APICOLTURA di MONTAGNA - Apicoltori in … 4 VESPA VELUTINA È un calabrone di 5 cm di lunghezza ,...

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04/05/2013 1 APICOLTURA di MONTAGNA QUARTA LEZIONE ROVERETO - GIOVEDÌ 28/03/2013 PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico PROGRAMMA DEL CORSO Argomento Data Argomento Data Biologia dell’ape mellifera e della colonia Le razze dell’ape mellifera L’arnia razionale e cenni di storia dell’apicoltura. Valore ecologico ed agronomico dell’ apicoltura giovedì 14/02/13 h 19,00- 22,00 I prodotti dell’alveare Produzione di miele, polline, propoli, pappa reale e cera giovedì 11/04/13 h 19,00- 22,00 Attrezzature apistiche Il calendario dell’apiario La registrazione e la gestione dei dati dell’apiario Risveglio e ripresa primaverile. La sciamatura. Il raccolto. La preparazione all’inverno L’invernamento giovedì 28/02/13 h 19,00- 22,00 Visita ad un apiario Lezione pratica di traslarvo Pratica di costituzione nuclei Marcatura delle regina Valutazione dell’infestazione da Varroa sabato 13/04/13 h 9,00- 13,00 La Varroa Biologia della Varroa Virosi e Varroa Pratiche apistiche contro la Varroa Sostanze acaricide contro la Varroa giovedì 14/03/13 h 19,00- 22,00 Produzione di api regine e selezione Produzione di nuclei Il pacco d’api Giovedì 02/05/13 h 19,00- 22,00 Malattie delle api (ad esclusione della Varroa) Sintomi Modalità di controllo giovedì 28/03/13 h 19,00- 22,00 Adempimenti Burocratici dell’apicoltura. Il regolamento attuativo legge provinciale sull’apicoltura Sicurezza alimentare e gestione igienico sanitaria nella produzione e lavorazione del miele giovedì 16/05/13 h 19,00- 22,00

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APICOLTURA di MONTAGNAQUARTA LEZIONE

ROVERETO - GIOVEDÌ 28/03/2013

PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINIFondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnolo gico

PROGRAMMA DEL CORSOArgomento Data Argomento Data

Biologia dell’ape mellifera e della coloniaLe razze dell’ape melliferaL’arnia razionale e cenni di storia dell’apicoltura.Valore ecologico ed agronomico dell’ apicoltura

giovedì 14/02/13h 19,00-

22,00

I prodotti dell’alveareProduzione di miele, polline, propoli, pappa reale e cera

giovedì 11/04/13h 19,00-

22,00

Attrezzature apisticheIl calendario dell’apiarioLa registrazione e la gestione dei dati dell’apiarioRisveglio e ripresa primaverile.La sciamatura.Il raccolto.La preparazione all’invernoL’invernamento

giovedì 28/02/13h 19,00-

22,00

Visita ad un apiarioLezione pratica di traslarvoPratica di costituzione nucleiMarcatura delle reginaValutazione dell’infestazione da Varroa

sabato13/04/13h 9,00-13,00

La VarroaBiologia della VarroaVirosi e VarroaPratiche apistiche contro la VarroaSostanze acaricide contro la Varroa

giovedì 14/03/13h 19,00-

22,00

Produzione di api regine e selezioneProduzione di nucleiIl pacco d’api

Giovedì 02/05/13h 19,00-

22,00

Malattie delle api (ad esclusione della Varroa)SintomiModalità di controllo

giovedì 28/03/13h 19,00-

22,00

Adempimenti Burocratici dell’apicoltura.Il regolamento attuativo legge provinciale sull’apicoltura Sicurezza alimentare e gestione igienico sanitaria nella produzione e lavorazione del miele

giovedì 16/05/13h 19,00-

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LE AVVERSITÀ DELLE API E DELL’ALVEARE

LE AVVERSITÀ DELLE API E DELL’ALVEARE

PREDATORI DI API

SACCHEGGIATORI DI FAVI E SCORTE

MALATTIE DELLE API

AGENTI TOSSICI: AVVELENAMENTI

APICOLTORE ??

PARASSITI DELLE API

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PREDATORI DI API: UCCELLI

PREDATORI DI API: INSETTI

VESPA

CALABRONE

VESPA VELUTINA

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VESPA VELUTINA

È un calabrone di 5 cm di lunghezza, molto più scuro del calabrone nostrano. Il volo quando é in caccia avanti agli alveari é fisso, come un elicottero. Sono molto voraci. Arrivate in Francia nel 2004, in un carico di legname cinese, nidifica preferibilmente sulle cime delle piante, il nido rimane coperto dalle foglie ed é visibile solo in autunno. In Europa non ha predatori naturali.Una sola velutina può distruggere una colonia di 6.000 api. In Asia, le colonie di api hanno sviluppato una strategia per difendersi dagli attacchi di questa vespa. Le api circondano strettamente la vespa e poi innalzano il loro metabolismo fino ad arrivare ad una temperatura di quasi 46 gradi che uccide la vespa in 5 minuti. immobile, nell'attesa della preda.La velutina ha invaso il sud-ovest della Francia e si propaga un centinaio di kilometri all'anno, si teme che la specie possa varcare le Alpi marittime ed arrivare in Italia .

SACCHEGGIATORI DI FAVI MIELE MA ANCHE DI LARVE

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SACCHEGGIATORI DI FAVI

LE FORMICHE NON SONO AGGRESSIVE VESRO LE API, GENERALMENTE SOTTRAGGONO RISORESE NON ACCESSIBILI, SALENDO SULLE SOFFITTE E

SACHEGGIANDO I NUTRITORI. OPPURE SUI FONDI PER PRENDERE IL POLLINE CADUTO, MA ANCHE PER PREDARE VARROE E GIOVANI TARME . CI SONO PERÒ

FORMICHE XILOFAGHE CHE POSSONO DANNEGGIARE LE ARNIE .

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Tarma maggiore della cera:

Galleria mellonella

Tarma minore della cera:

Achroia grisella

LE TARME DELLA CERA

Questo parassita è ubiquitario e convive negli alveari senza determinare danni significativi se non quando la famiglia è composta da un numero esiguo di api.

In carenza di soggetti che si occupano della pulizia dei favi, le uova deposte dalla Tarma schiudono e danno origine a giovani larve che trovano nella cera, nel polline e nei residui della covata, il nutrimento necessario per il loro sviluppo.

Solo le temperature al di sotto dei 10- 13 °C rallentano in modo evidente il ciclo biologico, il quale torna ad essere rapido non appena le condizioni ambientali divengono favorevoli.

