao tale creduta narrasi in fatto che un soldato interrogato unavolta che cosa facesse Nerone rispose Partorisce giacchegrave inunazione scenica simulava per lappunto un parto Inoltre si vuolricordare come in un luogo dellApocalisse dicasi che dalla boccadel Drago cioegrave Satana della Bestia cioegrave Nerone e del falsoprofeta escono tre spiriti impuri somiglianti a rane Negrave fu Neroneil solo che operasse questo miracolo di mettere al mondo unarana Negli Annales Corbejenses ad a 1026 si narra laquoMendicain littore Visarab sub saliceto duos simul peperit filios perfecte

gaumlb ich darumb

(Ed di F H von der Hagen e A Primisser v 11109-10) NellAppendiceallHeldenbuch si dice che al re Otnit obbedivano fra molti altri paesi ancheRoma e Laterano (V GRIMM Die deutsche Heldensage Gottinga 1829 p 90)Nei Mirabilia Lateranus diventa anche il nome del cavallo di Costantino ed ivistesso egrave detto laquoIn palatio Laterani sunt quaedam miranda sed non scribendaraquo

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sanos aliquot ranas et grandem lacertum ipsa etiam valida etsanaraquo Di un tristo che confessatosi vomitograve sette rospi narraTommaso Cantipratense703 Di una matrona di Fiandra cheinghiottigrave bevendo un serpe e lo partorigrave poi insieme con unbambino racconta Cesario di Heisterbach704

Ma come vive la memoria delle sceleraggini che solo hannotermine con la morte cosigrave vive ancora la memoria de buoniprincipii di Nerone e si giunge anzi a fare di lui un amico diCristo e quasi un credente con lintenzione oltrechegrave di mostraresin dal principio un imperatore amico del cristianesimo forseancora di rendere piugrave odiosa la mala vita che egli condusse di poie darle quasi carattere di apostasia Racconta Suida che Neroneessendo ancor giovane attendeva allo studio della filosofia eparlava di Cristo il quale credeva fosse ancora tra gli uominiSaputo che i Giudei lavevano crocifisso nebbe grande sdegno efece venire a segrave stretti in catene Anna Caifasso e Pilato e queidue primi udita in Senato la narrazione dei fatti assolse Pilatoper contro fece decapitare705 Ma che Nerone fece mettere amorte Pilato assai prima che da Suida si trova barrato daGiovanni Malala706 Notisi tuttavia che qui si attribuisce a Neronequanto la piugrave vulgata leggenda attribuisce come vedremo nelseguente capitolo a Tiberio fatto probabilmente lo scambio perla giagrave notata ragione del nome comune ad entrambi Il seguenteracconto si legge in un Liber de inventione ymaginis salvatorisdelato navigio Rome per Velosianum che manoscritto si conservain Roma nella Vallicelliana707 laquoEodem tempore suscepit703 Bonum universale de apibus l II c 50 2 Qui puograve essere ricordato ancheun opuscolo intitolato Histoire merveilleuse et eacutepouvantable dun monstreengendreacute dans le corps dun homme nommeacute Ferdinand de la Felme oumarquizat de Cenete en Espagne Parigi 1622704 Dialogus miraculorum dist X 71 Una storia presso a poco simile raccontaanche nel c 72705 Lexicon s v Νέρων706 Chronographia l X707 Cod F 65 f 81 r e v Sottaltro titolo egrave la Cura sanitatis Tiberii pubblicatadal Foggini e dal Mansi

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sanos aliquot ranas et grandem lacertum ipsa etiam valida etsanaraquo Di un tristo che confessatosi vomitograve sette rospi narraTommaso Cantipratense703 Di una matrona di Fiandra cheinghiottigrave bevendo un serpe e lo partorigrave poi insieme con unbambino racconta Cesario di Heisterbach704

Ma come vive la memoria delle sceleraggini che solo hannotermine con la morte cosigrave vive ancora la memoria de buoniprincipii di Nerone e si giunge anzi a fare di lui un amico diCristo e quasi un credente con lintenzione oltrechegrave di mostraresin dal principio un imperatore amico del cristianesimo forseancora di rendere piugrave odiosa la mala vita che egli condusse di poie darle quasi carattere di apostasia Racconta Suida che Neroneessendo ancor giovane attendeva allo studio della filosofia eparlava di Cristo il quale credeva fosse ancora tra gli uominiSaputo che i Giudei lavevano crocifisso nebbe grande sdegno efece venire a segrave stretti in catene Anna Caifasso e Pilato e queidue primi udita in Senato la narrazione dei fatti assolse Pilatoper contro fece decapitare705 Ma che Nerone fece mettere amorte Pilato assai prima che da Suida si trova barrato daGiovanni Malala706 Notisi tuttavia che qui si attribuisce a Neronequanto la piugrave vulgata leggenda attribuisce come vedremo nelseguente capitolo a Tiberio fatto probabilmente lo scambio perla giagrave notata ragione del nome comune ad entrambi Il seguenteracconto si legge in un Liber de inventione ymaginis salvatorisdelato navigio Rome per Velosianum che manoscritto si conservain Roma nella Vallicelliana707 laquoEodem tempore suscepit703 Bonum universale de apibus l II c 50 2 Qui puograve essere ricordato ancheun opuscolo intitolato Histoire merveilleuse et eacutepouvantable dun monstreengendreacute dans le corps dun homme nommeacute Ferdinand de la Felme oumarquizat de Cenete en Espagne Parigi 1622704 Dialogus miraculorum dist X 71 Una storia presso a poco simile raccontaanche nel c 72705 Lexicon s v Νέρων706 Chronographia l X707 Cod F 65 f 81 r e v Sottaltro titolo egrave la Cura sanitatis Tiberii pubblicatadal Foggini e dal Mansi

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imperium romanum Gaius cesar et post hunc Nero cesar Postaliquantos autem annos venerunt discipuli Jhesu Christi ad urbemRomam Venit et quidam homo samaritanus nomine Simon inarte magica nimis eruditus in quo demonia habitabant multa quise deum et dei filium dicebat et ipse apud Judeos fuisset passusmortuus et sepultus et tercia die asserebat se surrexisse Set dumNeroni Cesari nunciatum fuisset de Jhesu Christo filio dei vivi etomnia que de eo acta sunt apud Judeos nunciatum est ei etiam dePilato Qui statim direxit milites suos in Amerinam civitatem etPilatum ad se accerseri precepit Et cum ei presentatus fuissetnarravit Neroni omnia que de Jhesu Nazareno gesta suntpresentavitque et discipulos eius Petrum et Paulum Qui dixeruntCesari Bone imperator omnia ista facta sunt per JhesumChristum dominum nostrum filium dei Nam iste Simon magusplenus est mendaciis et diabolicis artibus in tantum ut dicat seesse deum cum sit homo pollutus et filium dei se ausus estdicere in quo nos omnes sumus cultores per deum et hominemquem assumpsit illa divina maiestas irreprehensibilis queomnibus hominibus dignata est subvenire In isto vero Simoneduo substantiae esse cognoscuntur non dei et hominis set diaboliet hominis quia ipse seductor per hominem hominibus impedireconatur His auditis Nero imperator interrogans Pilatum si veraessent que a Petro audiebantur respondit Pilatus Vera sunt omniaque a Petro in vestris auribus sonuerunt Post hoc autem proptercircumcisionem suam Pilatus quam a Judeis acceperat in corporesuo iterum in Amerinam civitatem in exilium a Nerone cesaredirectus est ibique animam exalavit Hec omnia scripta suntqualiter dampnatus est Pilatus a Tiberio augusto qui credidit inJhesum Christum dominum nostrum et baptizatus est atquesalvatus et ab hac luce sublatus est Nero vero interfectormartirum impius et paganus a diabolo percussus interiitquemadmodum prius a diabolo interemptus fuit Simonraquo

La leggenda pretende che Nerone fece morire San Pietro e SanPaolo per vendicare lamico suo Simon Mago che in una gara col

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imperium romanum Gaius cesar et post hunc Nero cesar Postaliquantos autem annos venerunt discipuli Jhesu Christi ad urbemRomam Venit et quidam homo samaritanus nomine Simon inarte magica nimis eruditus in quo demonia habitabant multa quise deum et dei filium dicebat et ipse apud Judeos fuisset passusmortuus et sepultus et tercia die asserebat se surrexisse Set dumNeroni Cesari nunciatum fuisset de Jhesu Christo filio dei vivi etomnia que de eo acta sunt apud Judeos nunciatum est ei etiam dePilato Qui statim direxit milites suos in Amerinam civitatem etPilatum ad se accerseri precepit Et cum ei presentatus fuissetnarravit Neroni omnia que de Jhesu Nazareno gesta suntpresentavitque et discipulos eius Petrum et Paulum Qui dixeruntCesari Bone imperator omnia ista facta sunt per JhesumChristum dominum nostrum filium dei Nam iste Simon magusplenus est mendaciis et diabolicis artibus in tantum ut dicat seesse deum cum sit homo pollutus et filium dei se ausus estdicere in quo nos omnes sumus cultores per deum et hominemquem assumpsit illa divina maiestas irreprehensibilis queomnibus hominibus dignata est subvenire In isto vero Simoneduo substantiae esse cognoscuntur non dei et hominis set diaboliet hominis quia ipse seductor per hominem hominibus impedireconatur His auditis Nero imperator interrogans Pilatum si veraessent que a Petro audiebantur respondit Pilatus Vera sunt omniaque a Petro in vestris auribus sonuerunt Post hoc autem proptercircumcisionem suam Pilatus quam a Judeis acceperat in corporesuo iterum in Amerinam civitatem in exilium a Nerone cesaredirectus est ibique animam exalavit Hec omnia scripta suntqualiter dampnatus est Pilatus a Tiberio augusto qui credidit inJhesum Christum dominum nostrum et baptizatus est atquesalvatus et ab hac luce sublatus est Nero vero interfectormartirum impius et paganus a diabolo percussus interiitquemadmodum prius a diabolo interemptus fuit Simonraquo

La leggenda pretende che Nerone fece morire San Pietro e SanPaolo per vendicare lamico suo Simon Mago che in una gara col

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principe degli apostoli era rimasto vinto ed aveva poi perduto lavita nellultima prova del volo miracoloso Tutta questa storia cheio non istarograve a riferire altrimenti egrave narrata per distesonelloperetta di un preteso discepolo di San Pietro per nomeMarcello intitolata De conflictu Simonis Petri et SimonisMagi708 donde passa nei Leggendarii nelle cronache e in altrescritture senza numero709 I lineamenti principali di essa sitrovano giagrave in uno scrittore cristiano del secondo secoloEgesippo La leggenda rappresenta Nerone e Simone comeamicissimi laquoSymon autem magus in tantum a Nerone amabaturquod vitae ejus et salutis et totius civitatis custos sine dubioputabaturraquo dice Giacomo da Voragine Simone faceva trasecolareNerone coi miracoli piugrave stravaganti Un giorno stando dinnanzi alui prese a trasmutarsi per modo che ora vecchio ora giovane simostrava Pregograve Nerone lo facesse decollare perchegrave sarebberisuscitato in capo di tre digrave e ponendo in suo luogo un ariete fececredere daver mantenuta la promessa Per questi e per altriprodigi Nerone lo teneva veramente qual egli si spacciava figliodi Dio Un giorno mentregli trovavasi in compagniadellimperatore un demonio assunto il suo aspetto arringava ilpopolo cosigrave che questo cominciograve ad averlo in grandevenerazione e gli eresse una statua con liscrizione Symoni Deosancto710 Dopo il martirio San Paolo apparisce a Nerone in pienconsiglio e gli annunzia la morte eterna Nerone allora fa liberareSan Barnaba insieme co suoi compagni Nel mistero francesedegli Atti degli Apostoli composto verso il 1450 dai fratelliGresban egrave San Pietro quegli che per ben due volte apparisce aNerone il quale cade in profonda melanconia ed egrave bastonato

708 V FABRICIUS Codex apochryphus v II p 778-80 v III p 632-53709 V MASSMANN Kaiserch v III p 695-714 Cf RYDBERG Roumlmische Sagenuumlber die Apostel Petrus und Paulus traduzione dallo svedese Lipsia 1876710 Di questa statua fanno ricordo GIUSTINO MARTIRE nella Apologia seconda(che propriamente sarebbe la prima) TERTULLIANO nellApologeticus c XIIIEUSEBIO nella Historia ecclesiastica l II c 14 e piugrave altri

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principe degli apostoli era rimasto vinto ed aveva poi perduto lavita nellultima prova del volo miracoloso Tutta questa storia cheio non istarograve a riferire altrimenti egrave narrata per distesonelloperetta di un preteso discepolo di San Pietro per nomeMarcello intitolata De conflictu Simonis Petri et SimonisMagi708 donde passa nei Leggendarii nelle cronache e in altrescritture senza numero709 I lineamenti principali di essa sitrovano giagrave in uno scrittore cristiano del secondo secoloEgesippo La leggenda rappresenta Nerone e Simone comeamicissimi laquoSymon autem magus in tantum a Nerone amabaturquod vitae ejus et salutis et totius civitatis custos sine dubioputabaturraquo dice Giacomo da Voragine Simone faceva trasecolareNerone coi miracoli piugrave stravaganti Un giorno stando dinnanzi alui prese a trasmutarsi per modo che ora vecchio ora giovane simostrava Pregograve Nerone lo facesse decollare perchegrave sarebberisuscitato in capo di tre digrave e ponendo in suo luogo un ariete fececredere daver mantenuta la promessa Per questi e per altriprodigi Nerone lo teneva veramente qual egli si spacciava figliodi Dio Un giorno mentregli trovavasi in compagniadellimperatore un demonio assunto il suo aspetto arringava ilpopolo cosigrave che questo cominciograve ad averlo in grandevenerazione e gli eresse una statua con liscrizione Symoni Deosancto710 Dopo il martirio San Paolo apparisce a Nerone in pienconsiglio e gli annunzia la morte eterna Nerone allora fa liberareSan Barnaba insieme co suoi compagni Nel mistero francesedegli Atti degli Apostoli composto verso il 1450 dai fratelliGresban egrave San Pietro quegli che per ben due volte apparisce aNerone il quale cade in profonda melanconia ed egrave bastonato

708 V FABRICIUS Codex apochryphus v II p 778-80 v III p 632-53709 V MASSMANN Kaiserch v III p 695-714 Cf RYDBERG Roumlmische Sagenuumlber die Apostel Petrus und Paulus traduzione dallo svedese Lipsia 1876710 Di questa statua fanno ricordo GIUSTINO MARTIRE nella Apologia seconda(che propriamente sarebbe la prima) TERTULLIANO nellApologeticus c XIIIEUSEBIO nella Historia ecclesiastica l II c 14 e piugrave altri

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dagli angeli711 In un altro mistero francese intitolato Le martyrede saint Pierre et saint Paul712 tutta due i santi appariscono aNerone contro a cui il popolo sdegnato del loro supplizio si egraveribellato

Narrata la vita sceleratissima del tiranno se ne narra anche lamorte ignominiosa e comegrave naturale si aggiunge al vero piugrave diun particolare fantastico Secondo la piugrave comune opinione il tristoimperatore si uccide da segrave o con una spada o con un palo cheegli stesso ha rabbiosamente aguzzato co denti713 Nel citatomistero dei fratelli Gresban si uccide per consiglio di Satana eprima di morire invoca i demonii

NERON tient une espeacutee

Ha dyables dampnezDe toutes parta vers moy venezVenez agrave ma fin malheureuseEspeacutee soys moy rigoureuseDonne tost fin par grand fureurA Neacuteron le poure empereurLe trist infect et douloureuxLe malheureux des malheureuxLe sans par des mal fortunezLe desespoir des forcenezDyables puisquil fault que je meureA vous suis agrave vous je me donne (Il se tue)Et le corps et lame habandonneA jamais pour vostre preacutesent

711 Questo mistero contava 494 personaggi e 61908 versi e per rappresentarloci voleva una quarantina di giorni Se ne fecero parecchie edizioni V DOUHETDictionnaire des mystegraveres Parigi 1854 col 79-107 e L PETIT DE JULLEVILLELes mystegraveres Parigi 1880 v II p 461-5712 Pubblicato dal JUBINAL nei Mystegraveres ineacutedits du XV siegravecle Parigi 1837 v 1p 61-100713 Che si uccidesse con un palo cosigrave aguzzato racconta giagrave Orosio eraccontano dopo di lui Martino Polono il Voragine e molti altri

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dagli angeli711 In un altro mistero francese intitolato Le martyrede saint Pierre et saint Paul712 tutta due i santi appariscono aNerone contro a cui il popolo sdegnato del loro supplizio si egraveribellato

Narrata la vita sceleratissima del tiranno se ne narra anche lamorte ignominiosa e comegrave naturale si aggiunge al vero piugrave diun particolare fantastico Secondo la piugrave comune opinione il tristoimperatore si uccide da segrave o con una spada o con un palo cheegli stesso ha rabbiosamente aguzzato co denti713 Nel citatomistero dei fratelli Gresban si uccide per consiglio di Satana eprima di morire invoca i demonii

NERON tient une espeacutee

Ha dyables dampnezDe toutes parta vers moy venezVenez agrave ma fin malheureuseEspeacutee soys moy rigoureuseDonne tost fin par grand fureurA Neacuteron le poure empereurLe trist infect et douloureuxLe malheureux des malheureuxLe sans par des mal fortunezLe desespoir des forcenezDyables puisquil fault que je meureA vous suis agrave vous je me donne (Il se tue)Et le corps et lame habandonneA jamais pour vostre preacutesent

711 Questo mistero contava 494 personaggi e 61908 versi e per rappresentarloci voleva una quarantina di giorni Se ne fecero parecchie edizioni V DOUHETDictionnaire des mystegraveres Parigi 1854 col 79-107 e L PETIT DE JULLEVILLELes mystegraveres Parigi 1880 v II p 461-5712 Pubblicato dal JUBINAL nei Mystegraveres ineacutedits du XV siegravecle Parigi 1837 v 1p 61-100713 Che si uccidesse con un palo cosigrave aguzzato racconta giagrave Orosio eraccontano dopo di lui Martino Polono il Voragine e molti altri

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Altri lo fanno morire altrimenti il Gorionide fulminato714 ilgiagrave citato Liber de inventione ymaginis salvatoris ammazzato daldiavolo come segrave veduto Marcello e poi altri divorato dai lupinegrave mancograve chi disse essersi egli sepolto vivo715 Il ChroniconPaschale lo fa morire per una congiura dei Giudei716

La Kaiserchronik racconta chegli fu dopo morto trascinato peipiedi dal popolo furente e gettato nei fossati della cittagrave e che idiavoli in figura di uccelli neri vennero a prenderne lanimamentre i lupi ne divoravano il corpo717

Nella Cura sanitatis Tiberii di cui avrograve a dire nel capitoloseguente Nerone e Simon Mago sono tutta due portati via daldiavolo Nelle Chroniques de Tournay i diavoli portano viaNerone anima e corpo laquoet dist on que les anemis lemporterent encorps et en ameraquo Nel giagrave citato mistero francese Le martyre de SPierre et de S Paul egrave una scena che merita dessere qui riportataNerone egrave informato che il popolo di Roma ribellatosi viene perucciderlo

NEacuteRON

Ains quilz viegnent me vueil tuer714 Hist jud l I c 75715 NICEFORO COSTANTINOPOLITANO nella Chronographia compendiaria (GeorgiusSyncellus et Nicephorus ed di Bonna v I p 746) φυγὼν Ζωντα ἑαυτονἔχωσε716 V I p 459717 V 4311-19

bicirc den vuezen zocircch man in in den burcgrobendie tiefele kocircmen darmit einir michila scarin swarzer vogele bilidein einem michiln genibelenacircmen sie die secircledie helle bucircwit sie nimmir mecircreder lichname was unreinedie wolve vracirczen sin gebeine

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Altri lo fanno morire altrimenti il Gorionide fulminato714 ilgiagrave citato Liber de inventione ymaginis salvatoris ammazzato daldiavolo come segrave veduto Marcello e poi altri divorato dai lupinegrave mancograve chi disse essersi egli sepolto vivo715 Il ChroniconPaschale lo fa morire per una congiura dei Giudei716

La Kaiserchronik racconta chegli fu dopo morto trascinato peipiedi dal popolo furente e gettato nei fossati della cittagrave e che idiavoli in figura di uccelli neri vennero a prenderne lanimamentre i lupi ne divoravano il corpo717

Nella Cura sanitatis Tiberii di cui avrograve a dire nel capitoloseguente Nerone e Simon Mago sono tutta due portati via daldiavolo Nelle Chroniques de Tournay i diavoli portano viaNerone anima e corpo laquoet dist on que les anemis lemporterent encorps et en ameraquo Nel giagrave citato mistero francese Le martyre de SPierre et de S Paul egrave una scena che merita dessere qui riportataNerone egrave informato che il popolo di Roma ribellatosi viene perucciderlo

NEacuteRON

Ains quilz viegnent me vueil tuer714 Hist jud l I c 75715 NICEFORO COSTANTINOPOLITANO nella Chronographia compendiaria (GeorgiusSyncellus et Nicephorus ed di Bonna v I p 746) φυγὼν Ζωντα ἑαυτονἔχωσε716 V I p 459717 V 4311-19

bicirc den vuezen zocircch man in in den burcgrobendie tiefele kocircmen darmit einir michila scarin swarzer vogele bilidein einem michiln genibelenacircmen sie die secircledie helle bucircwit sie nimmir mecircreder lichname was unreinedie wolve vracirczen sin gebeine

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A ce pel que je rongerayQuen la pance me bouteray

Lor ronge i baston et le boute en sa pance et chieacutee mort

LES DYABLES

Ha ha ha ha Neacuteron NeacuteronOu puis denfer te porteron

Lors lemportent et puis le jetent en une chaudiegravere assise un pou haut enmy lechamp

LE PREMIER DYABLE

Neacuteron Neacuteron mal esploitasQuant oultredroit or convoitasQuant ta propre megravere tuasQuant dune royne tempregnasQuant home pour fame espousasQuant Rome ardis la gent grevasQuant les apostres martirasQuant en tout mal te deacutemenasQuant en rez dor en mer peschasEt or vousis et or burasEn or boullant boulu serasEt sans durer y durerasTourmente-le moy MauferasEt fay du pis que tu pourras

LE SECOND DYABLE

Neacuteron sans mourir tu mourrasA ce cop quest enfer saurasNe jamez remegravede nauras

Lors souffle ly uns soubz la chaudiegravere et face I pou de fumeacutee et lautre facesemblant de ly faire boire or guele baeacutee et bientocirct cessent

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A ce pel que je rongerayQuen la pance me bouteray

Lor ronge i baston et le boute en sa pance et chieacutee mort

LES DYABLES

Ha ha ha ha Neacuteron NeacuteronOu puis denfer te porteron

Lors lemportent et puis le jetent en une chaudiegravere assise un pou haut enmy lechamp

LE PREMIER DYABLE

Neacuteron Neacuteron mal esploitasQuant oultredroit or convoitasQuant ta propre megravere tuasQuant dune royne tempregnasQuant home pour fame espousasQuant Rome ardis la gent grevasQuant les apostres martirasQuant en tout mal te deacutemenasQuant en rez dor en mer peschasEt or vousis et or burasEn or boullant boulu serasEt sans durer y durerasTourmente-le moy MauferasEt fay du pis que tu pourras

LE SECOND DYABLE

Neacuteron sans mourir tu mourrasA ce cop quest enfer saurasNe jamez remegravede nauras

Lors souffle ly uns soubz la chaudiegravere et face I pou de fumeacutee et lautre facesemblant de ly faire boire or guele baeacutee et bientocirct cessent

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Come si vede qui egrave inflitta a Nerone anche la pena di Crassoche giagrave Enenkel inflisse a Claudio In un altro mistero francese diSan Pietro e di San Paolo composto nel XVI secolo Nerone egraveportato dai diavoli allinferno anima e corpo718 Matteo Palmieri egravemeno severo con lo sciagurato di Nerone di cui pone allinfernolanima fra quelle di coloro che sono passionati per la cupiditagrave delhonore Nel capitolo 22 del l II della inedita Cittagrave di VitaSibilla dice al poeta (cod Laurenz pl XL 53)

Nomar porre tra queste degne sorteDanime degne fur nella tua vitaEt son dolenti in questa trista corte

Ma non dire dalcuna piugrave smarritaRetro a lopinion che inganna e frodaLanima che egrave dal vero honor partita

Che di Nerone degno sol di brodaE tanto infuriograve de la sua stimaCredecte Augusto superar di loda

Nel suo triompho ornato nella cimaDolympica corona et stelle doroCon quella palla in man che piugrave sublima

Portato ad pompa et risonante choroTra sacrifici orato come idioEra in questa miseria con costoro

Svetonio ed altri fanno ricordo del sepolcro di Nerone719 Incerte Vite deglimperatori manoscritte720 si legge laquoLo corpo diNerone fu sepelito nel sepulcro di suoy mazori Domicii el qualese vede in Campo Marzoraquo Per contrario in un Liber compositusfratris Johannis Russi de istoriis veteribus et modernis

718 DOUHET Dictionnaire des Mystegraveres col 832-4719 SVETONIO Nero 50 Reliquias Ecloge et Alexandria nutrices cum Acteconcubina gentili Domitiorum monumento condiderunt quod prospicitur eCampo Martio impositum colli hortorum720 Cod it 131 della Bibl Nat di Parigi f 50 v

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Come si vede qui egrave inflitta a Nerone anche la pena di Crassoche giagrave Enenkel inflisse a Claudio In un altro mistero francese diSan Pietro e di San Paolo composto nel XVI secolo Nerone egraveportato dai diavoli allinferno anima e corpo718 Matteo Palmieri egravemeno severo con lo sciagurato di Nerone di cui pone allinfernolanima fra quelle di coloro che sono passionati per la cupiditagrave delhonore Nel capitolo 22 del l II della inedita Cittagrave di VitaSibilla dice al poeta (cod Laurenz pl XL 53)

Nomar porre tra queste degne sorteDanime degne fur nella tua vitaEt son dolenti in questa trista corte

Ma non dire dalcuna piugrave smarritaRetro a lopinion che inganna e frodaLanima che egrave dal vero honor partita

Che di Nerone degno sol di brodaE tanto infuriograve de la sua stimaCredecte Augusto superar di loda

Nel suo triompho ornato nella cimaDolympica corona et stelle doroCon quella palla in man che piugrave sublima

Portato ad pompa et risonante choroTra sacrifici orato come idioEra in questa miseria con costoro

Svetonio ed altri fanno ricordo del sepolcro di Nerone719 Incerte Vite deglimperatori manoscritte720 si legge laquoLo corpo diNerone fu sepelito nel sepulcro di suoy mazori Domicii el qualese vede in Campo Marzoraquo Per contrario in un Liber compositusfratris Johannis Russi de istoriis veteribus et modernis

718 DOUHET Dictionnaire des Mystegraveres col 832-4719 SVETONIO Nero 50 Reliquias Ecloge et Alexandria nutrices cum Acteconcubina gentili Domitiorum monumento condiderunt quod prospicitur eCampo Martio impositum colli hortorum720 Cod it 131 della Bibl Nat di Parigi f 50 v

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imperatorum et pontificum romanorum721 si dice laquoNeroimperavit annis sedecim cuius corpus iacet propter Lateranumsuper arcum Basiliiraquo Che cosa potesse essere larcus Basilii nonimmagino Ma la tradizione piugrave vulgata e piugrave conforme al veroponeva la tomba di Nerone a ridosso del Pincio presso PortaFlaminia sul luogo appunto dove sorge ora la chiesa di SantaMaria del Popolo e intorno ad essa una leggenda si formava cheio riferirograve con le proprie parole di un anonimo commentatoredello Speculum Regum di Gotofredo da Viterbo722 laquoEt dum NeroRomam incendisset populus contra eum insurrexit et palatiumsuum obsidere vellet ipse solus effugit et dum extra Romamurbem concurrisset in proprium gladium irruens se ipsuminterfecit non credens hominem vivere qui esset dignus tamnobilem interficere preter se ipsum Mortuo eo lupi corpus eiusdilaceraverunt et Rome extra portam ubi nunc est ecclesia sancteMarie ad populum est sepultus Ubi demones tunc circa corpussuum tam homines quam iumenta pretereuntes iugulabantquousque ad preces et orationes Pelagii papae beata Virgo sibi insompnis apparuit et arborem subtus quam Nero sepultus fuitsuccidere iussit Papa igitur crastino cum clero processionem illucfecit arborem propria manu primus cum securi secari incepit etecce demones ululantes fugientes locum reliquerunt et cessavitpericulum ibidem Populus Romanus vero videns se a demoneliberatum papam rogavit ut ecclesiam ibi in honore VirginisMarie cuius auxilio essent liberati construeret Quod et papa fecituna cum populo et Marie ad populum nominavit quae anteaporta Flaminea dicebaturraquo

721 Cod della Vaticana Cristina 627 f 3 r722 Ap PERTZ Script t XXII p 906-8 Questa medesima storia egrave narrata piugravedistesamente da GIACOMO DE ALBERICIS Historiarum sanctissimae et gloriosisVirginis Deiparae de Populo almae Vrbis Compendium Roma 1599 p 3-10e da OTTAVIO PANCIROLI Tesori nascosti dellalma cittagrave di Roma con nuovoordine ristampati e in molti luoghi arricchiti Roma 1625 p 448-50 Essa sitrova giagrave prima nei Mirabilia Romae pubblicati da Martino Silber nel 1513

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imperatorum et pontificum romanorum721 si dice laquoNeroimperavit annis sedecim cuius corpus iacet propter Lateranumsuper arcum Basiliiraquo Che cosa potesse essere larcus Basilii nonimmagino Ma la tradizione piugrave vulgata e piugrave conforme al veroponeva la tomba di Nerone a ridosso del Pincio presso PortaFlaminia sul luogo appunto dove sorge ora la chiesa di SantaMaria del Popolo e intorno ad essa una leggenda si formava cheio riferirograve con le proprie parole di un anonimo commentatoredello Speculum Regum di Gotofredo da Viterbo722 laquoEt dum NeroRomam incendisset populus contra eum insurrexit et palatiumsuum obsidere vellet ipse solus effugit et dum extra Romamurbem concurrisset in proprium gladium irruens se ipsuminterfecit non credens hominem vivere qui esset dignus tamnobilem interficere preter se ipsum Mortuo eo lupi corpus eiusdilaceraverunt et Rome extra portam ubi nunc est ecclesia sancteMarie ad populum est sepultus Ubi demones tunc circa corpussuum tam homines quam iumenta pretereuntes iugulabantquousque ad preces et orationes Pelagii papae beata Virgo sibi insompnis apparuit et arborem subtus quam Nero sepultus fuitsuccidere iussit Papa igitur crastino cum clero processionem illucfecit arborem propria manu primus cum securi secari incepit etecce demones ululantes fugientes locum reliquerunt et cessavitpericulum ibidem Populus Romanus vero videns se a demoneliberatum papam rogavit ut ecclesiam ibi in honore VirginisMarie cuius auxilio essent liberati construeret Quod et papa fecituna cum populo et Marie ad populum nominavit quae anteaporta Flaminea dicebaturraquo

721 Cod della Vaticana Cristina 627 f 3 r722 Ap PERTZ Script t XXII p 906-8 Questa medesima storia egrave narrata piugravedistesamente da GIACOMO DE ALBERICIS Historiarum sanctissimae et gloriosisVirginis Deiparae de Populo almae Vrbis Compendium Roma 1599 p 3-10e da OTTAVIO PANCIROLI Tesori nascosti dellalma cittagrave di Roma con nuovoordine ristampati e in molti luoghi arricchiti Roma 1625 p 448-50 Essa sitrova giagrave prima nei Mirabilia Romae pubblicati da Martino Silber nel 1513

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Questo dei diavoli che infestano le tombe di uomini scelerati egraveun tema che spesso apparisce nelle leggende ascetiche Ecirc noto ciograveche si racconta di Pilato che buttato nel Tevere richiama tantidiavoli e suscita cosigrave orrende tempeste che gli abitatori del paesecircostante sono costretti ad estrarnelo buttato nel Rodano siripete il giuoco finchegrave tolto anche di lagrave egrave precipitato in un lagotra monti o in un pozzo o in un burrone vicino a Ginevra o aLosanna Fra Filippo da Siena racconta negli Assempri723 la storiadun mal uomo che morigrave disperato el quale essendo sepolto inchiesa venivano i diavoli e menavano grandissima tempesta Dicorpi morti infesti anche senza che centrassero i diavoli a interecittagrave e borgate si trovano nelle storie frequenti ricordi GuglielmoNeubrigense narra dun malvagio uomo morto impenitente ilquale uscendo di sepoltura mise la peste in una borgatamenando grandissima strage finchegrave due giovani nebberoabbruciato il cadavere724 Gualtiero Mapes racconta la storia di unmorto che spopolograve un villaggio725 Finalmente egrave da ricordare chevicino a Porta del Popolo si mostrava una torre dove secondo lapopolare credenza appariva lanima di Nerone e si chiamava laTorre di Nerone da non confondere con laltra Torre di Nerone odelle Milizie che ancora si vede accosto alla chiesa di SantaCaterina da Siena non lunge dal Foro Trajano e dalla quale sidice aver Nerone assistito allo spettacolo dellincendio di RomaIn una delle tavole topografiche pubblicate dal De Rossi la figuradella torre egrave accompagnata dalla leggenda Torre dove stette grantempo il spirito di Nerone726

Le uccisioni a cui la leggenda accenna si potrebberofacilmente spiegare senza miracolo ammettendo che una banda dimalandrini giovandosi dellantica superstizione avesse scelto ateatro delle sue gesta il luogo reso infame dalla tomba di Nerone

723 C 34724 De rebus anglicis l IV ed di Parigi 1610 p 646-50725 De nugis Curialium dist II c 27726 Piante icnografiche e prospettiche ecc tav XII

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Questo dei diavoli che infestano le tombe di uomini scelerati egraveun tema che spesso apparisce nelle leggende ascetiche Ecirc noto ciograveche si racconta di Pilato che buttato nel Tevere richiama tantidiavoli e suscita cosigrave orrende tempeste che gli abitatori del paesecircostante sono costretti ad estrarnelo buttato nel Rodano siripete il giuoco finchegrave tolto anche di lagrave egrave precipitato in un lagotra monti o in un pozzo o in un burrone vicino a Ginevra o aLosanna Fra Filippo da Siena racconta negli Assempri723 la storiadun mal uomo che morigrave disperato el quale essendo sepolto inchiesa venivano i diavoli e menavano grandissima tempesta Dicorpi morti infesti anche senza che centrassero i diavoli a interecittagrave e borgate si trovano nelle storie frequenti ricordi GuglielmoNeubrigense narra dun malvagio uomo morto impenitente ilquale uscendo di sepoltura mise la peste in una borgatamenando grandissima strage finchegrave due giovani nebberoabbruciato il cadavere724 Gualtiero Mapes racconta la storia di unmorto che spopolograve un villaggio725 Finalmente egrave da ricordare chevicino a Porta del Popolo si mostrava una torre dove secondo lapopolare credenza appariva lanima di Nerone e si chiamava laTorre di Nerone da non confondere con laltra Torre di Nerone odelle Milizie che ancora si vede accosto alla chiesa di SantaCaterina da Siena non lunge dal Foro Trajano e dalla quale sidice aver Nerone assistito allo spettacolo dellincendio di RomaIn una delle tavole topografiche pubblicate dal De Rossi la figuradella torre egrave accompagnata dalla leggenda Torre dove stette grantempo il spirito di Nerone726

Le uccisioni a cui la leggenda accenna si potrebberofacilmente spiegare senza miracolo ammettendo che una banda dimalandrini giovandosi dellantica superstizione avesse scelto ateatro delle sue gesta il luogo reso infame dalla tomba di Nerone

723 C 34724 De rebus anglicis l IV ed di Parigi 1610 p 646-50725 De nugis Curialium dist II c 27726 Piante icnografiche e prospettiche ecc tav XII

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Qual meraviglia se lo scelerato che fu tanto amico del diavoloin vita727 e che i diavoli si portarono via dopo morte finisce perdiventare un diavolo egli stesso nella fantasia popolare Inparecchie chansons de geste Noiron comparisce fra le altrediaboliche divinitagrave adorate dai Saracini e dai pagani in genereApollo Giove Baratron Tervagante Ma la immaginazione piugravebizzarra a tale proposito si legge in un racconto francese in versisenza titolo contenuto in un manoscritto della Nazionale diTorino728 e pubblicato dal Comparetti729 Nerone il quale altronon egrave che un diavolo incarnato edificograve giagrave insieme con altri duedemonii la cittagrave di Babilonia e fece costruire la Torre di Babelepoi prevedendo la venuta di Cristo fondograve Roma e un castello ilquale rovina nellora che Cristo nasce Ciograve egrave in parte raccontatodallo stesso Nerone in una disputa che ha con Virgilio dal quale egraveda ultimo decapitato e rimandato allinferno730

Egrave noto che per lungo tempo fu creduto dal popolo in Roma cheNerone non fosse morto ma fosse solamente sparito e dovessetornare o prima o poi a vendicarsi de suoi nemici Questeraquel popolo che perduto luso e lamore della libertagrave e cattivatodalle largizioni e dalle feste era andato giulivo ed acclamanteincontro al parricida il giorno in cui dopo aver compiuto il piugraveatroce de misfatti questi rientrava in Roma Di tale credenzaebbero a giovarsi parecchi che si spacciarono per Nerone731 comeparecchi poi vi furono nel medio evo che si spacciarono perFederico II anchegli creduto non morto e prossimo a ritornare aitempi di Trajano essa era ancor viva come appare da una727 Nelle Chroniques de Tournay si narra che Nerone fece riedificare la cittagrave diTournay per comandamento di uno spirito infernale chiamato Hebron728 Cod L II 14729 Virgilio nel medio evo v II p 196 segg Cf STENGEL Mittheilungen p 13-19730 In un testo pubblicato dal DU MEacuteRIL Meacutelanges archeacuteologiques et litteacuterairesParigi 1850 p 429-30 II 4 Nerone egrave il padre della fanciulla che fa a Virgiliola burla del canestro731 V SVETONIO Nero 46 57 TACITO Histor II 8 9 ZONARA AnnalesImperium Titi

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Qual meraviglia se lo scelerato che fu tanto amico del diavoloin vita727 e che i diavoli si portarono via dopo morte finisce perdiventare un diavolo egli stesso nella fantasia popolare Inparecchie chansons de geste Noiron comparisce fra le altrediaboliche divinitagrave adorate dai Saracini e dai pagani in genereApollo Giove Baratron Tervagante Ma la immaginazione piugravebizzarra a tale proposito si legge in un racconto francese in versisenza titolo contenuto in un manoscritto della Nazionale diTorino728 e pubblicato dal Comparetti729 Nerone il quale altronon egrave che un diavolo incarnato edificograve giagrave insieme con altri duedemonii la cittagrave di Babilonia e fece costruire la Torre di Babelepoi prevedendo la venuta di Cristo fondograve Roma e un castello ilquale rovina nellora che Cristo nasce Ciograve egrave in parte raccontatodallo stesso Nerone in una disputa che ha con Virgilio dal quale egraveda ultimo decapitato e rimandato allinferno730

Egrave noto che per lungo tempo fu creduto dal popolo in Roma cheNerone non fosse morto ma fosse solamente sparito e dovessetornare o prima o poi a vendicarsi de suoi nemici Questeraquel popolo che perduto luso e lamore della libertagrave e cattivatodalle largizioni e dalle feste era andato giulivo ed acclamanteincontro al parricida il giorno in cui dopo aver compiuto il piugraveatroce de misfatti questi rientrava in Roma Di tale credenzaebbero a giovarsi parecchi che si spacciarono per Nerone731 comeparecchi poi vi furono nel medio evo che si spacciarono perFederico II anchegli creduto non morto e prossimo a ritornare aitempi di Trajano essa era ancor viva come appare da una727 Nelle Chroniques de Tournay si narra che Nerone fece riedificare la cittagrave diTournay per comandamento di uno spirito infernale chiamato Hebron728 Cod L II 14729 Virgilio nel medio evo v II p 196 segg Cf STENGEL Mittheilungen p 13-19730 In un testo pubblicato dal DU MEacuteRIL Meacutelanges archeacuteologiques et litteacuterairesParigi 1850 p 429-30 II 4 Nerone egrave il padre della fanciulla che fa a Virgiliola burla del canestro731 V SVETONIO Nero 46 57 TACITO Histor II 8 9 ZONARA AnnalesImperium Titi

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esplicita testimonianza di Dione Crisostomo732 che appunto sottoTrajano fioriva I cristiani che delle stragi dellanno 64 serbaronolungo e doloroso ricordo cominciarono a credere che Nerone ilprimo persecutore della Chiesa sarebbe anche lultimo etornerebbe prima della fine del mondo La Bestia τὸ θηρίονdellApocalissi egrave certamente Nerone e Neren egrave ancora il nomedellAnticristo in Armenia Nerone avrebbe precedutolAnticristo Di questa credenza fa ricordo nel bel mezzo delterzo secolo Commodiano nel suo Carmen apologeticum

La fine dei tempi saragrave annunziata dalla settima persecuzione IGoti allora conquisteranno Roma e libereranno i cristianidalloppressione pagana Ma la pace di Roma saragrave di breve duratagiacchegrave improvvisamente riappariragrave Nerone e si faragrave padrone diRoma e si associeragrave altri due Cesari Sorgeragrave allora contro di luiil vero Anticristo a capo dei Persi dei Medi dei Caldei e deiBabilonesi il quale lo sconfiggeragrave e uccideragrave insieme co suoicompagni Nel IV secolo Lattanzio ricorda biasimandola eschernendola questa opinione733 e molti la ricordano dopo di luifra gli altri San Girolamo734 SantAgostino735 Sulpizio Severo736Essa passa nel medio evo San Beato di Liebana che commentalApocalissi nel 786 sa che la Bestia egrave Nerone a mezzo del XIIsecolo Ottone di Frisinga riporta ancora la strana leggenda737Cosigrave Nerone che era stato il terrore dei tempi suoi diventa ilterrore di tutti i tempi al nome di colui che aveva tentato didistruggere con le fiamme Roma si lega la finale conflagrazionee la distruzione del mondo Anche in questo caso la leggenda nonera un giuoco ozioso di fantasie indisciplinate

732 Oratio XXI 10733 De mortibus persecutorum II734 In Danielem II735 De Civitate Dei XX 19736 Dialogus II 14 Cf Chronica II 28 29 V intorno allargomentoDOumlLLINGER Christenthum und Kirche in der Zeit ihrer Grundlegung p 428-32e RENAN LAnteacutechrist Parigi 1873 p 253-4 317-9 458-61737 Chronicon l III c 17

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esplicita testimonianza di Dione Crisostomo732 che appunto sottoTrajano fioriva I cristiani che delle stragi dellanno 64 serbaronolungo e doloroso ricordo cominciarono a credere che Nerone ilprimo persecutore della Chiesa sarebbe anche lultimo etornerebbe prima della fine del mondo La Bestia τὸ θηρίονdellApocalissi egrave certamente Nerone e Neren egrave ancora il nomedellAnticristo in Armenia Nerone avrebbe precedutolAnticristo Di questa credenza fa ricordo nel bel mezzo delterzo secolo Commodiano nel suo Carmen apologeticum

La fine dei tempi saragrave annunziata dalla settima persecuzione IGoti allora conquisteranno Roma e libereranno i cristianidalloppressione pagana Ma la pace di Roma saragrave di breve duratagiacchegrave improvvisamente riappariragrave Nerone e si faragrave padrone diRoma e si associeragrave altri due Cesari Sorgeragrave allora contro di luiil vero Anticristo a capo dei Persi dei Medi dei Caldei e deiBabilonesi il quale lo sconfiggeragrave e uccideragrave insieme co suoicompagni Nel IV secolo Lattanzio ricorda biasimandola eschernendola questa opinione733 e molti la ricordano dopo di luifra gli altri San Girolamo734 SantAgostino735 Sulpizio Severo736Essa passa nel medio evo San Beato di Liebana che commentalApocalissi nel 786 sa che la Bestia egrave Nerone a mezzo del XIIsecolo Ottone di Frisinga riporta ancora la strana leggenda737Cosigrave Nerone che era stato il terrore dei tempi suoi diventa ilterrore di tutti i tempi al nome di colui che aveva tentato didistruggere con le fiamme Roma si lega la finale conflagrazionee la distruzione del mondo Anche in questo caso la leggenda nonera un giuoco ozioso di fantasie indisciplinate

732 Oratio XXI 10733 De mortibus persecutorum II734 In Danielem II735 De Civitate Dei XX 19736 Dialogus II 14 Cf Chronica II 28 29 V intorno allargomentoDOumlLLINGER Christenthum und Kirche in der Zeit ihrer Grundlegung p 428-32e RENAN LAnteacutechrist Parigi 1873 p 253-4 317-9 458-61737 Chronicon l III c 17

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Quanto durasse tenace nel popolo la memoria di Nerone egravedimostrato oltrechegrave dalle leggende esposte da varii nomi diluoghi e di monumenti che a ragione o a torto si pongono inrelazione con esso I Prati di Castello fuori di Porta Angelica aRoma si chiamarono nel medio evo Prata Neronis e tal nomeavevano giagrave sino dai tempi di Procopio Nei Mirabilia si trovanoricordati lobeliscum Neronis laerarium Neronis il secretariumNeronis il Pons Neronis il Terebinthum (o Tiburtinum) Neronisil templum Neronis il Palatium Neronis Nel Filocopo delBoccaccio Florio giunto in Roma va a smontare in certa osterialaquovicino agli antichi palagi di Neroneraquo738 Ho giagrave ricordato le duetorri di Nerone Un monumento sulla Via Cassia quattro migliafuori della cittagrave il quale reca il nome di Publio Vibio Mariano fudal popolo attribuito a Nerone739 Si ricorda anche una cisternaNeronis laquoin qua latuit Nero fugiens Romanos insequentesraquo740 InGermania vera nel medio evo un Neronistein Nomi di luoghicome Haye-Noiron Preacutes-Noiron Mont-Noiron si trovanoabbastanza spesso nei poemi e romanzi francesi

Abbiamo veduto linfamia di Nerone perpetuarsi nel medioevo Rodolfo IV duca dAustria gran persecutore dei chierici fucertamente il solo che osasse vantarsi disceso dalla stirpe di quelmassimo fra i scelerati il quale per trovare un difensore e unpanegirista deve aspettare il Rinascimento741

Una oscura e compendiosa cronaca latina cosigrave con brevitagraveterribile parla di Nerone tutta stringendone in poche parole lavita742 laquoNero successit matrem eviscerat sororem stupratRomam in XII partibus incendit Senecam interfecit ranas apudLateranum evomuit Symonem magum Petrum crucifigit

738 L V739 V REUMONT Geschichte der Stadt Rom v I p 390740 Ottonis Frisingensis Episcopi et Ragewini gesta Friderici imperatoris l IVap PERTZ Script t XX p 481 Ma altri ancora ne fanno menzione741 Il CARDANO compose un Encomium Neronis che nelledizione del 1585 tienenon meno di 97 pagine in-4 Fu ristampato nel 1640742 Cod della Nazion di Torino E V 8 e II v col 1a

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Quanto durasse tenace nel popolo la memoria di Nerone egravedimostrato oltrechegrave dalle leggende esposte da varii nomi diluoghi e di monumenti che a ragione o a torto si pongono inrelazione con esso I Prati di Castello fuori di Porta Angelica aRoma si chiamarono nel medio evo Prata Neronis e tal nomeavevano giagrave sino dai tempi di Procopio Nei Mirabilia si trovanoricordati lobeliscum Neronis laerarium Neronis il secretariumNeronis il Pons Neronis il Terebinthum (o Tiburtinum) Neronisil templum Neronis il Palatium Neronis Nel Filocopo delBoccaccio Florio giunto in Roma va a smontare in certa osterialaquovicino agli antichi palagi di Neroneraquo738 Ho giagrave ricordato le duetorri di Nerone Un monumento sulla Via Cassia quattro migliafuori della cittagrave il quale reca il nome di Publio Vibio Mariano fudal popolo attribuito a Nerone739 Si ricorda anche una cisternaNeronis laquoin qua latuit Nero fugiens Romanos insequentesraquo740 InGermania vera nel medio evo un Neronistein Nomi di luoghicome Haye-Noiron Preacutes-Noiron Mont-Noiron si trovanoabbastanza spesso nei poemi e romanzi francesi

Abbiamo veduto linfamia di Nerone perpetuarsi nel medioevo Rodolfo IV duca dAustria gran persecutore dei chierici fucertamente il solo che osasse vantarsi disceso dalla stirpe di quelmassimo fra i scelerati il quale per trovare un difensore e unpanegirista deve aspettare il Rinascimento741

Una oscura e compendiosa cronaca latina cosigrave con brevitagraveterribile parla di Nerone tutta stringendone in poche parole lavita742 laquoNero successit matrem eviscerat sororem stupratRomam in XII partibus incendit Senecam interfecit ranas apudLateranum evomuit Symonem magum Petrum crucifigit

738 L V739 V REUMONT Geschichte der Stadt Rom v I p 390740 Ottonis Frisingensis Episcopi et Ragewini gesta Friderici imperatoris l IVap PERTZ Script t XX p 481 Ma altri ancora ne fanno menzione741 Il CARDANO compose un Encomium Neronis che nelledizione del 1585 tienenon meno di 97 pagine in-4 Fu ristampato nel 1640742 Cod della Nazion di Torino E V 8 e II v col 1a

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Paulum decollat imperat annis XIII mensibus VII a lupisdevoraturraquo743

E un canto della Chiesa trionfante tonava sul nemico vinto edannato

Nero frendit furibundusNero plangit impius

Nero cujus aegre mundusFerebat imperium

743 Alla fine del XVI secolo la memoria della crudeltagrave di Nerone era ancorviva Narra FLAMINIO VACCA nelle giagrave citate Memorie di varie antichitagrave sect 112che cavandosi nelle Terme di Costantino furono trovate certe volte piene diossa umane laquoAlcuni dicevano che fosse qualche gran crudeltagrave di Nerone peressere ivi appresso alcuni edifizj di esso Nerone e che fossero martiri altridissero qualche gran pesteraquo

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Paulum decollat imperat annis XIII mensibus VII a lupisdevoraturraquo743

E un canto della Chiesa trionfante tonava sul nemico vinto edannato

Nero frendit furibundusNero plangit impius

Nero cujus aegre mundusFerebat imperium

743 Alla fine del XVI secolo la memoria della crudeltagrave di Nerone era ancorviva Narra FLAMINIO VACCA nelle giagrave citate Memorie di varie antichitagrave sect 112che cavandosi nelle Terme di Costantino furono trovate certe volte piene diossa umane laquoAlcuni dicevano che fosse qualche gran crudeltagrave di Nerone peressere ivi appresso alcuni edifizj di esso Nerone e che fossero martiri altridissero qualche gran pesteraquo

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CAPITOLO XI

Tiberio Vespasiano Tito

Di quante leggende sacre ebbe il medio evo la piugrave celebre lapiugrave diffusa egrave senza dubbio quella di cui mi accingo a discorreredella vendetta di Cristo e della distruzione di Gerusalemme Essaegrave in pari tempo la piugrave complessa ed estesa giacchegrave comprendetutto un lungo ordine di fatti e mette in iscena un grandissimonumero di personaggi tra cui non meno di quattro imperatoriromani Tiberio Nerone Vespasiano Tito e poi con azionevaria e in varii modi intrecciata Pilato e gli altri giudici diCristo Giuseppe dArimatea Nicodemo la Veronica testimonidella passione e accusatori dei giudici iniqui Giuseppe Flaviostorico e guerriero alcuna volta lo stesso Cristo e la madre suaLazione epica e drammatica si svolge in Roma stanza dellanuova fede e in Gerusalemme stanza della fede antica Leggendae storia ad un tempo processo e giudizio dove limpero fattoanticipatamente cristiano da una parte e limpenitente popolodIsraele dallaltra stanno a difesa della ragione e del torto e dovela divinitagrave di Cristo e il dritto della Chiesa sono per la primavolta dalle potestagrave della terra riconosciuti e proclamati Anticadorigine quasi quanto il cristianesimo stesso nata di piugrave germi ecome scissa in principio essa si compone si costruisce cresce apoco a poco si varia si complica traverso ai secoli e venuta nelmedio evo in piena fioritura alligna rigogliosa e vivace fra tutti ipopoli cristiani si esprime in tutti i linguaggi assume tutte leforme racconto in prosa poema canzone sacra mistero Loschema di essa guardato nei lineamenti principali dentro a cuipoi le immaginazioni secondarie si spostano e si compongono invarii modi egrave il seguente uno o piugrave principi pagani limperatoredi Roma o alcuno reggente in suo nome la tale o tale provinciadellimpero sono afflitti da grave infermitagrave della quale

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CAPITOLO XI

Tiberio Vespasiano Tito

Di quante leggende sacre ebbe il medio evo la piugrave celebre lapiugrave diffusa egrave senza dubbio quella di cui mi accingo a discorreredella vendetta di Cristo e della distruzione di Gerusalemme Essaegrave in pari tempo la piugrave complessa ed estesa giacchegrave comprendetutto un lungo ordine di fatti e mette in iscena un grandissimonumero di personaggi tra cui non meno di quattro imperatoriromani Tiberio Nerone Vespasiano Tito e poi con azionevaria e in varii modi intrecciata Pilato e gli altri giudici diCristo Giuseppe dArimatea Nicodemo la Veronica testimonidella passione e accusatori dei giudici iniqui Giuseppe Flaviostorico e guerriero alcuna volta lo stesso Cristo e la madre suaLazione epica e drammatica si svolge in Roma stanza dellanuova fede e in Gerusalemme stanza della fede antica Leggendae storia ad un tempo processo e giudizio dove limpero fattoanticipatamente cristiano da una parte e limpenitente popolodIsraele dallaltra stanno a difesa della ragione e del torto e dovela divinitagrave di Cristo e il dritto della Chiesa sono per la primavolta dalle potestagrave della terra riconosciuti e proclamati Anticadorigine quasi quanto il cristianesimo stesso nata di piugrave germi ecome scissa in principio essa si compone si costruisce cresce apoco a poco si varia si complica traverso ai secoli e venuta nelmedio evo in piena fioritura alligna rigogliosa e vivace fra tutti ipopoli cristiani si esprime in tutti i linguaggi assume tutte leforme racconto in prosa poema canzone sacra mistero Loschema di essa guardato nei lineamenti principali dentro a cuipoi le immaginazioni secondarie si spostano e si compongono invarii modi egrave il seguente uno o piugrave principi pagani limperatoredi Roma o alcuno reggente in suo nome la tale o tale provinciadellimpero sono afflitti da grave infermitagrave della quale

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guariscono o per un atto di fede in Cristo o in virtugrave della santaimmagine della Veronica Guariti giurano di vendicare la ingiustamorte del Redentore passano con forte esercito in Palestinainvestono Gerusalemme e dopo lungo ed ostinato assediodurante il quale giunge a tal segno la fame tra gli assediati che lamadre si ciba delle carni del proprio figliuolo la espugnano ladistruggono dalle fondamenta e fatta dei colpevoli esemplaregiustizia tornano trionfanti alle lor sedi

Non vegrave leggenda meno arbitraria meno fortuita di questaPassati appena settantadue anni dalla morte di CristoGerusalemme e tutto il popolo dIsraele soggiacciono alla piugravespaventosa sciagura che non pure la storia loro ma la storia deipopoli tutti di Europa ricordi Comincia allora la dispersione e ladura cattivitagrave di quella razza infelice che per secoli non avragrave piugravepatria negrave diritto negrave umana dignitagrave odiata perseguitata per poconon cancellata dal numero dei viventi E chi sa quanto laleggenda che cresceva sullorme degli esuli e dei proscritti e chedava voce e figura alla esecrazione di una intera umanitagrave dicredenti contribuigrave a rendere contro di essi piugrave dispettoso lodio ela persecuzione piugrave cruda Non era possibile che la coscienzacristiana non iscorgesse nella gran ruina il terribile giudizio diDio il sangue del Giusto ricadeva sul capo di chi lavevainiquamente versato e il Tempio che aveva serrate le porte allaveritagrave e alla salute precipitava nella polvere per non risorger piugravemai744 Le profezie di Geremia e di Ezechiele che si riferivanoalla distruzione di Gerusalemme compiuta dai Babilonesifacilmente potevano essere trasportate a quella ben piugrave

744 SAN GIROLAMO De viris illustribus II 13 accenna a un passo di GiuseppeFlavio in cui si diceva essere stata opinione di molti che Gerusalemme fossedistrutta in punizione della morte dellapostolo Giacobbe Tale passo non sitrova piugrave nei libri di quello storico e dovette essere certamente unainterpolazione Lo riportano EUSEBIO Hist eccl II 23 e ORIGENE ContraCelsum l I e II Qui abbiamo una credenza affine allaltra ma assai menomotivata

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guariscono o per un atto di fede in Cristo o in virtugrave della santaimmagine della Veronica Guariti giurano di vendicare la ingiustamorte del Redentore passano con forte esercito in Palestinainvestono Gerusalemme e dopo lungo ed ostinato assediodurante il quale giunge a tal segno la fame tra gli assediati che lamadre si ciba delle carni del proprio figliuolo la espugnano ladistruggono dalle fondamenta e fatta dei colpevoli esemplaregiustizia tornano trionfanti alle lor sedi

Non vegrave leggenda meno arbitraria meno fortuita di questaPassati appena settantadue anni dalla morte di CristoGerusalemme e tutto il popolo dIsraele soggiacciono alla piugravespaventosa sciagura che non pure la storia loro ma la storia deipopoli tutti di Europa ricordi Comincia allora la dispersione e ladura cattivitagrave di quella razza infelice che per secoli non avragrave piugravepatria negrave diritto negrave umana dignitagrave odiata perseguitata per poconon cancellata dal numero dei viventi E chi sa quanto laleggenda che cresceva sullorme degli esuli e dei proscritti e chedava voce e figura alla esecrazione di una intera umanitagrave dicredenti contribuigrave a rendere contro di essi piugrave dispettoso lodio ela persecuzione piugrave cruda Non era possibile che la coscienzacristiana non iscorgesse nella gran ruina il terribile giudizio diDio il sangue del Giusto ricadeva sul capo di chi lavevainiquamente versato e il Tempio che aveva serrate le porte allaveritagrave e alla salute precipitava nella polvere per non risorger piugravemai744 Le profezie di Geremia e di Ezechiele che si riferivanoalla distruzione di Gerusalemme compiuta dai Babilonesifacilmente potevano essere trasportate a quella ben piugrave

744 SAN GIROLAMO De viris illustribus II 13 accenna a un passo di GiuseppeFlavio in cui si diceva essere stata opinione di molti che Gerusalemme fossedistrutta in punizione della morte dellapostolo Giacobbe Tale passo non sitrova piugrave nei libri di quello storico e dovette essere certamente unainterpolazione Lo riportano EUSEBIO Hist eccl II 23 e ORIGENE ContraCelsum l I e II Qui abbiamo una credenza affine allaltra ma assai menomotivata

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formidabile compiuta dai Romani745 e questa distruzionerisalendo a una profezia di Daniele746 si poteva senza sforzomettere in relazione con la morte di Cristo come fa Tertulliano747

Ho accennato alla celebritagrave della leggenda prima di procedereoltre gioveragrave mostrarne un qualche esempio Dante la ricorda inpiugrave luoghi

Nel tempo che l buon Tito con lajutoDel sommo Rege vendicograve le foraOnduscigrave il sangue per Giuda venduto748

EccoLa gente che perdegrave JerusalemmeQuando Maria nel figlio diegrave di becco749

Poscia con Tito a far vendetta corseDella vendetta del peccato antico750

Pietro Alfonso lautore famoso della Disciplina clericalis Ebreodi nascita ma fattosi battezzare lanno 1106 rinfaccia a suoiantichi compagni di religione nel Libellus contra perfidiamJudaeorum la punizione caduta sopressi Brunetto Latino ricordacome gli Ebrei furono da Tito venduti trenta a denaro751 e Busoneda Gubbio come la fame spinse le madri a commettere alla sortela vita dei proprii figliuoli per sapere di quale si dovesserocibare752 Nel secondo libro dellAfrica il Petrarca fa predire dal

745 Questapplicazione fu fatta dagli stessi Ebrei V GIUSEPPE FLAVIO Antiquitjudaic X 5 1746 Daniele 9747 Adversus Judaeos VIII748 Purgat c XXI v 82-4749 Purgat c XXXIII v 29-30750 Parad c VI v 92-3751 Le livre dou Tresor l II c 5752 Avventuroso Ciciliano Osservazioni al secondo libro 22 CflOsservazione 52

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formidabile compiuta dai Romani745 e questa distruzionerisalendo a una profezia di Daniele746 si poteva senza sforzomettere in relazione con la morte di Cristo come fa Tertulliano747

Ho accennato alla celebritagrave della leggenda prima di procedereoltre gioveragrave mostrarne un qualche esempio Dante la ricorda inpiugrave luoghi

Nel tempo che l buon Tito con lajutoDel sommo Rege vendicograve le foraOnduscigrave il sangue per Giuda venduto748

EccoLa gente che perdegrave JerusalemmeQuando Maria nel figlio diegrave di becco749

Poscia con Tito a far vendetta corseDella vendetta del peccato antico750

Pietro Alfonso lautore famoso della Disciplina clericalis Ebreodi nascita ma fattosi battezzare lanno 1106 rinfaccia a suoiantichi compagni di religione nel Libellus contra perfidiamJudaeorum la punizione caduta sopressi Brunetto Latino ricordacome gli Ebrei furono da Tito venduti trenta a denaro751 e Busoneda Gubbio come la fame spinse le madri a commettere alla sortela vita dei proprii figliuoli per sapere di quale si dovesserocibare752 Nel secondo libro dellAfrica il Petrarca fa predire dal

745 Questapplicazione fu fatta dagli stessi Ebrei V GIUSEPPE FLAVIO Antiquitjudaic X 5 1746 Daniele 9747 Adversus Judaeos VIII748 Purgat c XXI v 82-4749 Purgat c XXXIII v 29-30750 Parad c VI v 92-3751 Le livre dou Tresor l II c 5752 Avventuroso Ciciliano Osservazioni al secondo libro 22 CflOsservazione 52

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padre di Scipione la distruzione di Gerusalemme e nel trattatoDe otio religiosorum si conforma in tutto alla popolare credenzadicendo che Gerusalemme fu distrutta e il suo popolo dispersoin punizione della morte di Cristo Se egli avesse condotto sino aTito come si era proposto il libro De viris illustribus che fu poicontinuato da Lombardo da Serico non avrebbe certamentemancato di dare della leggenda piugrave ampia notizia Fazio degliUberti la ricorda nel Dittamondo quando fa dire a Roma

Vespasian dieci anni tenne il mioLo qual con Tito suo fe la vendettaContro i Giudei del figliuol di Dio753

Alessandro Neckam dice di Tito

Hunc decuit mortis ultorem numinis esseDum deleta fuit gens mala digna mori 754

Nelle recensioni piugrave antiche dei Mirabilia non egrave fatto cennodella leggenda ma in altre piugrave moderne si dice che i corpi diTito di Vespasiano e di Volusiano riposano nel monastero di SanSaba lo che prova che essi erano universalmente tenuti

753 L II c 6 Guglielmo Capello commenta criticando laquoE nota qui che Titorimaso in lassedio di Hierusalem fe grande occisione de Iudei che piugrave de sexcento millia ne morino di ferro e di fame e Iosepho dice undeci voltecentomilia ma ciograve non fe in vendetta de Christo perograve che Tito non fuchristiano ma la summa giustitia li mandograve adosso quel flagello in pena de lalor gran colpa che avevano de la morte de Iesugrave Christoraquo754 De laud div sap dist V v 215-6

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padre di Scipione la distruzione di Gerusalemme e nel trattatoDe otio religiosorum si conforma in tutto alla popolare credenzadicendo che Gerusalemme fu distrutta e il suo popolo dispersoin punizione della morte di Cristo Se egli avesse condotto sino aTito come si era proposto il libro De viris illustribus che fu poicontinuato da Lombardo da Serico non avrebbe certamentemancato di dare della leggenda piugrave ampia notizia Fazio degliUberti la ricorda nel Dittamondo quando fa dire a Roma

Vespasian dieci anni tenne il mioLo qual con Tito suo fe la vendettaContro i Giudei del figliuol di Dio753

Alessandro Neckam dice di Tito

Hunc decuit mortis ultorem numinis esseDum deleta fuit gens mala digna mori 754

Nelle recensioni piugrave antiche dei Mirabilia non egrave fatto cennodella leggenda ma in altre piugrave moderne si dice che i corpi diTito di Vespasiano e di Volusiano riposano nel monastero di SanSaba lo che prova che essi erano universalmente tenuti

753 L II c 6 Guglielmo Capello commenta criticando laquoE nota qui che Titorimaso in lassedio di Hierusalem fe grande occisione de Iudei che piugrave de sexcento millia ne morino di ferro e di fame e Iosepho dice undeci voltecentomilia ma ciograve non fe in vendetta de Christo perograve che Tito non fuchristiano ma la summa giustitia li mandograve adosso quel flagello in pena de lalor gran colpa che avevano de la morte de Iesugrave Christoraquo754 De laud div sap dist V v 215-6

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cristiani755 Giovanni Sarisberiense parlando nel Polycraticus756

dellassedio e della espugnazione di Gerusalemme non fa paroladella leggenda ma poi in altro luogo di quella stessa opera757ricorda come stando alla testimonianza di alcuni scrittoriVespasiano avrebbe operato miracoli in segno della missione a luiaffidata Sono ben pochi i cronisti che come Ottone di Frisinganon ne facciano menzione Inoltrato giagrave il secolo XV TeodoricoEngelhusio nella sua Cronaca la rammenta ancora con pienafede758

Tiberii lepram divina Veronica sanatRosa nimis facies sanatur Vespasiani

Esempio se non unico certo assai raro puograve essere citatoFrancesco da Buti che commentando i versi testegrave riferiti del cXXI del Purgatorio dice senzaltro che causa della distruzione diGerusalemme fu lavere i Giudei i quali presumevano doveressere signori del mondo ucciso il governatore romano e cacciatoil legato di Siria Fra Niccolograve da Poggibonsi ricorda anchegli nelLibro dOltremare che contiene la relazione di un viaggio fatto inTerra Santa nel 1345 la distruzione di Gerusalemme per opera diVespasiano e Tito ma non accenna in nessun modo alla

755 V i Mirabilia pubblicati dal Parthey p 61 Lo stesso si dice in alcunestampe antiche come per esempio in quella del 1513 dove egrave riportato anche ilseguente epitafio

Conditur hoc tumulo Titus cum VespasianoPatre felice sed eminent prospera TitiHierusalem premens dominique emulos fremensAper de silva ferus singularis in hostesExpurgat vineam Sabaoth sternendo laboremReddit et congruam vindictam populo nequam

756 L II c 4-7757 L II c 10758 Ap LEIBNITZ Script t II p 1019

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cristiani755 Giovanni Sarisberiense parlando nel Polycraticus756

dellassedio e della espugnazione di Gerusalemme non fa paroladella leggenda ma poi in altro luogo di quella stessa opera757ricorda come stando alla testimonianza di alcuni scrittoriVespasiano avrebbe operato miracoli in segno della missione a luiaffidata Sono ben pochi i cronisti che come Ottone di Frisinganon ne facciano menzione Inoltrato giagrave il secolo XV TeodoricoEngelhusio nella sua Cronaca la rammenta ancora con pienafede758

Tiberii lepram divina Veronica sanatRosa nimis facies sanatur Vespasiani

Esempio se non unico certo assai raro puograve essere citatoFrancesco da Buti che commentando i versi testegrave riferiti del cXXI del Purgatorio dice senzaltro che causa della distruzione diGerusalemme fu lavere i Giudei i quali presumevano doveressere signori del mondo ucciso il governatore romano e cacciatoil legato di Siria Fra Niccolograve da Poggibonsi ricorda anchegli nelLibro dOltremare che contiene la relazione di un viaggio fatto inTerra Santa nel 1345 la distruzione di Gerusalemme per opera diVespasiano e Tito ma non accenna in nessun modo alla

755 V i Mirabilia pubblicati dal Parthey p 61 Lo stesso si dice in alcunestampe antiche come per esempio in quella del 1513 dove egrave riportato anche ilseguente epitafio

Conditur hoc tumulo Titus cum VespasianoPatre felice sed eminent prospera TitiHierusalem premens dominique emulos fremensAper de silva ferus singularis in hostesExpurgat vineam Sabaoth sternendo laboremReddit et congruam vindictam populo nequam

756 L II c 4-7757 L II c 10758 Ap LEIBNITZ Script t II p 1019

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tradizione759 La presenza della sacra immagine in Roma allaquale traevano numerosissimi i pellegrini acquistava credito allaleggenda e la leggenda era da quei pellegrini medesimi sparsa sututta la faccia dEuropa e ripetuta in tutte le lingue760

Ma facciamoci oramai a rintracciarne le origini e a dire delleforme in cui si raccolse da prima Ho giagrave detto che essasimponeva in certo modo naturalmente agli spiriti e che la suagenesi era in tutto spontanea Si puograve tener per sicuro che quandosi sparse pel mondo romano lannunzio della espugnazione diGerusalemme nelle catacombe dovera viva e cocente ancora lamemoria della persecuzione neroniana nelle chiese tutte dAsiadAfrica e dEuropa si glorificograve Dio punitore e si celebrograve il primogrande trionfo della fede Allora Vespasiano e Tito e limpero e lelegioni romane furono certamente considerati come ciechistrumenti della giustizia divina la quale solo si rivelava a chi erain grado dintenderla e pronto ad adorarla Origene nel secondolibro del trattato contro Celso dice che la profezia di Cristo circala distruzione di Gerusalemme si avverograve per fatto di Tito sottolimpero di Vespasiano Eusebio di Cesarea accingendosi ariferire nella Istoria ecclesiastica761 alcune cose narrate da Filonenella relazione che fece della sua legazione dice rimaner per esse759 Cap 12 Sc di cur letter disp CLXXXII Bologna 1881760 Questi devoti pellegrinaggi sono ricordati da Dante nel c XXXI delParadiso v 103-5

Quale egrave colui che forse di CroaziaViene a veder la Veronica nostraChe per lantica fama non si sazia

In cospetto della venerata reliquia i pellegrini cantavano o recitavano questiversi

Salve sancta facies nostri redemptorisIn qua nitet species divini splendorisImpressa panniculo vivei candorisDataque Veronicae signum ob amoris

761 L II c 5305

tradizione759 La presenza della sacra immagine in Roma allaquale traevano numerosissimi i pellegrini acquistava credito allaleggenda e la leggenda era da quei pellegrini medesimi sparsa sututta la faccia dEuropa e ripetuta in tutte le lingue760

Ma facciamoci oramai a rintracciarne le origini e a dire delleforme in cui si raccolse da prima Ho giagrave detto che essasimponeva in certo modo naturalmente agli spiriti e che la suagenesi era in tutto spontanea Si puograve tener per sicuro che quandosi sparse pel mondo romano lannunzio della espugnazione diGerusalemme nelle catacombe dovera viva e cocente ancora lamemoria della persecuzione neroniana nelle chiese tutte dAsiadAfrica e dEuropa si glorificograve Dio punitore e si celebrograve il primogrande trionfo della fede Allora Vespasiano e Tito e limpero e lelegioni romane furono certamente considerati come ciechistrumenti della giustizia divina la quale solo si rivelava a chi erain grado dintenderla e pronto ad adorarla Origene nel secondolibro del trattato contro Celso dice che la profezia di Cristo circala distruzione di Gerusalemme si avverograve per fatto di Tito sottolimpero di Vespasiano Eusebio di Cesarea accingendosi ariferire nella Istoria ecclesiastica761 alcune cose narrate da Filonenella relazione che fece della sua legazione dice rimaner per esse759 Cap 12 Sc di cur letter disp CLXXXII Bologna 1881760 Questi devoti pellegrinaggi sono ricordati da Dante nel c XXXI delParadiso v 103-5

Quale egrave colui che forse di CroaziaViene a veder la Veronica nostraChe per lantica fama non si sazia

In cospetto della venerata reliquia i pellegrini cantavano o recitavano questiversi

Salve sancta facies nostri redemptorisIn qua nitet species divini splendorisImpressa panniculo vivei candorisDataque Veronicae signum ob amoris

761 L II c 5305

provato che i Giudei soggiacquero a tante calamitagrave in punizionedel misfatto commesso nella persona di Cristo e ricorda inoltre762

quali castighi di Dio la profanazione del Tempio il tumulto chesuscitograve Pilato spogliando lerario sacro ed altre turbazioni edissidii Altrove ancora mostra la espugnazione di Gerusalemmeessere stata una vendetta del cielo763 Intanto alcuni trattiprincipali della leggenda nascitura cominciavano a disegnarsi Ilfamoso libro di Lattanzio De mortibus persecutorum egrave tuttoinspirato e governato dal pensiero che castighi terribili colpisconoo prima o poi i persecutori della Chiesa a maggior ragione e informa piugrave solenne ed esemplare dovevano essere puniti ipersecutori e gli uccisori di Cristo La leggenda inesorabile andragravea ricercare costoro uno per uno e li ripagheragrave come avranmeritato e consacreragrave il nome loro allinfamia Eusebio narrandocon qualche errore lesiglio di Erode dice come pare conintenzione che questi aveva avuto parte nel supplizio di Cristo764e naturalmente suggerisce il pensiero che quella era pena diquesto misfatto sebbene in apparenza sembrasse altrimenti Laleggenda infame di Pilato per ragioni che vedremo tra breve siforma piuttosto tardi ma ad ogni modo egrave costituita nel quartosecolo e forse prima Giagrave Eusebio ricorda come Pilato fumandato in esiglio e si tolse di propria mano la vita765 e lo stessonarrano poi Orosio766 Gregorio di Tours767 Beda768 altri

Se non che questa credenza da cui doveva nascere laleggenda non egrave per anche leggenda essa stessa Considerata nellasua forma piena e perfetta la leggenda si mostra composta di piugraveparti diverse che in origine non ebbero fra di loro attinenza negrave

762 L II c 10763 L III c 5-7764 Hist eccles l II c 4765 Ib l II c 7766 Hist l VII c 5767 Hist Franc l I c 23768 De ratione temporum in principio della sesta etagrave Opera ed del Giles vVI p 301

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provato che i Giudei soggiacquero a tante calamitagrave in punizionedel misfatto commesso nella persona di Cristo e ricorda inoltre762

quali castighi di Dio la profanazione del Tempio il tumulto chesuscitograve Pilato spogliando lerario sacro ed altre turbazioni edissidii Altrove ancora mostra la espugnazione di Gerusalemmeessere stata una vendetta del cielo763 Intanto alcuni trattiprincipali della leggenda nascitura cominciavano a disegnarsi Ilfamoso libro di Lattanzio De mortibus persecutorum egrave tuttoinspirato e governato dal pensiero che castighi terribili colpisconoo prima o poi i persecutori della Chiesa a maggior ragione e informa piugrave solenne ed esemplare dovevano essere puniti ipersecutori e gli uccisori di Cristo La leggenda inesorabile andragravea ricercare costoro uno per uno e li ripagheragrave come avranmeritato e consacreragrave il nome loro allinfamia Eusebio narrandocon qualche errore lesiglio di Erode dice come pare conintenzione che questi aveva avuto parte nel supplizio di Cristo764e naturalmente suggerisce il pensiero che quella era pena diquesto misfatto sebbene in apparenza sembrasse altrimenti Laleggenda infame di Pilato per ragioni che vedremo tra breve siforma piuttosto tardi ma ad ogni modo egrave costituita nel quartosecolo e forse prima Giagrave Eusebio ricorda come Pilato fumandato in esiglio e si tolse di propria mano la vita765 e lo stessonarrano poi Orosio766 Gregorio di Tours767 Beda768 altri

Se non che questa credenza da cui doveva nascere laleggenda non egrave per anche leggenda essa stessa Considerata nellasua forma piena e perfetta la leggenda si mostra composta di piugraveparti diverse che in origine non ebbero fra di loro attinenza negrave

762 L II c 10763 L III c 5-7764 Hist eccles l II c 4765 Ib l II c 7766 Hist l VII c 5767 Hist Franc l I c 23768 De ratione temporum in principio della sesta etagrave Opera ed del Giles vVI p 301

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relazione e di cui egrave agevole scoprire le saldature non abbastanzadissimulate Ad ogni modo le parti principali son due luna cheriguarda Tiberio e la sua miracolosa guarigione laltra cheriguarda Vespasiano e Tito e la guarigione di uno di essi o dientrambi e la vendetta da essi compiuta La prima parte egrave fuordogni dubbio piugrave antica della seconda e a questa non sicongiunge se non quando comincia a farsi sentire negli spiriti ilbisogno di tramutare i distruttori di Gerusalemme dinconsci inconsci ministri della giustizia divina senza il quale tramutamentouna vera e propria leggenda della vendetta non poteva formarsiCominciamo a ricercare quali possano essere state le origini dellaprima parte o diciamo a dirittura della prima leggenda

Morto Cristo un desiderio doveva spontaneamente nascerenellanimo de suoi seguaci contro de quali stava non purelopinione pubblica ma ancora il pubblico giudizio che nelleforme se non nella sostanza fu certamente legale Alla causa deicristiani importava moltissimo che questo giudizio si potessedimostrare illegale ed iniquo ma per mostrarlo tale bisognavatrarne fuori Pilato giacchegrave scagliare una accusa dillegalitagrave ediniquitagrave contro luomo che governava in nome dellimperatorenon sarebbe stato negrave utile negrave prudente Anzi bisognava far vederePilato ammiratore ed amico di Gesugrave e relatore a Cesare della vitaesemplare e dei miracoli di lui separare il piugrave possibile in tutta laquestione i Romani dagli Ebrei rappresentar questi come soliinteressati alla morte del Maestro severo censore dei lorodepravati costumi e delle corrotte loro dottrine far ricadere sopradi essi tutto il peso e la odiositagrave della scelerata sentenza erenderli in certo qual modo ribelli oltre che a Dio anche allostesso Cesare Un accorgimento sigrave fatto forse piugrave istintivo chealtro favorito dallanimositagrave che di giorno in giorno cresceva traRomani ed Ebrei era inoltre se non promosso almeno nonimpedito dagli Evangeli dove Pilato egrave descritto non giagrave come unuomo malvagio ma come un uomo di poco animo che vorrebbeper parte sua salvare Cristo di cui ha riconosciuta linnocenza ma

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relazione e di cui egrave agevole scoprire le saldature non abbastanzadissimulate Ad ogni modo le parti principali son due luna cheriguarda Tiberio e la sua miracolosa guarigione laltra cheriguarda Vespasiano e Tito e la guarigione di uno di essi o dientrambi e la vendetta da essi compiuta La prima parte egrave fuordogni dubbio piugrave antica della seconda e a questa non sicongiunge se non quando comincia a farsi sentire negli spiriti ilbisogno di tramutare i distruttori di Gerusalemme dinconsci inconsci ministri della giustizia divina senza il quale tramutamentouna vera e propria leggenda della vendetta non poteva formarsiCominciamo a ricercare quali possano essere state le origini dellaprima parte o diciamo a dirittura della prima leggenda

Morto Cristo un desiderio doveva spontaneamente nascerenellanimo de suoi seguaci contro de quali stava non purelopinione pubblica ma ancora il pubblico giudizio che nelleforme se non nella sostanza fu certamente legale Alla causa deicristiani importava moltissimo che questo giudizio si potessedimostrare illegale ed iniquo ma per mostrarlo tale bisognavatrarne fuori Pilato giacchegrave scagliare una accusa dillegalitagrave ediniquitagrave contro luomo che governava in nome dellimperatorenon sarebbe stato negrave utile negrave prudente Anzi bisognava far vederePilato ammiratore ed amico di Gesugrave e relatore a Cesare della vitaesemplare e dei miracoli di lui separare il piugrave possibile in tutta laquestione i Romani dagli Ebrei rappresentar questi come soliinteressati alla morte del Maestro severo censore dei lorodepravati costumi e delle corrotte loro dottrine far ricadere sopradi essi tutto il peso e la odiositagrave della scelerata sentenza erenderli in certo qual modo ribelli oltre che a Dio anche allostesso Cesare Un accorgimento sigrave fatto forse piugrave istintivo chealtro favorito dallanimositagrave che di giorno in giorno cresceva traRomani ed Ebrei era inoltre se non promosso almeno nonimpedito dagli Evangeli dove Pilato egrave descritto non giagrave come unuomo malvagio ma come un uomo di poco animo che vorrebbeper parte sua salvare Cristo di cui ha riconosciuta linnocenza ma

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non osa contrastare ai sacerdoti Nei famosi Atti di Pilato a cui fusolamente piugrave tardi dato il nome di Evangelo di Nicodemo sinarra che luffiziale di Pilato al quale era stato commesso ditradurre Cristo davanti al tribunale del Procuratore romanomostrograve allaccusato il suo ossequio che davanti a costuisinchinarono sulle insegne le immagini dellimperatore cheProcula moglie di Pilato ammonigrave il marito di non rendersi reodingiusta sentenza che Pilato rimproverograve agli Ebrei la loroperfidia

Poi si cominciograve a dire che Pilato era fautore di Cristo cheanzi giagrave prima aveva scritto a Tiberio (altri diranno Claudio) unaepistola in cui si dava conto di Gesugrave si encomiavano lopere suesi proponeva di tributargli divini onori che Tiberio avevafavorevolmente accolte le proposte del suo vicario ma che ilsenato le aveva respinte Nel secondo secolo questa leggendacapitale egrave giagrave formata Tertulliano la ricorda nellApologeticumcomposto intorno al 198 e se ne giova come di valido argomentocontro i persecutori Egli anzi afferma che Pilato era giagrave in suacoscienza cristiano769 Bisogna credere che queste tradizioniavessero allora molta autoritagrave e fossero note anche ai pagani chegravealtrimenti un apologeta non avrebbe dato loro tanto pesoGiustino Martire morto nel 166 ricorda certi commentarii scrittisotto Ponzio Pilato770

Non egrave qui il luogo di discutere in qual tempo gli Atti di Pilatodi cui sono due recensioni greche771 luna piugrave antica laltra piugravemoderna e una versione latina per non parlare delle versioni invarie lingue moderne772 sieno stati composti Il Tischendorf ponela composizione loro nella prima metagrave del secondo secolo773 ma

769 C V XXI770 Apologia prima771 V Le recensioni A e B negli Evangelia apocrypha del TISCHENDORF Lipsia1853 p 203-311772 V VUumlLCKEN Das Evangelium Nicodemi in der abendlaumlndischen LiteraturPaderborn 1872773 Ev apocr p LXV

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non osa contrastare ai sacerdoti Nei famosi Atti di Pilato a cui fusolamente piugrave tardi dato il nome di Evangelo di Nicodemo sinarra che luffiziale di Pilato al quale era stato commesso ditradurre Cristo davanti al tribunale del Procuratore romanomostrograve allaccusato il suo ossequio che davanti a costuisinchinarono sulle insegne le immagini dellimperatore cheProcula moglie di Pilato ammonigrave il marito di non rendersi reodingiusta sentenza che Pilato rimproverograve agli Ebrei la loroperfidia

Poi si cominciograve a dire che Pilato era fautore di Cristo cheanzi giagrave prima aveva scritto a Tiberio (altri diranno Claudio) unaepistola in cui si dava conto di Gesugrave si encomiavano lopere suesi proponeva di tributargli divini onori che Tiberio avevafavorevolmente accolte le proposte del suo vicario ma che ilsenato le aveva respinte Nel secondo secolo questa leggendacapitale egrave giagrave formata Tertulliano la ricorda nellApologeticumcomposto intorno al 198 e se ne giova come di valido argomentocontro i persecutori Egli anzi afferma che Pilato era giagrave in suacoscienza cristiano769 Bisogna credere che queste tradizioniavessero allora molta autoritagrave e fossero note anche ai pagani chegravealtrimenti un apologeta non avrebbe dato loro tanto pesoGiustino Martire morto nel 166 ricorda certi commentarii scrittisotto Ponzio Pilato770

Non egrave qui il luogo di discutere in qual tempo gli Atti di Pilatodi cui sono due recensioni greche771 luna piugrave antica laltra piugravemoderna e una versione latina per non parlare delle versioni invarie lingue moderne772 sieno stati composti Il Tischendorf ponela composizione loro nella prima metagrave del secondo secolo773 ma

769 C V XXI770 Apologia prima771 V Le recensioni A e B negli Evangelia apocrypha del TISCHENDORF Lipsia1853 p 203-311772 V VUumlLCKEN Das Evangelium Nicodemi in der abendlaumlndischen LiteraturPaderborn 1872773 Ev apocr p LXV

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altri li fanno di molto posteriori e Adalberto Lipsius li giudicadel mezzo circa del IV secolo sorti in contraddizione di certi Attipagani di Pilato composti sotto limperator Massimino fra il 307e il 313 e ricordati da Eusebio774 Io non ho competenza da trarmiin mezzo a cosigrave fatta controversia ma tuttavia parmi di poter direche la tradizione raccolta negli Atti di Pilato mostra dessere piugraveelementare men progredita che non quella di cui fa ricordoTertulliano Ora se gli Atti di Pilato dovessero essere posteriori aquesto padre non sintenderebbe come il loro compilatore avessepotuto ignorare limportantissima tradizione che circa i fatti diPilato egrave da lui ricordata o come conoscendola avesse potutotrascurarla mentre poteva riuscire di molto giovamento al suoassunto

Ma checchessia di tale questione ciograve che nel caso presenteimporta di rilevare si egrave che verso il mezzo del secondo secoloerasi giagrave formata e diffusa una tradizione tanto vigorosa oramaida poter esser fatta valere come argomento contro ai persecutorie secondo la quale un imperatore romano aveva giudicato Cristodegno degli onori divini Questa tradizione ricordata oltrechegrave daTertulliano anche da Eusebio775 da San Giovanni Crisostomo776da Orosio777 da altri passa nel medio evo ed egrave universalmenteconosciuta tanto che non accade far qui citazioni particolari Mapiugrave strano deve sembrare che anche fra gli Ebrei Pilato sia statocreduto amico di Cristo Secondo un racconto giudaico riferitonel trattato De judaicis superstitionibus che Agobardo vescovodi Lione (779-840) compose in compagnia di due altri vescovi ilcorpo di Cristo sarebbe stato sepolto presso un acquedotto etravolto da una innondazione Pilato lo fece ricercare per lo

774 Die Pilatus-Acten kritisch untersucht Kiel 1871 Eusebio ricorda gli Attipagani nel l IX della Historia ecclesiastica775 Hist eccl l II c 2 Chronicon Canonum ad a Tiberii 22 ed del Mai edello Zohrab Milano 1818776 Omelia 26 San Giovanni Crisostomo dice che la proposta di Pilato fu dalsenato respinta per volere di Dio777 Histor l VII c 2

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altri li fanno di molto posteriori e Adalberto Lipsius li giudicadel mezzo circa del IV secolo sorti in contraddizione di certi Attipagani di Pilato composti sotto limperator Massimino fra il 307e il 313 e ricordati da Eusebio774 Io non ho competenza da trarmiin mezzo a cosigrave fatta controversia ma tuttavia parmi di poter direche la tradizione raccolta negli Atti di Pilato mostra dessere piugraveelementare men progredita che non quella di cui fa ricordoTertulliano Ora se gli Atti di Pilato dovessero essere posteriori aquesto padre non sintenderebbe come il loro compilatore avessepotuto ignorare limportantissima tradizione che circa i fatti diPilato egrave da lui ricordata o come conoscendola avesse potutotrascurarla mentre poteva riuscire di molto giovamento al suoassunto

Ma checchessia di tale questione ciograve che nel caso presenteimporta di rilevare si egrave che verso il mezzo del secondo secoloerasi giagrave formata e diffusa una tradizione tanto vigorosa oramaida poter esser fatta valere come argomento contro ai persecutorie secondo la quale un imperatore romano aveva giudicato Cristodegno degli onori divini Questa tradizione ricordata oltrechegrave daTertulliano anche da Eusebio775 da San Giovanni Crisostomo776da Orosio777 da altri passa nel medio evo ed egrave universalmenteconosciuta tanto che non accade far qui citazioni particolari Mapiugrave strano deve sembrare che anche fra gli Ebrei Pilato sia statocreduto amico di Cristo Secondo un racconto giudaico riferitonel trattato De judaicis superstitionibus che Agobardo vescovodi Lione (779-840) compose in compagnia di due altri vescovi ilcorpo di Cristo sarebbe stato sepolto presso un acquedotto etravolto da una innondazione Pilato lo fece ricercare per lo

774 Die Pilatus-Acten kritisch untersucht Kiel 1871 Eusebio ricorda gli Attipagani nel l IX della Historia ecclesiastica775 Hist eccl l II c 2 Chronicon Canonum ad a Tiberii 22 ed del Mai edello Zohrab Milano 1818776 Omelia 26 San Giovanni Crisostomo dice che la proposta di Pilato fu dalsenato respinta per volere di Dio777 Histor l VII c 2

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spazio di dodici mesi e non avendolo ritrovato proclamograve Cristorisorto e volle che gli Ebrei lo adorassero come Dio

A poco a poco Pilato si trasforma in un santo anzi in unmartire778 lo stesso Tiberio diventa cristiano Tertulliano non osaancora affermarlo risolutamente ma dice giagrave che Tiberiominacciograve dellira sua chiunque si facesse ad accusare i cristiani779Non potendosi dissimulare le molte sceleraggini di cui la sua vitaegrave ripiena si diragrave chegli di mansueto agnello si mutograve inefferatissimo lupo appunto per quel rifiuto del senato780

Lepistola di cui fa ricordo Tertulliano non deve essere identicanegrave con lαναφορὰ Πιλάτου781 negrave con la lettera di Pilato a Claudioche si trova incorporata negli Atti greci di San Pietro e SanPaolo782 negrave con lEpistola Pilati ad Tiberium783 giacchegrave in tuttequeste scritture Pilato si mostra giagrave quasi colpevole e timorosodellira di Tiberio il quale in una sua risposta severamente lobiasima e lo cita davanti al suo tribunale Quella deve avereavuto un riscontro nellaltra epistola apocrifa di Lentulopredecessor di Pilato epistola dove si fanno molte lodi di Cristo esi descrive minutamente la sua persona Lepistola di Lentulopresuppone lepistola di Pilato giacchegrave essa altro certamente nonegrave che una di quelle anticipazioni arbitrarie di cui spesso laleggenda si giova per allargare la sua presunta base storicaRicorderograve a tale proposito che si ebbe anche una supposta letteradi Erode al senato784 La leggenda segue il suo razionale778 V FABRICIUS Codex apocryphus Novi Testamenti parte III p 505 Sullaleggenda di Pilato v DU MEacuteRIL Leacutegendes de Pilate et de Judas Ischariote inPoes pop lat du moy acirc p 315-68 CREIZENACH Legenden und Sagen vonPilatus Beitr z Gesch der deutsch Spr u Lit v I p 89-107779 Apologeticum c V Nel medio evo si aggiungeragrave che egli fece morireparecchi accusatori780 781 Pubblicata ultimamente dal TISCHENDORF Ev apocr p 413 segg782 Id Acta apostolorum apocrypha p 16 segg783 Id Ev apocr p 411 segg784 La epistola di Lentulo ebbe ancor essa molta voga In un codice di MonteCassino essa si trova unita coi quattro Evangeli Una versione italiana della

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spazio di dodici mesi e non avendolo ritrovato proclamograve Cristorisorto e volle che gli Ebrei lo adorassero come Dio

A poco a poco Pilato si trasforma in un santo anzi in unmartire778 lo stesso Tiberio diventa cristiano Tertulliano non osaancora affermarlo risolutamente ma dice giagrave che Tiberiominacciograve dellira sua chiunque si facesse ad accusare i cristiani779Non potendosi dissimulare le molte sceleraggini di cui la sua vitaegrave ripiena si diragrave chegli di mansueto agnello si mutograve inefferatissimo lupo appunto per quel rifiuto del senato780

Lepistola di cui fa ricordo Tertulliano non deve essere identicanegrave con lαναφορὰ Πιλάτου781 negrave con la lettera di Pilato a Claudioche si trova incorporata negli Atti greci di San Pietro e SanPaolo782 negrave con lEpistola Pilati ad Tiberium783 giacchegrave in tuttequeste scritture Pilato si mostra giagrave quasi colpevole e timorosodellira di Tiberio il quale in una sua risposta severamente lobiasima e lo cita davanti al suo tribunale Quella deve avereavuto un riscontro nellaltra epistola apocrifa di Lentulopredecessor di Pilato epistola dove si fanno molte lodi di Cristo esi descrive minutamente la sua persona Lepistola di Lentulopresuppone lepistola di Pilato giacchegrave essa altro certamente nonegrave che una di quelle anticipazioni arbitrarie di cui spesso laleggenda si giova per allargare la sua presunta base storicaRicorderograve a tale proposito che si ebbe anche una supposta letteradi Erode al senato784 La leggenda segue il suo razionale778 V FABRICIUS Codex apocryphus Novi Testamenti parte III p 505 Sullaleggenda di Pilato v DU MEacuteRIL Leacutegendes de Pilate et de Judas Ischariote inPoes pop lat du moy acirc p 315-68 CREIZENACH Legenden und Sagen vonPilatus Beitr z Gesch der deutsch Spr u Lit v I p 89-107779 Apologeticum c V Nel medio evo si aggiungeragrave che egli fece morireparecchi accusatori780 781 Pubblicata ultimamente dal TISCHENDORF Ev apocr p 413 segg782 Id Acta apostolorum apocrypha p 16 segg783 Id Ev apocr p 411 segg784 La epistola di Lentulo ebbe ancor essa molta voga In un codice di MonteCassino essa si trova unita coi quattro Evangeli Una versione italiana della

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svolgimento Impegnato Tiberio nella causa di Cristo si potevatrarne fuori Pilato e ridargli un carattere piugrave confacente con laparte chegli aveva avuto negli avvenimenti Pilato non egrave ancoralo scelerato che la leggenda rappresenta piugrave tardi ma egrave giagrave unuomo debole poco fervido difensore della veritagrave che purriconosce colpevole di non aver riferito a Cesare ciograve che perufficio non avrebbe dovuto tacere inteso a rovesciare tutta suglialtri la colpa di cui deve in parte egli stesso rispondere Parmi chela leggenda abbia dovuto fare questa prima variazione passandodi Giudea in Roma giacchegrave egrave da credere che nella stessaGerusalemme essa avesse nascimento In Giudea importava potermostrare dissenziente dai sacerdoti e dal popolo e quasi cristianochi governava in nome di Roma ma piugrave importava poter mostrarecristiano in Roma e persecutore dei nemici di Cristo lo stessoimperatore e massimamente poter mostrare questo imperatorefarsi per amor di Cristo giudice inesorabile del proprio vicarioChiunque sia Giudeo sia Romano ha avuto parte nella condannadi Cristo devessere punito A questo supremo interesse dellacoscienza cristiana il quale riempie di segrave la leggenda si sacrificaPilato

Nelle epistole che vanno sotto il suo nome Pilato parla deimiracoli di Cristo dei prodigi che ne seguirono la morte e tentadi far ricadere tutta la colpa sugli Ebrei dalle cui menzogne dicedi essere stato tratto in errore Tiberio in una sua risposta785

muove a Pilato acerbi rimproveri e minaccia la morte a lui e atutti gli altri colpevoli Ordina sia condotto n Roma per esseregiudicato insieme con Archelao figlio di Erode Filippo Caifa edAnna Gli accusati giungono nellisola di Creta la popolazione sisolleva e vuol seppellir vivo Caifa ma la terra rifiuta di riceverloe i suoi punitori a stento riescono ad opprimerlo sotto una granpietra Gli altri proseguono il viaggio e giungono a Roma dove

epistola di Pilato a Tiberio e di quella di Erode al Senato fu stampata sin dalquattrocento785 V BIRCH Auctarium p 1720 e FLECK Wissenschaftliche Reise Lipsia1835-7 p 143-7

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svolgimento Impegnato Tiberio nella causa di Cristo si potevatrarne fuori Pilato e ridargli un carattere piugrave confacente con laparte chegli aveva avuto negli avvenimenti Pilato non egrave ancoralo scelerato che la leggenda rappresenta piugrave tardi ma egrave giagrave unuomo debole poco fervido difensore della veritagrave che purriconosce colpevole di non aver riferito a Cesare ciograve che perufficio non avrebbe dovuto tacere inteso a rovesciare tutta suglialtri la colpa di cui deve in parte egli stesso rispondere Parmi chela leggenda abbia dovuto fare questa prima variazione passandodi Giudea in Roma giacchegrave egrave da credere che nella stessaGerusalemme essa avesse nascimento In Giudea importava potermostrare dissenziente dai sacerdoti e dal popolo e quasi cristianochi governava in nome di Roma ma piugrave importava poter mostrarecristiano in Roma e persecutore dei nemici di Cristo lo stessoimperatore e massimamente poter mostrare questo imperatorefarsi per amor di Cristo giudice inesorabile del proprio vicarioChiunque sia Giudeo sia Romano ha avuto parte nella condannadi Cristo devessere punito A questo supremo interesse dellacoscienza cristiana il quale riempie di segrave la leggenda si sacrificaPilato

Nelle epistole che vanno sotto il suo nome Pilato parla deimiracoli di Cristo dei prodigi che ne seguirono la morte e tentadi far ricadere tutta la colpa sugli Ebrei dalle cui menzogne dicedi essere stato tratto in errore Tiberio in una sua risposta785

muove a Pilato acerbi rimproveri e minaccia la morte a lui e atutti gli altri colpevoli Ordina sia condotto n Roma per esseregiudicato insieme con Archelao figlio di Erode Filippo Caifa edAnna Gli accusati giungono nellisola di Creta la popolazione sisolleva e vuol seppellir vivo Caifa ma la terra rifiuta di riceverloe i suoi punitori a stento riescono ad opprimerlo sotto una granpietra Gli altri proseguono il viaggio e giungono a Roma dove

epistola di Pilato a Tiberio e di quella di Erode al Senato fu stampata sin dalquattrocento785 V BIRCH Auctarium p 1720 e FLECK Wissenschaftliche Reise Lipsia1835-7 p 143-7

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tutti in varii modi sono messi a morte Poi Tiberio infieriscecontro tutto il popolo dIsraele e debellatolo in guerra lodisperde

Cosigrave comincia a fermarsi il concetto di una vendetta che si fasempre piugrave larga e piugrave formidabile Nella Paradosis Pilati786

limperatore fa venire Pilato a Roma per giudicarlo Il giudizio haluogo nel Campidoglio Al pronunciare che limperatore fa ilnome di Cristo i simulacri degli dei precipitano ἅπαν το πληθοςτων θεων συνέπεσαν e si disfanno in polvere Pilato cercascusarsi facendo ricadere tutta la colpa sugli Ebrei Limperatoresenza che a ciograve lo spinga nessuna grazia miracolosamenteottenuta risolve di punire gli Ebrei del loro misfatto Nella letterache egli scrive a Liciano governatore della provincia di Orienteτης ανατολικης χώρας per significargli il suo volere si nominaCristo quale Dio e si comanda di disperdere gli Ebrei e di ridurliin ischiavitugrave fra tutti i popoli A Pilato fa troncare il capo Nellasua risposta a Pilato Tiberio dice daver saputo tutta la veritagrave deifatti da una donna che era andata a Roma a trovarlo e secondo ilracconto di certi cronisti bizantini Maria Maddalena sarebbeandata a Roma per accusare i giudici di Cristo a Tiberio il qualefece decapitare gli scribi i sacerdoti e Pilato787 Qui abbiamo giagraveun addentellato per la leggenda della Veronica leggenda cheapparisce nella Cura sanitatis nella Vindicta Salvatoris e in tuttele versioni e redazioni posteriori

Sin qui abbiamo veduto Tiberio operare disinteressatamenteper semplice amore della veritagrave e della giustizia e per una speciedi fede inconscia ma anche nelle ragioni del suo operare dovevaavvenire una trasformazione consentanea allindole dellaleggenda e richiesta dalla ingenua fantasia dei credentiImportava che la fede di Tiberio fosse fondata non sul semplicesentimento ma su prove irrecusabili di fatto importava di lasciar

786 Ap TISCHENDORF Ev apocr p 426-31787 GLICA Annales p 436-7 (ed di Bonna) COSTANTINO MANASSE CompendiumChronicon v 1986-90 (ed di Bonna)

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tutti in varii modi sono messi a morte Poi Tiberio infieriscecontro tutto il popolo dIsraele e debellatolo in guerra lodisperde

Cosigrave comincia a fermarsi il concetto di una vendetta che si fasempre piugrave larga e piugrave formidabile Nella Paradosis Pilati786

limperatore fa venire Pilato a Roma per giudicarlo Il giudizio haluogo nel Campidoglio Al pronunciare che limperatore fa ilnome di Cristo i simulacri degli dei precipitano ἅπαν το πληθοςτων θεων συνέπεσαν e si disfanno in polvere Pilato cercascusarsi facendo ricadere tutta la colpa sugli Ebrei Limperatoresenza che a ciograve lo spinga nessuna grazia miracolosamenteottenuta risolve di punire gli Ebrei del loro misfatto Nella letterache egli scrive a Liciano governatore della provincia di Orienteτης ανατολικης χώρας per significargli il suo volere si nominaCristo quale Dio e si comanda di disperdere gli Ebrei e di ridurliin ischiavitugrave fra tutti i popoli A Pilato fa troncare il capo Nellasua risposta a Pilato Tiberio dice daver saputo tutta la veritagrave deifatti da una donna che era andata a Roma a trovarlo e secondo ilracconto di certi cronisti bizantini Maria Maddalena sarebbeandata a Roma per accusare i giudici di Cristo a Tiberio il qualefece decapitare gli scribi i sacerdoti e Pilato787 Qui abbiamo giagraveun addentellato per la leggenda della Veronica leggenda cheapparisce nella Cura sanitatis nella Vindicta Salvatoris e in tuttele versioni e redazioni posteriori

Sin qui abbiamo veduto Tiberio operare disinteressatamenteper semplice amore della veritagrave e della giustizia e per una speciedi fede inconscia ma anche nelle ragioni del suo operare dovevaavvenire una trasformazione consentanea allindole dellaleggenda e richiesta dalla ingenua fantasia dei credentiImportava che la fede di Tiberio fosse fondata non sul semplicesentimento ma su prove irrecusabili di fatto importava di lasciar

786 Ap TISCHENDORF Ev apocr p 426-31787 GLICA Annales p 436-7 (ed di Bonna) COSTANTINO MANASSE CompendiumChronicon v 1986-90 (ed di Bonna)

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compiere in benefizio dellimperatore un miracolo che tornasse inbenefizio della causa cristiana e che si potesse citare comeluminoso esempio della misericordia divina Se il miracoloveniva a legarsi ad una qualche reliquia insigne non solo sirendevano piugrave intelligibili alla comune degli uomini i fattimeravigliosi narrati nella leggenda ma si procacciava ancora aquella reliquia una riputazione incomparabile e chi sa quantaparte le reliquie abbiano avuto nel culto cristiano e come esseabbiano profondamente influito sul temperamento della coscienzareligiosa non istimeragrave certo di poca importanza questo nuovomotivo di variazione ed amplificazione della leggenda Ed eccocome la favola della malattia di Tiberio e della guarigionemiracolosamente ottenuta mercegrave la immagine della Veronicaviene nella leggenda a prender posto Entrata che vi sia essa fanaturalmente dimenticar le ragioni che nella tradizione piugrave anticamovevano Tiberio a far vendetta di Cristo

La Cura sanitatis raccoglie questi incrementi e questemutazioni della finzione Pubblicata primamente dal Foggini disu un codice del secolo XI788 il racconto in latino barbarissimoche sintitola Cura sanitatis Tiberii fu ristampato dal Mansi di suun codice dellVIII789 I due testi presentano qualche diversitagraveanche di sostanza nel piugrave antico la narrazione procede nel modoche segue Tiberio afflitto da gravissima infermitagrave mandaVolusiano (Volusano) a Gerusalemme a cercare di Gesugrave de cuimiracoli ha udito parlare laquoSi deus estraquo dice Tiberio laquopraestare[nobis] potest [salutem] si autem homo est amare nos potest etrempublicam gubernare per eum possumus790raquo Dopo un anno e

788 Nellopera sua De itinere Sancti Petri789 Nel v IV della Miscellanea del BALUZE Lucca 1764 p 55-7 Il testo delFoggini egrave quivi riportato per intero790 Mariano Scoto riferisce quasi queste parole medesime in un racconto da luiinserito nella Cronica ad a 39 Egli cita Metodio Se questi dovesse esserecome opina lHenschenius il vescovo di Tiro bisognerebbe far risalire laleggenda quale si trova nella Cura sanitatis almeno sino al terzo secolo Ilracconto di Mariano Scoto deriva certamente da quello della Cura sanitatis

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compiere in benefizio dellimperatore un miracolo che tornasse inbenefizio della causa cristiana e che si potesse citare comeluminoso esempio della misericordia divina Se il miracoloveniva a legarsi ad una qualche reliquia insigne non solo sirendevano piugrave intelligibili alla comune degli uomini i fattimeravigliosi narrati nella leggenda ma si procacciava ancora aquella reliquia una riputazione incomparabile e chi sa quantaparte le reliquie abbiano avuto nel culto cristiano e come esseabbiano profondamente influito sul temperamento della coscienzareligiosa non istimeragrave certo di poca importanza questo nuovomotivo di variazione ed amplificazione della leggenda Ed eccocome la favola della malattia di Tiberio e della guarigionemiracolosamente ottenuta mercegrave la immagine della Veronicaviene nella leggenda a prender posto Entrata che vi sia essa fanaturalmente dimenticar le ragioni che nella tradizione piugrave anticamovevano Tiberio a far vendetta di Cristo

La Cura sanitatis raccoglie questi incrementi e questemutazioni della finzione Pubblicata primamente dal Foggini disu un codice del secolo XI788 il racconto in latino barbarissimoche sintitola Cura sanitatis Tiberii fu ristampato dal Mansi di suun codice dellVIII789 I due testi presentano qualche diversitagraveanche di sostanza nel piugrave antico la narrazione procede nel modoche segue Tiberio afflitto da gravissima infermitagrave mandaVolusiano (Volusano) a Gerusalemme a cercare di Gesugrave de cuimiracoli ha udito parlare laquoSi deus estraquo dice Tiberio laquopraestare[nobis] potest [salutem] si autem homo est amare nos potest etrempublicam gubernare per eum possumus790raquo Dopo un anno e

788 Nellopera sua De itinere Sancti Petri789 Nel v IV della Miscellanea del BALUZE Lucca 1764 p 55-7 Il testo delFoggini egrave quivi riportato per intero790 Mariano Scoto riferisce quasi queste parole medesime in un racconto da luiinserito nella Cronica ad a 39 Egli cita Metodio Se questi dovesse esserecome opina lHenschenius il vescovo di Tiro bisognerebbe far risalire laleggenda quale si trova nella Cura sanitatis almeno sino al terzo secolo Ilracconto di Mariano Scoto deriva certamente da quello della Cura sanitatis

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tre mesi di navigazione Volusiano giunge a Gerusalemme Pilatogli muove incontro ma saputa la ragione del suo venire si turbaInformato della morte di Cristo Volusiano fa venire a segraveGiuseppe dArimatea dal quale apprende in breve tutta la storiadi quello i miracoli la passione la sepoltura la risurrezioneCredendo che Cristo risorto possa ancora trovarsi in Giudea eglimanda i suoi messi a rintracciarlo ma confermatagli da moltitestimoni lascensione al cielo ordina che Pilato sia chiuso in uncarcere Interrogatorio di Pilato che cerca invano scolparsi UnMarcio parla a Volusiano della Veronica Costei sanata da Cristofece dipingere la immagine di lui poi si ritrasse a vivere in TiroCondotta al cospetto del messo imperiale la Veronica nega daprima di possedere la preziosa immagine ma quegli ne fa farericerca e avutala ladora poi con Pilato e la Veronica insieme siparte e giunge a Roma dopo soli otto mesi791 Tiberio condannaPilato alla interdizione dellacqua e del fuoco792 e lo relega inAmeria cittagrave di Toscana793 Segue la guarigione di Tiberio794

che fede si meritino le attribuzioni che di scritti e di favole si trovano fatte aMetodio egrave per altre prove giagrave noto abbastanza791 Nelle narrazioni posteriori egrave serbata sempre quanto al tempo unadifferenza (variabile) tra il viaggio dandata e il viaggio di ritorno Dallapresenza della immagine miracolosa si vuole senza dubbio abbreviato ilsecondo792 Questo castigo essenzialmente proprio della legge romana va qui notato Sifece anche morire Pilato della morte dei parricidi Cedreno ricorda essere stataopinione di alcuni che Pilato cucito in una pelle di bue insieme con un gallouna vipera ed una scimmia fu fatto morire al sole793 Altrove Hemeria nel testo del Foggini Timernia Cimerina Arimena Illuogo di relegazione di Pilato di solito egrave Vienna in Gallia ma qualche voltaanche Lione della qual cittagrave per non dire di altre fu anche tenuto nativo794 Nel testo del Foggini si dice che Tiberio guarito che fu volle imporre lafede a cui sera novamente convertito al senato e che ripugnando questo al suodesiderio egli fece in varii modi morire moltissimi senatori Qui puograve essereriportato un luogo del Libro de los Enxemplos (CCLXXXVII) dove siespongono le ragioni che indussero il Senato a rifiutare a Cristo i divini onorilaquoEs scripto en las storias de Roma que los romanos habian costumbre de haberpur dioses aacute los hombres que fecieron grandes eacute maravillosos fechos e

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tre mesi di navigazione Volusiano giunge a Gerusalemme Pilatogli muove incontro ma saputa la ragione del suo venire si turbaInformato della morte di Cristo Volusiano fa venire a segraveGiuseppe dArimatea dal quale apprende in breve tutta la storiadi quello i miracoli la passione la sepoltura la risurrezioneCredendo che Cristo risorto possa ancora trovarsi in Giudea eglimanda i suoi messi a rintracciarlo ma confermatagli da moltitestimoni lascensione al cielo ordina che Pilato sia chiuso in uncarcere Interrogatorio di Pilato che cerca invano scolparsi UnMarcio parla a Volusiano della Veronica Costei sanata da Cristofece dipingere la immagine di lui poi si ritrasse a vivere in TiroCondotta al cospetto del messo imperiale la Veronica nega daprima di possedere la preziosa immagine ma quegli ne fa farericerca e avutala ladora poi con Pilato e la Veronica insieme siparte e giunge a Roma dopo soli otto mesi791 Tiberio condannaPilato alla interdizione dellacqua e del fuoco792 e lo relega inAmeria cittagrave di Toscana793 Segue la guarigione di Tiberio794

che fede si meritino le attribuzioni che di scritti e di favole si trovano fatte aMetodio egrave per altre prove giagrave noto abbastanza791 Nelle narrazioni posteriori egrave serbata sempre quanto al tempo unadifferenza (variabile) tra il viaggio dandata e il viaggio di ritorno Dallapresenza della immagine miracolosa si vuole senza dubbio abbreviato ilsecondo792 Questo castigo essenzialmente proprio della legge romana va qui notato Sifece anche morire Pilato della morte dei parricidi Cedreno ricorda essere stataopinione di alcuni che Pilato cucito in una pelle di bue insieme con un gallouna vipera ed una scimmia fu fatto morire al sole793 Altrove Hemeria nel testo del Foggini Timernia Cimerina Arimena Illuogo di relegazione di Pilato di solito egrave Vienna in Gallia ma qualche voltaanche Lione della qual cittagrave per non dire di altre fu anche tenuto nativo794 Nel testo del Foggini si dice che Tiberio guarito che fu volle imporre lafede a cui sera novamente convertito al senato e che ripugnando questo al suodesiderio egli fece in varii modi morire moltissimi senatori Qui puograve essereriportato un luogo del Libro de los Enxemplos (CCLXXXVII) dove siespongono le ragioni che indussero il Senato a rifiutare a Cristo i divini onorilaquoEs scripto en las storias de Roma que los romanos habian costumbre de haberpur dioses aacute los hombres que fecieron grandes eacute maravillosos fechos e

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Sotto il regno di Nerone suo successore i discepoli di Cristovengono in Roma e ci vien anche Simon Mago che si spacciapel Salvatore Volendo conoscere la storia di Cristo Nerone favenire a segrave dal suo luogo di relegazione Pilato il quale glielaracconta e gli presenta i due apostoli Pietro e Paolo Nerone si faleggere inoltre la epistola che esso Pilato scrisse a Tiberio ma datutto ciograve non segue poi nulla Pilato se ne torna in Ameria ascontar la sua pena Nerone e Simon Mago sono portati via daldiavolo

Ecco la leggenda trasformata arricchita appoggiata a motivinuovi frequentata da nuovi personaggi Volusiano non ha in segravenulla di storico ma entrato nella leggenda non ne esce piugravesebbene muti a piugrave riprese di nome La introduzione di GiuseppedArimatea fu suggerita probabilmente dagli Atti di Pilato doveal c 12 gli si pongono in bocca parole che accennano a unavendetta divina provocata dai Giudei crocifiggendo Cristo Neiracconti posteriori egli andragrave mano mano acquistandoimportanza La Veronica comparisce per la prima volta e conparte molto cospicua che poco potragrave essere accresciuta inseguito Noi abbiamo ora a parlar propriamente lincontro e lafusione di due diverse leggende la leggenda di Tiberio cristianoe la leggenda della Veronica e nel composto unico che se neforma quella che egrave anteriore di tempo si subordina a questa e lapresuppone Discoste nei loro principii diverse dintendimentiesse poichegrave si trovano luna in presenza dellaltra reciprocamentesi attraggono e si compongono insieme In tale composizione vegraveguadagno e perdita a un tempo la leggenda di Tiberio perde lasua bella idealitagrave e non riesce piugrave come prima dimostrativadella virtugrave intima ed essenziale della veritagrave cristiana sentitaproclamata vendicata da un imperatore non battezzato ma laleggenda della Veronica che aveva pur essa profonde radici nella

disputando en el consejo si J[=hu] X[=po] debia ser recebido en el numero delos dioses que tantos eacute tan grandes miraglos eacute maravillas habia fecho aacute la finfue determinado que non debia ser recebido porque non tenia quien lo honraseporque predicaba pobreza la cual todo homme naturalmente aborreceraquo

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Sotto il regno di Nerone suo successore i discepoli di Cristovengono in Roma e ci vien anche Simon Mago che si spacciapel Salvatore Volendo conoscere la storia di Cristo Nerone favenire a segrave dal suo luogo di relegazione Pilato il quale glielaracconta e gli presenta i due apostoli Pietro e Paolo Nerone si faleggere inoltre la epistola che esso Pilato scrisse a Tiberio ma datutto ciograve non segue poi nulla Pilato se ne torna in Ameria ascontar la sua pena Nerone e Simon Mago sono portati via daldiavolo

Ecco la leggenda trasformata arricchita appoggiata a motivinuovi frequentata da nuovi personaggi Volusiano non ha in segravenulla di storico ma entrato nella leggenda non ne esce piugravesebbene muti a piugrave riprese di nome La introduzione di GiuseppedArimatea fu suggerita probabilmente dagli Atti di Pilato doveal c 12 gli si pongono in bocca parole che accennano a unavendetta divina provocata dai Giudei crocifiggendo Cristo Neiracconti posteriori egli andragrave mano mano acquistandoimportanza La Veronica comparisce per la prima volta e conparte molto cospicua che poco potragrave essere accresciuta inseguito Noi abbiamo ora a parlar propriamente lincontro e lafusione di due diverse leggende la leggenda di Tiberio cristianoe la leggenda della Veronica e nel composto unico che se neforma quella che egrave anteriore di tempo si subordina a questa e lapresuppone Discoste nei loro principii diverse dintendimentiesse poichegrave si trovano luna in presenza dellaltra reciprocamentesi attraggono e si compongono insieme In tale composizione vegraveguadagno e perdita a un tempo la leggenda di Tiberio perde lasua bella idealitagrave e non riesce piugrave come prima dimostrativadella virtugrave intima ed essenziale della veritagrave cristiana sentitaproclamata vendicata da un imperatore non battezzato ma laleggenda della Veronica che aveva pur essa profonde radici nella

disputando en el consejo si J[=hu] X[=po] debia ser recebido en el numero delos dioses que tantos eacute tan grandes miraglos eacute maravillas habia fecho aacute la finfue determinado que non debia ser recebido porque non tenia quien lo honraseporque predicaba pobreza la cual todo homme naturalmente aborreceraquo

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coscienza religiosa se ne avvalora allargando la sua base storicamoltiplicando i suoi legami col mondo Chiusa nel primo suonascere entro gli angusti termini di una societagrave di discepoli essadiventa poi leggenda imperiale romana cattolica E il tutto che diqueste parti si forma ha un carattere piugrave umano e piugrave poetico ed egravepiugrave atto a cattivare le fantasie e a trovare nelle letteraturepopolari varia e durevole rappresentazione

Fermiamoci alquanto prima di proceder oltre sulla Veronica esulla sua leggenda795 Passato alcun tempo dalla morte di Cristodoveva nascere spontaneo nei seguaci il desiderio di possederealcuna immagine che rappresentasse ai loro occhi le fattezze delvenerato maestro di cui rimaneva negli animi incancellabilericordanza796 Sebbene la Chiesa tutta rivolta nei primi secoli aconsustanziarsi la dottrina e lo spirito del suo institutore pocopensiero si desse delle sembianze corporee di lui per modo chelasciava agli artefici ogni piugrave ampia libertagrave di ritrarle come piugraveloro piacesse797 pure non poteva passare gran tempo senza che si

795 V su questo argomento la dissertazione dellHENSCHENIUS negli ActaSanctorum Febbrajo v I p 449-57 e inoltre JABLONSKI Dissertatio de origineimaginum Christi nel terzo volume degli Opuscula editi dal Te Vater Leida1809 W GRIMM Die Sage vom Ursprung der Christusbilder Abhandlungender koumlniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin 1842 GRETSER Deimaginibus non manufactis Ingolstadt 1622 REISKE De imaginibus JesuChristi Jena 1685 MAJOLUS Historia totius orbis pro defensione sacrarumimaginum Roma 1585 MOLANUS De historia SS imaginum Lovanio 1594796 Io non ho bisogno di avvertire che noi non possediamo di Cristo nessunaimmagine autentica SANTAGOSTINO dice nel De Trinitate VIII 4 5 laquoQuafuerit illa facie nos penitus ignoramus Nam et ipsius Dominicae faciescarnis innumerabilium cogitationum diversitate variatur et fingitur quae tamenuna erat quaecumque eratraquo797 Vedi PIPER Mythologie der christlichen Kunst v I p 102-3 e RAOUL

ROCHETTE Types de lArt chreacutetien p 9-26 Sino ai tempi di Costantino leimmagini di Cristo furono assai rare Nella Chiesa di Oriente si formograve unaopinione sostenuta da Giustino Martire da Tertulliano e da altri secondo laquale Cristo sarebbe stato bruttissimo Cirillo dAlessandria afferma a diritturachegli fu il piugrave brutto degli uomini La epistola di Lentulo nella quale Cristosi dipinge di bello e nobile aspetto fu composta forse per combattere quella

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coscienza religiosa se ne avvalora allargando la sua base storicamoltiplicando i suoi legami col mondo Chiusa nel primo suonascere entro gli angusti termini di una societagrave di discepoli essadiventa poi leggenda imperiale romana cattolica E il tutto che diqueste parti si forma ha un carattere piugrave umano e piugrave poetico ed egravepiugrave atto a cattivare le fantasie e a trovare nelle letteraturepopolari varia e durevole rappresentazione

Fermiamoci alquanto prima di proceder oltre sulla Veronica esulla sua leggenda795 Passato alcun tempo dalla morte di Cristodoveva nascere spontaneo nei seguaci il desiderio di possederealcuna immagine che rappresentasse ai loro occhi le fattezze delvenerato maestro di cui rimaneva negli animi incancellabilericordanza796 Sebbene la Chiesa tutta rivolta nei primi secoli aconsustanziarsi la dottrina e lo spirito del suo institutore pocopensiero si desse delle sembianze corporee di lui per modo chelasciava agli artefici ogni piugrave ampia libertagrave di ritrarle come piugraveloro piacesse797 pure non poteva passare gran tempo senza che si

795 V su questo argomento la dissertazione dellHENSCHENIUS negli ActaSanctorum Febbrajo v I p 449-57 e inoltre JABLONSKI Dissertatio de origineimaginum Christi nel terzo volume degli Opuscula editi dal Te Vater Leida1809 W GRIMM Die Sage vom Ursprung der Christusbilder Abhandlungender koumlniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin 1842 GRETSER Deimaginibus non manufactis Ingolstadt 1622 REISKE De imaginibus JesuChristi Jena 1685 MAJOLUS Historia totius orbis pro defensione sacrarumimaginum Roma 1585 MOLANUS De historia SS imaginum Lovanio 1594796 Io non ho bisogno di avvertire che noi non possediamo di Cristo nessunaimmagine autentica SANTAGOSTINO dice nel De Trinitate VIII 4 5 laquoQuafuerit illa facie nos penitus ignoramus Nam et ipsius Dominicae faciescarnis innumerabilium cogitationum diversitate variatur et fingitur quae tamenuna erat quaecumque eratraquo797 Vedi PIPER Mythologie der christlichen Kunst v I p 102-3 e RAOUL

ROCHETTE Types de lArt chreacutetien p 9-26 Sino ai tempi di Costantino leimmagini di Cristo furono assai rare Nella Chiesa di Oriente si formograve unaopinione sostenuta da Giustino Martire da Tertulliano e da altri secondo laquale Cristo sarebbe stato bruttissimo Cirillo dAlessandria afferma a diritturachegli fu il piugrave brutto degli uomini La epistola di Lentulo nella quale Cristosi dipinge di bello e nobile aspetto fu composta forse per combattere quella

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pretendesse di spacciare per autentica alcuna delle immagini chelamorosa devozione veniva moltiplicando Tale egrave la origine dellafamosa immagine di Edessa del crocifisso creduto opera diNicodemo della immagine celeberrima della Veronica Duestatue nella cittagrave di Paneade rappresentanti secondo si puograveragionevolmente congetturare limperatore Adriano con la cittagraveinginocchiata ai piedi furono credute immagini di Cristo e diquella emorroissa di cui parla Matteo (9 20) e che gli Atti diPilato (c 7) annoverano fra i testimoni di Cristo798 Qui costeicomparisce col nome di Βερονίκη Da Βερονίκη potrebbe venireVeronica ma negli Atti non si fa cenno di una immagine di Cristoposseduta dallemorroissa e della Veronica non si diceordinariamente che linfermitagrave di cui Cristo la guarigrave fosse flussodi sangue Fra queste due donne vi egrave somiglianza di nome manon altro Tuttavia si finisce anche per fare di esse una stessapersona799 Notisi ora che Veronica egrave pure il nome della santaimmagine800 e che secondo una ipotesi molto plausibile quelnome potrebbe essere una storpiatura di vera icon La leggenda sisarebbe formata a questo modo una immagine di origine ignotasi spaccia per autentico ritratto di Cristo sotto il nome di vera

tradizione V ancora DIDRON Iconographie chreacutetienne p 251-76798 V EUSEBIO Hist eccles l VII c 18 cf Piper op cit v II p 582-3799 GERVASIO DI TILBURY dice a questo proposito (Otia imperialia decis III c25) laquoPorro sunt alii vultus Domini sicut est Veronica quam quidam Romaedelatam a Veronica dicunt quam ignotam tradunt mulierem esse Verum exantiquissimis scripturis comprobavimus hanc esse Martham sororem LazariChristi ospitam quae fluxum sanguinis duodecim annis passa tactu fimbriaedominicae sanata fuit propter diuturnam passionem fluxus carnalis curvaincedens unde a varice poplitis vena incurvata Veronica quare incurvataVeronica dicta estraquo800 BENEDETTO CANONICO dice in un luogo del Liber politicus laquo postea vaditad sudarium Christi quod vocatur Veronicaraquo e Veronica egrave chiamata laimmagine da Dante La pianta Veronica egrave al tempo stesso testimonio del nomee della leggenda della santa immagine giacchegrave secondo si narra essa fu cosigravechiamata per aver guarito dalla lebbra un re di Francia V PERGER DeutschePflanzensagen Stoccarda ed Oehringen 1864 p 153

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pretendesse di spacciare per autentica alcuna delle immagini chelamorosa devozione veniva moltiplicando Tale egrave la origine dellafamosa immagine di Edessa del crocifisso creduto opera diNicodemo della immagine celeberrima della Veronica Duestatue nella cittagrave di Paneade rappresentanti secondo si puograveragionevolmente congetturare limperatore Adriano con la cittagraveinginocchiata ai piedi furono credute immagini di Cristo e diquella emorroissa di cui parla Matteo (9 20) e che gli Atti diPilato (c 7) annoverano fra i testimoni di Cristo798 Qui costeicomparisce col nome di Βερονίκη Da Βερονίκη potrebbe venireVeronica ma negli Atti non si fa cenno di una immagine di Cristoposseduta dallemorroissa e della Veronica non si diceordinariamente che linfermitagrave di cui Cristo la guarigrave fosse flussodi sangue Fra queste due donne vi egrave somiglianza di nome manon altro Tuttavia si finisce anche per fare di esse una stessapersona799 Notisi ora che Veronica egrave pure il nome della santaimmagine800 e che secondo una ipotesi molto plausibile quelnome potrebbe essere una storpiatura di vera icon La leggenda sisarebbe formata a questo modo una immagine di origine ignotasi spaccia per autentico ritratto di Cristo sotto il nome di vera

tradizione V ancora DIDRON Iconographie chreacutetienne p 251-76798 V EUSEBIO Hist eccles l VII c 18 cf Piper op cit v II p 582-3799 GERVASIO DI TILBURY dice a questo proposito (Otia imperialia decis III c25) laquoPorro sunt alii vultus Domini sicut est Veronica quam quidam Romaedelatam a Veronica dicunt quam ignotam tradunt mulierem esse Verum exantiquissimis scripturis comprobavimus hanc esse Martham sororem LazariChristi ospitam quae fluxum sanguinis duodecim annis passa tactu fimbriaedominicae sanata fuit propter diuturnam passionem fluxus carnalis curvaincedens unde a varice poplitis vena incurvata Veronica quare incurvataVeronica dicta estraquo800 BENEDETTO CANONICO dice in un luogo del Liber politicus laquo postea vaditad sudarium Christi quod vocatur Veronicaraquo e Veronica egrave chiamata laimmagine da Dante La pianta Veronica egrave al tempo stesso testimonio del nomee della leggenda della santa immagine giacchegrave secondo si narra essa fu cosigravechiamata per aver guarito dalla lebbra un re di Francia V PERGER DeutschePflanzensagen Stoccarda ed Oehringen 1864 p 153

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icon801 Questo nome non inteso si cangia in un nome di donnae col procedimento ordinario la finzione comincia a lavorarglidattorno La Βερονίκη degli Atti di Pilato egrave ligrave per venire insoccorso alla fantasia e la Veronica diventa tuttuno conlemorroissa

Dire precisamente in qual tempo si cominciograve a venerare inRoma la reliquia che tuttodigrave con gelosa cura si custodisce nellachiesa di San Pietro non egrave guari possibile e qui del resto nonimporta gran fatto Sopravvenuto il fanatismo per le reliquie checontraddistingue il settimo e lottavo secolo e cominciando giagraveforse a levarsi la fama di altri Volti Santi che con pretensionieguali di autenticitagrave si conservano ancora in altre cittagravedellEuropa802 si dovette sentire in Roma il bisogno diprocacciare a quello che quivi si venerava una precedenza eduna superioritagrave incontestata E certo il modo piugrave ingegnoso emigliore di provvedere a ciograve si era di legarne la leggenda con laleggenda di Tiberio cristiano e punitore dei persecutori di CristoTale congiungimento era giagrave fatto nel secolo VIII

Ma qui ci si para dinnanzi unaltra leggenda che ha con quelladi Tiberio e della Veronica la piugrave stretta attinenza e di cui nonposso dispensarmi dal dir qualche cosa la leggenda cioegrave dellaimmagine di Edessa Costantino Porfirogenito che fiorigrave nelsecolo X la riferisce in unapposita narrazione Un re di Edessaper nome Augaro (piugrave comunemente Agbaro) egrave afflitto dagravissima e ributtante malattia Un suo ministro per nomeAnania recandosi in Egitto passa per la Palestina simbatte inCristo ed egrave spettatore de suoi miracoli Testimone al ritorno dinuovi prodigi riferisce fedelmente ogni cosa al suo signoreQuesti allora scrive una lettera a Cristo pregandolo di venirlo avisitare e commette allo stesso Anania di recapitarla il quale801 Questa etimologia fu messa innanzi da parecchi fra gli altri dal MabillonSinganna il MAURY quando afferma (Essai sur les leacutegendes pieuses du moyenacircge Parigi 1843 p 210) che Gervasio di Tilbury di cui ho riportato le paroletestegrave e Matteo Paris danno la vera etimologia del nome802 A Milano a Parigi a Lione a Jaen in Andalusia ecc

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icon801 Questo nome non inteso si cangia in un nome di donnae col procedimento ordinario la finzione comincia a lavorarglidattorno La Βερονίκη degli Atti di Pilato egrave ligrave per venire insoccorso alla fantasia e la Veronica diventa tuttuno conlemorroissa

Dire precisamente in qual tempo si cominciograve a venerare inRoma la reliquia che tuttodigrave con gelosa cura si custodisce nellachiesa di San Pietro non egrave guari possibile e qui del resto nonimporta gran fatto Sopravvenuto il fanatismo per le reliquie checontraddistingue il settimo e lottavo secolo e cominciando giagraveforse a levarsi la fama di altri Volti Santi che con pretensionieguali di autenticitagrave si conservano ancora in altre cittagravedellEuropa802 si dovette sentire in Roma il bisogno diprocacciare a quello che quivi si venerava una precedenza eduna superioritagrave incontestata E certo il modo piugrave ingegnoso emigliore di provvedere a ciograve si era di legarne la leggenda con laleggenda di Tiberio cristiano e punitore dei persecutori di CristoTale congiungimento era giagrave fatto nel secolo VIII

Ma qui ci si para dinnanzi unaltra leggenda che ha con quelladi Tiberio e della Veronica la piugrave stretta attinenza e di cui nonposso dispensarmi dal dir qualche cosa la leggenda cioegrave dellaimmagine di Edessa Costantino Porfirogenito che fiorigrave nelsecolo X la riferisce in unapposita narrazione Un re di Edessaper nome Augaro (piugrave comunemente Agbaro) egrave afflitto dagravissima e ributtante malattia Un suo ministro per nomeAnania recandosi in Egitto passa per la Palestina simbatte inCristo ed egrave spettatore de suoi miracoli Testimone al ritorno dinuovi prodigi riferisce fedelmente ogni cosa al suo signoreQuesti allora scrive una lettera a Cristo pregandolo di venirlo avisitare e commette allo stesso Anania di recapitarla il quale801 Questa etimologia fu messa innanzi da parecchi fra gli altri dal MabillonSinganna il MAURY quando afferma (Essai sur les leacutegendes pieuses du moyenacircge Parigi 1843 p 210) che Gervasio di Tilbury di cui ho riportato le paroletestegrave e Matteo Paris danno la vera etimologia del nome802 A Milano a Parigi a Lione a Jaen in Andalusia ecc

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essendo pittore deve quando altro non possa ottenere riportareuna immagine di Gesugrave Anania trova Cristo predicante fra leturbe e comincia di nascosto a ritrarlo ma questi che del tutto siavvede lo fa venire a segrave e letta la lettera scrive una risposta incui dice di non poter compiacere il desiderio del re ma promettedi mandargli un suo discepolo che gli recheragrave la salute del corpo edellanima Poscia lavatosi il volto si rasciuga con un panno incui rimane la sua immagine impressa e quello porge ad AnaniaQuesti fa ritorno ad Edessa Per via succede un miracolo per cuiuna copia della immagine rimane impressa sopra una tegolaAnania consegna ad Augaro la immagine ma non si dice chequesta lo guarisca Le due epistole di Agbaro a Cristo e di Cristoad Agbaro vanno famose tra gli apocrifi specie questultima chesarebbe lunico documento scritto lasciatoci da Gesugrave e siritrovano in manoscritti innumerevoli e in tutte le lingue Lostesso Costantino riferisce anche unaltra versione della leggendasecondo la quale la immagine sarebbe stata recata a Edessa daTaddeo apostolo e Agbaro avrebbe per essa racquistata la sanitagraveAgbaro avrebbe poi detto che volentieri si sarebbe fattovendicatore della morte di Cristo se non avesse temuto dicontraddire cosigrave facendo alla intenzione di lui che volonterososofferse la morte Qui vi egrave il pensiero della vendetta ma non laesecuzione

Si vede quanti riscontri questa leggenda considerata nelle dueversioni riferite da Costantino ha con la leggenda della Curasanitatis In ambedue egrave un re infermo in ambedue una immaginemiracolosa di Cristo Anania somiglia molto a Volusiano eTaddeo tiene in qualche modo il luogo della Veronica Tiberiopunisce Pilato ma lascia in pace gli Ebrei Agbaro concepisce ilpensiero della vendetta ma non lo eseguisce Se non che laleggenda di Agbaro non egrave nemmen essa tutta di un pezzo ma si egravevenuta successivamente formando ed accrescendo Eusebio nellaIstoria ecclesiastica803 ha un racconto molto piugrave semplice dove

803 L I c 13319

essendo pittore deve quando altro non possa ottenere riportareuna immagine di Gesugrave Anania trova Cristo predicante fra leturbe e comincia di nascosto a ritrarlo ma questi che del tutto siavvede lo fa venire a segrave e letta la lettera scrive una risposta incui dice di non poter compiacere il desiderio del re ma promettedi mandargli un suo discepolo che gli recheragrave la salute del corpo edellanima Poscia lavatosi il volto si rasciuga con un panno incui rimane la sua immagine impressa e quello porge ad AnaniaQuesti fa ritorno ad Edessa Per via succede un miracolo per cuiuna copia della immagine rimane impressa sopra una tegolaAnania consegna ad Augaro la immagine ma non si dice chequesta lo guarisca Le due epistole di Agbaro a Cristo e di Cristoad Agbaro vanno famose tra gli apocrifi specie questultima chesarebbe lunico documento scritto lasciatoci da Gesugrave e siritrovano in manoscritti innumerevoli e in tutte le lingue Lostesso Costantino riferisce anche unaltra versione della leggendasecondo la quale la immagine sarebbe stata recata a Edessa daTaddeo apostolo e Agbaro avrebbe per essa racquistata la sanitagraveAgbaro avrebbe poi detto che volentieri si sarebbe fattovendicatore della morte di Cristo se non avesse temuto dicontraddire cosigrave facendo alla intenzione di lui che volonterososofferse la morte Qui vi egrave il pensiero della vendetta ma non laesecuzione

Si vede quanti riscontri questa leggenda considerata nelle dueversioni riferite da Costantino ha con la leggenda della Curasanitatis In ambedue egrave un re infermo in ambedue una immaginemiracolosa di Cristo Anania somiglia molto a Volusiano eTaddeo tiene in qualche modo il luogo della Veronica Tiberiopunisce Pilato ma lascia in pace gli Ebrei Agbaro concepisce ilpensiero della vendetta ma non lo eseguisce Se non che laleggenda di Agbaro non egrave nemmen essa tutta di un pezzo ma si egravevenuta successivamente formando ed accrescendo Eusebio nellaIstoria ecclesiastica803 ha un racconto molto piugrave semplice dove

803 L I c 13319

non entra ancora nessuna immagine Agbaro (Ἄγβαρος) scriveuna lettera a Cristo che gli risponde promettendo di mandare undiscepolo Dopo la morte di Gesugrave Taddeo va in Edessa e compiemolti miracoli sigrave che Agbaro negrave informato e lo fa venire a segraveQuando questi gli si presenta Agbaro crede di scorgere nel suovolto un non so che di divino e lo adora con grande meravigliadegli astanti che nulla vedono di straordinario Agbaro fa la suaprofessione di fede e Taddeo lo guarisce con la imposizione dellemani Eusebio si riporta a documenti siriaci che sarebbero staticonservati nei tabularii di Edessa Le cose che narra sisuppongono avvenute nellanno 340 della cronologia edessenaquindicesimo dellimpero di Tiberio Giovanni Damasceno dellaguarigione miracolosa non dice ancora nulla804 e il primo chefaccia menzione della immagine egrave Evagrio805 Eusebio dice cheAgbaro credette di scorgere alcun che di divino nel volto diTaddeo Costantino Porfirogenito che Taddeo nel presentarsi al resi pose in fronte come un segno di riconoscimento la immagineche aveva recata con segrave Si scorge il passaggio e si vede donde ecome la leggenda tragga le fila del suo tessuto

Ritorniamo per un momento ancora alla Cura sanitatis Iltesto se pure non egrave sincrono col manoscritto dellottavo secoloche lo contiene non puograve nemmeno farsi molto piugrave antico Quantoal luogo della sua composizione io credo si possa risolutamentedire che fu lItalia e piugrave particolarmente Roma Anzi tutto Romaposseditrice della preziosa reliquia era piugrave di ogni altra cittagraveinteressata alla creazione di cosigrave fatta leggenda e poi accennano aorigine italiana quella cittagrave di Toscana dove Pilato egrave mandato inesilio e quella reminiscenza della interdictio aquae et ignisMentre il diritto romano era dimenticato in tutto il rimanentedEuropa in Italia si continuava a studiare e a praticare e Romapuograve vantarsi davere avuto scuole di diritto nei secoli stessi dimaggior barbarie

804 De imaginibus l I De fide orthodoxa l IV c 17805 Historia ecclesiastica l IV c 27

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non entra ancora nessuna immagine Agbaro (Ἄγβαρος) scriveuna lettera a Cristo che gli risponde promettendo di mandare undiscepolo Dopo la morte di Gesugrave Taddeo va in Edessa e compiemolti miracoli sigrave che Agbaro negrave informato e lo fa venire a segraveQuando questi gli si presenta Agbaro crede di scorgere nel suovolto un non so che di divino e lo adora con grande meravigliadegli astanti che nulla vedono di straordinario Agbaro fa la suaprofessione di fede e Taddeo lo guarisce con la imposizione dellemani Eusebio si riporta a documenti siriaci che sarebbero staticonservati nei tabularii di Edessa Le cose che narra sisuppongono avvenute nellanno 340 della cronologia edessenaquindicesimo dellimpero di Tiberio Giovanni Damasceno dellaguarigione miracolosa non dice ancora nulla804 e il primo chefaccia menzione della immagine egrave Evagrio805 Eusebio dice cheAgbaro credette di scorgere alcun che di divino nel volto diTaddeo Costantino Porfirogenito che Taddeo nel presentarsi al resi pose in fronte come un segno di riconoscimento la immagineche aveva recata con segrave Si scorge il passaggio e si vede donde ecome la leggenda tragga le fila del suo tessuto

Ritorniamo per un momento ancora alla Cura sanitatis Iltesto se pure non egrave sincrono col manoscritto dellottavo secoloche lo contiene non puograve nemmeno farsi molto piugrave antico Quantoal luogo della sua composizione io credo si possa risolutamentedire che fu lItalia e piugrave particolarmente Roma Anzi tutto Romaposseditrice della preziosa reliquia era piugrave di ogni altra cittagraveinteressata alla creazione di cosigrave fatta leggenda e poi accennano aorigine italiana quella cittagrave di Toscana dove Pilato egrave mandato inesilio e quella reminiscenza della interdictio aquae et ignisMentre il diritto romano era dimenticato in tutto il rimanentedEuropa in Italia si continuava a studiare e a praticare e Romapuograve vantarsi davere avuto scuole di diritto nei secoli stessi dimaggior barbarie

804 De imaginibus l I De fide orthodoxa l IV c 17805 Historia ecclesiastica l IV c 27

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Che le leggende di Agbaro e della Veronica sieno riuscite cosigravesimili senza che luna abbia influito sullaltra mi par difficile diammettere e che linflusso sia stato esercitato da quellaincontestabilmente piugrave antica sopra questa mi par difficile dinegare Gioveragrave ricordare ad ogni modo che la immagine diEdessa fu se sha a credere alla tradizione recata ancor essa inRoma dove si conserva nella Chiesa di San Silvestro806Checchessia da credere di quegli influssi certo si egrave che laleggenda di Tiberio e della Veronica la quale essendo essa stessacomposta di due parti distinte puograve considerarsi ora come la primaparte della leggenda complessa della Vendetta di Cristo egrave giagraveformata nel secolo VIII dobbiamo vedere ora come essa sicomponga e si fonda con laltra dove si discorre di Vespasiano diTito e della distruzione di Gerusalemme807 Dal momento che cifurono due leggende sopra questo stesso tema della vendetta diCristo la composizione e la fusione loro diveniva inevitabileesse sincontrano nella Vindicta Salvatoris808

In questo racconto Tiberio affetto dalla lebbra e da altri malinon egrave piugrave solo Tito regulus sub Tiberio in regione Equitaniae incivitate Libiae quae dicitur Burdigalla egrave afflitto ancor egli da806 La leggenda quale Costantino Porfirogenito la riferisce o poco diversa sitrova anche in testi latini Il cod Laurenz pl XV Dext 12 uno ne contienedove di Abgaro che meditava di vendicare Cristo si dice laquoScripserat enimidem rex Tiberio imperatori super vindicta mortis deo facienda sicut armenicascriptura testaturraquo Il Grimm nella citata dissertazione afferma essere laleggenda di Agbaro piugrave antica che non quella della Veronica ma non fa parolanegrave della Cura sanitatis negrave della Vindicta Salvatoris Per la storia dellaimmagine di Edessa v CALCAGNINO Dellimmagine Edessena Genova 1639807 La prima parte si trova ancora separata nella Mors Pilati testo latinopubblicato dal Tischendorf di su un manoscritto del XIV secolo conservatonellAmbrosiana (Ev apocr p 432-5) Non credo di dovermi qui diffonderesulle relazioni di questo racconto con quello della Cura sanitatis dal qualederiva808 Pubblicata dal TISCHENDORF Ev apocr p 448-63 sopra due codici lunoMarciano laltro Ambrosiano Sotto il titolo Istoria Titi et Vespasiani il codicedella Nazion di Torino K V 37 contiene il testo della Vindicta mutilo il finee con alcune varianti

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Che le leggende di Agbaro e della Veronica sieno riuscite cosigravesimili senza che luna abbia influito sullaltra mi par difficile diammettere e che linflusso sia stato esercitato da quellaincontestabilmente piugrave antica sopra questa mi par difficile dinegare Gioveragrave ricordare ad ogni modo che la immagine diEdessa fu se sha a credere alla tradizione recata ancor essa inRoma dove si conserva nella Chiesa di San Silvestro806Checchessia da credere di quegli influssi certo si egrave che laleggenda di Tiberio e della Veronica la quale essendo essa stessacomposta di due parti distinte puograve considerarsi ora come la primaparte della leggenda complessa della Vendetta di Cristo egrave giagraveformata nel secolo VIII dobbiamo vedere ora come essa sicomponga e si fonda con laltra dove si discorre di Vespasiano diTito e della distruzione di Gerusalemme807 Dal momento che cifurono due leggende sopra questo stesso tema della vendetta diCristo la composizione e la fusione loro diveniva inevitabileesse sincontrano nella Vindicta Salvatoris808

In questo racconto Tiberio affetto dalla lebbra e da altri malinon egrave piugrave solo Tito regulus sub Tiberio in regione Equitaniae incivitate Libiae quae dicitur Burdigalla egrave afflitto ancor egli da806 La leggenda quale Costantino Porfirogenito la riferisce o poco diversa sitrova anche in testi latini Il cod Laurenz pl XV Dext 12 uno ne contienedove di Abgaro che meditava di vendicare Cristo si dice laquoScripserat enimidem rex Tiberio imperatori super vindicta mortis deo facienda sicut armenicascriptura testaturraquo Il Grimm nella citata dissertazione afferma essere laleggenda di Agbaro piugrave antica che non quella della Veronica ma non fa parolanegrave della Cura sanitatis negrave della Vindicta Salvatoris Per la storia dellaimmagine di Edessa v CALCAGNINO Dellimmagine Edessena Genova 1639807 La prima parte si trova ancora separata nella Mors Pilati testo latinopubblicato dal Tischendorf di su un manoscritto del XIV secolo conservatonellAmbrosiana (Ev apocr p 432-5) Non credo di dovermi qui diffonderesulle relazioni di questo racconto con quello della Cura sanitatis dal qualederiva808 Pubblicata dal TISCHENDORF Ev apocr p 448-63 sopra due codici lunoMarciano laltro Ambrosiano Sotto il titolo Istoria Titi et Vespasiani il codicedella Nazion di Torino K V 37 contiene il testo della Vindicta mutilo il finee con alcune varianti

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gravissima infermitagrave Un Nathan Ebreo che doveva recarsi aRoma spinto dai venti nel porto di Libia racconta a Tito imiracoli e la morte del Salvatore Tito si duole della ingiustamorte e di non poterne fare vendetta in quellora medesimaAppena ha egli espresso questo suo rincrescimento cheincontanente si trova guarito di una piaga cancerosa che aveva nelvolto Allora giura di porre ad effetto il suo proposito di vendettae da Nathan si fa dare il battesimo Poi chiama a segrave Vespasianosuo fratello passa con un poderoso esercito in Giudea e cominciaa distruggere quel regno Il re Archelao di propria mano si uccideIl figliuolo di lui con altri principi soggetti si rinchiude inGerusalemme e per sette anni sostiene lassedio dei RomaniRidotti per fame alla disperazione dodicimila Giudei si danno lamorte gli altri si arrendono e sono parte uccisi parte distribuiticome servi tra i vincitori parte venduti a ragion di trenta adenaro Tito e Vespasiano occupata la cittagrave trovano la Veronicachiudono Pilato in un carcere e spediscono messi a Tiberio DaRoma viene Volusiano (Velosianus) il quale udito ciograve che diCristo narrano Nicodemo Giuseppe dArimatea la Veronica si faconsegnar da costei non senza usare di qualche violenza la sacraimmagine e questa rinchiusa e suggellata in uno scrignoprezioso fa ritorno a Roma La Veronica che non vuole staccarsidalla cara reliquia lo segue Giunto a Roma Volusiano corre atrovar Tiberio e succintamente gli narra i miracoli la morte larisurrezione di Cristo e loperato di Tito e di Vespasiano Allavista della immagine Tiberio egrave incontanente sanato di ogni suainfermitagrave e si fa dare il battesimo da Nathan che ancor esso sitrova in Roma Si vede chiaramente in questo racconto come ledue leggende di Tiberio e la Veronica e di Tito e Vespasianosiensi intrecciate insieme La malattia di Tito altro non egrave che unaduplicazione poco ingegnosa di quella di Tiberio

Il Tischendorf sostiene la Cura sanitatis essere piugrave recentedella Vindicta Salvatoris809 ma non si vede su quali prove egli

809 Prolegomena p LXXXIII laquoNeque dubium est quin Cura sanitatis Tiberii322

gravissima infermitagrave Un Nathan Ebreo che doveva recarsi aRoma spinto dai venti nel porto di Libia racconta a Tito imiracoli e la morte del Salvatore Tito si duole della ingiustamorte e di non poterne fare vendetta in quellora medesimaAppena ha egli espresso questo suo rincrescimento cheincontanente si trova guarito di una piaga cancerosa che aveva nelvolto Allora giura di porre ad effetto il suo proposito di vendettae da Nathan si fa dare il battesimo Poi chiama a segrave Vespasianosuo fratello passa con un poderoso esercito in Giudea e cominciaa distruggere quel regno Il re Archelao di propria mano si uccideIl figliuolo di lui con altri principi soggetti si rinchiude inGerusalemme e per sette anni sostiene lassedio dei RomaniRidotti per fame alla disperazione dodicimila Giudei si danno lamorte gli altri si arrendono e sono parte uccisi parte distribuiticome servi tra i vincitori parte venduti a ragion di trenta adenaro Tito e Vespasiano occupata la cittagrave trovano la Veronicachiudono Pilato in un carcere e spediscono messi a Tiberio DaRoma viene Volusiano (Velosianus) il quale udito ciograve che diCristo narrano Nicodemo Giuseppe dArimatea la Veronica si faconsegnar da costei non senza usare di qualche violenza la sacraimmagine e questa rinchiusa e suggellata in uno scrignoprezioso fa ritorno a Roma La Veronica che non vuole staccarsidalla cara reliquia lo segue Giunto a Roma Volusiano corre atrovar Tiberio e succintamente gli narra i miracoli la morte larisurrezione di Cristo e loperato di Tito e di Vespasiano Allavista della immagine Tiberio egrave incontanente sanato di ogni suainfermitagrave e si fa dare il battesimo da Nathan che ancor esso sitrova in Roma Si vede chiaramente in questo racconto come ledue leggende di Tiberio e la Veronica e di Tito e Vespasianosiensi intrecciate insieme La malattia di Tito altro non egrave che unaduplicazione poco ingegnosa di quella di Tiberio

Il Tischendorf sostiene la Cura sanitatis essere piugrave recentedella Vindicta Salvatoris809 ma non si vede su quali prove egli

809 Prolegomena p LXXXIII laquoNeque dubium est quin Cura sanitatis Tiberii322

fondi la sua affermazione Dopo le cose sin qui discorse io credodi poter seguire risolutamente la contraria opinione

Ma qui altri influssi altre derivazioni cominciano a farcisipalesi Lincerto autore del libro De bello judaico che va sotto ilnome di Egesippo libro fatto interamente sulle Antichitagrave e sulleIstorie di Giuseppe Flavio e scritto nel quarto secolo rappresentala distruzione di Gerusalemme come una vendetta della morte diCristo810 Nella Vindicta Salvatoris ove se ne tolga appunto ilconcetto generale di quella vendetta del libro di Egesippo non egravepassato gran che La Vindicta sorpassa assai lievementesullassedio e sulla espugnazione di Gerusalemme ma neiracconti posteriori che da essa come da fonte principale derivanoquesta parte si va sempre piugrave allargando e alcuna volta diventa adirittura preponderante Ciograve incontra in piugrave particolar modo neiracconti francesi in versi i quali o perchegrave opera di quegli stessitroveri che componevano le chansons de geste o perchegrave daqueste medesime chansons de geste prendevano lintonazionemostrano unassai spiccata tendenza a far primeggiare glielementi epici ed eroici della leggenda Allora comincia amanifestarsi linflusso diretto di Giuseppe Flavio

Giuseppe Flavio partecipograve comegrave noto alla guerra di cui narrala istoria ma nel suo racconto non si trova nulla che possa dareimmediato appiglio alla leggenda Vespasiano va a combattere gliEbrei ribelli perchegrave ordinatogli da Nerone Sin dai tempi di SanGerolamo si credeva sulla testimonianza di un passo famosodelle Antichitagrave Giudaiche811 il quale egrave fuor di ogni dubbio unainterpolazione che Giuseppe Flavio avesse riconosciuta la

quae inscribitur quamvis ex codd octavi et noni sa]eculi innotuerit aetateinferior sit quam Vindicta Salvatorisraquo810 V la notizia posta in fine al libro nella edizione di Marburgo 1858 Nellaedizione che se ne fece in Milano nel 1513 (unitamente con lopere diGiuseppe Flavio) il Prologo reca il seguente titolo Egesippi Inter ScriptoresNobilissimi In Historiam | De Eversione Iudaeorum Quae in Vltionem |Dominici Sanguinis a Tito et Ve | spasiano facta est Prologus811 XVIII 3 3

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fondi la sua affermazione Dopo le cose sin qui discorse io credodi poter seguire risolutamente la contraria opinione

Ma qui altri influssi altre derivazioni cominciano a farcisipalesi Lincerto autore del libro De bello judaico che va sotto ilnome di Egesippo libro fatto interamente sulle Antichitagrave e sulleIstorie di Giuseppe Flavio e scritto nel quarto secolo rappresentala distruzione di Gerusalemme come una vendetta della morte diCristo810 Nella Vindicta Salvatoris ove se ne tolga appunto ilconcetto generale di quella vendetta del libro di Egesippo non egravepassato gran che La Vindicta sorpassa assai lievementesullassedio e sulla espugnazione di Gerusalemme ma neiracconti posteriori che da essa come da fonte principale derivanoquesta parte si va sempre piugrave allargando e alcuna volta diventa adirittura preponderante Ciograve incontra in piugrave particolar modo neiracconti francesi in versi i quali o perchegrave opera di quegli stessitroveri che componevano le chansons de geste o perchegrave daqueste medesime chansons de geste prendevano lintonazionemostrano unassai spiccata tendenza a far primeggiare glielementi epici ed eroici della leggenda Allora comincia amanifestarsi linflusso diretto di Giuseppe Flavio

Giuseppe Flavio partecipograve comegrave noto alla guerra di cui narrala istoria ma nel suo racconto non si trova nulla che possa dareimmediato appiglio alla leggenda Vespasiano va a combattere gliEbrei ribelli perchegrave ordinatogli da Nerone Sin dai tempi di SanGerolamo si credeva sulla testimonianza di un passo famosodelle Antichitagrave Giudaiche811 il quale egrave fuor di ogni dubbio unainterpolazione che Giuseppe Flavio avesse riconosciuta la

quae inscribitur quamvis ex codd octavi et noni sa]eculi innotuerit aetateinferior sit quam Vindicta Salvatorisraquo810 V la notizia posta in fine al libro nella edizione di Marburgo 1858 Nellaedizione che se ne fece in Milano nel 1513 (unitamente con lopere diGiuseppe Flavio) il Prologo reca il seguente titolo Egesippi Inter ScriptoresNobilissimi In Historiam | De Eversione Iudaeorum Quae in Vltionem |Dominici Sanguinis a Tito et Ve | spasiano facta est Prologus811 XVIII 3 3

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divinitagrave di Cristo mentre egrave noto che lo storico adulatore applicograve aVespasiano le profezie che si riferivano al Messia812 Ma quellacredenza serviva a porre in nuova luce i fatti narrati nella Istoriae poteva porgere anche alcuna volta di questi fatti medesimi unainterpretazione consentanea al presupposto della vendetta giagravealtrimenti fermato

Fatta tradurre secondo si dice da Tito e ritradotta poichegrave fuperduta quella prima versione da Rufino dAquilea o da chi altrisi fosse la Storia della guerra giudaica ebbe sin dal principio unagrandissima celebritagrave la quale andograve mano mano crescendo colfavore che naturalmente le dava la Chiesa Di tale celebritagraveabbiamo parecchie testimonianze fra laltre una di Cassiodoro813Il libro fu tra i piugrave noti e divulgati durante tutto il medio evo giagravesino dal secolo XIV se ne faceva una versione italiana814 In unodei parecchi poemi francesi che si hanno sulla Vendetta di Cristodi Giuseppe si dice

Il fu moult sages clers ceste estoire escrite a

e altrove

Il ert moult sages clers cortois et bien saccedilansIl sout moult bien parler et latin et romans

e in fine

812 V su questo argomento gli scolii di Ernesto Tentzel e di Ernesto SalomoneCipriano al c XIII del De Viris illustribus di SAN GEROLAMO nella Bibliothecaecclesiastica del FABRICIO e inoltre CAVE Scriptorum ecclesiasticorum historialiteraria ed di Basilea 1741 p 32-4 TRITHEMIUS De scriptoribusecclesiasticis VII CEILLIER Histoire geacuteneacuterale des auteurs sacreacutes t I p 565-72813 Expositio in psalmum septuagesimum tertium Hoc enim nimis acerrimumbellum Josephi historia septem libris celebrata describit814 Volgarizzamento della istoria delle guerre judaiche di Josefo Ebreocognominato Flavio ristampato dal Calori ma con inopportune alterazionisulledizione del 1493 nella Collez di Op ined o rare Bologna 1878-9

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divinitagrave di Cristo mentre egrave noto che lo storico adulatore applicograve aVespasiano le profezie che si riferivano al Messia812 Ma quellacredenza serviva a porre in nuova luce i fatti narrati nella Istoriae poteva porgere anche alcuna volta di questi fatti medesimi unainterpretazione consentanea al presupposto della vendetta giagravealtrimenti fermato

Fatta tradurre secondo si dice da Tito e ritradotta poichegrave fuperduta quella prima versione da Rufino dAquilea o da chi altrisi fosse la Storia della guerra giudaica ebbe sin dal principio unagrandissima celebritagrave la quale andograve mano mano crescendo colfavore che naturalmente le dava la Chiesa Di tale celebritagraveabbiamo parecchie testimonianze fra laltre una di Cassiodoro813Il libro fu tra i piugrave noti e divulgati durante tutto il medio evo giagravesino dal secolo XIV se ne faceva una versione italiana814 In unodei parecchi poemi francesi che si hanno sulla Vendetta di Cristodi Giuseppe si dice

Il fu moult sages clers ceste estoire escrite a

e altrove

Il ert moult sages clers cortois et bien saccedilansIl sout moult bien parler et latin et romans

e in fine

812 V su questo argomento gli scolii di Ernesto Tentzel e di Ernesto SalomoneCipriano al c XIII del De Viris illustribus di SAN GEROLAMO nella Bibliothecaecclesiastica del FABRICIO e inoltre CAVE Scriptorum ecclesiasticorum historialiteraria ed di Basilea 1741 p 32-4 TRITHEMIUS De scriptoribusecclesiasticis VII CEILLIER Histoire geacuteneacuterale des auteurs sacreacutes t I p 565-72813 Expositio in psalmum septuagesimum tertium Hoc enim nimis acerrimumbellum Josephi historia septem libris celebrata describit814 Volgarizzamento della istoria delle guerre judaiche di Josefo Ebreocognominato Flavio ristampato dal Calori ma con inopportune alterazionisulledizione del 1493 nella Collez di Op ined o rare Bologna 1878-9

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Icis fist ceste estoire et le mist en memoirePuis fu il baptisies et fu el pretatoirePlus sages clers ne fu ne mais que ss GrigoiresDe chou quil vit as iex ne le doit nus mescroire 815

Nel racconto di Giuseppe Flavio si trovano i fatti e lenarrazioni che vanno poi mano mano ad impinguare la leggendala storia degli Ebrei che trangugiarono gioielli per trafugarli816quella della madre che si ciba delle carni del proprio figliuolo817la distruzione della cittagrave818 ecc

Nella Vindicta Salvatoris troviamo giagrave tutti i principalipersonaggi della leggenda pervenuta oramai allultimo grado disuo svolgimento Tito egrave qui re di Burdigala altrove re diBurdigala egrave Vespasiano819 detto ora fratello ora padre ed anchealcuna volta figlio di Tito Linfermitagrave egrave di solito attribuita aVespasiano nei racconti posteriori ed egrave prodotta da certe vespe oanche da certi vermi che gli annidano nel naso Questa inauditainfermitagrave fu certamente suggerita dal nome del supposto infermoma da quella invece si fa venire il nome di questo820 Nathandiventa qua e lagrave Annatan Adriano Adrano Albano Volusiano simuta in Albano Gajus Gais Giuseppe di Arimatea diventapersonaggio sempre piugrave importante nella leggenda821 Alcuni fatti815 Cod della Nazion di Torino L II 14 f 93 v col 2a 94 r col 1a 96 vcol 2a816 V 10 1817 VI 4 4818 VII I 1819 Vespasiano si fa regnare anche in Gallizia o nellisola Galazia820 Cosigrave nella Vita francese di Pilato pubblicata dal DU MEacuteRIL Poeacutesiespopulaires latines du moyen acircge p 339-69 laquoEt icil Vespasiiens avoitdenfanche une maniere de vers es narines con apieloit wespes et de ceswiespes estoit-il apieleacutess Vespasianusraquo Jacopo della Lana dice nel CommentoPurgatorio c XXI v 82-4 laquo fu uno imperadore romano lo quale ebbenome Vespasiano imperquello che le vespe li facevano nel naso nidoraquo821 La storia di Giuseppe di Arimatea egrave narrata diffusamente e di proposito nelJoseph dArimathie di ROBERTO DI BORON Se ne parla anche nel Grand Saint

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Icis fist ceste estoire et le mist en memoirePuis fu il baptisies et fu el pretatoirePlus sages clers ne fu ne mais que ss GrigoiresDe chou quil vit as iex ne le doit nus mescroire 815

Nel racconto di Giuseppe Flavio si trovano i fatti e lenarrazioni che vanno poi mano mano ad impinguare la leggendala storia degli Ebrei che trangugiarono gioielli per trafugarli816quella della madre che si ciba delle carni del proprio figliuolo817la distruzione della cittagrave818 ecc

Nella Vindicta Salvatoris troviamo giagrave tutti i principalipersonaggi della leggenda pervenuta oramai allultimo grado disuo svolgimento Tito egrave qui re di Burdigala altrove re diBurdigala egrave Vespasiano819 detto ora fratello ora padre ed anchealcuna volta figlio di Tito Linfermitagrave egrave di solito attribuita aVespasiano nei racconti posteriori ed egrave prodotta da certe vespe oanche da certi vermi che gli annidano nel naso Questa inauditainfermitagrave fu certamente suggerita dal nome del supposto infermoma da quella invece si fa venire il nome di questo820 Nathandiventa qua e lagrave Annatan Adriano Adrano Albano Volusiano simuta in Albano Gajus Gais Giuseppe di Arimatea diventapersonaggio sempre piugrave importante nella leggenda821 Alcuni fatti815 Cod della Nazion di Torino L II 14 f 93 v col 2a 94 r col 1a 96 vcol 2a816 V 10 1817 VI 4 4818 VII I 1819 Vespasiano si fa regnare anche in Gallizia o nellisola Galazia820 Cosigrave nella Vita francese di Pilato pubblicata dal DU MEacuteRIL Poeacutesiespopulaires latines du moyen acircge p 339-69 laquoEt icil Vespasiiens avoitdenfanche une maniere de vers es narines con apieloit wespes et de ceswiespes estoit-il apieleacutess Vespasianusraquo Jacopo della Lana dice nel CommentoPurgatorio c XXI v 82-4 laquo fu uno imperadore romano lo quale ebbenome Vespasiano imperquello che le vespe li facevano nel naso nidoraquo821 La storia di Giuseppe di Arimatea egrave narrata diffusamente e di proposito nelJoseph dArimathie di ROBERTO DI BORON Se ne parla anche nel Grand Saint

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si alterano passando duno in altro racconto e fra le molteversioni e redazioni della leggenda sono spesso discordanzenotabili Lanno della espugnazione di Gerusalemme egraveincertissimo anche nelle Cronache Secondo alcuni Gerusalemmesarebbe stata espugnata il giorno di Pasqua e dice Eusebio a taleproposito che fu giusto giudizio del cielo compiersi la vendettanel giorno in cui fu consumato il delitto Il numero degli Ebreimorti di fame e di malattia uccisi venduti varia moltissimo822ma egrave quasi costantemente e senza variazione ripetuta la notiziache molti dei superstiti furono venduti trenta a denaro inmemoria di Cristo che fu venduto per trenta denari Il fatto degliEbrei che trangugiarono oro e furono sparati dai soldati romani egraveanchesso ricordato assai spesso

Fuse insieme le due leggende della guarigione di Tiberio edella distruzione di Gerusalemme e avvenuta la giagrave accennataduplicazione della malattia quale motivo non dirograve capitale mainiziale della favola la seconda leggenda sostenuta da

Graal Alcune delle favole che vi si raccontano passano poi anche in certeredazioni della Vendetta822 In uno dei sermoni di Eliseo attribuiti a SantAgostino si dice che degliEbrei centodiecimila furono uccisi centomila condotti in Roma pel trionfoNella edizione delle opere di SantAgostino curata dai Benedettini dellaCongregazione di San Mauro quel sermone egrave attribuito a Cesario Piugrave spesso ilnumero dei morti si fa ascendere a un milione centomila LEbreo Petacchiache nel XII secolo viaggiograve tutto quasi il mondo conosciuto dice di non avertrovato a Gerusalemme che un solo ebreo il quale a forza doro otteneva didimorarvi Invano gli Ebrei tentarono di ricostruire Gerusalemme GIACOMO DA

VORAGINE racconta a questo proposito nel c LXVII(63) della Leggenda aurealaquoPost longa tempora quidam Judaei Jerusalem reaedificare volentes exeuntesprimo mane plurimas cruces de rore invenerunt quas territi fugientes etsecundo mane redeuntes unusquisque ut ait Miletus in chronica crucessanguineas vestibus suis insitas invenit Qui vehementer territi in fugam iterumversi sunt sed tertia die reversi vapore ignis de terra prodeuntis penitus suntexustiraquo Ricorda Ammiano Marcellino nel l XXIII delle Istorie e poi moltiripetono che volendo Giuliano lApostata riedificare il tempio diGerusalemme gli artefici furono impediti dalle fiamme che uscivano dallefondamenta

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si alterano passando duno in altro racconto e fra le molteversioni e redazioni della leggenda sono spesso discordanzenotabili Lanno della espugnazione di Gerusalemme egraveincertissimo anche nelle Cronache Secondo alcuni Gerusalemmesarebbe stata espugnata il giorno di Pasqua e dice Eusebio a taleproposito che fu giusto giudizio del cielo compiersi la vendettanel giorno in cui fu consumato il delitto Il numero degli Ebreimorti di fame e di malattia uccisi venduti varia moltissimo822ma egrave quasi costantemente e senza variazione ripetuta la notiziache molti dei superstiti furono venduti trenta a denaro inmemoria di Cristo che fu venduto per trenta denari Il fatto degliEbrei che trangugiarono oro e furono sparati dai soldati romani egraveanchesso ricordato assai spesso

Fuse insieme le due leggende della guarigione di Tiberio edella distruzione di Gerusalemme e avvenuta la giagrave accennataduplicazione della malattia quale motivo non dirograve capitale mainiziale della favola la seconda leggenda sostenuta da

Graal Alcune delle favole che vi si raccontano passano poi anche in certeredazioni della Vendetta822 In uno dei sermoni di Eliseo attribuiti a SantAgostino si dice che degliEbrei centodiecimila furono uccisi centomila condotti in Roma pel trionfoNella edizione delle opere di SantAgostino curata dai Benedettini dellaCongregazione di San Mauro quel sermone egrave attribuito a Cesario Piugrave spesso ilnumero dei morti si fa ascendere a un milione centomila LEbreo Petacchiache nel XII secolo viaggiograve tutto quasi il mondo conosciuto dice di non avertrovato a Gerusalemme che un solo ebreo il quale a forza doro otteneva didimorarvi Invano gli Ebrei tentarono di ricostruire Gerusalemme GIACOMO DA

VORAGINE racconta a questo proposito nel c LXVII(63) della Leggenda aurealaquoPost longa tempora quidam Judaei Jerusalem reaedificare volentes exeuntesprimo mane plurimas cruces de rore invenerunt quas territi fugientes etsecundo mane redeuntes unusquisque ut ait Miletus in chronica crucessanguineas vestibus suis insitas invenit Qui vehementer territi in fugam iterumversi sunt sed tertia die reversi vapore ignis de terra prodeuntis penitus suntexustiraquo Ricorda Ammiano Marcellino nel l XXIII delle Istorie e poi moltiripetono che volendo Giuliano lApostata riedificare il tempio diGerusalemme gli artefici furono impediti dalle fiamme che uscivano dallefondamenta

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Vespasiano e da Tito poteva novamente scompagnarsi dallaprima e star da per segrave Di questa separazione sono parecchiesempii Poteva ancora la seconda leggenda arricchita di quelmotivo tolto alla prima mutilarsi dellultima parte che riguarda ladistruzione di Gerusalemme e ridursi al miracolo dellaguarigione operata dalla santa immagine Cosigrave nel poema latinoDe vita Pilati823 di Tiberio non si fa parola Tito e Vespasianoinfermi guariscono ma non si dice nulla della distruzione diGerusalemme

Notisi inoltre che in alcune narrazioni la Vendetta di Cristodiventa come un episodio della storia di Pilato cosigrave nel poemalatino testegrave citato nel racconto francese pubblicato dal Du Meacuteril ericordato di sopra e nella Vita di Pilato inserita nellAltePassional

Del resto la leggenda va assumendo qua e lagrave in questa e inquella letteratura forme speciali qualche volta abbastanza remoteda quelle che si hanno nei racconti primitivi Di alcune di taliforme farograve cenno nella nota che segue in appendice al presentecapitolo824

Prima di lasciare largomento gioveragrave ricordare che anche gliEbrei inventarono sulla distruzione di Gerusalemme la loroleggenda la quale come sintende di leggieri egrave di spirito in tuttocontrario alla leggenda cristiana Io non istarograve a riferire per interoquesta strana immaginazione825 ma ricorderograve solo come si narriin essa che a Tito appena approdato in Palestina entrograve nel naso823 Pubblicato primamente dal MONE nellAnzeiger fuumlr Kunde des deutschenMittelalters 1835 p 425-33 poi dal DU MEacuteRIL Poeacutes pop lat du moy acirc p343-55 Al poema corrispondono salvo differenze di poco rilievo due raccontiin prosa de quali diede lestratto il Mone in quello stesso giornale 1838 p526-38 Sulle relazioni del poema latino De vita Pilati con la VindictaSalvatoris v SCHOENBACH Anzeiger fuumlr deutsches Alterthum v II p 166-212La Bodlejana possiede una Punitio Pilati et Revelatio Imaginis Christi824 V Appendice A825 V EHRMANN Aus Palaumlstina und Babylon Vienna 1880 p 31-5 e LEVIParabole leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici dei primi cinquesecoli dellE V Firenze 1861 p 315-35

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Vespasiano e da Tito poteva novamente scompagnarsi dallaprima e star da per segrave Di questa separazione sono parecchiesempii Poteva ancora la seconda leggenda arricchita di quelmotivo tolto alla prima mutilarsi dellultima parte che riguarda ladistruzione di Gerusalemme e ridursi al miracolo dellaguarigione operata dalla santa immagine Cosigrave nel poema latinoDe vita Pilati823 di Tiberio non si fa parola Tito e Vespasianoinfermi guariscono ma non si dice nulla della distruzione diGerusalemme

Notisi inoltre che in alcune narrazioni la Vendetta di Cristodiventa come un episodio della storia di Pilato cosigrave nel poemalatino testegrave citato nel racconto francese pubblicato dal Du Meacuteril ericordato di sopra e nella Vita di Pilato inserita nellAltePassional

Del resto la leggenda va assumendo qua e lagrave in questa e inquella letteratura forme speciali qualche volta abbastanza remoteda quelle che si hanno nei racconti primitivi Di alcune di taliforme farograve cenno nella nota che segue in appendice al presentecapitolo824

Prima di lasciare largomento gioveragrave ricordare che anche gliEbrei inventarono sulla distruzione di Gerusalemme la loroleggenda la quale come sintende di leggieri egrave di spirito in tuttocontrario alla leggenda cristiana Io non istarograve a riferire per interoquesta strana immaginazione825 ma ricorderograve solo come si narriin essa che a Tito appena approdato in Palestina entrograve nel naso823 Pubblicato primamente dal MONE nellAnzeiger fuumlr Kunde des deutschenMittelalters 1835 p 425-33 poi dal DU MEacuteRIL Poeacutes pop lat du moy acirc p343-55 Al poema corrispondono salvo differenze di poco rilievo due raccontiin prosa de quali diede lestratto il Mone in quello stesso giornale 1838 p526-38 Sulle relazioni del poema latino De vita Pilati con la VindictaSalvatoris v SCHOENBACH Anzeiger fuumlr deutsches Alterthum v II p 166-212La Bodlejana possiede una Punitio Pilati et Revelatio Imaginis Christi824 V Appendice A825 V EHRMANN Aus Palaumlstina und Babylon Vienna 1880 p 31-5 e LEVIParabole leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici dei primi cinquesecoli dellE V Firenze 1861 p 315-35

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un tafano che vi rimase poi sette anni interi Esso era grossoquanto una rondine anzi secondo alcuni quanto una colomba edaveva becco di rame e artigli di ferro826 Ma puograve anche darsi chefra gli stessi Ebrei qualcuno considerasse la distruzione diGerusalemme come una punizione della ingiusta morte di CristoGiuseppe Flavio racconta827 essersi creduto da alcuno di essi chelesercito di Erode fosse stato sconfitto da Areta re dellArabia inpunizione della morte di Giovanni Battista Gli Ebrei fanatici inRoma evitano ancora al presente di passare sotto larco di Titoche perpetua la memoria della rovina dIsraele828826 Per contrario vi fu chi tenne Vespasiano in conto di Messia V ECHARDDissertatio de Vespasiano pro Messia habito veri Messiae teste Eisenach1759 Svetonio e Tacito raccontano di alcune miracolose guarigioni operate daVespasiano Alcuni degli oggetti preziosi onde Tito spogliograve il Tempio diSalomone esistevano ancora nel 507 Procopio (De bello gothico I 12) narrache in quellanno medesimo essendosi i Franchi spinti fin sotto Tolosa iVisigoti trasportarono i tesori che colagrave si trovavano nella cittagrave di CarcassonaTra laltre cose di gran valore provenienti dal sacco di Roma alcune ve neranoche avevano appartenuto al tempio di Salomone Il piede del famosocandelabro fu un tempo secondo la tradizione conservato a Praga dove daTreveri lo recograve il re Vladislao Da questo candelabro che ancora si vedescolpito in uno dei bassorilievi interni dellArco di Tito deriva il nome diArcus septem lucernarum con cui quellarco egrave comunemente designato nelmodio evo827 Antiquit jud XVIII 5 2828 Siami conceduto di ricapitolare qui brevemente e per maggiore chiarezzale cose dette La leggenda della Vendetta di Cristo considerata nella sua formapiena e finale egrave molto complessa e composta di varie parti in varii tempiaggregatesi insieme In essa si possono riconoscere cinque gradi che sono iseguenti 1deg GRADO - Cristo egrave proposto per gli onori divini da Pilato a Tiberioda Tiberio al senato Questo li ricusa Tiberio minaccia dellira sua gliaccusatori dei cristiani Epistola di Pilato (prima redazione ipotetica)Tertulliano Eusebio ecc 2deg GRADO - Tiberio punisce Pilato insieme con glialtri giudici di Cristo e tutto il popolo dIsraele Epistola di Pilato (secondaredazione versioni greche e latine ἀναφορὰ Πιλάτου ecc) epistola diTiberio Paradosis Pilati 3deg GRADO - La leggenda di Tiberio fusa con quelladella Veronica influssi della leggenda di Agbaro Cura sanitatis Tiberii MorsPilati Mariano Scoto ecc 4deg GRADO - La leggenda di Tiberio e della Veronicafusa con quella della distruzione di Gerusalemme Vindicta Salvatoris 5deg

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un tafano che vi rimase poi sette anni interi Esso era grossoquanto una rondine anzi secondo alcuni quanto una colomba edaveva becco di rame e artigli di ferro826 Ma puograve anche darsi chefra gli stessi Ebrei qualcuno considerasse la distruzione diGerusalemme come una punizione della ingiusta morte di CristoGiuseppe Flavio racconta827 essersi creduto da alcuno di essi chelesercito di Erode fosse stato sconfitto da Areta re dellArabia inpunizione della morte di Giovanni Battista Gli Ebrei fanatici inRoma evitano ancora al presente di passare sotto larco di Titoche perpetua la memoria della rovina dIsraele828826 Per contrario vi fu chi tenne Vespasiano in conto di Messia V ECHARDDissertatio de Vespasiano pro Messia habito veri Messiae teste Eisenach1759 Svetonio e Tacito raccontano di alcune miracolose guarigioni operate daVespasiano Alcuni degli oggetti preziosi onde Tito spogliograve il Tempio diSalomone esistevano ancora nel 507 Procopio (De bello gothico I 12) narrache in quellanno medesimo essendosi i Franchi spinti fin sotto Tolosa iVisigoti trasportarono i tesori che colagrave si trovavano nella cittagrave di CarcassonaTra laltre cose di gran valore provenienti dal sacco di Roma alcune ve neranoche avevano appartenuto al tempio di Salomone Il piede del famosocandelabro fu un tempo secondo la tradizione conservato a Praga dove daTreveri lo recograve il re Vladislao Da questo candelabro che ancora si vedescolpito in uno dei bassorilievi interni dellArco di Tito deriva il nome diArcus septem lucernarum con cui quellarco egrave comunemente designato nelmodio evo827 Antiquit jud XVIII 5 2828 Siami conceduto di ricapitolare qui brevemente e per maggiore chiarezzale cose dette La leggenda della Vendetta di Cristo considerata nella sua formapiena e finale egrave molto complessa e composta di varie parti in varii tempiaggregatesi insieme In essa si possono riconoscere cinque gradi che sono iseguenti 1deg GRADO - Cristo egrave proposto per gli onori divini da Pilato a Tiberioda Tiberio al senato Questo li ricusa Tiberio minaccia dellira sua gliaccusatori dei cristiani Epistola di Pilato (prima redazione ipotetica)Tertulliano Eusebio ecc 2deg GRADO - Tiberio punisce Pilato insieme con glialtri giudici di Cristo e tutto il popolo dIsraele Epistola di Pilato (secondaredazione versioni greche e latine ἀναφορὰ Πιλάτου ecc) epistola diTiberio Paradosis Pilati 3deg GRADO - La leggenda di Tiberio fusa con quelladella Veronica influssi della leggenda di Agbaro Cura sanitatis Tiberii MorsPilati Mariano Scoto ecc 4deg GRADO - La leggenda di Tiberio e della Veronicafusa con quella della distruzione di Gerusalemme Vindicta Salvatoris 5deg

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Di altre finzioni aggiuntesi ai nomi di Vespasiano e di Tito vegravepoco da dire Nei Gesta Romanorum si narra829 che Vespasianonon avendo prole sposograve in lontane contrade una fanciulla laquale lo rese padre Dopo alcun tempo egli fece pensiero ditornare a Roma dove si richiedeva la sua presenza ma la donnasi oppose a tale divisamento minacciando di togliersi la vitaAllora limperatore provvide due anelli che avevano virtugrave luno difar ricordare laltro di far dimenticare e il primo tenne per segravelaltro diede alla donna dopo di che potegrave partire liberamente Maquesta storia medesima si narra invece di Mosegrave da PietroComestore nella Historia scholastica830 da Gervasio di Tilburynegli Otia imperialia831 dal Berchorio nel Reductorium morale832da Giovanni Bromyard nella Summa praedicantium833)

Di Tito narrano parecchi che avendo fatto morireingiustamente un cavaliere si diede da segrave in mano della vedova

GRADO - Influssi di Giuseppe Flavio e di Egesippo Redazioni francesi ecc (Vlappendice A) Laccrescimento e la variazione della leggenda possono essererappresentati collo schema seguente

Gius Flavio EgesippoLegg d distruzdi GerusalemmeLegg Di AgbaroLegg Di Veronica

1deg GRADO

Ep d Pil 1a red IpotTertull Euseb ecc

2deg GRADO

Ep di Pil 2a red Ep di Tib Parad Pil

3deg GRADO Cura sanit Tib 4deg GRADO Vind Salvat

5deg GRADO Red franc ecc829 C 10830 Liber Exodi c VI831 Decis III c III832 L XIV c 71833 Lett C c II 14

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Di altre finzioni aggiuntesi ai nomi di Vespasiano e di Tito vegravepoco da dire Nei Gesta Romanorum si narra829 che Vespasianonon avendo prole sposograve in lontane contrade una fanciulla laquale lo rese padre Dopo alcun tempo egli fece pensiero ditornare a Roma dove si richiedeva la sua presenza ma la donnasi oppose a tale divisamento minacciando di togliersi la vitaAllora limperatore provvide due anelli che avevano virtugrave luno difar ricordare laltro di far dimenticare e il primo tenne per segravelaltro diede alla donna dopo di che potegrave partire liberamente Maquesta storia medesima si narra invece di Mosegrave da PietroComestore nella Historia scholastica830 da Gervasio di Tilburynegli Otia imperialia831 dal Berchorio nel Reductorium morale832da Giovanni Bromyard nella Summa praedicantium833)

Di Tito narrano parecchi che avendo fatto morireingiustamente un cavaliere si diede da segrave in mano della vedova

GRADO - Influssi di Giuseppe Flavio e di Egesippo Redazioni francesi ecc (Vlappendice A) Laccrescimento e la variazione della leggenda possono essererappresentati collo schema seguente

Gius Flavio EgesippoLegg d distruzdi GerusalemmeLegg Di AgbaroLegg Di Veronica

1deg GRADO

Ep d Pil 1a red IpotTertull Euseb ecc

2deg GRADO

Ep di Pil 2a red Ep di Tib Parad Pil

3deg GRADO Cura sanit Tib 4deg GRADO Vind Salvat

5deg GRADO Red franc ecc829 C 10830 Liber Exodi c VI831 Decis III c III832 L XIV c 71833 Lett C c II 14

329

Cedreno racconta834 che Tito essendo un giorno dopo lungocammino caduto in deliquio fu ucciso dal fratello Domizianoche fingendo di volergli recare soccorso lo chiuse in una cassapiena di neve

834 Hist Comp v I p 380-1330

Cedreno racconta834 che Tito essendo un giorno dopo lungocammino caduto in deliquio fu ucciso dal fratello Domizianoche fingendo di volergli recare soccorso lo chiuse in una cassapiena di neve

834 Hist Comp v I p 380-1330

Appendici al Capitolo XI

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Appendici al Capitolo XI

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APPENDICE A

NOTA SULLE VERSIONI E REDAZIONI CHE DELLA LEGGENDA DELLA VENDETTA

DI CRISTO SI HANNO NELLE VARIE LETTERATURE DEUROPANon egrave negrave puograve essere intendimento mio di parlare in questanota di tutte le numerosissime versioni e redazioni che

manoscritte e a stampa si hanno nelle letterature del medio evoma solo di ordinare alcuni appunti accompagnandoli di qualchebreve considerazione come corredo non inutile alla trattazioneche precede

REDAZIONI LATINE - Le redazioni latine sono quelle di cui si egravegiagrave discorso la Cura sanitatis Tiberii la Vindicta Salvatoris laMors Pilati il poema De vita Pilati ecc Il racconto passa comegravenaturale nei Leggendarii latini GIACOMO DA VORAGINE lo riportadue volte nel c LIII(51) De passione Domini e nel c LXVII(63)De sancto Jacopo apostolo Nel primo egli attinge da una storiadi Pilato che potrebbessere il poema latino giagrave ricordato nelsecondo da un racconto forse andato perduto nel quale ilprincipio era tolto dalla Vindicta Salvatoris ma era soppressa poitutta quella parte che riguarda Tiberio e la Veronica aggiunteinvece molte altre cose tolte dalle Storie di Giuseppe Flavio edaltronde La leggenda passa anche nelle Cronache latine dellequali mi basteragrave ricordare il Liber de temporibus et aetatibus adperpetuam rei memoriam di SICARDO dove la narrazione derivatadalla Vindicta occupa quasi dieci colonne del manoscritto in foliodellEstense VI H 5 Sotto varii nomi si trovano qua e lagrave per leBiblioteche non pochi racconti latini che forse sono tuttuno coiprecedenti forse in parte sono da quelli diversi La Bodlejanapossiede una Punitio Pilati et revelatio imaginis Christi Tra imanoscritti della Biblioteca di SantAlbino Audegavense eranodue narrazioni De morte Herodis sub quo Christus natus est Demorte Pilati sub quo Christus passus est Tra i codici della regina

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APPENDICE A

NOTA SULLE VERSIONI E REDAZIONI CHE DELLA LEGGENDA DELLA VENDETTA

DI CRISTO SI HANNO NELLE VARIE LETTERATURE DEUROPANon egrave negrave puograve essere intendimento mio di parlare in questanota di tutte le numerosissime versioni e redazioni che

manoscritte e a stampa si hanno nelle letterature del medio evoma solo di ordinare alcuni appunti accompagnandoli di qualchebreve considerazione come corredo non inutile alla trattazioneche precede

REDAZIONI LATINE - Le redazioni latine sono quelle di cui si egravegiagrave discorso la Cura sanitatis Tiberii la Vindicta Salvatoris laMors Pilati il poema De vita Pilati ecc Il racconto passa comegravenaturale nei Leggendarii latini GIACOMO DA VORAGINE lo riportadue volte nel c LIII(51) De passione Domini e nel c LXVII(63)De sancto Jacopo apostolo Nel primo egli attinge da una storiadi Pilato che potrebbessere il poema latino giagrave ricordato nelsecondo da un racconto forse andato perduto nel quale ilprincipio era tolto dalla Vindicta Salvatoris ma era soppressa poitutta quella parte che riguarda Tiberio e la Veronica aggiunteinvece molte altre cose tolte dalle Storie di Giuseppe Flavio edaltronde La leggenda passa anche nelle Cronache latine dellequali mi basteragrave ricordare il Liber de temporibus et aetatibus adperpetuam rei memoriam di SICARDO dove la narrazione derivatadalla Vindicta occupa quasi dieci colonne del manoscritto in foliodellEstense VI H 5 Sotto varii nomi si trovano qua e lagrave per leBiblioteche non pochi racconti latini che forse sono tuttuno coiprecedenti forse in parte sono da quelli diversi La Bodlejanapossiede una Punitio Pilati et revelatio imaginis Christi Tra imanoscritti della Biblioteca di SantAlbino Audegavense eranodue narrazioni De morte Herodis sub quo Christus natus est Demorte Pilati sub quo Christus passus est Tra i codici della regina

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di Svezia era un Liber de partibus mundi et de destructioneJerusalem passato probabilmente nella Vaticana

REDAZIONI FRANCESI - Redazioni francesi in verso e in prosa sitrovano in gran numero in molte biblioteche di Europa NelJoseph dArimathie altrimenti Petit Saint Graal di GIUSEPPE DI

BORON composto verso il 1160 o 1170 (pubblicato dal MichelBordeaux 1841) di Tiberio non si parla limperatore infermo egraveVespasiano la posseditrice della santa immagine si chiamaVerrine Gerusalemme non egrave assediata gli Ebrei sono fattiprigioni con uno stratagemma e tutti trucidati ad eccezione di unsolo che messo insieme colla sua famiglia in una nave egraveabbandonato in balia delle onde Chi converte Vespasiano egraveGiuseppe dArimatea (v 1000-2300) Roberto di Boron avrebbeattinto in parte dalla Vindicta ma la sua fonte piugrave diretta sarebbeil poema latino di Pilato (V BIRCH-HIRSCHFELD Die Sage vomGral Lipsia 1877 p 217) La liberazione di Giuseppe diArimatea per fatto di Vespasiano sembra immaginata dal poetama suggerita certamente da quanto dello stesso Giuseppe diArimatea si narra nel c 12 degli Atti di Pilato essa passa poi inalcune delle narrazioni posteriori Nel primo capitolo del GrandSaint Graal si narra del pari la storia della vendetta ma il GrandSaint Graal deriva in parte dal Joseph dArimathie In unmanoscritto della Bibl Nat di Parigi segnato Fr 413 f 26 v a 30r si contiene un racconto in prosa che deriva dalla Curasanitatis Tiberio egrave afflitto da una grave malattia per cui glimarciscono glintestini Tornate vane tutte le cure dei medici eglichiama i senatori e li prega di eleggere un degno e saggio uomoche vada a Gerusalemme e riconduca Cristo con segrave I senatorilodano il desiderio dellimperatore e scelgono Volusiano quiprestre estoit du temple et avoit este queux de lempire Volusianogiunge a Gerusalemme dopo sette anni e tre mesi di viaggio Lastoria seguita come nella Cura sanitatis Ma per la piugrave gran partei racconti francesi lasciano in disparte Tiberio e non parlano chedi Vespasiano e di Tito traendo moltissimi fatti dalle istorie di

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di Svezia era un Liber de partibus mundi et de destructioneJerusalem passato probabilmente nella Vaticana

REDAZIONI FRANCESI - Redazioni francesi in verso e in prosa sitrovano in gran numero in molte biblioteche di Europa NelJoseph dArimathie altrimenti Petit Saint Graal di GIUSEPPE DI

BORON composto verso il 1160 o 1170 (pubblicato dal MichelBordeaux 1841) di Tiberio non si parla limperatore infermo egraveVespasiano la posseditrice della santa immagine si chiamaVerrine Gerusalemme non egrave assediata gli Ebrei sono fattiprigioni con uno stratagemma e tutti trucidati ad eccezione di unsolo che messo insieme colla sua famiglia in una nave egraveabbandonato in balia delle onde Chi converte Vespasiano egraveGiuseppe dArimatea (v 1000-2300) Roberto di Boron avrebbeattinto in parte dalla Vindicta ma la sua fonte piugrave diretta sarebbeil poema latino di Pilato (V BIRCH-HIRSCHFELD Die Sage vomGral Lipsia 1877 p 217) La liberazione di Giuseppe diArimatea per fatto di Vespasiano sembra immaginata dal poetama suggerita certamente da quanto dello stesso Giuseppe diArimatea si narra nel c 12 degli Atti di Pilato essa passa poi inalcune delle narrazioni posteriori Nel primo capitolo del GrandSaint Graal si narra del pari la storia della vendetta ma il GrandSaint Graal deriva in parte dal Joseph dArimathie In unmanoscritto della Bibl Nat di Parigi segnato Fr 413 f 26 v a 30r si contiene un racconto in prosa che deriva dalla Curasanitatis Tiberio egrave afflitto da una grave malattia per cui glimarciscono glintestini Tornate vane tutte le cure dei medici eglichiama i senatori e li prega di eleggere un degno e saggio uomoche vada a Gerusalemme e riconduca Cristo con segrave I senatorilodano il desiderio dellimperatore e scelgono Volusiano quiprestre estoit du temple et avoit este queux de lempire Volusianogiunge a Gerusalemme dopo sette anni e tre mesi di viaggio Lastoria seguita come nella Cura sanitatis Ma per la piugrave gran partei racconti francesi lasciano in disparte Tiberio e non parlano chedi Vespasiano e di Tito traendo moltissimi fatti dalle istorie di

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Giuseppe Flavio Essi aggiungono spesso agli altri personaggiSan Clemente discepolo di Cristo San Clemente viene a Roma econverte il siniscalco di Vespasiano Questa forma della leggendasi trova giagrave in un poema del XII secolo che ha tutti gli andamentie i caratteri di una chanson de geste (V Histoire litteacuteraire de laFrance t XXII pag 412 segg) Nel cod L II 14 dellaNazionale di Torino un poema della Vendetta in circa 3400alessandrini egrave preceduto da una specie di prologo (f 79 r col 2a

a f 83 r col 1a) che come alcuni altri componimenti di quellostesso codice intesi a dare una introduzione a taluni poemi o acollegarne insieme parecchi non credo si abbia altrove Davidere di Grecia sposa Elena figlia dellimperatore Vespasiano e laporta a Troja Fra i loro discendenti egrave anche Carlomagno Unsogno fatto da Elena muove il re a fare una spedizione contro gliEbrei per conquistare la croce In una cittagrave per nome Aussit presaa viva forza dal re si trova chiuso in un carcere Giuseppe diArimatea con un Josaphus un Cosma ed altri due tutti fratelliEssi vi stavano da trentanni senza prender cibo In una battagliacontro gli Ebrei Elena si mesce alla pugna e ferita uccideAsillans uno dei figliuoli di Erode e gli toglie un bariletto pienodel famoso balsamo che servigrave ad ungere il corpo di Cristo e dicui si parla nel Fierabras Nicodemo figura anchegli tra ipersonaggi Sul Monte Oliveto si ritrova la croce la cuiautenticitagrave egrave provata da miracoli Qui il poeta caccia in mezzo lanarrazione di un miracolo avvenuto a Lucca che non ha nulla chefare col resto Tutta la paganitagrave si converte alla fede cristiana maallora Maometto va a Roma e con un falso miracolo induceVespasiano e Tito a rovesciare gli altari appena eretti Dio punisceVespasiano mandandogli la lebbra In mezzo alla confusione diquesto pazzo racconto si possono riconoscere glinflussi dellanota leggenda di SantElena di cui esistono versioni in tutte lelingue del Fierabras o della Destruction de Rome per quellanovella del balsamo del Romans de Mahomet e della stessaVengeance o del Joseph dArimathie per la storia di Giuseppe

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Giuseppe Flavio Essi aggiungono spesso agli altri personaggiSan Clemente discepolo di Cristo San Clemente viene a Roma econverte il siniscalco di Vespasiano Questa forma della leggendasi trova giagrave in un poema del XII secolo che ha tutti gli andamentie i caratteri di una chanson de geste (V Histoire litteacuteraire de laFrance t XXII pag 412 segg) Nel cod L II 14 dellaNazionale di Torino un poema della Vendetta in circa 3400alessandrini egrave preceduto da una specie di prologo (f 79 r col 2a

a f 83 r col 1a) che come alcuni altri componimenti di quellostesso codice intesi a dare una introduzione a taluni poemi o acollegarne insieme parecchi non credo si abbia altrove Davidere di Grecia sposa Elena figlia dellimperatore Vespasiano e laporta a Troja Fra i loro discendenti egrave anche Carlomagno Unsogno fatto da Elena muove il re a fare una spedizione contro gliEbrei per conquistare la croce In una cittagrave per nome Aussit presaa viva forza dal re si trova chiuso in un carcere Giuseppe diArimatea con un Josaphus un Cosma ed altri due tutti fratelliEssi vi stavano da trentanni senza prender cibo In una battagliacontro gli Ebrei Elena si mesce alla pugna e ferita uccideAsillans uno dei figliuoli di Erode e gli toglie un bariletto pienodel famoso balsamo che servigrave ad ungere il corpo di Cristo e dicui si parla nel Fierabras Nicodemo figura anchegli tra ipersonaggi Sul Monte Oliveto si ritrova la croce la cuiautenticitagrave egrave provata da miracoli Qui il poeta caccia in mezzo lanarrazione di un miracolo avvenuto a Lucca che non ha nulla chefare col resto Tutta la paganitagrave si converte alla fede cristiana maallora Maometto va a Roma e con un falso miracolo induceVespasiano e Tito a rovesciare gli altari appena eretti Dio punisceVespasiano mandandogli la lebbra In mezzo alla confusione diquesto pazzo racconto si possono riconoscere glinflussi dellanota leggenda di SantElena di cui esistono versioni in tutte lelingue del Fierabras o della Destruction de Rome per quellanovella del balsamo del Romans de Mahomet e della stessaVengeance o del Joseph dArimathie per la storia di Giuseppe

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dArimatea Il poema che segue si scosta qua e lagrave dalla tradizionecomune La storia di Pilato per esempio mostra qui alcuneparticolaritagrave nuove Battuto con le verghe in Gerusalemmecondotto a Roma chiuso a Vienna in un pozzo finisce permuovere a compassione Vespasiano che gli fa grazia e lo chiamaa segrave ma in Roma la terra sapre sotto i suoi piedi e linghiotte (f96 r col 2a) Nel codice L IV 10 pure della Nazionale diTorino scritto da un Jean Orry de Chaumont nel 1426 unracconto in prosa dove limperatore infermo egrave Vespasiano e diTiberio non si parla tien dietro a una storia della Passione diCristo Comincia Apres quarente ans que Jhesucrist fut mis encroix en Jherusalem Vaspasien filz dAugust Cesar estoitempereur de Romme et dAlemaigne et de toute LombardieFinisce Puis apres les chevaliers sen retournerent et deirent alempereur les nouvelles et a toutes les gens et Jaffet duconsentement de Jacob et de Joseph dArimatie escript ladestruccion de Jherusalem car ilz la savoient et la justice et lamort de Pylate par le dit des chevaliers qui leur avoient dit carilz lavoient vehue Questo racconto abbastanza lungo si scostain modo notabile dalle redazioni in verso Qualche particolaritagravepresenta anche il racconto che GIOVANNI DOUTREMEUSE introducenel t I p 424 segg del Myreur des histors sebbene derivi insostanza dalla Vindicta Per altri MSS v STENGEL Mittheilungenecc p 23-4 Per le stampe v il Brunet Va ed t II col 654-6

REDAZIONI ITALIANE835 - La leggenda della vendetta di Cristoebbe molta diffusione in Italia e diede argomento a racconti inverso e in prosa Parlando di essa leggenda dice Paolo Meyer nelBulletin de la Socieacuteteacute des anciens textes n 3 e 4 (1875) p 52La forme la plus ancienne de ce reacutecit paraicirct se rencontrer dansun apocryphe dont on a deux reacutedactions la Vindicta Salvatorispublieacutee par Tischendorf et la Cura sanitatis Tiberii publieacutee parMansi Dans cette leacutegende cest Tibegravere qui est malade puis gueacuteri

835 Debbo alcune indicazioni di codici fiorentini alla cortesia del mio caroamico Dott Rodolfo Renier

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dArimatea Il poema che segue si scosta qua e lagrave dalla tradizionecomune La storia di Pilato per esempio mostra qui alcuneparticolaritagrave nuove Battuto con le verghe in Gerusalemmecondotto a Roma chiuso a Vienna in un pozzo finisce permuovere a compassione Vespasiano che gli fa grazia e lo chiamaa segrave ma in Roma la terra sapre sotto i suoi piedi e linghiotte (f96 r col 2a) Nel codice L IV 10 pure della Nazionale diTorino scritto da un Jean Orry de Chaumont nel 1426 unracconto in prosa dove limperatore infermo egrave Vespasiano e diTiberio non si parla tien dietro a una storia della Passione diCristo Comincia Apres quarente ans que Jhesucrist fut mis encroix en Jherusalem Vaspasien filz dAugust Cesar estoitempereur de Romme et dAlemaigne et de toute LombardieFinisce Puis apres les chevaliers sen retournerent et deirent alempereur les nouvelles et a toutes les gens et Jaffet duconsentement de Jacob et de Joseph dArimatie escript ladestruccion de Jherusalem car ilz la savoient et la justice et lamort de Pylate par le dit des chevaliers qui leur avoient dit carilz lavoient vehue Questo racconto abbastanza lungo si scostain modo notabile dalle redazioni in verso Qualche particolaritagravepresenta anche il racconto che GIOVANNI DOUTREMEUSE introducenel t I p 424 segg del Myreur des histors sebbene derivi insostanza dalla Vindicta Per altri MSS v STENGEL Mittheilungenecc p 23-4 Per le stampe v il Brunet Va ed t II col 654-6

REDAZIONI ITALIANE835 - La leggenda della vendetta di Cristoebbe molta diffusione in Italia e diede argomento a racconti inverso e in prosa Parlando di essa leggenda dice Paolo Meyer nelBulletin de la Socieacuteteacute des anciens textes n 3 e 4 (1875) p 52La forme la plus ancienne de ce reacutecit paraicirct se rencontrer dansun apocryphe dont on a deux reacutedactions la Vindicta Salvatorispublieacutee par Tischendorf et la Cura sanitatis Tiberii publieacutee parMansi Dans cette leacutegende cest Tibegravere qui est malade puis gueacuteri

835 Debbo alcune indicazioni di codici fiorentini alla cortesia del mio caroamico Dott Rodolfo Renier

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Une autre forme infiniment plus reacutepandue au moyen acircge estcelle ougrave Vespasien et non plus Tibegravere est atteint de la legravepre etmiraculeusement gueacuteri entreprend la vengeance de Jeacutesus mis agravemort par les Juifs Cette forme de la leacutegende a eu un succegraveseacutenorme attesteacute par des reacutedactions en toutes les langues romanesVeramente considerare la Vindicta Salvatoris e la Cura sanitatisTiberii quali due redazioni dello stesso apocrifo egrave un assimilarletroppo negrave assimilatele a quel modo si sarebbe dovuto poi direche linfermo nella leggenda egrave Tiberio mentre nella Vindictacomparisce infermo anche Tito ma sorpassando su ciograve quantoqui si dice della maggior diffusione della seconda forma dellaleggenda egrave piugrave propriamente vero delle redazioni francesi mentrele redazioni italiane per lo piugrave derivano dalla Vindicta Cosigrave laLeggenda della vendetta della morte di Cristo racconto in prosacomposto probabilmente nel XIV secolo e pubblicato insiemecon lEtica di Aristotile compendiata da Brunetto Latino per curae a spese della Societagrave dei Bibliofili in Venezia nel 1844Tuttavia ciograve che vi si narra di Giuseppe di Arimatea trovato vivonelle fondamenta di una gran torre ed altre particolaritagraveaccennano a fonti francesi Una versione veneziana di questoracconto si trova nel Cod Marciano It cl I XXX f 69 r a 75 vDalla Vindicta derivano pure un poemetto in ottava rima piugravevolte stampato che comincia

O degli eterni lumi e chiara lampa

il quale conta 174 ottave distribuite in quattro cantari nel giagravecitato cod dellUniversitaria di Bologna N 157 (Aula II A) e182 ottave distribuite in tre cantari nel cod Marciano It cl IXCCCXXIV e un altro poemetto similmente in ottava rima indialetto veneziano contenuto nel cod Marciano It cl I XXXVIQuesto rozzo poema che per quanto mi fu possibile diaccertarmene egrave diverso da tutti gli altri principia cosigrave

Io prego el padre eterno dio con amore336

Une autre forme infiniment plus reacutepandue au moyen acircge estcelle ougrave Vespasien et non plus Tibegravere est atteint de la legravepre etmiraculeusement gueacuteri entreprend la vengeance de Jeacutesus mis agravemort par les Juifs Cette forme de la leacutegende a eu un succegraveseacutenorme attesteacute par des reacutedactions en toutes les langues romanesVeramente considerare la Vindicta Salvatoris e la Cura sanitatisTiberii quali due redazioni dello stesso apocrifo egrave un assimilarletroppo negrave assimilatele a quel modo si sarebbe dovuto poi direche linfermo nella leggenda egrave Tiberio mentre nella Vindictacomparisce infermo anche Tito ma sorpassando su ciograve quantoqui si dice della maggior diffusione della seconda forma dellaleggenda egrave piugrave propriamente vero delle redazioni francesi mentrele redazioni italiane per lo piugrave derivano dalla Vindicta Cosigrave laLeggenda della vendetta della morte di Cristo racconto in prosacomposto probabilmente nel XIV secolo e pubblicato insiemecon lEtica di Aristotile compendiata da Brunetto Latino per curae a spese della Societagrave dei Bibliofili in Venezia nel 1844Tuttavia ciograve che vi si narra di Giuseppe di Arimatea trovato vivonelle fondamenta di una gran torre ed altre particolaritagraveaccennano a fonti francesi Una versione veneziana di questoracconto si trova nel Cod Marciano It cl I XXX f 69 r a 75 vDalla Vindicta derivano pure un poemetto in ottava rima piugravevolte stampato che comincia

O degli eterni lumi e chiara lampa

il quale conta 174 ottave distribuite in quattro cantari nel giagravecitato cod dellUniversitaria di Bologna N 157 (Aula II A) e182 ottave distribuite in tre cantari nel cod Marciano It cl IXCCCXXIV e un altro poemetto similmente in ottava rima indialetto veneziano contenuto nel cod Marciano It cl I XXXVIQuesto rozzo poema che per quanto mi fu possibile diaccertarmene egrave diverso da tutti gli altri principia cosigrave

Io prego el padre eterno dio con amore336

che me dia gracia de saper ben diree doname inzegno dentro dal mio corela bella istoria io possa seguirede la vendeta de Xdeg salvadorela quale fo fata con grevi martiresopra gerusaleme aspra e forteGran quantitagrave de zudei receveno la morte

E la cita fo desfata tuta e mesa a terranon de romase nesuna habitanziatito e vespasian fe lor guerado imperadori che aveano gran posanzacostoro meseno li zudey a stretura serranon valeria de loro nula amistanzae como cani loro fermavano e dano facevanoe como schiavi li vendeno a laltra zente

In lo tempo de tiberio imperadoreche fo signore de roma la grandeiera iuda disipulo e fatorede iesu cristo como el dir spandee tradilo ali zudei con falso cuorepillato ed ana li dieno tormento grandee in quel tempo fo un altro imperadorede lindia grande lui iera signore

Chi manda Natan egrave non Pilato ma Erode Giunti appena davantia Gerusalemme Tito e Vespasiano impegnano la battaglia

tito dise a onor de santo pieroe la so lanza si ave arestatochi me vole bene me debia seguirebroco el destriero e si trase a ferire

Pilato egrave crocifisso in Gerusalemme stessa Deriva similmentedalla Vindicta un altro poema in ottava rima che nel codRiccardiano 1705 si trova insieme coi poemi della Passione edella Risurrezione attribuiti a varii Comincia

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che me dia gracia de saper ben diree doname inzegno dentro dal mio corela bella istoria io possa seguirede la vendeta de Xdeg salvadorela quale fo fata con grevi martiresopra gerusaleme aspra e forteGran quantitagrave de zudei receveno la morte

E la cita fo desfata tuta e mesa a terranon de romase nesuna habitanziatito e vespasian fe lor guerado imperadori che aveano gran posanzacostoro meseno li zudey a stretura serranon valeria de loro nula amistanzae como cani loro fermavano e dano facevanoe como schiavi li vendeno a laltra zente

In lo tempo de tiberio imperadoreche fo signore de roma la grandeiera iuda disipulo e fatorede iesu cristo como el dir spandee tradilo ali zudei con falso cuorepillato ed ana li dieno tormento grandee in quel tempo fo un altro imperadorede lindia grande lui iera signore

Chi manda Natan egrave non Pilato ma Erode Giunti appena davantia Gerusalemme Tito e Vespasiano impegnano la battaglia

tito dise a onor de santo pieroe la so lanza si ave arestatochi me vole bene me debia seguirebroco el destriero e si trase a ferire

Pilato egrave crocifisso in Gerusalemme stessa Deriva similmentedalla Vindicta un altro poema in ottava rima che nel codRiccardiano 1705 si trova insieme coi poemi della Passione edella Risurrezione attribuiti a varii Comincia

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O padre nostro del cielo sommo etternoin tre persone unito vivo e veroo padre di quel choro sempiternovisto co lustro mangnio e alteroo chareia o salvatore o inperochen sullaltare li consagri pane o carneper nostra fe chattolica salvarne

I codd Riccardiani 1388 1661 1680 1717 2622 contengonovarii racconti in prosa luno diverso dallaltro ma che tutti fannocapo alla Vindicta e lo stesso dicasi di una narrazione contenutain un cod della Corsiniana fra i mss di Nicola Rossi segnato coln CCXII e di unaltra contenuta nel cod Magliabacchiano P II83 Il FARSETTI registra nella sua Biblioteca manoscritta v II p91-2 Leggenda del Battesimo di Tiberio la quale dal titoloparrebbe essere stata piuttosto una versione della Cura sanitatische non della Vindicta Nel cod E 5 1 31 della Nazionale diFirenze egrave un frammento di narrazione in prosa dove il raccontodella Vindicta si fonde con una Vita di Pilato Assai diverso datutti i precedenti egrave un altro poemetto in ottava rima cheincomincia (cod Bodlejano Canoniciano 58)

O glorioso in ciel padre e signorePrincipio de langielica faturaChe tanto crebbe in te lardente amoreChe te formanti simil creatturaLa qual mangio po il pan del suo sudoreE dannosse lumana natturaOnde per lui mandasti il tuo figlioloA redemerci con gravoso duolo

ancor esso piugrave volte stampato e dincerto autore (V GAMBA Seriedei testi di lingua p 347 BRUNET Manuel du libraire Va ed tIV col 963-4 GRAESSE Treacutesor t V p 506) Ma anchesso comegli altri si lega alla Vindicta Vespasiano re di Siviglia (Sibilia)aveva fatto un voto

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O padre nostro del cielo sommo etternoin tre persone unito vivo e veroo padre di quel choro sempiternovisto co lustro mangnio e alteroo chareia o salvatore o inperochen sullaltare li consagri pane o carneper nostra fe chattolica salvarne

I codd Riccardiani 1388 1661 1680 1717 2622 contengonovarii racconti in prosa luno diverso dallaltro ma che tutti fannocapo alla Vindicta e lo stesso dicasi di una narrazione contenutain un cod della Corsiniana fra i mss di Nicola Rossi segnato coln CCXII e di unaltra contenuta nel cod Magliabacchiano P II83 Il FARSETTI registra nella sua Biblioteca manoscritta v II p91-2 Leggenda del Battesimo di Tiberio la quale dal titoloparrebbe essere stata piuttosto una versione della Cura sanitatische non della Vindicta Nel cod E 5 1 31 della Nazionale diFirenze egrave un frammento di narrazione in prosa dove il raccontodella Vindicta si fonde con una Vita di Pilato Assai diverso datutti i precedenti egrave un altro poemetto in ottava rima cheincomincia (cod Bodlejano Canoniciano 58)

O glorioso in ciel padre e signorePrincipio de langielica faturaChe tanto crebbe in te lardente amoreChe te formanti simil creatturaLa qual mangio po il pan del suo sudoreE dannosse lumana natturaOnde per lui mandasti il tuo figlioloA redemerci con gravoso duolo

ancor esso piugrave volte stampato e dincerto autore (V GAMBA Seriedei testi di lingua p 347 BRUNET Manuel du libraire Va ed tIV col 963-4 GRAESSE Treacutesor t V p 506) Ma anchesso comegli altri si lega alla Vindicta Vespasiano re di Siviglia (Sibilia)aveva fatto un voto

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Di non mangiar o bere insino a tantoche qualche cosa nova non sentisse

Un giorno si vede arrivare nel porto di Siviglia una naveLimperatore co suoi baroni va a bordo e trova una donnapiangente e un uomo ignudo e sanguinoso quella egrave Maria questiegrave Cristo quale apparve in croce Interrogata da Vespasiano Marianon risponde

La Vergine niente rispondiadi lacrime e sospir gli occhi bagnaVespasian alla Donna diciale lagrime el dolor omai ristagnae dagrave quiete alla pena riache se io dovessi metterci la Spagnacontenta ti farograve viso giocondoalhor tremograve la Nave e tutto il mondo

Il racconto seguitando si raccosta alla Vindicta Vespasianoguarito e battezzato manda un messo a Tiberio chiedendolicenza di fare la vendetta di Cristo Tiberio consente e intantomanda per Pilato che si presenta a lui con la veste di Gesugraveindosso ma senza che questa produca leffetto del quale altrovesi narra di rabbonire Tiberio Spogliatone e gettato in un carcerePilato si uccide Vespasiano parte da Siviglia con trecento navi epiugrave di centomila cavalieri che tutti recano sul petto una crocevermiglia in campo bianco La spedizione diventa una veracrociata Segue una grande strage degli Ebrei alla quale prendonoparte come alleati dei Romani o cristiani che si vogliano direaquile astori griffoni serpenti draghi Un ebreo negromante dicui si tace il nome (Giuseppe Flavio) annunzia a Vespasianolimpero Lepisodio della madre che mangia il figliuolo nonmanca Espugnata la cittagrave Vespasiano va come Goffredo diBuglione a pregare sul sepolcro di Cristo Giuseppe dArimatea egrave

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Di non mangiar o bere insino a tantoche qualche cosa nova non sentisse

Un giorno si vede arrivare nel porto di Siviglia una naveLimperatore co suoi baroni va a bordo e trova una donnapiangente e un uomo ignudo e sanguinoso quella egrave Maria questiegrave Cristo quale apparve in croce Interrogata da Vespasiano Marianon risponde

La Vergine niente rispondiadi lacrime e sospir gli occhi bagnaVespasian alla Donna diciale lagrime el dolor omai ristagnae dagrave quiete alla pena riache se io dovessi metterci la Spagnacontenta ti farograve viso giocondoalhor tremograve la Nave e tutto il mondo

Il racconto seguitando si raccosta alla Vindicta Vespasianoguarito e battezzato manda un messo a Tiberio chiedendolicenza di fare la vendetta di Cristo Tiberio consente e intantomanda per Pilato che si presenta a lui con la veste di Gesugraveindosso ma senza che questa produca leffetto del quale altrovesi narra di rabbonire Tiberio Spogliatone e gettato in un carcerePilato si uccide Vespasiano parte da Siviglia con trecento navi epiugrave di centomila cavalieri che tutti recano sul petto una crocevermiglia in campo bianco La spedizione diventa una veracrociata Segue una grande strage degli Ebrei alla quale prendonoparte come alleati dei Romani o cristiani che si vogliano direaquile astori griffoni serpenti draghi Un ebreo negromante dicui si tace il nome (Giuseppe Flavio) annunzia a Vespasianolimpero Lepisodio della madre che mangia il figliuolo nonmanca Espugnata la cittagrave Vespasiano va come Goffredo diBuglione a pregare sul sepolcro di Cristo Giuseppe dArimatea egrave

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tratto fuor della torre gli Ebrei prigioni sono venduti trenta adenaro la cittagrave egrave distrutta dalle fondamenta (La Vendetta diChristo che fecero Vespasiano e Tito contro a Gierusalemme InFirenze et in Pistoia per Pier Antonio Fortunati s a) Non so sequesto poemetto sia mutato come spesso incontra lesordiotuttuno con quello che registra il ZAMBRINI Le Opere volgari astampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 1043 anchesso di 96ottave e che in una stampa senza nessuna nota tipograficaincomincia

O eterno dio che el mondo sosteneChe fo preso el nostro Salvatore

Un poemetto di 96 ottave stampato nel quattrocento registraanche il MOLINI Operette bibliografiche p 193 Del resto ladistruzione di Gerusalemme inspirograve molti poeti in Italia e sino atempi molto prossimi ai nostri Ricorderograve il poema latino Deeversione Urbis Hierusalem di PIETRO APPOLLONIO COLLAZIO oCOLLATINO stampato in Milano nel 1491 e in Parigi nel 1540 laGerusalemme distrutta dellARICI la Gerusalemme desolata delLALLI il Tito o la Gerusalemme distrutta di DANIELE FLORIO Intutti questi componimenti della leggenda non si ha piugrave traccia enon si ha nemmeno in un poemetto latino di ALESSANDRO DONATOche pure sintitola Mortem Christi Domini sequuta Hierosolimaeruina Finalmente ricorderograve ancora un curioso libretto che pelsoggetto trattato in esso non egrave estraneo al nostro tema Il titolosuona in una ristampa cosigrave Nuovo Libretto | Portato da unGiovane che viene da | Gerusalemme | Che vi dagrave Ragguaglio diquello che diede la Guanciata | al Nostro Signor | Gesugrave Cristo |Ove si trova e che penitenzia faccia Cosa molto curiosa edivota | Data in luce dal M Rev Sig D Gio FrancescoAlcarotti | Canonico nella Catteerale (sic) Cittagrave Novara -Parma Milano amp In Bolognaper Carlo Alessio e Clemente | MFratelli Saffi 1723 Con lic de Sup e Privilegio Egrave un opuscolettodi quattro carte in tutto al verso dellultima carta una rozza

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tratto fuor della torre gli Ebrei prigioni sono venduti trenta adenaro la cittagrave egrave distrutta dalle fondamenta (La Vendetta diChristo che fecero Vespasiano e Tito contro a Gierusalemme InFirenze et in Pistoia per Pier Antonio Fortunati s a) Non so sequesto poemetto sia mutato come spesso incontra lesordiotuttuno con quello che registra il ZAMBRINI Le Opere volgari astampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 1043 anchesso di 96ottave e che in una stampa senza nessuna nota tipograficaincomincia

O eterno dio che el mondo sosteneChe fo preso el nostro Salvatore

Un poemetto di 96 ottave stampato nel quattrocento registraanche il MOLINI Operette bibliografiche p 193 Del resto ladistruzione di Gerusalemme inspirograve molti poeti in Italia e sino atempi molto prossimi ai nostri Ricorderograve il poema latino Deeversione Urbis Hierusalem di PIETRO APPOLLONIO COLLAZIO oCOLLATINO stampato in Milano nel 1491 e in Parigi nel 1540 laGerusalemme distrutta dellARICI la Gerusalemme desolata delLALLI il Tito o la Gerusalemme distrutta di DANIELE FLORIO Intutti questi componimenti della leggenda non si ha piugrave traccia enon si ha nemmeno in un poemetto latino di ALESSANDRO DONATOche pure sintitola Mortem Christi Domini sequuta Hierosolimaeruina Finalmente ricorderograve ancora un curioso libretto che pelsoggetto trattato in esso non egrave estraneo al nostro tema Il titolosuona in una ristampa cosigrave Nuovo Libretto | Portato da unGiovane che viene da | Gerusalemme | Che vi dagrave Ragguaglio diquello che diede la Guanciata | al Nostro Signor | Gesugrave Cristo |Ove si trova e che penitenzia faccia Cosa molto curiosa edivota | Data in luce dal M Rev Sig D Gio FrancescoAlcarotti | Canonico nella Catteerale (sic) Cittagrave Novara -Parma Milano amp In Bolognaper Carlo Alessio e Clemente | MFratelli Saffi 1723 Con lic de Sup e Privilegio Egrave un opuscolettodi quattro carte in tutto al verso dellultima carta una rozza

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incisione rappresenta il soldato che diede lo schiaffo La storia sisuppone narrata dal Conte Penalio Bianzo Gentiluomo Vicentinoa un banchetto in Venezia doverano presenti molti nobili signorie prelati Luomo che diede lo schiaffo a Cristo egrave condannato apasseggiare su e giugrave con tutte larme indosso senza posar mai negravemangiare negrave bere in una sala sotterranea dimenando sempre lamano scelerata Questo racconto altro non egrave che un pallidoriflesso della leggenda dellEbreo Errante quale si trova narratada Matteo Paris Nello stesso libretto si aggiunge narrareFrancesco Alcarotti nel suo Libro del viaggio di Terra Santastampato in Novara nel 1590 che nella casa di Pilato si odesempre grande rumore di flagelli onde sono puniti e sarannosino al digrave del Giudizio gliniqui flagellatori di Cristo in essarinchiusi

REDAZIONI PROVENZALE CATALANA SPAGNUOLA PORTOGHESE - Unaredazione provenzale in prosa contiene un codice della Bibl Natdi Parigi (fonds Gaigniegraveres 41) scritto nel XIV secolo e tuttorainedita (V BARTSCH Grundriss zur Geschichte derprovenzalischen Literatur Elberfeld 1872 p 57) Di unaredazione catalana derivata probabilmente da originaleprovenzale fa cenno il MILAgrave Y FANTANALS De los trovadores enEspantildea Barcellona 1861 p 482 in nota Un racconto che silega alla Vindicta trovasi nella giagrave citata cronaca catalana dellaBibl Nat di Parigi (Esp 46) Una redazione spagnuola col titoloHistoria del rey Vespasiano fu stampata in Siviglia nel 1498 Infine vi si dice Esta istoria hordenaron yacop et josep abarimatiaque aacute todas estas cosas fueron presentes e jafet que de su manola escribio Mostra davere stretta attinenza col racconto francesein prosa ricordato di sopra Una redazione portoghese col titoloEstoria do muy nobre Vespasiano emperador de Roma fustampata in Lisbona nel 1496

REDAZIONI TEDESCHE - Anche delle redazioni tedesche le qualisono abbastanza numerose parecchie si legano alla VindictaCiterograve i racconti contenuti nei codd germ 299 640 4865 della

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incisione rappresenta il soldato che diede lo schiaffo La storia sisuppone narrata dal Conte Penalio Bianzo Gentiluomo Vicentinoa un banchetto in Venezia doverano presenti molti nobili signorie prelati Luomo che diede lo schiaffo a Cristo egrave condannato apasseggiare su e giugrave con tutte larme indosso senza posar mai negravemangiare negrave bere in una sala sotterranea dimenando sempre lamano scelerata Questo racconto altro non egrave che un pallidoriflesso della leggenda dellEbreo Errante quale si trova narratada Matteo Paris Nello stesso libretto si aggiunge narrareFrancesco Alcarotti nel suo Libro del viaggio di Terra Santastampato in Novara nel 1590 che nella casa di Pilato si odesempre grande rumore di flagelli onde sono puniti e sarannosino al digrave del Giudizio gliniqui flagellatori di Cristo in essarinchiusi

REDAZIONI PROVENZALE CATALANA SPAGNUOLA PORTOGHESE - Unaredazione provenzale in prosa contiene un codice della Bibl Natdi Parigi (fonds Gaigniegraveres 41) scritto nel XIV secolo e tuttorainedita (V BARTSCH Grundriss zur Geschichte derprovenzalischen Literatur Elberfeld 1872 p 57) Di unaredazione catalana derivata probabilmente da originaleprovenzale fa cenno il MILAgrave Y FANTANALS De los trovadores enEspantildea Barcellona 1861 p 482 in nota Un racconto che silega alla Vindicta trovasi nella giagrave citata cronaca catalana dellaBibl Nat di Parigi (Esp 46) Una redazione spagnuola col titoloHistoria del rey Vespasiano fu stampata in Siviglia nel 1498 Infine vi si dice Esta istoria hordenaron yacop et josep abarimatiaque aacute todas estas cosas fueron presentes e jafet que de su manola escribio Mostra davere stretta attinenza col racconto francesein prosa ricordato di sopra Una redazione portoghese col titoloEstoria do muy nobre Vespasiano emperador de Roma fustampata in Lisbona nel 1496

REDAZIONI TEDESCHE - Anche delle redazioni tedesche le qualisono abbastanza numerose parecchie si legano alla VindictaCiterograve i racconti contenuti nei codd germ 299 640 4865 della

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Biblioteca Regia di Monaco e quello che si trova nelMarienleben in versi di Fra Filippo Certosino Anche un raccontodel Regenbogen deriva dalla Vindicta ma con alcune variazionidegne di nota (Cod germ 4997 della Biblioteca Regia diMonaco f 255 r a 266 v) La prima notizia dei miracoli diCristo egrave recata in Roma da una schiava pagana Fannotestimonianza per Cristo Giuseppe di Arimatea NicodemoLuca Cleofas Longino la Veronica Tiberio guarisce e si fabattezzare e di una sua infermitagrave guarisce anche Vespasiano chetrovasi alla corte di Tiberio Della vendetta si parla assaibrevemente Di Tiberio egrave detto

Der selbe keiser waz so gar ein fruumlmmer manndaz sit noch vor gein ny waiser keyser kam

Il poemetto del Regenbogen fu stampato due volte prima senzanote tipografiche poi a Norimberga nel 1497 In un seguito che sitrova nella prima stampa si narra piugrave diffusamente di Vespasianodi Tito e della distruzione di Gerusalemme Il lungo raccontodella Kaiserchronik (v 693-1134) puograve dividersi in due parti dellequali la prima (v 693-888) corrisponde alla Cura sanitatismentre la seconda che narra la distruzione di Gerusalemmeaccenna a fonti francesi o al Voragine Il racconto dellAltePassional egrave quello stesso della Legenda aurea I due poemetti diWERNHER VOM NIEDERRHEIN intitolati luno Veronica laltroVespasianus (V W GRIMM Wernher vom Niederrhein Gottinga1839) si scostano in modo notabile dalla tradizione comune Nelprimo la Veronica prega San Luca di dipingerle sopra una telalimmagine del Salvatore San Luca si pone allopera e dipingeuna immagine a suo credere somigliantissima ma quando vannoper farne il confronto trovano Cristo trasfigurato Questi permettea Veronica di tenersi la immagine Qui si puograve riconoscerelinflusso dei Gesta de vultu Lucano Il resto del poema contieneun racconto della passione e della risurrezione Nel Vespasianusnon si fa parola di Tiberio Un Ebreo narra di Cristo a Vespasiano

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Biblioteca Regia di Monaco e quello che si trova nelMarienleben in versi di Fra Filippo Certosino Anche un raccontodel Regenbogen deriva dalla Vindicta ma con alcune variazionidegne di nota (Cod germ 4997 della Biblioteca Regia diMonaco f 255 r a 266 v) La prima notizia dei miracoli diCristo egrave recata in Roma da una schiava pagana Fannotestimonianza per Cristo Giuseppe di Arimatea NicodemoLuca Cleofas Longino la Veronica Tiberio guarisce e si fabattezzare e di una sua infermitagrave guarisce anche Vespasiano chetrovasi alla corte di Tiberio Della vendetta si parla assaibrevemente Di Tiberio egrave detto

Der selbe keiser waz so gar ein fruumlmmer manndaz sit noch vor gein ny waiser keyser kam

Il poemetto del Regenbogen fu stampato due volte prima senzanote tipografiche poi a Norimberga nel 1497 In un seguito che sitrova nella prima stampa si narra piugrave diffusamente di Vespasianodi Tito e della distruzione di Gerusalemme Il lungo raccontodella Kaiserchronik (v 693-1134) puograve dividersi in due parti dellequali la prima (v 693-888) corrisponde alla Cura sanitatismentre la seconda che narra la distruzione di Gerusalemmeaccenna a fonti francesi o al Voragine Il racconto dellAltePassional egrave quello stesso della Legenda aurea I due poemetti diWERNHER VOM NIEDERRHEIN intitolati luno Veronica laltroVespasianus (V W GRIMM Wernher vom Niederrhein Gottinga1839) si scostano in modo notabile dalla tradizione comune Nelprimo la Veronica prega San Luca di dipingerle sopra una telalimmagine del Salvatore San Luca si pone allopera e dipingeuna immagine a suo credere somigliantissima ma quando vannoper farne il confronto trovano Cristo trasfigurato Questi permettea Veronica di tenersi la immagine Qui si puograve riconoscerelinflusso dei Gesta de vultu Lucano Il resto del poema contieneun racconto della passione e della risurrezione Nel Vespasianusnon si fa parola di Tiberio Un Ebreo narra di Cristo a Vespasiano

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che egrave divorato vivo dalle vespe Questi manda Tito aGerusalemme a cercare di Cristo ma Cristo egrave giagrave morto Titoriconduce con segrave la Veronica Vespasiano guarito compie lavendetta La storia della vendetta porge inoltre argomento atredici canzoni del Meistersaumlnger Sebastiano Wild A un poemadella distruzione di Gerusalemme contenuto in un Leggendariodel XII secolo porge il fondamento della narrazione Gioseffo masi scopre facilmente che il poeta non conobbe direttamente lostorico (V BUSCH Ein Legender aus dem Anfange des zwoumllftenJahrhunderts Zeitschrift fuumlr deutsche Philologie v I p 17-20)Anche qui probabilmente la fonte diretta egrave francese Frammentidella leggenda della Veronica narrata separatamente dal restopubblicarono il ROTH nei Denkmaumller der deutschen SpracheMonaco 1840 e lo SCHADE Fragmenta carminis theodisci veterisKoumlnigsberg 1866 Unassai curiosa versione della leggendaindica il MASSMANN Kaiserch v III p 589-90

REDAZIONI NEERLANDESI - Un racconto della distruzione diGerusalemme registra il MONE Uebersicht der niederlaendischeVolks-Literatur aelterer Zeit Tubinga 1838 p 94 Esso deriva daalcuna delle redazioni francesi dove di Tiberio non si fa piugraveparola JACOB VAN MAERLANT nella Rymbybel composta fra il 1270e il 1280 narra la distruzione di Gerusalemme molto attingendoda Giuseppe Flavio (Ed di Bruxelles 1858-9 parte III c XVIII-CXIV)

REDAZIONI ANGLOSASSONI E INGLESI - La leggenda anglosassone disanta Veronica pubblicata dal GOODWIN (Publications of theCambridge Antiquarian Society Octavo Series No I Anglo-Saxon Legends of St Andrew and St Veronica Cambridge 1851p 26-46) deriva con qualche variazione dalla Vindicta e lostesso dicasi della Nathanis legatio ad Tiberium pubblicata da LC MUELLER nei Collectanea anglosaxonica Kopenaghen 1834p 5-18 Dalla Vindicta similmente deriva un frammento di poemainglese in versi allitterativi contenuto nel cod CottonianoVespasiano E XVI f 70 r a 75 v Il cod 2021 della Bodlejana

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che egrave divorato vivo dalle vespe Questi manda Tito aGerusalemme a cercare di Cristo ma Cristo egrave giagrave morto Titoriconduce con segrave la Veronica Vespasiano guarito compie lavendetta La storia della vendetta porge inoltre argomento atredici canzoni del Meistersaumlnger Sebastiano Wild A un poemadella distruzione di Gerusalemme contenuto in un Leggendariodel XII secolo porge il fondamento della narrazione Gioseffo masi scopre facilmente che il poeta non conobbe direttamente lostorico (V BUSCH Ein Legender aus dem Anfange des zwoumllftenJahrhunderts Zeitschrift fuumlr deutsche Philologie v I p 17-20)Anche qui probabilmente la fonte diretta egrave francese Frammentidella leggenda della Veronica narrata separatamente dal restopubblicarono il ROTH nei Denkmaumller der deutschen SpracheMonaco 1840 e lo SCHADE Fragmenta carminis theodisci veterisKoumlnigsberg 1866 Unassai curiosa versione della leggendaindica il MASSMANN Kaiserch v III p 589-90

REDAZIONI NEERLANDESI - Un racconto della distruzione diGerusalemme registra il MONE Uebersicht der niederlaendischeVolks-Literatur aelterer Zeit Tubinga 1838 p 94 Esso deriva daalcuna delle redazioni francesi dove di Tiberio non si fa piugraveparola JACOB VAN MAERLANT nella Rymbybel composta fra il 1270e il 1280 narra la distruzione di Gerusalemme molto attingendoda Giuseppe Flavio (Ed di Bruxelles 1858-9 parte III c XVIII-CXIV)

REDAZIONI ANGLOSASSONI E INGLESI - La leggenda anglosassone disanta Veronica pubblicata dal GOODWIN (Publications of theCambridge Antiquarian Society Octavo Series No I Anglo-Saxon Legends of St Andrew and St Veronica Cambridge 1851p 26-46) deriva con qualche variazione dalla Vindicta e lostesso dicasi della Nathanis legatio ad Tiberium pubblicata da LC MUELLER nei Collectanea anglosaxonica Kopenaghen 1834p 5-18 Dalla Vindicta similmente deriva un frammento di poemainglese in versi allitterativi contenuto nel cod CottonianoVespasiano E XVI f 70 r a 75 v Il cod 2021 della Bodlejana

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contiene The legend of Nicodemus Christi descent into HellPilatus exile

MISTERI - La leggenda della Vendetta diede argomento amisteri in varie lingue Parecchi se ne hanno francesi alcuniinediti altri stampati fra cui uno impresso da Antonio Veacuterard inParigi nel 1491 Il cod 625 della Biblioteca di Arras contiene Lavengeance Jhesu Christ di EUSTACHIO MARCADEacute Per altri che sihanno a stampa v il Brunet Va ed s v Vengeance anche nelSupplemento Un mistero gallico della Presa di Gerusalemmericorda il DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne p 34 n3

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contiene The legend of Nicodemus Christi descent into HellPilatus exile

MISTERI - La leggenda della Vendetta diede argomento amisteri in varie lingue Parecchi se ne hanno francesi alcuniinediti altri stampati fra cui uno impresso da Antonio Veacuterard inParigi nel 1491 Il cod 625 della Biblioteca di Arras contiene Lavengeance Jhesu Christ di EUSTACHIO MARCADEacute Per altri che sihanno a stampa v il Brunet Va ed s v Vengeance anche nelSupplemento Un mistero gallico della Presa di Gerusalemmericorda il DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne p 34 n3

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APPENDICE B

La leggenda di Pilato quale si ha nei racconti latini e nelle numeroseversioni volgari puograve tornare dillustrazione alla leggenda della Vendettadi Cristo Traggo il racconto che segue dal cod L II 14 dellaNazionale di Torino (a 1311)

Chest ensi que Pylates fu engenrez

Nest pas huiseus ains fait bone oeureLi troueres qui sa bouche oeuureDe bonne trouuere dire dire836Chis qui bien trueue est plains direQuant il na de materre pointMa volente semont et pointMon cuer a dire et de conterSil est qui me vuelle escouterVne mout meruillouse istoireQui plaisans est et bele et voireBien doit on oir et reprendreBiaus mos car on i puet aprendreSens et courtoisie en loirDu bien se doit on estoirLi bon car cest drois et coustumeEt li maluais en sont enfrumeVne estoire en roumans mis aiDont la materre moult prisaiQuant geuc la verite veu

836 Il Tournoiement de lAntechrist dHUON DE MERI comincia (cod della Naziondi Torino L V 32)

Nest pas oisenz ains fait bonne oevreli troueres ki sa boche oevrepor bonne oeuvre conter et dire

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APPENDICE B

La leggenda di Pilato quale si ha nei racconti latini e nelle numeroseversioni volgari puograve tornare dillustrazione alla leggenda della Vendettadi Cristo Traggo il racconto che segue dal cod L II 14 dellaNazionale di Torino (a 1311)

Chest ensi que Pylates fu engenrez

Nest pas huiseus ains fait bone oeureLi troueres qui sa bouche oeuureDe bonne trouuere dire dire836Chis qui bien trueue est plains direQuant il na de materre pointMa volente semont et pointMon cuer a dire et de conterSil est qui me vuelle escouterVne mout meruillouse istoireQui plaisans est et bele et voireBien doit on oir et reprendreBiaus mos car on i puet aprendreSens et courtoisie en loirDu bien se doit on estoirLi bon car cest drois et coustumeEt li maluais en sont enfrumeVne estoire en roumans mis aiDont la materre moult prisaiQuant geuc la verite veu

836 Il Tournoiement de lAntechrist dHUON DE MERI comincia (cod della Naziondi Torino L V 32)

Nest pas oisenz ains fait bonne oevreli troueres ki sa boche oevrepor bonne oeuvre conter et dire

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Bien est raisons que soit seuEt dite837 par rime et retraiteSans faussete et sans retraiteCar faite est de droit essanplaireCose est qui puet valoir et plaireAins mais roumans en ceste terreNe fu ois de tel materre

Tolens mest pris que is tranlateLa vie de Bonce PylateDont on fait souuent mentionEn quaresme en la passionSe dieus le me veut consentirIe vous cuic bien faire sentirLe voir de se natiuitheSon pooir et sa dignitheEn non qualoir ne lairai mieQue maintenant ne vous en dieBeneois soit qui mescouteraEt qui va poi de pais feraSe vous me voles escouterAprendre i porres sans douterTel cose que ne seustes onquesOr entende chascuns bien donquesTout estoient cha en arriereLi roi sage et de grant maniereEt autre sergant terrienEt viel et ione et anchienVolentiers metoient lors curesA sauoir logique et naturesEt par nature quil sauoientAutres sciences conqueroientLi vns set de geometrie

837 Il cod dire346

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Bien est raisons que soit seuEt dite837 par rime et retraiteSans faussete et sans retraiteCar faite est de droit essanplaireCose est qui puet valoir et plaireAins mais roumans en ceste terreNe fu ois de tel materre

Tolens mest pris que is tranlateLa vie de Bonce PylateDont on fait souuent mentionEn quaresme en la passionSe dieus le me veut consentirIe vous cuic bien faire sentirLe voir de se natiuitheSon pooir et sa dignitheEn non qualoir ne lairai mieQue maintenant ne vous en dieBeneois soit qui mescouteraEt qui va poi de pais feraSe vous me voles escouterAprendre i porres sans douterTel cose que ne seustes onquesOr entende chascuns bien donquesTout estoient cha en arriereLi roi sage et de grant maniereEt autre sergant terrienEt viel et ione et anchienVolentiers metoient lors curesA sauoir logique et naturesEt par nature quil sauoientAutres sciences conqueroientLi vns set de geometrie

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Et li autres dastrenomiePlus goulousoient a sauoirAsses que amasser auoir

Venir voel a mententionPeu deuant lincarnationJhesucrist si con lisant truisFu en Ione vns rois instruisEn la science de clergieQue on apele astrenomieMout sot du cours du firmamentEt des estoiles ensementA painnes ietoit onques sortQue ne trouast de son acortCis qui eut tant de sapienceEut non Tirus rois de MaienceEn vn castel nouris et neeFu qui Berleis fu noumesLi pelerin de cest paisNoument le castel BerleisAuint que vaust aler cacierPour soi deduire et souslacierSen cheual commande a ensellerSe maisnie fist apellerSes leuriers sa braquerieEn oubli ne vaust metre mieA la roine a pris congietEn lestrier a boute le pietSor le coursier maintenant monteQue vous feroie plus lonc conteIe ne sai pourquoi ne coumentTant cheuaucha il et sa gentQue en le terre vint de BraibantOu il voit vne forest grantMais il ni pot aler quachier

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Et li autres dastrenomiePlus goulousoient a sauoirAsses que amasser auoir

Venir voel a mententionPeu deuant lincarnationJhesucrist si con lisant truisFu en Ione vns rois instruisEn la science de clergieQue on apele astrenomieMout sot du cours du firmamentEt des estoiles ensementA painnes ietoit onques sortQue ne trouast de son acortCis qui eut tant de sapienceEut non Tirus rois de MaienceEn vn castel nouris et neeFu qui Berleis fu noumesLi pelerin de cest paisNoument le castel BerleisAuint que vaust aler cacierPour soi deduire et souslacierSen cheual commande a ensellerSe maisnie fist apellerSes leuriers sa braquerieEn oubli ne vaust metre mieA la roine a pris congietEn lestrier a boute le pietSor le coursier maintenant monteQue vous feroie plus lonc conteIe ne sai pourquoi ne coumentTant cheuaucha il et sa gentQue en le terre vint de BraibantOu il voit vne forest grantMais il ni pot aler quachier

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Pour lo solail quil voit coucierTrop tart estoit pas ne cachaPour la nuit qui aprochaMaisement eust fait son preuIa estoit entre kien et leuBele nuit conmencha a faireMout ot v ciel grant luminaireBien estoit esteles li chiusCele part a iete ses ieusEntour resgarde et enuironToute le constelationPense que si ne trouueraQui grant mestire porteraDe lestoile quil vit mesurePrent et souspoise la natureToute le dispositionResgarde de la regionEt lescallette considereDe lart du ciel et de la terreQuant cha fait si a esprouue Et par esperiment trouueQuiconques a feme gerroitA celle eure vn enfant aroitQui aroit et deuroit aquerreMout grant signorie de terre Et aroit pooir de donnerGens qui sont en isle de merCis qui dont engenres seroitSires de grant terre seroitDont vausist sa femme tenir Mais ni porroit a tans venirTrop sestoit de li eslongiesQuant voit chou si sest herbergiesSi tost com il fu osteles

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Pour lo solail quil voit coucierTrop tart estoit pas ne cachaPour la nuit qui aprochaMaisement eust fait son preuIa estoit entre kien et leuBele nuit conmencha a faireMout ot v ciel grant luminaireBien estoit esteles li chiusCele part a iete ses ieusEntour resgarde et enuironToute le constelationPense que si ne trouueraQui grant mestire porteraDe lestoile quil vit mesurePrent et souspoise la natureToute le dispositionResgarde de la regionEt lescallette considereDe lart du ciel et de la terreQuant cha fait si a esprouue Et par esperiment trouueQuiconques a feme gerroitA celle eure vn enfant aroitQui aroit et deuroit aquerreMout grant signorie de terre Et aroit pooir de donnerGens qui sont en isle de merCis qui dont engenres seroitSires de grant terre seroitDont vausist sa femme tenir Mais ni porroit a tans venirTrop sestoit de li eslongiesQuant voit chou si sest herbergiesSi tost com il fu osteles

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Dont a ses serians apelles Asses amast mix qil geustA tel femme cauoir peustQuil perdist la grant signorieQue peust auoir sa lignieLi sergant viennent maintenant laquoAlesraquo fait il laquoie vous conmantVne femme si me querresSe che non mal venut seresQui de biaute soit amiableEt qui a moi soit couuoitable Et selle nest telle trouueeVne autre men soit ameneeraquoLi seriant firrent maintenantDe lor signour tout son conmantAu plus tost que il onques peurentPres diaus par cha et par la keurentTant tournerent et tant alerentQue la pres vn manoir trouuerentCis hom dont ie fas mentionAuoit Atus ce truis a non Et une fille auoit mout bellePyle ot a non la damoiselleLi seriant qui el ne queroientSont esioi quant il le voientCelle fu amenee et prise Et ou lit auoec le roi mise

La pucelle le roi rechutEt tant fist quelle conchutEt quant il ot fait a plenteDe li toute sa vollente Se li pria que sensi fustQue se de lui enfant eustCoique fust marle v fumelle

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Dont a ses serians apelles Asses amast mix qil geustA tel femme cauoir peustQuil perdist la grant signorieQue peust auoir sa lignieLi sergant viennent maintenant laquoAlesraquo fait il laquoie vous conmantVne femme si me querresSe che non mal venut seresQui de biaute soit amiableEt qui a moi soit couuoitable Et selle nest telle trouueeVne autre men soit ameneeraquoLi seriant firrent maintenantDe lor signour tout son conmantAu plus tost que il onques peurentPres diaus par cha et par la keurentTant tournerent et tant alerentQue la pres vn manoir trouuerentCis hom dont ie fas mentionAuoit Atus ce truis a non Et une fille auoit mout bellePyle ot a non la damoiselleLi seriant qui el ne queroientSont esioi quant il le voientCelle fu amenee et prise Et ou lit auoec le roi mise

La pucelle le roi rechutEt tant fist quelle conchutEt quant il ot fait a plenteDe li toute sa vollente Se li pria que sensi fustQue se de lui enfant eustCoique fust marle v fumelle

