Rivolgiamo a tutti un augurio per le festività del Natale · 2010-01-07 · Aladino per farne...

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Un campo da indiani Resoconto dell’evento estivo pagina 4 Quattro giorni al Beato Angelo Far vacillare l’ateo e il talebano pagina 3 pagina 7 Cari Genitori, Con un po’ di ritardo anche a cau- sa della bella esperienza del Cen- tenario dello Scoutismo che ab- biamo celebrato con la S. Messa al parco del Ventaglio, una Mos- tra a S. Nicolò e Il Fuoco della Me- moria a S. Maria del Colle ( vi invito a vedere le foto nel nostro sito par- rocchiale) si riprendono le attività e il cammino della catechesi. E’ evidente che resta identica la premessa sulla catechesi espe- rienziale che dai catechismi della Conferenza Episcopale italiana, l’Azione Cattolica Ragazzi trae or- mai da molti anni e che noi appli- chiamo a tutti i gruppi associativi nei quali si configura il rapporto dei ragazzi con la parrocchia. Il cammino catechetico scan- disce anche la preparazione ai sacramenti della iniziazione: con- fessione, comunione, cresima che tuttavia avranno alcuni momenti specifici che verranno comunicati. Il tema come ovvio cambia ed è quello che, nella triplice ripar- tizione in cui viene presentato il programma dei Testi , la Conferen- za Episcopale Italiana ha pro- grammato dopo il Concilio chia- mato Tema della Compagnia . Il Vangelo a cui si far riferimen- to sarà quello di Matteo che viene letto nell’anno liturgico. Il Percorso sottolinea particolar- mente i Sacramenti del Battesimo, dell’Eucarestia e della Cresima e vuole evidenziare la chiamata del ragazzo a far parte della Chiesa, a vivere in comunione con i fratelli e testimoniare la fede nel mondo. Il titolo del Cammino muove , nella lettura nel VANGELO DI Matteo, da uno degli incontri di Gesù con la gente in modo in modo da invitare il ragazzo a mettersi SU PER STRADA CON TE. Nel tentativo di coinvolgere in qualche modo i ragazzi, specie i più giovani e con l’intenzione di farvi sentire vicini alla Par- rocchia aiutando i vostri figlioli nella iniziativa, dato i limiti del tempo che spesso non ci con- sentono di incontrarci come si vorrebbe, anche quest’anno Lettera sulla Catechesi Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 30 continua a pagina 6 www.sangiovannibattistajesi.org continua a pagina 2 NATALE 2007 Nell’estate 1907, Lord Baden-Powell (che gli Scout chiamano affettuosa- mente B.P.) organizzò sull’isola in- glese di Brownsea un campo di venti ragazzi: era l’inizio del Grande Gioco dello Scoutismo. Nel giro di pochi anni, lo Scoutismo varcò i confini dell’Inghilterra ed I nostri primi 100 anni iniziò a coinvolgere ed entusiasmare educatori e ragazzi nel resto d’Europa prima, in tutto il mondo poi. Tante sono state le iniziative con le quali il Centenario dello Scautismo è stato celebrato in tutto il mondo: la più coinvolgente è stato il viaggio di una fi- accola che dal Kenia, ove è sepolto B.P., Rivolgiamo a tutti un augurio per le festività del Natale

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Un campo da indianiResoconto dell’evento estivo

pagina 4

Quattro giornial Beato Angelo

Far vacillare l’ateo e il talebano

pagina 3 pagina 7

Cari Genitori,

Con un po’ di ritardo anche a cau-sa della bella esperienza del Cen-tenario dello Scoutismo che ab-biamo celebrato con la S. Messa al parco del Ventaglio, una Mos-tra a S. Nicolò e Il Fuoco della Me-moria a S. Maria del Colle ( vi invito a vedere le foto nel nostro sito par-rocchiale) si riprendono le attività e il cammino della catechesi. E’ evidente che resta identica la premessa sulla catechesi espe-rienziale che dai catechismi della Conferenza Episcopale italiana, l’Azione Cattolica Ragazzi trae or-mai da molti anni e che noi appli-chiamo a tutti i gruppi associativi nei quali si configura il rapporto dei ragazzi con la parrocchia. Il cammino catechetico scan-disce anche la preparazione ai sacramenti della iniziazione: con-fessione, comunione, cresima che tuttavia avranno alcuni momenti specifici che verranno comunicati.