Il ciclo vitale di Galleria mellonella, da uovo ad adulto, è di circa due mesi alla temperatura di 30°. Le uova schiudono in due settimane, e la larva vive circa cinque settimane, diventando poi crisalide per una settimana. L'adulto vive circa dieci giorni.

Galleria mellonella

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Sono attaccati generalmente solo i telaini che hanno contenuto covata.

La lotta a questo Lepidottero è condotta con trattamenti a base di anidride solforosao di insetticidi, determinando talvolta danni ai materiali, rischi di contaminazione dei prodotti e di possibile intossicazione per l’operatore.

Un insetticida microbiologico a base di B. thuringiensis varietà aizawai (prodotto commerciale B 401), diluito in acqua e nebulizzato secondo quanto indicato dalla casa produttrice, su ogni lato dei telaini.

Anche le basse temperature garantiscono la buona conservazione dei favi.

CONTROLLO DI GALLERIA MELLONELLA

ACIDO ACETICO(2 ml d’acido acetico 60-80% per litro

di volume da trattare)

Può contribuire, anche, alla distruzione delle spore di Nosema , ma corrode i metallie può portare alla rottura dei fili dell’armatura dei telaini, se usato ripetutamente.I vapori d’acido acetico sono più pesanti dell’aria e quindi il contenitore con l’acido va posto in alto , rispetto allo spazio dove sono collocati i favi. Diversi apicoltori, che hanno utilizzato l’acetico, riferiscono di problematiche di difficoltosa distribuzione e saturazione dell’ambiente con l’acido e quindi d’efficacia del trattamento. In effetti la larva, specie se imbozzolata risulta assai resistente ai vapori acidi ; è pertanto opportuno trattare i favi prima che vi sia la schiusa delle uova e la muta in larve.

ACIDO ACETICO

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La tarma della cera ha un nemico naturale , un imenottero parassitoide moto caratteristico. Di piccole dimensioni può essere facilmente visto sui fondi delle arnie e deve esser e considerato un insetto utile . La sua efficacia nella protezione dei favi non è ancora stata valutata completamente.

Apanteles galleriae

Sembra preferire la tarma minore della cera: Achroia grisella

Ordine: Hymenoptera - Famglia: Braconidae

Il piccolo coleottero degli alveari è un insetto della famiglia dei Nitidulidae infestante delle colonie di Apis mellifera .Danneggia i favi e divora miele e polline.Qualora l'infestazione raggiunga proporzioni ragguardevoli può causare la sciamatura della famiglia. Inoltre può creare danni ai favi immagazzinati ed al miele non ancora estratto . Le larve scavano gallerie nei favi dove mangiano e defecano, causando la fermentazione del miele .

Dopo l'Africa, l'America del Nord e l'Australia il piccolo scarabeo degli alveari ha raggiunto anche la vecchia Europa ma non ancora l’Italia

Aethina tumida

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Le uova si schiudono in 2-3 giorni e da esse escono delle p iccole larve bianche che cresceranno fino a 10-11 mm .

Le larve si nutrono di polline e miele , danneggiando i favi e richiedono dai 10 ai 16 giorni per diventare mature .

Le larve pronte a diventare pupe lasciano l'alveare e scavano un solco nel terreno vicino l'alveare.

Il periodo pupale dura circa 3-4 settimane .

CICLO BIOLOGICO

I nuovi adulti cercano altri alveari e solitamente le femmine si accoppiano e cominciano a deporre uova circa una settimana dopo il passaggio in età adulta.

I coleotteri degli alveari possono avere anche 4 o 5 generazioni l'anno durante le stagioni calde.

ALTRI INQUILINI INDESIDERATI: Protaetia opaca

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Sfinge testa di morto: Acherontia atropos

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PARASSITI DELLE API

ENDOPARASSITI ECTOPARASSITI

Senotainia tricuspis - APIMIASI

Acarapis woodi - ACARIOSI

Braula coeca – PIDOCCHIO

Varroa destructor - VARROASI

Senotainia tricuspis

Senotainia tricuspis è un insetto appartenente alla famiglia Sarcophagidae. È un dittero Sarcofagide che parassita le api bottinatrici e le porta a morte utilizzandole come substrato per lo sviluppo delle sue forme larvali.

Senotainia tricuspis, a prima vista è molto simile di aspetto a una comune mosca domestica.

L'adulto di Senotainia tricuspis ha dimensioni che vanno dai 5 agli 8 mm di lunghezza ed è caratterizzato da una striscia mediana facciale di colore bianco-grigiastra percorsa da due file di setole corte. Il tutto interposto tra i grandi occhi composti.

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Le femmine depongono la larva sull'ape adulta; il passaggio da L1 a L2 avviene poco dopo la penetrazione nel torace dell'ospite e la larva di seconda età vi si trattiene per 4-5 giorni alimentandosi di emolinfa (periodo prepatente).

Successivamente, verso la fine della seconda età, la larva inizia a lacerare il sistema tracheale e vascolare; in questa fase l'ape inizia a manifestare i primi sintomi, quali la mancata chiusura delle ali a riposo e difficoltà nel volo.

Segue quindi l'attacco della L2 ai muscoli toracici con conseguente incapacità dell'ape di volare. In poche ore l'ospite risente dell'azione traumatica del parassitoide e dopo una grave debilitazione giunge a morte. A questo punto la larva parassitoide muta alla terza età ed esce all'esterno dell'ape, completando il suo sviluppo in 4-5 giorni nutrendosi dei tessuti in decomposizione della sua vittima (attività saprofagica).

Quando la L3 è giunta a maturità si infossa superficialmente nel terreno per mutare in pupa. Il passaggio da L3 a pupa avviene circa in 10 giorni. Dai pupari formatisi tra giugno e fine luglio, dopo appena 15-20 giorni si liberano per buona parte mosche adulte di nuova generazione che porterà, nell'apiario infestato, ad un incremento notevole delle femmine fecondate in coincidenza della piena estate (ultima decade di luglio-fine agosto).

Vive e si riproduce all'interno dell'apparato respiratorio delle api, dal quale esce soltanto per infestare altre api. L'acaro fora con il proprio apparato boccale le tube tracheali dell'ape e succhia l'emolinfa dell'ospite . L'identificazione del parassita può avvenire solo a mezzo di un microscopio date la dimensione ridotta dell'acaro.

I sintomi dell'acariosi sono di difficile identificazione e si sovrappongono a quelli di altre tipiche patologie che affliggono gli alveari: tremori, difficoltà di movimento e inabilità al vol o. Poiché la diagnosi e quindi il grado di infestazione sono di difficile identificazione la cura più efficace resta la distruzione delle famiglie infette.