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Quele enuoiast au roi nouelleQe pour riens nule ne laisast Qe ele lui li enuoiastEt elle li ot en couuenentQuelle feroit a son tollent

Atant li rois a pris congietSa la damoiselle laissiet Rales sen est en sa contreeEt celle est grosse demoureeTant le porta que raisons porteQe vne femme vn enfant porteLi tans vint quenfanter deut Elle enfanta vn enfant eutQui fu biaus de si grant biauteCon il a afiert a roiauthe

[Py]le qui fu de lenfant mereOt oublie le non son pere [E]ncor deust bien par raison[L]i fius du pere auoir a non[M]ais pour che que ne le sot pas[S]e li donna isnelle pasSon non et le son pere Atus Pour ce ot non Pylatus

Mout fu biaus enfes et plaisansSa mere le garda III ansQue vous feroie lonc destintAdonques primes li souuint De ce que li rois li ot ditQuant de li ot fait son delitQue sil aueuoit quelle eustDe lui aucun oir quesquil fustQue pour riens nule ne laisast

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Quele enuoiast au roi nouelleQe pour riens nule ne laisast Qe ele lui li enuoiastEt elle li ot en couuenentQuelle feroit a son tollent

Atant li rois a pris congietSa la damoiselle laissiet Rales sen est en sa contreeEt celle est grosse demoureeTant le porta que raisons porteQe vne femme vn enfant porteLi tans vint quenfanter deut Elle enfanta vn enfant eutQui fu biaus de si grant biauteCon il a afiert a roiauthe

[Py]le qui fu de lenfant mereOt oublie le non son pere [E]ncor deust bien par raison[L]i fius du pere auoir a non[M]ais pour che que ne le sot pas[S]e li donna isnelle pasSon non et le son pere Atus Pour ce ot non Pylatus

Mout fu biaus enfes et plaisansSa mere le garda III ansQue vous feroie lonc destintAdonques primes li souuint De ce que li rois li ot ditQuant de li ot fait son delitQue sil aueuoit quelle eustDe lui aucun oir quesquil fustQue pour riens nule ne laisast

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Que ne li enuoiastElle pensa que bon seroitEt quele li enuoieroitEnsi pensa ensi le fistPylate a son pere tramist Dont fu Pylates enuoyesA son pere qui en fu liesQuant il le voit son non enqiertEt on li dist que nomes iertPyla(l)te ensi ot a non De par sa mere et son taionLi rois auoit I fil mout cierQui fu de sa france moullierO lui mist Pylate denfenchePour norir furent mis ensenble Anques estoient dvn eageMais nestoient pas dun linageLi tans passa de lor enfancheEt quant vinrent a connissanceEt quil eurent discresion Peu ot en aus dafectionNe se finoient de conbatreLuns se penoit de lautre abatreQuant a la luite se prendoientMout durement se conbatoient Ne quedent aussi comme frereQui estoient de par le pereTous tans ensanble sen aloientA quelconques iu quil iouoientA le fonde ou a le platine838 Ades ot entriaus aatineMais de la roine li fieusDe Pylate fu plus soutieus

838 Il cod platerne351

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Que ne li enuoiastElle pensa que bon seroitEt quele li enuoieroitEnsi pensa ensi le fistPylate a son pere tramist Dont fu Pylates enuoyesA son pere qui en fu liesQuant il le voit son non enqiertEt on li dist que nomes iertPyla(l)te ensi ot a non De par sa mere et son taionLi rois auoit I fil mout cierQui fu de sa france moullierO lui mist Pylate denfenchePour norir furent mis ensenble Anques estoient dvn eageMais nestoient pas dun linageLi tans passa de lor enfancheEt quant vinrent a connissanceEt quil eurent discresion Peu ot en aus dafectionNe se finoient de conbatreLuns se penoit de lautre abatreQuant a la luite se prendoientMout durement se conbatoient Ne quedent aussi comme frereQui estoient de par le pereTous tans ensanble sen aloientA quelconques iu quil iouoientA le fonde ou a le platine838 Ades ot entriaus aatineMais de la roine li fieusDe Pylate fu plus soutieus

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De tous ius passa gentilleceCar il auoit double nobleche Quant il venoient au palestreCest vns lieus v luit seut estrePlus legiers estoit et plus aatesEt plus fors que nestoit PylatesA quelconqes iu quil venist Pylate a lui ne se tenist

Or ne pleut a Pylate mieAncois en eut au cuer enuieTous fu de mautalent esprisSon frere a coiement souspris Com maluais pour ceste ocoisonOcist son frere en traisonAu roi en vinrent les nouuellesSacies ne les tint pas a bellesQuant ot oi conter lafaire De mautalent enprist a direSon fil fist deuant lui venirEt comme maufaiteur tenirlaquoTon iugementraquo fist il laquosaronsraquoAdont fist mander les barons Et si lor conta le mesfaitQe Pylates ses fieus ot faitEt cil mout sen esmeruillerentEt ensanble se consillerentEt quant il furent consillie Arriere au roi sont repairieEt furent tout de tel acortPylates ait deserui mortQuant li rois vit quil fu iugiesSen fu encore plus iries Pensa que se chis est pendusQue ses II fieus aroit perdus

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De tous ius passa gentilleceCar il auoit double nobleche Quant il venoient au palestreCest vns lieus v luit seut estrePlus legiers estoit et plus aatesEt plus fors que nestoit PylatesA quelconqes iu quil venist Pylate a lui ne se tenist

Or ne pleut a Pylate mieAncois en eut au cuer enuieTous fu de mautalent esprisSon frere a coiement souspris Com maluais pour ceste ocoisonOcist son frere en traisonAu roi en vinrent les nouuellesSacies ne les tint pas a bellesQuant ot oi conter lafaire De mautalent enprist a direSon fil fist deuant lui venirEt comme maufaiteur tenirlaquoTon iugementraquo fist il laquosaronsraquoAdont fist mander les barons Et si lor conta le mesfaitQe Pylates ses fieus ot faitEt cil mout sen esmeruillerentEt ensanble se consillerentEt quant il furent consillie Arriere au roi sont repairieEt furent tout de tel acortPylates ait deserui mortQuant li rois vit quil fu iugiesSen fu encore plus iries Pensa que se chis est pendusQue ses II fieus aroit perdus

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Apres vaurroit pis quenantDont send ala ia repentantSon cuer au plus que pot maira A soi meismes repairaNe vaust encontre son fil mieMoutepliier sa felonniePensa que bien sen vengeroitA Rome dist lenuoieroit Et ne le traiteroit a mortNe li feroit ne droit ne tortA Roume deuoit839 tous les ansLi rois Titus treuages gransDont enuoia son fil en gages Et en pleges pour les treuagesPylate a mort pas ne liuraEt del treu se deliura

Quant Pylate paruint a RomeCompagna soi a vn noble homme Qui Paginus auoit a nonDe son pere auoit le nonEt ert chis fieus au roi de FranceEnuoiet lot pour laquintanceLi rois aussi de son treuage Son fil en pleges et en gagesA celui conpaignon tintPylates oies quen auintQuant il vit que chis PaginusEstoit mioldres de lui tenus Pour ce que plains ert de bonnes meursEt plus dines dauoir honneursQuil nert et que ert en veritePlus grans de lui en dinite

839 Il Cod deuoir353

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Apres vaurroit pis quenantDont send ala ia repentantSon cuer au plus que pot maira A soi meismes repairaNe vaust encontre son fil mieMoutepliier sa felonniePensa que bien sen vengeroitA Rome dist lenuoieroit Et ne le traiteroit a mortNe li feroit ne droit ne tortA Roume deuoit839 tous les ansLi rois Titus treuages gransDont enuoia son fil en gages Et en pleges pour les treuagesPylate a mort pas ne liuraEt del treu se deliura

Quant Pylate paruint a RomeCompagna soi a vn noble homme Qui Paginus auoit a nonDe son pere auoit le nonEt ert chis fieus au roi de FranceEnuoiet lot pour laquintanceLi rois aussi de son treuage Son fil en pleges et en gagesA celui conpaignon tintPylates oies quen auintQuant il vit que chis PaginusEstoit mioldres de lui tenus Pour ce que plains ert de bonnes meursEt plus dines dauoir honneursQuil nert et que ert en veritePlus grans de lui en dinite

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Sen eut ausi comme viltance Mes comme il fist grant enfanceCoiement pour ceste raisonOcist celui en traisonOr fu seu par tout a RomeQue Pylate ot mort itel homme Es Roumains not que couroucierQuant il oirent chou noncierDe Pylate furent en douteSil aroit se deserte touteTele comme il ot deseruie V son li sauueroit sa vieV son porroit nule raisonQue on le tenist en prisonV trouer con le laisast alerDont conmencerent a parler Aucun Roumain et li plus sageEt dient laquoSil vit lonc eageCis qui a son frere a mort misEt noblece nous a maumisEt il auoit par auenture Daucune gent iugier la cureQui fisent fier et enuieusIl est si fel et si crueusQue contre aus se conbateroitEt petit les deporteroit Et ensi porroit porfiterEn ses anemis deporterDont bon seroit que il fust misEntre grant840 plente danemisTant a fait que ne deueroit viure Sen poiesmes estre deliureCascuns en deuroit estre lies

840 Il Cod gent354

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Sen eut ausi comme viltance Mes comme il fist grant enfanceCoiement pour ceste raisonOcist celui en traisonOr fu seu par tout a RomeQue Pylate ot mort itel homme Es Roumains not que couroucierQuant il oirent chou noncierDe Pylate furent en douteSil aroit se deserte touteTele comme il ot deseruie V son li sauueroit sa vieV son porroit nule raisonQue on le tenist en prisonV trouer con le laisast alerDont conmencerent a parler Aucun Roumain et li plus sageEt dient laquoSil vit lonc eageCis qui a son frere a mort misEt noblece nous a maumisEt il auoit par auenture Daucune gent iugier la cureQui fisent fier et enuieusIl est si fel et si crueusQue contre aus se conbateroitEt petit les deporteroit Et ensi porroit porfiterEn ses anemis deporterDont bon seroit que il fust misEntre grant840 plente danemisTant a fait que ne deueroit viure Sen poiesmes estre deliureCascuns en deuroit estre lies

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En Pons ille soit enuoiesOn ne leur puet signor offrirQuil vuellent deseur aus soufrir Nus juges ni va ne arriueQui se il point sor aus estriueQuil ne lameccent a le mortDaus nara il autre deportSil a en lui tant de vigeur Quil les puist metre a sa dueurEt se tel maniere les maireCa sa cordelle les puist trairePar si quil ait sor aus pooirNous le poons moult bien voloir Et sil ne puet sait sa deserteSiens soit li gaains et la perteraquoCil qui furent illuec venuLe consel ont a bon tenuA ce consel chascuns sacorde Ni a celui qui sen descordeLor afaire ont aparillietPylate ont a Pons enuoiet

Or voit Pylate con lemmaineEt que chou est cose certaine Que sires doit estre et jugeresDe ces gens crueuses et fieresEt quil va droit en Pons en illeGrant paour a con ne lescilleDont fu il en moult grant doute De sa vie qui est courtePensa que bien se gariraCar humlement auant iraIl se teut neut tolent de braireEt soufri chou con li veut faire Not tolent de trop estriuer

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En Pons ille soit enuoiesOn ne leur puet signor offrirQuil vuellent deseur aus soufrir Nus juges ni va ne arriueQui se il point sor aus estriueQuil ne lameccent a le mortDaus nara il autre deportSil a en lui tant de vigeur Quil les puist metre a sa dueurEt se tel maniere les maireCa sa cordelle les puist trairePar si quil ait sor aus pooirNous le poons moult bien voloir Et sil ne puet sait sa deserteSiens soit li gaains et la perteraquoCil qui furent illuec venuLe consel ont a bon tenuA ce consel chascuns sacorde Ni a celui qui sen descordeLor afaire ont aparillietPylate ont a Pons enuoiet

Or voit Pylate con lemmaineEt que chou est cose certaine Que sires doit estre et jugeresDe ces gens crueuses et fieresEt quil va droit en Pons en illeGrant paour a con ne lescilleDont fu il en moult grant doute De sa vie qui est courtePensa que bien se gariraCar humlement auant iraIl se teut neut tolent de braireEt soufri chou con li veut faire Not tolent de trop estriuer

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A Pons le conuient ariuerEt quant il fu a Pons venusFu con lor sires receusTant fist par dons et par promesses Capaisa ces gens felenessesPar flater et par losengierFist que furent en son dangierEnsi les prist au premerainEt quant ce vint au daarain Si les mena mout malementPar manaces et par tourmentEn le fin lor fist moult de mausQue chascuns estoit lies et bausQe peust qe seust deseruir Par coi il peust seruirEt pour ichou qe par son sensMist a point ces desperses gensEt les mist en subiectionOt il de Pons Ponces a non Puis que iuges fu de Pons isleEt que se mere ot a non PyleEt ses taions fu nomes AtesPour ce ot non Ponces PylatesPour ce que les gens a point mist De Pons ille le sornon prist

Dont en corut la renomeeEn le terre de GalileeEn Iherusalem et en IudeCon Pylate les ot mene Auoit Pylate bien tenuIcele gent que illa fuPar sons sens et par sa boisdieAuoit mainte gent cunciieCon Pylates sages hom fu

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A Pons le conuient ariuerEt quant il fu a Pons venusFu con lor sires receusTant fist par dons et par promesses Capaisa ces gens felenessesPar flater et par losengierFist que furent en son dangierEnsi les prist au premerainEt quant ce vint au daarain Si les mena mout malementPar manaces et par tourmentEn le fin lor fist moult de mausQue chascuns estoit lies et bausQe peust qe seust deseruir Par coi il peust seruirEt pour ichou qe par son sensMist a point ces desperses gensEt les mist en subiectionOt il de Pons Ponces a non Puis que iuges fu de Pons isleEt que se mere ot a non PyleEt ses taions fu nomes AtesPour ce ot non Ponces PylatesPour ce que les gens a point mist De Pons ille le sornon prist

Dont en corut la renomeeEn le terre de GalileeEn Iherusalem et en IudeCon Pylate les ot mene Auoit Pylate bien tenuIcele gent que illa fuPar sons sens et par sa boisdieAuoit mainte gent cunciieCon Pylates sages hom fu

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Par le pais reuelle fuHerodes la nouelle en oiCis qui fu fiex ArcheleiLi grans Herodes ce sauonsFu a cel Herode taions Duquel nous faisons mentionCon princes dominationOt en cel tans en la contreeDe Iherusalem de IudeeQuant la nouuelle dire oi Mout durement sen esioiPour ce que fu de sens si gransFu de traire a lui mout engransSe feste fait do son parlerDist quil veut veir le baceler Le trekeur aimme li trekieresEt le flateur li losengeresChascuns hom aimme ce me sanbleCelui qui mieus a lui resanbleHerodes vaust a son conseil Pylate traire a son pareilEt pour che qui[l] le vaust auoirMout li tramist de son auoirSon mes aler a lui commandeEt quil vingne a lui et li mande Sa lui vient sara grant partieDu sien et de sa signouriePooir ara sor la contreeDe Iherusalem et de IudeePylates vint Herode fist Chou que a Pylate pourmist

Quant il fu sires du paisNe fu mie trop esbahisDe querre deniers a plente

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Par le pais reuelle fuHerodes la nouelle en oiCis qui fu fiex ArcheleiLi grans Herodes ce sauonsFu a cel Herode taions Duquel nous faisons mentionCon princes dominationOt en cel tans en la contreeDe Iherusalem de IudeeQuant la nouuelle dire oi Mout durement sen esioiPour ce que fu de sens si gransFu de traire a lui mout engransSe feste fait do son parlerDist quil veut veir le baceler Le trekeur aimme li trekieresEt le flateur li losengeresChascuns hom aimme ce me sanbleCelui qui mieus a lui resanbleHerodes vaust a son conseil Pylate traire a son pareilEt pour che qui[l] le vaust auoirMout li tramist de son auoirSon mes aler a lui commandeEt quil vingne a lui et li mande Sa lui vient sara grant partieDu sien et de sa signouriePooir ara sor la contreeDe Iherusalem et de IudeePylates vint Herode fist Chou que a Pylate pourmist

Quant il fu sires du paisNe fu mie trop esbahisDe querre deniers a plente

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Il en ot a sa uolente Et quant ases en ot aquisEn Rome en ala sa requisSon signor Cesare et TybereQui a cel tans fu emperereQuil ait si li vient a tolent Le cite de IherusalentEt de Iudee ausi li prieQuil li doinst la signouriePour ce vaust il illuec venirQui le voloit de lui tenir Lempereres pour les deniersQuil en eut le fist volentiersTant en fist Pylate donnerQuil eurent asses a nonbrerAdont ne sot Herodes mie De Pylate la trequerieEt que tenist mie dautruiTelle dinite que de luiDusques adont qua Roume vintEt quant il le sot il se tint Acunchiies trop durementQuant ne lot de son tenementSitost con vit qui[l] lot traiCon son anemi le haiCe fu li cause de lorine Dont entraus II fu li haineDe coi on fait le ramenbranceSi con saues en la souffrance

Entriaus II ot tous iors estrisDusques adont que Ihesucris Fu de par Pylate enuoiiesA Herode qui fu liesMenes i fu vilainnement

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Il en ot a sa uolente Et quant ases en ot aquisEn Rome en ala sa requisSon signor Cesare et TybereQui a cel tans fu emperereQuil ait si li vient a tolent Le cite de IherusalentEt de Iudee ausi li prieQuil li doinst la signouriePour ce vaust il illuec venirQui le voloit de lui tenir Lempereres pour les deniersQuil en eut le fist volentiersTant en fist Pylate donnerQuil eurent asses a nonbrerAdont ne sot Herodes mie De Pylate la trequerieEt que tenist mie dautruiTelle dinite que de luiDusques adont qua Roume vintEt quant il le sot il se tint Acunchiies trop durementQuant ne lot de son tenementSitost con vit qui[l] lot traiCon son anemi le haiCe fu li cause de lorine Dont entraus II fu li haineDe coi on fait le ramenbranceSi con saues en la souffrance

Entriaus II ot tous iors estrisDusques adont que Ihesucris Fu de par Pylate enuoiiesA Herode qui fu liesMenes i fu vilainnement

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Et ot de poupre un vestementA Herode le fist liurer Pylate pour lui deliurerPour ce quil voloit soi purgierDe son sanc li fist enuoiierHerodes pensoit tout autrementCar il cuidoit tout vraiement Qui[l] li eust enuoiie celuiPour la reuerence de luiEt qui[l] li vausist honneur faireEt pour ce qui[l] le deust faireEnsi Herodes lentendi Et pour ce samour li rendiA lui se reconchiliaEt Ihesucris li enuoiaDont li souffrance nous recordeQue pour Ihesucrist vint acorde Mout fu Ihesucris demenesA Pilate fu ramenesQui sati[s]fation vaust fairePour ce quil vaust as Iuis plaireEt Ihesus gabes et batus Et puis lor rendi PylatusAs mauuais Iuis fu bailliesPour ce quil fust crucefiiesDe se mort de se passionNe ferai mie mention Conment il morut cesquesAsses de fois oit laues

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Et ot de poupre un vestementA Herode le fist liurer Pylate pour lui deliurerPour ce quil voloit soi purgierDe son sanc li fist enuoiierHerodes pensoit tout autrementCar il cuidoit tout vraiement Qui[l] li eust enuoiie celuiPour la reuerence de luiEt qui[l] li vausist honneur faireEt pour ce qui[l] le deust faireEnsi Herodes lentendi Et pour ce samour li rendiA lui se reconchiliaEt Ihesucris li enuoiaDont li souffrance nous recordeQue pour Ihesucrist vint acorde Mout fu Ihesucris demenesA Pilate fu ramenesQui sati[s]fation vaust fairePour ce quil vaust as Iuis plaireEt Ihesus gabes et batus Et puis lor rendi PylatusAs mauuais Iuis fu bailliesPour ce quil fust crucefiiesDe se mort de se passionNe ferai mie mention Conment il morut cesquesAsses de fois oit laues

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APPENDICE C

Cod L IV 5 della Nazionale di Torino (XV sec) Meno pochissimecorrezioni volute dal senso lascio al testo le molte sue mende

Chi apries senssieult la vengance mesire Ihesucrist faitte parVespasien

Signeurs or faittes paix pour dieu le tout puissantCheualiers bourgois femmes et enfansChe nest mie dOgier dAimont ne dAgoulantAins est de la venganche le pere royamantQue luis tourmenterent li felons mescreantQuarante ans en apries ce trouuons nous lisantEm prist Titus vengance a lespee trenchantEt Vaspasien son pere au coraige vaillantChils esmurent la guerre merueilleuse et pesantSe destruisirent Pilatte le cuyers soudoyantDedens Iherusalem fu famine si grantQue de faim y menga la mere son enfantDedens Constantinoble la chite souffisantEn la lebrarie de leglise plaisantQue on dist Sainte Souffie la li voit on trouuantLa certain cronicque ien ay veu lapparantChils rois Vaspasien don ie voy chi parlantFu preudons en sa loy moult fu sage e sachantSil veusist croire en dieu le pere tout puissantNeuist milleur de ly en ce siecle viuantMais puis le volt Ihesus par son digne commantAtourner a no loy par vng malage grantAinsy que vous orez recorder ou romant

Seigneurs or faittes paix pour dieu le droiturierChelui Vaspaeien dont vous moez plaidierFut empereur de Rome se leut a gouuerner

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APPENDICE C

Cod L IV 5 della Nazionale di Torino (XV sec) Meno pochissimecorrezioni volute dal senso lascio al testo le molte sue mende

Chi apries senssieult la vengance mesire Ihesucrist faitte parVespasien

Signeurs or faittes paix pour dieu le tout puissantCheualiers bourgois femmes et enfansChe nest mie dOgier dAimont ne dAgoulantAins est de la venganche le pere royamantQue luis tourmenterent li felons mescreantQuarante ans en apries ce trouuons nous lisantEm prist Titus vengance a lespee trenchantEt Vaspasien son pere au coraige vaillantChils esmurent la guerre merueilleuse et pesantSe destruisirent Pilatte le cuyers soudoyantDedens Iherusalem fu famine si grantQue de faim y menga la mere son enfantDedens Constantinoble la chite souffisantEn la lebrarie de leglise plaisantQue on dist Sainte Souffie la li voit on trouuantLa certain cronicque ien ay veu lapparantChils rois Vaspasien don ie voy chi parlantFu preudons en sa loy moult fu sage e sachantSil veusist croire en dieu le pere tout puissantNeuist milleur de ly en ce siecle viuantMais puis le volt Ihesus par son digne commantAtourner a no loy par vng malage grantAinsy que vous orez recorder ou romant

Seigneurs or faittes paix pour dieu le droiturierChelui Vaspaeien dont vous moez plaidierFut empereur de Rome se leut a gouuerner

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Moult lonc temps fut payens mais dieu le volt amerTant qua sa loy le fist atraire et atournerMais anchois le conuint moult grant paine endurerPar vne maladye que voua morez nommerLe liepre lappellent sergant et bacellerCe est meselerie au iustement parlerAinsi volt Ihesucrist qui tous nos volt sauuerTant li fist le visage et le corps tempesterEt la barbe cheoir et la liepre aleprerQui li menga la leure iusqu au dent maissellerDangais841 li seneschal le prist a regarderQuant en ce point le vit se commence a plourerAins ne veistes hommes si grant doel demenerNe detordre ses mains et ses cheueulx tirerSil demaine grant doel nen fait mie a blasmerCar qui bon seigneur pert il en doit bien plourerA lempereur vint se li dist sans cesserlaquoPar Mahommet biau sire pour vous cui foursenerNest nuls hoins qui iamais sancte vous puist donnerNon pourquant ie me suis pris a pourpenserIe ne scay senuers moy vous en vauries yrerMais ie le vous diray se vollez escoutterVng prophette soloit en Surie regnerLequel vot en son temps maintes viertus moustrerMais en Iherusalem le firent lappiderIuis en vne croix atachier et leuerSe creyez ou prophette dont chi moez parlerPar le mien essiant bien vous polroit sannerDe telle maladie dont ie vous voy porterraquoQuant Vaspasien loit si commence a plourerEt lui a dit laquoAmis ie te doy moult amerMais se tant poryes faire par terre ou par merQue pussies medechine par decha rapporterDont veisse mon corps de la liepre monderIamais iour par Mahon que ie doy honnourerNaray honneur sans vous ie le vous voel iurerraquo

841 In altri testi separato Dans Gais o Dans Guy Dangais come Da meldeu361

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Moult lonc temps fut payens mais dieu le volt amerTant qua sa loy le fist atraire et atournerMais anchois le conuint moult grant paine endurerPar vne maladye que voua morez nommerLe liepre lappellent sergant et bacellerCe est meselerie au iustement parlerAinsi volt Ihesucrist qui tous nos volt sauuerTant li fist le visage et le corps tempesterEt la barbe cheoir et la liepre aleprerQui li menga la leure iusqu au dent maissellerDangais841 li seneschal le prist a regarderQuant en ce point le vit se commence a plourerAins ne veistes hommes si grant doel demenerNe detordre ses mains et ses cheueulx tirerSil demaine grant doel nen fait mie a blasmerCar qui bon seigneur pert il en doit bien plourerA lempereur vint se li dist sans cesserlaquoPar Mahommet biau sire pour vous cui foursenerNest nuls hoins qui iamais sancte vous puist donnerNon pourquant ie me suis pris a pourpenserIe ne scay senuers moy vous en vauries yrerMais ie le vous diray se vollez escoutterVng prophette soloit en Surie regnerLequel vot en son temps maintes viertus moustrerMais en Iherusalem le firent lappiderIuis en vne croix atachier et leuerSe creyez ou prophette dont chi moez parlerPar le mien essiant bien vous polroit sannerDe telle maladie dont ie vous voy porterraquoQuant Vaspasien loit si commence a plourerEt lui a dit laquoAmis ie te doy moult amerMais se tant poryes faire par terre ou par merQue pussies medechine par decha rapporterDont veisse mon corps de la liepre monderIamais iour par Mahon que ie doy honnourerNaray honneur sans vous ie le vous voel iurerraquo

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laquoAmisraquo dist lempereur laquome ses tu conseillierSil estoit homme au monde qui me puist aidierIamais sans luy naroye le monte dun denierQui fut dont ce prophette que tay oit nonchierraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquone le vous quier noyerCe fut vng bon preudon que Iuis firent crucefiierQui faisoit les contrais par droit radrechierLes mors ressusciter les awlles renclairierMais Iuis par enuie qui ne lorent pas chierA Iudas lachetterent li traittres lanierSy en furent pour ly donne trente deniersDedens Iherusalem le firent traueillierEt par despit le firent en vne croix drechierLongis ne veoit goutte qui estoit cheuallierOu coste le fery dune lanche dachierDont li sanc li alla iusques es mains raiierLe coer li en fendy dont le conuint deniierEt quant senti le sanc ses yeulx alla touchierDont il en vit cler si lala merchiierPuis fist on ce prophette ou sepulcre couchierAu tierch iour ressuscita si comme oyc nonchierOr vous dich que anuit ie vos vng songe songierQuen Iherusalem ou ialoye cherquierMedechine pour vous mais ioich retraitierTel chose ce mest vis qui me fist relaichierDont bien ie loeroye sel volies ottriierQue demain y alaisse sans point datargierEt se chose y trouuoye qui vous puist aydierVous feries grant aulmosne selonc le mien cuidierDe ce digne prophette sur les Iuis vengierraquo

laquoDangaisraquo dist lempereur laquovous estes bien parlantVous yres le matin ie vous en priie tantEt dittes a Pilatte il a passe lonc tampsQuil ne me vint seruir dont ie suy moult dollantDittes luy quil menuoye querquiet vng aufferantDe fin or et dargent et de perles autantEt si le deffyez se ce est reffusantraquo

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laquoAmisraquo dist lempereur laquome ses tu conseillierSil estoit homme au monde qui me puist aidierIamais sans luy naroye le monte dun denierQui fut dont ce prophette que tay oit nonchierraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquone le vous quier noyerCe fut vng bon preudon que Iuis firent crucefiierQui faisoit les contrais par droit radrechierLes mors ressusciter les awlles renclairierMais Iuis par enuie qui ne lorent pas chierA Iudas lachetterent li traittres lanierSy en furent pour ly donne trente deniersDedens Iherusalem le firent traueillierEt par despit le firent en vne croix drechierLongis ne veoit goutte qui estoit cheuallierOu coste le fery dune lanche dachierDont li sanc li alla iusques es mains raiierLe coer li en fendy dont le conuint deniierEt quant senti le sanc ses yeulx alla touchierDont il en vit cler si lala merchiierPuis fist on ce prophette ou sepulcre couchierAu tierch iour ressuscita si comme oyc nonchierOr vous dich que anuit ie vos vng songe songierQuen Iherusalem ou ialoye cherquierMedechine pour vous mais ioich retraitierTel chose ce mest vis qui me fist relaichierDont bien ie loeroye sel volies ottriierQue demain y alaisse sans point datargierEt se chose y trouuoye qui vous puist aydierVous feries grant aulmosne selonc le mien cuidierDe ce digne prophette sur les Iuis vengierraquo

laquoDangaisraquo dist lempereur laquovous estes bien parlantVous yres le matin ie vous en priie tantEt dittes a Pilatte il a passe lonc tampsQuil ne me vint seruir dont ie suy moult dollantDittes luy quil menuoye querquiet vng aufferantDe fin or et dargent et de perles autantEt si le deffyez se ce est reffusantraquo

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laquoSirraquo ca dit Dangais laquoie feray vo commantraquoNe scay que vous yroye la canchon alongantAu matin sapareille li seneschal plaisantA lempereur commande sa femme et ses enfantPuis monte ou pallefroy qui suef va amblantAueuc lui en mena quattre de ses sergantAssez en fist porter or et argent luisantAu riuage trouua ce croi ge cent marchantAueuc eulx est entrez par la mer vont nagantTout iusques au port dAcre ne furent arestantDangais yst de la nef quant furent arriuantAdont prist il congiet as nageurs et marchantIusques a Iherusalem ne se fut arestantOr oiies comment dieu si le fut arinantLez le temple David la se fut arestantSur vng riche bourgois qui bien estoit creantEn celui qui pour nous fut la mort endurantMais nosoit pour Pilatte en faire nuis semblant

Dieux a le seneschal richement osteleMieulx estre ne pooit en toute la chiteCelle nuit fut seruit par grande nobleteEt apries le soupper ont grant reuiel meneLy hostes apella le seneschal loeEt dist laquoDont yeste vous point ne nous soit celeraquolaquoSireraquo ce dit Dangais laquode Rome la chiteHomme suy lempereur cest fine veriteOr la prins maladiie et la si agreueLe corps a tout deffais et le vis tempesteEt la barbe keuwe et le vis alieupreMedechine voy querre dont puist estre sanneQui conseil men douroit il aroit bien ouureVenus suy demander dedens ceste citeSe de ce saint homme dont on a tant parleQui fu mis en la croix a doel et a vieteSeroit chose remesse dont on leuist sanneQui trouuer le seroit sachies en veriteIen douroy dor fin vng [se]stier mesureraquo

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laquoSirraquo ca dit Dangais laquoie feray vo commantraquoNe scay que vous yroye la canchon alongantAu matin sapareille li seneschal plaisantA lempereur commande sa femme et ses enfantPuis monte ou pallefroy qui suef va amblantAueuc lui en mena quattre de ses sergantAssez en fist porter or et argent luisantAu riuage trouua ce croi ge cent marchantAueuc eulx est entrez par la mer vont nagantTout iusques au port dAcre ne furent arestantDangais yst de la nef quant furent arriuantAdont prist il congiet as nageurs et marchantIusques a Iherusalem ne se fut arestantOr oiies comment dieu si le fut arinantLez le temple David la se fut arestantSur vng riche bourgois qui bien estoit creantEn celui qui pour nous fut la mort endurantMais nosoit pour Pilatte en faire nuis semblant

Dieux a le seneschal richement osteleMieulx estre ne pooit en toute la chiteCelle nuit fut seruit par grande nobleteEt apries le soupper ont grant reuiel meneLy hostes apella le seneschal loeEt dist laquoDont yeste vous point ne nous soit celeraquolaquoSireraquo ce dit Dangais laquode Rome la chiteHomme suy lempereur cest fine veriteOr la prins maladiie et la si agreueLe corps a tout deffais et le vis tempesteEt la barbe keuwe et le vis alieupreMedechine voy querre dont puist estre sanneQui conseil men douroit il aroit bien ouureVenus suy demander dedens ceste citeSe de ce saint homme dont on a tant parleQui fu mis en la croix a doel et a vieteSeroit chose remesse dont on leuist sanneQui trouuer le seroit sachies en veriteIen douroy dor fin vng [se]stier mesureraquo

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laquoAmisraquo ca dit Iacob laquoayes dont retourneCar pour noyent ariens de ce fait chi parleMais sil y volloit croire ie pense en veriteTel conseil lui douroye dont il seroit sanneraquoQuant li seneschal lot si ploura de piteEt lui a dit laquoBiau sire or mayes escoutteEt ie diray comment polrons auoir useraquo

Dist Dangais li seneschal qui moult preudons estoitlaquoBiau sire par ma foy qui tel chose feroitEnuers le mien seigneur et gharir le polroitIe scay certainement quassez tost y creroitCar il a du grant mal forment le coer estroitEt sil estoit gharis bien scay quil vengeroitLa mort du saint prophette dont parlez chi endroitraquolaquoAmisraquo cha dit Iacob laquopar le dieu ou on croitQue se li vostre sire ens ou prophette croitIl en sera sannez bien scay en quel esploitCar il a vne femme en celle ville endroitSelle y volloit aller tres bien le ghariroitEt par vne touaille quelle y porteroitraquolaquoCertesraquo ca dist Dangais laquose venir li plaisoitAssez arra argent et or comme il lui plairoitNa laller ne venir ia faulte ny aroitEt menaist vne femme qui bien le gharderoitraquolaquoAmisraquo ca dit Iacob laquoparlez dont en requoitTrop redoubte Pilatte le felon maleoitCar nous seriens honnis se li glous le sauoitNon pourquant se pour bien faire a mort me metoitIe tiens que la dessus dieu le me rendroitCar qui bon maistre sert bon loiier en rechoitraquo

laquoAmisraquo ca dit Iacob laquocest verite prouueeLa char du saint prophette en la croix fu peneeDalez lui fu sa mere dolente et esghareeQui tenrement plouroit souuent quey pasmeePar le men essiant ia fuisse fourseneeSe ce ne fuist saint Iehan qui la reconfortee

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laquoAmisraquo ca dit Iacob laquoayes dont retourneCar pour noyent ariens de ce fait chi parleMais sil y volloit croire ie pense en veriteTel conseil lui douroye dont il seroit sanneraquoQuant li seneschal lot si ploura de piteEt lui a dit laquoBiau sire or mayes escoutteEt ie diray comment polrons auoir useraquo

Dist Dangais li seneschal qui moult preudons estoitlaquoBiau sire par ma foy qui tel chose feroitEnuers le mien seigneur et gharir le polroitIe scay certainement quassez tost y creroitCar il a du grant mal forment le coer estroitEt sil estoit gharis bien scay quil vengeroitLa mort du saint prophette dont parlez chi endroitraquolaquoAmisraquo cha dit Iacob laquopar le dieu ou on croitQue se li vostre sire ens ou prophette croitIl en sera sannez bien scay en quel esploitCar il a vne femme en celle ville endroitSelle y volloit aller tres bien le ghariroitEt par vne touaille quelle y porteroitraquolaquoCertesraquo ca dist Dangais laquose venir li plaisoitAssez arra argent et or comme il lui plairoitNa laller ne venir ia faulte ny aroitEt menaist vne femme qui bien le gharderoitraquolaquoAmisraquo ca dit Iacob laquoparlez dont en requoitTrop redoubte Pilatte le felon maleoitCar nous seriens honnis se li glous le sauoitNon pourquant se pour bien faire a mort me metoitIe tiens que la dessus dieu le me rendroitCar qui bon maistre sert bon loiier en rechoitraquo

laquoAmisraquo ca dit Iacob laquocest verite prouueeLa char du saint prophette en la croix fu peneeDalez lui fu sa mere dolente et esghareeQui tenrement plouroit souuent quey pasmeePar le men essiant ia fuisse fourseneeSe ce ne fuist saint Iehan qui la reconfortee

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Illeucq vint vne femme malade et agreueeQui fut toute liepreuse de leure quelle fu neeElle eult a nom Veronne ainsi fu apelleeQuant de Ihesus oit courir la renommeeDes viertus quil faisoit par toute la contreeIusquau mont842 de Caluaire sen vint sans demoreeQuant Ihesus vit en croix sa sa coulpe clamee 843La mere au sauueur si la reconforteeA son doy lachena les elle la poseeSi a prinse la ghimpe du chief li a hosteeSon chier filz en toucha dont lame fut seureePar deuant le viaire a la ghimpe tourneeLors y fu sa figure et sa fache fourmeeLa femme le rendi qui bien la reghardeeAussitost quelle lot la a son vif frotteePuis fut de son grant mal toutte par assouagieA homme plus qua moy ne fu depuis moustreeSannez en yert vo sire se lui auies donneeMais quelle y aist sa touaille porteeraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquofaitte que soit mandeeraquoDont le manda Iacob sans nulle demoreeEt elle y est venue que point ne li desueeSy salua Iacob et toutte lassambleeEt Iacob la saisy et lez lui la poseeEt lui a dit laquoVeronne ie vous ay chi mandeeCar il vous fault aller a Romme la loeeEt porter vo tuaille si questre puist sanneeLa char de lempereur qui tant est agreueeBien scay que par ce point aueront grief saudeePilatte et tous les siens par qui fu lappideeLa char de Ihesucrist et en la croix naureeVechi le seneschal par qui serez meneeDu vos ne despendres nes vne chose neeraquolaquoPar ma loyraquo dist Dangais laquocest verite prouueeEt sen sera toudis de riquesse peupleeraquo

842 Il cod moult843 Il cod pasmee

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Illeucq vint vne femme malade et agreueeQui fut toute liepreuse de leure quelle fu neeElle eult a nom Veronne ainsi fu apelleeQuant de Ihesus oit courir la renommeeDes viertus quil faisoit par toute la contreeIusquau mont842 de Caluaire sen vint sans demoreeQuant Ihesus vit en croix sa sa coulpe clamee 843La mere au sauueur si la reconforteeA son doy lachena les elle la poseeSi a prinse la ghimpe du chief li a hosteeSon chier filz en toucha dont lame fut seureePar deuant le viaire a la ghimpe tourneeLors y fu sa figure et sa fache fourmeeLa femme le rendi qui bien la reghardeeAussitost quelle lot la a son vif frotteePuis fut de son grant mal toutte par assouagieA homme plus qua moy ne fu depuis moustreeSannez en yert vo sire se lui auies donneeMais quelle y aist sa touaille porteeraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquofaitte que soit mandeeraquoDont le manda Iacob sans nulle demoreeEt elle y est venue que point ne li desueeSy salua Iacob et toutte lassambleeEt Iacob la saisy et lez lui la poseeEt lui a dit laquoVeronne ie vous ay chi mandeeCar il vous fault aller a Romme la loeeEt porter vo tuaille si questre puist sanneeLa char de lempereur qui tant est agreueeBien scay que par ce point aueront grief saudeePilatte et tous les siens par qui fu lappideeLa char de Ihesucrist et en la croix naureeVechi le seneschal par qui serez meneeDu vos ne despendres nes vne chose neeraquolaquoPar ma loyraquo dist Dangais laquocest verite prouueeEt sen sera toudis de riquesse peupleeraquo

842 Il cod moult843 Il cod pasmee

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laquoSireraquo ca dit Veronne laquobien me plaist et agreeraquolaquoBiaulx hostesraquo dist Dangais laquoie le vous certefieeDe retourner ariere ai ge grant desireeMais il fault quainchois soit ma parolle conteeA844 Pilatte ensement con le ma commandeeraquo

Ainsi se deuiserent ensamble la nuitiieEt puis vont reposer iusqua lab[r]e esclarchieQue solaus fut leuet qui par tout reff[l]ambieLors se leua Dangais et toutte sa maisnieEt monta sur la mulle qui fu belle et polieVng rainsiel doliuier porta par seignourieVers le temple David a sa voye aquelliePilatte y a trouuet aueuc sa maisnieA moult grant assamblee des Iuis plain denuieDeuant Pilatte vint haultement li escriielaquoPilatte entens a moi et ne le laisse myeSascoutte la parolle que je taray jehieDe par lempereour de toutte RommenieChelui de qui tu tiens icelle seignourieEt la grant prouuoste de la chite hantieBien sces que lempereour ten donna la maistriieSept ans a que par toy ne fu sa char seruieOr te mande que dor fin vne mulle querquieLy envoyes a Romme sans ce que le desdiieCar dedens Romme gist dune grant maladyeDont moult a despendut grant mestier a dayeEt sil na sa demande de par moy te deffyeMoult chier le comparas se sa char est gharyeraquoQuant Pilatte lentent tous li sanc li fourmieLors a dit a ses hommes laquoChils vassaulx me deffieIe quide vrayement que ce soit vne espiieOr le faisons destruire ce est dont ie vous priieraquolaquoSireraquo ca dit Archilant laquoce seroit grant folieMais laissies lent raller par dedens RommenieA lempereur de Romme oussy de Lombardiie

844 Il cod E366

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laquoSireraquo ca dit Veronne laquobien me plaist et agreeraquolaquoBiaulx hostesraquo dist Dangais laquoie le vous certefieeDe retourner ariere ai ge grant desireeMais il fault quainchois soit ma parolle conteeA844 Pilatte ensement con le ma commandeeraquo

Ainsi se deuiserent ensamble la nuitiieEt puis vont reposer iusqua lab[r]e esclarchieQue solaus fut leuet qui par tout reff[l]ambieLors se leua Dangais et toutte sa maisnieEt monta sur la mulle qui fu belle et polieVng rainsiel doliuier porta par seignourieVers le temple David a sa voye aquelliePilatte y a trouuet aueuc sa maisnieA moult grant assamblee des Iuis plain denuieDeuant Pilatte vint haultement li escriielaquoPilatte entens a moi et ne le laisse myeSascoutte la parolle que je taray jehieDe par lempereour de toutte RommenieChelui de qui tu tiens icelle seignourieEt la grant prouuoste de la chite hantieBien sces que lempereour ten donna la maistriieSept ans a que par toy ne fu sa char seruieOr te mande que dor fin vne mulle querquieLy envoyes a Romme sans ce que le desdiieCar dedens Romme gist dune grant maladyeDont moult a despendut grant mestier a dayeEt sil na sa demande de par moy te deffyeMoult chier le comparas se sa char est gharyeraquoQuant Pilatte lentent tous li sanc li fourmieLors a dit a ses hommes laquoChils vassaulx me deffieIe quide vrayement que ce soit vne espiieOr le faisons destruire ce est dont ie vous priieraquolaquoSireraquo ca dit Archilant laquoce seroit grant folieMais laissies lent raller par dedens RommenieA lempereur de Romme oussy de Lombardiie

844 Il cod E366

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Et sil passe oultre decha a baniere desployeTost y perdra la tieste ad ce ne faura myeraquolaquoCest bien ditraquo dist Pilatte laquoet ie le vous ottryeraquoIacob laisa moult bien en icelle nuitiieEt sa ossy Veronne vne femme bailliieEt puis sen sont partis droit a labe esclarchyeAueucq Dangais sen va Veronne ladrechieSen porte le touaille qui est digne et saintieDont Vaspasien ara la char toutte haityeSy que par yceste oeuure que vous auez oyeVint on sur le Iuis faire telle envayeQue toutte Iherusalem fu tellement assigieQuil y ot tel famine et si tresresongnieQue la mere en menga si fort fut curiieLa char de son enfant dessus le feu rostieAinsy que ie diray se ma vois est oye

Le seneschal sen va qui le coer ot ioyantO ly maine Veronne qui moult a biel samblantA Accre en845 sont entret dedens I grant callantTant nagerent qua Barlette846 si se vont ariuantEt tout iusques a Romme ne sy vont arestantLa fu ly empereur la sancte desirantEt Dampgais va Veronne a son hostel menantAu deuant lui ly vinrent sa femme et si enfantDouchement le baiserent puis le vont acollantEt Dampgay leur ala Veronne commandantEt puis vers son seigneur sen alla retournantEn son lit le trouua moult malade couchantDeuant lui sagenouille et le va saluantlaquoBien vignies seneschalraquo dist lempereur vaillantlaquoAuez vous riens pour moy trouue faire gharantraquolaquoSyraquo ce dist Dangais laquomais que fuissies creantEn celui saint prophette con alla traueillantEn croix dont fu ferut dune lanche trenchantraquo

845 Il cod Accrene846 Il cod biel estre Barlette Barlet si trova in altri testi

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Et sil passe oultre decha a baniere desployeTost y perdra la tieste ad ce ne faura myeraquolaquoCest bien ditraquo dist Pilatte laquoet ie le vous ottryeraquoIacob laisa moult bien en icelle nuitiieEt sa ossy Veronne vne femme bailliieEt puis sen sont partis droit a labe esclarchyeAueucq Dangais sen va Veronne ladrechieSen porte le touaille qui est digne et saintieDont Vaspasien ara la char toutte haityeSy que par yceste oeuure que vous auez oyeVint on sur le Iuis faire telle envayeQue toutte Iherusalem fu tellement assigieQuil y ot tel famine et si tresresongnieQue la mere en menga si fort fut curiieLa char de son enfant dessus le feu rostieAinsy que ie diray se ma vois est oye

Le seneschal sen va qui le coer ot ioyantO ly maine Veronne qui moult a biel samblantA Accre en845 sont entret dedens I grant callantTant nagerent qua Barlette846 si se vont ariuantEt tout iusques a Romme ne sy vont arestantLa fu ly empereur la sancte desirantEt Dampgais va Veronne a son hostel menantAu deuant lui ly vinrent sa femme et si enfantDouchement le baiserent puis le vont acollantEt Dampgay leur ala Veronne commandantEt puis vers son seigneur sen alla retournantEn son lit le trouua moult malade couchantDeuant lui sagenouille et le va saluantlaquoBien vignies seneschalraquo dist lempereur vaillantlaquoAuez vous riens pour moy trouue faire gharantraquolaquoSyraquo ce dist Dangais laquomais que fuissies creantEn celui saint prophette con alla traueillantEn croix dont fu ferut dune lanche trenchantraquo

845 Il cod Accrene846 Il cod biel estre Barlette Barlet si trova in altri testi

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laquoOylraquo dist lempereur laquosaloye gharissantraquolaquoSireraquo dit li vassaulsraquo congiet ie vous demandIusques a lendemain que giray retournantraquolaquoAmisraquo dist lempereur laquobien my voy acordantReuenez le matin le peuple y sera grantCar on yra Titus le mien fils couronnantTous y seront my hommes et my prinches vaillantraquoEt dist le seneschal laquoTout a vostre commandraquoVers son hostel sen va plus ny est arestantVeronne le fiestiie et le va honnourantCelle nuit vont sachies moult grant ioye menantEt quant lempereur vit lendemain apparantTantost se fist porter en la salle deuantPour y veoir Titus con aloit couronnantLe matin se leua Veronne au corps sachantLors vit vng saint preudhomme qui passoit la deuantQui du vray dieu lala doucement saluantQuant Veronne loyt se lui dit en oyantlaquoQueles homs este vous sire ne le mallez celantNe comment avez nom pour dieu le vous demand

laquoSireraquo ca dit Veronne qui le viaire ot clerlaquoEn quel loy crees vous ne le veullies celerEt quels homs este vous ditte lez sans doubterraquolaquoBelle ie croy en dieu qui se laissa penerEn croix dune lanche laissa son corps entamerSaint Pierre et saint Pol que Noiron fit finerMe firent es sains fons baptisier et leuerSy euch a nom Climen ainsi me fach nommerraquoQuant Veronne lentent si commence a plourerPour lamour des appostles quelle oit nommerDont la fait dallez ly seoir et reposerEt dist laquoSire pour dieu veuilles mes escoutterNe savez qui ie suy si le vous voel conterQuant dieu fu mis en croix cascun sent vot allerDes benois aposteles pour la mort euiterToutte lepreuse estoye sachielle sans doubterLes lui me volt la mere du sauueur apeller

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laquoOylraquo dist lempereur laquosaloye gharissantraquolaquoSireraquo dit li vassaulsraquo congiet ie vous demandIusques a lendemain que giray retournantraquolaquoAmisraquo dist lempereur laquobien my voy acordantReuenez le matin le peuple y sera grantCar on yra Titus le mien fils couronnantTous y seront my hommes et my prinches vaillantraquoEt dist le seneschal laquoTout a vostre commandraquoVers son hostel sen va plus ny est arestantVeronne le fiestiie et le va honnourantCelle nuit vont sachies moult grant ioye menantEt quant lempereur vit lendemain apparantTantost se fist porter en la salle deuantPour y veoir Titus con aloit couronnantLe matin se leua Veronne au corps sachantLors vit vng saint preudhomme qui passoit la deuantQui du vray dieu lala doucement saluantQuant Veronne loyt se lui dit en oyantlaquoQueles homs este vous sire ne le mallez celantNe comment avez nom pour dieu le vous demand

laquoSireraquo ca dit Veronne qui le viaire ot clerlaquoEn quel loy crees vous ne le veullies celerEt quels homs este vous ditte lez sans doubterraquolaquoBelle ie croy en dieu qui se laissa penerEn croix dune lanche laissa son corps entamerSaint Pierre et saint Pol que Noiron fit finerMe firent es sains fons baptisier et leuerSy euch a nom Climen ainsi me fach nommerraquoQuant Veronne lentent si commence a plourerPour lamour des appostles quelle oit nommerDont la fait dallez ly seoir et reposerEt dist laquoSire pour dieu veuilles mes escoutterNe savez qui ie suy si le vous voel conterQuant dieu fu mis en croix cascun sent vot allerDes benois aposteles pour la mort euiterToutte lepreuse estoye sachielle sans doubterLes lui me volt la mere du sauueur apeller

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Et puis mala tantost du chief la guimpe honterEncontre son visage lala tantos frotterEt dieux y fist tantost sa fache figurerBouche et yeulx y ot sans changier ne muerElle le me rendy se lalay regharderEt dieux y fist miracle dont malay conforterCar il fist mon corps gharir et repasserOncques puis ne le voch a personne moustrerFors a vng saint preudon que ie doy moult amerEn Iherusalem main Iacob se fait nommerOr vous dich pour certain chi me vot amenerLe senescal de Romme pour son seigneur sannerOr suy lie qua vous ma fait dieu assenerPar vo conseil volray dorez en auant userraquoA ces mos vint Dangais qui lala amenerIusques ens ou palais la lala presenterPar deuant son seigneur que moult deuoit amer

Moult fu grande la court si furent mains baronsLempereur se gisoit ou grant palais de nonEt si hommes sasamblent entour et enuironLa fu Titus viestu dun vermeil singlatonE vous le seneschal en sa main vng bastonTroix cop fiert sur vng bancq adont se teusit onSaint Climent commencha haultement I sermonDu saintisme prophette qui souffry passionComment resuscita la char saint LazaronComment le mirent en croix li Iuif felonComme Longhi le fery dune lanche abandonPuis li pria merchi et dieu li fist pardonDe Veronne leur conte doucement la raisonSi comme dieu li gharist la bouche et le mentonVolentiers escouterent li pluisieurs son sermonEt Climent apella Veronne sans tenchonLa ghimpe lui bailla sans nulle arestisonLors lestent Climent par grant affectionPar deuant lempereur qui mal sent a foisonMais quant vit le viaire et la belle fachon

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Et puis mala tantost du chief la guimpe honterEncontre son visage lala tantos frotterEt dieux y fist tantost sa fache figurerBouche et yeulx y ot sans changier ne muerElle le me rendy se lalay regharderEt dieux y fist miracle dont malay conforterCar il fist mon corps gharir et repasserOncques puis ne le voch a personne moustrerFors a vng saint preudon que ie doy moult amerEn Iherusalem main Iacob se fait nommerOr vous dich pour certain chi me vot amenerLe senescal de Romme pour son seigneur sannerOr suy lie qua vous ma fait dieu assenerPar vo conseil volray dorez en auant userraquoA ces mos vint Dangais qui lala amenerIusques ens ou palais la lala presenterPar deuant son seigneur que moult deuoit amer

Moult fu grande la court si furent mains baronsLempereur se gisoit ou grant palais de nonEt si hommes sasamblent entour et enuironLa fu Titus viestu dun vermeil singlatonE vous le seneschal en sa main vng bastonTroix cop fiert sur vng bancq adont se teusit onSaint Climent commencha haultement I sermonDu saintisme prophette qui souffry passionComment resuscita la char saint LazaronComment le mirent en croix li Iuif felonComme Longhi le fery dune lanche abandonPuis li pria merchi et dieu li fist pardonDe Veronne leur conte doucement la raisonSi comme dieu li gharist la bouche et le mentonVolentiers escouterent li pluisieurs son sermonEt Climent apella Veronne sans tenchonLa ghimpe lui bailla sans nulle arestisonLors lestent Climent par grant affectionPar deuant lempereur qui mal sent a foisonMais quant vit le viaire et la belle fachon

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Celle part tent ses mains par grant deuotionEt sa bouche et ses yeulx y toucha habandonAdont deuint haities comme en yauwe poissonLes esquailles queurent entour et enuironLa rouffle se desceuvre dont il y ot foisonNouuelle char li vint ne senty se bien nonEt quant gharit se sent sen ot ioye a foisonEt acolle Dangay et Veronne de nonQui lui ont pourvey sante et gharisonLors a dit a ses hommes laquoBon seneschal auonBon loyer doit auoir car present ma fait bonDe celui saint prophette qui ma fait gharisonLy Iuis lachetterent a Iudas le felonTrente deniers cousta tout de fis le scet onMal dehait aye iou se nen prench vengisonTant que pour I denier XXX Iuis douron raquo

Lempereur est gharit ne sent mal ne dollourTitus porta couronne a loy demperourOnques mais a Romme not ioye ne telle honnourVaspasien apelle son fils par grant amourlaquoBiau fils ie suis gharis merchi au creatourSe vengier ne le puis iamais naray honnourraquolaquoPereraquo dist li vassaulx laquony mettez loncq seiourFaittes vos gens semonre enuiron et enthourQuant ensamble seront li grant et li menourTout droit par haulte mer les menrons sans seiourDeuant Jherusalem mettre le siege entourSe Pilatte y est prins il morra a dollourraquolaquoVous ditez bien biau filsraquo cha dit lempereourAdont en appella Veronne par amourEt dist laquoVenez auant ie vous ayme par amourCar aportez mauez doultre la mer grignourMedechine qui ma tolue ma langhourSen arez guerredon a vo volloir ce iourChoisissies en ma terre enuiron et entourIe nay castiau ne ville plache ne haulte tourFors Romme seullement qui est de ma tenour

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Celle part tent ses mains par grant deuotionEt sa bouche et ses yeulx y toucha habandonAdont deuint haities comme en yauwe poissonLes esquailles queurent entour et enuironLa rouffle se desceuvre dont il y ot foisonNouuelle char li vint ne senty se bien nonEt quant gharit se sent sen ot ioye a foisonEt acolle Dangay et Veronne de nonQui lui ont pourvey sante et gharisonLors a dit a ses hommes laquoBon seneschal auonBon loyer doit auoir car present ma fait bonDe celui saint prophette qui ma fait gharisonLy Iuis lachetterent a Iudas le felonTrente deniers cousta tout de fis le scet onMal dehait aye iou se nen prench vengisonTant que pour I denier XXX Iuis douron raquo

Lempereur est gharit ne sent mal ne dollourTitus porta couronne a loy demperourOnques mais a Romme not ioye ne telle honnourVaspasien apelle son fils par grant amourlaquoBiau fils ie suis gharis merchi au creatourSe vengier ne le puis iamais naray honnourraquolaquoPereraquo dist li vassaulx laquony mettez loncq seiourFaittes vos gens semonre enuiron et enthourQuant ensamble seront li grant et li menourTout droit par haulte mer les menrons sans seiourDeuant Jherusalem mettre le siege entourSe Pilatte y est prins il morra a dollourraquolaquoVous ditez bien biau filsraquo cha dit lempereourAdont en appella Veronne par amourEt dist laquoVenez auant ie vous ayme par amourCar aportez mauez doultre la mer grignourMedechine qui ma tolue ma langhourSen arez guerredon a vo volloir ce iourChoisissies en ma terre enuiron et entourIe nay castiau ne ville plache ne haulte tourFors Romme seullement qui est de ma tenour

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Que ie ne vous ottroye a ioiie et a baudourEt tant de lautre auoir que prenderez sauourraquolaquoSireraquo ca dit Veronne laquopar le dieu que iaourVechy vng moult saint homme et plain de grant vallourTrestout ce que voilez li donnez par amourCar a luy ie le rens ou noin du creatourraquoDont apella Climent lempereur de vallourEt lui a dit laquoSaint homme tout par le vostre amourVous serez appostole de Romme le maiourCar il me plaiat ainsyraquo Dont ot Climent baudourEt lui a dit laquoChier sire ie vous prye par douchourQue tous ceulx qui voiront croire ou creatourQuil nayent ia par vous honte ne deshonnourEt sy prendez baptesme ou nom du creatourCar certes fait vous a moult tresgrande douchourraquo

laquoClimentraquo dist lempereur laquoor oyes ma raisonQuant jaueray vengiet le prophette JhesonEt destruit mains Iuif et ochis mains felonDe ce quil ma ghary lui renderay guerdonraquolaquoSireraquo ca dit Climent laquoa vostre deuisonraquoSaint Climent puis ce iour dont parlet vous auonFaisoit trestous les iours as paiiens I sermonA vng moult riche autel qui est de saint SimonDroit la est la tuaille que de fit le scet onEt rois Vaspasien manda ceulx denuironDe touttes pars y vinrent a sa commandisonPlus de cent mille y furent a sa deliurisonMains calains apointerent et ossy mains dromonsEt Titus li dansiaux sapointa habandonPour le saint sepulcre aidier ot grant deuotionDont sen vont les grans osts vers la mer de randonLempereur conuoya saint Climent le preudonSur li auwe de la mer a fait le benichonNosa benir le peuple pour ce que crut MahonEt ceulx sont esquippe en la mer habandonEt tant y ont nagiet au vent quil orent bonQua Accres ariuerent par dessus le sablon

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Que ie ne vous ottroye a ioiie et a baudourEt tant de lautre auoir que prenderez sauourraquolaquoSireraquo ca dit Veronne laquopar le dieu que iaourVechy vng moult saint homme et plain de grant vallourTrestout ce que voilez li donnez par amourCar a luy ie le rens ou noin du creatourraquoDont apella Climent lempereur de vallourEt lui a dit laquoSaint homme tout par le vostre amourVous serez appostole de Romme le maiourCar il me plaiat ainsyraquo Dont ot Climent baudourEt lui a dit laquoChier sire ie vous prye par douchourQue tous ceulx qui voiront croire ou creatourQuil nayent ia par vous honte ne deshonnourEt sy prendez baptesme ou nom du creatourCar certes fait vous a moult tresgrande douchourraquo

laquoClimentraquo dist lempereur laquoor oyes ma raisonQuant jaueray vengiet le prophette JhesonEt destruit mains Iuif et ochis mains felonDe ce quil ma ghary lui renderay guerdonraquolaquoSireraquo ca dit Climent laquoa vostre deuisonraquoSaint Climent puis ce iour dont parlet vous auonFaisoit trestous les iours as paiiens I sermonA vng moult riche autel qui est de saint SimonDroit la est la tuaille que de fit le scet onEt rois Vaspasien manda ceulx denuironDe touttes pars y vinrent a sa commandisonPlus de cent mille y furent a sa deliurisonMains calains apointerent et ossy mains dromonsEt Titus li dansiaux sapointa habandonPour le saint sepulcre aidier ot grant deuotionDont sen vont les grans osts vers la mer de randonLempereur conuoya saint Climent le preudonSur li auwe de la mer a fait le benichonNosa benir le peuple pour ce que crut MahonEt ceulx sont esquippe en la mer habandonEt tant y ont nagiet au vent quil orent bonQua Accres ariuerent par dessus le sablon

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Deux iours y seiournerent li nobilles baronAu tierch iour vont a Iaffe I chastiel biel et bonLa ville et le castiel assegerent enutronA iusticier adont lauoiont Iuis felonEt Roumains deuant ont tendus mains pauillonSonner font leur buisines et mains corps de laitonSe font pour establir moult belle garnisonDeuant le castiel furent V iours ou enuironQuains puis nen yasirent ne firent capplisonMais Titus prist la ville ou lui mains dansillonAbattre fist les murs bruler mainte maisonOu chastiel en auoit chinquante ou enuironArdoir virent la ville ne leur vint mie a bonLors dirent lun a lautre laquoSe chils paiien felonNous tiennent en leur mains tous pendre nous feronraquoDont bouttent leur coutiaux en leur bouche habandonEnsy se sont ochis a leur maleichonEt Titus prist la ville et chastiel et dongonDont fist criier vng bancq lempereur de renonQue on alaist par tout de maison en maisonEn cheliers et en boue que riene ny laissast onEt li Roumains le font a sa deuisionTous les Iuis qui tiennent enthour et enuironIl tuent et ochient a grant destructionMais ens vne vosure estoit vng gentils honEt mest vist que Iaffet il sappelloit par nonA Titus se rendi dumble conditionEt a Vaspasien lempereur de renonEt leur iura sa foy de vraye oppinionQuil leur vaura aidier de bonne intentionA Iherusalem prendre la chite de renonLempereur le retint dumble conditionEt puis sespandy lost parmy la region

Or fu li os payenne par toutte la contreePlus furent de cent mille toute gent redoubteeSe les conduit Titus a la chiere membreeAueucq Vaspasien qui bien fiert de lespee

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Deux iours y seiournerent li nobilles baronAu tierch iour vont a Iaffe I chastiel biel et bonLa ville et le castiel assegerent enutronA iusticier adont lauoiont Iuis felonEt Roumains deuant ont tendus mains pauillonSonner font leur buisines et mains corps de laitonSe font pour establir moult belle garnisonDeuant le castiel furent V iours ou enuironQuains puis nen yasirent ne firent capplisonMais Titus prist la ville ou lui mains dansillonAbattre fist les murs bruler mainte maisonOu chastiel en auoit chinquante ou enuironArdoir virent la ville ne leur vint mie a bonLors dirent lun a lautre laquoSe chils paiien felonNous tiennent en leur mains tous pendre nous feronraquoDont bouttent leur coutiaux en leur bouche habandonEnsy se sont ochis a leur maleichonEt Titus prist la ville et chastiel et dongonDont fist criier vng bancq lempereur de renonQue on alaist par tout de maison en maisonEn cheliers et en boue que riene ny laissast onEt li Roumains le font a sa deuisionTous les Iuis qui tiennent enthour et enuironIl tuent et ochient a grant destructionMais ens vne vosure estoit vng gentils honEt mest vist que Iaffet il sappelloit par nonA Titus se rendi dumble conditionEt a Vaspasien lempereur de renonEt leur iura sa foy de vraye oppinionQuil leur vaura aidier de bonne intentionA Iherusalem prendre la chite de renonLempereur le retint dumble conditionEt puis sespandy lost parmy la region

Or fu li os payenne par toutte la contreePlus furent de cent mille toute gent redoubteeSe les conduit Titus a la chiere membreeAueucq Vaspasien qui bien fiert de lespee

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Le chastiel orent pris grant ioiie en ont meneeCeulx de Iherusalem sceurent la destineeQue ly Roumains venoyent a baniere leueeAdont de touttes pars on fait leur assembleePar brief et par escript ont il leur gens mandeePar vne riche fieste quil orent celebreeCar ly rois Archillans ot couronne porteePour le grant effroy ont leur porte bien fremeeEt Sarazins ceuauchent a baniere leueeTitus fiat lauangarde sans nulle demoreeDroit vers Iherusalem la chite grande et leeTant ont il esploitiet et la ville suiseeEt Iuis en la ville ont leur fieste leueePour eulx esbattre as camps est la fieste crieeMais quant lost des Roumains virent si a vueeNoserent yssir hors la porte ont bien fremeePour esmouuoir la ville ont la cloque sonneeEt sont alle as murs a toutte gente armeeEt Roumains se logerent deuant enmy la preeLa tente lempereur fu haultement leueeEt la tente Titus a la fiere penseeEt Roumains vont fourant par toutte la contreeLa proye que il treuuent en lost ont ameneeMais grant besoing ont diauwe car point nen ont trouueePlus pries quan fleuue Iourdain dont la chier ont yreeDe quoy li empereur a la barbe mesleeEn appella Iaffet sans nulle demoreelaquoConseillies moy Iaffet sil vous plaist et agreeNous vous auons pour bien la vis respiteeEt pour ce nous deuez par raison ordonneeConseillier au besoing sans faussete prouueePoint nauons diauwe douche dont pas bien ne magreeEt nous dittes comment nous eu arons trouueeraquo

Quant Iaffet entendi lempereur au vif clerIl lui a dit laquoBiau sire pour vous bien conseillerFaittes touttes vos profies tuer et escorcherEt puis faites les cuirs tresbien appareillier

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Le chastiel orent pris grant ioiie en ont meneeCeulx de Iherusalem sceurent la destineeQue ly Roumains venoyent a baniere leueeAdont de touttes pars on fait leur assembleePar brief et par escript ont il leur gens mandeePar vne riche fieste quil orent celebreeCar ly rois Archillans ot couronne porteePour le grant effroy ont leur porte bien fremeeEt Sarazins ceuauchent a baniere leueeTitus fiat lauangarde sans nulle demoreeDroit vers Iherusalem la chite grande et leeTant ont il esploitiet et la ville suiseeEt Iuis en la ville ont leur fieste leueePour eulx esbattre as camps est la fieste crieeMais quant lost des Roumains virent si a vueeNoserent yssir hors la porte ont bien fremeePour esmouuoir la ville ont la cloque sonneeEt sont alle as murs a toutte gente armeeEt Roumains se logerent deuant enmy la preeLa tente lempereur fu haultement leueeEt la tente Titus a la fiere penseeEt Roumains vont fourant par toutte la contreeLa proye que il treuuent en lost ont ameneeMais grant besoing ont diauwe car point nen ont trouueePlus pries quan fleuue Iourdain dont la chier ont yreeDe quoy li empereur a la barbe mesleeEn appella Iaffet sans nulle demoreelaquoConseillies moy Iaffet sil vous plaist et agreeNous vous auons pour bien la vis respiteeEt pour ce nous deuez par raison ordonneeConseillier au besoing sans faussete prouueePoint nauons diauwe douche dont pas bien ne magreeEt nous dittes comment nous eu arons trouueeraquo

Quant Iaffet entendi lempereur au vif clerIl lui a dit laquoBiau sire pour vous bien conseillerFaittes touttes vos profies tuer et escorcherEt puis faites les cuirs tresbien appareillier

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A poie et a chiment aioindre et atachierIl teuront moult bien yauwe tant que seront enthierLe val de Iosspha faitte bien nettoyerPuis voyant iusques au fleuue iusqua mille soumierEt quant il sont venus faitte lez desquerquierEt puis il auwe ens ou val si faittez trebuchierEn moult petit de temps y ara grant viuierLes keux y aront yauwe pour faire le meugierEt bien y polront boire pallefrois et destrierraquoQuant lempereur loit ensement desraignierGrant ioye en a menet se le vot ottroiierEt lui a dit laquoAmis bien sauez conseillierAinsi sera il fait sans point de latargierraquoDont va li empereur sa gent enbesongnierEt fist tout ainsy faire quauez oit nonchierTant que le val fut plain ne le voirent laissierCheulx de Iherusalem qui pensent a ghaitierDesoubz les murs le virent soy prirent a merueillierEt li frans empereur fist ainsy besongnierEt puis si est monte sur l courant destrierAveucq lui alerent iusque a cent cheualierSi fu Titus son fils qui le corps ot leghierDangais le seneschal qui tant fait a prisierEt fut cascun arme de bon habier doublierIusqua la maistre porte ne volrent detriierSur les murs fu Pilatte qui coer ot de lanierPierres et caillaux fait moult forment apointierEt les aloit gharnir pour ruer et lanchierQuant Dangais le vit bien lala reghaitierA lempereur le va moustrer et enseignierLors lappelle ly rois et le va hault criierlaquoPilatte rendes moy la chite sans targierraquo

Vaspasien huqua par merueilleux airPilatte son prouuost que moult pooit hairEt lui a dit laquoProuuost or me faittes oirIe vous ay trop laissiet si grant honneur tenirIherusalem avez de moy a manburnir

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A poie et a chiment aioindre et atachierIl teuront moult bien yauwe tant que seront enthierLe val de Iosspha faitte bien nettoyerPuis voyant iusques au fleuue iusqua mille soumierEt quant il sont venus faitte lez desquerquierEt puis il auwe ens ou val si faittez trebuchierEn moult petit de temps y ara grant viuierLes keux y aront yauwe pour faire le meugierEt bien y polront boire pallefrois et destrierraquoQuant lempereur loit ensement desraignierGrant ioye en a menet se le vot ottroiierEt lui a dit laquoAmis bien sauez conseillierAinsi sera il fait sans point de latargierraquoDont va li empereur sa gent enbesongnierEt fist tout ainsy faire quauez oit nonchierTant que le val fut plain ne le voirent laissierCheulx de Iherusalem qui pensent a ghaitierDesoubz les murs le virent soy prirent a merueillierEt li frans empereur fist ainsy besongnierEt puis si est monte sur l courant destrierAveucq lui alerent iusque a cent cheualierSi fu Titus son fils qui le corps ot leghierDangais le seneschal qui tant fait a prisierEt fut cascun arme de bon habier doublierIusqua la maistre porte ne volrent detriierSur les murs fu Pilatte qui coer ot de lanierPierres et caillaux fait moult forment apointierEt les aloit gharnir pour ruer et lanchierQuant Dangais le vit bien lala reghaitierA lempereur le va moustrer et enseignierLors lappelle ly rois et le va hault criierlaquoPilatte rendes moy la chite sans targierraquo

Vaspasien huqua par merueilleux airPilatte son prouuost que moult pooit hairEt lui a dit laquoProuuost or me faittes oirIe vous ay trop laissiet si grant honneur tenirIherusalem avez de moy a manburnir

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Piecha ne men dagnastez amer ne chierirMais par le saint prophette qui me a fait gharirSe ie vous puis tenir ie vous feray morirraquoQuant Pilatte lentent si gitta vng souspirEnsy comme parloyent Dangais ala venirEt vit son hoste Iacob que moult pooit chierirMais nose a ly parler ne nulle rime tenirAsses lui fait des signes que bien pooit choisirEt ly rois a Pilatte si a dit sans mentirlaquoOr me dis dont vassal comment te voels cheuirIherusalem as tu de par moy a tenirOr my laisses entrer fay les portez ouurirEt les Iuis feray essilier et bruyrPourtant que au prophette firent la mort souffrirTrop fustes outrageux de telle oeuure bastirSon le veusist a droit on deust venirLe certain iugement a Romme requerirMais par celui seigneur quen croix fistez morirSe ie vous puis auoir ie vous feray fenirraquoQuant Pilatte lentent de paour va fremir

Pilatte en appella les Iuis sans demourlaquoQue ferai geraquo dist il laquode cest empereourBien scay que sil me tient ie moray a dollourraquolaquoSireraquo dist Barabam laquonayes nulle paourSoiies lies et ioyans nous vous tenrons a seignourIamais lempereur ne lara a nul iourIherusalem est forte bon murs y a et toursraquoQuant Pilatte lentent si a repris vighourA terre sabaissa si a pris vne flourSon seigneur deffya a loy de traytourLors sen part lempereur quant aprocha le tourIl iura le prophette qui fait li ot amourQue mais ne rentera a Romme le maiourSi ara prins Pilatte et mis a deshonnourEt la chite destruitte et mise en tenebrourA tente reposerent e mainent grant uigourLa nuit ont reposet desy iusques au iour

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Piecha ne men dagnastez amer ne chierirMais par le saint prophette qui me a fait gharirSe ie vous puis tenir ie vous feray morirraquoQuant Pilatte lentent si gitta vng souspirEnsy comme parloyent Dangais ala venirEt vit son hoste Iacob que moult pooit chierirMais nose a ly parler ne nulle rime tenirAsses lui fait des signes que bien pooit choisirEt ly rois a Pilatte si a dit sans mentirlaquoOr me dis dont vassal comment te voels cheuirIherusalem as tu de par moy a tenirOr my laisses entrer fay les portez ouurirEt les Iuis feray essilier et bruyrPourtant que au prophette firent la mort souffrirTrop fustes outrageux de telle oeuure bastirSon le veusist a droit on deust venirLe certain iugement a Romme requerirMais par celui seigneur quen croix fistez morirSe ie vous puis auoir ie vous feray fenirraquoQuant Pilatte lentent de paour va fremir

Pilatte en appella les Iuis sans demourlaquoQue ferai geraquo dist il laquode cest empereourBien scay que sil me tient ie moray a dollourraquolaquoSireraquo dist Barabam laquonayes nulle paourSoiies lies et ioyans nous vous tenrons a seignourIamais lempereur ne lara a nul iourIherusalem est forte bon murs y a et toursraquoQuant Pilatte lentent si a repris vighourA terre sabaissa si a pris vne flourSon seigneur deffya a loy de traytourLors sen part lempereur quant aprocha le tourIl iura le prophette qui fait li ot amourQue mais ne rentera a Romme le maiourSi ara prins Pilatte et mis a deshonnourEt la chite destruitte et mise en tenebrourA tente reposerent e mainent grant uigourLa nuit ont reposet desy iusques au iour

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Con fist criier vng banc de par lempereourQue trestous sadoubaissent li grans et ly menourEt on le fist ainsy sans faire lonc seiourVers la chite sen vont menant grande freourSonner y oissies mains corps et mains tamboursLassault se commencha a force et a vighourCeulx dedens se deffendent qui sont en grand paourEt dune part et daultre y maynent grant labourLayens auoit I sot demoret par mains ioursTrente ans y ot este ne fist aultre clamourQue Va Va mais ce mot va il criant teusioursEn ce iour fu ochis dun quairiel dune tourQuant les Iuis le virent sen orent grant paourlaquoCest une prophesieraquo ce diient li pluisoursChe fols disoit Va Va or est mors a dollourCeste chite yest destruitte et mise a dollourraquo

Ensement fu le fol ochis et affinesIacob a douchement les Iuis appelleslaquoSeigneursraquo dist li preudons laquoenuers moy entendesPlus y a de trente ans acomplis et passezQue chils sos crioit Va Va oyt souuent lauezLa chite yert destruitte adeuenir le verresNo chite est assise enuiron des tous lesCha dedens ne venra pain vin chars ne bledsSy a peu de vitaille et de Iuis assesBien sommes quarante [mil]847 qui nous aroit nombresDe femmes ne denfans nen y a nuls contesCrees conseil biau sire et si vous aduisesAnchois que no barnage soit cheens affamesraquoQuant Pilatte lentent si fu comme deruesA ses hommes escrye laquoCe viellart me prendesPar lui nous est chils maulx acrut et abosnesCar par lui a estet tout ce fait atournesEn ceste medechine que vous oy auesDont roy Vaspasien est gharis et sanesraquo

847 Il testo del cod L II 14 ha Par IIII fois CM les a on aesmes376

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Con fist criier vng banc de par lempereourQue trestous sadoubaissent li grans et ly menourEt on le fist ainsy sans faire lonc seiourVers la chite sen vont menant grande freourSonner y oissies mains corps et mains tamboursLassault se commencha a force et a vighourCeulx dedens se deffendent qui sont en grand paourEt dune part et daultre y maynent grant labourLayens auoit I sot demoret par mains ioursTrente ans y ot este ne fist aultre clamourQue Va Va mais ce mot va il criant teusioursEn ce iour fu ochis dun quairiel dune tourQuant les Iuis le virent sen orent grant paourlaquoCest une prophesieraquo ce diient li pluisoursChe fols disoit Va Va or est mors a dollourCeste chite yest destruitte et mise a dollourraquo

Ensement fu le fol ochis et affinesIacob a douchement les Iuis appelleslaquoSeigneursraquo dist li preudons laquoenuers moy entendesPlus y a de trente ans acomplis et passezQue chils sos crioit Va Va oyt souuent lauezLa chite yert destruitte adeuenir le verresNo chite est assise enuiron des tous lesCha dedens ne venra pain vin chars ne bledsSy a peu de vitaille et de Iuis assesBien sommes quarante [mil]847 qui nous aroit nombresDe femmes ne denfans nen y a nuls contesCrees conseil biau sire et si vous aduisesAnchois que no barnage soit cheens affamesraquoQuant Pilatte lentent si fu comme deruesA ses hommes escrye laquoCe viellart me prendesPar lui nous est chils maulx acrut et abosnesCar par lui a estet tout ce fait atournesEn ceste medechine que vous oy auesDont roy Vaspasien est gharis et sanesraquo

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Adoncques fu saisy Iacop li renommesSe lont mis en prison et formant enkaisnesA dieu de sainte gloire sest souuent commandesLors fina li assaulx si se sont desseuresLempereur repaira as loghes et as tresLa endroit se desarme et son riche barnesEt Titus li sien fils sest ossi dessarmesOn a cornet a li auwe souper sen sont allesA ce soupper y ot grande solempnitesEt en Iherusalem sont Iuis arresIacob est en prison qui moult sest dementesSe Ihesucrist nen pense a mort sera liureslaquoBiau sire dieuraquo dist il laquocar me secouresIa fuy au fleu Iourdain baptisies et leuesPour augmenter vo loy ou ie me suy donnesraquoEnsi disoit Iacob qui de coer fu tourblesDu roy de sainte gloire fu moult bien escoutesSon angle li tramist dont fu reconfortesDe prison le gitta les huis a deffremesParmy la porte dor len a langle menesQuant il se vit as camps de li fu dieu loesTrestout iusques as tentes ne si est arrestesDu seneschal Dangais fu bien tost aduisesMoult grant fieste li fist et moult la acollesEt deuant lempereur fu de ly presenteslaquoSireraquo ca dit Dangais laquocestui amer deuesVeronne me bailla dont vous fustes sanesraquoQuant lempereur loit vers ly sen est allesDoucement len appelle puis si la acolle

Lempereour de Romme qui fu de grant renonHonnoura bien Iacob car il y ot raisonIacob crut hien en dieu sans male ocquisonEntre lui et Iaffet furent deux compagnonAdont conta Iacob comment fu en prisonEt comment fu deliures par le volloir IhesonEt puis dist laquoEmpereur entendes ma raisonChy deuant poes estre assez et a foison

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Adoncques fu saisy Iacop li renommesSe lont mis en prison et formant enkaisnesA dieu de sainte gloire sest souuent commandesLors fina li assaulx si se sont desseuresLempereur repaira as loghes et as tresLa endroit se desarme et son riche barnesEt Titus li sien fils sest ossi dessarmesOn a cornet a li auwe souper sen sont allesA ce soupper y ot grande solempnitesEt en Iherusalem sont Iuis arresIacob est en prison qui moult sest dementesSe Ihesucrist nen pense a mort sera liureslaquoBiau sire dieuraquo dist il laquocar me secouresIa fuy au fleu Iourdain baptisies et leuesPour augmenter vo loy ou ie me suy donnesraquoEnsi disoit Iacob qui de coer fu tourblesDu roy de sainte gloire fu moult bien escoutesSon angle li tramist dont fu reconfortesDe prison le gitta les huis a deffremesParmy la porte dor len a langle menesQuant il se vit as camps de li fu dieu loesTrestout iusques as tentes ne si est arrestesDu seneschal Dangais fu bien tost aduisesMoult grant fieste li fist et moult la acollesEt deuant lempereur fu de ly presenteslaquoSireraquo ca dit Dangais laquocestui amer deuesVeronne me bailla dont vous fustes sanesraquoQuant lempereur loit vers ly sen est allesDoucement len appelle puis si la acolle

Lempereour de Romme qui fu de grant renonHonnoura bien Iacob car il y ot raisonIacob crut hien en dieu sans male ocquisonEntre lui et Iaffet furent deux compagnonAdont conta Iacob comment fu en prisonEt comment fu deliures par le volloir IhesonEt puis dist laquoEmpereur entendes ma raisonChy deuant poes estre assez et a foison

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Assault ne vous y vault le monte dun boutonMais petit ont vitaille et sont gens a foisonCest ce qui les menra en grant confusionFaittes faire fossez entour et enuironQue nen puissent yssir le anemis felonSe le faittes ensi comme dit uous auonAffamer les verres en bien briefue saisonraquolaquoPar foyraquo dist lempereur laquoensement le feronraquoDont salerent couchier tant que le iour vit onQue lempereur fist tout aprester habandonPour faire les fossez dont parlet vous auonPlus de XXm ouvries fosser y veist onA Iacob et Iaffet a fait commandisonDe deuiser louurage comme il leur samble bonPuis fist armer sa gent entour et enuironPour gharder les fosseurs que nayent se bien nonEt les ouuriers se painent par tel deuisionQuen mains de IIII iours les fossez fait il ontQuattreuins pies de let et LX de parfonLes Iuis en perchurent des murs la fachonQuy qui en fuist ioyans Pilatte ot marisonOussy eult Archilant le iosne roy felonMais Iosep les conforte et dist en sa raisonlaquoSeigneurs ne vous doubtez par amour vous prionSe li fossez sont fais nen ayez marisonA vne matinee tantos deffais seronEt sen yrons as tentes esmouuoir la tenchonSe vne fois Roumains reculler nous poonIamais iour de si pries ne nous approcheronraquo

Arcillant le Iuis qui le coer ot dollantEt Pilatte qui fu vng cuyer soudoyantAu matin se leuerent anchois labe esclairantEt uestent les haubers les healme uont lacantChascun monte un cheual au coste le bon brantEt pendent leurs escus leurs lances vont portantBien furent trente mille par le mien ensiantTous iusques as fossez ne se vont arrestant

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Assault ne vous y vault le monte dun boutonMais petit ont vitaille et sont gens a foisonCest ce qui les menra en grant confusionFaittes faire fossez entour et enuironQue nen puissent yssir le anemis felonSe le faittes ensi comme dit uous auonAffamer les verres en bien briefue saisonraquolaquoPar foyraquo dist lempereur laquoensement le feronraquoDont salerent couchier tant que le iour vit onQue lempereur fist tout aprester habandonPour faire les fossez dont parlet vous auonPlus de XXm ouvries fosser y veist onA Iacob et Iaffet a fait commandisonDe deuiser louurage comme il leur samble bonPuis fist armer sa gent entour et enuironPour gharder les fosseurs que nayent se bien nonEt les ouuriers se painent par tel deuisionQuen mains de IIII iours les fossez fait il ontQuattreuins pies de let et LX de parfonLes Iuis en perchurent des murs la fachonQuy qui en fuist ioyans Pilatte ot marisonOussy eult Archilant le iosne roy felonMais Iosep les conforte et dist en sa raisonlaquoSeigneurs ne vous doubtez par amour vous prionSe li fossez sont fais nen ayez marisonA vne matinee tantos deffais seronEt sen yrons as tentes esmouuoir la tenchonSe vne fois Roumains reculler nous poonIamais iour de si pries ne nous approcheronraquo

Arcillant le Iuis qui le coer ot dollantEt Pilatte qui fu vng cuyer soudoyantAu matin se leuerent anchois labe esclairantEt uestent les haubers les healme uont lacantChascun monte un cheual au coste le bon brantEt pendent leurs escus leurs lances vont portantBien furent trente mille par le mien ensiantTous iusques as fossez ne se vont arrestant

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Roumains sont a leurs trefs qui les uont regardantAdoncques keurent as armes si se vont adoubantLy empereur sarma et Titus son enfantDangais et Iacob et Iaffet enssieuwantDes grans fosses remplir Iuis se vont hastantAs pelles et as hoes bien les vont remplissantPuis montent es chevaulx et vont oultre passantMieulx leur venist assez que fuissent retournantCar les Roumains en viennent qui les vont encontrantLa peuist on veoir vng estour fort et grantTant bons escus trauwer et tant bons iaserantLi vns mors dessus lautre a la terre gisantEt derompre ces lances sur ces escus luisantTel cliquetich i font et tel noise vons menantQue dune lieuwe on loist qui y fuist escoutantLy noble empereur vint a lestour courantDune espee quil tint va Iuis decoppantDeuant ses cops ne dure armure tant ne quantMais quant Pilatte vit quil ny aroit gharantVers la chite sen fuit aueuc lui ArchillantQuant lempereur le vit sa gent va escriantlaquoOr tosts seigneurs apries car ie le vous commantPilatte voy fuir allez apries courantIamais niert mes amis qui ne lira sieuwantraquoDont vont Roumains apries moult radement courantA celle cache y eult vng estour moult pesantLempereur de Romme y va grant cop donnantMais riens ne le leur valli leur paine vont perdantCar Pilatte escappa et se mist a gharantPar dedens la grant porte se boutte tout errantEt Archilant oussy dont moult furent dollantMais Ioseph fu naure pries ne lalan tuantCeuist este damaige car bien estoit creantAu tresdouls Ihesuchrist qui se fu baptisantLy Iuis sont retrais dedens la chite grantPuis fremerent la porte et le pont vont haucantMais bien furent XIIm sur les camps demorantQui iamais ne verront ne femme ne enfant

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Roumains sont a leurs trefs qui les uont regardantAdoncques keurent as armes si se vont adoubantLy empereur sarma et Titus son enfantDangais et Iacob et Iaffet enssieuwantDes grans fosses remplir Iuis se vont hastantAs pelles et as hoes bien les vont remplissantPuis montent es chevaulx et vont oultre passantMieulx leur venist assez que fuissent retournantCar les Roumains en viennent qui les vont encontrantLa peuist on veoir vng estour fort et grantTant bons escus trauwer et tant bons iaserantLi vns mors dessus lautre a la terre gisantEt derompre ces lances sur ces escus luisantTel cliquetich i font et tel noise vons menantQue dune lieuwe on loist qui y fuist escoutantLy noble empereur vint a lestour courantDune espee quil tint va Iuis decoppantDeuant ses cops ne dure armure tant ne quantMais quant Pilatte vit quil ny aroit gharantVers la chite sen fuit aueuc lui ArchillantQuant lempereur le vit sa gent va escriantlaquoOr tosts seigneurs apries car ie le vous commantPilatte voy fuir allez apries courantIamais niert mes amis qui ne lira sieuwantraquoDont vont Roumains apries moult radement courantA celle cache y eult vng estour moult pesantLempereur de Romme y va grant cop donnantMais riens ne le leur valli leur paine vont perdantCar Pilatte escappa et se mist a gharantPar dedens la grant porte se boutte tout errantEt Archilant oussy dont moult furent dollantMais Ioseph fu naure pries ne lalan tuantCeuist este damaige car bien estoit creantAu tresdouls Ihesuchrist qui se fu baptisantLy Iuis sont retrais dedens la chite grantPuis fremerent la porte et le pont vont haucantMais bien furent XIIm sur les camps demorantQui iamais ne verront ne femme ne enfant

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Vers le temple sen vont Pilatte ot coer dollantEt lempereur sen va es tentes repairantQui moult auoit le coer baulx liet et ioyantDe ce que li Iuis estoiient ensi roecrant

Seigneurs or escoutes canchon de veriteAins plus vraye noistes en iour de vos aeLy empereur se fu par I matin leueLes fosses fist reffaire qui estoient estouppeLayens ne peult venir pain vin char ne bledLa furent poure gens moult forment esgharezPilatte fu moult dollant et sot le coer yreCar vitaille failly qui nen auoit plenteLaiiens ot tel hasquie et telle poureteOultre mer veusist estre qui plus auoit barneLayens furent forains li premiers affameQui estoiient venus par dedens la chitePour la feste Archilant con auoit couronneCar il neurent nul viure a leur volloir trouueCeulx qui orent vitaille si lont tresbien gardeDes chars de leurs chevaulx ont il mengiet asseIl na homme en ce monde tant eust coer adureSil encontraist ces femmes quil nen euist piteQui veist ces enfans comment il ont ploureEt comment il auoient a mengier demandeCestoit grande pite de voir la cruaulteSi grant famine fu par dedens la chiteQue vne seulle castaigne euist on acetteVolentiers vng besant de fin or esmereLa furent poure gent forment desbareteQui vont par ceste rue morant en grant vieteLa maudissent Pilatte sonnent et a plenteQuant oncques deffya lempereur redoubte

Dedens Iherusalem ot vng doel moult plenierPa[r] touttes les maisons nauoient que mengierDu fosset se complaindent et deuant et derierQui la menue gent fist forment esmayer

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Vers le temple sen vont Pilatte ot coer dollantEt lempereur sen va es tentes repairantQui moult auoit le coer baulx liet et ioyantDe ce que li Iuis estoiient ensi roecrant

Seigneurs or escoutes canchon de veriteAins plus vraye noistes en iour de vos aeLy empereur se fu par I matin leueLes fosses fist reffaire qui estoient estouppeLayens ne peult venir pain vin char ne bledLa furent poure gens moult forment esgharezPilatte fu moult dollant et sot le coer yreCar vitaille failly qui nen auoit plenteLaiiens ot tel hasquie et telle poureteOultre mer veusist estre qui plus auoit barneLayens furent forains li premiers affameQui estoiient venus par dedens la chitePour la feste Archilant con auoit couronneCar il neurent nul viure a leur volloir trouueCeulx qui orent vitaille si lont tresbien gardeDes chars de leurs chevaulx ont il mengiet asseIl na homme en ce monde tant eust coer adureSil encontraist ces femmes quil nen euist piteQui veist ces enfans comment il ont ploureEt comment il auoient a mengier demandeCestoit grande pite de voir la cruaulteSi grant famine fu par dedens la chiteQue vne seulle castaigne euist on acetteVolentiers vng besant de fin or esmereLa furent poure gent forment desbareteQui vont par ceste rue morant en grant vieteLa maudissent Pilatte sonnent et a plenteQuant oncques deffya lempereur redoubte

Dedens Iherusalem ot vng doel moult plenierPa[r] touttes les maisons nauoient que mengierDu fosset se complaindent et deuant et derierQui la menue gent fist forment esmayer

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Car volentiers sen fuissent se peuissent widierLun a lautre se combat pour la char crue mengierPour cheuaulx et pour bestes pries sont de lesragierLe fort le tault au foible la fu grant lencombrierDes dammes qui nauoiient que boire ne mengierLes herbes vont adont querant par le vregierQui trouuer puelt lortye il le prent sans dangierLa vieille gent y fu affamee premierQuant vitaille ont apris il nen ont recouurierSy se laissent cheoir comme pourchiaulx en fumierLa endroit les conuient de famine baillierLa les vist on morir de fain et deuyerEt ceulx qui sont en vie les gittent es carnierLes portes furent cuiries les cuirs en vont mengierEt par petittes pieces cuire et despechierLy enfanchon des biers seuffrent grant dangierDe fain et de mesaise commencent a schierLes meres ne les seuent de quoy rappaisierIl tirent et saquent ne treuuent que suchierFors que des tettes font sans plus le sanc widierPasmer y veissies maintes iosnes moullierEt par terre morir a doel et encombrierPilatte le prouuost a fait vng banc criierNe remaine cheual pallefroy ne destrierQue tantost on ne fache tuer et eschorchierEt par meuues pieches les faire despechierEt en mengeront ceulx qui en aront mestierEt on fist son command con ne volt detriierLayens ot vne damme qui moult fist a prisierRoynne fu dAufricque grant terre ot a baillierQuant mors fu son mary qui le viair ot fierPour lamour damme dieu voit sa terre laissierEn Iherusalem vint le sepulcre baisierTous les iours y alloit son offrande baillierLa damme ot nom Marie dont vous moez nonchierSy auoit vue fille quelle ama et tint chierMais il convint par lui la parolle adrechierQue dieux dist ains que se laissast crucefiier

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Car volentiers sen fuissent se peuissent widierLun a lautre se combat pour la char crue mengierPour cheuaulx et pour bestes pries sont de lesragierLe fort le tault au foible la fu grant lencombrierDes dammes qui nauoiient que boire ne mengierLes herbes vont adont querant par le vregierQui trouuer puelt lortye il le prent sans dangierLa vieille gent y fu affamee premierQuant vitaille ont apris il nen ont recouurierSy se laissent cheoir comme pourchiaulx en fumierLa endroit les conuient de famine baillierLa les vist on morir de fain et deuyerEt ceulx qui sont en vie les gittent es carnierLes portes furent cuiries les cuirs en vont mengierEt par petittes pieces cuire et despechierLy enfanchon des biers seuffrent grant dangierDe fain et de mesaise commencent a schierLes meres ne les seuent de quoy rappaisierIl tirent et saquent ne treuuent que suchierFors que des tettes font sans plus le sanc widierPasmer y veissies maintes iosnes moullierEt par terre morir a doel et encombrierPilatte le prouuost a fait vng banc criierNe remaine cheual pallefroy ne destrierQue tantost on ne fache tuer et eschorchierEt par meuues pieches les faire despechierEt en mengeront ceulx qui en aront mestierEt on fist son command con ne volt detriierLayens ot vne damme qui moult fist a prisierRoynne fu dAufricque grant terre ot a baillierQuant mors fu son mary qui le viair ot fierPour lamour damme dieu voit sa terre laissierEn Iherusalem vint le sepulcre baisierTous les iours y alloit son offrande baillierLa damme ot nom Marie dont vous moez nonchierSy auoit vue fille quelle ama et tint chierMais il convint par lui la parolle adrechierQue dieux dist ains que se laissast crucefiier

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Cele damme dAufricque dont ie vous senefyeOt en Iherusalem prinse sa herbe[r]g[e]rieEn lostel dune damme qui moult estoit samieClarisse fu nommee et fu de grant lignieAssez auoit vitaille et bien en fut garnieMais Iuis li tollirent la putte gent hayeNe len volrent laissier denree ne demyeDont la roynne fu durement mal baillieLenfant not que donner soir ne matinyeMoult len pesoit au coer car souef la nourieDe fain le vit morir a vne abe esclairieQuant la damme le voit forment pleur et larmieQuattre fois a la terre sest pasmee848 flastrielaquoAye my dieuraquo dist elle laquoque ie suy ahontiePour vostre loy tenir ay ma terre laissieOr voi ge mon enfant mort a doel et a hasquiePensons de lenfouuir Clarisse douce amieraquolaquoDouce dammeraquo dist elle laquoce ne ferons nous mieMieulx vault que le mengons que nous perdons la vieSe ie nay a mengier par la vierge MarieIe mengeray mes mains pour le fain qui maisgrieNe me puis soustenir tant sui ge mesaisieDe cestui viuerions se la char fuist rostyeTant que le mien ara ossy perdu la vyeEt puis le mengerons ie le vous certefyeraquolaquoClarisseraquo dist la damme laquode ce ne parlez myeCar anchois mengeroy de caroigne rostieQue mengier mon enfant pour fain qui me maistryeQuen mes costes portay bien seroy esragieraquolaquoSi ferezraquo dist Clarisse laquodouche soer et amyeIe me desesperay se de vous nay ayeMieulx vault que le mengons que nous perdons la vyeraquolaquoPar ma foy non ferayraquo ce respondi MaryelaquoIay trop plus chier morir et a perdre la vyeraquoAtant es vous vng angle qui luist et reflanbieQui deuant elle descent en leur hostelerie

848 Il cod palmee382

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Cele damme dAufricque dont ie vous senefyeOt en Iherusalem prinse sa herbe[r]g[e]rieEn lostel dune damme qui moult estoit samieClarisse fu nommee et fu de grant lignieAssez auoit vitaille et bien en fut garnieMais Iuis li tollirent la putte gent hayeNe len volrent laissier denree ne demyeDont la roynne fu durement mal baillieLenfant not que donner soir ne matinyeMoult len pesoit au coer car souef la nourieDe fain le vit morir a vne abe esclairieQuant la damme le voit forment pleur et larmieQuattre fois a la terre sest pasmee848 flastrielaquoAye my dieuraquo dist elle laquoque ie suy ahontiePour vostre loy tenir ay ma terre laissieOr voi ge mon enfant mort a doel et a hasquiePensons de lenfouuir Clarisse douce amieraquolaquoDouce dammeraquo dist elle laquoce ne ferons nous mieMieulx vault que le mengons que nous perdons la vieSe ie nay a mengier par la vierge MarieIe mengeray mes mains pour le fain qui maisgrieNe me puis soustenir tant sui ge mesaisieDe cestui viuerions se la char fuist rostyeTant que le mien ara ossy perdu la vyeEt puis le mengerons ie le vous certefyeraquolaquoClarisseraquo dist la damme laquode ce ne parlez myeCar anchois mengeroy de caroigne rostieQue mengier mon enfant pour fain qui me maistryeQuen mes costes portay bien seroy esragieraquolaquoSi ferezraquo dist Clarisse laquodouche soer et amyeIe me desesperay se de vous nay ayeMieulx vault que le mengons que nous perdons la vyeraquolaquoPar ma foy non ferayraquo ce respondi MaryelaquoIay trop plus chier morir et a perdre la vyeraquoAtant es vous vng angle qui luist et reflanbieQui deuant elle descent en leur hostelerie

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Pries de Marie vint a douce vois serieQui lui dist en loreille laquoDieu si te mande amieQue de lenfant mengier ne tesbahy miePardonne te sera du digne fruit de vieDieu voelt que par toy soit la parolle auerieraquo

Quant la damme oit langle qui tels mos a contesMoult tenrement ploura le sanc li est muesDont fut lenffant saisis et auant aportesLun des bras en ont pris et trestout decoppezSur le charbon fu mis rostir et puis tournesEt la damme plouroit piteulx mos a gittesEt dist laquoEnffes beaulx de moy fustes portesQuant ie vous mengeray ce sera grant grietesMais puis quil plaist a dieu faire conuient son gresraquoAdont chey li corps de la damme pasmesEt de Clarisse fu forment le feu hastesEt quant la char fu cuitte et bien rostie assesA la damme en presente dont li coer est tourblesTroix morsiaux en menga puis key lautre lesQuinte fois se pasma puis key lautre lesEt dist laquoLasse meschante de quelle heure fu nesLe corps de moy qui tant sy est maleuresIusques en fin du monde est chils fais reprouuesQuant iay mengiet lenfant quen mes flans ay portesHe mors quatendes vous que tosts ne mestranglesEnssi disoit la damme qui grans cris a gittesEt le flair de la char est par les rues allesPilatte yert au temple ainsi que foursenesDont appella sa gent et leur dist laquoCha venesTosts et ysnellement la quizine me queresDont chi endroit le flair si mest venu au nesFaittes comment que soit que chi men aportesSe donner on nen voelt trestoutte leur tollesraquoEt ceulx ont respondu laquoSi comme vous commandesraquoLy sergans sen tournerent qui de fain sont lassesPar le flair de la char sont tantos assenesIl busquent a lostel si leur fu deffremes

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Quant la damme oit langle qui tels mos a contesMoult tenrement ploura le sanc li est muesDont fut lenffant saisis et auant aportesLun des bras en ont pris et trestout decoppezSur le charbon fu mis rostir et puis tournesEt la damme plouroit piteulx mos a gittesEt dist laquoEnffes beaulx de moy fustes portesQuant ie vous mengeray ce sera grant grietesMais puis quil plaist a dieu faire conuient son gresraquoAdont chey li corps de la damme pasmesEt de Clarisse fu forment le feu hastesEt quant la char fu cuitte et bien rostie assesA la damme en presente dont li coer est tourblesTroix morsiaux en menga puis key lautre lesQuinte fois se pasma puis key lautre lesEt dist laquoLasse meschante de quelle heure fu nesLe corps de moy qui tant sy est maleuresIusques en fin du monde est chils fais reprouuesQuant iay mengiet lenfant quen mes flans ay portesHe mors quatendes vous que tosts ne mestranglesEnssi disoit la damme qui grans cris a gittesEt le flair de la char est par les rues allesPilatte yert au temple ainsi que foursenesDont appella sa gent et leur dist laquoCha venesTosts et ysnellement la quizine me queresDont chi endroit le flair si mest venu au nesFaittes comment que soit que chi men aportesSe donner on nen voelt trestoutte leur tollesraquoEt ceulx ont respondu laquoSi comme vous commandesraquoLy sergans sen tournerent qui de fain sont lassesPar le flair de la char sont tantos assenesIl busquent a lostel si leur fu deffremes

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laquoDammeraquo cha dit li vns laquoenuers nous entendesPilatte le preuost nostre droit aduoesVoelt que de vo cuisine li ayes presentesraquolaquoPar ma foyraquo dist Clarisse laquoil en ara assesNous mengons nos enfans venez si en prenesraquoLe remanant aporte dont li brach fu hostesQuant ly sergans ce virent tous furent effreesDe hide et de paour sont en fuyant tournes

Ariere retournes si sen sont li sergantAu temple Salemon sen sont venu courantQuant Pilatte les vit sa dit laquoVenez auantAye de la vitaille que ie desiroy tantraquolaquoNenilraquo cha dit li vngs laquoau diable le commantIl na femme ne homme en ce siecle viuantQui veist oncques mais tel dolleur apparantCar de fain y menga la mere son enfantElle men volt donner mais ie fus acourantraquoQuant Pilatte lentent grant doel va demenantBien voit seront destruis et ny aront gharantIusques a lendemain va le chose delaissantQuil alla deuant lui le grant conseil mandantEt leurs a dit laquoSeigneurs allez moy conseillantOncques mais en ma vie neuch de destourbier tantCar plus ne trouuerons de vitaille noyantEt se veons no gens qui de fain vont morantRendons nous la dehors a lempereur vaillantIayme mieulx que li voye celle chite rendantCon me voist par famine sur I fumier getantraquoQuant Iuis lentendirent leur poins vont detordantEt dames et pucelles vont grant dolleur menantAs portes vont les hommes leur palmes detordantEt mandent lemperenr qua eulx il soit parlantEt il y est venus montez sur lafferantQuant li Iuis le virent si leur vont escriantlaquoSire drois empereres entendes no samblantLaissies nous ent yssir par ytel couuenantQue ne reuenrons mais en iour de no viuantraquo

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Ariere retournes si sen sont li sergantAu temple Salemon sen sont venu courantQuant Pilatte les vit sa dit laquoVenez auantAye de la vitaille que ie desiroy tantraquolaquoNenilraquo cha dit li vngs laquoau diable le commantIl na femme ne homme en ce siecle viuantQui veist oncques mais tel dolleur apparantCar de fain y menga la mere son enfantElle men volt donner mais ie fus acourantraquoQuant Pilatte lentent grant doel va demenantBien voit seront destruis et ny aront gharantIusques a lendemain va le chose delaissantQuil alla deuant lui le grant conseil mandantEt leurs a dit laquoSeigneurs allez moy conseillantOncques mais en ma vie neuch de destourbier tantCar plus ne trouuerons de vitaille noyantEt se veons no gens qui de fain vont morantRendons nous la dehors a lempereur vaillantIayme mieulx que li voye celle chite rendantCon me voist par famine sur I fumier getantraquoQuant Iuis lentendirent leur poins vont detordantEt dames et pucelles vont grant dolleur menantAs portes vont les hommes leur palmes detordantEt mandent lemperenr qua eulx il soit parlantEt il y est venus montez sur lafferantQuant li Iuis le virent si leur vont escriantlaquoSire drois empereres entendes no samblantLaissies nous ent yssir par ytel couuenantQue ne reuenrons mais en iour de no viuantraquo

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Et dist lempereour laquoNen ales plus parlantCar par chelui phrophette que fustes crucefiantAins feray de vos corps du tout a mon commandraquoEt quant Archilant va la849 parolle escoutantCest que a lempereur niront merchi trouuantAdont sest desarmes tost et incointinantEt puis si a parlet haultement en oyantEt dist a lempereur laquoAlez moy escoutantHerode fu mon pere ce sceuent li auquantIe portay la couronne quant il fu defiuantMal dehait aye iou se tout fin maintenantEns ou despit de vous ne me voy ochiantDe ma mort ne seront ia Sarazin vantantraquoPuis a saquiet lespee qui clere yert et luisantPar desoubz la mamelle se fiert I cop si grantQue on peuist veoir la pointe oultre passantEs fosses quey mort dont Roumains sont dollantEt le Iuis retournent courouchies et dollantMais Pilatte sescrye a lempereur puissantlaquoSire a moult grant tort malez vous destruisantMais prendez nostre auoir si nous laissies a tantraquolaquoPilatteraquo dist lempereur laquoie vous ay en couuantQuant de chi partires vous ny ares gharantA malle heure feiste le prophette dollantQui mon corps a ghary si le seray vengantraquo

A ces mos dont ie dis ont laissiet le plaidierLempereur retourna a ses tentes arierEt Pilatte au temple si sen va repairierEt puis fist les Iuis mander pour conseillierEt leurs a dit laquoSeigneurs or oyes mon plaidierNous auons chi dedens et argent et or mierGrant honte ce sera se Sarazins lanierQui de cha sont venus pour nous a essilier 850Mais ie scay tel enghien sel volies ottriier

849 Il cod les850 Qui il copista saltograve probabilmente un verso

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Et dist lempereour laquoNen ales plus parlantCar par chelui phrophette que fustes crucefiantAins feray de vos corps du tout a mon commandraquoEt quant Archilant va la849 parolle escoutantCest que a lempereur niront merchi trouuantAdont sest desarmes tost et incointinantEt puis si a parlet haultement en oyantEt dist a lempereur laquoAlez moy escoutantHerode fu mon pere ce sceuent li auquantIe portay la couronne quant il fu defiuantMal dehait aye iou se tout fin maintenantEns ou despit de vous ne me voy ochiantDe ma mort ne seront ia Sarazin vantantraquoPuis a saquiet lespee qui clere yert et luisantPar desoubz la mamelle se fiert I cop si grantQue on peuist veoir la pointe oultre passantEs fosses quey mort dont Roumains sont dollantEt le Iuis retournent courouchies et dollantMais Pilatte sescrye a lempereur puissantlaquoSire a moult grant tort malez vous destruisantMais prendez nostre auoir si nous laissies a tantraquolaquoPilatteraquo dist lempereur laquoie vous ay en couuantQuant de chi partires vous ny ares gharantA malle heure feiste le prophette dollantQui mon corps a ghary si le seray vengantraquo

A ces mos dont ie dis ont laissiet le plaidierLempereur retourna a ses tentes arierEt Pilatte au temple si sen va repairierEt puis fist les Iuis mander pour conseillierEt leurs a dit laquoSeigneurs or oyes mon plaidierNous auons chi dedens et argent et or mierGrant honte ce sera se Sarazins lanierQui de cha sont venus pour nous a essilier 850Mais ie scay tel enghien sel volies ottriier

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Que ia nen aueront qui vaille I seul denierEt vous aues oy lempereur prononchierQuil nous fera tout vendre cest tout son desirierCeulx qui seront vendus cest a prouuer legierPolront bien escapper espoir de ce dangierSans recepuoir la mort ne leurs corps empirierSy vous loe trestous vostre auoir a mengierCar encore en polrons bien auoir grant mestierCeulx qui escapperont de ce peril enthierSensy le voles faire bien vous say conseillierComment le mengeres tout a vo desirierA bons chisiaulx le faitte rompre et detaillierEl pesteller menut cascun en vng mortierEnsy le polres bien user et essillierEt qui trop en ara sen donne sa moullierSon frere son cousin et ceulx quil ara chierraquoQuant Iuis lentendirent commenchent a criierlaquoMoult bien a dit Pilatte ce fait a ottriierraquoLy Iuis sen tournerent ny volrent atargierQui veist ces auoirs hors des coffrez saquierHanapz et escuelles argent et or mierEn ces mortiers de keuure estamper et froissierCascun a son pooir se penoit denforchierOncques ne saresterent bien trois iours enthiersNe les nuis ensement iusques a lesclairierEt Pilatte ensement qui dieu doint encombrierA fait tout son auoir donner et exsillierIl cuiderent bien faire a leur auoir mengierMais pour ce en morurent bien XL millierQui fuissent escappez sains sauf et haitiesSe ce ne fuist leur ors que il volrent mengier

Lendemain au matin si qua prime sonnantSe sont tous assamblez li vies hommes sachantEt Pilatte meysme y est venu plourantlaquoSeigneursraquo cha dit Pilatte laquoentendez mon samblantIe vous ay iusque a chy este vostre gharantMais ores vous gherpis puis ce iour en aduant

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Que ia nen aueront qui vaille I seul denierEt vous aues oy lempereur prononchierQuil nous fera tout vendre cest tout son desirierCeulx qui seront vendus cest a prouuer legierPolront bien escapper espoir de ce dangierSans recepuoir la mort ne leurs corps empirierSy vous loe trestous vostre auoir a mengierCar encore en polrons bien auoir grant mestierCeulx qui escapperont de ce peril enthierSensy le voles faire bien vous say conseillierComment le mengeres tout a vo desirierA bons chisiaulx le faitte rompre et detaillierEl pesteller menut cascun en vng mortierEnsy le polres bien user et essillierEt qui trop en ara sen donne sa moullierSon frere son cousin et ceulx quil ara chierraquoQuant Iuis lentendirent commenchent a criierlaquoMoult bien a dit Pilatte ce fait a ottriierraquoLy Iuis sen tournerent ny volrent atargierQui veist ces auoirs hors des coffrez saquierHanapz et escuelles argent et or mierEn ces mortiers de keuure estamper et froissierCascun a son pooir se penoit denforchierOncques ne saresterent bien trois iours enthiersNe les nuis ensement iusques a lesclairierEt Pilatte ensement qui dieu doint encombrierA fait tout son auoir donner et exsillierIl cuiderent bien faire a leur auoir mengierMais pour ce en morurent bien XL millierQui fuissent escappez sains sauf et haitiesSe ce ne fuist leur ors que il volrent mengier

Lendemain au matin si qua prime sonnantSe sont tous assamblez li vies hommes sachantEt Pilatte meysme y est venu plourantlaquoSeigneursraquo cha dit Pilatte laquoentendez mon samblantIe vous ay iusque a chy este vostre gharantMais ores vous gherpis puis ce iour en aduant

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Ne vous puis mais aidier ne valloir tant ne quantSe riens vous ay meffait le pardon vous demandraquoQuant Iuis lentendent forment vont soupirantVers la porte se tournent Pilatte va deuantTout iusques au fosset ne se vont arestantTitus venoit sus son destrier courantEnuiron le fosset saloit esbanoyantSavoit aueuc lui mains cheualiers puissantQuant virent les Iuis moult se vont merueillantPilatte les perchut si les va assignantEt Titus vint a luy as esperons brochantTantos lala Pilatte par le sien nom nommantBien le congneult as armes et a lescut luisantlaquoSireraquo ca dit Pilatte laquoentendez mon samblantA vous et a vo pere nous alons tous rendantChite corps et auoir faittes ent vo commandAyes pite de nous pour dieu le vous demandBien scay que par follour ay este mesprenantMais se me volles rendre la chite souffisantCent ostoirs vous douray et cent pail doriantEt cent meutes de chiens qui bien seront cachantAueuc cent hotois et deux mille auferantEt X soumiers dargent et de fin or otantraquoQuant Titus lentendy si en va souriantPar vng message alla le sien pere mandantEt quant li empereur en seult le couuenantIl iura le prophette qui fait li eult gharantQue iamais vers Pilatte ne siroit acordantErraument sadouba puis monte en laferantVng graisle fist ruuer de lost sen va partantEt li Roumains le sieuwent cheualiers et sergantTout iusques as fosses ne se vont arrestantSy tost quil vit Pilatte se lui dist en oyantlaquoPilatte mon prouuost moult ay ie courouch grantQue vous aues este encontre moy tenantCeste belle chite or le malez rendantraquolaquoSireraquo cha dit Pilatte laquoiay este ygnorantA vous nous nous alons corps et avoir rendant

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Ne vous puis mais aidier ne valloir tant ne quantSe riens vous ay meffait le pardon vous demandraquoQuant Iuis lentendent forment vont soupirantVers la porte se tournent Pilatte va deuantTout iusques au fosset ne se vont arestantTitus venoit sus son destrier courantEnuiron le fosset saloit esbanoyantSavoit aueuc lui mains cheualiers puissantQuant virent les Iuis moult se vont merueillantPilatte les perchut si les va assignantEt Titus vint a luy as esperons brochantTantos lala Pilatte par le sien nom nommantBien le congneult as armes et a lescut luisantlaquoSireraquo ca dit Pilatte laquoentendez mon samblantA vous et a vo pere nous alons tous rendantChite corps et auoir faittes ent vo commandAyes pite de nous pour dieu le vous demandBien scay que par follour ay este mesprenantMais se me volles rendre la chite souffisantCent ostoirs vous douray et cent pail doriantEt cent meutes de chiens qui bien seront cachantAueuc cent hotois et deux mille auferantEt X soumiers dargent et de fin or otantraquoQuant Titus lentendy si en va souriantPar vng message alla le sien pere mandantEt quant li empereur en seult le couuenantIl iura le prophette qui fait li eult gharantQue iamais vers Pilatte ne siroit acordantErraument sadouba puis monte en laferantVng graisle fist ruuer de lost sen va partantEt li Roumains le sieuwent cheualiers et sergantTout iusques as fosses ne se vont arrestantSy tost quil vit Pilatte se lui dist en oyantlaquoPilatte mon prouuost moult ay ie courouch grantQue vous aues este encontre moy tenantCeste belle chite or le malez rendantraquolaquoSireraquo cha dit Pilatte laquoiay este ygnorantA vous nous nous alons corps et avoir rendant

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A vo plaisir en faittes desormais en aduantraquo

Lempereour de Romme qui tant fist a doubterFist les fosses remplir et la terre raserTant que on y pooit et venir et allerDiix mille cheualiers a fait oultre passerQui firent les Iuis hors de la ville allerPuis allerent vistement les portes reffremerSy que nuls ne peuist ariere retournerTitus a pris Pilatte le commande a gharderEt Iacob prist Ioseph car moult le volt amerBien crut en damme dieu qui se laissa penerVolentiers se fera baptisier et leuerPuis dist Vaspasien tout haultement et clerlaquoSeigneurs ie ne voel pas mon serement fausserOr viengne auant qui voelt des Iuis achetterEt trente len feray pour I denier donnerraquoVng Roumain sault auant qui oit ce parlerVng denier il bailla XXX en a fait seurerDune part les mena dont commence a iurerLa mort du saint prophette leur fera comparerA ycelle parolle ne volt plus arresterLe destrier espouronne quan quil peult randonnerEt fiert vng des Iuis deuant a lencontrerTrestout parmy le corps a fait le fier passerAu saquier hors sa lanche en wida li or clerQuant li Roumain le vit si nen seult que penserVng aultre en va ferir de son brancq qui fu clerEt le tiers et le quart va tous ius crauenterA cascun veoit on lor des pances coullerA vng des Iuis va vistement demanderQuelle chose puelt estre quil voit luire si clerlaquoSe le voir tu men dis ie te volray sauuerraquolaquoSireraquo dist li Iuis laquone le vous quier celler

Pilatte nous rouua nostre auoir a vzerTout ce que en auiesmes la dedens a gharderIa mar y enteres pour auoir conquesterDor ne dargent ny a vaillant I bouquelerraquo

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Lempereour de Romme qui tant fist a doubterFist les fosses remplir et la terre raserTant que on y pooit et venir et allerDiix mille cheualiers a fait oultre passerQui firent les Iuis hors de la ville allerPuis allerent vistement les portes reffremerSy que nuls ne peuist ariere retournerTitus a pris Pilatte le commande a gharderEt Iacob prist Ioseph car moult le volt amerBien crut en damme dieu qui se laissa penerVolentiers se fera baptisier et leuerPuis dist Vaspasien tout haultement et clerlaquoSeigneurs ie ne voel pas mon serement fausserOr viengne auant qui voelt des Iuis achetterEt trente len feray pour I denier donnerraquoVng Roumain sault auant qui oit ce parlerVng denier il bailla XXX en a fait seurerDune part les mena dont commence a iurerLa mort du saint prophette leur fera comparerA ycelle parolle ne volt plus arresterLe destrier espouronne quan quil peult randonnerEt fiert vng des Iuis deuant a lencontrerTrestout parmy le corps a fait le fier passerAu saquier hors sa lanche en wida li or clerQuant li Roumain le vit si nen seult que penserVng aultre en va ferir de son brancq qui fu clerEt le tiers et le quart va tous ius crauenterA cascun veoit on lor des pances coullerA vng des Iuis va vistement demanderQuelle chose puelt estre quil voit luire si clerlaquoSe le voir tu men dis ie te volray sauuerraquolaquoSireraquo dist li Iuis laquone le vous quier celler

Pilatte nous rouua nostre auoir a vzerTout ce que en auiesmes la dedens a gharderIa mar y enteres pour auoir conquesterDor ne dargent ny a vaillant I bouquelerraquo

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La furent li Roumains qui le volrent escoutterQuant il orent oy tel raison deuiserA lempereur viennent puis prendent a crierlaquoSire ien voel denree pour vo dit auererraquoEt il leur respondi laquoIe le voel agreerQui vng denier doura XXX en polra menerraquoEn plus de mille part les veist on caplerEt le roy leur faisoit les Iuis deliurerNen veult que troix denrees detenir ne gharderTrestous ionnes Iuis femmes et bacellersVous orez quil en fist mais ains volray conterComment fist la chite essillier at gaster

Seigneurs ceste canchon doit bien estre oyeLy nouueaux Titus a le chiere hardyeEntra en la chite o sa cheualerieAssez y ont trouuet riquesse et manandyePourpres et singlatons et draps de DamarieMais or fin ne argent nen trouuerent mieLy rois fist tout tourser par sa bonne maisnyeEt fist les murs abattre et maintes tours antieNy remest que le temple cest bien chose auerieEt851 la tour de David qui fu dancisserieEt quant fu la chite ensement essillieIl sen est repairies a ses tentes iolyeVenus est a son pere et doucement li pryeDe repairier ariere et le roy lui ottryeAdont a commande que lost soit deslogieQuant li payens loirent sen mainent chiere lieLe roy fist apointier en la mer ressongnieTroix nef et en cascune fist mettre sans detryeVne denree sans plus de la iuyseryeOncques denree ny eult de vitaille baillieEnsement les esquippent en la mer qui ondieAu tier iour ariuerent oes en quel partie

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La furent li Roumains qui le volrent escoutterQuant il orent oy tel raison deuiserA lempereur viennent puis prendent a crierlaquoSire ien voel denree pour vo dit auererraquoEt il leur respondi laquoIe le voel agreerQui vng denier doura XXX en polra menerraquoEn plus de mille part les veist on caplerEt le roy leur faisoit les Iuis deliurerNen veult que troix denrees detenir ne gharderTrestous ionnes Iuis femmes et bacellersVous orez quil en fist mais ains volray conterComment fist la chite essillier at gaster

Seigneurs ceste canchon doit bien estre oyeLy nouueaux Titus a le chiere hardyeEntra en la chite o sa cheualerieAssez y ont trouuet riquesse et manandyePourpres et singlatons et draps de DamarieMais or fin ne argent nen trouuerent mieLy rois fist tout tourser par sa bonne maisnyeEt fist les murs abattre et maintes tours antieNy remest que le temple cest bien chose auerieEt851 la tour de David qui fu dancisserieEt quant fu la chite ensement essillieIl sen est repairies a ses tentes iolyeVenus est a son pere et doucement li pryeDe repairier ariere et le roy lui ottryeAdont a commande que lost soit deslogieQuant li payens loirent sen mainent chiere lieLe roy fist apointier en la mer ressongnieTroix nef et en cascune fist mettre sans detryeVne denree sans plus de la iuyseryeOncques denree ny eult de vitaille baillieEnsement les esquippent en la mer qui ondieAu tier iour ariuerent oes en quel partie

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Ly vne en Antioche852 come listoire crieEt lautre en Engleterre ala ne doubtez mieEt en Flandres la tierch a qui le fain curieOr en lairons ester si dirons ceste fieDe lempereur de Romme qui o sa baronnieQui en la mer sesquippe o sa cheualerieEn VIII iour ariuerent a Ba[r]lette lantieLors yssirent des nef leur voye ont quellieEt sen vont deuers Romme a belle ceuauchieAueuc eulx en menerent par moult fiere maistriePilatte le prouuost qui la chiere ot marieA lentrer dedens Romme fu la ioye essauchieCascun a son pooir lenpereres fiestie

A Romme droit si est lempereur repairiesSaint Climent vint encontre qui ne sest atargiesEt dist laquoDrois empereur ie vous priie et requieisVous estes reuenus sains sauf et haitiesEt Titus vostre fils dieux en soit gratiesOr me tenes couuent que soiies baptisiesraquoRespont lempereour laquoIen suy appareilliesAlez isnellement les fons saintefiiesraquoEt saint Climent ne sest de riens atargiesLes cuues fist emplir puis la saintefiiesEt eus ou non de dieu le pere droituriersPuis a fait lempereur trestou nuds despoulliersTout et incontinent fu premier baptisiesEt Titus apries ly qui en fu forment liesDangais et Iacob et Iaffet le prisiesQuant ceulx de Romme virent leur seigneurs baptisiesEn plus de mille lieux fu saint Climent huquieslaquoSire baptisies nous et si nous enseigniesraquo

Quant saint Climent lentent si en fu forment liesEn VIII iours ne fina saint Climent le prisiesCuues a fait emplir se les fait dediier

852 Altri testi hanno en tiesce terre cioegrave in Germania Dentiesce il copista avragravefatto antioche

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Ly vne en Antioche852 come listoire crieEt lautre en Engleterre ala ne doubtez mieEt en Flandres la tierch a qui le fain curieOr en lairons ester si dirons ceste fieDe lempereur de Romme qui o sa baronnieQui en la mer sesquippe o sa cheualerieEn VIII iour ariuerent a Ba[r]lette lantieLors yssirent des nef leur voye ont quellieEt sen vont deuers Romme a belle ceuauchieAueuc eulx en menerent par moult fiere maistriePilatte le prouuost qui la chiere ot marieA lentrer dedens Romme fu la ioye essauchieCascun a son pooir lenpereres fiestie

A Romme droit si est lempereur repairiesSaint Climent vint encontre qui ne sest atargiesEt dist laquoDrois empereur ie vous priie et requieisVous estes reuenus sains sauf et haitiesEt Titus vostre fils dieux en soit gratiesOr me tenes couuent que soiies baptisiesraquoRespont lempereour laquoIen suy appareilliesAlez isnellement les fons saintefiiesraquoEt saint Climent ne sest de riens atargiesLes cuues fist emplir puis la saintefiiesEt eus ou non de dieu le pere droituriersPuis a fait lempereur trestou nuds despoulliersTout et incontinent fu premier baptisiesEt Titus apries ly qui en fu forment liesDangais et Iacob et Iaffet le prisiesQuant ceulx de Romme virent leur seigneurs baptisiesEn plus de mille lieux fu saint Climent huquieslaquoSire baptisies nous et si nous enseigniesraquo

Quant saint Climent lentent si en fu forment liesEn VIII iours ne fina saint Climent le prisiesCuues a fait emplir se les fait dediier

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Et benir et sacrer et puis leur a priesQuil entraissent dedens ceulx y vons volentiersEnsy se sont Roumains tous a dieux ottriesEt li frans empereur ne si est atargiesSes barons appella donne leur a congiesQuil iugassent Pilatte qui tant est renoiiesDont sasamblent si hommes et se sont conseilliesEt puis fu li consaulx a lempereur nonchiesQue Pilatte si soit en Vianne enuoyesCar la coustume estoit en ce temps ce sachiesQue nuls homs ne moroit mais il estoit iugiesEn la fosse en Vianne estoit mis et muchiesEnsi le tenoit on a Romme et ens es fiesEt lempereur si est volentiers ottriiesPar trente cheualiers y fu tost enuoyesDe karkans et de fiers fu il tresbien lyesLa ne veoit clarte de nului nest aidiesEn ycelle maniere ce tesmoigne li briesVesqui plus de IIII ans et puis fu deuiiesEt traine par la ville et as camps conuoyesQuant la gent lont veu cascun est escriieslaquoVela le fau Pilatte qui tant fu renoiiesPar qui Ihesu no pere fu en croix traueilliesraquo

Ainsy fu par la ville Pilatte trayenesDedens vne gisquiere la fu il enteresIl y gut bien VII ans acomplis et passesMais en ce pays aduint si grande cruaultesCar ou pays ne crut auaine vins ne bledsLespasse de VII ans quil y fu enterresDont le pays en fu tellement affamesOncques ny eult si riche qui nen fuist effreesA leuesque sen est trestout le peuple alleslaquoSireraquo font il laquopour dieu quel conseil nous douresPar quoy chils pays puist estre reconfortes

Si grant famine y a que cest grande pitesraquolaquoSeigneursraquo ca dit leuesque laquovng petit mescoutezA ioeudy du matin trestous chi reuenres

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Et benir et sacrer et puis leur a priesQuil entraissent dedens ceulx y vons volentiersEnsy se sont Roumains tous a dieux ottriesEt li frans empereur ne si est atargiesSes barons appella donne leur a congiesQuil iugassent Pilatte qui tant est renoiiesDont sasamblent si hommes et se sont conseilliesEt puis fu li consaulx a lempereur nonchiesQue Pilatte si soit en Vianne enuoyesCar la coustume estoit en ce temps ce sachiesQue nuls homs ne moroit mais il estoit iugiesEn la fosse en Vianne estoit mis et muchiesEnsi le tenoit on a Romme et ens es fiesEt lempereur si est volentiers ottriiesPar trente cheualiers y fu tost enuoyesDe karkans et de fiers fu il tresbien lyesLa ne veoit clarte de nului nest aidiesEn ycelle maniere ce tesmoigne li briesVesqui plus de IIII ans et puis fu deuiiesEt traine par la ville et as camps conuoyesQuant la gent lont veu cascun est escriieslaquoVela le fau Pilatte qui tant fu renoiiesPar qui Ihesu no pere fu en croix traueilliesraquo

Ainsy fu par la ville Pilatte trayenesDedens vne gisquiere la fu il enteresIl y gut bien VII ans acomplis et passesMais en ce pays aduint si grande cruaultesCar ou pays ne crut auaine vins ne bledsLespasse de VII ans quil y fu enterresDont le pays en fu tellement affamesOncques ny eult si riche qui nen fuist effreesA leuesque sen est trestout le peuple alleslaquoSireraquo font il laquopour dieu quel conseil nous douresPar quoy chils pays puist estre reconfortes

Si grant famine y a que cest grande pitesraquolaquoSeigneursraquo ca dit leuesque laquovng petit mescoutezA ioeudy du matin trestous chi reuenres

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La fieste saint Marcq sera et sa solempnitesPourcession feronsraquo Ceulx se seront acordesA ce iour si se sont tous vers lui retournesMais a leuesque fut vng briefuet aportesPar vng angle du chiel et li fu presentesQue cestoit pour Pilatte qui la fu enterresDont commanda leuesque que de terre soit ostesEt ceulx y sont courut de bonne vollentesA pilles et a howes si fu tantost trouuesPar desoubs une pierre de la lont desterresEt tout oussy enthier que quant y fu boutes

Quant Pilatte trouuerent moult se vont merueillantLeuesque commanda con aportast erantVng tonniel bon et fort pour mettre le tirantEt que hors du pays on le voist troudelantTantos et sans demeure il on fait son ymantDedens le tonniel mirent le cuyers soudoiantGitte lont en la mer au diauble le commantLeuesque retourna moult haultement chantantEt le peuple apries lui les orisons disantAu moustier sont venus li petis et li grantEt gratierent dieu le pere royamantApries vint ou pays vne plente si grantLy fourmens et li vins furent si habondantQue tout par tout sala le pays repeuplantEt Pilatte sen va parmy la mer flotantA vng mont sest hurte con apelle BaucantLa roche sest esprise quant senti le tirantEt encores art elle si que len va disantMais ie vous en lairay se men seray taisantLy ame Pilatte est en enfer le puantDieux nous en gharde tous par son digne commantLequel si vit et regne ou trosne triumphantEstre y puissons nous tous en la parfin manantCeulx qui sont trespasses et ceulx qui sont viuant

In secula seculorum Dittes amen392

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La fieste saint Marcq sera et sa solempnitesPourcession feronsraquo Ceulx se seront acordesA ce iour si se sont tous vers lui retournesMais a leuesque fut vng briefuet aportesPar vng angle du chiel et li fu presentesQue cestoit pour Pilatte qui la fu enterresDont commanda leuesque que de terre soit ostesEt ceulx y sont courut de bonne vollentesA pilles et a howes si fu tantost trouuesPar desoubs une pierre de la lont desterresEt tout oussy enthier que quant y fu boutes

Quant Pilatte trouuerent moult se vont merueillantLeuesque commanda con aportast erantVng tonniel bon et fort pour mettre le tirantEt que hors du pays on le voist troudelantTantos et sans demeure il on fait son ymantDedens le tonniel mirent le cuyers soudoiantGitte lont en la mer au diauble le commantLeuesque retourna moult haultement chantantEt le peuple apries lui les orisons disantAu moustier sont venus li petis et li grantEt gratierent dieu le pere royamantApries vint ou pays vne plente si grantLy fourmens et li vins furent si habondantQue tout par tout sala le pays repeuplantEt Pilatte sen va parmy la mer flotantA vng mont sest hurte con apelle BaucantLa roche sest esprise quant senti le tirantEt encores art elle si que len va disantMais ie vous en lairay se men seray taisantLy ame Pilatte est en enfer le puantDieux nous en gharde tous par son digne commantLequel si vit et regne ou trosne triumphantEstre y puissons nous tous en la parfin manantCeulx qui sont trespasses et ceulx qui sont viuant

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FINE DEL PRIMO VOLUME

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FINE DEL PRIMO VOLUME

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INDICEdei Capitoli del primo Volume

CAPITOLO I

LA GLORIA E IL PRIMATO DI ROMA PAG 1

CAPITOLO II

LE ROVINE DI ROMA ED I MIRABILIA raquo 44

CAPITOLO III

LA FONDAZIONE DI ROMA raquo 78

CAPITOLO IV

LE MERAVIGLIE E LE CURIOSITAgrave DI ROMA raquo 109

CAPITOLO V

I TESORI DI ROMA raquo 152

CAPITOLO VI

LA POTENZA DI ROMA raquo 182

CAPITOLO VII

LA LEGGENDA DEGLIMPERATORI raquo 230

CAPITOLO VIII

GIULIO CESARE raquo 248

CAPITOLO IX

OTTAVIANO AUGUSTO raquo 308

CAPITOLO X

NERONE PAG 332

CAPITOLO XI

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INDICEdei Capitoli del primo Volume

CAPITOLO I

LA GLORIA E IL PRIMATO DI ROMA PAG 1

CAPITOLO II

LE ROVINE DI ROMA ED I MIRABILIA raquo 44

CAPITOLO III

LA FONDAZIONE DI ROMA raquo 78

CAPITOLO IV

LE MERAVIGLIE E LE CURIOSITAgrave DI ROMA raquo 109

CAPITOLO V

I TESORI DI ROMA raquo 152

CAPITOLO VI

LA POTENZA DI ROMA raquo 182

CAPITOLO VII

LA LEGGENDA DEGLIMPERATORI raquo 230

CAPITOLO VIII

GIULIO CESARE raquo 248

CAPITOLO IX

OTTAVIANO AUGUSTO raquo 308

CAPITOLO X

NERONE PAG 332

CAPITOLO XI

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TIBERIO VESPASIANO TITO 362

APPENDICI AL CAPITOLO XIAPPENDICE A 403APPENDICE B 416APPENDICE C 429

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TIBERIO VESPASIANO TITO 362

APPENDICI AL CAPITOLO XIAPPENDICE A 403APPENDICE B 416APPENDICE C 429

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  • Liber Liber
  • PREFAZIONE
  • CAPITOLO I
  • CAPITOLO II
  • CAPITOLO III
  • CAPITOLO IV
  • CAPITOLO V
  • CAPITOLO VI
  • CAPITOLO VII
  • CAPITOLO VIII
  • CAPITOLO IX
  • CAPITOLO X
  • CAPITOLO XI
  • APPENDICE A
  • APPENDICE B
  • APPENDICE C
  • INDICE dei Capitoli del primo Volume
Page 2: Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo ......evo. Roma antica e la sua storia indimenticabile. Non preoccuperò qui il mio soggetto, nè dirò cose che il lettore potrà

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TITOLO Roma nella memoria e nelle immaginazioni delMedio Evo Volume IAUTORE Graf ArturoTRADUTTORE CURATORENOTE Il testo egrave presente in formato immagine sulsito Opal Libri antichi dellUniversitagrave di Torino(httpwwwopalunitoit)Realizzato in collaborazione con il ProjectGutenberg (httpwwwgutenbergnet) tramiteDistributed proofreaders (httpswwwpgdpnet)

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LICENZA questo testo egrave distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internetwwwliberliberitlibrilicenze

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TRATTO DA Roma nella memoria e nelle immaginazionidel Medio Evo 1 di Arturo Graf - Torino ELoescher 1882 - XV 462 p 21 cm

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CODICE ISBN FONTE n d

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 11 dicembre 2019

INDICE DI AFFIDABILITA 1 0 affidabilitagrave bassa 1 affidabilitagrave media 2 affidabilitagrave buona 3 affidabilitagrave ottima

SOGGETTOHIS002020 STORIA Antica Roma

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ROMANELLA MEMORIA E NELLE

IMMAGINAZIONIDEL

MEDIO EVODI

ARTURO GRAF

Prof Straord di Storia comparata delle Letterature romanzenella R Universitagrave di Torino

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi

Volume I

TORINOERMANNO LOESCHER

1882

ROMA e FIRENZE presso la stessa Casa

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ROMANELLA MEMORIA E NELLE

IMMAGINAZIONIDEL

MEDIO EVODI

ARTURO GRAF

Prof Straord di Storia comparata delle Letterature romanzenella R Universitagrave di Torino

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi

Volume I

TORINOERMANNO LOESCHER

1882

ROMA e FIRENZE presso la stessa Casa

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PROPRIETAgrave LETTERARIA

LEditore si riserba il diritto di traduzione

Torino - VINCENZO BONA Tip di S M

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PROPRIETAgrave LETTERARIA

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Torino - VINCENZO BONA Tip di S M

6

VRBI

AETERNAE

D

7

VRBI

AETERNAE

D

7

PREFAZIONE

All is not false which seems at first a lieSOUTHEY St Gualbert

Laver di tanto arricchito il patrimonio delle singole scienze diquanto dal Rinascimento in poi non lo arricchigrave tutta intera letagraveche ci precede egrave senza dubbio gloria principalissima del nostrosecolo ma egrave gloria ancor maggiore laver riconosciuto che ildominio della scienza egrave cosigrave vasto comegrave vasto lo stesso dominiodellessere nella infinita varietagrave e nella interminabileconsecuzione delle forme e che non vegrave sia nel mondo fisico sianel mondo morale fatto cosigrave lieve negrave cosigrave fuggitiva parvenzache non meriti studio e non contenga in segrave qualche parte dellaveritagrave che si cerca

Poniamo da banda le discipline che si esercitano intorno allanatura fisica e guardiamo per quanto egrave lecita una separazionecosigrave fatta a quelle che dato alle parole il piugrave largo significato sichiamano morali e storiche Quali avanzamenti in breve giro dianni e quanto diversi da quelli dei non lontani predecessorinostri sono i principii direttivi ed i metodi che guidano esorreggon noi nellindagine Non egrave ancora un secolo la criticadissolvente dei razionalisti tutta involta nelle lotte vive eneglinteressi pratici del tempo pareva intendesse di deliberatoproposito a restringere sempre piugrave a menomare a sfaldare iltutto insieme dei fatti in che consiste la vita varia della umanitagrave eil complicato processo della storia e a privarsi degli ajuti piugraveefficaci a penetrarne il secreto Si abbattevano le religioni senzacercar le cause e le leggi del loro nascere fiorire e scadere sicombattevano le superstizioni perchegrave dannose senza saperepropriamente che cosa fossero a che altro accennassero perchegraveperdurassero le letterature e le immaginazioni popolarisignoravano o in nome del buon gusto e della ragione si

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PREFAZIONE

All is not false which seems at first a lieSOUTHEY St Gualbert

Laver di tanto arricchito il patrimonio delle singole scienze diquanto dal Rinascimento in poi non lo arricchigrave tutta intera letagraveche ci precede egrave senza dubbio gloria principalissima del nostrosecolo ma egrave gloria ancor maggiore laver riconosciuto che ildominio della scienza egrave cosigrave vasto comegrave vasto lo stesso dominiodellessere nella infinita varietagrave e nella interminabileconsecuzione delle forme e che non vegrave sia nel mondo fisico sianel mondo morale fatto cosigrave lieve negrave cosigrave fuggitiva parvenzache non meriti studio e non contenga in segrave qualche parte dellaveritagrave che si cerca

Poniamo da banda le discipline che si esercitano intorno allanatura fisica e guardiamo per quanto egrave lecita una separazionecosigrave fatta a quelle che dato alle parole il piugrave largo significato sichiamano morali e storiche Quali avanzamenti in breve giro dianni e quanto diversi da quelli dei non lontani predecessorinostri sono i principii direttivi ed i metodi che guidano esorreggon noi nellindagine Non egrave ancora un secolo la criticadissolvente dei razionalisti tutta involta nelle lotte vive eneglinteressi pratici del tempo pareva intendesse di deliberatoproposito a restringere sempre piugrave a menomare a sfaldare iltutto insieme dei fatti in che consiste la vita varia della umanitagrave eil complicato processo della storia e a privarsi degli ajuti piugraveefficaci a penetrarne il secreto Si abbattevano le religioni senzacercar le cause e le leggi del loro nascere fiorire e scadere sicombattevano le superstizioni perchegrave dannose senza saperepropriamente che cosa fossero a che altro accennassero perchegraveperdurassero le letterature e le immaginazioni popolarisignoravano o in nome del buon gusto e della ragione si

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deridevano se accadeva di dover riferire una ingenua finzioneuna tradizione nata sulla gleba o sul lastrico una immaginosaleggenda non si faceva senza prima domandarne scusa al lettorevolta in beffe la cosa

Tuttaltro modo si tiene ora da noi e la scienza nostra hadismesso ogni sprezzatura antica Cercare il vero cosigrave nelleminime come nelle massime cose non ispezzare con elezioni econ esclusioni consigliate dallarbitrio le grandi unitagrave della naturae della storia egrave legge suprema di ogni nostra indagine econdizione indispensabile di buon successo I linguaggi piugrave rozzied inorganici i miti piugrave semplici glingenui racconti dipopolazioni non ancora uscite di fanciullezza i canti e le confusememorie dei nostri volghi le credenze religiose piugrave assurde lepiugrave pazze superstizioni le povere cantilene con cui dalle nutrici siallettano al sonno i bambini queste ed altrettali forme edespressioni del pensiero nascente del sentimento indistinto sonoda noi con amorosa diligenza raccolte e studiate e in tutte questemenzogne cerchiamo e troviamo la veritagrave Come negli organismipiugrave umili il naturalista rintraccia le leggi della vita fisica cosigrave noiin questi rudimenti le leggi della vita intellettuale e morale e adogni passo che moviamo su questa via vediamo mutarcisidinnanzi gli aspetti della storia e sorgere nuove e piugrave largheapparite

Fra queste menzogne feconde di veritagrave uno dei primi luoghispetta alla leggenda cui piugrave particolarmente si volge ora la miaattenzione Lattrattiva che la leggenda esercita anche sopra spiritidisciplinati dalla critica e temprati nello studio del vero non egravecosa nuova In tempi di critica giagrave soperchiante diceva GianGiacomo Rousseau Le pays des chimegraveres est en ce monde leseul digne decirctre habiteacute Il ny a de beau que ce qui nest pas eil Voltaire lo strenuo oppugnatore dogni falsa credenza ilVoltaire di cui piugrave che daltro qualsiasi giova qui citare latestimonianza conchiudeva una sua poesia dove si ricordano leimmaginose fole di unaltra etagrave dicendo

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deridevano se accadeva di dover riferire una ingenua finzioneuna tradizione nata sulla gleba o sul lastrico una immaginosaleggenda non si faceva senza prima domandarne scusa al lettorevolta in beffe la cosa

Tuttaltro modo si tiene ora da noi e la scienza nostra hadismesso ogni sprezzatura antica Cercare il vero cosigrave nelleminime come nelle massime cose non ispezzare con elezioni econ esclusioni consigliate dallarbitrio le grandi unitagrave della naturae della storia egrave legge suprema di ogni nostra indagine econdizione indispensabile di buon successo I linguaggi piugrave rozzied inorganici i miti piugrave semplici glingenui racconti dipopolazioni non ancora uscite di fanciullezza i canti e le confusememorie dei nostri volghi le credenze religiose piugrave assurde lepiugrave pazze superstizioni le povere cantilene con cui dalle nutrici siallettano al sonno i bambini queste ed altrettali forme edespressioni del pensiero nascente del sentimento indistinto sonoda noi con amorosa diligenza raccolte e studiate e in tutte questemenzogne cerchiamo e troviamo la veritagrave Come negli organismipiugrave umili il naturalista rintraccia le leggi della vita fisica cosigrave noiin questi rudimenti le leggi della vita intellettuale e morale e adogni passo che moviamo su questa via vediamo mutarcisidinnanzi gli aspetti della storia e sorgere nuove e piugrave largheapparite

Fra queste menzogne feconde di veritagrave uno dei primi luoghispetta alla leggenda cui piugrave particolarmente si volge ora la miaattenzione Lattrattiva che la leggenda esercita anche sopra spiritidisciplinati dalla critica e temprati nello studio del vero non egravecosa nuova In tempi di critica giagrave soperchiante diceva GianGiacomo Rousseau Le pays des chimegraveres est en ce monde leseul digne decirctre habiteacute Il ny a de beau que ce qui nest pas eil Voltaire lo strenuo oppugnatore dogni falsa credenza ilVoltaire di cui piugrave che daltro qualsiasi giova qui citare latestimonianza conchiudeva una sua poesia dove si ricordano leimmaginose fole di unaltra etagrave dicendo

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On court heacutelas apregraves la veacuteriteacuteAh croyez-moi lerreur a son meacuterite

Se non che noi siamo oramai proceduti piugrave oltre La poesiaalcune volte sovrana della leggenda commuove senzalcundubbio gli animi nostri ma il pregio poetico non egrave giagrave a nostrogiudizio il pregio suo principale o almeno non egrave piugrave il solo Chidella leggenda non vede altro aspetto che quello della menzognaconosce assai malamente qual essa sia giacchegrave ogni leggenda hadue aspetti luno che guarda lesterno cioegrave il mondo ed egrave manon in tutto sempre laspetto della menzogna laltro che guardalinterno cioegrave lo spirito ed egrave laspetto della veritagrave Ogni leggendaegrave necessario portato dello spirito che lha prodotta e a giudicaredella struttura della economia delle tendenze di quello spiritoporge i piugrave sicuri e piugrave pregevoli indizii Inoltre ogni leggendaquando siasi largamente diffusa quando vada vestita di moltaautoritagrave diventa essa stessa un fatto storico e una forza cheinterferisce e si compone con laltre forze ondegrave promosso eguidato il corso della storia La leggenda della guerra di Troja(dico leggenda senza tuttavia voler negare che possa esservi inessa un germe di veritagrave) spande il suo spirito ed i suoi influssi sututta letagrave piugrave gloriosa della storia greca

Chi pertanto disse la leggenda essere la storia ideale non dissevero se non in parte la leggenda egrave ancora storia reale Tanto chelesser suo di leggenda non egrave riconosciuto essa puograve offuscare laveritagrave ed esser causa di errore ma riconosciuto che sia essadiventa per contrario principio di critica e dinterpretazione Nonsi puograve sperare di cogliere il carattere esatto e la giustasignificazione di certi fatti storici se questi oltrechegrave neidocumenti e nelle relazioni autentiche non si rintraccino ancoranelle finzioni cui diedero origine Le numerose leggenderaccoltesi intorno al nome e alla persona di Carlo Magno sono incerto qual modo una effusione della storia certa di lui e noisolamente allora intendiamo a pieno limportanza storica del suo

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On court heacutelas apregraves la veacuteriteacuteAh croyez-moi lerreur a son meacuterite

Se non che noi siamo oramai proceduti piugrave oltre La poesiaalcune volte sovrana della leggenda commuove senzalcundubbio gli animi nostri ma il pregio poetico non egrave giagrave a nostrogiudizio il pregio suo principale o almeno non egrave piugrave il solo Chidella leggenda non vede altro aspetto che quello della menzognaconosce assai malamente qual essa sia giacchegrave ogni leggenda hadue aspetti luno che guarda lesterno cioegrave il mondo ed egrave manon in tutto sempre laspetto della menzogna laltro che guardalinterno cioegrave lo spirito ed egrave laspetto della veritagrave Ogni leggendaegrave necessario portato dello spirito che lha prodotta e a giudicaredella struttura della economia delle tendenze di quello spiritoporge i piugrave sicuri e piugrave pregevoli indizii Inoltre ogni leggendaquando siasi largamente diffusa quando vada vestita di moltaautoritagrave diventa essa stessa un fatto storico e una forza cheinterferisce e si compone con laltre forze ondegrave promosso eguidato il corso della storia La leggenda della guerra di Troja(dico leggenda senza tuttavia voler negare che possa esservi inessa un germe di veritagrave) spande il suo spirito ed i suoi influssi sututta letagrave piugrave gloriosa della storia greca

Chi pertanto disse la leggenda essere la storia ideale non dissevero se non in parte la leggenda egrave ancora storia reale Tanto chelesser suo di leggenda non egrave riconosciuto essa puograve offuscare laveritagrave ed esser causa di errore ma riconosciuto che sia essadiventa per contrario principio di critica e dinterpretazione Nonsi puograve sperare di cogliere il carattere esatto e la giustasignificazione di certi fatti storici se questi oltrechegrave neidocumenti e nelle relazioni autentiche non si rintraccino ancoranelle finzioni cui diedero origine Le numerose leggenderaccoltesi intorno al nome e alla persona di Carlo Magno sono incerto qual modo una effusione della storia certa di lui e noisolamente allora intendiamo a pieno limportanza storica del suo

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operato quando ne vediamo crescere e perpetuarsi nella leggendala fama gloriosa Mi sarebbe agevole di moltiplicare gli esempiiin prova di quanto dico ma uno ne addurrograve che puograve valere pertutti Ognuno sa quanta parte abbia nella vita del medio evo ilsentimento religioso e come senza la chiara cognizione di talsentimento quella vita non possa essere intesa a dovere Di moltistorti e parziali giudizii sul medio evo egrave cagione appunto il nonsapere quali fossero lindole e le necessitagrave di quel sentimento chesinframette per tutto e tutto allora segna del proprio carattereNoi possediamo numerose storie e alcune eccellenti dellaChiesa dei concilii e dei canoni del dogma e delle eresie ma unastoria della credenza religiosa popolare e comune immaginosaed essenzialmente affettiva considerata fuori delle stretture deldogma e dei rigidi confini della chiesa ufficiale non fu fatta peranche E questa egrave veramente la religione che vive e che operaAlla coscienza cristiana sino da tempo antico non bastarono negrave ilibri canonici negrave i dogmi con lungo e faticoso studio fermati dallesupreme potestagrave ecclesiastiche il sentimento prorompeva da ognibanda e si ricomponeva in figure in simboli in finzioni dognimaniera Di fronte alle scritture canoniche sorgeva la schiera deilibri apocrifi dove nella storia autentica era un silenzio chelasciava insoddisfatta la devota e premurosa curiositagrave deicredenti la tradizione viva nata del sentimento di tutti mettevauna voce e una memoria Si rifaceva la storia della creazione sirifacevano le storie della Vergine e della fanciullezza di Cristo sirinarravano col sussidio di nuove testimonianze i fattimeravigliosi della Passione Poi venivano le Vite dei Santi operadella poesia non meno che della fede creazioni in gran partelibere dove il sentimento poteva espandersi e dar figura e corpodi realtagrave aglideali suoi piugrave sottili e piugrave reconditi La religionepopolare nel medio evo egrave fatta per un terzo di dogma e per dueterzi di leggenda e chi questa leggenda non considera e nonricerca nelle sue ragioni e nelle sue forme non conosce quella

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operato quando ne vediamo crescere e perpetuarsi nella leggendala fama gloriosa Mi sarebbe agevole di moltiplicare gli esempiiin prova di quanto dico ma uno ne addurrograve che puograve valere pertutti Ognuno sa quanta parte abbia nella vita del medio evo ilsentimento religioso e come senza la chiara cognizione di talsentimento quella vita non possa essere intesa a dovere Di moltistorti e parziali giudizii sul medio evo egrave cagione appunto il nonsapere quali fossero lindole e le necessitagrave di quel sentimento chesinframette per tutto e tutto allora segna del proprio carattereNoi possediamo numerose storie e alcune eccellenti dellaChiesa dei concilii e dei canoni del dogma e delle eresie ma unastoria della credenza religiosa popolare e comune immaginosaed essenzialmente affettiva considerata fuori delle stretture deldogma e dei rigidi confini della chiesa ufficiale non fu fatta peranche E questa egrave veramente la religione che vive e che operaAlla coscienza cristiana sino da tempo antico non bastarono negrave ilibri canonici negrave i dogmi con lungo e faticoso studio fermati dallesupreme potestagrave ecclesiastiche il sentimento prorompeva da ognibanda e si ricomponeva in figure in simboli in finzioni dognimaniera Di fronte alle scritture canoniche sorgeva la schiera deilibri apocrifi dove nella storia autentica era un silenzio chelasciava insoddisfatta la devota e premurosa curiositagrave deicredenti la tradizione viva nata del sentimento di tutti mettevauna voce e una memoria Si rifaceva la storia della creazione sirifacevano le storie della Vergine e della fanciullezza di Cristo sirinarravano col sussidio di nuove testimonianze i fattimeravigliosi della Passione Poi venivano le Vite dei Santi operadella poesia non meno che della fede creazioni in gran partelibere dove il sentimento poteva espandersi e dar figura e corpodi realtagrave aglideali suoi piugrave sottili e piugrave reconditi La religionepopolare nel medio evo egrave fatta per un terzo di dogma e per dueterzi di leggenda e chi questa leggenda non considera e nonricerca nelle sue ragioni e nelle sue forme non conosce quella

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religione e non puograve conoscere la vita del medio che egrave ad essacosigrave strettamente legata

Nelle pagine che seguono io discorro delle leggende e delleimmaginazioni dogni maniera cui diedero argomento nel medioevo Roma antica e la sua storia indimenticabile Nonpreoccuperograve qui il mio soggetto negrave dirograve cose che il lettore potragravetrovare piugrave opportunamente trattate nel primo capitolo di questovolume Desidero solamente si sappia che io non iscrissi il miolibro frutto di piugrave anni di perseverante lavoro per servire aldiletto e ad una oziosa curiositagrave ma bensigrave per giovare come perme si poteva meglio a questi studii cui va meritamente crescendodi giorno in giorno il favore e piugrave mi duole il dirlo fra glistranieri che non fra noi Le finzioni onde il medio evo vennepopolando la storia di Roma mi sono sembrate non indegnoargomento di studio e non immeritevole dellaltrui attenzione Inesse vive e si palesa lo spirito di quelletagrave inquieta e fantastica cuitravagliarono ideali eccedenti fuor dogni misura le condizionidella vita reale ed io esponendole commentandole illustrandolenon ho creduto far altro se non aggiungere alla storia di quella etagraveun capitolo nuovo

Se dico nuovo non mi sia imputato a tracotanza Largomentoda me impreso a trattare era ancora in gran parte vergine il cheben di rado incontra in questi tempi di febbrile lavoro Di buonnumero di leggende esposte nei capitoli che seguono aveva giagraveparlato gli egrave vero con erudizione copiosa e minuta il Massmannnel terzo volume della Kaiserchronik da lui data in luce ma nondirograve per questo chegli abbia prima di me trattato il mio temaAnzi tutto il suo non egrave un libro ma una raccolta di materiali nonordinati negrave dominati da nessuno spirito dunitagrave schede dappuntiricucite insieme in secondo luogo egli non conobbegeneralmente parlando altre fonti che le latine e le tedeschementre alla trattazione del tema si richiede la notizia di fontiappartenenti a tutte le letterature del medio evo finalmente settecapitoli del presente volume e sei del volume che segue non

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religione e non puograve conoscere la vita del medio che egrave ad essacosigrave strettamente legata

Nelle pagine che seguono io discorro delle leggende e delleimmaginazioni dogni maniera cui diedero argomento nel medioevo Roma antica e la sua storia indimenticabile Nonpreoccuperograve qui il mio soggetto negrave dirograve cose che il lettore potragravetrovare piugrave opportunamente trattate nel primo capitolo di questovolume Desidero solamente si sappia che io non iscrissi il miolibro frutto di piugrave anni di perseverante lavoro per servire aldiletto e ad una oziosa curiositagrave ma bensigrave per giovare come perme si poteva meglio a questi studii cui va meritamente crescendodi giorno in giorno il favore e piugrave mi duole il dirlo fra glistranieri che non fra noi Le finzioni onde il medio evo vennepopolando la storia di Roma mi sono sembrate non indegnoargomento di studio e non immeritevole dellaltrui attenzione Inesse vive e si palesa lo spirito di quelletagrave inquieta e fantastica cuitravagliarono ideali eccedenti fuor dogni misura le condizionidella vita reale ed io esponendole commentandole illustrandolenon ho creduto far altro se non aggiungere alla storia di quella etagraveun capitolo nuovo

Se dico nuovo non mi sia imputato a tracotanza Largomentoda me impreso a trattare era ancora in gran parte vergine il cheben di rado incontra in questi tempi di febbrile lavoro Di buonnumero di leggende esposte nei capitoli che seguono aveva giagraveparlato gli egrave vero con erudizione copiosa e minuta il Massmannnel terzo volume della Kaiserchronik da lui data in luce ma nondirograve per questo chegli abbia prima di me trattato il mio temaAnzi tutto il suo non egrave un libro ma una raccolta di materiali nonordinati negrave dominati da nessuno spirito dunitagrave schede dappuntiricucite insieme in secondo luogo egli non conobbegeneralmente parlando altre fonti che le latine e le tedeschementre alla trattazione del tema si richiede la notizia di fontiappartenenti a tutte le letterature del medio evo finalmente settecapitoli del presente volume e sei del volume che segue non

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hanno quasi riscontro nel libro di lui Di talune leggende si trattapure in apposite monografie di cui mi sono piugrave duna voltagiovato e che saranno debitamente ricordate ai lor luoghi manon voglio lasciar di ricordare qui in modo speciale quellaincomparabile del Prof Comparetti intitolata Virgilio nel medioevo la quale quanto piugrave egrave degna di trovare imitatori tanto egrave piugravedifficile che ne trovi

Chi ha qualche pratica di cosigrave fatti lavori intenderagrave di leggieriquale fatica mi sia costata questopera Le mie ricerche dovevanoestendersi sopra libri dogni generazione stampati e manoscritti eche in nessuna biblioteca del mondo si potevano trovare insiemeriuniti Quindi la necessitagrave di ripetuti viaggi e di piugrave o menolunghe dimore non solo nelle principali biblioteche dItalia ma inquelle ancora della rimanente Europa

Dellordine e del modo da me tenuto nello scrivere dagravedimostrazione senza che io ne ragioni altrimenti il libro stessoSe nel riferire passi di scritture edite o inedite ho largheggiatonon credo di dovere per ciograve invocar lindulgenza delleruditolettore In poesia e in istoria leggendaria i testi sono fatti e nullavegrave che possa farne adeguatamente le veci

Nei lunghi giorni consumati in pazienti e penose indagini unpensiero mi sorreggeva e mi alleggeriva il cogravempito il pensiero diquella gloriosa cittagrave che da venticinque secoli assiste imperituraalla drammatica vicissitudine della storia e vede dalla polveredella signorie cadute e delle morte generazioni rifarsi senza fine isuoi misteriosi destini Mi tornavano in mente gli anni lontanioramai vissuti tra le sue mura e le impressioni indelebili dellasua maestagrave ricevute fra quelle ruine superbe di memorie eparlanti Un affetto riconoscente scalda nellanimo mio quei cariricordi ondio ne do come posso una prova La storia certa dellacittagrave regina nel tempo antico nelletagrave di mezzo nella etagravepresente fu scritta per modo che poca speranza puograve rimanere adaltri di meglio in questa parte io nulla poteva dare ma un libro

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hanno quasi riscontro nel libro di lui Di talune leggende si trattapure in apposite monografie di cui mi sono piugrave duna voltagiovato e che saranno debitamente ricordate ai lor luoghi manon voglio lasciar di ricordare qui in modo speciale quellaincomparabile del Prof Comparetti intitolata Virgilio nel medioevo la quale quanto piugrave egrave degna di trovare imitatori tanto egrave piugravedifficile che ne trovi

Chi ha qualche pratica di cosigrave fatti lavori intenderagrave di leggieriquale fatica mi sia costata questopera Le mie ricerche dovevanoestendersi sopra libri dogni generazione stampati e manoscritti eche in nessuna biblioteca del mondo si potevano trovare insiemeriuniti Quindi la necessitagrave di ripetuti viaggi e di piugrave o menolunghe dimore non solo nelle principali biblioteche dItalia ma inquelle ancora della rimanente Europa

Dellordine e del modo da me tenuto nello scrivere dagravedimostrazione senza che io ne ragioni altrimenti il libro stessoSe nel riferire passi di scritture edite o inedite ho largheggiatonon credo di dovere per ciograve invocar lindulgenza delleruditolettore In poesia e in istoria leggendaria i testi sono fatti e nullavegrave che possa farne adeguatamente le veci

Nei lunghi giorni consumati in pazienti e penose indagini unpensiero mi sorreggeva e mi alleggeriva il cogravempito il pensiero diquella gloriosa cittagrave che da venticinque secoli assiste imperituraalla drammatica vicissitudine della storia e vede dalla polveredella signorie cadute e delle morte generazioni rifarsi senza fine isuoi misteriosi destini Mi tornavano in mente gli anni lontanioramai vissuti tra le sue mura e le impressioni indelebili dellasua maestagrave ricevute fra quelle ruine superbe di memorie eparlanti Un affetto riconoscente scalda nellanimo mio quei cariricordi ondio ne do come posso una prova La storia certa dellacittagrave regina nel tempo antico nelletagrave di mezzo nella etagravepresente fu scritta per modo che poca speranza puograve rimanere adaltri di meglio in questa parte io nulla poteva dare ma un libro

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delle sue leggende io tentai di comporre e a questo godo dipotere scrivere in fronte il nome venerato di ROMA ETERNA

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delle sue leggende io tentai di comporre e a questo godo dipotere scrivere in fronte il nome venerato di ROMA ETERNA

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CAPITOLO I

La Gloria e il Primato di Roma

Durante tutto il medio evo limmagine dellantica Roma cintadello splendore della sua gloria incomparabile egrave presente allamemoria degli uomini

Quanto piugrave i tempi sono calamitosi quanto piugrave aspra la vitatanto piugrave sollecito e appassionato par che si drizzi il sentimentoverso quellindimenticabile paragone dogni grandezza tanto piugraveardente pare che vi si appunti il desiderio I destini di Roma nonavevano pari nel mondo Decaduta dalla signoria politica vintaconculcata la cittagrave regina risorge armata di nuova potenza efatta centro della fede riconquista sui popoli un nuovo dominiopiugrave sicuro e piugrave formidabile dellantico La storia presente siricongiunge alla passata lunitagrave sussiste turbata sigrave ma noninterrotta dagli esterni travolgimenti e si manifesta e simponeagli spiriti Restituito limpero dOccidente si riprenderagrave come senulla ci fosse stato di mezzo la serie deglimperatori si crederagravetrasmessa direttamente in Carlo Magno traverso ai despoti diBizanzio la potestagrave imperiale Roma egrave piena delle proprie rovinequasi ad ammonire altrui della caducitagrave dogni cosa terrena maferve tra quelle una vita nuova che si spande allintorno e regnanegli animi una credenza che Roma sortita dalla divinaprovvidenza ad essere la reggitrice perpetua delluman generenon puograve morire ed egrave serbata a vedere la consumazione dei secoliIn mezzo alla crescente barbarie tra il frastuono della vitadisordinata e battagliera nei silenzii dello spirito ingombratodignoranza la voce dellantica cittagrave suona insistente come unrichiamo e un segno di riconoscimento Principio e fonte dognipotestagrave Roma egrave il simbolo della universale cittadinanza egrave lapatria comune in cui tutti si riconoscono Disfatta lunitagrave realedellimpero sciolti i vincoli di soggezione che legavano i popoli

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CAPITOLO I

La Gloria e il Primato di Roma

Durante tutto il medio evo limmagine dellantica Roma cintadello splendore della sua gloria incomparabile egrave presente allamemoria degli uomini

Quanto piugrave i tempi sono calamitosi quanto piugrave aspra la vitatanto piugrave sollecito e appassionato par che si drizzi il sentimentoverso quellindimenticabile paragone dogni grandezza tanto piugraveardente pare che vi si appunti il desiderio I destini di Roma nonavevano pari nel mondo Decaduta dalla signoria politica vintaconculcata la cittagrave regina risorge armata di nuova potenza efatta centro della fede riconquista sui popoli un nuovo dominiopiugrave sicuro e piugrave formidabile dellantico La storia presente siricongiunge alla passata lunitagrave sussiste turbata sigrave ma noninterrotta dagli esterni travolgimenti e si manifesta e simponeagli spiriti Restituito limpero dOccidente si riprenderagrave come senulla ci fosse stato di mezzo la serie deglimperatori si crederagravetrasmessa direttamente in Carlo Magno traverso ai despoti diBizanzio la potestagrave imperiale Roma egrave piena delle proprie rovinequasi ad ammonire altrui della caducitagrave dogni cosa terrena maferve tra quelle una vita nuova che si spande allintorno e regnanegli animi una credenza che Roma sortita dalla divinaprovvidenza ad essere la reggitrice perpetua delluman generenon puograve morire ed egrave serbata a vedere la consumazione dei secoliIn mezzo alla crescente barbarie tra il frastuono della vitadisordinata e battagliera nei silenzii dello spirito ingombratodignoranza la voce dellantica cittagrave suona insistente come unrichiamo e un segno di riconoscimento Principio e fonte dognipotestagrave Roma egrave il simbolo della universale cittadinanza egrave lapatria comune in cui tutti si riconoscono Disfatta lunitagrave realedellimpero sciolti i vincoli di soggezione che legavano i popoli

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conquistati alla cittagrave dominatrice il sentimento di quella unitagrave edi quella soggezione rimane vivo negli animi e se ne generacome una tradizione di comunanza fra genti che seguiranno daindi in poi ciascuna il suo particolare cammino Le anticheprovince dove si parla latino formeranno sotto il nome diRomania una specie di entitagrave geografica ideale e romani sidiranno di fronte ai barbari gli abitatori di essa discesi dagliantichi soggetti di Roma e romana saragrave ciascuna lingua nata dallavariazione del latino rustico1 Dalle invasioni dei barbari piugrave e piugravesecoli passeranno saragrave dileguato ogni vestigio della civiltagrave latinanuovi interessi e nuove fedi avranno occupato il mondo e ilfantasma di Roma ritto in mezzo alla cristianitagrave trarragrave pursempre a segrave da ogni parte lammirazione e lossequio Glinflussiche tacitamente essa diffonde formano come unatmosfera moralein cui tutti respirano Lammirazione per gli uomini e per le cosecresce di giorno in giorno e diventa un culto la poesia se neispira la leggenda ne nasce

La storia non presenta altro esempio simile a questo disollecitudine viva ed universale per le cose duna etagrave passata e peruna gloria irrevocabile Giacchegrave qui non si tratta puntodellinteresse erudito che per un esempio muove noi moderniallo studio metodico delle forme piugrave disparate dellantica civiltagrave acui egrave al tutto estranea la vita nostra negrave quella sollecitudinesomiglia punto allentusiasmo misto di pedanteria che scalda ilpetto agli umanisti ma egrave una sollecitudine ingenua e direi quasinativa per cose che si credono appartenere ancora in qualchemaniera al mondo dei vivi Pel medio evo Roma non egrave solamenteil passato egrave ancora il presente e lavvenire Limpero esiste indiritto e qualche volta anche in fatto e una vaga speranza che itempi felici e gloriosi possano ancora tornare non si spegne in

1 Questo nome di Romania appare da prima nella letteratura greca nel IVsecolo poi nella latina in sul principiare del V Orosio egrave il piugrave antico scrittorelatino in cui esso si trovi V GASTON PARIS Romani Romania lingua romanaromancium nella Romania v I p 1-22

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conquistati alla cittagrave dominatrice il sentimento di quella unitagrave edi quella soggezione rimane vivo negli animi e se ne generacome una tradizione di comunanza fra genti che seguiranno daindi in poi ciascuna il suo particolare cammino Le anticheprovince dove si parla latino formeranno sotto il nome diRomania una specie di entitagrave geografica ideale e romani sidiranno di fronte ai barbari gli abitatori di essa discesi dagliantichi soggetti di Roma e romana saragrave ciascuna lingua nata dallavariazione del latino rustico1 Dalle invasioni dei barbari piugrave e piugravesecoli passeranno saragrave dileguato ogni vestigio della civiltagrave latinanuovi interessi e nuove fedi avranno occupato il mondo e ilfantasma di Roma ritto in mezzo alla cristianitagrave trarragrave pursempre a segrave da ogni parte lammirazione e lossequio Glinflussiche tacitamente essa diffonde formano come unatmosfera moralein cui tutti respirano Lammirazione per gli uomini e per le cosecresce di giorno in giorno e diventa un culto la poesia se neispira la leggenda ne nasce

La storia non presenta altro esempio simile a questo disollecitudine viva ed universale per le cose duna etagrave passata e peruna gloria irrevocabile Giacchegrave qui non si tratta puntodellinteresse erudito che per un esempio muove noi moderniallo studio metodico delle forme piugrave disparate dellantica civiltagrave acui egrave al tutto estranea la vita nostra negrave quella sollecitudinesomiglia punto allentusiasmo misto di pedanteria che scalda ilpetto agli umanisti ma egrave una sollecitudine ingenua e direi quasinativa per cose che si credono appartenere ancora in qualchemaniera al mondo dei vivi Pel medio evo Roma non egrave solamenteil passato egrave ancora il presente e lavvenire Limpero esiste indiritto e qualche volta anche in fatto e una vaga speranza che itempi felici e gloriosi possano ancora tornare non si spegne in

1 Questo nome di Romania appare da prima nella letteratura greca nel IVsecolo poi nella latina in sul principiare del V Orosio egrave il piugrave antico scrittorelatino in cui esso si trovi V GASTON PARIS Romani Romania lingua romanaromancium nella Romania v I p 1-22

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tutto mai Egrave questa la speranza che accende lanimo e muove ilbraccio di Arnaldo da Brescia e di Cola di Rienzo

Premesse queste brevi considerazioni generali su cui nongiova che io mi trattenga piugrave a lungo facciamoci ora adesaminare un po particolarmente come nel medio evo siricordasse la grandezza di Roma e quali sentimenti e quali atti sigenerassero dal ricordo

Anzi tutto la storia della cittagrave e dellimpero benchegrave stravolta inmille modi e ammiserita si rammenta sempre ed entra a far corpocon le cronache La fondazione di Roma si ricorda come unodegli eventi massimi della storia della umanitagrave e con fantasticaesattezza se ne indica lanno il mese il giorno e lora e si notanogli astri che influirono nel suo nascere Incuteva negli animiammirazione e stupore quel crescere ed allargarsi di Roma daoscuri ed umili principii ad altissima signoria Semenqueprocessu temporis in arborem excellentissam crescens peruniversa mundi climata ramos suae viriditatis extendit diceRodulfo Colonna nel suo trattato De translatione imperii2 Neilibri scritti in Italia durante il X lXI e il XII secolo i romaniillustri sono frequentissimamente e con amore ricordati3 La storiadi Enea del Pater Aeneas romanae stirpis origo era una di quelleche il giullare doveva sapere a mente e recitare alloccasione Talireminiscenze troppo vive e tenaci potevano anzi offendere glispiriti timorati Nel X secolo Raterio da Verona si lagna dellavana scienza de tempi suoi che piugrave attendeva a ricordare la2 GOTOFREDO DA VITERBO dice nella Memoria saeculorum particola VII

Summa fuit ex minima sub Martis sydere Roma

(Cod lat 4896 della Bibliothegraveque Nationale di Parigi)3 Denique quemcumque librum his temporibus scriptum percurres usquequaque in locos veterum poetarum atque oratorum incides neque unamquidem perleges paginam quin nomina Catonum Numae PompiliiFabriciorum Scipionum vel simile aliquid tibi obviam veniant GIESEBRECHTDe litterarum studiis apud Italos primis medii aevi saeculis Berlino 1845 p43

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tutto mai Egrave questa la speranza che accende lanimo e muove ilbraccio di Arnaldo da Brescia e di Cola di Rienzo

Premesse queste brevi considerazioni generali su cui nongiova che io mi trattenga piugrave a lungo facciamoci ora adesaminare un po particolarmente come nel medio evo siricordasse la grandezza di Roma e quali sentimenti e quali atti sigenerassero dal ricordo

Anzi tutto la storia della cittagrave e dellimpero benchegrave stravolta inmille modi e ammiserita si rammenta sempre ed entra a far corpocon le cronache La fondazione di Roma si ricorda come unodegli eventi massimi della storia della umanitagrave e con fantasticaesattezza se ne indica lanno il mese il giorno e lora e si notanogli astri che influirono nel suo nascere Incuteva negli animiammirazione e stupore quel crescere ed allargarsi di Roma daoscuri ed umili principii ad altissima signoria Semenqueprocessu temporis in arborem excellentissam crescens peruniversa mundi climata ramos suae viriditatis extendit diceRodulfo Colonna nel suo trattato De translatione imperii2 Neilibri scritti in Italia durante il X lXI e il XII secolo i romaniillustri sono frequentissimamente e con amore ricordati3 La storiadi Enea del Pater Aeneas romanae stirpis origo era una di quelleche il giullare doveva sapere a mente e recitare alloccasione Talireminiscenze troppo vive e tenaci potevano anzi offendere glispiriti timorati Nel X secolo Raterio da Verona si lagna dellavana scienza de tempi suoi che piugrave attendeva a ricordare la2 GOTOFREDO DA VITERBO dice nella Memoria saeculorum particola VII

Summa fuit ex minima sub Martis sydere Roma

(Cod lat 4896 della Bibliothegraveque Nationale di Parigi)3 Denique quemcumque librum his temporibus scriptum percurres usquequaque in locos veterum poetarum atque oratorum incides neque unamquidem perleges paginam quin nomina Catonum Numae PompiliiFabriciorum Scipionum vel simile aliquid tibi obviam veniant GIESEBRECHTDe litterarum studiis apud Italos primis medii aevi saeculis Berlino 1845 p43

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vittoria di Mario sopra Giugurta che non la vittoria di Cristosopra il mondo piugrave Siface prigione che non Michele trionfatoredel drago piugrave Scipione Pompeo Dejotaro e Catone che nonPietro Paolo e Giovanni4 Ma negrave i suoi ammonimenti negrave glialtrui fecero frutto Anzi le storie romane diventarono sempre piugravefamose e finirono per entrare largamente nelle raccolte diesempii che si propongono la edificazione dei fedeli Dice FraGuido nellAntiprologo del Fiore dItalia che i romani tutto ilmondo di maravigliosi esempli hanno illuminato Nei GestaRomanorum i fatti veri o supposti della storia romana servono ditema a numerose moralizationes I trionfi romani porgono spessoargomento a pietose ammonizioni in molti libri ascetici e nonascetici Vero egrave che la mania moralizzatrice giunge a tale nelmedio evo che non tralascia nessuna delle cose esistenti tutteconsiderandole quali simboli di veritagrave morali e che perograve anche lastoria pagana doveva essere da lei sfruttata ma egrave pur vero che ifatti della storia romana avevano una propria virtugrave esemplare laquale li faceva accogliere anche in opere dove quella mania nonaveva luogo Cosigrave Rodulfo Tortario il quale fiorigrave in sul principiodel XII secolo nei nove libri dei suoi Memorabilia in circa 8000versi trae dalle istorie di Roma un infinito numero di esempii5

Negrave solamente si ricordavano le persone e lopere ma sicercavano ancora le memorie risguardanti in piugrave particolar modola cittagrave che i secoli e le molte vicende avevano tanto mutata daquella di prima Carlo Magno per testimonianza di Eginardocustodiva nel suo privato tesoro una tavola dargento su cui eraincisa la pianta di Roma e che lasciograve poi per testamento allachiesa vescovile di Ravenna6 Copie di Regionarii e di luoghi di

4 Praeloquia l IV 105 Dei Memorabilia di RODULFO TORTARIO monaco Floriacense si fa ricordonella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis del FABRICIO ed del MANSIPadova 1754 v V p 115 Il LEYSER nella Historia poetarum et poematummedii aevi Halae Magdeb 1721 non li registra Si trovano manoscritti nellaVaticana Cristina cod 13576 Vita Karoli Magni c 33 ap JAFFEacute Monumenta Carolina Berlino 1867 p

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vittoria di Mario sopra Giugurta che non la vittoria di Cristosopra il mondo piugrave Siface prigione che non Michele trionfatoredel drago piugrave Scipione Pompeo Dejotaro e Catone che nonPietro Paolo e Giovanni4 Ma negrave i suoi ammonimenti negrave glialtrui fecero frutto Anzi le storie romane diventarono sempre piugravefamose e finirono per entrare largamente nelle raccolte diesempii che si propongono la edificazione dei fedeli Dice FraGuido nellAntiprologo del Fiore dItalia che i romani tutto ilmondo di maravigliosi esempli hanno illuminato Nei GestaRomanorum i fatti veri o supposti della storia romana servono ditema a numerose moralizationes I trionfi romani porgono spessoargomento a pietose ammonizioni in molti libri ascetici e nonascetici Vero egrave che la mania moralizzatrice giunge a tale nelmedio evo che non tralascia nessuna delle cose esistenti tutteconsiderandole quali simboli di veritagrave morali e che perograve anche lastoria pagana doveva essere da lei sfruttata ma egrave pur vero che ifatti della storia romana avevano una propria virtugrave esemplare laquale li faceva accogliere anche in opere dove quella mania nonaveva luogo Cosigrave Rodulfo Tortario il quale fiorigrave in sul principiodel XII secolo nei nove libri dei suoi Memorabilia in circa 8000versi trae dalle istorie di Roma un infinito numero di esempii5

Negrave solamente si ricordavano le persone e lopere ma sicercavano ancora le memorie risguardanti in piugrave particolar modola cittagrave che i secoli e le molte vicende avevano tanto mutata daquella di prima Carlo Magno per testimonianza di Eginardocustodiva nel suo privato tesoro una tavola dargento su cui eraincisa la pianta di Roma e che lasciograve poi per testamento allachiesa vescovile di Ravenna6 Copie di Regionarii e di luoghi di

4 Praeloquia l IV 105 Dei Memorabilia di RODULFO TORTARIO monaco Floriacense si fa ricordonella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis del FABRICIO ed del MANSIPadova 1754 v V p 115 Il LEYSER nella Historia poetarum et poematummedii aevi Halae Magdeb 1721 non li registra Si trovano manoscritti nellaVaticana Cristina cod 13576 Vita Karoli Magni c 33 ap JAFFEacute Monumenta Carolina Berlino 1867 p

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scrittori latini che parlarono di Roma sincontrano moltofrequentemente nei manoscritti

Roma era la piugrave nobile la massima fra le cittagrave del mondo Ciograveche Ausonio aveva detto di lei Prima urbes inter divum domusaurea Roma ciograve che di lei avevano detto tanti altri nel tempoantico il medio evo fedelmente ripete aggiungendovi anche disuo Lepiteto di aurea le rimane come quello che piugrave si convienealla sua dignitagrave Aurea seguitano a chiamarla gli scrittoriecclesiastici aurea la saluta Ermoldo Nigello7 aurea egrave detta inuna bolla plumbea di Papa Vittorio II (1055-1057) aurea spessonei suggelli imperiali aurea nel titolo stesso della Graphia urbisdi cui avremo a parlar piugrave oltre I nomi di mater urbis di materimperii di domina mundi le si danno anche con amorosocompiacimento ma piugrave sovente e con manifesta predilezione siusa quello di caput mundi Questo doveva sembrare piugrave dognialtro appropriato dopochegrave fatta sede della suprema potestagravespirituale Roma era divenuta piugrave che non fosse mai stata inpassato la direttrice del genere umano Queste due sacramentaliparole si trovano in monumenti e documenti di svariatissimanatura negli scritti di Sidonio Apollinare di Cassiodoro e di piugrave epiugrave altri autori della letteratura latino-cristiana8 in suggelli diEnrico II Corrado II Lotario II Federico II e Lodovico il Bavaro(1002-1347) dove una immagine prospettica di Roma egraveaccompagnata dal verso famoso e tante volte ripetuto

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi9

540 Opina il DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma1876 p 73 che tanto questa tavola quanto le altre due che recavano la piantadi Costantinopoli dovessero appartenere ai tempi di Arcadio e di Onorio7 De rebus gestis Ludovici imperatoris L II v 798 Ovidio chiama Roma caput immensi orbis Livio Tacito Ausonio lachiamano caput rerum Marziano la saluta col nome di caput gentium eRutilio Numaziano con quello di mater mundi Prudenzio la chiama saeculisummum caput ecc ecc9 Questo verso era pure scritto in giro della corona ed in due ruote ai capi delloscudo imperiale Graphia aureae urbis Romae ap OZANAM Documents ineacutedits

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scrittori latini che parlarono di Roma sincontrano moltofrequentemente nei manoscritti

Roma era la piugrave nobile la massima fra le cittagrave del mondo Ciograveche Ausonio aveva detto di lei Prima urbes inter divum domusaurea Roma ciograve che di lei avevano detto tanti altri nel tempoantico il medio evo fedelmente ripete aggiungendovi anche disuo Lepiteto di aurea le rimane come quello che piugrave si convienealla sua dignitagrave Aurea seguitano a chiamarla gli scrittoriecclesiastici aurea la saluta Ermoldo Nigello7 aurea egrave detta inuna bolla plumbea di Papa Vittorio II (1055-1057) aurea spessonei suggelli imperiali aurea nel titolo stesso della Graphia urbisdi cui avremo a parlar piugrave oltre I nomi di mater urbis di materimperii di domina mundi le si danno anche con amorosocompiacimento ma piugrave sovente e con manifesta predilezione siusa quello di caput mundi Questo doveva sembrare piugrave dognialtro appropriato dopochegrave fatta sede della suprema potestagravespirituale Roma era divenuta piugrave che non fosse mai stata inpassato la direttrice del genere umano Queste due sacramentaliparole si trovano in monumenti e documenti di svariatissimanatura negli scritti di Sidonio Apollinare di Cassiodoro e di piugrave epiugrave altri autori della letteratura latino-cristiana8 in suggelli diEnrico II Corrado II Lotario II Federico II e Lodovico il Bavaro(1002-1347) dove una immagine prospettica di Roma egraveaccompagnata dal verso famoso e tante volte ripetuto

Roma caput mundi regit orbis frena rotundi9

540 Opina il DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma1876 p 73 che tanto questa tavola quanto le altre due che recavano la piantadi Costantinopoli dovessero appartenere ai tempi di Arcadio e di Onorio7 De rebus gestis Ludovici imperatoris L II v 798 Ovidio chiama Roma caput immensi orbis Livio Tacito Ausonio lachiamano caput rerum Marziano la saluta col nome di caput gentium eRutilio Numaziano con quello di mater mundi Prudenzio la chiama saeculisummum caput ecc ecc9 Questo verso era pure scritto in giro della corona ed in due ruote ai capi delloscudo imperiale Graphia aureae urbis Romae ap OZANAM Documents ineacutedits

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su due monete coniate durante il tribunato di Cola di Rienzo chesi faceva chiamare liberator urbis amator orbis unendo in unsolo pensiero la cittagrave e il mondo ecc ecc Giovanni Caligatorche fiorigrave verso il mezzo del XIV secolo comincia un carme Devita et passione SS Apostolorum Petri et Pauli col verso

Roma caput mundi primo pastore beata

e il distico

Roma decus mutata secus quam prima fuistiRoma caput mundi super omnes omne novisti

si trova riportato in molte scritture A quel titolo glorioso Alcuinoraccosta la seguita ruina

Roma caput mundi mundi decus aurea RomaNunc remanet tantum saeva ruina tibi10

e il Petrarca chiama Roma nostro capo nella canzone famosaindirizzata a Stefano Colonna

Ma questo titolo glorioso di caput mundi viene usato anchecon intenzione derisoria da chi rinfaccia alla Roma dei Papi larapacitagrave o la corruzione dei costumi Nei Carmina Burana silegge11

Vidi vidi caput mundiinstar maria et profundi

pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850 p 174-510 De rerum humanarum vicissitudine et clade Lindisfarnensis MonasteriiOpera ed del FROBEN v II pag 238 col 2a11 Bibliothek des literarischen Vereins v XVI Stoccarda 7 p 16 e The latinpoems commonly attributed to Walter Mapes collected and edited by THOMAS

WRIGHT Londra (Cambden Society) 1841 De ruina Romae p 217-2220

su due monete coniate durante il tribunato di Cola di Rienzo chesi faceva chiamare liberator urbis amator orbis unendo in unsolo pensiero la cittagrave e il mondo ecc ecc Giovanni Caligatorche fiorigrave verso il mezzo del XIV secolo comincia un carme Devita et passione SS Apostolorum Petri et Pauli col verso

Roma caput mundi primo pastore beata

e il distico

Roma decus mutata secus quam prima fuistiRoma caput mundi super omnes omne novisti

si trova riportato in molte scritture A quel titolo glorioso Alcuinoraccosta la seguita ruina

Roma caput mundi mundi decus aurea RomaNunc remanet tantum saeva ruina tibi10

e il Petrarca chiama Roma nostro capo nella canzone famosaindirizzata a Stefano Colonna

Ma questo titolo glorioso di caput mundi viene usato anchecon intenzione derisoria da chi rinfaccia alla Roma dei Papi larapacitagrave o la corruzione dei costumi Nei Carmina Burana silegge11

Vidi vidi caput mundiinstar maria et profundi

pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850 p 174-510 De rerum humanarum vicissitudine et clade Lindisfarnensis MonasteriiOpera ed del FROBEN v II pag 238 col 2a11 Bibliothek des literarischen Vereins v XVI Stoccarda 7 p 16 e The latinpoems commonly attributed to Walter Mapes collected and edited by THOMAS

WRIGHT Londra (Cambden Society) 1841 De ruina Romae p 217-2220

vorax guttur siculi

e

Roma caput mundi est sed nil capit mundum 12

Il primato di Roma egrave riconosciuto da tutti Italiani e nonItaliani Vulgario nel X secolo cosigrave lo afferma13

Roma caput mundi rerum suprema potestasTerrarum terror fulmen quod fulminat orbemRegnorum cultus bellorum virida virtusImmortale decus solum haec urbs super omnes

Nel Roman de Rou si dice14

De Rume oi Hasteins parlerE Rume oi forment loerQuen tut le munt a icel iurNaveit cita de sa valur

e Fra Guido nel Prologo del Fiore dItalia cosigrave ne parla laquoPiena(lItalia) delle piugrave nobili cittadi e delle piugrave nobili terre marine eterreste che siano in tutto il mondo ed in mezzo dessa egrave laltacittagrave di Roma ove Iddio pose tutta la potenzia umana spirituale etemporale cioegrave lo papato e lo imperoraquo Martino da Canale non siaccorda certo col comune sentimento quando osa dire Venezia lapiugrave bella cittagrave del mondo la noble Cite que lon apele Venisequi est orendroit la plus biele dou siegravecle15

Un segno di primato si credeva scorgere anche nella formadella cittagrave che si diceva essere quella di un leone Onorio12 Golias in Romanam curiam The latin poems ecc p 3713 DUEMMLER Auxilius und Vulgarius Lipsia 1866 p 15214 Ed dellANDRESEN Heilbronn 1877-9 vol I p 26 v 462-515 La Cronique des Veniciens parte 1a c 1 Archivio storico italiano t VIII1845 Lo stesso dice nel c 2

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vorax guttur siculi

e

Roma caput mundi est sed nil capit mundum 12

Il primato di Roma egrave riconosciuto da tutti Italiani e nonItaliani Vulgario nel X secolo cosigrave lo afferma13

Roma caput mundi rerum suprema potestasTerrarum terror fulmen quod fulminat orbemRegnorum cultus bellorum virida virtusImmortale decus solum haec urbs super omnes

Nel Roman de Rou si dice14

De Rume oi Hasteins parlerE Rume oi forment loerQuen tut le munt a icel iurNaveit cita de sa valur

e Fra Guido nel Prologo del Fiore dItalia cosigrave ne parla laquoPiena(lItalia) delle piugrave nobili cittadi e delle piugrave nobili terre marine eterreste che siano in tutto il mondo ed in mezzo dessa egrave laltacittagrave di Roma ove Iddio pose tutta la potenzia umana spirituale etemporale cioegrave lo papato e lo imperoraquo Martino da Canale non siaccorda certo col comune sentimento quando osa dire Venezia lapiugrave bella cittagrave del mondo la noble Cite que lon apele Venisequi est orendroit la plus biele dou siegravecle15

Un segno di primato si credeva scorgere anche nella formadella cittagrave che si diceva essere quella di un leone Onorio12 Golias in Romanam curiam The latin poems ecc p 3713 DUEMMLER Auxilius und Vulgarius Lipsia 1866 p 15214 Ed dellANDRESEN Heilbronn 1877-9 vol I p 26 v 462-515 La Cronique des Veniciens parte 1a c 1 Archivio storico italiano t VIII1845 Lo stesso dice nel c 2

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Scolastico dice nel Liber de imagine mundi16 laquoAntiqui civitatessecundum praecipuas feras ob significationem formabant UndeRoma formam leonis habet qui caeteris bestiis quasi rex praeestHuius caput est urbs a Romulo constructa lateritia vero aedificiautrobique disposita unde et lateranis dicitur Brundisium autemcervi formam Carthago bovis Troia equi figuram habuitraquo EGervasio di Tilbury17 laquoad formam leonis ob insignem suidominationem formata Habet ergo Roma formam ut dixiLeonis sicut Brundusium eccraquo Lo stesso dicono GalvagnoFiamma18 ed altri Qualche rara volta il primato si dagrave a Troja19 maper eccezione20 Anzi il concetto che si ha del primato romano egrave16 L I c 2817 Otia imperialia Decis III c 9 De situ Romae18 Manipulus Florum ap MURATORI Scriptores t XI col 539 e 588 La formadi Roma egrave ricordata anche nella Image du monde l II c 12 Nel testo cheaccompagna un atlante catalano del 1375 egrave detto a questo propositolaquoHedificaven les ciutats seguns les meios feres o besties salvatges per queRoma ha forma de leo loqual senyoreya cent bestias Aquesta Roma es cap detotes les ciutats Los seus hedifici son de reyola e teula pero es dita laternisque vol dir reyolencharaquo Notices et Extraits des manuscrits t XIV parte IIa p8-919 Il Cuento muy fermoso del enperador Ottas de Roma et de la infanteFlorenccedilia su fija et del buen cavallero Esmere pubblicato da AMADOR DE LOS

RIOS in calce al vol V della sua Historia critica de la literatura espantildeola p391-468 comincia cosigrave laquoBien oystes en cuentos et en romanccediles que de todaslas cibdades dei mundo Troya fuegrave ende la mayor et despues fuegrave destroida etquemada asy que el fuego andograve en ella siete antildeosraquo20 Il primato di Roma si addimostra ancora nelle carte geografiche del medioevo per le figure che servono a rappresentarla e per certi contrassegni o mottiche ne accompagnano il nome Nellantichissima Tavola Peutingeriana Roma egraverappresentata da un cerchio in cui campeggia limmagine di un imperatore inuna mappa dellXI secolo esistente fra i manoscritti Cottoniani del MuseoBritannico e pubblicata dal SANTAREM nel suo Atlas composeacute de Mappemondesde Portulans et de Cartes hydrographiques et historiques depuis le VI jusquauXVII siegravecle Parigi 1849 da un edifizio munito di sei torri distintivo nonaccordato a nessunaltra cittagrave tranne Babilonia della cui grandezza esontuositagrave durava viva la memoria nel medio evo in uno schizzo di cartageografica posto in fronte a un manoscritto della Bibliothegraveque Royale diBruxelles (n 3899 scritto nel 1119) da una gran torre con un portico sotto dal

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Scolastico dice nel Liber de imagine mundi16 laquoAntiqui civitatessecundum praecipuas feras ob significationem formabant UndeRoma formam leonis habet qui caeteris bestiis quasi rex praeestHuius caput est urbs a Romulo constructa lateritia vero aedificiautrobique disposita unde et lateranis dicitur Brundisium autemcervi formam Carthago bovis Troia equi figuram habuitraquo EGervasio di Tilbury17 laquoad formam leonis ob insignem suidominationem formata Habet ergo Roma formam ut dixiLeonis sicut Brundusium eccraquo Lo stesso dicono GalvagnoFiamma18 ed altri Qualche rara volta il primato si dagrave a Troja19 maper eccezione20 Anzi il concetto che si ha del primato romano egrave16 L I c 2817 Otia imperialia Decis III c 9 De situ Romae18 Manipulus Florum ap MURATORI Scriptores t XI col 539 e 588 La formadi Roma egrave ricordata anche nella Image du monde l II c 12 Nel testo cheaccompagna un atlante catalano del 1375 egrave detto a questo propositolaquoHedificaven les ciutats seguns les meios feres o besties salvatges per queRoma ha forma de leo loqual senyoreya cent bestias Aquesta Roma es cap detotes les ciutats Los seus hedifici son de reyola e teula pero es dita laternisque vol dir reyolencharaquo Notices et Extraits des manuscrits t XIV parte IIa p8-919 Il Cuento muy fermoso del enperador Ottas de Roma et de la infanteFlorenccedilia su fija et del buen cavallero Esmere pubblicato da AMADOR DE LOS

RIOS in calce al vol V della sua Historia critica de la literatura espantildeola p391-468 comincia cosigrave laquoBien oystes en cuentos et en romanccediles que de todaslas cibdades dei mundo Troya fuegrave ende la mayor et despues fuegrave destroida etquemada asy que el fuego andograve en ella siete antildeosraquo20 Il primato di Roma si addimostra ancora nelle carte geografiche del medioevo per le figure che servono a rappresentarla e per certi contrassegni o mottiche ne accompagnano il nome Nellantichissima Tavola Peutingeriana Roma egraverappresentata da un cerchio in cui campeggia limmagine di un imperatore inuna mappa dellXI secolo esistente fra i manoscritti Cottoniani del MuseoBritannico e pubblicata dal SANTAREM nel suo Atlas composeacute de Mappemondesde Portulans et de Cartes hydrographiques et historiques depuis le VI jusquauXVII siegravecle Parigi 1849 da un edifizio munito di sei torri distintivo nonaccordato a nessunaltra cittagrave tranne Babilonia della cui grandezza esontuositagrave durava viva la memoria nel medio evo in uno schizzo di cartageografica posto in fronte a un manoscritto della Bibliothegraveque Royale diBruxelles (n 3899 scritto nel 1119) da una gran torre con un portico sotto dal

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tale che in Roma simmagina quasi tutta raccolta lantichitagrave e cheil nome di Roma serve a designare lantichitagrave tutta quanta Nellapoesia epica francese del medio evo la matiere de Rome la grantcomprende non solamente le storie romane ma le greche ancoracome la storia della guerra di Troja e la storia favolosa diAlessandro Magno e le altre tutte che appo gli storici di quellapoesia formano il cosigrave detto ciclo dellantichitagrave Giovanni Bodelnella seconda metagrave del XII secolo scriveva21

Ne sont que trois matieres a nul hom entendantDe France de Bretaigne et de Rome la grant

dove per matieres de France e de Bretaigne sintendono le storiedel ciclo carolingio e del ciclo bretone E nel Dit de Flourence deRome sono questi versi22

Douce gent egraves croniques de Saint-Denis en FranceVoit-on moult de merveilles mais sachiez sans doutanceCelles de Romme sont de trop plus grant sustance

Rutilio Numaziano aveva giagrave detto apostrofandoRoma23

quale esce il Tevere e altrove nello stesso codice da un grande edifizio infigura di chiesa in una carta dEuropa assai rozza dellanno 1120 pubblicatanellAnzeiger fuumlr Kunde des teutschen Vorzeit del Mone anno 1836 da unedificio maggiore degli altri In due mappe luna probabilmente del XIIIsecolo conservata nella cattedrale di Hereford in Inghilterra laltra disegnatanel XIV da Riccardo di Haldingham Roma egrave contrassegnata dal motto Romacaput mundi regit orbis frena rotundi (V WRIGHT Essays on archaeologicalsubjects Londra 1861 V II p 16) Ma in una carta aggiunta a un codice delleGrandes chroniques de Saint Denis scritto fra il 1364 e il 1372 e conservatonella Biblioteca di Santa Genoveffa in Parigi ledifizio piugrave cospicuo spetta aGerusalemme21 La Chanson des Saxons ed di FR MICHEL Parigi 1839 str I22 JUBINAL Nouveau recueil de Contes Dits Fabliaux et autres piegraveces ineacuteditesdes XIIIe XIVe et XVe siegravecles Parigi 1839-42 v I p 8823 Itinerarium V 63 Questo concetto fu del resto familiare ai Latini Cicerone

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tale che in Roma simmagina quasi tutta raccolta lantichitagrave e cheil nome di Roma serve a designare lantichitagrave tutta quanta Nellapoesia epica francese del medio evo la matiere de Rome la grantcomprende non solamente le storie romane ma le greche ancoracome la storia della guerra di Troja e la storia favolosa diAlessandro Magno e le altre tutte che appo gli storici di quellapoesia formano il cosigrave detto ciclo dellantichitagrave Giovanni Bodelnella seconda metagrave del XII secolo scriveva21

Ne sont que trois matieres a nul hom entendantDe France de Bretaigne et de Rome la grant

dove per matieres de France e de Bretaigne sintendono le storiedel ciclo carolingio e del ciclo bretone E nel Dit de Flourence deRome sono questi versi22

Douce gent egraves croniques de Saint-Denis en FranceVoit-on moult de merveilles mais sachiez sans doutanceCelles de Romme sont de trop plus grant sustance

Rutilio Numaziano aveva giagrave detto apostrofandoRoma23

quale esce il Tevere e altrove nello stesso codice da un grande edifizio infigura di chiesa in una carta dEuropa assai rozza dellanno 1120 pubblicatanellAnzeiger fuumlr Kunde des teutschen Vorzeit del Mone anno 1836 da unedificio maggiore degli altri In due mappe luna probabilmente del XIIIsecolo conservata nella cattedrale di Hereford in Inghilterra laltra disegnatanel XIV da Riccardo di Haldingham Roma egrave contrassegnata dal motto Romacaput mundi regit orbis frena rotundi (V WRIGHT Essays on archaeologicalsubjects Londra 1861 V II p 16) Ma in una carta aggiunta a un codice delleGrandes chroniques de Saint Denis scritto fra il 1364 e il 1372 e conservatonella Biblioteca di Santa Genoveffa in Parigi ledifizio piugrave cospicuo spetta aGerusalemme21 La Chanson des Saxons ed di FR MICHEL Parigi 1839 str I22 JUBINAL Nouveau recueil de Contes Dits Fabliaux et autres piegraveces ineacuteditesdes XIIIe XIVe et XVe siegravecles Parigi 1839-42 v I p 8823 Itinerarium V 63 Questo concetto fu del resto familiare ai Latini Cicerone

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Fecisti patriam diversis gentibus unam Urbem fecisti quae prius orbis erat

Il papa Zaccaria era forse mosso da questo pensiero quandolanno 741 fece dipingere nel triclinio Lateranense unadescriptionem orbis terrarum24

Altro documento della dignitagrave di Roma si ricorda con la scortadi antichi scrittori che la cittagrave aveva tre nomi uno volgare unoarcano uno sacro25 e del nome dei romani si dice che significasublimi ovvero tonanti26

Dopo ciograve non egrave a maravigliare se lammirazione inspirata datanta grandezza e da cosigrave alti destini si esprime nelle piugrave svariateforme e con parole e con atti Sanno tutti quale rispetto lamaestagrave e il nome di Roma incutessero negli stessi barbariinvasori Gundebaldo e Odoacre ambiscono e ottengono ilpatriziato Teodorico va superbo del titolo di console e di quellodi proconsole Clodoveo Il longobardo Autari si faceva bello delnome di Flavio e i dotti della corte di Carlo Magno volentieriusurpavano per fregiarsene i nomi di Orazio e di Ovidio Un sanVirgilio del secolo VII adorna il calendario della Chiesairlandese

Si potrebbe riempiere un grosso volume dei luoghi di scrittoriche nel medio evo levarono a cielo il nome e la gloria di Romasiami concesso di recarne qui alcuno Alessandro Neckam che

e Seneca chiamano Roma patria comune e tale pure egrave detta nel DigestoUlpiano e Callistrato sostengono che il relegato non puograve dimorare a Romaessendo Roma patria di tutti Teodorico dice per bocca di Cassiodoro(Variarum II 39) laquoNulli sit ingrata Roma quae dici non potest alienaraquo24 Liber Pontificalis sect XVIII25 FOZIO nelle Quaestiones ad Amphilochium dice che Roma aveva tre nomiuno mistico amor uno sacro Flora uno politico Roma Il mistico sotto penadella vita non si poteva divulgare MAI Scriptorum veterum nova collectio tI p 283 Cf SOLINO Polyhistor I26 PAPIA Elementarium s v Romani

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Fecisti patriam diversis gentibus unam Urbem fecisti quae prius orbis erat

Il papa Zaccaria era forse mosso da questo pensiero quandolanno 741 fece dipingere nel triclinio Lateranense unadescriptionem orbis terrarum24

Altro documento della dignitagrave di Roma si ricorda con la scortadi antichi scrittori che la cittagrave aveva tre nomi uno volgare unoarcano uno sacro25 e del nome dei romani si dice che significasublimi ovvero tonanti26

Dopo ciograve non egrave a maravigliare se lammirazione inspirata datanta grandezza e da cosigrave alti destini si esprime nelle piugrave svariateforme e con parole e con atti Sanno tutti quale rispetto lamaestagrave e il nome di Roma incutessero negli stessi barbariinvasori Gundebaldo e Odoacre ambiscono e ottengono ilpatriziato Teodorico va superbo del titolo di console e di quellodi proconsole Clodoveo Il longobardo Autari si faceva bello delnome di Flavio e i dotti della corte di Carlo Magno volentieriusurpavano per fregiarsene i nomi di Orazio e di Ovidio Un sanVirgilio del secolo VII adorna il calendario della Chiesairlandese

Si potrebbe riempiere un grosso volume dei luoghi di scrittoriche nel medio evo levarono a cielo il nome e la gloria di Romasiami concesso di recarne qui alcuno Alessandro Neckam che

e Seneca chiamano Roma patria comune e tale pure egrave detta nel DigestoUlpiano e Callistrato sostengono che il relegato non puograve dimorare a Romaessendo Roma patria di tutti Teodorico dice per bocca di Cassiodoro(Variarum II 39) laquoNulli sit ingrata Roma quae dici non potest alienaraquo24 Liber Pontificalis sect XVIII25 FOZIO nelle Quaestiones ad Amphilochium dice che Roma aveva tre nomiuno mistico amor uno sacro Flora uno politico Roma Il mistico sotto penadella vita non si poteva divulgare MAI Scriptorum veterum nova collectio tI p 283 Cf SOLINO Polyhistor I26 PAPIA Elementarium s v Romani

24

fioriva nella seconda metagrave del XII secolo cosigrave ne parla nel poemaDe laudibus divinae sapientiae27

Primitus Europae mea pagina serviet in quaRoma stat orbis apex gloria gemma decus

Urbe titulis claris tam laetis clara triumphisQuondam bisseno Caesare tuta fuit

Haec genuit Magnum tam magni nominis EurusImperio vidit regna subacta suo

Haec genuit Brutum qui victor ab urbe tyrannumExpulit iste pater urbis et orbis erat

Victorem Magnum genuit Carthaginis altaeFulsit in hac geminum sidus uterque Cato

Urbe Boethius hac consul Symmachusque senatorFulsit sub Fabio consule laeta fuit

Quis non miretur linguam Ciceronis et aususTantos eloqui maximus auctor erat

Artis rethoricae fuit arx fons manna columnaCessit et invitus huic Catalina ferox

Clarus avos fulsit hac urbe Sallustius istiPar aliquis nemo major in urbe fuit

E cosigrave seguita per molti altri versi predicando le lodidellantica Roma ma poi soggiunge il biasimo che si meritaRoma papale Negrave men caldo di entusiasmo egrave il linguaggio cheAmato di Monte Cassino (morto nel 1093) usa nel poema da luicomposto in onore di san Pietro e Paolo28

Orbis honor Roma splendens decorata coronaVictorum regum discretio maxima legumHis simul et multis aliis redimita triumphisO victrix salve cuius super ethera palmePulcre scribuntur et quam colit undique mundus

27 Distinct V v 181-98 edizione delle opere curata da Tommaso WrightLondra 1863 (Rerum Britannicarum medii aevi scriptores)28 L IV DUEMMLER Aus Handschriften Neues Archiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde v IV p 182

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fioriva nella seconda metagrave del XII secolo cosigrave ne parla nel poemaDe laudibus divinae sapientiae27

Primitus Europae mea pagina serviet in quaRoma stat orbis apex gloria gemma decus

Urbe titulis claris tam laetis clara triumphisQuondam bisseno Caesare tuta fuit

Haec genuit Magnum tam magni nominis EurusImperio vidit regna subacta suo

Haec genuit Brutum qui victor ab urbe tyrannumExpulit iste pater urbis et orbis erat

Victorem Magnum genuit Carthaginis altaeFulsit in hac geminum sidus uterque Cato

Urbe Boethius hac consul Symmachusque senatorFulsit sub Fabio consule laeta fuit

Quis non miretur linguam Ciceronis et aususTantos eloqui maximus auctor erat

Artis rethoricae fuit arx fons manna columnaCessit et invitus huic Catalina ferox

Clarus avos fulsit hac urbe Sallustius istiPar aliquis nemo major in urbe fuit

E cosigrave seguita per molti altri versi predicando le lodidellantica Roma ma poi soggiunge il biasimo che si meritaRoma papale Negrave men caldo di entusiasmo egrave il linguaggio cheAmato di Monte Cassino (morto nel 1093) usa nel poema da luicomposto in onore di san Pietro e Paolo28

Orbis honor Roma splendens decorata coronaVictorum regum discretio maxima legumHis simul et multis aliis redimita triumphisO victrix salve cuius super ethera palmePulcre scribuntur et quam colit undique mundus

27 Distinct V v 181-98 edizione delle opere curata da Tommaso WrightLondra 1863 (Rerum Britannicarum medii aevi scriptores)28 L IV DUEMMLER Aus Handschriften Neues Archiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde v IV p 182

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Que vox quis sapiens vel que facundia verbiQuisque tuas laudes poterit replicare poetaGrecus et Hebreus si barbarus atque LatinusHec pertemptarent tantus labor hos maceraretGratia que terra poterit vel inesse potestasQuam tua precellens dominatio non sit adeptaTu retines sceptrum super omnia sceptra timendumTu nosti gentes armis redomare furentesQue sis quam prestane Cicero dictamine narratCui similis nullus describitur atque secundusEt Livius Titus Lucanus in ense peritusEgregiusque Maro magnusque poemate NasoEt vir mirificus Varo quem fovet iste CasinusEt plures de te scripserunt plura poeteEx te qui cunctum meruere subdere mundumEt processerunt ex te qui iura dederuntTu titulum dextra gestas et dona sinistraHis concedis opes his et largius honoresHec quia magna facis mundi regina vocaris

Chi cosigrave parlava aveva certo innanzi agli occhi della mentelimmagine di Roma antica assai piugrave che non quella di Romapapale Alessandro Neckam fu abate di Cirencester Amato fuabate di Monte Cassino ma lo spirito che scalda le parole diquesti due ecclesiastici quando parlano di Roma egrave interamentelaico Nel codice testegrave citato della Biblioteca regia di Bruxellesin un elenco di cittagrave dItalia con cui si dagrave principio a un Libervariis historiis compositus29 di Roma cosigrave si ragiona laquoSequituromnium nobilior ditior atque potentior Italia generaliter totaquam quidem plurimi non solum descripsere sed laudabiliter actriumphabiliter cecinere philosophi tam greci quam et latini necincongrue quippe totius mundi monarchiam obsequiumque orbisac plenitudinem sola in domina et regna omnium urbium Romasortita estraquo

29 Come autore egrave indicato un Guido che non si sa chi sia V Archiv derGesellschaft fuumlr aumlltere deutsche Geschichtskunde del PERTZ v VII p 537-40

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Que vox quis sapiens vel que facundia verbiQuisque tuas laudes poterit replicare poetaGrecus et Hebreus si barbarus atque LatinusHec pertemptarent tantus labor hos maceraretGratia que terra poterit vel inesse potestasQuam tua precellens dominatio non sit adeptaTu retines sceptrum super omnia sceptra timendumTu nosti gentes armis redomare furentesQue sis quam prestane Cicero dictamine narratCui similis nullus describitur atque secundusEt Livius Titus Lucanus in ense peritusEgregiusque Maro magnusque poemate NasoEt vir mirificus Varo quem fovet iste CasinusEt plures de te scripserunt plura poeteEx te qui cunctum meruere subdere mundumEt processerunt ex te qui iura dederuntTu titulum dextra gestas et dona sinistraHis concedis opes his et largius honoresHec quia magna facis mundi regina vocaris

Chi cosigrave parlava aveva certo innanzi agli occhi della mentelimmagine di Roma antica assai piugrave che non quella di Romapapale Alessandro Neckam fu abate di Cirencester Amato fuabate di Monte Cassino ma lo spirito che scalda le parole diquesti due ecclesiastici quando parlano di Roma egrave interamentelaico Nel codice testegrave citato della Biblioteca regia di Bruxellesin un elenco di cittagrave dItalia con cui si dagrave principio a un Libervariis historiis compositus29 di Roma cosigrave si ragiona laquoSequituromnium nobilior ditior atque potentior Italia generaliter totaquam quidem plurimi non solum descripsere sed laudabiliter actriumphabiliter cecinere philosophi tam greci quam et latini necincongrue quippe totius mundi monarchiam obsequiumque orbisac plenitudinem sola in domina et regna omnium urbium Romasortita estraquo

29 Come autore egrave indicato un Guido che non si sa chi sia V Archiv derGesellschaft fuumlr aumlltere deutsche Geschichtskunde del PERTZ v VII p 537-40

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Lonore di Roma rifluisce su tutta Italia Fra Guido nelPrologo del suo Fiore spiega a modo suo il nome di MagnaGrecia dato giagrave in antico allItalia laquoE se altri domandasse perchegravefu chiamata la Gran Grecia dico che fu non perchegrave sia maggiorterreno che laltra Grecia ma perchegrave piugrave nobil gente di vita dicostumi e dingegni e darme fu sempre in Italia che nellaltraGrecia ed anche perchegrave ella egrave la piugrave nobile patria che sia nelmondoraquo Non si puograve piugrave risolutamente affermare la precellenzadel gentil sangue latino Che se ci appressiamo a quellestremoconfine del medio evo dove giagrave principia il rinascimento vociben piugrave possenti e piugrave clamorose ci soneranno allo incontroLeggasi ciograve che Dante con la solennitagrave consueta scrive della cittagravepredestinata nel cap 5 del trattato IV del Convivio laquoE certo sonodi ferma opinione che le pietre che nelle mura sue stanno sianodegne di reverenzia e l suolo dovella siede sia degno oltrequello che per gli uomini egrave predicato e provatoraquo Leggasi ciograve cheil Petrarca scriveva da Avignone a Giacomo Colonna quando nonancora aveva visitata Roma e ardeva del desiderio di visitarla30laquoDe civitate inquam illa cui nulla similis fuit nulla futura estde cuius populo scriptum legimus magna est fortuna populiromani magnum et terribile nomen cuius sine exemplomagnitudinem atque incomparabilem monarchiam futurampraesentemque divini cecinerunt vatesraquo Lo stesso Petrarca nellaepistola 1a a Carlo IV introdusse Roma a celebrare le proprie sueglorie31 E a compiere la triade non si mostra da meno ilBoccaccio che alla glorificazione di Roma tutta consacra lacanzone che comincia

O fior dogni cittagrave donna del mondoO degna imperiosa monarchia

30 Epistolae de rebus familiaribus ed del FRACASSETTI l II 931 Op cit l X 1

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Lonore di Roma rifluisce su tutta Italia Fra Guido nelPrologo del suo Fiore spiega a modo suo il nome di MagnaGrecia dato giagrave in antico allItalia laquoE se altri domandasse perchegravefu chiamata la Gran Grecia dico che fu non perchegrave sia maggiorterreno che laltra Grecia ma perchegrave piugrave nobil gente di vita dicostumi e dingegni e darme fu sempre in Italia che nellaltraGrecia ed anche perchegrave ella egrave la piugrave nobile patria che sia nelmondoraquo Non si puograve piugrave risolutamente affermare la precellenzadel gentil sangue latino Che se ci appressiamo a quellestremoconfine del medio evo dove giagrave principia il rinascimento vociben piugrave possenti e piugrave clamorose ci soneranno allo incontroLeggasi ciograve che Dante con la solennitagrave consueta scrive della cittagravepredestinata nel cap 5 del trattato IV del Convivio laquoE certo sonodi ferma opinione che le pietre che nelle mura sue stanno sianodegne di reverenzia e l suolo dovella siede sia degno oltrequello che per gli uomini egrave predicato e provatoraquo Leggasi ciograve cheil Petrarca scriveva da Avignone a Giacomo Colonna quando nonancora aveva visitata Roma e ardeva del desiderio di visitarla30laquoDe civitate inquam illa cui nulla similis fuit nulla futura estde cuius populo scriptum legimus magna est fortuna populiromani magnum et terribile nomen cuius sine exemplomagnitudinem atque incomparabilem monarchiam futurampraesentemque divini cecinerunt vatesraquo Lo stesso Petrarca nellaepistola 1a a Carlo IV introdusse Roma a celebrare le proprie sueglorie31 E a compiere la triade non si mostra da meno ilBoccaccio che alla glorificazione di Roma tutta consacra lacanzone che comincia

O fior dogni cittagrave donna del mondoO degna imperiosa monarchia

30 Epistolae de rebus familiaribus ed del FRACASSETTI l II 931 Op cit l X 1

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Le ricordanze che si serbavano dellantichitagrave suggerivanonaturalmente questi pensieri ma ad accrescere il gran concettoche si aveva di Roma giovavano inoltre non poco le scoperte noninfrequenti di monete di statue e di vasi preziosi32 e le maestoserovine sparse su tutta la faccia dellEuropa33

Cosigrave ammirata e magnificata Roma diventa come il naturalparagone di ogni umana grandezza Le cittagrave andranno a gara perpotersi fregiare quasi titolo singolare di nobiltagrave del nome diNova Roma34 o di Roma secunda e prima si faragrave chiamare NovaRoma Bizanzio e poi nei tempi a cui egrave piugrave particolarmente voltala nostra attenzione si glorieranno di potersi cosigrave chiamareAquisgrana35 e Treveri Milano e Pavia Egrave noto come a

32 Roma vinta dai barbari occultograve nella terra quanto piugrave potegrave delle propriericchezze V ZAPPERT Ueber Antiquitaumltenfunds in Mittelalter neiSitzungsberichte dellAccademia imperiale di Vienna classe stor-fllosof1850 v II p 752-9833 Teodulfo soprannominato Pindaro che fu il migliore poeta della corte diCarlo Magno ricorda nella sua Paraenesis ad judices le rovine romane di cuiandava superba la cittagrave di Beziers Del resto molte rovine passarono perromane che tali veramente non erano34 Roma stessa si chiamograve Nova dopo che fu rinnovata in certo qual modo dalcristianesimo35 Non dimentica di cosigrave chiamarla in una sua ecloga il poeta Nasone dellacorte di Carlo Magno I carmi di questo poeta furono pubblicati dal DUEMMLER

nella Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum nuova serie v VI p 58 seggAngilberto detto Omero nel Carmen de Karolo Magno l III v 94-100 (apPERTZ Scriptores t II p 395) dice parlando della cittagrave di Aquisgrana

Roma secundaFlore novo ingenti magna consurgit ad altaMole tholis muro praecelsis sidera tangensStat pius arce procul Carolus loca singula signansAltaque disponens venturae moenia RomaeHic iubet esse forum sanctum quoque iure senatumIus populi et leges ubi sacraque iussa capessant

Si noti la imitazione di Virgilio Non si dimentichi inoltre che Carlo Magnochiamograve col nome di Laterano il palazzo che fece costruire in Aquisgrana

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Le ricordanze che si serbavano dellantichitagrave suggerivanonaturalmente questi pensieri ma ad accrescere il gran concettoche si aveva di Roma giovavano inoltre non poco le scoperte noninfrequenti di monete di statue e di vasi preziosi32 e le maestoserovine sparse su tutta la faccia dellEuropa33

Cosigrave ammirata e magnificata Roma diventa come il naturalparagone di ogni umana grandezza Le cittagrave andranno a gara perpotersi fregiare quasi titolo singolare di nobiltagrave del nome diNova Roma34 o di Roma secunda e prima si faragrave chiamare NovaRoma Bizanzio e poi nei tempi a cui egrave piugrave particolarmente voltala nostra attenzione si glorieranno di potersi cosigrave chiamareAquisgrana35 e Treveri Milano e Pavia Egrave noto come a

32 Roma vinta dai barbari occultograve nella terra quanto piugrave potegrave delle propriericchezze V ZAPPERT Ueber Antiquitaumltenfunds in Mittelalter neiSitzungsberichte dellAccademia imperiale di Vienna classe stor-fllosof1850 v II p 752-9833 Teodulfo soprannominato Pindaro che fu il migliore poeta della corte diCarlo Magno ricorda nella sua Paraenesis ad judices le rovine romane di cuiandava superba la cittagrave di Beziers Del resto molte rovine passarono perromane che tali veramente non erano34 Roma stessa si chiamograve Nova dopo che fu rinnovata in certo qual modo dalcristianesimo35 Non dimentica di cosigrave chiamarla in una sua ecloga il poeta Nasone dellacorte di Carlo Magno I carmi di questo poeta furono pubblicati dal DUEMMLER

nella Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum nuova serie v VI p 58 seggAngilberto detto Omero nel Carmen de Karolo Magno l III v 94-100 (apPERTZ Scriptores t II p 395) dice parlando della cittagrave di Aquisgrana

Roma secundaFlore novo ingenti magna consurgit ad altaMole tholis muro praecelsis sidera tangensStat pius arce procul Carolus loca singula signansAltaque disponens venturae moenia RomaeHic iubet esse forum sanctum quoque iure senatumIus populi et leges ubi sacraque iussa capessant

Si noti la imitazione di Virgilio Non si dimentichi inoltre che Carlo Magnochiamograve col nome di Laterano il palazzo che fece costruire in Aquisgrana

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cominciare dal IV secolo Milano acquistasse per le condizionidellimpero tanta importanza da far ombra a Roma Se si dovesseprestar fede a certi racconti un proconsole Marcellino avrebbefatto scolpire sopra le porte di Milano i versi seguenti

Dic homo qui transis dum portae limina tangisRoma secunda vale Regni decus imperialeUrbs veneranda nimis plenissima rebus opimisTe metuunt gentes tibi flectant colla potentesIn bello Thebas in sensu vincis Athenas36

Quattro versi che esprimono gli stessi concetti quasi con le stesseparole si leggevano nel secolo XV sopra una delle porte diPavia37 Accostarsi a Roma come al supremo termine della gloriae coprirsi di un lembo della sua porpora tale egrave il pensiero chesuggerisce questi ed altri simili vantamenti

Il sentimento e lamor della gloria non erano cosigrave scarsi e cosigravefreddi nel medio evo come da taluno si va dicendo La fede e lasapienza che da lei sinspirava raccomandavano egrave vero ildisprezzo dei beni e delle grandezze della terra ma nonriuscivano a soffocare le naturali cupidigie dellanima umana

Parlando di esso Eginardo dice laquoAd cuius structuram cum columnas etmarmora aliunde habere non poterat Roma atque Ravenna devehendacuravitraquo Piugrave tardi la leggenda racconteragrave che le colonne e i marmi furonotrasportati in una notte dai diavoli36 Tolgo questi versi che anche altrove sincontrano da una curiosacompilazione storica anonima contenuta nel Cod H V 37 della BibliotecaNazionale di Torino Essi stanno al f 42 r Al f 43 r si trova il seguente passo

Quod insignia urbium Romae et Mediolani erant equalia

Crevit autem hec inclitissima urbs Mediolani in tanto honore in tantaquepotentia quod Roma voluit eam in suam habere sororem et (vocaboloindecifrabile) Insignia ipsarum duarum civitatum erant in totum equalia quidplus ista inclitissima civitas Mediolani semper in bello primam aciem pugnehabuit37 Commentarius de laudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44

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cominciare dal IV secolo Milano acquistasse per le condizionidellimpero tanta importanza da far ombra a Roma Se si dovesseprestar fede a certi racconti un proconsole Marcellino avrebbefatto scolpire sopra le porte di Milano i versi seguenti

Dic homo qui transis dum portae limina tangisRoma secunda vale Regni decus imperialeUrbs veneranda nimis plenissima rebus opimisTe metuunt gentes tibi flectant colla potentesIn bello Thebas in sensu vincis Athenas36

Quattro versi che esprimono gli stessi concetti quasi con le stesseparole si leggevano nel secolo XV sopra una delle porte diPavia37 Accostarsi a Roma come al supremo termine della gloriae coprirsi di un lembo della sua porpora tale egrave il pensiero chesuggerisce questi ed altri simili vantamenti

Il sentimento e lamor della gloria non erano cosigrave scarsi e cosigravefreddi nel medio evo come da taluno si va dicendo La fede e lasapienza che da lei sinspirava raccomandavano egrave vero ildisprezzo dei beni e delle grandezze della terra ma nonriuscivano a soffocare le naturali cupidigie dellanima umana

Parlando di esso Eginardo dice laquoAd cuius structuram cum columnas etmarmora aliunde habere non poterat Roma atque Ravenna devehendacuravitraquo Piugrave tardi la leggenda racconteragrave che le colonne e i marmi furonotrasportati in una notte dai diavoli36 Tolgo questi versi che anche altrove sincontrano da una curiosacompilazione storica anonima contenuta nel Cod H V 37 della BibliotecaNazionale di Torino Essi stanno al f 42 r Al f 43 r si trova il seguente passo

Quod insignia urbium Romae et Mediolani erant equalia

Crevit autem hec inclitissima urbs Mediolani in tanto honore in tantaquepotentia quod Roma voluit eam in suam habere sororem et (vocaboloindecifrabile) Insignia ipsarum duarum civitatum erant in totum equalia quidplus ista inclitissima civitas Mediolani semper in bello primam aciem pugnehabuit37 Commentarius de laudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44

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nobili od ignobili che fossero Poter essere paragonato a qualcunodi quegli illustri figliuoli di Roma fulmini di guerra o maestridogni dottrina i cui nomi avevano vita immortale nelle storiestimavasi lode maggiore dogni altra e ladulazione piugrave ingenuache servile alcune volte la largiva con manifesto compiacimentoQuando il Poeta Sassone vuol celebrare nel piugrave degno e solennemodo lalte virtugrave e i gran fatti di Carlo Magno ecco in qualiparole prorompe38

Ob hoc mirificos Karoli qui legeris actusDesine mirari historias veterum

Non Decii non Scipiadae non ipse CamillusNon Cato non Caesar maior eo fuerat

Non Pompeius huic merito vel gens FabiorumPraefertur pariter mortua pro patria

Quando Fra Guittone dArezzo rimprovera ai suoi concittadini lamiseria in cui da felice e glorioso stato precipitarono per lorcolpa ecco in qual forma esprime il suo pensiero39 laquoO miserimiserissimi disfiorati ove egrave lorgoglio e la grandezza vostra chequasi sembravate una novella Roma volendo tutto soggiogare ilmondo e certo non ebbero cominciamento gli Romani piugrave di voibello negrave in tanto di tempo piugrave non fecero negrave tanto quantoavevate fatto e eravate inviati a fare stando a comuneraquo

Cittagrave e popoli si studiano di tenersi stretti a Roma quanto piugravepossono credono e fanno credere ad antiche alleanze a guerrecombattute insieme a glorie e a trionfi comuni Se vegrave unatradizione che secondi comechessia tale vaghezza non si lasceragraveperire se nulla sussista che paja far testimonio di quel venturosopassato si serberagrave come preziosa reliquia Roma comegrave fonte diogni diritto cosigrave ancora di ogni nobiltagrave Nei tempi di suamaggiore prosperitagrave e potenza Siena ostenta il titolo di coloniaRomana e dinnanzi alla sua cattedrale una colonna regge la lupa38 Vita Caroli Magni l V v 653-8 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 625-639 Lettere Roma 1775 p 40

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nobili od ignobili che fossero Poter essere paragonato a qualcunodi quegli illustri figliuoli di Roma fulmini di guerra o maestridogni dottrina i cui nomi avevano vita immortale nelle storiestimavasi lode maggiore dogni altra e ladulazione piugrave ingenuache servile alcune volte la largiva con manifesto compiacimentoQuando il Poeta Sassone vuol celebrare nel piugrave degno e solennemodo lalte virtugrave e i gran fatti di Carlo Magno ecco in qualiparole prorompe38

Ob hoc mirificos Karoli qui legeris actusDesine mirari historias veterum

Non Decii non Scipiadae non ipse CamillusNon Cato non Caesar maior eo fuerat

Non Pompeius huic merito vel gens FabiorumPraefertur pariter mortua pro patria

Quando Fra Guittone dArezzo rimprovera ai suoi concittadini lamiseria in cui da felice e glorioso stato precipitarono per lorcolpa ecco in qual forma esprime il suo pensiero39 laquoO miserimiserissimi disfiorati ove egrave lorgoglio e la grandezza vostra chequasi sembravate una novella Roma volendo tutto soggiogare ilmondo e certo non ebbero cominciamento gli Romani piugrave di voibello negrave in tanto di tempo piugrave non fecero negrave tanto quantoavevate fatto e eravate inviati a fare stando a comuneraquo

Cittagrave e popoli si studiano di tenersi stretti a Roma quanto piugravepossono credono e fanno credere ad antiche alleanze a guerrecombattute insieme a glorie e a trionfi comuni Se vegrave unatradizione che secondi comechessia tale vaghezza non si lasceragraveperire se nulla sussista che paja far testimonio di quel venturosopassato si serberagrave come preziosa reliquia Roma comegrave fonte diogni diritto cosigrave ancora di ogni nobiltagrave Nei tempi di suamaggiore prosperitagrave e potenza Siena ostenta il titolo di coloniaRomana e dinnanzi alla sua cattedrale una colonna regge la lupa38 Vita Caroli Magni l V v 653-8 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 625-639 Lettere Roma 1775 p 40

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coi gemelli40 Il municipio romano rivive forse nel nostrocomune41 Lordo e la plebs sussistono ancora durante ladominazione dei Longobardi in molte cittagrave della media e dellainferiore Italia e a molte piugrave tardi diventa impresa comune ilsacro e solenne Senatus populusque Si continua a conferire ilpatriziato Nella incoronazione deglimperatori nellordinamentodella loro casa civile e militare nella forma degli atti loro sicerca di conservare quanto egrave piugrave possibile le antiche costumanzeimperiali42

Lammirazione detta i raccostamenti e i raccostamenti fannonascere il desiderio delle origini comuni Cittagrave o nazione perpotersi dar vanto di vera nobiltagrave bisogna aver avuto comuni conRoma i principii bisogna essere usciti donde i romani uscironoprimamente avere nelle vene un sangue con essi oppurederivare propaggine di nobilissima pianta dalla stessa Romadagli stessi suoi abitatori Quando si vedono nel medio evo popolidiversissimi per lingua e per costume alcuna volta anzi divisi dalunga e indimenticabile inimicizia far risalire sino a Trojani leproprie origini non egrave possibile dingannarsi circa il sentimentoche a ciograve li muove Venir dai Trojani vuol dire essereconsanguinei dei Romani e perograve nobili e illustri quantessi Checosa poteva importare ai Franchi ai Bretoni e ai Danesi di Trojae dei pochi scampati alla sua ruina se Troja non fosse stata lamadre di Roma se da quegli scampati non fosse venuto il popolo

40 Impresa di Siena era la lupa Fazio degli Uberti nel Serventese ai Signori epopoli dItalia

Volgo alla lupa vana i tristi versi41 Dico forse giacchegrave tutti sanno quanto oscure e dubbie sieno le origini deicomuni italiani V SAVIGNY Geschichte des roumlmischen Rechts 2a edEidelberga v I c V e lAppendice p 484-6 LEO Entwickelung derVerfassung der lombardischen Staumldte bis zu der Ankunft Kaiser Friederich I inItalien Amburgo 182442 V BRYCK Holy Roman empire IVa ed Londra 1873 p 258

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coi gemelli40 Il municipio romano rivive forse nel nostrocomune41 Lordo e la plebs sussistono ancora durante ladominazione dei Longobardi in molte cittagrave della media e dellainferiore Italia e a molte piugrave tardi diventa impresa comune ilsacro e solenne Senatus populusque Si continua a conferire ilpatriziato Nella incoronazione deglimperatori nellordinamentodella loro casa civile e militare nella forma degli atti loro sicerca di conservare quanto egrave piugrave possibile le antiche costumanzeimperiali42

Lammirazione detta i raccostamenti e i raccostamenti fannonascere il desiderio delle origini comuni Cittagrave o nazione perpotersi dar vanto di vera nobiltagrave bisogna aver avuto comuni conRoma i principii bisogna essere usciti donde i romani uscironoprimamente avere nelle vene un sangue con essi oppurederivare propaggine di nobilissima pianta dalla stessa Romadagli stessi suoi abitatori Quando si vedono nel medio evo popolidiversissimi per lingua e per costume alcuna volta anzi divisi dalunga e indimenticabile inimicizia far risalire sino a Trojani leproprie origini non egrave possibile dingannarsi circa il sentimentoche a ciograve li muove Venir dai Trojani vuol dire essereconsanguinei dei Romani e perograve nobili e illustri quantessi Checosa poteva importare ai Franchi ai Bretoni e ai Danesi di Trojae dei pochi scampati alla sua ruina se Troja non fosse stata lamadre di Roma se da quegli scampati non fosse venuto il popolo

40 Impresa di Siena era la lupa Fazio degli Uberti nel Serventese ai Signori epopoli dItalia

Volgo alla lupa vana i tristi versi41 Dico forse giacchegrave tutti sanno quanto oscure e dubbie sieno le origini deicomuni italiani V SAVIGNY Geschichte des roumlmischen Rechts 2a edEidelberga v I c V e lAppendice p 484-6 LEO Entwickelung derVerfassung der lombardischen Staumldte bis zu der Ankunft Kaiser Friederich I inItalien Amburgo 182442 V BRYCK Holy Roman empire IVa ed Londra 1873 p 258

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romano Dimostrata la comune origine i barbari non sono piugrave ibarbari Gotofredo da Viterbo dice nel suo Speculum Regum43

In duo dividimus Troiano semine prolemUna per Ytaliam sumpsit diademate Rome

Altera Theutonica regna beata fovet

I nemici di un tempo si scopron fratelli

Romanum fore Troianum natura fateturGermanus patriota suus fraterque videtur

Troia suis populis mater utrique fuit

Questa fratellanza fa sembrare piugrave legittimo il trasferimento dellapotestagrave imperiale44

Nasceva tutta una serie di leggende parallele45 Come Enea inItalia cosigrave giungeva Franco o Francione figlio di Ettore dopoleccidio di Troja in Germania Da lui traggono lorigine iFranchi Fredegario fa derivare a dirittura i Franchi dalla quartaparte degli abitanti di Troja distrutta46 i Gesta Regum Francorumli fan venire dallavanzo dellesercito Trojano sommante a circa12000 uomini47 Priamo ultimo figlio di Priamo il vecchio43 Proemio al l II ap PERTZ Script t XXII44 Di ciograve si discorreragrave piugrave distesamente nel c XXI45 Notisi che giagrave Lucano nel I della Pharsalia v 427-8 ricorda come gliArverni osassero fingersi fratelli dei Latini

Arvernique ausi Latio se fingere fratresSanguine ab Iliaco populi

Anche gli Edui si gloriarono di cotal fratellanza46 Gregorii Turonensis historia Francorum epitomata per Fredegariumscholasticum ap BOUQUET Recueil des historiens des Gaules et de la Francet II p 39447 BOUQUET Recueil t II p 542 Secondo i Gesta i Franchi furono cosigravechiamati dallimperatore Valentiniano dopochegrave ebbero espulsi gli Alani dalla

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romano Dimostrata la comune origine i barbari non sono piugrave ibarbari Gotofredo da Viterbo dice nel suo Speculum Regum43

In duo dividimus Troiano semine prolemUna per Ytaliam sumpsit diademate Rome

Altera Theutonica regna beata fovet

I nemici di un tempo si scopron fratelli

Romanum fore Troianum natura fateturGermanus patriota suus fraterque videtur

Troia suis populis mater utrique fuit

Questa fratellanza fa sembrare piugrave legittimo il trasferimento dellapotestagrave imperiale44

Nasceva tutta una serie di leggende parallele45 Come Enea inItalia cosigrave giungeva Franco o Francione figlio di Ettore dopoleccidio di Troja in Germania Da lui traggono lorigine iFranchi Fredegario fa derivare a dirittura i Franchi dalla quartaparte degli abitanti di Troja distrutta46 i Gesta Regum Francorumli fan venire dallavanzo dellesercito Trojano sommante a circa12000 uomini47 Priamo ultimo figlio di Priamo il vecchio43 Proemio al l II ap PERTZ Script t XXII44 Di ciograve si discorreragrave piugrave distesamente nel c XXI45 Notisi che giagrave Lucano nel I della Pharsalia v 427-8 ricorda come gliArverni osassero fingersi fratelli dei Latini

Arvernique ausi Latio se fingere fratresSanguine ab Iliaco populi

Anche gli Edui si gloriarono di cotal fratellanza46 Gregorii Turonensis historia Francorum epitomata per Fredegariumscholasticum ap BOUQUET Recueil des historiens des Gaules et de la Francet II p 39447 BOUQUET Recueil t II p 542 Secondo i Gesta i Franchi furono cosigravechiamati dallimperatore Valentiniano dopochegrave ebbero espulsi gli Alani dalla

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giunge con grande moltitudine in Ungheria e fonda la cittagrave diSicambria Paride fonda Parigi e Gallo suo socio Gallia che poidagrave il nome a tutta la regione Da Colono e da Maganzio hannoprincipio Colonia e Magonza Bruto nipote di Enea espulsodallItalia giunge in Bretagna che da lui riceve il nome48 InItalia oltre Padova centaltre cittagrave si gloriano di trojane origini49

palude Meotide laquoTunc appellavit eos Valentinianus imperator Francos atticalingua quod in latinum interpretatur sermonem hoc est feros a duritia velferocitate cordisraquo Circa le origini della leggenda franca varie opinioni simisero innanzi K L ROTH Die Trojasage der Franken (nella Germania delPFEIFFER I 1 1856) e il BRAUN Die Trojaner am Rheim (VinckelmannsProgramme des Vereins von Alterthumsfreunden im Rheinlande 1856) fanno laorigine della leggenda anteriore alle relazioni dei Franchi coi Romani mentreil LOEBELL Gregor von Tours und seine Zeit Lipsia 1839 p 479 seggsostiene la leggenda essere passata dai Romani ai Franchi Lopinione del Rothe del Braun fu impugnata dallo ZARNCKE (Sitzungsberichte der saumlchsischenGesellschaft der Wissenschaften 1866) il quale afferma la leggenda essere diorigine puramente letteraria e sorta soltanto nel secolo VII Dello stesso parereegrave il WATTENBACH (Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter Berlino1877-8 v I p 89-90) ma il WORMSTALL (Die Herkunft der Franken von TrojaMuumlnster 1869) ammette una fonte storica della leggenda e alla tradizionefranca subordina le versioni greco-romane A tale opinione si raccostapressochegrave intieramente il DEDERICH (Der Franckenbund Annovria 1873) IlLUumlTHGEN (Die Quellen und der historische Werth der fraumlnkischen TrojasageBonna 1876) prende novamente ad esaminare la questione e giudica ancheegli la leggenda essere di origine erudita Questa opinione egrave la piugrave probabile48 Cosigrave racconta NENNIO Historia Britonum sect 7 Goffredo di Monmouthaggiunga qualche particolare Sbandito dallItalia per avare uccisoinvolontariamente suo padre Bruto va in Grecia dove trova la posteritagrave diEleno figliuolo di Priamo tenuta in ischiavitugrave dal re Pandraso (Pietro diLantoft dice piugrave disavvedutamente nella sua Cronaca in versi francesi[pubblicata dal Wright nella collezione dei Rerum britannicarum medii aeviscriptores] che Bruto vi trovograve lo stesso Eleno ed Anchise le seneacute) Bruto liberai suoi concittadini vince un po per tradimento un po per forza il re Pandrasoe sposatane la figliuola passa in Bretagna Ma nel Livere des Reis de Brittainecompilato dopo il 1274 (edito da J Glover Rerum britann m ae script) sidice soltanto (p 2) laquoDevant la nativite nostre Seigneur mil e deus cens ansBrutus le fiz Silvii ou Ynogen sa femme e ou ses treis fiz vint de la bataile de

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giunge con grande moltitudine in Ungheria e fonda la cittagrave diSicambria Paride fonda Parigi e Gallo suo socio Gallia che poidagrave il nome a tutta la regione Da Colono e da Maganzio hannoprincipio Colonia e Magonza Bruto nipote di Enea espulsodallItalia giunge in Bretagna che da lui riceve il nome48 InItalia oltre Padova centaltre cittagrave si gloriano di trojane origini49

palude Meotide laquoTunc appellavit eos Valentinianus imperator Francos atticalingua quod in latinum interpretatur sermonem hoc est feros a duritia velferocitate cordisraquo Circa le origini della leggenda franca varie opinioni simisero innanzi K L ROTH Die Trojasage der Franken (nella Germania delPFEIFFER I 1 1856) e il BRAUN Die Trojaner am Rheim (VinckelmannsProgramme des Vereins von Alterthumsfreunden im Rheinlande 1856) fanno laorigine della leggenda anteriore alle relazioni dei Franchi coi Romani mentreil LOEBELL Gregor von Tours und seine Zeit Lipsia 1839 p 479 seggsostiene la leggenda essere passata dai Romani ai Franchi Lopinione del Rothe del Braun fu impugnata dallo ZARNCKE (Sitzungsberichte der saumlchsischenGesellschaft der Wissenschaften 1866) il quale afferma la leggenda essere diorigine puramente letteraria e sorta soltanto nel secolo VII Dello stesso parereegrave il WATTENBACH (Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter Berlino1877-8 v I p 89-90) ma il WORMSTALL (Die Herkunft der Franken von TrojaMuumlnster 1869) ammette una fonte storica della leggenda e alla tradizionefranca subordina le versioni greco-romane A tale opinione si raccostapressochegrave intieramente il DEDERICH (Der Franckenbund Annovria 1873) IlLUumlTHGEN (Die Quellen und der historische Werth der fraumlnkischen TrojasageBonna 1876) prende novamente ad esaminare la questione e giudica ancheegli la leggenda essere di origine erudita Questa opinione egrave la piugrave probabile48 Cosigrave racconta NENNIO Historia Britonum sect 7 Goffredo di Monmouthaggiunga qualche particolare Sbandito dallItalia per avare uccisoinvolontariamente suo padre Bruto va in Grecia dove trova la posteritagrave diEleno figliuolo di Priamo tenuta in ischiavitugrave dal re Pandraso (Pietro diLantoft dice piugrave disavvedutamente nella sua Cronaca in versi francesi[pubblicata dal Wright nella collezione dei Rerum britannicarum medii aeviscriptores] che Bruto vi trovograve lo stesso Eleno ed Anchise le seneacute) Bruto liberai suoi concittadini vince un po per tradimento un po per forza il re Pandrasoe sposatane la figliuola passa in Bretagna Ma nel Livere des Reis de Brittainecompilato dopo il 1274 (edito da J Glover Rerum britann m ae script) sidice soltanto (p 2) laquoDevant la nativite nostre Seigneur mil e deus cens ansBrutus le fiz Silvii ou Ynogen sa femme e ou ses treis fiz vint de la bataile de

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Ma e in Italia e fuori molte pur se ne trovano che stimanogloria uguale se non maggiore trarre lorigine dalla stessa RomaNon parlo di quelle cui tale origine egrave dalle storie debitamentericonosciuta ma di quelle che se la usurpano Aquisgrana sidiceva fondata da un Grano fratello di Nerone Perugia da unPerus romano50 Pisa pretendeva dessere il luogo dove sipesavano (quindi il nome) i tributi che dalle varie province simandavano a Roma51 ecc Il cronista Giovanni dOutremeuse

Troye en Engletere ki estoit dunkes si cum un desertraquo La storia di questoBruto si trova distesamente narrata sulle tracce di Goffredo di Monmouth nelBrut di Wace pubblicato dal Le Roux de Lincy Parigi 1836-8 v 118 seggCfr il Muumlnchener Brut pubblicato da Corrado Hofmann e da Carlo VolmoumlllerHalle s S 1877 v 375 segg49 Veggasi il Libro ditto el Trojano Venezia 1491 (2a ed ibid 1509) e lainedita Fiorita dItalia di ARMANNINO GIUDICE specialmente nei conti IV VXXX XXXIII50 Armannino Giudice racconta altrimenti nel conto XXXIII della Fioritalorigine del nome di Perugia (Cod Mediceo Palatino 119 nella Nazionale diFirenze) laquoAl tempo di Totyle lo quale chome io dissi veramente fu flagellodidio furono destructe in Ytalia molte ciptadi tra le quali fu Perugia etAgobbio et molte altre delle quale sarebbe lungo a dire Iustinianus imperatordel quale io dissi habiendo in prigione molti baroni et re di gente gocta etvandula et longobarda comandograve loro che rifacessero Perugia et Agobbio etmolte altre terre alle loro spese Due furono li re che alle loro spese rifecionoPerugia lo uno fu lo re di Persia et laltro fu lo re di Roscia et perograve fu mutatolo nome a Perugia che imprima avea nome Tyberia Dei due nomi di quelli rene fu fatto uno cioegrave Perugia che viene a dire Persia et Rosciaraquo51 Molto spesso la leggenda della origine egrave suggerita dal nome stesso dellacittagrave nel quale per una certa etimologia a ritroso si scopre il nome delfondatore o la memoria di un fatto che diede luogo alla fondazione o cheavvenne in essa Qualche altro esempio tolto di fra le cittagrave dItalia non saragravequi fuor di luogo Papia viene da Papa o da Papae via o da Pauperibus pia oanche da unione di lettere o sillabe iniziali di piugrave parole (Commentarius delaudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44) Ravenna trae ilnome a RAtibus VENto et NAvibus essendo Tubal nipote di Noegrave e suo fondatorevenuto per mare in Italia (GIOVANNI DA CERMENATE Historia de situ origine etcultoribus Ambrosianae urbis c I ap MURAT Script t IX col 1225-6)Arezzo si chiamograve prima Aurelia e mutograve nome dopochegrave Totila lebbe fatta araree seminare di sale (GIOVANNI VILLANI Istorie fiorentine l I c 47) Lucca si

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Ma e in Italia e fuori molte pur se ne trovano che stimanogloria uguale se non maggiore trarre lorigine dalla stessa RomaNon parlo di quelle cui tale origine egrave dalle storie debitamentericonosciuta ma di quelle che se la usurpano Aquisgrana sidiceva fondata da un Grano fratello di Nerone Perugia da unPerus romano50 Pisa pretendeva dessere il luogo dove sipesavano (quindi il nome) i tributi che dalle varie province simandavano a Roma51 ecc Il cronista Giovanni dOutremeuse

