APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO -...

91
1 APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico PROGRAMMA DEL CORSO Argomento Data Argomento Data Biologia dell’ape mellifera e della colonia Le razze dell’ape mellifera L’arnia razionale e cenni di storia dell’apicoltura. Valore ecologico ed agronomico dell’ apicoltura giovedì 14/02/13 h 19,00- 22,00 I prodotti dell’alveare Produzione di miele, polline, propoli, pappa reale e cera giovedì 11/04/13 h 19,00- 22,00 Attrezzature apistiche Il calendario dell’apiario La registrazione e la gestione dei dati dell’apiario Risveglio e ripresa primaverile. La sciamatura. Il raccolto. La preparazione all’inverno L’invernamento giovedì 28/02/13 h 19,00- 22,00 Visita ad un apiario Lezione pratica di traslarvo Pratica di costituzione nuclei Marcatura delle regina Valutazione dell’infestazione da Varroa sabato 13/04/13 h 9,00- 13,00 La Varroa Biologia della Varroa Virosi e Varroa Pratiche apistiche contro la Varroa Sostanze acaricide contro la Varroa giovedì 14/03/13 h 19,00- 22,00 Produzione di api regine e selezione Produzione di nuclei Il pacco d’api Giovedì 02/05/13 h 19,00- 22,00 Malattie delle api (ad esclusione della Varroa) Sintomi Modalità di controllo giovedì 28/03/13 h 19,00- 22,00 Adempimenti Burocratici dell’apicoltura. Il regolamento attuativo legge provinciale sull’apicoltura Sicurezza alimentare e gestione igienico sanitaria nella produzione e lavorazione del miele giovedì 16/05/13 h 19,00- 22,00

Transcript of APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO -...

Page 1: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

1

APICOLTURA di MONTAGNASECONDA LEZIONE

ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013

PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINIFondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico

PROGRAMMA DEL CORSO

Argomento Data Argomento Data

Biologia dell’ape mellifera e della coloniaLe razze dell’ape melliferaL’arnia razionale e cenni di storia dell’apicoltura.Valore ecologico ed agronomico dell’ apicoltura

giovedì

14/02/13h 19,00-

22,00

I prodotti dell’alveareProduzione di miele, polline, propoli, pappa reale e cera

giovedì

11/04/13h 19,00-

22,00

Attrezzature apisticheIl calendario dell’apiarioLa registrazione e la gestione dei dati dell’apiarioRisveglio e ripresa primaverile.La sciamatura.Il raccolto.La preparazione all’invernoL’invernamento

giovedì

28/02/13h 19,00-

22,00

Visita ad un apiarioLezione pratica di traslarvoPratica di costituzione nucleiMarcatura delle reginaValutazione dell’infestazione da Varroa

sabato

13/04/13h 9,00-

13,00

La VarroaBiologia della VarroaVirosi e VarroaPratiche apistiche contro la VarroaSostanze acaricide contro la Varroa

giovedì

14/03/13h 19,00-

22,00

Produzione di api regine e selezioneProduzione di nucleiIl pacco d’api

Giovedì

02/05/13h 19,00-

22,00

Malattie delle api (ad esclusione della Varroa)SintomiModalità di controllo

giovedì

28/03/13h 19,00-

22,00

Adempimenti Burocratici dell’apicoltura.Il regolamento attuativo legge provinciale sull’apicoltura Sicurezza alimentare e gestione igienico sanitaria nella produzione e lavorazione del miele

giovedì

16/05/13h 19,00-

22,00

Page 2: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

2

DOVE POSIZIONARE UN APIARIO

La posizione ideale per un arnia è un luogo soleggiato d’invernoe fresco d’estate (ad esempio sotto un Albero con foglie caduche). La sua orientazione dovrà essere sud – sud est, in modo da essere colpita dai primi raggi di sole del mattino per stimolare le bottinatrici ad uscire nel momento in cui i fiori hanno il maggior contenuto di nettare.

La posizione di un alveare nell'apiario può essere:

• permanentemente buona

• temporaneamente buona

• permanentemente cattiva

• temporaneamente cattiva

Un apiario deve avere un facile accesso con

un automezzo

NORD - NW

SI

SI

SI

NONO

NORD- NW5 m

D��������� D���� ��� ���� �� ���

Page 3: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

3

D��������� ������ ��

Legge 313 del 24 dicembre 2004

L’articolo 8 dice:

Gli apiari devono essere collocati a non meno di dieci metri da strade di pubblico transito e a non meno di cinque metri dai confini di proprieta' pubbliche o private. Il rispetto delle distanze di cui al primo comma non e' obbligatorio se tra l'apiario e i luoghi ivi indicati esistono dislivelli di almeno due metri o se sono interposti, senza soluzioni di continuita', muri, siepi o altri ripari idonei a non consentire il passaggio delle api. Tali ripari devono avere una altezza di almeno due metri. Sono comunque fatti salvi gli accordi tra le parti interessate. Nel caso di accertata presenza di impianti industriali saccariferi, gli apiari devono rispettare una distanza minima di un chilometro dai suddetti luoghi di produzione.

Spesso ci sono anche regolamenti regionali da prendere in considerazione.

Page 4: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

4

ATTREZZATURE APISTICHE•Arnie

•Diaframmi

•Escludiregina

•Aapiscampo

•Prendisciami

•Telaini

•Fogli cerei

•Maschera e guanti

•Leve

•Affumicatori

•Spazzole

•Smielatore

•Maturatore

•Filtri

•Gabbiette per api regine

•Candito

•Nutrimento liquido

•Nutritori

Rev. Lorenzo Lorraine Langstroth

(25 December 1810—October 6, 1895)

1853: The Hive and the Honey Bee

Page 5: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

5

SPAZIO D’APE: è esattamente lo spazio che permette ad un’ape di passare facilmente tra due strutture (7.5 mm +/-1.5 mm per l’ape mellifera, un po’ meno per l’ape cerana, less for the eastern hive bee). Se lo spazio è maggiore viene ostruito con cera, se minore, tappato con propoli.

SPAZIO LARGO, CHIUSO

CON

CERA

SPAZIO STRETTO, CHIUSO

CON

PROPOLI

SPAZIO D’APE,

NON CHIUSO

��SS���

MELARIO

ESCLUDIREGINA

NIDO

FONDO

BASE

TETTO

Page 6: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

6

ARNIA STANDARD: DADANT BLATT

La vecchia arnia Italica Carlini

A���A ������A

ARNIA DADANT IN POLISTIROLO

Page 7: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

7

Conviene sempre avere una buona scorta di diaframmi, solidi e ben costruiti.

Ce ne sono di vari modelli ma è facile costruirsene usando un telaino senza fili, riempendo lo spazio con materiale isolante come legno etc….

SOFFITTA

Page 8: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

� � � � � � � � � �

8

ARNIA SOLARIZZATA

Page 9: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

9

Si possono controllare meglio le api in inverno senza aprire l'arnia.Le api partono prima la mattina e lavorano quindi di più, si abituano alla luce e sono decisamente più docili.Il volo delle api è sempre maggiore rispetto alle altre famiglie di pari forza in arnie tradizionali. Ciò sembra dovuto al fatto che le api ricevono la luce del sole prima la mattina e per più tempo la sera. Con il freddo l'interno delle arnie si scalda di più e quindi la famiglia dovrebbe incontrare meno problemi ad affrontare l'inverno.Le api non escono all'aperto se è troppo freddo, riconoscendo quindi lo sbalzo di temperatura. Un altro fattore è la ridotta aggressività, limitata ai periodi ed ai giorni peggiori.

Per l'inverno invece il fatto che le api siano più attive può causare due problemi: consumo eccessivo di scorte e presenza di covata per periodi più lunghi rispetto alle altre.