Per il contenimento e la profilassi si è notata l'efficaci a delle sostanze a base di olii essenziali (mentolo, timolo) normalmente utilizzate per la lotta alla Varroa .

ACARIOSI: Acarapis woodi

Acarapis woodi è un acaro endoparassita delle api appartenente alla famiglia Tarsonemidae .

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Acarapis woodi

Braula coeca

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Quattro specie di parassiti delle api. Sono tutti Acari eccetto il Dittero Braula coeca .

Braula coeca

Tropilaelaps sp.

Mellitiphis alvearius

Varroa destructor

INSECTA: DIPTERA ARACHNIDA: ACARINA

Il Pidocchio delle api , è un dittero della famiglia dei Braulidae.

IMPROPRIAMENTE CONSIDERATO PARASSITA DELLE API, IN REALTÀ È UN ORGANISMO COMMENSALE E, IN GENERE, POCO DANNOS O.

L'adulto è di piccole dimensioni, lungo 1-1,7 mm. Il corpo è depresso in senso dorso-ventrale. Il tegumento è robusto e pres enta un folto rivestimento di setole .

L'uovo è bianco, di forma ovale (0,42 - 0,84 mm).

La larva è apoda (senza zampe), cilindrica, lunga circa 2 mm nella terza età.

La pupa è racchiusa in un pupario rudimentale , formato dalle spoglie della larva di 3a età, trasparente e di colore bianco crema (1,4-1,7 mm).

L'intero ciclo vitale si svolge all'interno dell'al veare in un rapporto di commensalismo con l'ape: le larve si sviluppano a s pese della cera degli opercoli, principalmente nei telaini da miele, gli adulti come cleptoparassiti, in quanto vivono aggrappati all'os pite sottraendogli il cibo direttamente dalla cavità boccale, alla base d ella ligula.

Braula coeca

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Braula coeca

Gli adulti si aggrappano saldamente all'ospite in genere nella zona dorsale fra torace e addome. Sono in grado di spostarsi rapidamente.

Durante l'alimentazione si posizionano alla base degli annessi boccalidell'ape .

Le larve scavano , nello spessore della cera degli opercoli , una mina filiforme e tortuosa(spessore circa 1 mm) che inter essa più celle. L'alimento è composto da cera, granuli di polline, miele e detriti organici inglobati nella cera.

Gli adulti si aggrappano saldamente all'ospite in g enere nella zona dorsale fra torace e addome. Sono in grado di spost arsi rapidamente. Durante l'alimentazione si posizionano alla base de gli annessi boccali dell'ape .

Sono attaccate sia la regina sia le operaie , con un rapporto di preferenza nei confronti della regina in quanto i Braulidi prediligono la gelatina reale : sulle operaie si trovano in genere 1-3 individui, sulla regina, 10-15 ed eccezionalmente oltre 30 .

Braula coeca è una specie a ciclo univoltino , con svernamento allo stadio di adulto. Gli accoppiamenti si svolgono in primavera e le ovodeposizioni iniziano nel mese di maggio per prot rarsi fino a tutto il mese di luglio.

QUESTO PARASSITA-COMMENSALE È QUASI DEL TUTTO SPARI TO IN SEGUITO AI TRATTAEMNTI EFFETTUATI PER IL CONTROLLO DELLA

VARROA

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Varroa destructorÈ un acaro parassita esterno , che attacca le api Apis mellifera e Apis cerana . Fino a poco tempo fa veniva erroneamente classifi cato come Varroa jacobsoni .

L'acaro Varroa è stato trovato su altri insetti impollinatori quali il bombo Bombus pennsylvanicus , lo scarabeo Phanaeus vindex e la mosca dei fiori Palpada vinetorum . Sebbene l'acaro Varroa non possa riprodursi su tali insetti , la sua presenza su di essi può essere un mezzo tramite il quale diffondersi nel raggio di br evi distanze .

La Varroa si può riprodurre solamente in una colonia di api m ellifere . Si attacca al corpo dell'ape e la indebolisce succhiandone l'emolinfa .

Durante questo processo l'acaro può anche trasmettere agenti viraliRNA all'ape.

Una grande infestazione di acari porterà alla morte della colonia, di solito tra la fine di autunno e l'inizio della prim avera. L'acaro varroa è il parassita con il più pronunciato impatto economico nell'industria dell'apicoltura.

DI QUESTO ACARO E DELLE MODALITÀ DI CONTROLLO PARLEREMO NELLA PROSSIMA LEZIONE

Gli insetti, come tutti gli esseri viventi, sono so ggetti a malattie.

L’alveare, per le sue caratteristiche di comunità,rappresenta un terreno ideale per lo

sviluppo e la moltiplicazione dei germi patogeni.

MALATTIE DELLE API

LE MALATTIE VERE E PROPRIE DELLE API SONO CAUSATE DA AGENTI MICROSCOPICI.

PER IDENTIFICARLE SI DEVONO OSSERVARE I SINTOMI E FARE ANALISI DI LABORATORIO

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IMPORTANTE RICONOSCERE LA MALATTIA FIN DAI PRIMI STADI ATTRAVERSO:

• OSSERVAZIONE DELLA COVATA:• DEPOSIZIONE IRREGOLARE DELLE API E DELLA COVATA• LARVE MORTE• CELLE APERTE ED OPERCOLATE• COLORE DELLE LARVE MORTE• ODORE DELLE LARVE MORTE• POSIZIONE DELLE LARVE MORTE

INOLTRE:

• INCAPACITA’ DI VOLO• DIARREA• MALFORMAZIONE DEL CORPO DELL’APE• TREMOLII• AGGESSIVITÀ

• PRELIEVO DI COVATA: 1/4 di telaino sospetto

• PRELIEVO DI API ADULTE: 50-100 api vive

• ALLEGARE STORIA DELL’APIARIO E DELL’ALVEARE:

- forza della famiglia - momento di raccolta o no - età della regina- trattamenti- etc…

ANALISI DI LABORATORIO

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All’interno dell’alveare:Scambi tra apiNutrizioneParassiti delle api

All’interno dell’apiario:Deriva SaccheggioScambio di favi tra gli alveariNutrizione con miele

Tra apiario e apiario:SaccheggioDeriva dei fuchi

PROPAGAZIONE DELLE MALATTIE

L’apicoltore deve applicare correttamente le (BPA) Buone Pratiche di Allevamento, curando la disinfezione deg li attrezzi

ed evitando spostamenti di materiale da apiario ad apiario

La scoperta di antibiotici, sulfamidici,chemioterapici, acaricidi naturali e di sintesi, ec t… è

sicuramente un aiuto notevole nella cura dellemalattie delle api, ma il loro utilizzo deve

essere estremamente ponderato per evitare:- comparsa di farmaco-resistenze- sviluppo di infezioni secondarie- residui nel miele (miele prodotto naturale per eccellenza,

ppb µg/kg)