Troye en Engletere ki estoit dunkes si cum un desertraquo La storia di questoBruto si trova distesamente narrata sulle tracce di Goffredo di Monmouth nelBrut di Wace pubblicato dal Le Roux de Lincy Parigi 1836-8 v 118 seggCfr il Muumlnchener Brut pubblicato da Corrado Hofmann e da Carlo VolmoumlllerHalle s S 1877 v 375 segg49 Veggasi il Libro ditto el Trojano Venezia 1491 (2a ed ibid 1509) e lainedita Fiorita dItalia di ARMANNINO GIUDICE specialmente nei conti IV VXXX XXXIII50 Armannino Giudice racconta altrimenti nel conto XXXIII della Fioritalorigine del nome di Perugia (Cod Mediceo Palatino 119 nella Nazionale diFirenze) laquoAl tempo di Totyle lo quale chome io dissi veramente fu flagellodidio furono destructe in Ytalia molte ciptadi tra le quali fu Perugia etAgobbio et molte altre delle quale sarebbe lungo a dire Iustinianus imperatordel quale io dissi habiendo in prigione molti baroni et re di gente gocta etvandula et longobarda comandograve loro che rifacessero Perugia et Agobbio etmolte altre terre alle loro spese Due furono li re che alle loro spese rifecionoPerugia lo uno fu lo re di Persia et laltro fu lo re di Roscia et perograve fu mutatolo nome a Perugia che imprima avea nome Tyberia Dei due nomi di quelli rene fu fatto uno cioegrave Perugia che viene a dire Persia et Rosciaraquo51 Molto spesso la leggenda della origine egrave suggerita dal nome stesso dellacittagrave nel quale per una certa etimologia a ritroso si scopre il nome delfondatore o la memoria di un fatto che diede luogo alla fondazione o cheavvenne in essa Qualche altro esempio tolto di fra le cittagrave dItalia non saragravequi fuor di luogo Papia viene da Papa o da Papae via o da Pauperibus pia oanche da unione di lettere o sillabe iniziali di piugrave parole (Commentarius delaudibus Papiae c XXI ap MURAT Script t XI col 44) Ravenna trae ilnome a RAtibus VENto et NAvibus essendo Tubal nipote di Noegrave e suo fondatorevenuto per mare in Italia (GIOVANNI DA CERMENATE Historia de situ origine etcultoribus Ambrosianae urbis c I ap MURAT Script t IX col 1225-6)Arezzo si chiamograve prima Aurelia e mutograve nome dopochegrave Totila lebbe fatta araree seminare di sale (GIOVANNI VILLANI Istorie fiorentine l I c 47) Lucca si

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instancabile raccoglitore di ogni maniera di favole parla dellacittagrave di Nimay in Germania fondata da Numa Pompilio e dicinque altre cittagrave similmente in Germania fondate da Tarquinio ilSuperbo52

Non mancano tuttavia esempii di cittagrave che pretendono farsi piugraveantiche e perograve piugrave nobili di Roma Anteriore alla Roma romulea53

si vantarono Genova fondata da Giano Ravenna fondata daTubal Bologna fondata da Felsino (Felsina) ampliata da Buono

chiamograve prima Fidia e poi mutograve il nome perchegrave molto lucente nella fede (Idibid c 49) Siena fu cosigrave chiamata perchegrave vi si posarono i piugrave vecchidellesercito franco al tempo che Carlo Martello venne in Italia in soccorsodella Chiesa (Id ibid c 50) Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripetecopiando queste e altre favole Veggansi anche i luoghi citati della Fiorita diArmannino52 Siami conceduto di recar qui come un saggio della semplicitagrave di cosigrave fatteimmaginazioni il suo racconto Ly myreur des histors pubblicato dal Borgnett I p 87 laquoItem lan David IIIe et XCIX fondat li emperere Nyma Pompiliusune citeit en Alemagne et le nommat solonc son nom Nymayraquo P 94-5 laquoItemlan XLIII avoit 1 gran prinche a Romme qui estoit uns senateur liqueis futappelleis Tarquinus li Orgulheux Chis se contencha agrave lemperere Tullus tantque ilh le tuat de unc cuteal et quant il loit ochis se fist tant par son sens etpar les grand dons quilh donnat aux altres senateurs ses compagnons quilh futeslus agrave emperere et fut coroneacutee agrave Romme chis Tarquinius fut le VIIe empererede Romme et regnat XXXV ans - Item lan XLV prist li emperere de Rommeagrave femme Helyodes la filhe lemperere Odeles de Greche qui dedens le termede III ans oit I fis de lemperere de Romme et fut nommeis Saldones Et lanXLIX oit ladit emperes I filhe laquelle oit nom Wierbel mains de celle filhefut la damme si travelhist de maladie que les saiges dammes disoieot que elleen moroit Quant Tarquin entendit chu que sa femme moroit si fut multesmayeacutes et vowat a son Dieu Venus que il vowist sa femme delivrer et ilhferoit fondeir en plusors lieu de son empire une conteit Adont soy delivrat ladamme de la filhe Wierbel desus dite et li emperere tantoist fist sa conteitEnssi que je vos dis mandat lemperere agrave planteit douvriers puis eu allat enAllemagne portant quilh savoit bien que ilh y avoit asseis de leis lieu carilluc estoient les palus et lais lieu plus que altre part Et fondacirct lagrave V citeis quifurent nommeacutees la promier Saldelle li altra Bella la tierche Atroppa liquarte Ansel li Ve Cesaine mains puisedit ont-ilh estait changieacutes de nommespar les saingneurs qui ont lagrave regneitraquo53 Vedremo piugrave oltre che vi fu nella leggenda una Roma anteromulea

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instancabile raccoglitore di ogni maniera di favole parla dellacittagrave di Nimay in Germania fondata da Numa Pompilio e dicinque altre cittagrave similmente in Germania fondate da Tarquinio ilSuperbo52

Non mancano tuttavia esempii di cittagrave che pretendono farsi piugraveantiche e perograve piugrave nobili di Roma Anteriore alla Roma romulea53

si vantarono Genova fondata da Giano Ravenna fondata daTubal Bologna fondata da Felsino (Felsina) ampliata da Buono

chiamograve prima Fidia e poi mutograve il nome perchegrave molto lucente nella fede (Idibid c 49) Siena fu cosigrave chiamata perchegrave vi si posarono i piugrave vecchidellesercito franco al tempo che Carlo Martello venne in Italia in soccorsodella Chiesa (Id ibid c 50) Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripetecopiando queste e altre favole Veggansi anche i luoghi citati della Fiorita diArmannino52 Siami conceduto di recar qui come un saggio della semplicitagrave di cosigrave fatteimmaginazioni il suo racconto Ly myreur des histors pubblicato dal Borgnett I p 87 laquoItem lan David IIIe et XCIX fondat li emperere Nyma Pompiliusune citeit en Alemagne et le nommat solonc son nom Nymayraquo P 94-5 laquoItemlan XLIII avoit 1 gran prinche a Romme qui estoit uns senateur liqueis futappelleis Tarquinus li Orgulheux Chis se contencha agrave lemperere Tullus tantque ilh le tuat de unc cuteal et quant il loit ochis se fist tant par son sens etpar les grand dons quilh donnat aux altres senateurs ses compagnons quilh futeslus agrave emperere et fut coroneacutee agrave Romme chis Tarquinius fut le VIIe empererede Romme et regnat XXXV ans - Item lan XLV prist li emperere de Rommeagrave femme Helyodes la filhe lemperere Odeles de Greche qui dedens le termede III ans oit I fis de lemperere de Romme et fut nommeis Saldones Et lanXLIX oit ladit emperes I filhe laquelle oit nom Wierbel mains de celle filhefut la damme si travelhist de maladie que les saiges dammes disoieot que elleen moroit Quant Tarquin entendit chu que sa femme moroit si fut multesmayeacutes et vowat a son Dieu Venus que il vowist sa femme delivrer et ilhferoit fondeir en plusors lieu de son empire une conteit Adont soy delivrat ladamme de la filhe Wierbel desus dite et li emperere tantoist fist sa conteitEnssi que je vos dis mandat lemperere agrave planteit douvriers puis eu allat enAllemagne portant quilh savoit bien que ilh y avoit asseis de leis lieu carilluc estoient les palus et lais lieu plus que altre part Et fondacirct lagrave V citeis quifurent nommeacutees la promier Saldelle li altra Bella la tierche Atroppa liquarte Ansel li Ve Cesaine mains puisedit ont-ilh estait changieacutes de nommespar les saingneurs qui ont lagrave regneitraquo53 Vedremo piugrave oltre che vi fu nella leggenda una Roma anteromulea

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(Bononia) Secondo che narra Galvagno Fiamma Milano fuedificata 932 anni prima di Roma54 Brescia si vantava fondata daErcole55 Torino da Fetonte56 persino Chiusi si reputava piugraveantica di Roma Ma di tutte le cittagrave dEuropa la piugrave anticasecondo glitaliani era Fiesole57 secondo i Tedeschi Treveri58

Se intere cittagrave pretendono di trarre da Roma lorigine nonmancheranno famiglie patrizie e persino dinastie che

54 Manipulus Florum c VII ap MURAT Script t XI col 543 Ma nelChronicon Astense (ibid col 139) si dice che Milano Pavia e molte altrecittagrave dItalia furono edificate da Brenno Milano e Subria sono tuttuno eSubria secondo Giovanni da Cermenate l c sarebbe stata fondata da Subrefiglio di Tubal fondatore di Ravenna55 GIACOMO MALVEZZI Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col78456 ANTONIO ASTIGIANO De ejus vita et varietate fortunae l I c 7 ap MURATScript t XIV col 101557 Giovanni Villani racconta nelle Istorie fiorentine l I c 7 che Atalante conla moglie Elettra e con Apollino suo astrologo e maestro venne in Italia efondograve la cittagrave di Fiesole laquoEt nota che fu la prima Cittagrave edificata nella dettaterza parte del Mondo chiamata Europa et perograve fu nominata Fia Sola cioegraveprima sanza altra Cittagrave habitataraquo Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripeteamplificandolo il racconto di Giovanni Villani58 La leggenda circa lorigine di Treveri egrave alquanto mal ferma Ordinariamentese ne fa fondatore un Trebeta (Treberi Troletum) nipote di Semiramide ilquale fuggendo lavola che voleva sforzarlo a sposarla giunse sin sulle rivedella Mosella Cosigrave Gotofredo da Viterbo nella terza parte del Pantheon emolti altri (V anche un commento in prosa allo Speculum Regum diGotofredo ap PERTZ Script t XXII p 36) Secondo Giovanni dOutremeuse(Myreur des hist t I p 11) fu Trebeta a volere sposare la madre (non piugravelavola) che lo cacciograve La prima versione egrave piugrave conforme alla riputazione diSemiramide ed egrave senza dubbio una reminiscenza delle nozze di costei colproprio figliuolo Nino Nel Chronicon Engelhusii si dice laquoAnte RomamTreveris fuit annis mille trecentisraquo ma la cronaca tedesca di Luneburgo sicontenta di minore antichitagrave laquoTreer is gebuwet do Abraham VII jar alt was updat water Mosele und was CXX jar eer Rome gestichtet wasraquo Nei GestaTreverorum (ap PERTZ Script t VIII) Treveri

Quae caput Europae cognoscitur auctoritate

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(Bononia) Secondo che narra Galvagno Fiamma Milano fuedificata 932 anni prima di Roma54 Brescia si vantava fondata daErcole55 Torino da Fetonte56 persino Chiusi si reputava piugraveantica di Roma Ma di tutte le cittagrave dEuropa la piugrave anticasecondo glitaliani era Fiesole57 secondo i Tedeschi Treveri58

Se intere cittagrave pretendono di trarre da Roma lorigine nonmancheranno famiglie patrizie e persino dinastie che

54 Manipulus Florum c VII ap MURAT Script t XI col 543 Ma nelChronicon Astense (ibid col 139) si dice che Milano Pavia e molte altrecittagrave dItalia furono edificate da Brenno Milano e Subria sono tuttuno eSubria secondo Giovanni da Cermenate l c sarebbe stata fondata da Subrefiglio di Tubal fondatore di Ravenna55 GIACOMO MALVEZZI Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col78456 ANTONIO ASTIGIANO De ejus vita et varietate fortunae l I c 7 ap MURATScript t XIV col 101557 Giovanni Villani racconta nelle Istorie fiorentine l I c 7 che Atalante conla moglie Elettra e con Apollino suo astrologo e maestro venne in Italia efondograve la cittagrave di Fiesole laquoEt nota che fu la prima Cittagrave edificata nella dettaterza parte del Mondo chiamata Europa et perograve fu nominata Fia Sola cioegraveprima sanza altra Cittagrave habitataraquo Lo Pseudo-Ricordano Malespini ripeteamplificandolo il racconto di Giovanni Villani58 La leggenda circa lorigine di Treveri egrave alquanto mal ferma Ordinariamentese ne fa fondatore un Trebeta (Treberi Troletum) nipote di Semiramide ilquale fuggendo lavola che voleva sforzarlo a sposarla giunse sin sulle rivedella Mosella Cosigrave Gotofredo da Viterbo nella terza parte del Pantheon emolti altri (V anche un commento in prosa allo Speculum Regum diGotofredo ap PERTZ Script t XXII p 36) Secondo Giovanni dOutremeuse(Myreur des hist t I p 11) fu Trebeta a volere sposare la madre (non piugravelavola) che lo cacciograve La prima versione egrave piugrave conforme alla riputazione diSemiramide ed egrave senza dubbio una reminiscenza delle nozze di costei colproprio figliuolo Nino Nel Chronicon Engelhusii si dice laquoAnte RomamTreveris fuit annis mille trecentisraquo ma la cronaca tedesca di Luneburgo sicontenta di minore antichitagrave laquoTreer is gebuwet do Abraham VII jar alt was updat water Mosele und was CXX jar eer Rome gestichtet wasraquo Nei GestaTreverorum (ap PERTZ Script t VIII) Treveri

Quae caput Europae cognoscitur auctoritate

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cercheranno in qualche romano illustre il primo loro stipite o sispacceranno per diretta e legittima discendenza di qualcuna tra lepiugrave famose famiglie romane I Frangipani i conti di Pola altri sigloriavano di discendere da Ottavio Manilio morto alla battagliadel Lago Regillo59 Gli Uberti di Firenze si dicevano discesi daCatilina60 I Colonnesi facevano risalire sino a Giulio Cesare laloro prosapia61 Altre famiglie Romane provvidero in egual modoo anche meglio alla dignitagrave propria I Savelli si vantavanodessere stati con Aventino re degli Albani in soccorso del re

si dice fondata 1250 anni prima di Roma e Trebeta cacciato da Semiramidebramosa di maggior dominio Altri fece derivare Treveri da Triumvir perchegraveEucario Valerio e Materno vi avevano predicato la fede Alberto Stadense nelChronicon dice senza piugrave Treveri essere stata la prima cittagrave dEuropa59 Ma intorno a costoro e ad altri egrave grande disparitagrave e arruffio di opinioni VBENEDETTO PUCCI Genealogia deglillustrissimi signori Frangipani Venezia162160 G VILLANI Ist fior l I c 4261 Leggasi ciograve che Lodovico Monaldesco racconta negli Annali (ap MURATScript t XII col 530) parlando della venuta di Lodovico il Bavaro in RomalaquoHabitao allo palazzo granne delli Colonnesi e si riposao VIII giorni e alloPalazzo di Messer Pietro della Colonna non si sentiva se no suoni e canti pedare gusto allo Imperatore e si vedea quasi onni mattina Misser Agabito oMisser Fabritio e Misser Stefano figli di Pietro della Colonna tutti vestiti dibianco e no cavallo bianco peduno Joro gridando pe Roma Gloria in excelsisDeo e dello granne Imperatore sumus liberi a peste fame et bello et atirannide Pontificia liberati siamo o Popolo mio Ci ivano direto tutto loPopolo e gridava Viva Dio lo Imperatore e Casa Colonna che rimette laCittade in libertade ben si conosce che succedono dalli Imperatori antichiloro antecessori veramente egrave vero che la razza vostra discenne da GiulioCesare Viva dunque o Colonna o Zagarola li signuri sui che toccograve tantobene a nuiraquo Veggasi anche ciograve che negli stessi Annali egrave detto un po piugrave oltrecol 532-3 Narrasi che un principe Colonna interrogato ironicamente daNapoleone il Grande circa questa discendenza rispose Maestagrave sono milleanni che ci si crede nella nostra famiglia Ma intorno alla discendenza deiColonna si ebbero anche altre opinioni e chi li fece venire da Ercole che sullecoste dello stretto Gaditano rizzograve le due famose colonne chi da Cajo Mariochi da Trajano chi da Franco che diede il nome ai Franchi V DOMENICO DE

SANTIS Discorso genealogico della nobilissima famiglia Colonna Venezia1675

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cercheranno in qualche romano illustre il primo loro stipite o sispacceranno per diretta e legittima discendenza di qualcuna tra lepiugrave famose famiglie romane I Frangipani i conti di Pola altri sigloriavano di discendere da Ottavio Manilio morto alla battagliadel Lago Regillo59 Gli Uberti di Firenze si dicevano discesi daCatilina60 I Colonnesi facevano risalire sino a Giulio Cesare laloro prosapia61 Altre famiglie Romane provvidero in egual modoo anche meglio alla dignitagrave propria I Savelli si vantavanodessere stati con Aventino re degli Albani in soccorso del re

si dice fondata 1250 anni prima di Roma e Trebeta cacciato da Semiramidebramosa di maggior dominio Altri fece derivare Treveri da Triumvir perchegraveEucario Valerio e Materno vi avevano predicato la fede Alberto Stadense nelChronicon dice senza piugrave Treveri essere stata la prima cittagrave dEuropa59 Ma intorno a costoro e ad altri egrave grande disparitagrave e arruffio di opinioni VBENEDETTO PUCCI Genealogia deglillustrissimi signori Frangipani Venezia162160 G VILLANI Ist fior l I c 4261 Leggasi ciograve che Lodovico Monaldesco racconta negli Annali (ap MURATScript t XII col 530) parlando della venuta di Lodovico il Bavaro in RomalaquoHabitao allo palazzo granne delli Colonnesi e si riposao VIII giorni e alloPalazzo di Messer Pietro della Colonna non si sentiva se no suoni e canti pedare gusto allo Imperatore e si vedea quasi onni mattina Misser Agabito oMisser Fabritio e Misser Stefano figli di Pietro della Colonna tutti vestiti dibianco e no cavallo bianco peduno Joro gridando pe Roma Gloria in excelsisDeo e dello granne Imperatore sumus liberi a peste fame et bello et atirannide Pontificia liberati siamo o Popolo mio Ci ivano direto tutto loPopolo e gridava Viva Dio lo Imperatore e Casa Colonna che rimette laCittade in libertade ben si conosce che succedono dalli Imperatori antichiloro antecessori veramente egrave vero che la razza vostra discenne da GiulioCesare Viva dunque o Colonna o Zagarola li signuri sui che toccograve tantobene a nuiraquo Veggasi anche ciograve che negli stessi Annali egrave detto un po piugrave oltrecol 532-3 Narrasi che un principe Colonna interrogato ironicamente daNapoleone il Grande circa questa discendenza rispose Maestagrave sono milleanni che ci si crede nella nostra famiglia Ma intorno alla discendenza deiColonna si ebbero anche altre opinioni e chi li fece venire da Ercole che sullecoste dello stretto Gaditano rizzograve le due famose colonne chi da Cajo Mariochi da Trajano chi da Franco che diede il nome ai Franchi V DOMENICO DE

SANTIS Discorso genealogico della nobilissima famiglia Colonna Venezia1675

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Latino contro Enea Dei Conti pensavano alcuni chediscendessero dai primi re dItalia ma piugrave sicuri scrittori lifacevano venire dalla gente Anicia che fu quella di GiulioCesare La famiglia Cesi discesa da Ceso nipote di Ercole e redegli Argivi sin dai tempi della repubblica aveva dato a Romamolti uomini insigni e antichissimi ancora fra i Romani erano gliAnguillari sebbene la loro prosapia laquosotto altro nome fossevissutaraquo62 Dalla gente Anicia similmente si fecero derivare gliAbsburgo63 e secondo il Chronicon Rastadense64 compilato nelsecolo XV tutti i lignaggi dei re duchi conti e baroni diAlemagna e di Germania vengono da Ottaviano Augusto

La grandezza e felicitagrave di cui Roma aveva piugrave particolarmentefruito nei tempi migliori della repubblica e sotto il gloriosoreggimento di Augusto considerate a tanti secoli di distanza edal mezzo di una etagrave piena di turbamento e di travaglio non soloincutevano maraviglia e rispetto ma naturalmente ancorafacevano nascere di segrave un desiderio fervido e generoso che piugrave diuna volta si tradusse in azione Crescenzio Arnaldo da BresciaCola di Rienzo pagarono con la vita i loro sogni di repubblica Seun principe saggio e magnanimo sparge sopra il suo popolo ibenefizii del buon governo si crederanno prossimi a tornare ogiagrave tornati i tempi venturosi dellantica Roma Cosigrave Nasoneparlando nellecloga pocanzi citata dellera di felicitagrave chenovamente arride al mondo sotto il paterno reggimento di CarloMagno esclama

Rursus in antiquos mutata saecula moresAurea Roma iterum renovata renascitur orbi

62 Historia delle Fameglie antiche e nobili romane codice della VaticanaCristina Ma notizie simili a queste si trovano in molte altre opere cosigraveimpresse come manoscritte63 ARNOLDUS WIONUS Lignum vitae Venezia 1595 V anche il citato opuscolodi Benedetto Pucci sui Frangipani dove si parla pure delle origini della CasadAustria64 Ap MEIBOMIUS Rerum germanicarum scriptores t II p 3

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Latino contro Enea Dei Conti pensavano alcuni chediscendessero dai primi re dItalia ma piugrave sicuri scrittori lifacevano venire dalla gente Anicia che fu quella di GiulioCesare La famiglia Cesi discesa da Ceso nipote di Ercole e redegli Argivi sin dai tempi della repubblica aveva dato a Romamolti uomini insigni e antichissimi ancora fra i Romani erano gliAnguillari sebbene la loro prosapia laquosotto altro nome fossevissutaraquo62 Dalla gente Anicia similmente si fecero derivare gliAbsburgo63 e secondo il Chronicon Rastadense64 compilato nelsecolo XV tutti i lignaggi dei re duchi conti e baroni diAlemagna e di Germania vengono da Ottaviano Augusto

La grandezza e felicitagrave di cui Roma aveva piugrave particolarmentefruito nei tempi migliori della repubblica e sotto il gloriosoreggimento di Augusto considerate a tanti secoli di distanza edal mezzo di una etagrave piena di turbamento e di travaglio non soloincutevano maraviglia e rispetto ma naturalmente ancorafacevano nascere di segrave un desiderio fervido e generoso che piugrave diuna volta si tradusse in azione Crescenzio Arnaldo da BresciaCola di Rienzo pagarono con la vita i loro sogni di repubblica Seun principe saggio e magnanimo sparge sopra il suo popolo ibenefizii del buon governo si crederanno prossimi a tornare ogiagrave tornati i tempi venturosi dellantica Roma Cosigrave Nasoneparlando nellecloga pocanzi citata dellera di felicitagrave chenovamente arride al mondo sotto il paterno reggimento di CarloMagno esclama

Rursus in antiquos mutata saecula moresAurea Roma iterum renovata renascitur orbi

62 Historia delle Fameglie antiche e nobili romane codice della VaticanaCristina Ma notizie simili a queste si trovano in molte altre opere cosigraveimpresse come manoscritte63 ARNOLDUS WIONUS Lignum vitae Venezia 1595 V anche il citato opuscolodi Benedetto Pucci sui Frangipani dove si parla pure delle origini della CasadAustria64 Ap MEIBOMIUS Rerum germanicarum scriptores t II p 3

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La rinnovazione dellimpero cresceva forza alle accarezzatesperanze ma il piugrave delle volte tale egrave la reale condizione dellecose che piugrave che al desiderio non lascia luogo e questo tanto piugravevivo e piugrave impaziente quanto piugrave la realtagrave si mostra disforme dalsogno Presso Sutri i legati di Roma invitavano FedericoBarbarossa a ricondurre gli antichi tempi a difendere i sacri dirittidella eterna cittagrave a far piegare novamente sotto la imprescrittibileautoritagrave di lei la mala tracotanza del mondo ricordavano come inantico per la saviezza del senato per il valore dei cavalieriRoma avesse esteso la sua dominazione sopra tutte le genti65 Inuna poesia goliardica la stessa Chiesa invoca i Catoni e gliScipioni perchegrave sorreggano le sue vacillanti colonne66 e tutta lapoesia dei Vaganti egrave piena del rimpianto e del desiderio del tempoandato Appena si presentava il destro di rimettere alcunaistituzione antica o alcun antico costume si rimetteva senzapunto avvertire che la diversitagrave dei tempi non consentiva a sigrave fatterinnovazioni negrave lunga durata negrave prospero evento Federico IIvinti nel 1237 i Milanesi a Cortenuova mandava a Roma ilCarroccio e faceva intendere ai Romani di volere il trionfo65 OTTONE DI FRISINGA Gesta Friderici Imperatoris l II c 21 ap PERTZ Scriptt XX p 404-5 Dei diritti e dei privilegi di Roma non troppo bene specificatia dir vero si fa continuo ricordo Narrasi che partito Lotario II da Roma dopoavervi ricevuto dalle mani del Pontefice la corona imperiale fosse fatta inLaterano una pittura col distico

Rex venit ante fores iurans prius Urbis honoresPost homo sit papae sumit quo dante coronam

Papi e Imperatori Senato e Plebe invocano a gara i diritti di Roma Roma egrave lafonte di ogni diritto perchegrave sede naturale della suprema potestagrave ondegrave che chinel medio evo vuol fabbricarsi un qualche privilegio bisogna si studii di dargliorigine romana Il Petrarca in una epistola a Carlo IV (Ep sen l XV 5)combatte e mostra chimerici certi privilegi austriaci che si facevano risaliresino a Giulio Cesare e a Nerone66 HUBATSCH Die lateinischen Vagantenlieder des Mittelalters Goumlrlitz 1870 p23

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La rinnovazione dellimpero cresceva forza alle accarezzatesperanze ma il piugrave delle volte tale egrave la reale condizione dellecose che piugrave che al desiderio non lascia luogo e questo tanto piugravevivo e piugrave impaziente quanto piugrave la realtagrave si mostra disforme dalsogno Presso Sutri i legati di Roma invitavano FedericoBarbarossa a ricondurre gli antichi tempi a difendere i sacri dirittidella eterna cittagrave a far piegare novamente sotto la imprescrittibileautoritagrave di lei la mala tracotanza del mondo ricordavano come inantico per la saviezza del senato per il valore dei cavalieriRoma avesse esteso la sua dominazione sopra tutte le genti65 Inuna poesia goliardica la stessa Chiesa invoca i Catoni e gliScipioni perchegrave sorreggano le sue vacillanti colonne66 e tutta lapoesia dei Vaganti egrave piena del rimpianto e del desiderio del tempoandato Appena si presentava il destro di rimettere alcunaistituzione antica o alcun antico costume si rimetteva senzapunto avvertire che la diversitagrave dei tempi non consentiva a sigrave fatterinnovazioni negrave lunga durata negrave prospero evento Federico IIvinti nel 1237 i Milanesi a Cortenuova mandava a Roma ilCarroccio e faceva intendere ai Romani di volere il trionfo65 OTTONE DI FRISINGA Gesta Friderici Imperatoris l II c 21 ap PERTZ Scriptt XX p 404-5 Dei diritti e dei privilegi di Roma non troppo bene specificatia dir vero si fa continuo ricordo Narrasi che partito Lotario II da Roma dopoavervi ricevuto dalle mani del Pontefice la corona imperiale fosse fatta inLaterano una pittura col distico

Rex venit ante fores iurans prius Urbis honoresPost homo sit papae sumit quo dante coronam

Papi e Imperatori Senato e Plebe invocano a gara i diritti di Roma Roma egrave lafonte di ogni diritto perchegrave sede naturale della suprema potestagrave ondegrave che chinel medio evo vuol fabbricarsi un qualche privilegio bisogna si studii di dargliorigine romana Il Petrarca in una epistola a Carlo IV (Ep sen l XV 5)combatte e mostra chimerici certi privilegi austriaci che si facevano risaliresino a Giulio Cesare e a Nerone66 HUBATSCH Die lateinischen Vagantenlieder des Mittelalters Goumlrlitz 1870 p23

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secondo il costume dei Cesari antichi Restituito nellanno 1143 ilSenato di cui nei tempi anteriori poco piugrave sussisteva che il nomerinnovata per opera di Cola di Rienzo la repubblica si davaprincipio a una nuova egravera quasi si fosse rifatto il mondo

Ma un sentimento che si leva sopra tutti gli altri o che tutti glialtri accompagna si egrave quello di una profonda tristezza e di unvivo rammarico al cospetto della formidabile rovina di Roma GiagraveGregorio Magno quel Gregorio a cui la storia e la leggendaconcordi imputarono a torto credo devastazioni non osate daibarbari piange amaramente in una sua celebre omelia losterminio della Cittagrave e ad essa collega la fine del mondo67 Potreidi leggieri moltiplicare le citazioni e le testimonianze ma poichegravedovrograve tornare nel seguente capitolo sopra questo stessoargomento mi terrograve pago ora di riportar per intero un carmeelegiaco dIldeberto di Lavardin vescovo Cenomanense mortofra il 1130 e il 1140 carme che da taluno fu creduto opera dipoeta classico e che godette nel medio evo di molta celebritagraveEccolo ridotto a lezione piugrave corretta che non sia la comune68

Par tibi Roma nihil cum sis prope tota ruina

Quam magni fueris integra fracta docesLonga tuos fastos aetas destruxit et arces

Caesaris et superucircm templa palude jacentIlle labor labor ille ruit quem dirus Araxes

Et stantem tremuit et cecidisse doletQuem gladii regum quem provida cura senatus

Quem superi rerum constituere caput

67 Homeliae in Ezechielem l II 668 Questo carme fu pubblicato piugrave volte nel Supplementum PatrumdellHOMMEY nel v IV dei Poetae minores del Lemaire nel Codex UrbisRomae topographicus dellURLICHS che lo trae dal De rebus gestis RegumAnglorum di GUGLIELMO DI MALMESBURY LHAUREacuteAU in una Notice sur lesmeacutelanges poeacutetiques dHildebert de Lavardin inserita nel t XXVIII parte 2a

dei Notices et Extraits des Manuscrits le ristampa piugrave correttamente che nonsiasi fatto sinora Io riproduco la sua lezione

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secondo il costume dei Cesari antichi Restituito nellanno 1143 ilSenato di cui nei tempi anteriori poco piugrave sussisteva che il nomerinnovata per opera di Cola di Rienzo la repubblica si davaprincipio a una nuova egravera quasi si fosse rifatto il mondo

Ma un sentimento che si leva sopra tutti gli altri o che tutti glialtri accompagna si egrave quello di una profonda tristezza e di unvivo rammarico al cospetto della formidabile rovina di Roma GiagraveGregorio Magno quel Gregorio a cui la storia e la leggendaconcordi imputarono a torto credo devastazioni non osate daibarbari piange amaramente in una sua celebre omelia losterminio della Cittagrave e ad essa collega la fine del mondo67 Potreidi leggieri moltiplicare le citazioni e le testimonianze ma poichegravedovrograve tornare nel seguente capitolo sopra questo stessoargomento mi terrograve pago ora di riportar per intero un carmeelegiaco dIldeberto di Lavardin vescovo Cenomanense mortofra il 1130 e il 1140 carme che da taluno fu creduto opera dipoeta classico e che godette nel medio evo di molta celebritagraveEccolo ridotto a lezione piugrave corretta che non sia la comune68

Par tibi Roma nihil cum sis prope tota ruina

Quam magni fueris integra fracta docesLonga tuos fastos aetas destruxit et arces

Caesaris et superucircm templa palude jacentIlle labor labor ille ruit quem dirus Araxes

Et stantem tremuit et cecidisse doletQuem gladii regum quem provida cura senatus

Quem superi rerum constituere caput

67 Homeliae in Ezechielem l II 668 Questo carme fu pubblicato piugrave volte nel Supplementum PatrumdellHOMMEY nel v IV dei Poetae minores del Lemaire nel Codex UrbisRomae topographicus dellURLICHS che lo trae dal De rebus gestis RegumAnglorum di GUGLIELMO DI MALMESBURY LHAUREacuteAU in una Notice sur lesmeacutelanges poeacutetiques dHildebert de Lavardin inserita nel t XXVIII parte 2a

dei Notices et Extraits des Manuscrits le ristampa piugrave correttamente che nonsiasi fatto sinora Io riproduco la sua lezione

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Quem magis optavit cum crimine solus habereCaesar quam socius et pius esse socer

Qui crescens studiis tribus hostes crimen amicosVi domuit secuit legibus emit ope

In quem dum fleret vigilavit cura priorumJuvit opus pietas hospitis nuda locus

Materiem fabros expensas axis uterqueMisit se muris obtulit ipse locus

Expendere duces thesauros fata favoremArtifices studium totus et orbis opes

Urbs cecidit de qua si quicquam dicere dignumMoliar hoc potero dicere Roma fuit

Non tamen annorum series non flamma non ensisAd plenum potuit hoc abolere decus

Cura hominum potuit tantam componere RomamQuantam non potuit solvere cura deucircm

Confer opes marmorque novum superumque favoremArtificum vigilent in nova facta manus

Non tamen aut fieri par stanti machina muroAut restaurari sola ruina potest

Tantum restat adhuc tantum ruit ut neque pars stansAequari possit diruta nec refici

Hic superucircm formas superi mirantur et ipsiEt cupiunt fictis vultibus esse pares

Non potuit natura deos hoc ore creareQuo miranda deucircm signa creavit homo

Vultus adest his numinibus potiusque colunturArtificum studio quam deitate sua

Urbs felix si vel dominis urbs illa careretVel dominis esset turpe carere fide

In una seconda poesia Ildeberto finge che Roma stessa glirisponda69 Queste prosopopee sono molto frequenti nelleletterature del medio evo Roma si dice lieta della sua sorte Veroegrave che decaduta dogni sua grandezza ella ha quasi perduta lamemoria di segrave medesima vero egrave chegrave perita la forza delle armi69 Not et Extr des manus t XXVIII parte 2a p 334-5

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Quem magis optavit cum crimine solus habereCaesar quam socius et pius esse socer

Qui crescens studiis tribus hostes crimen amicosVi domuit secuit legibus emit ope

In quem dum fleret vigilavit cura priorumJuvit opus pietas hospitis nuda locus

Materiem fabros expensas axis uterqueMisit se muris obtulit ipse locus

Expendere duces thesauros fata favoremArtifices studium totus et orbis opes

Urbs cecidit de qua si quicquam dicere dignumMoliar hoc potero dicere Roma fuit

Non tamen annorum series non flamma non ensisAd plenum potuit hoc abolere decus

Cura hominum potuit tantam componere RomamQuantam non potuit solvere cura deucircm

Confer opes marmorque novum superumque favoremArtificum vigilent in nova facta manus

Non tamen aut fieri par stanti machina muroAut restaurari sola ruina potest

Tantum restat adhuc tantum ruit ut neque pars stansAequari possit diruta nec refici

Hic superucircm formas superi mirantur et ipsiEt cupiunt fictis vultibus esse pares

Non potuit natura deos hoc ore creareQuo miranda deucircm signa creavit homo

Vultus adest his numinibus potiusque colunturArtificum studio quam deitate sua

Urbs felix si vel dominis urbs illa careretVel dominis esset turpe carere fide

In una seconda poesia Ildeberto finge che Roma stessa glirisponda69 Queste prosopopee sono molto frequenti nelleletterature del medio evo Roma si dice lieta della sua sorte Veroegrave che decaduta dogni sua grandezza ella ha quasi perduta lamemoria di segrave medesima vero egrave chegrave perita la forza delle armi69 Not et Extr des manus t XXVIII parte 2a p 334-5

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che precipitata egrave la gloria del senato che rovinano i templi che iteatri giacciono nella polvere che i rostri son vacui e mute leleggi che manca il coraggio ai valorosi il diritto al popolo ilcolono ai campi ma la presente miseria egrave piugrave gloriosa dellanticaprosperitagrave ma Pietro egrave da piugrave di Cesare I Cesari i consoli iretori le diedero la terra Cristo le diede il cielo Un cristiano ilquale per giunta era vescovo non poteva ragionare altrimenti mala enumerazione stessa dolorosamente minuta dei danni soffertimostra che il bene acquistato non racconsolava interamente delbene perduto La Roma di Pietro lasciava desiderare talvolta laRoma di Cesare

E piugrave che le mura superbe si ridesideravano gli uomini per lacui virtugrave Roma era diventata regina del mondo Il Boccaccio nellagiagrave citata canzone li chiama un per uno

Ove li duo gentili ScipiumloniOvegrave il tuo grande Cesare possenteOve Bruto valenteChe vendicograve lo stupro di LucreziaFurio Camillo e gli due CurioniMarco Valerio e quel Tribun saccenteQuinto Fabio seguenteCornelio quel che vinse Pirro e GreziaPublio Sempron colla vinta BoeziaIl fedel Fabio Fulvio Quinto GneoMetel Marco PompeoPorzio Caton Marcel Quinto CecilioTito Flaminio e il buon Floro Lucilio

Ovegrave il gran Consolato e SenatoriOve quel grazioso OttavianoOve il prode TrajanoE Costantino valoroso AugustoOve le dignitadi e gli alti onoriOve quel Tito e quel VespasianoE l magno AurelianoE Marco Antonio siacute benigno e giusto

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che precipitata egrave la gloria del senato che rovinano i templi che iteatri giacciono nella polvere che i rostri son vacui e mute leleggi che manca il coraggio ai valorosi il diritto al popolo ilcolono ai campi ma la presente miseria egrave piugrave gloriosa dellanticaprosperitagrave ma Pietro egrave da piugrave di Cesare I Cesari i consoli iretori le diedero la terra Cristo le diede il cielo Un cristiano ilquale per giunta era vescovo non poteva ragionare altrimenti mala enumerazione stessa dolorosamente minuta dei danni soffertimostra che il bene acquistato non racconsolava interamente delbene perduto La Roma di Pietro lasciava desiderare talvolta laRoma di Cesare

E piugrave che le mura superbe si ridesideravano gli uomini per lacui virtugrave Roma era diventata regina del mondo Il Boccaccio nellagiagrave citata canzone li chiama un per uno

Ove li duo gentili ScipiumloniOvegrave il tuo grande Cesare possenteOve Bruto valenteChe vendicograve lo stupro di LucreziaFurio Camillo e gli due CurioniMarco Valerio e quel Tribun saccenteQuinto Fabio seguenteCornelio quel che vinse Pirro e GreziaPublio Sempron colla vinta BoeziaIl fedel Fabio Fulvio Quinto GneoMetel Marco PompeoPorzio Caton Marcel Quinto CecilioTito Flaminio e il buon Floro Lucilio

Ovegrave il gran Consolato e SenatoriOve quel grazioso OttavianoOve il prode TrajanoE Costantino valoroso AugustoOve le dignitadi e gli alti onoriOve quel Tito e quel VespasianoE l magno AurelianoE Marco Antonio siacute benigno e giusto

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Ove il nobile oratore SallustoOve il facondo Cicero primeroE il Massimo ValeroE Tito Livio e gli altri signor grandiDove son lali tue che non le spandi

Nella piugrave bella forse delle sue canzoni70 Fazio degli Ubertiintroduce Roma come fa anche nel Dittamondo a ricordare leglorie antiche e a dolersi della bassezza in cui egrave caduta

Ne suoi sospiri dicea lacrimandoCon voce assai modesta e temperata- O lassa isventurataCome caduta son di tantaltezzaLagrave dove mavean posto trionfandoGli miei figliuol magnanima brigataChe mhanno or visitataCol padre loro in tanta gran bassezzaLassa chogni virtugrave ogni prodezzaMi venne men quando moricircr costoroI quai col senno loroDomaro il mondo e riformacircrlo in paceSotto lo splendor mio chora si faceDi greve piombo e poi di fuor par doroOr di saper chi focircroArde la voglia tua sigrave che no l taceOndio farograve come chi satisfaceLaltrui voler nella giusta dimanda

70 Comincia

Quella virtugrave che l terzo cielo infonde

Egrave stampata nel volume delle Rime di M Cino da Pistoja e daltri del secoloXIV ordinate da G Carducci Firenze 1862 p 334-42 In sul principio delParadiso degli Alberti composto nel 1389 Giovanni da Prato ricorda i fatticapitali della storia di Roma e i Romani piugrave insigni che finge rappresentati davaghe pitture insieme con fatti ed uomini daltre storie nel teatro damoreScelta di curiositagrave letterarie disp 85-88 Bologna 1867

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Ove il nobile oratore SallustoOve il facondo Cicero primeroE il Massimo ValeroE Tito Livio e gli altri signor grandiDove son lali tue che non le spandi

Nella piugrave bella forse delle sue canzoni70 Fazio degli Ubertiintroduce Roma come fa anche nel Dittamondo a ricordare leglorie antiche e a dolersi della bassezza in cui egrave caduta

Ne suoi sospiri dicea lacrimandoCon voce assai modesta e temperata- O lassa isventurataCome caduta son di tantaltezzaLagrave dove mavean posto trionfandoGli miei figliuol magnanima brigataChe mhanno or visitataCol padre loro in tanta gran bassezzaLassa chogni virtugrave ogni prodezzaMi venne men quando moricircr costoroI quai col senno loroDomaro il mondo e riformacircrlo in paceSotto lo splendor mio chora si faceDi greve piombo e poi di fuor par doroOr di saper chi focircroArde la voglia tua sigrave che no l taceOndio farograve come chi satisfaceLaltrui voler nella giusta dimanda

70 Comincia

Quella virtugrave che l terzo cielo infonde

Egrave stampata nel volume delle Rime di M Cino da Pistoja e daltri del secoloXIV ordinate da G Carducci Firenze 1862 p 334-42 In sul principio delParadiso degli Alberti composto nel 1389 Giovanni da Prato ricorda i fatticapitali della storia di Roma e i Romani piugrave insigni che finge rappresentati davaghe pitture insieme con fatti ed uomini daltre storie nel teatro damoreScelta di curiositagrave letterarie disp 85-88 Bologna 1867

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E perchegrave di lor fama ancor si spanda

E da Romolo ad Augusto fa vedere al poeta i suoi piugrave illustrifigliuoli

Secondochegrave avvenne un tempo (e in parte avviene ancora) ditutte le cose che fortemente occuparono la memoria e la fantasiadegli uomini Roma ebbe nella leggenda unamplificazione idealedi vita e di gloria Le sue mura secolari le massime sue vicendegli uomini che piugrave con lopre ne illustrarono o ne offuscarono ilnome diedero origine a tutto un mondo di colorite finzioni dellequali ora mi accingo a discorrere Come essendo nel pieno dellapotenza Roma vide affluire tra le sue mura sin dai piugrave remotiangoli della terra le disparatissime genti soggette al suo dominiocosigrave essendo travolta e giacente vide da settentrione e damezzodigrave da oriente e da occidente scendere sopra di lei leimmaginazioni e le favole Essa divenne allora centro diattrazione per un infinito numero di fantasie solute e vaganti lequali come furono entrate per dir cosigrave nella sua orbita non neuscirono piugrave La smania delle riconnessioni di cui piugrave esempii cimostrograve la vita reale si manifesta ugualmente in questo mondo disogni Poter dire di una storia bugiarda qualsiasi che essa egraveromana e narrata nelle istorie romane vale acquistarle favore ecredenza Dalle piugrave remote regioni del mondo verranno le favolea legarsi a Roma Il libro dei Sette Savii giunto dallestremoOriente in Europa acquisteragrave dritto di cittadinanza e universalitagravesenza pari legandosi indissolubilmente al nome di Ottaviano o diDiocleziano71 Nei Gesta Romanorum si romanizzeranno finzionidogni patria e condizione si attribuiranno a imperatori di Romastorie immaginate sulle rive del Gange e i capitoli comincerannospesso con le sacramentali parole Quidam imperator regnavitcome per dare al racconto un nesso sicuro e legittimo I71 Il Comparetti (Intorno al libro dei Sette Savii di Roma Pisa 1865 p 10segg) attribuisce la grande diffusione del libro al male che vi si dice delledonne ma anche la connessione con Roma deve avere avuto in ciograve la suaparte

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E perchegrave di lor fama ancor si spanda

E da Romolo ad Augusto fa vedere al poeta i suoi piugrave illustrifigliuoli

Secondochegrave avvenne un tempo (e in parte avviene ancora) ditutte le cose che fortemente occuparono la memoria e la fantasiadegli uomini Roma ebbe nella leggenda unamplificazione idealedi vita e di gloria Le sue mura secolari le massime sue vicendegli uomini che piugrave con lopre ne illustrarono o ne offuscarono ilnome diedero origine a tutto un mondo di colorite finzioni dellequali ora mi accingo a discorrere Come essendo nel pieno dellapotenza Roma vide affluire tra le sue mura sin dai piugrave remotiangoli della terra le disparatissime genti soggette al suo dominiocosigrave essendo travolta e giacente vide da settentrione e damezzodigrave da oriente e da occidente scendere sopra di lei leimmaginazioni e le favole Essa divenne allora centro diattrazione per un infinito numero di fantasie solute e vaganti lequali come furono entrate per dir cosigrave nella sua orbita non neuscirono piugrave La smania delle riconnessioni di cui piugrave esempii cimostrograve la vita reale si manifesta ugualmente in questo mondo disogni Poter dire di una storia bugiarda qualsiasi che essa egraveromana e narrata nelle istorie romane vale acquistarle favore ecredenza Dalle piugrave remote regioni del mondo verranno le favolea legarsi a Roma Il libro dei Sette Savii giunto dallestremoOriente in Europa acquisteragrave dritto di cittadinanza e universalitagravesenza pari legandosi indissolubilmente al nome di Ottaviano o diDiocleziano71 Nei Gesta Romanorum si romanizzeranno finzionidogni patria e condizione si attribuiranno a imperatori di Romastorie immaginate sulle rive del Gange e i capitoli comincerannospesso con le sacramentali parole Quidam imperator regnavitcome per dare al racconto un nesso sicuro e legittimo I71 Il Comparetti (Intorno al libro dei Sette Savii di Roma Pisa 1865 p 10segg) attribuisce la grande diffusione del libro al male che vi si dice delledonne ma anche la connessione con Roma deve avere avuto in ciograve la suaparte

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monumenti e le rovine di Roma si copriranno di leggende comedi piante parassite

Cosigrave la ragione e il sentimento il sapere e la fede la storia e laleggenda concorrono del pari nella glorificazione della eternacittagrave Quando per ricevere la corona dalloro costume rinnovatodagli antichi Romani Francesco Petrarca pospone Parigi e Napolia Roma il pensiero che lo guida non egrave come a prima giuntapotrebbe parere un pensiero nuovo proprio dellumanista ma egraveanzi un pensiero vecchio familiare a tutto il medio evo e soloritemperato nella nuova coltura

Se non che le voci che nella etagrave di mezzo suonano intorno aRoma non tutte sono di ammirazione e di lode A fianco dellaRoma antica che vive nella memoria degli uomini cegrave la RomaNuova la Roma dei papi che vive nella realtagrave delle cose equanto quella sembra degna di gloria tanto questa a moltisembra degna dinfamia Se alcuni uomini religiosi sisgomenteranno di certi ricordi e imprecheranno ai poeti e aifilosofi pagani molti piugrave sadonteranno delle vergogne ondeRoma papale egrave fatta turpe ricettacolo e malediranno allacorruzione della Chiesa Quello stesso Alessandro Neckam cheabbiam veduto celebrare in versi traboccanti di nobile entusiasmola Roma degli Scipioni e di Cesare cosigrave in alcuni altri versiparla della Roma dei pontefici72

Roma vale papam dominos quoque cardines orbisRomulidasque tuos opto valere vale

Roma vale numquam dicturus sum tibi salveCompressas valles diligo Roma vale

Roma Jovis montes alpes nive semper amictasHannibalisque vias horreo Roma vale

Includi claustro privatam ducere vitamOpto me terret curia Roma vale

Romae puid facerem mentiri nescio librosDiligo sed libras respuo Roma vale

72 L cit v 325-4445

monumenti e le rovine di Roma si copriranno di leggende comedi piante parassite

Cosigrave la ragione e il sentimento il sapere e la fede la storia e laleggenda concorrono del pari nella glorificazione della eternacittagrave Quando per ricevere la corona dalloro costume rinnovatodagli antichi Romani Francesco Petrarca pospone Parigi e Napolia Roma il pensiero che lo guida non egrave come a prima giuntapotrebbe parere un pensiero nuovo proprio dellumanista ma egraveanzi un pensiero vecchio familiare a tutto il medio evo e soloritemperato nella nuova coltura

Se non che le voci che nella etagrave di mezzo suonano intorno aRoma non tutte sono di ammirazione e di lode A fianco dellaRoma antica che vive nella memoria degli uomini cegrave la RomaNuova la Roma dei papi che vive nella realtagrave delle cose equanto quella sembra degna di gloria tanto questa a moltisembra degna dinfamia Se alcuni uomini religiosi sisgomenteranno di certi ricordi e imprecheranno ai poeti e aifilosofi pagani molti piugrave sadonteranno delle vergogne ondeRoma papale egrave fatta turpe ricettacolo e malediranno allacorruzione della Chiesa Quello stesso Alessandro Neckam cheabbiam veduto celebrare in versi traboccanti di nobile entusiasmola Roma degli Scipioni e di Cesare cosigrave in alcuni altri versiparla della Roma dei pontefici72

Roma vale papam dominos quoque cardines orbisRomulidasque tuos opto valere vale

Roma vale numquam dicturus sum tibi salveCompressas valles diligo Roma vale

Roma Jovis montes alpes nive semper amictasHannibalisque vias horreo Roma vale

Includi claustro privatam ducere vitamOpto me terret curia Roma vale

Romae puid facerem mentiri nescio librosDiligo sed libras respuo Roma vale

72 L cit v 325-4445

Numquid adulabor faciem jam ruga senilisExarat invitus servio Roma vale

Mausolea mihi non quaero pyramidasveGlebae contentus gramine Roma vale

Respuo delicias tantas tantosque tumultusCornutas frontes horreo Roma vale

Sed ne nugari videar tociens repetendoRoma vale cesso dicere Roma vale

Chi cosigrave scriveva era un abate agostiniano che forse vide Romaco proprii occhi Un monaco Cluniacense Bernardo di Morlasche fioriva nella prima metagrave del XII secolo prorompe in questepiugrave aspre parole73

Est modo mortua Roma superflua quando resurgetRoma superflui afflua corruit arida plenaClamitat et tacet erigit et jacet et dat egena

E in queste ancora74

Fas mihi dicere fas mihi scribere laquoRoma fuistiraquoObruta moenibus obruta moribus occubuistiUrbs ruis inclita tam modo subdita quam prius altaQuo prius altior tam modo pressior et labefactaFas mihi scribere fas mihi dicere laquoRoma peristiraquoSunt tua moenia vociferantia laquoRoma ruistiraquo75

73 De contemptu mundi in The anglo-latin satirical poets and epigrammatistsof the twelth century edited by Thomas Wright Londra 1872 v II pag 92-374 Ibid p 9775 Trascrivo questi versi come furono pubblicati dalleditore ma senza dubbioessi andrebbero scritti

Fas mihi dicereFas mihi scriberelaquoRoma fuistiraquoEcc

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Numquid adulabor faciem jam ruga senilisExarat invitus servio Roma vale

Mausolea mihi non quaero pyramidasveGlebae contentus gramine Roma vale

Respuo delicias tantas tantosque tumultusCornutas frontes horreo Roma vale

Sed ne nugari videar tociens repetendoRoma vale cesso dicere Roma vale

Chi cosigrave scriveva era un abate agostiniano che forse vide Romaco proprii occhi Un monaco Cluniacense Bernardo di Morlasche fioriva nella prima metagrave del XII secolo prorompe in questepiugrave aspre parole73

Est modo mortua Roma superflua quando resurgetRoma superflui afflua corruit arida plenaClamitat et tacet erigit et jacet et dat egena

E in queste ancora74

Fas mihi dicere fas mihi scribere laquoRoma fuistiraquoObruta moenibus obruta moribus occubuistiUrbs ruis inclita tam modo subdita quam prius altaQuo prius altior tam modo pressior et labefactaFas mihi scribere fas mihi dicere laquoRoma peristiraquoSunt tua moenia vociferantia laquoRoma ruistiraquo75

73 De contemptu mundi in The anglo-latin satirical poets and epigrammatistsof the twelth century edited by Thomas Wright Londra 1872 v II pag 92-374 Ibid p 9775 Trascrivo questi versi come furono pubblicati dalleditore ma senza dubbioessi andrebbero scritti

Fas mihi dicereFas mihi scriberelaquoRoma fuistiraquoEcc

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Negrave men severo si mostra Galfredo Malaterra benedittino (c1098)76

Fons quondam totius laudis nunc es fraudis foveaMoribus es depravata exausta nobilibusPravis studiis inservis nec est pudor frontibusSurge Petre summe pastor finem pone talibus

In un poema latino sopra san Tommaso Becket si legge77

Dudum terras domuit domina terrarumcolla premens plebium tribuum linguarumnunc his colla subjicit spe pecuniarumaeris fit idolatra dux christicolarum

Ciograve che piugrave fieramente si rinfaccia a Roma egrave la voracitagraveinsaziabile

Roma dat omnibus omnia dantibus omnia Romae

sentenzia con incisiva brevitagrave il giagrave citato Bernardo CluniacenseE un Vagante soggiunge

Roma manus rodit si rodere non valet odit 78

76 Historia Sicula l III c 38 ap MURAT Script t V p 58877 DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 89 Il manoscritto dacui il Du Meacuteril trasse questo poema egrave probabilmente del XII secolo Altrepoesie si trovano nello stesso volume a pag 231 e 407 nelle quali Romaaccusata dogni maggior turpitudine egrave apostrofata coi nomi piugrave ingiuriosi78 Questa infamia finisce per involgere tutta Italia nel concetto degli stranieriIn certe sentenze aforistiche riguardanti varii popoli pubblicate dal WRIGHT edallHALLIWEL nelle Reliquiae antiquae Londra 1845 v I p 127 si ricorda larapacitas romanorum mentre in altre che le precedono (p 5) egrave detto

Italici quae non sacra sunt et quae sacra vendunt

Tali sentenze sono tratte da codici del XIII e XIV secolo47

Negrave men severo si mostra Galfredo Malaterra benedittino (c1098)76

Fons quondam totius laudis nunc es fraudis foveaMoribus es depravata exausta nobilibusPravis studiis inservis nec est pudor frontibusSurge Petre summe pastor finem pone talibus

In un poema latino sopra san Tommaso Becket si legge77

Dudum terras domuit domina terrarumcolla premens plebium tribuum linguarumnunc his colla subjicit spe pecuniarumaeris fit idolatra dux christicolarum

Ciograve che piugrave fieramente si rinfaccia a Roma egrave la voracitagraveinsaziabile

Roma dat omnibus omnia dantibus omnia Romae

sentenzia con incisiva brevitagrave il giagrave citato Bernardo CluniacenseE un Vagante soggiunge

Roma manus rodit si rodere non valet odit 78

76 Historia Sicula l III c 38 ap MURAT Script t V p 58877 DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 89 Il manoscritto dacui il Du Meacuteril trasse questo poema egrave probabilmente del XII secolo Altrepoesie si trovano nello stesso volume a pag 231 e 407 nelle quali Romaaccusata dogni maggior turpitudine egrave apostrofata coi nomi piugrave ingiuriosi78 Questa infamia finisce per involgere tutta Italia nel concetto degli stranieriIn certe sentenze aforistiche riguardanti varii popoli pubblicate dal WRIGHT edallHALLIWEL nelle Reliquiae antiquae Londra 1845 v I p 127 si ricorda larapacitas romanorum mentre in altre che le precedono (p 5) egrave detto

Italici quae non sacra sunt et quae sacra vendunt

Tali sentenze sono tratte da codici del XIII e XIV secolo47

Unaltra accusa capitale si egrave quella di menzogna

Quid Romae faciamMentiri nescio

dice con non meno acuta brevitagrave un anonimo79 ed altri ripetono Itrovatori di Provenza non risparmiarono nemmen essi la cittagravedecaduta e corrotta e Guglielmo Figueiras il piugrave popolaresco fratutti compose un terribile serventese

De Roma quesCaps de la dechasensaOn dechai totz bes80

Cessati i clamori del medio evo contro Roma papalecominciano quelli degli umanisti e poi dei protestanti

79 FLACIO ILLIRICO Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ediz 1754 pag 28 Carmina Burana p 6580 BRINCKMEIER Ruumlgelieder der Troubadours gegen Rom und die HierarchieHalle 1846

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Unaltra accusa capitale si egrave quella di menzogna

Quid Romae faciamMentiri nescio

dice con non meno acuta brevitagrave un anonimo79 ed altri ripetono Itrovatori di Provenza non risparmiarono nemmen essi la cittagravedecaduta e corrotta e Guglielmo Figueiras il piugrave popolaresco fratutti compose un terribile serventese

De Roma quesCaps de la dechasensaOn dechai totz bes80

Cessati i clamori del medio evo contro Roma papalecominciano quelli degli umanisti e poi dei protestanti

79 FLACIO ILLIRICO Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ediz 1754 pag 28 Carmina Burana p 6580 BRINCKMEIER Ruumlgelieder der Troubadours gegen Rom und die HierarchieHalle 1846

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CAPITOLO II

Le rovine di Roma e i Mirabilia

La rovina di Roma non si compie in un tratto otto secoli civogliono e lopera devastatrice di trenta generazioni per condurlaal punto in cui il Rinascimento inoltrato larresta Dice IldebertoCenomanense di cui ho riportato i versi qui di sopra che gli deinon valevano a distruggere la fattura degli uomini

I barbari parlando in generale pensarono piugrave a far bottino chea demolire anche glincendii suscitati dalle loro mani non furonocosigrave esiziali ai monumenti come fu poi lopera lenta e sistematicadegli stessi Romani81 Teodorico mostra per le moltissimefabbriche di cui ancora andava superba Roma al suo tempo la piugraveviva sollecitudine vuole che si spendano in loro beneficio idenari provveduti a tal uopo82 e ne domanda conto83 lodaSimmaco pei molti nuovi edifizii da lui costruiti e fa riparare delproprio il teatro di Pompeo84 Certo i successori suoi non

81 In un racconto di un Zaccaria (Metropolita) tradotto di siriaco in latino epubblicato dal MAI Scriptorum veterum nova collectio t X p XIII-XIV sidescrivono le ricchezze e le maraviglie di Roma e si dice tra laltro checerano nella cittagrave ottanta statue di dei tutte doro e sessanta davorio Questoracconto egrave del VI secolo ma sebbene parli di tali statue come tuttaviaesistenti si riferisce evidentemente a tempi anteriori Il Curiosum Urbis e ilDe Regionibus dicono Dei aurei LXXX eburnei LXXIIII (o LXXXIIII)82 CASSIODORO Variarum II 34 ed delle Opere Venezia 172983 Id ibid I 2184 Id ibid IV 51 Cf II 39 III 9 10 30 31 49 Leggasi inoltre ciograve cheCassiodoro dice nel Chronicon laquoDominus Rex Theodoricus Roma cunctorumvotis expetitus advenit et Senatum suum mira affabilitate tractans Romanaeplebi donavit annonas atque admirandis moenibus deputata per annos singulosmaxima pecuniae quantitate subvenit sub cuius felici imperio plurimaerenovantur urbes munitissima castella conduntur consurgunt admirandapalatia magnisque eius operibus antiqua miracula superanturraquo Negrave questasollecitudine si limita a Roma In Ravenna Teodorico fa ricostruire la basilica

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CAPITOLO II

Le rovine di Roma e i Mirabilia

La rovina di Roma non si compie in un tratto otto secoli civogliono e lopera devastatrice di trenta generazioni per condurlaal punto in cui il Rinascimento inoltrato larresta Dice IldebertoCenomanense di cui ho riportato i versi qui di sopra che gli deinon valevano a distruggere la fattura degli uomini

I barbari parlando in generale pensarono piugrave a far bottino chea demolire anche glincendii suscitati dalle loro mani non furonocosigrave esiziali ai monumenti come fu poi lopera lenta e sistematicadegli stessi Romani81 Teodorico mostra per le moltissimefabbriche di cui ancora andava superba Roma al suo tempo la piugraveviva sollecitudine vuole che si spendano in loro beneficio idenari provveduti a tal uopo82 e ne domanda conto83 lodaSimmaco pei molti nuovi edifizii da lui costruiti e fa riparare delproprio il teatro di Pompeo84 Certo i successori suoi non

81 In un racconto di un Zaccaria (Metropolita) tradotto di siriaco in latino epubblicato dal MAI Scriptorum veterum nova collectio t X p XIII-XIV sidescrivono le ricchezze e le maraviglie di Roma e si dice tra laltro checerano nella cittagrave ottanta statue di dei tutte doro e sessanta davorio Questoracconto egrave del VI secolo ma sebbene parli di tali statue come tuttaviaesistenti si riferisce evidentemente a tempi anteriori Il Curiosum Urbis e ilDe Regionibus dicono Dei aurei LXXX eburnei LXXIIII (o LXXXIIII)82 CASSIODORO Variarum II 34 ed delle Opere Venezia 172983 Id ibid I 2184 Id ibid IV 51 Cf II 39 III 9 10 30 31 49 Leggasi inoltre ciograve cheCassiodoro dice nel Chronicon laquoDominus Rex Theodoricus Roma cunctorumvotis expetitus advenit et Senatum suum mira affabilitate tractans Romanaeplebi donavit annonas atque admirandis moenibus deputata per annos singulosmaxima pecuniae quantitate subvenit sub cuius felici imperio plurimaerenovantur urbes munitissima castella conduntur consurgunt admirandapalatia magnisque eius operibus antiqua miracula superanturraquo Negrave questasollecitudine si limita a Roma In Ravenna Teodorico fa ricostruire la basilica

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imitarono sigrave nobile esempio ma se non fecero bene non si puogravedire nemmeno che facessero male ondegrave che ai tempi di CarloMagno i monumenti dellantica Roma tuttochegrave danneggiati eguasti dai terremoti e daglincendii rimangono ancora pressochegravetutti in piedi85 Molto piugrave rapida fu la decadenza morale edeconomica Giagrave ai tempi di papa Vigilio (537-55) nellinternodella cittagrave che non contava piugrave di 50000 abitanti86 erano campiseminati e pascoli per bestiame87 Nel 556 Pelagio I scrive aSapaudo vescovo di Arles perchegrave induca il patrizio Placido amandar denari e vestimenta e nel 557 riscrive perchegrave sienomandate a Roma le vestimenta comperate laquoquiaraquo dicegli laquotantaegestas et nuditas in civitate ista est ut sine dolore et angustiacordis nostri homines quos honesto loco natos idoneosnoveramus non possimus adspicereraquo88

La scarsa popolazione si va man mano raccogliendo nellaregione di campo Marzio abbandonando i colli dove sorgevanoun tempo le case della migliore cittadinanza si stendono umiliorti89 Danno in anno la miseria cresce e crescono con la miserialignoranza e limbarbarimento dei costumi Alcuni versi chepotrebbero risalire al VII secolo ma che sicuramente non sono

di Ercole (Var I 6) essendo stata rubata a Como una statua di bronzo ordinase ne faccia diligente indagine (ibid II 35 36) Le parole con cui comincia laprima delle due epistole dove di ciograve si ragiona sono caratteristiche laquoAcerbumnimis est nostris temporibus Antiquorum facta decrescere qui ornatum urbiumquotidie desideramus augereraquo85 DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma 1879 p 7686 La popolazione di Roma si mantenne a questo livello circa per tutto il medioevo Nel XIV secolo essa non doveva passare i 60000 abitanti PAPENCORDTCola di Rienzo und seine Zeit Amburgo e Gotha 1841 p 14-15 CfGREGOROVIUS Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter v VI p 710-187 PROCOPIO De bello gothico III 26 3688 JAFFEacute Regesta pontificum ad a 556 n 623 557 n 62989 Non so su quali prove si fondi il LANCISI per dire (De adventitiis Romanicoeli qualitatibus parte 2a c IV n 10) che il Campo Marzio si prese adabitare solamente ai tempi di Leone X

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imitarono sigrave nobile esempio ma se non fecero bene non si puogravedire nemmeno che facessero male ondegrave che ai tempi di CarloMagno i monumenti dellantica Roma tuttochegrave danneggiati eguasti dai terremoti e daglincendii rimangono ancora pressochegravetutti in piedi85 Molto piugrave rapida fu la decadenza morale edeconomica Giagrave ai tempi di papa Vigilio (537-55) nellinternodella cittagrave che non contava piugrave di 50000 abitanti86 erano campiseminati e pascoli per bestiame87 Nel 556 Pelagio I scrive aSapaudo vescovo di Arles perchegrave induca il patrizio Placido amandar denari e vestimenta e nel 557 riscrive perchegrave sienomandate a Roma le vestimenta comperate laquoquiaraquo dicegli laquotantaegestas et nuditas in civitate ista est ut sine dolore et angustiacordis nostri homines quos honesto loco natos idoneosnoveramus non possimus adspicereraquo88

La scarsa popolazione si va man mano raccogliendo nellaregione di campo Marzio abbandonando i colli dove sorgevanoun tempo le case della migliore cittadinanza si stendono umiliorti89 Danno in anno la miseria cresce e crescono con la miserialignoranza e limbarbarimento dei costumi Alcuni versi chepotrebbero risalire al VII secolo ma che sicuramente non sono

di Ercole (Var I 6) essendo stata rubata a Como una statua di bronzo ordinase ne faccia diligente indagine (ibid II 35 36) Le parole con cui comincia laprima delle due epistole dove di ciograve si ragiona sono caratteristiche laquoAcerbumnimis est nostris temporibus Antiquorum facta decrescere qui ornatum urbiumquotidie desideramus augereraquo85 DE ROSSI Piante icnografiche e prospettiche di Roma Roma 1879 p 7686 La popolazione di Roma si mantenne a questo livello circa per tutto il medioevo Nel XIV secolo essa non doveva passare i 60000 abitanti PAPENCORDTCola di Rienzo und seine Zeit Amburgo e Gotha 1841 p 14-15 CfGREGOROVIUS Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter v VI p 710-187 PROCOPIO De bello gothico III 26 3688 JAFFEacute Regesta pontificum ad a 556 n 623 557 n 62989 Non so su quali prove si fondi il LANCISI per dire (De adventitiis Romanicoeli qualitatibus parte 2a c IV n 10) che il Campo Marzio si prese adabitare solamente ai tempi di Leone X

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posteriori al X deplorano la sciagurata sorte della cittagrave stata untempo signora del mondo90 Essi meritano dessere qui riportati

Nobilibus quondam fueras costructa patronisSubdita nunc servis heu male Roma ruis

Deseruere tui te tanto tempore regesCessit et ad Grecos nomen honosque tuus

Constantinopolis florens nova Roma vocaturMoribus et muris Roma vetusta cadis

Transiit imperium mansitque superbia tecumCultus avariciae te nimium superat

Vulgus ab extremis distractum partibus orbisServorum servi nunc tibi sunt domini

In te nobilium rectorum nemo remansitIngenuique tui rura Pelasga colunt

Truncasti vivos crudeli vulnere sanctosVendere nunc horum mortua membra soles

Iam ni te meritum Petri Paulique foveretTempore iam longo Roma misella fores

La massima decadenza con molta vigoria di linguaggiodescritta in un discorso inspirato da Gerberto e pronunziato daArnulfo nel sinodo di Reims si riscontra verso la fine del secoloX Della profonda notte dignoranza che pesa su Roma durantequei tempi infelici troviamo fatto ricordo e lamento assai spessoNessuno studio nessuna cognizione darti o di lettere sopravvivecolagrave dovera stato il regno della piugrave varia e piugrave fiorente coltura

90 Questi versi non fu primo il Muratori a pubblicarli sebbene cosigravecomunemente si creda Essi trovansi giagrave in calce al t I delle Opere di Beda eddi Basilea p 558 Il Muratori li inserigrave nel t II p 148 delle Antiquitatesitalicae traendoli da un antichissimo codice modenese e facendoli del VII odellVIII secolo Li ripubblicograve il Migne nel t 122 p 1194 della Patrologielatine e poi il Jaffeacute nei Monumenta Bambergensia p 457-8 Che non possanoessere posteriori al X secolo dimostra un codice Bambergense che li contienecome pure il trovarsene citati gli ultimi due in una Invectiva in Romam che egravedi quel secolo appunto Alcuno ne fece autore Ratranno ma senza buonfondamento

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posteriori al X deplorano la sciagurata sorte della cittagrave stata untempo signora del mondo90 Essi meritano dessere qui riportati

Nobilibus quondam fueras costructa patronisSubdita nunc servis heu male Roma ruis

Deseruere tui te tanto tempore regesCessit et ad Grecos nomen honosque tuus

Constantinopolis florens nova Roma vocaturMoribus et muris Roma vetusta cadis

Transiit imperium mansitque superbia tecumCultus avariciae te nimium superat

Vulgus ab extremis distractum partibus orbisServorum servi nunc tibi sunt domini

In te nobilium rectorum nemo remansitIngenuique tui rura Pelasga colunt

Truncasti vivos crudeli vulnere sanctosVendere nunc horum mortua membra soles

Iam ni te meritum Petri Paulique foveretTempore iam longo Roma misella fores

La massima decadenza con molta vigoria di linguaggiodescritta in un discorso inspirato da Gerberto e pronunziato daArnulfo nel sinodo di Reims si riscontra verso la fine del secoloX Della profonda notte dignoranza che pesa su Roma durantequei tempi infelici troviamo fatto ricordo e lamento assai spessoNessuno studio nessuna cognizione darti o di lettere sopravvivecolagrave dovera stato il regno della piugrave varia e piugrave fiorente coltura

90 Questi versi non fu primo il Muratori a pubblicarli sebbene cosigravecomunemente si creda Essi trovansi giagrave in calce al t I delle Opere di Beda eddi Basilea p 558 Il Muratori li inserigrave nel t II p 148 delle Antiquitatesitalicae traendoli da un antichissimo codice modenese e facendoli del VII odellVIII secolo Li ripubblicograve il Migne nel t 122 p 1194 della Patrologielatine e poi il Jaffeacute nei Monumenta Bambergensia p 457-8 Che non possanoessere posteriori al X secolo dimostra un codice Bambergense che li contienecome pure il trovarsene citati gli ultimi due in una Invectiva in Romam che egravedi quel secolo appunto Alcuno ne fece autore Ratranno ma senza buonfondamento

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Roma egrave la piugrave barbara fra le cittagrave dellEuropa Giagrave sin dai tempi diGregorio Magno non vi si trovavano piugrave libri Cadente il secoloVII Agatone papa confessava che i legati da lui mandati alConcilio ecumenico di Costantinopoli erano uomini digiuni diogni dottrina91 Nel 992 il giagrave ricordato sinodo di Reimsrimproverava ai Romani di non avere nella loro cittagrave quasinessuno che possedesse qualche coltura92

In pari tempo nelle grandi aree spopolate invase da unaselvaggia vegetazione o coperte dacque stagnanti laria si venivainfettando di mortifere esalazioni e tratto tratto contagi terribili sidiffondevano a diradare vie piugrave la giagrave scarsa popolazione Fra leingenti macerie che ingombravano il suolo sulle rive melmosedel Tevere pullulavano i rospi e le serpi93 Nel Foro sede

91 V GIESEBRECHT De litterarum studiis apud Italos ecc p 592 Id ibid93 Guntero descrivendo nel Ligurinus la triste condizione di Roma durante lacanicola quando le pestilenziali esalazioni del suolo ammorbano laria dice

Adde quod antiquis horrens inculta ruinisParte sui maiore vacat generisque nocentisPlurima monstriferis animantia Roma cavernisOcculit hic virides colubri nigrique bufonesHic sua pennati posuerunt lustra dracones

Il poema di Ligurinus tenuto apocrifo sino a questi ultimi tempi fu dimostratoautentico dal PANNENBORG Forschungen zur deutschen Geschichte t XI p163-300 e da GASTON PARIS Dissertation critique sur le poegraveme latin deLigurinus attribueacute agrave Gunther Comptes Rendus de lAcadeacutemie des Inscriptionset Belles-Lettres gennajo e dicembre 1871 (pubblicata anche a parte nel 1872)Il poema fu composto nel 1186 o 1187 V anche WATTENBACH DeutschlandsGeschichtsquellen 4a ed vol I p 218-22 Si puograve trarre a riscontro dei versitestegrave citati ciograve che narra Gregorio di Tours (Historia Francorum l X inprincipio) di una piena del Tevere che nellanno 590 trascinograve con segravegrandissima moltitudine di serpenti e un drago enorme i cui corpicorrompendosi poi sulla riva del mare generarono una micidialissima peste Iserpenti dovevano ancora infestare la campagna intorno Roma in pieno secoloXVI giacchegrave lAriosto dice nellEpithalamion

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Roma egrave la piugrave barbara fra le cittagrave dellEuropa Giagrave sin dai tempi diGregorio Magno non vi si trovavano piugrave libri Cadente il secoloVII Agatone papa confessava che i legati da lui mandati alConcilio ecumenico di Costantinopoli erano uomini digiuni diogni dottrina91 Nel 992 il giagrave ricordato sinodo di Reimsrimproverava ai Romani di non avere nella loro cittagrave quasinessuno che possedesse qualche coltura92

In pari tempo nelle grandi aree spopolate invase da unaselvaggia vegetazione o coperte dacque stagnanti laria si venivainfettando di mortifere esalazioni e tratto tratto contagi terribili sidiffondevano a diradare vie piugrave la giagrave scarsa popolazione Fra leingenti macerie che ingombravano il suolo sulle rive melmosedel Tevere pullulavano i rospi e le serpi93 Nel Foro sede

91 V GIESEBRECHT De litterarum studiis apud Italos ecc p 592 Id ibid93 Guntero descrivendo nel Ligurinus la triste condizione di Roma durante lacanicola quando le pestilenziali esalazioni del suolo ammorbano laria dice

Adde quod antiquis horrens inculta ruinisParte sui maiore vacat generisque nocentisPlurima monstriferis animantia Roma cavernisOcculit hic virides colubri nigrique bufonesHic sua pennati posuerunt lustra dracones

Il poema di Ligurinus tenuto apocrifo sino a questi ultimi tempi fu dimostratoautentico dal PANNENBORG Forschungen zur deutschen Geschichte t XI p163-300 e da GASTON PARIS Dissertation critique sur le poegraveme latin deLigurinus attribueacute agrave Gunther Comptes Rendus de lAcadeacutemie des Inscriptionset Belles-Lettres gennajo e dicembre 1871 (pubblicata anche a parte nel 1872)Il poema fu composto nel 1186 o 1187 V anche WATTENBACH DeutschlandsGeschichtsquellen 4a ed vol I p 218-22 Si puograve trarre a riscontro dei versitestegrave citati ciograve che narra Gregorio di Tours (Historia Francorum l X inprincipio) di una piena del Tevere che nellanno 590 trascinograve con segravegrandissima moltitudine di serpenti e un drago enorme i cui corpicorrompendosi poi sulla riva del mare generarono una micidialissima peste Iserpenti dovevano ancora infestare la campagna intorno Roma in pieno secoloXVI giacchegrave lAriosto dice nellEpithalamion

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principale un tempo della maestagrave di Roma sulle rovinesopravanzate aglincendii di Genserico e dAlarico e sepolteoramai sotto ai rottami e alla terra pascolavano i bufali come aitempi favolosi dEvandro94 La distruzione dei monumenti sicompie a poco a poco Templi terme e teatri diventano caveinesauribili di materiale da costruzione dei marmi si fa calcinaPisa Napoli altre cittagrave dItalia Aquisgrana e Costantinopoli si

Flexipedes surgunt ederae fructicesque maligniEt turpes praebent latebras serpentibus atris

Curiosa e degna dessere riportata egrave la ragione che della insalubritagrave di Roma edelle cittagrave di maremma e di marittima reca GIOVANNI VILLANI nelle IstorieFiorentine l I c 50 laquoEt la cagione perchegrave hoggi sono disabitate quelle terredella marina et inferme et etiandio Roma egrave peggiorata dicono i grandi maestridastrologia che ciograve egrave per lo moto della VIII sphera del Cielo che in ogni Canni si muta uno grado verso il polo di Settentrione et cosigrave faragrave LXXV gradiin 7500 anni et poi torneragrave adrieto per simile modo se fia piacere dIddio chel mondo duri tanto et per la detta mutatione del Cielo egrave mutata la qualitagrave dellaterra et dellaria et lagrave dove prima era habitata et sana si egrave hoggi dishabitata etinferma et e conversoraquo Il fenomeno a cui allude Giovanni Villani egrave quellodella precessione degli equinozii94 Fabio Pittore ricorda i pascoli a piegrave del Clivo Capitolino e Porcio Catonedice nelle Origini laquoRoma principio sui pascua bobus eratraquo Virgilio narrandola visita dei Trojani alla cittagrave di Evandro dice (Aeneid VIII 360-1)

passimque armenta videbantRomanoque foro et lautis mugire Carinis

Il Mascheroni andograve piugrave in lagrave dicendo nellInvito a Lesbia

Che qui giagrave forse italici elefantiPascea la piaggia e Roma ancor non era

Il Poggio ricordando in pieno Rinascimento nel libro I De varietate fortunaegli antichi onori del Colle Capitolino dice che Antonio Losco favellando ungiorno con lui mutograve il verso virgiliano (Aeneid VIII 347)

Aurea nunc olim silvestribus horrida dumis

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principale un tempo della maestagrave di Roma sulle rovinesopravanzate aglincendii di Genserico e dAlarico e sepolteoramai sotto ai rottami e alla terra pascolavano i bufali come aitempi favolosi dEvandro94 La distruzione dei monumenti sicompie a poco a poco Templi terme e teatri diventano caveinesauribili di materiale da costruzione dei marmi si fa calcinaPisa Napoli altre cittagrave dItalia Aquisgrana e Costantinopoli si

Flexipedes surgunt ederae fructicesque maligniEt turpes praebent latebras serpentibus atris

Curiosa e degna dessere riportata egrave la ragione che della insalubritagrave di Roma edelle cittagrave di maremma e di marittima reca GIOVANNI VILLANI nelle IstorieFiorentine l I c 50 laquoEt la cagione perchegrave hoggi sono disabitate quelle terredella marina et inferme et etiandio Roma egrave peggiorata dicono i grandi maestridastrologia che ciograve egrave per lo moto della VIII sphera del Cielo che in ogni Canni si muta uno grado verso il polo di Settentrione et cosigrave faragrave LXXV gradiin 7500 anni et poi torneragrave adrieto per simile modo se fia piacere dIddio chel mondo duri tanto et per la detta mutatione del Cielo egrave mutata la qualitagrave dellaterra et dellaria et lagrave dove prima era habitata et sana si egrave hoggi dishabitata etinferma et e conversoraquo Il fenomeno a cui allude Giovanni Villani egrave quellodella precessione degli equinozii94 Fabio Pittore ricorda i pascoli a piegrave del Clivo Capitolino e Porcio Catonedice nelle Origini laquoRoma principio sui pascua bobus eratraquo Virgilio narrandola visita dei Trojani alla cittagrave di Evandro dice (Aeneid VIII 360-1)

passimque armenta videbantRomanoque foro et lautis mugire Carinis

Il Mascheroni andograve piugrave in lagrave dicendo nellInvito a Lesbia

Che qui giagrave forse italici elefantiPascea la piaggia e Roma ancor non era

Il Poggio ricordando in pieno Rinascimento nel libro I De varietate fortunaegli antichi onori del Colle Capitolino dice che Antonio Losco favellando ungiorno con lui mutograve il verso virgiliano (Aeneid VIII 347)

Aurea nunc olim silvestribus horrida dumis

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arricchiscono delle spoglie tolte a Roma Allopera distruttricecotidiana si aggiungono le devastazioni subitanee e generali Nel1084 i Normanni venuti con Roberto Guiscardo in ajuto diGregorio VII incendiano buona parte della cittagrave e forse vi fannopiugrave gran guasto che non avessero fatto nelle ripetute incursioni ibarbari del V e del VI secolo Ciograve nullameno corrente il XIImolti monumenti sussistono ancora che poi sono distrutti piugravetardi95 Restituito nel 1143 il Senato una certa tutela si stese sopradi essi96 ma ebbe certo a far poco frutto e a durar poco giacchegrave ilPetrarca nella Epistola hortatoria rimpiange e biasima con acerbeparole la distruzione che liberamente si proseguiva a suoi tempiQualche monumento scampograve in grazia di condizioni speciali Ifrati di San Silvestro in Capite proprietarii della colonnaAntonina custodivano gelosamente il loro diritto e minacciavanoanatema a chiunque si attentasse di menomarlo97

Gli avanzi sparsi qua e lagrave ingombrati in parte di nuovecostruzioni cresciute loro addosso o ai fianchi o profanati comeancora oggidigrave il teatro di Marcello dallesercizio di sordide artimeccaniche non serbavano piugrave traccia dello splendore di untempo ma erano pur sempre

Lantiche mura chancor teme ed amaE trema il mondo quando si ricorda

in questaltro

Aurea quondam nunc squalida spinetis vepribusque referta 95 Circa la condizione di Roma nel X secolo vedi GREGOROVIUS Geschichte derStadt Rom im Mittelalter vol III l VI c 7 e circa la condizione sua ai tempidi Dante lo stesso Gregorovius vol V p 640-58 e ALFREDO DI REUMONT Romin Dantes Zeit Jahrbuch der deutschen Dante-Gesellschaft vol III p 369-422 Sulla distruzione dei monumenti in Roma a cominciare dal V secolo vJORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum vol I parte 1a (Berlino1878) p 60-896 GREGOROVIUS Op cit vol IV p 640-197 Id ibid p 642

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arricchiscono delle spoglie tolte a Roma Allopera distruttricecotidiana si aggiungono le devastazioni subitanee e generali Nel1084 i Normanni venuti con Roberto Guiscardo in ajuto diGregorio VII incendiano buona parte della cittagrave e forse vi fannopiugrave gran guasto che non avessero fatto nelle ripetute incursioni ibarbari del V e del VI secolo Ciograve nullameno corrente il XIImolti monumenti sussistono ancora che poi sono distrutti piugravetardi95 Restituito nel 1143 il Senato una certa tutela si stese sopradi essi96 ma ebbe certo a far poco frutto e a durar poco giacchegrave ilPetrarca nella Epistola hortatoria rimpiange e biasima con acerbeparole la distruzione che liberamente si proseguiva a suoi tempiQualche monumento scampograve in grazia di condizioni speciali Ifrati di San Silvestro in Capite proprietarii della colonnaAntonina custodivano gelosamente il loro diritto e minacciavanoanatema a chiunque si attentasse di menomarlo97

Gli avanzi sparsi qua e lagrave ingombrati in parte di nuovecostruzioni cresciute loro addosso o ai fianchi o profanati comeancora oggidigrave il teatro di Marcello dallesercizio di sordide artimeccaniche non serbavano piugrave traccia dello splendore di untempo ma erano pur sempre

Lantiche mura chancor teme ed amaE trema il mondo quando si ricorda

in questaltro

Aurea quondam nunc squalida spinetis vepribusque referta 95 Circa la condizione di Roma nel X secolo vedi GREGOROVIUS Geschichte derStadt Rom im Mittelalter vol III l VI c 7 e circa la condizione sua ai tempidi Dante lo stesso Gregorovius vol V p 640-58 e ALFREDO DI REUMONT Romin Dantes Zeit Jahrbuch der deutschen Dante-Gesellschaft vol III p 369-422 Sulla distruzione dei monumenti in Roma a cominciare dal V secolo vJORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum vol I parte 1a (Berlino1878) p 60-896 GREGOROVIUS Op cit vol IV p 640-197 Id ibid p 642

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Del tempo andato e ndietro si rivolve98

Tali quali erano queste mura commovevano col tristo e solenneaspetto gli animi dei riguardanti e li levavano allacontemplazione delle glorie passate La presente rovina lasciavaindovinare lantica maestagrave laquoVere maior fuit Roma maioresquesunt reliquiae quam rebarraquo scrive da Roma a Giovanni Colonnail Petrarca99 Di Cola di Rienzo dice lanonimo narratore della suavita100 laquoTutta la die se speculava neglintagli de marmo li qualiiaccio intorno Roma Non era aiti che esso che sapesse lejere liantichi Pataffii Tutte scritture antiche vulgarizzava quesse fiurede marmo justamente interpretava Oh como spesso diceva Dovesuoco quelli buoni Romani dove ene loro summa justitiapoteramme trovare in tiempo che quessi fiurianoraquo AmbrogioCamaldulense scrive in una delle sue epistole101 laquoUrbem certedum peragro stupore detinear intuens partim ruinarum molesincredibiles ferme partim projectas pretiosi marmoris crustasNusquam enim transire datur quin occurrat oculis vel sculpturaantiquae artis aut parieti vice lapidis vilis ac singularis injectaaut humi jacens Columnarum item fragmenta fere perpetuapartim marmorea partim porphyretica humi constrata intueri licetIta dum antiqua illa atque inclyta Roma venit in mentem ingensdatur mortalis imbecillitatis et inconstantiae documentumraquo

Nel 1433 Ciriaco dAncona conduceva in giro per Romalimperatore Sigismondo e vivamente si doleva con lui delladistruzione degli antichi monumenti laquoNon equidem parumputabam Opt Aug Caesarei Principis animum lacessere quodqui nunc vitam agunt Romana inter moenia homines marmoreaingentia atque ornatissima undique per Urbem aedificia statuasinsignes et columnas tantis olim sumtibus tanta majestatetantaque fabrum et architectorum arte conspicuas ita ignave98 PETRARCA Canzone a Stefano Colonna99 Epist de reb famil II 14 ed del Fracassetti100 MURATORI Antiq ital t III col 399101 L X 30 ap MARTENE et DURAND Amplissima collectio t III col 341

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Del tempo andato e ndietro si rivolve98

Tali quali erano queste mura commovevano col tristo e solenneaspetto gli animi dei riguardanti e li levavano allacontemplazione delle glorie passate La presente rovina lasciavaindovinare lantica maestagrave laquoVere maior fuit Roma maioresquesunt reliquiae quam rebarraquo scrive da Roma a Giovanni Colonnail Petrarca99 Di Cola di Rienzo dice lanonimo narratore della suavita100 laquoTutta la die se speculava neglintagli de marmo li qualiiaccio intorno Roma Non era aiti che esso che sapesse lejere liantichi Pataffii Tutte scritture antiche vulgarizzava quesse fiurede marmo justamente interpretava Oh como spesso diceva Dovesuoco quelli buoni Romani dove ene loro summa justitiapoteramme trovare in tiempo che quessi fiurianoraquo AmbrogioCamaldulense scrive in una delle sue epistole101 laquoUrbem certedum peragro stupore detinear intuens partim ruinarum molesincredibiles ferme partim projectas pretiosi marmoris crustasNusquam enim transire datur quin occurrat oculis vel sculpturaantiquae artis aut parieti vice lapidis vilis ac singularis injectaaut humi jacens Columnarum item fragmenta fere perpetuapartim marmorea partim porphyretica humi constrata intueri licetIta dum antiqua illa atque inclyta Roma venit in mentem ingensdatur mortalis imbecillitatis et inconstantiae documentumraquo

Nel 1433 Ciriaco dAncona conduceva in giro per Romalimperatore Sigismondo e vivamente si doleva con lui delladistruzione degli antichi monumenti laquoNon equidem parumputabam Opt Aug Caesarei Principis animum lacessere quodqui nunc vitam agunt Romana inter moenia homines marmoreaingentia atque ornatissima undique per Urbem aedificia statuasinsignes et columnas tantis olim sumtibus tanta majestatetantaque fabrum et architectorum arte conspicuas ita ignave98 PETRARCA Canzone a Stefano Colonna99 Epist de reb famil II 14 ed del Fracassetti100 MURATORI Antiq ital t III col 399101 L X 30 ap MARTENE et DURAND Amplissima collectio t III col 341

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turpiter et obscoene in dies ad albam tenuemque convertuntcinerem ut eorum nulla brevi tempore speciem vestigiumqueposteris apparebit Proh scelus Et o vos inclytae Romuleae gentismanes

Aspicite haec meritumque malis advertite numenraquo 102

Poggio Bracciolini nel l I del suo trattato De varietate Fortunaededicato a papa Niccolograve V (1447-55) deplora con pari vivezza disentimento ma con parola piugrave elegante e inspirata lingenteirreparabile ruina103

Enea Silvio Piccolomini che poi fu papa sotto il nome di PioII compose sopra lo stesso doloroso argomento i seguenti versi

Oblectat me Roma tuas spectare ruinasEx cuius lapsu gloria prisca patet

Sed tuus hic populus muris defossa vetustisCalcis in obsequium marmora dura coquit

Impia ter centum si sic gens egerit annosNullum hic inditium nobilitatis erit

E Giano Vitale questi altri

Aspice murorum moles praeruptaque saxaObrutaque horrenti vasta theatra situ

Haec sunt Roma Viden velut ipsa cadavera tantaeUrbis adhuc spirent imperiosa minas

Sentimenti simili a questi si trovano espressi da LazzaroBonamici da Fulvio Cardulo da Cristoforo Landino daFrancesco Quinziano e da cento altri poeti del Rinascimento104102 Itinerarium edito dal Mehus Firenze 1742 pag 21-2103 De varietate fortunae libri quatuor Parigi 1723104 Cf BURCKHARDT Die Cultur der Renaissance in Italien 3a ed Lipsia 1877-8 vol I parte 3a c 2 p 224-33) e VOIGT Die Wiederbelebung des classischen

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turpiter et obscoene in dies ad albam tenuemque convertuntcinerem ut eorum nulla brevi tempore speciem vestigiumqueposteris apparebit Proh scelus Et o vos inclytae Romuleae gentismanes

Aspicite haec meritumque malis advertite numenraquo 102

Poggio Bracciolini nel l I del suo trattato De varietate Fortunaededicato a papa Niccolograve V (1447-55) deplora con pari vivezza disentimento ma con parola piugrave elegante e inspirata lingenteirreparabile ruina103

Enea Silvio Piccolomini che poi fu papa sotto il nome di PioII compose sopra lo stesso doloroso argomento i seguenti versi

Oblectat me Roma tuas spectare ruinasEx cuius lapsu gloria prisca patet

Sed tuus hic populus muris defossa vetustisCalcis in obsequium marmora dura coquit

Impia ter centum si sic gens egerit annosNullum hic inditium nobilitatis erit

E Giano Vitale questi altri

Aspice murorum moles praeruptaque saxaObrutaque horrenti vasta theatra situ

Haec sunt Roma Viden velut ipsa cadavera tantaeUrbis adhuc spirent imperiosa minas

Sentimenti simili a questi si trovano espressi da LazzaroBonamici da Fulvio Cardulo da Cristoforo Landino daFrancesco Quinziano e da cento altri poeti del Rinascimento104102 Itinerarium edito dal Mehus Firenze 1742 pag 21-2103 De varietate fortunae libri quatuor Parigi 1723104 Cf BURCKHARDT Die Cultur der Renaissance in Italien 3a ed Lipsia 1877-8 vol I parte 3a c 2 p 224-33) e VOIGT Die Wiederbelebung des classischen

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Il popolo di Roma pure aspirando a modo suo al ritornodellantico stato poco si curava dei monumenti e delle memorieche andavano a quelli congiunte In unaltra epistola a GiovanniColonna il Petrarca105 dopo aver ricordato molti luoghi e moltemaraviglie di Roma si duole che in Roma piugrave che inqualsivoglia altro luogo fosse ignorata la storia romana laquoQuienim hodie magis ignari rerum Romanarum sunt quam Romani

Alterthums 2a ed Berlino 1880-1 vol I p 268 segg Gianantonio Campanoil poeta di Pio II descrive molto al vivo in una epistola a Matteo Ubaldo lostato miserando delle rovine di Roma Non saragrave fuor di proposito riportarla quiper intero sebbene un po lunga laquoCampanus Matteo Ubaldo suo salutem -Magna me libido incesserat videndi Romam cum propter rerum antiquarummagnitudinem quam adhuc extare cogitabam qualem plurimi rerum scriptoresposteritatis memoriae mandaverunt tum ut summum Pontificem quem anteanumquam conspexeram adorandi et mea expiandi gratia convenirem Sed outinam numquam accessissem Omnia etenim longe aliter evenere quamfueram opinatus Primum magnitudinem vidi nullam Urbs magna sui partediruta multisque in locis funditus deleta vim mihi lachrimarum excussitQuadrati enim lapides antiquis litteris incisi jacentes ubique conculcanturEdificiorum reliquiae paucissimae et quas vetustas ex omni parte exedere nonpotuit Columnae passim occurrunt eximiae magnitudinis longe latequedisjectae quaedam pro aliquo impetu confractae vel consumptae vetustateGens ipsa barbaris multo quam Romanis similior aspectu foeda sermonevaria disciplinis inperita cultu agrestis rusticaque videtur Nec mirum quae exomni parte orbis terrarum in eum locum tamquam in vivarium servileconfluxerit Nam si ad cives respicias paucissimi sunt qui specimen illudpriscae nobilitatis retineant Nam gloriam et splendorem militaremmagnitudinem imperii severitatem morum integritatem vitae tamquam veteraet aliena despicientes in luxum mollitiem egestatem insolentiam atque ineffractam libidinem proruperunt Dignitas omnis in sacerdotibus quos autclaritudo generis in eum gradum aut virtus eximia provexit Hi sunt quiRomam esse faciunt qualem non Romuli fortitudo sed Numae Pompiliisanctitas fecisse fertur Sed nec omnes sacerdotes esse possunt Exterosservorum turbam judicandam putes quorum alios coquos alios fartores alioslenones alios scurras nebulonesque censeas Hi sunt qui arcem obtinentcapitolinam Hi Catulorum Scipionum Caesarum domos habitantesclarissimas illorum statuas atque imagines pedore vinolentia fumo culina etomni denique spurca coenosa foeditate deturpant obscurant delent Quisanimo tam duro tam ferrea mente ut illa clarissima gesta recensens summos

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Il popolo di Roma pure aspirando a modo suo al ritornodellantico stato poco si curava dei monumenti e delle memorieche andavano a quelli congiunte In unaltra epistola a GiovanniColonna il Petrarca105 dopo aver ricordato molti luoghi e moltemaraviglie di Roma si duole che in Roma piugrave che inqualsivoglia altro luogo fosse ignorata la storia romana laquoQuienim hodie magis ignari rerum Romanarum sunt quam Romani

Alterthums 2a ed Berlino 1880-1 vol I p 268 segg Gianantonio Campanoil poeta di Pio II descrive molto al vivo in una epistola a Matteo Ubaldo lostato miserando delle rovine di Roma Non saragrave fuor di proposito riportarla quiper intero sebbene un po lunga laquoCampanus Matteo Ubaldo suo salutem -Magna me libido incesserat videndi Romam cum propter rerum antiquarummagnitudinem quam adhuc extare cogitabam qualem plurimi rerum scriptoresposteritatis memoriae mandaverunt tum ut summum Pontificem quem anteanumquam conspexeram adorandi et mea expiandi gratia convenirem Sed outinam numquam accessissem Omnia etenim longe aliter evenere quamfueram opinatus Primum magnitudinem vidi nullam Urbs magna sui partediruta multisque in locis funditus deleta vim mihi lachrimarum excussitQuadrati enim lapides antiquis litteris incisi jacentes ubique conculcanturEdificiorum reliquiae paucissimae et quas vetustas ex omni parte exedere nonpotuit Columnae passim occurrunt eximiae magnitudinis longe latequedisjectae quaedam pro aliquo impetu confractae vel consumptae vetustateGens ipsa barbaris multo quam Romanis similior aspectu foeda sermonevaria disciplinis inperita cultu agrestis rusticaque videtur Nec mirum quae exomni parte orbis terrarum in eum locum tamquam in vivarium servileconfluxerit Nam si ad cives respicias paucissimi sunt qui specimen illudpriscae nobilitatis retineant Nam gloriam et splendorem militaremmagnitudinem imperii severitatem morum integritatem vitae tamquam veteraet aliena despicientes in luxum mollitiem egestatem insolentiam atque ineffractam libidinem proruperunt Dignitas omnis in sacerdotibus quos autclaritudo generis in eum gradum aut virtus eximia provexit Hi sunt quiRomam esse faciunt qualem non Romuli fortitudo sed Numae Pompiliisanctitas fecisse fertur Sed nec omnes sacerdotes esse possunt Exterosservorum turbam judicandam putes quorum alios coquos alios fartores alioslenones alios scurras nebulonesque censeas Hi sunt qui arcem obtinentcapitolinam Hi Catulorum Scipionum Caesarum domos habitantesclarissimas illorum statuas atque imagines pedore vinolentia fumo culina etomni denique spurca coenosa foeditate deturpant obscurant delent Quisanimo tam duro tam ferrea mente ut illa clarissima gesta recensens summos

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cives Invitus dico Nusquam minus Roma cognoscitur quamRomaeraquo Certo non si puograve credere che in Roma stessa non fosserosorte e probabilmente sino dai primi secoli del medio evointorno alle rovine piugrave cospicue alcune leggende intese a darragione sia della origine sia delluso speciale dei monumentionde quelle erano avanzo ma tuttavia egrave da credere che la maggiorparte delle immaginazioni raccolte nei Mirabilia e nella Graphiasi debbano ai pellegrini che in gran numero da tutte le provincedellorbe cattolico traevano a Roma vuoi per visitarvi i santuarii efruire delle munifiche indulgenze vuoi per farvi acquisto direliquie di cui Roma erasi fatta in certo modo il generale mercatodel mondo Costoro dovevano di certo rimanere piugraveprofondamente impressionati alla vista delle rovine che non glistessi Romani i quali le avevano del continuo sottocchio etornati alle case loro narravano comegrave inclinazione naturale di chi

atque repetens honores a populo a Senatu ab exercito decretos maximasatque amplissimas cogitans dignitates non eorum miseram vitam et fortunaeimbecillitatem damnare accusareque cogantur cum videant in tantamspurcitiem tantum squalorem et foeditatem clarissimas eorum imaginesobduxisse domos illustrissimorum hominum ducum imperatorum a sicariiscoquis lenonibus possideri titulos earum aut fumo culinarum obscuratos etfoedissimarum rerum pedore funditus esse delelos aut partim contemptudeletos partim negligentia et vetustate consumptosraquo Sebbene la distruzionedegli antichi monumenti fosse cotidiana e continua pur tuttavia sembra esterastata opinione di taluno che Roma non potesse essere interamente disfatta perle mani degli uomini Nelle note marginali che accompagnano la tavolaicnografica del Cod Vaticano 1960 (XIII sec) pubblicata prima assaiimperfettamente dallHOEFLER (Die teutschen Paumlpste vol I) poi dal DE ROSSI

(Piante icnografiche ecc tav I) ai leggono secondo la trascrizione dellostesso De Rossi le seguenti parole laquoRoma suos cineres vidit sub duce Brenoincendium suum oruit sub Alarico et minore filio Galaonis regis BritanieSuccessivos atque cotidianos ruinarum destructus deplorat et more senisdecrepiti vix potest alieno baculo sustentari nil habens honorabilis vetustatispraeter antiquatam lapidum congeriem et vestigia ruinosa Ex gestis beatiBenedicti antistiti Canusie dum Roma per Totilam destrue(re)tur ait Roma agentibus non exterminabitur sed tempestatibus coruscis et turbinibus acterremotu fatigata marcescet in semetipsaraquo105 Epist de reb famil l VI 2

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cives Invitus dico Nusquam minus Roma cognoscitur quamRomaeraquo Certo non si puograve credere che in Roma stessa non fosserosorte e probabilmente sino dai primi secoli del medio evointorno alle rovine piugrave cospicue alcune leggende intese a darragione sia della origine sia delluso speciale dei monumentionde quelle erano avanzo ma tuttavia egrave da credere che la maggiorparte delle immaginazioni raccolte nei Mirabilia e nella Graphiasi debbano ai pellegrini che in gran numero da tutte le provincedellorbe cattolico traevano a Roma vuoi per visitarvi i santuarii efruire delle munifiche indulgenze vuoi per farvi acquisto direliquie di cui Roma erasi fatta in certo modo il generale mercatodel mondo Costoro dovevano di certo rimanere piugraveprofondamente impressionati alla vista delle rovine che non glistessi Romani i quali le avevano del continuo sottocchio etornati alle case loro narravano comegrave inclinazione naturale di chi

atque repetens honores a populo a Senatu ab exercito decretos maximasatque amplissimas cogitans dignitates non eorum miseram vitam et fortunaeimbecillitatem damnare accusareque cogantur cum videant in tantamspurcitiem tantum squalorem et foeditatem clarissimas eorum imaginesobduxisse domos illustrissimorum hominum ducum imperatorum a sicariiscoquis lenonibus possideri titulos earum aut fumo culinarum obscuratos etfoedissimarum rerum pedore funditus esse delelos aut partim contemptudeletos partim negligentia et vetustate consumptosraquo Sebbene la distruzionedegli antichi monumenti fosse cotidiana e continua pur tuttavia sembra esterastata opinione di taluno che Roma non potesse essere interamente disfatta perle mani degli uomini Nelle note marginali che accompagnano la tavolaicnografica del Cod Vaticano 1960 (XIII sec) pubblicata prima assaiimperfettamente dallHOEFLER (Die teutschen Paumlpste vol I) poi dal DE ROSSI

(Piante icnografiche ecc tav I) ai leggono secondo la trascrizione dellostesso De Rossi le seguenti parole laquoRoma suos cineres vidit sub duce Brenoincendium suum oruit sub Alarico et minore filio Galaonis regis BritanieSuccessivos atque cotidianos ruinarum destructus deplorat et more senisdecrepiti vix potest alieno baculo sustentari nil habens honorabilis vetustatispraeter antiquatam lapidum congeriem et vestigia ruinosa Ex gestis beatiBenedicti antistiti Canusie dum Roma per Totilam destrue(re)tur ait Roma agentibus non exterminabitur sed tempestatibus coruscis et turbinibus acterremotu fatigata marcescet in semetipsaraquo105 Epist de reb famil l VI 2

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vien di lontano piugrave meraviglie assai che non avessero veduto epiugrave favole che non avessero udito106 Dal VII secolo in giugrave ipellegrinaggi si fanno sempre piugrave numerosi nonostante i moltidisagi e pericoli del viaggio Per chi teneva la via di terra ceranole Alpi da traversare per chi quella del mare i pirati barbareschida deludere o da combattere Per venire da Parigi ai liminaApostolorum ci voleva in media una cinquantina di giorni espesso giunti in vista della sospirata cittagrave i poveri fedeli eranoderubati e trucidati dai malfattori che infestavano la campagna107Ma non per questo veniva meno lo zelo Bandito nel 1300 dapapa Bonifacio VIII il Giubileo accorsero in Roma due milionidi pellegrini108

Quando si scopriva loro dinnanzi la cittagrave eterna i pellegriniintonavano un canto la cui prima strofa sonava cosigrave

O Roma nobilis orbis et dominaCunctarum urbium excellentissimaRosso martyrum sanguine rubeaAlbis et virginum liliis candidaSalutem dicimus tibi per omniaTe benedicimus salve per saecula109

Entrati in cittagrave e dato principio alle pratiche di devozione sitrovavano tosto in presenza delle ruine le quali servivano a106 Cf COMPARETTI Virgilio nel medio evo Livorno 1872 vol II p 66-7107 Parecchi Itinerarii Romani ci sono rimasti del medio evo Negli AnnalesStadenses (ap PERTZ Scriptores t XXVI p 335-8) uno ce nha che muovedalla cittagrave di Stadio (Stade nel ducato di Brema) Vi si dice tra laltro che iltempo migliore per andare a Roma era laquocirca medium Augustum quia tunc pertemperatus est viae siccae sunt aque non abundant dies longi satis adambulandumraquo108 RAYNALD Annales ecclesiastici ad a 1300 Cf DANTE Inferno c XVIII v28-33 Si fu in quella occasione che Giovanni Villani considerando cheFirenze laquoera nel suo montare e a seguire grandi cose disposta siccome Romanel suo calareraquo concepigrave il pensiero di scrivere la Cronaca (Ist Fior l VIII c36)109 DANIEL Thesaurus hymnologicus vol IV p 96

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vien di lontano piugrave meraviglie assai che non avessero veduto epiugrave favole che non avessero udito106 Dal VII secolo in giugrave ipellegrinaggi si fanno sempre piugrave numerosi nonostante i moltidisagi e pericoli del viaggio Per chi teneva la via di terra ceranole Alpi da traversare per chi quella del mare i pirati barbareschida deludere o da combattere Per venire da Parigi ai liminaApostolorum ci voleva in media una cinquantina di giorni espesso giunti in vista della sospirata cittagrave i poveri fedeli eranoderubati e trucidati dai malfattori che infestavano la campagna107Ma non per questo veniva meno lo zelo Bandito nel 1300 dapapa Bonifacio VIII il Giubileo accorsero in Roma due milionidi pellegrini108

Quando si scopriva loro dinnanzi la cittagrave eterna i pellegriniintonavano un canto la cui prima strofa sonava cosigrave

O Roma nobilis orbis et dominaCunctarum urbium excellentissimaRosso martyrum sanguine rubeaAlbis et virginum liliis candidaSalutem dicimus tibi per omniaTe benedicimus salve per saecula109

Entrati in cittagrave e dato principio alle pratiche di devozione sitrovavano tosto in presenza delle ruine le quali servivano a106 Cf COMPARETTI Virgilio nel medio evo Livorno 1872 vol II p 66-7107 Parecchi Itinerarii Romani ci sono rimasti del medio evo Negli AnnalesStadenses (ap PERTZ Scriptores t XXVI p 335-8) uno ce nha che muovedalla cittagrave di Stadio (Stade nel ducato di Brema) Vi si dice tra laltro che iltempo migliore per andare a Roma era laquocirca medium Augustum quia tunc pertemperatus est viae siccae sunt aque non abundant dies longi satis adambulandumraquo108 RAYNALD Annales ecclesiastici ad a 1300 Cf DANTE Inferno c XVIII v28-33 Si fu in quella occasione che Giovanni Villani considerando cheFirenze laquoera nel suo montare e a seguire grandi cose disposta siccome Romanel suo calareraquo concepigrave il pensiero di scrivere la Cronaca (Ist Fior l VIII c36)109 DANIEL Thesaurus hymnologicus vol IV p 96

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dirigere le processioni nella via lunga e malagevole su per i collitraverso ai grandi spazii disabitati110 Che nelle menti lororiscaldate dal sentimento religioso e dalle peripezie del viaggiodovessero nascere molte strane immaginazioni egrave naturale ilpensarlo e Ranulfo Higden il quale del resto come vedremomolte ne spaccia per conto suo ripetutamente lo afferma111 Dasiffatte immaginazioni dovettero avere origine almeno in parte iMirabilia

Dire in che tempo sia stato composto questo strano edivulgatissimo libro non si puograve con piena certezza e le opinionidei varii scrittori che ne hanno trattato saccordano poco su questopunto Che esso si colleghi in parte con lantica descrizione delleregioni quale si trovava nel calendario officiale egrave ammessocomunemente ma con ciograve non tutto il problema si risolve Ladivisione augustea in quattordici regioni si conservograve piugrave o menosicura sino al XII secolo inoltrato112 e da canto suo una in settene aveva introdotta la Chiesa ma le descrizioni del medio evonon si attengono propriamente negrave alluna negrave allaltra divisione113Lanonimo autore dei Mirabilia conosce evidentemente gli antichiRegionarii ma non costringe la sua descrizione entro gli schemidi quelli

Nel secolo VIII o nel IX lanonimo di Einsiedelnprobabilmente un discepolo di Valafredo Strabone versato nelgreco e provveduto di tutta la coltura classica concessa ai suoitempi visita e descrive Roma riportando un gran numero110 V lOrdo Romanus di Benedetto canonico pubblicato dal Mabillon nel volII dellIter italicum111 RANULPHI HIGDENI monachi Cestrensis Polychronicon edito da ChurchillBabington (Rer brit m ae script) v I l I c 24 laquoEst etiam ibi pyramisRomuli ubi sepeliebatur juxta ecclesiam beati Petri quam peregrini quisemper frivolis abundant dicunt fuisse acervum segetis beati Petri quem cumNero rapuisset in lapideum collem pristinae quantitatis ferunt fuisseconversumraquo Un po piugrave oltre chiama i pellegrini mendosi112 JORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum v II (Berlino 1871) p315-28113 Id ibid p 329

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dirigere le processioni nella via lunga e malagevole su per i collitraverso ai grandi spazii disabitati110 Che nelle menti lororiscaldate dal sentimento religioso e dalle peripezie del viaggiodovessero nascere molte strane immaginazioni egrave naturale ilpensarlo e Ranulfo Higden il quale del resto come vedremomolte ne spaccia per conto suo ripetutamente lo afferma111 Dasiffatte immaginazioni dovettero avere origine almeno in parte iMirabilia

Dire in che tempo sia stato composto questo strano edivulgatissimo libro non si puograve con piena certezza e le opinionidei varii scrittori che ne hanno trattato saccordano poco su questopunto Che esso si colleghi in parte con lantica descrizione delleregioni quale si trovava nel calendario officiale egrave ammessocomunemente ma con ciograve non tutto il problema si risolve Ladivisione augustea in quattordici regioni si conservograve piugrave o menosicura sino al XII secolo inoltrato112 e da canto suo una in settene aveva introdotta la Chiesa ma le descrizioni del medio evonon si attengono propriamente negrave alluna negrave allaltra divisione113Lanonimo autore dei Mirabilia conosce evidentemente gli antichiRegionarii ma non costringe la sua descrizione entro gli schemidi quelli

Nel secolo VIII o nel IX lanonimo di Einsiedelnprobabilmente un discepolo di Valafredo Strabone versato nelgreco e provveduto di tutta la coltura classica concessa ai suoitempi visita e descrive Roma riportando un gran numero110 V lOrdo Romanus di Benedetto canonico pubblicato dal Mabillon nel volII dellIter italicum111 RANULPHI HIGDENI monachi Cestrensis Polychronicon edito da ChurchillBabington (Rer brit m ae script) v I l I c 24 laquoEst etiam ibi pyramisRomuli ubi sepeliebatur juxta ecclesiam beati Petri quam peregrini quisemper frivolis abundant dicunt fuisse acervum segetis beati Petri quem cumNero rapuisset in lapideum collem pristinae quantitatis ferunt fuisseconversumraquo Un po piugrave oltre chiama i pellegrini mendosi112 JORDAN Topographie der Stadt Rom im Alterthum v II (Berlino 1871) p315-28113 Id ibid p 329

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discrizioni fedelmente copiate114 Ma il suo libro non contieneneppur una delle tante favole che si raccolgono poi nella Graphiae nei Mirabilia e poichegrave non si puograve credere che nel tempo in cuiegli scriveva molte non ne fossero giagrave nate e divulgate bisognadire che di deliberato proposito egli le passasse sotto silenziocome del resto pure fa di tutto quanto direttamente si riferisca alculto pagano

Qui tutta una serie di quesiti si affaccia alla mente perplessadel critico Egrave piugrave antica la Graphia o sono piugrave antichi i MirabiliaQuale rapporto egrave tra questi due opuscoli che hanno tanta partecomune I Mirabilia sono essi formati di un solo getto o in piugravetempi Quale etagrave puograve essere loro ragionevolmente assegnataQuante recensioni ve nha Chi fu il loro autore A ciascunquesito rispondono piugrave e disformi opinioni LOzanam che primomise in luce di su un codice Laurenziano la Graphia aureae urbisRomae115 esagerandone fuor di misura lantichitagrave la giudicacomposta fra il V e lVIII secolo116 Il Giesebrecht la credecomposta ai tempi di Ottone III e fa da essa derivare iMirabilia117 Questa opinione fu generalmente respinta dai dottipiugrave competenti in sigrave fatta materia e il De Rossi118 il Jordan119

114 Il codice di Einsiedeln che contiene lanonimo fu fatto conoscereprimamente dal MABILLON Analecta Vetera p 358 Il testo fu pubblicatodallHAENEL nellArchivio del Seebode e del Jahn t suppl V p 115 segg edallURLICHS Codex urbis Romae topographicus p 59-79 Vedi inoltre la giagravecitata opera del Jordan v II p 329-56115 Documents ineacutedits pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850p 155 segg Fu ripubblicata dallUrlichs op cit p 113-25116 La opinione dellOzanam che la Graphia sia anteriore al ristabilimentodellimpero dOccidente fu accolta e sostenuta da T H DYER A History of thecity of Rome its structures and monuments Londra 1865 p 388-9 il quale sifonda sui molti nomi greci che si trovano nellultima parte del libro e sulcarattere delle cerimonie ivi descritte le quali sono in tutto conformi agli usidella corte bizantina come pure sul nome stesso di Graphia117 Geschichte der deutschen Kaiserzeit 3a ed v I p 866-8118 Roma sotterranea vol I p 157-8119 Op cit vol II p 387

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discrizioni fedelmente copiate114 Ma il suo libro non contieneneppur una delle tante favole che si raccolgono poi nella Graphiae nei Mirabilia e poichegrave non si puograve credere che nel tempo in cuiegli scriveva molte non ne fossero giagrave nate e divulgate bisognadire che di deliberato proposito egli le passasse sotto silenziocome del resto pure fa di tutto quanto direttamente si riferisca alculto pagano

Qui tutta una serie di quesiti si affaccia alla mente perplessadel critico Egrave piugrave antica la Graphia o sono piugrave antichi i MirabiliaQuale rapporto egrave tra questi due opuscoli che hanno tanta partecomune I Mirabilia sono essi formati di un solo getto o in piugravetempi Quale etagrave puograve essere loro ragionevolmente assegnataQuante recensioni ve nha Chi fu il loro autore A ciascunquesito rispondono piugrave e disformi opinioni LOzanam che primomise in luce di su un codice Laurenziano la Graphia aureae urbisRomae115 esagerandone fuor di misura lantichitagrave la giudicacomposta fra il V e lVIII secolo116 Il Giesebrecht la credecomposta ai tempi di Ottone III e fa da essa derivare iMirabilia117 Questa opinione fu generalmente respinta dai dottipiugrave competenti in sigrave fatta materia e il De Rossi118 il Jordan119

114 Il codice di Einsiedeln che contiene lanonimo fu fatto conoscereprimamente dal MABILLON Analecta Vetera p 358 Il testo fu pubblicatodallHAENEL nellArchivio del Seebode e del Jahn t suppl V p 115 segg edallURLICHS Codex urbis Romae topographicus p 59-79 Vedi inoltre la giagravecitata opera del Jordan v II p 329-56115 Documents ineacutedits pour servir agrave lhistoire litteacuteraire de lItalie Parigi 1850p 155 segg Fu ripubblicata dallUrlichs op cit p 113-25116 La opinione dellOzanam che la Graphia sia anteriore al ristabilimentodellimpero dOccidente fu accolta e sostenuta da T H DYER A History of thecity of Rome its structures and monuments Londra 1865 p 388-9 il quale sifonda sui molti nomi greci che si trovano nellultima parte del libro e sulcarattere delle cerimonie ivi descritte le quali sono in tutto conformi agli usidella corte bizantina come pure sul nome stesso di Graphia117 Geschichte der deutschen Kaiserzeit 3a ed v I p 866-8118 Roma sotterranea vol I p 157-8119 Op cit vol II p 387

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altri ancora riconoscono nella Graphia come una secondaedizione dei Mirabilia con aggiunte di poca importanza

Che i Mirabilia risultino di due parti luna piugrave antica piugravemoderna laltra fu sostenuto dal Gregorovius La parte piugrave anticao se cosigrave voglia dirsi la prima composizione delloperarisalirebbe al tempo degli Ottoni cioegrave alla seconda metagrave del Xsecolo mentre la piugrave moderna la redazione definitiva sarebbedel mezzo circa del secolo XII e posteriore alla restituzione delSenato in Roma120 Il Reumont reputa che la Graphia appartenganella forma sotto a cui egrave pervenuta sino a noi alla fine dellXI oal principio del XII secolo ma che nello essenziale rappresentiRoma qual era in sul finire della etagrave carolingia adorna ancora dimolti avanzi di antichi monumenti che sparvero poi piugrave tardi121Ora ciograve che egli dice della Graphia bisogna intendereimplicitamente anche dei Mirabilia Se la descrizione o lasemplice menzione di monumenti distrutti piugrave tardi non si potessealtrimenti spiegare se non facendo contemporaneo ad essi chi neparla bisognerebbe certo assegnare la prima composizione deiMirabilia al X o al IX secolo ma tal fatto puograve dar luogo ad altrapiugrave probabile spiegazione A questo proposito dice il Jordan122Verso il mezzo del XII secolo un uomo fornito della comuneerudizione del tempo suo scrisse una periegesi delle rovine conlintenzione di mostrare a fronte della malsicura tradizione edelle mutabili denominazioni che in origine esse erano templisacri a tali e tali divinitagrave Egli la scrisse mosso da un sentimentoallora comune a molti i quali speravano il ristabilimento dellarepubblica e la rinnovazione della romana potestagrave assisa inCampidoglio La periegesi ampliograve e ridusse a manualesistematico traendo gli elementi di parecchi capitoli dal catalogo

120 Op cit vol IV pag 609-11 LHoumlfler nellopera giagrave citata poneva lacompilazione dei Mirabilia ai tempi di Arnaldo da Brescia121 Geschichte der Stadt Rom vol II p 270 Vedi anche una notizia dellostesso Reumont sui Mirabilia Romae del PARTHEY nellArchivio storicoitaliano serie IIIa vol XI parte 2a p 149122 Op cit vol II p 386-7

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altri ancora riconoscono nella Graphia come una secondaedizione dei Mirabilia con aggiunte di poca importanza

Che i Mirabilia risultino di due parti luna piugrave antica piugravemoderna laltra fu sostenuto dal Gregorovius La parte piugrave anticao se cosigrave voglia dirsi la prima composizione delloperarisalirebbe al tempo degli Ottoni cioegrave alla seconda metagrave del Xsecolo mentre la piugrave moderna la redazione definitiva sarebbedel mezzo circa del secolo XII e posteriore alla restituzione delSenato in Roma120 Il Reumont reputa che la Graphia appartenganella forma sotto a cui egrave pervenuta sino a noi alla fine dellXI oal principio del XII secolo ma che nello essenziale rappresentiRoma qual era in sul finire della etagrave carolingia adorna ancora dimolti avanzi di antichi monumenti che sparvero poi piugrave tardi121Ora ciograve che egli dice della Graphia bisogna intendereimplicitamente anche dei Mirabilia Se la descrizione o lasemplice menzione di monumenti distrutti piugrave tardi non si potessealtrimenti spiegare se non facendo contemporaneo ad essi chi neparla bisognerebbe certo assegnare la prima composizione deiMirabilia al X o al IX secolo ma tal fatto puograve dar luogo ad altrapiugrave probabile spiegazione A questo proposito dice il Jordan122Verso il mezzo del XII secolo un uomo fornito della comuneerudizione del tempo suo scrisse una periegesi delle rovine conlintenzione di mostrare a fronte della malsicura tradizione edelle mutabili denominazioni che in origine esse erano templisacri a tali e tali divinitagrave Egli la scrisse mosso da un sentimentoallora comune a molti i quali speravano il ristabilimento dellarepubblica e la rinnovazione della romana potestagrave assisa inCampidoglio La periegesi ampliograve e ridusse a manualesistematico traendo gli elementi di parecchi capitoli dal catalogo

120 Op cit vol IV pag 609-11 LHoumlfler nellopera giagrave citata poneva lacompilazione dei Mirabilia ai tempi di Arnaldo da Brescia121 Geschichte der Stadt Rom vol II p 270 Vedi anche una notizia dellostesso Reumont sui Mirabilia Romae del PARTHEY nellArchivio storicoitaliano serie IIIa vol XI parte 2a p 149122 Op cit vol II p 386-7

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delle regioni che per intero si conservava ancora e da altri vecchicataloghi medievali overano registrati nomi di antichimonumenti o forse rimaneggiando una compilazione di tal sortagiagrave esistente Al tutto egli aggiunse un capitolo sulla topografiacristiana utile in piugrave particolar modo ai pellegrini curiosi e uncerto numero di leggende che in parte circolavano giagrave da lungotempo Che i Mirabilia non sieno piugrave antichi del XII secoloprova inoltre il fatto che dei molti scrittori che vi attinsero o chea dirittura li incorporarono nelle opere loro nessuno ve nha chesia a quel tempo anteriore Ora la riputazione di cui nel XII secolofruiscono i Mirabilia egrave tale che se fossero giagrave esistiti innanzi siapure in una forma alquanto diversa da quella che assunsero poiqualche scrittore ne avrebbe certamente fatto ricordo

Il testo nei manoscritti che lo contengono sparsi qua e lagrave perle biblioteche dEuropa presenta molte varietagrave ma questepossono essere ridotte a due principali recensioni laquoLa piugraveanticaraquo scrive il De Rossi laquoegrave quella che quasi documentoofficiale fu inserita nei libri della curia romana cioegrave nel Politicus(leggi polypticus) di Benedetto canonico (scritto prima del 1142)nelle Collectanea Albini scholaris (circa il 1184) e nel celebrelibro de censi di Cencio Camerario che fu poi papa Onorio IIILa seconda fa la sua principale comparsa nelle Collettanee delCardinal Nicola dAragona (anni 1356-62) donde proviene quellache Martino Polono inserigrave nella sua cronaca e quella dellaGraphia aureae urbis Romae dun codice fiorentino123raquo Il Jordanammette le due recensioni ma riferisce la Graphia alla piugraveantica124 LUrlichs distingue sei classi di Mirabilia nel giagrave citatoCodex topographicus La prima contiene il testo del XII secolo(Descriptio plenaria totius urbis) quale si ha nella recensione piugraveantica (Benedetto canonico Albino scolastico CencioCamerario) la seconda la Graphia del secolo XIII la terza itesti del secolo XIV (De mirabilibus civitatis Romae) la quarta i

123 Roma sotterranea vol I p 158124 Op cit vol II p 362

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delle regioni che per intero si conservava ancora e da altri vecchicataloghi medievali overano registrati nomi di antichimonumenti o forse rimaneggiando una compilazione di tal sortagiagrave esistente Al tutto egli aggiunse un capitolo sulla topografiacristiana utile in piugrave particolar modo ai pellegrini curiosi e uncerto numero di leggende che in parte circolavano giagrave da lungotempo Che i Mirabilia non sieno piugrave antichi del XII secoloprova inoltre il fatto che dei molti scrittori che vi attinsero o chea dirittura li incorporarono nelle opere loro nessuno ve nha chesia a quel tempo anteriore Ora la riputazione di cui nel XII secolofruiscono i Mirabilia egrave tale che se fossero giagrave esistiti innanzi siapure in una forma alquanto diversa da quella che assunsero poiqualche scrittore ne avrebbe certamente fatto ricordo

Il testo nei manoscritti che lo contengono sparsi qua e lagrave perle biblioteche dEuropa presenta molte varietagrave ma questepossono essere ridotte a due principali recensioni laquoLa piugraveanticaraquo scrive il De Rossi laquoegrave quella che quasi documentoofficiale fu inserita nei libri della curia romana cioegrave nel Politicus(leggi polypticus) di Benedetto canonico (scritto prima del 1142)nelle Collectanea Albini scholaris (circa il 1184) e nel celebrelibro de censi di Cencio Camerario che fu poi papa Onorio IIILa seconda fa la sua principale comparsa nelle Collettanee delCardinal Nicola dAragona (anni 1356-62) donde proviene quellache Martino Polono inserigrave nella sua cronaca e quella dellaGraphia aureae urbis Romae dun codice fiorentino123raquo Il Jordanammette le due recensioni ma riferisce la Graphia alla piugraveantica124 LUrlichs distingue sei classi di Mirabilia nel giagrave citatoCodex topographicus La prima contiene il testo del XII secolo(Descriptio plenaria totius urbis) quale si ha nella recensione piugraveantica (Benedetto canonico Albino scolastico CencioCamerario) la seconda la Graphia del secolo XIII la terza itesti del secolo XIV (De mirabilibus civitatis Romae) la quarta i

123 Roma sotterranea vol I p 158124 Op cit vol II p 362

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Mirabilia abbreviati e interpolati dei secoli XIV e XV la quinta iMirabilia congiunti con la rinascente dottrina ancor essi deisecoli XIV e XV la sesta lAnonimo Magliabecchiano che egrave delsecolo XV

Nulla si sa dellautore del libro Nel 1851 il Bock annunciavaun testo nuovo e il nome del primo autore di essi un Gregoriusmagister non altrimenti conosciuto nella storia letteraria delmedio evo125 ma passarono circa ventanni senza che di talescoperta si udisse piugrave fare parola Finalmente nel 1870 lo stessoBock in un articolo sulla testegrave citata pubblicazione del Parthey126svelograve il mistero Un capitolo del Polychronicon di RanulfoHigden rimasto precedentemente inedito ma allora fatto giagrave dipubblica ragione127 (il che dal critico non fu risaputo) contieneuna parte dei Mirabilia con alcune peculiaritagrave che nonsincontrano altrove Il cronista inglese afferma di aver tratto ciograveche dice di Roma e dei suoi monumenti da Martino Polono e dalsuddetto magister Gregorius128 Il Bock stimograve questo magisterGregorius essere stato il primo compilatore dei Mirabilia mentreil De Rossi giudica la compilazione a lui attribuita una dellemeno antiche e credo con ragione129125 Archaeologischer Anzeiger 1851 p 6126 Nel Theologisches Literaturblatt di Bonna col 344-54127 Egrave il c 24 del l I nella edizione citata128 Auctores tradunt quod in Tuscia quae pars est Italiae situata est urbsRomana de cujus fundatione et regimine multa et varia scripserunt auctorespotissime tamen frater Martinus de conditione ejus magister vero Gregorius deurbis mirabilibus perstrinxit digna memoratu129 Piante icnografiche ecc p 77-8 Sulla fede di questo Gregorio Ranulfopone in Roma tra laltre meraviglie le terme di Apollonio Tianeo la statua diBellerofonte e il famoso teatro di Eraclea dei quali si parla in parecchi diquegli opuscoli che sotto il titolo di Mirabilia mundi furono tanto diffusi nelmedio evo Un error cosigrave fatto togliendo ogni autoritagrave a Gregorio il Bockcercograve di scagionarnelo imputandolo senzombra di ragione allo stessoRanulfo Egrave a desiderare che il De Rossi faccia di pubblica ragione le moltericerche e i lunghi studii da lui proseguiti per piugrave e piugrave anni sui codici deiMirabilia in tutte lo principali biblioteche dEuropa Il Papencordt morigrave mentreattendeva a unedizione critica del testo Il Graumlsse che or son trentanni lasciograve

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Mirabilia abbreviati e interpolati dei secoli XIV e XV la quinta iMirabilia congiunti con la rinascente dottrina ancor essi deisecoli XIV e XV la sesta lAnonimo Magliabecchiano che egrave delsecolo XV

Nulla si sa dellautore del libro Nel 1851 il Bock annunciavaun testo nuovo e il nome del primo autore di essi un Gregoriusmagister non altrimenti conosciuto nella storia letteraria delmedio evo125 ma passarono circa ventanni senza che di talescoperta si udisse piugrave fare parola Finalmente nel 1870 lo stessoBock in un articolo sulla testegrave citata pubblicazione del Parthey126svelograve il mistero Un capitolo del Polychronicon di RanulfoHigden rimasto precedentemente inedito ma allora fatto giagrave dipubblica ragione127 (il che dal critico non fu risaputo) contieneuna parte dei Mirabilia con alcune peculiaritagrave che nonsincontrano altrove Il cronista inglese afferma di aver tratto ciograveche dice di Roma e dei suoi monumenti da Martino Polono e dalsuddetto magister Gregorius128 Il Bock stimograve questo magisterGregorius essere stato il primo compilatore dei Mirabilia mentreil De Rossi giudica la compilazione a lui attribuita una dellemeno antiche e credo con ragione129125 Archaeologischer Anzeiger 1851 p 6126 Nel Theologisches Literaturblatt di Bonna col 344-54127 Egrave il c 24 del l I nella edizione citata128 Auctores tradunt quod in Tuscia quae pars est Italiae situata est urbsRomana de cujus fundatione et regimine multa et varia scripserunt auctorespotissime tamen frater Martinus de conditione ejus magister vero Gregorius deurbis mirabilibus perstrinxit digna memoratu129 Piante icnografiche ecc p 77-8 Sulla fede di questo Gregorio Ranulfopone in Roma tra laltre meraviglie le terme di Apollonio Tianeo la statua diBellerofonte e il famoso teatro di Eraclea dei quali si parla in parecchi diquegli opuscoli che sotto il titolo di Mirabilia mundi furono tanto diffusi nelmedio evo Un error cosigrave fatto togliendo ogni autoritagrave a Gregorio il Bockcercograve di scagionarnelo imputandolo senzombra di ragione allo stessoRanulfo Egrave a desiderare che il De Rossi faccia di pubblica ragione le moltericerche e i lunghi studii da lui proseguiti per piugrave e piugrave anni sui codici deiMirabilia in tutte lo principali biblioteche dEuropa Il Papencordt morigrave mentreattendeva a unedizione critica del testo Il Graumlsse che or son trentanni lasciograve

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Sia qui inoltre notato di passaggio che lHarding nella suaConfutation of the Apology of Jewel stampata in Anversa nel1565 f 166 v fa autore dei Mirabilia lo stesso Martino Polono

Pochi libri ebbero nel medio evo la celebritagrave e la diffusione deiMirabilia Ciograve si deve anzi tutto parmi al trovarsi felicementecombinata in essi lammirazione per Roma antica con ladevozione inspirata da Roma cristiana Alla descrizione dellemura delle porte dei principali monumenti si accompagna ilcatalogo dei luoghi piugrave celebri ricordati nelle Passioni dei Santila enumerazione dei cimiteri la indicazione di molte chiese

Un sentimento schietto ed ingenuo di ammirativa benevolenzaper quellantichitagrave gloriosa che aveva lasciato nei marmi e neglispiriti indestruttibile memoria di segrave prorompe da tutto il libroGiunta al fine della sua rassegna la Descriptio plenaria si chiudecon le seguenti parole laquoHaec et alia multa templa et palatiaimperatorum consulum senatorum praefectorumque temporepaganorum in hac Romana urbe fuere sicut in priscis annalibuslegimus et oculis nostris vidimus et ab antiquis audivimusQuantae etiam essent pulchritudinis auri et argenti aeris et eborispretiosorumque lapidum scriptis ad posterum memoriam quantomelius potuimus reducere curavimusraquo

Le leggende inserite qua e lagrave alcune delle quali strettamente silegano alla storia dei primi secoli della Chiesa accrescevanoattrattive al libro che noi troviamo citato o accolto per intero iniscritture di diversissima indole Benedetto Albino CencioCamerario ne usano come di documento officiale Alcuni cronistilo introducono se non in tutto in parte nelle loro storie primofra tutti il domenicano Martino Polono morto nel 1279 la cuicronaca conosciuta comunemente sotto il nome di Martinianagodette di grandissima riputazione durante il XIII XIV e XVsecolo Martino Polono attinge probabilmente dalla Graphia poimolti attingono da lui tra gli altri il giagrave citato Ranulfo Higden (c

sperare una critica compiuta del libro (Beitraumlge zur Literatur und Sage desMittelalters Dresda 1850 p IX) ne smise poi a quanto sembra il pensiero

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Sia qui inoltre notato di passaggio che lHarding nella suaConfutation of the Apology of Jewel stampata in Anversa nel1565 f 166 v fa autore dei Mirabilia lo stesso Martino Polono

Pochi libri ebbero nel medio evo la celebritagrave e la diffusione deiMirabilia Ciograve si deve anzi tutto parmi al trovarsi felicementecombinata in essi lammirazione per Roma antica con ladevozione inspirata da Roma cristiana Alla descrizione dellemura delle porte dei principali monumenti si accompagna ilcatalogo dei luoghi piugrave celebri ricordati nelle Passioni dei Santila enumerazione dei cimiteri la indicazione di molte chiese

Un sentimento schietto ed ingenuo di ammirativa benevolenzaper quellantichitagrave gloriosa che aveva lasciato nei marmi e neglispiriti indestruttibile memoria di segrave prorompe da tutto il libroGiunta al fine della sua rassegna la Descriptio plenaria si chiudecon le seguenti parole laquoHaec et alia multa templa et palatiaimperatorum consulum senatorum praefectorumque temporepaganorum in hac Romana urbe fuere sicut in priscis annalibuslegimus et oculis nostris vidimus et ab antiquis audivimusQuantae etiam essent pulchritudinis auri et argenti aeris et eborispretiosorumque lapidum scriptis ad posterum memoriam quantomelius potuimus reducere curavimusraquo

Le leggende inserite qua e lagrave alcune delle quali strettamente silegano alla storia dei primi secoli della Chiesa accrescevanoattrattive al libro che noi troviamo citato o accolto per intero iniscritture di diversissima indole Benedetto Albino CencioCamerario ne usano come di documento officiale Alcuni cronistilo introducono se non in tutto in parte nelle loro storie primofra tutti il domenicano Martino Polono morto nel 1279 la cuicronaca conosciuta comunemente sotto il nome di Martinianagodette di grandissima riputazione durante il XIII XIV e XVsecolo Martino Polono attinge probabilmente dalla Graphia poimolti attingono da lui tra gli altri il giagrave citato Ranulfo Higden (c

sperare una critica compiuta del libro (Beitraumlge zur Literatur und Sage desMittelalters Dresda 1850 p IX) ne smise poi a quanto sembra il pensiero

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1299-1363) e il Signorili nel libro intitolato De juribus etexcellentiis urbis Romae scritto per ordine di papa Martino V(1417-31)130 lautore di una cronaca latina contenuta in un codicedella Casanatense segnato A II 20 e probabilmente anche ilRamponi nella Historia di cose memorabili della cittagrave diBologna istoria che va sino allanno 1432 Accolgono inoltre piugraveo meno distesamente il testo dei Mirabilia Giacomo da Acqui (c1330) nella sua Cronaca131 lautore dellEulogium132 il qualecertamente attinse da Ranulfo Higden Giovanni Mansel nellaFleur des histoires133 Giovanni dOutremeuse nel Mireur deshistors134 Giovanni dOutremeuse descrive le meraviglie di Romasecondo le cronache dEstodien e con alcune particolaritagrave chealtrove si cercherebbero invano Questo Estodien non egraveevidentemente altri che lHescodius citato dalla Graphia daMartino Potano e da altri parecchi135 Le particolaritagrave che nelracconto si trovano farebbero quasi credere che GiovannidOutremeuse avesse veramente sottocchi una recensione deiMirabilia diversa dalle conosciute sin qui ma egrave piugrave probabilechegli abbia attinto da Martino e che le particolaritagrave le abbiaaggiunte di suo Fazio degli Uberti trae dalla Graphia ma forseanche in parte dal racconto di Martino ciograve che di Roma fa direalla stessa Roma nel c 31 l II del Dittamondo Finalmente unristretto dei Mirabilia si trova anche negli Otia imperialia diGervasio di Tilbury136

La celebritagrave dei Mirabilia si mantenne lungamente anche dopoche il Rinascimento facendo meglio conoscere lantichitagrave specie

130 DE ROSSI Le prime raccolte dantiche iscrizioni Roma 1852 p 7-8131 Monumenta historiae patriae Scriptores tom III col 1021-6132 Ed di F Scott Haydon Londra 1858-63 (Rer brit m ae script) vol I p410-4133 L I c 125134 T I p 58-85135 Si trova anche scritto Estodius ed Escodero Notisi a tale proposito cheEsodero Esidero in luogo di Isidoro (di Siviglia) si trova spesso nei codici136 Decis II c 9

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1299-1363) e il Signorili nel libro intitolato De juribus etexcellentiis urbis Romae scritto per ordine di papa Martino V(1417-31)130 lautore di una cronaca latina contenuta in un codicedella Casanatense segnato A II 20 e probabilmente anche ilRamponi nella Historia di cose memorabili della cittagrave diBologna istoria che va sino allanno 1432 Accolgono inoltre piugraveo meno distesamente il testo dei Mirabilia Giacomo da Acqui (c1330) nella sua Cronaca131 lautore dellEulogium132 il qualecertamente attinse da Ranulfo Higden Giovanni Mansel nellaFleur des histoires133 Giovanni dOutremeuse nel Mireur deshistors134 Giovanni dOutremeuse descrive le meraviglie di Romasecondo le cronache dEstodien e con alcune particolaritagrave chealtrove si cercherebbero invano Questo Estodien non egraveevidentemente altri che lHescodius citato dalla Graphia daMartino Potano e da altri parecchi135 Le particolaritagrave che nelracconto si trovano farebbero quasi credere che GiovannidOutremeuse avesse veramente sottocchi una recensione deiMirabilia diversa dalle conosciute sin qui ma egrave piugrave probabilechegli abbia attinto da Martino e che le particolaritagrave le abbiaaggiunte di suo Fazio degli Uberti trae dalla Graphia ma forseanche in parte dal racconto di Martino ciograve che di Roma fa direalla stessa Roma nel c 31 l II del Dittamondo Finalmente unristretto dei Mirabilia si trova anche negli Otia imperialia diGervasio di Tilbury136

La celebritagrave dei Mirabilia si mantenne lungamente anche dopoche il Rinascimento facendo meglio conoscere lantichitagrave specie

130 DE ROSSI Le prime raccolte dantiche iscrizioni Roma 1852 p 7-8131 Monumenta historiae patriae Scriptores tom III col 1021-6132 Ed di F Scott Haydon Londra 1858-63 (Rer brit m ae script) vol I p410-4133 L I c 125134 T I p 58-85135 Si trova anche scritto Estodius ed Escodero Notisi a tale proposito cheEsodero Esidero in luogo di Isidoro (di Siviglia) si trova spesso nei codici136 Decis II c 9

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la romana ebbe dato lo sfratto alle favole immaginate dal medioevo Essi compajono ancora in molti manoscritti del XV secolotrovata la stampa se ne fecero numerose impressioni Anche altrecittagrave in Italia ebbero descrizioni per piugrave rispetti somiglianti aquella che di Roma si ha nei Mirabilia ma nessuna potevasperare la celebritagrave toccata a questi Galvagno Fiamma cita a piugraveriprese una Descriptio urbis Mediolanensis dalla quale toglie ciograveche dice delle fabbriche piugrave insigni di Milano Intorno al 1320 unanonimo compose un Commentarius de laudibus Papiae137 MaMilano e Pavia non erano Roma Descrizioni delle loro bellezze esingolaritagrave potevano importare ai Milanesi e ai Pavesi non a tuttigli abitatori dellorbe cattolico I Mirabilia sono unaltra prova delprimato di Roma

Per discorrere in modo adeguato delle diversitagrave piugrave o menorilevanti che il testo dei Mirabilia presenta negli innumerevolimanoscritti e delle variazioni cui esso andograve soggetto in processodi tempo si richiederebbe unapposita e lunga dissertazione Quiqualche breve cenno potragrave bastare Sebbene i testi conosciutipossano come segrave detto di sopra ridursi a due recensioniprincipali pure le differenze loro nei particolari sono qualchevolta assai numerose Giagrave il testo piugrave antico pervenuto sino a noiegrave un testo corrotto138 Passando di trascrizione in trascrizione laredazione primitiva si altera sempre piugrave e si accresce di varieaccessioni che non sempre hanno stretta attinenza con il restoUna descrizione delle province dItalia tolta da Paolo Diaconogli si annetteragrave in fine od in principio139 lo si interpoleragrave con una137 MURAT Script t XI p 1 segg Anche Atene ebbe i suoi Mirabilia mameno antichi e meno famosi dassai Vedi GREGOROVIUS Mirabilien der StadtAthen Sitzungsber d philos-philol u ist Cl d k k Akad d Wissensch zuMuumlnchen 1881 p 348 segg138 Pubblicato dal NIBBY nelle Effemeridi letterarie di Roma t I 1820 di su uncodice del XIII secolo appartenente alla Biblioteca Colonna139 In fine nel Liber censuum di Cencio Camerario in principio in un testo dellaMarciana cod lat cl XIV CCLIX Nel l II della Historia LangobardorumPaolo Diacono dagrave lelenco delle province dItalia in numero di diciotto ma eglistesso lo trae da altri V una nota di G Waitz inserita a p 188 del volume degli

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la romana ebbe dato lo sfratto alle favole immaginate dal medioevo Essi compajono ancora in molti manoscritti del XV secolotrovata la stampa se ne fecero numerose impressioni Anche altrecittagrave in Italia ebbero descrizioni per piugrave rispetti somiglianti aquella che di Roma si ha nei Mirabilia ma nessuna potevasperare la celebritagrave toccata a questi Galvagno Fiamma cita a piugraveriprese una Descriptio urbis Mediolanensis dalla quale toglie ciograveche dice delle fabbriche piugrave insigni di Milano Intorno al 1320 unanonimo compose un Commentarius de laudibus Papiae137 MaMilano e Pavia non erano Roma Descrizioni delle loro bellezze esingolaritagrave potevano importare ai Milanesi e ai Pavesi non a tuttigli abitatori dellorbe cattolico I Mirabilia sono unaltra prova delprimato di Roma

Per discorrere in modo adeguato delle diversitagrave piugrave o menorilevanti che il testo dei Mirabilia presenta negli innumerevolimanoscritti e delle variazioni cui esso andograve soggetto in processodi tempo si richiederebbe unapposita e lunga dissertazione Quiqualche breve cenno potragrave bastare Sebbene i testi conosciutipossano come segrave detto di sopra ridursi a due recensioniprincipali pure le differenze loro nei particolari sono qualchevolta assai numerose Giagrave il testo piugrave antico pervenuto sino a noiegrave un testo corrotto138 Passando di trascrizione in trascrizione laredazione primitiva si altera sempre piugrave e si accresce di varieaccessioni che non sempre hanno stretta attinenza con il restoUna descrizione delle province dItalia tolta da Paolo Diaconogli si annetteragrave in fine od in principio139 lo si interpoleragrave con una137 MURAT Script t XI p 1 segg Anche Atene ebbe i suoi Mirabilia mameno antichi e meno famosi dassai Vedi GREGOROVIUS Mirabilien der StadtAthen Sitzungsber d philos-philol u ist Cl d k k Akad d Wissensch zuMuumlnchen 1881 p 348 segg138 Pubblicato dal NIBBY nelle Effemeridi letterarie di Roma t I 1820 di su uncodice del XIII secolo appartenente alla Biblioteca Colonna139 In fine nel Liber censuum di Cencio Camerario in principio in un testo dellaMarciana cod lat cl XIV CCLIX Nel l II della Historia LangobardorumPaolo Diacono dagrave lelenco delle province dItalia in numero di diciotto ma eglistesso lo trae da altri V una nota di G Waitz inserita a p 188 del volume degli

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storia della cattivitagrave di Babilonia e con una interpretazione delsogno di Nabuccodonosor140 lo si correderagrave di considerazionifilosofiche e morali lo si arricchiragrave dinteri capitoli141 A poco apoco le alterazioni prenderanno un doppio indirizzo bendeterminato e si faranno in qualche modo sistematicheprovocate per una parte dal sentimento religioso e per unaltradalla nuova e crescente coltura dellumanesimo I Mirabilia nellaprima lor forma non soddisfacevano se non assai imperfettamenteai bisogni dei pellegrini che si recavano a Roma con lo scopoprecipuo di visitare i santuarii e di purgarsi dei loro peccati Edecco introdursi in essi e prendervi luogo sempre maggiore la

Scriptores rerum langobardorum (Monumenta Germaniae) 1878140 Nel Liber politicus di Benedetto canonico in un testo dellAngelica inRoma cod Q I 14 in uno della Biblioteca di Corte in Vienna cod 609141 V nella giagrave citata pubblicazione del Parthey i capitoli aggiunti p 47-62Nel giagrave citato cod Marciano lat cl XIV CCLIX (XIV sec) si contiene dal f53r al 66v un testo ampliato dei Mirabilia Dopo una specie dintroduzioneabbastanza lunga dove si descrivono le diciotto province dItalia o si dagraveragione de varii nomi di questa vengono i seguenti capitoli (i titoli in corsivosono da me suppliti) Muri - Portae - Arcus triumphales - Montes - Thermae- Palatia - Theatra - Loca quae inveniuntur in passionibus sanctorum -Pontes - Cimiteria - De visione Octaviani - Caballi marmorei - Varia deprimicerio secundicerio nomenculatore defensore arcario bibliothecarioprotoscriniario referendario - De columna Antonini Colosseo columnaTrajana - Caballus Constantini - Quare inventa est solemnitas omniumsanctorum (Pantheon) - De nece Jordani et Philippi imperatorum et qualiterDecius adeptus est imperium et quare idem Decius sanctos Abdon et SenenSixtum et Laurentium interfecit - Quare imperator dicatur Augustus et quaredicatur sanctus Petrus ad Vincla - De palatio Neroniano ubi nunc est basilicasancti Petri et de agulia - De paradiso sancti Petri - De meta sancti Petri - Ubiterra manavit oleum - De tribus altaribus qui sunt in ecclesia sancti Laurentiiin Palatio - De festivitatibus in quibus papa coronari debet - De stationibusnocturnalibus - De stationibus diurnis - De constitutionibus pontificumromanorum - In fine sono i due versi

v aExpetit uotis reficit reguit apricus - ccedilInteger r depto t pulso utice rapto

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storia della cattivitagrave di Babilonia e con una interpretazione delsogno di Nabuccodonosor140 lo si correderagrave di considerazionifilosofiche e morali lo si arricchiragrave dinteri capitoli141 A poco apoco le alterazioni prenderanno un doppio indirizzo bendeterminato e si faranno in qualche modo sistematicheprovocate per una parte dal sentimento religioso e per unaltradalla nuova e crescente coltura dellumanesimo I Mirabilia nellaprima lor forma non soddisfacevano se non assai imperfettamenteai bisogni dei pellegrini che si recavano a Roma con lo scopoprecipuo di visitare i santuarii e di purgarsi dei loro peccati Edecco introdursi in essi e prendervi luogo sempre maggiore la

Scriptores rerum langobardorum (Monumenta Germaniae) 1878140 Nel Liber politicus di Benedetto canonico in un testo dellAngelica inRoma cod Q I 14 in uno della Biblioteca di Corte in Vienna cod 609141 V nella giagrave citata pubblicazione del Parthey i capitoli aggiunti p 47-62Nel giagrave citato cod Marciano lat cl XIV CCLIX (XIV sec) si contiene dal f53r al 66v un testo ampliato dei Mirabilia Dopo una specie dintroduzioneabbastanza lunga dove si descrivono le diciotto province dItalia o si dagraveragione de varii nomi di questa vengono i seguenti capitoli (i titoli in corsivosono da me suppliti) Muri - Portae - Arcus triumphales - Montes - Thermae- Palatia - Theatra - Loca quae inveniuntur in passionibus sanctorum -Pontes - Cimiteria - De visione Octaviani - Caballi marmorei - Varia deprimicerio secundicerio nomenculatore defensore arcario bibliothecarioprotoscriniario referendario - De columna Antonini Colosseo columnaTrajana - Caballus Constantini - Quare inventa est solemnitas omniumsanctorum (Pantheon) - De nece Jordani et Philippi imperatorum et qualiterDecius adeptus est imperium et quare idem Decius sanctos Abdon et SenenSixtum et Laurentium interfecit - Quare imperator dicatur Augustus et quaredicatur sanctus Petrus ad Vincla - De palatio Neroniano ubi nunc est basilicasancti Petri et de agulia - De paradiso sancti Petri - De meta sancti Petri - Ubiterra manavit oleum - De tribus altaribus qui sunt in ecclesia sancti Laurentiiin Palatio - De festivitatibus in quibus papa coronari debet - De stationibusnocturnalibus - De stationibus diurnis - De constitutionibus pontificumromanorum - In fine sono i due versi

v aExpetit uotis reficit reguit apricus - ccedilInteger r depto t pulso utice rapto

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indicazione delle stazioni e delle indulgenze e la descrizionedelle reliquie piugrave cospicue142 Ciograve accadeva piugrave particolarmentenelle traduzioni143 Cosigrave venivan fuori mano mano certi nuoviMirabilia che con gli antichi nulla piugrave avevano di comune144 Main pari tempo la coltura del rinascimento si diffonde e prevale giagravenasce unarcheologia scientifica giagrave si mostrano i primi

142 Veggasi per un esempio lopuscolo intitolato Le Cose | Meravigliose |dellalma citta | di Roma | Dove si tratta delle Chiese Stationi et Reliquie |de Corpi Santi che vi sono | Con la Guida Romana che insegna facilmentea forastieri di | ritrovare le piugrave nobili cose di Roma e i Nomi de | SommiPontefici Imperatori et altri Principi | Christiani adornati di bellissimefigure | Con le Poste dItalia | Di nuovo corretto et ampliato con le cosenotabili fatte da Papa Sisto V Per Flaminio Primo da Colle | In Roma Conlicenza de Superiori Per Nicolograve Mutii 1596 | Ad istanza di CamilloFranceschini Confrontisi con Le cose maravigliose di Roma per GiacomoMascardi Roma 1619 Sulle stazioni si ha un vecchio poemetto inglesepubblicato da F J Furnivall Early English Text Society Londra 1867 Non visi trova piugrave nulla che ricordi le descrizioni dei Mirabilia143 Traduzioni dei Mirabilia si ebbero come era naturale in tutte le lingue emolte se ne trovano manoscritte per le biblioteche In italiano essi dovetteroessere tradotti assai presto Un codice Gaddiano della Laurenziana segnatoCXLVIIIe scritto nel secolo XIII contiene una versione in dialetto napoletanonella quale lordine delle materie egrave alquanto diverso dal consueto Eccone iltitolo e le rubriche dei capitoli Queste sono le miracole de Roma - Delopalazo de Nerone - Dela Dulia - Delo cantaro de sancto Pietro - Deloterebinto de Nero - Delo castiello Adriano - Delo Agoste (Augusteo) - DeCapitolio - De sancta Balbina - Delo ioco de Circo - Dele cose ke foro inCirco - De templis - Quanno resorse lolio - Dele Cartalarie - Dele agulie -Dele mercatora - Dele basilike - Dele vie de Roma - Deli cavalli - Decolopna antonina - De colopna adriana - De Coliseo - De sancta MariaRotunda - Quanno fo facta ecclesia sancta Maria Rotunda - Delo CaballoConstantino - Quanno vide la visione Octabiano in celo - Deli caballimarmorei - Deli monti de Roma - Deli campi de Roma - Dele arcoratriomphale de Roma - Deli termini (terme) de Roma - Dele palaza de Roma -De theatris de Roma - Dele mura de Roma - Dele porte de Roma - Dele porteprincipale de Roma - Dele cimiteria de Roma - De primicerio - Desecundicerio - De numenculatore - De primo defensore - De archario144 Cf GRAESSE Lehrbuch einer allgemeinen Literaumlrgeschichte t II parte 2a p

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indicazione delle stazioni e delle indulgenze e la descrizionedelle reliquie piugrave cospicue142 Ciograve accadeva piugrave particolarmentenelle traduzioni143 Cosigrave venivan fuori mano mano certi nuoviMirabilia che con gli antichi nulla piugrave avevano di comune144 Main pari tempo la coltura del rinascimento si diffonde e prevale giagravenasce unarcheologia scientifica giagrave si mostrano i primi

142 Veggasi per un esempio lopuscolo intitolato Le Cose | Meravigliose |dellalma citta | di Roma | Dove si tratta delle Chiese Stationi et Reliquie |de Corpi Santi che vi sono | Con la Guida Romana che insegna facilmentea forastieri di | ritrovare le piugrave nobili cose di Roma e i Nomi de | SommiPontefici Imperatori et altri Principi | Christiani adornati di bellissimefigure | Con le Poste dItalia | Di nuovo corretto et ampliato con le cosenotabili fatte da Papa Sisto V Per Flaminio Primo da Colle | In Roma Conlicenza de Superiori Per Nicolograve Mutii 1596 | Ad istanza di CamilloFranceschini Confrontisi con Le cose maravigliose di Roma per GiacomoMascardi Roma 1619 Sulle stazioni si ha un vecchio poemetto inglesepubblicato da F J Furnivall Early English Text Society Londra 1867 Non visi trova piugrave nulla che ricordi le descrizioni dei Mirabilia143 Traduzioni dei Mirabilia si ebbero come era naturale in tutte le lingue emolte se ne trovano manoscritte per le biblioteche In italiano essi dovetteroessere tradotti assai presto Un codice Gaddiano della Laurenziana segnatoCXLVIIIe scritto nel secolo XIII contiene una versione in dialetto napoletanonella quale lordine delle materie egrave alquanto diverso dal consueto Eccone iltitolo e le rubriche dei capitoli Queste sono le miracole de Roma - Delopalazo de Nerone - Dela Dulia - Delo cantaro de sancto Pietro - Deloterebinto de Nero - Delo castiello Adriano - Delo Agoste (Augusteo) - DeCapitolio - De sancta Balbina - Delo ioco de Circo - Dele cose ke foro inCirco - De templis - Quanno resorse lolio - Dele Cartalarie - Dele agulie -Dele mercatora - Dele basilike - Dele vie de Roma - Deli cavalli - Decolopna antonina - De colopna adriana - De Coliseo - De sancta MariaRotunda - Quanno fo facta ecclesia sancta Maria Rotunda - Delo CaballoConstantino - Quanno vide la visione Octabiano in celo - Deli caballimarmorei - Deli monti de Roma - Deli campi de Roma - Dele arcoratriomphale de Roma - Deli termini (terme) de Roma - Dele palaza de Roma -De theatris de Roma - Dele mura de Roma - Dele porte de Roma - Dele porteprincipale de Roma - Dele cimiteria de Roma - De primicerio - Desecundicerio - De numenculatore - De primo defensore - De archario144 Cf GRAESSE Lehrbuch einer allgemeinen Literaumlrgeschichte t II parte 2a p

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archeologi Il cosigrave detto Anonimo Magliabecchiano145 tiene unluogo di mezzo fra i Mirabilia e il Poggio o il Biondo egli deveavere scritto nei primi anni del secolo XV Le favole a poco apoco spariscono Nei Mirabilia Romae pubblicati da MarcelloSilber alias Franck in Roma nel 1513 si ripetono ancora leleggende di Trajano della Salvatio dei Cavalli marmorei delCavallo di Costantino di Augusto Seguono le indulgenze dellechiese di Roma un sommario della storia della cittagrave ladescrizione delle sette chiese e di moltaltre Vi si riportano versidevoti ed iscrizioni Ma nellOpusculum de mirabilibus novae etveteris urbis Romae edito da Francesco de Albertinis chiericofiorentino e dedicato a Giulio II (per maestro Jacopo Mazochioin Roma 1510) delle favole medievali non si trova piugrave tracciamentre abbondano le citazioni di antichi scrittori Finalmente leCollectanea di Fabricio Varano la Descriptio Romae di RaffaelloVolaterra lAntichitagrave di Roma di Andrea Pallajo piugrave nonricordano i Mirabilia che per lo schema del Regionarioconservato in parte

Qui cade in acconcio far qualche parola di un curioso librosalvo alcuni pochi frammenti tuttora inedito e assai poco noto laPolistoria cioegrave di Giovanni Cavallino de Cerroni la quale nonegrave come il titolo potrebbe far credere unopera storicapropriamente ma egrave piuttosto un trattato dantichitagrave romane einsieme una descrizione di Roma146 Dellautore non si sa altro se

784145 Pubblicato dal MERCKLIN ma scorrettamente nel Programma dellaUniversitagrave di Dorpat 1852 poi dallURLIOHS Codex pag 149-66DellAnonimo si hanno anche due versioni italiane (V JORDAN Novaequaestiones topographicae Festprogramme der Universitaumlt Koumlnigsberg1868) Il Gregorovius (Gesch d St Rom vol IV p 662) dice il librodellAnonimo una compilazione fatta sul Regionario e sui Mirabilia conlajuto di altre notizie topografiche Il Jordan (Topographie ecc vol II p398) nota che lautore si giovograve anche della raccolta discrizioni del Signorili146 Due manoscritti se ne conoscono luno conservato nella BibliotecaCapitolare di Novara (n XXIV) laltro conservato nella Guelferbitana(Gudiano n 47) tutta due membranacei del sec XIV Del primo diede notizia

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archeologi Il cosigrave detto Anonimo Magliabecchiano145 tiene unluogo di mezzo fra i Mirabilia e il Poggio o il Biondo egli deveavere scritto nei primi anni del secolo XV Le favole a poco apoco spariscono Nei Mirabilia Romae pubblicati da MarcelloSilber alias Franck in Roma nel 1513 si ripetono ancora leleggende di Trajano della Salvatio dei Cavalli marmorei delCavallo di Costantino di Augusto Seguono le indulgenze dellechiese di Roma un sommario della storia della cittagrave ladescrizione delle sette chiese e di moltaltre Vi si riportano versidevoti ed iscrizioni Ma nellOpusculum de mirabilibus novae etveteris urbis Romae edito da Francesco de Albertinis chiericofiorentino e dedicato a Giulio II (per maestro Jacopo Mazochioin Roma 1510) delle favole medievali non si trova piugrave tracciamentre abbondano le citazioni di antichi scrittori Finalmente leCollectanea di Fabricio Varano la Descriptio Romae di RaffaelloVolaterra lAntichitagrave di Roma di Andrea Pallajo piugrave nonricordano i Mirabilia che per lo schema del Regionarioconservato in parte

Qui cade in acconcio far qualche parola di un curioso librosalvo alcuni pochi frammenti tuttora inedito e assai poco noto laPolistoria cioegrave di Giovanni Cavallino de Cerroni la quale nonegrave come il titolo potrebbe far credere unopera storicapropriamente ma egrave piuttosto un trattato dantichitagrave romane einsieme una descrizione di Roma146 Dellautore non si sa altro se

784145 Pubblicato dal MERCKLIN ma scorrettamente nel Programma dellaUniversitagrave di Dorpat 1852 poi dallURLIOHS Codex pag 149-66DellAnonimo si hanno anche due versioni italiane (V JORDAN Novaequaestiones topographicae Festprogramme der Universitaumlt Koumlnigsberg1868) Il Gregorovius (Gesch d St Rom vol IV p 662) dice il librodellAnonimo una compilazione fatta sul Regionario e sui Mirabilia conlajuto di altre notizie topografiche Il Jordan (Topographie ecc vol II p398) nota che lautore si giovograve anche della raccolta discrizioni del Signorili146 Due manoscritti se ne conoscono luno conservato nella BibliotecaCapitolare di Novara (n XXIV) laltro conservato nella Guelferbitana(Gudiano n 47) tutta due membranacei del sec XIV Del primo diede notizia

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non quel pochissimo chegli stesso dice nel titolo dellopera sua147era scrittore della Sede Apostolica e canonico di Santa MariaRotonda fioriva probabilmente verso il mezzo del XIV secolo148Tutto il libro chegli dice di avere scritto a richiesta di moltiamici curiosi e solleciti della gloria di Roma lo dimostra uomo dimolta e varia benchegrave farraginosa erudizione non vi si leggepagina senza trovarvi citato qualche scrittore pagano o cristiano

lAndres nella lettera al Morelli sopra alcuni codici delle Biblioteche capitolaridi Novara e di Vercelli Parma 1802 p 29-39 riportando tutti i titoli dei libri edei capitoli Dal secondo lUrlichs trasse alcuni frammenti che pubblicograve nelCodex p 140-7 Il cod Gudiano non puograve essere come afferma lUrlichs unapografo del Novarese da lui non veduto giacchegrave troppe e di troppo rilievosono le differenze che per quanto si puograve giudicare dal confronto coi pochiframmenti pubblicati di quello passan fra i due ma il novarese egrave esso stessoun apografo scritto a richiesta di Giovanni di Capogallo che fu poi vescovo diNovara Ad ogni modo a Roma nessun codice si trova piugrave di questopera che aRoma e da un Romano fu scritta Il codice Novarese tuttochegrave di faticosalettura sembra inoltro assai piugrave corretto che il Gudiano non sia ed io traggo daesso i varii passi che mi avverragrave di riportare in seguito Ivi il testo egrave precedutodalla tavola dei libri o dei capitoli appiegrave della quale egrave una miniatura cherappresenta Roma sotto specie di una donna incoronata seduta in un trono ereggente nella mano destra lo scettro nella sinistra la palla doro Ai due latidel trono in alto sono due stemmi luno con le lettere S P Q R laltro con ungallo impresa dei Capogalli147 Il titolo pieno nel cod Novarese suona cosigrave Incipit prologus polistorieJoannis Caballini de Cerronibus de urbe apostolice sedis scriptoris acCanonici sancte Marie Rotunde de eadem urbe De virtutibus et dotibusRomanorum ipsorumque imperatoris et pape singularibus monarchiis de aliisincidentiis eorundem Il titolo messo innanzi alla tavola dei capitoli egravePolistoria Joannis Caballini de Cerronibus de urbe de dignitatibusRomanorum Dal titolo del cod Gudiano trasse il Fabricio il brevissimo cennoinserito nella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis (1a ed vIV p 170-1 2a v IV p 61 col Ia)148 Quando Giovanni di Capogallo fece trar copia della Polistoria era ancorasecondo nei codici egrave detto professore di Sacra Scrittura e abate di San Paolo inRoma il che come fu giustamente osservato dallAndres a pag 37 della citataLettera rimanda a un tempo anteriore al 1398 a cominciare dal quale annosino al 1402 che passograve alla diocesi di Novara Giovanni fu vescovo di Bellunoe di Feltra LUrlichs congettura non senza buon argomento che il libro sia

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non quel pochissimo chegli stesso dice nel titolo dellopera sua147era scrittore della Sede Apostolica e canonico di Santa MariaRotonda fioriva probabilmente verso il mezzo del XIV secolo148Tutto il libro chegli dice di avere scritto a richiesta di moltiamici curiosi e solleciti della gloria di Roma lo dimostra uomo dimolta e varia benchegrave farraginosa erudizione non vi si leggepagina senza trovarvi citato qualche scrittore pagano o cristiano

lAndres nella lettera al Morelli sopra alcuni codici delle Biblioteche capitolaridi Novara e di Vercelli Parma 1802 p 29-39 riportando tutti i titoli dei libri edei capitoli Dal secondo lUrlichs trasse alcuni frammenti che pubblicograve nelCodex p 140-7 Il cod Gudiano non puograve essere come afferma lUrlichs unapografo del Novarese da lui non veduto giacchegrave troppe e di troppo rilievosono le differenze che per quanto si puograve giudicare dal confronto coi pochiframmenti pubblicati di quello passan fra i due ma il novarese egrave esso stessoun apografo scritto a richiesta di Giovanni di Capogallo che fu poi vescovo diNovara Ad ogni modo a Roma nessun codice si trova piugrave di questopera che aRoma e da un Romano fu scritta Il codice Novarese tuttochegrave di faticosalettura sembra inoltro assai piugrave corretto che il Gudiano non sia ed io traggo daesso i varii passi che mi avverragrave di riportare in seguito Ivi il testo egrave precedutodalla tavola dei libri o dei capitoli appiegrave della quale egrave una miniatura cherappresenta Roma sotto specie di una donna incoronata seduta in un trono ereggente nella mano destra lo scettro nella sinistra la palla doro Ai due latidel trono in alto sono due stemmi luno con le lettere S P Q R laltro con ungallo impresa dei Capogalli147 Il titolo pieno nel cod Novarese suona cosigrave Incipit prologus polistorieJoannis Caballini de Cerronibus de urbe apostolice sedis scriptoris acCanonici sancte Marie Rotunde de eadem urbe De virtutibus et dotibusRomanorum ipsorumque imperatoris et pape singularibus monarchiis de aliisincidentiis eorundem Il titolo messo innanzi alla tavola dei capitoli egravePolistoria Joannis Caballini de Cerronibus de urbe de dignitatibusRomanorum Dal titolo del cod Gudiano trasse il Fabricio il brevissimo cennoinserito nella Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis (1a ed vIV p 170-1 2a v IV p 61 col Ia)148 Quando Giovanni di Capogallo fece trar copia della Polistoria era ancorasecondo nei codici egrave detto professore di Sacra Scrittura e abate di San Paolo inRoma il che come fu giustamente osservato dallAndres a pag 37 della citataLettera rimanda a un tempo anteriore al 1398 a cominciare dal quale annosino al 1402 che passograve alla diocesi di Novara Giovanni fu vescovo di Bellunoe di Feltra LUrlichs congettura non senza buon argomento che il libro sia

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Cicerone Catone Tito Livio Sallustio Lucrezio VirgilioGiovenale Vegezio Plutarco Giustino Valerio Massimo OrazioLattanzio Boezio San Gregorio Isidoro di Siviglia Hugutio ealtri A canto alle Sacre Scritture vi si cita spesso il DigestoLopera egrave divisa in dieci libri che abbracciano tutti insieme nonmeno di centoventinove capitoli149 Vi si discorre promiscuamentedi Roma pagana e di Roma cristiana Nel l si ragiona di Romainvitta eterna e beata origine delle leggi e delle armi principio disovranitagrave maestra al mondo di nobilissimi esempii clemente edumana coi nemici punitrice inesorabile dei malvagi In essa egrave laCattedra di San Pietro per cui si compiono gli alti destini meditatidalla Provvidenza si conciliano insieme lantico e il nuovodiritto Al l II porge argomento il discorso di Orazio Coclite alponte e una discussione circa le perfette qualitagrave militari Il l IIItratta della eccellenza della Cittagrave quanto ai cittadini e reggitorisuoi il che offre occasione allautore di ricordare in due capitolila legazione famosa di Pilato a Tiberio e la distruzione diGerusalemme per Vespasiano e Tito poi alcune cose sisoggiungono circa le dignitagrave e virtugrave del sacerdozio Nel l IV siparla delle virtugrave della croce della significazione delle insegneromane dei pregi e della gran nobiltagrave di Fabrizio degli Scipioni edi Giulio Cesare Il V tratta dei giuochi e delle carceri qualiusavano in Roma Nel VI chegrave fra tutti il piugrave lungo si ragiona delmodo di costruire le cittagrave in genere poi dei tredici fondatori diRoma a principiare da Noegrave poi delle diciannove porte Il VII egravetutto speso nella descrizione dei sette monti LVIII tratta delletredici regioni in cui Roma era divisa Nel IX si dice dei dodicipopoli da cui primamente fu Roma abitata e perchegrave sieno trediciregioni e come sorse e fu denominata Cittagrave Leonina Il Xfinalmente tratta della condizione del suolo ove Roma fuedificata dei pregi dItalia e dei cittadini Romani e Italici della

stato scritto fra il 1345 e il 1347 (Codex p 139)149 La distribuzione dei capitoli egrave molto disuguale cosigrave il III non ne contieneche tre mentre il VI ne conta quarantuno

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Cicerone Catone Tito Livio Sallustio Lucrezio VirgilioGiovenale Vegezio Plutarco Giustino Valerio Massimo OrazioLattanzio Boezio San Gregorio Isidoro di Siviglia Hugutio ealtri A canto alle Sacre Scritture vi si cita spesso il DigestoLopera egrave divisa in dieci libri che abbracciano tutti insieme nonmeno di centoventinove capitoli149 Vi si discorre promiscuamentedi Roma pagana e di Roma cristiana Nel l si ragiona di Romainvitta eterna e beata origine delle leggi e delle armi principio disovranitagrave maestra al mondo di nobilissimi esempii clemente edumana coi nemici punitrice inesorabile dei malvagi In essa egrave laCattedra di San Pietro per cui si compiono gli alti destini meditatidalla Provvidenza si conciliano insieme lantico e il nuovodiritto Al l II porge argomento il discorso di Orazio Coclite alponte e una discussione circa le perfette qualitagrave militari Il l IIItratta della eccellenza della Cittagrave quanto ai cittadini e reggitorisuoi il che offre occasione allautore di ricordare in due capitolila legazione famosa di Pilato a Tiberio e la distruzione diGerusalemme per Vespasiano e Tito poi alcune cose sisoggiungono circa le dignitagrave e virtugrave del sacerdozio Nel l IV siparla delle virtugrave della croce della significazione delle insegneromane dei pregi e della gran nobiltagrave di Fabrizio degli Scipioni edi Giulio Cesare Il V tratta dei giuochi e delle carceri qualiusavano in Roma Nel VI chegrave fra tutti il piugrave lungo si ragiona delmodo di costruire le cittagrave in genere poi dei tredici fondatori diRoma a principiare da Noegrave poi delle diciannove porte Il VII egravetutto speso nella descrizione dei sette monti LVIII tratta delletredici regioni in cui Roma era divisa Nel IX si dice dei dodicipopoli da cui primamente fu Roma abitata e perchegrave sieno trediciregioni e come sorse e fu denominata Cittagrave Leonina Il Xfinalmente tratta della condizione del suolo ove Roma fuedificata dei pregi dItalia e dei cittadini Romani e Italici della

stato scritto fra il 1345 e il 1347 (Codex p 139)149 La distribuzione dei capitoli egrave molto disuguale cosigrave il III non ne contieneche tre mentre il VI ne conta quarantuno

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istituzione dellimpero delle virtugrave che debbono esserenellimperatore delle relazioni vicendevoli della Chiesa edellimpero Alcuna volta non torna facile cosigrave alla primascorgere il nesso de varii argomenti trattati in uno stesso capitolopur tuttavia questo nesso non manca secondo le opinioni e lecredenze dei tempi Cosigrave nel l IV si discorre come abbiamoveduto delle virtugrave della croce e delle insegne romane e adiscorrerne congiuntamente lautore egrave tratto senza sforzo dallavittoria che Costantino recando appunto per nuova insegna lacroce riportograve sopra Massenzio

Pei tre libri VI VII e VIII dove si ragiona della fondazione diRoma delle porte dei monti delle regioni il trattato di GiovanniCavallino viene ad avere piugrave stretta relazione colla Graphia e coiMirabilialtgt Egli certamente conobbe e luna e gli altri edanzi quanto alla Graphia espressamente lo dichiara dicendo nelc 20 del l VI laquoGraphia aureae urbis Romae stante in ecclesiasancte Marie nove de urbe quam vidi et iugiter legiraquo DeiMirabilia non fa cenno ed egrave omissione notabile ma ben piugravestrano deve parere certamente che delle leggende e delledescrizioni fantastiche contenute in quelle due cognitissime edivulgatissime scritture egli se si faccia eccezione di due o trenon abbia voluto giovarsi Non giagrave che il suo libro vada esente dafantasticherie chegrave pei tempi sarebbe stato un pretendere troppoma quelle che vi si trovano hanno tale unaria che a primo aspettosi riconoscono nate da erudita saccenteria anzichegrave di schietto epopolaresco immaginare Giovanni Cavallino patisce il malecomune degli eruditi della etagrave sua la mania etimologicalossessione dellallegoria e del simbolo Parlando delle porte edei monti egli ricorda i varii nomi di ciascuno e cerca di darneragione il meglio che puograve e quando non lajutano la storia o ilsapere sajuta con la fantasia Di queste curiose fanfaluchevedremo qualche esempio piugrave sotto ma darne un saggio anchequi non saragrave fuor di luogo La porta Septinea (Septimiana) prendeil nome dalla plaga di settentrione alla quale egrave rivolta oppure lo

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istituzione dellimpero delle virtugrave che debbono esserenellimperatore delle relazioni vicendevoli della Chiesa edellimpero Alcuna volta non torna facile cosigrave alla primascorgere il nesso de varii argomenti trattati in uno stesso capitolopur tuttavia questo nesso non manca secondo le opinioni e lecredenze dei tempi Cosigrave nel l IV si discorre come abbiamoveduto delle virtugrave della croce e delle insegne romane e adiscorrerne congiuntamente lautore egrave tratto senza sforzo dallavittoria che Costantino recando appunto per nuova insegna lacroce riportograve sopra Massenzio

Pei tre libri VI VII e VIII dove si ragiona della fondazione diRoma delle porte dei monti delle regioni il trattato di GiovanniCavallino viene ad avere piugrave stretta relazione colla Graphia e coiMirabilialtgt Egli certamente conobbe e luna e gli altri edanzi quanto alla Graphia espressamente lo dichiara dicendo nelc 20 del l VI laquoGraphia aureae urbis Romae stante in ecclesiasancte Marie nove de urbe quam vidi et iugiter legiraquo DeiMirabilia non fa cenno ed egrave omissione notabile ma ben piugravestrano deve parere certamente che delle leggende e delledescrizioni fantastiche contenute in quelle due cognitissime edivulgatissime scritture egli se si faccia eccezione di due o trenon abbia voluto giovarsi Non giagrave che il suo libro vada esente dafantasticherie chegrave pei tempi sarebbe stato un pretendere troppoma quelle che vi si trovano hanno tale unaria che a primo aspettosi riconoscono nate da erudita saccenteria anzichegrave di schietto epopolaresco immaginare Giovanni Cavallino patisce il malecomune degli eruditi della etagrave sua la mania etimologicalossessione dellallegoria e del simbolo Parlando delle porte edei monti egli ricorda i varii nomi di ciascuno e cerca di darneragione il meglio che puograve e quando non lajutano la storia o ilsapere sajuta con la fantasia Di queste curiose fanfaluchevedremo qualche esempio piugrave sotto ma darne un saggio anchequi non saragrave fuor di luogo La porta Septinea (Septimiana) prendeil nome dalla plaga di settentrione alla quale egrave rivolta oppure lo

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deriva da sub e da Jano trovandosi dessere sotto il Gianicolo Ilmonte Palanteo (Palatino) si denomina da Pallante dea delsapere Il colle Capitolino egrave cosigrave chiamato perchegrave capo di tutta lacittagrave o piuttosto perchegrave vi si raccoglievano i senatori come i fratial capitolo Il Celio ebbe nome dallaltezza a celsitudineParlando delle regioni dice quale fosse limpresa del popolo diciascuna e sindustria di spiegare le figure e i colori chemostravano Del resto narrando descrivendo apostrofando egliegrave sempre occupato dal pensiero di far concordare in appoggio diquanto dice gli scrittori e le prove

Lopera di Giovanni Cavallino scritta in sullultimo scorcio delmedio evo puograve considerarsi come il primo trattato di antichitagraveromane che siaci rimasto Essa egrave senza dubbio una congeriedisordinata e deforme di fatti non ancora dominati dallo spiritocritico ma giagrave vi si puograve scorgere dentro qualche bagliore delvicino Rinascimento e ciograve che ancora non viene a legare ilpensiero lega laffetto di cui palpita ogni parola laffetto vivo ereverente per Roma invitta eterna e beata Quando vien menolammirazione ingenua e fantasiosa dei Mirabilia unaltra giagrave necomincia che prende e serba il suo luogo

Dopo ciograve entriamo nel vasto e popolato regno delle leggende

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deriva da sub e da Jano trovandosi dessere sotto il Gianicolo Ilmonte Palanteo (Palatino) si denomina da Pallante dea delsapere Il colle Capitolino egrave cosigrave chiamato perchegrave capo di tutta lacittagrave o piuttosto perchegrave vi si raccoglievano i senatori come i fratial capitolo Il Celio ebbe nome dallaltezza a celsitudineParlando delle regioni dice quale fosse limpresa del popolo diciascuna e sindustria di spiegare le figure e i colori chemostravano Del resto narrando descrivendo apostrofando egliegrave sempre occupato dal pensiero di far concordare in appoggio diquanto dice gli scrittori e le prove

Lopera di Giovanni Cavallino scritta in sullultimo scorcio delmedio evo puograve considerarsi come il primo trattato di antichitagraveromane che siaci rimasto Essa egrave senza dubbio una congeriedisordinata e deforme di fatti non ancora dominati dallo spiritocritico ma giagrave vi si puograve scorgere dentro qualche bagliore delvicino Rinascimento e ciograve che ancora non viene a legare ilpensiero lega laffetto di cui palpita ogni parola laffetto vivo ereverente per Roma invitta eterna e beata Quando vien menolammirazione ingenua e fantasiosa dei Mirabilia unaltra giagrave necomincia che prende e serba il suo luogo

Dopo ciograve entriamo nel vasto e popolato regno delle leggende

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CAPITOLO III

La fondazione di Roma

Tra le storie dellantichitagrave le quali il medio evo ricorda eripete una delle piugrave celebri egrave la storia di Enea Il giullare lasapeva a mente e la recitava alloccasione150 Enea era laRomanae stirpis origo e lEneide il poema delle origini di Romae del romano impero Benedetto di Sainte-More e Heinrich vonWeldeke rifacevano lEneide di Virgilio Ma la leggenda inclinatasempre ad allontanare nel passato i principii delle cose non siferma ad Enea e singegna di trovare prima di lui altri piugrave remotifondatori

Porcio Catone Varrone Fabio Pittore Dionigi di AlicarnassoSolino altri parecchi ci conservarono le numerose leggende cheintorno alle origini della cittagrave certo sino da tempi antichissimi sivennero formando nella fantasia popolare151 Queste leggende dicui non debbo qui discorrere di proposito passarono nel medioevo raccoglitore curioso e sollecito delle piugrave disparate finzioni e

150 Roman de Flamenca (pubblicato da Paolo Meyer Parigi 1865) V 619-24

Lautre comtava dEneasE de Dido consi remasPer lui dolenta e mesquinaLautre comtava de LavinaCon fes lo bren el cairel traireA la gaita de lanzor caire

Cf ALEXANDRE PEgraveY Essai sur li romans dEneas Parigi 1856 JOLY BENOIcircT DE

SAINTE-MORE ET LE ROMAN DE TROYE PARIGI 1870-1 VOL II P 318-56 COMPARETTIVirgilio nel medio evo v II p 8 segg151 Cf NIEBUHR Roumlmische Geschichte Berlino 1853 vol I p 118-24 Circa ilcarattere mitico di alcune di esse v J L W SCHWARTZ Der Ursprung derStamm - und Gruumlndungs - Sage Roms unter dem Reflex indogermanischerMythen Jena 1878

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CAPITOLO III

La fondazione di Roma

Tra le storie dellantichitagrave le quali il medio evo ricorda eripete una delle piugrave celebri egrave la storia di Enea Il giullare lasapeva a mente e la recitava alloccasione150 Enea era laRomanae stirpis origo e lEneide il poema delle origini di Romae del romano impero Benedetto di Sainte-More e Heinrich vonWeldeke rifacevano lEneide di Virgilio Ma la leggenda inclinatasempre ad allontanare nel passato i principii delle cose non siferma ad Enea e singegna di trovare prima di lui altri piugrave remotifondatori

Porcio Catone Varrone Fabio Pittore Dionigi di AlicarnassoSolino altri parecchi ci conservarono le numerose leggende cheintorno alle origini della cittagrave certo sino da tempi antichissimi sivennero formando nella fantasia popolare151 Queste leggende dicui non debbo qui discorrere di proposito passarono nel medioevo raccoglitore curioso e sollecito delle piugrave disparate finzioni e

150 Roman de Flamenca (pubblicato da Paolo Meyer Parigi 1865) V 619-24

Lautre comtava dEneasE de Dido consi remasPer lui dolenta e mesquinaLautre comtava de LavinaCon fes lo bren el cairel traireA la gaita de lanzor caire

Cf ALEXANDRE PEgraveY Essai sur li romans dEneas Parigi 1856 JOLY BENOIcircT DE

SAINTE-MORE ET LE ROMAN DE TROYE PARIGI 1870-1 VOL II P 318-56 COMPARETTIVirgilio nel medio evo v II p 8 segg151 Cf NIEBUHR Roumlmische Geschichte Berlino 1853 vol I p 118-24 Circa ilcarattere mitico di alcune di esse v J L W SCHWARTZ Der Ursprung derStamm - und Gruumlndungs - Sage Roms unter dem Reflex indogermanischerMythen Jena 1878

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ben presto ebbero a trovarsi in nuova compagnia Sono senzanumero le cronache e gli altri libri dogni maniera in cui siricordano i primi che vennero in Italia a fondare cittagrave e regni sulluogo stesso dove sorse poi Roma Saturno Giano Italo RomaErcole Tiberi ecc

Giagrave qualcuno degli antichi non potendo raccapezzarsi fra leinnumerevoli e contradditorie tradizioni confessograve delle origini diRoma nulla potersi sapere con sicurezza Isidoro di Siviglia (c570-636) cosigrave ragiona in un luogo delle Etimologie152 laquoDeauctoribus conditarum urbium plerumque dissensio invenituradeo ut ne urbis quidem Romae origo possit diligenter cognosciNam Sallustius dicit Urbem Romam sicuti ego accepicondidere atque habuere initio Troiani et cum iis aborigenesAlii dicunt ab Evandro secundum quod Virgilius Tunc rexEvandrus romanae conditor arcis Alii a Romulo ut En huiusnate auspiciis illa inclyta Roma Si igitur tantae civitatis certaratio non apparet non mirum si in aliarum opinione dubitaturraquoCirca l800 Giorgio Sincello riferite alcune delle tradizioni piugravedivulgate circa lorigine di Roma dice non trovarsi due soliscrittori che vadano fra loro daccordo153 Ma la leggenda ha perofficio appunto di sapere ciograve che la storia certa non sa

La leggenda egrave singolarmente logica ne suoi procedimentiStabilito che le sorti di Roma erano intimamente collegate con lesorti del cristianesimo e riconosciuto che la fondazione della cittagraveera stata sin dai primordii della storia delluman generecontemplata dalla Provvidenza ragion voleva che la leggenda siprolungasse innanzi e indietro nel futuro e nel passato sino aquegli estremi termini a cui la storia stessa cosigrave comera figuratae limitata nel dogma le poteva concedere di pervenire Per unaparte dunque la leggenda si stende sin quasi alla catastrofe delgran dramma dellumanitagrave il Giudizio Universale lAnticristo

152 L XV c l153 Chronographia ed di Bonna 1829 (Corpus scriptorum historiaebyzantinae) vol I p 361-7

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ben presto ebbero a trovarsi in nuova compagnia Sono senzanumero le cronache e gli altri libri dogni maniera in cui siricordano i primi che vennero in Italia a fondare cittagrave e regni sulluogo stesso dove sorse poi Roma Saturno Giano Italo RomaErcole Tiberi ecc

Giagrave qualcuno degli antichi non potendo raccapezzarsi fra leinnumerevoli e contradditorie tradizioni confessograve delle origini diRoma nulla potersi sapere con sicurezza Isidoro di Siviglia (c570-636) cosigrave ragiona in un luogo delle Etimologie152 laquoDeauctoribus conditarum urbium plerumque dissensio invenituradeo ut ne urbis quidem Romae origo possit diligenter cognosciNam Sallustius dicit Urbem Romam sicuti ego accepicondidere atque habuere initio Troiani et cum iis aborigenesAlii dicunt ab Evandro secundum quod Virgilius Tunc rexEvandrus romanae conditor arcis Alii a Romulo ut En huiusnate auspiciis illa inclyta Roma Si igitur tantae civitatis certaratio non apparet non mirum si in aliarum opinione dubitaturraquoCirca l800 Giorgio Sincello riferite alcune delle tradizioni piugravedivulgate circa lorigine di Roma dice non trovarsi due soliscrittori che vadano fra loro daccordo153 Ma la leggenda ha perofficio appunto di sapere ciograve che la storia certa non sa

La leggenda egrave singolarmente logica ne suoi procedimentiStabilito che le sorti di Roma erano intimamente collegate con lesorti del cristianesimo e riconosciuto che la fondazione della cittagraveera stata sin dai primordii della storia delluman generecontemplata dalla Provvidenza ragion voleva che la leggenda siprolungasse innanzi e indietro nel futuro e nel passato sino aquegli estremi termini a cui la storia stessa cosigrave comera figuratae limitata nel dogma le poteva concedere di pervenire Per unaparte dunque la leggenda si stende sin quasi alla catastrofe delgran dramma dellumanitagrave il Giudizio Universale lAnticristo

152 L XV c l153 Chronographia ed di Bonna 1829 (Corpus scriptorum historiaebyzantinae) vol I p 361-7

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porragrave fine al sacro romano impero Per unaltra essa rimontaindietro sino a Noegrave

Perchegrave sino a Noegrave e non sino ad Adamo La ragione egrave per sestessa evidente Il diluvio spazza dalla faccia della terra le cittagrave edi regni dopo il diluvio la storia del genere umano comincia dacapo e per certi rispetti si puograve considerare Noegrave quale il primouomo Ragionevolmente le origini di una cittagrave non si potevano farrimontare al di lagrave del diluvio Inoltre con porre primo fondatoreNoegrave il patriarca senza colpa scampato alluniversale sterminio siprocacciava alla cittagrave un titolo particolarissimo di santitagrave e digloria Da Noegrave verragrave il nuovo genere umano che saragrave redento daCristo da Noegrave devesser dato principio a quella Roma che ha dapreparare il mondo alla venuta del Redentore Si aggiunga che daNoegrave discendendo tutti i popoli il luogo dove quegli avevafermato la sua sede acquistava su tutto il mondo un legittimoimpero Un padre della Chiesa ragionando sui fatti compiuti nonavrebbe potuto trovare fra essi relazioni piugrave significative di quelleche inconsciamente trovava la fantasia popolare

Come dove quando sia nata cosigrave fatta leggenda non egrave nessunoche possa dirlo Nata che fu si divulgograve rapidamente esintrodusse in libri dindole diversissima

Il piugrave antico egrave la Graphia aureae urbis Romae Quivi si narracome il patriarca Noegrave dopochegrave la sua pervertita discendenza ebbeedificata la torre di Babele entrograve co figliuoli in una nave eapprodograve in Italia Non lunge dal luogo dove poi sorse Romacostrusse una cittagrave cui diede il suo nome ed ivi terminograve le fatichee la vita Giano suo figliuolo insieme con un altro Gianofigliuolo di Jafet e con lindigena Camese costrusse poi sulPalatino una cittagrave denominata Gianicolo laquoin monte Palatinocivitatem Janiculum construens regnum accepitraquo Circa quelmedesimo tempo venne in Italia anche Nembrot che egrave tuttunocon Saturno laquoNemroth qui et Saturnus a Jove filio eunuchizatusad jam dictum Jani regnum devenitraquo Si noti come la leggendacristiana cerca di appoggiarsi sulle tradizioni pagane Saturno

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porragrave fine al sacro romano impero Per unaltra essa rimontaindietro sino a Noegrave

Perchegrave sino a Noegrave e non sino ad Adamo La ragione egrave per sestessa evidente Il diluvio spazza dalla faccia della terra le cittagrave edi regni dopo il diluvio la storia del genere umano comincia dacapo e per certi rispetti si puograve considerare Noegrave quale il primouomo Ragionevolmente le origini di una cittagrave non si potevano farrimontare al di lagrave del diluvio Inoltre con porre primo fondatoreNoegrave il patriarca senza colpa scampato alluniversale sterminio siprocacciava alla cittagrave un titolo particolarissimo di santitagrave e digloria Da Noegrave verragrave il nuovo genere umano che saragrave redento daCristo da Noegrave devesser dato principio a quella Roma che ha dapreparare il mondo alla venuta del Redentore Si aggiunga che daNoegrave discendendo tutti i popoli il luogo dove quegli avevafermato la sua sede acquistava su tutto il mondo un legittimoimpero Un padre della Chiesa ragionando sui fatti compiuti nonavrebbe potuto trovare fra essi relazioni piugrave significative di quelleche inconsciamente trovava la fantasia popolare

Come dove quando sia nata cosigrave fatta leggenda non egrave nessunoche possa dirlo Nata che fu si divulgograve rapidamente esintrodusse in libri dindole diversissima

Il piugrave antico egrave la Graphia aureae urbis Romae Quivi si narracome il patriarca Noegrave dopochegrave la sua pervertita discendenza ebbeedificata la torre di Babele entrograve co figliuoli in una nave eapprodograve in Italia Non lunge dal luogo dove poi sorse Romacostrusse una cittagrave cui diede il suo nome ed ivi terminograve le fatichee la vita Giano suo figliuolo insieme con un altro Gianofigliuolo di Jafet e con lindigena Camese costrusse poi sulPalatino una cittagrave denominata Gianicolo laquoin monte Palatinocivitatem Janiculum construens regnum accepitraquo Circa quelmedesimo tempo venne in Italia anche Nembrot che egrave tuttunocon Saturno laquoNemroth qui et Saturnus a Jove filio eunuchizatusad jam dictum Jani regnum devenitraquo Si noti come la leggendacristiana cerca di appoggiarsi sulle tradizioni pagane Saturno

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riappare in Nembrot Giano egrave figlio di Noegrave or ora vedremo lostesso Noegrave tramutarsi in Giano Saturno fondograve sul Campidogliouna cittagrave chiamata Saturna poi venne Italo coi Siracusani venneErcole cogli Argivi venne Tibri re degli Aborigeni venneroEvandro e il re dei Coribanti e Glauco e Roma e AventinoSilvio i quali tutti fondarono sulla terra di Roma varie cittagrave Ma illuogo piugrave illustre fu sin dalle origini il Palatino laquoin quo omnespostea imperatores et cesares feliciter habitaveruntraquo

Questa storia riferisce per filo e per segno nel suo Libellus dequatuor majoribus regnis et Romanae urbis exordio MartinoPolono154 morto nel 1279 negrave si puograve dire con sicurezza segli latragga dalla Graphia o daltronde comechegrave usi nel narrarla quasile stesse parole di quella Galvagno Fiamma (c 1344) quantocircospetto e preciso nel narrare le cose de tempi suoi altrettantofacile ad accogliere ogni piugrave solenne stravaganza quando parla detempi antichi ripete nel suo Manipulus Florum il racconto dellaGraphia che chiama liber valde authenticus155 confortandolo disue molte ragioni e lo stesso fa Giovanni da Cermenate156vissuto nella prima metagrave del XIV secolo Ma i ripetitori di solitoattingono piuttosto che dalla Graphia dal Libellus di MartinoPolono Cosigrave Ranulfo Higden nel Polychronicon157 lautoredellEulogium158 lautore di una cronaca francese intitolataCompendium Romanorum159 ecc Di altri non si puograve dire seattingano dalla Graphia oppure dal Libellus benchegrave sia piuttostoda credere che da questo Cosigrave il Ramponi nella citata Historia dicose memorabili della cittagrave di Bologna160 lo Pseudo Leonardo154 Innanzi alla Cronaca nelledizione di Basilea 1559155 C IV ap MURAT Script t XI col 540-1156 Historia de situ ecc c I ap MURAT Script t IX col 1227 GiovanniCavallino nel l VI c 8-20 della Polistoria parla di tredici fondatori di Romache sono Noegrave Giano Nembroth Italo Giove Fauno Evandro ErcoleCimpro Enea Latino Aventino Romolo a cui si aggiunge Remo157 L I c 24158 V I p 409159 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 730 sec XV160 Inedita Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 18 v

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riappare in Nembrot Giano egrave figlio di Noegrave or ora vedremo lostesso Noegrave tramutarsi in Giano Saturno fondograve sul Campidogliouna cittagrave chiamata Saturna poi venne Italo coi Siracusani venneErcole cogli Argivi venne Tibri re degli Aborigeni venneroEvandro e il re dei Coribanti e Glauco e Roma e AventinoSilvio i quali tutti fondarono sulla terra di Roma varie cittagrave Ma illuogo piugrave illustre fu sin dalle origini il Palatino laquoin quo omnespostea imperatores et cesares feliciter habitaveruntraquo

Questa storia riferisce per filo e per segno nel suo Libellus dequatuor majoribus regnis et Romanae urbis exordio MartinoPolono154 morto nel 1279 negrave si puograve dire con sicurezza segli latragga dalla Graphia o daltronde comechegrave usi nel narrarla quasile stesse parole di quella Galvagno Fiamma (c 1344) quantocircospetto e preciso nel narrare le cose de tempi suoi altrettantofacile ad accogliere ogni piugrave solenne stravaganza quando parla detempi antichi ripete nel suo Manipulus Florum il racconto dellaGraphia che chiama liber valde authenticus155 confortandolo disue molte ragioni e lo stesso fa Giovanni da Cermenate156vissuto nella prima metagrave del XIV secolo Ma i ripetitori di solitoattingono piuttosto che dalla Graphia dal Libellus di MartinoPolono Cosigrave Ranulfo Higden nel Polychronicon157 lautoredellEulogium158 lautore di una cronaca francese intitolataCompendium Romanorum159 ecc Di altri non si puograve dire seattingano dalla Graphia oppure dal Libellus benchegrave sia piuttostoda credere che da questo Cosigrave il Ramponi nella citata Historia dicose memorabili della cittagrave di Bologna160 lo Pseudo Leonardo154 Innanzi alla Cronaca nelledizione di Basilea 1559155 C IV ap MURAT Script t XI col 540-1156 Historia de situ ecc c I ap MURAT Script t IX col 1227 GiovanniCavallino nel l VI c 8-20 della Polistoria parla di tredici fondatori di Romache sono Noegrave Giano Nembroth Italo Giove Fauno Evandro ErcoleCimpro Enea Latino Aventino Romolo a cui si aggiunge Remo157 L I c 24158 V I p 409159 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 730 sec XV160 Inedita Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 18 v

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Aretino in quella grossolana contraffazione della Fiorita dItaliadi Fra Guido che sintitola LAquila volante161 lautore di unsunto di storia romana a cui va aggiunta una descrizione di Romacontenuto nel cod Marciano lat cl X CCXXXI TeodoricoEngelhusio sembra attingere da una fonte diversa dalle comuniquando dice nel Chronicon laquoHoc tempore Noeuml cum filii contraDei et suam voluntatem turrim construere coepissent ipse cumfilio suo Jonico ratem adscendens pervenit ad locum Europae ubinunc est Roma et ibi constructo palatio juxta Albulam reseditubi nunc est Ecclesia S Johannis ad Janiculum a nomine filii suiJano non longe tandem ab urbe sepultus ut ait Estadius annovitae suae DCCCCLraquo Questo Jonico (Jonito Janito) di cui parlaa piugrave riprese Gotofredo da Viterbo e che giagrave trovasi ricordatonella Historia Scholastica e nelle Revelationes di Metodio altriprobabilmente non egrave che lo stesso Jano o Giano

Raccontando la venuta di Noegrave in Italia la Graphia e MartinoPolono citano un Hescodius (altrove Escodius EstodiusEustodius) nome non altrimenti conosciuto nella storia letterariaLOzanam gli vorrebbe sostituito Esiodo che pure si trovacitato162 ma che sarebbe senza dubbio anchesso nomesuppositizio Nella edizione della Cronaca di Martino Polonopubblicata in Basilea il 1559 a Hescodius fu sostituitoMethodius ma negli scritti che vanno sotto il nome di Metodionulla si trova che giustifichi tale sostituzione

Fazio degli Uberti introducendo nel c 12 del l I delDittamondo Roma a narrare la propria storia fa chella dica fralaltro

Nel tempo che nel mondo la mia speraApparve in prima qui dove noi stiamoDopo il diluvio ancor poca gente era

Noegrave che si puograve dire un altro AdamoNavigando per mar giunse al mio lito

161 Venezia 1517 l II c 70162 Documents ineacutedits p 155 n a

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Aretino in quella grossolana contraffazione della Fiorita dItaliadi Fra Guido che sintitola LAquila volante161 lautore di unsunto di storia romana a cui va aggiunta una descrizione di Romacontenuto nel cod Marciano lat cl X CCXXXI TeodoricoEngelhusio sembra attingere da una fonte diversa dalle comuniquando dice nel Chronicon laquoHoc tempore Noeuml cum filii contraDei et suam voluntatem turrim construere coepissent ipse cumfilio suo Jonico ratem adscendens pervenit ad locum Europae ubinunc est Roma et ibi constructo palatio juxta Albulam reseditubi nunc est Ecclesia S Johannis ad Janiculum a nomine filii suiJano non longe tandem ab urbe sepultus ut ait Estadius annovitae suae DCCCCLraquo Questo Jonico (Jonito Janito) di cui parlaa piugrave riprese Gotofredo da Viterbo e che giagrave trovasi ricordatonella Historia Scholastica e nelle Revelationes di Metodio altriprobabilmente non egrave che lo stesso Jano o Giano

Raccontando la venuta di Noegrave in Italia la Graphia e MartinoPolono citano un Hescodius (altrove Escodius EstodiusEustodius) nome non altrimenti conosciuto nella storia letterariaLOzanam gli vorrebbe sostituito Esiodo che pure si trovacitato162 ma che sarebbe senza dubbio anchesso nomesuppositizio Nella edizione della Cronaca di Martino Polonopubblicata in Basilea il 1559 a Hescodius fu sostituitoMethodius ma negli scritti che vanno sotto il nome di Metodionulla si trova che giustifichi tale sostituzione

Fazio degli Uberti introducendo nel c 12 del l I delDittamondo Roma a narrare la propria storia fa chella dica fralaltro

Nel tempo che nel mondo la mia speraApparve in prima qui dove noi stiamoDopo il diluvio ancor poca gente era

Noegrave che si puograve dire un altro AdamoNavigando per mar giunse al mio lito

161 Venezia 1517 l II c 70162 Documents ineacutedits p 155 n a

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Come piacque a colui chio credo ed amoE tanto gli fu dolce questo sito

Che per riposo alla sua fine il preseCon darmi piugrave del suo chio non ti addito163

Non so se a tutta questa favola della venuta di Noegrave in Italia e diuna cittagrave da lui fondata sul luogo di Roma non abbia peravventura dato origine un monumento che nel medio evo sivedeva nel Foro di Nerva e a cui era stato dato il nome di Arca di

163 Non ispiaceragrave al lettore chio trascriva qui per la sua curiositagrave un passo delcommento inedito che Guglielmo Capello fece al poema passo che appunto siriferisce al luogo testegrave citato Lo traggo da un codice del Dittamondo scrittonel 1437 e conservato nella Nazionale di Torino sotto la segnatura N I 5 laquoSicome dice Esiodo e altrove non credo si lega dopo i figliuoli di Noegrave ebberoedificata la torre de confusione Noegrave con alchum entrograve in nave in furia et arrivogravepresso al luocho ove egrave Roma e li edificograve una terra e chiamola dal suo nomeNoegrave in la quale finigrave le sue fatiche e la vita Poi Jano figliuolo di Jafet e nipotedi Noegrave e Camese paesano edificarono lo Janicolo Poi Saturno fugigrave da Cretiper pagura di Jove suo figliuolo et arrivograve a le parti ove adesso egrave Roma etedifichograve in lo monte del Capitolio Italo era venuto poco tempo inanccedile etedificata una citagrave a riva a lAlbula che poi fu chiamato Tebero Herculesfigliolo de Italo come dice Varrone venendo da Argos de Grecia a quellimedesmi luochi edifichograve in lo monte Palanteo Successu temporis venneEvandro da Archadia et edificone unaltra ligrave vicina Dopo questo venne Romafigliola de Enea con gran moltitudine di Troiani secondo dice Solino etedifichone unaltra Aventino re degli Albani tenne drieto et edifichograve in monteAventino Glauco figliolo iuniore di Jove venne apresso e pur in lo terrenovicino edifichograve una citagrave Dopo questi venne da levante il re Tibri con molti disuoi et edifichograve una citagrave a la riva del Tevero e in lo Tevero se anegograve e l fiumeperograve mutograve nome ove prima se chiamava Albula poscia se chiamograve TebrisRoma ogie comprende tutti septe questi monti in li [quali] forono edifichate lecitagrave soprascripte da ditti signori sigrave che egrave da credere che fossono picholi riducti

JanicoloTarpeioAventinoPalanteoQuirinaleCelion

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Come piacque a colui chio credo ed amoE tanto gli fu dolce questo sito

Che per riposo alla sua fine il preseCon darmi piugrave del suo chio non ti addito163

Non so se a tutta questa favola della venuta di Noegrave in Italia e diuna cittagrave da lui fondata sul luogo di Roma non abbia peravventura dato origine un monumento che nel medio evo sivedeva nel Foro di Nerva e a cui era stato dato il nome di Arca di

163 Non ispiaceragrave al lettore chio trascriva qui per la sua curiositagrave un passo delcommento inedito che Guglielmo Capello fece al poema passo che appunto siriferisce al luogo testegrave citato Lo traggo da un codice del Dittamondo scrittonel 1437 e conservato nella Nazionale di Torino sotto la segnatura N I 5 laquoSicome dice Esiodo e altrove non credo si lega dopo i figliuoli di Noegrave ebberoedificata la torre de confusione Noegrave con alchum entrograve in nave in furia et arrivogravepresso al luocho ove egrave Roma e li edificograve una terra e chiamola dal suo nomeNoegrave in la quale finigrave le sue fatiche e la vita Poi Jano figliuolo di Jafet e nipotedi Noegrave e Camese paesano edificarono lo Janicolo Poi Saturno fugigrave da Cretiper pagura di Jove suo figliuolo et arrivograve a le parti ove adesso egrave Roma etedifichograve in lo monte del Capitolio Italo era venuto poco tempo inanccedile etedificata una citagrave a riva a lAlbula che poi fu chiamato Tebero Herculesfigliolo de Italo come dice Varrone venendo da Argos de Grecia a quellimedesmi luochi edifichograve in lo monte Palanteo Successu temporis venneEvandro da Archadia et edificone unaltra ligrave vicina Dopo questo venne Romafigliola de Enea con gran moltitudine di Troiani secondo dice Solino etedifichone unaltra Aventino re degli Albani tenne drieto et edifichograve in monteAventino Glauco figliolo iuniore di Jove venne apresso e pur in lo terrenovicino edifichograve una citagrave Dopo questi venne da levante il re Tibri con molti disuoi et edifichograve una citagrave a la riva del Tevero e in lo Tevero se anegograve e l fiumeperograve mutograve nome ove prima se chiamava Albula poscia se chiamograve TebrisRoma ogie comprende tutti septe questi monti in li [quali] forono edifichate lecitagrave soprascripte da ditti signori sigrave che egrave da credere che fossono picholi riducti

JanicoloTarpeioAventinoPalanteoQuirinaleCelion

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Noegrave164 Giacomo Malvezzi crede che il Noegrave che venne in Italianon fu il Patriarca ma un altro165

Galvagno Fiamma narra inoltre seguendo in parte la Historiascholastica di Pietro Comestore166 come il figliuolo di NoegraveJanito peritissimo in astrologia vaticinasse i quattro imperi e ladominazione del quarto cioegrave del romano sopra tutta la terralaquoQuo audito Nembrot gigas altissimus et tyrannus crudelissimusqui turrim Babel propterea erexit cupiditate dominandi altius utin illa Civitate nomen suum perpetuum haberet vocavit filiumsuum nomine Camesem praecipiens ei ut navigio intraretItaliam et ibi aliquam Civitatem construeret sperans quod illaforet quae Domina Mundi futura esset Quibus auditis Camesespraecepto patris arctato navigio intravit Italiam et in partibus ubi

ViminaleMontes Romaeraquo

164 Giovanni Cavallino narrata nel l VI c 8 la venuta di Noegrave in Italiasoggiunge laquoCivitatem construxit nominis sui et dicitur hodie a romanis archaNoe ubi habetur hodie macellum prope turrim comitum in qua et laboribus etvite terminum deditraquo Quel nome non si comincia dunque ad usare soltanto nelXV secolo come il Jordan crede Esso pare sia una corruzione di arcusNervae nome con cui fu designato il tempio di Minerva (le Colonacce) nelForo di Nerva Il Signorili ricorda lephitaphium scriptum in oratorio Nervaein loco qui dicitur corrupto vocabulo arca Noe ad honorem Nervae DE-ROSSILe prime raccolte dantiche iscrizioni p 48 Cf Jordan op cit v II p 469503-4165 Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col 783166 Liber Genesis c 37

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Noegrave164 Giacomo Malvezzi crede che il Noegrave che venne in Italianon fu il Patriarca ma un altro165

Galvagno Fiamma narra inoltre seguendo in parte la Historiascholastica di Pietro Comestore166 come il figliuolo di NoegraveJanito peritissimo in astrologia vaticinasse i quattro imperi e ladominazione del quarto cioegrave del romano sopra tutta la terralaquoQuo audito Nembrot gigas altissimus et tyrannus crudelissimusqui turrim Babel propterea erexit cupiditate dominandi altius utin illa Civitate nomen suum perpetuum haberet vocavit filiumsuum nomine Camesem praecipiens ei ut navigio intraretItaliam et ibi aliquam Civitatem construeret sperans quod illaforet quae Domina Mundi futura esset Quibus auditis Camesespraecepto patris arctato navigio intravit Italiam et in partibus ubi

ViminaleMontes Romaeraquo

164 Giovanni Cavallino narrata nel l VI c 8 la venuta di Noegrave in Italiasoggiunge laquoCivitatem construxit nominis sui et dicitur hodie a romanis archaNoe ubi habetur hodie macellum prope turrim comitum in qua et laboribus etvite terminum deditraquo Quel nome non si comincia dunque ad usare soltanto nelXV secolo come il Jordan crede Esso pare sia una corruzione di arcusNervae nome con cui fu designato il tempio di Minerva (le Colonacce) nelForo di Nerva Il Signorili ricorda lephitaphium scriptum in oratorio Nervaein loco qui dicitur corrupto vocabulo arca Noe ad honorem Nervae DE-ROSSILe prime raccolte dantiche iscrizioni p 48 Cf Jordan op cit v II p 469503-4165 Chronicon dist I c 1 ap MURAT Script t XIV col 783166 Liber Genesis c 37

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nunc est Roma primus inhabitator fuitraquo167 Dopo di lui viene inItalia Noegrave

Ma ciograve che fa piugrave maraviglia si egrave ritrovare la leggenda nel librodi Pierfrancesco Giambullari intitolato Origini della linguafiorentina altrimenti il Gello e stampato la prima volta inFirenze lanno 1547 Messer Pierfrancesco autore della Storiagenerale dEuropa e uno dei fondatori dellAccademia

167 Manipulus Florum c IV In certe Cronache latine le quali si stendono daldiluvio sino allanno 625 dellegravera volgare contenute in un codice dellaNazionale di Torino segnato H V 37 si legge (f 13 v 14 v) quanto segueQuod Noe post diluvium genuit quartum filium qui vocatus fuit JonatusAstrologusPost Diluvium enim prefatus Noe genuit alium filium qui recto nomine dictusfuit Jonitus et alio nomine dictus fuit Ynay et fuit iste Jonitus magnusAstrologus et ProphetaQuod ante quam Roma esset prophetizatum fuit de Imperio RomanoQui Jonitus Astrologus multa prophetavit et dixit de quatuor Imperiis mundi etmaxime de Imperio Romanorum dicendo quod Imperium Romanorumdebebat esse de semine Japhet Similiter Noe predixit de Imperio Romanorumtunc temporis quando Noe benedixit filio suo Japhet dicens ei Tu vocaberisJaphet quod interpretatur latitudo et deus dilatabit dominium filiorum tuorumquia tu dominaberis in Europa et de te nascentur Imperatores et PopuliRomani qui in temporibus erunt domini tocius mundi Et similiter nascenturSanctissimi Pontifices Romani etcQuod Cameses gigans filius Nemroth gigantis ex precepto ipsius patris suiintravit partes ItaliaeCum enim Nenroth gigans decem cubitorum in longitudine audivisset et perseriem bene intellexisset propheciam et dictum ipsius Joniti et itembenedictionem ipsius Noe ad filium suum accensus et incitatus mirabiliter etultra modum amore et desiderio dominandi habens XI filios probissimos inquibus erat unus secundogenitus nomine Cameses similiter gigans undecemcubitorum in longitudine precepit ipsi Camesi filio suo ut Italiam intraret etibidem civitatem hedificaret sperans ipsam esse illam civitatem que deberettoto mundo dominari Sed nota quod Italia non habebat adhuc aliquod nomenquia nulla habitacio erat ymo fuit primo dicta provincia Camesena ab Camesegigante qui primo intravit sine mora post preceptum patris et ibi habitavitQuod Italia accipit nomen ab Italo RegePostea dicta fuit Italia ab Italo Jullio rege Siciliae qui fuit filius supradictiNenroth et fuit terciogenitus et regnavit in Italia post ipsum Camesem Et sic

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nunc est Roma primus inhabitator fuitraquo167 Dopo di lui viene inItalia Noegrave

Ma ciograve che fa piugrave maraviglia si egrave ritrovare la leggenda nel librodi Pierfrancesco Giambullari intitolato Origini della linguafiorentina altrimenti il Gello e stampato la prima volta inFirenze lanno 1547 Messer Pierfrancesco autore della Storiagenerale dEuropa e uno dei fondatori dellAccademia

167 Manipulus Florum c IV In certe Cronache latine le quali si stendono daldiluvio sino allanno 625 dellegravera volgare contenute in un codice dellaNazionale di Torino segnato H V 37 si legge (f 13 v 14 v) quanto segueQuod Noe post diluvium genuit quartum filium qui vocatus fuit JonatusAstrologusPost Diluvium enim prefatus Noe genuit alium filium qui recto nomine dictusfuit Jonitus et alio nomine dictus fuit Ynay et fuit iste Jonitus magnusAstrologus et ProphetaQuod ante quam Roma esset prophetizatum fuit de Imperio RomanoQui Jonitus Astrologus multa prophetavit et dixit de quatuor Imperiis mundi etmaxime de Imperio Romanorum dicendo quod Imperium Romanorumdebebat esse de semine Japhet Similiter Noe predixit de Imperio Romanorumtunc temporis quando Noe benedixit filio suo Japhet dicens ei Tu vocaberisJaphet quod interpretatur latitudo et deus dilatabit dominium filiorum tuorumquia tu dominaberis in Europa et de te nascentur Imperatores et PopuliRomani qui in temporibus erunt domini tocius mundi Et similiter nascenturSanctissimi Pontifices Romani etcQuod Cameses gigans filius Nemroth gigantis ex precepto ipsius patris suiintravit partes ItaliaeCum enim Nenroth gigans decem cubitorum in longitudine audivisset et perseriem bene intellexisset propheciam et dictum ipsius Joniti et itembenedictionem ipsius Noe ad filium suum accensus et incitatus mirabiliter etultra modum amore et desiderio dominandi habens XI filios probissimos inquibus erat unus secundogenitus nomine Cameses similiter gigans undecemcubitorum in longitudine precepit ipsi Camesi filio suo ut Italiam intraret etibidem civitatem hedificaret sperans ipsam esse illam civitatem que deberettoto mundo dominari Sed nota quod Italia non habebat adhuc aliquod nomenquia nulla habitacio erat ymo fuit primo dicta provincia Camesena ab Camesegigante qui primo intravit sine mora post preceptum patris et ibi habitavitQuod Italia accipit nomen ab Italo RegePostea dicta fuit Italia ab Italo Jullio rege Siciliae qui fuit filius supradictiNenroth et fuit terciogenitus et regnavit in Italia post ipsum Camesem Et sic

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Florentina par quasi voglia darsi laria davere scoperto egli per ilprimo questo gran fatto della venuta di Noegrave in Italia e mostra diriuscire a tale scoperta per via dinduzioni come potrebbe fareuno storico moderno che col sussidio della filologia e dellamitologia comparata risalendo di grado in grado riesca astabilire alcun fatto della storia primordiale Ecco in succinto ilsuo ragionamento scopo ultimo del quale si egrave di mostrare che lalingua toscana deriva dallaramea per mezzo delletrusca Anzitutto si vogliono fissare due punti non soggetti a controversialItalia fu negli antichissimi tempi denominata Enotria e Gianofu il primo re dItalia secondo le memorie piugrave autentiche OraEnotria vuol dire paese del vino e Jano egrave nome arameo edebraico formato di Jain che significa vino e di no che significafamoso Dunque Jano egrave linventore del vino e una stessa cosa conNoegrave il quale egrave pure tuttuno con Ogige e con Cielo ossia UranolaquoMa che Jano sia veramente Noegrave lo manifesta ancora il suosepolcro trovato (dicono) a Roma nel monte Janicolo non egrave moltianni Perchegrave in quello oltre la testa con due visi ed oltre la nave

de cetero dicta fuit Italia a ipso ItaloQuod Noe intravit ItaliamTunc Noe audiens introitum illius Camesis filii Nenroth assumptis secumJaphet dicto Jano bifronte filio suo et Jano bitorporco (sic) filio ipsiusJaphet et magna populorum multitudine Italiam intravit anno mundiMDCCCLXIIQuod Noe in Italia civitatem construxit quam ex nomine suo NoecamappellavitEt iusta locum ubi nunc est Roma ipse Noe civitatem construxit quam ex suonomine Noecam appellavit in qua diem suum clausit extremum anno mundiduomillia et sex anniQuod Noe in fine vite sue fecit quoddam notabile exemplumIpse idem Noe cum laboraret in extremis videns quod non poterat plus viverequia senes erat annorum DCCCCL fecit quoddam notabile ad exemplumaliorum videlicet quod vocavit ad se Japhet filium suum pro ut habetur in libroBede et dixit ei Fili mi fac mihi sepulcrum marmoreum ex utraque parteforamina habens talliter quod stent manus mee extra sepulcrum extense etvacue in signum et memoriam quod fui dominus tocius mundi et nihil de ipsomundo attuli

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Florentina par quasi voglia darsi laria davere scoperto egli per ilprimo questo gran fatto della venuta di Noegrave in Italia e mostra diriuscire a tale scoperta per via dinduzioni come potrebbe fareuno storico moderno che col sussidio della filologia e dellamitologia comparata risalendo di grado in grado riesca astabilire alcun fatto della storia primordiale Ecco in succinto ilsuo ragionamento scopo ultimo del quale si egrave di mostrare che lalingua toscana deriva dallaramea per mezzo delletrusca Anzitutto si vogliono fissare due punti non soggetti a controversialItalia fu negli antichissimi tempi denominata Enotria e Gianofu il primo re dItalia secondo le memorie piugrave autentiche OraEnotria vuol dire paese del vino e Jano egrave nome arameo edebraico formato di Jain che significa vino e di no che significafamoso Dunque Jano egrave linventore del vino e una stessa cosa conNoegrave il quale egrave pure tuttuno con Ogige e con Cielo ossia UranolaquoMa che Jano sia veramente Noegrave lo manifesta ancora il suosepolcro trovato (dicono) a Roma nel monte Janicolo non egrave moltianni Perchegrave in quello oltre la testa con due visi ed oltre la nave

de cetero dicta fuit Italia a ipso ItaloQuod Noe intravit ItaliamTunc Noe audiens introitum illius Camesis filii Nenroth assumptis secumJaphet dicto Jano bifronte filio suo et Jano bitorporco (sic) filio ipsiusJaphet et magna populorum multitudine Italiam intravit anno mundiMDCCCLXIIQuod Noe in Italia civitatem construxit quam ex nomine suo NoecamappellavitEt iusta locum ubi nunc est Roma ipse Noe civitatem construxit quam ex suonomine Noecam appellavit in qua diem suum clausit extremum anno mundiduomillia et sex anniQuod Noe in fine vite sue fecit quoddam notabile exemplumIpse idem Noe cum laboraret in extremis videns quod non poterat plus viverequia senes erat annorum DCCCCL fecit quoddam notabile ad exemplumaliorum videlicet quod vocavit ad se Japhet filium suum pro ut habetur in libroBede et dixit ei Fili mi fac mihi sepulcrum marmoreum ex utraque parteforamina habens talliter quod stent manus mee extra sepulcrum extense etvacue in signum et memoriam quod fui dominus tocius mundi et nihil de ipsomundo attuli

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si vedeva intagliata una vite con molti grappoli di uva perconservare quanto piugrave si poteva la memoria di tanto donoraquo Ledue facce simboliche di Giano assai bene si convengono a Noegrave ilquale appartenne a due diverse etagrave luna prima laltra dopo ildiluvio168 Noegrave venne in Italia 108 anni dopo il diluvio primaassai della confusione babelica la quale segui poi lanno 340Saturno piugrave tardi si associograve a lui e allora ebbe principio letagravedelloro169

Finalmente Giovanni dOutremeuse attingendo a non so chesorgenti narra la seguente ingarbugliatissima istoria170 laquoA tempsde chis Nemprot vient promier Japhet habiteir en Europe siamynat awec ly dois de ses fils qui furent nommeis Jabam etRachem Et vinrent aweo eaux Janus li fils Jabam et Janus li filsRachem et pluseurs altres de la nation Japhet et vinrent en droitlieu ougrave la citeit de Romme fut depuis et est fondeacutee - Et edifiat lagravechascon tabernacles sicom vilhettes petites et furent toutesnommeis apres leurs nommes des II Janus excepteit une qui futnommeacutee Recheane apres Rachem Mains ilhs noirent nient lagravehabiteit une an que grant multitude de serpens et altres biestesvynemeux les racacherent oultre mere dont ilh astoient venusraquoMa poi Rachem tornograve laquopar le commandement de Dieu qui lienvoiat certain signe par lequeile ilh fist vuidier de son pays tousles serpens et sen alerent en Orient Se prisent puis ches serpenshabitation en la thour de Babel con nommoit adont la thour deconfusion - Chis Rachem fist mult de habitation en Europ en lapartie con nomme Ytalie ougrave Romme sietraquo171168 EGIDIO DA VITERBO dice nella Historia viginti seculorum (cod dellAngelicain Roma segnato C 8 19 f 1 r) laquoNoe qui primo secolo finem sequentiinitium faciens duos se facies habentem sculpi iussitraquo169 Origine della lingua fiorentina ed di Firenze 1549 p 17 segg170 Op cit t I p 6 9171 Altre leggende ebbero corso in Europa le quali si rannodavano a Noegrave o adalcuno della sua famiglia Secondo lantichissima tradizione nella divisione delmondo dopo il diluvio lEuropa toccograve a Jafet ma si credette pure nel medioevo che Cam avesse regnato in Bretagna ARMANNINO GIUDICE dice nel IV contodella Fiorita dItalia che Jafet andato in Inghilterra fondograve Londra e Chamelot

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si vedeva intagliata una vite con molti grappoli di uva perconservare quanto piugrave si poteva la memoria di tanto donoraquo Ledue facce simboliche di Giano assai bene si convengono a Noegrave ilquale appartenne a due diverse etagrave luna prima laltra dopo ildiluvio168 Noegrave venne in Italia 108 anni dopo il diluvio primaassai della confusione babelica la quale segui poi lanno 340Saturno piugrave tardi si associograve a lui e allora ebbe principio letagravedelloro169

Finalmente Giovanni dOutremeuse attingendo a non so chesorgenti narra la seguente ingarbugliatissima istoria170 laquoA tempsde chis Nemprot vient promier Japhet habiteir en Europe siamynat awec ly dois de ses fils qui furent nommeis Jabam etRachem Et vinrent aweo eaux Janus li fils Jabam et Janus li filsRachem et pluseurs altres de la nation Japhet et vinrent en droitlieu ougrave la citeit de Romme fut depuis et est fondeacutee - Et edifiat lagravechascon tabernacles sicom vilhettes petites et furent toutesnommeis apres leurs nommes des II Janus excepteit une qui futnommeacutee Recheane apres Rachem Mains ilhs noirent nient lagravehabiteit une an que grant multitude de serpens et altres biestesvynemeux les racacherent oultre mere dont ilh astoient venusraquoMa poi Rachem tornograve laquopar le commandement de Dieu qui lienvoiat certain signe par lequeile ilh fist vuidier de son pays tousles serpens et sen alerent en Orient Se prisent puis ches serpenshabitation en la thour de Babel con nommoit adont la thour deconfusion - Chis Rachem fist mult de habitation en Europ en lapartie con nomme Ytalie ougrave Romme sietraquo171168 EGIDIO DA VITERBO dice nella Historia viginti seculorum (cod dellAngelicain Roma segnato C 8 19 f 1 r) laquoNoe qui primo secolo finem sequentiinitium faciens duos se facies habentem sculpi iussitraquo169 Origine della lingua fiorentina ed di Firenze 1549 p 17 segg170 Op cit t I p 6 9171 Altre leggende ebbero corso in Europa le quali si rannodavano a Noegrave o adalcuno della sua famiglia Secondo lantichissima tradizione nella divisione delmondo dopo il diluvio lEuropa toccograve a Jafet ma si credette pure nel medioevo che Cam avesse regnato in Bretagna ARMANNINO GIUDICE dice nel IV contodella Fiorita dItalia che Jafet andato in Inghilterra fondograve Londra e Chamelot

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Poichegrave siamo a discorrere delle prime favolose origini diRoma fermiamoci un momento sopra una curiosa leggendarabbinica la quale esprime assai bene lodio che dopo ladistruzione di Gerusalemme gli Ebrei nutrirono per Roma e checosigrave sovente si trova significato nei Talmudisti Nello Scirhascicircrun rabba si dice che nel giorno medesimo in cui Salomonesposograve la figlia di Neco langelo Michele ministro dellira delSignore piantograve una grossa canna nel mare intorno alla quale siraccolse a poco a poco la terra su cui piugrave tardi fu edificata RomaNel giorno in cui Geroboamo eresse i due vitelli doro furono inquella terra costrutte due capanne le quali tosto rovinaronoRicostrutte rovinarono novamente Allora un vecchio per nomeAbba Kolon disse a coloro che le costruivano laquoQueste capannenon si reggeranno finchegrave voi non mescoliate la terra con acquadellEufrateraquo Il vecchio parte e procaccia lacqua la qualemescolata col limo fa sigrave che le capanne si reggano Nel trattato

e che poi le sue genti vennero in Italia dove Corinto fondograve Fiesole Truscofondograve Arezzo Sutri fondograve Sutri laquoe questa fu la prima cittagrave che fosse mai nelpaese di Romaraquo I Bavari pretendevano dessere venuti dallArmenia

dagrave Nograveeuml uumlz der arke gieund daz olezwi von der tuumlben intphie

(Kaiserchronik ed del MASSMANN v 318-9) GIRALDO CAMBRENSE narra nellaTopographia Hibernica dist III c I (Opera vol V p 139-40 Rer brit mae script) la seguente istoria laquoJuxta antiquissimas igitur Hibernensiumhistorias Caesara neptis Noe audiens diluvium in proximo futurum adremotissimas occidentis insulas quas necdum quisquam hominum habitaveratcum suis complicibus fugam navigio destinaverat sperans ubi numquampeccatum perpetratum fuerat diluvii vindictam locum non habere Amissisitaque quae in comitatu habebat naufragio navibus una qua cum viris tribus etquinquaginta mulieribus vehebatur nave superstite primo ante diluvium annoad Hibernica litora forte devenit Sed licet acute satis et laudabili in feminaingenio fatalitatem declinare statuerit communem tamen interitum et feregeneralem nullatenus potuit evitare Litus igitur in quo navis illa primumapplicuit navicularum litus vocatur et in quo praefata tumulata est Caesareusque hodie Caesarae tumulus nominaturraquo

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Poichegrave siamo a discorrere delle prime favolose origini diRoma fermiamoci un momento sopra una curiosa leggendarabbinica la quale esprime assai bene lodio che dopo ladistruzione di Gerusalemme gli Ebrei nutrirono per Roma e checosigrave sovente si trova significato nei Talmudisti Nello Scirhascicircrun rabba si dice che nel giorno medesimo in cui Salomonesposograve la figlia di Neco langelo Michele ministro dellira delSignore piantograve una grossa canna nel mare intorno alla quale siraccolse a poco a poco la terra su cui piugrave tardi fu edificata RomaNel giorno in cui Geroboamo eresse i due vitelli doro furono inquella terra costrutte due capanne le quali tosto rovinaronoRicostrutte rovinarono novamente Allora un vecchio per nomeAbba Kolon disse a coloro che le costruivano laquoQueste capannenon si reggeranno finchegrave voi non mescoliate la terra con acquadellEufrateraquo Il vecchio parte e procaccia lacqua la qualemescolata col limo fa sigrave che le capanne si reggano Nel trattato

e che poi le sue genti vennero in Italia dove Corinto fondograve Fiesole Truscofondograve Arezzo Sutri fondograve Sutri laquoe questa fu la prima cittagrave che fosse mai nelpaese di Romaraquo I Bavari pretendevano dessere venuti dallArmenia

dagrave Nograveeuml uumlz der arke gieund daz olezwi von der tuumlben intphie

(Kaiserchronik ed del MASSMANN v 318-9) GIRALDO CAMBRENSE narra nellaTopographia Hibernica dist III c I (Opera vol V p 139-40 Rer brit mae script) la seguente istoria laquoJuxta antiquissimas igitur Hibernensiumhistorias Caesara neptis Noe audiens diluvium in proximo futurum adremotissimas occidentis insulas quas necdum quisquam hominum habitaveratcum suis complicibus fugam navigio destinaverat sperans ubi numquampeccatum perpetratum fuerat diluvii vindictam locum non habere Amissisitaque quae in comitatu habebat naufragio navibus una qua cum viris tribus etquinquaginta mulieribus vehebatur nave superstite primo ante diluvium annoad Hibernica litora forte devenit Sed licet acute satis et laudabili in feminaingenio fatalitatem declinare statuerit communem tamen interitum et feregeneralem nullatenus potuit evitare Litus igitur in quo navis illa primumapplicuit navicularum litus vocatur et in quo praefata tumulata est Caesareusque hodie Caesarae tumulus nominaturraquo

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Avoacuteda faacutera del Talmud Gerosolimitano si dice che le due capannefurono costruite da Romolo e Remo Nel Medras Tillim si diceche Romolo e Remo costrussero due grandi capanne ma neltrattato Sciabbath non si parla che di una capanna sola Nel Kolboacutechim egrave langelo Gabriele quegli che pianta la canna172

Per finirla con le leggende che si riferiscono a tempianteromulei riporterograve ancora un passo curioso della Cronica diAlfonso il Savio Nel c XCIX della parte 1a si legge quantosegue laquoOtros cuentau en las estorias antiquas de Espantildea quequando el rey Rocas anduvo por el mundo buscando los saberesassi como es ya contado en el comienccedilo de esta estoria de Espantildeaque vino por aquel logar do despues fue poblada Roma egrave escrivioen dos marmoles quatro letras las dos en el uno egrave las dos en elotro que dezien Roma egrave estas fallo hi despues Romulo quando lapoblo egrave progol mucho porque acordavan con el su nombre egravepusol nombre Romaraquo173 Cosigrave piugrave tardi secondo che nella stessacronaca si legge (c VI) Giulio Cesare edificograve Siviglia per certaindicazione che trovograve fatta da Ercole sopra una lapide

Non mi fermo sui successori di Enea intorno ai quali tanto giagraveavevano favoleggiato gli antichi Il medio evo non li dimenticama ne stravolge i nomi nelle piugrave inaspettate e spesso nelle piugravecomiche guise Dei tempi di Enea e delle guerre da luicombattute si credette daver trovato verso lanno 800 secondoElinando nellXI secolo secondo Guglielmo di Malmesbury uncurioso testimonio il corpo cioegrave di Pallante con questepitafio

Filius Evandri Pallas quam lancea TurniMilitis occidit more suo iacet hic

172 V EISENMENGER Entdecktes Judenthum Koumlnigsberg 1711 vol I p 736-7778 Questa leggenda egrave riportata anche da G G BREDOW Rabbinische MythenErzaumlhlungen und Luumlgen 2a ed Weilburg 1833 p 119-20173 Chi vuol sapere chi fosse questo re Rocas veda il c XI di questa medesimaparte Ia

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Avoacuteda faacutera del Talmud Gerosolimitano si dice che le due capannefurono costruite da Romolo e Remo Nel Medras Tillim si diceche Romolo e Remo costrussero due grandi capanne ma neltrattato Sciabbath non si parla che di una capanna sola Nel Kolboacutechim egrave langelo Gabriele quegli che pianta la canna172

Per finirla con le leggende che si riferiscono a tempianteromulei riporterograve ancora un passo curioso della Cronica diAlfonso il Savio Nel c XCIX della parte 1a si legge quantosegue laquoOtros cuentau en las estorias antiquas de Espantildea quequando el rey Rocas anduvo por el mundo buscando los saberesassi como es ya contado en el comienccedilo de esta estoria de Espantildeaque vino por aquel logar do despues fue poblada Roma egrave escrivioen dos marmoles quatro letras las dos en el uno egrave las dos en elotro que dezien Roma egrave estas fallo hi despues Romulo quando lapoblo egrave progol mucho porque acordavan con el su nombre egravepusol nombre Romaraquo173 Cosigrave piugrave tardi secondo che nella stessacronaca si legge (c VI) Giulio Cesare edificograve Siviglia per certaindicazione che trovograve fatta da Ercole sopra una lapide

Non mi fermo sui successori di Enea intorno ai quali tanto giagraveavevano favoleggiato gli antichi Il medio evo non li dimenticama ne stravolge i nomi nelle piugrave inaspettate e spesso nelle piugravecomiche guise Dei tempi di Enea e delle guerre da luicombattute si credette daver trovato verso lanno 800 secondoElinando nellXI secolo secondo Guglielmo di Malmesbury uncurioso testimonio il corpo cioegrave di Pallante con questepitafio

Filius Evandri Pallas quam lancea TurniMilitis occidit more suo iacet hic

172 V EISENMENGER Entdecktes Judenthum Koumlnigsberg 1711 vol I p 736-7778 Questa leggenda egrave riportata anche da G G BREDOW Rabbinische MythenErzaumlhlungen und Luumlgen 2a ed Weilburg 1833 p 119-20173 Chi vuol sapere chi fosse questo re Rocas veda il c XI di questa medesimaparte Ia

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Il corpo mirabilmente conservato era gigantesco la ferita inmezzo al petto misurava quattro piedi e mezzo174 Ma veniamooramai a Romolo e a Remo e alle leggende che li riguardano

Al pari degli altri piugrave famosi eroi Romolo e Remo sonoricordati e celebrati nel medio evo Guiraut de Calanson nelconosciutissimo enseiumlnhamen dove enumera le storie che ilgiullare non deve ignorare fa pure ricordo

De RomulusE de Remus

Cil que feron Roma bastir

Di Romolo dice Fazio degli Uberti nel Dittamondo175

Bel fu del volto di membri e del bustoForte leggiero e di grandintellettoE temperato molto nel suo gusto

Va da segrave che in pieno cristianesimo non si poteva piugrave crederealla favola gloriosa degli amori di Marte e di Rea Silvia Ciogravenondimeno Giovanni dOutremeuse racconta ingenuamente lastrana storia che segue probabilmente da lui medesimoimmaginato176 laquoItem lan David IIIe et VI astoit aleis joweir liroy Amilius des Latins en la citeit de Remech et lagrave engenrat-ilhen corps de sa femme le XV jour de may agrave une fois II enfans

174 Cf Des Gervasius von Tilbury Otia Imperialia in einer Auswahl neuherausgegeben und mit Anmerkungen begleitet von Felix Liebrecht Annovria1856 p 78 Anm 14 La narrazione di questo ritrovamento egrave frequente neicronisti del medio evo ma non nei cronisti soltanto HEINRICH VON WELDEKE

ricorda il fatto nella sua Eneide (ed di L Ettmuumlller Lipsia 1852 p 225)ponendolo ai tempi della spedizione di Federico Barbarossa in LombardiaFELICE FABER lo pone ai tempi di Enrico II (Evagatorium in Terrae Sanctaeperegrinationem V III p 52 ed di Stoccarda Bibliothek des literarischenVereins)175 L I c 17176 Op cit t I p 52-54

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Il corpo mirabilmente conservato era gigantesco la ferita inmezzo al petto misurava quattro piedi e mezzo174 Ma veniamooramai a Romolo e a Remo e alle leggende che li riguardano

Al pari degli altri piugrave famosi eroi Romolo e Remo sonoricordati e celebrati nel medio evo Guiraut de Calanson nelconosciutissimo enseiumlnhamen dove enumera le storie che ilgiullare non deve ignorare fa pure ricordo

De RomulusE de Remus

Cil que feron Roma bastir

Di Romolo dice Fazio degli Uberti nel Dittamondo175

Bel fu del volto di membri e del bustoForte leggiero e di grandintellettoE temperato molto nel suo gusto

Va da segrave che in pieno cristianesimo non si poteva piugrave crederealla favola gloriosa degli amori di Marte e di Rea Silvia Ciogravenondimeno Giovanni dOutremeuse racconta ingenuamente lastrana storia che segue probabilmente da lui medesimoimmaginato176 laquoItem lan David IIIe et VI astoit aleis joweir liroy Amilius des Latins en la citeit de Remech et lagrave engenrat-ilhen corps de sa femme le XV jour de may agrave une fois II enfans

174 Cf Des Gervasius von Tilbury Otia Imperialia in einer Auswahl neuherausgegeben und mit Anmerkungen begleitet von Felix Liebrecht Annovria1856 p 78 Anm 14 La narrazione di questo ritrovamento egrave frequente neicronisti del medio evo ma non nei cronisti soltanto HEINRICH VON WELDEKE

ricorda il fatto nella sua Eneide (ed di L Ettmuumlller Lipsia 1852 p 225)ponendolo ai tempi della spedizione di Federico Barbarossa in LombardiaFELICE FABER lo pone ai tempi di Enrico II (Evagatorium in Terrae Sanctaeperegrinationem V III p 52 ed di Stoccarda Bibliothek des literarischenVereins)175 L I c 17176 Op cit t I p 52-54

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lesquelles furent al chief del terme neis en une altre citeit qui oitnom Romech et quant li roy veit que sa femme Oderne estoitdeacutelivreacutee de dois enfans marles se nominat le promier qui nasquitselonc la citeit de Romech en laqueile ilh astoit neis Romelus etlautre ilh nommat Remus selonc le nom de la citeit de Remecheougrave ilh furent engenreis Item lan David IIIe et XXV transmuatMars le dieu des batailhes et li dies des Latins les figuresRomelius et Remus en la semblanche des figures de Romelus etde Remus les enfans le roy Amilius tout entirement de corps devestimens de parolles de sens et de tout et se les fist demoreiravec le roy une nuit en dormant si que le matineacutee ilh furent ausiadeistre agrave la court que doncque fussent les altres Et les aultresqui astoient drois fis de roy ilh mist demoreir avec Laurenche enla maison le pastour ensyment transmueis Et chu fist-ilh portantque li roy Amilius devoit morir qui morut lan del coronation leroi David IIIe et XXVIraquo

Giovanni Mansel nella Fleur des histoires dice di Rea Silviasupposta gravida di Marte laquoEt peut estre quelle fut illuseacutee ouopprimeacutee dung deable incuberaquo Antonio Cornazzano inveceriferita lantica storiella soggiunge argutamente177

Se pur tal cosa favola si credeLa madre egrave da lodar per linventivaChe del suo stupro a dio la colpa diede

In una storia latina manoscritta che si conserva nella Nazionale diTorino (cod E V 8) si legge (f 1 r col 2a) laquoRomulus et Remusnati occulto coitu ex Helia filia Numitorisraquo ma nel Commentoalla Divina Commedia danonimo del secolo XIV178 si diceschietto schietto laquoLa veritagrave fu che un chierico della chiesa ebbe afare con lei et di lui et di lei nacquono Romolo et Remoraquo

177 De illustrium virorum principiis l II c 1178 Bologna 1866-74 (Collezione di opere inedite e rare dei primi tre secolidella lingua) vol I p 38 Egrave noto che questo commento per la massima parteegrave tuttuno con quella di Jacopo della Lana

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lesquelles furent al chief del terme neis en une altre citeit qui oitnom Romech et quant li roy veit que sa femme Oderne estoitdeacutelivreacutee de dois enfans marles se nominat le promier qui nasquitselonc la citeit de Romech en laqueile ilh astoit neis Romelus etlautre ilh nommat Remus selonc le nom de la citeit de Remecheougrave ilh furent engenreis Item lan David IIIe et XXV transmuatMars le dieu des batailhes et li dies des Latins les figuresRomelius et Remus en la semblanche des figures de Romelus etde Remus les enfans le roy Amilius tout entirement de corps devestimens de parolles de sens et de tout et se les fist demoreiravec le roy une nuit en dormant si que le matineacutee ilh furent ausiadeistre agrave la court que doncque fussent les altres Et les aultresqui astoient drois fis de roy ilh mist demoreir avec Laurenche enla maison le pastour ensyment transmueis Et chu fist-ilh portantque li roy Amilius devoit morir qui morut lan del coronation leroi David IIIe et XXVIraquo

Giovanni Mansel nella Fleur des histoires dice di Rea Silviasupposta gravida di Marte laquoEt peut estre quelle fut illuseacutee ouopprimeacutee dung deable incuberaquo Antonio Cornazzano inveceriferita lantica storiella soggiunge argutamente177

Se pur tal cosa favola si credeLa madre egrave da lodar per linventivaChe del suo stupro a dio la colpa diede

In una storia latina manoscritta che si conserva nella Nazionale diTorino (cod E V 8) si legge (f 1 r col 2a) laquoRomulus et Remusnati occulto coitu ex Helia filia Numitorisraquo ma nel Commentoalla Divina Commedia danonimo del secolo XIV178 si diceschietto schietto laquoLa veritagrave fu che un chierico della chiesa ebbe afare con lei et di lui et di lei nacquono Romolo et Remoraquo

177 De illustrium virorum principiis l II c 1178 Bologna 1866-74 (Collezione di opere inedite e rare dei primi tre secolidella lingua) vol I p 38 Egrave noto che questo commento per la massima parteegrave tuttuno con quella di Jacopo della Lana

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La favola della lupa nutrice179 giagrave messa in dubbio dagliantichi180 trova ancor essa pochi sostenitori e sigrave che lammetterlaper vera non doveva sembrare troppo difficile nel medio evoquando piugrave casi consimili si raccontavano dagli storici181Brunetto Latini cosigrave ne ragiona nel Tesoro182 laquoEt parce quemaintes estoires devisent que Romulus et Remus furent neacute dunelue il est bien droiz que je en die la veriteacute Il est voirs que quant ilfurent neacute lon les gita sor une riviere parce que le gent nesaperceussent que lor mere eust conceu Entor cele riviere manoitune feme qui servoit agrave touz communement et tels femes sontapeleacutees en latin lues Cele feme prist les enfanz et les norri moltdoucement et por ce fu il dit que il estoient fil dune lue mais neestoient mieraquo Cedreno narra invece183 che la nutrice di Romolo eRemo fu una guardiana di pecore Donne sigrave fatte si chiamaronolupe perchegrave use a vivere nei monti fra i lupi Non so qualefortuna tale opinione sabbia avuto in Oriente ma in Occidentequella che Brunetto Latini espresse in forma sigrave categorica prese ilsopravvento Armannino Giudice dice brusco e succinto che lanutrice dei figliuoli di Rea laquofu una grande puttana ma li autorivolsero parlar di loro cortesementeraquo e ancora laquoperchegrave ella era lamaggior puttana del paese per la gente si chiamava luparaquoGiovanni dOutremeuse eclettico e conciliativo racconta che idue fanciulli furono allattati e da una lupa e da Acca Larenzia percagione de suoi costumi soprannominata lupa Ciograve non di menola lupa quale emblema delle loro origini fu sempre cara ai179 Circa il mito v LIEBRECHT Romulus und die Welfen nel volume intitolatoZur Volkskunde Heilbronn 1879 p 17-25 oppure nella Germania delPFEIFFER vol XI p 166 segg180 TITO LIVIO dice l I 4 laquoSunt qui Laurentiam vulgato corpore lupam interpastores vocatam putent inde locum fabulae ac miraculo datumraquo181 Basti un esempio Nel Chronicon Sancti Petri si narra di un fanciullo rapitonutrito e cosa ben piugrave meravigliosa educato dai lupi Ap MENCKENIUS Scriptt III col 313-4182 Li Livres dou Tresor ed dello Chabaille Parigi 1863 p 43183 Historiarum Compendium ed di Bonna 1828-9 (Corpus script histbyzant) vol I p 257

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La favola della lupa nutrice179 giagrave messa in dubbio dagliantichi180 trova ancor essa pochi sostenitori e sigrave che lammetterlaper vera non doveva sembrare troppo difficile nel medio evoquando piugrave casi consimili si raccontavano dagli storici181Brunetto Latini cosigrave ne ragiona nel Tesoro182 laquoEt parce quemaintes estoires devisent que Romulus et Remus furent neacute dunelue il est bien droiz que je en die la veriteacute Il est voirs que quant ilfurent neacute lon les gita sor une riviere parce que le gent nesaperceussent que lor mere eust conceu Entor cele riviere manoitune feme qui servoit agrave touz communement et tels femes sontapeleacutees en latin lues Cele feme prist les enfanz et les norri moltdoucement et por ce fu il dit que il estoient fil dune lue mais neestoient mieraquo Cedreno narra invece183 che la nutrice di Romolo eRemo fu una guardiana di pecore Donne sigrave fatte si chiamaronolupe perchegrave use a vivere nei monti fra i lupi Non so qualefortuna tale opinione sabbia avuto in Oriente ma in Occidentequella che Brunetto Latini espresse in forma sigrave categorica prese ilsopravvento Armannino Giudice dice brusco e succinto che lanutrice dei figliuoli di Rea laquofu una grande puttana ma li autorivolsero parlar di loro cortesementeraquo e ancora laquoperchegrave ella era lamaggior puttana del paese per la gente si chiamava luparaquoGiovanni dOutremeuse eclettico e conciliativo racconta che idue fanciulli furono allattati e da una lupa e da Acca Larenzia percagione de suoi costumi soprannominata lupa Ciograve non di menola lupa quale emblema delle loro origini fu sempre cara ai179 Circa il mito v LIEBRECHT Romulus und die Welfen nel volume intitolatoZur Volkskunde Heilbronn 1879 p 17-25 oppure nella Germania delPFEIFFER vol XI p 166 segg180 TITO LIVIO dice l I 4 laquoSunt qui Laurentiam vulgato corpore lupam interpastores vocatam putent inde locum fabulae ac miraculo datumraquo181 Basti un esempio Nel Chronicon Sancti Petri si narra di un fanciullo rapitonutrito e cosa ben piugrave meravigliosa educato dai lupi Ap MENCKENIUS Scriptt III col 313-4182 Li Livres dou Tresor ed dello Chabaille Parigi 1863 p 43183 Historiarum Compendium ed di Bonna 1828-9 (Corpus script histbyzant) vol I p 257

