Rivista svizzera di apicoltura p e Organi della STA ...

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Editoriale 2 Il nuovo logo 3 La nuova etichetta 4 Il nuovo sigillo 5 Verso la conquista dei fiori 6 Corso di Mezzana 9 Lotta alternativa contro la varroa 10 Importazione di miele 12 Cinque diffusori a confronto 14 Lotta contro la varroa 15 Polline: un regalo della natura 16 Apilombardia 20 Comunicazioni 22 Organi della STA Sede del Comitato Cantonale: Bellinzona Conto corrente postale 65-615-9, Bellinzona www.apicoltura.ch Presidente Theo Nicollerat, Ligornetto Tel. 091 / 630 98 94 Segretario-Cassiere Gabriele Lombardi, Airolo Tel. 091 / 869 18 18 Consulente apistico Vacante Biblioteca Ivan Cimbri, 6500 Bellinzona Tel. 091 / 825 54 43 Marchio miele FSSA Aurelio Stocker, Ronco Tel. 091 / 791 88 36 Marchio Ticino Unione Contadini Ticinesi S. Antonino Tel. 091 / 851 90 94 E-mail: [email protected] Redattore Livio Cortesi via Retica 6 6532 Castione Tel. 091 / 829 17 76 Il colore della regina per il 2006: bianco I testi da pubblicare, compre- sa la piccola pubblicità per l’angolo delle occasioni, de- vono essere consegnate al re- dattore entro il 10 dei mesi dispari. Nuovi abbonamenti, disdette e cambiamento d’in- dirizzo vanno comunicati per iscritto al redattore. Grafica Sara Rizzi, Vaglio Stampa Tipografia Leins Ballinari, via Dogana 8, 6500 Bellinzona Tel. 091 / 825 17 43 Fax 091 / 825 98 60 [email protected] L ' A p e Rivista svizzera di apicoltura Organo ufficiale della Società Ticinese di Apicoltura STA 3-4 Marzo - Aprile 2006, anno LXXXIX

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Editoriale 2

Il nuovo logo 3

La nuova etichetta 4

Il nuovo sigillo 5

Verso la conquista dei fiori 6

Corso di Mezzana 9

Lotta alternativa contro la varroa 10

Importazione di miele 12

Cinque diffusori a confronto 14

Lotta contro la varroa 15

Polline: un regalo della natura 16

Apilombardia 20

Comunicazioni 22

Organi della STA

Sede del ComitatoCantonale: BellinzonaConto corrente postale65-615-9, Bellinzona

www.apicoltura.ch

PresidenteTheo Nicollerat, LigornettoTel. 091 / 630 98 94

Segretario-CassiereGabriele Lombardi, AiroloTel. 091 / 869 18 18

Consulente apisticoVacante

BibliotecaIvan Cimbri, 6500 BellinzonaTel. 091 / 825 54 43

Marchio miele FSSAAurelio Stocker, RoncoTel. 091 / 791 88 36

Marchio TicinoUnione Contadini TicinesiS. AntoninoTel. 091 / 851 90 94E-mail: [email protected]

RedattoreLivio Cortesivia Retica 6 6532 CastioneTel. 091 / 829 17 76

Il coloredella regina per il 2006:bianco

I testi da pubblicare, compre-sa la piccola pubblicità perl’angolo delle occasioni, de-vono essere consegnate al re-dattore entro il 10 dei mesidispari. Nuovi abbonamenti,disdette e cambiamento d’in-dirizzo vanno comunicati periscritto al redattore.

GraficaSara Rizzi, Vaglio

StampaTipografia Leins Ballinari,via Dogana 8, 6500 BellinzonaTel. 091 / 825 17 43Fax 091 / 825 98 [email protected]

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ApeRivista svizzera di apicoltura Organo ufficiale della Società Ticinese di Apicoltura STA

3-4Marzo - Aprile 2006, anno LXXXIX

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vrebbero permettere una maggiore responsabilizza-zione di questi ultimi.Altro tema di questo numero è quello riguardante la«rete di osservazione» organizzata lo scorso annodalla STA per sorvegliare i possibili effetti dei trat-tamenti fitosanitari sul vettore della Flavescenza do-rata, la nuova malattia delle viti apparsa in Ticino.Abbiamo anche un contributo dell’UCT sul temadel Marchio Ticino che vediamo sempre più sulleconfezioni di miele. La novità del momento a livello STA è la neocosti-tuita sezione Malcantone-Mendrisio che ha tenutola sua assemblea sezionale costitutiva poche setti-mane fa a Mezzana. Alla nuova sezione ed al suo presidente CarmeloZanatta porgiamo gli auguri di riuscire a raggiunge-re nuovi ed ambiziosi traguardi. Il primo impegnoassunto dalla sezione consiste nell’organizzazionedell’assemblea delegati STA 2006 che si terrà a Bre-no, in Malcantone. Avremo quale probabilmentequale ospite il Dott. Jermini, direttore del Laborato-rio Cantonale che ci parlerà delle nuove ordinanze.Ringrazio a nome di tutti la Sezione locale per la di-sponibilità dimostrata ed invito anche chi non è de-legato e soprattutto chi deve ricevere i diplomi apartecipare all’assemblea. Gli apicoltori (non dele-gati) che desiderassero fermarsi alla cena che se-guirà l’assemblea contattino il nostro segretario-cassiere Gabriele Lombardi. Dal punto di vista finanziario la STA pur non aven-do grandi cifre per il suo esercizio, dimostra di saper«girare» egregiamente e come vedrete dai conti, an-che di fare leggeri utili. Concludo augurando a tuttiun rinnovato piacere nella pratica dell’apicolturache saprà offrirvi oltre al delicato miele, magnifichegiornate nel verde del nostro bel cantone.