SECONDO I FAUTORI DELL’ARNIA SOLARIZZATA CON QUESTA ARNIA:

Page 10: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

10

Molti apicoltori in Austria e Germania ma anche in Alto Adige mettono sotto la soffitta un film plastico.

Questo ha lo scopo di mantenere una certa umidità e temperatura ed ha un effetto sulla docilità delle api. L’apertura dell’arnia è meno traumatica e può essere parziale. In inverno poi si ha una certa visibilità della colonia.

�� ��� �

Page 11: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

� � � � � � � � � �

11

ARNIA WARRÉ

Page 12: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

12

� �� D� ��

Le api non vedono i colori come noi, sono in grado di riconoscere il giallo, il verde, l’azzurro ma non distinguono il rosso, lo vedono nero……In compenso, a differenza degli uomini, vedono perfettamente l’ultravioletto.

Spesso le arnie, disposte una vicina all’altra, vengono colorate dagli apicoltori di colori diversi per far sì che le api riconoscano la propria.

LE API ED I COLORI

Page 13: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

13

SEMBRA TUTTAVIA CHE NELLE API LA DISTINZIONE DEI COLORI SIA MOLTO NITIDA NEI VIAGGI DALL’ALVEARE

PIUTTOSTO CHE VERSO L’ALVEARE. QUESTO SIGNIFICA CHE LA VISIONE DEI COLORI VIENE UTILIZZATA

SOPRATTUTTO PER LA RICERCA DEI FIORI.

Molto più utile è dipingere sull’arnia dei simboli che aiutino le api a riconoscere subito la propria casa.

Le api riconoscono solo le forme“raggiate”, ossia concave, che ricordano un fiore, mentre non riescono a distinguere le figure convesse come un triangolo, un quadrato, un rettangolo, un cerchio. In effetti solo le figure “raggiate” forniscono un’impressione visiva tremolante che viene notata dalle api.

NO

SI

Page 14: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

14

����ED���!�

APISCAMPO

Costruito da E. C. Porter, negli Stati Uniti, nel 1891, divenne possibile liberare il melario dalle api, prima di togliere i telaini carichi di miele.

Page 15: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

15

ZIGRINATORE SALDAFILI

FOGLIO CEREO

FOGLIOCEREO CORRETTAMENTE MONTANATO

LASCIARE UNO SPAZIO SOTTO LA STECCA

SUPERIORE

Page 16: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

16

TELAINI CON FOGLI CEREI MONTATI

TELAINO HOFFMAN: NON NECESSITA DISTANZIATORI NELL’ARNIA

Page 17: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

17

���D���� P�

PRENDISCIAMI ARNIETTA 6 TELAINI PER NUCLEI

Page 18: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

18

ARNIETTA 6 TELAINI PER NUCLEI IN POLISTIROLO

MASCHERA E GUANTICE NE SONO DI TUTTI I TIPI E PER TUTTI I GUSTI

LAVORARE PROTETTI SIGNIFICA LAVORARE SERENI CIOE’ LAVORARE MEGLIO

Page 19: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

19

LEVE

PINZA PER L’ESTRAZIONE DEI TELAINI

SPAZZOLA

Page 20: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

20

AFFUMICATORI

GABBIETTE PER API REGINE

Page 21: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

21

A COSA SERVONO LE GABBIETTE PER REGINE???

• Inserire una nuova regina

• Ingabbiare una regina di una colonia molto piccola volendola rafforzare con telaini di api e covata

• Trasportare eventuali regine vergini nate da celle eliminate

• Trasferire una regina da una colonia ad un’altra

• ……………………..

BISOGNA SEMPRE AVERE DEL CANDITO FRESCO E MORBIDO CON CUI TAPPARLE

LA NUTRIZIONE “ARTIFICIALE” DELLE API

•Alimenti solidi/liquidi•A base di miele o di zucchero•Autoprodotti o commerciali

L’apicoltore sottrae alle api molto miele, ma in alcuni momenti dell’anno è necessario offrire alle api una alimentazione sostitutiva, con un valore economico inferiore a quello del miele sottratto, ma ugualmente nutriente.

Page 22: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

22

CANDITO

Il candito si prepara a freddo mescolando, con un'impastatrice meccanica25 kg. di zucchero impalpabile (a velo) 8 kg. di miele di produzione propria, preventivamente e riscaldato fino all'ebollizione (previa aggiunta di un po’ di acqua per evitare la caramelizzazione)

Far bollire il miele serve ad evitare problemi con malattie tipo la peste.Si aggiungono 3 g. di acido citrico per Kg di candito, durante la fase di impasto, allo scopo di facilitare l'inversione dello zucchero da parte delle api.

Il miele può essere sostituito con glucosio sempre riscaldato a bagnomaria per facilitarne l'impastatura. Il candito va confezionato in pacchetti da 1 Kg. circa

Miele o glucosio + zucchero a velo Rapporto 1/3 - 2/3

UNA RICETTA BASE

Page 23: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

23

CANDITO ARRICCHITO DA SOMMINISTARE SOLO DOPO GENNAIO

Zucchero a velo: kg. 5Miele (preferibilmente acacia) ben riscaldato (non > 40°C.): kg. 1,500Lievito di birra liofilizzato: gr. 150Latte scremato in polvere: gr. 15Farina di castagno o di soia sgrassata: gr. 150Tuorlo di uova: 4 o 5

Procedimento: ben mescolare zucchero, lievito, farina, latte in polvere scremato, volendo anche un 100 gr. di polline fatto sciogliere in pochissima acqua o passarlo allo sfarinatore; quindi aggiungere il miele e i torli di uova ed impastare il tutto. L'impasto finito deve avere la consistenza dello stucco per le finestre.

Lasciar riposare per 24 ore prima di distribuirlo alle famiglie,dandone loro anche 1 kg e più se necessario a testa.

E�������

Page 24: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

24

NUTRITORI A DEPRESSIONE

NUTRITORI A TASCA IN LEGNO

Page 25: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

25

NUTRITORI A SOFFITTA DI GRANDE CAPIENZA

N"#$%#&$% ' ()*$)++%&N)USA E GETTA

Page 26: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

26

Sciroppo stimolante al miele

Per la nutrizione stimolante di primavera

1 kg d'acqua, 1 kg di miele. Fate sciogliere il miele nella quantità d'acqua prescritta a una temperatura di 35-40°C; distribuire quando la temperatura sarà scesa a 25°C, e solo alla sera per evitare saccheggi

Somministare 250 g per 8-10 giorni, 8-10 giorni di pausa e altri 8-10 giorni di somministrazione

Sciroppo per la nutrizione autunnale

Le proporzioni sono identiche a quelle della nutrizione stimolante di primavera.

ALIMENTI LIQUIDI FATTI IN CASA

Sciroppo stimolante a base di zucchero

Per la nutrizione stimolante di primavera

1 kg di zucchero, 1,2 kg d'acqua

Usando solo zucchero (saccarosio) è necessario invertirlo in levulosio e glucosio per mezzo del cremortartaro (si trova in farmacia) o acido tartarico.Mescolare bene in una casseruola la soluzione di zucchero e acqua, mettere poi sul fuoco e, quando la soluzione sarà quasi al punto di ebollizione, aggiungere 2 g di cremortartaro, lasciando bollire per 15 minuti. Ritirate dal fuoco e lasciate raffreddare. Il cremortartaro non costa poco e lo si può sostituire con l'acidotartarico, in ragione di 1 g per kg di sciroppo.

Si conserva per circa una settimana in un luogo molto fresco.

Si può, e si dovrebbe, almeno per i primi giorni, migliorare questo sciroppo con l'aggiunta di 500 g di miele per la quantità sopra indicata, sciogliendolo quando lo sciroppo è ancora tiepido.