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romani anche nei tempi di mezzo Benedetto di SantAndrea ilquale scriveva intorno al mille parlando di un luogo del Lateranocui davasi nome Ad lupam ricorda due volte che la lupa era dettamadre dei Romani184

Romolo fonda Roma riunendo in una le molte cittagrave costruiteda suoi precedessori e chiamandola dal proprio suo nome185 Acompiere la nuova cittagrave si richieggono numerosi artefici e copiosimateriali Non si voleva credere che Roma nel suo principio altronon fosse stata che un povero villaggio e un nido di malandrini Ilsolito Giovanni dOutremeuse racconta186 laquoSor lan delcoronation le roy David IIIdeg e XLVII commenchat Romelus agraveedifier la grant citeit de Romme si mandat ouvrirs par toutEurop et assembla toute la mateire que ilh besongnoit agrave sonouvraige se fist encloire de murs toutes les citeis que sesdevantrains avoient fondeit dont la plus grant astoit Eneach queEneas fondat et toutes les altres qui lagrave altour astoient fondeacuteespor tant quilh gisoient toutes en unc reon agrave une liewe ou demypres et si en estoit par compte XXXVI citeis encloyt ou fistencloire Romelus et fist une seule citeit et leurs tollit leursnoms quant elle fut parfaite et appellat selonc son nom celleciteit Rome et encor at-ilh agrave nom Rommeraquo Ciograve avvenne lannodel mondo IIIIm IIIc IIIIxx IIII cioegrave 4484 Secondo ArmanninoGiudice Romolo e Remo costrussero Roma quando giagrave avevanoconquistate molte terre ed erano venuti in grande signoria laquoOrasono gli due fratelli in molto grande stato Molte e molte terre sisommisero Tanto cresciette la loro grande possa chegli

184 Chronicon ap PERTZ Script t III p 712 720-1185 In certa storia de Troia et de Roma scritta in dialetto napoletano econtenuta in un codice Gaddiano della Laurenziana segnato CXLVIII (secXIII) si dice a proposito del nome di Roma laquoVole homo dicere ka Roma founa femina nobilissima Troiana ke fugio de Troia et venne a questo loco loquale se dice Roma Et ad li Romani sappenno rio de Roma ke era capo de lomunno avesse nome da femina dissero soppena de lo capo ke Roma magi senon clamasse da nome de femina e da tucti li Romani fo tacutoraquo186 Op cit vol I p 56

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romani anche nei tempi di mezzo Benedetto di SantAndrea ilquale scriveva intorno al mille parlando di un luogo del Lateranocui davasi nome Ad lupam ricorda due volte che la lupa era dettamadre dei Romani184

Romolo fonda Roma riunendo in una le molte cittagrave costruiteda suoi precedessori e chiamandola dal proprio suo nome185 Acompiere la nuova cittagrave si richieggono numerosi artefici e copiosimateriali Non si voleva credere che Roma nel suo principio altronon fosse stata che un povero villaggio e un nido di malandrini Ilsolito Giovanni dOutremeuse racconta186 laquoSor lan delcoronation le roy David IIIdeg e XLVII commenchat Romelus agraveedifier la grant citeit de Romme si mandat ouvrirs par toutEurop et assembla toute la mateire que ilh besongnoit agrave sonouvraige se fist encloire de murs toutes les citeis que sesdevantrains avoient fondeit dont la plus grant astoit Eneach queEneas fondat et toutes les altres qui lagrave altour astoient fondeacuteespor tant quilh gisoient toutes en unc reon agrave une liewe ou demypres et si en estoit par compte XXXVI citeis encloyt ou fistencloire Romelus et fist une seule citeit et leurs tollit leursnoms quant elle fut parfaite et appellat selonc son nom celleciteit Rome et encor at-ilh agrave nom Rommeraquo Ciograve avvenne lannodel mondo IIIIm IIIc IIIIxx IIII cioegrave 4484 Secondo ArmanninoGiudice Romolo e Remo costrussero Roma quando giagrave avevanoconquistate molte terre ed erano venuti in grande signoria laquoOrasono gli due fratelli in molto grande stato Molte e molte terre sisommisero Tanto cresciette la loro grande possa chegli

184 Chronicon ap PERTZ Script t III p 712 720-1185 In certa storia de Troia et de Roma scritta in dialetto napoletano econtenuta in un codice Gaddiano della Laurenziana segnato CXLVIII (secXIII) si dice a proposito del nome di Roma laquoVole homo dicere ka Roma founa femina nobilissima Troiana ke fugio de Troia et venne a questo loco loquale se dice Roma Et ad li Romani sappenno rio de Roma ke era capo de lomunno avesse nome da femina dissero soppena de lo capo ke Roma magi senon clamasse da nome de femina e da tucti li Romani fo tacutoraquo186 Op cit vol I p 56

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pensarono di fare nuova ciptade la quale fosse chapo di tucto ilreame Consiglio nebero da loro indovini ove meglio fare sidovesse la ciptade per migliore sito e per piugrave fertile luogho perbuon agurio e sotto migliore pianeto Subitamente apparve unaaguglia sopra quello luogho dove egrave oggi Roma rotando intorno alcerchiovito facciendo lo suo giro Questo fece dalla mattinainsino a sera Glindovini dissero apertamente che questo eramiracholo da dio per dimostranza che la ciptade fare si dovesseproprio in quello luogo sopra l quale laguglia girava e chequellaguglia mostrava che quella ciptagrave che fare si dovea in quelloluogho sarebbe chapo guida e maggiore sopra ogni altra terraQuivi allora fu chominciata la nobile ciptade la quale fu ed egrave perexcellenza chapo del mondoraquo187 Nelle giagrave citate cronache latinecontenute nel manoscritto H V 37 della Nazionale di Torino sidice (f 26 r) che Romolo e Remo fondarono Roma con lasperanza che savesse ad adempiere per essa la profezia di Jonitoe una rivelazione fatta ad Enea In pochi giorni Roma il cui murogirava ventidue miglia ed era munito di trecentosessanta torrisoggiogograve tutte le cittagrave e i castelli vicini Secondo CedrenoRomolo divise la cittagrave in quattro parti in onore dei quattroelementi e costrusse un circo le cui dodici porte simboleggiavanoi dodici segni dello zodiaco e laltre parti rappresentavano laterra il mare lorto loccaso il corso dei sette pianeti il cieloLuso dei colori onde si distinsero le quattro fazioni PrasinaVeneta Alba e Russata risale sino a lui188 Costantino Manasse(XII secolo) racconta189 che Romolo segnograve i confini della cittagravecon un aratro cui erano aggiogati un toro e una giovenca il torodalla parte esterna per significare gli uomini dover essereformidabili agli stranieri la giovenca dalla parte interna per

187 Fiorita dItalia conto XXVIII cod della Laurenziana pl LXII 12 (scrittonel 1325) f 212 v 213 r188 Histor Compend p 259 Lo stesso si narra nel Chronicon Paschale ed diBonna 1832 vol I p 206 e da MICHELE GLICA negli Annali ed di Bonna1836 p 266189 Compendium chronicum ed di Bonna 1837 v 1623-30

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pensarono di fare nuova ciptade la quale fosse chapo di tucto ilreame Consiglio nebero da loro indovini ove meglio fare sidovesse la ciptade per migliore sito e per piugrave fertile luogho perbuon agurio e sotto migliore pianeto Subitamente apparve unaaguglia sopra quello luogho dove egrave oggi Roma rotando intorno alcerchiovito facciendo lo suo giro Questo fece dalla mattinainsino a sera Glindovini dissero apertamente che questo eramiracholo da dio per dimostranza che la ciptade fare si dovesseproprio in quello luogo sopra l quale laguglia girava e chequellaguglia mostrava che quella ciptagrave che fare si dovea in quelloluogho sarebbe chapo guida e maggiore sopra ogni altra terraQuivi allora fu chominciata la nobile ciptade la quale fu ed egrave perexcellenza chapo del mondoraquo187 Nelle giagrave citate cronache latinecontenute nel manoscritto H V 37 della Nazionale di Torino sidice (f 26 r) che Romolo e Remo fondarono Roma con lasperanza che savesse ad adempiere per essa la profezia di Jonitoe una rivelazione fatta ad Enea In pochi giorni Roma il cui murogirava ventidue miglia ed era munito di trecentosessanta torrisoggiogograve tutte le cittagrave e i castelli vicini Secondo CedrenoRomolo divise la cittagrave in quattro parti in onore dei quattroelementi e costrusse un circo le cui dodici porte simboleggiavanoi dodici segni dello zodiaco e laltre parti rappresentavano laterra il mare lorto loccaso il corso dei sette pianeti il cieloLuso dei colori onde si distinsero le quattro fazioni PrasinaVeneta Alba e Russata risale sino a lui188 Costantino Manasse(XII secolo) racconta189 che Romolo segnograve i confini della cittagravecon un aratro cui erano aggiogati un toro e una giovenca il torodalla parte esterna per significare gli uomini dover essereformidabili agli stranieri la giovenca dalla parte interna per

187 Fiorita dItalia conto XXVIII cod della Laurenziana pl LXII 12 (scrittonel 1325) f 212 v 213 r188 Histor Compend p 259 Lo stesso si narra nel Chronicon Paschale ed diBonna 1832 vol I p 206 e da MICHELE GLICA negli Annali ed di Bonna1836 p 266189 Compendium chronicum ed di Bonna 1837 v 1623-30

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significare dover le donne essere feconde e fedeli ai loro maritiRomolo tolse pure una zolla fuor del confine e la gettograve dentroalla cittagrave augurando che questa potesse allargarsi a spese altrui

Roma sin dal suo primo nascere opulenta e magnifica non fupopolata di pastori e di banditi ma di varie stirpi generose e dimolti nobili uomini A tale proposito dice la Graphia laquoAnnoautem CCCCXXXIII destructionis troianae urbis expletoRomulus Priami Troianorum regis sanguine natus XXII annoetatis sue XV Kal maias omnes civitates iam dictas muro cinxitet ex suo nomine Romam vocavit Et in ea EtruriensesSabinenses Albanenses Tusculanenses PolitanensesTelenenses Ficanenses Janiculenses Camerinenses CapenatiFalisci Lucani Ytali et omnes fere nobiles de toto orbe cumuxoribus et filiis habitaturi conveniuntraquo190 In quella stranafarragine storica che va sotto il nome di Gioseffo Gorionide sinarra che Romolo per paura grande che ebbe di Davide cinse conun muro di quarantacinque miglia di giro la cittagrave da lui fondataVi si accenna anche a una guerra combattuta fra Romolo eDavide ma non si dice quale ne fosse lesito191

Due diverse leggende corsero nellantichitagrave sulla morte diRemo192 Il medio evo accolse ora luna ora laltra ma diede190 Martino Polono altera ed abbrevia laquoEt in ea (scil urbe Roma) SabinensesAlbanenses Thusculanenses Policanenses Celenenses CitanensesCamerinenses Campenati Lucani et omnes pene nobiles ex Italia cumuxoribus et filiis convenerunt ibi habitaturiraquo Giacomo da Acqui si scosta edalla Graphia e da Martino Polono laquoConvenerunt autem ibi septem regespalatia et diversas urbes edificantes videlicet sabinensis albanensisturbanensis ypolitanensis celanensis cameranensis et campanensis et omnesnobiles de Ytalia Vnde Romulus anno aetatis sue XXIX videlicet vel VIdegkalendas madii et anno IIIIdeg et liiii post eversionem Troye omnes predictasurbes regales et eorum palatia muris percingere cepit et ex suo nomineRomam vocavitraquo191 Josippon sive Josephi Ben-Gorionis Historiae judaicae libri sex ExHebraeo Latine vertit Praefatione et Notis illustravit Johannes Gagnier A MOxonii MDCCVI l I c 3192 Cf Tito Livio l I 7 Martino Polono si contraddice a questo proposito nelgiagrave citato Libellus giacchegrave prima dice che Roma fu fondata da Romolo e

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significare dover le donne essere feconde e fedeli ai loro maritiRomolo tolse pure una zolla fuor del confine e la gettograve dentroalla cittagrave augurando che questa potesse allargarsi a spese altrui

Roma sin dal suo primo nascere opulenta e magnifica non fupopolata di pastori e di banditi ma di varie stirpi generose e dimolti nobili uomini A tale proposito dice la Graphia laquoAnnoautem CCCCXXXIII destructionis troianae urbis expletoRomulus Priami Troianorum regis sanguine natus XXII annoetatis sue XV Kal maias omnes civitates iam dictas muro cinxitet ex suo nomine Romam vocavit Et in ea EtruriensesSabinenses Albanenses Tusculanenses PolitanensesTelenenses Ficanenses Janiculenses Camerinenses CapenatiFalisci Lucani Ytali et omnes fere nobiles de toto orbe cumuxoribus et filiis habitaturi conveniuntraquo190 In quella stranafarragine storica che va sotto il nome di Gioseffo Gorionide sinarra che Romolo per paura grande che ebbe di Davide cinse conun muro di quarantacinque miglia di giro la cittagrave da lui fondataVi si accenna anche a una guerra combattuta fra Romolo eDavide ma non si dice quale ne fosse lesito191

Due diverse leggende corsero nellantichitagrave sulla morte diRemo192 Il medio evo accolse ora luna ora laltra ma diede190 Martino Polono altera ed abbrevia laquoEt in ea (scil urbe Roma) SabinensesAlbanenses Thusculanenses Policanenses Celenenses CitanensesCamerinenses Campenati Lucani et omnes pene nobiles ex Italia cumuxoribus et filiis convenerunt ibi habitaturiraquo Giacomo da Acqui si scosta edalla Graphia e da Martino Polono laquoConvenerunt autem ibi septem regespalatia et diversas urbes edificantes videlicet sabinensis albanensisturbanensis ypolitanensis celanensis cameranensis et campanensis et omnesnobiles de Ytalia Vnde Romulus anno aetatis sue XXIX videlicet vel VIdegkalendas madii et anno IIIIdeg et liiii post eversionem Troye omnes predictasurbes regales et eorum palatia muris percingere cepit et ex suo nomineRomam vocavitraquo191 Josippon sive Josephi Ben-Gorionis Historiae judaicae libri sex ExHebraeo Latine vertit Praefatione et Notis illustravit Johannes Gagnier A MOxonii MDCCVI l I c 3192 Cf Tito Livio l I 7 Martino Polono si contraddice a questo proposito nelgiagrave citato Libellus giacchegrave prima dice che Roma fu fondata da Romolo e

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anche lo spaccio a qualche nuova finzione Secondo una leggendanata senza dubbio in Francia Remo separatosi dal fratellofondograve la cittagrave di Reims la quale sorpassava di gran lunga Romain bellezza e in ricchezza Tornato dopo alcun tempo a Romavarca con un salto lumile muro della cittagrave ed egrave dal fratello fattomorire Il figlio di Remo uccide poi lo zio e regna in suo luogoQuesta storia si trova ora con una ora con unaltra variante nelromanzo francese dAthis et Prophilias in GiovannidOutremeuse nei Faictz merveilleux de Virgille nel Virgiliusinglese193 ecc NellAthis et Prophilias la storia egrave narrata neiseguenti termini194

Et Remus sen ala en FranceUne cite fist par poissanceQuant il [l] ot assise e fondeeEn son non la Rains apelee A Rains estut Remus lonc tensTant quil li vint en son pourpensQuil iroit Rome veoirA Romulus quil veut savoirComment il maintenoit sa tereSe il i a ou pais ou guerreA Rome en est venus RemusGrant joie en maint RomulusLi citoien de la citeEn ont grant joie demeneA Rome avoit ja moult de gentForment poeplee espessementEncor erent li mur moult bas

Remo ed ebbe da essi il nome poi che Romolo prese a cingere di muro le cittagravecostruite dai suoi predecessori quando Remo era giagrave morto finalmente citandoLivio riferisce tutta due le tradizioni antiche193 THOMS Early English Prose Romances 2a ed Londra 1858 vol II p 21-4194 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 375 f 120 v col 2a - 4a Questo raccontomanca al frammento tedesco dellAthis e Prophilias pubblicato da GuglielmoGrimm negli Atti dellAccademia di Berlino 1844 1852

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anche lo spaccio a qualche nuova finzione Secondo una leggendanata senza dubbio in Francia Remo separatosi dal fratellofondograve la cittagrave di Reims la quale sorpassava di gran lunga Romain bellezza e in ricchezza Tornato dopo alcun tempo a Romavarca con un salto lumile muro della cittagrave ed egrave dal fratello fattomorire Il figlio di Remo uccide poi lo zio e regna in suo luogoQuesta storia si trova ora con una ora con unaltra variante nelromanzo francese dAthis et Prophilias in GiovannidOutremeuse nei Faictz merveilleux de Virgille nel Virgiliusinglese193 ecc NellAthis et Prophilias la storia egrave narrata neiseguenti termini194

Et Remus sen ala en FranceUne cite fist par poissanceQuant il [l] ot assise e fondeeEn son non la Rains apelee A Rains estut Remus lonc tensTant quil li vint en son pourpensQuil iroit Rome veoirA Romulus quil veut savoirComment il maintenoit sa tereSe il i a ou pais ou guerreA Rome en est venus RemusGrant joie en maint RomulusLi citoien de la citeEn ont grant joie demeneA Rome avoit ja moult de gentForment poeplee espessementEncor erent li mur moult bas

Remo ed ebbe da essi il nome poi che Romolo prese a cingere di muro le cittagravecostruite dai suoi predecessori quando Remo era giagrave morto finalmente citandoLivio riferisce tutta due le tradizioni antiche193 THOMS Early English Prose Romances 2a ed Londra 1858 vol II p 21-4194 Cod della Bibl Nat di Parigi Fr 375 f 120 v col 2a - 4a Questo raccontomanca al frammento tedesco dellAthis e Prophilias pubblicato da GuglielmoGrimm negli Atti dellAccademia di Berlino 1844 1852

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Entor la vile par compasRomulus ot devant jureI grant serment par grant fiertePour ccedilou que bas erent li murQue cil dedens fuissent seurQue cil que les murs tressaurraQue la teste li trenceraIl nen perdra ja mentionNautre gage si le cief nonI soir saloit esbanoiierRemus avoec l chevalierEntor le[s] murs de la citeQue encor erent bas et leLes murs aloient esgardantEt la faiture devisantRemus dist l mot de folielaquoCist mur ne matalentent mieQue valent mur qui ne sont hautQui ne pueent soufrir assautIl sunt trop bas desor la tereNe pueent pas soufrir grant guerreraquoIl ne sot mot del sairementQui ert jures novelementSi dist que les murs tressaudraQue ja rien ni atouceraDist ses compains laquoJe ne cuit mieQuil ait home en ceste vieQui li devroit le cief tolirQui les murs peust tressalirraquoQuant Remus lot sest desfublesPuis li a dit laquoOr esgardesraquoCele part vint tos eslaissiesPar son le mur sailli em piesOu avoit III toises de leDe lautre part emmi le preQuant il ot cele cose faiteMoult tost fu a Rome retraiteQuant Romulus vit que Remus

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Entor la vile par compasRomulus ot devant jureI grant serment par grant fiertePour ccedilou que bas erent li murQue cil dedens fuissent seurQue cil que les murs tressaurraQue la teste li trenceraIl nen perdra ja mentionNautre gage si le cief nonI soir saloit esbanoiierRemus avoec l chevalierEntor le[s] murs de la citeQue encor erent bas et leLes murs aloient esgardantEt la faiture devisantRemus dist l mot de folielaquoCist mur ne matalentent mieQue valent mur qui ne sont hautQui ne pueent soufrir assautIl sunt trop bas desor la tereNe pueent pas soufrir grant guerreraquoIl ne sot mot del sairementQui ert jures novelementSi dist que les murs tressaudraQue ja rien ni atouceraDist ses compains laquoJe ne cuit mieQuil ait home en ceste vieQui li devroit le cief tolirQui les murs peust tressalirraquoQuant Remus lot sest desfublesPuis li a dit laquoOr esgardesraquoCele part vint tos eslaissiesPar son le mur sailli em piesOu avoit III toises de leDe lautre part emmi le preQuant il ot cele cose faiteMoult tost fu a Rome retraiteQuant Romulus vit que Remus

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Ot ensi tressailli les mursLe cuer ot plein de felonnieSempres li porte grant enviePaor a quil ne claint sa tereEt quencor ne li face guerreLes diex eu jure u il satentQuil locira sans jugementSes castelains et ses baronsA devant lui trestos semonsDist quil ne veut sa loi fauserNe son sairement parjurerDe son frere la teste a priseMoult en a fait aspre justiseOr commenccedila la felonnieLa malvaisteacutes la symonieQui jamais de Rome nistraTant com li siecles durera

Notisi che parecchi padri della Chiesa rinfacciarono a Roma ilparricidio da cui ha principio la sua storia Nei Faictz merveilleuxde Virgille nel Virgilius inglese (anche nel Virgilius olandeseAmsterdam 1552) Romolo egrave colto da grande invidia quandoviene a risapere che le mura di Reims erano tanto alte che unafreccia non avrebbe potuto raggiungerne la sommitagrave mentrequelle di Roma erano cosigrave basse che con un salto si potevanovarcare Romolo decapita il fratello con le proprie sue mani poiva e distrugge Reims La vedova di Remo la ricostruisce moltopiugrave bella e piugrave forte di prima Remo secondo figlio delluccisoleva un esercito entra senza contrasto in Roma decapita a suavolta lo zio ed egrave fatto imperatore Allora Roma ebbe mura efossati e molti superbi edifizii e fu abitata da varie genti eacquistograve gran nome e grande possanza In una cronica francesemanoscritta che si conserva nella Nazionale di Torino (cod L II10 f 80 r) Remo passa in Gallia mandatovi dal fratello mentreGiovanni dOutremeuse racconta195 Romelus par tant quilh195 Op cit vol I p 54-5

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Ot ensi tressailli les mursLe cuer ot plein de felonnieSempres li porte grant enviePaor a quil ne claint sa tereEt quencor ne li face guerreLes diex eu jure u il satentQuil locira sans jugementSes castelains et ses baronsA devant lui trestos semonsDist quil ne veut sa loi fauserNe son sairement parjurerDe son frere la teste a priseMoult en a fait aspre justiseOr commenccedila la felonnieLa malvaisteacutes la symonieQui jamais de Rome nistraTant com li siecles durera

Notisi che parecchi padri della Chiesa rinfacciarono a Roma ilparricidio da cui ha principio la sua storia Nei Faictz merveilleuxde Virgille nel Virgilius inglese (anche nel Virgilius olandeseAmsterdam 1552) Romolo egrave colto da grande invidia quandoviene a risapere che le mura di Reims erano tanto alte che unafreccia non avrebbe potuto raggiungerne la sommitagrave mentrequelle di Roma erano cosigrave basse che con un salto si potevanovarcare Romolo decapita il fratello con le proprie sue mani poiva e distrugge Reims La vedova di Remo la ricostruisce moltopiugrave bella e piugrave forte di prima Remo secondo figlio delluccisoleva un esercito entra senza contrasto in Roma decapita a suavolta lo zio ed egrave fatto imperatore Allora Roma ebbe mura efossati e molti superbi edifizii e fu abitata da varie genti eacquistograve gran nome e grande possanza In una cronica francesemanoscritta che si conserva nella Nazionale di Torino (cod L II10 f 80 r) Remo passa in Gallia mandatovi dal fratello mentreGiovanni dOutremeuse racconta195 Romelus par tant quilh195 Op cit vol I p 54-5

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nasquit devant voloit estre roy tot seul Si encachat son frere etfist crier 1 ban par tout son rengne qui poroit Remus son frereochire ilh le feroit riche homeraquo Remo fugge in Gallia fondaReims poi ritorna per chiedere a Romolo genti da popolare la suacittagrave Un pastore lo riconosce e lo uccide ma Romolo faimpiccare il pastore Il domenicano Roberto Holkot (m nel1349) facendo una confusione assai strana della storia di Romoloe di Remo con quella degli Orazii e de Curiazii dice nel Libermoralizationum historiarum196 che i due fratelli decidono delprimato ponendo ciascuno a combattere tre campioni197

In Oriente sembra essersi diffusa unaltra leggenda abbastanzacuriosa la quale ha probabilmente radice in ciograve che si narra dellaespiazione del fratricidio compiuta da Romolo nelle festeLemurie La trovo anzi tutto nel Compendium historiarum diCedreno198 Remo essendo insorto contro Romolo questi lo fecemorire il che fu causa di grandi turbazioni nella cittagrave LoracoloPizio fece intendere a Romolo che a farle cessare era mestieri sitogliesse collega nel reggimento il fratello morto Romolo fecefare una statua doro nella quale si riconosceva effigiato il fratello

196 Ed del 1586 moralitas XI197 In un codice Marciano delle Moralizationes (lat cl III LXXV f 27 v) nonsi dice che il competitore di Romolo sia Remo negrave che Romolo abbia avutoparte alcuna nella fondazione della cittagrave laquoNarratur in gestis Romanorum quodcum Romulus intravit civitatem Romanorum voluit in ea regnare et voluit deea habere dominium sed fuit ibi unus qui maximam partem civitatis habuit perse et sibi contradixit et resistit quod non regnaret in civitate nec haberetdominium ita quod maxima discordia orta est Ex hoc tandem ex mutuoconsensu utriusque partis ordinatum fuit quod (per) tres milites ex parteRomuli intrarent campum ad pugnandum et tres ex alia parte et cuius militeshaberent victoriam ille regnaret in civitate et haberet dominium ipsius Quofacto Romulus misit tres milites in campum et alter etiam misit tres aliosmilites Et in primo progressu (I congressu) istorum militum occisi fueruntduo milites ex parte Romuli et tercius fugam peciit et dum sic fugeret post seperspexit et vidit alios insequentes ipse rediit et primum eorum occidit postea2m et 3m et sic dominium restabat Romulo et postmodum civitatem in paceposseditraquo198 Ed cit p 258

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nasquit devant voloit estre roy tot seul Si encachat son frere etfist crier 1 ban par tout son rengne qui poroit Remus son frereochire ilh le feroit riche homeraquo Remo fugge in Gallia fondaReims poi ritorna per chiedere a Romolo genti da popolare la suacittagrave Un pastore lo riconosce e lo uccide ma Romolo faimpiccare il pastore Il domenicano Roberto Holkot (m nel1349) facendo una confusione assai strana della storia di Romoloe di Remo con quella degli Orazii e de Curiazii dice nel Libermoralizationum historiarum196 che i due fratelli decidono delprimato ponendo ciascuno a combattere tre campioni197

In Oriente sembra essersi diffusa unaltra leggenda abbastanzacuriosa la quale ha probabilmente radice in ciograve che si narra dellaespiazione del fratricidio compiuta da Romolo nelle festeLemurie La trovo anzi tutto nel Compendium historiarum diCedreno198 Remo essendo insorto contro Romolo questi lo fecemorire il che fu causa di grandi turbazioni nella cittagrave LoracoloPizio fece intendere a Romolo che a farle cessare era mestieri sitogliesse collega nel reggimento il fratello morto Romolo fecefare una statua doro nella quale si riconosceva effigiato il fratello

196 Ed del 1586 moralitas XI197 In un codice Marciano delle Moralizationes (lat cl III LXXV f 27 v) nonsi dice che il competitore di Romolo sia Remo negrave che Romolo abbia avutoparte alcuna nella fondazione della cittagrave laquoNarratur in gestis Romanorum quodcum Romulus intravit civitatem Romanorum voluit in ea regnare et voluit deea habere dominium sed fuit ibi unus qui maximam partem civitatis habuit perse et sibi contradixit et resistit quod non regnaret in civitate nec haberetdominium ita quod maxima discordia orta est Ex hoc tandem ex mutuoconsensu utriusque partis ordinatum fuit quod (per) tres milites ex parteRomuli intrarent campum ad pugnandum et tres ex alia parte et cuius militeshaberent victoriam ille regnaret in civitate et haberet dominium ipsius Quofacto Romulus misit tres milites in campum et alter etiam misit tres aliosmilites Et in primo progressu (I congressu) istorum militum occisi fueruntduo milites ex parte Romuli et tercius fugam peciit et dum sic fugeret post seperspexit et vidit alios insequentes ipse rediit et primum eorum occidit postea2m et 3m et sic dominium restabat Romulo et postmodum civitatem in paceposseditraquo198 Ed cit p 258

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e collocatala a canto alla propria cominciograve a dire ogniqualvoltaesercitava la regale potestagrave Noi ordinammo noi decretammo noipermettemmo con che la cittagrave tornograve in quiete Lo stesso su pergiugrave si ha nel Chronican Paschale199 e negli Annali di MicheleGlica200

Unaltra leggenda orientale ancor essa merita di essere quiricordata Nelle Revelationes che vanno sotto il nome di Metodiosi narra201 che Romolo altrimenti detto Armelo sposograve Bisanziafiglia di Bisas re di Bizanzio e di Chuseth figlia del re Phool diEtiopia e madre di Alessandro Magno Romolo donograve Roma allasposa del che gli ottimati suoi furono molto sdegnati Da questenozze nacquero tre figliuoli Armelo che regnograve poi in RomaUrbano che regnograve in Bizanzio e Claudio che regnograve inAlessandria Lo scopo precipuo di questa poco sensata finzionebizantina di origine senza dubbio si egrave di venire in appoggio deidiritti che glimperatori vantavano su di Roma e su tutto limperoromano

Nel medio evo si mostravano in Roma i sepolcri di Romolo edi Remo quello nella Naumachia dellantico Campo Vaticanoaccosto a San Pietro questo fuori la Porta Ostiense a ridossodelle mura e propriamente nella piramide di Cajo Cestio (meta)che tuttora sorge in quel luogo Ma la collocazione e ladenominazione dei due sepolcri sono nelle scritture e nelle piante

199 Ed cit vol I p 204-5200 Ed cit p 266201 Maxima Bibliotheca veterum patrum ed di Lione t III p 727 Circalautore di questo scritto e il tempo in cui fu composto si disputograve lungamenteChi lattribuigrave a Metodio Patarense che fu martire nel 311 o 312 chi a Metodioil Confessore Patriarca di Costantinopoli morto nell846 chi a Metodio diTessalonica apostolo degli Slavi vissuto anchegli nel IX secolo e chi ad altriMetodii vissuti nel XIII e XIV Il Gutschmid lo giudica della prima metagrave delsecolo VIII il Riezler e il Doumlllinger credono appartenga allXI Chi piugrave forsesapprossima al vero egrave lo Zezschwitz che lo stima del IX (Vom RoumlmischenKaisertum deutscher Nation Lipsia 1877 p 8 68 70-73) Io ebbi tra mani uncodice unciale della Barberina (segnato XIV 44) certo non posteriore al IXsecolo il quale contiene le Revelationes mutile in fine

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e collocatala a canto alla propria cominciograve a dire ogniqualvoltaesercitava la regale potestagrave Noi ordinammo noi decretammo noipermettemmo con che la cittagrave tornograve in quiete Lo stesso su pergiugrave si ha nel Chronican Paschale199 e negli Annali di MicheleGlica200

Unaltra leggenda orientale ancor essa merita di essere quiricordata Nelle Revelationes che vanno sotto il nome di Metodiosi narra201 che Romolo altrimenti detto Armelo sposograve Bisanziafiglia di Bisas re di Bizanzio e di Chuseth figlia del re Phool diEtiopia e madre di Alessandro Magno Romolo donograve Roma allasposa del che gli ottimati suoi furono molto sdegnati Da questenozze nacquero tre figliuoli Armelo che regnograve poi in RomaUrbano che regnograve in Bizanzio e Claudio che regnograve inAlessandria Lo scopo precipuo di questa poco sensata finzionebizantina di origine senza dubbio si egrave di venire in appoggio deidiritti che glimperatori vantavano su di Roma e su tutto limperoromano

Nel medio evo si mostravano in Roma i sepolcri di Romolo edi Remo quello nella Naumachia dellantico Campo Vaticanoaccosto a San Pietro questo fuori la Porta Ostiense a ridossodelle mura e propriamente nella piramide di Cajo Cestio (meta)che tuttora sorge in quel luogo Ma la collocazione e ladenominazione dei due sepolcri sono nelle scritture e nelle piante

199 Ed cit vol I p 204-5200 Ed cit p 266201 Maxima Bibliotheca veterum patrum ed di Lione t III p 727 Circalautore di questo scritto e il tempo in cui fu composto si disputograve lungamenteChi lattribuigrave a Metodio Patarense che fu martire nel 311 o 312 chi a Metodioil Confessore Patriarca di Costantinopoli morto nell846 chi a Metodio diTessalonica apostolo degli Slavi vissuto anchegli nel IX secolo e chi ad altriMetodii vissuti nel XIII e XIV Il Gutschmid lo giudica della prima metagrave delsecolo VIII il Riezler e il Doumlllinger credono appartenga allXI Chi piugrave forsesapprossima al vero egrave lo Zezschwitz che lo stima del IX (Vom RoumlmischenKaisertum deutscher Nation Lipsia 1877 p 8 68 70-73) Io ebbi tra mani uncodice unciale della Barberina (segnato XIV 44) certo non posteriore al IXsecolo il quale contiene le Revelationes mutile in fine

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di que tempi tuttaltro che costanti e la piramide di Cestio sitrova designata anche come sepolcro di Romolo LAnonimoMagliabecchiano pone il sepolcro di Remo presso a Santa Mariain Cosmedin202 Che la piramide di Cestio fosse il sepolcro diRemo fu creduto ancora dal Petrarca203

Tali in parte erano le leggende narrate un tempo dalla buonamadre che

traendo alla rocca la chiomaFavoleggiava con la sua famigliaDei Trojani e di Fiesole e di Roma204

Se si considera un po piugrave addentro lo spirito loro si scorge comesia intenzione a tutte quasi comune di mostrare che allafondazione di Roma e della sua potenza si richiedeva il concorsoe lopera di molte e diverse genti

202 Cito direttamente dal manoscritto che si conserva nella Nazionale diFirenze F 33 v laquoIn almachia idest iuxta sanctam manam cosmedinam et estmeta quae ut dicitur fuit sepulchrum Remuli qui mandato Romuli in Janomortuus fuit et de meta praedicta sicut iam dixi dubito quod non fuit Remuliper Romulum facta quia illis temporibus Romulus et sui non erant tantaepotentiae aliam ethimologiam sibi non invenio de qua quidem tacere poposcised sit quod vult mirae pulchritudinis fuit in lapidibus marmoreis tabulata Dequibus tabulis ornatum et constructum fuit ornamentum sancti petri perConstantinum consistentem Imperatoremraquo La forma Remulus invece diRemus foggiata per assimilazione su quella di Romulus sincontrafrequentemente nel medio evo Del sepolcro di Remo cosigrave si dice in un codiceCottoniano dei Mirabilia (Faustina A VIII f 149 v) laquoPrope portamCapenam que vocatur porta sancti Pauli iuxta murum urbis inter portampredictam et montem testarum sepultus est Remus frater Romuli Sepulcrumvero suis lapidibus magnis tabulatum est in altitudine magna quod in muroconiunctum est Quia statutis Romuli quibus consenserat voluit subiacere etquia idem Remus incidit in statutum capite truncatus sub muro sepultus estSepulcrum vero eius ad perpetuam rei memoriam tum quia frater Romuli erattum quia contra statutum fleri non licebat solempniter constructum estraquo203 Epist famil VI II204 Parad c XV v 124-6

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di que tempi tuttaltro che costanti e la piramide di Cestio sitrova designata anche come sepolcro di Romolo LAnonimoMagliabecchiano pone il sepolcro di Remo presso a Santa Mariain Cosmedin202 Che la piramide di Cestio fosse il sepolcro diRemo fu creduto ancora dal Petrarca203

Tali in parte erano le leggende narrate un tempo dalla buonamadre che

traendo alla rocca la chiomaFavoleggiava con la sua famigliaDei Trojani e di Fiesole e di Roma204

Se si considera un po piugrave addentro lo spirito loro si scorge comesia intenzione a tutte quasi comune di mostrare che allafondazione di Roma e della sua potenza si richiedeva il concorsoe lopera di molte e diverse genti

202 Cito direttamente dal manoscritto che si conserva nella Nazionale diFirenze F 33 v laquoIn almachia idest iuxta sanctam manam cosmedinam et estmeta quae ut dicitur fuit sepulchrum Remuli qui mandato Romuli in Janomortuus fuit et de meta praedicta sicut iam dixi dubito quod non fuit Remuliper Romulum facta quia illis temporibus Romulus et sui non erant tantaepotentiae aliam ethimologiam sibi non invenio de qua quidem tacere poposcised sit quod vult mirae pulchritudinis fuit in lapidibus marmoreis tabulata Dequibus tabulis ornatum et constructum fuit ornamentum sancti petri perConstantinum consistentem Imperatoremraquo La forma Remulus invece diRemus foggiata per assimilazione su quella di Romulus sincontrafrequentemente nel medio evo Del sepolcro di Remo cosigrave si dice in un codiceCottoniano dei Mirabilia (Faustina A VIII f 149 v) laquoPrope portamCapenam que vocatur porta sancti Pauli iuxta murum urbis inter portampredictam et montem testarum sepultus est Remus frater Romuli Sepulcrumvero suis lapidibus magnis tabulatum est in altitudine magna quod in muroconiunctum est Quia statutis Romuli quibus consenserat voluit subiacere etquia idem Remus incidit in statutum capite truncatus sub muro sepultus estSepulcrum vero eius ad perpetuam rei memoriam tum quia frater Romuli erattum quia contra statutum fleri non licebat solempniter constructum estraquo203 Epist famil VI II204 Parad c XV v 124-6

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Tantae molis erat romanam condero gentem

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Tantae molis erat romanam condero gentem

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CAPITOLO IV

Le meraviglie e le curiositagrave di Roma

Gli antichi Romani ebbero durante tutto il medio evo fama dicostruttori impareggiabili dovunque una rovina testimonio di piugraveprospera civiltagrave sfida lurto dei secoli e le ingiurie degli uominila fantasia popolare lattribuisce a ragione o a torto ai RomaniLe rovine indestruttibili ondera piena leterna cittagrave empievano distupore gli animi dei riguardanti e certo non vera altro spettacoloche potesse inspirare della potenza romana un piugrave alto e piugraveimmaginoso concetto Il popolo che aveva innalzato la MoleAdriana le Terme di Caracalla il Colosseo doveva parere bendegno di signoreggiare il mondo

Le rovine di Roma sono universalmente note nel medio evosebbene spesso ne sieno falsati i nomi e se ne disconosca luso Acominciare dal IX secolo molte delle piugrave cospicue vanno sotto lagenerica denominazione di palatia e di templa come sotto ilnome di palazzi e di basiliche vanno quelle di Atene La celebritagraveloro egrave assai grande e diffusa Esse dominavano superbamente lerozze ed umili costruzioni della nuova cittagrave e di lontano siscoprivano al pellegrino che ansioso le cercava con gli occhiAngilberto parlando dei messi spediti da Carlo Magno adaccertarsi di quanto fosse occorso al Papa Leone dice

Culmina iam cernunt Urbis procui ardua RomaeOptatique vident legati a monte theatrum 205

Il monte a cui qui allude Angilberto non puograve essere altro cheMontemario da cui si scopre unassai larga e bella veduta dellacittagrave Alla magnificenza di tale veduta accenna Dante quando fadire a Cacciaguida205 Carmen de Karolo Magno l III v 542-3 ap PERTZ Scriptores t II p 399

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CAPITOLO IV

Le meraviglie e le curiositagrave di Roma

Gli antichi Romani ebbero durante tutto il medio evo fama dicostruttori impareggiabili dovunque una rovina testimonio di piugraveprospera civiltagrave sfida lurto dei secoli e le ingiurie degli uominila fantasia popolare lattribuisce a ragione o a torto ai RomaniLe rovine indestruttibili ondera piena leterna cittagrave empievano distupore gli animi dei riguardanti e certo non vera altro spettacoloche potesse inspirare della potenza romana un piugrave alto e piugraveimmaginoso concetto Il popolo che aveva innalzato la MoleAdriana le Terme di Caracalla il Colosseo doveva parere bendegno di signoreggiare il mondo

Le rovine di Roma sono universalmente note nel medio evosebbene spesso ne sieno falsati i nomi e se ne disconosca luso Acominciare dal IX secolo molte delle piugrave cospicue vanno sotto lagenerica denominazione di palatia e di templa come sotto ilnome di palazzi e di basiliche vanno quelle di Atene La celebritagraveloro egrave assai grande e diffusa Esse dominavano superbamente lerozze ed umili costruzioni della nuova cittagrave e di lontano siscoprivano al pellegrino che ansioso le cercava con gli occhiAngilberto parlando dei messi spediti da Carlo Magno adaccertarsi di quanto fosse occorso al Papa Leone dice

Culmina iam cernunt Urbis procui ardua RomaeOptatique vident legati a monte theatrum 205

Il monte a cui qui allude Angilberto non puograve essere altro cheMontemario da cui si scopre unassai larga e bella veduta dellacittagrave Alla magnificenza di tale veduta accenna Dante quando fadire a Cacciaguida205 Carmen de Karolo Magno l III v 542-3 ap PERTZ Scriptores t II p 399

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Non era ancora vinto MontemaloDal vostro Uccellatojo206

Come i personaggi piugrave illustri della storia romana divengonoparagone dogni pregio e dogni virtugrave cosigrave i monumenti di Romarestituiti fantasticamente nella primitiva lor condizionedivengono paragone dogni magnificenza Quando Paolo Diaconovuol celebrare gli edifizii di cui il Longobardo Arichi duca diBenevento ornava la sua cittagrave la lode prende naturalmente laforma del confronto e il poeta esclama

Aemula Romuleis consurgunt moenia templis207

Sigiberto Gemblacense (n c 1030 m 1112) dice degli splendoridella cittagrave di Metz nella Vita di San Deoderico208

Cumque domos cerno Romana palatia credo

NellXI secolo la copia di edifizii per cui andava superba Roma egraveproverbiale Ciascuna cittagrave abbonda in qualche cosa Mediolanumin clericis Papia in deliciis Roma in aedificiis Ravenna inecclesiis209 Il testo di Praga dei Mirabilia (XIII secolo) porta ilseguente titolo Hec sunt Mirabilia Rome quomodo glorioseconstructa erat e in fatto i Mirabilia se poco se ne toglie versantutti sui monumenti

Le Sette meraviglie del mondo furono descritte assai prima cheRoma venisse in fiore lo che spiega come a nessuna delle

206 Parad c XV v 109-10207 Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum Neue Folge v IX p 471208 Ap PERTZ Script t IV p 478209 LANDULFO Historia Mediolanensis ap PERTZ Script t VIII p 74 E notisiche con quel dire Roma in aedificiis e poi subito Ravenna in ecclesiis pareche per Roma si voglia non far conto delle chiese e accennare solamente agliavanzi di antichi monumenti

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Non era ancora vinto MontemaloDal vostro Uccellatojo206

Come i personaggi piugrave illustri della storia romana divengonoparagone dogni pregio e dogni virtugrave cosigrave i monumenti di Romarestituiti fantasticamente nella primitiva lor condizionedivengono paragone dogni magnificenza Quando Paolo Diaconovuol celebrare gli edifizii di cui il Longobardo Arichi duca diBenevento ornava la sua cittagrave la lode prende naturalmente laforma del confronto e il poeta esclama

Aemula Romuleis consurgunt moenia templis207

Sigiberto Gemblacense (n c 1030 m 1112) dice degli splendoridella cittagrave di Metz nella Vita di San Deoderico208

Cumque domos cerno Romana palatia credo

NellXI secolo la copia di edifizii per cui andava superba Roma egraveproverbiale Ciascuna cittagrave abbonda in qualche cosa Mediolanumin clericis Papia in deliciis Roma in aedificiis Ravenna inecclesiis209 Il testo di Praga dei Mirabilia (XIII secolo) porta ilseguente titolo Hec sunt Mirabilia Rome quomodo glorioseconstructa erat e in fatto i Mirabilia se poco se ne toglie versantutti sui monumenti

Le Sette meraviglie del mondo furono descritte assai prima cheRoma venisse in fiore lo che spiega come a nessuna delle

206 Parad c XV v 109-10207 Zeitschrift fuumlr deutsches Alterthum Neue Folge v IX p 471208 Ap PERTZ Script t IV p 478209 LANDULFO Historia Mediolanensis ap PERTZ Script t VIII p 74 E notisiche con quel dire Roma in aedificiis e poi subito Ravenna in ecclesiis pareche per Roma si voglia non far conto delle chiese e accennare solamente agliavanzi di antichi monumenti

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fabbriche le quali illustrarono poi la Cittagrave fosse dato luogo traquelle Gli stessi scrittori latini che fanno ricordo dei Miraculamundi non osano accrescerne il numero negrave farvi in onore diRoma sostituzione alcuna ma si attengono fedelmente allatradizione210 Gregorio di Nazianzo morto nel 389 non ricordaancora nessun monumento romano211 e lo stesso dicasi diGregorio di Tours (n c 540 m 594)212 e di Cedreno213 Ma inuno scritterello De septem mundi miraculis attribuito a Bedaecco improvvisamente apparire a capo delle meraviglie ilCampidoglio che da indi in poi tiene onoratamente il posto chegli spetta214 Nei Mirabilia inseriti nel volume intitolato De Roma

210 Le sette meraviglie erano secondo lelenco piugrave antico le Piramidi dEgittole Mura e i Giardini pensili di Babilonia il Tempio di Diana in Efeso il GioveOlimpico di Fidia il Mausoleo il Colosso di Rodi il Faro di Alessandria V loscritto attribuito a FILONE BIZANTINO (III secolo av lE V) Περὶ των επτὰθεαmicroάτων pubblicato primamente da Leone Allaci in Roma 1640 poidallOrelli Lipsia 1816 Questo scritto egrave mutilo CASSIODORO (Var l VII 15)enumera le sette meraviglie secondo gli antichi prisci saeculi narratores mapoi venendo a parlar di Roma esclama laquoSed quis illa (miracola) ulteriuspraecipua putabit cum in una Urbe tot stupenda conspexerit Habuerunthonorem quia praecesserunt tempore et in rudi saeculo quicquid emersissetnovum per ora hominum jure ferebatur eximium Nunc autem potest esseveridicum si universa Roma dicatur esse miraculumraquo In progresso di tempo lalista fu ora in un modo ora in un altro alterata pur rimanendo fisso il numerodi sette (Cf MEXIA Silva de varia lection Siviglia 1520 parte 3a capitoloXXXII)211 Omelia XLIII 63 Egli annovera le seguenti meraviglie Tebe di BeoziaTebe egizia le Mura di Babilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodie templi di gran mole e di singolare magnificenza di cui non dice il nome212 Nel suo trattato De cursibus ecclesiasticis ritrovato e pubblicato dallHaaseBreslavia 1853 Gregorio di Tours enumera lArca di Noegrave le Mura diBabilonia il Tempio di Salomone il sepolcro del Re dei Persi cavato in unasola ametista il Colosso di Rodi il Teatro di Eraclea il Faro di Alessandria213 Le meraviglie registrate da Cedreno sono le Piramidi il Faro diAlessandria il Colosso di Rodi il Mausoleo il Tempio di Diana in Efeso ilTeatro di Miris in Licia il Bosco di Pergamo214 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quamcivitasraquo The complete Works of Venerable Bede by J A Giles Londra 1843

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fabbriche le quali illustrarono poi la Cittagrave fosse dato luogo traquelle Gli stessi scrittori latini che fanno ricordo dei Miraculamundi non osano accrescerne il numero negrave farvi in onore diRoma sostituzione alcuna ma si attengono fedelmente allatradizione210 Gregorio di Nazianzo morto nel 389 non ricordaancora nessun monumento romano211 e lo stesso dicasi diGregorio di Tours (n c 540 m 594)212 e di Cedreno213 Ma inuno scritterello De septem mundi miraculis attribuito a Bedaecco improvvisamente apparire a capo delle meraviglie ilCampidoglio che da indi in poi tiene onoratamente il posto chegli spetta214 Nei Mirabilia inseriti nel volume intitolato De Roma

210 Le sette meraviglie erano secondo lelenco piugrave antico le Piramidi dEgittole Mura e i Giardini pensili di Babilonia il Tempio di Diana in Efeso il GioveOlimpico di Fidia il Mausoleo il Colosso di Rodi il Faro di Alessandria V loscritto attribuito a FILONE BIZANTINO (III secolo av lE V) Περὶ των επτὰθεαmicroάτων pubblicato primamente da Leone Allaci in Roma 1640 poidallOrelli Lipsia 1816 Questo scritto egrave mutilo CASSIODORO (Var l VII 15)enumera le sette meraviglie secondo gli antichi prisci saeculi narratores mapoi venendo a parlar di Roma esclama laquoSed quis illa (miracola) ulteriuspraecipua putabit cum in una Urbe tot stupenda conspexerit Habuerunthonorem quia praecesserunt tempore et in rudi saeculo quicquid emersissetnovum per ora hominum jure ferebatur eximium Nunc autem potest esseveridicum si universa Roma dicatur esse miraculumraquo In progresso di tempo lalista fu ora in un modo ora in un altro alterata pur rimanendo fisso il numerodi sette (Cf MEXIA Silva de varia lection Siviglia 1520 parte 3a capitoloXXXII)211 Omelia XLIII 63 Egli annovera le seguenti meraviglie Tebe di BeoziaTebe egizia le Mura di Babilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodie templi di gran mole e di singolare magnificenza di cui non dice il nome212 Nel suo trattato De cursibus ecclesiasticis ritrovato e pubblicato dallHaaseBreslavia 1853 Gregorio di Tours enumera lArca di Noegrave le Mura diBabilonia il Tempio di Salomone il sepolcro del Re dei Persi cavato in unasola ametista il Colosso di Rodi il Teatro di Eraclea il Faro di Alessandria213 Le meraviglie registrate da Cedreno sono le Piramidi il Faro diAlessandria il Colosso di Rodi il Mausoleo il Tempio di Diana in Efeso ilTeatro di Miris in Licia il Bosco di Pergamo214 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quamcivitasraquo The complete Works of Venerable Bede by J A Giles Londra 1843

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prisca et nova varii auctores pubblicato da Giacomo Mazochioin Roma nel 1523 alle sette meraviglie del mondo fra cui egrave ilCampidoglio fanno degno riscontro sette meraviglie di Roma lequali sono lAcquedotto Claudio le Terme di Diocleziano ilForo di Nerva il Palazzo Maggiore il Pantheon il Colosseo laMole Adriana215

I Mirabilia cominciano la lista dei palazzi col Palatium majusin Pallanteo ossia sul Palatino Sotto il nome di Palatium majuso Palazzo maggiore216 si comprendevano pare tutte le rovine delPalatino le quali si credeva avessero formato un solo grande emagnifico palazzo Fra i monumenti di Roma esso teneva perdignitagrave il primo luogo giacchegrave si credeva fosse stato sedeordinaria deglimperatori e della suprema potestagrave del mondotuttavia la celebritagrave sua non raggiunse a gran pezza quella delCampidoglio e del Colosseo Nella Graphia si narra che Gianocostruigrave sul Palatino un palazzo laquoin quo omnes postea imperatoreset cesares feliciter habitaveruntraquo Ranulfo Higden dicesullautoritagrave di Gregorio che il Palazzo maggiore era laquoin medio

v IV p 10 Lo scritto De septem mundi miraculis egrave generalmente tenutoapocrifo ma ciograve poco importa al caso nostro giacchegrave lantichitagrave sua nonpotrebbe per questo essere contestata Il passo che si riferisce al Campidogliofu pubblicato anonimo dal Docen di su un manoscritto del secolo VIII IlCampidoglio egrave messo per primo in parecchi altri elenchi manoscritti dellemeraviglie del mondo (V GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 551 n) egravemesso per sesto nel citato libro De Roma prisca et nova edito dal MazochioCome settima meraviglia lo pone il PANCIROLI Res memorabiles Francoforte1660 tit XXXII Il Mabillon (Diarium ital p 272) ricorda un manoscrittogreco del XIII secolo dove le sette meraviglie sono Tebe egizia le Mura diBabilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodi il Campidoglio ilTempio di Adriano a Cizico215 Anche la Germania volle avere le sue sette meraviglie che si trovanoindicate in una iscrizione nel Duomo di Magonza216 Anon Magliabecch laquoPalacium maius fuit in monte Palatino quod hodiepalazo majore e dictoraquo Avvertasi che quando cito i Mirabilia si deveintendere propriamente la Descriptio plenaria semprechegrave non sia indicatoaltrimenti

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prisca et nova varii auctores pubblicato da Giacomo Mazochioin Roma nel 1523 alle sette meraviglie del mondo fra cui egrave ilCampidoglio fanno degno riscontro sette meraviglie di Roma lequali sono lAcquedotto Claudio le Terme di Diocleziano ilForo di Nerva il Palazzo Maggiore il Pantheon il Colosseo laMole Adriana215

I Mirabilia cominciano la lista dei palazzi col Palatium majusin Pallanteo ossia sul Palatino Sotto il nome di Palatium majuso Palazzo maggiore216 si comprendevano pare tutte le rovine delPalatino le quali si credeva avessero formato un solo grande emagnifico palazzo Fra i monumenti di Roma esso teneva perdignitagrave il primo luogo giacchegrave si credeva fosse stato sedeordinaria deglimperatori e della suprema potestagrave del mondotuttavia la celebritagrave sua non raggiunse a gran pezza quella delCampidoglio e del Colosseo Nella Graphia si narra che Gianocostruigrave sul Palatino un palazzo laquoin quo omnes postea imperatoreset cesares feliciter habitaveruntraquo Ranulfo Higden dicesullautoritagrave di Gregorio che il Palazzo maggiore era laquoin medio

v IV p 10 Lo scritto De septem mundi miraculis egrave generalmente tenutoapocrifo ma ciograve poco importa al caso nostro giacchegrave lantichitagrave sua nonpotrebbe per questo essere contestata Il passo che si riferisce al Campidogliofu pubblicato anonimo dal Docen di su un manoscritto del secolo VIII IlCampidoglio egrave messo per primo in parecchi altri elenchi manoscritti dellemeraviglie del mondo (V GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 551 n) egravemesso per sesto nel citato libro De Roma prisca et nova edito dal MazochioCome settima meraviglia lo pone il PANCIROLI Res memorabiles Francoforte1660 tit XXXII Il Mabillon (Diarium ital p 272) ricorda un manoscrittogreco del XIII secolo dove le sette meraviglie sono Tebe egizia le Mura diBabilonia il Mausoleo le Piramidi il Colosso di Rodi il Campidoglio ilTempio di Adriano a Cizico215 Anche la Germania volle avere le sue sette meraviglie che si trovanoindicate in una iscrizione nel Duomo di Magonza216 Anon Magliabecch laquoPalacium maius fuit in monte Palatino quod hodiepalazo majore e dictoraquo Avvertasi che quando cito i Mirabilia si deveintendere propriamente la Descriptio plenaria semprechegrave non sia indicatoaltrimenti

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urbis in signum monarchiae orbisraquo217 e Giovanni dOutremeuselaquoPremier astoit li palais maiour qui seyoit emmy la citeit en signede monarchie qui demontre justiche chis astoit composeis almaniere de crois car ilh avoit IIII frons et en chascon frontastoient cent portes de arren doreesraquo218 La prima cosa che Romadal sommo del monte ove lha tratto fa vedere a Fazio degliUberti egrave il Palazzo maggiore219

Le cose quivi ne saran piugrave conteMi disse e additommi un gran palagioChera dinanzi dalla nostra fronte

E sopraggiunse Pensa sio abbragioDentro a quel vidi re e piugrave baroniTutti albergare bene e stare ad agio

E vidil pien delle mie legioniPosto per segno in me di monarchiaIn quella parte ove l bellico poni220

Nel Libro Imperiale il Palazzo maggiore egrave cosigrave descritto221laquoPalazo maggiore et chuliseo erano nel mezo di Roma et era217 Polychron l I c 24218 Op cit v I p 61219 Nel citare alcun luogo del Dittamondo mi varrograve sempre a correzione dellespropositatissime stampe della lezione del codice torinese giagrave citato V sullascorrezione delle stampe del Dittamondo uno scritto di R RENIKR intitolatoAlcuni versi greci del Dittamondo nel Giornale di Filologia romanza n 7 p18-33220 L II c 31 Guglielmo Capello nota laquoQuesto fu palagio magiore del qualehogie si mostra le royne e lacqua che ligrave vicino passa faceva la neumachia(sic) cioegrave il lago nel quale i romani se exercitavano con le galee per impararesapere essere in le bataglie navale e anchora vi sono alchuni gradi onde ilpopolo vedeva questi giochi E questo palagio fu prima fondato dagli arcadinel monte Palanteo secondo Solino poi li Romani forsi lo fenno moltomajoreraquo221 Ogniqualvolta mi avverragrave di riportare alcun passo del Libro imperialesappiasi che cito non dalle stampe ma da codici di Venezia di Firenze e diRoma Tolgo il passo recato nel testo dal cod Marciano ital cl XI CXXVI f98 v

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urbis in signum monarchiae orbisraquo217 e Giovanni dOutremeuselaquoPremier astoit li palais maiour qui seyoit emmy la citeit en signede monarchie qui demontre justiche chis astoit composeis almaniere de crois car ilh avoit IIII frons et en chascon frontastoient cent portes de arren doreesraquo218 La prima cosa che Romadal sommo del monte ove lha tratto fa vedere a Fazio degliUberti egrave il Palazzo maggiore219

Le cose quivi ne saran piugrave conteMi disse e additommi un gran palagioChera dinanzi dalla nostra fronte

E sopraggiunse Pensa sio abbragioDentro a quel vidi re e piugrave baroniTutti albergare bene e stare ad agio

E vidil pien delle mie legioniPosto per segno in me di monarchiaIn quella parte ove l bellico poni220

Nel Libro Imperiale il Palazzo maggiore egrave cosigrave descritto221laquoPalazo maggiore et chuliseo erano nel mezo di Roma et era217 Polychron l I c 24218 Op cit v I p 61219 Nel citare alcun luogo del Dittamondo mi varrograve sempre a correzione dellespropositatissime stampe della lezione del codice torinese giagrave citato V sullascorrezione delle stampe del Dittamondo uno scritto di R RENIKR intitolatoAlcuni versi greci del Dittamondo nel Giornale di Filologia romanza n 7 p18-33220 L II c 31 Guglielmo Capello nota laquoQuesto fu palagio magiore del qualehogie si mostra le royne e lacqua che ligrave vicino passa faceva la neumachia(sic) cioegrave il lago nel quale i romani se exercitavano con le galee per impararesapere essere in le bataglie navale e anchora vi sono alchuni gradi onde ilpopolo vedeva questi giochi E questo palagio fu prima fondato dagli arcadinel monte Palanteo secondo Solino poi li Romani forsi lo fenno moltomajoreraquo221 Ogniqualvolta mi avverragrave di riportare alcun passo del Libro imperialesappiasi che cito non dalle stampe ma da codici di Venezia di Firenze e diRoma Tolgo il passo recato nel testo dal cod Marciano ital cl XI CXXVI f98 v

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palazo maggiore ritondo di giro oltre duno miglio222 nel qualeerano cinquanta altissime torri chon cinquanta bellissimi palazi edi belleza luno simile a laltro et lalteza delle mura erano sesantabraccia et grosse dieci le quali torre altretanto disopra passavanoornate di bellissimi porfidi et marmi di diversi cholori et nelmezo di drento era uno lacho nel quale era ogni generazione dipesci dintorno al quale circhundava una strada di marmobiancho e seliciata di porfidi di diversi cholori glintagli [de] liquali facevano memoria delle storie troyane e dello avvenimentodEnea in Italia Lo palazo aveva una entrata223 di altissime e belleporti di metallo et chosigrave erano porte et finestre degli altri palazi liquali erano drento di musayco tutti lavorati facendo memoria defatti antichi del chominciamento del mondo Le tetta eranocoperte di pionbo in fortissima volta sanza alcuno edifizio dilengname di chamere sale logge et chamminate224 forniti che lanatura none aveva in ciograve niente manchato citerne et fonti et pozidi dolcissime aque Laque del chondotto si chonducevano dalfiume di fogle225 sopra quasi i palagi chadeva laqua in dettolacho la quale veniva trenta miglia lontano Nella sommitagravedintorno sandava a chavallo et a pie come altri volevaHordinato era dintorno da uno de lati che infino a sommo [si]saliva quasi a piano Nel detto palazo stavano tutti li rettori liquali avevano a dare sententia et anchora vi si teneva ragione avedove et a pupilli et orfani Furono certi imperatorichordinarono loro stanze in certi luochi di Roma si chome fudove era santo Yanni che ivi si egrave Costantino et a termo dovesadorava lo dio Erchole dove si egrave Diociziano (sic)226 e dovegrave orasanto Piero che vabitograve Nerone e dove santa Maria Trasperina

222 Il cod ha di tondo di giro e choltre il cod Laurenziano pi LXIII 21ritondo di giro duno miglio223 Meglio il cod Laurenz dieci entrate224 Il Cod Laurenz ha chucine225 Il Cod Laurenz della follia226 Intendi le terme di Diocleziano

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palazo maggiore ritondo di giro oltre duno miglio222 nel qualeerano cinquanta altissime torri chon cinquanta bellissimi palazi edi belleza luno simile a laltro et lalteza delle mura erano sesantabraccia et grosse dieci le quali torre altretanto disopra passavanoornate di bellissimi porfidi et marmi di diversi cholori et nelmezo di drento era uno lacho nel quale era ogni generazione dipesci dintorno al quale circhundava una strada di marmobiancho e seliciata di porfidi di diversi cholori glintagli [de] liquali facevano memoria delle storie troyane e dello avvenimentodEnea in Italia Lo palazo aveva una entrata223 di altissime e belleporti di metallo et chosigrave erano porte et finestre degli altri palazi liquali erano drento di musayco tutti lavorati facendo memoria defatti antichi del chominciamento del mondo Le tetta eranocoperte di pionbo in fortissima volta sanza alcuno edifizio dilengname di chamere sale logge et chamminate224 forniti che lanatura none aveva in ciograve niente manchato citerne et fonti et pozidi dolcissime aque Laque del chondotto si chonducevano dalfiume di fogle225 sopra quasi i palagi chadeva laqua in dettolacho la quale veniva trenta miglia lontano Nella sommitagravedintorno sandava a chavallo et a pie come altri volevaHordinato era dintorno da uno de lati che infino a sommo [si]saliva quasi a piano Nel detto palazo stavano tutti li rettori liquali avevano a dare sententia et anchora vi si teneva ragione avedove et a pupilli et orfani Furono certi imperatorichordinarono loro stanze in certi luochi di Roma si chome fudove era santo Yanni che ivi si egrave Costantino et a termo dovesadorava lo dio Erchole dove si egrave Diociziano (sic)226 e dovegrave orasanto Piero che vabitograve Nerone e dove santa Maria Trasperina

222 Il cod ha di tondo di giro e choltre il cod Laurenziano pi LXIII 21ritondo di giro duno miglio223 Meglio il cod Laurenz dieci entrate224 Il Cod Laurenz ha chucine225 Il Cod Laurenz della follia226 Intendi le terme di Diocleziano

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(sic)227 che ivi si egrave Adriano el quale edifichograve chastel SantoAngnuolo ma la maggiore parte degli imperadori stavano inpalazo maggioreraquo

Passiamo ora al Colosseo giacchegrave del Campidoglio avrograve a direpiugrave opportunamente in altro capitolo

Il nome di Colosseo si trova primamente usato nelleCollettanee attribuite a Beda228 e nella Vita di Stefano IV scrittada Anastasio Bibliotecario il quale morigrave prima dell886229 ILatini ebbero laggettivo colosseus230 dal quale certamente derivail nome dellanfiteatro Flavio Per ragione della mole smisurata ilpopolo probabilmente sin da tempo assai antico cominciograve achiamare quellanfiteatro amphitheatrum colosseum e poi perbrevitagrave trasformando laggettivo in sostantivo Colosseumsenzaltro231 Checchessia di ciograve i sopradetti scrittori tolserocertamente dalluso popolare quel nome Beda che non fu a227 Leggi Traspontina228 Collectanea Op ed di Colonia 1612 t III col 483 Cf DU CANGEGlossarium mediae et infimae latinitatis s v Coliseum Beda scrivepropriamente Colysaeus ma egrave questa senza dubbio una forma corrottasebbene popolare Benedetto canonico ha Coloseum e Coloseum la GraphiaNei varii testi dei Mirabilia e qua e lagrave per gli scrittori si trova ColosseumColiseum Colliseum Coliseus ecc229 De vitis Pontificum ed di Venezia 1729 p 50 col 2a Qui si leggeColloseum230 PLINIO Hist Nat XXXIV 18 laquoMoles quippe excogitatas videmusstatuarum quas colosseas vocant turribus paresraquo231 Lopinione piugrave comune fu che il Colosseo avesse derivato il nome dalColosso di Nerone che sorgeva poco discosto Il PLATINA dice nella Vita diGiovanni VIII laquoColoseus vocant a Neroni Colossoraquo SCIPIONE MAFFEI miseprimo innanzi e sostenne con validi argomenti lopinione che il Colosseodovesse il nome non al Colosso di Nerone ma alla mole ingente per cui erasoprattutto ammirato Egli ricorda come per testimonianza di ERCHEMPERTO

(Hist Langob c 56) si chiamasse Colossus lanfiteatro di Capua V Deamphitheatro ecc c III nei Supplementa utriusque Thesauri del Poleno v Vcol 25 37 e Verona illustrata parte IV I c 4 V anche MAZOCHIO In Campaniamphitheatri titulum aliasque nonnullas Campanas inscriptionesCommentarius c VII nello stesso volume dei Supplementa Lopinione delMaffei accetta anche il GREGOROVIUS Gesch d St Rom v II p 211

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(sic)227 che ivi si egrave Adriano el quale edifichograve chastel SantoAngnuolo ma la maggiore parte degli imperadori stavano inpalazo maggioreraquo

Passiamo ora al Colosseo giacchegrave del Campidoglio avrograve a direpiugrave opportunamente in altro capitolo

Il nome di Colosseo si trova primamente usato nelleCollettanee attribuite a Beda228 e nella Vita di Stefano IV scrittada Anastasio Bibliotecario il quale morigrave prima dell886229 ILatini ebbero laggettivo colosseus230 dal quale certamente derivail nome dellanfiteatro Flavio Per ragione della mole smisurata ilpopolo probabilmente sin da tempo assai antico cominciograve achiamare quellanfiteatro amphitheatrum colosseum e poi perbrevitagrave trasformando laggettivo in sostantivo Colosseumsenzaltro231 Checchessia di ciograve i sopradetti scrittori tolserocertamente dalluso popolare quel nome Beda che non fu a227 Leggi Traspontina228 Collectanea Op ed di Colonia 1612 t III col 483 Cf DU CANGEGlossarium mediae et infimae latinitatis s v Coliseum Beda scrivepropriamente Colysaeus ma egrave questa senza dubbio una forma corrottasebbene popolare Benedetto canonico ha Coloseum e Coloseum la GraphiaNei varii testi dei Mirabilia e qua e lagrave per gli scrittori si trova ColosseumColiseum Colliseum Coliseus ecc229 De vitis Pontificum ed di Venezia 1729 p 50 col 2a Qui si leggeColloseum230 PLINIO Hist Nat XXXIV 18 laquoMoles quippe excogitatas videmusstatuarum quas colosseas vocant turribus paresraquo231 Lopinione piugrave comune fu che il Colosseo avesse derivato il nome dalColosso di Nerone che sorgeva poco discosto Il PLATINA dice nella Vita diGiovanni VIII laquoColoseus vocant a Neroni Colossoraquo SCIPIONE MAFFEI miseprimo innanzi e sostenne con validi argomenti lopinione che il Colosseodovesse il nome non al Colosso di Nerone ma alla mole ingente per cui erasoprattutto ammirato Egli ricorda come per testimonianza di ERCHEMPERTO

(Hist Langob c 56) si chiamasse Colossus lanfiteatro di Capua V Deamphitheatro ecc c III nei Supplementa utriusque Thesauri del Poleno v Vcol 25 37 e Verona illustrata parte IV I c 4 V anche MAZOCHIO In Campaniamphitheatri titulum aliasque nonnullas Campanas inscriptionesCommentarius c VII nello stesso volume dei Supplementa Lopinione delMaffei accetta anche il GREGOROVIUS Gesch d St Rom v II p 211

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Roma lo udigrave forse la prima volta da un pellegrino anglosassoneMa il medio evo non meno sollecito che fantastico ricercatore dietimologie ricorse a piugrave complicate spiegazioni ArmanninoGiudice narrato come nel Coliseo (divenuto qui come anchealtrove un tempio anzi capo di tutti li templi che per lo mondoerano) fossero rinchiusi molti spiriti maligni che facevano gransegni e gran miracoli soggiunge che i sacerdoti solevanodomandare agli stupiti spettatori Colis eum cioegrave il maggiore diquegli iddii ed essi rispondevano Colo donde il nome diColiseo232 Il Ramponi dice nella giagrave citata Storia di BolognalaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbisexistebat caput modo constructum pariter et fabricatum magnelatitudinis et immense altitudinis quod dicebatur collideus quiadii ibi colebantur233raquo

Il Colosseo fu nel medio evo comegrave tuttora la rovina piugravecospicua della cittagrave e la piugrave acconcia a inspirare un alto concettodella ricchezza e della potenza de suoi costruttori A qualiperipezie andasse soggetto durante le invasioni non si sa ma sipuograve credere che piugrave di una volta servisse di propugnacolo agliassaliti o agli assalitori e che non lo risparmiassero le fiammebarbariche Nel medio evo diventa una cava di materiali dacostruzione donde si estrae travertino ferro piombo marmo dafarne calce In tempi di guerra civile si trasforma in fortezza

232 Conto XXX (Cod Laurenziano pl LXII 12 f 233 v) Quivi erano glimolti altari i quali facti erano allonore degli dei in mezzo degli altri eraquello Giove gli cui ornamenti valeano smisurato tesoro Quivi erano preti iquali per incanti piovere nenguire (altri codici hanno nevichare) grandinare eserenare faceano a loro posta Gli forestieri erano menati in quello luogho ovesi facea tante maraviglie che la gente gli davano grande fede Allora diceanoquegli maligni preti a coloro che questo vedeano Colis eum la qual cosavolgarmente viene a dire Coltivi tu dio per sommo dio e quegli rispondea SigraveE per questa risposta battezzato aveano in quello errore E per questo cotaledomandare fu poi quello tempio Colliseo chiamato A contare gli ornamenti diquello Colliseo maraviglia parrebbe a udire non egrave quasi cittade di tanta valutaquanto valeano gli ornamenti di quello falso tempio233 Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 36 v

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Roma lo udigrave forse la prima volta da un pellegrino anglosassoneMa il medio evo non meno sollecito che fantastico ricercatore dietimologie ricorse a piugrave complicate spiegazioni ArmanninoGiudice narrato come nel Coliseo (divenuto qui come anchealtrove un tempio anzi capo di tutti li templi che per lo mondoerano) fossero rinchiusi molti spiriti maligni che facevano gransegni e gran miracoli soggiunge che i sacerdoti solevanodomandare agli stupiti spettatori Colis eum cioegrave il maggiore diquegli iddii ed essi rispondevano Colo donde il nome diColiseo232 Il Ramponi dice nella giagrave citata Storia di BolognalaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbisexistebat caput modo constructum pariter et fabricatum magnelatitudinis et immense altitudinis quod dicebatur collideus quiadii ibi colebantur233raquo

Il Colosseo fu nel medio evo comegrave tuttora la rovina piugravecospicua della cittagrave e la piugrave acconcia a inspirare un alto concettodella ricchezza e della potenza de suoi costruttori A qualiperipezie andasse soggetto durante le invasioni non si sa ma sipuograve credere che piugrave di una volta servisse di propugnacolo agliassaliti o agli assalitori e che non lo risparmiassero le fiammebarbariche Nel medio evo diventa una cava di materiali dacostruzione donde si estrae travertino ferro piombo marmo dafarne calce In tempi di guerra civile si trasforma in fortezza

232 Conto XXX (Cod Laurenziano pl LXII 12 f 233 v) Quivi erano glimolti altari i quali facti erano allonore degli dei in mezzo degli altri eraquello Giove gli cui ornamenti valeano smisurato tesoro Quivi erano preti iquali per incanti piovere nenguire (altri codici hanno nevichare) grandinare eserenare faceano a loro posta Gli forestieri erano menati in quello luogho ovesi facea tante maraviglie che la gente gli davano grande fede Allora diceanoquegli maligni preti a coloro che questo vedeano Colis eum la qual cosavolgarmente viene a dire Coltivi tu dio per sommo dio e quegli rispondea SigraveE per questa risposta battezzato aveano in quello errore E per questo cotaledomandare fu poi quello tempio Colliseo chiamato A contare gli ornamenti diquello Colliseo maraviglia parrebbe a udire non egrave quasi cittade di tanta valutaquanto valeano gli ornamenti di quello falso tempio233 Cod dellUniversitaria di Bologna n 431 f 36 v

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contesa tra i Frangipani e gli Anibaldi i terremoti soccorronoallopera distruggitrice degli uomini In pieno quattrocentoNiccolograve V che pure sacquistograve fama lodevole di umanista echempiegrave Roma di fabbriche lo spoglia ancora di marmi perprovvedere alle nuove costruzioni onde si accrescevano in Borgoi palazzi apostolici e Paolo II non si perita dimitare cosigravebiasimevole esempio a beneficio del suo privato palazzo in SanMarco234 Esposta da tanti secoli a tante e cosigrave formidabili causedi distruzione lantica ruina rimanendo in piedi pareva quasidovesse essere indestruttibile e ciograve la faceva piugrave meravigliosaagli occhi del popolo convinto del resto per virtugrave di una anticaprofezia che la gran mole dovesse durare quanto Roma e quantoil mondo235 Certo se se ne toglie il Campidoglio non vera intutta la cittagrave altro monumento che potesse cosigrave vivamente eccitarela fantasia e provocare la leggenda

Molti cronisti ricordano il colosso di Nerone a cui Vespasianofece mutare il capo un altro ponendovene che rappresentava ilsole con sette raggi intorno i quali misuravano ciascunoventidue piedi e mezzo236 Nel medio evo si sapeva che il colosso

234 Il GREGOROVIUS (Gesch d St Rom v VII p 638) non so perchegrave mette indubbio il fatto di Paolo II il quale egrave attestato da parecchi235 Di questa profezia fa ricordo Beda nel luogo testegrave citato laquoQuamdiu statColysaeus stat et Roma quando cadet Colysaeus cadet et Roma quando cadetRoma cadet et mundusraquo Lidea di collegare le sorti di una cittagrave o di un popoloa quelle di un edificio egrave tuttaltro che nuova ma qui puograve far meraviglia vederestretto un cotal nesso fra Roma cristiana ed un monumento pagano bagnatodal sangue dei martiri Piugrave ragionevole sembra una leggenda affine sparsa fra iLongobardi secondo la quale quel popolo non poteva decadere mentre durassela basilica innalzata dalla regina Teodolinda in Monza e dedicata a S GiovanniBattista V PAOLO DIACONO Historia Langobardorum IV 22 V 6236 PUBLIO VITTORE De urbis Romae regionibus regione IV Cf MARANGONIDelle memorie sacre e profane dellanfiteatro Flavio volgarmente detto ilColosseo Roma 1746 p 12-13 MAFFEI De amphitheatro c III Secondo unadiversa tradizione Nerone stesso si sarebbe fatto effigiare in figura del SoleCommodo fece porvi un altro capo a immagine propria ma poi vi fu rimessoquello di prima Il Colosso opera di Zenodoro esisteva ancora intero nel Vsecolo

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contesa tra i Frangipani e gli Anibaldi i terremoti soccorronoallopera distruggitrice degli uomini In pieno quattrocentoNiccolograve V che pure sacquistograve fama lodevole di umanista echempiegrave Roma di fabbriche lo spoglia ancora di marmi perprovvedere alle nuove costruzioni onde si accrescevano in Borgoi palazzi apostolici e Paolo II non si perita dimitare cosigravebiasimevole esempio a beneficio del suo privato palazzo in SanMarco234 Esposta da tanti secoli a tante e cosigrave formidabili causedi distruzione lantica ruina rimanendo in piedi pareva quasidovesse essere indestruttibile e ciograve la faceva piugrave meravigliosaagli occhi del popolo convinto del resto per virtugrave di una anticaprofezia che la gran mole dovesse durare quanto Roma e quantoil mondo235 Certo se se ne toglie il Campidoglio non vera intutta la cittagrave altro monumento che potesse cosigrave vivamente eccitarela fantasia e provocare la leggenda

Molti cronisti ricordano il colosso di Nerone a cui Vespasianofece mutare il capo un altro ponendovene che rappresentava ilsole con sette raggi intorno i quali misuravano ciascunoventidue piedi e mezzo236 Nel medio evo si sapeva che il colosso

234 Il GREGOROVIUS (Gesch d St Rom v VII p 638) non so perchegrave mette indubbio il fatto di Paolo II il quale egrave attestato da parecchi235 Di questa profezia fa ricordo Beda nel luogo testegrave citato laquoQuamdiu statColysaeus stat et Roma quando cadet Colysaeus cadet et Roma quando cadetRoma cadet et mundusraquo Lidea di collegare le sorti di una cittagrave o di un popoloa quelle di un edificio egrave tuttaltro che nuova ma qui puograve far meraviglia vederestretto un cotal nesso fra Roma cristiana ed un monumento pagano bagnatodal sangue dei martiri Piugrave ragionevole sembra una leggenda affine sparsa fra iLongobardi secondo la quale quel popolo non poteva decadere mentre durassela basilica innalzata dalla regina Teodolinda in Monza e dedicata a S GiovanniBattista V PAOLO DIACONO Historia Langobardorum IV 22 V 6236 PUBLIO VITTORE De urbis Romae regionibus regione IV Cf MARANGONIDelle memorie sacre e profane dellanfiteatro Flavio volgarmente detto ilColosseo Roma 1746 p 12-13 MAFFEI De amphitheatro c III Secondo unadiversa tradizione Nerone stesso si sarebbe fatto effigiare in figura del SoleCommodo fece porvi un altro capo a immagine propria ma poi vi fu rimessoquello di prima Il Colosso opera di Zenodoro esisteva ancora intero nel Vsecolo

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rappresentava il Sole e si sapeva pure dellaltro colosso sacro alSole per cui era andata famosa nellantichitagrave lisola di Rodi puogravedarsi ancora che in qualche cronaca si fosse serbato ricordo delcolosso di Apollo che Lucullo trasportograve da Apollonia a RomaFatto sta che il colosso Neroniano fu da taluno confuso conquello di Rodi Ranulfo Higden cosigrave ne parla237 laquoAliud signumest imago Colossei quam statuam Solis aut ipsius Romae dicuntde qua mirandum est quomodo tanta moles fundi potuit aut erigicum longitudo ejus sit centum viginti sex pedum Fuit itaque haecstatua aliquando in insula Rhodi quindecim pedibus altioreminentioribus locis Romae Haec statua sphaeram in speciemundi manu dextra et gladium sub specie virtutis manu sinistragerebat in signum quod minoris virtutis est quaerere quamquaesita tueri Haec quidem statua aerea sed imperiali aurodeaurata per tenebras radiabat continuo et equali motu cum solecircumferebatur semper solari corpori faciem gerens oppositamquam cuncti Romam advenientes in signum subjectionisadorabant Hanc Beatus Gregorius cum viribus non posset ignesupposito dextruxit ex qua solummodo caput cum manu dextrasphaeram tenente incendium superfuit quae nunc ante palatiumdomini papae super duas columnas marmoreas visuntur Miroquoque modo ars fusilis adhuc in aere rigido molles mentiturcapillos et os loquenti simillimum praefertraquo NellEulogium sidice egualmente che il Colosso era stato prima nellisola di Rodilaquofuit haec statua aliquando in insula Herodii238raquo Lautore delChronicon Paschale sembra cadere nello stesso errore quandodice che Commodo tolse il capo al Colosso di Rodi per porvi lapropria immagine Naturalmente poi da parecchi si esageralaltezza del simulacro nella cronaca latina della Casanatense giagravecitata di sopra si dice (f 7 v) che ai tempi di Nerone laquoColiseussive colosus Rome erigitur habens altitudinis pedes septemcraquo Qui

237 L cit238 Vol I p 414 Alcuni manoscritti del Polychronicon di Ranulfo da meveduti hanno anchessi in insula Herodii

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rappresentava il Sole e si sapeva pure dellaltro colosso sacro alSole per cui era andata famosa nellantichitagrave lisola di Rodi puogravedarsi ancora che in qualche cronaca si fosse serbato ricordo delcolosso di Apollo che Lucullo trasportograve da Apollonia a RomaFatto sta che il colosso Neroniano fu da taluno confuso conquello di Rodi Ranulfo Higden cosigrave ne parla237 laquoAliud signumest imago Colossei quam statuam Solis aut ipsius Romae dicuntde qua mirandum est quomodo tanta moles fundi potuit aut erigicum longitudo ejus sit centum viginti sex pedum Fuit itaque haecstatua aliquando in insula Rhodi quindecim pedibus altioreminentioribus locis Romae Haec statua sphaeram in speciemundi manu dextra et gladium sub specie virtutis manu sinistragerebat in signum quod minoris virtutis est quaerere quamquaesita tueri Haec quidem statua aerea sed imperiali aurodeaurata per tenebras radiabat continuo et equali motu cum solecircumferebatur semper solari corpori faciem gerens oppositamquam cuncti Romam advenientes in signum subjectionisadorabant Hanc Beatus Gregorius cum viribus non posset ignesupposito dextruxit ex qua solummodo caput cum manu dextrasphaeram tenente incendium superfuit quae nunc ante palatiumdomini papae super duas columnas marmoreas visuntur Miroquoque modo ars fusilis adhuc in aere rigido molles mentiturcapillos et os loquenti simillimum praefertraquo NellEulogium sidice egualmente che il Colosso era stato prima nellisola di Rodilaquofuit haec statua aliquando in insula Herodii238raquo Lautore delChronicon Paschale sembra cadere nello stesso errore quandodice che Commodo tolse il capo al Colosso di Rodi per porvi lapropria immagine Naturalmente poi da parecchi si esageralaltezza del simulacro nella cronaca latina della Casanatense giagravecitata di sopra si dice (f 7 v) che ai tempi di Nerone laquoColiseussive colosus Rome erigitur habens altitudinis pedes septemcraquo Qui

237 L cit238 Vol I p 414 Alcuni manoscritti del Polychronicon di Ranulfo da meveduti hanno anchessi in insula Herodii

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vediamo dato alla statua il nome del Colosseo Nel ChroniconImaginis Mundi di Jacopo da Acqui il Colosseo egrave la statua di undio alta piugrave di cinquecento piedi Ma una strana favola e degnadessere qui riferita egrave questa che Vincenzo Bellovacense raccontain un luogo dello Speculum Naturale239 laquoColossus homomonstruosus fuit quem occisum Tyberis fluvius cooperire nonpoterit ipsumque mare per multo spatio rubro sanguine infecit utAdelinus240 dicit cuius etiam templum et statua Romae facta estquae ab eius nomine Colossus diciturraquo

Fra il Colosso ed il Colosseo doveva neccessariamenteprodursi nella leggenda una certa attrazione provocata se nonaltro dalla somiglianza dei nomi Il Colosso del Sole finisce perentrare nel Colosseo che gli sta dinnanzi e il Colosseo diventa adirittura il Tempio del Sole Allora cominciano a venir fuori tuttele magnificenze e gli splendori di cui naturalmente simmaginache il Tempio del Sole dovesse essere adorno E qui troviamoanzi tutto la descrizione dei Mirabilia ripetuta poscia da molti241laquoColoseum fuit templum Solis mire magnitudinis et pulcritudinisdiversis camerulis adaptatum quod totum erat cohopertum ereocelo et deaurato ubi tonitrua fulgura et coruscationes fiebant etper subtiles fistulas pluvie mittebantur Erant preterea ibi signasupercelestia et planete Sol et Luna quae quadrigiis propriis

239 L XXXI c 125240 Questi egrave probabilmente Aldelmo monaco Baldunense o Malmesburiensedetto anche Adelino morto nel 709 Per le opere di costui v FABRICIO Bibl latm et inf aet ed del Mansi Padova 1754 v I p 54-55 e LEYSER Hist poetet poem m ae p 198-203241 Nelle redazioni piugrave antiche dei Mirabilia del Colosseo si fa cenno appena ilche egrave veramente assai strano laquoAnte Coloseum templum Solis ubi fiebantcerimoniae simulacro quod stabat in fastigio Coloseiraquo dice la Descriptioplenaria totius urbis La Graphia ripete queste stesse parole soggiungendoche il simulacro aveva una corona doro ornata di gemme e che il capo e lemani di esso si trovavano allora davanti al Laterano Martino Polono ha lestesse parole della Graphia Qui dunque il tempio del Sole si trova davanti alColosseo ma non egrave il Colosseo La descrizione riferita di sopra si trova solo intesti piugrave recenti

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vediamo dato alla statua il nome del Colosseo Nel ChroniconImaginis Mundi di Jacopo da Acqui il Colosseo egrave la statua di undio alta piugrave di cinquecento piedi Ma una strana favola e degnadessere qui riferita egrave questa che Vincenzo Bellovacense raccontain un luogo dello Speculum Naturale239 laquoColossus homomonstruosus fuit quem occisum Tyberis fluvius cooperire nonpoterit ipsumque mare per multo spatio rubro sanguine infecit utAdelinus240 dicit cuius etiam templum et statua Romae facta estquae ab eius nomine Colossus diciturraquo

Fra il Colosso ed il Colosseo doveva neccessariamenteprodursi nella leggenda una certa attrazione provocata se nonaltro dalla somiglianza dei nomi Il Colosso del Sole finisce perentrare nel Colosseo che gli sta dinnanzi e il Colosseo diventa adirittura il Tempio del Sole Allora cominciano a venir fuori tuttele magnificenze e gli splendori di cui naturalmente simmaginache il Tempio del Sole dovesse essere adorno E qui troviamoanzi tutto la descrizione dei Mirabilia ripetuta poscia da molti241laquoColoseum fuit templum Solis mire magnitudinis et pulcritudinisdiversis camerulis adaptatum quod totum erat cohopertum ereocelo et deaurato ubi tonitrua fulgura et coruscationes fiebant etper subtiles fistulas pluvie mittebantur Erant preterea ibi signasupercelestia et planete Sol et Luna quae quadrigiis propriis

239 L XXXI c 125240 Questi egrave probabilmente Aldelmo monaco Baldunense o Malmesburiensedetto anche Adelino morto nel 709 Per le opere di costui v FABRICIO Bibl latm et inf aet ed del Mansi Padova 1754 v I p 54-55 e LEYSER Hist poetet poem m ae p 198-203241 Nelle redazioni piugrave antiche dei Mirabilia del Colosseo si fa cenno appena ilche egrave veramente assai strano laquoAnte Coloseum templum Solis ubi fiebantcerimoniae simulacro quod stabat in fastigio Coloseiraquo dice la Descriptioplenaria totius urbis La Graphia ripete queste stesse parole soggiungendoche il simulacro aveva una corona doro ornata di gemme e che il capo e lemani di esso si trovavano allora davanti al Laterano Martino Polono ha lestesse parole della Graphia Qui dunque il tempio del Sole si trova davanti alColosseo ma non egrave il Colosseo La descrizione riferita di sopra si trova solo intesti piugrave recenti

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ducebantur In medio vero phebus hoc est deus solis manebatqui pedes tenens in terra cum capite celum tangebat qui pallamtenebat in manu innuens quod Roma totum mundum regebatPost vero temporis spatium beatus Silvester iussit ipsum templumdestrui et alia palatia ut oratores qui Romam venirent non perhedificia profana irent set per ecclesias cum devotione transirentcaput vero et manus predicti ydoli ante palatium suum inLaterano in memoria poni fecit quod modo palla Samsonis falsovocatur a vulgo Ante vero Coliseum fuit templum in quo fiebantcerimonie predicto simulacro242raquo Il Colosseo egrave giagrave diventato iltempio del Sole ma le cerimonie religiose si fanno ancor fuori inun altro tempio Ciograve che qui e altrove si dice degli avanzi delColosso egrave confermato dalle piante medievali dove spesso acanto al Laterano se ne vedono figurati il capo e le mani243

242 V PARTHEY Mirabilia Romae p 20-27 Cf con un testo molto similepubblicato dal MASSMANN Kaiserchronik v III p 413 Andrea Ratisbonensedice il medesimo nella sua Cronaca e lo stesso racconto si trova nei Mirabiliapubblicati da Stefano Planck LAnonimo Magliabecchiano ha laquoColliseumidest colossum graece latine rotundum amphitheatrum nominatur idesttemplum solis fuit altitudinis pedum centum et octo in longitudine rotunditatisfuit passum mille arcorum fuit centum quinquaginta positoque Svetoniusdicat maioris situs fuisse et a Nerone imperatore costructum bis primotransitoriam et postea auream nominatum et mirifice constructum cum mirisornamentis intus et extra et in medio fuit una ymago aerea deaurata cuiuscaput et manus cum palla nunc stat in Laterano et supra coperto (sic) coeloaereo deaurato et arte mathematica compositus (sic) cum cursu omniumstellarum astronomiae facentium sicut in coelo naturaliter stellae solent Ettantum formam praedicti idoli erat grandis que mirifico pede lapis numi(lapidis numidici) dicitur supra posita capite tangebat coelum praedictumornata mirifice omnibus ornamentis precipue coronata nobilissime quia sictotum orbem representabat sic ornamentum suum habebat simile cum pallapraedicta in manu quae beatus Silvester iussit frangi et ea dirupta fecit poni inpalatio suo in Lateranoraquo Il testo Marciano dellAnonimo (lat cl X CCXXXI)egrave piugrave spropositato ancora Lagrave dove si parla della grandezza della statua laversione italiana dice laquoet era la forma del decto Idolo tanto grande che unonon haria il suo piede abbracciatoraquo LAnonimo confonde il Colosseo con laCasa aurea243 Al tempo di Bernardo Oricellario gli avanzi del Colosso si conservavano nel

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ducebantur In medio vero phebus hoc est deus solis manebatqui pedes tenens in terra cum capite celum tangebat qui pallamtenebat in manu innuens quod Roma totum mundum regebatPost vero temporis spatium beatus Silvester iussit ipsum templumdestrui et alia palatia ut oratores qui Romam venirent non perhedificia profana irent set per ecclesias cum devotione transirentcaput vero et manus predicti ydoli ante palatium suum inLaterano in memoria poni fecit quod modo palla Samsonis falsovocatur a vulgo Ante vero Coliseum fuit templum in quo fiebantcerimonie predicto simulacro242raquo Il Colosseo egrave giagrave diventato iltempio del Sole ma le cerimonie religiose si fanno ancor fuori inun altro tempio Ciograve che qui e altrove si dice degli avanzi delColosso egrave confermato dalle piante medievali dove spesso acanto al Laterano se ne vedono figurati il capo e le mani243

242 V PARTHEY Mirabilia Romae p 20-27 Cf con un testo molto similepubblicato dal MASSMANN Kaiserchronik v III p 413 Andrea Ratisbonensedice il medesimo nella sua Cronaca e lo stesso racconto si trova nei Mirabiliapubblicati da Stefano Planck LAnonimo Magliabecchiano ha laquoColliseumidest colossum graece latine rotundum amphitheatrum nominatur idesttemplum solis fuit altitudinis pedum centum et octo in longitudine rotunditatisfuit passum mille arcorum fuit centum quinquaginta positoque Svetoniusdicat maioris situs fuisse et a Nerone imperatore costructum bis primotransitoriam et postea auream nominatum et mirifice constructum cum mirisornamentis intus et extra et in medio fuit una ymago aerea deaurata cuiuscaput et manus cum palla nunc stat in Laterano et supra coperto (sic) coeloaereo deaurato et arte mathematica compositus (sic) cum cursu omniumstellarum astronomiae facentium sicut in coelo naturaliter stellae solent Ettantum formam praedicti idoli erat grandis que mirifico pede lapis numi(lapidis numidici) dicitur supra posita capite tangebat coelum praedictumornata mirifice omnibus ornamentis precipue coronata nobilissime quia sictotum orbem representabat sic ornamentum suum habebat simile cum pallapraedicta in manu quae beatus Silvester iussit frangi et ea dirupta fecit poni inpalatio suo in Lateranoraquo Il testo Marciano dellAnonimo (lat cl X CCXXXI)egrave piugrave spropositato ancora Lagrave dove si parla della grandezza della statua laversione italiana dice laquoet era la forma del decto Idolo tanto grande che unonon haria il suo piede abbracciatoraquo LAnonimo confonde il Colosseo con laCasa aurea243 Al tempo di Bernardo Oricellario gli avanzi del Colosso si conservavano nel

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Quanto alla distruzione del tempio essa egrave attribuita a Silvestroanche in una traduzione tedesca dei Gesta Romanorum citata dalMassmann244 e in una versione pure tedesca dei Mirabilia245Ranulfo Higden come abbiamo veduto testegrave lattribuisce aGregorio Magno Giovanni dOutremeuse a Bonifacio III

Il medio evo non sa piugrave immaginare un anfiteatro scoperto eperograve provvede di un tetto il Colosseo A questo tetto accennaFazio degli Uberti senza tuttavia far parola dellaltremeraviglie246

Vedi come un castel chegrave quasi tondoCoperto fu di rame ad alti seggi247

Dentro a guardar chi combattea nel fondo

Per Fazio degli Uberti dunque il Colosseo egrave un anfiteatro e nonun tempio ma i piugrave lo credono un tempio e si compiacciononella descrizione e nella esagerazione delle meraviglie checonteneva Giovanni dOutremeuse ne fa autore Virgilio248 Delsimulacro di cielo e dei varii artifizii che vi si vedevano parla

Campidoglio In Publium Victorem ap Rerum italicarum Scriptores exflorentinarum Bibliotecarum codicibus t II col 979244 Kaiserch v III p 413-4245 Cod della Bibliot di Corte a Vienna n 2906 I due testi sono quasi identicima probabilmente la versione dei Gesta attinse dalla versione dei Mirabilia Inquella confondendosi il Colosseo con la Mole Adriana si dice laquo dertempel ist also nv genant von den pilgraimen die Wunderpurck nor hiez siedie Engelpurckraquo nella seconda semplicemente e senza con fusioni laquovnd istder tempel nue genant von den pilgreymen dye Wunderpurckraquo E il nome diWunderpurck ossia Castello delle meraviglie ben si addiceva al meravigliosoedifizio246 L II c 31247 Questa del cod torinese egrave senza dubbio la lezione corretta e non quelladelle stampe

Coperto fu di rame e dalti seggi248 Op cit t I p 70 laquoChis temple fist Virgile de grant bealteit et de multgrandeche et diverses cavernes convenables eccraquo

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Quanto alla distruzione del tempio essa egrave attribuita a Silvestroanche in una traduzione tedesca dei Gesta Romanorum citata dalMassmann244 e in una versione pure tedesca dei Mirabilia245Ranulfo Higden come abbiamo veduto testegrave lattribuisce aGregorio Magno Giovanni dOutremeuse a Bonifacio III

Il medio evo non sa piugrave immaginare un anfiteatro scoperto eperograve provvede di un tetto il Colosseo A questo tetto accennaFazio degli Uberti senza tuttavia far parola dellaltremeraviglie246

Vedi come un castel chegrave quasi tondoCoperto fu di rame ad alti seggi247

Dentro a guardar chi combattea nel fondo

Per Fazio degli Uberti dunque il Colosseo egrave un anfiteatro e nonun tempio ma i piugrave lo credono un tempio e si compiacciononella descrizione e nella esagerazione delle meraviglie checonteneva Giovanni dOutremeuse ne fa autore Virgilio248 Delsimulacro di cielo e dei varii artifizii che vi si vedevano parla

Campidoglio In Publium Victorem ap Rerum italicarum Scriptores exflorentinarum Bibliotecarum codicibus t II col 979244 Kaiserch v III p 413-4245 Cod della Bibliot di Corte a Vienna n 2906 I due testi sono quasi identicima probabilmente la versione dei Gesta attinse dalla versione dei Mirabilia Inquella confondendosi il Colosseo con la Mole Adriana si dice laquo dertempel ist also nv genant von den pilgraimen die Wunderpurck nor hiez siedie Engelpurckraquo nella seconda semplicemente e senza con fusioni laquovnd istder tempel nue genant von den pilgreymen dye Wunderpurckraquo E il nome diWunderpurck ossia Castello delle meraviglie ben si addiceva al meravigliosoedifizio246 L II c 31247 Questa del cod torinese egrave senza dubbio la lezione corretta e non quelladelle stampe

Coperto fu di rame e dalti seggi248 Op cit t I p 70 laquoChis temple fist Virgile de grant bealteit et de multgrandeche et diverses cavernes convenables eccraquo

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anche di passata la Fiorita di Armannino ma le maggioristranezze che mai siensi dette sul Colosseo trovarsi nel LibroImperiale di cui non saragrave fuor di luogo trascrivere linteropasso249 laquoCuliseo era uno tempio di somma grandeza et alteza laquale alteza era cento cinquanta braccia nella sommitagrave del qualeerano cholonne di venti braccia alte250 Le mura sue furono settecinque braccia di lungi luna dallaltra et braccia cinque eranogrosse Lo tempio fu fatto in tondo sichome anchora appareDintorno aveva grandissima piaza Le sue entrate furono molteperograve che tanto era dalluna porta allaltra quanto la porta eralargha le quali mai per alchuno tempo si serarono et tutte questeentrate facevano capo nel mezo dove era una cholonna di metallotanta alta che passava sopra al tenpio dove si fermava tutto eltetto del quale le trave erano di metallo et laltro edifizio era dirame et chapelle cho lastre di pionbo251 Nella ghuia disoprastava la immagine del sommo Giove Questa era di grande staturaet tutta di metallo ed di fuori dorata et in mano una palla doro etera sprendidissima Questa era veduta da qualunque personaveniva a Roma Da ogni gente che dapprima la vedeano sifrettava le genua Nel detto tenpio fralle dette mura erano moltechapelle chon infinite statue et quale erano doro et qual dicristallo le quale presentavano quello iddio nel quale luomoaveva piugrave divozione Quivi stava lo dio Giove lo dio Saturno ela dea Cebele suo madre lo dio Marte lo dio Appollo lo dioVenere lo dio Merchurio la dea Diana lo dio Erchole lo dyoYanno et Vulchano Yunone et Nettuno la dea Ceres lo dioBaccho Eulo Minerva Vesta et molti altri iddey li quali allorasadoravano in queste chapelle et tutte in luocho di musaycholavorato252 Venivano le genti di tutto el mondo a fare nel dettotenpio sagrificio et chome eran giunti al Chuliseo non era lecitoad alchuno voltarsi in alchuna parte perchegrave aveva tante porte che249 Cod Marciano cit f 99 r250 Il cod et alte251 Il cod Laurenz giagrave citato ha choperto a chappello con lastre di piombo252 Il cod Laurenz e tutto il luogho era i musaico lavorato

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anche di passata la Fiorita di Armannino ma le maggioristranezze che mai siensi dette sul Colosseo trovarsi nel LibroImperiale di cui non saragrave fuor di luogo trascrivere linteropasso249 laquoCuliseo era uno tempio di somma grandeza et alteza laquale alteza era cento cinquanta braccia nella sommitagrave del qualeerano cholonne di venti braccia alte250 Le mura sue furono settecinque braccia di lungi luna dallaltra et braccia cinque eranogrosse Lo tempio fu fatto in tondo sichome anchora appareDintorno aveva grandissima piaza Le sue entrate furono molteperograve che tanto era dalluna porta allaltra quanto la porta eralargha le quali mai per alchuno tempo si serarono et tutte questeentrate facevano capo nel mezo dove era una cholonna di metallotanta alta che passava sopra al tenpio dove si fermava tutto eltetto del quale le trave erano di metallo et laltro edifizio era dirame et chapelle cho lastre di pionbo251 Nella ghuia disoprastava la immagine del sommo Giove Questa era di grande staturaet tutta di metallo ed di fuori dorata et in mano una palla doro etera sprendidissima Questa era veduta da qualunque personaveniva a Roma Da ogni gente che dapprima la vedeano sifrettava le genua Nel detto tenpio fralle dette mura erano moltechapelle chon infinite statue et quale erano doro et qual dicristallo le quale presentavano quello iddio nel quale luomoaveva piugrave divozione Quivi stava lo dio Giove lo dio Saturno ela dea Cebele suo madre lo dio Marte lo dio Appollo lo dioVenere lo dio Merchurio la dea Diana lo dio Erchole lo dyoYanno et Vulchano Yunone et Nettuno la dea Ceres lo dioBaccho Eulo Minerva Vesta et molti altri iddey li quali allorasadoravano in queste chapelle et tutte in luocho di musaycholavorato252 Venivano le genti di tutto el mondo a fare nel dettotenpio sagrificio et chome eran giunti al Chuliseo non era lecitoad alchuno voltarsi in alchuna parte perchegrave aveva tante porte che249 Cod Marciano cit f 99 r250 Il cod et alte251 Il cod Laurenz giagrave citato ha choperto a chappello con lastre di piombo252 Il cod Laurenz e tutto il luogho era i musaico lavorato

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la prima in che si schontrava in quella entrava et andavaaddirittura infino alla cholonna di mezo dove singinochiava efaceva disciprina per ispazio di unora alla quale colonna stavanosenpre appicchate infinite disciprine dargento e fatta loferta aGiove andavano a quella chapella dove stava el suo iddyo e ligravestavano a digiunare tre digrave et portavano secho la vivanda etchompiuti li tre digrave andavano sopra il giro disopra dove erano glialtari del sagrificio e ligrave uccidevano la bestia et disotto mettevanoel fuocho apresso vi gittavano su incenso perle e pietre preziosemacinate ciaschuno secondo sua possanza et chosigrave per ispazio ditre ore facevano fummo a dio et questa era loro venuta Era tantoloro e le pietre preziose che erano nello detto luocho donate chesaria impossibile a rachontallo et per niente persona larietochate che si credevano prestamente morireraquo253 Qui il Colosseopare confuso col Pantheon Del resto la confusione fra ColosseoPantheon e Campidoglio egrave molto frequente come vedremo piugraveoltre Flaminio Primo da Colle esagerando la capacitagrave delColosseo dice che vi potevano prender posto centonovantamila

253 Anche nella Kaiserchronik v 139-54 il Colosseo egrave il tempio di Giove Vedinello stesso poema v 75-190 le strane cose che si narrano della religione deiRomani e che si ritrovano ma con qualche diversitagrave nella Cronica Universaledi Enenkel Cf MASSMANN Kaiserchronik v III p 407-21

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la prima in che si schontrava in quella entrava et andavaaddirittura infino alla cholonna di mezo dove singinochiava efaceva disciprina per ispazio di unora alla quale colonna stavanosenpre appicchate infinite disciprine dargento e fatta loferta aGiove andavano a quella chapella dove stava el suo iddyo e ligravestavano a digiunare tre digrave et portavano secho la vivanda etchompiuti li tre digrave andavano sopra il giro disopra dove erano glialtari del sagrificio e ligrave uccidevano la bestia et disotto mettevanoel fuocho apresso vi gittavano su incenso perle e pietre preziosemacinate ciaschuno secondo sua possanza et chosigrave per ispazio ditre ore facevano fummo a dio et questa era loro venuta Era tantoloro e le pietre preziose che erano nello detto luocho donate chesaria impossibile a rachontallo et per niente persona larietochate che si credevano prestamente morireraquo253 Qui il Colosseopare confuso col Pantheon Del resto la confusione fra ColosseoPantheon e Campidoglio egrave molto frequente come vedremo piugraveoltre Flaminio Primo da Colle esagerando la capacitagrave delColosseo dice che vi potevano prender posto centonovantamila

253 Anche nella Kaiserchronik v 139-54 il Colosseo egrave il tempio di Giove Vedinello stesso poema v 75-190 le strane cose che si narrano della religione deiRomani e che si ritrovano ma con qualche diversitagrave nella Cronica Universaledi Enenkel Cf MASSMANN Kaiserchronik v III p 407-21

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persone254 mentre veramente non ne conteneva checentosettemila

Ciograve che si narra del cielo artifiziato del Colosseo e delle suemeraviglie fu tolto senza dubbio da una storia molto diffusa nelmedio evo nella quale si racconta che il re Cosroe di Persialusurpatore della Croce volendo essere adorato per dio fececostruire una torre dargento in cui erano figure del sole dellaluna e delle stelle e certi sottili ed occulti meati pe quali facevapiovere acqua ed altri artifizii che simulavano lampi e tuoni255

254 Le cose maravigliose di Roma p 51 Anche lArena di Verona costruitacome il Colosseo ebbe le sue leggende Vedi MAFFEI De amphitheatro ecc cVII In una descrizione ritmica della cittagrave di Verona composta nel secolo VIIIson questi versi che appunto riguardano lArena

Habet altum Laberyntum magnum per circuitumIn quo nescius ingressus nunquam valet egrediNisi cum igne lucernae vel cum fili glomere

Cosigrave nel testo ricostituito dal MAFFEI Istoria diplomatica Mantova 1727 p178 Questo ritmo fu pubblicato primamente dal MABILLON negli Analectavetera poi dal MURATORI Scriptores t II parte 2a p 1095 Similmente ebbe lesue leggende lanfiteatro di Treveri V la leggenda di Catoldo narrata nei GestaTreverorum ap PERTZ Script t VIII p 132-3 Cf MASSMANN Kaiserch vIII p 520255 VINCENZO BELLOVACENSE la riferisce ma molto in succinto nello Speculumhistoriale l XXIV c 12 attingendo da una storia della Santa Croce AncheGIACOMO DA VORAGINE ne fa cenno nella Legenda aurea c CXXXVII Deexaltatione sanctae crucis (ed del Graumlsse) Altri scrittori la narrano piugravedistesamente Il Massmann (Op cit t III p 889-93) ne ricorda parecchi etocca della origine probabile della leggenda Avendo egli riportato i versidellEraclius tedesco che vi si riferiscono io riporterograve quelli dellEraclefrancese che al tedesco servigrave di modello Manoscritto della Nazionale diTorino L 1 13 f 17 t col 3a

I chiel ot fait fuire li folzA chieres pieres et a clozMoult richement lot fait ouvrerIllec se faisoit sourerA la kaitive fole gent

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persone254 mentre veramente non ne conteneva checentosettemila

Ciograve che si narra del cielo artifiziato del Colosseo e delle suemeraviglie fu tolto senza dubbio da una storia molto diffusa nelmedio evo nella quale si racconta che il re Cosroe di Persialusurpatore della Croce volendo essere adorato per dio fececostruire una torre dargento in cui erano figure del sole dellaluna e delle stelle e certi sottili ed occulti meati pe quali facevapiovere acqua ed altri artifizii che simulavano lampi e tuoni255

254 Le cose maravigliose di Roma p 51 Anche lArena di Verona costruitacome il Colosseo ebbe le sue leggende Vedi MAFFEI De amphitheatro ecc cVII In una descrizione ritmica della cittagrave di Verona composta nel secolo VIIIson questi versi che appunto riguardano lArena

Habet altum Laberyntum magnum per circuitumIn quo nescius ingressus nunquam valet egrediNisi cum igne lucernae vel cum fili glomere

Cosigrave nel testo ricostituito dal MAFFEI Istoria diplomatica Mantova 1727 p178 Questo ritmo fu pubblicato primamente dal MABILLON negli Analectavetera poi dal MURATORI Scriptores t II parte 2a p 1095 Similmente ebbe lesue leggende lanfiteatro di Treveri V la leggenda di Catoldo narrata nei GestaTreverorum ap PERTZ Script t VIII p 132-3 Cf MASSMANN Kaiserch vIII p 520255 VINCENZO BELLOVACENSE la riferisce ma molto in succinto nello Speculumhistoriale l XXIV c 12 attingendo da una storia della Santa Croce AncheGIACOMO DA VORAGINE ne fa cenno nella Legenda aurea c CXXXVII Deexaltatione sanctae crucis (ed del Graumlsse) Altri scrittori la narrano piugravedistesamente Il Massmann (Op cit t III p 889-93) ne ricorda parecchi etocca della origine probabile della leggenda Avendo egli riportato i versidellEraclius tedesco che vi si riferiscono io riporterograve quelli dellEraclefrancese che al tedesco servigrave di modello Manoscritto della Nazionale diTorino L 1 13 f 17 t col 3a

I chiel ot fait fuire li folzA chieres pieres et a clozMoult richement lot fait ouvrerIllec se faisoit sourerA la kaitive fole gent

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Un cielo di rame adorno di fiori e di delfini che versavano acquadanno i Mirabilia anche al cosigrave detto Cantaro nel Paradiso di SanPietro256 Egrave curioso che Enenkel fa venire Cosroe a Roma aedificarvi la torre

Lanno 1332 si fece con gran pompa nel Colosseo un giuoco ditori in presenza delle piugrave belle dame di Roma e dinfinito numerodi baroni Vi rimasero morti diciotto cavalieri e feriti nove furonouccisi undici tori257 E questo fu il solo spettacolo che ricordassegli antichi usi del Colosseo dove piugrave tardi la Compagnia delGonfalone ebbe in costume di rappresentare a Pasqua la Passionedi Cristo

Il Pantheon che va debitore della sua conservazione al cultocristiano a cui fu consacrato ebbe ancor esso la sua leggenda NeiMirabilia cosigrave se ne narra lorigine laquoTemporibus consulum etsenatorum Agrippa praefectus subiugavit Romano senatuiSuevios et Saxones et alios occidentales populos cum quatuorlegionibus In cuius reversione tintinnabulum statuae Persidae

Ki croit et mescroit pour noientCon li peuples le chieu caitifTuit i venoient a estrifCar par engien sicon le truisFaisoit plouvoir par I pietruisQuil ot fait en son chiel amontEt si con li escrit du montLa terre estoit desous ceveeEt bien planchie et bien paveeI saint fist faire pour sonnerCon sil vosist faire tonnerEt autressi venter faisoitEt plus encor quant lui plalsoit

256 Descriptio plenaria totius urbis laquoIn paradiso sancti Petri est cantarum quodfecit Simachus papa columpnis porphireticis ornatum quae tabulis marmoreiscum griphonibus conexae pretioso coelo aereo coopertae cum floribus etdelfinis aereis et deauratis aquas fundentibusraquo Cosigrave presso a poco ancheGiovanni dOutremeuse op cit v I p 73 salvo che a Simmaco sostituiscelaquoCornelin pape premier de cel nomraquo257 LUDOVICO MONALDESCO Annali ap MURAT Script t XII col 535-6

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Un cielo di rame adorno di fiori e di delfini che versavano acquadanno i Mirabilia anche al cosigrave detto Cantaro nel Paradiso di SanPietro256 Egrave curioso che Enenkel fa venire Cosroe a Roma aedificarvi la torre

Lanno 1332 si fece con gran pompa nel Colosseo un giuoco ditori in presenza delle piugrave belle dame di Roma e dinfinito numerodi baroni Vi rimasero morti diciotto cavalieri e feriti nove furonouccisi undici tori257 E questo fu il solo spettacolo che ricordassegli antichi usi del Colosseo dove piugrave tardi la Compagnia delGonfalone ebbe in costume di rappresentare a Pasqua la Passionedi Cristo

Il Pantheon che va debitore della sua conservazione al cultocristiano a cui fu consacrato ebbe ancor esso la sua leggenda NeiMirabilia cosigrave se ne narra lorigine laquoTemporibus consulum etsenatorum Agrippa praefectus subiugavit Romano senatuiSuevios et Saxones et alios occidentales populos cum quatuorlegionibus In cuius reversione tintinnabulum statuae Persidae

Ki croit et mescroit pour noientCon li peuples le chieu caitifTuit i venoient a estrifCar par engien sicon le truisFaisoit plouvoir par I pietruisQuil ot fait en son chiel amontEt si con li escrit du montLa terre estoit desous ceveeEt bien planchie et bien paveeI saint fist faire pour sonnerCon sil vosist faire tonnerEt autressi venter faisoitEt plus encor quant lui plalsoit

256 Descriptio plenaria totius urbis laquoIn paradiso sancti Petri est cantarum quodfecit Simachus papa columpnis porphireticis ornatum quae tabulis marmoreiscum griphonibus conexae pretioso coelo aereo coopertae cum floribus etdelfinis aereis et deauratis aquas fundentibusraquo Cosigrave presso a poco ancheGiovanni dOutremeuse op cit v I p 73 salvo che a Simmaco sostituiscelaquoCornelin pape premier de cel nomraquo257 LUDOVICO MONALDESCO Annali ap MURAT Script t XII col 535-6

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quae erat in Capitolio sonuit in templo Jovis et MonetaeUniuscuiusque regni totius orbis erat statua in Capitolio cumtintinnabulo ad collum statim ut sonabat tintinnabulumcognoscebant illud regnum esse rebelle258 Cuius tintinnabulumaudiens sacerdos qui erat in specula in ebdomada sua nuntiavitsenatoribus senatores autem hanc legationem praefecto Agrippaeimposuerunt Qui renuens non posse pati tantum negotiumtandem convictus petiit consilium trium dierum in quo terminequadam nocte ex nimio cogitatu obdormivit Apparuit ei quaedamfemina quae ait ei laquolaquoAgrippa quid agis in magno cogitatu esraquoraquoQui respondit ei laquolaquoSum dominaraquoraquo Quae dixit laquolaquoConforta te etpromitte mihi te templum facturum quale tibi ostendo et dicotibi si eris victurusraquoraquo Qui ait laquolaquoFaciam dominaraquoraquo Quae in illavisione ostendit ei templum in hunc modum Qui dixitlaquolaquoDomina quae est turaquoraquo Quae ait laquolaquoEgo sum Cibeles materdeorum fer libamina Neptuno qui est magnus deus ut te adiuvethoc templum fac dedicari ad honorem meum et Neptuni quiatecum erimus et vincesraquoraquo Agrippa vero surgens laetus hocrecitavit in senatu et cum magno apparatu navium cum quinquelegionibus ivit et vicit omnes Persas et posuit eos annualiter subtributo Romani senatus Rediens Romam fecit hoc templum etdedicari fecit ad honorem Cibeles matris deorum et Neptuni deimarini et omnium demoniorum et posuit huic templo nomenPantheon Ad honorem cuius Cibeles fecit statuam deauratamquam posuit in fastigio templi super foramen et cooperuit eammirifico tegmine aereo deaurato Venit itaque Bonifacius papatempore Phocae imperatoris christiani Videns illud templum itamirabile dedicatum ad honorem Cibeles matris deorum antequod multotiens a demonibus Christiani percutiebantur rogavitpapa imperatorem ut condonaret ei hoc templum ut sicut inKalendis Novembris dedicatum fuit ad honorem Cibeles matrisdeorum sic illud dedicaret in Kalendis Novembris ad honorem

258 Per la leggenda qui accennata vedi piugrave oltre al c VI117

quae erat in Capitolio sonuit in templo Jovis et MonetaeUniuscuiusque regni totius orbis erat statua in Capitolio cumtintinnabulo ad collum statim ut sonabat tintinnabulumcognoscebant illud regnum esse rebelle258 Cuius tintinnabulumaudiens sacerdos qui erat in specula in ebdomada sua nuntiavitsenatoribus senatores autem hanc legationem praefecto Agrippaeimposuerunt Qui renuens non posse pati tantum negotiumtandem convictus petiit consilium trium dierum in quo terminequadam nocte ex nimio cogitatu obdormivit Apparuit ei quaedamfemina quae ait ei laquolaquoAgrippa quid agis in magno cogitatu esraquoraquoQui respondit ei laquolaquoSum dominaraquoraquo Quae dixit laquolaquoConforta te etpromitte mihi te templum facturum quale tibi ostendo et dicotibi si eris victurusraquoraquo Qui ait laquolaquoFaciam dominaraquoraquo Quae in illavisione ostendit ei templum in hunc modum Qui dixitlaquolaquoDomina quae est turaquoraquo Quae ait laquolaquoEgo sum Cibeles materdeorum fer libamina Neptuno qui est magnus deus ut te adiuvethoc templum fac dedicari ad honorem meum et Neptuni quiatecum erimus et vincesraquoraquo Agrippa vero surgens laetus hocrecitavit in senatu et cum magno apparatu navium cum quinquelegionibus ivit et vicit omnes Persas et posuit eos annualiter subtributo Romani senatus Rediens Romam fecit hoc templum etdedicari fecit ad honorem Cibeles matris deorum et Neptuni deimarini et omnium demoniorum et posuit huic templo nomenPantheon Ad honorem cuius Cibeles fecit statuam deauratamquam posuit in fastigio templi super foramen et cooperuit eammirifico tegmine aereo deaurato Venit itaque Bonifacius papatempore Phocae imperatoris christiani Videns illud templum itamirabile dedicatum ad honorem Cibeles matris deorum antequod multotiens a demonibus Christiani percutiebantur rogavitpapa imperatorem ut condonaret ei hoc templum ut sicut inKalendis Novembris dedicatum fuit ad honorem Cibeles matrisdeorum sic illud dedicaret in Kalendis Novembris ad honorem

258 Per la leggenda qui accennata vedi piugrave oltre al c VI117

beatae Mariae semper virginis quae est mater omnium sanctorumQuod Caesar ei concessitraquo

Secondo la Kaiserchronik il Pantheon era piugrave particolarmenteconsacrato a Saturno ma vi si onoravano ancora tutti gli altridemonii259 secondo Enenkel esso era consacrato a Venere eserviva alle dissolutezze del suo culto260

Della sontuositagrave del Pantheon non si narrano gran meraviglieRanulfo Higden sulla fede del solito Gregorio dice che il tempioha 260 piedi di larghezza Alcuni credevano che la famosa pignala quale secondo la testimonianza di San Paolino da Nola stavaun tempo sopra quattro colonne nellatrio della Basilica Vaticanae che fu poi trasportata per dar luogo alla nuova fabbrica nelgiardino del Belvedere avesse servito a turare il foro della cupoladel Pantheon donde risplendeva da lunge come una montagnadoro261 Egrave noto che limperatore Costante II (641-68) fecetogliere per portarle a Costantinopoli le lastre di bronzo doratoche coprivano il tempio262

259 V 171-90260 MASSMANN Op cit v III p 410261 I Mirabilia cosigrave lo affermano laquoIn medio cantari est pinea aerea quae fuitcoopertorium cum signo aereo et deaurato super statuam Cibeles matrisdeorum in foramine Pantheon in quam pineam subterranea fistula plumbeasubministrabat aquam ex forma Sabbatina quae toto tempore piena praebebataquam per foramina nucum omnibus indigentibus ea et per subterraneamfistulam quaedam pare fluebat ad balneum imperatoria juxta aguliamraquo Lostesso dice pressa poco la Graphia Nei Mirabilia di tempo posteriore egrave dettolaquoIn fastigio Pantheon id est sanctae Marie Rotundae stabat pinea aerea quaenunc est ante portam sancti Petri quae tota cooperta fuit tabulis aereis etdeauratis ita quod a longe quasi mons aureus videbatur cuius pulchritudoadhuc in parte cerniturraquo LAnonimo Magliabecchiano dice che la pigna furovesciata da una bufera Giovanni Cavallino che fu rovesciata da un fulmineIn origine essa ornava il fastigio del Mausoleo di Adriano il suo diametro egravemolto minore di quello dellapertura che avrebbe dovuto coprire Nel c XXXIv 88 dellInferno Dante ricorda la pina di San Pietro in Roma262 PAOLO DIACONO Hist Langob l V c II 13

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beatae Mariae semper virginis quae est mater omnium sanctorumQuod Caesar ei concessitraquo

Secondo la Kaiserchronik il Pantheon era piugrave particolarmenteconsacrato a Saturno ma vi si onoravano ancora tutti gli altridemonii259 secondo Enenkel esso era consacrato a Venere eserviva alle dissolutezze del suo culto260

Della sontuositagrave del Pantheon non si narrano gran meraviglieRanulfo Higden sulla fede del solito Gregorio dice che il tempioha 260 piedi di larghezza Alcuni credevano che la famosa pignala quale secondo la testimonianza di San Paolino da Nola stavaun tempo sopra quattro colonne nellatrio della Basilica Vaticanae che fu poi trasportata per dar luogo alla nuova fabbrica nelgiardino del Belvedere avesse servito a turare il foro della cupoladel Pantheon donde risplendeva da lunge come una montagnadoro261 Egrave noto che limperatore Costante II (641-68) fecetogliere per portarle a Costantinopoli le lastre di bronzo doratoche coprivano il tempio262

259 V 171-90260 MASSMANN Op cit v III p 410261 I Mirabilia cosigrave lo affermano laquoIn medio cantari est pinea aerea quae fuitcoopertorium cum signo aereo et deaurato super statuam Cibeles matrisdeorum in foramine Pantheon in quam pineam subterranea fistula plumbeasubministrabat aquam ex forma Sabbatina quae toto tempore piena praebebataquam per foramina nucum omnibus indigentibus ea et per subterraneamfistulam quaedam pare fluebat ad balneum imperatoria juxta aguliamraquo Lostesso dice pressa poco la Graphia Nei Mirabilia di tempo posteriore egrave dettolaquoIn fastigio Pantheon id est sanctae Marie Rotundae stabat pinea aerea quaenunc est ante portam sancti Petri quae tota cooperta fuit tabulis aereis etdeauratis ita quod a longe quasi mons aureus videbatur cuius pulchritudoadhuc in parte cerniturraquo LAnonimo Magliabecchiano dice che la pigna furovesciata da una bufera Giovanni Cavallino che fu rovesciata da un fulmineIn origine essa ornava il fastigio del Mausoleo di Adriano il suo diametro egravemolto minore di quello dellapertura che avrebbe dovuto coprire Nel c XXXIv 88 dellInferno Dante ricorda la pina di San Pietro in Roma262 PAOLO DIACONO Hist Langob l V c II 13

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Del Mausoleo di Adriano che Procopio descrive ancoraintegro e adorno di statue263 cosigrave dicono i Mirabilia laquoEst etcastellum quod fuit templum Adriani sicut legimus in sermonefestivitatis sancti Petri ubi dicit Memoria Adriani imperatorismirae magnitudinis templum constructum quod totum lapidibuscoopertum et diversis historiis est perornatum in circuitu verocancellis aereis circumseptum cum pavonibus aureis et tauro exquibus fuere duo qui sunt in cantaro paradisi In quatuor partestempli fuere IIII caballi aerei deaurati in unaquaque fronte portaeaereae in medio giro sepulchrum Adriani porfireticum quodnunc est Lateranis ante folloniam sepulchrum papae Innocentiicoopertorium est in paradiso sancti Petri super sepulchrumpraefecti inferius autem portae aereae sicut nunc apparentraquoThietmar von Merseburg chiama il Mausoleo di Adriano DomusThiederici264 e dopo di lui altri scrittori lo chiamano con lo stessonome senza che se ne possa chiaramente scorgere la ragione265Domus Theodorici fu chiamato anche lanfiteatro di Verona evedremo in seguito che a Teodorico fu attribuito pure il cosigrave dettoCaballus Constantini Nel Libro Imperiale la Mole Adrianaprima si dice costruita da Caligola poi da Caligola solamenterestaurata

Perchegrave la Mole Adriana che sin dai tempi di Procopio servivaad uso di fortezza prendesse nel medio evo il nome di CastellumCrescentii egrave noto dalle storie perchegrave poi giagrave molto prima avessepreso quello di Castel SantAngelo egrave noto dalla leggenda Lanno500 essendo papa Gregorio I infieriva in Roma una

263 De bello gothico I 22264 Ap PERTZ Script t III p 776265 MUELLENHOF Zeugnisse und Excurse sur deutschen heldensage nellaZeitschrift fuumlr deutsches Alterthum dellHaupt V XII p 319-20 NellaChronica regia s Pantaleonis (Annales Colonienses maximi) ad a 1001 sidice laquoValidissima turris Adriani imperatoris quae et Theodorici tyranni fuitfabrica quae sine ulla laesionis iniuria contra omnem impulsionis machinamdurare videtur in saeculoraquo Eccardo Uraugiense ad a 1083 laquoCastellumCrescentii quod vulgo domus Theoderici appellaturraquo

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Del Mausoleo di Adriano che Procopio descrive ancoraintegro e adorno di statue263 cosigrave dicono i Mirabilia laquoEst etcastellum quod fuit templum Adriani sicut legimus in sermonefestivitatis sancti Petri ubi dicit Memoria Adriani imperatorismirae magnitudinis templum constructum quod totum lapidibuscoopertum et diversis historiis est perornatum in circuitu verocancellis aereis circumseptum cum pavonibus aureis et tauro exquibus fuere duo qui sunt in cantaro paradisi In quatuor partestempli fuere IIII caballi aerei deaurati in unaquaque fronte portaeaereae in medio giro sepulchrum Adriani porfireticum quodnunc est Lateranis ante folloniam sepulchrum papae Innocentiicoopertorium est in paradiso sancti Petri super sepulchrumpraefecti inferius autem portae aereae sicut nunc apparentraquoThietmar von Merseburg chiama il Mausoleo di Adriano DomusThiederici264 e dopo di lui altri scrittori lo chiamano con lo stessonome senza che se ne possa chiaramente scorgere la ragione265Domus Theodorici fu chiamato anche lanfiteatro di Verona evedremo in seguito che a Teodorico fu attribuito pure il cosigrave dettoCaballus Constantini Nel Libro Imperiale la Mole Adrianaprima si dice costruita da Caligola poi da Caligola solamenterestaurata

Perchegrave la Mole Adriana che sin dai tempi di Procopio servivaad uso di fortezza prendesse nel medio evo il nome di CastellumCrescentii egrave noto dalle storie perchegrave poi giagrave molto prima avessepreso quello di Castel SantAngelo egrave noto dalla leggenda Lanno500 essendo papa Gregorio I infieriva in Roma una

263 De bello gothico I 22264 Ap PERTZ Script t III p 776265 MUELLENHOF Zeugnisse und Excurse sur deutschen heldensage nellaZeitschrift fuumlr deutsches Alterthum dellHaupt V XII p 319-20 NellaChronica regia s Pantaleonis (Annales Colonienses maximi) ad a 1001 sidice laquoValidissima turris Adriani imperatoris quae et Theodorici tyranni fuitfabrica quae sine ulla laesionis iniuria contra omnem impulsionis machinamdurare videtur in saeculoraquo Eccardo Uraugiense ad a 1083 laquoCastellumCrescentii quod vulgo domus Theoderici appellaturraquo

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micidialissima pestilenza Durante una processione ordinata aplacare lira del cielo il pontefice vide posarsi sulla Mole diAdriano un angelo il quale in segno della grazia ottenutariponeva la spada nel fodero

I Mirabilia ricordano molti altri templi a ragione o a torto cosigravedenominati dei quali tuttavia non sindica piugrave che il nome266 DelMausoleo di Augusto di cui pure si narravano meraviglie dirogravepiugrave opportunamente altrove

Unaltra della maggiori singolaritagrave di Roma era il circo diTarquinio Prisco ossia il Circo Massimo di cui si legge neiMirabilia laquoCircus Prisci Tarquinii fuit mirae pulchritudinis quiita erat gradatus quod nemo Romanus offendebat alterum in visuludi In summitate erant arcus per circuitum vitro et fulvo aurolaqueati Superius erant domus palatii in circuitu ubi sedebantfeminae ad videndum ludum XIIII Kal Madii quando fiebatludus In medio erant duo aguliae minor habebat octogintaseptem pedes S267 maior C XX duos In summitate triumphalisarcus qui est in capite stabat quidam equus aereus et deauratus(qui videbatur facere impetum ac si vellet currere equum in alioarcu qui est in fine stabat alius equus aereus et deauratus similiterIn altitudine palatii erant sedes imperatoris et reginae undevidebant ludumraquo Giovanni Mansel ripete questa descrizionequasi parola per parola nella sua Fleur des histoires268 GiovanniCavallino soggiunge269 laquoDicitur autem ludus Circeus a circuituensium et armatorum hominum stantium per circuitum spectaculi Ibique rursum erant duo equi erei ingentes deaurati qui266 A proposito di templi Ranulfo Higden nota e questa volta come pare disua propria autoritagrave laquoHic advertendum est quod in Roma tria tantum templafuerunt quae flamines habuerunt id est pontifices idolorum sic dicti quasifilamines a filo quod ligabant sibi in capite quando non poterant prae calvitatediebus festivis pileum deferre Nam in templo Jovis ministrabat flamen dialisquia Jupiter vocabatur Diespiter id eat diei pater Item in templo Martis fuitflamen Quirinalis nam Romulus dicebatur Quirinusraquo267 Submissales268 L II c 125269 Op cit l V c 7

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micidialissima pestilenza Durante una processione ordinata aplacare lira del cielo il pontefice vide posarsi sulla Mole diAdriano un angelo il quale in segno della grazia ottenutariponeva la spada nel fodero

I Mirabilia ricordano molti altri templi a ragione o a torto cosigravedenominati dei quali tuttavia non sindica piugrave che il nome266 DelMausoleo di Augusto di cui pure si narravano meraviglie dirogravepiugrave opportunamente altrove

Unaltra della maggiori singolaritagrave di Roma era il circo diTarquinio Prisco ossia il Circo Massimo di cui si legge neiMirabilia laquoCircus Prisci Tarquinii fuit mirae pulchritudinis quiita erat gradatus quod nemo Romanus offendebat alterum in visuludi In summitate erant arcus per circuitum vitro et fulvo aurolaqueati Superius erant domus palatii in circuitu ubi sedebantfeminae ad videndum ludum XIIII Kal Madii quando fiebatludus In medio erant duo aguliae minor habebat octogintaseptem pedes S267 maior C XX duos In summitate triumphalisarcus qui est in capite stabat quidam equus aereus et deauratus(qui videbatur facere impetum ac si vellet currere equum in alioarcu qui est in fine stabat alius equus aereus et deauratus similiterIn altitudine palatii erant sedes imperatoris et reginae undevidebant ludumraquo Giovanni Mansel ripete questa descrizionequasi parola per parola nella sua Fleur des histoires268 GiovanniCavallino soggiunge269 laquoDicitur autem ludus Circeus a circuituensium et armatorum hominum stantium per circuitum spectaculi Ibique rursum erant duo equi erei ingentes deaurati qui266 A proposito di templi Ranulfo Higden nota e questa volta come pare disua propria autoritagrave laquoHic advertendum est quod in Roma tria tantum templafuerunt quae flamines habuerunt id est pontifices idolorum sic dicti quasifilamines a filo quod ligabant sibi in capite quando non poterant prae calvitatediebus festivis pileum deferre Nam in templo Jovis ministrabat flamen dialisquia Jupiter vocabatur Diespiter id eat diei pater Item in templo Martis fuitflamen Quirinalis nam Romulus dicebatur Quirinusraquo267 Submissales268 L II c 125269 Op cit l V c 7

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magica dispositione dispositi provocabant ad cursum equosludentium in eodemraquo Del circo di Tarquinio parla anche MartinoPolono

I Mirabilia noverano quindici palazzi nel paragrafo Depalatiis la Graphia ne novera dodici lAnonimo ventidue maBeniamino Tudelense che viaggiograve dal 1160 al 1173 dicenellItinerario che Roma i cui edifizii erano diversi da quelli ditutto il rimanente mondo possedeva ottanta palazzi reali ericorda in modo particolare quello del re Galbino dove eranotante sale quanti sono i giorni dellanno e si stendevano lo spaziodi tre miglia In una guerra civile vi perirono una volta piugrave dicentomila Romani di cui si vedevano ancora le ossa Il re fecescolpire e rappresentare nel marmo tutta la pugna Questadescrizione pare accenni alle catacombe di San CallistoBeniamino ricorda inoltre un palazzo di Giulio Cesare vicino aSan Pietro e il palazzo di Vespasiano simile a un tempio digrandissima e salda struttura Ranulfo Higden ricorda come degnidi maggiore ammirazione il palazzo di Diocleziano e il palazzodei Sessanta Imperatori laquoPalatium Diocletiani columnas habet adjactum lapilli tam altas et tam magnas quod a centum viris pertotum annum operantibus vix una eorum secari possit Item fuitibi quoddam palatium sexaginta imperatorum cujus hodie partemresiduam tota Roma destruere non possetraquo Questo pretesopalazzo di Diocleziano altro certamente non era che le famoseTerme ma non so che cosa potesse essere il palazzo dei SessantaImperatori e solo trovo in una curiosa versione della storia diFlorio e Biancofiore che al tempo dellimperatore Rabon erano inRoma sessanta re e sessanta regine270 Dei palazzi di Roma dice

270 Essa si trova nel cod 1661 della Riccardiana in Firenze contenente varieleggende in dialetto veneto ed egrave quella stessa che porge argomento alla notaRapprasentazione di Rosana Ne trascrivo il principio che si lega anche con leleggende del Colosseo Comincia al f 36 rUna molto bella legenda de una Regina de Roma che have nome Rosane e delo re Hausterio suo maritoAl tempo de Rabon imperatore de Roma havea in Roma sexanta re e sesanta

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magica dispositione dispositi provocabant ad cursum equosludentium in eodemraquo Del circo di Tarquinio parla anche MartinoPolono

I Mirabilia noverano quindici palazzi nel paragrafo Depalatiis la Graphia ne novera dodici lAnonimo ventidue maBeniamino Tudelense che viaggiograve dal 1160 al 1173 dicenellItinerario che Roma i cui edifizii erano diversi da quelli ditutto il rimanente mondo possedeva ottanta palazzi reali ericorda in modo particolare quello del re Galbino dove eranotante sale quanti sono i giorni dellanno e si stendevano lo spaziodi tre miglia In una guerra civile vi perirono una volta piugrave dicentomila Romani di cui si vedevano ancora le ossa Il re fecescolpire e rappresentare nel marmo tutta la pugna Questadescrizione pare accenni alle catacombe di San CallistoBeniamino ricorda inoltre un palazzo di Giulio Cesare vicino aSan Pietro e il palazzo di Vespasiano simile a un tempio digrandissima e salda struttura Ranulfo Higden ricorda come degnidi maggiore ammirazione il palazzo di Diocleziano e il palazzodei Sessanta Imperatori laquoPalatium Diocletiani columnas habet adjactum lapilli tam altas et tam magnas quod a centum viris pertotum annum operantibus vix una eorum secari possit Item fuitibi quoddam palatium sexaginta imperatorum cujus hodie partemresiduam tota Roma destruere non possetraquo Questo pretesopalazzo di Diocleziano altro certamente non era che le famoseTerme ma non so che cosa potesse essere il palazzo dei SessantaImperatori e solo trovo in una curiosa versione della storia diFlorio e Biancofiore che al tempo dellimperatore Rabon erano inRoma sessanta re e sessanta regine270 Dei palazzi di Roma dice

270 Essa si trova nel cod 1661 della Riccardiana in Firenze contenente varieleggende in dialetto veneto ed egrave quella stessa che porge argomento alla notaRapprasentazione di Rosana Ne trascrivo il principio che si lega anche con leleggende del Colosseo Comincia al f 36 rUna molto bella legenda de una Regina de Roma che have nome Rosane e delo re Hausterio suo maritoAl tempo de Rabon imperatore de Roma havea in Roma sexanta re e sesanta

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Armannino Giudice nel conto XXX della Fiorita che dallunoallaltro andare si poteva su per certi ponti i quali quivi eranodivisati Che cosa dovessero essere i palazzi imperiali si puograve delresto immaginare facilmente se dice Olimpiodoro in un luogodelle sue Storie che ogni gran casa in Roma aveva quanto puograveavere una mediocre cittagrave e soggiunge il verso

regine incoronati et era lo dicto imperatore lo piugrave crudele e lo pezore chezamai fosse veduto contra li Cristiani amici di dio Et in ogni parte ove podessesavere che nessuno ge navesse tuti li faceva prendere e cum diversi tormenti lifaceva morire imperciograve che ello era pagano e adorava le ydole sorde e mutefatte per mane de homo i quali non podevano valere negrave a loro negrave altrui Et inquello medesimo tempo hauea in Roma una Regina la quale haveva nome laReina Rosana et era la piugrave bella e la piugrave savia da scritura e de seno naturaleche tute le altre Regine sigrave che la fanno donna loro e commandatrice de tute lealtre Regine E questa Regina Rosana haveva uno suo marito lo quale havevanome lo Re Austerio e bene li seguitava lo nome perchegrave ello era moltocrudele e reo contra li Cristiani et era lo piugrave possente e lo piugrave richo de nesunode li altri Re de Roma e non haveva alguno figiolo negrave maschio negrave femena ede zo ne stavano in grande pensamento E la Regina Rosana ne stava in grandepensamento e diceva Se io potesse havere figiolo io mi terrei la piugrave graciosaRegina de questo mondo Or avene uno zorno che la Reina Rosana andoe alColiseo di Roma nel quale stava uno ydolo lo quale haveva nome lidoloPantaleo nel quale stava uno demonio che havea nome Astaroth e rendevaresponsione a chi parlava cum lui et era lo mazore idolo di tuta Roma si chetutti i Romani haveva in lui grande divocione a quel tempo E questa RainaRosana fo dinnanzo da lui inzinochiata e pregollo molto divotamente che lidesse figiolo e felli grandissimi doni e grande offerte e tuta notte si li steteinnanzo inzinochiata et in sua compagnia tenne cento donne e cento donzellemogiere e figiole de conti e de baroni e fo tanta la cera che si arse in quellanotte che valse cento besanti doro E quando venne la matina a lalba del diequesto ydolo Pantaleo rispose a la Reina Rosana e disse a lei Andarai etornerai e farai holochausto e sacrifficio a tuti li altri ydoli di Roma egrandemente offerirai loro e quando avrai zo fatto io timprometto che laprima volta che tu usarai col tuo marito tu te ingravidarai uno figiolo maschiolo quale serae conducitore e governatore del popolo Romano E la RainaRosana andoe incontenente et hebe fornito tuto quello che lidolo Pantaleohavea dittoNella Rappresentazione di Rosana il Re e la Regina vanno a raccomandarsi al

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Armannino Giudice nel conto XXX della Fiorita che dallunoallaltro andare si poteva su per certi ponti i quali quivi eranodivisati Che cosa dovessero essere i palazzi imperiali si puograve delresto immaginare facilmente se dice Olimpiodoro in un luogodelle sue Storie che ogni gran casa in Roma aveva quanto puograveavere una mediocre cittagrave e soggiunge il verso

regine incoronati et era lo dicto imperatore lo piugrave crudele e lo pezore chezamai fosse veduto contra li Cristiani amici di dio Et in ogni parte ove podessesavere che nessuno ge navesse tuti li faceva prendere e cum diversi tormenti lifaceva morire imperciograve che ello era pagano e adorava le ydole sorde e mutefatte per mane de homo i quali non podevano valere negrave a loro negrave altrui Et inquello medesimo tempo hauea in Roma una Regina la quale haveva nome laReina Rosana et era la piugrave bella e la piugrave savia da scritura e de seno naturaleche tute le altre Regine sigrave che la fanno donna loro e commandatrice de tute lealtre Regine E questa Regina Rosana haveva uno suo marito lo quale havevanome lo Re Austerio e bene li seguitava lo nome perchegrave ello era moltocrudele e reo contra li Cristiani et era lo piugrave possente e lo piugrave richo de nesunode li altri Re de Roma e non haveva alguno figiolo negrave maschio negrave femena ede zo ne stavano in grande pensamento E la Regina Rosana ne stava in grandepensamento e diceva Se io potesse havere figiolo io mi terrei la piugrave graciosaRegina de questo mondo Or avene uno zorno che la Reina Rosana andoe alColiseo di Roma nel quale stava uno ydolo lo quale haveva nome lidoloPantaleo nel quale stava uno demonio che havea nome Astaroth e rendevaresponsione a chi parlava cum lui et era lo mazore idolo di tuta Roma si chetutti i Romani haveva in lui grande divocione a quel tempo E questa RainaRosana fo dinnanzo da lui inzinochiata e pregollo molto divotamente che lidesse figiolo e felli grandissimi doni e grande offerte e tuta notte si li steteinnanzo inzinochiata et in sua compagnia tenne cento donne e cento donzellemogiere e figiole de conti e de baroni e fo tanta la cera che si arse in quellanotte che valse cento besanti doro E quando venne la matina a lalba del diequesto ydolo Pantaleo rispose a la Reina Rosana e disse a lei Andarai etornerai e farai holochausto e sacrifficio a tuti li altri ydoli di Roma egrandemente offerirai loro e quando avrai zo fatto io timprometto che laprima volta che tu usarai col tuo marito tu te ingravidarai uno figiolo maschiolo quale serae conducitore e governatore del popolo Romano E la RainaRosana andoe incontenente et hebe fornito tuto quello che lidolo Pantaleohavea dittoNella Rappresentazione di Rosana il Re e la Regina vanno a raccomandarsi al

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Εἶς δόmicroος ἄστυ πελει πόλις ἄστεα microυρία κεύθει271

Gli avanzi delle terme facevano testimonianza di una fra lemaggiori sontuositagrave dellantica Roma Forse il non potersi piugraveintendere dagli uomini di una etagrave imbarbarita come siprovvedesse al loro uso e alle molte necessitagrave che andavanocongiunte con quello fu causa che sinventasse una non moltoingegnosa favola secondo la quale Apollonio Tianeo lemulo diVirgilio nelle arti magiche avrebbe mercegrave un mescuglio di zolfoe di sale acceso con una candela consacrata provveduto inperpetuo al riscaldamento di certe terme da lui costruite272Seguitando la enumerazione delle meraviglie di Roma diceArmannino Giudice nel conto XXX della Fiorita laquoEravi ancorauno deficio che si chiamava terme Diocliciani e un altro il qualesi chiamava terme Antignani Questi erano palagi voltati e su disopra erano facti prati con arbuscegli e con molte erbe Quivi siposavano glimperadori ciograve erano gli dictatori a tempo di stateper refrigerio della grande calura perograve terme furono chiamatequelle grandi palacza che per lectera viene a dire stufe Chosigrave egravestufa quella ove il caldo si fugge come quella ove si caccia ilfreddoraquo I Mirabilia noverano dieci terme Fazio degli Uberti sicontenta di ricordare i termi di Dioclezian bello

Gli acquedotti altra gloria di Roma sono ricordati da RanulfoHigden273 ma i Mirabilia appena ne fanno menzione per

dio Marte271 Photii Bibliotheca ex recensione Immanuelis Bekkeri v I Berlino 1864 p63 col 1a272 Fra gli altri la riferisce anche Ranulfo Higden laquoItem Beaneus Apolloconfectionem quandam sulphuris et nigri salis inclusit in vaso aeneo quamcandela consecrata incendit et balneum ibi fecit cum thermis perpetuocalentibusraquo273 Item juxta palatium Augusti est murus coctilis descendens per portamAsinariam a summis montibus qui immensis fornicibus aquaeductumsustentat per quem amnis a montanis fontibus per spatium unius dietae urbiillabitur qui aereis fistulis postmodum divisus universis palatiis Romaequondam influebat Fluvius namque Tiberis equis est salubris sed hominibus

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Εἶς δόmicroος ἄστυ πελει πόλις ἄστεα microυρία κεύθει271

Gli avanzi delle terme facevano testimonianza di una fra lemaggiori sontuositagrave dellantica Roma Forse il non potersi piugraveintendere dagli uomini di una etagrave imbarbarita come siprovvedesse al loro uso e alle molte necessitagrave che andavanocongiunte con quello fu causa che sinventasse una non moltoingegnosa favola secondo la quale Apollonio Tianeo lemulo diVirgilio nelle arti magiche avrebbe mercegrave un mescuglio di zolfoe di sale acceso con una candela consacrata provveduto inperpetuo al riscaldamento di certe terme da lui costruite272Seguitando la enumerazione delle meraviglie di Roma diceArmannino Giudice nel conto XXX della Fiorita laquoEravi ancorauno deficio che si chiamava terme Diocliciani e un altro il qualesi chiamava terme Antignani Questi erano palagi voltati e su disopra erano facti prati con arbuscegli e con molte erbe Quivi siposavano glimperadori ciograve erano gli dictatori a tempo di stateper refrigerio della grande calura perograve terme furono chiamatequelle grandi palacza che per lectera viene a dire stufe Chosigrave egravestufa quella ove il caldo si fugge come quella ove si caccia ilfreddoraquo I Mirabilia noverano dieci terme Fazio degli Uberti sicontenta di ricordare i termi di Dioclezian bello

Gli acquedotti altra gloria di Roma sono ricordati da RanulfoHigden273 ma i Mirabilia appena ne fanno menzione per

dio Marte271 Photii Bibliotheca ex recensione Immanuelis Bekkeri v I Berlino 1864 p63 col 1a272 Fra gli altri la riferisce anche Ranulfo Higden laquoItem Beaneus Apolloconfectionem quandam sulphuris et nigri salis inclusit in vaso aeneo quamcandela consecrata incendit et balneum ibi fecit cum thermis perpetuocalentibusraquo273 Item juxta palatium Augusti est murus coctilis descendens per portamAsinariam a summis montibus qui immensis fornicibus aquaeductumsustentat per quem amnis a montanis fontibus per spatium unius dietae urbiillabitur qui aereis fistulis postmodum divisus universis palatiis Romaequondam influebat Fluvius namque Tiberis equis est salubris sed hominibus

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incidente Nel V secolo Polemio Silvio ne registra quattordici274Il giagrave citato Zaccaria (VI sec) degli acquedotti non fa motto maregistra milletrecentocinquantadue fontane In un codiceBobbiense dellVIII o IX secolo gli acquedotti indicati per nomesono in numero di nove275 e in numero di dicianove in un codiceVossiano276 NellAnonimo Einsiedlense se ne trovano ricordatiparecchi sotto il nome di Formae che egrave il nome dato lorocomunemente nel medio evo e dieci ne registra lAnonimoMagliabecchiano sotto il nome di Aquae usato anchessofrequentemente

Quanto ai ponti i Mirabilia ne registrano nove e GiovannidOutremense novecento Le agulie ricordate dai Mirabilia sonoquella di S Pietro e le due che ornavano il Circo di TarquinioPrisco lAnonimo Magliabecchiano ne ricorda due altemillecentododici piedi e altre ottanta che si trovavano nel Circodi Tarquinio277

Una delle singolaritagrave piugrave curiose di Roma erano i due gruppicolossali di Monte Cavallo che una tradizione certo assai anticafaceva opera di Prassitele e di Fidia Essi rappresentano comegravenoto i Dioscuri ma nel medio evo perdutasi la memoria di ciograve evolendosi pure spiegare in qualche modo quelle figure sinventauna strana favola fondata appunto sul nome di Prassitele e di

noxius quamobrem a quatuor urbis partibus per artificiosos meatus veteresaquas recentes venire fecerunt quibus dum res publica floruit quicquid libuitconsummare licuitVedi ciograve che dellacquedotto romano di Treveri si dice nei Gesta Treverorumap PERTZ Script t VIII p 132274 URLICHS Codex p 48275 Id ibid p 51276 Id ibid p 52277 laquoHae sunt aguliae que erant in urbe et ubi et quomodo et per quam causamet quorum ornamentis Duae magnae millae centum duodecim pedum aliaoctoginta steterunt in circo Prisci Tarquinii mirifice posita ubi nunc horti suntcauliumraquo E la versione italiana laquoDue grande di mille cento duo piedi unaaltra di octanta stette nel circo di Tarquinio Prisco mirabilmente posta dovehora sono gli horti delle erberaquo

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incidente Nel V secolo Polemio Silvio ne registra quattordici274Il giagrave citato Zaccaria (VI sec) degli acquedotti non fa motto maregistra milletrecentocinquantadue fontane In un codiceBobbiense dellVIII o IX secolo gli acquedotti indicati per nomesono in numero di nove275 e in numero di dicianove in un codiceVossiano276 NellAnonimo Einsiedlense se ne trovano ricordatiparecchi sotto il nome di Formae che egrave il nome dato lorocomunemente nel medio evo e dieci ne registra lAnonimoMagliabecchiano sotto il nome di Aquae usato anchessofrequentemente

Quanto ai ponti i Mirabilia ne registrano nove e GiovannidOutremense novecento Le agulie ricordate dai Mirabilia sonoquella di S Pietro e le due che ornavano il Circo di TarquinioPrisco lAnonimo Magliabecchiano ne ricorda due altemillecentododici piedi e altre ottanta che si trovavano nel Circodi Tarquinio277

Una delle singolaritagrave piugrave curiose di Roma erano i due gruppicolossali di Monte Cavallo che una tradizione certo assai anticafaceva opera di Prassitele e di Fidia Essi rappresentano comegravenoto i Dioscuri ma nel medio evo perdutasi la memoria di ciograve evolendosi pure spiegare in qualche modo quelle figure sinventauna strana favola fondata appunto sul nome di Prassitele e di

noxius quamobrem a quatuor urbis partibus per artificiosos meatus veteresaquas recentes venire fecerunt quibus dum res publica floruit quicquid libuitconsummare licuitVedi ciograve che dellacquedotto romano di Treveri si dice nei Gesta Treverorumap PERTZ Script t VIII p 132274 URLICHS Codex p 48275 Id ibid p 51276 Id ibid p 52277 laquoHae sunt aguliae que erant in urbe et ubi et quomodo et per quam causamet quorum ornamentis Duae magnae millae centum duodecim pedum aliaoctoginta steterunt in circo Prisci Tarquinii mirifice posita ubi nunc horti suntcauliumraquo E la versione italiana laquoDue grande di mille cento duo piedi unaaltra di octanta stette nel circo di Tarquinio Prisco mirabilmente posta dovehora sono gli horti delle erberaquo

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Fidia che con esse era rimasto congiunto I Mirabilia la narranonel seguente modo laquoTemporibus Tiberii Imperatoris veneruntRomam duo philosophi juvenes Praxitelus et Fidia Quosimperator cognoscens esse tantae sapientiae caros in suo palatiohabuit Qui dixerunt ei se esse tantae sapientiae ut quicquidimperator eis absentibus in die vel in nocte in camera suaconsigliaverit ei usque ad unum verbum dicerent Quibusimperator ait laquolaquoSi facitis quod dixistis dabo vobis quicquidvultisraquoraquo Qui respondentes dixerunt laquolaquoNullam pecuniam sednostrorum memoriam postulamusraquoraquo Veniente altero die perordinem retulerunt imperatori quicquid in illam praeteritamnoctem consiliatus est Unde fecit eis promissam praelibatammemoriam eorum sicut postulaverunt equos videlicet nudos quicalcant terram id est potentes principes huius saeculi quidominantur homines huius mundi Veniet rex potentissimus quiascendet super equos id est super potentiam principum huiusseculi In hoc seminudi qui stant iuxta equos et altis brachiis etreplicatis digitis nunciant ea quae futura erant et sicut ipsi suntnudi ita omnis mundialis scientia nuda et aperta est mentibuseorum Femina circumdata serpentibus sedens concam habensante se significat ecclesiam et praedicatores qui praedicaverunteam ut quicumque ad eam ire voluerit non poterit nisi priuslavetur in conca illaraquo278 Fazio degli Uberti accenna a questafavola quando fa dire a Roma

Vedi i cavai del marmo e vedi i dueNudi che ndivinar come tu leggi279

278 Questo racconto si ritrova con qualche leggiera variante nelle redazioniposteriori dei Mirabilia alle quali si raccosta Ranulfo Higden che purebenchegrave piugrave in succinto lo riferisce279 Ledizione veneziana del 1501 la milanese del 1826 la veneziana del 1835(laltra pure veneziana del 1820 non lho potuta riscontrare) leggonoconcordemente

Vedi i cavai di marmo e vedi i dueChe glintagliaro appunto come leggi

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Fidia che con esse era rimasto congiunto I Mirabilia la narranonel seguente modo laquoTemporibus Tiberii Imperatoris veneruntRomam duo philosophi juvenes Praxitelus et Fidia Quosimperator cognoscens esse tantae sapientiae caros in suo palatiohabuit Qui dixerunt ei se esse tantae sapientiae ut quicquidimperator eis absentibus in die vel in nocte in camera suaconsigliaverit ei usque ad unum verbum dicerent Quibusimperator ait laquolaquoSi facitis quod dixistis dabo vobis quicquidvultisraquoraquo Qui respondentes dixerunt laquolaquoNullam pecuniam sednostrorum memoriam postulamusraquoraquo Veniente altero die perordinem retulerunt imperatori quicquid in illam praeteritamnoctem consiliatus est Unde fecit eis promissam praelibatammemoriam eorum sicut postulaverunt equos videlicet nudos quicalcant terram id est potentes principes huius saeculi quidominantur homines huius mundi Veniet rex potentissimus quiascendet super equos id est super potentiam principum huiusseculi In hoc seminudi qui stant iuxta equos et altis brachiis etreplicatis digitis nunciant ea quae futura erant et sicut ipsi suntnudi ita omnis mundialis scientia nuda et aperta est mentibuseorum Femina circumdata serpentibus sedens concam habensante se significat ecclesiam et praedicatores qui praedicaverunteam ut quicumque ad eam ire voluerit non poterit nisi priuslavetur in conca illaraquo278 Fazio degli Uberti accenna a questafavola quando fa dire a Roma

Vedi i cavai del marmo e vedi i dueNudi che ndivinar come tu leggi279

278 Questo racconto si ritrova con qualche leggiera variante nelle redazioniposteriori dei Mirabilia alle quali si raccosta Ranulfo Higden che purebenchegrave piugrave in succinto lo riferisce279 Ledizione veneziana del 1501 la milanese del 1826 la veneziana del 1835(laltra pure veneziana del 1820 non lho potuta riscontrare) leggonoconcordemente

Vedi i cavai di marmo e vedi i dueChe glintagliaro appunto come leggi

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In una specie di profezia latina anonima i Cavalli marmoreisono ricordati insieme col Cavallo di Costantino

Mundus adorabit erit Urbe vix presule dignaConstantine cades et equi de marmore factiEt lapis erectus et multa palacia Rome280

Del cosigrave detto Cavallo di Costantino altra singolaritagrave di Romaavrograve a parlare in luogo piugrave acconcio A Roma i cavalli di metallodi marmo e persino di avorio abbondavano erano un lusso dellacittagrave A voler credere allAnonimo Magliabecchiano verso ilmezzo del secolo VII si trovavano ancora entro le mura sparsiqua e lagrave settantaquattro cavalli di avorio portati poi via da quelmedesimo Costante che rubograve al Pantheon le tegole di bronzo281 Iquattro cavalli che adornano ora la facciata di San Marco inVenezia si vuole che in origine sieno stati in Roma doveappartenevano a un arco di Plisco o Prisco282 Di una statua

dove non si capisce piugrave nulla o si capisce solo che gli editori hanno volutoridare a Prassitele o a Fidia lantica e genuina lor qualitagrave La lezione da merecata egrave del cod Torinese e si accorda in tutto con la leggenda280 PERTZ Script t XXII p 388-90 Egrave tratta da un cod del XIV secolo281 Equi eburnei septuaginta quatuor dispersi in locis ubi causa magnificentiaepositi erant ut quos Constantinus Errachii (l Constans Heraclii cioegrave Costantefigliuolo di Eraclio) secum tulit per maiori parte quando ivit in SiciliamSyracusasque ubi interfectus a suis familiaribus anno eius quinto Saracenipostea venientes de Damasco in Siciliam et in Syracusas praedicta omnia istatulerunt portantes - Lanonimo Einsiedlense che nellVIII secolo descrisseRoma qual era registra solamente il cavallo di Costantino e i cavalli marmorei282 Fazio degli Uberti

Vedi larco di Plisco onde giagrave tolseCostantin li cavalli allora chelloLasciando me a Bisanzio si volse

Il Jordan (Op cit v II p 392) pensa debba leggersi vedi l circo di Prisco edei cavalli del circo di Prisco dice la Graphia laquoportati sunt a Constantino

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In una specie di profezia latina anonima i Cavalli marmoreisono ricordati insieme col Cavallo di Costantino

Mundus adorabit erit Urbe vix presule dignaConstantine cades et equi de marmore factiEt lapis erectus et multa palacia Rome280

Del cosigrave detto Cavallo di Costantino altra singolaritagrave di Romaavrograve a parlare in luogo piugrave acconcio A Roma i cavalli di metallodi marmo e persino di avorio abbondavano erano un lusso dellacittagrave A voler credere allAnonimo Magliabecchiano verso ilmezzo del secolo VII si trovavano ancora entro le mura sparsiqua e lagrave settantaquattro cavalli di avorio portati poi via da quelmedesimo Costante che rubograve al Pantheon le tegole di bronzo281 Iquattro cavalli che adornano ora la facciata di San Marco inVenezia si vuole che in origine sieno stati in Roma doveappartenevano a un arco di Plisco o Prisco282 Di una statua

dove non si capisce piugrave nulla o si capisce solo che gli editori hanno volutoridare a Prassitele o a Fidia lantica e genuina lor qualitagrave La lezione da merecata egrave del cod Torinese e si accorda in tutto con la leggenda280 PERTZ Script t XXII p 388-90 Egrave tratta da un cod del XIV secolo281 Equi eburnei septuaginta quatuor dispersi in locis ubi causa magnificentiaepositi erant ut quos Constantinus Errachii (l Constans Heraclii cioegrave Costantefigliuolo di Eraclio) secum tulit per maiori parte quando ivit in SiciliamSyracusasque ubi interfectus a suis familiaribus anno eius quinto Saracenipostea venientes de Damasco in Siciliam et in Syracusas praedicta omnia istatulerunt portantes - Lanonimo Einsiedlense che nellVIII secolo descrisseRoma qual era registra solamente il cavallo di Costantino e i cavalli marmorei282 Fazio degli Uberti

Vedi larco di Plisco onde giagrave tolseCostantin li cavalli allora chelloLasciando me a Bisanzio si volse

Il Jordan (Op cit v II p 392) pensa debba leggersi vedi l circo di Prisco edei cavalli del circo di Prisco dice la Graphia laquoportati sunt a Constantino

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equestre che per artifizio di calamite stava sospesa in aria parlaRanulfo Higden283 Parecchie altre meraviglie di minor conto sivedevano in Roma come lAlbeston284 le Colonne di Salomone285

eccMa se tutti in genere i monumenti di Roma attestavano

lopulenza e lo splendore della cittagrave uno ve nera che faceva piugraveparticolare testimonio della gloria e delle virtugrave deglillustri suoi

imperatore (intendi sempre Costante II) cum omni ornatu facto ex aere inConstantinopolim Damascum et Alexandriamraquo Ma a quei versi di Fazio ilCapello fa il seguente commento laquoLarcho di Plischo egrave quel grande presso alcoliseo chaltri dice che fu facto a Tito e da ligrave tolse i cavalli Constantino emandoli a Constantinopoli onde poi funo tolti e portati per venetiani e posti inlo tempio di San Marcho supra la intrata in Venetiaraquo Non ripugna punto ilcredere che nel medio evo fosse stato dato allarco di Tito piugrave comunementeconosciuto sotto il nome di arcus septem lucernarum anche il nome di arco diPlisco o Prisco derivato dal Circo di Tarquinio Prisco chera ligrave accosto283 Erat quoque in domo quadam ferreum simulacrum Bellerofontis ponderequindecim millia librarum in aere cum equo suo suspensum nulla catenasuperius aut stipite inferius sustentatum sed lapides magnetes in arcubustestudinum sive fornicibus arcuatis circumquaque ponebantur et hinc indeproportionali attractione simulacrum in medio servabant ita ut nullicubi possetdissilire - Di questo prodigio che ricorda laltro simile della tomba diMaometto si narra anche nel De septem mundi miraculis attribuito a BedalaquoQuartum miraculum simulacrum Bellerophontis ferreum cum equo suo insumma civitate suspensum eccraquo Qui la cittagrave non si nomina altrimenti maquella summa civitas potegrave far credere si trattasse di Roma e tale fu credo laragione che indusse Ranulfo o altri che lo precedette a porre tra le meravigliedi Roma anche il cavallo di Bellerofonte Se non che summa civitate egrave senzadubbio un errore di copista In un manoscritto della Laurenziana (pl XX 48)da me veduto si legge in Smirna civitate e questa egrave la lezione corretta PLINIO

racconta (Hist Nat XXXIV 42) laquoMagnete lapide Dinochares architectusAlexandriae Arsinoes templum concamerare inchoaverat ut in eo simulacrumejus e ferro pendere in aere videretur Intercessit mors et ipsius et Ptolemaeiqui id sorori suae jusserat fieriraquo Ciograve ripete ISIDORO DI SIVIGLIA Originum VI20 Di un simulacro sospeso nel tempio di Serapide parlano S AGOSTINO DeCivitate Dei XXI 6 e SUIDA s v Μαγνητις Di una statua ferrea di Mercuriosospesa per virtugrave di calamite nella cittagrave di Treveri parlano i Gesta Treverorum(ap PERTZ ScriptV t VIII p 132) Giovanni dOutremeuse (Op cit t I p16) e altri Ciriaco dAncona che viaggiograve in Europa in Africa in Asia aveva

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equestre che per artifizio di calamite stava sospesa in aria parlaRanulfo Higden283 Parecchie altre meraviglie di minor conto sivedevano in Roma come lAlbeston284 le Colonne di Salomone285

eccMa se tutti in genere i monumenti di Roma attestavano

lopulenza e lo splendore della cittagrave uno ve nera che faceva piugraveparticolare testimonio della gloria e delle virtugrave deglillustri suoi

imperatore (intendi sempre Costante II) cum omni ornatu facto ex aere inConstantinopolim Damascum et Alexandriamraquo Ma a quei versi di Fazio ilCapello fa il seguente commento laquoLarcho di Plischo egrave quel grande presso alcoliseo chaltri dice che fu facto a Tito e da ligrave tolse i cavalli Constantino emandoli a Constantinopoli onde poi funo tolti e portati per venetiani e posti inlo tempio di San Marcho supra la intrata in Venetiaraquo Non ripugna punto ilcredere che nel medio evo fosse stato dato allarco di Tito piugrave comunementeconosciuto sotto il nome di arcus septem lucernarum anche il nome di arco diPlisco o Prisco derivato dal Circo di Tarquinio Prisco chera ligrave accosto283 Erat quoque in domo quadam ferreum simulacrum Bellerofontis ponderequindecim millia librarum in aere cum equo suo suspensum nulla catenasuperius aut stipite inferius sustentatum sed lapides magnetes in arcubustestudinum sive fornicibus arcuatis circumquaque ponebantur et hinc indeproportionali attractione simulacrum in medio servabant ita ut nullicubi possetdissilire - Di questo prodigio che ricorda laltro simile della tomba diMaometto si narra anche nel De septem mundi miraculis attribuito a BedalaquoQuartum miraculum simulacrum Bellerophontis ferreum cum equo suo insumma civitate suspensum eccraquo Qui la cittagrave non si nomina altrimenti maquella summa civitas potegrave far credere si trattasse di Roma e tale fu credo laragione che indusse Ranulfo o altri che lo precedette a porre tra le meravigliedi Roma anche il cavallo di Bellerofonte Se non che summa civitate egrave senzadubbio un errore di copista In un manoscritto della Laurenziana (pl XX 48)da me veduto si legge in Smirna civitate e questa egrave la lezione corretta PLINIO

racconta (Hist Nat XXXIV 42) laquoMagnete lapide Dinochares architectusAlexandriae Arsinoes templum concamerare inchoaverat ut in eo simulacrumejus e ferro pendere in aere videretur Intercessit mors et ipsius et Ptolemaeiqui id sorori suae jusserat fieriraquo Ciograve ripete ISIDORO DI SIVIGLIA Originum VI20 Di un simulacro sospeso nel tempio di Serapide parlano S AGOSTINO DeCivitate Dei XXI 6 e SUIDA s v Μαγνητις Di una statua ferrea di Mercuriosospesa per virtugrave di calamite nella cittagrave di Treveri parlano i Gesta Treverorum(ap PERTZ ScriptV t VIII p 132) Giovanni dOutremeuse (Op cit t I p16) e altri Ciriaco dAncona che viaggiograve in Europa in Africa in Asia aveva

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figli e questo era a detta di Giovanni Cavallino la ColonnaAntonina Parlando della regione Colonna dice lautore dellaPolistoria286 laquoQue regio ideo dicitur Columna a rectitudine etfirmitate quibus ab olim incole huius regionis ad instar cuiuslibetstabilis edificii columnarum recti et firmi dicebantur Prius egoconfirmavi columnas eius Quarum virtutes clarissimas imperatorAntonius animadvertens inter tales viros regionis huiusmodielegit habitationem in qua occasione predicta ingentia construxitpalatia et erexit in titulum laudis et honoris sui gloriequeperhennis ac regionis ipsius in sempiternum unam ingentemcolumnam marmoream concavam a pede usque ad verticem perquam patet ascensus per eam per quasdam scalas lapideas stantesin medio ipsius cuius altitudo esse dignoscitur centum xlpedum Et in circumferentiis columne huiusmodi iussit sculpiriymagines simulacra et statuas a sto dictas representantes

veduto le sette meraviglie del mondo fra laltre anche la statua diBellerofronte Almeno cosigrave afferma Leonardo Dati

Vidisti insculptos divos et martia bellaQuae gesserunt et Bellerophonti equum

Itinerarium edito dal Mehus p 6284 DellAlbeston cosigrave parla la Graphia laquoSancta Balbina in Albiston fuitmutatorium Cesaria Ibi fuit candelabrum factum de lapide albiston qui semelaccensus ac sub divo positus nunquam aliqua ratione extinguebatur Quilocus ideo dicitur Albeston quod ibi flebant albe stole imperatorumraquo Esso egravericordato anche da Fazio degli Uberti

E guarda lAlbescon e Settesoglio

Cosigrave correttamente ledizione del 1820 tutte laltra hanno

E guarda lObelisco e Settesoglio

285 Narra Beniamino Tudelense che nella chiesa di Santo Stefano gli furonomostrate due colonne di bronzo opera del re Salomone le quali sudavano tuttigli anni nel nono giorno di luglio286 L VIII c 3

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figli e questo era a detta di Giovanni Cavallino la ColonnaAntonina Parlando della regione Colonna dice lautore dellaPolistoria286 laquoQue regio ideo dicitur Columna a rectitudine etfirmitate quibus ab olim incole huius regionis ad instar cuiuslibetstabilis edificii columnarum recti et firmi dicebantur Prius egoconfirmavi columnas eius Quarum virtutes clarissimas imperatorAntonius animadvertens inter tales viros regionis huiusmodielegit habitationem in qua occasione predicta ingentia construxitpalatia et erexit in titulum laudis et honoris sui gloriequeperhennis ac regionis ipsius in sempiternum unam ingentemcolumnam marmoream concavam a pede usque ad verticem perquam patet ascensus per eam per quasdam scalas lapideas stantesin medio ipsius cuius altitudo esse dignoscitur centum xlpedum Et in circumferentiis columne huiusmodi iussit sculpiriymagines simulacra et statuas a sto dictas representantes

veduto le sette meraviglie del mondo fra laltre anche la statua diBellerofronte Almeno cosigrave afferma Leonardo Dati

Vidisti insculptos divos et martia bellaQuae gesserunt et Bellerophonti equum

Itinerarium edito dal Mehus p 6284 DellAlbeston cosigrave parla la Graphia laquoSancta Balbina in Albiston fuitmutatorium Cesaria Ibi fuit candelabrum factum de lapide albiston qui semelaccensus ac sub divo positus nunquam aliqua ratione extinguebatur Quilocus ideo dicitur Albeston quod ibi flebant albe stole imperatorumraquo Esso egravericordato anche da Fazio degli Uberti

E guarda lAlbescon e Settesoglio

Cosigrave correttamente ledizione del 1820 tutte laltra hanno

E guarda lObelisco e Settesoglio

285 Narra Beniamino Tudelense che nella chiesa di Santo Stefano gli furonomostrate due colonne di bronzo opera del re Salomone le quali sudavano tuttigli anni nel nono giorno di luglio286 L VIII c 3

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clarissimos viros consules Romanorum ob magnificas virtutes etgesta eorum scilicet Brutorum Publicolarum EmiliorumFabritiorum Curiorum Scipionum Scaurorum MarcellorumMuciorum Coclitum Turquatorum Mariorum Catulorum acceterorum generosorum virorum genere atque factis et postremoillustrium Cesarum splendore fulgentiumraquo

Per chiudere degnamente questa rassegna riferirograve alcuneimmaginazioni degli Arabi intorno a Roma immaginazioni chevincono di molto in istravaganza tutto quanto segrave veduto sin quiNei geografi e negli storici di quella nazione egrave assai spesso fattoricordo di Roma e dei Romani indicati alcuna volta col nomestrano di Benu Iasfar o piuttosto Banu l Asfar287 Il maremediterraneo egrave da essi chiamato il mare di Roma288

Edricircsicirc il quale scriveva il suo trattato geografico nel 1153 allacorte del re Ruggero di Sicilia parlando delle mura di Roma diceche il muro interno aveva dodici cubiti di spessore e settanta dialtezza lesterno otto di spessore e quarantadue di altezza IlTevere era lastricato di rame289 La grandezza e la magnificenza diRoma dice questo scrittore sono tali che non si possono

287 Questo nome egrave in piugrave particolar modo applicato aglimperatori romani maserve anche a denotare tutti gli Europei Circa la significazione precisa e circalorigine di esso si fecero parecchie congetture Secondo il geografo persianoAl Biruni (m 1038) i Cesari erano figli di Asfar cioegrave Sufar figlio di Nefarfiglio di Esaugrave figlio di Abramo Ebn-Khallikan racconta a questo propositouna curiosa storia riferita dal QUATREMEgraveRE Meacutemoire sur louvrage intituleacute Kitabalagacircni Journal asiatique 1835 p 388-91 n V sulla ragione di quel nomeuna congettura di SILVESTRO DE SACY Notice dun manuscrit heacutebreu eccNotices et Extraits des manuscrits v IX p 437-8 n ripetuta nel Journalasiatique 1836 p 94-6 ma resa superflua da una nota dellASCOLI inseritanella Zeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v XV p 143-4 V anche ERDMANN Ueber die sonderbare Benennung der Europaumler eccnella Zeitschrift suddetta v II p 237-41288 Traggo la piugrave gran parte delle favole arabiche seguenti da uno scritto delGUIDI intitolato Roma nei Geografi arabi e inserito nel v I p 173-218dellArchivio della Societagrave romana di Storia patria289 Il Gorionide (op cit l I c 3) dice che i Romani fecero lastricare di rame ilTevere per la lunghezza di diciotto miglia

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clarissimos viros consules Romanorum ob magnificas virtutes etgesta eorum scilicet Brutorum Publicolarum EmiliorumFabritiorum Curiorum Scipionum Scaurorum MarcellorumMuciorum Coclitum Turquatorum Mariorum Catulorum acceterorum generosorum virorum genere atque factis et postremoillustrium Cesarum splendore fulgentiumraquo

Per chiudere degnamente questa rassegna riferirograve alcuneimmaginazioni degli Arabi intorno a Roma immaginazioni chevincono di molto in istravaganza tutto quanto segrave veduto sin quiNei geografi e negli storici di quella nazione egrave assai spesso fattoricordo di Roma e dei Romani indicati alcuna volta col nomestrano di Benu Iasfar o piuttosto Banu l Asfar287 Il maremediterraneo egrave da essi chiamato il mare di Roma288

Edricircsicirc il quale scriveva il suo trattato geografico nel 1153 allacorte del re Ruggero di Sicilia parlando delle mura di Roma diceche il muro interno aveva dodici cubiti di spessore e settanta dialtezza lesterno otto di spessore e quarantadue di altezza IlTevere era lastricato di rame289 La grandezza e la magnificenza diRoma dice questo scrittore sono tali che non si possono

287 Questo nome egrave in piugrave particolar modo applicato aglimperatori romani maserve anche a denotare tutti gli Europei Circa la significazione precisa e circalorigine di esso si fecero parecchie congetture Secondo il geografo persianoAl Biruni (m 1038) i Cesari erano figli di Asfar cioegrave Sufar figlio di Nefarfiglio di Esaugrave figlio di Abramo Ebn-Khallikan racconta a questo propositouna curiosa storia riferita dal QUATREMEgraveRE Meacutemoire sur louvrage intituleacute Kitabalagacircni Journal asiatique 1835 p 388-91 n V sulla ragione di quel nomeuna congettura di SILVESTRO DE SACY Notice dun manuscrit heacutebreu eccNotices et Extraits des manuscrits v IX p 437-8 n ripetuta nel Journalasiatique 1836 p 94-6 ma resa superflua da una nota dellASCOLI inseritanella Zeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v XV p 143-4 V anche ERDMANN Ueber die sonderbare Benennung der Europaumler eccnella Zeitschrift suddetta v II p 237-41288 Traggo la piugrave gran parte delle favole arabiche seguenti da uno scritto delGUIDI intitolato Roma nei Geografi arabi e inserito nel v I p 173-218dellArchivio della Societagrave romana di Storia patria289 Il Gorionide (op cit l I c 3) dice che i Romani fecero lastricare di rame ilTevere per la lunghezza di diciotto miglia

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descrivere a parole Jacirckucirct (1179-1228) riferisce nel suo dizionariogeografico intitolato Lalfabeto dei paesi una descrizione diRoma lasciata da Ibn al Faqicirch il quale fioriva nella prima metagravedel X secolo e piena delle piugrave pazze immaginazioni Jacirckucirct dice diriferirle perchegrave molti famosi dotti ne parlarono ma Dio soloconoscere la veritagrave Il mercato degli uccelli egrave lungo unaparasanga Vi sono in cittagrave seicentomila bagni (altrove diceseicentosessantamila) I mercati sono meravigliosi un braccio dimare condotto entro un canale di bronzo dagrave via alle navi chepossano giungere sino ad essi e scaricarvi comodamente le loromercanzie La cittagrave ne possiede dodicimila senza contareventimila piugrave piccoli La chiesa di S Pietro e Paolo egrave lunga millebraccia larga cinquecento alta dugento La chiesa di SantoStefano egrave tutta di una pietra sola290 e le stanno intorno trentamilastiliti sulle loro colonne La chiesa delle Nazioni altrimenti dettadi Sion ha milledugento porte di ottone quaranta doro e moltealtre ancora di avorio debano e di altre materie Vi sono millefilari di colonne di quattrocentoquaranta colonne ciascuno Laservono seicentodiciotto vescovi e cinquantamila fra preti ediaconi Si parla della Salvatio Romae e si pone nella residenzadel papa Si narra la storia dello stornello di bronzo as-Sucircdacircnicirc acui certo giorno dellanno gli stornelli di tutto il paese circostanterecavano ciascuno nel becco unoliva e cosigrave tante se neraccoglievano che bastavano a provvedere dolio tutta la cittagrave291Per dare unidea della estensione di questa si dice che le suecampagne sebbene si distendano allingiro per piugrave mesi dicammino sono insufficienti a vettovagliarla Per dare unidea deltramestio rumoroso della popolazione nella gran metropoli siriportano le parole di Gubair ben Mutim che disse Se nonfossero le voci e il chiasso che levano gli abitanti di Roma si290 Di una pietra sola o piuttosto scavato tutto intero nella pietra di un montesi disse anche il teatro di Eraclea che figura in alcuni elenchi tra le settemeraviglie del mondo291 IBN KHALDUN (1332-1406) nel libro I dei suoi Prolegomeni storici si fa beffedi questa favola Not et Ext d manusc v XIX parte Ia p 75

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descrivere a parole Jacirckucirct (1179-1228) riferisce nel suo dizionariogeografico intitolato Lalfabeto dei paesi una descrizione diRoma lasciata da Ibn al Faqicirch il quale fioriva nella prima metagravedel X secolo e piena delle piugrave pazze immaginazioni Jacirckucirct dice diriferirle perchegrave molti famosi dotti ne parlarono ma Dio soloconoscere la veritagrave Il mercato degli uccelli egrave lungo unaparasanga Vi sono in cittagrave seicentomila bagni (altrove diceseicentosessantamila) I mercati sono meravigliosi un braccio dimare condotto entro un canale di bronzo dagrave via alle navi chepossano giungere sino ad essi e scaricarvi comodamente le loromercanzie La cittagrave ne possiede dodicimila senza contareventimila piugrave piccoli La chiesa di S Pietro e Paolo egrave lunga millebraccia larga cinquecento alta dugento La chiesa di SantoStefano egrave tutta di una pietra sola290 e le stanno intorno trentamilastiliti sulle loro colonne La chiesa delle Nazioni altrimenti dettadi Sion ha milledugento porte di ottone quaranta doro e moltealtre ancora di avorio debano e di altre materie Vi sono millefilari di colonne di quattrocentoquaranta colonne ciascuno Laservono seicentodiciotto vescovi e cinquantamila fra preti ediaconi Si parla della Salvatio Romae e si pone nella residenzadel papa Si narra la storia dello stornello di bronzo as-Sucircdacircnicirc acui certo giorno dellanno gli stornelli di tutto il paese circostanterecavano ciascuno nel becco unoliva e cosigrave tante se neraccoglievano che bastavano a provvedere dolio tutta la cittagrave291Per dare unidea della estensione di questa si dice che le suecampagne sebbene si distendano allingiro per piugrave mesi dicammino sono insufficienti a vettovagliarla Per dare unidea deltramestio rumoroso della popolazione nella gran metropoli siriportano le parole di Gubair ben Mutim che disse Se nonfossero le voci e il chiasso che levano gli abitanti di Roma si290 Di una pietra sola o piuttosto scavato tutto intero nella pietra di un montesi disse anche il teatro di Eraclea che figura in alcuni elenchi tra le settemeraviglie del mondo291 IBN KHALDUN (1332-1406) nel libro I dei suoi Prolegomeni storici si fa beffedi questa favola Not et Ext d manusc v XIX parte Ia p 75

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potrebbe udire il romore che fa il sole quando nasce e quandotramonta Infilatene tante Jacirckucirct ripete Dio solo conosce la veritagrave

Ibn Khaldun che ha un mirabile sentimento della veritagravestorica e spesso si duole della credulitagrave dei suoi connazionaliparlando del quinto clima si contenta di dire laquoRoma la Grandeha come a tutto il mondo egrave noto immensi edifizii monumentimeravigliosi e chiese anticheraquo Tuttavia alla favola del Teverelastricato di bronzo aggiusta fede ancor egli292

Crede il Guidi che queste immaginazioni risalgano per lamassima parte a scrittori greci dai quali per mezzo dei Siri gliArabi attinsero quanto sanno intorno a Roma Di ciograve non mipersuado interamente Le fantasie testegrave riferite hannospiccatissimo il carattere arabico e ben si accompagnano conaltre infinite di simil natura che si trovano sparse in quegliscrittori Descrizioni di cittagrave meravigliose e di telesmi singolarisincontrano ad ogni passo nei geografi e negli storici293

Alle immaginazioni arabiche possono fare convenienteriscontro le rabbiniche Nel trattato Pesachim del Talmud si dicelaquoNella grande cittagrave di Roma sono trecentosessantacinque vie edin ciascuna via trecentosessantacinque palazzi ed in ciascunpalazzo trecentosessantacinque gradini e per ciascun gradinotanto quanto basterebbe a nutrire tutto il mondoraquo Nel trattatoMeghilla si legge laquoLItalia della Grecia () egrave la grande cittagrave diRoma la quale ha trecento miglia di lunghezza e di larghezza(ogni miglio formato di quattromila passi) e contatrecentosessantacinque vie quanti sono i giorni del sole dellequali la piugrave piccola egrave quella dove si tiene il mercato degli uccellilunga sedici miglia e larga altrettanto294 Il re desina ciascungiorno in una di esse e ciascuno di coloro che vi abitano se non

292 Ibid p 152293 V per esempio WUESTENFELD Die aumllteste aegyptische Geschichte nach denZauber- und Wundererzaumlhlungen der Araber in Orient und Occident v I p326-40294 Nel trattato Baacuteva Baacutethra si dice che nella cittagrave di Zippore sonocentottantamila vie per i soli venditori di certa derrata

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potrebbe udire il romore che fa il sole quando nasce e quandotramonta Infilatene tante Jacirckucirct ripete Dio solo conosce la veritagrave

Ibn Khaldun che ha un mirabile sentimento della veritagravestorica e spesso si duole della credulitagrave dei suoi connazionaliparlando del quinto clima si contenta di dire laquoRoma la Grandeha come a tutto il mondo egrave noto immensi edifizii monumentimeravigliosi e chiese anticheraquo Tuttavia alla favola del Teverelastricato di bronzo aggiusta fede ancor egli292

Crede il Guidi che queste immaginazioni risalgano per lamassima parte a scrittori greci dai quali per mezzo dei Siri gliArabi attinsero quanto sanno intorno a Roma Di ciograve non mipersuado interamente Le fantasie testegrave riferite hannospiccatissimo il carattere arabico e ben si accompagnano conaltre infinite di simil natura che si trovano sparse in quegliscrittori Descrizioni di cittagrave meravigliose e di telesmi singolarisincontrano ad ogni passo nei geografi e negli storici293

Alle immaginazioni arabiche possono fare convenienteriscontro le rabbiniche Nel trattato Pesachim del Talmud si dicelaquoNella grande cittagrave di Roma sono trecentosessantacinque vie edin ciascuna via trecentosessantacinque palazzi ed in ciascunpalazzo trecentosessantacinque gradini e per ciascun gradinotanto quanto basterebbe a nutrire tutto il mondoraquo Nel trattatoMeghilla si legge laquoLItalia della Grecia () egrave la grande cittagrave diRoma la quale ha trecento miglia di lunghezza e di larghezza(ogni miglio formato di quattromila passi) e contatrecentosessantacinque vie quanti sono i giorni del sole dellequali la piugrave piccola egrave quella dove si tiene il mercato degli uccellilunga sedici miglia e larga altrettanto294 Il re desina ciascungiorno in una di esse e ciascuno di coloro che vi abitano se non

292 Ibid p 152293 V per esempio WUESTENFELD Die aumllteste aegyptische Geschichte nach denZauber- und Wundererzaumlhlungen der Araber in Orient und Occident v I p326-40294 Nel trattato Baacuteva Baacutethra si dice che nella cittagrave di Zippore sonocentottantamila vie per i soli venditori di certa derrata

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vi egrave nato riceve dalla casa del re una razione di cibo e se vi egravenato anche se non vi abiti la riceve dal re Vi sono anche tremilaterme e cinquecento finestre () le quali mandano il fumo aldisopra dei muri Da una parte della cittagrave egrave il mare da unaltrasono monti e colline da unaltra un muro di ferro da unaltra unacampagna sterile e sassosa con profondi fossati295

Cosigrave coloro stessi che piugrave odiano Roma sono costretti acelebrarne ed esagerarne la grandezza e lo splendore

295 EISENMENGER Entdecktes Judenthum v I p 411132

vi egrave nato riceve dalla casa del re una razione di cibo e se vi egravenato anche se non vi abiti la riceve dal re Vi sono anche tremilaterme e cinquecento finestre () le quali mandano il fumo aldisopra dei muri Da una parte della cittagrave egrave il mare da unaltrasono monti e colline da unaltra un muro di ferro da unaltra unacampagna sterile e sassosa con profondi fossati295

Cosigrave coloro stessi che piugrave odiano Roma sono costretti acelebrarne ed esagerarne la grandezza e lo splendore

295 EISENMENGER Entdecktes Judenthum v I p 411132

CAPITOLO V

I tesori di Roma

Nella Chanson de Roland la regina Bramimonda moglie di reMarsilio nel dare a Ganellone in premio del suo tradimento duebraccialetti da regalare alla sposa dice valere essi piugrave che tutti itesori di Roma

Bien i ad or matices et jacuncesE valent mielz que tot laveir de Rume 296

La fama della ricchezza di Roma era pari alla fama della suapotenza

Negrave poteva essere altrimenti giacchegrave non solo le rovine delleantiche fabbriche facevano testimonio di impareggiabileopulenza ma le storie ancora ricordando come i Romaniavessero esteso il loro dominio sopra tanta parte di mondo eassoggettati a tributo tanti e cosigrave diversi popoli e i poetisimilmente nei cui versi la cittagrave dei sette colli sfolgora doroavvaloravano la opinione che Roma dovesse riboccar di tesoriOvidio che il medio evo amograve ed ebbe assai familiare laconfermava dicendo

Simplicitas rudis ante fuit nunc aurea RomaEt domiti magnos possidet orbis opes

In tempi giagrave tristi Prudenzio la chiamava ancora ditissima Pisacome segrave giagrave detto innanzi fu cosigrave chiamata appunto perchegrave ci sipesavano i tributi che da tutto il mondo traevansi a Roma epoichegrave stante la copia di questi un luogo solo non era piugravesufficiente i Romani provvidero a che ivi presso ne fosse296 V 638-9

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CAPITOLO V

I tesori di Roma

Nella Chanson de Roland la regina Bramimonda moglie di reMarsilio nel dare a Ganellone in premio del suo tradimento duebraccialetti da regalare alla sposa dice valere essi piugrave che tutti itesori di Roma

Bien i ad or matices et jacuncesE valent mielz que tot laveir de Rume 296

La fama della ricchezza di Roma era pari alla fama della suapotenza

Negrave poteva essere altrimenti giacchegrave non solo le rovine delleantiche fabbriche facevano testimonio di impareggiabileopulenza ma le storie ancora ricordando come i Romaniavessero esteso il loro dominio sopra tanta parte di mondo eassoggettati a tributo tanti e cosigrave diversi popoli e i poetisimilmente nei cui versi la cittagrave dei sette colli sfolgora doroavvaloravano la opinione che Roma dovesse riboccar di tesoriOvidio che il medio evo amograve ed ebbe assai familiare laconfermava dicendo

Simplicitas rudis ante fuit nunc aurea RomaEt domiti magnos possidet orbis opes

In tempi giagrave tristi Prudenzio la chiamava ancora ditissima Pisacome segrave giagrave detto innanzi fu cosigrave chiamata appunto perchegrave ci sipesavano i tributi che da tutto il mondo traevansi a Roma epoichegrave stante la copia di questi un luogo solo non era piugravesufficiente i Romani provvidero a che ivi presso ne fosse296 V 638-9

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ordinato un secondo e perciograve il nome di Pisa si declinograve pergrammatica in plurale Pisae Pisarum Non si creda tuttavia chei tributi fossero molto gravosi poichegrave essendo cosigrave smisurato ilnumero dei tributarii Roma poteva contentarsi di riscuotere daciascuno unassai picciola imposta A tale proposito si legge nelLibro imperiale297 laquoLa gente viveva sanza alchuna spesa perogravechel magiore tributo che si arechassi a Roma per la magiore ciptagravedel mondo erano dieci honce doro per anno sicchegrave piccholachosa per uomo ne tocchava E tributi venivano a Roma in vasi diterra invetriati chon diversi cholori et questo providdono eromani per fare di ciograve perpetua memoria perchegrave come el tributoera giunto a Roma gittavano et rompevano il vaso in uno luoghodi che apare uno grandissimo monte apresso a quella porta che vaa santo Pagholo dove egrave el sepolcro di Remo che si dice la metadi santo Pagholo Tanto vuole dire meta quanto sepoltura et chosigravela chiamavano gli antichi Molto furono e romani di grandeprovedimento Pensando dare fama perpetua alla ciptagrave di Romafacievano le vase ronpere acciograve che la giente negrave per avaritia negraveper altra chagione giamai non faciessino chura di cotali choseavere Onde e furo tante le vasa che se ne fece a Roma unograndissimo monte sicchome ancora appare et ponevano unosuolo di chocci et uno suolo di terra et anche tiene quel nomeperchegrave si chiama el monte de chocci dove si fa le feste del toronel tempo di charnascialeraquo298 I Mirabilia Romae pubblicati

297 L III c 4 cod della Casanatense d I 4 p 62 col 1a e 2a cod dellaLaurenziana pl XLIII 21 f 20 r298 Questo monte egrave il Mons testarum o Monte testaccio formato veramente dirottami di vasi ma di cui non si conosce la origine La favola dei vasicontenenti i tributi trovasi narrata anche altrove Parlando di Porta PortuenseGiovanni Cavallino nel l VI c 41 del giagrave citato suo libro dice laquoAliashuiusmodi dicitur porta erea ab ere quod est tributum priscis temporibusprestari solitum Romanis a singulis Regibus et provinciis universis per singulaquinquennia et portabatur ad urbem per eos et questorea huiusmodi tributorumper rates et navigia quam plurima vasis terreis plena eris (sic) per mare usqueRomam in regione transtiberina ab olim nuncupata Ravenna eo quod ipsaregio olim erat portus et refugium navium predictarum et huiusmodi vasa

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ordinato un secondo e perciograve il nome di Pisa si declinograve pergrammatica in plurale Pisae Pisarum Non si creda tuttavia chei tributi fossero molto gravosi poichegrave essendo cosigrave smisurato ilnumero dei tributarii Roma poteva contentarsi di riscuotere daciascuno unassai picciola imposta A tale proposito si legge nelLibro imperiale297 laquoLa gente viveva sanza alchuna spesa perogravechel magiore tributo che si arechassi a Roma per la magiore ciptagravedel mondo erano dieci honce doro per anno sicchegrave piccholachosa per uomo ne tocchava E tributi venivano a Roma in vasi diterra invetriati chon diversi cholori et questo providdono eromani per fare di ciograve perpetua memoria perchegrave come el tributoera giunto a Roma gittavano et rompevano il vaso in uno luoghodi che apare uno grandissimo monte apresso a quella porta che vaa santo Pagholo dove egrave el sepolcro di Remo che si dice la metadi santo Pagholo Tanto vuole dire meta quanto sepoltura et chosigravela chiamavano gli antichi Molto furono e romani di grandeprovedimento Pensando dare fama perpetua alla ciptagrave di Romafacievano le vase ronpere acciograve che la giente negrave per avaritia negraveper altra chagione giamai non faciessino chura di cotali choseavere Onde e furo tante le vasa che se ne fece a Roma unograndissimo monte sicchome ancora appare et ponevano unosuolo di chocci et uno suolo di terra et anche tiene quel nomeperchegrave si chiama el monte de chocci dove si fa le feste del toronel tempo di charnascialeraquo298 I Mirabilia Romae pubblicati

297 L III c 4 cod della Casanatense d I 4 p 62 col 1a e 2a cod dellaLaurenziana pl XLIII 21 f 20 r298 Questo monte egrave il Mons testarum o Monte testaccio formato veramente dirottami di vasi ma di cui non si conosce la origine La favola dei vasicontenenti i tributi trovasi narrata anche altrove Parlando di Porta PortuenseGiovanni Cavallino nel l VI c 41 del giagrave citato suo libro dice laquoAliashuiusmodi dicitur porta erea ab ere quod est tributum priscis temporibusprestari solitum Romanis a singulis Regibus et provinciis universis per singulaquinquennia et portabatur ad urbem per eos et questorea huiusmodi tributorumper rates et navigia quam plurima vasis terreis plena eris (sic) per mare usqueRomam in regione transtiberina ab olim nuncupata Ravenna eo quod ipsaregio olim erat portus et refugium navium predictarum et huiusmodi vasa

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dallHoumlfler di su un codice del XIV secolo299 terminano con leseguenti parole laquoTanta gloria tanta leticia die noctuque fiebantin Roma quod quasi nullus pauper habebatur in ipsa sed de omniparte mundi per mare sicut per terram omnes divicieportabantur ad urbemraquo Nel giagrave citato Opusculum de mirabilibusnovae et veteris Romae di Francesco de Albertinis egrave un capitolointitolato De divitiis Romanorum dove con la scorta di antichiscrittori si ricordano varii esempii di opulenza e di prodigalitagravescelti fra i piugrave solenni Lepiteto di aurea deve certamente avercontribuito a far credere che in Roma si notasse nelloro e lestatue doro massiccio e i tetti dorati di cui si fa cosigrave frequentericordo e certi edifizii che nel proprio lor nome recavano iltestimonio dellantico splendore come la Casa aurea di Nerone ilCastellum aureum lArcus panis aurei confermavano viemaggiormente negli animi cosigrave fatta opinione

Le monete dogni maniera i vasi preziosi le gemme incise300che qua e lagrave cavando si ritrovavano per le varie province

terrea in quibus tributa huiusmodi portabantur frangebantur ex quibusfragmentis factus fuit quidam acervus sive cumulus elevatus in altum quiromano ydiomate dicitur hodie mons testacie idest testarum acervus positusinter Tyberim et portam Tergeminam vel Capenam ubi hodie singulis annisquibus in pace Romana Civitas gubernatur ludus maximus celebratur a populoet iuventute Romanorum equestri Ex alto montis eiusdem emittuntur quadrigeseu currus rotarum cum tauribus agrestis et aliis silvestribus animalibusprecipitantibus dictas quadrigas et rotas currus a ruo dictasraquo Parlando nellostesso libro VI c 27 della porta Metaura (l Metronia o Metronis) Giovanninota laquoPorta Metaura dicitur a meta quod est mensura quia aurum idesttributum provinciarum quod dabatur questoribus Romanorum ab hominibusuniversi orbis mensurabatur et cumulabatur ibidem Et postea per custodeserarii decreto Senatus populique Romanorum sic mensuratum sub clausura etfida custodia in erario publico servabaturraquo299 Nel vol I dellopera intitolata Die teutschen Paumlpste nach handschriftlichenund gedruckten Quellen verfasst Ratisbona 1839300 Le gemme incise e figurate di cui si parla nei Lapidarii del medio evo e acui si attribuiscono virtugrave meravigliose altro non sono che gemme antichegreche e romane

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dallHoumlfler di su un codice del XIV secolo299 terminano con leseguenti parole laquoTanta gloria tanta leticia die noctuque fiebantin Roma quod quasi nullus pauper habebatur in ipsa sed de omniparte mundi per mare sicut per terram omnes divicieportabantur ad urbemraquo Nel giagrave citato Opusculum de mirabilibusnovae et veteris Romae di Francesco de Albertinis egrave un capitolointitolato De divitiis Romanorum dove con la scorta di antichiscrittori si ricordano varii esempii di opulenza e di prodigalitagravescelti fra i piugrave solenni Lepiteto di aurea deve certamente avercontribuito a far credere che in Roma si notasse nelloro e lestatue doro massiccio e i tetti dorati di cui si fa cosigrave frequentericordo e certi edifizii che nel proprio lor nome recavano iltestimonio dellantico splendore come la Casa aurea di Nerone ilCastellum aureum lArcus panis aurei confermavano viemaggiormente negli animi cosigrave fatta opinione

Le monete dogni maniera i vasi preziosi le gemme incise300che qua e lagrave cavando si ritrovavano per le varie province

terrea in quibus tributa huiusmodi portabantur frangebantur ex quibusfragmentis factus fuit quidam acervus sive cumulus elevatus in altum quiromano ydiomate dicitur hodie mons testacie idest testarum acervus positusinter Tyberim et portam Tergeminam vel Capenam ubi hodie singulis annisquibus in pace Romana Civitas gubernatur ludus maximus celebratur a populoet iuventute Romanorum equestri Ex alto montis eiusdem emittuntur quadrigeseu currus rotarum cum tauribus agrestis et aliis silvestribus animalibusprecipitantibus dictas quadrigas et rotas currus a ruo dictasraquo Parlando nellostesso libro VI c 27 della porta Metaura (l Metronia o Metronis) Giovanninota laquoPorta Metaura dicitur a meta quod est mensura quia aurum idesttributum provinciarum quod dabatur questoribus Romanorum ab hominibusuniversi orbis mensurabatur et cumulabatur ibidem Et postea per custodeserarii decreto Senatus populique Romanorum sic mensuratum sub clausura etfida custodia in erario publico servabaturraquo299 Nel vol I dellopera intitolata Die teutschen Paumlpste nach handschriftlichenund gedruckten Quellen verfasst Ratisbona 1839300 Le gemme incise e figurate di cui si parla nei Lapidarii del medio evo e acui si attribuiscono virtugrave meravigliose altro non sono che gemme antichegreche e romane

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dEuropa rifacevano presente agli spiriti lopulenza romana301Tutto quanto si ritrovava sotterra si attribuiva ai gentili emescolandosi alla meraviglia la superstizione e come un religiososospetto facilmente simmaginavano fole dincanti e di diabolichedelusioni302 Di tanto in tanto la scoperta di qualche maggioretesoro che a ragione o a torto si reputava di origine romanaveniva ad accendere le fantasie Nelle cronache si fa assai spesso

301 V WRIGHT On antiquarian excavations and researches in the middle agesEssays on archaeological subjects Londra 1861 v I p 268-93302 Stimo assai probabile che dal ritrovamento di qualche cimelio antico traesselorigine la seguente favola narrata da GUGLIELMO NEUBRIGENSE (1136-1208)nella sua storia De rebus anglicis l I ed di Parigi 1610 p 96-8 laquoInprovincia quoque Deirorum haud procul a loco nativitatis meae res mirabiliscontigit quam a puero cognovi Est vicus aliquot a mari Orientali miliariisdistans iuxta quem famosae illae aquae quas vulgo Vipse vocant numerosascaturigine e terra prosiliunt non quidem iugiter sed annis interpositis et factotorrente non modico per loca umiliora labuntur quae quidem cum siccantursignum bonum est nam eorum fluxus futurae famis incommodum nonfallaciter portendere dicitur Ex quo vico rusticus quidam ad salutandumamicum in proximo vico commorantem profectus multa iam nocte minussobrius remeabat Et ecce de proximo tumulo quae saepius vidi et duobus veltribus stadiis a vico abest voces cantantium et quasi festive convivantiumaudivit Miratus quinam in illo loco solemnibus gaudiis intempestae noctissilentium rumperet hoc ipsum curiosius inspicere voluit vidensque in lateretumuli ianuam patentem accessit et introspexit viditque domum amplam etluminosam plenamque discumbentibus tam viris quam foeminis tanquam adsolemnes epulas Unus autem ministrantium aspiciens stantem ad ostiumobtulit ei poculum Quo illo accepto consulte noluit bibere sed effuso contentoet continente retento concitus abiit factoque tumulto in convivio prosublatione vasculi et persequentibus eum convivis pernicitate iumenti quovehebatur evasit et in vicum cum insigni se praeda recepit Denique hocvasculum materiae incognitae coloris insoliti et formae inusitatae Henricoseniori Anglorum Regi pro munere oblatum est ac deinde fratri Reginae Davidscilicet Regi Scotorum contraditum annis plurimis in thesauris Scotiaeservatum est et ante annos aliquot (sicut veraci relatione cognovimus) Henricosecundo illud aspicere cupienti a Regem Scotorum Guillelmo resignatumraquo Iltumulo parrebbe accennare a qualche antico sepolcro dove il vaso sarebbe statotrovato

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dEuropa rifacevano presente agli spiriti lopulenza romana301Tutto quanto si ritrovava sotterra si attribuiva ai gentili emescolandosi alla meraviglia la superstizione e come un religiososospetto facilmente simmaginavano fole dincanti e di diabolichedelusioni302 Di tanto in tanto la scoperta di qualche maggioretesoro che a ragione o a torto si reputava di origine romanaveniva ad accendere le fantasie Nelle cronache si fa assai spesso

301 V WRIGHT On antiquarian excavations and researches in the middle agesEssays on archaeological subjects Londra 1861 v I p 268-93302 Stimo assai probabile che dal ritrovamento di qualche cimelio antico traesselorigine la seguente favola narrata da GUGLIELMO NEUBRIGENSE (1136-1208)nella sua storia De rebus anglicis l I ed di Parigi 1610 p 96-8 laquoInprovincia quoque Deirorum haud procul a loco nativitatis meae res mirabiliscontigit quam a puero cognovi Est vicus aliquot a mari Orientali miliariisdistans iuxta quem famosae illae aquae quas vulgo Vipse vocant numerosascaturigine e terra prosiliunt non quidem iugiter sed annis interpositis et factotorrente non modico per loca umiliora labuntur quae quidem cum siccantursignum bonum est nam eorum fluxus futurae famis incommodum nonfallaciter portendere dicitur Ex quo vico rusticus quidam ad salutandumamicum in proximo vico commorantem profectus multa iam nocte minussobrius remeabat Et ecce de proximo tumulo quae saepius vidi et duobus veltribus stadiis a vico abest voces cantantium et quasi festive convivantiumaudivit Miratus quinam in illo loco solemnibus gaudiis intempestae noctissilentium rumperet hoc ipsum curiosius inspicere voluit vidensque in lateretumuli ianuam patentem accessit et introspexit viditque domum amplam etluminosam plenamque discumbentibus tam viris quam foeminis tanquam adsolemnes epulas Unus autem ministrantium aspiciens stantem ad ostiumobtulit ei poculum Quo illo accepto consulte noluit bibere sed effuso contentoet continente retento concitus abiit factoque tumulto in convivio prosublatione vasculi et persequentibus eum convivis pernicitate iumenti quovehebatur evasit et in vicum cum insigni se praeda recepit Denique hocvasculum materiae incognitae coloris insoliti et formae inusitatae Henricoseniori Anglorum Regi pro munere oblatum est ac deinde fratri Reginae Davidscilicet Regi Scotorum contraditum annis plurimis in thesauris Scotiaeservatum est et ante annos aliquot (sicut veraci relatione cognovimus) Henricosecundo illud aspicere cupienti a Regem Scotorum Guillelmo resignatumraquo Iltumulo parrebbe accennare a qualche antico sepolcro dove il vaso sarebbe statotrovato

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ricordo di tesori trovati Fredegario racconta303 che lanno VII delregno di Childeberto I (517) un certo duca Rodino trovograve dentrouna tomba un gran tesoro e Sigiberto Gemblacense304 che il refranco Gontrano uno ne scoperse grandissimo e in assai stranomodo entro il cavo di un monte Poi scoperte cosigrave fatte simoltiplicano nei tempi posteriori305 e di alcuna che piugraveparticolarmente risguarda Roma egrave appunto mio intendimentodiscorrere nel presente capitolo

Che in Roma grandi tesori dovessero essere sepolti sotto lerovine era naturale si credesse da molti e tale credenza rimontavamoltalto Il Curiosum urbis del V secolo ha un passo dove siaccenna a un tesoro nascosto sotto una statua di Ercole306Giacomo da Acqui racconta a proposito delle origini dellafamiglia Colonna nellassegnare le quali si discosta da tutti glialtri scrittori la seguente istoria307 laquoNon inveni millesimum necaliquod bene certum nisi ut infra scribitur Dicitur enim quod inillo tempore fuit in Roma quidam ferrarius qui habebat suamvacham que omni die per se ibit ad pascum et sero domumrevertebatur sola Miratur ferrarius de via istius vache Quid facitinsequitur eam et observat quo vadit Et invenit quod intratquamdam magnam testudinem obscuram cuiusdam maxime ruinemurorum Vadit ferrarius ulterius et invenit vacca quemdammagnum foramen et genibus flexis intrat vacha et invenitquemdam pratum sicut esset claustrum et ibi comedit vacha

303 Hist Franc epitom c LXXXVIII304 Chronicon ad a 585305 V VARIAMANDUS Historische Nachrichten von unterirdischen Schaumltzenwelche in alten Kirchen Schloumlssern Kloumlstern und Houmlhlen verborgen gelegenund theils gluumlcklich gehoben worden theils ober noch in dem Schoosse derErden vergraben sind Francoforte e Lipsia 1738306 Regio XIV Transtiberim Herculem sub terra medium cubantem sub quemplurimum aurum positum est Nel De regionibus non si fa menzione di ciograve307 Unde habent ortum illi de Columpna de Roma sicut invenitur in quadamchronica Chron Imag mundi in Mon Hist pat Script t III col 1603-4Ho racconciata la punteggiatura Di questa storia non mi venne fatto di trovarevestigio altrove

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ricordo di tesori trovati Fredegario racconta303 che lanno VII delregno di Childeberto I (517) un certo duca Rodino trovograve dentrouna tomba un gran tesoro e Sigiberto Gemblacense304 che il refranco Gontrano uno ne scoperse grandissimo e in assai stranomodo entro il cavo di un monte Poi scoperte cosigrave fatte simoltiplicano nei tempi posteriori305 e di alcuna che piugraveparticolarmente risguarda Roma egrave appunto mio intendimentodiscorrere nel presente capitolo

Che in Roma grandi tesori dovessero essere sepolti sotto lerovine era naturale si credesse da molti e tale credenza rimontavamoltalto Il Curiosum urbis del V secolo ha un passo dove siaccenna a un tesoro nascosto sotto una statua di Ercole306Giacomo da Acqui racconta a proposito delle origini dellafamiglia Colonna nellassegnare le quali si discosta da tutti glialtri scrittori la seguente istoria307 laquoNon inveni millesimum necaliquod bene certum nisi ut infra scribitur Dicitur enim quod inillo tempore fuit in Roma quidam ferrarius qui habebat suamvacham que omni die per se ibit ad pascum et sero domumrevertebatur sola Miratur ferrarius de via istius vache Quid facitinsequitur eam et observat quo vadit Et invenit quod intratquamdam magnam testudinem obscuram cuiusdam maxime ruinemurorum Vadit ferrarius ulterius et invenit vacca quemdammagnum foramen et genibus flexis intrat vacha et invenitquemdam pratum sicut esset claustrum et ibi comedit vacha

303 Hist Franc epitom c LXXXVIII304 Chronicon ad a 585305 V VARIAMANDUS Historische Nachrichten von unterirdischen Schaumltzenwelche in alten Kirchen Schloumlssern Kloumlstern und Houmlhlen verborgen gelegenund theils gluumlcklich gehoben worden theils ober noch in dem Schoosse derErden vergraben sind Francoforte e Lipsia 1738306 Regio XIV Transtiberim Herculem sub terra medium cubantem sub quemplurimum aurum positum est Nel De regionibus non si fa menzione di ciograve307 Unde habent ortum illi de Columpna de Roma sicut invenitur in quadamchronica Chron Imag mundi in Mon Hist pat Script t III col 1603-4Ho racconciata la punteggiatura Di questa storia non mi venne fatto di trovarevestigio altrove

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Intrat ferrarius ibi curiose querit et invenit quoddam edificium etin medio edificii erat quedam columpna lapidea et supracolumpnam vas de ere plenum maxima pecunia Vult ferrariusaccipere de ista pecunia et audit vocem sibi dicentem Dimittedimitte quia non est tua Iterum temptat accipere et sic usquetertio In tertia vice dicitur sibi Accipe tres denarios et inveniesin foro cuius est hec pecunia Accepit ferrarius tres denarios etproiecit in foro hinc inde Et ecce quidam pauper iuvenisdespectus invenit unum et accepit et invenit duos invenittertium et ferrarius illum domum suam introduxit a sordibusmundavit induit et filiam suam in uxorem dedit Iste iuvenis deilla multos filios generavit de pecunia vero predicts multaspossessiones acquisivit Et in brevi tempore crevit in Roma inpopulum et fecit armam suam una columpna intus et vocavit secum sequacibus suis dominus O de Collumpna De facto predictoaliam certitudinem nisi predictam inveniraquo

Narra Flaminio Vacca parlando del cosigrave detto Arco diPortogallo308 che ai tempi di Pio IV (1559-1565) capitograve a Romaun Goto (sic) con un libro antichissimo il quale dava notizia di untesoro nascosto nelle fondamenta di esso arco Ottenutanelicenza cominciograve a cavare in una delle pile ma il popolo si levograve arumore talchegrave egli ebbe a smettere e si partigrave Lo stesso scrittoreracconta anche di certi tesori probabilmente ritrovati da uominiincogniti nel circo di Caracalla309

308 Larco di Portogallo cosigrave chiamato perchegrave ivi presso era labitazione delcardinale ambasciatore di Portogallo aveva avuto prima parecchi altri nomiarco dei trofoli o dei retrofoli (trofei) arcus ad tres falciclas arcus OctavianiSorgeva presso San Lorenzo in Lucina e fu demolito lanno 1662Probabilmente era questarco intitolato a MarcAurelio V NARDINI Romaantica ed del Nibby Roma 1818-20 v III p 115-7 JORDAN Op cit v II p415-6309 FLAMINIO VACCA narra la storia del Goto e dellArco di Portogallo due voltenelle sue Memorie di varie antichitagrave scritte nel 1594 e cioegrave nei sectsect 11 e 103(ap Nardini op cit t IV p 9 e 40) Nel secondo dice di questa maniera laquoMiricordo che al tempo di Pio IV capitograve in Roma un Goto con un libroantichissimo che trattava dun tesoro con un serpe ed una figura di

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Intrat ferrarius ibi curiose querit et invenit quoddam edificium etin medio edificii erat quedam columpna lapidea et supracolumpnam vas de ere plenum maxima pecunia Vult ferrariusaccipere de ista pecunia et audit vocem sibi dicentem Dimittedimitte quia non est tua Iterum temptat accipere et sic usquetertio In tertia vice dicitur sibi Accipe tres denarios et inveniesin foro cuius est hec pecunia Accepit ferrarius tres denarios etproiecit in foro hinc inde Et ecce quidam pauper iuvenisdespectus invenit unum et accepit et invenit duos invenittertium et ferrarius illum domum suam introduxit a sordibusmundavit induit et filiam suam in uxorem dedit Iste iuvenis deilla multos filios generavit de pecunia vero predicts multaspossessiones acquisivit Et in brevi tempore crevit in Roma inpopulum et fecit armam suam una columpna intus et vocavit secum sequacibus suis dominus O de Collumpna De facto predictoaliam certitudinem nisi predictam inveniraquo

Narra Flaminio Vacca parlando del cosigrave detto Arco diPortogallo308 che ai tempi di Pio IV (1559-1565) capitograve a Romaun Goto (sic) con un libro antichissimo il quale dava notizia di untesoro nascosto nelle fondamenta di esso arco Ottenutanelicenza cominciograve a cavare in una delle pile ma il popolo si levograve arumore talchegrave egli ebbe a smettere e si partigrave Lo stesso scrittoreracconta anche di certi tesori probabilmente ritrovati da uominiincogniti nel circo di Caracalla309

308 Larco di Portogallo cosigrave chiamato perchegrave ivi presso era labitazione delcardinale ambasciatore di Portogallo aveva avuto prima parecchi altri nomiarco dei trofoli o dei retrofoli (trofei) arcus ad tres falciclas arcus OctavianiSorgeva presso San Lorenzo in Lucina e fu demolito lanno 1662Probabilmente era questarco intitolato a MarcAurelio V NARDINI Romaantica ed del Nibby Roma 1818-20 v III p 115-7 JORDAN Op cit v II p415-6309 FLAMINIO VACCA narra la storia del Goto e dellArco di Portogallo due voltenelle sue Memorie di varie antichitagrave scritte nel 1594 e cioegrave nei sectsect 11 e 103(ap Nardini op cit t IV p 9 e 40) Nel secondo dice di questa maniera laquoMiricordo che al tempo di Pio IV capitograve in Roma un Goto con un libroantichissimo che trattava dun tesoro con un serpe ed una figura di

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Come abbiamo giagrave veduto Roma fu immaginata opulenta emagnifica sino dalle origini Secondo una leggenda napoletanariferita da Corrado Cancellario piugrave conosciuto sotto il nome diCorrado di Querfurt (m 1202) i tesori dei primi sette resarebbero stati nascosti entro le viscere di un monte nellIsoladIschia Ecco le proprie parole di Corrado310 laquoEst ibidem monsbarbarus311 ad quem per viam subterraneam per medium maximimontis accessimus per tenebras infernales tanquam ad inferosdescensuri In quo monte in ipsius montis visceribus maximasunt palatia et vici quasi maximae civitates subterranei quosquidam ex nostris viderunt et sub terra quasi per spatium duorummiliarium processerunt Ibidem thesauri septem regum asserunturrepositi quos daemones custodiunt in aereis imaginibus inclusidiversas terribiles imagines praetendentes quidam arcu tensoquidam gladiis comminantesraquo Veramente Corrado non dice che isette re di cui parla fossero quegli stessi di Roma i quali nonlasciarono molte tracce nelle leggende del medio evo ma parmiche non si possa intendere daltri che di loro Ciograve che dice dellacittagrave sotterranea egrave da riferire molto probabilmente a una qualchecava di tufo

bassorilievo e da un lato aveva un cornucopio e dallaltro accennava versoterra e tanto cercograve il detto Goto che trovograve il segno in un fianco dellarco edandato dal Papa gli domandograve licenza di cavare il tesoro il quale disse cheapparteneva a Romani ed esso andato dal popolo ottenne grazia di cavarlo ecominciato nel detto fianco dellarco a forza di scarpello entrograve sotto facendovicome una porta e volendo seguitare li Romani dubitando non ruinasse larcoa sospetti della malvagitagrave del Goto nella qual nazione dubitavano regnasseancora la rabbia di distruggere le romane memorie si sollevarono contro diesso il quale ebbe a grazia andarsene via e fu tralasciata loperaraquo Degliuomini ignoti che cavarono nel circo di Caracalla dice Flaminio nel sect 81 (p33) laquoQuesti si tiene fossero Goti che con qualche antica notizia trovasseroquesto tesororaquo310 Epistola ad Arnoldo di Lubecca ap LEIBNITZ Script rer Brunsv v II p698311 Sarebbe questo barbarus nome proprio

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Come abbiamo giagrave veduto Roma fu immaginata opulenta emagnifica sino dalle origini Secondo una leggenda napoletanariferita da Corrado Cancellario piugrave conosciuto sotto il nome diCorrado di Querfurt (m 1202) i tesori dei primi sette resarebbero stati nascosti entro le viscere di un monte nellIsoladIschia Ecco le proprie parole di Corrado310 laquoEst ibidem monsbarbarus311 ad quem per viam subterraneam per medium maximimontis accessimus per tenebras infernales tanquam ad inferosdescensuri In quo monte in ipsius montis visceribus maximasunt palatia et vici quasi maximae civitates subterranei quosquidam ex nostris viderunt et sub terra quasi per spatium duorummiliarium processerunt Ibidem thesauri septem regum asserunturrepositi quos daemones custodiunt in aereis imaginibus inclusidiversas terribiles imagines praetendentes quidam arcu tensoquidam gladiis comminantesraquo Veramente Corrado non dice che isette re di cui parla fossero quegli stessi di Roma i quali nonlasciarono molte tracce nelle leggende del medio evo ma parmiche non si possa intendere daltri che di loro Ciograve che dice dellacittagrave sotterranea egrave da riferire molto probabilmente a una qualchecava di tufo

bassorilievo e da un lato aveva un cornucopio e dallaltro accennava versoterra e tanto cercograve il detto Goto che trovograve il segno in un fianco dellarco edandato dal Papa gli domandograve licenza di cavare il tesoro il quale disse cheapparteneva a Romani ed esso andato dal popolo ottenne grazia di cavarlo ecominciato nel detto fianco dellarco a forza di scarpello entrograve sotto facendovicome una porta e volendo seguitare li Romani dubitando non ruinasse larcoa sospetti della malvagitagrave del Goto nella qual nazione dubitavano regnasseancora la rabbia di distruggere le romane memorie si sollevarono contro diesso il quale ebbe a grazia andarsene via e fu tralasciata loperaraquo Degliuomini ignoti che cavarono nel circo di Caracalla dice Flaminio nel sect 81 (p33) laquoQuesti si tiene fossero Goti che con qualche antica notizia trovasseroquesto tesororaquo310 Epistola ad Arnoldo di Lubecca ap LEIBNITZ Script rer Brunsv v II p698311 Sarebbe questo barbarus nome proprio

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Questa leggenda se pure fu popolare a Napoli e nellacircostante regione non sembra sia stata conosciuta dagliscrittori giacchegrave io non trovo che altri ne faccia ricordoconosciutissima per contrario e accolta in un gran numero disvariate scritture in Italia e fuori fu quella di cui ora mi accingoa parlare Nei Gesta Romanorum si legge quanto segue312 laquoEratquedam ymago in civitate romana que rectis pedibus stabathabebatque manum dextram estensam et super medium digitumerat superscriptio Percute hic Imago ista a longo tempore sicstabat eo quod nullus sciebat quid hoc significaret Percute hicMulti admirati sunt et sepius ad imaginem venerunt titulumrespiciendo et sic recesserunt quod superscriptionem penitusignorabant Erat quidam clericus subtilis valde qui cum deimagine audisset multum sollicitus erat eam videre dum autemeam vidisset et superscriptionem legisset Percute hic vidensquesolem super imaginem per solis umbram digitum discernebat perquem dicebat Percute hic Statim ligonem accepit et vix perdistanciam trium pedum fodiebat et quosdam gradusdescendentes inveniebat Clericus non modicum gaudens desupergradatim descendit quousque sub terra nobile palacium invenitet aulam intravit vidensque regem et reginam et multos nobilesin mensa sedentes respexit et circumquaque totam aulam plenamhominibus et omnes erant vestimentis preciosis induti et nullusex omnibus unicum verbum ei loquebatur respexitque ad unumangulum et vidit lapidem politum qui vocatur carbunculus a quotota domus lumen recepit et ex opposito carbunculi angulohominem stantem habentemque in manu sua arcum paratum cumsagitta ad percuciendum et in fronte ejus erat scriptum Ego sumqui sum nullus arcum meum vitare potest et precipuecarbunculus ille qui relucet tam splendide Clericus cum hocvidisset admirabatur cameram intravit mulieres pulcherrimas inpurpura et pallio operantes invenit et nullum verbum ei dixeruntDeinde stabulum equorum intravit et optimos equos et asinos et

312 Cap 107 ed dellOESTERLEY pag 438-9140

Questa leggenda se pure fu popolare a Napoli e nellacircostante regione non sembra sia stata conosciuta dagliscrittori giacchegrave io non trovo che altri ne faccia ricordoconosciutissima per contrario e accolta in un gran numero disvariate scritture in Italia e fuori fu quella di cui ora mi accingoa parlare Nei Gesta Romanorum si legge quanto segue312 laquoEratquedam ymago in civitate romana que rectis pedibus stabathabebatque manum dextram estensam et super medium digitumerat superscriptio Percute hic Imago ista a longo tempore sicstabat eo quod nullus sciebat quid hoc significaret Percute hicMulti admirati sunt et sepius ad imaginem venerunt titulumrespiciendo et sic recesserunt quod superscriptionem penitusignorabant Erat quidam clericus subtilis valde qui cum deimagine audisset multum sollicitus erat eam videre dum autemeam vidisset et superscriptionem legisset Percute hic vidensquesolem super imaginem per solis umbram digitum discernebat perquem dicebat Percute hic Statim ligonem accepit et vix perdistanciam trium pedum fodiebat et quosdam gradusdescendentes inveniebat Clericus non modicum gaudens desupergradatim descendit quousque sub terra nobile palacium invenitet aulam intravit vidensque regem et reginam et multos nobilesin mensa sedentes respexit et circumquaque totam aulam plenamhominibus et omnes erant vestimentis preciosis induti et nullusex omnibus unicum verbum ei loquebatur respexitque ad unumangulum et vidit lapidem politum qui vocatur carbunculus a quotota domus lumen recepit et ex opposito carbunculi angulohominem stantem habentemque in manu sua arcum paratum cumsagitta ad percuciendum et in fronte ejus erat scriptum Ego sumqui sum nullus arcum meum vitare potest et precipuecarbunculus ille qui relucet tam splendide Clericus cum hocvidisset admirabatur cameram intravit mulieres pulcherrimas inpurpura et pallio operantes invenit et nullum verbum ei dixeruntDeinde stabulum equorum intravit et optimos equos et asinos et

312 Cap 107 ed dellOESTERLEY pag 438-9140

sic de ceteris invenit eos tetigit et ad tactum suum lapidesapparuerunt Hoc facto omnia habitacula palacii visitavit etquidquid cor eius desiderabat hoc invenit deinde sicut priusaulam intravit et de recessu cogitabat ac in corde suo dicebatMirabilia vidi hodie et quidquit cor desiderat hoc poteratinvenire verumtamen nullus dictis meis credet de istis que vidiet ideo bonum est in signum veritatis aliquid mecum portare Admensam superiorem respexit ciphos aureos ac cultellos optimosvidit ad mensam accessit unum ciphum cum cultello de mensalevavit ut secum portaret Cum vero in sinu suo collocassetimago que in angulo cum arcu et sagitta stabat ad carbunculumsagittam direxit et illum percussit et in multas partes divisitIncontinenti tota aula facta est sicut nox tenebrosa clericusvidens totaliter est contristatus viam exeundi propter nimiamobscuritatem invenire non poterat et sic in eodem palacio miseramorte mortuus estraquo313

Qui si parla di un semplice chierico di cui non egrave nemmenoricordato il nome ma in altre versioni di questa medesima storiacomparisce in suo luogo Gerberto che fu poi Papa Silvestro IIdel quale egrave nota la riputazione di mago e la tragica morteraccontata dalla leggenda Il piugrave antico scrittore in cui si trovifatta questa sostituzione egrave per quanto io so Guglielmo di

313 Si ricordi quanto nella novella di Zobeide delle Mille e una Notte egrave narratodella cittagrave meravigliosa i cui abitanti sono convertiti in pietra Di una cittagraveconsimile la quale non puograve essere visitata che dai veri credenti si narra puredagli Arabi in Egitto

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sic de ceteris invenit eos tetigit et ad tactum suum lapidesapparuerunt Hoc facto omnia habitacula palacii visitavit etquidquid cor eius desiderabat hoc invenit deinde sicut priusaulam intravit et de recessu cogitabat ac in corde suo dicebatMirabilia vidi hodie et quidquit cor desiderat hoc poteratinvenire verumtamen nullus dictis meis credet de istis que vidiet ideo bonum est in signum veritatis aliquid mecum portare Admensam superiorem respexit ciphos aureos ac cultellos optimosvidit ad mensam accessit unum ciphum cum cultello de mensalevavit ut secum portaret Cum vero in sinu suo collocassetimago que in angulo cum arcu et sagitta stabat ad carbunculumsagittam direxit et illum percussit et in multas partes divisitIncontinenti tota aula facta est sicut nox tenebrosa clericusvidens totaliter est contristatus viam exeundi propter nimiamobscuritatem invenire non poterat et sic in eodem palacio miseramorte mortuus estraquo313

Qui si parla di un semplice chierico di cui non egrave nemmenoricordato il nome ma in altre versioni di questa medesima storiacomparisce in suo luogo Gerberto che fu poi Papa Silvestro IIdel quale egrave nota la riputazione di mago e la tragica morteraccontata dalla leggenda Il piugrave antico scrittore in cui si trovifatta questa sostituzione egrave per quanto io so Guglielmo di

313 Si ricordi quanto nella novella di Zobeide delle Mille e una Notte egrave narratodella cittagrave meravigliosa i cui abitanti sono convertiti in pietra Di una cittagraveconsimile la quale non puograve essere visitata che dai veri credenti si narra puredagli Arabi in Egitto

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Malmesbury314 da cui attingono poscia Vincenzo Bellovacense315Alberico delle Tre Fontane316 altri Parmi che la versione dellaleggenda quale si ha nei Gesta Romanorum debba reputarsi piugraveantica che non laltra ricevuta da Guglielmo giacchegrave quanto egravenaturale e conforme alle consuetudini della fantasia popolare cheGerberto Mago abbia attirata e legata a segrave una leggenda che a luisommamente si confaceva e che non erasi congiunta ancora connessun nome illustre altrettanto sarebbe insolito e contrario aquelle consuetudini che la leggenda si separasse da Gerberto per

314 De Gestis regum Anglorum l II ap PERTZ Script t X p 462-3 laquoEratiuxta Romam in Campo Martio statua aerea an ferrea incertum mihi dextraemanus indicem digitum extentum habens scriptum quoque in capite Hicpercute Quod superioris aevi homines ita intelligendum rati quasi ibithesaurum invenirent multis securium ictibus innocentem statuam laniaveruntSed illorum Gerbertus redarguit errorem longe aliter ambiguitate absolutaNamque meridie sole in centro existente notans quo protenderetur umbradigiti ibi palum figit Mox superveniente nocte solo cubiculario laternamportante comitatus eo contendit Ibi terra solitis artibus dehiscens latumingredientibus patefecit introitum Conspicantur ingentem regiam aureasparietes aurea lacunaria aurea omnia milites aureos aureis tesseris ludentesquasi animum oblectantes regem metallicum cum regina discumbentemapposita obsonia astantes ministros pateras multi ponderis et pretii ubinaturam vincebat opus In interiori parte domus carbunculus lapis imprimisnobilis et parvus inventu tenebras noctis fugabat In contrario angulo stabatpuer arcum tenens extento nervo et harundine intenta Ita in omnibus cumoculos spectantium ars pretiosa raptaret nihil erat quod posset tangi etsi possetvideri Continuo enim ut quia manum ad contingendum aptaret videbanturomnes illae imagines prosilire et impetum in praesumptorem facere Quotimore pressus Gerbertus ambitum suum fregit Sed non abstinuit cubiculariusquin mirabilis artificii cultellum quem mensae impositum videret abriperetarbitratus scilicet in tanta praeda parvum latrocinium posse latere Verum moxomnibus imaginibus cum fremitu consurgentibus puer quoque emissaharundine in carbunculum tenebras induxit Et nisi ille monitu dominicultellum reicere accelerasset graves ambo poenas dedissent Sic insatiatacupiditatis voragine laterna gressus ducente discessumraquo315 Spec hist l XXV c 99316 Chronica Albrici Monachi Trium Fontium a monacho Novi MonasteriiHoiensis interpolata ap PERTZ Script t XXIII p 777 Lautore dice di nonsapere se la statua fosse di bronzo o di oro

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Malmesbury314 da cui attingono poscia Vincenzo Bellovacense315Alberico delle Tre Fontane316 altri Parmi che la versione dellaleggenda quale si ha nei Gesta Romanorum debba reputarsi piugraveantica che non laltra ricevuta da Guglielmo giacchegrave quanto egravenaturale e conforme alle consuetudini della fantasia popolare cheGerberto Mago abbia attirata e legata a segrave una leggenda che a luisommamente si confaceva e che non erasi congiunta ancora connessun nome illustre altrettanto sarebbe insolito e contrario aquelle consuetudini che la leggenda si separasse da Gerberto per

314 De Gestis regum Anglorum l II ap PERTZ Script t X p 462-3 laquoEratiuxta Romam in Campo Martio statua aerea an ferrea incertum mihi dextraemanus indicem digitum extentum habens scriptum quoque in capite Hicpercute Quod superioris aevi homines ita intelligendum rati quasi ibithesaurum invenirent multis securium ictibus innocentem statuam laniaveruntSed illorum Gerbertus redarguit errorem longe aliter ambiguitate absolutaNamque meridie sole in centro existente notans quo protenderetur umbradigiti ibi palum figit Mox superveniente nocte solo cubiculario laternamportante comitatus eo contendit Ibi terra solitis artibus dehiscens latumingredientibus patefecit introitum Conspicantur ingentem regiam aureasparietes aurea lacunaria aurea omnia milites aureos aureis tesseris ludentesquasi animum oblectantes regem metallicum cum regina discumbentemapposita obsonia astantes ministros pateras multi ponderis et pretii ubinaturam vincebat opus In interiori parte domus carbunculus lapis imprimisnobilis et parvus inventu tenebras noctis fugabat In contrario angulo stabatpuer arcum tenens extento nervo et harundine intenta Ita in omnibus cumoculos spectantium ars pretiosa raptaret nihil erat quod posset tangi etsi possetvideri Continuo enim ut quia manum ad contingendum aptaret videbanturomnes illae imagines prosilire et impetum in praesumptorem facere Quotimore pressus Gerbertus ambitum suum fregit Sed non abstinuit cubiculariusquin mirabilis artificii cultellum quem mensae impositum videret abriperetarbitratus scilicet in tanta praeda parvum latrocinium posse latere Verum moxomnibus imaginibus cum fremitu consurgentibus puer quoque emissaharundine in carbunculum tenebras induxit Et nisi ille monitu dominicultellum reicere accelerasset graves ambo poenas dedissent Sic insatiatacupiditatis voragine laterna gressus ducente discessumraquo315 Spec hist l XXV c 99316 Chronica Albrici Monachi Trium Fontium a monacho Novi MonasteriiHoiensis interpolata ap PERTZ Script t XXIII p 777 Lautore dice di nonsapere se la statua fosse di bronzo o di oro

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legarsi a un ignoto Ma or ora vedremo che nemmeno la versionedei Gesta puograve considerarsi come la forma piugrave antica e veramenteprimitiva della leggenda in discorso

Pietro Berchorio (m 1362) accetta la versione di Guglielmoma poi ne produce anche unaltra che si scosta pure da quella deiGesta e accenna a fonte diversa La statua di rame era in Romanon si dice dove Essa non recava le parole Percute hic negrave suldito negrave in fronte ma aveva questa iscrizione Calendis Martiioriente sole habebo caput aureum Un tale piugrave astuto degli altriconobbe il significato di quelle parole e scavato nel luogoopportuno trovograve e si appropriograve un grandissimo tesoro317 Questoracconto ci pone sulle tracce della leggenda primitiva che erasecondo il solito molto piugrave semplice che non le versioniposteriori Lo stesso fa un racconto inserito nel Libro de losEnxemplos (XIV secolo) salvo che quivi il fatto si pone intempo antico e lingegno diciam cosigrave della favola si semplificaper una parte e per unaltra si complica Ecco il racconto318 laquoUnnoble romano poderoso eacute mucho rico veyendo que Roma eravenida a pobreza por las grandes guerras que habien habido dioacutetodas sus riquezas para la comunidat en manera que quedoacute deltodo pobre E una vegada andando por un desierto dolieacutendosemucho de la pobreza de los romanos eacute de la suya fallograve unacolupna en aquel desierto muy alta eacute encima della una estaacutetua enfigura de homme que tenia la una mano alzada contra un monte eacutela otra tenia al su costado El caballero parograve mientes condiligenza eacute vioacute que la sombra de la mano se enderezaba aacute unmonte onde estaba una pentildea el caballero fueacute luego allaacute eacute falloacute deyuso de aquella pentildea una cueva que tenie una puerta de fierro

317 Reductorium morale l XIV c 72 Romae fuit antiquitus statua cupreacuius scriptura talis erat Calendis Martii oriente sole habebo caput aureumCum igitur nullus sciret interpretari quid hoc esset post multa tempora quidamastute notavit quo umbra statuae protendebatur in ortum solis Calendis Martiiet fodiens ibi thesaurum auri permagnum invenitraquo318 CLXXII Escritores en prosa anteriores al siglo XV Biblioteca de Autoresespantildeoles del Rivadeneyra tomo LI Madrid1859

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legarsi a un ignoto Ma or ora vedremo che nemmeno la versionedei Gesta puograve considerarsi come la forma piugrave antica e veramenteprimitiva della leggenda in discorso

Pietro Berchorio (m 1362) accetta la versione di Guglielmoma poi ne produce anche unaltra che si scosta pure da quella deiGesta e accenna a fonte diversa La statua di rame era in Romanon si dice dove Essa non recava le parole Percute hic negrave suldito negrave in fronte ma aveva questa iscrizione Calendis Martiioriente sole habebo caput aureum Un tale piugrave astuto degli altriconobbe il significato di quelle parole e scavato nel luogoopportuno trovograve e si appropriograve un grandissimo tesoro317 Questoracconto ci pone sulle tracce della leggenda primitiva che erasecondo il solito molto piugrave semplice che non le versioniposteriori Lo stesso fa un racconto inserito nel Libro de losEnxemplos (XIV secolo) salvo che quivi il fatto si pone intempo antico e lingegno diciam cosigrave della favola si semplificaper una parte e per unaltra si complica Ecco il racconto318 laquoUnnoble romano poderoso eacute mucho rico veyendo que Roma eravenida a pobreza por las grandes guerras que habien habido dioacutetodas sus riquezas para la comunidat en manera que quedoacute deltodo pobre E una vegada andando por un desierto dolieacutendosemucho de la pobreza de los romanos eacute de la suya fallograve unacolupna en aquel desierto muy alta eacute encima della una estaacutetua enfigura de homme que tenia la una mano alzada contra un monte eacutela otra tenia al su costado El caballero parograve mientes condiligenza eacute vioacute que la sombra de la mano se enderezaba aacute unmonte onde estaba una pentildea el caballero fueacute luego allaacute eacute falloacute deyuso de aquella pentildea una cueva que tenie una puerta de fierro

317 Reductorium morale l XIV c 72 Romae fuit antiquitus statua cupreacuius scriptura talis erat Calendis Martii oriente sole habebo caput aureumCum igitur nullus sciret interpretari quid hoc esset post multa tempora quidamastute notavit quo umbra statuae protendebatur in ortum solis Calendis Martiiet fodiens ibi thesaurum auri permagnum invenitraquo318 CLXXII Escritores en prosa anteriores al siglo XV Biblioteca de Autoresespantildeoles del Rivadeneyra tomo LI Madrid1859

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cerrada eacute maravillaacutendose dijo entre siacute laquoQuiero ir aacute la estaacutetua eacutever que tiene yuso de la otra manoraquo E falloacute de yuso della en elcuerpo del estaacutetua una portuezela de fierro eacute abrioacutela e falloacute unallavecilla pequentildea eacute luego pensoacute queacute aquella llave era para abrirla puerta de fierro que fallara en la cueva del monte E luego fueacuteallaacute eacute abrioacute la puerta de la cueva eacute falloacute ende muy mucho tesorolo qual levoacute todo aacute Roma eacute lo dioacute para los menesterorosraquo319

Qui la statua e il tesoro non sono piugrave in Roma ma con Romasi legano strettamente Il racconto dei Gesta non puograve essere altroche lamplificazione romanticamente abbellita di un tema piugraveantico e piugrave semplice Basterebbe a provarlo ciograve che quiviimprovvidamente si narra della morte del chierico temerariogiacchegrave il motto Percute hic che egrave appunto un additamentooscuro del tesoro nascosto e un invito a farne ricercapresuppone in certo modo lesito felice dellimpresa La reggia ele figure e laltre meraviglie che pur si trovano nel racconto diGuglielmo sono accessioni di tempo posteriore

I varii racconti esposti sin qui hanno comune la statua checopertamente indica il tesoro la statua adunque egrave come dire ilprimo nocciolo della leggenda la forma piugrave semplice della qualeegrave la seguente una statua indica mediante certe parole ma inmodo ambiguo lesistenza di un tesoro nascosto nessuno riescead interpretarle secondo il loro vero senso finchegrave viene uno piugraveavveduto degli altri che le intende a dovere scopre il tesoro e sene fa signore La leggenda in questa forma non apparteneva aRoma ma fu tratta come avvenne di altre parecchie entrolorbita delle leggende romane dove si ampliograve si abbelligrave e si legogravecoi nomi illustri di Gerberto e di Virgilio In essa leroedellavventura egrave un Saraceno Vincenzo Bellovacense che pureriporta il racconto di Guglielmo di Malmesbury la narra in unaltro luogo dello Speculum historiale e dice il caso essereavvenuto in Puglia ai tempi di Roberto Guiscardo320 e lo stesso

319 Si narra poi come il valentuomo fu degnamente premiato dellopera sua320 L XXVI c 17

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cerrada eacute maravillaacutendose dijo entre siacute laquoQuiero ir aacute la estaacutetua eacutever que tiene yuso de la otra manoraquo E falloacute de yuso della en elcuerpo del estaacutetua una portuezela de fierro eacute abrioacutela e falloacute unallavecilla pequentildea eacute luego pensoacute queacute aquella llave era para abrirla puerta de fierro que fallara en la cueva del monte E luego fueacuteallaacute eacute abrioacute la puerta de la cueva eacute falloacute ende muy mucho tesorolo qual levoacute todo aacute Roma eacute lo dioacute para los menesterorosraquo319

Qui la statua e il tesoro non sono piugrave in Roma ma con Romasi legano strettamente Il racconto dei Gesta non puograve essere altroche lamplificazione romanticamente abbellita di un tema piugraveantico e piugrave semplice Basterebbe a provarlo ciograve che quiviimprovvidamente si narra della morte del chierico temerariogiacchegrave il motto Percute hic che egrave appunto un additamentooscuro del tesoro nascosto e un invito a farne ricercapresuppone in certo modo lesito felice dellimpresa La reggia ele figure e laltre meraviglie che pur si trovano nel racconto diGuglielmo sono accessioni di tempo posteriore

I varii racconti esposti sin qui hanno comune la statua checopertamente indica il tesoro la statua adunque egrave come dire ilprimo nocciolo della leggenda la forma piugrave semplice della qualeegrave la seguente una statua indica mediante certe parole ma inmodo ambiguo lesistenza di un tesoro nascosto nessuno riescead interpretarle secondo il loro vero senso finchegrave viene uno piugraveavveduto degli altri che le intende a dovere scopre il tesoro e sene fa signore La leggenda in questa forma non apparteneva aRoma ma fu tratta come avvenne di altre parecchie entrolorbita delle leggende romane dove si ampliograve si abbelligrave e si legogravecoi nomi illustri di Gerberto e di Virgilio In essa leroedellavventura egrave un Saraceno Vincenzo Bellovacense che pureriporta il racconto di Guglielmo di Malmesbury la narra in unaltro luogo dello Speculum historiale e dice il caso essereavvenuto in Puglia ai tempi di Roberto Guiscardo320 e lo stesso

319 Si narra poi come il valentuomo fu degnamente premiato dellopera sua320 L XXVI c 17

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dicono la Cronaca degli imperatori romani321 composta nel 1301Pandolfo Collenuccio nel Compendio delle historie del regno diNapoli322 il Magnum Chronicon Belgicum323 il Platina324 ilBonfinio)325 ecc In certe recensioni dei Gesta Romanorum ilfatto si pone ai tempi di un imperatore Enrico326 Il giagrave citatoChronicon de VI etate327 lo pone in Apulea in civitate Neapoli edice che il Saraceno era un gran filosofo Il Petrarca nel trattatodelle Cose Memorabili lo dice avvenuto in Sicilia328

Non egrave impossibile e nemmeno improbabile che questa storiasia di origine arabica e chi pensi quante favole ci vennerodallOriente nel medio evo e vegga questa nei riferimenti piugraveantichi scendere sino in Puglia e in Sicilia che un tempo furonoterra di Arabi non crederagrave troppo avventata la congettura diquella origine avvalorata comegrave dal carattere e dal colorito dellaintera finzione Pandolfo Collenuccio che come abbiamoveduto pone il fatto ai tempi di Roberto Guiscardo dice di trarne321 Scelta di curiositagrave letterarie dispensa CLVIII Bologna 1878 p 154-6322 L III ed di Venezia 1543 f 60 v e 61 r323 Ap PISTORIUS Scriptores ed dello Struvio t III pagine 97324 Vita Leonis IX325 Rerum Hungaricarum dec II l 2326 Ed dellOesterley n 265 p 667327 Cod dalla Bibl Naz di Torino I II 15 f 79 v328 Rer Memor I III c 2 De astutia (Recentiores Innominatus) Illud quoquesatis callidum si modo verum quod non multis retro saeculis contigissequidam memorant Erat in Sicilia (ut aiunt) ingens statua quae in loconotissimo ab extrema hominum memoria intacta permanserat in qua literisvetustissimis insculptum erat Calendis Maiis habebo caput aureum Enimveroid ludicrum commentum quidam credidere alii nudum verborum sonumsecuti eo vanitatis excesserant ut in die Cal statuae caput terebrarent ubi cumnihil praeter solum marmor invenissent fabularum ac risus materiam vulgodederunt Unus tandem antiquitatem statuae simul atque artificiumcontemplatus cogitansque in re tam seria aliquid praeter fabulam laterescripturam ab omnibus conspectam sed a nemine intellectam acutioripenetravit ingenio Siquidem die Cal redeunte animo atque oculis intentusortum solis operiens locum ubi caput statuae primis radiis umbram iaceretdiligenter consignavit Illic postea clam et ex commodo suffodiens magnumauri pondus reperit

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dicono la Cronaca degli imperatori romani321 composta nel 1301Pandolfo Collenuccio nel Compendio delle historie del regno diNapoli322 il Magnum Chronicon Belgicum323 il Platina324 ilBonfinio)325 ecc In certe recensioni dei Gesta Romanorum ilfatto si pone ai tempi di un imperatore Enrico326 Il giagrave citatoChronicon de VI etate327 lo pone in Apulea in civitate Neapoli edice che il Saraceno era un gran filosofo Il Petrarca nel trattatodelle Cose Memorabili lo dice avvenuto in Sicilia328