Il vostro presidenteThéo Nicollerat

Cari apicoltori, in que-sti primi giorni di pri-mavera osserviamo conpiacere il volo dellebottinatrici che comin-ciano a trovare pollinedopo un prolungato pe-riodo freddo. Per moltiapicoltori la visita inapiario si è purtroppo

rivelata una delusione nel constatare alzando i co-prifavi, famiglie spopolate, telaini imbrattati e apimorte. Le perdite invernali sono un fenomeno nor-male in apicoltura, ma a volte possono arrivare apercentuali drammatiche. Notizie di perdite di al-veari giungono da più parti e molti apicoltori sonoalla ricerca di nuclei per ripopolare gli apiari. Invitotutti a sondare le possibilità di reperire famiglie inTicino e a far ricorso all’importazione solo in casidisperati. Bisogna essere coscienti che all’estero vi-gono pratiche che potrebbero non essere autorizzatenel nostro paese. Per esempio bisogna assicurarsiche i popoli non siano trattati all’antibiotico per evi-tare che nel raccolto ticinese ‘06 vi possano essereeventuali residui non autorizzati. Per quanto riguar-da il commercio del miele non posso che riportaregli appelli che ricevo da più parti, in cui mi si segna-lano vendite di miele a prezzi stracciati che non fan-no altro che destabilizzare il mercato senza incre-mentare però i volumi di vendita. L’invito è dunquequello di non svendere ma di valorizzare il prodotto,nonché di autoregolamentarsi e di produrre quelloche si riesce effettivamente a smerciare. Troverete inquesto numero un’interessante articolo riguardantele nuove leggi in campo delle derrate alimentari e inquello dei prodotti veterinari. Se le prime prevedonol’autodenuncia degli apicoltori presso le competentiautorità, la seconda prevede nuovi obblighi per icommercianti di prodotti apistici, obblighi che do-

Editoriale

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Una sessantina di soci hanno partecipato allafiera primaverile di Piacenza, una giornataterminata in simpatica compagnia dopoun’apprezzato pranzetto nell’Oltrepò Pavese,le foto della gita sono pubblicate sul nostrosito www.apicoltura.chRicaricate le batterie e rinnovato l’entusia-smo marzo e aprile sono i mesi decisivi per illavoro dell’apicoltore. Purtroppo quest’anno la primavera inizia conun certo ritardo dovuto ad un inverno partico-larmente rigido. Molti apicoltori ci segnalanoperdite anche importanti, dovuti allo spopola-mento dei popoli seppur invernati con i dovu-ti modi, varroa? nosema? Una o l’altra o tuttedue assieme, siamo alle solite e chi non si èpreoccupato di formare dei nuclei di riservaora si vede costretto all’acquisto non sempreevidente di popoli o partire con delle popola-zioni ridotte nella speranza di poi riformarledurante la stagione.I raccolti dipenderanno poi da troppe variabi-

li per poter essere previsti o ancor più pro-grammati, ma partire con il piede giusto èuna seria ipoteca per il primo importante ap-puntamento a maggio (acacia). Fondamental-mente sono due gli obiettivi importanti ri-guardanti la ripresa primaverile delle fami-glie: arrivare con api sane e nidi ben pieni al-l’appuntamento con il raccolto ed evitare lasciamatura. Vorremmo consigliare le sezioni ad attivarsimaggiormente nell’organizzare dei corsi spe-cifici di formazione dei nuclei e dell’alleva-mento delle regine e agli apicoltori di parteci-pare attivamente ed organizzarsi in piccoligruppi per collaborare tra di loro, con il mot-to l’unione fa la forza.Per quanto riguarda la sciamatura, invece, ifattori in gioco sono molteplici e ormai quasia tutti noti; poiché questa rubrica è dedicataai chi inizia o comunque a chi non si stancamai di riflettere, tento di riassumerli in breve.In primo luogo la tendenza alla sciamatura è