Somministare 250 g ogni sera per 8-10 giorni, 8-10 giorni di pausa e altri 8-10 giorni di somministrazione

Page 27: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

27

Sciroppo per la nutrizione integrativa

Questo sciroppo deve essere più concentrato dei precedenti e, se fatto a base di miele, le proporzioni saranno le seguenti:4 l di acqua tiepida, 8 kg di miele. Come si diceva precedentemente, se si è sicuri della provenienza del miele, lo si può utilizzare come è, altrimenti bisognerà farlo bollire per almeno 30 minuti.

Se invece siamo costretti ad adoperare lo zucchero per fare questo sciroppo, le proporzioni saranno: 7 kg di zucchero, 4 l d'acqua. Si proceda quindi secondo le indicazioni fornite per la ricetta n. 2.

Mescolare bene la soluzione di zucchero e acqua, mettere poi sul fuoco e, quando la soluzione sarà quasi al punto di ebollizione, aggiungere 2 g di cremortartaro, lasciando bollire per 15 minuti. Ritirate dal fuoco e lasciate raffreddare. Il cremortartaro non costa poco e lo si può sostituire con l'acido tartarico, in ragione di 1 g per kg di sciroppo.

SCIROPPI EFFICACI E MOLTO FACILI DA PREPARARE

A base di acqua molto calda, zucchero e 3-5 % (ripestto all’cqua) di aceto (in base all’acidità dell’acqua utilizzata) in modo da ottenere uno sciroppo con PH pari a 5,9

SCIROPPO STIMOLANTE

5 litri di acqua 5 kg di zucchero 0,15-0,25 litri di aceto bianco (per ogni litro di acqua)

SCIROPPO INTEGRATIVO

5 litri di acqua 7-8 kg di zucchero 0,15-0,25 litri di aceto bianco

Page 28: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

28

SMIELATORE

Il maggiore austriaco Francesco Hruschka, in ritiro a Dolo (Venezia), inventò nel 1865lo smielatore. Avendo egli osservato chesuo figlio aveva vuotato un favo posto in un paniere roteato come una fionda, ebbe l’idea di estrarre il miele dai favi, senza guastarli, applicando la forza centrifuga e riuscì, così, a costruire lo smielatore.

SMIELATURA TANGENZIALE

SMIELATURA REVERSIBILE

SMIELATURA RADIALE

I telaini si mettono

perpendicolarmente alle

pareti; con la parte

superiore verso

l’esterno, in modo da

sfruttare la naturale

inclinazione delle

cellette.

I telaini sono ortogonali

al raggio e l’estrazione è

in tre fasi:

1. si ruotano lentamente

per alleggerire la parete

esterna del favo

2. si girano i favi e si

completa la smielatura

della parete interna

3. si rigirano i favi per

completare la smielatura

I telaini vanno inseriti

all'interno di apposite

gabbie in acciaio inox,

all'interno delle quali

rimarranno fino a che

non saranno stati

completamente smielati,

senza il bisogno di

estrarli e/o ruotarli

Page 29: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

29

SMIELATORE TANGENZIALE SMIELATORE RADIALE

FORCHETTA E COLTELLI PER DISOPERCOLARE

Page 30: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

30

DISOPERCOLATURA

BANCO DISOPERCOLATURA

Page 31: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

31

D��������� �E� MECCANICA

�� P���� ��� �P��� �� I � ��������� P����IMPURITÀ, SOPRATTUTTO CERA

Page 32: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

32

FILTRI

FILTRO A SACCO

FILTRANDO IL MIELE PRIMA DI METTERLO NEL MATURATORE SI ELIMINANO MOLTE IMPURITÀ

MATURATORI

NEL MATURATORE LE IMPURITÀ SI SEPARANO, SALENDO A GALLA O SCENDENDO SUL FONDO

Page 33: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

33

TORCHIETTO PER CERA

Utilizzando le arnie razionali a telaini mobili occorre spremere gli opercoli.

Con le arnie “naturali” è necessario spremere i favi di miele.

In entrambi i casi si usano dei piccoli torchi idraulici per separare la cera ed il miele.

IL CALENDARIO DELL’APIARIO

• Visite invernali

• Nutrizione di fine inverno

• Controllo Primaverile

• Ricerca della regina

• Controllo della covata

• Nutrizione stimolante

• Misure contro la sciamatura

• Produzione di miele

• Controllo della Varroa

• Preparazione all’invernamento

• Invernamento

Page 34: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

34

LA REGISTRAZIONE E LA GESTIONE DEI DATI RACCOLTI DURANTE LE

VISITE IN APIARIO

QUADERNI DI CAMPO PER APICOLTORI

DATI

IL GRUPPO APICOLTURA E APIDOLOGIA DELLA FEM-CTT HA PREPARATO PER GLI APICOLTORI DUE QUADERNI CHE PERMETTONO AGLI APICOLTORI DI REGISTRARE E ORGANIZZARE LE OOSERVAZIONI FATTE IN APIARIO.

Page 35: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

35

,-./. 123 4561278.

La moderna apicoltura, in seguito alle nuove malattie

delle api, ha sempre più bisogno di programmazione e

di verifiche.

Il gruppo apicoltura del Centro Trasferimento

Tecnologico della Fondazione Edmund Mach ha

pensato di fare cosa utile agli apicoltori trentini,

fornendo due strumenti semplici ma accurati con cui

registrare le osservazioni che ogni apicoltore svolge

quando controlla il proprio apiario. Si tratta di due

quaderni di campo. Questo, denominato Quadernovisite apiari, permette all’apicoltore di registrare lo

stato di ogni alveare e le operazioni su esso compiute

ad ogni visita. Registrare lo stato delle colonie ad ogni

visita in apiario, segnando se c’è covata, se ci sono

uova, se la regina si è vista, se la colonia ha scorte,

può sembrare oneroso, ma permette di avere sotto

controllo le proprie api e aiuta l’apicoltore a verificare i

singoli aspetti di ogni alveare. Il quaderno vuole inoltre

stimolare l’apicoltore a verificare lo stato sanitario delle

colonie oltre che il loro valore produttivo. I dati raccolti

in questo quaderno potranno poi essere organizzati per

colonia nel secondo, denominato Quaderno colonie,

registrando con agio in azienda i dati raccolti in ogni

visita in apiario. In questo modo sarà facile seguire lo

sviluppo, la produttività e la storia sanitaria di ogni

colonia.

Page 36: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

36

NUMERO ARNIA E CODICE DELLA COLONIA

OGNI RIGA CORRISPONDE AD UNA COLONIA

SIGLA COLONIA COME DA TABELLA IN TERZA DI COPERTINA

DATA DELLA VISITA

Page 37: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

37

SIGLA DELL’APIARIO COME DA TABELLA IN TERZA DI COPERTINA

DATI SULLA DIMENSIONE E FORZA DELLA COLONIA

LA DOPPIA COLONNA PERMETTE DI INDICARE LA SITUAZIONE INIZIALE E LE MODIFICHE APPORTATE

1. NUMERO DI TELAINI PRESENTI SENZA CONTARE QUELLI OLTRE IL DIAFRAMMA.

2. TELAINI COPERTI DALLE API, ANCHE SE IN COSTRUZIONE

3. TELAINI CON COVATA FEMMINILE, SIA OPERCOLATA CHE APERTA

4. TELAINI CON SCORTE

Page 38: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

38

DATI SULLA PRESENZA E FECONDITÀ DELLA REGINA

OK= VISTA; NV= NON VISTA; NM= NON MARCATA; VE = VERGINE

SE MARCATA: G = GIALLA; R = ROSSA; V = VERDE; A = AZZURRA; B = BIANCA

POSA E/O PRESENZA DI MELARI VUOTI O PIENI (ANCHE PARZIALMENTE)

MELARI VUOTI = 1V, 2V ETC.PRESENZA MELARIO PIENO= 1P, 2P (SE PARZIALE 0,5P ETC)

AGGIUNTA MELARIO = +1P. +2P….

