RIVISTA NON CONVENZIONALE DI MENTALISMO Tecniche - … · Mentalismo tricolore che ‘sanno già...

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RIVISTA NON CONVENZIONALE DI MENTALISMO NUMERO0-LUGLIO2019 Chi siamo Cosa scriveremo per chi Quando come perchez Una pubblicazione a cura di THE MENTAL CROWD Tecniche - Saggi - Idee - Libri ed altro

Transcript of RIVISTA NON CONVENZIONALE DI MENTALISMO Tecniche - … · Mentalismo tricolore che ‘sanno già...

  • RIVISTA NON CONVENZIONALE DI MENTALISMO

    NUMERO 0 - LUGLIO 2019

    Chi siamo Cosa scriveremo

    per chi Quando come

    perche’

    z

    Una pubblicazione a cura di THE MENTAL CROWD

    Tecniche - Saggi - Idee - Libri ed altro

  • Numero 0 Luglio 2019

    Rivista ideata da AROLDO LATTARULO

    MATTEO FILIPPINI in collaborazione con

    FEDERICO FERRARI

    Hanno collaborato a questo numero: Aroldo Lattarulo, Matteo Filippini,

    Federico Ferrari, Gabriele Rossi, Andrea Boccia.

    Grafica, design ed impaginazione MATTEO FILIPPINI

    q (C) 2019 - The Mental Crowd

    Sito ufficiale www.gargoyle.website

    i In questo Numero

    C MENTAL QUOTE p.2

    C UNA RIVISTA PER GLI

    APPASSIONATI DI MENTALISMO p. 3

    C GARGOYLE

    Cosa vi aspetta: Gargoyle, che bel nome p.7

    E adesso? p.9

    C LA BIBLIOTECA MINIMA

    del MENTALISTA Un ricordo di Bob Cassidy p.10

    C

    STREGONERIE Lo sguardo della Principessa p.15

    Gemini Reading p.20

    C MENTALIA

    Mi ha quasi ucciso p.22 Anche tu hai fatto ...? p.24 Troppe informazioni? p.28

    Maledetto Ego p.30 Gargoyle vs EDM p.33

    C VITA DA READER

    Il blocco del reader p.35

    C CRUCIMENTAL p.38

    C Cosa troverete

    nel numero 1 p. 39

  • MENTAL QUOTE

    “Pensavate fossero tutte stronzate vero?”

    “Tutto ciò che un mentalista fa nel corso di una dimostrazione deve avere un’apparente motivazione logica che sia coerente con la premessa

    dell’effetto”

    Bob Cassidy (1948 - 2017)

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  • UNA RIVISTA PER GLI APPASSIONATI DI MENTALISMO

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    UNA RIVISTA ASSOLUTAMENTE INUTILE

    di Matteo Filippini

    Gargoyle? E che razza di roba s a r e b b e ? U n a r i v i s t a d i mentalismo? Questa poi ... come se ce ne fosse davvero bisogno! No, non ce n’era proprio bisogno. Anzi, è sicuramente qualcosa di assolutamente inutile! Oltretutto con il rischio di abbattere ulteriori alberi e disboscare foreste per queste ... inutili pippe da mentalista. Ma noi siamo così. Il Mentalismo ci piace da matti e, quando ho proposto la cosa al mio caro amico e maestro Aroldo, siamo subito partiti a mille con l’entusiasmo, dando vita ad un incessante brainstorming circa gli argomenti da trattare e l’impostazione che avremmo voluto dare a questa inutile rivista di Mentalismo. Poi non so perché Aroldo ha voluto coinvolgere pure Federico

    Ferrari. Questo resta un mistero insondabile. Gargoyle è totalmente inutile per chi colleziona francobolli, per chi ritiene che i congiuntivi siano particolari malattie sessualmente trasmissibili. E sicuramente è inutile per quella meravigliosa casta di ‘primi della classe’ del Mentalismo tricolore che ‘sanno già tutto’ e che detengono straordinari primati. Spesso i m i t a t i i n t u t t a l a l o r o magniloquenza. Ed in fondo, inutile anche per noi, visto che ci dovremo mettere tempo, denaro, passione ed idee. Il fatto è che non vedevamo l’ora di farlo.

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    UNA RIVISTA ASSOLUTAMENTE necessaria di Aroldo Lattarulo

    Questa rivista è indispensabile. Si tratta di un prodotto terapeutico. Guarirà molte delle disfunzioni che affliggono, sostanzialmente, tutti i mentalisti. Un esempio, per capirci. Prendete il caso di Matteo Filippini. Come si sa, è un artista, e non solo nel mentalismo. Però ha un problema, come molti mentalisti: il falso ricordo. Ne è vittima inconsapevole. Ad esempio, è convinto di aver ideato lui il nome di questa rivista, di a v e r e c u r a t o l e g r a fi c h e e l’impaginazione. E questo è soltanto un esempio … Capito il problema, noi suoi amici non glielo facciamo pesare. Ma il carissimo Matteo è un caso lieve, in confronto ad altri mentalisti che soffrono dell’handicap del cosiddetto FRP (Falso Ricordo Preoccupante). Alcuni affetti da FRP pensano addirittura di avere ottenuto successi di pubblico e di essere riusciti talvolta ad impressionare, con i loro effetti, i colleghi illusionisti.

    Cose mai successe, ovviamente. Ecco, questa rivista opererà in modo subdolo. Inietterà nelle menti dei lettori - attraverso un particolare congegno c o n v e r s a z i o n a l e - i n p u t e informazioni che calmeranno, nel tempo, le smanie di notorietà e le illusioni di magnificenza. Non posso svelarvi il meccanismo, ma fidatevi, funzionerà. Anche su coloro che scrivono e scriveranno su questa (come già detto indispensabile) pubblicazione. Buona lettura!

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    Il piccolo sulle spalle dei dinosauri

    di Federico Ferrari

    E poi c’è il terzo. L’incomodo. Quello che è meno navigato, quello con meno strada. E certamente quello che ne sa meno di tutti. Un piccolo essere, dunque, posto sulle spalle di due giganti quali Mr. Lattarulo e Matteo Filippini. Il terzo, però, ha un piccolo vantaggio sui due: è nel fiore degli anni. Esatto, il sottoscritto ne ha 25 di anni e il fatto che la mia età a n a g r a fi c a c o r r i s p o n d a grossomodo alla metà della loro esperienza – lavorativa - mi conferisce un indubbio vantaggio. I due dinosauri – che si son fatti giganti grazie alle loro esperienze di vita – si sono messi sulle spalle un piccolo uomo - con ancora indubbi problemi con il rasoio – che li spinge a guardare verso il futuro. E quindi una rivista come questa viene “salvata” (ma non ditelo a loro) – proprio grazie al terzo – dal diventare uno scritto troppo storico, troppo maturo, talvolta disincantato e disilluso.

    A me il compito di svecchiare, di riadattare, di riorientare la storia di cui loro si fanno portatori, affinché sia utile, anche e soprattutto, a coloro che un domani verranno chiamati dinosauri a loro volta. Dando nuova mano di colore. Restaurando le antiche conoscenze. E se ben ci pensate, se di dinosauri si parla ancora oggi, è merito anche di chi è riuscito a rendersi testimone fedele del loro passaggio e di continuare nel tempo a ricordare quello che LORO hanno ideato. Quindi, mentre in redazione finisco di organizzare il montaggio degli ultimi defibrillatori, vi do il mio p i ù c a l o r o s o b e n v e n u t o i n Gargoyle!

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  • The MENTAL CROWD di Aroldo Lattarulo

    Crowd significa folla. Mental, ovviamente, si collega al mentalismo. The Mental Crowd, quindi, ha come primo significato quello di gente che si dedica al mentalismo. Però, il termine “mental” ha anche un altro significato, in slang. Vuol dire, sostanzialmente, “pazzo”. Gente pazza, insomma. Ci sta. È un po’ folle, effettivamente, anche soltanto ipotizzare di realizzare una pubblicazione periodica come questa, per un settore di nicchia come il mentalismo, sapendo pure che non sono pochissimi quelli che - sedicenti mentalisti e cultori dell’Arte - si guardano bene dal comprare scritti in originale, e preferiscono scambiarsi fotocopie. Non siamo di primissimo pelo, e sappiamo come va il mondo (del mentalismo). È quindi probabile che la c o m p o n e n t e d i p a z z i a s i a largamente presente in coloro che si impegnano e si impegneranno

    nella realizzazione della presente pubblicazione. Man mano vedrete quali sono gli amici che ci hanno detto e ci diranno di sì, nell’aiutarci in questa impresa. Sono tutti accomunati da una caratteristica: sono tutti molto mental, in qualsiasi senso vogliate intendere la cosa. Se anche tu che leggi ritieni di avere le stesse caratteristiche… contattaci. Contatta me, Matteo o Federico, per email, Facebook, billet switch o come vuoi. Dicci se ti piacerebbe inviarci tuoi articoli, racconti, aneddoti, riflessioni ecc. sul mentalismo, e ti diremo come fare. Ovviamente - come si scriveva una volta su giornali rispettabili - non ci assumiamo l’ impegno di pubblicare tutto quello che arriverà. Però, se i vostri articoli saranno un mix interessante di riflessione mentalistica e di sana pazzia, sarete i benvenuti nel Gruppo. E potrete vantarvi anche voi di far parte di The Mental Crowd di Gargoyle. Tanto, mica tutti conoscono lo slang.

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  • GARGOYLE: COSA VI ASPETTA 


    Gargoyle, che bel nome di Aroldo Lattarulo

    Questa rivista si chiama Gargoyle, e probabilmente alcuni di voi (forse i più riflessivi, forse quelli con più tempo libero) si stanno chiedendo il perché di questo titolo. Gargoyle è il termine inglese per l’italiano garguglia (o gargolla) e per il francese gargouille.

    Le garguglie sono la parte terminale - a forma di animale o di mostro - delle grondaie, e sono frequenti in molte chiese e costruzioni, soprattutto del periodo medievale. Perché usiamo il termine in inglese? Perché ci piace così. Domanda successiva: cosa c’entra, allora, una garguglia con il mentalismo? Qui la risposta diventa più articolata.

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    Un raccontino veloce, a proposito del fatto che ognuno, per le sue cose, sceglie il nome o il titolo che vuole… e chi obietta sulla scelta, probabilmente ha molto tempo libero a disposizione, oltre che una certa qual propensione all’inutilità esistenziale. Anni fa ho pubblicato un libro scritto da un mio amico. L’autore decise di firmarsi con lo pseudonimo di Al Berth (pseudonimo che oggi è parecchio conosciuto, almeno nella cerchia di un certo mentalismo di nicchia). Ebbene, un noto prestigiatore, SENZA AVER LETTO IL LIBRO (e un’opera si giudica esclusivamente dal contenuto, in un mondo normale), ridicolizzò il tutto perché “Ma che si vergognino, non hanno neanche il coraggio di firmarsi con nome e cognome! E firmatevi come vi chiamate!”. In realtà, i termini usati dal citato prestigiatore - SENZA AVER LETTO IL LIBRO - furono più pesanti di quello che ho riportato, ma il concetto era quello e lo scopo denigratorio (a prescindere) era evidente. Il suddetto non aveva neanche considerato che da Silvan ad Odaba (e solo per restare in Italia e nel settore dell’illusionismo) l’uso degli pseudonimi è largamente diffuso. Ma qualcuno, se ha tempo inutilizzabile in altra maniera… si adopera nella denigrazione di gente e prodotti che neanche conosce. Amen. Fine del raccontino.

  • Si tratta di ragionare sui simboli. Nella garguglia entra l’acqua p i o v a n a , c h e s f o c i a p o i all’estremità della garguglia stessa che, come già detto, è a forma di animale o di mostro. In sostanza, se all’acqua sostituite (metaforicamente) il mentalismo, vi ritrovate con quello che succede in questa rivista. Gargoyle incanala notizie, ipotesi, r ifless ioni , idee , proposte , recensioni ecc.ecc. sul mentalismo e l e f a s f o c i a r e i n u n prodotto “mostro”. Spieghiamo la mostruosità del prodotto che avete in mano, facendo un collegamento con il significato delle figure mostruose della parte terminale delle garguglie. In sostanza, sono due i significati attribuiti alle immagini mostruose messe all’esterno di alcune chiese. Secondo il primo significato, tali figure avevano lo scopo di proteggere l’edificio dall’attacco dei demoni. Secondo un altro significato, le figure erano demoni dai quali i p a s s a nt i p o t e v a n o s a lv a r s i entrando in chiesa. Entrambe le simbologie sono a p p l i c a b i l i - n e l l e n o s t r e

    modestissime intenzioni - nel prodotto che state leggendo e che, auspicabilmente leggerete anche in futuro. Gargoyle protegge e tutela il Vero Mentalismo (o, quantomeno, quello che noi, The Mental Crowd, reputiamo tale). E Gargoyle tenderà a proteggervi dai misunderstanding imperanti nel mondo del mentalismo, dalle false credenze, dalle illusioni come quella, ad esempio, che per essere (considerati) bravi basti acquistare un metodo/effetto che costa tanto. Ne l l a “c h i e s a” ( i l S a p e r e M e n t a l i s t i c o ) p r o t e t t a d a Gargoyle troverete - se pregherete abbastanza (= studio e impegno) - la santità (il Vero Mentalismo). Soddisfatti che siate o no da queste interpretazioni, vi invito a continuare la lettura, per scoprire chi compone e comporrà The Mental Crowd, l’insieme di coloro che - in modo talvolta mostruoso, ammettiamolo - comporranno le pagine della vostra (forse già) rivista preferita.

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  • E adesso? di Matteo Filippini

    Da anni scrivo molto di magia e mentalismo. Ho scritto libri, ho scritto contributi per riviste. Ho scritto anche molte cose che poi, rilette, mi sono sembrate delle cazzate abominevoli, quindi rimaste sepolte in qualche cassetto. Quando morirò e qualcuno le andrà a scovare in qualche hard disk dimenticato, la mia reputazione post mortem ne risentirà tremendamente. E la cosa mi dispiace molto. Ma tornerò dal mondo degli spiriti e vi porrò rimedio. Ebbene scrivo molto e, a dire la verità, mai avevo pensato di creare una rivista, tantomeno una rivista dedicata al ‘solo’ mentalismo. Ma frequento gente come il buon Aroldo che spesso mi butta lì delle idee o si entusiasma per le mie. E con Gargoyle è successo così; facendo brain-storming, è nata quasi per scherzo l’idea di realizzare la prima ed unica rivista di mentalismo italiana. È una cosa da pazzi, a ben pensarci. Tutti i componenti di The Mental Crowd (Io, Aroldo e Federico che però sto pensando di licenziare) hanno poco tempo e altre mille cose da fare. Ma, come avrete già capito, siamo davvero carichi e vogliamo offrire un prodotto di qualità, dalle molteplici sfaccettature. Vi saranno articoli e saggi (un modo elegante di chiamare quel che sono spesso solo ‘cazzeggi mentali’), analisi di libri fondamentali per la crescita del

    mentalista (La biblioteca minima del Mentalista), saggi, r iflessioni, aneddoti e storielle divertenti ma costruttive (Mentalia), una rubrica dedicata al reading (Vita da reader) ed altre ad argomenti di interesse come il mentalismo impromptu o quello one on one (queste a partire dal n.1) Quello che avete tra le mani è ‘solo’ il numero 0, un assaggio di ciò che sarà e diverrà con il tempo Gargoyle. I numeri ufficiali (a partire dal n. 1) saranno tutti pubblicati in versione cartacea ed avranno un numero di pagine tra le 80 e le 100. Lavoreremo perché la qualità dei contenuti sia sempre di alta qualità. Mandateci (se non lo avete già fatto) una mail a [email protected] in modo da poter esser inseriti nella mailing list della r ivista ed esser sempre aggiornati sulle novità future. Chissà cosa ci aspetta. Io agli altri due non lo ho ancora detto ma sogno una rivista video in aggiunta alla versione cartacea, in cui commentare ed espandere i contenuti del magazine. Ed ho in testa una convention di Gargoyle. Ma come per la rivista, anche la convention sarà ... inusuale. Buona lettura.

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  • BIBLIOTECA MINIMA DEL MENTALISTA

    UN RICORDO DI BOB CASSIDY di Matteo Filippini

    Ho deciso di dedicare questo pr imo appuntamento del la Biblioteca Minima del Mentalista a Bob Cassidy, uno dei personaggi più importanti del mentalismo degli ultimi 40 anni che il 24 febbraio 2017 ci ha lasciato. Robert Cassidy nacque a Kearny, nel New Jersey, il 23 giugno del 1949. Appassionato di magia fin dalla tenera età, fece il suo debutto te lev i s ivo , appena dodicenne, alla trasmissione televisiva “Original Amateur H o u r ” , e s i b e n d o s i c o m e prestigiatore. Il suo primo libro magico fu lo spesso dimenticato “The Amateur Magician’s Handbook” di Henry Hay (pubblicato nel 1950) in quanto secondo le stesse parole di Cassidy “fornisce solide ed utili fondamenta per ciò che riguarda la psicologia e le tecniche della prestigiazione; mentre molti libri p e r p r i n c i p i a n t i i n i z i a n o

    spiegando degli effetti automatici, Hay dedica saggiamente la prima parte del libro alle «robe difficili»”. Pochi sanno infatti che Cassidy, nonostante sia diventato celebre per l’importante contributo al mentalismo, è stato anche un grande esperto di «destrezza di mano» e manipolazione, iniziando appunto la propria carriera come prestigiatore. Durante il servizio militare nella marina americana divenne uno s p e c i a l i s t a i n s i s t e m i d i comunicazione e proprio in quel periodo iniziò a lavorare ad un suo spettacolo nel quale presentava numeri di memoria fotografica ed intuito. Alcuni addetti ai lavori ritengono che questo spettacolo, completamente dedicato a stunt mentali, sia stato uno dei primi

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  • veri spartiacque che distinse la figura del prestigiatore da quella del mentalista; fino ad allora infatti molti grandi performer di mental magic presentavano anche numeri di magia generale nel corso dei propri spettacoli. Nel 1975 si diplomò in Arte al Montclair State College, quindi nel 1978 si laureò in legge alla Seton Hall University, ottenendo anche il dottorato per poter esercitare la professione di avvocato. Nonostante l’esercizio della professione, continuò a lavorare come mentalista semi-professionista, in particolare modo dal 1972 al 1976, esibendosi su varie navi da crociera. Cassidy ha raccontato che proprio nel 1 9 7 2 i n i z i ò a p r o p o r s i e s c l u s i v a m e n t e c o m e mentalista. Nel 1978 aprì uno studio legale assieme ad un socio, fondando la Shapiro & Cassidy Co., attiva per dieci anni. Nello stesso anno, anche grazie alla sua esperienza in materia legale, fu uno dei cinque fondatori della PEA ( P s y c h i c E n t e r t a i n e r s Association), un’esclusiva associazione di «intrattenitori psichici», provenienti da ogni p a r t e d e l m o n d o , c h e comprendeva tra le proprie fila

    mentalisti, bizzarristi, cold reader ed ipnotisti. Fu anche il creatore ( e p e r q u a l c h e a n n o caporedattore) della rivista ufficiale della PEA, “Vibrations”, r iser vata esclusivamente ai m e m b r i e d a r r i c c h i t a d a i contributi di alcuni tra i più grandi nomi dell’intrattenimento psichico. Dopo dieci anni come avvocato, sempre più frustrato da una vita troppo “per bene”, nel 1988 Cassidy decise di abbandonare la professione e divenire mentalista professionista. Scrisse al proposito sul suo seminale “The Artful M e n t a l i s m O f B o b Cassidy” (pubblicato anche in versione italiana da La Porta Magica di Roma):

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  • “...nella mia vita tutto stava lentamente diventando rispettoso e convenzionale. V ista la mia natura, si trattava di un percorso spaventoso. Ciò che molti avrebbero visto come crescita e maturità, per me s ignificavano r i s tagno e decadimento”. Cassidy è sempre stato un po’ così: animo ribelle, anticonformista, sempre piuttosto “allergico” alle ipocrisie di certi ambienti un po’ troppo per bene, da puzza sotto al naso. E quindi si ritrovò, dopo aver lasciato il New Jersey per lo stato di Washington, a dover ricominciare da zero, passando da una professione ben remunerata a lavorare addirittura come cameriere e barista! Ma presto si creò il suo nuovo network come uomo di spettacolo e contemporaneamente diede vita ad una prolifica attività di scrittore, sfornando un enorme quantità di materiale per addetti ai lavori; Cassidy infatti ci lascia in eredità centinaia e centinaia di pagine di grande mentalismo, sia dal punto di vista delle routine e tecniche che da quello della sua filosofia alla base di magia e mentalismo. Il suo primo libro, un pamphlet di 22 pagine in realtà, viene dato alle s t a m p e n e l 1 9 7 7 , c o m e s u p p l e m e n t o d e l l a r i v i s t a “ I n v o c a t i o n ” . S i i n t i t o l a

    “Pseudomental ly Yours” e contiene alcune straordinarie idee che verranno poi ulteriormente lavorate e sviluppate nei lavori futuri di Cassidy.

    Da lì in poi Bob darà inizio ad un grande produzione di libri ed eBook, durata fino a pochi anni fa. La sua carriera è stata più volte p r e m i a t a c o n p r e s t i g i o s i riconoscimenti come il “Award f o r C r e a t i v i t y i n P s y c h i c Entertainment” della PEA, il Dunninger Memorial Award nel 2011 e, l ’ult imo in ordine cronologico, l’Annemann Award nel gennaio 2017 che purtroppo n o n è r i u s c i t o a r i t i r a r e personalmente in quanto già gravemente malato.

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  • Bob Cassidy ci ha lasciato una straordinaria eredità tra le pagine dei suoi numerosi libri ed eBook; se proprio dovessi scegliere uno solo dei suoi libri da consigliare a chi non conosca tale gigante, di sicuro si tratterebbe di “The Artful Mentalism Of Bob Cassidy - Vol.2 The Fundamentals”. Come mai consiglio il secondo volume e non il primo? In realtà, nonostante sia stato chiamato v o l u m e 2 , “ T h e Fundamentals” (anche a detta d e l l o s t e s s o C a s s i d y ) è probabilmente il suo libro più adatto a creare le fondamenta per chi si avvicini al mentalismo e a rinforzare le proprie anche nel caso di performer già esperti.

    Nelle sue straordinarie 413 pagine, il testo offre una quantità impressionante di materiale (raccolta di tutti i suoi scritti degli anni tra il 2002 e il 2011, rivisti, ampliati e corretti) , sia dal punto di vista teorico che delle routine. Tra le pagine più preziose voglio citare: The Thirty Nine Steps (39 l i b r i f o n d a m e n t a l i p e r l a biblioteca del mentalista, tutti c o m m e n t a t i d a l l ’ a u t o r e ) , T h o u g h t s O n P e r f o r m i n g (straordinario saggio in cui viene snocciolato a dovere tutto il pensiero e l’esperienza di un grande mindreader), la parte iniziale del libro che ci offre un’incredibile analis i della psicologia del mentalismo, il p e r c o r s o n e c e s s a r i o p e r raggiungere la maestria e preziosi consigli sul metodo per provare effetti è spettacoli. Come non citare 21th Century Q&A (un approccio straordinario alle routine di domande e risposte), il capitolo dedicato alle routine con i biglietti One Man Billet Routine, la sezione Staging In in cui vengono trattat i dei punti fondamentali per la «mise en scene» dei numeri, la rivisitazione del classico di Annemann in A J o u r n e y I n t o T h e F o u r t h Dimention. Non basta vero? Proprio per questo nel libro

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  • t r o v a t e a n c h e A C A A N , duplicazioni di disegni, book test, effetti con telefonini, vivo o morto, bacchetta ed anello, impromptu, ipnosi, reading. Il

    resto delle scoperte ... le lascio a voi. E come direbbe Bob, fate buoni pensieri!


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    Dal 2017 sto curando una serie di edizioni italiane di alcuni straordinari libri di Bob Cassidy. Fino ad ora sono stati

    pubblicati:

    LA VERA ARTE DEL READING PSEUDOMENTALMENTE VOSTRO

    ARTE DEL MENTALISMO ARTIFICI PER IL SENSITIVO MODERNO

    Chiunque fosse interessato all’acquisto, può contattarmi a [email protected]

  • STREGONERIE

    LO SGUARDO DELLA PRINCIPESSA di Andrea Boccia

    EFFETTO E PRESENTAZIONE Inizia, raccontando agli spettatori: “Avete presente quella sensazione magnetica che si prova quando si sta davanti ad un immagine particolare e non siete attratti dalla sua bellezza, o comunque non solo da essa, ma calamitati da qualcosa di più misterioso. L’oggetto che ci attrae potrebbe essere un quadro di una famosa pinacoteca o un immagine vista sul web o qualcosa esposto in una strana vetrina; forse potrebbe essere che quella forma ci ricordi qualcosa di noi, come uno specchio che riflette il nostro profondo … Questo fenomeno è noto con il nome di ‘sguardo della principessa’; forse è per questo che i cavalieri guardando negli occhi magnetici di una dolce signora riuscivano a compiere imprese incredibili”.

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    Jean Auguste Dominique Ingres, 1819

  • “Da anni, usando le carte da gioco, mi sono accorto che queste possono suscitare la stessa sensazione in chi le osserva. Non tutte le carte però; alcune le dimentichi subito mentre altre, oltre ad attrarre l’attenzione, trattengono a loro volta tracce di chi le ha guardate”. Si prende il mazzo di carte, dicendo: “Voglio presentarvi un esperimento ... userò solo alcune carte per renderlo più semplice da seguire ...”. Rivolgendosi ad una spettatrice, sventagliando un mazzetto di 4 carte davanti d essa, dite: “Come può vedere si tratta di un mazzetto di poche carte, ognuna delle quali ha il potere di cui le parlavo ... le chiedo di mescolarle mentre io sarò voltato; quando ha terminato squadri bene il mazzetto e guardi la carta sul fondo ... la osservi bene, si lasci trasportare dal suo disegno quindi mescoli di nuovo le carte e me le dia”. Guardate le carte, dicendo: “Di queste carte una in particolare mi dovrebbe ricordare qualcosa di lei”. Prendete una carta e, senza mostrarla alla spettatrice, guardate sia la carta che la spettatrice. “Vi devo osservare entrambe, ma direi che non è questa la sua carta”. Rimettetela nel mazzetto. “Forse ...” Prendete un’altra carta “Questa ... sì questa ... la tolgo di mezzo”. La carta viene messa in tasca. “Voglio capire se siamo riusciti nell’esperimento ... se insieme siamo riusciti a toccare con mano il mistero che avvolge queste carte; prenda il mazzetto ... ora dovrebbe mancare la sua carta ... su quale carta si è concentrata?” La spettatrice nomina la carta. “Ora ne giri lentamente una alla volta, facendole cadere sul pavimento e guardi se manca la sua” La spettatrice lascia cadere una carta per volta e ... manca proprio la carta scelta. A questo punto, estraete dalla tasca proprio la carta pensata; assieme alla spettatrice avete toccato il mistero!

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  • METODO ED ALTRE INFORMAZIONI

    Nei primi anni del ‘900 Henry Hardin, autore molto attivo tanto da essere soprannominato il “principe delle idee”, crea un effetto che ancora oggi sorprende. Il nome di questo gioco è Princess Card Trick . 1

    In internet tale effetto è conosciuto come l’effetto di carte di David Copperfield, uno dei primi trucchi magici interattivi. Nelle riviste dei maghi dei primi del ‘900 questo gioco di carte era molto pubblicizzato. Nel numero di luglio del 1905 sulla rivista Magic di Ellis Stanyon lo stesso editore fornisce un suo metodo per realizzare l’effetto. Nel 1909 viene stampato un libro meraviglioso, un testo per prestigiatori

    con effetti incredibili; gli autori sono T. N. D o w n s e J . N . Hilliard ed il titolo è T H E A R T O F MAGIC. All’interno d e l t o m o s o n o s p i e g a t e a l t r e versioni dell’effetto di H. Hardin.

    Come ricorderete l’effetto Princess Card Trick è fatto con un mazzetto di 4 carte 1mostrato ad uno spettatore che pensa liberamente ad una carta e questa è l’unica che il mago toglie dal mazzetto prima della rivelazione dello spettatore. Il principio su cui si basa è molto semplice: si mostrano 4 carte, il mago ne prende una qualsiasi e le altre tre vengono sostituite con carte simili, che hanno lo stesso valore, lo stesso colore ma seme diverso.

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    Illustrazione tratta da: Mahatma, Vol.III, n.1, July, 1899

    
Pubblicità tratta da Mahatma, Vol.VII, N. 6, december,1903

  • La versione da cui ho preso ispirazione, descritta sopra, deriva proprio da questo libro, esattamente dal primo metodo che è possibile trovare alle pp.80-82. Ho cambiato alcuni passaggi tecnici che tra poco vedremo ed ho inventato di sana pianta l’intera storia, tra cui il fenomeno de lo sguardo della principessa.

    COME FUNZIONA IL TUTTO Prima d’iniziare preparate K di fiori, J di cuori, J di picche e Q di quadri sopra al mazzo di carte. Sotto al mazzo mettete Q di fiori, K di picche e J di quadri. 2Quando si estrae il mazzo di carte per iniziare l’esperimento, si può fingere di cercare le carte che ci serviranno . 3

    Mostrate le carte in modo casuale alla spettatrice; sono ovviamente diverse tra loro. La spettatrice le m e s c o l a , s q u a d r a i l mazzetto e guarda l’ultima c a r t a . M e n t r e a v e t e l’intero mazzo di carte, giratelo a faccia in su, tenendo una separazione con il mignolo sotto alla t e r z ’ u l t i m a c a r t a (praticamente il mignolo tocca il dorso della Q di fiori) . Fatevi dare i l mazzetto dopo che la spettatrice lo ha di nuovo

    mescolato. Prendetelo con la mano libera e, come per

    Ho utilizzato in questo esempio le stesse carte dell’effetto di “Art of Magic”; il 2mio è solo un omaggio, ovviamente. Dopo aver capito il principio le carte potranno esser cambiate e pure aumentate, sei o sette ad esempio, inserendo anche carte numeriche.

    Volendo potete anche perderle nel mazzo e cercare al momento quelle che ho indicato 3come prime 4 carte in modo da far sembrare la ricerca ancor più casuale.

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Dalla prima pagina di Mahatma,Vol.IX, n.2,

  • squadrarlo, aiutatevi con la mano che tiene il mazzo, aggiungendo così le tre carte sopra alla separazione . 4A questo punto avete 7 carte in una mano ed il mazzo di carte nell’altra. Posate il mazzo di carte, guardate le 7 carte (per la spettatrice sono 4) e, fingendo di cercare la carta giusta, spostatele e fingete diversi tentativi (tirate fuori l’attore che è in voi). A questo punto prendete le prime 4 carte come fossero una sola, dichiarando che si tratta della carta pensata e mettendola in tasca. Per la spettatrice avrete messo una sola carta in tasca. Ora avete 4 carte in tasca e tre carte in mano; consegnate queste 3 carte alla spettatrice, facendovi dire il nome della carta pensata. Mentre la spettatrice fa cadere le carte sul pavimento per vedere che non ci sia la carta scelta, con la mano andate in tasca e prendete la carta nominata (sono solo 4 carte e, tenendole nell’ordine fiori-cuori-picche-quadri è facile). Estraete la carta e godetevi il momento magico ma soprattutto ... DIVERTITEVI.

    Se avete qualche domanda, se vi è piaciuto l’effetto o meno, fatemelo sapere! La mia mail è [email protected] o [email protected] Se passate da Roma ci possiamo incontrare di persona; il mio negozio di magia si chiama TRA PALCO E REALTÀ (piazza della Rovere 93, Roma)

    Come avrai notato non nomino mano destra o sinistra, ma le mani si distinguono per il 4loro ruolo nell’effetto, in questo caso se sei mancino o destrimano non avrai problemi a seguire le azioni.

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    mailto:[email protected]:[email protected]

  • Gemini reading di Matteo Filippini


    Eccovi una piccola idea dedicata a chiunque ami fare reading (vedi anche rubrica a pag. 35) . Sfrutta il buon vecchio e geniale principio di Karl Fulves, tratto dal suo effetto Gemini Twins (su Self Working Card Tricks). L’idea è quella di utilizzare un mazzo di tarocchi in modo da dare alla routine un sapore più misterioso. Uso sempre questo effetto quando faccio serate di mentalismo one-on-one nel caso, come spesso capita, vengano al mio tavolo due ragazze/donne.

    Fate mescolare il mazzo di tarocchi ad una delle due donne quindi, stendendolo a nastro sul tavolo dite “come vedi, avendo mescolato i tarocchi, il loro ordine è assolutamente casuale”. Notate la carta in cima e quella sul fondo del mazzo - ad esempio in cima si ha il tarocco Le Stelle ed in fondo Il Matto. Squadrate i tarocchi, girandoli a faccia in basso. Prendete due biglietti da visita e, sulla parte con le vostre informazioni, scrivete il nome di ognuna delle due spettatrici, Paola ed Elisa ad esempio.

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  • Quindi, sulla parte bianca del biglietto di Paola, scrivete ad esempio “ogni esperienza di vita ti porterà tra le stelle” e su quello di Elisa “creatività...sogno...nuove idee...come il Matto” (ovviamente sono solamente degli esempi di mini-reading; usate il vostro testo!). Consegnate a l le ragazze i rispettivi biglietti, con quanto appena scritto girato verso il basso, dicendo che avete scritto delle sensazioni di getto che le riguardano. La curiosità è donna e l’hook emozionale appena creato è davvero potente. Ora pregate la prima spettatrice, Paola, di prendere i tarocchi e, pensando a sè stessa in questo preciso momento della vita, di servire una carta per volta di dorso sul tavolo fino a quando non senta l’impulso di fermarsi. Una volta fermatasi, prendete il biglietto di Paola e ponetelo in cima alle carte sul tavolo quindi chiedetele di porre il resto del mazzo sopra alle carte con il biglietto. Ditele “Questo biglietto sei tu, nel corso della vita, esattamente in questo momento ...”. In tal modo il biglietto da visita si troverà sotto al tarocco de Le Stelle. Ora chiedete ad Elisa di ripetere la stessa procedura; il suo

    biglietto si troverà sotto alla carta de Il Matto. Squadrate i tarocchi e fate una breve lettura a freddo per ognuna delle due spettatrici, qualcosa che sia ovviamente attinente con quanto scritto sul biglietto e che riconduca ai due tarocchi. Dopo il reading, stendete i tarocchi a nastro sul tavolo, spingendo fuori dallo spread i biglietti e le carte alla loro destra. Girate, uno per volta i due tarocchi, mentre dite “con i biglietti avete segnato due punti del mazzo di tarocchi...due carte precise...Le Stelle e Il Matto”. A questo punto, ribaltate uno alla volta i biglietti e leggete quanto avevate «predetto», ricapitolando il breve reading che avevate fatto per Paola ed Elisa: non solo avrete eseguito delle letture accurate, ma pure predetto i due tarocchi. Nonostante l’estrema semplicità del metodo, si tratta di un effetto che ho proposto decine di volte in situazioni intime, formali o meno, riscuotendo sempre un ottimo successo proprio perché, come in altri effetti che si servono del cold reading, gli spettatori amano sentir parlare di sé stessi, amano che il performer racconti la loro storia attraverso la magia.


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  • Mentalia

    MI HA QUASI UCCISO di Gabriele Rossi

    Avevamo da poco finito la serata... e che serata! Era stato il miglior Mentalism Friends, tutti eravamo felici. Come sempre, tra amici, andiamo a bere una birra e fare qualche risata. Qualcuno mostra un effetto, altri parlano di un metodo e altri ancora discutono di argomenti goliardici. Nessuno poteva immaginare che da li a poco, sarebbe calato il gelo. Vi dirò di più, non me lo meritavo... U n M e n t a l i s t a c o n l a M m a iu s c ol a , mo s t r a q u a t t r o sottobicchieri, chiede di spostarne due e prenderne uno (qualcosa dovrebbe esservi chiaro) poi fa nominare una carta da gioco. Il mal capitato nomina jack di quadri (non me lo scordo finchè campo) viene fatto girare il sottobicchiere, ebbene si...siete Mentalisti (sempre con la M maiuscola se state leggendo questa rivista!) perciò non vi devo dire cosa ci fosse scritto sotto. Non me lo meritavo, dopo anni e anni di studio su ACAAN e carta

    pensata, non me lo meritavo, dopo tante notti insonni passate a fare ricerche, non me lo meritavo per tutti i soldi spesi in libri e acquisti su questi argomenti, ma... è quello che è successo!!! ;-) :-) Giustamente è banale, un pre-show o magari una “comparata”, allora il Mentalista si rivolge a un altro tavolo e chiede di pensare ad un fiore comune, scrive dietro altri quattro sottobicchieri, fa s p o s t a r e i n a v a n t i d u e sottobicchieri e ne fa prendere u n o , f a n o m i n a r e i l fiore...purtroppo si, avete intuito era proprio quello pensato. Giro gli altri sottobicchieri, nei primi c'erano altre carte e nei secondi altri fiori. Non me lo meritavo... ;-) Alle 4:32 del mattino, in hotel, n o n o s t a n t e c i n q u e o r e d i macchina del mattino e tutta la giornata con relativa esibizione, non riuscivo a prendere sonno. Decisi di suicidarmi con il phon dell' albergo nella doccia ;-) :-)

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  • Per fortuna lo zio Matt (il Maestro Matteo Filippini che per me è la nostra risposta italiana allo zio Bob) mi aveva dato degli spunti, fu lì che ideai un metodo che pur non essendo un sure-fire, ha buone probabilità di riuscita e lascia di sasso. Si ispira ad un noto lavoro di Osterl ind ma la procedura è a quattro biglietti o sottobicchieri proprio come il miracolo che avevo visto fare per ben due volte. Il giorno dopo al Mentalism Friends, lo provo per tre volte, due volte riuscito e una no. La vera soddisfazione arriva qualche sera dopo, perchè testandolo sul pubblico, si ha la vera percezione della forza dell' effetto. Riuscito d u e v o l t e s u d u e . . . g i o i a immensa!!!

    La vera lezione di tutta la storia è che non si finisce mai di imparare, e s i s t o n o m e t o d i c h e n o n c o n o s c i a m o e c h e n o n conosceremo mai. Dobbiamo però essere felici di poter camminare sulle spalle dei giganti, perchè alla fi n e d e i c o n t i , e s s e r e u n M e n t a l i s t a n o n s i g n i fi c a c o n o s c e r e T U T T O ( c o m e dichiarano alcuni) piuttosto direi che è uno stato mentale, riuscire ad essere in sintonia con il mondo che circonda. Per questo quando il vostro Maestro o collega vi corregge, ringraziatelo due volte, l a p r i m a p e r c h è v i s t a trasmettendo il suo sapere, la seconda perchè vi reputa all' altezza di comprenderlo.

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  • Anche tu hai fatto i 13 gradini? di Federico Ferrari


    Sono andato a rivedere alcune discussioni aperte su vecchio forum ad accesso riservato e ne ho ritrovata una che ricordo come una delle discussioni che più ha creato dibattito in assoluto: quale è lo scritto che un Mentalista dovrebbe considerare la propria “ B i b b i a ” ? Q u a l e l i b r o u n Mentalista che si fregia di essere un professionista deve per forza aver letto? Ho notato con una certa curiosità che il dibattito in questione, nato pressoché intorno ad autori e titoli di libri, ha rivelato quanto conoscere la storia di qualcosa, sia una precondizione determinante che diventa essa stessa prova dell’autorevolezza e serietà della

    singola identità di artista. È come in una qualsiasi professione: generalmente, ci si aspetta che u n o p s i c o l o g o a b b i a l e t t o “L’interpretazione dei Sogni” di Freud e che sappia riassumerne il pensiero. Come se, a prescindere d a l f a t t o c h e s a p p i a , effettivamente e concretamente fare lo psicologo, non aver letto un libro considerato il masterpiece di uno degli esponenti più influenti del proprio ramo di competenza, ti renda meno titolato dal fare quello che fai, rendendoti un amatore capace, tutt’al più. Non so dire se questa tendenza ad usare la storia o la letteratura, come vera e propria arma per misurare la propria autorevolezza

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  • sia una propensione squisitamente nostrana. Non capisco se questa gara a chi ce l’ha culturalmente più lungo sia, di fatto, una questione tutta italiana, vuoi per abitudine o per cultura visto che possediamo, noi da soli, circa l’80% del patrimonio artistico-culturale mondiale, oppure sia presente anche all’estero. A questa domanda non riesco a rispondere e ammetto che mi ci raccapezzo parecchio. P r o v a t e a s e g u i r e i l m i o ragionamento: se io ho un problema al cuore tale per cui devo sottopormi ad un intervento il sala operatoria, il mio pensiero primario e prioritario è che il cardiochirurgo sappia usare il bisturi, non se prova simpatia per le teorie di Veronesi, se si è fatto una opinione sui libri del Dottor Mozzi o se è convinto che il sesso t a n t r i c o f a v o r i s c a l a conservazione dei vasi sanguigni. Se mi risveglierò dall’anestesia sarò ben felice di fargli da portaborse in tour di conferenze, ma al momento, l’unico libro di cui mi preoccupo che abbia letto è quello sul quale ha studiato come si impugnano i ferri, come è fatto un cuore e come diavolo debba fare a richiudermi. Io sono interessato ad un obiettivo molto concreto: restare vivo. Che

    poi lui sia convinto che per le operazioni al cuore Bach stimoli le connessioni neurali meglio di Chopin, fattacci suoi. A me interessa che raggiunga i l risultato. Il resto sono chiacchiere da bar. Invece noto, e non solo nel Mentalismo, che nascono spesso vere e proprie competizioni m o n d i a l i d i s a l t o d e l l a chiacchiera, ai cui vincitori spetta spesso il premio di maggiore esperto che per un intricato - e a me ignoto - meccanismo sociale spesso viene fatto coincidere d i r e t t a m e n t e a l t i t o l o d i competente, che in termini più poveri sta per: bravissimo. Quindi sapere equivale a saper fare? Sempre? Vi riassumo la discussione che fu, in breve. I famosi 13 Steps del Corinda sono un titolo che anche il ragazzino che poco poco ha cercato su Google “Mentalismo” vi ci è cascato sopra. Uno scritto degli anni Sessanta del Novecento che ancora oggi è nominato come “La Bibbia del Mentalismo”. Il vero libro, l ’ i n i z i a z i o n e , l a c o m p l e t a conoscenza di base di tutto lo s c i b i l e d e l M e n t a l i s m o è considerato presente nel Corinda.

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  • La questione che ha infiammato il dibattito è nata intorno a due punti nodali. Considerate che la domanda che introduceva il dibattito era: Se dovessi consigliare un libro ad un ragazzo o ad una ragazza che inizia oggi a studiare mentalismo, quale libro gli consiglieresti? Naturalmente il Corinda è saltato fuori, tempo un quarto d’ora. Dalla sua nomina il dibattito si è spostato totalmente intorno a quel libro, modificando sensibilmente la domanda in: Considerate I Gradini del Corinda una lettura alla portata di un totale neofita? La detonazione di idee, valori e credi ha raggiunto livelli nucleari in poco tempo. Le fazioni erano visibilmente divise in due: chi sosteneva imperterrito il fatto che il Corinda fosse la necessaria lettura iniziale del neofita e chi, invece, considera quello stesso scritto alla portata di palati più navigati dato proprio dalla distanza temporale tra quello che era al momento dello scritto e quello che è oggi quando viene letto, e che un neofita non sarebbe in grado di fare i dovuti distinguo. La seconda questione, che si è aperta in relazione alla prima, verteva su quale fosse il sostituto migliore del Cordina tra quelli

    che lo consideravano appunto una lettura impegnativa. Ho letto critiche e recensioni degne della giuria di Stoccolma. Da Cass idy ad Annemann, passando per Maven o Fulves. Si è parlato addirittura anche dei libri di “Mentalismo Autoriale” (come se esistesse uno scrivere di Mentalismo Oggettivo e uno Soggettivo, anzi come se esistesse uno scrivere oggettivo…) ovvero un approccio al Mentalismo che risente molto profondamente delle convinzioni e dei valori di chi scrive, parlo ad esempio dei libri contenuti nei volumi di Opera Omnia di Aroldo Lattarulo o nei libri di Al Berth. Quindi, come uscirne? P e r s o n a l m e n t e r i t e n g o l a domanda di partenza sbagliata per p r i n c i p i o . No n s i d i v e n t a Mentalisti leggendo libri. Alcuni p o s s o n o a i u t a r e m o l t o , accompagnare nel percorso di crescita e scoperta della propria identità artistica. Ma sono, restano e rimangono un supporto. È come avere la pretesa di imparare un’arte marziale da un manuale solo perché ha le figure. Al neofita che sia seriamente interessato ad iniziare il suo percorso artistico all’interno del Mentalismo, tutto ciò che deve

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  • leggersi è la sezione “chi siamo” del Club Magico a lui più vicino, la “biografia minima” dei docenti (soprattutto di Mentalismo) e la sezione “Costi e modalità di iscrizione”. Punto. Deve prima imparare ad usare il bisturi. E che quello che glielo insegna consideri il Corinda una lettura semplice o complessa, non è importante. Almeno non nel c a s o s p e c i fi c o . D e v e s o l o insegnargli ad usare il bisturi e lui deve diventare concretamente abile nel farlo. Per farsi un’opinione sugli autori, sugli scritti e sul tipo di filosofia mentalistica a lui più vicina avrà tempo. L’importante è che sappia che i dati di fatto sono davvero l’unica cosa che conta e che il mercato, i futuri clienti che lo ingaggeranno, i suoi colleghi, lo dovranno valutare sulla base di quello che fa e dei risultati che ottiene. Il Corinda è stato il primo libro di Mentalismo che ho letto. Poi ne ho letti altri. Dopo aver maturato un minimo di esperienza l’ho riletto. Ora ho un pensiero più chiaro in merito. Ma nonostante ciò,

    aspetto con ansia il Mentalista che farà faville senza sapere chi sia il Corinda e che come libri consiglia Intelligenza emotiva di Goleman o Come trattare gli altri e farseli amici di Carnegie. Terrei d’occhio quell’artista perché ha capito molto bene la differenza tra cultura, conoscenza e competenza. Cercherei di farmelo amico, perché probabilmente lui o lei sarà il prossimo Corinda.

    C

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  • TROPPE INFORMAZIONI? di Aroldo Lattarulo 


    Qualcuno – e fra un attimo vediamo chi – potrebbe dire: “Ma tutti 'sti corsi de mentalismo, 'sti libri, e mo' pure 'ste riviste... so' troppe cose... troppa robba...”. P e r v a l u t a r e i l s e n s o e l ' intell igenza di un s imile pensiero, possiamo semplicemente pensare a qualsiasi altra area di interesse: la medicina, il diritto, l'arte, la letteratura, la cucina, il calcio, la religione, ecc. Quando un medico, un avvocato, un cuoco, un giornalista ecc. s m e t t o n o d i a c q u i s i r e informazioni, di aggiornarsi, di leggere, di informarsi? Mai, ovviamente.

    Anzi, più riescono a leggere, studiare, sapere, collezionare... e meglio è, più la loro cultura sull'argomento aumenta, e di pari p a s s o a u m e n t a l a l o r o professionalità nel settore di competenza. Insomma, il discorso su “quanto materiale assorbire” è collegato, evidentemente, al valore che diamo, nella nostra vita, al fattore cultura, in riferimento al settore di nostro interesse. Da oltre venti anni mi arriva, mensilmente, la rivista Vibrations, dedicata al mentalismo.

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  • In più, per non farmi mancare nulla, ho pure acquistato le annate precedenti... Mi servono davvero centinaia e centinaia di numeri della stessa rivista? Sì: ogni volta, ogni mese, ad ogni lettura trovo degli spunti di r i fl e s s i o n e c h e s o n o u t i l i , motivazionali, fonte per ulteriori e personali idee, oltre al fatto che alcune informazioni sono davvero g e n i a l i ( c e r t i m e t o d i , i n particolare). Attenzione: non è che nella rivista s i a n o d e s c r i t t i o g n i m e s e “miracoli” introvabili altrove. Nella rivista talvolta le riflessioni si ripetono (sulla gestione del pubblico, sulla presentazione degli effetti, sulla costruzione delle routine, sugli errori, sull'organizzazione, ecc.), ma ogni volta – essendo diversi gli autori degli articoli – i punti di vista sono diversi, e e le diverse visioni creano un background culturale che prima o poi torna utile.... Non solo: col passare del tempo io stesso – come tutti voi – sono d i v e r s o , e q u i n d i l e g g o diversamente ed interpreto diversamente ciò che leggo. Ma a parte le riflessioni su argomenti classici e già trattati da altri, nella rivista si accumulano,

    inevitabilmente, anche cose nuove, effetti, presentazioni, concatenazione d i metodi , esperienze, invenzioni... E questo succederà anche con/in Gargoyle, ovviamente. Il discorso sulla inesistente sovrabbondanza di argomenti si estende, naturalmente, anche a t u t t o i l r e s t o d e l l ' off e r t a disponibile nel settore del mentalismo (corsi, effetti, video, libri...), P e r c h i è D A V V E R O appassionato non esiste un limite a l m a t e r i a l e d a l q u a l e “abbeverarsi”. Se un limite c'è, è quello economico. Ciascuno ha i suoi limiti di spesa, e su quelli non si discute. E un altro limite, ovviamente, è dato anche dalla provenienza non professionale o notoriamente di scarsa qual ità di un certo prodotto. Ma all'interno di detti limiti... uno dovrebbe porsi la domanda: “Davvero c'è una rivista o un corso o un libro che non mi serve, se il Mentalismo è parte della mia vita?”

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  • Maledetto ego di Gabriele Rossi

    Su quelle che sono le opportunità di esibizione, si potrebbe parlare per ore, giorni, mesi o anni. Personalmente reputo che non ci si debba mai esibire gratis e in situazioni sbagliate. Si può essere anche non professionisti ma b i s o g n a e s s e r e s e m p r e professionali, soprattutto se volete elevarvi da mentalisti a Mentalisti (da queste parti la M maiuscola devi sudartela) ;-) Un episodio che ho pagato a carissimo prezzo, è avvenuto neanche troppo tempo fa, circa due anni. Ho imparato che il proporsi da soli e per di più in un ambiente totalmente sbagliato, può portare solo a pessimi risultati. Ma andiamo con ordine... Curiosi?!?! ;-) Era un matrimonio di amici, uno come tanti altri. Esco sempre di

    casa preparato, anche se torno quasi sempre senza aver fatto nulla. La forza di non essere professionisti è quella di potersi esibire come e quando si vuole, sfruttando quindi al massimo le situazioni. Avendo qualcosa di preparato e facendolo sembrare estemporaneo, l' impatto diventa assai più forte su chi assiste. Purtroppo c' erano diverse persone che avevo incontrato ad eventi precedenti (i classici amici di amici). Fin da quando arrivai, cominciarono le richieste (assai i n o p p o r t u n e ) d i m o s t r a r e qualcosa. Sono stato perseguitato dall'arrivo in chiesa fino al ristorante, riuscendo in un modo o in un altro a defilarmi. Giunti alla torta in giardino, le persone in stato di ebbrezza avanzato (per u s a r e u n e u f e m i s m o ) cominciarono i classici trenini e

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  • brindisi vari. Felicissimo tra me e m e , r i fl e t t e v o c h e l 'a v e v o scampata e che per l'ennesima volta sarei tornato a casa senza aver fatto nulla. Il fratello di un signore che aveva visto qualcosa in una precedente occasione mi disse che gli dispiaceva moltissimo non aver potuto anche lui vedere qualcosa; la sua compagna poi, molto appassionata di CNV vista in varie serie televisive, mi disse che che la prossima volta avrei dovuto far vedere almeno una lettura muscolare. Mentre mia moglie salutava i vari amici e gli sposi mi sentivo estremamente sollevato; finalmente me andavo senza aver fatto nulla ... poi sentendo parlare i due fratelli e la ragazza su quelli che erano i miei prodigi nel campo del “Body Language” una vocina, quella s tramaledetta schifos i ss ima vocina, scavò in profondità fino al flagello dell' uomo: la vanità/presunzione. Come direbbe lo zio Matt (Matteo Filippini) usando dei termini in dolce stil novo che lui tanto a d o r a . . . “ G a b r y s e i u n co******!!!” ;-)

    Chiamai la coppia in disparte per fare una cosa velocissima, tanto nessuno lo noterà ... ci appartiamo dietro i l r i s torante . . . c 'è

    addirittura un tavolo (meglio di così); le faccio scrivere un nome che poi determinerò in base al suo modo di nominare vocali e consonanti. A breve mi sarei ritrovato nel peggior momento della mia vita mentalistica. Arrivò il fratello che aveva assistito ad una mia perfomance precedente, seguito da altre trenta persone ubriache e moleste. La cosa peggiore in assoluto è che cominciò dicendo che tanto avevo già letto il biglietto. Passai dopo, nonostante dicesse a tutti come facessi (anche se il metodo era un altro), a quello che è il mio cavallo di battaglia, le carte. Altro errore devastante, perchè disse subito che tanto sapevo fin da prima che carta avrei preso, rivelò perfino un OOTW che non avevo mai sbagliato fino a quel momento ... rovinò perfino il bel ricordo che a v r e i d a t o a l l a r a g a z z a , contentissima di come avessi rivelato il nome pensato. Se non fosse stato alto due 2,05 metri con relativi 180kg di peso, gli avrei dato un bel cazzotto sui denti ... riuscii a defilarmi con la scusa di mia moglie che mi chiamava, mi avvicinai e le dissi di andare via di corsa. In macchina seppi da mia moglie che è, o meglio era, amica di questo “signore” che era rimasto

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  • molto male dalla mia precedente e s i b i z i o n e , p e r c i ò s i e r a particolarmente informato sul mentalismo e probabilmente covava questa vendetta, per che cosa poi?!? Gridava a voce alta: “Te li sgamo tutti, non hai possibilità di truffarmi”. Quanto di peggio possa esistere nell' ambiente magico in generale, dove la regola numero uno è proprio quella di non creare sfida con chi assiste. Ci r imas i ta lmente male, che telefonai al mio Maestro per raccontare l'accaduto ed essere rincuorato ... mi disse che a lui non era mai successo!!! Lacrime, lacrime e lacrime per me. Non sono riuscito a fare o leggere nulla per diversi giorni. Misi insieme tutti i pezzettini di orgoglio sparsi un po' ovunque; appresi una lezione davvero i m p o r t a n t e . . . n e l l i b r o “Mentalismo per pochi eletti” di Aroldo Lattarulo vengono spiegati due dei punti che avevo

    trascurato (e dire che è fisso sul mio comodino): il risultato è stata questa Caporetto mentalistica. Non posso pretendere di esporvi qui i preziosissimi punti in questione, vi dico solamente che se non siete pagati, non potete avanzare richieste, visto che vi siete proposti. Quando una vocina interiore vibra profondamente nelle vostre corde dell' anima, datele retta, eviterete disastri. Ovviamente il compito di ogni Mentalista è osservare qualsiasi situazione a 360 gradi, perciò a distanza (di diverso) tempo, posso dirvi di aver fatto tesoro di questa esperienza negativa, pur sempre esperienza. Discutere con uno spettatore ma soprattutto insistere c o n e ff e t t i è u n a v e r a stupidaggine. Sul perchè il problema non dovrebbe porsi in seguito a l vostro car i sma/autorevolezza, è un discorso troppo lungo e importante che rimandiamo a futuri articoli.


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  • gargoyle vs EDM di Aroldo Lattarulo 


    In occasione della pubblicazione di questo numero zero, voglio chiarire un dubbio che mi è stato segnalato da un amico, e che credo possa interessare all’intera c o m u n i t à m e n t a l i s t i c a ( o q u a n t o m e n o a c o l o r o c h e comprano libri ...). Ma, sostanzialmente, Gargoyle c o s ’ h a d i d i v e r s o dall’Enciclopedia del Mentalismo (EDM) che il sottoscritto sta p u b b l i c a n d o , i n s i e m e c o n Federico Ferrari e (da qualche tempo) anche con l’intervento di Matteo Filippini per alcuni aspetti? La differenza tra i due prodotti è enorme. Diciamo che l’unica (ovvia) caratteristica comune è che trattano la stessa materia, il mentalismo. Per il resto i prodotti sono del tutto diversi. L’EDM è nata, viene pubblicata e continuerà ad essere pubblicata, per dare una forma scritta a tutto quello che personalmente ho trattato/detto/mostrato nei tanti corsi online e live che ho prodotto e produco autonomamente o in

    collaborazione con altri, da dieci anni a questa parte. La presenza di Federico Ferrari, che ho chiamato a collaborare, serve a ri-elaborare tutto il materiale in modo che vengano fuori nuove idee, nuovi spunti, nuovi argomenti, PUR SE il contenuto dell’EDM - come ho d e t t o - è c o m p o s t o sostanzialmente dal materiale che h o p r o d o t t o e d e l a b o r a t o personalmente. Detto materiale, ripensandoci, è davvero cospicuo e copre, in fondo, tutt i gl i argomenti rilevanti del mentalismo e degli a r g o m e n t i c o n n e s s i (comunicazione, psicologia, formazione). In più, cerchiamo di dare alla struttura dell’opera una certa impostazione utilmente didattica, secondo la quale alcuni argomenti vengono trattati prima di altri per un più efficace apprendimento. Ad opera conclusa, insomma - per quanto nelle nostre possibilità e capacità - avremo dato alle stampe un prodotto organico che, auspichiamo, terrà fede al titolo che gli abbiamo dato.

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  • Gargoyle è un prodotto del tutto diverso. Non si basa su di me, anzi! Ho/abbiamo voluto che “l’autore” indicato fosse The Mental Crowd, un numero indefinito di persone, ciascuno con le sue idee, proposte, racconti, esperienze. G a r g o y l e , p e r q u e s t a s u a caratteristica “scapigliata” non potrà avere l’organicità e, se vogliamo, la capacità didattica dell’EDM, ma avrà un diverso tipo di appeal. Coloro che già conoscono l’EDM ed ora leggono questo numero z e r o d i G a r g o y l e … g i à percepiscono la netta differenza tra i due prodotti. Sono anche diversi i tempi di uscita: l’EDM viene pubblicata grosso modo ogni tre mesi, mentre

    le uscite dei primi nove numeri di Gargoyle avverranno ogni 40-50 giorni. Una domanda stupida, quindi, sarebbe chiedersi quale è la migliore, tra le due pubblicazioni, visto che si tratta di prodotti del tutto diversi. E siccome si tratta di prodotti diversi, come ho già scritto altrove, il limite all’acquisto delle due pubblicazioni (nessuno dei due, uno o l’altro, oppure entrambi) risiede esclusivamente in eventuali limiti economici. Non in altro, se davvero vi interessa il Mentalismo.

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  • Vita da reader

    Il Blocco del reader di Matteo Filippini


    Un breve preambolo. Questa sezione della rivista è dedicata al reading in tutte le sue forme, sia esso un reading ‘puro’ che una qualsiasi lettura impiegata nel corso di una routine, effetto, etc. Come già ampiamente detto nel corso di queste pagine Gargoyle non vuol esser un corso base; si s o t t i n t e n d e g i à u n a c e r t a conoscenza e/o abilità a riguardo di certi argomenti come, appunto, reading (cold, hot, etc). Parliamo stavolta del ‘blocco del reader’, situazione se vogliamo simile al celeberrimo blocco dello scrittore. Ma se per lo scrittore, magari, basta una passeggiata o qualche altra attività per svagare la mente e r iacquistare la necessaria creatività, il reader non può certo permettersi di andare in stand-by di fronte alla persona che sta leggendo! Diciamo che tale blocco può avvenire per numerose ragioni, piuttosto diverse tra loro. Il primo gruppo di ragioni può essere ricondotto ad un errato apprendimento del modo di fare

    r e a d i n g , s o p r a t t u t t o s e s i affrontano le lettura con la mentalità tipica del prestigiatore: sete di hit! Se vi approcciate al reading, illudendovi che ogni vostra dichiarazione diventi un hit sicuro, forse la lettura a freddo non fa per voi. Quindi, ottima regola da tenere a mente: niente inutili velleità di hit sicure/continue. Vi assicuro che sono state decine le letture da me offerte in cui non ho preso una sola cosa. E quindi? F i g u r a c c e ? Ni e n t e affa t t o ( e v e n t u a l m e n t e i l c o l l e g a prestigiatore - mi è successo - si prenderà gioco di voi, preparando il mazzo di carte ed il proprio ego per stupire la persona che stavo leggendo con una straordinaria produzione d’assi ... e a volte è successo che la persona tornasse da me, dopo una decina di effetti di cartomagia, dicendomi “sai che però, pensandoci bene, quel posto di cui parlavi mi ricorda ...”). Ricordate SEMPRE che state parlando della cosa che più interessa allo spettatore: se stesso.

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  • Ciò è un vantaggio straordinario, se ci pensate. E le vite delle persone sono terribilmente simili tra loro, perlomeno per ciò che riguarda tutta una serie di esperienze comuni attraverso le quali passiamo tutti. Altro importante fattore: il reading è spesso soprattutto ASCOLTO! Ricordo una sera in un pub in compagnia di alcuni maghi ed un collega mentalista (che, purtroppo per lui, non ha mai smesso di essere mago dal punto di vista dell’approccio). Il mentalista propose di fare un reading ad una ragazza. Vi furono 2/3 hit notevoli, tra cui il nome di una persona cara. La ragazza rimase apparentemente colpita a fine lettura mentre il mio collega, senza nemmeno aspettare che essa si allontanasse, cominciò a c o m u n i c a r e c o n t u t t o i l linguaggio non verbale possibile quanto si sentisse figo in quel momento. Non dico che non abbia fatto bella figura, tutt’altro. Penso solo che alla ragazza non sia rimasto nulla, se non lo stupore di qualcosa di inspiegabile ed irrazionale (“come diavolo poteva sapere quelle cose di me?”). Dal mio punto di vista, se alla ragazza fossero state poste delle domande, se il mentalista avesse creato empatia, rapport, dialogo e

    scambio di emozioni/sensazioni, probabilmente si sarebbe portata a casa una vera e propria esperienza. Ma sono approcci e punti di vista diversi. Una volta conquistata la pace mentale necessaria per affrontare un reading (senza nessuna fame di hit e con l’ego ben calibrato!), anche nel caso in cui le cose non vadano come ci si aspetta, molteplici sono gli escamotage e gli approcci da adottare per uscire da una situazione di blocco. Vediamo uno strumento poco utilizzato, a mio parere molto potente. Se non siete assolutamente novizi, avrete di sicuro sentito parlare di A To Z Psychometry di Richard Webster; si tratta di un sistema assolutamente semplice ma incredibilmente efficace per stimolare il proprio intuito nel corso dei reading. Il ‘metodo’ consiste nel ricavare una lista di «parole chiave», sfruttando le varie lettere che compongono il nome della persona che state leggendo (sitter); parole chiave dalle quali partire per generare/richiamare frasi stock o semplicemente s ol le c i t a r e l ’ i nt u i t o ( a r m a p o t e n t i s s i m a a n o s t r a disposizione). Poniamo il caso di dover fare del reading ad una

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  • r a g a z z a d i n o m e A l e s s i a ; prendiamo le varie lettere che compongono il nome e creiamo una lista di parole che iniziano con ognuna delle lettere:

    A (adattamento, sapersi accettare, andare avanti)

    L (lealtà, libertà, lavoro)

    E (essere, empatia, eclettica, esternare)

    S (serenità, sincerità, solitudine)

    I (indipendenza, immaginazione, impegno, intimità)

    Semplicemente servendoci delle parole chiave ricavate dal nome «Alessia», si può facilmente sviluppare una lettura di questo tipo:

    “Con il tempo e le esperienze accumulate hai sviluppato una considerevole capacità di accettare sia te stessa che gli altri (+). La vita ti ha spesso messo con le spalle al muro, ma tutto questo bagaglio di vissuto ti ha reso sempre più forte, facendoti andare avanti a testa alta, anche tra mille difficoltà (+). Conosci il valore della lealtà e le persone che ti sono vicine sanno di potersi fidare di te, sempre. Sei empatica e spesso sei un vero e

    proprio esempio per i tuoi cari. Nonostante tu sia una persona indipendente, che ama la propria libertà, gli amici sanno di poter sempre contare sulla tua sincerità (+). Metti molto impegno nel tuo lavoro, anche se il tuo esser eclettica ti permette, nei momenti di solitudine ed intimità, di lasciare che la tua immaginazione possa volare liberamente (+)”.

    Guardate come e dove ci si può spingere semplicemente usando le parole chiave tratte dal nome «Alessia». I punti segnati con (+) sono dei rinforzi positivi, piccole lusinghe che non possono che portare il sitter ad accettare gran parte della nostra lettura.

    L’idea di creare una lista di parole chiave, partendo dalle lettere di un nome proprio è di Ken De Courcy. Richard Webster, come d i c e v o , h a u l t e r i o r m e n t e sviluppato tale possibilità.

    Sul mio libro Magia Oltre La Magia ho scritto una sostanziosa lista di parole corrispondenti a tutte le lettere dell’alfabeto. Create una vostra personale lista di termini, allenandovi a costruire delle letture «al volo», magari partendo dalle lettere del nome di amici e parenti. E lasciate che l’intuito faccia il resto.


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  • CRUCIMENTAL

    1 – Il nome di Annemann

    2 – Può esserlo la choice

    3 – Lee, quello di Syzygy

    4 – I nostri “gradini”

    5 – Pseudonimo di Otto Dalla Baratta

    6 – La sbirciata…

    7 – Il Brown mentalista

    8 – Magicamente improvvisato

    9 – Nel mentalismo si usa il binario

    10 – Psychic Entertainers Association

    11 – Gargoyle di casa nostra

    12 – Può essere doppia…

    13 – Il tear tradizionale

    14 – La N della ONL

    15 – Può farsi con un book

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  • Cosa troverete nel numero 1? di Aroldo Lattarulo

    Il prossimo numero vedrà la luce verso metà settembre (bisogna aspettare che la tipografia riapra dopo le ferie…) e sarà diverso dal numero zero che avete appena letto. Sarà diverso nella quantità, come prima cosa. Il numero di pagine sarà il doppio (indicativamente), e il volume sarà disponibile soltanto in forma cartacea. M a s a r à i l c o n t e n u t o , principalmente, ad essere diverso. In questo numero zero abbiamo parlato soprattutto della rivista, del come è nata l’idea, della differenza con prodotti soltanto apparentemente simili, della Mental Crowd… più qualche breve “assaggio” di mentalismo. Nei prossimi numeri, invece, il focus sarà totalmente incentrato sul mentalismo, com’è ovvio. Si parlerà di metodi, di strategie, di presentazioni, di idee, di storia, di racconti, di delusioni e di successi. S t i a m o r a c c o g l i e n d o e d organizzando gli articoli che diversi di voi ci stanno già inviando, e siamo felici di questo appassionato ed appassionante

    riscontro che questo prodotto sta o t t e n e n d o n e l m o n d o d e l mentalismo italiano. Non mi azzardo a dirvi quali sono i “nomi” che compariranno nel prossimo numero, perché al momento non abbiamo ancora completato le scelte editoriali: ci sono arrivati molti contributi estremamente interessanti e dobbiamo dividerli organicamente per le varie uscite, facendo in modo che in Gargoyle siano sempre rispettate le due linee guida, quella della validità dei c o n t e n u t i e q u e l l a d e l l a “freschezza” dell’esposizione. Posso soltanto anticiparvi che di sicuro troverete nomi di alto profilo… I n s o m m a , v o g l i a m o c h e “godiate” di questa rivista, mescolando il piacere della lettura alla sua utilità. Ricordate che potete sempre contattarci per conoscere le modalità di partecipazione (con articoli, recensioni, racconti, ecc.). E ricordate anche, comunque, di i n v i a r c i c o n s i g l i s u c o m e migliorare il prodotto. Nessuno di noi ha la presunzione di avere in

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  • tasca la verità, e quindi ogni suggerimento è molto ben accetto. In ogni caso, verità o non verità in tasca, vi invitiamo a procuravi il n u m e r o 1 , q u a n d o s a r à

    disponibile, perché crediamo proprio che vi piacerà. Ed ora, spazio alla pubblicità e… restate con noi!


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