TERAPIA

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MALATTIE DELLE API

BATTERI

Peste americanaPeste europeaSpiroplasmosiMicoplasmosiEcc…

FUNGHI

AmebiasiEcc…

Paralisi CronicaParalisi AcutaCovata a saccoAli deformateCella reale neraFilamentosoVirus YAli nebuloseDel KashmirApis IridescentEcc…

VIRUS

NosemiasiCovata calcificataCovata pietrificataEcc…

PROTOZOI

Malattie delle api adulte:acariosi, varroatosi, nosemiasi, amebiosi, virus paralisi acuta, virus paralisi cronica, virus dell’ala deformata

Malattie della covata:peste europea, peste americana, Aethina tumida, covata calcificata, covata pietrificata, covata a sacco, virus della cella reale nera

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PESTE AMERICANAAFB (American foulbrood )

Patologia molto grave causata da un batterio sporigeno :Paenibacillus larvae

E’ una patologia ad obbligo di denuncia perchéaltamente diffusiva

(saccheggio , da miele o da polline infetti,da scambi di favi , dall'uso di attrezzi vari infetti, dalla cattura di

sciami malati, dall'uso di fogli cerei prodotti con cera nonsterilizzata, dall’apicoltore ...)

La peste americana, è una malattia della covata delle apicausata dal bacillo Paenibacillus larvae .

È una delle malattie più gravi in apicoltura tanto che l'unica pratica di cura considerata sicura è l'inceneriment o delle api con tutto il materiale che conteneva la famiglia . Si deve ritenere che la malattia non costituisca pe ricolo per la salute umana.

Il Paenibacillus è un bacillo di forma simile a un fagiolo , lungo 2,5-5 micron e largo 0,4-0,8 micron , e munito di flagelli che utilizza come organo di locomozione.

Possiede la caratteristica peculiare di produrre endospore estremamente resistenti al calore (si distruggono dopo 30 minuti a 100 °C e dopo 15 minuti a 120 °C), ai disinfettanti chimici , cloro, radiazioni UV (20 minuti), iodati e acqua c alda con qualunque additivo. Le spore , molto resistenti, sono di forma ovoidale , brillanti, si colorano solo nella parte periferic a e sopravvivono fino a 40 anni in condizioni normali , anche se la vitalità tende a diminuire nel tempo.

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La malattia colpisce la covata allo stato larvale e non causa alcun danno all'ape adulta . La larva si infetta ingerendo le spore di Paenibacillus larvaeper mezzo delle api nutrici . Quest'ultime infatti, nel liberare l'alveare dalle larve morte, contaminano le loro ap pendici boccali con le spore contribuendo a distribuirle pe r tutta la colonia e svolgendo, quindi, un ruolo determinante nella diffusione della malattia.La germinazione delle spore e la loro trasformazione in bacilli si ha tra le 24 e le 48 ore dal momento in cui sono penetrate nell'intestino delle larve .

INGESTIONE

24 - 48 oreSPORE

BACILLO

I batteri non possono attraversare la parete intestinale fino a che la larva si converte in propupa .

Quando ciò avviene, i batteri si legano all'emolinf a e proliferano moltiplicandosi in modo rapidissimo fin o a uccidere l'ospite .

La larva si secca all'interno della cella, generand o una sacca dalla quale possono uscire fino a 2,5 miliardi di spore .

Le larve di meno di 24 ore necessitano di sole 6 spore per venire infettate mentre quelle di tre giorni devono ingerire milioni di spore per contrarre la malattia, trascor so tale periodo ne restano difficilmente infette.

Le larve di ape regina sono più soggette all'infezione rispetto a quelle di ape operaia, e queste ultime più di que lle dei fuchi.

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RICONOSCIMENTO DELLA PATOLOGIA:• Covata irregolare• Opercoli infossati e sforacchiati• Residui delle larve filanti• Scaglie nerastre aderenti alle cellette• Odore particolare

La diagnosi viene effettuata tramite la ‘’prova dello stecchino ’’ ed analisi di laboratorio (ricerca delle spore).

COVATA IRREGOLARE

OPERCOLI INFOSSATI E SFORACCHIATI

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ASPETTO LARVE MORTE:

- Di colore giallastro

- Diventano poi molli, con tessuti

acquosi

- Poi di colore marrone sempre più

scuro

- Divengono una poltiglia bruna

aderente al fondo della cella, filante e

di odore sgradevole (dopo 3 settimane

dalla morte)

- In fine si trasformano in un residuo

crostoso

LE API ADULTE CON LA PULIZIA DELLE CELLE INFETTE SI COPRONO DI SPORE E DIVENTANO VEICOLO DELLA

MALATTIA

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Una larva in fase avanzata uccisa da AFB. La larva è stata opercolata, si pone in orizzontale(anziché a spirale piana sul fondo della cella), poi muore . Al contrario con la EFB le larve infetto di solito muoiono nella fase in cui sono ancora a spirale.

Una larva morta uccisa da AFB forma di solito una “ falsa lingua ", rivolta verso l'alto

La larva morta si disidrata , presto diventerà una “ scaglia " che è completamente asciutta, difficile da rimuovere per le api, e contenente milioni di spore che rimangono infettive per molti anni (fino a un decennio ).

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SINTOMI FINALI

TERAPIASe la malattia è in uno stato avanzato

è obbligo di leggedenunciarne la presenza alle autorità competenti

(ASL locali ) Uccidere le api per asfissia con anidride solforosa e

bruciare la famiglia, l’arnie e i telaini colpiti o eventualmente sterilizzare le arnie con i raggi gamma

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Decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320(in Suppl. ordinario alla Gazz. Uff., 24 giugno, n. 1 42)

Art. 154.Nei casi di malattie delle api ( peste europea, peste americana, nosemiasi ed acariasi ) il sindaco, ricevuta la denuncia, dispone i seguenti provvedimenti:a) divieto di lasciare a portata delle api il miele , i favi e qualsiasi materiale possibile veicolo di contagio;b) divieto di rimuovere, vendere o comunque alienar e o di occultare le api, le arnie, gli attrezzi ed il materi ale in genere degli apiari infetti o sospetti;c) divieto di asportare il miele e la cera se non s ottoposti ad appropriata sterilizzazione;d) chiusura delle arnie vuote ;e) divieto di rinnovare o di immettere nuove famiglie nell'apiari o infetto prima che i relativi impianti siano stati d isinfettati .Sono da considerare sospetti tutti gli apiari situati nel raggio di volo delle api, calcolato in almeno 3 chilometri dall'apiario infetto .

