Rivista numero 5 -...

76
MASSIMO COSTA BRUNO GIORDANO GIGI SIMONI CARLO ANCELOTTI COSIMO SIBILIA E LA NUOVA FIGC COPIA GRATUITA IN EDICOLA CON IL ROMA numero 5 del 20 Gennaio 2019 La Città - La Squadra – Gli Eventi COSIMO SIBILIA E LA NUOVA FIGC CARLO ANCELOTTI BRUNO GIORDANO GIGI SIMONI MASSIMO COSTA

Transcript of Rivista numero 5 -...

MASSIMO COSTABRUNO GIORDANO GIGI SIMONICARLO ANCELOTTI

COSIMO SIBILIA E LA NUOVA FIGC

COPIA GRATUITA IN EDICOLA CON IL ROMA

numero 5 del 20 Gennaio 2019La Città - La Squadra – Gli Eventi

COSIMO SIBILIA E LA NUOVA FIGC

CARLO ANCELOTTI BRUNO GIORDANO GIGI SIMONI MASSIMO COSTA

Agenzia per il Lavoro S.p.A.Via G. Palumbo 12 - 00195 - Roma

+39 06 83654635+39 340 8563012

3

di Giovanni Gaudiano

iparte il campionato, il RNapoli avanza in Coppa

Italia e si prepara alla

sfida di Europa League con lo

Zurigo. Ancelotti ha mantenuto

l'impegno di stilare un primo

bilancio dopo il girone d'andata.

Ha parlato di come il rendimento

della squadra sia in linea con

quanto ci si aspettasse ed ha

sottolineato come il Napoli sia

fuori dalla Champions per un

pelo e dopo aver disputato delle

buone prestazioni. Il tecnico

emiliano nella sua modestia, che

Il Napoli avanza in Coppa ItaliaAncelotti traccia un primo bilancioSibilia ed il nuovo corso della FIGC

L’ EDITORIALE

è pari se non superiore alla sua

capacità, ha parlato poco della

s u a s c e l t a d i u t i l i z z a r e

praticamente tutta la rosa a sua

disposizione e di come questo

aspetto influirà moltissimo sulla

costruz ione de l pross imo

Napoli, il primo che potrà

m o d e l l a r e s u l l e p r o p r i e

convinzioni. È banale dirlo ma

ancora c'è chi non ha capito che

Ancelotti sta adattandosi alle

caratteristiche dei giocatori che

ha trovato e lo sta facendo senza

lamentarsi, senza accampare

scuse e affermando come il

Napoli abbia il dovere di puntare

a tutti gli obiettivi possibili,

compreso il campionato dove la

Juventus sembra troppo lontana.Non gli interessa parlare di

mercato, di rado parla dei singoli

e se lo fa è per elogiarne la

prestazione e l'adattamento alle

esigenze della squadra. La

partita di stasera al San Paolo è

delicata. Di fronte il Napoli, con

alcune assenze importanti, si

troverà una squadra vogliosa che

ha l'obiettivo di riprendersi

que l la qual i f i caz ione a l la

C h a m p i o n s s f u g g i t a g l i

all'ultima partita dello scorso

campionato. Il Napoli però non

può distrarsi. C'è Milik in doppia

cifra, il folletto Mertens, al quale

d e d i c h i a m o u n a b r e v e

m o n o g r a f i a , vo g l i o s o d i

riprendersi il ruolo di uomo

guida dell'attacco partenopeo.

Poi ci sono diversi giovani che il

tecnico sta valorizzando e che

potrebbero fare la differenza. A

proposito, in questa stagione

Ancelotti ha dato spazio già a

due prodotti del vivaio azzurro:

Luperto mandato in campo 4

4

‘‘Napoli’’ La città, la squadra e gli eventi

Mensile a distribuzione Gratuita

Direttore Responsabile: Giovanni GaudianoConsulenza Amministrativa: Francesco MarchionibusStampa, Grafica e Pubblicità: Sport and Marketing Srl

Progetto Grafico ed Impaginazione: Daniela AltrudaRedazione: Lorenzo Gaudiano, Bruno Marchionibus

Sede: Viale V. Lamberti - Trav. SpinelliArea Ex Saint Gobain - Caserta

Collaboratori: Marco Boscia, Marina TopaCon interventi di: Pier Paolo Cattozzi

Fotografie: Foto Agenzia Mosca

Direzione Editoriale della Soc. Editoriale Napoli SrlsSede Via F. Cilea, 129 Napoli - P.IVA 09045371219Tel. 081 5794009e.mail: [email protected] Web: www.magazinenapoli.it

Aut. Tribunale di Napoli n. 50 del 8/11/2018

IL PROSSIMO NUMERO DI “NAPOLI” SARÀ IN EDICOLA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” IL 21 FEBBRAIO 2019

Numero 5 del 20 Gennaio 2019

volte in Campionato e Gaetano,

anche se per pochi minuti, in

Coppa Italia. Non avveniva da

qualche anno ma nessuno lo

ricorda. In questo numero

abbiamo celebrato gli 80 anni di

Gigi Simoni, auguri di cuore ad

un gentleman del calcio italiano,

a b b i a m o r e a l i z z a t o d u e

interessanti interviste con

Giordano e Foggia ed abbiamo

proposto un breve ma intenso

film fotografico del girone

d'andata del Napoli. Siamo

r i u s c i t i a n c h e a d a v e r e

l'intervento del Presidente della

Lega Nazionale Dilettanti e vice

Presidente Vicario della FIGC

Sibilia, che ha fornito una serie di

risposte chiare sui temi del calcio

di questi giorni. La Federazione

è consapevole che c'è molto da

lavorare e che le difficoltà da

superare sono tante ma è

evidente che da solo il massimo

organismo del calcio nazionale

non potrà risolvere tutti i

problemi, a partire da quello

della sicurezza fuori e dentro gli

stadi e dalla maleducazione dei

tifosi italiani che nasce da un

forte decadimento della nostra

società sia culturale che sociale.

Chiudere un settore di uno

stadio ai tifosi abituali e poi

chiedere di riempirlo con i

ragazzi delle elementari e medie,

che finiscono per comportarsi

come i propri genitor i , è

praticamente inutile (vedasi

Juventus - Genoa del 2017). La

stupidità purtroppo non ha

confini, non ha età, l'educazione

non è più un valore, i genitori

sono un cattivo esempio per i

propri figli e poi la vita dei social

incide eccessivamente su tutti i

cosiddetti internauti. La cultura

non sembra occupare la giusta

posizione nella scala dei valori

necessari alla formazione di una

sana e laboriosa società. Si può

ancora inter venire , basta

volerlo.

Sebastiano Luperto

dooa.it

7

IN PRIMO PIANO

Il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti e Vicepresidente vicario della FIGC parla con chiarezza degli attuali temi del calcio che vanno trattati nella “casa federale” rivendicando con orgoglio il suo articolato percorso professionale

Cosimo Sibilia:di Lorenzo Gaudiano

Il nuovo corso della FIGC, la necessità di

ripartire dai giovani per rilanciare la

Nazionale e i l problema di come

affrontare la violenza nello sport. Tanti i temi

proposti al Presidente della Lega Nazionale

Dilettanti nonché Vicepresidente Vicario della

Federazione Italiana Giuoco Calcio Cosimo

Sibilia, che ha sempre avuto nel suo programma

ben chiare le strade da imboccare per il

m ig l ior amento de l l a p iù impor tante

federazione sportiva italiana. Dal prato alla

scrivania, il percorso è completo: prima

calciatore, poi dirigente sportivo sino ad

arrivare alla carica di presidente dell'Avellino.

Infine la carriera federale, partendo dalla figura

di delegato. Nel gennaio 2017 Sibil ia

all'unanimità è stato eletto Presidente della

LND, un percorso iniziato sin dal 1994 con la

guida del Comitato Regionale Campania della

LND fino al 2000. Membro della Giunta Coni

Campania dal 1996 al 2009, ne diviene il

presidente, confermato anche nel quadriennio

successivo fino al 2016. Nel 2010, inoltre, è stato

insignito della Stella d'oro del Coni al merito

sportivo. icepresidente Vicario della FIGC dal V

marzo 2017, è stato confermato anche con la

nomina alla presidenza di Gabriele Gravina

nell'ottobre 2018. Da novembre è anche

membro del comitato di presidenza. -

Presidente, parliamo di questo nuovo corso

della FIGC segnato dall'elezione di Gravina

d o p o i l t o r m e n t a t o p e r i o d o d i

dal prato alla scrivania

8

IN PRIMO PIANO

commissariamento? «La fase commissariale,

che non ho mai mancato di definire

disastrosa, ha fatto però in modo che le

componenti si ritrovassero in un programma

il più ampiamente condiviso ma anche che si

tornasse ad una dimensione di “casa

federale” dove c'è confronto e condivisione

su tutti i temi, per il rilancio del nostro

calcio». - Quali sono i punti qualificanti del

programma che dovrebbe consentire di

cambiare, come richiesto nell'ultimo periodo

dalla base, la più importante federazione

sportiva italiana? «Tra le priorità c'è senza

dubbio la riforma della Giustizia Sportiva,

con procedure rapide e tempi certi, oltre alla

revisione dell'area del professionismo e la

sostenibil ità economica dell ' intero

sistema». Secondo lei qual è il livello attuale -

d e l c a l c i o i t a l i a n o d o p o l a m a n c at a

qual i f icazione al mondiale russo? È «

assolutamente necessario ripartire dai

giovani con misure concrete e mirate.

L'Italia ha bisogno di coltivare i propri

ta lenti e di aumentare in maniera

significativa la quota degli “azzurrabili” per

la nostra Nazionale». - Parliamo degli episodi

verificatisi prima e durante Inter – Napoli.

Come intervenire fuori dagli stadi e quali serie

misure prendere per non sentire dalle tribune le

solite intolleranti espressioni? «Il recente

tavolo convocato dal Viminale ha visto la

partecipazione di tutte le componenti

f e d e r a l i m a a n c h e d e l m o n d o

dell'informazione. C'è la volontà di

affrontare con decisione il problema della

violenza, che ha sfumature diverse nelle

varie categorie. Per quanto riguarda i cori

razzisti al momento ci sono delle regole che

vanno applicate. Senza dubbio possono

essere migliorate, ma ci sono». - Dal prato al

Parlamento passando per le stanze della

Federazione, quanto ha contato l'esperienza del

campo nel ricoprire le cariche raggiunte?

«Da ca lc iatore , da d ir igente o da

rappresentante delle istituzioni, è stato

sempre lo spirito di servizio ad animare

tutte le mie esperienze. Ho iniziato la mia

c a r r i e r a f e d e r a l e c o m e s e m p l i c e

collaboratore della Delegazione di Avellino

9

e lo rivendico con orgoglio, perché è così che

si costruisce la propria conoscenza,

partendo dalla base». - Da presidente della

Lega Nazionale Dilettanti pensa qualche volta

che il calcio professionistico abbia toccato livelli

finanziari esasperati che hanno finito per

renderne scialba la competitività? «Io parlo

per la Lega Nazionale Dilettanti che,

assicurando la pratica sportiva ad oltre un

milione di tesserati, svolge un ruolo sociale

e culturale senza eguali. Tutto ciò avviene

grazie all'opera di migliaia di volontari. Le

riflessioni sul mondo dei professionisti

credo sia corretto lasciarle ad altri». La -

tecnologia introdotta dall'uso del Var è

importante. Come la si potrà rendere più

omogenea, meno soggettiva tanto da spegnere

le polemiche che ne hanno contraddistinto

q u e s t a p r i m a f a s e d i u t i l i z z o ?

«Si tratta di uno strumento che va utilizzato

e che può essere migliorato. Al momento è a

discrezione dell'arbitro se ricorrervi o

meno. Su quest'ultimo aspetto si può

certamente aprire un confronto».

Il Presidente Cosimo Sibilia con Gabriele Gravina Presidente della FIGC

11

TESTIMONE DEL TEMPO

Napoli-Lazio tra picche,ripicche, scudetti e petardi

di Mimmo Carratelli

Vanno bene i conti del Napoli con la Lazio: 47

vittorie, 41 pareggi, 36 sconfitte in 124 partite

in serie A. Saldo casalingo ugualmente attivo

(30 vittorie azzurre, 22 pareggi, 10 sconfitte).

La Lazio è una delle tredici squadre contro le

quali il Napoli può contare più vittorie che

sconfitte. Atalanta, Bologna, Cagliari, Chievo,

Empoli, Genoa, Parma, Sampdoria, Sassuolo,

Spal, Torino, Udinese sono le altre formazioni.

Incroci di scudetti, picche, ripicche e petardi

sono disseminati lungo la storia dei confronti

fra Napoli e Lazio, raramente un match

tranquillo.

La beffa partenopea del 1973

L'indimenticabile Tommaso Maestrelli

Oscar Damiani

Nel campionato 1972-73, la prima sfida-

scudetto fu una guerra di nervi, provocazioni,

risse e vendette. La Lazio ci rimise il titolo

all'ultima giornata perdendo a Napoli. Vigilia

tesissima di quella partita. All'andata, la

squadra di Maestrelli e Chinaglia stravinse a

Roma (3-0 con gol di Manservisi, Nanni e

Chinaglia nella porta di Carmignani) e in campo

ne successero di tutti i colori. Vavassori e

Chinaglia non si risparmiarono alcun tipo di

botte. I laziali, una banda di straordinarie lenze

e virtuosisti della palla, presero a deridere gli

azzurri (Juliano, Carmignani, Zurlini ,

Vavassori, Improta, Damiani) che se la

segnarono al dito per il “ritorno”. La partita al

San Paolo del 20 maggio 1973 fu un inferno

come gli azzurri avevano promesso ai laziali

all'andata. In vetta, lotta serrata per lo scudetto:

Milan 44 punti, Juventus e Lazio 43. In

quell'ultima giornata, il Milan si tolse

clamorosamente di mezzo, naufragando a

Verona (3-5). Lo scudetto fu una sfida agli

ultimissimi minuti tra la Juve di Vycpalek con

Zoff, Furino, Causio, Anastasi, Haller, Altafini,

Capello, Bettega e la Lazio di Maestrelli.

Mentre la squadra biancoceleste resisteva a

Napoli sullo 0-0, la Juve andava sull'1-1 a Roma

contro i giallorossi (pari di Altafini). A questo

12

Il presidente Ferlaino con Diego

TESTIMONE DEL TEMPO

La testata di Baroni del 1990

punto sarebbe stato necessario lo spareggio-

scudetto. La condanna venne nel finale delle due

gare. La Juve passò 2-1 sulla Roma con un gol di

Cuccureddu (87'), due minuti prima che il

Napoli, col “sangue agli occhi” per la partita

dell'andata, giocando alla morte, battesse la

Lazio 1-0 con un gol di Damiani. Mancava un

minuto alla fine. Lo “sfregio” segnò per sempre i

rapporti fra Napoli e Lazio. La Juve volò a 45

punti campione d'Italia, la Lazio rimase

inchiodata a 43 dietro al Milan (44). Il Napoli di

Chiappella giocò con Carmignani; Bruscolotti,

Pogliana; Zurlini, Vavassori, Rimbano;

Damiani, Juliano, Canè, Esposito (77' Umile),

Ferradini. La Lazio con Pulici; Polentes,

Martini; Wilson, Oddi, Nanni (70' La Rosa);

Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi,

Manservisi.

Il Napoli, invece, non mancò lo scudetto nella

seconda sfida con la Lazio in cui fu in gioco il

tricolore. Campionato 1989-90. Bigon sulla

panchina azzurra. Prima dell'ultima giornata, il

Napoli a 49 punti e il Milan di Sacchi a 47. La

Lazio a metà classifica. Alla penultima giornata,

il Napoli era dilagato a Bologna (4-2),

inneggiato dai tifosi bolognesi “campioni,

campioni”, il Milan naufragò per la seconda

volta a Verona (1-2). Napoli-Lazio si giocò al

San Paolo il 29 aprile 1990. All'andata era finita

ancora male per gli azzurri, un altro 0-3. Il San

Paolo fu addobbato a festa. In tribuna c'era

Carlos Bilardo che stava preparando la

nazionale argentina per il Mondiale di giugno-

luglio in Italia. Marisa Laurito fece il giro del

campo con la maglia azzurra e il numero 2 sulla

schiena che preludeva al secondo scudetto della

squadra di Maradona. Furono in sessantamila

nel San Paolo sconvolto dai lavori per Italia 90.

Immensi fili di carta verdi, bianchi, rossi si

riversarono dagli spalti sulla pista insieme a

cascate di azzurro. Quando le squadre

entrarono in campo, Maradona apparve con

Claudia, Dalmita che aveva tre anni e Gianinna

un anno. Alemao portò in braccio la sua

bambina, Corradini il suo figlioletto. Crippa e

Francini andarono verso i “distinti” a

raccogliere un lancio di fiori. Diego andò verso

la tribuna d'onore e lanciò un mazzetto di

garofani all'indirizzo di Lady Ferlaino, Patrizia

Boldoni. Tutto questo prima che si decidesse lo

scudetto. Ma c'era la sensazione della vittoria

perché il Napoli s'era messo due punti avanti al

Milan. Traguardo in pugno e l'ansia di non

lasciarselo scappare con la Lazio pronta a dare

battaglia, memore dello “scherzo” di diciassette

13

Chinaglia dopo la tripletta del 1974 sfoga la sua rabbia

La tripletta di Chinaglia del 1974

anni prima. Ma, stavolta, il Napoli non aspettò

gli ultimi minuti per vincere. Andò subito a

segno Marco Baroni, lo spilungone fiorentino

che giocò con un paio di slip rossi portafortuna.

La Lazio non rimontò il fulmineo 1-0 azzurro. Il

Milan vinse inutilmente l'ultima partita (4-0 al

Bari). Bigon schierò: Giuliani; Ferrara,

Francini; Crippa, Alemao, Baroni (66' Fusi);

Corradini, De Napoli (85' Mauro), Careca,

Maradona, Carnevale.

Memorabile tra Napoli e Lazio il 3-3 del 1974 al

San Paolo, l'anno dopo lo “sfregio” del gol di

Damiani che aveva tolto lo scudetto ai laziali. Si

giocò a metà del girone di ritorno, la Lazio di

Maestrelli lanciata verso la conquista del

campionato. Botta e risposta di gol. Vantaggio

Maradona ed Alemao festeggiano lo Scudetto

azzurro con Clerici, pari di Chinaglia, a segno

Juliano, di nuovo Chinaglia, terzo vantaggio del

Napoli con Clerici e rigore finale di Chinaglia

che aveva siglato anche l'1-0 dell'andata a Roma.

La Lazio vinse lo scudetto a 43 punti, due avanti

alla Juve (41). Il Napoli di Vinicio, il primo

Napoli furente del “leone”, si classificò terzo

(36). Le formazioni dei sei gol al San Paolo.

Napoli con Carmignani; Bruscolotti (50'

Montefusco), Pogliana; Landini, Ripari,

Orlandini; Canè, Juliano, Clerici, Esposito,

Braglia. Lazio con Pulici; Petrelli, Martini;

Wilson , Oddi , Nanni (77 ' Inse lv in i ) ;

Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi,

D'Amico.

Higuain dopo il rigore fallito nel 2015

14

TESTIMONE DEL TEMPO

Un confronto mai banale

Napoli-Lazio non solo scudetti e vendette, ma

anche gol-fantasma e i golazi di Maradona da

centrocampo e dal corner al portiere Orsi nel

febbraio 1985. Freme ancora De Laurentiis per i

milioni della Champions (quaranta?) sfumati a

fine maggio 2015 nella folle sfida di Higuain ai

laziali. Doppietta da matador e poi il rigore

calciato alle stelle che spianò il successo alla

squadra di Pioli e le assegnò il preliminare

europeo. Gonzalo sbagliò la palla del tre a due

che avrebbe potuto segnare il destino diverso

del match, conclusosi 2-4. Mai una partita

tranquilla con la Lazio, compresi i petardi del

San Paolo su Pighin e Manfredonia nel match

che il Napoli pareggiò 1-1 ai tempi di Savoldi

(gennaio 1979) e perse “a tavolino” dal giudice

sportivo. Una storia di risse e rivincite furenti

che ebbe inizio nel pazzo mese di marzo del

1962 al Flaminio. Sullo 0-0, calcio di punizione

di Seghedoni per la Lazio. La palla entrò nella

porta di Pontel, ma uscì da un buco della rete.

Dolo Mistone ricorse a tutta la cazzimma

napoletana con l'arbitro Rigato, che respinse le

proteste dei laziali e disse che la palla era filata

via a lato. Conclusione: quell'anno il Napoli fu

promosso in serie A, la Lazio rimase in B.

La beffa del buco nella rete del 1962

Il titolo de “L'Unità” dopo i petardi del 1979

15

L'INTERVISTA

di Bruno Marchionibus

Napoli - Lazio è una gara atipica dopo una lunga sosta per l'ex centravanti della Ma.Gi.Ca. che stima Arek Milik e non ama fare pa r agon i con i l suo Napo l i fenomenale ma si rivede in Mertens

Bruno Giordano e la sua partita divisa a metà

Ca m p i o n e

d ' I t a l i a

c o n l a

Lazio nel '74 e con

il Napoli nell'87,

miglior marcatore

della storia dei

capitol in i nel le

Coppe Nazionali e

poi componente

della meravigliosa

M a - G i - C a c o n

Maradona e Careca

all'ombra del Vesuvio, Bruno Giordano è stato

protagonista assoluto con la sua classe ed i suoi

gol tanto in biancoceleste quanto in azzurro;

quella in programma il 20 gennaio al San Paolo,

dunque, per l'ex attaccante di Trastevere non

può che essere la sfida del cuore. Bruno, Napoli-

Lazio per Lei è sicuramente un incontro

speciale. Che partita si aspetta? «Credo che la

sfida, come spesso accaduto tra queste due

squadre, regalerà spettacolo. Il Napoli negli

ultimi anni ha ottenuto piazzamenti migliori

rispetto alla Lazio, ma questo è un match

atipico, perché arriva dopo una pausa di

venti giorni e perché gli azzurri dovranno

fare a meno di alcuni giocatori importanti. È

difficile immaginare quale possa essere lo

stato di forma delle due compagini dopo una

sosta così lunga; mi auguro sicuramente di

assistere ad una bella partita e... che vinca il

migliore». Partita alla quale i partenopei, pur

protagonisti di un'ottima stagione fin qui,

arrivano con un distacco di nove lunghezze

dalla Juventus. Cosa manca secondo Lei al

Napoli per poter competere con i bianconeri?

«In realtà al Napoli manca quello che manca

a tutte le altre “grandi”; gli azzurri stanno

facendo la loro parte, il problema però è che La famosa Ma.Gi.Ca.

Con la maglia della Lazio

16

la Juve in Italia è

n e t t a m e n t e

superiore a qualsiasi

avversario. Questo è

quello che dice non

solo la stagione in

c o r s o , m a i l

complesso degl i

u l t i m i a n n i ;

p r o b a b i l m e n t e

quello passato è stato l'unico campionato in

cui è sembrato davvero possibile realizzare

l'impresa di spezzare la striscia di successi

consecutivi bianconeri, ma questo, alla fine,

per un motivo o per un altro non si è

verificato». a ex attaccante, qual è il suo D

giudizio su Milik? Milik è un giocatore «

importante. Certo non è Messi o Ronaldo,

però è un attaccante di valore e nel

campionato italiano sta facendo bene. I dieci

gol messi a segno fin qui, considerando

anche il minutaggio avuto a disposizione dal

numero 99, rappresentano un ottimo

bottino, e mi pare che il ragazzo abbia

recuperato alla grande sia dal punto di vista

fisico che psicologico dai due brutti

infortuni che ha subito. Il polacco è un

calciatore ancora giovane, ed io credo che

possa dare tanto al Napoli sia quest'anno

che nel futuro prossimo; è, insomma, un

giocatore che a me piace e sul quale

punterei, perché ha una buona stazza fisica

e, allo stesso tempo, sa giocare bene il

pallone. È vero che gli azzurri nel reparto

avanzato dispongono anche dei vari Insigne,

Mertens, Callejon, ma se vuoi essere una

squadra di primo livello devi avere più frecce

al tuo arco in tutti i reparti». roprio in P

riferimento ai tanti ottimi giocatori del Napoli

attuale, c'è qualcuno tra loro che avrebbe visto

bene nel “suo” Napoli o col quale, in ogni caso,

Le sarebbe piaciuto giocare insieme? Diciamo «

che mi “accontento” del Napoli in cui ho

giocato. Il calcio attuale è sicuramente

molto differente da quello dei miei tempi; è

chiaro che gli azzurri hanno in rosa giocatori

molto forti come Koulibaly, Insigne,

Mertens, Allan e così via, però non me la

sento di fare paragoni tra epoche diverse». A

proposito di epoche diverse, per gli attaccanti

della sua generazione le cose in campo erano

sicuramente più difficili... Senza dubbio; il «

fatto che una volta segnare fosse più

complicato rispetto ad ora sono i numeri a

dirlo. Ad oggi si arrivano a realizzare, in una

stagione, anche 30/35 reti, mentre una volta

mettere a segno 18 gol in un torneo veniva

considerato un risultato straordinario, e

questo per tanti motivi, dalle regole diverse

a l d i f f e re n t e t i po d i m a r c at ura » .

Continuiamo a parlare di gol. C'è una sua rete

realizzata con la maglia del Napoli alla quale è

particolarmente legato? Beh, sicuramente «

quella alla Juve nell'anno dello Scudetto

Scudetto e Coppa in azzurro

In campo da allenatore della Nocerina

L'INTERVISTA

17

(Juventus-Napoli 1-3, ndr) è stata bella ed

anche estremamente importante. In quella

magica stagione, però, ricordo con grande

piacere anche il gol segnato sempre a Torino

ma al Toro, in una partita che vincemmo per

1 a 0 proprio grazie a quella rete. Per fortuna

di gol ne ho messi a segno diversi, ma se devo

sceglierne uno non c'è dubbio sul fatto che

quello contro i bianconeri al “Comunale”

rappresenti il massimo, anche perché ci

portò in vantaggio per 2 a 1 in una partita

tiratissima e decisiva». n conclusione, Cruijff I

ebbe modo di dichiarare che Lei è l'unico

calciatore in cui si fosse davvero rivisto. C'è,

invece, ad oggi un calciatore in cui è Lei a

rivedersi? Nel Napoli chi potrebbe essere «

considerato più vicino a me per modo di

giocare è Mertens. In giro per il mondo forse

Aguero, per le movenze e per il fatto di

giocare a tutto campo».

Ad una presentazione del libro con Giancarlo Governi

L'immagine della copertina

Bruno Giordano “sulle montagne russe”

“Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi”. Potrebbe essere

riassunta in questa celebre massima la parabola calcistica ed esistenziale di Bruno

Giordano, raccontata dalla formidabile penna di Giancarlo Governi, che nel

ripercorrere la biografia dell'attaccante romano assume la forma dell'io narrante.“Una vita sulle montagne russe”, è questo l'esplicativo titolo dell'opera che attraversa

gli alti ed i bassi vissuti dal formidabile componente della Ma-Gi-Ca, capace dopo ogni

caduta di riprendersi e tornare più forte di prima, come la mitologica Fenice, giungendo

a traguardi epici come gli Scudetti con Lazio e Napoli.«Questo è un libro che tenevo a realizzare in ricordo dei miei genitori – spiega

Giordano - e per lasciare un qualcosa di tangibile e di vero riguardo alla mia storia.

Negli anni su di me hanno parlato molte persone, anche tanti che non mi

conoscevano, e quindi mi sembrava arrivato il momento di raccontare le cose

come stanno per davvero, per rimettere a posto tutto ciò che durante la mia

carriera di calciatore è stato detto».

19

PROFILI

di Marco Boscia

V e r d i – U n " l u m b a r d " ambidestro a NapoliUn forte legame con Bologna e l’approdo a Napoli dove ha trovato il maestro Ancelotti

Otto squadre nel suo curriculumSimone Verdi nasce a Broni, una piccola

cittadina di ca. 9300 abitanti in provincia di

Pavia, il 12 luglio 1992. A soli 11 anni arriva al

Milan dalla società dilettantistica Polisportiva

Audax Travacò. Dopo le giovanili con i

rossoneri, esordisce con i "grandi" in Coppa

Italia all'età di 17 anni. Nell'estate del 2011

viene ceduto in compartecipazione al Torino,

con il quale fa il suo esordio in Serie A. Nel giro

di tre anni approda prima alla Juve Stabia,

quindi all'Empoli, con cui sigla il suo primo gol

in A proprio contro il Napoli, e poi in prestito

dal Milan per sei mesi prima in Liga all'Eibar e

poi per altri sei al Carpi. La svolta della carriera

arriva a Bologna dove milita per due stagioni,

diventando l'idolo indiscusso della tifoseria. Al

Napoli approda la scorsa estate dopo le

incertezze dello scorso mercato di gennaio.

Ambidestro con grande tecnicaVerdi nasce come trequartista ma nel corso

degli anni la sua posizione in campo è variata,

grazie soprattutto alla lungimiranza di mister

Donadoni, che lo ha spostato sulla fascia. Se

all'Empoli difatti era solito, sotto la guida di

Maurizio Sarri, alternarsi con Riccardo

Saponara proprio nel ruolo di mezza punta, a

Bologna è diventato un giocatore polivalente

capace di spaziare su tutto il fronte offensivo.

Oltre ad una velocità palla al piede fuori dal

Verdi in gol contro il Torino

PROFILI

20

PROFILI

Verdi parla delle sue scelte:

Sulla scelta della maglia

“Il 9 me lo tengo stretto; da Savoldi a Giordano a Higuain: so bene cosa ha rappresentato questa maglia per la storia del club, ma sono convinto di poterla onorare al meglio. Ci credo

Sulla telefonata con Ancelotti che lo ha convinto ad accettare Napoli:

“Una telefonata che difficilmente dimenticherò. A partire dallo squillo e al suo “ciao, sono Carlo Ancelotti” non sapevo cosa dire, ero intimorito. Lui fu perfetto. Si svelò subito come la persona che poi ho conosciuto a Dimaro: semplice, simpatica, autorevole ma umile nell'approccio; rispetto a Sarri ha una mentalità più aperta, più espansiva

Sul no al Napoli nella scorsa stagione:

“Resterò per sempre legato ai tifosi del Bologna, dovevo finire un percorso. Donadoni mi disse: “Sei uno stupido a non andarci”. Ma con la mia fidanzata decidemmo di rinviare. Inter? Sono qui, e questo conta. Da gennaio a giugno sono stato sempre in contatto con il d.s. Cristiano Giuntoli

Su Napoli:

“Vivo in centro, tutti mi dicevano fosse una città meravigliosa, con la mia fidanzata la stiamo visitando. Sinceramente non me l'aspettavo. Da fuori non hai questa percezione di Napoli, sono rimasto sorpreso

21

è il dribbling il suo principale punto di forza,

unito poi al fatto di saper usare in egual modo

entrambi i piedi. Ancora oggi risulta essere

l'unico calciatore del campionato italiano ad

essere andato in gol nella stessa partita con due

calci piazzati battuti di destro e di sinistro.

L'arrivo a NapoliAmmirato, corteggiato e poi concretamente

cercato dal Napoli di De Laurentiis già nella

sessione invernale scorsa del calciomercato,

Verdi rifiutò con un secco no di approdare

all'ombra del Vesuvio. Troppo grande il suo

legame con Bologna, dove era diventato un

idolo e dove ha trovato anche l'amore della sua

vita, la bolognese Laura, che ha conosciuto

proprio durante il suo recupero da un infortunio

al malleolo. Da quel momento ad ogni suo gol

Simone è solito festeggiare mimando proprio

una "elle" con indice e pollice, dedicando ogni

sua marcatura alla propria amata. Nella scorsa

estate, chiusa la stagione, il Napoli è tornato

prepotentemente sul calciatore, riuscendo a

strapparlo alla concorrenza ed aggiudicandosi

le sue prestazioni grazie anche al pressing

effettuato dal ds. del Napoli Cristiano Giuntoli.

In azzurro non è ancora riuscito a trovare

continuità per colpa di qualche infortunio di

troppo, ma è già andato in gol contro il Torino

in trasferta. Verdi sa comunque di poter contare

oggi sulla stima di Ancelotti e la bella Laura non

aspetta altro che ricevere altre dediche, e se lo

augurano anche i tifosi azzurri.

Dicono di lui“Si vedeva che da piccolo aveva delle doti incredibili

Sergio Catalani, primo allenatore all'Audax

“Credo che Ancelotti stia cercando di valorizzare la sua rosa, e quindi di far sentire tutti i suoi giocatori come possibili titolari. Verdi dal punto di vista tecnico non ha da invidiare nulla a nessuno, neanche a livello fisico. È l'aspetto caratteriale e mentale che poi va a incidere e a fare la differenza, quindi lui deve calarsi in questa nuova realtà che non è più quella di una squadra come il Bologna, ma di una squadra abituata in questi anni ad altri obiettivi. Il suo salto di qualità dipende da questa sfera mentaleRoberto Donadoni, suo allenatore al Bologna

“Verdi? Ovviamente non gli telefonerò, non mi permetterei mai. Posso dire che è un talento straordinario, l'ho avuto due anni ad E m p o l i : abb i a m o c o n q u i s t at o u n a promozione dalla B e poi con me ha giocato p u r e i n A . H a a n c o r a m a r g i n i d i miglioramento, ne sono convinto. L'ideale sarebbe un giocatore con la sua tecnica e la velocità di Deulofeu Maurizio Sarri, suo allenatore all'Empoli

www.protom.com

23

VERSO NAPOLI - LAZIO

Gigi Simoni un gentiluomo in campo ed in panchina

di Pier Paolo Cattozzi

Ottant'anni tra due giorni per un calciatore ed allenatore eccellente che non ha dimenticato Napoli come la città non ha dimenticato lui

ifficile dimenticare l'anno di nascita Ddei personaggi dello sport. Anche

perché avessi a dimenticare la data

precisa, in questo caso il 22 gennaio, a

ricordartelo oggigiorno non c'è solo la

Gazzetta della Sport, ma ci sono anche i tifosi

che rilanciano immagini e nostalgia sui social.

Se poi gli anni traguardati sono 80 e il

personaggio è stato un calciatore eccellente e un

altrettanto eccellente allenatore, il vostro umile

scriba corre a strappargli una intervista.

Inevitabile la lista d'attesa perché LUIGI

SIMONI da Crevalcore, classe 1939, ha giocato

in sette squadre e ne ha allenate e gestite ben

diciassette in Italia e all'estero. Oggi diciamo

che si gode la Panchina d'oro, quella che gli

consegnarono quando allenava l'Inter, nel 1998.

«Sono nel calcio dal 1956 quando giocavo

nelle giovanili della Fiorentina» precisa con

orgoglio e con altrettanto orgoglio afferma

«seguo il calcio italiano come sempre e mi

piace scambiare le mie considerazioni con

amici e familiari». - Buono a sapersi, perché mi

pregio di portarle gli auguri dei nostri lettori e

del Direttore di “Napoli - La Città, La Squadra,

Gli Eventi”. «A Napoli sono stato prima da

giocatore poi due volte da allenatore.

Abbiamo vinto un campionato di B con

promozione, naturalmente, e una Coppa

Italia. I tifosi mi hanno sempre sostenuto e

ritornare ha sempre costituito una grande

gioia». - Chi era l'allenatore. Pesaola sempre «

cordiale: aveva una squadra di giovani con

Tacchi come ala sinistra, un campione. Io

ero un mediano, ma giocavo come oggi

giocano i due esterni». - Erano i tempi di

Lauro, un presidente e un personaggio passato

alla storia non solo del calcio. Qualche affinità

24

affinità con De Laurentiis? Non conosco De «

Laurentiis, ma devo dire che ho conosciuto

poco anche Lauro. Io lo incontrai una sola

volta: dopo un Napoli - Roma 1 a 0 nel quale

io fui fra i migliori. Disse che mi voleva

vedere: lo incontrai nel suo ufficio, mi fece i

complimenti e non lo rividi mai più». -

Decisamente poco presente rispetto a De

Laurentiis. Cosa pensò quando seppe che

Ancelotti aveva accettato l 'offerta del

Presidente. Ne fui contento. Ho giocato «

contro di lui sul finire della mia carriera e

dopo ci siamo spesso confrontati sul nostro

lavoro. Da giocatore e da tecnico lo stimo al

di là anche dei grandi risultati che ha

ottenuto. Direi che tra noi c'è anche

amicizia». Entrambi emiliani, vorrà pur dire -

qualcosa. Vedo la stessa carica umana, stessa

correttezza in campo e fuori, grande rapporto

con i giocatori. Penso proprio di sì. Ripeto «

che la mia ammirazione va oltre la stima per

il tecnico». Sul modo di gestire il gruppo e il -

gioco in campo: ossessionati dagli schemi come

Arrigo Sacchi o più elasticità? Io posso solo «

dire che da sempre ho considerato le

caratteristiche e anche i virtualismi dei

singoli per metterli a disposizione della

squadra al meglio. Non ho mai trascurato il

rapporto con i singoli giocatori. Mi pare che

anche in questo Ancelotti possa essere

considerato un maestro». Cosa pensa del -

turnover che mette in atto: solo un'inevitabile

scelta causa i numerosi impegni o un modo per

mantenere la concentrazione sempre alta da

parte di tutti? O l'una o l'altra, visti i «

risultati fin qui ottenuti, mi pare comunque

una scelta giusta». Allora chi è l'anti Juve? -

«Se devo stare a quel che abbiamo visto di

recente, direi l'Inter. Questo non vuol dire

che il Napoli non possa mantenere il

secondo posto come ha dimostrato di saper

fare in questi ultimi anni. Sul primo posto,

però, impossibile farsi illusioni visto lo

strapotere della Juventus. Non a caso la più

"ricca" del Campionato». Quindi il mito -

Sarri è ormai rimosso: niente rimpianti. Non «

si possono fare paragoni. Ancelotti, come ho

detto, caratura internazionale e fra i primi in

assoluto in Italia e all'estero. Sarri carriera

vera ancora breve. Viene dalle categorie

minori e ha già dimostrato di poter far bene

come ha fatto a Napoli. Vedremo». - Del suo

collega Mourinho, invece, cosa pensa.

«Sicuramente un buon tecnico, ma spesso lo

giudichiamo più per la sua voglia di apparire

che per i risultati non sempre brillanti come

all'Inter. Oggi, più che ai miei tempi, si

VERSO NAPOLI - LAZIO

Gigi Simoni e Massimo Moratti

Braglia e Simoni in un Genoa - Napoli

25

lavora per la ribalta TV». Come dire, più a -

favore di telecamera che a favore del gruppo. C'è

qualche emergente che promette bene. Io «

vedo in Giampaolo, oggi sponda Samp

contro il mio sempre amato Genoa col quale

ho fatto il giocatore e l'allenatore, un ottimo

tecnico. Non a caso lo aveva a suo tempo

cercato anche la Juventus (ndr: anche Simoni

ha giocato nella Juve). Io l'ho avuto alla

Cremonese quando ero Presidente e gli

avevo pronosticato una buona carriera. Mi

pare di non essermi sbagliato». Con -

l'ammazza campionato, tempi duri anche per la

Nazionale di Mancini. Penso abbia fatto «

bene a puntare sui giovani. Ne vedo dei bravi

in giro anche se devo riconoscere che i

risultati sono davvero scarsini. La scelta mi

sembra comunque quella giusta. Si vedrà». -

Ventura come Mondino Fabbri che fu il suo

maestro al debutto nel Mantova e poi lo ritrovò

Formazione del Torino 1965/66 - In piedi: Rosato, Bolchi, Poletti, Fossati, Orlando, Vieri

Accosciati: Puia, Ferrini, Simoni, Moschino, Meroni

In un Torino - Napoli con Meroni e Sivori in azzurro

Con Ronaldo e Baggio all'Inter

al Torino (con

Gigi Meroni

s u o g r a n d e

c o l l e g a e

a m i c o ) .

«Forse. Certo

Fabb r i n o n

riuscì mai più

a dimenticare

tutto quello

che dissero di lui. Con Gigi Meroni, oltre

alla sintonia in campo dove lui era un vero

fuoriclasse, ricordo la grande amicizia

personale anche fuori dal campo. Giocavamo

a carte. Niente soldi, solo passatempo». -

Quindi Torino su entrambe le sponde,

Mantova, Genoa fino a quella Cremonese che lo

accolse come figliuol prodigo e lo fece

Presidente. Napoli però ... Napoli è una città «

che ama la sua squadra alla follia,

un'emozione contagiosa che mi ha subito

catturato. Ci sono stato tre volte e non l'ho

mai dimenticata. Tutto è particolare. Le

voglio bene». arbato, generoso, mai G

26

VERSO NAPOLI - LAZIO

eccessivo. In

campo e fuori, è

proprio il caso

d i d i r l o .

Ottanta anni:

quante altre

cose potremmo

rispolverare.

Penso al rigore

clamorosamen

te perdonato a

Juliano che fece

v i n c e r e l o

scudetto alla

Juve e perderlo

all'Inter di Gigi Simoni che, sempre con garbo

ed eleganza, vinse poi una bella Coppa UEFA.

Senza dimenticare che furono quattro (uno da

calciatore) i Campionati di serie B vinti, due dei

quali a Pisa, città dove abita con moglie e figlio.

Ha allenato anche all'estero, Bulgaria, CSKA

Sofia. Lo hanno premiato anche come

l'Allenatore dei sogni, 1994. unga vita Mister L

GIGI, Auguriiiiiiiiiiiiiiiii.

Luigi Simoni – La sua carriera ed il suo palmarés Nato a Crevalcore (Bologna) il 22 gennaio 1939. Debutta come calciatore professionista nel Mantova e sotto la guida di Edmondo Fabbri ottiene la storica promozione in serie A. Nel Campionato 1961/62 passa al Napoli e anche qui firma la promozione in serie A e la conquista della Coppa Italia. L'anno successivo ritorna a Mantova per poi passare al Torino dove gioca per tre stagioni come mediano di sostegno nientemeno che a Gigi Meroni, indimenticabile campione morto in un incidente stradale. Nella stagione 1967/68 è nella Juventus. L'anno dopo scende in B e con la maglia del Brescia ottiene la sua terza promozione in serie A. Conclude la sua carriera agonistica col Genoa nel 1974. Sei le squadre nelle quali ha giocato in venti anni di carriera.Nel 1975, sempre nel Genoa, inizia la sua carriera da allenatore che conclude nel 2014 come Direttore tecnico della Cremonese. 17 le Società di calcio allenate da "Gigi" Simoni dal 1975 al 2014. Dal Genoa al Napoli, dall'Inter ( Coppa UEFA 1997/98) al CSKA Sofia, dal Torino alla Cremonese. Come DT ha gestito anche il Gubbio e la Lucchese (serie C e Lega Pro).Nel suo Palmarés: da calciatore, Coppa Italia e Promozione in A col Napoli. Campionato Italiano di serie B col Genoa. Come allenatore: 3 Campionati italiani di serie B con il Genoa e Pisa due volte, una Coppa Anglo-Italiana con la Cremonese - una Coppa UEFA con l'Inter (1997/98). Premiato come Allenatore dei sogni nel 1994 e vincitore della Panchina d'oro nel 1998.

Con il Presidente Luzzara

Stretta di mano con Roberto Baggio

28

di Salvatore Caiazza

Napoli-Lazio non è una partita

qualsiasi per Pasquale Foggia.

L'attuale direttore sportivo del

Benevento, partenopeo doc, ha avuto il piacere

solo di essere nemico dei colori della sua

squadra del cuore. E varie sfide da avversario le

ha vissute proprio con la maglia biancoceleste.

Nato proprio a due passi da Fuorigrotta

avrebbe voluto, come tutti gli “scugnizzi”

napoletani, giocare nel “mitico” San Paolo. Ci

sarebbe potuto andare anche a piedi al San

Paolo da casa sua ma purtroppo ha dovuto

affermarsi altrove per diventare un calciatore

professionista.

La solita storia

del Napoli che

non si rende

conto di chi ha

in giro per la

città, facendo

felici i club del

Nord. E proprio

a l N o r d h a

iniziato a capire

LE STORIE

Pasquale Foggia e la voglia matta di vestire l'azzurro

Oggi è il direttore sportivo del Benevento ma il talento napoletano non dimentica le emozioni provate al San Paolo

che il calcio era la sua professione. Ceduto dal

Banco di Napoli al Padova a soli 14 anni viene

scelto anche dal Milan. Poi comincia la trafila

con Treviso, Empoli, Crotone e Ascoli. Ecco la

Lazio nel 2006. Ci resta un anno, va alla

Reggina, al Cagliari e poi ci ritorna nel 2008 per

rimanerci fino al 2011. Parentesi con la Samp e

di nuovo nella Capitale. La sua carriera da

calciatore la chiude con la Salernitana. La

soddisfazione è stata anche quella di aver vestito

la maglia dell'Italia. Dopo tutta la trafila delle

Under, tra il 2007 e il 2009 colleziona tre

presenze e un gol con la Nazionale maggiore.

Oggi Pasquale Foggia cura gli interessi di

mercato del Benevento. Persona di fiducia del

presidente Vigorito, mette tutta la sua

conoscenza calcistica a disposizione dei colori

giallorossi. Senza mai perdere di vista la scuola

calcio di Fuorigrotta che porta il suo nome.

Allora Foggia, che sensazioni prova se le dico

Napoli-Lazio? «Beh, sensazioni uniche. Ho

avuto la fortuna di far parte di una grande

società dove ho vinto una Coppa Italia e ho

giocato in Europa League, conquistando

29

anche un posto in Nazionale. Purtroppo

quando poi affrontavo il Napoli era uno

strazio per me». In che senso? «Per me nato al

Rione Traiano, tifoso della Curva B,

affrontare la squadra della mia città non è

mai stato facile. È successo anche con le

altre maglie. Era emozionante ma allo stesso

tempo pensavo che quella era la mia fede».

Una fede che lei ha anche punito…. «Sì, contro

il mio Napoli ho sempre fatto delle ottime

prestazioni. Forse avevo una carica diversa,

inconsapevole, che mi portava a dare il

massimo». Di sicuro ci sarebbe voluto stare

dall'altra parte e avere il San Paolo per lei….

«Credo che sia stato l'unico neo della mia

carriera non aver indossato la maglia

azzurra. E dire che un paio di volte ci sono

andato molto vicino». D'altronde il San Paolo

per gli “scugnizzi” amanti del pallone è come un

tempio…. «Già giocare al calcio è una

fortuna, avere poi la fortuna di farlo con la

squadra del cuore non ha prezzo. Giocare poi

sul quel prato verde dove tanti anni fa c'era il

più forte giocatore del mondo non ha prezzo.

Ma è andata così». Oggi può tifare Napoli

senza problemi. A meno che il Benevento non

ritorni presto in A….«Sarebbe un bel

successo per tutta la Campania. Benevento è

una grande realtà e il presidente Vigorito ha

dimostrato che in serie A ci può stare». Lei

che ha vissuto da avversario i primi anni della

gestione De Laurentiis, come è cresciuto questo

Napoli? «In maniera esponenziale. Credo che

la maggior parte dei tifosi napoletani non si

aspettava una crescita del genere nel giro di

poco tempo. In Italia ma soprattutto

all'estero ha dimostrato il suo valore».

Adesso poi c'è Ancelotti…. «Un personaggio

incredibile. Ho avuto la fortuna, anche se per

poco, di essere allenato da lui. Una cosa è

viverle certe situazioni , un'altra è

raccontarle. Credo che i giocatori del Napoli

di adesso devono veramente ringraziare Dio

per la fortuna che hanno ad avere come guida

tecnica uno come Ancelotti. De Laurentiis è

stato molto bravo a portarlo a Napoli. È

diverso dagli altri, sotto l'aspetto umano e

del carisma sa trasmettere i suoi concetti in

maniera egregia ed elegante. Ha un suo

modo di vedere il calcio che altri non

hanno». Può farcela il Napoli per lo scudetto?

«Da buon napoletano la speranza è l'ultima a

morire. Ma poi la realtà dice che la Juve ha

Cristiano Ronaldo e diventa complicato

vincere lo scudetto. Il Napoli ci deve provare

fino alla fine perché è giusto che sia così

anche se hai davanti una squadra così forte.

Allora si punta alla Coppa Italia e all'Europa

League? «I trofei sono sempre trofei. Rimane

sempre lì scritto il tuo nome. Vincere la

Coppa o l'Europa League è importante. Poi

diventa tutto bello».

MertensA Napoli un Ciro venuto dal Belgio

MERTENS:IL FOLLETTO BELGADIVENTATO NAPOLETANO

resce in diverse squadre belghe,

Ctra cui l'Anderlecht ed il Gent,

prima di affermarsi nei Paesi Bassi.

Si mette in luce con la maglia dell'AGOVV

nel triennio 2006-2009 e passa quindi

all'Utrecht, dove milita due anni e poi per

altri due al PSV prima di approdare nel 2013

al Napoli. Comincia da esterno d'attacco,

faticando a partire titolare chiuso dalla

competizione con Insigne ma risultando

spesso decisivo da subentrante. Per

l'infortunio di Milik Sarri lo trasforma in un

implacabile bomber d'area di rigore. Con gli

azzurri ha già vinto una Coppa Italia ed una

Supercoppa Italiana. Grazie alla sua statura

risulta essere un giocatore che fa della corsa

e della tecnica le sue migliori qualità. Dotato

di un dribbling devastante, è in grado di

rubare l'occhio per i numeri palla al piede di

cui è capace. Con il pubblico partenopeo ha

instaurato un legame speciale tanto da

essersi completamente “napoletanizzato”. I

tifosi lo hanno difatti soprannominato

“Ciro”, nome tra i più diffusi a Napoli.

Dries Mertens: nato a Lovanio (Bruxelles), età 31, altezza 169 cm, peso 61 kg

30

IL CONFRONTO

IMMOBILE:IL BOMBER DI RAZZA DI CUIROMA AVEVA BISOGNO

Ciro Immobile:nato a Torre Annunziata (Napoli), età 28, altezza 185 cm, peso 85 kg

i forma nelle giovanili del Sorrento.

SÈ Ciro Ferrara a notarlo e a portarlo

nel 2007 alla Juventus, con la quale

vince da protagonista due Tornei di

Viareggio ed esordisce in massima serie ed

in Champions League. Dopo i prestiti al

Siena e al Grosseto, è nella stagione 2011-

2012 a Pescara con Zeman in serie B che si

afferma definitivamente, segnando 28 gol.

Nelle quattro stagioni successive milita con

Genoa, Torino, Borussia Dortmund e

Siviglia. Fa poi ritorno per 6 mesi a Torino,

sponda granata, prima di essere acquistato

dalla Lazio nell'estate del 2016. Immobile è

un centravanti capace di spaziare su tutto il

fronte offensivo. Dotato di un ottimo

dribbling nello stretto, di un fisico possente e

di un micidiale tiro di prima intenzione, da

ogni posizione sia di destro che di sinistro.

Vero e proprio bomber di razza che ha

segnato un'infinità di gol e che a Roma in

biancoceleste è diventato idolo dei tifosi.

Prossimo step: trovare la stessa continuità di

rendimento con la Nazionale italiana.

di Marco Boscia

31

Immobile A Roma il Ciro da Torre Annunziata

Forniture per uffici Software e Hardware

33

L’INTERVENTO

La violenza ed il razzismo nel calcio di Giovanni Gaudiano

Massimo Costa, arbitro benemerito, pensa che una maggiore determinazione da parte delle istituzioni sia necessaria per evitare che una manifestazione sportiva si trasformi in una guerriglia urbana

La vergogna di Milano nella partita del 26

dicembre tra Inter e Napoli e la guerriglia di

Roma di qualche giorno fa. A poca distanza di

tempo due episodi che testimoniano come

l 'ambiente del calcio italiano non stia

attraversando uno dei migliori momenti. Ne

parliamo con Massimo Costa attuale segretario

Provinciale del PD ma soprattutto arbitro

benemerito dell'Associazione Italiana Arbitri

della Federazione Italiana Giuoco Calcio. -Cosa

ne pensi di questa situazione verificatasi a

Milano con le urla e gli insulti a Koulibaly e

soprattutto di questo razzismo strisciante che

continua a imperversare nel campionato

italiano? «É una cosa grave, su cui agire con

determinazione a tutti i livelli a partire dalle

istituzioni. Si tratta di un fenomeno che può

mettere a rischio lo sport, le competizioni e

la credibilità del sistema. Non si può più

parlare di razzismo strisciante, è un

atteggiamento che non va preso sotto

gamba che non appartiene al mondo dello

sport ma al tempo in cui viviamo. Ne

trascende un preoccupante ricorso alla

violenza che è diventato drammatico,

assistiamo a morti che sono collegati a

questo o quell'evento sportivo ma alla fine si

tratta di episodi di pura violenza. Bisogna

agire con mano ferma, i delinquenti devono

andare in galera e rimanerci, pensare di

andare allo stadio già armati deve

corrispondere ad una condanna di livello. Se

non diamo esempi di questo tipo, avremo

sempre più difficoltà a contenere la

problematica. Le istituzioni calcistiche, che

fanno egregiamente il loro lavoro, devono

a g i r e a n c h ' e s s e c o n g r a n d e

determinazione». Sarebbe stato importante

interrompere o sospendere la gara tra Inter e

Napoli per lanciare un chiaro segnale a tutto il

mondo del tifo organizzato e non? «Ci ho

riflettuto a lungo, è complicato dire cosa

sarebbe stato meglio fare. La sospensione

della partita per esempio potrebbe essere

strumentalizzata da tutte le tifoserie per

poter aumentare i l proprio potere

contrattuale nei confronti delle società. E

p o i u n a d e c i s i o n e s i m i l e av rebb e

determinato un serio problema di gestione

dell'ordine pubblico visto il numero di

34

Massimo Costa

L’INTERVENTO

spettatori presenti alla partita. Credo sia più

praticabile immaginare una sanzione

successiva. Chi non merita di vedere una

part i t a d i ca l c io dovrebbe e s se re

allontanato, sarei per il Daspo a vita di

fronte a comportamenti di questo tipo,

magari immaginando una possibile

revisione solo in presenza di comportamenti

di sicuro ravvedimento ma almeno dopo

dieci anni. Un presunto tifoso che va armato

allo stadio e aggredisce avversari e forze

dell'ordine merita il Daspo ed altri

provvedimenti di legge». - Sei d'accordo con il

L’INTERVENTO

35

Presidente Gravina, quando ha detto che il

calcio non si deve fermare? «Sono d'accordo,

non si può fermare il campionato per quattro

delinquenti. Del resto di fronte alla

delinquenza cittadina cosa dovremmo fare:

chiudere le città? Io penso che vada adottata

la linea dura contro i colpevoli, anche

attraverso la tecnologia . Abbiamo

telecamere negli stadi che aiutano a

ident i f i ca re i t i fo s i . Prend iamo i

responsabili e diamo un segnale forte». -Gli

scontri di Roma che preludono alla partita tra

Napoli e Lazio portano un altro tema: le

tifoserie in trasferta. Giusto impedire le

trasferte? «Di fronte a situazioni gravi

bisogna agire in maniera straordinaria.

Ricordo quando furono aboliti i treni dei

tifosi perché ci furono i morti tra i

sostenitori della Salernitana sotto il tunnel

della stazione delle Carrozze. Gli incidenti

di Roma di questi giorni sono gravi. È

difficile immaginare che questi gruppi di

pseudo tifosi invece di sostenere i propri

colori non trovino di meglio che aggredire le

forze dell'ordine. Il fenomeno non ha nulla

di sportivo ma è prettamente delinquenziale

e quindi va combattuto con qualunque

mezzo». -Che sensazione ti ha lasciato la

reazione di Koulibaly, che forse era più rivolta al

pubblico che all'arbitro, dal punto di vista

umano oltre che professionale? «Non so se

fosse diretta al pubblico. In quel frangente è

normale che abbia determinato la sanzione

arbitrale. Certo giocare un'intera partita

sentendosi beccato costantemente non è

piacevole sia sul piano sportivo che su quello

umano. Inoltre è umiliante per gli stessi

compagni di squadra. A questo proposito ho

colto dopo l'espulsione una partecipazione

dei calciatori dell'Inter, soprattutto di

Icardi, di grande comprensione per quanto

stava avvenendo. Il mondo del calcio e le

istituzioni devono lottare affinché questo

fenomeno sia eradicato».

Sassuolo battutoAdesso tocca al Milan

LA COPPA ITALIA

36

La ripresa dopo una lunga sosta è sempre

insidiosa. In Coppa Italia il Napoli ha archiviato

senza particolari problemi la pratica Sassuolo,

conquistando la qualificazione ai quarti di

finale. Soltanto in 15mila al San Paolo hanno

accompagnato il 2 a 0 degli azzurri sui

neroverdi. Senza Hamsik indisponibile, Albiol,

Zielinski, Mertens ed Allan, subentrato poi a

gara in corso, Carlo Ancelotti ha proposto

di Lorenzo Gaudiano

Facile 2 a 0 per il Napoli contro i neroverdi di De Zerbi. Appuntamento al 30 gennaio per i quarti di finale allo Stadio Meazza contro il Milan di Gattuso

l'ennesimo undici innovativo, impiegando

Insigne sulla fascia sinistra di centrocampo e

Ounas in appoggio alla punta Milik. Il ritorno

di Koulibaly in difesa ha dato di nuovo solidità

ad un reparto che prima della sosta contro il

Bologna aveva traballato terribilmente.

Diawara e Fabian Ruiz a centrocampo hanno

saputo interpretare entrambe le fasi di gioco

contro la fisicità e la velocità dei giocatori

neroverdi. Sono apparsi particolarmente in

forma Insigne ed Ounas. Lorenzo il Magnifico

da trequartista è tornato a ricoprire il ruolo di

esterno, dimostrando di avere una maggiore

predisposizione nello sfornare assist per i

compagni d'attacco. Il talento algerino invece

con l'arrivo di Ancelotti alle falde del Vesuvio

sembra aver acquisito quella fiducia che gli era

mancata sotto la gestione Sarri. Sulla trequarti

Ounas con il suo talento nel dribbling è

imprevedibile e può tranquillamente spostare

gli equilibri di una partita. Il primo gol

partenopeo è arrivato proprio grazie ad uno

scambio tra questi due giocatori, finalizzato poi

da Milik. Il Sassuolo ha provato ad insidiare il

Napoli e ad agguantare il pareggio (tra l'altro

messo a segno da Locatelli ma annullato per un

fallo di mano). La storia della partita però si è

37

conclusa con il bellissimo tiro rasoterra

realizzato da Fabiàn Ruiz. Nel finale Ancelotti

ha concesso qualche minuto al 18enne Gianluca

Gaetano, all'esordio con la maglia della prima

squadra che è apparso emozionato di giocare sia

pur solo qualche minuto dinanzi al pubblico del

San Paolo. Mancavano diversi titolari, che tra

l'altro mancheranno anche in occasione della

prima di ritorno contro la Lazio, ma il Napoli è

apparso in buona forma. È necessario soltanto

che gli uomini di Ancelotti, prima di prendersi

dei rischi sul risultato, chiudano prima la partita

per poter gestire le energie fino al fischio finale.

Ai quarti l'impegno sarà più duro. Il 30 gennaio

gli azzurri affronteranno il Milan a San Siro, tra

l'altro il Napoli giocherà anche qualche giorno

prima per la seconda giornata del girone di

ritorno del campionato. L'augurio è che non si

ripeta quanto accaduto in occasione della sfida

di Natale tra Inter-Napoli. Gli episodi di

intolleranza dagli spalti hanno confermato

come in Italia si sia indietro su temi di grande

attualità come il razzismo. La Coppa Italia deve

essere un obiettivo e l'ostacolo Milan subito

metterà alla prova il Napoli, che non solleva un

trofeo dall'era Benitez. Nell'ultimo triennio

l'impegno profuso dagli azzurri nelle coppe non

è stato dei migliori. Con Ancelotti adesso è

possibile realizzare un salto di qualità, perché il

Napoli dalla sua parte ha le risorse tecniche e

l'esperienza internazionale del suo tecnico per

arrivare sino in fondo sia in Coppa Italia che in

Europa League.

Il Cammino Azzurroriparte dalla LazioAl San Paolo si affrontano due squadre votate al gioco con obiettivi diversi: il Napoli cerca di tenere il passo della Juve, la Lazio insegue la zona Champions

di Bruno Marchionibus

38

Napoli e Lazio, in questi anni di assoluto dominio

bianconero, sono state le due squadre col

rendimento più costante e le uniche capaci di portare

via, nelle Coppe Nazionali, qualche titolo ai

cannibali juventini. Risultati, questi, a cui le due

c o m p a g i n i s o n o a r r i v a t e m e d i a n t e l a

programmazione e mettendo in mostra un calcio

piacevole e d'attacco. La sfida del San Paolo tra il

Ciuccio e l'Aquila, così, promette spettacolo e si

preannuncia aperta a qualsiasi possibile risultato,

con il Napoli pronto a ravvivare la caccia alla Juve

capolista e la Lazio decisa a dare un segnale forte alle

rivali in lizza per un posto Champions.

Una gara che promette spettacolo

Due squadre votate all’attaccoma pragmatiche

LA PRESENTAZIONE

Il Napoli sceso in campo all'Olimpico nella gara d'andata

Uno dei pregi della Lazio di Inzaghi è quello di

essere squadra duttile, in grado di modificare

sistema di gioco a seconda di avversari e fasi della

partita; i biancocelesti, inoltre, sono forti di

individualità notevoli, su tutti Milinkovic con la sua

classe e la sua fisicità, ma anche Luis Alberto e

Correa sono uomini in grado di inventare dal nulla

una giocata decisiva. La squadra di Inzaghi può

anche contare sulla vena realizzativa del bomber

Ciro Immobile, che a Roma ha trovato l'habitat

ideale per rendere stabilmente al meglio delle

proprie possibilità. Il Napoli, dal canto suo, negli

ultimi mesi con il 4-4-2 firmato Ancelotti si sta

rivelando squadra meno spettacolare ma più pratica

NAPOLI - LAZIO

STADIO SAN PAOLO - 20 GENNAIO 2019 - ORE 20.30

CAMPIONATO – SERIE A GIRONE DI RITORNO

1^ GIORNATA

NAPOLI

ALLENATORE ANCELOTTI

ZIELINSKI

MERTENS

NAPOLI

ALLENATORE ANCELOTTI

STADIO SAN PAOLO

HYSAJ

MILIK

DIAWARA

FABIAN RUIZMAKSIMOVIC

GHOULAM

MERET

LULIC

LUIS

IMMOBILE

39

NAPOLI - LAZIO

STADIO SAN PAOLO - 20 GENNAIO 2019 - ORE 20.30

LAZIO

ALLENATORE INZAGHI

ZIELINSKI

LAZIO 3

-4-2

-1

MERTENS

LUIZ FELIPE

ACERBI

RADU

PATRIC

PAROLO

MILINKOVIC-SAVIC

LULIC

STRAKOSHA

LUIS ALBERTO

CORREA IMMOBILE

sicuramente quello del 29 aprile '90, quando i

partenopei battendo per 1 a 0 gli aquilotti con gol di

Baroni si aggiudicarono il secondo Tricolore della

loro storia, ma negli ultimi anni sono stati numerosi

gli incroci a Fuorigrotta tra le due compagini che

hanno lasciato il segno. Dal 4 a 3 per i padroni di casa

dell'aprile 2011, quando i ragazzi di Mazzarri grazie

ad una tripletta del Matador Cavani ebbero la

meglio sui laziali al termine di un incontro al

cardiopalma, al 4 a 2 per i biancocelesti all'ultima

giornata del torneo 2014/15, che regalò agli uomini

di Pioli la qualificazione ai preliminari di Champions

a scapito proprio della banda Benitez. In

quell'occasione Higuain sul 2 a 2 calciò alle stelle un

penalty decisivo. Poi nel settembre successivo con

una tripletta l'argentino firmò il 5 a 0, primo

risultato di rilievo della gestione Sarri; i match tra

gli azzurri e la Lazio hanno sempre assicurato agli

spettatori gol ed emozioni.

rispetto al triennio sarriano, come testimoniano le

svariate vittorie di misura arrivate nel corso della

stagione. Gli azzurri già dalla sfida ai capitolini

dovranno ad ogni modo dimostrare di aver

completamente assorbito i l contraccolpo

dell'immeritata eliminazione dalla Champions,

affidandosi, squalificato Insigne, alla coppia

offensiva formata da Mertens e Milik, a segno sei

volte nel mese di dicembre.

La sfida tra Napoli e Lazio, come primo cassetto

della memoria collettiva azzurra, va ad aprire

Gol, spettacolo ed emozioni neiprecedenti confronti

Carlo Ancelotti e Simone Inzaghi

Il pareggio di Milik

BPMed – Banca Popolare del Mediterraneo S.c.p.a.Via Agostino Depretis N° 51 Napoli 80133 - Tel. 081 5521603 - Fax 081 5516704 - E-mail: [email protected][email protected] Palma Campania (NA)Via Nuova Nola, 16A - Tel. 081 8241120

41

IL FILM DEL CAMPIONATO

20 scatti per il girone d'andata del Napoli di Carlo Ancelotti di Giovanni Gaudiano Foto di Pietro Mosca

om'è stato il girone d'andata del Napoli

Ccon Carlo Ancelotti in panchina? Viene

subito da rispondere: di sostanza. In

questi pochi scatti che vi proponiamo, colti

dall'occhio assiduo e pronto di Pietro Mosca, c'è

l'essenza della prima parte della stagione degli

azzurri. L'arrivo in estate del tecnico emiliano è

stato accolto dal pubblico napoletano con un

misto di rispetto e stima, anche se molti si

lamentavano per l'addio di Sarri, il tecnico del

bel gioco, dovuto a loro dire per una scelta del

presidente. iente di più sbagliato. Sarri è N

andato via seguendo il rumore del fruscio delle

banconote, quelle che si era visto passare

davanti negli anni di lavoro in banca. Non è una

critica ma una semplice considerazione dettata

dalla sua dichiarazione resa in televisione: “Con

il prossimo contratto mi vorrei arricchire”. e D

Laurentiis si è probabilmente speso con il

toscano come non mai, basta pensare alla visita

che il presidente organizzò durante la sosta di

capodanno scorso al tecnico, raggiungendolo

nel suo paese d'origine. u in quell'occasione F

che l'idea Ancelotti prese definitivamente piede,

quando il numero uno si rese conto che con la

testa ed anche con il cuore Sarri era già da

Carlo Ancelotti:

‘‘Siamo in linea

con que l l o che

abbiamo meritato

sinora. Il girone

d’andata è stato

o t t i m o . S o n o

convinto che non

abbiamo ancora

espresso il nostro

vero potenziale

fino in fondo. Ho

una rosa composta

da ragazzi seri,

forti e umili

Lazio – Napoli 1 a 2: Insigne dopo il gol vittoria

Napoli – Milan 3 a 2: La gioia di Zielinski

Samp – Napoli 3 a 0: “Brutto raffreddore”

42

IL FILM DEL CAMPIONATO

3

Napoli – Fiorentina 1 a 0: Il colpo vincente di Insigne

Torino – Napoli 1 a 3: Verdi sigla il suo primo gol

Napoli – Parma 3 a 0: Milik realizza una doppietta

Juventus – Napoli 3 a 1: Il pareggio di Mandzukic

Napoli – Sassuolo 2 a 0: Il gol lampo del giovane Ounas

43

da un'altra parte. Non bastarono rilanci e

rassicurazioni di tenere compatto il gruppo.

Sarri, contrariamente a quanto dichiarato

all'inizio dell'estate, aveva già deciso e con lui il

suo procuratore. l pubblico, però, che di sicuro I

non dimenticherà la scorsa stagione, cadute di

stile e giustificazioni a volte poco comprensibili

comprese, ha capito in questi mesi quale salto di

qualità la società, la squadra, la città stiano a

mano a mano realizzando. ncelotti è un uomo A

tranquillo, sereno, consapevole delle sue

possibilità e soprattutto di quelle della sua

Udinese – Napoli 0 a 3: Si festeggia in gruppo dopo la netta vittoria

Napoli – Roma 1 a 1: Mertens in “Zona Cesarini”

Napoli – Empoli 5 a 1: Dries e la sua tripletta

Genoa – Napoli 1 a 2: Vittoria sotto la pioggia

Napoli – Chievo 0 a 0: Il Chievo fa catenaccio

44

IL FILM DEL CAMPIONATO

squadra, quel gruppo che senza proclami, senza

professioni di fede e senza mai spiccicare un

minimo di paragone sta portando a giocare un

calcio diverso, fatto di verticalizzazioni, di

ricerca della velocità, di determinazione e

soprattutto di capacità di tenere tutta la rosa in

corsa e pronta a dare il necessario contributo.

L'avversario è sempre più forte, è intervenuto

sul mercato con investimenti importanti. Il

Napoli, però, non ha mai mollato. Rispetto allo

scorso anno gli azzurri hanno qualche punto in

meno che potrà essere recuperato con un girone

di ritorno ancora migliore e soprattutto in

crescendo rispetto a quello dello scorso anno,

quando Hamsik e compagni non furono capaci

di ripetersi nella seconda parte del campionato.

Si tratta di un bilancio provvisorio, anche se

l'avventura in Champions ha già mostrato una

crescita per una squadra che deve consolidare la

sua presenza in Europa ed il suo importante

ranking.

Atalanta – Napoli 1 a 2: Milik segna un gol splendido

Napoli – Frosinone 4 a 0: Un’agevole vittoria

Cagliari – Napoli 0 a 1: La punizione vincente di Milik

Napoli – Spal 1 a 0: Il gol vittoria di Albiol Napoli – Bologna 3 a 2: Milik e Mertens sotto l’albero

Inter - Napoli 1 a 0: Mazzoleni super star

45

All'assalto dell'Europa LeagueLungo e tortuoso è il percorso verso Baku. La

finale di Europa League, che si terrà al Bakı

Olimpiya Stadionu il 29 maggio, è lontana. Le

tappe per raggiungerla sono tante: alcune

saranno più agevoli, ma comunque da non

sottovalutare; altre più difficili. Il Napoli può

contare su un organico at tre zzato e

sull'esperienza internazionale di Carlo

LA STRADA PER BAKU

Alla scoperta dello Zurigo di Lorenzo Gaudiano

La squadra della città più grande della Svizzera costruita attorno alle banche sarà il primo ostacolo nel cammino del Napoli in Europa League

Lo Zurigo 2018-19

Ancelotti per fare bene in questa competizione e

provare a sollevare questo trofeo, che manca in

bacheca dal 1989.

La prima tappa di questo viaggio verso

l'Azerbaijan sarà Zurigo, la maggiore città

svizzera per numero di abitanti nonché

maggiore piazza finanziaria del Paese, seconda

Una città elegante e centro di cultura

Una panoramica di Zurigo e del fiume Limmat

46

in Europa preceduta da Londra e nona a livello

mondiale. Da colonia celtica, colonizzata

successivamente dai Romani, la città elvetica si

è evoluta nel corso dei secoli, arrivando a

contrastare il titolo di capitale, andato poi a

Berna. Tra le banche lungo il fiume Limmat e i

circa 350 km di piste ciclabili Zurigo è

considerata una delle città più vivibili d'Europa

e nello stesso tempo un centro culturale noto

per l'Odeon Café, luogo di ritrovo di noti

personaggi storici del primo Novecento come

Joyce, Lenin, Mann ed Einstein, per il

Politecnico federale di Zurigo, uno dei poli di

ricerca più importanti al mondo ed anche per

l'importante Opernhaus, il Teatro dell'Opera,

inaugurato il 30 settembre del 1891. Meta

d'interesse per una visita, la città dove il Napoli

il 14 febbraio darà inizio al suo cammino in

Europa League dopo l'eliminazione dal girone

di Champions si presta per una trasferta non

L'Odeon Café

Il Politecnico Federale della città elveticaIl Teatro dell'Opera

solo sportiva.

Lo Zurigo fu fondato nello stesso giorno del

Napoli, il 1° agosto, soltanto 30 anni prima della

società partenopea. La squadra elvetica vanta

un palmarés ricco di trofei nazionali: 12 titoli,

10 coppe di Svizzera e una coppa di Lega. Nel

1964 e nel 1977 i biancoblù raggiunsero la

semifinale di Coppa Campioni, uscendo

sconfitti per mano di Real Madrid e Liverpool,

fatali anche per il Napoli in Champions

rispettivamente nel 2017 e in questa stagione.

Quest'anno, a metà campionato, lo Zurigo è

quarto in classifica a 24 punti di distanza dalla

prima, lo Young Boys, ma a solo 5 punti di

distanza dalla possibile qualificazione in

Champions. La squadra allenata da Ludovic

Magnin, ex terzino sinistro anche della

nazionale elvetica, fino a questo punto è apparsa

poco competitiva in campionato, riuscendo

invece a disputare un buon girone in Europa

League contro Bayer Leverkusen, Aek Larnaca

e Ludogorets, superato con due giornate di

anticipo al secondo posto proprio dietro la

compagine tedesca. Si tratta di una squadra

giovane, arricchita dal contributo di qualche

giocatore d'esperienza, che negli ultimi due anni

La squadra di Ludovic Magnin

LA STRADA PER BAKU

47

dopo una retrocessione in Serie B svizzera nel

2016 ha saputo ricostruirsi. Grazie alla vittoria

della coppa Nazionale in quell'anno gli elvetici,

pur militando nel campionato cadetto,

parteciparono alla fase a gironi dell'Europa

L e ag u e 2 0 1 7 , m a n c a n d o d i p o c o l a

qualificazione ai sedicesimi. Con il sostegno dei

circa 26mila tifosi che al Letzigrund Stadion

assisteranno alla partita d'andata lo Zurigo

rappresenterà un ostacolo da non sottovalutare

per il Napoli. Il campionato elvetico riprenderà

il 2 febbraio, quindi i partenopei avranno

qualche partita in più nelle gambe. Due sono le

minacce che il Napoli dovrà contenere: il

centravanti Odey e l'esterno offensivo Kololli.

L'entusiasmo e la voglia di far bene contro una

squadra importante saranno inoltre le armi

dello Zurigo in questi sedicesimi. Il Napoli di

Ancelotti dovrà fare attenzione a non

sottovalutare la partita e cercare di chiudere il

discorso ottavi già in parte in terra elvetica,

considerando anche gli incroci di campionato

contro Fiorentina, Torino e Parma che saranno

fondamentali per continuare ad inseguire la

Il Letzigrund Stadion dove gioca anche il Grasshopper

Juventus. Ai sedicesimi il Napoli negli ultimi

anni è stato eliminato tre volte: nel 2013 contro

il Viktoria Plzen, quando in panchina c'era

Mazzarri; nel 2016 e nella passata stagione con

Sarri alla guida dei partenopei contro Villarreal

e Lipsia.

Quest'Europa League potrebbe per questo

certificare la crescita internazionale dei

partenopei. Rispetto al passato bisognerà

affrontare la competizione con la giusta

determinazione per andare avanti ed approdare

agli ottavi, raccogliere punti utili per il ranking,

incassare proventi necessari alla società e

tentare di raggiungere anche per il prestigio la

finale di Baku. La strada è lunga e di certo

presenterà difficoltà maggiori nell'andare

avanti ma il Napoli sostenuto dal suo pubblico,

che di certo non mancherà a Zurigo, e costruito

da Carlo Ancelotti ha le risorse per poter ben

figurare e, perché no, centrare l'obiettivo.

Gli obiettivi del Napoli

L'APPROFONDIMENTO

49

L'APPROFONDIMENTO

Il Napoli e l'Europa League

Carlo Ancelotti

di Francesco Marchionibus

l sogno Champions del Napoli si è Iinfranto di fronte a un girone di

qualificazione difficilissimo, in cui gli

azzurri si sono misurati con due delle

c and idate a l l a v i t to r i a f i na l e de l l a

competizione, e al termine del quale

nonostante le belle prestazioni fornite sono

stati costretti all'eliminazione solo per

differenza reti e con una sola sconfitta subita.

Ma proprio il cammino condotto nelle partite

del girone ha mostrato come la squadra

azzurra sia oramai in grado di competere

praticamente ad armi pari, e comunque di non

sfigurare, con le maggiori potenze calcistiche

europee. Ecco dunque che l'eliminazione dalla

Champions, una volta superata l'amarezza per

aver visto sfumare in extremis un traguardo

quasi raggiunto, può rappresentare il

trampolino di lancio per una grande stagione

in Europa League: il carisma di mister

Ancelotti e la sua abitudine a disputare le

competizioni internazionali, unitamente alla

sempre maggiore consapevolezza della

propria forza da parte dei giocatori, molti dei

quali hanno oramai maturato anche una buona

esperienza internazionale, possono consentire

R a n k i n g e

p r e m i : e c c o

perché il Napoli

dovrebbe puntare alla

seconda compet iz ione

e u r o p e a m a g a r i

intervenendo sul mercato

50

Aurelio ed Edoardo De Laurentiis

al Napoli di arrivare molto avanti in E.L. e,

perché no, di puntare alla vittoria finale. E se

gli azzurri riusciranno a disputare una grande

Europa League, oltre a regalare ulteriori

emozioni e soddisfazioni alla tifoseria,

compiranno un ulteriore importante passo in

avanti anche per il consolidamento futuro del

club partenopeo, sia dal punto di vista sportivo

che da quello economico. In primo luogo,

infatti, andare avanti il più possibile in E.L.

consentirà al Napoli di conquistare i punti

necessari per mantenere il proprio ranking

internazionale (attualmente la 16^ posizione),

se non addirittura per migliorarlo, e quindi di

presentarsi ai sorteggi della prossima

Champions 2019/2020 mantenendo la

seconda fascia. Inoltre, grazie all'incremento

dei premi previsti in questa stagione per la

partecipazione all'Europa League, il club

azzurro arrivando in fondo alla competizione

potrebbe garantirsi un ritorno economico

molto interessante. La UEFA ha stabilito un

monte premi compless ivo per l 'E .L .

2018/2019 di 560 milioni di euro, con un

aumento di oltre 160 milioni rispetto alla

stagione precedente. Del montepremi totale il

25% (140 milioni di euro, 2,92 a squadra) è

destinato ai 48 club partecipanti alla fase

iniziale a gironi, il 30% (168 milioni) attribuito

in base alle prestazioni (1 milione alle vincenti

dei gironi, 0,5 alle seconde, 0,5 per i sedicesimi,

1,1 per gli ottavi, 1,5 per i quarti, 2,4 per le

semifinali e 4,5 per le finaliste, con 4 milioni

ulteriori per la squadra vincente), il 15% (84

milioni) attribuito in base al ranking degli

ultimi dieci anni e il 30% (168 milioni) in base

al cosiddetto “market pool”, e cioè alla

suddivisione delle quote del mercato

televisivo. on questi numeri, anche se non è C

possibile stabilire in anticipo la cifra precisa

che si potrà incassare (gli importi distribuiti

dal market pool per ogni singolo club possono

essere calcolati non prima della fine della

competizione), è però possibile stimare che il

raggiungimento delle semifinali di E.L. possa

essere più remunerativo della partecipazione

agli ottavi di Champions e che arrivare in

finale di E.L., magari vincendola, possa

equivalere a disputare un quarto di finale di

C.L.. uesto vuol dire che con l'attuale Q

situazione di classifica della serie A il club

azzurro pur non facendo calare la tensione in

campionato dovrà considerare l'Europa

League come un obiettivo primario, per

prestigio sportivo, prospettive future e ritorno

economico. er questo motivo, anche se il P

mister ufficialmente ha dichiarato che non ci

saranno interventi sul mercato di gennaio e se

la gran parte delle notizie che si rincorrono in

questi giorni sono destinate a rimanere solo

voci senza fondamento, per il Napoli in

prospettiva europea sarebbe importante

acquistare uno/due giocatori capaci di elevare

ulteriormente la qualità della rosa senza

alterarne gli equilibri.

51

IL MONDO ECONOMICO

La Banca Popolare del MediterraneoIl Presidente del Comitato Esecutivo Gennaro Fusco parla della Banca, della sua espansione, degli obiettivi e delle difficoltà del mercato meridionale e del lavoro di chi tutti i giorni si batte per combattere l'omologazione

Il mondo imprenditoriale partenopeo e le

famiglie hanno perso da qualche anno

riferimenti finanziari sul territorio. Le

agg regazioni , le volontà pol it iche, la

competitività e la necessità di presentarsi al

mondo economico con un patrimonio adeguato

e un cassetto di insolvenze apparentemente

leggero, ha impegnato la Banca d'Italia in un

lavoro di accorpamento e di fusione che alla fine

ha visto le istituzioni bancarie meridionali di

fatto sparire. La recente ultima modifica, che ha

interessato il Banco di Napoli già oggetto in

passato di accorpamento, ma che oggi già sa che

tra qualche tempo smetterà di esistere anche

attraverso il nome che ancora campeggiava

nelle insegne delle filiali sparse sul territorio

d e l M e z z o g i o r n o , n e è u n a b u o n a

testimonianza. In questo panorama c'è però chi

ha pensato di poter combattere il monopolio

delle banche del nord partendo da zero: è il caso

Napoli. A parlare a tutto tondo è il Presidente

del Comitato Esecutivo il dottor Gennaro

Fusco. Come è nata la Banca e quale è stata ad

oggi la sua evoluzione? «L'idea della

costituzione della Banca nasce nel 2005 per

la volontà di realizzare sul territorio

un'istituzione finanziaria in grado di dare

risposte adeguate alle istanze delle piccole

imprese e delle famiglie. La Banca Popolare

del Mediterraneo dopo un lungo iter

autorizzativo ha avviato l 'attività,

inaugurando lo sportello di Via Depretis in

Napoli, a marzo del 2012. È una società

cooperativa che oggi conta circa 1500 soci e

20.000.000 di € di capitale con punti

52

operativi in Via Argine, Palma Campania e

Sant'Antimo». Quali erano gli obiettivi che

l'iniziativa voleva raggiungere? «Realizzare

un veicolo bancario che raccogliesse le

risorse del territorio e nello stesso territorio

realizzasse gli impieghi, in modo da creare

un circolo virtuoso con le risorse locali e che

avesse i centri decisionali

proprio sul medesimo

terr i tor io» . Come ha

r i s p o s t o i l m o n d o

i m p r e n d i t o r i a l e

all'iniziativa? È stato facile

diffondere la presenza di un

istituto appena nato? «Il

tessuto imprenditoriale

r e g i o n a l e è m o l t o

variegato e con diffuse

sensibi l i tà . Tuttavia

l'iniziativa è stata accolta

con favore e lo testimonia

il numero di sottoscrittori

d e l c a p i t a l e c h e f a

r i f e r i m e n t o p r e v a l e n t e m e n t e a d

imprenditori dell'area campana. Non è stato

affatto facile e tutt'ora non lo è in quanto la

BPMed compete con gli istituti di credito

che hanno una lunga storia ed una grande

dif fusione. Tuttavia la conoscenza

approfondita del territorio consente ad una

piccola banca come la nostra di poter

svolgere un ruolo di assistenza alle piccole

imprese e alle famiglie più diretto ed

immediato». Che periodo attraversa

l'economia napoletana? «Non è certamente

u n a s t a g i o n e d i g r a n d e c r e s c i t a

dell'economia locale, ad ogni modo segnali

di conforto si registrano dal terziario, dalla

ristorazione e dal comparto turistico in

generale che mostra significativi incrementi

di volumi e presenze negli ultimi anni».

C o m e a p p a i o n o l e

prospettive del mondo

economico campano viste

da un operatore finanziario

del settore? «Il discorso

meriterebbe un lungo

a p p r o f o n d i m e n t o .

L'economia regionale

evidentemente subisce

gli eventi globali nella

buona e nella cattiva

sorte. Esistono delle aree

d i e c c e l l e n z a c h e

crescono con interessanti

p r o s p e t t i v e m a i l

p roblema at t i ene a l

raggiungimento delle condizioni di

“normalità” dei servizi e delle infrastrutture.

Le istituzioni purtroppo non incentivano la

crescita di auto-imprenditorialità e non

creano i presupposti adeguati per favorire le

iniziative dei privati. Mi riferisco al tema

trasporti, sicurezza, parcheggi, decoro etc.,

che rappresentano i requisiti preliminari per

lo sviluppo florido di una comunità».

Tornando indietro nel tempo, impiegherebbe il

suo tempo per fondare una nuova banca? «È

IL MONDO ECONOMICO

53

una domanda che mi sono posto più volte.

L'impegno è stato inimmaginabile. Tuttavia

aver dato vita all'unica banca popolare

autentica con sede in Napoli, aver finanziato

centinaia di imprese, aver dato lavoro

direttamente o indirettamente a decine di

soggetti e aver favorito in parte a progetti

d'impresa, altrimenti inesistenti, mi fa

propendere decisamente per un sì. In fondo,

mutuando una considerazione di un

banchiere esperto, è innegabile che anche in

una cattiva economia si possa fare una buona

banca!». Gennaro Fusco

Presidente del Comitato EsecutivoBanca Popolare del Mediterraneo

Alcuni pensieri sulla banca di personaggi illustri

“Non è tollerabile che una banca centrale, isolata, che non ha nessuna responsabilità né l 'obbligo di spiegare quello che fa , possa continuare a creare disoccupazione mentre i governi stanno zitti Franco Modigliani, economista e premio Nobel

“La disputa che ha ammorbato i secoli e che dovrà essere risolta prima o poi è La Gente contro Le BancheLord Acton, storico e politico britannico, nato a Napoli

“L'irrobustimento del capitale, anche c o n g l i s t r u m e n t i m e s s i a disposizione dello Stato, è condizione per sostenere la capacità del sistema b a n c a r i o d i f o r n i r e c r e d i t o all'economia Mario Draghi, economista. Presidente della BCE

“Wall Street è l'unico luogo in cui chi arr iva in Rol ls-Royce chiede c o n s i g l i o a c h i a r r i v a i n metropolitana Warren Buffett, imprenditore ed economista statunitense

“Il fattore chiave che determinerà il tuo futuro f inanziar io non è l'economia; il fattore chiave è la tua filosofia Jim Rohn, imprenditore e studioso statunitense

Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NATel. 081 558 1970Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00

55

SOCIETÀ

La tenacia di una Mammadi Marina Topa

Storia di Elvira che ha creduto di poter offrire al figlio una vita migliore e più autonoma

'ultimo giorno di scuola, nel giugno del L2013, la mamma di un bambino

autistico salutò dicendo: “Farò di tutto

perché Checco, crescendo, possa uscire da

s o l o n e l q u a rt i e re c o m e gl i a l t r i

ragazz i ” .Gior n i f a ho a s s i s t i to a l l a

presentazione del progetto P.A.S.S. (Progetto di

Adozione Scolastica e Sociale per l'inclusione di

bambini e ragazzi con Disturbo dello Spettro

Autistico) da parte della dottoressa Luisa

Russo, responsabile del Centro Unico

Aziendale per la Salute Mentale in Età

La signora Elvira e suo marito

Evolutiva. Nel filmato ho riconosciuto Checco;

studiava a casa di una compagna, camminava da

solo per strada. La frase di sua madre è subito

riaffiorata nella mia memoria: Elvira ce l'ha

fatta, la sua storia deve essere divulgata! La

incontro nel risto-pub “La Carovana”, in via

Carelli, attività che ha avviato da qualche mese

con il marito: «Mia moglie mi ha dimostrato,

portandomi risultati concreti giorno dopo

giorno, che il suo non era un sogno

irrealizzabile, quindi ci impegniamo insieme

per divulgarlo. Rendere quanto più

56

SOCIETÀ

autonomi e liberi di esprimersi nostro figlio

e gli altri ragazzi autistici è diventata la

missione della nostra famiglia». lvira, da E

dove sei partita per l'attuazione del tuo

progetto? Dall'incontro con la ASL, in «

particolare con la dottoressa Luisa Russo.

Durante i primi anni in cui Checco ha

frequentato la scuola statale avevo molta

rabbia dentro, lo sentivo rifiutato e mi

sentivo sola, incompresa. Mi rivolsi alla ASL

dove incontrai la dottoressa Russo, che

organizzava degli incontri settimanali con

altri genitori di bambini autistici. Lì imparai

a sbollire la rabbia e a capire la posizione

dell'altro: chi non vive una situazione non

può comprendere gli stati emotivi che ne

derivano. La diversità fa paura, specialmente

se non la si conosce. È così che ho imparato a

comunicare con un approccio diverso con gli

insegnanti e con tutte le persone con cui si

relaziona nostro figlio. Non ho avuto paura a

spiegare ai genitori dei suoi compagni il suo

modo di essere e soprattutto il nostro

bisogno di collaborazione per la sua

crescita». e tue richieste hanno incontrato più L

accoglienza e collaborazione o rifiuti?

«Accoglienza, solo accoglienza! La

dottoressa mi ha insegnato che far del bene

agli altri fa bene a se stessi e riuscire a far

passare questo messaggio è stato un

passaggio fondamentale. Quando ho iniziato

a chiedere aiuto, con semplicità, ai genitori

dei compagni di mio figlio, anzi dei miei

figli, senza mandare un messaggio di pretesa

o di accusa, ho iniziato a raccogliere

importanti risultati e la condivisione

dell'entusiasmo che questi provocavano ha

innescato un processo positivo a catena».

Come è nato il progetto PASS, che in realtà

avevi in embrione nella tua mente già nel

giugno del 2013? È nato dalla volontà di un «

gruppo di noi genitori che ci sentivamo forti

degli esiti positivi delle nostre esperienze e

dalla dottoressa Russo che lo ha divulgato

tantissimo, anche se si sta realizzando

essenzialmente nella 5^ municipalità».

57

S «econdo te come mai? Perché, pur essendo

fondamentalmente semplice, in quanto si

basa sulla divulgazione della conoscenza

dell'autismo, dei suoi modi diversi di

manifestarsi, e sulla stimolazione continua

d e l l a s e n s i b i l i t à u m a n a , è m o l t o

impegnativo da un punto di vista emotivo.

Noi ci siamo trasferiti a Lucca per un

periodo e anche lì, parlando al cuore delle

mamme, ho trovato sostegno. L'amore delle

mamme è sempre lo stesso, ovunque. La

dottoressa della ASL di Lucca rimase

sorpresa dei miglioramenti di Checco già al

secondo incontro periodico. In realtà il

nostro progetto consiste nello spostare

nelle situazioni di vita quotidiana le terapie

con gli specialisti che si attuano negli

ambulatori, come l'andare a comprare il

pane o fare la fila per entrare a cinema. Oggi

i nostri ragazzi fanno queste esperienze

accompagnati non da specialisti ma da

volontari e grazie a loro riescono ad

acquisire una certa autonomia dai

familiari». hecco come ha vissuto il ritorno a C

Napoli dopo che si era ambientato a Lucca?

«Bene, perché ha ritrovato la zia che ama

tantissimo e poi altri affetti. In genere per

gli autistici i cambiamenti sono pesanti,

invece Checco è un bambino molto elastico,

proprio grazie al fatto che ha vissuto molto

nel sociale». arlami un po' della presenza dei P

ragazzi qui al risto-pub La Carovana Per noi «

questo pub è la realizzazione di un sogno:

avere un luogo di aggregazione per creare

una società attiva, una comunità che si metta

sempre in gioco e che favorisca la

conoscenza delle differenze. Il sabato

mattina organizziamo dei laboratori creativi

con i mattoncini della Lego per bambini dai

6 ai 10 anni che poi pranzano, il pomeriggio e

la sera, con ragazzi più grandi. Checco,

anche se non partecipa ad un laboratorio

perché non gli interessa, è presente e serve ai

tavoli, versando la coca-cola, preparando

panini … cose che alcuni coetanei non sanno

ancora fare. Per questo lo ammirano e lui ne

acquista in autostima». n sintesi cosa I

significa attuare il progetto PASS? Significa «

dimostrare che anche l'autonomia della

persona autistica può aumentare; significa

creare una comunità attiva dove i genitori

sono accolti ed aiutati ad accettare e vivere

58

SOCIETÀ

la loro realtà senza giudizio, nel rispetto dei

propri tempi e poco alla volta, grazie al

sostegno reciproco, si riesce a trasformare

un'esperienza difficile in un'occasione

positiva socialmente. Il numero delle

famiglie coinvolte nel progetto PASS sta

crescendo, quando ci incontriamo ognuno di

noi, in piena libertà, racconta le sue

esperienze e le mette a disposizione degli

altri senza pretendere di dare indicazioni.

Sono importanti per noi la chat e soprattutto

il social, un appartamento di via Morghen

messo a d ispos iz ione del la nostra

associazione “La Città Adattabile”, pensate

che è interamente arredato grazie ai fondi

datici dall'IKEA. Per le buone iniziative i

fondi si trovano sempre e se magari si

riuscisse a spostare anche qualche fondo

pubblico su iniziative pratiche come la

nostra …». ragazzi che frequentano questo I

risto-pub come partecipano alle partite del

Napoli? In famiglia siamo tutti tifosi del «

Napoli, ovviamente! Checco partecipa a

modo suo, soprattutto attraverso le reazioni

del fratello più piccolo e del suo amico del

cuore, che sono tifosi accaniti; non segue lo

schermo ma gioisce e si lascia coinvolgere

emotivamente quando vediamo le partite. E

il nostro impegno è anche quello di coltivare

una tifoseria sana, e con questo credo di aver

detto tutto!»

The Meat è la prima steakhouse

dove la carne è un’esperienza totale.

Carni pregiate nazionali ed internazionali,

showcooking al tavolo e vini scelti ad hoc.

Caserta 81100Corso Trieste, 225 0823 1501695 www.themeat.it

THE MEATsteakhouse experience

AT

61

LA CITTÀ

Via dei Tribunalidi Lorenzo Gaudiano

Plateia e non decumano per ind icare l a s t r ada che p o r t ava a l l a g i u s t i z i a secondo il disegno del viceré don Pedro de Toledo

È passeggiando per il centro storico di

Napoli che si entra subito in contatto con

il suo patrimonio storico-culturale e se ne

comprende l'unicità. Colonia greca poi

successivamente romanizzata, la città

partenopea offre allo sguardo dei suoi abitanti e

dei tanti turisti che accorrono durante l'anno

numerosi indizi delle proprie radici. Basta

indagare l'origine degli odonimi, visitare

palazzi antichi e chiese per respirare l'aria che fu

e che ora continua ad esistere nonostante il

soffocamento della modernità. Un esempio è

Via de i Tribunal i , oggi nota per gl i

i n n u m e r e vo l i p u n t i d i r i s t o r o c h e

accompagnano i passanti dall'inizio alla fine del

percorso. Chi si è mai veramente chiesto il

motivo per cui si chiami così? Via dei Tribunali

fa parte del centro antico della città, risalente al

VI a.C., e parte da piazza Bellini arrivando di

fronte a Castel Capuano. Un tempo era

conosciuta come Decumano maggiore, termine

improprio considerando l'origine greca di

Napoli (quello da adottarsi sarebbe plateia e non

decumano, che è di origine romana). Insieme a

quello superiore ed inferiore costituiva la pianta

nevralgica del centro storico, ispirata allo

L'origine grecaschema ippodameo adottato per le poleis

greche.

Don Pedro e l'unificazione dei tribunali

Secondo le testimonianze di Boccaccio

nell'Amleto e di Petrarca nell'Itinerarium

Syriacum, era conosciuta anche come Via

Augustale, Via di Capuana e Via del Mercato

Vecchio. Nel 1537-1540 il viceré don Pedro de

Toledo trasferì a Castel Capuano i cinque

tribunali della città: la Gran Corte della Viaria,

il Reale Consiglio, la Reale Camera Sommaria, il

tribunale della Bagliva e il Tribunale della

Zecca. Tale provvedimento suscitò nel popolo

u n a g r a n d e

preoccupazione, in

quanto quella via

c o n d u c e v a

d i r e t t a m e n t e

all'edificio dove tutti i

tribunali erano stati

riuniti. n passato I

suscitava g rande

p a u r a , ogg i u n a

p a s s e g g i a t a p e r

quella via genera

interesse e piacere.

Castel Capuano

62

L’ILLUSTRAZIONE

Cenzì a Spaccanapoli

63

LA CITTÀ

Q u a t t r o p a s s i nella Napoli antica

di Giovanni Gaudiano

Via dei Tribunali oggi è la strada dei turisti. Gigi e Antonio Sorbillo ci aiutano a scoprire storie e leggende legate ai palazzi ed alle attività di un tempo

Parte proprio da Via dei Tribunali la

Napoli cercata dai turisti. Sembra di

vivere un ricorso storico, tipico del

nostro compaesano Giambattista Vico.

Decumano maggiore o Plateia qualsivoglia il

cuore pulsante della città continua ad essere

questa strada che unisce la casa della musica di

San Pietro a Maiella a via Duomo e Castel

Capuano passando per una serie di palazzi e

chiese dove la storia e l'arte hanno lasciato

importanti e indelebili tracce. Con Gigione e

Antonio Sorbillo, titolari di una delle pizzerie

più note e frequentate, cerchiamo di ricostruire

quale evoluzione sociale ha interessato la zona

che dal punto di vista architettonico è di fatto

rimasta quella di un tempo. È Gigione che parla,

si tratta di un personaggio la cui simpatia può

essere definita naturale: «In questa strada sino

al 1962 c'era solo la pizzeria del nonno, poi

in quell'anno Di Matteo iniziò la sua attività

con la friggitoria che decise di ampliare con

il forno nel 1964: Sorbillo quindi voleva dire Gigi Sorbillo

pizza. Io arrivai nel quartiere quando avevo

quattro mesi e si può dire che da allora la

zona è diventata la mia prima casa». Erano

tempi diversi, Antonio Sorbillo, cugino di

Gigione, prosegue: «Il nostro era un quartiere

di fatto riservato ai soli residenti mentre

oggi può essere definito una vera e propria

attrazione turistica. La gente del posto

viveva per strada. I bambini giocavano sotto

i portici, erano tipiche le famose guaratelle,

era di fatto l'epoca degli scugnizzi, quelli che

non si vedono più. Oggi la strada è affollata

dai turisti che chiedono informazioni, si

64

LA CITTÀ

fermano a mangiare, visitano tutto quello

che c'è da vedere e molto spesso ritornano.

Quest'andamento basta a descrivere la base

del cambiamento. Prima i residenti neanche

sapevano cosa ci fosse in questa zona, oggi

quasi tutti sono pronti a spiegare,

indirizzare, consigliare chiunque chieda

informazioni». Prima – riprende Gigione – «

tutti conoscevano solo il monte dei pegni

perché serviva molto spesso per la

s u s s i s t e n z a g i o r n a l i e r a e n o n s i

interessavano di sapere cosa altro offrisse

questa strada. Nelle chiese che oggi vengono

visitate da turisti che arrivano da ogni parte

del mondo ci si andava per un funerale, per

qualche funzione familiare non esisteva il

culto del bello. Era nota la chiesa di Santa

Patrizia perché veniva frequentata da tutte

le donne che non potevano avere figli che per

devozione pensavano di risolvere dentro

quelle mura il loro problema». Via dei

Tribunali dunque è davvero cambiata

radicalmente, prima c'erano gli studenti che

occupavano le case in fitto oggi si è addirittura

superato il concetto di bed & breakfast con le

case vacanza che vengono fittate a giorni o a

settimane, con gli universitari fuori zona che

non riescono più a trovare un posto. «La zona

ha subito un'osmosi delle attività – spiega

Gigione - molte sono sparite a differenza di

quanto avvenuto per esempio nella

Pignasecca dove sono praticamente sempre

le stesse. Via dei Tribunali ad un certo punto

ha compreso che il futuro poteva essere

racchiuso in altre attività più redditizie e

così sono aumentate le pizzerie, i bar, i take

away. Certo c'è chi si lamenta per l'eccessivo

via vai dei turisti ed ha coniato l'espressione

la maddalena delle pizzerie ma l'evoluzione ha

portato dei cambiamenti da valutare

positivamente. Il Comune potrebbe fare di

p iù soprat tut to per i t ra sport i , i

collegamenti e la pulizia con per esempio

una maggiore dotazione di recipienti per la

raccolta spicciola dei rifiuti». Via dei

Tribunali fa parte del quartiere Pendino che

anticamente aveva una sua denominazione:

«Era il quartiere della bizzoche – racconta

Gigione – perché le donne di questa zona

erano tutte signorine, non se ne sposava

nessuna: un po' perché non erano bellissime

ma poi anche per le condizioni economiche

dell'epoca. Proprio nella zona dove oggi c'è

la nostra pizzeria c'era una signora di nome

65

Gelsomina che vendeva la frutta, che in

prat ica era immangiabi le . Quando

capitavano gli studenti in cerca di alloggio

Gelsomina gli trovava la stanza a patto che

avessero anche comprato un po' della sua

frutta. Tutto avveniva a Vico Fico che si

chiama così perché un nostro amico al

centro della sua casa ha un albero di questa

frutta che gli attraversa e gli arreda parte del

salone». L'attrazione della strada è stata però

sempre Palazzo Spinelli con nel cortile quei

suoi caratteristici locali dove lavoravano gli

artigiani. «E' un palazzo del 600 dove hanno

girato molti film tra cui il famoso

Maccheroni con Jack Lemmon e Marcello

Mastroianni. In quel film ebbe una parte

anche il famoso charlot, personaggio del

quartiere dedito alla vendita di sigarette di

contrabbando, che fu utilizzato per fare il

custode del palazzo. Era l'epoca della

colazione domenicale fatta con pizze fritte

accompagnate dal bicchierino di marsala

all'uovo che comportava lo spostamento del

pranzo alle 15.00. Oggi gli artigiani

dell'epoca non ci sono più, la vita è

cambiata, ma il palazzo resta bellissimo». La

zona però negli anni non ha mai perso la

caratterist ica del l ' imprevedibi l i tà , un

personaggio e una leggenda chiudono

l'immaginaria passeggiata: «Il quartiere

ancora oggi – racconta Gigione – ospita

quello che fu per tanti ragazzi un

personaggio insolito: “Agostino 'o pazz” al

secolo Antonio Mellino. Vive a Piazza dei

notorietà e qualche fortuna. Quando si

giravano dei film gli organizzatori si

affidavano a lui per la sua capacità di

giostrare con la mitica Kawasaki 900 Testa

Nera che “Agostino” custodisce ancora oggi

con cura. In questa zona poi negli anni

passati si incontravano diversi artisti come

Pino Daniele che frequentava il Diaz e tutti

lo chiamavano “Pinotto”, oggi da questo

punto di vista c'è meno effervescenza». La

chiusura spetta ad Antonio che ci riporta alla

leggenda del “Monaciello” che tanto leggenda

nel caso di questa zona non pare essere:

«Napoli di fatto è tutta collegata nel

s o t t o s u o l o . E q u e s t a z o n a l o è

particolarmente. C'è stato un periodo in cui

molte donne rimanevano incinte ed

attribuivano, a loro dire, il fatto a questa

ent i tà sconosc iuta che s i sarebbe

approfittata di loro. In realtà si dice che ci

fosse un operaio che lavorava nelle grotte

che sfruttando i cunicoli raggiungeva

qualche signora compiacente senza essere

visto. La leggenda del posto creò il

“Monaciello” di via Tribunali». La

passeggiata per il momento finisce qua ma ci

sono ancora tante storie da raccontare.

Girolamini dove fa l'antiquario. Le notorietà

e qualche fortuna. Quando si giravano dei

66

TRADIZIONI E LEGGENDE

'O MUNACIELLO

he piaccia o no, questo personaggio

Cesiste… Non importa dove esso sia

ubicato, ovvero nei nostri meandri

fantasiosi o nella quotidianità, ma una cosa è

certa: chiunque a Napoli è a conoscenza del

munaciello. Chi lo ha visto realmente se ne

guarda bene dal rivelarlo, chi è scettico non si

pronuncia ma tuttavia ne parla quasi con timore

reverenziale per evitare di essere investito, di

striscio, da qualche presunta sciagura; anche tra

loro risiede comunque il motto “non è vero ma ci

di Paola Parisi

Figura esoterica tra le più famose e caratteristiche della tradizione partenopea, è un personaggio leggendario molto controverso

Matilde Serao

credo”. 'O Munaciello, che in napoletano

significa letteralmente piccolo monaco, è una

de l le f igure esoter iche p iù famose e

caratteristiche della tradizione partenopea. Si

tratta di uno spiritello leggendario del folclore

della città all'ombra del Vesuvio, rappresentato

come un ragazzino deforme o una persona dalla

bassa statura, una sorta di gnomo, vestito con

un saio e con fibbie argentate sulle scarpe.

Ancora oggi ci si chiede se questa figura sia

stata inventata dai racconti popolari o se, invece,

esista davvero. Le sue manifestazioni sarebbero

numerose: di simpatia, quando lascia monete e

soldi nascosti dentro le abitazioni o fa piccoli

scherzi che si tramutano in numeri da giocare al

Lotto; di apprezzamento, quando sfiora le belle

donne, o di dispetto, quando occulta e rompe

oggetti o soffia nelle orecchie di chi dorme. Ecco

tutto quello che c'è da sapere sullo spirito

napoletano della casa. Le leggende riguardanti

questo personaggio sono varie e variegate: la

tradizione narra, come ha riportato la grande

Matilde Serao, che verso il 1445, epoca in cui

Napoli era governata dagli aragonesi, Caterina

Frezza, figlia di un ricco mercante, si innamorò

di un giovane garzone, tal Stefano Mariconda.

L'amore fu contrastato dal padre di lei tanto che

il ragazzo, un giorno, fu trovato morto nel luogo

dove era solito incontrare Caterina la quale,

dopo la sciagura, si ritirò in convento dove diede

alla luce il bimbo frutto di quella relazione

clandestina. Il piccolo nacque però deforme e le

67

suore che lo

accudivano

gli cucivano

a b i t i

m o n a c a l i

corredati da

cappucc io,

p e r

nasconderne

l e i n f e l i c i

f a t t e z z e .

Q u a n d o

usc iva da l

convento, il

popolo gl i

d i e d e

l'appellativo

di munaciello. Con il tempo gli furono attribuiti

addirittura poteri magici al punto da farlo

divenire una leggenda. Insomma, chi ne dice

bene e chi ne dice male, chi lo cerca e chi spera di

non incappare mai in questo spiritello. Secondo

un'altra leggenda, i munacielli altri non

sarebbero che i pozzari, ovvero coloro i quali si

occupavano della gestione delle cavità idriche

che per il loro fisico piccolo ed esile sapevano

destreggiarsi tra un cunicolo e l'altro della

cosiddetta Napoli sotterranea. Erano coperti da

un elmetto ed un mantello, che somigliava

all'abito di un monaco per l'appunto. Spesso per

risalire dal sottosuolo, giungevano nelle case

del centro storico dove approfittavano per fare

uno spuntino ed inoltre, a coloro che non

pagavano il loro operato, sottraevano qualche

oggetto di valore e addirittura conquistavano le

donne della casa. Una terza ipotesi li

rappresenta come piccoli demoni dispettosi e

cattivi che nascondono oggetti oppure li

lasciano ma al solo scopo di attirare a sé i vivi. O

munaciello si manifesta agli abitanti della casa

con gesti che esprimono benevolenza o

antipatia a seconda dei casi. Non a caso un

antico proverbio recita: “O Munaciello… a chi

arricchisce a chi appezzentisce”. Colui che suo

malgrado se lo ritrova “ospite” non deve mai

rivelarne la presenza, per non imbattersi in

spiacevoli conseguenze. Secondo la credenza

popolare egli infesterebbe ancora oggi alcune

zone del centro storico di Napoli: Sant'Eframo

Vecchio, Piazza Garibaldi e via dei Tribunali.

Pare che proprio in quest'ultima sia presente

una casa abitata da un munaciello alquanto

irascibile. L'abitazione, molto temuta dai

cittadini del posto, fu presa in affitto da uno

studente per pochi soldi al mese. Questi

dapprima pensò di essere vittima di un incubo,

ma dopo aver visto lo spirito e non avendone

rivelato a nessuno la sua presenza, divenne ricco

e famoso. A questo punto, entra in scena, nel

vero senso della parola, il personaggio della

celeberrima commedia di Eduardo De Filippo

Questi Fantasmi!, dove il buon Pasquale

Lojacono credeva nella presenza benevola di un

munaciello dispensatore di opulenza che altri

non era se non l'amante della moglie e, nel

mentre, ci si chiede un po' beffardamente: quanti

Pasquale Lojacono esistono a Napoli e non

solo? Ecco forse questo è uno dei tanti motivi

per cui in certi casi è meglio tacere…

Il Lojacono di Massimo Ranieri

LA MOSTRA

68

L ’ e v e n t o : I l C i e l o o l t r e g l i D e idi Lorenzo Gaudiano

Presso la stazione f e r r ov i a r i a Tav Napoli-Afragola dal 18 Gennaio una mostra fotografica di R i c c a r d o D e Massimi, a cura del critico d'arte Barbara Martusciello

a stazione Alta Velocità di Napoli-LAfragola non è soltanto un punto di snodo fondamentale per il trasporto

ferroviario nel Mezzogiorno, ma anche un capolavoro artistico-architettonico che a mano a mano si sta aprendo ad altri fronti di utilizzo. Non poteva esserci scenario migliore per la mostra di Riccardo De Massimi Il Cielo oltre gli Dei, a cura del critico d'arte Barbara Martusciello. L'artista originario di Priverno, in provincia di Latina, propone all'interno della struttura progettata dall 'indimenticato architetto anglo-iracheno Zaha Hadid una rassegna fotografica di 22 scatti a colori e in bianco e nero. Le figure statuarie e le

architetture imponenti che fanno da soggetto alle fotografie costituiscono opere realizzate da artisti ispirati dalla grandezza divina. Stagliandosi verso il cielo, viene fuori un percorso immaginario che unisce due mondi: quello umano, creatore di opere d'arte, e quello divino, ispiratore e osservatore della loro real izzazione. La mostra, per genti le concessione di Rete Ferroviaria Italiana, si a v v a l e d e l P a t r o c i n i o d e l l a C I U (Confederazione Italiana di Unione delle Professioni Intellettuali) e sarà visitabile fino al 2 febbraio tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 ad ingresso libero.

Riccardo De Massimi Una delle foto in mostra

LA DOLCE IDEA

69

Pizza al forno o dolce?Perché no entrambi!Si chiama Pizza Dolce l'ultima ed intrigante novità “sfornata” da Gianluca Ranieri con la collaborazione di Gino Sorbillo

di Lorenzo Gaudiano

“I più felici sono coloro che vivono giorno

per giorno come i bambini, portando a

spasso le loro bambole che svestono e

rivestono, girando con gran rispetto intorno

alla dispensa dove la mamma ha rinchiuso i

dolci, e quando infine riescono a ottenere

quanto desiderano, lo divorano a piena

bocca gridando: «Ancora!»”. Un brevissimo

estratto dell'opera di Johann Wolfgang Goethe,

I dolori del giovane Werther, riassume in

pochissimi righi la sensazione che lascerà la

nuova Pizza Dolce della Pasticceria Ranieri,

creata per Gino Sorbillo e destinata a

completare il menù della nuova pizzeria Lievito

Madre a Mare in via di totale rifacimento a via

Partenope. Le prime riproduzioni dolci in

miniatura saranno: Margherita, Marinara e

Nonna Carolina. Sfoglia e pan di Spagna,

insieme ad ingredienti come il fiordilatte di

Napoli e la ricotta Fior di Fuscella della Latteria

Sorrentina, si combineranno per creare la

chiusura perfetta di un pranzo o di una cena in

pizzeria. «Creare la pizza dolce con Gino

Sorbillo – spiega Gianluca Ranieri – è

intrigante: presta attenzione a particolari

per rendere più piacevole la degustazione.

Per esempio, stiamo provando diverse

consistenze della sfoglia e del pan di Spagna

per raggiungere una “scioglievolezza” che sia

paragonabile a quella della sua pizza». Non

resta altro che assaggiarlo per accompagnare la

bontà di una pizza targata Gino Sorbillo con la

gustosa ed intrigante sperimentazione del

pasticcere Gianluca Ranieri.

70

SCAFFALE PARTENOPEO

“L'ARCIPELAGO IMBRIANI” di Bruno Marchionibus

A n n a R i t a R o s s i a l l a r i s c o p e r t a dell'intellettuale cosmopolita e letterato napoletano Vittorio Imbriani

Il 21 dicembre alla libreria “Colonnese” è stato

presentato “L'Arcipelago Imbriani” di Anna

Rita Rossi, volume facente parte della collana

“Il Merito di Napoli” incentrato sulla figura

dell'istrionico Vittorio Imbriani. Il titolo, spiega

l'autrice, è un tributo a Benito Iezzi, studioso

appassionato del letterato napoletano, al quale

si deve questa metafora che ben esprime

l'eterogeneità dell'intellettuale e dell'uomo. La

scrittura di Imbriani infatti spaziò dalla

narrativa alla prosa, dall'etnografia alla critica

letteraria fino al giornalismo. «Un autore che

io stessa non conoscevo prima che il mio

relatore me lo proponesse come argomento

per la tesi – confessa Anna Rita – ma che credo

meriti davvero una riscoperta da parte del

pubblico napoletano e non solo». Amante

tanto della penna quanto dei duelli, lo stile di

Imbriani è unico e contrario a tutti gli schemi

formali allora in voga così come lo è stata la sua

vita, trascorsa fin dall'infanzia in giro tra l'Italia

e l'Europa fino al definitivo ritorno nella natia

Napoli all'età di 30 anni. Lo scrittore acquisisce

così, come ricorda l'autrice, «tratti unici per i

suoi tempi. Imbriani è un napoletano

“italianissimo” (molto tardi apprese il

dialetto come vera e propria lingua

straniera) con una formazione cosmopolita

che, se da una parte offre al lettore una

diversa chiave di lettura dell'Italia e della

Napoli a lui contemporanea, dall'altra

continua ancora oggi a trasmettere qualcosa

con le sue opere, forti proprio perché

anacronistiche e controcorrente». Un motivo

in più, questo, per

andare a riscoprire i

suoi scritti, magari

par tendo propr io

d a l l a l e t t u r a

d e l l ' A r c i p e l a g o

delineato da Anna

Rita Rossi.

Anna Rita Rossi

La copertina de “L'Arcipelago Imbriani”

Vittorio Imbriani

TENDENZE

Cosa berremo nel 2019?Il cocktail trend parla di prodotti di stagione ma i l vecchio gin tonic vive una seconda giovinezza

Come ogni inizio anno si prova a fare un

bilancio del precedente, cercando di

pronosticare i nuovi

trend del mercato. Un'analisi mai

facile in cui si cerca di prevedere

lo sviluppo delle tendenze,

l'evoluzione di gusti, abitudini e

innovazioni di processo. In realtà

il mondo della mixology degli

ultimi mesi offre molti spunti di

riflessione su quanto potrà

accadere nel prossimo futuro,

come ci raccontano Antonio

I m b r i a n i e L i n o S b a r r a

–direttore e barman dell'Intrigo

Cafè, noto locale della movida

notturna nell 'area Nord di

Napoli. Allora, cosa berremo nel

2019? «Iniziamo col premettere

che oggi i consumatori sono ben

informati e consapevoli, tant'è che assume

sempre maggiore importanza l'esperienza

“d'acquisto”, vissuta attraverso il racconto del

drink, della sua storia e delle materie prime.

Altri aspetti che assumono grande rilevanza

riguardano la proposta di prodotti home-made,

tesi a valorizzare l'originalità del prodotto e

71

di Giorgio Punzo

valorizzare l'originalità del prodotto e l'utilizzo

di spezie e prodotti di stagione con importanti

l e g a m i c o n l e s p e c i a l i t à

territoriali ». I nostri esperti

continuano: «Oggi fare il barman

r i c h i e d e a n c h e c a p a c i t à

manageriali con forte attenzione

alla limitazione degli sprechi, al

drink cost e alla sostenibilità,

proprio come avviene nel mondo

della ristorazione. Per quanto

riguarda i gusti, sembra esserci

un orientamento verso sapori più

acidi ed amari, rispetto ai cocktail

zuccherosi, andando a rafforzare

l'utilizzo di bitter, spezie ed

infusi». Se dovesse indicare il

cocktail che vi richiedono di più

in questo periodo? «Sicuramente

il gin tonic. Un grande classico

che sta vivendo una seconda vita anche grazie

all'offerta di toniche di grande qualità e che

assumeranno sempre maggiore importanza alla

pari delle etichette di gin più prestigiose e

ricercate ». Infine, l'estetica della presentazione

ai tempi dei social diventa ancor più

fondamentale.

Napoli Via Di Pozzuoli 7 -80124TEL-FAX 0815709811 - [email protected]

TENDENZE

73

La salute è la pr ima cosa di Lorenzo Gaudiano

L a M e d i t a z i o n e T r a s c e n d e n t a l e c o m e strumento per combattere lo stress e migliorare la qualità

Negli ultimi anni il concetto di salute tout court

è stato sostituito da quello del benessere. Lo

stato di salute identifica una situazione di

assenza di malattia e una piena efficienza fisica

mentre il benessere, oltre allo stato di sanità

della persona, si concentra anche sull'efficacia

della nostra vita sociale e relazionale. Il

benessere quindi non è solo condurre una vita

sana, ovvero attività fisica, regimi alimentari

controllati evitare eccessi etc. ma anche sotto il

profilo interiore, quindi stare bene con gli altri e

sviluppare relazioni ed inserirsi al meglio nei

vari contesti sociali con i quali ci troviamo ad

avere a che fare quotidianamente, come il lavoro

e la famiglia. Il mondo di oggi è alquanto

complesso e nei nostri rapporti ci imbattiamo

spesso in situazioni che ci creano rabbia,

disagio, preoccupazione, paura di non farcela,

tutte accorpate in una sola parola: stress.

Questo termine è inserito in psicologia ma è

stato preso in prest i to dal l ' industr ia

metallurgica: “stress test” sono le sollecitazioni

a cui sono sottoposti i prodotti, analogamente a

quello che viviamo ogni giorno quando ci

confrontiamo con il mondo del lavoro e la

società in generale. Lo stress, oltre a creare

Maharishi Mahesh Yogi

disagio psicologico, può comportare diverse

conseguenze a livello biologico e quindi

malattie. Esistono tanti modi di combattere lo

stress e cambiare il proprio stile di vita. Uno dei

metodi è adottare una tecnica di rilassamento:

ve ne sono diverse come il training autogeno,

mind fullness, yoga posturale etc. ma la più

accreditata è la Meditazione Trascendentale,

che si ritiene sia la più efficace per combattere lo

stress e migliorare la qualità della vita. La

Meditazione Trascendentale è una pratica che

si tramanda da millenni oralmente da un

maestro all'altro, fino ad arrivare ai giorni

nostri a Maharishi Mahesh Yogi, filosofo

indiano e fondatore del movimento ad esso

relativo che negli anni 50 rivelò al mondo intero

i benefici di questa tecnica, che viene insegnata

secondo antichi metodi che in modo naturale

permettono alla mente di sperimentare lo stato

74

più appagante nella sua vera natura. Molti

conoscono Maharishi poiché personaggi famosi

come i Beatles, Mia Farrow, il celeberrimo

regista David Linch, il cantante Sting si sono

recati in India per incontrarlo, essendo degli

assidui sostenitori del movimento. La

meditazione viene praticata attualmente da

milioni di persone in tutto il mondo. In Italia sta

ottenendo dei riscontri molto positivi tanto è

vero che esistono centri molto attivi dove essa

v i e n e p r a t i c a t a . L a M e d i t a z i o n e

Trascendentale è essere se stessi, attivare il

potenziale di auto guarigione del corpo, felicità

e pace interiore, esperienze umane elevate,

svi luppo totale del nostro potenziale

intellettivo, la via più veloce per un mondo

migliore. Essa è una tecnica, quindi non è una

pratica religiosa o stile di vita ed è insegnata da

professionisti qualificati e certificati ed è, infine,

confermata da ricerche di altissima qualità.

Chiunque può imparare la M.T. a prescindere

dal suo background culturale, religioso o

educativo. Venti minuti, due volte al giorno,

sono sufficienti per produrre i risultati

desiderati. In Campania esiste un centro attivo

per imparare questa tecnica e precisamente a

Giugliano in Campania località Varcaturo (NA)

e gli insegnanti sono a disposizione del pubblico

per rispondere a tutti i quesiti a loro rivolti. Per

contatti si invita a consultare il sito Napoli-

Giugliano Meditazione

T r a s c e n d e n t a l e . i t .

Inoltre sono aperte al

pubblico con scadenza

b i se t t imanale de l l e

conferenze introduttive

per una più approfondita

conoscenza di quanto

sopra descritto.