Lavori del mese

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regolata da fattori genetici, che hanno altissi-ma ereditabilità. Questo significa che le fi-glie di madri che hanno sciamato tenderannoanch’esse alla sciamatura. Lasciando riprodurre le api in modo naturale,in pochi anni la sciamatura sarà la norma esaranno possibili anche sciamature ripetuteperché si riprodurranno le api sciamatrici adiscapito delle altre. A marzo ed aprile non sipuò più far nulla, salvo pentirsi di non aversostituito l’anno precedente tutte le regineche avevano sciamato e le loro figlie. Con re-gine non selezionate bisogna rassegnarsi araccogliere sciami. Un altro fattore che in-fluenza la sciamatura è l’età della regina. Regine più giovani producono infatti più or-moni ed in particolare l’ormone specificoche inibisce nelle operaie lo stimolo a pro-durre celle reali. Regine nuove e selezionatesono solo le condizioni indispensabili perpensare di affrontare e non subire il proble-ma. Il terzo fattore che spinge le api a produr-re celle reali ed entrare in febbre sciamatoriaè la disponibilità di polline. Tanto polline adisposizione di molte api giovani significapappa reale in eccesso. La pappa reale puòessere consumata allevando maschi oppureallungando celle di sciamatura. Non potendomodificare le disponibilità di raccolto (salvoscegliendo la postazione con il nomadismo),dobbiamo pensare di allevare le api in mododiverso, quando ci troviamo in presenza disorgenti polliniche abbondanti come adesempio il tarassaco. Possono inoltre favorirela sciamatura la mancanza di spazio vitale al-le api o l’intasamento dei favi con scorte dimiele e polline; non va pertanto trascuratol’allargamento progressivo calibrato delle fa-miglie.

È di stimolo alla sciamatura, inoltre, la situa-zione che si crea ad un certo momento dellosviluppo delle famiglie: quando si determinauno squilibrio numerico fra le api giovani chesono le incaricate a produrre pappa reale, ce-ra ed accudire covata, e la covata fresca in al-levamento. Proprio per questo motivo, l’eli-minazione di favi di covata in prossimità del-la sciamatura (operazione che spesso sentoconsigliata) non è una soluzione al problema. La situazione ideale è arrivare quaranta gior-ni prima del raccolto con famigliole con trebei favi di covata e cinque o sei di api (non dipiù!!). Per fare ciò bisogna aver invernate sia nucleiche famiglie e procedere al pareggiamentodurante il mese di aprile. Questa tecnica ridu-ce di molto i tempi di lavoro perché la visita afamiglie ancora in crescita non è molto com-plessa e successivamente sono sufficienti po-chi interventi di controllo e ritocco per averfamiglie al massimo dello sviluppo in prossi-mità del raccolto. In teoria il momento più impegnativo è ap-punto il mese di aprile quando si impostanole famiglie, mentre in maggio si intervienesolo per gli ultimi controlli e l’allargamentodelle famiglie con l’introduzione di favi o fo-gli cerei. L’introduzione dei fogli cerei deveessere fatta solamente in presenza di unabuona importazione nettarifera, alcune voltefunziona già sulla fioritura del ciliegio selva-tico altrimenti è meglio attendere la fiorituradel tarassaco. E ricordate le regole per l’inserimento del fo-glio cereo, mai tra la covata ma sempre di la-to, altrimenti lo stesso potrebbe formare undiaframma ed innescare la costruzione di cel-le reali.

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Dall’apicoltura si ricavano due alimenti: ilmiele e il polline. Le api rientrano quindi nel-la categoria degli animali da reddito ai sensidella legislazione sulle derrate alimentari esugli agenti terapeutici. In virtù dell’-ordi-nanza sui medicamenti veterinari, gli apicol-tori sono tenuti ad utilizzare in modo correttoe responsabile i medicamenti per le api. Chiintende dispensarli deve osservare determi-nate condizioni specifiche, ad esempio deveaver seguito un corso riconosciuto. Le derra-te alimentari ottenute dall’apicoltura devonoessere protette dalla presenza di residui inde-siderati di medicamenti veterinari. Inoltre de-ve essere salvaguardata la salute dei consu-matori e delle api.

Scopo dell’ordinanzasui medicamenti veterinariL’ordinanza sui medicamenti veterinari (OM-Vet) disciplina i principali ambiti del dirittosugli agenti terapeutici ed è in vigore dal 1°settembre 2004. Si prefigge di (art. 1):

– garantire un’utilizzazione corretta dei me-dicamenti veterinari;

– proteggere i consumatori dalla presenza diresidui indesiderati di medicamenti veteri-nari nelle derrate alimentari di origine ani-male;

– proteggere la salute degli animali.

Tali obiettivi sono volti a rafforzare la fiduciadei consumatori nei confronti delle derratealimentari di origine animale.