Art. 155. A complemento dei provvedimenti indicati nel precedente articolo, nei casi di peste europea o americana può essere ordinata la distruzione delle famiglie delle arnie infette. Le api così uccise nonché i favi ed i bugni villici che hanno contenuto covate o resti di larve devono essere bruciati, i favi privi di covata fusi, le arnie e gli attrezzi disinfettati. Il terreno circostante deve essere vangato o disinfettato.Se la malattia è allo stadio iniziale possono essere consentiti opportuni trattamenti curativi. L'apiario trattato deve essere tenuto in osservazione e sottoposto ad esami di controllo sino a risanamento accertato.

Art. 156.Le norme stabilite per le pesti apiarie valgono, in quanto applicabili, per la nosemiasi e per l'acariasi. Gli apiari infetti o sospetti possono essere sottoposti ad opportuni trattamenti curativi.

Art. 157. In casi particolari il prefetto può autorizzare il trasferimento degli alveari dalle località infette o sospette previo accertamento sanitario.

Art. 158. Dei provvedimenti sanitari adottati e della loro revoca deve essere data comunicazione all'Ispettorato provinciale dell'agricoltura e, dove esiste, al Consorzio apistico provinciale.

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METODI DI DISINFEZIONE DEL MATERIALE

Attrezzi metallici: Passaggio alla fiamma 100%Arnie: Passaggio alla fiamma 80%• Lavaggio con ipoclorito di sodio ?• Lavaggio con disinfettante e idropulitrice 80%• Bollitura con soda caustica al 10% 95%

TUTTO L’ALVEARE (SENZA LE API) COMPRESO I FAVI, IL MIELE E COVATA POSSONO ESSERE STERILIZZATI AL 100%

ATTRAVERSO L’IRRADIAMENTO CON I RAGGI GAMMA

FAVIARNIA DI SERVIZIO

ARNIA MALATA

FAVI AMMALATI TRASFERITI NELL’ARNIA

DI SERVIZIO

ARNIA DI SERVIZIO

ARNIA MALATA

API

I FAVI TRASFERITI VANNO BRUCIATI DOPO CHE LE API SONO TORNATE NELLA POSIZIONE ORIGINARIA

NELL’ARNIA MALATA VANNO

INSERITI 5 TELAINI IN

LEGNO, SENZA FOGLIO CEREO:

SPAZZOLARCI SOPRA LE API

DAI FAVI MALATI

VA LASCIATA NEL LUOGO

ORIGINARIO PER PERMETTERE IL RITORNO DELLE

API

VA COLLOCATA AD ALCUNI METRI DA QUELLA MALATA

TECNICA DELLA DOPPIA MESSA A SCIAME

PRIMA MESSA A SCIAME

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DOPO QUATTRO GIORNI DI DIGIUNO DELLE API

ARNIA MALATA

ARNIA SANA DISINFETTATA

CON FAVI COSTRUITI

SANI

1. SPOSTARE L’ARNIA MALATA E METTERE AL SUO POSTO UN’ARNIA SANA

2. SPAZZOLARE LE API DAI FAVETTI NELL’ARNIA SANA

3. BRUCIARE I 5 FAVETTI COSTRUITI DALLE API

API

LA TECNICA DELLA MESSA A SCIAME DEVE ESSERE USATA SOLO PER COLONIE ASINTOMATICHE IN APIARI DOVE LA MALATTIA SI SIA MANIFESTATA E LE COLONIE MALATE SIANO STATE SOPPRESSE

SECONDA MESSA A SCIAME

PRECAUZIONI DA ADOTTARE PER EVITARE LADIFFUSIONE DELLA PESTE AMERICANA

• Non accettare sciami di origine sconosciuta

• Non comprare colonie d'api se non si è certi della provenienza .

• Non comprare materiale apistico se non da persone fidate

• Disinfettare sempre prima dell'uso il materiale acquistato di seconda mano .

• Non nutrire le famiglie con polline o miele di cui non si conosce la provenienza .

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• Quando una famiglia muore , per prima cosa chiudere l'arnia per evitare il saccheggio , poi esaminare con cura i favi.

• Evitare di scambiare favi e melari negli apiari dove si è riscontrata qualche colonia ammalata.

• Evitare il saccheggio in tutte le occasioni e minimizzare il più possibile la deriva.

• Esaminare sempre con attenzioni i sintomi che possono far pensare ad una malattia in corso.

• Se si è insicuri della diagnosi non esitare a chiamare un tecnico apistico o i Servizi Veterinari locali.

L’USO DI ANTIBIOTICI CONTRO LA PESTE AMERICANA È VIETATO E NON HA ALCUN SENSO PRATICO, DAL MOMENTO CHE TALI SOSTANZE HANNO UNA AZIONE SOLO SULLE FORME ATTIVE E NESSUNA SULLE SPORE.

Usare antibiotici in una colonia infetta aumenta la probabilità che altre colonie si infettino e comunq ue non produce mai un risanamento.

Conviene dunque

• Distruggere tutte le colonie sintomatiche

• Non spostare alveari o altro materiale dall’apiario infetto

• Fare la doppia messa a sciame delle colonie asintomatiche

• Avere la massima cura nella pulizia degli attrezzi

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Infezione Batterica della covata

Agente specifico: Melissococcus PlutonBatterio Gram +, NON sporigeno , 1 micron Ø, al microscopio si presenta isolato, a coppie, in caten elle di varia lunghezza o in ammassi caratteristici.

Pur non formando spore : è resistente nell’ambiente esterno: per diversi anni nei faviper diversi mesi nel polline ,

PESTE EUROPEAEFB (European foulbrood)

È Insensibile all’acidità della pappa reale, e dell’alimento delle larve.

SI ASSOCIANO AD ESSO AGENTI SECONDARI QUALI :

Achromobacter eurydicaeBacillus alveiBacillus laterosporusStreptococcus fecalis

Melissococcus pluton Bacacillus alvei Achromobacter eurydice

PERIODO STAGIONALE

Compare solitamente in primavera inoltrata (maggio/giugno) quando la covata è nel periodo di maggiore sviluppo .E’ caratterizzata da un andamento benigno con tendenza a regredireed a guarire spontaneamente.

La peste europea tende a svilupparsi quando si ver ifica uno squilibrio tra la covata (abbondante) e le api nutrici.

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Esplosione clinica della malattia

Fattori ambientali predisponenti

Squilibrio numericoapi/covata

Carenze alimentari

Batteri P.E.

DALL’INFEZIONE ALLA MALATTIA

+

MODALITA’ DI PROPAGAZIONE

La malattia si diffonde alle larve , che vengono infettate con l’alimento contaminato , ad opera delle api operaie e nutrici che si imbrattano di germi durante la ripulitura delle cellette

Sono colpite larve di operaia, di regina, di fuco al primo stadi o di sviluppo (in genere nei primi 4 giorni di vita) .L’infezione avviene per via orale e si localizza a livello intestinale(intestino medio). La larva muore prima che la celletta venga opercolata ; in casi gravi può manifestarsi anche in cellette opercolate.

L’infezione può essere trasferita da alveare ad alveare , da apiario ad apiario per saccheggio, sciamatura, o perché l’apicoltore n on applica correttamente le (BPA) Buone Pratiche di Allevamento .

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SINTOMI

L’andamento è variabile ed incostante , vista la serie di fattori che ne condizionano il decorso e lo sviluppo.

Morte larvale in celletta aperta .

Le larve colpite, si contorcono e si allungano ripiegandosi a ponte con il dorso o le estremità rivolte verso l’apertur a.

Nei casi in cui vengano colpite larve opercolate , gli opercoli si presenteranno scuri , depressi e forati.

L’odore:

Covata acida (aperta ) dovuta a Melissococcus pluton

Covata putrida (chiusa ) dovuta principalmente al Bacillus alvei e allo Streptococcus fecalis in cui la larva è liquefatta , di odore sgradevole e comunque mai filamentosa .

Il colore delle larve va dal bianco opaco al gialla stro (bruno).

MORTE DECOMPOSIZIONE SCAGLIE SECCHE

DESTINO LARVA INFETTA

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DIAGNOSI

Di campo : esame della covata, covata sparsa, opercoli apert i, odore acidulo.Kit Diagnostico (EFB) e/o prelievo campioni e invio al laboratorioDi laboratorio : esame Microscopico. Isolamento e identificazione Melissococcus Plutonius e/o batteri secondari

Un sintomo classico della Peste europea è dato dalla larva morta nella sua cella, flaccida, giallastra o marrone e arricciata verso l'alto

Le larve infettate con M. pluton (Peste Europea) può apparire collassata con il sistema tracheale più definito

ASPETTO DELLA

COVATA

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Profilassi igienico sanitaria - bonifica dei favi

• Sostituzione ogni 2/3 anni• Radiazioni ionizzanti• Disinfezione chimica

Famiglie in buono stato, forti e popolose

• Messa a sciame• Blocco della covata

Presenza di abbondanti riserve alimentari

Regine forti e giovani sostituzione ogni2/3anni

Posizione ottimale dell’apiario/arnia

PROFILASSI E CURA

LA MALATTIA PUÒ AVERE UN DECORSO BENIGNO, CIOÈ ALCUNE COLONIE POSSONO RISANARSI.

VALGONO COMUNQUE TUTTE LE IDICAZIONI DATE PER LA PESTE AMERICANA

Disinfezione delle arnie e dell’attrezzatura apisti ca mediante :

• Raschiatura e Lavaggio• Fiamma azzurra• Soluzioni di idrossido di sodio – di soda caustica - di ipoclorito di sodio• Sali Quaternari di Ammonio• Raggi Gamma

Efficacia = 100 %

TRATTAMENTO DEI MATERIALI

Soda Caustica:Raschiatura superficie, immersione per 5-20 min. in soluzione bollente di soda caustica 1%, risciacquo per immersione in a cqua calda

Paraffina:Immersione a 160 °C per 10 min.

Forno:170 °C per 1 ora – (160 °C per 2 ore)

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Ipoclorito di Sodio:Disinfettante e sbiancante (non detergente) per pic cola attrezzatura e utensili: immersione in soluzione 0,6% + tensioattivo (deters ivo …) per 30 min.

Radiazioni Gamma:Efficaci contro tutti gli agenti infettivi dell’alv eare, molto penetranti, non alterano il materiale, adatti alla bonifica di tutti i materiali in particolare dei favi e della cera.

Distruzione delle famiglieUccisione delle api adulte con anidride solforosa / benzina Distruzione dei favi del nido con il fuoco e sotter rati in una fossa profonda.

È una micosi è causata dallo sviluppo del fungo Ascosphaera apis .

È una malattia che colpisce le larve delle api.

Le spore di questo fungo germinano nello stomaco della larva e da qui il fungo si sviluppa in tutto il corpo.

Ascosphera apis è quindi in grado di causare la morte dell’ospite subito dopo l’opercolazione o poco prima . La larva infetta si secca e tende ad assumere il caratteristico aspetto denomin ato in gergo “ mummia ”. Le mummie nere o verdi contengono milioni di spore che potranno attaccare altre larve della famiglia. Gene ralmente la covata calcificata è considerata come una patologia secondaria che si manifesta in primavera o in autunno . Lo sviluppo della covata calcificata è facilitato da consistenti cambiamenti di temperat uranelle stagioni intermedie. Tuttavia, in alcuni casi , la covata calcificata può limitare fortemente lo sviluppo delle famiglie e la relativa produzione. La presenza della patologia può ovviame nte diminuire il valore di mercato degli sciami.

COVATA CALCIFICATA

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• Api rimpicciolite, mummificate, coperte di spore del fungo• La covata si presenta calcificata• Larve calcificate (mummie) sul fondo dell’arnia o espulse dalle api

PER RISOLVERE LA PATOLOGIA

• Dare maggiore areazione alle api • Evitare ristagni e umidità,• Sostituire il materiale infetto;• Rafforzare le famiglie colpite

SINTOMI

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Ascosphaera apis

NOSEMIASIDetta anche semplicemente Nosema , è una malattia delle api che con la Varroasi costituisce uno dei problemi più gravi e diffusidell’apicoltura . È una tipica malattia delle api adulte ed è conosciuta anche come dissenteria delle api . Infatti il sintomo più evidente è dato da frequenti deiezioni di colore giallastro all'esterno e all’interno della colonia.

La malattia è causata da due funghi unicellulari (Microsporidi) fino a pochi anni fa considerati Protozoi, che provocano u n quadrosintomatico similare senza chiare differenze tra le due specie:

Nosema apis : è il classico agente della Nosemiasi, conosciuto fin dagli inizi del XX secolo (descritto nel 1909)

Nosema ceranae : descritto nel 1996 su Apis cerana ma nel 2004 è stato trovato su Apis mellifera in Spagna. Molto rapidamente il fungo è stato trovato quasi in tutto l’areale di allevame nto di Apis melliferatanto da diventare in molte aree predominate sul N. apis .

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Lo stato dormiente del Nosema è costituito da spore resistenti alle variazioni di temperatura e di umid ità . Le spore di Nosema non possono essere infatti distrutte con il congelamento dei favi contaminati anche se sulle spore di N. ceranae le bassetemperature sembrano avere un maggiore effetto.

Questi Microsporidi si localizzano nelle cellule dell’epitelio intestin aleed in altre cellule.

Le spore sono circondate da uno spesso involucro prodotto dalla cellula che vi è contenuta; entro la spora vi sono una serie di strutture che con la loro estroflessione assicurano l’aggancio alle cellule dell’ospite e serve anche come dotto di uscita di una struttura detta amebula, che entra nelle cellule intestinali ove inizia l’accrescimento. Entrato nella cellula dell’ape va incontro ad una serie di divisioni in seguito alle quali si formano molte cellule : ognuna di queste dà luogo ad una spora . Le cellule ospiti divengono ipertrofiche e rilasciano le spore mature che escono all’esterno con le feci .

CICLO DI NOSEMA APIS

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SINTOMI

I sintomi della nosemiasi possono essere spesso confusi con altre patologie dell'ape mellifera.

Tra questi sono identificabili i seguenti:

• Lento accrescimento primaverile della famiglia;• Dissenteria deiezioni di colore giallastroall'esterno e all’interno della colonia;• Ali disgiunte ;• Addome gonfio ;• Assenza del riflesso del pungiglione;• Sostituzione precoce della regina .

EFFETTI DELLA NOSEMIASI

Sulle colonie:

• Aumento della mortalità invernale

• Sviluppo tardivodelle famiglie

• Riduzione della produzioneannuale di miele

Sulle singole api:

• Riduzione della durata di vita

• Invecchiamento fisiologicoprecoce

• Atrofizzazione delleghiandole ipofaringee

• Sostituzione della reginaammalata

• Forte dissenteria

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DIAGNOSI DELLA MALATTIAUna diagnosi sicura della malattia si ha solo attra verso

un’ analisi microscopica del contenuto dell’intestino delle api, oppure delle feci .

La malattia è facilmente identificabile in campioni d’apischiacciate nell’acqua. Il liquido ottenuto viene p oi esaminato sotto un microscopio a 250 – 500 X dove le spore caratteristiche del Nosema sono ben identific abili .

PREVENZIONE

• Posizionamento famiglie in zone ben soleggiate e poco umide (soprattutto in inverno)• Alimentazione con sciroppi non eccessivamente liquid i o eventuale acidificazione dell’alimento• Famiglie forti, scarsità di varroa

AMEBIASI

Malattia delle api adulte che ne provoca la morte.È provocata da un protozoo dal nome di Malpighamoeba mellificae . Si pensa che le api si possano contaminare andando a bere nelle pozzanghere sporche. Occorre dunque vigilare con cura. Volendo evitare questo inconveniente è alquanto saggio installare degli abbeveratoi in vicinanza delle arnie. Spesso la mortalità delle api colpite da questa malattia passa quasi inosservata, soprattutto se la malattia si evolve lentamente. Non si notano cadaveri davanti all’entrata; ciò fa supporre che le api ammalate vadano a morire lontano dall’arnia. L’amebiasi è di frequente accompagnata dalla nosemiasi, e, in questo caso, assume un carattere molto più virulento.

Non conoscendo nessun rimedio contro questa malatti a, bisogna dunque prendere tutte quelle misure preventive capaci di limitarne la divulgazione :

• Buona conduzione degli alveari• Igiene in tutti i minimi particolari• Buona aerazione delle arnie• Abbeveratoi sorvegliati.

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Malpigamoeba mellificae

IL MAL DI MAGGIO

Non è una malattia di carattere ben determinato . È probabile che sotto questo nome si designi un certo numero di affezioni diverse che appaiano a tale epoca dell’anno con sintomi analoghi. La caratteristica di queste affezioni è che si notano, davanti agli alveari, delle api che si trascinano per terra inca paci di volare . Spesso il loro addome è rigonfio con l’intestino rimpinzato di polline. Sembra che siano le api più giovani a esse re colpite da questa malattia. Una delle cause possibili è che si tratti del consumo di polline difettoso o andato a male . Non essendoci nessun rimedio provato fino a oggi, è dunque consig liabile inviare una certa quantità di api sospette a un vicino labo ratorio. Alcuni asseriscono che il nettare di tiglio o quello dell’ ippocastano provocano gli stessi sintomi. Il mal di maggio non è dunque una malattia microbica , bensì un avvelenamento provocato dall’assorbimento di nettar e o polline nocivi e si dissolve con la scomparsa dei fiori « colpevol i ».

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AVVELENAMENTI

AGROFARMACIClassificazione• Presidi Fitosanitari(o Fitofarmaci)• Antiparassitari (pesticidi)• Diserbanti (erbicidi) Algicidi• Fitoregolatori

– Insetticidi, Acaricidi, Rodenticidi, Nematocidi, Anticrittogamici o Fungicidi, Limacidi (o Molluschicidi), Battericidi, Larvicidi, Disinfettanti

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Il pericolo di avvelenamento per le api deriva dall’uso di fitofarmaci in

agricoltura

GLI AGROFARMACI sono sostanze chimichesintetizzate dall’uomo e volutamente immesse nell’ambiente per uccidere degli organismi: Insetti dannosi, erbe infestanti, funghi, alghe,microorganismi .

La loro caratteristica è una elevata attività biologica : TOSSICITA’

• Conseguenza: possibilità di rischio per specie non bersaglio e di inquinamento di altri comparti ambientali

• Situazione ideale: Molecole attive a basse dosi e solo su organismi bersaglio (selettività)

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TRATTAMENTI:– in stagioni particolari (aratura, semina, pre o

post emergenza)– tutto l’anno

• secondo calendari• secondo soglie di danno o densità di popolazione

DISPERSIONE:– La maggior parte si perde per varie cause

(deriva, percolazione, gocciolamento, volatilizzazione, degradazione)

Solo 5% raggiunge l’insetto e 1% (o meno) viene assorbito

MODALITÀ D’AZIONE

• Inquinamento diretto della fonte di bottinatura (polline, nettare o melata)

• Inquinamento per deriva su fioriture spontanee presenti negli interfilari o in prossimità dei meleti o vigneti

CONTATTO INGESTIONE

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TOSSICITÀ ACUTA

SPOPOLAMENTI

DOVE SONO FINITE LE API?