Non egrave impossibile e nemmeno improbabile che questa storiasia di origine arabica e chi pensi quante favole ci vennerodallOriente nel medio evo e vegga questa nei riferimenti piugraveantichi scendere sino in Puglia e in Sicilia che un tempo furonoterra di Arabi non crederagrave troppo avventata la congettura diquella origine avvalorata comegrave dal carattere e dal colorito dellaintera finzione Pandolfo Collenuccio che come abbiamoveduto pone il fatto ai tempi di Roberto Guiscardo dice di trarne321 Scelta di curiositagrave letterarie dispensa CLVIII Bologna 1878 p 154-6322 L III ed di Venezia 1543 f 60 v e 61 r323 Ap PISTORIUS Scriptores ed dello Struvio t III pagine 97324 Vita Leonis IX325 Rerum Hungaricarum dec II l 2326 Ed dellOesterley n 265 p 667327 Cod dalla Bibl Naz di Torino I II 15 f 79 v328 Rer Memor I III c 2 De astutia (Recentiores Innominatus) Illud quoquesatis callidum si modo verum quod non multis retro saeculis contigissequidam memorant Erat in Sicilia (ut aiunt) ingens statua quae in loconotissimo ab extrema hominum memoria intacta permanserat in qua literisvetustissimis insculptum erat Calendis Maiis habebo caput aureum Enimveroid ludicrum commentum quidam credidere alii nudum verborum sonumsecuti eo vanitatis excesserant ut in die Cal statuae caput terebrarent ubi cumnihil praeter solum marmor invenissent fabularum ac risus materiam vulgodederunt Unus tandem antiquitatem statuae simul atque artificiumcontemplatus cogitansque in re tam seria aliquid praeter fabulam laterescripturam ab omnibus conspectam sed a nemine intellectam acutioripenetravit ingenio Siquidem die Cal redeunte animo atque oculis intentusortum solis operiens locum ubi caput statuae primis radiis umbram iaceretdiligenter consignavit Illic postea clam et ex commodo suffodiens magnumauri pondus reperit

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il racconto da fideli auttori ma io non trovo che se ne facciaricordo da nessuno degli scrittori piugrave antichi che come GalfredoMalaterra Amato di Montecassino329 Guglielmo di Puglianarrano le storie normanne e le gesta di Roberto

Ho detto testegrave che questa storia della statua e del tesoro finisceper legarsi al nome di Virgilio Infatti racconta Enenkel nel suoWellbuch330 che Virgilio fabbricograve a Napoli una statua di bronzo laquale con luna mano indicava un monte con laltra si accennavail ventre una scritta lasciava intendere che la statua mostrava untesoro Molti andarono a scavare nel monte e non trovarono nullaUn giorno un ubbriaco volendo punire la statua della falsaindicazione con un colpo la infranse e trovograve chera tutta pienadoro Non so se Enenkel abbia immaginata egli stesso questavariante la quale sembra fatta apposta per moralizzarci sopra ose labbia tratta daltronde che forse egrave piugrave probabile ma nonvoglio tralasciar di accennare ad un riscontro per quanto fortuitoe remoto Narrasi pertanto che ai tempi di Leone Magno (457-474) Ardaburio prefetto delle milizie trovograve in Tracia una statuadi Erodiano curva ed obesa e che infrantala ne trassecentotrentatregrave libbre doro Limperatore risaputa la cosa lo fecemorire331

Finalmente nella Historia di cose memorabili della Cittagrave diBologna scritta per uno della famiglia dei Ramponi si trova laseguente narrazione che io riporto per intero e perchegrave serve adillustrare vie maggiormente la leggenda testegrave esposta e perchegrave egraveun documento importante del concetto in che si ebbero nel medio

329 O chi altri si sia lautore della Ystoire de li Normant pubblicata dalCHAMPOLLION-FIGEAC Parigi 1835 V WILMANS Ist Amatus von Montecasinoder Verfasser der Chronica Roberti Biscardi nellArchiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde t X p 122-30330 V VON DER HAGEN Gesammtabenteuer Stoccarda e Tubinga 1850 V II p525-7 dove egrave riportato il testo331 CODINO De signis Constantinopolitanis Excerpta de antiquitatibusConstantinopolitanis Bonos 1843 (Corp Script Hist Byzant) p 67

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il racconto da fideli auttori ma io non trovo che se ne facciaricordo da nessuno degli scrittori piugrave antichi che come GalfredoMalaterra Amato di Montecassino329 Guglielmo di Puglianarrano le storie normanne e le gesta di Roberto

Ho detto testegrave che questa storia della statua e del tesoro finisceper legarsi al nome di Virgilio Infatti racconta Enenkel nel suoWellbuch330 che Virgilio fabbricograve a Napoli una statua di bronzo laquale con luna mano indicava un monte con laltra si accennavail ventre una scritta lasciava intendere che la statua mostrava untesoro Molti andarono a scavare nel monte e non trovarono nullaUn giorno un ubbriaco volendo punire la statua della falsaindicazione con un colpo la infranse e trovograve chera tutta pienadoro Non so se Enenkel abbia immaginata egli stesso questavariante la quale sembra fatta apposta per moralizzarci sopra ose labbia tratta daltronde che forse egrave piugrave probabile ma nonvoglio tralasciar di accennare ad un riscontro per quanto fortuitoe remoto Narrasi pertanto che ai tempi di Leone Magno (457-474) Ardaburio prefetto delle milizie trovograve in Tracia una statuadi Erodiano curva ed obesa e che infrantala ne trassecentotrentatregrave libbre doro Limperatore risaputa la cosa lo fecemorire331

Finalmente nella Historia di cose memorabili della Cittagrave diBologna scritta per uno della famiglia dei Ramponi si trova laseguente narrazione che io riporto per intero e perchegrave serve adillustrare vie maggiormente la leggenda testegrave esposta e perchegrave egraveun documento importante del concetto in che si ebbero nel medio

329 O chi altri si sia lautore della Ystoire de li Normant pubblicata dalCHAMPOLLION-FIGEAC Parigi 1835 V WILMANS Ist Amatus von Montecasinoder Verfasser der Chronica Roberti Biscardi nellArchiv der Gesellschaft fuumlraumlltere deutsche Geschichtskunde t X p 122-30330 V VON DER HAGEN Gesammtabenteuer Stoccarda e Tubinga 1850 V II p525-7 dove egrave riportato il testo331 CODINO De signis Constantinopolitanis Excerpta de antiquitatibusConstantinopolitanis Bonos 1843 (Corp Script Hist Byzant) p 67

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evo la ricchezza e la magnificenza dei Romani332 laquoElapsis tribusmilibus fere annis ab hedificatione civitatis Ravenne a Romacondita VIc 93 Julius Cesar cum subiugasset omnes occiduasprovincias cum 7 legionibus militum venit Ravennamnobilissimam civitatum et ibi diu repausavit mandans indelegatos Romam quod propter victorias feliciter gestas sibiRomani secundum decernerent consulatum cui contradictum estet decretum quod nullus nuntius urbis rediens de sua legationequantumcumque felici possit Romam accedere nisi priusdepositis armis prope Ariminum Hec audiens Julius Cesar egretulit et adspirans ad imperium omnino proposuit ire Romam cummultitudine armata Unde stans Ravenna tanquam potestatemhabens fecit fieri quedam insignia magnificare se volens Hicmandavit fieri supra portam auream quamdam portam de auro etsubtus eam domunculam que habebat hostia de auro de ArabiaItem in medio muro supra portam fecit sculpiri se sedentem introno de auro in statua de ere idest quod ibi erat de ere JuliiCesaris cuius venter plenus erat numis aureis et habebat caput delapide precioso et in manu tenebat gemmam preciosam etinextimabilis valoris que refulgebat ut stella matutina et ante sehabebat mille libras de auro purissimo ad pondus Regis et extunc illa porta vocata est aurea que prius dicebatur asianaProcedente tempore Tiberius tercius imperator post Juliummandavit ducem Anthipoti regis qui asumpto Jape sapientissimoin arte rectoria fecit inscribi super portam auream quasdamliterae quae nullus intelligere poterat et erant scriptae supercaput statue Julii Cesaris Erat autem scriptura talis Prima diemadii habebo caput aureum cum tamen statua haberet caput delapide precioso Cumque diu eius interpretatio latuisset et multiconati fuissent intelligere epigrama tandem inventus est unus[qui] nescio cuius arte prima die madii oriente sole respexit ubi332 La traggo dal codice giagrave citato dellUniversitaria di Bologna Questomedesimo racconto salvo alcune leggiere varianti pubblicograve di su un codiceravennate contenente parecchie relazioni storiche della cittagrave di Ravenna ilMURATORI Script l I parte Ia p 575

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evo la ricchezza e la magnificenza dei Romani332 laquoElapsis tribusmilibus fere annis ab hedificatione civitatis Ravenne a Romacondita VIc 93 Julius Cesar cum subiugasset omnes occiduasprovincias cum 7 legionibus militum venit Ravennamnobilissimam civitatum et ibi diu repausavit mandans indelegatos Romam quod propter victorias feliciter gestas sibiRomani secundum decernerent consulatum cui contradictum estet decretum quod nullus nuntius urbis rediens de sua legationequantumcumque felici possit Romam accedere nisi priusdepositis armis prope Ariminum Hec audiens Julius Cesar egretulit et adspirans ad imperium omnino proposuit ire Romam cummultitudine armata Unde stans Ravenna tanquam potestatemhabens fecit fieri quedam insignia magnificare se volens Hicmandavit fieri supra portam auream quamdam portam de auro etsubtus eam domunculam que habebat hostia de auro de ArabiaItem in medio muro supra portam fecit sculpiri se sedentem introno de auro in statua de ere idest quod ibi erat de ere JuliiCesaris cuius venter plenus erat numis aureis et habebat caput delapide precioso et in manu tenebat gemmam preciosam etinextimabilis valoris que refulgebat ut stella matutina et ante sehabebat mille libras de auro purissimo ad pondus Regis et extunc illa porta vocata est aurea que prius dicebatur asianaProcedente tempore Tiberius tercius imperator post Juliummandavit ducem Anthipoti regis qui asumpto Jape sapientissimoin arte rectoria fecit inscribi super portam auream quasdamliterae quae nullus intelligere poterat et erant scriptae supercaput statue Julii Cesaris Erat autem scriptura talis Prima diemadii habebo caput aureum cum tamen statua haberet caput delapide precioso Cumque diu eius interpretatio latuisset et multiconati fuissent intelligere epigrama tandem inventus est unus[qui] nescio cuius arte prima die madii oriente sole respexit ubi332 La traggo dal codice giagrave citato dellUniversitaria di Bologna Questomedesimo racconto salvo alcune leggiere varianti pubblicograve di su un codiceravennate contenente parecchie relazioni storiche della cittagrave di Ravenna ilMURATORI Script l I parte Ia p 575

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in terra caput statue faciebat umbram et ibi faciens fodi invenitaurum in magna copiaraquo

Ma poichegrave Roma toccograve il sommo della prosperitagrave e della gloriasotto il magnifico reggimento di Augusto cosigrave per quellaconsuetudine propria del medio evo di tutto riferire al principequanto vegrave di piugrave spiccato nella vita di un popolo si cominciograve aconsiderare il primo imperatore di Roma come un rappresentanteanzi come un depositario della universale ricchezza romanaAugusto che si gloriava daver trovato Roma laterizia e dilasciarla marmorea fece stupire gli uomini del suo tempo per lamunificenza e la liberalitagrave onde dava prova continua e il medioevo che leggeva nei maggiori poeti le lodi di lui non potevadimenticarlo Si sapeva aver egli portato tanta copia doro inRoma da sminuirne in modo notabile il prezzo e il concetto chesi aveva delle ricchezze da lui raccolte se ne accresceva Il tributodi tutta la terra affluiva nel suo tesoro egli arricchiva dellespoglie dei principi e dei popoli vinti Dice Massudi nella suastoria intitolata I Prati doro333 che Augusto simpadronigrave deitesori dei re di Alessandria e di Macedonia e li portograve a Roma Sicredeva inoltre che nelluniversale censimento che si fece altempo della nascita di Cristo Augusto avesse obbligato ciascunodegli innumerevoli sudditi suoi a pagargli una moneta334 A pocoa poco la ricchezza dellimperatore si fa proverbiale RanulfoHigden vantando in un luogo delle sue storie lopulenza dellaGran Bretagna cita alcuni versi di cui gli ultimi quattro suonanocosigrave335

Insula praedives quae toto non eget orbeEt cujus totus indiget orbis opeInsula praedives cujus miretur et optet

333 Traduzione francese di C Barbier de Meynard e Pavet de Courteille v II p297334 V la Kaiserchronik ed del MASSMANN vol I v 651-64 v III p 550-2335 Polychronicon l I c 41 Essi sono citati come di un Alfredo

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in terra caput statue faciebat umbram et ibi faciens fodi invenitaurum in magna copiaraquo

Ma poichegrave Roma toccograve il sommo della prosperitagrave e della gloriasotto il magnifico reggimento di Augusto cosigrave per quellaconsuetudine propria del medio evo di tutto riferire al principequanto vegrave di piugrave spiccato nella vita di un popolo si cominciograve aconsiderare il primo imperatore di Roma come un rappresentanteanzi come un depositario della universale ricchezza romanaAugusto che si gloriava daver trovato Roma laterizia e dilasciarla marmorea fece stupire gli uomini del suo tempo per lamunificenza e la liberalitagrave onde dava prova continua e il medioevo che leggeva nei maggiori poeti le lodi di lui non potevadimenticarlo Si sapeva aver egli portato tanta copia doro inRoma da sminuirne in modo notabile il prezzo e il concetto chesi aveva delle ricchezze da lui raccolte se ne accresceva Il tributodi tutta la terra affluiva nel suo tesoro egli arricchiva dellespoglie dei principi e dei popoli vinti Dice Massudi nella suastoria intitolata I Prati doro333 che Augusto simpadronigrave deitesori dei re di Alessandria e di Macedonia e li portograve a Roma Sicredeva inoltre che nelluniversale censimento che si fece altempo della nascita di Cristo Augusto avesse obbligato ciascunodegli innumerevoli sudditi suoi a pagargli una moneta334 A pocoa poco la ricchezza dellimperatore si fa proverbiale RanulfoHigden vantando in un luogo delle sue storie lopulenza dellaGran Bretagna cita alcuni versi di cui gli ultimi quattro suonanocosigrave335

Insula praedives quae toto non eget orbeEt cujus totus indiget orbis opeInsula praedives cujus miretur et optet

333 Traduzione francese di C Barbier de Meynard e Pavet de Courteille v II p297334 V la Kaiserchronik ed del MASSMANN vol I v 651-64 v III p 550-2335 Polychronicon l I c 41 Essi sono citati come di un Alfredo

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Delicias Salomon Octavianus opes336

Ed ecco nascere spontaneamente una leggenda secondo laquale i tesori inestimabili ammassati da Ottaviano giaccionosepolti entro certe cavitagrave della terra affidati alla custodia di spiritimaligni o di singolari ingegni artifiziosamente e per arte magicacomposti Anche qui ci troviamo dinnanzi per primo Guglielmodi Malmesbury il quale nel l II della sua storia De gestis regumAnglorum337 inserisce il seguente racconto udito da lui quanderaancora fanciullo dalla bocca di un frate dAquitania eroe dellastrana avventura laquoEgo aiebat septennis despecta exilitate patrismei municipis Barcinonensis admodum tenuis transcendensnives Alpinas in Italiam veni Ibi ut id aetatis pusio summainopia victum quaeritans ingenium potius quam ventrem coluiAdultus multa illius terrae miracula oculis hausi et memoriaemandavi Inter quae vidi montem perforatum ultra quem accolaeab antiquo aestimabant thesauros Octaviani reconditosFerebantur etiam multi causa scrutandi ingressi per anfractus etsemetra viarum intercepti perisse Sed quia nullus fere timoravidas mentes ab incepto revocat ego cum sodalibus meis viriscirciter duodecim seu praedandi seu videndi studio illud itermeditabar aggredi Itaque Daedali secuti ingenium qui Theseum336 Ottaviano Augusto egrave anche altrove ricordato assai spesso come ricchissimoHANS VON BUEHEL Diocletianus Leben herausgegeben von Adelbert von KellerQuedlinburgo e Lipsia 1841 v 2051-4

Ze Rome auch ein keiser saszDer vast rich und mechtig wasEs hat vil goldes und wite lantEr was Octavianus genant

Versione catalana metrica dei Sette Savii edita dal Mussafia Vienna 1876 v1182-3

Octovia lemperadoravia molt gran trezor

337 Ap PERTZ Script t X p 463-4149

Delicias Salomon Octavianus opes336

Ed ecco nascere spontaneamente una leggenda secondo laquale i tesori inestimabili ammassati da Ottaviano giaccionosepolti entro certe cavitagrave della terra affidati alla custodia di spiritimaligni o di singolari ingegni artifiziosamente e per arte magicacomposti Anche qui ci troviamo dinnanzi per primo Guglielmodi Malmesbury il quale nel l II della sua storia De gestis regumAnglorum337 inserisce il seguente racconto udito da lui quanderaancora fanciullo dalla bocca di un frate dAquitania eroe dellastrana avventura laquoEgo aiebat septennis despecta exilitate patrismei municipis Barcinonensis admodum tenuis transcendensnives Alpinas in Italiam veni Ibi ut id aetatis pusio summainopia victum quaeritans ingenium potius quam ventrem coluiAdultus multa illius terrae miracula oculis hausi et memoriaemandavi Inter quae vidi montem perforatum ultra quem accolaeab antiquo aestimabant thesauros Octaviani reconditosFerebantur etiam multi causa scrutandi ingressi per anfractus etsemetra viarum intercepti perisse Sed quia nullus fere timoravidas mentes ab incepto revocat ego cum sodalibus meis viriscirciter duodecim seu praedandi seu videndi studio illud itermeditabar aggredi Itaque Daedali secuti ingenium qui Theseum336 Ottaviano Augusto egrave anche altrove ricordato assai spesso come ricchissimoHANS VON BUEHEL Diocletianus Leben herausgegeben von Adelbert von KellerQuedlinburgo e Lipsia 1841 v 2051-4

Ze Rome auch ein keiser saszDer vast rich und mechtig wasEs hat vil goldes und wite lantEr was Octavianus genant

Versione catalana metrica dei Sette Savii edita dal Mussafia Vienna 1876 v1182-3

Octovia lemperadoravia molt gran trezor

337 Ap PERTZ Script t X p 463-4149

de labirinto filo eduxit praevio nos quoque glomus ingensportantes paxillum in introitu fiximus Ibi principio fili ligatoaccensis laternis ne praeter devia etiam caecitate impediremurdevoluto glomere et per unumquodque miliarium paxillo appositosub caverna montis quomodocumque iter nostrum direximusCaeca erant omnia et magni orroris plena Vespertiliones deconcavis egredientes oculos et ora infestabant Semita arcta et alaeva praecipitio et subterlabente fluvio timenda Vidimustramitem vestitum nudis ossibus flevimus cadavera tabo adhucfluentia hominum quos eadem quae nos spes raptasset postmontis introitum non valentium invenire exitum Sed tandemaliquando post multos timores ad egressum ulteriorempervenientes vidimus stagnum placidum aquis crispantibus ubidulcibus illisa lapsibus alludebat unda littoribus Pons aereusutramque ripam continuabat Ultra pontem visebantur miraemagnitudinis equi aurei cum assessoribus aeque aureis et ceteraquae de Gerberto dicta sunt In quibus die medio Phoebi iubarinfusum duplicato fulgore oculos intuentium hebetabat Nos quihaec eminus videntes propriori aspectu delectaremur asportaturisi sors sineret aliquam splendidi metalli crustam hortaminealterno animati stagnum transire paramus Sed nequicquam Dumenim quidam ceteris praeruptior citeriori margini pontis pedemimponeret continuo quod mirum auditu sit illo depresso ulteriorelevatus est producens rusticum aereum cum aereo malleo quoille undas verberans ita obnubilavit aera ut diem coelumquesubtexeret Detracto pede pax fuit Temptatum idem a pluribusidemque expertum Itaque desperatu transitu aliquantulum ibiconstitimus et quamdiu potuimus solo saltem visu libavimusaurum Mox per vestigia fili regressi pateram argenteamreperimus Qua in frusta desecta et minutatim partita pruritumaviditatis nostrae tantumodo irritantens non etiam fami fecimussatis Postero die collato consilio magistrum quendam illiustemporis adivimus qui dicebatur nomen Domini ineffabile scireInterrogatus scientiam non inficiatur adiciens quod tanta esset

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de labirinto filo eduxit praevio nos quoque glomus ingensportantes paxillum in introitu fiximus Ibi principio fili ligatoaccensis laternis ne praeter devia etiam caecitate impediremurdevoluto glomere et per unumquodque miliarium paxillo appositosub caverna montis quomodocumque iter nostrum direximusCaeca erant omnia et magni orroris plena Vespertiliones deconcavis egredientes oculos et ora infestabant Semita arcta et alaeva praecipitio et subterlabente fluvio timenda Vidimustramitem vestitum nudis ossibus flevimus cadavera tabo adhucfluentia hominum quos eadem quae nos spes raptasset postmontis introitum non valentium invenire exitum Sed tandemaliquando post multos timores ad egressum ulteriorempervenientes vidimus stagnum placidum aquis crispantibus ubidulcibus illisa lapsibus alludebat unda littoribus Pons aereusutramque ripam continuabat Ultra pontem visebantur miraemagnitudinis equi aurei cum assessoribus aeque aureis et ceteraquae de Gerberto dicta sunt In quibus die medio Phoebi iubarinfusum duplicato fulgore oculos intuentium hebetabat Nos quihaec eminus videntes propriori aspectu delectaremur asportaturisi sors sineret aliquam splendidi metalli crustam hortaminealterno animati stagnum transire paramus Sed nequicquam Dumenim quidam ceteris praeruptior citeriori margini pontis pedemimponeret continuo quod mirum auditu sit illo depresso ulteriorelevatus est producens rusticum aereum cum aereo malleo quoille undas verberans ita obnubilavit aera ut diem coelumquesubtexeret Detracto pede pax fuit Temptatum idem a pluribusidemque expertum Itaque desperatu transitu aliquantulum ibiconstitimus et quamdiu potuimus solo saltem visu libavimusaurum Mox per vestigia fili regressi pateram argenteamreperimus Qua in frusta desecta et minutatim partita pruritumaviditatis nostrae tantumodo irritantens non etiam fami fecimussatis Postero die collato consilio magistrum quendam illiustemporis adivimus qui dicebatur nomen Domini ineffabile scireInterrogatus scientiam non inficiatur adiciens quod tanta esset

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eius nomini virtus ut nulla ei magia nulla mathesis obsistereposset Ita multo pretio redemptus ieiunus et confessus noseodem modo paratos duxit ad fontem De quo hausta aqua in fialaargentea tacens digitis literas figurabat donec oculis intelleximusquod ore affari nequiremus Tunc fiducialiter ad montemaccessimus sed exitum ulteriorem a demonibus credo obstipatumoffendimus invidentibus scilicet nomini Domini quod eorumcommenta refelleret Venit mane ad me nigromanticus Iudeusquem audita gestorum fama exciverat percuntatusque rem ubisocordiam nostram accepit multo cachinno bilem succutienslaquolaquoQuin tu inquit videas licebit quantum potentia meae artisvaleatraquoraquo Et incunctanter montem introiens non multo postegressus multa quae ultra fluvium notaveram ad iudiciumtransitus sui afferens pulverem sane locupletissimum quoquicquid contingeretur in aurum flavescebat non quod ita provero esset sed quia ita videretur quoad aqua dilueretur Nihil enimquod per nigromantiam fit potest in aqua aspectum intuentiumfallereraquo

Dice Guglielmo di Malmesbury che questi tesori di Ottavianoerano quegli stessi scoperti da Gerberto in Roma ma nelsupposto racconto del monaco di Barcellona nulla fa sospettareche il monte forato sia in Roma ed oltre a ciograve fra le duedescrizioni corre troppa diversitagrave perchegrave si possano tutte dueriferire ai medesimi obietti Del resto il racconto che precede sitrova riportato piugrave o meno succintamente da VincenzoBellovacense338 da Pietro Berchorio339 dallautore del MagnumChronicon Belgicum340 e da altri parecchi Egrave da notare che storie aquesta somiglianti di persone che penetrarono in qualche segretacavitagrave e vi trovarono tesori e altre meraviglie sono moltofrequenti nelle cronache del medio evo In pressochegrave tutte i tesoriseveramente custoditi da misteriose potenze non debbon esser

338 Spec hist l XXV c 100339 Reductorium morale l XIV c 72340 Ap PISTORIUS Script ed dello Struvio t III p 97

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eius nomini virtus ut nulla ei magia nulla mathesis obsistereposset Ita multo pretio redemptus ieiunus et confessus noseodem modo paratos duxit ad fontem De quo hausta aqua in fialaargentea tacens digitis literas figurabat donec oculis intelleximusquod ore affari nequiremus Tunc fiducialiter ad montemaccessimus sed exitum ulteriorem a demonibus credo obstipatumoffendimus invidentibus scilicet nomini Domini quod eorumcommenta refelleret Venit mane ad me nigromanticus Iudeusquem audita gestorum fama exciverat percuntatusque rem ubisocordiam nostram accepit multo cachinno bilem succutienslaquolaquoQuin tu inquit videas licebit quantum potentia meae artisvaleatraquoraquo Et incunctanter montem introiens non multo postegressus multa quae ultra fluvium notaveram ad iudiciumtransitus sui afferens pulverem sane locupletissimum quoquicquid contingeretur in aurum flavescebat non quod ita provero esset sed quia ita videretur quoad aqua dilueretur Nihil enimquod per nigromantiam fit potest in aqua aspectum intuentiumfallereraquo

Dice Guglielmo di Malmesbury che questi tesori di Ottavianoerano quegli stessi scoperti da Gerberto in Roma ma nelsupposto racconto del monaco di Barcellona nulla fa sospettareche il monte forato sia in Roma ed oltre a ciograve fra le duedescrizioni corre troppa diversitagrave perchegrave si possano tutte dueriferire ai medesimi obietti Del resto il racconto che precede sitrova riportato piugrave o meno succintamente da VincenzoBellovacense338 da Pietro Berchorio339 dallautore del MagnumChronicon Belgicum340 e da altri parecchi Egrave da notare che storie aquesta somiglianti di persone che penetrarono in qualche segretacavitagrave e vi trovarono tesori e altre meraviglie sono moltofrequenti nelle cronache del medio evo In pressochegrave tutte i tesoriseveramente custoditi da misteriose potenze non debbon esser

338 Spec hist l XXV c 100339 Reductorium morale l XIV c 72340 Ap PISTORIUS Script ed dello Struvio t III p 97

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toccati e chi sattenta di portarvi la mano egrave punito della temeritagravesua341 Di solito il custode egrave un drago o un cane diabolico Nonmindugio a ricercare il mito primitivo che certamente sinasconde sotto a questa popolare credenza ma faccio osservareche nel medio evo si aveva una ragione specialissima per credereche i tesori sepolti non potessero essere involati Credevasi cheessi fossero serbati allAnticristo il quale se ne gioverebbe perprocacciarsi aderenti e per premiare i suoi apostoli342 Perograve i

341 Siami lecito di recarne qualche altro esempio In unopera manoscritta in piugravevolumi che si conserva nella Bibl Nat di Parigi segnata Fr 377-379 eintitolata Histoire du monde si legge nel v III f 44 v 45 r la storia seguenteche si spaccia tratta da Plinio laquoComme il nous baille exemple de cellui quiavoit mis son tresor a lentree de ung petit porche soubz le pavement qui estoitdarain par dessoubz et estoit concave et le raemplit tout de vif argent et leansavoit ymaiges de serpens et de grans villains qui tenoient en leurs poins grosbastons et grosses massues Et si y avoit des archiers tenans arcs entenduz etflesches encochiees Et se aucun leans entroit au premier pas quil faisoit leanstous le pois du vif argent se enclinoit la pesanteur Et ainsi esmouvoit toutes lesdictes ymaiges selon ycelles diverses proporcions Et sembloit que les serpensqui avoient la gueulle ouverte deussent devourer touz ceulx qui leans vouloiententrer Et aussi les archiers gectoient et tiroient leurs fleiches contre ceulx quileans vouloient entrer Et les villains de leurs gros bastons se esforccediloient defort ferir Et ainsi les larrons qui les tresors de leans vouloient ravir et emblersen retournoient et fuyoient touz esbahis et espoventes de la faerie et desenchantemens dessusdiz sans rien des tresors de leans emporterraquo RaccontalHAPPEL nelle sue Groumlste Denkwuumlrdigkeiten der Welt oder sogenannteRelationes curiosae Amburgo 1663 segg parte 1a p 229 segg che uncavaliere tedesco e alcuni frati napoletani penetrarono una volta nella Grottadella Sibilla presso Pozzuoli Uno dei frati che faceva da guida raccomandograve aicompagni di serbare il silenzio e di non prendere negrave toccare nessuna delle coseche si offrirebbero loro alla vista Passano oltre e giungono dopo lungocammino in certe cavitagrave le cui pareti erano doro e dargento misto a pietrepreziose e il suolo sparso di gemme Quivi trovano una immagine gigantescadi donna di terribile aspetto Uno dei frati si lascia vincere dalla tentazione eraccoglie di terra una gemma Incontanente si spengono i lumi tra le mani degliesploratori che a grande stento in mezzo alla piugrave profonda oscuritagrave e perangusti e malagevoli meati riescono a ritrovare luscita342 Questa credenza egrave espressa in molte opere ascetiche e storiche come pure inparecchi misteri della venuta dellAnticristo e del Giudizio Universale Nella

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toccati e chi sattenta di portarvi la mano egrave punito della temeritagravesua341 Di solito il custode egrave un drago o un cane diabolico Nonmindugio a ricercare il mito primitivo che certamente sinasconde sotto a questa popolare credenza ma faccio osservareche nel medio evo si aveva una ragione specialissima per credereche i tesori sepolti non potessero essere involati Credevasi cheessi fossero serbati allAnticristo il quale se ne gioverebbe perprocacciarsi aderenti e per premiare i suoi apostoli342 Perograve i

341 Siami lecito di recarne qualche altro esempio In unopera manoscritta in piugravevolumi che si conserva nella Bibl Nat di Parigi segnata Fr 377-379 eintitolata Histoire du monde si legge nel v III f 44 v 45 r la storia seguenteche si spaccia tratta da Plinio laquoComme il nous baille exemple de cellui quiavoit mis son tresor a lentree de ung petit porche soubz le pavement qui estoitdarain par dessoubz et estoit concave et le raemplit tout de vif argent et leansavoit ymaiges de serpens et de grans villains qui tenoient en leurs poins grosbastons et grosses massues Et si y avoit des archiers tenans arcs entenduz etflesches encochiees Et se aucun leans entroit au premier pas quil faisoit leanstous le pois du vif argent se enclinoit la pesanteur Et ainsi esmouvoit toutes lesdictes ymaiges selon ycelles diverses proporcions Et sembloit que les serpensqui avoient la gueulle ouverte deussent devourer touz ceulx qui leans vouloiententrer Et aussi les archiers gectoient et tiroient leurs fleiches contre ceulx quileans vouloient entrer Et les villains de leurs gros bastons se esforccediloient defort ferir Et ainsi les larrons qui les tresors de leans vouloient ravir et emblersen retournoient et fuyoient touz esbahis et espoventes de la faerie et desenchantemens dessusdiz sans rien des tresors de leans emporterraquo RaccontalHAPPEL nelle sue Groumlste Denkwuumlrdigkeiten der Welt oder sogenannteRelationes curiosae Amburgo 1663 segg parte 1a p 229 segg che uncavaliere tedesco e alcuni frati napoletani penetrarono una volta nella Grottadella Sibilla presso Pozzuoli Uno dei frati che faceva da guida raccomandograve aicompagni di serbare il silenzio e di non prendere negrave toccare nessuna delle coseche si offrirebbero loro alla vista Passano oltre e giungono dopo lungocammino in certe cavitagrave le cui pareti erano doro e dargento misto a pietrepreziose e il suolo sparso di gemme Quivi trovano una immagine gigantescadi donna di terribile aspetto Uno dei frati si lascia vincere dalla tentazione eraccoglie di terra una gemma Incontanente si spengono i lumi tra le mani degliesploratori che a grande stento in mezzo alla piugrave profonda oscuritagrave e perangusti e malagevoli meati riescono a ritrovare luscita342 Questa credenza egrave espressa in molte opere ascetiche e storiche come pure inparecchi misteri della venuta dellAnticristo e del Giudizio Universale Nella

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diavoli nerano fatti naturali e legittimi custodi Quanto al villanodi bronzo che nel racconto del monaco di Barcellona impediscelaccesso aglintrusi esso ha molti riscontri nella letteraturaromanzesca del medio evo

Dei tesori di Ottaviano si parla ancora in alcune versioni delLibro dei Sette Savii lagrave dove si narra la storia del tesoriereinfedele che colto in un tranello tesogli dal suo signore per nonessere riconosciuto e per salvare dallinfamia segrave e la famigliapropria si fa mozzare il capo dal figliuolo (Gaza)343 Ottaviano egraverappresentato in questo racconto quale un grande amatore eraccoglitore di ricchezze

testegrave citata Histoire du monde v III f 45 r e v si trova a tale proposito ilseguente passo laquoItem dit Plinius que moult de telz tresors sont muciez soubzles montaignes qui sont la reservez jusques au temps de lAntecrist Et nousmet exemple de cellui a qui le deable dist laquolaquoQuant tu tel tresor treuves tu ne lepuez avoir ne possider car nostre maistre Lucifer le reserve et gardediligemment pour son grant amy Antecrist qui brief viendra qui a ses bonsamis lors les departiraraquoraquo Item dit Plinius que en Appule pres de Naplescomme dit la commune et ancienne opinion a dessoubz les montaignes granset nobles palais ou moult a de grans tresors qui la sont par enchantementcachiez et muciez par science diabolique lesquels sont aus hommesimpossibles a trouverraquo In questo curioso libro molte altre strane favole sitrovano riferite sotto il nome di Plinio o di Solino343 Nel Dolophatos di GIOVANNI DI ALTA SELVA che egrave il testo primitivo latino ilnome di Ottaviano ancora non comparisce laquoFuit antiquo tempore rex quidammagnus et potens qui congregandi thesauros maximam curam habens magnealtitudinis turrim auro argento preciosisque quibusque rebus usque adsummum repleveratraquo Ed dellOesterley Strasburgo e Londra 1873 p 45Esso si trova invece nel racconto della Diocletianus Leben di HANS VON BUEHELnella versione catalana dei Sette Savii nel Romans des Sept Sages pubblicatodal Keller e in parecchie altre versioni francesi nelle versioni italiane eccAnche qui abbiamo uno dei soliti casi di attrazione Questa storia ricompariscema molto alterata nel Pecorone Giorn IX nov 1a Nei Compassionevoliavvenimenti di Erasto c XV il fatto si pone in Egitto ed egrave noto che in origineesso egrave quello stesso della storia del re Rampsinit narrata da Erodoto o dellastoria di Trofonio narrata da Pausania V Altdeutsche Blaumltter dellHAUPT 1835p 143

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diavoli nerano fatti naturali e legittimi custodi Quanto al villanodi bronzo che nel racconto del monaco di Barcellona impediscelaccesso aglintrusi esso ha molti riscontri nella letteraturaromanzesca del medio evo

Dei tesori di Ottaviano si parla ancora in alcune versioni delLibro dei Sette Savii lagrave dove si narra la storia del tesoriereinfedele che colto in un tranello tesogli dal suo signore per nonessere riconosciuto e per salvare dallinfamia segrave e la famigliapropria si fa mozzare il capo dal figliuolo (Gaza)343 Ottaviano egraverappresentato in questo racconto quale un grande amatore eraccoglitore di ricchezze

testegrave citata Histoire du monde v III f 45 r e v si trova a tale proposito ilseguente passo laquoItem dit Plinius que moult de telz tresors sont muciez soubzles montaignes qui sont la reservez jusques au temps de lAntecrist Et nousmet exemple de cellui a qui le deable dist laquolaquoQuant tu tel tresor treuves tu ne lepuez avoir ne possider car nostre maistre Lucifer le reserve et gardediligemment pour son grant amy Antecrist qui brief viendra qui a ses bonsamis lors les departiraraquoraquo Item dit Plinius que en Appule pres de Naplescomme dit la commune et ancienne opinion a dessoubz les montaignes granset nobles palais ou moult a de grans tresors qui la sont par enchantementcachiez et muciez par science diabolique lesquels sont aus hommesimpossibles a trouverraquo In questo curioso libro molte altre strane favole sitrovano riferite sotto il nome di Plinio o di Solino343 Nel Dolophatos di GIOVANNI DI ALTA SELVA che egrave il testo primitivo latino ilnome di Ottaviano ancora non comparisce laquoFuit antiquo tempore rex quidammagnus et potens qui congregandi thesauros maximam curam habens magnealtitudinis turrim auro argento preciosisque quibusque rebus usque adsummum repleveratraquo Ed dellOesterley Strasburgo e Londra 1873 p 45Esso si trova invece nel racconto della Diocletianus Leben di HANS VON BUEHELnella versione catalana dei Sette Savii nel Romans des Sept Sages pubblicatodal Keller e in parecchie altre versioni francesi nelle versioni italiane eccAnche qui abbiamo uno dei soliti casi di attrazione Questa storia ricompariscema molto alterata nel Pecorone Giorn IX nov 1a Nei Compassionevoliavvenimenti di Erasto c XV il fatto si pone in Egitto ed egrave noto che in origineesso egrave quello stesso della storia del re Rampsinit narrata da Erodoto o dellastoria di Trofonio narrata da Pausania V Altdeutsche Blaumltter dellHAUPT 1835p 143

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Octoviiens fu ia a rommeEn cest siecle not plus sage hommeNe miels amast argent ne orEm pluisors lius fu son tresor344

laquoIn questa cittagrave ebbe un nperatore chiamato Ottaviano cheamograve piugrave loro e largiento che altre cose e amollo tanto chenempiegrave tutta la Torre della Luna345raquo

A poco a poco il liberale e magnifico Augusto si trasforma inun principe cupido e avaro In alcune versioni dei GestaRomanorum e del Libro dei Sette Savii si narra chegli per aviditagravedi tesoro lasciograve distruggere la Salvatio da certi fraudolentiemissarii dei nemici di Roma come si diragrave piugrave distesamente nelcapitolo che segue Nella versione tedesca dei Sette Saviistampata in Augsburgo nel 1488 si dice che in pena di ciograve egli fusotterrato vivo con la bocca piena doro Cosigrave toccava in certomodo ad Augusto la sorte di Marco Crasso346

Giacomo da Voragine racconta nella Legenda aurea347 unastoriella assai appropriata al concetto che nel medio evo si ebbedella ricchezza dei Romani Quando a Roma si prese a costruire ilPantheon di forma rotonda per significare leternitagrave degli dei sivide che stante lampiezza del giro non sarebbe stato possibile dialzare con gli ajuti ordinari la testudine ossia la cupola Allora344 Li romans des sept sages pubblicato dal KELLER Tubinga 1836 v 2850-3345 Il Libro dei Sette Savj di Roma edito dal DANCONA Pisa 1864 p 27 Iltesto francese di cui litaliano altro non egrave che una traduzione nomina qui la tordel Croissant la quale si trova ricordata pure nel poema intitolato Ladestruction de Rome nel Balan e altrove Gaston Paris crede si tratti del CastelSantAngelo che spesso si trova chiamato Castellum Crescentii (Histoirepoeacutetique de Charlemagne Parigi 1865 p 251) ed egrave probabile congetturaGiova ricordare tuttavia che verano ancora in Roma la torre Crescenza diproprietagrave dei Crescenzii fuori Porta Flaminia e la torre di Crescenzioaltrimenti detta di Cola di Rienzo o casa di Pilato346 V SCHMIDT Beitraumlge zur Geschichte der romantischen Poesie Berlino1818 p 119-24 Enenkel racconta che a Claudio fu versato in bocca dellorofuso Cf MASSMANN Kaiserchronik V III pp 632-3347 Ed del Graumlsse c CLXII (157)

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Octoviiens fu ia a rommeEn cest siecle not plus sage hommeNe miels amast argent ne orEm pluisors lius fu son tresor344

laquoIn questa cittagrave ebbe un nperatore chiamato Ottaviano cheamograve piugrave loro e largiento che altre cose e amollo tanto chenempiegrave tutta la Torre della Luna345raquo

A poco a poco il liberale e magnifico Augusto si trasforma inun principe cupido e avaro In alcune versioni dei GestaRomanorum e del Libro dei Sette Savii si narra chegli per aviditagravedi tesoro lasciograve distruggere la Salvatio da certi fraudolentiemissarii dei nemici di Roma come si diragrave piugrave distesamente nelcapitolo che segue Nella versione tedesca dei Sette Saviistampata in Augsburgo nel 1488 si dice che in pena di ciograve egli fusotterrato vivo con la bocca piena doro Cosigrave toccava in certomodo ad Augusto la sorte di Marco Crasso346

Giacomo da Voragine racconta nella Legenda aurea347 unastoriella assai appropriata al concetto che nel medio evo si ebbedella ricchezza dei Romani Quando a Roma si prese a costruire ilPantheon di forma rotonda per significare leternitagrave degli dei sivide che stante lampiezza del giro non sarebbe stato possibile dialzare con gli ajuti ordinari la testudine ossia la cupola Allora344 Li romans des sept sages pubblicato dal KELLER Tubinga 1836 v 2850-3345 Il Libro dei Sette Savj di Roma edito dal DANCONA Pisa 1864 p 27 Iltesto francese di cui litaliano altro non egrave che una traduzione nomina qui la tordel Croissant la quale si trova ricordata pure nel poema intitolato Ladestruction de Rome nel Balan e altrove Gaston Paris crede si tratti del CastelSantAngelo che spesso si trova chiamato Castellum Crescentii (Histoirepoeacutetique de Charlemagne Parigi 1865 p 251) ed egrave probabile congetturaGiova ricordare tuttavia che verano ancora in Roma la torre Crescenza diproprietagrave dei Crescenzii fuori Porta Flaminia e la torre di Crescenzioaltrimenti detta di Cola di Rienzo o casa di Pilato346 V SCHMIDT Beitraumlge zur Geschichte der romantischen Poesie Berlino1818 p 119-24 Enenkel racconta che a Claudio fu versato in bocca dellorofuso Cf MASSMANN Kaiserchronik V III pp 632-3347 Ed del Graumlsse c CLXII (157)

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si pensograve di riempiere di terra mescolata con denari tutto il vanodelledifizio mano mano che le mura crescevano sopra suolo Aquesto modo si potegrave compiere agevolmente lopera e compiutache fu si diede licenza a chiunque volesse trar fuori di quellaterra di appropriarsi le monete che vi avrebbe trovato Accorsegran moltitudine di gente e in poco dora fu votato il tempio

Per concludere ricorderograve ancora una favola rabbinica la qualespiega molto bene a suo modo lopulenza romana Nel trattatoPesachim del Talmud348 si narra come largento e loro di tutto ilmondo raccolti da Giuseppe in Egitto passando da uno ad unaltro popolo da uno ad un altro principe furono portatifinalmente in Roma Gli Ebrei che primi li tolsero agli Egizii neridiventeranno padroni quando venga il Messia

Negrave certo il concetto che il medio evo si formograve della ricchezzadi Roma puograve dirsi esagerato se si pensa che come or oravedremo il solo Campidoglio era stimato valere la terza parte ditutto il mondo

348 EISENMENGER Entdecktes Judenthum p 769-70155

si pensograve di riempiere di terra mescolata con denari tutto il vanodelledifizio mano mano che le mura crescevano sopra suolo Aquesto modo si potegrave compiere agevolmente lopera e compiutache fu si diede licenza a chiunque volesse trar fuori di quellaterra di appropriarsi le monete che vi avrebbe trovato Accorsegran moltitudine di gente e in poco dora fu votato il tempio

Per concludere ricorderograve ancora una favola rabbinica la qualespiega molto bene a suo modo lopulenza romana Nel trattatoPesachim del Talmud348 si narra come largento e loro di tutto ilmondo raccolti da Giuseppe in Egitto passando da uno ad unaltro popolo da uno ad un altro principe furono portatifinalmente in Roma Gli Ebrei che primi li tolsero agli Egizii neridiventeranno padroni quando venga il Messia

Negrave certo il concetto che il medio evo si formograve della ricchezzadi Roma puograve dirsi esagerato se si pensa che come or oravedremo il solo Campidoglio era stimato valere la terza parte ditutto il mondo

348 EISENMENGER Entdecktes Judenthum p 769-70155

CAPITOLO VI

La potenza di Roma

La memoria della potenza formidabile e dello sconfinatoimpero di Roma eccita in particolar modo le fantasie nel medioevo Se pochi ricordano che nel nome stesso di Roma siconteneva secondo una delle etimologie spacciate giagrave dagliantichi come un vaticinio della potenza futura (ρώmicroη) se pochiconoscono laltro nome di Valenza onde pure sera fregiata untempo la cittagrave dominatrice del mondo molti immaginano che lapotenza romana sia stata cosigrave grande sin dal principio come fusolamente di poi Costoro non sanno figurarsi una Roma umile edebole349

In sul chiudersi dellevo antico quando giagrave della passatafortuna non altro rimane che un doloroso ricordo Simmacochiama ancora Roma arx terrarum Durante tutto il medio evonei tempi piugrave sciagurati in fondo alla maggior miseria Romaserba unaria di signoria che impone rispetto

Se non che quella potenza che non ebbe leguale nel mondoappare agli spiriti inesplicabile e miracolosa Mal note lecondizioni della vita antica ignorati affatto gli espedienti e iprocedimenti della politica e dellamministrazione di Roma di cuinoi stessi dopo i lunghi studii fatti intendiamo a mala pena ilcomplicato e vigoroso meccanismo non era possibile alloratrovare la spiegazione puramente naturale dellincontrastato edincontrastabile dilargarsi della dominazione romana sopra laterra Non sintendevano quelle spedizioni audaci e glorioseeseguite con lanimo stesso e con la stessa prontezza con cuierano decretate non sintendevano quei trionfi mirabili per cuivaste inesplorate regioni diventavano dalloggi al domani349 Giovanni dOutremeuse dagrave a Romolo e agli altri re il titolo dimperatori sinoda allora i Romani signoreggiarono tutto il mondo

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CAPITOLO VI

La potenza di Roma

La memoria della potenza formidabile e dello sconfinatoimpero di Roma eccita in particolar modo le fantasie nel medioevo Se pochi ricordano che nel nome stesso di Roma siconteneva secondo una delle etimologie spacciate giagrave dagliantichi come un vaticinio della potenza futura (ρώmicroη) se pochiconoscono laltro nome di Valenza onde pure sera fregiata untempo la cittagrave dominatrice del mondo molti immaginano che lapotenza romana sia stata cosigrave grande sin dal principio come fusolamente di poi Costoro non sanno figurarsi una Roma umile edebole349

In sul chiudersi dellevo antico quando giagrave della passatafortuna non altro rimane che un doloroso ricordo Simmacochiama ancora Roma arx terrarum Durante tutto il medio evonei tempi piugrave sciagurati in fondo alla maggior miseria Romaserba unaria di signoria che impone rispetto

Se non che quella potenza che non ebbe leguale nel mondoappare agli spiriti inesplicabile e miracolosa Mal note lecondizioni della vita antica ignorati affatto gli espedienti e iprocedimenti della politica e dellamministrazione di Roma di cuinoi stessi dopo i lunghi studii fatti intendiamo a mala pena ilcomplicato e vigoroso meccanismo non era possibile alloratrovare la spiegazione puramente naturale dellincontrastato edincontrastabile dilargarsi della dominazione romana sopra laterra Non sintendevano quelle spedizioni audaci e glorioseeseguite con lanimo stesso e con la stessa prontezza con cuierano decretate non sintendevano quei trionfi mirabili per cuivaste inesplorate regioni diventavano dalloggi al domani349 Giovanni dOutremeuse dagrave a Romolo e agli altri re il titolo dimperatori sinoda allora i Romani signoreggiarono tutto il mondo

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province di Roma e diventavano soggetti di Roma popoli barbarie bellicosi insofferenti di giogo Per intendere ciograve bisognavanecessariamente ricorrere alle spiegazioni soprannaturali che pergiunta erano le piugrave omogenee allo spirito dei tempi e le piugravecomunemente accette Si disse che Roma chiamata a preparare ilmondo alla venuta del Redentore era per decreto della stessaProvvidenza destinata a soggiogare tutti i popoli si disse chesoggiacendo essa al segno del Leone doveva per virtugrave dinflussicelesti ottenere necessariamente luniversale dominio350 e si disseancora che con arti magiche essa provvide alla sicurezza e allagloria propria Ed ecco qui presentarcisi la leggenda famosa dellaSalvatio Romae della quale ora intendo discorrere alquantodiffusamente

Il vigore con cui da Roma si tenevano sotto il giogo tanti ecosigrave diversi popoli la prontezza con che si reprimevano leribellioni facevano stupire Nella Kaiserchronik si dice che aiRomani nessuno poteva resistere negrave in terra negrave in mare351 eBenzone nel suo scritto Ad Heinricum IV imperatorem inseriscequesti versi352

Sicubi forte surgebat nociva sedicioUt in coelis est exorta in rerum initioProtinus suffocabatur Romano iudicioTunc humanitas vacabat omni gravi vicio

Alla pronta repressione delle ribellioni Roma aveva provvedutoappunto con la Salvatio artifizio magico singolarissimo che disolito si pone in Campidoglio350 ALBERTO DA CARRARA De constitutione mundi trattato XIV c 4351 V 211-4

weder ucircf der erde noch ucircf dem merenemohte sich ir nieman irwerensie ne wurden in gehoumlrsamunde ze Rome undertacircn

352 L I ap PERTZ Script t XI p 598157

province di Roma e diventavano soggetti di Roma popoli barbarie bellicosi insofferenti di giogo Per intendere ciograve bisognavanecessariamente ricorrere alle spiegazioni soprannaturali che pergiunta erano le piugrave omogenee allo spirito dei tempi e le piugravecomunemente accette Si disse che Roma chiamata a preparare ilmondo alla venuta del Redentore era per decreto della stessaProvvidenza destinata a soggiogare tutti i popoli si disse chesoggiacendo essa al segno del Leone doveva per virtugrave dinflussicelesti ottenere necessariamente luniversale dominio350 e si disseancora che con arti magiche essa provvide alla sicurezza e allagloria propria Ed ecco qui presentarcisi la leggenda famosa dellaSalvatio Romae della quale ora intendo discorrere alquantodiffusamente

Il vigore con cui da Roma si tenevano sotto il giogo tanti ecosigrave diversi popoli la prontezza con che si reprimevano leribellioni facevano stupire Nella Kaiserchronik si dice che aiRomani nessuno poteva resistere negrave in terra negrave in mare351 eBenzone nel suo scritto Ad Heinricum IV imperatorem inseriscequesti versi352

Sicubi forte surgebat nociva sedicioUt in coelis est exorta in rerum initioProtinus suffocabatur Romano iudicioTunc humanitas vacabat omni gravi vicio

Alla pronta repressione delle ribellioni Roma aveva provvedutoappunto con la Salvatio artifizio magico singolarissimo che disolito si pone in Campidoglio350 ALBERTO DA CARRARA De constitutione mundi trattato XIV c 4351 V 211-4

weder ucircf der erde noch ucircf dem merenemohte sich ir nieman irwerensie ne wurden in gehoumlrsamunde ze Rome undertacircn

352 L I ap PERTZ Script t XI p 598157

Di tutti gli antichi edifizii di Roma il piugrave famoso nel medioevo egrave il Campidoglio della cui magnificenza si diconomeraviglie e reputato valere a dirittura la terza parte del mondoFondato da Romolo o da altro dei primi re esso era coevo con lacittagrave era il capo di Roma e del mondo la sede del senato lastanza augusta della potestagrave suprema353 Era al tempo stesso untempio un propugnacolo un tribunale Non di rado nelle

353 Capitolium quod erat caput mundi ubi consules et senatores morabantur adgubernandum orbem cuius facies cooperta erat muris altis et firmis diu superfastigium montis vitro et auro undique coopertis et miris operibus laqueatisInfra arcem palatium fuit miris operibus auro et argento et aere et lapidibuspretiosis perornatum ut esset speculum omnibus gentibus Descriptio plenariatotius urbis - Ideo dicebatur aureum Capitolium quia prae omnibus regnistotius orbis pollebat sapientia et decore Id - Capitolium erat caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad gubernandum orbem Cuius faciescooperta erat muris altis et firmis super fastigio montis vitro et auro undiquecoopertis et miris operibus laqueatis ut esset speculum omnibus gentibus Insummitate arcis super porticum crinorum fuit templum Iovis et Monete In quoerat aurea statua Iovis sedens in aureo trono Graphia aureae urbis Romae -Est ibi quoddam castellum quod dicitur Capitolium Fuit caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad consulendum urbem et totum orbemCuius facies cooperta fuit muris altissimis et in sumitate intus ereo et deauratocooperto infra arcem (sic) Quod dicitur tertiam partem mundi valere quod fuitpermagna parte auro et lapidibus pretiosis perornatum GIACOMO DA ACQUIChronicon - In un testo dei Mirabilia che si conserva manoscritto aStoccarda si legge similmente laquoDicebatur tertiam partem mundi valere quodfuit pro magna parte aureum et preciosis lapidibus perornatumraquo (V MASSMANNKaiserchronik v III p 423) Palacii Capitolii adhuc patent vestigia et positoquod multas conditiones mutaverint tamen satis representantur sed templa etalia quae in eo fiunt tacemus per nunc sed dicam inferius posito quod in ruinatotum iam diu sit sed volo tacere Verbum autem per Cassiodorum dictum ubifacit mentionem de septem maioribus aedificiis mundi qui in fine ponit quaemirifica Romae et excelsa Capitolii inextimabilia nomina fuisse et in suoconceptu ignorat dare figuram nec terminum Anonymus Magliabecchianus -(Numa) fundamenta Capitolii iecit quod postea constructum a Romanis unumde septem mirabilibus mundi fuit Nam ipsum Capitolium Romae Salvatiocivium maior quam civitas Chronica regia S Pantaleonis ap ECCARD Corpushistoricorum medii aevi t II p 695 - Capitolium omnium caput arcemqueterrarum PETRARCA Epistola a Filippo di Vitry dellanno 1350 Nella Fiorita di

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Di tutti gli antichi edifizii di Roma il piugrave famoso nel medioevo egrave il Campidoglio della cui magnificenza si diconomeraviglie e reputato valere a dirittura la terza parte del mondoFondato da Romolo o da altro dei primi re esso era coevo con lacittagrave era il capo di Roma e del mondo la sede del senato lastanza augusta della potestagrave suprema353 Era al tempo stesso untempio un propugnacolo un tribunale Non di rado nelle

353 Capitolium quod erat caput mundi ubi consules et senatores morabantur adgubernandum orbem cuius facies cooperta erat muris altis et firmis diu superfastigium montis vitro et auro undique coopertis et miris operibus laqueatisInfra arcem palatium fuit miris operibus auro et argento et aere et lapidibuspretiosis perornatum ut esset speculum omnibus gentibus Descriptio plenariatotius urbis - Ideo dicebatur aureum Capitolium quia prae omnibus regnistotius orbis pollebat sapientia et decore Id - Capitolium erat caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad gubernandum orbem Cuius faciescooperta erat muris altis et firmis super fastigio montis vitro et auro undiquecoopertis et miris operibus laqueatis ut esset speculum omnibus gentibus Insummitate arcis super porticum crinorum fuit templum Iovis et Monete In quoerat aurea statua Iovis sedens in aureo trono Graphia aureae urbis Romae -Est ibi quoddam castellum quod dicitur Capitolium Fuit caput mundi ubiconsules et senatores morabantur ad consulendum urbem et totum orbemCuius facies cooperta fuit muris altissimis et in sumitate intus ereo et deauratocooperto infra arcem (sic) Quod dicitur tertiam partem mundi valere quod fuitpermagna parte auro et lapidibus pretiosis perornatum GIACOMO DA ACQUIChronicon - In un testo dei Mirabilia che si conserva manoscritto aStoccarda si legge similmente laquoDicebatur tertiam partem mundi valere quodfuit pro magna parte aureum et preciosis lapidibus perornatumraquo (V MASSMANNKaiserchronik v III p 423) Palacii Capitolii adhuc patent vestigia et positoquod multas conditiones mutaverint tamen satis representantur sed templa etalia quae in eo fiunt tacemus per nunc sed dicam inferius posito quod in ruinatotum iam diu sit sed volo tacere Verbum autem per Cassiodorum dictum ubifacit mentionem de septem maioribus aedificiis mundi qui in fine ponit quaemirifica Romae et excelsa Capitolii inextimabilia nomina fuisse et in suoconceptu ignorat dare figuram nec terminum Anonymus Magliabecchianus -(Numa) fundamenta Capitolii iecit quod postea constructum a Romanis unumde septem mirabilibus mundi fuit Nam ipsum Capitolium Romae Salvatiocivium maior quam civitas Chronica regia S Pantaleonis ap ECCARD Corpushistoricorum medii aevi t II p 695 - Capitolium omnium caput arcemqueterrarum PETRARCA Epistola a Filippo di Vitry dellanno 1350 Nella Fiorita di

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cronache egrave fatto ricordo del teschio che fu trovato nella terraquando si cavograve per gettarvi le fondamenta e che quasi unsimbolo del futuro primato diede al Campidoglio il suo nome354Nel Roman dEneas di Benedetto di Sainte-More il quale vivevanella seconda metagrave del XII secolo il Campidoglio egrave cosigravedescritto355

Li Capitoiles sist agrave destreHors du chastel agrave une partOugrave furent par comun esgartLi senateur mis pour jugerPour tenir droit pour tort plessierCe fu liex pour tenir les plaizPar merveilleux enging fu fezMoult fu larges et biaus dedenzVoutes et ars y ot II cenzJa ni parlast uns si tres basNe fust oiz en elle pasPar tout le Capitoile entierLi XXIIII senateurI estoient ja esgardeacutePuis ot Romme la poesteacuteDilusc agrave moult lointien sage

Armannino Giudice egrave scritto (conto XXX cod Laurenz pl LXII 12) laquoSeptecolli a dentro a Roma ondella si chiama ciptagrave di VII cholli In su uno di queglicolli il quale nel meczo di Roma risiede ivi fu quello deficio che Campodoglio si chiama il quale per lectera viene a dire campo dItallia perograve che inquello sedeano gli magistrati i quali rendeano ragione aglitaliani e a tucto ilmondo Ma perchegrave Ytalia era membro di Roma decto fu quello luogho dItaliachaporaquo - La magnificenza del Campidoglio fu deplorata come eccessiva daalcuni fra gli stessi scrittori latini I poeti ce lo dipingono sfavillante doro ed egravevero che Stilicone si portograve via le lamine doro che ne vestivano le porte eGenserico le tegole dorate354 V circa questa tradizione ORIOLI Caput Toli e la sua leggenda Annali dicorrispondenza archeologica 1834 Zonara il quale visse nella prima metagrave delXII secolo narra di questo teschio una storia abbastanza stravagante che quinon importa riferire Comp Histor De Romanorum primordiis355 JOLY Op cit v II p 320

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cronache egrave fatto ricordo del teschio che fu trovato nella terraquando si cavograve per gettarvi le fondamenta e che quasi unsimbolo del futuro primato diede al Campidoglio il suo nome354Nel Roman dEneas di Benedetto di Sainte-More il quale vivevanella seconda metagrave del XII secolo il Campidoglio egrave cosigravedescritto355

Li Capitoiles sist agrave destreHors du chastel agrave une partOugrave furent par comun esgartLi senateur mis pour jugerPour tenir droit pour tort plessierCe fu liex pour tenir les plaizPar merveilleux enging fu fezMoult fu larges et biaus dedenzVoutes et ars y ot II cenzJa ni parlast uns si tres basNe fust oiz en elle pasPar tout le Capitoile entierLi XXIIII senateurI estoient ja esgardeacutePuis ot Romme la poesteacuteDilusc agrave moult lointien sage

Armannino Giudice egrave scritto (conto XXX cod Laurenz pl LXII 12) laquoSeptecolli a dentro a Roma ondella si chiama ciptagrave di VII cholli In su uno di queglicolli il quale nel meczo di Roma risiede ivi fu quello deficio che Campodoglio si chiama il quale per lectera viene a dire campo dItallia perograve che inquello sedeano gli magistrati i quali rendeano ragione aglitaliani e a tucto ilmondo Ma perchegrave Ytalia era membro di Roma decto fu quello luogho dItaliachaporaquo - La magnificenza del Campidoglio fu deplorata come eccessiva daalcuni fra gli stessi scrittori latini I poeti ce lo dipingono sfavillante doro ed egravevero che Stilicone si portograve via le lamine doro che ne vestivano le porte eGenserico le tegole dorate354 V circa questa tradizione ORIOLI Caput Toli e la sua leggenda Annali dicorrispondenza archeologica 1834 Zonara il quale visse nella prima metagrave delXII secolo narra di questo teschio una storia abbastanza stravagante che quinon importa riferire Comp Histor De Romanorum primordiis355 JOLY Op cit v II p 320

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Qui di artifizii magici propriamente non si fa parola ma giagraveaccenna a qualche cosa di magico giagrave esprime assaiacconciamente il concetto che i reggitori sedenti in Campidoglioerano in grado di risapere ogni piugrave secreta cosa quanto si dicedella mirabile diffusione dei suoni in tutto ledifizio proprietagrave chefa tornare in mente il famoso Orecchio di Dionigi e la sua anticaleggenda Che il Campidoglio servisse anche di tribunale egravecreduto comunemente A proposito della ingiusta sentenzapronunziata da Teodorico contro Boezio si legge nel noto poemaprovenzale

El capitoli lendema al di clarlai o solien las altras leis jutjarlai veng lo reis sa felnia menar

Fazio degli Uberti fa dire a Roma in un luogo giagrave citato delDittamondo356

Vedi lantico e ricco CampidoglioQuello era il capo mio e dir potreiDi tutto il mondo laltezza e lorgoglio

Si ricordava che nel Campidoglio era stato il tempio e ilsimulacro di Giove conservatore o custode357 e imperatori e poetinon potevano bramare piugrave solenne onoranza che di ricevere inCampidoglio quelli la corona imperiale questi la corona poeticaI Mirabilia e la Graphia pongono la Salvatio in Campidoglio edicono comera composta Cerano tante statue quanti erano iregni di tutto il mondo e ciascuna aveva un campanello appeso al

356 L II c 31357 Ciograve egrave ricordato anche da RANULFO HIGDEN Polychronicon l I c 24 laquoItem inCapitolio quod erat altis muris vitro et auro coopertis quasi speculum mundisublimiter erectum ubi consules et senatores mundum regebant erat templumIovis in quo statua Iovis aurea in throno aureo erat sedensraquo

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Qui di artifizii magici propriamente non si fa parola ma giagraveaccenna a qualche cosa di magico giagrave esprime assaiacconciamente il concetto che i reggitori sedenti in Campidoglioerano in grado di risapere ogni piugrave secreta cosa quanto si dicedella mirabile diffusione dei suoni in tutto ledifizio proprietagrave chefa tornare in mente il famoso Orecchio di Dionigi e la sua anticaleggenda Che il Campidoglio servisse anche di tribunale egravecreduto comunemente A proposito della ingiusta sentenzapronunziata da Teodorico contro Boezio si legge nel noto poemaprovenzale

El capitoli lendema al di clarlai o solien las altras leis jutjarlai veng lo reis sa felnia menar

Fazio degli Uberti fa dire a Roma in un luogo giagrave citato delDittamondo356

Vedi lantico e ricco CampidoglioQuello era il capo mio e dir potreiDi tutto il mondo laltezza e lorgoglio

Si ricordava che nel Campidoglio era stato il tempio e ilsimulacro di Giove conservatore o custode357 e imperatori e poetinon potevano bramare piugrave solenne onoranza che di ricevere inCampidoglio quelli la corona imperiale questi la corona poeticaI Mirabilia e la Graphia pongono la Salvatio in Campidoglio edicono comera composta Cerano tante statue quanti erano iregni di tutto il mondo e ciascuna aveva un campanello appeso al

356 L II c 31357 Ciograve egrave ricordato anche da RANULFO HIGDEN Polychronicon l I c 24 laquoItem inCapitolio quod erat altis muris vitro et auro coopertis quasi speculum mundisublimiter erectum ubi consules et senatores mundum regebant erat templumIovis in quo statua Iovis aurea in throno aureo erat sedensraquo

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collo Quando un regno insorgeva contro la signoria di Roma ilcampanello di quella tale statua che stava a rappresentarlo inCampidoglio ne dava annunzio sonando Allora i sacerdoti cheavevano quelle statue in custodia ne avvertivano il senato e ilsenato incontanente mandava le sue legioni a reprimere laribellione Cosigrave fu fatta la spedizione di Agrippa e quella di Deciocontro i Persiani Io espongo anzi tutto la leggendaconformemente alla versione che se ne ha nei Mirabilia e nellaGraphia perchegrave i Mirabilia e la Graphia rappresentano in certomodo la maturitagrave delle leggende medievali intorno a Roma mafanno menzione della Salvatio assai prima un testo latino dellXIsecolo conservato nella Vaticana358 lAnonimo Salernitano nellasua Cronaca composta verso il 978359 sul cui racconto dovrogravetornare fra breve San Cosma di Gerusalemme (Agiopolita) nelsecolo VIII360 lautore del citato opuscolo De septem miraculismundi361 Tutti costoro pongono la Salvatio nel Campidoglio Se358 Pubblicato dal PRELLER nel Philologus v I p 103359 Ad a 886 ap PERTZ Script t III p 538-9360 Nel commento al carme CI di San Gregorio Nazianzeno ap MAISpicilegium Romanum v II parte 2a p 221 οἱ δὲ φασὶ τὸ lsquoΡώmicroηςΚαπειτώλιον ἔστι γαρ κτίσmicroα microέγα περιβόλοις συνεχὀmicroενον ἐν ᾦ πλήθηζωδίων εστίν καὶ σηειον ἑκάσω τούτων ἦν ποτὲ καὶ γαρ φασὶ κώδονας ἐκχειρός ἀποκρεmicroασθηναι τουτών ζωδίον δὲ κατrsquo εθνος ἧν ἅπαν ὄπερ φησινἐσήmicroαινεν διὰ του κώδονος τὴν οὕπερ εἰκονίζει κίνησιν ἐσθrsquo ὅτε πολεmicroικὴνἔθνους πολλα δὲ καὶ αλλα θαύmicroατα αξια κατὰ rsquoΡώmicroην ἐστίν361 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quam civitasibique fuerunt gentium a Romanis captarum statuae vel deorum imagines etin statuarum pectoribus nomina gentium scripta quae a Romanis capta fuerantet tintinnabula in collibus eorum appensa Sacerdotes autem pervigiles diebuset noctibus per vices ad harum custodiam curam habentes intendebant siquaelibet eorum moveretur sonum mox faciente tintinnabulo ut scirent quaegens romanis rebellaret Hoc autem cognito romanis principibus verbo velscripto nunciabant ut scirent ad quam gentem reprimendam exercitum moxdestinare deberentraquo - Il testo giagrave ricordato del codice di Wessobrun fattoconoscere dal Docen (V KELLER Li Romans des Sept Sages p CCVII) suonapresso a poco lo stesso laquoVII Miracula Primum Capitolium Romae salu[a]tiototius [middotmiddot] quia civitas civium et ibi consecratio statuarum omnium gentium

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collo Quando un regno insorgeva contro la signoria di Roma ilcampanello di quella tale statua che stava a rappresentarlo inCampidoglio ne dava annunzio sonando Allora i sacerdoti cheavevano quelle statue in custodia ne avvertivano il senato e ilsenato incontanente mandava le sue legioni a reprimere laribellione Cosigrave fu fatta la spedizione di Agrippa e quella di Deciocontro i Persiani Io espongo anzi tutto la leggendaconformemente alla versione che se ne ha nei Mirabilia e nellaGraphia perchegrave i Mirabilia e la Graphia rappresentano in certomodo la maturitagrave delle leggende medievali intorno a Roma mafanno menzione della Salvatio assai prima un testo latino dellXIsecolo conservato nella Vaticana358 lAnonimo Salernitano nellasua Cronaca composta verso il 978359 sul cui racconto dovrogravetornare fra breve San Cosma di Gerusalemme (Agiopolita) nelsecolo VIII360 lautore del citato opuscolo De septem miraculismundi361 Tutti costoro pongono la Salvatio nel Campidoglio Se358 Pubblicato dal PRELLER nel Philologus v I p 103359 Ad a 886 ap PERTZ Script t III p 538-9360 Nel commento al carme CI di San Gregorio Nazianzeno ap MAISpicilegium Romanum v II parte 2a p 221 οἱ δὲ φασὶ τὸ lsquoΡώmicroηςΚαπειτώλιον ἔστι γαρ κτίσmicroα microέγα περιβόλοις συνεχὀmicroενον ἐν ᾦ πλήθηζωδίων εστίν καὶ σηειον ἑκάσω τούτων ἦν ποτὲ καὶ γαρ φασὶ κώδονας ἐκχειρός ἀποκρεmicroασθηναι τουτών ζωδίον δὲ κατrsquo εθνος ἧν ἅπαν ὄπερ φησινἐσήmicroαινεν διὰ του κώδονος τὴν οὕπερ εἰκονίζει κίνησιν ἐσθrsquo ὅτε πολεmicroικὴνἔθνους πολλα δὲ καὶ αλλα θαύmicroατα αξια κατὰ rsquoΡώmicroην ἐστίν361 laquoQuod primum est Capitolium Romae salvatio civium major quam civitasibique fuerunt gentium a Romanis captarum statuae vel deorum imagines etin statuarum pectoribus nomina gentium scripta quae a Romanis capta fuerantet tintinnabula in collibus eorum appensa Sacerdotes autem pervigiles diebuset noctibus per vices ad harum custodiam curam habentes intendebant siquaelibet eorum moveretur sonum mox faciente tintinnabulo ut scirent quaegens romanis rebellaret Hoc autem cognito romanis principibus verbo velscripto nunciabant ut scirent ad quam gentem reprimendam exercitum moxdestinare deberentraquo - Il testo giagrave ricordato del codice di Wessobrun fattoconoscere dal Docen (V KELLER Li Romans des Sept Sages p CCVII) suonapresso a poco lo stesso laquoVII Miracula Primum Capitolium Romae salu[a]tiototius [middotmiddot] quia civitas civium et ibi consecratio statuarum omnium gentium

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lopuscolo De septem miraculis mundi fosse veramente di Bedala descrizione che vi si contiene sarebbe fra tutte la piugrave antica erisalirebbe al secolo VII ma ad ogni modo trovandosi essa comeho accennato piugrave sopra (v p 112 n 10) anche in un codicedellottavo secolo e di questo medesimo secolo essendo quella diSan Cosma noi abbiamo piena certezza che la leggenda indiscorso era giagrave sorta e costituita nel settecento Ma nulla vieta dicredere che fosse anche piugrave antica e che lorigine sua risalga aitempi della giagrave inoltrata decadenza di Roma quando piugravemeravigliosa pareva lantica fortuna e si stentava a intenderne leragioni

Il Campidoglio era certo per la Salvatio il ricetto piugrave acconcioe piugrave degno e quivi noi lo vediam porre dagli scrittori piugrave antichiche ne fecero memoria e quivi ancora da molti altri che venneropoi come Giacomo da Acqui Armannino Giudice lAutore deiFaictz merveilleux de Virgile ecc ecc Ma in seguito per quellamobilitagrave propria e nativa delle immaginazioni popolari per cuifacilmente si tramutano da persona a persona e da luogo a luogonoi vediamo la Salvatio in forza di certe suggestioni fantastichepiugrave o meno facili a essere riconosciute trasferita in altri fra i piugrave

quia [quae] statuae scripta nomina in pectore gentis cujus imaginem tenebantgestabant et tintinnabulum in collo uniuscujusque statuae erat et sacerdotesdie ac nocte semper vigilantes custodiebant et quae gens in rebellumconsurgere conabatur contra Romanorum imperium statua illius gentisconmovebatur et tintinnabula in collo illius resonabant ita ut scriptum nomencontinuo sacerdos principibus deportaret et ipsi absque mora exercitum adreprimendam gentem dirigerentraquo - Per opportunitagrave di confronto ecco anche iltesto pubblicato dal Preller laquoMiraculum primum Capitolium Romae tutiusquam civitas civium Et ibi consecratio statuarum omnium gentium quaescripta nomina in pectore gentis cuius imaginem tenebant gestabant ettintinnabulum in collo uniuscuiusque statuae erat et sacerdotes die ac noctesemper vicibus vigilantes eas custodiebant et quae gens in rebellionemconsurgere conabatur contra romanum imperium statua illius commovebaturet tintinnabulum in collo illius resonabat ita ut scriptum nomen continuosacerdotes principibus deportarent et ipsi absque mora exercitum adreprimendam eandem gentem dirigerentraquo

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lopuscolo De septem miraculis mundi fosse veramente di Bedala descrizione che vi si contiene sarebbe fra tutte la piugrave antica erisalirebbe al secolo VII ma ad ogni modo trovandosi essa comeho accennato piugrave sopra (v p 112 n 10) anche in un codicedellottavo secolo e di questo medesimo secolo essendo quella diSan Cosma noi abbiamo piena certezza che la leggenda indiscorso era giagrave sorta e costituita nel settecento Ma nulla vieta dicredere che fosse anche piugrave antica e che lorigine sua risalga aitempi della giagrave inoltrata decadenza di Roma quando piugravemeravigliosa pareva lantica fortuna e si stentava a intenderne leragioni

Il Campidoglio era certo per la Salvatio il ricetto piugrave acconcioe piugrave degno e quivi noi lo vediam porre dagli scrittori piugrave antichiche ne fecero memoria e quivi ancora da molti altri che venneropoi come Giacomo da Acqui Armannino Giudice lAutore deiFaictz merveilleux de Virgile ecc ecc Ma in seguito per quellamobilitagrave propria e nativa delle immaginazioni popolari per cuifacilmente si tramutano da persona a persona e da luogo a luogonoi vediamo la Salvatio in forza di certe suggestioni fantastichepiugrave o meno facili a essere riconosciute trasferita in altri fra i piugrave

quia [quae] statuae scripta nomina in pectore gentis cujus imaginem tenebantgestabant et tintinnabulum in collo uniuscujusque statuae erat et sacerdotesdie ac nocte semper vigilantes custodiebant et quae gens in rebellumconsurgere conabatur contra Romanorum imperium statua illius gentisconmovebatur et tintinnabula in collo illius resonabant ita ut scriptum nomencontinuo sacerdos principibus deportaret et ipsi absque mora exercitum adreprimendam gentem dirigerentraquo - Per opportunitagrave di confronto ecco anche iltesto pubblicato dal Preller laquoMiraculum primum Capitolium Romae tutiusquam civitas civium Et ibi consecratio statuarum omnium gentium quaescripta nomina in pectore gentis cuius imaginem tenebant gestabant ettintinnabulum in collo uniuscuiusque statuae erat et sacerdotes die ac noctesemper vicibus vigilantes eas custodiebant et quae gens in rebellionemconsurgere conabatur contra romanum imperium statua illius commovebaturet tintinnabulum in collo illius resonabat ita ut scriptum nomen continuosacerdotes principibus deportarent et ipsi absque mora exercitum adreprimendam eandem gentem dirigerentraquo

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cospicui edifizii di Roma e cioegrave nel Pantheon362 nel Colosseo363nel Tempio della Concordia364 Il Libro Imperiale la mette inistretta relazione col tempio di Giano nel passo seguente365 laquoUnaporta artificiata era in Roma sotto el monte Giannicolo doveanticamente abitograve lo re Jano primo re dItalia da cui egrave nominato elmonte Giannicolo La detta porta era di metallo ornatamaravigliosamente et con grande artificio perograve che quando

362 Nel Pantheon la pone una versione tedesca dei Mirabilia (Manoscrittodella Biblioteca di Corte in Vienna n 2962) laquoDer ander tempel waz genantPantheon auf dem tempel waz Thybilles (Cibeles) dye solt sein ain muteraller abgoter zw der fussen waren schilde von allen landen von wan der manchoem so sach er an dem schilde welchen enden sein lant lag do er von wazund geziret mit golde dye selbige Tbybilles und mit edeln gestaine der underden fussen mit merswein und mit pfaben dye waren schon und rain verguldetIn dem selben tempel waren also vil sawlen ale rechter fursten tuem und reichwaren in der welt und auf ieglicher seweln waz ain abgot von dem lande undhet ain glocken an seinem hals und dyenten dem pilde als ain fraw undwelche lande sich wider satezet wyder Rom und wyder romisches reich sowendet sich der abgot des landes und umb cheret den ruecke gegen dem pildevon Rom und dy glocken dy der abgot an den hals het dy lawlet sich selbenSo taten dann dy huter des tempels daz ze wyssen den senatoren und derherschaft zw Capitoli dy santen dann aues in dy finsternues der ritterschaft dazman daz lant wyder erscrhitte (sic) und erchrieget Der selbige tempel ist nuegenant ad sanctam Mariam Rotundamraquo Vedi una descrizione in tutto simile aquesta ma tratta da una versione tedesca dei Gesta romanorum nel v III dellaKaiserchronik del MASSMANN p 423 Giovanni Lydgate nella sua versione deltrattato del Boccaccio De casibus virorum et feminarum illustrium dice delPantheon

Whyche was a temple of old foundacionFul of ydols up set on hye stagesThere throughe the worlde of every nacionWere of their goddes set up great ymagesTo every kingdom direct were their visagesAs poetes and Fulgens by hys liveIn bokes olde plainly doth dyscriveEvery ymage had in his hande a bellAs apperteyneth to every nacionWhich by craft some token should tell

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cospicui edifizii di Roma e cioegrave nel Pantheon362 nel Colosseo363nel Tempio della Concordia364 Il Libro Imperiale la mette inistretta relazione col tempio di Giano nel passo seguente365 laquoUnaporta artificiata era in Roma sotto el monte Giannicolo doveanticamente abitograve lo re Jano primo re dItalia da cui egrave nominato elmonte Giannicolo La detta porta era di metallo ornatamaravigliosamente et con grande artificio perograve che quando

362 Nel Pantheon la pone una versione tedesca dei Mirabilia (Manoscrittodella Biblioteca di Corte in Vienna n 2962) laquoDer ander tempel waz genantPantheon auf dem tempel waz Thybilles (Cibeles) dye solt sein ain muteraller abgoter zw der fussen waren schilde von allen landen von wan der manchoem so sach er an dem schilde welchen enden sein lant lag do er von wazund geziret mit golde dye selbige Tbybilles und mit edeln gestaine der underden fussen mit merswein und mit pfaben dye waren schon und rain verguldetIn dem selben tempel waren also vil sawlen ale rechter fursten tuem und reichwaren in der welt und auf ieglicher seweln waz ain abgot von dem lande undhet ain glocken an seinem hals und dyenten dem pilde als ain fraw undwelche lande sich wider satezet wyder Rom und wyder romisches reich sowendet sich der abgot des landes und umb cheret den ruecke gegen dem pildevon Rom und dy glocken dy der abgot an den hals het dy lawlet sich selbenSo taten dann dy huter des tempels daz ze wyssen den senatoren und derherschaft zw Capitoli dy santen dann aues in dy finsternues der ritterschaft dazman daz lant wyder erscrhitte (sic) und erchrieget Der selbige tempel ist nuegenant ad sanctam Mariam Rotundamraquo Vedi una descrizione in tutto simile aquesta ma tratta da una versione tedesca dei Gesta romanorum nel v III dellaKaiserchronik del MASSMANN p 423 Giovanni Lydgate nella sua versione deltrattato del Boccaccio De casibus virorum et feminarum illustrium dice delPantheon

Whyche was a temple of old foundacionFul of ydols up set on hye stagesThere throughe the worlde of every nacionWere of their goddes set up great ymagesTo every kingdom direct were their visagesAs poetes and Fulgens by hys liveIn bokes olde plainly doth dyscriveEvery ymage had in his hande a bellAs apperteyneth to every nacionWhich by craft some token should tell

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Roma avea pace stava la detta porta sempre serata et quando siribellava alcuna provincia la porta per se stessa sapriva Alloragli Romani corevano al Panteon ciograve egrave a Santa Maria Ritondadove erano in luogo alto statue366 le quali rappresentavano leprovince del mondo et quando alcuna si ribellava quella talestatua voltava le spalle et perograve gli Romani quando vedevano

Whan any kingdom fil in rebellion

E nel Pantheon pone la Salvatio Lodovico Dolce

Non la Ritonda or sagra e giagrave profanaLagrave dova tante statue erano posteChe avean legata al collo una campana

(Il primo libro delle Opere burlesche di M Francesco Berni e di altri ed diLeida 1823-4 parte 2a p 271) Al trapasso della Salvatio dal Campidoglio alPantheon diede forse occasione il cap CLXII[157] della Legenda aurea in cuiquella si descrive senza che sia detto propriamente dove si trovi di guisa chetrattando il capitolo della consacrazione del Pantheon e della Istituzione dellafesta dOgnissanti facilmente si poteva credere da chi lo leggeva che laSalvatio fosse nel Pantheon e la Legenda aurea fu comegrave noto divulgatissimanel medio evo In quello stesso capitolo Giacomo da Voragine dice inoltre chenel Pantheon laquoomnes provinciae mirabiliter sculptae erant ita ut quicumqueRomam venisset versus quo esset sua provincia scire possetraquo Si confrontiquesto passo con laltro parallelo dei Mirabilia in tedesco testegrave riferito363 Nel Colosseo la pone ALESSANDRO NECKAM (De laudibus divinae sapientiaedist Va v 289-308)

Delicias operum si quaeris cerne colossumEt quam tutata est Iuno moneta domum

A cultu solis nomea sumpsisse colossumFertur materiam nobilem vicit opus

Gemmas sidereas rutilantes igni micantiCoelum stelliferum vincere posse putes

Ars vires experta suas contendere secumSi laudes operis consulis ausa fuit

Quaelibet hic propria regio signata figuraAt medium tenuit inclita Roma locum

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Roma avea pace stava la detta porta sempre serata et quando siribellava alcuna provincia la porta per se stessa sapriva Alloragli Romani corevano al Panteon ciograve egrave a Santa Maria Ritondadove erano in luogo alto statue366 le quali rappresentavano leprovince del mondo et quando alcuna si ribellava quella talestatua voltava le spalle et perograve gli Romani quando vedevano

Whan any kingdom fil in rebellion

E nel Pantheon pone la Salvatio Lodovico Dolce

Non la Ritonda or sagra e giagrave profanaLagrave dova tante statue erano posteChe avean legata al collo una campana

(Il primo libro delle Opere burlesche di M Francesco Berni e di altri ed diLeida 1823-4 parte 2a p 271) Al trapasso della Salvatio dal Campidoglio alPantheon diede forse occasione il cap CLXII[157] della Legenda aurea in cuiquella si descrive senza che sia detto propriamente dove si trovi di guisa chetrattando il capitolo della consacrazione del Pantheon e della Istituzione dellafesta dOgnissanti facilmente si poteva credere da chi lo leggeva che laSalvatio fosse nel Pantheon e la Legenda aurea fu comegrave noto divulgatissimanel medio evo In quello stesso capitolo Giacomo da Voragine dice inoltre chenel Pantheon laquoomnes provinciae mirabiliter sculptae erant ita ut quicumqueRomam venisset versus quo esset sua provincia scire possetraquo Si confrontiquesto passo con laltro parallelo dei Mirabilia in tedesco testegrave riferito363 Nel Colosseo la pone ALESSANDRO NECKAM (De laudibus divinae sapientiaedist Va v 289-308)

Delicias operum si quaeris cerne colossumEt quam tutata est Iuno moneta domum

A cultu solis nomea sumpsisse colossumFertur materiam nobilem vicit opus

Gemmas sidereas rutilantes igni micantiCoelum stelliferum vincere posse putes

Ars vires experta suas contendere secumSi laudes operis consulis ausa fuit

Quaelibet hic propria regio signata figuraAt medium tenuit inclita Roma locum

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aperto el delubro di Jano ricorrevano al Panteon et riguardata367

la statua formavano le melizie et prestamente andavano in quellaparteraquo

Secondo Yacirckucirct della cui descrizione di Roma si egrave giagrave parlatola Salvatio trovavasi in San Giovanni in Laterano che essendosede del pontefice era diventato il vero caput urbis Ma moltospesso ancora essa non egrave in nessuno dei luoghi sinora indicati la

Reginam decuit vultus reverentia sceptrumPraefulgens vestis et diadema decens

Insidias si gens Romanis ulla parabatVulto detexit ejus imago scelus

Vertice demisso defigens lumina terraeSese declarans criminis esse ream

Et pulsata manu statuae campanula plebemAccivit populus arma fremebat ovans

Haec opus humanus labor ars industria virtusIngenii laudem censuit esse suam

Nel De naturis rerum l II c 174 Alessandro Neckam parla similmente dellaSalvatio ma non dice dove fosse Nel Colosseo la pone inoltre il RamponilaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbis existebatcaput mirabili modo constructum pariter et fabricatum magne latitudinis etimmense altitudinis quod dicebatur Colideus quia dii ibi colebantur In hocvero Collideo erat congregatio statuarum deorum omnium gentium in sublimiparte ipsius templi in secretissimo loco existentium tintinnabulum vero adcollum uniuscuiusque statue appendebat et sacerdotes die ac nocte sempervicissim vigilantes eas custodiebant Illa vero gens qui rebellis contraRomanum imperium consurgere conabatur et censum statutum Romanoimperio dare recusabat statua illius gentis per artem magicam a poeta sciliceta Virgilio constructa statim commovebatur et tintinnabulum quod in colloeius habebat illico resonabat Qualis statua ipsius gentis nomen habens incaput scriptum sacerdotes vero tintinnabulum audientes ad urbis Romanepretores velocissime proficisci properabant superscriptionem et ipsius gentisnomen in scriptis eis deferentes et tunc ipsi pretores exercitum militum etvirorum pugnatorum prout res postulabat ad gentem illam subiugandamfestinanter mittere properabantraquo Lo stesso ha Uguccione da Pisa (HugwitioHugutio) il quale chiude la sua breve descrizione dicendo laquoTali arte RomaniTrojani mundum subjugabantraquo (V DU CANGE Glossarium s v Coliseum)Andrea Ratisbonense nella sua Cronaca copia Uguccione (Ap EOCARD Corp

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aperto el delubro di Jano ricorrevano al Panteon et riguardata367

la statua formavano le melizie et prestamente andavano in quellaparteraquo

Secondo Yacirckucirct della cui descrizione di Roma si egrave giagrave parlatola Salvatio trovavasi in San Giovanni in Laterano che essendosede del pontefice era diventato il vero caput urbis Ma moltospesso ancora essa non egrave in nessuno dei luoghi sinora indicati la

Reginam decuit vultus reverentia sceptrumPraefulgens vestis et diadema decens

Insidias si gens Romanis ulla parabatVulto detexit ejus imago scelus

Vertice demisso defigens lumina terraeSese declarans criminis esse ream

Et pulsata manu statuae campanula plebemAccivit populus arma fremebat ovans

Haec opus humanus labor ars industria virtusIngenii laudem censuit esse suam

Nel De naturis rerum l II c 174 Alessandro Neckam parla similmente dellaSalvatio ma non dice dove fosse Nel Colosseo la pone inoltre il RamponilaquoTemplum namque in urbe Roma factum erat quod totius orbis existebatcaput mirabili modo constructum pariter et fabricatum magne latitudinis etimmense altitudinis quod dicebatur Colideus quia dii ibi colebantur In hocvero Collideo erat congregatio statuarum deorum omnium gentium in sublimiparte ipsius templi in secretissimo loco existentium tintinnabulum vero adcollum uniuscuiusque statue appendebat et sacerdotes die ac nocte sempervicissim vigilantes eas custodiebant Illa vero gens qui rebellis contraRomanum imperium consurgere conabatur et censum statutum Romanoimperio dare recusabat statua illius gentis per artem magicam a poeta sciliceta Virgilio constructa statim commovebatur et tintinnabulum quod in colloeius habebat illico resonabat Qualis statua ipsius gentis nomen habens incaput scriptum sacerdotes vero tintinnabulum audientes ad urbis Romanepretores velocissime proficisci properabant superscriptionem et ipsius gentisnomen in scriptis eis deferentes et tunc ipsi pretores exercitum militum etvirorum pugnatorum prout res postulabat ad gentem illam subiugandamfestinanter mittere properabantraquo Lo stesso ha Uguccione da Pisa (HugwitioHugutio) il quale chiude la sua breve descrizione dicendo laquoTali arte RomaniTrojani mundum subjugabantraquo (V DU CANGE Glossarium s v Coliseum)Andrea Ratisbonense nella sua Cronaca copia Uguccione (Ap EOCARD Corp

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sua sede egrave un tempio magnifico o un sontuoso palazzo o unatorre meravigliosa senzaltra piugrave particolare designazione Cosigrave inElinando e in Vincenzo Bellovacense che lo copia368 in Giacomoda Voragine369 in Ranulfo Higden370 nel De naturis rerum diAlessandro Neckam371 nei Gesta Romanorum372 in Jacopo dellaLana373 nella Weltchronik di Rudolph von Ems continuata da

histor m ae t I col 1941) Egli chiude la sua breve descrizione dicendolaquoTali arte Romani totum mundum sibi subjugaveruntraquo364 Nel tempio della Concordia la pone Guglielmo le Clerc de Normandie nelsuo poema della Vergine (V STENGEL Mittheilungen aus franzoumlsischenHandschriften der Turiner Universitaumlts-Bibliothek Halle s S 1873 p 14-5n 18)

Verite fu que a Rome aueitUn temple qui mult esteitEdefie mult richementE funde ancienementTempie de cuncorde aueit nunSi vus dirrai par quel resunSi a mei entendre nolezIl esteit issi apelezUna clers qui out nun VirgileFist mainte merueille en la uileE en cest temple quit ieo bienQuil ouera aucune rienLi temples ert de grand hauturMult aueit ymages enturAmont al souerain pignacleAutresi come par miracleEn aueit une merueillosePar semblans fiere e orgoilloseE mult richement coroneeUne grant pelote doreeAueit en main tute reondeComo sele peust tut le mondeJustisier a sa uolonteLymage esteit de grant beauteLes autres qui esteiens (sic) pas[A]

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sua sede egrave un tempio magnifico o un sontuoso palazzo o unatorre meravigliosa senzaltra piugrave particolare designazione Cosigrave inElinando e in Vincenzo Bellovacense che lo copia368 in Giacomoda Voragine369 in Ranulfo Higden370 nel De naturis rerum diAlessandro Neckam371 nei Gesta Romanorum372 in Jacopo dellaLana373 nella Weltchronik di Rudolph von Ems continuata da

histor m ae t I col 1941) Egli chiude la sua breve descrizione dicendolaquoTali arte Romani totum mundum sibi subjugaveruntraquo364 Nel tempio della Concordia la pone Guglielmo le Clerc de Normandie nelsuo poema della Vergine (V STENGEL Mittheilungen aus franzoumlsischenHandschriften der Turiner Universitaumlts-Bibliothek Halle s S 1873 p 14-5n 18)

Verite fu que a Rome aueitUn temple qui mult esteitEdefie mult richementE funde ancienementTempie de cuncorde aueit nunSi vus dirrai par quel resunSi a mei entendre nolezIl esteit issi apelezUna clers qui out nun VirgileFist mainte merueille en la uileE en cest temple quit ieo bienQuil ouera aucune rienLi temples ert de grand hauturMult aueit ymages enturAmont al souerain pignacleAutresi come par miracleEn aueit une merueillosePar semblans fiere e orgoilloseE mult richement coroneeUne grant pelote doreeAueit en main tute reondeComo sele peust tut le mondeJustisier a sa uolonteLymage esteit de grant beauteLes autres qui esteiens (sic) pas[A]

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Heinrich von Muumlnchen374 nella Dyocletianus Leben di Hans vonBuumlhel375 nel Weltbuch di Enenkel376 ecc In tal caso la Salvatio egravemolto spesso descritta come opera di Virgilio il quale egrave al tempostesso il costruttore del tempio del palazzo o della torre che lacontiene mentre ciograve accade piugrave di rado quando la Salvatio siaposta nel Campidoglio nel Pantheon o nel Colosseo

Trestut enuiron a compasVers cele ymage senclinoentE aucune feiz se tornoentPar art et par enchantementE ieo uus sai dir comentChescun prince qui apendeitA Rome sa ymage i aueitQuant un des princes revelotLymage celui tresturnotDe la grant ymage sont uisE en teneit ses eulz eschisE donc saueient li RomainE bien en eteient certainQuen cel pais lur surdreit guereGent enueoent en la tereE tant quil aueient conquiseE a lur poeste suzmiseLor prince ert al temple ameneE la li esteit demandeSil uoleit plus estriuerOu sil uoleit coltiuerCele ymage lasus amontQui justisoit trestut le mondE il respondeit laquoOil veirCist deit la signurie aueirraquoPor ceo que la se concordouentPlusors qui vertu i quidoentFu le temple apele issiDu cuncorde cum ieo uus diQui mult ert de bele facun

Del tempio della Concordia si legge nel Libro de los Enxemplos CXLI laquoLeacuteiseque en el tiempo de los paganos habie en Roma un templo que fuera fecho aacute

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Heinrich von Muumlnchen374 nella Dyocletianus Leben di Hans vonBuumlhel375 nel Weltbuch di Enenkel376 ecc In tal caso la Salvatio egravemolto spesso descritta come opera di Virgilio il quale egrave al tempostesso il costruttore del tempio del palazzo o della torre che lacontiene mentre ciograve accade piugrave di rado quando la Salvatio siaposta nel Campidoglio nel Pantheon o nel Colosseo

Trestut enuiron a compasVers cele ymage senclinoentE aucune feiz se tornoentPar art et par enchantementE ieo uus sai dir comentChescun prince qui apendeitA Rome sa ymage i aueitQuant un des princes revelotLymage celui tresturnotDe la grant ymage sont uisE en teneit ses eulz eschisE donc saueient li RomainE bien en eteient certainQuen cel pais lur surdreit guereGent enueoent en la tereE tant quil aueient conquiseE a lur poeste suzmiseLor prince ert al temple ameneE la li esteit demandeSil uoleit plus estriuerOu sil uoleit coltiuerCele ymage lasus amontQui justisoit trestut le mondE il respondeit laquoOil veirCist deit la signurie aueirraquoPor ceo que la se concordouentPlusors qui vertu i quidoentFu le temple apele issiDu cuncorde cum ieo uus diQui mult ert de bele facun

Del tempio della Concordia si legge nel Libro de los Enxemplos CXLI laquoLeacuteiseque en el tiempo de los paganos habie en Roma un templo que fuera fecho aacute

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Nella descrizione delle statue che compongono la Salvatiosincontrano molte diversitagrave fra gli scrittori La statua che occupail luogo di mezzo egrave di solito quella di Roma ma qualche voltaancora quella di Romolo di Cibele o dellimperatore377 Le statueche stanno allingiro rappresentano le province soggette oaltrettante divinitagrave adorate in quelle o anche i principi obbedienti

honor del Dios de Concordia en el cual templo estaba un iacutedolo que llamabanDios de Concordia en tal manera que todos los otros iacutedolos tenian las carascontra la puerta del templo E este Dios de Concordia tenia la cara contra lapared de la parte derecha del templo eacute volvie el asentamiento aacute la pared de laparte siniestra del templo eacute delante del en la pared estaba escrito de letras deoro esta palabra laquoBeneficusraquo e parecie que continuadamente leie aquellapalabra eacute pensaba en ella Detraacutes de las espaldas deacutel estaba en la pared scriptalaquoInjuriaraquo aacute dar aacute entender que ningun non puede ser reducido aacute paz eacuteconcordia salvo si deja las injurias que le son fechas eacute tenga en memoria eacute seacuerde de loe beneficios e bienes que ha recebido aacute enxemplo de Julio Ceacutesarque nunca olvidaba cosa alguna salvo las injurias que le eran fechasraquo[A] Congetturo debba leggersi esteient bas365 Cod Marc it cl XI CXXVI f 80 v366 Men bene il cod Casanat d I 4 in un luogho altestatue367 Nel cod Casanat mancano le parole aperto - et riguardata368 Spec hist l VII c 61369 Cap CLXII (157)370 Polychronicon l I c 24371 L II c 174372 Ed Oesterley n 186 p 500-1 Si cita Alexander philosophus che non puograveessere altri che Alessandro Neckam373 Nel commento al canto XI del Paradiso Jacopo della Lana dice che gliavvertimenti delle statue davano un gran da fare al dittatore di Roma laquoOr perla volontade delle genti e per la diversitade delle contrade continuo taledittatore stava in esercizio manda qua manda lagraveraquo374 Ms della Bibliot di Corte in Vienna n 2782 f 353 v 375 V 4057-90376 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 421-2377 Per Giacomo da Voragine egrave di Roma ma per un suo anonimo traduttorefrancese egrave di Romolo laquoCar comme les romains en temps passe eurent tout lemonde subiuguiet a leur seignourie ilz firent faire a Romme un tresgrant

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Nella descrizione delle statue che compongono la Salvatiosincontrano molte diversitagrave fra gli scrittori La statua che occupail luogo di mezzo egrave di solito quella di Roma ma qualche voltaancora quella di Romolo di Cibele o dellimperatore377 Le statueche stanno allingiro rappresentano le province soggette oaltrettante divinitagrave adorate in quelle o anche i principi obbedienti

honor del Dios de Concordia en el cual templo estaba un iacutedolo que llamabanDios de Concordia en tal manera que todos los otros iacutedolos tenian las carascontra la puerta del templo E este Dios de Concordia tenia la cara contra lapared de la parte derecha del templo eacute volvie el asentamiento aacute la pared de laparte siniestra del templo eacute delante del en la pared estaba escrito de letras deoro esta palabra laquoBeneficusraquo e parecie que continuadamente leie aquellapalabra eacute pensaba en ella Detraacutes de las espaldas deacutel estaba en la pared scriptalaquoInjuriaraquo aacute dar aacute entender que ningun non puede ser reducido aacute paz eacuteconcordia salvo si deja las injurias que le son fechas eacute tenga en memoria eacute seacuerde de loe beneficios e bienes que ha recebido aacute enxemplo de Julio Ceacutesarque nunca olvidaba cosa alguna salvo las injurias que le eran fechasraquo[A] Congetturo debba leggersi esteient bas365 Cod Marc it cl XI CXXVI f 80 v366 Men bene il cod Casanat d I 4 in un luogho altestatue367 Nel cod Casanat mancano le parole aperto - et riguardata368 Spec hist l VII c 61369 Cap CLXII (157)370 Polychronicon l I c 24371 L II c 174372 Ed Oesterley n 186 p 500-1 Si cita Alexander philosophus che non puograveessere altri che Alessandro Neckam373 Nel commento al canto XI del Paradiso Jacopo della Lana dice che gliavvertimenti delle statue davano un gran da fare al dittatore di Roma laquoOr perla volontade delle genti e per la diversitade delle contrade continuo taledittatore stava in esercizio manda qua manda lagraveraquo374 Ms della Bibliot di Corte in Vienna n 2782 f 353 v 375 V 4057-90376 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 421-2377 Per Giacomo da Voragine egrave di Roma ma per un suo anonimo traduttorefrancese egrave di Romolo laquoCar comme les romains en temps passe eurent tout lemonde subiuguiet a leur seignourie ilz firent faire a Romme un tresgrant

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a Roma378 I campanelli denunziatori appesi al collo delle statue siagitano da segrave oppure sono scossi dalle statue stesse che litengono in mano le quali in alcune descrizioni fanno anchemanifesta la ribellione con voltare il dorso alla statua di mezzo379o con drizzare larmi verso di lei380 o con altro atto In luogo dicampanelli si hanno anche scudi che percossi risuonanoQualche volta la statua di mezzo indica col dito quella il cuicampanello ha dato segno di ribellione381 o agita un campanelloanchessa382 In cima alledificio si pone per giunta un cavaliere dibronzo che volge lasta verso la provincia ribelle383 Le statue

temple et mirent ou milieu de ce temple la statue ou lydole de Romulus et toutagrave lenviron de leur ydole ils mirent les ydoles de toutes les provinces dumonderaquo (Cod della Nazion di Torino L II II f 309 r col 2a) PerGiovanni dOutremeuse e per altri (v KELLER Li romans des Sept sages pCCXII-CCXIII) la statua egrave dellimperatore (Myr d hist v I p 69-70 cf p229-30) Limmagine che descrive Guglielmo le Clerc parrebbe dover esserequella di Roma ma egli nol dice Jacopo della Lana parla di laquouna immagine laquale presentava la signoria di Romaraquo378 Rappresentano i principi nella descrizione di Enenkel e in quella diGuglielmo le Clerc379 Non abbastanza chiaramente Uguccione laquo quia quando aliqua Provinciavolebat insurgere contra Romanos statim imago Romae obvertebat dorsumimagini illius provinciae vel ubi Dominus imago illius provinciae insurgebatcontra Romae imaginemraquo380 Fiorita di ARMANNINO GIUDICE Cod Laurenz pl LXII 12 f 233 vlaquoUnaltra cosa maravigliosa era in quel tempo che in Campidoglio del qualeio o decto era una grande torre tucta ritonda intorno intorno in cima dellatorre erano per arte magicha composte certe statove le quali per numero eranotante quante erano le principali province del mondo che obidienti erano aRomani Ciaschuna avea lo suo archo in mano con le saette e parea chesaettassero In meczo di quelle ne sedea unaltra molto grande e alta a modo diReina incoronata Questa somigliava Roma e quando alcuna di quelleprovince si rivellava a Roma la statova che quella dimostrava con larcho sivolgeva inverso quella grande che Roma presentavaraquo381 Cosigrave in Elinando in Vincenzo Bellovacense in Giovanni Mansel ecc382 In Hermann von Fritstar V MASSMANN Kaiserchronik V III p 424 n 2383 ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l II c 174 laquoMiles vero aeneusequo insidens aeneo in summitate fastigii praedicti palatii hastam vibrans inillam se vertit partem quae regionem illam respiciebatraquo Cosigrave ancora Ranulfo

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a Roma378 I campanelli denunziatori appesi al collo delle statue siagitano da segrave oppure sono scossi dalle statue stesse che litengono in mano le quali in alcune descrizioni fanno anchemanifesta la ribellione con voltare il dorso alla statua di mezzo379o con drizzare larmi verso di lei380 o con altro atto In luogo dicampanelli si hanno anche scudi che percossi risuonanoQualche volta la statua di mezzo indica col dito quella il cuicampanello ha dato segno di ribellione381 o agita un campanelloanchessa382 In cima alledificio si pone per giunta un cavaliere dibronzo che volge lasta verso la provincia ribelle383 Le statue

temple et mirent ou milieu de ce temple la statue ou lydole de Romulus et toutagrave lenviron de leur ydole ils mirent les ydoles de toutes les provinces dumonderaquo (Cod della Nazion di Torino L II II f 309 r col 2a) PerGiovanni dOutremeuse e per altri (v KELLER Li romans des Sept sages pCCXII-CCXIII) la statua egrave dellimperatore (Myr d hist v I p 69-70 cf p229-30) Limmagine che descrive Guglielmo le Clerc parrebbe dover esserequella di Roma ma egli nol dice Jacopo della Lana parla di laquouna immagine laquale presentava la signoria di Romaraquo378 Rappresentano i principi nella descrizione di Enenkel e in quella diGuglielmo le Clerc379 Non abbastanza chiaramente Uguccione laquo quia quando aliqua Provinciavolebat insurgere contra Romanos statim imago Romae obvertebat dorsumimagini illius provinciae vel ubi Dominus imago illius provinciae insurgebatcontra Romae imaginemraquo380 Fiorita di ARMANNINO GIUDICE Cod Laurenz pl LXII 12 f 233 vlaquoUnaltra cosa maravigliosa era in quel tempo che in Campidoglio del qualeio o decto era una grande torre tucta ritonda intorno intorno in cima dellatorre erano per arte magicha composte certe statove le quali per numero eranotante quante erano le principali province del mondo che obidienti erano aRomani Ciaschuna avea lo suo archo in mano con le saette e parea chesaettassero In meczo di quelle ne sedea unaltra molto grande e alta a modo diReina incoronata Questa somigliava Roma e quando alcuna di quelleprovince si rivellava a Roma la statova che quella dimostrava con larcho sivolgeva inverso quella grande che Roma presentavaraquo381 Cosigrave in Elinando in Vincenzo Bellovacense in Giovanni Mansel ecc382 In Hermann von Fritstar V MASSMANN Kaiserchronik V III p 424 n 2383 ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l II c 174 laquoMiles vero aeneusequo insidens aeneo in summitate fastigii praedicti palatii hastam vibrans inillam se vertit partem quae regionem illam respiciebatraquo Cosigrave ancora Ranulfo

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sono in numero di settantadue quanti i popoli della terra uscitidalla progenitura di Noegrave il che esprime luniversale dominio diRoma Cosigrave la leggenda passando di bocca in bocca e di libro inlibro si variava si accresceva si complicava384

Ma quale ne puograve essere stata la origine Che sia natanellOccidente di Europa anzi nella stessa Roma mi pare se nonaffatto sicuro molto probabile sebbene i ricordi piugrave antichi che

Higden V inoltre KELLER Li romans des Sept Sages p CCX-CCXIV384 Immaginazioni affini a questa della Salvatio dingegni cioegrave e di artifiziimagici che hanno potenza di custodire una cittagrave di tutelare un popolo furonomolto frequenti nellantichitagrave e nel medio evo Ne ricorderograve qualcuna a casoNel Contes du cheval de fust attribuito ad Adenes si parla di una statuettadoro che ha in bocca una tromba dargento Collocata sopra la porta di unacittagrave nessuno puograve entrarvi senza che essa ne dia incontanente avviso sonandola tromba (KELLER Romvart Mannheim e Parigi 1844 p 109-11) FilippoMouskes racconta nella sua Cronaca rimata (v 6452-505) di un idolo di ramein cui Maometto aveva rinchiuso grande quantitagrave di diavoli e che sorgeva inCadice a tutela della gente saracina I cristiani che si accostavano ad essocadevan morti In Ispagna fu ancora nella cittagrave di Avila una campanameravigliosa che si metteva a sonare da segrave ogniqualvolta una sventura stavaper incogliere la cristianitagrave (GAFFAREL Curiositez inouyes 1637 p 59) DiceMASSUDI (Les prairies dor V II p 433) che sul faro di Alessandria era fraparecchie altre una statua la quale volgeva la mano dalla parte del marequando il nemico non era piugrave che a una notte di distanza e mandava fuoriquando era in vista un suono spaventoso che si udiva due o tre miglia lontanoNapoli aveva il suo famoso fiasco di cui parlano Corrado di Querfurt (apLEIBNITZ Script brunsvic t II p 096) e altri Costantinopoli ebbe parecchitelesmi a sua tutela una catena che teneva indietro i nemici (BANDURIImperium Orientale t I p 10-1) certe statue fabbricate da Apollonio Tianeo(CODINO De signis statuis et aliis spectatu dignis Constantinopoli in Excerptade antiquitatibus Constantinopolitanis Bonna 1843 p 69) ed altro ancora Sidisse che i Romani avessero posto sul monte Garizim contro i Samaritani unuccello di bronzo che gridava Hebraeus (ARPE De prodigiosis naturae etartis operibus Amburgo 1717 p 15) Olimpiodoro narra il seguente fatto (apFOZIO Bibliotheca ed Bekker p 60) Al tempo dellimperatore Costantinoavvenne che Valerio prefetto di Tracia volendo cavare un tesoro udigrave dire dagliabitanti essere il luogo dove quello si credeva nascosto inviolabile perragione di certe statue che in tempo antico verano state consacrate Avendoriferito il caso allimperatore sebbe in risposta di cavare a ogni modo il tesoro

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sono in numero di settantadue quanti i popoli della terra uscitidalla progenitura di Noegrave il che esprime luniversale dominio diRoma Cosigrave la leggenda passando di bocca in bocca e di libro inlibro si variava si accresceva si complicava384

Ma quale ne puograve essere stata la origine Che sia natanellOccidente di Europa anzi nella stessa Roma mi pare se nonaffatto sicuro molto probabile sebbene i ricordi piugrave antichi che

Higden V inoltre KELLER Li romans des Sept Sages p CCX-CCXIV384 Immaginazioni affini a questa della Salvatio dingegni cioegrave e di artifiziimagici che hanno potenza di custodire una cittagrave di tutelare un popolo furonomolto frequenti nellantichitagrave e nel medio evo Ne ricorderograve qualcuna a casoNel Contes du cheval de fust attribuito ad Adenes si parla di una statuettadoro che ha in bocca una tromba dargento Collocata sopra la porta di unacittagrave nessuno puograve entrarvi senza che essa ne dia incontanente avviso sonandola tromba (KELLER Romvart Mannheim e Parigi 1844 p 109-11) FilippoMouskes racconta nella sua Cronaca rimata (v 6452-505) di un idolo di ramein cui Maometto aveva rinchiuso grande quantitagrave di diavoli e che sorgeva inCadice a tutela della gente saracina I cristiani che si accostavano ad essocadevan morti In Ispagna fu ancora nella cittagrave di Avila una campanameravigliosa che si metteva a sonare da segrave ogniqualvolta una sventura stavaper incogliere la cristianitagrave (GAFFAREL Curiositez inouyes 1637 p 59) DiceMASSUDI (Les prairies dor V II p 433) che sul faro di Alessandria era fraparecchie altre una statua la quale volgeva la mano dalla parte del marequando il nemico non era piugrave che a una notte di distanza e mandava fuoriquando era in vista un suono spaventoso che si udiva due o tre miglia lontanoNapoli aveva il suo famoso fiasco di cui parlano Corrado di Querfurt (apLEIBNITZ Script brunsvic t II p 096) e altri Costantinopoli ebbe parecchitelesmi a sua tutela una catena che teneva indietro i nemici (BANDURIImperium Orientale t I p 10-1) certe statue fabbricate da Apollonio Tianeo(CODINO De signis statuis et aliis spectatu dignis Constantinopoli in Excerptade antiquitatibus Constantinopolitanis Bonna 1843 p 69) ed altro ancora Sidisse che i Romani avessero posto sul monte Garizim contro i Samaritani unuccello di bronzo che gridava Hebraeus (ARPE De prodigiosis naturae etartis operibus Amburgo 1717 p 15) Olimpiodoro narra il seguente fatto (apFOZIO Bibliotheca ed Bekker p 60) Al tempo dellimperatore Costantinoavvenne che Valerio prefetto di Tracia volendo cavare un tesoro udigrave dire dagliabitanti essere il luogo dove quello si credeva nascosto inviolabile perragione di certe statue che in tempo antico verano state consacrate Avendoriferito il caso allimperatore sebbe in risposta di cavare a ogni modo il tesoro

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ce ne sieno venuti si trovino a un tempo stesso nellVIII secoloin un Greco di Gerusalemme e in un testo latino Inoltrecostituita giagrave come noi la vediamo nel secolo VIII essa devenecessariamente essere alquanto e forse molto piugrave antica Nonsaragrave estraneo allargomento spendere qualche parola intorno aquel tanto che sulla origine sua si puograve congetturare

Il Massmann inclina a credere385 che suo primo principio siastato qualcuno di quegli orologi figurati e adorni di statue mobiliche per testimonianza di parecchi scrittori si ammiravano inRoma Orologi cosigrave fatti possedevano il tempio di Quirino iltempio di Diana sul monte Aventino il Campidoglio doveranotante altre meraviglie Il Bock fa sua questa ipotesi senza citarnela fonte386 ma a me non sembra essa molto plausibile Luso degliorologi doveva essere troppo universalmente cognito in Roma etroppo grande era il numero loro perchegrave da uno di essidimenticati gli altri potesse nascere una leggenda quale quelladella Salvatio Il Comparetti propende a credere387 che questa siabizantina di origine e ne mostra il principio nella famosa favoladelle oche capitoline alla quale Dante credeva ancora Manemmen questa opinione finisce di persuadermi ACostantinopoli dove non poche favole simmaginarono insostegno delle pretensioni imperiali nessuno potevapropriamente avere interesse dinventarla e gli scrittori bizantinise se ne toglie Cosma non pare che labbiano conosciuta MaCosma stesso potrebbe averla udita raccontare da qualchepellegrino388

Dato mano allopera si trovarono tre statue dargento che per le fogge delvestire mostravano essere immagini di barbari e verso la regione dei barbarivedevansi rivolte Tolte di lagrave dopo non molti giorni i Goti invasero la Traciaseguiti poi dagli Unni e dai Sarmati385 Kaiserchronik v III p 424-5386 Theologisches Literaturblatt di Bonna 1870 col 351387 Virgilio nel medio evo v II p 69388 V su Cosma gli Acta sanctorum Ottobre IV (Ott t VI p 594-610)

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ce ne sieno venuti si trovino a un tempo stesso nellVIII secoloin un Greco di Gerusalemme e in un testo latino Inoltrecostituita giagrave come noi la vediamo nel secolo VIII essa devenecessariamente essere alquanto e forse molto piugrave antica Nonsaragrave estraneo allargomento spendere qualche parola intorno aquel tanto che sulla origine sua si puograve congetturare

Il Massmann inclina a credere385 che suo primo principio siastato qualcuno di quegli orologi figurati e adorni di statue mobiliche per testimonianza di parecchi scrittori si ammiravano inRoma Orologi cosigrave fatti possedevano il tempio di Quirino iltempio di Diana sul monte Aventino il Campidoglio doveranotante altre meraviglie Il Bock fa sua questa ipotesi senza citarnela fonte386 ma a me non sembra essa molto plausibile Luso degliorologi doveva essere troppo universalmente cognito in Roma etroppo grande era il numero loro perchegrave da uno di essidimenticati gli altri potesse nascere una leggenda quale quelladella Salvatio Il Comparetti propende a credere387 che questa siabizantina di origine e ne mostra il principio nella famosa favoladelle oche capitoline alla quale Dante credeva ancora Manemmen questa opinione finisce di persuadermi ACostantinopoli dove non poche favole simmaginarono insostegno delle pretensioni imperiali nessuno potevapropriamente avere interesse dinventarla e gli scrittori bizantinise se ne toglie Cosma non pare che labbiano conosciuta MaCosma stesso potrebbe averla udita raccontare da qualchepellegrino388

Dato mano allopera si trovarono tre statue dargento che per le fogge delvestire mostravano essere immagini di barbari e verso la regione dei barbarivedevansi rivolte Tolte di lagrave dopo non molti giorni i Goti invasero la Traciaseguiti poi dagli Unni e dai Sarmati385 Kaiserchronik v III p 424-5386 Theologisches Literaturblatt di Bonna 1870 col 351387 Virgilio nel medio evo v II p 69388 V su Cosma gli Acta sanctorum Ottobre IV (Ott t VI p 594-610)

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Le favole dei Mirabilia pajono essere tutte di origineoccidentale e non cegrave ragione per credere che quella dellaSalvatio faccia eccezione alla regola Ora Cosma accennaevidentemente ad altre favole quando parlato della Salvatiosoggiunge πολλὰ δὲ καὶ ἄλλα θαύmicroατα ἄξια κατὰ lsquoΡώmicroην εστίνe con questaltre favole non nate e per la piugrave parte nonconosciute a Costantinopoli quella della Salvatio doveva farcorpo La testimonianza di Cosma mostra lantichitagrave ma non laorigine della leggenda

Io credo la leggenda della Salvatio nata in Roma nel quarto onel quinto secolo da un complesso di cause che esporrogravebrevemente

Ricordiamo anzi tutto che secondo la tradizione piugrave anticasede della Salvatio egrave il Campidoglio nel Campidoglio dunquedebbono essere le ragioni della sua origine Ora il Campidoglioera larx era il cuore di Roma Ivi i templi piugrave augusti ivi isimulacri degli dei e degli eroi ivi le tavole delle leggi Il tempiodi Giove Custode sorgeva nella parte piugrave nobile del colle e di unadelle statue del dio massimo si credeva avesse virtugrave di scoprire lecelate insidie che minacciavano lonore e la sicurezza di RomaSecondo si narra questo simulacro precipitograve per la congiura diCatilina e fu rifatto maggiore Di esso diceva Cicerone nel l IIDe Consulatu389

Tum fore ut occultos populus sanctusque SenatusCernere conatus posset si solis ad ortumConversa inde Patrum sedes populique videret

Nel Campidoglio ancora erano i simulacri della Bona Fortunae del Bonus Eventus opera dicevasi di Prassitele e iviconsacrava Cicerone una statua di Minerva Custoditrice Che

389 De divinatione I 12 Cf Catilin III 8172

Le favole dei Mirabilia pajono essere tutte di origineoccidentale e non cegrave ragione per credere che quella dellaSalvatio faccia eccezione alla regola Ora Cosma accennaevidentemente ad altre favole quando parlato della Salvatiosoggiunge πολλὰ δὲ καὶ ἄλλα θαύmicroατα ἄξια κατὰ lsquoΡώmicroην εστίνe con questaltre favole non nate e per la piugrave parte nonconosciute a Costantinopoli quella della Salvatio doveva farcorpo La testimonianza di Cosma mostra lantichitagrave ma non laorigine della leggenda

Io credo la leggenda della Salvatio nata in Roma nel quarto onel quinto secolo da un complesso di cause che esporrogravebrevemente

Ricordiamo anzi tutto che secondo la tradizione piugrave anticasede della Salvatio egrave il Campidoglio nel Campidoglio dunquedebbono essere le ragioni della sua origine Ora il Campidoglioera larx era il cuore di Roma Ivi i templi piugrave augusti ivi isimulacri degli dei e degli eroi ivi le tavole delle leggi Il tempiodi Giove Custode sorgeva nella parte piugrave nobile del colle e di unadelle statue del dio massimo si credeva avesse virtugrave di scoprire lecelate insidie che minacciavano lonore e la sicurezza di RomaSecondo si narra questo simulacro precipitograve per la congiura diCatilina e fu rifatto maggiore Di esso diceva Cicerone nel l IIDe Consulatu389

Tum fore ut occultos populus sanctusque SenatusCernere conatus posset si solis ad ortumConversa inde Patrum sedes populique videret

Nel Campidoglio ancora erano i simulacri della Bona Fortunae del Bonus Eventus opera dicevasi di Prassitele e iviconsacrava Cicerone una statua di Minerva Custoditrice Che

389 De divinatione I 12 Cf Catilin III 8172

Roma dovesse durare quanto il Campidoglio era comunecredenza e Virgilio dice nel IX dellEneide390

Dum domus Aeneae Capitolii immobile saxumAccolet imperiumque pater romanus habebit

Del resto i Romani credevano di avere tra le loro mura moltifirmamenta imperii dei quali non mi trattengo a discorrere391 manon tralascerograve di ricordare come sotto glimperatori fosse venutoin costume di consacrare in dati luoghi statue metalliche le qualisi credeva avessero virtugrave di trattenere i barbari ai confini e neltesto dellVIII secolo pubblicato dal Docen e in quello dellXIpubblicato dal Preller e nel racconto di Elinando e altrove siparla di una consecratio statuarum La narrazione diOlimpiodoro testegrave citata si riferisce appunto a tale costume Letre statue di cui egli parla erano fatte a immagine dei barbaricontro ai quali le avevano poste ed egrave noto che le statuette di cerao daltra sostanza usate in certe maligravee cosigrave nellantichitagrave comenel medio evo dovevano essere fatte a immagine delle persone incui danno se ne voleva sperimentata la virtugrave Si ricordi ora cheAugusto fece costruire in Campo Marzio un portico dettoporticus ad nationes nel quale erano raccolti simulacrirappresentativi di tutti i popoli soggetti allimpero di Roma392Questo portico non aveva certamente avuto nel pensiero di chi locostrusse altro scopo che la glorificazione di Roma dominatrice

390 V 448-9391 Primo fra tutti il Palladio che Enea aveva portato da Troja (v OVIDIO FastiVI 421 e segg) poi lancile di Numa ecc Si disse in Bizanzio che Costantinoavesse portato via secretamente da Roma il Palladio e postolo sotto la colonnadi porfido che reggeva la propria sua statua Chronicon paschale p 528392 SERVIO Commento allEneide VIII 121 laquoPorticum Augustus fecerat in quasimulacra omnium gentium collocaverat quae porticus appellabatur adnationesraquo SVETONIO racconta (Nero 46) che da questi simulacri si credevasognando perseguitato Nerone laquomodo a simulacris gentium ad Pompeiitheatrum dedicatarum circumiri arcerique processuraquo Plinio ricorda (HistNat XXXVI 4 27) che questi simulacri erano in numero di quattordici

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Roma dovesse durare quanto il Campidoglio era comunecredenza e Virgilio dice nel IX dellEneide390

Dum domus Aeneae Capitolii immobile saxumAccolet imperiumque pater romanus habebit

Del resto i Romani credevano di avere tra le loro mura moltifirmamenta imperii dei quali non mi trattengo a discorrere391 manon tralascerograve di ricordare come sotto glimperatori fosse venutoin costume di consacrare in dati luoghi statue metalliche le qualisi credeva avessero virtugrave di trattenere i barbari ai confini e neltesto dellVIII secolo pubblicato dal Docen e in quello dellXIpubblicato dal Preller e nel racconto di Elinando e altrove siparla di una consecratio statuarum La narrazione diOlimpiodoro testegrave citata si riferisce appunto a tale costume Letre statue di cui egli parla erano fatte a immagine dei barbaricontro ai quali le avevano poste ed egrave noto che le statuette di cerao daltra sostanza usate in certe maligravee cosigrave nellantichitagrave comenel medio evo dovevano essere fatte a immagine delle persone incui danno se ne voleva sperimentata la virtugrave Si ricordi ora cheAugusto fece costruire in Campo Marzio un portico dettoporticus ad nationes nel quale erano raccolti simulacrirappresentativi di tutti i popoli soggetti allimpero di Roma392Questo portico non aveva certamente avuto nel pensiero di chi locostrusse altro scopo che la glorificazione di Roma dominatrice

390 V 448-9391 Primo fra tutti il Palladio che Enea aveva portato da Troja (v OVIDIO FastiVI 421 e segg) poi lancile di Numa ecc Si disse in Bizanzio che Costantinoavesse portato via secretamente da Roma il Palladio e postolo sotto la colonnadi porfido che reggeva la propria sua statua Chronicon paschale p 528392 SERVIO Commento allEneide VIII 121 laquoPorticum Augustus fecerat in quasimulacra omnium gentium collocaverat quae porticus appellabatur adnationesraquo SVETONIO racconta (Nero 46) che da questi simulacri si credevasognando perseguitato Nerone laquomodo a simulacris gentium ad Pompeiitheatrum dedicatarum circumiri arcerique processuraquo Plinio ricorda (HistNat XXXVI 4 27) che questi simulacri erano in numero di quattordici

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delle nazioni ma facilmente nella fantasia popolare potegrave poinascere la credenza che le statue quivi raccolte fossero unartificio magico inteso ad assicurare la soggezione delle province

Avremmo qui un primo germe ma non il solo della leggendanostra nella quale rimane forse un documento curioso dellareazione pagana contro il cristianesimo trionfante Tutti sannocome i piugrave ostinati seguaci dellantica credenza ricordasserovolentieri nel tempo che la fortuna di Roma cominciava adeclinare la potenza e la gloria passata e come del tristomutamento dessero colpa ai cristiani disprezzatori delle antichedivinitagrave e introduttori di un nuovo culto In fatti la fortuna diRoma sembrava morire coi numi sotto la cui tutela era primasorta e cresciuta

Gli apologeti ebbero a combattere con tutte le forze loro e contutti gli argomenti della fede e della ragione questa superstizionevivace ed aggressiva a cui cresceva vigore la caritagrave di patria eche si traeva innanzi con una certa sembianza speciosa di veritagraveda poter facilmente sedurre gli spiriti non ben fermati ancoranella nuova dottrina A Roma si ricordava che quando vigilavanoin Campidoglio i simulacri degli dei le province non siribellavano impunemente e i barbari non erano tanto arditi divarcare i confini A questo modo il Campidoglio diventava sededi un arcana e soprannaturale potenza divina pei paganidiabolica pei cristiani A poco a poco perdendosi la memoriaesatta delle cose e confondendosi le dubbie reminiscenze laleggenda si forma I simulacri delle nazioni migrano dal porticodi Augusto al Campidoglio si confondono con le divinitagrave iviesistenti si trasformano in altrettante divinitagrave proprie dellenazioni soggette Poi crescendo la barbarie e lignoranza larappresentazione di questa misteriosa potestagrave si fa sempre piugravegrossolana e ne vien fuori lartifizio tra il magico ed ilmeccanico con le sue statue girevoli e co campanellidenunziatori Ecco in qual modo si formograve a mio credere laleggenda della Salvatio la cui origine sarebbe da porre dopo il

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delle nazioni ma facilmente nella fantasia popolare potegrave poinascere la credenza che le statue quivi raccolte fossero unartificio magico inteso ad assicurare la soggezione delle province

Avremmo qui un primo germe ma non il solo della leggendanostra nella quale rimane forse un documento curioso dellareazione pagana contro il cristianesimo trionfante Tutti sannocome i piugrave ostinati seguaci dellantica credenza ricordasserovolentieri nel tempo che la fortuna di Roma cominciava adeclinare la potenza e la gloria passata e come del tristomutamento dessero colpa ai cristiani disprezzatori delle antichedivinitagrave e introduttori di un nuovo culto In fatti la fortuna diRoma sembrava morire coi numi sotto la cui tutela era primasorta e cresciuta

Gli apologeti ebbero a combattere con tutte le forze loro e contutti gli argomenti della fede e della ragione questa superstizionevivace ed aggressiva a cui cresceva vigore la caritagrave di patria eche si traeva innanzi con una certa sembianza speciosa di veritagraveda poter facilmente sedurre gli spiriti non ben fermati ancoranella nuova dottrina A Roma si ricordava che quando vigilavanoin Campidoglio i simulacri degli dei le province non siribellavano impunemente e i barbari non erano tanto arditi divarcare i confini A questo modo il Campidoglio diventava sededi un arcana e soprannaturale potenza divina pei paganidiabolica pei cristiani A poco a poco perdendosi la memoriaesatta delle cose e confondendosi le dubbie reminiscenze laleggenda si forma I simulacri delle nazioni migrano dal porticodi Augusto al Campidoglio si confondono con le divinitagrave iviesistenti si trasformano in altrettante divinitagrave proprie dellenazioni soggette Poi crescendo la barbarie e lignoranza larappresentazione di questa misteriosa potestagrave si fa sempre piugravegrossolana e ne vien fuori lartifizio tra il magico ed ilmeccanico con le sue statue girevoli e co campanellidenunziatori Ecco in qual modo si formograve a mio credere laleggenda della Salvatio la cui origine sarebbe da porre dopo il

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trionfo definitivo del cristianesimo e dopo i primi rovesci chemenomarono e avviarono alla dissoluzione la potenza romana Ilmedio evo che trova la leggenda giagrave fatta lascia da primasussistere la Salvatio nel Campidoglio poi la tramuta obbedendoaglimpulsi della propria fantasia nel Colosseo nel Pantheonaltrove Rinnovellato il sogno della monarchia universale lestatue rappresentino esse le nazioni soggette o le divinitagrave diquelle nazioni saranno settantadue quanti i nepoti di Noegrave quantele lingue uscite dalla torre di Babele quante le diversegenerazioni che dopo il diluvio si sparsero a ripopolare laterra393

La narrazione giagrave citata dellAnonimo Salernitano pare checonfermi in singolar modo la opinione chio seguo Eccola nelleproprie parole del testo laquoNam septuaginta statuae quae olimRomani in Capitolio consecrarunt in honorem omnium gentiumquae scripta nomina in pectora gentium cuius imaginemtenebant gestabant et tintinnabulum uniuscuiusque statuae eratet sacerdotes die ac nocte semper vicibus vigilantes eascustodiebant et quae gens in rebellionem consurgere conabaturcontra Romanum imperium statua illius gentis commovebatur ettintinnabulum in collo illius resonabat Ita scriptum nomencontinuo sacerdotes principibus deportarent et ipsi absque moraexercitum ad reprimendam eandem gentem dirigerent Sed dumfuissent praedictae statuae aereae Constantinopolim deportataeille iam fatus imperator Alexander huiusmodi verba depromsitIllo denique tempore Romanorum imperatores erant gloriosiquando istae statuae venerabantur Unde statim sericis vestibus

393 Di Sem si facevano nascere 27 figliuoli di Jafet 23 di Cam 22 in tutto 72capostipiti Sia qui ricordato che anche Treveri ebbe nella leggenda il suoCampidoglio simile per piugrave rispetti a quello di Roma Nei Gesta Treverorum(ap PERTZ Script t VIII p 132) si legge laquoFecerunt et ibi Capitoliummaximum templum quoque idolorum in quo non minus quam 100 statutaidola generaliter ab omni populo colebantur et per ea miseri responsisdaemonum ac variis praestigiis delubebanturraquo Di questi cento idoli si faricordo anche nella Vita S Eucharii Acta Sanctorum Jan t I p 919

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trionfo definitivo del cristianesimo e dopo i primi rovesci chemenomarono e avviarono alla dissoluzione la potenza romana Ilmedio evo che trova la leggenda giagrave fatta lascia da primasussistere la Salvatio nel Campidoglio poi la tramuta obbedendoaglimpulsi della propria fantasia nel Colosseo nel Pantheonaltrove Rinnovellato il sogno della monarchia universale lestatue rappresentino esse le nazioni soggette o le divinitagrave diquelle nazioni saranno settantadue quanti i nepoti di Noegrave quantele lingue uscite dalla torre di Babele quante le diversegenerazioni che dopo il diluvio si sparsero a ripopolare laterra393

La narrazione giagrave citata dellAnonimo Salernitano pare checonfermi in singolar modo la opinione chio seguo Eccola nelleproprie parole del testo laquoNam septuaginta statuae quae olimRomani in Capitolio consecrarunt in honorem omnium gentiumquae scripta nomina in pectora gentium cuius imaginemtenebant gestabant et tintinnabulum uniuscuiusque statuae eratet sacerdotes die ac nocte semper vicibus vigilantes eascustodiebant et quae gens in rebellionem consurgere conabaturcontra Romanum imperium statua illius gentis commovebatur ettintinnabulum in collo illius resonabat Ita scriptum nomencontinuo sacerdotes principibus deportarent et ipsi absque moraexercitum ad reprimendam eandem gentem dirigerent Sed dumfuissent praedictae statuae aereae Constantinopolim deportataeille iam fatus imperator Alexander huiusmodi verba depromsitIllo denique tempore Romanorum imperatores erant gloriosiquando istae statuae venerabantur Unde statim sericis vestibus

393 Di Sem si facevano nascere 27 figliuoli di Jafet 23 di Cam 22 in tutto 72capostipiti Sia qui ricordato che anche Treveri ebbe nella leggenda il suoCampidoglio simile per piugrave rispetti a quello di Roma Nei Gesta Treverorum(ap PERTZ Script t VIII p 132) si legge laquoFecerunt et ibi Capitoliummaximum templum quoque idolorum in quo non minus quam 100 statutaidola generaliter ab omni populo colebantur et per ea miseri responsisdaemonum ac variis praestigiis delubebanturraquo Di questi cento idoli si faricordo anche nella Vita S Eucharii Acta Sanctorum Jan t I p 919

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venire iussit et singulas circumdedit Nocte igitur subsecuta cumse sopori dedisset vir clarissimus ei apparuit et comminantersuper eum venit eumque in pectore forti yctu percussit et nomensuum protinus propalavit adiciens Ego sum inquit Romanorumprinceps Petrus Et statim cum magno taedio evigilavitsanguinemque suum vomere coepit et sic exitiale mortedefunctus estraquo LAlessandro di cui qui si parla regnograve dal 911 al912 La prima parte del racconto coincide quasi interamente conla narrazione piugrave antica del codice di Wessobrunn e con laltra delcodice Vaticano

Ma la Salvatio non egrave sempre composta di statue come nellevarie narrazioni riferite e ricordate sin qui secondo altri raccontiassai piugrave recenti essa consiste in uno specchio magico in cui siscoprono i nemici di Roma Autore di esso come di tantaltremeraviglie egrave Virgilio Di questa seconda leggenda si trova anchefatto ricordo assai spesso Nei Seven Sages pubblicati dalWright394 lautore di esso non egrave Virgilio ma Merlino

Sire hit was a maneMerlyn he hatte and was a clerkeAnd bygan a wondir werkeHe made in Rome thourow clegyseA piler that stode fol heygheHeyer wel than any tourAnd ther-oppon a myrrourThat schon over al the tovn by nyghtAs hyt were day lyghtThat the wayetys myght seeYf any man come to citeacuteAny harme for to doonThe citeacute was warned soon

Ma egrave questa una eccezione del rimanente lo specchio magico egrave

394 Londra 1845 (Percy Society n LIII) p 1176

venire iussit et singulas circumdedit Nocte igitur subsecuta cumse sopori dedisset vir clarissimus ei apparuit et comminantersuper eum venit eumque in pectore forti yctu percussit et nomensuum protinus propalavit adiciens Ego sum inquit Romanorumprinceps Petrus Et statim cum magno taedio evigilavitsanguinemque suum vomere coepit et sic exitiale mortedefunctus estraquo LAlessandro di cui qui si parla regnograve dal 911 al912 La prima parte del racconto coincide quasi interamente conla narrazione piugrave antica del codice di Wessobrunn e con laltra delcodice Vaticano

Ma la Salvatio non egrave sempre composta di statue come nellevarie narrazioni riferite e ricordate sin qui secondo altri raccontiassai piugrave recenti essa consiste in uno specchio magico in cui siscoprono i nemici di Roma Autore di esso come di tantaltremeraviglie egrave Virgilio Di questa seconda leggenda si trova anchefatto ricordo assai spesso Nei Seven Sages pubblicati dalWright394 lautore di esso non egrave Virgilio ma Merlino

Sire hit was a maneMerlyn he hatte and was a clerkeAnd bygan a wondir werkeHe made in Rome thourow clegyseA piler that stode fol heygheHeyer wel than any tourAnd ther-oppon a myrrourThat schon over al the tovn by nyghtAs hyt were day lyghtThat the wayetys myght seeYf any man come to citeacuteAny harme for to doonThe citeacute was warned soon

Ma egrave questa una eccezione del rimanente lo specchio magico egrave

394 Londra 1845 (Percy Society n LIII) p 1176

sempre descritto come opera di Virgilio395 Di specchi magici chehanno virtugrave di fare scoprire le insidie o le minacce dei nemici egravegrande numero nella letteratura leggendaria in genere e questo diRoma non egrave se non copia di altro piugrave antico396

Collajuto della Salvatio i Romani soggiogarono il mondo397 equanto il mondo fu vasto il loro impero Giovanni Cavallino

395 Cosigrave nella Historia Septem Sapientum nelle versioni francesi dei SetteSavii nella versione catalana metrica nella Storia di Stefano figliuolo di unimperatore di Roma (Scelta di curiositagrave letterarie disp CLXXVI Bologna1880) se non che nella versione inglese e nella catalana si dice che lo specchiofaceva scoprire chi volesse entrare in cittagrave con animo di mal fare mentrenellitaliana si dice che denunziava le province ribelli (canto XIII)

Quando a Roma provinzia o tera algunavolea rebelar qui se vedeae cognoxea la caxon e a zaschedunacossa loro de subito si provedea

Giovanni dOutremeuse cosigrave ne parla (op cit v I p 229) laquo une thour agraveRomme sor laqueile ilh astoit unc myreour sour cent pilers de marbre et parcelle myreour ons veioit bien quant gens darmes ou aultres venoient sourmere Se cheaux de Romme ewissent bien gardeit cel myreour ilhs ewissentesteit agrave tous jours les soverains del monde mains ilh leur fuit destruisraquo Dellospecchio di Virgilio si fa inoltre ricordo nella Confessio amantis del GOWERnelle Choniques de Tournay nel Renart Contrefait nel Cleomades nellaChronique rimeacutee di FILIPPO MOUSKES nella Destruction de Rome ecc In questoultimo poema la torre del Miraour posta sopra il monte Chevrel non ha piugravenulla di magico

La est li Miraour dont hom a tante parleKi par le halt estage a son chef hor bouteXXX lieues voit bien et de long et de leCil que lost veue sevent bien la verte

(La destruction de Rome pubblicata dal Groumlber Romania v II p 6-48 v666-9) Nei Compassionevoli avvenimenti di Erasto (c XIX) lo specchiomutato in una lucidissima colonna egrave trasposto nellisola di Rodi Che si trattiqui veramente dello specchio virgiliano trasformato non si puograve dubitare

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sempre descritto come opera di Virgilio395 Di specchi magici chehanno virtugrave di fare scoprire le insidie o le minacce dei nemici egravegrande numero nella letteratura leggendaria in genere e questo diRoma non egrave se non copia di altro piugrave antico396

Collajuto della Salvatio i Romani soggiogarono il mondo397 equanto il mondo fu vasto il loro impero Giovanni Cavallino

395 Cosigrave nella Historia Septem Sapientum nelle versioni francesi dei SetteSavii nella versione catalana metrica nella Storia di Stefano figliuolo di unimperatore di Roma (Scelta di curiositagrave letterarie disp CLXXVI Bologna1880) se non che nella versione inglese e nella catalana si dice che lo specchiofaceva scoprire chi volesse entrare in cittagrave con animo di mal fare mentrenellitaliana si dice che denunziava le province ribelli (canto XIII)

Quando a Roma provinzia o tera algunavolea rebelar qui se vedeae cognoxea la caxon e a zaschedunacossa loro de subito si provedea

Giovanni dOutremeuse cosigrave ne parla (op cit v I p 229) laquo une thour agraveRomme sor laqueile ilh astoit unc myreour sour cent pilers de marbre et parcelle myreour ons veioit bien quant gens darmes ou aultres venoient sourmere Se cheaux de Romme ewissent bien gardeit cel myreour ilhs ewissentesteit agrave tous jours les soverains del monde mains ilh leur fuit destruisraquo Dellospecchio di Virgilio si fa inoltre ricordo nella Confessio amantis del GOWERnelle Choniques de Tournay nel Renart Contrefait nel Cleomades nellaChronique rimeacutee di FILIPPO MOUSKES nella Destruction de Rome ecc In questoultimo poema la torre del Miraour posta sopra il monte Chevrel non ha piugravenulla di magico

La est li Miraour dont hom a tante parleKi par le halt estage a son chef hor bouteXXX lieues voit bien et de long et de leCil que lost veue sevent bien la verte

(La destruction de Rome pubblicata dal Groumlber Romania v II p 6-48 v666-9) Nei Compassionevoli avvenimenti di Erasto (c XIX) lo specchiomutato in una lucidissima colonna egrave trasposto nellisola di Rodi Che si trattiqui veramente dello specchio virgiliano trasformato non si puograve dubitare

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parlando nella sua Polistoria398 della porta Collina nota laquoVelCollina porta potest dici a colle finitimo dicte porte per quam iturad eum qui hodie dicitur Mons Marus ubi imperatorRomanorum post coronationem suam statim ascendit etvolvendo se undique dicit Omnia que videmus nostra sunt etnostris mandatis obediunt universa mundiraquo

perchegrave insieme con la colonna si pone in Rodi anche il fuoco inestinguibilealtro miracolo operato da Virgilio in pro di Roma Autore delluna e dellaltrameraviglia si credeva un eccellente mago di cui non si dice il nome Come laSalvatio di Roma fu la colonna distrutta da nemici che diedero ad intendere dipoter cavare tesori396 Anche qui recare qualche esempio non parragrave ozioso Davanti al palazzo delfamoso Prete Gianni era uno specchio in cima ad una colonna sorretta da altriquattro ordini di colonne sovrapposte Tutto ledifizio era fatto di variesmisurate pietre preziose e nello specchio si poteva scorgere quanto accadevanelle circostanti province Tremila uomini armati lo custodivano affinchegrave nonfosse da malevoli rovesciato negrave infranto (Epistola del Prete Gianni a EmanueleComneno imperatore di Costantinopoli ap OPPERT Der Presbyter Johannes inSage und Geschichte Berlino 1864 p 175-6) Beniamino di Tudela dicenellItinerario (Ed dellAsher p 155) che nello specchio del faro diAlessandria si potevano scorgere le navi alla distanza di cinquanta giorni dinavigazione Gli abitanti di Brigantium in Ispagna (Coruntildea) pretendevano chein una torre fabbricata da Ercole nel loro porto fosse stato un tempo unospecchio in cui si potevano scorgere navi anche lontanissime EUSEBIO

NIEREMBERG si appone forse al vero quando dice (De miraculosis naturis inEuropa l I c 67) quella favola essere nata dal nome di Specula (quindi lospeculum) che avragrave avuto la torre Lo stesso si potrebbe dire della torre diRoma e di altre ma badisi che favole al tutto simili sono frequenti tra gliOrientali a cui la suggestione non poteva venire dal nome ed oltre a ciogravespecchi manuali magici in cui si credeva potere scorgere le cose lontane eranousati in molte pratiche di magia minuta Nel Parzival di WOLFRAM VON

ESCHENBACH si parla di una meravigliosa colonna di cui va adorno SchasteMarveil (Chasteau-Merveille delle versioni francesi) Il suo splendore sispande sei miglia allintorno e sulla sua superficie si scorge quanto avviene nelcircostante paese V anche Il libro dei Sette Savj pubblicato dal DAncona p115 e COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 74-7397 Nella giagrave citata versione francese della Legenda aurea si dice laquosi que parceste maniere les rommains advertis de la rebellion de celle province y

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parlando nella sua Polistoria398 della porta Collina nota laquoVelCollina porta potest dici a colle finitimo dicte porte per quam iturad eum qui hodie dicitur Mons Marus ubi imperatorRomanorum post coronationem suam statim ascendit etvolvendo se undique dicit Omnia que videmus nostra sunt etnostris mandatis obediunt universa mundiraquo

perchegrave insieme con la colonna si pone in Rodi anche il fuoco inestinguibilealtro miracolo operato da Virgilio in pro di Roma Autore delluna e dellaltrameraviglia si credeva un eccellente mago di cui non si dice il nome Come laSalvatio di Roma fu la colonna distrutta da nemici che diedero ad intendere dipoter cavare tesori396 Anche qui recare qualche esempio non parragrave ozioso Davanti al palazzo delfamoso Prete Gianni era uno specchio in cima ad una colonna sorretta da altriquattro ordini di colonne sovrapposte Tutto ledifizio era fatto di variesmisurate pietre preziose e nello specchio si poteva scorgere quanto accadevanelle circostanti province Tremila uomini armati lo custodivano affinchegrave nonfosse da malevoli rovesciato negrave infranto (Epistola del Prete Gianni a EmanueleComneno imperatore di Costantinopoli ap OPPERT Der Presbyter Johannes inSage und Geschichte Berlino 1864 p 175-6) Beniamino di Tudela dicenellItinerario (Ed dellAsher p 155) che nello specchio del faro diAlessandria si potevano scorgere le navi alla distanza di cinquanta giorni dinavigazione Gli abitanti di Brigantium in Ispagna (Coruntildea) pretendevano chein una torre fabbricata da Ercole nel loro porto fosse stato un tempo unospecchio in cui si potevano scorgere navi anche lontanissime EUSEBIO

NIEREMBERG si appone forse al vero quando dice (De miraculosis naturis inEuropa l I c 67) quella favola essere nata dal nome di Specula (quindi lospeculum) che avragrave avuto la torre Lo stesso si potrebbe dire della torre diRoma e di altre ma badisi che favole al tutto simili sono frequenti tra gliOrientali a cui la suggestione non poteva venire dal nome ed oltre a ciogravespecchi manuali magici in cui si credeva potere scorgere le cose lontane eranousati in molte pratiche di magia minuta Nel Parzival di WOLFRAM VON

ESCHENBACH si parla di una meravigliosa colonna di cui va adorno SchasteMarveil (Chasteau-Merveille delle versioni francesi) Il suo splendore sispande sei miglia allintorno e sulla sua superficie si scorge quanto avviene nelcircostante paese V anche Il libro dei Sette Savj pubblicato dal DAncona p115 e COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 74-7397 Nella giagrave citata versione francese della Legenda aurea si dice laquosi que parceste maniere les rommains advertis de la rebellion de celle province y

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La Salvatio fu distrutta per fatto dei nemici di Roma i qualinon potevano sperare negrave di vincere negrave di conservarsi liberi tantoche quella sussisteva Coloro che la fanno distruggere sono iCartaginesi399 oppure tre re che dai Romani avevano soffertomolte prepotenze400 o il re di Puglia401 o il re di Sicilia402 o iprincipi di Germania403 o un re di Ungheria404 Guiraut deCalanson ricorda un Menelas che

Fel mirail de Roma fremir

La distruzione si compie mediante unastuzia a cui ho giagraveaccennato nel capitolo precedente Alcuni emissarii dei principinemici danno ad intendere allimperatore di Roma il quale spessoegrave Ottaviano oppure ai senatori e ai consoli che sotto la torredella Salvatio sono nascosti grandi tesori Ottenuta licenza dicercarli cavano nelle fondamenta della torre e operano in modoche questa precipita quando essi sono giagrave lontani da RomaQuesta storia della distruzione non accompagna in principio laleggenda piugrave antica dove la Salvatio egrave formata di statue essavien fuori la prima volta insieme con la leggenda piugrave modernadello specchio ma poi naturalmente si appicca anche allaltra405

envoyoient une grosse armes qui y estoit venue ancois que ceulz de la provinceen fussent advertis et par tant ceulz la estaient incontinent reduis et submis a laseignourie de Rommeraquo398 L VI c 35399 Nel Virgilius inglese (THOMS Early english prose romances v II p 37)400 In alcune versioni dei Sette Savii401 Nei Seven Sages editi del Wright e nella versione catalana402 Storia di Stefano403 Enenkel e Heinrich von Muumlnchen404 Li romans des Sept Sages pubblicato dal Keller405 Il MASSMANN (Kaiserchronik v III p 430-2) riferisce a questo proposito ilracconto di Enenkel io riferirograve quello di Heinrich von Muumlnchen traendolo daun manoscritto della Biblioteca di Corte di Vienna n 2782 f 329 r col 2a330 r col 1a Descritta la Salvatio il poeta cosigrave prosegue

Daz wart vil weiten do erchant179

La Salvatio fu distrutta per fatto dei nemici di Roma i qualinon potevano sperare negrave di vincere negrave di conservarsi liberi tantoche quella sussisteva Coloro che la fanno distruggere sono iCartaginesi399 oppure tre re che dai Romani avevano soffertomolte prepotenze400 o il re di Puglia401 o il re di Sicilia402 o iprincipi di Germania403 o un re di Ungheria404 Guiraut deCalanson ricorda un Menelas che

Fel mirail de Roma fremir

La distruzione si compie mediante unastuzia a cui ho giagraveaccennato nel capitolo precedente Alcuni emissarii dei principinemici danno ad intendere allimperatore di Roma il quale spessoegrave Ottaviano oppure ai senatori e ai consoli che sotto la torredella Salvatio sono nascosti grandi tesori Ottenuta licenza dicercarli cavano nelle fondamenta della torre e operano in modoche questa precipita quando essi sono giagrave lontani da RomaQuesta storia della distruzione non accompagna in principio laleggenda piugrave antica dove la Salvatio egrave formata di statue essavien fuori la prima volta insieme con la leggenda piugrave modernadello specchio ma poi naturalmente si appicca anche allaltra405

envoyoient une grosse armes qui y estoit venue ancois que ceulz de la provinceen fussent advertis et par tant ceulz la estaient incontinent reduis et submis a laseignourie de Rommeraquo398 L VI c 35399 Nel Virgilius inglese (THOMS Early english prose romances v II p 37)400 In alcune versioni dei Sette Savii401 Nei Seven Sages editi del Wright e nella versione catalana402 Storia di Stefano403 Enenkel e Heinrich von Muumlnchen404 Li romans des Sept Sages pubblicato dal Keller405 Il MASSMANN (Kaiserchronik v III p 430-2) riferisce a questo proposito ilracconto di Enenkel io riferirograve quello di Heinrich von Muumlnchen traendolo daun manoscritto della Biblioteca di Corte di Vienna n 2782 f 329 r col 2a330 r col 1a Descritta la Salvatio il poeta cosigrave prosegue

Daz wart vil weiten do erchant179

Chessa sia di origine orientale puograve darsi e qualche indizio ilfarebbe credere406 Secondo unaltra leggenda ledifizio e le statuedella Salvatio precipitano quando nasce Cristo conforme daVirgilio loro artefice era stato profetizzato407 Ma qui la leggendadella Salvatio interferisce con unaltra di cui dovrograve far parola asuo luogo408

Von dem mer vuez an den ReinDie die fursten solten sein

Die vorchten des vil serSi verluren gar ir er

Von den pilden in den iarenDie ze Rom gemacht waren

In dem palast reichMit weishait maisterleich

Dovon die heren waren unfroIn den landen trachten sy do

Wie si funden einen listDaz si den palast an der frist

Mochten gar zu prechenUnd daz vil haimleich rechen

Daz die pild zerpresten garNu waz ein maister zu in dar

Chomen als ich vernomen hanDer selb nam sich do an

Daz er die pild zu prechen woltDarumb gab man im reichen solt

Und lie in varen zu Rom hinDer maister nam do zu im

Zway hundert mark von goltDie er zu Rom nuczen wolt

Als ich ew nuuml sagen wilHin fuumlr an dem selben czil

Der maister do vil dratDo er nuuml chom in die stat

Do gruumlb er pey der nachtAls er in vor het gedacht

Vil heimleich ein grubUnd ein vil tiefes lug

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Chessa sia di origine orientale puograve darsi e qualche indizio ilfarebbe credere406 Secondo unaltra leggenda ledifizio e le statuedella Salvatio precipitano quando nasce Cristo conforme daVirgilio loro artefice era stato profetizzato407 Ma qui la leggendadella Salvatio interferisce con unaltra di cui dovrograve far parola asuo luogo408

Von dem mer vuez an den ReinDie die fursten solten sein

Die vorchten des vil serSi verluren gar ir er

Von den pilden in den iarenDie ze Rom gemacht waren

In dem palast reichMit weishait maisterleich

Dovon die heren waren unfroIn den landen trachten sy do

Wie si funden einen listDaz si den palast an der frist

Mochten gar zu prechenUnd daz vil haimleich rechen

Daz die pild zerpresten garNu waz ein maister zu in dar

Chomen als ich vernomen hanDer selb nam sich do an

Daz er die pild zu prechen woltDarumb gab man im reichen solt

Und lie in varen zu Rom hinDer maister nam do zu im

Zway hundert mark von goltDie er zu Rom nuczen wolt

Als ich ew nuuml sagen wilHin fuumlr an dem selben czil

Der maister do vil dratDo er nuuml chom in die stat

Do gruumlb er pey der nachtAls er in vor het gedacht

Vil heimleich ein grubUnd ein vil tiefes lug

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Ma la leggenda non provvede soltanto alla sicurezza esterna diRoma provvede ancora alla sicurezza interna Essa dice cheVirgilio fabbricograve per limperatore Tito una statua che scoprivatutti i delitti commessi secretamente in Roma409

Sin qui delle leggende che mostrano Roma munita disoprannaturali difese e inespugnabile passiamo ora a dir qualchecosa di alcune leggende di carattere al tutto opposto le quali

Daz sein niemant wart gewarIn die grub legt er dar

Des goldes hundert markDas er darein verparg

Also daz fur warNiemant wart gewar

Wo das lug pegraben wasNu macht er such zu dem palas

Do die pild waren innDes andern nachts mit weisen sinn

Ein grub in chirczer stundDo hin er pergen pegunt

Auch hundert mark von goltAls er sy haben wolt

Zu dem list dez er gedachtDaz er damit wurd volbracht

Und diez also geschachDer maister gie darnach

Do er die rat heran vantDen tot er do pechant

Und sprach laquoIch wil ew zeigen und gebenDaz nie man pey seinen leben

Goldes mer so reich wartUnd wolt ir volgen meinen ratraquo

Do sprach ein weiser under inlaquoWil du uns zaigen den gewin

So hab daz auf die trewe meinDaz dein lon muumls guumlt sein

Die zehen markch sey ie dein aigenWil du uns die schaz czaigenraquo

Der maister sproch laquoDaz sey getanraquoDamit fuumlrt er in von dan

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Ma la leggenda non provvede soltanto alla sicurezza esterna diRoma provvede ancora alla sicurezza interna Essa dice cheVirgilio fabbricograve per limperatore Tito una statua che scoprivatutti i delitti commessi secretamente in Roma409

Sin qui delle leggende che mostrano Roma munita disoprannaturali difese e inespugnabile passiamo ora a dir qualchecosa di alcune leggende di carattere al tutto opposto le quali

Daz sein niemant wart gewarIn die grub legt er dar

Des goldes hundert markDas er darein verparg

Also daz fur warNiemant wart gewar

Wo das lug pegraben wasNu macht er such zu dem palas

Do die pild waren innDes andern nachts mit weisen sinn

Ein grub in chirczer stundDo hin er pergen pegunt

Auch hundert mark von goltAls er sy haben wolt

Zu dem list dez er gedachtDaz er damit wurd volbracht

Und diez also geschachDer maister gie darnach

Do er die rat heran vantDen tot er do pechant

Und sprach laquoIch wil ew zeigen und gebenDaz nie man pey seinen leben

Goldes mer so reich wartUnd wolt ir volgen meinen ratraquo

Do sprach ein weiser under inlaquoWil du uns zaigen den gewin

So hab daz auf die trewe meinDaz dein lon muumls guumlt sein

Die zehen markch sey ie dein aigenWil du uns die schaz czaigenraquo

Der maister sproch laquoDaz sey getanraquoDamit fuumlrt er in von dan

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mostrano Roma esposta a pericoli o vinta da nemici di cui lastoria non serba ricordo

Cominciamo da Alessandro Magno Era impossibile che laleggenda tendendo ad allargare sempre piugrave la cerchia delleportentose avventure e delle conquiste del gran Macedone nonandasse o prima o poi ad urtare contro Roma Giagrave Arriano410

dice che secondo Aristo ed Asclepiade i quali scrissero dei fatti

Hin an der selben stundDo er von erst pegund

Daz golt pergen hinEr sprach laquoVolgt meinen sin

Und grabt hie ein an disen czilDo vint ir an massen vil

Goldes auf mein warhaitraquoDie heren waren do perait

Und hiessen ein graben zu hantDen maister der do vant

Daz golt das er do liezzDie Romer er ez schawen hiezz

Die wurden do von herczen froZu in sprach er do

laquoDes wil ich ew noch zaigen merWelt ir volgen meiner lerraquo

Si sprachen do laquoVil gerenraquoDamit pegund der maister keren

Hin zu dem PalasDo der ander schacz was

Den selben er do vantWann er mit seiner hant

In het gelegt vor al darDaz sein niemant war gewar

Als ich ew nuuml hanHie vor chunt getan

Und nuuml der maister daz goltVant als er oz haben wolt

Do wanten die ConsulesAll fuumlr war das

Ez wer die recht warhaitAls in der maister het gesait

182

mostrano Roma esposta a pericoli o vinta da nemici di cui lastoria non serba ricordo

Cominciamo da Alessandro Magno Era impossibile che laleggenda tendendo ad allargare sempre piugrave la cerchia delleportentose avventure e delle conquiste del gran Macedone nonandasse o prima o poi ad urtare contro Roma Giagrave Arriano410

dice che secondo Aristo ed Asclepiade i quali scrissero dei fatti

Hin an der selben stundDo er von erst pegund

Daz golt pergen hinEr sprach laquoVolgt meinen sin

Und grabt hie ein an disen czilDo vint ir an massen vil

Goldes auf mein warhaitraquoDie heren waren do perait

Und hiessen ein graben zu hantDen maister der do vant

Daz golt das er do liezzDie Romer er ez schawen hiezz

Die wurden do von herczen froZu in sprach er do

laquoDes wil ich ew noch zaigen merWelt ir volgen meiner lerraquo

Si sprachen do laquoVil gerenraquoDamit pegund der maister keren

Hin zu dem PalasDo der ander schacz was

Den selben er do vantWann er mit seiner hant

In het gelegt vor al darDaz sein niemant war gewar

Als ich ew nuuml hanHie vor chunt getan

Und nuuml der maister daz goltVant als er oz haben wolt

Do wanten die ConsulesAll fuumlr war das

Ez wer die recht warhaitAls in der maister het gesait

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di Alessandro Magno i Romani al par dei Bruzii dei Lucani deiTusci mandarono legati al Macedone e che questi augurograve benedella futura loro potenza Egli negrave nega negrave afferma ma avvertesolo che nessuno storico latino fece mai ricordo di ciograve e TitoLivio crede anzi che Alessandro Magno non sia stato noto aiRomani nemmeno di nome411 La legazione era asserita anche da

Si westen nicht der maerDaz er also waer

Von seinen schulden komen darDo si des goldes wuumlrden gewar

Zu dem maister sprachen si dolaquoMaister du solt wesen fro

Und solt uns guumltes mer csaigenEin lant wirt darumbe dein aigenraquo

Der maister sprach laquoIch zaig ew wolOb ir die warhait habt fuumlr vol

Den grosten schacz von guumltDer ewren augen sanft tuumlt

Und den kain man ie gesachraquoDer heren ainer zu im sprach

laquoWo ist dos selb guumltraquoDer maister sprachlaquoOb ir ez tuumlt

So ist mir vil wol chunt dasIr under dem Palas

Vindet den reichisten funtDaz ist mir von waishait chunt

Und der under der erd istDas glaubet mir zu diser frist

Ich wil als ich tuumln solDen Palast under seczen wol

So ich darunder gruben wilDaz niemant an dem czil

Chain schad davon mocht geschehenraquoSi sprachen laquoDaz laz uns sehen

Ob dein list als klug seyraquoWaz nuuml tel der maister freyEr huumlb do an und gruumlb

Vil manig weites lug183

di Alessandro Magno i Romani al par dei Bruzii dei Lucani deiTusci mandarono legati al Macedone e che questi augurograve benedella futura loro potenza Egli negrave nega negrave afferma ma avvertesolo che nessuno storico latino fece mai ricordo di ciograve e TitoLivio crede anzi che Alessandro Magno non sia stato noto aiRomani nemmeno di nome411 La legazione era asserita anche da

Si westen nicht der maerDaz er also waer

Von seinen schulden komen darDo si des goldes wuumlrden gewar

Zu dem maister sprachen si dolaquoMaister du solt wesen fro

Und solt uns guumltes mer csaigenEin lant wirt darumbe dein aigenraquo

Der maister sprach laquoIch zaig ew wolOb ir die warhait habt fuumlr vol

Den grosten schacz von guumltDer ewren augen sanft tuumlt

Und den kain man ie gesachraquoDer heren ainer zu im sprach

laquoWo ist dos selb guumltraquoDer maister sprachlaquoOb ir ez tuumlt

So ist mir vil wol chunt dasIr under dem Palas

Vindet den reichisten funtDaz ist mir von waishait chunt

Und der under der erd istDas glaubet mir zu diser frist

Ich wil als ich tuumln solDen Palast under seczen wol

So ich darunder gruben wilDaz niemant an dem czil

Chain schad davon mocht geschehenraquoSi sprachen laquoDaz laz uns sehen

Ob dein list als klug seyraquoWaz nuuml tel der maister freyEr huumlb do an und gruumlb

Vil manig weites lug183

Clitarco secondo la testimonianza di Plinio412 e Clitarcoseguitarono Diodoro Siculo413 Quinto Curzio414 Memnone415 LoPseudo-Callistene dice416 che Alessandro Magno ricevettelossequio dei Romani e conquistograve i regni di Occidente eancora417 che i Romani gli mandarono per Emidio console unacorona doro adorna di perle quattrocento talenti e duemilasoldati scusandosi di non poter mandare di piugrave impegnati

Under den palast reichDen under saczt er meisterleich

Und gruumlb ie lenger und ie pasHin under den Pallas

Pis er ez darczu prachtAls er nuuml het gedacht

Daz er die czeit sachAns nacht er darnach

Gie er viel heimleich darDaz sein niemant wart gewar

Die sprewczen czunt er all anDavon der Palast muumlst zergan

Und mit den pilden niderViel darnach sider

War kain Palast merDer so reich was und so her

Und mit maisterschaft volbrachtZe Rom nymmer mer gedacht

Als ich es hort sagenDer maister floch in den tagen

Und cham in dewtsche lantDo er die herren vant

Die im den lon gabenAls ich ew chund sagen

Daz er den Palas prach nider

Nel Pecorone giorn Va nov 1a la storia si trasforma Il popolo di Roma avevainimicizia con quello di Velletri Due Velletrani Ghello e Gianno vanno aRoma e danno a intendere a Crasso cittadino di molta riputazione masoprammodo avaro di saper cavare tesori Con quellastuzia fanno cadere latorre del tribuno laquoEra nel Campidoglio una torre che si chiamava la torre deltribuno nella quale erano intagliati dal lato di fuori di metallo tutti coloro

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Clitarco secondo la testimonianza di Plinio412 e Clitarcoseguitarono Diodoro Siculo413 Quinto Curzio414 Memnone415 LoPseudo-Callistene dice416 che Alessandro Magno ricevettelossequio dei Romani e conquistograve i regni di Occidente eancora417 che i Romani gli mandarono per Emidio console unacorona doro adorna di perle quattrocento talenti e duemilasoldati scusandosi di non poter mandare di piugrave impegnati

Under den palast reichDen under saczt er meisterleich

Und gruumlb ie lenger und ie pasHin under den Pallas

Pis er ez darczu prachtAls er nuuml het gedacht

Daz er die czeit sachAns nacht er darnach

Gie er viel heimleich darDaz sein niemant wart gewar

Die sprewczen czunt er all anDavon der Palast muumlst zergan

Und mit den pilden niderViel darnach sider

War kain Palast merDer so reich was und so her

Und mit maisterschaft volbrachtZe Rom nymmer mer gedacht

Als ich es hort sagenDer maister floch in den tagen

Und cham in dewtsche lantDo er die herren vant

Die im den lon gabenAls ich ew chund sagen

Daz er den Palas prach nider

Nel Pecorone giorn Va nov 1a la storia si trasforma Il popolo di Roma avevainimicizia con quello di Velletri Due Velletrani Ghello e Gianno vanno aRoma e danno a intendere a Crasso cittadino di molta riputazione masoprammodo avaro di saper cavare tesori Con quellastuzia fanno cadere latorre del tribuno laquoEra nel Campidoglio una torre che si chiamava la torre deltribuno nella quale erano intagliati dal lato di fuori di metallo tutti coloro

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comerano nella guerra contro i Cartaginesi Ciograve avvenivanellItalia stessa dove Alessandro si suppone passato sino daiprimordii del suo regno Giulio Valerio traduttore dello Pseudo-Callistene e lArcipresbitero Leone autore della Historia depreliis divulgano questo racconto orientale di originenelloccidente di Europa dove da indi in poi si ritrova assaispesso ripetuto con varianti di maggiore o minore rilievo nellenumerose storie di Alessandro Magno che in prosa e in verso si

chebbero mai triumfo o fama et era tenuta questa torre la piugrave degna cosa cheavesse Romaraquo Il popolo uccide Crasso di specchio o di statue denunziatricinon si fa parola406 Ciograve non si ammette dallo SCHMIDT (Beitraumlge zur Geschichte derromantischen Poesie p 129) il quale non isceverograve come dee farsi le dueleggende quella delle statue e quella dello specchio Senza voler risolvere laquestione io ricorderograve che Beniamino di Tudela narra nellitinerario (l cit)che lo specchio di Alessandria fu distrutto da un greco Massudi racconta (opcit v II p 434-6) che un eunuco mandato dallimperatore di Bisanziodistrusse a metagrave il faro di Alessandria facendo credere al re El-Valid chegrandi tesori erano nascosti nelle fondamenta della torre407 Il primo che la riferisce egrave forse ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l IIc 174 laquoQuaesitus autem vates gloriosus quamdiu a diis conservandum essetillud nobile aedificium respondere consuevit laquolaquoStabit usque dum pariatvirgoraquoraquo Hoc autem audientes philosopho applaudentes dicebant laquolaquoIgitur inaeternum stabitraquoraquo In nativitate autem Salvatoris fertur dicta domus inclitasubitam fecisse ruinamraquo Lo stesso dice Ranulfo Higden408 V il cap IX409 Gesta romanorum c 57 ed dellOesterley cf MASSMANN Kaiserchronik vIII410 De expeditione Alexandri Magni l VII c 15411 Hist IX 16412 Hist nat III 9413 Biblioth hist XVII 113414 De reb gest Alex M VII 95415 Ap FOZIO Biblioth ed del Bekker v I p 229 col 1a416 L I c 27417 L I c 29 Cf ZACHER Pseudocallisthenes Forschungen zur Kritik undGeschichte der aumlltesten Aufzeichnung der Alexandersage Halle 1867 p 117-9

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comerano nella guerra contro i Cartaginesi Ciograve avvenivanellItalia stessa dove Alessandro si suppone passato sino daiprimordii del suo regno Giulio Valerio traduttore dello Pseudo-Callistene e lArcipresbitero Leone autore della Historia depreliis divulgano questo racconto orientale di originenelloccidente di Europa dove da indi in poi si ritrova assaispesso ripetuto con varianti di maggiore o minore rilievo nellenumerose storie di Alessandro Magno che in prosa e in verso si

chebbero mai triumfo o fama et era tenuta questa torre la piugrave degna cosa cheavesse Romaraquo Il popolo uccide Crasso di specchio o di statue denunziatricinon si fa parola406 Ciograve non si ammette dallo SCHMIDT (Beitraumlge zur Geschichte derromantischen Poesie p 129) il quale non isceverograve come dee farsi le dueleggende quella delle statue e quella dello specchio Senza voler risolvere laquestione io ricorderograve che Beniamino di Tudela narra nellitinerario (l cit)che lo specchio di Alessandria fu distrutto da un greco Massudi racconta (opcit v II p 434-6) che un eunuco mandato dallimperatore di Bisanziodistrusse a metagrave il faro di Alessandria facendo credere al re El-Valid chegrandi tesori erano nascosti nelle fondamenta della torre407 Il primo che la riferisce egrave forse ALESSANDRO NECKAM De naturis rerum l IIc 174 laquoQuaesitus autem vates gloriosus quamdiu a diis conservandum essetillud nobile aedificium respondere consuevit laquolaquoStabit usque dum pariatvirgoraquoraquo Hoc autem audientes philosopho applaudentes dicebant laquolaquoIgitur inaeternum stabitraquoraquo In nativitate autem Salvatoris fertur dicta domus inclitasubitam fecisse ruinamraquo Lo stesso dice Ranulfo Higden408 V il cap IX409 Gesta romanorum c 57 ed dellOesterley cf MASSMANN Kaiserchronik vIII410 De expeditione Alexandri Magni l VII c 15411 Hist IX 16412 Hist nat III 9413 Biblioth hist XVII 113414 De reb gest Alex M VII 95415 Ap FOZIO Biblioth ed del Bekker v I p 229 col 1a416 L I c 27417 L I c 29 Cf ZACHER Pseudocallisthenes Forschungen zur Kritik undGeschichte der aumlltesten Aufzeichnung der Alexandersage Halle 1867 p 117-9

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hanno in tutte le letterature del medio evo418 Il Gorionideesagerando al solito dice che i Romani accolsero Alessandrocome signore e che egli vi dominograve sino alla sua morte419Armannino nella Fiorita dice similmente che Alessandro ebbe lasignoria di Roma e che dagli indovini era stata profetizzata la suavenuta alla quale non era possibile opporsi tale essendo lavolontagrave di Dio Ekkehard ricorda che in sul principio delle sue

418 Cosigrave nellAlexander di LAMPRECHT v 704-19 nel Kyng Alisaunder doveRoma spedisce il suo tributo dopo che ad Alessandro si sono assoggettate giagravemoltissime cittagrave di Lombardia e di Toscana nellAlexander pubblicato dalDIEMER (Deutsche Gedichte des XI und XII Jahrhunderts Vienna 1849 p200-1) nella Historia de Alexandro Magno Venezia 1477 f 12 v 13 r) inmolte cronache (tra laltre nella Chronographia di MALALA) ma nonnellAlexandreis di GUALTIERO DI CHATILLON negrave nel Romans dAlixandre diLAMBERT LI TORS e ALEXANDRE DE BERNAY e nemmeno nel poema spagnuolo diLORENZO SEGURA In un Liber Alexandri a nativitate ipsius usque ad mortemcontenuto nel cod Marciano lat cl X CXXX si legge (f 6 r) la seguentenarrazione che si scosta abbastanza da quella dello Pseudo-Callistene e diGiulio ValerioQualiter Alexander venit in Italia volens Romanorum soberbiam refrenarePost aliquot dies congregatu exercitu et multitudine preparata cepit versusItalliam navigare et veniens Chalcedoniam expugnavit eam Chalcedonessuper muris civitatis ascendentes eis fortiter resistebant quibus Alexander aitlaquoVobis dicho Chalcedones aut pugnate viriliter aut pottius subiugaminiraquoPugnatorum verumtamen Chalcedoniam apreendit Exiens quo inde etnavigato pellago ingressus et Italliam volens romanam superbiam refrenareChonsulles vero Romam audientes adventum Allexandri valde sunt timoreperterriti et congregato popullo auri tallenta LXm et choronas C aureasdirexerant suplichantes ut eos nulatenus expugnaret Alexander vero recepto aRomani tributo et acceteris abitantibus usque ad mare occidentis quorumregio vocabatur Europa relliquit eos in pace et ex inde sulchato pellagoAfricham properavit in qua pauchos rebelles inveniens eos suo imperiosubiugavit419 L I c IX XLIII In due fra i manoscritti piugrave recenti dello Pseudo-Callistene si narra che i Romani presentarono ad Alessandro a mezzo diMarco loro capitano una preziosa corona e grande quantitagrave di oro e loproclamarono loro re e signore di tutto il mondo Alessandro prese con segraveduemila dei loro arcieri e promise al popolo di farlo possente WEISMANNAlexander vom Pfaffen Lamprecht Francoforte s M 1850 v II p 36-7

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hanno in tutte le letterature del medio evo418 Il Gorionideesagerando al solito dice che i Romani accolsero Alessandrocome signore e che egli vi dominograve sino alla sua morte419Armannino nella Fiorita dice similmente che Alessandro ebbe lasignoria di Roma e che dagli indovini era stata profetizzata la suavenuta alla quale non era possibile opporsi tale essendo lavolontagrave di Dio Ekkehard ricorda che in sul principio delle sue

418 Cosigrave nellAlexander di LAMPRECHT v 704-19 nel Kyng Alisaunder doveRoma spedisce il suo tributo dopo che ad Alessandro si sono assoggettate giagravemoltissime cittagrave di Lombardia e di Toscana nellAlexander pubblicato dalDIEMER (Deutsche Gedichte des XI und XII Jahrhunderts Vienna 1849 p200-1) nella Historia de Alexandro Magno Venezia 1477 f 12 v 13 r) inmolte cronache (tra laltre nella Chronographia di MALALA) ma nonnellAlexandreis di GUALTIERO DI CHATILLON negrave nel Romans dAlixandre diLAMBERT LI TORS e ALEXANDRE DE BERNAY e nemmeno nel poema spagnuolo diLORENZO SEGURA In un Liber Alexandri a nativitate ipsius usque ad mortemcontenuto nel cod Marciano lat cl X CXXX si legge (f 6 r) la seguentenarrazione che si scosta abbastanza da quella dello Pseudo-Callistene e diGiulio ValerioQualiter Alexander venit in Italia volens Romanorum soberbiam refrenarePost aliquot dies congregatu exercitu et multitudine preparata cepit versusItalliam navigare et veniens Chalcedoniam expugnavit eam Chalcedonessuper muris civitatis ascendentes eis fortiter resistebant quibus Alexander aitlaquoVobis dicho Chalcedones aut pugnate viriliter aut pottius subiugaminiraquoPugnatorum verumtamen Chalcedoniam apreendit Exiens quo inde etnavigato pellago ingressus et Italliam volens romanam superbiam refrenareChonsulles vero Romam audientes adventum Allexandri valde sunt timoreperterriti et congregato popullo auri tallenta LXm et choronas C aureasdirexerant suplichantes ut eos nulatenus expugnaret Alexander vero recepto aRomani tributo et acceteris abitantibus usque ad mare occidentis quorumregio vocabatur Europa relliquit eos in pace et ex inde sulchato pellagoAfricham properavit in qua pauchos rebelles inveniens eos suo imperiosubiugavit419 L I c IX XLIII In due fra i manoscritti piugrave recenti dello Pseudo-Callistene si narra che i Romani presentarono ad Alessandro a mezzo diMarco loro capitano una preziosa corona e grande quantitagrave di oro e loproclamarono loro re e signore di tutto il mondo Alessandro prese con segraveduemila dei loro arcieri e promise al popolo di farlo possente WEISMANNAlexander vom Pfaffen Lamprecht Francoforte s M 1850 v II p 36-7

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conquiste Alessandro andograve a Roma e tace di tutto il resto420Jacob van Maerlant racconta421 che i Romani mandarono adAlessandro la corona romana

En gaven hem die roemsce croene

In qualche codice dei Mirabilia le terme di Alessandro Severopare si mutino in un palazzo di Alessandro Magno Nei Mirabiliadel giagrave citato codice Marciano si legge il seguente curioso passolaquoIn thermis olimpiadis ubi assatus fuit sanctus Laurentius etvocatur ibi Panisperna ideo dicitur Panisperna quia Olimpiasuxor Philippi regis macedonii ibi colebatur pro dea et offerebaturei panis pola et perna vel caro porcinaraquo Anche tra gli Arabi paresiavi stata una leggenda comunicata ad essi probabilmente daiGreci per le trafile solite la quale attribuiva ad Alessandro laconquista di Roma422

Ma se la grande ammirazione che per Alessandro si aveva nelmedio evo bastava a fare accettare una leggenda manifestamentegreca di origine e non troppo lusinghiera per gli occidentali ingenere e per quanti si credevano discendere dagli antichi Romaniin particolare non mancano tuttavia scrittori che negano diaccoglierla e che piugrave o meno direttamente le contraddiconoOttone di Frisinga dice423 che Alessandro morigrave quando appunto sipreparava a soggiogare Roma e tutto lOccidente altrove parladel Macedone come di un incomodo pedagogo che davasoggezione a Roma la quale solo dopo la morte di lui prese acrescere liberamente e a coprirsi di gloria Gotofredo da Viterboricorda nella parte XI del Pantheon che Alessandro ricevette inBabilonia i legati di tutti i re dellOccidente che a lui sisottomettevano Ai Romani ricalcitranti scrisse Si venero venero

420 Chronicon universale ap PERTZ Script t VI p 64421 Alexander Geesten parte 1a Bruxelles 1860 l I v 1040 segg422 V FLUumlGEL Beitrag zu den Berichten der Araber uumlber Ducirc l karnainZeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v IX p 796423 Chronicon l II c 25 37 38 39

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conquiste Alessandro andograve a Roma e tace di tutto il resto420Jacob van Maerlant racconta421 che i Romani mandarono adAlessandro la corona romana

En gaven hem die roemsce croene

In qualche codice dei Mirabilia le terme di Alessandro Severopare si mutino in un palazzo di Alessandro Magno Nei Mirabiliadel giagrave citato codice Marciano si legge il seguente curioso passolaquoIn thermis olimpiadis ubi assatus fuit sanctus Laurentius etvocatur ibi Panisperna ideo dicitur Panisperna quia Olimpiasuxor Philippi regis macedonii ibi colebatur pro dea et offerebaturei panis pola et perna vel caro porcinaraquo Anche tra gli Arabi paresiavi stata una leggenda comunicata ad essi probabilmente daiGreci per le trafile solite la quale attribuiva ad Alessandro laconquista di Roma422

Ma se la grande ammirazione che per Alessandro si aveva nelmedio evo bastava a fare accettare una leggenda manifestamentegreca di origine e non troppo lusinghiera per gli occidentali ingenere e per quanti si credevano discendere dagli antichi Romaniin particolare non mancano tuttavia scrittori che negano diaccoglierla e che piugrave o meno direttamente le contraddiconoOttone di Frisinga dice423 che Alessandro morigrave quando appunto sipreparava a soggiogare Roma e tutto lOccidente altrove parladel Macedone come di un incomodo pedagogo che davasoggezione a Roma la quale solo dopo la morte di lui prese acrescere liberamente e a coprirsi di gloria Gotofredo da Viterboricorda nella parte XI del Pantheon che Alessandro ricevette inBabilonia i legati di tutti i re dellOccidente che a lui sisottomettevano Ai Romani ricalcitranti scrisse Si venero venero

420 Chronicon universale ap PERTZ Script t VI p 64421 Alexander Geesten parte 1a Bruxelles 1860 l I v 1040 segg422 V FLUumlGEL Beitrag zu den Berichten der Araber uumlber Ducirc l karnainZeitschrift der deutschen morgenlaumlndischen Gesellschaft v IX p 796423 Chronicon l II c 25 37 38 39

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e quelli con nobile audacia risposero Si veneris inveneris Danteesclama nel l II del De Monarchia laquoO altitudo sapientiae etscientiae Dei quis hic te non obstupescere poterit Namconantem Alexandrum praepedire in cursu coathletam romanumtu ne sua temeritas prodiret ulterius de certamine rapuistiraquoFinalmente Federico Frezzi ha questi versi nel Quadriregio424

Il quarto che ha la luce chiara e puraSu nella testa egrave Alessandro alteroChe fece a tutto il mondo giagrave paura

Egli ebbe lOriente tutto interoForse se non che morte il levograve tostoDi vincer Roma gli riuscia il pensiero

A far nascere la leggenda testegrave riferita contribuigrave per moltaparte come fu giustamente osservato dal Mai425 lessersiscambiato con Alessandro Magno Alessandro re dei Molossi efratello di Olimpia In molte cronache si narra prima la venuta inItalia di questo poi la venuta di quello ma in altre come peresempio nella Historia miscella426 si narra solamente la prima edella seconda non si fa parola427

Ma giagrave molto prima di Alessandro Magno Roma ebbe comeabbiam veduto in Davide un pericoloso avversario428 BeniaminoTudelense parla nellItinerario di una via lunga quindici migliaaperta da Romolo nelle viscere dei monti presso Napoli perpaura di Davide429 Del resto Roma fu assediata presa e distrutta

424 L IV c 7425 Classici auctores v VII p 82-3 n 1426 L II c 6 ed dellEysenhardt p 22 cf il c 8427 Cosigrave ancora nella Cronaca di AMARETTO nel Polistorio di NICCOLOgrave DA

FERRARA ecc428 V c III p 101429 Egli allude senza dubbio esagerando alla famosa Grotta di Posilipocreduta piugrave comunemente nel medio evo opera di Virgilio Racconta invecelHAPPEL nelle sue Relationes curiosae parte 1a p 230 che Lucullo fecescavare quella grotta per avere piugrave facile accesso alla sua villa di Baja

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e quelli con nobile audacia risposero Si veneris inveneris Danteesclama nel l II del De Monarchia laquoO altitudo sapientiae etscientiae Dei quis hic te non obstupescere poterit Namconantem Alexandrum praepedire in cursu coathletam romanumtu ne sua temeritas prodiret ulterius de certamine rapuistiraquoFinalmente Federico Frezzi ha questi versi nel Quadriregio424

Il quarto che ha la luce chiara e puraSu nella testa egrave Alessandro alteroChe fece a tutto il mondo giagrave paura

Egli ebbe lOriente tutto interoForse se non che morte il levograve tostoDi vincer Roma gli riuscia il pensiero

A far nascere la leggenda testegrave riferita contribuigrave per moltaparte come fu giustamente osservato dal Mai425 lessersiscambiato con Alessandro Magno Alessandro re dei Molossi efratello di Olimpia In molte cronache si narra prima la venuta inItalia di questo poi la venuta di quello ma in altre come peresempio nella Historia miscella426 si narra solamente la prima edella seconda non si fa parola427

Ma giagrave molto prima di Alessandro Magno Roma ebbe comeabbiam veduto in Davide un pericoloso avversario428 BeniaminoTudelense parla nellItinerario di una via lunga quindici migliaaperta da Romolo nelle viscere dei monti presso Napoli perpaura di Davide429 Del resto Roma fu assediata presa e distrutta

424 L IV c 7425 Classici auctores v VII p 82-3 n 1426 L II c 6 ed dellEysenhardt p 22 cf il c 8427 Cosigrave ancora nella Cronaca di AMARETTO nel Polistorio di NICCOLOgrave DA

FERRARA ecc428 V c III p 101429 Egli allude senza dubbio esagerando alla famosa Grotta di Posilipocreduta piugrave comunemente nel medio evo opera di Virgilio Racconta invecelHAPPEL nelle sue Relationes curiosae parte 1a p 230 che Lucullo fecescavare quella grotta per avere piugrave facile accesso alla sua villa di Baja

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piugrave volte se sha a credere alla leggenda Di un assedio postole daun re negromante si parla nei Mirabilia a proposito del Cavallo diCostantino della cui storia dirograve piugrave oltre a suo luogo Di un altroassedio per parte di una gran moltitudine di barbari discorre Bedanel suo trattato De divisionibus temporum Giano re dellEpirorifugiato in Roma salva la cittagrave ed egrave poi adorato come dio430Giovanni dOutremeuse racconta431 che lanno 410 dopo la

Centomila uomini furono adoperati nel lavoro430 Riferirograve qui la narrazione di Beda laquoJanuarius autem duobus modis nomenaccepit hoc est ex idolo et re Ex idolo hoc est ex Jano bifronte regeEpirotarum qui fugatus et projectus de sua patria venit ad Romanos apud eosexul effectus Contigit autem ut gens multa Barbarorum Romam obsedissetErat autem Janus ille homo ingeniosus qui dedit consilium Romanis quomodopotuissent urbem liberare ab illa obsidione ita tamen si Romani post mortemsuam illum adorarent quasi deum Haec autem illis promittentibus ille petebatocto linteamina oleo et cera et acqua intincta et uncta Quod cum factum essetdixit ut involvissent se de illis linteaminibus et igne incendissent et duosgladios calefactos et ardentes sibi dari postulavit et postea ascendit supermurum et dixit ad Romanos ut cum ille levasset se super murum et clamassetquasi deus illi totis portis apertis ruissent super hostes et haberent victoriamEt ita factum est Romani perferunt victoriam occisis inimicis et fugatis Janusvero igne consumptus est Quem post mortem suam Romani quasi deumadoraverunt et fecerunt ei templum magnum in Roma quod ex nomine JaniJaniculum vocaverunt centum portas habens et in illo templo Jani formamceream fecerunt duos facies habentem et ex una parte et ex una facie viriadorabant ex altera vero facie feminae adorabant Idemque mensem Janumvocaverunt bicipitis dei respicientem transacti anni finem et prospicientemfuturi anni principium item Janus ex re dicitur eo quod sit ianua anni hoc estprincipium quia sicut homo ingreditur per ostium ita anni ingrediuntur peristum Januariumraquo Notisi che nel De ratione temporum c XII Beda nonricorda piugrave che la seconda etimologia Questa storia passa trasformandosi apoco a poco nel Comput di FILIPPO DI THAUN composto nel 1119 nellaCalumnia novercalis e in molte versioni dei Sette Savii Il BENFEY

(Pantschatantra v I p 163) aveva fatto notare lanalogia chegrave tra essa e lanovella Va della parte 1a del Panciatantra ma GASTON PARIS la crede di origineromana degli ultimi tempi del paganesimo e dinvenzione cristiana intesa amostrare come gli antichi dei altro non fossero stati che uomini (Le recitRoma dans les Sept Sages Romania v IV p 125 segg)431 Op cit v I p 147

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piugrave volte se sha a credere alla leggenda Di un assedio postole daun re negromante si parla nei Mirabilia a proposito del Cavallo diCostantino della cui storia dirograve piugrave oltre a suo luogo Di un altroassedio per parte di una gran moltitudine di barbari discorre Bedanel suo trattato De divisionibus temporum Giano re dellEpirorifugiato in Roma salva la cittagrave ed egrave poi adorato come dio430Giovanni dOutremeuse racconta431 che lanno 410 dopo la

Centomila uomini furono adoperati nel lavoro430 Riferirograve qui la narrazione di Beda laquoJanuarius autem duobus modis nomenaccepit hoc est ex idolo et re Ex idolo hoc est ex Jano bifronte regeEpirotarum qui fugatus et projectus de sua patria venit ad Romanos apud eosexul effectus Contigit autem ut gens multa Barbarorum Romam obsedissetErat autem Janus ille homo ingeniosus qui dedit consilium Romanis quomodopotuissent urbem liberare ab illa obsidione ita tamen si Romani post mortemsuam illum adorarent quasi deum Haec autem illis promittentibus ille petebatocto linteamina oleo et cera et acqua intincta et uncta Quod cum factum essetdixit ut involvissent se de illis linteaminibus et igne incendissent et duosgladios calefactos et ardentes sibi dari postulavit et postea ascendit supermurum et dixit ad Romanos ut cum ille levasset se super murum et clamassetquasi deus illi totis portis apertis ruissent super hostes et haberent victoriamEt ita factum est Romani perferunt victoriam occisis inimicis et fugatis Janusvero igne consumptus est Quem post mortem suam Romani quasi deumadoraverunt et fecerunt ei templum magnum in Roma quod ex nomine JaniJaniculum vocaverunt centum portas habens et in illo templo Jani formamceream fecerunt duos facies habentem et ex una parte et ex una facie viriadorabant ex altera vero facie feminae adorabant Idemque mensem Janumvocaverunt bicipitis dei respicientem transacti anni finem et prospicientemfuturi anni principium item Janus ex re dicitur eo quod sit ianua anni hoc estprincipium quia sicut homo ingreditur per ostium ita anni ingrediuntur peristum Januariumraquo Notisi che nel De ratione temporum c XII Beda nonricorda piugrave che la seconda etimologia Questa storia passa trasformandosi apoco a poco nel Comput di FILIPPO DI THAUN composto nel 1119 nellaCalumnia novercalis e in molte versioni dei Sette Savii Il BENFEY

(Pantschatantra v I p 163) aveva fatto notare lanalogia chegrave tra essa e lanovella Va della parte 1a del Panciatantra ma GASTON PARIS la crede di origineromana degli ultimi tempi del paganesimo e dinvenzione cristiana intesa amostrare come gli antichi dei altro non fossero stati che uomini (Le recitRoma dans les Sept Sages Romania v IV p 125 segg)431 Op cit v I p 147

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cattivitagrave di Babilonia i Sicambri la espugnarono uccidendo60000 persone Allora il duca Cleto lasciograve Roma e tutta lasignoria a suoi due figliuoli Alessandro e Flandrino

Fra gli Ebrei corse un tempo la credenza che i Romanidistruttori del Tempio sarebbero stati ridotti in soggezione daiPersiani se i Persiani sino ad ora non vennero vennero invece emolto numerosi e piugrave volte i Saraceni come si legge inparecchie chansons de geste432 Giovanni dOutremeusefavoleggiatore inesauribile ricorda parecchie altre espugnazionidi Roma Lanno 457 la prendono gli Ungheresi e i Danesi iquali laquojasoiche que ilh fussent Sarasiens ne se voirent onquesrien forfaire aux engliesesraquo433 Lanno 567 Peris re di Franciapassograve in Italia sconfisse i Romani uccidendone 12000 assediograveRoma e la prese ma vinto dalle preghiere del papa non ladistrusse434 Lanno 517 Artugrave vinse i Romani in Bretagna e passogravein Italia ma concluse la pace prima di avere espugnata Roma435Ciograve nondimeno lanno 541 fu ricevuto dai Romani per signore436Lanno 622 Cosroe venne distruggendo le terre sin sotto Romadove fu vinto dallImperatore Eraclio437

Ma quando Attila si presentograve sotto le mura di Romacombatterono insieme sino lanime dei morti438 Il Flagello di Dio432 Per esempio nel Charlemagne di GIRARD DAMIENS nelle Enfances Ogiernella Destruction de Rome ecc Vero egrave che nellanno 846 i Saraceni presero esaccheggiarono San Pietro e San Paolo parecchi cronisti parlano anzi dellapresa della intera cittagrave Di un assedio sostenuto da Costantino in Roma si narranel Libro delle istorie di Fioravante e nei Reali di Francia433 Op cit v I p 154434 Ibid p 258-9435 Ibid p 218436 Ibid p 242-3437 Ibid p 307438 Ciograve si trova riferito da Damascio filosofo dei tempi di Giustiniano nellaVita che scrisse del proprio maestro Isidoro ap FOZIO Biblioth ed delBekker v I p 339 col 2a Basteragrave ricordare qui di passaggio la divulgataleggenda secondo la quale lapparizione miracolosa di San Pietro e di SanPaolo oppure di un giovane di soprannaturali sembianze a fianco del ponteficeLeone fece smettere ad Attila il pensiero dinvadere Roma V DANCONA La

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cattivitagrave di Babilonia i Sicambri la espugnarono uccidendo60000 persone Allora il duca Cleto lasciograve Roma e tutta lasignoria a suoi due figliuoli Alessandro e Flandrino

Fra gli Ebrei corse un tempo la credenza che i Romanidistruttori del Tempio sarebbero stati ridotti in soggezione daiPersiani se i Persiani sino ad ora non vennero vennero invece emolto numerosi e piugrave volte i Saraceni come si legge inparecchie chansons de geste432 Giovanni dOutremeusefavoleggiatore inesauribile ricorda parecchie altre espugnazionidi Roma Lanno 457 la prendono gli Ungheresi e i Danesi iquali laquojasoiche que ilh fussent Sarasiens ne se voirent onquesrien forfaire aux engliesesraquo433 Lanno 567 Peris re di Franciapassograve in Italia sconfisse i Romani uccidendone 12000 assediograveRoma e la prese ma vinto dalle preghiere del papa non ladistrusse434 Lanno 517 Artugrave vinse i Romani in Bretagna e passogravein Italia ma concluse la pace prima di avere espugnata Roma435Ciograve nondimeno lanno 541 fu ricevuto dai Romani per signore436Lanno 622 Cosroe venne distruggendo le terre sin sotto Romadove fu vinto dallImperatore Eraclio437

Ma quando Attila si presentograve sotto le mura di Romacombatterono insieme sino lanime dei morti438 Il Flagello di Dio432 Per esempio nel Charlemagne di GIRARD DAMIENS nelle Enfances Ogiernella Destruction de Rome ecc Vero egrave che nellanno 846 i Saraceni presero esaccheggiarono San Pietro e San Paolo parecchi cronisti parlano anzi dellapresa della intera cittagrave Di un assedio sostenuto da Costantino in Roma si narranel Libro delle istorie di Fioravante e nei Reali di Francia433 Op cit v I p 154434 Ibid p 258-9435 Ibid p 218436 Ibid p 242-3437 Ibid p 307438 Ciograve si trova riferito da Damascio filosofo dei tempi di Giustiniano nellaVita che scrisse del proprio maestro Isidoro ap FOZIO Biblioth ed delBekker v I p 339 col 2a Basteragrave ricordare qui di passaggio la divulgataleggenda secondo la quale lapparizione miracolosa di San Pietro e di SanPaolo oppure di un giovane di soprannaturali sembianze a fianco del ponteficeLeone fece smettere ad Attila il pensiero dinvadere Roma V DANCONA La

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fu per le preghiere del Papa incenerito da un fulmine e gli Unnifuggiaschi perirono in mare439 Armannino Giudice narra inveceche Attila e Totila i quali erano prima di Costantino occuparonolItalia e Roma gran tempo e fecero stalle delle chiese

Ma da quanto si egrave detto della leggenda della Salvatio non siargomenti che nella credenza del medio evo Roma debba la suagrandezza e la sua signoria soltanto agli ajuti soprannaturalidellarte magica La giustizia il senno e il valore dei Romani sonoricordati continuamente e proposti come nobile esempio daimitare Senza quelle virtugrave Roma non sarebbe mai salita a tantaaltezza di gloria a quanta saligrave veramente Dei Romani diceGiovanni Villani440 che laquoper forza darme e virtugrave e senno di buonicittadini quasi tutte le provincie e reami e signori del mondodomarono e recaro sotta sua signoriaraquo In certe Histoires romainsmanoscritte441 si dice laquoMais de toute la glore et de toute lanoblesse qui fut oncques a Romme nen y eut si noble ne qui tantface a prisier comme fait celles des vaillans hommes lesquels endivers temps y eurent en gouvernement et seignorie et qui

leggenda dAttila flagellum Dei in Italia in Studj di critica e storia letterariaBologna 1880 p 363 segg439 Giovanni dOutremeuse op cit vol I p 132 Giovanni dOutremeuse narraunaltra storia che qui viene in acconcio di riferire (v I p 123) laquoItem lan IIIIc

et XV en moy de may vient li roy Geralant fis agrave roy Alarich de Gothelies agravegrant gens agrave Romme et entrat dedens se le conquestat que onques ne ly futdefendut car nuls ne savoit sa venue si estoit venus tout par nuit sy furent lesRomains tous espawenteis Mains quant lemperere Honorius le soit qui estoiten son palais ilh fist armeir ses gens et sy mandat le pape Innocens que ilh lyplaisist luy et sa clergerie venir awec ly tous revestis des armes de Dieucontre les paiiens et aportassent leurs reliques Et ilh avoit si grant fianche enDieu que merwelhe que ilh auroit victoire enssi fut-ilh fais Mains tout enssicom ly pape et la clergerie venoient passant par-dechagrave le Tybre si astoient jagravemonteis les mescreans sour le pont pour passeir oultre car ilh avoient lautrepartie toute gasteacutee et estoient bien IIIIxx milh hommes adont chaiumlrent tous lespons et lagrave furent-ilhs tous noiez sens cops ferirraquo I ponti caduti sono in numerodi centoventi440 Ist fiorent l I c 29441 Cod L II 6 della Nazionale di Torino f 551 v

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fu per le preghiere del Papa incenerito da un fulmine e gli Unnifuggiaschi perirono in mare439 Armannino Giudice narra inveceche Attila e Totila i quali erano prima di Costantino occuparonolItalia e Roma gran tempo e fecero stalle delle chiese

Ma da quanto si egrave detto della leggenda della Salvatio non siargomenti che nella credenza del medio evo Roma debba la suagrandezza e la sua signoria soltanto agli ajuti soprannaturalidellarte magica La giustizia il senno e il valore dei Romani sonoricordati continuamente e proposti come nobile esempio daimitare Senza quelle virtugrave Roma non sarebbe mai salita a tantaaltezza di gloria a quanta saligrave veramente Dei Romani diceGiovanni Villani440 che laquoper forza darme e virtugrave e senno di buonicittadini quasi tutte le provincie e reami e signori del mondodomarono e recaro sotta sua signoriaraquo In certe Histoires romainsmanoscritte441 si dice laquoMais de toute la glore et de toute lanoblesse qui fut oncques a Romme nen y eut si noble ne qui tantface a prisier comme fait celles des vaillans hommes lesquels endivers temps y eurent en gouvernement et seignorie et qui

leggenda dAttila flagellum Dei in Italia in Studj di critica e storia letterariaBologna 1880 p 363 segg439 Giovanni dOutremeuse op cit vol I p 132 Giovanni dOutremeuse narraunaltra storia che qui viene in acconcio di riferire (v I p 123) laquoItem lan IIIIc

et XV en moy de may vient li roy Geralant fis agrave roy Alarich de Gothelies agravegrant gens agrave Romme et entrat dedens se le conquestat que onques ne ly futdefendut car nuls ne savoit sa venue si estoit venus tout par nuit sy furent lesRomains tous espawenteis Mains quant lemperere Honorius le soit qui estoiten son palais ilh fist armeir ses gens et sy mandat le pape Innocens que ilh lyplaisist luy et sa clergerie venir awec ly tous revestis des armes de Dieucontre les paiiens et aportassent leurs reliques Et ilh avoit si grant fianche enDieu que merwelhe que ilh auroit victoire enssi fut-ilh fais Mains tout enssicom ly pape et la clergerie venoient passant par-dechagrave le Tybre si astoient jagravemonteis les mescreans sour le pont pour passeir oultre car ilh avoient lautrepartie toute gasteacutee et estoient bien IIIIxx milh hommes adont chaiumlrent tous lespons et lagrave furent-ilhs tous noiez sens cops ferirraquo I ponti caduti sono in numerodi centoventi440 Ist fiorent l I c 29441 Cod L II 6 della Nazionale di Torino f 551 v

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prefererent tousiours le bien publique a leur propre bienraquo NelLivre du Chevalier errant di Tommaso marchese di Saluzzo silegge442 laquoHeromulus le riche prince honnoures qui Rome fist etfonda la plus noble cite qui soit la nasquirent les meilleurshommes qui ou monde feussent Celle par force subgiga le mondeVIIc ans mez Lombardie ne pot que IIIIc ans subgiguer qui estoitpres de laraquo Tutta la vita pubblica di Roma si considera come unconcorso armonico e una gara delle virtugrave piugrave nobili che sipalesano con forti e generose opere443 Gli esempii massimi

442 Cod L V 6 della Nazionale di Torino f 177 v col 1a443 Nella Chronique ascendante des ducs de Normandie WACE parlando (v 14-6) della tristizia dei tempi suoi esclama

Ceo ne fu mie el tens Virgile ne OraceNe el tens Alixandre ne Cesar ne EstaceLores aueit largesce vertu e efficace

I seguenti versi fanno parte di un componimento di Gomez Manrique zio delfamoso Giorgio

Quando Roma conquistabaQuinto Fabio la regiaScipion guerreabaE Tito Livio ascribiaLas doncellas e matronasPor la honra de su tierraDesgarnivan sus personasPara sostener la guerra

Stefano Hawes dice (Pastime of Pleasure Londra 1846 Percy Society c XI)

The hygh power honour and noblenesOf the myghty Romaynes to whose excellenceAll the wyde worlde so much of gretenesUnto they empyre was in obedienceSuch was theyr famous porte and preemynenceTyll within themselfe there was a contraversyMaking them luse they worthy signeoury

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prefererent tousiours le bien publique a leur propre bienraquo NelLivre du Chevalier errant di Tommaso marchese di Saluzzo silegge442 laquoHeromulus le riche prince honnoures qui Rome fist etfonda la plus noble cite qui soit la nasquirent les meilleurshommes qui ou monde feussent Celle par force subgiga le mondeVIIc ans mez Lombardie ne pot que IIIIc ans subgiguer qui estoitpres de laraquo Tutta la vita pubblica di Roma si considera come unconcorso armonico e una gara delle virtugrave piugrave nobili che sipalesano con forti e generose opere443 Gli esempii massimi

442 Cod L V 6 della Nazionale di Torino f 177 v col 1a443 Nella Chronique ascendante des ducs de Normandie WACE parlando (v 14-6) della tristizia dei tempi suoi esclama

Ceo ne fu mie el tens Virgile ne OraceNe el tens Alixandre ne Cesar ne EstaceLores aueit largesce vertu e efficace

I seguenti versi fanno parte di un componimento di Gomez Manrique zio delfamoso Giorgio

Quando Roma conquistabaQuinto Fabio la regiaScipion guerreabaE Tito Livio ascribiaLas doncellas e matronasPor la honra de su tierraDesgarnivan sus personasPara sostener la guerra

Stefano Hawes dice (Pastime of Pleasure Londra 1846 Percy Society c XI)

The hygh power honour and noblenesOf the myghty Romaynes to whose excellenceAll the wyde worlde so much of gretenesUnto they empyre was in obedienceSuch was theyr famous porte and preemynenceTyll within themselfe there was a contraversyMaking them luse they worthy signeoury

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Lucrezia444 Giunio Bruto Muzio Scevola445 Marco Curzio446sono continuamente e con ammirazione ricordati Si celebra laprodezza dei Romani nellarmi ma si ricorda ancora la lorolonganimitagrave la fede nei trattati lamore della giustizia447 Il sennolatino egrave riconosciuto e ammirato448

La potenza di Roma fa stupire il medio evo Per ispiegarla piugravepienamente simmagina la leggenda della Salvatio poi per una di

E Hans Sachs (Opere ed del Litterarisches Verein di Stoccarda v VII p353)

Bey Rom und bey der Stadt AthenMag men warhafftiglich verstehnDas sie nach hoher weisheit lebtenUnd nach ehrlichem Leben strebtenDoch in heydnischem regimentNoch war bey in an diesem endDie tugend hoch und werd geacht

Una specie di Speculum exemplorum tutto fatto di esempii tratti dalla storiaantica egrave nel Cod Marciano ital cl XI LVII col titolo Le maravigliose virtugraveche furo nelli Romani Sotto il nome di Romani si comprendono tutti gliantichi444 La storia di Lucrezia egrave narrata assai per disteso nella Kaiserchonik v 4434-854 e piugrave in breve dal BOCCACCIO (Illustrium mulierum c 46) nella Fiorita diARMANNINO nel divulgatissimo libro del giuoco degli scacchi di NICCOLOgrave DA

CESSOLE dove sono molti altri esempii di storia romana dal CHAUCER (TheLegende of Lucrece of Rome) il quale chiama Lucrezia

The wery wife the wery Lucresse

e da altri innumerevoli Una Storia di Sesto Tarquinio e Lucretia egrave fra le piugraveantiche stampe italiane (Treviso 1475) e si ha pure La historia et morte diLucretia Romana s l negrave a ristampata altre due volte Lesemplare leggendaporse frequente argomento alle arti figurative Nella vecchia pinacoteca diMonaco di Baviera si conservano due dipinti di Luca Cranach luno diAlberto Duumlrer laltro che rappresentano la morte di Lucrezia445 Nella Kaiserchronik v 4881-5108 Muzio Scevola si muta in un Odnatusche tenta di uccidere Vitellio446 Il nome di Marco Curzio si trasforma nelle piugrave strane guise Esso diventa

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Lucrezia444 Giunio Bruto Muzio Scevola445 Marco Curzio446sono continuamente e con ammirazione ricordati Si celebra laprodezza dei Romani nellarmi ma si ricorda ancora la lorolonganimitagrave la fede nei trattati lamore della giustizia447 Il sennolatino egrave riconosciuto e ammirato448

La potenza di Roma fa stupire il medio evo Per ispiegarla piugravepienamente simmagina la leggenda della Salvatio poi per una di

E Hans Sachs (Opere ed del Litterarisches Verein di Stoccarda v VII p353)

Bey Rom und bey der Stadt AthenMag men warhafftiglich verstehnDas sie nach hoher weisheit lebtenUnd nach ehrlichem Leben strebtenDoch in heydnischem regimentNoch war bey in an diesem endDie tugend hoch und werd geacht

Una specie di Speculum exemplorum tutto fatto di esempii tratti dalla storiaantica egrave nel Cod Marciano ital cl XI LVII col titolo Le maravigliose virtugraveche furo nelli Romani Sotto il nome di Romani si comprendono tutti gliantichi444 La storia di Lucrezia egrave narrata assai per disteso nella Kaiserchonik v 4434-854 e piugrave in breve dal BOCCACCIO (Illustrium mulierum c 46) nella Fiorita diARMANNINO nel divulgatissimo libro del giuoco degli scacchi di NICCOLOgrave DA

CESSOLE dove sono molti altri esempii di storia romana dal CHAUCER (TheLegende of Lucrece of Rome) il quale chiama Lucrezia

The wery wife the wery Lucresse

e da altri innumerevoli Una Storia di Sesto Tarquinio e Lucretia egrave fra le piugraveantiche stampe italiane (Treviso 1475) e si ha pure La historia et morte diLucretia Romana s l negrave a ristampata altre due volte Lesemplare leggendaporse frequente argomento alle arti figurative Nella vecchia pinacoteca diMonaco di Baviera si conservano due dipinti di Luca Cranach luno diAlberto Duumlrer laltro che rappresentano la morte di Lucrezia445 Nella Kaiserchronik v 4881-5108 Muzio Scevola si muta in un Odnatusche tenta di uccidere Vitellio446 Il nome di Marco Curzio si trasforma nelle piugrave strane guise Esso diventa

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quelle antitesi poetiche e significative familiari alla fantasiapopolare si vuol connessa tutta quella potenza e la superbadominazione ad alcun che di eccessivamente fragile e tenue DiNapoli si diceva che fosse fondata sopra un uovo di Roma sipensograve che fosse sospesa a un filo di seta

Marco Curio in alcuni codici del Dittamondo Marchus Tulcius in certecroniche francesi contenute in un codice della Nazionale di Torino segnato LII l (f 88 v col 2a) Marcus Tuitius in Giovanni dOutremeuse Marchurio incerte Istorie volgari di un manoscritto della Riccardiana (n 1925 f 16)Orazio nel Libro imperiale Jovinus nella Kaiserchronik ecc In questultima sidice che Jovinus pose come condizione al suo volonteroso gittarsi nellavoragine di poter fare tutto un anno il piacer suo con le donne e le fanciulle diRoma ma lo stesso offuscamento della gloriosa leggenda si ha pure in altriracconti (Cf MASSMANN Kaiserch v III p 621-35) Nel Libro Imperiale ilfatto si narra nel seguente modo (cod Marciano ital cl XI CXXVI f 108 rcol 2a v col 1a) laquo apparve in Roma quasi nel mezo della terra uno abissoetterno dove pareva profondissima et largha chava della quale usciva teribilefetore Li Romani per questo spaventati fecero tre digrave vestiti di saccho sagrificiosolenne allultimo gli aghuri loro dissono chorrete a li templi o Romaniperchegrave li dei vanno a disdengnio et none intendono e vostri preghi et questoavviene per li vostri pecchati Allora li Romani andarono a li tempi faccendosagrifici chon amarissimi pianti perchegrave del fetore tutta gente si doleva Passatoli dieci giorni gli auri dissono Se uno cittadino armato di tutta arme vi sigittasse drento Roma sarebbe presto libera Chome la novella si sparse per laterra si mise Orazio figliuolo del buono Clotes armato di tutta arme tanto lostrinse lamore della repubblicha che insieme col chavallo nella detta chava sigittograve Gli Romani gli gittarono drieto orzo et pane et chome Orazio fu drentochosigrave la boccha fu rinchiusa Chostui fu della chasa de Profeti (l Prefetti)raquo Lafamiglia di Orazio acquistograve il diritto di avere la testa di ogni bestia macellata inRoma della sua gente fu Giulio Cesare (Nel codice Casanatense questoracconto forma i cap 76 e 77 del lib IV) Nel conto XXVIII della Fiorita diARMANNINO la leggenda di Marco Curzio sembra confondersi in parte conquella di San Silvestro di cui parlerograve a suo luogo Cod Laurenz pl LXII 12f 212 v laquoIn quella parte di Roma che Septisoglio si chiama duna grotta acerte stagioni uscia uno serpente che col suo fiato molta gente uccidea equanti ne trovava tucti a morte gli mettea Rimedio alcuno non vi valevaDissero allora gli savi indovini che questo adivenia per gli pecchati della

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quelle antitesi poetiche e significative familiari alla fantasiapopolare si vuol connessa tutta quella potenza e la superbadominazione ad alcun che di eccessivamente fragile e tenue DiNapoli si diceva che fosse fondata sopra un uovo di Roma sipensograve che fosse sospesa a un filo di seta

Marco Curio in alcuni codici del Dittamondo Marchus Tulcius in certecroniche francesi contenute in un codice della Nazionale di Torino segnato LII l (f 88 v col 2a) Marcus Tuitius in Giovanni dOutremeuse Marchurio incerte Istorie volgari di un manoscritto della Riccardiana (n 1925 f 16)Orazio nel Libro imperiale Jovinus nella Kaiserchronik ecc In questultima sidice che Jovinus pose come condizione al suo volonteroso gittarsi nellavoragine di poter fare tutto un anno il piacer suo con le donne e le fanciulle diRoma ma lo stesso offuscamento della gloriosa leggenda si ha pure in altriracconti (Cf MASSMANN Kaiserch v III p 621-35) Nel Libro Imperiale ilfatto si narra nel seguente modo (cod Marciano ital cl XI CXXVI f 108 rcol 2a v col 1a) laquo apparve in Roma quasi nel mezo della terra uno abissoetterno dove pareva profondissima et largha chava della quale usciva teribilefetore Li Romani per questo spaventati fecero tre digrave vestiti di saccho sagrificiosolenne allultimo gli aghuri loro dissono chorrete a li templi o Romaniperchegrave li dei vanno a disdengnio et none intendono e vostri preghi et questoavviene per li vostri pecchati Allora li Romani andarono a li tempi faccendosagrifici chon amarissimi pianti perchegrave del fetore tutta gente si doleva Passatoli dieci giorni gli auri dissono Se uno cittadino armato di tutta arme vi sigittasse drento Roma sarebbe presto libera Chome la novella si sparse per laterra si mise Orazio figliuolo del buono Clotes armato di tutta arme tanto lostrinse lamore della repubblicha che insieme col chavallo nella detta chava sigittograve Gli Romani gli gittarono drieto orzo et pane et chome Orazio fu drentochosigrave la boccha fu rinchiusa Chostui fu della chasa de Profeti (l Prefetti)raquo Lafamiglia di Orazio acquistograve il diritto di avere la testa di ogni bestia macellata inRoma della sua gente fu Giulio Cesare (Nel codice Casanatense questoracconto forma i cap 76 e 77 del lib IV) Nel conto XXVIII della Fiorita diARMANNINO la leggenda di Marco Curzio sembra confondersi in parte conquella di San Silvestro di cui parlerograve a suo luogo Cod Laurenz pl LXII 12f 212 v laquoIn quella parte di Roma che Septisoglio si chiama duna grotta acerte stagioni uscia uno serpente che col suo fiato molta gente uccidea equanti ne trovava tucti a morte gli mettea Rimedio alcuno non vi valevaDissero allora gli savi indovini che questo adivenia per gli pecchati della

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CAPITOLO VII

La Leggenda deglImperatori

Il periodo della storia romana che piugrave sta a cuore al medio evoegrave il periodo imperiale Nelle cronache senza numero in cui si dagrave

romana gente ma se uno solo trovare si potesse che per la salute del popoloromano gittare si volesse in quella grotta ove il sepente stava che questamolestia in tutto cesserebbe Uno chavaliere che avea nome Metello savio ecostumato tra tucti quegli cherano in quello tempo armato in su uno grandedextriere in presenccedila di tutta la gente dentro vi si gittograve negrave di lui mai novella siseppe La peste del serpente del tucto cessoe negrave mai fu poi veduto negrave uditoraquoIl luogo indicato col nome dInferno nei Mirabilia e nelle piante topografichedel medio evo ora egrave la voragine di Curzio ora la cavitagrave sotterranea in cui papaSilvestro rinchiuse il drago Nella Graphia si legge laquoJuxta quam (ecclesiam sAntonini) est locus qui dicitur infernus eo quod antiquo tempore ibi eructabatet magnam pernitiem Rome inferebat ubi Marcus Curcius ut liberaretcivitatem responso suorum [deorum] armatus proiecit se Sic civitas liberataest Ibi est templum Veste ubi dicitur inferius draco cubareraquo Nel Dittamondo(l II c 31) Roma lo addita al poeta

Lagrave si noma linferno e lagrave giagrave fuiPer Marco Curzio dal fuoco difesaComhio tho detto e puoi saper daltrui

Anche il PETRARCA nel cap I del Trionfo della Fama ricorda Curzio

Che di segrave e dellarme empiegrave lo specoIn mezzo l foro orribilmente vocircto

Il cavallo di Costantino fu anche attribuito a Marco (Quinto) Curzio comericorda Ranulfo Higden Nei Gesta Romanorum Curzio che si getta nellavoragine rappresenta Cristo che chiude linferno Notisi che a dare maggiornotorietagrave ed esemplaritagrave allazione di Curzio doveva contribuire non poco ilfatto che SANTAGOSTINO ne parla nel De civitate Dei V 18447 Nel l I della Polistoria di GIOVANNI CAVALLINO sono alcuni capitoli dove siparla della clemenza ed umanitagrave dei Romani Ricordisi a questo proposito ciograveche nel Libro de los Enxemplos citato di sopra si dice del tempio della

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CAPITOLO VII

La Leggenda deglImperatori

Il periodo della storia romana che piugrave sta a cuore al medio evoegrave il periodo imperiale Nelle cronache senza numero in cui si dagrave

romana gente ma se uno solo trovare si potesse che per la salute del popoloromano gittare si volesse in quella grotta ove il sepente stava che questamolestia in tutto cesserebbe Uno chavaliere che avea nome Metello savio ecostumato tra tucti quegli cherano in quello tempo armato in su uno grandedextriere in presenccedila di tutta la gente dentro vi si gittograve negrave di lui mai novella siseppe La peste del serpente del tucto cessoe negrave mai fu poi veduto negrave uditoraquoIl luogo indicato col nome dInferno nei Mirabilia e nelle piante topografichedel medio evo ora egrave la voragine di Curzio ora la cavitagrave sotterranea in cui papaSilvestro rinchiuse il drago Nella Graphia si legge laquoJuxta quam (ecclesiam sAntonini) est locus qui dicitur infernus eo quod antiquo tempore ibi eructabatet magnam pernitiem Rome inferebat ubi Marcus Curcius ut liberaretcivitatem responso suorum [deorum] armatus proiecit se Sic civitas liberataest Ibi est templum Veste ubi dicitur inferius draco cubareraquo Nel Dittamondo(l II c 31) Roma lo addita al poeta

Lagrave si noma linferno e lagrave giagrave fuiPer Marco Curzio dal fuoco difesaComhio tho detto e puoi saper daltrui

Anche il PETRARCA nel cap I del Trionfo della Fama ricorda Curzio

Che di segrave e dellarme empiegrave lo specoIn mezzo l foro orribilmente vocircto

Il cavallo di Costantino fu anche attribuito a Marco (Quinto) Curzio comericorda Ranulfo Higden Nei Gesta Romanorum Curzio che si getta nellavoragine rappresenta Cristo che chiude linferno Notisi che a dare maggiornotorietagrave ed esemplaritagrave allazione di Curzio doveva contribuire non poco ilfatto che SANTAGOSTINO ne parla nel De civitate Dei V 18447 Nel l I della Polistoria di GIOVANNI CAVALLINO sono alcuni capitoli dove siparla della clemenza ed umanitagrave dei Romani Ricordisi a questo proposito ciograveche nel Libro de los Enxemplos citato di sopra si dice del tempio della

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un compendio di quella storia sullera repubblicana e consolare sisorpassa assai leggermente Detto della fondazione della cittagraveaccennati gli avvenimenti principali occorsi sotto i re ricordata lacacciata e la morte di Tarquinio il Superbo e il mutatoreggimento si salta a Giulio Cesare e alla narrazione de suoi granfatti Libri interi si compongono che dagli imperatori prendono ilnome e dalle lor vite largomento come il Libro Imperiale il

Concordia e del dimenticare le ingiurie Nei Gesta Romanorum (c 98) si diceche i Romani quando assediavano una cittagrave accendevano una candela e tantoche questa durava ad ardere accordavano pace e perdono a chicchessia quellaconsumata soffocavano ogni pietagrave Una simile usanza egrave ivi (c 96) attribuitaanche ad Alessandro Magno Ma ben diverso giudizio e per la singolaritagrave suadegno dessere qui riportato fece dei Romani GIOVANNI DI SALISBURY a mezzodel XII secolo nel l II c 15 del Polycraticus (ed del Giles Oxford 1848 vIII p 86) Detto come Enea per suggestione dei demonii ponesse il semedella gente romana in orto di lor gradimento soggiunge laquoUnde si de semineillo genus oritur toxicatum impium in Deum crudele in homines persecutionisanctorum invigilans fide rara solemni perfidia servile moribus fastu regalefoedum avaritia cupiditatibus insigne superbia tumidum omnimoda nequitianon ferendum miraculis non debet adscribi quum auctor eorum homicidafuerit ab initio et a veritate deficiens invidiae spiculo orbi terrarum infixeritmortem Sed si quis ab initio urbis conditae totam revolvat historiam eosambitione et avaritia prae caeteris gentibus inveniet laborasse et variisseditionibus et plagis totum concussisse orbemraquo E sigrave che per la colturaessenzialmente derivata dagli scrittori latini Giovanni di Salysbury era quasiun umanista (V SCHAARSCHMIDT Johannes Saresberiensis nach Leben undStudien Schriften und Philosophie Lipsia 1862)448 A Roma i vati e i filosofi prevedevano e provvedevano Nel l VI c 29 dellaPolistoria di GIOVANNI CAVALLINO si legge laquoPorta Lavicana Dicitur ideoLavicana quia vates idest philosophi a videndo dicti quasi vasa sapientiefutura contingentia in re pubblica caute providebant propter ipsorumsapientiam et experientiam diuturnamraquo In Roma erano sempre sette saviiriscontro manifesto ai sette savii della Grecia Nel libro che appunto sintitoladei Sette Savii essi compariscono oltrechegrave nella storia che fa da cornice neiracconti designati dal Goedecke (Orient und Occident v III p 422) coi titoliSapientes Gaza Roma Secondo Enenkel erano consiglieri in Roma al tempodei re Platone Pompeo Seneca la Sibilla Aristotile Pitagora Demetrio ()Ippocrate Esora () (Cod della Biblioteca di Corte in Vienna n 2921) Notisiche giagrave Tito Livio si ride della leggenda corrente al tempo suo la quale faceva

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un compendio di quella storia sullera repubblicana e consolare sisorpassa assai leggermente Detto della fondazione della cittagraveaccennati gli avvenimenti principali occorsi sotto i re ricordata lacacciata e la morte di Tarquinio il Superbo e il mutatoreggimento si salta a Giulio Cesare e alla narrazione de suoi granfatti Libri interi si compongono che dagli imperatori prendono ilnome e dalle lor vite largomento come il Libro Imperiale il

Concordia e del dimenticare le ingiurie Nei Gesta Romanorum (c 98) si diceche i Romani quando assediavano una cittagrave accendevano una candela e tantoche questa durava ad ardere accordavano pace e perdono a chicchessia quellaconsumata soffocavano ogni pietagrave Una simile usanza egrave ivi (c 96) attribuitaanche ad Alessandro Magno Ma ben diverso giudizio e per la singolaritagrave suadegno dessere qui riportato fece dei Romani GIOVANNI DI SALISBURY a mezzodel XII secolo nel l II c 15 del Polycraticus (ed del Giles Oxford 1848 vIII p 86) Detto come Enea per suggestione dei demonii ponesse il semedella gente romana in orto di lor gradimento soggiunge laquoUnde si de semineillo genus oritur toxicatum impium in Deum crudele in homines persecutionisanctorum invigilans fide rara solemni perfidia servile moribus fastu regalefoedum avaritia cupiditatibus insigne superbia tumidum omnimoda nequitianon ferendum miraculis non debet adscribi quum auctor eorum homicidafuerit ab initio et a veritate deficiens invidiae spiculo orbi terrarum infixeritmortem Sed si quis ab initio urbis conditae totam revolvat historiam eosambitione et avaritia prae caeteris gentibus inveniet laborasse et variisseditionibus et plagis totum concussisse orbemraquo E sigrave che per la colturaessenzialmente derivata dagli scrittori latini Giovanni di Salysbury era quasiun umanista (V SCHAARSCHMIDT Johannes Saresberiensis nach Leben undStudien Schriften und Philosophie Lipsia 1862)448 A Roma i vati e i filosofi prevedevano e provvedevano Nel l VI c 29 dellaPolistoria di GIOVANNI CAVALLINO si legge laquoPorta Lavicana Dicitur ideoLavicana quia vates idest philosophi a videndo dicti quasi vasa sapientiefutura contingentia in re pubblica caute providebant propter ipsorumsapientiam et experientiam diuturnamraquo In Roma erano sempre sette saviiriscontro manifesto ai sette savii della Grecia Nel libro che appunto sintitoladei Sette Savii essi compariscono oltrechegrave nella storia che fa da cornice neiracconti designati dal Goedecke (Orient und Occident v III p 422) coi titoliSapientes Gaza Roma Secondo Enenkel erano consiglieri in Roma al tempodei re Platone Pompeo Seneca la Sibilla Aristotile Pitagora Demetrio ()Ippocrate Esora () (Cod della Biblioteca di Corte in Vienna n 2921) Notisiche giagrave Tito Livio si ride della leggenda corrente al tempo suo la quale faceva

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Libro Augustale la Historia Imperialis di Giovanni da Verona ilFioretto di croniche deglimperadori fra noi la Kaiserchronik inGermania ecc Il Romuleon che dal titolo parrebbe dover esserepiugrave particolarmente una storia di Romolo e delle origini dellacittagrave passa oltre e giunge sino a Diocleziano449 Linteresse perRoma repubblicana egrave generalmente parlando un frutto delRinascimento avanzato Dante ricorda con riverenza ed

Numa discepolo di Pitagora Martino Polono e altri cronisti del medio evofanno morire Pitagora in Roma La storia del fanciullo Papirio raccontataprimamente da MACROBIO nel Somnium Scipionis egrave divulgatissima nel medioevo Nellultimo capitolo del Dialogus creaturarum (cod della Nazionale diTorino H III 6 qui il Dialogus egrave intitolato Contentus sublimitatis et liber deanimalibus) si racconta di una fanciulla di Roma bellissima e da molti amata ericercata la quale essendo morta ciascuno dei sei savii le fece una iscrizioneGIACOMO DA VORAGINE dice nella Legenda aurea c CXLVI (ed dal Graumlsse p628-9) laquoDyocletianus autem et Maximianus qui coeperunt anno dominiCCLXXVII volentes fidem Christi penitus extirpare tales epistolas per omnesprovincias in quibus christiani morabantur transmiserunt Si aliquiddeterminari oportet aut sciri et totus mundus ex una parte congregatus esset etsola Roma ex alia parte consisteret mundus totus victus fugeret et sola Romain culmine scientiae remaneretraquo Dopo ciograve bisogna dire che lautore dei GestaTreverorum o altri da cui egli attinge si lasci trascinare da un eccessivo edingiusto amore di patria quando racconta (ap PERTZ Script t VIII p 133-4)di un senatore romano per nome Arimaspe che volendo conoscere meglio leeccellenti virtugrave dei Trevirensi lasciograve Roma e fermograve la sua stanza in Treveridove prima di morire ucciso a tradimento da un certo Epte ordinograve gli siscrivessero sul sepolcro i seguenti versi

Exul Arimaspes hac Martis in arce quiescoBelgica Roma mei non mea digna fuitJure bono meritorum nobilitate triumphisDii tueantur ei par nisi Roma nichilVulneror Epte reo consul primusque senatusHic gaudete mei sic meruisse mori

449 Nei manoscritti il Romuleon va ora sotto il nome di Benvenuto da Imolaora sotto quello di Roberto della Porta Ma notisi che sotto lo stesso titolo si hapure unaltropera da questa diversa (V MONTFAUCON BibliothecaBibliothecarum col 1194) Contrastando al gusto e alla usanza dei tempi ilRomuleon egrave scevro delle consuete favole composto comegrave tutto intero sopra

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Libro Augustale la Historia Imperialis di Giovanni da Verona ilFioretto di croniche deglimperadori fra noi la Kaiserchronik inGermania ecc Il Romuleon che dal titolo parrebbe dover esserepiugrave particolarmente una storia di Romolo e delle origini dellacittagrave passa oltre e giunge sino a Diocleziano449 Linteresse perRoma repubblicana egrave generalmente parlando un frutto delRinascimento avanzato Dante ricorda con riverenza ed

Numa discepolo di Pitagora Martino Polono e altri cronisti del medio evofanno morire Pitagora in Roma La storia del fanciullo Papirio raccontataprimamente da MACROBIO nel Somnium Scipionis egrave divulgatissima nel medioevo Nellultimo capitolo del Dialogus creaturarum (cod della Nazionale diTorino H III 6 qui il Dialogus egrave intitolato Contentus sublimitatis et liber deanimalibus) si racconta di una fanciulla di Roma bellissima e da molti amata ericercata la quale essendo morta ciascuno dei sei savii le fece una iscrizioneGIACOMO DA VORAGINE dice nella Legenda aurea c CXLVI (ed dal Graumlsse p628-9) laquoDyocletianus autem et Maximianus qui coeperunt anno dominiCCLXXVII volentes fidem Christi penitus extirpare tales epistolas per omnesprovincias in quibus christiani morabantur transmiserunt Si aliquiddeterminari oportet aut sciri et totus mundus ex una parte congregatus esset etsola Roma ex alia parte consisteret mundus totus victus fugeret et sola Romain culmine scientiae remaneretraquo Dopo ciograve bisogna dire che lautore dei GestaTreverorum o altri da cui egli attinge si lasci trascinare da un eccessivo edingiusto amore di patria quando racconta (ap PERTZ Script t VIII p 133-4)di un senatore romano per nome Arimaspe che volendo conoscere meglio leeccellenti virtugrave dei Trevirensi lasciograve Roma e fermograve la sua stanza in Treveridove prima di morire ucciso a tradimento da un certo Epte ordinograve gli siscrivessero sul sepolcro i seguenti versi

Exul Arimaspes hac Martis in arce quiescoBelgica Roma mei non mea digna fuitJure bono meritorum nobilitate triumphisDii tueantur ei par nisi Roma nichilVulneror Epte reo consul primusque senatusHic gaudete mei sic meruisse mori

449 Nei manoscritti il Romuleon va ora sotto il nome di Benvenuto da Imolaora sotto quello di Roberto della Porta Ma notisi che sotto lo stesso titolo si hapure unaltropera da questa diversa (V MONTFAUCON BibliothecaBibliothecarum col 1194) Contrastando al gusto e alla usanza dei tempi ilRomuleon egrave scevro delle consuete favole composto comegrave tutto intero sopra

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ammirazione Tito Manlio Torquato Cincinnato i Decii i Fabiigli Scipioni e fa di Catone lultimo dei repubblicani il custodedel Purgatorio ma le sue dottrine politiche non gli permettevanodi considerare la repubblica altrimenti che come una forma menoperfetta e meno legittima di reggimento Quel Bruto che cacciograveTarquino egrave bensigrave posto da lui nel limbo ma senza nessun segno dionoranza speciale Il Petrarca esalta la Roma degli Scipioni diBruto di Fabrizio450 ricorda Catone

quel sigrave grande amicoDi libertagrave che piugrave di lei non visse451

celebra nel Trionfo della Fama i piugrave illustri figliuoli dellarepubblica e pone Scipione alla pari con Cesare ma il suo sognoegrave la monarchia universale la monarchia di Augusto glorificata daVirgilio da Orazio da Ovidio Lo stesso Cola di Rienzo eraammiratore caldissimo di Giulio Cesare di regola considerato nelmedio evo come il primo imperatore Il buon Boccaccio sebbeneconsilii il tirannicidio e chiami tiranni tutti i prigravencipi del temposuo452 egrave tuttaltro che un repubblicano I veri repubblicani consciidi segrave e de proprii intendimenti non compariscono se non moltopiugrave tardi per direttissimo influsso del pensiero greco sulla nuova

Tito Livio Sallustio Svetonio Valerio Massimo Floro Giustino e parecchialtri antichi Scritto in latino fu tradotto in italiano nel secolo XIV eripetutamente in francese La versione italiana fu pubblicata da GiuseppeGuatteri nella Collezione di opere inedite o rare dei primi tre secoli dellalingua Le versioni francesi che spesso si trovano in codici di gran lussosplendidamente miniati non ultima prova del favore incontrato dal libro sonotuttora inedite Di una versione di Sebastiano Mamerot scrittore anchealtrimenti conosciuto parla il Leboeuf Meacutemoires de lAcadeacutemie desInscriptions et Belles Lettres t XX p 247 La versione di un Giovanni Melotignoto si conserva nella Laurenziana Una versione anonima si contiene nelcodice L I 4 della Nazionale di Torino in foglio massimo di bellissimalettera e adorno di elegantissime miniature450 Canzone a Stefano Colonna451 Canzone per Azzo da Correggio Quel cha nostra natura in segrave piugrave degno452 De casibus virorum illustrium II 2

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ammirazione Tito Manlio Torquato Cincinnato i Decii i Fabiigli Scipioni e fa di Catone lultimo dei repubblicani il custodedel Purgatorio ma le sue dottrine politiche non gli permettevanodi considerare la repubblica altrimenti che come una forma menoperfetta e meno legittima di reggimento Quel Bruto che cacciograveTarquino egrave bensigrave posto da lui nel limbo ma senza nessun segno dionoranza speciale Il Petrarca esalta la Roma degli Scipioni diBruto di Fabrizio450 ricorda Catone

quel sigrave grande amicoDi libertagrave che piugrave di lei non visse451

celebra nel Trionfo della Fama i piugrave illustri figliuoli dellarepubblica e pone Scipione alla pari con Cesare ma il suo sognoegrave la monarchia universale la monarchia di Augusto glorificata daVirgilio da Orazio da Ovidio Lo stesso Cola di Rienzo eraammiratore caldissimo di Giulio Cesare di regola considerato nelmedio evo come il primo imperatore Il buon Boccaccio sebbeneconsilii il tirannicidio e chiami tiranni tutti i prigravencipi del temposuo452 egrave tuttaltro che un repubblicano I veri repubblicani consciidi segrave e de proprii intendimenti non compariscono se non moltopiugrave tardi per direttissimo influsso del pensiero greco sulla nuova

Tito Livio Sallustio Svetonio Valerio Massimo Floro Giustino e parecchialtri antichi Scritto in latino fu tradotto in italiano nel secolo XIV eripetutamente in francese La versione italiana fu pubblicata da GiuseppeGuatteri nella Collezione di opere inedite o rare dei primi tre secoli dellalingua Le versioni francesi che spesso si trovano in codici di gran lussosplendidamente miniati non ultima prova del favore incontrato dal libro sonotuttora inedite Di una versione di Sebastiano Mamerot scrittore anchealtrimenti conosciuto parla il Leboeuf Meacutemoires de lAcadeacutemie desInscriptions et Belles Lettres t XX p 247 La versione di un Giovanni Melotignoto si conserva nella Laurenziana Una versione anonima si contiene nelcodice L I 4 della Nazionale di Torino in foglio massimo di bellissimalettera e adorno di elegantissime miniature450 Canzone a Stefano Colonna451 Canzone per Azzo da Correggio Quel cha nostra natura in segrave piugrave degno452 De casibus virorum illustrium II 2

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coltura del Rinascimento coltura che ne suoi principii fu comegravenoto pressocchegrave esclusivamente formata di elementi latini453 Uncatilinario dello stampo di Stefano Porcari non puograve sorgere chenel bel mezzo del secolo XV il medio evo non se lo sarebbenemmen potuto immaginare Esempii come quelli di Crescenziodi Arnaldo da Brescia di Cola di Rienzo confermano assai piugraveche non ismentiscano quanto asserisco Il nome stesso direspublica non conservava piugrave lantica genuina significazionenellVIII secolo in Italia per Respublica sintendeva lEsarcato diRavenna soggetto aglimperatori dOriente e su questaRespublica cominciavano i papi a vantare diritti e RespublicaRomanorum si chiamava poi il dominio della Chiesa sopra ilquale stendevasi la sovraneggiante tutela dei re di Francia

La Roma dunque che il medio evo sogna e vagheggia egrave quellaimperiale non quella dei consoli con glimperatori soltantoRoma sembra venire nel suo piugrave bel fiore con glimperatoriprendere ad esercitare risolutamente nel mondo lalto e misteriososuo ufficio La magnificenza senza pari della cittagrave divenuta sededei Cesari le dimostrazioni infinite e le pompe di quellasconfinata potenza di quella vita fastosa ed esuberante eranocerto piugrave di checchessia atte a colpire fortemente le fantasie intempi naturalmente propensi al meraviglioso ma non era questala sola causa del fatto Tutto richiamava gli spiriti alla Romaimperiale I prosatori e i poeti latini che il medio evo non sistancava di leggere di chiosare di tradurre erano venuti su conlimpero celebravano limpero Lera nuova con la qualecominciava la seconda vita della umanitagrave prendeva gli egrave vero laorigine dal nascimento di Cristo ma quasi in quel tempomedesimo ancora limpero aveva avuto principio Limperosorgeva

presso il tempo che tutto il ciel volle453 Su questo tema scrisse alcune sensate ed ingegnose pagine il KOERTING nelsuo libro Petrarcas Leben und Werke Lipsia 1878 c VI V ancheBurckhardt op cit 3a ed v 1 div 1a c VI

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coltura del Rinascimento coltura che ne suoi principii fu comegravenoto pressocchegrave esclusivamente formata di elementi latini453 Uncatilinario dello stampo di Stefano Porcari non puograve sorgere chenel bel mezzo del secolo XV il medio evo non se lo sarebbenemmen potuto immaginare Esempii come quelli di Crescenziodi Arnaldo da Brescia di Cola di Rienzo confermano assai piugraveche non ismentiscano quanto asserisco Il nome stesso direspublica non conservava piugrave lantica genuina significazionenellVIII secolo in Italia per Respublica sintendeva lEsarcato diRavenna soggetto aglimperatori dOriente e su questaRespublica cominciavano i papi a vantare diritti e RespublicaRomanorum si chiamava poi il dominio della Chiesa sopra ilquale stendevasi la sovraneggiante tutela dei re di Francia

La Roma dunque che il medio evo sogna e vagheggia egrave quellaimperiale non quella dei consoli con glimperatori soltantoRoma sembra venire nel suo piugrave bel fiore con glimperatoriprendere ad esercitare risolutamente nel mondo lalto e misteriososuo ufficio La magnificenza senza pari della cittagrave divenuta sededei Cesari le dimostrazioni infinite e le pompe di quellasconfinata potenza di quella vita fastosa ed esuberante eranocerto piugrave di checchessia atte a colpire fortemente le fantasie intempi naturalmente propensi al meraviglioso ma non era questala sola causa del fatto Tutto richiamava gli spiriti alla Romaimperiale I prosatori e i poeti latini che il medio evo non sistancava di leggere di chiosare di tradurre erano venuti su conlimpero celebravano limpero Lera nuova con la qualecominciava la seconda vita della umanitagrave prendeva gli egrave vero laorigine dal nascimento di Cristo ma quasi in quel tempomedesimo ancora limpero aveva avuto principio Limperosorgeva

presso il tempo che tutto il ciel volle453 Su questo tema scrisse alcune sensate ed ingegnose pagine il KOERTING nelsuo libro Petrarcas Leben und Werke Lipsia 1878 c VI V ancheBurckhardt op cit 3a ed v 1 div 1a c VI

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Ridur lo mondo a suo modo sereno454

cosigrave che sebbene tutta la storia di Roma fosseprovvidenzialmente legata coi nuovi destini della umanitagravetuttavia i legami non si cominciavano propriamente a scoprire senon quando avveniva limpero Da indi in poi questi legami non sisciolgono piugrave La Chiesa nasce e cresce nel grembo di Romaimperiale Sopraggiungono le persecuzioni ed ogni nome dimartire rimanda a un nome dimperatore Deglimperatori e deipapi si formano naturalmente due serie parallele che sirichiamano a vicenda e luna egrave come complementare dellaltraSotto il titolo di chronica imperatorum et paparum si hanno delmedio evo manoscritti e a stampa innumerevoli elenchi degli unie degli altri alcuna volta con la sommaria indicazione dei fattiprincipali avvenuti sotto il loro reggimento alcunaltra voltainvece senzaltra indicazione che del nome e del tempo chedurarono in dignitagrave Costantino porta la nuova fede sul trono etramutando in Bizanzio la sede dellimpero cede alla Chiesasecondochegrave dalla leggenda egrave narrato i suoi diritti su Roma e leprerogative sovrane ed ogni pontefice che si vegga minacciatone suoi presunti diritti o che voglia acquistarne di nuovi si faforte del nome di Costantino e si dichiara legittimo erede dellaimperial potestagrave Lidea dellimpero non si spegne mai rimaneanzi viva ed egrave a tutti familiare Per ricostituire limpero diOccidente dopo piugrave che tre secoli dinterruzione non cegrave bisognonegrave di preparare gli spiriti negrave di forzare gli avvenimenti laricostituzione si compie come un fatto normale universalmenteinteso e lungamente aspettato

Se a queste ragioni si aggiunga che nella non breve listadeglImperatori romani parecchi ve ne sono i quali o per labontagrave o per la malvagitagrave loro o per alcun caso singolare dellaloro vita naturalmente sollecitano la curiositagrave e lattenzione e sesi considera essere una propria generale tendenza delle

454 DANTE Paradiso c VI v 55-6200

Ridur lo mondo a suo modo sereno454

cosigrave che sebbene tutta la storia di Roma fosseprovvidenzialmente legata coi nuovi destini della umanitagravetuttavia i legami non si cominciavano propriamente a scoprire senon quando avveniva limpero Da indi in poi questi legami non sisciolgono piugrave La Chiesa nasce e cresce nel grembo di Romaimperiale Sopraggiungono le persecuzioni ed ogni nome dimartire rimanda a un nome dimperatore Deglimperatori e deipapi si formano naturalmente due serie parallele che sirichiamano a vicenda e luna egrave come complementare dellaltraSotto il titolo di chronica imperatorum et paparum si hanno delmedio evo manoscritti e a stampa innumerevoli elenchi degli unie degli altri alcuna volta con la sommaria indicazione dei fattiprincipali avvenuti sotto il loro reggimento alcunaltra voltainvece senzaltra indicazione che del nome e del tempo chedurarono in dignitagrave Costantino porta la nuova fede sul trono etramutando in Bizanzio la sede dellimpero cede alla Chiesasecondochegrave dalla leggenda egrave narrato i suoi diritti su Roma e leprerogative sovrane ed ogni pontefice che si vegga minacciatone suoi presunti diritti o che voglia acquistarne di nuovi si faforte del nome di Costantino e si dichiara legittimo erede dellaimperial potestagrave Lidea dellimpero non si spegne mai rimaneanzi viva ed egrave a tutti familiare Per ricostituire limpero diOccidente dopo piugrave che tre secoli dinterruzione non cegrave bisognonegrave di preparare gli spiriti negrave di forzare gli avvenimenti laricostituzione si compie come un fatto normale universalmenteinteso e lungamente aspettato

Se a queste ragioni si aggiunga che nella non breve listadeglImperatori romani parecchi ve ne sono i quali o per labontagrave o per la malvagitagrave loro o per alcun caso singolare dellaloro vita naturalmente sollecitano la curiositagrave e lattenzione e sesi considera essere una propria generale tendenza delle

454 DANTE Paradiso c VI v 55-6200

immaginazioni popolari raccogliersi intorno a personaggi dimolto conto di guisa che limperatore il re la regina sono figureconsuete e quasi obbligate della fiaba sintenderagrave di leggiericome intorno agli imperatori romani siensi accumulate tanteleggende e tante strane finzioni quante ne ha immaginate etrasmesse sino a noi il medio evo

Queste leggende e queste finzioni per lo piugrave si trovano sparsein iscritture dogni generazione ma alcuna volta si raggruppano eformano corpo insieme come nella famosa Kaiserchroniktedesca libro singolarissimo dignoto autore dincerta etagrave macomposto probabilmente verso il mezzo del XII secolo econtinuato piugrave tardi compilazione indigesta e curiosa dove incirca 18500 versi si viene narrando con infinite favole tolte diqua e di lagrave trasposte mescolate la storia deglimperatori daGiulio Cesare a Rodolfo di Absburgo455 Alla Kaiserchronik sistringono imitando amplificando alterando il Weltbuch diEnenkel456 e la Weltchronik di Rudolf von Ems o per megliodire del suo continuatore Heinrich von Muumlnchen457 Questestorie dove deglimperatori si narra e si favoleggia assailargamente dovevano essere accolte con particolar favore nelpaese a cui era toccata in sorte la potestagrave dellimpero ma anchetra noi non mancarono le simili benchegrave fossero o piugravecompendiose o composte con altro spirito e con altriintendimenti Nel nostro Fioretto di croniche deglimperadori458e nella Cronica deglimperatori romani459 le favole non fanno455 V oltre alla trattazione del MASSMANN nel terzo volume della edizione da luiprocurata WELZHOFER Untersuchungen uumlber die deutsche KaiserchronikMonaco 1874 e GERVINUS Geschichte der deutschen Dichtung Va ed v I p268-82456 V Massmann op cit v III p 103-13 FAUS Versuch uumlber J EnikelsUniversalchronik St-Neresheim 1793457 V Massmann op cit v III p 95-103 VILMAR Die zwei Recensionen unddie Handschriftenfamilien der Weltchronik Rudolfs von Ems Marburg 1839458 Pubblicata da Leone del Prete Lucca 1858459 Pubblicate dal Ceruti nella Scelta di curiositagrave letterarie disp CLVIIIBologna 1878

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immaginazioni popolari raccogliersi intorno a personaggi dimolto conto di guisa che limperatore il re la regina sono figureconsuete e quasi obbligate della fiaba sintenderagrave di leggiericome intorno agli imperatori romani siensi accumulate tanteleggende e tante strane finzioni quante ne ha immaginate etrasmesse sino a noi il medio evo

