Rivista dell’associazione nazionale Medici caRdiologi ... · Mario Chiatto Co - Editor Domenico...

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GENNAIO/FEBBRAIO • MARZO/APRILE 2012 N°185 - 186 RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI CARDIOLOGI OSPEDALIERI – ANMCO 6° Censimento FIC delle Strutture Cardiologiche I risultati al Congresso ANMCO Se doni per la ricerca cardiovascolare doni per la vita! Utilizzo delle cellule staminali nello STEMI: mito o realtà? Riparliamo di Infarto… “… Liberiamo i nostri giovani cuori” Il Cuore in Tribunale Il Cuore in… Versi Cardiologi ed Infermieri: una alleanza per il cuore La quiescenza per i Medici Dirigenti: utopia o realtà? Consenso Informato: parte seconda Il cuore nell’antica Roma (parte II) Questioni di cu(o)re Le mille voci mie AMICI DELL’ANMCO: BRISTOL - MYERS SQUIBB BOEHRINGER INGELHEIM SANOFI - AVENTIS

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rile 2012 n

°185 - 186

Rivista dell’associazione nazionale Medici caRdiologi ospedalieRi – anMco

6° censimento Fic delle strutture cardiologichei risultati al congresso anMco

se doni per la ricerca cardiovascolare doni per la vita!

Utilizzo delle cellule staminali nello steMi: mito o realtà?

Riparliamo di infarto…

“… liberiamo i nostri giovani cuori”

il cuore in tribunale

il cuore in… versi

cardiologi ed infermieri: una alleanza per il cuore

la quiescenza per i Medici dirigenti: utopia o realtà?

consenso informato: parte seconda

il cuore nell’antica Roma (parte ii)

Questioni di cu(o)re

le mille voci miea m i c i d e l l ’ a n m c o : B R i s t o l - M Y e R s s Q U i B BB o e H R i n g e R i n g e l H e i M • s a n o F i - a v e n t i s

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A N MC O

2012CONGRESSO NAZIONALE DI CARDIOLOGIA Firenze, Fortezza da Basso30 maggio - 2 giugno 2012

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I N D I C E

N. 185 - 186 gen. / feb. - marz./apr. 2012Rivista uffi ciale dell’AssociazioneNazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

EditorMario Chiatto

Co - EditorDomenico Gabrielli

Comitato di RedazioneMaurizio Giuseppe Abrignani Pasquale Caldarola Fabrizio Giovanni OlivaSerena RakarRoberto Valle

RedazioneSimonetta Ricci Luana Di FabrizioE-mail: [email protected]

ANMCOVia A. La Marmora, 36 - 50121 FirenzeTel. 055/51011 - Fax 055/[email protected]

Direttore ResponsabileGennaro Santoro

Aut. Trib. di Firenze n. 2381 del 27/11/74Centro Servizi ANMCO srl

StampaTipografi a Il Bandino - Firenze

Progetto Grafi co e ImpaginazioneStudio Mirannalti - www.mirannalti.it

In copertina eleborato dell’Istituto Comprensivo C.A. Martini di Revò (TN), realizzato in occasione del Contest “Art for Heart School” nell’ambito della Campagna “Il Valore della Vita”

DAL PRESIDENTE p.3I risultati del 6° Censimento FIC delle Strutture Cardiologiche saranno presentati durante ANMCO 2012 di Donata Lucci e Marino Scherillo

LA FONDAZIONE “PER IL TUO CUORE” ONLUS RISPONDESe doni per la ricerca p.5cardiovascolare doni per la vita! di Attilio Maseri

DAL COMITATO SCIENTIFICOUtilizzo delle cellule p.13staminali nello STEMI: mito o realtà? di Felice Achilli e Stefano De Servi

DALLE AREE

AREA EMERGENZA - URGENZA Riparliamo di infarto… p.18di Leonardo De Luca

AREA INFORMATICA Informatica in Sanità: p.21gli standard ed il referto strutturatodi Roberto Silverio e Antonio Mantero

AREA NURSING p.24La realtà infermieristica molisana di Elvira Gioiosa a nome del Gruppo Infermieristico ANMCO Molise

AREA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE p.25«…Liberiamo i nostri giovani cuori »di Michele Gabriele e Gian Francesco Mureddu

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2° CONVEGNO

2 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

i n d i c e

dALLe ReGiOni

ReGiOne BASiLicATA p.30il cuore in Tribunale di Francesco Paolo Calciano, Lucia Bolettieri, Damiano Cardinale, Antonio Cardinale

ReGiOne cALABRiA il monitoraggio remoto p.32del paziente portatore di pacemaker defibrillatori: tra Ospedale e Territorio di Mario Chiatto e Antonello Talarico

il cuore in…Versi p.33di Rosalina Brune Immacolata Cairo

ReGiOne FRiULi VeneZiA GiULiAStratificazione p.42prognostica nel paziente candidato ad impianto di defibrillatore Automatico (icd) per insufficienza cardiaca ed Fe ridotta di Domenico Facchin, Silvana Brigido, Alessandro Proclemer

cardiologi ed infermieri: p.45una alleanza per il cuore di Sabino Scardi e Roberto Gortan

FORUM p.49Aspetti neuro - psicologici nel paziente affetto da Scompenso cardiaco: cosa sappiamo? di Antonella Brundu e Francesco Uras

La forza del battage p.53pubblicitario e l’esplosione della letteratura di Sabino Scardi

FORUM SindAcALe ORGAniZZATiVO p.56La quiescenza per i Medici dirigenti dipendenti del SSn: utopia o realtà? il difficile orientamento fra nuove normative, rottamazione, indennità di “buonuscita” di Domenico Gabrielli

iL PAReRe LeGALe p.58consenso informato: parte seconda L’editor chiede e l’esperto risponde di Ornella Mafrici

cOMe eRAVAMO p.60Piccola storia della Medicina cardiovascolare: il cuore nell’antica Roma (parte ii) di Maurizio Giuseppe Abrignani

ViAGGiO inTORnO AL cUOReQuestioni di cu(o)re p.64di Andrea Pozzati e Filippo Ottani

i VeRSi deL cUORe p.68di Angela GattoLe mille voci mie Grani di veritàUn magico andareBattiti dell’Universo

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d A L P R e S i d e n T e

Il divenire delle conoscenze car-diologiche in ambito clinico, or-ganizzativo e gestionale, i nuovi bisogni di salute dei cittadini,

le nuove normative in ambito legisla-tivo e amministrativo stanno veloce-mente modificando il tipo e il modo di erogare assistenza in Ospedale. Ugualmente i Piani Sanitari Regionali trasformano l’assetto organizzativo, l’allocazione delle risorse e, più in generale, il riordino degli Ospedali operanti su tutto il territorio naziona-le per far fronte a questi cambiamenti. È quindi molto importante conoscere a fondo e monitorare l’evoluzione delle Strutture Cardiologiche operanti sul nostro territorio per poter avere uno strumento autorevole di dialogo

con le Istituzioni al fine di operare corrette scelte di programmazione sanitaria. Essendo trascorsi già cinque anni dall’ultimo Censimento delle Strutture Cardiologiche, la Federazio-ne Italiana di Cardiologia ha deciso di promuovere un nuovo Censimento, facente riferimento a dati di attività relativi al 2010, per delineare la realtà attuale della Cardiologia nazionale e valutarne l’evoluzione e lo sviluppo rispetto alle precedenti rilevazioni (1986, 1992, 1995, 2000, 2005). Il Censimento si propone infatti, oltre che di aggiornare la distribuzione ter-ritoriale delle Cardiologie nazionali, di acquisire informazioni riguardo allo stato normativo, l’assetto organiz-zativo e le attività svolte dalle Unità

Operative di Cardiologia italiane, ricercando non solo dati quantitativi ma anche qualitativi. Il 6° Censimento FIC è stato indirizzato alle Strutture Cardiologiche ospedaliere, universi-tarie o equiparabili (es. IRCCS, CNR) e alle Strutture private con posti letto accreditati per la Cardiologia. La definizione dei destinatari include le Strutture complesse, quelle semplici dipartimentali e quelle semplici di Cardiologia se facenti capo a Strutture complesse di Cardiologia ubicate in un altro Ospedale oppure se facenti capo ad una Struttura complessa non cardiologica, purché dotate di delibe-ra istitutiva e di personale dedicato. Come per il Censimento dell’anno 2005, la raccolta dei dati è stata ef-

Se ne discuterà a Firenze in occasione del 43° Congresso Nazionale di Cardiologia dell’ANMCO

Firenze - Fortezza da Basso, 30 maggio - 2 giugno

I risultati del 6° Censimento FIC delle Strutture Cardiologiche saranno presentati

durante ANMCO 2012

di donata Lucci e Marino ScheriLLo

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fettuata su Web (www.federcardio.it/censimento2010) attraverso un questionario per molte parti sovrap-ponibile a quello utilizzato nell’ultima rilevazione. Il coordinamento del progetto è stato affidato, come ormai tradizione, al Centro Studi ANMCO e la fase operativa della raccolta dati, avviata a metà luglio 2011, si è conclu-sa nello scorso mese di dicembre con una ottima percentuale di risposta: ha infatti compilato la scheda su Web il 97% dei Centri intervistati, con buone percentuali di risposta sia per i Centri pubblici che per i privati accreditati. La percentuale di risposta ottenuta nel 6° Censimento FIC è superiore a quella delle precedenti rilevazioni (92% nel Censimento 2005, 94% nel Censimento 2000, 93% nel Censimen-to 1995, 87% nel Censimento 1992) e questo ci consentirà di avere un quadro più dettagliato della realtà car-diologica nazionale. È attualmente in corso la fase di revisione dei questio-nari compilati dai Responsabili delle Strutture Cardiologiche; i risultati preliminari saranno presentati al 43° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO mentre quelli definitivi sa-ranno oggetto di una specifica pubbli-cazione. Come sempre i dati raccolti saranno elaborati e diffusi in maniera aggregata (nazionale, area geografica,

regioni), mentre non verranno mai divulgate le informazioni relative alla singola Struttura Cardiologica.Presto conosceremo quindi la forza degli organici, le realtà dipartimenta-li, le nascenti organizzazioni ospeda-liere in Reti utili a fronteggiare molte condizioni d’emergenza/urgenza cardiologica, gli indirizzi strategici delle attività formative, il livello d’impegno nella ricerca.È una altra preziosa occasione di incontro e discussione tra operatori tecnici che hanno a Cuore le cure di qualità per il paziente cardiopatico.Arrivederci a Firenze !

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CONGRESSO NAZIONALE DI CARDIOLOGIA Firenze, Fortezza da Basso

30 maggio - 2 giugno 2012

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L A F O n d A Z i O n e “ P e R i L T U O c U O R e ” R i S P O n d e

La Fondazione per il Tuo cuo-re - HCF Onlus sta lancian-do una serie di campagne per sostenere le ricerche cli-

niche innovative in cardiologia, basate sul rinascimento dell’osservazione cli-nica dei casi che più si discostano dal comportamento medio. Solo questo approccio infatti è in grado di farci

individuare nuovi bersagli terapeutici e preventivi che permettano cure e prevenzione più personalizzate per le malattie cardiovascolari. Un approc-cio teso a curare il malato nella sua unicità e non solo la malattia con suoi rischi e risposte medie: infatti non possiamo cercare di spiegare tutto con quello che sappiamo già.

Per questa sfida la Fondazione si avvale del supporto degli oltre 5.000 cardiologi iscritti all’ANMCO, con oltre 400 cardiologie collegate in rete al suo Centro Studi, che ha già una banca dati con 100.000 casi appar-tenenti a vari studi che gli hanno valso l’ammirazione della Comunità Scientifica Internazionale. Il ricavato

Se doni per la ricerca cardiovascolare doni per la vita!

di attiLio MaSeri

www.periltuocuore.it

La quarta edizione della Campagna “per il Tuo cuore”

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della raccolta contribuirà a sostenere, la ricerca clinica innovativa, per dare ai malati la possibilità di una cura e prevenzione “su misura”.La Fondazione si è impegnata anche a formare giovani ricercatori che sappiano far rinascere un rapporto umano e scientifico medico-pazienteGrazie alla raccolta degli anni passati la Fondazione ha già:1) Creato un archivio di Casi Clinici “inusuali”, che possano fare da “caso indice” per quelli simili osservati in altri centri e, sui quali focalizzare la ricerca biomolecolare e genetica2) Istituito una Banca biologica presso l’Istituto Mario Negri di Milano per immagazzinare e conservare i cam-pioni biologici sui quali indagare le correlazioni tra biomarcatori, pro-fili genetici, stili di vita e sviluppo e

progressione delle malattie cardiova-scolari3) E’ stato avviato lo studio CAPIRE che per un periodo di 5 anni seguirà 800 pazienti suddivisi i due gruppi estremi:Uno con coronarie affette da severa aterosclerosi pur non avendo alcune fattore di rischio noto.Uno con coronarie normali pur aven-do 3 o più fattori rischio noti.Ad oggi sono stati arruolati 250 pazienti. Vogliamo scoprire perché il 20% delle persone che muoiono di malattie cardiovascolari non ha alcu-no dei fattori di rischio noti, mentre, il 70% di quelli che ne hanno 2 o più muore per cause non cardiache.4) E’ stato completato ed approvato il protocollo dello Studio VAR, sulle alterazioni biomolecolari e genetiche

responsabili della malformazione bi-cuspide della valvola aortica e dell’as-sociazione con dilatazione dell’aorta ascendente. Uno studio basato sulla collaborazione tra Cardiologi, Car-diochirurghi, Biologi Molecolari e Genetisti.5) Infine uno studio, che inizierà l’arruolamento ad aprile, si propone di indagare, in 100 pazienti, i mecca-nismi locali precipitanti dell’infarto, perché i fattori di rischio noti ci forni-scono le probabilità statistiche che si verifichi un infarto ma non ci possono dire se questo evento si verificherà tra un mese, tra un anno, tra dieci anni o mai. Mediante una nuova tecnica di immagine intravascolare verranno studiate le caratteristiche della parete delle arterie coronarie nelle prime 6 ore dall’esordio di un infarto acuto.

Per sostenere questa sfida ci rivolgiamo a tutti i cittadini la dichiarazione dei redditi è un’occasione per esprimere la propria volontà di sostenere la Ricerca. Dona il tuo 5 per mille alla Fondazione, non costa nulla. Basta solo la firma. Inserisci il Codice Fiscale 94070130482 della Fondazione nel Settore: Finanziamento degli enti della ricerca sanitaria

TRAMITE BONIFICO BANCARIO Beneficiario: Fondazione “per il Tuo cuore” OnlusCodice IBAN: IT83 Y057 2802 8014 4857 0830 742

TRAMITE C/C POSTALEVersamento sul CCP N.24411506 intestato a: Fondazione “per il Tuo cuore” Onlus Via A. La Marmora 36 - 50121 Firenze

DONAZIONE ONLINE http://aiutaci.periltuocuore.it/donazione_online.asp

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Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione “per il Tuo cuore” Onlus,il Consiglio Direttivo e il Consiglio Nazionale dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi

Ospedalieri (ANMCO) ringraziano le Cardiologie italiane che con il loro impegno sostengono la Ricerca sulle malattie cardiovascolari

Regione ospedale stRuttuRa Comune diRettoRe u.o. RefeRente

abRuzzo ospedale Civile g. mazzini u.o. CaRdiologia - utiC teRamo dott. Cosimo napoletano dott.ssa lauRa lalla piCCioni

abRuzzo ospedale Civile dello spiRito santo utiC pesCaRa dott. leonaRdo palosCia

abRuzzo ospedale Civile dello spiRito santo CaRdiologia pesCaRa dott. geRaRdo Rasetti dott. domeniCo bosiCa

abRuzzo ospedale Civile ss. tRinita’ CaRdiologia popoli dott.ssa ClaRita mazzoCChi

basiliCata ospedale madonna delle gRazie u.o. CaRdiologia-utiC-angiologia mateRa dott. pasquale peRagine dott. fRanCesCo paolo CalCiano

basiliCata ospedale giovanni paolo ii CaRdiologia utiC poliCoRo dott. luigi tRunCellito

CalabRia ospedale santissima annunziata uoC CaRdiologia e utiC Cosenza dott. feRdinando fasCetti dott. fRanCesCo bonCompagni

CalabRia pResidio ospedalieRo maRiano santo u.o.C. di CaRdiologia Cosenza dott. maRio Chiatto dott. CaRmine CaRpino

CalabRia ospedale CetRaRo utiC CetRaRo dott. gaetano sollazzo dott.ssa maRilena matta

CalabRia ospedale Civile feRRaRi u.o. di CaRdiologia ed utiC CastRovillaRi dott. giovanni bisignani dott.ssa silvana de bonis

CalabRia ospedale v. Cosentino u.o. CaRdiologia CaRiati dott. niCola Cosentino

CalabRia ospedale Civile san giovanni di dio u.o. CaRdiologia CRotone dott. massimo elia dott. Raffaele lumaRe

CalabRia ospedale giovanni paolo ii u.o. CaRdiologia e utiC lamezia teRme dott. antonio maRia andRiCCiola

CalabRia Complesso osp. soveRato-ChiaRavalle u.o.s. di CaRdiologia soveRato dott. giuseppe CaRidi

CalabRia ospedale sCillesi d’ameRiCa u.o. Riabilitazione CaRdioRespiRatoRia sCilla dott. eRmete tRipodi dott.ssa bRuna miseRRafiti

CalabRia ospedale gioia tauRo-palmi u.o. CaRdiologia gioia tauRo dott. RosaRio oRtuso

Campania az. ospedalieRa s. anna e s. sebastiano u.o. CaRdiologia-utiC CaseRta pRof. fRanCo masCia dott.ssa maRgheRita Castaldo

Campania ospedale Civile ave gRatia plena u.o. di CaRdiologia e utiC piedimonte matese dott. Rossano battista dott. emanuele pRoia

Campania ospedale ave gRatia plena u.o. di Riabilitazione CaRdiologiCa san feliCe a CanCello dott. CaRmine de matteis

Campania pResidio ospedalieRo mosCati u.o.C. CaRdiologia aveRsa dott. gennaRo de maRCo dott. pietRo iodiCe

Campania azienda ospedalieRa g. Rummo CaRdiologia inteRventistiCa e utiC benevento dott. maRino sCheRillo dott. domeniCo RauCCi

Campania ospedale san leonaRdo u.o. di CaRdiologia-utiC CastellammaRe di stabia dott. luigi Caliendo dott. Raffaele longobaRdi

Campania ospedale geneRale di zona u.o. CaRdiologia - utiC giugliano in Campania dott. domeniCo pRinzi

Campania ospedale santa maRia della miseRiCoRdia u.o. CaRdiologia - utiC soRRento dott. Costantino astaRita dott. adolfo Caiazzo

Campania aoRn osp. dei Colli- po vinCenzo monaldi u.o.C. CaRdiologia napoli dott. pio Caso dott. seRgio seveRino

Campania fondazione pasCale s.C. CaRdiologia napoli dott. niCola mauRea dott. annamaRia bonelli

Campania ospedale san gennaRo u.o. CaRdiologia e Riabilitazione CaRd. napoli dott. maRio mallaRdo dott. Cosimo fulgione

Campania ospedale a. landolfi s.s. di CaRdiologia solofRa dott. fRanCesCo daniele

Campania pResidio ospedalieRo u.o.C. CaRdiologia - utiC aRiano iRpino dott. gennaRo bellizzi dott.ssa emilia Ragno

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8 | cardiologia negli ospedali | centottantacinque - centottantasei

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Campania ospedale Civile CRisCuoli u.o. Riabilitazione CaRdioRespiRatoRia sant’angelo dei lombaRdi dott. antonio soCCoRso Capomolla

Campania a.o.u.s. giovanni di dio-Ruggi d’aRagona uoC di CaRdiologia saleRno dott. fRanCesCo silvestRi dott. albeRto gigantino

Campania a.o.u.s. giovanni di dio-Ruggi d’aRagona u.o.C. utiC saleRno dott. RosaRio faRina dott.ssa amelia RaveRa

Campania p.o. noCeRa-pagani - osp. umbeRto i divisione di CaRdiologia noCeRa infeRioRe dott. silvano baldi dott. geRaRdo RiCCio

Campania ospedale villa malta CaRdiologia e utiC saRno dott. vinCenzo messina dott.ssa anna CaRmela Rainone

Campania ospedale san luCa u.o. utiC - CaRdiologia vallo della luCania dott. giovanni gRegoRio

Campania ospedale di RoCCadaspide CaRdiologia-utiC RoCCadaspide dott. Raffaele Rotunno

emilia Romagna az. ospedalieRa univeRsitaRia di paRma u.o. CaRdiologia paRma dott. diego aRdissino dott.ssa letizia moRozzi

emilia Romagna ospedale e. fRanChini s.o.s. CaRdiologia monteCChio emilia dott.ssa elisabetta Catellani sig.Ra maRa Campanini

emilia Romagna ospedale sant’anna CaRdiologia Castelnovo ne’ monti dott. antonio manaRi dott. gianni zobbi

emilia Romagna nuovo ospedale Civile sassuolo CaRdiologia sassuolo dott. fRanCesCo melandRi

emilia Romagna ospedale dossetti u.o.s. di CaRdiologia bazzano dott. andRea pozzati

emilia Romagna ospedale ‘Costa’ u.o.s. di CaRdiologia poRRetta teRme dott.ssa nadia giovanelli

emilia Romagna ospedale maggioRe u.o. di CaRdiologia bologna dott. giuseppe di pasquale dott. gianfRanCo toRtoRiCi

emilia Romagna ospedale bellaRia u.o. di CaRdiologia bologna dott. stefano uRbinati

emilia Romagna ospedale del delta u.o. CaRdiologia lagosanto dott. giovanni fRanCo peRCoCo dott. giovanni pasanisi

emilia Romagna ospedale Civile u.o. di CaRdiologia lugo dott. stefano della Casa dott.ssa milva gobbi

emilia Romagna ospedale g. CeCCaRini CaRdiologia-utiC RiCCione dott. maRCo maRConi

fRiuli venezia giulia ospedale di palmanova stRuttuRa Complessa di CaRdiologia palmanova dott.ssa maRia gRazia baldin

fRiuli venezia giulia ospedale s. antonio s.s.d. CaRdiologia san daniele del

fRiuli dott. luCio mos

fRiuli venezia giulia ospedale san giovanni di dio s.o.C. di CaRdiologia goRizia dott. flavio faggioli sig.Ra paola tRolese

fRiuli venezia giulia aou ospedali Riuniti s.C. CaRdiologia - ospedale CattinaRa tRieste pRof. gianfRanCo sinagRa dott.ssa lauRa massa

fRiuli venezia giulia

azienda ospedalieRa s.maRia degli angeli u.o. di CaRdiologia poRdenone dott. gian luigi niColosi

fRiuli venezia giulia azienda seRvizi sanitaRi n. 1 tRiestina u.o. CentRo CaRdiovasColaRe tRieste dott. andRea di lenaRda dott.ssa antonella CheRubini

lazio p.o. san Camillo de lellis u.o. CaRdiologia Complessa Con utiC Rieti dott. seRafino oRazi i.p. anna maRia pitoRRi

lazio ospedale san Camillo uoC CaRdiologia i Roma dott.ssa maRia stella feRa dott. antonio teRRanova

lazio az. ospedalieRa san giovanni addoloRata CaRdiologia i Roma dott. alessandRo boCCanelli sig.Ra tatiana vizzi

lazio ospedale santo spiRito u.o.C. di CaRdiologia Roma dott. RobeRto RiCCi dott.ssa fRanCesCa lumia

lazio ospedali Riuniti anzio-nettuno u.o. di CaRdiologia anzio dott. luigi giamundo dott.ssa natalia petRini

lazio ospedale san pietRo fatebenefRatelli divisione di CaRdiologia Roma pRof. RobeRto seRdoz i.p. sabRina di giovinazzo

lazio poliCliniCo luigi di liegRo u.o.s. di CaRdiologia Riabilitativa Roma pRof. fabRizio ammiRati

lazio ospedale s. maRia goRetti u.o.C. CaRdiologia latina dott. olimpio CiaRla

lazio ospedale Civile ss. tRinita’ seRvizio di CaRdiologia soRa dott. antonino CalCopietRo sig.Ra maRia paola gemmiti

lazio ospedale sandRo peRtini uoC CaRdiologia Roma pRof. giuliano altamuRa dott. giuseppe feRRaiuolo

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lazio ospedale sandRo peRtini uosd teRapia intensiva CaRdiologiCa Roma dott. giuseppe feRRaiuolo dott. mauRizio simonetti

lazio CentRo s. maRia della paCe-don gnoCChi Riabilitazione CaRdioRespiRatoRia Roma dott. antonio soCCoRso Capomolla

lazio salus infiRmoRum u.o.s. dip. Riabilitazione CaRdiologiCa Roma pRof.ssa anna patRizia Jesi sig. simone vetRomile

liguRia iRCCs san maRtino ist RiCeRCa sul CanCRo unita’ opeRativa CaRdiologia genova dott. fRanCesCo ChiaRella

lombaRdia ospedale di CiRColo di busto aRsizio divisione di CaRdiologia busto aRsizio dott. andRea maCChi

lombaRdia ospedale di CiRColo galmaRini CaRdiologia tRadate dott. eugenio Cazzani

lombaRdia ospedale s. anna divisione di CaRdiologia Como dott. CaRlo Campana

lombaRdia ospedale moRiggia pelasCini unita’ opeRativa di CaRdiologia gRavedona dott. alessandRo politi dott.ssa RobeRta gestRa

lombaRdia ospedale san CaRlo boRRomeo CaRdiologia-uCC milano dott. mauRizio maRzegalli dott. maRCo beRnasConi

lombaRdia ospedale san paolo divisione di CaRdiologia milano pRof. fedeRiCo lombaRdi dott. diego taRRiCone

lombaRdia ospedale san geRaRdo u.o. CaRdiologia monza dott. antonio vinCenti

lombaRdia ospedale santa CoRona divisione di CaRdiologia gaRbagnate milanese dott. fabio loCati dott. aChille spinelli

lombaRdia ospedale Civile utiC - CaRdiologia legnano pRof. stefano de seRvi dott. fabRizio poletti

lombaRdia ospedale di vizzolo pRedabissi CaRdiologia e utiC vizzolo pRedabissi dott.ssa silvana sCaRpini

lombaRdia ospedale Civile unita’ opeRativa di CaRdiologia Rho pRof. eRCole gianni Rovelli sig. mauRizio bottini

lombaRdia ospedale Civile foRnaRoli u.o. CaRdiologia magenta dott. gianCaRlo baRdelli dott. gian maRio vitali

lombaRdia ospedale CiviCo CaRdiologia 2 Codogno dott. CesaRe guasConi i.p. pieRalba bianChi

lombaRdia ospedale di CeRnusCo sul naviglio u. o. di CaRdiologia CeRnusCo sul naviglio dott.ssa silvana sCaRpini

lombaRdia ospedali Riuniti u.s.C. di CaRdiologia beRgamo dott. antonello gavazzi dott.ssa RobeRta Rossini

lombaRdia ospedali Riuniti u.C. mediCina CaRdiovasColaRe beRgamo dott. miChele senni

lombaRdia ospedali tReviglio-CaRavaggio divisione di CaRdiologia tReviglio dott. paolo CaRlo sganzeRla

lombaRdia ospedale Civile di valle CamoniCa divisione di CaRdiologia esine dott. silvano peRotti dott. antonio faRinelli

lombaRdia ospedale di gaRdone val tRompia u.f. CaRdiologia gaRdone val tRompia dott. niCola pagnoni

lombaRdia istituti ospitalieRi divisione di CaRdiologia CRemona dott. salvatoRe piRelli dott.ssa daniela mainaRdi

lombaRdia ospedale maggioRe u.o. CaRdiologia e utiC CRema dott. giuseppe inama

lombaRdia fondazione s. maugeRi CliniCa del lavoRo divisione di CaRdiologia Riabilitativa tRadate dott. RobeRto fRanCo enRiCo

pedRetti dott.ssa simona saRzi bRaga

lombaRdia pResidio ospedalieRo di passiRana divisione di CaRdiologia Riabilitativa passiRana-Rho dott. maRCo veniani dott.ssa anna fRisinghelli

maRChe ospedale santa CRoCe u.o.C. CaRdiologia fano dott. andRea pozzolini dott. tiziano leonaRdi

maRChe ospedale Civile augusto muRRi u.o. CaRdiologia feRmo dott. domeniCo gabRielli dott. luCio CaRdinali

molise ospedale f. veneziale u.o.C. CaRdiologia iseRnia dott. pietRo lemme dott. CaRlo olivieRi

p.a. tRento ospedale santa ChiaRa divisione di CaRdiologia tRento dott. RobeRto bonmassaRi dott.ssa pRisCa zeni

p.a. tRento ospedale santa maRia del CaRmine divisione di CaRdiologia RoveReto dott. giuseppe veRgaRa dott. domeniCo CatanzaRiti

piemonte - valle d’aosta azienda osp. univ. s. giovanni battista s.C. di CaRdiologia 2 toRino dott. sebastiano maRRa dott. tullio usmiani

piemonte - valle d’aosta ospedale mauRiziano u.o.a. di CaRdiologia toRino dott.ssa maRia Rosa Conte dott. alfRedo pizzuti

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10 | cardiologia negli ospedali | centottantacinque - centottantasei

l a f o n d a z i o n e “ p e r i l t u o c u o r e ” r i s p o n d e

piemonte - valle d’aosta ospedale giovanni bosCo sC CaRdiologia toRino dott. massimo minelli dott.ssa patRizia noussan

piemonte - valle d’aosta ospedale ss. tRinita’ s.C. di CaRdiologia boRgomaneRo dott. umbeRto paRRaviCini

piemonte - valle d’aosta ospedale san biagio CaRdiologia domodossola dott. gabRiele iRaghi dott. enzo maRia bianChi

piemonte - valle d’aosta ospedale Castelli u.o.a. CaRdiologia veRbania dott. gabRiele iRaghi dott. enzo maRia bianChi

piemonte - valle d’aosta fondazione salvatoRe maugeRi divisione di CaRdiologia Riabilitativa veRuno dott. pantaleo giannuzzi dott.ssa maRinella gattone

piemonte - valle d’aosta

azienda ospedalieRa santa CRoCe e CaRle divisione di CaRdiologia Cuneo dott. maRCo bobbio

piemonte - valle d’aosta ospedale maggioRe ss. tRinita’ Riabilitazione CaRdiologiCa unita’ sC fossano dott. mauRo feola

piemonte - valle d’aosta ospedale CaRdinal massaia s.o.C. di CaRdiologia asti dott. maRCo sCaglione

piemonte - valle d’aosta ospedale Civile ss. antonio e biagio CaRdiologia alessandRia dott. gianfRanCo pistis

piemonte - valle d’aosta ospedale san giaComo divisione di CaRdiologia novi liguRe dott.ssa silvana moRelloni

piemonte - valle d’aosta ospedale Regionale u. paRini u.o. CaRdiologia e CuRe intensive CaRd. aosta dott. maRCo siCuRo dott. giuseppe CianCameRla

puglia ospedale ConsoRziale poliCliniCo u.o. di CaRdiologia ospedalieRa baRi dott. gianfRanCo antonelli dott. paolo Colonna

puglia ospedale san paolo CaRdiologia-utiC baRi dott. pasquale CaldaRola dott. vittoRio donadeo

puglia ospedale di veneRe u.o.C. di CaRdiologia baRi-CaRbonaRa dott. CaRlo d’agostino dott. giuseppe sCaleRa

puglia ospedale vittoRio emanuele ii CaRdiologia bisCeglie dott. giovanni deluCa dott. giuseppe modugno

puglia ospedale Civile Caduti in gueRRa u.o. CaRdiologia - utiC Canosa di puglia dott. miChele izzi dott.ssa anna di Chio

puglia p.o. don tonino bello u.o. CaRdiologia -utiC molfetta dott. CaRlo volpe dott.ssa teResa spadafina

puglia ospedale m. saRCone u.o. di CaRdiologia - utiC teRlizzi dott. fRanCesCo tRoso

puglia ospedale peRRino u.o.C. di CaRdiologia bRindisi dott. gianfRanCo ignone dott. eRmanno angelini

puglia ospedale umbeRto i seRvizio di CaRdiologia fasano dott. fRanCesCo loliva

puglia ospedale Civile giuseppe tataRella u.o. di CaRdiologia - utiC CeRignola dott. miChele Cannone dott.ssa Wandisa sabina gioRdano

puglia pResidio ospedalieRo t. masselli masCia s.C. CaRdiologia - utiC - Riabil. CaRd. san seveRo dott. alessandRo villella sig.Ra maRisa plaCentino

puglia pResidio ospedalieRo f. feRRaRi CaRdiologia - utiC CasaRano dott. giovanni CaRlo piCCinni

puglia ospedale miChela tamboRino ssd di CaRdiologia maglie dott. eugenio vilei

puglia pResidio osped. pneumologiCo galateo seRvizio di CaRdiologia san CesaRio di

leCCe dott. Clemente saleRno

puglia ospedale san maRCo seRvizio di CaRdiologia gRottaglie dott. luigi CaRella

puglia dss n° 4 u.o.s.d. Riabilitazione CaRdiologiCa baRletta dott. antonio CaRpagnano

saRdegna ospedale ss. annunziata s.C. CaRdiologia Riabilitativa sassaRi dott. stefano masia

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11

l a f o n d a z i o n e “ p e r i l t u o c u o r e ” r i s p o n d e

saRdegna ospedale siRai u.o. CaRdiologia e utiC CaRbonia dott. Rinaldo aste dott. salvatoRe ieRna

saRdegna ospedale nostRa signoRa di bonaRia dip. mediCina - s.C. di CaRdiologia san gavino monReale dott. gianfRanCo ibba

saRdegna azienda ospedalieRa g. bRotzu stRuttuRa Complessa di CaRdiologia CagliaRi dott. mauRizio poRCu

saRdegna ospedale san maRtino seRvizio di CaRdiologia-utiC oRistano dott. seRgio maRiano maRChi dott. fRanCesCo dettoRi

siCilia ospedali Civili Riuniti emodinamiCa CaRdiologia inteRventistiCa sCiaCCa dott. giovanni saCCone dott. fabio abate

siCilia ospedale g. basilotta u.o. di CaRdiologia niCosia dott. antonio Casale dott. giovanni d’uRso

siCilia ospedale maggioRe di modiCa u.o. di CaRdiologia modiCa dott. vinCenzo spadola dott. guglielmo piCCione

siCilia ospedale g. di maRia CaRdiologia utiC avola dott. CoRRado dell’ali i.p. salvatoRe Russo

siCilia azienda ospedalieRa umbeRto i u.o. di CaRdiologia siRaCusa dott. eRnesto mossuti dott. CoRRado RubeRa

siCilia p. o. gRavina e santo pietRo u.o. di CaRdiologia-utiC CaltagiRone dott. giaComo ChiaRanda’ dott. CaRmelo CinniRella

siCilia p.o. gaRibaldi - CentRo u.o.C. CaRdiologia Catania dott. salvatoRe felis dott. RosaRio CaRdillo

siCilia azienda ospedalieRa CannizzaRo divisione di CaRdiologia Catania dott. antonio fisCella dott. giuseppe palazzo

siCilia ospedale dei bambini u.o.C. CaRdiologia pediatRiCa paleRmo dott. ameRigo stabile dott. CalogeRo CompaRato

siCilia p.o. gaRibaldi-nesima u.o.C. di CaRdiologia Catania dott. miChele massimo gulizia dott.ssa giuseppina mauRa fRanCese

veneto ospedale Civile u.o.a. di CaRdiologia belluno dott. giuseppe Catania sig.Ra manuela Chiletto

veneto ospedale Civile del CadoRe u.o.a. di CaRdiologia pieve di CadoRe dott. JaCopo dalle mule sig. giovanni boni

veneto ospedale Ca’ fonCello u.o.C. CaRdiologia tReviso dott. zoRan olivaRi dott. osCaR totis

veneto ospedale santa maRia dei battuti u.o. di CaRdiologia Conegliano dott. pietRo delise

veneto pResidio ospedalieRo u.o.C. CaRdiologia montebelluna dott. gianfilippo neRi

veneto ospedale Civile u.o.C. CaRdiologia Chioggia dott. luCa oselladoRe

veneto ospedale Civile u.o. CaRdiologia miRano dott. beRnhaRd ReimeRs dott. albino zanoCCo

veneto ospedale dell’angelo u.o. CaRdiologia mestRe dott. fausto Rigo dott. gueRRino zuin

veneto ospedale Civile u.o. di CaRdiologia poRtogRuaRo dott. fRanCesCo di pede dott.ssa ChiaRa fusilli

veneto ospedale di CamposampieRo u.o.a. CaRdiologia CamposampieRo dott. RobeRto veRlato dott. fabio de Conti

veneto ospedale di este u.o.C. CaRdiovasColaRe este dott. giuseppe sCattolin dott. alessandRo gabellini

veneto ospedale Civile immaColata ConCezione CaRdiologia e utiC piove di saCCo dott. domeniCo maRChese

veneto ospedale santa maRia della miseRiCoRdia u.o.C. CaRdiologia Rovigo dott. loRis RonCon

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12 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

c O n S i G L i O d i R e T T i V O A n M c O 2 0 1 0 - 2 0 1 2

PRESIDENTEMARINO SCHERILLO Direttore di Struttura ComplessaU.O. di CardiologiaA.O. “G. Rummo”Via dell’Angelo, 1 - 82100 BeneventoTel. 0824/57679 - 0824/57580Fax 0824/57679e-mail: [email protected]

PRESIDENTE DESIGNATOFRANCESCO BOVENZIDirettore Dipartimento Cardio - RespiratorioU.O. di CardiologiaPresidio Ospedaliero “Campo di Marte”Via dell’Ospedale, 1 - 55100 Luccae-mail: [email protected]

VICE-PRESIDENTE Attività CulturaliMASSIMO UGUCCIONI Direttore di Struttura Complessa Cardiologia II - C.T.O.Via San Nemesio, 28 - 00145 RomaTel. 06/51003741 - Fax 06/51003806e-mail: [email protected]

SEGRETARIO GENERALEPASQUALE CALDAROLADirettore di Struttura ComplessaCardiologia - UTIC Ospedale “San Paolo”Via Caposcardicchio, 1 - 70123 Bari Tel. 080/5843491 - Fax 080/5843433 e-mail: [email protected]

MAURIZIO GIUSEPPE ABRIGNANI Dirigente Medico U.O. di CardiologiaOspedale Civile “Sant’Antonio Abate” Via Cosenza91016 Erice (TP)Tel. 0923/809315

Fax 0923/[email protected]

ROBERTO CERAVOLODirigente MedicoUTIC - Emodinamica e Cardiologia InterventisticaOspedale Civile PuglieseViale Pio X, 91 - 88100 CatanzaroTel. 0961/883447

Fax 0961/[email protected]

FABRIZIO OLIVADirigente MedicoCardiologia 2Ospedale “Niguarda”Piazza Ospedale Maggio-re, 3 20162 MilanoTel. 02/64442335

Fax 02/[email protected]

FILIPPO OTTANIDirigente MedicoU.O. di CardiologiaOspedale “G.B. Morgagni L. Pierantoni”Via Forlanini, 3447100 ForlìTel. 0543/735160

Fax 0543/[email protected]

SERENA RAKARDirigente MedicoS.C. di CardiologiaOspedale “Cattinara”A.O.U. Ospedali RiunitiVia Valdoni, 134149 TriesteTel. 040/3994865

Fax 040/3994878 [email protected]

ROBERTO VALLEDirigente MedicoU.O. di CardiologiaOspedale CivileStrada Madonna Marina, 50030019 Chioggia (VE)Tel. 041/5534236 Fax 041/5534265

[email protected]

CONSIGLIERI

PAST - PRESIDENTSALVATORE PIRELLIDirettore di Struttura Complessa U.O. di CardiologiaIstituti OspitalieriLargo Priori, 1 - 26100 CremonaTel. 0372/405333 -332 - Fax 0372/433787e-mail: [email protected]

VICE-PRESIDENTE Attività Organizzative e GestionaliFRANCESCO MAZZUOLIDirigente MedicoCardiologia Generale 1A.O.U. “Careggi”Viale Morgagni, 85 - 50134 FirenzeTel. 055/7947692 - Fax 055/7947468 e-mail: [email protected]

TESORIEREDOMENICO GABRIELLI Direttore di Struttura Complessa U.O. di CardiologiaOspedale Civile “Augusto Murri”Via Augusto Murri, 9 - 63023 FermoTel. 0734/6252071 - Fax 0734/625238e-mail: [email protected]

Marino Scherillo

Francesco Bovenzi Salvatore Pirelli

Massimo Uguccioni Francesco Mazzuoli

Pasquale Caldarola

Maurizio Giuseppe Abrignani

Roberto Ceravolo

Fabrizio Oliva

Filippo Ottani

Serena Rakar

Roberto Valle

Domenico Gabrielli

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13

d A L c O M i TAT O S c i e n T i F i c O

L’infarto miocardico acuto STEMI, nonostante le effica-ci strategie di riperfusione coronarica ed i nuovi tratta-

menti farmacologici, rimane gravato da elevata morbidità e mortalità, sia a breve che a medio termine; in particolare la sede anteriore, il coin-volgimento di > 5 derivazioni ECG ed un tempo di ischemia prolungato (>180’), identificano una popolazio-ne, epidemiologicamente rilevante, a prognosi più severa con mortalità a 30 gg di circa il 7%. Il rimodellamento ventricolare post - infartuale è il frutto di una complessa risposta a livello genico e molecolare, con peculiari

cambiamenti a livello biologico, sia cellulare che interstiziale. Il “remo-delling” sfavorevole è noto essere un indicatore prognostico negativo potente, almeno quanto la stessa frazione di eiezione. Le attuali tera-pie, compreso l’utilizzo di supporto meccanico, non si sono dimostrate in grado di migliorare significativamente la prognosi dei pazienti con infarto esteso ed ingresso tardivo, per i quali esiste un rilevante “bisogno clinico” di nuove strategie terapeutiche. La re-cente documentazione sperimentale della capacità del cuore di riparare il danno biologico attraverso la repli-cazione dei cardiomiociti e la rige-

nerazione miocardica spontanea, ha minato il “dogma” secondo cui per gli organi differenziati (come il cuore) vi sarebbe l’impossibilità di riparare danni biologici nella vita post - natale, ed aperto interessanti sviluppi sia per la ricerca che per la clinica (1). L’utiliz-zo di cellule staminali e di precursori cellulari trapiantate nel miocardio in modelli sperimentali animali, ha infatti dimostrato effetti favorevoli sia sulla perfusione che sulla contrattilità cardiaca. I meccanismi ipotizzati per spiegare tale effetto favorevole (tutto-ra oggetto di dibattito) sarebbero in grado di interferire a diversi livelli nel limitare il danno biologico attraverso:

Utilizzo delle cellule staminali nello STEMI

Mito o Realtà?

di FeLice achiLLi e SteFano de Servi

Lo Studio STeM - AMI si propone di dare una risposta clinica alla domanda che da tempo ci ripetiamo: la terapia con cellule staminali può migliorare la prognosi a

distanza dei pazienti STeMI ad alto rischio?

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14 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

d A L c O M i TAT O S c i e n T i F i c O

a) la differenziazione dei precursori cellulari in cardiomiociti ed in cellule endoteliali vascolari; b) la riduzione dell’apoptosi cellulare; c) l’effetto “paracrino” delle cellule staminali iniettate; d) l’attivazione delle cellule staminali cardiache “residenti”. I risultati positivi ottenuti negli studi sperimentali, hanno stimolato l’avvio di numerosi trial clinici di fase I - II, di piccole dimensioni, per lo più mono-centrici, non randomizzati con place-bo, che hanno arruolato popolazioni eterogenee, ed utilizzato end - point surrogati diversi (incremento della FE, miglioramento della perfusione mio-cardica, riduzione dei volumi ventrico-lari, ecc.). Tali studi hanno utilizzato diversi tipi cellulari (mioblasti, cellule di origine midollare, cellule mesenchi-mali), diverse vie di somministrazione “esogene” (iniezione intramiocardica

diretta attraverso l’epicardio dopo toracotomia, iniezione intramiocar-dica diretta attraverso cateteri endo-ventricolari, iniezione intracoronarica ed intravenosa sistemica) ed hanno prodotto complessivamente risultati contrastanti, ma hanno fornito utili indicazioni per gli studi successivi: in particolare hanno consentito di identi-ficare nei pazienti con danno più este-so e disfunzione ventricolare sinistra più severa, come i candidati ottimali a tale terapia (2). Recentissimamente, la capacità di cellule staminali “resi-denti”, prelevate, coltivate e successi-vamente re - iniettate nelle coronarie di pazienti con disfunzione ischemica candidati a rivascolarizzazione chirur-gica (SCIPIO Study), ha ulteriormente confermato l’interesse verso tale stra-tegia terapeutica (3). Il midollo osseo rappresenta una fonte di progenitori di cellule endoteliali che possono

essere mobilizzati in circolo e coloniz-zare il tessuto miocardico (“homing”). L’osservazione dell’incremento del re-clutamento e della mobilizzazione di cellule staminali dal sangue periferico verso il cuore, che avviene fisiologica-mente durante la fase acuta dell’infar-to miocardico e la loro correlazione con la prognosi, la documentazione in modelli sperimentali del contributo di tali cellule al processo di neovasco-larizzazione del miocardio ischemico, insieme all’evidenza circa la capacità di alcune citochine emopoietiche (G - CSF, GM - CSF, SCF, eritropoieti-na, ecc.), tradizionalmente utilizzate in ematologia per determinare pro-liferazione, differenziazione e matu-razione cellulare a livello midollare, di esercitare diversi effetti biologici anche sul cuore, ha aperto la strada a studi di mobilizzazione endogena farmacologica. Tali citochine agireb-

FLOW CHART STEM - AMI TRIAL OUTCOME

1316 patients with large anterior AMI and FE ≤ 45% plus

successful PCI/stent and symptom to reperfusion time ≥ 3 h ≤ 24 h

Randomization

Clinical evaluation, ECG and blood sample + Echo base line

Clinical evaluation + ECG

Clinical evaluation + ECG

Clinical status interview

658 Patients standard post AMI care plus

placebo within 12 h after PCI for 6 days

658 Patients standard post AMI care plus

G-CSF 5 µg/Kg bid within 12 h after PCI for 6 days

In - hospital FU

6 months

12 months

24 monthsFigura 1

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d A L c O M i TAT O S c i e n T i F i c O

bero sia indirettamente, potenziando la normale risposta midollare durante la fase acuta dell’infarto, mobilizzan-do più cellule staminali dal midollo ed incrementando l’“homing” cellulare nella zona “border” della necrosi, sia esercitando effetti citoprotetti-vi diretti sui cardiomiociti. Più di 500 pazienti sono stati sottoposti, a tutt’oggi, a tale terapia “on the top” ai trattamenti raccomandati, utilizzando prevalentemente G - CSF, con buoni risultati relativamente alla sicurezza e risultati contrastanti in merito all’ef-ficacia. Significativamente, anche per le citochine, l’evidenza di mag-giore beneficio in termini di effetto anti - rimodellamento (riduzione dei volumi alla RMN) e/o rigenerativo (incremento di FE), si è documentata nei soggetti con danno miocardi-co più severo. Tale risultato è stato confermato in uno studio italiano (STEM - AMI trial)(4) condotto su 60 pazienti consecutivi, omogenei per tempi di rivascolarizzazione (sym-ptom to baloon > 2 ore < 12 ore), sede dell’infarto (anteriore) e livello di disfunzione Vsx alla presentazione (FE ≤ 45%), trattati precocemente con citochine (< 12 ore dalla riperfu-sione meccanica efficace). Lo studio ha dimostrato, a sei mesi di follow up, di ridurre in modo significativo, l’area di necrosi alla RM cardiaca con

LGE ed il livello di rimodellamento ventricolare (riduzione dei volumi TD e TS). Tali risultati, confermati a due anni di F.U., hanno riaperto l’interes-se della comunità scientifica, relati-vamente all’utilizzo delle citochine e confermato la necessità di disegnare studi di fase III, dimensionalmente adeguati, con end - point clinici, al fine di confermare l’efficacia clinica della terapia. A tale scopo abbiamo disegnato uno studio nazionale, multicentrico, randomizzato con placebo, singolo cieco, denominato “STEM - AMI OUTCOME” che arruo-lerà circa 1.400 pazienti a trattamento standard vs trattamento standard + G - CSF “precoce” (somministrato s.c. alla dose di 5 µ/kg b.i.d. per 6 gg entro 12 ore dalla PTCA), pazienti con STEMI anteriore, con tempi di ischemia superiori alle 3 ore, FE ≤ 45% dopo rivascolarizzazione percu-tanea efficace (TIMI Flow ≥ 2). Lo studio (Figura 1) prevede un periodo di arruolamento di circa 2 anni per 70 Centri partecipanti, ed un follow up attivo di 2 anni. L’end - point prima-rio è un end - point composito che include mortalità totale, reinfarto e riospedalizzazione per scompenso. Lo studio, che è stato sottoposto al Comi-tato Scientifico ANMCO per endorse-ment da parte della nostra Società, ha già ricevuto l’approvazione ed il soste-

gno dell’Area Emergenza - Urgenza. Lo scorso anno sono stati effettuati tre Investigator’s Meeting, che hanno visto la partecipazione attiva di oltre 30 Centri e, a tutt’oggi, l’adesione al protocollo di studio di circa 40 Car-diologie in Italia. L’ambizione dello studio, che costituisce una significativa sfida scientifica, organizzativa e cultu-rale per l’ANMCO, è quella di fornire una risposta definitiva circa l’efficacia delle citochine nello STEMI. Tale obiettivo, oltre che di significativo contenuto scientifico, riteniamo abbia soprattutto una notevole rilevanza cli-nica, in considerazione della prognosi severa della popolazione arruolata. È possibile segnalare l’interesse a par-tecipare al progetto di ricerca scriven-do a: [email protected]

Bibliografia1) Anversa P, Kajstura J. “Ventricular myocytes are not terminally differentiated in the adult mammalian heart”, Circ Res 1998; 83: 1-14.2) AM. Leone, F. Crea “Stem cells in acute myocardial infarction: the good,the bad, and the ugly”, EHJ 2006; 27, 2911-13.3) Bolli R. et Al “Cardiac stem cells in patients with ischaemic cardiomyopathy (SCIPIO): initial results of a randomised phase 1 trial”, Lancet 2011;378:1847-57.4) Achilli F. et Al “Granulocyte colony-sti-mulating factor attenuates left ventricular remodelling after acute anterior STEMI: results of the single-blind, randomized, placebo-controlled multicentre STem cEll Mobilization in Acute Myocardial Infarc-tion (STEM-AMI) Trial”, EJHF 2010; 12, 1111-21.

Nonostante i promettenti risultati

nell’animale da esperimento,

nessuno studio clinico ha

sinora documentato in modo

inoppugnabile sia l’efficacia che il

fallimento di una terapia basata

sull’utilizzo delle cellule staminali

nello STEMI

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16 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

c O M i TAT i d i c O O R d i n A M e n T O A R e e A n M c O 2 0 1 1 - 2 0 1 2

AREA CARDIOCHIRURGIA

Chairman Pierluigi Stefàno (Firenze)Co - Chairman Giuseppe Di Benedetto (Salerno)Comitato di CoordinamentoMauro Cassese (Catanzaro)

Francesco Maisano (Milano)Francesco Musumeci (Roma)Michele Portoghese (Sassari)www.anmco.it/aree/elenco/chirurgia

AREA EMERGENZA - URGENZA

Chairperson Maddalena Lettino (Rozzano - MI)Co - Chairperson Leonardo De Luca (Roma)Comitato di CoordinamentoAlessandro Capecchi

(Bentivoglio - BO)Emilio Di Lorenzo (Avellino)Niccolò Brenno Grieco (Milano)Ignazio Maria Smecca (Palermo)www.anmco.it/aree/elenco/emergenza

AREA ARITMIE

Chairman Maurizio Eugenio Landolina (Pavia)Co - Chairman Massimo Grimaldi (Acquaviva delle Fonti - BA)Comitato di Coordinamento

Giuseppina Belotti (Treviglio - BG)Francesco Lisi (Catania)Carlo Pignalberi (Roma)Roberto Rordorf (Pavia)www.anmco.it/aree/elenco/aritmie

AREA CARDIOIMAGING

Chairman Gian Piero Perna (Ancona) Co - Chairman Alberto Roghi (Milano) Comitato di Coordinamento

Erberto Carluccio (Perugia) Stefania Renne (Catanzaro) Carlo Tedeschi (Napoli) Paolo Trambaiolo (Roma)www.anmco.it/aree/elenco/cardioimaging

Maurizio Eugenio Landolina

Pierluigi Stefàno

Gian Piero Perna

Maddalena Lettino

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c O M i TAT i d i c O O R d i n A M e n T O A R e e A n M c O 2 0 1 1 - 2 0 1 2

AREA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE

Chairman Pompilio Faggiano (Brescia)Co - Chairman Francesco Fattirolli (Firenze)Comitato di CoordinamentoMichele Gabriele (Castelvetrano - TP)Gian Francesco Mureddu (Roma)Fausto Rigo (Mestre - VE)

Luigi Tarantini (Belluno)www.anmco.it/aree/elenco/prevenzione

AREA SCOMPENSO CARDIACO

Chairman Gianfranco Misuraca (Cosenza)Co - Chairman Giuseppe Di Tano (Cremona)Comitato di CoordinamentoManlio Cipriani (Milano)Stefania De Feo (Peschiera del Garda - VR)

Mauro Feola (Fossano - CN)Angela Beatrice Scardovi (Roma)www.anmco.it/aree/elenco/scompenso

AREA INFORMATICA

Chairman Antonio Mantero (Milano)Co - Chairman Alfredo Posteraro (Tivoli - Roma)Comitato di CoordinamentoAntonio Falcone (Pescara)Carmelo Grasso (Siracusa)

Arturo Raisaro (Pavia)Giovanni Tonti (Sulmona - AQ)www.anmco.it/aree/elenco/informatica

AREA MALATTIE DEL CIRCOLO POLMONARE

Chairman Loris Roncon (Rovigo)Co - Chairman Michele Azzarito (Roma) Comitato di CoordinamentoElena Maria Fernanda Adornato (Reggio Calabria)Nicola D’Amato (Bari - Carbonara)

Iolanda Enea (Caserta)Martina Perazzolo Marra (Padova)www.anmco.it/aree/elenco/circolo

AREA MANAGEMENT & QUALITÀ

Chairperson Daniela Pavan (San Vito al Tagliamento - PN) Co - Chairperson Quinto Tozzi (Roma)Comitato di CoordinamentoVincenzo Cirrincione (Palermo)Antonella Mannarini (Monopoli - BA)

Cristina Nesta (Catanzaro)Giancarlo Piovaccari (Rimini)www.anmco.it/aree/elenco/management

AREA NURSING

Chairman Medico Giuseppe Trocino (Monza - MB) Co - Chairman Medico Gaetano Satullo (Messina)Chairperson Infermiera Cristiana Caredda (Cagliari)Co - Chairperson Infermiera Sabrina Barro (San Donà di Piave - VE) Comitato di CoordinamentoLaura Piccioni (Teramo)Roberta Rosso (Novara)Sonia Tosoni (Brescia)Donatella Radini (Trieste)www.anmco.it/aree/elenco/nursing

Antonio Mantero Loris Roncon

Giuseppe Trocino

Gianfranco MisuracaPompilio Faggiano

Cristiana Caredda

Daniela Pavan

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18 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

A R e A e M e R G e n Z A - U R G e n Z A

Uno degli aforismi prefe-riti dagli esperti di risk management è attribuito a Winston Churchill che

affermava: «Nessun problema può essere risolto congelandolo». È quanto viene in mente quando ancora oggi si parla di trattamento riperfusivo ottimale dell’Infarto Miocardico Acuto (IMA). Abbiamo a disposizione molteplici

evidenze su cosa e come operare durante l’emergenza cardiologica a maggior impatto clinico, ma persisto-no problematiche spesso evitate, non affrontate, congelate. L’IMA rimane la principale causa di morte della popolazione adulta nei paesi europei con circa il 30% di decessi, la metà dei quali prima dell’ospedalizzazio-ne. Tra i pazienti ospedalizzati per

infarto, la mortalità è pari al 4 - 10% durante l’ospedalizzazione e di un al-tro 7 - 15% nell’anno successivo. Ogni anno in Italia, 120.000 persone sono vittime di un IMA, in pratica un even-to ogni 3 minuti. Il numero di STEMI ricoverato entro 12 ore dall’esordio dei sintomi che necessitano di terapia riperfusiva è di circa 800/milione di abitanti, in totale circa 50.000/anno.

Riparliamo di infarto…

di Leonardo de Luca

Abbiamo a disposizione indiscutibili evidenze scientifiche sul trattamento ottimale dell’Infarto Miocardico Acuto ma dopo tanti anni persistono problematiche

nell’impiego di adeguate e tempestive terapie riperfusive

La possibilità di aver accesso all’angioplastica primaria in europa varia notevolmente da nazione a nazione e nelle diverse regioni di una stessa nazione

(dal 5% al 92% circa)

La mancanza di una rete di emergenza organizzata per l’IMA fa sì che, nel complesso, meno pazienti ricevano una qualsiasi forma di terapia riperfusiva con rischio di

mortalità e morbidità più elevate

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A R e A e M e R G e n Z A - U R G e n Z A

www.anmco.it/aree/elenco/emergenza

Da quasi vent’anni discutiamo tra noi Cardiologi delle indiscutibili evidenze scientifiche che documentano che l’angioplastica primaria (p-PCI) nei pazienti con STEMI è una procedura salva - vita: riduce la mortalità, le reci-dive di infarto e di ictus rispetto alle cure tradizionali. Di contro, sappiamo bene che i risultati della p-PCI sono strettamente legati ad elementi di tipo organizzativo e logistico. Tutti i documenti di consenso delle Società

Scientifiche di settore internazio-nali ed italiane sottolineano come la gestione ottimale del paziente con STEMI non sia più attuabile dal singolo Ospedale, ma sia necessario un modello organizzativo in “rete”. La rete, attuale standard di cura per lo STEMI, rappresenta un complesso sistema organizzativo per la gestione dell’emergenza, un network integrato tra Ospedali a diversa complessità assistenziale e territorio, con intercon-

nessione assicurata da un adeguato sistema di trasporto. Tali reti hanno lo scopo di garantire la riperfusione ottimale a tutti i pazienti con STE-MI e sono fondate su collegamenti veloci tra territorio, Centri periferici e Centri di riferimento, e consentono così di orientare opportunamente l’assistenza in un contesto sovra ospe-daliero secondo le caratteristiche di rischio del paziente ed i tempi previsti di intervento e le risorse strutturali

≥600 p-PCI / milione ab. /anno400-599 p-PCI / milione ab. /anno200-399 p-PCI / milione ab. /anno<200 p-PCI / milione ab. /annoData non conosciuti

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A R e A e M e R G e n Z A - U R G e n Z A

e logistiche disponibili. La possibili-tà di aver accesso al trattamento di p-PCI in Europa varia notevolmente da nazione a nazione e nelle diverse regioni di una stessa nazione (dal 5% al 92% circa); la mancanza di una rete di emergenza organizzata per l’IMA fa sì che, nel complesso, meno pazienti ricevano una qualsi-asi forma di terapia riperfusiva con rischio di mortalità e morbidità più elevate. L’Italia è stato uno tra i primi Paesi europei ad eseguire la p-PCI ed alcune aree e Regioni d’Italia sono tuttora un modello per l’organizzazio-ne della rete per lo STEMI. In Italia però, come in altri Paesi europei, i servizi pubblici erogati dai Sistemi Sanitari regionali sono fortemente differenziati. In tutti gli ambiti della salute pubblica - prevenzione e presa in carico del cittadino nel sistema - emergono disparità che dipendono da vari fattori: geografici, organizzativi, di risorse umane, economiche e strut-turali. Mentre alcune regioni (Emi-lia - Romagna, Liguria, Lombardia, Toscana) hanno livelli organizzativi di eccellenza, altre devono ancora svi-luppare un modello che permetta ad ogni paziente con STEMI di ricevere il miglior trattamento riperfusivo. Dati recenti mostrano che le reti efficienti coprono circa il 50% dei fabbisogni

territoriali con alcune aree territo-riali in cui la frequenza di p-PCI nei pazienti con STEMI è ben al di sotto della media nazionale o estremamen-te più bassa rispetto a quella europea ed auspicata dalla Società Europea di Cardiologia (ESC) e di Interventistica Cardiovascolare (EAPCI), e cioè delle 600 p-PCI/milione di abitanti/anno. In quest’ambito, il progetto Stent for Life, patrocinato dalla ESC e da EAPCI, e promosso in Italia dal SICI - GISE, vuole assicurare a tutti i pazienti con STEMI pari opportunità di rapido accesso alla p-PCI. Le iniziative ed il programma di Stent for Life rappre-sentano quindi una occasione per avviare i processi di attivazione o di ot-timizzazione della rete per lo STEMI in accordo con i competenti organi-smi regionali di governo della Sanità. Lavorando con tutti gli attori della rete in quelle aree geografiche in cui vi sono necessità di miglioramento del sistema di intervento in emergenza, Stent for Life aiuta a identificare gli ostacoli per l’implementazione dei trattamenti in emergenza raccoman-dati dalle Linee Guida, e attraverso un sistema coordinato, cerca di assicura-re standard di qualità di cura elevati per ogni paziente con STEMI, per ridurne la mortalità e la morbidità. Non basta infatti implementare la rete

ed aumentare il numero assoluto di p-PCI, ma parallelamente è doveroso ottimizzare il governo clinico di rete, aggiornare i protocolli farmacologici preospedalieri e migliorare la qualità delle prestazioni erogate. In tal senso è orientato il progetto dell’ANMCO AMI - Standard Of Care il cui obietti-vo è sviluppare un modello certificato di percorso diagnostico - terapeutico assistenziale del paziente con STEMI. Tutto ciò per garantire omogeneità nei trattamenti, facilità di accesso alla prestazione, misurazione dei risultati ottenuti, valorizzando un approccio complessivo orientato a garantire la migliore risposta ai bisogni di salute ed alla centralità del paziente, pro-muovendo un percorso di migliora-mento continuo virtuoso, basato sul rispetto di requisiti di qualità e di sicurezza, attraverso l’applicazione di regole sostenibili e condivise. Insom-ma tutto ciò che ormai è stato am-piamente dimostrato essere attuabile e realizzabile in tempi ragionevoli e che l’ESC ci chiede da ormai troppo tempo. Ancora una volta ci appellia-mo a ciò che diceva l’amato politico e storico britannico Churchill: «A volte non basta fare del nostro meglio, ma dobbiamo fare ciò che ci viene richiesto».

Non basta implementare la rete ed aumentare il numero assoluto di angioplastiche primarie, ma parallelamente è doveroso ottimizzare il governo clinico di rete,

aggiornare i protocolli farmacologici preospedalieri e migliorare la qualità delle prestazioni erogate

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A R e A i n F O R M AT i c A

Nell’attuale congiuntura economica ogni spesa in Sanità deve portare ad un risparmio. L’informa-

tica sanitaria è certamente uno degli investimenti migliori che un’Azienda possa fare per il clinico ed i pazienti che deve assistere. Tuttavia, i vantaggi conseguenti all’investimento sono di difficile monetizzazione, innanzitutto perché è difficile concretizzarne i vantaggi in termini di bilancio. Infatti molti di questi, conseguenti all’uso in clinica, ricadono nell’ambito di quelle valenze immateriali che vengono stabilite con degli indicatori sulla cui reale consistenza è lecito nutrire qualche dubbio. L’altro limite deriva dalle difficoltà tecniche: l’acquisizio-ne di applicativi informatici, per poter essere efficace, deve essere preceduta dall’adeguamento infrastrutturale e

dalla certezza del corretto funziona-mento dei nuovi sistemi. È intuitivo che, per ottenere tutto ciò, le spese iniziali sono di notevole entità. Pur-troppo il sistema attuale, orientato solo alla valorizzazione dei risultati nel brevissimo tempo, scoraggia l’impiego immediato della necessaria

“massa critica” di risorse che possono dare risultati solo nel medio/lungo periodo. In particolare, l’introduzio-ne degli applicativi cosiddetti “lon-gitudinali”, che non riguardano una

singola disciplina o specialità medica, come le cartelle cliniche informatiz-zate ed i fascicoli sanitari elettronici, risente particolarmente di tutti i limiti appena esposti. Certamente la loro applicazione in un servizio o in un reparto ospedaliero non si giustifica con il risparmio di carta e supporti fisici in genere anche se non infre-quentemente sul versante del rispar-mio potenziale le nostre Amministra-zioni propongono la voce risparmio di materiale di consumo. Inoltre manca un’informazione sull’argo-mento, particolarmente difficile da ottenere trattandosi di una “terra di nessuno” in cui tecnici, amministrativi ma soprattutto i Cardiologi clinici, non riescono ad orientarsi compiu-tamente. Eppure, nel contesto di un Sistema Sanitario informatizzato, il Cardiologo ha un ruolo di grande

Informatica in Sanità

Gli standard ed il referto strutturato

di roberto SiLverio e antonio Mantero

I clinici devono riprendersi un ruolo nelle scelte ed è quindi indispensabile uno sforzo per entrare in questo mondo ed acquisirne i

“fondamentali”

Cerchiamo di attrezzarci per entrare nel mondo della Sanità “digitale” dalla porta principale

www.anmco.it/aree/elenco/informatica

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22 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque- centottantasei

A R e A i n F O R M AT i c A

importanza come “utilizzatore clinico dell’informatica”. Infatti ha la duplice funzione di produttore e di gestore di informazioni cliniche: nel primo caso quando si trovi ad operare in ambien-te diagnostico producendo esami e nel secondo quando opera in reparto diventando fruitore di informazioni multiformato che provengono sia dall’ambiente cardiologico che dagli altri servizi ospedalieri. Quando opera in ambiente diagnostico deve impara-re ad alimentare correttamente gli ap-plicativi di raccolta delle informazioni

cliniche (cartella elettronica, fascicolo sanitario personale) che devono essere interpretabili e fruibili da parte dei sanitari che seguiranno successiva-mente il percorso clinico del pazien-te. Quando opera nella veste di cli-nico deve imparare a utilizzare tutte le informazioni diagnostiche che gli pervengono ed a produrre documenti “leggibili” dai vari applicativi ospeda-lieri mantenendo le caratteristiche originali inalterate nei vari scambi. La corretta visibilità di tutte le infor-mazioni deve essere garantita: dati anagrafici, anamnesi, esame obiettivo, diario clinico, consulenze, lettera di

dimissione, referti con informazioni multiformato (immagini ecografiche, angiografiche, tracciati ECG...), firma del medico devono essere sempre esattamente interpretati dal sistema informatico e regolarmente visibili da chi ne ha i “diritti di accesso”. Tutte le informazioni alfanumeriche e di imaging devono essere correttamente “incapsulate” nel sistema. Si può fa-cilmente comprendere la complessità tecnica e procedurale della gestione informatizzata della documentazione clinica. Per assicurare buoni risultati,

l’unica strada è quella di affidarci agli standard, linguaggi comuni che ci permettono di far comunicare i vari applicativi senza alterazioni di conte-nuti. I più diffusi standard in Sanità sono DICOM (Digital Imaging and COmmunication in Medicine) che riguarda le immagini medicali (ma anche forme d’onda e tracciati) ed HL7 (Health Level 7), che si occupa del trattamento di dati alfanumerici (anagrafici, procedurali, ammini-strativi e documentali). Volendo fare un esempio pratico, se dobbiamo alimentare una cartella clinica infor-matizzata con il referto di un esame

un mondo di regole nuove per il clinico da acquisire in fretta per scongiurare il pericolo di trovarsi, da un

giorno all’altro, nel “trasloco” imprevisto ed immediato dalla cartella cartacea a quella informatizzata

(ma di pessima qualità)

L’utilizzo delle tecnologie dell’informazione, se non guidato dagli standard DICOM SR (Digital Imaging and COmmunication in Medicine Structured Report ) ed hL7 (health Level 7), comporta difficoltà ed inefficienze

Il referto strutturato, standard internazionale, è lo strumento tecnico basilare per scambiare correttamente le informazioni sanitarie: dati alfanumerici (richiesta, dati anagrafici, anamnesi, esame obiettivo, diario clinico, lettera dimissione), referti + immagini/clip, dati esecutore/refertatore

La conoscenza di questi problemi tecnici è oramai bagaglio indispensabile del clinico che non può più ignorarli ed essere tagliato fuori da ogni decisione sugli strumenti che deve utilizzare

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A R e A i n F O R M AT i c A

ecocardiografico, abbiamo l’esigenza di trasmettere: dati anagrafici del paziente, dati relativi alla richiesta di prestazione, immagini significative dello studio ecocardiografico, inter-pretazioni diagnostiche che danno alle immagini il corretto significato cli-nico, identificativo dell’esecutore e/o del refertatore. Lo standard DICOM ci offre un potente strumento per l’interoperabilità: il referto struttura-to, o DICOM SR (Structured Report)ovvero un oggetto informatico in cui

la presenza di componenti diversi dal testo scritto è solo una delle diverse opzioni possibili. Si tratta quindi di un “referto organizzato”: un contenitore estremamente efficiente, strutturato a blocchi funzionali che associa alla forma scritta (dati alfanumerici) la rappresentazione di immagini, traccia-ti elettrocardiografici, dati di labo-ratorio e simili. Ogni dato, a partire dalla fondamentale identificazione del paziente, ha un posto prefissato ed invariabile in cui essere codificato. In un DICOM SR avremo quindi un blocco di dati anagrafici del paziente; un blocco per i dati della richiesta e

relativo quesito clinico; un blocco in cui verranno convogliate le informa-zioni anamnestiche remote e prossi-me, con eventuali fattori di rischio; un blocco per la descrizione dei reperti + un blocco per le immagini stretta-mente legato al precedente, a loro volta codificate in un ulteriore blocco funzionale. Questa tediosa suddivi-sione consente però la trasmissibilità ad altri applicativi che, se conformi allo standard, possono correttamente elaborare le informazioni cliniche pre-senti nel documento. Purtroppo, una corretta applicazione dello standard DICOM SR non è sufficiente. Questo limite deriva da un “peccato origi-nale”: DICOM SR nasce, infatti, per essere un dispositivo di interscambio tra apparecchiature, per inviare l’“og-getto” referto ad un archivio (PACS), memorizzarlo e distribuirlo. Non nasce per dare un prodotto “human - readable” e deve quindi essere reso leggibile attraverso dei meccanismi di conversione che ne rendano possibile la fruibilità da parte degli operatori umani. Questo passaggio rende pos-sibile un filtraggio delle informazioni in relazione agli scopi che vengono indicati nella trasmissione del refer-to: presentazione al curante, scopi di ricerca, studi epidemiologici, contabi-lizzazione... La base tecnologica con cui si raggiunge questo intento è una struttura documentale chiamata CDA (Clinical Document Architecture), parte dello standard HL7 che permet-te la raccolta delle informazioni sulla base dei referti strutturati e le ordina

in modo comprensibile e modifica-bile a seconda delle esigenze. Infine aggiunge le doverose informazioni documentali (firma digitale, struttura nella quale il referto è conservato...) che rendono complete le notizie relative all’atto medico e ne rendono completa e sicura l’interoperabilità. Il referto strutturato ci permetterà di entrare a pieno titolo nel difficile percorso della Sanità elettronica ren-dendo più significativa l’informazione clinica dell’esame da noi eseguito; per

il curante sarà più facile recepire il messaggio contenuto nel nostro refer-to, migliorando la qualità complessiva della prestazione sanitaria. Si tratta di argomenti della “terra di nessuno”. È però certo che se il clinico vuole utilizzare nella cura dei suoi pazienti strumenti di qualità, evitando sistemi “spazzatura” che gli rendono la vita difficile deve appropriarsi del tema informatico, divulgarlo e lottare per ottenere quello che serve per lavorare bene.

Il referto strutturato è lo strumento tecnico

basilare per scambiare correttamente le

informazioni sanitarie

La conoscenza degli standard è un prerequisito

da acquisire per la quotidiana lotta per

l’impiego di strumenti di informatizzazione in Sanità di buona qualità

www.anmco.it/aree/elenco/informatica

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24 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque

A R e A n U R S i n G

Il Gruppo Infermieristico ANMCO Molise, nato grazie alla volontà del Presidente Regionale Dott. Carlo Olivieri, nel biennio

del suo mandato (2010 - 2012) è stato di grande stimolo per fare emerge-re il lavoro spesso silenzioso degli Infermieri, dando la possibilità di dimostrarne le capacità professionali. Il Gruppo, sempre molto attento alla formazione e all’aggiornamento, in quasi tutte le attività svolte ha lavo-rato in sinergia anche con la figura del Cardiologo. Nell’ultimo biennio ha fissato incontri con cadenza quasi mensile durante i quali dapprima ha discusso in merito alle problematiche

e alle criticità dell’Unità Operati-va, proponendo l’introduzione di adeguati strumenti per l’assistenza. Successivamente si sono organizzati tre corsi di aggiornamento, coinvol-gendo sia gli Infermieri di altri reparti sia quelli provenienti da altre realtà ospedaliere del Molise. Gli argomenti trattati nei corsi sono stati: la dispnea, il dolore toracico e la sincope. Inoltre il Gruppo è riuscito a organizzare, con grande successo, un convegno regionale sul tema: “Il paziente in ambito cardiovascolare e la gestione infermieristica nella realtà molisana”. L’evento si è svolto il 24 settembre 2011 ed ha accreditato 70 Infermieri.

A relazionare sono stati gli Infermieri:

una novità assoluta per molti. Le ses-

sioni sono state moderate da Cardio-

logi che hanno contribuito all’ottima

riuscita dell’appuntamento dedicata a

un componente del Gruppo, scom-

parso prematuramente e che ne era

stato parte attiva. Queste iniziative si

sono svolte incontrando spesso enor-

mi difficoltà, superate grazie al senso

di responsabilità e l’assiduo impegno

del Gruppo. Ora, quindi, l’obiettivo

è continuare a sviluppare le attività di

formazione organizzando altri eventi,

coinvolgendo altri colleghi.

La realtà infermieristica molisana di eLvira GioioSa a noMe deL Gruppo inFerMieriStico anMco MoLiSe

www.anmco.it/aree/elenco/nursing

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A R e A P R e V e n Z i O n e c A R d i O V A S c O L A R e

«… Liberiamo i nostri giovani cuori»di MicheLe GabrieLe e Gian FranceSco Mureddu

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26 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

A R e A P R e V e n Z i O n e c A R d i O V A S c O L A R e

Il problema della salute in car-cere è da sempre stato al centro dell’attenzione della Comunità Europea e dell’Organizzazione

Mondiale della Salute (OMS) che hanno sancito il principio di equiva-lenza delle cure, ovvero la necessità di garantire al detenuto le stesse cure, mediche e psico - sociali, che sono assicurate agli altri membri della comunità. Equità della salute per tutti i cittadini non significa soltan-to disponibilità dei servizi sanitari, ma soprattutto possibilità di potervi accedere per raggiungere un effettivo stato di salute. Quest’obiettivo non sembra essere sempre raggiunto e garantito nelle carceri. Queste infatti sono notoriamente “terreni fertili per infezioni” quali epatiti, tubercolosi o HIV ed i detenuti sono spesso un veicolo di diffusione di epidemie, ma non soltanto. Altre malattie sembrano mostrare un pericoloso incremento d’incidenza all’interno degli isti-tuti di pena: tra queste le malattie cardiovascolari hanno un posto di rilievo. È stato osservato infatti, che i detenuti hanno una probabilità più elevata di sviluppare ipertensio-ne arteriosa, spesso ad insorgenza giovanile e complicata da ipertrofia ventricolare sinistra, rispetto a coloro che non hanno messo piede in una cella. L’associazione è più forte per gli uomini, ed in particolar modo per quelli di colore ed i meno istruiti (A. Emily Wang, Yale University School of Medicine). Secondo alcuni esperti potrebbe essere l’aumento dell’osti-lità e degli ormoni dello stress legati alla detenzione a favorire l’insorgenza dell’ipertensione e la progressione dell’aterosclerosi. Wang e coll., ana-

lizzando i dati di più di 5.000 giovani soggetti a rischio, d’età compresa tra i 18 e i 30 anni, provenienti da quattro città degli Stati Uniti, rilevavano dopo cinque anni di osservazione che l’in-cidenza di nuovi casi d’ipertensione arteriosa cresceva dal 12% al 60%. Lo scarso controllo dei fattori di rischio, il sotto - trattamento e la mancanza di una cultura della prevenzione contri-buiscono ormai ad annoverare le ma-lattie cardiovascolari tra le “patologie della cella”. Se «il carcere aumenta il rischio d’ipertensione e malattie car-diache» soprattutto nei giovani adulti, ponendo l’accento sulla necessità di migliorare l’informazione e l’educa-zione sanitaria già nei giovani sottopo-sti a procedimenti penali, è altrettan-to vero che la promozione della salute e degli stili di vita sani inizia nell’età adolescenziale anche nella popola-zione generale non reclusa. È preciso dovere delle istituzioni sanitarie e sco-lastiche dunque prestare la necessaria attenzione all’implementazione di programmi educativi sui giovani, atti ad evitare il diffondersi delle malattie cardiocircolatorie negli anni successi-vi. Ciò va fatto soprattutto nelle fasce d’età adolescenziale, ovvero nelle scuole, garantendo pari opportunità a tutti i componenti della comunità. L’ANMCO, attraverso Heart Care Foundation prima e la Fondazione “per il Tuo cuore” attualmente, ha sempre avuto la “mission” di diffonde-re l’educazione alla prevenzione nella Scuola attraverso la formazione degli insegnanti che diventano a loro volta “formatori” e ai quali viene affidato il compito di sviluppare il percorso educativo. Dopo l’iniziativa “Cuore, alimentazione ed esercizio fisico”, nel

2010 è nata La Scuola “per il tuo cuore”. Help - Line per Insegnanti, che mette a disposizione della Scuola, tramite il Sito www.periltuocuore.it, set di slide, esperti in prevenzione o Istruttori BLS - D, e manuali cartacei. Tuttavia le difficoltà a raggiungere queste specifiche fasce d’età con messaggi e raccomandazioni scientifiche sono note (ed in particolare tra gli adole-scenti); risulta chiaro che non sempre i soggetti, per quanto informati, siano in grado di adottare condotte per evitare i rischi. L’efficacia dei percorsi preventivi in generale e di recupero in particolare, dipende da molte variabili: una di queste è sicuramente favorire il dialogo aperto e costruttivo come prevede “l’educazione tra pari” (peer education). Con il termine peer education ci si riferisce ad una strate-gia educativa che favorisce il passag-gio di conoscenze e di esperienze tra coetanei e che pone al centro il grup-po, considerandolo una risorsa ricca di potenzialità. Si tratta di un inter-vento che promuove la comunicazio-ne tra i soggetti coinvolti e potenzia nei ragazzi le competenze ed abilità sociali, comunicative ed emotive (life skill), fondamenti indicati dall’Unio-ne Europea, dall’OMS e dal Ministero della Pubblica Istruzione per rappor-tarsi con fiducia a se stessi, agli altri e alla comunità. L’educazione tra pari è dunque una metodologia che può aiutare a prevenire i comportamenti dannosi per il benessere psicofisi-co ed anche il rischio di devianza attraverso la costruzione di relazioni, dialogo, esperienze significative per tutti. Tra i punti di forza di questa strategia d’intervento va considerato il valore dato alla “relazione”: relazio-

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A R e A P R e V e n Z i O n e c A R d i O V A S c O L A R e

ne tra pari, relazione con gli adulti. La peer education infatti agisce per in-crementare le relazioni nel cui ambito ciascuno mantiene la propria identità e il proprio ruolo, ma, diversamente dai modelli assistenziali classici che considerano il ragazzo solo in termi-ni di discente, lavora con i giovani per renderli protagonisti del proprio cambiamento con il supporto delle competenze degli adulti. I ragazzi hanno quindi un ruolo attivo, simme-trico e complementare rispetto agli adulti e questo conduce a trasferire informazioni e consapevolezza, aiutan-do a costruire “l’etica della respon-sabilità”. Le strategie educative della peer education collocano al centro del processo comunicativo il grup-po dei pari a motivo di una precisa consapevolezza: l’importanza che ha il gruppo dei pari come dimensione sociale centrale nella vita dell’adole-scente. Cambia quindi anche il ruolo tradizionale dell’esperto che diventa in questo contesto un facilitatore di processi, un garante del funzionamen-to del gruppo. La funzione principale dell’esperto è quella di formare i peer educator, cioè ragazzi che scelgono di svolgere questo ruolo e vengono per così dire “allenati” a condurre il gruppo e formati sui contenuti da dibattere, per esempio della salute, del rischio cardiovascolare e degli stili di vita sani. Una delle chiavi del successo del progetto educativo tra pari è quindi la scelta dei peer educa-tor che hanno il compito cruciale di attivare la comunicazione nel gruppo. Ed è proprio su questo terreno che l’educazione sanitaria può incontra-re i progetti di recupero di ragazzi a rischio o con comportamenti devianti,

attraverso un progetto di educazione tra pari. L’Area Prevenzione Cardiova-scolare ANMCO, insieme con i Servizi Sociali della Giustizia Minorile della Sicilia stanno valutando di collaborare ad un progetto comune di peer edu-cation che riunisca in sé la diffusione del messaggio di prevenzione cardio-vascolare nelle Scuole (adottare stili di vita sani) ai progetti di recupero di giovani sottoposti a «procedimenti penali da parte della autorità giudi-ziaria». La formazione in prevenzione cardiovascolare per la promozione di stili di vita sani, diretta da un team di specialisti, sarebbe rivolta ad un gruppo di giovani sottoposti a pro-cedimenti penali che a loro volta, diventerebbero gli educatori alla pari dei giovani coetanei nelle Scuole. La peer education diviene dunque tema e mezzo del programma di recupero. In conclusione, formare i ragazzi a rischio per promuovere la salute nei coetanei ha un duplice obiettivo: da un lato provare a rendere incisivo il messaggio della promozione della salute nei giovani, dall’altro d’incidere su specifici comportamenti a rischio sotto l’aspetto sociale, sviluppando consapevolezza e competenza e, in una parola generando speranza nel futuro. Una bella scommessa!

Bibliografia 1. www.periltuocuore.it2. Croce M., Gnemmi A., “Peer Education. Adolescenti protagonisti della prevenzio-ne”, Milano, Franco Angeli, 2003.3. Boda G., “Life Skills e Peer Education: strategie per l’efficacia personale e colletti-va”, Milano, La Nuova Italia, 2001.4. Svenson Gary R. (Ed), “Linee guida per la peer education tra giovani coetanei mirata alla prevenzione dell’AIDS”, Com-missione Europea 1998, in http://www.europeer.lu.se/5. Venza G., (Ed.), “Formazione e trasfor-mazioni. L’intervento psicosociologico nelle organizzazioni e nel sociale”, Milano, Franco Angeli, 2005.6. Pellai A., Rinaldin V., Tamburini B., “Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer education”, Trento, Erikson, 2002.7. Kahr C. “Peer group education: mani-polazione o partecipazione? Una raccolta di esperienze europee che utilizzano la pge nella prevenzione delle dipendenze”, Lippe, Landschaftserband Wesfalen, 1999.

www.anmco.it/aree/elenco/prevenzione

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28 | cardiologia negli ospedali | centottantacinque - centottantasei

cOnSiGLi diReTTiVi ReGiOnALi AnMcO 2010 - 2012

ABRUZZOPresidente: Leonardo Paloscia (Pescara)Consiglio Regionale: Domenico Di Clemente (Pescara)Giacomo Levantesi (Vasto - CH)Loredana Mantini (Chieti)Cosimo Napoletano (Teramo)Massimo Pasquale (Chieti)Marco Flavio Tiburzi (Avezzano - AQ)www.anmco.it/regioni/elenco/abruzzo

BASILICATAPresidente: Luigi Truncellito (Policoro - MT)Consiglio Regionale: Antonio Giovanni Cardinale (Matera)Michele Antonio Clemente (Matera)Berardino D’alessandro (Policoro - MT)Salvatore Gubelli (Venosa - PZ)Pasqualino Innelli (Marsico Vetere - PZ)Antonio Lopizzo (Potenza)Rosa Anna Manta (Policoro - MT)

Vincenzo Domenico Martone (Potenza)www.anmco.it/regioni/elvenco/basilicata

CALABRIAPresidente: Mario Chiatto (Cosenza)Consiglio Regionale: Francesco Antonio Benedetto (Reggio Calabria)Roberto Caporale (Cosenza)Nicola Cosentino (Cariati - CS)Alfredo De Nardo (Vibo Valentia)Alessandro Ferraro (Catanzaro)Raffaele Lumare (Crotone)www.anmco.it/regioni/elenco/calabria

CAMPANIAPresidente: Giovanni Gregorio (Vallo della Lucania - SA)Consiglio Regionale: Cesare Baldi (Salerno)Gennaro Bellizzi (Ariano Irpino - AV)Nicola Capuano (Nocera Inferiore - SA)Aldo Celentano (Napoli)Franco Mascia (Caserta)Gerolamo Sibilio (Pozzuoli - NA)

Paolo Silvestri (Benevento)Attilio Varricchio (Napoli)www.anmco.it/regioni/elenco/campania

EMILIA ROMAGNAPresidente: Diego Ardissino (Parma)Consiglio Regionale: Alessandro Capecchi (Bentivoglio - BO)Nicoletta Franco (Rimini)Alessandro Fucili (Ferrara)Alessandro Navazio (Reggio Emilia)Giampiero Patrizi (Carpi - MO)Angelo Placci (Ravenna)Claudio Reverberi (Parma)

Giovanni Quinto Villani (Piacenza)www.anmco.it/regioni/elenco/emilia

FRIULI VENEZIA GIULIAPresidente: Antonio Di Chiara (Tolmezzo - UD)Consiglio Regionale: Salvatore Accardo (Gorizia)Antonella Cherubini (Trieste)Ermanno Dametto (Pordenone)Giuseppe Di Fonzo (Latisana - UD)Grazia Fazio (Gemona del Friuli - UD)Laura Massa (Trieste)Alessandro Proclemer (Udine)

Antonio Riccio (Spilimbergo - PN)www.anmco.it/regioni/elenco/friuli

LAZIOPresidente: Furio Colivicchi (Roma)Consiglio Regionale: Francesco Biscione (Roma)Giuseppe Cacciatore (Roma)Giuseppe Ferraiuolo (Roma)Antonino Granatelli (Tivoli - RM)Fabio Menghini (Roma)Roberto Mezzanotte (Ostia - RM)Giuseppe Pajes (Albano Laziale - RM)

Giovanni Pulignano (Roma)www.anmco.it/regioni/elenco/lazio

LIGURIAPresidente: Gianfranco Mazzotta (La Spezia)Consiglio Regionale: Federica Airoldi (Pietra Ligure - SV)Stefano Benedetto (Rapallo - GE)Ornella Magaia (Genova)Sandro Orlandi (Sestri Levante - GE)Claudio Rapetto (Imperia)Andrea Saccani (Genova)Luisa Torelli (Savona)Alberto Valbusa (Genova)

www.anmco.it/regioni/elenco/liguria

LOMBARDIAPresidente: Luigi Oltrona Visconti (Pavia)Consiglio Regionale: Francesca Buffoli (Mantova)Antonio Cirò (Monza)Giuseppe Di Tano (Cremona)Niccolò Grieco (Milano)Alberto Limido (Varese)Daniele Nassiacos (Saronno - VA)Marco Negrini (Milano)Carlo Sponzilli (Milano)

www.anmco.it/regioni/elenco/lombardia

MARCHEPresidente: Luigi Minutiello (Fabriano - AN)Consiglio Regionale: Luigi Aquilanti (Ancona)Giovanni Bersigotti (Pesaro)Gianserafino Gregori (Ascoli Piceno)Marco Marini (Ancona)Anna Patrignani (Senigallia - AN)Michele Danilo Pierri (Ancona)Andrea Pozzolini (Fano - PU)Ettore Savini (Fermo)

www.anmco.it/regioni/elenco/marche

Leonardo Paloscia Antonio Di Chiara

Furio Colivicchi

Gianfranco Mazzotta

Luigi Oltrona Visconti

Luigi Minutiello

Luigi Truncellito

Mario Chiatto

Giovanni Gregorio

Diego Ardissino

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cOnSiGLi diReTTiVi ReGiOnALi AnMcO 2010 - 2012

MOLISEPresidente: Carlo Olivieri (Isernia)Consiglio Regionale: Giuseppe Attademo (Agnone - IS)Carolina De Vincenzo (Campobasso)Emilio Musacchio (Campobasso)Pierluigi Paolone (Campobasso)Roberto Petescia (Isernia)Marina Angela Viccione (Isernia)www.anmco.it/regioni/elenco/molise

P.A. BOLZANOPresidente: Rainer Oberhollenzer (Bolzano)Consiglio Regionale: Rupert Paulmichl (Merano - BZ)Walter Pitscheider (Bolzano)www.anmco.it/regioni/elenco/bolzano

P.A. TRENTOPresidente: Domenico Catanzariti (Rovereto - TN)Consiglio Regionale: Annalisa Bertoldi (Trento)Roberto Bettini (Mezzolombardo - TN)Alessio Coser (Trento)Giuseppe Vergara (Rovereto - TN)www.anmco.it/regioni/elenco/trento

PIEMONTE E VALLE D’AOSTAPresidente: Maria Rosa Conte (Torino)Consiglio Regionale: Paolo Angelino (Rivoli - TO)Giacomo Giovanni Boccuzzi (Torino)Paolo Corsetti (Torino)Anna Maria Costante (Alessandria)Brunella Demichelis (Torino)Federico Nardi (Verbania)Elena Maria Richiardi (Torino)

Paolo Scacciatella (Torino)www.anmco.it/regioni/elenco/piemonte

PUGLIAPresidente: Alessandro Villella (Lucera - FG)Consiglio Regionale: Giovanni Deluca (Barletta)Vincenzo Lopriore (Monopoli - BA)Antonella Mannarini (Monopoli - BA)Tiziana Mazzella (Lecce)Teresa Pascente (Taranto)Giuseppe Santoro (Conversano - BA)Giuseppe Scalera (Bari - Carbonara)

Luigi Stella (Gallipoli - LE)www.anmco.it/regioni/elenco/puglia

SARDEGNAPresidente: Bruno Loi (Cagliari)Consiglio Regionale: Raffaele Congiu (Cagliari)Francesco Dettori (Oristano)Rosa Chiara Manzi (Carbonia)Ignazio Maoddi (Nuoro)Antonella Marocco (Cagliari)Francesco Uras (Sassari)www.anmco.it/regioni/elenco/sardegna

SICILIAPresidente: Ernesto Mossuti (Siracusa)Consiglio Regionale: Francesco Amico (Catania)Calogero Catalano (Sciacca - AG)Roberto Di Paola (Catania)Giovanna Geraci (Palermo)Gianni Mobilia (Messina)Ignazio Maria Smecca (Palermo)www.anmco.it/regioni/elenco/sicilia

TOSCANAPresidente: Giancarlo Casolo (Lido di Camaiore - LU)Consiglio Regionale: Andrea Boni (Lucca)Gabriele Castelli (Firenze)Nicola Ciabatti (Livorno)Massimo Fineschi (Siena)Ugo Limbruno (Grosseto)Massimiliano Mariani (Massa)

Anna Maria Paci (Pisa)Guido Parodi (Firenze)www.anmco.it/regioni/elenco/toscana

UMBRIAPresidente: Paolo Verdecchia (Perugia)Consiglio Regionale: Daniella Bovelli (Terni)Rita Liberati (Foligno - PG)Sara Mandorla (Gubbio - PG)Cristina Martino (Spoleto - PG)Mariagrazia Sardone (Perugia)Donatella Severini (Città di Castello - PG)www.anmco.it/regioni/elenco/umbria

VENETOPresidente: Pietro Delise (Conegliano - TV)Consiglio Regionale: Emanuele Carbonieri (Bussolengo - VR)Fabio Chirillo (Treviso)Fabio De Conti (Camposampiero - PD)Alessandro Desideri (Castelfranco Veneto - TV)Cosimo Perrone (Arzignano - VI)Guerrino Zuin (Mestre - VE)www.anmco.it/regioni/elenco/veneto

Carlo Olivieri

Rainer Oberhollenzer

Bruno Loi

Ernesto Mossuti

Domenico Catanzariti Giancarlo Casolo

Paolo Verdecchia

Pietro Delise

Maria Rosa Conte

Alessandro Villella

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30 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

d A L L e R e G i O n i - B A S i L i c ATA

Una giornata intensa quella organizzata dall’Associa-zione Amici del Cuore di Grassano, dalla Fondazione

“per il Tuo cuore”, dalla Cardiologia e l’Ambulatorio di Angiologia dell’O-spedale “Madonna delle Grazie” di Matera, e dalla Commissione Pari Opportunità presso l’Ordine degli Avvocati di Matera, nella Sala del Consiglio dell’Ordine del Tribunale di Matera. La giornata è stata solleci-tata dal Presidente della Commissione Pari Opportunità presso l’Ordine de-gli Avvocati di Matera, Avv. Lucia Elsa Maffei, la quale, tra l’altro, ha posto l’accento “sull’importanza di agevola-re la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, non solo della famiglia ma anche della salute personale, a volte trascurata per l’impossibilità di ritagliare tempo da dedicare agli ac-certamenti e ai controlli medici”. Una giornata di prevenzione e informazio-ne sanitaria, che ha visto in prima fila, per l’aspetto organizzativo la signora Lucia Bolettieri, Presidente dell’Asso-ciazione Amici del Cuore di Grassano con i suoi associati che hanno gesti-to la fase di accoglienza, i controlli programmati: BMI (indice di massa corporea) circonferenza addominale, frequenza cardiaca, pressione arte-riosa, saturazione O2. «È essenziale

- ha ricordato Lucia Bolettieri - una partecipazione del singolo ai fini della prevenzione. Molte patologie si com-battono, ancor prima dell’utilizzo dei farmaci, con misure non farmacolo-giche ed eliminando fattori di rischio ben conosciuti: favorire una dieta di tipo mediterraneo, aumentando il consumo di frutta, verdura, pesce azzurro, per citare alcuni alimenti; incrementare una costante attività fisica e per chi lo desideri anche sportiva, ricordando a tutti che una passeggiata a passo svelto ogni giorno per 45 minuti è sufficiente a questo scopo. Essenziale eliminare il fumo». In seguito ognuno è stato invitato a un colloquio medico individuale nel quale sono stati analizzati i dati rac-colti (Figura 1) e affrontato il tema di uno Stile di Vita salutare, nella specifi-cità del singolo, con le sue patologie, i risultati dei controlli, la sua storia clinica, l’anamnesi anche familiare. Alcuni hanno portato in visione i loro esami di laboratorio. A tutti è stato consegnato il materiale informativo della Campagna nazionale “per il Tuo cuore”. L’impostazione messa in atto ha riscontrato interesse da parte di tutti. Sono stati fatti circa 100 con-trolli. La mattina è trascorsa in modo veloce, intenso, senza pause. L’incon-tro ha trovato la sua sintonia nella col-

laborazione attiva di più soggetti, più istituzioni. L’iniziativa è stata seguita anche dai mezzi di comunicazione regionali. Sono stati pubblicati articoli dai quotidiani regionali, sono andati in onda servizi del Tg 3 Basilicata e di TRM. L’incontro è stato annunciato sin dalle prime ore della mattina, in “Buongiorno regione”, con la parteci-pazione del Dott. Cardinale, il quale ha rilevato l’importanza di un con-trollo clinico adeguato di patologie importanti in ambito cardiovascolare, quale l’ipertensione arteriosa, l’iper-colesterolemia e le dislipidemie in generale, l’obesità, il diabete mellito. È stata rimarcata l’importanza di una corretta e costante prevenzione, così come è essenziale che ogni cittadino sostenga anche economicamente la Fondazione “per il Tuo cuore” nella sua incessante opera d’informazione e prevenzione cardiovascolare, nella sua ricerca avanzata dall’ambizioso obiettivo di trovare una cura perso-nalizzata, frontiera questa partico-larmente avvincente. È importante scendere “nell’arena”, uscire dalle sedi istituzionali, per un colloquio costante con i cittadini. La prevenzio-ne ha bisogno di una partecipazione convinta da parte dei cittadini, che devono sostenerla, ancor prima che economicamente, facendola propria,

Il cuore in Tribunaledi FranceSco paoLo caLciano, Lucia boLettieri, daMiano cardinaLe, antonio cardinaLe

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d A L L e R e G i O n i - B A S i L i c ATA

www.anmco.it/regioni/elenco/basilicata

adottandola come metodo quotidia-no, come scelta prioritaria cultura-le. Occorre tendere ad un circolo virtuoso, ad un’alleanza per il bene comune tra cittadini, associazioni di volontariato, società scientifiche, enti istituzionali. Va cercata in quest’am-bito una collaborazione da parte dei media, per una diffusione capillare di messaggi positivi. Infatti la disparità di risorse economiche finalizzate alla pubblicità rispetto a questi temi, tra messaggi negativi e positivi, è enorme e notevole la difficoltà da parte di

chi opera per veicolare un messaggio salutare nel bene comune. È impor-tante investire sulla comunicazione, pur nell’oggettiva difficoltà che questo comporta, non fermarsi, po-tenziare l’aspetto dell’informazione e della prevenzione, creare sinergie stabili, utilizzare al meglio i mezzi informatici, tendere a creare perio-diche iniziative da realizzare conte-stualmente nelle varie regioni. Tutti quelli che operano in quest’ambito, registrano difficoltà nel trasmettere messaggi su un corretto stile di vita

ma un’opera d’informazione svolta in modo capillare, non episodica, riesce a raggiungere cuore e mente, facen-do modificare abitudini non salutari. Tante sono le difficoltà, ma il nostro invito è di rimboccarci le maniche, non abbassare la guardia, chiedere un investimento maggiore sia economico che umano, potenziando i mezzi di chi lavora nell’ambito ostico, ma bello e appassionante, della prevenzione cardiovascolare. I risultati arriveranno.

Un corretto Stile di Vita per una sana prevenzione

Età Sesso M ( ) F ( ) Fumo

Peso Kg__________ Altezza cm__________ Circonferenza addominale cm__________

BMI__________ sat. O2__________% P.A.__________mmHg F.C.__________bat/min

una sana alimentazione deve prevedere:

A – un consumo, più volte il giorno, di frutta e verdure, quest’ultime sia crude che cotte;

B – un consumo due, ancor meglio tre volte la settimana di legumi, (di vario tipo) sia da man-giare con la pasta, sia da soli, sia come contorno;

C – non eccedere con la carne, preferire quelle magri;

D – consumare almeno tre volte la settimana il pesce, preferendo il pesce azzurro;

e – non eccedere con i formaggi (preferire quelli con meno grassi) e non eccedere con i salu-mi, non eccedere con i dolci;

F – scegliere come condimento l’olio extravergine d’oliva;

g – utilizzare il sale con moderazione;

h – modo di cottura: preferibile la cottura al forno a quella fritta;

I – non eccedere con le bevande alcoliche, l’uso eventuale deve essere moderato.

Ai ragazzi diciamo eVITATe L’ALCOL: divertitevi in sicurezza, per far questo non c’è necessità di alcun supplemento d’alcol.

Attività fisica:

È importante anche un’attività fisica costante; è sufficiente una camminata a passo svelto per trenta, quarantacinque minuti al giorno, non costa nulla ed è salutare.

Mettere in atto piccoli accorgimenti finalizzati a una sana attività fisica: evitare di prendere l’ascensore, non prendere un veicolo per piccoli spostamenti, ma andare a piedi.

consigli tratti dal libro “isola della Prevenzione”

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32 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

d A L L e R e G i O n i - c A L A B R i A

Il 3 dicembre scorso si è svolto a Cosenza, presso la Sala dell’Or-dine dei Medici, un meeting tra i Cardiologi dell’Ospedale

dell’Annunziata e i Cardiologi ambu-latoriali con i Medici di Medicina Ge-nerale sul tema, estremamente attuale, del monitoraggio remoto del paziente portatore di device. L’attualità dell’ar-gomento ha spinto il Dott. Antonello Talarico, organizzatore dell’evento, a coinvolgere direttamente sia i colleghi Cardiologi ambulatoriali che i Medici di Medicina Generale nella tavola rotonda alla quale ha partecipato un autorevole rappresentante dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Ing. Calcagnigni esperto in tema di spesa sanitaria e device. I lavori sono stati aperti dal Di-rettore Generale dell’ASP di Cosenza, Dott. Gianfranco Scarpelli, dal Diretto-re Sanitario della Azienda Ospedaliera di Cosenza Dott. Francesco De Rosa e dai Presidenti Regionali ANMCO Dott. Mario Chiatto ed AIAC Dott. Saverio Iacopino. Nel programma inoltre è stata prevista la presenza di tutti i Centri che in Calabria esguono procedure di elettrostimolazione. Lo scopo dell’evento, quindi, oltre che divulgativo, era quello di sancire l’inizio di un nuovo precorso di stretta collaborazione tra il Centro che im-pianta il dispositivo e le figure profes-

sionali che successivamente avranno in carico il paziente dopo la dimissione e validarne la fattibilità e l’efficacia socio - economica. Il supporto tecnologico, in questo senso, è decisivo nella messa a punto di nuovi assetti organizzativi. I device impiantati, di fatto controllabili in remoto, forniscono tutta una serie di informazioni che permettono una sorta di controllo “clinico virtuale” del paziente e quindi non solo del devi-ce in senso stretto. Ecco quindi che sfruttare tali potenzialità con finalità rivolte alla ottimizzazione di schemi terapeutici, ma anche a razionalizzare le risorse, vista la congiuntura attuale, può portare a ridurre sia gli accessi in Ospedale per le visite finalizzate al controllo del device sia, soprattutto, a ridurre i ricoveri. È una occasione che non può essere trascurata vista anche la validazione, in termini di riduzio-ne dei costi, che gli studi pubblicati hanno dimostrato. La Unità Operativa di Cardiologia dell’Annunziata da anni ha investito sul controllo remo-to. Il primo dispositivo dotato di tale funzione è stato impiantato nel 2005 ed attualmente sono 120 i pazienti monitorati in remoto. La collaborazio-

ne delle figure professionali quali Cardiologi e Medici di Medicina Generale sarà attiva, nel senso che essi avranno accesso tramite

web ai dati clinici dei pazienti di loro pertinenza: il Medico di Medicina Ge-nerale potrà visionare quale è il trend di pressione arteriosa, frequenza car-diaca, peso corporeo, livello di attività quotidiana, lo stato di imbibizione pol-monare, e tanti altri parametri, quindi potrà intervenire per tempo dopo aver riscontrato eventuali anomalie. Così come il Cardiologo ambulatoriale, che ha visto quel determinato paziente in fase pre - ospedaliera e ha dato indica-zione all’impianto di un determinato dispositivo inviandolo al Centro di elet-trostimolazione, potrà seguire in re-moto il paziente che già conosce e va-lutarne l’andamento clinico. È inteso che il monitoraggio dei dati relativi al device sono e restano di pertinenza del Centro che ha eseguito l’impianto. Nei prossimi giorni si svolgeranno delle riunioni attuative, coordinate dal Dott. Antonello Talarico, tra i Cardiologi elettrofisiologi della U.O. di Cardiolo-gia dell’Annunziata e i Medici territo-riali che hanno dimostrato interesse all’iniziativa. Ad essi verrà illustrato nei dettagli come accedere via web ai dati relativi ai pazienti di loro pertinenza e l’esperienza avrà inizio.

Il monitoraggio remoto del paziente portatore di pacemaker defibrillatori:

tra Ospedale e Territoriodi Mario chiatto e antoneLLo taLarico

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Venerdì 17 febbraio alle ore 16.00 presso la Sala Consi-liare del Comune di Rende (CS) si è svolta la cerimo-

nia di premiazione relativa al concor-so di poesia “Dammi il tuo cuore. Ne avrò cura”, organizzata dalla Scuola Secondaria Statale di I grado “P. De Coubertin” in collaborazione con l’ANMCO Calabria. L’evento, ritenu-to altamente educativo e fortemente incisivo per i preadolescenti, è stato possibile grazie alla grande sensibilità del Dirigente Scolastico Dr.ssa Imma-colata Cairo, alla collaborazione della Prof.ssa Rosellina Brun e al supporto organizzativo del Dott. Mario Chiatto e del Dott. Carmine Carpino. La ceri-monia di premiazione è stata prece-duta da un interessantissimo conve-gno che ha visto impegnato il mondo della scuola e il mondo ospedaliero. Interessantissimi gli interventi dei

Dottori Mario Chiatto e Carmine Car-pino che hanno curato l’aspetto della prevenzione delle malattie cardiova-scolari e la cura del cuore; di notevole importanza per gli alunni presenti in sala, l’intervento della Dott.ssa Vita Cupertino pediatra dell’ASP di Cosenza e Responsabile del settore “Medicina di Comunità”. Il concorso è stato articolato in tre sezioni (classi prime, seconde e terze della scuola Secondaria di I grado), diretto a tutte le scuole del Comune di Rende, ha visto protagoniste nove ragazze vincitrici dei premi relativi alle varie sezioni del concorso. Grande disponi-bilità all’iniziativa è stata dimostrata dai membri della giuria che hanno decretato i vincitori: Prof.ssa Viviana Burza (Direttore di Dipartimento di Scienze dell’Educazione UNICAL), Dott. Gianfranco Ventura (poeta), Sig. Benito Patitucci (poeta e scritto-

re, membro dell’Accademia Cosenti-na), Dott. Rosario Ippolito (medico). L’emozione dei genitori e di tutti i do-centi presenti alla cerimonia, è stata davvero grande poiché le composizio-ni in versi, lette in sala, aventi come argomento il cuore hanno lasciato trasparire, non solo grande sensibilità rispetto al tema proposto ma anche capacità creativa e alto possesso di tecnica poetica da parte degli alunni partecipanti. Questo tipo di cerimo-nie allargano gli orizzonti dei giovani studenti sia rispetto alla medicina preventiva che alla partecipazione ad iniziative di volontariato e ad attività utili allo sviluppo della creatività. Siamo convinti, dunque, che solo l’incontro fra pubbliche Istituzioni possa garantire quella tanto auspicata “continuità orizzontale” importantis-sima per le giovani generazioni e per una scuola altamente superlativa!

Il cuore in…Versi di roSaLina brun e iMMacoLata cairo

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34 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

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Classi prime

Il tuo cuore mi hai donatoBatte forte nel tuo pettoquel tuo grande cuoricino;c’è qualcuno che lo aspettaa gran voce chiede aiuto.

Solo tu lo puoi sentirefermati un po’ ad ascoltare;la tua vita l’hai vissutaora è tempo di pensarea chi il tuo cuore vuoi donare.

Il tuo cuore si è fermato troppo presto, hai ragione;ma immensa è la bontà del tuo animo gentile.

Grazie a te io ora vivoIl tuo cuore batte in me;il mio angelo sei statoperché il tuo cuore mi hai donato,tanta cura io ne avrò e anche per te io vivrò!

1° CLASSIFICATA Shantal Orefice I° L Sede di Saporito

Il cuore: luogo dell’apprendereIl cuore è come una scatoladove sono racchiuse le cose più preziose.Puoi darmelo, ne avrò cura...Non si possono spiegare,né definire, i sentimenti che provengono dal cuore:gioisce di felicità, anche se poi,prova dolore nello scoprire la realtà!Il cuore è il luogo da dove provengono le tue lacrime:è l’unico a sapere che vale la penabagnarsi il viso piangendo.Il cuore, molto spesso si sostituisce alla tua intelligenza:solo il cuore e solo una carezzati impediscono di vedere il buio della realtà.Il cuore è ciò che ti aiuta in questo duromondo dell’adolescenza:è con il cuore che apprendiil significato profondo di dolore e di felicità!

2° CLASSIFICATAMaria Cristina Trimboli I° C Sede centrale

Piano pianoPrendi il mio cuore,ti farà compagnia;nei giorni più freddi ti darà calorein quelli più tristiti saprà consolaree se ne avrai bisognoti regalerà un sorrisoaffinchè ogni battito illuminerà il tuo viso.Prendi il mio cuore,ti insegnerà ad amare senza timorediffonderà l’amoree piano piano…lo lascerà andare.

3° CLASSIFICATASara Francavilla I° I sede Zumpano

Scuola Secondaria Statale di I grado P. De Coubertin - Rende (CS)

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Piano pianoPrendi il mio cuore,ti farà compagnia;nei giorni più freddi ti darà calorein quelli più tristiti saprà consolaree se ne avrai bisognoti regalerà un sorrisoaffinchè ogni battito illuminerà il tuo viso.Prendi il mio cuore,ti insegnerà ad amare senza timorediffonderà l’amoree piano piano…lo lascerà andare.

3° CLASSIFICATASara Francavilla I° I sede Zumpano

Classi seconde

Dammi il tuo cuore, io ne avrò cura…Dammi il tuo cuore,io ne avrò cura.Nella mia anima continuerà a vivere qualcosadi te. So che sembra strano che io possacontinuare a vivere le tue emozioni,che io possa far battere ancorala tua anima. Tu mi hai regalatoun nuovo orizzonte che sembrava svanitonel soffio dell’istante in cui un alito ha gelato il mio futuro.Ogni giorno mi sveglio e penso a te che sfiorito da un crudele avvenire hai resopossibile il mio.

1° CLASSIFICATA Caterina Rizzuto II° B sede centrale

Ti prego, dammi il tuo cuore ne avrò curaDammi il tuo cuore ne avrò cura,ti aiuterò a essere un uomo vero,ti aiuterò ad amare le persone,il tuo cuore cambieràda cuore di pietra d’oro diventerà.

Dammi il tuo cuore ne avrò cura,insieme cambieremo il mondo.Se mi cedi il tuo cuorele guerre svanirannoe la pace e la fratellanza trionferanno.

Dammi il tuo cuore ne avrò cura,ti insegnerò a viverein un mondo più serenodove tutti si danno la manoe nessuno vivrà invano.

Anch’io ti darò il mio cuoreper far si che anche io cambieròe vivere con gli altri saprò.Ti pregodammi il tuo cuore ne avrò cura.

2° CLASSIFICATAMaria Cristina De Rango II° L sede Saporito

I colori del cuoreNella mia menteNella mia mente tanti pensieri,mi rivolgo a te anima triste e solache vaghi per le vie buie del mondo.Apri il tuo cuore, spalanca le porteNon aver paura di sorridere ancora.Non vedere solo le strade scureCerca le vie dell’arcobalenoChe renderanno la tua vita piena di colori.Apriti al mondo, non aver timoreCerca la luce e continua a seguirla.Dammi il tuo cuoreTi porterò sulle vie dell’amore.Seguimi…Io ti sarò sempre vicino.

3° CLASSIFICATANoemi Gullo II° A sede centrale

Classi terze

A NicIn un giorno di sole,dove il mare non era lontano,guardavi la strada correre dietro te,come la vita insegue chi,con occhi gioiosi, è ricco di speranza.

Toccavi il viso materno Con le manine, sorridevi feliceE sognando propendevi Al futuro cantando.

Improvvisamente il buio…Ecco il sogno è spezzato dal maleE con te si sciolse ogni gioia.

Tu volasti, piccolo Nic,come una colomba bianca.Ti posasti su un ramo di sole Guardando laggiù.

La tua mamma piangeva,lo sguardo spento e coperto da un velo d’argento.La tua bocca abbozzava un sorriso… Eri felice lassù.

Non avevi ancora assaporato lo zucchero della vita,non avevi bevuto ancora il dolce vinoviolaceo come le tue labbra.

Avevi ancora tanto amore da dare,tanto ancora da ricevere.

Il tuo cuore voleva pulsare ancora,voleva consolare, salvare… la tua vita si spartiva in mille e tanti aspettavano te quaggiù.Una voce di bimba: “dai a me il tuoCuore. Io ne avrò cura”.

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36 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

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E piano piano con lui riprese a sorridere…

Un’altra mamma dismise il suo velo d’argento.Grazie, piccolo Nic.Grazie per aver voluto Vivere ancora,sperare ancora,amare ancora.

1 CLASSIFICATALuana Russo 3° H sede centrale

Il mio amico del cuoreTutti abbiamo un cuore,chi di carne,chi di pietra e chi colmo d'amore.

Certo non è facilecapirne l'importanzanoi che di quest'organo fragilenon conosciamo la sostanza.

Caro amico,non so come potertelo spiegarel'unica cosa che ti dico è che serve per amare.

Se metti la mano sul tuo pettosi farà sentiree se ancor non te l'ho detto batte forte all'impazzire.

Batti, batti, cuoricinobatti ancor sempre più fortesono ancor troppo piccinonon mi far rischiar la morte.

Il trapianto di un organoè un intervento delicatoma se mi terrai la manomi sentirò più amato.

Forse stai per annoiarticon le mie preoccupazionima io voglio ringraziartiper le tue attenzioni.

Solo tu in questo momentomi sei stato così vicino e adesso il mio intentoè ringraziarti con questo pensierino:Ora ascolta caro amicotu non devi aver paurasolo questo io ti dico"Dammi il tuo cuore ne avrò cura".

2° CLASSIFICATAAlessia Salerno III° H sede Saporito

Tante ossa ma un solo cuoreTante ossa ma un solo cuore;Muscolo capace di fermarsi per una delusione,capace di scoppiare per amore,per ogni piccola agitazione.Scrigno di sentimenti,rifugio di mille segreti.Cuore che vede e sente ciò che invisibile ad occhi ed orecchie;Cuori infranti,cuori di pietra.Cuore malato,cuore sofferente,cuore donato per aiutare la gente.Dammi il tuo cuore, ne avrò curafidati di me, non aver paura.

3° CLASSIFICATA Martina Tursi Prato III° H sede Saporito

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AuTORIzzAzIONe PeR LA DOMICILIAzIONe BANCARIA (RID)cOMPiLARe in STAMPATeLLO e SPediRe in ORiGinALe Ad AnMcO - uffici Amministrativi Via La Marmora, 36 - 50121 Firenze

(Il presente modulo può essere anche scaricato alla pagina www.anmco.it/associazione/come)

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Luogo e data Firma del sottoscrittore

Dal 2009 puoi pagare la quota associativa ANMCO con ad-debito automatico sul tuo conto corrente bancario. In que-sto modo sarai sicuro di provvedere ogni anno al rinnovo della tua quota, evitando perdite di tempo. Compila il mo-dulo RID già predisposto nella presente pagina.Il pagamento può comunque essere effettuato con le se-guenti modalità:- Addebito Automatico in c/c (RID)- Carta di Credito via web collegandosi all’Area Riservata ai Soci sul sito www.anmco.it nella sezione quote associative- Bollettino di c/c postale n. 16340507 intestato ad ANMCO- Bonifico bancario su c/c ANMCOIBAN IT 18 C 06160 028010 00017441C00

quote Associative annue:- € 30,00 per i giovani Soci Ordinari fino al 35° anno di età- € 90,00 per i Direttori di Struttura Complessa- € 70,00 per i Responsabili di Struttura Semplice / Dirigenti- nessuna quota per i giovani Soci Aggregati fino al 30° anno di età- € 30,00 per i giovani Soci Aggregati dal 31° al 35° anno di età- € 50,00 per i Soci Aggregati dal 36° anno di età- € 10,00 una tantum per il primo pagamento per tutti i Soci Ordinari

Il suddetto importo include la somma di euro 13,00 (tredi-ci/00) comprensivo di IVA che, per il tramite della Federa-zione Italiana di Cardiologia, verrà versata in Vostro nome e conto alla società Il Pensiero Scientifico editore con sede a Roma, Via San giovanni Valdarno, 8 - 00138 Roma, codice fiscale: 00429130586 e partita IVA 00889601001, a titolo di corrispettivo per l’abbonamento annuale all’organo scien-tifico in lingua italiana della Federazione Italiana di Cardio-logia, rivista denominata “giornale Italiano di Cardiologia” con sottotitolo “Organo ufficiale della Federazione Italiana di Cardiologia, Organo ufficiale Società Italiana di Chirur-gia Cardiaca” e la somma di euro 27,00 (ventisette/00) che, per il tramite della Federazione Italiana di Cardiologia, ver-rà versata in Vostro nome e conto a titolo di corrispettivo per l’abbonamento annuale all’organo scientifico in lingua inglese della Federazione Italiana di Cardiologia alla Casa editrice Lippincott, Wilkins & Williams con sede a Londra (gB), 250 Waterloo Road, London Se1 8RD, rivista denomi-nata “Journal of Cardiovascular Medicine” con sottotitolo “Official Journal of the Italian Federation of Cardiology”.

(1) Verificare al momento della sottoscrizione del presente modulo con la propria Banca la correttezza del codice iBAn.(2) Per il primo anno il pagamento della quota associativa avverrà entro due mesi dalla data di ricevimento; per gli anni successivi l’addebito sarà effettuato nel mese di gennaio, salvo eventuali modifiche deliberate dall’Assemblea.

Codice Paese

CINIBAN

CIN Codice ABI CAB Numero Conto Corrente

RINNOVA LA quOTA ASSOCIATIVA!

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Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

ANMCO

DOMANDA DI ISCRIZIONE

DATI ANAGRAFICI

Nome Cognome Data di nascita

Luogo di nascita Indirizzo

Città Prov. CAP

Tel./Cell. Fax e - mail

DATI PROFESSIONALI

Denominazione Ospedale

Indirizzo

Città Prov. CAP

Tel./Fax e - mail Reparto:

Specializzato in Cardiologia: Si No Altre Specializzazioni

Appartenente ad altra Società Scientifica cardiologica Si No

Se SI Indicare quale

Struttura Ospedaliera universitaria Distretto Sanitario Privata

Altro

Tipologia

Divisione di Cardiologia * Divisione di Cardiochirurgia*

Servizio di Cardiologia autonomo con posti letto * Servizio di Cardiologia aggregato con posti letto*

Servizio di Cardiologia autonomo senza posti letto * Servizio di Cardiologia aggregato senza posti letto*

Divisione Medicina * CNR

Ambulatorio* Altro*

* Accreditamento (da compilare se Struttura privata): SI NO

Nome del Primario o facente funzione

Nome del Responsabile (per Strutture aggregate)

Ruolo Cardiologo Cardiochirurgo MedicoQualifica Direttore di dipartimento Direttore generale Direttore Sanitario Direttore di struttura complessa Responsabile di struttura semplice Dirigente Medico Ricercatore Borsista Specializzando Ambulatoriale Libero professionista Altro

In quiescenza Non di ruolo

La Domanda di Iscrizione (scaricabile alla pagina http://www.anmco.it/associazione/come.html del Sito WeB ANMCO) deve essere inviata in originale insieme al Curriculum Vitae in formato Europeo alla Segreteria ANMCO - Via Alfonso La Marmora, 36 50121 Firenze - e anticipata per fax al numero 055/5101350 o per e - mail all’indirizzo [email protected]. Lo Statuto dell’ANMCO è consultabile alla pagina www.anmco.it/associazione/statuto del Sito WeB ANMCO e i relativi Regolamenti alla pagina www.anmco.it/associazione/regolamenti/regolamenti

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INFORMATIVA E CONSENSO PER IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI – D.Lgs. n. 196/2003 (Codice sulla privacy)ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, con sede in Firenze, Via La Marmora n. 36, è un’associazione a scopi scientifici che presta servizi ai propri associati, attivandosi per l’organizzazione di congressi a carattere scientifico. I dati vengono acquisiti direttamente dall’interessato (ad esempio, al momento dell’adesione all’associazione ovvero mediante i moduli di iscrizione ai convegni), nonché presso terzi, quali associazioni di categoria o pubblici elenchi, comunque nel rispetto dei principi di cui al D.Lgs. n. 196/2003.Il trattamento sarà effettuato mediante strumenti idonei a garantirne la sicurezza e la riservatezza e potrà essere effettuato manualmente o tramite strumenti automatizzati atti a memorizzare, gestire e trasmettere i dati stessi. Nello specifico, dati trattati vengono inseriti in un database informatizzato, ubicato nel sito web dell’ANMCO (www.anmco.it), in una parte del sito riservata ai soli soci e con-sultabile solo dopo registrazione tramite login e password. I dati richiesti - inclusi quelli relativi alla Sua carta di credito ove inseriti - sono necessari ad ANMCO per poter rendere i propri servizi ai fini della costituzione dello stesso rapporto associativo, nonché per consentirLe di abbonarsi agli organi scientifici precedentemente indicati, ponendo in essere tutte le operazioni a ciò strumentali. Il con-ferimento dei Suoi dati è obbligatorio, in quanto senza tali dati non sarà possibile procedere alla Sua iscrizione alla nostra associazione; inoltre, dal mancato conferimento dei medesimi può scaturire un pregiudizio all’ordinario svolgimento dell’attività istituzionale dell’ANMCO e non potranno essere a Lei inviate in abbonamento tutte le riviste dell’Associazione, o aggiornato su tutte le iniziative promosse dalla medesima. Titolare del trattamento è ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, con sede in Firenze, Via A. La Marmora n. 36. Per motivi inerenti lo svolgimento dell’attività istituzionale e per ragioni di rappresentatività nazionale e comunitaria, i dati raccolti saranno comunicati alla FIC (Federazione Italiana di Cardiologia) con sede a Roma c/o Policlinico universitario “Tor Vergata”, Cattedra di Cardiologia, Viale Oxford n. 81 ed alla eSC (european Society of Cardiology, con sede in Sophia Antipolis Cedex – France – 2035, Route des Colles – Les Templiers), cui i Soci ANMCO hanno diritto ad essere iscritti. Inoltre, sono comunicati, in ragione della realizzazione di iniziative formative o di ricerca scientifica, alla Centro Servizi ANMCO srl e alla Fondazione “per il Tuo cuore” Onlus, entrambe con sede in Firenze Via La Marmora, 36. Infine, potranno essere comunicati ad altri enti o associazioni, operanti nell’ambito della ricerca e dell’organizzazione di convegni a carattere scientifico, nonché a terzi fornitori (ad esempio per la spedizione di programmi congressuali, per le attività formative, per i progetti scientifici, per l’invio in abbonamento delle riviste scientifiche, ecc.). Con riguardo ai dati finanziari, ove da Lei inseriti, gli stessi saranno utilizzati e/o comunicati esclusivamente per la gestione di incassi e pagamenti derivanti dalla Sua iscrizione solo a istituti bancari e finanziari. La informiamo che, ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003, la mancata prestazione di un Suo specifico consenso a tali forme di comunicazione impedisce l’esercizio delle stesse. D’altra parte, il rifiuto del consenso può comportare pregiudizio all’ordinario svolgimento dell’attività istituzionale dell’Associazione. un elenco dettagliato dei soggetti ai quali è possibile che siano comunicati i dati è disponibile presso la nostra sede. ANMCO assicura l’esercizio dei diritti ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003, quali, ad esempio, la richiesta di aggiornamento o di modificazione dei dati personali, oggetto del trattamento. Per l’esercizio dei predetti diritti è possibile rivolgersi al seguente recapito: Firenze, Via A. La Marmora n. 36, tel. 055/51011.

inFORMATO di QUAnTO SOPRA eSPOSTO,cOn RiFeRiMenTO ALLA cOMUnicAZiOne dei Miei dATi A TeRZi dO iL cOnSenSO neGO iL cOnSenSO

Data Firma

Aritmologia ed elettrostimolazione (AeS) cardiologia Pediatrica (cPO) informatica (inF)

Aterosclerosi, emostasi e Trombosi (AeT) cardiopatie Valvolari (cAV) insufficienza cardiaca (inc)

Biologia cellulare del cuore (Bcc) circolazione Polmonare e Funzione ventricolare destra (cPF) ipertensione arteriosa sistemica (iPR)

cardiochirurgia (ccn) ecocardiografia (ecO) Malattie del Miocardio e del Pericardio (MMP)

cardiologia clinica (ccL) emodinamica e cardiologia interventistica (eMc) Sindromi coronariche Acute (ScA)

cardiologia nucleare e Risonanza Magnetica in cardiologia (cnR) epidemiologia e Prevenzione (ePR) Terapia intensiva cardiologica (Tic)

Farmacologia in cardiologia (FcA) Valutazione Funzionale e Riabilitazione del cardiopatico (VFR)

CAMPI DI IMPEGNO PROFESSIONALEGenerale (non più di due)

SONO INTERESSATO ALLA SEGUENTE AREA Area Aritmie - AR Area cardiochirurgia - AcH Area cardioimaging - Aci Area informatica - Ain Area Malattie del circolo Polmonare - AMcP Area emergenza - Urgenza - AeU Area nursing - AnS Area Prevenzione cardiovascolare - AP Area Management & Qualità - AMQ

Area Scompenso cardiaco – AS

AuTORIzzAzIONe PeR LA DOMICILIAzIONe BANCARIA (RID)Nome e Cognome Socio Indirizzo Comune CAP Prov. Codice Fiscale Banca Agenzia Intestatario/i conto IBAN(1)

Il sottoscritto autorizza la banca suddetta ad addebitare sul proprio conto corrente, nella data di scadenza della obbligazione o data prorogata d’inizia-tiva del creditore(2), la quota associativa annuale dell’ANMCO - Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (codice SIA 3F893), a condizione che vi siano disponibilità sufficienti e senza necessità per la Banca di inviare la relativa contabile di addebito. Il sottoscrittore ha la facoltà di opporsi all’addebito entro 8 settimane dopo la data di scadenza o la data prorogata dal creditore. Le parti hanno la facoltà di recedere in ogni momento dal presente accordo, con un preavviso pari a quello indicato nel contratto del suddetto conto corrente per il recesso da quest’ultimo rapporto, da effet-tuarsi mediante comunicazione scritta. Il sottoscrittore prende atto che sono applicate le condizioni che sono riportate nel suddetto contratto di conto corrente o comunque rese pubbliche nei Fogli Informativi predisposti dalla Banca. Il sottoscrittore dichiara di aver trattenuto copia della presente autorizzazione, che viene inoltrata ad ANMCO in originale.

Luogo e data Firma del sottoscrittore

(1) Verificare con la propria Banca la correttezza del codice iBAn.(2) Per il primo anno il pagamento della quota associativa avverrà entro due mesi dalla data di ricevimento; per gli anni successivi l’addebito sarà effettuato nel mese di gennaio, salvo eventuali modifiche deliberate dall’Assemblea. Per avere ulteriori informazioni sulle modalità di pagamento è possibile contattare la Segreteria AnMcO al numero 055 5101203.

Codice Paese

CINIBAN

CIN Codice ABI CAB Numero Conto Corrente

Ai sensi dell’art. 3 dello Statuto ANMCO dichiaro di non volermi iscrivere alla Fondazione “per il Tuo cuore” heart Care Foundation ONLuSDichiaro di accettare lo Statuto dell’ANMCO come previsto dall’articolo 4

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Il presente modulo (scaricabile alla pagina www.anmco.it/aree/elenco del Sito WeB ANMCO) può essere inviato per posta (Via A. La Marmora, 36 - 50121 Firenze), per fax (055/5101350), per e - mail ([email protected])

ARee ANMCO ChI È INTeReSSATO?

Sede nazionale - Via La Marmora, 36 - 50121 FirenzeTel. 055/51011 Fax 055/5101350 e-mail: [email protected]

Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

ANMCO

DATI ANAGRAFICI

Nome Cognome

Indirizzo

Città Prov. CAP

Tel. / Cell. Fax e - mail

DATI PROFESSIONALI

Denominazione Ospedale

Denominazione Struttura

Indirizzo

Città Prov. CAP

Tel. / Cell. Fax e - mail

Nome Primario o F.F.

Socio ANMCO Non Socio Direttore di struttura complessa

Responsabile di struttura semplice Dirigente Infermiere Altro

SONO INTERESSATO ALLA SEGUENTE AREA

Area Aritmie - AR Area CardioChirurgia - ACh Area CardioImaging - ACI

Area emergenza/urgenza - Aeu Area Informatica - AIN Area Malattie del Circolo Polmonare - AMCP

Area Management & qualità - AMq Area Nursing - ANS Area Prevenzione Cardiovascolare - AP

Area Scompenso Cardiaco - AS

INFORMATIVA E CONSENSO PER IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI – D.Lgs. n. 196/2003 (Codice sulla privacy)ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, con sede in Firenze, Via La Marmora n. 36, è un’Associazione a scopi scientifici che presta servizi ai propri associati attivandosi per l’organizzazione di congressi a carattere scientifico. I dati vengono acquisiti direttamente dall’interessato (ad esempio, al momento dell’adesione all’associazione ovvero mediante moduli di adesione a convegni), nonché presso terzi, quali associazioni di categoria o pubblici elenchi, comunque nel rispetto dei principi di cui al D.Lgs. n. 196/2003. Il trattamento sarà effettuato mediante strumenti idonei a garantirne la sicurezza e la riservatezza e potrà essere effettuato manualmente o tramite strumenti automatizzati atti a memorizzare, gestire e trasmettere i dati stessi. Nello specifico, i dati trattati vengono inseriti in un database informatizzato, ubicato nel sito WeB dell’ANMCO (www.anmco.it), in una parte del sito dedicata ai soli soci e consultabile solo dopo registrazione tramite login e password. I dati richiesti sono necessari ad ANMCO per poter rendere i propri servizi ai fini della costituzione dello stesso rapporto associativo, nonché per consentirLe di abbonarsi agli organi scientifici legati all’Associazione, ponendo in essere tutte le operazioni a ciò strumentali. Il conferimento dei Suoi dati è obbligatorio, in quanto senza tali dati non sarà possibile procedere alla Sua iscrizione alla nostra associazione; inoltre, dal mancato conferimento dei medesimi può scaturire un pregiudizio all’ordinario svolgimento dell’attività istituzionale dell’ANMCO e non potranno essere a Lei inviate in abbonamento tutte le riviste dell’Associazione, o aggiornato su tutte le iniziative promosse dalla medesima. Titolare del trattamento è ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, con sede in Firenze, Via A. La Marmora n. 36. Per motivi inerenti lo svolgimento dell’attività istituzionale e per ragioni di rappresentatività nazionale e comunitaria, i dati raccolti saranno comunicati alla FIC (Federazione Italiana di Cardiologia) con sede a Roma c/o Policlinico universitario “Tor Vergata”, Cattedra di Cardiologia, Viale Oxford n. 81 ed alla eSC (european Society of Cardiology, con sede in Sophia Antipolis Cedex – France – 2035, Route des Colles – Les Templiers), cui i Soci ANMCO hanno diritto ad essere iscritti. Inoltre, sono comunicati, in ragione della realizzazione di iniziative formative o di ricerca scientifica, alla Centro Servizi ANMCO srl e alla Fondazione “per il Tuo cuore” Onlus, entrambe con sede in Firenze Via La Marmora, 36. Infine, potranno essere comunicati ad altri enti o associa-zioni, operanti nell’ambito della ricerca e dell’organizzazione di convegni a carattere scientifico, nonché a terzi fornitori (ad esempio per la spedizione di programmi congressuali, per le attività formative, per i progetti scientifici, per l’invio in abbonamento delle riviste scientifiche, ecc.). La informiamo che, ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003, la mancata prestazione di un Suo specifico consenso a tali forme di comunicazione impedisce l’esercizio delle stesse. D’altra parte, il rifiuto del consenso può comportare pregiudizio all’ordinario svolgimento dell’attività istituzionale dell’Associazione. un elenco detta-gliato dei soggetti ai quali è possibile che siano comunicati i dati è disponibile presso la nostra sede. ANMCO assicura l’esercizio dei diritti ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003, quali, ad esempio, la richiesta di aggiornamento o di modificazione dei dati personali, oggetto del trattamento. Per l’esercizio dei predetti diritti è possibile rivolgersi al seguente recapito: Firenze, Via A. La Marmora n. 36, tel. 055/51011.

inFORMATO di QUAnTO SOPRA eSPOSTO,cOn RiFeRiMenTO ALLA cOMUnicAZiOne dei Miei dATi A TeRZi dO iL cOnSenSO neGO iL cOnSenSO

Data Firma

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Il primo numero della rivista fu pubblicato nel gennaio 1812, da allora ha descritto l’evoluzione della medici-na. Da gennaio 2012 ha iniziato il suo terzo secolo di attività. Io, uno dei due milioni di abbonati nel mondo,

lo attendo ogni giovedì notte per conoscere i nuovi pro-gressi della medicina. L’editoriale ricorda che nel primo numero apparve un articolo di John Warren “Remarks on angina pectoris” dal quale emergono le difficoltà dei

medici dell’epoca nel formulare una sua corretta diagnosi

e un’adeguata terapia. Nel 2005 su Monaldi Arch Chest

Dis 2005; mar;64 (1):67-71, pubblicammo una breve storia

di quell’articolo. Per chi fosse interessato a conoscere la

storia dell’angina pectoris basta cliccare: Monaldi Archi-

ves Chest Disease cardiac series.

Mario Chiatto

Il “New England Journal of Medicine” ha compiuto due secoli

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42 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

d A L L e R e G i O n i - F R i U L i V e n e Z i A G i U L i A

L’approccio al paziente candidato all’impianto di ICD prevede una va-lutazione multiparame-

trica: da un lato vanno considerate, quali elementi “a favore”, le indica-zioni espresse dalle Linee Guida delle Società europee ed americane di elet-trofisiologia ed elettrostimolazione che si basano sui parametri “Frazione di Eiezione (FE) del Ventricolo sn” e “Classe Funzionale NYHA” e dall’al-tro vanno valutati, quali elementi “contro”, le comorbilità, le possibili complicanze infettive ed i potenziali malfunzionamenti dei sistemi ICD. Infine pesano sulla decisione alcune osservazioni che derivano dall’analisi dei grandi Trial pubblicati. Moss e coll. ad esempio, analizzando i dati dei principali studi di prevenzione primaria con ICD, hanno evidenziato

come il beneficio dell’ICD non sia così evidente quando la frazione di eiezione è > 30%. Da qui la necessità di una stratificazione prognostica che vada al di là della semplice FE e Classe NYHA ed abbia “finalità cono-scitiva” nei pazienti in cui l’indicazio-ne all’impianto di ICD è di classe I e, per contro, “finalità operativa” nei pazienti in cui l’indicazione all’im-pianto è di classe II ed in tutti i casi in cui il clinico ritenga opportuno un approfondimento diagnostico. La FE come parametro predittivo presenta però innegabili “debolezze”: come correlarla ad esempio ai meccanismi della Morte Improvvisa (MI)? Un soggetto può morire improvvisamente nelle prime fasi di un Infarto Mio-cardico Acuto (IMA) per un’aritmia maligna che si instaura in un cuore che fino a quel momento aveva una

Stratificazione prognostica nel paziente candidato ad Impianto di Defibrillatore automatico (ICD) per

insufficienza cardiaca ed FE ridotta

di doMenico Facchin, SiLvana briGido, aLeSSandro procLeMer

L’importanza della valutazione multiparametrica

L’indicazione all’impianto di ICD prevede una valutazione multiparametrica per la ridotta sensibilità e specificità della sola frazione di eiezione

L’età, la durata del qRS, la presenza di FA, il diabete e l’insufficienza renale vanno tenuti in considerazione nella valutazione dell’approccio terapeutico da utilizzare

Nei pazienti più compromessi la mortalità per scompenso cardiaco refrattario è preponderante

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d A L L e R e G i O n i - F R i U L i V e n e Z i A G i U L i A

www.anmco.it/regioni/elenco/friuli

normale FE. Il remodeling ventrico-lare che consegue ad un IMA rap-presenta il substrato aritmogeno su cui agiscono fattori precipitanti quali l’ischemia, gli squilibri emodinamici ed elettrolitici, l’azione dei farmaci e la FE ridotta rappresenta solamente uno dei fattori predisponenti. Questi dati sono ampiamente documentati dalle osservazioni dei Registri sulla Morte Improvvisa, come quello di Maastricht, in cui una FE > 30% era documentata nel 52% dei soggetti con storia di cardiopatia e nel 91% dei soggetti senza storia di cardiopatia e dagli Studi di prevenzione seconda-ria con ICD quali l’AVID, il CIDS ed il CASH le cui popolazioni avevano una FE media del 32%, 34%, 45% rispettivamente. Andando ad analiz-zarne poi la specificità, intesa come capacità di individuare i soggetti che nonostante una FE ridotta ed una

insufficienza cardiaca non sviluppa-no eventi di MI, i dati dello studio MUSTT (Multicenter Unsustained Tachycardia Trial) riguardanti i 1.791 pazienti con cardiopatia ischemica, FE <40% e Tachicardia Ventricola-re (TV) non sostenuta non trattati con terapia antiaritmica dimostrano come il gruppo più a rischio di MI sia quello con FE > 30% ed il parametro “inducibilità allo studio elettrofisio-logico (SEF)” sia quello maggior-mente predittivo. Una correlazione multiparametrica è sicuramente più efficace nella valutazione del rischio aritmico di un paziente con cardiopa-tia post - IMA candidato ad ICD come dimostrato da Moss e coll. nell’analisi retrospettiva dei dati del MADITT II (Multicenter Automatic Defibrillator Trial II). I fattori di rischio nel grup-po trattamento convenzionale risultati predittivi di mortalità totale sono

stati: 1) età > 70 anni, 2) Classe NYHA > 2, 3) fibrillazione atriale, 4) azoto ureico > 26 mg/dl, 5) durata QRS > 0,12 sec. L’assenza di questi fattori identifica un gruppo di soggetti (33% della popolazione) con mortalità a 2 anni dell’8% che risulta sovrapponi-bile a quella del gruppo trattato con ICD. La presenza di 1 - 2 fattori (51% della popolazione) porta la mortalità al 27%, ridotta al 15% dalla presenza dell’ICD (p < 0,05). I pazienti con > 3 fattori di rischio (15% della po-polazione) mostrano una mortalità elevata (32%) e sostanzialmente non modificata dall’ICD (Figura 1). Ad ulteriore conferma dell’importanza delle comorbilità vanno ricordati i dati dello studio di MJ Junttila e coll. (“Sudden Cardiac Death after myo-cardial infarction in patients with type 2 diabetes”) che evidenzia nei pazien-ti diabetici tipo II affetti da disfun-

Figura 1

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44 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

d A L L e R e G i O n i - F R i U L i V e n e Z i A G i U L i A

zione ventricolare sn post - IMA una mortalità improvvisa molto elevata e circa quattro volte superiore a quella di soggetti non diabetici con valori sovrapponibili di FE. Una meticolosa valutazione del profilo di rischio del paziente con cardiopatia ischemica e disfunzione ventricolare sn viene effet-tuata da Buxton e coll. nell’analisi di 674 pazienti MUST che non avevano ricevuto terapia antiaritmica. Tale sot-togruppo aveva mostrato ad un follow - up di due anni una mortalità totale ed aritmica rispettivamente del 22%

e 14%. L’analisi multivariata su 25 va-riabili di base (parametri demografici, clinici e strumentali) ha permesso agli autori di creare degli score di profilo di rischio. Secondo tale valutazione un paziente di 60 anni con pregresso by - pass, FE = 25%, QRS stretto ed as-senza di eventi di scompenso cardiaco ha una mortalità totale ed aritmica del 5% e 2% a 2 anni, al contrario un paziente di 65 anni con FE = 35%, storia di scompenso cardiaco, QRS stretto, TV non sostenute all’Holter ed indicibilità al SEF ha una mortalità totale ed aritmica del 19% ed 11%

a due anni. L’analisi dei dati dello SCD - HeFT (Sudden Cardiac Death in Heart Failure Trial) confermano infine sia nei pazienti con cardiopatia ischemica che con cardiomiopatia dilatativa primitiva che la mortalità per scompenso cardiaco non viene modificata dall’ICD e che i benefici dell’ICD sono maggiori nelle clas-se NYHA II rispetto alla classe III. I pazienti con insufficienza cardiaca in classe NYHA II e III comunque benefi-ciano della terapia di resincronizzazio-ne cardiaca secondo i dati dello studio

RAFT(Cardiac - Resynchronization Therapy for Mild - to - Moderate He-art Failure) con una riduzione signifi-cativa della mortalità cardiovascolare e delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. È noto infatti come a tale terapia si attribuisca anche un’azione antiaritmica secondaria all’effetto di reverse remodeling. Altri parametri come la T - wave alternans, il SAECG, l’heart - rate variability e indagini strumentali come il SEF e la Risonan-za Magnetica sono tutt’ora oggetto di valutazione come indicatori progno-stici ma i dati fino ad ora raccolti non

sembrano dirimenti. In conclusione: A) l’approccio al paziente candidato ad impianto di ICD deve tenere in considerazione che tale strumento terapeutico associa ad una sofisticata funzione antiaritmica (ATP + Shock) una funzione di resincronizzazione elettromeccanica (CRT) che integra e completa l’effetto antiaritmico. B) La FE come elemento singolo di stratifi-cazione prognostica è limitato da una bassa sensibilità e specificità. C) Para-metri come l’età, la durata del QRS e la presenza di fibrillazione atriale han-

no un ruolo importante nel delineare il profilo di rischio del paziente. D) Il peso delle comorbilità (es. diabete ed insufficienza renale) sia come elemen-ti assoluti che come espressione della gravità dell’insufficienza cardiaca va tenuto in considerazione nella valu-tazione delle indicazioni all’impianto di ICD. E) Nei pazienti più compro-messi (classe NYHA III avanzata e IV) la mortalità per scompenso cardiaco irreversibile è preponderante e tale osservazione deve improntare le deci-sioni terapeutiche.

La valutazione del paziente candidato ad ICD con Fe depressa ed insufficienza cardiaca

deve essere multiparametrica

I fattori di rischio predittivi di mortalità totale e le comorbilità hanno un peso prognostico non trascurabile o addirittura superiore a quello della singola Fe

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d A L L e R e G i O n i - F R i U L i V e n e Z i A G i U L i A

«Se ci fosse una megapillola, econo-mica però, capace di:1. ridurre la mortalità cardiovascolare,2. migliorare la qualità della vita,3. attenuare o abolire gli effetti psicologici negativi della cardiopatia ischemica,ci si aspetterebbe che tutti i cardiopa-tici ischemici l’assumessero.Questa miracolosa pillola non è attual-mente disponibile.Ma un programma di riabilitazione cardiaca può fornire tutti questi bene-fici.»Bor Lewin, eSC Congress 2005, Am-sterdam

Esistono chiare evidenze scientifiche che un interven-to professionale su stile di vita, fumo, dieta e attività fi-

sica insieme al controllo dell’iperten-sione arteriosa, del colesterolo e della glicemia e all’uso selettivo dei farmaci evidence - based riducono la morbili-tà e la mortalità cardiovascolare. Resta

però la sfida di trasferire queste evi-denze scientifiche nella pratica clinica quotidiana. Le Linee Guida europee, dell’Area Prevenzione Cardiovascola-re ANMCO e del Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva definiscono prioritari soglie, finalità del trattamento e obiettivi. L’obietti-vo della prevenzione secondaria nei pazienti con documentata cardiopatia ischemica rimane la riduzione del rischio di successivi eventi non fatali (recidive) o della morte car-diaca (improvvisa e non). La riabilitazione cardiovascolare per anni ha focalizzato il suo programma sull’esercizio fisi-co che gradualmente si è evo-luto includendo l’intervento su stile di vita, cessazione del fumo, modificazioni alimenta-ri, ecc (Figura 1). La gestione dei Fattori di Rischio (FR) (in termini di controllo della pressione, lipidi e glucosio ai

target definiti) e l’uso di farmaci pre-ventivi sono parte integrante dell’ap-proccio moderno della Riabilitazione, infine il supporto professionale e psicologico devono cercare di aiutare il paziente al ritorno alla vita ma con occhi nuovi.

Cardiologi ed Infermieri Una alleanza per il cuore

di Sabino Scardi e roberto Gortan

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46 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

d A L L e R e G i O n i - F R i U L i V e n e Z i A G i U L i A

Figura 1

Figura 2William Sheppard, L’Infermiera 1861

Vietato aspettareÈ indispensabile raggiungere però i livelli target dei FR in rapporto alla situazione clinica dei pazienti, perché i principali studi epidemiologici e i megatrial degli ultimi anni hanno dimostrato chiaramente la relazione fra il tasso di alcuni FR e il rischio cardiovascolare.Chi sorveglia che queste modi-ficazioni raggiungano il target fissato dagli studi clinici rando-mizzati?I vari studi EUROASPIRE non han-no fornito risultati incoraggianti per i Cardiologi e i Medici di Medicina Generale sul controllo adeguato e a lungo termine dei FR. Il coinvol-gimento degli infermieri delle cure primarie invece può rappresentare un elemento chiave per la prevenzione primaria e secondaria della cardiopa-tia ischemica, perché tutte le figure professionali devono considerare la prevenzione delle malattie cardiova-scolari parte integrante della propria quotidiana pratica clinica. Non esiste una categoria di infermieri dedita alla prevenzione staccata da quella degli infermieri dedita alla diagnosi e alla cura, tuttavia sono indispensabili alcu-

ni esperti che, sgravati da compiti di assistenza, possano dedicarsi a tempo pieno all’intervento preventivo. Per-ché cardine dell’intervento preventivo non sono solo le prescrizioni ma la terapia di sostegno che l’operatore deve offrire all’utente perché accetti le modificazioni dello stile di vita che alla lunga non sono di semplice realiz-zazione. La metodologia della preven-zione non può essere estemporanea ma appresa con corsi di formazione o lavorando sul campo con gruppi già operanti.Lo studio EUROACTIONNonostante alcune limitazioni meto-dologiche, lo studio EUROACTION ha dimostrato che un programma integrato, coordinato da infermieri opportunamente preparati (Figura 2) e con il coinvolgimento delle fami-glie dei pazienti, in confronto con la cura usuale, migliora lo stile di vita, controlla adeguatamente la pressione arteriosa ed incrementa l’uso di far-maci cardioprotettivi nei pazienti con cardiopatia ischemica e nei soggetti ad alto rischio di svilupparla. Questo favorevole risultato nella qualità della cura è stato ottenuto negli Ospedali generali e nella pratica generale della

medicina territoriale di sei nazioni europee compresa l’Italia con un co-sto generalmente basso. David Wood, professore di medicina cardiovasco-lare dell’Imperial College di Londra, sostiene su Lancet che l’approccio utilizzato nell’EUROACTION può rappresentare un nuovo standard per la gestione della prevenzione primaria e se-

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Figura 3 Figura 4

www.anmco.it/regioni/elenco/friuli

condaria della cardiopatia ischemica in Europa, utilizzando gli Ospedali generali ed i Medici di Medicina Ge-nerale perché rende accessibile anche la partecipazione a questo programma della maggior parte dei pazienti con cardiopatia ischemica, dei soggetti ad alto rischio e anche dei loro familiari. Coinvolgere alcuni Medici della Me-dicina Generale e il personale infer-mieristico dei distretti socio - sanitari, opportunamente addestrati, potrebbe rappresentare una potenziale risorsa per la gestione a lungo termine della prevenzione e della riabilitazione car-diovascolare anche nel nostro Paese. I Centri di riabilitazione invece potreb-bero gestire i pazienti ad alto rischio e i casi complicati. In questa situazione, come ha dimostrato l’iniziativa EURO-ACTION, la creazione di servizi terri-toriali di prevenzione e riabilitazione cardiovascolare anche nei distretti so-cio - sanitari può costituire un’integra-zione all’attività dei Centri specialistici di riabilitazione cardiaca, per favorire la partecipazione a lungo termine dei pazienti e assicurare un migliore outcome dei cardiopatici ischemici tenendo conto della situazione econo-mica, culturale e sanitaria locale. Del

resto se un paziente con cardiopatia ischemica acuta dal territorio giunge in Ospedale (UTIC, Degenza) passa poi al Centro di riabilitazione ma, per assicurare la continuità della “cura”, deve tornare alla struttura territoriale (Figura 3). In questa situazione la struttura riabilitativa ospedaliera deve assumere un ruolo organizzativo fon-damentale per armonizzare il compor-tamento degli infermieri e dei medici delle cure primarie con i programmi riabilitativi post - ospedalieri.Proposta operativaOrganizzare Workshop regionali o provinciali di formazione (così come è stato fatto con EUROACTION e come faremo in Friuli Venezia Giulia) per il personale infermieristico come palestra di formazione e discussione informali sui temi della prevenzione primaria e secondaria della cardiopa-tia coronarica.Tematiche da discutere1. Cos’é la riabilitazione?- La riabilitazione è efficace ed effi-ciente?- Il ruolo del personale non medico;- La riabilitazione a lungo termine;- Oltre l’Ospedale.

2. Prevenzione della cardiopatia ischemica:- Livello globale di rischio;- No valutazione dicotomica diabete si/no ma, in accordo con il livello glo-bale di rischio, classificare il rischio:• altissimo rischio = rilevante interven-to sulla stile di vita + terapia medica;• alto rischio = intensivo intervento sullo stile di vita + terapia medica se indicata;• rischio modesto = intervento sullo stile di vita per raggiungere un profilo ottimale;• basso rischio = consigli per man-tenerlo il più basso possibile e per il maggior tempo.3. Gli obiettivi:- 0 no fumo;- 3 camminare 3 Km/die o 30 minuti con intensità moderata;- 5 porzioni di frutta e verdura die;- 140 PA <140 mmHg di sistolica;- 5 Colesterolo tot <5 mmol/l;- 3 LDL colesterolo <3 mmol/l;- 0 contrastare soprappeso e diabete.4. Il futuro della prevenzione:- Genetica;- Storia familiare (cardiopatia ischemi-ca precoce: se si manifesta ad un’età inferiore ai 50 anni se uomini, ai 55 se donne);

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- Ricercare i fattori di rischio nei mem-bri apparentemente sani di queste famiglie. (Figura 4)5. Prevenzione secondaria.Le conclusioni dello studio GOSPEL: un intervento multifattoriale sui FR e stile di vita produce un significativo effetto favorevole sul rischio cardio-vascolare globale ed è efficace nel prevenire la recidiva infartuale in 3 anni di follow - up. Al di là dei risultati favorevoli dello studio GOSPEL, nella realtà clinica quotidiana gli interventi per la prevenzione secondaria non sono adeguatamente praticati. Infatti:- 80 - 90% dei pazienti con CI hanno FR convenzionali,- agire perciò sui quattro fattori di rischio più comuni non solo con i far-maci ma anche con le modificazioni dello stile di vita,- sviluppare un’alleanza terapeutica con i pazienti,- assicurarsi che i pazienti comprenda-no il rapporto fra stile di vita - salute - malattia,- aiutare i pazienti a superare gli ostacoli alle modificazioni dello stile di vita utilizzando strategie opportune per attuare i cambiamenti,- disegnando un piano per le modifi-cazioni,

- monitorizzando i progressi con diari e il follow - up.6. Messaggi da portare a casa:- l’aspettativa di vita è aumentata in molte nazioni occidentali (> 2 anni per decade);- in queste nazioni la mortalità per C.I. si è annualmente ridotta del 2 - 3% (in particolare negli anziani);- 2/3 del declino di mortalità è da attribuire alla riduzione dei FR nella popolazione e per 1/3 al migliora-mento delle terapie;- gli studi EUROASPIRE hanno mo-strato uno scarso successo dell’opera dei medici in molte nazioni europee compresa l’Italia;- viceversa l’EUROACTION ha dimo-strato che un programma integrato, coordinato da infermieri, opportu-namente preparati e con il coinvolgi-mento delle famiglie dei pazienti in confronto con la cura usuale:• migliora lo stile di vita, controlla adeguatamente la PA,• incrementa l’uso di farmaci cardio-protettivi;- coinvolgere alcuni MMG e il perso-nale infermieristico dei distretti socio - sanitari, opportunamente addestrati, potrebbe rappresentare una poten-ziale risorsa per la gestione a lungo

termine della prevenzione e della

riabilitazione cardiovascolare anche

nel nostro Paese;

- i Centri di riabilitazione potrebbero

gestire i pazienti ad alto rischio e i casi

complicati;

- la creazione di servizi territoriali di

prevenzione e riabilitazione cardio-

vascolare anche nei distretti socio -

sanitari può costituire un’integrazione

all’attività dei Centri specialistici di

riabilitazione cardiaca per:

• favorire la partecipazione a lungo

termine dei pazienti,

• assicurare un migliore outcome dei

cardiopatici ischemici,

• tenere conto della situazione econo-

mica, culturale e sanitaria locale.

Il personale infermieristico coinvolto

nei Workshop, a sua volta, dovrà dif-

fondere il messaggio a quello infer-

mieristico delle strutture distrettuali

di competenza. Questo processo “a ca-

scata” dovrebbe portare a diffondere

il concetto e la pratica della prevenzio-

ne nel territorio a somiglianza di ciò

che è stato realizzato in alcuni Paesi

europei con le Nurse Clinic.

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F O R U M

L’effetto dello stress e dei fattori psicologici è stato ampiamente studiato nel tempo nei pazienti

affetti da coronaropatia o con esiti di ischemia miocardica e nei pazienti ad alto rischio per ateromatosi cardio - vascolare e di eventi ad essa correla-ti(1). Non sorprende che, soprattutto recentemente, anche lo Scompenso Cardiaco, patologia di scottante attualità, estremamente invalidante e ad elevata mortalità e morbilità, sia stata oggetto di revisioni della lettera-tura in tal senso. Infatti alcuni autori suggeriscono che, se morbilità e mortalità sono condizionate dal benessere psicologico, un’attenzione maggiore verso quest’ultimo può ridurre il rischio di riospedalizzazioni per riesacerbazione di malattia(2) e che concentrarsi sul counseling dei pazienti, imparare a comunicare con loro e favorirne o stimolarne le abilità alla gestione e all’adattamento nei confronti della malattia, può portare

ad un miglioramento della loro prognosi, almeno in termini di soddisfazione e di qualità della vita(3). Pertanto, l’attenzione degli studiosi si è concentrata sulla incidenza dei disagi neuro - psicologici nelle malattie cardiovascolari(4) ed è risultato che: tra questi specialmente la Depressione può portare, anche nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca, ad un incremento di morbilità e di accessi ospedalieri(5 - 6) e potrebbe anche condizionare la scarsa compliance clinico - terapeuti-ca sia negli anziani che nei più giovani(2 - 7). Visto il nostro interfac-ciarci e confrontarci pressoché quotidiano con il paziente scompen-sato e con il tessuto familiare ad esso relativo, abbiamo voluto “saperne di più” sulle problematiche afferenti la sfera mentale che affliggono questa particolare tipologia di soggetti e se davvero esiste un “profilo psicologico” che caratterizza le persone affette da questa malattia. Abbiamo pertanto

fatto una piccola revisione della letteratura in merito ed abbiamo scoperto alcuni studi interessanti condotti sia a livello nazionale che internazionale di cui, a seguire, riportiamo i dati salienti che offrono numerosi spunti di riflessione: Zuccala et al(8) hanno valutato la depressione in 53 pazienti ricoverati per Scompenso Cardiaco ed i sintomi di malattia sono stati riscontrati nell’85% dei casi. Il disturbo depressi-vo è risultato indipendente dai parametri di funzionalità cardiaca mentre si correlava con i livelli di cortisolemia, conta linfocitaria e natremia, suggerendo che i sintomi psicologici possano essere conseguen-za dell’alterato stato neuro - ormonale ed immunitario di questi pazienti. Inoltre tale status neuro - psicologico condizionava negativamente la percezione dello stato di salute. Lo studio non ha previsto follow - up. Majani et al(9) hanno studiato 152 pazienti maschi di età ≥ a 70 anni in

Aspetti neuro - psicologici nel paziente affetto da Scompenso Cardiaco

Cosa sappiamo?

di antoneLLa brundu e FranceSco uraS

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classe NYHA II o III ed hanno riscon-trato scarse correlazioni tra livelli di depressione e variabili cardiologiche affermando che, attraverso l’analisi clinica cardiologica, si può solo predire un generico quadro di disturbo psicologico, conseguente al deficit fisico imposto dalla malattia. Ma quando si analizza la soggettività del paziente, questa può essere davvero sorprendente. Simili risultati sono stati ottenuti da Havraneck et al (10). Inoltre l’autore suggerisce che l’identificazione ed il trattamento dei pazienti depressi può migliorare il loro grado di funzionalità e, quindi, portare ad una maggiore aderenza alle prescrizioni (farmacologiche e non) e, come risultato finale, ad un miglioramento dello stato di salute. Contrariamente ai precedenti Mur-berg et al (11) non hanno riscontrato nei loro pazienti livelli di depressione superiori ai dati normali di confronto. Gli autori hanno studiato 119 pazienti di età media di 66 anni in NYHA II/IV. Di questi, il 60% aveva uno score di depressione normale e solo il 2% lamentava sintomi severi. La differen-za con gli altri studi potrebbe essere spiegata dalla diversa selezione di pazienti studiati: relativamente giovani, ambulatoriali, invitati a partecipare alla ricerca. Jiang et al (12) hanno evidenziato, nella loro casistica, che la depressione maggiore si associava ad una mortalità e ad una percentuale di riospedalizzazione ad un anno significativamente aumentate

(odds ratio rispettivamente di 2,23 e 1,9 vs assenza di depressione). Questi rischi erano indipendenti dall’età, dalla classe NYHA, dalla frazione di eiezione, dall’eziologia dello scom-penso. Vaccarino et al (13) hanno osservato una stretta associazione tra severità dei sintomi depressivi ed even-ti nei sei mesi successivi alla diagnosi (morte e disabilità fisica) nei 391 pazienti considerati (il 30% circa dei quali erano depressi). Dall’analisi di un recente studio del 2007 condotto da Monte et al (14) è emerso che, per quanto riguarda la depressione, i pochi studi disponibili in merito, riportano, nei pazienti scompensati, stime di prevalenza molto variabili che vanno da 11 - 25% nei pazienti ambulatoriali a 35 - 75% in quelli ospedalieri (10 - 15). L’impatto prognosti-co della depressione è stato ben studiato, invece, nei pazienti con malattie coronariche e diabete (16 - 17) e, solo recentemente, si è cominciato ad indagare la relazione tra sintomi depressivi e scompenso (12 - 18 - 19). Tra i 2.089 pazienti con Scompenso Cardiaco arruolati e studiati, 107 soggetti erano trattati con farmaci anti - depressivi (età media: 78 aa). Dall’analisi dei dati è emerso che le donne si caratterizzano maggiormente per il binomio “scompenso - depres-sione” (63,6%) e che le comorbilità ad esso associate sono risultate essere: diabete mellito (38,7%), TIA (1,7%) e BPCO (45,3%). La mortalità ospeda-liera è risultata essere dell’11,2%, che

corrisponde ad un incremento del rischio di morte in Ospedale del 45% (OR con IC di 95%: 1,45). Infine, solo Majani et al (9) hanno esaminato la presenza di stato ansioso, che spesso si associa a depressione, nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca: non sono emerse differenze rilevanti in tal senso tra scompensati ed il gruppo di controllo. Dall’analisi della letteratura emerge, pertanto, che i meccanismi attraverso i quali la depressione può svolgere il suo peso prognostico sono molteplici. Generalmente i pazienti depressi sono quelli in condizioni cliniche più gravi e, quindi, presumi-bilmente, più pesantemente sintoma-tici. Il ridotto stato funzionale può influire negativamente sul funziona-mento sociale ed anche sull’aderenza alle prescrizioni e sulla prognosi. La depressione si associa, inoltre, ad iperaggregabilità piastrinica e ad una maggiore attivazione simpatica che andrebbero ad aggiungersi alle alterazioni fisiopatologiche proprie dello scompenso. Nel complesso, quindi, pur necessitando ancora di ulteriori studi sul suo impatto nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca, l’analisi della letteratura esistente porta a concludere che la depressione ha un’elevata prevalenza ed un assai probabile peso prognosti-co. Tentativi di approccio, farmacolo-gico e non, allo scopo di trattarla, devono essere perseguiti allo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente, ridurne le ospedalizzazioni

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e, forse, la mortalità.(3) Vista l’attualità del problema, anche noi, abbiamo voluto valutare l’impatto di tali proble-matiche neuro - psicologiche nella nostra popolazione ambulatoriale, attraverso una sorta di “indagine conoscitiva”: dei pazienti in classe NYHA II/III (68 pz: 66,3% del totale in II classe e 14 pz:13,7% in III), abbiamo selezionato casualmente un campione (13 pz di cui 1 femmina e 12 maschi di età media di 67±3 aa) e, senza far riferimento preciso a nessuno dei questionari specifici sull’argomento, abbiamo posto loro la medesima tipologia di domande atte ad esplorare soprattutto la qualità di vita a domicilio, l’umore, l’interesse e la capacità di coinvolgimento nelle varie attività quotidiane. È emersa una condizione soggettiva di “mediocrità” del tenore di vita ed uno status caratteriale ansioso - depressivo che nasce, a nostro parere, da una non completa accettazione della malattia, dal coltivare eccessive aspettative sui presidi terapeutici, dalla mancanza, spesso, di supporto familiare e di totale apertura nei confronti del personale sanitario. Quello che emerge dall’analisi della letteratura in merito e dalla nostra esperienza è una tipologia caratteriale, per quanto attiene il paziente scompensato, di tipo “ansioso - depressiva” che si caratterizza, talora, per una scarsa cura dell’aspetto e della persona, in connotati fisici rappresentati da una facies amimica o ipomimica, nel non

essere pienamente adeguati al conte-sto ospedaliero ed all’interlocutore; in modi di porsi caratterizzati da stereoti-pie motorie e verbali; in deficit mnesico - attentivi e tendenza al deragliamento durante il colloquio che si ripercuotono in una scarsa aderenza alle prescrizioni e a sottova-lutare l’importanza dell’iter diagnosti-co - terapeutico posto in essere; in un globale rallentamento ideo - motorio; in un’ideazione e linguaggio, anche tenendo conto della scolarità e del grado culturale soggettivo, rispettiva-mente scarsa e povero di contenuti, in una condizione generale di anedonia, abulia, apatia, infuturazione negativa o assente; in una perdita o riduzione della capacità di giudizio e critica; in sentimenti di impotenza, inadeguatez-za, inutilità e colpa nel non riuscire a reagire alla propria condizione e nei confronti dei familiari inoltre, nei casi più gravi e per i soggetti più anziani, in una totale dipendenza nei confron-ti dell’accompagnatore. Nonostante queste riflessioni e la gravità del profilo psicologico che emerge, a tutt’oggi, si può dire che il Cardiologo non valuta spesso e sistematicamente la qualità di vita del suo assistito a meno che questo non venga arruolato in qualche trial e, solitamente, gli strumenti valutativi,(20) abbastanza articolati, sono rappresentati dal Minnesota Living with Heart Failu-re(21) (si tratta di un questionario tradotto in italiano, disegnato per misurare la percezione degli effetti

dello Scompenso Cardiaco sulla vita dei pazienti; è composto da 21 domande, le cui risposte sono gradua-te da 0 a 5; cinque domande esplora-no lo stato emotivo: misure della dimensione emotiva) e dal SF-36 (22) (questionario validato, affidabile, multidimensionale, generico; investi-ga otto componenti della qualità della vita: il funzionamento fisico, il ruolo del decondizionamento fisico nel limitare l’attività lavorativa o altre attività, l’intensità e l’effetto del dolore fisico, la generale percezione dello stato di salute, la vitalità, il funzionamento sociale, l’entità dell’ingerenza emotiva e mentale; non è però specifico per lo scompenso). Inoltre, la valutazione della qualità della vita è difficile nel paziente affetto da insufficienza cardiaca per le caratteristiche della malattia (patolo-gia cronica progressivamente invali-dante), per le frequenti ospedalizza-zioni con interruzioni della vita quotidiana e relativa perdita della continuità delle abitudini, a causa degli eventi potenzialmente fatali a volte sperimentati anche ripetutamen-te, per la molteplicità delle aree interessate (lavoro, tempo libero, autonomia, progettualità, situazione economica, etc), per il coinvolgimen-to dell’intero nucleo familiare (3). Non stupisce pertanto il fatto che il livello di capacità funzionale del paziente non correli se non debolmente con la qualità di vita da lui percepite. Una rassegna in merito (23) ha dimostrato

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che quando i pazienti affetti da Scompenso Cardiaco devono esprime-re un parere sulla loro qualità di vita, accade il contrario: si riferiscono soprattutto al loro benessere psicolo-gico e, solo in seconda battuta, alla loro funzionalità fisica. La soggettività del paziente, anzi le soggettività dei pazienti sono la vera chiave di lettura e di approfondimento di questa tematica così complessa ma estrema-mente attuale (3). Majani et al (9) hanno dimostrato che in pazienti con insufficienza cardiaca cronica, i parametri oggettivi cardiologici hanno un legame con la soddisfazione soggettiva relativa solo a pochi aspetti della vita quotidiana, concentrati soprattutto nell’area della funzionalità fisica. Sempre in merito a questi aspetti Juenger et al (24) hanno utilizza-to il SF-36: anche in questo studio, come in quello di Majani (9), i pazienti con scompenso mostravano una riduzione globale della loro qualità di vita in confronto ai soggetti normali, in tutti i punteggi del questionario, ma in modo più pronunciato per il dominio del deficit fisico ed emozio-nale. In entrambi gli studi i pazienti con maggiore severità della sintomato-logia (NYHA più avanzate, compro-missione funzionale più grave), mostravano punteggi di qualità di vita più bassi (3). Anche l’aspetto psicologi-co che, con le sue peculiarità e sfaccet-tature, caratterizza il paziente “cardio-patico” e si riverbera nel suo tessuto familiare, rappresenta una nuova sfida e materia di studio e ricerca per il Cardiologo in particolare, ma anche per tutte le altre figure professionali coinvolte nella sua gestione.

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F O R U M

L’arrivo sul “mercato” di nuove classi di farmaci è stato sempre accom-pagnato da una serie

di editoriali, messe a punto e rasse-gne “favorevoli” al nuovo farmaco. Quello che sta accadendo con i nuovi anticoagulanti orali ha dello stupefa-cente, e a ragione, perché almeno per i Medici e i Cardiologi più ingenui e più indaffarati, il potersi liberare dal monitoraggio dell’INR è una… Benedizione. Lo stesso vale anche per gli stessi pazienti che già sui giornali locali ci stanno chiedendo quando saranno disponibili in Italia questi nuovi preparati. Poiché ho preparato

per il Giornale Italiano di Cardiolo-gia una rassegna sulla gestione della terapia anticoagulante ambulatoriale, ho consultato PubMed per conoscere le dimensioni del problema. Ebbene questi sono i risultati alle voci:- Nuovi anticoagulanti: 1.865 contri-buti in varie lingue su quasi tutte le riviste mondiali citate da PubMed

(prima uscita 19.4.1953, ultima 8.1.2012);- Dabigatran: 500 contributi (primo 28.1.2006, ultimo 31.10.2011);- Rivaroxaban: 459 contributi (prima uscita 1.3.2005, ultima 2.1.2012);- Apixaban: 222 (prima uscita 11.11.2006, ultima 14.2.2012);- Edoxaban: 50 riferimenti (primo 31.3.2009, ultimo 8.1.2012).Totale: 3.374 (al 15 gennaio 2011). La maggior parte dei contributi è su rivi-ste di livello internazionale recensite da PubMed. Unica “apparentemente obiettiva” la controversia sul solito Circulation nella quale si confrontano le opinioni a favore di Granger CB

La forza del battage pubblicitario e l’esplosione della letteratura

di Sabino Scardi

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F O R U M

(Circulation 2012, 125, 170) e quelle relativamente “contro” di Ansell J (pag. 165), senza però un commento dell’Editore che a mio parere doveva farlo. Di New England non vi parlo perché “interessato” alla vendita dei reprint (nonostante i due milioni di abbonati).Quello che ho scritto per il “Giornale Italiano di Cardio-logia” (all’interno della rasse-gna): Nuovi farmaci anticoagu-lantiDopo quasi sei decenni di TAO con antagonisti della vitamina K, la ricerca farmacologica ha sviluppato nuovi agenti antitrombotici capaci di semplificare il trattamento e la gestione con un’efficacia simile e un migliore profilo di sicurezza. Molto interesse hanno suscitato gli inibitori diretti della trombina e del fattore Xa. Questi preparati offrono vantaggi rispetto agli AVK perché hanno una risposta anticoagulante più prevedibi-le, perché non si legano alle proteine plasmatiche e non sono neutralizzati dal fattore piastrinico 4. Inoltre hanno una farmacocinetica e una farmacodi-namica prevedibili con inizio e fine di

azione rapida, un’ampia finestra tera-peutica, non significative interazioni farmacologiche, somministrazione fissa della dose, ma soprattutto nes-suna necessità di monitoraggio con test di laboratorio. Lo ximelagatran fu il primo inibitore disponibile per l’anticoagulazione orale senza neces-sità di monitoraggio emocoagulativo. I risultati degli studi SPORTIF III e V mostrarono, rispetto al Warfarin, una riduzione del rischio relativo di eventi embolici del 16% a favore dell’inibito-re della trombina. Tuttavia il farmaco non fu approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per la tossicità epatica. Altri nuovi anticoagu-lanti hanno avviato o completato gli studi clinici randomizzati di preven-zione tromboembolica nei pazienti con FANV: Dabigatran (Trial RE-LY), Apixaban (AVERROES, ARISTOTLE), Rivaroxaban (ROCKET-AF Study), Apixaban (Eliquis), Edoxaban (EN-GAGE-AF TIM48). Dall’ottobre 2011, il Dabigatran exilato (Pradaxa 150 mg e 110 mg due volte al giorno) è stato approvato per la commercializzazione negli Stati Uniti e in Europa, però è molto costoso e provoca dispepsia.

Inoltre la dose di 150 mg si associa ad un più basso rischio di ictus ma ad un maggior sanguinamento gastrointe-stinale e un lieve incremento, anche se non significativo, nell’incidenza di infarto del miocardio rispetto al Warfarin. Da notare che il range tera-peutico raggiunto con il Warfarin in media nei quattro trial è soddisfacen-te, ma in nessuno si raggiunge il 70% considerato ottimale (Tabella I). Il farmaco richiede la valutazione della funzionalità renale, non è indicato nelle persone molto anziane ed è pri-vo di un marker farmacodinamico per il suo monitoraggio. Infine non sono note la sicurezza e l’efficacia oltre i due anni, né sono disponibili dati sulla qualità della vita, ma soprattutto manca un antidoto in caso di grave sanguinamento. Nel Regno Unito, l’ICER (rapporto incrementale costo/efficacia) è risultato di 529 £ con Dabi-gatran 110 g x 2, di 9.850 con Dabiga-tran 150 x 2 e di 6.480 per il Warfarin. Anche Sorensen et al. hanno analizza-to, per la prevenzione della trombo-embolia nella FANV, il rapporto costo - efficacia del Dabigatran versus l’usua-le profilassi (Warfarin, ASA). Utiliz-

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F O R U M

zando il modello simulato di Markow, il Dabigatran causa un minor numero di emorragie intracraniche e di ictus ischemico per 100 pazienti/anno. L’ICER (numero di eventi clinici per 100 pazienti/anno, aggiustati per la qualità della vita, costi totali e rapporti di costo/efficacia) del Debigatran è stato di 10.440 dollari/qualità della vita rispetto ai 3.962 del Warfarin. Il 4 novembre 2011 la FDA ha approvato un inibitore del fattore Xa, il Rivoro-xaban (Xarelto 1 cp il giorno). Prima di utilizzare questi nuovi preparati, é necessario soppesare i pro e i contro. Il loro uso è facile, non accertata inve-ce la loro sicurezza a lungo termine, essi provocano alcuni problemi negli anziani e nei soggetti con insufficien-za renale, inoltre non sono disponibili dati di confronto fra loro. Infine come rilevato recentemente in una lettera al New England Journal of Medicine, la mancanza di strumenti per valutare il grado di anticoagulazione e di una strategia per invertire l’effetto (dialisi di emergenza?) prontamente dispo-nibili può essere pericolosa per la vita in caso di grave emorragia. In caso di emorragie con i nuovi anticoagulanti

(la loro emivita però è breve) si sugge-risce di non utilizzare il tempo di pro-trombina ma quello di tromboplastina parziale attivata (aPTT) e un tempo di trombina (TT) (difficili però da ottenere in modo rapido) e di som-ministrare plasma fresco per fermare l’emorragia o il fattore VII attivato ricombinante. Largo ai nuovi antico-agulanti, ha invocato William Dager, Università di Sacramento, alla sessio-ne dedicata nella recente convention dell’American Heart Association a Or-lando. La mancanza di antidoti speci-fici per invertire l’anticoagulazione e l’alto costo sono importanti limitazio-ni per il loro utilizzo. Un comunicato stampa dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) ha segnalato per il Dabi-gatran 256 casi di emorragia mortale nel mondo di cui 21 in Europa. Dopo l’invio del dattiloscritto leggiamo che la FDA sta indagando sui sanguina-menti da Dabigatran (Food and Drug Administration. Pradaxa: Drug safety communication - Safety review of post-market reports of serious bleeding events. December 7, 2011).

Tabella I - Tempi di persistenza nel range terapeutico con Warfarin in recenti trial controllati con nuovi anticoagulanti orali

Active 65% Lancet 2006; 367:1903

RE-Ly 64% New Engl J Med 2009; 361:1131

Rocket 55% New Engl J Med 2011; 365:883

Aristotle 62% New Engl J Med 2011; 365:981

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56 | cardiologia negli Ospedali | |centottantacinque - centottantasei

A R e A c A R d i O i M A G i n G

La quiescenza per i Medici Dirigenti dipendenti del SSN

Utopia o Realtà?

di doMenico GabrieLLi

Il difficile orientamento fra nuove normative, rottamazione, indennità di “buonuscita”

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F O R U M S i n d A c A L e O R G A n i Z Z AT i V O

La regolamentazione legislati-va e contrattuale della età di quiescenza dei Dirigenti Me-dici del SSN ha da sempre

rappresentato un problema, sia per le legittime aspettative dei dipendenti che per una regolamentazione che spesso ha subito variazioni “ope legis”, non sempre esenti da critiche di me-rito. La situazione macroeconomica del nostro Paese, che ha portato alla necessità di vari DDLL per il “salva-taggio” della nostra cara Italia, è ben nota a tutti; il “combinato disposto” dai vari cambiamenti intercorsi nel solo anno 2011 (ben quattro) ha portato a una nuova legislazione in ambito pensionistico che sta in parte stravolgendo le regole precedenti a tutti note e i programmi personali ad esse collegate. Di qui la utilità di una sintesi per chiarire, laddove possibile, alcuni aspetti. Il Decreto Legge (DL) “salva Italia” ha effetto retroattivo al 6 dicembre 2011 sua data di emanazio-ne, pertanto sono inutili le domande fatte “in corsa” per evitarne gli effetti normativi; si rammenta che la doman-da di quiescenza è un atto che può risultare irreversibile, perché non può essere revocato dal proponente ma solo a discrezione dell’amministra-zione. Tale Decreto non ha innovato alcunché in termini di età e decorren-za del pensionamento per coloro che hanno maturato i requisiti per andare in pensione entro il 31/12/2011, che vengono di seguito riportati:- maturazione di 40 anni di contribu-zione entro il 31/12/2011;- raggiungimento della quota 96 (cioè la somma degli anni, mesi e giorni dell’età e degli anni, mesi e giorni di contribuzione) con almeno 60 anni di età e 35 di contribuzione raggiunti

per intero entro il 31/12/2011;- raggiungimento delle quote negli anni precedenti;- 57 anni e 35 di contributi entro il 31/12/2007;- 58 anni e 35 di contributi entro il 30/06/2009;- quota 95 con almeno 59 anni e almeno 35 di contributi entro il 31/12/2010;- donne con 60 anni di età e almeno 20 di contribuzione al 31/12/2009;- donne con 61 anni di età e almeno 20 di contribuzione al 31/12/2010;- donne con almeno 57 anni di età e 35 anni di contribuzione che optano per la liquidazione della pensione con sistema contributivo;- soggetti con 65 anni al 31/12/2011.Si rammenta che il passaggio al contributivo è pro - rata e non inficia quanto maturato con sistema retri-butivo al 31/12/2011, quindi non vi è danno economico per il pregresso, mentre è chiaro il decorrere del con-tributivo alle anzianità dal 1/1/2012 in poi. Il DL 6 dicembre 2011 infatti stabilisce all’art. 24 comma 2: «A de-correre dal 1° gennaio 2012 […] la quota di pensione corrispondente […] è calcolata secondo il sistema contributivo». Appare invece ancora una volta discriminante per i medici dipendenti pubblici il fat-to che il cosiddetto “sconto di pena”, cioè che i nati nel 1952 possano rima-nere in servizio “solo” 3 anni invece che i 6 previsti da tale decreto per po-ter maturare il diritto alla pensione, valga solo per i lavoratori dipendenti privati. Un ultimo accenno al supera-mento della “rottamazione”, è infatti possibile rimanere in servizio per tutto il periodo di flessibilità in uscita dai 66 ai 70 anni (come previsto all’art. 24 comma 4) con le garanzie

dell’art. 18 dello Statuto dei lavorato-ri. In sostanza, salvo ristrutturazioni aziendali, si può rimanere in servizio fino a 70 anni, aumentando così il coefficiente della parte contributiva. È utile ricordare che prima di inoltra-re la domanda di pensione è necessa-rio valutare attentamente la corretta data di pensionamento e l’importo presumibile di pensione e liquidazio-ne, è pertanto opportuno richiedere per tempo un estratto contributivo e considerare eventuali ricongiun-zioni possibili, nonché il riscatto del servizio militare e di altri periodi (laurea, specializzazione, aspettative), non bisogna sottovalutare le eventuali progressioni di carriera possibili e gli eventuali contratti di lavoro non con-clusi con particolare attenzione alla cadenza di eventuali arretrati contrat-tuali; è infine necessario richiedere il pagamento di eventuali ferie non godute ai sensi dell’art. 16 del CCNL 2005 - 2009. Si rammenta infine che è prevista la soppressione dell’INPDAP con tutto quello che comporta una fase di passaggio e che già le prece-denti novità del 2011 avevano riguar-dato il differimento della indennità di “buonuscita” (circolare n. 16/2011 dell’INPDAP relativa alla illustrazione delle novità del DL n.138/2011 con-vertito in Legge n. 148/2011) a entro 105 gg per inabilità o decesso del lavoratore, fra 180 e 270 gg per cessa-zione di rapporto a termine e fra 24 mesi e 24 mesi e 90 gg negli altri casi, quanto sopra fatte salve le eccezioni, cioè i dipendenti che abbiano matu-rato i requisiti per il pensionamento sia di anzianità che di vecchiaia prima del 13 agosto 2011.

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58 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

i L PA R e R e L e G A L e

Continuiamo in questo numero, anche in risposta a specifiche domande dell’Editor, l’approfondi-

mento sul tema del Consenso Infor-mato con particolare riguardo ai requisiti necessari affinché tanto l’informazione quanto il consenso siano validi e non esposti a censura. In primo luogo si pone il problema di verificare in che modo debba essere fornita l’informazione e prestato il consenso. L’informazione deve essere semplice e comprensibile, il che comporta spesso innegabili difficoltà dovute, da un lato, al carattere tecnico della medicina in genere, dall’altro, anche alle capacità di comprensione del paziente che possono dipendere, ad esempio, dal suo retroterra culturale o da difficoltà linguistiche. E qui si pone subito la prima domanda dell’Editor. Cosa fare se il paziente è uno straniero che non parla la lingua italiana? Il caso non è meramente teorico. Posso confermare che nelle aule di Tribunale vengono all’attenzione casi in cui il modulo di consenso è stato sottoscritto da cittadini stranieri che, parlando solo la loro lingua madre, non erano in grado di comprendere l’informazione e di capire cosa

stessero sottoscrivendo. Non vi è dubbio che in tali casi sia assoluta-mente necessario ricorrere all’ausilio di un interprete, diversamente la sottoscrizione del consenso sarà affetta da vizio insanabile. Con l’informazione è necessario illustrare: a) la natura dell’intervento o dell’esa-me (distruttivo, invasivo, doloroso, farmacologico, strumentale…); b) la portata ed estensione dell’intervento o dell’esame con l’indicazione dei distretti corporei interessati; c) i rischi prevedibili e le percentuali verosimili di successo. Deve escludersi invece l’indicazione degli esiti anomali, perché un rischio remoto potrebbe indurre il paziente a non sottoporsi ad un intervento magari banale mentre devono includersi tutti i rischi, anche se ridotti, che possano incidere sul suo stato fisico; d) la possibilità di conseguire con altri interventi/cure alternative il medesi-mo risultato con l’indicazione dei rischi; e) le eventuali inadeguatezze della struttura presso cui l’esame/intervento dovrà eseguirsi, con particolare riguardo allo stato di efficienza ed al livello di dotazione della Struttura (stato dell’arte e situazione oggettiva ospedaliera in rapporto alle strutture e al loro regolare funzionamento). Deve

evidenziarsi che sul punto la giuri-sprudenza è rigorosissima: anche in mancanza di standard di riferimento deve ritenersi che vi sia un preciso obbligo, seppure non codificato, di informare il paziente sulla qualità del servizio, sulle inefficienze anche se solo momentanee o sulle carenze/livelli della struttura per consentire una libera e cosciente autodeterminazione anche con riguardo alla scelta del luogo in cui curarsi. Se l’informazione è il presup-posto per la validità del consenso non è escluso, tuttavia, che il paziente possa non volere essere informato. Tale volontà deve essere rispettata. All’art. 33 del Codice Deontologico si legge infatti: «Le informazioni riguar-danti prognosi gravi o infauste devono essere fornite con prudenza usando terminologia non traumatizzante e senza escludere elementi di speranza. La documentata volontà della persona assistita di non essere informata o di delegare ad altro soggetto l’informazione deve essere rispettata». Attenzione, tuttavia, perché l’annotazione del rifiuto di informazione deve essere annotato nella cartella clinica. Se, da un lato, l’informazione deve essere completa, dall’altro, il consenso deve preferibilmente essere prestato in forma scritta e sottoscritta dal pazien-

Consenso Informatoparte seconda

L’editor chiede e l’esperto risponde

di orneLLa MaFrici e Mario chiatto

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i L PA R e R e L e G A L e

te anche se in effetti non è, allo stato, prescritta alcuna forma potendo esservi un consenso orale o persino tacito per facta concludentia pur se in tali casi la eventuale prova è certa-mente più difficile da raggiungere. L’atto contenente il consenso deve recare l’indicazione del medico o dei medici che hanno reso l’informazio-ne: segnalo che alcune strutture sanitarie hanno stilato un modulo di consenso in cui viene indicato anche il nominativo di un medico diverso da quello che ha dato l’informazione ma che ha assistito (testimone) all’infor-mazione ed alla raccolta del consen-so. E qui si pone la seconda domanda. È necessario il consenso scritto per un esame ambulatoriale o per la prescrizione di farmaci e di esami anche strumentali? Non vi è dubbio che non occorre il consenso scritto quando si procede ad accertamenti ambulatoriali routinari o quando i farmaci prescritti non comportano rischi. Fuori da tale ipotesi il consenso è sempre necessa-rio. E così il Cardiologo non chiederà il consenso scritto per l’effettuazione di un semplice elettrocardiogramma mentre lo richiederà nel caso di una prova da sforzo o nel caso in cui devono eseguirsi esami invasivi che comportano, ad esempio, l’utilizzo di mezzi di contrasto (coronarografia, angiogragrafia), esami da cui in concreto potrebbe derivare una menomazione alla integrità psicofisica del paziente. Il consenso, comunque, deve essere continuato, potendo essere revocato in qualsiasi momento e se è prestato una tantum all’inizio della cura deve essere richiesto e riformulato per ogni singolo atto

terapeutico e diagnostico suscettibile di rischi. Perché sia valido, il consenso deve essere prestato da soggetto capace. Quid iuris se la persona che deve prestare il consenso è un minore ovvero un incapace di intendere o di volere o, ancora, un soggetto colpito da incapacità naturale, anche transito-ria, o più specificamente, a domanda dell’Editor. Se la persona è colpita da Alzheimer o da patologia come il Parkinson che non gli consen-te di firmare? Nulla quaestio se trattasi di interdetto o di incapace con un tutore legale. Nel caso in cui il paziente sia colpito da Alzheimer o da danni cerebrali permanenti ed irreversibili anche non gravi, il consenso a mio sommesso avviso deve essere prestato dal rappresentante legale o dall’Ammini-stratore di sostegno, figura deputata a tutelare proprio gli interessi di anziani e/o di soggetti incapaci a provvedere ai propri bisogni ovvero di disabili. Nel caso in cui il paziente è solo impossibilitato ad apporre la propria firma perché analfabeta o amputato di mano o impossibilitato all’uso delle mani ma è capace di manifestare il consenso, potrà esprimerlo oralmente alla presenza del medico (pubblico ufficiale quale pubblico dipendente nell’esercizio delle proprie funzioni) che ne darà atto, indicando anche le ragioni che impediscono la sottoscrizione. In questi casi suggerisco prudenzialmen-te che il consenso venga raccolto alla presenza di un altro medico dandone atto nel modulo di sottoscrizione. Nel caso in cui si tratti di un minore di età, vi è chi ritiene che la capacità di

esprimere un consenso valido si acquisti solo con il diciottesimo anno. Tale interpretazione che, in effetti, consente di evitare equivoci specie con i minori infra - diciottenni, non è conforme all’attuale indirizzo euro-peo (Convenzione di Oviedo) che da risalto al parere del minore in ragione dell’età e della maturità. Tuttavia, se, in linea di massima, può ammettersi che un adolescente anche di età inferiore ai 14 anni possa avere capacità sufficiente per comprendere quanto gli viene proposto è anche vero che la sua decisione potrebbe non essere adeguata perché derivante da timore irrazionale dovuto all’età. Quale comportamento adottare se il parere del minore è difforme da quello dei genitori? Nel caso in cui i pareri non siano coincidenti e si tratti di minori di anni 14, saranno i genitori (entrambi o uno di essi se si tratta di atti di ordinaria amministra-zione) a prestare validamente il consenso, se si tratta di minori tra gli anni 14 e gli anni 18, che dimostrano di essere critici, volitivi e consapevoli, potrà prevalere la volontà del minore solo previo parere del Giudice Tutelare che il medico dovrà adire. Si intende che in mancanza di genitori, il consenso sarà sempre prestato dal tutore mentre nel caso in cui i genitori si oppongano a prestare il consenso ed il medico ravvisi la necessità di un trattamento che, per urgenza, non configuri uno stato di necessità, è indispensabile il ricorso all’Autorità. Analogo ricorso il medico dovrà fare se vi è disaccordo dei genitori.

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60 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

c O M e e R A V A M O

di Maurizio GiuSeppe abriGnani

GALenO(129-200 circa d.C.)

Piccola storia della Medicina Cardiovascolare

Il cuore nell’antica Roma (parte II)

Galeno, figlio dell’architetto dei re di Pergamo, divenne a 16 anni therapeutes nel tempio locale del dio

Asclepio. Studiò medicina, specie ad Alessandria; tornato a Pergamo, lavorò come medico alla scuola dei gladiatori, poi passò a Roma, dove guadagnò presto un’ampia clientela, tra cui l’imperatore Marco Aurelio. Secondo Ibn Jubayr fu sepolto presso Misilmeri, in Sicilia, dove, gravemente

malato, sbarcò di ritorno dall’Asia

Minore. Il prenome Claudio è forse

dovuto a un’errata decifrazione del

prefisso Cl., che stava, forse, per

Clarissimus. Fu l’artefice della più

completa forma di medicina mai

concepita fino allora. In anatomia

non si limitò a sterili descrizioni morfologiche: cercò di capire la funzione di ogni singolo organo, anche se sezionò più che altro animali, specie maiali («l’animale più simile all’uomo»), evidenziando che l’urina è prodotta dai reni e che arterie e vene comunicano attraverso minuscoli vasi (anastomoseis). Nel trattato Sull’utilità delle parti del corpo scrisse: «in durezza, tensione, forza e resistenza le fibre del cuore

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c O M e e R A V A M O

superano le altre, poiché nessun strumento è sottoposto ad un lavoro continuo e duro come il cuore e la complessità delle fibre è stata prepara-ta dalla natura per vari scopi, allargar-si quando desidera attrarre… E contrarsi quando desidera espellere residui». Galeno rielaborò la fisiologia ippocratica alla luce della teleologia aristotelica (ogni fenomeno ha un fine, principio anche della filosofia cristiana, cosa che decreterà il grande consenso raccolto nei secoli successi-vi), delle conoscenze anatomiche alessandrine e della cosmologia stoica. Distinse tre facoltà: razionalità nel cervello, passionalità nel cuore, appetitività nel fegato (impostazione vicina a quella psicologica odierna): «l’animale quando nasce viene dotato di tre princìpi: uno è collocato nella testa, e le sue attività in sé sono la fantasia, il ricordo e la ragione... Il secondo se ne sta nel cuore, e la sua

attività di per sé consiste nel dar vigore all’anima… (Il cuore) è il principio del calore e delle pulsazioni, rispettivamente, sia delle parti che delle arterie». Secondo Galeno gli alimenti, dopo la concotio che avviene nello stomaco, sono portati attraverso le vene meserraiche al fegato. Il sangue prodotto da esso (sede dello spirito naturale, che regola alimenta-zione e metabolismo) ha funzione nutritiva e, trasportato dalle vene, è assorbito dagli organi. Una parte, invece, attraverso la vena cava, arriva al cuore, passando dall’atrio al ventricolo destro, da cui una parte è inviata ai polmoni per alimentarli (attraverso la vena arteriosa che in certe ore porta sangue ai polmoni, in altre porta aria al cuore) e un’altra passa, attraverso sottili pori, a forma di imbuto, del setto interventricolare, nel ventricolo sinistro. Qui, il sangue si assottiglia e sotto l’influenza del

Funzione del cuore e dei polmoni secondo Galeno

galeno fu l’artefice della più completa forma di medicina mai concepita fino allora

Rielaborò la fisiologia ippocratica alla luce della teleologia aristotelica, delle conoscenze anatomiche alessandrine e della cosmologia stoica

La sua autorità e le sue teorie affascinanti egemonizzarono (e cristallizzarono) la medicina fino al Rinascimento

La complessità delle fibre è stata preparata dalla natura per vari scopi, allargarsi quando desidera attrarre… e contrarsi quando desidera espellere residui

La sua attività di per sé consiste nel dar vigore all’anima.. (Il cuore) è il principio del calore e delle pulsazioni, rispettivamente, sia delle parti che delle arterie

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62 | cardiologia negli Ospedali | centottantacinque - centottantasei

c O M e e R A V A M O

calore innato si combina con l’aria, lo pneuma, che attraverso l’arteria venosa giunge dai polmoni a ogni inspirazione, formando lo spirito vitale (che alimenta una combustione indispensabile per produrre il calore corporeo). Con geniale intuito Galeno paragona l’organismo vivente a una lampada: il lucignolo è il cuore, il sangue l’olio che brucia in virtù dell’aria ricca di pneuma e i polmoni mantici che alimentano la fiamma. La concezione cosmica stoica, secondo cui l’intera realtà è pervasa da pneu-ma, lo portò a rifiutare la tradizionale credenza che la respirazione servisse solo a raffreddare l’organismo. Peraltro, l’idea che la respirazione è indispensabile per la conservazione del calore configura un’anticipazione del concetto di metabolismo. Lo spirito vitale è poi distribuito a tutto il corpo col sangue arterioso, dal colore più vivo proprio per la presenza di

pneuma, e il cui movimento è dovuto alla forza pulsante delle pareti arteriose. Questa teoria non presup-pone una circolazione del sangue, bensì solo un movimento secondo il moto delle maree. A ogni sistole un po’ di sangue rifluisce nei polmoni attraverso l’arteria venosa per espelle-re con l’espirazione le sue impurità (ruggine fuligginosa). Attraverso le arterie (che invece per Aristotele contenevano aria) il sangue, passando attraverso il sistema mirabile del collo, giunge al cervello, in cui si arricchisce di un ulteriore spirito, lo spirito animale (che controlla movimenti e percezione), e quindi, attraverso i nervi, considerati il terzo sistema di vasi, arriva in periferia. Nel cervello, inoltre, il sangue filtrato delle impuri-tà scende attraverso la lamina cribrosa originando le lacrime. In patologia Galeno fu condizionato dalla costante preoccupazione di classificare ogni

Galeno e Ippocrate in un dipinto del XII secolo (Cattedrale di Anagni)

galeno paragona l’organismo vivente a una lampada: il lucignolo è il cuore, il sangue l’olio che brucia in virtù dell’aria ricca di pneuma e i polmoni mantici che alimentano la fiamma

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c O M e e R A V A M O

malattia e da una venatura di filosofi-smo che emergeva quando non riusciva a risalire alle reali cause del male. Partendo dalle teorie dell’altera-zione dei pori e umorale, inserì nella sua dottrina una gran quantità di termini astrusi e suddivisioni artificio-se, portando talvolta alla formulazione puramente astratta, tramite sillogismi, della diagnosi. In clinica sottolineò l’importanza dell’esame delle urine e della valutazione del polso, di cui distinse non meno di 40 varietà; descrisse il diabete come un problema di perdita di capacità ritentiva e modificatrice dei fluidi. In terapia si basò sulla regola dei contraria contra-riis ed esasperò l’aspetto terapeutico dell’eliminazione della materia peccans, come il pus, chiamato bonum et laudabile, e del salasso. Ci ha tramandato, attraverso il Methodus medendi, 473 composizioni farmaceu-tiche (da lui deriva il nome galenici), unitamente alla loro indicazione nelle varie malattie, alcune valide a tutt’og-gi. Classificò i farmaci in base ai loro effetti in: I) farmaci elementari, di origine vegetale (nel trattato Sui semplici, in ossequio alla tradizione ippocratica della forza riparatrice della natura, parla di piante aventi funzione curativa anticipando la medicina naturalistica), animale e minerale, con una sola qualità (fred-do, caldo, umido o secco), tra cui l’emula campana (diuretica), i finocchi (dalle proprietà diuretiche e anti - infiammatorie), la corteccia di salice, l’aglio (per i problemi cardiaci e contro il raffreddore), la cardiaca (per la depressione e le palpitazioni) e il laudano o Galenos (tintura

alcolica di oppio con effetti analgesici per quasi tutti i mali dell’epoca, che rese dipendente l’imperatore Marco Aurelio); II) farmaci composti, di cui i più famosi erano purganti (come picra e hjera) e la teriaca, preparata con circa 70 ingredienti (tra cui sterco di capra, pezzi di mummia e teste di vipera), una polipillola efficace contro gli avvelenamenti, la cui origine viene fatta risalire al Mithridatium antido-ton, che verrà usata fino alla fine del 1700; III) entità, cioè farmaci ad azione specifica (tra cui i diuretici). Galeno si batté con decisione contro l’imperversare delle scuole ergendosi ad arbitro di tutto lo scibile medico: tentò di separare il vero dal falso, indipendentemente dalla fonte di pro-venienza. Notò come molti dei suoi presunti colleghi non sapevano neanche leggere (non era previsto

nessun esame d’idoneità professiona-le: l’abilitazione era attestata a giudi-zio insindacabile del maestro). Delle sue voluminose opere ci restano solo 108 scritti, parte nella stesura origina-le greca e parte nella versione araba. La più nota è il De arte medica, guida sintetica alla pratica medica, molto usata nel Medioevo. Ne Il marasmo affronta i problemi della condizione psicofisica dell’anziano e delle possibilità di allontanare nel tempo l’inizio della vecchiaia. Ne Sugli elementi secondo Ippocrate descrive il sistema dei quattro umori corporei. Ne Il miglior medico ricorda che il medico deve eccellere nelle tre principali branche filosofiche: etica (non deve mirare al massimo guada-gno, magari ingannando il paziente; anzi deve disprezzare il denaro), logica (deve saper interpretare in maniera coerente i sintomi e confuta-re teorie infondate dei colleghi) e fisica (le conoscenze anatomo - fisiolo-giche venivano all’epoca percepite senza soluzione di continuo con quelle cosmologiche). Le sue teorie evidenziano la natura (physis) come opera di un singolo creatore, cosa che le rese accettabili dai successivi studiosi di formazione religiosa monoteistica. L’autorità e le teorie affascinanti di Galeno, un dogmatico sicuro della propria infallibilità, egemonizzarono e cristallizzarono tutto il sapere medico fino al Rinasci-mento: i suoi seguaci ritennero inutili ulteriori sperimentazioni e non procedettero oltre negli studi di fisiologia e di anatomia.

Isagogici libri, quinta edizione, Venezia, 1576. Università di Trieste, Sistema Museale di Ateneo.In copertina episodi della vita di Galeno.

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64 | cardiologia negli Ospedali | |centottantacinque - centottantasei

V i A G G i O i n T O R n O A L c U O R e

un format di Convegno innovativo per raccontare l’evoluzione delle reti cardiologiche attraverso il linguaggio del cinema

di andrea pozzati e FiLippo ottani

2° CONVEGNODa sinistra: Filippo Ottani, Alessandro Bergonzoni e Andrea Pozzati

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«An essential component of any new governance strategy would be to bring together all the stakehol-ders, starting from an analysis of existing and ongoing research, pro-duced independently of vested inte-rests. Patient advocacy groups [...] spend millions to support research, hoping to promote better care. With public support they should be in a strong position to call for a rede-finition of the research agenda, in the interests of patients. I hope this approach can be further debated in The Lancet for many other areas of clinical research and beyond.»Alessandro Liberati (27 aprile 1954 - 1 gennaio 2011), Lan-cet 2011; Vol 378: 1777

La verità contenuta in que-sto umile articoletto è che io ed il mio amico co - auto-re ci siamo annoiati a morte

dei “soliti” congressi medici, la cui offerta oggi è vastissima, dai grandi convegni internazionali (con il “pun-to” ogni 3 mesi sullo stato dell’arte della scienza cardiovascolare) fino ai meeting di reparto. Una comuni-cazione “senza cuore”, per addetti ai lavori sazi di comunicazione, incuran-ti di “parlarsi addosso”. Così nessuno, Cittadino, Paziente o Collega, capisce nulla di quanto negli Ospedali, oggi, si fa per curare o di quanto la Ricerca faccia per migliorare lo stato delle cose in Sanità. Insegna poi l’espe-rienza “dura” del quotidiano che arriva in televisione o sui giornali, un vecchio dottore senza grandi cogni-zioni di “evidence - based medicine” che ti mette in “buca” i grandi scien-ziati. Tutti vogliono la cura “bislacca” di questo simpatico vecchio che sem-bra così buono (e magari lo è anche).

Chia-ma i pazienti con il loro nome, uno per uno, e allora la sua “medicina” non può essere che “miracolosa” anche se non vale granché. Questa è la realtà sconcertante (almeno per noi) da cui è iniziato il nostro per-sonale viaggio fino all’approdo ad un “tentativo” di una nuova formula di incontro. Abbiamo cominciato a pensare che qualcosa non andava, che era necessario cambiare i format di comunicazione, che le parole sono fatte per essere capite, che la scienza medica è parte dell’arte medica, ma non risolve in sé l’arte medica! Abbia-mo cominciato a pensare che “comu-nicare” vuol dire “condividere” ciò che si racconta. E ciò che si racconta, al di là dei dati scientifici, o meglio, insieme con i dati scientifici, è una storia in cui tutti possiamo essere pro-tagonisti, perché è la vita di tutti, tutti i giorni. La storia della malattia. Delle malattie che affliggono la vita. Di

tutti, meglio, la storia dei malati. E tutti possiamo esserlo (lo saremo) un brutto gior-no. Allora bisogna sapere raccontare questa storia sapendosi “immedesi-mare” nei sentimenti che la animano anche se non li si è vissuti in prima persona. Raccontare e condividere. Coinvolgere tutti in una storia che tutti possono stare a sentire. Abbiamo pensato che ascoltare questa storia fosse ciò che potesse interessare tutti gli stakeholder della Sanità, come ha detto Alessandro Liberati. Per potere decidere “insieme” quale futuro dare alla Ricerca, alla Sanità, ad un nuovo Welfare. Ma quale storia? Non esiste un altro modello organizzativo come quello della «rete creata per il tratta-mento dell’infarto miocardico acuto» che si mostri così adatto a descrivere le relazioni di cura paziente - operato-re sanitario (medico e/o infermiere) e viceversa. Questo modello, creato nella regione Emilia - Romagna dal 2003, costituisce una delle in-novazioni più consistenti raggiunte dalla Medicina, poiché offre a tutti i cittadini l’opportunità di ricevere il miglior trattamento disponibile nel più breve tempo possibile per la più grave e frequente patologia del nostro tempo, mettendo in campo le profes-sionalità più diverse (dal medico del 118/Pronto Soccorso al Cardiologo

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di UTIC, passando per il Cardiolo-go interventista), le tecnologie più sofisticate e i modelli gestionali più articolati. Infine, la “rete dell’infarto” mette in connessione il piccolo con il grande Ospedale in un unico percor-so sanitario protetto. In modo virtuo-so, poi, il modello genera relazioni interpersonali che sono diventate un valore aggiunto per la nostra attività quotidiana, da quella assistenziale alla formazione. Tuttavia il pazien-te, specie nella fase iperacuta della malattia, viene a contatto non più con un solo curante, ma con una serie di operatori; fatto questo che concor-re ad aumentare il senso di ansia in una fase così delicata per il singolo individuo. Da qui nasce la necessità di dialogo su contenuti chiari tra ope-ratori e paziente e viceversa. Nono-stante “comunicazione” sia oggi una parola entrata nel lessico quotidiano, il modello organizzativo della rete per l’infarto ha avuto poca pubblicità, pro-prio presso le categorie sociali “non tecniche”, come è la vasta moltitudine dei cittadini. Essi infatti non sono stati adeguatamente informati della creazione della rete, nonostante siano divenuti “soggetti attivi” al pari degli

operatori sanitari stessi ed “azionisti” di riferimento del Sistema Sanitario. A riprova di ciò, in Italia, solo un terzo dei cittadini colpiti da attacco cardia-co ricorre al 118 per essere traspor-tato in modo protetto in Ospedale, mentre la gran parte ancora vi si reca con mezzi propri. Persino i risultati raggiunti in termini di mortalità dopo infarto in Ospedale sono stati sovra-stati da altre storie, da quelle legate all’entusiasmo per le nuove tecnologie fino alla campagna ormai permanente sulla malasanità! Guardando il film, “Questione di Cuore”, ci siamo con-vinti della necessità di ricominciare un processo di formazione e di informa-zione per restituire al nostro impegno il giusto riconoscimento e per dare voce a protagonisti spesso dimenticati: i cittadini, i nostri pazienti. Noi stessi, tutti, cittadini - pazienti (potenziali). Da qui è nato questo insolito conve-gno diretto a migliorare le conoscenze di tutti noi sulla comunicazione, pas-sando dalle domande dei pazienti alle nuove opportunità che offre internet.La comunicazione medico - pazienteLa comunicazione tra medico e paziente rimane uno dei principali problemi della medicina. La crescen-

te complessità tecnologica legata alla pratica medica rende difficile la partecipazione consapevole del cit-tadino/utente alle scelte operate dai sanitari. D’altra parte il vissuto, spesso drammatico, dei malati comporta la percezione incompleta o distorta della qualità degli sforzi che gli operatori fanno per ripristinare lo stato di salu-te. Tuttavia, proprio l’aggiornamento continuo organizzativo e tecnologico delle realtà sanitarie dovrebbe non solo obbligare il medico ad informare adeguatamente i media ed il cittadi-no, ma anche spingere il cittadino ad un uso più consapevole delle limitate risorse del Sistema Sanitario. In sintesi è necessaria una opera di educazione continua al dialogo bidirezionale me-dico - paziente - medico, attraverso un linguaggio scientificamente corretto ma, al tempo stesso chiaro, che tenga conto dell’approccio “empatico” al cittadino e del cittadino. Il trattamen-to dell’infarto miocardico acuto è stato rivoluzionato dall’adozione della “messa in rete” degli Ospedali per effettuare l’angioplastica primaria. Nonostante lo sforzo organizzativo e i successi ottenuti da tale modello, il riscontro fornito dai mezzi di informa-

Il Dott. Filippo Ottani Il Dott. Andrea Pozzati

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zione e la consapevolezza tra i cittadi-ni sono ancora modesti. Il format del nostro convegno ha avuto pertanto una duplice finalità:1) presentare le difficoltà nel comu-nicare positivamente con il paziente nella fase acuta della malattia cardio-vascolare e delineare come trasmet-tere alla comunità il funzionamento della realtà organizzativa delle reti;2) sottolineare l’importanza della condivisione delle conoscenze nel garantire il buon funzionamento delle reti, stimolando la ricerca scientifica verso problematiche cliniche “comu-nitarie” e orientata a migliorare la nostra conoscenza sulle malattie.Raccontare i dati scientifici attraverso una storia di malattia poteva costituire un approccio nuovo per permettere di capire il funzionamento dei servizi offerti ed il corretto modo di utiliz-zarli. La traccia del film “Questione di cuore”, che racconta l’esperienza di due persone colpite lo stesso gior-no da infarto miocardico di gravità assai diversa, rappresenta il pretesto per descrivere il mondo reale della Cardiologia moderna. In modo ana-logo Nanni Moretti (con il suo film “Caro Diario”), Monicelli (con “Amici miei - Atto II”) e Woody Allen (con “Zelig”) sono stati scelti per lanciare altrettante “questioni di cu(o)re” (dimenticandosi la “o” come spesso fanno i bambini della scuola primaria quando imparano a scrivere), dalla rete per l’ictus alla rete per la ricerca. Nodo cruciale del nostro convegno ed approdo finale del nostro sforzo: la difficoltà di comunicare correttamen-te con i nostri pazienti. Si inserisce a questo punto il contributo originale di Alessandro Bergonzoni, attore e auto-

re unico nel suo genere, che ha dato voce ai dubbi, alle speranze ed alle in-comprensioni che si manifestano nella persona che si trova improvvisamente a fronteggiare la malattia, confidan-do sulle capacità non solo tecniche dei medici. Il format di “Questioni di cuore” ha permesso di realizzare due convegni a distanza di un anno: il primo in area romagnola, nel moder-nissimo atrio dell’Ospedale Morgagni di Forlì (patria ospedaliera di Filippo Ottani), e il secondo a Bologna (pa-tria non solo ospedaliera di Andrea Pozzati), in una sede prestigiosa come la Biblioteca del Convento di San Domenico. La partecipazione è stata complessivamente di oltre 600 perso-ne, tra medici, infermieri e operatori sanitari. Anche una quota non piccola di cittadini “laici” (circa un quarto dei presenti) ha presenziato, consentendo un confronto importante con gli ope-ratori “reali” delle reti cardiologiche. Ogni sessione scientifica della rete per l’infarto è stata iniziata da una clip estratta dal film della Archibugi, men-tre le altre sessioni (rete per lo stroke e rete per la ricerca) sono state “in-nescate” da una sequenza degli altri film citati. Le relazioni (due o tre di 15 minuti) sono state seguite da una discussione tra esperti. Una tavola ro-tonda ha consentito infine di ascoltare il panel di medici di organizzazione, direttori generali e responsabili del Governo Clinico in un dialogo serrato con i cittadini, al fine di rappresentare tutti i punti di vista sul miglioramen-to potenziale della rete assistenziale nel contesto delle risorse del SSN. Per finire, dobbiamo ringraziare una serie di colleghi e amici che hanno reso il contenuto di questo convegno

davvero speciale: dal Professor Attilio Maseri al Professor Silvio Garattini per il contributo innovativo della loro attività di ricerca, da Antonio Marzoc-chi, Giuseppe Di Pasquale, Marcello Galvani ai Presidenti ANMCO, Marino Scherillo (in carica) e Francesco Maria Bovenzi (Presidente eletto) per l’impegno nella creazione delle reti, ad Aldo Maggioni (Direttore Centro Studi) per l’incessante attività del Centro fiorentino, dal Dottor Carlo Gargiulo al Professor Ivan Cavicchi per le capacità comunicative, fino al brillante intervento “culturale” del Professor Claudio Rapezzi, che ha paragonato l’attività diagnostica clinica dei medici a quella investiga-tiva dei grandi personaggi letterari o cinematografici del genere giallo o noir in una applauditissima presenta-zione perfettamente in linea con lo spirito più vero del nostro convegno. Ma il pensiero finale, il più affettuoso, va al professor Alessandro Liberati che avrebbe dovuto (e voluto) essere presente come “discussant” al no-stro convegno e invece, per motivi di salute ha potuto assistere solo da casa “in streaming” a tutta la seconda edizione bolognese. Abbiamo scoper-to che il suo pensiero (ovvero, che «tutti debbono partecipare da oggi in avanti alla costruzione del sistema Sanità, cittadini inclusi») è anche il nostro pensiero, così come lo è per tutti gli amici che hanno animato le due edizioni di “Questioni di cu(o)re”. È stato bello “scoprirsi” in tanti a pensare in modo nuovo. Peccato che il viaggio, per alcuni, sia finito davvero troppo presto.

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i V e R S i d e L c U O R e

Grani di veritàÈ forse un ciclopeImmateriale e maleficoA polverizzare la veritàSpalmandola sulle cose.Sugli usci e sui muriSui tetti, negli orti e per le strade.

Un registaInnaturale e bizzarroChe dissipa valori e fedeltà.Che millanta prodigalitàChe professa menzognaChe condanna la libertà.

Un architettoInesatto e dissipatoreChe intorpidisce le membraChe sugge la volontàChe plasma come creta caldaLe sembianze dell’innocenza.

Il dubbio fa impallidireAnche quando è seducente.È semenza che non germina.E può umiliareCon cifre volgariChe mortificanoLa coscienzaE flagellano i destiniSenza pentimento.

Il rapporto con la vitaÈ spesso arbitrarioQuasi sempre inglorioso.

Un magico andare di giorniStiamo strappandoAlla vitaUn magico andareDi giorniChe fluttuano leggeriSul fiume del tempo.

Un magico andareDi giorniAvvalorato dall’adessoImpoveritoDal forse mai più.

Un magico andareDi giorniChe ci lega e ci liberaIn un disarmanteContrastoChe preannunciaUna fine.

Battiti dell’Universo Il sentieroÈ un lastricatoVetrosoUn corridoioDi accordiE di vibrazioniChe abbraccianoProfumi pungentiDi resinaE di minerali.

ll silenzio sussurraLe ombre sussurrano.

Nell’oasi cosmicaE senza pigmentiFilariDi corpi celestiAvanzanoTra nubi di gasAlla ricercaDi un caravanserraglioE della luna.

AvanzanoAvanzanoAvanzanoE neanche il ventoLe può arrestare.

di anGeLa Gatto

Le mille voci mieQuando la poesia ti prende alte voci parlano attraverso te

Le poesie sono creature con una vita propria che esistono nelle ombre di una propria misteriosa dimensione

Si organizzano a loro capriccio ed escono trasformate in versi

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A N MC O

2012CONGRESSO NAZIONALE DI CARDIOLOGIA Firenze, Fortezza da Basso30 maggio - 2 giugno 2012

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