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RIVISTA DEL DISTRETTO 108 Yb Anno XV n. 3 · Maggio 2011 Sicilia

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  • R I V I S TA D E L D I S T R E T T O 1 0 8 Y b

    Anno XV n. 3 · Maggio 2011Sicilia

  • Cronaca in un… click

    Palermo, Sala Martorana di Palazzo Comitini. Convegno “Profili Costituzionali del Federalismo Fiscale in Sicilia”. Da sinistra:Corso D’Arca P.C. Zina, Antonio Poglisi II Vice Governatore, Francesco Cascio Presidente Ars, Giovanni Avanti Presidentedella Provincia Regionale di Palermo, Bianca Maria Rosa Acquaviva P.Z. II, Franco Amodeo Direttore Rivista P.D.G., GiuseppeLumia Senatore, Gianfranco Amenta Presidente Tema Nazionale. (Foto Angela Scafidi)

    Palermo. Hotel San Paolo. Conferenza d’Inverno. Da sinistra: Ninni Allotta Cerimoniere, Nino Allia Tesoriere, Antonio PoglieseII Vice Governatore, Rosario Pellegrino Imm. Past Governatore, Domenico Messina Direttore Internazionale, GiuseppeScamporrino Governatore, Salvatore Giacona Past Presidente Consiglio dei Governatori, Sebastiano Di Pietro I Vice Governatore,Franco Freni Terranova Segretario, Antonio Amata Presidente Distrettuale Leo Club. (Foto Angela Scafidi)

  • S o m m a r i oUna bella e significativa medaglia d’oroper la solidarietà da assegnare a Lampedusa… 3di Franco Amodeo

    Il lionismo deve diventare nostro patrimonio personaledi cultura… cioè un fatto semplice, immediato e naturale 5di Giuseppe Scamporrino

    Con idee nuove e più voglia di fare i Lions di Siciliaverso il nuovo anno sociale 7di Nicola Marinaro

    Una storia che non avrà mai fine 9di Sirio Marcianò

    150° Unità d’Italia 10di Nicola Marinaro

    Il ruolo del turismo culturale 12di Tommaso Aiello

    La famiglia come risorsa per arginare il degrado della società 17di Antonio Pogliese

    Lavorare insieme con la forza dell’umiltà e dei valori in cui crediamo 19di Franco Freni Terranova

    La Costituzione della Repubblica Italiana: conoscerla ed amarla 21di Gianfranco Amenta

    Verso il nucleare pulito 25di Francesco Pezzella

    L’Unità Mobile Oftalmica: un esempio del nostro “concreto”operare nel nostro distretto 28di Massimo Di Pietro

    Service Nazionale: lotta alla dislessiae ai disturbi specifici dell’apprendimento 36di Giovanni Cardinale

    Il Service Distrettuale “Il lavoro che vorrei”I Lions a servizio dei giovani che si affaccianoal mondo del lavoro 38di Giuseppe Ingrassia

    Tutela e conservazione della Biodiversità e Promozionedella Salute e del benessere umano 40di Luigi Savarino

    Assistenza alle fascie deboli e degradate della nostra società 45di Gaetano Bellomo

    Che si attivi qualcosa? I Lions e la Res Pubblica 46di Ancangelo Sancuccio

    La casa tassata con la cedolare seccaFederalismo … Municipale parte dal 2011 48di Toti Cottone

    Gli oggetti per la casa di campagna 50di Giuseppe Catanzaro

    I mulini ad acqua in Sicilia anticipano la Rivoluzione Industriale 52di Tommaso Aiello

    Libri e riviste 59a cura di Giuseppe Catanzaro

    EditoreLions Club InternationalDistretto 108 YB Sicilia

    Direttore EditorialeGiuseppe Scamporrino - Governatore

    Direttore ResponsabileFranco Amodeo

    Vice DirettoreTommaso Aiello

    Addetto stampa distrettualeNicola Marinaro

    Redattore Capo e Coordinatore Notiziario onlineMariano Barbara

    Segretario di RedazioneGiuseppe Catanzaro

    RedattoriAntonio Lo Grasso (1ª e 2ª Circoscrizione)

    Nicola Calabria (3ª Circoscrizione)Salvatore Barresi (4ª e 5ª Circoscrizione)

    Liberante Sandro Romano (6ª e 7ª Circoscrizione)Lucia Esmeralda Rizzo (8ª Circoscrizione)

    Luigi Ruoppolo (9ª Circoscrizione)

    ImpaginazioneTony Aiello

    StampaOfficine Tipografiche Aiello & Provenzano

    Bagheria (Palermo)

    ANNO XV N. 3 · MAGGIO 2011Registrazione 33/96 Tribunale di Catania

    Per scaricare la Rivista in pdf vai al sito:http://nonsololions.wordpress.com

    Per sfogliare La Rivista in Web vai al sito:http://3rivistalions108yb.wordpress.com/

  • Cronaca in un… clickXIV Conferenza dei Lions del Mediterraneo

    Trieste 31 marzo - 3 aprile 2011

    Trieste. Conferenza dei Lions del Mediterraneo. Da sinistra: Franco Freni Terranova Segretario Distrettuale, Domenico MessinaDirettore Internazionale, sig.ra Scruggs consorte del Presidente Internazionale, Sid Lee Scruggs III Presidente Internazionale, NinoAllia Tesoriere Distrettuale, Pino Grimaldi Past-Presidente Internazionale emerito.

    Poche righe che senza alcuna pretesa giornalistica, desiderano trasmettere le emozioni vissute a Trieste. Mai, infat-ti, come in questa edizione della Conferenza del Mediterraneo, conseguentemente ai drammatici eventi di questigiorni che hanno interessato ed interessano purtroppo ancora tutti i paesi dell’Africa del Nord, è giusto sottolinea-re l’importanza della manifestazione a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare, e che non dimentichiamolo è nata inSicilia, a Taormina, nel lontano 1986 grazie alla brillante intuizione del PDG Rosario Cacciola.Oltre all’irripetibile opportunità di conoscere ed ascoltare dal vivo il Presidente Internazionale Sidney Scugss, la XIVedizione della Conferenza del Mediterraneo, ha offerto l’occasione di incontrare a casa nostra i lions di 19 nazioni delmondo che hanno in comune l’interesse della salvaguardia e dello sviluppo del Mar Mediterraneo.Estremamente attuali, sono apparsi gli obiettivi di promuovere lo spirito di collaborazione fra i popoli, di portare amicizia ecomprensione e di confrontare contestualmente programmi ed idee diverse.Nell’ambito dei lavori delle tre sessioni, nelle quali abbiamo avuto il piacere di ascoltare anche i nostri punti di riferi-mento nazionali nelle persone del ID Domenico Messina, del PI Emerito Giuseppe Grimaldi e del PCC Stefano CamurriPiloni, gli interventi che si sono avvicendati sono stati caratterizzati da una palpabile ricerca di risultati concreti ecostruttivi ed hanno evidenziato che i tempi sono maturi affinché si possa giungere ad una attività di servizio integrata,congiunta e pluriennale. Trieste è conosciuta come la Citta delle scienze, e lo sviluppo dei popoli passa anche attraversol’evoluzione scientifico-tecnologica e la capacità dell’uomo di asservirla costruttivamente ai propri obiettivi.Da questa considerazione trae origine il tema generale della conferenza: “La scienza, strumento di sviluppo delMediterraneo”. Ed in particolare il tema della prima sessione era: “Trasferimento tecnologico”.Inteso quest’ultimo come trasferimento del Know-how, delle conoscenze, considerato elemento essenziale per la condivisio-ne, la collaborazione ed il miglioramento dei rapporti fra i popoli. Interessante ed applaudito è risultato l’intervento del PDGCarlo Sartorio, intitolato “Il mondo difronte alla desertificazione ed al disboscamento, la proposta dei Lions, le colpe dell’uo-mo”. Questo propone appunto di piantare un albero per ogni bambino che nasce nelle zone a rischio desertificazione. La XIVConferenza del Mediterraneo si è rilevata una esperienza entusiasmante ed emozionante, grazie alla quale ci siamo sentitiuniti non solo dal Lionismo e dai suoi valori internazionali, ma anche e soprattutto da una antica ed indelebile comunanzadi cultura e di sentimenti che sono alla base delle finalità per la quale è nata la Conferenza dei Lions del Mediterraneo.

    Francesco Freni Terranovasocio Lions Club Messina Ionio

  • Franco Amodeo*

    La dovrebbero offrire i Lions del Distretto108 yb Sicilia guidati dal governatoreGiuseppe Scamporrino.Mentre il mondo guardava attonito e l’Europametteva in mostra una inquietante indifferen-za, migliaia e migliaia di disperati, fuggiti dalleterre africane, sfidavano e continuano a sfidarela morte per trovare un approdo in quel picco-lo lembo di Sicilia, nel cuore del Mediterraneo,alla ricerca della libertà.Anche i Lions di Sicilia hanno guardato impo-tenti e sgomenti all’impari lotta di questi dispe-rati votati a tutto pur di fuggire da un mondodove la democrazia è lontana millenni.Lampedusa e i Lampedusani hanno saputosuperare momenti difficilissimi e l’Italia harisposto in modo forte e deciso dopo aver supe-rato le incertezze e la sordità dell’Europa. Ma sono stati soprattutto i Lampedusani apagare un duro prezzo per sostenere la solidarie-tà concreta e non fare spegnere in questi pove-ri migranti la fiamma della speranza. Teniamo sempre presente che “Lionismo è soli-

    darietà” è un “atto diamore” e quando nonriusciamo, per motivi dieccezionale contingen-za, dobbiamo interrogareil cuore e trovare lerisposte che possano giu-stificare con determinatigesti la nostra presenza.Anche così possiamo“essere solidali con il prossimo mediante l’aiu-to ai deboli, il soccorso ai bisognosi, la simpatiaai sofferenti”. Questo passo importantissimo e significativodel codice dell’etica lionistica è stato interpre-tato spontaneamente dai Lampedusani esoprattutto per questo essi meritano il nostrosignificativo riconoscimento. La nostra meda-glia d’oro “I lions di Sicilia ai lampedusani” ègiusto che la consegni il nostro governatoreScamporrino al primo cittadino dell’Isola,come sostegno morale alla straordinaria azionedi solidarietà.

    La lunga via del lionismo, tracciata inItalia 60 anni addietro, ha trovato unalinea di continuità senza interruzionealcuna e si è inserita a pieno titolo nella socie-tà contemporanea. In oltre mezzo secolo di presenza attiva e con-creta non siamo stati dei semplici spettatori,ma protagonisti interessati, pronti a dare rispo-ste con i nostri rilevanti temi e service chehanno caratterizzato il nostro essere lions.Noi Lions siamo sempre pronti al servizio pergli altri, con il sostegno delle professionalità deinostri soci che hanno contribuito alla crescitadella società che ci sta attorno.Parlare di 60 anni di lionismo in Italia nei 150anni dell’Unità nazionale ha un significatorilevante e lo conferma la nostra presenza atti-

    va in tutto il multidistretto utile per riannoda-re i processi storici legati, in particolare, allaCostituzione, asse portante della nostraRepubblica.L’invito del governatore Scamporrino“Coerenti e concreti nel servire insieme” hatrovato la piena risposta dei lions siciliani chehanno lasciato il segno del nostro operato. Per quanto ci riguarda più da vicino abbiamosaputo dare una visione sempre più convincen-te a quanti ci hanno seguito, spalancando leporte a un’informazione a tutto tondo che haportato fuori dai confini del Distretto, con ilNotiziario on line, i segni dell’operato dei lionssiciliani. La bacheca su Facebook si è poi dimostratavincente perché grazie a questo social network

    editorialeUna bella e significativa medaglia d’oro per la solidarietà da assegnare a Lampedusa…

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  • abbiamo raggiunto tantissimi lions e clubs intutte le parti del mondo, dall’Indiaall’Argentina, dal Giappone agli Stati Uniti,dal Portogallo al Tibet e con loro abbiamoscambiato notizie ed esperienze. Non abbiamo tralasciato niente e, grazie prin-cipalmente al continuo ed incessante operatodi Mariano Barbàra con i suoi tantissimi“magazine”, abbiamo scavato a fondo nellanostra terra per tirare fuori quegli aspetti stra-ordinari che hanno arricchito il “ProgettoSicilia” voluto dal Governatore e portato avan-ti con il cuore dai lions siciliani.Oggi abbiamo così una visione più ampia dellanostra Isola e del lionismo stesso che, partendodal territorio, ci ha portato sempre più lontano. Attraverso i Lions è passata la nostra storia: l’ab-biamo riproposta nelle multiformi sfaccettatureper conoscerla meglio ed amarla di più, per direancora una volta che anche i Lions sono stati econtinuano ad essere testimoni del tempo. Dall’Italia e dalla Sicilia guardiamo agli altri

    Continenti e all’Africa in particolare e loabbiamo fatto da sempre, non solo ora chemigliaia di disperati approdano nella nostraisola. La nostra presenza in Burkina Faso e in tantialtri angoli del continente nero, dove abbiamofatto sgorgare dal sottosuolo l’acqua della spe-ranza e della vita, stanno a dimostrare che iLions non si sono mai fermati e continuano adoperare lungo sentieri tortuosi, tracciando vienuove che portano ad albe luminose.Sessanta anni in Italia, verso il secolo di vitanel mondo, significa che il processo di crescitanon conosce soste, ma alimenta una cittadi-nanza umanitaria che significa spirito lionisticouniversale verso gli aspetti più difficili deipopoli del pianeta. I lions quindi debbono impegnarsi ancor di piùper vincere la scommessa nel nome del lioni-smo più vero e più concreto.

    * Direttore Responsabile

    ➤Una bella e significativa medaglia d’oro per la solidarietà da assegnare a Lampedusa…

  • Giuseppe Scamporrino*

    Amiche ed amici,quasi al termine di quest’anno di servizio, checi ha visto agire insieme in condivisione diintenti, desidero salutare tutti lasciando l’im-

    pronta di un amico che,ricoprendo l’incarico digovernatore, ha cercatodi stimolare l’orgoglio ela consapevolezza deilions siciliani, la perce-zione del significatoprofondo dell’apparte-nenza e del come viver-la al meglio, onorandocon responsabilità gli

    impegni che ci siamo assunti quando siamostati ammessi nel nostro club e nell’associazio-ne, cioè di condividere i principi e le finalità diLCI, e di tradurli concretamente in attività diservizio a favore di chi soffre per bisogni prima-ri insoddisfatti, in coerenza quindi con le spe-ranze di chi si attende da noi risposte efficaci enon inutile retorica, e coerentemente con lanostra dignità di uomini e di lions.L’essenza, la missione della nostra organizzazio-ne sono il servizio, sono il nostro impegnoresponsabile a renderci utili concretamente.Per far questo efficacemente è necessario vive-re il tempo attuale, la cui realtà è in vorticosodivenire; per questo è necessario non adagiarci,ma innovarci…. dentro e sulle nostre metodo-logie operative. Il lionismo deve diventare nostro patrimoniopersonale di cultura…cioè un fatto semplice,immediato, naturale, da pensare e da attuare nelconcreto, non fatto perché si deve fare per forza. Visto, infatti, che in questa associazione ci siamo

    entrati volontariamente, ogni nostro comporta-mento in essa deve essere dettato dal piacere distare insieme e di lavorare insieme, con l’emo-zione, con la passione, l’entusiasmo e l’ottimi-smo che sono la molla per far bene le cose; per-ché tutto ciò che è forzoso, fatto tanto per farloe senza interesse reale, non può riuscire bene, népuò sperare di ottenere risultati utili. Noi dobbiamo dare la certezza agli uomini ealle donne delle nostre comunità che siamocon loro, nell’ambito delle nostre possibilità,senza avere la presunzione di cambiare ilmondo, ma sempre col massimo e disinteressa-to impegno, per affrontare insieme alcuni degliinnumerevoli problemi di cui sono gravati.Vi dissi, già in occasione della mia relazioneprogrammatica per la candidatura, nel maggiodello scorso anno, di considerarmi io semplice-mente lions tra lions, e tale voglio continuaread essere finchè sarò membro della nostra asso-ciazione, perchè ognuno di noi è tale, al di làdegli incarichi annuali ricoperti; è questa lanostra vera, unica essenza. Non ho mai amato indulgere in discorsi aulici,né pronunciati solo per retorica fine a se stessa;ho cercato di comunicare con le coscienze conlinguaggio semplice e immediato, e di suscitarein voi tutti delle emozioni; dobbiamo infattiparlare necessariamente con il linguaggio facil-mente comprensibile delle nostre azioni; chivive nel bisogno non può avere in risposta sol-tanto belle parole, ha diritto a risultati tangibi-li che migliorino in qualche misura la qualitàdella propria vita.Noi, professionisti affermati, spesso con ruoli dispicco nella società, dobbiamo avere nel lioni-smo l’umiltà di cominciare dalle elementari.

    Il lionismo deve diventare nostro patrimoniopersonale di cultura…cioè un fatto semplice,immediato e naturale

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  • Dobbiamo chiederci sempre quale è la ragione,l’essenza della nostra appartenenza al LCI, cioèrenderci utili a chi è meno fortunato; se questoprincipio guida si appanna, riappropriamocenein fretta, prima di scadere in comportamentidissonanti rispetto a quanto richiesto dall’ade-sione all’associazione, e combinare danni. Noi, condividendo gli stessi principi, siamotutti insieme, facendo squadra, essendo squa-dra, orientati a cooperare per la realizzazionedelle finalità di servizio dell’associazione.Comportiamoci da lions, protagonisti nel ser-vizio, e non malati di protagonismo per la ste-rile affermazione di noi stessi.Onoriamo le idee, piuttosto che seguire gliuomini, i quali a volte le interpretano e le uti-lizzano per fini e per usi personali, spesso scar-samente comprensibili e in dissonanza con ivalori promossi dal Lions Club International.Non devono interessarci perciò le spintedisgreganti negative che possono covare edallargare i tentacoli nel sommerso, rischiandodi soffocare il piacere del nostro stare insieme edel nostro lavorare insieme.L’armonia è fondamentale per stare bene insie-me e per mirare ad obiettivi comuni sui qualilavorare bene insieme col piacere di farlo: ècosì nelle nostre famiglie, perché dovrebbeessere diversamente nell’associazione?Dobbiamo acquisirlo il gusto di stare e di ope-rare insieme, tra noi, lions e leo, e con tutte lecomponenti della società che promuovono gliinteressi generali, il bene collettivo: le istitu-zioni, la scuola, l’università, le associazioni divolontariato, tutte le forze sociali, per provarea costruire un sistema virtuoso, integrato esinergico, che abbia capacità progettuali per larisoluzione, almeno parziale, delle problemati-che di volta in volta sul tappeto, cercando di

    superare la cultura del tamponamento delleemergenze, ovvero, per usare una terminologiamutuata dai disastri nel territorio, uscendo dauna situazione di perenne protezione civile.Per aspirare a far parte attiva di questo conte-sto propositivo e decisionale, però, dobbiamoguadagnarci la credibilità da parte della comu-nità mediante l’efficienza e l’efficacia dellenostre azioni.Dobbiamo vivere la società e tutte le questionisociali senza estraniarci, tenendo le antenne tesee pronte a recepire ogni criticità a livello di singo-li, di collettività, di situazioni anomale, perrispondere adeguatamente, proporre soluzioni,contribuire con l’impegno e le professionalità chepossediamo, col coraggio di tradurre le idee inpolitica di attenzione solidale concreta, quindinon politica di parte, ma dalla parte dei più debo-li e per la risoluzione e prevenzione delle criticità.La solidarietà è, secondo la nostra visione, pro-iettata alla crescita, a promuovere ed affermareuno sviluppo armonico caratterizzato da precisiconnotati etici, e quindi con l’uomo al centro;pur senza girare le spalle a chi ha bisogni attua-li, noi ci muoviamo, infatti, nell’ottica di con-tribuire alla prevenzione delle cause delle disar-monie dell’umanità, siano esse a carico di per-sone singole, di comunità, di intere popolazioni,e non importa se si verifichino dietro l’angolo dicasa nostra o in aree lontane del pianeta, per-ché nel nostro tempo in cui ogni accadimentolocale ha ripercussioni globali, lo sviluppo e lasicurezza passano attraverso l’elevamento gene-rale delle condizioni sociali, economiche, cultu-rali; chi ha la pancia piena ha minore propen-sione alle rivendicazioni; chi è istruito, è piùpredisposto alla comprensione ed al rispetto.Tantissime problematiche infatti, interessanola nostra comunità, e, al contempo altre areeregionali, nazionali, internazionali, questioniper la cui risoluzione occorrono interventicoordinati di tutti i soggetti interessati nellediverse zone coinvolte.Vi ringrazio tutti per avere condiviso questopercorso al servizio di chi ha bisogno; credo cheabbiamo fatto la nostra parte con onestà men-tale e con responsabilità; confido che conti-nueremo ad onorare il nostro impegno di lionsallo stesso modo anche in futuro.Un grande, sincero abbraccio per tutti.

    * Governatore Distretto 108 YB

    ➤Il lionismo deve diventare nostro patrimonio personale di cultura…cioè un fatto semplice, immediato e naturale

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    Motivati e decisi più che in passato, iLions di Sicilia possono dirsi piena-mente soddisfatti per il lavoro svolto inquest’anno sociale 2010-2011 che volge al termi-ne. Guidati con passione e ferma determinazionedal Governatore del Distretto, GiuseppeScamporrino, dirigenti e soci dei 109 clubs spar-si nell’isola, si sono impegnati in un lento macostante lavoro di rinnovamento e di più visibi-le presenza nel territorio con iniziative che con-tinueranno a dare i loro frutti anche in futuro. Il Distretto 108 Yb nel suo insieme, trannequalche eccezione, ha potuto dedicarsi meglioe con attenzione ai Services, essenza delle fina-lità del lionismo: molti sono stati programmati,e molti altri sono già da tempo in fase avanza-ta di programmazione. La rinascita di un entu-siasmo che sembrava sopito da tempo è larisposta dei 5000 lions siciliani all’appello cheil Governatore aveva rivolto loro all’inizio delmandato: “Io sto scommettendo su di noi -ebbe a dire Giuseppe Scamporrino- perché noitutti abbiamo le doti personali per potereeccellere, come nella vita, così anchenell’Associazione e nel servizio”. L’appello non è caduto nel vuoto tanto che ilGovernatore, nel corso dei lavori del III°Gabinetto Distrettuale e della Conferenzad’Inverno, svoltisi all’Hotel San Paolo Palace diPalermo l’11 e 12 febbraio, ha potuto dire consoddisfazione: “Abbiamo incontrato la quasi tota-lità degli amici dei club del distretto, ed abbiamoconstatato la vivacità delle idee, estrinsecatemediante la realizzazione di attività con i chiariconnotati della concretezza, per lo più portateall’esterno, nelle sedi istituzionali, nelle scuole;parecchi club siedono a tavoli paritetici con leistituzioni locali su questioni di comune interesse,attuando l’amministrazione bilaterale, ovvero

    cooperativa, che ci qualifi-ca positivamente. Questaè una bella svolta nelladirezione giusta; dobbiamoinsistere per consolidarequesto modello operativo,avendo il coraggio di tran-sitare dai valori alla politi-ca, cioè all’attenzione par-tecipativa alle problemati-che delle comunità.”Non è mai accaduto, per come lo conosciamo,che Giuseppe Scamporrino abbia ceduto allatentazione, assai diffusa, di pronunciare discorsiretorici o esagerare negli elogi. Per questo, alleparole rivolte ai suoi “amici” Lions di Sicilia vadato il peso che meritano, come quando hadetto loro, con convinzione :” avete potuto veri-ficare le vivacità che caratterizzano questonostro distretto, le donne e gli uomini del qualestanno offrendo il proprio impegno responsabileincondizionatamente, con il cuore, l’entusia-smo, le competenze, la fantasia, producendo rea-lizzazioni che stanno lasciando impronte positi-ve sulle nostre comunità, stanno promuovendoil nostro marchio, e sono motivo del consegui-mento di credito che ci viene riconosciuto dallacomunità a motivo dei risultati osservati.Questo distretto è vivo; stiamo cominciando adosservare i frutti della innovazione, a partiredalla nostra presa di coscienza dell’essenza del-l’essere lions, continuando con l’acquisizione delpiacere di stare e di lavorare insieme in armonia,per sfociare nell’adozione di interventi concretiche scaturiscano dalla precisa ricognizione dellecriticità e dei bisogni attuali o potenziali.” Ma come accade in tutte le grandi famiglie, c’èsempre qualche “pecora nera” che non riesce onon vuole integrarsi nel gruppo, creando disar-

    Con idee nuove e più voglia di farei Lions di Sicilia

    verso il nuovo anno sociale

    Nicola Marinaro*

  • monie inaccettabili. E così, anche la “famiglia”dei Lions, la più grande Associazione di Serviziodel mondo, ha le sue pecore nere facilmentericonoscibili, come quegli “officiers” che, hadetto a chiare lettere Giuseppe Scamporrino, sisono sentiti soddisfatti solo ad avere il proprionome segnalato nell’organigramma del distretto.Avrebbero meritato le giuste sanzioni, ma ilGovernatore ha preferito fare appello al senso diresponsabilità dicendo loro che la coerenzadovrebbe indurli a modificare il proprio atteg-giamento, facendo la propria parte, oppure arinunciare all’incarico accettato.“Dobbiamo onorare con onestà intellettuale,lealmente, con entusiasmo, con passione, concompetenza, con responsabilità personale, - hasottolineato Giuseppe Scamporrino - i nostriincarichi in questo nostro anno di servizio,continuando a dare il meglio di noi, a lavorareinsieme per la crescita dell’associazione, a sup-porto dei nostri amici dei club lions e leo, alfine di migliorare la nostra qualità associativa epersonale e la qualità del nostro servizio.Dobbiamo continuare a diffondere in manieracapillare le nostre proposte, cioè in sintesi:acquisire la coscienza del significato profondodell’essere lions; procurarsi il piacere di stareinsieme in armonia, e di lavorare insieme perrendere servizi efficaci alle comunità e al terri-torio, e coinvolgere la maggior parte dei sociallo scopo di motivarli e di ridurne l’esodo”.Un fenomeno, questo dell’esodo, abbastanzapreoccupante e non sempre comprensibile.Facendo riferimento ai dati ufficiali forniti dalsito della Sede Internazionale, al 30 settembre2010, i soci risultavano essere 4986; al 28 gen-naio 2011, i soci risultavano essere 4913, conuna perdita di 73 soci. “Anche se appare stranauna fuoriuscita improvvisa di soci - ha com-mentato il Segretario Distrettuale FrancescoFreni Terranova nella sua relazione - a lugliosono 29, ad agosto 13 ed a settembre 25, tantoper fare un esempio. Fino alle ultime Visitesvolte - ha sottolineato - abbiamo potuto

    riscontrare clubs che ancora, per ammissione diPresidenti, Segretari e Tesorieri, dovevanocomunicare dallo scorso anno, dimissioni didecine di soci.” Un esodo, quindi, iniziato ingran parte nel precedente anno sociale. AncheFreni Terranova ha ritenuto doveroso criticareun paio di clubs del Distretto che, ha detto,“continuano a compiacersi di un dorato isola-mento con poche eccezioni”, registrandoanche “il disinteresse e l’apatia di tanti altri,anche nell’ambito degli Officers Distrettuali,che nulla fanno per testimoniare la loro appar-tenenza all’Associazione Internazionale”.Episodi – perché di questo si tratta – spiacevolie quasi certamente superabili che nulla tolgonoall’impegno collettivo che ha determinato ilsuccesso di questo anno sociale che si avvia aduna soddisfacente conclusione. Un successotestimoniato da organi di informazione, masoprattutto dalla rivista distrettuale egregiamen-te diretta da Franco Amodeo , giornalista da 50anni e past governatore del Distretto Lions 108YB Sicilia, e dal notiziario online, ideato e rea-lizzato da Mariano Barbara, che puntualmente,giorno dopo giorno,ha fornito a circa 70.000visitatori del sito notizie, informazioni, curiositàprovenienti dall’intero distretto. Di notevolespessore la sua iniziativa editoriale di mettere inrete uno spazio interamente dedicato alla nostraCostituzione quale contributo al tema di studionazionale “la Costituzione della RepubblicaItaliana: conoscerla ed amarla. La proposta deilions per l’educazione alla giustizia e per la lega-lità”. Nelle stesse pagine si trovano, oltre al testointegrale della Costituzione, la sua storia, anno-tazioni e momenti di riflessione. Oltremodo validi e interessantissimi gli altriinserti telematici: “Natale Lions”, “Carnevalein Sicilia”, “La Settimana Santa in Sicilia” el’ultimo pubblicato “Sicilia film” che raccoglietutti i film ambientati e girati nella nostra terradal “cinema muto” ai giorni nostri.

    *Addetto stampa distrettuale

    ➤ Con idee nuove e più voglia di fare i Lions di Sicilia verso il nuovo anno sociale

    NOTIZIARIO ON LINE http://nonsololions.wordpress.comCARNEVALE IN SICILIA http://carnevaleinsicilia.wordpress.comCONCORSO FOTOLIONS http://concorsofotograficolions.wordpress.com LA COSTITUZIONE ITALIANA http://lacostituzioneitaliana.wordpress.comLA SETTIMANA SANTA IN SICILIA http://pasqualions.wordpress.com NATALE LIONS http://natalelions.wordpress.comRIVISTA LIONS n° 1 http://rivistalions108yb.wordpress.comRIVISTA LIONS n° 2 http://2rivistalions108yb.wordpress.comRIVISTA LIONS n° 3 http://3rivistalions108yb.wordpress.comSICILIA FILM http://siciliafilm.wordpress.com

    Link dei supplementi telematici del Notiziario online

  • Una storia che non avrà mai fineIl lionismo e nato in Italia nel lontano 1951. Da allora è cresciuto e ha sviluppato un’intensa attività di servizio. 1119 febbraiofesteggiati a Milano i primi 60 anni del lionismo italiano.

    Sirio Marcianò*

    1119 maggio 1951 nasce il Lions Club Milano.Le basi del nuovo club vengono poste il 5marzo in una riunione tenutasi al noto risto-rante Savini, alla presenza del PresidenteInternazionale Petry, del Governatore svizzeroHector von Salis, di alcuni componenti del LionsClub Lugano, sponsor del club milanese, e di 22futuri soci. Pochi giorni dopo, il 28 marzo, lanascita del club viene sancita con un regolare attodi costituzione di associazione e, lo stesso giorno,giunge dagli Stati Uniti l’autorizzazione alla nasci-ta del primo club italiano, il quale darà il viaall’immensa attività portata avanti dai nostri sociin sessant’anni. Una attività concreta che ha con-sentito di operare per i giovani con il progettoLions Quest, con il concorso “Un poster per lapace”, o con i campi internazionali della gioventùe gli scambi giovanili, di occuparsi di programmidi assistenza agli anziani e agli handicappati, diprogetti educativi, ambientali, medici e di forma-zione professionale e di ridare la vista a milioni dipersone con la partecipazione attiva alleCampagne Sight First. Una attività che ci ha vistianche protagonisti di grandi slanci di generosità, afavore delle popolazioni colpite dagli tsunami edai devastanti terremoti, e ideatori di progettiumanitari realizzati nell’Africa Subsahariana, inIndia o in Sud America.Ovviamente, non è possibile elencare tutta lastoria del lionismo di casa nostra, la materia èvasta e comprende un numero altissimo di servi-ce, ma appare evidente, consultando le nostrepubblicazioni, la lunga traccia lasciata da miglia-ia di lions italiani con il Servizio cani guida deilions, con il Libro Parlato, con l’AILD, con laBanca degli Occhi, con i milioni di occhiali rici-clati, con Aidweb, il portale contro le malattierare... una traccia che parte da lontano, nonfinisce oggi e si perde nel futuro.Due anni dopo, nel 1953, sono nati i club diNapoli, Torino, Firenze, Bergamo, Pescara. Nel

    1954 i club di Como,Parma, Venezia, Genova,Bolzano, Savona, Monza,Roma, Alessandria, BustoArsizio e Reggio Emilia.Poi, tutti gli altri sino araggiungere il numero di1.320 dei nostri giorni.Nel 1951 i soci lions nelmondo erano 417.597, i club 8.782 e le attivi-tà di servizio erano orientate verso i giovani,l’istruzione, la salute, la cittadinanza e ilpatriottismo, la sicurezza e, come è giusto chesia per i “cavalieri della luce”, la conservazio-ne della vista e la lotta alla cecità.Per solennizzare i primi sessantanni di lionismoin Italia, sabato 19 febbraio, a Milano, presso laSocietà del Giardino, i lions italiani si sonoincontrati. Organizzata dai 4 Governatori dellaLombardia, Carla Tirelli Di Stefano (lb4,Distretto ospitante), Ercole Milani (IbI),Pierluigi Tarenghi (1b2) e Francesco Rasi(1b3), e abbinata ad un Consiglio deiGovernatori, la manifestazione multidistret-tuale ha visto la partecipazione delle massimecariche lionistiche italiane, di tutti i governa-tori, di 16 vice governatori e di oltre 300 socilions provenienti da tutti i distretti italiani.Una serata celebrativa ben strutturata, con uncerimoniale curato nei minimi particolari epochi interventi di Pino Grimaldi, GiovanniRigone, Stefano Camurri e Domenico Messina,ma densi di significati e molto apprezzati daipresenti. Una serata “speciale”, che ha saputoracchiudere in pochi attimi il lungo e inegua-gliabile cammino del lionismo italiano. Uncammino che ci spinge verso un itinerario benpreciso, che ci indica un traguardo e come ilions devono raggiungerlo.

    *Direttore Responsabile della Rivista nazionale Lions

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  • Non è solo un dovere civile di tutti mauna necessità “ assumere la consapevo-lezza di essere tutti italiani, al di làdelle spinte disgregatrici che a tutt’oggi serpeg-giano in troppi ambienti, anche purtroppodove sarebbe opportuno che si lanciassero mes-saggi chiari ed inequivocabili della imprescin-dibilità della promozione di un sistema univo-co ed integrato nella gestione della nazione”.Una presa di posizione netta quella delGovernatore Giuseppe Scamporrino interve-nuto al convegno-simposio sul tema “L’Unitàd’Italia dall’Alpi al Lilybeo” svoltosi a Marsala il15 aprile scorso con la partecipazione di emi-

    nenti personalità politiche e lionistiche alivello regionale e nazionale. Tema scelto percelebrare i 150 anni di quella “Unità d’Italia”resa a volte problematica da criticità cheimpediscono una crescita armonica e diffusadella collettività e di tutto il territorio, critici-tà, dice Scamporrino, “ingessate ed incancre-nite a motivo della inabilità di tanta parte delleIstituzioni ad affrontarle serenamente e inmaniera costruttiva, con le conseguenze chesono alla evidenza di ognuno”. Quale che sia il giudizio storico, morale, politi-co della questione, appare evidente che “parec-chio sia ancora da fare sul percorso della acqui-

    150° Unità d’ItaliaAssumere la coscienza comune dell’appartenenza ad un’unica nazione: monito delGovernatore contro ottiche locali e campanilistiche.

    Nicola Marinaro

  • sizione di una identità comune e di una integra-zione; ma è altrettanto indiscutibile che taleprocesso è oramai irreversibile”. Tuttavia, nonci si può nascondere che “ questioni regionali,in certe aree dettate da esigenze di politica avisione locale, piuttosto che da una proiezionepiù ampia e maggiormente corretta e pagante, oin altre regioni interessi particolari, dettati dallamaggiore facilità di gestione dell’elettorato inun contesto sociale ed economico non florido,ostacolano l’assunzione della consapevolezza diquanti e quali vantaggi derivano a livello per-sonale, in ambito sociale e privato, dalla condi-visione di una coscienza unitaria e dalla coope-razione per il bene generale, e non sono coeren-ti con questo modello di sviluppo fisiologico”.Ed allora appare oramai inevitabile assumerequesta coscienza comune dell’appartenenza adun’unica nazione, “nella quale tutti abbianodegli obiettivi comuni, perché le dietrologiedemagogiche, le rivendicazioni riconducibili acontesti superati, hanno oramai poco senso, enon pagano alla distanza, come ampiamentedimostrato dalle vicende del passato e dalleattuali” e solo dalla conoscenza e dalla presa dicoscienza possono scaturire scelte consapevolie mature. Il Governatore non ha avuto difficoltà adammettere che nella nostra terra, e nelMezzogiorno del Paese, sembra esserci una spe-cie di cronica avversione al rispetto di regolecomuni, del prossimo e di quanto è pubblico,con una ancestrale carenza del senso delloStato; nè possiamo nasconderci, ha detto, “chela storia che ci hanno insegnato a scuola eratanto celebrativa quanto non perfettamente

    rispondente alla verità, e che oggi la credibilitàdi tanta parte delle istituzioni politiche e degliapparati non è sicuramente al massimo.”Oggi diventa anacronisticamente miope sentir-si legati ad ottiche locali, al campanile; èopportuno allargare gli orizzonti mentali nelconcepire noi stessi e i nostri interventi nelsociale. Ma se vogliamo crescere,ha aggiunto GiuseppeScamporrino, “ è bene porre l’accento su ciòche ci unisce, e su come, ripeto, sia convenien-te per tutti, sul piano personale e su quellosociale, un elevamento armonico e diffuso sututto il territorio delle condizioni sociali edeconomiche, relegando su piani secondari gliaspetti che possono allontanarci, avendo ilcoraggio del dialogo, del confronto reciprocoleale e costruttivo”. Bisogna, pertanto, fare un grande sforzo condi-viso, che comporti un impegno a lungo termi-ne nella società, nell’economia, nella scuola;specialmente rivolto alle nuove generazioni,all’orientamento dei giovani verso valori posi-tivi di condivisione e di cooperazione alloscopo di creare basi solide per il cambiamento,mediante il risveglio delle coscienze: “ promuo-vere strategie di questo tipo - sottolinea - è uninvestimento serio per il futuro della cui realiz-zazione ogni uomo di buona volontà dovrebbesentire la responsabilità personale di farsi cari-co, per incoraggiare il progresso e la conviven-za civile, quale garanzia per un futuro miglio-re”. È un percorso che non deve restare unautopia: “noi dobbiamo crederci, anche perchè -ha ammonito il Governatore - guai all’uomoche non ha un sogno”.

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    L’Associazione dei “Paladini dei Vini di Sicilia”, alla finedell’affollato convegno, ha fatto sottoscrivere un documentoconclusivo nel quale le associazioni, riviste specializzate,Aziende note in tutto il mondo quali la Florio - Duca diSalaparuta, la Pellegrini, la Martinez e migliaia di semplicicittadini e professionisti della Tavola e non, hanno chiestoche il Presidente della Repubblica nomini il “marsala” qualevino simbolo dell’Unità d’Italia; tutto il dossier è stato invi-tato al Comitato per le celebrazioni presieduto da GiulianoAmato.

    Marsala vino simbolo dell’unità d’Italia

  • Il viaggio è semprestato parte della vitadell’uomo, mentre ilturismo come fenome-no, appartiene allasocietà moderna. Negliultimi anni, con l’av-vento della società post-industriale, il turismo èstato soggetto ad unasempre maggiore cresci-

    ta in tutto il mondo ed è passato da fenomenoesclusivo di una èlite a fenomeno di massa,aseguito della conquista del tempo libero daparte di fasce sempre più ampie della popola-zione. Oggi viviamo l’epoca del turismo globa-le, nella quale non ci sono nuovi luoghi da sco-prire; le imprese del settore hanno ormai rag-giunto tutti i paesi e il turismo è diventato ditutti e in tutti i luoghi. Non sono più le mete afare la differenza ma le esperienze che si posso-

    no vivere, il rapporto che si viene a creare traindividuo e luogo. Bisogna allora credere nelvalore assoluto dei Beni Culturali e Ambientalicome una enorme ricchezza che la nostraRegione ha ed altri invece non hanno.Bisogna ricordare che la nostra Regione possie-de il 9,4% di tutto il patrimonio culturale del-l’intera Italia e addirittura il 30% dell’offertanazionale dei siti archeologici. Questo significache la grande storia della Sicilia è intimamen-te legata ai capolavori prodotti nel corso deisecoli che sono talmente variegati da potereaffermare che ci sono molte Sicilie e questo cipermette di differenziare i vari itinerari turisti-ci basati sui Beni Culturali e Ambientali.Questi valori della memoria storica, questisegni forti della nostra cultura ci danno unoscopo ad agire, ad operare in un certo modo. Èfondamentale quello che si può fare dimostran-do agli altri che le testimonianze monumentalisono l’uomo e che se l’uomo ha uno scopo ope-rerà in un certo modo e non in un altro. Solo

    Il ruolo del turismoTommaso Aiello*

    Siracusa-Teatro greco,uno dei più rappresentativi del mondo.

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    culturale

  • con queste premesse ci rendiamo conto chetutelare o restaurare o rivalutare una struttura oun monumento e poi utilizzarlo per la fruizionedi tutti, ha una valenza che travalica le appa-renze superficiali per andare ben oltre. Si trattadi interventi che risanano la società e quindil’uomo. Allora, se abbiamo recepito l’autenticovalore dei BB.CC, questi cominciano a rappre-sentare un enorme serbatoio di valenze chepossono dare a tutti scopi per operare.Ma a che cosa è servito questo sforzo e soprat-tutto a cosa servirà, se non riusciamo a dareuno sbocco positivo, proporzionato all’incom-mensurabile presenza dei BB.CC nella nostraSicilia? Bisogna allora pensare come utilizzarequeste conquiste del pensiero.Una risposta adeguata, che è poi quella chetutti, a qualsiasi livello, danno da diversi anni,èquella di utilizzare questi beni nel contesto diuno sviluppo armonico del territorio e conse-guentemente finalizzati al potenziamento del-l’industria del turismo in Sicilia.Come prima cosa sarebbe auspicabile che unorganismo regionale avesse poteri decisionali efosse capace di coordinare le esigenze di alme-

    no tre settori: Beni Culturali e Ambientali,Turismo, Infrastrutture, trasporti e vie di comu-nicazione. Non riuscendo a convogliare sullastessa direttrice le progettualità, che devonoessere sinergiche, di questi Assessorati, non riu-sciremo mai a creare le infrastrutture necessariee finalizzate alla valorizzazione dei BB.CC. eAmbientali e all’incremento di flussi turisticiche sicuramente potrebbero rappresentare unaragguardevole parte di uno sviluppo sicuro e amisura d’uomo della nostra Sicilia. Noi abbia-mo, come già ricordato, il 9,4% dell’interopatrimonio culturale nazionale e addirittura il30% dell’offerta nazionale dei siti archeologici.Partendo da questi dati dobbiamo concentrarel’attenzione su una risorsa incommensurabiledella nostra Regione: questo suo immensopatrimonio culturale e il legame di quest’ulti-mo con il comparto turistico. E allora concor-diamo con chi ritiene che sia il patrimonioartistico il fattore che qualifica una città o unterritorio rispetto ad altri posti. E in particolare, come patrimonio artisticointendiamo non solo il patrimonio materiale,rappresentato dall’insieme delle opere d’arte e

    Piazza Armerina-Un espressivo mosaico da Villa Casale.

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  • dei monumenti, ma anche il patrimonio cultu-rale ed ambientale, presente nel territoriourbano, che oltre a rappresentare una risorsaper la comunità locale costituisce un importan-te fattore di aggregazione. Tutte le analisi con-cordano nel ritenere che il turismo culturale siail fattore su cui puntare per vincere la sfidadella competitività internazionale. Purtropponoi, di fronte ad una domanda sempre più seg-mentata, ci siamo dimostrati poco flessibili.Occorre delineare con urgenza proposte di turi-smo culturale ritagliate ad hoc sui diversi profi-li di turisti. Seguendo quelle che sono le diret-tive del “Programma Mediterraneo” Unesco,bisogna che avvenga il connubio, la simbiositra “Cultura e Ambiente” e perché questoavvenga è necessario:a) contribuire al progresso dei paesi e delle

    genti della nostra terra.b) patrocinare una cooperazione interterrito-

    riale tra il settore pubblico e quello privatoin tutta la Sicilia.

    c) promuovere la nostra isola come area eco-culturale per potenziarne la dimensione glo-bale.

    L’immagine della Sicilia è fortemente legata alconcetto di cultura intesa non solo come patri-monio artistico - culturale - paesaggistico, maanche gastronomico, artigianale, folkloristico

    ed antropologico.Purtroppo c’è in Sicilia una certa criticità delturismo culturale dovuto a:a) rapporto qualità prezzo non competitivo.b) mancanza di standard omogenei.c) comunicazione inefficace e talvolta inesi-

    stente.d) difficoltà di accesso e raggiungibilità dei

    centri culturali.e) barriere linguistiche (soprattutto per l’orien-

    te e l’estremo oriente).

    Seguendo le proiezioni 2000-2020 sulle ten-denze turistiche generali, vediamo che i seg-menti con crescita più significativa sono:Turismo balneare, Turismo sportivo,Turismo diavventura, Turismo culturale, Turismo ambien-tale, Turismo rurale, Crociere, Parchi tematici,Convegni e congressi, Turismo benessere.Ne consegue attraverso questa analisi che lecose che debbono subito essere affrontaterestano sempre:a) valorizzazione delle specificità culturali

    locali attraverso l’identificazione di un’ideavocazione insita nel territorio.

    b) formazione del sistema ospitale locale.c) motivazione della comunità locale per una

    convivenza costruttiva con i flussi turistici.d) colmare le lacune palesate lungo tutto il

    discorso, attraverso la creazione di unmodello innovativo che tenga veramenteconto del potenziale socio/economico delladestinazione Sicilia e dell’internalizzazionecome motore concettuale dell’evoluzioneturistica e sociale nei prossimi anni. Nondobbiamo dimenticare che in tutto ilmondo l’Italia e in particolar modo la Siciliasono percepite come una meta esclusiva perquanto riguarda il turismo culturale.

    Però da tutti i mercati emerge che la competi-tività della destinazione Sicilia risente, comeabbiamo avuto modo già di esprimere, dellacarenza del rapporto qualità/prezzo, della quasiinesistenza di compagnie low-cost, della diffi-coltà di collegamento e di raggiungimento dicentri minori o di centri tagliati fuori dallegrandi linee di percorso dei tour-operator, dellamancanza di guide impostate con criterimoderni che prevedano anche l’enogastrono-mia, le feste patronali, gli avvenimenti cultura-li di un certo spessore e soprattutto la disponi-

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    Agrigento - Tempio della Concordia.

    ➤ Il ruolo del turismo culturale

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    Acireale-Una maschera del Carnevale 2011.

    Palermo-Cappella Palatina-Cristo Pantocratore.

  • bilità di queste in tutte le lingue parlate daimaggiori visitatori. Infatti per alcuni mercaticome Giappone, Cina, Russia emerge la diffi-coltà di reperire materiale pubblicitario edinformativo su musei, mostre o centri minorinelle rispettive lingue.Mancano poi pacchetti di incentivazione pergruppi familiari e per anziani (che stannodiventando la parte più cospicua delle diversepopolazioni), la possibilità di poter fotografare(anche pagando dei ticket consistenti) ciò cheuno ha visto e che poi a viaggio ultimato puòrivedere e richiamare alla mente e al cuore efargli dire di essere orgoglioso di avere potutovedere quel determinato bene.Spesso l’immagine di alcune aree ricche dirisorse culturali ed attrattive è scarsamenteconosciuta e pubblicizzata. Su tutti i mercati sirichiede un incremento di risorse per la promo-zione dell’intero territorio e di singole aree cheriguardi il patrimonio artistico e naturalistico.Forse sono queste le piccole grandi cose chenon consentono un decollo definitivo della

    nostra Sicilia. Bisogna creare una grandemappa, che sarà sempre in itinere,per scopriretesori vecchi e nuovi:

    a) i luoghi storici del gusto scogliere della Sicilia.b) i luoghi storici del mito e delle leggendec) i luoghi del racconto letterariod) i luoghi del lavoroe) i luoghi degli eventi storici.

    Indubbiamente si tratta di qualcosa di vera-mente nuovo e significativo e che dovrebbefinire in un navigatore satellitare. Una Sicilianuova questa volta, non più caratterizzata dacoppole e carretti ma da uno stile di vita gio-vane e moderno, legato sempre però ad unaricca offerta turistica dell’Isola, tra bellezzeartistiche, paesaggistiche e ambientali. Chissàche non possa essere l’inizio di una svoltapositiva. Noi Lions ce lo auguriamo con tuttoil cuore.

    *Vice-Direttore della Rivista distrettuale “Lions Sicilia”.

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    Terrasini - Calarossa una delle più belle.

    ➤ Il ruolo del turismo culturale

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    Prosegue, anzi va agonfie vele, l’espe-rimento interser-vice di proporre tuttauna serie di temi di rilie-vo all’attenzione dellacittadinanza catanese,fornendo anche ipotesidi soluzione dei proble-mi trattati. È il caso delconvegno svoltosi

    all’Hotel Sheraton di Acicastello (Catania) il5 marzo, “La risorsa famiglia nella crisi dellasocietà”. Ideato dai club service Lions, Fidapa,Inner Wheel, Kiwanis, Rotary e Soroptmist edall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro diGerusalemme assieme alla Compagnia delleOpere, il momento di incontro aveva comepalese obiettivo non solo approfondire il ruoloinsostituibile della famiglia nella crisi progres-siva (ma, si spera, arginabile) della società con-temporanea, ma anche mettere a confrontoesperienze, idee, visioni e proposte diverse.Insomma, si voleva dimostrare come a Cataniauna società civile esista e sia pure molto attiva,tanto da riuscire a produrre e sistematizzare unaserie di soluzioni e proposte anche legislative.Mi riferisco al documento sulla famiglia prepa-rato dal Comitato organizzatore del convegno,un contributo assolutamente concreto per dareidee alla politica, che di sue negli ultimi annidimostra di averne assai poche. Il che, a benguardare, è anche lo scopo primario del nostrosforzo di aggregazione ed elaborazione.Fra le varie proposte del documento, una diver-sa tassazione del reddito di chi ha bambini, ilquoziente familiare, un assegno di sostegno alle

    famiglie e la creazione di una scuola di forma-zione per genitori, per aiutare i giovani in quel-lo che è il compito più arduo della vita, educa-re i propri figli.Certo, non è stato semplice il cammino che dal2008 ad oggi ha progressivamente rinsaldato ivari embrioni di società civile catanese, par-tendo da Lions e Rotary, allargandosi a tutti iclub service della provincia e giungendo adorganizzare, con “La risorsa famiglia”, unmomento davvero importante di confrontoinsieme ad una più che qualificata rappresen-tanza del mondo cattolico. Ma se si vuole inci-dere nella società in cui si vive ed opera biso-gna aver chiaro che occorrono fatica e tempilunghi. E servono specialmente cittadini cheabbiano voglia sul serio di essere cittadini.Ora, entro giugno del corrente anno, organizze-remo un altro evento sul tema specifico dellafunzione della società civile nel governo delterritorio.Tali eventi sono collegati l’uno all’altro da unfilo conduttore e sono strumentali al raggiungi-mento dell’obiettivo di amalgamare il comunsentire dei club service e delle altre organizza-zioni cattoliche in vista dell’obiettivo finale diacquisire sempre più legittimazione ed autore-volezza, onde poter svolgere il ruolo di ricono-sciuti (ma anche consapevoli) rappresentatidella società civile catanese.Per il prossimo 2012, possiamo fin d’adessoimmaginare l’esigenza di implementare ulte-riormente il numero dei partecipanti al proget-to, invitando altre associazioni, ancorché dicategoria, per meglio ancora rappresentare lacerto variegata composizione della società.In questa nostra azione troviamo sostegno in

    LA FAMIGLIA COME RISORSAPER ARGINARE IL DEGRADO DELLA SOCIETÀ

    Ad un convegno interservice presentato un documento con una serie di suggerimenti e proposte legislative

    Antonio Pogliese*

  • alcune considerazioni che costituiscono la basedi questo movimento. Innanzitutto, ci piacesottolineare come l’associazionismo sia il fon-damento della democrazia e di certo non unsuo derivato. Oggi i partiti ed i movimenti poli-tici non riescono più a rappresentare gli inte-ressi dei cittadini, bensì rappresentano, nellageneralità dei casi, soltanto dei gruppi finalizza-ti al dichiarato sostegno ai rispettivi leader.Tradizionalmente la borghesia ha dato un con-tributo notevole allo sviluppo della societàoccidentale, partecipando al dibattito in modocritico e/o propositivo ma, comunque, dandosempre un proprio qualificato contributo.Nella storia moderna e contemporanea, abbia-mo assistito alla rilevanza della società civilesia per il miglioramento della vita nei Paesi giàdemocratici, che per il passaggio da dei regimiautoritari a dei regimi democratici. Al riguar-do, pensiamo al movimento denominato TeaParty negli Stati Uniti d’America o a quelli

    recentemente protagonisti delle rivolte inTunisia ed in Egitto. Ma anche in Italia sonosempre di più gli esponenti di livello nazionaleche sovente auspicano l’intervento dal bassoper la risoluzione di grandi temi sociali.Bene, col sostegno di tali considerazioni e prin-cipi, contiamo realisticamente di poter rag-giungere l’obiettivo di organizzare a Cataniaappunto il nucleo centrale della società civile.Per la necessaria rinascita della città.A Catania è in corso questa esperienza.Si potrebbe dire il laboratorio di Catania.Non escludiamo che tale esperienza possa esse-re “esportata” negli altri centri della Sicilia peressere gestita dai Lions, realizzando la cittadi-nanza attiva dei lions auspicata e promossa dadiversi anni.Tutte le grandi opere all’inizio appaiono impos-sibili.

    *II° V. Governatore distretto Lions 108 YB

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    ➤ La famiglia come risorsa per arginare il degrado della società

  • Lavorare insieme con la forza dell’umiltàe dei valori in cui crediamo

    Franco Freni Terranova*

    L’anno sociale, cominciato con una pre-senza numerica importante e significati-va al Santa Tecla, e confermata allaConferenza d’Autunno, ha fatto registraresubito il rinascere di un entusiasmo che sem-brava sopito.Le Visite amministrative ai 108 Clubs, fino adora incontrati, adeguatamente coordinate dalCerimoniere Distrettuale, si sono svolte neimodi e nei tempi concordati, con estrema“puntualità” e sono state caratterizzate da reci-proca cordialità e semplicità del dialogo,opportunamente e volutamente impostato dalGovernatore che ama utilizzare un linguaggiospontaneo, poco formale e quindi di facilecomprensione.Nell’ambito degli incontri con i Clubs, abbia-mo potuto constatare, quasi sempre, il costrut-tivo rapporto di collaborazione fra le varie etàgenerazionali, che in un mix di entusiasmi epreziose esperienze porta ai clubs che lo metto-no in atto, una adeguata, importante e bilan-ciata partecipazione di soci giovani, meno gio-vani e Leo.Lavorare “insieme”, questo, il segreto per evita-re che soci, stanchi, demotivati e delusi, siallontanino dai clubs, scontenti di non avertrovato quella azione sociale e solidale per laquale avevano accettato di far parte della piùgrande Associazione di Servizio del mondo.Anche se è pur vero che a fronte dell’entusia-smo e dell’impegno di tanti lions di buonavolontà, continua a registrarsi il disinteresse el’apatia di tanti altri, anche nell’ambito degliOfficers Distrettuali, che nulla fanno per testi-moniare la loro appartenenza all’AssociazioneInternazionale.Il lavoro della Segreteria Distrettuale si è svol-to regolarmente e senza difficoltà, pronta a rac-cogliere le sollecitazioni che arrivavano dalnostro distretto, in un’ottica di confronto e col-

    laborazione, attraversoun dialogo chiaro edaperto al massimorispetto delle diversitàdi opinione, convintiche il confronto di ideeed il dibattito sonoall’origine di ogni risul-tato.La Segreteria Distret-tuale, nelle sue compo-nenti, ha lavorato con grande affiatamento, siasul piano amministrativo, esigendo il rispettodei tempi per l’invio dei rapporti soci (questo èil modo più serio per evitare sgradite sorprese alsuccessivo anno sociale), quanto su quello for-mativo, inteso come rispetto delle regole statu-tarie, dei ruoli, delle norme etiche e comporta-mentali che sempre hanno distinto il nostroDistretto ed è stata attenta a rivolgere la dovu-ta attenzione al mantenimento, alla stabilità,all’armonia ed al’incremento dei sodalizi esi-stenti.Abbiamo registrato, anche se in pochi casi, ladifficoltà degli officers di club a rapportarsi conl’informatica, croce e delizia dei nostri tempi,ma ormai esigenza di una realtà della quale nonsi può più fare a meno e che può condizionarela scelta degli officers di club.È chiaro che qualsiasi miglioramento, qualsiasicambiamento, non deve stravolgere i valori deiquali i lions sono portatori, ma essere una con-ferma, seppur in chiave moderna ed adeguataai nostri tempi, del rispetto delle esigenze dellanostra tradizione.I Club, attualmente in regola con la trasmissio-ne del rapporto soci al Multidistretto sono 108su 109.Lo stesso non si può dire dei rapporti attività,che non vengono comunicati con regolaritàalla Segreteria del Distretto.

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    Relazione del Segretario Distrettuale

  • Un’altra consuetudine, di qualche Club piùanziano, è quella di non dare alcuna comunica-zione delle proprie attività al Governatore edalla Direzione del Distretto attraverso l’inviodegli inviti delle proprie iniziative, ma cosa benpiù grave, svolgere le proprie attività solo tra isoci del club, senza aprirsi all’esterno, chiusinelle sale di qualche albergo.Facendo riferimento ai dati ufficiali forniti dalsito Internazionale, al 30 giugno 2009, i socidel nostro Distretto risultavano essere 5022.Alla data in cui scrivo, i soci risultano essere4906 (26/04/2011).Centosedici soci in meno.Anche se appare strana una fuoriuscita improv-visa di 29 soci a luglio, 13 ad agosto e 25 a set-tembre.Fino alle ultime visite svolte abbiamo potutoriscontrare clubs che ancora, per ammissione diPresidenti, Segretari e Tesorieri, dovevanocomunicare dallo scorso anno, dimissioni didecine di soci. Avendo praticamente concluso le visite, ilDistretto ha concentrato la sua attenzione sui

    Services, essenza delle finalità del lionismo,fonte di rinnovato entusiasmo per i soci e dicostruttiva e quindi positiva visibilità all’ester-no.Molti sono già stati realizzati, e molti altri sonoin fase di realizzazione.Andiamo avanti, con la forza dell’umiltà e deivalori in cui crediamo e che coerentemente met-tiamo in pratica nella società sia sotto forma disolidarietà, sia come cittadinanza attiva, peressere concretamente utili alla collettività e cre-dibili ai cittadini così come alle Istituzioni,attraverso il raggiungimento di traguardiimportanti e significativi in grado di motivare isoci rinvigorendo l’orgoglio dell’appartenenzaed attirare con azioni concrete altri uomini edonne di qualità.Andiamo avanti, lungo la strada tracciata dalnostro fondatore Melvin Jones, con le ideechiare, per percorso che dal 1917 ad oggi, pro-cede ed ha come suo fine fondamentale “farequalcosa per gli altri”.

    * Segretario Distrettuale

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    ➤ Lavorare insieme con la forza dell’umiltà e dei valori in cui crediamo

    Da sinistra: Daniele Micari Vice segretario, Franco Freni Terranova Segretario, Salvatore Scafidi Vice segretario.

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    TEMA DI STUDIO NAZIONALE

    La Costituzione della Repubblica Italiana:conoscerla ed amarla

    Intervento tenuto a Tivoli il 16 aprile 2011 al Convegno promosso dal Multidistretto

    Gianfranco Amenta*

    Nell’adempiere al gradito compito ditrattare delle libertà civili (tutelanti lapersona nella sua libertà di agire) cheunitamente alle libertà politiche (estrinsecan-tisi nella partecipazione del singolo al governoed agli uffici pubblici) formano i diritti costitu-zionali di prima generazione ovvero quelli acarattere individuale con alto grado di tutela,ho preferito formulare, anche per la brevità deltempo assegnatomi, degli accenni sulla loroevoluzione e sistematica.Una descrizione declamatoria delle varie liber-tà, dal diritto alla vita e all’integrità fisica allalibertà di agire e di muoversi senza restrizioni,nonché di quelle di pensiero, di religione, diespressione, di stampa, di associazione, potreb-be divenire una mera superficiale elencazionepriva delle problematiche a ciascuna di esse sot-tese. Peraltro di due di esse, verrà effettuato, dauno degli eminenti relatori, uno specificoapprofondimento. Preliminarmente reputoopportuno effettuare una constatazione: corret-tamente dall’ideatore di questo incontro, nel-l’argomento assegnatomi è stato effettuato rife-rimento alle libertà al plurale; ed invero il ter-mine libertà si adatta meglio ad assumere unavalenza giuridica qualora sia adoperato al plura-le. La declinazione al singolare, si pensi almotto della Repubblica francese, è portatrice divaghezza per cui, pur potendo produrre effettinormativi, questi saranno più facilmente con-cretizzabili in uno strumento di interpretazionedi altre regole enunciate con formule più preci-se. In altri termini, la libertà (al singolare) puòpiù facilmente divenire solo norma di ricono-scimento della capacità conferita agli apparte-nenti all’ordinamento di cui si discute. Le liber-tà al plurale sono invece situazioni giuridichesoggettive tipiche, rinvenibili nei cataloghi dei«diritti fondamentali» (o «diritti di libertà» o

    «diritti dell’uomo»),o,più spesso, nel testodelle costituzioni cosìdette «lunghe». Bastifar riferimento allaCostituzione americana,madre delle carte fonda-mentali, che ebbe adintegrare, pur nelle con-tenute modifiche subite,nei primi dieci emenda-menti, il concetto generico della libertà con lelibertà emergenti dalla dichiarazione dei dirittidell’uomo. La Francia ebbe ad adottare nel pre-ambolo un richiamo ai diritti dell’uomo che haassunto particolare importanza nel controllo dicostituzionalità delle leggi stante che le Conseilconstitutionnel ha potuto assumere a parametrodel controllo non solo le disposizioni ma anchei «principi fondamentali riconosciuti dalle leggidella Repubblica» che il preambolo dellaCostituzione del 1946 a sua volta richiama. Lanostra Carta vide prevalere l’inclusione di unaserie di enunciazioni di diritti di libertà (al plu-rale) rispetto alla tesi del preambolo, sostenutatra gli altri dal Calamandrei.Una ulteriore puntualizzazione si rende opportuna.È noto come le situazioni giuridiche soggettiveconferite dall’ordinamento al singolo sianostate analizzate, sino alla piena applicazionedella Costituzione, con due diverse angolazioni.La prima lettura, dovuta soprattutto ai costitu-zionalisti, ha posto l’attenzione ai «diritti dilibertà», o «diritti fondamentali», garantitidalle costituzioni e dalle «dichiarazioni deidiritti». L’esegesi formulata delle disposizionicomprese in questi testi, ha preso in considera-zione la legislazione ordinaria e le altre fontisubordinate, soprattutto per valutare in qualemisura le regole concretamente applicate risul-

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    tassero compatibili con le dichiarazioni di prin-cipio contenute nei documenti suddetti.L’altra, sostenuta dai civilisti ed ancorata allatradizione degli studi romanistici, ha elaboratola teoria dei «diritti della personalità» muoven-do principalmente dall’interpretazione delledisposizioni del codice civile disciplinanti lepersone fisiche. Quest’ultima tesi trovava con-forto nei modelli francese e tedesco nonché,anche immediatamente dopo la promulgazionedell’attuale Costituzione, nel termine “ricono-sce” utilizzato dalla Carta che appariva, primafacie, far riferimento proprio all’ordinamentoretto dalle norme del codice civile.Tale diversa ottica ha comportato che, permolto tempo, gli interpreti costituzionali tra-scurassero di ipotizzare i diritti di libertà comevere e proprie situazioni giuridiche soggettivetutelabili con gli strumenti specificatamentepropri del diritto, anziché con quelli dell’azionepolitica e parlamentare; al contrario i cultoridel codice civile, soliti individuare le situazionigiuridiche soggettive, spesso trascuravano dileggere le indicazioni del codice alla luce deiprincipi costituzionali anche se invero la Cartaflessibile offrisse una debole incisività.Tale impostazione ebbe a modificarsi dapprimaper effetto del principio di rigidità della costitu-zione e del controllo di costituzionalità delleleggi, e successivamente per la progressiva aper-tura dell’interpretazione fornita dalla magistra-tura. Questa, infatti, con la dovuta ponderazio-ne che oggi potrebbe definirsi timidezza, ebbead ipotizzare la diretta applicabilità alle libertàdei principi costituzionali. Siffatto indirizzoformò la base del filone giurisprudenziale costi-tuzionale al quale fece sponda, sempre più convigore, la dottrina allorquando la prima senten-za della Corte costituzionale [Corte cost. 14 giu-gno 1956 n.1], emanata ben otto anni dopol’introduzione della Costituzione, ebbe a rico-noscere l’efficacia invalidante delle normecostituzionali, pur se denominate programmati-che, anche nei confronti delle leggi anteriori.Il vento innovatore della dottrina, che abbia-mo visto essere volto alla rivisitazione in chia-ve costituzionale delle libertà ebbe a spiraredapprima nell’area pubblicistica. Si pensi allariorganizzazione del testo unico delle leggi dipubblica sicurezza redatto in base alla sistema-tica dei diritti della libertà, ribaltando, quindi,quanto era stata considerato sino allora soltan-

    to come “diritto di polizia”.Più lentamente ebbe a realizzarsi il cambia-mento delle discipline giuridiche con più anti-ca tradizione, come soprattutto quella civilisti-ca. Anche la dottrina di tale settore ebbe ariconoscere ai precetti costituzionali, non sol-tanto la funzione di parametro della costituzio-nalità delle leggi ordinarie, ma anche il ruoloutile a colmare eventuali «lacune» della legi-slazione ordinaria e soprattutto per operarecome «principi generali» rispetto all’inquadra-mento sistematico di tutti i settori dell’ordina-mento giuridico.Tale nuovo modo di approccio da parte delladottrina civilistica comportò una modificadella struttura di approccio alle norme delcodice La teoria dei diritti della personalità,che aveva generato situazioni giuridiche sog-gettive con struttura analoga a quelle dellelibertà costituzionali, pur muovendo dalledisposizioni del codice, ebbe ad allocare i dirit-ti della personalità fra i diritti di libertà costitu-zionalmente previsti.Tale percorso, oggi completamente compiuto,ha fatto sì che l’analisi dei mezzi di tutela dellapersona, anche se riferita alle disposizioni con-tenute nel codice, deve armonizzarsi con il piùampio quadro dei principi costituzionali equindi le singole norme del codice dovrannoessere lette alla luce dei principi emergentidalle libertà costituzionalmente tutelate.Tale metodologia di approccio che ha condot-to all’unico modello di libertà civili che vede levarie scuole ormai considerare come datoacquisito, non può e non deve far affermare, inmodo tranciante, che le disposizioni contenutenel codice abbiano ormai perduto qualsiasivalenza. E’ certamente un dato acquisito che lenorme del codice, ove riferite al protagonistadei rapporti giuridici, non possono continuaread avere quella portata, peraltro a suo tempolungimirante, che ad esse furono attribuiteallorquando avevano come soli referenti ipochi articoli che lo Statuto albertino dedica-va alle libertà. Per converso è altrettanto veroche la disciplina in essi contenuti forma il com-pletamento delle disposizioni costituzionali,come a breve preciserò.Non può revocarsi in dubbio, relativamenteall’intero ordito delle libertà civili, l’incomple-tezza della disciplina che la Costituzione dedicaad esse; carenza certamente dettata dalla neces-

    ➤ La Costituzione della Repubblica Italiana: conoscerla ed amarla

  • sità di proclamare con forza sopratutto quellelibertà che nel momento della genesi del nostraCarta appariva più importante affermare.Ciò non significa che la Costituzione non tute-li anche altri diritti della persona oltre quelliesplicitamente nominati: al contrario, la tutelasi estende, anche se non espressamente, aidiritti che formano un presupposto oppure uncompletamento di quelli indicati, ed è perciòpercorribile, sia la loro interpretazione sistema-tica sia la loro integrazione mediante ricorso adaltre fonti normative.Tale metodo di completamento necessita diuna immediata puntualizzazione.Ove altre fonti normative concorrano alla produ-zione di regole incidenti sulle situazioni giuridi-che soggettive necessita valutare quali conse-guenze derivino dalla diversa forza normativa chei vari gruppi di disposizioni assumono in virtùdella loro collocazione nel sistema delle fonti.Nell’ambito dell’ordinamento italiano, normeregolatrici dei diritti della persona possonoessere desunte, oltre che dalle disposizioni con-tenute nella Costituzione ed aventi forza dei«principi» supremi non modificabili -secondoaccreditata dottrina- neppure in via di revisio-ne costituzionale, anche dal diritto comunita-rio, da una serie di dichiarazioni dei dirittiadottati a livello internazionale e quindi aven-ti una diversa forza interna rispetto a quella pri-maria, dalle norme del codice civile, dalle leggiordinarie, dagli statuti e dalle norme regionaliche, per alcune materie, di recente sono statiresi gerarchicamente rilevanti.Al primo grado si pongono i «diritti inviolabilidell’uomo», cui si riferisce l’art. 2 dellaCostituzione e che sono identificabili, non sol-tanto nella libertà personale di cui all’art. 13,nella libertà di domicilio di cui all’art.14, nellalibertà e segretezza della corrispondenza di cuiall’art.15 e nel diritto di difesa di cui all’art.24,2° comma (nel testo dei quali la qualificazionedi «inviolabilità» è formulata esplicitamente),ma anche in altri diritti di libertà il cui ricono-scimento è intrinseco all’adozione della forma diStato «democratico», «sociale» e «di diritto».Anche se le altre fonti si collocano a gradi infe-riori, è ormai evidente come l’opera della CorteCostituzionale e la lettura costituzionalmenteorientata operata dalla Corte di Cassazioneabbia attutito la differenziazione tra i gradi teo-ricamente sussistenti con l’obiettivo primario

    di rendere più concretamente attuati i principia salvaguardia dell’individualità dei consociati.In altri termini, il tessuto normativo facentecapo alle libertà civili viene sempre più attrat-to sotto l’egida del principio costituzionale e lanorma di completamento dell’assunto viene adessere dotata di una forza applicativa maggiorerispetto al grado che essa occupa nella gerar-chia delle fonti. In tal modo anche il sistema delle libertà civiliaventi carattere negativo può essere efficace-mente completato in via di interpretazionesoprattutto facendo ricorso ai materiali norma-tivi desumibili dai documenti internazionali inmateria di diritti dell’uomo ed a quelli ricava-bili da una serie di leggi ordinarie che hannointegrato ed interpretato le disposizioni costi-tuzionali (o sono state da esse presupposte).Paradigmatico, sotto il profilo dell’etero inte-grazione, può dirsi il D. lgs. 30 giugno 2003n.196 (codice in materia di protezione dei datipersonali, da ultimo modificato con D.L. 25settembre 2009 n.135 convertito con modifi-che con la L. 20 novembre 2009 n.166 chedisciplina il trattamento dei dati personali. Lanorma intende effettuare un adeguato bilancia-mento di valori costituzionali contrapposti(quali il diritto alla riservatezza e alla propriaidentità personale, l’iniziativa economica, ildiritto di cronaca, il buon andamento dellapubblica amministrazione).La peculiare materia trattata fa assurgere allanorma una collocazione nella graduazione dellagerarchia delle fonti ben più rilevante rispettoa quella che le sarebbe propria sino ad incide-re, possiamo dire opportunamente, sulle stesselibertà costituzionalmente garantite conferen-do una sorta di priorità alla tutela della libertàdel singolo come persona rispetto ad altre liber-tà egualmente tutelate.La conferma della stretta interconnessione deivari principi dettati dalla Carta in una signifi-cativa correlazione che disegna un ordito arti-colato ma unitario nella peculiare preminenzadell’uomo, della personalità di esso quale cen-tro dell’ordinamento, può trovare sostegno indue riflessioni che trovano spunto dal contestonormativo della nostra Carta.In primo luogo le libertà che la Costituzione pro-clama inviolabili (libertà dagli arresti, la libertàdel domicilio e delle comunicazioni private), alpari del diritto di difesa, devono essere riferite ad

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  • una persona a cui sia già assicurata la garanziadella sopravvivenza, della capacità giuridica,della dignità sociale, della salute e della sicurezzadi poter soddisfare i suoi bisogni essenziali. Ad unindividuo che non goda della «libertà dal biso-gno» (come definita da Roosevelt) sarebbe infat-ti inutile assicurare quelle libertà inviolabili poi-ché egli non sarebbe praticamente in grado diavvalersi dei vantaggi che esse comportano e lasua libertà risulterebbe del tutto apparente.Invece, solo l’individuo che abbia acquisito ilcomplesso di condizioni minime, rafforzate dallelibertà inviolabili dalla Costituzione, sarà ingrado di percepire e di godere della ulteriorilibertà ad esso destinate quale quella di spostarsisul territorio dello stato e fuori di esso, di stabili-re rapporti con gli altri uomini incontrandosicon essi e di formarsi un proprio patrimonio dipensiero senza timore di subire a causa di ciò pre-giudizievoli discriminazioni. Ulteriore confermaalla inscindibile interconnessione del coacervodelle libertà civili variatamente tratteggiatenella tavolozza costituzionale, e dell’equilibriocon cui i principi vengono enunciati, vieneofferta dall’art.2 della stessa Costituzione.Nel primo comma viene proclamato il ricono-scimento dei diritti fondamentali che spettanoal cittadino, sia come singolo sia nell’ambitodelle formazioni sociali. Nella seconda parteviene affermato, quasi come contrapposizione,il “principio di solidarietà”. Principio, peraltro,espresso in altre disposizioni della Carta e direcente ribadito nella rivisitazione dell’art. 119afferente la riforma del titolo V.Mi sia consentita una brevissima digressione: ilprincipio di solidarietà è la base sulla qualeMelvin Jons ebbe a costruire la nostraAssociazione; abbiamo quindi l’obbligo comeaderenti di conoscerlo ed amarlo formando essol’archetipo del nostro operare. Nel proseguirecon la riflessione sull’art. 2 della Carta, puòconstatarsi come i diritti inviolabili dell’uomoriconosciuti e garantiti dalla Repubblica, richia-mati dalla prima parte dell’articolo in esame,siano le fondamenta su cui si ergono le varielibertà previste dalla Costituzione ed integratedalle varie norme. La seconda parte dell’artico-lo offre invece la protezione costituzionale aidoveri qualora questi possano comprimerel’esercizio dei diritti garantiti dalle norme costi-tuzionali. Significativa la simmetria tra l’aggetti-vazione “inderogabili” rivolta ai doveri e quella

    di “inviolabili” diretta ai diritti. Nel raffrontobalza evidente la logica sottesa: un equilibrio tradiritti e doveri che diviene essenza dell’ordina-mento costituzionale. Quale corollario ineludibi-le è la circostanza che ogni modificazione sostan-ziale dell’uno a discapito dell’altro darà luogo aduno stravolgimento dell’assetto conducendo inconcreto ad una alterazione dei principi supremie quindi ad un rovesciamento di essa. Si indica-no i doveri di solidarietà politica, economica esociale tanto che da parte di alcuni è stata con-figurata una tripartizione. Sembra più coerenteal sistema la tesi che individua il riferimento alcarattere sociale attribuibile sia a quello politi-co che a quello economico tanto fungere dacomun denominatore ravvicinandoli in uncomplessivo concetto di dovere.La stessa Costituzione inoltre indica chiara-mente alcuni doveri che non debbono esserevisti come distinti e circoscritti ma come pre-messa di tutti i doveri singolarmente desumibi-li dalle disposizioni costituzionali e legislativelimitative di diritti. Gli obblighi esplicitatipossono essere individuati in quello di istruzio-ne (art. 34 2° c) per sviluppare la propria per-sonalità per se stesso e per rendersi utile allasocietà, quello di essere fedeli alla Repubblicae di osservare la Costituzione e le leggi e diadempiere alle funzioni pubbliche con discipli-na ed onore (art. 54), quello di svolgere secon-do le proprie possibilità e la propria sceltaun’attività o una funzione che concorrano alprogresso materiale o spirituale della società.(art. 4 2° c).Con il sottolineare quest’ultimo dovere sancito dal2° comma dell’art.4 della Carta che impone, condiverse parole, a ciascuno di noi di prendere attivointeresse al bene civico, culturale, sociale e moraledella comunità, chiudo il mio intervento, ricor-dando che tale obbligo è rinvenibile negli scopidella nostra associazione e che deve essere lettocome precipuo obiettivo di una vera società civile. In questo momento storico, nel dilagare dieventi significativi, di privazioni della libertà,di flussi di uomini in cerca di dignità, di disva-lori diffusi, non possiamo che attuare con forzatale principio anche per dare concreta testimo-nianza all’orgoglio di appartenenza ad un pre-stigiosa associazione.

    *Delegato responsabile distrettuale del Tema di studio nazionale“La Costituzione della Repubblica Italiana: conoscerla ed amarla.

    La proposta dei Lions per l’educazione alla giustizia e per la legalità.”

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    ➤ La Costituzione della Repubblica Italiana: conoscerla ed amarla

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    Etornato fra i Lions siciliani il Prof. FabioCardone, scienziato abruzzese scopritoredelle reazioni piezo-nucleari o, comeforse sarebbe più appropriato, scopritore dellapiezo-energia!Il Prof. Cardone, continuando un colloquioiniziato nel 2008 nel Lions Club di Sulmona, èstato ospite nel 2009 del Lions Club CataniaGioeni dove con il titolo “Nucleare? Pulitograzie!” ha presentato i risultati della sua ricer-ca e degli esperimenti condotti nel CentroNazionale delle Ricerche (CNR) che hannodimostrato la possibilità di ottenere energianucleare pulita, senza radiazioni nocive e senzascorie. Recentemente, in data 02/04/2011, è stata lavolta del Lions Club Cefalù ove lo scienziatoha presentato la storia, le attrezzature, i prota-gonisti della ricerca e gli sviluppi di nuovi espe-rimenti succedutesi in questi ultimi due anni,che hanno confermato l’affidabilità dei risulta-ti già ottenuti ed ampliato la prospettiva dellerealizzazioni industriali in tema di energia,enon solamente. “Verso il nucleare pulito” è stato il titolo sceltoper la conferenza svolta a Cefalù.Dopo il saluto del Presidente Giardina, delDelegato Responsabile del Tema di StudioNazionale “La Costituzione della RepubblicaItaliana: conoscerla ed amarla” Prof. Avv.Gianfranco Amenta e del Presidente della ICircoscrizione Sig.ra Zina Corso D’Arca, èintervenuto l’ing. Giuseppe Martorana, chenella sua qualità di Delegato responsabile ener-gie rinnovabili e salvaguardia ambientale haintrodotto il tema della serata.Il coordinamento è stato affidato all’Ing.Francesco Pezzella, Consulente nel settoreenergia e già dirigente Enel, che ha posto l’ac-cento sull’impegno lionistico siciliano del suoClub (Catania Gioeni) ed altri Club della zona

    di Catania, sulle varie pro-blematiche energeticheaffrontate dal 2007 ad oggi eriguardanti il PER (PianoEnergetico Regionale),l’energia rinnovabile e loscottante tema del nucleare.E’ stato posto in evidenzache non esiste energia sicura al 100%.Qualsiasi fonte primaria per la produzione dienergia: fossile, nucleare, rinnovabile, ha unproprio rischio e una propria contro indicazio-ne: il fossile è la causa dell’immissione di CO2e gas nocivi nell’atmosfera e quindi responsabi-le del “global warming”; il nucleare evoca unsentimento di terrore dato che esso richiamasubito Chernobyl e Fukushima; il rinnovabile,ed in particolare il fotovoltaico e l’eolico, èmesso in discussione per motivi economici e diimpatto ambientale. L’unica forma di energiache certamente ha minori contro indicazioni èil “risparmio”, una forma di energia invisibilecertamente la più ecologica in assoluto: non c’èmigliore energia di quella non prodotta! L’energia resta comunque è un bene primariofra i più importanti per l’uomo, non possiamofarne a meno!Al contempo non è possibile ipotizzare unmondo futuro che continua ad affidarsi a fontiprimarie in fase d’esaurimento (fossili) concosti sempre più crescenti e soprattutto causadi danno all’uomo ed all’ambiente.In questi ultimi anni si sono affacciate prepo-tentemente le nuove forme primarie di energiarinnovabile e cioè l’eolico ed il fotovoltaico.Ma non illudiamoci, esse, anche se unite alleforme già sfruttate: idrico, geotermico etc., nonpossono considerarsi alternative in quanto illoro apporto al sistema di approvvigionamentoenergetico è modesto e, pur impiegandole mas-sicciamente, non potranno che essere d’inte-

    Francesco Pezzella*

    Verso il nucleare pulito

  • grazione alle forme tradizionali d’energia.Lo sforzo quindi è nella ricerca di nuove fontidi energia veramente alternative che possanoportare alle soluzioni in grado di liberare l’uo-mo dalla morsa conflittuale fra energia abbon-dante e rispetto dell’ambiente!Certamente il nucleare è una risposta concretaper una soluzione alternativa ma, come giàdetto, esso evoca nell’uomo grandi preoccupa-zioni che recentemente sono state purtropposottolineate dal grave incidente giapponese. Inattesa che l’uomo riesca ad ottenere energia perfusione nucleare, replicando nel nostro pianetaquanto avviene nel sole, ma ovviamente inmodo controllato e non “scottante”, occorre-rebbe un nuovo nucleare, in grado di dareabbondante energia senza i problemi che inatto affliggono il processo produttivo per fissio-ne (radioattività), un nucleare pulito come nelsogno inseguito dall’umanità. Ma a volte isogni divengono realtà ed oggi, i risultati otte-nuti dalla ricerca, ci consentono di guardarecon più fiducia a tale possibilità e cioè di otte-nere reazioni nucleari senza radiazioni nocive esenza scorie. Si tratta di una ricerca tutta italia-

    na, nell’ambito delle scienze fisiche. I primiesperimenti sulle reazioni piezonucleari risalgo-no al 2003 e hanno prodotto in questi ultimianni risultati di grande rilievo per un possibilescenario di sfruttamento tecnologico. La ricer-ca, condotta dal Prof. Fabio Cardone delConsiglio Nazionale delle Ricerche e dal suoteam di specialisti, è coperta in Italia da impor-tanti brevetti di proprietà CNR e da altri bre-vetti internazionali. La scoperta è ovviamentemenzionata dalle più autorevoli riviste scienti-fiche e di settore, internazionali.Lo staff del Professore ha ottenuto energianucleare dal ferro in modo pulito e abbondan-te sotto forma di neutroni. Pulita perché utiliz-za materiale non radioattivo, il ferro, senzaemissioni di radiazioni ionizzanti alfa, beta ogamma. La sperimentazione tramite immissio-ne di ultrasuoni in soluzioni acquose nelle qualierano stati disciolti sali ferrosi, è stata ripetuta-mente confermata. La fase sperimentale èormai terminata, adesso tocca a coloro i qualisapranno investire e ricavare dalla scoperta letecnologie più idonee a migliorare il mondo.In questo ultimo periodo la ricerca sulle reazio-

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    ➤ Verso il nucleare pulito

    Da sinistra: Franco Amodeo, Franco Pezzella, il Fisico Fabio Cardone, Giuseppe Martorana.

  • ni piezonucleari è passata dai liquidi ai solidigrazie al contributo del Prof. Carpinteri delPolitecnico di Torino. Tale ampliamento haportato a risultati ancora più incoraggianti pro-ducendo un flusso neutronico più consistentedi quello ottenuto nei liquidi. Ciò lascia intra-vedere ipotesi di sfruttamento enormi. Le pro-prietà scientifiche delle reazioni piezonuclearipotrebbero infatti trovare applicazione nellaproduzione di energia nucleare pulita, nell’ab-battimento rapido della radioattività emessadalle scorie di centrali nucleari convenzionali,nella terapia di alcune forme tumorali, nellarealizzazione di prodotti chimici, come peraltrosi evince dal contenuto dei brevetti del CNRin cui il Prof Cardone è citato quale InventoreIl tema del meeting svolto a Cefalù può averedestato perplessità, ma ha certamente tracciatoun sentimento di stupito ottimismo sia per ilrigore scientifico sul quale la teoria si fonda, siaper l’esaustivo tono divulgativo col quale ilrelatore ha comunicato i risultati. Tutti i reso-conti su questa ricerca sono disponibili in reteall’indirizzo www.nuovonucleare.splinder.com In buona sostanza, importanti traguardi sonostati raggiunti ed i Lions hanno contribuito alraggiungimento di tali risultati per il tramitedella divulgazione fatta con iniziative simili aquella svolta a Cefalù e preceduta da quellesvolte in altri Clubs del centro Italia e, qui inSicilia nel 2009 al Lions Club Catania Gioeni.Particolarmente significativa è la deliberaapprovata nella seduta n°195 del 01/07/2009,cioè pochi mesi dopo dell’evento di Catania,con la quale la Camera dei Deputati ha impe-gnato “il Governo ad adottare, anche attra-verso provvedimenti legislativi, idonee misu-re di sostegno finanziario per lo studio e l’ap-plicazione industriale delle reazioni piezo-nucleari scoperte dal Consiglio nazionaledelle ricerche (CNR) per i liquidi e dalPolitecnico di Torino per i solidi e brevettatedal CNR”.Cari Lions, cari amici, dico semplicementeche se fosse possibile realizzare industrialmen-te anche solo una modestissima parte di quan-to i risultati sperimentali hanno dimostrato,dovremmo essere tutti grati a questo nostrofratello italiano dell’Abruzzo, per la sua sco-perta.Ha fatto eco alla relazione del fisico Prof.Cardone, quella del Prof. Vincenzo Pepe,

    docente universitario e Presidente di “FareAmbiente”. Appassionata e molto puntuale lasua analisi al riguardo del fabbisogno energe-tico e dello sfruttamento delle forme primarieper conseguirlo. Egli ha particolarmente postol’accento sul dibattito nucleare che in Italiadopo la tragedia di Fukushima ha preso unapiega spietata. Il Professore Pepe ha ribaditoche nel mondo non esiste energia sicura edevidenziato che la combustione dei fossili chegenerano polveri sottili causa ottomila mortiogni anno ed attenta alla sostenibilitàambientale. Certo gli incidenti nuclearidestano più sensazione ed assumono una rile-vanza che impatta fortemente con la nostrasensibilità … molto meno quella subdola con-seguente alla combustione dei fossili! Quindinucleare si o nucleare no? Non credo sia unascelta da portare al referendum, soprattuttoadesso all’indomani del tragico evento chepotrebbe annebbiare la razionalità della sceltastessa. Forse sarebbe più opportuno dare iltempo al tempo e prendere una pausa di rifles-sione, per evitare di fare scelte condizionatedalla carica emotiva di Fukushima e tenere indebito conto altri fattori come il maggiorecosto di energia elettrica in Italia e l’incredi-bile stato di fatto conseguente all’acquisto dienergia nucleare prodotta appena fuori dalnostro giardino ma con tutte le possibili con-seguenze che ne scaturirebbero anche per noiin caso di incidenti.Un interessante ed appassionato dibattito si èacceso alla fine delle relazioni.Le conclusioni sono state tratte dal PastGovernatore Prof. Dott. Franco Amodeo checon la sua solita efficace sinteticità ha posto inrisalto l’importanza del tema trattato e l’impe-gno che i Lions siciliani da tempo dedicanoall’argomento. Impegno certamente lodevole eda sottolineare per la rilevanza che riverberasia nel contesto sociale attuale che, e soprat-tutto, nelle future generazioni. Fare lionismo èuna grande opportunità di esempio per glialtri, è un modo di essere e di agire fattivo econcreto per affrontare e vincere insieme lenuove sfide sociali e servire meglio la Società.Come dire:“Coerenti e concreti nel servire insieme”;“Essere umili per dare di più e servire meglio”.

    * Consulente Energia, già Dirigente Enel,Socio Lions Club Catania Gioeni

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    Quest’anno, l’Unità Mobile Oftalmicapone la decima candelina sulla tortadel Service. La statistica ci confermache si tratta di un grosso impegno che noiLions stiamo portando avanti con tenacia,anno dopo anno, grazie alla spontanea dedizio-ne di specialisti Lions e non Lions, che eseguo-no screening nelle scuole o nelle piazze, ocomunque dove ne venga richiesta la prestazio-ne. Dal 2006 il Service dell’utilizzo dell’UnitàOftalmica è stato affiancato dal progetto visio-ne, finalizzato alla donazione di ottotipi in car-toncino alle scuole, per promuovere degliscreening direttamente nelle scuole da parte diesponenti della medicina scolastica, di oculistio, eventualmente, da rappresentanti del corpodocente opportunamente istruiti.I due Service, globalmente, ci hanno consenti-to di esaminare circa 19.700 pazienti, che incaso di sospette patologie oculari sono statiinviati alle Aziende Sanitarie Provinciali dicompetenza. Col termine di ipovisione, in base alla classifi-cazione internazionale delle malattie, si inten-de una acuità visiva compresa fra 3/10 e 1/20con la migliore correzione ottica possibile,mentre la cecità si definisce come una acuitàvisiva inferiore a 1/20.Dal momento che in molti paesi non esistonoprogrammi di screening oftalmologici standar-dizzati , è difficile eseguire una stima esatta del-l’incidenza delle menomazioni visive.Comunque, si ritiene che la prevalenza del-l’ipovisione vari dal 2% al 7%, con un rappor-to fra cecità e ipovisione di 1/2.9 e, quindi, cheper ogni cieco esistano circa 3 ipovedenti.Tale rapporto varia a seconda dell