Il tema come ovvio cambia ed è quello che, nella triplice ripar-tizione in cui viene presentato il programma dei Testi , la Conferen-za Episcopale Italiana ha pro-grammato dopo il Concilio chia-mato Tema della Compagnia .Il Vangelo a cui si far riferimen-to sarà quello di Matteo che viene letto nell’anno liturgico.Il Percorso sottolinea particolar-mente i Sacramenti del Battesimo, dell’Eucarestia e della Cresima e vuole evidenziare la chiamata del ragazzo a far parte della Chiesa, a vivere in comunione con i fratelli e

testimoniare la fede nel mondo.Il titolo del Cammino muove , nella lettura nel VANGELO DI Matteo, da uno degli incontri di Gesù con la gente in modo in modo da invitare il ragazzo a mettersi SU PER STRADA CON TE.Nel tentativo di coinvolgere in qualche modo i ragazzi, specie i più giovani e con l’intenzione di farvi sentire vicini alla Par-rocchia aiutando i vostri figlioli nella iniziativa, dato i limiti del tempo che spesso non ci con-sentono di incontrarci come si vorrebbe, anche quest’anno

Lettera sulla Catechesi

Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI

NUMERO 30

continua a pagina 6

www.sangiovannibattistajesi.org

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NatalE 2007

Nell’estate 1907, Lord Baden-Powell (che gli Scout chiamano affettuosa-mente B.P.) organizzò sull’isola in-glese di Brownsea un campo di venti ragazzi: era l’inizio del Grande Gioco dello Scoutismo.Nel giro di pochi anni, lo Scoutismo varcò i confini dell’Inghilterra ed

I nostri primi 100 anniiniziò a coinvolgere ed entusiasmare educatori e ragazzi nel resto d’Europa prima, in tutto il mondo poi.Tante sono state le iniziative con le quali il Centenario dello Scautismo è stato celebrato in tutto il mondo: la più coinvolgente è stato il viaggio di una fi-accola che dal Kenia, ove è sepolto B.P.,

Rivolgiamo a tutti un augurio per le festività del Natale

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i ragazzi riceveranno un album per incollare le figurine e saranno im-pegnati nella storia della nostra di-ocesi e della parrocchia per vivere l’esperienza della Compagnia nel volto concreto della Chiesa in cui vi-vono, nella sua storia con i suoi Santi.Coglieremo anche l’occasione di farvi pervenire in sito alcuni avvisi sulle vita parrocchiale, la comunicazione della iniziative in corso come sempre.Che il Signore e la Vergine santa ci aiuti-no a portare avanti il nostro compito, ciascuno nel suo ordine, per il bene dei nostri figlioli e della comunità.

Don Attilio

Rund um Johann Christoph PachelbelPresentazione del programma della XIV edizione di Musica Praecentio.

Per la quindicesima edizione di “Musica Praecentio”, il Coro jesino “Cardinal Petrucci” prosegue nel proporre pro-grammi con musica sacra di grandi autori dell’Occidente cristiano presso la Chiesa di S. Giovanni B. mentre, per la presentazione del volume “La ritrattistica di G. Spontini” di M. Martelli, ci si sposterà presso la Biblioteca Diocesana “P.M.Petrucci” di Jesi.Daremo inizio al secondo ciclo di happenings musicali del 2007 entrando in media res con “Gaudeamus”: il canto gregoriano e alcuni brani appartenenti alla polifonia inglese trecentesca ed all’Ars Nova italiana saranno i protagonisti di questo primo appuntamento per la Solennità di Tutti i Santi. In “Elevatus Elevat”, il canto gregoriano sarà ancora presente unitamente alla produzione musicale destinata alla liturgia cristiana della fine del Settecento: con le compo-sizioni di Padre G.B. Martini, F. J. Haydn e

W.A. Mozart avremo modo di gustare alcune delle pagine più im-portanti, per coro ed archi, create da questi tre grandi musicisti europei.La ritrattistica di uno dei più importanti musicisti marchi-giani (G. Spontini) è stata oggetto di uno studio scientifico che verrà presentato venerdì 30 novembre presso la Biblioteca Dioc-esana “P.M.Petrucci” di Jesi. Per la Solennità dell’Immacolata Con-cezione, verranno presentate alcune composizioni tratte dal Fondo musicale di Montecarotto (An), tra le quali si segnala la prima es-ecuzione in epoca moderna del brano più antico conservato nel Fondo ut supra, il “Miserere” di P. Angelini (1753).“In Nativitate Domini” segna una delle maggiori Solennità cristiane: per questa occasione abbiamo il piacere di ascoltare uno strumento come il fagotto (A. Fogante) che, grazie all’innovativa scrittura virtuosis-tica ad esso dedicata da A. Vivaldi, ci permetterà di riscoprire un Concerto per fagotto ed orchestra, quest’ultima esemplificata dalla riduzione per organo.Gli ultimi due appuntamenti dedicati alla musica sacra vedran-no l’esecuzione del tradizionale “Te Deum” e, per la Solennità dell’Epifania, un florilegio di canti natalizi di epoca medievale.

Mariella Martelli

segue dalla prima

MUSICA PRAECENTIO

8 dicembre ore 11.30MAGNIFICATCoro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

25 dicembre ore 11.15In Nativitate DominiAndrea Fogante, FagottoCoro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

31 dicembre ore 18.00Te Deum LaudamusCoro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

6 gennaio ore 11.30In Epiphania DominiCoro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

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6 gennaio ore 11.30In Epiphania DominiCoro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

di Erri de Luca( dalla rivista Messaggero di Sant’ Antonio, settembre 2007)

Nelle conversazioni intorno alla fede e a chi non la possiede, propongo una distinzione fra ateo e non credente. L’ateo ha risolto la faccenda una volta per tutte. Esclude la divinità e non ha stima di chi la riconosce. Per l’ateo la persona di fede è un sano che ricorre ad una protesi, uno che in-ganna se stesso. L’ateo non ha un sentimento di superiorità, ma attribuisce a chi non ha fede una volontaria condizione di inferiorità. Il suo piano è per forza sopraelevato rispetto a quello di chi si abbassa e si umilia di fronte alla divinità.

Il non credente è uno che invece obbedisce al par-ticipio presente del verbo: tutti i giorni si misura con le domande e si risponde “no”, neanche per oggi credo. Mi capita ad ogni risveglio, aprendo le Scritture sacre nella loro lingua madre, ebraica antica. Il non credente sta sullo stesso piano del credente che a sua volta si chiede ogni giorno se credere, e si risponde rinnovando il suo atto di credito, fiducia, affidamento. Tra credente e non credente passa lo stesso participio presente.Nei dibattiti intorno alla fede ai quali sono invi-tato di tanto in tanto, provo a suggerire un’altra distinzione. La demarcazione più netta non sta tra chi è credente e chi no, ma tra il non credente e l’ateo. La convinzione assoluta dell’ateo lo separa profondamente dal non credente e dalla sua domanda quotidiana. Lo stesso vale per il campo della fede. Il credente è separato in casa dal talebano, tra loro spicca la crepa principale . L’ateo e il talebano sono affini, hanno escluso l’alternativa, sono in arrocco, fermi nell’angolo della scacchiera. Il credente e il “non” invece battono ogni giorno la pista della domanda, frugano la scacchiera palmo a palmo insieme, senza ostilità.Il credente sfrega tutti i giorni la lampada di Aladino per farne uscire il genio, per costring-erlo a essere presente nella sua vita. Il credente spicca mandato di comparizione verso la divin-ità, perché si manifesti. E’ in continua ricerca di conferma, segno. Perseguita amorosamente la divinità.Il non credente sa che nella lampada di Aladino ci può stare il genio, come nella Scrittura sacra

ci può stare la divinità, ma non si permette di sfregare la lampada, di dare il tu diretto e fron-tale al genio racchiuso nella Parola. Il gesto gli sembra non commisurato alla sua taglia, tutti i giorni si astiene.Credente e non, tutti e due impugnano il man-ico della lampada. In comune hanno il parti-cipio del verbo: partecipano cioè dello stesso presente.

L’ateo e il talebano invece partecipano dello stesso presente nel quale hanno fondato la loro certezza imbalsamata. Ma in materia di fede la differenza principale non passa tra chi la de-tiene e chi no, ma tra coloro che dubitano e rinnovano la loro difficile domanda e coloro che hanno invece smesso di porsela. Chi ha in mano la quotidiana lampada di Aladino è op-posto a chi non la impugna più. Le religioni, le ortodossie preferiscono i granitici, i corazzati di certezze.In origine non era così: Abramo portava il suo Dio Unico con sé sulle piste dei cammelli. Suo tempio era l’altare costruito per l’occasione, con pietre che non avevano conosciuto taglio né squadro. Quella divinità di origine non voleva templi, ma cuori in fiamme. Abitava le tende dei viandanti.

I monoteismi si sono invece dati all’edilizia e alle fortificazioni. Preferiscono il talebano e l’ateo, il militante e l’avversario irriducibile. Ma se esiste un ordine del giorno per riportare pace tra le parti, è questo: far vacillare l’ateo e il talebano.

Far vacillare l’ateo e il talebano

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Un campo da indianiResoconto dell’evento estivo

La prima cosa che si associa quando si sente la parola “indiano” o “pellerossa” è sicuramente “cowboy”, specialmente per gli appassionati del personaggio di Tex e dei film di John Ford.Pochi invece al suono di questa parola riescono ad immaginare l’affascinante realtà e la comples-sa cultura di un Popolo che, diviso in Nazioni e Tribù, si estendeva per tutto il territorio canadese e nord-americano, fino ai confini del Messico.

Quest’anno il Branco-Cerchio di Jesi 1 ha vis-suto l’esperienza del campo-scuola, cercando di rivivere un po’ lo spirito, gli usi e i costumi che caratterizzavano quelle genti, oggi chiamate “Nativi americani” Incominciamo col dire che sarebbe impossibile cercare di riassumere in poche righe la complessa cultura, i riti, le tradizioni di queste popolazioni che tanto hanno sofferto a causa dei pregiudizi e dell’ingordigia dei conquistatori bianchi. Un aspetto che oggi, però, ci colpisce in mani-era particolare (per ovvie ragioni) è il profondo rispetto e amore che i Pellerossa nutrivano per la Natura che essi consideravano una realtà viva e sacra.Non possiamo certamente prendere in consid-erazione in queste poche righe tutte le tribù che popolavano il Nord-America; diremo, pertanto, poche cose su quelli che erano conosciuti come gli Indiani delle Praterie.

Gli Indiani delle praterie, originariamente, abitavano le regioni boscose del Canada; in seguito emigrarono nelle grandi pianure del Centro America dove era più facile procurarsi il cibo, costituito soprattutto da piccola sel-vaggina. Quando, con i colonizzatori europei, arrivarono in America anche i cavalli la situ-azione cambiò. Gli Indiani si dimostrarono abilissimi cavalieri e cominciarono a galoppare verso le sterminate mandrie di bisonti che di-vennero la loro principale fonte di sostenta-mento. Il cibo, le pelli per vestirsi e costruire i loro “tepee”; i tamburi che suonavano per la pace e per la guerra, per i guerrieri morti e per quelli che ritornavano, per la caccia rius-cita e per la pioggia invocata; gli scudi su cui disegnare i magici segni della Ruota della Me-dicina… tutto veniva dal bisonte. Appunto per questo, il bisonte era considerato il dono più grande che Dio avesse fatto. Veniva cacciato, è vero, ma gli “Indiani” nutrivano un profondo rispetto per questo animale; venivano abbattuti solo i capi che erano neces-sari al sostentamento della tribù ( non uno di più) e importanti erano i riti per onorarne lo spirito. Ogni oltraggio a questo animale veniva considerato un atto dissacrante.E’ bello scoprire come non solo il bisonte van-tasse questo privilegio, ma tutte le creature: in-

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fatti ogni animale, pianta, luogo e oggetto avevano per i pellerossa un valore spirituale e simbolico, in quanto rappresentazioni e immagini concrete di realtà spirituali e interiori invisibili. Scoprire nei racconti (che gli sciamani usavano per tra-mandare le tradizioni, e per istruire i piccoli della tribù) il coyote come il “burlone che insegna”, la figura della vecchia donna come il “cuore del popolo”o la dimensione dell’Ovest come la “via dell’introspezione”, affascina e stupisce.

Un rito molto importante per queste tribù era la “Danza del Sole”, momento comunitario in cui gli Indiani erano soliti celebrare l’apice del calendario spirituale e rituale. Mediante questo atto sacro si rendeva grazie al Grande Spirito per l’anno trascorso, si invocavano le forze divine chiedendo protezione e prosperità per tutti gli esseri viventi.

Il profondo rispetto che i Nativi Americani nutrivano nei confronti della natura è proprio l’aspetto che accomuna questo popolo tanto af-fascinate con il mondo dello scoutismo.Approfondire il valore, l’importanza e la cono-scenza che gli Indiani avevano della natura, cer-care di assaporare lo spirito della vita comunitaria che legava i membri delle tribù, sono stati gli ob-biettivi proposti dagli educatori ai lupetti e alle coccinelle che nell’agosto di questa estate hanno partecipato alle vacanze di branco-cerchio. Il loro obbiettivo era, infatti, recuperare le “sette frecce”, raffigurazione delle qualità interiori che ogni essere umano dovrebbe scoprire dentro di se e far emergere per costruire una autentica comu-nità.

Per concludere invito i lettori, se possibile, ad ap-profondire la conoscenza ( perché spesso quella che abbiamo è veramente superficiale) di questo incredibile popolo, della loro storia e del loro profondo e immenso rispetto per il Creato.

Paolo Frattesi “Akela”

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A G E S C I

ha raggiunto Brownsea: l’intero tragitto è stato percorso senza l’utilizzo di mezzi a motore, dunque a piedi, o con veicoli ad energia eolica od a trazione umana o animale.In Italia, ci sono state innumerevoli iniziative locali, più una mostra itinerante dal titolo “Un mondo, una promessa”, or-ganizzata dalla F.I.S. (Federazione Italiana dello Scoutismo, alla quale aderiscono MASCI, AGESCI, CNGEI, FSE) che ha viaggiato un po’ in tutta Italia e che a Settembre è stata ospitata a Jesi, nella chiesa di San Nicolò.Questa mostra visitata da oltre cinquecento persone - ripercor-reva la storia dello Scautismo mondiale e dello Scoutismo ital-iano, dalle origini ai giorni nostri, ed a Jesi è stata affiancata da pannelli, filmati e documenti che narravano la storia dello Scoutismo a Jesi e nella Vallesina.Vi si narrava del gruppo di Esploratori jesini che fecero la loro Promessa Scout il 20 Aprile 1924, dello scioglimento dell’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiana) per imposizione del re-gime fascista, della sua rinascita nel 1944, quando suiniziativa ed appello del Prof. Arnaldo Bellagamba e di Don Giovanni Paccapelo riaprirono vari reparti a Jesi e nella Vallesi-na (Montecarotto, Cupramontana, Santa Maria Nuova, San Marcello, Castelplanio). Nel 1946 nacque a Jesi un “Riparto Guide” dell’A.G.I (Associazione Guide Italiane), la componente femminile dello Scoutismo.In anni più recenti, ASCI ed AGI si sono fuse insieme dando vita all’AGESCI; sono poi nati l’FSE (Associazione italiana Guide e Scout d’Europa cattolici) ed il MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani).A Jesi, la mostra è stata voluta e gestita da tutti i gruppi scout cittadini (MASCI, AGESCI e FSE) i quali hanno voluto realiz-zare alcuni eventi collaterali alla mostra: - una Santa Messa in suffragio di Don Giovanni Paccapelo, nel cinquantenario della sua morte, e di tutti gli Scouts che sono ”tornati alla Casa del Padre”. Questa Messa è stata celebrata da Monsignor Vescovo e vi hanno partecipato alcune centinaia di Scout ed ex-Scouts;- una tavola rotonda dal titolo “ Protagonismo adolescenziale oggi e rischi di violenzaconnessi”; - alla casa scout di Santa Maria del Colle infine, un folto gruppo di Scout ed ex-Scout ha partecipato ad un ”Fuoco da campo della memoria” ed ha rinnovato la Promessa.

Massimo Mariani, magister del gruppo M.A.S.C.I. di Jesi

segue dalla prima

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Vi e’ mai capitato di chiedere dei giorno di ferie dal vostro lavoro per andare a lavorare da un’altra parte!?! Beh...a me e ad altri ragazzi del gruppo “giovani” della nostra parrocchia e successo e non sapete con quanto entusiasmo e quanta sod-disfazione!!!Tutto e’ successo a settembre... quanto due ragazzi al nostro gruppo molto cari, Riccardo e Gloria, hanno fatto una scelta di vita veramente partico-lare: “diventare custodi dell’abbazia di Cupara-montana, il BEATO ANGELO”. Questo ovvia-mente non si significa che abbiano solo cambiato casa, ma che hanno deciso di far rivivere questo luogo bellissimo, ristrutturandolo, abbellendolo, facendolo ritornare ad essere un luogo di incon-tro per noi ragazzi, con delle uscite, dei campi scuola, dei momenti da trascorrere insieme!E allora...due persone non bastano...hanno bi-sogno di una mano...ecco perché io e Manlio, ab-biamo deciso di proporre un “campo di lavoro” ai ragazzi del gruppo! L’entusiasmo e le adesioni sono state fortissime...chi ha lasciato a casa lo studio, chi si e’ portato a Cupramontana i libri, chi faceva avanti e indietro dal lavoro...chi ha preso dei giorni di ferie...tutti per partecipare alla creazione di qualcosa!!!E cosi...piano piano ci siamo messi all’opera: travi rotte, porte e finestre da scartavetrare, travi da sab-

A Z I O N E C A T T O L I C A

biare, giardino da ripulire, orto da curare, stac-cionate da rifare, sporcizia da buttare, stanze da riordinare, chiostro da sistemare e....tantissimo altro ancora! Sveglia presto....sana colazione e poi subito a la-voro...lavoro inteso proprio come fatica... fatica fisica intendo...vi sta parlando una persona che lavora in banca comoda su una scrivania per 8 ore al giorno!!! E vi garantisco che nessuno di noi e’ abituato a questo...Ecco perché la cosa più bella e’ stata capire che piano piano, un po’ per volta, l’aiuto di tutti e’ servito per creare, aggiustare, abbellire qual-cosa!!!! Ovviamente non bastano 4 giorni e 15 persone a dar vita ad un progetto così ampio, però noi ci abbiamo messo tutto l’entusiasmo e tutta la nostra forza...sia fisica che di volontà per far ritornare il Beato Angelo luogo di ritrovo, in-contro o di meditazione!E se un giorno....passando verso Cupramon-tana...andrete a vedere l’Abbazia, fermatevi fino al tramonto, sedetevi fuori dal chiostro, guardate lo splendido panorama che si scorge ed ascoltate il silenzio dei piccoli rumori della natura! La magia colpirà anche voi!!!!

Alessandra Notari

Quattro giorni al Beato AngeloSilenzio, natura e... lavoro per i giovani di A.C.

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A Z I O N E C A T T O L I C A

I Cattolici italiani tra piazze e campanili Manifesto dell’Azione Cattolica del Paese

Noi, bambini e ragazzi, giovani e adulti, donne e uomini dell’Azione Cattolica Italiana, desideriamo rinnovare e condividere il nostro impegno nella Chiesa e nella comu-nità civile. La nostra grande famiglia associativa compie centoquarant’anni. Ha attraversato due secoli e si è affaccia-ta alle soglie del terzo millennio; ha visto formarsi e crescere l’Italia; ha vissuto sempre con fedeltà il suo servizio allaChiesa. È una famiglia carica di storia: in questa storia vogliamo riscoprire le radici del nostro futuro.Non ci siamo tirati indietro, mai. Nelle parrocchie e nelle città, nelle aule di scuola e nelle università, sui luoghi dellavoro, nella società civile e nelle istituzioni democratiche, il popolo dell’Azione Cattolica ha sempre cercato di offrireil suo servizio disinteressato per l’annuncio del Vangelo e la crescita del Paese.In questi anni il volto della nostra società è profondamente cambiato. Ci sentiamo sospesi tra un mondo chemuore ed uno che nasce, ma continuiamo a credere che il tempo del Vangelo è adesso e vogliamo stare ancoradentro questo tempo. Con la forza del passato, con il corag-gio del futuro, con la passione di sempre.A quarant’anni dall’inizio del rinnovamento dell’Ac, sgorga-to dal Concilio Vaticano II, vogliamo ripartire dalle radicidella nostra scelta religiosa, che è essenzialmente primato del Vangelo: incontro con Gesù Cristo, testimonianzapubblica di una vita secondo lo Spirito, responsabilità formativa.Con questo stile rinnoviamo il nostro servizio alla Chiesa, soprattutto nella sua dimensione diocesana, in una par-rocchia sempre più missionaria, radicata nella sua terra, partecipe delle gioie e delle speranze, delle attese e dei problemi della gente. Vogliamo mettere la nostra storia al servizio di quest’incontro tra fede e intelligenza, tra l’altezza dell’infinito e l’ordinarietà del quotidiano.

Lunedì 24 dicembre ore 23.00Veglia di Natale

CALENDARIOPARROCCHIALE

25 Dicembre 2007ore 11.15Musica PraecentioIn Nativitate Domini

Consultare il Calendario in Internet per i dettagli degli incontri e per tutti gli appuntamenti successivi

Con questo stile siamo al servizio dell’uomo: per onorare la dignità personale con i suoi valori irrinunciabili, a cominciare dalla vita e dalla pace, dalla famiglia e dall’educazione; per cam-minare accanto a tutti e ciascuno, e tessere insieme una trama viva di relazioni fraterne.Siamo consapevoli della possibilità e della bellezza di una vita pienamente umana e cristiana: per questo vogliamo continu-are ad essere scuola di vocazioni laicali, a spenderci in favore del bene comune, attraverso l’educazione alla responsabilità personale, all’impegno pubblico, al senso delle istituzioni, alla partecipazione, alla democrazia.Il Paese merita un futuro all’altezza del proprio patrimonio di fede cristiana, di cultura umanistica e scientifica, di passione civile e di solidarietà sociale. Ha diritto alla speranza. Noi vogliamo compiere un passo avanti verso questo Paese, con il Vangelo e con la vita: incontro alla gente, nel segno di un ethos condiviso, secondo uno spirito di autentica laicità, ricercando un’armonia sempre possibile tra piazze e campanili.Questo è il nostro impegno. Un impegno e un invito. Un invito e una speranza. Mille incontri per un unico, vero, grande Incontro. Il tuo sì ci interessa.

La Presidenza nazionaledell’Azione Cattolica

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