Aspetti fondamentali per gli apicoltoriObbligo di registrazioneIn linea di principio, in virtù dell’OMVet, chidetiene animali da reddito deve tenere un re-

Nuova ordinanza sui medicamenti veterinariInformazioni utili per gli apicoltori

Favi da miele prima della centrifugazione. L’ordinan-

za sui medicamenti veterinari intende garantire, tra

l’altro, che il miele che arriva sulle tavole dei consu-

matori sia privo di residui indesiderati di medicamen-

ti veterinari. Essa costituisce, unitamente alla legisla-

zione sulle derrate alimentari, la base legale per la

buona pratica di fabbricazione in apicoltura e la rela-

tiva assicurazione della qualità. Il controllo autono-

mo nell’azienda apicola è parte integrante di questo

sistema.

gistro dei trattamenti dove vanno iscritte tuttele applicazioni di medicamenti. Le scorte dimedicamenti ancora disponibili dopo i tratta-menti vanno iscritte in un inventario. Permaggiori dettagli in merito si rinvia al sito In-ternet http://www.swissmedic.ch alla rubrica

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Anche secondo il nuovo testo d’ordinanza le colonie d’api possono essere trattate soltanto con i medicamenti

veterinari omologati da Swissmedic nonché con gli agenti terapeutici e le procedure di trattamento raccoman-

dati da Agroscope, Centro svizzero di ricerche apicole. Gli apicoltori continuano ad essere i responsabili del-

l’impiego corretto. Una novità rispetto al testo d’ordinanza previgente, invece, è costituita dal fatto che chi in-

tende dispensare medicamenti veterinari in un negozio specializzato nella vendita di articoli per l’apicoltura

deve aver seguito un corso riconosciuto dall’Ufficio federale di veterinaria e seguire regolarmente corsi di per-

fezionamento.

dedicata all’ordinanza sui medicamenti vete-rinari.Gli agenti terapeutici per il trattamento dellecolonie d’api vengono dispensati senza pre-scrizione veterinaria (categoria di dispensa-zione D) e non si applicano nemmeno terminid’attesa. In virtù dell’OMVet, questo generedi medicamenti non è assoggettato all’obbli-go di tenere un registro. Pertanto, ai sensi del-l’OMVet non vige alcun obbligo di registra-zione per gli apicoltori.Questi ultimi sono tenuti, invece, a effettuarele registrazioni necessarie nel quadro del con-

trollo autonomo in conformità della legisla-zione sulle derrate alimentari. I rispettivi mo-delli per il controllo autonomo sono messi adisposizione dalle federazioni degli apicoltoridella Svizzera tedesca, francese e italiana.

Agenti terapeuticiPer il trattamento di colonie d’api possono es-sere utilizzati i seguenti agenti terapeutici:

a) Medicamenti veterinari omologatida SwissmedicL’elenco aggiornato (Tierarzneimittelkom-

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pendium der Schweiz) può essere consulta-to all’indirizzo Internet:

www.vetpharm.unizh.ch/perldocs/index_t.htm Selezionare «Spezies» cliccare su«Suchen» e poi selezionare «Insekten(Bienen)».

b) Agenti terapeutici e procedureraccomandati da Agroscope,Centro svizzero di ricerche apicoleL’elenco aggiornato può essere consultatoall’indirizzo Internet: www.apis.admin.chRubrica Malattie, Lotta, Mezzi terapeuticiper l’apicoltura in Svizzera.pdf

Questi medicamenti e procedure di trattamen-to sono testati e garantiscono l’efficacia ri-chiesta nonché la sicurezza contro effetti col-laterali indesiderati. Gli apicoltori sono re-sponsabili per il corretto svolgimento dei trat-tamenti attendendosi alle istruzioni e alle mo-dalità d’uso riportate su confezioni e fogliettiillustrativi nonché sugli articoli specialisticidelle riviste di apicoltura. L’impiego correttodi agenti terapeutici è parte integrante dellabuona pratica di fabbricazione in apicoltura.Non devono essere utilizzati altri agenti tera-peutici e procedure di lotta alle malattie dellecolonie d’api.

Dispensazione di medicamenti per apiad apicoltoriI medicamenti per le api possono essere di-spensati soltanto in negozi specializzati nellavendita di articoli per l’apicoltura con una re-lativa autorizzazione cantonale per il com-mercio al dettaglio nonché dagli ispettoratidegli apiari dei servizi cantonali di veterina-ria. Chi intende dispensare medicamenti per

le api ad apicoltori deve aver seguito un corsospecialistico riconosciuto dall’Ufficio federa-le di veterinaria. L’attestato di frequenza alcorso è una condizione necessaria per il rila-scio dell’autorizzazione cantonale per il com-mercio al dettaglio (art. 9 OMVet, in vigoredal 1° luglio 2005). Le materie tecniche diquesti corsi sono: giurisprudenza, nosologia,farmacologia. Per informazioni sulla proce-dura di riconoscimento e sui corsi riconosciu-ti si rinvia al sito Internet dell’UFVwww.bvet.admin.ch. Questa regolamentazione è finalizzata a ga-rantire che i medicamenti dispensati siano si-curi nonché ad offrire agli apicoltori una con-sulenza tecnica specializzata.

I contenuti del presente articolo sono stati ap-purati da: – Heini Horber e Corinne Grandjean

Ufficio federale di veterinariaCH-3003 Berna

– Regula VogelUfficio cantonale di veterinaria di Zurigo8090 Zurigo

Traduzione: Simona StueckradUfficio federale dell’agricoltura3003 Berna

Peter FluriCentro svizzero di ricerche apicoleAgroscope Liebefeld-PosieuxCH-3003 Berna

Roland Zwahlen, SwissmedicIstituto svizzero per gli agenti terapeuticiHallerstr. 7, CH-3012 Berna

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Comparsa in Ticinodi una nuova malattia della vite Durante l’estate 2004, le autorità fitosanitarieticinesi hanno scoperto la presenza della fla-vescenza dorata nel Mendrisiotto. Tale malat-tia della vite è provocata da un fitoplasma tra-sportato da ceppo in ceppo e da vigneto in vi-gneto da un insetto vettore, la cicalinaScaphoideus titanus. Già riscontrata, segnata-mente in Lombardia, provoca una mortalitàrapida dei piedi di vigna. Vista la gravità deidanni e i rischi di propagazione, la Confede-razione ha classificato la flavescenza doratatra gli organismi di quarantena con l’obbligodi combatterla. La lotta contro questa malattiasi fa indirettamente eliminando il vettore, va-le a dire la cicalina Scaphoideus. Nella primavera 2005, le autorità fitosanitarieticinesi e quelle federali hanno pianificato la

strategia di lotta che volevano adottare nelMendrisiotto, in particolare per la scelta deiprodotti da utilizzare per sconfiggerla. Gliobiettivi della lotta erano, nel limite del possi-bile, circoscrivere questo primo focolaio diflavescenza dorata in Svizzera e testare talestrategia di lotta in caso di futura propagazio-ne della malattia in altre regioni viticole dellaSvizzera. Occorre precisare che la presenzadi Scaphoideus titanus nelle vigne in Svizze-ra è stata riscontrata da diversi anni ma soloora è vettrice del citoplasma responsabile del-la flavescenza dorata.

Esiste una minaccia per le api?La strategia scelta consisteva nell’effettuaredue trattamenti a inizio giugno, con 15-20giorni di intervallo con un insetticida regola-tore di crescita, in seguito, dopo un controllo

Valutazione dei rischi per le apirisultanti da trattamenti insetticidi effettuati in Ticino

Arnia di Mezzana con trappole per la cattura delle api morte

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da parte del servizio fitosanitario al fine distabilire un’eventuale presenza di cicaline, untrattamento a inizio luglio con un insetticidaclassico. Il primo insetticida impiegato è unlarvicida (Applaud®) che, secondo le pubbli-cazioni in merito, non agisce sulle larve delleapi. Per contro, i prodotti per la seconda seriedi trattamenti (Pyrinex® o Reldan®) possonorivelarsi pericolosi per le api adulte se non siadottano alcune precauzioni. Tali prodotti fi-tosanitari erano già stati utilizzati in Svizzeraprima della comparsa della flavescenza dora-ta ma, nella fattispecie, la particolarità è datadall’estensione delle superfici trattate. Le au-torità competenti hanno stimato che vista lanatura dei prodotti utilizzati e adottando dellemisure preventive (esclusione di trattamentisui fiori, obbligo di falciare piante e fiori pri-ma del trattamento) il rischio per le api si è ri-velato basso.

Messa in attodi una rete d’osservazioneQuando la Società Ticinese di Apicoltura(STA) ha appreso che tutte le vigne del Men-drisiotto sarebbero state sottoposte a questitrattamenti, ha mostrato inquietudine per lasalute del patrimonio apicolo ticinese. La vi-gna può, in alcune circostanze, risultare at-trattiva per le api, così come la flora avventi-zia in fiore presente nei vigneti. La STA hapreso una serie di iniziative presso il CantonTicino e la Confederazione onde avviare unostudio per valutare se la lotta imposta controla cicalina Scaphoideus non presenti effettiva-mente dei rischi per le api.Il Centro di ricerche apicole di AgroscopeLiebefeld-Posieux si è dichiarato disposto adattuare una rete di osservazione e, con il so-

stegno della STA, sette apicoltori hanno par-tecipato a questo esperimento.In loco, gli esperimenti sono stati coordinatida Elia Stampanoni, ingegnere agronomo.Uno degli obiettivi dell’esperimento eraquello di osservare un eventuale aumentodella mortalità delle api davanti alle arnie, inconseguenza dei trattamenti. Per tale motivosi è proceduto ad installare delle trappole perla cattura delle api morte davanti alle arnie(foto) per censire le api adulte e le pupe. L’al-tro obiettivo dell’esperimento era quantifica-re l’intensità del bottinaggio nelle vigne. So-no state sistemate in sette apiari: cinque sitrovavano nel Mendrisiotto in zone trattate edue apiari di controllo si trovavano al di fuoridelle zone trattate al fine di combattere la ci-calina Scaphoideus.

Svolgimento dell’esperimentoe risultati delle osservazioniLa strategia di lotta prevista dal Cantone nonha dovuto essere applicata nella sua totalità,poiché il terzo trattamento insetticida controle cicaline adulte non è stato necessario. Con-seguentemente ai controlli delle vigne realiz-zati nel distretto di Mendrisio, si è dimostratoche i primi due trattamenti con il prodottoApplaud® hanno raggiunto una buona effica-cia e hanno dunque reso superfluo un terzotrattamento. I nostri esperimenti permettonodunque di prendere posizione soltanto suglieffetti occasionati dai primi due trattamenti.I conteggi quotidiani delle api e delle pupenelle trappole per la cattura delle api morte,durante 4-6 settimane, non hanno evidenziatoun aumento delle perdite di api in seguito altrattamento rispetto al periodo antecedente itrattamenti. Il numero di pupe è altresì restato

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molto basso e sembra confermare il fatto cheil larvicida Applaud® è selettivo per le cicali-ne e non agisce sullo sviluppo delle api. La misurazione del bottinaggio ha mostratoche le api sono effettivamente presenti nei vi-gneti, segnatamente durante la fioritura. Almomento dei trattamenti, a partire dalla pri-ma metà del mese di giugno, la vigna non èpiù in fiore e la presenza di polline di casta-gno e tiglio è elevata. Il numero di api riscon-trato nei vigneti in quel periodo è basso.

ConclusioniPer il 2005, la rete di osservazione non ha evi-denziato un rischio di mortalità delle api inconseguenza ai trattamenti con il larvicidaApplaud® (principio attivo: Buprofezin) con-tro Scaphoideus titanus nelle vigne del Men-drisiotto.Da questo esperimento non è possibile trarrealcuna conclusione concernente il trattamentocon Pyrinex® o Reldan® dato che è stato pos-sibile fare a meno di questo trattamento. Gliesperimenti eseguiti in passato con questiprodotti sia in arboricoltura, sia in viticolturamostrano che non bisogna temere per la salu-te delle api fintanto che le misure preventivepreconizzate sono rispettate.

RingraziamentiUn sentito ringraziamento alla STA e ai setteapicoltori che hanno partecipato a questoesperimento mettendo a disposizione le lorocolonie e il loro tempo per il conteggio quoti-diano delle api.

Jean-Daniel CharrièreCentro svizzero di ricerche apicoleAgroscope Liebefeld-Posieux, 3003 Berna

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C’è sempre più interesse: coinvolte 500aziende per una cifra d’affari di quasi 60milioni.Niente crisi del settimo anno per il «marchioTicino» riservato ai prodotti agroalimentari.Anzi, i contratti di licenza stanno conoscendodal 2003 un’autentica impennata: dopo unastagnazione durata cinque anni, ora si è aquota 49, ciò che vede coinvolte più di 500aziende e corrisponde a una cifra d’affari an-nua di quasi 60 milioni di franchi. Ma non bi-sogna accontentarsi, perché dopo gli accordiGatt che negli anni scorsi hanno dato il via li-bera a una massiccia importazione di prodottiesteri a scapito di quelli locali, ora alle portevi è un abbassamento dei dazi doganali che ri-schia di saturare il mercato interno. Imperati-vo: fare in modo che i prodotti tipici del Tici-no siano propagandati come tali e, soprattut-to, riconosciuti dai consumatori, sempre piùconfrontati con un’ampia e differenziata of-ferta sugli scaffali dei negozi. È quanto hannospiegato a Sant’Antonino Cleto Ferrari, se-gretario dell’Unione contadini ticinesi e pre-sidente della commissione marchio e MichelePiffaretti, segretario della commissione. «Chi compra un prodotto col marchio, com-pra anche un influzzo di territorio curato»,evidenzia Ferrari non nascondendo una certasoddisfazione per come stanno andando lecose: «Lo ha capito bene la grande distribu-zione, che privilegia i prodotti di stagione, Elo ha capito anche il mercato d’OItralpe cheapprezza, e parecchio anche, il “marchio Ti-cino”».I prezzi, tuttavia, rispetto ai prodotti importatinon sempre sono concorrenziali, e il consu-matore ne tiene conto. «Vero – risponde Fer-rari – ma dietro il nostro marchio c’è tutto un

Agroalimenti:per il «Marchio Ticino» nessuna crisi del settimo anno

discorso sociale fatto, ad esempio, di minimisalariali garantiti. Vi è poi il rispetto delle or-dinanze nell’uso dei pesticidi, Ciò che nonsempre si verifica in altre nazioni. In questosenso, per esempio, non sono le nostre fragolea costare troppo ma quelle estere, semmai, acostare troppo poco». Il marchio prevede che siano rispettati treprincipi: che il prodotto in questione sia fattoa base di materie prime ticinesi, che sia elabo-rato e trasformato in Ticino, e che sia affinatoe imballato in Ticino. Con alcune deroghe,ovviamente, per consentire un minimo spaziodi manovra indispensabile in un cantone diconfine come il nostro. Fra i 49 contratti di li-cenza – spiega Piffaretti – 16 riguardanoaziende di latticini e formaggi, 7 carne e pe-sce, 5 ortaggi, 5 dolci e pane, 5 floricoltura, 4riso e cereali, 3 uova e pollame, 2 miele e ca-stagne, 2 sono aziende agricole miste. Fra glispazi di miglioramento la commissione – chesvolge verifiche puntuali sul rispetto del re-golamento, e infligge quando è necessariodelle multe – ha individuato una maggioredifferenziazione, continuando a distinguersidalla produzione standardizzata.

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Il contratto di licenza siglato nel maggio2004 tra la STA ed il marchio Ticino permet-te ai singoli soci STA di annunciarsi ed aderi-re al gruppo di produttori che utilizzano ilmarchio di origine per i prodotti agroalimen-tari ticinesi.Per usufruire del caratteristico logo con i co-lori della nostra bandiera cantonale e per po-ter beneficiare di tutti i vantaggi derivantidalle proposte ad esso collegate, il singoloapicoltore deve far domanda al Segretariatodel marchio, riempendo un apposito modu-lo che richiede alcuni dati di base inerentil’attività aziendale.Miele ticinese a marchio Ticino significaquindi che il prodotto è ottenuto in Ticino daapicoltori affiliati alla STA che viene imbal-lato ed etichettato sempre in territorio ticine-se.Per la modica cifra di Frs 30.– l’anno l’affi-liazione è definitiva. Essa comprende il con-tributo spese per i controlli, l’amministra-zione e la promozione (con l’aggiunta all’e-lenco dei produttori) e la messa a disposizio-ne del supporto grafico per riprodurre il logosulle proprie etichette.Sono poi a disposizione dei bollini autoade-sivi che possono aiutare ad evidenziare laprovenienza ticinese, aspetto molto apprez-zato da una buona fetta di consumatori indi-geni e da turisti di varia provenienza.Nel corso del 2005 abbiamo registrato 22apicoltori iscritti per un quantitativo di mielestimato a circa 400 quintali.Nei mesi passati, anche la grande distribu-zione locale ha mostrato qualche nuovo ti-mido accenno di rinnovato interesse per que-sto nobile prodotto dell’apicoltura.Probabilmente, il fatto che i maggiori detta-

glianti optino per una riduzione del numerodei fornitori e dei loro referenti, l’accesso aquesti mercati diventa difficile ai piccoliproduttori ed allo smercio di piccole quan-tità.La vendita diretta tramite bancarelle e la pos-sibilità di partecipare alle manifestazioni pre-viste nel quadro di «Saperi e Sapori» sonoquindi un’ottima occasione per far conoscerei vostri prodotti, accompagnati dal marchioTicino.Un traguardo importante per il futuro sareb-be quello di poter ottimizzare la reperibilità ela distribuzione dei nostri prodotti. Magaridisponendo di una piattaforma logistica chepermetta di distribuire facilmente l’interagamma di prodotti marchio Ticino ai variclienti, oppure come già fanno una parte deinostri colleghi in Romandia, potendo vende-re tramite negozi gestiti direttamente dalleorganizzazioni contadine.

Info: www.agriturismo.ch

PER IL MARCHIO TICINOil segretario M. Piffaretti

Miele ticinese e marchio Ticino, bilancio 2005

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SITUAZIONE PATRIMONIALE AL 31 DICEMBRE 2005 Attivi PassiviConto postale STA 14.474.55Cassa risparmio BST 1034511 6’431.77Conto corrente BST 69491 7’884.90SWISSCA BST Fondo malattie 57’604.00SWISSCA BST STA 15’246.00Merce magazzino 2.335.70Debitori 129.00Debitori tasse 2006Debitori inserzioni 2’805.00Creditori tasse 100.00Creditori fatture diverse 3’898.30Creditori contributo alle sezioni 2’455.00Totali 106’910.92 6’453.30SOSTANZA NETTA AL 31.12.2005 100’457.62Totali 106’910.92 106’910.92

ESERCIZIO 2005 Costi RicaviRivista APE 21’191.35Imposte 965.85Spese bancarie 171.70Diminuzione valore investimenti 707.30Spese conto postale 552.00Assicurazione RC 735.00Assemblea delegati 236.00Comitato cantonale 230.70Direttiva 3’200.00Corsi, autogestione e azioni 216.90Rassegne, Comtoir e Sapori-Saperi 2’810.80Spese amministrative 609.00Tasse alle federazioni 1’458.00Contributi alle sezioni 2’455.00Sito Internet 196.40Marchio Ticino 300.00Tasse sociali 27’980.00Interessi 1’779.98Corsi, autogestione e azioni 1’010.50Marchio Miele 3’493.15Miele, secchi e etichette 499.90Contributo FSSA 3’446.00Diversi 200.00Totali 36’036.00 38’409.53

2’373.5338’409.53 38’409.53

BILANCIO AL 31.12.2005Sostanza patrimoniale al 31.12.2004 98’084.09UTILE 2’373.53Sostanza patrimoniale al 31.12.2005 100’457.62

Conti della Società Ticinese di Apicoltura

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Spett.Le Redazione, sono sempre stato un ap-passionato allevatore e dall’anno passato hoincominciato a tenere anche delle api.Scrivevo per sapere se esiste qualche mate-riale o qualche trucco per far rimanere acce-so l’affumicatore che mi si spegne continua-mente.Ringraziandovi anticipatamente, cordiali sa-luti

Danilo, posta elettronica

Questo è un problema comune per tutti i no-vizi che incominciano l’attività senza l’aiutodi un apicoltore più esperto. Nell’affumicato-re come combustibili si possono bruciare imateriali più disparati, si va dai trucioli ai tu-toli di mais, al legno marcio fatto asciugareben bene, fieno o rametti secchi, in genere siutilizza quello che si ha più facilmente a por-tata di mano e di solito ogni apicoltore ha lesue preferenze. Generalmente si procede ac-cendendo una parte del materiale che saràmesso sul fondo dell’affumicatore, si azionail mantice fino a che il combustibile sarà benacceso, si procederà poi riempiendolo benbene in modo che la fiamma soffochi ed ilfumo sia più freddo.I materiali più comunemente utilizzati sonoil cartone ondulato ed i sacchi di juta. Il car-tone ha il vantaggio che è facilmente reperi-bile, va tagliato a strisce larghe quanto l’al-tezza dell’affumicatore e arrotolato in mododa riempirne completamente il diametro. Sideve poi avere l’accortezza di fare in modoche le piegature del cartone siano rivolte ver-so l’alto in modo che fungano da camino.Il cartone ha una buona durata ma, a secondodel tipo usato, tende più facilmente a spe-gnersi. La juta è più difficile da trovare ed ha

il vantaggio di accendersi più facilmente e dinon spegnersi più fino a lavoro ultimato.L’importante, qualunque sia il materiale uti-lizzato è che produca fumo fresco e pulito, esoprattutto che rimanga acceso negli inter-valli tra una sbuffata e l’altra.Per non fare irritare le api è importante che ilfumo non sia eccessivamente caldo e che nonfuoriesca caligine che può sporcare il mieledei melari. Alla fine della visita in apiariol’affumicatore si spegnerà facilmente chiu-dendo il foro di uscita del fumo con dell’erba(o con apposito tappetino) in modo da soffo-carlo.Si può anche svuotare subito l’affumicatorein apiario, ma in questo caso si deve prestarebene attenzione soprattutto in estate che l’er-ba non prenda fuoco scatenando un incendio.

Da «Lapis» numero 5, giugno 2001

«Acc... si è spento l’affumicatore!»

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Compra-vendita

■ Vendesi una decina di popoli sistema CH apartire da subito o in data da convenire.Tel. 091 857 54 27 (orari di ufficio)

■ Causa riduzione dell’attività,vendo: 30 nu-tritori in plastica, 1 maturatore 4 quintali,30 reti nuove per arnie, 20 reti apifuga nuo-ve, 1 bilancia BUSCH a sfera(50 kg).Telefono 091 872 14 71

■ Vendonsi alcune casse vuote tipo Svizzero.Tel. 091 798 12 61

Assemblea delegati STA 2006

L’annuale Assemblea dei Delegati STA 2006,verrà organizzata dalla neo costituita sezionedel Malcantone-Mendrisio nella giornata disabato 6 maggio 2006.Ci ritroveremo nella Sala polivalente del co-mune Alto Malcantone a Breno alle ore16.00, al termine seguirà un rinfresco e cena.Eventuali soci interessati possono presenzia-re sia alla riunione che alla cena, la quale èprevista presso l’Azienda Agricola Agrituri-smo a Murena alle ore 19.00. Per motivi or-ganizzativi sono comunque pregati di annun-ciarsi al nostro segretario-cassiere GabrieleLombardi.

Anche le api alzano il gomito

Londra - Anche le api si ubriacano, e la loropassione per la bottiglia potrebbe aiutarel’uomo a realizzare nuovi farmaci control’alcolismo: ne è convinto un gruppo di ricer-catori delle università di Hertfordshire inGran Bretagna e Oklahoma State negli StatiUniti.Secondo il team di scienziati, infatti, dopouna lunga giornata trascorsa nei campi a rac-cogliere il polline, le api sembrano predilige-re una buona sbronza a una tranquilla seratain famiglia.Per i ricercatori non c’è voluto molto a sco-prire il punto debole di questi insetti. E’ ba-stato offrire loro la scelta tra una soluzionead altissima concentrazione di zucchero euna bevanda ad elevata gradazione alcolica.La decisione è stata immediata: tutte le apisottoposte al test si sono precipitate sull’al-cool.«Siamo addirittura riusciti a fargli bere l’al-cool etilico», ha commentato CharlesAbramson, uno dei ricercatori della Oklaho-ma State University.Secondo gli scienziati, inoltre, le api trattanoi caso di alcolismo nelle loro comunità pro-prio come fanno a volte gli esseri umani. Gliinsetti ubriachi, infatti, vengono letteralmen-te emarginati dal resto dello sciame.

da «La Regione»di lunedì 25 settembre 2000