PRELIEVO MELARIO = -1P, -2P (MA ANCHE -1,5P), -1V ..

Page 39: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

39

EVENTUALI OPERAZIONI SVOLTE NELLA COLONIA COME:RIMOZIONE CELLE REALI, AGGIUNTA O RIMOZIONE TELAINI (COSTRUITI TC, CON FOGLIO CEREO FC, CON COVATA TCOV O SCORTE TSCO), ETC.

OSSERVAZIONI PARTICOLARI: PROBLEMI SANITARI; CELLE REALI, SCIAMATURA ETC.

COMPORTAMENTO API:

AG = AGGERSSIVE;

DO = DOCILI;

VI = VIVACI

9:���;;� ������ ��:<��� A��:�A�: �<RISULTATO DEL MONITORAGGIO VARROA COL METODO TEDESCO O LE CADUTE NATURALI O POST TRATTAMENTO

Page 40: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

40

GIUDIZIO SINTETICO SULLA COLONIA:

OK = STATO IDEALE OR = ORFANA FA = AFFAMATA FU= FUCAIOLA SA = SACCHEGGIATA NN = NUCLEO DI NUOVA FORMAZIONE MA = MALATA EL= DA ELIMINARE

OSSERVAZIONI PARTICOLARI SULL’APIARIO IN GENERE, SULLE FIORITURE MA ANCHE ANNOTAZIONI SU STARTER, NUCLEI DI FECONDAZIONE ETC…

Page 41: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

41

SIGLE E DATI DEI DIVERSI APIARI GESTITI

CODICI DEI CEPPI O RAZZE ALLEVATI E ULTIMO NUMERO USATO PER RAZZA/CEPPO

Page 42: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

42

,-./. 123 4561278.

Il Quaderno colonie, serve per trascrivere

(comodamente in azienda) i dati raccolti nel

Quaderno visite apiari. I dati saranno dunque

organizzati per colonia permettendo all’apicoltore di

programmare le attività da svolgere di volta in volta.

Sarà poi un’utile strumento soprattutto per la

selezione delle proprie api rendendo facile

individuare le colonie che hanno avuto una migliore

ripresa primaverile, una produzione notevole, un

comportamento docile e che non abbiano avuto

particolari problemi sanitari. Solo con questi dati si

potrà attuare un corretto piano di selezione all’interno

del proprio apiario. Inoltre avere una serie di dati

sullo stato delle colonie, permette di ricostruire gli

eventi che potrebbero aver provocato malattie più o

meno gravi. Il quaderno poi potrà servire per mettere

in atto un corretto piano sanitario. Sarà inoltre di

grande utilità, permettendo di fornire un quadro

esaustivo delle proprie colonie, agli specialisti

(esperti apistici delle associazioni o dei servizi

sanitari ma soprattutto veterinari incaricati dei

controlli periodici) che potranno visitare l’apiario

durante attività di consulenza o di prevenzione

malattie. Anche questo quaderno, che va compilato in

azienda, dovrà essere portato in apiario

dall’apicoltore, per avere sottomano la situazione

ancor prima di aprire le arnie, e per verificare i

progressi delle proprie colonie..

NELL’INTESTAZIONE DELLA PAGINA SI METTONO LE INFORMAZIONI RELATIVE ALLA COLONIA E DELLA REGINA:

CODICE COLONIADATA COSTITUZIONETIPO DI NUCLEO DI COSTITUZIONE (SCIAME, ARTIFICIALE, ETC..)RAZZA/CEPPOMADREORIGINETRASLARVO (DATA)STAZIONE DI FECONDAZIONE (LUOGO)DATA PRESUNTA DI FECINDAZIONE

Page 43: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

43

OGNI DOPPIA PAGINA APERTA CORRISPONDE AD UNA COLONIA

OGNI RIGA CORRISPONDE AD UN RILIEVO IN UNA DETERMINATA DATA

I DATI RIPORTATI SONO GLI STESSI DEL QUADERNO VISITE IN APIARIO

OSSERVAZIONI PARTICOLARI SU SINGOLE COLONIE, CONTATTI DI ALLEVATORI DI REGINE, ETC…

Page 44: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

44

SIGLE E DATI DEI DIVERSI APIARI GESTITI

CODICI DEI CEPPI O RAZZE ALLEVATI E ULTIMO NUMERO USATO PER RAZZA/CEPPO

IL CALENDARIO DELL’APIARIO

• Visite invernali

• Nutrizione di fine inverno

• Controllo Primaverile

• Ricerca della regina

• Controllo della covata

• Nutrizione stimolante

• Misure contro la sciamatura

• Produzione di miele

• Controllo della Varroa

• Preparazione all’invernamento

• Invernamento

Page 45: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

45

VISITE INVERNALI

In inverno conviene visitare l’apiario con una certa regolarità per:

• Verificare che le arnie non siano capovolte o danneggiate da picchi od orsi

• Controllare che le api abbiano ancora a disposizione del candito e come lo stanno consumando

• Auscultare l’arnia dandole un colpo secco ed accostando l’orecchio alle pareti

• Osservare che, se è una giornata soleggiata, ci sia una minima attività di volo o alla porticina

DANNI DA PICCHIO

In molti paesi europei i picchicostituiscono un grave problema per l’apicoltura tanto che in certe zone sono necessarie protezionicontro questi uccelli

Page 46: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

46

DANNI DA ORSO

I danni da orso sono poco frequenti ma possono essere disastrosi. Fortunatamente l’apicoltore viene risarcito e poi gli orsi sono ancora pochi.

Page 47: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

� � � � � � � � � �

47

DANNI DA ORSO

Page 48: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

48

DANNI DA RODITORI O TOPIRAGNO

TOPRAGNO CATTURATO CON IL VISCHIO NEL VASSOIO DI UN ARNIA IN UN APIARIO TRENTINO

Page 49: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

49

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

JT@?H@>?B MB? ,=H?>MM>

=GJOH@>

RIPRESA: CONSUMO SCORTE E INIZIO COVATA

Page 50: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

50

VARROA DESTRUCTOR

La Varroa è il più grave problema dell’apicoltura contemporanea.

Si devono adottare tutte le strategie possibili per combattere questo parassita.

Normalmente la lotta alla Varroa ha inizio dopo l’ultimo raccolto.

Generalmente ciò avviene alle basse quote a fine giugno e più in alto ad inizio luglio.

In alcune annate ed in alcuni apiari questo momento può essere già troppo tardi.

Occorre quindi monitorare il grado di infestazione anche durante il raccolto.

Oltre all’uso di prodotti naturali o di sintesi si devono adottare tecniche apistiche idonee (blocco di covata, eliminazione covata, etc…)

QUANDO INIZIARE LA LOTTA ALLA VARROA

Page 51: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

51

PRINCIPALI PERIODI DI LOTTA CONTRO LA VARROA

TRATTAMENTO PRIMAVERILE: Recenti ricerche canadesi dimostrano che fino a marzo il 75% della Varroa non entra nella covata. In questa fase potrebbe risultare utile fare un trattamento se si ha il dubbio che il trattamento invernale sia stato non del tutto efficace. Potrebbe bastare un acido ossalico gocciolato o un intervento più prolungato con APIVAR. Le metodiche e l’efficacia dei trattamenti primaverili sono però da verificare e mettere a punto. Un trattamento primaverile dovrebbe essere fatto entro marzo.

TRATTAMENTO ESTIVO: Il trattamento estivo è considerato un trattamento tampone, che consenta cioè alle colonie di sopravvivere e di produrre api sane fino all’intervento invernale. L’efficacia del trattamento estivo può essere ottimale solo se abbinato ad una delle tecniche apistiche. Il trattamento estivo deve iniziare prima possibile e comunque non oltre la metà di luglio.

TRATTAMENTO INVERNALE: è il trattamento di pulizia e ha la massima efficacia se effettuato in assenza di covata. Occorre quindi attendere il più possibile (se il grado di infestazione lo permette) o utilizzare magari prodotti a lento rilascio come l’APIVAR.

�������� ���P V�����

Page 52: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

52

CONTROLLO PRIMAVERILE

OCCORRE FARE UNA VERIFICA:

• DELLA VITALITÀ DELLE COLONIE (Eliminare al più presto quelle morte)

• DELLA CONSISTENZA DELLE SCORTE

• DELLO STATO SANITARIO

• DELLA FECONDITÀ DELLE REGINE

DURANTE IL CONTROLLO PRIMAVERILE POSSIAMO VALUTARE QUALI SONO LE COLONIE CHE POTRANNO PRODURRE E QUELLE CHE, PER VARI MOTIVI, SONO MOLTO DEBOLI E CHE POTRANNO PRODURRE SOLO IN UN SECONDO MOMENTO.

NON DOBBIAMO PUNTARE A PORTARE A MELARIO TUTTE LE COLONIE CHE ABBAIMO INVERNATO E CHE SONO SOPRAVISSUTE ALL’INVERNO.

LE COLONIE INDIVIDUATE COME PRODUTTIVE POSSONO ESSERE PAREGGIATE FIN DALLE PRIME VISITE CON QUALCHE LIEVE SPOSTAMENTO DI TELAINI.

IMPORTANTEW XYZY[\] X^] []X]__\`a[Y _]bcd] e\ f[ ga\f`\[YhVANNO SMEMBRATE O IN SEGUITO SI PUÒ SOSTITUIRE LA REGINA.

RICERCA DELLA REGINA

Page 53: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

53

�� �� ��� E�V D������� ��!�� �P���LA REGINA C’È

SE CI SONO PIÙ UOVA PER CELLETTA LA COLONIA È PROBABILMENTE FUCAIOLA

Page 54: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

54

�������� D��� ��V �

COVATA OMOGENEA E COMPATTA

COVATA NON OMOGENEA

Se la covata presenta molti “buchi” qualcosa non va. Spesso è la regina che è poco efficiente e andrebbe sostituita quanto prima

Page 55: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

55

NUTRIMENTI COMPLESSI PER LE API

CANDITO ARRICCHITO DA SOMMINISTARE SOLO DOPO GENNAIO

Zucchero a velo: kg. 5Miele (preferibilmente acacia) ben riscaldato (non > 40°C.): kg. 1,500Lievito di birra liofilizzato: gr. 150Latte scremato in polvere: gr. 15Farina di castagno o di soia sgrassata: gr. 150Tuorlo di uova: 4 o 5

Procedimento: mescolare bene zucchero, lievito, farina, latte in polvere scremato, volendo anche un 100 gr. di polline fatto sciogliere in pochissima acqua o passarlo allo sfarinatore; quindi aggiungere il miele e i torli di uova ed impastare il tutto. L'impasto finito deve avere la consistenza dello stucco per le finestre.

Lasciar riposare per 24 ore prima di distribuirlo alle famiglie, dandone loro anche 1 kg e più se necessario a testa.

Page 56: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

56

SOMMINISTRAZIONE DI POLLINE ALLE API

Se durante la stagione precedenteabbiamo raccolto polline in aree incontaminate e lo abbiamo conservato disidratandolo o congelandolo, possiamo somministrarlo semplicemente alle api mescolandolo al candito (se ce lo produciamo) o allo sciroppo anche direttamente nel nutritore.

Questo è il modo più semplice per ottenere un alimento proteico per le api, senza correre il rischio di contaminare la colonia con sostanze che potrebbero trovarsi in farine etc…

UNA RICETTA PER CANDITO AL POLLINE

4.5 kg di miele

18 kg di zucchero a velo

2 kg di polline congelato

LA RICETTA NON È FISSA E DIPENDE DA QUANTA ACQUA C'È NEL POLLINE E NEL MIELE QUESTI SONO VALORI MEDI POI BISOGNA GIOSTRARE CON UN PO' D'OCCHIO AGGIUNGENDO MIELE O ZUCCHERO SE SI VUOLE RISPETTIVAMENTE AMMORBIDIRLO O SOLIDIFICARLO.

Page 57: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

57

SVILUPPO: NUTRIZIONE STIMOLANTE

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

NUTRITORE PER SCIROPPO

NUTRIZIONE STIMOLANTE

Quando le temperature notturne cominciano a salire e le api volano bene durante il giorno, si deve passare alla nutrizione liquida, usando sciroppi diluiti, che simulino l’importazione di nettare. In questo periodo l’ideale è fornire poco nutrimento ogni sera.

8-10 giorni di nutrizione, 8-10 giorni di sospensione e poi altri 8-10 giorni di nutrizione. Questa nutrizione è detta stimolante

Page 58: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

58

SVILUPPO: IMPORTAZIONE SIGNIFICATIVA

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

NUTRITORE PER SCIROPPO

Page 59: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

59

SVILUPPO: INIZIO SINDROME SCIAMATORIA

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

NUTRITORE PER SCIROPPO

SCIAMATURA

Page 60: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

60

Per avere un buon raccolto é necessario avere: - una famiglia forte - una fioritura abbondante

Queste condizioni sono ideali per l'istinto sciamatorio delle api.

Il periodo della sciamatura si presenta, usualmente, tra marzo e giugno, ma possono aversi anche sciamature precoci o tardive in febbraio, fino a settembre.

Gli elementi che spingono le api alla sciamatura sono:

• Mancanza di spazio per lo stoccaggio del nettare e nella camera di covata

• Scarsa secrezione feromonale della regina con debole coesione della famiglia.

La combinazione scatenante della sciamatura é favorita dalla scarsità di circolazione del feromone mandibolare della regina e del feromone emesso dalla covata non opercolata.

LA SCIAMATURA

La Sciamatura è il modo in cui si riproducono le famiglie di api (considerando la colonia come un superorganismo non essendo in grado i singoli individui di sopravvivere da soli), tra le quali l'ape europea.

La nuova colonia si forma quando l'ape regina lascia la colonia con un nutrito numero di api operaie. Tale sciame è detto primario ed è formato dalla vecchia regina. Qualora vi siano più vergini nella famiglia rimasta è possibile una nuova sciamatura detta secondaria che potrebbe essere seguita da una molto più rara sciamatura terziaria. Gli sciami secondari e terziari, formati quindi da regine vergini, sono di dimensioni ridotte rispetto allo sciame primario.La sciamatura è un fenomeno prevalentemente primaverile, che dura usualmente due o tre settimane, dipendenti dalle condizioni locali. Occasionalmente possono però verificarsi sciamature fuori periodo, in stagione inoltrata, di solito causate da problemi sanitari.

Page 61: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

61

Particolari casi di sciamatura precoce si possono avere qualora i favi polline (barriera oltre i quali la regina non depone) siano a ridosso dei favi di covata e vi sia scarso spazio per la deposizione delle uova da parte della regina. Bisogna controllare alla ripresa della deposizione lo spazio disponibile.Vi sono anche casi di sciamature tardive, così dette "per disperazione". Queste si hanno usualmente quando per fattori interni od esterni l'alveare diventa inospitale o scarsamente idoneo alla biologia dell'ape. Casi del genere si hanno quando invasioni di formiche rendono invivibile la coesistenza dei due insetti (specie le formiche argentine, piccole e molto aggressive verso la covata e le api stesse). Ancora si hanno casi di sciamature tardive con abbandono della covata e delle scorta da parte di famiglie fortemente colpite da Varroasi. Le api hanno scoperto prima di noi che la sciamatura può essere un metodo per ridurre l'infestazione.

SCIAMATURE PRECOCI E TARDIVE

SEGNALI PREMONITORI DELLA SCIAMATURA

Vi sono numerosi segni premonitori della sciamatura: aumento del numero di fuchi

• Comparsa delle coppe reali (inizi di cele reali)

• Sospensione della deposizione (la regina si alleggerisce per volare meglio)

• Minore attività dell'arnia

• Numerose api “esploratici" alla ricerca di un potenziale nuovo nido,

Page 62: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

� � � � � � � � � �

62

Page 63: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

63

• DEPONE LE UOVA (APPARATO GENITALE DELL’ALVEARE)

• MANTIENE LA COESIONE DELL’ALVEARE (FEROMONE REALE)

• PORTA I CARATTERI GENETICI (MADRE DI TUTTE LE API)

L'APE REGINA È IL PROTAGONISTA DELLA SCIAMATURA

ABBOZZO DI CUPOLINO REALE: COPPETTA

Page 64: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

64

CELLE REALI CHIUSE E PUPA DI REGINA

NASCITA DI UNA REGINA

Page 65: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

65

APE REGINA

VERGINE FECONDATA

V UADDOME A “V” MOLTO MOBILI, VELOCI, ABILI AL VOLO

ADDOME A “U”, LENTE, INABILI AL VOLO

USO DELLE CELLE REALI DI SCIAMATURA

Le celle reali di sciamatura non devono essere utilizzate per produrre regine per la costituzione di nuovi nuclei. In questo modo non si fa altro che aumentare l’attitudine sciamatoria delle proprie colonie.

La sciamatura naturale infatti è un problema perché:

• Comporta spesso la perdita di sciami

• Riduce la popolazione delle colonie nel momento del raccolto

• Alcune volte gli sciami si attaccano in posizioni pericolose

• Gli sciami possono infastidire vicini e animali domestici

POSSONO ESSERE UTILI PER:

• Sostituire temporaneamente una regina in una colonia orfana o con regina fucaiola.

• Fare dei nuclei anticipatamente. poi la regina andrà sostituita

Page 66: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

66

Particolari casi di sciamatura precoce si possono avere qualora i favi di polline (barriera oltre i quali la regina non depone) siano a ridosso dei favi di covata e vi sia scarso spazio per la deposizione delle uova da parte della regina. Bisogna controllare alla ripresa della deposizione lo spazio disponibile.Vi sono anche casi di sciamature tardive, così dette "per disperazione". Queste si hanno usualmente quando per fattori interni od esterni l'alveare diventa inospitale o scarsamente idoneo alla biologia dell'ape. Casi del genere si hanno quando invasioni di formiche rendono invivibile la coesistenza dei due insetti (specie le formiche argentine, piccole e molto aggressive verso la covata e le api stesse). Ancora si hanno casi di sciamature tardive con abbandono della covata e delle scorte da parte di famiglie fortemente colpite da Varroasi. Le api hanno scoperto prima di noi che la sciamatura può essere un metodo per ridurre l'infestazione.

SCIAMATURE PRECOCI E TARDIVE

Vi sono numerosi segni premonitori della sciamatura:

• Aumento del numero di fuchi

• Comparsa delle coppe reali (inizi di celle reali)

• Sospensione della deposizione (la regina si alleggerisce per volare meglio)

• Minore attività dell'arnia

• Numerose api “esploratici" alla ricerca di un potenziale nuovo nido,

SEGNALI PREMONITORI DELLA SCIAMATURA

Page 67: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

67

MISURE CONTRO LA SCIAMATURA

Al fine di controllare la sciamatura vi sono due ulteriori metodi: - Soppressione delle celle reali

- Clippaggio della regina

La soppressione delle celle reali richiede il controllo, almeno ogni 9 giorni (meglio ogni settimana), di tutti i favi per scoprire se vi sono celle reali, sapendo che, in genere, lo sciame puo' partire con l'opercolazione delle celle reali (al nono giorno dalla deposizione).

Clippare le regine vuol dire amputare una delle ali (destra anni pari sinistra anni dispari), al fine di impedirne il volo. Questo metodo già usato dai romani più che evitare la sciamatura può ritardarla, poiché lo sciame puo' partire con la prima regina vergine emergente, oppure sciamare per terraavanti la bocca dell'arnia (dato che la regina non riesce a volre).

SOPPRESSIONE DELLE CELLE REALI

Generalmente un controllo settimanale può bastare per verificare la presenza di celle reali, ma in casi di stagioni molto produttive, in colonie forti e predisposte alla sciamatura, si possono osservare sciami ripetuti che escono dalla colonia anche in presenza di celle reali ancora aperte.

9��iA �� �:99��i��� <� ��<<� ��A<� A�����A��� ��<<A PRESENZA DELLA REGINA O ALMENO DI UOVA FEMMINILI.

SCIAMI PRIMARI E SCIAMI SECONDARI

Per sciame primario si intende lo sciame che parte con la regina “vecchia”, cioè con una regina fecondata.

Per sciame secondario si intende quello che parte con una nuova regina, quindi vergine. Molto spesso se ci sono sciami secondari questi sono più di uno.

In genere lo sciame primario è il più cospicuo mentre quelli secondari sono via via più piccoli. Questo deriva dal fatto che regine vergini hanno una minore attrattività sulle api, che seguono in minor numero la regina non ancora fecondata.

Page 68: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

68

����������� D���� ����� �� ��

����� !!�� D��� ��!�

Page 69: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

69

CATTURA DEGLI SCIAMI

Materiale occorrente:

• Prendisciami, arnietta da nuclei o arnia

• Telaini con foglio cereo

• Telaino con scorte

• Cesoia o sega

• Scala

Si recide il ramo dove lo sciame è attaccato.

Si scuote lo sciame entro la nuova arnia

Quando tutte le api sono entrate si può subito collocare l’arnia nella posizione desiderata, anche nello stesso apiario.

jkA��: <� A9� ��<<: ���Ai� ����A�:FRETTOLOSAMENTE NELLA NUOVA ARNIETTA,

QUESTO DIMOSTRA CHE LA REGINA È ALL’INTERNO. IN POCO TEMPO TUTTE LE API

ENTRERANNO E L’ARNIA POTRÀ ESSERE SPOSTATA

Page 70: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

70

DOPO LA CATTURA DELLO SCIAME

Cercare di stabilire da quale colonia lo sciame sia partito per non perdere le informazioni genetiche della regina.

Trattare con acido ossalico dopo 4-5 giorni, sfruttando l’assenza di covata opercolata per ripulire la colonia dalla Varroa.

Nutrire la nuova colonia per accellerarne lo sviluppo.

Aggiungere gradualmente telaini con foglio cereo per sfruttare la produzione di cera delle api sciamanti e ottenere favi nuovi e sani.

Dopo una settimana controllare la regina, la sua ovideposizione e stabilire se si tratta di regina vecchia o vergine di uno sciame secondario.

UN METODO PARTICOLARE PER AVERE FAMIGLIE FORTI E POPOLOSE PRONTE AL RACCOLTO SENZA

CORRERE IL RISCHIO DI SCIAMATURA

Questo metodo è valido solo se applicato prima che le famiglie entrino in febbre sciamatoria, cioè prima delle costruzioni di celle reali.

SI PARTE DA UNA COLONIA BEN SVILUPPATA SU 10 TELAINI

Page 71: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

71

MATERIALE NECESSARIO PER APPLICARE QUESTO METODO:

• 2 melari vuoti• 12 telaini da melario costruiti• Un escludi regina• Tre telaini da nido costruiti vuoti• Escludiregina

COME SI PROCEDE:

• Individuata la famiglia forte si prelevano tre telaini di sola covataopercolata coperti di api senza prelevare la regina. (Togliendo covata aperta alle famiglie invece di annullarla si favorisce la sciamatura).