Queste leggende e queste finzioni per lo piugrave si trovano sparsein iscritture dogni generazione ma alcuna volta si raggruppano eformano corpo insieme come nella famosa Kaiserchroniktedesca libro singolarissimo dignoto autore dincerta etagrave macomposto probabilmente verso il mezzo del XII secolo econtinuato piugrave tardi compilazione indigesta e curiosa dove incirca 18500 versi si viene narrando con infinite favole tolte diqua e di lagrave trasposte mescolate la storia deglimperatori daGiulio Cesare a Rodolfo di Absburgo455 Alla Kaiserchronik sistringono imitando amplificando alterando il Weltbuch diEnenkel456 e la Weltchronik di Rudolf von Ems o per megliodire del suo continuatore Heinrich von Muumlnchen457 Questestorie dove deglimperatori si narra e si favoleggia assailargamente dovevano essere accolte con particolar favore nelpaese a cui era toccata in sorte la potestagrave dellimpero ma anchetra noi non mancarono le simili benchegrave fossero o piugravecompendiose o composte con altro spirito e con altriintendimenti Nel nostro Fioretto di croniche deglimperadori458e nella Cronica deglimperatori romani459 le favole non fanno455 V oltre alla trattazione del MASSMANN nel terzo volume della edizione da luiprocurata WELZHOFER Untersuchungen uumlber die deutsche KaiserchronikMonaco 1874 e GERVINUS Geschichte der deutschen Dichtung Va ed v I p268-82456 V Massmann op cit v III p 103-13 FAUS Versuch uumlber J EnikelsUniversalchronik St-Neresheim 1793457 V Massmann op cit v III p 95-103 VILMAR Die zwei Recensionen unddie Handschriftenfamilien der Weltchronik Rudolfs von Ems Marburg 1839458 Pubblicata da Leone del Prete Lucca 1858459 Pubblicate dal Ceruti nella Scelta di curiositagrave letterarie disp CLVIIIBologna 1878

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difetto ma sono in copia molto minori e narrate con assai menoamorosa prolissitagrave e lo stesso si puograve dire della HistoriaImperialis di Giovanni da Verona460 Al Libro Imperiale infarcitodi favole461 si contrappone il Liber Augustalis462 che negraveinteramente scevro

Le leggende che io chiamerograve imperiali possono distribuirsi indue classi la prima di quelle che si appiccano a imperatori reali

460 Della Historia Imperialis tuttora inedita conosco due manoscritti lunobellissimo della Vallicelliana in Roma segnato D 13 laltro della Chigianamutilo in principio ed in fine segnato I VII 259 Un terzo che non conoscoma che sembra essere il migliore si conserva nella Capitolare di Veronasegnato CCIV 189 Lopera dovette essere compiuta non molto dopo il 1316secondo appare da queste parole dellautore che tengon dietro alla storia diTeofilo laquoFateor verum in Christo ego Iohannes servus Christi ultimuslevitarum compilator presentis operis quod nocte precedente scripturam huiusrei de Theophylo sub anno domini Mdeg CCC VIdeg die XXIIIdeg novembris quocelebratur festum beatis Clementis pape et martiris nocte precedente dum instrato positus hora qua pulsabatur prima campana matutini sancte veronensisecclesie nec plene vigilanti nec plene dormienti apparuit mihi demon in specieiuvenis ore sereno facie iocunda venusto corpore vestibus preciosis indutusraquoVedi intorno a Giovanni da Verona MAFFEI Opuscoli ecclesiastici in appendicealla Istoria teologica Trento 1842 p 242-6 e tre lettere del TARTAROTTI che sihanno tutte insieme nelle sue Memorie antiche di Rovereto Venezia 1754 p131-86461 Il Libro Imperiale fu probabilmente composto poco dopo i tempi di EnricoVII di Lussemburgo come si puograve argomentare dal fatto che solamente sino acostui giunge nella piugrave parte dei manoscritti la serie deglimperatori Se nefecero sino dai primi tempi della stampa parecchie edizioni circa le quali VZAMBRINI Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 607-8Una ristampa condotta secondo le norme della buona critica egrave da desiderareDellautore di questo libro non si conosce con sicurezza il nome Alcuni codicinon recan nome di sorta altri nel recarlo discordano Nel cod d I 4 dellaCasanatense si ha Can o Cam dal Chastello e Cam da Castello nel codParmense 710 scritto a Napoli nel 1471 Nel cod Laurenziano pl XLIII 21dei primi del XVI secolo lautore egrave Chanbio da Chastello nei codd dellaNazionale di Firenze II IV 279 II IV 281 e nel Marciano ital cl XICXXVI lautore egrave Giovanni de Bonsignori La divisione in quattro libri e lerubriche dei capitoli fanno molto spesso difetto Egrave nota la relazionedellUrbano attribuito al Boccaccio con la storia di Selvaggio narrata nel

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difetto ma sono in copia molto minori e narrate con assai menoamorosa prolissitagrave e lo stesso si puograve dire della HistoriaImperialis di Giovanni da Verona460 Al Libro Imperiale infarcitodi favole461 si contrappone il Liber Augustalis462 che negraveinteramente scevro

Le leggende che io chiamerograve imperiali possono distribuirsi indue classi la prima di quelle che si appiccano a imperatori reali

460 Della Historia Imperialis tuttora inedita conosco due manoscritti lunobellissimo della Vallicelliana in Roma segnato D 13 laltro della Chigianamutilo in principio ed in fine segnato I VII 259 Un terzo che non conoscoma che sembra essere il migliore si conserva nella Capitolare di Veronasegnato CCIV 189 Lopera dovette essere compiuta non molto dopo il 1316secondo appare da queste parole dellautore che tengon dietro alla storia diTeofilo laquoFateor verum in Christo ego Iohannes servus Christi ultimuslevitarum compilator presentis operis quod nocte precedente scripturam huiusrei de Theophylo sub anno domini Mdeg CCC VIdeg die XXIIIdeg novembris quocelebratur festum beatis Clementis pape et martiris nocte precedente dum instrato positus hora qua pulsabatur prima campana matutini sancte veronensisecclesie nec plene vigilanti nec plene dormienti apparuit mihi demon in specieiuvenis ore sereno facie iocunda venusto corpore vestibus preciosis indutusraquoVedi intorno a Giovanni da Verona MAFFEI Opuscoli ecclesiastici in appendicealla Istoria teologica Trento 1842 p 242-6 e tre lettere del TARTAROTTI che sihanno tutte insieme nelle sue Memorie antiche di Rovereto Venezia 1754 p131-86461 Il Libro Imperiale fu probabilmente composto poco dopo i tempi di EnricoVII di Lussemburgo come si puograve argomentare dal fatto che solamente sino acostui giunge nella piugrave parte dei manoscritti la serie deglimperatori Se nefecero sino dai primi tempi della stampa parecchie edizioni circa le quali VZAMBRINI Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 607-8Una ristampa condotta secondo le norme della buona critica egrave da desiderareDellautore di questo libro non si conosce con sicurezza il nome Alcuni codicinon recan nome di sorta altri nel recarlo discordano Nel cod d I 4 dellaCasanatense si ha Can o Cam dal Chastello e Cam da Castello nel codParmense 710 scritto a Napoli nel 1471 Nel cod Laurenziano pl XLIII 21dei primi del XVI secolo lautore egrave Chanbio da Chastello nei codd dellaNazionale di Firenze II IV 279 II IV 281 e nel Marciano ital cl XICXXVI lautore egrave Giovanni de Bonsignori La divisione in quattro libri e lerubriche dei capitoli fanno molto spesso difetto Egrave nota la relazionedellUrbano attribuito al Boccaccio con la storia di Selvaggio narrata nel

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la seconda di quelle che creano imperatori immaginarii Delleprincipali tra le prime che sono indubitabilmente le piugrave curiose ele piugrave importanti parlerograve nei capitoli che seguono esselegandosi insieme vengono spesso a formare una storiacompiuta seguono limperatore la cui vita porge ad esseargomento dalla nascita alla morte e sintrecciano piugrave o menocon la storia reale Per lo piugrave egrave un fatto storico quello da cui essetraggono la prima suggestione e che porge loro la base o ilcontorno Delle altre che sono come sporadiche e accidentali edi quelle ancora della seconda classe dirograve qui stesso brevementequel tanto che basti

Cajo Caligola egrave fatto morire di un fulmine nellaKaiserchronik463 la quale pone inoltre sotto il suo reggimento ilfatto di Marco Curzio464 Galba ha per avversario Pisonedividono la signoria quegli regna in Roma e fonda Capua questinel territorio e fonda Pisa465 Vitellio aveva fatto morire Ottoneinsieme con cinquantamila de suoi seguaci La famiglia di costuigli contrasta limpero e medita vendetta Per consiglio de suoifautori egli esce di Roma e lassedia Da principio i Romani si

Libro Imperiale Il LANDAU (Giovanni Boccaccio sein Leben und seine WerkeStoccarda 1877 p 244-6) e il KOERTING (Boccaccios Leben und Werke Lipsia1880 p 684-5) giudicano lUrbano opera del Boccaccio e credo sia questa lapiugrave fondata opinione ma cade in errore il Landau quando dice la primaedizione del Libro Imperiale essere quella di Venezia del 1510 La Fiorita diARMANNINO GIUDICE giunge sino a Giulio Cesare ma non ne contiene tutta lastoria (V sulla Fiorita un diligente scritto di G Mazzatinti nel Giornale diFilologia romanza t III p 1-55)462 Il Liber Augustalis nei codici egrave attribuito ora a Benvenuto da Imola ora alPetrarca Sotto il nome di Benvenuto da Imola fu pubblicato a Strasburgo nel1505 e nel v II degli Scriptores del FREHER in calce alle opere del Petrarca fustampato a Venezia nel 1501 Il cod Vatic Ottob 1467 lo attribuisce a unBonaventura Esso si trova dedicato al marchese Niccolograve dEste a Mattia re diUngheria e di Boemia ad altri Giovanni Stella lo stampograve sfacciatamente sottosuo nome in Venezia nel 1503 dedicandolo ad Alvise Trevisan463 V 1233 Cosigrave ancora in Heinrich von Muumlnchen464 V 1138-1230 Cosigrave ancora Enenkel ed altri465 Kaiserch 4856-63

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la seconda di quelle che creano imperatori immaginarii Delleprincipali tra le prime che sono indubitabilmente le piugrave curiose ele piugrave importanti parlerograve nei capitoli che seguono esselegandosi insieme vengono spesso a formare una storiacompiuta seguono limperatore la cui vita porge ad esseargomento dalla nascita alla morte e sintrecciano piugrave o menocon la storia reale Per lo piugrave egrave un fatto storico quello da cui essetraggono la prima suggestione e che porge loro la base o ilcontorno Delle altre che sono come sporadiche e accidentali edi quelle ancora della seconda classe dirograve qui stesso brevementequel tanto che basti

Cajo Caligola egrave fatto morire di un fulmine nellaKaiserchronik463 la quale pone inoltre sotto il suo reggimento ilfatto di Marco Curzio464 Galba ha per avversario Pisonedividono la signoria quegli regna in Roma e fonda Capua questinel territorio e fonda Pisa465 Vitellio aveva fatto morire Ottoneinsieme con cinquantamila de suoi seguaci La famiglia di costuigli contrasta limpero e medita vendetta Per consiglio de suoifautori egli esce di Roma e lassedia Da principio i Romani si

Libro Imperiale Il LANDAU (Giovanni Boccaccio sein Leben und seine WerkeStoccarda 1877 p 244-6) e il KOERTING (Boccaccios Leben und Werke Lipsia1880 p 684-5) giudicano lUrbano opera del Boccaccio e credo sia questa lapiugrave fondata opinione ma cade in errore il Landau quando dice la primaedizione del Libro Imperiale essere quella di Venezia del 1510 La Fiorita diARMANNINO GIUDICE giunge sino a Giulio Cesare ma non ne contiene tutta lastoria (V sulla Fiorita un diligente scritto di G Mazzatinti nel Giornale diFilologia romanza t III p 1-55)462 Il Liber Augustalis nei codici egrave attribuito ora a Benvenuto da Imola ora alPetrarca Sotto il nome di Benvenuto da Imola fu pubblicato a Strasburgo nel1505 e nel v II degli Scriptores del FREHER in calce alle opere del Petrarca fustampato a Venezia nel 1501 Il cod Vatic Ottob 1467 lo attribuisce a unBonaventura Esso si trova dedicato al marchese Niccolograve dEste a Mattia re diUngheria e di Boemia ad altri Giovanni Stella lo stampograve sfacciatamente sottosuo nome in Venezia nel 1503 dedicandolo ad Alvise Trevisan463 V 1233 Cosigrave ancora in Heinrich von Muumlnchen464 V 1138-1230 Cosigrave ancora Enenkel ed altri465 Kaiserch 4856-63

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difendono strenuamente ma poi vinti dalla fame sollecitano ilsenato perchegrave apra al nemico le porte Il senato ricusa alloraOdenato si offre di liberare egli la cittagrave sceglie dodici compagniparati ad ogni suo cenno e saccorda con essi di uccidere VitellioEgli tenteragrave primo limpresa se non gli riesca di condurla atermine gli altri verranno dopo lui e la compiranno Si ripete ilfatto di Muzio Scevola Vitellio fa grazia della vita a Odenatoche in premio del suo eroismo riceve dai Romani in dono ilpalazzo di Bruto Si concorda una tregua ma in capo di novemesi quando il termine della tregua egrave giagrave presso a spirare dodiciseguaci di Vespasiano una notte rapiscono Vitellio e losotterrano vivo466 Nerva prende il posto di Falaride di Agrigentonella notissima storia di Perillo467 Decio che ha non piccola partenelle leggende famose di San Lorenzo e dei Sette Dormientimuore fatto a pezzi dai diavoli468

Il romanzo dei Sette Savii si lega ai nomi di Vespasiano e diDiocleziano e inventa limperatore Ponziano469 Non ho bisognodi ricordare qui quale storia serva di cornice ai racconti di questolibro famoso Nei Gesta Romanorum si trovano attribuiti aimperatori romani o posti sotto il loro reggimento fatti e casi chein origine non hanno nessunattinenza con Roma Quivi la storiadel re Lear si riferisce a Teodosio470 a Domiziano la novella deitre avvertimenti che salvano tre volte la vita471 ad Aglae figliuoladellimperatore Pompeo la storia classica di Atalanta e

466 Ibid v 4869-76 4881-5119467 Ib v 5706-854 Lo stesso si ha in Heinrich von Muumlnchen468 Ib v 6465-6469 Nella Historia Septem Sapientum Ponziano egrave limperatore Diocleziano ilprincipe cosigrave pure nei Sept Sages de Romme pubblicati a Ginevra nel 1492Ma nella piugrave parte delle versioni Diocleziano egrave limperatore Nel Romans desSept Sages pubblicato dal Keller limperatore egrave Vespasiano ecc Nel raccontodi Giovanni di Alta Selva Dolophatos padre di Luscinius egrave re di Sicilia470 Ed dellOesterley app 77471 Cap 103 Questa novella si trova in PLUTARCO De Garrulitate e in moltialtri Aggiungasi allelenco che ne dagrave lOesterley anche il Fiore di Virtugrave ove iconsigli non sono piugrave tre ma uno solo

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difendono strenuamente ma poi vinti dalla fame sollecitano ilsenato perchegrave apra al nemico le porte Il senato ricusa alloraOdenato si offre di liberare egli la cittagrave sceglie dodici compagniparati ad ogni suo cenno e saccorda con essi di uccidere VitellioEgli tenteragrave primo limpresa se non gli riesca di condurla atermine gli altri verranno dopo lui e la compiranno Si ripete ilfatto di Muzio Scevola Vitellio fa grazia della vita a Odenatoche in premio del suo eroismo riceve dai Romani in dono ilpalazzo di Bruto Si concorda una tregua ma in capo di novemesi quando il termine della tregua egrave giagrave presso a spirare dodiciseguaci di Vespasiano una notte rapiscono Vitellio e losotterrano vivo466 Nerva prende il posto di Falaride di Agrigentonella notissima storia di Perillo467 Decio che ha non piccola partenelle leggende famose di San Lorenzo e dei Sette Dormientimuore fatto a pezzi dai diavoli468

Il romanzo dei Sette Savii si lega ai nomi di Vespasiano e diDiocleziano e inventa limperatore Ponziano469 Non ho bisognodi ricordare qui quale storia serva di cornice ai racconti di questolibro famoso Nei Gesta Romanorum si trovano attribuiti aimperatori romani o posti sotto il loro reggimento fatti e casi chein origine non hanno nessunattinenza con Roma Quivi la storiadel re Lear si riferisce a Teodosio470 a Domiziano la novella deitre avvertimenti che salvano tre volte la vita471 ad Aglae figliuoladellimperatore Pompeo la storia classica di Atalanta e

466 Ibid v 4869-76 4881-5119467 Ib v 5706-854 Lo stesso si ha in Heinrich von Muumlnchen468 Ib v 6465-6469 Nella Historia Septem Sapientum Ponziano egrave limperatore Diocleziano ilprincipe cosigrave pure nei Sept Sages de Romme pubblicati a Ginevra nel 1492Ma nella piugrave parte delle versioni Diocleziano egrave limperatore Nel Romans desSept Sages pubblicato dal Keller limperatore egrave Vespasiano ecc Nel raccontodi Giovanni di Alta Selva Dolophatos padre di Luscinius egrave re di Sicilia470 Ed dellOesterley app 77471 Cap 103 Questa novella si trova in PLUTARCO De Garrulitate e in moltialtri Aggiungasi allelenco che ne dagrave lOesterley anche il Fiore di Virtugrave ove iconsigli non sono piugrave tre ma uno solo

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dIppomene472 ad Adriano o a Teodosio il noto apologo dellacampana della serpe e del rospo che si suol raccontare di CarloMagno473 a Tiberio a Claudio a Vespasiano a Tito aMassimiano a Gordiano altri fatti e altre storie che sarebbelungo ripetere La novella del re che fece nodrire uno suofigliuolo dieci anni in luogo tenebroso e poi li mostrograve tutte lecose e piugrave li piacque le femmine indiana di origine474 narrata nelNovellino475 ripetuta con varie mutazioni nel Prologo dellagiornata IV del Decamerone nelle Vite dei Santi Padri di FraDomenico Cavalca476 in un vecchio poemetto tedesco intitolatoDaz Gaumlnslicircn477 nel Libro de los Enxemplos478 ecc si riferisce nelFior di Virtugrave479 allimperatore Teodosio Una novella di Costanzafiglia di Tiberio racconta il Gower480

Di Diocleziano che nei Gesta Romanorum diventainaspettatamente un modello di virtugrave ma che va coperto di moltainfamia nelle leggende dei martiri e piugrave specialmente in quellafamosa della legione Tebea di Diocleziano si narra nel Libro delos Enxemplos481 una curiosa storia la quale ha pure nella veritagravequalche piccola radice Fu un tempo che genti straniere turbavano

472 The early english versions of the Gesta Romanorum pubblicate la primavolta dal Madden ripubblicate da Sidney I H Herrtage per la Early EnglishText Society Extra Series XXXIII Londra 1879 p XXXII473 Ib p VII Gesta Romanorum ed dellOesterley c 105 V MASSMANNKaiserch v III p 997-1002 e GASTON PARIS Histoire poeacutetique deCharlemagne p 354-6474 V LANDAU Die Quellen des Decamerone Vienna 1869 p 70-1 eDANCONA Le Fonti del Novellino in Studj di critica e storia letteraria p 279-83 307-8475 Nov XIV del testo Gualteruzzi476 Parte III c 133477 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 41-8478 CCXXXI479 Cap XXXIX Della Lussuria480 Confessio amantis l II481 CCCXXVIII Comincia laquoEl mayor sennoriacuteo de dignidat del mundo es elimperio de Roma eacute esta dignidat muchos ruacutesticos la tovieron eacute hobieron maabasta poner enxemplo de dos que en uno fueron emperadores

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dIppomene472 ad Adriano o a Teodosio il noto apologo dellacampana della serpe e del rospo che si suol raccontare di CarloMagno473 a Tiberio a Claudio a Vespasiano a Tito aMassimiano a Gordiano altri fatti e altre storie che sarebbelungo ripetere La novella del re che fece nodrire uno suofigliuolo dieci anni in luogo tenebroso e poi li mostrograve tutte lecose e piugrave li piacque le femmine indiana di origine474 narrata nelNovellino475 ripetuta con varie mutazioni nel Prologo dellagiornata IV del Decamerone nelle Vite dei Santi Padri di FraDomenico Cavalca476 in un vecchio poemetto tedesco intitolatoDaz Gaumlnslicircn477 nel Libro de los Enxemplos478 ecc si riferisce nelFior di Virtugrave479 allimperatore Teodosio Una novella di Costanzafiglia di Tiberio racconta il Gower480

Di Diocleziano che nei Gesta Romanorum diventainaspettatamente un modello di virtugrave ma che va coperto di moltainfamia nelle leggende dei martiri e piugrave specialmente in quellafamosa della legione Tebea di Diocleziano si narra nel Libro delos Enxemplos481 una curiosa storia la quale ha pure nella veritagravequalche piccola radice Fu un tempo che genti straniere turbavano

472 The early english versions of the Gesta Romanorum pubblicate la primavolta dal Madden ripubblicate da Sidney I H Herrtage per la Early EnglishText Society Extra Series XXXIII Londra 1879 p XXXII473 Ib p VII Gesta Romanorum ed dellOesterley c 105 V MASSMANNKaiserch v III p 997-1002 e GASTON PARIS Histoire poeacutetique deCharlemagne p 354-6474 V LANDAU Die Quellen des Decamerone Vienna 1869 p 70-1 eDANCONA Le Fonti del Novellino in Studj di critica e storia letteraria p 279-83 307-8475 Nov XIV del testo Gualteruzzi476 Parte III c 133477 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 41-8478 CCXXXI479 Cap XXXIX Della Lussuria480 Confessio amantis l II481 CCCXXVIII Comincia laquoEl mayor sennoriacuteo de dignidat del mundo es elimperio de Roma eacute esta dignidat muchos ruacutesticos la tovieron eacute hobieron maabasta poner enxemplo de dos que en uno fueron emperadores

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in molte parti limpero di Roma e interrogando i cittadini glioracoli per sapere come dovessero governarsi fu loro rispostoeleggessero principe colui che trovassero a mangiare a una tavoladi ferro I Romani mandarono lor cavalieri nelle province a farindagine di cotal uomo e avvenne che passando alcuni di questiper la Dalmazia simbatterono in un contadino il quale avendosciolto i buoi dallaratro desinava servendosi del vomere come didesco Parlando con esso lui trovarono chera buon discorritore emolto sensato e discreto nelle sue ragioni per modo cheespostagli la causa del loro venire seco ne lo condussero a Romae quivi fu fatto imperatore Massimiano allora risaputa la cosaessendo ancor egli di Dalmazia e amicissimo di Diocleziano sirecograve a Roma Ma Diocleziano intanto soffrendo della mutazionedel clima e dei cibi ammalograve Non potendo altrimenti giungeresino a lui Massimiano sinfinse medico e ricevuto assaiamorevolmente dallantico compagno tanto si adoperograve con saviiconsigli che questi tornograve alle costumate vivande e agli eserciziidel corpo e racquistograve in breve la sanitagrave Di ciograve ebbero grandeallegrezza il senato e il popolo di Roma e Diocleziano volendomostrare il suo grato animo si tolse Massimiamo collega nelreggimento Ma poi volgendosi al male tutta due eperseguitando i cristiani Dio li punigrave facendoli uscire del sennoper modo che rinunciata la potestagrave imperiale di propriarisoluzione si ridussero novamente in condizione di privati e daultimo Diocleziano morigrave di veleno e Massimiano simpiccograve Ilmodo della elezione di Diocleziano ricorda altre storie affini peresempio quella del Goto Vamba Di un re di Ravenna che ammalograveper aver mutato vitto e costumi si narra nello stesso Libro de losEnxemplos482

Nella Kaiserchronik si confonde limperatore Gallieno colmedico Galeno483 Gallieno fu il piugrave dotto medico che mainascesse in Roma e operograve gran cose con la sua scienza ma

482 X483 V 7471-622 Cf v III p 829-33

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in molte parti limpero di Roma e interrogando i cittadini glioracoli per sapere come dovessero governarsi fu loro rispostoeleggessero principe colui che trovassero a mangiare a una tavoladi ferro I Romani mandarono lor cavalieri nelle province a farindagine di cotal uomo e avvenne che passando alcuni di questiper la Dalmazia simbatterono in un contadino il quale avendosciolto i buoi dallaratro desinava servendosi del vomere come didesco Parlando con esso lui trovarono chera buon discorritore emolto sensato e discreto nelle sue ragioni per modo cheespostagli la causa del loro venire seco ne lo condussero a Romae quivi fu fatto imperatore Massimiano allora risaputa la cosaessendo ancor egli di Dalmazia e amicissimo di Diocleziano sirecograve a Roma Ma Diocleziano intanto soffrendo della mutazionedel clima e dei cibi ammalograve Non potendo altrimenti giungeresino a lui Massimiano sinfinse medico e ricevuto assaiamorevolmente dallantico compagno tanto si adoperograve con saviiconsigli che questi tornograve alle costumate vivande e agli eserciziidel corpo e racquistograve in breve la sanitagrave Di ciograve ebbero grandeallegrezza il senato e il popolo di Roma e Diocleziano volendomostrare il suo grato animo si tolse Massimiamo collega nelreggimento Ma poi volgendosi al male tutta due eperseguitando i cristiani Dio li punigrave facendoli uscire del sennoper modo che rinunciata la potestagrave imperiale di propriarisoluzione si ridussero novamente in condizione di privati e daultimo Diocleziano morigrave di veleno e Massimiano simpiccograve Ilmodo della elezione di Diocleziano ricorda altre storie affini peresempio quella del Goto Vamba Di un re di Ravenna che ammalograveper aver mutato vitto e costumi si narra nello stesso Libro de losEnxemplos482

Nella Kaiserchronik si confonde limperatore Gallieno colmedico Galeno483 Gallieno fu il piugrave dotto medico che mainascesse in Roma e operograve gran cose con la sua scienza ma

482 X483 V 7471-622 Cf v III p 829-33

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odiava i cristiani e nelle loro persone sperimentava i farmachi elarti sue Faceva tagliar loro i piedi e le mani faceva aprire lorole vene egli fu il primo che introdusse il costume di strappare gliocchi alla gente Tuttociograve faceva in servizio dellarte sua e ipagani lo lodavano della sua sapienza Gallieno era anche saviofiosofo che qui tanto vale quanto indovino Una notte lesse nellestelle che il giorno seguente i suoi camerieri avrebbero tentato diavvelenarlo Non fece mostra di nulla Quando a mensa ilcoppiere gli mise innanzi una tazza avvelenata egli conoscendolinganno costrinse il traditore a bere in suo luogo e tanta fu laforza del veleno che al malcapitato schizzarono gli occhi dalcapo Gallieno allora si partigrave da Roma imprecando alla cittagrave eminacciando vendetta ai suoi abitatori Andograve al castello diBoemondo e fatta venire una gran cassa di bronzo la empiegrave diveleno e ordinograve fosse sommersa nel Tevere Lacqua del fiumequivi passando rimaneva attossicata e quanti poi ne bevevanonon potevano scampare la morte In Roma ne morironotredicimila persone Un buon medico venne in ajuto dei Romanila cassa fu ritrovata e levata dal fiume Gallieno avvertito che icittadini lo volevano mettere a morte fuggigrave in Siria ma quivi fupoi ucciso a onor dei Romani

Gautier dArras Otte (Ottone di Frisinga) Enenkelraccontano di Foca e di Eraclio una storia romanzesca grecaforse di origine dalla quale si ritrae questo insegnamento che chitiene le donne sotto guardia troppo rigorosa egrave spesso cagione delloro fallire484 Altre invenzioni e attribuzioni cosigrave fatte si trovanoin copia specie nella Kaiserchronik e negli scrittori che attinseroda essa ma io non credo di dovermi piugrave oltre indugiare adiscorrerne giacchegrave non egrave in esse generalmente parlandonessuna delle qualitagrave che fanno pregevoli e degne di studio leleggende La leggenda dirograve cosigrave genuina e legittima ha la suanecessitagrave logica piugrave o meno facile a essere riconosciuta nasce di

484 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 533-47 Cf v III p CXLVIICL

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odiava i cristiani e nelle loro persone sperimentava i farmachi elarti sue Faceva tagliar loro i piedi e le mani faceva aprire lorole vene egli fu il primo che introdusse il costume di strappare gliocchi alla gente Tuttociograve faceva in servizio dellarte sua e ipagani lo lodavano della sua sapienza Gallieno era anche saviofiosofo che qui tanto vale quanto indovino Una notte lesse nellestelle che il giorno seguente i suoi camerieri avrebbero tentato diavvelenarlo Non fece mostra di nulla Quando a mensa ilcoppiere gli mise innanzi una tazza avvelenata egli conoscendolinganno costrinse il traditore a bere in suo luogo e tanta fu laforza del veleno che al malcapitato schizzarono gli occhi dalcapo Gallieno allora si partigrave da Roma imprecando alla cittagrave eminacciando vendetta ai suoi abitatori Andograve al castello diBoemondo e fatta venire una gran cassa di bronzo la empiegrave diveleno e ordinograve fosse sommersa nel Tevere Lacqua del fiumequivi passando rimaneva attossicata e quanti poi ne bevevanonon potevano scampare la morte In Roma ne morironotredicimila persone Un buon medico venne in ajuto dei Romanila cassa fu ritrovata e levata dal fiume Gallieno avvertito che icittadini lo volevano mettere a morte fuggigrave in Siria ma quivi fupoi ucciso a onor dei Romani

Gautier dArras Otte (Ottone di Frisinga) Enenkelraccontano di Foca e di Eraclio una storia romanzesca grecaforse di origine dalla quale si ritrae questo insegnamento che chitiene le donne sotto guardia troppo rigorosa egrave spesso cagione delloro fallire484 Altre invenzioni e attribuzioni cosigrave fatte si trovanoin copia specie nella Kaiserchronik e negli scrittori che attinseroda essa ma io non credo di dovermi piugrave oltre indugiare adiscorrerne giacchegrave non egrave in esse generalmente parlandonessuna delle qualitagrave che fanno pregevoli e degne di studio leleggende La leggenda dirograve cosigrave genuina e legittima ha la suanecessitagrave logica piugrave o meno facile a essere riconosciuta nasce di

484 VON DER HAGEN Gesammtabenteuer v II p 533-47 Cf v III p CXLVIICL

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una certa applicazione protratta e sistematica della fantasia a certifatti a certe persone come mostrano con luminoso esempio leimmaginazioni che si raccolsero intorno ai nomi di Alessandro ilMacedone e di Carlo Magno mentrechegrave le finzioni di cui ho fattocenno nelle pagine precedenti sono per lo piugrave fortuite escioperate congiunte a tali o tali persone solo in grazia delcapriccio o del caso e pronte a slegarsene come appena se neporga occasione Tuttavia nel caso nostro una certa importanzaindiretta lhanno ancor esse in quanto mostrano la tendenza deglispiriti nel medio evo a stringere intorno a Roma lerrante popolodelle favole a raccorlo sotto la sua alta dominazione morale eaffermano la virtugrave attrattiva di quella Roma medesima divenutacentro di gravitazione a tutto il pensiero dei tempi

Delle trasposizioni dogni maniera che sincontrano nelle listedeglimperatori non parlo perchegrave sono troppo naturali dirograveinvece qualche cosa deglimperatori fantastici e non mai esistitiNei Gesta Romanorum se ne trova una lunghissima filzaDorotheus Gorgonius Adonias Miremis Olimpus LampadiusCoronius Onias Mamertinus e dieci e dieci altri Anche nellaKaiserchronik se ne trovano parecchi Pompeo egrave fatto imperatoreassai spesso e un imperatore si fa di Romolo lignotoraccoglitore di favole485 Nei Gesta Romanorum nel Novellinonella Kaiserchronik altrove si narra la storia di Foco che difabbro diventograve imperatore Tito aveva decretato che in certi giornitutti dovessero astenersi dal lavoro e Virgilio aveva fabbricatouna statua che rivelava il nome dei trasgressori Foco non avendoosservato la legge minaccia la statua di spezzarle il capo se lodenuncia e perograve questa da prima non vuole svelare il colpevole

485 MARIE DE FRANCE Fables Prologue v 12-6

Romulus qui fu emperereA sun fill escrit et mandaEt par essemple li mustraCum il se puist cuntreguetierKhum ne le peust engingnier

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una certa applicazione protratta e sistematica della fantasia a certifatti a certe persone come mostrano con luminoso esempio leimmaginazioni che si raccolsero intorno ai nomi di Alessandro ilMacedone e di Carlo Magno mentrechegrave le finzioni di cui ho fattocenno nelle pagine precedenti sono per lo piugrave fortuite escioperate congiunte a tali o tali persone solo in grazia delcapriccio o del caso e pronte a slegarsene come appena se neporga occasione Tuttavia nel caso nostro una certa importanzaindiretta lhanno ancor esse in quanto mostrano la tendenza deglispiriti nel medio evo a stringere intorno a Roma lerrante popolodelle favole a raccorlo sotto la sua alta dominazione morale eaffermano la virtugrave attrattiva di quella Roma medesima divenutacentro di gravitazione a tutto il pensiero dei tempi

Delle trasposizioni dogni maniera che sincontrano nelle listedeglimperatori non parlo perchegrave sono troppo naturali dirograveinvece qualche cosa deglimperatori fantastici e non mai esistitiNei Gesta Romanorum se ne trova una lunghissima filzaDorotheus Gorgonius Adonias Miremis Olimpus LampadiusCoronius Onias Mamertinus e dieci e dieci altri Anche nellaKaiserchronik se ne trovano parecchi Pompeo egrave fatto imperatoreassai spesso e un imperatore si fa di Romolo lignotoraccoglitore di favole485 Nei Gesta Romanorum nel Novellinonella Kaiserchronik altrove si narra la storia di Foco che difabbro diventograve imperatore Tito aveva decretato che in certi giornitutti dovessero astenersi dal lavoro e Virgilio aveva fabbricatouna statua che rivelava il nome dei trasgressori Foco non avendoosservato la legge minaccia la statua di spezzarle il capo se lodenuncia e perograve questa da prima non vuole svelare il colpevole

485 MARIE DE FRANCE Fables Prologue v 12-6

Romulus qui fu emperereA sun fill escrit et mandaEt par essemple li mustraCum il se puist cuntreguetierKhum ne le peust engingnier

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poi lo svela Condotto davanti allimperatore Foco dice comedebba ogni giorno buscarsi otto denari de quali due servono apagare un debito due impresta due perde due spende permantenere il padre la moglie il figlio segrave stesso Tito lo lasciaandare Morto Tito Foco egrave fatto imperatore limmagine sua egravecontraddistinta da otto denari Questa favola ebbe origineprobabilmente da qualche antica moneta de cui emblemi si volledare spiegazione

La romanzesca storia di Faustiniano padre di San Clementepapa e imperatore di Roma il quale perde per una serie disventurati casi che un po ricordano la leggenda diSantEustachio i figli la moglie e si riduce egli stesso inmiserabilissima condizione poi ritrova i suoi racquista il trono esi fa cristiano occupa nella Kaiserchronik piugrave di 1800 versi486 DiGioviniano si narra nei Gesta Romanorum e altrove comeavendo voluto essere tenuto un dio fu punito della sua tracotanzaUn giorno a caccia Gioviniano sollecitato dalla caldurasimmerge in un fonte Un angelo veste i suoi panni prende il suoposto egrave da tutti creduto limperatore Questi tenta invano di farsiriconoscere ed egrave per comandamento dellangelo bastonato benbene Da ultimo palesato il miracolo egli pentito torna nellacondizione di prima487 La storia popolarissima di Crescenzia sirappicca nelle varie sue forme a un imperatore Narciso o aqualche altro imperatore Nella storia di Fiorio e di Biancofiore inottava rima stampata in Roma nel XV secolo Fiorio compiute lesue gesta diventa imperatore di Roma

486 Nella leggenda italiana che di S Clemente si ha a stampa (s l n a)Faustiniano non egrave imperatore di Roma487 Questa storia edificante era buon argomento di dramma sacro V un Auctodel emperador Juveniano fra gli Auctos sacramentales desde su origen hastafines del siglo XVII nella Biblioteca del Rivadeneyra 1865 p 26-9 Egrave lastessa storia che porge il soggetto alla nostra rappresentazione del Re Superboe a un libretto popolare che sotto il titolo di Storia del Re Superbo si ristampatuttavia

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poi lo svela Condotto davanti allimperatore Foco dice comedebba ogni giorno buscarsi otto denari de quali due servono apagare un debito due impresta due perde due spende permantenere il padre la moglie il figlio segrave stesso Tito lo lasciaandare Morto Tito Foco egrave fatto imperatore limmagine sua egravecontraddistinta da otto denari Questa favola ebbe origineprobabilmente da qualche antica moneta de cui emblemi si volledare spiegazione

La romanzesca storia di Faustiniano padre di San Clementepapa e imperatore di Roma il quale perde per una serie disventurati casi che un po ricordano la leggenda diSantEustachio i figli la moglie e si riduce egli stesso inmiserabilissima condizione poi ritrova i suoi racquista il trono esi fa cristiano occupa nella Kaiserchronik piugrave di 1800 versi486 DiGioviniano si narra nei Gesta Romanorum e altrove comeavendo voluto essere tenuto un dio fu punito della sua tracotanzaUn giorno a caccia Gioviniano sollecitato dalla caldurasimmerge in un fonte Un angelo veste i suoi panni prende il suoposto egrave da tutti creduto limperatore Questi tenta invano di farsiriconoscere ed egrave per comandamento dellangelo bastonato benbene Da ultimo palesato il miracolo egli pentito torna nellacondizione di prima487 La storia popolarissima di Crescenzia sirappicca nelle varie sue forme a un imperatore Narciso o aqualche altro imperatore Nella storia di Fiorio e di Biancofiore inottava rima stampata in Roma nel XV secolo Fiorio compiute lesue gesta diventa imperatore di Roma

486 Nella leggenda italiana che di S Clemente si ha a stampa (s l n a)Faustiniano non egrave imperatore di Roma487 Questa storia edificante era buon argomento di dramma sacro V un Auctodel emperador Juveniano fra gli Auctos sacramentales desde su origen hastafines del siglo XVII nella Biblioteca del Rivadeneyra 1865 p 26-9 Egrave lastessa storia che porge il soggetto alla nostra rappresentazione del Re Superboe a un libretto popolare che sotto il titolo di Storia del Re Superbo si ristampatuttavia

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amp poi di Roma fu decto imperadoreamp gran tempo visse con bincifiore

Cosigrave le fantasie piugrave disparate nel medio evo gravitano intornoa Roma come a loro centro di attrazione e molte di esse o silegano a imperatori reali o introducono nella storia romanaimperatori fantastici Non so se a questa generale tendenza nonobbedisse ancora Pietro Aretino o chi altro si fosse quando delnome di Eliogabalo insigniva una Oratio protreptica siveadhortatoria ad meretrices che si trova nella Historia Augustastampata da Aldo Manuzio nel 1519 in Venezia

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amp poi di Roma fu decto imperadoreamp gran tempo visse con bincifiore

Cosigrave le fantasie piugrave disparate nel medio evo gravitano intornoa Roma come a loro centro di attrazione e molte di esse o silegano a imperatori reali o introducono nella storia romanaimperatori fantastici Non so se a questa generale tendenza nonobbedisse ancora Pietro Aretino o chi altro si fosse quando delnome di Eliogabalo insigniva una Oratio protreptica siveadhortatoria ad meretrices che si trova nella Historia Augustastampata da Aldo Manuzio nel 1519 in Venezia

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CAPITOLO VIII

Giulio Cesare

Giulio Cesare egrave generalmente considerato nel medio evo qualeprimo imperatore e la sua celebritagrave viene in gran partedallopinione appunto chegli avesse fondato limpero e datoprincipio allera piugrave bella e piugrave gloriosa di Roma Come nascessequesto errore non andrem ricercando se pure non sha a dire chequanto si conosceva dei fatti di Cesare e la consuetudine diconfondere le cose aventi affinitagrave tra di loro propria dei tempi acui faccia difetto la critica lo rendevano necessario edinevitabile488 A farlo nascere puograve anche avere contribuito

488 Le eccezioni sono rare RADULFO COLONNA nel suo trattatello De translationeimperii dice parlando appunto dellimpero laquoQuam monarchiam cum primumOctavianus Augustus deinde successores eius praeferrent non uniformitertenueruntraquo E quasi subito dopo laquoImperium Romanum a Julio Caesaresecundum quosdam sed verius ob Octaviano Augusto primo Romanorumimperatore inchoaturraquo Questo ripete con le parole medesime MARSILIO

MENANDRINO che pure scrisse un trattato De translatione imperii copiando inmassima parte quello di Radulfo Colonna sebbene citi invece le Istorie diLandulfo Colonna HONOREacute BONNOR o BONET nellArbre des batailles (Parigiper Antonio Verard 1493 parte IIa c 2) riconosce che Ottaviano Augusto fu ilprimo imperatore laquoEt vraiement il fut le premier empereur qui fut a rommesselon les vrayes histoiresraquo Nel c 13 dice che Giulio Cesare fu solamentechiamato principe di Roma Di Cesare dice GIOVANNI VILLANI (IstorieFiorentine l I c 29) laquoil detto Cesare levograve lufficio de consoli e dittatori edegli primo si fece chiamare imperatoreraquo Lopinione di Dante non appar chiaradal v 57 del c VI del Paradiso dove dice parlando del sacrosanto segnodellimpero

Cesare per voler di Roma il tolle

ma ciograve che della pena di Bruto e Cassio narra nel c XXXIV dellInferno fasospettare che anchegli avesse Giulio Cesare in conto di primo e legittimoimperatore Secondo la Kaiserchronik (v 523-5) quando Giulio Cesare fu

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CAPITOLO VIII

Giulio Cesare

Giulio Cesare egrave generalmente considerato nel medio evo qualeprimo imperatore e la sua celebritagrave viene in gran partedallopinione appunto chegli avesse fondato limpero e datoprincipio allera piugrave bella e piugrave gloriosa di Roma Come nascessequesto errore non andrem ricercando se pure non sha a dire chequanto si conosceva dei fatti di Cesare e la consuetudine diconfondere le cose aventi affinitagrave tra di loro propria dei tempi acui faccia difetto la critica lo rendevano necessario edinevitabile488 A farlo nascere puograve anche avere contribuito

488 Le eccezioni sono rare RADULFO COLONNA nel suo trattatello De translationeimperii dice parlando appunto dellimpero laquoQuam monarchiam cum primumOctavianus Augustus deinde successores eius praeferrent non uniformitertenueruntraquo E quasi subito dopo laquoImperium Romanum a Julio Caesaresecundum quosdam sed verius ob Octaviano Augusto primo Romanorumimperatore inchoaturraquo Questo ripete con le parole medesime MARSILIO

MENANDRINO che pure scrisse un trattato De translatione imperii copiando inmassima parte quello di Radulfo Colonna sebbene citi invece le Istorie diLandulfo Colonna HONOREacute BONNOR o BONET nellArbre des batailles (Parigiper Antonio Verard 1493 parte IIa c 2) riconosce che Ottaviano Augusto fu ilprimo imperatore laquoEt vraiement il fut le premier empereur qui fut a rommesselon les vrayes histoiresraquo Nel c 13 dice che Giulio Cesare fu solamentechiamato principe di Roma Di Cesare dice GIOVANNI VILLANI (IstorieFiorentine l I c 29) laquoil detto Cesare levograve lufficio de consoli e dittatori edegli primo si fece chiamare imperatoreraquo Lopinione di Dante non appar chiaradal v 57 del c VI del Paradiso dove dice parlando del sacrosanto segnodellimpero

Cesare per voler di Roma il tolle

ma ciograve che della pena di Bruto e Cassio narra nel c XXXIV dellInferno fasospettare che anchegli avesse Giulio Cesare in conto di primo e legittimoimperatore Secondo la Kaiserchronik (v 523-5) quando Giulio Cesare fu

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Svetonio con porre Giulio Cesare primo nelle sue Vite degliImperatori

La celebritagrave di Cesare egrave maggiore assai che non quella delmunificentissimo Augusto primo riconoscitore della divinitagrave diCristo secondo la leggenda e del pio Costantino che procacciograve ilprimo trionfo politico della fede cristiana sul gentilesimo Gli egraveche le gesta di lui erano fatte per provocare lammirazione pereccitare le fantasie e per porgere acconcio argomento alla poesiaromanzesca La Farsaglia di Lucano come ho giagrave detto moltodiffusa e spesso tradotta nel medio evo benchegrave ripiena di unospirito avverso a Cesare pure contribuiva per la parte sua adivulgarne maggiormente il nome Il trovero narrava volentieri

De lemperor Cesar qui par sa baronnieLe plus du monde conquist et mist en sa baillie

Il giullare non doveva ignorarne la storia Guiraut de Calensonnellenseinhamen ne lo fa avvertito

E pueis aprensCon cil den RensEn feron Julius fugirE de BrutusDe CassiusCon saubron lor senhor aucir

divenuto imperatore i Romani cominciarono a dargli del voi Lo stesso siracconta nel Libro Imperiale Dante parlando a Cacciaguida ricomincia

Dal voi che prima Roma sofferie

(Parad c XVI v 10) ma non accenna menomamente a Cesare Ad essoaccenna invece Fazio degli Uberti quando dice in un luogo del Dittamondo

E pensa ancor come perduto visseColla sua Cleopatra oltre due anniColui a cui l Roman prima voi disse

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Svetonio con porre Giulio Cesare primo nelle sue Vite degliImperatori

La celebritagrave di Cesare egrave maggiore assai che non quella delmunificentissimo Augusto primo riconoscitore della divinitagrave diCristo secondo la leggenda e del pio Costantino che procacciograve ilprimo trionfo politico della fede cristiana sul gentilesimo Gli egraveche le gesta di lui erano fatte per provocare lammirazione pereccitare le fantasie e per porgere acconcio argomento alla poesiaromanzesca La Farsaglia di Lucano come ho giagrave detto moltodiffusa e spesso tradotta nel medio evo benchegrave ripiena di unospirito avverso a Cesare pure contribuiva per la parte sua adivulgarne maggiormente il nome Il trovero narrava volentieri

De lemperor Cesar qui par sa baronnieLe plus du monde conquist et mist en sa baillie

Il giullare non doveva ignorarne la storia Guiraut de Calensonnellenseinhamen ne lo fa avvertito

E pueis aprensCon cil den RensEn feron Julius fugirE de BrutusDe CassiusCon saubron lor senhor aucir

divenuto imperatore i Romani cominciarono a dargli del voi Lo stesso siracconta nel Libro Imperiale Dante parlando a Cacciaguida ricomincia

Dal voi che prima Roma sofferie

(Parad c XVI v 10) ma non accenna menomamente a Cesare Ad essoaccenna invece Fazio degli Uberti quando dice in un luogo del Dittamondo

E pensa ancor come perduto visseColla sua Cleopatra oltre due anniColui a cui l Roman prima voi disse

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Altri trovatori ancora fanno ricordo della storia di Cesare489 NelRoman de Rou si legge490

Cesar ki tant fist e tant poutKi tut le munt cunquist e outVnkes nuls hom[s] puis ne avantMien escient ne cunquist tantPuis fu ocis en traisunEl capitoile ceo sauum

Dante pone Cesare armato con occhi grifagni nel Limbo insiemecon gli altri illustri dellantichitagrave491 Tommaso di Saluzzo cosigraveparla di Giulio Cesare nel Livre du Chevalier errant492

Chascun scet de voir et de certainEt ce nest mie certes en vainComment Cesar le fort empereurPar sa force sens et valeurConquist le monde entierementTout fu en son commandementDont il mist tel ordonnanceCar devant navoit nulle sentenceQuYtaliens orent le gouvernementVIIc ans du monde entierementEt pour celles oeuvres accomplirOn puet penser sanz point mentirQue ce ne fu sans grans vertusA monter si hault sanz reffus

Lautore del Libro Imperiale dice nel dar ragione dellopera sua493489 V BIRCH-HIRSCHFELD Ueber die den provenzalischen Troubadours des XIIund XIII Jahrhunderts bekannten epischen Stoffe Halle s S 1878 p 25490 Ed dellAndressen v I v 47-52491 Inferno c IV v 123492 Cod della Nazion di Torino L V 6 f 203 r col 1a493 Cod Casanat p 11 r col 1a

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Altri trovatori ancora fanno ricordo della storia di Cesare489 NelRoman de Rou si legge490

Cesar ki tant fist e tant poutKi tut le munt cunquist e outVnkes nuls hom[s] puis ne avantMien escient ne cunquist tantPuis fu ocis en traisunEl capitoile ceo sauum

Dante pone Cesare armato con occhi grifagni nel Limbo insiemecon gli altri illustri dellantichitagrave491 Tommaso di Saluzzo cosigraveparla di Giulio Cesare nel Livre du Chevalier errant492

Chascun scet de voir et de certainEt ce nest mie certes en vainComment Cesar le fort empereurPar sa force sens et valeurConquist le monde entierementTout fu en son commandementDont il mist tel ordonnanceCar devant navoit nulle sentenceQuYtaliens orent le gouvernementVIIc ans du monde entierementEt pour celles oeuvres accomplirOn puet penser sanz point mentirQue ce ne fu sans grans vertusA monter si hault sanz reffus

Lautore del Libro Imperiale dice nel dar ragione dellopera sua493489 V BIRCH-HIRSCHFELD Ueber die den provenzalischen Troubadours des XIIund XIII Jahrhunderts bekannten epischen Stoffe Halle s S 1878 p 25490 Ed dellAndressen v I v 47-52491 Inferno c IV v 123492 Cod della Nazion di Torino L V 6 f 203 r col 1a493 Cod Casanat p 11 r col 1a

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laquoOnde volendo passare tempo e volendo rubare alla fortuna gliaccidiosi pensieri io Can dal Chastello studiando sopra gli autorie quali parllano della reale e nobile cittagrave di Roma la quale dibegli esempli a alluminato el mondo e letti gli affanni e le faticheinnistimabile onde Julio Ciessare divenne del mondo singnioredisposi nellanimo mio cierchare che fussi di Cessare suto dopo lebattaglie fatteraquo Il Liber Augustalis ha in principio queste parolelaquoPrimus igitur qui romanum arripuit imperium fuit Julius CaesarLucii filius valentissimus omnium principum qui in vigore animinon habuit parem nec ante se nec post seraquo Lo stesso Cola diRienzo si dilettava di raccontare le storie di Cesare moito lidelettava le magnificientie de Julio Cesare raccontare494

La storia di Giulio Cesare diede argomento a parecchi libri nelmedio evo Nel XIII secolo Giovanni di Tuim compose unaHystore de Julius Cesar in prosa495 compilata su Lucano e icommentarii de bello civili de bello Alexandrino de belloAfricano de bello Hispaniensi Ma giagrave prima possedeva laletteratura francese un romanzo in prosa tratto da Lucano daSallustio e da Svetonio496 contenuto in molti codici e nel XIVsecolo recato in italiano sotto il titolo I Fatti di Cesare497 DaGiovanni di Tuim principalmente ma anche da fonti latineattinse Jacot de Forest autore di un Roman de Julius Cesar498 incirca 9800 alessandrini Tutte queste storie sebbene si tenganomolto strette alla Farsaglia pure quanto allintenzione generale sene scostano in modo notabile essendo per Cesare piene di494 Vita di Cola di Rienzo l II c I ap MURAT Ant ital t III col 399495 Pubblicata non ha guari dal Settegast Halle 1881496 V Histoire litteacuteraire de la France t XIX p 686497 V BARTOLI Storia della letteratura italiana v III p 48-51 Questa versionefu pubblicata da Luciano Banchi nella Collezione di opere inedite o rareBologna 1863 Vedi una critica che di questa pubblicazione fece il Mussafianel Jahrbuch fuumlr romanische Literatur v VI p 109 segg498 Lunico manoscritto si conserva a Parigi nella Bibl Nat segnato Fr 1457V JOLY Benoit de Sainte-More et le roman de Troje v II p 383-5 Hist littde la Fr t XIX p 681 SETTEGAST Jacos de Forest e la sua fonte Giorn difil rom v II p 172 segg

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laquoOnde volendo passare tempo e volendo rubare alla fortuna gliaccidiosi pensieri io Can dal Chastello studiando sopra gli autorie quali parllano della reale e nobile cittagrave di Roma la quale dibegli esempli a alluminato el mondo e letti gli affanni e le faticheinnistimabile onde Julio Ciessare divenne del mondo singnioredisposi nellanimo mio cierchare che fussi di Cessare suto dopo lebattaglie fatteraquo Il Liber Augustalis ha in principio queste parolelaquoPrimus igitur qui romanum arripuit imperium fuit Julius CaesarLucii filius valentissimus omnium principum qui in vigore animinon habuit parem nec ante se nec post seraquo Lo stesso Cola diRienzo si dilettava di raccontare le storie di Cesare moito lidelettava le magnificientie de Julio Cesare raccontare494

La storia di Giulio Cesare diede argomento a parecchi libri nelmedio evo Nel XIII secolo Giovanni di Tuim compose unaHystore de Julius Cesar in prosa495 compilata su Lucano e icommentarii de bello civili de bello Alexandrino de belloAfricano de bello Hispaniensi Ma giagrave prima possedeva laletteratura francese un romanzo in prosa tratto da Lucano daSallustio e da Svetonio496 contenuto in molti codici e nel XIVsecolo recato in italiano sotto il titolo I Fatti di Cesare497 DaGiovanni di Tuim principalmente ma anche da fonti latineattinse Jacot de Forest autore di un Roman de Julius Cesar498 incirca 9800 alessandrini Tutte queste storie sebbene si tenganomolto strette alla Farsaglia pure quanto allintenzione generale sene scostano in modo notabile essendo per Cesare piene di494 Vita di Cola di Rienzo l II c I ap MURAT Ant ital t III col 399495 Pubblicata non ha guari dal Settegast Halle 1881496 V Histoire litteacuteraire de la France t XIX p 686497 V BARTOLI Storia della letteratura italiana v III p 48-51 Questa versionefu pubblicata da Luciano Banchi nella Collezione di opere inedite o rareBologna 1863 Vedi una critica che di questa pubblicazione fece il Mussafianel Jahrbuch fuumlr romanische Literatur v VI p 109 segg498 Lunico manoscritto si conserva a Parigi nella Bibl Nat segnato Fr 1457V JOLY Benoit de Sainte-More et le roman de Troje v II p 383-5 Hist littde la Fr t XIX p 681 SETTEGAST Jacos de Forest e la sua fonte Giorn difil rom v II p 172 segg

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benevolenza e di ammirazione Quel tanto che di Cesare si narranel poema dellIntelligenza deriva dal romanzo franceseanonimo499 ma forse anche da qualche altra fonte Delle quattroparti che compongono il Libro Imperiale due sono consacrate aGiulio Cesare due ai successori suoi sino ad Enrico VII e diGiulio Cesare si narra lungamente nel Fiore dItalia di Fra Guidoe nellAquila volante Anche nella Fiorita di Armannino Giudicesi trova verso la fine la storia di Cesare salvo che non vi viene acompimento Nel Triumphe des neuf preux curioso librocomposto ai tempi di Carlo VIII500 Giulio Cesare egrave posto insiemecon gli altri eroi massimi Giosuegrave Davide Giuda MaccabeoEttore Alessandro Magno Artugrave Carlo Magno Goffredo diBuglione Il Libro de los enxemplos ricorda501 una storiaintitolata Las trufas de los pleitos de Julio Cesar la quale paresia andata perduta Finalmente i fatti di Giulio Cesare porseroanche argomento a misteri un Mistaire de Julius Ceacutesar si dovevarappresentare ad Amboise nel 1500 in presenza di Luigi XII502

Caesar egrave come a tutti egrave noto il nome di una famiglia dellagens Julia Di quel nome giagrave gli antichi diedero varie etimologienarrando alcuni che il primo fondatore della famiglia fosse statoestratto dallalvo materno con lajuto dei ferri chirurgici (caesusest Caesar) altri che fosse nato con una folta capigliatura(caesaries) altri che avesse avuto occhi azzurri (Caesi oculi)altri finalmente chegli avesse ucciso con un sol colpo uncavaliere ed un elefante combattendo contro i Cartaginesi i qualilelefante chiamavano Caesar Nel medio evo lo straordinarionascimento e la folta capigliatura e gli occhi azzurri siattribuiscono a dirittura a Giulio Cesare Di solito si dice chequesti fu estratto dal ventre della madre giagrave morta ma lautore delromanzo francese anonimo testegrave citato pare che accenni ad altro499 BARTOLI St d lett it v II p 325 segg500 Fu stampato ad Abbeville nel 1487 a Parigi nel 1507 Ant Rodriguez nefece una versione spagnuola501 CCLIII502 CARTIER Meacutemoires de la Socieacuteteacute des antiquaires de lOuest 1841 p 243-5

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benevolenza e di ammirazione Quel tanto che di Cesare si narranel poema dellIntelligenza deriva dal romanzo franceseanonimo499 ma forse anche da qualche altra fonte Delle quattroparti che compongono il Libro Imperiale due sono consacrate aGiulio Cesare due ai successori suoi sino ad Enrico VII e diGiulio Cesare si narra lungamente nel Fiore dItalia di Fra Guidoe nellAquila volante Anche nella Fiorita di Armannino Giudicesi trova verso la fine la storia di Cesare salvo che non vi viene acompimento Nel Triumphe des neuf preux curioso librocomposto ai tempi di Carlo VIII500 Giulio Cesare egrave posto insiemecon gli altri eroi massimi Giosuegrave Davide Giuda MaccabeoEttore Alessandro Magno Artugrave Carlo Magno Goffredo diBuglione Il Libro de los enxemplos ricorda501 una storiaintitolata Las trufas de los pleitos de Julio Cesar la quale paresia andata perduta Finalmente i fatti di Giulio Cesare porseroanche argomento a misteri un Mistaire de Julius Ceacutesar si dovevarappresentare ad Amboise nel 1500 in presenza di Luigi XII502

Caesar egrave come a tutti egrave noto il nome di una famiglia dellagens Julia Di quel nome giagrave gli antichi diedero varie etimologienarrando alcuni che il primo fondatore della famiglia fosse statoestratto dallalvo materno con lajuto dei ferri chirurgici (caesusest Caesar) altri che fosse nato con una folta capigliatura(caesaries) altri che avesse avuto occhi azzurri (Caesi oculi)altri finalmente chegli avesse ucciso con un sol colpo uncavaliere ed un elefante combattendo contro i Cartaginesi i qualilelefante chiamavano Caesar Nel medio evo lo straordinarionascimento e la folta capigliatura e gli occhi azzurri siattribuiscono a dirittura a Giulio Cesare Di solito si dice chequesti fu estratto dal ventre della madre giagrave morta ma lautore delromanzo francese anonimo testegrave citato pare che accenni ad altro499 BARTOLI St d lett it v II p 325 segg500 Fu stampato ad Abbeville nel 1487 a Parigi nel 1507 Ant Rodriguez nefece una versione spagnuola501 CCLIII502 CARTIER Meacutemoires de la Socieacuteteacute des antiquaires de lOuest 1841 p 243-5

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quando dice laquoCesar fu tant el ventre sa mere que il convient leventre trenchier ainz que il en issistraquo Nella cronica di Alfonso ilSavio si recano cinque ragioni del perchegrave Cesare savesse quelnome503 laquoCinco razones ponen los Sabios porque fue dicho estenombre Cesarraquo Le cinque ragioni sono 1deg perchegrave Cesare fuestratto dal corpo della madre laquoegrave en latin dizen scindere (lcaedere) por tajar ograve ferir ograve batir con verga ograve alguna otra cosa talraquo2deg perchegrave nacque capelluto laquoegrave en latyn dizen cesaries por vedijaograve por cabelladura ograve por cerda de cabellosraquo 3deg perchegrave cominciograve lausanza di tagliarsi i capelli laquoporque fue el primero que cabellosse cercenoraquo 4deg perchegrave essendo nella prima gioventugrave uccise unelefante laquoegrave porque en griego dizen ceson por elefante tomaronlos sabios desta palabra Cesarraquo 5deg perchegrave vinse ed uccise tantinemici quanti nessun altro capitano mai laquoegrave porque dizen en latyncomo oystes cedere por bater ograve por ferir tomaron segund estodesta palabra cedere Cesarraquo In una cronaca catalana ineditaintitolata Flos Mundi504 la nascita di Cesare egrave narrata in assaistrano modo laquoAbans que Julius Cessar nasques ac I dia en laciutat de Roma gran bregua entra ells que y mori gran gent Etquant fo pasada la bregua anant I cavaler per la ciutat en tra losmorta viu gaer una dona morta qui era prenys e viu que libalugava la criatura dins la ventra E deveyla del cavayl e obri ladona e trach li la criatura e aco fo al temps de iuliol e per lonom del mes meseran nom a aquella criatura Iulius e per tal comla dia en enans quell nasques eran estats pecegats son pare e samare e meseran li sobra nom Cesar En axi ac nom Iulius CesarE quant saberan que era estat de bon linatga nodriren lo beraquoAbbiamo in tutto ciograve un esempio della tendenza che ha la fantasiapopolare e lerudita ancora a dare ai grandi uomini originisingolari e meravigliose

503 Parte 1a c CI V le varie opinioni seguitate dagli antichi in SPARZIANO VitaAelii Veri I504 Cod della Bibl Nat di Parigi Esp 46 f 74 r e v

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quando dice laquoCesar fu tant el ventre sa mere que il convient leventre trenchier ainz que il en issistraquo Nella cronica di Alfonso ilSavio si recano cinque ragioni del perchegrave Cesare savesse quelnome503 laquoCinco razones ponen los Sabios porque fue dicho estenombre Cesarraquo Le cinque ragioni sono 1deg perchegrave Cesare fuestratto dal corpo della madre laquoegrave en latin dizen scindere (lcaedere) por tajar ograve ferir ograve batir con verga ograve alguna otra cosa talraquo2deg perchegrave nacque capelluto laquoegrave en latyn dizen cesaries por vedijaograve por cabelladura ograve por cerda de cabellosraquo 3deg perchegrave cominciograve lausanza di tagliarsi i capelli laquoporque fue el primero que cabellosse cercenoraquo 4deg perchegrave essendo nella prima gioventugrave uccise unelefante laquoegrave porque en griego dizen ceson por elefante tomaronlos sabios desta palabra Cesarraquo 5deg perchegrave vinse ed uccise tantinemici quanti nessun altro capitano mai laquoegrave porque dizen en latyncomo oystes cedere por bater ograve por ferir tomaron segund estodesta palabra cedere Cesarraquo In una cronaca catalana ineditaintitolata Flos Mundi504 la nascita di Cesare egrave narrata in assaistrano modo laquoAbans que Julius Cessar nasques ac I dia en laciutat de Roma gran bregua entra ells que y mori gran gent Etquant fo pasada la bregua anant I cavaler per la ciutat en tra losmorta viu gaer una dona morta qui era prenys e viu que libalugava la criatura dins la ventra E deveyla del cavayl e obri ladona e trach li la criatura e aco fo al temps de iuliol e per lonom del mes meseran nom a aquella criatura Iulius e per tal comla dia en enans quell nasques eran estats pecegats son pare e samare e meseran li sobra nom Cesar En axi ac nom Iulius CesarE quant saberan que era estat de bon linatga nodriren lo beraquoAbbiamo in tutto ciograve un esempio della tendenza che ha la fantasiapopolare e lerudita ancora a dare ai grandi uomini originisingolari e meravigliose

503 Parte 1a c CI V le varie opinioni seguitate dagli antichi in SPARZIANO VitaAelii Veri I504 Cod della Bibl Nat di Parigi Esp 46 f 74 r e v

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Delle guerre combattute da Giulio Cesare si narra moltodiffusamente come dal gusto del tempo si richiedeva Secondo levarie cronache nazionali egli prima di trionfare patigrave grandisconfitte in Gallia in Germania in Bretagna ma alla lunganessuno poteva resistergli Non mette conto tener dietro a questenarrazioni prolisse piene di particolari favolosi ma assai pocoistruttive e punto dilettevoli Il solo valore chesse abbiano sta nelsentimento di amor patrio di cui sono ripiene e di cui fannotestimonianza onorevole Un breve cenno in proposito potragravedunque bastare Secondo le giagrave citate Chroniques de Tournay505Giulio Cesare non riesce ad espugnare la cittagrave di Tournay chestrenuamente si difende contro larmi romane se non con lajutodi parecchi principi di Francia di quattro re dAfrica che sitraggono dietro centomila uomini e persino dei diavolidellinferno Nella Kaiserchronik si narra506 come Giulio Cesaretrionfograve dei varii popoli di Germania ma seppe in pari tempo conla mitezza e generositagrave di cui diede prova conciliarsi lamore deivinti Respinto dai Romani che non lo vogliono ricevere in cittagraveGiulio Cesare ricorre ai suoi amici Tedeschi Dalla Gallia e dallaGermania accorrono i baroni armati in suo ajuto

Docirc sie virnacircmen sicircnen willendocirc samenten sich die suellenucirczir Galliacirc und ucirczir Germacircniekocircmen schare manigemit schucircninden helmenmit vesten halspergensie leitten manigin schocircnin schildes rantzuo Lancparten in daz lant507

505 L II c 3-7506 V 255 segg507 Nel testo piugrave antico di Vorau pubblicato dal Diemer Vienna 1849 si leggeil verso

o vals ain flut uoren si zerome indaz lant

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Delle guerre combattute da Giulio Cesare si narra moltodiffusamente come dal gusto del tempo si richiedeva Secondo levarie cronache nazionali egli prima di trionfare patigrave grandisconfitte in Gallia in Germania in Bretagna ma alla lunganessuno poteva resistergli Non mette conto tener dietro a questenarrazioni prolisse piene di particolari favolosi ma assai pocoistruttive e punto dilettevoli Il solo valore chesse abbiano sta nelsentimento di amor patrio di cui sono ripiene e di cui fannotestimonianza onorevole Un breve cenno in proposito potragravedunque bastare Secondo le giagrave citate Chroniques de Tournay505Giulio Cesare non riesce ad espugnare la cittagrave di Tournay chestrenuamente si difende contro larmi romane se non con lajutodi parecchi principi di Francia di quattro re dAfrica che sitraggono dietro centomila uomini e persino dei diavolidellinferno Nella Kaiserchronik si narra506 come Giulio Cesaretrionfograve dei varii popoli di Germania ma seppe in pari tempo conla mitezza e generositagrave di cui diede prova conciliarsi lamore deivinti Respinto dai Romani che non lo vogliono ricevere in cittagraveGiulio Cesare ricorre ai suoi amici Tedeschi Dalla Gallia e dallaGermania accorrono i baroni armati in suo ajuto

Docirc sie virnacircmen sicircnen willendocirc samenten sich die suellenucirczir Galliacirc und ucirczir Germacircniekocircmen schare manigemit schucircninden helmenmit vesten halspergensie leitten manigin schocircnin schildes rantzuo Lancparten in daz lant507

505 L II c 3-7506 V 255 segg507 Nel testo piugrave antico di Vorau pubblicato dal Diemer Vienna 1849 si leggeil verso

o vals ain flut uoren si zerome indaz lant

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Col loro ajuto Giulio Cesare trionfa dei suoi oppositori Da indi inpoi i Tedeschi furono sempre amati in Roma

Le imprese veramente compiute da Giulio Cesare nonsembrano piugrave bastare alla sua gloria e se ne inventano di nuoveEnenkel racconta che egli vinse i Monocoli o Sciapodi noti nellaetnografia fantastica del medio evo508 e li rincacciograve sino in IndiaNel Libro Imperiale si parla509 di certe spedizioni che GiulioCesare aveva in animo di fare laquoApresso pensava andare verso eturchi510 per mezo della Magiore Erminia511 per vendicare lamorte di Crasso e degli altri Romaniraquo Armannino Giudiceracconta nella Fiorita512 che Cesare dopo avere conquistatoFrancia Inghilterra Germania e Ungheria domograve i Tartari i Gotii Garamanti e conquistograve lIndia maggiore e la minore dove laquoglivenne incontra lo prest Jan sanccedila alcuna arme ma humilemente econ grande riverenccedila perograve chegli avea dagli suoi indovini cheCesare per voglia di dio tucto il mondo dovea conquistareraquo Dopodi ciograve Giulio Cesare si spinge sino al Caucaso e giunge allaregione di Gog e Magog Egrave noto che anche Alessandro Magno fufatto arrivare al paese di Gog e Magog la leggenda di GiulioCesare si allarga a spese di quella di Alessandro Magno Del restoil remoto Oriente paese di meraviglie esercitava una irresistibileattrazione su tutti gli eroi leggendarii Carlo Magno giunse nellaleggenda sino a Gerusalemme ma Artugrave arrivograve nel cuore dellAsia

Lo stesso si narra nellAnnolied V HOFFMANN Fundgruben fuumlr Geschichtedeutscher Sprache und Litteratur Breslavia 1830-7 v I p 251508 Aulo Gellio poneva gli Sciapodi nellestremo Oriente Solino nellIndiaPlinio Esichio SantAgostino Isidoro di Siviglia li ponevano in Africa VBERGER DE XIVREY Traditions teacuteratologiques Parigi 1836 p 90-2509 Cod Casanat l II c 21 p 22 col 1a510 Col nome di Turchi si trovano spesso designate molte e varie popolazionidellAsia511 LErminia maggiore era lArmenia maggiore512 Cod Laurenz pl LXII 12 conto XXX f 236 r

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Col loro ajuto Giulio Cesare trionfa dei suoi oppositori Da indi inpoi i Tedeschi furono sempre amati in Roma

Le imprese veramente compiute da Giulio Cesare nonsembrano piugrave bastare alla sua gloria e se ne inventano di nuoveEnenkel racconta che egli vinse i Monocoli o Sciapodi noti nellaetnografia fantastica del medio evo508 e li rincacciograve sino in IndiaNel Libro Imperiale si parla509 di certe spedizioni che GiulioCesare aveva in animo di fare laquoApresso pensava andare verso eturchi510 per mezo della Magiore Erminia511 per vendicare lamorte di Crasso e degli altri Romaniraquo Armannino Giudiceracconta nella Fiorita512 che Cesare dopo avere conquistatoFrancia Inghilterra Germania e Ungheria domograve i Tartari i Gotii Garamanti e conquistograve lIndia maggiore e la minore dove laquoglivenne incontra lo prest Jan sanccedila alcuna arme ma humilemente econ grande riverenccedila perograve chegli avea dagli suoi indovini cheCesare per voglia di dio tucto il mondo dovea conquistareraquo Dopodi ciograve Giulio Cesare si spinge sino al Caucaso e giunge allaregione di Gog e Magog Egrave noto che anche Alessandro Magno fufatto arrivare al paese di Gog e Magog la leggenda di GiulioCesare si allarga a spese di quella di Alessandro Magno Del restoil remoto Oriente paese di meraviglie esercitava una irresistibileattrazione su tutti gli eroi leggendarii Carlo Magno giunse nellaleggenda sino a Gerusalemme ma Artugrave arrivograve nel cuore dellAsia

Lo stesso si narra nellAnnolied V HOFFMANN Fundgruben fuumlr Geschichtedeutscher Sprache und Litteratur Breslavia 1830-7 v I p 251508 Aulo Gellio poneva gli Sciapodi nellestremo Oriente Solino nellIndiaPlinio Esichio SantAgostino Isidoro di Siviglia li ponevano in Africa VBERGER DE XIVREY Traditions teacuteratologiques Parigi 1836 p 90-2509 Cod Casanat l II c 21 p 22 col 1a510 Col nome di Turchi si trovano spesso designate molte e varie popolazionidellAsia511 LErminia maggiore era lArmenia maggiore512 Cod Laurenz pl LXII 12 conto XXX f 236 r

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La guerra contro Pompeo egrave narrata per disteso nelle varieopere citate piugrave sopra Secondo riferisce Alberto Stadense nelChronicon alcuni credevano che Cesare avesse assediato Pompeoin Roma e citavano un verso da lui composto in quellaoccasione il quale diceva

Te tero Roma manu nuda date tela latete

Degli onori tributati a Cesare dopo le sue grandi vittorie siparla anche frequentemente Nei Gesta Romanorum si faricordo513 di una colonna che il popolo romano gli dedicograve lannoventesimosecondo (sic) di Roma514 Bisogna leggere nel LibroImperiale la narrazione delle onoranze che si fecero a Cesarequando vittorioso tornossene a Roma e poichegrave le stampe delLibro Imperiale sono assai rare siami lecito di riportarla qui perintero515

Dee trionfi e quali aparecchiorono e Romani a Cessare e dellamorte di Sexto figliuolo di Ponpeo Cap 8

E Romani aparecchiorono allonore di Cessare cinque trionfibenchegrave dalluno allaltro mettessino alchuno digrave di tempo per piugravedilunghare la onorevole festa Lo primo fu per la vittoria diFrancia lo sechondo fu per la vittoria di Tesaglia el terzo fu perla vittoria dErminia dove morigrave Farnacie re516 lo quarto fu per lavittoria dAfricha dove morigrave Giubba re di Linbia lo quinto fu perla impresa dAimunda dove morigrave Ingnieo e Sexto benchegrave nomorigrave Sexto in bataglia anche dopo la impresa dAimunda fuggigravealla marina e chapitograve a una isola signoreggiata dAgrippa di marela quale vedendolo lo sgridograve e disse Honde vieni misero chevai erando che per tua viltagrave no meriti esser chiamato figliuolo di

513 Cap 97514 Questo medesimo errore si trova nel Liber moralizationum historiarumdellHOLKOTH ed del 1586 Moralitas III515 Cod Casanat l I cc 8-13 p 14 col 2a a 16 col 1a Cf le descrizioni chede trionfi fa Roma nel l II c 3 del Dittamondo516 Il cod farnanie ma altrove fornacie

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La guerra contro Pompeo egrave narrata per disteso nelle varieopere citate piugrave sopra Secondo riferisce Alberto Stadense nelChronicon alcuni credevano che Cesare avesse assediato Pompeoin Roma e citavano un verso da lui composto in quellaoccasione il quale diceva

Te tero Roma manu nuda date tela latete

Degli onori tributati a Cesare dopo le sue grandi vittorie siparla anche frequentemente Nei Gesta Romanorum si faricordo513 di una colonna che il popolo romano gli dedicograve lannoventesimosecondo (sic) di Roma514 Bisogna leggere nel LibroImperiale la narrazione delle onoranze che si fecero a Cesarequando vittorioso tornossene a Roma e poichegrave le stampe delLibro Imperiale sono assai rare siami lecito di riportarla qui perintero515

Dee trionfi e quali aparecchiorono e Romani a Cessare e dellamorte di Sexto figliuolo di Ponpeo Cap 8

E Romani aparecchiorono allonore di Cessare cinque trionfibenchegrave dalluno allaltro mettessino alchuno digrave di tempo per piugravedilunghare la onorevole festa Lo primo fu per la vittoria diFrancia lo sechondo fu per la vittoria di Tesaglia el terzo fu perla vittoria dErminia dove morigrave Farnacie re516 lo quarto fu per lavittoria dAfricha dove morigrave Giubba re di Linbia lo quinto fu perla impresa dAimunda dove morigrave Ingnieo e Sexto benchegrave nomorigrave Sexto in bataglia anche dopo la impresa dAimunda fuggigravealla marina e chapitograve a una isola signoreggiata dAgrippa di marela quale vedendolo lo sgridograve e disse Honde vieni misero chevai erando che per tua viltagrave no meriti esser chiamato figliuolo di

513 Cap 97514 Questo medesimo errore si trova nel Liber moralizationum historiarumdellHOLKOTH ed del 1586 Moralitas III515 Cod Casanat l I cc 8-13 p 14 col 2a a 16 col 1a Cf le descrizioni chede trionfi fa Roma nel l II c 3 del Dittamondo516 Il cod farnanie ma altrove fornacie

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sigrave fatto padre e perchegrave a viltagrave ti se senpre dato dengna chosa egraveche vilmente muoia cioegrave pelle mani duna femina Allora chosigravediciendo chon una mazza turchiescha luccise Ora torniamo anostra materia

Del primo trionfo chebbe Cessare allentrare di Roma Cap 9Aparecchiati che ebbono gli Romani gli trionfi Cessare si

misse uno vestimento porporeo vermiglio tutto hornato dimargherite e in chapo si misse una chorona di foglie dalloro achapo schoperto Apresso salse in sun un charro tutto lavorato emesso ad oro menato da quattro destrieri bianchi Dinanziandavano tutti ballatori armeggiatori et ongni giente festafaceva con infiniti stormenti517 Apresso al charro andavano tuttigli uficiali di Roma cho luminari in mano e dallaltro latoandavano donne e giovane faciendo festa Drieto a lui venivanotutti li principi et baroni cherano stati presi nelli assedi et nellebattaglie Et chosigrave andando tennono verso el Chuliseo dove scesedel charro et entrograve dentro chon molta riverenzia ringraziandogliddii di tanta vittoria Apresso donograve alli sacierdoti quellochavallo chol quale avea senpre chonbattuto el quale fu chosamostruosa perchegrave aveva nel chapo uno chorno chol quale senpreferiva gli nimici ed avea due chode e fu di pelo baio518 Poi donograveai sacerdoti ricevendo in onore degli iddii tutti prigioni Apressofatto solenne sagrificio rimontograve nel charro e passograve sotto allarchotrionfale lo quale aveva fatto fare el popolo in onore di Ciessareed era tra Palagio maggiore e l Chuliseo Passato chebbe larchodisse Ciessare di sua bocha Delli due triunfi neghati siamoalluno chome volessi dire morti sono choloro che mi negharonolonore dellacquisto di Francia Andando in Chanpidoglio siedegravenella sieda de dittatori et quivi per quella notte alberghograve logiorno allalba tornograve alle sue proprie abitazione

Del sechondo trionfo chominciando alla Minerva Cap 10

517 Meglio forse il cod Marciano tutti e ballatori e armeggiatori chon gentefestereccia chon infiniti strumenti518 Il famoso Bucefalo di Alessandro Magno egrave qui usurpato da Cesare

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sigrave fatto padre e perchegrave a viltagrave ti se senpre dato dengna chosa egraveche vilmente muoia cioegrave pelle mani duna femina Allora chosigravediciendo chon una mazza turchiescha luccise Ora torniamo anostra materia

Del primo trionfo chebbe Cessare allentrare di Roma Cap 9Aparecchiati che ebbono gli Romani gli trionfi Cessare si

misse uno vestimento porporeo vermiglio tutto hornato dimargherite e in chapo si misse una chorona di foglie dalloro achapo schoperto Apresso salse in sun un charro tutto lavorato emesso ad oro menato da quattro destrieri bianchi Dinanziandavano tutti ballatori armeggiatori et ongni giente festafaceva con infiniti stormenti517 Apresso al charro andavano tuttigli uficiali di Roma cho luminari in mano e dallaltro latoandavano donne e giovane faciendo festa Drieto a lui venivanotutti li principi et baroni cherano stati presi nelli assedi et nellebattaglie Et chosigrave andando tennono verso el Chuliseo dove scesedel charro et entrograve dentro chon molta riverenzia ringraziandogliddii di tanta vittoria Apresso donograve alli sacierdoti quellochavallo chol quale avea senpre chonbattuto el quale fu chosamostruosa perchegrave aveva nel chapo uno chorno chol quale senpreferiva gli nimici ed avea due chode e fu di pelo baio518 Poi donograveai sacerdoti ricevendo in onore degli iddii tutti prigioni Apressofatto solenne sagrificio rimontograve nel charro e passograve sotto allarchotrionfale lo quale aveva fatto fare el popolo in onore di Ciessareed era tra Palagio maggiore e l Chuliseo Passato chebbe larchodisse Ciessare di sua bocha Delli due triunfi neghati siamoalluno chome volessi dire morti sono choloro che mi negharonolonore dellacquisto di Francia Andando in Chanpidoglio siedegravenella sieda de dittatori et quivi per quella notte alberghograve logiorno allalba tornograve alle sue proprie abitazione

Del sechondo trionfo chominciando alla Minerva Cap 10

517 Meglio forse il cod Marciano tutti e ballatori e armeggiatori chon gentefestereccia chon infiniti strumenti518 Il famoso Bucefalo di Alessandro Magno egrave qui usurpato da Cesare

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Lo sichundo triunfo fu per la vittoria di Tesaglia et questo fu atre digrave apresso al primo519 El quale saparecchiograve alla Minervadove andando Cessare e pontefici el choronaro per brivilegio dichorona dalloro et missogli in dosso un vestimento biancho dundrappo turchiesco in abito pontifichale poi saligrave Cessare in unodestriere el quale rechava e sachrifici al tenpio nel quale non eralecito a niuno salire Questo era choperto di porpora vermigliaApresso e sacerdoti portavano sopra il chapo uno padiglione diseta vermiglia et cholle luminare de sacrifici et cho sopradettihonori andarono in Chanpidoglio et al salire di Chanpidogliodisse Cessare queste parole Honore di chocente travaglio chomevolessi dire ho Roma di che mi fai honore della terra chopertanel chanpo di Tesaglia della charne et del sangue de tua et demia cittadini Apresso siedegrave nella sedia520 de chonsoli e tornogravealle sue abitazioni

Del terzo trionfo chominciando alle sua abitazioni Cap 11Et presso alli cinque digrave seghuenti ebbe et el terzo trionfo pella

vittoria di Linbia Pre questo si levograve dalla sua chasa e fu inquesto modo Quattro chavagli portavano una sedia tutta lavorataad oro nella quale sedeva Cessare vestito duno palio ad oro dinobile lavoro Sopra el chapo gli portava uno chavaliere unostendardo tutto ad oro con una aquila nera sotto la qualeinsengna aveva avute sue vittorie et chosigrave cho molti stormenti etachonpangnato da tutti e chavalieri di Roma andograve inChanpidoglio dove chome521 giunse siedegrave nella sedia desanatori la quale dengnamente avea aquistata per lo re Giubbachera cittadino di Roma et in quello anno chiamato senatore etlevandosi disse di sua bocha Grande fu la potenzia de miachome la torre Questo volle dire richordandosi di quelli alifantie quali assenbrograve lo re Giubba a Chartagine che per lo ngegno desua chavalieri furono tutti spaventati

519 Il cod per errore sechondo520 Il cod chiesa521 Il cod che me de

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Lo sichundo triunfo fu per la vittoria di Tesaglia et questo fu atre digrave apresso al primo519 El quale saparecchiograve alla Minervadove andando Cessare e pontefici el choronaro per brivilegio dichorona dalloro et missogli in dosso un vestimento biancho dundrappo turchiesco in abito pontifichale poi saligrave Cessare in unodestriere el quale rechava e sachrifici al tenpio nel quale non eralecito a niuno salire Questo era choperto di porpora vermigliaApresso e sacerdoti portavano sopra il chapo uno padiglione diseta vermiglia et cholle luminare de sacrifici et cho sopradettihonori andarono in Chanpidoglio et al salire di Chanpidogliodisse Cessare queste parole Honore di chocente travaglio chomevolessi dire ho Roma di che mi fai honore della terra chopertanel chanpo di Tesaglia della charne et del sangue de tua et demia cittadini Apresso siedegrave nella sedia520 de chonsoli e tornogravealle sue abitazioni

Del terzo trionfo chominciando alle sua abitazioni Cap 11Et presso alli cinque digrave seghuenti ebbe et el terzo trionfo pella

vittoria di Linbia Pre questo si levograve dalla sua chasa e fu inquesto modo Quattro chavagli portavano una sedia tutta lavorataad oro nella quale sedeva Cessare vestito duno palio ad oro dinobile lavoro Sopra el chapo gli portava uno chavaliere unostendardo tutto ad oro con una aquila nera sotto la qualeinsengna aveva avute sue vittorie et chosigrave cho molti stormenti etachonpangnato da tutti e chavalieri di Roma andograve inChanpidoglio dove chome521 giunse siedegrave nella sedia desanatori la quale dengnamente avea aquistata per lo re Giubbachera cittadino di Roma et in quello anno chiamato senatore etlevandosi disse di sua bocha Grande fu la potenzia de miachome la torre Questo volle dire richordandosi di quelli alifantie quali assenbrograve lo re Giubba a Chartagine che per lo ngegno desua chavalieri furono tutti spaventati

519 Il cod per errore sechondo520 Il cod chiesa521 Il cod che me de

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Del quarto trionfo chebbe Ciessare chominciando aPanteone Cap 12

El quarto trionfo fu digrave sei dopo il terzo et questo si chominciograveal tenpio del Panteon dovera lorrigine di tutti gliddii Oggi sichiama santa Maria Ritonda Cessare saligrave in un charro davoriointagliato cholle storie troiane e tirato da quattro alifanti tuttichoperti di chandido ermellino e ndosso avea uno vestimento adagho lavorato chon grande maraviglia lo quale avea fatto la reinaAmes per amore che portava a Cessare Et andando aChanpidoglio colli sopradetti honori et cholle chorone dellalloroin chapo nel salire di Chanpidoglio disse queste parole Andaividdi et vinsi Questo disse perchegrave grande maraviglia gli parveperchegrave lo re Farnacie con tutti gli Ermini furono vinti in meno diquattro hore In questo quarto trionfo siedegrave nella sedia dedittatori perchegrave li pretori aveno scritto a Farnace chonfortandolocontro a di Cessare

Del quinto et ultimo triunfo inchominciato in Cha[n]po dimarzo C 13

Lo quinto et ultimo trionfo si chominciograve in Cha|n]po di marzoperchegrave nel detto luogho Ponpeo avea piugrave volte neghato a Cessareil trionfo Quivi salse in un charro choperto di porpora chopertodun gram padiglione ad oro con aquile nere ed intorno alpadiglione pendevano molte charte bianche Nel mezo nera una alettere doro la quale dicieva chomanda et chome singnore saraiubbidito et chon gli detti honori andograve in Chanpidoglio ed alpassare della strada Apia di Chanpidoglio gli fu messo sotto elcharro lo quale tirava correnti destrieri uno giughante el qualeavea presso Cessare nelli stormi el quale morigrave del peso delcharro Giunto in Chanpidoglio siedegrave nella sedia inperiale Etusanza era in Roma che quando alchuno ricevea trionfo hognipersona gli potea dire quanta villania voleva et questo si facievaperchegrave niuno si levassi in superbia Per tema niuno ardiva questodire a Cessare ma uno si levograve et disse Iddio ti salvi reyna

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Del quarto trionfo chebbe Ciessare chominciando aPanteone Cap 12

El quarto trionfo fu digrave sei dopo il terzo et questo si chominciograveal tenpio del Panteon dovera lorrigine di tutti gliddii Oggi sichiama santa Maria Ritonda Cessare saligrave in un charro davoriointagliato cholle storie troiane e tirato da quattro alifanti tuttichoperti di chandido ermellino e ndosso avea uno vestimento adagho lavorato chon grande maraviglia lo quale avea fatto la reinaAmes per amore che portava a Cessare Et andando aChanpidoglio colli sopradetti honori et cholle chorone dellalloroin chapo nel salire di Chanpidoglio disse queste parole Andaividdi et vinsi Questo disse perchegrave grande maraviglia gli parveperchegrave lo re Farnacie con tutti gli Ermini furono vinti in meno diquattro hore In questo quarto trionfo siedegrave nella sedia dedittatori perchegrave li pretori aveno scritto a Farnace chonfortandolocontro a di Cessare

Del quinto et ultimo triunfo inchominciato in Cha[n]po dimarzo C 13

Lo quinto et ultimo trionfo si chominciograve in Cha|n]po di marzoperchegrave nel detto luogho Ponpeo avea piugrave volte neghato a Cessareil trionfo Quivi salse in un charro choperto di porpora chopertodun gram padiglione ad oro con aquile nere ed intorno alpadiglione pendevano molte charte bianche Nel mezo nera una alettere doro la quale dicieva chomanda et chome singnore saraiubbidito et chon gli detti honori andograve in Chanpidoglio ed alpassare della strada Apia di Chanpidoglio gli fu messo sotto elcharro lo quale tirava correnti destrieri uno giughante el qualeavea presso Cessare nelli stormi el quale morigrave del peso delcharro Giunto in Chanpidoglio siedegrave nella sedia inperiale Etusanza era in Roma che quando alchuno ricevea trionfo hognipersona gli potea dire quanta villania voleva et questo si facievaperchegrave niuno si levassi in superbia Per tema niuno ardiva questodire a Cessare ma uno si levograve et disse Iddio ti salvi reyna

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Questo disse perchegrave Nichodemo re di Belchime522 lo tennequando era giovane chome moglie Di questo Cessare si riseAllora gli fu posta la chorona inperiale a dargli ad intenderechegli era singnore de Roma et de chomuni del mondo Et allorachominciorono a trovare per lui quello parlare che dicie vos cheinsino a quel digrave giammai e Romani non arebbon detto a personaaltro che tu hora inchominciorono a dire chon Cessare vos Poi lostabilirono a tutti gli ufici et feciono gienerale singnore Cessaredel tutto et chome a singnore gli portavano riverenzadimentichando ogni loro fatto passato et in questa quinta sediatenne lonore de tribuni sicchegrave Cessare honnia erat et ongnihonore et ongni singnoria ricevette523

522 Intendi Nicomede e Bitinia523 Il racconto del Libro Imperiale non deriva da fonti francesi Cf quanto deitrionfi romani si dice nella Hystore de Julius Cesar di GIOVANNI DI TUIM ed delSettegast p 8-10 Jacot de Forest racconta nei seguenti termini il trionfo diCesare dopo la guerra di Spagna (ap Joly op cit v II p 390-1 n 3)

Quant li paiumls dEspagne fu trestoz aquitezEt que Cesar ot touz ses anemis matezEt as autres se fu si en pais racordezQue de nului ne fu guerroiez ne grevezLors est li ber agrave Rome en joie retornezSi fu donc receuz agrave Rome et honorezDel ator du triomphe qui li fu presentezLi triomphes cest ce quainccedilois quil fust entrezEn Rome la citeacute contre lui est allezEt li poeples de Rome et trestouz li ber nezEt si li fu un chars contre lui amenezQui toz estoit dargent et dor enluminezEt IIII blanch chevaus i avoit acouplezQue por traire le char i avoit ajoustezEt quant Cesar li ber fu vestus et parezA vesteure dor sor le char est montezEt toz les poeples iert entor lui ajoustezEnsi com coustume iert Cesar lor a contezLes estors quil a fais ces a briement nomezLes barons et les princes que il avoit matez

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Questo disse perchegrave Nichodemo re di Belchime522 lo tennequando era giovane chome moglie Di questo Cessare si riseAllora gli fu posta la chorona inperiale a dargli ad intenderechegli era singnore de Roma et de chomuni del mondo Et allorachominciorono a trovare per lui quello parlare che dicie vos cheinsino a quel digrave giammai e Romani non arebbon detto a personaaltro che tu hora inchominciorono a dire chon Cessare vos Poi lostabilirono a tutti gli ufici et feciono gienerale singnore Cessaredel tutto et chome a singnore gli portavano riverenzadimentichando ogni loro fatto passato et in questa quinta sediatenne lonore de tribuni sicchegrave Cessare honnia erat et ongnihonore et ongni singnoria ricevette523

522 Intendi Nicomede e Bitinia523 Il racconto del Libro Imperiale non deriva da fonti francesi Cf quanto deitrionfi romani si dice nella Hystore de Julius Cesar di GIOVANNI DI TUIM ed delSettegast p 8-10 Jacot de Forest racconta nei seguenti termini il trionfo diCesare dopo la guerra di Spagna (ap Joly op cit v II p 390-1 n 3)

Quant li paiumls dEspagne fu trestoz aquitezEt que Cesar ot touz ses anemis matezEt as autres se fu si en pais racordezQue de nului ne fu guerroiez ne grevezLors est li ber agrave Rome en joie retornezSi fu donc receuz agrave Rome et honorezDel ator du triomphe qui li fu presentezLi triomphes cest ce quainccedilois quil fust entrezEn Rome la citeacute contre lui est allezEt li poeples de Rome et trestouz li ber nezEt si li fu un chars contre lui amenezQui toz estoit dargent et dor enluminezEt IIII blanch chevaus i avoit acouplezQue por traire le char i avoit ajoustezEt quant Cesar li ber fu vestus et parezA vesteure dor sor le char est montezEt toz les poeples iert entor lui ajoustezEnsi com coustume iert Cesar lor a contezLes estors quil a fais ces a briement nomezLes barons et les princes que il avoit matez

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Fatto imperatore Cesare riforma le leggi gli ordinamenti icostumi edifica apre strade524 e porti tutto governa a tuttoprovvede Dice Armannino Giudice che Cesare fermograve lagerarchia dei re duchi marchesi conti principi cattani evalvassori525 Che il mese di luglio prese il nome da lui non sidimentica526 ma la gloria militare offuscograve alquanto la glorialetteraria del gran capitano Benchegrave conosciuti i Commentariinon sono tra i libri piugrave frequentemente citati nel medio evo

Et les paiumls aussi quil avoit conquestezEt quant iccedilo lor ot conteacute briement assezLors fu de tot le poeple hautement saluezEt princes et poissans hautement apelezSot entor lui granz chans et granz deduiz menezSi ot timbres tabors cors et flaioz sonnezSi en est parmi Rome en tel guise passezTant quau maistre palais de Rome est arestezEt lors descent du char si monte les degrezDou palais principal qui de marbre est pavezEt quant enz el palais ot trestoz assemblezLes barons de la cit granz dons lor a donezSi a terres et fiez as plusors divisezEt adonc fu Cesar esluz et eslevezA empereur fu de Rome couronezSot donc li ber emplies ses pluseurs volontezPor que de Rome fu emperere apelez

524 In piugrave di un romanzo francese Giulio Cesare egrave ricordato quale autore deichemins ferreacutes525 Fiorita conto XXXII Un libro delle armi e degli stemmi delle famiglieillustri di Francia stampato a Parigi nel 1645 egrave intitolato Le Cesar armorialIn fronte al volume una incisione rappresenta Cesare combattente sotto a cuile parole Sed quid contra sonantem Caesaris aegidam possent ruentes526 ISIDORO DI SIVIGLIA Etymol l V c 33 BEDA De div temp De rat comp c7 De rat tem c X ecc FILIPPO DI THAUN dice nel Livre des Creatures (ed citp 32)

Mais Julius chi puis fud iloc duxAl sedme mois posat son nom Juil lapelatPur ccedilo quil fud net en nul que ai numet

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Fatto imperatore Cesare riforma le leggi gli ordinamenti icostumi edifica apre strade524 e porti tutto governa a tuttoprovvede Dice Armannino Giudice che Cesare fermograve lagerarchia dei re duchi marchesi conti principi cattani evalvassori525 Che il mese di luglio prese il nome da lui non sidimentica526 ma la gloria militare offuscograve alquanto la glorialetteraria del gran capitano Benchegrave conosciuti i Commentariinon sono tra i libri piugrave frequentemente citati nel medio evo

Et les paiumls aussi quil avoit conquestezEt quant iccedilo lor ot conteacute briement assezLors fu de tot le poeple hautement saluezEt princes et poissans hautement apelezSot entor lui granz chans et granz deduiz menezSi ot timbres tabors cors et flaioz sonnezSi en est parmi Rome en tel guise passezTant quau maistre palais de Rome est arestezEt lors descent du char si monte les degrezDou palais principal qui de marbre est pavezEt quant enz el palais ot trestoz assemblezLes barons de la cit granz dons lor a donezSi a terres et fiez as plusors divisezEt adonc fu Cesar esluz et eslevezA empereur fu de Rome couronezSot donc li ber emplies ses pluseurs volontezPor que de Rome fu emperere apelez

524 In piugrave di un romanzo francese Giulio Cesare egrave ricordato quale autore deichemins ferreacutes525 Fiorita conto XXXII Un libro delle armi e degli stemmi delle famiglieillustri di Francia stampato a Parigi nel 1645 egrave intitolato Le Cesar armorialIn fronte al volume una incisione rappresenta Cesare combattente sotto a cuile parole Sed quid contra sonantem Caesaris aegidam possent ruentes526 ISIDORO DI SIVIGLIA Etymol l V c 33 BEDA De div temp De rat comp c7 De rat tem c X ecc FILIPPO DI THAUN dice nel Livre des Creatures (ed citp 32)

Mais Julius chi puis fud iloc duxAl sedme mois posat son nom Juil lapelatPur ccedilo quil fud net en nul que ai numet

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Una leggenda italiana anzi fiorentina attribuisce lafondazione di Firenze a cinque signori di Roma Cesare MacrinoAlbino Gneo Pompeo Marzio che tutti insieme avevanocombattuto contro Catilina Che Giulio Cesare non fu in tuttoestraneo alla congiura di Catilina egrave noto ma in questa leggenda siassume il contrario e si costituisce Cesare campione e tutore diRoma Giovanni Villani narrata sulla fede di Sallustio lacongiura la disfatta e la morte di Catilina sotto Fiesole527 passa adire della guerra che seguigrave tra i Fiesolani i quali avevano seguitala parte del ribelle e Quinto Metello e Fiorino nobile cittadino diRoma della schiatta de Fracchi ovvero Floracchi QuestoFiorino egrave come ben sintende personaggio tutto fantasticoLassedio di Fiesole dura molti anni sinchegrave i Fiesolani disperatiuna notte danno lassalto al campo romano da cui erasi partitoMetello con le sue genti e uccidono di sorpresa Fiorino e quasitutti i suoi Allora muove alla espugnazione di Fiesole mandatovidai consoli dai senatori e da tutto il comune Giulio Cesareinsieme con Rainaldo conte Cicerone Tiberino MacrinoAlbino Gneo Pompeo Camertino Sezio conte TudertinolaquoCesare si pose a campo in sul monte che soprastava la cittagrave cheegrave oggi chiamato Cecero ma prima ebbe nome monte Cesaro perlo suo nome ovvero per lo nome di Cicerone Ma innanzi tengoper Cesare perograve che era maggiore nelloste Rainaldo pose suocampo in sul monte allo incontro della cittagrave di lagrave da Mugnone eper suo nome insino a oggi egrave cosigrave chiamato Macrino in sul monteancora nominato per lui Camertino nella contrada che ancoraper li viventi e per lo suo nome egrave chiamata Camerata E tutti gli

Quanto alla significazione dei nomi latini dei mesi nel medio evo in generalesi accettano le spiegazioni date giagrave dagli antichi (V tuttavia quanto a propositodel mese di Gennajo si egrave notato nel cap VI p 219) Lo stesso dicasi dei nomidi calendae nonae idus ecc Filippo di Thaun (p 33) dice che nelle calende sifacevano venire a Roma gli abitanti di tutto il regno

Trestuz icels del regnet agrave Rome la citet527 Ist Fiorent l I c 30-32

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Una leggenda italiana anzi fiorentina attribuisce lafondazione di Firenze a cinque signori di Roma Cesare MacrinoAlbino Gneo Pompeo Marzio che tutti insieme avevanocombattuto contro Catilina Che Giulio Cesare non fu in tuttoestraneo alla congiura di Catilina egrave noto ma in questa leggenda siassume il contrario e si costituisce Cesare campione e tutore diRoma Giovanni Villani narrata sulla fede di Sallustio lacongiura la disfatta e la morte di Catilina sotto Fiesole527 passa adire della guerra che seguigrave tra i Fiesolani i quali avevano seguitala parte del ribelle e Quinto Metello e Fiorino nobile cittadino diRoma della schiatta de Fracchi ovvero Floracchi QuestoFiorino egrave come ben sintende personaggio tutto fantasticoLassedio di Fiesole dura molti anni sinchegrave i Fiesolani disperatiuna notte danno lassalto al campo romano da cui erasi partitoMetello con le sue genti e uccidono di sorpresa Fiorino e quasitutti i suoi Allora muove alla espugnazione di Fiesole mandatovidai consoli dai senatori e da tutto il comune Giulio Cesareinsieme con Rainaldo conte Cicerone Tiberino MacrinoAlbino Gneo Pompeo Camertino Sezio conte TudertinolaquoCesare si pose a campo in sul monte che soprastava la cittagrave cheegrave oggi chiamato Cecero ma prima ebbe nome monte Cesaro perlo suo nome ovvero per lo nome di Cicerone Ma innanzi tengoper Cesare perograve che era maggiore nelloste Rainaldo pose suocampo in sul monte allo incontro della cittagrave di lagrave da Mugnone eper suo nome insino a oggi egrave cosigrave chiamato Macrino in sul monteancora nominato per lui Camertino nella contrada che ancoraper li viventi e per lo suo nome egrave chiamata Camerata E tutti gli

Quanto alla significazione dei nomi latini dei mesi nel medio evo in generalesi accettano le spiegazioni date giagrave dagli antichi (V tuttavia quanto a propositodel mese di Gennajo si egrave notato nel cap VI p 219) Lo stesso dicasi dei nomidi calendae nonae idus ecc Filippo di Thaun (p 33) dice che nelle calende sifacevano venire a Roma gli abitanti di tutto il regno

Trestuz icels del regnet agrave Rome la citet527 Ist Fiorent l I c 30-32

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altri signori di sopra nominati ciascuno pose per segrave suo campointorno alla terra chi in monte e chi in piano Ma di piugrave nonrimase proprio nome che per lo presente ne sia memoriaraquo Dopoalcun tempo partitisi gli altri Cesare si rimane solo allassedio eordina che nella villa di Camarti presso al fiume dArno fosseedificato un parlatorio per potere in quello fare suo parlamentoe per una sua memoria lasciarlo528 In capo di due anni quattromesi sei digrave Fiesole si arrende e Giulio Cesare distruttalascende al piano e comincia a edificare una nuova cittagrave acciograve cheFiesole non fosse mai piugrave rifatta529 Sopravvennero gli altriquattro signori nominati di sopra e fu da essi a gara costrutta lacittagrave cinta di buone mura provveduta dacquedotti insignita diun Campidoglio al modo di Roma e questa fu poi Firenze530 Ma

528 La descrizione che il Villani ne fa (c 36) ricorda quella che del Circo diTarquinio Prisco si legge nei Mirabilia (v cap VI p 135) e si riferisceevidentemente ad un circo od anfiteatro di cui rimanevano ancora gli avanziGiulio Cesare stando ad assedio a Fiesole comandograve ad alcuno dei suoi laquochedovessero andare nella villa di Camarti presso al fiume dArno et iviedificassero Parlatorio per potere in quello fare suo parlamento et per una suamemoria lasciarlo Questo edificio in nostro vulgare havemo chiamatoParlagio Et fu fatto tondo et in volte molto maraviglioso con piazza in mezzoEt poi si cominciavano gradi da sedere per tutto attorno Et poi di grado ingrado sopra volte andavano allargandosi in fino alla fine dellaltezza cheraalto piugrave LX braccia Et havea due porte et in questo si ragunava il popolo afare parlamento Et di grado in grado sedeano le genti al disopra i piugrave nobiliet poi digradando secondo le degnitagrave delle genti et era per modo che tuttiquelli del parlamento si vedevano luno laltro in viso Et udivasi chiaramenteper tutti ciograve che uno parlava et capeavi ad agio infinita multitudine di gente el diritto nome era Parlatorio Questo fu poi guasto al tempo di Totile maancora ai nostri digrave si ritrovano i fondamenti et parte delle volte presso allaChiesa di Santo Simeone in Firenze Et infino al cominciamento della piazza diSanta Croce et parte de palagi de Peruzi vi sono su fondati et la via che egravedetta Angiullaja che va a Santa Croce va quasi per lo mezzo di quelloparlagioraquo529 Cap 33-38530 Cap 38 laquoDistrutta la cittagrave di Fiesole Cesare con sua hoste discese al pianopresso alla riva del fiume dArno lagrave dove Fiorino fu morto da i Fiesolani et inquello luogo fece cominciare a edificare una cittagrave acciograve che mai Fiesole non si

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altri signori di sopra nominati ciascuno pose per segrave suo campointorno alla terra chi in monte e chi in piano Ma di piugrave nonrimase proprio nome che per lo presente ne sia memoriaraquo Dopoalcun tempo partitisi gli altri Cesare si rimane solo allassedio eordina che nella villa di Camarti presso al fiume dArno fosseedificato un parlatorio per potere in quello fare suo parlamentoe per una sua memoria lasciarlo528 In capo di due anni quattromesi sei digrave Fiesole si arrende e Giulio Cesare distruttalascende al piano e comincia a edificare una nuova cittagrave acciograve cheFiesole non fosse mai piugrave rifatta529 Sopravvennero gli altriquattro signori nominati di sopra e fu da essi a gara costrutta lacittagrave cinta di buone mura provveduta dacquedotti insignita diun Campidoglio al modo di Roma e questa fu poi Firenze530 Ma

528 La descrizione che il Villani ne fa (c 36) ricorda quella che del Circo diTarquinio Prisco si legge nei Mirabilia (v cap VI p 135) e si riferisceevidentemente ad un circo od anfiteatro di cui rimanevano ancora gli avanziGiulio Cesare stando ad assedio a Fiesole comandograve ad alcuno dei suoi laquochedovessero andare nella villa di Camarti presso al fiume dArno et iviedificassero Parlatorio per potere in quello fare suo parlamento et per una suamemoria lasciarlo Questo edificio in nostro vulgare havemo chiamatoParlagio Et fu fatto tondo et in volte molto maraviglioso con piazza in mezzoEt poi si cominciavano gradi da sedere per tutto attorno Et poi di grado ingrado sopra volte andavano allargandosi in fino alla fine dellaltezza cheraalto piugrave LX braccia Et havea due porte et in questo si ragunava il popolo afare parlamento Et di grado in grado sedeano le genti al disopra i piugrave nobiliet poi digradando secondo le degnitagrave delle genti et era per modo che tuttiquelli del parlamento si vedevano luno laltro in viso Et udivasi chiaramenteper tutti ciograve che uno parlava et capeavi ad agio infinita multitudine di gente el diritto nome era Parlatorio Questo fu poi guasto al tempo di Totile maancora ai nostri digrave si ritrovano i fondamenti et parte delle volte presso allaChiesa di Santo Simeone in Firenze Et infino al cominciamento della piazza diSanta Croce et parte de palagi de Peruzi vi sono su fondati et la via che egravedetta Angiullaja che va a Santa Croce va quasi per lo mezzo di quelloparlagioraquo529 Cap 33-38530 Cap 38 laquoDistrutta la cittagrave di Fiesole Cesare con sua hoste discese al pianopresso alla riva del fiume dArno lagrave dove Fiorino fu morto da i Fiesolani et inquello luogo fece cominciare a edificare una cittagrave acciograve che mai Fiesole non si

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a raccontare tale storia non fu primo Giovanni Villani giagrave altrilaveva raccontata prima di lui raccogliendola senza dubbiodallantichissima tradizione531 Poi lo Pseudo-Ricordano laripete532 ma con qualche diversitagrave Distrutta Fiesole Catilina fuvinto da Cesare presso Pistoja e rimase morto sul campocinquecento anni dopo Attila ovvero Totila533 volendo vendicarela morte di Catilina distrusse Firenze e riedificograve Fiesole A

rifacesse et rimanendo i cavalieri Latini i quali seco havea arricchiti dellericchezze de Fiesolani i quali Latini Tuderini erano appellati Cesare dunquecompreso lo edificio della Cittagrave et messevi dentro due ville dette Camarti etvilla Arnina voleva quella per suo nome appellare Cesaria Il Senato di Romasentendolo non sofferse che Cesare per lo suo nome la nominasse ma fecionodecreto et ordinarono che quegli maggiori Signori chera stati alla guerra diFiesole et allo assedio dovessero andare a fare edificare con Cesare insiemeet popolare la detta Cittagrave et qualunque di loro soprastesse al lavorio cioegravefacesse piugrave tosto il suo edificio appellasse la Cittagrave di suo nome o come a luipiacesse Allhora Macrino Albino Gneo Pompeo Marzio apparecchiatifornimenti et di maestri vennero da Roma alla Cittagrave che Cesare edificava etinsieme con Cesare si divisero lo edificio in questo modo che Albino prese asmaltare tutta la Cittagrave che fu uno nobile lavoro et bellezza et nettezza dellaCittagrave Et ancora hoggi del detto smalto si trova cavando massimamente nelsesto di Santo Pietro Scheragio et in Porta San Piero del Duomo ove mostrache fosse lantica Cittagrave Macrino fece fare il condotto delle acque in ancorafacendole venire da lungi alla Cittagrave per VII miglia acciochegrave la cittagrave avessehabondanza di buona acqua da bere et per lavare la Cittagrave et questo condotto simosse fino dal fiume detto la Marina a pie di Monte Morello raccogliendo insegrave tutte quelle fontane sopra Sexto Quinto et Colomata Et in Firenze facianocapo le dette fontane a uno grande Palagio che si chiamava termine caputaquae ma poi in nostro vulgare si chiamograve Capaccio che ancora hoggi intermine si vede lanticaglia Et nota che gli antichi per sanitagrave usavano di bereacqua di fontane menate per condotti perchegrave erano piugrave sottili et piugrave sane chequelle de pozzi perograve che pochi anzi pochissimi beveano vino anzi acquabeveano di fontane per sanitagrave menate per condotti Et pochissime vigne eranoancora Gneo Pompeo fece fare le mura della Cittagrave di mattoni cotti et sopra lemura della Cittagrave edificograve torri ritonde molto spesse per ispatio dalluna torreallaltra di XX cubiti sigrave che le torri erano di grande bellezza et fortezza et delcompreso et giro della Cittagrave quanto fossi non troviamo Cronica che ne faccimentione se non che quando Totile Flagellum Dei la distrusse fanno lehistorie mentione che era grandissima Martio laltro Signore Romano fece fare

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a raccontare tale storia non fu primo Giovanni Villani giagrave altrilaveva raccontata prima di lui raccogliendola senza dubbiodallantichissima tradizione531 Poi lo Pseudo-Ricordano laripete532 ma con qualche diversitagrave Distrutta Fiesole Catilina fuvinto da Cesare presso Pistoja e rimase morto sul campocinquecento anni dopo Attila ovvero Totila533 volendo vendicarela morte di Catilina distrusse Firenze e riedificograve Fiesole A

rifacesse et rimanendo i cavalieri Latini i quali seco havea arricchiti dellericchezze de Fiesolani i quali Latini Tuderini erano appellati Cesare dunquecompreso lo edificio della Cittagrave et messevi dentro due ville dette Camarti etvilla Arnina voleva quella per suo nome appellare Cesaria Il Senato di Romasentendolo non sofferse che Cesare per lo suo nome la nominasse ma fecionodecreto et ordinarono che quegli maggiori Signori chera stati alla guerra diFiesole et allo assedio dovessero andare a fare edificare con Cesare insiemeet popolare la detta Cittagrave et qualunque di loro soprastesse al lavorio cioegravefacesse piugrave tosto il suo edificio appellasse la Cittagrave di suo nome o come a luipiacesse Allhora Macrino Albino Gneo Pompeo Marzio apparecchiatifornimenti et di maestri vennero da Roma alla Cittagrave che Cesare edificava etinsieme con Cesare si divisero lo edificio in questo modo che Albino prese asmaltare tutta la Cittagrave che fu uno nobile lavoro et bellezza et nettezza dellaCittagrave Et ancora hoggi del detto smalto si trova cavando massimamente nelsesto di Santo Pietro Scheragio et in Porta San Piero del Duomo ove mostrache fosse lantica Cittagrave Macrino fece fare il condotto delle acque in ancorafacendole venire da lungi alla Cittagrave per VII miglia acciochegrave la cittagrave avessehabondanza di buona acqua da bere et per lavare la Cittagrave et questo condotto simosse fino dal fiume detto la Marina a pie di Monte Morello raccogliendo insegrave tutte quelle fontane sopra Sexto Quinto et Colomata Et in Firenze facianocapo le dette fontane a uno grande Palagio che si chiamava termine caputaquae ma poi in nostro vulgare si chiamograve Capaccio che ancora hoggi intermine si vede lanticaglia Et nota che gli antichi per sanitagrave usavano di bereacqua di fontane menate per condotti perchegrave erano piugrave sottili et piugrave sane chequelle de pozzi perograve che pochi anzi pochissimi beveano vino anzi acquabeveano di fontane per sanitagrave menate per condotti Et pochissime vigne eranoancora Gneo Pompeo fece fare le mura della Cittagrave di mattoni cotti et sopra lemura della Cittagrave edificograve torri ritonde molto spesse per ispatio dalluna torreallaltra di XX cubiti sigrave che le torri erano di grande bellezza et fortezza et delcompreso et giro della Cittagrave quanto fossi non troviamo Cronica che ne faccimentione se non che quando Totile Flagellum Dei la distrusse fanno lehistorie mentione che era grandissima Martio laltro Signore Romano fece fare

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questo racconto si mesce la storia romanzesca di Bellisea e diTeverina moglie luna figliuola laltra di Fiorino re dei Romanie degli amori di Catilina e del Centurione Di questa storia inGiovanni Villani e negli altri piugrave antichi non si trova vestigio Laleggenda della fondazione di Firenze egrave ricordata anche nellAmetodel Boccacio la guerra combattuta fra Romani e FiesolaninellAvventuroso Ciciliano di Busone da Gubbio Brunetto Latino

il Campidoglio al modo di Roma cioegrave Palagio ovvero mastra fortezza dellaCittagrave et quello fu di maravigliosa bellezza Nel quale lacqua del fiume pergora con cavata fogna venia et sotto volte et in Arno sotto terra si ritornava etla Cittagrave per ciascuna festa dallo sgorgamento di quello era lavata QuestoCampidoglio fu dove egrave hoggi la piazza di Mercato vecchio di sotto allaChiesa che si chiama Santa Maria in Campidoglio Et questo pare piugrave certoAlcuni dicono che fu dove hoggi si chiama il Guardingo di costa alla piazzadel palagio del popolo et de Priori la quale era unaltra fortezza Guardingo fupoi nominata lanticaglia de muri et volte che rimasero disfatte dopo ladestruttione di Totile et poi vi stavano le meretrici I detti Signori per avanzareluno lo edificio dellaltro con molta solicitudine si studiavano ma in unomedesimo tempo per ciascuno fu compito Sigrave che nessuno di loro hebbeacquistata la grazia di nominare la Cittagrave per lo suo nome et volontagrave Onde fu alcominciamento per molti chiamata la picciola Roma altri lappellavano Floriaperchegrave Fiorino fu quivi morto che fu el primo edificatore di quello luogo et fuin opera darme et di cavalleria Fiore et in quello luogo et campi dintorno ovefu la Cittagrave edificata sempre nascono fiori et gigli Poi la maggiore parte dellihabitanti furono consentienti di chiamarla Floria siccome fossi in Fioriedificata cioegrave con molte delitie et di certo cosigrave fu perograve chella fu populatadella miglior gente di Roma et di piugrave sofficienti mandati per li Senatori diciascuno Rione di Roma per errata come toccograve per sorte che lhabitassero Etaccolsero con loro quelli Fiesolani che vi vollono habitare Ma poi per lolungo uso del vulgare fu nominata Fiorenza cioegrave sinterpreta spada ettroviamo chella fu edificata anni DCLXXXII dopo la edificatione di Roma etanni LXX anzi la Nativitagrave del nostro Signore Jesu Christo Et nota perchegrave iFiorentini sono sempre in guerra et in divisione tra loro che non egrave damaravigliare essendo stratti et nati di due popoli cosigrave hora contrarj et nimici etdiversi di costumi come furono i nobili Romani vertudiosi et Fiesolani crudiet aspri di guerraraquo531 V i Gesta Florentinorum di SANZANOME e lanonima Chronica de origineCivitatis pubblicati dallHARTWIG Quellen und Forschungen zur aumlltestenGeschichte der Stadt Florenz parte 1a Marburgo 1875 Nulla si sa circa la

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questo racconto si mesce la storia romanzesca di Bellisea e diTeverina moglie luna figliuola laltra di Fiorino re dei Romanie degli amori di Catilina e del Centurione Di questa storia inGiovanni Villani e negli altri piugrave antichi non si trova vestigio Laleggenda della fondazione di Firenze egrave ricordata anche nellAmetodel Boccacio la guerra combattuta fra Romani e FiesolaninellAvventuroso Ciciliano di Busone da Gubbio Brunetto Latino

il Campidoglio al modo di Roma cioegrave Palagio ovvero mastra fortezza dellaCittagrave et quello fu di maravigliosa bellezza Nel quale lacqua del fiume pergora con cavata fogna venia et sotto volte et in Arno sotto terra si ritornava etla Cittagrave per ciascuna festa dallo sgorgamento di quello era lavata QuestoCampidoglio fu dove egrave hoggi la piazza di Mercato vecchio di sotto allaChiesa che si chiama Santa Maria in Campidoglio Et questo pare piugrave certoAlcuni dicono che fu dove hoggi si chiama il Guardingo di costa alla piazzadel palagio del popolo et de Priori la quale era unaltra fortezza Guardingo fupoi nominata lanticaglia de muri et volte che rimasero disfatte dopo ladestruttione di Totile et poi vi stavano le meretrici I detti Signori per avanzareluno lo edificio dellaltro con molta solicitudine si studiavano ma in unomedesimo tempo per ciascuno fu compito Sigrave che nessuno di loro hebbeacquistata la grazia di nominare la Cittagrave per lo suo nome et volontagrave Onde fu alcominciamento per molti chiamata la picciola Roma altri lappellavano Floriaperchegrave Fiorino fu quivi morto che fu el primo edificatore di quello luogo et fuin opera darme et di cavalleria Fiore et in quello luogo et campi dintorno ovefu la Cittagrave edificata sempre nascono fiori et gigli Poi la maggiore parte dellihabitanti furono consentienti di chiamarla Floria siccome fossi in Fioriedificata cioegrave con molte delitie et di certo cosigrave fu perograve chella fu populatadella miglior gente di Roma et di piugrave sofficienti mandati per li Senatori diciascuno Rione di Roma per errata come toccograve per sorte che lhabitassero Etaccolsero con loro quelli Fiesolani che vi vollono habitare Ma poi per lolungo uso del vulgare fu nominata Fiorenza cioegrave sinterpreta spada ettroviamo chella fu edificata anni DCLXXXII dopo la edificatione di Roma etanni LXX anzi la Nativitagrave del nostro Signore Jesu Christo Et nota perchegrave iFiorentini sono sempre in guerra et in divisione tra loro che non egrave damaravigliare essendo stratti et nati di due popoli cosigrave hora contrarj et nimici etdiversi di costumi come furono i nobili Romani vertudiosi et Fiesolani crudiet aspri di guerraraquo531 V i Gesta Florentinorum di SANZANOME e lanonima Chronica de origineCivitatis pubblicati dallHARTWIG Quellen und Forschungen zur aumlltestenGeschichte der Stadt Florenz parte 1a Marburgo 1875 Nulla si sa circa la

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ne parla nel Tesoro e Dante accenna alla leggenda quando inbocca di Brunetto pone aspre parole di biasimo per

quellantico popolo malignoChe discese da Fiesole ab anticoE tiene ancor del monte e del macigno534

Del resto nelle tradizioni popolari Giulio Cesare passa perfondatore di molte cittagrave come per esempio di Siviglia diMerseburg di parecchie sul Reno535 persino di Parigi

origine della leggenda (V quanto lo stesso Hartwig dice a pag XV e segg delsuo scritto) Dai Gesta e dalla Chronica attinge il Villani ma il suo racconto egravepiugrave diffuso A proposito della nuova cittagrave che Cesare avrebbe voluto chiamarecol suo nome nella Chronica si legge laquoSenatoribus et consulibus Romanorumnon permittentibus statuerunt quod unus ex nobilibus civibus Romanorummuros civitatis deberet fieri facere et turres cum depressas per girum murorumcivitatis praedictae ad similitudinem urbis Romae Alius vero deberet fierifacere Capitolium sicut erat in urbe Romana Alius autem deberet fieri faceredocceas unde duceretur aqua a longo per VII miliaria ut lavaretur civitas perunamquamque diem solemnem Et alius deberet fieri facere persaliumgardingum et termam sicut erat in urbe Romaraquo532 Ist Fior capp 14-21533 Egrave noto come spesso nella leggenda si scambino Attila e Totila534 Inferno c XV v 61-3535 Si enumerano nella Kaiserchronik e nella Veltchronik di Rudolf von Emscontinuata da Heinrich von Muumlnchen Ruperto nella sua narrazione Deincendio tiutiensi dice a proposito della costruzione del castello di Deutz(Tiuze Diucia Tiutium) laquoPorro de constructione castri diversa opinio est aliisopinantibus fuisse opus Julii Caesaris aliis asserentibus quod tempore quoimperator Constantius et filius eius Constantinus expeditionem in Galliishabuerunt constructum fuerit ab eodem Constantino devictis Francisraquo (ApPERTZ Script t XII p 632) La cittagrave dl Julina (Wollin) sarebbe stata ancheessa fondata da Giulio Cesare EBBONE nella Vita Ottonis episcopiBabenbergensis (l III ap PERTZ Script t XII p 858) dice che in quella cittagravesi vedeva ancora la lancia di Giulio Cesare infissa in una colonna obmemoriam eius infixa servabatur Anzi gli abitanti la veneravano ancora altempo del vescovo Ottone (Monachi Prieflingensis Vita Ottoni episcopiBabenbergensis l II nel t cit del Pertz p 691) Magdeburgo fu fondata daCesare (Annales Magdeburgenses ap PERTZ Script t XVI p 143) e da

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ne parla nel Tesoro e Dante accenna alla leggenda quando inbocca di Brunetto pone aspre parole di biasimo per

quellantico popolo malignoChe discese da Fiesole ab anticoE tiene ancor del monte e del macigno534

Del resto nelle tradizioni popolari Giulio Cesare passa perfondatore di molte cittagrave come per esempio di Siviglia diMerseburg di parecchie sul Reno535 persino di Parigi

origine della leggenda (V quanto lo stesso Hartwig dice a pag XV e segg delsuo scritto) Dai Gesta e dalla Chronica attinge il Villani ma il suo racconto egravepiugrave diffuso A proposito della nuova cittagrave che Cesare avrebbe voluto chiamarecol suo nome nella Chronica si legge laquoSenatoribus et consulibus Romanorumnon permittentibus statuerunt quod unus ex nobilibus civibus Romanorummuros civitatis deberet fieri facere et turres cum depressas per girum murorumcivitatis praedictae ad similitudinem urbis Romae Alius vero deberet fierifacere Capitolium sicut erat in urbe Romana Alius autem deberet fieri faceredocceas unde duceretur aqua a longo per VII miliaria ut lavaretur civitas perunamquamque diem solemnem Et alius deberet fieri facere persaliumgardingum et termam sicut erat in urbe Romaraquo532 Ist Fior capp 14-21533 Egrave noto come spesso nella leggenda si scambino Attila e Totila534 Inferno c XV v 61-3535 Si enumerano nella Kaiserchronik e nella Veltchronik di Rudolf von Emscontinuata da Heinrich von Muumlnchen Ruperto nella sua narrazione Deincendio tiutiensi dice a proposito della costruzione del castello di Deutz(Tiuze Diucia Tiutium) laquoPorro de constructione castri diversa opinio est aliisopinantibus fuisse opus Julii Caesaris aliis asserentibus quod tempore quoimperator Constantius et filius eius Constantinus expeditionem in Galliishabuerunt constructum fuerit ab eodem Constantino devictis Francisraquo (ApPERTZ Script t XII p 632) La cittagrave dl Julina (Wollin) sarebbe stata ancheessa fondata da Giulio Cesare EBBONE nella Vita Ottonis episcopiBabenbergensis (l III ap PERTZ Script t XII p 858) dice che in quella cittagravesi vedeva ancora la lancia di Giulio Cesare infissa in una colonna obmemoriam eius infixa servabatur Anzi gli abitanti la veneravano ancora altempo del vescovo Ottone (Monachi Prieflingensis Vita Ottoni episcopiBabenbergensis l II nel t cit del Pertz p 691) Magdeburgo fu fondata daCesare (Annales Magdeburgenses ap PERTZ Script t XVI p 143) e da

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Ma il fatto che sopra tutti gli altri si ricorda e si rinarra egrave lamorte violenta di Cesare questa morte egrave nel medio evovivamente deplorata e gli autori di essa sono fatti segno allauniversale esecrazione Nelle cronache si registranodiligentemente seguendo gli antichi scrittori i prodigi cheprecedettero ed annunziarono al mondo la grande sciagura maaltri ancora nuovi e maggiori se ne inventano GiovanniDOutremeuse dice che Virgilio profetizzograve il fatto ai senatori unanno prima che accadesse536 In molte cronache si ricorda comealcun tempo prima della morte fosse scoperta in Capua la tombadel Trojano Capus (Capys) fondatore di quella cittagrave e come ci sitrovasse dentro uno scritto che annunziava alla fatta scopertadover seguire la morte del piugrave gran principe del mondo NelLibro Imperiale questa meraviglia egrave narrata con alcuneparticolaritagrave che altrove non si hanno537 laquoUna cittagrave [egrave] in Terra diLavoro la quale egrave chiamata Chapoa tenendo el nome dal suoedifichatore Chapus lo quale fu Troiano e fu grande agurio Eglinel suo tenpio fece fare uno sepolcro el quale chollocograve bracciadieci sotto al monte chapoano Disopra la pietra scrisse letteregreche messe a oro Io Chapus lascio questo segnio al mondo chegiamai questo sepolcro non debba essere schoperto per insino atanto che l primo imperio del mondo non fornisse la sua vita echome cholui per chui si pone questo segnio saragrave ripieno

Cesare ebbe il nome la Dacia (Annales Ryenses ap PERTZ Script t XVI p392)536 Op cit v I p 235 laquoA cel temps avient agrave Romme quant ons fendoit I painquilh en issoit sanc agrave fuison et braioient les biestes mues par les bois etaltrepart ilhs sembloient eistre enragieacutes Et durat chu III jours et III nuitesAdont vienrent les senateurs agrave Virgile et li priarent quilh leur vosist dire lasignifianche que chu signifioit Et ilh leur dest que ly pains signifioit JuliusCesaire qui seroit ochis anchois I an acomplis en temple ougrave ilh devroit fairereverenche a leurs dieux et les biestes signifioient que III jours anchois samort venront diverses signe agrave Romme et queli peuple ploroit Julien Cesaireapres sa mortraquo537 Cod Laurenz pl XLIII 21 f II v Cf la Cronaca di Alfonso il Savio partela c CVI V SVETONIO Caes 81

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Ma il fatto che sopra tutti gli altri si ricorda e si rinarra egrave lamorte violenta di Cesare questa morte egrave nel medio evovivamente deplorata e gli autori di essa sono fatti segno allauniversale esecrazione Nelle cronache si registranodiligentemente seguendo gli antichi scrittori i prodigi cheprecedettero ed annunziarono al mondo la grande sciagura maaltri ancora nuovi e maggiori se ne inventano GiovanniDOutremeuse dice che Virgilio profetizzograve il fatto ai senatori unanno prima che accadesse536 In molte cronache si ricorda comealcun tempo prima della morte fosse scoperta in Capua la tombadel Trojano Capus (Capys) fondatore di quella cittagrave e come ci sitrovasse dentro uno scritto che annunziava alla fatta scopertadover seguire la morte del piugrave gran principe del mondo NelLibro Imperiale questa meraviglia egrave narrata con alcuneparticolaritagrave che altrove non si hanno537 laquoUna cittagrave [egrave] in Terra diLavoro la quale egrave chiamata Chapoa tenendo el nome dal suoedifichatore Chapus lo quale fu Troiano e fu grande agurio Eglinel suo tenpio fece fare uno sepolcro el quale chollocograve bracciadieci sotto al monte chapoano Disopra la pietra scrisse letteregreche messe a oro Io Chapus lascio questo segnio al mondo chegiamai questo sepolcro non debba essere schoperto per insino atanto che l primo imperio del mondo non fornisse la sua vita echome cholui per chui si pone questo segnio saragrave ripieno

Cesare ebbe il nome la Dacia (Annales Ryenses ap PERTZ Script t XVI p392)536 Op cit v I p 235 laquoA cel temps avient agrave Romme quant ons fendoit I painquilh en issoit sanc agrave fuison et braioient les biestes mues par les bois etaltrepart ilhs sembloient eistre enragieacutes Et durat chu III jours et III nuitesAdont vienrent les senateurs agrave Virgile et li priarent quilh leur vosist dire lasignifianche que chu signifioit Et ilh leur dest que ly pains signifioit JuliusCesaire qui seroit ochis anchois I an acomplis en temple ougrave ilh devroit fairereverenche a leurs dieux et les biestes signifioient que III jours anchois samort venront diverses signe agrave Romme et queli peuple ploroit Julien Cesaireapres sa mortraquo537 Cod Laurenz pl XLIII 21 f II v Cf la Cronaca di Alfonso il Savio partela c CVI V SVETONIO Caes 81

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dinfinito tesoro chosigrave dentro da questo monte lo qualenaturalmente produce argento e oro e stagnio questo segnio informa di sua sepulturaraquo Un giullare pazzo conferma a GiulioCesare il significato della scritta538 Ma i piugrave numerosi e piugrave straniprodigi si trovano descritti nel giagrave citato poema di AntonioCornazzano De viris illustribus539

La nocte oscura circa lhore seiOrdinata la fraude si sentiroHorribil voci in ciel gridare oimei

La terra come tracto un gran sospiroFe terremoti et con sanguinea chiomaFaci per laria combattendo giro

Parlon le fiere et uno agnel si nomaCarne carne gridograve nascendo un puttoDisse a voce alta Oimegrave guai a te Roma

Un bove al suo arator disse A che fruttoTanto mi pongi che el gran non pure unoMa in breve el seme uman mancheragrave tutto 540

Piobber sassi di cielo e in color bruno

538 Il terzo segno nel Libro imperiale cosigrave si descrive (cod II IV 281 dellaNazion di Firenze f 16 r e v) laquoIl quarto giorno stette Cesare in gran solazzoquasi dimenticando ogni segno a lui apparito Et aveva Cesare la donna dichui gente fosse non troviamo La notte si choricograve con lei in gran solazzo et iltempo era pulito et chiaro Et eccho nella mezzanotte si levograve uno terribilevento ma non fu solo che tutti insieme chombatterono li venti et la mattinasegguente doveva essere la morte di Cesare Udendo Cesare tale tempesta si fusvegliato et ascoltando el tempo aperse tutte le finestre del palazzo etparevagli che moltitudine di gente fosse per la sala onde si levograve et comeardito et francho vighorosamente sarmograve et andando per la sala fino allefinestre non trovograve persona Et udiva voci per larie dicenti Domani a mortesaragrave chi non si ghuarda Cesare aveva piugrave volte uditi spiriti parlare perchegrave eragrande negromante et perograve non li parve cosa nuova quelle voci Onde riserrogravele finestre e tornossi a riposare nel lettoraquo Altro segno della imminentesciagura egrave la morte del cavallo col corno in fronte539 L IV c 2540 Ciograve che qui si dice del bue e dellagricoltore ricorda un prodigio consimileche si pone tra i segni annunziatori della venuta di Cristo

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dinfinito tesoro chosigrave dentro da questo monte lo qualenaturalmente produce argento e oro e stagnio questo segnio informa di sua sepulturaraquo Un giullare pazzo conferma a GiulioCesare il significato della scritta538 Ma i piugrave numerosi e piugrave straniprodigi si trovano descritti nel giagrave citato poema di AntonioCornazzano De viris illustribus539

La nocte oscura circa lhore seiOrdinata la fraude si sentiroHorribil voci in ciel gridare oimei

La terra come tracto un gran sospiroFe terremoti et con sanguinea chiomaFaci per laria combattendo giro

Parlon le fiere et uno agnel si nomaCarne carne gridograve nascendo un puttoDisse a voce alta Oimegrave guai a te Roma

Un bove al suo arator disse A che fruttoTanto mi pongi che el gran non pure unoMa in breve el seme uman mancheragrave tutto 540

Piobber sassi di cielo e in color bruno

538 Il terzo segno nel Libro imperiale cosigrave si descrive (cod II IV 281 dellaNazion di Firenze f 16 r e v) laquoIl quarto giorno stette Cesare in gran solazzoquasi dimenticando ogni segno a lui apparito Et aveva Cesare la donna dichui gente fosse non troviamo La notte si choricograve con lei in gran solazzo et iltempo era pulito et chiaro Et eccho nella mezzanotte si levograve uno terribilevento ma non fu solo che tutti insieme chombatterono li venti et la mattinasegguente doveva essere la morte di Cesare Udendo Cesare tale tempesta si fusvegliato et ascoltando el tempo aperse tutte le finestre del palazzo etparevagli che moltitudine di gente fosse per la sala onde si levograve et comeardito et francho vighorosamente sarmograve et andando per la sala fino allefinestre non trovograve persona Et udiva voci per larie dicenti Domani a mortesaragrave chi non si ghuarda Cesare aveva piugrave volte uditi spiriti parlare perchegrave eragrande negromante et perograve non li parve cosa nuova quelle voci Onde riserrogravele finestre e tornossi a riposare nel lettoraquo Altro segno della imminentesciagura egrave la morte del cavallo col corno in fronte539 L IV c 2540 Ciograve che qui si dice del bue e dellagricoltore ricorda un prodigio consimileche si pone tra i segni annunziatori della venuta di Cristo

231

Tre digrave pel Tevre andar saltando draghiLigrave non rimase navarolo alcuno

Mille altri mostri et errabondi e vaghiPar chogni specie in drieto si ritorchaComa mutata per versi di maghi

Viva col capo human naque una porchaUn putto colla testa delefanteUn ladro morto pianse in sulla forcha

Sulla moneta ben stampita erranteMutonsi i volti imperiali allegriE dolorosi si guardon le piante

Cambionsi i lupin bianchi in lupin negriEl messor della biada spiche accolseRosse e piene di sangue i grani integri

La terra in certe parti si disciolseE fe profondo abisso ove una voceSempre gemendo trenta digrave si dolse

Visto fu il ciel da segrave schiapparsi in croceSpargendo foco onde temegrave el iudicioDel sommo padre la turba chel noce

Che dirograve delle fiere al sacrificioMorte che tracte le ventraglie fuoreDiegrave ognuna piugrave di lui cattivo indicio

Cesar proprio alcun giorni anzi chel moreUcciso uno agno per augurio dessoCerchograve gran tempo e non gli trovograve il cuore541

541 Ciograve che Eginardo racconta dei segni che annunziarono la morte di CarloMagno somiglia troppo alle favole che circa la morte di alcuni imperatori sitrovano negli storici latini Ricorda in piugrave particolar modo uno dei segniprecursori della morte di Augusto quanto egli narra di una parola di certoepigramma cancellata nella cattedrale di Aquisgrana laquoErat in eadem basilicain margine coronae quae inter superiores et inferiores arcus interiorem aedispartem ambiebat epigramma Sinopide scriptum continens qui auctor esseteiusdem templi cuius in extremo versu legebatur Karolus princeps Notatumest a quibusdam eodem quo decessit anno paucis ante mortem mensibus easquae princeps exprimebant litteras ita esse deletas ut penitus non apparerentraquo(Vita Caroli c 32 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 537) Egrave noto del restoche nello scrivere la vita di Carlo Magno Eginardo si tenne innanzi come

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Tre digrave pel Tevre andar saltando draghiLigrave non rimase navarolo alcuno

Mille altri mostri et errabondi e vaghiPar chogni specie in drieto si ritorchaComa mutata per versi di maghi

Viva col capo human naque una porchaUn putto colla testa delefanteUn ladro morto pianse in sulla forcha

Sulla moneta ben stampita erranteMutonsi i volti imperiali allegriE dolorosi si guardon le piante

Cambionsi i lupin bianchi in lupin negriEl messor della biada spiche accolseRosse e piene di sangue i grani integri

La terra in certe parti si disciolseE fe profondo abisso ove una voceSempre gemendo trenta digrave si dolse

Visto fu il ciel da segrave schiapparsi in croceSpargendo foco onde temegrave el iudicioDel sommo padre la turba chel noce

Che dirograve delle fiere al sacrificioMorte che tracte le ventraglie fuoreDiegrave ognuna piugrave di lui cattivo indicio

Cesar proprio alcun giorni anzi chel moreUcciso uno agno per augurio dessoCerchograve gran tempo e non gli trovograve il cuore541

541 Ciograve che Eginardo racconta dei segni che annunziarono la morte di CarloMagno somiglia troppo alle favole che circa la morte di alcuni imperatori sitrovano negli storici latini Ricorda in piugrave particolar modo uno dei segniprecursori della morte di Augusto quanto egli narra di una parola di certoepigramma cancellata nella cattedrale di Aquisgrana laquoErat in eadem basilicain margine coronae quae inter superiores et inferiores arcus interiorem aedispartem ambiebat epigramma Sinopide scriptum continens qui auctor esseteiusdem templi cuius in extremo versu legebatur Karolus princeps Notatumest a quibusdam eodem quo decessit anno paucis ante mortem mensibus easquae princeps exprimebant litteras ita esse deletas ut penitus non apparerentraquo(Vita Caroli c 32 ap JAFFEgrave Monumenta Carolina p 537) Egrave noto del restoche nello scrivere la vita di Carlo Magno Eginardo si tenne innanzi come

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Nel Libro Imperiale si dice che la congiura fu tramata in luogosotterraneo che cosigrave si descrive542 laquoQuello luogho dove era elchonsiglio ragunato era sotto terra sotto el palagio della ragioneed era uno luogo fatto in tondo Lo suolo di sotto era tuttolavorato a porfido chosigrave erano le sedie dintorno fatte a molteposte Di sopra avea una volta a musaico lavorata nel mezo dellaquale era scolpita la magine del sommo Giove Apresso dintornostavano scolpite le imagine di tutti gliddei e iddee e l dettoluogo stava sigrave per ragione e achoncio che giamai non sudiva difuori chosa alchuna che dentro si facesse o dicesseraquo Poscia siriferiscono per disteso i discorsi di Bruto e di Cassio

La uccisione egrave narrata e spiegata in varii modi NelleChroniques de Tournay si legge a tale proposito la narrazione chesegue543 laquoSouveraine envie quy ne peut estre estainte esmeutCesar envers les senateurs dune chose quil fist pourpuoy ilz lehayrent a merveille Il se seoit un iour devant un temple deVeneris la ou tous les senateurs vindrent pour parler a luy mais ilne se leva point contre eulx dont les aulcuns quy dient queCornille le barbe le retint ad fin que il ne se levast ainsy quonfait a un homme de coustume quant il se voelt lever contre unaultre Et les aultres dient quil ne fist nul semblant de se lever Iladvint une aultreffois que un grant senateur que on nommoitPonce lesgle estoit avec grant plente daulcuns senateurs quytous se leverent contre Cezar fors ce Ponce dont Cesar eut sygrant despit que moult de iours aprez il notroya chose quon luidemandast quil ne desist tousiours Ie le feroie sil me loisoit pourPonce lesgle qui estoit un des enfans bastars de Tournus lequelpar ce despit il le demist et osta du nombre des senateurs Laconmune voix courut a Romme que Cezar sen devoit aler aTroyes lanchienne ou en Alixandrie a tout la ricesse de lempire

modello le Vite di Svetonio542 Cod Laurenz pl XLIII 21 f 10 r543 L II c 26 cod della Nazion di Torino L II 15 f 120 v col 2a a f 122r col 1a

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Nel Libro Imperiale si dice che la congiura fu tramata in luogosotterraneo che cosigrave si descrive542 laquoQuello luogho dove era elchonsiglio ragunato era sotto terra sotto el palagio della ragioneed era uno luogo fatto in tondo Lo suolo di sotto era tuttolavorato a porfido chosigrave erano le sedie dintorno fatte a molteposte Di sopra avea una volta a musaico lavorata nel mezo dellaquale era scolpita la magine del sommo Giove Apresso dintornostavano scolpite le imagine di tutti gliddei e iddee e l dettoluogo stava sigrave per ragione e achoncio che giamai non sudiva difuori chosa alchuna che dentro si facesse o dicesseraquo Poscia siriferiscono per disteso i discorsi di Bruto e di Cassio

La uccisione egrave narrata e spiegata in varii modi NelleChroniques de Tournay si legge a tale proposito la narrazione chesegue543 laquoSouveraine envie quy ne peut estre estainte esmeutCesar envers les senateurs dune chose quil fist pourpuoy ilz lehayrent a merveille Il se seoit un iour devant un temple deVeneris la ou tous les senateurs vindrent pour parler a luy mais ilne se leva point contre eulx dont les aulcuns quy dient queCornille le barbe le retint ad fin que il ne se levast ainsy quonfait a un homme de coustume quant il se voelt lever contre unaultre Et les aultres dient quil ne fist nul semblant de se lever Iladvint une aultreffois que un grant senateur que on nommoitPonce lesgle estoit avec grant plente daulcuns senateurs quytous se leverent contre Cezar fors ce Ponce dont Cesar eut sygrant despit que moult de iours aprez il notroya chose quon luidemandast quil ne desist tousiours Ie le feroie sil me loisoit pourPonce lesgle qui estoit un des enfans bastars de Tournus lequelpar ce despit il le demist et osta du nombre des senateurs Laconmune voix courut a Romme que Cezar sen devoit aler aTroyes lanchienne ou en Alixandrie a tout la ricesse de lempire

modello le Vite di Svetonio542 Cod Laurenz pl XLIII 21 f 10 r543 L II c 26 cod della Nazion di Torino L II 15 f 120 v col 2a a f 122r col 1a

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et la iouvente de Romme et du pays environ et baillier a procureren la main de ses amis et feroit de Troyes ou dAlixandre lesiege de lempire Pour toutes ces choses et pour plusieursaultres fut Cezar mult hays si que ilz furent bien quarantesenateurs ou plus tant des bastars du roy Tournus comme deceulx de leur lignage et mesmement aulcuns des pares de Cezarlesquelz tous pourchasserent sa mort En especial Cassius etBructus furent les principaulx de ceste trayson et moult penserentou ce pourroit estre fait Les ungz disoient au pied du pont duchamp Marceau car la il passeroit oultre pour partir les honneurset que illec le sacheroient ius et occiroient et les aultres disoientquil vauldroit mieulx de le prendre quant il yroit ou theatre desgieux scenicques Ne demoura puis guere que len cria le iour dusenat remuer ainsy quon le faisoit chascun an Le iour futassigne au XVe iour du mois de marcz ensuivant en la cour qui fuPompee Quant les coniures loyrent ilz dirent que ceste placeestoit bonne pour adcomplir leur euvre et que bien povoientattendre iusques adont et que la sans nule faulte il seroit occisraquoSegue il racconto dei segni precursori e della morte

Nel Perceforest544 la uccisione di Giulio Cesare egrave rappresentatacome una vendetta della vinta Bretagna La difficoltagrave dellimpresasta nel saper cogliere il momento opportuno Zephir esseresoprannaturale cosigrave dice a Durseau uno dei vendicatorilaquoTouttefoys ie te advise que tant est bien fatalize que fortune nesera contre lui que ung iour et une nuyt et sil eschappe ce termesa bonne fortune croistra toute sa vie et pource te convient scavoirquant fortune se partira de luy Ce sera que a son departement leshuys et les fenestres de son palais meneront telle noyse de clorreet ouvrir que toute Romme en sera espoventeeraquo In unaChronique des Evesques de Liege compilata nel XV secolo econservata fra i manoscritti della Biblioteca di Berna si narracome Giulio Cesare fu ucciso dagli amici di Virgilio il quale

544 Le cinquiesme volume des anciennes Croniques Dangleterre ecc Parigi1532 c IV

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et la iouvente de Romme et du pays environ et baillier a procureren la main de ses amis et feroit de Troyes ou dAlixandre lesiege de lempire Pour toutes ces choses et pour plusieursaultres fut Cezar mult hays si que ilz furent bien quarantesenateurs ou plus tant des bastars du roy Tournus comme deceulx de leur lignage et mesmement aulcuns des pares de Cezarlesquelz tous pourchasserent sa mort En especial Cassius etBructus furent les principaulx de ceste trayson et moult penserentou ce pourroit estre fait Les ungz disoient au pied du pont duchamp Marceau car la il passeroit oultre pour partir les honneurset que illec le sacheroient ius et occiroient et les aultres disoientquil vauldroit mieulx de le prendre quant il yroit ou theatre desgieux scenicques Ne demoura puis guere que len cria le iour dusenat remuer ainsy quon le faisoit chascun an Le iour futassigne au XVe iour du mois de marcz ensuivant en la cour qui fuPompee Quant les coniures loyrent ilz dirent que ceste placeestoit bonne pour adcomplir leur euvre et que bien povoientattendre iusques adont et que la sans nule faulte il seroit occisraquoSegue il racconto dei segni precursori e della morte

Nel Perceforest544 la uccisione di Giulio Cesare egrave rappresentatacome una vendetta della vinta Bretagna La difficoltagrave dellimpresasta nel saper cogliere il momento opportuno Zephir esseresoprannaturale cosigrave dice a Durseau uno dei vendicatorilaquoTouttefoys ie te advise que tant est bien fatalize que fortune nesera contre lui que ung iour et une nuyt et sil eschappe ce termesa bonne fortune croistra toute sa vie et pource te convient scavoirquant fortune se partira de luy Ce sera que a son departement leshuys et les fenestres de son palais meneront telle noyse de clorreet ouvrir que toute Romme en sera espoventeeraquo In unaChronique des Evesques de Liege compilata nel XV secolo econservata fra i manoscritti della Biblioteca di Berna si narracome Giulio Cesare fu ucciso dagli amici di Virgilio il quale

544 Le cinquiesme volume des anciennes Croniques Dangleterre ecc Parigi1532 c IV

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dalla figliuola di lui era stato secondo che narra la nota leggendaingannato sospeso in un canestro ed esposto agli scherni di tuttoil popolo di Roma545

Il misfatto si compie nella casa o nel teatro di Pompeo oppurenel tempio di Achille sulla rupe Tarpea come si trova scritto inqualche testo dei Mirabilia o nel palazzo di Campo Marzio dovesi teneva ragione546 o piugrave spesso nel Campidoglio RanulfoHigden dice547 che Cesare fu ucciso con pugnali da gladiatori eche nel corpo suo non si vide segno di ferita Secondo il LibroImperiale Cesare prima di soccombere uccise sei degliaggressori i corpi dei quali furono poi gettati dal popolo in piazzain pasto ai cani

I funerali sono cosigrave descritti per disteso nel Libro Imperiale548Dellhonore hordinato sopra el chorpo di Cessare Cap 30Per volere et potere piugrave abilmente honorare el chorpo di

Cessare prima lachonciorono per modo potesse aspettare eltenpo e bene che ci fussi assai da fare perograve che gli furono trovateventidue fedite pure cho gli arghomenti del balsimo e daltrenobili et chare unzioni lachonciorono per modo chel tennonoventi digrave In questo tenpo mandorono messi et imbasciate allibaroni et alli re piugrave pressimani bene che allora per ciertoparllamento che Cessare avea fatto in Roma si ritrovorono inRoma trentadue re di chorona di diverse parte del mondo e qualiun anno innanzi erano istati richiesti et anchora non era el tenpoloro spedito Gli Romani feciono gran pianto perograve che sechondolusanza anticha lo piansono quaranta digrave venti prima che fussiseppellito et venti digrave dopo la sua sepoltura et non vi fu niuno elquale avessi da poterllo fare che non si vestissi a nero ho a setaho a sciamiti e chi di piugrave comuni vestiri Tutti e sacierdoti etmaestri de tenpli che poterono al tenpo venire trassono a Romaet tanta era la giente che vera venuta che labitazione di Roma545 V SINNER Catalogus codicum mss bibliothecae Bernensis v II p 149-50546 I Fatti di Cesare p 305547 Polychronicon l III c 42548 L II capp 30-35 cod Casanat p 50 col 2a a 57 col 2

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dalla figliuola di lui era stato secondo che narra la nota leggendaingannato sospeso in un canestro ed esposto agli scherni di tuttoil popolo di Roma545

Il misfatto si compie nella casa o nel teatro di Pompeo oppurenel tempio di Achille sulla rupe Tarpea come si trova scritto inqualche testo dei Mirabilia o nel palazzo di Campo Marzio dovesi teneva ragione546 o piugrave spesso nel Campidoglio RanulfoHigden dice547 che Cesare fu ucciso con pugnali da gladiatori eche nel corpo suo non si vide segno di ferita Secondo il LibroImperiale Cesare prima di soccombere uccise sei degliaggressori i corpi dei quali furono poi gettati dal popolo in piazzain pasto ai cani

I funerali sono cosigrave descritti per disteso nel Libro Imperiale548Dellhonore hordinato sopra el chorpo di Cessare Cap 30Per volere et potere piugrave abilmente honorare el chorpo di

Cessare prima lachonciorono per modo potesse aspettare eltenpo e bene che ci fussi assai da fare perograve che gli furono trovateventidue fedite pure cho gli arghomenti del balsimo e daltrenobili et chare unzioni lachonciorono per modo chel tennonoventi digrave In questo tenpo mandorono messi et imbasciate allibaroni et alli re piugrave pressimani bene che allora per ciertoparllamento che Cessare avea fatto in Roma si ritrovorono inRoma trentadue re di chorona di diverse parte del mondo e qualiun anno innanzi erano istati richiesti et anchora non era el tenpoloro spedito Gli Romani feciono gran pianto perograve che sechondolusanza anticha lo piansono quaranta digrave venti prima che fussiseppellito et venti digrave dopo la sua sepoltura et non vi fu niuno elquale avessi da poterllo fare che non si vestissi a nero ho a setaho a sciamiti e chi di piugrave comuni vestiri Tutti e sacierdoti etmaestri de tenpli che poterono al tenpo venire trassono a Romaet tanta era la giente che vera venuta che labitazione di Roma545 V SINNER Catalogus codicum mss bibliothecae Bernensis v II p 149-50546 I Fatti di Cesare p 305547 Polychronicon l III c 42548 L II capp 30-35 cod Casanat p 50 col 2a a 57 col 2

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non bastavano anche facievano tende et padiglioni per giardini etper le piazze di Roma Ora assenbrato tanto popolo diliberano etre et duchi che non si indugiassi piugrave perograve che per la strettezzadella giente non si poteva andare per Roma et giagrave chominciava laroba a manchare Et ragionando el luogho della sua sepoltura hodoue el dovessono ispolvereczare alchuno dicieva Facciasi inquello luogho dove e fu morto altri dicieva che si faciessi inChanpidoglio

Del pianto prima chel traessino del palagio et chome elportorono al tenpio di Minerva Cap 31

Venuto el deliberato giorno tutti i baroni549 la mattina allalbafurono chongreghati intorno al palagio di Cessare chon sigrave granpianto che se iddio avessi tonato non si sarebbe udito O chi nonarebbe pianto vedendo tanto popolo vestito a nero et vedere echavalieri chonpagni di Cessare et gli altri e quali erano stati cholui alle battaglie farsi spesso alle finestre gittando bandiereschuartate et gittando e vestiri festerecci apresso tutti vestiti aseta oschura chon visi arossichati di sanghue e quali gridavanosotto una boce Morto egrave il singnore nostro morto egrave er rettore delmondo perduto abbiamo te Cessare padre de Romani Elpopolo stava tutto trafitto et facieva gran romore per vedere elchorpo di Cessare E baroni apparecchiorono uno nobile catalettodi gran misura lo quale era davorio lavorato ad oro et a perllefornito dinfinite pietre preziose sopra al quale posono uno riccholetto di seta apresso un palio lavorato ad oro cho pietre prezioselo quale avea rechato Cessare dErminia che era il piugrave sottile e lpiugrave riccho maestero che giammai fusse veduto ho trovato almondo A chapo gli posono ghuanciali di Turchia fatti nel lorolavoro dabisso chomessi changiando el cholore lo quale pannoriluscie come specchio Poi hornarono quello mirabile chorpochon vestimenta inperiale nellabito quanto a tanto fatto sichonviene duna porpora chandida lavorata tutta chon perlle etmargherite chalzato dun drappo vermiglio et in chapo gli

549 Il cod Marciano tutti li romani236

non bastavano anche facievano tende et padiglioni per giardini etper le piazze di Roma Ora assenbrato tanto popolo diliberano etre et duchi che non si indugiassi piugrave perograve che per la strettezzadella giente non si poteva andare per Roma et giagrave chominciava laroba a manchare Et ragionando el luogho della sua sepoltura hodoue el dovessono ispolvereczare alchuno dicieva Facciasi inquello luogho dove e fu morto altri dicieva che si faciessi inChanpidoglio

Del pianto prima chel traessino del palagio et chome elportorono al tenpio di Minerva Cap 31

Venuto el deliberato giorno tutti i baroni549 la mattina allalbafurono chongreghati intorno al palagio di Cessare chon sigrave granpianto che se iddio avessi tonato non si sarebbe udito O chi nonarebbe pianto vedendo tanto popolo vestito a nero et vedere echavalieri chonpagni di Cessare et gli altri e quali erano stati cholui alle battaglie farsi spesso alle finestre gittando bandiereschuartate et gittando e vestiri festerecci apresso tutti vestiti aseta oschura chon visi arossichati di sanghue e quali gridavanosotto una boce Morto egrave il singnore nostro morto egrave er rettore delmondo perduto abbiamo te Cessare padre de Romani Elpopolo stava tutto trafitto et facieva gran romore per vedere elchorpo di Cessare E baroni apparecchiorono uno nobile catalettodi gran misura lo quale era davorio lavorato ad oro et a perllefornito dinfinite pietre preziose sopra al quale posono uno riccholetto di seta apresso un palio lavorato ad oro cho pietre prezioselo quale avea rechato Cessare dErminia che era il piugrave sottile e lpiugrave riccho maestero che giammai fusse veduto ho trovato almondo A chapo gli posono ghuanciali di Turchia fatti nel lorolavoro dabisso chomessi changiando el cholore lo quale pannoriluscie come specchio Poi hornarono quello mirabile chorpochon vestimenta inperiale nellabito quanto a tanto fatto sichonviene duna porpora chandida lavorata tutta chon perlle etmargherite chalzato dun drappo vermiglio et in chapo gli

549 Il cod Marciano tutti li romani236

posono una chorona inperiale tutta choperta era di puro et finohoro dArabia chon dodici rocche a somo dintorno rilevate Nellasommitagrave loro era per ciaschuna uno riluciente charbonchio alquale lume si sarebbero armati diecimila chavalieri Poi presonoquello venerabile chorpo et posollo nella bara sopra di quellomagnificho letto et chon grandissimi pianti et chon infinitaluminaria [el portorono] al tenpio di Minerva dinanzi al qualenella piazza el posono sotto uno mirabile padiglione

Del pianto della inperadrice el delle altre donne di RomaCap 32

Le donne di Roma erano tutte al tenpio raghunate chollainperadrice vestita a bruno per aspettare il chorpo di CessareQuando la donna vide chome el chorpo era nella piazza uscigrave deltenpio a seta nera vestita achonpangniata da molte donne et dabaroni et da tutte le Romane Quivi fecie smisurato piantogittandosi piugrave volte sopra el chorpo et molte volte era dalledonne richolta da terra chome morta ma quando prendeva tenpodi lena550 parllava et dicieva nel pianto o alto singnore et dove siriposa la tua infinita potenzia et chome ti vegho morto stare Osingnor mio el songnio delle cholonne et chome in propriaforma megrave il vero adivenuto O Bruto traditore Chi si sarebbedalle tue lusinghe guardato O non eri tu singnore della chorte OCessare o Cessare chome giamai tabandonassi alle parole diBruto Singniore mio hor fussio stata techo morta che almenonon vedrei tante morti Et a chui singniore mio mi lasciasti chenavesti tenpo di potere parllare Ho padre de Romani hochonsorto degli afflitti chi saragrave homai difesa delle vedovelle etde pupilli abbandonati Fiore di provedenza cholonna digiustizia splendido lume di piatagrave et di miserichordia Et chonqueste parole facieva siffatto pianto che facieva piangere hongnicreatura che quivi era presente et spesse volte chadeva sopra elchorpo tranghosciata et re et baroni che stavano dintornociaschuno piangeva chon amaro duolo Lo re Antonio dEgitto lo

550 Il cod Laurenz punto di lena237

posono una chorona inperiale tutta choperta era di puro et finohoro dArabia chon dodici rocche a somo dintorno rilevate Nellasommitagrave loro era per ciaschuna uno riluciente charbonchio alquale lume si sarebbero armati diecimila chavalieri Poi presonoquello venerabile chorpo et posollo nella bara sopra di quellomagnificho letto et chon grandissimi pianti et chon infinitaluminaria [el portorono] al tenpio di Minerva dinanzi al qualenella piazza el posono sotto uno mirabile padiglione

Del pianto della inperadrice el delle altre donne di RomaCap 32

Le donne di Roma erano tutte al tenpio raghunate chollainperadrice vestita a bruno per aspettare il chorpo di CessareQuando la donna vide chome el chorpo era nella piazza uscigrave deltenpio a seta nera vestita achonpangniata da molte donne et dabaroni et da tutte le Romane Quivi fecie smisurato piantogittandosi piugrave volte sopra el chorpo et molte volte era dalledonne richolta da terra chome morta ma quando prendeva tenpodi lena550 parllava et dicieva nel pianto o alto singnore et dove siriposa la tua infinita potenzia et chome ti vegho morto stare Osingnor mio el songnio delle cholonne et chome in propriaforma megrave il vero adivenuto O Bruto traditore Chi si sarebbedalle tue lusinghe guardato O non eri tu singnore della chorte OCessare o Cessare chome giamai tabandonassi alle parole diBruto Singniore mio hor fussio stata techo morta che almenonon vedrei tante morti Et a chui singniore mio mi lasciasti chenavesti tenpo di potere parllare Ho padre de Romani hochonsorto degli afflitti chi saragrave homai difesa delle vedovelle etde pupilli abbandonati Fiore di provedenza cholonna digiustizia splendido lume di piatagrave et di miserichordia Et chonqueste parole facieva siffatto pianto che facieva piangere hongnicreatura che quivi era presente et spesse volte chadeva sopra elchorpo tranghosciata et re et baroni che stavano dintornociaschuno piangeva chon amaro duolo Lo re Antonio dEgitto lo

550 Il cod Laurenz punto di lena237

quale negli stormi fu suo sinischalcho stava cho gli altri baronidintorno anchor esso piangendo et dicieva Singnore mio chomevegho el chapo fiero adorno giagrave di mirabili cimieri et chomenegli stormi dimostravi tua potenzia Dove sono le braccia ditanta achortezza harmate di schudo et di riluciente spada Dovegravequel chorpo tanto virtuoso che sigrave bene vestiva di splendidosbercho Ora lo vegho morto stare Et non saragrave perograve che lanimanon vegha lo spirito volare de traditori che ebbono ardire dimettere mano a sigrave fatto singnore Gli altri re et baroni et donnefacievano sigrave grande el pianto che pareva chel mondo dovessifinire per pianto Et giagrave era passato il mezzo digrave ma li maestri achui era dato lordine a chonducere lonore vedendo che lora eratardi ritrassono in drieto gli re e le donne et gli altri per fare alchorpo luficio di Minerva Et prima presono el chataletto hotto redi chorona vestiti in abito reghale colle chorone in testa e fudinanzi posto lo re dUngheria et lo re dInghilterra gli altri dueapresso fu lo re di Portoghallo e lo re di Schozia gli altri dueapresso fu lo re dErminia e lo re di Spangna gli due cheseguitorono drieto furono lo re di Francia e lo re di Buemia Elevorono el chorpo chon grande riverenzia et portorollo dentronel tenpio dove sassenbrorono solamente e re et baroni chollipontefici maggiori de tenpli et sopra el chorpo posono tavoledoro sopra le quale feciono a Minerva solenne sagrificiorachomandandogli con solenni chanti et uficio lanima di CessareIntorno al chorpo ardeva tanti lumi che pareva chel tenpioardessi E fatto questo et tutto luficio presono la statua diMinerva et tolsono la chorona dello alloro che aveva in chapo eposolla a Cessare sopra el petto et questo fu el piugrave singhularehonore che mai si faciessi a nessuno chorpo morto Poi e detti readoperorono el loro uficio presono el chorpo et riportorollo nellapiazza sotto lonorato padiglione

Chome Cessare fu tratto del tenpio cholla chorona diMinerva et dellonore de chavalieri choperti a bruno Cap 33

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quale negli stormi fu suo sinischalcho stava cho gli altri baronidintorno anchor esso piangendo et dicieva Singnore mio chomevegho el chapo fiero adorno giagrave di mirabili cimieri et chomenegli stormi dimostravi tua potenzia Dove sono le braccia ditanta achortezza harmate di schudo et di riluciente spada Dovegravequel chorpo tanto virtuoso che sigrave bene vestiva di splendidosbercho Ora lo vegho morto stare Et non saragrave perograve che lanimanon vegha lo spirito volare de traditori che ebbono ardire dimettere mano a sigrave fatto singnore Gli altri re et baroni et donnefacievano sigrave grande el pianto che pareva chel mondo dovessifinire per pianto Et giagrave era passato il mezzo digrave ma li maestri achui era dato lordine a chonducere lonore vedendo che lora eratardi ritrassono in drieto gli re e le donne et gli altri per fare alchorpo luficio di Minerva Et prima presono el chataletto hotto redi chorona vestiti in abito reghale colle chorone in testa e fudinanzi posto lo re dUngheria et lo re dInghilterra gli altri dueapresso fu lo re di Portoghallo e lo re di Schozia gli altri dueapresso fu lo re dErminia e lo re di Spangna gli due cheseguitorono drieto furono lo re di Francia e lo re di Buemia Elevorono el chorpo chon grande riverenzia et portorollo dentronel tenpio dove sassenbrorono solamente e re et baroni chollipontefici maggiori de tenpli et sopra el chorpo posono tavoledoro sopra le quale feciono a Minerva solenne sagrificiorachomandandogli con solenni chanti et uficio lanima di CessareIntorno al chorpo ardeva tanti lumi che pareva chel tenpioardessi E fatto questo et tutto luficio presono la statua diMinerva et tolsono la chorona dello alloro che aveva in chapo eposolla a Cessare sopra el petto et questo fu el piugrave singhularehonore che mai si faciessi a nessuno chorpo morto Poi e detti readoperorono el loro uficio presono el chorpo et riportorollo nellapiazza sotto lonorato padiglione

Chome Cessare fu tratto del tenpio cholla chorona diMinerva et dellonore de chavalieri choperti a bruno Cap 33

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La giente che stava di fuori ad aspettare vedendo tornare nellapiazza el chorpo di Cessare cholla chorona di Minerva sopra ilpetto dicievano che Minerva avea parllato con Ciessare et insengnio di ciograve gli avea donato la chorona della sapienza Apressole donne e chavalieri e tutto el popolo ricomincioronoamarissimo pianto tanto che impedivano molto gli ordini deglihonori et fattori degli onori Aparecchiorono apresso agli onoriintorno alla piazza tutte luminarie atorno sicchegrave pareva cheRoma ardessi Apresso tutti gli pontefici parati chollufficiochantando Prima saviorono innanzi per andare a Chanpidogliomille chavalieri hornati di chavalleria a chavallo in chorrentidestrieri vestiti a seta nera e chavagli coperti insino a terra etportavano parte di loro bandiere in mano chon amare strida etpianti altri portavano spade cholle punte rinchinate a terra altriportavano elmi e chi schudi e chi strali [e ohi] chonfaloniacquistati nelle battaglie Nel mezo di tutti erano sei chavalierivestiti a nero chogli destrieri choverti El primo dinanzi portavaun elmo choperto a nero sopra el quale era el chapo e l collo duncieciero dariento551 el sechondo portava una spada et speroni adoro el terzo portava uno schudo ad aquila nera nel chanpo doro aritroso552 el quarto portava tutta sua armadura di dosso chollaquale avea senpre chonbattuto el quinto portava la sua lanciachol pennone ad aquila el sesto portava libri e quali Cessare aveascritti di sue vittorie

Della chericieria e luminaria e chompagnia de re et principiandando in Cha[n]pidoglio Cap 34

Apresso a chavalieri veniva tutta la chericieria hordinati cholunghissima schiera tutti cho luminare accese in mano poiveniva tuttaltra luminaria Apresso furono hordinati e re e duchiet principi di grande affare Intorno al chorpo venivano tutti eproposti delle cittagrave sogioghate a Roma e tutti gli uficiali diRoma e fatto el lamento le donne furono tutte rimesse nel tenpio

551 Il cod Laurenz duno cervio552 Il cod el poadoro a ritroso il cod Laurenz a ritroso nel champo doro

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La giente che stava di fuori ad aspettare vedendo tornare nellapiazza el chorpo di Cessare cholla chorona di Minerva sopra ilpetto dicievano che Minerva avea parllato con Ciessare et insengnio di ciograve gli avea donato la chorona della sapienza Apressole donne e chavalieri e tutto el popolo ricomincioronoamarissimo pianto tanto che impedivano molto gli ordini deglihonori et fattori degli onori Aparecchiorono apresso agli onoriintorno alla piazza tutte luminarie atorno sicchegrave pareva cheRoma ardessi Apresso tutti gli pontefici parati chollufficiochantando Prima saviorono innanzi per andare a Chanpidogliomille chavalieri hornati di chavalleria a chavallo in chorrentidestrieri vestiti a seta nera e chavagli coperti insino a terra etportavano parte di loro bandiere in mano chon amare strida etpianti altri portavano spade cholle punte rinchinate a terra altriportavano elmi e chi schudi e chi strali [e ohi] chonfaloniacquistati nelle battaglie Nel mezo di tutti erano sei chavalierivestiti a nero chogli destrieri choverti El primo dinanzi portavaun elmo choperto a nero sopra el quale era el chapo e l collo duncieciero dariento551 el sechondo portava una spada et speroni adoro el terzo portava uno schudo ad aquila nera nel chanpo doro aritroso552 el quarto portava tutta sua armadura di dosso chollaquale avea senpre chonbattuto el quinto portava la sua lanciachol pennone ad aquila el sesto portava libri e quali Cessare aveascritti di sue vittorie

Della chericieria e luminaria e chompagnia de re et principiandando in Cha[n]pidoglio Cap 34

Apresso a chavalieri veniva tutta la chericieria hordinati cholunghissima schiera tutti cho luminare accese in mano poiveniva tuttaltra luminaria Apresso furono hordinati e re e duchiet principi di grande affare Intorno al chorpo venivano tutti eproposti delle cittagrave sogioghate a Roma e tutti gli uficiali diRoma e fatto el lamento le donne furono tutte rimesse nel tenpio

551 Il cod Laurenz duno cervio552 Il cod el poadoro a ritroso il cod Laurenz a ritroso nel champo doro

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di Minerva et quegli hotto re presono el chorpo cho moltariverenzia et di questo modo et di questo hordine nandorono inCha[n]pidoglio

Come e fu spolverezzato e posto nella gullia Cap 35Giunti che furono in Chanpidoglio e chavalieri si trassono tutti

da parte e baroni cogli re feciono largho cierchio intorno allabara et nel mezzo della piazza posono el chorpo etacchonciorono intorno tutta la luminaria553 et tutta giente si feceadrieto et chominciorono un sigrave grande pianto che mai non fusimile a quello et rimaso alquanto el grido aspettavano nel piantoluno laltro et prima chominciorono e re a uno a uno hognunochomendandolo di Sua virtugrave et chosigrave seghuitorono e baroni et glialtri chavalieri e fatto fine a questo dire richominciorono tuttiinsieme a fare dirotto pianto poi ristette el pianto e pontefici detenpii presono quel chorpo et posollo sopra gientilissime legnefra quali missono pietre preziose et di soma valuta et sechondo elchostume anticho arsono et spolverezorono la charne di quellonobilissimo chorpo poi la richolsono cho molta riverenziapresente tutto il popolo e si tolsono lossa insieme chollaltrapolvere et missolla in una chassetta doro e fatto questo chontutti questi honori la portorono al tenpio di Marte nel qualeprimamente posono in alto tutte sue armi apresso tutte insengnieet bandiere et infra queste chose apicchorono quegli stocchi etquegli stili che furono trovati nel luogo del chonsiglio et dinanzialla statua di Marte posono el libro che trovorono nellarmariodovera la chongiura iscritta A sacierdoti del tenpio di Marteassengniorono e libri scritti per mano di Cessare et fatto questotolsono una gran palla di grosso metallo tutta messa ad oro soprala quale era una aquila nera sicchome portava per arme IulioCessare nella quale missono quella chassetta de loro et fatto altenpio solenne sacrifizio sigrave la puosono in sun una e lungha pietraet alta che hoggi si chiama la gullia di santo Pietro Alla quale in

553 Il cod et nel messo acchonciorono et intorno il cod Marciano etdintorno achonciarono

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di Minerva et quegli hotto re presono el chorpo cho moltariverenzia et di questo modo et di questo hordine nandorono inCha[n]pidoglio

Come e fu spolverezzato e posto nella gullia Cap 35Giunti che furono in Chanpidoglio e chavalieri si trassono tutti

da parte e baroni cogli re feciono largho cierchio intorno allabara et nel mezzo della piazza posono el chorpo etacchonciorono intorno tutta la luminaria553 et tutta giente si feceadrieto et chominciorono un sigrave grande pianto che mai non fusimile a quello et rimaso alquanto el grido aspettavano nel piantoluno laltro et prima chominciorono e re a uno a uno hognunochomendandolo di Sua virtugrave et chosigrave seghuitorono e baroni et glialtri chavalieri e fatto fine a questo dire richominciorono tuttiinsieme a fare dirotto pianto poi ristette el pianto e pontefici detenpii presono quel chorpo et posollo sopra gientilissime legnefra quali missono pietre preziose et di soma valuta et sechondo elchostume anticho arsono et spolverezorono la charne di quellonobilissimo chorpo poi la richolsono cho molta riverenziapresente tutto il popolo e si tolsono lossa insieme chollaltrapolvere et missolla in una chassetta doro e fatto questo chontutti questi honori la portorono al tenpio di Marte nel qualeprimamente posono in alto tutte sue armi apresso tutte insengnieet bandiere et infra queste chose apicchorono quegli stocchi etquegli stili che furono trovati nel luogo del chonsiglio et dinanzialla statua di Marte posono el libro che trovorono nellarmariodovera la chongiura iscritta A sacierdoti del tenpio di Marteassengniorono e libri scritti per mano di Cessare et fatto questotolsono una gran palla di grosso metallo tutta messa ad oro soprala quale era una aquila nera sicchome portava per arme IulioCessare nella quale missono quella chassetta de loro et fatto altenpio solenne sacrifizio sigrave la puosono in sun una e lungha pietraet alta che hoggi si chiama la gullia di santo Pietro Alla quale in

553 Il cod et nel messo acchonciorono et intorno il cod Marciano etdintorno achonciarono

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quel tenpo gli stava dinchontro el554 tenpio di Marte et fra luno elaltro era grandissima piazza dove sassengnavano etrapresentavano tutti e chavalieri quando tornavano da niunostormo555 ho dalchuno chomune bisongnio et questo era nelmartedigrave a chui cioegrave a Marte egrave dedichato el detto digrave Hor ecchoraghunati tutti e chavalieri si facieva al tenpio solenne sacrificiopoi si levava el somo pontefice in cierto luogho alto et chontava atutto el popolo per nome e morti nelle battaglie apresso chontavaper nome choloro che serano me portati a loro chomendazioneet perograve che Cessare fu armigero et bellichoso fu posto el chorposuo nel detto luogho e fu chiamata quella alta pietra lungha perlo maestro che fu hoperatore di tale ufizio lo quale fu grecho etebbe nome Lugolo ma poi che vi si pose la polvere di Cessareper chagione dellaquila sua arme la quale vera di sopra fuchiamata laquila di Cessare Gli Toschani dicono aguglia et indiegrave discieso gullia556 honde si dice la gullia di santo Pietro

Contrariamente a quanto si narra nel Libro Imperiale eattingendo a non so quali fonti Jacopo della Lana dice nel suoCommento557 laquoMorto Cesare secretamente la notte loseppellinno e costituinno Ottaviano Imperadoreraquo558554 Il cod al555 Il cod strenuo556 Il cod giulia557 Parad c VI558 Fra i codici Canoniciani della Bodlejana ad Oxford uno ve nha (n 136) chemi duole di non aver potuto piugrave attentamente esaminare durante un troppobreve soggiorno in quella cittagrave In esso si contiene una storia di Giulio Cesarein dialetto veneto compilata principalmente sopra Lucano e divisa in capitolicon le loro rubriche Il codice fu finito di scrivere Ano dni 1454 die primosetenbris La narrazione comincia da Romolo e Remo e giunge come nelLibro Imperiale sino ad Enrico VII di Lussemburgo ma dalla narrazione delLibro Imperiale egrave totalmente diversa Il titolo suona cosigrave Qui comenza lezesarie batalie Romane e come per suo prodeza se feze primo imperatoreComincia laquoLo nostro signor dio feze li zielli e poi le acque e tuto luniversomondo lo qualle mondo tuto sotomise ad Adamo nostro primo padre Adamoebe tutto el mondo prima a suo governo e poi la sua desendenzia tuti desiderogravela signoria de le cosse terene Non guardando reverenzia luno a laltro perchegrave

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quel tenpo gli stava dinchontro el554 tenpio di Marte et fra luno elaltro era grandissima piazza dove sassengnavano etrapresentavano tutti e chavalieri quando tornavano da niunostormo555 ho dalchuno chomune bisongnio et questo era nelmartedigrave a chui cioegrave a Marte egrave dedichato el detto digrave Hor ecchoraghunati tutti e chavalieri si facieva al tenpio solenne sacrificiopoi si levava el somo pontefice in cierto luogho alto et chontava atutto el popolo per nome e morti nelle battaglie apresso chontavaper nome choloro che serano me portati a loro chomendazioneet perograve che Cessare fu armigero et bellichoso fu posto el chorposuo nel detto luogho e fu chiamata quella alta pietra lungha perlo maestro che fu hoperatore di tale ufizio lo quale fu grecho etebbe nome Lugolo ma poi che vi si pose la polvere di Cessareper chagione dellaquila sua arme la quale vera di sopra fuchiamata laquila di Cessare Gli Toschani dicono aguglia et indiegrave discieso gullia556 honde si dice la gullia di santo Pietro

Contrariamente a quanto si narra nel Libro Imperiale eattingendo a non so quali fonti Jacopo della Lana dice nel suoCommento557 laquoMorto Cesare secretamente la notte loseppellinno e costituinno Ottaviano Imperadoreraquo558554 Il cod al555 Il cod strenuo556 Il cod giulia557 Parad c VI558 Fra i codici Canoniciani della Bodlejana ad Oxford uno ve nha (n 136) chemi duole di non aver potuto piugrave attentamente esaminare durante un troppobreve soggiorno in quella cittagrave In esso si contiene una storia di Giulio Cesarein dialetto veneto compilata principalmente sopra Lucano e divisa in capitolicon le loro rubriche Il codice fu finito di scrivere Ano dni 1454 die primosetenbris La narrazione comincia da Romolo e Remo e giunge come nelLibro Imperiale sino ad Enrico VII di Lussemburgo ma dalla narrazione delLibro Imperiale egrave totalmente diversa Il titolo suona cosigrave Qui comenza lezesarie batalie Romane e come per suo prodeza se feze primo imperatoreComincia laquoLo nostro signor dio feze li zielli e poi le acque e tuto luniversomondo lo qualle mondo tuto sotomise ad Adamo nostro primo padre Adamoebe tutto el mondo prima a suo governo e poi la sua desendenzia tuti desiderogravela signoria de le cosse terene Non guardando reverenzia luno a laltro perchegrave

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Nei Mirabilia si descrive il sepolcro di Cesare accosto alVaticano laquoiuxta quod est memoria Caesaris id est agulia ubisplendide cinis eius in suo sarcophago requiescit ut sicut viventetotus mundus ei subiectus fuit ita eo mortuo usque in finemsaeculi subiciatur Cuius memoria inferius ornata fuit tabulisaereis et deauratis litteris latinis decenter depicta Superius veroad malum ubi requiescit auro et pretiosis lapidibus decoratur ubiscriptum est

Caesar tantus eras quantus et orbisSed nunc in modico clauderis antro

Et haec memoria sacrata fuit suo honore sicut adhuc apparet etlegiturraquo559 Questa descrizione si trova ripetuta infinite volte inlibri dogni maniera Nella Kaiserchronik si dice che le ossa diCesare furono poste in cima a un irmensucircl

sicircn gebeine ucircf ein irmensucircl sie begruoben560

LHolkoth si scosta dalla comune tradizione dicendo561 laquoLegiturin Chronicis quod anno ab urbe Roma condita XXIII (sic)populus Romanus columnam in foro Romano statuit et ibistatuam quoque Julii Caesaris statuerunt et super caput statuae

fusero de mazor etateraquo Non so in che relazione questo racconto possa stare coiracconti francesi ricordati di sopra A proposito della morte di Giulio Cesare alf 70 v si legge laquoLi Romani pilloro quello corpo e misselo ne la piaza Loremor fo grande per la tera A larme corse zitadi[ni] terreri populari eforestieri La parte che ozise Zesaro aveano de molti soi amizi armati i quallivenero a la piaza per suo difesa Ma li amizi de Zasero soperchiero per formache li zitadini che lolzise se convine fugir da la piaza se no seriano stati mortie insino fuora de la zitade sino a che lo remor arquanto se aquietograveraquo559 Lo stesso nella Graphia GIOVANNI CAVALLINO Polistoria l VII c I laquoiuxtaquod est agulia Cesaris primi monarche Romanorum in cuius pinaculo corpuseius interemptum urna sferica speculatur sepultumraquo560 V 624561 Liber moralizationum historiarum Moralitas III

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Nei Mirabilia si descrive il sepolcro di Cesare accosto alVaticano laquoiuxta quod est memoria Caesaris id est agulia ubisplendide cinis eius in suo sarcophago requiescit ut sicut viventetotus mundus ei subiectus fuit ita eo mortuo usque in finemsaeculi subiciatur Cuius memoria inferius ornata fuit tabulisaereis et deauratis litteris latinis decenter depicta Superius veroad malum ubi requiescit auro et pretiosis lapidibus decoratur ubiscriptum est

Caesar tantus eras quantus et orbisSed nunc in modico clauderis antro

Et haec memoria sacrata fuit suo honore sicut adhuc apparet etlegiturraquo559 Questa descrizione si trova ripetuta infinite volte inlibri dogni maniera Nella Kaiserchronik si dice che le ossa diCesare furono poste in cima a un irmensucircl

sicircn gebeine ucircf ein irmensucircl sie begruoben560

LHolkoth si scosta dalla comune tradizione dicendo561 laquoLegiturin Chronicis quod anno ab urbe Roma condita XXIII (sic)populus Romanus columnam in foro Romano statuit et ibistatuam quoque Julii Caesaris statuerunt et super caput statuae

fusero de mazor etateraquo Non so in che relazione questo racconto possa stare coiracconti francesi ricordati di sopra A proposito della morte di Giulio Cesare alf 70 v si legge laquoLi Romani pilloro quello corpo e misselo ne la piaza Loremor fo grande per la tera A larme corse zitadi[ni] terreri populari eforestieri La parte che ozise Zesaro aveano de molti soi amizi armati i quallivenero a la piaza per suo difesa Ma li amizi de Zasero soperchiero per formache li zitadini che lolzise se convine fugir da la piaza se no seriano stati mortie insino fuora de la zitade sino a che lo remor arquanto se aquietograveraquo559 Lo stesso nella Graphia GIOVANNI CAVALLINO Polistoria l VII c I laquoiuxtaquod est agulia Cesaris primi monarche Romanorum in cuius pinaculo corpuseius interemptum urna sferica speculatur sepultumraquo560 V 624561 Liber moralizationum historiarum Moralitas III

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nomen IULII scripserunt et sub ipsa statua eum sepeliveruntraquoGiovanni Beleth chiama lagulia piramide nel Liber deecclesiasticis officiis562 laquoPyramis dicitur a Pyr quod est ignisSicut ignis a lato incipit et tendit in altum sic et pyramis et estaltissimum genus sepulture Talis est Rome in qua fuerunt positicineres Julii Cesaris et vocatur acus sancti Petriraquo In una brevestoria francese degli imperatori che si conserva manoscritta nellaNazionale di Torino563 il nome dellagulia diventa il nome di unapiazza le ceneri di Giulio Cesare riposano laquoen une pommedereen doree sor une haulte colombe de marbre ou marchietquon dist Julie a Rommeraquo Enenkel sembra confondere laguliacon la colonna Antonina o Trajana564

Che la tradizione riportata nei Mirabilia si leghi per qualcheparte a quanto della colonna di Cesare narra Svetonio mi sembrainnegabile Dice Svetonio565 che il popolo eresse in onore diCesare morto una colonna alta venti piedi laquoSolidam columnamprope XX pedum lapidis numidici in Foro statuit scripsitqueParenti Patriae apud eandem longo tempore sacrificare votasuscipere controversias quasdam interposito per Caesaremjurejurando distrahere perseveravitraquo Sebbene Svetonio non fossenel medio evo tra gli scrittori piugrave conosciuti non era perograve traglignorati e questo passo deve avere contribuito a far nascere laleggenda dei Mirabilia LAnonimo Magliabecchiano ritorna inparte alla tradizione classica Egli sa che la guglia in Vaticano nonegrave il sepolcro di Cesare ma asserisce invece che vi erano stateposte le ceneri di Ottaviano e di Tiberio Nel capitolo delle agulieegli dice laquoAlia vero minoris longitudinis posita fuit in Vaticano

562 C 159 Traggo questo passo da un codice nella stampa veneziana del 1577esso occorre alquanto diverso Inoltre lautore soggiunge laquoSimilempyramidem (extruxit Cesar Turonis iuxta ripam Liguris et in ea inclusitcuiusdam sui amici cineres qui fuit interfectusraquo563 Cod L II 10 f 106 v564 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 537565 Caes 85

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nomen IULII scripserunt et sub ipsa statua eum sepeliveruntraquoGiovanni Beleth chiama lagulia piramide nel Liber deecclesiasticis officiis562 laquoPyramis dicitur a Pyr quod est ignisSicut ignis a lato incipit et tendit in altum sic et pyramis et estaltissimum genus sepulture Talis est Rome in qua fuerunt positicineres Julii Cesaris et vocatur acus sancti Petriraquo In una brevestoria francese degli imperatori che si conserva manoscritta nellaNazionale di Torino563 il nome dellagulia diventa il nome di unapiazza le ceneri di Giulio Cesare riposano laquoen une pommedereen doree sor une haulte colombe de marbre ou marchietquon dist Julie a Rommeraquo Enenkel sembra confondere laguliacon la colonna Antonina o Trajana564

Che la tradizione riportata nei Mirabilia si leghi per qualcheparte a quanto della colonna di Cesare narra Svetonio mi sembrainnegabile Dice Svetonio565 che il popolo eresse in onore diCesare morto una colonna alta venti piedi laquoSolidam columnamprope XX pedum lapidis numidici in Foro statuit scripsitqueParenti Patriae apud eandem longo tempore sacrificare votasuscipere controversias quasdam interposito per Caesaremjurejurando distrahere perseveravitraquo Sebbene Svetonio non fossenel medio evo tra gli scrittori piugrave conosciuti non era perograve traglignorati e questo passo deve avere contribuito a far nascere laleggenda dei Mirabilia LAnonimo Magliabecchiano ritorna inparte alla tradizione classica Egli sa che la guglia in Vaticano nonegrave il sepolcro di Cesare ma asserisce invece che vi erano stateposte le ceneri di Ottaviano e di Tiberio Nel capitolo delle agulieegli dice laquoAlia vero minoris longitudinis posita fuit in Vaticano

562 C 159 Traggo questo passo da un codice nella stampa veneziana del 1577esso occorre alquanto diverso Inoltre lautore soggiunge laquoSimilempyramidem (extruxit Cesar Turonis iuxta ripam Liguris et in ea inclusitcuiusdam sui amici cineres qui fuit interfectusraquo563 Cod L II 10 f 106 v564 V MASSMANN Kaiserchronik v III p 537565 Caes 85

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cum cineribus duorum imperatorum scilicet Octaviani etTiberii566 Poi soggiunge laquoAlia vero fuit posita in Foro maiorisub Capitolio a latere sancti Adriani unde per Viam Sacramintrabatur per eam et ibi cum cinere et ossibus Iulii Caesarisposita fuit et fuit quadraginta pedum cum stella in verticepropter quod in illis diebus mortis Caesaris apparuit stella comataque visa fuit ab omnibus ut Suetonius ait animam Caesaris essein coelum ascensamraquo E piugrave oltre dice ancora laquo cadaver IuliiCaesaris fuit combustum iuxta tumulum Iuliae praedictae etpostea positum in agulia in Foro publico ut vult Suetoniusparticulariter narrando de vita morte virtutibus et viciisipsiusraquo567 Ma la storia francese anonima di Giulio Cesare siraccosta ancor piugrave a Svetonio quando dice568 laquoPuis fist fere lipueples a Cesar une piramide numidienne quarree sor IIIcolombes de cuivre haute et masseice en son fu mise la poudredou cors Cesar en un pomel de cuivre dore Li cors de la colombedisoit Ci gist li peres dou pais Lonc tens fist hom illec sacreficeset veuz et iuroient illec de leurs quereles par Cesar ainsi et ainsiraquo

Ma non piccola parte nella formazione della leggendamedievale ebbe probabilmente il nome stesso di agulia IlMassmann pone innanzi ma senza risolverlo il dubbio se maiagulia non derivi da Julia e ricorda come in Roma ci fosse labasilica Julia la curia Julia la porticus Julia ecc569 Ma non vi

566 Ciograve egrave poi dallAnonimo ripetuto anche altrove A questo suo errore diedecertamente origine liscrizione seguente che si legge sullobelisco vaticanoDIVO CAESARI DIVI IVLII F AVGVSTO TI CAESARI DIVIAVGVSTI F AVGVSTO SACRVM LAnonimo dice sepolti sotto a guglieanche Trajano ed Antonino Pio567 Degli avanzi di questa guglia dice inoltre laquoAlia quae nunc fracta in sanctoMauro puto postquam secundum apparentiam alicuius tituli ibi stat quod fuitilla in Foro ubi cinis et ossa Caesaris steterunt quia longitudo quasi apparetcum illis aliis tribus petiis circa ipsam existentibus et de loco ubi ipsa nuncstat nullum aliud dicitur nisi quod vulgariter dicitur schola Brutiraquo568 Cod Vatic 4792 f 212 v col 1a e 2a Cf il passo corrispondente dellaversione italiana c 67569 Kaiserch v III p 538

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cum cineribus duorum imperatorum scilicet Octaviani etTiberii566 Poi soggiunge laquoAlia vero fuit posita in Foro maiorisub Capitolio a latere sancti Adriani unde per Viam Sacramintrabatur per eam et ibi cum cinere et ossibus Iulii Caesarisposita fuit et fuit quadraginta pedum cum stella in verticepropter quod in illis diebus mortis Caesaris apparuit stella comataque visa fuit ab omnibus ut Suetonius ait animam Caesaris essein coelum ascensamraquo E piugrave oltre dice ancora laquo cadaver IuliiCaesaris fuit combustum iuxta tumulum Iuliae praedictae etpostea positum in agulia in Foro publico ut vult Suetoniusparticulariter narrando de vita morte virtutibus et viciisipsiusraquo567 Ma la storia francese anonima di Giulio Cesare siraccosta ancor piugrave a Svetonio quando dice568 laquoPuis fist fere lipueples a Cesar une piramide numidienne quarree sor IIIcolombes de cuivre haute et masseice en son fu mise la poudredou cors Cesar en un pomel de cuivre dore Li cors de la colombedisoit Ci gist li peres dou pais Lonc tens fist hom illec sacreficeset veuz et iuroient illec de leurs quereles par Cesar ainsi et ainsiraquo

Ma non piccola parte nella formazione della leggendamedievale ebbe probabilmente il nome stesso di agulia IlMassmann pone innanzi ma senza risolverlo il dubbio se maiagulia non derivi da Julia e ricorda come in Roma ci fosse labasilica Julia la curia Julia la porticus Julia ecc569 Ma non vi

566 Ciograve egrave poi dallAnonimo ripetuto anche altrove A questo suo errore diedecertamente origine liscrizione seguente che si legge sullobelisco vaticanoDIVO CAESARI DIVI IVLII F AVGVSTO TI CAESARI DIVIAVGVSTI F AVGVSTO SACRVM LAnonimo dice sepolti sotto a guglieanche Trajano ed Antonino Pio567 Degli avanzi di questa guglia dice inoltre laquoAlia quae nunc fracta in sanctoMauro puto postquam secundum apparentiam alicuius tituli ibi stat quod fuitilla in Foro ubi cinis et ossa Caesaris steterunt quia longitudo quasi apparetcum illis aliis tribus petiis circa ipsam existentibus et de loco ubi ipsa nuncstat nullum aliud dicitur nisi quod vulgariter dicitur schola Brutiraquo568 Cod Vatic 4792 f 212 v col 1a e 2a Cf il passo corrispondente dellaversione italiana c 67569 Kaiserch v III p 538

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puograve essere luogo a cosigrave fatto dubbio quando letimologia diaguglia (agulia egrave forma latinizzata) egrave conosciuta e manifestaacus acucula agucchia-aguglia come speculum specchio-speglio Nel medio evo si credette che guglia altro non fosse cheuna corruzione di giulia e su questo epiteto (Colonna giulia o adirittura la Giulia) si fabbricograve secondo il vezzo dei tempi laleggenda570 Molti scrittori affermano che in origine la guglia sichiamograve Julia e Gervasio di Tilbury la chiama Julia Petra571 Atale proposito si hanno nel Pantheon572 di Gotofredo da Viterboquesti versi

Mira sepultura stat Caesaris alta columnaDicta fuit Julia sed populus dicit Agullam

Aurea concha patet qua cinis ipse jacet573

Nelle giagrave citate croniche latine da Noegrave sino allanno 625dellera volgare si dice574 laquoEius vero Iulii cadaver fuitincineratum et positum in cacumen cuius-[dam] columnemirabilis altitudinis que longo tempore dicta fuit Iulia modovulgari sermone dicitur Agugiaraquo575 E in certe cronachefrancesi576 laquoEt fut intimules a Romme ou marchie en lacolumpne laquelle est nommee Iuleraquo Piugrave esplicitamente ancora570 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 557571 Otia imperialia decis II 9572 Parte XVa573 Ma nello Speculum Regum (ap PERTZ Script t XXII v 837-9)

Mira sepultura stat Caesaris alta columpnaRegia tructura que rite vocatur Agula

574 Cod della Nazion di Torino H V 37 f 45 v a 46 r575 In certe altre cronache manoscritte conservate ancor esse nella Nazion diTorino (cod E V 8 f 2 r col 1a) egrave detto laquoIn concha aurea super columpnamque olim Iulia nunc acus sancti Petri dicitur sepeliturraquo Nella cronaca diGiordano (cod Vatic 1960 f 80 v col 1a) laquoIn Foro quoque columna lapideaprope XX pedum erecta est super quam tumulatus est aiulia dicta est nuncacus vocaturraquo576 Cod della Nazion di Torino L IV 27 f 117 v

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puograve essere luogo a cosigrave fatto dubbio quando letimologia diaguglia (agulia egrave forma latinizzata) egrave conosciuta e manifestaacus acucula agucchia-aguglia come speculum specchio-speglio Nel medio evo si credette che guglia altro non fosse cheuna corruzione di giulia e su questo epiteto (Colonna giulia o adirittura la Giulia) si fabbricograve secondo il vezzo dei tempi laleggenda570 Molti scrittori affermano che in origine la guglia sichiamograve Julia e Gervasio di Tilbury la chiama Julia Petra571 Atale proposito si hanno nel Pantheon572 di Gotofredo da Viterboquesti versi

Mira sepultura stat Caesaris alta columnaDicta fuit Julia sed populus dicit Agullam

Aurea concha patet qua cinis ipse jacet573

Nelle giagrave citate croniche latine da Noegrave sino allanno 625dellera volgare si dice574 laquoEius vero Iulii cadaver fuitincineratum et positum in cacumen cuius-[dam] columnemirabilis altitudinis que longo tempore dicta fuit Iulia modovulgari sermone dicitur Agugiaraquo575 E in certe cronachefrancesi576 laquoEt fut intimules a Romme ou marchie en lacolumpne laquelle est nommee Iuleraquo Piugrave esplicitamente ancora570 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v III p 557571 Otia imperialia decis II 9572 Parte XVa573 Ma nello Speculum Regum (ap PERTZ Script t XXII v 837-9)

Mira sepultura stat Caesaris alta columpnaRegia tructura que rite vocatur Agula

574 Cod della Nazion di Torino H V 37 f 45 v a 46 r575 In certe altre cronache manoscritte conservate ancor esse nella Nazion diTorino (cod E V 8 f 2 r col 1a) egrave detto laquoIn concha aurea super columpnamque olim Iulia nunc acus sancti Petri dicitur sepeliturraquo Nella cronaca diGiordano (cod Vatic 1960 f 80 v col 1a) laquoIn Foro quoque columna lapideaprope XX pedum erecta est super quam tumulatus est aiulia dicta est nuncacus vocaturraquo576 Cod della Nazion di Torino L IV 27 f 117 v

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Honoreacute Bonnor577 laquoMais apres sa mort les rommains le firentmettre en ung moult riche tombel sur une columpne de marbre enla plus belle place du marchie de Romme Et fut appellee lacolonne iulienne et est encoresraquo Nella Cronaca di Alfonso ilSavio si legge578 laquo egrave metieron los polvos del en una manccedilanade oro y fizieron un pilar mucho alto agrave maravilla egrave muy fermosode muy fuerte piedra egrave pusieron aquella manccedilana eu somo egravepusieron nombre aquel Pila Iulla por honra de Iullo Cesar egraveagora es llamada el Aguja de Romaraquo E Francesco da Buti579 laquoil corpo suo fu incenerato e messo in uno vasello di metallo in suuna pietra altissima che oggi egrave chiamata la Giulia e checomunemente si dice la Gugliaraquo Persino il Boccaccio parlandodi Cesare nel De casibus illustrium virorum dice che il veronome di quella che il volgo chiama Agulia egrave Giulia

A far sigrave che la leggenda si legasse piuttosto allobeliscovaticano che non ad altro puograve avere anche contribuito liscrizioneriportata di sopra e le parole dei Mirabilia lo farebbero credere

Circa laltezza della guglia discordano molto le indicazioni Iventi piedi assegnati da Svetonio alla colonna eretta in onor diCesare ricompariscono qua e lagrave ma sono piugrave spesso oltrepassatidi molto Enenkel parla di 6 klafter ossia 36 piedi una versionetedesca di Martino Polono citata dal Massmann580 di 120 piedi ecosigrave ancora Honoregrave Bonnor Ranulfo Higden di 250 Lameraviglia che un monumento sigrave fatto inspira nel medio evo sipalesa in due versi che compajono in alcune recensioni deiMirabilia e in molte altre scritture

Si lapis est unus dic qua fuit arte levatusSi lapides multi dic ubi contigui581

577 Larbre des batailles parte II c 13578 Parte 1a c CVI579 Commento alla Divina Commedia c IV v 121-9580 Kaiserch v III p 538581 Oppure

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Honoreacute Bonnor577 laquoMais apres sa mort les rommains le firentmettre en ung moult riche tombel sur une columpne de marbre enla plus belle place du marchie de Romme Et fut appellee lacolonne iulienne et est encoresraquo Nella Cronaca di Alfonso ilSavio si legge578 laquo egrave metieron los polvos del en una manccedilanade oro y fizieron un pilar mucho alto agrave maravilla egrave muy fermosode muy fuerte piedra egrave pusieron aquella manccedilana eu somo egravepusieron nombre aquel Pila Iulla por honra de Iullo Cesar egraveagora es llamada el Aguja de Romaraquo E Francesco da Buti579 laquoil corpo suo fu incenerato e messo in uno vasello di metallo in suuna pietra altissima che oggi egrave chiamata la Giulia e checomunemente si dice la Gugliaraquo Persino il Boccaccio parlandodi Cesare nel De casibus illustrium virorum dice che il veronome di quella che il volgo chiama Agulia egrave Giulia

A far sigrave che la leggenda si legasse piuttosto allobeliscovaticano che non ad altro puograve avere anche contribuito liscrizioneriportata di sopra e le parole dei Mirabilia lo farebbero credere

Circa laltezza della guglia discordano molto le indicazioni Iventi piedi assegnati da Svetonio alla colonna eretta in onor diCesare ricompariscono qua e lagrave ma sono piugrave spesso oltrepassatidi molto Enenkel parla di 6 klafter ossia 36 piedi una versionetedesca di Martino Polono citata dal Massmann580 di 120 piedi ecosigrave ancora Honoregrave Bonnor Ranulfo Higden di 250 Lameraviglia che un monumento sigrave fatto inspira nel medio evo sipalesa in due versi che compajono in alcune recensioni deiMirabilia e in molte altre scritture

Si lapis est unus dic qua fuit arte levatusSi lapides multi dic ubi contigui581

577 Larbre des batailles parte II c 13578 Parte 1a c CVI579 Commento alla Divina Commedia c IV v 121-9580 Kaiserch v III p 538581 Oppure

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Ma Alessandro Neckam egrave il solo che spieghi il miracolo582

Julia stat cinerum servatrix fida tuorumJuli materiam consulis error adest

Marmoreus pulvis contritus aquae sociatusTrullam commendat artificisque manum

Sic surrexit opus sic est erecta columnaBasi bis bino fulta leone sedet

I due versi che nel passo dei Mirabilia riportato piugrave sopraformano lepitafio di Giulio Cesare si ritrovano anchessi in moltiluoghi o semplicemente ripetuti oppure variati parafrasati

Sed si sint plures dic ubi congeries

o anche semplicemente

Si plures dic ubi contigui

Qualche volta i versi sono tre come nei Mirabilia di un Codice Harlejano (n562 f 5 r)

Si lapis sit unus dic qua sit arte levatusSi lapides bini dic ubi contiguiSi lapides plures dic ubi congeries

Qualche altra volta giungono a quattro come nei Mirabilia di un codiceCasanatense segnato D V 13 f 148 v

Mira sepultura stat Cesaris alta columpnaRegia structura quanta non extat in aulaSi lapis est unus dic qua fuit arte levatusEt si sunt plures dic ubi congeries

Cosigrave si ha presso a poco anche nei Mirabilia Rome urbis piugrave volte stampati daStefano Planck Spesso questi versi vanno a legarsi coi due giagrave riportati disopra i quali formano propriamente lepitafio di Giulio Cesare582 De laudibus divinae sapientiae dist Va v 316-20

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Ma Alessandro Neckam egrave il solo che spieghi il miracolo582

Julia stat cinerum servatrix fida tuorumJuli materiam consulis error adest

Marmoreus pulvis contritus aquae sociatusTrullam commendat artificisque manum

Sic surrexit opus sic est erecta columnaBasi bis bino fulta leone sedet

I due versi che nel passo dei Mirabilia riportato piugrave sopraformano lepitafio di Giulio Cesare si ritrovano anchessi in moltiluoghi o semplicemente ripetuti oppure variati parafrasati

Sed si sint plures dic ubi congeries

o anche semplicemente

Si plures dic ubi contigui

Qualche volta i versi sono tre come nei Mirabilia di un Codice Harlejano (n562 f 5 r)

Si lapis sit unus dic qua sit arte levatusSi lapides bini dic ubi contiguiSi lapides plures dic ubi congeries

Qualche altra volta giungono a quattro come nei Mirabilia di un codiceCasanatense segnato D V 13 f 148 v

Mira sepultura stat Cesaris alta columpnaRegia structura quanta non extat in aulaSi lapis est unus dic qua fuit arte levatusEt si sunt plures dic ubi congeries

Cosigrave si ha presso a poco anche nei Mirabilia Rome urbis piugrave volte stampati daStefano Planck Spesso questi versi vanno a legarsi coi due giagrave riportati disopra i quali formano propriamente lepitafio di Giulio Cesare582 De laudibus divinae sapientiae dist Va v 316-20

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tradotti In una cronaca francese manoscritta si leggono iseguenti583

Cesar tu voulsis tout le mondeEt tu es en boullecte rondeSaiche chascun quil morraIa la mort gloire ne tendra

Talvolta la iscrizione si riduce di un verso solo come

Vase sub hoc modico clauditur orbis heros584

Secondo la giagrave citata versione tedesca dei Mirabilia sulla gugliaera scritto

Roma caput mundi tenet orbis frena rotundiRoma caput mundi super omnes esse novisti

I versi Caesar tantus eras ecc fanno parte di un lungoepitafio che appartenne o ad Enrico III (m 1056) o a Lotario II(m 1137)585 Una poesia di Benzone nel VI libro del suo scrittoAd Heinricum IV imperatorem586 comincia col verso

Tantus es o caesar quantus et orbis

Allepitafio di Giulio Cesare possono fare riscontro questi dueversi di un epitafio di Alessandro Magno riportato nel Libro delos Enxemplos587

583 Cod L IV 18 della Nazion di Torino f 40 v584 Cod E V 8 della Nazion di Torino f 2 r col Ia585 Come di Enrico III lo riferisce GUGLIELMO DI MALMESBURY De Gestis RegumAnglorum l II (ap PERTZ Script t X p 468-9) Cf lAnthologia delBURMANN v II p 153586 Ap PERTZ Script t XI p 668587 CCXXV

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tradotti In una cronaca francese manoscritta si leggono iseguenti583

Cesar tu voulsis tout le mondeEt tu es en boullecte rondeSaiche chascun quil morraIa la mort gloire ne tendra

Talvolta la iscrizione si riduce di un verso solo come

Vase sub hoc modico clauditur orbis heros584

Secondo la giagrave citata versione tedesca dei Mirabilia sulla gugliaera scritto

Roma caput mundi tenet orbis frena rotundiRoma caput mundi super omnes esse novisti

I versi Caesar tantus eras ecc fanno parte di un lungoepitafio che appartenne o ad Enrico III (m 1056) o a Lotario II(m 1137)585 Una poesia di Benzone nel VI libro del suo scrittoAd Heinricum IV imperatorem586 comincia col verso

Tantus es o caesar quantus et orbis

Allepitafio di Giulio Cesare possono fare riscontro questi dueversi di un epitafio di Alessandro Magno riportato nel Libro delos Enxemplos587

583 Cod L IV 18 della Nazion di Torino f 40 v584 Cod E V 8 della Nazion di Torino f 2 r col Ia585 Come di Enrico III lo riferisce GUGLIELMO DI MALMESBURY De Gestis RegumAnglorum l II (ap PERTZ Script t X p 468-9) Cf lAnthologia delBURMANN v II p 153586 Ap PERTZ Script t XI p 668587 CCXXV

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El mundo non me bastava a mi todo sometidoTieacuteneme logar breve que en el mundo non era cabido 588

Il sepolcro di Giulio Cesare creduto anche da taluno opera diVirgilio589 ebbe diffusa e durevole celebritagrave Nel DittamondoRoma lo fa vedere tra laltre meraviglie al poeta

Vedi lagrave il pome ove il cener fu miso590

588 Veggansi a tale proposito le considerazioni che tre o piugrave filosofi fannosopra la tomba di Alessandro Magno in parecchie storie delleroe nei GestaRomanorum (n 31 p 329 ed Oesterley) nella Summa praedicantium diGIOVANNI BROMYARD (Lett M cap XI 140) nel Libro de los buenos proverbiosque dieron los philosophos (KNUST Mittheilungen aus dem Eskurial Bibliothd Litter Ver CXLI 1879) ecc Cf LIEBRECHT Des Gervasius von Tilbury Otiaimperialia n 20 p 87-8 Il codice Mediceo Palatino della Laurenzianacontrassegnato col n 119 contiene dal f 140 r al 141 r nove sonetti che sipongono in bocca di Salomone Ettore Achille Enea Sansone Paride ErcoleCesare Questultimo dice

Io fui lardito Ciesere inperiereDogni paese volli esser signoreLanimo mio fu di tanto valoreCha ogni afanno volli essere primiere

Reggi singnori e tutte lor bandierePer mio chomando sivan dentro e foreEd ebbi in me tanto valente choreChio non temetti di niun suo podere

Non ebbi mai paura di morireNegrave giagrave temetti un grande stormo (sic)Anzi mi confortava e ringioire

Il cor me ne sentia abiendo attornoI franchi chavalier pien dongni ardireNelle battaglie sanza far soggiorno

E tutto mio poter moriacute in un giorno589 Giovanni dOutremeuse dice (op cit v I p 243) che esso fu fatto a quelmodo per consiglio di Virgilio Secondo una leggenda riferita da Gutierre Diazde Games e dallo stesso Giovanni dOutremeuse la guglia in cima alla qualefurono poste le ceneri di Giulio Cesare doveva servire a Salomone VCOMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 102590 Cosigrave e non

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El mundo non me bastava a mi todo sometidoTieacuteneme logar breve que en el mundo non era cabido 588

Il sepolcro di Giulio Cesare creduto anche da taluno opera diVirgilio589 ebbe diffusa e durevole celebritagrave Nel DittamondoRoma lo fa vedere tra laltre meraviglie al poeta

Vedi lagrave il pome ove il cener fu miso590

588 Veggansi a tale proposito le considerazioni che tre o piugrave filosofi fannosopra la tomba di Alessandro Magno in parecchie storie delleroe nei GestaRomanorum (n 31 p 329 ed Oesterley) nella Summa praedicantium diGIOVANNI BROMYARD (Lett M cap XI 140) nel Libro de los buenos proverbiosque dieron los philosophos (KNUST Mittheilungen aus dem Eskurial Bibliothd Litter Ver CXLI 1879) ecc Cf LIEBRECHT Des Gervasius von Tilbury Otiaimperialia n 20 p 87-8 Il codice Mediceo Palatino della Laurenzianacontrassegnato col n 119 contiene dal f 140 r al 141 r nove sonetti che sipongono in bocca di Salomone Ettore Achille Enea Sansone Paride ErcoleCesare Questultimo dice

Io fui lardito Ciesere inperiereDogni paese volli esser signoreLanimo mio fu di tanto valoreCha ogni afanno volli essere primiere

Reggi singnori e tutte lor bandierePer mio chomando sivan dentro e foreEd ebbi in me tanto valente choreChio non temetti di niun suo podere

Non ebbi mai paura di morireNegrave giagrave temetti un grande stormo (sic)Anzi mi confortava e ringioire

Il cor me ne sentia abiendo attornoI franchi chavalier pien dongni ardireNelle battaglie sanza far soggiorno

E tutto mio poter moriacute in un giorno589 Giovanni dOutremeuse dice (op cit v I p 243) che esso fu fatto a quelmodo per consiglio di Virgilio Secondo una leggenda riferita da Gutierre Diazde Games e dallo stesso Giovanni dOutremeuse la guglia in cima alla qualefurono poste le ceneri di Giulio Cesare doveva servire a Salomone VCOMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 102590 Cosigrave e non

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Di colui che giagrave fe tremar il mondoPiugrave chaltro mai secondo il mio avviso

Nel orda

la Guglia ovegrave il pomo chaccoglieoIl cener di chi senza DurlindanaOrbem terrarum si sottometteo

Il valore e la sicuranza di Cesare sono dagli scrittori del medioevo ricordati e celebrati assai spesso Ma Giovanni Fordunnarra591 citando un Riccardo (Cluniacense)592 cosa che nonparrebbe troppo onorifica alleroe negrave consona col disprezzochegli soleva mostrare dei pericoli Dice questo cronista cheCesare si portava dietro nelle sue spedizioni una piccola casafatta di grandi pietre lisce le quali facilmente si potevanoscommettere e ricommettere In essa usava Cesare di ripararsiper istarvi piugrave sicuro che non sotto la tenda laquout in ea singulisdiebus qualibet statione reedificata securius quiesceret quamtentorioraquo

Bruto e Cassio uccisori come si diceva per invidia ne vannodurante tutto il medio evo coperti dinfamia Guiraut de Calansonli considera come traditori del loro signore nel Fioretto di

Vedi lagrave il ponte ove il cimier fu miso

come spropositatamente reca ledizione milanese del 1826 Il Jordan nonconoscendone altra confessograve (op cit v II p 391) di non intendere a che cosaFazio degli Uberti avesse voluto alludere Ledizione veneziana del 1501leggeva ancora

Vidi la el pome ove l cenner fu miso591 Ap GALE Historiae britannicae el anglicanae Scriptores t XX v I p596592 La cronaca di Riccardo di Cluny fu pubblicata solamente in parte Nelmanoscritto della Bibl Nation di Parigi segnato 5014 nulla trovai chegiustificasse la citazione di Giovanni Fordun

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Di colui che giagrave fe tremar il mondoPiugrave chaltro mai secondo il mio avviso

Nel orda

la Guglia ovegrave il pomo chaccoglieoIl cener di chi senza DurlindanaOrbem terrarum si sottometteo

Il valore e la sicuranza di Cesare sono dagli scrittori del medioevo ricordati e celebrati assai spesso Ma Giovanni Fordunnarra591 citando un Riccardo (Cluniacense)592 cosa che nonparrebbe troppo onorifica alleroe negrave consona col disprezzochegli soleva mostrare dei pericoli Dice questo cronista cheCesare si portava dietro nelle sue spedizioni una piccola casafatta di grandi pietre lisce le quali facilmente si potevanoscommettere e ricommettere In essa usava Cesare di ripararsiper istarvi piugrave sicuro che non sotto la tenda laquout in ea singulisdiebus qualibet statione reedificata securius quiesceret quamtentorioraquo

Bruto e Cassio uccisori come si diceva per invidia ne vannodurante tutto il medio evo coperti dinfamia Guiraut de Calansonli considera come traditori del loro signore nel Fioretto di

Vedi lagrave il ponte ove il cimier fu miso

come spropositatamente reca ledizione milanese del 1826 Il Jordan nonconoscendone altra confessograve (op cit v II p 391) di non intendere a che cosaFazio degli Uberti avesse voluto alludere Ledizione veneziana del 1501leggeva ancora

Vidi la el pome ove l cenner fu miso591 Ap GALE Historiae britannicae el anglicanae Scriptores t XX v I p596592 La cronaca di Riccardo di Cluny fu pubblicata solamente in parte Nelmanoscritto della Bibl Nation di Parigi segnato 5014 nulla trovai chegiustificasse la citazione di Giovanni Fordun

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Croniche degli imperadori si dice che essi per astio e per invidiauccisero Cesare a grande tradizione in sul palazzo delCampidoglio dove si teneva la ragione Dante li condanna allapena piugrave fiera insieme con Giuda Iscariotto nellultimo fondodellinferno593 In un poemetto in terza rima di Manetto Ciaccherisu tutti i traditori del mondo egrave la seguente terzina594

Conobbi cierto che questo era BrutoChe vedova fe Roma del suo figlioIniquo traditore e disoluto

Perchegrave la riputazione di Bruto e di Cassio si risollevi alquantobisogna aspettare il Rinascimento nel Trionfo della Fama595 ilPetrarca trova luogo ai due Bruti

Della famiglia di Giulio Cesare poco si parla Il LibroImperiale ricorda chegli amograve Cleopatra ed ebbe un figliuolo dalei laquoMa Chreopatra amograve egli sopra tutte laltre la quale egli fecevenire a Roma e tennela gran tempo et di lei ebbe un figliuoloche si chiamograve Ceserano (altrove Cesario) poi la rimandograve inEgitto chon grandissimi doni Cessare fu molto lussurioso epocho innanzi che egli morisse avea fatto una legge che ongniuomo et donna fusse lecito a usare charnalitagrave per cresciere etmultiplichare il popolo et questo faceva per levare da se elbiasimo magioraquo596 Di questi amori con Cleopatra Giovanni di

593 Inf c XXXIV V 61-7 Quella compagnia e il silenzio che Dante serba sulloro delitto dicon piugrave di ogni discorso594 Cod Laurenz pl LXII 19 f 47 r col 1a595 C I596 L 1 c 23 cod Casanat p 24 col 2a Di un altro Giulio Cesareimperatore ancor esso di Roma si legge nel Roman de Merlin una storia assaistravagante Merlino lasciata la Bretagna e il re Artugrave se ne andograve a stare peralcun tempo nella foresta di Romania en la forest de Romenie Era alloraimperatore di Roma un Giulio Cesare mais ce ne fut mie ce Iulius Cesar quele chevalier Mars occist en son pavillon ou royaulme de Persie mais fut celuique messire Gauvain le nepveu au roy Artus occist en la bataille dessoubsLangres pour ce qu il avoit desfie le Roy Artus La moglie di questo Giulio

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Croniche degli imperadori si dice che essi per astio e per invidiauccisero Cesare a grande tradizione in sul palazzo delCampidoglio dove si teneva la ragione Dante li condanna allapena piugrave fiera insieme con Giuda Iscariotto nellultimo fondodellinferno593 In un poemetto in terza rima di Manetto Ciaccherisu tutti i traditori del mondo egrave la seguente terzina594

Conobbi cierto che questo era BrutoChe vedova fe Roma del suo figlioIniquo traditore e disoluto

Perchegrave la riputazione di Bruto e di Cassio si risollevi alquantobisogna aspettare il Rinascimento nel Trionfo della Fama595 ilPetrarca trova luogo ai due Bruti

Della famiglia di Giulio Cesare poco si parla Il LibroImperiale ricorda chegli amograve Cleopatra ed ebbe un figliuolo dalei laquoMa Chreopatra amograve egli sopra tutte laltre la quale egli fecevenire a Roma e tennela gran tempo et di lei ebbe un figliuoloche si chiamograve Ceserano (altrove Cesario) poi la rimandograve inEgitto chon grandissimi doni Cessare fu molto lussurioso epocho innanzi che egli morisse avea fatto una legge che ongniuomo et donna fusse lecito a usare charnalitagrave per cresciere etmultiplichare il popolo et questo faceva per levare da se elbiasimo magioraquo596 Di questi amori con Cleopatra Giovanni di

593 Inf c XXXIV V 61-7 Quella compagnia e il silenzio che Dante serba sulloro delitto dicon piugrave di ogni discorso594 Cod Laurenz pl LXII 19 f 47 r col 1a595 C I596 L 1 c 23 cod Casanat p 24 col 2a Di un altro Giulio Cesareimperatore ancor esso di Roma si legge nel Roman de Merlin una storia assaistravagante Merlino lasciata la Bretagna e il re Artugrave se ne andograve a stare peralcun tempo nella foresta di Romania en la forest de Romenie Era alloraimperatore di Roma un Giulio Cesare mais ce ne fut mie ce Iulius Cesar quele chevalier Mars occist en son pavillon ou royaulme de Persie mais fut celuique messire Gauvain le nepveu au roy Artus occist en la bataille dessoubsLangres pour ce qu il avoit desfie le Roy Artus La moglie di questo Giulio

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Tuim narra molto diffusamente ma non egrave da esso per certo cheattinge lautore del Libro Imperiale In Germania si diede aCesare una sorella per nome Germana Giovanni dOutremeusenomina Evia sua moglie e Felibia sua figliuola quella che fece laburla del canestro a Virgilio NellHuon de Bordeaux597 GiulioCesare sposa la fata Morgana sorella di Artugrave e diventa padre delnano Oberon In alcuni romanzi in prosa derivati dallHuon deBordeaux Oberon nasce dalla Signora dellIsola Nascosta cioegravedellisola di Cefalonia la quale Signora aveva ricevuto GiulioCesare e se nera innamorata Nel Prologo di quel poema GiulioCesare egrave fatto figliuolo di Cesario imperatore di Roma e diBrunehaut figliuola di Giuda Maccabeo e regina delle fate NellaSaga islandese di Helis il Cavaliere del Cigno questi egrave dettofigliuolo di Giulio Cesare e figliuolo di Giulio Cesare egrave il buoncavaliere Tronc nel romanzo dIsaie le Triste e persino SanGiorgio Abbiamo veduto i Colonnesi ed altre famiglie illustri di

Cesare la quelle estoit une des belles dames de tout le monde mais moult futchaulde et luxurieuse de son corps tiene con segrave dodici giovani scudieri inabito di donzella coi quali tutti si giace quando limperatore non egrave in cittagraveAdvenable figliuola di Mathan duca di Germania capita a Roma in abitimaschili si fa chiamare Grisendoles ed entra nelle grazie dellimperatore chela fa cavaliere e siniscalco dellimpero Una notte Giulio Cesare sogna unatroja coronata che si fa montare da dodici piccoli leoni e che egli dagrave insiemecon questi alle fiamme Turbato del sogno vuol saperne il significato Mentresiede a mensa co suoi baroni Merlino trasformato in cervo entra nella cittagravemettendola tutta a soqquadro si caccia nella sala del banchetto travolgendoogni cosa e dice a Giulio Cesare che non isperi di conoscere ciograve che desiderafinchegrave un uomo selvaggio non glielo sveli Poi se ne torna alla selva Cesarepromette la figliuola e mezzo il regno a chi sapragrave condurgli luomo selvaggio oil cervo Molti ci si provano invano Un cignale insegna a Grisendoles il mododi venire a capo della impresa a cui anchella segrave accinta Luomo selvaggiocioegrave Merlino condotto dinnanzi allimperatore scopre la colpa dellimperatricela quale egrave arsa viva insieme co suoi dodici drudi (Ed di Antonio VerartParigi 1498 v II f XXIII v a XXX v) Circa le relazioni di questa storia conracconti di Somadeva e del Ccedilukasapiati v LIEBRECHT Merlin e BENFEYNachtrag zu Merlin in Orient und Occident v 1 p 341-4 344-54597 Ed del Guessard e del Grandmaison Parigi 1860 v 3492-6

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Tuim narra molto diffusamente ma non egrave da esso per certo cheattinge lautore del Libro Imperiale In Germania si diede aCesare una sorella per nome Germana Giovanni dOutremeusenomina Evia sua moglie e Felibia sua figliuola quella che fece laburla del canestro a Virgilio NellHuon de Bordeaux597 GiulioCesare sposa la fata Morgana sorella di Artugrave e diventa padre delnano Oberon In alcuni romanzi in prosa derivati dallHuon deBordeaux Oberon nasce dalla Signora dellIsola Nascosta cioegravedellisola di Cefalonia la quale Signora aveva ricevuto GiulioCesare e se nera innamorata Nel Prologo di quel poema GiulioCesare egrave fatto figliuolo di Cesario imperatore di Roma e diBrunehaut figliuola di Giuda Maccabeo e regina delle fate NellaSaga islandese di Helis il Cavaliere del Cigno questi egrave dettofigliuolo di Giulio Cesare e figliuolo di Giulio Cesare egrave il buoncavaliere Tronc nel romanzo dIsaie le Triste e persino SanGiorgio Abbiamo veduto i Colonnesi ed altre famiglie illustri di

Cesare la quelle estoit une des belles dames de tout le monde mais moult futchaulde et luxurieuse de son corps tiene con segrave dodici giovani scudieri inabito di donzella coi quali tutti si giace quando limperatore non egrave in cittagraveAdvenable figliuola di Mathan duca di Germania capita a Roma in abitimaschili si fa chiamare Grisendoles ed entra nelle grazie dellimperatore chela fa cavaliere e siniscalco dellimpero Una notte Giulio Cesare sogna unatroja coronata che si fa montare da dodici piccoli leoni e che egli dagrave insiemecon questi alle fiamme Turbato del sogno vuol saperne il significato Mentresiede a mensa co suoi baroni Merlino trasformato in cervo entra nella cittagravemettendola tutta a soqquadro si caccia nella sala del banchetto travolgendoogni cosa e dice a Giulio Cesare che non isperi di conoscere ciograve che desiderafinchegrave un uomo selvaggio non glielo sveli Poi se ne torna alla selva Cesarepromette la figliuola e mezzo il regno a chi sapragrave condurgli luomo selvaggio oil cervo Molti ci si provano invano Un cignale insegna a Grisendoles il mododi venire a capo della impresa a cui anchella segrave accinta Luomo selvaggiocioegrave Merlino condotto dinnanzi allimperatore scopre la colpa dellimperatricela quale egrave arsa viva insieme co suoi dodici drudi (Ed di Antonio VerartParigi 1498 v II f XXIII v a XXX v) Circa le relazioni di questa storia conracconti di Somadeva e del Ccedilukasapiati v LIEBRECHT Merlin e BENFEYNachtrag zu Merlin in Orient und Occident v 1 p 341-4 344-54597 Ed del Guessard e del Grandmaison Parigi 1860 v 3492-6

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Roma gloriarsi di discendere da Giulio Cesare nella storiafrancese anonima e nella versione italiana di essa si dice che delsuo lignaggio nacquero quattordici papi diciannove imperatorimolti re quaranta senatori molti consoli Il Fioretto di cronichedeglimperadori dice ventiquattro papi

Giulio Cesare che conquistograve tutto il mondo que tot lo monconques come dice il trovatore Bertran de Paris egrave agli occhidegli uomini del medio evo la piugrave grande e nobilepersonificazione della potenza Jacot de Forest giunto in fine delsuo poema esclama

Ensi fu emperere Cesar li combatanzEt si fu dedenz Rome agrave son vouloir regnanzSi fu plus que nuls homs en ce siecle puissanzQue des trois parz du siecle qui molt est lez et granzFu en sa poesteacute la plus granz parz tenanzQue totes ot conquises li bers entreprendanzSi conquist en sa vie plus que nus hom vivanzNe rois ne empereres ne fu ainc conqueranzEt portant sen doit estre prisiez li ber vaillanzEnsi ert il tosjorz tant comme Rome ert duranz 598

La gloria di Giulio Cesare oscura quella di Alessandro MagnoMa tanto piugrave doloroso e formidabile a fronte di questa gloria si

affaccia alle menti il pensiero dellintima vanitagrave della irreparabileruina di ogni umana grandezza Nelle lodi e nelle celebrazionionde il medio evo esalta i grandi della terra si sente fremeresempre come una nota sorda il Memento homo quia pulvis esAl Trionfo della Fama dove Giulio Cesare tiene il luogo piugravedegno a fianco della dea599 segue il Trionfo del Tempo che cantaai mortali

598 Lo stesso ma un po piugrave in breve dice GIOVANNI DI TUIM Li Hystore deJulius Cesar p 245599 PETRARCA Trionfo della Fama c I

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Roma gloriarsi di discendere da Giulio Cesare nella storiafrancese anonima e nella versione italiana di essa si dice che delsuo lignaggio nacquero quattordici papi diciannove imperatorimolti re quaranta senatori molti consoli Il Fioretto di cronichedeglimperadori dice ventiquattro papi

Giulio Cesare che conquistograve tutto il mondo que tot lo monconques come dice il trovatore Bertran de Paris egrave agli occhidegli uomini del medio evo la piugrave grande e nobilepersonificazione della potenza Jacot de Forest giunto in fine delsuo poema esclama

Ensi fu emperere Cesar li combatanzEt si fu dedenz Rome agrave son vouloir regnanzSi fu plus que nuls homs en ce siecle puissanzQue des trois parz du siecle qui molt est lez et granzFu en sa poesteacute la plus granz parz tenanzQue totes ot conquises li bers entreprendanzSi conquist en sa vie plus que nus hom vivanzNe rois ne empereres ne fu ainc conqueranzEt portant sen doit estre prisiez li ber vaillanzEnsi ert il tosjorz tant comme Rome ert duranz 598

La gloria di Giulio Cesare oscura quella di Alessandro MagnoMa tanto piugrave doloroso e formidabile a fronte di questa gloria si

affaccia alle menti il pensiero dellintima vanitagrave della irreparabileruina di ogni umana grandezza Nelle lodi e nelle celebrazionionde il medio evo esalta i grandi della terra si sente fremeresempre come una nota sorda il Memento homo quia pulvis esAl Trionfo della Fama dove Giulio Cesare tiene il luogo piugravedegno a fianco della dea599 segue il Trionfo del Tempo che cantaai mortali

598 Lo stesso ma un po piugrave in breve dice GIOVANNI DI TUIM Li Hystore deJulius Cesar p 245599 PETRARCA Trionfo della Fama c I

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Passan vostri trionfi e vostre pompePassan le signorie passano i regniOgni cosa mortal tempo interrompe600

E la vera inesorabile regina degli uomini egrave la Morte Gran tempoprima che Amleto almanacasse sulla polvere di Giulio Cesareusata forse a ristoppare le fenditure a un tugurio un ignoto poetadel medio evo aveva detto

Quo Caesar abiit celsus imperio601

A questa dolorosa domanda rispondono rozzamente marecisamente i seguenti versi602

Verba Cesaris in sepultura sua

Guardate a me o voi che al mondo seteGuardate603 ben et ben mi contemplateIn me sol vi specchiateO voi che non sperate il ben secondo

Io son colui cho dominai lo mondoE l gran Pompeyo et la mia patria RomaNon fu sigrave alta chiomaCha me non ubidisse per timore

Cesar io son che per humano amoreTucto mi diedi a larte bellicoseCagion ne fu due coseVedermi di persona bello e forte

Ma604 crudel doni a quanti detti morte600 Id Trionfo del Tempo601 The Latin Poems ecc editi dal Wright De mundi vanitate p 148 v 17602 Li traggo da un codice dellUniversitaria di Bologna segnato Ndeg 157 (AulaII A) dove stanno dal f 203 v col 2a al 204 r col 2a Qua e lagrave dovegraverichiesto dal senso cerco di emendare il testo ma pongo in nota la lezione delcodice603 Guardatimi604 Mai

254

Passan vostri trionfi e vostre pompePassan le signorie passano i regniOgni cosa mortal tempo interrompe600

E la vera inesorabile regina degli uomini egrave la Morte Gran tempoprima che Amleto almanacasse sulla polvere di Giulio Cesareusata forse a ristoppare le fenditure a un tugurio un ignoto poetadel medio evo aveva detto

Quo Caesar abiit celsus imperio601

A questa dolorosa domanda rispondono rozzamente marecisamente i seguenti versi602

Verba Cesaris in sepultura sua

Guardate a me o voi che al mondo seteGuardate603 ben et ben mi contemplateIn me sol vi specchiateO voi che non sperate il ben secondo

Io son colui cho dominai lo mondoE l gran Pompeyo et la mia patria RomaNon fu sigrave alta chiomaCha me non ubidisse per timore

Cesar io son che per humano amoreTucto mi diedi a larte bellicoseCagion ne fu due coseVedermi di persona bello e forte

Ma604 crudel doni a quanti detti morte600 Id Trionfo del Tempo601 The Latin Poems ecc editi dal Wright De mundi vanitate p 148 v 17602 Li traggo da un codice dellUniversitaria di Bologna segnato Ndeg 157 (AulaII A) dove stanno dal f 203 v col 2a al 204 r col 2a Qua e lagrave dovegraverichiesto dal senso cerco di emendare il testo ma pongo in nota la lezione delcodice603 Guardatimi604 Mai

254

Eterna et anche al mondo corporaleO quanto quanto maleEscie di questi corpi forti e belli

Ne illustri vasi stanno ascosi i fel[l]iMortal veneni piugrave che ne li bruttiGran doni han color tuctiChe de corpi son brutti605 e de buon senso

Che mi giova hora havuto fama e censoDe luniverso et che mi valse il vivereEt anco il farmi scrivereDe tucto il mondo imperatore e duce

Che hor mi giova la mondana luceChe giova lesser stato triumphatoEt anco lhaver datoA tucto quanto il mondo norma e lege606

Sigrave come fa colui che non corregeDa prima il morso del caval domatoDi che egrave facto sboccatoInsieme col patron traripa e pere

Cossigrave ho facto io sfacciato nel volereThesor nel mondo fama honor e gloriaChe havesse pur victoriaDel mio voler credeva esser felice

Ma dove voluntagrave tien la radiceIvi convien chel vit[t]o (e) il sceptro tenga 607Et che nel fine havengaSigrave come a me che lalma e il corpo ho perso

Ai mercegrave pietagrave chio son somersoIn tante crudel pene in tanti guaiAi quanto mal pensaiCon dar piacere al corpo anzi che a lalma 608

Contempla o tu che legi se legrave palmaDe ulivo o lauro che me vidi in testa

605 Che de belli son brutti606 A tucto il mondo dato norma e lege607 Forse vuol dire In cielo dove voluntagrave tien la radice cioegrave dovegrave la supremavolontagrave che governa il mondo il vinto terragrave lo scettro saragrave signore608 onde che lalma

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Eterna et anche al mondo corporaleO quanto quanto maleEscie di questi corpi forti e belli

Ne illustri vasi stanno ascosi i fel[l]iMortal veneni piugrave che ne li bruttiGran doni han color tuctiChe de corpi son brutti605 e de buon senso

Che mi giova hora havuto fama e censoDe luniverso et che mi valse il vivereEt anco il farmi scrivereDe tucto il mondo imperatore e duce

Che hor mi giova la mondana luceChe giova lesser stato triumphatoEt anco lhaver datoA tucto quanto il mondo norma e lege606

Sigrave come fa colui che non corregeDa prima il morso del caval domatoDi che egrave facto sboccatoInsieme col patron traripa e pere

Cossigrave ho facto io sfacciato nel volereThesor nel mondo fama honor e gloriaChe havesse pur victoriaDel mio voler credeva esser felice

Ma dove voluntagrave tien la radiceIvi convien chel vit[t]o (e) il sceptro tenga 607Et che nel fine havengaSigrave come a me che lalma e il corpo ho perso

Ai mercegrave pietagrave chio son somersoIn tante crudel pene in tanti guaiAi quanto mal pensaiCon dar piacere al corpo anzi che a lalma 608

Contempla o tu che legi se legrave palmaDe ulivo o lauro che me vidi in testa

605 Che de belli son brutti606 A tucto il mondo dato norma e lege607 Forse vuol dire In cielo dove voluntagrave tien la radice cioegrave dovegrave la supremavolontagrave che governa il mondo il vinto terragrave lo scettro saragrave signore608 onde che lalma

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Che ne portavo in festaG[h]irlanda in capo sopra li capilli

La fronte guarda e gli ochi si son quilliChel mondo fece[r] giagrave tanto tremareLa lingua demenareDe guarda se la vidi in fra la bocca

Per tucto egrave da topi cossigrave toccaDe mio volere609 e quanto fui gagliardoMai fu in selva pardoComio sigrave destro et orso sigrave robusto

Raguarda adonque il pecto i fianchi e il bustoE dimi un poco quel che a te ne pareEt se ad armegiareTe pareno apti come far solieno

O huom caduco vedi che sei fienoQuale in unhora verde e secco il vidiO miser(o) che far cridiSpecchiati in me che fui signor de loro

Che hor mi vale havuto il nobil choroDe cavalieri e de varii famigliLi qua(l)i tucti eran figliDe excelsi ri potenti e singulari

De animal cani uccielli mai fu pariNel mondo a me che piugrave perfecti havessiNegrave piugrave ne retenessiDogni maniera e dogni chaccia instructi

De varii suoni e dinstrumenti tuctiDe balli canti et dogni melodiaPiugrave nebbi in vita miaChaltri che fusse mai dal cielo influso

De donne de fanciulli e dogni lusoIn copia nebbi et hora ho questi vermiLi quai non stan mai fermiServendomi de crudo et aspro morso

Ai mondo ladro e che non dai soccorsoAl Cesar tuo non odi che te chiama

609 Probabilmente deve leggersi valore e non volere256

Che ne portavo in festaG[h]irlanda in capo sopra li capilli

La fronte guarda e gli ochi si son quilliChel mondo fece[r] giagrave tanto tremareLa lingua demenareDe guarda se la vidi in fra la bocca

Per tucto egrave da topi cossigrave toccaDe mio volere609 e quanto fui gagliardoMai fu in selva pardoComio sigrave destro et orso sigrave robusto

Raguarda adonque il pecto i fianchi e il bustoE dimi un poco quel che a te ne pareEt se ad armegiareTe pareno apti come far solieno

O huom caduco vedi che sei fienoQuale in unhora verde e secco il vidiO miser(o) che far cridiSpecchiati in me che fui signor de loro

Che hor mi vale havuto il nobil choroDe cavalieri e de varii famigliLi qua(l)i tucti eran figliDe excelsi ri potenti e singulari

De animal cani uccielli mai fu pariNel mondo a me che piugrave perfecti havessiNegrave piugrave ne retenessiDogni maniera e dogni chaccia instructi

De varii suoni e dinstrumenti tuctiDe balli canti et dogni melodiaPiugrave nebbi in vita miaChaltri che fusse mai dal cielo influso

De donne de fanciulli e dogni lusoIn copia nebbi et hora ho questi vermiLi quai non stan mai fermiServendomi de crudo et aspro morso

Ai mondo ladro e che non dai soccorsoAl Cesar tuo non odi che te chiama

609 Probabilmente deve leggersi valore e non volere256

O gloria o pompa o famaO regno o stato o auro o monarchato

O gente tante a cui ho comandatoAl mondo hor dove sete voi andatePerchegrave non agliudateEl duca vostro e il vostro sol signore

Io son pur Iulio il vostro imperatoreO tu vulgare o tu phylosophanteArtista o mercatanteO tu cossigrave gentile e dilicato

Ay riconosci il misero tuo statoE quanto la tua vita egrave curta e breveTanto piugrave el colpo egrave greveQuanto si egrave huom calcato de piugrave pesi

O crudel piaga a quilli channo spesiI lor digrave male eterno a lor martireConviensi pur morireOimegrave chel mondo non me ne campone

Si recto adunque huom che quel chio soneE tu sarai putrida carognaAdonque hor che bisognaFama e robba puograve chel fine egrave questo

Soffia un gran vento e mette presto prestoLa polver su le torri e pur egrave polvereResofia el vento e volvereLa fa cum furia in terra overa prima

Se danna lhuom per figli e no fa stimaChe lui et essi convien pur morireSel non se puograve fugireA che fermare in terra la sua speme

Non mi bastava tucto l mondo insemeHor megrave davanzo questo picol sassoE a questo simil passoOgni huom che nasce per natura subiace

O vera povertagrave in te egrave paceIn te quiete in te ogni dilectoPer che tebbi in dispectoE pur egrave forcia che se lassi el tucto

257

O gloria o pompa o famaO regno o stato o auro o monarchato

O gente tante a cui ho comandatoAl mondo hor dove sete voi andatePerchegrave non agliudateEl duca vostro e il vostro sol signore

Io son pur Iulio il vostro imperatoreO tu vulgare o tu phylosophanteArtista o mercatanteO tu cossigrave gentile e dilicato

Ay riconosci il misero tuo statoE quanto la tua vita egrave curta e breveTanto piugrave el colpo egrave greveQuanto si egrave huom calcato de piugrave pesi

O crudel piaga a quilli channo spesiI lor digrave male eterno a lor martireConviensi pur morireOimegrave chel mondo non me ne campone

Si recto adunque huom che quel chio soneE tu sarai putrida carognaAdonque hor che bisognaFama e robba puograve chel fine egrave questo

Soffia un gran vento e mette presto prestoLa polver su le torri e pur egrave polvereResofia el vento e volvereLa fa cum furia in terra overa prima

Se danna lhuom per figli e no fa stimaChe lui et essi convien pur morireSel non se puograve fugireA che fermare in terra la sua speme

Non mi bastava tucto l mondo insemeHor megrave davanzo questo picol sassoE a questo simil passoOgni huom che nasce per natura subiace

O vera povertagrave in te egrave paceIn te quiete in te ogni dilectoPer che tebbi in dispectoE pur egrave forcia che se lassi el tucto

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O huom terren se non te se reductoA Dio servire fi(n)gi in me la menteE sapi certamenteChe comio sono il simil tu serai

Negrave piugrave chel bene e il mal ne porterai

258

O huom terren se non te se reductoA Dio servire fi(n)gi in me la menteE sapi certamenteChe comio sono il simil tu serai

Negrave piugrave chel bene e il mal ne porterai

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CAPITOLO IX

Ottaviano Augusto

La potenza di Augusto egrave pari a quella di Giulio Cesare a luicome a questo tutto il mondo egrave soggetto Enenkel cosigrave ne parla610

Er waz dar gewaltigist manVon dem ich gehort hanDes nam Augustus hiezAn gewalt er da nyemant liezIm was die weltg garUndertan das ist war

Lo stesso Enenkel frantendendo un passo dellaKaiserchronik611 da lui spesso copiata dice che Augusto nacqueincestuosamente dalla propria sorella

Man list von kuumlnege daz maeredaz er geborn waerevon sicircner rehten swester612

Nelle giagrave citate Chroniques abregeacutees des empereurs romains613per non so quale strano equivoco Enea diventa madre diAugusto laquoEt sa mere fut appellee Enearaquo Massudi confonde610 Manosc d Bibliot di Corte a Vienna n 2921611 V 625-7

Alse Jucirclius wart irslagenAugustus daz ricircche nacircch ime gwanvon sicircner swestir was er geborn

cioegrave dalla sorella di Giulio Cesare612 V Massmann op cit v III p 547613 Cod della Nazion di Torino L IV 17 f 117 v

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CAPITOLO IX

Ottaviano Augusto

La potenza di Augusto egrave pari a quella di Giulio Cesare a luicome a questo tutto il mondo egrave soggetto Enenkel cosigrave ne parla610

Er waz dar gewaltigist manVon dem ich gehort hanDes nam Augustus hiezAn gewalt er da nyemant liezIm was die weltg garUndertan das ist war

Lo stesso Enenkel frantendendo un passo dellaKaiserchronik611 da lui spesso copiata dice che Augusto nacqueincestuosamente dalla propria sorella

Man list von kuumlnege daz maeredaz er geborn waerevon sicircner rehten swester612

Nelle giagrave citate Chroniques abregeacutees des empereurs romains613per non so quale strano equivoco Enea diventa madre diAugusto laquoEt sa mere fut appellee Enearaquo Massudi confonde610 Manosc d Bibliot di Corte a Vienna n 2921611 V 625-7

Alse Jucirclius wart irslagenAugustus daz ricircche nacircch ime gwanvon sicircner swestir was er geborn

cioegrave dalla sorella di Giulio Cesare612 V Massmann op cit v III p 547613 Cod della Nazion di Torino L IV 17 f 117 v

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Augusto con Cesare il quale come abbiamo giagrave veduto era statoconfuso col fondatore della famiglia e dice che Augusto fu ilprimo a prendere il nome di Cesare perchegrave estratto a forza dalventre materno614

La celebritagrave di Augusto nasce di due cagioni principalmentelavere egli levata Roma al piugrave alto grado di prosperitagrave lessernato sotto il suo reggimento il Redentore del mondo Anzi questidue fatti nel pensiero cristiano si compongono in uno Dopocentaltri che avevano con altre parole espresso lo stesso concettoAlessandro Neckam dice a tale proposito615

Salvator voluit sub tanto principe nasciNam pax sub pacis principe nata fuit

Con Augusto cominciava limpero con Cristo cominciava laChiesa con tutta due la sesta etagrave del mondo Ma su questoargomento dovrograve tornare piugrave oltre

Nessuna leggenda pertanto egrave piugrave spontanea anzi piugravenecessaria logicamente di quella che mi accingo ad esporre dellavisione di Augusto e della origine di Ara Coeli La coscienzacristiana non poteva ammettere che il gran fatto della nascita diCristo da cui aveva principio il rinnovamento del mondo sicompiesse senza che il supremo reggitore civile il quale era statoprescelto appunto a preparare il mondo al grande avvenimento neavesse un qualche sentore Importava inoltre che sino daiprincipii suoi limpero fosse avvertito ed ammonito che unapotestagrave superiore ad ogni potestagrave terrena proponeva nuovicoacutempiti al genere umano e tracciava le nuove vie della storia Unaleggenda intesa a figurar ciograve nacque forse sino dai primi secoli inRoma fra la plebe cristiana e se negli apologeti che cercavanoin ogni banda argomenti e prove in sostegno della causa loro noinon ne troviamo per anche fatto ricordo ciograve non vuol dire chessa

614 Op cit v II p 296615 De laud div sap dist Va v 209-10

260

Augusto con Cesare il quale come abbiamo giagrave veduto era statoconfuso col fondatore della famiglia e dice che Augusto fu ilprimo a prendere il nome di Cesare perchegrave estratto a forza dalventre materno614

La celebritagrave di Augusto nasce di due cagioni principalmentelavere egli levata Roma al piugrave alto grado di prosperitagrave lessernato sotto il suo reggimento il Redentore del mondo Anzi questidue fatti nel pensiero cristiano si compongono in uno Dopocentaltri che avevano con altre parole espresso lo stesso concettoAlessandro Neckam dice a tale proposito615

Salvator voluit sub tanto principe nasciNam pax sub pacis principe nata fuit

Con Augusto cominciava limpero con Cristo cominciava laChiesa con tutta due la sesta etagrave del mondo Ma su questoargomento dovrograve tornare piugrave oltre

Nessuna leggenda pertanto egrave piugrave spontanea anzi piugravenecessaria logicamente di quella che mi accingo ad esporre dellavisione di Augusto e della origine di Ara Coeli La coscienzacristiana non poteva ammettere che il gran fatto della nascita diCristo da cui aveva principio il rinnovamento del mondo sicompiesse senza che il supremo reggitore civile il quale era statoprescelto appunto a preparare il mondo al grande avvenimento neavesse un qualche sentore Importava inoltre che sino daiprincipii suoi limpero fosse avvertito ed ammonito che unapotestagrave superiore ad ogni potestagrave terrena proponeva nuovicoacutempiti al genere umano e tracciava le nuove vie della storia Unaleggenda intesa a figurar ciograve nacque forse sino dai primi secoli inRoma fra la plebe cristiana e se negli apologeti che cercavanoin ogni banda argomenti e prove in sostegno della causa loro noinon ne troviamo per anche fatto ricordo ciograve non vuol dire chessa

614 Op cit v II p 296615 De laud div sap dist Va v 209-10

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non fosse giagrave nata e diffusa ma dimostra forse solamentelavvedutezza ed il senno di quegli strenui campioni di una fedeche doveva lottare con potenze formidabili i quali non volevanocon produr prove troppo facili ad essere impugnate porre arischio la lenta ma sicura vittoria

La leggenda dovette avere per primo germe questo sempliceconcetto che nato Cristo a cui nelle persone dei Magisinchinavano le potestagrave della terra non era piugrave lecito a nessunonemmeno allimperatore di Roma fregiarsi del superbo titolo disignore del mondo e questo concetto noi troviamocategoricamente espresso nei primi anni del V secolo da PaoloOrosio Detto come Cristo nascesse quando sotto il reggimentodi Augusto tutto il mondo era in pace lo storico soggiungelaquoEodemque tempore hic ad quem rerum omnium summaconcesserat dominum se hominum adpellari non passus est imonon ausus quo verus dominus totius generis humani interhomines natus estraquo616 Ma noi sappiamo per testimonianza diDione Cassio che il Senato decretograve sinserisse il nome di Augustofra quelli degli dei nei canti sacri

Se non che la leggenda unica probabilmente in principio sispartigrave in due diverse versioni delle quali luna fu piugraveparticolarmente diffusa in Oriente laltra per contro inOccidente e questa egrave quella che piugrave risolutamente sappoggia alconcetto espresso nelle parole di Orosio mentre la prima sembraintesa a significarne un secondo certo a giudizio dei cristiani nonmeno importante anzi assai piugrave e cioegrave che nato o stando pernascere Cristo i falsi oracoli ammutolivano finiva il regno dellefalse divinitagrave Nella versione orientale la stessa religione paganaconfessa la propria disfatta nella versione occidentale la stessapotestagrave civile confessa la sua soggezione le due versionisintegrano a vicenda e tutta due fanno capo a un medesimocentro lara primogeniti Dei lara coeli

616 Historiarum l VI c 22261

non fosse giagrave nata e diffusa ma dimostra forse solamentelavvedutezza ed il senno di quegli strenui campioni di una fedeche doveva lottare con potenze formidabili i quali non volevanocon produr prove troppo facili ad essere impugnate porre arischio la lenta ma sicura vittoria

La leggenda dovette avere per primo germe questo sempliceconcetto che nato Cristo a cui nelle persone dei Magisinchinavano le potestagrave della terra non era piugrave lecito a nessunonemmeno allimperatore di Roma fregiarsi del superbo titolo disignore del mondo e questo concetto noi troviamocategoricamente espresso nei primi anni del V secolo da PaoloOrosio Detto come Cristo nascesse quando sotto il reggimentodi Augusto tutto il mondo era in pace lo storico soggiungelaquoEodemque tempore hic ad quem rerum omnium summaconcesserat dominum se hominum adpellari non passus est imonon ausus quo verus dominus totius generis humani interhomines natus estraquo616 Ma noi sappiamo per testimonianza diDione Cassio che il Senato decretograve sinserisse il nome di Augustofra quelli degli dei nei canti sacri

Se non che la leggenda unica probabilmente in principio sispartigrave in due diverse versioni delle quali luna fu piugraveparticolarmente diffusa in Oriente laltra per contro inOccidente e questa egrave quella che piugrave risolutamente sappoggia alconcetto espresso nelle parole di Orosio mentre la prima sembraintesa a significarne un secondo certo a giudizio dei cristiani nonmeno importante anzi assai piugrave e cioegrave che nato o stando pernascere Cristo i falsi oracoli ammutolivano finiva il regno dellefalse divinitagrave Nella versione orientale la stessa religione paganaconfessa la propria disfatta nella versione occidentale la stessapotestagrave civile confessa la sua soggezione le due versionisintegrano a vicenda e tutta due fanno capo a un medesimocentro lara primogeniti Dei lara coeli

616 Historiarum l VI c 22261

Il tema della versione orientale che nelle scritture egrave la piugraveantica egrave il seguente Augusto volendo sapere chi regnerebbedopo di lui consulta la Pizia Questa da prima non risponde mainterrogata novamente ingiunge ad Augusto di partirsi dalle aresue giacchegrave un fanciullo ebreo il quale ha soggetti i numi leimpone di disertare il tempio e di tornarsene allOrco Udito taleresponso Augusto alza sul Campidoglio unara su cui fa scrivereAra del primogenito di Dio Questo racconto si ha giagrave inGiovanni Malala617 poi in Cedreno618 in Suida619 in Niceforo620Giovanni Malala cita un Timoteo Cedreno cita un Eusebio chenon devessere il noto storico nel quale non si trova traccia dellaleggenda

La versione occidentale comparisce nelle scritture molto piugravetardi I Mirabilia cosigrave la riferiscono laquoTempore Octavianisenatores videntes eum tantae pulchritudinis quod nemo inoculos eius intueri posset et tantae prosperitatis et pacis quodtotum mundum sibi tributarium fecerat ei dicunt Te adorarevolumus quia divinitas est in te si hoc non esset non tibi omniasubirent prospera Quod renitens indutias postulavit ad sesibillam Tiburtinam vocavit cui quod senatores dixerant recitavitQuae spatium trium dierum petiit in quibus artum ieiuniunoperata est post tertium diem respondit imperatori

Judicii signum tellus sudore madescetE celo rex adveniet per secla futurusscilicet in carne presens ut iudicet orbem

et cetera quae secuntur Ilico apertum est celum et maximussplendor irruit super eum Vidit in celo quandam pulcerrimamvirginem stantem super altare puerum tenentem in brachiis

617 Chronographia l X ed di Bonna p 231-2 Ottaviano interroga loracolonellanno cinquantesimoquinto del suo impero dopo aver fatto unecatombe618 Comp hist ed di Bonna v 1 p 320619 Lexicon s v Αϋγουστος620 Hist eccles l I c 17

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Il tema della versione orientale che nelle scritture egrave la piugraveantica egrave il seguente Augusto volendo sapere chi regnerebbedopo di lui consulta la Pizia Questa da prima non risponde mainterrogata novamente ingiunge ad Augusto di partirsi dalle aresue giacchegrave un fanciullo ebreo il quale ha soggetti i numi leimpone di disertare il tempio e di tornarsene allOrco Udito taleresponso Augusto alza sul Campidoglio unara su cui fa scrivereAra del primogenito di Dio Questo racconto si ha giagrave inGiovanni Malala617 poi in Cedreno618 in Suida619 in Niceforo620Giovanni Malala cita un Timoteo Cedreno cita un Eusebio chenon devessere il noto storico nel quale non si trova traccia dellaleggenda

La versione occidentale comparisce nelle scritture molto piugravetardi I Mirabilia cosigrave la riferiscono laquoTempore Octavianisenatores videntes eum tantae pulchritudinis quod nemo inoculos eius intueri posset et tantae prosperitatis et pacis quodtotum mundum sibi tributarium fecerat ei dicunt Te adorarevolumus quia divinitas est in te si hoc non esset non tibi omniasubirent prospera Quod renitens indutias postulavit ad sesibillam Tiburtinam vocavit cui quod senatores dixerant recitavitQuae spatium trium dierum petiit in quibus artum ieiuniunoperata est post tertium diem respondit imperatori

Judicii signum tellus sudore madescetE celo rex adveniet per secla futurusscilicet in carne presens ut iudicet orbem

et cetera quae secuntur Ilico apertum est celum et maximussplendor irruit super eum Vidit in celo quandam pulcerrimamvirginem stantem super altare puerum tenentem in brachiis

617 Chronographia l X ed di Bonna p 231-2 Ottaviano interroga loracolonellanno cinquantesimoquinto del suo impero dopo aver fatto unecatombe618 Comp hist ed di Bonna v 1 p 320619 Lexicon s v Αϋγουστος620 Hist eccles l I c 17

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miratus est nimis et vocem dicentem audivit Haec ara filii deiest Qui statim in terram procidens adoravit quam visionemretulit senatoribus et ipsi mirati sunt nimis Haec visio fuit incamera Octaviani imperatoris ubi nunc est ecclesia sanctaeMariae in Capitolio Idcirco dicta est ecclesia sanctae Mariae araceliraquo Armannino Giudice trova unaltra ragione del nomeSecondo lui la chiesa si chiama dellAere Cielo laquocosigrave decta per lavergine qual quivi nellaere aparveraquo La Graphia al racconto deiMirabilia che riproduce con varianti di poca importanza masenza far cenno della chiesa dAra Coeli aggiunge attingendocertamente da Orosio621 laquoAlia vero die dum populus dominumillum vocare decrevisset statim manu et vultu repressit Necetiam a filiis dominum se appellari permisit dicens

Cum sim mortalis dominum me dicere nolo

621 Hist l VI c 22 Ma Orosio copiava SVETONIO (Oct Aug 53) cercandonelle parole dello storico pagano la prova di una intenzione favorevole alCristianesimo Si confrontino i due passi

SVETONIO

Domini appellationem ut maledictum et opprobrium temper exhorruit Quumspectante eo ludos pronunciatum esset a mimo O Dominum aequum etbonum et universi quasi de Ipso dictum exultantes comprobassent et statimmanu vultuque indecoras adulationes reprossit et insequenti die gravissimocorripuit edicto dominumque se posthac appellari no a liberis quidem autnepotibus suis vel serio vel joco passus est atque huiusmodi blanditias etiamioter ipsos prohibuitOROSIO

Domini adpellationem ut homo declinavit Nam cum eodem spectante ludospronunciatum esset in quodam mimo O Dominum aequum et bonumuniversique quasi de ipso dictum esset exultantes adprobavissent statimquidem manu vultuque indecoras adulationes repressit et insequenti diegravissimo corripuit edicto dominumque se posthac adpellari ne a liberisquidem aut nepotibus suis vel serio vel joco passus estSi noti quellut homo intercalato da Orosio e che muta di un subito tutto laintonazione del passo

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miratus est nimis et vocem dicentem audivit Haec ara filii deiest Qui statim in terram procidens adoravit quam visionemretulit senatoribus et ipsi mirati sunt nimis Haec visio fuit incamera Octaviani imperatoris ubi nunc est ecclesia sanctaeMariae in Capitolio Idcirco dicta est ecclesia sanctae Mariae araceliraquo Armannino Giudice trova unaltra ragione del nomeSecondo lui la chiesa si chiama dellAere Cielo laquocosigrave decta per lavergine qual quivi nellaere aparveraquo La Graphia al racconto deiMirabilia che riproduce con varianti di poca importanza masenza far cenno della chiesa dAra Coeli aggiunge attingendocertamente da Orosio621 laquoAlia vero die dum populus dominumillum vocare decrevisset statim manu et vultu repressit Necetiam a filiis dominum se appellari permisit dicens

Cum sim mortalis dominum me dicere nolo

621 Hist l VI c 22 Ma Orosio copiava SVETONIO (Oct Aug 53) cercandonelle parole dello storico pagano la prova di una intenzione favorevole alCristianesimo Si confrontino i due passi

SVETONIO

Domini appellationem ut maledictum et opprobrium temper exhorruit Quumspectante eo ludos pronunciatum esset a mimo O Dominum aequum etbonum et universi quasi de Ipso dictum exultantes comprobassent et statimmanu vultuque indecoras adulationes reprossit et insequenti die gravissimocorripuit edicto dominumque se posthac appellari no a liberis quidem autnepotibus suis vel serio vel joco passus est atque huiusmodi blanditias etiamioter ipsos prohibuitOROSIO

Domini adpellationem ut homo declinavit Nam cum eodem spectante ludospronunciatum esset in quodam mimo O Dominum aequum et bonumuniversique quasi de ipso dictum esset exultantes adprobavissent statimquidem manu vultuque indecoras adulationes repressit et insequenti diegravissimo corripuit edicto dominumque se posthac adpellari ne a liberisquidem aut nepotibus suis vel serio vel joco passus estSi noti quellut homo intercalato da Orosio e che muta di un subito tutto laintonazione del passo

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I versi qui posti in bocca della Sibilla Tiburtina sono i primi tredella profezia attribuita alla Sibilla Eritrea Le lettere iniziali deitrentaquattro versi che la compongono formano in greco riunitele parole Ιησους χρειστὸς Θεου ηιὸς Σωτὴρ σταυρὸς e nellaversione latina Jesus Christus Dei filius Servator Crux622 Quantosi dice della bellezza di Augusto dimostrata piugrave particolarmentenegli occhi deriva da Svetonio623

Dai Mirabilia e dalla Graphia la leggenda si diffonde e passain un grandissimo numero daltre scritture ma non senzariceverne qualche variazione Invece della Sibilla Tiburtinasintroduce qua e lagrave la Sibilla Eritrea come per citare unesempio nella Fiorita dItalia di Armannino Che negrave luna negravelaltra poteva essere vissuta ai tempi di Augusto non si badava624Nel Libro Imperiale per uno scambio curioso Ara Coeli diventail nome della Sibilla Qualche volta ancora Sibilla diventa nomeproprio come nella narrazione inserita da Heinrich von Muumlnchennella Weltchronik di Rudolf von Ems da lui continuata in un

622 La versione latina egrave di SantAgostino In un apocrifo Sermo beati Augustiniepiscopi de Natale Domini il quale si trova nel cod Lat 1018 della Bibl Natdi Parigi scritto nel XII secolo la Sibilla recita dopo altri testimoni delladivinitagrave di Cristo non trentaquattro ma ventisette versi de quali i primiquattordici soltanto formano e malamente acrostico V SEPET Les Prophegravetesdu Christ Bibliothegraveque de lEacutecole des Chartes serie VIa t III (1867) p 2-8Nel Mistero del profeti di Cristo pubblicato di su un codice dellXI secoloprima dal RAYNOUARD Choix des poeacutesies des troubadours t II p 139-43 poidal DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne 179-87 e in altri Misteridello stesso argomento la Sibilla recita come nel racconto dei Mirabilia i solitre primi versi della profezia Di questa che nel medio evo fu assai celebratasi hanno versioni e parafrasi in tutte le lingue dEuropa Una versione francesepubblicograve di su un cod Laureziano PAOLO MEYER Bulletin de la Socieacuteteacute desanciens textes franccedilais 1879 p 79-83 alcune versioni provenzali e catalane ilMILAgrave Y FONTANALS Romania 1881 p 356-65623 Oct Aug 79624 Il Baronio volendo pur salva in qualche modo la leggenda disse cheAugusto ebbe la rivelazione non dalla Sibilla ma dai libri sibillini Apparatad Annal ed del Mansi p 447

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I versi qui posti in bocca della Sibilla Tiburtina sono i primi tredella profezia attribuita alla Sibilla Eritrea Le lettere iniziali deitrentaquattro versi che la compongono formano in greco riunitele parole Ιησους χρειστὸς Θεου ηιὸς Σωτὴρ σταυρὸς e nellaversione latina Jesus Christus Dei filius Servator Crux622 Quantosi dice della bellezza di Augusto dimostrata piugrave particolarmentenegli occhi deriva da Svetonio623

Dai Mirabilia e dalla Graphia la leggenda si diffonde e passain un grandissimo numero daltre scritture ma non senzariceverne qualche variazione Invece della Sibilla Tiburtinasintroduce qua e lagrave la Sibilla Eritrea come per citare unesempio nella Fiorita dItalia di Armannino Che negrave luna negravelaltra poteva essere vissuta ai tempi di Augusto non si badava624Nel Libro Imperiale per uno scambio curioso Ara Coeli diventail nome della Sibilla Qualche volta ancora Sibilla diventa nomeproprio come nella narrazione inserita da Heinrich von Muumlnchennella Weltchronik di Rudolf von Ems da lui continuata in un

622 La versione latina egrave di SantAgostino In un apocrifo Sermo beati Augustiniepiscopi de Natale Domini il quale si trova nel cod Lat 1018 della Bibl Natdi Parigi scritto nel XII secolo la Sibilla recita dopo altri testimoni delladivinitagrave di Cristo non trentaquattro ma ventisette versi de quali i primiquattordici soltanto formano e malamente acrostico V SEPET Les Prophegravetesdu Christ Bibliothegraveque de lEacutecole des Chartes serie VIa t III (1867) p 2-8Nel Mistero del profeti di Cristo pubblicato di su un codice dellXI secoloprima dal RAYNOUARD Choix des poeacutesies des troubadours t II p 139-43 poidal DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne 179-87 e in altri Misteridello stesso argomento la Sibilla recita come nel racconto dei Mirabilia i solitre primi versi della profezia Di questa che nel medio evo fu assai celebratasi hanno versioni e parafrasi in tutte le lingue dEuropa Una versione francesepubblicograve di su un cod Laureziano PAOLO MEYER Bulletin de la Socieacuteteacute desanciens textes franccedilais 1879 p 79-83 alcune versioni provenzali e catalane ilMILAgrave Y FONTANALS Romania 1881 p 356-65623 Oct Aug 79624 Il Baronio volendo pur salva in qualche modo la leggenda disse cheAugusto ebbe la rivelazione non dalla Sibilla ma dai libri sibillini Apparatad Annal ed del Mansi p 447

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poemetto italiano della vita di Maria e di Cristo625 e altrove Il giagravecitato Giovanni da Verona nella Historia Imperialis fa cheAugusto chiami non soltanto la Sibilla ma ancora i sapienti aconsiglio La ragione che muove Augusto a rifiutare il culto deiRomani ora egrave un naturale sentimento di modestia e la rettacognizione della umana fragilitagrave ora il timore che dovendosuccedergli nellimpero alcuno maggiore di lui gli onori divininon sieno per tornargli in vergogna Questo egrave il sentimento che gliattribuisce Gotofredo da Viterbo nello Speculum Regum626 Come

625 Cod dellUniversitaria di Bologna N 157

Sibilla fe vedere a OctavianoUna fanciulla nel megio del sole

626 V 861-84 ap PERTZ Script t XXII

Urget eum populus ut deus ipse voceturIlle timet si maior eo post hoc orieturNe peruat nomen perdat et ipso decusScire futura volens rex consulit oro SibillamEt petit ut causas referat Cui retulit illaMaior te veniet signa futura videArte Sibillina celi patet eminus araQua videt angelica divinitus agmina claraQue puero soli digna favore parantIn gremio matris sedit sapientia patrisDextra coronati pueri dat dona beatisCelitus emicuit gloria multa satisCesar ut obstupuit vati sua visa revelatMira refert pueri nec eius miracula celatQuippe minor puero numino cesar eratScribe Sibilla michi quisquam puer iste vocaturQuisve pater suus est aut que regina putaturQuod sibi fit regnum quod diadema daturIntulit illa Dei Deus est de flamine natusVirginis ex utero sine seminis arte creatusPerdita colligere rex sine fine datus

Desine cesar ait deus ammodo nolo vocariIste puer deus est hunc mundum habet venerariCui favet angelicus cetus et unda maris

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poemetto italiano della vita di Maria e di Cristo625 e altrove Il giagravecitato Giovanni da Verona nella Historia Imperialis fa cheAugusto chiami non soltanto la Sibilla ma ancora i sapienti aconsiglio La ragione che muove Augusto a rifiutare il culto deiRomani ora egrave un naturale sentimento di modestia e la rettacognizione della umana fragilitagrave ora il timore che dovendosuccedergli nellimpero alcuno maggiore di lui gli onori divininon sieno per tornargli in vergogna Questo egrave il sentimento che gliattribuisce Gotofredo da Viterbo nello Speculum Regum626 Come

625 Cod dellUniversitaria di Bologna N 157

Sibilla fe vedere a OctavianoUna fanciulla nel megio del sole

626 V 861-84 ap PERTZ Script t XXII

Urget eum populus ut deus ipse voceturIlle timet si maior eo post hoc orieturNe peruat nomen perdat et ipso decusScire futura volens rex consulit oro SibillamEt petit ut causas referat Cui retulit illaMaior te veniet signa futura videArte Sibillina celi patet eminus araQua videt angelica divinitus agmina claraQue puero soli digna favore parantIn gremio matris sedit sapientia patrisDextra coronati pueri dat dona beatisCelitus emicuit gloria multa satisCesar ut obstupuit vati sua visa revelatMira refert pueri nec eius miracula celatQuippe minor puero numino cesar eratScribe Sibilla michi quisquam puer iste vocaturQuisve pater suus est aut que regina putaturQuod sibi fit regnum quod diadema daturIntulit illa Dei Deus est de flamine natusVirginis ex utero sine seminis arte creatusPerdita colligere rex sine fine datus

Desine cesar ait deus ammodo nolo vocariIste puer deus est hunc mundum habet venerariCui favet angelicus cetus et unda maris

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egrave noto Augusto fu richiesto di permettere gli si tributasse unculto nellAsia e ciograve egli concedette in parte627

Nella Vita di Maria di Walter von Rheinau Augusto primavede la immagine in cielo poi consulta la Sibilla628 Nel BreveChronicon Magdeburgense attribuito ad Eike von Repgau sidice semplicemente che la notte in cui nacque il RedentoreAugusto vide in sogno un cerchio che cingeva tutto il mondo edentro al cerchio una vergine levata sopra la luna coronata disoli e con un bambino in braccio629 Nella Leggenda aurea630 enellAlte Passional631 il cerchio che la Sibilla fa vedere ad

627 Qui cade in acconcio un passo delle giagrave citate Maravigliose virtugrave che furonelli Romani (cod Marciano it cl XI LVII p 10 col 1a) laquo Ciecilio amicodi Cesare Augusto riprendendolo che si lassava ingannare a lusinghieri liquali consegliavano che si faciesse adorare come iddio disse O egregioimperadore poca prudenzia egrave in te perograve che credendo a lusinghieri ti faitenere da pocho senno perograve che quando lusinghano non solamente a te maalli dii et al popolo fanno ingiuria ma non anno la riverentia diciendo che tuse loro pare imperograve che la tua natura non dagrave dessere Iddio et disonore alpopolo fanno volendo aduciare ad adorare te huomo mortale invecie delliiddii immortali Ma sai quando tu mostrami davere in te qualche cosa divinaquando tu questi malvagi lusinghieri farai prendere e uccidare et faciendo ciogravepotrai mitigare lingiuria facta ali dii li quali malagevolmente perdonanoraquo628 L II

Augustus ze den zitten wazKeyser ze Rome als ich es lasDer sach in der selben nachtAls er sin war nam und achtEin licht an dem himel stanAls ein sterne getanUnd waz gelich so man sagtEiner schoumlner jungen magtDie ein kindelin gemeitBeslossen an ir arme treit629 Ap MENCKENIUS Script t III col 352630 C VI De nativitate Domini631 Das alte Passional herausgegeben von K A Hahn Francoforte s M 1845p 22

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egrave noto Augusto fu richiesto di permettere gli si tributasse unculto nellAsia e ciograve egli concedette in parte627

Nella Vita di Maria di Walter von Rheinau Augusto primavede la immagine in cielo poi consulta la Sibilla628 Nel BreveChronicon Magdeburgense attribuito ad Eike von Repgau sidice semplicemente che la notte in cui nacque il RedentoreAugusto vide in sogno un cerchio che cingeva tutto il mondo edentro al cerchio una vergine levata sopra la luna coronata disoli e con un bambino in braccio629 Nella Leggenda aurea630 enellAlte Passional631 il cerchio che la Sibilla fa vedere ad

627 Qui cade in acconcio un passo delle giagrave citate Maravigliose virtugrave che furonelli Romani (cod Marciano it cl XI LVII p 10 col 1a) laquo Ciecilio amicodi Cesare Augusto riprendendolo che si lassava ingannare a lusinghieri liquali consegliavano che si faciesse adorare come iddio disse O egregioimperadore poca prudenzia egrave in te perograve che credendo a lusinghieri ti faitenere da pocho senno perograve che quando lusinghano non solamente a te maalli dii et al popolo fanno ingiuria ma non anno la riverentia diciendo che tuse loro pare imperograve che la tua natura non dagrave dessere Iddio et disonore alpopolo fanno volendo aduciare ad adorare te huomo mortale invecie delliiddii immortali Ma sai quando tu mostrami davere in te qualche cosa divinaquando tu questi malvagi lusinghieri farai prendere e uccidare et faciendo ciogravepotrai mitigare lingiuria facta ali dii li quali malagevolmente perdonanoraquo628 L II

Augustus ze den zitten wazKeyser ze Rome als ich es lasDer sach in der selben nachtAls er sin war nam und achtEin licht an dem himel stanAls ein sterne getanUnd waz gelich so man sagtEiner schoumlner jungen magtDie ein kindelin gemeitBeslossen an ir arme treit629 Ap MENCKENIUS Script t III col 352630 C VI De nativitate Domini631 Das alte Passional herausgegeben von K A Hahn Francoforte s M 1845p 22

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Augusto cinge il sole Anche per questa parte la leggenda siappoggia ad Orosio632

Nella piugrave parte di questi racconti si fa ricordo della bellezza diAugusto la quale egrave insieme con la prosperitagrave grande di cui Romafruisce sotto il suo reggimento una delle ragioni per cui i Romanilo vogliono adorare A questo proposito dice GiovannidOutremeuse633 laquoChis emperere fut le plus beais hons de mondede corps et de tous ses membres et tenoit x pieacutes de hault et astoitgros et reons et si bien fait quilh ny falloit riens et tout sa plusgrant bealteit li gisoit en ses yeux car quant alcuns le regardoit egravesses yeux ilh ly sembloit que chu fussent raez de soleal quiissoient de ses yeuxraquo

Dopo la visione Augusto diventa adoratore del vero Dio634 Ciogravenon toglie tuttavia che si faccia ricordo anche de suoi vizii e diquello della lussuria principalmente Nella giagrave citata Cronicadeglimperatori romani si legge635 laquoTutol mondo el redusse inuna monarchia zoe in uno volere ne homo de tanto prexio fo

632 Histor l VI c 20 laquoNam cum primo Caio Caesare avunculo suointerfecto ex Apollonia rediens Urbem ingrederetur hora circiter tertiarepente liquido ac puro sereno circulus ad speciem coelestis arcus orbem soliaambiit quasi eum unum ac potentissimum in hoc mundo solumqueclarissimum in orbe monstraret cujus tempore venturus esset qui ipsum solemsolus mundumque totum et fecisset et regeretraquo Questo fatto che Orosiointerpreta a modo suo egrave del resto ricordato oltrechegrave da SVETONIO Oct Aug95 anche da SENECA Natur Quaest I 2 da PLINIO Hist Nat II 28 da DIONE

CASSIO Hist Rom XLV 4 da VELLEJO PATERCOLO Hist Rom II 59 Che gliscrittori cristiani dei primi secoli volsero spesso in beneficio della propriacausa certe narrazioni e certe testimonianze degli scrittori pagani egrave noto a tuttiV MAMACHI Dei costumi de primitivi Cristiani Roma 1753-4 t I p 87-9633 Op cit v I p 351634 Giovanni dOutremeuse op cit v I p 326 laquoDepuis celle heure quilh oitla vision vegut creit Octavian en Dieu mais ilh ne losoit direraquo E piugravecuriosamente ARMANNINO nella Fiorita laquoE alcuno volle dire che per questo eglifosse credente della fede di Cristo bene chegli pagano rimanesseraquo635 P I

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Augusto cinge il sole Anche per questa parte la leggenda siappoggia ad Orosio632

Nella piugrave parte di questi racconti si fa ricordo della bellezza diAugusto la quale egrave insieme con la prosperitagrave grande di cui Romafruisce sotto il suo reggimento una delle ragioni per cui i Romanilo vogliono adorare A questo proposito dice GiovannidOutremeuse633 laquoChis emperere fut le plus beais hons de mondede corps et de tous ses membres et tenoit x pieacutes de hault et astoitgros et reons et si bien fait quilh ny falloit riens et tout sa plusgrant bealteit li gisoit en ses yeux car quant alcuns le regardoit egravesses yeux ilh ly sembloit que chu fussent raez de soleal quiissoient de ses yeuxraquo

Dopo la visione Augusto diventa adoratore del vero Dio634 Ciogravenon toglie tuttavia che si faccia ricordo anche de suoi vizii e diquello della lussuria principalmente Nella giagrave citata Cronicadeglimperatori romani si legge635 laquoTutol mondo el redusse inuna monarchia zoe in uno volere ne homo de tanto prexio fo

632 Histor l VI c 20 laquoNam cum primo Caio Caesare avunculo suointerfecto ex Apollonia rediens Urbem ingrederetur hora circiter tertiarepente liquido ac puro sereno circulus ad speciem coelestis arcus orbem soliaambiit quasi eum unum ac potentissimum in hoc mundo solumqueclarissimum in orbe monstraret cujus tempore venturus esset qui ipsum solemsolus mundumque totum et fecisset et regeretraquo Questo fatto che Orosiointerpreta a modo suo egrave del resto ricordato oltrechegrave da SVETONIO Oct Aug95 anche da SENECA Natur Quaest I 2 da PLINIO Hist Nat II 28 da DIONE

CASSIO Hist Rom XLV 4 da VELLEJO PATERCOLO Hist Rom II 59 Che gliscrittori cristiani dei primi secoli volsero spesso in beneficio della propriacausa certe narrazioni e certe testimonianze degli scrittori pagani egrave noto a tuttiV MAMACHI Dei costumi de primitivi Cristiani Roma 1753-4 t I p 87-9633 Op cit v I p 351634 Giovanni dOutremeuse op cit v I p 326 laquoDepuis celle heure quilh oitla vision vegut creit Octavian en Dieu mais ilh ne losoit direraquo E piugravecuriosamente ARMANNINO nella Fiorita laquoE alcuno volle dire che per questo eglifosse credente della fede di Cristo bene chegli pagano rimanesseraquo635 P I

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senza vicii chel serviva a la libidine zoe a la volonta carnal eintra XII comare e altre tante donzelle ello soleva zacere636raquo

Nel Libro Imperiale si dagrave di questo fatto una piugrave onestaragione laquoOttaviano resse il mondo in molta pacie et divenne intanta vecchiezza che per conservare meglio sua vita teneva nelletto dodici vergini con dodici vergineraquo

Un esempio formidabile di crudeltagrave ricorda laKaiserchroink637 Augusto fece uccidere trentamila schiavicherano fuggiti dalle case dei loro padroni638 Ma ricompra ognicolpa la cristiana umiltagrave di cui la leggenda fa testimonio

La leggenda della visione egrave riportata o ricordata oltre chedagli scrittori e nei libri giagrave citati da Martino Polono daHeinrich von Muumlnchen639 da Gervasio di Tilbury640 daBartolomeo da Trento641 da Sicardo dal Petrarca642 da Faziodegli Uberti643 nello Speculum humanae salvationis644 da AndreaRatisbonense645 e da molti altri Essa porse inoltre argomento ad

636 Giovanni dOutremeuse con piugrave discrezione op cit v 1 p 325 laquo entreXII concubines ou filhes avoit agrave coustume del dormirraquo637 V 645-50 cf v III p 552638 Secondo che da alcuni si narrava espugnato Perusio Augusto neglidi diMarzo del 714 fece morire 300 Perusini in espiazione della morte di Cesare(SVETONIO Oct Aug 14) A far nascere la credenza delleccidio ricordato dallaKaiserchronik puograve aver contribuito quanto si narrava di certi prodigi occorsinella nascita del Salvatore Walter von Rheinau dice fra laltro che nella cittagravedi Fridenat morirono diecimila pagani639 Heinrich von Muumlnchen non fa che copiare il racconto dellAlte Passional640 Otia imperialia decis II c 16641 Nel Leggendario De Nativitate Domini642 Famil epist VI Ad Johannem Columnam V anche lepistola a ClementeVI643 L II c 31

Vedi lagrave dove parve ad OttavianoVeder lo cielo aperto ed un bel figlioUna vergin tener nella sua mano

644 Cap VIII Fig III645 Chronicon ap ECCARD Corp hist m ae t I col 1934

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senza vicii chel serviva a la libidine zoe a la volonta carnal eintra XII comare e altre tante donzelle ello soleva zacere636raquo

Nel Libro Imperiale si dagrave di questo fatto una piugrave onestaragione laquoOttaviano resse il mondo in molta pacie et divenne intanta vecchiezza che per conservare meglio sua vita teneva nelletto dodici vergini con dodici vergineraquo

Un esempio formidabile di crudeltagrave ricorda laKaiserchroink637 Augusto fece uccidere trentamila schiavicherano fuggiti dalle case dei loro padroni638 Ma ricompra ognicolpa la cristiana umiltagrave di cui la leggenda fa testimonio

La leggenda della visione egrave riportata o ricordata oltre chedagli scrittori e nei libri giagrave citati da Martino Polono daHeinrich von Muumlnchen639 da Gervasio di Tilbury640 daBartolomeo da Trento641 da Sicardo dal Petrarca642 da Faziodegli Uberti643 nello Speculum humanae salvationis644 da AndreaRatisbonense645 e da molti altri Essa porse inoltre argomento ad

636 Giovanni dOutremeuse con piugrave discrezione op cit v 1 p 325 laquo entreXII concubines ou filhes avoit agrave coustume del dormirraquo637 V 645-50 cf v III p 552638 Secondo che da alcuni si narrava espugnato Perusio Augusto neglidi diMarzo del 714 fece morire 300 Perusini in espiazione della morte di Cesare(SVETONIO Oct Aug 14) A far nascere la credenza delleccidio ricordato dallaKaiserchronik puograve aver contribuito quanto si narrava di certi prodigi occorsinella nascita del Salvatore Walter von Rheinau dice fra laltro che nella cittagravedi Fridenat morirono diecimila pagani639 Heinrich von Muumlnchen non fa che copiare il racconto dellAlte Passional640 Otia imperialia decis II c 16641 Nel Leggendario De Nativitate Domini642 Famil epist VI Ad Johannem Columnam V anche lepistola a ClementeVI643 L II c 31

Vedi lagrave dove parve ad OttavianoVeder lo cielo aperto ed un bel figlioUna vergin tener nella sua mano

644 Cap VIII Fig III645 Chronicon ap ECCARD Corp hist m ae t I col 1934

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una sacra rappresentazione646 Le arti figurative non mancavanodi rappresentarla Nella chiesa stessa di Santa Maria Araceli unmosaico probabilmente dei tempi di Anacleto II (1130-1138)rappresenta il mistico agnello sopra un altare a destra la Verginecol bambino a sinistra Augusto in atto di adorazioneAccompagna il tutto liscrizione seguente

Luminis hanc almam matris qui scandis ad aulamCunctarum prima que fuit orbe sita

Noscas quod Cesar tunc struxit OctavianusHanc Ara[m] Celi sacra proles dum patet ei 647

Qui la Sibilla non comparisce e lintera rappresentazione e iversi che la illustrano pajono accennare piuttosto alla versioneorientale della leggenda che non alla occidentale ma anchequesta fu poi piugrave tardi nel secolo XIV figurata da un discepolo diGiotto Pietro Cavallini in un dipinto a fresco che sotto ilpontificato di Paolo IV sparve insieme con la tribuna su cui erastato condotto Inoltre ledificante soggetto si trova rappresentatoin parecchie miniature di codici in molti dipinti dei secoli XV eXVI nei Livres dHeures su vetri dipinti su arazzi648

Le due versioni orientale ed occidentale della leggendaaccennano evidentemente ad origine comune Cosigrave nelluna comenellaltra si ha Augusto che interroga cosigrave in quella come inquesta si ha una veggente Pizia o Sibilla che risponde e la

646 La rappresentatione et festa di Ottaviano imperatore Firenze appressoGiovanni Baleni 1588647 V P CASIMIRO DA ROMA Memorie istoriche della chiesa e convento di SantaMaria in Araceli p 161648 V PIPER Mythologie der christlichen Kunst Weimar 1847-51 v I p 487 esegg Una leggenda che ha qualche somiglianza con questa di Augusto vivetuttora a Chartres In essa si narra che un secolo prima della nascita di Cristo iDruidi consacrarono alla Vergine un tempio nel luogo stesso dove ora sorge lacattedrale La piugrave antica scrittura dove si trovi fatto ricordo di tale tradizione egraveuna cronaca del 1389 V MORIN Dissertation sur la leacutegende Virgini parituraeayant cours agrave Chartres Parigi 1864

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una sacra rappresentazione646 Le arti figurative non mancavanodi rappresentarla Nella chiesa stessa di Santa Maria Araceli unmosaico probabilmente dei tempi di Anacleto II (1130-1138)rappresenta il mistico agnello sopra un altare a destra la Verginecol bambino a sinistra Augusto in atto di adorazioneAccompagna il tutto liscrizione seguente

Luminis hanc almam matris qui scandis ad aulamCunctarum prima que fuit orbe sita

Noscas quod Cesar tunc struxit OctavianusHanc Ara[m] Celi sacra proles dum patet ei 647

Qui la Sibilla non comparisce e lintera rappresentazione e iversi che la illustrano pajono accennare piuttosto alla versioneorientale della leggenda che non alla occidentale ma anchequesta fu poi piugrave tardi nel secolo XIV figurata da un discepolo diGiotto Pietro Cavallini in un dipinto a fresco che sotto ilpontificato di Paolo IV sparve insieme con la tribuna su cui erastato condotto Inoltre ledificante soggetto si trova rappresentatoin parecchie miniature di codici in molti dipinti dei secoli XV eXVI nei Livres dHeures su vetri dipinti su arazzi648

Le due versioni orientale ed occidentale della leggendaaccennano evidentemente ad origine comune Cosigrave nelluna comenellaltra si ha Augusto che interroga cosigrave in quella come inquesta si ha una veggente Pizia o Sibilla che risponde e la

646 La rappresentatione et festa di Ottaviano imperatore Firenze appressoGiovanni Baleni 1588647 V P CASIMIRO DA ROMA Memorie istoriche della chiesa e convento di SantaMaria in Araceli p 161648 V PIPER Mythologie der christlichen Kunst Weimar 1847-51 v I p 487 esegg Una leggenda che ha qualche somiglianza con questa di Augusto vivetuttora a Chartres In essa si narra che un secolo prima della nascita di Cristo iDruidi consacrarono alla Vergine un tempio nel luogo stesso dove ora sorge lacattedrale La piugrave antica scrittura dove si trovi fatto ricordo di tale tradizione egraveuna cronaca del 1389 V MORIN Dissertation sur la leacutegende Virgini parituraeayant cours agrave Chartres Parigi 1864

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risposta egrave fatta in tre versi lara figura in ambedue Che luna siaderivata dallaltra sarei meno disposto a credere ma ad ognimodo la leggenda dovette nascere in Roma dove lAra Coeli leserviva in qualche modo di caposaldo Giacomo da Voragineriporta ambedue le versioni citando per la prima Timoteo per laseconda Innocenzo III papa649

Ma la leggenda non si appaga della visione essa attribuisceancora ad Augusto la edificazione di quel tempio della Pace cherovinograve la notte del nascimento di Cristo Giacomo da Voraginedice sulla testimonianza dInnocenzo III che durando in Romagiagrave dodici anni la pace i Romani costrussero un tempiobellissimo e vi posero dentro la statua di Romolo Consultatoloracolo di Apollo circa la sua durata fu da questo risposto chedurerebbe insino a che una vergine partorisse I Romani inteseroche il tempio dovesse durare in eterno e se ne rallegrarono ma lanotte in cui nacque Cristo esso rovinograve improvvisamente650 Qui diAugusto non si fa ancora parola ma la costruzione del tempio sipone sotto il suo regno la statua di Romolo che non si vede checosa ci stia a fare egrave quivi migrata da unaltra leggenda o per dirmeglio da unaltra versione della stessa leggenda ArmanninoGiudice invece dice espressamente nella Fiorita che chi costruigrave iltempio fu Augusto651 Nella giagrave ricordata Rappresentatione etfesta di Ottaviano imperatore lazione procede nel seguentemodo Costruito il tempio limperatore domanda quanto abbia adurare

649 Legenda aurea c VI650 Ibid651 Cod Laurenz cit f 260 v laquoQuivi comio dissi avea facto fare Ottavianoquello tempio di pace il quale si chiamava anche il tempio di Vesta ma tuctoera uno nome perograve che Vesta in greco viene a dire pace Allora volleOttaviano sapere quanto dovesse durare quello tempio La Rithea rispuose chequello tempio cadere dovea quando la vergine partorisse La gente per questointesero che mai cadere dovesse perograve che non credeano che vergine maipartorire potesse E chosigrave quando la nostra salute della vergine nacque quellotempio cadderaquo

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risposta egrave fatta in tre versi lara figura in ambedue Che luna siaderivata dallaltra sarei meno disposto a credere ma ad ognimodo la leggenda dovette nascere in Roma dove lAra Coeli leserviva in qualche modo di caposaldo Giacomo da Voragineriporta ambedue le versioni citando per la prima Timoteo per laseconda Innocenzo III papa649

Ma la leggenda non si appaga della visione essa attribuisceancora ad Augusto la edificazione di quel tempio della Pace cherovinograve la notte del nascimento di Cristo Giacomo da Voraginedice sulla testimonianza dInnocenzo III che durando in Romagiagrave dodici anni la pace i Romani costrussero un tempiobellissimo e vi posero dentro la statua di Romolo Consultatoloracolo di Apollo circa la sua durata fu da questo risposto chedurerebbe insino a che una vergine partorisse I Romani inteseroche il tempio dovesse durare in eterno e se ne rallegrarono ma lanotte in cui nacque Cristo esso rovinograve improvvisamente650 Qui diAugusto non si fa ancora parola ma la costruzione del tempio sipone sotto il suo regno la statua di Romolo che non si vede checosa ci stia a fare egrave quivi migrata da unaltra leggenda o per dirmeglio da unaltra versione della stessa leggenda ArmanninoGiudice invece dice espressamente nella Fiorita che chi costruigrave iltempio fu Augusto651 Nella giagrave ricordata Rappresentatione etfesta di Ottaviano imperatore lazione procede nel seguentemodo Costruito il tempio limperatore domanda quanto abbia adurare

649 Legenda aurea c VI650 Ibid651 Cod Laurenz cit f 260 v laquoQuivi comio dissi avea facto fare Ottavianoquello tempio di pace il quale si chiamava anche il tempio di Vesta ma tuctoera uno nome perograve che Vesta in greco viene a dire pace Allora volleOttaviano sapere quanto dovesse durare quello tempio La Rithea rispuose chequello tempio cadere dovea quando la vergine partorisse La gente per questointesero che mai cadere dovesse perograve che non credeano che vergine maipartorire potesse E chosigrave quando la nostra salute della vergine nacque quellotempio cadderaquo

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Parla limperadore a maestri

Quanto potragrave questo tempio durarechegrave si mirabilmente egrave edificatoin che modo potragrave mai rovinareche sigrave perfettamente fu fondato

Vn maestro di murare

Di questo non bisogna ragionareperograve che l durar suo egrave [in]terminatone mai saragrave per rovina finitose vna vergin non ha partorito

Il popolo vuole adorare Augusto che consulta la Sibilla Segue lavisione e la rovina del tempio In una scena interposta sirappresenta ladorazione dei pastori Fatto certo della venuta delRedentore Augusto ordina pubbliche feste

Nei Mirabilia si narra che Romolo pose nel tempio dellaConcordia la propria statua doro dicendo Non cadragrave insino atanto che una vergine non partorisca e subitamente precipitogravecome la Vergine ebbe partorito Si ricordi a tale proposito ciograve chela leggenda racconta deglidoli di Egitto che tutti precipitarononei templi come appena Gesugrave che fuggiva la persecuzione diErode fu entrato nel paese dei Faraoni Gotofredo da Viterboparla della statua e del vaticinio alquanto diversamente652

Maxima tunc Romae Capitolica stabat imagoCujus in hoc titulo lectoribus acta notabo

Atque Sibyllino dogmate dicta daboGrandis imago nimis potuit vix recta levariSaepe levata satis nulla valet arte juvari

Quin cadat ulterius nam recidiva caditUnius vitulae tandem datur arte levari

652 Pantheon part XV271

Parla limperadore a maestri

Quanto potragrave questo tempio durarechegrave si mirabilmente egrave edificatoin che modo potragrave mai rovinareche sigrave perfettamente fu fondato

Vn maestro di murare

Di questo non bisogna ragionareperograve che l durar suo egrave [in]terminatone mai saragrave per rovina finitose vna vergin non ha partorito

Il popolo vuole adorare Augusto che consulta la Sibilla Segue lavisione e la rovina del tempio In una scena interposta sirappresenta ladorazione dei pastori Fatto certo della venuta delRedentore Augusto ordina pubbliche feste

Nei Mirabilia si narra che Romolo pose nel tempio dellaConcordia la propria statua doro dicendo Non cadragrave insino atanto che una vergine non partorisca e subitamente precipitogravecome la Vergine ebbe partorito Si ricordi a tale proposito ciograve chela leggenda racconta deglidoli di Egitto che tutti precipitarononei templi come appena Gesugrave che fuggiva la persecuzione diErode fu entrato nel paese dei Faraoni Gotofredo da Viterboparla della statua e del vaticinio alquanto diversamente652

Maxima tunc Romae Capitolica stabat imagoCujus in hoc titulo lectoribus acta notabo

Atque Sibyllino dogmate dicta daboGrandis imago nimis potuit vix recta levariSaepe levata satis nulla valet arte juvari

Quin cadat ulterius nam recidiva caditUnius vitulae tandem datur arte levari

652 Pantheon part XV271

Cujus et ingenio potuit sic ipsa locariNe cadat ulterius stetque vigore pari

Sed nec ad huc populus stabat sub imagine tutusSpiritus a statua sic est in plebe locutus

Cum virgo pariet tunc et imago cadet

Giovanni Sarisberiense653 e Ranulfo Higden654 dicono che fusa lastatua le gambe parvero insufficienti a sostenerne il peso e cheessendo ciograve rimostrato allartefice questi rispose la statua avere adurare finchegrave una vergine partorisse Alcuna volta egrave il tempio diPallade (Panadis) quello che precipita655 alcunaltra egrave la Salvatiocome abbiamo giagrave veduto656 In un racconto francese di unmanoscritto di Torino ledifizio che rovina egrave un palazzo magnificoinnalzato da un fantastico Nerone in onor dei suoi numi657

Fra i molti segni annunziatori della venuta di Cristo che siricordano uno dei principali egrave la fonte dolio che si pretendescaturisse in Trastevere nella Taberna meritoria allorchegrave seguigrave ilventuroso nascimento Se ne parla nei Mirabilia e in altri librisenza fine ma il primo che le attribuisca il significato che serbadi poi egrave Orosio658 Qui ci si presenta un altro caso di usurpazionefatta da cristiani in pro della loro fede Una vecchia leggendapagana raccontava che il giorno in cui dopo aver vinto LepidoOttaviano entrograve in Roma scaturigrave dalla Taberna meritoria unafonte dolio Orosio dice essere stato quello un segno e unavvertimento della nascita di Cristo Il Voragine ne parla come un

653 Polycrat l II c 15654 Polychron l I c 24655 Per esempio nelle Cronache di SantEgidio nellAlte Passional ecc656 Cap VI p 211-3 Nelle citate Cronache di S Pantaleone dopo descritta laSalvatio in Campidoglio si soggiunge laquoHujus (Numae) temporibus SibillaErictea (sic) claruit quae ad ipsum veniens Numam Romae plurima futura eipraedixit et in pariete ipsius Capitolii hunc versum conscripsit Non cadet istadomus nisi virgine parturiente Dicunt etiam quod in ipsa hora nativitatisdomini cum omnibus idolis corrueritraquo657 COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 89-91658 Histor l VI c 20

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Cujus et ingenio potuit sic ipsa locariNe cadat ulterius stetque vigore pari

Sed nec ad huc populus stabat sub imagine tutusSpiritus a statua sic est in plebe locutus

Cum virgo pariet tunc et imago cadet

Giovanni Sarisberiense653 e Ranulfo Higden654 dicono che fusa lastatua le gambe parvero insufficienti a sostenerne il peso e cheessendo ciograve rimostrato allartefice questi rispose la statua avere adurare finchegrave una vergine partorisse Alcuna volta egrave il tempio diPallade (Panadis) quello che precipita655 alcunaltra egrave la Salvatiocome abbiamo giagrave veduto656 In un racconto francese di unmanoscritto di Torino ledifizio che rovina egrave un palazzo magnificoinnalzato da un fantastico Nerone in onor dei suoi numi657

Fra i molti segni annunziatori della venuta di Cristo che siricordano uno dei principali egrave la fonte dolio che si pretendescaturisse in Trastevere nella Taberna meritoria allorchegrave seguigrave ilventuroso nascimento Se ne parla nei Mirabilia e in altri librisenza fine ma il primo che le attribuisca il significato che serbadi poi egrave Orosio658 Qui ci si presenta un altro caso di usurpazionefatta da cristiani in pro della loro fede Una vecchia leggendapagana raccontava che il giorno in cui dopo aver vinto LepidoOttaviano entrograve in Roma scaturigrave dalla Taberna meritoria unafonte dolio Orosio dice essere stato quello un segno e unavvertimento della nascita di Cristo Il Voragine ne parla come un

653 Polycrat l II c 15654 Polychron l I c 24655 Per esempio nelle Cronache di SantEgidio nellAlte Passional ecc656 Cap VI p 211-3 Nelle citate Cronache di S Pantaleone dopo descritta laSalvatio in Campidoglio si soggiunge laquoHujus (Numae) temporibus SibillaErictea (sic) claruit quae ad ipsum veniens Numam Romae plurima futura eipraedixit et in pariete ipsius Capitolii hunc versum conscripsit Non cadet istadomus nisi virgine parturiente Dicunt etiam quod in ipsa hora nativitatisdomini cum omnibus idolis corrueritraquo657 COMPARETTI Virgilio nel medio evo v II p 89-91658 Histor l VI c 20

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segno della nascita giagrave avvenuta e cita una profezialaquoProphetaverat enim Sibylla quod quando erumperet fons oleinasceretur Salvator659raquo LAnonimo Magliabecchiano allaTaberna sostituisce il Templum Ravennanum in quo remanebantomnes servientes in senatu Battista Fulgoso fa scaturire la fontein una casa privata660 Lo Pseudo Ricordano Malespini confondecose disparatissime e dice661 laquo al tempo di Attaviano CesereAugusto in Roma si fondograve la maggiore di tutte le Chiese cioegrave laCasa di mess Santo Piero Apostolo di Cristo e tutto quello digraverampollograve olio di sotto terra in segno di divina grazia dopo lamorte di messere Santo Pieroraquo Walther von Rheinau dice che lanotte in cui nacque il Salvatore fu veduto nascere in Roma unalbero e scaturire da quello un rivo dolio662 Del resto le fontidolio sono frequenti nelle leggende specie ascetiche di una chescaturigrave nel mezzo della cittagrave di Sorrento fa ricordo GioseffoGorionide663

Molti altri segni della venuta di Cristo si ricordano su qualinon mi tratterrograve Onorio Augustodunense nellElucidarium neregistra sette ma altri va sino a ventiquattro664 Inoltre uno stesso

659 Legenda aurea c VI660 De dictis factibusque memorabilibus collectanea a Camillo Gilino latinafacta Milano 1508 l I c 4661 Istor fiorent c XI662 Marienleben l II663 Historia judaica l I c 3664 V MASSMANN Kaiserch v III p 556-8 e anche WOLF Lectionesmemorabiles v I p 4-6 11-12 In una cronaca latina manoscritta che siconserva nel Museo Britannico (cod Cottoniano Nero D II) si legge (f 29 rcol 1a) il seguente racconto laquoIn illo tempore regnante in Britannia utpredictum est Kembelino rege vate Teulephinus nomine medio yememaioribus terre vocatis ad regale convivium quasi in extasi raptus in aularegia cunctis coram epulantibus hinc inde gradiens futurorum prescius quirequisitus a rege quod de futurorum presagiis quibus intendebat sentiret eisprospera denunciando vaticinaret Cui ille reapondit dicens

Cesset erroriFugiat terror

27370

segno della nascita giagrave avvenuta e cita una profezialaquoProphetaverat enim Sibylla quod quando erumperet fons oleinasceretur Salvator659raquo LAnonimo Magliabecchiano allaTaberna sostituisce il Templum Ravennanum in quo remanebantomnes servientes in senatu Battista Fulgoso fa scaturire la fontein una casa privata660 Lo Pseudo Ricordano Malespini confondecose disparatissime e dice661 laquo al tempo di Attaviano CesereAugusto in Roma si fondograve la maggiore di tutte le Chiese cioegrave laCasa di mess Santo Piero Apostolo di Cristo e tutto quello digraverampollograve olio di sotto terra in segno di divina grazia dopo lamorte di messere Santo Pieroraquo Walther von Rheinau dice che lanotte in cui nacque il Salvatore fu veduto nascere in Roma unalbero e scaturire da quello un rivo dolio662 Del resto le fontidolio sono frequenti nelle leggende specie ascetiche di una chescaturigrave nel mezzo della cittagrave di Sorrento fa ricordo GioseffoGorionide663

Molti altri segni della venuta di Cristo si ricordano su qualinon mi tratterrograve Onorio Augustodunense nellElucidarium neregistra sette ma altri va sino a ventiquattro664 Inoltre uno stesso

659 Legenda aurea c VI660 De dictis factibusque memorabilibus collectanea a Camillo Gilino latinafacta Milano 1508 l I c 4661 Istor fiorent c XI662 Marienleben l II663 Historia judaica l I c 3664 V MASSMANN Kaiserch v III p 556-8 e anche WOLF Lectionesmemorabiles v I p 4-6 11-12 In una cronaca latina manoscritta che siconserva nel Museo Britannico (cod Cottoniano Nero D II) si legge (f 29 rcol 1a) il seguente racconto laquoIn illo tempore regnante in Britannia utpredictum est Kembelino rege vate Teulephinus nomine medio yememaioribus terre vocatis ad regale convivium quasi in extasi raptus in aularegia cunctis coram epulantibus hinc inde gradiens futurorum prescius quirequisitus a rege quod de futurorum presagiis quibus intendebat sentiret eisprospera denunciando vaticinaret Cui ille reapondit dicens

Cesset erroriFugiat terror

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segno si faceva servire ad annunziare limpero e la nascita diCristo Vincenzo Bellovacense dice sulla fede di PietroComestore nello Speculum historiale665 apparuerunt tressoles in oriente qui paulatim in unum corpus solis redacti suntsignificantes quod dominium Lucii Anthonii et Marchi Anthoniiet Augusti in monarchiam rediret vel pocius quod noticia triniDei et unius toti orbi futura imminebatraquo

Ma il cristianesimo si voleva annunziato di piugrave lunga mano inmezzo alla paganitagrave e se ne ricordavano antichissimi vaticinii epresentimenti Che la Sibilla Eritrea sino dai tempi dellafondazione di Roma avesse profetata la venuta del Messia sicredeva comunemente e dellaltre Sibille si credeva ilmedesimo666 Nel trattato De Disciplina scholastica falsamenteattribuito a Boezio si narra che nella tomba di Platone fu trovatauna lamina doro con suvvi incise le parole Credo nel figliuolo diDio il quale deve nascere di una vergine patire per il genereumano e risuscitare il terzo giorno dalla sua morte Parecchicronisti e Vincenzo Bellovacense fra gli altri667 fanno ricordo diuna tomba trovata presso Costantinopoli e contenente in unascritta lannunzio del Redentore Martino Polono racconta chenella cittagrave di Toledo ai tempi di Federico II fu trovato da unEbreo dentro una pietra che non mostrava segno di commessuraun libro in tre lingue ebraica latina e greca nel quale si narravain parte in parte si prediceva tutta la storia del mondo da Adamo

Cedat dolor gaudioHodie descendit in humoQui nos liberabit ab ymo

Huius autem vaticinii mentio inter Britones sepius fuerat recitataraquo665 L VII c 41666 V SERVATII GALLAEI Dissertationes de Sybillis Amsterdam 1688THORLACIUS Conspectus doctrinae christianae qualis in Sibyllarum libriscontinetur Kopenhagen 1816 EWALD Ueber Entstehung Wert und Inhalt der14 Sibyllinischen Buumlcher Gottinga 1858667 Speculum morale l II dist III parte 2a Di alcun che di simile si parla nellaHistoria miscella

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segno si faceva servire ad annunziare limpero e la nascita diCristo Vincenzo Bellovacense dice sulla fede di PietroComestore nello Speculum historiale665 apparuerunt tressoles in oriente qui paulatim in unum corpus solis redacti suntsignificantes quod dominium Lucii Anthonii et Marchi Anthoniiet Augusti in monarchiam rediret vel pocius quod noticia triniDei et unius toti orbi futura imminebatraquo

Ma il cristianesimo si voleva annunziato di piugrave lunga mano inmezzo alla paganitagrave e se ne ricordavano antichissimi vaticinii epresentimenti Che la Sibilla Eritrea sino dai tempi dellafondazione di Roma avesse profetata la venuta del Messia sicredeva comunemente e dellaltre Sibille si credeva ilmedesimo666 Nel trattato De Disciplina scholastica falsamenteattribuito a Boezio si narra che nella tomba di Platone fu trovatauna lamina doro con suvvi incise le parole Credo nel figliuolo diDio il quale deve nascere di una vergine patire per il genereumano e risuscitare il terzo giorno dalla sua morte Parecchicronisti e Vincenzo Bellovacense fra gli altri667 fanno ricordo diuna tomba trovata presso Costantinopoli e contenente in unascritta lannunzio del Redentore Martino Polono racconta chenella cittagrave di Toledo ai tempi di Federico II fu trovato da unEbreo dentro una pietra che non mostrava segno di commessuraun libro in tre lingue ebraica latina e greca nel quale si narravain parte in parte si prediceva tutta la storia del mondo da Adamo

Cedat dolor gaudioHodie descendit in humoQui nos liberabit ab ymo

Huius autem vaticinii mentio inter Britones sepius fuerat recitataraquo665 L VII c 41666 V SERVATII GALLAEI Dissertationes de Sybillis Amsterdam 1688THORLACIUS Conspectus doctrinae christianae qualis in Sibyllarum libriscontinetur Kopenhagen 1816 EWALD Ueber Entstehung Wert und Inhalt der14 Sibyllinischen Buumlcher Gottinga 1858667 Speculum morale l II dist III parte 2a Di alcun che di simile si parla nellaHistoria miscella

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allAnticristo facendo nascere Cristo in sul principio del terzomondo divisa in tre mondi o in tre etagrave tutta la storia del genereumano Nella prefazione al trattato De octo partibus orationis diVirgilio Marone grammatico668 si ricorda sulla testimonianza dinon so quali storie greche un poeta Tarquinio il quale annunziogravefra i Persiani la venuta di Cristo669

Circa la morte di Augusto nulla si racconta di particolaresalvo che Massudi la lega in istrano modo con la morte diCleopatra Secondo questo storico Augusto perigrave morso da quellostesso serpe che aveva giagrave tolta la vita alla disprezzata regina eimprovvisograve prima di morire alcuni versi che diventarono poifamosi Ben piugrave si parla del sepolcro che era uno dei maggiorimonumenti di Roma I Mirabilia cosigrave lo descrivono laquoAd portamFlammineam fecit Octavianus quoddam castellum quod vocaturAugustum ubi sepelirentur imperatores quod tabulatum fuitdiversis lapidibus Intus in girum est concavum per occultas viasIn inferiori giro sunt sepulturae imperatorum in unaquaquesepultura sunt litterae ita dicentes haec sunt ossa et cinis Nervaeimperatoris670 et victoria quam fecit ante quas stabat statua deisui sicut in aliis omnibus sepulchris In medio sepulchrorum estabsidia ubi sedebat Octavianus ibique erant sacerdotes facientessuas querimonias De omnibus regnis totius orbis iussit venireunam cirothecam plenam de terra quam posuit super templum utesset in memoriam omnibus gentibus Romam venientibusraquo Perquesta ragione Giovanni dOutremeuse chiama il Mausoleo diAugusto ly temple de tout terre671 Ma in alcune recensioni dei668 Ap MAI Classici auctoresA t V p 12669 Giulio Africano racconta che Cristo fu prima che in qualsivoglia altraregione conosciuto in Persia giacchegrave glidoli stessi doro e dargento che Ciroaveva posti nel magnifico tempio di Giunone ne rivelarono la venuta AfricaniNarratio de iis quae Christo nato in Persia acciderunt nei Beytraumlge zurGeschichte und Literatur dellAretin Apr 1804 p 52 segg670 In altri tetti cinis nerveque imperatarum La Graphia cinis enimimperatoris671 Op cit v I p 72 In un commento in prosa alla Speculum Regum diGotofredo da Viterbo (ap PERTZ Script t XXII p 75) ai legge quanto segue

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allAnticristo facendo nascere Cristo in sul principio del terzomondo divisa in tre mondi o in tre etagrave tutta la storia del genereumano Nella prefazione al trattato De octo partibus orationis diVirgilio Marone grammatico668 si ricorda sulla testimonianza dinon so quali storie greche un poeta Tarquinio il quale annunziogravefra i Persiani la venuta di Cristo669

Circa la morte di Augusto nulla si racconta di particolaresalvo che Massudi la lega in istrano modo con la morte diCleopatra Secondo questo storico Augusto perigrave morso da quellostesso serpe che aveva giagrave tolta la vita alla disprezzata regina eimprovvisograve prima di morire alcuni versi che diventarono poifamosi Ben piugrave si parla del sepolcro che era uno dei maggiorimonumenti di Roma I Mirabilia cosigrave lo descrivono laquoAd portamFlammineam fecit Octavianus quoddam castellum quod vocaturAugustum ubi sepelirentur imperatores quod tabulatum fuitdiversis lapidibus Intus in girum est concavum per occultas viasIn inferiori giro sunt sepulturae imperatorum in unaquaquesepultura sunt litterae ita dicentes haec sunt ossa et cinis Nervaeimperatoris670 et victoria quam fecit ante quas stabat statua deisui sicut in aliis omnibus sepulchris In medio sepulchrorum estabsidia ubi sedebat Octavianus ibique erant sacerdotes facientessuas querimonias De omnibus regnis totius orbis iussit venireunam cirothecam plenam de terra quam posuit super templum utesset in memoriam omnibus gentibus Romam venientibusraquo Perquesta ragione Giovanni dOutremeuse chiama il Mausoleo diAugusto ly temple de tout terre671 Ma in alcune recensioni dei668 Ap MAI Classici auctoresA t V p 12669 Giulio Africano racconta che Cristo fu prima che in qualsivoglia altraregione conosciuto in Persia giacchegrave glidoli stessi doro e dargento che Ciroaveva posti nel magnifico tempio di Giunone ne rivelarono la venuta AfricaniNarratio de iis quae Christo nato in Persia acciderunt nei Beytraumlge zurGeschichte und Literatur dellAretin Apr 1804 p 52 segg670 In altri tetti cinis nerveque imperatarum La Graphia cinis enimimperatoris671 Op cit v I p 72 In un commento in prosa alla Speculum Regum diGotofredo da Viterbo (ap PERTZ Script t XXII p 75) ai legge quanto segue

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Mirabilia come in quella pubblicata dal Graumlsse Augusto ordinache ciascun suddito porti al suo Mausoleo non un guanto pienodi terra ma uno scatolino di mirra LAnonimo Magliabecchianodice che Augusto volle essere seppellito nel Mausoleo con unatavola di bronzo in cui erano descritte le sue gesta ma che piugravetardi Tiberio fece porre le sue ceneri nella palla dellobeliscovaticano e quivi ordinograve fossero poste anche le proprie672 Masecondo il Libro Imperiale Augusto fu sepolto nel tempio diMinerva

In molte scritture del medio evo si ricorda come la festa solitaa celebrarsi in Roma alle calende di Agosto in commemorazionedella vittoria dAzio riportata da Augusto fosse per gli ufficiidellimperatrice Eudossia e del papa Pelagio convertita nella festadi San Pietro in Vincoli673

laquoSciendum est quod imperator Antoninus Pius erat mitis et benignus avaritiamnon habens nec amans Ideo ab omni populo romano imperio subiecto tributumaccipere noluit sed terram de omnibus regnis mundi loco tributi apportariiussit in signum obedientie et montem Rome qui dicitur omnis terre iuxtasepulchrum Remi de eadem terra fecitraquo Qui al allude evidentemente al MonteTestaccio672 Del Mausoleo lAnonimo dice laquoAugusta imperatorum id est Lauscavocabulis corruptis quam ad portam Flamineam scilicet hodie populi portainter ripam et viam Tiberis Octavianus fecit fieri tempore quarti suiconsulatus ad resecandum expensas maximas sepulchrorum Imperatorumquod adhuc apparet opus mirifice ornatum et opertum tabulis marmoreisMulta ibi sepulchra fecit in quibus nullum erat aliud necessarium nisi scriberegesta funeratorum in sepulchro praedicto quibus sepulchrum cuilibet eratstatua quae non spectabat nisi denominari nomen defuncti et scribere gestaper eum et in medio loci ubi sacerdotes scenici stabant ad eorum pertinendamfaciendum cum cathedra in qua idem Octavianus quando intrabat possetsedere si vellet donec sacrificia vel cerimoniae exercebantur et ut reputareturlocus magnae nobilitatis iussit per totum mundum portare super illum locumcyrothecam terrae plenam idem Octavianus et tanta fuit multitudo praedictaeterrae ibi iussu praedicto posita quod mona ibi isto modo factus extititraquo673 Ma parecchie opinioni si ebbero circa la origine di questa festa Anzi tuttosecondo la Descriptio plenaria lidea di mutare la festa pagana sarebbe venutaad Eudossia moglie dellimperatore Arcadio in Roma stessa secondo ilDURAND Rationale divinorum officiorum l VII c 19 tale idea sarebbe venuta

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Mirabilia come in quella pubblicata dal Graumlsse Augusto ordinache ciascun suddito porti al suo Mausoleo non un guanto pienodi terra ma uno scatolino di mirra LAnonimo Magliabecchianodice che Augusto volle essere seppellito nel Mausoleo con unatavola di bronzo in cui erano descritte le sue gesta ma che piugravetardi Tiberio fece porre le sue ceneri nella palla dellobeliscovaticano e quivi ordinograve fossero poste anche le proprie672 Masecondo il Libro Imperiale Augusto fu sepolto nel tempio diMinerva

In molte scritture del medio evo si ricorda come la festa solitaa celebrarsi in Roma alle calende di Agosto in commemorazionedella vittoria dAzio riportata da Augusto fosse per gli ufficiidellimperatrice Eudossia e del papa Pelagio convertita nella festadi San Pietro in Vincoli673

laquoSciendum est quod imperator Antoninus Pius erat mitis et benignus avaritiamnon habens nec amans Ideo ab omni populo romano imperio subiecto tributumaccipere noluit sed terram de omnibus regnis mundi loco tributi apportariiussit in signum obedientie et montem Rome qui dicitur omnis terre iuxtasepulchrum Remi de eadem terra fecitraquo Qui al allude evidentemente al MonteTestaccio672 Del Mausoleo lAnonimo dice laquoAugusta imperatorum id est Lauscavocabulis corruptis quam ad portam Flamineam scilicet hodie populi portainter ripam et viam Tiberis Octavianus fecit fieri tempore quarti suiconsulatus ad resecandum expensas maximas sepulchrorum Imperatorumquod adhuc apparet opus mirifice ornatum et opertum tabulis marmoreisMulta ibi sepulchra fecit in quibus nullum erat aliud necessarium nisi scriberegesta funeratorum in sepulchro praedicto quibus sepulchrum cuilibet eratstatua quae non spectabat nisi denominari nomen defuncti et scribere gestaper eum et in medio loci ubi sacerdotes scenici stabant ad eorum pertinendamfaciendum cum cathedra in qua idem Octavianus quando intrabat possetsedere si vellet donec sacrificia vel cerimoniae exercebantur et ut reputareturlocus magnae nobilitatis iussit per totum mundum portare super illum locumcyrothecam terrae plenam idem Octavianus et tanta fuit multitudo praedictaeterrae ibi iussu praedicto posita quod mona ibi isto modo factus extititraquo673 Ma parecchie opinioni si ebbero circa la origine di questa festa Anzi tuttosecondo la Descriptio plenaria lidea di mutare la festa pagana sarebbe venutaad Eudossia moglie dellimperatore Arcadio in Roma stessa secondo ilDURAND Rationale divinorum officiorum l VII c 19 tale idea sarebbe venuta

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CAPITOLO X

NeronePassiamo a Nerone saltando Tiberio del quale saragrave migliore

occasione a discorrere nel capitolo seguenteDopo Giuda per giudizio concorde di tutta la cristianitagrave

luomo piugrave empio e scelerato che sia mai vissuto al mondo egraveNerone e la sua trista celebritagrave vince la buona di Augusto e diCesare La memoria di lui nel medio evo doveva tornare tanto piugraveodiosa quanto piugrave gli spiriti erano allora portati a foggiarsi untipo di principe perfetto674 Ma la prima e piugrave potente cagionedella sua infamia era senzalcun dubbio la persecuzione iniquaondegli primo afflisse la Chiesa nascente La Kaiserchronikchiama Nerone il piugrave malvagio uomo che nascesse di madre

der allir wirsiste mander von muoter in dise werlt ie quam675

Gotofredo da Viterbo dice di lui676

Scandit Nero tronum blasfemus ubique patronusNulla sorte bonus neque dignus honore colonus

Saccus opum scelerum signifer orbis honus

a Teodosia moglie di Teodosio II in Alessandria (Cf GIOVANNI BELETHExplicatio divinorum officiorum c 141 e HOSPINIANUS De festis) Altriattribuiscono la istituzione della festa a Silvestro I (314-335) In un raccontofrancese intitolato Pourquoy la feste saint Pere ad vincula fu celebreecontenuta nel cod Fr 413 della Bibl Nat di Parigi f 102 r linstituzionedella festa ha tuttaltri motivi ed egrave attribuita a un papa Alessandro674 I trattati intesi a instituire il buon principe formano nel medio evo una veraletteratura V BARTSCH Das Fuumlrstenideal des Mittelalters im Spiegel deutscherDichtung Lipsia 1868675 V 4104-5676 Speculum Regum v 906-8 cosigrave ancora nella partic X della MemoriaSaeculorum

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CAPITOLO X

NeronePassiamo a Nerone saltando Tiberio del quale saragrave migliore

occasione a discorrere nel capitolo seguenteDopo Giuda per giudizio concorde di tutta la cristianitagrave

luomo piugrave empio e scelerato che sia mai vissuto al mondo egraveNerone e la sua trista celebritagrave vince la buona di Augusto e diCesare La memoria di lui nel medio evo doveva tornare tanto piugraveodiosa quanto piugrave gli spiriti erano allora portati a foggiarsi untipo di principe perfetto674 Ma la prima e piugrave potente cagionedella sua infamia era senzalcun dubbio la persecuzione iniquaondegli primo afflisse la Chiesa nascente La Kaiserchronikchiama Nerone il piugrave malvagio uomo che nascesse di madre

der allir wirsiste mander von muoter in dise werlt ie quam675

Gotofredo da Viterbo dice di lui676

Scandit Nero tronum blasfemus ubique patronusNulla sorte bonus neque dignus honore colonus

Saccus opum scelerum signifer orbis honus

a Teodosia moglie di Teodosio II in Alessandria (Cf GIOVANNI BELETHExplicatio divinorum officiorum c 141 e HOSPINIANUS De festis) Altriattribuiscono la istituzione della festa a Silvestro I (314-335) In un raccontofrancese intitolato Pourquoy la feste saint Pere ad vincula fu celebreecontenuta nel cod Fr 413 della Bibl Nat di Parigi f 102 r linstituzionedella festa ha tuttaltri motivi ed egrave attribuita a un papa Alessandro674 I trattati intesi a instituire il buon principe formano nel medio evo una veraletteratura V BARTSCH Das Fuumlrstenideal des Mittelalters im Spiegel deutscherDichtung Lipsia 1868675 V 4104-5676 Speculum Regum v 906-8 cosigrave ancora nella partic X della MemoriaSaeculorum

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Ed Enenkel

er war ein uebel manSin gleich wart nie gesehen an

Tutto si ricorda di lui i parricidii le crudeltagrave raffinate il lussoinsensato la mostruosa libidine non vegrave quasi cronista che nonparli con esecrazione dellincendio di Roma e in Roma si mostraancora una torre non molto antica dalla sommitagrave della quale sipretende che lincendiario sia stato spettatore plaudente delloperapropria Egli diventa termine di confronto e paragone di ogni piugravesformata malvagitagrave A proposito di un insigne scelerato si diragrave

Pilate Herode ne Noironnorent plus male entention677

Quando si vorragrave con un sol tratto dipingere la iniquitagrave del clero diRoma si evocheragrave a riscontro la memoria di Nerone

Foris Petrus intus Nero678

Col nome di Nerone si foggeragrave persino un aggettivo neroniussinonimo di scelerato Neronior est ipso Nerone dice di Enrico IIdInghilterra lanonimo autore di un carme De adventuAntichristi679

Quasi che i delitti da lui veramente commessi non fosseroabbastanza numerosi altri gliene sono imputati che non commisee non poteva commettere In una cronaca francese manoscritta silegge680 laquoIl tua son pere et sa mere et sa soeur et ses deulx

677 BENOIS Chronique rimeacutee l II v 27836-7678 V FLACII ILLIRICI Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ed 1754 p 425679 Ap DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 145680 Cod d Nazion di Torino L IV 18 f 41 r

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Ed Enenkel

er war ein uebel manSin gleich wart nie gesehen an

Tutto si ricorda di lui i parricidii le crudeltagrave raffinate il lussoinsensato la mostruosa libidine non vegrave quasi cronista che nonparli con esecrazione dellincendio di Roma e in Roma si mostraancora una torre non molto antica dalla sommitagrave della quale sipretende che lincendiario sia stato spettatore plaudente delloperapropria Egli diventa termine di confronto e paragone di ogni piugravesformata malvagitagrave A proposito di un insigne scelerato si diragrave

Pilate Herode ne Noironnorent plus male entention677

Quando si vorragrave con un sol tratto dipingere la iniquitagrave del clero diRoma si evocheragrave a riscontro la memoria di Nerone

Foris Petrus intus Nero678

Col nome di Nerone si foggeragrave persino un aggettivo neroniussinonimo di scelerato Neronior est ipso Nerone dice di Enrico IIdInghilterra lanonimo autore di un carme De adventuAntichristi679

Quasi che i delitti da lui veramente commessi non fosseroabbastanza numerosi altri gliene sono imputati che non commisee non poteva commettere In una cronaca francese manoscritta silegge680 laquoIl tua son pere et sa mere et sa soeur et ses deulx

677 BENOIS Chronique rimeacutee l II v 27836-7678 V FLACII ILLIRICI Varia doctorum piorumque virorum de corrupto ecclesiaestatu poemata 2a ed 1754 p 425679 Ap DU MEacuteRIL Poeacutesies populaires latines du moyen acircge p 145680 Cod d Nazion di Torino L IV 18 f 41 r

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freresraquo Uno di questi fratelli sarebbe quel Grano che secondo laleggenda fondograve Acquisgrana e che talvolta egrave anche dettocognato o figlio di Nerone Giovanni dOutremeuse racconta chequesti lo fece ammazzare da un suo servitore per nome Gapoza eposcia fece morire anche costui perchegrave non isvelasse ilmisfatto681 Balduino Ninoviense afferma che Nerone laquosororemsuam stupro polluit patrem suum similiter stupravitraquo682 Cheveramente avesse fatto sparare la madre per vedere il luogodovera stato prima di nascere si crede e si ripete da tutti durantetutto il medio evo683 Giovanni dOutremeuse a cui piace sempredi rincarare la dose dice che per la stessa mostruosa curiositagravefece sparare anche la sua seconda moglie e narrato leccidiomaterno soggiunge che il parricida sdegnato della viltagrave del luogo

681 Op cit v 1 p 458 Acquisgrana (Aquisgranum Aquae Graniae) fufondata nel III secolo dellE V dai Romani e cosigrave chiamata probabilmente inonore di Apollo Granus Granius fu anche nome latino di persona e la famigliadei Granii ebbe parecchi uomini illustri682 Chronicon p 592 nella Collection des chroniques belges ineacutedites683 Del modo tenuto da Nerone per fare uccidere la madre si narra con qualcheparticolaritagrave curiosa nellAquila Volante l V c 3 Nel mistero franceseintitolato Vengeance et destruction de Jerusalem ecc stampato da AntonioVerard a Parigi nel 1491 ma rappresentato sino dal 1437 Nerone fa aprire ilventre alla madre ancor viva per instigazione del diavolo Non so donde questacredenza abbia potuto trarre lorigine ma forse la prima suggestione le venneda quanto parecchi antichi narrano di Nerone che volle vedere ignuda lamadre morta e delle forme materne alcune lodograve altre biasimograve V TACITOAnnal XIV 9 SVETONIO Nero 34 DIONE CASSIO Hist Rom LXI 14 Questanotizia fu raccolta da BOEZIO De Consolatione philosophiae l II met VI

Novimus quantas dederit ruinasUrbe flammata patribusque caesisFratre qui quondam ferus interemtoMatris effuso maduit cruoreCorpus et visu gelidum pererransOra non tinxit lacrymis sed esseCensor extinti potuit decoris

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freresraquo Uno di questi fratelli sarebbe quel Grano che secondo laleggenda fondograve Acquisgrana e che talvolta egrave anche dettocognato o figlio di Nerone Giovanni dOutremeuse racconta chequesti lo fece ammazzare da un suo servitore per nome Gapoza eposcia fece morire anche costui perchegrave non isvelasse ilmisfatto681 Balduino Ninoviense afferma che Nerone laquosororemsuam stupro polluit patrem suum similiter stupravitraquo682 Cheveramente avesse fatto sparare la madre per vedere il luogodovera stato prima di nascere si crede e si ripete da tutti durantetutto il medio evo683 Giovanni dOutremeuse a cui piace sempredi rincarare la dose dice che per la stessa mostruosa curiositagravefece sparare anche la sua seconda moglie e narrato leccidiomaterno soggiunge che il parricida sdegnato della viltagrave del luogo

681 Op cit v 1 p 458 Acquisgrana (Aquisgranum Aquae Graniae) fufondata nel III secolo dellE V dai Romani e cosigrave chiamata probabilmente inonore di Apollo Granus Granius fu anche nome latino di persona e la famigliadei Granii ebbe parecchi uomini illustri682 Chronicon p 592 nella Collection des chroniques belges ineacutedites683 Del modo tenuto da Nerone per fare uccidere la madre si narra con qualcheparticolaritagrave curiosa nellAquila Volante l V c 3 Nel mistero franceseintitolato Vengeance et destruction de Jerusalem ecc stampato da AntonioVerard a Parigi nel 1491 ma rappresentato sino dal 1437 Nerone fa aprire ilventre alla madre ancor viva per instigazione del diavolo Non so donde questacredenza abbia potuto trarre lorigine ma forse la prima suggestione le venneda quanto parecchi antichi narrano di Nerone che volle vedere ignuda lamadre morta e delle forme materne alcune lodograve altre biasimograve V TACITOAnnal XIV 9 SVETONIO Nero 34 DIONE CASSIO Hist Rom LXI 14 Questanotizia fu raccolta da BOEZIO De Consolatione philosophiae l II met VI

Novimus quantas dederit ruinasUrbe flammata patribusque caesisFratre qui quondam ferus interemtoMatris effuso maduit cruoreCorpus et visu gelidum pererransOra non tinxit lacrymis sed esseCensor extinti potuit decoris

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ondera uscito sclamograve laquoJe suy venus de unc ort vasseal Et puisavalat ses braies si ordat en ventre de sa mereraquo684

Non egrave cronista che non ispenda qualche parola a ricordare illusso stravagante e la insensata prodigalitagrave del tiranno glisplendori favolosi della Casa Aurea le reti doro e di seta le festein cui si dissipavano le ricchezze di una intera provincia leteatrali ed istrioniche pazzie Queste notizie derivano la piugrave partema quasi sempre indirettamente da Svetonio

Il noto amore di Nerone per le pietre preziose trova benchegravefortuitamente una curiosa attestazione nel Lapidario che va sottoil nome di Marbodo e poscia in altri parecchi Marbodo dice nelPrologo

Evax rex Arabum legitur scripsisse NeroniQui post Augustum regnavit in urbe secundusQuot species lapidum quae nomina quive coloresQuae sit his regio vel quanta potentia cuique 685

Se non che qui Nerone usurpa un luogo che non egrave il suoquelle parole Qui post Augustum regnavit in urbe secunduslasciano intendere che il libro di Evace in origine deve supporsidedicato a Tiberio e a costui veramente si trova ancora dedicatoin parecchie versioni Ma lo scambio si spiega facilmente quandosi ricordi che i tre nomi del secondo imperatore furono TiberioClaudio Nerone La piugrave parte delle versioni francesi in prosa e laversione metrica686 recano il nome di Nerone687 Nelle scritture

684 Op cit v I p 471 470685 MARBODI Liber lapidum Gottinga 1799 p 6686 Ibid p 101-2687 Pietro Diacono che fiorigrave nella prima metagrave del XII secolo (Marbodo morigravenel 1123) tradusse ancor egli il Lapidario di Evace laquoLibrum Evae regisArabiae de pretiosis lapidibus ad Neronem imperatorem quem Constantinusimperator ante annos fere octingentos ab urbe Roma Constantinopolimasportaverat de Graeco in Romanam linguam transtulitraquo Chronica MontisCasinensis ap PERTZ Script t VII p 795 Questa notizia mi par che mettafuori di dubbio lesistenza di un Lapidario che andava sotto il nome di Evace

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ondera uscito sclamograve laquoJe suy venus de unc ort vasseal Et puisavalat ses braies si ordat en ventre de sa mereraquo684

Non egrave cronista che non ispenda qualche parola a ricordare illusso stravagante e la insensata prodigalitagrave del tiranno glisplendori favolosi della Casa Aurea le reti doro e di seta le festein cui si dissipavano le ricchezze di una intera provincia leteatrali ed istrioniche pazzie Queste notizie derivano la piugrave partema quasi sempre indirettamente da Svetonio

Il noto amore di Nerone per le pietre preziose trova benchegravefortuitamente una curiosa attestazione nel Lapidario che va sottoil nome di Marbodo e poscia in altri parecchi Marbodo dice nelPrologo

Evax rex Arabum legitur scripsisse NeroniQui post Augustum regnavit in urbe secundusQuot species lapidum quae nomina quive coloresQuae sit his regio vel quanta potentia cuique 685

Se non che qui Nerone usurpa un luogo che non egrave il suoquelle parole Qui post Augustum regnavit in urbe secunduslasciano intendere che il libro di Evace in origine deve supporsidedicato a Tiberio e a costui veramente si trova ancora dedicatoin parecchie versioni Ma lo scambio si spiega facilmente quandosi ricordi che i tre nomi del secondo imperatore furono TiberioClaudio Nerone La piugrave parte delle versioni francesi in prosa e laversione metrica686 recano il nome di Nerone687 Nelle scritture

684 Op cit v I p 471 470685 MARBODI Liber lapidum Gottinga 1799 p 6686 Ibid p 101-2687 Pietro Diacono che fiorigrave nella prima metagrave del XII secolo (Marbodo morigravenel 1123) tradusse ancor egli il Lapidario di Evace laquoLibrum Evae regisArabiae de pretiosis lapidibus ad Neronem imperatorem quem Constantinusimperator ante annos fere octingentos ab urbe Roma Constantinopolimasportaverat de Graeco in Romanam linguam transtulitraquo Chronica MontisCasinensis ap PERTZ Script t VII p 795 Questa notizia mi par che mettafuori di dubbio lesistenza di un Lapidario che andava sotto il nome di Evace

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del medio evo lo smeraldo si trova qualche volta denominatolapis neronianus e ciograve probabilmente perchegrave si ricordava cheNerone aveva fatto uso di uno smeraldo per veder meglio lepugne dei gladiatori nel circo Parlando degli smeraldi Marbododice

His usum speculis testatur fama NeronemCum gladiatorum pugnas spectare liberet688

Per ogni altro rispetto lepiteto di neroniano non si addiceva allosmeraldo che era tenuta gemma amica della castitagrave

Quasi ricordo delle magnificenze della Casa Aurea RanulfoHigden descrive nel Polychronicon il cielo di bronzo che Neronesi fece costruire e il quale altro non egrave che una copia del cielo diCosroe di cui egrave unaltra copia quello del Colosseo689

Le dissolutezze e le lascivie di Nerone sono quelle che piugraveoffendono la coscienza cristiana e piugrave attraggono lattenzione nelmedio evo Non si dimentichi che secondo una credenza assaiantica giacchegrave si trova riferita da San Girolamo la notte cheCristo nacque morirono subitamente tutti i sodomiti sparsi sullafaccia della terra e ciograve perchegrave non fosse insozzata di tantaturpitudine la umana natura il giorno in cui di essa rivestitonasceva il figliuolo di Dio Si ricordava che Nerone era statomarito del giovane Sporo e moglie dei due liberti Pitagora eDoriforo si ricordava aver egli promesso onori e premii singolaria chi potesse convertirgli in femmina lamasio si sapeva essere688 Questa notizia egrave tratta da PLINIO Hist Nat XXXVII 5 16689 L IV c 9 Item Nero fecit sibi quoddam coelum aereum altitudinis centumpedum minutis foraminibus pertusum nonaginta columpnis marmoreissupportatum quod fecit aqua desuper infundi instar pluviae de coelo cadentisFecit etiam de die lampadem ardentem per illud coelum trahi et ad occidenteminstar solis occumbere Et fecit de nocte speculum gemmis ornatum instarlunae refulgere Sed haec omnia nutu divino ita repente confracta sunt ut necquidem minutiae illorum sunt repertae Fecit etiam quadrigam super illudcoelum trahi ut quasi sonitus tonitrui audiretur Sed Deus immisso ventovalido quadrigam in flumen traiecit

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del medio evo lo smeraldo si trova qualche volta denominatolapis neronianus e ciograve probabilmente perchegrave si ricordava cheNerone aveva fatto uso di uno smeraldo per veder meglio lepugne dei gladiatori nel circo Parlando degli smeraldi Marbododice

His usum speculis testatur fama NeronemCum gladiatorum pugnas spectare liberet688

Per ogni altro rispetto lepiteto di neroniano non si addiceva allosmeraldo che era tenuta gemma amica della castitagrave

Quasi ricordo delle magnificenze della Casa Aurea RanulfoHigden descrive nel Polychronicon il cielo di bronzo che Neronesi fece costruire e il quale altro non egrave che una copia del cielo diCosroe di cui egrave unaltra copia quello del Colosseo689

Le dissolutezze e le lascivie di Nerone sono quelle che piugraveoffendono la coscienza cristiana e piugrave attraggono lattenzione nelmedio evo Non si dimentichi che secondo una credenza assaiantica giacchegrave si trova riferita da San Girolamo la notte cheCristo nacque morirono subitamente tutti i sodomiti sparsi sullafaccia della terra e ciograve perchegrave non fosse insozzata di tantaturpitudine la umana natura il giorno in cui di essa rivestitonasceva il figliuolo di Dio Si ricordava che Nerone era statomarito del giovane Sporo e moglie dei due liberti Pitagora eDoriforo si ricordava aver egli promesso onori e premii singolaria chi potesse convertirgli in femmina lamasio si sapeva essere688 Questa notizia egrave tratta da PLINIO Hist Nat XXXVII 5 16689 L IV c 9 Item Nero fecit sibi quoddam coelum aereum altitudinis centumpedum minutis foraminibus pertusum nonaginta columpnis marmoreissupportatum quod fecit aqua desuper infundi instar pluviae de coelo cadentisFecit etiam de die lampadem ardentem per illud coelum trahi et ad occidenteminstar solis occumbere Et fecit de nocte speculum gemmis ornatum instarlunae refulgere Sed haec omnia nutu divino ita repente confracta sunt ut necquidem minutiae illorum sunt repertae Fecit etiam quadrigam super illudcoelum trahi ut quasi sonitus tonitrui audiretur Sed Deus immisso ventovalido quadrigam in flumen traiecit

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egli stato di cosigrave focoso temperamento e di tanta libidine che permoderarsi alquanto gli conveniva fare uso di unguentirefrigeranti690 Di nessun altro imperatore si narrano tanteparticolaritagrave quante di Nerone Il vizio di lui piugrave appariscente epiugrave caratteristico la lussuria mostruosa finisce per inspirare unaleggenda assai strana ma nella sua stessa stranezzasignificantissima la leggenda cioegrave della gravidanza di NeroneNerone non sapendo oramai che altro immaginar di nuovo dachetare alquanto la stravolta sua fantasia vuole impregnare epartorire chiama i suoi medici e ingiunge loro sotto pena dellamorte di appagare il suo desiderio I medici per torsi dimpacciogli fanno trangugiare in un beveraggio una piccola rana che glicresce in corpo e chegli vomita dopo certo tempo Questa egrave lasostanza della favola che si trova narrata con varianti di pococonto da molti La Graphia e Martino Polono ne fanno ricordoma senza insistervi sopra Forse il piugrave antico monumentoletterario in cui essa si trovi narrata egrave la Kaiserchronik che vispende intorno una quarantina di versi691 Giacomo da Voragine lariporta molto distesamente dicendo di trarla da una storiaapocrifa della quale non so che si abbia altrimenti notizia Eccole sue proprie parole692 laquoRursus Nero nefaria mentis insaniaductus ut in eadem hystoria apocrypha reperitur matrem occidiet scindi jussit ut videret qualiter in ejus utero fovebatur physicivero eum de matris perditione arguentes dicebant jura negant etfas prohibet ut filius matrem necet quae ipsum cum dolorepeperit et cum tanto labore et sollicitudine enutrivit QuibusNero faciatis me puero impraegnari et postea parere ut quantusdolor matri meae fuerit possim scire Hanc insuper voluntatem

690 Nelle giagrave citate Storie de Troia et de Roma (cod Laurenz Gadd CXLVIIIf 33 v a 34 r) di Nerone si dice Et tanto fo lusurioso ke se lavava et vestia sicomo femine Et poi se iacque cola matre Et poi la fece occidere dove erastato criato Et poi se admolioe tre soe sorore consobrine Et fece occidere limariti Et foro queste Octavia Savina et Panopea691 V 4132-74692 C LXXXIX(84) De sancto Petro Apostolo

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egli stato di cosigrave focoso temperamento e di tanta libidine che permoderarsi alquanto gli conveniva fare uso di unguentirefrigeranti690 Di nessun altro imperatore si narrano tanteparticolaritagrave quante di Nerone Il vizio di lui piugrave appariscente epiugrave caratteristico la lussuria mostruosa finisce per inspirare unaleggenda assai strana ma nella sua stessa stranezzasignificantissima la leggenda cioegrave della gravidanza di NeroneNerone non sapendo oramai che altro immaginar di nuovo dachetare alquanto la stravolta sua fantasia vuole impregnare epartorire chiama i suoi medici e ingiunge loro sotto pena dellamorte di appagare il suo desiderio I medici per torsi dimpacciogli fanno trangugiare in un beveraggio una piccola rana che glicresce in corpo e chegli vomita dopo certo tempo Questa egrave lasostanza della favola che si trova narrata con varianti di pococonto da molti La Graphia e Martino Polono ne fanno ricordoma senza insistervi sopra Forse il piugrave antico monumentoletterario in cui essa si trovi narrata egrave la Kaiserchronik che vispende intorno una quarantina di versi691 Giacomo da Voragine lariporta molto distesamente dicendo di trarla da una storiaapocrifa della quale non so che si abbia altrimenti notizia Eccole sue proprie parole692 laquoRursus Nero nefaria mentis insaniaductus ut in eadem hystoria apocrypha reperitur matrem occidiet scindi jussit ut videret qualiter in ejus utero fovebatur physicivero eum de matris perditione arguentes dicebant jura negant etfas prohibet ut filius matrem necet quae ipsum cum dolorepeperit et cum tanto labore et sollicitudine enutrivit QuibusNero faciatis me puero impraegnari et postea parere ut quantusdolor matri meae fuerit possim scire Hanc insuper voluntatem

690 Nelle giagrave citate Storie de Troia et de Roma (cod Laurenz Gadd CXLVIIIf 33 v a 34 r) di Nerone si dice Et tanto fo lusurioso ke se lavava et vestia sicomo femine Et poi se iacque cola matre Et poi la fece occidere dove erastato criato Et poi se admolioe tre soe sorore consobrine Et fece occidere limariti Et foro queste Octavia Savina et Panopea691 V 4132-74692 C LXXXIX(84) De sancto Petro Apostolo

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pariendi conceperat eo quod per urbem transiens quandammulierem parientem vociferantem audiverat Dicunt ei non estpossibile quod naturae contrarium est nec est facile quod rationinon est consentaneum Dixit ergo iis Nero nisi me feceritisimpraegnare et parere omnes vos faciam crudeli morte interireTunc illi eum impotionantes ranam sibi occulte ad bibendumdederunt et eam artificio suo in ejus ventre excrescere feceruntet subito venter ejus naturae contraria non sustinens intumuit itaut Nero se puero gravidum aestimaret faciebantque sibi servarediaetam qualem nutriendae ranae noverant convenire dicentesquod propter conceptum talia eum observare oporteret Tandemnimio dolore vexatus medicis ait accelerate tempus partus quialanguore pariendi vix anhelitum habeo respirandi Tunc ipsum advomitum impotionaverunt et ranam visu terribilem humoribusinfectam et sanguine edidit cruentatam respiciensque Neropartum suum ipsum abhorruit et mirabatur adeo monstruosumdixerunt autem quod tam difformem fetum protulerit ex eo quodtempus partus noluerit expectare Et ait fuine talis de matrisegressus latibulis Et illi etiam Praecepit ergo ut fetus suusaleretur et testudini lapidum servandus includeretur Haec autemin chronicis non leguntur sed apocrypha suntraquo Detto come iRomani cacciassero Nerone Giacomo da Voragine soggiungelaquoRedeuntes igitur Romani ranam in testudine latitanteminvenerunt et ipsam extra civitatem projicientes combusseruntUnde et pars illa civitatis ut aliqui dicunt ubi rana latueratLateranensis nomen accepitraquo

Matteo di Westminster inserisce nei Flores historiarum linteroracconto del Voragine mentre lo abbrevia nel Polychronicon693

Ranulfo Higden che malamente cita a questo proposito MartinoPolono Dal Voragine attingono inoltre Giovanni da Verona nellaHistoria Imperialis e lo Scozzese Barbour (c 1316 - c 1395)nella sua Leggenda di S Paolo694 Enenkel diluendo comegrave da

693 L IV c 9694 BARBOURS des schottischen Nationaldichter Legendensammlung pubblicata

283

pariendi conceperat eo quod per urbem transiens quandammulierem parientem vociferantem audiverat Dicunt ei non estpossibile quod naturae contrarium est nec est facile quod rationinon est consentaneum Dixit ergo iis Nero nisi me feceritisimpraegnare et parere omnes vos faciam crudeli morte interireTunc illi eum impotionantes ranam sibi occulte ad bibendumdederunt et eam artificio suo in ejus ventre excrescere feceruntet subito venter ejus naturae contraria non sustinens intumuit itaut Nero se puero gravidum aestimaret faciebantque sibi servarediaetam qualem nutriendae ranae noverant convenire dicentesquod propter conceptum talia eum observare oporteret Tandemnimio dolore vexatus medicis ait accelerate tempus partus quialanguore pariendi vix anhelitum habeo respirandi Tunc ipsum advomitum impotionaverunt et ranam visu terribilem humoribusinfectam et sanguine edidit cruentatam respiciensque Neropartum suum ipsum abhorruit et mirabatur adeo monstruosumdixerunt autem quod tam difformem fetum protulerit ex eo quodtempus partus noluerit expectare Et ait fuine talis de matrisegressus latibulis Et illi etiam Praecepit ergo ut fetus suusaleretur et testudini lapidum servandus includeretur Haec autemin chronicis non leguntur sed apocrypha suntraquo Detto come iRomani cacciassero Nerone Giacomo da Voragine soggiungelaquoRedeuntes igitur Romani ranam in testudine latitanteminvenerunt et ipsam extra civitatem projicientes combusseruntUnde et pars illa civitatis ut aliqui dicunt ubi rana latueratLateranensis nomen accepitraquo

Matteo di Westminster inserisce nei Flores historiarum linteroracconto del Voragine mentre lo abbrevia nel Polychronicon693

Ranulfo Higden che malamente cita a questo proposito MartinoPolono Dal Voragine attingono inoltre Giovanni da Verona nellaHistoria Imperialis e lo Scozzese Barbour (c 1316 - c 1395)nella sua Leggenda di S Paolo694 Enenkel diluendo comegrave da

693 L IV c 9694 BARBOURS des schottischen Nationaldichter Legendensammlung pubblicata

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credere il succinto racconto della Kaiserchronik narra in 380versi con laggiunta di molte particolaritagrave e collegandovi daultimo la morte di Nerone tutta la strana avventura695 SecondoEnenkel Nerone chiama a segrave settantadue medici e fa intendereloro il suo desiderio Questi da prima si scusano ma minacciati dimorte e rinchiusi in un carcere ricorrono allespediente delbeveraggio e della rana poi liberati e largamente premiati se nefuggono La gravidanza facendosi assai tormentosa Neronechiama altri medici e con lajuto dellarte loro vomita il malconcepito figliuolo al quale tosto provvede una nutrice perchegrave loallevi e dagrave per compagni i figliuoli di tutti i principi che sitrovano in Roma Celebra poscia una festa solenne a cuiintervengono settantadue re e fa girare per Roma la nutrice e larana in un carro di argento con le ruote doro tempestato digemme adorno di un magnifico baldacchino e tirato da un cervoaddomesticato Nel passare un ponte la rana salta nellacqua esparisce Nerone furibondo fa mettere a morte la balia e quindicigiovanetti figli di principi Allora i padri si ribellano segue unagran battaglia e Nerone vinto si fa uccidere da uno de suoicapitani I principi vincitori edificano il Laterano Nel LibroImperiale si dice che Nerone volle impregnare perchegrave dubitavadella fedeltagrave della moglie laquoet chomandograve a filosofi che lo fesonoingravidare acciograve che partorisse uno figliuolo maschio che sirassomigliassi a lui perchegrave dubitava che la donna sua nonpartorisse figliuoli legittimi Et questi filosofi per fare il suomandato li missono in corpo una ranochiaraquo696 GiovannidOutremeuse dice che Nerone mise a morte i dodici medici chelavevano fatto ingravidare697

Al parto stravagante di Nerone si lega come abbiamo vedutolorigine del Laterano La Kaiserchronik fa derivare il nome diLataracircn da lata rana giacchegrave quando Nerone spregnograve i presenti

dallHorstmann v I Heilbronn 1881 p 24-5695 V il testo riportato per intero dal MASSMANN Kaiserch v III p 684-9696 Cod Marciano cit f 110 v a 111 r697 Op cit v I p 471

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credere il succinto racconto della Kaiserchronik narra in 380versi con laggiunta di molte particolaritagrave e collegandovi daultimo la morte di Nerone tutta la strana avventura695 SecondoEnenkel Nerone chiama a segrave settantadue medici e fa intendereloro il suo desiderio Questi da prima si scusano ma minacciati dimorte e rinchiusi in un carcere ricorrono allespediente delbeveraggio e della rana poi liberati e largamente premiati se nefuggono La gravidanza facendosi assai tormentosa Neronechiama altri medici e con lajuto dellarte loro vomita il malconcepito figliuolo al quale tosto provvede una nutrice perchegrave loallevi e dagrave per compagni i figliuoli di tutti i principi che sitrovano in Roma Celebra poscia una festa solenne a cuiintervengono settantadue re e fa girare per Roma la nutrice e larana in un carro di argento con le ruote doro tempestato digemme adorno di un magnifico baldacchino e tirato da un cervoaddomesticato Nel passare un ponte la rana salta nellacqua esparisce Nerone furibondo fa mettere a morte la balia e quindicigiovanetti figli di principi Allora i padri si ribellano segue unagran battaglia e Nerone vinto si fa uccidere da uno de suoicapitani I principi vincitori edificano il Laterano Nel LibroImperiale si dice che Nerone volle impregnare perchegrave dubitavadella fedeltagrave della moglie laquoet chomandograve a filosofi che lo fesonoingravidare acciograve che partorisse uno figliuolo maschio che sirassomigliassi a lui perchegrave dubitava che la donna sua nonpartorisse figliuoli legittimi Et questi filosofi per fare il suomandato li missono in corpo una ranochiaraquo696 GiovannidOutremeuse dice che Nerone mise a morte i dodici medici chelavevano fatto ingravidare697

Al parto stravagante di Nerone si lega come abbiamo vedutolorigine del Laterano La Kaiserchronik fa derivare il nome diLataracircn da lata rana giacchegrave quando Nerone spregnograve i presenti

dallHorstmann v I Heilbronn 1881 p 24-5695 V il testo riportato per intero dal MASSMANN Kaiserch v III p 684-9696 Cod Marciano cit f 110 v a 111 r697 Op cit v I p 471

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veduto il feto gridarono Lata rana698 La Graphia699 e ilVoragine fanno derivare Lateranum da latere e rana latenterana latitante rana Martino Polono o dalla situazione delpalazzo o dalla rana secretamente partorita da Nerone700 Laresidenza di Nerone si poneva o in Vaticano o in Laterano mapiugrave spesso qua che lagrave del che poteva forse essere cagione unaqualche vaga reminiscenza di relazioni di esso Nerone colpalazzo Lateranense Tacito parla di una congiura contro Neronedella quale era capo Plauzio Laterano701 e Giovenale dice chescoperta la congiura Nerone simpadronigrave del palazzo cheLaterano aveva fatto costruire per la sua famiglia702698 V 4170-3699 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v IV p 616 n 3700 laquoPalatium Neronis Lateranense Et dictum est Lateranense a latereseptentrionalis plagae in qua situm est vel a rana quam Nero latenter peperitraquoOnorio Augustodunense pare ignorasse la favola giacchegrave come abbiamveduto dice nel Liber de imagine mundi laquo urbs a Romulo constructa latera(lateritia) vero aedificia utrobique disposita unde et lateranis diciturraquo701 Annalium XV702 Satirarum IV 10 Del palazzo Lateranense fanno ricordo Giulio Capitolinonella vita di MarcAurelio Sesto Vittore nella Vita di Severo Publio Vittore eSesto Rufo nei libri delle regioni San Gerolamo nellepitafio di Fabiola diceche la basilica Lateranense fu edificata sul luogo overa stata la casa di PlauzioLaterano Beda sa ancora che il nome del Laterano viene dalla famigliaLaterana e lo nota nel De sex mundi aetatibus Ma a poco a poco se ne perdela memoria Il Laterano divenuto sede de Pontefici acquista nel medio evouna grande importanza e si considera non solo come distinto ma quasi comeindipendente da Roma Dante parlando dei pellegrini che dalle plaghesettentrionali dEuropa accorsero alla Cittagrave eterna durante il giubileo del 1300dice (Parad c XXXI v 34-6)

Veggendo Roma e lardua sua opraStupefacensi quando LateranoAlle cose mortali andograve di sopra

Enenkel lo chiama a dirittura una grande cittagrave Nel Biterolf und Dietlieb silegge

Rom und Latran285

veduto il feto gridarono Lata rana698 La Graphia699 e ilVoragine fanno derivare Lateranum da latere e rana latenterana latitante rana Martino Polono o dalla situazione delpalazzo o dalla rana secretamente partorita da Nerone700 Laresidenza di Nerone si poneva o in Vaticano o in Laterano mapiugrave spesso qua che lagrave del che poteva forse essere cagione unaqualche vaga reminiscenza di relazioni di esso Nerone colpalazzo Lateranense Tacito parla di una congiura contro Neronedella quale era capo Plauzio Laterano701 e Giovenale dice chescoperta la congiura Nerone simpadronigrave del palazzo cheLaterano aveva fatto costruire per la sua famiglia702698 V 4170-3699 Cf GREGOROVIUS Gesch d St Rom v IV p 616 n 3700 laquoPalatium Neronis Lateranense Et dictum est Lateranense a latereseptentrionalis plagae in qua situm est vel a rana quam Nero latenter peperitraquoOnorio Augustodunense pare ignorasse la favola giacchegrave come abbiamveduto dice nel Liber de imagine mundi laquo urbs a Romulo constructa latera(lateritia) vero aedificia utrobique disposita unde et lateranis diciturraquo701 Annalium XV702 Satirarum IV 10 Del palazzo Lateranense fanno ricordo Giulio Capitolinonella vita di MarcAurelio Sesto Vittore nella Vita di Severo Publio Vittore eSesto Rufo nei libri delle regioni San Gerolamo nellepitafio di Fabiola diceche la basilica Lateranense fu edificata sul luogo overa stata la casa di PlauzioLaterano Beda sa ancora che il nome del Laterano viene dalla famigliaLaterana e lo nota nel De sex mundi aetatibus Ma a poco a poco se ne perdela memoria Il Laterano divenuto sede de Pontefici acquista nel medio evouna grande importanza e si considera non solo come distinto ma quasi comeindipendente da Roma Dante parlando dei pellegrini che dalle plaghesettentrionali dEuropa accorsero alla Cittagrave eterna durante il giubileo del 1300dice (Parad c XXXI v 34-6)

Veggendo Roma e lardua sua opraStupefacensi quando LateranoAlle cose mortali andograve di sopra

Enenkel lo chiama a dirittura una grande cittagrave Nel Biterolf und Dietlieb silegge

Rom und Latran285

Per ciograve non sarebbe senza qualche fondamento la congetturache facesse derivare la intera leggenda della gravidanza di Neronedalla fantastica etimologia del nome del Laterano e laconforterebbero esempii senza numero di leggende nate nelmedesimo modo Tuttavia io credo piuttosto che il nome diLaterano altro non abbia suggerito che la rana e che il fondostesso di quella finzione cioegrave la gravidanza abbia ragioni menofortuite e piugrave consistenti La popolare fantasia non potevainventare una leggenda che meglio di questa si attagliasse aNerone il piugrave insaziabile dei dissoluti il piugrave pazzo ricercatore dinovitagrave mostruose che la storia ricordi ed io non conosconessunaltra leggenda che meglio e piugrave opportunamente di questaillustri la storia Il sovvertimento di ogni ordine di natura in checolui si compiaceva egrave in essa colto e rappresentato al vivo Lostesso ridicolo che vi egrave profuso si conviene mirabilmenteallistrione coronato che in mezzo alle maggiori atrocitagrave conservasempre un non so che di melenso e di giullaresco Neronediventato Calandrino egrave Nerone perfetto Del resto la leggendastessa poteva trovare occasione ed appiglio nella storia autenticao tale creduta narrasi in fatto che un soldato interrogato unavolta che cosa facesse Nerone rispose Partorisce giacchegrave inunazione scenica simulava per lappunto un parto Inoltre si vuolricordare come in un luogo dellApocalisse dicasi che dalla boccadel Drago cioegrave Satana della Bestia cioegrave Nerone e del falsoprofeta escono tre spiriti impuri somiglianti a rane Negrave fu Neroneil solo che operasse questo miracolo di mettere al mondo unarana Negli Annales Corbejenses ad a 1026 si narra laquoMendicain littore Visarab sub saliceto duos simul peperit filios perfecte

gaumlb ich darumb

(Ed di F H von der Hagen e A Primisser v 11109-10) NellAppendiceallHeldenbuch si dice che al re Otnit obbedivano fra molti altri paesi ancheRoma e Laterano (V GRIMM Die deutsche Heldensage Gottinga 1829 p 90)Nei Mirabilia Lateranus diventa anche il nome del cavallo di Costantino ed ivistesso egrave detto laquoIn palatio Laterani sunt quaedam miranda sed non scribendaraquo

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Per ciograve non sarebbe senza qualche fondamento la congetturache facesse derivare la intera leggenda della gravidanza di Neronedalla fantastica etimologia del nome del Laterano e laconforterebbero esempii senza numero di leggende nate nelmedesimo modo Tuttavia io credo piuttosto che il nome diLaterano altro non abbia suggerito che la rana e che il fondostesso di quella finzione cioegrave la gravidanza abbia ragioni menofortuite e piugrave consistenti La popolare fantasia non potevainventare una leggenda che meglio di questa si attagliasse aNerone il piugrave insaziabile dei dissoluti il piugrave pazzo ricercatore dinovitagrave mostruose che la storia ricordi ed io non conosconessunaltra leggenda che meglio e piugrave opportunamente di questaillustri la storia Il sovvertimento di ogni ordine di natura in checolui si compiaceva egrave in essa colto e rappresentato al vivo Lostesso ridicolo che vi egrave profuso si conviene mirabilmenteallistrione coronato che in mezzo alle maggiori atrocitagrave conservasempre un non so che di melenso e di giullaresco Neronediventato Calandrino egrave Nerone perfetto Del resto la leggendastessa poteva trovare occasione ed appiglio nella storia autenticao tale creduta narrasi in fatto che un soldato interrogato unavolta che cosa facesse Nerone rispose Partorisce giacchegrave inunazione scenica simulava per lappunto un parto Inoltre si vuolricordare come in un luogo dellApocalisse dicasi che dalla boccadel Drago cioegrave Satana della Bestia cioegrave Nerone e del falsoprofeta escono tre spiriti impuri somiglianti a rane Negrave fu Neroneil solo che operasse questo miracolo di mettere al mondo unarana Negli Annales Corbejenses ad a 1026 si narra laquoMendicain littore Visarab sub saliceto duos simul peperit filios perfecte

gaumlb ich darumb

(Ed di F H von der Hagen e A Primisser v 11109-10) NellAppendiceallHeldenbuch si dice che al re Otnit obbedivano fra molti altri paesi ancheRoma e Laterano (V GRIMM Die deutsche Heldensage Gottinga 1829 p 90)Nei Mirabilia Lateranus diventa anche il nome del cavallo di Costantino ed ivistesso egrave detto laquoIn palatio Laterani sunt quaedam miranda sed non scribendaraquo

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sanos aliquot ranas et grandem lacertum ipsa etiam valida etsanaraquo Di un tristo che confessatosi vomitograve sette rospi narraTommaso Cantipratense703 Di una matrona di Fiandra cheinghiottigrave bevendo un serpe e lo partorigrave poi insieme con unbambino racconta Cesario di Heisterbach704

Ma come vive la memoria delle sceleraggini che solo hannotermine con la morte cosigrave vive ancora la memoria de buoniprincipii di Nerone e si giunge anzi a fare di lui un amico diCristo e quasi un credente con lintenzione oltrechegrave di mostraresin dal principio un imperatore amico del cristianesimo forseancora di rendere piugrave odiosa la mala vita che egli condusse di poie darle quasi carattere di apostasia Racconta Suida che Neroneessendo ancor giovane attendeva allo studio della filosofia eparlava di Cristo il quale credeva fosse ancora tra gli uominiSaputo che i Giudei lavevano crocifisso nebbe grande sdegno efece venire a segrave stretti in catene Anna Caifasso e Pilato e queidue primi udita in Senato la narrazione dei fatti assolse Pilatoper contro fece decapitare705 Ma che Nerone fece mettere amorte Pilato assai prima che da Suida si trova barrato daGiovanni Malala706 Notisi tuttavia che qui si attribuisce a Neronequanto la piugrave vulgata leggenda attribuisce come vedremo nelseguente capitolo a Tiberio fatto probabilmente lo scambio perla giagrave notata ragione del nome comune ad entrambi Il seguenteracconto si legge in un Liber de inventione ymaginis salvatorisdelato navigio Rome per Velosianum che manoscritto si conservain Roma nella Vallicelliana707 laquoEodem tempore suscepit703 Bonum universale de apibus l II c 50 2 Qui puograve essere ricordato ancheun opuscolo intitolato Histoire merveilleuse et eacutepouvantable dun monstreengendreacute dans le corps dun homme nommeacute Ferdinand de la Felme oumarquizat de Cenete en Espagne Parigi 1622704 Dialogus miraculorum dist X 71 Una storia presso a poco simile raccontaanche nel c 72705 Lexicon s v Νέρων706 Chronographia l X707 Cod F 65 f 81 r e v Sottaltro titolo egrave la Cura sanitatis Tiberii pubblicatadal Foggini e dal Mansi

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sanos aliquot ranas et grandem lacertum ipsa etiam valida etsanaraquo Di un tristo che confessatosi vomitograve sette rospi narraTommaso Cantipratense703 Di una matrona di Fiandra cheinghiottigrave bevendo un serpe e lo partorigrave poi insieme con unbambino racconta Cesario di Heisterbach704

Ma come vive la memoria delle sceleraggini che solo hannotermine con la morte cosigrave vive ancora la memoria de buoniprincipii di Nerone e si giunge anzi a fare di lui un amico diCristo e quasi un credente con lintenzione oltrechegrave di mostraresin dal principio un imperatore amico del cristianesimo forseancora di rendere piugrave odiosa la mala vita che egli condusse di poie darle quasi carattere di apostasia Racconta Suida che Neroneessendo ancor giovane attendeva allo studio della filosofia eparlava di Cristo il quale credeva fosse ancora tra gli uominiSaputo che i Giudei lavevano crocifisso nebbe grande sdegno efece venire a segrave stretti in catene Anna Caifasso e Pilato e queidue primi udita in Senato la narrazione dei fatti assolse Pilatoper contro fece decapitare705 Ma che Nerone fece mettere amorte Pilato assai prima che da Suida si trova barrato daGiovanni Malala706 Notisi tuttavia che qui si attribuisce a Neronequanto la piugrave vulgata leggenda attribuisce come vedremo nelseguente capitolo a Tiberio fatto probabilmente lo scambio perla giagrave notata ragione del nome comune ad entrambi Il seguenteracconto si legge in un Liber de inventione ymaginis salvatorisdelato navigio Rome per Velosianum che manoscritto si conservain Roma nella Vallicelliana707 laquoEodem tempore suscepit703 Bonum universale de apibus l II c 50 2 Qui puograve essere ricordato ancheun opuscolo intitolato Histoire merveilleuse et eacutepouvantable dun monstreengendreacute dans le corps dun homme nommeacute Ferdinand de la Felme oumarquizat de Cenete en Espagne Parigi 1622704 Dialogus miraculorum dist X 71 Una storia presso a poco simile raccontaanche nel c 72705 Lexicon s v Νέρων706 Chronographia l X707 Cod F 65 f 81 r e v Sottaltro titolo egrave la Cura sanitatis Tiberii pubblicatadal Foggini e dal Mansi

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imperium romanum Gaius cesar et post hunc Nero cesar Postaliquantos autem annos venerunt discipuli Jhesu Christi ad urbemRomam Venit et quidam homo samaritanus nomine Simon inarte magica nimis eruditus in quo demonia habitabant multa quise deum et dei filium dicebat et ipse apud Judeos fuisset passusmortuus et sepultus et tercia die asserebat se surrexisse Set dumNeroni Cesari nunciatum fuisset de Jhesu Christo filio dei vivi etomnia que de eo acta sunt apud Judeos nunciatum est ei etiam dePilato Qui statim direxit milites suos in Amerinam civitatem etPilatum ad se accerseri precepit Et cum ei presentatus fuissetnarravit Neroni omnia que de Jhesu Nazareno gesta suntpresentavitque et discipulos eius Petrum et Paulum Qui dixeruntCesari Bone imperator omnia ista facta sunt per JhesumChristum dominum nostrum filium dei Nam iste Simon magusplenus est mendaciis et diabolicis artibus in tantum ut dicat seesse deum cum sit homo pollutus et filium dei se ausus estdicere in quo nos omnes sumus cultores per deum et hominemquem assumpsit illa divina maiestas irreprehensibilis queomnibus hominibus dignata est subvenire In isto vero Simoneduo substantiae esse cognoscuntur non dei et hominis set diaboliet hominis quia ipse seductor per hominem hominibus impedireconatur His auditis Nero imperator interrogans Pilatum si veraessent que a Petro audiebantur respondit Pilatus Vera sunt omniaque a Petro in vestris auribus sonuerunt Post hoc autem proptercircumcisionem suam Pilatus quam a Judeis acceperat in corporesuo iterum in Amerinam civitatem in exilium a Nerone cesaredirectus est ibique animam exalavit Hec omnia scripta suntqualiter dampnatus est Pilatus a Tiberio augusto qui credidit inJhesum Christum dominum nostrum et baptizatus est atquesalvatus et ab hac luce sublatus est Nero vero interfectormartirum impius et paganus a diabolo percussus interiitquemadmodum prius a diabolo interemptus fuit Simonraquo

La leggenda pretende che Nerone fece morire San Pietro e SanPaolo per vendicare lamico suo Simon Mago che in una gara col

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imperium romanum Gaius cesar et post hunc Nero cesar Postaliquantos autem annos venerunt discipuli Jhesu Christi ad urbemRomam Venit et quidam homo samaritanus nomine Simon inarte magica nimis eruditus in quo demonia habitabant multa quise deum et dei filium dicebat et ipse apud Judeos fuisset passusmortuus et sepultus et tercia die asserebat se surrexisse Set dumNeroni Cesari nunciatum fuisset de Jhesu Christo filio dei vivi etomnia que de eo acta sunt apud Judeos nunciatum est ei etiam dePilato Qui statim direxit milites suos in Amerinam civitatem etPilatum ad se accerseri precepit Et cum ei presentatus fuissetnarravit Neroni omnia que de Jhesu Nazareno gesta suntpresentavitque et discipulos eius Petrum et Paulum Qui dixeruntCesari Bone imperator omnia ista facta sunt per JhesumChristum dominum nostrum filium dei Nam iste Simon magusplenus est mendaciis et diabolicis artibus in tantum ut dicat seesse deum cum sit homo pollutus et filium dei se ausus estdicere in quo nos omnes sumus cultores per deum et hominemquem assumpsit illa divina maiestas irreprehensibilis queomnibus hominibus dignata est subvenire In isto vero Simoneduo substantiae esse cognoscuntur non dei et hominis set diaboliet hominis quia ipse seductor per hominem hominibus impedireconatur His auditis Nero imperator interrogans Pilatum si veraessent que a Petro audiebantur respondit Pilatus Vera sunt omniaque a Petro in vestris auribus sonuerunt Post hoc autem proptercircumcisionem suam Pilatus quam a Judeis acceperat in corporesuo iterum in Amerinam civitatem in exilium a Nerone cesaredirectus est ibique animam exalavit Hec omnia scripta suntqualiter dampnatus est Pilatus a Tiberio augusto qui credidit inJhesum Christum dominum nostrum et baptizatus est atquesalvatus et ab hac luce sublatus est Nero vero interfectormartirum impius et paganus a diabolo percussus interiitquemadmodum prius a diabolo interemptus fuit Simonraquo

La leggenda pretende che Nerone fece morire San Pietro e SanPaolo per vendicare lamico suo Simon Mago che in una gara col

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principe degli apostoli era rimasto vinto ed aveva poi perduto lavita nellultima prova del volo miracoloso Tutta questa storia cheio non istarograve a riferire altrimenti egrave narrata per distesonelloperetta di un preteso discepolo di San Pietro per nomeMarcello intitolata De conflictu Simonis Petri et SimonisMagi708 donde passa nei Leggendarii nelle cronache e in altrescritture senza numero709 I lineamenti principali di essa sitrovano giagrave in uno scrittore cristiano del secondo secoloEgesippo La leggenda rappresenta Nerone e Simone comeamicissimi laquoSymon autem magus in tantum a Nerone amabaturquod vitae ejus et salutis et totius civitatis custos sine dubioputabaturraquo dice Giacomo da Voragine Simone faceva trasecolareNerone coi miracoli piugrave stravaganti Un giorno stando dinnanzi alui prese a trasmutarsi per modo che ora vecchio ora giovane simostrava Pregograve Nerone lo facesse decollare perchegrave sarebberisuscitato in capo di tre digrave e ponendo in suo luogo un ariete fececredere daver mantenuta la promessa Per questi e per altriprodigi Nerone lo teneva veramente qual egli si spacciava figliodi Dio Un giorno mentregli trovavasi in compagniadellimperatore un demonio assunto il suo aspetto arringava ilpopolo cosigrave che questo cominciograve ad averlo in grandevenerazione e gli eresse una statua con liscrizione Symoni Deosancto710 Dopo il martirio San Paolo apparisce a Nerone in pienconsiglio e gli annunzia la morte eterna Nerone allora fa liberareSan Barnaba insieme co suoi compagni Nel mistero francesedegli Atti degli Apostoli composto verso il 1450 dai fratelliGresban egrave San Pietro quegli che per ben due volte apparisce aNerone il quale cade in profonda melanconia ed egrave bastonato

708 V FABRICIUS Codex apochryphus v II p 778-80 v III p 632-53709 V MASSMANN Kaiserch v III p 695-714 Cf RYDBERG Roumlmische Sagenuumlber die Apostel Petrus und Paulus traduzione dallo svedese Lipsia 1876710 Di questa statua fanno ricordo GIUSTINO MARTIRE nella Apologia seconda(che propriamente sarebbe la prima) TERTULLIANO nellApologeticus c XIIIEUSEBIO nella Historia ecclesiastica l II c 14 e piugrave altri

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principe degli apostoli era rimasto vinto ed aveva poi perduto lavita nellultima prova del volo miracoloso Tutta questa storia cheio non istarograve a riferire altrimenti egrave narrata per distesonelloperetta di un preteso discepolo di San Pietro per nomeMarcello intitolata De conflictu Simonis Petri et SimonisMagi708 donde passa nei Leggendarii nelle cronache e in altrescritture senza numero709 I lineamenti principali di essa sitrovano giagrave in uno scrittore cristiano del secondo secoloEgesippo La leggenda rappresenta Nerone e Simone comeamicissimi laquoSymon autem magus in tantum a Nerone amabaturquod vitae ejus et salutis et totius civitatis custos sine dubioputabaturraquo dice Giacomo da Voragine Simone faceva trasecolareNerone coi miracoli piugrave stravaganti Un giorno stando dinnanzi alui prese a trasmutarsi per modo che ora vecchio ora giovane simostrava Pregograve Nerone lo facesse decollare perchegrave sarebberisuscitato in capo di tre digrave e ponendo in suo luogo un ariete fececredere daver mantenuta la promessa Per questi e per altriprodigi Nerone lo teneva veramente qual egli si spacciava figliodi Dio Un giorno mentregli trovavasi in compagniadellimperatore un demonio assunto il suo aspetto arringava ilpopolo cosigrave che questo cominciograve ad averlo in grandevenerazione e gli eresse una statua con liscrizione Symoni Deosancto710 Dopo il martirio San Paolo apparisce a Nerone in pienconsiglio e gli annunzia la morte eterna Nerone allora fa liberareSan Barnaba insieme co suoi compagni Nel mistero francesedegli Atti degli Apostoli composto verso il 1450 dai fratelliGresban egrave San Pietro quegli che per ben due volte apparisce aNerone il quale cade in profonda melanconia ed egrave bastonato

708 V FABRICIUS Codex apochryphus v II p 778-80 v III p 632-53709 V MASSMANN Kaiserch v III p 695-714 Cf RYDBERG Roumlmische Sagenuumlber die Apostel Petrus und Paulus traduzione dallo svedese Lipsia 1876710 Di questa statua fanno ricordo GIUSTINO MARTIRE nella Apologia seconda(che propriamente sarebbe la prima) TERTULLIANO nellApologeticus c XIIIEUSEBIO nella Historia ecclesiastica l II c 14 e piugrave altri

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dagli angeli711 In un altro mistero francese intitolato Le martyrede saint Pierre et saint Paul712 tutta due i santi appariscono aNerone contro a cui il popolo sdegnato del loro supplizio si egraveribellato

Narrata la vita sceleratissima del tiranno se ne narra anche lamorte ignominiosa e comegrave naturale si aggiunge al vero piugrave diun particolare fantastico Secondo la piugrave comune opinione il tristoimperatore si uccide da segrave o con una spada o con un palo cheegli stesso ha rabbiosamente aguzzato co denti713 Nel citatomistero dei fratelli Gresban si uccide per consiglio di Satana eprima di morire invoca i demonii

NERON tient une espeacutee

Ha dyables dampnezDe toutes parta vers moy venezVenez agrave ma fin malheureuseEspeacutee soys moy rigoureuseDonne tost fin par grand fureurA Neacuteron le poure empereurLe trist infect et douloureuxLe malheureux des malheureuxLe sans par des mal fortunezLe desespoir des forcenezDyables puisquil fault que je meureA vous suis agrave vous je me donne (Il se tue)Et le corps et lame habandonneA jamais pour vostre preacutesent

711 Questo mistero contava 494 personaggi e 61908 versi e per rappresentarloci voleva una quarantina di giorni Se ne fecero parecchie edizioni V DOUHETDictionnaire des mystegraveres Parigi 1854 col 79-107 e L PETIT DE JULLEVILLELes mystegraveres Parigi 1880 v II p 461-5712 Pubblicato dal JUBINAL nei Mystegraveres ineacutedits du XV siegravecle Parigi 1837 v 1p 61-100713 Che si uccidesse con un palo cosigrave aguzzato racconta giagrave Orosio eraccontano dopo di lui Martino Polono il Voragine e molti altri

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dagli angeli711 In un altro mistero francese intitolato Le martyrede saint Pierre et saint Paul712 tutta due i santi appariscono aNerone contro a cui il popolo sdegnato del loro supplizio si egraveribellato

Narrata la vita sceleratissima del tiranno se ne narra anche lamorte ignominiosa e comegrave naturale si aggiunge al vero piugrave diun particolare fantastico Secondo la piugrave comune opinione il tristoimperatore si uccide da segrave o con una spada o con un palo cheegli stesso ha rabbiosamente aguzzato co denti713 Nel citatomistero dei fratelli Gresban si uccide per consiglio di Satana eprima di morire invoca i demonii

NERON tient une espeacutee

Ha dyables dampnezDe toutes parta vers moy venezVenez agrave ma fin malheureuseEspeacutee soys moy rigoureuseDonne tost fin par grand fureurA Neacuteron le poure empereurLe trist infect et douloureuxLe malheureux des malheureuxLe sans par des mal fortunezLe desespoir des forcenezDyables puisquil fault que je meureA vous suis agrave vous je me donne (Il se tue)Et le corps et lame habandonneA jamais pour vostre preacutesent

711 Questo mistero contava 494 personaggi e 61908 versi e per rappresentarloci voleva una quarantina di giorni Se ne fecero parecchie edizioni V DOUHETDictionnaire des mystegraveres Parigi 1854 col 79-107 e L PETIT DE JULLEVILLELes mystegraveres Parigi 1880 v II p 461-5712 Pubblicato dal JUBINAL nei Mystegraveres ineacutedits du XV siegravecle Parigi 1837 v 1p 61-100713 Che si uccidesse con un palo cosigrave aguzzato racconta giagrave Orosio eraccontano dopo di lui Martino Polono il Voragine e molti altri

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Altri lo fanno morire altrimenti il Gorionide fulminato714 ilgiagrave citato Liber de inventione ymaginis salvatoris ammazzato daldiavolo come segrave veduto Marcello e poi altri divorato dai lupinegrave mancograve chi disse essersi egli sepolto vivo715 Il ChroniconPaschale lo fa morire per una congiura dei Giudei716

La Kaiserchronik racconta chegli fu dopo morto trascinato peipiedi dal popolo furente e gettato nei fossati della cittagrave e che idiavoli in figura di uccelli neri vennero a prenderne lanimamentre i lupi ne divoravano il corpo717

Nella Cura sanitatis Tiberii di cui avrograve a dire nel capitoloseguente Nerone e Simon Mago sono tutta due portati via daldiavolo Nelle Chroniques de Tournay i diavoli portano viaNerone anima e corpo laquoet dist on que les anemis lemporterent encorps et en ameraquo Nel giagrave citato mistero francese Le martyre de SPierre et de S Paul egrave una scena che merita dessere qui riportataNerone egrave informato che il popolo di Roma ribellatosi viene perucciderlo

NEacuteRON

Ains quilz viegnent me vueil tuer714 Hist jud l I c 75715 NICEFORO COSTANTINOPOLITANO nella Chronographia compendiaria (GeorgiusSyncellus et Nicephorus ed di Bonna v I p 746) φυγὼν Ζωντα ἑαυτονἔχωσε716 V I p 459717 V 4311-19

bicirc den vuezen zocircch man in in den burcgrobendie tiefele kocircmen darmit einir michila scarin swarzer vogele bilidein einem michiln genibelenacircmen sie die secircledie helle bucircwit sie nimmir mecircreder lichname was unreinedie wolve vracirczen sin gebeine

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Altri lo fanno morire altrimenti il Gorionide fulminato714 ilgiagrave citato Liber de inventione ymaginis salvatoris ammazzato daldiavolo come segrave veduto Marcello e poi altri divorato dai lupinegrave mancograve chi disse essersi egli sepolto vivo715 Il ChroniconPaschale lo fa morire per una congiura dei Giudei716

La Kaiserchronik racconta chegli fu dopo morto trascinato peipiedi dal popolo furente e gettato nei fossati della cittagrave e che idiavoli in figura di uccelli neri vennero a prenderne lanimamentre i lupi ne divoravano il corpo717

Nella Cura sanitatis Tiberii di cui avrograve a dire nel capitoloseguente Nerone e Simon Mago sono tutta due portati via daldiavolo Nelle Chroniques de Tournay i diavoli portano viaNerone anima e corpo laquoet dist on que les anemis lemporterent encorps et en ameraquo Nel giagrave citato mistero francese Le martyre de SPierre et de S Paul egrave una scena che merita dessere qui riportataNerone egrave informato che il popolo di Roma ribellatosi viene perucciderlo

NEacuteRON

Ains quilz viegnent me vueil tuer714 Hist jud l I c 75715 NICEFORO COSTANTINOPOLITANO nella Chronographia compendiaria (GeorgiusSyncellus et Nicephorus ed di Bonna v I p 746) φυγὼν Ζωντα ἑαυτονἔχωσε716 V I p 459717 V 4311-19

bicirc den vuezen zocircch man in in den burcgrobendie tiefele kocircmen darmit einir michila scarin swarzer vogele bilidein einem michiln genibelenacircmen sie die secircledie helle bucircwit sie nimmir mecircreder lichname was unreinedie wolve vracirczen sin gebeine

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A ce pel que je rongerayQuen la pance me bouteray

Lor ronge i baston et le boute en sa pance et chieacutee mort

LES DYABLES

Ha ha ha ha Neacuteron NeacuteronOu puis denfer te porteron

Lors lemportent et puis le jetent en une chaudiegravere assise un pou haut enmy lechamp

LE PREMIER DYABLE

Neacuteron Neacuteron mal esploitasQuant oultredroit or convoitasQuant ta propre megravere tuasQuant dune royne tempregnasQuant home pour fame espousasQuant Rome ardis la gent grevasQuant les apostres martirasQuant en tout mal te deacutemenasQuant en rez dor en mer peschasEt or vousis et or burasEn or boullant boulu serasEt sans durer y durerasTourmente-le moy MauferasEt fay du pis que tu pourras

LE SECOND DYABLE

Neacuteron sans mourir tu mourrasA ce cop quest enfer saurasNe jamez remegravede nauras

Lors souffle ly uns soubz la chaudiegravere et face I pou de fumeacutee et lautre facesemblant de ly faire boire or guele baeacutee et bientocirct cessent

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A ce pel que je rongerayQuen la pance me bouteray

Lor ronge i baston et le boute en sa pance et chieacutee mort

LES DYABLES

Ha ha ha ha Neacuteron NeacuteronOu puis denfer te porteron

Lors lemportent et puis le jetent en une chaudiegravere assise un pou haut enmy lechamp

LE PREMIER DYABLE

Neacuteron Neacuteron mal esploitasQuant oultredroit or convoitasQuant ta propre megravere tuasQuant dune royne tempregnasQuant home pour fame espousasQuant Rome ardis la gent grevasQuant les apostres martirasQuant en tout mal te deacutemenasQuant en rez dor en mer peschasEt or vousis et or burasEn or boullant boulu serasEt sans durer y durerasTourmente-le moy MauferasEt fay du pis que tu pourras

LE SECOND DYABLE

Neacuteron sans mourir tu mourrasA ce cop quest enfer saurasNe jamez remegravede nauras

Lors souffle ly uns soubz la chaudiegravere et face I pou de fumeacutee et lautre facesemblant de ly faire boire or guele baeacutee et bientocirct cessent

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Come si vede qui egrave inflitta a Nerone anche la pena di Crassoche giagrave Enenkel inflisse a Claudio In un altro mistero francese diSan Pietro e di San Paolo composto nel XVI secolo Nerone egraveportato dai diavoli allinferno anima e corpo718 Matteo Palmieri egravemeno severo con lo sciagurato di Nerone di cui pone allinfernolanima fra quelle di coloro che sono passionati per la cupiditagrave delhonore Nel capitolo 22 del l II della inedita Cittagrave di VitaSibilla dice al poeta (cod Laurenz pl XL 53)

Nomar porre tra queste degne sorteDanime degne fur nella tua vitaEt son dolenti in questa trista corte

Ma non dire dalcuna piugrave smarritaRetro a lopinion che inganna e frodaLanima che egrave dal vero honor partita

Che di Nerone degno sol di brodaE tanto infuriograve de la sua stimaCredecte Augusto superar di loda

Nel suo triompho ornato nella cimaDolympica corona et stelle doroCon quella palla in man che piugrave sublima

Portato ad pompa et risonante choroTra sacrifici orato come idioEra in questa miseria con costoro

Svetonio ed altri fanno ricordo del sepolcro di Nerone719 Incerte Vite deglimperatori manoscritte720 si legge laquoLo corpo diNerone fu sepelito nel sepulcro di suoy mazori Domicii el qualese vede in Campo Marzoraquo Per contrario in un Liber compositusfratris Johannis Russi de istoriis veteribus et modernis

718 DOUHET Dictionnaire des Mystegraveres col 832-4719 SVETONIO Nero 50 Reliquias Ecloge et Alexandria nutrices cum Acteconcubina gentili Domitiorum monumento condiderunt quod prospicitur eCampo Martio impositum colli hortorum720 Cod it 131 della Bibl Nat di Parigi f 50 v

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Come si vede qui egrave inflitta a Nerone anche la pena di Crassoche giagrave Enenkel inflisse a Claudio In un altro mistero francese diSan Pietro e di San Paolo composto nel XVI secolo Nerone egraveportato dai diavoli allinferno anima e corpo718 Matteo Palmieri egravemeno severo con lo sciagurato di Nerone di cui pone allinfernolanima fra quelle di coloro che sono passionati per la cupiditagrave delhonore Nel capitolo 22 del l II della inedita Cittagrave di VitaSibilla dice al poeta (cod Laurenz pl XL 53)

Nomar porre tra queste degne sorteDanime degne fur nella tua vitaEt son dolenti in questa trista corte

Ma non dire dalcuna piugrave smarritaRetro a lopinion che inganna e frodaLanima che egrave dal vero honor partita

Che di Nerone degno sol di brodaE tanto infuriograve de la sua stimaCredecte Augusto superar di loda

Nel suo triompho ornato nella cimaDolympica corona et stelle doroCon quella palla in man che piugrave sublima

Portato ad pompa et risonante choroTra sacrifici orato come idioEra in questa miseria con costoro

Svetonio ed altri fanno ricordo del sepolcro di Nerone719 Incerte Vite deglimperatori manoscritte720 si legge laquoLo corpo diNerone fu sepelito nel sepulcro di suoy mazori Domicii el qualese vede in Campo Marzoraquo Per contrario in un Liber compositusfratris Johannis Russi de istoriis veteribus et modernis

718 DOUHET Dictionnaire des Mystegraveres col 832-4719 SVETONIO Nero 50 Reliquias Ecloge et Alexandria nutrices cum Acteconcubina gentili Domitiorum monumento condiderunt quod prospicitur eCampo Martio impositum colli hortorum720 Cod it 131 della Bibl Nat di Parigi f 50 v

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imperatorum et pontificum romanorum721 si dice laquoNeroimperavit annis sedecim cuius corpus iacet propter Lateranumsuper arcum Basiliiraquo Che cosa potesse essere larcus Basilii nonimmagino Ma la tradizione piugrave vulgata e piugrave conforme al veroponeva la tomba di Nerone a ridosso del Pincio presso PortaFlaminia sul luogo appunto dove sorge ora la chiesa di SantaMaria del Popolo e intorno ad essa una leggenda si formava cheio riferirograve con le proprie parole di un anonimo commentatoredello Speculum Regum di Gotofredo da Viterbo722 laquoEt dum NeroRomam incendisset populus contra eum insurrexit et palatiumsuum obsidere vellet ipse solus effugit et dum extra Romamurbem concurrisset in proprium gladium irruens se ipsuminterfecit non credens hominem vivere qui esset dignus tamnobilem interficere preter se ipsum Mortuo eo lupi corpus eiusdilaceraverunt et Rome extra portam ubi nunc est ecclesia sancteMarie ad populum est sepultus Ubi demones tunc circa corpussuum tam homines quam iumenta pretereuntes iugulabantquousque ad preces et orationes Pelagii papae beata Virgo sibi insompnis apparuit et arborem subtus quam Nero sepultus fuitsuccidere iussit Papa igitur crastino cum clero processionem illucfecit arborem propria manu primus cum securi secari incepit etecce demones ululantes fugientes locum reliquerunt et cessavitpericulum ibidem Populus Romanus vero videns se a demoneliberatum papam rogavit ut ecclesiam ibi in honore VirginisMarie cuius auxilio essent liberati construeret Quod et papa fecituna cum populo et Marie ad populum nominavit quae anteaporta Flaminea dicebaturraquo

721 Cod della Vaticana Cristina 627 f 3 r722 Ap PERTZ Script t XXII p 906-8 Questa medesima storia egrave narrata piugravedistesamente da GIACOMO DE ALBERICIS Historiarum sanctissimae et gloriosisVirginis Deiparae de Populo almae Vrbis Compendium Roma 1599 p 3-10e da OTTAVIO PANCIROLI Tesori nascosti dellalma cittagrave di Roma con nuovoordine ristampati e in molti luoghi arricchiti Roma 1625 p 448-50 Essa sitrova giagrave prima nei Mirabilia Romae pubblicati da Martino Silber nel 1513

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imperatorum et pontificum romanorum721 si dice laquoNeroimperavit annis sedecim cuius corpus iacet propter Lateranumsuper arcum Basiliiraquo Che cosa potesse essere larcus Basilii nonimmagino Ma la tradizione piugrave vulgata e piugrave conforme al veroponeva la tomba di Nerone a ridosso del Pincio presso PortaFlaminia sul luogo appunto dove sorge ora la chiesa di SantaMaria del Popolo e intorno ad essa una leggenda si formava cheio riferirograve con le proprie parole di un anonimo commentatoredello Speculum Regum di Gotofredo da Viterbo722 laquoEt dum NeroRomam incendisset populus contra eum insurrexit et palatiumsuum obsidere vellet ipse solus effugit et dum extra Romamurbem concurrisset in proprium gladium irruens se ipsuminterfecit non credens hominem vivere qui esset dignus tamnobilem interficere preter se ipsum Mortuo eo lupi corpus eiusdilaceraverunt et Rome extra portam ubi nunc est ecclesia sancteMarie ad populum est sepultus Ubi demones tunc circa corpussuum tam homines quam iumenta pretereuntes iugulabantquousque ad preces et orationes Pelagii papae beata Virgo sibi insompnis apparuit et arborem subtus quam Nero sepultus fuitsuccidere iussit Papa igitur crastino cum clero processionem illucfecit arborem propria manu primus cum securi secari incepit etecce demones ululantes fugientes locum reliquerunt et cessavitpericulum ibidem Populus Romanus vero videns se a demoneliberatum papam rogavit ut ecclesiam ibi in honore VirginisMarie cuius auxilio essent liberati construeret Quod et papa fecituna cum populo et Marie ad populum nominavit quae anteaporta Flaminea dicebaturraquo

721 Cod della Vaticana Cristina 627 f 3 r722 Ap PERTZ Script t XXII p 906-8 Questa medesima storia egrave narrata piugravedistesamente da GIACOMO DE ALBERICIS Historiarum sanctissimae et gloriosisVirginis Deiparae de Populo almae Vrbis Compendium Roma 1599 p 3-10e da OTTAVIO PANCIROLI Tesori nascosti dellalma cittagrave di Roma con nuovoordine ristampati e in molti luoghi arricchiti Roma 1625 p 448-50 Essa sitrova giagrave prima nei Mirabilia Romae pubblicati da Martino Silber nel 1513

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Questo dei diavoli che infestano le tombe di uomini scelerati egraveun tema che spesso apparisce nelle leggende ascetiche Ecirc noto ciograveche si racconta di Pilato che buttato nel Tevere richiama tantidiavoli e suscita cosigrave orrende tempeste che gli abitatori del paesecircostante sono costretti ad estrarnelo buttato nel Rodano siripete il giuoco finchegrave tolto anche di lagrave egrave precipitato in un lagotra monti o in un pozzo o in un burrone vicino a Ginevra o aLosanna Fra Filippo da Siena racconta negli Assempri723 la storiadun mal uomo che morigrave disperato el quale essendo sepolto inchiesa venivano i diavoli e menavano grandissima tempesta Dicorpi morti infesti anche senza che centrassero i diavoli a interecittagrave e borgate si trovano nelle storie frequenti ricordi GuglielmoNeubrigense narra dun malvagio uomo morto impenitente ilquale uscendo di sepoltura mise la peste in una borgatamenando grandissima strage finchegrave due giovani nebberoabbruciato il cadavere724 Gualtiero Mapes racconta la storia di unmorto che spopolograve un villaggio725 Finalmente egrave da ricordare chevicino a Porta del Popolo si mostrava una torre dove secondo lapopolare credenza appariva lanima di Nerone e si chiamava laTorre di Nerone da non confondere con laltra Torre di Nerone odelle Milizie che ancora si vede accosto alla chiesa di SantaCaterina da Siena non lunge dal Foro Trajano e dalla quale sidice aver Nerone assistito allo spettacolo dellincendio di RomaIn una delle tavole topografiche pubblicate dal De Rossi la figuradella torre egrave accompagnata dalla leggenda Torre dove stette grantempo il spirito di Nerone726

Le uccisioni a cui la leggenda accenna si potrebberofacilmente spiegare senza miracolo ammettendo che una banda dimalandrini giovandosi dellantica superstizione avesse scelto ateatro delle sue gesta il luogo reso infame dalla tomba di Nerone

723 C 34724 De rebus anglicis l IV ed di Parigi 1610 p 646-50725 De nugis Curialium dist II c 27726 Piante icnografiche e prospettiche ecc tav XII

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Questo dei diavoli che infestano le tombe di uomini scelerati egraveun tema che spesso apparisce nelle leggende ascetiche Ecirc noto ciograveche si racconta di Pilato che buttato nel Tevere richiama tantidiavoli e suscita cosigrave orrende tempeste che gli abitatori del paesecircostante sono costretti ad estrarnelo buttato nel Rodano siripete il giuoco finchegrave tolto anche di lagrave egrave precipitato in un lagotra monti o in un pozzo o in un burrone vicino a Ginevra o aLosanna Fra Filippo da Siena racconta negli Assempri723 la storiadun mal uomo che morigrave disperato el quale essendo sepolto inchiesa venivano i diavoli e menavano grandissima tempesta Dicorpi morti infesti anche senza che centrassero i diavoli a interecittagrave e borgate si trovano nelle storie frequenti ricordi GuglielmoNeubrigense narra dun malvagio uomo morto impenitente ilquale uscendo di sepoltura mise la peste in una borgatamenando grandissima strage finchegrave due giovani nebberoabbruciato il cadavere724 Gualtiero Mapes racconta la storia di unmorto che spopolograve un villaggio725 Finalmente egrave da ricordare chevicino a Porta del Popolo si mostrava una torre dove secondo lapopolare credenza appariva lanima di Nerone e si chiamava laTorre di Nerone da non confondere con laltra Torre di Nerone odelle Milizie che ancora si vede accosto alla chiesa di SantaCaterina da Siena non lunge dal Foro Trajano e dalla quale sidice aver Nerone assistito allo spettacolo dellincendio di RomaIn una delle tavole topografiche pubblicate dal De Rossi la figuradella torre egrave accompagnata dalla leggenda Torre dove stette grantempo il spirito di Nerone726

Le uccisioni a cui la leggenda accenna si potrebberofacilmente spiegare senza miracolo ammettendo che una banda dimalandrini giovandosi dellantica superstizione avesse scelto ateatro delle sue gesta il luogo reso infame dalla tomba di Nerone

723 C 34724 De rebus anglicis l IV ed di Parigi 1610 p 646-50725 De nugis Curialium dist II c 27726 Piante icnografiche e prospettiche ecc tav XII

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Qual meraviglia se lo scelerato che fu tanto amico del diavoloin vita727 e che i diavoli si portarono via dopo morte finisce perdiventare un diavolo egli stesso nella fantasia popolare Inparecchie chansons de geste Noiron comparisce fra le altrediaboliche divinitagrave adorate dai Saracini e dai pagani in genereApollo Giove Baratron Tervagante Ma la immaginazione piugravebizzarra a tale proposito si legge in un racconto francese in versisenza titolo contenuto in un manoscritto della Nazionale diTorino728 e pubblicato dal Comparetti729 Nerone il quale altronon egrave che un diavolo incarnato edificograve giagrave insieme con altri duedemonii la cittagrave di Babilonia e fece costruire la Torre di Babelepoi prevedendo la venuta di Cristo fondograve Roma e un castello ilquale rovina nellora che Cristo nasce Ciograve egrave in parte raccontatodallo stesso Nerone in una disputa che ha con Virgilio dal quale egraveda ultimo decapitato e rimandato allinferno730

Egrave noto che per lungo tempo fu creduto dal popolo in Roma cheNerone non fosse morto ma fosse solamente sparito e dovessetornare o prima o poi a vendicarsi de suoi nemici Questeraquel popolo che perduto luso e lamore della libertagrave e cattivatodalle largizioni e dalle feste era andato giulivo ed acclamanteincontro al parricida il giorno in cui dopo aver compiuto il piugraveatroce de misfatti questi rientrava in Roma Di tale credenzaebbero a giovarsi parecchi che si spacciarono per Nerone731 comeparecchi poi vi furono nel medio evo che si spacciarono perFederico II anchegli creduto non morto e prossimo a ritornare aitempi di Trajano essa era ancor viva come appare da una727 Nelle Chroniques de Tournay si narra che Nerone fece riedificare la cittagrave diTournay per comandamento di uno spirito infernale chiamato Hebron728 Cod L II 14729 Virgilio nel medio evo v II p 196 segg Cf STENGEL Mittheilungen p 13-19730 In un testo pubblicato dal DU MEacuteRIL Meacutelanges archeacuteologiques et litteacuterairesParigi 1850 p 429-30 II 4 Nerone egrave il padre della fanciulla che fa a Virgiliola burla del canestro731 V SVETONIO Nero 46 57 TACITO Histor II 8 9 ZONARA AnnalesImperium Titi

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Qual meraviglia se lo scelerato che fu tanto amico del diavoloin vita727 e che i diavoli si portarono via dopo morte finisce perdiventare un diavolo egli stesso nella fantasia popolare Inparecchie chansons de geste Noiron comparisce fra le altrediaboliche divinitagrave adorate dai Saracini e dai pagani in genereApollo Giove Baratron Tervagante Ma la immaginazione piugravebizzarra a tale proposito si legge in un racconto francese in versisenza titolo contenuto in un manoscritto della Nazionale diTorino728 e pubblicato dal Comparetti729 Nerone il quale altronon egrave che un diavolo incarnato edificograve giagrave insieme con altri duedemonii la cittagrave di Babilonia e fece costruire la Torre di Babelepoi prevedendo la venuta di Cristo fondograve Roma e un castello ilquale rovina nellora che Cristo nasce Ciograve egrave in parte raccontatodallo stesso Nerone in una disputa che ha con Virgilio dal quale egraveda ultimo decapitato e rimandato allinferno730

Egrave noto che per lungo tempo fu creduto dal popolo in Roma cheNerone non fosse morto ma fosse solamente sparito e dovessetornare o prima o poi a vendicarsi de suoi nemici Questeraquel popolo che perduto luso e lamore della libertagrave e cattivatodalle largizioni e dalle feste era andato giulivo ed acclamanteincontro al parricida il giorno in cui dopo aver compiuto il piugraveatroce de misfatti questi rientrava in Roma Di tale credenzaebbero a giovarsi parecchi che si spacciarono per Nerone731 comeparecchi poi vi furono nel medio evo che si spacciarono perFederico II anchegli creduto non morto e prossimo a ritornare aitempi di Trajano essa era ancor viva come appare da una727 Nelle Chroniques de Tournay si narra che Nerone fece riedificare la cittagrave diTournay per comandamento di uno spirito infernale chiamato Hebron728 Cod L II 14729 Virgilio nel medio evo v II p 196 segg Cf STENGEL Mittheilungen p 13-19730 In un testo pubblicato dal DU MEacuteRIL Meacutelanges archeacuteologiques et litteacuterairesParigi 1850 p 429-30 II 4 Nerone egrave il padre della fanciulla che fa a Virgiliola burla del canestro731 V SVETONIO Nero 46 57 TACITO Histor II 8 9 ZONARA AnnalesImperium Titi

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esplicita testimonianza di Dione Crisostomo732 che appunto sottoTrajano fioriva I cristiani che delle stragi dellanno 64 serbaronolungo e doloroso ricordo cominciarono a credere che Nerone ilprimo persecutore della Chiesa sarebbe anche lultimo etornerebbe prima della fine del mondo La Bestia τὸ θηρίονdellApocalissi egrave certamente Nerone e Neren egrave ancora il nomedellAnticristo in Armenia Nerone avrebbe precedutolAnticristo Di questa credenza fa ricordo nel bel mezzo delterzo secolo Commodiano nel suo Carmen apologeticum

La fine dei tempi saragrave annunziata dalla settima persecuzione IGoti allora conquisteranno Roma e libereranno i cristianidalloppressione pagana Ma la pace di Roma saragrave di breve duratagiacchegrave improvvisamente riappariragrave Nerone e si faragrave padrone diRoma e si associeragrave altri due Cesari Sorgeragrave allora contro di luiil vero Anticristo a capo dei Persi dei Medi dei Caldei e deiBabilonesi il quale lo sconfiggeragrave e uccideragrave insieme co suoicompagni Nel IV secolo Lattanzio ricorda biasimandola eschernendola questa opinione733 e molti la ricordano dopo di luifra gli altri San Girolamo734 SantAgostino735 Sulpizio Severo736Essa passa nel medio evo San Beato di Liebana che commentalApocalissi nel 786 sa che la Bestia egrave Nerone a mezzo del XIIsecolo Ottone di Frisinga riporta ancora la strana leggenda737Cosigrave Nerone che era stato il terrore dei tempi suoi diventa ilterrore di tutti i tempi al nome di colui che aveva tentato didistruggere con le fiamme Roma si lega la finale conflagrazionee la distruzione del mondo Anche in questo caso la leggenda nonera un giuoco ozioso di fantasie indisciplinate

732 Oratio XXI 10733 De mortibus persecutorum II734 In Danielem II735 De Civitate Dei XX 19736 Dialogus II 14 Cf Chronica II 28 29 V intorno allargomentoDOumlLLINGER Christenthum und Kirche in der Zeit ihrer Grundlegung p 428-32e RENAN LAnteacutechrist Parigi 1873 p 253-4 317-9 458-61737 Chronicon l III c 17

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esplicita testimonianza di Dione Crisostomo732 che appunto sottoTrajano fioriva I cristiani che delle stragi dellanno 64 serbaronolungo e doloroso ricordo cominciarono a credere che Nerone ilprimo persecutore della Chiesa sarebbe anche lultimo etornerebbe prima della fine del mondo La Bestia τὸ θηρίονdellApocalissi egrave certamente Nerone e Neren egrave ancora il nomedellAnticristo in Armenia Nerone avrebbe precedutolAnticristo Di questa credenza fa ricordo nel bel mezzo delterzo secolo Commodiano nel suo Carmen apologeticum

La fine dei tempi saragrave annunziata dalla settima persecuzione IGoti allora conquisteranno Roma e libereranno i cristianidalloppressione pagana Ma la pace di Roma saragrave di breve duratagiacchegrave improvvisamente riappariragrave Nerone e si faragrave padrone diRoma e si associeragrave altri due Cesari Sorgeragrave allora contro di luiil vero Anticristo a capo dei Persi dei Medi dei Caldei e deiBabilonesi il quale lo sconfiggeragrave e uccideragrave insieme co suoicompagni Nel IV secolo Lattanzio ricorda biasimandola eschernendola questa opinione733 e molti la ricordano dopo di luifra gli altri San Girolamo734 SantAgostino735 Sulpizio Severo736Essa passa nel medio evo San Beato di Liebana che commentalApocalissi nel 786 sa che la Bestia egrave Nerone a mezzo del XIIsecolo Ottone di Frisinga riporta ancora la strana leggenda737Cosigrave Nerone che era stato il terrore dei tempi suoi diventa ilterrore di tutti i tempi al nome di colui che aveva tentato didistruggere con le fiamme Roma si lega la finale conflagrazionee la distruzione del mondo Anche in questo caso la leggenda nonera un giuoco ozioso di fantasie indisciplinate

732 Oratio XXI 10733 De mortibus persecutorum II734 In Danielem II735 De Civitate Dei XX 19736 Dialogus II 14 Cf Chronica II 28 29 V intorno allargomentoDOumlLLINGER Christenthum und Kirche in der Zeit ihrer Grundlegung p 428-32e RENAN LAnteacutechrist Parigi 1873 p 253-4 317-9 458-61737 Chronicon l III c 17

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Quanto durasse tenace nel popolo la memoria di Nerone egravedimostrato oltrechegrave dalle leggende esposte da varii nomi diluoghi e di monumenti che a ragione o a torto si pongono inrelazione con esso I Prati di Castello fuori di Porta Angelica aRoma si chiamarono nel medio evo Prata Neronis e tal nomeavevano giagrave sino dai tempi di Procopio Nei Mirabilia si trovanoricordati lobeliscum Neronis laerarium Neronis il secretariumNeronis il Pons Neronis il Terebinthum (o Tiburtinum) Neronisil templum Neronis il Palatium Neronis Nel Filocopo delBoccaccio Florio giunto in Roma va a smontare in certa osterialaquovicino agli antichi palagi di Neroneraquo738 Ho giagrave ricordato le duetorri di Nerone Un monumento sulla Via Cassia quattro migliafuori della cittagrave il quale reca il nome di Publio Vibio Mariano fudal popolo attribuito a Nerone739 Si ricorda anche una cisternaNeronis laquoin qua latuit Nero fugiens Romanos insequentesraquo740 InGermania vera nel medio evo un Neronistein Nomi di luoghicome Haye-Noiron Preacutes-Noiron Mont-Noiron si trovanoabbastanza spesso nei poemi e romanzi francesi

Abbiamo veduto linfamia di Nerone perpetuarsi nel medioevo Rodolfo IV duca dAustria gran persecutore dei chierici fucertamente il solo che osasse vantarsi disceso dalla stirpe di quelmassimo fra i scelerati il quale per trovare un difensore e unpanegirista deve aspettare il Rinascimento741

Una oscura e compendiosa cronaca latina cosigrave con brevitagraveterribile parla di Nerone tutta stringendone in poche parole lavita742 laquoNero successit matrem eviscerat sororem stupratRomam in XII partibus incendit Senecam interfecit ranas apudLateranum evomuit Symonem magum Petrum crucifigit

738 L V739 V REUMONT Geschichte der Stadt Rom v I p 390740 Ottonis Frisingensis Episcopi et Ragewini gesta Friderici imperatoris l IVap PERTZ Script t XX p 481 Ma altri ancora ne fanno menzione741 Il CARDANO compose un Encomium Neronis che nelledizione del 1585 tienenon meno di 97 pagine in-4 Fu ristampato nel 1640742 Cod della Nazion di Torino E V 8 e II v col 1a

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Quanto durasse tenace nel popolo la memoria di Nerone egravedimostrato oltrechegrave dalle leggende esposte da varii nomi diluoghi e di monumenti che a ragione o a torto si pongono inrelazione con esso I Prati di Castello fuori di Porta Angelica aRoma si chiamarono nel medio evo Prata Neronis e tal nomeavevano giagrave sino dai tempi di Procopio Nei Mirabilia si trovanoricordati lobeliscum Neronis laerarium Neronis il secretariumNeronis il Pons Neronis il Terebinthum (o Tiburtinum) Neronisil templum Neronis il Palatium Neronis Nel Filocopo delBoccaccio Florio giunto in Roma va a smontare in certa osterialaquovicino agli antichi palagi di Neroneraquo738 Ho giagrave ricordato le duetorri di Nerone Un monumento sulla Via Cassia quattro migliafuori della cittagrave il quale reca il nome di Publio Vibio Mariano fudal popolo attribuito a Nerone739 Si ricorda anche una cisternaNeronis laquoin qua latuit Nero fugiens Romanos insequentesraquo740 InGermania vera nel medio evo un Neronistein Nomi di luoghicome Haye-Noiron Preacutes-Noiron Mont-Noiron si trovanoabbastanza spesso nei poemi e romanzi francesi

Abbiamo veduto linfamia di Nerone perpetuarsi nel medioevo Rodolfo IV duca dAustria gran persecutore dei chierici fucertamente il solo che osasse vantarsi disceso dalla stirpe di quelmassimo fra i scelerati il quale per trovare un difensore e unpanegirista deve aspettare il Rinascimento741

Una oscura e compendiosa cronaca latina cosigrave con brevitagraveterribile parla di Nerone tutta stringendone in poche parole lavita742 laquoNero successit matrem eviscerat sororem stupratRomam in XII partibus incendit Senecam interfecit ranas apudLateranum evomuit Symonem magum Petrum crucifigit

738 L V739 V REUMONT Geschichte der Stadt Rom v I p 390740 Ottonis Frisingensis Episcopi et Ragewini gesta Friderici imperatoris l IVap PERTZ Script t XX p 481 Ma altri ancora ne fanno menzione741 Il CARDANO compose un Encomium Neronis che nelledizione del 1585 tienenon meno di 97 pagine in-4 Fu ristampato nel 1640742 Cod della Nazion di Torino E V 8 e II v col 1a

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Paulum decollat imperat annis XIII mensibus VII a lupisdevoraturraquo743

E un canto della Chiesa trionfante tonava sul nemico vinto edannato

Nero frendit furibundusNero plangit impius

Nero cujus aegre mundusFerebat imperium

743 Alla fine del XVI secolo la memoria della crudeltagrave di Nerone era ancorviva Narra FLAMINIO VACCA nelle giagrave citate Memorie di varie antichitagrave sect 112che cavandosi nelle Terme di Costantino furono trovate certe volte piene diossa umane laquoAlcuni dicevano che fosse qualche gran crudeltagrave di Nerone peressere ivi appresso alcuni edifizj di esso Nerone e che fossero martiri altridissero qualche gran pesteraquo

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Paulum decollat imperat annis XIII mensibus VII a lupisdevoraturraquo743

E un canto della Chiesa trionfante tonava sul nemico vinto edannato

Nero frendit furibundusNero plangit impius

Nero cujus aegre mundusFerebat imperium

743 Alla fine del XVI secolo la memoria della crudeltagrave di Nerone era ancorviva Narra FLAMINIO VACCA nelle giagrave citate Memorie di varie antichitagrave sect 112che cavandosi nelle Terme di Costantino furono trovate certe volte piene diossa umane laquoAlcuni dicevano che fosse qualche gran crudeltagrave di Nerone peressere ivi appresso alcuni edifizj di esso Nerone e che fossero martiri altridissero qualche gran pesteraquo

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CAPITOLO XI

Tiberio Vespasiano Tito

Di quante leggende sacre ebbe il medio evo la piugrave celebre lapiugrave diffusa egrave senza dubbio quella di cui mi accingo a discorreredella vendetta di Cristo e della distruzione di Gerusalemme Essaegrave in pari tempo la piugrave complessa ed estesa giacchegrave comprendetutto un lungo ordine di fatti e mette in iscena un grandissimonumero di personaggi tra cui non meno di quattro imperatoriromani Tiberio Nerone Vespasiano Tito e poi con azionevaria e in varii modi intrecciata Pilato e gli altri giudici diCristo Giuseppe dArimatea Nicodemo la Veronica testimonidella passione e accusatori dei giudici iniqui Giuseppe Flaviostorico e guerriero alcuna volta lo stesso Cristo e la madre suaLazione epica e drammatica si svolge in Roma stanza dellanuova fede e in Gerusalemme stanza della fede antica Leggendae storia ad un tempo processo e giudizio dove limpero fattoanticipatamente cristiano da una parte e limpenitente popolodIsraele dallaltra stanno a difesa della ragione e del torto e dovela divinitagrave di Cristo e il dritto della Chiesa sono per la primavolta dalle potestagrave della terra riconosciuti e proclamati Anticadorigine quasi quanto il cristianesimo stesso nata di piugrave germi ecome scissa in principio essa si compone si costruisce cresce apoco a poco si varia si complica traverso ai secoli e venuta nelmedio evo in piena fioritura alligna rigogliosa e vivace fra tutti ipopoli cristiani si esprime in tutti i linguaggi assume tutte leforme racconto in prosa poema canzone sacra mistero Loschema di essa guardato nei lineamenti principali dentro a cuipoi le immaginazioni secondarie si spostano e si compongono invarii modi egrave il seguente uno o piugrave principi pagani limperatoredi Roma o alcuno reggente in suo nome la tale o tale provinciadellimpero sono afflitti da grave infermitagrave della quale

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CAPITOLO XI

Tiberio Vespasiano Tito

Di quante leggende sacre ebbe il medio evo la piugrave celebre lapiugrave diffusa egrave senza dubbio quella di cui mi accingo a discorreredella vendetta di Cristo e della distruzione di Gerusalemme Essaegrave in pari tempo la piugrave complessa ed estesa giacchegrave comprendetutto un lungo ordine di fatti e mette in iscena un grandissimonumero di personaggi tra cui non meno di quattro imperatoriromani Tiberio Nerone Vespasiano Tito e poi con azionevaria e in varii modi intrecciata Pilato e gli altri giudici diCristo Giuseppe dArimatea Nicodemo la Veronica testimonidella passione e accusatori dei giudici iniqui Giuseppe Flaviostorico e guerriero alcuna volta lo stesso Cristo e la madre suaLazione epica e drammatica si svolge in Roma stanza dellanuova fede e in Gerusalemme stanza della fede antica Leggendae storia ad un tempo processo e giudizio dove limpero fattoanticipatamente cristiano da una parte e limpenitente popolodIsraele dallaltra stanno a difesa della ragione e del torto e dovela divinitagrave di Cristo e il dritto della Chiesa sono per la primavolta dalle potestagrave della terra riconosciuti e proclamati Anticadorigine quasi quanto il cristianesimo stesso nata di piugrave germi ecome scissa in principio essa si compone si costruisce cresce apoco a poco si varia si complica traverso ai secoli e venuta nelmedio evo in piena fioritura alligna rigogliosa e vivace fra tutti ipopoli cristiani si esprime in tutti i linguaggi assume tutte leforme racconto in prosa poema canzone sacra mistero Loschema di essa guardato nei lineamenti principali dentro a cuipoi le immaginazioni secondarie si spostano e si compongono invarii modi egrave il seguente uno o piugrave principi pagani limperatoredi Roma o alcuno reggente in suo nome la tale o tale provinciadellimpero sono afflitti da grave infermitagrave della quale

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guariscono o per un atto di fede in Cristo o in virtugrave della santaimmagine della Veronica Guariti giurano di vendicare la ingiustamorte del Redentore passano con forte esercito in Palestinainvestono Gerusalemme e dopo lungo ed ostinato assediodurante il quale giunge a tal segno la fame tra gli assediati che lamadre si ciba delle carni del proprio figliuolo la espugnano ladistruggono dalle fondamenta e fatta dei colpevoli esemplaregiustizia tornano trionfanti alle lor sedi

Non vegrave leggenda meno arbitraria meno fortuita di questaPassati appena settantadue anni dalla morte di CristoGerusalemme e tutto il popolo dIsraele soggiacciono alla piugravespaventosa sciagura che non pure la storia loro ma la storia deipopoli tutti di Europa ricordi Comincia allora la dispersione e ladura cattivitagrave di quella razza infelice che per secoli non avragrave piugravepatria negrave diritto negrave umana dignitagrave odiata perseguitata per poconon cancellata dal numero dei viventi E chi sa quanto laleggenda che cresceva sullorme degli esuli e dei proscritti e chedava voce e figura alla esecrazione di una intera umanitagrave dicredenti contribuigrave a rendere contro di essi piugrave dispettoso lodio ela persecuzione piugrave cruda Non era possibile che la coscienzacristiana non iscorgesse nella gran ruina il terribile giudizio diDio il sangue del Giusto ricadeva sul capo di chi lavevainiquamente versato e il Tempio che aveva serrate le porte allaveritagrave e alla salute precipitava nella polvere per non risorger piugravemai744 Le profezie di Geremia e di Ezechiele che si riferivanoalla distruzione di Gerusalemme compiuta dai Babilonesifacilmente potevano essere trasportate a quella ben piugrave

744 SAN GIROLAMO De viris illustribus II 13 accenna a un passo di GiuseppeFlavio in cui si diceva essere stata opinione di molti che Gerusalemme fossedistrutta in punizione della morte dellapostolo Giacobbe Tale passo non sitrova piugrave nei libri di quello storico e dovette essere certamente unainterpolazione Lo riportano EUSEBIO Hist eccl II 23 e ORIGENE ContraCelsum l I e II Qui abbiamo una credenza affine allaltra ma assai menomotivata

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guariscono o per un atto di fede in Cristo o in virtugrave della santaimmagine della Veronica Guariti giurano di vendicare la ingiustamorte del Redentore passano con forte esercito in Palestinainvestono Gerusalemme e dopo lungo ed ostinato assediodurante il quale giunge a tal segno la fame tra gli assediati che lamadre si ciba delle carni del proprio figliuolo la espugnano ladistruggono dalle fondamenta e fatta dei colpevoli esemplaregiustizia tornano trionfanti alle lor sedi

Non vegrave leggenda meno arbitraria meno fortuita di questaPassati appena settantadue anni dalla morte di CristoGerusalemme e tutto il popolo dIsraele soggiacciono alla piugravespaventosa sciagura che non pure la storia loro ma la storia deipopoli tutti di Europa ricordi Comincia allora la dispersione e ladura cattivitagrave di quella razza infelice che per secoli non avragrave piugravepatria negrave diritto negrave umana dignitagrave odiata perseguitata per poconon cancellata dal numero dei viventi E chi sa quanto laleggenda che cresceva sullorme degli esuli e dei proscritti e chedava voce e figura alla esecrazione di una intera umanitagrave dicredenti contribuigrave a rendere contro di essi piugrave dispettoso lodio ela persecuzione piugrave cruda Non era possibile che la coscienzacristiana non iscorgesse nella gran ruina il terribile giudizio diDio il sangue del Giusto ricadeva sul capo di chi lavevainiquamente versato e il Tempio che aveva serrate le porte allaveritagrave e alla salute precipitava nella polvere per non risorger piugravemai744 Le profezie di Geremia e di Ezechiele che si riferivanoalla distruzione di Gerusalemme compiuta dai Babilonesifacilmente potevano essere trasportate a quella ben piugrave

744 SAN GIROLAMO De viris illustribus II 13 accenna a un passo di GiuseppeFlavio in cui si diceva essere stata opinione di molti che Gerusalemme fossedistrutta in punizione della morte dellapostolo Giacobbe Tale passo non sitrova piugrave nei libri di quello storico e dovette essere certamente unainterpolazione Lo riportano EUSEBIO Hist eccl II 23 e ORIGENE ContraCelsum l I e II Qui abbiamo una credenza affine allaltra ma assai menomotivata

301

formidabile compiuta dai Romani745 e questa distruzionerisalendo a una profezia di Daniele746 si poteva senza sforzomettere in relazione con la morte di Cristo come fa Tertulliano747

Ho accennato alla celebritagrave della leggenda prima di procedereoltre gioveragrave mostrarne un qualche esempio Dante la ricorda inpiugrave luoghi

Nel tempo che l buon Tito con lajutoDel sommo Rege vendicograve le foraOnduscigrave il sangue per Giuda venduto748

EccoLa gente che perdegrave JerusalemmeQuando Maria nel figlio diegrave di becco749

Poscia con Tito a far vendetta corseDella vendetta del peccato antico750

Pietro Alfonso lautore famoso della Disciplina clericalis Ebreodi nascita ma fattosi battezzare lanno 1106 rinfaccia a suoiantichi compagni di religione nel Libellus contra perfidiamJudaeorum la punizione caduta sopressi Brunetto Latino ricordacome gli Ebrei furono da Tito venduti trenta a denaro751 e Busoneda Gubbio come la fame spinse le madri a commettere alla sortela vita dei proprii figliuoli per sapere di quale si dovesserocibare752 Nel secondo libro dellAfrica il Petrarca fa predire dal

745 Questapplicazione fu fatta dagli stessi Ebrei V GIUSEPPE FLAVIO Antiquitjudaic X 5 1746 Daniele 9747 Adversus Judaeos VIII748 Purgat c XXI v 82-4749 Purgat c XXXIII v 29-30750 Parad c VI v 92-3751 Le livre dou Tresor l II c 5752 Avventuroso Ciciliano Osservazioni al secondo libro 22 CflOsservazione 52

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formidabile compiuta dai Romani745 e questa distruzionerisalendo a una profezia di Daniele746 si poteva senza sforzomettere in relazione con la morte di Cristo come fa Tertulliano747

Ho accennato alla celebritagrave della leggenda prima di procedereoltre gioveragrave mostrarne un qualche esempio Dante la ricorda inpiugrave luoghi

Nel tempo che l buon Tito con lajutoDel sommo Rege vendicograve le foraOnduscigrave il sangue per Giuda venduto748

EccoLa gente che perdegrave JerusalemmeQuando Maria nel figlio diegrave di becco749

Poscia con Tito a far vendetta corseDella vendetta del peccato antico750

Pietro Alfonso lautore famoso della Disciplina clericalis Ebreodi nascita ma fattosi battezzare lanno 1106 rinfaccia a suoiantichi compagni di religione nel Libellus contra perfidiamJudaeorum la punizione caduta sopressi Brunetto Latino ricordacome gli Ebrei furono da Tito venduti trenta a denaro751 e Busoneda Gubbio come la fame spinse le madri a commettere alla sortela vita dei proprii figliuoli per sapere di quale si dovesserocibare752 Nel secondo libro dellAfrica il Petrarca fa predire dal

745 Questapplicazione fu fatta dagli stessi Ebrei V GIUSEPPE FLAVIO Antiquitjudaic X 5 1746 Daniele 9747 Adversus Judaeos VIII748 Purgat c XXI v 82-4749 Purgat c XXXIII v 29-30750 Parad c VI v 92-3751 Le livre dou Tresor l II c 5752 Avventuroso Ciciliano Osservazioni al secondo libro 22 CflOsservazione 52

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padre di Scipione la distruzione di Gerusalemme e nel trattatoDe otio religiosorum si conforma in tutto alla popolare credenzadicendo che Gerusalemme fu distrutta e il suo popolo dispersoin punizione della morte di Cristo Se egli avesse condotto sino aTito come si era proposto il libro De viris illustribus che fu poicontinuato da Lombardo da Serico non avrebbe certamentemancato di dare della leggenda piugrave ampia notizia Fazio degliUberti la ricorda nel Dittamondo quando fa dire a Roma

Vespasian dieci anni tenne il mioLo qual con Tito suo fe la vendettaContro i Giudei del figliuol di Dio753

Alessandro Neckam dice di Tito

Hunc decuit mortis ultorem numinis esseDum deleta fuit gens mala digna mori 754

Nelle recensioni piugrave antiche dei Mirabilia non egrave fatto cennodella leggenda ma in altre piugrave moderne si dice che i corpi diTito di Vespasiano e di Volusiano riposano nel monastero di SanSaba lo che prova che essi erano universalmente tenuti

753 L II c 6 Guglielmo Capello commenta criticando laquoE nota qui che Titorimaso in lassedio di Hierusalem fe grande occisione de Iudei che piugrave de sexcento millia ne morino di ferro e di fame e Iosepho dice undeci voltecentomilia ma ciograve non fe in vendetta de Christo perograve che Tito non fuchristiano ma la summa giustitia li mandograve adosso quel flagello in pena de lalor gran colpa che avevano de la morte de Iesugrave Christoraquo754 De laud div sap dist V v 215-6

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padre di Scipione la distruzione di Gerusalemme e nel trattatoDe otio religiosorum si conforma in tutto alla popolare credenzadicendo che Gerusalemme fu distrutta e il suo popolo dispersoin punizione della morte di Cristo Se egli avesse condotto sino aTito come si era proposto il libro De viris illustribus che fu poicontinuato da Lombardo da Serico non avrebbe certamentemancato di dare della leggenda piugrave ampia notizia Fazio degliUberti la ricorda nel Dittamondo quando fa dire a Roma

Vespasian dieci anni tenne il mioLo qual con Tito suo fe la vendettaContro i Giudei del figliuol di Dio753

Alessandro Neckam dice di Tito

Hunc decuit mortis ultorem numinis esseDum deleta fuit gens mala digna mori 754

Nelle recensioni piugrave antiche dei Mirabilia non egrave fatto cennodella leggenda ma in altre piugrave moderne si dice che i corpi diTito di Vespasiano e di Volusiano riposano nel monastero di SanSaba lo che prova che essi erano universalmente tenuti

753 L II c 6 Guglielmo Capello commenta criticando laquoE nota qui che Titorimaso in lassedio di Hierusalem fe grande occisione de Iudei che piugrave de sexcento millia ne morino di ferro e di fame e Iosepho dice undeci voltecentomilia ma ciograve non fe in vendetta de Christo perograve che Tito non fuchristiano ma la summa giustitia li mandograve adosso quel flagello in pena de lalor gran colpa che avevano de la morte de Iesugrave Christoraquo754 De laud div sap dist V v 215-6

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cristiani755 Giovanni Sarisberiense parlando nel Polycraticus756

dellassedio e della espugnazione di Gerusalemme non fa paroladella leggenda ma poi in altro luogo di quella stessa opera757ricorda come stando alla testimonianza di alcuni scrittoriVespasiano avrebbe operato miracoli in segno della missione a luiaffidata Sono ben pochi i cronisti che come Ottone di Frisinganon ne facciano menzione Inoltrato giagrave il secolo XV TeodoricoEngelhusio nella sua Cronaca la rammenta ancora con pienafede758

Tiberii lepram divina Veronica sanatRosa nimis facies sanatur Vespasiani

Esempio se non unico certo assai raro puograve essere citatoFrancesco da Buti che commentando i versi testegrave riferiti del cXXI del Purgatorio dice senzaltro che causa della distruzione diGerusalemme fu lavere i Giudei i quali presumevano doveressere signori del mondo ucciso il governatore romano e cacciatoil legato di Siria Fra Niccolograve da Poggibonsi ricorda anchegli nelLibro dOltremare che contiene la relazione di un viaggio fatto inTerra Santa nel 1345 la distruzione di Gerusalemme per opera diVespasiano e Tito ma non accenna in nessun modo alla

755 V i Mirabilia pubblicati dal Parthey p 61 Lo stesso si dice in alcunestampe antiche come per esempio in quella del 1513 dove egrave riportato anche ilseguente epitafio

Conditur hoc tumulo Titus cum VespasianoPatre felice sed eminent prospera TitiHierusalem premens dominique emulos fremensAper de silva ferus singularis in hostesExpurgat vineam Sabaoth sternendo laboremReddit et congruam vindictam populo nequam

756 L II c 4-7757 L II c 10758 Ap LEIBNITZ Script t II p 1019

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cristiani755 Giovanni Sarisberiense parlando nel Polycraticus756

dellassedio e della espugnazione di Gerusalemme non fa paroladella leggenda ma poi in altro luogo di quella stessa opera757ricorda come stando alla testimonianza di alcuni scrittoriVespasiano avrebbe operato miracoli in segno della missione a luiaffidata Sono ben pochi i cronisti che come Ottone di Frisinganon ne facciano menzione Inoltrato giagrave il secolo XV TeodoricoEngelhusio nella sua Cronaca la rammenta ancora con pienafede758

Tiberii lepram divina Veronica sanatRosa nimis facies sanatur Vespasiani

Esempio se non unico certo assai raro puograve essere citatoFrancesco da Buti che commentando i versi testegrave riferiti del cXXI del Purgatorio dice senzaltro che causa della distruzione diGerusalemme fu lavere i Giudei i quali presumevano doveressere signori del mondo ucciso il governatore romano e cacciatoil legato di Siria Fra Niccolograve da Poggibonsi ricorda anchegli nelLibro dOltremare che contiene la relazione di un viaggio fatto inTerra Santa nel 1345 la distruzione di Gerusalemme per opera diVespasiano e Tito ma non accenna in nessun modo alla

755 V i Mirabilia pubblicati dal Parthey p 61 Lo stesso si dice in alcunestampe antiche come per esempio in quella del 1513 dove egrave riportato anche ilseguente epitafio

Conditur hoc tumulo Titus cum VespasianoPatre felice sed eminent prospera TitiHierusalem premens dominique emulos fremensAper de silva ferus singularis in hostesExpurgat vineam Sabaoth sternendo laboremReddit et congruam vindictam populo nequam

756 L II c 4-7757 L II c 10758 Ap LEIBNITZ Script t II p 1019

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tradizione759 La presenza della sacra immagine in Roma allaquale traevano numerosissimi i pellegrini acquistava credito allaleggenda e la leggenda era da quei pellegrini medesimi sparsa sututta la faccia dEuropa e ripetuta in tutte le lingue760

Ma facciamoci oramai a rintracciarne le origini e a dire delleforme in cui si raccolse da prima Ho giagrave detto che essasimponeva in certo modo naturalmente agli spiriti e che la suagenesi era in tutto spontanea Si puograve tener per sicuro che quandosi sparse pel mondo romano lannunzio della espugnazione diGerusalemme nelle catacombe dovera viva e cocente ancora lamemoria della persecuzione neroniana nelle chiese tutte dAsiadAfrica e dEuropa si glorificograve Dio punitore e si celebrograve il primogrande trionfo della fede Allora Vespasiano e Tito e limpero e lelegioni romane furono certamente considerati come ciechistrumenti della giustizia divina la quale solo si rivelava a chi erain grado dintenderla e pronto ad adorarla Origene nel secondolibro del trattato contro Celso dice che la profezia di Cristo circala distruzione di Gerusalemme si avverograve per fatto di Tito sottolimpero di Vespasiano Eusebio di Cesarea accingendosi ariferire nella Istoria ecclesiastica761 alcune cose narrate da Filonenella relazione che fece della sua legazione dice rimaner per esse759 Cap 12 Sc di cur letter disp CLXXXII Bologna 1881760 Questi devoti pellegrinaggi sono ricordati da Dante nel c XXXI delParadiso v 103-5

Quale egrave colui che forse di CroaziaViene a veder la Veronica nostraChe per lantica fama non si sazia

In cospetto della venerata reliquia i pellegrini cantavano o recitavano questiversi

Salve sancta facies nostri redemptorisIn qua nitet species divini splendorisImpressa panniculo vivei candorisDataque Veronicae signum ob amoris

761 L II c 5305

tradizione759 La presenza della sacra immagine in Roma allaquale traevano numerosissimi i pellegrini acquistava credito allaleggenda e la leggenda era da quei pellegrini medesimi sparsa sututta la faccia dEuropa e ripetuta in tutte le lingue760

Ma facciamoci oramai a rintracciarne le origini e a dire delleforme in cui si raccolse da prima Ho giagrave detto che essasimponeva in certo modo naturalmente agli spiriti e che la suagenesi era in tutto spontanea Si puograve tener per sicuro che quandosi sparse pel mondo romano lannunzio della espugnazione diGerusalemme nelle catacombe dovera viva e cocente ancora lamemoria della persecuzione neroniana nelle chiese tutte dAsiadAfrica e dEuropa si glorificograve Dio punitore e si celebrograve il primogrande trionfo della fede Allora Vespasiano e Tito e limpero e lelegioni romane furono certamente considerati come ciechistrumenti della giustizia divina la quale solo si rivelava a chi erain grado dintenderla e pronto ad adorarla Origene nel secondolibro del trattato contro Celso dice che la profezia di Cristo circala distruzione di Gerusalemme si avverograve per fatto di Tito sottolimpero di Vespasiano Eusebio di Cesarea accingendosi ariferire nella Istoria ecclesiastica761 alcune cose narrate da Filonenella relazione che fece della sua legazione dice rimaner per esse759 Cap 12 Sc di cur letter disp CLXXXII Bologna 1881760 Questi devoti pellegrinaggi sono ricordati da Dante nel c XXXI delParadiso v 103-5

Quale egrave colui che forse di CroaziaViene a veder la Veronica nostraChe per lantica fama non si sazia

In cospetto della venerata reliquia i pellegrini cantavano o recitavano questiversi

Salve sancta facies nostri redemptorisIn qua nitet species divini splendorisImpressa panniculo vivei candorisDataque Veronicae signum ob amoris

761 L II c 5305

provato che i Giudei soggiacquero a tante calamitagrave in punizionedel misfatto commesso nella persona di Cristo e ricorda inoltre762

quali castighi di Dio la profanazione del Tempio il tumulto chesuscitograve Pilato spogliando lerario sacro ed altre turbazioni edissidii Altrove ancora mostra la espugnazione di Gerusalemmeessere stata una vendetta del cielo763 Intanto alcuni trattiprincipali della leggenda nascitura cominciavano a disegnarsi Ilfamoso libro di Lattanzio De mortibus persecutorum egrave tuttoinspirato e governato dal pensiero che castighi terribili colpisconoo prima o poi i persecutori della Chiesa a maggior ragione e informa piugrave solenne ed esemplare dovevano essere puniti ipersecutori e gli uccisori di Cristo La leggenda inesorabile andragravea ricercare costoro uno per uno e li ripagheragrave come avranmeritato e consacreragrave il nome loro allinfamia Eusebio narrandocon qualche errore lesiglio di Erode dice come pare conintenzione che questi aveva avuto parte nel supplizio di Cristo764e naturalmente suggerisce il pensiero che quella era pena diquesto misfatto sebbene in apparenza sembrasse altrimenti Laleggenda infame di Pilato per ragioni che vedremo tra breve siforma piuttosto tardi ma ad ogni modo egrave costituita nel quartosecolo e forse prima Giagrave Eusebio ricorda come Pilato fumandato in esiglio e si tolse di propria mano la vita765 e lo stessonarrano poi Orosio766 Gregorio di Tours767 Beda768 altri

Se non che questa credenza da cui doveva nascere laleggenda non egrave per anche leggenda essa stessa Considerata nellasua forma piena e perfetta la leggenda si mostra composta di piugraveparti diverse che in origine non ebbero fra di loro attinenza negrave

762 L II c 10763 L III c 5-7764 Hist eccles l II c 4765 Ib l II c 7766 Hist l VII c 5767 Hist Franc l I c 23768 De ratione temporum in principio della sesta etagrave Opera ed del Giles vVI p 301

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provato che i Giudei soggiacquero a tante calamitagrave in punizionedel misfatto commesso nella persona di Cristo e ricorda inoltre762

quali castighi di Dio la profanazione del Tempio il tumulto chesuscitograve Pilato spogliando lerario sacro ed altre turbazioni edissidii Altrove ancora mostra la espugnazione di Gerusalemmeessere stata una vendetta del cielo763 Intanto alcuni trattiprincipali della leggenda nascitura cominciavano a disegnarsi Ilfamoso libro di Lattanzio De mortibus persecutorum egrave tuttoinspirato e governato dal pensiero che castighi terribili colpisconoo prima o poi i persecutori della Chiesa a maggior ragione e informa piugrave solenne ed esemplare dovevano essere puniti ipersecutori e gli uccisori di Cristo La leggenda inesorabile andragravea ricercare costoro uno per uno e li ripagheragrave come avranmeritato e consacreragrave il nome loro allinfamia Eusebio narrandocon qualche errore lesiglio di Erode dice come pare conintenzione che questi aveva avuto parte nel supplizio di Cristo764e naturalmente suggerisce il pensiero che quella era pena diquesto misfatto sebbene in apparenza sembrasse altrimenti Laleggenda infame di Pilato per ragioni che vedremo tra breve siforma piuttosto tardi ma ad ogni modo egrave costituita nel quartosecolo e forse prima Giagrave Eusebio ricorda come Pilato fumandato in esiglio e si tolse di propria mano la vita765 e lo stessonarrano poi Orosio766 Gregorio di Tours767 Beda768 altri

Se non che questa credenza da cui doveva nascere laleggenda non egrave per anche leggenda essa stessa Considerata nellasua forma piena e perfetta la leggenda si mostra composta di piugraveparti diverse che in origine non ebbero fra di loro attinenza negrave

762 L II c 10763 L III c 5-7764 Hist eccles l II c 4765 Ib l II c 7766 Hist l VII c 5767 Hist Franc l I c 23768 De ratione temporum in principio della sesta etagrave Opera ed del Giles vVI p 301

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relazione e di cui egrave agevole scoprire le saldature non abbastanzadissimulate Ad ogni modo le parti principali son due luna cheriguarda Tiberio e la sua miracolosa guarigione laltra cheriguarda Vespasiano e Tito e la guarigione di uno di essi o dientrambi e la vendetta da essi compiuta La prima parte egrave fuordogni dubbio piugrave antica della seconda e a questa non sicongiunge se non quando comincia a farsi sentire negli spiriti ilbisogno di tramutare i distruttori di Gerusalemme dinconsci inconsci ministri della giustizia divina senza il quale tramutamentouna vera e propria leggenda della vendetta non poteva formarsiCominciamo a ricercare quali possano essere state le origini dellaprima parte o diciamo a dirittura della prima leggenda

Morto Cristo un desiderio doveva spontaneamente nascerenellanimo de suoi seguaci contro de quali stava non purelopinione pubblica ma ancora il pubblico giudizio che nelleforme se non nella sostanza fu certamente legale Alla causa deicristiani importava moltissimo che questo giudizio si potessedimostrare illegale ed iniquo ma per mostrarlo tale bisognavatrarne fuori Pilato giacchegrave scagliare una accusa dillegalitagrave ediniquitagrave contro luomo che governava in nome dellimperatorenon sarebbe stato negrave utile negrave prudente Anzi bisognava far vederePilato ammiratore ed amico di Gesugrave e relatore a Cesare della vitaesemplare e dei miracoli di lui separare il piugrave possibile in tutta laquestione i Romani dagli Ebrei rappresentar questi come soliinteressati alla morte del Maestro severo censore dei lorodepravati costumi e delle corrotte loro dottrine far ricadere sopradi essi tutto il peso e la odiositagrave della scelerata sentenza erenderli in certo qual modo ribelli oltre che a Dio anche allostesso Cesare Un accorgimento sigrave fatto forse piugrave istintivo chealtro favorito dallanimositagrave che di giorno in giorno cresceva traRomani ed Ebrei era inoltre se non promosso almeno nonimpedito dagli Evangeli dove Pilato egrave descritto non giagrave come unuomo malvagio ma come un uomo di poco animo che vorrebbeper parte sua salvare Cristo di cui ha riconosciuta linnocenza ma

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relazione e di cui egrave agevole scoprire le saldature non abbastanzadissimulate Ad ogni modo le parti principali son due luna cheriguarda Tiberio e la sua miracolosa guarigione laltra cheriguarda Vespasiano e Tito e la guarigione di uno di essi o dientrambi e la vendetta da essi compiuta La prima parte egrave fuordogni dubbio piugrave antica della seconda e a questa non sicongiunge se non quando comincia a farsi sentire negli spiriti ilbisogno di tramutare i distruttori di Gerusalemme dinconsci inconsci ministri della giustizia divina senza il quale tramutamentouna vera e propria leggenda della vendetta non poteva formarsiCominciamo a ricercare quali possano essere state le origini dellaprima parte o diciamo a dirittura della prima leggenda

Morto Cristo un desiderio doveva spontaneamente nascerenellanimo de suoi seguaci contro de quali stava non purelopinione pubblica ma ancora il pubblico giudizio che nelleforme se non nella sostanza fu certamente legale Alla causa deicristiani importava moltissimo che questo giudizio si potessedimostrare illegale ed iniquo ma per mostrarlo tale bisognavatrarne fuori Pilato giacchegrave scagliare una accusa dillegalitagrave ediniquitagrave contro luomo che governava in nome dellimperatorenon sarebbe stato negrave utile negrave prudente Anzi bisognava far vederePilato ammiratore ed amico di Gesugrave e relatore a Cesare della vitaesemplare e dei miracoli di lui separare il piugrave possibile in tutta laquestione i Romani dagli Ebrei rappresentar questi come soliinteressati alla morte del Maestro severo censore dei lorodepravati costumi e delle corrotte loro dottrine far ricadere sopradi essi tutto il peso e la odiositagrave della scelerata sentenza erenderli in certo qual modo ribelli oltre che a Dio anche allostesso Cesare Un accorgimento sigrave fatto forse piugrave istintivo chealtro favorito dallanimositagrave che di giorno in giorno cresceva traRomani ed Ebrei era inoltre se non promosso almeno nonimpedito dagli Evangeli dove Pilato egrave descritto non giagrave come unuomo malvagio ma come un uomo di poco animo che vorrebbeper parte sua salvare Cristo di cui ha riconosciuta linnocenza ma

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non osa contrastare ai sacerdoti Nei famosi Atti di Pilato a cui fusolamente piugrave tardi dato il nome di Evangelo di Nicodemo sinarra che luffiziale di Pilato al quale era stato commesso ditradurre Cristo davanti al tribunale del Procuratore romanomostrograve allaccusato il suo ossequio che davanti a costuisinchinarono sulle insegne le immagini dellimperatore cheProcula moglie di Pilato ammonigrave il marito di non rendersi reodingiusta sentenza che Pilato rimproverograve agli Ebrei la loroperfidia

Poi si cominciograve a dire che Pilato era fautore di Cristo cheanzi giagrave prima aveva scritto a Tiberio (altri diranno Claudio) unaepistola in cui si dava conto di Gesugrave si encomiavano lopere suesi proponeva di tributargli divini onori che Tiberio avevafavorevolmente accolte le proposte del suo vicario ma che ilsenato le aveva respinte Nel secondo secolo questa leggendacapitale egrave giagrave formata Tertulliano la ricorda nellApologeticumcomposto intorno al 198 e se ne giova come di valido argomentocontro i persecutori Egli anzi afferma che Pilato era giagrave in suacoscienza cristiano769 Bisogna credere che queste tradizioniavessero allora molta autoritagrave e fossero note anche ai pagani chegravealtrimenti un apologeta non avrebbe dato loro tanto pesoGiustino Martire morto nel 166 ricorda certi commentarii scrittisotto Ponzio Pilato770

Non egrave qui il luogo di discutere in qual tempo gli Atti di Pilatodi cui sono due recensioni greche771 luna piugrave antica laltra piugravemoderna e una versione latina per non parlare delle versioni invarie lingue moderne772 sieno stati composti Il Tischendorf ponela composizione loro nella prima metagrave del secondo secolo773 ma

769 C V XXI770 Apologia prima771 V Le recensioni A e B negli Evangelia apocrypha del TISCHENDORF Lipsia1853 p 203-311772 V VUumlLCKEN Das Evangelium Nicodemi in der abendlaumlndischen LiteraturPaderborn 1872773 Ev apocr p LXV

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non osa contrastare ai sacerdoti Nei famosi Atti di Pilato a cui fusolamente piugrave tardi dato il nome di Evangelo di Nicodemo sinarra che luffiziale di Pilato al quale era stato commesso ditradurre Cristo davanti al tribunale del Procuratore romanomostrograve allaccusato il suo ossequio che davanti a costuisinchinarono sulle insegne le immagini dellimperatore cheProcula moglie di Pilato ammonigrave il marito di non rendersi reodingiusta sentenza che Pilato rimproverograve agli Ebrei la loroperfidia

Poi si cominciograve a dire che Pilato era fautore di Cristo cheanzi giagrave prima aveva scritto a Tiberio (altri diranno Claudio) unaepistola in cui si dava conto di Gesugrave si encomiavano lopere suesi proponeva di tributargli divini onori che Tiberio avevafavorevolmente accolte le proposte del suo vicario ma che ilsenato le aveva respinte Nel secondo secolo questa leggendacapitale egrave giagrave formata Tertulliano la ricorda nellApologeticumcomposto intorno al 198 e se ne giova come di valido argomentocontro i persecutori Egli anzi afferma che Pilato era giagrave in suacoscienza cristiano769 Bisogna credere che queste tradizioniavessero allora molta autoritagrave e fossero note anche ai pagani chegravealtrimenti un apologeta non avrebbe dato loro tanto pesoGiustino Martire morto nel 166 ricorda certi commentarii scrittisotto Ponzio Pilato770

Non egrave qui il luogo di discutere in qual tempo gli Atti di Pilatodi cui sono due recensioni greche771 luna piugrave antica laltra piugravemoderna e una versione latina per non parlare delle versioni invarie lingue moderne772 sieno stati composti Il Tischendorf ponela composizione loro nella prima metagrave del secondo secolo773 ma

769 C V XXI770 Apologia prima771 V Le recensioni A e B negli Evangelia apocrypha del TISCHENDORF Lipsia1853 p 203-311772 V VUumlLCKEN Das Evangelium Nicodemi in der abendlaumlndischen LiteraturPaderborn 1872773 Ev apocr p LXV

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altri li fanno di molto posteriori e Adalberto Lipsius li giudicadel mezzo circa del IV secolo sorti in contraddizione di certi Attipagani di Pilato composti sotto limperator Massimino fra il 307e il 313 e ricordati da Eusebio774 Io non ho competenza da trarmiin mezzo a cosigrave fatta controversia ma tuttavia parmi di poter direche la tradizione raccolta negli Atti di Pilato mostra dessere piugraveelementare men progredita che non quella di cui fa ricordoTertulliano Ora se gli Atti di Pilato dovessero essere posteriori aquesto padre non sintenderebbe come il loro compilatore avessepotuto ignorare limportantissima tradizione che circa i fatti diPilato egrave da lui ricordata o come conoscendola avesse potutotrascurarla mentre poteva riuscire di molto giovamento al suoassunto

Ma checchessia di tale questione ciograve che nel caso presenteimporta di rilevare si egrave che verso il mezzo del secondo secoloerasi giagrave formata e diffusa una tradizione tanto vigorosa oramaida poter esser fatta valere come argomento contro ai persecutorie secondo la quale un imperatore romano aveva giudicato Cristodegno degli onori divini Questa tradizione ricordata oltrechegrave daTertulliano anche da Eusebio775 da San Giovanni Crisostomo776da Orosio777 da altri passa nel medio evo ed egrave universalmenteconosciuta tanto che non accade far qui citazioni particolari Mapiugrave strano deve sembrare che anche fra gli Ebrei Pilato sia statocreduto amico di Cristo Secondo un racconto giudaico riferitonel trattato De judaicis superstitionibus che Agobardo vescovodi Lione (779-840) compose in compagnia di due altri vescovi ilcorpo di Cristo sarebbe stato sepolto presso un acquedotto etravolto da una innondazione Pilato lo fece ricercare per lo

774 Die Pilatus-Acten kritisch untersucht Kiel 1871 Eusebio ricorda gli Attipagani nel l IX della Historia ecclesiastica775 Hist eccl l II c 2 Chronicon Canonum ad a Tiberii 22 ed del Mai edello Zohrab Milano 1818776 Omelia 26 San Giovanni Crisostomo dice che la proposta di Pilato fu dalsenato respinta per volere di Dio777 Histor l VII c 2

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altri li fanno di molto posteriori e Adalberto Lipsius li giudicadel mezzo circa del IV secolo sorti in contraddizione di certi Attipagani di Pilato composti sotto limperator Massimino fra il 307e il 313 e ricordati da Eusebio774 Io non ho competenza da trarmiin mezzo a cosigrave fatta controversia ma tuttavia parmi di poter direche la tradizione raccolta negli Atti di Pilato mostra dessere piugraveelementare men progredita che non quella di cui fa ricordoTertulliano Ora se gli Atti di Pilato dovessero essere posteriori aquesto padre non sintenderebbe come il loro compilatore avessepotuto ignorare limportantissima tradizione che circa i fatti diPilato egrave da lui ricordata o come conoscendola avesse potutotrascurarla mentre poteva riuscire di molto giovamento al suoassunto

Ma checchessia di tale questione ciograve che nel caso presenteimporta di rilevare si egrave che verso il mezzo del secondo secoloerasi giagrave formata e diffusa una tradizione tanto vigorosa oramaida poter esser fatta valere come argomento contro ai persecutorie secondo la quale un imperatore romano aveva giudicato Cristodegno degli onori divini Questa tradizione ricordata oltrechegrave daTertulliano anche da Eusebio775 da San Giovanni Crisostomo776da Orosio777 da altri passa nel medio evo ed egrave universalmenteconosciuta tanto che non accade far qui citazioni particolari Mapiugrave strano deve sembrare che anche fra gli Ebrei Pilato sia statocreduto amico di Cristo Secondo un racconto giudaico riferitonel trattato De judaicis superstitionibus che Agobardo vescovodi Lione (779-840) compose in compagnia di due altri vescovi ilcorpo di Cristo sarebbe stato sepolto presso un acquedotto etravolto da una innondazione Pilato lo fece ricercare per lo

774 Die Pilatus-Acten kritisch untersucht Kiel 1871 Eusebio ricorda gli Attipagani nel l IX della Historia ecclesiastica775 Hist eccl l II c 2 Chronicon Canonum ad a Tiberii 22 ed del Mai edello Zohrab Milano 1818776 Omelia 26 San Giovanni Crisostomo dice che la proposta di Pilato fu dalsenato respinta per volere di Dio777 Histor l VII c 2

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spazio di dodici mesi e non avendolo ritrovato proclamograve Cristorisorto e volle che gli Ebrei lo adorassero come Dio

A poco a poco Pilato si trasforma in un santo anzi in unmartire778 lo stesso Tiberio diventa cristiano Tertulliano non osaancora affermarlo risolutamente ma dice giagrave che Tiberiominacciograve dellira sua chiunque si facesse ad accusare i cristiani779Non potendosi dissimulare le molte sceleraggini di cui la sua vitaegrave ripiena si diragrave chegli di mansueto agnello si mutograve inefferatissimo lupo appunto per quel rifiuto del senato780

Lepistola di cui fa ricordo Tertulliano non deve essere identicanegrave con lαναφορὰ Πιλάτου781 negrave con la lettera di Pilato a Claudioche si trova incorporata negli Atti greci di San Pietro e SanPaolo782 negrave con lEpistola Pilati ad Tiberium783 giacchegrave in tuttequeste scritture Pilato si mostra giagrave quasi colpevole e timorosodellira di Tiberio il quale in una sua risposta severamente lobiasima e lo cita davanti al suo tribunale Quella deve avereavuto un riscontro nellaltra epistola apocrifa di Lentulopredecessor di Pilato epistola dove si fanno molte lodi di Cristo esi descrive minutamente la sua persona Lepistola di Lentulopresuppone lepistola di Pilato giacchegrave essa altro certamente nonegrave che una di quelle anticipazioni arbitrarie di cui spesso laleggenda si giova per allargare la sua presunta base storicaRicorderograve a tale proposito che si ebbe anche una supposta letteradi Erode al senato784 La leggenda segue il suo razionale778 V FABRICIUS Codex apocryphus Novi Testamenti parte III p 505 Sullaleggenda di Pilato v DU MEacuteRIL Leacutegendes de Pilate et de Judas Ischariote inPoes pop lat du moy acirc p 315-68 CREIZENACH Legenden und Sagen vonPilatus Beitr z Gesch der deutsch Spr u Lit v I p 89-107779 Apologeticum c V Nel medio evo si aggiungeragrave che egli fece morireparecchi accusatori780 781 Pubblicata ultimamente dal TISCHENDORF Ev apocr p 413 segg782 Id Acta apostolorum apocrypha p 16 segg783 Id Ev apocr p 411 segg784 La epistola di Lentulo ebbe ancor essa molta voga In un codice di MonteCassino essa si trova unita coi quattro Evangeli Una versione italiana della

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spazio di dodici mesi e non avendolo ritrovato proclamograve Cristorisorto e volle che gli Ebrei lo adorassero come Dio

A poco a poco Pilato si trasforma in un santo anzi in unmartire778 lo stesso Tiberio diventa cristiano Tertulliano non osaancora affermarlo risolutamente ma dice giagrave che Tiberiominacciograve dellira sua chiunque si facesse ad accusare i cristiani779Non potendosi dissimulare le molte sceleraggini di cui la sua vitaegrave ripiena si diragrave chegli di mansueto agnello si mutograve inefferatissimo lupo appunto per quel rifiuto del senato780

Lepistola di cui fa ricordo Tertulliano non deve essere identicanegrave con lαναφορὰ Πιλάτου781 negrave con la lettera di Pilato a Claudioche si trova incorporata negli Atti greci di San Pietro e SanPaolo782 negrave con lEpistola Pilati ad Tiberium783 giacchegrave in tuttequeste scritture Pilato si mostra giagrave quasi colpevole e timorosodellira di Tiberio il quale in una sua risposta severamente lobiasima e lo cita davanti al suo tribunale Quella deve avereavuto un riscontro nellaltra epistola apocrifa di Lentulopredecessor di Pilato epistola dove si fanno molte lodi di Cristo esi descrive minutamente la sua persona Lepistola di Lentulopresuppone lepistola di Pilato giacchegrave essa altro certamente nonegrave che una di quelle anticipazioni arbitrarie di cui spesso laleggenda si giova per allargare la sua presunta base storicaRicorderograve a tale proposito che si ebbe anche una supposta letteradi Erode al senato784 La leggenda segue il suo razionale778 V FABRICIUS Codex apocryphus Novi Testamenti parte III p 505 Sullaleggenda di Pilato v DU MEacuteRIL Leacutegendes de Pilate et de Judas Ischariote inPoes pop lat du moy acirc p 315-68 CREIZENACH Legenden und Sagen vonPilatus Beitr z Gesch der deutsch Spr u Lit v I p 89-107779 Apologeticum c V Nel medio evo si aggiungeragrave che egli fece morireparecchi accusatori780 781 Pubblicata ultimamente dal TISCHENDORF Ev apocr p 413 segg782 Id Acta apostolorum apocrypha p 16 segg783 Id Ev apocr p 411 segg784 La epistola di Lentulo ebbe ancor essa molta voga In un codice di MonteCassino essa si trova unita coi quattro Evangeli Una versione italiana della

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svolgimento Impegnato Tiberio nella causa di Cristo si potevatrarne fuori Pilato e ridargli un carattere piugrave confacente con laparte chegli aveva avuto negli avvenimenti Pilato non egrave ancoralo scelerato che la leggenda rappresenta piugrave tardi ma egrave giagrave unuomo debole poco fervido difensore della veritagrave che purriconosce colpevole di non aver riferito a Cesare ciograve che perufficio non avrebbe dovuto tacere inteso a rovesciare tutta suglialtri la colpa di cui deve in parte egli stesso rispondere Parmi chela leggenda abbia dovuto fare questa prima variazione passandodi Giudea in Roma giacchegrave egrave da credere che nella stessaGerusalemme essa avesse nascimento In Giudea importava potermostrare dissenziente dai sacerdoti e dal popolo e quasi cristianochi governava in nome di Roma ma piugrave importava poter mostrarecristiano in Roma e persecutore dei nemici di Cristo lo stessoimperatore e massimamente poter mostrare questo imperatorefarsi per amor di Cristo giudice inesorabile del proprio vicarioChiunque sia Giudeo sia Romano ha avuto parte nella condannadi Cristo devessere punito A questo supremo interesse dellacoscienza cristiana il quale riempie di segrave la leggenda si sacrificaPilato

Nelle epistole che vanno sotto il suo nome Pilato parla deimiracoli di Cristo dei prodigi che ne seguirono la morte e tentadi far ricadere tutta la colpa sugli Ebrei dalle cui menzogne dicedi essere stato tratto in errore Tiberio in una sua risposta785

muove a Pilato acerbi rimproveri e minaccia la morte a lui e atutti gli altri colpevoli Ordina sia condotto n Roma per esseregiudicato insieme con Archelao figlio di Erode Filippo Caifa edAnna Gli accusati giungono nellisola di Creta la popolazione sisolleva e vuol seppellir vivo Caifa ma la terra rifiuta di riceverloe i suoi punitori a stento riescono ad opprimerlo sotto una granpietra Gli altri proseguono il viaggio e giungono a Roma dove

epistola di Pilato a Tiberio e di quella di Erode al Senato fu stampata sin dalquattrocento785 V BIRCH Auctarium p 1720 e FLECK Wissenschaftliche Reise Lipsia1835-7 p 143-7

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svolgimento Impegnato Tiberio nella causa di Cristo si potevatrarne fuori Pilato e ridargli un carattere piugrave confacente con laparte chegli aveva avuto negli avvenimenti Pilato non egrave ancoralo scelerato che la leggenda rappresenta piugrave tardi ma egrave giagrave unuomo debole poco fervido difensore della veritagrave che purriconosce colpevole di non aver riferito a Cesare ciograve che perufficio non avrebbe dovuto tacere inteso a rovesciare tutta suglialtri la colpa di cui deve in parte egli stesso rispondere Parmi chela leggenda abbia dovuto fare questa prima variazione passandodi Giudea in Roma giacchegrave egrave da credere che nella stessaGerusalemme essa avesse nascimento In Giudea importava potermostrare dissenziente dai sacerdoti e dal popolo e quasi cristianochi governava in nome di Roma ma piugrave importava poter mostrarecristiano in Roma e persecutore dei nemici di Cristo lo stessoimperatore e massimamente poter mostrare questo imperatorefarsi per amor di Cristo giudice inesorabile del proprio vicarioChiunque sia Giudeo sia Romano ha avuto parte nella condannadi Cristo devessere punito A questo supremo interesse dellacoscienza cristiana il quale riempie di segrave la leggenda si sacrificaPilato

Nelle epistole che vanno sotto il suo nome Pilato parla deimiracoli di Cristo dei prodigi che ne seguirono la morte e tentadi far ricadere tutta la colpa sugli Ebrei dalle cui menzogne dicedi essere stato tratto in errore Tiberio in una sua risposta785

muove a Pilato acerbi rimproveri e minaccia la morte a lui e atutti gli altri colpevoli Ordina sia condotto n Roma per esseregiudicato insieme con Archelao figlio di Erode Filippo Caifa edAnna Gli accusati giungono nellisola di Creta la popolazione sisolleva e vuol seppellir vivo Caifa ma la terra rifiuta di riceverloe i suoi punitori a stento riescono ad opprimerlo sotto una granpietra Gli altri proseguono il viaggio e giungono a Roma dove

epistola di Pilato a Tiberio e di quella di Erode al Senato fu stampata sin dalquattrocento785 V BIRCH Auctarium p 1720 e FLECK Wissenschaftliche Reise Lipsia1835-7 p 143-7

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tutti in varii modi sono messi a morte Poi Tiberio infieriscecontro tutto il popolo dIsraele e debellatolo in guerra lodisperde

Cosigrave comincia a fermarsi il concetto di una vendetta che si fasempre piugrave larga e piugrave formidabile Nella Paradosis Pilati786

limperatore fa venire Pilato a Roma per giudicarlo Il giudizio haluogo nel Campidoglio Al pronunciare che limperatore fa ilnome di Cristo i simulacri degli dei precipitano ἅπαν το πληθοςτων θεων συνέπεσαν e si disfanno in polvere Pilato cercascusarsi facendo ricadere tutta la colpa sugli Ebrei Limperatoresenza che a ciograve lo spinga nessuna grazia miracolosamenteottenuta risolve di punire gli Ebrei del loro misfatto Nella letterache egli scrive a Liciano governatore della provincia di Orienteτης ανατολικης χώρας per significargli il suo volere si nominaCristo quale Dio e si comanda di disperdere gli Ebrei e di ridurliin ischiavitugrave fra tutti i popoli A Pilato fa troncare il capo Nellasua risposta a Pilato Tiberio dice daver saputo tutta la veritagrave deifatti da una donna che era andata a Roma a trovarlo e secondo ilracconto di certi cronisti bizantini Maria Maddalena sarebbeandata a Roma per accusare i giudici di Cristo a Tiberio il qualefece decapitare gli scribi i sacerdoti e Pilato787 Qui abbiamo giagraveun addentellato per la leggenda della Veronica leggenda cheapparisce nella Cura sanitatis nella Vindicta Salvatoris e in tuttele versioni e redazioni posteriori

Sin qui abbiamo veduto Tiberio operare disinteressatamenteper semplice amore della veritagrave e della giustizia e per una speciedi fede inconscia ma anche nelle ragioni del suo operare dovevaavvenire una trasformazione consentanea allindole dellaleggenda e richiesta dalla ingenua fantasia dei credentiImportava che la fede di Tiberio fosse fondata non sul semplicesentimento ma su prove irrecusabili di fatto importava di lasciar

786 Ap TISCHENDORF Ev apocr p 426-31787 GLICA Annales p 436-7 (ed di Bonna) COSTANTINO MANASSE CompendiumChronicon v 1986-90 (ed di Bonna)

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tutti in varii modi sono messi a morte Poi Tiberio infieriscecontro tutto il popolo dIsraele e debellatolo in guerra lodisperde

Cosigrave comincia a fermarsi il concetto di una vendetta che si fasempre piugrave larga e piugrave formidabile Nella Paradosis Pilati786

limperatore fa venire Pilato a Roma per giudicarlo Il giudizio haluogo nel Campidoglio Al pronunciare che limperatore fa ilnome di Cristo i simulacri degli dei precipitano ἅπαν το πληθοςτων θεων συνέπεσαν e si disfanno in polvere Pilato cercascusarsi facendo ricadere tutta la colpa sugli Ebrei Limperatoresenza che a ciograve lo spinga nessuna grazia miracolosamenteottenuta risolve di punire gli Ebrei del loro misfatto Nella letterache egli scrive a Liciano governatore della provincia di Orienteτης ανατολικης χώρας per significargli il suo volere si nominaCristo quale Dio e si comanda di disperdere gli Ebrei e di ridurliin ischiavitugrave fra tutti i popoli A Pilato fa troncare il capo Nellasua risposta a Pilato Tiberio dice daver saputo tutta la veritagrave deifatti da una donna che era andata a Roma a trovarlo e secondo ilracconto di certi cronisti bizantini Maria Maddalena sarebbeandata a Roma per accusare i giudici di Cristo a Tiberio il qualefece decapitare gli scribi i sacerdoti e Pilato787 Qui abbiamo giagraveun addentellato per la leggenda della Veronica leggenda cheapparisce nella Cura sanitatis nella Vindicta Salvatoris e in tuttele versioni e redazioni posteriori

Sin qui abbiamo veduto Tiberio operare disinteressatamenteper semplice amore della veritagrave e della giustizia e per una speciedi fede inconscia ma anche nelle ragioni del suo operare dovevaavvenire una trasformazione consentanea allindole dellaleggenda e richiesta dalla ingenua fantasia dei credentiImportava che la fede di Tiberio fosse fondata non sul semplicesentimento ma su prove irrecusabili di fatto importava di lasciar

786 Ap TISCHENDORF Ev apocr p 426-31787 GLICA Annales p 436-7 (ed di Bonna) COSTANTINO MANASSE CompendiumChronicon v 1986-90 (ed di Bonna)

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compiere in benefizio dellimperatore un miracolo che tornasse inbenefizio della causa cristiana e che si potesse citare comeluminoso esempio della misericordia divina Se il miracoloveniva a legarsi ad una qualche reliquia insigne non solo sirendevano piugrave intelligibili alla comune degli uomini i fattimeravigliosi narrati nella leggenda ma si procacciava ancora aquella reliquia una riputazione incomparabile e chi sa quantaparte le reliquie abbiano avuto nel culto cristiano e come esseabbiano profondamente influito sul temperamento della coscienzareligiosa non istimeragrave certo di poca importanza questo nuovomotivo di variazione ed amplificazione della leggenda Ed eccocome la favola della malattia di Tiberio e della guarigionemiracolosamente ottenuta mercegrave la immagine della Veronicaviene nella leggenda a prender posto Entrata che vi sia essa fanaturalmente dimenticar le ragioni che nella tradizione piugrave anticamovevano Tiberio a far vendetta di Cristo

La Cura sanitatis raccoglie questi incrementi e questemutazioni della finzione Pubblicata primamente dal Foggini disu un codice del secolo XI788 il racconto in latino barbarissimoche sintitola Cura sanitatis Tiberii fu ristampato dal Mansi di suun codice dellVIII789 I due testi presentano qualche diversitagraveanche di sostanza nel piugrave antico la narrazione procede nel modoche segue Tiberio afflitto da gravissima infermitagrave mandaVolusiano (Volusano) a Gerusalemme a cercare di Gesugrave de cuimiracoli ha udito parlare laquoSi deus estraquo dice Tiberio laquopraestare[nobis] potest [salutem] si autem homo est amare nos potest etrempublicam gubernare per eum possumus790raquo Dopo un anno e

788 Nellopera sua De itinere Sancti Petri789 Nel v IV della Miscellanea del BALUZE Lucca 1764 p 55-7 Il testo delFoggini egrave quivi riportato per intero790 Mariano Scoto riferisce quasi queste parole medesime in un racconto da luiinserito nella Cronica ad a 39 Egli cita Metodio Se questi dovesse esserecome opina lHenschenius il vescovo di Tiro bisognerebbe far risalire laleggenda quale si trova nella Cura sanitatis almeno sino al terzo secolo Ilracconto di Mariano Scoto deriva certamente da quello della Cura sanitatis

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compiere in benefizio dellimperatore un miracolo che tornasse inbenefizio della causa cristiana e che si potesse citare comeluminoso esempio della misericordia divina Se il miracoloveniva a legarsi ad una qualche reliquia insigne non solo sirendevano piugrave intelligibili alla comune degli uomini i fattimeravigliosi narrati nella leggenda ma si procacciava ancora aquella reliquia una riputazione incomparabile e chi sa quantaparte le reliquie abbiano avuto nel culto cristiano e come esseabbiano profondamente influito sul temperamento della coscienzareligiosa non istimeragrave certo di poca importanza questo nuovomotivo di variazione ed amplificazione della leggenda Ed eccocome la favola della malattia di Tiberio e della guarigionemiracolosamente ottenuta mercegrave la immagine della Veronicaviene nella leggenda a prender posto Entrata che vi sia essa fanaturalmente dimenticar le ragioni che nella tradizione piugrave anticamovevano Tiberio a far vendetta di Cristo

La Cura sanitatis raccoglie questi incrementi e questemutazioni della finzione Pubblicata primamente dal Foggini disu un codice del secolo XI788 il racconto in latino barbarissimoche sintitola Cura sanitatis Tiberii fu ristampato dal Mansi di suun codice dellVIII789 I due testi presentano qualche diversitagraveanche di sostanza nel piugrave antico la narrazione procede nel modoche segue Tiberio afflitto da gravissima infermitagrave mandaVolusiano (Volusano) a Gerusalemme a cercare di Gesugrave de cuimiracoli ha udito parlare laquoSi deus estraquo dice Tiberio laquopraestare[nobis] potest [salutem] si autem homo est amare nos potest etrempublicam gubernare per eum possumus790raquo Dopo un anno e

788 Nellopera sua De itinere Sancti Petri789 Nel v IV della Miscellanea del BALUZE Lucca 1764 p 55-7 Il testo delFoggini egrave quivi riportato per intero790 Mariano Scoto riferisce quasi queste parole medesime in un racconto da luiinserito nella Cronica ad a 39 Egli cita Metodio Se questi dovesse esserecome opina lHenschenius il vescovo di Tiro bisognerebbe far risalire laleggenda quale si trova nella Cura sanitatis almeno sino al terzo secolo Ilracconto di Mariano Scoto deriva certamente da quello della Cura sanitatis

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tre mesi di navigazione Volusiano giunge a Gerusalemme Pilatogli muove incontro ma saputa la ragione del suo venire si turbaInformato della morte di Cristo Volusiano fa venire a segraveGiuseppe dArimatea dal quale apprende in breve tutta la storiadi quello i miracoli la passione la sepoltura la risurrezioneCredendo che Cristo risorto possa ancora trovarsi in Giudea eglimanda i suoi messi a rintracciarlo ma confermatagli da moltitestimoni lascensione al cielo ordina che Pilato sia chiuso in uncarcere Interrogatorio di Pilato che cerca invano scolparsi UnMarcio parla a Volusiano della Veronica Costei sanata da Cristofece dipingere la immagine di lui poi si ritrasse a vivere in TiroCondotta al cospetto del messo imperiale la Veronica nega daprima di possedere la preziosa immagine ma quegli ne fa farericerca e avutala ladora poi con Pilato e la Veronica insieme siparte e giunge a Roma dopo soli otto mesi791 Tiberio condannaPilato alla interdizione dellacqua e del fuoco792 e lo relega inAmeria cittagrave di Toscana793 Segue la guarigione di Tiberio794

che fede si meritino le attribuzioni che di scritti e di favole si trovano fatte aMetodio egrave per altre prove giagrave noto abbastanza791 Nelle narrazioni posteriori egrave serbata sempre quanto al tempo unadifferenza (variabile) tra il viaggio dandata e il viaggio di ritorno Dallapresenza della immagine miracolosa si vuole senza dubbio abbreviato ilsecondo792 Questo castigo essenzialmente proprio della legge romana va qui notato Sifece anche morire Pilato della morte dei parricidi Cedreno ricorda essere stataopinione di alcuni che Pilato cucito in una pelle di bue insieme con un gallouna vipera ed una scimmia fu fatto morire al sole793 Altrove Hemeria nel testo del Foggini Timernia Cimerina Arimena Illuogo di relegazione di Pilato di solito egrave Vienna in Gallia ma qualche voltaanche Lione della qual cittagrave per non dire di altre fu anche tenuto nativo794 Nel testo del Foggini si dice che Tiberio guarito che fu volle imporre lafede a cui sera novamente convertito al senato e che ripugnando questo al suodesiderio egli fece in varii modi morire moltissimi senatori Qui puograve essereriportato un luogo del Libro de los Enxemplos (CCLXXXVII) dove siespongono le ragioni che indussero il Senato a rifiutare a Cristo i divini onorilaquoEs scripto en las storias de Roma que los romanos habian costumbre de haberpur dioses aacute los hombres que fecieron grandes eacute maravillosos fechos e

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tre mesi di navigazione Volusiano giunge a Gerusalemme Pilatogli muove incontro ma saputa la ragione del suo venire si turbaInformato della morte di Cristo Volusiano fa venire a segraveGiuseppe dArimatea dal quale apprende in breve tutta la storiadi quello i miracoli la passione la sepoltura la risurrezioneCredendo che Cristo risorto possa ancora trovarsi in Giudea eglimanda i suoi messi a rintracciarlo ma confermatagli da moltitestimoni lascensione al cielo ordina che Pilato sia chiuso in uncarcere Interrogatorio di Pilato che cerca invano scolparsi UnMarcio parla a Volusiano della Veronica Costei sanata da Cristofece dipingere la immagine di lui poi si ritrasse a vivere in TiroCondotta al cospetto del messo imperiale la Veronica nega daprima di possedere la preziosa immagine ma quegli ne fa farericerca e avutala ladora poi con Pilato e la Veronica insieme siparte e giunge a Roma dopo soli otto mesi791 Tiberio condannaPilato alla interdizione dellacqua e del fuoco792 e lo relega inAmeria cittagrave di Toscana793 Segue la guarigione di Tiberio794

che fede si meritino le attribuzioni che di scritti e di favole si trovano fatte aMetodio egrave per altre prove giagrave noto abbastanza791 Nelle narrazioni posteriori egrave serbata sempre quanto al tempo unadifferenza (variabile) tra il viaggio dandata e il viaggio di ritorno Dallapresenza della immagine miracolosa si vuole senza dubbio abbreviato ilsecondo792 Questo castigo essenzialmente proprio della legge romana va qui notato Sifece anche morire Pilato della morte dei parricidi Cedreno ricorda essere stataopinione di alcuni che Pilato cucito in una pelle di bue insieme con un gallouna vipera ed una scimmia fu fatto morire al sole793 Altrove Hemeria nel testo del Foggini Timernia Cimerina Arimena Illuogo di relegazione di Pilato di solito egrave Vienna in Gallia ma qualche voltaanche Lione della qual cittagrave per non dire di altre fu anche tenuto nativo794 Nel testo del Foggini si dice che Tiberio guarito che fu volle imporre lafede a cui sera novamente convertito al senato e che ripugnando questo al suodesiderio egli fece in varii modi morire moltissimi senatori Qui puograve essereriportato un luogo del Libro de los Enxemplos (CCLXXXVII) dove siespongono le ragioni che indussero il Senato a rifiutare a Cristo i divini onorilaquoEs scripto en las storias de Roma que los romanos habian costumbre de haberpur dioses aacute los hombres que fecieron grandes eacute maravillosos fechos e

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Sotto il regno di Nerone suo successore i discepoli di Cristovengono in Roma e ci vien anche Simon Mago che si spacciapel Salvatore Volendo conoscere la storia di Cristo Nerone favenire a segrave dal suo luogo di relegazione Pilato il quale glielaracconta e gli presenta i due apostoli Pietro e Paolo Nerone si faleggere inoltre la epistola che esso Pilato scrisse a Tiberio ma datutto ciograve non segue poi nulla Pilato se ne torna in Ameria ascontar la sua pena Nerone e Simon Mago sono portati via daldiavolo

Ecco la leggenda trasformata arricchita appoggiata a motivinuovi frequentata da nuovi personaggi Volusiano non ha in segravenulla di storico ma entrato nella leggenda non ne esce piugravesebbene muti a piugrave riprese di nome La introduzione di GiuseppedArimatea fu suggerita probabilmente dagli Atti di Pilato doveal c 12 gli si pongono in bocca parole che accennano a unavendetta divina provocata dai Giudei crocifiggendo Cristo Neiracconti posteriori egli andragrave mano mano acquistandoimportanza La Veronica comparisce per la prima volta e conparte molto cospicua che poco potragrave essere accresciuta inseguito Noi abbiamo ora a parlar propriamente lincontro e lafusione di due diverse leggende la leggenda di Tiberio cristianoe la leggenda della Veronica e nel composto unico che se neforma quella che egrave anteriore di tempo si subordina a questa e lapresuppone Discoste nei loro principii diverse dintendimentiesse poichegrave si trovano luna in presenza dellaltra reciprocamentesi attraggono e si compongono insieme In tale composizione vegraveguadagno e perdita a un tempo la leggenda di Tiberio perde lasua bella idealitagrave e non riesce piugrave come prima dimostrativadella virtugrave intima ed essenziale della veritagrave cristiana sentitaproclamata vendicata da un imperatore non battezzato ma laleggenda della Veronica che aveva pur essa profonde radici nella

disputando en el consejo si J[=hu] X[=po] debia ser recebido en el numero delos dioses que tantos eacute tan grandes miraglos eacute maravillas habia fecho aacute la finfue determinado que non debia ser recebido porque non tenia quien lo honraseporque predicaba pobreza la cual todo homme naturalmente aborreceraquo

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Sotto il regno di Nerone suo successore i discepoli di Cristovengono in Roma e ci vien anche Simon Mago che si spacciapel Salvatore Volendo conoscere la storia di Cristo Nerone favenire a segrave dal suo luogo di relegazione Pilato il quale glielaracconta e gli presenta i due apostoli Pietro e Paolo Nerone si faleggere inoltre la epistola che esso Pilato scrisse a Tiberio ma datutto ciograve non segue poi nulla Pilato se ne torna in Ameria ascontar la sua pena Nerone e Simon Mago sono portati via daldiavolo

Ecco la leggenda trasformata arricchita appoggiata a motivinuovi frequentata da nuovi personaggi Volusiano non ha in segravenulla di storico ma entrato nella leggenda non ne esce piugravesebbene muti a piugrave riprese di nome La introduzione di GiuseppedArimatea fu suggerita probabilmente dagli Atti di Pilato doveal c 12 gli si pongono in bocca parole che accennano a unavendetta divina provocata dai Giudei crocifiggendo Cristo Neiracconti posteriori egli andragrave mano mano acquistandoimportanza La Veronica comparisce per la prima volta e conparte molto cospicua che poco potragrave essere accresciuta inseguito Noi abbiamo ora a parlar propriamente lincontro e lafusione di due diverse leggende la leggenda di Tiberio cristianoe la leggenda della Veronica e nel composto unico che se neforma quella che egrave anteriore di tempo si subordina a questa e lapresuppone Discoste nei loro principii diverse dintendimentiesse poichegrave si trovano luna in presenza dellaltra reciprocamentesi attraggono e si compongono insieme In tale composizione vegraveguadagno e perdita a un tempo la leggenda di Tiberio perde lasua bella idealitagrave e non riesce piugrave come prima dimostrativadella virtugrave intima ed essenziale della veritagrave cristiana sentitaproclamata vendicata da un imperatore non battezzato ma laleggenda della Veronica che aveva pur essa profonde radici nella

disputando en el consejo si J[=hu] X[=po] debia ser recebido en el numero delos dioses que tantos eacute tan grandes miraglos eacute maravillas habia fecho aacute la finfue determinado que non debia ser recebido porque non tenia quien lo honraseporque predicaba pobreza la cual todo homme naturalmente aborreceraquo

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coscienza religiosa se ne avvalora allargando la sua base storicamoltiplicando i suoi legami col mondo Chiusa nel primo suonascere entro gli angusti termini di una societagrave di discepoli essadiventa poi leggenda imperiale romana cattolica E il tutto che diqueste parti si forma ha un carattere piugrave umano e piugrave poetico ed egravepiugrave atto a cattivare le fantasie e a trovare nelle letteraturepopolari varia e durevole rappresentazione

Fermiamoci alquanto prima di proceder oltre sulla Veronica esulla sua leggenda795 Passato alcun tempo dalla morte di Cristodoveva nascere spontaneo nei seguaci il desiderio di possederealcuna immagine che rappresentasse ai loro occhi le fattezze delvenerato maestro di cui rimaneva negli animi incancellabilericordanza796 Sebbene la Chiesa tutta rivolta nei primi secoli aconsustanziarsi la dottrina e lo spirito del suo institutore pocopensiero si desse delle sembianze corporee di lui per modo chelasciava agli artefici ogni piugrave ampia libertagrave di ritrarle come piugraveloro piacesse797 pure non poteva passare gran tempo senza che si

795 V su questo argomento la dissertazione dellHENSCHENIUS negli ActaSanctorum Febbrajo v I p 449-57 e inoltre JABLONSKI Dissertatio de origineimaginum Christi nel terzo volume degli Opuscula editi dal Te Vater Leida1809 W GRIMM Die Sage vom Ursprung der Christusbilder Abhandlungender koumlniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin 1842 GRETSER Deimaginibus non manufactis Ingolstadt 1622 REISKE De imaginibus JesuChristi Jena 1685 MAJOLUS Historia totius orbis pro defensione sacrarumimaginum Roma 1585 MOLANUS De historia SS imaginum Lovanio 1594796 Io non ho bisogno di avvertire che noi non possediamo di Cristo nessunaimmagine autentica SANTAGOSTINO dice nel De Trinitate VIII 4 5 laquoQuafuerit illa facie nos penitus ignoramus Nam et ipsius Dominicae faciescarnis innumerabilium cogitationum diversitate variatur et fingitur quae tamenuna erat quaecumque eratraquo797 Vedi PIPER Mythologie der christlichen Kunst v I p 102-3 e RAOUL

ROCHETTE Types de lArt chreacutetien p 9-26 Sino ai tempi di Costantino leimmagini di Cristo furono assai rare Nella Chiesa di Oriente si formograve unaopinione sostenuta da Giustino Martire da Tertulliano e da altri secondo laquale Cristo sarebbe stato bruttissimo Cirillo dAlessandria afferma a diritturachegli fu il piugrave brutto degli uomini La epistola di Lentulo nella quale Cristosi dipinge di bello e nobile aspetto fu composta forse per combattere quella

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coscienza religiosa se ne avvalora allargando la sua base storicamoltiplicando i suoi legami col mondo Chiusa nel primo suonascere entro gli angusti termini di una societagrave di discepoli essadiventa poi leggenda imperiale romana cattolica E il tutto che diqueste parti si forma ha un carattere piugrave umano e piugrave poetico ed egravepiugrave atto a cattivare le fantasie e a trovare nelle letteraturepopolari varia e durevole rappresentazione

Fermiamoci alquanto prima di proceder oltre sulla Veronica esulla sua leggenda795 Passato alcun tempo dalla morte di Cristodoveva nascere spontaneo nei seguaci il desiderio di possederealcuna immagine che rappresentasse ai loro occhi le fattezze delvenerato maestro di cui rimaneva negli animi incancellabilericordanza796 Sebbene la Chiesa tutta rivolta nei primi secoli aconsustanziarsi la dottrina e lo spirito del suo institutore pocopensiero si desse delle sembianze corporee di lui per modo chelasciava agli artefici ogni piugrave ampia libertagrave di ritrarle come piugraveloro piacesse797 pure non poteva passare gran tempo senza che si

795 V su questo argomento la dissertazione dellHENSCHENIUS negli ActaSanctorum Febbrajo v I p 449-57 e inoltre JABLONSKI Dissertatio de origineimaginum Christi nel terzo volume degli Opuscula editi dal Te Vater Leida1809 W GRIMM Die Sage vom Ursprung der Christusbilder Abhandlungender koumlniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin 1842 GRETSER Deimaginibus non manufactis Ingolstadt 1622 REISKE De imaginibus JesuChristi Jena 1685 MAJOLUS Historia totius orbis pro defensione sacrarumimaginum Roma 1585 MOLANUS De historia SS imaginum Lovanio 1594796 Io non ho bisogno di avvertire che noi non possediamo di Cristo nessunaimmagine autentica SANTAGOSTINO dice nel De Trinitate VIII 4 5 laquoQuafuerit illa facie nos penitus ignoramus Nam et ipsius Dominicae faciescarnis innumerabilium cogitationum diversitate variatur et fingitur quae tamenuna erat quaecumque eratraquo797 Vedi PIPER Mythologie der christlichen Kunst v I p 102-3 e RAOUL

ROCHETTE Types de lArt chreacutetien p 9-26 Sino ai tempi di Costantino leimmagini di Cristo furono assai rare Nella Chiesa di Oriente si formograve unaopinione sostenuta da Giustino Martire da Tertulliano e da altri secondo laquale Cristo sarebbe stato bruttissimo Cirillo dAlessandria afferma a diritturachegli fu il piugrave brutto degli uomini La epistola di Lentulo nella quale Cristosi dipinge di bello e nobile aspetto fu composta forse per combattere quella

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pretendesse di spacciare per autentica alcuna delle immagini chelamorosa devozione veniva moltiplicando Tale egrave la origine dellafamosa immagine di Edessa del crocifisso creduto opera diNicodemo della immagine celeberrima della Veronica Duestatue nella cittagrave di Paneade rappresentanti secondo si puograveragionevolmente congetturare limperatore Adriano con la cittagraveinginocchiata ai piedi furono credute immagini di Cristo e diquella emorroissa di cui parla Matteo (9 20) e che gli Atti diPilato (c 7) annoverano fra i testimoni di Cristo798 Qui costeicomparisce col nome di Βερονίκη Da Βερονίκη potrebbe venireVeronica ma negli Atti non si fa cenno di una immagine di Cristoposseduta dallemorroissa e della Veronica non si diceordinariamente che linfermitagrave di cui Cristo la guarigrave fosse flussodi sangue Fra queste due donne vi egrave somiglianza di nome manon altro Tuttavia si finisce anche per fare di esse una stessapersona799 Notisi ora che Veronica egrave pure il nome della santaimmagine800 e che secondo una ipotesi molto plausibile quelnome potrebbe essere una storpiatura di vera icon La leggenda sisarebbe formata a questo modo una immagine di origine ignotasi spaccia per autentico ritratto di Cristo sotto il nome di vera

tradizione V ancora DIDRON Iconographie chreacutetienne p 251-76798 V EUSEBIO Hist eccles l VII c 18 cf Piper op cit v II p 582-3799 GERVASIO DI TILBURY dice a questo proposito (Otia imperialia decis III c25) laquoPorro sunt alii vultus Domini sicut est Veronica quam quidam Romaedelatam a Veronica dicunt quam ignotam tradunt mulierem esse Verum exantiquissimis scripturis comprobavimus hanc esse Martham sororem LazariChristi ospitam quae fluxum sanguinis duodecim annis passa tactu fimbriaedominicae sanata fuit propter diuturnam passionem fluxus carnalis curvaincedens unde a varice poplitis vena incurvata Veronica quare incurvataVeronica dicta estraquo800 BENEDETTO CANONICO dice in un luogo del Liber politicus laquo postea vaditad sudarium Christi quod vocatur Veronicaraquo e Veronica egrave chiamata laimmagine da Dante La pianta Veronica egrave al tempo stesso testimonio del nomee della leggenda della santa immagine giacchegrave secondo si narra essa fu cosigravechiamata per aver guarito dalla lebbra un re di Francia V PERGER DeutschePflanzensagen Stoccarda ed Oehringen 1864 p 153

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pretendesse di spacciare per autentica alcuna delle immagini chelamorosa devozione veniva moltiplicando Tale egrave la origine dellafamosa immagine di Edessa del crocifisso creduto opera diNicodemo della immagine celeberrima della Veronica Duestatue nella cittagrave di Paneade rappresentanti secondo si puograveragionevolmente congetturare limperatore Adriano con la cittagraveinginocchiata ai piedi furono credute immagini di Cristo e diquella emorroissa di cui parla Matteo (9 20) e che gli Atti diPilato (c 7) annoverano fra i testimoni di Cristo798 Qui costeicomparisce col nome di Βερονίκη Da Βερονίκη potrebbe venireVeronica ma negli Atti non si fa cenno di una immagine di Cristoposseduta dallemorroissa e della Veronica non si diceordinariamente che linfermitagrave di cui Cristo la guarigrave fosse flussodi sangue Fra queste due donne vi egrave somiglianza di nome manon altro Tuttavia si finisce anche per fare di esse una stessapersona799 Notisi ora che Veronica egrave pure il nome della santaimmagine800 e che secondo una ipotesi molto plausibile quelnome potrebbe essere una storpiatura di vera icon La leggenda sisarebbe formata a questo modo una immagine di origine ignotasi spaccia per autentico ritratto di Cristo sotto il nome di vera

tradizione V ancora DIDRON Iconographie chreacutetienne p 251-76798 V EUSEBIO Hist eccles l VII c 18 cf Piper op cit v II p 582-3799 GERVASIO DI TILBURY dice a questo proposito (Otia imperialia decis III c25) laquoPorro sunt alii vultus Domini sicut est Veronica quam quidam Romaedelatam a Veronica dicunt quam ignotam tradunt mulierem esse Verum exantiquissimis scripturis comprobavimus hanc esse Martham sororem LazariChristi ospitam quae fluxum sanguinis duodecim annis passa tactu fimbriaedominicae sanata fuit propter diuturnam passionem fluxus carnalis curvaincedens unde a varice poplitis vena incurvata Veronica quare incurvataVeronica dicta estraquo800 BENEDETTO CANONICO dice in un luogo del Liber politicus laquo postea vaditad sudarium Christi quod vocatur Veronicaraquo e Veronica egrave chiamata laimmagine da Dante La pianta Veronica egrave al tempo stesso testimonio del nomee della leggenda della santa immagine giacchegrave secondo si narra essa fu cosigravechiamata per aver guarito dalla lebbra un re di Francia V PERGER DeutschePflanzensagen Stoccarda ed Oehringen 1864 p 153

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icon801 Questo nome non inteso si cangia in un nome di donnae col procedimento ordinario la finzione comincia a lavorarglidattorno La Βερονίκη degli Atti di Pilato egrave ligrave per venire insoccorso alla fantasia e la Veronica diventa tuttuno conlemorroissa

Dire precisamente in qual tempo si cominciograve a venerare inRoma la reliquia che tuttodigrave con gelosa cura si custodisce nellachiesa di San Pietro non egrave guari possibile e qui del resto nonimporta gran fatto Sopravvenuto il fanatismo per le reliquie checontraddistingue il settimo e lottavo secolo e cominciando giagraveforse a levarsi la fama di altri Volti Santi che con pretensionieguali di autenticitagrave si conservano ancora in altre cittagravedellEuropa802 si dovette sentire in Roma il bisogno diprocacciare a quello che quivi si venerava una precedenza eduna superioritagrave incontestata E certo il modo piugrave ingegnoso emigliore di provvedere a ciograve si era di legarne la leggenda con laleggenda di Tiberio cristiano e punitore dei persecutori di CristoTale congiungimento era giagrave fatto nel secolo VIII

Ma qui ci si para dinnanzi unaltra leggenda che ha con quelladi Tiberio e della Veronica la piugrave stretta attinenza e di cui nonposso dispensarmi dal dir qualche cosa la leggenda cioegrave dellaimmagine di Edessa Costantino Porfirogenito che fiorigrave nelsecolo X la riferisce in unapposita narrazione Un re di Edessaper nome Augaro (piugrave comunemente Agbaro) egrave afflitto dagravissima e ributtante malattia Un suo ministro per nomeAnania recandosi in Egitto passa per la Palestina simbatte inCristo ed egrave spettatore de suoi miracoli Testimone al ritorno dinuovi prodigi riferisce fedelmente ogni cosa al suo signoreQuesti allora scrive una lettera a Cristo pregandolo di venirlo avisitare e commette allo stesso Anania di recapitarla il quale801 Questa etimologia fu messa innanzi da parecchi fra gli altri dal MabillonSinganna il MAURY quando afferma (Essai sur les leacutegendes pieuses du moyenacircge Parigi 1843 p 210) che Gervasio di Tilbury di cui ho riportato le paroletestegrave e Matteo Paris danno la vera etimologia del nome802 A Milano a Parigi a Lione a Jaen in Andalusia ecc

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icon801 Questo nome non inteso si cangia in un nome di donnae col procedimento ordinario la finzione comincia a lavorarglidattorno La Βερονίκη degli Atti di Pilato egrave ligrave per venire insoccorso alla fantasia e la Veronica diventa tuttuno conlemorroissa

Dire precisamente in qual tempo si cominciograve a venerare inRoma la reliquia che tuttodigrave con gelosa cura si custodisce nellachiesa di San Pietro non egrave guari possibile e qui del resto nonimporta gran fatto Sopravvenuto il fanatismo per le reliquie checontraddistingue il settimo e lottavo secolo e cominciando giagraveforse a levarsi la fama di altri Volti Santi che con pretensionieguali di autenticitagrave si conservano ancora in altre cittagravedellEuropa802 si dovette sentire in Roma il bisogno diprocacciare a quello che quivi si venerava una precedenza eduna superioritagrave incontestata E certo il modo piugrave ingegnoso emigliore di provvedere a ciograve si era di legarne la leggenda con laleggenda di Tiberio cristiano e punitore dei persecutori di CristoTale congiungimento era giagrave fatto nel secolo VIII

Ma qui ci si para dinnanzi unaltra leggenda che ha con quelladi Tiberio e della Veronica la piugrave stretta attinenza e di cui nonposso dispensarmi dal dir qualche cosa la leggenda cioegrave dellaimmagine di Edessa Costantino Porfirogenito che fiorigrave nelsecolo X la riferisce in unapposita narrazione Un re di Edessaper nome Augaro (piugrave comunemente Agbaro) egrave afflitto dagravissima e ributtante malattia Un suo ministro per nomeAnania recandosi in Egitto passa per la Palestina simbatte inCristo ed egrave spettatore de suoi miracoli Testimone al ritorno dinuovi prodigi riferisce fedelmente ogni cosa al suo signoreQuesti allora scrive una lettera a Cristo pregandolo di venirlo avisitare e commette allo stesso Anania di recapitarla il quale801 Questa etimologia fu messa innanzi da parecchi fra gli altri dal MabillonSinganna il MAURY quando afferma (Essai sur les leacutegendes pieuses du moyenacircge Parigi 1843 p 210) che Gervasio di Tilbury di cui ho riportato le paroletestegrave e Matteo Paris danno la vera etimologia del nome802 A Milano a Parigi a Lione a Jaen in Andalusia ecc

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essendo pittore deve quando altro non possa ottenere riportareuna immagine di Gesugrave Anania trova Cristo predicante fra leturbe e comincia di nascosto a ritrarlo ma questi che del tutto siavvede lo fa venire a segrave e letta la lettera scrive una risposta incui dice di non poter compiacere il desiderio del re ma promettedi mandargli un suo discepolo che gli recheragrave la salute del corpo edellanima Poscia lavatosi il volto si rasciuga con un panno incui rimane la sua immagine impressa e quello porge ad AnaniaQuesti fa ritorno ad Edessa Per via succede un miracolo per cuiuna copia della immagine rimane impressa sopra una tegolaAnania consegna ad Augaro la immagine ma non si dice chequesta lo guarisca Le due epistole di Agbaro a Cristo e di Cristoad Agbaro vanno famose tra gli apocrifi specie questultima chesarebbe lunico documento scritto lasciatoci da Gesugrave e siritrovano in manoscritti innumerevoli e in tutte le lingue Lostesso Costantino riferisce anche unaltra versione della leggendasecondo la quale la immagine sarebbe stata recata a Edessa daTaddeo apostolo e Agbaro avrebbe per essa racquistata la sanitagraveAgbaro avrebbe poi detto che volentieri si sarebbe fattovendicatore della morte di Cristo se non avesse temuto dicontraddire cosigrave facendo alla intenzione di lui che volonterososofferse la morte Qui vi egrave il pensiero della vendetta ma non laesecuzione

Si vede quanti riscontri questa leggenda considerata nelle dueversioni riferite da Costantino ha con la leggenda della Curasanitatis In ambedue egrave un re infermo in ambedue una immaginemiracolosa di Cristo Anania somiglia molto a Volusiano eTaddeo tiene in qualche modo il luogo della Veronica Tiberiopunisce Pilato ma lascia in pace gli Ebrei Agbaro concepisce ilpensiero della vendetta ma non lo eseguisce Se non che laleggenda di Agbaro non egrave nemmen essa tutta di un pezzo ma si egravevenuta successivamente formando ed accrescendo Eusebio nellaIstoria ecclesiastica803 ha un racconto molto piugrave semplice dove

803 L I c 13319

essendo pittore deve quando altro non possa ottenere riportareuna immagine di Gesugrave Anania trova Cristo predicante fra leturbe e comincia di nascosto a ritrarlo ma questi che del tutto siavvede lo fa venire a segrave e letta la lettera scrive una risposta incui dice di non poter compiacere il desiderio del re ma promettedi mandargli un suo discepolo che gli recheragrave la salute del corpo edellanima Poscia lavatosi il volto si rasciuga con un panno incui rimane la sua immagine impressa e quello porge ad AnaniaQuesti fa ritorno ad Edessa Per via succede un miracolo per cuiuna copia della immagine rimane impressa sopra una tegolaAnania consegna ad Augaro la immagine ma non si dice chequesta lo guarisca Le due epistole di Agbaro a Cristo e di Cristoad Agbaro vanno famose tra gli apocrifi specie questultima chesarebbe lunico documento scritto lasciatoci da Gesugrave e siritrovano in manoscritti innumerevoli e in tutte le lingue Lostesso Costantino riferisce anche unaltra versione della leggendasecondo la quale la immagine sarebbe stata recata a Edessa daTaddeo apostolo e Agbaro avrebbe per essa racquistata la sanitagraveAgbaro avrebbe poi detto che volentieri si sarebbe fattovendicatore della morte di Cristo se non avesse temuto dicontraddire cosigrave facendo alla intenzione di lui che volonterososofferse la morte Qui vi egrave il pensiero della vendetta ma non laesecuzione

Si vede quanti riscontri questa leggenda considerata nelle dueversioni riferite da Costantino ha con la leggenda della Curasanitatis In ambedue egrave un re infermo in ambedue una immaginemiracolosa di Cristo Anania somiglia molto a Volusiano eTaddeo tiene in qualche modo il luogo della Veronica Tiberiopunisce Pilato ma lascia in pace gli Ebrei Agbaro concepisce ilpensiero della vendetta ma non lo eseguisce Se non che laleggenda di Agbaro non egrave nemmen essa tutta di un pezzo ma si egravevenuta successivamente formando ed accrescendo Eusebio nellaIstoria ecclesiastica803 ha un racconto molto piugrave semplice dove

803 L I c 13319

non entra ancora nessuna immagine Agbaro (Ἄγβαρος) scriveuna lettera a Cristo che gli risponde promettendo di mandare undiscepolo Dopo la morte di Gesugrave Taddeo va in Edessa e compiemolti miracoli sigrave che Agbaro negrave informato e lo fa venire a segraveQuando questi gli si presenta Agbaro crede di scorgere nel suovolto un non so che di divino e lo adora con grande meravigliadegli astanti che nulla vedono di straordinario Agbaro fa la suaprofessione di fede e Taddeo lo guarisce con la imposizione dellemani Eusebio si riporta a documenti siriaci che sarebbero staticonservati nei tabularii di Edessa Le cose che narra sisuppongono avvenute nellanno 340 della cronologia edessenaquindicesimo dellimpero di Tiberio Giovanni Damasceno dellaguarigione miracolosa non dice ancora nulla804 e il primo chefaccia menzione della immagine egrave Evagrio805 Eusebio dice cheAgbaro credette di scorgere alcun che di divino nel volto diTaddeo Costantino Porfirogenito che Taddeo nel presentarsi al resi pose in fronte come un segno di riconoscimento la immagineche aveva recata con segrave Si scorge il passaggio e si vede donde ecome la leggenda tragga le fila del suo tessuto

Ritorniamo per un momento ancora alla Cura sanitatis Iltesto se pure non egrave sincrono col manoscritto dellottavo secoloche lo contiene non puograve nemmeno farsi molto piugrave antico Quantoal luogo della sua composizione io credo si possa risolutamentedire che fu lItalia e piugrave particolarmente Roma Anzi tutto Romaposseditrice della preziosa reliquia era piugrave di ogni altra cittagraveinteressata alla creazione di cosigrave fatta leggenda e poi accennano aorigine italiana quella cittagrave di Toscana dove Pilato egrave mandato inesilio e quella reminiscenza della interdictio aquae et ignisMentre il diritto romano era dimenticato in tutto il rimanentedEuropa in Italia si continuava a studiare e a praticare e Romapuograve vantarsi davere avuto scuole di diritto nei secoli stessi dimaggior barbarie

804 De imaginibus l I De fide orthodoxa l IV c 17805 Historia ecclesiastica l IV c 27

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non entra ancora nessuna immagine Agbaro (Ἄγβαρος) scriveuna lettera a Cristo che gli risponde promettendo di mandare undiscepolo Dopo la morte di Gesugrave Taddeo va in Edessa e compiemolti miracoli sigrave che Agbaro negrave informato e lo fa venire a segraveQuando questi gli si presenta Agbaro crede di scorgere nel suovolto un non so che di divino e lo adora con grande meravigliadegli astanti che nulla vedono di straordinario Agbaro fa la suaprofessione di fede e Taddeo lo guarisce con la imposizione dellemani Eusebio si riporta a documenti siriaci che sarebbero staticonservati nei tabularii di Edessa Le cose che narra sisuppongono avvenute nellanno 340 della cronologia edessenaquindicesimo dellimpero di Tiberio Giovanni Damasceno dellaguarigione miracolosa non dice ancora nulla804 e il primo chefaccia menzione della immagine egrave Evagrio805 Eusebio dice cheAgbaro credette di scorgere alcun che di divino nel volto diTaddeo Costantino Porfirogenito che Taddeo nel presentarsi al resi pose in fronte come un segno di riconoscimento la immagineche aveva recata con segrave Si scorge il passaggio e si vede donde ecome la leggenda tragga le fila del suo tessuto

Ritorniamo per un momento ancora alla Cura sanitatis Iltesto se pure non egrave sincrono col manoscritto dellottavo secoloche lo contiene non puograve nemmeno farsi molto piugrave antico Quantoal luogo della sua composizione io credo si possa risolutamentedire che fu lItalia e piugrave particolarmente Roma Anzi tutto Romaposseditrice della preziosa reliquia era piugrave di ogni altra cittagraveinteressata alla creazione di cosigrave fatta leggenda e poi accennano aorigine italiana quella cittagrave di Toscana dove Pilato egrave mandato inesilio e quella reminiscenza della interdictio aquae et ignisMentre il diritto romano era dimenticato in tutto il rimanentedEuropa in Italia si continuava a studiare e a praticare e Romapuograve vantarsi davere avuto scuole di diritto nei secoli stessi dimaggior barbarie

804 De imaginibus l I De fide orthodoxa l IV c 17805 Historia ecclesiastica l IV c 27

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Che le leggende di Agbaro e della Veronica sieno riuscite cosigravesimili senza che luna abbia influito sullaltra mi par difficile diammettere e che linflusso sia stato esercitato da quellaincontestabilmente piugrave antica sopra questa mi par difficile dinegare Gioveragrave ricordare ad ogni modo che la immagine diEdessa fu se sha a credere alla tradizione recata ancor essa inRoma dove si conserva nella Chiesa di San Silvestro806Checchessia da credere di quegli influssi certo si egrave che laleggenda di Tiberio e della Veronica la quale essendo essa stessacomposta di due parti distinte puograve considerarsi ora come la primaparte della leggenda complessa della Vendetta di Cristo egrave giagraveformata nel secolo VIII dobbiamo vedere ora come essa sicomponga e si fonda con laltra dove si discorre di Vespasiano diTito e della distruzione di Gerusalemme807 Dal momento che cifurono due leggende sopra questo stesso tema della vendetta diCristo la composizione e la fusione loro diveniva inevitabileesse sincontrano nella Vindicta Salvatoris808

In questo racconto Tiberio affetto dalla lebbra e da altri malinon egrave piugrave solo Tito regulus sub Tiberio in regione Equitaniae incivitate Libiae quae dicitur Burdigalla egrave afflitto ancor egli da806 La leggenda quale Costantino Porfirogenito la riferisce o poco diversa sitrova anche in testi latini Il cod Laurenz pl XV Dext 12 uno ne contienedove di Abgaro che meditava di vendicare Cristo si dice laquoScripserat enimidem rex Tiberio imperatori super vindicta mortis deo facienda sicut armenicascriptura testaturraquo Il Grimm nella citata dissertazione afferma essere laleggenda di Agbaro piugrave antica che non quella della Veronica ma non fa parolanegrave della Cura sanitatis negrave della Vindicta Salvatoris Per la storia dellaimmagine di Edessa v CALCAGNINO Dellimmagine Edessena Genova 1639807 La prima parte si trova ancora separata nella Mors Pilati testo latinopubblicato dal Tischendorf di su un manoscritto del XIV secolo conservatonellAmbrosiana (Ev apocr p 432-5) Non credo di dovermi qui diffonderesulle relazioni di questo racconto con quello della Cura sanitatis dal qualederiva808 Pubblicata dal TISCHENDORF Ev apocr p 448-63 sopra due codici lunoMarciano laltro Ambrosiano Sotto il titolo Istoria Titi et Vespasiani il codicedella Nazion di Torino K V 37 contiene il testo della Vindicta mutilo il finee con alcune varianti

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Che le leggende di Agbaro e della Veronica sieno riuscite cosigravesimili senza che luna abbia influito sullaltra mi par difficile diammettere e che linflusso sia stato esercitato da quellaincontestabilmente piugrave antica sopra questa mi par difficile dinegare Gioveragrave ricordare ad ogni modo che la immagine diEdessa fu se sha a credere alla tradizione recata ancor essa inRoma dove si conserva nella Chiesa di San Silvestro806Checchessia da credere di quegli influssi certo si egrave che laleggenda di Tiberio e della Veronica la quale essendo essa stessacomposta di due parti distinte puograve considerarsi ora come la primaparte della leggenda complessa della Vendetta di Cristo egrave giagraveformata nel secolo VIII dobbiamo vedere ora come essa sicomponga e si fonda con laltra dove si discorre di Vespasiano diTito e della distruzione di Gerusalemme807 Dal momento che cifurono due leggende sopra questo stesso tema della vendetta diCristo la composizione e la fusione loro diveniva inevitabileesse sincontrano nella Vindicta Salvatoris808

In questo racconto Tiberio affetto dalla lebbra e da altri malinon egrave piugrave solo Tito regulus sub Tiberio in regione Equitaniae incivitate Libiae quae dicitur Burdigalla egrave afflitto ancor egli da806 La leggenda quale Costantino Porfirogenito la riferisce o poco diversa sitrova anche in testi latini Il cod Laurenz pl XV Dext 12 uno ne contienedove di Abgaro che meditava di vendicare Cristo si dice laquoScripserat enimidem rex Tiberio imperatori super vindicta mortis deo facienda sicut armenicascriptura testaturraquo Il Grimm nella citata dissertazione afferma essere laleggenda di Agbaro piugrave antica che non quella della Veronica ma non fa parolanegrave della Cura sanitatis negrave della Vindicta Salvatoris Per la storia dellaimmagine di Edessa v CALCAGNINO Dellimmagine Edessena Genova 1639807 La prima parte si trova ancora separata nella Mors Pilati testo latinopubblicato dal Tischendorf di su un manoscritto del XIV secolo conservatonellAmbrosiana (Ev apocr p 432-5) Non credo di dovermi qui diffonderesulle relazioni di questo racconto con quello della Cura sanitatis dal qualederiva808 Pubblicata dal TISCHENDORF Ev apocr p 448-63 sopra due codici lunoMarciano laltro Ambrosiano Sotto il titolo Istoria Titi et Vespasiani il codicedella Nazion di Torino K V 37 contiene il testo della Vindicta mutilo il finee con alcune varianti

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gravissima infermitagrave Un Nathan Ebreo che doveva recarsi aRoma spinto dai venti nel porto di Libia racconta a Tito imiracoli e la morte del Salvatore Tito si duole della ingiustamorte e di non poterne fare vendetta in quellora medesimaAppena ha egli espresso questo suo rincrescimento cheincontanente si trova guarito di una piaga cancerosa che aveva nelvolto Allora giura di porre ad effetto il suo proposito di vendettae da Nathan si fa dare il battesimo Poi chiama a segrave Vespasianosuo fratello passa con un poderoso esercito in Giudea e cominciaa distruggere quel regno Il re Archelao di propria mano si uccideIl figliuolo di lui con altri principi soggetti si rinchiude inGerusalemme e per sette anni sostiene lassedio dei RomaniRidotti per fame alla disperazione dodicimila Giudei si danno lamorte gli altri si arrendono e sono parte uccisi parte distribuiticome servi tra i vincitori parte venduti a ragion di trenta adenaro Tito e Vespasiano occupata la cittagrave trovano la Veronicachiudono Pilato in un carcere e spediscono messi a Tiberio DaRoma viene Volusiano (Velosianus) il quale udito ciograve che diCristo narrano Nicodemo Giuseppe dArimatea la Veronica si faconsegnar da costei non senza usare di qualche violenza la sacraimmagine e questa rinchiusa e suggellata in uno scrignoprezioso fa ritorno a Roma La Veronica che non vuole staccarsidalla cara reliquia lo segue Giunto a Roma Volusiano corre atrovar Tiberio e succintamente gli narra i miracoli la morte larisurrezione di Cristo e loperato di Tito e di Vespasiano Allavista della immagine Tiberio egrave incontanente sanato di ogni suainfermitagrave e si fa dare il battesimo da Nathan che ancor esso sitrova in Roma Si vede chiaramente in questo racconto come ledue leggende di Tiberio e la Veronica e di Tito e Vespasianosiensi intrecciate insieme La malattia di Tito altro non egrave che unaduplicazione poco ingegnosa di quella di Tiberio

Il Tischendorf sostiene la Cura sanitatis essere piugrave recentedella Vindicta Salvatoris809 ma non si vede su quali prove egli

809 Prolegomena p LXXXIII laquoNeque dubium est quin Cura sanitatis Tiberii322

gravissima infermitagrave Un Nathan Ebreo che doveva recarsi aRoma spinto dai venti nel porto di Libia racconta a Tito imiracoli e la morte del Salvatore Tito si duole della ingiustamorte e di non poterne fare vendetta in quellora medesimaAppena ha egli espresso questo suo rincrescimento cheincontanente si trova guarito di una piaga cancerosa che aveva nelvolto Allora giura di porre ad effetto il suo proposito di vendettae da Nathan si fa dare il battesimo Poi chiama a segrave Vespasianosuo fratello passa con un poderoso esercito in Giudea e cominciaa distruggere quel regno Il re Archelao di propria mano si uccideIl figliuolo di lui con altri principi soggetti si rinchiude inGerusalemme e per sette anni sostiene lassedio dei RomaniRidotti per fame alla disperazione dodicimila Giudei si danno lamorte gli altri si arrendono e sono parte uccisi parte distribuiticome servi tra i vincitori parte venduti a ragion di trenta adenaro Tito e Vespasiano occupata la cittagrave trovano la Veronicachiudono Pilato in un carcere e spediscono messi a Tiberio DaRoma viene Volusiano (Velosianus) il quale udito ciograve che diCristo narrano Nicodemo Giuseppe dArimatea la Veronica si faconsegnar da costei non senza usare di qualche violenza la sacraimmagine e questa rinchiusa e suggellata in uno scrignoprezioso fa ritorno a Roma La Veronica che non vuole staccarsidalla cara reliquia lo segue Giunto a Roma Volusiano corre atrovar Tiberio e succintamente gli narra i miracoli la morte larisurrezione di Cristo e loperato di Tito e di Vespasiano Allavista della immagine Tiberio egrave incontanente sanato di ogni suainfermitagrave e si fa dare il battesimo da Nathan che ancor esso sitrova in Roma Si vede chiaramente in questo racconto come ledue leggende di Tiberio e la Veronica e di Tito e Vespasianosiensi intrecciate insieme La malattia di Tito altro non egrave che unaduplicazione poco ingegnosa di quella di Tiberio

Il Tischendorf sostiene la Cura sanitatis essere piugrave recentedella Vindicta Salvatoris809 ma non si vede su quali prove egli

809 Prolegomena p LXXXIII laquoNeque dubium est quin Cura sanitatis Tiberii322

fondi la sua affermazione Dopo le cose sin qui discorse io credodi poter seguire risolutamente la contraria opinione

Ma qui altri influssi altre derivazioni cominciano a farcisipalesi Lincerto autore del libro De bello judaico che va sotto ilnome di Egesippo libro fatto interamente sulle Antichitagrave e sulleIstorie di Giuseppe Flavio e scritto nel quarto secolo rappresentala distruzione di Gerusalemme come una vendetta della morte diCristo810 Nella Vindicta Salvatoris ove se ne tolga appunto ilconcetto generale di quella vendetta del libro di Egesippo non egravepassato gran che La Vindicta sorpassa assai lievementesullassedio e sulla espugnazione di Gerusalemme ma neiracconti posteriori che da essa come da fonte principale derivanoquesta parte si va sempre piugrave allargando e alcuna volta diventa adirittura preponderante Ciograve incontra in piugrave particolar modo neiracconti francesi in versi i quali o perchegrave opera di quegli stessitroveri che componevano le chansons de geste o perchegrave daqueste medesime chansons de geste prendevano lintonazionemostrano unassai spiccata tendenza a far primeggiare glielementi epici ed eroici della leggenda Allora comincia amanifestarsi linflusso diretto di Giuseppe Flavio

Giuseppe Flavio partecipograve comegrave noto alla guerra di cui narrala istoria ma nel suo racconto non si trova nulla che possa dareimmediato appiglio alla leggenda Vespasiano va a combattere gliEbrei ribelli perchegrave ordinatogli da Nerone Sin dai tempi di SanGerolamo si credeva sulla testimonianza di un passo famosodelle Antichitagrave Giudaiche811 il quale egrave fuor di ogni dubbio unainterpolazione che Giuseppe Flavio avesse riconosciuta la

quae inscribitur quamvis ex codd octavi et noni sa]eculi innotuerit aetateinferior sit quam Vindicta Salvatorisraquo810 V la notizia posta in fine al libro nella edizione di Marburgo 1858 Nellaedizione che se ne fece in Milano nel 1513 (unitamente con lopere diGiuseppe Flavio) il Prologo reca il seguente titolo Egesippi Inter ScriptoresNobilissimi In Historiam | De Eversione Iudaeorum Quae in Vltionem |Dominici Sanguinis a Tito et Ve | spasiano facta est Prologus811 XVIII 3 3

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fondi la sua affermazione Dopo le cose sin qui discorse io credodi poter seguire risolutamente la contraria opinione

Ma qui altri influssi altre derivazioni cominciano a farcisipalesi Lincerto autore del libro De bello judaico che va sotto ilnome di Egesippo libro fatto interamente sulle Antichitagrave e sulleIstorie di Giuseppe Flavio e scritto nel quarto secolo rappresentala distruzione di Gerusalemme come una vendetta della morte diCristo810 Nella Vindicta Salvatoris ove se ne tolga appunto ilconcetto generale di quella vendetta del libro di Egesippo non egravepassato gran che La Vindicta sorpassa assai lievementesullassedio e sulla espugnazione di Gerusalemme ma neiracconti posteriori che da essa come da fonte principale derivanoquesta parte si va sempre piugrave allargando e alcuna volta diventa adirittura preponderante Ciograve incontra in piugrave particolar modo neiracconti francesi in versi i quali o perchegrave opera di quegli stessitroveri che componevano le chansons de geste o perchegrave daqueste medesime chansons de geste prendevano lintonazionemostrano unassai spiccata tendenza a far primeggiare glielementi epici ed eroici della leggenda Allora comincia amanifestarsi linflusso diretto di Giuseppe Flavio

Giuseppe Flavio partecipograve comegrave noto alla guerra di cui narrala istoria ma nel suo racconto non si trova nulla che possa dareimmediato appiglio alla leggenda Vespasiano va a combattere gliEbrei ribelli perchegrave ordinatogli da Nerone Sin dai tempi di SanGerolamo si credeva sulla testimonianza di un passo famosodelle Antichitagrave Giudaiche811 il quale egrave fuor di ogni dubbio unainterpolazione che Giuseppe Flavio avesse riconosciuta la

quae inscribitur quamvis ex codd octavi et noni sa]eculi innotuerit aetateinferior sit quam Vindicta Salvatorisraquo810 V la notizia posta in fine al libro nella edizione di Marburgo 1858 Nellaedizione che se ne fece in Milano nel 1513 (unitamente con lopere diGiuseppe Flavio) il Prologo reca il seguente titolo Egesippi Inter ScriptoresNobilissimi In Historiam | De Eversione Iudaeorum Quae in Vltionem |Dominici Sanguinis a Tito et Ve | spasiano facta est Prologus811 XVIII 3 3

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divinitagrave di Cristo mentre egrave noto che lo storico adulatore applicograve aVespasiano le profezie che si riferivano al Messia812 Ma quellacredenza serviva a porre in nuova luce i fatti narrati nella Istoriae poteva porgere anche alcuna volta di questi fatti medesimi unainterpretazione consentanea al presupposto della vendetta giagravealtrimenti fermato

Fatta tradurre secondo si dice da Tito e ritradotta poichegrave fuperduta quella prima versione da Rufino dAquilea o da chi altrisi fosse la Storia della guerra giudaica ebbe sin dal principio unagrandissima celebritagrave la quale andograve mano mano crescendo colfavore che naturalmente le dava la Chiesa Di tale celebritagraveabbiamo parecchie testimonianze fra laltre una di Cassiodoro813Il libro fu tra i piugrave noti e divulgati durante tutto il medio evo giagravesino dal secolo XIV se ne faceva una versione italiana814 In unodei parecchi poemi francesi che si hanno sulla Vendetta di Cristodi Giuseppe si dice

Il fu moult sages clers ceste estoire escrite a

e altrove

Il ert moult sages clers cortois et bien saccedilansIl sout moult bien parler et latin et romans

e in fine

812 V su questo argomento gli scolii di Ernesto Tentzel e di Ernesto SalomoneCipriano al c XIII del De Viris illustribus di SAN GEROLAMO nella Bibliothecaecclesiastica del FABRICIO e inoltre CAVE Scriptorum ecclesiasticorum historialiteraria ed di Basilea 1741 p 32-4 TRITHEMIUS De scriptoribusecclesiasticis VII CEILLIER Histoire geacuteneacuterale des auteurs sacreacutes t I p 565-72813 Expositio in psalmum septuagesimum tertium Hoc enim nimis acerrimumbellum Josephi historia septem libris celebrata describit814 Volgarizzamento della istoria delle guerre judaiche di Josefo Ebreocognominato Flavio ristampato dal Calori ma con inopportune alterazionisulledizione del 1493 nella Collez di Op ined o rare Bologna 1878-9

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divinitagrave di Cristo mentre egrave noto che lo storico adulatore applicograve aVespasiano le profezie che si riferivano al Messia812 Ma quellacredenza serviva a porre in nuova luce i fatti narrati nella Istoriae poteva porgere anche alcuna volta di questi fatti medesimi unainterpretazione consentanea al presupposto della vendetta giagravealtrimenti fermato

Fatta tradurre secondo si dice da Tito e ritradotta poichegrave fuperduta quella prima versione da Rufino dAquilea o da chi altrisi fosse la Storia della guerra giudaica ebbe sin dal principio unagrandissima celebritagrave la quale andograve mano mano crescendo colfavore che naturalmente le dava la Chiesa Di tale celebritagraveabbiamo parecchie testimonianze fra laltre una di Cassiodoro813Il libro fu tra i piugrave noti e divulgati durante tutto il medio evo giagravesino dal secolo XIV se ne faceva una versione italiana814 In unodei parecchi poemi francesi che si hanno sulla Vendetta di Cristodi Giuseppe si dice

Il fu moult sages clers ceste estoire escrite a

e altrove

Il ert moult sages clers cortois et bien saccedilansIl sout moult bien parler et latin et romans

e in fine

812 V su questo argomento gli scolii di Ernesto Tentzel e di Ernesto SalomoneCipriano al c XIII del De Viris illustribus di SAN GEROLAMO nella Bibliothecaecclesiastica del FABRICIO e inoltre CAVE Scriptorum ecclesiasticorum historialiteraria ed di Basilea 1741 p 32-4 TRITHEMIUS De scriptoribusecclesiasticis VII CEILLIER Histoire geacuteneacuterale des auteurs sacreacutes t I p 565-72813 Expositio in psalmum septuagesimum tertium Hoc enim nimis acerrimumbellum Josephi historia septem libris celebrata describit814 Volgarizzamento della istoria delle guerre judaiche di Josefo Ebreocognominato Flavio ristampato dal Calori ma con inopportune alterazionisulledizione del 1493 nella Collez di Op ined o rare Bologna 1878-9

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Icis fist ceste estoire et le mist en memoirePuis fu il baptisies et fu el pretatoirePlus sages clers ne fu ne mais que ss GrigoiresDe chou quil vit as iex ne le doit nus mescroire 815

Nel racconto di Giuseppe Flavio si trovano i fatti e lenarrazioni che vanno poi mano mano ad impinguare la leggendala storia degli Ebrei che trangugiarono gioielli per trafugarli816quella della madre che si ciba delle carni del proprio figliuolo817la distruzione della cittagrave818 ecc

Nella Vindicta Salvatoris troviamo giagrave tutti i principalipersonaggi della leggenda pervenuta oramai allultimo grado disuo svolgimento Tito egrave qui re di Burdigala altrove re diBurdigala egrave Vespasiano819 detto ora fratello ora padre ed anchealcuna volta figlio di Tito Linfermitagrave egrave di solito attribuita aVespasiano nei racconti posteriori ed egrave prodotta da certe vespe oanche da certi vermi che gli annidano nel naso Questa inauditainfermitagrave fu certamente suggerita dal nome del supposto infermoma da quella invece si fa venire il nome di questo820 Nathandiventa qua e lagrave Annatan Adriano Adrano Albano Volusiano simuta in Albano Gajus Gais Giuseppe di Arimatea diventapersonaggio sempre piugrave importante nella leggenda821 Alcuni fatti815 Cod della Nazion di Torino L II 14 f 93 v col 2a 94 r col 1a 96 vcol 2a816 V 10 1817 VI 4 4818 VII I 1819 Vespasiano si fa regnare anche in Gallizia o nellisola Galazia820 Cosigrave nella Vita francese di Pilato pubblicata dal DU MEacuteRIL Poeacutesiespopulaires latines du moyen acircge p 339-69 laquoEt icil Vespasiiens avoitdenfanche une maniere de vers es narines con apieloit wespes et de ceswiespes estoit-il apieleacutess Vespasianusraquo Jacopo della Lana dice nel CommentoPurgatorio c XXI v 82-4 laquo fu uno imperadore romano lo quale ebbenome Vespasiano imperquello che le vespe li facevano nel naso nidoraquo821 La storia di Giuseppe di Arimatea egrave narrata diffusamente e di proposito nelJoseph dArimathie di ROBERTO DI BORON Se ne parla anche nel Grand Saint

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Icis fist ceste estoire et le mist en memoirePuis fu il baptisies et fu el pretatoirePlus sages clers ne fu ne mais que ss GrigoiresDe chou quil vit as iex ne le doit nus mescroire 815

Nel racconto di Giuseppe Flavio si trovano i fatti e lenarrazioni che vanno poi mano mano ad impinguare la leggendala storia degli Ebrei che trangugiarono gioielli per trafugarli816quella della madre che si ciba delle carni del proprio figliuolo817la distruzione della cittagrave818 ecc

Nella Vindicta Salvatoris troviamo giagrave tutti i principalipersonaggi della leggenda pervenuta oramai allultimo grado disuo svolgimento Tito egrave qui re di Burdigala altrove re diBurdigala egrave Vespasiano819 detto ora fratello ora padre ed anchealcuna volta figlio di Tito Linfermitagrave egrave di solito attribuita aVespasiano nei racconti posteriori ed egrave prodotta da certe vespe oanche da certi vermi che gli annidano nel naso Questa inauditainfermitagrave fu certamente suggerita dal nome del supposto infermoma da quella invece si fa venire il nome di questo820 Nathandiventa qua e lagrave Annatan Adriano Adrano Albano Volusiano simuta in Albano Gajus Gais Giuseppe di Arimatea diventapersonaggio sempre piugrave importante nella leggenda821 Alcuni fatti815 Cod della Nazion di Torino L II 14 f 93 v col 2a 94 r col 1a 96 vcol 2a816 V 10 1817 VI 4 4818 VII I 1819 Vespasiano si fa regnare anche in Gallizia o nellisola Galazia820 Cosigrave nella Vita francese di Pilato pubblicata dal DU MEacuteRIL Poeacutesiespopulaires latines du moyen acircge p 339-69 laquoEt icil Vespasiiens avoitdenfanche une maniere de vers es narines con apieloit wespes et de ceswiespes estoit-il apieleacutess Vespasianusraquo Jacopo della Lana dice nel CommentoPurgatorio c XXI v 82-4 laquo fu uno imperadore romano lo quale ebbenome Vespasiano imperquello che le vespe li facevano nel naso nidoraquo821 La storia di Giuseppe di Arimatea egrave narrata diffusamente e di proposito nelJoseph dArimathie di ROBERTO DI BORON Se ne parla anche nel Grand Saint

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si alterano passando duno in altro racconto e fra le molteversioni e redazioni della leggenda sono spesso discordanzenotabili Lanno della espugnazione di Gerusalemme egraveincertissimo anche nelle Cronache Secondo alcuni Gerusalemmesarebbe stata espugnata il giorno di Pasqua e dice Eusebio a taleproposito che fu giusto giudizio del cielo compiersi la vendettanel giorno in cui fu consumato il delitto Il numero degli Ebreimorti di fame e di malattia uccisi venduti varia moltissimo822ma egrave quasi costantemente e senza variazione ripetuta la notiziache molti dei superstiti furono venduti trenta a denaro inmemoria di Cristo che fu venduto per trenta denari Il fatto degliEbrei che trangugiarono oro e furono sparati dai soldati romani egraveanchesso ricordato assai spesso

Fuse insieme le due leggende della guarigione di Tiberio edella distruzione di Gerusalemme e avvenuta la giagrave accennataduplicazione della malattia quale motivo non dirograve capitale mainiziale della favola la seconda leggenda sostenuta da

Graal Alcune delle favole che vi si raccontano passano poi anche in certeredazioni della Vendetta822 In uno dei sermoni di Eliseo attribuiti a SantAgostino si dice che degliEbrei centodiecimila furono uccisi centomila condotti in Roma pel trionfoNella edizione delle opere di SantAgostino curata dai Benedettini dellaCongregazione di San Mauro quel sermone egrave attribuito a Cesario Piugrave spesso ilnumero dei morti si fa ascendere a un milione centomila LEbreo Petacchiache nel XII secolo viaggiograve tutto quasi il mondo conosciuto dice di non avertrovato a Gerusalemme che un solo ebreo il quale a forza doro otteneva didimorarvi Invano gli Ebrei tentarono di ricostruire Gerusalemme GIACOMO DA

VORAGINE racconta a questo proposito nel c LXVII(63) della Leggenda aurealaquoPost longa tempora quidam Judaei Jerusalem reaedificare volentes exeuntesprimo mane plurimas cruces de rore invenerunt quas territi fugientes etsecundo mane redeuntes unusquisque ut ait Miletus in chronica crucessanguineas vestibus suis insitas invenit Qui vehementer territi in fugam iterumversi sunt sed tertia die reversi vapore ignis de terra prodeuntis penitus suntexustiraquo Ricorda Ammiano Marcellino nel l XXIII delle Istorie e poi moltiripetono che volendo Giuliano lApostata riedificare il tempio diGerusalemme gli artefici furono impediti dalle fiamme che uscivano dallefondamenta

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si alterano passando duno in altro racconto e fra le molteversioni e redazioni della leggenda sono spesso discordanzenotabili Lanno della espugnazione di Gerusalemme egraveincertissimo anche nelle Cronache Secondo alcuni Gerusalemmesarebbe stata espugnata il giorno di Pasqua e dice Eusebio a taleproposito che fu giusto giudizio del cielo compiersi la vendettanel giorno in cui fu consumato il delitto Il numero degli Ebreimorti di fame e di malattia uccisi venduti varia moltissimo822ma egrave quasi costantemente e senza variazione ripetuta la notiziache molti dei superstiti furono venduti trenta a denaro inmemoria di Cristo che fu venduto per trenta denari Il fatto degliEbrei che trangugiarono oro e furono sparati dai soldati romani egraveanchesso ricordato assai spesso

Fuse insieme le due leggende della guarigione di Tiberio edella distruzione di Gerusalemme e avvenuta la giagrave accennataduplicazione della malattia quale motivo non dirograve capitale mainiziale della favola la seconda leggenda sostenuta da

Graal Alcune delle favole che vi si raccontano passano poi anche in certeredazioni della Vendetta822 In uno dei sermoni di Eliseo attribuiti a SantAgostino si dice che degliEbrei centodiecimila furono uccisi centomila condotti in Roma pel trionfoNella edizione delle opere di SantAgostino curata dai Benedettini dellaCongregazione di San Mauro quel sermone egrave attribuito a Cesario Piugrave spesso ilnumero dei morti si fa ascendere a un milione centomila LEbreo Petacchiache nel XII secolo viaggiograve tutto quasi il mondo conosciuto dice di non avertrovato a Gerusalemme che un solo ebreo il quale a forza doro otteneva didimorarvi Invano gli Ebrei tentarono di ricostruire Gerusalemme GIACOMO DA

VORAGINE racconta a questo proposito nel c LXVII(63) della Leggenda aurealaquoPost longa tempora quidam Judaei Jerusalem reaedificare volentes exeuntesprimo mane plurimas cruces de rore invenerunt quas territi fugientes etsecundo mane redeuntes unusquisque ut ait Miletus in chronica crucessanguineas vestibus suis insitas invenit Qui vehementer territi in fugam iterumversi sunt sed tertia die reversi vapore ignis de terra prodeuntis penitus suntexustiraquo Ricorda Ammiano Marcellino nel l XXIII delle Istorie e poi moltiripetono che volendo Giuliano lApostata riedificare il tempio diGerusalemme gli artefici furono impediti dalle fiamme che uscivano dallefondamenta

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Vespasiano e da Tito poteva novamente scompagnarsi dallaprima e star da per segrave Di questa separazione sono parecchiesempii Poteva ancora la seconda leggenda arricchita di quelmotivo tolto alla prima mutilarsi dellultima parte che riguarda ladistruzione di Gerusalemme e ridursi al miracolo dellaguarigione operata dalla santa immagine Cosigrave nel poema latinoDe vita Pilati823 di Tiberio non si fa parola Tito e Vespasianoinfermi guariscono ma non si dice nulla della distruzione diGerusalemme

Notisi inoltre che in alcune narrazioni la Vendetta di Cristodiventa come un episodio della storia di Pilato cosigrave nel poemalatino testegrave citato nel racconto francese pubblicato dal Du Meacuteril ericordato di sopra e nella Vita di Pilato inserita nellAltePassional

Del resto la leggenda va assumendo qua e lagrave in questa e inquella letteratura forme speciali qualche volta abbastanza remoteda quelle che si hanno nei racconti primitivi Di alcune di taliforme farograve cenno nella nota che segue in appendice al presentecapitolo824

Prima di lasciare largomento gioveragrave ricordare che anche gliEbrei inventarono sulla distruzione di Gerusalemme la loroleggenda la quale come sintende di leggieri egrave di spirito in tuttocontrario alla leggenda cristiana Io non istarograve a riferire per interoquesta strana immaginazione825 ma ricorderograve solo come si narriin essa che a Tito appena approdato in Palestina entrograve nel naso823 Pubblicato primamente dal MONE nellAnzeiger fuumlr Kunde des deutschenMittelalters 1835 p 425-33 poi dal DU MEacuteRIL Poeacutes pop lat du moy acirc p343-55 Al poema corrispondono salvo differenze di poco rilievo due raccontiin prosa de quali diede lestratto il Mone in quello stesso giornale 1838 p526-38 Sulle relazioni del poema latino De vita Pilati con la VindictaSalvatoris v SCHOENBACH Anzeiger fuumlr deutsches Alterthum v II p 166-212La Bodlejana possiede una Punitio Pilati et Revelatio Imaginis Christi824 V Appendice A825 V EHRMANN Aus Palaumlstina und Babylon Vienna 1880 p 31-5 e LEVIParabole leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici dei primi cinquesecoli dellE V Firenze 1861 p 315-35

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Vespasiano e da Tito poteva novamente scompagnarsi dallaprima e star da per segrave Di questa separazione sono parecchiesempii Poteva ancora la seconda leggenda arricchita di quelmotivo tolto alla prima mutilarsi dellultima parte che riguarda ladistruzione di Gerusalemme e ridursi al miracolo dellaguarigione operata dalla santa immagine Cosigrave nel poema latinoDe vita Pilati823 di Tiberio non si fa parola Tito e Vespasianoinfermi guariscono ma non si dice nulla della distruzione diGerusalemme

Notisi inoltre che in alcune narrazioni la Vendetta di Cristodiventa come un episodio della storia di Pilato cosigrave nel poemalatino testegrave citato nel racconto francese pubblicato dal Du Meacuteril ericordato di sopra e nella Vita di Pilato inserita nellAltePassional

Del resto la leggenda va assumendo qua e lagrave in questa e inquella letteratura forme speciali qualche volta abbastanza remoteda quelle che si hanno nei racconti primitivi Di alcune di taliforme farograve cenno nella nota che segue in appendice al presentecapitolo824

Prima di lasciare largomento gioveragrave ricordare che anche gliEbrei inventarono sulla distruzione di Gerusalemme la loroleggenda la quale come sintende di leggieri egrave di spirito in tuttocontrario alla leggenda cristiana Io non istarograve a riferire per interoquesta strana immaginazione825 ma ricorderograve solo come si narriin essa che a Tito appena approdato in Palestina entrograve nel naso823 Pubblicato primamente dal MONE nellAnzeiger fuumlr Kunde des deutschenMittelalters 1835 p 425-33 poi dal DU MEacuteRIL Poeacutes pop lat du moy acirc p343-55 Al poema corrispondono salvo differenze di poco rilievo due raccontiin prosa de quali diede lestratto il Mone in quello stesso giornale 1838 p526-38 Sulle relazioni del poema latino De vita Pilati con la VindictaSalvatoris v SCHOENBACH Anzeiger fuumlr deutsches Alterthum v II p 166-212La Bodlejana possiede una Punitio Pilati et Revelatio Imaginis Christi824 V Appendice A825 V EHRMANN Aus Palaumlstina und Babylon Vienna 1880 p 31-5 e LEVIParabole leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici dei primi cinquesecoli dellE V Firenze 1861 p 315-35

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un tafano che vi rimase poi sette anni interi Esso era grossoquanto una rondine anzi secondo alcuni quanto una colomba edaveva becco di rame e artigli di ferro826 Ma puograve anche darsi chefra gli stessi Ebrei qualcuno considerasse la distruzione diGerusalemme come una punizione della ingiusta morte di CristoGiuseppe Flavio racconta827 essersi creduto da alcuno di essi chelesercito di Erode fosse stato sconfitto da Areta re dellArabia inpunizione della morte di Giovanni Battista Gli Ebrei fanatici inRoma evitano ancora al presente di passare sotto larco di Titoche perpetua la memoria della rovina dIsraele828826 Per contrario vi fu chi tenne Vespasiano in conto di Messia V ECHARDDissertatio de Vespasiano pro Messia habito veri Messiae teste Eisenach1759 Svetonio e Tacito raccontano di alcune miracolose guarigioni operate daVespasiano Alcuni degli oggetti preziosi onde Tito spogliograve il Tempio diSalomone esistevano ancora nel 507 Procopio (De bello gothico I 12) narrache in quellanno medesimo essendosi i Franchi spinti fin sotto Tolosa iVisigoti trasportarono i tesori che colagrave si trovavano nella cittagrave di CarcassonaTra laltre cose di gran valore provenienti dal sacco di Roma alcune ve neranoche avevano appartenuto al tempio di Salomone Il piede del famosocandelabro fu un tempo secondo la tradizione conservato a Praga dove daTreveri lo recograve il re Vladislao Da questo candelabro che ancora si vedescolpito in uno dei bassorilievi interni dellArco di Tito deriva il nome diArcus septem lucernarum con cui quellarco egrave comunemente designato nelmodio evo827 Antiquit jud XVIII 5 2828 Siami conceduto di ricapitolare qui brevemente e per maggiore chiarezzale cose dette La leggenda della Vendetta di Cristo considerata nella sua formapiena e finale egrave molto complessa e composta di varie parti in varii tempiaggregatesi insieme In essa si possono riconoscere cinque gradi che sono iseguenti 1deg GRADO - Cristo egrave proposto per gli onori divini da Pilato a Tiberioda Tiberio al senato Questo li ricusa Tiberio minaccia dellira sua gliaccusatori dei cristiani Epistola di Pilato (prima redazione ipotetica)Tertulliano Eusebio ecc 2deg GRADO - Tiberio punisce Pilato insieme con glialtri giudici di Cristo e tutto il popolo dIsraele Epistola di Pilato (secondaredazione versioni greche e latine ἀναφορὰ Πιλάτου ecc) epistola diTiberio Paradosis Pilati 3deg GRADO - La leggenda di Tiberio fusa con quelladella Veronica influssi della leggenda di Agbaro Cura sanitatis Tiberii MorsPilati Mariano Scoto ecc 4deg GRADO - La leggenda di Tiberio e della Veronicafusa con quella della distruzione di Gerusalemme Vindicta Salvatoris 5deg

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un tafano che vi rimase poi sette anni interi Esso era grossoquanto una rondine anzi secondo alcuni quanto una colomba edaveva becco di rame e artigli di ferro826 Ma puograve anche darsi chefra gli stessi Ebrei qualcuno considerasse la distruzione diGerusalemme come una punizione della ingiusta morte di CristoGiuseppe Flavio racconta827 essersi creduto da alcuno di essi chelesercito di Erode fosse stato sconfitto da Areta re dellArabia inpunizione della morte di Giovanni Battista Gli Ebrei fanatici inRoma evitano ancora al presente di passare sotto larco di Titoche perpetua la memoria della rovina dIsraele828826 Per contrario vi fu chi tenne Vespasiano in conto di Messia V ECHARDDissertatio de Vespasiano pro Messia habito veri Messiae teste Eisenach1759 Svetonio e Tacito raccontano di alcune miracolose guarigioni operate daVespasiano Alcuni degli oggetti preziosi onde Tito spogliograve il Tempio diSalomone esistevano ancora nel 507 Procopio (De bello gothico I 12) narrache in quellanno medesimo essendosi i Franchi spinti fin sotto Tolosa iVisigoti trasportarono i tesori che colagrave si trovavano nella cittagrave di CarcassonaTra laltre cose di gran valore provenienti dal sacco di Roma alcune ve neranoche avevano appartenuto al tempio di Salomone Il piede del famosocandelabro fu un tempo secondo la tradizione conservato a Praga dove daTreveri lo recograve il re Vladislao Da questo candelabro che ancora si vedescolpito in uno dei bassorilievi interni dellArco di Tito deriva il nome diArcus septem lucernarum con cui quellarco egrave comunemente designato nelmodio evo827 Antiquit jud XVIII 5 2828 Siami conceduto di ricapitolare qui brevemente e per maggiore chiarezzale cose dette La leggenda della Vendetta di Cristo considerata nella sua formapiena e finale egrave molto complessa e composta di varie parti in varii tempiaggregatesi insieme In essa si possono riconoscere cinque gradi che sono iseguenti 1deg GRADO - Cristo egrave proposto per gli onori divini da Pilato a Tiberioda Tiberio al senato Questo li ricusa Tiberio minaccia dellira sua gliaccusatori dei cristiani Epistola di Pilato (prima redazione ipotetica)Tertulliano Eusebio ecc 2deg GRADO - Tiberio punisce Pilato insieme con glialtri giudici di Cristo e tutto il popolo dIsraele Epistola di Pilato (secondaredazione versioni greche e latine ἀναφορὰ Πιλάτου ecc) epistola diTiberio Paradosis Pilati 3deg GRADO - La leggenda di Tiberio fusa con quelladella Veronica influssi della leggenda di Agbaro Cura sanitatis Tiberii MorsPilati Mariano Scoto ecc 4deg GRADO - La leggenda di Tiberio e della Veronicafusa con quella della distruzione di Gerusalemme Vindicta Salvatoris 5deg

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Di altre finzioni aggiuntesi ai nomi di Vespasiano e di Tito vegravepoco da dire Nei Gesta Romanorum si narra829 che Vespasianonon avendo prole sposograve in lontane contrade una fanciulla laquale lo rese padre Dopo alcun tempo egli fece pensiero ditornare a Roma dove si richiedeva la sua presenza ma la donnasi oppose a tale divisamento minacciando di togliersi la vitaAllora limperatore provvide due anelli che avevano virtugrave luno difar ricordare laltro di far dimenticare e il primo tenne per segravelaltro diede alla donna dopo di che potegrave partire liberamente Maquesta storia medesima si narra invece di Mosegrave da PietroComestore nella Historia scholastica830 da Gervasio di Tilburynegli Otia imperialia831 dal Berchorio nel Reductorium morale832da Giovanni Bromyard nella Summa praedicantium833)

Di Tito narrano parecchi che avendo fatto morireingiustamente un cavaliere si diede da segrave in mano della vedova

GRADO - Influssi di Giuseppe Flavio e di Egesippo Redazioni francesi ecc (Vlappendice A) Laccrescimento e la variazione della leggenda possono essererappresentati collo schema seguente

Gius Flavio EgesippoLegg d distruzdi GerusalemmeLegg Di AgbaroLegg Di Veronica

1deg GRADO

Ep d Pil 1a red IpotTertull Euseb ecc

2deg GRADO

Ep di Pil 2a red Ep di Tib Parad Pil

3deg GRADO Cura sanit Tib 4deg GRADO Vind Salvat

5deg GRADO Red franc ecc829 C 10830 Liber Exodi c VI831 Decis III c III832 L XIV c 71833 Lett C c II 14

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Di altre finzioni aggiuntesi ai nomi di Vespasiano e di Tito vegravepoco da dire Nei Gesta Romanorum si narra829 che Vespasianonon avendo prole sposograve in lontane contrade una fanciulla laquale lo rese padre Dopo alcun tempo egli fece pensiero ditornare a Roma dove si richiedeva la sua presenza ma la donnasi oppose a tale divisamento minacciando di togliersi la vitaAllora limperatore provvide due anelli che avevano virtugrave luno difar ricordare laltro di far dimenticare e il primo tenne per segravelaltro diede alla donna dopo di che potegrave partire liberamente Maquesta storia medesima si narra invece di Mosegrave da PietroComestore nella Historia scholastica830 da Gervasio di Tilburynegli Otia imperialia831 dal Berchorio nel Reductorium morale832da Giovanni Bromyard nella Summa praedicantium833)

Di Tito narrano parecchi che avendo fatto morireingiustamente un cavaliere si diede da segrave in mano della vedova

GRADO - Influssi di Giuseppe Flavio e di Egesippo Redazioni francesi ecc (Vlappendice A) Laccrescimento e la variazione della leggenda possono essererappresentati collo schema seguente

Gius Flavio EgesippoLegg d distruzdi GerusalemmeLegg Di AgbaroLegg Di Veronica

1deg GRADO

Ep d Pil 1a red IpotTertull Euseb ecc

2deg GRADO

Ep di Pil 2a red Ep di Tib Parad Pil

3deg GRADO Cura sanit Tib 4deg GRADO Vind Salvat

5deg GRADO Red franc ecc829 C 10830 Liber Exodi c VI831 Decis III c III832 L XIV c 71833 Lett C c II 14

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Cedreno racconta834 che Tito essendo un giorno dopo lungocammino caduto in deliquio fu ucciso dal fratello Domizianoche fingendo di volergli recare soccorso lo chiuse in una cassapiena di neve

834 Hist Comp v I p 380-1330

Cedreno racconta834 che Tito essendo un giorno dopo lungocammino caduto in deliquio fu ucciso dal fratello Domizianoche fingendo di volergli recare soccorso lo chiuse in una cassapiena di neve

834 Hist Comp v I p 380-1330

Appendici al Capitolo XI

331

Appendici al Capitolo XI

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APPENDICE A

NOTA SULLE VERSIONI E REDAZIONI CHE DELLA LEGGENDA DELLA VENDETTA

DI CRISTO SI HANNO NELLE VARIE LETTERATURE DEUROPANon egrave negrave puograve essere intendimento mio di parlare in questanota di tutte le numerosissime versioni e redazioni che

manoscritte e a stampa si hanno nelle letterature del medio evoma solo di ordinare alcuni appunti accompagnandoli di qualchebreve considerazione come corredo non inutile alla trattazioneche precede

REDAZIONI LATINE - Le redazioni latine sono quelle di cui si egravegiagrave discorso la Cura sanitatis Tiberii la Vindicta Salvatoris laMors Pilati il poema De vita Pilati ecc Il racconto passa comegravenaturale nei Leggendarii latini GIACOMO DA VORAGINE lo riportadue volte nel c LIII(51) De passione Domini e nel c LXVII(63)De sancto Jacopo apostolo Nel primo egli attinge da una storiadi Pilato che potrebbessere il poema latino giagrave ricordato nelsecondo da un racconto forse andato perduto nel quale ilprincipio era tolto dalla Vindicta Salvatoris ma era soppressa poitutta quella parte che riguarda Tiberio e la Veronica aggiunteinvece molte altre cose tolte dalle Storie di Giuseppe Flavio edaltronde La leggenda passa anche nelle Cronache latine dellequali mi basteragrave ricordare il Liber de temporibus et aetatibus adperpetuam rei memoriam di SICARDO dove la narrazione derivatadalla Vindicta occupa quasi dieci colonne del manoscritto in foliodellEstense VI H 5 Sotto varii nomi si trovano qua e lagrave per leBiblioteche non pochi racconti latini che forse sono tuttuno coiprecedenti forse in parte sono da quelli diversi La Bodlejanapossiede una Punitio Pilati et revelatio imaginis Christi Tra imanoscritti della Biblioteca di SantAlbino Audegavense eranodue narrazioni De morte Herodis sub quo Christus natus est Demorte Pilati sub quo Christus passus est Tra i codici della regina

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APPENDICE A

NOTA SULLE VERSIONI E REDAZIONI CHE DELLA LEGGENDA DELLA VENDETTA

DI CRISTO SI HANNO NELLE VARIE LETTERATURE DEUROPANon egrave negrave puograve essere intendimento mio di parlare in questanota di tutte le numerosissime versioni e redazioni che

manoscritte e a stampa si hanno nelle letterature del medio evoma solo di ordinare alcuni appunti accompagnandoli di qualchebreve considerazione come corredo non inutile alla trattazioneche precede

REDAZIONI LATINE - Le redazioni latine sono quelle di cui si egravegiagrave discorso la Cura sanitatis Tiberii la Vindicta Salvatoris laMors Pilati il poema De vita Pilati ecc Il racconto passa comegravenaturale nei Leggendarii latini GIACOMO DA VORAGINE lo riportadue volte nel c LIII(51) De passione Domini e nel c LXVII(63)De sancto Jacopo apostolo Nel primo egli attinge da una storiadi Pilato che potrebbessere il poema latino giagrave ricordato nelsecondo da un racconto forse andato perduto nel quale ilprincipio era tolto dalla Vindicta Salvatoris ma era soppressa poitutta quella parte che riguarda Tiberio e la Veronica aggiunteinvece molte altre cose tolte dalle Storie di Giuseppe Flavio edaltronde La leggenda passa anche nelle Cronache latine dellequali mi basteragrave ricordare il Liber de temporibus et aetatibus adperpetuam rei memoriam di SICARDO dove la narrazione derivatadalla Vindicta occupa quasi dieci colonne del manoscritto in foliodellEstense VI H 5 Sotto varii nomi si trovano qua e lagrave per leBiblioteche non pochi racconti latini che forse sono tuttuno coiprecedenti forse in parte sono da quelli diversi La Bodlejanapossiede una Punitio Pilati et revelatio imaginis Christi Tra imanoscritti della Biblioteca di SantAlbino Audegavense eranodue narrazioni De morte Herodis sub quo Christus natus est Demorte Pilati sub quo Christus passus est Tra i codici della regina

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di Svezia era un Liber de partibus mundi et de destructioneJerusalem passato probabilmente nella Vaticana

REDAZIONI FRANCESI - Redazioni francesi in verso e in prosa sitrovano in gran numero in molte biblioteche di Europa NelJoseph dArimathie altrimenti Petit Saint Graal di GIUSEPPE DI

BORON composto verso il 1160 o 1170 (pubblicato dal MichelBordeaux 1841) di Tiberio non si parla limperatore infermo egraveVespasiano la posseditrice della santa immagine si chiamaVerrine Gerusalemme non egrave assediata gli Ebrei sono fattiprigioni con uno stratagemma e tutti trucidati ad eccezione di unsolo che messo insieme colla sua famiglia in una nave egraveabbandonato in balia delle onde Chi converte Vespasiano egraveGiuseppe dArimatea (v 1000-2300) Roberto di Boron avrebbeattinto in parte dalla Vindicta ma la sua fonte piugrave diretta sarebbeil poema latino di Pilato (V BIRCH-HIRSCHFELD Die Sage vomGral Lipsia 1877 p 217) La liberazione di Giuseppe diArimatea per fatto di Vespasiano sembra immaginata dal poetama suggerita certamente da quanto dello stesso Giuseppe diArimatea si narra nel c 12 degli Atti di Pilato essa passa poi inalcune delle narrazioni posteriori Nel primo capitolo del GrandSaint Graal si narra del pari la storia della vendetta ma il GrandSaint Graal deriva in parte dal Joseph dArimathie In unmanoscritto della Bibl Nat di Parigi segnato Fr 413 f 26 v a 30r si contiene un racconto in prosa che deriva dalla Curasanitatis Tiberio egrave afflitto da una grave malattia per cui glimarciscono glintestini Tornate vane tutte le cure dei medici eglichiama i senatori e li prega di eleggere un degno e saggio uomoche vada a Gerusalemme e riconduca Cristo con segrave I senatorilodano il desiderio dellimperatore e scelgono Volusiano quiprestre estoit du temple et avoit este queux de lempire Volusianogiunge a Gerusalemme dopo sette anni e tre mesi di viaggio Lastoria seguita come nella Cura sanitatis Ma per la piugrave gran partei racconti francesi lasciano in disparte Tiberio e non parlano chedi Vespasiano e di Tito traendo moltissimi fatti dalle istorie di

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di Svezia era un Liber de partibus mundi et de destructioneJerusalem passato probabilmente nella Vaticana

REDAZIONI FRANCESI - Redazioni francesi in verso e in prosa sitrovano in gran numero in molte biblioteche di Europa NelJoseph dArimathie altrimenti Petit Saint Graal di GIUSEPPE DI

BORON composto verso il 1160 o 1170 (pubblicato dal MichelBordeaux 1841) di Tiberio non si parla limperatore infermo egraveVespasiano la posseditrice della santa immagine si chiamaVerrine Gerusalemme non egrave assediata gli Ebrei sono fattiprigioni con uno stratagemma e tutti trucidati ad eccezione di unsolo che messo insieme colla sua famiglia in una nave egraveabbandonato in balia delle onde Chi converte Vespasiano egraveGiuseppe dArimatea (v 1000-2300) Roberto di Boron avrebbeattinto in parte dalla Vindicta ma la sua fonte piugrave diretta sarebbeil poema latino di Pilato (V BIRCH-HIRSCHFELD Die Sage vomGral Lipsia 1877 p 217) La liberazione di Giuseppe diArimatea per fatto di Vespasiano sembra immaginata dal poetama suggerita certamente da quanto dello stesso Giuseppe diArimatea si narra nel c 12 degli Atti di Pilato essa passa poi inalcune delle narrazioni posteriori Nel primo capitolo del GrandSaint Graal si narra del pari la storia della vendetta ma il GrandSaint Graal deriva in parte dal Joseph dArimathie In unmanoscritto della Bibl Nat di Parigi segnato Fr 413 f 26 v a 30r si contiene un racconto in prosa che deriva dalla Curasanitatis Tiberio egrave afflitto da una grave malattia per cui glimarciscono glintestini Tornate vane tutte le cure dei medici eglichiama i senatori e li prega di eleggere un degno e saggio uomoche vada a Gerusalemme e riconduca Cristo con segrave I senatorilodano il desiderio dellimperatore e scelgono Volusiano quiprestre estoit du temple et avoit este queux de lempire Volusianogiunge a Gerusalemme dopo sette anni e tre mesi di viaggio Lastoria seguita come nella Cura sanitatis Ma per la piugrave gran partei racconti francesi lasciano in disparte Tiberio e non parlano chedi Vespasiano e di Tito traendo moltissimi fatti dalle istorie di

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Giuseppe Flavio Essi aggiungono spesso agli altri personaggiSan Clemente discepolo di Cristo San Clemente viene a Roma econverte il siniscalco di Vespasiano Questa forma della leggendasi trova giagrave in un poema del XII secolo che ha tutti gli andamentie i caratteri di una chanson de geste (V Histoire litteacuteraire de laFrance t XXII pag 412 segg) Nel cod L II 14 dellaNazionale di Torino un poema della Vendetta in circa 3400alessandrini egrave preceduto da una specie di prologo (f 79 r col 2a

a f 83 r col 1a) che come alcuni altri componimenti di quellostesso codice intesi a dare una introduzione a taluni poemi o acollegarne insieme parecchi non credo si abbia altrove Davidere di Grecia sposa Elena figlia dellimperatore Vespasiano e laporta a Troja Fra i loro discendenti egrave anche Carlomagno Unsogno fatto da Elena muove il re a fare una spedizione contro gliEbrei per conquistare la croce In una cittagrave per nome Aussit presaa viva forza dal re si trova chiuso in un carcere Giuseppe diArimatea con un Josaphus un Cosma ed altri due tutti fratelliEssi vi stavano da trentanni senza prender cibo In una battagliacontro gli Ebrei Elena si mesce alla pugna e ferita uccideAsillans uno dei figliuoli di Erode e gli toglie un bariletto pienodel famoso balsamo che servigrave ad ungere il corpo di Cristo e dicui si parla nel Fierabras Nicodemo figura anchegli tra ipersonaggi Sul Monte Oliveto si ritrova la croce la cuiautenticitagrave egrave provata da miracoli Qui il poeta caccia in mezzo lanarrazione di un miracolo avvenuto a Lucca che non ha nulla chefare col resto Tutta la paganitagrave si converte alla fede cristiana maallora Maometto va a Roma e con un falso miracolo induceVespasiano e Tito a rovesciare gli altari appena eretti Dio punisceVespasiano mandandogli la lebbra In mezzo alla confusione diquesto pazzo racconto si possono riconoscere glinflussi dellanota leggenda di SantElena di cui esistono versioni in tutte lelingue del Fierabras o della Destruction de Rome per quellanovella del balsamo del Romans de Mahomet e della stessaVengeance o del Joseph dArimathie per la storia di Giuseppe

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Giuseppe Flavio Essi aggiungono spesso agli altri personaggiSan Clemente discepolo di Cristo San Clemente viene a Roma econverte il siniscalco di Vespasiano Questa forma della leggendasi trova giagrave in un poema del XII secolo che ha tutti gli andamentie i caratteri di una chanson de geste (V Histoire litteacuteraire de laFrance t XXII pag 412 segg) Nel cod L II 14 dellaNazionale di Torino un poema della Vendetta in circa 3400alessandrini egrave preceduto da una specie di prologo (f 79 r col 2a

a f 83 r col 1a) che come alcuni altri componimenti di quellostesso codice intesi a dare una introduzione a taluni poemi o acollegarne insieme parecchi non credo si abbia altrove Davidere di Grecia sposa Elena figlia dellimperatore Vespasiano e laporta a Troja Fra i loro discendenti egrave anche Carlomagno Unsogno fatto da Elena muove il re a fare una spedizione contro gliEbrei per conquistare la croce In una cittagrave per nome Aussit presaa viva forza dal re si trova chiuso in un carcere Giuseppe diArimatea con un Josaphus un Cosma ed altri due tutti fratelliEssi vi stavano da trentanni senza prender cibo In una battagliacontro gli Ebrei Elena si mesce alla pugna e ferita uccideAsillans uno dei figliuoli di Erode e gli toglie un bariletto pienodel famoso balsamo che servigrave ad ungere il corpo di Cristo e dicui si parla nel Fierabras Nicodemo figura anchegli tra ipersonaggi Sul Monte Oliveto si ritrova la croce la cuiautenticitagrave egrave provata da miracoli Qui il poeta caccia in mezzo lanarrazione di un miracolo avvenuto a Lucca che non ha nulla chefare col resto Tutta la paganitagrave si converte alla fede cristiana maallora Maometto va a Roma e con un falso miracolo induceVespasiano e Tito a rovesciare gli altari appena eretti Dio punisceVespasiano mandandogli la lebbra In mezzo alla confusione diquesto pazzo racconto si possono riconoscere glinflussi dellanota leggenda di SantElena di cui esistono versioni in tutte lelingue del Fierabras o della Destruction de Rome per quellanovella del balsamo del Romans de Mahomet e della stessaVengeance o del Joseph dArimathie per la storia di Giuseppe

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dArimatea Il poema che segue si scosta qua e lagrave dalla tradizionecomune La storia di Pilato per esempio mostra qui alcuneparticolaritagrave nuove Battuto con le verghe in Gerusalemmecondotto a Roma chiuso a Vienna in un pozzo finisce permuovere a compassione Vespasiano che gli fa grazia e lo chiamaa segrave ma in Roma la terra sapre sotto i suoi piedi e linghiotte (f96 r col 2a) Nel codice L IV 10 pure della Nazionale diTorino scritto da un Jean Orry de Chaumont nel 1426 unracconto in prosa dove limperatore infermo egrave Vespasiano e diTiberio non si parla tien dietro a una storia della Passione diCristo Comincia Apres quarente ans que Jhesucrist fut mis encroix en Jherusalem Vaspasien filz dAugust Cesar estoitempereur de Romme et dAlemaigne et de toute LombardieFinisce Puis apres les chevaliers sen retournerent et deirent alempereur les nouvelles et a toutes les gens et Jaffet duconsentement de Jacob et de Joseph dArimatie escript ladestruccion de Jherusalem car ilz la savoient et la justice et lamort de Pylate par le dit des chevaliers qui leur avoient dit carilz lavoient vehue Questo racconto abbastanza lungo si scostain modo notabile dalle redazioni in verso Qualche particolaritagravepresenta anche il racconto che GIOVANNI DOUTREMEUSE introducenel t I p 424 segg del Myreur des histors sebbene derivi insostanza dalla Vindicta Per altri MSS v STENGEL Mittheilungenecc p 23-4 Per le stampe v il Brunet Va ed t II col 654-6

REDAZIONI ITALIANE835 - La leggenda della vendetta di Cristoebbe molta diffusione in Italia e diede argomento a racconti inverso e in prosa Parlando di essa leggenda dice Paolo Meyer nelBulletin de la Socieacuteteacute des anciens textes n 3 e 4 (1875) p 52La forme la plus ancienne de ce reacutecit paraicirct se rencontrer dansun apocryphe dont on a deux reacutedactions la Vindicta Salvatorispublieacutee par Tischendorf et la Cura sanitatis Tiberii publieacutee parMansi Dans cette leacutegende cest Tibegravere qui est malade puis gueacuteri

835 Debbo alcune indicazioni di codici fiorentini alla cortesia del mio caroamico Dott Rodolfo Renier

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dArimatea Il poema che segue si scosta qua e lagrave dalla tradizionecomune La storia di Pilato per esempio mostra qui alcuneparticolaritagrave nuove Battuto con le verghe in Gerusalemmecondotto a Roma chiuso a Vienna in un pozzo finisce permuovere a compassione Vespasiano che gli fa grazia e lo chiamaa segrave ma in Roma la terra sapre sotto i suoi piedi e linghiotte (f96 r col 2a) Nel codice L IV 10 pure della Nazionale diTorino scritto da un Jean Orry de Chaumont nel 1426 unracconto in prosa dove limperatore infermo egrave Vespasiano e diTiberio non si parla tien dietro a una storia della Passione diCristo Comincia Apres quarente ans que Jhesucrist fut mis encroix en Jherusalem Vaspasien filz dAugust Cesar estoitempereur de Romme et dAlemaigne et de toute LombardieFinisce Puis apres les chevaliers sen retournerent et deirent alempereur les nouvelles et a toutes les gens et Jaffet duconsentement de Jacob et de Joseph dArimatie escript ladestruccion de Jherusalem car ilz la savoient et la justice et lamort de Pylate par le dit des chevaliers qui leur avoient dit carilz lavoient vehue Questo racconto abbastanza lungo si scostain modo notabile dalle redazioni in verso Qualche particolaritagravepresenta anche il racconto che GIOVANNI DOUTREMEUSE introducenel t I p 424 segg del Myreur des histors sebbene derivi insostanza dalla Vindicta Per altri MSS v STENGEL Mittheilungenecc p 23-4 Per le stampe v il Brunet Va ed t II col 654-6

REDAZIONI ITALIANE835 - La leggenda della vendetta di Cristoebbe molta diffusione in Italia e diede argomento a racconti inverso e in prosa Parlando di essa leggenda dice Paolo Meyer nelBulletin de la Socieacuteteacute des anciens textes n 3 e 4 (1875) p 52La forme la plus ancienne de ce reacutecit paraicirct se rencontrer dansun apocryphe dont on a deux reacutedactions la Vindicta Salvatorispublieacutee par Tischendorf et la Cura sanitatis Tiberii publieacutee parMansi Dans cette leacutegende cest Tibegravere qui est malade puis gueacuteri

835 Debbo alcune indicazioni di codici fiorentini alla cortesia del mio caroamico Dott Rodolfo Renier

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Une autre forme infiniment plus reacutepandue au moyen acircge estcelle ougrave Vespasien et non plus Tibegravere est atteint de la legravepre etmiraculeusement gueacuteri entreprend la vengeance de Jeacutesus mis agravemort par les Juifs Cette forme de la leacutegende a eu un succegraveseacutenorme attesteacute par des reacutedactions en toutes les langues romanesVeramente considerare la Vindicta Salvatoris e la Cura sanitatisTiberii quali due redazioni dello stesso apocrifo egrave un assimilarletroppo negrave assimilatele a quel modo si sarebbe dovuto poi direche linfermo nella leggenda egrave Tiberio mentre nella Vindictacomparisce infermo anche Tito ma sorpassando su ciograve quantoqui si dice della maggior diffusione della seconda forma dellaleggenda egrave piugrave propriamente vero delle redazioni francesi mentrele redazioni italiane per lo piugrave derivano dalla Vindicta Cosigrave laLeggenda della vendetta della morte di Cristo racconto in prosacomposto probabilmente nel XIV secolo e pubblicato insiemecon lEtica di Aristotile compendiata da Brunetto Latino per curae a spese della Societagrave dei Bibliofili in Venezia nel 1844Tuttavia ciograve che vi si narra di Giuseppe di Arimatea trovato vivonelle fondamenta di una gran torre ed altre particolaritagraveaccennano a fonti francesi Una versione veneziana di questoracconto si trova nel Cod Marciano It cl I XXX f 69 r a 75 vDalla Vindicta derivano pure un poemetto in ottava rima piugravevolte stampato che comincia

O degli eterni lumi e chiara lampa

il quale conta 174 ottave distribuite in quattro cantari nel giagravecitato cod dellUniversitaria di Bologna N 157 (Aula II A) e182 ottave distribuite in tre cantari nel cod Marciano It cl IXCCCXXIV e un altro poemetto similmente in ottava rima indialetto veneziano contenuto nel cod Marciano It cl I XXXVIQuesto rozzo poema che per quanto mi fu possibile diaccertarmene egrave diverso da tutti gli altri principia cosigrave

Io prego el padre eterno dio con amore336

Une autre forme infiniment plus reacutepandue au moyen acircge estcelle ougrave Vespasien et non plus Tibegravere est atteint de la legravepre etmiraculeusement gueacuteri entreprend la vengeance de Jeacutesus mis agravemort par les Juifs Cette forme de la leacutegende a eu un succegraveseacutenorme attesteacute par des reacutedactions en toutes les langues romanesVeramente considerare la Vindicta Salvatoris e la Cura sanitatisTiberii quali due redazioni dello stesso apocrifo egrave un assimilarletroppo negrave assimilatele a quel modo si sarebbe dovuto poi direche linfermo nella leggenda egrave Tiberio mentre nella Vindictacomparisce infermo anche Tito ma sorpassando su ciograve quantoqui si dice della maggior diffusione della seconda forma dellaleggenda egrave piugrave propriamente vero delle redazioni francesi mentrele redazioni italiane per lo piugrave derivano dalla Vindicta Cosigrave laLeggenda della vendetta della morte di Cristo racconto in prosacomposto probabilmente nel XIV secolo e pubblicato insiemecon lEtica di Aristotile compendiata da Brunetto Latino per curae a spese della Societagrave dei Bibliofili in Venezia nel 1844Tuttavia ciograve che vi si narra di Giuseppe di Arimatea trovato vivonelle fondamenta di una gran torre ed altre particolaritagraveaccennano a fonti francesi Una versione veneziana di questoracconto si trova nel Cod Marciano It cl I XXX f 69 r a 75 vDalla Vindicta derivano pure un poemetto in ottava rima piugravevolte stampato che comincia

O degli eterni lumi e chiara lampa

il quale conta 174 ottave distribuite in quattro cantari nel giagravecitato cod dellUniversitaria di Bologna N 157 (Aula II A) e182 ottave distribuite in tre cantari nel cod Marciano It cl IXCCCXXIV e un altro poemetto similmente in ottava rima indialetto veneziano contenuto nel cod Marciano It cl I XXXVIQuesto rozzo poema che per quanto mi fu possibile diaccertarmene egrave diverso da tutti gli altri principia cosigrave

Io prego el padre eterno dio con amore336

che me dia gracia de saper ben diree doname inzegno dentro dal mio corela bella istoria io possa seguirede la vendeta de Xdeg salvadorela quale fo fata con grevi martiresopra gerusaleme aspra e forteGran quantitagrave de zudei receveno la morte

E la cita fo desfata tuta e mesa a terranon de romase nesuna habitanziatito e vespasian fe lor guerado imperadori che aveano gran posanzacostoro meseno li zudey a stretura serranon valeria de loro nula amistanzae como cani loro fermavano e dano facevanoe como schiavi li vendeno a laltra zente

In lo tempo de tiberio imperadoreche fo signore de roma la grandeiera iuda disipulo e fatorede iesu cristo como el dir spandee tradilo ali zudei con falso cuorepillato ed ana li dieno tormento grandee in quel tempo fo un altro imperadorede lindia grande lui iera signore

Chi manda Natan egrave non Pilato ma Erode Giunti appena davantia Gerusalemme Tito e Vespasiano impegnano la battaglia

tito dise a onor de santo pieroe la so lanza si ave arestatochi me vole bene me debia seguirebroco el destriero e si trase a ferire

Pilato egrave crocifisso in Gerusalemme stessa Deriva similmentedalla Vindicta un altro poema in ottava rima che nel codRiccardiano 1705 si trova insieme coi poemi della Passione edella Risurrezione attribuiti a varii Comincia

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che me dia gracia de saper ben diree doname inzegno dentro dal mio corela bella istoria io possa seguirede la vendeta de Xdeg salvadorela quale fo fata con grevi martiresopra gerusaleme aspra e forteGran quantitagrave de zudei receveno la morte

E la cita fo desfata tuta e mesa a terranon de romase nesuna habitanziatito e vespasian fe lor guerado imperadori che aveano gran posanzacostoro meseno li zudey a stretura serranon valeria de loro nula amistanzae como cani loro fermavano e dano facevanoe como schiavi li vendeno a laltra zente

In lo tempo de tiberio imperadoreche fo signore de roma la grandeiera iuda disipulo e fatorede iesu cristo como el dir spandee tradilo ali zudei con falso cuorepillato ed ana li dieno tormento grandee in quel tempo fo un altro imperadorede lindia grande lui iera signore

Chi manda Natan egrave non Pilato ma Erode Giunti appena davantia Gerusalemme Tito e Vespasiano impegnano la battaglia

tito dise a onor de santo pieroe la so lanza si ave arestatochi me vole bene me debia seguirebroco el destriero e si trase a ferire

Pilato egrave crocifisso in Gerusalemme stessa Deriva similmentedalla Vindicta un altro poema in ottava rima che nel codRiccardiano 1705 si trova insieme coi poemi della Passione edella Risurrezione attribuiti a varii Comincia

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O padre nostro del cielo sommo etternoin tre persone unito vivo e veroo padre di quel choro sempiternovisto co lustro mangnio e alteroo chareia o salvatore o inperochen sullaltare li consagri pane o carneper nostra fe chattolica salvarne

I codd Riccardiani 1388 1661 1680 1717 2622 contengonovarii racconti in prosa luno diverso dallaltro ma che tutti fannocapo alla Vindicta e lo stesso dicasi di una narrazione contenutain un cod della Corsiniana fra i mss di Nicola Rossi segnato coln CCXII e di unaltra contenuta nel cod Magliabacchiano P II83 Il FARSETTI registra nella sua Biblioteca manoscritta v II p91-2 Leggenda del Battesimo di Tiberio la quale dal titoloparrebbe essere stata piuttosto una versione della Cura sanitatische non della Vindicta Nel cod E 5 1 31 della Nazionale diFirenze egrave un frammento di narrazione in prosa dove il raccontodella Vindicta si fonde con una Vita di Pilato Assai diverso datutti i precedenti egrave un altro poemetto in ottava rima cheincomincia (cod Bodlejano Canoniciano 58)

O glorioso in ciel padre e signorePrincipio de langielica faturaChe tanto crebbe in te lardente amoreChe te formanti simil creatturaLa qual mangio po il pan del suo sudoreE dannosse lumana natturaOnde per lui mandasti il tuo figlioloA redemerci con gravoso duolo

ancor esso piugrave volte stampato e dincerto autore (V GAMBA Seriedei testi di lingua p 347 BRUNET Manuel du libraire Va ed tIV col 963-4 GRAESSE Treacutesor t V p 506) Ma anchesso comegli altri si lega alla Vindicta Vespasiano re di Siviglia (Sibilia)aveva fatto un voto

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O padre nostro del cielo sommo etternoin tre persone unito vivo e veroo padre di quel choro sempiternovisto co lustro mangnio e alteroo chareia o salvatore o inperochen sullaltare li consagri pane o carneper nostra fe chattolica salvarne

I codd Riccardiani 1388 1661 1680 1717 2622 contengonovarii racconti in prosa luno diverso dallaltro ma che tutti fannocapo alla Vindicta e lo stesso dicasi di una narrazione contenutain un cod della Corsiniana fra i mss di Nicola Rossi segnato coln CCXII e di unaltra contenuta nel cod Magliabacchiano P II83 Il FARSETTI registra nella sua Biblioteca manoscritta v II p91-2 Leggenda del Battesimo di Tiberio la quale dal titoloparrebbe essere stata piuttosto una versione della Cura sanitatische non della Vindicta Nel cod E 5 1 31 della Nazionale diFirenze egrave un frammento di narrazione in prosa dove il raccontodella Vindicta si fonde con una Vita di Pilato Assai diverso datutti i precedenti egrave un altro poemetto in ottava rima cheincomincia (cod Bodlejano Canoniciano 58)

O glorioso in ciel padre e signorePrincipio de langielica faturaChe tanto crebbe in te lardente amoreChe te formanti simil creatturaLa qual mangio po il pan del suo sudoreE dannosse lumana natturaOnde per lui mandasti il tuo figlioloA redemerci con gravoso duolo

ancor esso piugrave volte stampato e dincerto autore (V GAMBA Seriedei testi di lingua p 347 BRUNET Manuel du libraire Va ed tIV col 963-4 GRAESSE Treacutesor t V p 506) Ma anchesso comegli altri si lega alla Vindicta Vespasiano re di Siviglia (Sibilia)aveva fatto un voto

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Di non mangiar o bere insino a tantoche qualche cosa nova non sentisse

Un giorno si vede arrivare nel porto di Siviglia una naveLimperatore co suoi baroni va a bordo e trova una donnapiangente e un uomo ignudo e sanguinoso quella egrave Maria questiegrave Cristo quale apparve in croce Interrogata da Vespasiano Marianon risponde

La Vergine niente rispondiadi lacrime e sospir gli occhi bagnaVespasian alla Donna diciale lagrime el dolor omai ristagnae dagrave quiete alla pena riache se io dovessi metterci la Spagnacontenta ti farograve viso giocondoalhor tremograve la Nave e tutto il mondo

Il racconto seguitando si raccosta alla Vindicta Vespasianoguarito e battezzato manda un messo a Tiberio chiedendolicenza di fare la vendetta di Cristo Tiberio consente e intantomanda per Pilato che si presenta a lui con la veste di Gesugraveindosso ma senza che questa produca leffetto del quale altrovesi narra di rabbonire Tiberio Spogliatone e gettato in un carcerePilato si uccide Vespasiano parte da Siviglia con trecento navi epiugrave di centomila cavalieri che tutti recano sul petto una crocevermiglia in campo bianco La spedizione diventa una veracrociata Segue una grande strage degli Ebrei alla quale prendonoparte come alleati dei Romani o cristiani che si vogliano direaquile astori griffoni serpenti draghi Un ebreo negromante dicui si tace il nome (Giuseppe Flavio) annunzia a Vespasianolimpero Lepisodio della madre che mangia il figliuolo nonmanca Espugnata la cittagrave Vespasiano va come Goffredo diBuglione a pregare sul sepolcro di Cristo Giuseppe dArimatea egrave

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Di non mangiar o bere insino a tantoche qualche cosa nova non sentisse

Un giorno si vede arrivare nel porto di Siviglia una naveLimperatore co suoi baroni va a bordo e trova una donnapiangente e un uomo ignudo e sanguinoso quella egrave Maria questiegrave Cristo quale apparve in croce Interrogata da Vespasiano Marianon risponde

La Vergine niente rispondiadi lacrime e sospir gli occhi bagnaVespasian alla Donna diciale lagrime el dolor omai ristagnae dagrave quiete alla pena riache se io dovessi metterci la Spagnacontenta ti farograve viso giocondoalhor tremograve la Nave e tutto il mondo

Il racconto seguitando si raccosta alla Vindicta Vespasianoguarito e battezzato manda un messo a Tiberio chiedendolicenza di fare la vendetta di Cristo Tiberio consente e intantomanda per Pilato che si presenta a lui con la veste di Gesugraveindosso ma senza che questa produca leffetto del quale altrovesi narra di rabbonire Tiberio Spogliatone e gettato in un carcerePilato si uccide Vespasiano parte da Siviglia con trecento navi epiugrave di centomila cavalieri che tutti recano sul petto una crocevermiglia in campo bianco La spedizione diventa una veracrociata Segue una grande strage degli Ebrei alla quale prendonoparte come alleati dei Romani o cristiani che si vogliano direaquile astori griffoni serpenti draghi Un ebreo negromante dicui si tace il nome (Giuseppe Flavio) annunzia a Vespasianolimpero Lepisodio della madre che mangia il figliuolo nonmanca Espugnata la cittagrave Vespasiano va come Goffredo diBuglione a pregare sul sepolcro di Cristo Giuseppe dArimatea egrave

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tratto fuor della torre gli Ebrei prigioni sono venduti trenta adenaro la cittagrave egrave distrutta dalle fondamenta (La Vendetta diChristo che fecero Vespasiano e Tito contro a Gierusalemme InFirenze et in Pistoia per Pier Antonio Fortunati s a) Non so sequesto poemetto sia mutato come spesso incontra lesordiotuttuno con quello che registra il ZAMBRINI Le Opere volgari astampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 1043 anchesso di 96ottave e che in una stampa senza nessuna nota tipograficaincomincia

O eterno dio che el mondo sosteneChe fo preso el nostro Salvatore

Un poemetto di 96 ottave stampato nel quattrocento registraanche il MOLINI Operette bibliografiche p 193 Del resto ladistruzione di Gerusalemme inspirograve molti poeti in Italia e sino atempi molto prossimi ai nostri Ricorderograve il poema latino Deeversione Urbis Hierusalem di PIETRO APPOLLONIO COLLAZIO oCOLLATINO stampato in Milano nel 1491 e in Parigi nel 1540 laGerusalemme distrutta dellARICI la Gerusalemme desolata delLALLI il Tito o la Gerusalemme distrutta di DANIELE FLORIO Intutti questi componimenti della leggenda non si ha piugrave traccia enon si ha nemmeno in un poemetto latino di ALESSANDRO DONATOche pure sintitola Mortem Christi Domini sequuta Hierosolimaeruina Finalmente ricorderograve ancora un curioso libretto che pelsoggetto trattato in esso non egrave estraneo al nostro tema Il titolosuona in una ristampa cosigrave Nuovo Libretto | Portato da unGiovane che viene da | Gerusalemme | Che vi dagrave Ragguaglio diquello che diede la Guanciata | al Nostro Signor | Gesugrave Cristo |Ove si trova e che penitenzia faccia Cosa molto curiosa edivota | Data in luce dal M Rev Sig D Gio FrancescoAlcarotti | Canonico nella Catteerale (sic) Cittagrave Novara -Parma Milano amp In Bolognaper Carlo Alessio e Clemente | MFratelli Saffi 1723 Con lic de Sup e Privilegio Egrave un opuscolettodi quattro carte in tutto al verso dellultima carta una rozza

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tratto fuor della torre gli Ebrei prigioni sono venduti trenta adenaro la cittagrave egrave distrutta dalle fondamenta (La Vendetta diChristo che fecero Vespasiano e Tito contro a Gierusalemme InFirenze et in Pistoia per Pier Antonio Fortunati s a) Non so sequesto poemetto sia mutato come spesso incontra lesordiotuttuno con quello che registra il ZAMBRINI Le Opere volgari astampa dei secoli XIII e XIV IVa ed col 1043 anchesso di 96ottave e che in una stampa senza nessuna nota tipograficaincomincia

O eterno dio che el mondo sosteneChe fo preso el nostro Salvatore

Un poemetto di 96 ottave stampato nel quattrocento registraanche il MOLINI Operette bibliografiche p 193 Del resto ladistruzione di Gerusalemme inspirograve molti poeti in Italia e sino atempi molto prossimi ai nostri Ricorderograve il poema latino Deeversione Urbis Hierusalem di PIETRO APPOLLONIO COLLAZIO oCOLLATINO stampato in Milano nel 1491 e in Parigi nel 1540 laGerusalemme distrutta dellARICI la Gerusalemme desolata delLALLI il Tito o la Gerusalemme distrutta di DANIELE FLORIO Intutti questi componimenti della leggenda non si ha piugrave traccia enon si ha nemmeno in un poemetto latino di ALESSANDRO DONATOche pure sintitola Mortem Christi Domini sequuta Hierosolimaeruina Finalmente ricorderograve ancora un curioso libretto che pelsoggetto trattato in esso non egrave estraneo al nostro tema Il titolosuona in una ristampa cosigrave Nuovo Libretto | Portato da unGiovane che viene da | Gerusalemme | Che vi dagrave Ragguaglio diquello che diede la Guanciata | al Nostro Signor | Gesugrave Cristo |Ove si trova e che penitenzia faccia Cosa molto curiosa edivota | Data in luce dal M Rev Sig D Gio FrancescoAlcarotti | Canonico nella Catteerale (sic) Cittagrave Novara -Parma Milano amp In Bolognaper Carlo Alessio e Clemente | MFratelli Saffi 1723 Con lic de Sup e Privilegio Egrave un opuscolettodi quattro carte in tutto al verso dellultima carta una rozza

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incisione rappresenta il soldato che diede lo schiaffo La storia sisuppone narrata dal Conte Penalio Bianzo Gentiluomo Vicentinoa un banchetto in Venezia doverano presenti molti nobili signorie prelati Luomo che diede lo schiaffo a Cristo egrave condannato apasseggiare su e giugrave con tutte larme indosso senza posar mai negravemangiare negrave bere in una sala sotterranea dimenando sempre lamano scelerata Questo racconto altro non egrave che un pallidoriflesso della leggenda dellEbreo Errante quale si trova narratada Matteo Paris Nello stesso libretto si aggiunge narrareFrancesco Alcarotti nel suo Libro del viaggio di Terra Santastampato in Novara nel 1590 che nella casa di Pilato si odesempre grande rumore di flagelli onde sono puniti e sarannosino al digrave del Giudizio gliniqui flagellatori di Cristo in essarinchiusi

REDAZIONI PROVENZALE CATALANA SPAGNUOLA PORTOGHESE - Unaredazione provenzale in prosa contiene un codice della Bibl Natdi Parigi (fonds Gaigniegraveres 41) scritto nel XIV secolo e tuttorainedita (V BARTSCH Grundriss zur Geschichte derprovenzalischen Literatur Elberfeld 1872 p 57) Di unaredazione catalana derivata probabilmente da originaleprovenzale fa cenno il MILAgrave Y FANTANALS De los trovadores enEspantildea Barcellona 1861 p 482 in nota Un racconto che silega alla Vindicta trovasi nella giagrave citata cronaca catalana dellaBibl Nat di Parigi (Esp 46) Una redazione spagnuola col titoloHistoria del rey Vespasiano fu stampata in Siviglia nel 1498 Infine vi si dice Esta istoria hordenaron yacop et josep abarimatiaque aacute todas estas cosas fueron presentes e jafet que de su manola escribio Mostra davere stretta attinenza col racconto francesein prosa ricordato di sopra Una redazione portoghese col titoloEstoria do muy nobre Vespasiano emperador de Roma fustampata in Lisbona nel 1496

REDAZIONI TEDESCHE - Anche delle redazioni tedesche le qualisono abbastanza numerose parecchie si legano alla VindictaCiterograve i racconti contenuti nei codd germ 299 640 4865 della

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incisione rappresenta il soldato che diede lo schiaffo La storia sisuppone narrata dal Conte Penalio Bianzo Gentiluomo Vicentinoa un banchetto in Venezia doverano presenti molti nobili signorie prelati Luomo che diede lo schiaffo a Cristo egrave condannato apasseggiare su e giugrave con tutte larme indosso senza posar mai negravemangiare negrave bere in una sala sotterranea dimenando sempre lamano scelerata Questo racconto altro non egrave che un pallidoriflesso della leggenda dellEbreo Errante quale si trova narratada Matteo Paris Nello stesso libretto si aggiunge narrareFrancesco Alcarotti nel suo Libro del viaggio di Terra Santastampato in Novara nel 1590 che nella casa di Pilato si odesempre grande rumore di flagelli onde sono puniti e sarannosino al digrave del Giudizio gliniqui flagellatori di Cristo in essarinchiusi

REDAZIONI PROVENZALE CATALANA SPAGNUOLA PORTOGHESE - Unaredazione provenzale in prosa contiene un codice della Bibl Natdi Parigi (fonds Gaigniegraveres 41) scritto nel XIV secolo e tuttorainedita (V BARTSCH Grundriss zur Geschichte derprovenzalischen Literatur Elberfeld 1872 p 57) Di unaredazione catalana derivata probabilmente da originaleprovenzale fa cenno il MILAgrave Y FANTANALS De los trovadores enEspantildea Barcellona 1861 p 482 in nota Un racconto che silega alla Vindicta trovasi nella giagrave citata cronaca catalana dellaBibl Nat di Parigi (Esp 46) Una redazione spagnuola col titoloHistoria del rey Vespasiano fu stampata in Siviglia nel 1498 Infine vi si dice Esta istoria hordenaron yacop et josep abarimatiaque aacute todas estas cosas fueron presentes e jafet que de su manola escribio Mostra davere stretta attinenza col racconto francesein prosa ricordato di sopra Una redazione portoghese col titoloEstoria do muy nobre Vespasiano emperador de Roma fustampata in Lisbona nel 1496

REDAZIONI TEDESCHE - Anche delle redazioni tedesche le qualisono abbastanza numerose parecchie si legano alla VindictaCiterograve i racconti contenuti nei codd germ 299 640 4865 della

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Biblioteca Regia di Monaco e quello che si trova nelMarienleben in versi di Fra Filippo Certosino Anche un raccontodel Regenbogen deriva dalla Vindicta ma con alcune variazionidegne di nota (Cod germ 4997 della Biblioteca Regia diMonaco f 255 r a 266 v) La prima notizia dei miracoli diCristo egrave recata in Roma da una schiava pagana Fannotestimonianza per Cristo Giuseppe di Arimatea NicodemoLuca Cleofas Longino la Veronica Tiberio guarisce e si fabattezzare e di una sua infermitagrave guarisce anche Vespasiano chetrovasi alla corte di Tiberio Della vendetta si parla assaibrevemente Di Tiberio egrave detto

Der selbe keiser waz so gar ein fruumlmmer manndaz sit noch vor gein ny waiser keyser kam

Il poemetto del Regenbogen fu stampato due volte prima senzanote tipografiche poi a Norimberga nel 1497 In un seguito che sitrova nella prima stampa si narra piugrave diffusamente di Vespasianodi Tito e della distruzione di Gerusalemme Il lungo raccontodella Kaiserchronik (v 693-1134) puograve dividersi in due parti dellequali la prima (v 693-888) corrisponde alla Cura sanitatismentre la seconda che narra la distruzione di Gerusalemmeaccenna a fonti francesi o al Voragine Il racconto dellAltePassional egrave quello stesso della Legenda aurea I due poemetti diWERNHER VOM NIEDERRHEIN intitolati luno Veronica laltroVespasianus (V W GRIMM Wernher vom Niederrhein Gottinga1839) si scostano in modo notabile dalla tradizione comune Nelprimo la Veronica prega San Luca di dipingerle sopra una telalimmagine del Salvatore San Luca si pone allopera e dipingeuna immagine a suo credere somigliantissima ma quando vannoper farne il confronto trovano Cristo trasfigurato Questi permettea Veronica di tenersi la immagine Qui si puograve riconoscerelinflusso dei Gesta de vultu Lucano Il resto del poema contieneun racconto della passione e della risurrezione Nel Vespasianusnon si fa parola di Tiberio Un Ebreo narra di Cristo a Vespasiano

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Biblioteca Regia di Monaco e quello che si trova nelMarienleben in versi di Fra Filippo Certosino Anche un raccontodel Regenbogen deriva dalla Vindicta ma con alcune variazionidegne di nota (Cod germ 4997 della Biblioteca Regia diMonaco f 255 r a 266 v) La prima notizia dei miracoli diCristo egrave recata in Roma da una schiava pagana Fannotestimonianza per Cristo Giuseppe di Arimatea NicodemoLuca Cleofas Longino la Veronica Tiberio guarisce e si fabattezzare e di una sua infermitagrave guarisce anche Vespasiano chetrovasi alla corte di Tiberio Della vendetta si parla assaibrevemente Di Tiberio egrave detto

Der selbe keiser waz so gar ein fruumlmmer manndaz sit noch vor gein ny waiser keyser kam

Il poemetto del Regenbogen fu stampato due volte prima senzanote tipografiche poi a Norimberga nel 1497 In un seguito che sitrova nella prima stampa si narra piugrave diffusamente di Vespasianodi Tito e della distruzione di Gerusalemme Il lungo raccontodella Kaiserchronik (v 693-1134) puograve dividersi in due parti dellequali la prima (v 693-888) corrisponde alla Cura sanitatismentre la seconda che narra la distruzione di Gerusalemmeaccenna a fonti francesi o al Voragine Il racconto dellAltePassional egrave quello stesso della Legenda aurea I due poemetti diWERNHER VOM NIEDERRHEIN intitolati luno Veronica laltroVespasianus (V W GRIMM Wernher vom Niederrhein Gottinga1839) si scostano in modo notabile dalla tradizione comune Nelprimo la Veronica prega San Luca di dipingerle sopra una telalimmagine del Salvatore San Luca si pone allopera e dipingeuna immagine a suo credere somigliantissima ma quando vannoper farne il confronto trovano Cristo trasfigurato Questi permettea Veronica di tenersi la immagine Qui si puograve riconoscerelinflusso dei Gesta de vultu Lucano Il resto del poema contieneun racconto della passione e della risurrezione Nel Vespasianusnon si fa parola di Tiberio Un Ebreo narra di Cristo a Vespasiano

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che egrave divorato vivo dalle vespe Questi manda Tito aGerusalemme a cercare di Cristo ma Cristo egrave giagrave morto Titoriconduce con segrave la Veronica Vespasiano guarito compie lavendetta La storia della vendetta porge inoltre argomento atredici canzoni del Meistersaumlnger Sebastiano Wild A un poemadella distruzione di Gerusalemme contenuto in un Leggendariodel XII secolo porge il fondamento della narrazione Gioseffo masi scopre facilmente che il poeta non conobbe direttamente lostorico (V BUSCH Ein Legender aus dem Anfange des zwoumllftenJahrhunderts Zeitschrift fuumlr deutsche Philologie v I p 17-20)Anche qui probabilmente la fonte diretta egrave francese Frammentidella leggenda della Veronica narrata separatamente dal restopubblicarono il ROTH nei Denkmaumller der deutschen SpracheMonaco 1840 e lo SCHADE Fragmenta carminis theodisci veterisKoumlnigsberg 1866 Unassai curiosa versione della leggendaindica il MASSMANN Kaiserch v III p 589-90

REDAZIONI NEERLANDESI - Un racconto della distruzione diGerusalemme registra il MONE Uebersicht der niederlaendischeVolks-Literatur aelterer Zeit Tubinga 1838 p 94 Esso deriva daalcuna delle redazioni francesi dove di Tiberio non si fa piugraveparola JACOB VAN MAERLANT nella Rymbybel composta fra il 1270e il 1280 narra la distruzione di Gerusalemme molto attingendoda Giuseppe Flavio (Ed di Bruxelles 1858-9 parte III c XVIII-CXIV)

REDAZIONI ANGLOSASSONI E INGLESI - La leggenda anglosassone disanta Veronica pubblicata dal GOODWIN (Publications of theCambridge Antiquarian Society Octavo Series No I Anglo-Saxon Legends of St Andrew and St Veronica Cambridge 1851p 26-46) deriva con qualche variazione dalla Vindicta e lostesso dicasi della Nathanis legatio ad Tiberium pubblicata da LC MUELLER nei Collectanea anglosaxonica Kopenaghen 1834p 5-18 Dalla Vindicta similmente deriva un frammento di poemainglese in versi allitterativi contenuto nel cod CottonianoVespasiano E XVI f 70 r a 75 v Il cod 2021 della Bodlejana

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che egrave divorato vivo dalle vespe Questi manda Tito aGerusalemme a cercare di Cristo ma Cristo egrave giagrave morto Titoriconduce con segrave la Veronica Vespasiano guarito compie lavendetta La storia della vendetta porge inoltre argomento atredici canzoni del Meistersaumlnger Sebastiano Wild A un poemadella distruzione di Gerusalemme contenuto in un Leggendariodel XII secolo porge il fondamento della narrazione Gioseffo masi scopre facilmente che il poeta non conobbe direttamente lostorico (V BUSCH Ein Legender aus dem Anfange des zwoumllftenJahrhunderts Zeitschrift fuumlr deutsche Philologie v I p 17-20)Anche qui probabilmente la fonte diretta egrave francese Frammentidella leggenda della Veronica narrata separatamente dal restopubblicarono il ROTH nei Denkmaumller der deutschen SpracheMonaco 1840 e lo SCHADE Fragmenta carminis theodisci veterisKoumlnigsberg 1866 Unassai curiosa versione della leggendaindica il MASSMANN Kaiserch v III p 589-90

REDAZIONI NEERLANDESI - Un racconto della distruzione diGerusalemme registra il MONE Uebersicht der niederlaendischeVolks-Literatur aelterer Zeit Tubinga 1838 p 94 Esso deriva daalcuna delle redazioni francesi dove di Tiberio non si fa piugraveparola JACOB VAN MAERLANT nella Rymbybel composta fra il 1270e il 1280 narra la distruzione di Gerusalemme molto attingendoda Giuseppe Flavio (Ed di Bruxelles 1858-9 parte III c XVIII-CXIV)

REDAZIONI ANGLOSASSONI E INGLESI - La leggenda anglosassone disanta Veronica pubblicata dal GOODWIN (Publications of theCambridge Antiquarian Society Octavo Series No I Anglo-Saxon Legends of St Andrew and St Veronica Cambridge 1851p 26-46) deriva con qualche variazione dalla Vindicta e lostesso dicasi della Nathanis legatio ad Tiberium pubblicata da LC MUELLER nei Collectanea anglosaxonica Kopenaghen 1834p 5-18 Dalla Vindicta similmente deriva un frammento di poemainglese in versi allitterativi contenuto nel cod CottonianoVespasiano E XVI f 70 r a 75 v Il cod 2021 della Bodlejana

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contiene The legend of Nicodemus Christi descent into HellPilatus exile

MISTERI - La leggenda della Vendetta diede argomento amisteri in varie lingue Parecchi se ne hanno francesi alcuniinediti altri stampati fra cui uno impresso da Antonio Veacuterard inParigi nel 1491 Il cod 625 della Biblioteca di Arras contiene Lavengeance Jhesu Christ di EUSTACHIO MARCADEacute Per altri che sihanno a stampa v il Brunet Va ed s v Vengeance anche nelSupplemento Un mistero gallico della Presa di Gerusalemmericorda il DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne p 34 n3

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contiene The legend of Nicodemus Christi descent into HellPilatus exile

MISTERI - La leggenda della Vendetta diede argomento amisteri in varie lingue Parecchi se ne hanno francesi alcuniinediti altri stampati fra cui uno impresso da Antonio Veacuterard inParigi nel 1491 Il cod 625 della Biblioteca di Arras contiene Lavengeance Jhesu Christ di EUSTACHIO MARCADEacute Per altri che sihanno a stampa v il Brunet Va ed s v Vengeance anche nelSupplemento Un mistero gallico della Presa di Gerusalemmericorda il DU MEacuteRIL Origines latines du theacuteacirctre moderne p 34 n3

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APPENDICE B

La leggenda di Pilato quale si ha nei racconti latini e nelle numeroseversioni volgari puograve tornare dillustrazione alla leggenda della Vendettadi Cristo Traggo il racconto che segue dal cod L II 14 dellaNazionale di Torino (a 1311)

Chest ensi que Pylates fu engenrez

Nest pas huiseus ains fait bone oeureLi troueres qui sa bouche oeuureDe bonne trouuere dire dire836Chis qui bien trueue est plains direQuant il na de materre pointMa volente semont et pointMon cuer a dire et de conterSil est qui me vuelle escouterVne mout meruillouse istoireQui plaisans est et bele et voireBien doit on oir et reprendreBiaus mos car on i puet aprendreSens et courtoisie en loirDu bien se doit on estoirLi bon car cest drois et coustumeEt li maluais en sont enfrumeVne estoire en roumans mis aiDont la materre moult prisaiQuant geuc la verite veu

836 Il Tournoiement de lAntechrist dHUON DE MERI comincia (cod della Naziondi Torino L V 32)

Nest pas oisenz ains fait bonne oevreli troueres ki sa boche oevrepor bonne oeuvre conter et dire

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APPENDICE B

La leggenda di Pilato quale si ha nei racconti latini e nelle numeroseversioni volgari puograve tornare dillustrazione alla leggenda della Vendettadi Cristo Traggo il racconto che segue dal cod L II 14 dellaNazionale di Torino (a 1311)

Chest ensi que Pylates fu engenrez

Nest pas huiseus ains fait bone oeureLi troueres qui sa bouche oeuureDe bonne trouuere dire dire836Chis qui bien trueue est plains direQuant il na de materre pointMa volente semont et pointMon cuer a dire et de conterSil est qui me vuelle escouterVne mout meruillouse istoireQui plaisans est et bele et voireBien doit on oir et reprendreBiaus mos car on i puet aprendreSens et courtoisie en loirDu bien se doit on estoirLi bon car cest drois et coustumeEt li maluais en sont enfrumeVne estoire en roumans mis aiDont la materre moult prisaiQuant geuc la verite veu

836 Il Tournoiement de lAntechrist dHUON DE MERI comincia (cod della Naziondi Torino L V 32)

Nest pas oisenz ains fait bonne oevreli troueres ki sa boche oevrepor bonne oeuvre conter et dire

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Bien est raisons que soit seuEt dite837 par rime et retraiteSans faussete et sans retraiteCar faite est de droit essanplaireCose est qui puet valoir et plaireAins mais roumans en ceste terreNe fu ois de tel materre

Tolens mest pris que is tranlateLa vie de Bonce PylateDont on fait souuent mentionEn quaresme en la passionSe dieus le me veut consentirIe vous cuic bien faire sentirLe voir de se natiuitheSon pooir et sa dignitheEn non qualoir ne lairai mieQue maintenant ne vous en dieBeneois soit qui mescouteraEt qui va poi de pais feraSe vous me voles escouterAprendre i porres sans douterTel cose que ne seustes onquesOr entende chascuns bien donquesTout estoient cha en arriereLi roi sage et de grant maniereEt autre sergant terrienEt viel et ione et anchienVolentiers metoient lors curesA sauoir logique et naturesEt par nature quil sauoientAutres sciences conqueroientLi vns set de geometrie

837 Il cod dire346

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Bien est raisons que soit seuEt dite837 par rime et retraiteSans faussete et sans retraiteCar faite est de droit essanplaireCose est qui puet valoir et plaireAins mais roumans en ceste terreNe fu ois de tel materre

Tolens mest pris que is tranlateLa vie de Bonce PylateDont on fait souuent mentionEn quaresme en la passionSe dieus le me veut consentirIe vous cuic bien faire sentirLe voir de se natiuitheSon pooir et sa dignitheEn non qualoir ne lairai mieQue maintenant ne vous en dieBeneois soit qui mescouteraEt qui va poi de pais feraSe vous me voles escouterAprendre i porres sans douterTel cose que ne seustes onquesOr entende chascuns bien donquesTout estoient cha en arriereLi roi sage et de grant maniereEt autre sergant terrienEt viel et ione et anchienVolentiers metoient lors curesA sauoir logique et naturesEt par nature quil sauoientAutres sciences conqueroientLi vns set de geometrie

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Et li autres dastrenomiePlus goulousoient a sauoirAsses que amasser auoir

Venir voel a mententionPeu deuant lincarnationJhesucrist si con lisant truisFu en Ione vns rois instruisEn la science de clergieQue on apele astrenomieMout sot du cours du firmamentEt des estoiles ensementA painnes ietoit onques sortQue ne trouast de son acortCis qui eut tant de sapienceEut non Tirus rois de MaienceEn vn castel nouris et neeFu qui Berleis fu noumesLi pelerin de cest paisNoument le castel BerleisAuint que vaust aler cacierPour soi deduire et souslacierSen cheual commande a ensellerSe maisnie fist apellerSes leuriers sa braquerieEn oubli ne vaust metre mieA la roine a pris congietEn lestrier a boute le pietSor le coursier maintenant monteQue vous feroie plus lonc conteIe ne sai pourquoi ne coumentTant cheuaucha il et sa gentQue en le terre vint de BraibantOu il voit vne forest grantMais il ni pot aler quachier

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Et li autres dastrenomiePlus goulousoient a sauoirAsses que amasser auoir

Venir voel a mententionPeu deuant lincarnationJhesucrist si con lisant truisFu en Ione vns rois instruisEn la science de clergieQue on apele astrenomieMout sot du cours du firmamentEt des estoiles ensementA painnes ietoit onques sortQue ne trouast de son acortCis qui eut tant de sapienceEut non Tirus rois de MaienceEn vn castel nouris et neeFu qui Berleis fu noumesLi pelerin de cest paisNoument le castel BerleisAuint que vaust aler cacierPour soi deduire et souslacierSen cheual commande a ensellerSe maisnie fist apellerSes leuriers sa braquerieEn oubli ne vaust metre mieA la roine a pris congietEn lestrier a boute le pietSor le coursier maintenant monteQue vous feroie plus lonc conteIe ne sai pourquoi ne coumentTant cheuaucha il et sa gentQue en le terre vint de BraibantOu il voit vne forest grantMais il ni pot aler quachier

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Pour lo solail quil voit coucierTrop tart estoit pas ne cachaPour la nuit qui aprochaMaisement eust fait son preuIa estoit entre kien et leuBele nuit conmencha a faireMout ot v ciel grant luminaireBien estoit esteles li chiusCele part a iete ses ieusEntour resgarde et enuironToute le constelationPense que si ne trouueraQui grant mestire porteraDe lestoile quil vit mesurePrent et souspoise la natureToute le dispositionResgarde de la regionEt lescallette considereDe lart du ciel et de la terreQuant cha fait si a esprouue Et par esperiment trouueQuiconques a feme gerroitA celle eure vn enfant aroitQui aroit et deuroit aquerreMout grant signorie de terre Et aroit pooir de donnerGens qui sont en isle de merCis qui dont engenres seroitSires de grant terre seroitDont vausist sa femme tenir Mais ni porroit a tans venirTrop sestoit de li eslongiesQuant voit chou si sest herbergiesSi tost com il fu osteles

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Pour lo solail quil voit coucierTrop tart estoit pas ne cachaPour la nuit qui aprochaMaisement eust fait son preuIa estoit entre kien et leuBele nuit conmencha a faireMout ot v ciel grant luminaireBien estoit esteles li chiusCele part a iete ses ieusEntour resgarde et enuironToute le constelationPense que si ne trouueraQui grant mestire porteraDe lestoile quil vit mesurePrent et souspoise la natureToute le dispositionResgarde de la regionEt lescallette considereDe lart du ciel et de la terreQuant cha fait si a esprouue Et par esperiment trouueQuiconques a feme gerroitA celle eure vn enfant aroitQui aroit et deuroit aquerreMout grant signorie de terre Et aroit pooir de donnerGens qui sont en isle de merCis qui dont engenres seroitSires de grant terre seroitDont vausist sa femme tenir Mais ni porroit a tans venirTrop sestoit de li eslongiesQuant voit chou si sest herbergiesSi tost com il fu osteles

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Dont a ses serians apelles Asses amast mix qil geustA tel femme cauoir peustQuil perdist la grant signorieQue peust auoir sa lignieLi sergant viennent maintenant laquoAlesraquo fait il laquoie vous conmantVne femme si me querresSe che non mal venut seresQui de biaute soit amiableEt qui a moi soit couuoitable Et selle nest telle trouueeVne autre men soit ameneeraquoLi seriant firrent maintenantDe lor signour tout son conmantAu plus tost que il onques peurentPres diaus par cha et par la keurentTant tournerent et tant alerentQue la pres vn manoir trouuerentCis hom dont ie fas mentionAuoit Atus ce truis a non Et une fille auoit mout bellePyle ot a non la damoiselleLi seriant qui el ne queroientSont esioi quant il le voientCelle fu amenee et prise Et ou lit auoec le roi mise

La pucelle le roi rechutEt tant fist quelle conchutEt quant il ot fait a plenteDe li toute sa vollente Se li pria que sensi fustQue se de lui enfant eustCoique fust marle v fumelle

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Dont a ses serians apelles Asses amast mix qil geustA tel femme cauoir peustQuil perdist la grant signorieQue peust auoir sa lignieLi sergant viennent maintenant laquoAlesraquo fait il laquoie vous conmantVne femme si me querresSe che non mal venut seresQui de biaute soit amiableEt qui a moi soit couuoitable Et selle nest telle trouueeVne autre men soit ameneeraquoLi seriant firrent maintenantDe lor signour tout son conmantAu plus tost que il onques peurentPres diaus par cha et par la keurentTant tournerent et tant alerentQue la pres vn manoir trouuerentCis hom dont ie fas mentionAuoit Atus ce truis a non Et une fille auoit mout bellePyle ot a non la damoiselleLi seriant qui el ne queroientSont esioi quant il le voientCelle fu amenee et prise Et ou lit auoec le roi mise

La pucelle le roi rechutEt tant fist quelle conchutEt quant il ot fait a plenteDe li toute sa vollente Se li pria que sensi fustQue se de lui enfant eustCoique fust marle v fumelle

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Quele enuoiast au roi nouelleQe pour riens nule ne laisast Qe ele lui li enuoiastEt elle li ot en couuenentQuelle feroit a son tollent

Atant li rois a pris congietSa la damoiselle laissiet Rales sen est en sa contreeEt celle est grosse demoureeTant le porta que raisons porteQe vne femme vn enfant porteLi tans vint quenfanter deut Elle enfanta vn enfant eutQui fu biaus de si grant biauteCon il a afiert a roiauthe

[Py]le qui fu de lenfant mereOt oublie le non son pere [E]ncor deust bien par raison[L]i fius du pere auoir a non[M]ais pour che que ne le sot pas[S]e li donna isnelle pasSon non et le son pere Atus Pour ce ot non Pylatus

Mout fu biaus enfes et plaisansSa mere le garda III ansQue vous feroie lonc destintAdonques primes li souuint De ce que li rois li ot ditQuant de li ot fait son delitQue sil aueuoit quelle eustDe lui aucun oir quesquil fustQue pour riens nule ne laisast

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Atant li rois a pris congietSa la damoiselle laissiet Rales sen est en sa contreeEt celle est grosse demoureeTant le porta que raisons porteQe vne femme vn enfant porteLi tans vint quenfanter deut Elle enfanta vn enfant eutQui fu biaus de si grant biauteCon il a afiert a roiauthe

[Py]le qui fu de lenfant mereOt oublie le non son pere [E]ncor deust bien par raison[L]i fius du pere auoir a non[M]ais pour che que ne le sot pas[S]e li donna isnelle pasSon non et le son pere Atus Pour ce ot non Pylatus

Mout fu biaus enfes et plaisansSa mere le garda III ansQue vous feroie lonc destintAdonques primes li souuint De ce que li rois li ot ditQuant de li ot fait son delitQue sil aueuoit quelle eustDe lui aucun oir quesquil fustQue pour riens nule ne laisast

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Que ne li enuoiastElle pensa que bon seroitEt quele li enuoieroitEnsi pensa ensi le fistPylate a son pere tramist Dont fu Pylates enuoyesA son pere qui en fu liesQuant il le voit son non enqiertEt on li dist que nomes iertPyla(l)te ensi ot a non De par sa mere et son taionLi rois auoit I fil mout cierQui fu de sa france moullierO lui mist Pylate denfenchePour norir furent mis ensenble Anques estoient dvn eageMais nestoient pas dun linageLi tans passa de lor enfancheEt quant vinrent a connissanceEt quil eurent discresion Peu ot en aus dafectionNe se finoient de conbatreLuns se penoit de lautre abatreQuant a la luite se prendoientMout durement se conbatoient Ne quedent aussi comme frereQui estoient de par le pereTous tans ensanble sen aloientA quelconques iu quil iouoientA le fonde ou a le platine838 Ades ot entriaus aatineMais de la roine li fieusDe Pylate fu plus soutieus

838 Il cod platerne351

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Que ne li enuoiastElle pensa que bon seroitEt quele li enuoieroitEnsi pensa ensi le fistPylate a son pere tramist Dont fu Pylates enuoyesA son pere qui en fu liesQuant il le voit son non enqiertEt on li dist que nomes iertPyla(l)te ensi ot a non De par sa mere et son taionLi rois auoit I fil mout cierQui fu de sa france moullierO lui mist Pylate denfenchePour norir furent mis ensenble Anques estoient dvn eageMais nestoient pas dun linageLi tans passa de lor enfancheEt quant vinrent a connissanceEt quil eurent discresion Peu ot en aus dafectionNe se finoient de conbatreLuns se penoit de lautre abatreQuant a la luite se prendoientMout durement se conbatoient Ne quedent aussi comme frereQui estoient de par le pereTous tans ensanble sen aloientA quelconques iu quil iouoientA le fonde ou a le platine838 Ades ot entriaus aatineMais de la roine li fieusDe Pylate fu plus soutieus

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De tous ius passa gentilleceCar il auoit double nobleche Quant il venoient au palestreCest vns lieus v luit seut estrePlus legiers estoit et plus aatesEt plus fors que nestoit PylatesA quelconqes iu quil venist Pylate a lui ne se tenist

Or ne pleut a Pylate mieAncois en eut au cuer enuieTous fu de mautalent esprisSon frere a coiement souspris Com maluais pour ceste ocoisonOcist son frere en traisonAu roi en vinrent les nouuellesSacies ne les tint pas a bellesQuant ot oi conter lafaire De mautalent enprist a direSon fil fist deuant lui venirEt comme maufaiteur tenirlaquoTon iugementraquo fist il laquosaronsraquoAdont fist mander les barons Et si lor conta le mesfaitQe Pylates ses fieus ot faitEt cil mout sen esmeruillerentEt ensanble se consillerentEt quant il furent consillie Arriere au roi sont repairieEt furent tout de tel acortPylates ait deserui mortQuant li rois vit quil fu iugiesSen fu encore plus iries Pensa que se chis est pendusQue ses II fieus aroit perdus

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De tous ius passa gentilleceCar il auoit double nobleche Quant il venoient au palestreCest vns lieus v luit seut estrePlus legiers estoit et plus aatesEt plus fors que nestoit PylatesA quelconqes iu quil venist Pylate a lui ne se tenist

Or ne pleut a Pylate mieAncois en eut au cuer enuieTous fu de mautalent esprisSon frere a coiement souspris Com maluais pour ceste ocoisonOcist son frere en traisonAu roi en vinrent les nouuellesSacies ne les tint pas a bellesQuant ot oi conter lafaire De mautalent enprist a direSon fil fist deuant lui venirEt comme maufaiteur tenirlaquoTon iugementraquo fist il laquosaronsraquoAdont fist mander les barons Et si lor conta le mesfaitQe Pylates ses fieus ot faitEt cil mout sen esmeruillerentEt ensanble se consillerentEt quant il furent consillie Arriere au roi sont repairieEt furent tout de tel acortPylates ait deserui mortQuant li rois vit quil fu iugiesSen fu encore plus iries Pensa que se chis est pendusQue ses II fieus aroit perdus

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Apres vaurroit pis quenantDont send ala ia repentantSon cuer au plus que pot maira A soi meismes repairaNe vaust encontre son fil mieMoutepliier sa felonniePensa que bien sen vengeroitA Rome dist lenuoieroit Et ne le traiteroit a mortNe li feroit ne droit ne tortA Roume deuoit839 tous les ansLi rois Titus treuages gransDont enuoia son fil en gages Et en pleges pour les treuagesPylate a mort pas ne liuraEt del treu se deliura

Quant Pylate paruint a RomeCompagna soi a vn noble homme Qui Paginus auoit a nonDe son pere auoit le nonEt ert chis fieus au roi de FranceEnuoiet lot pour laquintanceLi rois aussi de son treuage Son fil en pleges et en gagesA celui conpaignon tintPylates oies quen auintQuant il vit que chis PaginusEstoit mioldres de lui tenus Pour ce que plains ert de bonnes meursEt plus dines dauoir honneursQuil nert et que ert en veritePlus grans de lui en dinite

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Apres vaurroit pis quenantDont send ala ia repentantSon cuer au plus que pot maira A soi meismes repairaNe vaust encontre son fil mieMoutepliier sa felonniePensa que bien sen vengeroitA Rome dist lenuoieroit Et ne le traiteroit a mortNe li feroit ne droit ne tortA Roume deuoit839 tous les ansLi rois Titus treuages gransDont enuoia son fil en gages Et en pleges pour les treuagesPylate a mort pas ne liuraEt del treu se deliura

Quant Pylate paruint a RomeCompagna soi a vn noble homme Qui Paginus auoit a nonDe son pere auoit le nonEt ert chis fieus au roi de FranceEnuoiet lot pour laquintanceLi rois aussi de son treuage Son fil en pleges et en gagesA celui conpaignon tintPylates oies quen auintQuant il vit que chis PaginusEstoit mioldres de lui tenus Pour ce que plains ert de bonnes meursEt plus dines dauoir honneursQuil nert et que ert en veritePlus grans de lui en dinite

839 Il Cod deuoir353

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Sen eut ausi comme viltance Mes comme il fist grant enfanceCoiement pour ceste raisonOcist celui en traisonOr fu seu par tout a RomeQue Pylate ot mort itel homme Es Roumains not que couroucierQuant il oirent chou noncierDe Pylate furent en douteSil aroit se deserte touteTele comme il ot deseruie V son li sauueroit sa vieV son porroit nule raisonQue on le tenist en prisonV trouer con le laisast alerDont conmencerent a parler Aucun Roumain et li plus sageEt dient laquoSil vit lonc eageCis qui a son frere a mort misEt noblece nous a maumisEt il auoit par auenture Daucune gent iugier la cureQui fisent fier et enuieusIl est si fel et si crueusQue contre aus se conbateroitEt petit les deporteroit Et ensi porroit porfiterEn ses anemis deporterDont bon seroit que il fust misEntre grant840 plente danemisTant a fait que ne deueroit viure Sen poiesmes estre deliureCascuns en deuroit estre lies

840 Il Cod gent354

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Sen eut ausi comme viltance Mes comme il fist grant enfanceCoiement pour ceste raisonOcist celui en traisonOr fu seu par tout a RomeQue Pylate ot mort itel homme Es Roumains not que couroucierQuant il oirent chou noncierDe Pylate furent en douteSil aroit se deserte touteTele comme il ot deseruie V son li sauueroit sa vieV son porroit nule raisonQue on le tenist en prisonV trouer con le laisast alerDont conmencerent a parler Aucun Roumain et li plus sageEt dient laquoSil vit lonc eageCis qui a son frere a mort misEt noblece nous a maumisEt il auoit par auenture Daucune gent iugier la cureQui fisent fier et enuieusIl est si fel et si crueusQue contre aus se conbateroitEt petit les deporteroit Et ensi porroit porfiterEn ses anemis deporterDont bon seroit que il fust misEntre grant840 plente danemisTant a fait que ne deueroit viure Sen poiesmes estre deliureCascuns en deuroit estre lies

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En Pons ille soit enuoiesOn ne leur puet signor offrirQuil vuellent deseur aus soufrir Nus juges ni va ne arriueQui se il point sor aus estriueQuil ne lameccent a le mortDaus nara il autre deportSil a en lui tant de vigeur Quil les puist metre a sa dueurEt se tel maniere les maireCa sa cordelle les puist trairePar si quil ait sor aus pooirNous le poons moult bien voloir Et sil ne puet sait sa deserteSiens soit li gaains et la perteraquoCil qui furent illuec venuLe consel ont a bon tenuA ce consel chascuns sacorde Ni a celui qui sen descordeLor afaire ont aparillietPylate ont a Pons enuoiet

Or voit Pylate con lemmaineEt que chou est cose certaine Que sires doit estre et jugeresDe ces gens crueuses et fieresEt quil va droit en Pons en illeGrant paour a con ne lescilleDont fu il en moult grant doute De sa vie qui est courtePensa que bien se gariraCar humlement auant iraIl se teut neut tolent de braireEt soufri chou con li veut faire Not tolent de trop estriuer

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En Pons ille soit enuoiesOn ne leur puet signor offrirQuil vuellent deseur aus soufrir Nus juges ni va ne arriueQui se il point sor aus estriueQuil ne lameccent a le mortDaus nara il autre deportSil a en lui tant de vigeur Quil les puist metre a sa dueurEt se tel maniere les maireCa sa cordelle les puist trairePar si quil ait sor aus pooirNous le poons moult bien voloir Et sil ne puet sait sa deserteSiens soit li gaains et la perteraquoCil qui furent illuec venuLe consel ont a bon tenuA ce consel chascuns sacorde Ni a celui qui sen descordeLor afaire ont aparillietPylate ont a Pons enuoiet

Or voit Pylate con lemmaineEt que chou est cose certaine Que sires doit estre et jugeresDe ces gens crueuses et fieresEt quil va droit en Pons en illeGrant paour a con ne lescilleDont fu il en moult grant doute De sa vie qui est courtePensa que bien se gariraCar humlement auant iraIl se teut neut tolent de braireEt soufri chou con li veut faire Not tolent de trop estriuer

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A Pons le conuient ariuerEt quant il fu a Pons venusFu con lor sires receusTant fist par dons et par promesses Capaisa ces gens felenessesPar flater et par losengierFist que furent en son dangierEnsi les prist au premerainEt quant ce vint au daarain Si les mena mout malementPar manaces et par tourmentEn le fin lor fist moult de mausQue chascuns estoit lies et bausQe peust qe seust deseruir Par coi il peust seruirEt pour ichou qe par son sensMist a point ces desperses gensEt les mist en subiectionOt il de Pons Ponces a non Puis que iuges fu de Pons isleEt que se mere ot a non PyleEt ses taions fu nomes AtesPour ce ot non Ponces PylatesPour ce que les gens a point mist De Pons ille le sornon prist

Dont en corut la renomeeEn le terre de GalileeEn Iherusalem et en IudeCon Pylate les ot mene Auoit Pylate bien tenuIcele gent que illa fuPar sons sens et par sa boisdieAuoit mainte gent cunciieCon Pylates sages hom fu

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A Pons le conuient ariuerEt quant il fu a Pons venusFu con lor sires receusTant fist par dons et par promesses Capaisa ces gens felenessesPar flater et par losengierFist que furent en son dangierEnsi les prist au premerainEt quant ce vint au daarain Si les mena mout malementPar manaces et par tourmentEn le fin lor fist moult de mausQue chascuns estoit lies et bausQe peust qe seust deseruir Par coi il peust seruirEt pour ichou qe par son sensMist a point ces desperses gensEt les mist en subiectionOt il de Pons Ponces a non Puis que iuges fu de Pons isleEt que se mere ot a non PyleEt ses taions fu nomes AtesPour ce ot non Ponces PylatesPour ce que les gens a point mist De Pons ille le sornon prist

Dont en corut la renomeeEn le terre de GalileeEn Iherusalem et en IudeCon Pylate les ot mene Auoit Pylate bien tenuIcele gent que illa fuPar sons sens et par sa boisdieAuoit mainte gent cunciieCon Pylates sages hom fu

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Par le pais reuelle fuHerodes la nouelle en oiCis qui fu fiex ArcheleiLi grans Herodes ce sauonsFu a cel Herode taions Duquel nous faisons mentionCon princes dominationOt en cel tans en la contreeDe Iherusalem de IudeeQuant la nouuelle dire oi Mout durement sen esioiPour ce que fu de sens si gransFu de traire a lui mout engransSe feste fait do son parlerDist quil veut veir le baceler Le trekeur aimme li trekieresEt le flateur li losengeresChascuns hom aimme ce me sanbleCelui qui mieus a lui resanbleHerodes vaust a son conseil Pylate traire a son pareilEt pour che qui[l] le vaust auoirMout li tramist de son auoirSon mes aler a lui commandeEt quil vingne a lui et li mande Sa lui vient sara grant partieDu sien et de sa signouriePooir ara sor la contreeDe Iherusalem et de IudeePylates vint Herode fist Chou que a Pylate pourmist

Quant il fu sires du paisNe fu mie trop esbahisDe querre deniers a plente

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Par le pais reuelle fuHerodes la nouelle en oiCis qui fu fiex ArcheleiLi grans Herodes ce sauonsFu a cel Herode taions Duquel nous faisons mentionCon princes dominationOt en cel tans en la contreeDe Iherusalem de IudeeQuant la nouuelle dire oi Mout durement sen esioiPour ce que fu de sens si gransFu de traire a lui mout engransSe feste fait do son parlerDist quil veut veir le baceler Le trekeur aimme li trekieresEt le flateur li losengeresChascuns hom aimme ce me sanbleCelui qui mieus a lui resanbleHerodes vaust a son conseil Pylate traire a son pareilEt pour che qui[l] le vaust auoirMout li tramist de son auoirSon mes aler a lui commandeEt quil vingne a lui et li mande Sa lui vient sara grant partieDu sien et de sa signouriePooir ara sor la contreeDe Iherusalem et de IudeePylates vint Herode fist Chou que a Pylate pourmist

Quant il fu sires du paisNe fu mie trop esbahisDe querre deniers a plente

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Il en ot a sa uolente Et quant ases en ot aquisEn Rome en ala sa requisSon signor Cesare et TybereQui a cel tans fu emperereQuil ait si li vient a tolent Le cite de IherusalentEt de Iudee ausi li prieQuil li doinst la signouriePour ce vaust il illuec venirQui le voloit de lui tenir Lempereres pour les deniersQuil en eut le fist volentiersTant en fist Pylate donnerQuil eurent asses a nonbrerAdont ne sot Herodes mie De Pylate la trequerieEt que tenist mie dautruiTelle dinite que de luiDusques adont qua Roume vintEt quant il le sot il se tint Acunchiies trop durementQuant ne lot de son tenementSitost con vit qui[l] lot traiCon son anemi le haiCe fu li cause de lorine Dont entraus II fu li haineDe coi on fait le ramenbranceSi con saues en la souffrance

Entriaus II ot tous iors estrisDusques adont que Ihesucris Fu de par Pylate enuoiiesA Herode qui fu liesMenes i fu vilainnement

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Il en ot a sa uolente Et quant ases en ot aquisEn Rome en ala sa requisSon signor Cesare et TybereQui a cel tans fu emperereQuil ait si li vient a tolent Le cite de IherusalentEt de Iudee ausi li prieQuil li doinst la signouriePour ce vaust il illuec venirQui le voloit de lui tenir Lempereres pour les deniersQuil en eut le fist volentiersTant en fist Pylate donnerQuil eurent asses a nonbrerAdont ne sot Herodes mie De Pylate la trequerieEt que tenist mie dautruiTelle dinite que de luiDusques adont qua Roume vintEt quant il le sot il se tint Acunchiies trop durementQuant ne lot de son tenementSitost con vit qui[l] lot traiCon son anemi le haiCe fu li cause de lorine Dont entraus II fu li haineDe coi on fait le ramenbranceSi con saues en la souffrance

Entriaus II ot tous iors estrisDusques adont que Ihesucris Fu de par Pylate enuoiiesA Herode qui fu liesMenes i fu vilainnement

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Et ot de poupre un vestementA Herode le fist liurer Pylate pour lui deliurerPour ce quil voloit soi purgierDe son sanc li fist enuoiierHerodes pensoit tout autrementCar il cuidoit tout vraiement Qui[l] li eust enuoiie celuiPour la reuerence de luiEt qui[l] li vausist honneur faireEt pour ce qui[l] le deust faireEnsi Herodes lentendi Et pour ce samour li rendiA lui se reconchiliaEt Ihesucris li enuoiaDont li souffrance nous recordeQue pour Ihesucrist vint acorde Mout fu Ihesucris demenesA Pilate fu ramenesQui sati[s]fation vaust fairePour ce quil vaust as Iuis plaireEt Ihesus gabes et batus Et puis lor rendi PylatusAs mauuais Iuis fu bailliesPour ce quil fust crucefiiesDe se mort de se passionNe ferai mie mention Conment il morut cesquesAsses de fois oit laues

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Et ot de poupre un vestementA Herode le fist liurer Pylate pour lui deliurerPour ce quil voloit soi purgierDe son sanc li fist enuoiierHerodes pensoit tout autrementCar il cuidoit tout vraiement Qui[l] li eust enuoiie celuiPour la reuerence de luiEt qui[l] li vausist honneur faireEt pour ce qui[l] le deust faireEnsi Herodes lentendi Et pour ce samour li rendiA lui se reconchiliaEt Ihesucris li enuoiaDont li souffrance nous recordeQue pour Ihesucrist vint acorde Mout fu Ihesucris demenesA Pilate fu ramenesQui sati[s]fation vaust fairePour ce quil vaust as Iuis plaireEt Ihesus gabes et batus Et puis lor rendi PylatusAs mauuais Iuis fu bailliesPour ce quil fust crucefiiesDe se mort de se passionNe ferai mie mention Conment il morut cesquesAsses de fois oit laues

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APPENDICE C

Cod L IV 5 della Nazionale di Torino (XV sec) Meno pochissimecorrezioni volute dal senso lascio al testo le molte sue mende

Chi apries senssieult la vengance mesire Ihesucrist faitte parVespasien

Signeurs or faittes paix pour dieu le tout puissantCheualiers bourgois femmes et enfansChe nest mie dOgier dAimont ne dAgoulantAins est de la venganche le pere royamantQue luis tourmenterent li felons mescreantQuarante ans en apries ce trouuons nous lisantEm prist Titus vengance a lespee trenchantEt Vaspasien son pere au coraige vaillantChils esmurent la guerre merueilleuse et pesantSe destruisirent Pilatte le cuyers soudoyantDedens Iherusalem fu famine si grantQue de faim y menga la mere son enfantDedens Constantinoble la chite souffisantEn la lebrarie de leglise plaisantQue on dist Sainte Souffie la li voit on trouuantLa certain cronicque ien ay veu lapparantChils rois Vaspasien don ie voy chi parlantFu preudons en sa loy moult fu sage e sachantSil veusist croire en dieu le pere tout puissantNeuist milleur de ly en ce siecle viuantMais puis le volt Ihesus par son digne commantAtourner a no loy par vng malage grantAinsy que vous orez recorder ou romant

Seigneurs or faittes paix pour dieu le droiturierChelui Vaspaeien dont vous moez plaidierFut empereur de Rome se leut a gouuerner

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APPENDICE C

Cod L IV 5 della Nazionale di Torino (XV sec) Meno pochissimecorrezioni volute dal senso lascio al testo le molte sue mende

Chi apries senssieult la vengance mesire Ihesucrist faitte parVespasien

Signeurs or faittes paix pour dieu le tout puissantCheualiers bourgois femmes et enfansChe nest mie dOgier dAimont ne dAgoulantAins est de la venganche le pere royamantQue luis tourmenterent li felons mescreantQuarante ans en apries ce trouuons nous lisantEm prist Titus vengance a lespee trenchantEt Vaspasien son pere au coraige vaillantChils esmurent la guerre merueilleuse et pesantSe destruisirent Pilatte le cuyers soudoyantDedens Iherusalem fu famine si grantQue de faim y menga la mere son enfantDedens Constantinoble la chite souffisantEn la lebrarie de leglise plaisantQue on dist Sainte Souffie la li voit on trouuantLa certain cronicque ien ay veu lapparantChils rois Vaspasien don ie voy chi parlantFu preudons en sa loy moult fu sage e sachantSil veusist croire en dieu le pere tout puissantNeuist milleur de ly en ce siecle viuantMais puis le volt Ihesus par son digne commantAtourner a no loy par vng malage grantAinsy que vous orez recorder ou romant

Seigneurs or faittes paix pour dieu le droiturierChelui Vaspaeien dont vous moez plaidierFut empereur de Rome se leut a gouuerner

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Moult lonc temps fut payens mais dieu le volt amerTant qua sa loy le fist atraire et atournerMais anchois le conuint moult grant paine endurerPar vne maladye que voua morez nommerLe liepre lappellent sergant et bacellerCe est meselerie au iustement parlerAinsi volt Ihesucrist qui tous nos volt sauuerTant li fist le visage et le corps tempesterEt la barbe cheoir et la liepre aleprerQui li menga la leure iusqu au dent maissellerDangais841 li seneschal le prist a regarderQuant en ce point le vit se commence a plourerAins ne veistes hommes si grant doel demenerNe detordre ses mains et ses cheueulx tirerSil demaine grant doel nen fait mie a blasmerCar qui bon seigneur pert il en doit bien plourerA lempereur vint se li dist sans cesserlaquoPar Mahommet biau sire pour vous cui foursenerNest nuls hoins qui iamais sancte vous puist donnerNon pourquant ie me suis pris a pourpenserIe ne scay senuers moy vous en vauries yrerMais ie le vous diray se vollez escoutterVng prophette soloit en Surie regnerLequel vot en son temps maintes viertus moustrerMais en Iherusalem le firent lappiderIuis en vne croix atachier et leuerSe creyez ou prophette dont chi moez parlerPar le mien essiant bien vous polroit sannerDe telle maladie dont ie vous voy porterraquoQuant Vaspasien loit si commence a plourerEt lui a dit laquoAmis ie te doy moult amerMais se tant poryes faire par terre ou par merQue pussies medechine par decha rapporterDont veisse mon corps de la liepre monderIamais iour par Mahon que ie doy honnourerNaray honneur sans vous ie le vous voel iurerraquo

841 In altri testi separato Dans Gais o Dans Guy Dangais come Da meldeu361

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Moult lonc temps fut payens mais dieu le volt amerTant qua sa loy le fist atraire et atournerMais anchois le conuint moult grant paine endurerPar vne maladye que voua morez nommerLe liepre lappellent sergant et bacellerCe est meselerie au iustement parlerAinsi volt Ihesucrist qui tous nos volt sauuerTant li fist le visage et le corps tempesterEt la barbe cheoir et la liepre aleprerQui li menga la leure iusqu au dent maissellerDangais841 li seneschal le prist a regarderQuant en ce point le vit se commence a plourerAins ne veistes hommes si grant doel demenerNe detordre ses mains et ses cheueulx tirerSil demaine grant doel nen fait mie a blasmerCar qui bon seigneur pert il en doit bien plourerA lempereur vint se li dist sans cesserlaquoPar Mahommet biau sire pour vous cui foursenerNest nuls hoins qui iamais sancte vous puist donnerNon pourquant ie me suis pris a pourpenserIe ne scay senuers moy vous en vauries yrerMais ie le vous diray se vollez escoutterVng prophette soloit en Surie regnerLequel vot en son temps maintes viertus moustrerMais en Iherusalem le firent lappiderIuis en vne croix atachier et leuerSe creyez ou prophette dont chi moez parlerPar le mien essiant bien vous polroit sannerDe telle maladie dont ie vous voy porterraquoQuant Vaspasien loit si commence a plourerEt lui a dit laquoAmis ie te doy moult amerMais se tant poryes faire par terre ou par merQue pussies medechine par decha rapporterDont veisse mon corps de la liepre monderIamais iour par Mahon que ie doy honnourerNaray honneur sans vous ie le vous voel iurerraquo

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laquoAmisraquo dist lempereur laquome ses tu conseillierSil estoit homme au monde qui me puist aidierIamais sans luy naroye le monte dun denierQui fut dont ce prophette que tay oit nonchierraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquone le vous quier noyerCe fut vng bon preudon que Iuis firent crucefiierQui faisoit les contrais par droit radrechierLes mors ressusciter les awlles renclairierMais Iuis par enuie qui ne lorent pas chierA Iudas lachetterent li traittres lanierSy en furent pour ly donne trente deniersDedens Iherusalem le firent traueillierEt par despit le firent en vne croix drechierLongis ne veoit goutte qui estoit cheuallierOu coste le fery dune lanche dachierDont li sanc li alla iusques es mains raiierLe coer li en fendy dont le conuint deniierEt quant senti le sanc ses yeulx alla touchierDont il en vit cler si lala merchiierPuis fist on ce prophette ou sepulcre couchierAu tierch iour ressuscita si comme oyc nonchierOr vous dich que anuit ie vos vng songe songierQuen Iherusalem ou ialoye cherquierMedechine pour vous mais ioich retraitierTel chose ce mest vis qui me fist relaichierDont bien ie loeroye sel volies ottriierQue demain y alaisse sans point datargierEt se chose y trouuoye qui vous puist aydierVous feries grant aulmosne selonc le mien cuidierDe ce digne prophette sur les Iuis vengierraquo

laquoDangaisraquo dist lempereur laquovous estes bien parlantVous yres le matin ie vous en priie tantEt dittes a Pilatte il a passe lonc tampsQuil ne me vint seruir dont ie suy moult dollantDittes luy quil menuoye querquiet vng aufferantDe fin or et dargent et de perles autantEt si le deffyez se ce est reffusantraquo

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laquoAmisraquo dist lempereur laquome ses tu conseillierSil estoit homme au monde qui me puist aidierIamais sans luy naroye le monte dun denierQui fut dont ce prophette que tay oit nonchierraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquone le vous quier noyerCe fut vng bon preudon que Iuis firent crucefiierQui faisoit les contrais par droit radrechierLes mors ressusciter les awlles renclairierMais Iuis par enuie qui ne lorent pas chierA Iudas lachetterent li traittres lanierSy en furent pour ly donne trente deniersDedens Iherusalem le firent traueillierEt par despit le firent en vne croix drechierLongis ne veoit goutte qui estoit cheuallierOu coste le fery dune lanche dachierDont li sanc li alla iusques es mains raiierLe coer li en fendy dont le conuint deniierEt quant senti le sanc ses yeulx alla touchierDont il en vit cler si lala merchiierPuis fist on ce prophette ou sepulcre couchierAu tierch iour ressuscita si comme oyc nonchierOr vous dich que anuit ie vos vng songe songierQuen Iherusalem ou ialoye cherquierMedechine pour vous mais ioich retraitierTel chose ce mest vis qui me fist relaichierDont bien ie loeroye sel volies ottriierQue demain y alaisse sans point datargierEt se chose y trouuoye qui vous puist aydierVous feries grant aulmosne selonc le mien cuidierDe ce digne prophette sur les Iuis vengierraquo

laquoDangaisraquo dist lempereur laquovous estes bien parlantVous yres le matin ie vous en priie tantEt dittes a Pilatte il a passe lonc tampsQuil ne me vint seruir dont ie suy moult dollantDittes luy quil menuoye querquiet vng aufferantDe fin or et dargent et de perles autantEt si le deffyez se ce est reffusantraquo

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laquoSirraquo ca dit Dangais laquoie feray vo commantraquoNe scay que vous yroye la canchon alongantAu matin sapareille li seneschal plaisantA lempereur commande sa femme et ses enfantPuis monte ou pallefroy qui suef va amblantAueuc lui en mena quattre de ses sergantAssez en fist porter or et argent luisantAu riuage trouua ce croi ge cent marchantAueuc eulx est entrez par la mer vont nagantTout iusques au port dAcre ne furent arestantDangais yst de la nef quant furent arriuantAdont prist il congiet as nageurs et marchantIusques a Iherusalem ne se fut arestantOr oiies comment dieu si le fut arinantLez le temple David la se fut arestantSur vng riche bourgois qui bien estoit creantEn celui qui pour nous fut la mort endurantMais nosoit pour Pilatte en faire nuis semblant

Dieux a le seneschal richement osteleMieulx estre ne pooit en toute la chiteCelle nuit fut seruit par grande nobleteEt apries le soupper ont grant reuiel meneLy hostes apella le seneschal loeEt dist laquoDont yeste vous point ne nous soit celeraquolaquoSireraquo ce dit Dangais laquode Rome la chiteHomme suy lempereur cest fine veriteOr la prins maladiie et la si agreueLe corps a tout deffais et le vis tempesteEt la barbe keuwe et le vis alieupreMedechine voy querre dont puist estre sanneQui conseil men douroit il aroit bien ouureVenus suy demander dedens ceste citeSe de ce saint homme dont on a tant parleQui fu mis en la croix a doel et a vieteSeroit chose remesse dont on leuist sanneQui trouuer le seroit sachies en veriteIen douroy dor fin vng [se]stier mesureraquo

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laquoSirraquo ca dit Dangais laquoie feray vo commantraquoNe scay que vous yroye la canchon alongantAu matin sapareille li seneschal plaisantA lempereur commande sa femme et ses enfantPuis monte ou pallefroy qui suef va amblantAueuc lui en mena quattre de ses sergantAssez en fist porter or et argent luisantAu riuage trouua ce croi ge cent marchantAueuc eulx est entrez par la mer vont nagantTout iusques au port dAcre ne furent arestantDangais yst de la nef quant furent arriuantAdont prist il congiet as nageurs et marchantIusques a Iherusalem ne se fut arestantOr oiies comment dieu si le fut arinantLez le temple David la se fut arestantSur vng riche bourgois qui bien estoit creantEn celui qui pour nous fut la mort endurantMais nosoit pour Pilatte en faire nuis semblant

Dieux a le seneschal richement osteleMieulx estre ne pooit en toute la chiteCelle nuit fut seruit par grande nobleteEt apries le soupper ont grant reuiel meneLy hostes apella le seneschal loeEt dist laquoDont yeste vous point ne nous soit celeraquolaquoSireraquo ce dit Dangais laquode Rome la chiteHomme suy lempereur cest fine veriteOr la prins maladiie et la si agreueLe corps a tout deffais et le vis tempesteEt la barbe keuwe et le vis alieupreMedechine voy querre dont puist estre sanneQui conseil men douroit il aroit bien ouureVenus suy demander dedens ceste citeSe de ce saint homme dont on a tant parleQui fu mis en la croix a doel et a vieteSeroit chose remesse dont on leuist sanneQui trouuer le seroit sachies en veriteIen douroy dor fin vng [se]stier mesureraquo

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laquoAmisraquo ca dit Iacob laquoayes dont retourneCar pour noyent ariens de ce fait chi parleMais sil y volloit croire ie pense en veriteTel conseil lui douroye dont il seroit sanneraquoQuant li seneschal lot si ploura de piteEt lui a dit laquoBiau sire or mayes escoutteEt ie diray comment polrons auoir useraquo

Dist Dangais li seneschal qui moult preudons estoitlaquoBiau sire par ma foy qui tel chose feroitEnuers le mien seigneur et gharir le polroitIe scay certainement quassez tost y creroitCar il a du grant mal forment le coer estroitEt sil estoit gharis bien scay quil vengeroitLa mort du saint prophette dont parlez chi endroitraquolaquoAmisraquo cha dit Iacob laquopar le dieu ou on croitQue se li vostre sire ens ou prophette croitIl en sera sannez bien scay en quel esploitCar il a vne femme en celle ville endroitSelle y volloit aller tres bien le ghariroitEt par vne touaille quelle y porteroitraquolaquoCertesraquo ca dist Dangais laquose venir li plaisoitAssez arra argent et or comme il lui plairoitNa laller ne venir ia faulte ny aroitEt menaist vne femme qui bien le gharderoitraquolaquoAmisraquo ca dit Iacob laquoparlez dont en requoitTrop redoubte Pilatte le felon maleoitCar nous seriens honnis se li glous le sauoitNon pourquant se pour bien faire a mort me metoitIe tiens que la dessus dieu le me rendroitCar qui bon maistre sert bon loiier en rechoitraquo

laquoAmisraquo ca dit Iacob laquocest verite prouueeLa char du saint prophette en la croix fu peneeDalez lui fu sa mere dolente et esghareeQui tenrement plouroit souuent quey pasmeePar le men essiant ia fuisse fourseneeSe ce ne fuist saint Iehan qui la reconfortee

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laquoAmisraquo ca dit Iacob laquoayes dont retourneCar pour noyent ariens de ce fait chi parleMais sil y volloit croire ie pense en veriteTel conseil lui douroye dont il seroit sanneraquoQuant li seneschal lot si ploura de piteEt lui a dit laquoBiau sire or mayes escoutteEt ie diray comment polrons auoir useraquo

Dist Dangais li seneschal qui moult preudons estoitlaquoBiau sire par ma foy qui tel chose feroitEnuers le mien seigneur et gharir le polroitIe scay certainement quassez tost y creroitCar il a du grant mal forment le coer estroitEt sil estoit gharis bien scay quil vengeroitLa mort du saint prophette dont parlez chi endroitraquolaquoAmisraquo cha dit Iacob laquopar le dieu ou on croitQue se li vostre sire ens ou prophette croitIl en sera sannez bien scay en quel esploitCar il a vne femme en celle ville endroitSelle y volloit aller tres bien le ghariroitEt par vne touaille quelle y porteroitraquolaquoCertesraquo ca dist Dangais laquose venir li plaisoitAssez arra argent et or comme il lui plairoitNa laller ne venir ia faulte ny aroitEt menaist vne femme qui bien le gharderoitraquolaquoAmisraquo ca dit Iacob laquoparlez dont en requoitTrop redoubte Pilatte le felon maleoitCar nous seriens honnis se li glous le sauoitNon pourquant se pour bien faire a mort me metoitIe tiens que la dessus dieu le me rendroitCar qui bon maistre sert bon loiier en rechoitraquo

laquoAmisraquo ca dit Iacob laquocest verite prouueeLa char du saint prophette en la croix fu peneeDalez lui fu sa mere dolente et esghareeQui tenrement plouroit souuent quey pasmeePar le men essiant ia fuisse fourseneeSe ce ne fuist saint Iehan qui la reconfortee

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Illeucq vint vne femme malade et agreueeQui fut toute liepreuse de leure quelle fu neeElle eult a nom Veronne ainsi fu apelleeQuant de Ihesus oit courir la renommeeDes viertus quil faisoit par toute la contreeIusquau mont842 de Caluaire sen vint sans demoreeQuant Ihesus vit en croix sa sa coulpe clamee 843La mere au sauueur si la reconforteeA son doy lachena les elle la poseeSi a prinse la ghimpe du chief li a hosteeSon chier filz en toucha dont lame fut seureePar deuant le viaire a la ghimpe tourneeLors y fu sa figure et sa fache fourmeeLa femme le rendi qui bien la reghardeeAussitost quelle lot la a son vif frotteePuis fut de son grant mal toutte par assouagieA homme plus qua moy ne fu depuis moustreeSannez en yert vo sire se lui auies donneeMais quelle y aist sa touaille porteeraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquofaitte que soit mandeeraquoDont le manda Iacob sans nulle demoreeEt elle y est venue que point ne li desueeSy salua Iacob et toutte lassambleeEt Iacob la saisy et lez lui la poseeEt lui a dit laquoVeronne ie vous ay chi mandeeCar il vous fault aller a Romme la loeeEt porter vo tuaille si questre puist sanneeLa char de lempereur qui tant est agreueeBien scay que par ce point aueront grief saudeePilatte et tous les siens par qui fu lappideeLa char de Ihesucrist et en la croix naureeVechi le seneschal par qui serez meneeDu vos ne despendres nes vne chose neeraquolaquoPar ma loyraquo dist Dangais laquocest verite prouueeEt sen sera toudis de riquesse peupleeraquo

842 Il cod moult843 Il cod pasmee

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Illeucq vint vne femme malade et agreueeQui fut toute liepreuse de leure quelle fu neeElle eult a nom Veronne ainsi fu apelleeQuant de Ihesus oit courir la renommeeDes viertus quil faisoit par toute la contreeIusquau mont842 de Caluaire sen vint sans demoreeQuant Ihesus vit en croix sa sa coulpe clamee 843La mere au sauueur si la reconforteeA son doy lachena les elle la poseeSi a prinse la ghimpe du chief li a hosteeSon chier filz en toucha dont lame fut seureePar deuant le viaire a la ghimpe tourneeLors y fu sa figure et sa fache fourmeeLa femme le rendi qui bien la reghardeeAussitost quelle lot la a son vif frotteePuis fut de son grant mal toutte par assouagieA homme plus qua moy ne fu depuis moustreeSannez en yert vo sire se lui auies donneeMais quelle y aist sa touaille porteeraquolaquoSireraquo ca dit Dangais laquofaitte que soit mandeeraquoDont le manda Iacob sans nulle demoreeEt elle y est venue que point ne li desueeSy salua Iacob et toutte lassambleeEt Iacob la saisy et lez lui la poseeEt lui a dit laquoVeronne ie vous ay chi mandeeCar il vous fault aller a Romme la loeeEt porter vo tuaille si questre puist sanneeLa char de lempereur qui tant est agreueeBien scay que par ce point aueront grief saudeePilatte et tous les siens par qui fu lappideeLa char de Ihesucrist et en la croix naureeVechi le seneschal par qui serez meneeDu vos ne despendres nes vne chose neeraquolaquoPar ma loyraquo dist Dangais laquocest verite prouueeEt sen sera toudis de riquesse peupleeraquo

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laquoSireraquo ca dit Veronne laquobien me plaist et agreeraquolaquoBiaulx hostesraquo dist Dangais laquoie le vous certefieeDe retourner ariere ai ge grant desireeMais il fault quainchois soit ma parolle conteeA844 Pilatte ensement con le ma commandeeraquo

Ainsi se deuiserent ensamble la nuitiieEt puis vont reposer iusqua lab[r]e esclarchieQue solaus fut leuet qui par tout reff[l]ambieLors se leua Dangais et toutte sa maisnieEt monta sur la mulle qui fu belle et polieVng rainsiel doliuier porta par seignourieVers le temple David a sa voye aquelliePilatte y a trouuet aueuc sa maisnieA moult grant assamblee des Iuis plain denuieDeuant Pilatte vint haultement li escriielaquoPilatte entens a moi et ne le laisse myeSascoutte la parolle que je taray jehieDe par lempereour de toutte RommenieChelui de qui tu tiens icelle seignourieEt la grant prouuoste de la chite hantieBien sces que lempereour ten donna la maistriieSept ans a que par toy ne fu sa char seruieOr te mande que dor fin vne mulle querquieLy envoyes a Romme sans ce que le desdiieCar dedens Romme gist dune grant maladyeDont moult a despendut grant mestier a dayeEt sil na sa demande de par moy te deffyeMoult chier le comparas se sa char est gharyeraquoQuant Pilatte lentent tous li sanc li fourmieLors a dit a ses hommes laquoChils vassaulx me deffieIe quide vrayement que ce soit vne espiieOr le faisons destruire ce est dont ie vous priieraquolaquoSireraquo ca dit Archilant laquoce seroit grant folieMais laissies lent raller par dedens RommenieA lempereur de Romme oussy de Lombardiie

844 Il cod E366

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laquoSireraquo ca dit Veronne laquobien me plaist et agreeraquolaquoBiaulx hostesraquo dist Dangais laquoie le vous certefieeDe retourner ariere ai ge grant desireeMais il fault quainchois soit ma parolle conteeA844 Pilatte ensement con le ma commandeeraquo

Ainsi se deuiserent ensamble la nuitiieEt puis vont reposer iusqua lab[r]e esclarchieQue solaus fut leuet qui par tout reff[l]ambieLors se leua Dangais et toutte sa maisnieEt monta sur la mulle qui fu belle et polieVng rainsiel doliuier porta par seignourieVers le temple David a sa voye aquelliePilatte y a trouuet aueuc sa maisnieA moult grant assamblee des Iuis plain denuieDeuant Pilatte vint haultement li escriielaquoPilatte entens a moi et ne le laisse myeSascoutte la parolle que je taray jehieDe par lempereour de toutte RommenieChelui de qui tu tiens icelle seignourieEt la grant prouuoste de la chite hantieBien sces que lempereour ten donna la maistriieSept ans a que par toy ne fu sa char seruieOr te mande que dor fin vne mulle querquieLy envoyes a Romme sans ce que le desdiieCar dedens Romme gist dune grant maladyeDont moult a despendut grant mestier a dayeEt sil na sa demande de par moy te deffyeMoult chier le comparas se sa char est gharyeraquoQuant Pilatte lentent tous li sanc li fourmieLors a dit a ses hommes laquoChils vassaulx me deffieIe quide vrayement que ce soit vne espiieOr le faisons destruire ce est dont ie vous priieraquolaquoSireraquo ca dit Archilant laquoce seroit grant folieMais laissies lent raller par dedens RommenieA lempereur de Romme oussy de Lombardiie

844 Il cod E366

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Et sil passe oultre decha a baniere desployeTost y perdra la tieste ad ce ne faura myeraquolaquoCest bien ditraquo dist Pilatte laquoet ie le vous ottryeraquoIacob laisa moult bien en icelle nuitiieEt sa ossy Veronne vne femme bailliieEt puis sen sont partis droit a labe esclarchyeAueucq Dangais sen va Veronne ladrechieSen porte le touaille qui est digne et saintieDont Vaspasien ara la char toutte haityeSy que par yceste oeuure que vous auez oyeVint on sur le Iuis faire telle envayeQue toutte Iherusalem fu tellement assigieQuil y ot tel famine et si tresresongnieQue la mere en menga si fort fut curiieLa char de son enfant dessus le feu rostieAinsy que ie diray se ma vois est oye

Le seneschal sen va qui le coer ot ioyantO ly maine Veronne qui moult a biel samblantA Accre en845 sont entret dedens I grant callantTant nagerent qua Barlette846 si se vont ariuantEt tout iusques a Romme ne sy vont arestantLa fu ly empereur la sancte desirantEt Dampgais va Veronne a son hostel menantAu deuant lui ly vinrent sa femme et si enfantDouchement le baiserent puis le vont acollantEt Dampgay leur ala Veronne commandantEt puis vers son seigneur sen alla retournantEn son lit le trouua moult malade couchantDeuant lui sagenouille et le va saluantlaquoBien vignies seneschalraquo dist lempereur vaillantlaquoAuez vous riens pour moy trouue faire gharantraquolaquoSyraquo ce dist Dangais laquomais que fuissies creantEn celui saint prophette con alla traueillantEn croix dont fu ferut dune lanche trenchantraquo

845 Il cod Accrene846 Il cod biel estre Barlette Barlet si trova in altri testi

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Et sil passe oultre decha a baniere desployeTost y perdra la tieste ad ce ne faura myeraquolaquoCest bien ditraquo dist Pilatte laquoet ie le vous ottryeraquoIacob laisa moult bien en icelle nuitiieEt sa ossy Veronne vne femme bailliieEt puis sen sont partis droit a labe esclarchyeAueucq Dangais sen va Veronne ladrechieSen porte le touaille qui est digne et saintieDont Vaspasien ara la char toutte haityeSy que par yceste oeuure que vous auez oyeVint on sur le Iuis faire telle envayeQue toutte Iherusalem fu tellement assigieQuil y ot tel famine et si tresresongnieQue la mere en menga si fort fut curiieLa char de son enfant dessus le feu rostieAinsy que ie diray se ma vois est oye

Le seneschal sen va qui le coer ot ioyantO ly maine Veronne qui moult a biel samblantA Accre en845 sont entret dedens I grant callantTant nagerent qua Barlette846 si se vont ariuantEt tout iusques a Romme ne sy vont arestantLa fu ly empereur la sancte desirantEt Dampgais va Veronne a son hostel menantAu deuant lui ly vinrent sa femme et si enfantDouchement le baiserent puis le vont acollantEt Dampgay leur ala Veronne commandantEt puis vers son seigneur sen alla retournantEn son lit le trouua moult malade couchantDeuant lui sagenouille et le va saluantlaquoBien vignies seneschalraquo dist lempereur vaillantlaquoAuez vous riens pour moy trouue faire gharantraquolaquoSyraquo ce dist Dangais laquomais que fuissies creantEn celui saint prophette con alla traueillantEn croix dont fu ferut dune lanche trenchantraquo

845 Il cod Accrene846 Il cod biel estre Barlette Barlet si trova in altri testi

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laquoOylraquo dist lempereur laquosaloye gharissantraquolaquoSireraquo dit li vassaulsraquo congiet ie vous demandIusques a lendemain que giray retournantraquolaquoAmisraquo dist lempereur laquobien my voy acordantReuenez le matin le peuple y sera grantCar on yra Titus le mien fils couronnantTous y seront my hommes et my prinches vaillantraquoEt dist le seneschal laquoTout a vostre commandraquoVers son hostel sen va plus ny est arestantVeronne le fiestiie et le va honnourantCelle nuit vont sachies moult grant ioye menantEt quant lempereur vit lendemain apparantTantost se fist porter en la salle deuantPour y veoir Titus con aloit couronnantLe matin se leua Veronne au corps sachantLors vit vng saint preudhomme qui passoit la deuantQui du vray dieu lala doucement saluantQuant Veronne loyt se lui dit en oyantlaquoQueles homs este vous sire ne le mallez celantNe comment avez nom pour dieu le vous demand

laquoSireraquo ca dit Veronne qui le viaire ot clerlaquoEn quel loy crees vous ne le veullies celerEt quels homs este vous ditte lez sans doubterraquolaquoBelle ie croy en dieu qui se laissa penerEn croix dune lanche laissa son corps entamerSaint Pierre et saint Pol que Noiron fit finerMe firent es sains fons baptisier et leuerSy euch a nom Climen ainsi me fach nommerraquoQuant Veronne lentent si commence a plourerPour lamour des appostles quelle oit nommerDont la fait dallez ly seoir et reposerEt dist laquoSire pour dieu veuilles mes escoutterNe savez qui ie suy si le vous voel conterQuant dieu fu mis en croix cascun sent vot allerDes benois aposteles pour la mort euiterToutte lepreuse estoye sachielle sans doubterLes lui me volt la mere du sauueur apeller

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laquoOylraquo dist lempereur laquosaloye gharissantraquolaquoSireraquo dit li vassaulsraquo congiet ie vous demandIusques a lendemain que giray retournantraquolaquoAmisraquo dist lempereur laquobien my voy acordantReuenez le matin le peuple y sera grantCar on yra Titus le mien fils couronnantTous y seront my hommes et my prinches vaillantraquoEt dist le seneschal laquoTout a vostre commandraquoVers son hostel sen va plus ny est arestantVeronne le fiestiie et le va honnourantCelle nuit vont sachies moult grant ioye menantEt quant lempereur vit lendemain apparantTantost se fist porter en la salle deuantPour y veoir Titus con aloit couronnantLe matin se leua Veronne au corps sachantLors vit vng saint preudhomme qui passoit la deuantQui du vray dieu lala doucement saluantQuant Veronne loyt se lui dit en oyantlaquoQueles homs este vous sire ne le mallez celantNe comment avez nom pour dieu le vous demand

laquoSireraquo ca dit Veronne qui le viaire ot clerlaquoEn quel loy crees vous ne le veullies celerEt quels homs este vous ditte lez sans doubterraquolaquoBelle ie croy en dieu qui se laissa penerEn croix dune lanche laissa son corps entamerSaint Pierre et saint Pol que Noiron fit finerMe firent es sains fons baptisier et leuerSy euch a nom Climen ainsi me fach nommerraquoQuant Veronne lentent si commence a plourerPour lamour des appostles quelle oit nommerDont la fait dallez ly seoir et reposerEt dist laquoSire pour dieu veuilles mes escoutterNe savez qui ie suy si le vous voel conterQuant dieu fu mis en croix cascun sent vot allerDes benois aposteles pour la mort euiterToutte lepreuse estoye sachielle sans doubterLes lui me volt la mere du sauueur apeller

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Et puis mala tantost du chief la guimpe honterEncontre son visage lala tantos frotterEt dieux y fist tantost sa fache figurerBouche et yeulx y ot sans changier ne muerElle le me rendy se lalay regharderEt dieux y fist miracle dont malay conforterCar il fist mon corps gharir et repasserOncques puis ne le voch a personne moustrerFors a vng saint preudon que ie doy moult amerEn Iherusalem main Iacob se fait nommerOr vous dich pour certain chi me vot amenerLe senescal de Romme pour son seigneur sannerOr suy lie qua vous ma fait dieu assenerPar vo conseil volray dorez en auant userraquoA ces mos vint Dangais qui lala amenerIusques ens ou palais la lala presenterPar deuant son seigneur que moult deuoit amer

Moult fu grande la court si furent mains baronsLempereur se gisoit ou grant palais de nonEt si hommes sasamblent entour et enuironLa fu Titus viestu dun vermeil singlatonE vous le seneschal en sa main vng bastonTroix cop fiert sur vng bancq adont se teusit onSaint Climent commencha haultement I sermonDu saintisme prophette qui souffry passionComment resuscita la char saint LazaronComment le mirent en croix li Iuif felonComme Longhi le fery dune lanche abandonPuis li pria merchi et dieu li fist pardonDe Veronne leur conte doucement la raisonSi comme dieu li gharist la bouche et le mentonVolentiers escouterent li pluisieurs son sermonEt Climent apella Veronne sans tenchonLa ghimpe lui bailla sans nulle arestisonLors lestent Climent par grant affectionPar deuant lempereur qui mal sent a foisonMais quant vit le viaire et la belle fachon

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Et puis mala tantost du chief la guimpe honterEncontre son visage lala tantos frotterEt dieux y fist tantost sa fache figurerBouche et yeulx y ot sans changier ne muerElle le me rendy se lalay regharderEt dieux y fist miracle dont malay conforterCar il fist mon corps gharir et repasserOncques puis ne le voch a personne moustrerFors a vng saint preudon que ie doy moult amerEn Iherusalem main Iacob se fait nommerOr vous dich pour certain chi me vot amenerLe senescal de Romme pour son seigneur sannerOr suy lie qua vous ma fait dieu assenerPar vo conseil volray dorez en auant userraquoA ces mos vint Dangais qui lala amenerIusques ens ou palais la lala presenterPar deuant son seigneur que moult deuoit amer

Moult fu grande la court si furent mains baronsLempereur se gisoit ou grant palais de nonEt si hommes sasamblent entour et enuironLa fu Titus viestu dun vermeil singlatonE vous le seneschal en sa main vng bastonTroix cop fiert sur vng bancq adont se teusit onSaint Climent commencha haultement I sermonDu saintisme prophette qui souffry passionComment resuscita la char saint LazaronComment le mirent en croix li Iuif felonComme Longhi le fery dune lanche abandonPuis li pria merchi et dieu li fist pardonDe Veronne leur conte doucement la raisonSi comme dieu li gharist la bouche et le mentonVolentiers escouterent li pluisieurs son sermonEt Climent apella Veronne sans tenchonLa ghimpe lui bailla sans nulle arestisonLors lestent Climent par grant affectionPar deuant lempereur qui mal sent a foisonMais quant vit le viaire et la belle fachon

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Celle part tent ses mains par grant deuotionEt sa bouche et ses yeulx y toucha habandonAdont deuint haities comme en yauwe poissonLes esquailles queurent entour et enuironLa rouffle se desceuvre dont il y ot foisonNouuelle char li vint ne senty se bien nonEt quant gharit se sent sen ot ioye a foisonEt acolle Dangay et Veronne de nonQui lui ont pourvey sante et gharisonLors a dit a ses hommes laquoBon seneschal auonBon loyer doit auoir car present ma fait bonDe celui saint prophette qui ma fait gharisonLy Iuis lachetterent a Iudas le felonTrente deniers cousta tout de fis le scet onMal dehait aye iou se nen prench vengisonTant que pour I denier XXX Iuis douron raquo

Lempereur est gharit ne sent mal ne dollourTitus porta couronne a loy demperourOnques mais a Romme not ioye ne telle honnourVaspasien apelle son fils par grant amourlaquoBiau fils ie suis gharis merchi au creatourSe vengier ne le puis iamais naray honnourraquolaquoPereraquo dist li vassaulx laquony mettez loncq seiourFaittes vos gens semonre enuiron et enthourQuant ensamble seront li grant et li menourTout droit par haulte mer les menrons sans seiourDeuant Jherusalem mettre le siege entourSe Pilatte y est prins il morra a dollourraquolaquoVous ditez bien biau filsraquo cha dit lempereourAdont en appella Veronne par amourEt dist laquoVenez auant ie vous ayme par amourCar aportez mauez doultre la mer grignourMedechine qui ma tolue ma langhourSen arez guerredon a vo volloir ce iourChoisissies en ma terre enuiron et entourIe nay castiau ne ville plache ne haulte tourFors Romme seullement qui est de ma tenour

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Celle part tent ses mains par grant deuotionEt sa bouche et ses yeulx y toucha habandonAdont deuint haities comme en yauwe poissonLes esquailles queurent entour et enuironLa rouffle se desceuvre dont il y ot foisonNouuelle char li vint ne senty se bien nonEt quant gharit se sent sen ot ioye a foisonEt acolle Dangay et Veronne de nonQui lui ont pourvey sante et gharisonLors a dit a ses hommes laquoBon seneschal auonBon loyer doit auoir car present ma fait bonDe celui saint prophette qui ma fait gharisonLy Iuis lachetterent a Iudas le felonTrente deniers cousta tout de fis le scet onMal dehait aye iou se nen prench vengisonTant que pour I denier XXX Iuis douron raquo

Lempereur est gharit ne sent mal ne dollourTitus porta couronne a loy demperourOnques mais a Romme not ioye ne telle honnourVaspasien apelle son fils par grant amourlaquoBiau fils ie suis gharis merchi au creatourSe vengier ne le puis iamais naray honnourraquolaquoPereraquo dist li vassaulx laquony mettez loncq seiourFaittes vos gens semonre enuiron et enthourQuant ensamble seront li grant et li menourTout droit par haulte mer les menrons sans seiourDeuant Jherusalem mettre le siege entourSe Pilatte y est prins il morra a dollourraquolaquoVous ditez bien biau filsraquo cha dit lempereourAdont en appella Veronne par amourEt dist laquoVenez auant ie vous ayme par amourCar aportez mauez doultre la mer grignourMedechine qui ma tolue ma langhourSen arez guerredon a vo volloir ce iourChoisissies en ma terre enuiron et entourIe nay castiau ne ville plache ne haulte tourFors Romme seullement qui est de ma tenour

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Que ie ne vous ottroye a ioiie et a baudourEt tant de lautre auoir que prenderez sauourraquolaquoSireraquo ca dit Veronne laquopar le dieu que iaourVechy vng moult saint homme et plain de grant vallourTrestout ce que voilez li donnez par amourCar a luy ie le rens ou noin du creatourraquoDont apella Climent lempereur de vallourEt lui a dit laquoSaint homme tout par le vostre amourVous serez appostole de Romme le maiourCar il me plaiat ainsyraquo Dont ot Climent baudourEt lui a dit laquoChier sire ie vous prye par douchourQue tous ceulx qui voiront croire ou creatourQuil nayent ia par vous honte ne deshonnourEt sy prendez baptesme ou nom du creatourCar certes fait vous a moult tresgrande douchourraquo

laquoClimentraquo dist lempereur laquoor oyes ma raisonQuant jaueray vengiet le prophette JhesonEt destruit mains Iuif et ochis mains felonDe ce quil ma ghary lui renderay guerdonraquolaquoSireraquo ca dit Climent laquoa vostre deuisonraquoSaint Climent puis ce iour dont parlet vous auonFaisoit trestous les iours as paiiens I sermonA vng moult riche autel qui est de saint SimonDroit la est la tuaille que de fit le scet onEt rois Vaspasien manda ceulx denuironDe touttes pars y vinrent a sa commandisonPlus de cent mille y furent a sa deliurisonMains calains apointerent et ossy mains dromonsEt Titus li dansiaux sapointa habandonPour le saint sepulcre aidier ot grant deuotionDont sen vont les grans osts vers la mer de randonLempereur conuoya saint Climent le preudonSur li auwe de la mer a fait le benichonNosa benir le peuple pour ce que crut MahonEt ceulx sont esquippe en la mer habandonEt tant y ont nagiet au vent quil orent bonQua Accres ariuerent par dessus le sablon

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Que ie ne vous ottroye a ioiie et a baudourEt tant de lautre auoir que prenderez sauourraquolaquoSireraquo ca dit Veronne laquopar le dieu que iaourVechy vng moult saint homme et plain de grant vallourTrestout ce que voilez li donnez par amourCar a luy ie le rens ou noin du creatourraquoDont apella Climent lempereur de vallourEt lui a dit laquoSaint homme tout par le vostre amourVous serez appostole de Romme le maiourCar il me plaiat ainsyraquo Dont ot Climent baudourEt lui a dit laquoChier sire ie vous prye par douchourQue tous ceulx qui voiront croire ou creatourQuil nayent ia par vous honte ne deshonnourEt sy prendez baptesme ou nom du creatourCar certes fait vous a moult tresgrande douchourraquo

laquoClimentraquo dist lempereur laquoor oyes ma raisonQuant jaueray vengiet le prophette JhesonEt destruit mains Iuif et ochis mains felonDe ce quil ma ghary lui renderay guerdonraquolaquoSireraquo ca dit Climent laquoa vostre deuisonraquoSaint Climent puis ce iour dont parlet vous auonFaisoit trestous les iours as paiiens I sermonA vng moult riche autel qui est de saint SimonDroit la est la tuaille que de fit le scet onEt rois Vaspasien manda ceulx denuironDe touttes pars y vinrent a sa commandisonPlus de cent mille y furent a sa deliurisonMains calains apointerent et ossy mains dromonsEt Titus li dansiaux sapointa habandonPour le saint sepulcre aidier ot grant deuotionDont sen vont les grans osts vers la mer de randonLempereur conuoya saint Climent le preudonSur li auwe de la mer a fait le benichonNosa benir le peuple pour ce que crut MahonEt ceulx sont esquippe en la mer habandonEt tant y ont nagiet au vent quil orent bonQua Accres ariuerent par dessus le sablon

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Deux iours y seiournerent li nobilles baronAu tierch iour vont a Iaffe I chastiel biel et bonLa ville et le castiel assegerent enutronA iusticier adont lauoiont Iuis felonEt Roumains deuant ont tendus mains pauillonSonner font leur buisines et mains corps de laitonSe font pour establir moult belle garnisonDeuant le castiel furent V iours ou enuironQuains puis nen yasirent ne firent capplisonMais Titus prist la ville ou lui mains dansillonAbattre fist les murs bruler mainte maisonOu chastiel en auoit chinquante ou enuironArdoir virent la ville ne leur vint mie a bonLors dirent lun a lautre laquoSe chils paiien felonNous tiennent en leur mains tous pendre nous feronraquoDont bouttent leur coutiaux en leur bouche habandonEnsy se sont ochis a leur maleichonEt Titus prist la ville et chastiel et dongonDont fist criier vng bancq lempereur de renonQue on alaist par tout de maison en maisonEn cheliers et en boue que riene ny laissast onEt li Roumains le font a sa deuisionTous les Iuis qui tiennent enthour et enuironIl tuent et ochient a grant destructionMais ens vne vosure estoit vng gentils honEt mest vist que Iaffet il sappelloit par nonA Titus se rendi dumble conditionEt a Vaspasien lempereur de renonEt leur iura sa foy de vraye oppinionQuil leur vaura aidier de bonne intentionA Iherusalem prendre la chite de renonLempereur le retint dumble conditionEt puis sespandy lost parmy la region

Or fu li os payenne par toutte la contreePlus furent de cent mille toute gent redoubteeSe les conduit Titus a la chiere membreeAueucq Vaspasien qui bien fiert de lespee

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Deux iours y seiournerent li nobilles baronAu tierch iour vont a Iaffe I chastiel biel et bonLa ville et le castiel assegerent enutronA iusticier adont lauoiont Iuis felonEt Roumains deuant ont tendus mains pauillonSonner font leur buisines et mains corps de laitonSe font pour establir moult belle garnisonDeuant le castiel furent V iours ou enuironQuains puis nen yasirent ne firent capplisonMais Titus prist la ville ou lui mains dansillonAbattre fist les murs bruler mainte maisonOu chastiel en auoit chinquante ou enuironArdoir virent la ville ne leur vint mie a bonLors dirent lun a lautre laquoSe chils paiien felonNous tiennent en leur mains tous pendre nous feronraquoDont bouttent leur coutiaux en leur bouche habandonEnsy se sont ochis a leur maleichonEt Titus prist la ville et chastiel et dongonDont fist criier vng bancq lempereur de renonQue on alaist par tout de maison en maisonEn cheliers et en boue que riene ny laissast onEt li Roumains le font a sa deuisionTous les Iuis qui tiennent enthour et enuironIl tuent et ochient a grant destructionMais ens vne vosure estoit vng gentils honEt mest vist que Iaffet il sappelloit par nonA Titus se rendi dumble conditionEt a Vaspasien lempereur de renonEt leur iura sa foy de vraye oppinionQuil leur vaura aidier de bonne intentionA Iherusalem prendre la chite de renonLempereur le retint dumble conditionEt puis sespandy lost parmy la region

Or fu li os payenne par toutte la contreePlus furent de cent mille toute gent redoubteeSe les conduit Titus a la chiere membreeAueucq Vaspasien qui bien fiert de lespee

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Le chastiel orent pris grant ioiie en ont meneeCeulx de Iherusalem sceurent la destineeQue ly Roumains venoyent a baniere leueeAdont de touttes pars on fait leur assembleePar brief et par escript ont il leur gens mandeePar vne riche fieste quil orent celebreeCar ly rois Archillans ot couronne porteePour le grant effroy ont leur porte bien fremeeEt Sarazins ceuauchent a baniere leueeTitus fiat lauangarde sans nulle demoreeDroit vers Iherusalem la chite grande et leeTant ont il esploitiet et la ville suiseeEt Iuis en la ville ont leur fieste leueePour eulx esbattre as camps est la fieste crieeMais quant lost des Roumains virent si a vueeNoserent yssir hors la porte ont bien fremeePour esmouuoir la ville ont la cloque sonneeEt sont alle as murs a toutte gente armeeEt Roumains se logerent deuant enmy la preeLa tente lempereur fu haultement leueeEt la tente Titus a la fiere penseeEt Roumains vont fourant par toutte la contreeLa proye que il treuuent en lost ont ameneeMais grant besoing ont diauwe car point nen ont trouueePlus pries quan fleuue Iourdain dont la chier ont yreeDe quoy li empereur a la barbe mesleeEn appella Iaffet sans nulle demoreelaquoConseillies moy Iaffet sil vous plaist et agreeNous vous auons pour bien la vis respiteeEt pour ce nous deuez par raison ordonneeConseillier au besoing sans faussete prouueePoint nauons diauwe douche dont pas bien ne magreeEt nous dittes comment nous eu arons trouueeraquo

Quant Iaffet entendi lempereur au vif clerIl lui a dit laquoBiau sire pour vous bien conseillerFaittes touttes vos profies tuer et escorcherEt puis faites les cuirs tresbien appareillier

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Le chastiel orent pris grant ioiie en ont meneeCeulx de Iherusalem sceurent la destineeQue ly Roumains venoyent a baniere leueeAdont de touttes pars on fait leur assembleePar brief et par escript ont il leur gens mandeePar vne riche fieste quil orent celebreeCar ly rois Archillans ot couronne porteePour le grant effroy ont leur porte bien fremeeEt Sarazins ceuauchent a baniere leueeTitus fiat lauangarde sans nulle demoreeDroit vers Iherusalem la chite grande et leeTant ont il esploitiet et la ville suiseeEt Iuis en la ville ont leur fieste leueePour eulx esbattre as camps est la fieste crieeMais quant lost des Roumains virent si a vueeNoserent yssir hors la porte ont bien fremeePour esmouuoir la ville ont la cloque sonneeEt sont alle as murs a toutte gente armeeEt Roumains se logerent deuant enmy la preeLa tente lempereur fu haultement leueeEt la tente Titus a la fiere penseeEt Roumains vont fourant par toutte la contreeLa proye que il treuuent en lost ont ameneeMais grant besoing ont diauwe car point nen ont trouueePlus pries quan fleuue Iourdain dont la chier ont yreeDe quoy li empereur a la barbe mesleeEn appella Iaffet sans nulle demoreelaquoConseillies moy Iaffet sil vous plaist et agreeNous vous auons pour bien la vis respiteeEt pour ce nous deuez par raison ordonneeConseillier au besoing sans faussete prouueePoint nauons diauwe douche dont pas bien ne magreeEt nous dittes comment nous eu arons trouueeraquo

Quant Iaffet entendi lempereur au vif clerIl lui a dit laquoBiau sire pour vous bien conseillerFaittes touttes vos profies tuer et escorcherEt puis faites les cuirs tresbien appareillier

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A poie et a chiment aioindre et atachierIl teuront moult bien yauwe tant que seront enthierLe val de Iosspha faitte bien nettoyerPuis voyant iusques au fleuue iusqua mille soumierEt quant il sont venus faitte lez desquerquierEt puis il auwe ens ou val si faittez trebuchierEn moult petit de temps y ara grant viuierLes keux y aront yauwe pour faire le meugierEt bien y polront boire pallefrois et destrierraquoQuant lempereur loit ensement desraignierGrant ioye en a menet se le vot ottroiierEt lui a dit laquoAmis bien sauez conseillierAinsi sera il fait sans point de latargierraquoDont va li empereur sa gent enbesongnierEt fist tout ainsy faire quauez oit nonchierTant que le val fut plain ne le voirent laissierCheulx de Iherusalem qui pensent a ghaitierDesoubz les murs le virent soy prirent a merueillierEt li frans empereur fist ainsy besongnierEt puis si est monte sur l courant destrierAveucq lui alerent iusque a cent cheualierSi fu Titus son fils qui le corps ot leghierDangais le seneschal qui tant fait a prisierEt fut cascun arme de bon habier doublierIusqua la maistre porte ne volrent detriierSur les murs fu Pilatte qui coer ot de lanierPierres et caillaux fait moult forment apointierEt les aloit gharnir pour ruer et lanchierQuant Dangais le vit bien lala reghaitierA lempereur le va moustrer et enseignierLors lappelle ly rois et le va hault criierlaquoPilatte rendes moy la chite sans targierraquo

Vaspasien huqua par merueilleux airPilatte son prouuost que moult pooit hairEt lui a dit laquoProuuost or me faittes oirIe vous ay trop laissiet si grant honneur tenirIherusalem avez de moy a manburnir

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A poie et a chiment aioindre et atachierIl teuront moult bien yauwe tant que seront enthierLe val de Iosspha faitte bien nettoyerPuis voyant iusques au fleuue iusqua mille soumierEt quant il sont venus faitte lez desquerquierEt puis il auwe ens ou val si faittez trebuchierEn moult petit de temps y ara grant viuierLes keux y aront yauwe pour faire le meugierEt bien y polront boire pallefrois et destrierraquoQuant lempereur loit ensement desraignierGrant ioye en a menet se le vot ottroiierEt lui a dit laquoAmis bien sauez conseillierAinsi sera il fait sans point de latargierraquoDont va li empereur sa gent enbesongnierEt fist tout ainsy faire quauez oit nonchierTant que le val fut plain ne le voirent laissierCheulx de Iherusalem qui pensent a ghaitierDesoubz les murs le virent soy prirent a merueillierEt li frans empereur fist ainsy besongnierEt puis si est monte sur l courant destrierAveucq lui alerent iusque a cent cheualierSi fu Titus son fils qui le corps ot leghierDangais le seneschal qui tant fait a prisierEt fut cascun arme de bon habier doublierIusqua la maistre porte ne volrent detriierSur les murs fu Pilatte qui coer ot de lanierPierres et caillaux fait moult forment apointierEt les aloit gharnir pour ruer et lanchierQuant Dangais le vit bien lala reghaitierA lempereur le va moustrer et enseignierLors lappelle ly rois et le va hault criierlaquoPilatte rendes moy la chite sans targierraquo

Vaspasien huqua par merueilleux airPilatte son prouuost que moult pooit hairEt lui a dit laquoProuuost or me faittes oirIe vous ay trop laissiet si grant honneur tenirIherusalem avez de moy a manburnir

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Piecha ne men dagnastez amer ne chierirMais par le saint prophette qui me a fait gharirSe ie vous puis tenir ie vous feray morirraquoQuant Pilatte lentent si gitta vng souspirEnsy comme parloyent Dangais ala venirEt vit son hoste Iacob que moult pooit chierirMais nose a ly parler ne nulle rime tenirAsses lui fait des signes que bien pooit choisirEt ly rois a Pilatte si a dit sans mentirlaquoOr me dis dont vassal comment te voels cheuirIherusalem as tu de par moy a tenirOr my laisses entrer fay les portez ouurirEt les Iuis feray essilier et bruyrPourtant que au prophette firent la mort souffrirTrop fustes outrageux de telle oeuure bastirSon le veusist a droit on deust venirLe certain iugement a Romme requerirMais par celui seigneur quen croix fistez morirSe ie vous puis auoir ie vous feray fenirraquoQuant Pilatte lentent de paour va fremir

Pilatte en appella les Iuis sans demourlaquoQue ferai geraquo dist il laquode cest empereourBien scay que sil me tient ie moray a dollourraquolaquoSireraquo dist Barabam laquonayes nulle paourSoiies lies et ioyans nous vous tenrons a seignourIamais lempereur ne lara a nul iourIherusalem est forte bon murs y a et toursraquoQuant Pilatte lentent si a repris vighourA terre sabaissa si a pris vne flourSon seigneur deffya a loy de traytourLors sen part lempereur quant aprocha le tourIl iura le prophette qui fait li ot amourQue mais ne rentera a Romme le maiourSi ara prins Pilatte et mis a deshonnourEt la chite destruitte et mise en tenebrourA tente reposerent e mainent grant uigourLa nuit ont reposet desy iusques au iour

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Piecha ne men dagnastez amer ne chierirMais par le saint prophette qui me a fait gharirSe ie vous puis tenir ie vous feray morirraquoQuant Pilatte lentent si gitta vng souspirEnsy comme parloyent Dangais ala venirEt vit son hoste Iacob que moult pooit chierirMais nose a ly parler ne nulle rime tenirAsses lui fait des signes que bien pooit choisirEt ly rois a Pilatte si a dit sans mentirlaquoOr me dis dont vassal comment te voels cheuirIherusalem as tu de par moy a tenirOr my laisses entrer fay les portez ouurirEt les Iuis feray essilier et bruyrPourtant que au prophette firent la mort souffrirTrop fustes outrageux de telle oeuure bastirSon le veusist a droit on deust venirLe certain iugement a Romme requerirMais par celui seigneur quen croix fistez morirSe ie vous puis auoir ie vous feray fenirraquoQuant Pilatte lentent de paour va fremir

Pilatte en appella les Iuis sans demourlaquoQue ferai geraquo dist il laquode cest empereourBien scay que sil me tient ie moray a dollourraquolaquoSireraquo dist Barabam laquonayes nulle paourSoiies lies et ioyans nous vous tenrons a seignourIamais lempereur ne lara a nul iourIherusalem est forte bon murs y a et toursraquoQuant Pilatte lentent si a repris vighourA terre sabaissa si a pris vne flourSon seigneur deffya a loy de traytourLors sen part lempereur quant aprocha le tourIl iura le prophette qui fait li ot amourQue mais ne rentera a Romme le maiourSi ara prins Pilatte et mis a deshonnourEt la chite destruitte et mise en tenebrourA tente reposerent e mainent grant uigourLa nuit ont reposet desy iusques au iour

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Con fist criier vng banc de par lempereourQue trestous sadoubaissent li grans et ly menourEt on le fist ainsy sans faire lonc seiourVers la chite sen vont menant grande freourSonner y oissies mains corps et mains tamboursLassault se commencha a force et a vighourCeulx dedens se deffendent qui sont en grand paourEt dune part et daultre y maynent grant labourLayens auoit I sot demoret par mains ioursTrente ans y ot este ne fist aultre clamourQue Va Va mais ce mot va il criant teusioursEn ce iour fu ochis dun quairiel dune tourQuant les Iuis le virent sen orent grant paourlaquoCest une prophesieraquo ce diient li pluisoursChe fols disoit Va Va or est mors a dollourCeste chite yest destruitte et mise a dollourraquo

Ensement fu le fol ochis et affinesIacob a douchement les Iuis appelleslaquoSeigneursraquo dist li preudons laquoenuers moy entendesPlus y a de trente ans acomplis et passezQue chils sos crioit Va Va oyt souuent lauezLa chite yert destruitte adeuenir le verresNo chite est assise enuiron des tous lesCha dedens ne venra pain vin chars ne bledsSy a peu de vitaille et de Iuis assesBien sommes quarante [mil]847 qui nous aroit nombresDe femmes ne denfans nen y a nuls contesCrees conseil biau sire et si vous aduisesAnchois que no barnage soit cheens affamesraquoQuant Pilatte lentent si fu comme deruesA ses hommes escrye laquoCe viellart me prendesPar lui nous est chils maulx acrut et abosnesCar par lui a estet tout ce fait atournesEn ceste medechine que vous oy auesDont roy Vaspasien est gharis et sanesraquo

847 Il testo del cod L II 14 ha Par IIII fois CM les a on aesmes376

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Con fist criier vng banc de par lempereourQue trestous sadoubaissent li grans et ly menourEt on le fist ainsy sans faire lonc seiourVers la chite sen vont menant grande freourSonner y oissies mains corps et mains tamboursLassault se commencha a force et a vighourCeulx dedens se deffendent qui sont en grand paourEt dune part et daultre y maynent grant labourLayens auoit I sot demoret par mains ioursTrente ans y ot este ne fist aultre clamourQue Va Va mais ce mot va il criant teusioursEn ce iour fu ochis dun quairiel dune tourQuant les Iuis le virent sen orent grant paourlaquoCest une prophesieraquo ce diient li pluisoursChe fols disoit Va Va or est mors a dollourCeste chite yest destruitte et mise a dollourraquo

Ensement fu le fol ochis et affinesIacob a douchement les Iuis appelleslaquoSeigneursraquo dist li preudons laquoenuers moy entendesPlus y a de trente ans acomplis et passezQue chils sos crioit Va Va oyt souuent lauezLa chite yert destruitte adeuenir le verresNo chite est assise enuiron des tous lesCha dedens ne venra pain vin chars ne bledsSy a peu de vitaille et de Iuis assesBien sommes quarante [mil]847 qui nous aroit nombresDe femmes ne denfans nen y a nuls contesCrees conseil biau sire et si vous aduisesAnchois que no barnage soit cheens affamesraquoQuant Pilatte lentent si fu comme deruesA ses hommes escrye laquoCe viellart me prendesPar lui nous est chils maulx acrut et abosnesCar par lui a estet tout ce fait atournesEn ceste medechine que vous oy auesDont roy Vaspasien est gharis et sanesraquo

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Adoncques fu saisy Iacop li renommesSe lont mis en prison et formant enkaisnesA dieu de sainte gloire sest souuent commandesLors fina li assaulx si se sont desseuresLempereur repaira as loghes et as tresLa endroit se desarme et son riche barnesEt Titus li sien fils sest ossi dessarmesOn a cornet a li auwe souper sen sont allesA ce soupper y ot grande solempnitesEt en Iherusalem sont Iuis arresIacob est en prison qui moult sest dementesSe Ihesucrist nen pense a mort sera liureslaquoBiau sire dieuraquo dist il laquocar me secouresIa fuy au fleu Iourdain baptisies et leuesPour augmenter vo loy ou ie me suy donnesraquoEnsi disoit Iacob qui de coer fu tourblesDu roy de sainte gloire fu moult bien escoutesSon angle li tramist dont fu reconfortesDe prison le gitta les huis a deffremesParmy la porte dor len a langle menesQuant il se vit as camps de li fu dieu loesTrestout iusques as tentes ne si est arrestesDu seneschal Dangais fu bien tost aduisesMoult grant fieste li fist et moult la acollesEt deuant lempereur fu de ly presenteslaquoSireraquo ca dit Dangais laquocestui amer deuesVeronne me bailla dont vous fustes sanesraquoQuant lempereur loit vers ly sen est allesDoucement len appelle puis si la acolle

Lempereour de Romme qui fu de grant renonHonnoura bien Iacob car il y ot raisonIacob crut hien en dieu sans male ocquisonEntre lui et Iaffet furent deux compagnonAdont conta Iacob comment fu en prisonEt comment fu deliures par le volloir IhesonEt puis dist laquoEmpereur entendes ma raisonChy deuant poes estre assez et a foison

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Adoncques fu saisy Iacop li renommesSe lont mis en prison et formant enkaisnesA dieu de sainte gloire sest souuent commandesLors fina li assaulx si se sont desseuresLempereur repaira as loghes et as tresLa endroit se desarme et son riche barnesEt Titus li sien fils sest ossi dessarmesOn a cornet a li auwe souper sen sont allesA ce soupper y ot grande solempnitesEt en Iherusalem sont Iuis arresIacob est en prison qui moult sest dementesSe Ihesucrist nen pense a mort sera liureslaquoBiau sire dieuraquo dist il laquocar me secouresIa fuy au fleu Iourdain baptisies et leuesPour augmenter vo loy ou ie me suy donnesraquoEnsi disoit Iacob qui de coer fu tourblesDu roy de sainte gloire fu moult bien escoutesSon angle li tramist dont fu reconfortesDe prison le gitta les huis a deffremesParmy la porte dor len a langle menesQuant il se vit as camps de li fu dieu loesTrestout iusques as tentes ne si est arrestesDu seneschal Dangais fu bien tost aduisesMoult grant fieste li fist et moult la acollesEt deuant lempereur fu de ly presenteslaquoSireraquo ca dit Dangais laquocestui amer deuesVeronne me bailla dont vous fustes sanesraquoQuant lempereur loit vers ly sen est allesDoucement len appelle puis si la acolle

Lempereour de Romme qui fu de grant renonHonnoura bien Iacob car il y ot raisonIacob crut hien en dieu sans male ocquisonEntre lui et Iaffet furent deux compagnonAdont conta Iacob comment fu en prisonEt comment fu deliures par le volloir IhesonEt puis dist laquoEmpereur entendes ma raisonChy deuant poes estre assez et a foison

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Assault ne vous y vault le monte dun boutonMais petit ont vitaille et sont gens a foisonCest ce qui les menra en grant confusionFaittes faire fossez entour et enuironQue nen puissent yssir le anemis felonSe le faittes ensi comme dit uous auonAffamer les verres en bien briefue saisonraquolaquoPar foyraquo dist lempereur laquoensement le feronraquoDont salerent couchier tant que le iour vit onQue lempereur fist tout aprester habandonPour faire les fossez dont parlet vous auonPlus de XXm ouvries fosser y veist onA Iacob et Iaffet a fait commandisonDe deuiser louurage comme il leur samble bonPuis fist armer sa gent entour et enuironPour gharder les fosseurs que nayent se bien nonEt les ouuriers se painent par tel deuisionQuen mains de IIII iours les fossez fait il ontQuattreuins pies de let et LX de parfonLes Iuis en perchurent des murs la fachonQuy qui en fuist ioyans Pilatte ot marisonOussy eult Archilant le iosne roy felonMais Iosep les conforte et dist en sa raisonlaquoSeigneurs ne vous doubtez par amour vous prionSe li fossez sont fais nen ayez marisonA vne matinee tantos deffais seronEt sen yrons as tentes esmouuoir la tenchonSe vne fois Roumains reculler nous poonIamais iour de si pries ne nous approcheronraquo

Arcillant le Iuis qui le coer ot dollantEt Pilatte qui fu vng cuyer soudoyantAu matin se leuerent anchois labe esclairantEt uestent les haubers les healme uont lacantChascun monte un cheual au coste le bon brantEt pendent leurs escus leurs lances vont portantBien furent trente mille par le mien ensiantTous iusques as fossez ne se vont arrestant

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Assault ne vous y vault le monte dun boutonMais petit ont vitaille et sont gens a foisonCest ce qui les menra en grant confusionFaittes faire fossez entour et enuironQue nen puissent yssir le anemis felonSe le faittes ensi comme dit uous auonAffamer les verres en bien briefue saisonraquolaquoPar foyraquo dist lempereur laquoensement le feronraquoDont salerent couchier tant que le iour vit onQue lempereur fist tout aprester habandonPour faire les fossez dont parlet vous auonPlus de XXm ouvries fosser y veist onA Iacob et Iaffet a fait commandisonDe deuiser louurage comme il leur samble bonPuis fist armer sa gent entour et enuironPour gharder les fosseurs que nayent se bien nonEt les ouuriers se painent par tel deuisionQuen mains de IIII iours les fossez fait il ontQuattreuins pies de let et LX de parfonLes Iuis en perchurent des murs la fachonQuy qui en fuist ioyans Pilatte ot marisonOussy eult Archilant le iosne roy felonMais Iosep les conforte et dist en sa raisonlaquoSeigneurs ne vous doubtez par amour vous prionSe li fossez sont fais nen ayez marisonA vne matinee tantos deffais seronEt sen yrons as tentes esmouuoir la tenchonSe vne fois Roumains reculler nous poonIamais iour de si pries ne nous approcheronraquo

Arcillant le Iuis qui le coer ot dollantEt Pilatte qui fu vng cuyer soudoyantAu matin se leuerent anchois labe esclairantEt uestent les haubers les healme uont lacantChascun monte un cheual au coste le bon brantEt pendent leurs escus leurs lances vont portantBien furent trente mille par le mien ensiantTous iusques as fossez ne se vont arrestant

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Roumains sont a leurs trefs qui les uont regardantAdoncques keurent as armes si se vont adoubantLy empereur sarma et Titus son enfantDangais et Iacob et Iaffet enssieuwantDes grans fosses remplir Iuis se vont hastantAs pelles et as hoes bien les vont remplissantPuis montent es chevaulx et vont oultre passantMieulx leur venist assez que fuissent retournantCar les Roumains en viennent qui les vont encontrantLa peuist on veoir vng estour fort et grantTant bons escus trauwer et tant bons iaserantLi vns mors dessus lautre a la terre gisantEt derompre ces lances sur ces escus luisantTel cliquetich i font et tel noise vons menantQue dune lieuwe on loist qui y fuist escoutantLy noble empereur vint a lestour courantDune espee quil tint va Iuis decoppantDeuant ses cops ne dure armure tant ne quantMais quant Pilatte vit quil ny aroit gharantVers la chite sen fuit aueuc lui ArchillantQuant lempereur le vit sa gent va escriantlaquoOr tosts seigneurs apries car ie le vous commantPilatte voy fuir allez apries courantIamais niert mes amis qui ne lira sieuwantraquoDont vont Roumains apries moult radement courantA celle cache y eult vng estour moult pesantLempereur de Romme y va grant cop donnantMais riens ne le leur valli leur paine vont perdantCar Pilatte escappa et se mist a gharantPar dedens la grant porte se boutte tout errantEt Archilant oussy dont moult furent dollantMais Ioseph fu naure pries ne lalan tuantCeuist este damaige car bien estoit creantAu tresdouls Ihesuchrist qui se fu baptisantLy Iuis sont retrais dedens la chite grantPuis fremerent la porte et le pont vont haucantMais bien furent XIIm sur les camps demorantQui iamais ne verront ne femme ne enfant

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Roumains sont a leurs trefs qui les uont regardantAdoncques keurent as armes si se vont adoubantLy empereur sarma et Titus son enfantDangais et Iacob et Iaffet enssieuwantDes grans fosses remplir Iuis se vont hastantAs pelles et as hoes bien les vont remplissantPuis montent es chevaulx et vont oultre passantMieulx leur venist assez que fuissent retournantCar les Roumains en viennent qui les vont encontrantLa peuist on veoir vng estour fort et grantTant bons escus trauwer et tant bons iaserantLi vns mors dessus lautre a la terre gisantEt derompre ces lances sur ces escus luisantTel cliquetich i font et tel noise vons menantQue dune lieuwe on loist qui y fuist escoutantLy noble empereur vint a lestour courantDune espee quil tint va Iuis decoppantDeuant ses cops ne dure armure tant ne quantMais quant Pilatte vit quil ny aroit gharantVers la chite sen fuit aueuc lui ArchillantQuant lempereur le vit sa gent va escriantlaquoOr tosts seigneurs apries car ie le vous commantPilatte voy fuir allez apries courantIamais niert mes amis qui ne lira sieuwantraquoDont vont Roumains apries moult radement courantA celle cache y eult vng estour moult pesantLempereur de Romme y va grant cop donnantMais riens ne le leur valli leur paine vont perdantCar Pilatte escappa et se mist a gharantPar dedens la grant porte se boutte tout errantEt Archilant oussy dont moult furent dollantMais Ioseph fu naure pries ne lalan tuantCeuist este damaige car bien estoit creantAu tresdouls Ihesuchrist qui se fu baptisantLy Iuis sont retrais dedens la chite grantPuis fremerent la porte et le pont vont haucantMais bien furent XIIm sur les camps demorantQui iamais ne verront ne femme ne enfant

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Vers le temple sen vont Pilatte ot coer dollantEt lempereur sen va es tentes repairantQui moult auoit le coer baulx liet et ioyantDe ce que li Iuis estoiient ensi roecrant

Seigneurs or escoutes canchon de veriteAins plus vraye noistes en iour de vos aeLy empereur se fu par I matin leueLes fosses fist reffaire qui estoient estouppeLayens ne peult venir pain vin char ne bledLa furent poure gens moult forment esgharezPilatte fu moult dollant et sot le coer yreCar vitaille failly qui nen auoit plenteLaiiens ot tel hasquie et telle poureteOultre mer veusist estre qui plus auoit barneLayens furent forains li premiers affameQui estoiient venus par dedens la chitePour la feste Archilant con auoit couronneCar il neurent nul viure a leur volloir trouueCeulx qui orent vitaille si lont tresbien gardeDes chars de leurs chevaulx ont il mengiet asseIl na homme en ce monde tant eust coer adureSil encontraist ces femmes quil nen euist piteQui veist ces enfans comment il ont ploureEt comment il auoient a mengier demandeCestoit grande pite de voir la cruaulteSi grant famine fu par dedens la chiteQue vne seulle castaigne euist on acetteVolentiers vng besant de fin or esmereLa furent poure gent forment desbareteQui vont par ceste rue morant en grant vieteLa maudissent Pilatte sonnent et a plenteQuant oncques deffya lempereur redoubte

Dedens Iherusalem ot vng doel moult plenierPa[r] touttes les maisons nauoient que mengierDu fosset se complaindent et deuant et derierQui la menue gent fist forment esmayer

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Vers le temple sen vont Pilatte ot coer dollantEt lempereur sen va es tentes repairantQui moult auoit le coer baulx liet et ioyantDe ce que li Iuis estoiient ensi roecrant

Seigneurs or escoutes canchon de veriteAins plus vraye noistes en iour de vos aeLy empereur se fu par I matin leueLes fosses fist reffaire qui estoient estouppeLayens ne peult venir pain vin char ne bledLa furent poure gens moult forment esgharezPilatte fu moult dollant et sot le coer yreCar vitaille failly qui nen auoit plenteLaiiens ot tel hasquie et telle poureteOultre mer veusist estre qui plus auoit barneLayens furent forains li premiers affameQui estoiient venus par dedens la chitePour la feste Archilant con auoit couronneCar il neurent nul viure a leur volloir trouueCeulx qui orent vitaille si lont tresbien gardeDes chars de leurs chevaulx ont il mengiet asseIl na homme en ce monde tant eust coer adureSil encontraist ces femmes quil nen euist piteQui veist ces enfans comment il ont ploureEt comment il auoient a mengier demandeCestoit grande pite de voir la cruaulteSi grant famine fu par dedens la chiteQue vne seulle castaigne euist on acetteVolentiers vng besant de fin or esmereLa furent poure gent forment desbareteQui vont par ceste rue morant en grant vieteLa maudissent Pilatte sonnent et a plenteQuant oncques deffya lempereur redoubte

Dedens Iherusalem ot vng doel moult plenierPa[r] touttes les maisons nauoient que mengierDu fosset se complaindent et deuant et derierQui la menue gent fist forment esmayer

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Car volentiers sen fuissent se peuissent widierLun a lautre se combat pour la char crue mengierPour cheuaulx et pour bestes pries sont de lesragierLe fort le tault au foible la fu grant lencombrierDes dammes qui nauoiient que boire ne mengierLes herbes vont adont querant par le vregierQui trouuer puelt lortye il le prent sans dangierLa vieille gent y fu affamee premierQuant vitaille ont apris il nen ont recouurierSy se laissent cheoir comme pourchiaulx en fumierLa endroit les conuient de famine baillierLa les vist on morir de fain et deuyerEt ceulx qui sont en vie les gittent es carnierLes portes furent cuiries les cuirs en vont mengierEt par petittes pieces cuire et despechierLy enfanchon des biers seuffrent grant dangierDe fain et de mesaise commencent a schierLes meres ne les seuent de quoy rappaisierIl tirent et saquent ne treuuent que suchierFors que des tettes font sans plus le sanc widierPasmer y veissies maintes iosnes moullierEt par terre morir a doel et encombrierPilatte le prouuost a fait vng banc criierNe remaine cheual pallefroy ne destrierQue tantost on ne fache tuer et eschorchierEt par meuues pieches les faire despechierEt en mengeront ceulx qui en aront mestierEt on fist son command con ne volt detriierLayens ot vne damme qui moult fist a prisierRoynne fu dAufricque grant terre ot a baillierQuant mors fu son mary qui le viair ot fierPour lamour damme dieu voit sa terre laissierEn Iherusalem vint le sepulcre baisierTous les iours y alloit son offrande baillierLa damme ot nom Marie dont vous moez nonchierSy auoit vue fille quelle ama et tint chierMais il convint par lui la parolle adrechierQue dieux dist ains que se laissast crucefiier

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Car volentiers sen fuissent se peuissent widierLun a lautre se combat pour la char crue mengierPour cheuaulx et pour bestes pries sont de lesragierLe fort le tault au foible la fu grant lencombrierDes dammes qui nauoiient que boire ne mengierLes herbes vont adont querant par le vregierQui trouuer puelt lortye il le prent sans dangierLa vieille gent y fu affamee premierQuant vitaille ont apris il nen ont recouurierSy se laissent cheoir comme pourchiaulx en fumierLa endroit les conuient de famine baillierLa les vist on morir de fain et deuyerEt ceulx qui sont en vie les gittent es carnierLes portes furent cuiries les cuirs en vont mengierEt par petittes pieces cuire et despechierLy enfanchon des biers seuffrent grant dangierDe fain et de mesaise commencent a schierLes meres ne les seuent de quoy rappaisierIl tirent et saquent ne treuuent que suchierFors que des tettes font sans plus le sanc widierPasmer y veissies maintes iosnes moullierEt par terre morir a doel et encombrierPilatte le prouuost a fait vng banc criierNe remaine cheual pallefroy ne destrierQue tantost on ne fache tuer et eschorchierEt par meuues pieches les faire despechierEt en mengeront ceulx qui en aront mestierEt on fist son command con ne volt detriierLayens ot vne damme qui moult fist a prisierRoynne fu dAufricque grant terre ot a baillierQuant mors fu son mary qui le viair ot fierPour lamour damme dieu voit sa terre laissierEn Iherusalem vint le sepulcre baisierTous les iours y alloit son offrande baillierLa damme ot nom Marie dont vous moez nonchierSy auoit vue fille quelle ama et tint chierMais il convint par lui la parolle adrechierQue dieux dist ains que se laissast crucefiier

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Cele damme dAufricque dont ie vous senefyeOt en Iherusalem prinse sa herbe[r]g[e]rieEn lostel dune damme qui moult estoit samieClarisse fu nommee et fu de grant lignieAssez auoit vitaille et bien en fut garnieMais Iuis li tollirent la putte gent hayeNe len volrent laissier denree ne demyeDont la roynne fu durement mal baillieLenfant not que donner soir ne matinyeMoult len pesoit au coer car souef la nourieDe fain le vit morir a vne abe esclairieQuant la damme le voit forment pleur et larmieQuattre fois a la terre sest pasmee848 flastrielaquoAye my dieuraquo dist elle laquoque ie suy ahontiePour vostre loy tenir ay ma terre laissieOr voi ge mon enfant mort a doel et a hasquiePensons de lenfouuir Clarisse douce amieraquolaquoDouce dammeraquo dist elle laquoce ne ferons nous mieMieulx vault que le mengons que nous perdons la vieSe ie nay a mengier par la vierge MarieIe mengeray mes mains pour le fain qui maisgrieNe me puis soustenir tant sui ge mesaisieDe cestui viuerions se la char fuist rostyeTant que le mien ara ossy perdu la vyeEt puis le mengerons ie le vous certefyeraquolaquoClarisseraquo dist la damme laquode ce ne parlez myeCar anchois mengeroy de caroigne rostieQue mengier mon enfant pour fain qui me maistryeQuen mes costes portay bien seroy esragieraquolaquoSi ferezraquo dist Clarisse laquodouche soer et amyeIe me desesperay se de vous nay ayeMieulx vault que le mengons que nous perdons la vyeraquolaquoPar ma foy non ferayraquo ce respondi MaryelaquoIay trop plus chier morir et a perdre la vyeraquoAtant es vous vng angle qui luist et reflanbieQui deuant elle descent en leur hostelerie

848 Il cod palmee382

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Cele damme dAufricque dont ie vous senefyeOt en Iherusalem prinse sa herbe[r]g[e]rieEn lostel dune damme qui moult estoit samieClarisse fu nommee et fu de grant lignieAssez auoit vitaille et bien en fut garnieMais Iuis li tollirent la putte gent hayeNe len volrent laissier denree ne demyeDont la roynne fu durement mal baillieLenfant not que donner soir ne matinyeMoult len pesoit au coer car souef la nourieDe fain le vit morir a vne abe esclairieQuant la damme le voit forment pleur et larmieQuattre fois a la terre sest pasmee848 flastrielaquoAye my dieuraquo dist elle laquoque ie suy ahontiePour vostre loy tenir ay ma terre laissieOr voi ge mon enfant mort a doel et a hasquiePensons de lenfouuir Clarisse douce amieraquolaquoDouce dammeraquo dist elle laquoce ne ferons nous mieMieulx vault que le mengons que nous perdons la vieSe ie nay a mengier par la vierge MarieIe mengeray mes mains pour le fain qui maisgrieNe me puis soustenir tant sui ge mesaisieDe cestui viuerions se la char fuist rostyeTant que le mien ara ossy perdu la vyeEt puis le mengerons ie le vous certefyeraquolaquoClarisseraquo dist la damme laquode ce ne parlez myeCar anchois mengeroy de caroigne rostieQue mengier mon enfant pour fain qui me maistryeQuen mes costes portay bien seroy esragieraquolaquoSi ferezraquo dist Clarisse laquodouche soer et amyeIe me desesperay se de vous nay ayeMieulx vault que le mengons que nous perdons la vyeraquolaquoPar ma foy non ferayraquo ce respondi MaryelaquoIay trop plus chier morir et a perdre la vyeraquoAtant es vous vng angle qui luist et reflanbieQui deuant elle descent en leur hostelerie

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Pries de Marie vint a douce vois serieQui lui dist en loreille laquoDieu si te mande amieQue de lenfant mengier ne tesbahy miePardonne te sera du digne fruit de vieDieu voelt que par toy soit la parolle auerieraquo

Quant la damme oit langle qui tels mos a contesMoult tenrement ploura le sanc li est muesDont fut lenffant saisis et auant aportesLun des bras en ont pris et trestout decoppezSur le charbon fu mis rostir et puis tournesEt la damme plouroit piteulx mos a gittesEt dist laquoEnffes beaulx de moy fustes portesQuant ie vous mengeray ce sera grant grietesMais puis quil plaist a dieu faire conuient son gresraquoAdont chey li corps de la damme pasmesEt de Clarisse fu forment le feu hastesEt quant la char fu cuitte et bien rostie assesA la damme en presente dont li coer est tourblesTroix morsiaux en menga puis key lautre lesQuinte fois se pasma puis key lautre lesEt dist laquoLasse meschante de quelle heure fu nesLe corps de moy qui tant sy est maleuresIusques en fin du monde est chils fais reprouuesQuant iay mengiet lenfant quen mes flans ay portesHe mors quatendes vous que tosts ne mestranglesEnssi disoit la damme qui grans cris a gittesEt le flair de la char est par les rues allesPilatte yert au temple ainsi que foursenesDont appella sa gent et leur dist laquoCha venesTosts et ysnellement la quizine me queresDont chi endroit le flair si mest venu au nesFaittes comment que soit que chi men aportesSe donner on nen voelt trestoutte leur tollesraquoEt ceulx ont respondu laquoSi comme vous commandesraquoLy sergans sen tournerent qui de fain sont lassesPar le flair de la char sont tantos assenesIl busquent a lostel si leur fu deffremes

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Pries de Marie vint a douce vois serieQui lui dist en loreille laquoDieu si te mande amieQue de lenfant mengier ne tesbahy miePardonne te sera du digne fruit de vieDieu voelt que par toy soit la parolle auerieraquo

Quant la damme oit langle qui tels mos a contesMoult tenrement ploura le sanc li est muesDont fut lenffant saisis et auant aportesLun des bras en ont pris et trestout decoppezSur le charbon fu mis rostir et puis tournesEt la damme plouroit piteulx mos a gittesEt dist laquoEnffes beaulx de moy fustes portesQuant ie vous mengeray ce sera grant grietesMais puis quil plaist a dieu faire conuient son gresraquoAdont chey li corps de la damme pasmesEt de Clarisse fu forment le feu hastesEt quant la char fu cuitte et bien rostie assesA la damme en presente dont li coer est tourblesTroix morsiaux en menga puis key lautre lesQuinte fois se pasma puis key lautre lesEt dist laquoLasse meschante de quelle heure fu nesLe corps de moy qui tant sy est maleuresIusques en fin du monde est chils fais reprouuesQuant iay mengiet lenfant quen mes flans ay portesHe mors quatendes vous que tosts ne mestranglesEnssi disoit la damme qui grans cris a gittesEt le flair de la char est par les rues allesPilatte yert au temple ainsi que foursenesDont appella sa gent et leur dist laquoCha venesTosts et ysnellement la quizine me queresDont chi endroit le flair si mest venu au nesFaittes comment que soit que chi men aportesSe donner on nen voelt trestoutte leur tollesraquoEt ceulx ont respondu laquoSi comme vous commandesraquoLy sergans sen tournerent qui de fain sont lassesPar le flair de la char sont tantos assenesIl busquent a lostel si leur fu deffremes

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laquoDammeraquo cha dit li vns laquoenuers nous entendesPilatte le preuost nostre droit aduoesVoelt que de vo cuisine li ayes presentesraquolaquoPar ma foyraquo dist Clarisse laquoil en ara assesNous mengons nos enfans venez si en prenesraquoLe remanant aporte dont li brach fu hostesQuant ly sergans ce virent tous furent effreesDe hide et de paour sont en fuyant tournes

Ariere retournes si sen sont li sergantAu temple Salemon sen sont venu courantQuant Pilatte les vit sa dit laquoVenez auantAye de la vitaille que ie desiroy tantraquolaquoNenilraquo cha dit li vngs laquoau diable le commantIl na femme ne homme en ce siecle viuantQui veist oncques mais tel dolleur apparantCar de fain y menga la mere son enfantElle men volt donner mais ie fus acourantraquoQuant Pilatte lentent grant doel va demenantBien voit seront destruis et ny aront gharantIusques a lendemain va le chose delaissantQuil alla deuant lui le grant conseil mandantEt leurs a dit laquoSeigneurs allez moy conseillantOncques mais en ma vie neuch de destourbier tantCar plus ne trouuerons de vitaille noyantEt se veons no gens qui de fain vont morantRendons nous la dehors a lempereur vaillantIayme mieulx que li voye celle chite rendantCon me voist par famine sur I fumier getantraquoQuant Iuis lentendirent leur poins vont detordantEt dames et pucelles vont grant dolleur menantAs portes vont les hommes leur palmes detordantEt mandent lemperenr qua eulx il soit parlantEt il y est venus montez sur lafferantQuant li Iuis le virent si leur vont escriantlaquoSire drois empereres entendes no samblantLaissies nous ent yssir par ytel couuenantQue ne reuenrons mais en iour de no viuantraquo

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Ariere retournes si sen sont li sergantAu temple Salemon sen sont venu courantQuant Pilatte les vit sa dit laquoVenez auantAye de la vitaille que ie desiroy tantraquolaquoNenilraquo cha dit li vngs laquoau diable le commantIl na femme ne homme en ce siecle viuantQui veist oncques mais tel dolleur apparantCar de fain y menga la mere son enfantElle men volt donner mais ie fus acourantraquoQuant Pilatte lentent grant doel va demenantBien voit seront destruis et ny aront gharantIusques a lendemain va le chose delaissantQuil alla deuant lui le grant conseil mandantEt leurs a dit laquoSeigneurs allez moy conseillantOncques mais en ma vie neuch de destourbier tantCar plus ne trouuerons de vitaille noyantEt se veons no gens qui de fain vont morantRendons nous la dehors a lempereur vaillantIayme mieulx que li voye celle chite rendantCon me voist par famine sur I fumier getantraquoQuant Iuis lentendirent leur poins vont detordantEt dames et pucelles vont grant dolleur menantAs portes vont les hommes leur palmes detordantEt mandent lemperenr qua eulx il soit parlantEt il y est venus montez sur lafferantQuant li Iuis le virent si leur vont escriantlaquoSire drois empereres entendes no samblantLaissies nous ent yssir par ytel couuenantQue ne reuenrons mais en iour de no viuantraquo

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Et dist lempereour laquoNen ales plus parlantCar par chelui phrophette que fustes crucefiantAins feray de vos corps du tout a mon commandraquoEt quant Archilant va la849 parolle escoutantCest que a lempereur niront merchi trouuantAdont sest desarmes tost et incointinantEt puis si a parlet haultement en oyantEt dist a lempereur laquoAlez moy escoutantHerode fu mon pere ce sceuent li auquantIe portay la couronne quant il fu defiuantMal dehait aye iou se tout fin maintenantEns ou despit de vous ne me voy ochiantDe ma mort ne seront ia Sarazin vantantraquoPuis a saquiet lespee qui clere yert et luisantPar desoubz la mamelle se fiert I cop si grantQue on peuist veoir la pointe oultre passantEs fosses quey mort dont Roumains sont dollantEt le Iuis retournent courouchies et dollantMais Pilatte sescrye a lempereur puissantlaquoSire a moult grant tort malez vous destruisantMais prendez nostre auoir si nous laissies a tantraquolaquoPilatteraquo dist lempereur laquoie vous ay en couuantQuant de chi partires vous ny ares gharantA malle heure feiste le prophette dollantQui mon corps a ghary si le seray vengantraquo

A ces mos dont ie dis ont laissiet le plaidierLempereur retourna a ses tentes arierEt Pilatte au temple si sen va repairierEt puis fist les Iuis mander pour conseillierEt leurs a dit laquoSeigneurs or oyes mon plaidierNous auons chi dedens et argent et or mierGrant honte ce sera se Sarazins lanierQui de cha sont venus pour nous a essilier 850Mais ie scay tel enghien sel volies ottriier

849 Il cod les850 Qui il copista saltograve probabilmente un verso

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Et dist lempereour laquoNen ales plus parlantCar par chelui phrophette que fustes crucefiantAins feray de vos corps du tout a mon commandraquoEt quant Archilant va la849 parolle escoutantCest que a lempereur niront merchi trouuantAdont sest desarmes tost et incointinantEt puis si a parlet haultement en oyantEt dist a lempereur laquoAlez moy escoutantHerode fu mon pere ce sceuent li auquantIe portay la couronne quant il fu defiuantMal dehait aye iou se tout fin maintenantEns ou despit de vous ne me voy ochiantDe ma mort ne seront ia Sarazin vantantraquoPuis a saquiet lespee qui clere yert et luisantPar desoubz la mamelle se fiert I cop si grantQue on peuist veoir la pointe oultre passantEs fosses quey mort dont Roumains sont dollantEt le Iuis retournent courouchies et dollantMais Pilatte sescrye a lempereur puissantlaquoSire a moult grant tort malez vous destruisantMais prendez nostre auoir si nous laissies a tantraquolaquoPilatteraquo dist lempereur laquoie vous ay en couuantQuant de chi partires vous ny ares gharantA malle heure feiste le prophette dollantQui mon corps a ghary si le seray vengantraquo

A ces mos dont ie dis ont laissiet le plaidierLempereur retourna a ses tentes arierEt Pilatte au temple si sen va repairierEt puis fist les Iuis mander pour conseillierEt leurs a dit laquoSeigneurs or oyes mon plaidierNous auons chi dedens et argent et or mierGrant honte ce sera se Sarazins lanierQui de cha sont venus pour nous a essilier 850Mais ie scay tel enghien sel volies ottriier

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Que ia nen aueront qui vaille I seul denierEt vous aues oy lempereur prononchierQuil nous fera tout vendre cest tout son desirierCeulx qui seront vendus cest a prouuer legierPolront bien escapper espoir de ce dangierSans recepuoir la mort ne leurs corps empirierSy vous loe trestous vostre auoir a mengierCar encore en polrons bien auoir grant mestierCeulx qui escapperont de ce peril enthierSensy le voles faire bien vous say conseillierComment le mengeres tout a vo desirierA bons chisiaulx le faitte rompre et detaillierEl pesteller menut cascun en vng mortierEnsy le polres bien user et essillierEt qui trop en ara sen donne sa moullierSon frere son cousin et ceulx quil ara chierraquoQuant Iuis lentendirent commenchent a criierlaquoMoult bien a dit Pilatte ce fait a ottriierraquoLy Iuis sen tournerent ny volrent atargierQui veist ces auoirs hors des coffrez saquierHanapz et escuelles argent et or mierEn ces mortiers de keuure estamper et froissierCascun a son pooir se penoit denforchierOncques ne saresterent bien trois iours enthiersNe les nuis ensement iusques a lesclairierEt Pilatte ensement qui dieu doint encombrierA fait tout son auoir donner et exsillierIl cuiderent bien faire a leur auoir mengierMais pour ce en morurent bien XL millierQui fuissent escappez sains sauf et haitiesSe ce ne fuist leur ors que il volrent mengier

Lendemain au matin si qua prime sonnantSe sont tous assamblez li vies hommes sachantEt Pilatte meysme y est venu plourantlaquoSeigneursraquo cha dit Pilatte laquoentendez mon samblantIe vous ay iusque a chy este vostre gharantMais ores vous gherpis puis ce iour en aduant

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Que ia nen aueront qui vaille I seul denierEt vous aues oy lempereur prononchierQuil nous fera tout vendre cest tout son desirierCeulx qui seront vendus cest a prouuer legierPolront bien escapper espoir de ce dangierSans recepuoir la mort ne leurs corps empirierSy vous loe trestous vostre auoir a mengierCar encore en polrons bien auoir grant mestierCeulx qui escapperont de ce peril enthierSensy le voles faire bien vous say conseillierComment le mengeres tout a vo desirierA bons chisiaulx le faitte rompre et detaillierEl pesteller menut cascun en vng mortierEnsy le polres bien user et essillierEt qui trop en ara sen donne sa moullierSon frere son cousin et ceulx quil ara chierraquoQuant Iuis lentendirent commenchent a criierlaquoMoult bien a dit Pilatte ce fait a ottriierraquoLy Iuis sen tournerent ny volrent atargierQui veist ces auoirs hors des coffrez saquierHanapz et escuelles argent et or mierEn ces mortiers de keuure estamper et froissierCascun a son pooir se penoit denforchierOncques ne saresterent bien trois iours enthiersNe les nuis ensement iusques a lesclairierEt Pilatte ensement qui dieu doint encombrierA fait tout son auoir donner et exsillierIl cuiderent bien faire a leur auoir mengierMais pour ce en morurent bien XL millierQui fuissent escappez sains sauf et haitiesSe ce ne fuist leur ors que il volrent mengier

Lendemain au matin si qua prime sonnantSe sont tous assamblez li vies hommes sachantEt Pilatte meysme y est venu plourantlaquoSeigneursraquo cha dit Pilatte laquoentendez mon samblantIe vous ay iusque a chy este vostre gharantMais ores vous gherpis puis ce iour en aduant

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Ne vous puis mais aidier ne valloir tant ne quantSe riens vous ay meffait le pardon vous demandraquoQuant Iuis lentendent forment vont soupirantVers la porte se tournent Pilatte va deuantTout iusques au fosset ne se vont arestantTitus venoit sus son destrier courantEnuiron le fosset saloit esbanoyantSavoit aueuc lui mains cheualiers puissantQuant virent les Iuis moult se vont merueillantPilatte les perchut si les va assignantEt Titus vint a luy as esperons brochantTantos lala Pilatte par le sien nom nommantBien le congneult as armes et a lescut luisantlaquoSireraquo ca dit Pilatte laquoentendez mon samblantA vous et a vo pere nous alons tous rendantChite corps et auoir faittes ent vo commandAyes pite de nous pour dieu le vous demandBien scay que par follour ay este mesprenantMais se me volles rendre la chite souffisantCent ostoirs vous douray et cent pail doriantEt cent meutes de chiens qui bien seront cachantAueuc cent hotois et deux mille auferantEt X soumiers dargent et de fin or otantraquoQuant Titus lentendy si en va souriantPar vng message alla le sien pere mandantEt quant li empereur en seult le couuenantIl iura le prophette qui fait li eult gharantQue iamais vers Pilatte ne siroit acordantErraument sadouba puis monte en laferantVng graisle fist ruuer de lost sen va partantEt li Roumains le sieuwent cheualiers et sergantTout iusques as fosses ne se vont arrestantSy tost quil vit Pilatte se lui dist en oyantlaquoPilatte mon prouuost moult ay ie courouch grantQue vous aues este encontre moy tenantCeste belle chite or le malez rendantraquolaquoSireraquo cha dit Pilatte laquoiay este ygnorantA vous nous nous alons corps et avoir rendant

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Ne vous puis mais aidier ne valloir tant ne quantSe riens vous ay meffait le pardon vous demandraquoQuant Iuis lentendent forment vont soupirantVers la porte se tournent Pilatte va deuantTout iusques au fosset ne se vont arestantTitus venoit sus son destrier courantEnuiron le fosset saloit esbanoyantSavoit aueuc lui mains cheualiers puissantQuant virent les Iuis moult se vont merueillantPilatte les perchut si les va assignantEt Titus vint a luy as esperons brochantTantos lala Pilatte par le sien nom nommantBien le congneult as armes et a lescut luisantlaquoSireraquo ca dit Pilatte laquoentendez mon samblantA vous et a vo pere nous alons tous rendantChite corps et auoir faittes ent vo commandAyes pite de nous pour dieu le vous demandBien scay que par follour ay este mesprenantMais se me volles rendre la chite souffisantCent ostoirs vous douray et cent pail doriantEt cent meutes de chiens qui bien seront cachantAueuc cent hotois et deux mille auferantEt X soumiers dargent et de fin or otantraquoQuant Titus lentendy si en va souriantPar vng message alla le sien pere mandantEt quant li empereur en seult le couuenantIl iura le prophette qui fait li eult gharantQue iamais vers Pilatte ne siroit acordantErraument sadouba puis monte en laferantVng graisle fist ruuer de lost sen va partantEt li Roumains le sieuwent cheualiers et sergantTout iusques as fosses ne se vont arrestantSy tost quil vit Pilatte se lui dist en oyantlaquoPilatte mon prouuost moult ay ie courouch grantQue vous aues este encontre moy tenantCeste belle chite or le malez rendantraquolaquoSireraquo cha dit Pilatte laquoiay este ygnorantA vous nous nous alons corps et avoir rendant

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A vo plaisir en faittes desormais en aduantraquo

Lempereour de Romme qui tant fist a doubterFist les fosses remplir et la terre raserTant que on y pooit et venir et allerDiix mille cheualiers a fait oultre passerQui firent les Iuis hors de la ville allerPuis allerent vistement les portes reffremerSy que nuls ne peuist ariere retournerTitus a pris Pilatte le commande a gharderEt Iacob prist Ioseph car moult le volt amerBien crut en damme dieu qui se laissa penerVolentiers se fera baptisier et leuerPuis dist Vaspasien tout haultement et clerlaquoSeigneurs ie ne voel pas mon serement fausserOr viengne auant qui voelt des Iuis achetterEt trente len feray pour I denier donnerraquoVng Roumain sault auant qui oit ce parlerVng denier il bailla XXX en a fait seurerDune part les mena dont commence a iurerLa mort du saint prophette leur fera comparerA ycelle parolle ne volt plus arresterLe destrier espouronne quan quil peult randonnerEt fiert vng des Iuis deuant a lencontrerTrestout parmy le corps a fait le fier passerAu saquier hors sa lanche en wida li or clerQuant li Roumain le vit si nen seult que penserVng aultre en va ferir de son brancq qui fu clerEt le tiers et le quart va tous ius crauenterA cascun veoit on lor des pances coullerA vng des Iuis va vistement demanderQuelle chose puelt estre quil voit luire si clerlaquoSe le voir tu men dis ie te volray sauuerraquolaquoSireraquo dist li Iuis laquone le vous quier celler

Pilatte nous rouua nostre auoir a vzerTout ce que en auiesmes la dedens a gharderIa mar y enteres pour auoir conquesterDor ne dargent ny a vaillant I bouquelerraquo

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A vo plaisir en faittes desormais en aduantraquo

Lempereour de Romme qui tant fist a doubterFist les fosses remplir et la terre raserTant que on y pooit et venir et allerDiix mille cheualiers a fait oultre passerQui firent les Iuis hors de la ville allerPuis allerent vistement les portes reffremerSy que nuls ne peuist ariere retournerTitus a pris Pilatte le commande a gharderEt Iacob prist Ioseph car moult le volt amerBien crut en damme dieu qui se laissa penerVolentiers se fera baptisier et leuerPuis dist Vaspasien tout haultement et clerlaquoSeigneurs ie ne voel pas mon serement fausserOr viengne auant qui voelt des Iuis achetterEt trente len feray pour I denier donnerraquoVng Roumain sault auant qui oit ce parlerVng denier il bailla XXX en a fait seurerDune part les mena dont commence a iurerLa mort du saint prophette leur fera comparerA ycelle parolle ne volt plus arresterLe destrier espouronne quan quil peult randonnerEt fiert vng des Iuis deuant a lencontrerTrestout parmy le corps a fait le fier passerAu saquier hors sa lanche en wida li or clerQuant li Roumain le vit si nen seult que penserVng aultre en va ferir de son brancq qui fu clerEt le tiers et le quart va tous ius crauenterA cascun veoit on lor des pances coullerA vng des Iuis va vistement demanderQuelle chose puelt estre quil voit luire si clerlaquoSe le voir tu men dis ie te volray sauuerraquolaquoSireraquo dist li Iuis laquone le vous quier celler

Pilatte nous rouua nostre auoir a vzerTout ce que en auiesmes la dedens a gharderIa mar y enteres pour auoir conquesterDor ne dargent ny a vaillant I bouquelerraquo

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La furent li Roumains qui le volrent escoutterQuant il orent oy tel raison deuiserA lempereur viennent puis prendent a crierlaquoSire ien voel denree pour vo dit auererraquoEt il leur respondi laquoIe le voel agreerQui vng denier doura XXX en polra menerraquoEn plus de mille part les veist on caplerEt le roy leur faisoit les Iuis deliurerNen veult que troix denrees detenir ne gharderTrestous ionnes Iuis femmes et bacellersVous orez quil en fist mais ains volray conterComment fist la chite essillier at gaster

Seigneurs ceste canchon doit bien estre oyeLy nouueaux Titus a le chiere hardyeEntra en la chite o sa cheualerieAssez y ont trouuet riquesse et manandyePourpres et singlatons et draps de DamarieMais or fin ne argent nen trouuerent mieLy rois fist tout tourser par sa bonne maisnyeEt fist les murs abattre et maintes tours antieNy remest que le temple cest bien chose auerieEt851 la tour de David qui fu dancisserieEt quant fu la chite ensement essillieIl sen est repairies a ses tentes iolyeVenus est a son pere et doucement li pryeDe repairier ariere et le roy lui ottryeAdont a commande que lost soit deslogieQuant li payens loirent sen mainent chiere lieLe roy fist apointier en la mer ressongnieTroix nef et en cascune fist mettre sans detryeVne denree sans plus de la iuyseryeOncques denree ny eult de vitaille baillieEnsement les esquippent en la mer qui ondieAu tier iour ariuerent oes en quel partie

851 Il cod A389

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La furent li Roumains qui le volrent escoutterQuant il orent oy tel raison deuiserA lempereur viennent puis prendent a crierlaquoSire ien voel denree pour vo dit auererraquoEt il leur respondi laquoIe le voel agreerQui vng denier doura XXX en polra menerraquoEn plus de mille part les veist on caplerEt le roy leur faisoit les Iuis deliurerNen veult que troix denrees detenir ne gharderTrestous ionnes Iuis femmes et bacellersVous orez quil en fist mais ains volray conterComment fist la chite essillier at gaster

Seigneurs ceste canchon doit bien estre oyeLy nouueaux Titus a le chiere hardyeEntra en la chite o sa cheualerieAssez y ont trouuet riquesse et manandyePourpres et singlatons et draps de DamarieMais or fin ne argent nen trouuerent mieLy rois fist tout tourser par sa bonne maisnyeEt fist les murs abattre et maintes tours antieNy remest que le temple cest bien chose auerieEt851 la tour de David qui fu dancisserieEt quant fu la chite ensement essillieIl sen est repairies a ses tentes iolyeVenus est a son pere et doucement li pryeDe repairier ariere et le roy lui ottryeAdont a commande que lost soit deslogieQuant li payens loirent sen mainent chiere lieLe roy fist apointier en la mer ressongnieTroix nef et en cascune fist mettre sans detryeVne denree sans plus de la iuyseryeOncques denree ny eult de vitaille baillieEnsement les esquippent en la mer qui ondieAu tier iour ariuerent oes en quel partie

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Ly vne en Antioche852 come listoire crieEt lautre en Engleterre ala ne doubtez mieEt en Flandres la tierch a qui le fain curieOr en lairons ester si dirons ceste fieDe lempereur de Romme qui o sa baronnieQui en la mer sesquippe o sa cheualerieEn VIII iour ariuerent a Ba[r]lette lantieLors yssirent des nef leur voye ont quellieEt sen vont deuers Romme a belle ceuauchieAueuc eulx en menerent par moult fiere maistriePilatte le prouuost qui la chiere ot marieA lentrer dedens Romme fu la ioye essauchieCascun a son pooir lenpereres fiestie

A Romme droit si est lempereur repairiesSaint Climent vint encontre qui ne sest atargiesEt dist laquoDrois empereur ie vous priie et requieisVous estes reuenus sains sauf et haitiesEt Titus vostre fils dieux en soit gratiesOr me tenes couuent que soiies baptisiesraquoRespont lempereour laquoIen suy appareilliesAlez isnellement les fons saintefiiesraquoEt saint Climent ne sest de riens atargiesLes cuues fist emplir puis la saintefiiesEt eus ou non de dieu le pere droituriersPuis a fait lempereur trestou nuds despoulliersTout et incontinent fu premier baptisiesEt Titus apries ly qui en fu forment liesDangais et Iacob et Iaffet le prisiesQuant ceulx de Romme virent leur seigneurs baptisiesEn plus de mille lieux fu saint Climent huquieslaquoSire baptisies nous et si nous enseigniesraquo

Quant saint Climent lentent si en fu forment liesEn VIII iours ne fina saint Climent le prisiesCuues a fait emplir se les fait dediier

852 Altri testi hanno en tiesce terre cioegrave in Germania Dentiesce il copista avragravefatto antioche

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Ly vne en Antioche852 come listoire crieEt lautre en Engleterre ala ne doubtez mieEt en Flandres la tierch a qui le fain curieOr en lairons ester si dirons ceste fieDe lempereur de Romme qui o sa baronnieQui en la mer sesquippe o sa cheualerieEn VIII iour ariuerent a Ba[r]lette lantieLors yssirent des nef leur voye ont quellieEt sen vont deuers Romme a belle ceuauchieAueuc eulx en menerent par moult fiere maistriePilatte le prouuost qui la chiere ot marieA lentrer dedens Romme fu la ioye essauchieCascun a son pooir lenpereres fiestie

A Romme droit si est lempereur repairiesSaint Climent vint encontre qui ne sest atargiesEt dist laquoDrois empereur ie vous priie et requieisVous estes reuenus sains sauf et haitiesEt Titus vostre fils dieux en soit gratiesOr me tenes couuent que soiies baptisiesraquoRespont lempereour laquoIen suy appareilliesAlez isnellement les fons saintefiiesraquoEt saint Climent ne sest de riens atargiesLes cuues fist emplir puis la saintefiiesEt eus ou non de dieu le pere droituriersPuis a fait lempereur trestou nuds despoulliersTout et incontinent fu premier baptisiesEt Titus apries ly qui en fu forment liesDangais et Iacob et Iaffet le prisiesQuant ceulx de Romme virent leur seigneurs baptisiesEn plus de mille lieux fu saint Climent huquieslaquoSire baptisies nous et si nous enseigniesraquo

Quant saint Climent lentent si en fu forment liesEn VIII iours ne fina saint Climent le prisiesCuues a fait emplir se les fait dediier

852 Altri testi hanno en tiesce terre cioegrave in Germania Dentiesce il copista avragravefatto antioche

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Et benir et sacrer et puis leur a priesQuil entraissent dedens ceulx y vons volentiersEnsy se sont Roumains tous a dieux ottriesEt li frans empereur ne si est atargiesSes barons appella donne leur a congiesQuil iugassent Pilatte qui tant est renoiiesDont sasamblent si hommes et se sont conseilliesEt puis fu li consaulx a lempereur nonchiesQue Pilatte si soit en Vianne enuoyesCar la coustume estoit en ce temps ce sachiesQue nuls homs ne moroit mais il estoit iugiesEn la fosse en Vianne estoit mis et muchiesEnsi le tenoit on a Romme et ens es fiesEt lempereur si est volentiers ottriiesPar trente cheualiers y fu tost enuoyesDe karkans et de fiers fu il tresbien lyesLa ne veoit clarte de nului nest aidiesEn ycelle maniere ce tesmoigne li briesVesqui plus de IIII ans et puis fu deuiiesEt traine par la ville et as camps conuoyesQuant la gent lont veu cascun est escriieslaquoVela le fau Pilatte qui tant fu renoiiesPar qui Ihesu no pere fu en croix traueilliesraquo

Ainsy fu par la ville Pilatte trayenesDedens vne gisquiere la fu il enteresIl y gut bien VII ans acomplis et passesMais en ce pays aduint si grande cruaultesCar ou pays ne crut auaine vins ne bledsLespasse de VII ans quil y fu enterresDont le pays en fu tellement affamesOncques ny eult si riche qui nen fuist effreesA leuesque sen est trestout le peuple alleslaquoSireraquo font il laquopour dieu quel conseil nous douresPar quoy chils pays puist estre reconfortes

Si grant famine y a que cest grande pitesraquolaquoSeigneursraquo ca dit leuesque laquovng petit mescoutezA ioeudy du matin trestous chi reuenres

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Et benir et sacrer et puis leur a priesQuil entraissent dedens ceulx y vons volentiersEnsy se sont Roumains tous a dieux ottriesEt li frans empereur ne si est atargiesSes barons appella donne leur a congiesQuil iugassent Pilatte qui tant est renoiiesDont sasamblent si hommes et se sont conseilliesEt puis fu li consaulx a lempereur nonchiesQue Pilatte si soit en Vianne enuoyesCar la coustume estoit en ce temps ce sachiesQue nuls homs ne moroit mais il estoit iugiesEn la fosse en Vianne estoit mis et muchiesEnsi le tenoit on a Romme et ens es fiesEt lempereur si est volentiers ottriiesPar trente cheualiers y fu tost enuoyesDe karkans et de fiers fu il tresbien lyesLa ne veoit clarte de nului nest aidiesEn ycelle maniere ce tesmoigne li briesVesqui plus de IIII ans et puis fu deuiiesEt traine par la ville et as camps conuoyesQuant la gent lont veu cascun est escriieslaquoVela le fau Pilatte qui tant fu renoiiesPar qui Ihesu no pere fu en croix traueilliesraquo

Ainsy fu par la ville Pilatte trayenesDedens vne gisquiere la fu il enteresIl y gut bien VII ans acomplis et passesMais en ce pays aduint si grande cruaultesCar ou pays ne crut auaine vins ne bledsLespasse de VII ans quil y fu enterresDont le pays en fu tellement affamesOncques ny eult si riche qui nen fuist effreesA leuesque sen est trestout le peuple alleslaquoSireraquo font il laquopour dieu quel conseil nous douresPar quoy chils pays puist estre reconfortes

Si grant famine y a que cest grande pitesraquolaquoSeigneursraquo ca dit leuesque laquovng petit mescoutezA ioeudy du matin trestous chi reuenres

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La fieste saint Marcq sera et sa solempnitesPourcession feronsraquo Ceulx se seront acordesA ce iour si se sont tous vers lui retournesMais a leuesque fut vng briefuet aportesPar vng angle du chiel et li fu presentesQue cestoit pour Pilatte qui la fu enterresDont commanda leuesque que de terre soit ostesEt ceulx y sont courut de bonne vollentesA pilles et a howes si fu tantost trouuesPar desoubs une pierre de la lont desterresEt tout oussy enthier que quant y fu boutes

Quant Pilatte trouuerent moult se vont merueillantLeuesque commanda con aportast erantVng tonniel bon et fort pour mettre le tirantEt que hors du pays on le voist troudelantTantos et sans demeure il on fait son ymantDedens le tonniel mirent le cuyers soudoiantGitte lont en la mer au diauble le commantLeuesque retourna moult haultement chantantEt le peuple apries lui les orisons disantAu moustier sont venus li petis et li grantEt gratierent dieu le pere royamantApries vint ou pays vne plente si grantLy fourmens et li vins furent si habondantQue tout par tout sala le pays repeuplantEt Pilatte sen va parmy la mer flotantA vng mont sest hurte con apelle BaucantLa roche sest esprise quant senti le tirantEt encores art elle si que len va disantMais ie vous en lairay se men seray taisantLy ame Pilatte est en enfer le puantDieux nous en gharde tous par son digne commantLequel si vit et regne ou trosne triumphantEstre y puissons nous tous en la parfin manantCeulx qui sont trespasses et ceulx qui sont viuant

In secula seculorum Dittes amen392

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La fieste saint Marcq sera et sa solempnitesPourcession feronsraquo Ceulx se seront acordesA ce iour si se sont tous vers lui retournesMais a leuesque fut vng briefuet aportesPar vng angle du chiel et li fu presentesQue cestoit pour Pilatte qui la fu enterresDont commanda leuesque que de terre soit ostesEt ceulx y sont courut de bonne vollentesA pilles et a howes si fu tantost trouuesPar desoubs une pierre de la lont desterresEt tout oussy enthier que quant y fu boutes

Quant Pilatte trouuerent moult se vont merueillantLeuesque commanda con aportast erantVng tonniel bon et fort pour mettre le tirantEt que hors du pays on le voist troudelantTantos et sans demeure il on fait son ymantDedens le tonniel mirent le cuyers soudoiantGitte lont en la mer au diauble le commantLeuesque retourna moult haultement chantantEt le peuple apries lui les orisons disantAu moustier sont venus li petis et li grantEt gratierent dieu le pere royamantApries vint ou pays vne plente si grantLy fourmens et li vins furent si habondantQue tout par tout sala le pays repeuplantEt Pilatte sen va parmy la mer flotantA vng mont sest hurte con apelle BaucantLa roche sest esprise quant senti le tirantEt encores art elle si que len va disantMais ie vous en lairay se men seray taisantLy ame Pilatte est en enfer le puantDieux nous en gharde tous par son digne commantLequel si vit et regne ou trosne triumphantEstre y puissons nous tous en la parfin manantCeulx qui sont trespasses et ceulx qui sont viuant

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FINE DEL PRIMO VOLUME

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FINE DEL PRIMO VOLUME

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INDICEdei Capitoli del primo Volume

CAPITOLO I

LA GLORIA E IL PRIMATO DI ROMA PAG 1

CAPITOLO II

LE ROVINE DI ROMA ED I MIRABILIA raquo 44

CAPITOLO III

LA FONDAZIONE DI ROMA raquo 78

CAPITOLO IV

LE MERAVIGLIE E LE CURIOSITAgrave DI ROMA raquo 109

CAPITOLO V

I TESORI DI ROMA raquo 152

CAPITOLO VI

LA POTENZA DI ROMA raquo 182

CAPITOLO VII

LA LEGGENDA DEGLIMPERATORI raquo 230

CAPITOLO VIII

GIULIO CESARE raquo 248

CAPITOLO IX

OTTAVIANO AUGUSTO raquo 308

CAPITOLO X

NERONE PAG 332

CAPITOLO XI

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INDICEdei Capitoli del primo Volume

CAPITOLO I

LA GLORIA E IL PRIMATO DI ROMA PAG 1

CAPITOLO II

LE ROVINE DI ROMA ED I MIRABILIA raquo 44

CAPITOLO III

LA FONDAZIONE DI ROMA raquo 78

CAPITOLO IV

LE MERAVIGLIE E LE CURIOSITAgrave DI ROMA raquo 109

CAPITOLO V

I TESORI DI ROMA raquo 152

CAPITOLO VI

LA POTENZA DI ROMA raquo 182

CAPITOLO VII

LA LEGGENDA DEGLIMPERATORI raquo 230

CAPITOLO VIII

GIULIO CESARE raquo 248

CAPITOLO IX

OTTAVIANO AUGUSTO raquo 308

CAPITOLO X

NERONE PAG 332

CAPITOLO XI

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TIBERIO VESPASIANO TITO 362

APPENDICI AL CAPITOLO XIAPPENDICE A 403APPENDICE B 416APPENDICE C 429

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TIBERIO VESPASIANO TITO 362

APPENDICI AL CAPITOLO XIAPPENDICE A 403APPENDICE B 416APPENDICE C 429

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  • Liber Liber
  • PREFAZIONE
  • CAPITOLO I
  • CAPITOLO II
  • CAPITOLO III
  • CAPITOLO IV
  • CAPITOLO V
  • CAPITOLO VI
  • CAPITOLO VII
  • CAPITOLO VIII
  • CAPITOLO IX
  • CAPITOLO X
  • CAPITOLO XI
  • APPENDICE A
  • APPENDICE B
  • APPENDICE C
  • INDICE dei Capitoli del primo Volume
Page 3: Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo ......evo. Roma antica e la sua storia indimenticabile. Non preoccuperò qui il mio soggetto, nè dirò cose che il lettore potrà
Page 4: Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo ......evo. Roma antica e la sua storia indimenticabile. Non preoccuperò qui il mio soggetto, nè dirò cose che il lettore potrà
Page 5: Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo ......evo. Roma antica e la sua storia indimenticabile. Non preoccuperò qui il mio soggetto, nè dirò cose che il lettore potrà
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Page 9: Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medio Evo ......evo. Roma antica e la sua storia indimenticabile. Non preoccuperò qui il mio soggetto, nè dirò cose che il lettore potrà
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