Notizie di Settembre-Dicembre2013 - Trio Lescano...inestimabile, sia sul piano storico-documentale...

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http://www.trio-lescano.it/ Notizie di Settembre-Dicembre2013 Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore Domenica 1° Settembre 2013 Raccomandiamo a tutti i nostri fedeli lettori di non perdere le Notizie di domani: vi troveranno infatti novità realmente di spicco! Dopo la pausa estiva, Simone Calomino ha ripreso a postare nuove canzoni rare delle Lescano nel Canale Ufficiale del sito, da lui curato con esemplare passione. Il 30 Agosto scorso è stata la volta del bel tango di Jean Lenoir e André de Badet (testo italiano di Umberto Bertini) Una chitarra e quattro parole d’amore, interpretato da Emilio Livi accompagnato con la consueta maestria dalle Olandesine. Puntuale e – come sempre – azzeccato il commento di Lele Del Gatto. Link: http://www.youtube.com/watch?v=KK6o0oXVlYA&list=TLlnCq0GIwa0E Mail di Vito Vita: «Amici, vi invio la scansione di una pagina del catalogo di un negozio di dischi torinese, Astori, che era in piazza Castello. Non è precisato l’anno ma ritengo, dai dischi che vi sono citati, che possa essere del 1937; la pagina che vi mando è quella dove sono inserite le incisioni del Trio Lescano». Mail di Antonio Mastrorocco : «Caro Curatore, questa sera ho rivisto un vecchio film italiano, datato 1943: In due si soffre meglio del regista Nunzio Malasomma, con Carlo Ninchi, Dedi Montano e Carlo Campanini. Con mia grande sorpresa vi ho

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    Notizie di Settembre-Dicembre2013

    Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini

    presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore

    ◙ Domenica 1° Settembre 2013 ♦ Raccomandiamo a tutti i nostri fedeli lettori di non perdere le Notizie di domani: vi troveranno infatti novità realmente di spicco! ♦ Dopo la pausa estiva, Simone Calomino ha ripreso a postare nuove canzoni rare delle Lescano nel Canale Ufficiale del sito, da lui curato con esemplare passione. Il 30 Agosto scorso è stata la volta del bel tango di Jean Lenoir e André de Badet (testo italiano di Umberto Bertini) Una chitarra e quattro parole d’amore, interpretato da Emilio Livi accompagnato con la consueta maestria dalle Olandesine. Puntuale e – come sempre – azzeccato il commento di Lele Del Gatto. Link: http://www.youtube.com/watch?v=KK6o0oXVlYA&list=TLlnCq0GIwa0E ♦ Mail di Vito Vita: «Amici, vi invio la scansione di una pagina del catalogo di un negozio di dischi torinese, Astori, che era in piazza Castello. Non è precisato l’anno ma ritengo, dai dischi che vi sono citati, che possa essere del 1937; la pagina che vi mando è quella dove sono inserite le incisioni del Trio Lescano».

    ♦ Mail di Antonio Mastrorocco : «Caro Curatore, questa sera ho rivisto un vecchio film italiano, datato 1943: In due si soffre meglio del regista Nunzio Malasomma, con Carlo Ninchi, Dedi Montano e Carlo Campanini. Con mia grande sorpresa vi ho

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    trovato le sorelle Codevilla (allora conosciute come Trio Villalba oppure Trio Capinere), che – al pari delle Lescano, apparse nel film L’argine del 1937 per cantare O luna pallida – cantano Canzone va’ di Bixio e De Torres. Né i titoli di testa, né tampoco i vari dizionari del cinema citano la loro presenza! Può interessare a qualcuno questa mia scoperta?». Pensiamo proprio di sì ed è per questo motivo che giriamo la mail ai nostri amici del sito Ricordando i Trii Vocal [http://triivocali.weebly.com/index.html]. Ultim’ora ♦ Mail di Cesare Benzoni: «Confermando quanto dice Antonio Mastrorocco (ma dove mai li vedrà questi film?), faccio presente che il Dizionario del Cinema Italiano ed. Gremese riporta anche una seconda canzone di Bixio e Ferrante de Torrres: C’è una casetta alla periferia. Sempre con i più vivi complimenti».

    ◙ Lunedì 2 Settembre 2013 ♦ Simone Calomino ha compiuto agli inizi dello scorso Luglio un viaggio di studio e di ricerca in varie città del Nord Italia. A Livorno ha incontrato il collezionista Giorgio Solinas, nostro collaboratore tra i più generosi, che gli ha mostrato una pagina staccata, purtroppo in cattive condizioni di conservazione, proveniente da un “Canzoniere della Radio” della seconda serie, datato 1945: in essa c’è una foto a retino largo, mai vista in precedenza, delle Lescano, più unite che mai, insieme al loro pianista preparatore, il M° Carlo Prato, pure lui in ottima forma. Una magnifica acquisizione, non c’è che dire, per la quale siamo oltremodo grati agli amici Giorgio e Simone (che ha provveduto a scansionare l’immagine e a inviarcela). Ma c’è di più! Giorgio ha infatti promesso che ci manderà quanto prima un interessante articolo, sempre dal “Canzoniere” del primissimo dopoguerra, dove si parla di un incidente capitato a Giuditta, della misteriosa scomparsa di Caterinetta, finita in Sardegna, e infine di... Maria Bria!

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    ♦ Al termine di un lungo e delicato lavoro di preparazione, portato avanti dal nostro team di ricercatori (o, per meglio dire, dalla sua punta di diamante), è felicemente andata in porto un’acquisizione di grande rilievo, per la quale ha avuto un ruolo decisivo Manuel Carrera, grazie all’impeccabile professionalità e al tatto signorile, veramente d’altri tempi, che lo contraddistinguono. Ecco di che si tratta. Luciana *, una signora fine e colta che, per insindacabili motivi che non abbiamo difficoltà a comprendere, ci ha chiesto di non rivelare il suo cognome, ci ha non solo aperto senza veli lo scrigno dei propri ricordi più intimi e cari, ma ha spinto l’innata generosità fino a farci un dono di valore per noi inestimabile, sia sul piano storico-documentale che su quello affettivo, considerando i sentimenti di ammirazione, per non dire di amore, che tutti noi nutriamo per le Sorelle Lescano. Tale donazione riguarda una parte rilevante del suo archivio personale, comprendente documenti degli anni Cinquanta e Sessanta relativi a Caterina Lescano e al suo entourage: foto e lettere autografe, la maggior parte di suo pugno, le restanti di altri mittenti. Tutto materiale – è giusto sottolinearlo bene – di cui nessuno, prima d’ora, conosceva (e neppure immaginava) l’esistenza. È dunque facile immaginare in quale stato di febbrile eccitazione il nostro biografo ufficiale delle Olandesine, Virgilio Zanolla, abbia preso visione di questo tesoro, tanto più che non ha tardato a scoprirvi delle notizie biografiche inedite e anche sorprendenti, che lo inducono a rivedere in parte la storia di Kitty (e di riflesso anche quella di Sandra e di Giuditta) dal 1946, anno in cui essa si separò dalle sorelle, causando la fine del Trio originale, fino al 1965, anno della sua morte così tragicamente prematura. Non c’è dubbio che il modo più soddisfacente per rendere di pubblico dominio questo archivio sarebbe quello diretto, vale a dire pubblicandone integralmente le scansioni a buona definizione in un pdf, come è stato fatto in passato per altri importanti archivi da noi acquisiti, per esempio quello del M° Carlo Prato. Nel caso presente, tuttavia, abbiamo dovuto, a causa degli impegni presi con la donatrice, scegliere l’unica via percorribile, ossia quella di pubblicare non già gli originali bensì la loro trascrizione, effettuata da Virgilio con ogni possibile cura. In essa, per rispettare appunto le legittime richieste della signora che ci ha offerto l’archivio, alcuni dati sensibili sono stati rimpiazzati da asterischi (*, ** o ***). La pubblicazione in oggetto, data la sua natura di work in progress, avverrà un po’ per volta, anche se alla fine tutto il materiale si troverà riunito in un unico pdf. Iniziamo così presentando le prime due lettere di Caterina, più una sua foto inedita. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Lettere_di_Caterina_Leschan_1954-1961_1.pdf. Un’ultima precisazione. Come nel caso di altre donazioni (ci riferiamo in particolare all’archivio di Aldo Donà, regalatoci da suo fratello Gastone), noi ci consideriamo solo i custodi temporanei di tale prezioso materiale. Il giorno in cui venisse creato, auspicabilmente a Torino, un Museo della Canzone Italiana (intendiamo un museo vero, e non solo virtuale), sarà nostra cura trasferirvi tutto ciò che si trova nelle nostre mani, con l’augurio che i possessori di altri archivi, siano essi collezionisti o familiari di artisti, vogliano fare lo stesso. Noi pensiamo infatti che la Cultura sia un bene che non merita di finire tristemente (e senza alcuna utilità) nel buio di una cassaforte:

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    siamo convinti che essa viva e irradi la propria luce solo quando è accessibile a tutti, poco importa se studiosi dei più seri o semplici appassionati. ♦ Mail dei Curatori del sito Ricordando i Trii Vocali: «Cari Amici, che bello risentirci dopo le vacanze, che speriamo siano state piacevoli per tutti! Abbiamo da darvi una notizia importante: la Newsletter del sito si trasferisce su Facebook! Infatti, d’ora in poi, pubblicheremo le notizie sul modernissimo Social Network e, per seguirle, basterà cliccare “Mi piace” sulla nostra pagina: https://www.facebook.com/pages/Ricordando-i-Trii-Vocali/229028700517119. Chi non avesse il Social Network, è pregato di rispondere a questa email [[email protected]]. In questo modo continueremo senza alcun problema a tenervi al corrente, tramite la posta elettronica, sugli aggiornamenti settimanali. Fateci sapere e... aspettiamo un grande incremento dei “Mi piace”! Il 4 Settembre ricominceremo a pubblicare nuove ed interessantissime notizie!».

    ◙ Martedì 3 Settembre 2013 ♦ Mail di Simone Calomino: «Che splendidi documenti state pubblicando! Al contempo, però, essi sono molto tristi, perché ci mostrano chiaramente quanto fosse precaria la salute della nostra amata Kitty... Attendo ansiosamente di leggere le sue prossime lettere! Sono d’accordo con l’affermazione che il materiale originale in nostro possesso sarebbe meglio affidarlo a un museo che lo esponga. Il punto dolente è che conosciamo bene gli enti che si occupano di queste cose... Prendiamo due casi, ma ce ne sarebbero molti altri: 1) il Museo della Canzone di Sanremo, brillantemente creato da Erio Tripodi, ma gestito attualmente da incompetenti, per cui è ormai caduto in una grave crisi: con l’allagamento dei capannoni è facile immaginare quanto materiale sia andato perduto per sempre... 2) l’ICBSA che, pur non essendo un museo, è comunque il classico esempio di archivio gravemente minato dall’eccessiva burocrazia. Come se ciò non bastasse, gira voce che i preziosi dischi della DDS vengano, senza troppi problemi, venduti sottobanco: basterebbe conoscere le persone “giuste”. Credo perciò che sia meglio che le cose le tengano gli appassionati che le fanno rivivere. Sia chiaro che non sto parlando di certi collezionisti (come quello, ben noto, che vive a Roma), i quali si tengono gelosamente tutto per sé, ma di quelli che amano sul serio queste cose e hanno piacere a condividerle! Sarebbe semmai auspicabile che questi appassionati le “prestassero” ai musei affinché siano accessibili a tutti, ma facendo sì che rimangano di cura e proprietà dell’intelligente appassionato, in modo da evitare che vadano in rovina o siano vendute di nascosto. L’anima della ricerca siamo noi appassionati, e noi, senza i nostri archivi, non avremmo nulla da condividere!». ♦ Mail di Manuel Carrera: «Bella la nuova foto delle Lescano del 1945, anche se le Nostre sembrano un po’... “sfatte”! E soprattutto: che Giuditta sia stata posizionata su uno sgabello?». ♦ Il ricco dossier su Giovanni D’Anzi offertoci da Giorgio Zoffoli è finalmente pronto per la pubblicazione: siamo dunque lieti di metterlo a disposizione di tutti gli ammiratori di questo grande compositore. Su D’Anzi, che ha firmato ben 9 canzoni

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    incise dalle Lescano, fra cui alcune sono da annoverare tra i loro maggiori successi (Bambina innamorata, Il maestro improvvisa, Ma le gambe, Non dimenticar le mie parole, Signorina Grandi Firme…), si veda anche il materiale offertoci due anni fa dal nipote Tony. Links: http://www.trio-lescano.it/pdf/Giovanni_D%E2%80%99Anzi.pdf http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/archivio_giovanni_d%27anzi.pdf ◙ Mercoledì 4 Settembre 2013 ♦ Mail di Manuel Carrera: «Carissimi, ho richiesto alla Biblioteca Nazionale le scansioni dell’articolo menzionato da Caterinetta (“Oggi” del 26 Marzo 1959), dedicato a Maria Luisa Boncompagni. Come sospettavo, la foto delle Lescano è sempre la solita e non ci sono notizie sul loro conto. Ma può essere comunque di nostro interesse». Link: http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/Maria_Luisa_Boncompagni.pdf ♦ Mail dai Curatori del sito Ricordando i Trii Vocali: «Cari Amici, bentornati a tutti dalle vacanze! Vi invitiamo a visitare la nuova versione del nostro sito [http://triivocali.weebly.com/], con tante novità... Ricordatevi di passare dalla sezione Notizie!».

    ◙ Giovedì 5 Settembre 2013 Mail di Virgilio Zanolla: «Ho avuto una lunga conversazione con Lia Origoni. È una donna eccezionale: ha quasi 94 anni e la voce – molto bella – di una quarantenne! Inoltre è vivacissima, intelligente, curiosa, conosce e pratica Internet sicuramente meglio della media ed è stata, da giovane, una bella donna.

    Ha cantato con lo stesso entusiasmo opere liriche, canzoni, operette; ha recitato nella prosa e nella rivista, e conosciuto tutti i più grandi artisti dell’epoca. Mi ha detto di aver lavorato con le Lescano (con le quali, peraltro, non ha quasi avuto alcun rapporto) in alcune serate al Politeama Genovese, in occasione di Viva la radio! Quindi, aggiungo io, il 4-8 Dicembre 1939. In pratica, credo che la Origoni sia ormai l’ultima artista vivente ad aver preso parte a questa mitica rivista. Poi – ci fosse stato

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    Manuel! – mi ha parlato di Norma Bruni: elogiandone la voce, ma esprimendo garbate riserve sulla persona».

    ◙ Sabato 7 Settembre 2013 Mail di Roberto Berlini: «Vorrei affrontare il discorso sulle collezioni private in funzione dei “beni musicali mobili”, di cui si è parlato di recente. Personalmente ho sempre considerato con diffidenza certi aspetti del collezionismo, avendo osservato in non pochi casi un’autentica degenerazione patologica, più che una nobile passione. È questo un argomento che sto approfondendo in un testo nato dalla mia tesina di maturità [v. le Notizie del 5 Luglio 2013], e spero che diventi un vero e proprio saggio. Il collezionismo è infatti una parte fondamentale della nostra storia culturale (musicale e non), che è doveroso esaminare con cura. Purtroppo sono ancora frequenti i casi in cui il collezionista, avido e senza scrupoli, non coopera affatto alle attività di ricerca portate avanti da una rete di studiosi. L’Italia è stata uno dei primi paesi a dotarsi di norme per tutelare i beni culturali, e la prima in quella inerente al paesaggio, norma sancita anche nella Costituzione (Articolo 9). Il problema fondamentale per cui un collezionista non è tenuto, nel modo più assoluto, a condividere e farci partecipi del suo patrimonio dipende dal fatto che nessuna norma riconosce e tutela il bene musicale, e di conseguenza il valore culturale delle cose collezionate in tale settore. In quello dei beni culturali standard, invece, oltre ad esserci un forte interesse dello Stato e delle Istituzioni pubbliche, il privato, se in possesso di un bene culturale riconosciuto, ha degli obblighi legali rispetto alla collettività. Ritengo che uno studioso non debba essere necessariamente collezionista, anzi, non possedendo nulla, ha maggiori possibilità di considerare in modo più obiettivo quello che studia. Non gli capiterà mai, per esempio, di pensare: “Non mi piace quel cantante, perché in quel mercatino non sono riuscito a comprare il suo più famoso disco”. Tuttavia la categoria dei collezionisti va ringraziata, considerando i tempi in cui era difficile e limitata la condivisione di materiali ed informazioni: se non ci fossero stati questi personaggi, beni come i vecchi dischi sarebbero stati usati… sotto le zampe dei tavoli, per farli stare dritti! In parole povere, i collezionisti sono stati gli unici che in un determinato periodo storico hanno voluto preservare un patrimonio, accaparrandosene piccoli pezzi in aste e mercatini. Si può così concludere che il collezionismo è stata la prima forma di tutela dei beni culturali. Parlo al passato, in quanto mi aspetto che ora si faccia il passo successivo, cioè quello di rendere sempre più fruibile questo patrimonio».

    ◙ Domenica 8 Settembre 2013 Simone Calomino ha postato una nuova canzone rara delle Lescano nel Canale Ufficiale del sito, da lui curato fin dalla sua creazione, nel Febbraio scorso. Si tratta questa volta del romantico tango di Giovanni Raimondo Un po’ di sole (disco Parlophon GP 92360a, matr. 153299, 1938), magistralmente interpretato da Dino Di Luca e il Trio Lescano, accompagnati – come sempre in maniera impeccabile – dall’Orchestra Barzizza.

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    Con questa canzone le rarità lescaniane finora postate sono 36, più un breve trailer del canale; le visualizzazioni sono attualmente a quota 8.413, mentre gli iscritti sono 41. Link: http://www.youtube.com/watch?v=SFF7wwCA7S4&feature=c4-overview&list=UUj261M_OgqttPAgSTUdhi3A. ◙ Lunedì 9 Settembre 2013 ♦ Pubblichiamo oggi la seconda parte delle lettere di Caterina Leschan (ci pare giusto chiamarla come lei si firma sempre in questi documenti) del periodo 1954 - 1961, con l’aggiunta di un’altra sua bella foto inedita. Rispetto alla prima parte, pubblicata giusto una settimana fa, abbiamo apportato alcune modifiche sia all’impaginazione che alla presentazione delle lettere stesse, con l’aggiunta cioè di appropriati commenti di Virgilio e la riproduzione fotografica di un frammento significativo di ognuna di esse. Là dove era necessario, al fine di ottemperare alle richieste della donatrice dell’archivio, abbiamo provveduto a cancellare in tali riproduzioni gli eventuali dati sensibili ivi presenti: contiamo per questo sulla comprensione dei nostri visitatori e auguriamo a tutti loro una buona lettura di queste missive, che mettono a nudo, per la prima volta senza veli e in modo impietoso, la personalità – allo stesso tempo forte e fragile – della nostra indimenticabile Kitty (“…non sono cattiva. Sono fatta un po’ a modo mio. Sono fatta male…” – confesserà all’amica del cuore, la buona Luciana). Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Lettere_di_Caterina_Leschan_1954-1961_2.pdf. ♦ Mail di Simone Calomino: «Cari Amici, insieme a RobertoBerlini sono andato a trovare la cantante Alma Danieli e vi mando in anteprima queste foto. Io sono venuto particolarmente male, ma guardate Alma: sembra che il tempo per lei si sia fermato!

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    Le abbiamo fatto qualche primo piano che pubblicheremo mercoledì sul nostro sito. Ci ha fatto vedere molte belle vecchie foto, ma non ci ha dato nulla. Però sono in contatto con il nipote e vedrò di farmi inviare le scansioni del suo archivio. L’ho intervistata, quindi sarà la protagonista di un prossimo Gran Galà. Solo che ho poche incisioni sue e anche un po’ rovinate, passatemi da Bruno Carazzato... Qualcuno ne ha di migliori?».

    ◙ Martedì 10 Settembre 2013 Mail di Giorgio Zoffoli: «Cari amici, vi invio questa volta il mio dossier su Bixio Cherubini. Esso contiene un numero relativamente esiguo di mandolini, dal momento che ho l’abitudine di allegarli alla cartella del compositore: dunque il grosso ve lo invierò col dossier su Cesare Andrea Bixio o su altri compositori suoi collaboratori. Strano il sodalizio di Bixio con Marf, che pure – come lui – era soprattutto autore di testi; esso ha comunque prodotto una decina di belle canzoni». Altra mail: «Come annunciato, vi spedisco tutto quello che ho raccolto su Cesare Andrea Bixio, che va effettivamente ad integrare il materiale su Cherubini. Occorre ovviamente un’approfondita supervisione ed una scelta oculata dei mandolini più significativi ed interessanti: io, per documentare ogni canzone, archivio anche quelli graficamente meno riusciti o assai rovinati dal tempo, ma non ho dubbi che saprete fare una scrematura coi fiocchi. Infine gradirei conoscere il parere dei più affezionati lettori del vostro sito su una questione che mi sta a molto cuore. Mi chiedo spesso se abbia davvero senso impiegare tanto tempo, lavoro e denaro per portare avanti queste ricerche, senza parlare delle innumerevoli ore spese a curare con minuzia le biografie di artisti del passato i quali, oggigiorno, sono il più delle volte quasi del tutto dimenticati…». Il materiale offertoci dall’amico Giorgio è davvero tanto e ci vorrà parecchio tempo per sistemarlo a dovere e renderlo così pubblicabile secondo i nostri abituali standard qualitativi. Quanto al suo interrogativo (che talvolta noi stessi non possiamo fare a meno di porci), la nostra risposta è che ha senso, sì, fare ciò che facciamo. Il motivo? Perché ci piace farlo: spontaneamente, senza alcuna finalità materiale e gratificati dalla consapevolezza che ciò che andiamo realizzando è opera meritoria. Diciamo la verità: se perfino i maggiori Artisti della Canzone d’antan sono attualmente sprofondati nell’oblio (ne è un triste ma eloquente esempio la condizione in cui gli amministratori di Firenze lasciano la tomba di Odoardo Spadaro [http://www.trio-lescano.it/tombe/odoardo_spadaro.pdf], malgrado le nostre reiterate sollecitazioni a intervenire…), la colpa non è certo loro imputabile! Oggi, per molti versi, è davvero il caso di dire che mala tempora currunt atque peiora premunt: noi facciamo del nostro meglio affinché almeno una parte del passato che amiamo si salvi, con lo stesso spirito con cui gli umili e laboriosi amanuensi cristiani del Medioevo preservarono per noi i resti della Cultura greco-romana, espressione del paganesimo. Chissà quanti dei loro contemporanei avranno pensato e magari detto loro in faccia che ciò che facevano non aveva alcun senso e che avrebbero fatto meglio a dedicarsi ad altro!

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    ◙ Mercoledì 11 Settembre 2013 Mail di Simone Calomino: «Amici, vi consiglio la lettura del mio articolo, corredato da molte foto, sui viaggi che ho fatto durante l’estate. L’ho pubblicato nelle Notizie di oggi del sito Ricordando i Trii Vocali». Link: http://triivocali.weebly.com/uploads/8/7/1/3/8713050/follie_destate_dun_curatore_folle.pdf.

    ◙ Giovedì 12 Settembre 2013 ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Desidero complimentarmi con l’intero gruppo di ricerca del sito per l’ultima donazione, che per tutti noi rappresenta un ritrovamento veramente insperato: mi riferisco ovviamente alle lettere autografe di Caterinetta Lescano. Indubbiamente questo è un frutto del vostro lavoro d’équipe, perché la signora Luciana non le avrebbe certo messe in mano a degli sconosciuti; ma avendo visto l’immane lavoro svolto con sincera passione in tutti questi anni, avrà percepito di trovarsi di fronte a persone che meritano fiducia. Per noi melomani Caterinetta è la preferita delle tre sorelle, perché ci ha lasciato alcune indimenticabili interpretazioni come voce solista. Ebbene, nulla come conoscere attraverso le sue proprie parole i sentimenti da lei provati poteva meglio restituircene in modo così vivo la figura umana. Non vi nascondo che leggere del suo dolore fisico e morale e del suo scoramento durante il ricovero presso le Molinette, ospedale presso il quale per coincidenza lavoro, mi ha toccato e commosso. Il suo italiano stentato nulla toglie all’empatia che le sue parole infondono, anzi aggiunge smarrimento al dolore, e non si può che provare ulteriore pena per questa giovane donna, che in quel momento doveva sentirsi straniera e lontana da casa, ammesso che esistesse un posto che ella considerava la propria dimora e la propria nazione. Ho trovato non meno toccante la lettera di saluto prima della partenza per Caracas, dove è palpabile il timore per un viaggio che rappresentava per lei un salto nel vuoto: da un lato auspicato, ma contemporaneamente temuto come definitivo e senza ritorno. Il testo risulta pervaso da un senso d’acuta nostalgia per l’Italia che, pur non ancora abbandonata, Caterinetta sente che potrebbe non rivedere mai più. Inutile dirvi che il mio pensiero è corso ai miei antenati, esuli dall’Istria, e mi ha avvicinato ai sentimenti di Kitty quasi fosse una cugina o un’amica cara. Con questi commenti – credo – rispondo indirettamente anche alla mail di Giorgio Zoffoli: il lavoro che facciamo forse non ha un’utilità in senso stretto, ma lo facciamo perché ci sentiamo in dovere di farlo, per rispetto e omaggio verso queste figure del passato che ci hanno intrattenuti, divertiti e qualche volta commossi. E, a dire il vero, così facendo si raccoglie anche qualche frutto: vedo sul sito ragazzi molto, molto giovani che si entusiasmano per queste splendide musiche d’altri tempi, e che addirittura affrontano viaggi lunghi e faticosi per approfondire le loro (e nostre) conoscenze. E questo, considerati i tristi tempi di subcultura in cui viviamo, mi sembra un risultato eccellente e a sua volta insperato». ♦ Victor Vegan, nome d’arte di Loris Fiore, ci ha scritto per informarci che è ripresa la realizzazione del suo film Notes of Passion - Firmamento Nerostellato (v. le Notizie del 4 Giugno e del 27 Agosto 2013). Nel frattempo l’attore scelto inizialmente per la parte principale ha dato forfait ed è stato validamente sostituito da

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    Marco Arciuli. Siamo sempre in attesa di sapere chi saranno le tre attrici che ricopriranno nel film il ruolo delle sorelle Lescano.

    ◙ Venerdì 13 Settembre 2013 Mail di Paolo Piccardo: «Giorgio Zoffoli si è posto un quesito che ha un certo fondamento e al quale avrei voluto rispondere. Marco Gilardetti mi ha però preceduto e ha sintetizzato mirabilmente ciò che tutti noi proviamo. È proprio quella la fiamma che ci arde nei cuori: riportare in vita le nostre beniamine, anche nelle loro sofferenze, ci aiuta a non dimenticare il passato. Scopo in verità encomiabile, giacché (secondo me) anche coloro che oggi disprezzano i tempi passati un domani potrebbero apprezzare ciò che lentamente riemerge.

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    Intanto vi invio una foto con dedica di Dirce Marella che non ricordo di aver visto».

    ◙ Sabato 14 Settembre 2013 Mail di Simone Calomino: «Nel corso dei viaggi, di cui vi ho parlato mercoledì scorso, mi sono recato alla Discoteca di Stato di Roma. Vi ho cercato sia Lampadina blu che Sul mar Pacifico. La prima incisione sembra mancare nell’archivio, ma ho potuto ascoltare per intero la seconda. Si tratta senza dubbio di una canzone perfetta per l’interpretazione di Giacomo Osella, vero precursore, insieme a Pippo Starnazza, delle “canzoni demenziali”... E questa Sul mar Pacifico ne è la prova lampante: Osella vi si destreggia infatti in un testo alquanto bislacco (“Se il mar Pacifico / pacifico non è...” e giochi di parole simili), decorandolo con quello stile che lo caratterizza. Ad ogni modo, le Lescano non partecipano assolutamente a questa incisione, e buon per loro! Perché tale brano, con un trio vocale o un quartetto, non avrebbe reso così bene! Osella, dunque, canta qui completamente da solo». Abbiamo subito provveduto ad aggiornare la pagina della Discografia dove sono elencate le incisioni erroneamente attribuite al Trio Lescano. ◙ Domenica 15 Settembre 2013 ♦ Domani pubblicheremo la terza puntata delle Lettere di Caterinetta Lescano del periodo 1954-1961: non pertetela, perché ci sarà una grossa novità, del tutto inattesa e perciò ancora più appassionante!

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    ♦ Mail di Roberto Berlini: «Caro Curatore, venerdì sera con la mia famiglia ho seguito il programma Tale e quale show, uno dei più interessanti proposti dalla televisione pubblica nell’ambito del varietà. Con grande gioia ho appreso che, nella prossima puntata, al comico Gabriele Cirilli è stata affidata l’imitazione di Wanda Osiris. Sarebbe fantastico se prossimamente iniziassero ad imitare anche i cantanti di nonna E.I.A.R. Spero che l’imitazione della Wandissima abbia lo stesso successo di quella del rapper sudcoreano Psy, che su Youtube ha totalizzato più di tre milioni di visualizzazioni! Da notare, nella foto degli spartiti che ti invio, i vari nomi che nel tempo Anna Menzio ha dovuto assumere: Wanda Osiris, Vanda Osiri, Wanda Osiri.

    Mi piacerebbe che Cirilli la imitasse interpretando la celebre A Capo Cabana. Nell’edizione estera del programma si sono già cimentati nell’imitazione di Carmen Miranda». A proposito dell’imitazione di Psy citata da Roberto è interessante leggere i commenti di Nova Dickson [“La comicità non è ignoranza!!!”], Fio Fai [“L’unica cosa interessante di Psy sono le fiche che mette nei video! Lui non è uno stronzo... anzi è un tipo in gamba... è inquietante però che la gente si affiati a ’sta musica di merda!”] e Guybrush Threepwood [“Un po’ mi stupiscono tutti questi commenti positivi per una tale idiozia.”]… ♦ Mail di Simone Calomino: «Mercoledì prossimo su www.triivocali.weebly.com pubblicheremo la biografia del Quartetto Andreis. Questa formazione aveva uno stile tutto suo, che a me onestamente non piace molto. Però gli Andreis erano assai apprezzati, come dimostrano diversi articoli (come quello della rivista “Film”, presente nel vostro Archivio dei Documenti ), inoltre erano spesso anche autori delle proprie creazioni. Mi sembra tuttavia che non sapessero proprio armonizzare! Ad ogni modo, sono riuscito a trovare uno dei componenti, Cozziani, che pare essere da tempo moribondo in un ospedale. La moglie, molto più giovane di lui, non sa nulla della sua carriera artistica, probabilmente finita ben presto e sfociata nell’amatoriale. Secondo me, la loro più riuscita interpretazione è L’hai voluto te, che è

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    innegabilmente carina ma non giustifica gli elogi che se ne fa nella citata rivista; apprezzabile anche Signorine in barca. Spero, con queste informazioni, di aver fatto cosa gradita a chi segue il vostro Notiziario».

    ◙ Lunedì 16 Settembre 2013 Pubblichiamo oggi la terza puntata dell’epistolario di Caterina Leschan, la nostra Caterinetta Lescano, familiarmente detta Kitty o Ketty e sempre così presente nei nostri cuori. Come abbiamo già specificato nelle Notizie del 2 Settembre scorso, si tratta di lettere e foto del periodo 1954-1961 da noi acquisite negli ultimi mesi grazie alla munifica donazione della signora Luciana *, che le ha conservate con infinito amore per tanti anni. A partire da questa puntata abbiamo deciso di evidenziare in verde le parti delle lettere di cui alleghiamo la riproduzione fotografica (inserita in una cornice dello stesso colore), al fine di agevolare il confronto fra la trascrizione di Virgilio Zanolla e gli originali. La settimana scorsa è successo qualcosa di veramente imprevedibile: mentre il Curatore del sito stava approntando la puntata che ora mettiamo in rete, per una serie di circostanze che potremmo definire un “miracolo” (ovvero, più banalmente, il classico “colpo di fortuna”), abbiamo ritrovato un’altra lettera che, cronologicamente, va ad inserirsi tra quelle che, nelle puntate precedenti, erano le lettere 1 e 2, le quali diventano ora la 1 e la 3. Ma, al di là della gioia indicibile che ci procura ogni nuovo documento originale delle Nostre che riusciamo a recuperare, questa missiva, appena letta (anzi decifrata, dato che è scritta – et pour cause – con una grafia più tormentata del solito), si è subito rivelata come una delle più importanti dell’intero epistolario. I motivi ce li spiega Virgilio nel suo commento: a lui dunque la parola. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Lettere_di_Caterina_Leschan_1954-1961_3.pdf.

    ◙ Martedì 17 Settembre 2013 Oggi pubblichiamo il dossier su Bixio Cherubini inviatoci, qualche settimana fa, da Giorgio Zoffoli. Ricordiamo che questo autore di testi, tra i più prolifici del nostro Canzoniere, ha firmato ben dieci brani incisi dalle Lescano, fra cui almeno tre capolavori assoluti: C’è un’orchestra sincopata (musica di Cesare Andrea Bixio), La famiglia canterina (id.) e Piccolo chalet (musica di Pasquale Frustaci). È attualmente in preparazione l’ampio dossier su Cesare Andrea Bixio, anch’esso offertoci da Giorgio Zoffoli. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Bixio_Cherubini.pdf.

    ◙ Mercoledì 18 Settembre 2013 ♦ Mail di Manuel Carrera: «Carissimi, vi allego la scansione di un’inserzione pubblicitaria della rivista “Il Dramma” del 1944: le Lescano vengono messe bene in evidenza, cosa che mi risulta assai rara dopo il ’43. Sbaglio?». Link: http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/Dischi_Cetra_Gennaio-Febbraio_1944.pdf Il nostro Manuel non sbaglia, anzi possiamo dire che questo documento è il primo da noi ritrovato che menzioni le Lescano agli inizi del 1944, senza dubbio il periodo più cupo della loro permanenza in Italia. Ricordiamo infatti che in quel momento le tre sorelle, abbandonata ogni attività artistica, si erano rifugiate in montagna, nei dintorni di Saint-Vincent, assieme alla loro madre per sfuggire ai nazi-fascisti che davano la

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    caccia agli ebrei per deportarli nei campi di sterminio in Germania. L’interesse di questa inserzione è accresciuto dal fatto che essa menziona esplicitamente il listino della Cetra del Gennaio-Febbraio 1944, da ritenersi estremamente raro (neppure la Discoteca di Stato lo possiede e nessuno – che si sappia – l’ha finora mai visto, tanto che si poteva dubitare della sua esistenza). A proposito dei lager nazisti, Virgilio Zanolla ci segnala che, stando a ciò che si afferma nei testi di copertina della collana Le Canzoni dei Ricordi (Cetra, 1979), firmati da G. B. Lingua, lo sfortunato musicista Giuseppe Funaro, leader del famoso Quartetto Jazz Funaro, sarebbe morto, nel Gennaio 1945, durante un tentativo di fuga dal campo di sterminio di Auschwitz in cui era stato rinchiuso. Link: http://triivocali.weebly.com/quartetto-jazz-funaro.html ♦ Mail di Vito Vita: «Vi segnalo che ho controllato nell’Archivio de “La Stampa” la notizia della morte di Bixio Cherubini: il giornale la diede il 15 Dicembre 1987, dicendo che era mancato il giorno prima. Quindi la data corretta è il 14 Dicembre, per cui è da correggere la scheda di Giorgio Zoffoli». Abbiamo subito provveduto a farlo. Links: http://www.trio-lescano.it/pdf/Bixio_Cherubini.pdf

    ◙ Venerdì 20 Settembre 2013 ♦ Chissà quanti dei nostri lettori si saranno chiesti perché mai sia così difficile stabilire con certezza dove e quando le Lescano abbiano inciso le loro ultime matrici discografiche, a conclusione di una carriera relativamente breve ma sfolgorante come forse nessun’altra, costellata com’è da una quantità impressionante di clamorosi e intramontabili successi. Eppure la risposta a tale quesito è semplice, al limite del banale: le difficoltà stanno tutte nel fatto che manca ogni documentazione al riguardo, andata distrutta o dispersa a causa degli eventi bellici o per altri motivi, forse ancora più tristi (v. le Notizie del 24 Maggio scorso). In pratica, la maggior parte dei ricercatori e dei collezionisti di 78 giri ritiene che le Lescano abbiano detto addio agli studi di incisione alla fine del ’42, ma non mancano coloro i quali sono convinti che nei primi mesi del ’43 esse abbiano ancora inciso qualche altra matrice, magari a Firenze o a Bologna; questa loro convinzione, però, non è a tutt’oggi suffragata da alcuna prova davvero convincente: osserviamo in effetti che i dati riportati nella pagina di Wikipedia dedicata alla Cetra, dati che sembrano dar loro ragione, sono privi di riscontri oggettivi e quindi non possono valere come prova certa.

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    Abbiamo allora chiesto al nostro collaboratore Paolo Piccardo, ferratissimo in ogni settore della discografia storica, di far luce su questo punto cruciale della biografia delle Olandesine. Ecco la sua risposta: «Carissimi, in mancanza di elenchi precisi che leghino le etichette alle matrici, che sono la chiave di tutto, penso che ad esempio il DC 4200, uscito secondo Wikipedia nell’Aprile ’43, corrisponde alla matrice 51657. Ora, se devo credere ad Adriano Mazzoletti, la matrice 51650, La barca dei sogni, DC 4135, risale al 24 Settembre ’42, così come 51671, Accanto al pianoforte, DC 4220. La stessa cosa avviene con 51663, Oi Marì, DC 4154 del 10 Settembre 1942. La chiave sarebbe piuttosto Te lo dice il cuore, 51919 e AA 349, che ci porta al 20 Aprile ’43, ma che noi sospettiamo essere una ristampa... Temo in conclusione che se non riemergerà un elenco definitivo delle matrici non usciremo mai da questo vicolo cieco». Con altra mail Paolo ci ha inviato le etichette del disco GP 93076 (In due e Rose, rose), che ci mancavano. Esse provengono dal sito della Discoteca di Stato, ora ICBSA.

    ♦ Mail di Antonio Mastrorocco: «Volevo aggiungere una necessaria precisazione, sempre per le canzoni di Bixio Cherubini: il cantante Gianni D’Arco, interprete di Signorinella alpina, non è altri che Giovanni Turchetti, a noi ben noto per la sua collaborazione col Trio Lescano [Hula, Fiore d’Hawai, GP 93117, 1940]. ♦ Mail di Simone Zaniol: «Cari amici, sabato prossimo sono stato chiamato per sostituire il batterista di questo gruppo, le Dómisol Sisters, per un concerto in un club, qui in Spagna. Appena ho visto il relativo video ho pensato a voi! Eccolo: http://www.youtube.com/watch?v=De1eEM8DUCw. Come si vede, però, in questo video il batterista non c’è».

    ◙ Sabato 21 Settembre 2013 ♦ Mail di Virgilio Zanolla: «L’argomento trattato nella prima delle Notizie di ieri è di estremo interesse. In effetti, non ci sono prove decisive per suffragare né la tesi del 1942 (che parrebbe la più ragionevole), né quella del 1943; soprattutto perché, sui movimenti delle Lescano in quest’anno cruciale, le notizie sono ancora troppo scarse. Sappiamo che nel ’43 erano a Napoli in Gennaio, il 7 Aprile a Roma, il 20 Aprile a Torino, il 25-26 Ottobre a Firenze e l’8-26 Novembre a Genova; inoltre, il 1° Aprile e il 1° Ottobre esse appaiono in foto sulla rivista “Canzoniere della Radio” di Foligno.

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    Bisogna dire, dunque, che occasioni per registrare altri motivi lontano dalla Mole Antonelliana ne ebbero senz’altro. Personalmente, se prima o poi saltasse fuori qualcosa di loro in modo documentato relativamente al ’43, di certo non mi stupirei». ♦ Mail di Antonio Mastrorocco: «Su quello che scrive Adriano Mazzoletti ne Il jazz in Italia (pp. 472-473) mi permetto di fare delle riserve. Degli errori – immanca-bilmente – ci sono sempre in opere come questa (uno dei tanti: Per favore un ritmo, canzone attribuita a Norma Bruni, mentre l’incisione è della Fioresi) e potrebbe anche esserci nel nostro caso.

    Io ricordo molto bene che Angelini in radio – nel 1942 – trasmetteva solo la versione orchestrale di Te lo dice il cuore e mi risulta che l’incisione attribuita al disco AA 349 sia proprio questa. Mentre quella delle Lescano è la IT 1131 (non ristampata). Purtroppo per averne conferma assoluta servirebbero le due etichette che il nostro sito non possiede in Archivio.

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    Rovistando fra i vecchi “Canzonieri della Radio” ho trovato proprio il testo della canzone in questione con un mio appunto (del ’42), che conferma quanto dico. Poi ricordo anche di aver trovato sul “Radiocorriere”, nella pubblicità della Cetra, l’indicazione “per sola orchestra”: questa pagina però non riesco a rintracciarla. Allego comunque la scansione della paginetta del “Canzoniere” recante il mio appunto».

    ♦ Mail di Odilla Sonda: «Ho appena ascoltato il video delle Dómisol Sisters che Simone Zaniol ha segnalato qui ieri e, a mio giudizio, queste cinque ragazze sono bravissime e dotate di un’intonazione impeccabile! Sia loro che il pianista eseguono il brano con raffinatezza e con stile molto elegante. Anche la musica è oltremodo piacevole, per cui sono particolarmente lieta che Simone possa collaborare con questo gruppo: un grosso “in bocca al lupo”, dunque, da parte mia! Quanto al

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    Curatore del sito, si può ben dire che egli abbia realizzato col figlio il proverbiale passaggio del testimone: mi riferisco ovviamente al genere musicale…».

    ◙ Domenica 22 Settembre 2013 ♦ Mail di Simone Calomino intitolata Come datare i dischi a 78 giri?: «Caro Curatore, ci tengo molto a dire come la penso sulla questione che hai sollevato venerdì scorso. Innanzitutto credo che sia molto improbabile che le Lescano abbiano inciso dopo gli ultimi dischi che figurano nella Discografia del sito. La Cetra non si curava minimamente delle disposizioni dell’Eiar nei confronti di coloro che non avrebbero dovuto più prender parte alle audizioni radiofoniche. A loro interessava esclusivamente la vendita dei dischi, e le Lescano vendevano benissimo: i loro ultimi brani incisi sono rimasti in commercio per lungo tempo, considerato che nel Catalogo Numerico Cetra del 1947 ci sono ancora. Trovo inoltre poco probabile che siano stati rimessi in commercio in seguito, e trovo ancora meno probabile che tutte le matrici siano andate distrutte durante i bombardamenti. Forse i funzionari della Cetra erano, a volte, un po’ disattenti in fatto di credits, ma non erano certo degli stupidi! Senza le matrici originali, brani come La paloma del Duo Fiorenza, incisi a Torino, non sarebbero stati ripubblicati negli anni ’50, come invece è avvenuto. Ad ogni modo, se le Lescano avessero inciso altri dischi, noi lo sapremmo, perché apparirebbero nei cataloghi, il che non si verifica. Persone come Mazzoletti e altri suoi colleghi, hanno fatto discografie senza alcun criterio. Come può infatti risultare loro che La barca dei sogni sia stata incisa nel Settembre 1942? Magari la data d’uscita sarà quella, ma sul disco originale, in mio possesso, è stampigliata un’altra data. In realtà, i dati riportati sui dischi non possono essere stati inventati di sana pianta e c’è tutto uno studio da fare su di essi, anche mediante confronti con iniziative collegate all’incisione dei brani stessi.

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    La Discografia del sito non è purtroppo esente da errori. Alcuni pezzi della serie GP 930xx [da GP 93040 a GP 93091 - NdC] sono datati 1939; questa serie, però, è quella incisa dai cantanti usciti dal Secondo Concorso Eiar del 1939-1940 ed è impossibile che siano stati incisi prima dello scrutinio dei vincitori. Oltretutto Isa Bellini ricorda alla perfezione di non aver mai inciso prima della vittoria nel concorso: lo ha fatto invece qualche mese dopo. Essendo i numeri di catalogo e di matrice dei suoi dischi vicinissimi a quelli degli altri cantanti del concorso, si può affermare con sicurezza che l’anno d’incisione dei dischi della serie suddetta è il 1940. Secondo me esiste un metodo di datazione con margine d’errore molto basso. Insieme alle fotografie di cantanti e ai dischi, colleziono anche supplementi dei cataloghi, anche se sono abbastanza rari e spesso costosi: ne ho comunque una ventina.

    Questi libretti di poche pagine contengono le novità mensili delle varie case discografiche. Considerato che, oltre alle novità, vi sono anche i dischi “vecchi”, il modo per capire quali siano effettivamente i dischi incisi in quel mese è isolare il disco indicato sul catalogo col codice più recente. Andando avanti così per ogni supplemento mensile, si arriva ad avere una mappatura abbastanza esatta dei dischi incisi mese per mese. Questo impegnativo lavoro si deve fare soltanto perché in Italia non si conserva mai nulla: se ci fossero stati i “libroni” manoscritti originali della Cetra, tutto ciò non sarebbe necessario!». Le argomentazioni di Simone circa la datazione dei dischi compresi tra GP 93040 e GP 93091 ci sembrano convincenti, per cui modifichiamo in tal punto la nostra Discografia. ♦ Mail di Roberto Berlini: «Venerdì sera, a Tale e Quale Show, Gabriele Cirilli ha “imitato” la Wandissima. Personalmente, però, ho trovato tale esibizione più una squallida parodia che un’imitazione. Se lo scopo era solo quello di far ridere, ci sono

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    indubbiamente riusciti, tranne che per gli affezionati della grande soubrette e gli studiosi come me. È triste constatare che della nostra musica del passato si voglia ricordare solo una macchietta, una caratteristica buffa o qualche tratto sopra le righe. Della Osiris sarebbe stato meglio magnificare il lato esotico, di cui lei fu pioniera negli spettacoli di rivista. Come è stato fatto a Studio Uno, precisamente a Milleluci del 1974, in occasione della rievocazione della rivista Che succede a Capo Cabana? Trascurando l’esibizione, ho trovato molto interessante il commento della giuria – Claudio Lippi, Loretta Goggi e Christian De Sica – e in particolare un video con quest’ultimo in compagnia di Wanda (quella vera), che ho visto per la prima volta. Un’ultima osservazione. Mentre scendeva dal palcoscenico, Cirilli è scivolato: sarà stato un caso, o l’esibizione non sarà piaciuta, nell’Aldilà, neanche… alla Osiris?». Links: https://www.youtube.com/watch?v=XRofQ7khws8 http://www.youtube.com/watch?v=R80W6Pw2D-g

    Nota del Curatore. Osservando le facce dei componenti della giuria durante la performance del Cirilli, non si direbbe proprio che fosse completamente di loro gusto…

    ◙ Lunedì 23 Settembre 2013 ♦ Prosegue anche questo lunedì la pubblicazione delle lettere e foto inedite di Caterina Leschan provenienti da un archivio privato. Nelle due missive del 25 Giugno e del 13 Novembre1960 Kitty confida alla sua amica italiana del cuore, la paziente e generosa signora Luciana *, di non essere felice, malgrado le sue floride condizioni economiche e la presenza accanto a lei di un marito innamorato e premuroso. Ciò che la tormenta di più è l’impossibilità di avere figli a causa delle operazioni subite in precedenza (la seconda “gravidanza” di cui parla nella prima lettera ha tutta l’aria di essere di natura isterica), ma anche la nostalgia dell’Italia si fa in lei sempre più forte, accresciuta dalla sua incapacità di adattarsi al clima caldo-umido del Venezuela. Tutto questo influisce negativamente sulle sue condizioni di salute, che vanno deteriorandosi sempre più. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Lettere_di_Caterina_Leschan_1954-1961_4.pdf.

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    ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Carissimi, lungi da me l’idea di fare polemica. Tuttavia vorrei segnalarvi questo trafiletto dei programmi radio del 10 Settembre 1942; come vedete, dalle 13.25 alle 14.00 Barzizza esegue con la sua orchestra 8 pezzi : 1 - La barca dei sogni (DC 4135) 2 - Musica del cuore (IT1122) 3 - È una canzone d’amore (DC4299) 4 - Oh Carolina (DC 4200) 5 - Chiesetta alpina (DC 4100) [...] 7 - Sera (DC 4071) 8 - Scherzando sulla tastiera (DC 4191) Peccato che non siano riportati i cantanti, tuttavia bisogna annotare che i pezzi indicati sono stati incisi, secondo Mazzoletti, il 6 Ottobre ’41 (Sera) e tra il 24 Settembre e il 1° Ottobre ’42. Allora, un’orchestra in concerto solitamente presentava i suoi pezzi più recenti per promuoverli e inciderli quanto prima. Teoria un po’ stiracchiata, lo ammetto, ma indicatrice della datazione delle incisioni – almeno di quelle esaminate». Risposta a Paolo di Simone Calomino: «Effettivamente la tua teoria quadra. Ma resto comunque dell’idea che Mazzoletti, tutto sommato, abbia fatto un lavoro “coi piedi”, come diciamo noi in Calabria (ccu ri pedi!)». ♦ Mail di Simone Calomino: «Caro Curatore, un mio coetaneo appassionato, che si chiama Mattia Carzaniga e ho conosciuto su Facebook, ha trovato un video dove c’è una compilation di jingle radiofonici brasiliani, degli anni ’40 e ’50... Il primo è cantato da un trio vocale femminile e, a suo parere, potrebbero essere le Lescano [in Sudamerica]. Io non riesco a giudicarlo, ma non mi sembrano loro, anche se è difficile da dire: la lead voice non è certamente quella di Sandra, perché ha una dizione troppo limpida e un tono eccessivamente basso, ma le altre due voci mi ricordano qualcosa... Che ne pensi tu? E che ne pensano i lettori delle News?». Link del video: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=F6Ty64UcSxs. Il Curatore pensa che non si tratti delle Nostre, per due motivi: 1) le voci sono sì un po’ simili alle loro, ma chiaramente diverse; 2) la pronuncia del portoghese-brasiliano delle tre cantanti è troppo buona per essere delle Lescano le quali, a quanto è dato sapere, masticavano lo spagnolo dell’America Latina, ma non il português do Brasil. È dunque probabile che le tre cantoras che inneggiano alla Coca Cola (“a bebida da família e da cordialidade”: poverette, non si rendono conto di ciò che dicono!) siano delle garotas del posto. ♦ Altra mail di Simone Calomino: «Sono felice di come è stata valorizzata la mia e-mail sulla datazione dei vecchi dischi. L’unico dubbio che mi resta è la datazione del disco Piruliddi-ddi / Non si fa l’amore quando piove (IT 947, 1942?): Isa Bellini, infatti, che è la cantante solista del lato b, nel 1942 era già fuori dall’Eiar; il suo contratto era ormai scaduto e lei aveva già tentato di firmarne uno nuovo con la Odeon, ma con pessimi risultati. Per il momento non sono in grado di dare ulteriori delucidazioni, non possedendo cataloghi del 1942». ♦ Mail di Roberto Berlini: «Fin dall’apertura del sito Ricordando i Trii Vocali, ho riscontrato grandi difficoltà nella datazione dei vecchi dischi, che pure mi era

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    necessaria in termini biografici. Attraverso l’osservazione delle etichette e l’interpretazione dei loro dati alfanumerici, comparati ai cataloghi discografici, ho creato un metodo per la datazione del disco e dell’interpretazione che prescinda dai dati biografici dell’artista. Questo studio è stato il frutto di più di un anno di ricerca e devo dire che l’unico che mi abbia affiancato nello sperimentarne l’attuazione, constatandone la validità, è stato Simone Calomino: questo gli fa veramente onore! Volli inserire questo testo esplicativo nella mia Tesina di Maturità, ma poi fui invitato a toglierlo, perché dedicato ad un tema troppo specifico. Queste mie conoscenze e ricerche hanno avuto l’apprezzamento dell’amico Manuel Carrera che mi considera, a parer suo, il migliore in questo campo (purtroppo anche il solo). Esso non poteva rimanere chiuso in un cassetto attendendo chissà che cosa e quindi ho deciso di pubblicarlo, rendendolo accessibile a tutti. Esprimo il desiderio che sia dedicato alle nostre inarrivabili Sorelle Lescano. Ecco dunque, per la prima volta in assoluto, spiegata la differenza tra codice e matrice, il che mi rende particolarmente felice e orgoglioso». Link: http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/R._Berlini,_La_datazione_del_disco_a_78_giri.pdf

    Ultim’ora Mail di Antonio Mastrorocco: «Caro Curatore, riferendomi sempre alla datazione dei 78 giri, volevo precisare all’amico Simone Calomino che Piruliddi-ddi, incisa dalla Bellini su disco IT 947, è una ristampa dello stesso brano, già pubblicato su IT 467 (1941)».

    ◙ Martedì 24 Settembre 2013 Mail di Vito Vita: «Desidero precisare che la data inserita in Wikipedia (nella pagina sulla Cetra) per il disco [DC 4202] di Aldo Donà Serenata ad un angelo / Luciana, e cioè 21 Aprile 1943, non è quella della pubblicazione ma quella sulla matrice del lato A che, come si può vedere nel sito del Discobolo, ha il numero 51932. Quindi, con quella data, sappiamo che sicuramente non è stato pubblicato prima, mentre la pubblicazione potrebbe invece essere successiva».

    ◙ Mercoledì 25 Settembre 2013 ♦ Facendo seguito alla mail di Giorgio Zoffoli del 10 Settembre scorso, siamo lieti di informare i nostri lettori che il lavoro di sistemazione del vasto dossier da lui fornitoci su Cesare Andrea Bixio è ultimato: da oggi è dunque possibile trovarlo in rete, all’indirizzo sottoindicato. Il pdf che lo contiene è assai pesante (quasi 9 Mb), a causa della presenza di 168 mandolini a colori, per cui ci vuole un po’ di tempo per aprirlo o scaricarlo. Ma ne vale la pena, giacché quest’ampia galleria di copertine dei vecchi spartiti è una vera delizia per gli occhi di quanti amano le cose belle del passato. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Cesare_Andrea_Bixio.pdf. ♦ Il nostro amico attore e regista Loris Fiore, in arte Victor Vegan, ci ha scritto una mail intitolata Quanta fatica... ma la fatica porta buoni frutti!. In essa ci informa che sono finalmente ricominciate le riprese del suo film Notes of Passion - Firmamento Nerostellato, del quale abbiamo parlato più volte in questa sede – l’ultima volta è stato il 12 Settembre scorso – dato che vi hanno un ruolo importante anche le Sorelle

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    Lescano. La scelta di Marco Arciuli nei panni del regista stesso è stata ottima, mentre continua la ricerca delle tre ragazze che interpreteranno nel film le Olandesine: per ora ne è stata trovata… una e mezza (parole sue), più l’attrice che impersonerà la giovane Maria Bria. «Questo lavoro – ci precisa Loris – non vuol essere semplice-mente una cronistoria degli avvenimenti, ma un addendum a quanto visto in precedenza, parlando delle nostre beniamine da diverse angolature».

    ◙ Giovedì 26 Settembre 2013 ♦ In una sua recente mail Simone Calomino ci ha scritto che la data stampigliata talvolta sulla gommalacca di un disco a 78 giri non è quella dell’incisione del brano, bensì quella della sua deposizione presso l’Ente preposto alla tutela legale dei Diritti d’Autore. Siccome noi abbiamo invece sempre sentito dire dagli esperti che tale data è proprio quella dell’incisione, abbiamo chiesto al nostro giovane collaboratore se era certo di quanto sosteneva. Ecco la sua risposta: «Ne sono assolutamente certo e chiarisco le ragioni della mia certezza con un esempio. Ho due copie di Luna marinara di Carlo Moreno: una (con data) è una ristampa su Cetra DC, mentre l’altra (senza data) lo è su Cetra IT, con lo stesso numero di matrice. La data è stata aggiunta e non è quella dell’incisione, indicata solo sui libroni manoscritti della Cetra, ma quella della deposizione della nuova ristampa presso il suddetto Ente. Non è stampigliata sulla matrice originale, ma è stata aggiunta posteriormente. Questa particolarità, che si riscontra anche in dischi che non sono ristampe, è confermata dal bravissimo Stefano Biosa, che possiede uno di questi libroni, ma non desidera condividerlo». Prendiamo atto di ciò che affermano, autorevolmente e all’unisono, Simone e Stefano; tuttavia registriamo pure la testimonianza, non meno autorevole ma di segno opposto, di Marco Basso, possessore di un’imponente collezione di 78 giri (v. la seconda delle Notizie del 29 Luglio scorso) e discografo di indiscutibile competenza ed esperienza: «A quanto mi risulta, la data che viene impressa sul disco è la data di registrazione (burocratica) della matrice, ovvero del deposito della prima registrazione in “colofonia”, che a caldo viene ulteriormente impressionata con dei punzoni per la datazione. Siccome questo processo deve essere appunto fatto a caldo e non per incisione meccanica (faccio presente che all’epoca l’incisione spettroelettrica – a freddo – non si faceva ancora), la prima copia doveva risultare ancora calda e quindi pochi istanti dopo la registrazione, l’ispezione e infine la validazione della nuova matrice. Pertanto, la data in questione è da considerarsi a tutti gli effetti la data d’incisione del pezzo. Non sarebbe altrimenti possibile creare a posteriori un’ulteriore “punzonatura a caldo”, se non deformando la matrice stessa in modo irrecuperabile. La colofonia, materiale di natura cerosa e proveniente dalla gomma naturale, è molto dura e fragile a freddo, mentre a caldo si lascia facilmente lavorare per asportazione di materiale, pur rimanendo compatta; ma, se non viene scaldata in maniera uniforme, si imberla a causa di tensioni strutturali della materia. Il disco invece è fatto di gommalacca, materiale di natura diversa, resinosa per l’esattezza (anche se in verità la resina viene fagocitata, digerita ed espulsa da degli insetti simili a cimici, prima di diventare gommalacca), e plasticamente malleabile a caldo. Dall’unione di colofonia e

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    gommalacca, nasce la ceralacca, nota a noi tutti per le sue eccezionali doti di durezza, malleabilità, stampabilità e resistenza». Sul medesimo punto interviene anche Vito Vita: «Caro Curatore, per quel che riguarda la data impressa sulla matrice io, come te, ho sempre saputo che è quella dell’incisione del brano. Questa informazione mi è stata comunicata da addetti ai lavori (per es.: i responsabili di case discografiche, tecnici del suono, ecc...) ed è la prima volta che invece sento dire che si tratta della data di deposizione presso un Ente... Ma non si può mai dire, forse bisognerebbe contattare qualcuno alla Discoteca di Stato». ♦ Roberto Berlini ci informa che ha appena postato su YouTube un video in cui rievoca il suo incontro a Firenze con Pierina La Guardia, del Duo Fiorenza, e con Narciso Parigi: da non perdere, perché questi due artisti, tuttora in gran forma e lucidissimi a dispetto dell’età (Pierina è del ’25 e Narciso del ’27), ci fanno rivivere con straordinario brio gli anni della loro gioventù, e questo grazie anche al fascino della loro parlata, così schiettamente fiorentina.

    Link: http://www.youtube.com/watch?v=w4u-lv-CNI4. Bob ci annuncia anche che sta preparando dei video riguardanti, in particolare, i seguenti argomenti: Reginella campagnola, Pippo non lo sa, Come si data un disco (in due puntate), Fiorellin del prato e Ci piace il Trio Lescano (il perché di tanto amore…).

    Ultim’ora Mail di Marco Basso: «Piccola postilla. Se la registrazione in colofonia venisse scaldata nuovamente (anche se in maniera uniforme), sicuramente perderebbe la precisione dei solchi incisi; in poche parole si butterebbe via la registrazione stessa. Cosa diversa è il numero di matrice, che viene inciso a mano “a freddo”, con un utensile duro, ma l'incisione è talmente superficiale che serve solo a riconoscere il numero ad occhio e non ad essere stampato poi sui dischi. I numeri di matrice sono

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    progressivi e pertanto rispettano l'ordine cronologico di registrazione. Il numero di matrice viene assegnato alla registrazione solo dopo che la “prima” in colofonia viene ispezionata e validata, non solo visivamente ma anche acusticamente, ovvero ascoltandola dopo il raffreddamento. Le operazioni sono queste: 1) incisione a caldo; 2) ispezione visiva e validazione; 3) punzonatura della data; 4) raffreddamento; 5) ascolto; 6) validazione acustica e assegnazione del numero di matrice; 7) bagni galvanici vari e preparazione della matrice da stampa. Invito a vedere questo filmato della RCA del ’42, che spiega la produzione dei dischi a 78 giri: http://www.youtube.com/watch?v=qZ5PQSaDYgU. Altro link interessante sulla produzione di dischi storici è il seguente: http://www.youtube.com/watch?v=4FseSwvUNPA».

    ◙ Venerdì 27 Settembre 2013 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Circa la questione delle date impresse nella gommalacca dei vecchi dischi non posso che concordare con Marco e Vito, anche perché, essendo più fornito di documentazione sui sistemi americani di lavorazione dei dischi, ho qualche riferimento in più. In allegato una pagina della discografia di Artie Shaw, con i dati evidentemente estratti dal brogliaccio di lavoro degli studi RCA:

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    Si vede chiaramente che il numero di matrice è strettamente collegato con la data di registrazione, anzi con la take scelta per il pezzo in esame. Ad esempio il 5 Aprile 1945, dalle 20 alle 23, per il pezzo Little Jazz vengono fatte 5 registrazioni di cui, tra errori e false partenze, viene mantenuta la 1046/2, designata master. In altri pezzi la matrice resta e vengono indicate le varie edizioni stampate (AXM2 si riferisce a RCA Victor The Complete Series e ASC all’Artie Shaw Club). Chissà se gli studi Cetra avevano registri simili, e che fine avranno fatto?». Li avevano senza alcun dubbio, ma sono andati – criminalmente – distrutti o dispersi chissà dove negli anni ’60 (v. le Notizie del 24 Maggio scorso); si sa di qualche esemplare superstite, nelle mani però di collezionisti morbosamente gelosi dei propri “tesori”, che probabilmente contano di portarsi nell’Aldilà… [NdC]. ♦ Altra mail di Paolo Piccardo: «Vorrei riallacciarmi al trafiletto di giornale inviato qualche giorno fa. Ricorderete che l’Orchestra Barzizza eseguì un programma il 10 Settembre 1942: interessante è la postilla, cioè “Concerto scambio con la Reichsrundfunk Radio”. Penso che questo indichi che la Radio Nazionale Italiana irradiava i suoi programmi anche in Germania (e forse viceversa), nell’intento di raggiungere i nostri connazionali colà impiegati. Non dimentichiamo che varie nostre orchestre operavano stabilmente a Berlino, Tullio Mobiglia e Nino Impallomeni su tutti. Poco oltre si vede che l’Eiar trasmetteva anche messaggi dai soldati al fronte. Questo tipo di servizio, con intenti propagandistici, verrà ripreso dagli americani in Inghilterra. L’Army Air Force Band, diretta da Glenn Miller, arriverà a trasmettere programmi di canzoni in tedesco dirette verso i soldati e la popolazione tedesca, con la sottile regia del Dipartimento di Stato. Ecco un bellissimo esempio: http://m.youtube.com/watch?v=32FGevbB7BY. ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Riguardo alla datazione dei dischi, non credo di potervi aiutare molto: se la data non è stampigliata sul bordo interno del disco, non possiedo altri documenti da cui desumerla. In generale la mia esperienza mi dice che tale data molto raramente si trova stampigliata sui dischi precedentemente agli anni 1942/1943; viceversa è praticamente sempre presente su quelli italiani degli anni ’50. Ne ignoro la ragione. A memoria, pochi dischi delle Lescano presentano la data stampigliata, comunque li ricontrollerò uno per uno e vi comunicherò le eventuali date che dovessi rinvenire. La mia opinione è che la data suddetta rappresenti quella d’incisione della matrice. Al meglio delle mie conoscenze, si può dire che fino alla IIa Guerra Mondiale la registrazione del brano musicale e l’incisione della matrice fossero tecnicamente un passaggio unico contestuale, per cui ovviamente la data dei due eventi coincideva (e quindi, in pratica, concordo con quanto già risposto da Marco Basso e Vito Vita). Nel caso dei 78 giri italiani le date sono usualmente stampigliate con caratteri mobili, ma non è raro vedere date incise a mano in corsivo dall’operatore, con una sgorbia o una punta. Mi sembra quindi chiaro che la data veniva (e viene) scritta ad incisione appena terminata. Tenere lì ferma una matrice per poi riprenderla in mano giorni o settimane dopo, per aggiungere ad essa una data di valore puramente burocratico, mi sembra una procedura industrialmente priva di senso. Sarebbe stato molto più semplice e lineare aggiungerla già in fase di stampa, sull’etichetta cartacea a centro disco.

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    Con questo non posso tuttavia escludere in modo assoluto che in alcuni casi la data possa essere quella di deposizione presso gli Enti di competenza: può darsi che in alcuni casi sia capitato. Credo comunque che ciò, quand’anche fosse, sarebbe un’eccezione e non la norma, e comunque – come Vito – non l’avevo mai sentito dire prima d’oggi». ♦ Mail di Simone Calomino: «Desidero rispondere a Marco Basso. Io sono ancora alle prime armi e prendo per buono quello che mi si dice da gente che di queste cose se ne intende. La datazione dei supporti non era per nulla cosa comune all’epoca delle Lescano... per lo meno non lo era in Italia; negli Stati Uniti era invece una pratica usuale. C’è perciò da fare la distinzione fra prodotti discografici italiani e stranieri: sappiamo benissimo che in Italia le cose vanno sempre in modo diverso (in meglio o, più spesso, in peggio). Non riesco proprio a spiegarmi le “apparizioni” delle date sulle matrici... Come fa la matrice di Luna marinara ad essere una volta datata e una no? E intendo dire la stessa matrice! E poi, se quello che dice Marco è vero, come mai tantissimi dischi Fonit sono datati il 1° Gennaio? Natalino Otto non aveva nulla di meglio da fare che andare ad incidere a Capodanno, invece di starsene con la sua famiglia? L’unica possibilità è che fossero caratteri mobili aggiunti in seguito... Più tardi, dal 1942 in poi, il metodo di datazione è quello esposto da Marco, perché in quel periodo le date incise e quelle dei libroni della Cetra coincidono!». ♦ Mail di Marco Basso: «Leggendo più volte la mail di Calomino, sospetto una cosa: che in fase di ristampa la matrice originale fosse divenuta inutilizzabile e non rimpiazzabile, anche perché una colofonia dà origine ad una sola matrice, poiché le varie fasi di lavorazione rovinano l’incisione stessa nella colofonia. Pertanto penso che sia stata rifatta partendo da un disco, ovviamente mantenendo lo stesso numero ma (dato che la serie DC, differentemente dalla serie IT, riporta la data) punzonata con il datario. È l’unica spiegazione plausibile: il disco è stato riprodotto e registrato su una nuova colofonia. In breve: viene incisa, validata e numerata la colofonia, ovvero la “madre”, spruzzata con nitrato d’argento e cloruro di stagno, viene esposta alla luce e l’argento si riduce, depositandosi in forma metallica sulla colofonia e dando così origine al “padre”; poi, attraverso un bagno galvanico, viene depositato uno strato di cupronickel (nickel più rame) di spessore importante e maggiore resistenza. Quest’ultimo strato metallico viene levato, dando origine alla “matrice da stampa”. Durante la rimozione, si distacca anche l’argento metallico (il “padre” resta attaccato alla matrice) e ovviamente la colofonia si danneggia e con essa la registrazione. I pezzi di colofonia vengono lavati via dalla matrice. Quest’ultima viene poi ispezionata, centrata e sottoposta a varie operazioni di rito. È quindi pronta per essere infornata. Il sistema di stampa RCA prevedeva invece una procedura completamente diversa, con più passaggi, la quale permetteva di conservare una “madre” di natura metallica; ovviamente la lacca di colofonia originale andava rovinata. Il bagno galvanico veniva fatto in due fasi: prima il nickel e successivamente il rame; distaccando gli strati metallici tra loro si aveva lo strato di nickel (negativo) e lo strato di rame (positivo). Quello positivo era validato acusticamente mediante riproduzione e su di esso veniva depositato nuovamente del nickel, però in forma mista al rame (cupronickel).

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    Avvenuta la separazione tra rame e cupronickel si otteneva la matrice e una “madre” conservabile. Altri link interessanti sono: - http://www.youtube.com/watch?v=UwZH0mfKDw4 - http://www.youtube.com/watch?v=otR-MGsmCeE - http://www.youtube.com/watch?v=GqEeP6YPkGM».

    ◙ Sabato 28 Settembre 2013 ♦ Come ha già fatto per il dossier su Bixio Cherubini, Antonio Mastrorocco ci ha inviato una serie di integrazioni all’elenco di canzoni composte da Cesare Andrea Bixio: esse riguardano tutte gli interpreti. Le inseriremo quanto prima al loro posto, evidenzialdole, come la volta precedente, con un colore diverso. ♦ Mail di Giorgio Zoffoli: «Ottimo, come sempre, il dossier su Cesare Andrea Bixio che, facendo il paio con quello su Cherubini, credo rappresenti il contributo più completo su questo importantissimo autore finalmente rintracciabile in rete: un compendio abbastanza completo, che spero possa servire come base per ulteriori ricerche di nuovi documenti su di lui e sulla sua vasta produzione. È incredibile come certi colossi della musica leggera italiana siano così clamorosamente dimenticati e trascurati; noi riteniamo di aver fatto del nostro meglio per colmare una vergognosa lacuna. Sia dunque ringraziato una volta di più il nostro Curatore per la passione che pone nel valorizzare e riorganizzare armonicamente il lavoro di tutti quelli che gli inviano documenti, spunti, scoperte e quesiti. Mando ora tutto quello che ho raccolto su Astro Mari, affinché possa essere rielaborato come gli altri dossier. Devo dire che le quattro lettere del cognome di questo eccellente compositore e autore di testi (Mari, appunto, che ha firmato ben otto canzoni incise dalle Lescano) mi hanno fatto tribolare non poco nelle mie ricerche musicali, dal momento che spessissimo si confondeva con le quasi identiche quattro lettere di Marf, l’autore che – come è noto – è al centro dei miei interessi. In centinaia di documenti, cataloghi discografici e soprattutto nelle etichette sbiadite dei 78 giri è spesso assai facile confondere un cognome con l’altro; basta un mezzo millimetro per scambiare la i finale con la f, con la conseguente perdita di ore di lavoro per chiarire ogni dubbio. Ma devo aggiungere che le frequenti cantonate cui si va incontro in casi incerti come questo, servono spesso a fare altre scoperte sorprendenti!».

    ◙ Lunedì 30 Settembre 2013 La puntata odierna (la quinta), relativa alla pubblicazione delle lettere e foto inedite di Caterinetta Lescano, comprende le missive 12 e 13, rispettivamente del 28 Febbraio 1961 e del 5 Novembre successivo. Sono le ultime che Kitty scrisse dal Venezuela alla sua amica-sorella – come la chiama spesso – Luciana *. Più precisamente sono le ultime in nostro possesso, giacché ne esistono altre che essa inviò in seguito alla medesima destinataria, una addirittura poco prima di morire, a Caracas, il 3 Ottobre 1965. La signora Luciana, tuttavia, ha preferito non mostrarci queste altre lettere, a causa della loro straziante crudezza: decisione che purtroppo ci impedisce di conoscere fino in fondo, cioè fino alla sua tragica conclusione, la vicenda umana della minore delle sorelle Leschan, ma che è assolutamente legittima

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    e dunque da accettare senza se e senza ma. Ad ogni modo già le due lettere che pubblichiamo oggi annunciano l’inesorabile affievolirsi in Kitty della speranza di uscire dalla situazione sempre più critica in cui era venuta a trovarsi e anche l’addensarsi nel suo animo di oscuri sensi di colpa, presumibilmente per il modo non certo encomiabile con cui si era comportata nei riguardi di Giulio, l’uomo che l’aveva amata veramente, beneficandola in tutti i modi. C’è nelle sue parole una mezza confessione, forse indotta dall’amaro presentimento che le sue disgrazie potessero essere una sorta di castigo divino per il male fatto a chi non se lo meritava proprio. Una storia ben triste che Virgilio Zanolla ha ricostruito, in modo dettagliato e avvincente, nel suo documentatissimo saggio Caterinetta 1945-1955. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Lettere_di_Caterina_Leschan_1954-1961_5.pdf.

    ◙ Martedì 1° Ottobre 2013 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Mentre rileggevo le accorate lettere di Caterinetta, ho notato che è stato aggiunto un punto interrogativo dopo il termine “griep”. Una brevissima indagine attraverso il traduttore automatico di Google mi ha confermato che si tratta della parola olandese corrispondente al vocabolo francese “grippe”, che indica la comune influenza». ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici, siamo all’inizio della stagione radiofonica 2013/2014 e vi invitiamo tutti a seguire la prima puntata della nuova serie di Dal Fonografo al Microsolco, un programma ideato e condotto da Massimo Baldino all’insegna della buona musica e dei bei ricordi. La trasmissione sarà udibile oggi sulla homepage della nostra radio: www.ildiscobolo.net e, nei prossimi giorni, al seguente indirizzo: http://www.iradeo.com/ildiscobolo/marted-1-ottobre-2013. Buon ascolto!».

    Ultim’ora ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Ho ascoltato la puntata del Discobolo e, come spesso capita, ho sentito parlare della celebre Sala Gay di Torino, dove accaddero tanti fatti importanti, prodromi del lancio dello swing in Italia. Gay, pronunciato ‘ghei’ all’inglese, indica come si sa chi è allegro o, in tempi più recenti, chi è omosessuale. Gay, però, non c’entra nulla con l’inglese: è un antico e diffuso cognome torinese, il quale di conseguenza si pronuncia all’italiana (o meglio: alla piemontese), vale a dire ‘gai’, con la ‘a’ bella larga».

    ◙ Mercoledì 2 Ottobre 2013 ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici, su www.ildiscobolo.net, per la nostra serie dedicata alle vecchie interviste radiofoniche del passato, l’ospite di questa settimana di Carlo Loffredo è Claudio Venturelli. Il programma resterà disponibile per i prossimi giorni cliccando sul link: http://www.iradeo.com/ildiscobolo/mercoled-2-ottobre-2013. Buon ascolto!». ♦ In riferimento a quanto comunicato nelle Notizie di sabato scorso, informiamo i nostri lettori che è in rete il dossier su Astro Mari offertoci da Giorgio Zoffoli. Abbiamo altresì provveduto a inserire in quello su Cesare Andrea Bixio le integrazioni inviateci da Antonio Mastrorocco. Links: - http://www.trio-lescano.it/pdf/Astro_Mari.pdf

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    - http://www.trio-lescano.it/pdf/Cesare_Andrea_Bixio.pdf ◙ Giovedì 3 Ottobre 2013 ♦ Nelle Notizie del ieri del sito Ricordando i Trii Vocali c’è una recensione di Francesco Paci (uno dei tre Curatori del sito) alla Terza Edizione di Rievocando il 1940, curata da Umberto Mendola: essa è di nostro diretto interesse in quanto in tale spettacolo si è rievocato anche il Trio Lescano. Link: http://triivocali.weebly.com/uploads/8/7/1/3/8713050/terza_edizione_ricordando_il_1940.pdf Se ciò che riferisce Francesco è vero (e non abbiamo alcuna ragione per metterlo in dubbio) non si è certo trattato di una rivisitazione meritevole di elogi, ma piuttosto di «una recita teatrale di periferia, di gusto infimo, che non ha nessuna pretesa di divulgare la verità storica, ma, piuttosto, ha tutto l’interesse a far divertire (!) il pubblico con macchiette e retorica trita e ritrita». Invitiamo dunque i lescanofili che ci seguono a leggere per intero questo scritto, urticante e decisamente coraggioso, dato che là dove si è svolto lo spettacolo può risultare particolarmente scomodo farsi dei nemici, dicendo le cose come sono; li invitiamo altresì, se lo desiderano, a farci giungere i propri commenti, che – se civili – saremo lieti di pubblicare. ♦ Mail di Giorgio Zoffoli: «Complimenti per l’ottimo lavoro su Astro Mari (i mandolini erano pochi, sempre per la solita ragione che, nel caso degli autori di testi, li catalogo tra quelli dei compositori). Allego un’altra bella foto di Bixio, tratta da un volume acquistato su eBay e arrivatomi oggi: mi mancava, e mi auguro che si possa integrarla nel relativo dossier già in rete».

    La foto in effetti è assai pregevole e, facendo uno strappo alla regola, l’abbiamo inserita nel pdf dedicato a C. A. Bixio. Abbiamo inoltre incorporato nel pdf dedicato ad Astro Mari le ormai consuete integrazioni di Antonio Mastrorocco, giunteci puntuali. ♦ Mail da Il Discobolo: «Cari amici, primo attesissimo appuntamento di questa stagione radiofonica di Gran Galà, curato e condotto da Simone Climon. Ospite della

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    trasmissione odierna Alma Danieli. Sarà possibile ascoltare la trasmissione per tutta la giornata di oggi su www.ildiscobolo.net, mentre per i prossimi giorni il programma resterà in rete e sarà ascoltabile cliccando sul link http://www.iradeo.com/ildiscobolo/gioved-3-ottobre-2013. Buon ascolto!».

    ◙ Venerdì 4 Ottobre 2013 Mail da Il Discobolo: «Cari amici, per Quando la radio, www.ildiscobolo.net ha recuperato dal suo archivio una serie di programmi del periodo 1984-1985, intitolata Io e la musica. Per voi oggi la prima di queste trasmissioni, condotta magistralmente da un nostro caro amico. All'epoca si faceva radiofonicamente chiamare Tony De Palma, ma tutti noi oggi lo conosciamo e gli vogliamo bene come Antonio Mastrorocco: una delle colonne portanti sia della nostra Associazione Culturale che di molte iniziative che in rete si occupano di Storia della Canzone Italiana. La trasmissione sarà ascoltabile anche nei prossimi giorni, cliccando sul link: http://www.iradeo.com/ildiscobolo/venerd-4-ottobre-2013. Buon ascolto!».

    ◙ Sabato 5 Ottobre 2013 ♦ Mail di Marco Basso: «Riguardo alla questione del Trio Vocale Cetra, sul canale di Simone Calomino [MrClimonmusica] ci sono due incisioni di tale Trio: Cara Giuseppina, e Mustafà, entrambe in versione maschile. Ma qualcosa non mi torna. Possiedo anch’io un disco del Trio Vocale Cetra (GP 92124, La vecchia Napoli, lato a e b: v. le Notizie del 29 Luglio scorso), ma il mio trio è femminile e liricheggiante, mentre quello di Simone è maschile, con voci che mi riconducono al primissimo Quartetto Cetra (specialmente per il ritmo). Link: http://www.trio-lescano.it/incisioni/La_vecchia_Napoli,_Trio_Vocale_Cetra_[GP_92124].mp3. Sarebbe opportuno coinvolgere qualcun altro e fare un po’ di luce. Sarebbe bello e interessante poter sviscerare questo apparente arcano». ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Gentili amici, il recente dibattito sulla datazione dei dischi e le mail scambiate con alcuni di voi mi hanno portato a fare alcune riflessioni, che mi auguro di riuscire a trasformare in una proposta operativa sensata. La mia perplessità nasce dal fatto che taluni danno per scontato che i dischi Cetra catalogati DC siano successivi a quelli catalogati IT. Ritengo questa assunzione una forzatura, perché mi sembra del tutto evidente, e basta sfogliare le prime pagine di un qualsiasi catalogo generale Cetra per rendersene conto, che le sigle iniziali IT, DC, ecc. indicavano la categoria di prezzo nella quale si inseriva il prodotto (in particolare la DC era più cara della IT di circa il 30%) e tutt’al più il genere musicale suddiviso in macroclassi. Da questo punto di vista mi sembra d’una chiarezza inequivocabile la pagina 3 del catalogo generale Cetra dell’Ottobre 1942, dove ci viene esplicitamente detto che si tratta di “categorie” (verbatim) di prezzo. Se per sue ragioni commerciali la Cetra stabiliva che un determinato brano sarebbe stato meglio vendibile nella collana economica IT anziché nella più costosa DC, nulla le impediva di pubblicarlo nella collana IT anziché DC, allo scopo di massimizzare il profitto. Anzi, ciò era pratica usuale del commercio discografico anche in precedenza e anche per altre marche (Voce del Padrone, Odeon, Pathé, ma anche altre, lo fecero

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    abitualmente). Non vedo elementi che possano porre seriamente in discussione l’esistenza di questa pratica commerciale. Ora, è naturale che ad un certo punto la serie IT più economica sia stata progressivamente soppiantata dalla più costosa DC. Anzi sappiamo che questo passaggio, complice un tasso d’inflazione spaventoso (superiore al 15% dal 1940 in avanti, poi più del 60% dal 1943 in avanti) unito ad una gravissima carenza di materie prime, avvenne in modo assai rapido e quindi circoscritto nel tempo. Può anche darsi che fosse una strategia intenzionalmente aggressiva, dispiegata per aggirare in modo legale il calmiere dei prezzi (bisognerebbe chiederlo ad un esperto d’economia storica). Comunque sia, da qui a trarne indicazioni precise riguardo all’anno d’incisione d’un brano ce ne corre parecchio. A mio modo di vedere, in base alle conoscenze e alla letteratura attualmente disponibile, se ne possono al più trarre indicazioni molto generiche; direi di precisione ragionevolmente non superiore ai due anni solari. Se i codici IT e DC ci dicono quindi molto poco riguardo all’anno di pubblicazione, perché avevano una valenza meramente commerciale e solo conseguentemente (a posteriori) temporale; la mia opinione è che anche il numero che li segue abbia una precisione limitata. Da un lato la razionalità umana che accomuna tutti noi ci porta a supporre che in Cetra ci si sforzasse di far uscire le pubblicazioni seguendo un ordine più o meno progressivo e sistematico. Ma dall’altro si potrebbero ipotizzare ragioni a dozzine per cui probabilmente le cose non riuscivano ad andare sempre come prefissato: fermi dovuti a grane burocratiche e di censura, ritardi in Siae, incisioni particolarmente buone che sopravanzavano altre precedenti ma meno vendibili, per farle uscire in un periodo dell’anno particolarmente propizio dal lato economico (come Natale, ecc.), stampaggi mal riusciti e inviati al macero, problemi di magazzinaggio, semplici dimenticanze o scarsa comunicazione tra sedi e uffici diversi... È possibile, anzi lo ritengo altamente probabile se non quasi certo, che in molti casi la numerazione delle uscite non abbia potuto seguire l’ordine progressivo. Quindi, nuovamente, ritengo una forzatura impiegare i numeri di catalogo per assegnare date precise a dischi sui quali non si hanno altri riscontri. Al più se ne possono trarre indicazioni approssimate. Faccio un esempio, con dati di fantasia, che mi auguro possa illustrare meglio il concetto: se sappiamo per certo che DC 3999 è del Gennaio ’40 e che DC 4001 è del Marzo ’40, è intuibile e ragionevole che anche DC 4000 debba essere all’incirca di quel periodo. Ma, in mancanza d’altri riscontri, concludere che sia del Febbraio ’40 è un’estrapolazione completamente campata per aria. Ciò che potrebbe fare veramente fede, o per meglio dire confermare l’estrapolazione, sarebbero piuttosto articoli di giornali, inserzioni pubblicitarie, interviste rilasciate all’epoca (non ricordi raccolti a settant’anni di distanza dagli eventi), incrocio di dati tra cataloghi, quando tali dati sembrano tutti concordare tra loro. Quasi tutte le discografie (non solo quella pubblicata nel nostro sito, ma anche quella generale della Cetra su Wikipedia e molte altre) non tengono conto di tutto questo, anzi vi si riscontra sovente la pretesa di collocare tutti i numeri di matricola in ordine su una colonna e di ritrovarsi su una colonna parallela tutte le date di pubblicazione

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    anch’esse in bell’ordine progressivo. A mio modo di vedere questa impostazione, prima ancora che errata, è irrealistica. Forse (e dico: forse, anzi lo chiedo a voi) potrebbe dare qualche informazione in più il numero di matrice, considerato che il numero di catalogo è essenzialmente un codice legato ad esigenze di natura commerciale, mentre il numero di matrice ha una valenza tecnica e archivistica. Non ho idea dei criteri con cui questo numero venisse assegnato, non so nemmeno se sia davvero progressivo (o se almeno una parte di esso lo sia). Tuttavia, secondo me, sarebbe giunto il momento d’iniziare a studiare in modo sistematico i numeri di matrice: stilare delle tabelle in cui, oltre al numero di catalogo, compaiano i numeri di matrice sia del lato a che del lato b, e quindi ricercare in essi una struttura comprensibile e sufficientemente solida da permettere di fare anche deduzioni ed interpolazioni ragionevolmente attendibili sui dati mancanti. Naturalmente questi dati andrebbero estratti solo ed unicamente da fonti primarie (dischi, giornali, cataloghi...), vale a dire non ricopiando i soliti dati che si trovano in internet e della cui accuratezza, provenienza e bibliografia non si sa nulla. La pagina di Wikipedia, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere stata semplicemente scopiazzata dal nostro sito, riportando gli stessi errori e imprecisioni con quanto ne consegue. Stessa cosa dicasi per Il Discobolo, che contiene molti dati interessanti ma usualmente non specifica la loro provenienza. Allego al presente messaggio una tabella, in parte precompilata a modo d’esempio con dati di fantasia, e naturalmente migliorabile recependo vostri eventuali commenti, che potrebbe essere impiegata allo scopo. Ho pensato di costruirla in Excel in quanto è un programma facile da impiegare per tutti, ma contemporaneamente consente qualche elementare operazione di ordinamento dei dati. Ciascuno di noi potrebbe compilare una copia di questa tabella in base al materiale di cui dispone, eventualmente limitandoci in prima battuta alla sola discografia del Trio Lescano, per poi estenderla (se l’operazione sembra apparire valida) a tutti i dischi Cetra-Parlophon in nostro possesso. Link: http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/Modulo_Discografia_Cetra-Parlophon.mht. Chiedo quindi la vostra opinione preventiva sull’effettiva utilità di questa operazione, e anche di pronunciarvi esplicitamente riguardo alla vostra volontà (considerati anche i limiti del tempo libero di cascuno) di prendere parte o meno a questo lavoro di catalogazione».

    ◙ Domenica 6 Ottobre 2013 ♦ Mail di Antonio Mastrorocco: «Riferendomi alla richiesta di Marco Basso in merito ai Trii Vocali Cetra, espongo quanto segue. La casa discografica Cetra ha imposto il proprio nome a vari trii e quartetti: il Trio Vocale Cetra (femminile) menzionato da Marco potrebbe dirsi uno dei primi, avendo la sigla GP 92124. È seguito a ruota dal Trio Vocale Maschile (in un primo tempo), poi trasformatosi in Trio Vocale Cetra e formato da due orchestrali di Angelini (il contrabbassista Luigi Casasco e il violinista Telesio Girardenghi) e da Piero Pavesio (cantante e pianista della stessa orchestra). Di questo trio abbiamo: Cara Giuseppina, Passeggiando per Milano e Uicci-Ci come Trio Vocale Maschile e Harem, Mustafà e Rosamari come Trio Vocale Cetra, tutti successivi al Trio Vocale Femminile. Inoltre c’è da aggiungere che altri orchestrali

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    (come il napoletano Gianni D’Ovidio, trombettista ) si divertivano a cimentarsi – e piuttosto bene – come cantanti. Inutile aggiungere che anche il Quartetto Cetra ha avuto due formazioni, come ben sappiamo». Si veda anche: http://triivocali.weebly.com/uploads/8/7/1/3/8713050/trio_vocale_cetra.pdf. ♦ Mail di Roberto Berlini: «Interesserà sicuramente ai lettori della pagina delle Notizie il video su YouTube in cui parlo di Pippo non lo sa. Come potranno vedere, in questo video rivelo la scoperta che Pippo ha avuto una sorella (la Peppa): spero che piaccia a tutti. La prossima settimana parlerò delle Lescano! Link: http://www.youtube.com/watch?v=TOhTgWF1DFs. Circa l’intervento di Marco Gilardetti sulla datazione dei dischi a 78 giri, invito gli interessati a leggere (o rileggere) attentamente il mio contributo sull’argomento, pubblicato all’indirizzo http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/R._Berlini,_La_datazione_del_disco_a_78_giri.pdf».

    ◙ Lunedì 7 Ottobre 2013 Si conclude oggi, con la sesta puntata, la pubblicazione dell’epistolario di Caterinetta Lescano donatoci dalla signora Luciana *. Le ultime due lettere conservate nel suo archivio personale le sono state indirizzate da Maria Rosaria Epicureo, colei che fu di fatto per Kitty una devota e affettuosa quasi-cognata (almeno finché durò la tenera love story tra lei e suo fratello Giulio), e da Duilio D’Agostino, il giovane amante dell’ex-artista divenuta antiquaria, il quale, in un’intricata vicenda di passioni sfrenate, interessi economici e finanche sottrazione di gioielli e altro, ricoprì lo sgradevole ruolo del cattivo. Se la seconda lettera ce lo presenta nei panni di un giovane beneducato, che ringrazia compitamente il marito di Luciana per l’ospitalità ricevuta nella sua casa, la prima lo dipinge come il diavolo in persona; senza per altro risparmiare Caterinetta, che diventa qui la «signorina Lescano». Non è facile, basandosi solo su queste missive, stabilire dove la verità ceda il posto alle accuse infondate, magari dettate da un pur comprensibile risentimento. È infatti innegabile che Duilio e Kitty si mostrarono ingrati e sleali nei confronti di Giulio Epicureo, che era sempre stato molto generoso con loro; ma anche quest’ultimo, quando scoprì il tradimento della donna da lui tanto amata, reagì nel peggiore dei modi, vale a dire riempiendola letteralmente di botte: e meno male che qualcuno lo… legò sul letto, evitando così il peggio! Una storia, insomma, assai poco edificante, che mai avremmo immaginato potesse riguardare la nostra Caterinetta, che ricordiamo come delicata interprete di tante romantiche canzoni d’amore. Il fatto è che gli artisti o le artiste, specie se grandi, sono spesso così, tutto “genio e sregolatezza”. Se ne rendeva conto la stessa Kitty, quando ammise che, pur non essendo in fondo cattiva, era proprio «fatta male». Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Lettere_di_Caterina_Leschan_1954-1961_6.pdf.

    Invito alla collaborazione

    I fortunati possessori di dischi originali delle Lescano (da sole o con altri/e cantanti) sono cordialmente invitati a partecipare a una ricerca della massima importanza: si tratta di esaminare tali dischi con speciale attenzione, eventualmente muniti di una buona lente d’ingrandimento, al fine di individuare quelli che recano impressa una data, tra l’etichetta e i solchi. Ciò fatto, la cosa migliore è di scattare una foto digitale

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    del lato del disco di nostro interesse, possibilmente in modalità macro e a luce naturale radente, cosicché sia l’etichetta che la data siano ben visibili o almeno leggibili senza incertezza. Ci penseremo poi noi ad estrarre dalla foto tutte le informazioni necessarie per catalogare il brano nella speciale tabella che abbiamo creato nella nuova pagina della Discografia, che tutti sono invitati a visitare. Link: http://www.trio-lescano.it/discografia/censimento_dischi_datati.html. ◙ Mercoledì 9 Ottobre 2013 ♦ La nuova pagina dell