• Si inseriscono al centro di due melari che saranno completati con telaini da melario

• Al loro posto, intercalandoli con altri telaini già presenti nell’alveare, si mettono tre telaini da nido costruiti vuoti, in modo che la regina abbia subito a disposizione celle vuote da poter deporre.

• Sopra alla famiglia, si pone l’escludiregina e si mettono sopra i due melari completi di telaini da nido e da melario, infine si coprono con il coprifavo e il tetto.

• Dopo una settimana si controllano i tre favi di covata nido nei melari, se si trovano celle reali o si distruggono o si utilizzano per fare sciami artificiali.

• Si lascia nascere la covata e le cellette dei telaini da nido man mano che si liberano saranno riempiti di miele e potranno essere usati per integrare le scorte ai nuclei, sostituendoli con telaini da melario.

Page 72: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

72

ARNIA ROTANTE

Per evitare problemi di sciamatura è stata recentemente messa a punto un’arnia a telaini rotanti, che fa in modo che le celle reali non si sviluppino.

Sembra che questa arnia riduca anche le problematiche della Varroa ma la cosa non è ancora ben chiara.

PRODUZIONE: POSA MELARI

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMHB,=FTOH?BlHJG

Page 73: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

73

PRODUZIONE: DUE NUCLEI UNITI A MELARIO

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

PRODUZIONE: DUE NUCLEI UNITI A MELARIO

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG

@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

B,=FTOH?BlHJG

=>MB?@T?B FG@B?GFH ,MGmH> LT>@>

Page 74: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

74

PRODUZIONE: POSA SECONDO MELARIO

Stanziale

TIPO DI APICOLTURA

Nomade

NOMADISMO

All’interno di una vallata (bassa quota-alta quota)

All’interno della provincia (aree climatiche e floristiche diverse)

Nell’arco alpino (aree climatiche e floristiche diverse)

Nell’ambito nazionale (Nord-Sud Italia)

PRODUZIONE DI MIELE

Page 75: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

75

�P D��P� n P�� D� �� ������ D�!E ��

ALCUNE NOZIONI FONDAMENTALI

Le api bottinatrici sono quelle nate da almeno 20 giorni, quindi bisognerà avere una ottimale presenza di covata opercolata almeno 25 giorni prima della prima fioritura che si intende sfruttare.

Si deve prevenire la sciamatura.

Anche colonie ben popolate ma su 8 telaini possono essere messe a melario.

Se i telaini del melario non sono costruiti, bisogna mettere il melario qualche giorno prima.

Se si utilizza l’escludiregina, spruzzare i telaini del melario con un po’ di acqua e miele favorisce la salita a melario.

Non mettere a melario colonie ancora non pronte, ma farle sviluppare per la fioritura successiva.

Page 76: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

76

IL MIELE

mieli di nettare

mieli di melata

prodotti a partire dal nettare dei fiori

raccolta delle escrezioni di insetti che si nutrono della linfa delle piante

MIELI UNIFIORALI� derivano principalmente da una sola specievegetale� presentano colore, odore e aroma caratteristici

MIELI MILLEFIORIo costituiti da nettari di numerose piante� possiedono caratteristiche diverse a seconda dellespecie vegetali che lo compongono

��������������

Differenziati sulla base dell’origine botanica in:

Le api sono in grado di bottinare in un raggio di 5 Kmintorno all’alveare.

Il miele raccolto rappresenta quindi il territorio circostante.La sua composizione è caratteristica per ogni zonarispecchiandone la composizione della flora.

MIELE MONOZONALE: TERRITORIO IN BARATTOLO

ANALISI MELISSOPALINOLOGICA

(contenuto del miele in pollini)

area geografica di provenienza

Page 77: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

77

COME MIGLIORARE LA QUALITÀ DEL PROPRIO MIELE

Ogni alveare di un apiario, e a maggior ragione alveari di apiari diversi, producono un miele leggermente diverso, per colore, sapore e consistenza.

Queste differenze spesso sono lievi ma percettibili.Mescolare mieli raccolti in apiari diversi, distanti anche pochi km, riduce la fragranza e la luminosità del miele.Questo perché mettendo assieme mieli di zone diverse, anche se relativi alla stessa fioritura, si annacquano le caratteristiche apportate dalle essenze secondarie, presenti in modo specifico in ogni singola zona.Conviene quindi dividere mieli provenienti da apiari diversi in lotti distinti, anche per una garanzia in caso di inquinamenti involontari.In questo modo si aumenta la propria gamma di mieli

Page 78: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

78

LA POSA DEI MELARI

Se si vuole ottenere un miele monoflorale la posa dei melari deve essere fatta a fioritura iniziata, per evitare l’importazione di miele estraneo, che sarà lasciato alle api per le scorte del nido.

Per mieli tipo millefiori o comunque poliflorali non serve essere così precisi.

Mettere a melario solo le colonie pronte.

Se possibile utilizzare l’escludiregina.

ESCLUDIREGINA IN POSIZIONE

Page 79: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

79

CONTROLLO DELL’IMPORTAZIONE

Dopo alcuni giorni verificare l’importazione. Un melario può essere riempito in pochi giorni e per questo è opportuno verificare spesso.

POSA DI ULTERIORI MELARI

Quando il primo melario è quasi pieno, anche se non del tutto opercolato, aggiungerne uno nuovo, meglio se collocandolo sotto il primo. Poi si va avanti così.

Page 80: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

80

QUANDO RACCOGLIERE IL MIELE

Il miele è un prodotti finito quando ha meno del 18-19% di umidità. Quando i telaini del melario sono opercolati, il miele è maturo e può essere raccolto.

Se i telaini sono solo parzialmente o non opercolati, si deve verificare l’umidità. Lo strumento adatto è il refrattometro ma un metodo semplice è quello di scuotere i telaini tenendoli orizzontali. Se escono gocce di miele, è troppo liquido e deve essere lasciato ancora nel melario.

MATURITÀ DEL MIELE

Page 81: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

81

POSIZIONAMENTO DEGLI APISCAMPO

Verificata la maturità del miele si mettono gli apiscampo, sotto i melari con miele maturo ed eventualmente sopra quelli con miele non maturo. Meglio fare l’operazione alla sera.

Se non si usano gli apiscampo o se lo svuotamento dei melari con l’apiscampo non è stato completo i telaini del melario devono essere spazzolati per rimuovere tutte le api.

Una tecniche per allontanare tutte le api è quella di caricare i melari sul camion o sul carrello (ma anche nel bagagliaio dell’auto) senza chiuderli. Ci si allontana dall’apiario di qualche centinaio di metri (meno di 1 km) e ci si ferma, lasciando che le api ritornino ai loro alveari

Page 82: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

82

pqrsq tuvsq wvxprofessionisti è il soffiatore, che si usa al posto dell’apiscampo.

Il soffiatore permette di ridurre

le visite agli apiari e non disturba o

danneggia le api.

Page 83: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

83

� ����� D�� P�� ��

Una notte spesso non è sufficiente per svuotare i melari, meglio prelevarli

36-48 ore dopo

Portati i melari in azienda vanno immagazzinati in luogo fresco e asciutto, meglio se con un deumidificatore per asciugare le porzioni di favo non del tutto opercolate. Dopo qualche giorno si procede alla smielatura.

Page 84: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

84

PREPARAZIONE ALL’INVERNAMENTO

Quando finiscono le grandi fioriture, quelle che forniscono la produzione per l’apicoltore, per le api inizia in pratica l’autunno.

Da questo momento la loro attività sarà volta a rafforzare la colonia e a prepararsi all’inverno.

L’apicoltore deve assecondare e favorire questo processo.

Questa è anche la stagione in cui l’apicoltore incrementa il numero delle sue colonie.

È fondamentale non ridurre il proprio impegno verso le api, perché è questo il momento critico, in cui le api devo armoniosamente iniziare a predisporre le scorte dell’alveare e a produrre la covata che nel corso di alcuni mesi dovrà portare alla formazione della colonia svernante, formata da api invernali.

SE VOGLIAMO API SANE

DOBBIAMO CONTROLLARE LA VARROA.

Negli ultimi anni si registrano estati molto calde e secche. Inoltre i cambiamenti del paesaggio agrario hanno ridotto ulteriormente le possibili fonti di alimento per le api.

Occorre perciò garantire alle api una adeguata alimentazioneestiva, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

Questo si può ottenere in tre modi:

1. Fornendo alimenti alle api (zuccherini e non solo)

2. Seminando presso gli apiari miscugli di piante nettarifere

3. Trasferendo le api in zone di montagna con molti prati fioriti

PRIMA FASE DELL’INVERNAMENTO: NUTRIZIONE ESTIVA

Page 85: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

85

INVERNAMENTO

Invernare le api significa prepararle a passare l’inverno.

Si deve fare in modo che le colonie siano:

• Ben popolate da api sane (devono vivere almeno 5 mesi)

• Con molte scorte

• Alloggiate in arnie di misura adeguata

• Ben isolate dalle temperature esterne, specialmente in alto

• In apiari climaticamente favorevoli

Perché in autunno si devono “stringere” le colonie?

• Per ridurre lo spazio da riscaldare nell’arnia

• Per rendere le scorte accessibili durante i mesi molto freddi

Se le colonie al momento dell’invernamento sono su 9-10 telaini, andranno ristrette a 6-7 telaini. Asportando all’inizio telaini di scorte e non di covata.

Con la nutrizione autunnale le api riempiranno via via i telaini che non saranno usati per la covata.

Colonie su 6-7 telaini a fine estate, vanno invernate in arniette da 6 telaini, meglio se strette su 5 telaini.

Queste operazioni non devono essere fatte in ritardo, per dare alle api il tempo di riequilibrare gli spazi e per sistemare le scorte al meglio.

Dopo il trattamento autunnale contro la Varroa le api vanno sistemate definitivamente, le soffitte vanno imbottite di materiale isolante (anche un sacco o della carta vanno bene). Si devono togliere o isolare i fondi di lamiera.

RESTRINGIMENTO

Page 86: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

86

RESTRINGIMENTO,=>?@BCOVATA-SCORTE

@BFGHJH M>=> GyH@G@H > M>=> =>,@?TH@HOHGQ?GKKG

EVENTUALI TELAINI DI SCORTE IN ECCESSO POSSONO ESSERE DISTRIBUITI ALLE COLONIE CON

UN DEFICIT DI SCORTE O IMMAGAZZINATI.

PIEDI FREDDI E TESTA CALDA

L’ARIA CALDA SALE VERSO L’ALTO, QUINDI È IMPORTANTE ISOLARE LA SOFFITTA DELL’ARNIA.

LA LAMIERA DEL FONDO ASSORBE E DISSIPA CALORE, QUINDI MEGLIO TOGLIERLA O ISOLARLA.

LE ARNIE NON DEVONO AVERE L’APERTURA IN DIREZIONE DI VENTI FREDDI.

LE ARNIE DOVREBBERO ESSERE SOLLEVATE DA TERRA ALMENO 40 cm.

IL CANDITO DEVE ESSERE ACCESSIBILE DAL CENTRO DEL GLOMERE QUINDI LE SOFFITTE DOVREBBERO AVERE UN FORO DECENTRATO.

VERIFICARE CHE LE SCORTE NON SIANO COSTITUITE DA “MANNA”, NON UTILIZZABILE DALLE API.

RICORDARSI DI RIDURRE LE PORTICINE.

IN AREE MOLTO FREDDE RIEMPIRE IL VUOTO OLTRE IL DIAFRAMMA CON LASTRE DI MATERIALE ISOLANTE.

z{|}~���

��������

Page 87: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

87

NUTRIZIONE DELLE COLONIE PER L’INVERNAMENTO

NUTRIZIONE ESTIVA per stimolare la produzione di covata sana (dopo il trattamento estivo contro la Varroa) con nutrimento liquido. All’inizio il nutrimento deve essere diluito (stimolante) e poi più concentrato. NUTRIMENTO LIQUIDO.

NUTRIZIONE AUTUNNALE: per raggiungere un adeguato livello di scorte. Devono esserci almeno 10-20 kg di miele per colonia, a seconda che sia un nucleo su 5 telaini o una colonia su 8. Un telaino pieno di scorte pesa circa 5 kg. NUTRIMENTO LIQUIDO.

CON TEMPERATURE DIURNE INFERIORI AI 13-15°C NON SI DEVONO SOMMINISTRARE ALIMENTI LIQUIDI.

NUTRIZIONE INVERNALE: Nelle colonie con buone scorte, conviene iniziare l’eventuale somministrazione di candito verso fine gennaio. Le morie per fame in genere avvengono alla ripresa della deposizione di covata, che può verificarsi già in tale periodo. CANDITO

Al contrario di quanto si può pensare, i consumi invernali sono minori nelle zone con inverni freddi e assenza di covata e risultano invece elevati in zone con inverni miti che permettono alle api di volare e di proseguire nell’allevamento della covata come, ad esempio, si verifica nel litorale ligure.

Page 88: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

88

INVERNAMENTO: RESTRINGIMENTO E NUTRIZIONE

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

NUTRITORE PER SCIROPPO

SVERNAMENTO: NUTRIZIONE CON CANDITO

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

lF>KB?B

JT@?H@>?B MB? ,=H?>MM>

=GJOH@>

Page 89: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

89

NUTRIZIONE DI FINE INVERNO

SVERNAMENTO: CONSUMO SCORTE E INIZIO COVATA

,=>?@BC@BFGHJ> KBFG?H>COVATA OPERCOLATA

=>LG@G GMB?@GOHGQ?GKKG@BFGHJH LT>@H RJ> ,=>?@B J> =>LG@GU

=>MB?@T?G OH GMH

lF>KB?B

=GJOH@>

Page 90: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

90

Prima dell’invernamento e durante le visite invernali è opportuno soppesare le arnie per avere un’idea delle loro scorte.

Verificare che le colonie che non consumano il candito abbiano un reale e agevole accesso a questo alimento (talvolta ci si dimentica di bucare la busta del candito o si posiziona male sopra il foro della soffitta).

In colonie invernate su 7-8 telaini controllare, in giornate tiepide, controllare che le scorte non siano troppo lontane dal glomere.

L’applicazione di un telo plastico trasparente (resistente alle basse temperature come quello per le serre) può facilitare le ispezioni invernali, sollevando la soffitta senza esporre le api al freddo.

Questo telo plastico deve avere un foro in corrispondenza dell’apertura per il nutritore.

Molti apicoltori in Austria e Germania ma anche in Alto Adige mettono sotto la soffitta un film plastico.

Questo ha lo scopo di mantenere una certa umidità e temperatura ed ha un effetto sulla docilità delle api.L’apertura dell’arnia è meno traumatica e può essere parziale. In inverno poi si ha una certa visibilità della colonia.

Page 91: APICOLTURA di MONTAGNA - apinvallagarina.it · APICOLTURA di MONTAGNA SECONDA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/02/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro

0��0���0��

91

VISITE INVERNALI

In inverno conviene visitare l’apiario con una certa regolarità per:

• Verificare che le arnie non siano capovolte o danneggiate da picchi od orsi ma anche topi

•Auscultare l’arnia dandole un colpo secco ed accostando l’orecchio alle pareti

• Osservare che, se è una giornata soleggiata, ci sia una minima attività di volo o alla porticina

• Controllare che le api abbiano ancora a disposizione del candito e come lo stanno consumando

������

DELL’ATTENZIONE

PAOLO FONTANA

Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico