Robert Bellah (1927-2013) e collaboratori. L’individualismo americano che Tocqueville descrisse...
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Le abitudini del cuoreIndividualismo e impegno nella società complessa (1985)
Robert Bellah (1927-2013)e collaboratori
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Argomento
L’individualismo americano che Tocqueville descrisse con un misto di ammirazione e preoccupazione (p.8)
Attenzione rivolte ai costumi e alle «abitudini del cuore» (habits)
La relazione tra vita privata e vita pubblica
La classe media bianca americana
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Un viaggio negli Stati Uniti, centocinquant’anni dopo Tocqueville
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Metodo
Oltre 200 interviste dal 1979 al 1984 Sfera privata dell’amore e del
matrimonio Sfera della cura del sé: psicologi,
psicoterapeuti. psichiatri Impegno nella vita pubblica, associazioni
volontarie e politica locale
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Obiettivi
Il «vocabolario morale» dell’individualismo americano
I fini di una «vita buona» Raggiungere le priorità che mi pongo▪ Come so che le mie priorità sono giuste?
Essere impegnati nella famiglia e nella comunità▪ Come so che la mia famiglia e la mia comunità sono degne di
lealtà? Liberarsi dalle convenzioni, essere aperti e tolleranti▪ Liberati per che cosa?
Partecipare alla lotta politica, per una società più giusta▪ Come definisco una società più giusta?
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I linguaggi morali dell’individualismo
La tradizione biblica J. Winthrop: benessere della comunità
La tradizione repubblicana T. Jefferson: tutti gli uomini sono creati
uguali B. Franklin: l’individuo può progredire
sulla base della propria iniziativa In una società in cui ciascuno persegue il
proprio interesse, il bene comune sorge spontaneamente
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I linguaggi morali dell’individualismo
Individualismo democratico A. de Tocqueville: «un’idea nuova. I nostri
padri conoscevano soltanto l’egoismo» (p. 56). Ogni cittadino si isola con la propria famiglia, abbandona la società a se stessa. Ritiene di avere in mano il proprio destino. Isolamento pernicioso per la libertà
Individualismo espressivo W. Whitman: una vita ricca di esperienze e
di forti sentimenti
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I personaggi di oggi
L’imprenditore: industrializzazione, grandi città, periferie povere. Uomo fatto da sé
Il manager: organizzare le risorse, migliorare la posizione nel mercato. Atteggiamento strumentale, in contrasto con vita familiare
Lo psicoterapeuta: mancata corrispondenza tra la struttura del Sé e l’organizzazione del lavoro. Liberazione e realizzazione dell’individuo. Efficacia della vita.
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Imperativi dell’individualismo
Trovare se stessi Matrimonio e famiglia come
espressività Atteggiamento terapeutico per cura
del Sé Diritti e autonomia individuale,
compatibili con il conformismo Tensione privato/pubblico Pluralismo religioso
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Modernità
Modernità come processo di separazione e individuazione
La promessa della modernità si sta eclissando: fanatismo ideologico, oppressione politica, rischio per le forme di vita sulla terra, povertà nel mondo
Nostalgia di coesione e di significato
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«I nostri problemi oggi non sono solo politici. Essi sono morali ed hanno a che fare con il significato della vita. Ora che lo sviluppo economico sta traballando… Stiamo cominciando a capire che la nostra vita comune richiede qualcosa in più di un interesse esclusivo per l’accumulazione materiale. Forse la vita non è una gara il cui unico scopo è arrivare primi…Avremmo bisogno di ricordare che non ci siamo creati da soli, che siamo debitori di chi siamo alle comunità che ci hanno formato… Avremmo bisogno di vedere la storia della nostra vita su questa terra non come un successo ininterrotto, ma come una storia tanto di sofferenza quanto di gioia…» (p. 368)
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«Soprattutto, avremmo bisogno di ricordare la nostra povertà. Siamo stati chiamati un popolo di ricchi… Tuttavia la verità della nostra condizione è la povertà. In ultima analisi, siamo indifesi su questa terra. I nostri beni materiali non ci hanno dato la felicità….Una visione di questo genere non è né conservatrice né liberal nei termini dello spettro artificialmente ristretto dell’attuale discorso politico americano. Non cerca di tornare all’armonia della società ‘tradizionale’… ma insiste… sul fatto che la vita umana è vissuta in equilibrio tra fede e dubbio» (p. 369)