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NEONICOTINOIDI

Imidacloprid

Acetamiprid

Clothianidin

Thiacloprid

Thiamethoxam

PROBLEMI DI DISORIENTAMENTO, DIMINUZIONE DELLA CAPACITÀ DI APPRENDIMENTO E DI COMUNICAZIONE

Underbasket

0

200

400

600

800

1000

1200

23/04 30/04 07/05 14/05 21/05 28/05

data

n° a

pi m

orte

/arn

ia

FLONICAMID

IMIDACLOPRID

a

a

bb

Peso del nido

05

101520

25303540

23/04 30/04 07/05 14/05 21/05 28/05

data

Kg/

nido

FlonicamidImidacloprid

a

b

PROVA ESEGUITA SU MELO

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LIVO – Flonicamid 28.05.09 26.08.09 30.09.09 26.10.09 03.2010

ARNIA 009 si si si si si

ARNIA 010 si si si si si

ARNIA 007 si si si si si

ARNIA 008 si si si si si

RUMO – Flonicamid 28.05.09 26.08.09 30.09.09 26.10.09 03.2010

ARNIA 002 si si si si si

ARNIA 001 si si si si si

ARNIA 006 si si si si si

ARNIA 005 si si si si si

CLOZ – Imidacloprid 28.05.09 26.08.09 30.09.09 26.10.09 03.2010

ARNIA 012 si si si si si

ARNIA 016 si si si si si

ARNIA 013 si si si si si

ARNIA 011 si no no no no

CASTELFONDO - Imidacloprid 28.05.09 26.08.09 30.09.09 26.10.09 03.2010

ARNIA 017 si no no no no

ARNIA 018 si no no no no

ARNIA 015 si no no no no

ARNIA 014 si si si si si

PROVA ESEGUITA SU MELO

Underbasket

0

200

400

600

800

1000

1200

04/06 10/06 17/06 24/06 01/07 07/07

n°ap

i mor

te/a

rnia

Thiamethoxam

FlufenoxuronActara

Cascade

Peso nido

0

5

10

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Kg/

arni

a

Thiamethoxam

FlufenoxuronActara

Cascade

PROVA ESEGUITA SU VITE

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Ceola Genever – Thiamethoxam07.07.

0926.08.

0930.09.

0926.10.

0903.201

0

ARNIA 005 si si si si si

ARNIA 007 si si si si si

ARNIA 003 si si si si si

Ceola Gostion – Thiamethoxam07.07.

0926.08.

0930.09.

0926.10.

0903.201

0

ARNIA 009 si si si si si

ARNIA 010 si si si si si

ARNIA 020 si si si si si

Lisignago S.L. – Flufenoxuron28.05.

0926.08.

0930.09.

0926.10.

0903.201

0

ARNIA 002 si si si si si

ARNIA 001 si si si si si

ARNIA 006 si si si si si

Lisignago Doss - Flufenxuron28.05.

0926.08.

0930.09.

0926.10.

0903.201

0

ARNIA 004 si si si si si

ARNIA 008 si si si si si

ARNIA 019 si si si si si

PROVA ESEGUITA SU VITE

COSA FARE IN CASO DI AVVELENAMENTI?

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SINDROME DELLO SPOPOLAMENTO DEGLI ALVEARI

(SSA, in inglese CCD, ovvero COLONY COLLAPSE DISORDER )

È un fenomeno ancora poco conosciuto per il quale le famiglie di api (Apis mellifera ) periscono bruscamente .

La SSA/CCD è stata riscontrata per la prima volta nelle colonie di api del Nord America alla fine del 2006.

Gli apicoltori europei osservarono un fenomeno simi le in Belgio, Francia, Olanda, Grecia, Italia, Portogallo e Spagn a.

La causa o le cause della sindrome non sono ancora ben compreseAlcune teorie parlano di stress dovuto ai cambiamenti ambientali , malnutrizione , vari patogeni (come ad esempio le patologie delle api, compreso il Virus israeliano della paralisi acuta, acariosi , pesticidicome ad esempio neonicotinoidi (come l’imidacloprid ), radiazioni da telefoni cellulari o altri dispositivi creati dall'uomo, e c olture geneticamente modificate (vedi OGM e Piante transgeniche) come il mais transgenico .

COLONY COLLAPS DISORDER

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SINTOMI

Una colonia che è collassata a causa della SSA tende generalmente a mostrare tutti i seguenti sintomi :

1) Presenza di una covata abbandonata . Generalmente le api non abbandonano mai l'alveare finché le larve non s i sono completamente dischiuse.

2) Presenza di scorte di cibo , sia polline che miele, che presentano le seguenti caratteristiche:

• Non sono immediatamente rubate dalle altre api• Un eventuale attacco da altri insetti è notevolment e ritardato.

3) Presenza dell'ape regina . Se la regina non è presente, infatti, la morte dell'alveare non è riconducibile alla SSA.

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INCIDENZA

Dal 1976 al 2006 si è verificata una drastica riduzione del numero delle api selvatiche negli Stati Uniti ed un significativo , sebbene graduale, declino nel numero delle famiglie allevate dagli apicoltori .

Questo declino comprende il cumulo delle perdite dovute a tutti i fattori come l'urbanizzazione, l'uso dei pesticidi , l'Acariosi e laVarroa, il pensionamento degli apicoltori e la chiusura delle attività commerciali.

Tuttavia alla fine del 2006, inizio del 2007, il tasso di riduzione è cresciuto raggiungendo proporzioni fino ad allora s conosciute ed il termine "Disturbo da Collasso dell'Alveare" è stato proposto per descrivere queste improvvise scomparse.

Un recente studio delle Università di Plymouth e St irling, in Inghilterra e di Poitiers in Francia, rintraccia nella diminuzione del polline una delle concause principali nella moria d elle api : con meno nutrimento, viene meno l'apporto proteico delle api e di conseguenza si indebolisce il loro sistema immunita rio .

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CAMBIAMENTI CLIMATICI

MONOCULTURERIDUZIONE

FLORA APISTICA

NUTRIZIONE INSUFFICIENTE

PESTICIDI

NUOVI PARASSITI DELLE API

NUOVE MALATTIE

VIRUS

INDEBOLIMENTO SISTEMA

IMMUNITARIO

INQUINAMENTI AMBIENTALI

VARI

IMPOVERIMENTO GENETICO API

SINDROME DELLO SPOPOLAMENTO DEGLI ALVEARI

TECNICHE APISTICHE

ERRATE

VARROA

NUTRIZIONE SCARSA

STRESS

COLONIA

NOSEMA

BATTERI

VIROSI

PESTE

NOSEMISASI

VIRUS

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GRAZIE DELL’ATTENZIONE

PAOLO FONTANA & VALERIA MALAGNINI

Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico