PALERMO · Ritornando sui nostri passi, ci immettiamo in via Beati Paoli. Percorrendola verso la...
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ITINERARIOITINERARIOITINERARIO CAPOCAPOCAPO CATTEDRALECATTEDRALECATTEDRALE
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DIRETTODIRETTODIRETTO DADADA MARIOMARIOMARIO SCOTTOSCOTTOSCOTTO
CITTA’ DI PALERMO Assessorato al Turismo
Servizio Turismo e Promozione Turistica Servizi territoriali per il turista
Loggia-Castellammare, Tribunali-Kalsa, Palazzo Reale -
Albergheria e Monte di Pietà-Capo. Questi quattro mandamenti
nascono dalla intersezione delle due principali arterie storiche
della città: il Cassaro (corso Vittorio Emanuele), arteria principale
di origine araba che collega il mare alle colline; e la seicentesca
via Maqueda, che diede alla topografia della città arabo-fenicia il
suo tipico aspetto cruciforme. Nel centro storico sono censiti 343
palazzi, 156 chiese ed oratori, 66 tra conventi e monasteri e 63
edifici specialistici civili.
La guida descrive otto itinerari turistici che, muovendosi lungo gli
assi principali, collegano episodi monumentali di rilevante
interesse storico-culturale:
1) Itinerario Kalsa
2) Itinerario Teatro Massimo
3) Itinerario Vucciria-Castellammare
4) Itinerario Quattro Canti
5) Itinerario Ballarò
6) Itinerario Palazzo Reale
7) Itinerario Capo-Cattedrale
8) Itinerario Fiera Vecchia
La descrizione di ogni itinerario è suddivisa in quattro sezioni
informative: una scheda sintetica, contenente informazioni
relative al percorso, al livello della fruibilità (in particolare per le
persone diversamente abili), ed al tempo di percorrenza
dell’itinerario; un sistema di icone, che è stato utilizzato per
evidenziare l'accessibilità o la presenza di servizi; un dettaglio
cartografico; ed informazioni storico-artistico-culturali, che
seguono il percorso.
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
PALERMOPALERMOPALERMO ACCESSIBILEACCESSIBILEACCESSIBILE
Palermo, una città in cui ogni via, ogni vicolo o cortile è una
scoperta, in cui ogni momento è una sorpresa, uno stupore.
Sfortunatamente si presenta ai nostri occhi piena di tanti
piccoli ostacoli che la rendono difficilmente accessibile. Per
questa ragione l’Assessorato al Turismo ha redatto la Guida
“Palermo Accessibile” come strumento prezioso per lasciarsi
accompagnare alla scoperta della città. La guida rientra in un
ampio progetto incentrato sull'accoglienza della città di
Palermo, e si propone l'intento specifico di rimuovere gli
ostacoli fisici e culturali che si oppongono alla fruizione delle
opere d’arte, incontrando le esigenze di clienti fruitori
caratterizzati spesso da una particolare sensibilità e capacità
di attenzione.
PRINCIPI GUIDA:
Di seguito riportiamo i criteri principali utilizzati, secondo un
filo conduttore, in ogni itinerario turistico:
ciascun percorso presenta le migliori condizioni possibili
di accessibilità, comunicazione e sicurezza d’uso che ne
rendono facilitato il collegamento con i monumenti presenti
nell’itinerario;
tutti i percorsi toccano almeno uno degli assi storici che
dividono in mandamenti il centro storico, corso Vittorio
Emanuele e via Maqueda.
Il centro storico di Palermo si estende per circa 240 ettari, è
diviso in quattro mandamenti denominati:
ITINERARIOITINERARIOITINERARIO CAPOCAPOCAPO Scheda sinteticaScheda sinteticaScheda sintetica
Percorso: Porta Carini > via Porta Carini >
piazza Porta Carini > piazza Capo > via Beati
Paoli > piazza Beati Paoli > via Beati Paoli >
via s.s. 40 Martiri > via San Agata alla Guilla >
via Del Celso > via Montevergini > piazza
Montevergini > corso Vittorio Emanuele > via
Matteo Bonello > via Papireto > Porta Guccia
> via Mura di Porta Carini > via G. Battista
Pagano
Giudizio relativo al livello di fruibilitàGiudizio relativo al livello di fruibilitàGiudizio relativo al livello di fruibilità
zona urbana: Aperta al traffico e pedonale
distanza da percorrere: 2,30 km
tempo di percorrenza: 200 minuti
visita museo Diocesano: 60 minuti
CATTEDRALECATTEDRALECATTEDRALE
Percorribile senza assistenza da persone non vedenti
Accompagnatore consigliato per disabili su ruote
Attenzione! Monumento non accessibile
Non accessibile
Possibilità di parcheggiare
Si consiglia la visita a piedi
Si consiglia la visita in bicicletta
Accessibile
Farmacia
Posteggio Taxi
ASL
Polizia - Carabinieri
CIT Centro di informazione turistica
Fermata Bus turistico
Sosta carrozze
Lavori di restauro
Proprietà privata
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Porta CariniPorta CariniPorta Carini
orta è una delle più antiche porte della città e deve il nome al
paese di Carini: anticamente la strada che ha inizio dalla porta,
attraversava la campagna e conduceva direttamente all’omonimo
paese.
Fu edificata una prima volta intorno al 1310, con un aspetto
probabilmente ad arco centrico in pietra da taglio, decorato con
doppia ghiera di archi, nella seconda metà del Settecento
appartenne alle monache della Concezione, che la usarono come
belvedere e luogo di ricreazione, e che nel 1782 la fecero
demolire e interamente riedificare. Da qui l’attuale aspetto senza
arco, con ornamenti di pietre d’intaglio, colonne e vasi in cima
alle piramidi. Restaurata tra marzo e ottobre 2003 l’antica Porta
Carini rappresenta il monumentale varco d’accesso al MERCATO
DEL CAPO, fino ad arrivare in corso Vittorio Emanuele.
Il CapoIl CapoIl Capo
Il mercato del Capo costituisce la parte più alta del popoloso
quartiere Seralcadio, (dall'arabo "Hascia al Bacar" rupe di mare),
sviluppatosi durante la dominazione musulmana fuori dall'antico
quartiere del Cassaro. Il suo nome proviene dalla dizione “caput
Seralcadii”, per la sua posizione nella parte superiore del
quartiere. Qui si era stabilita la schiera degli Schiavoni, mercanti
arabi di schiavi. Per definizione è il mercato del popolo di
Palermo, che ha saputo mantenere con il suo intricato labirinto
viario l’aspetto proprio di un “SOUK” orientale, dove trasuda
opulenza e magnificenza e, nel contempo, scadimento e
limitatezza.
Descrizione StoricoDescrizione StoricoDescrizione Storico---artisticaartisticaartistica
PP
Porta Carini
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
nel periodo bellico sino ai giorni d’oggi, a magazzino per il
baccalà. La chiesa ha origini molto antiche, addirittura risalenti ad
una preesistenza.
Subito dopo, sulla destra, emerge dai banchi di vendita la facciata
barocca della CHIESA DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE.
Guardandola dall’ esterno non si immaginano le magnificenze
conservate all’interno: un vero trionfo del barocco fiorito
palermitano. La chiesa, costruita nei primi anni del Seicento, era
adiacente ad un grande convento benedettino distrutto purtroppo
nel Novecento, per lasciare spazio all'edificazione del Palazzo di
Giustizia. Con una facciata esterna molto severa secondo i canoni
del primo barocco romano, è costituita da una sola navata con
un’impostazione spaziale ancora rinascimentale. Le pareti sono
del tutto ricoperte, fino alla cornice, da una preziosa decorazione
a marmi policromi. Da notare sono i preziosissimi paliotti, unici
nella decorazione e nei colori eseguiti da artigiani siciliani, che
rappresentano architetture trompe-l’oeil alla maniera barocca. Il
soffitto a botte è decorato da stucchi dorati. Particolare su ogni
lato della navata si aprono due cappelle; sul lato sinistro troviamo
la cappella della Madonna Libera dagli Inferni, opera di Vincenzo
Guercio del 1635-, e quella del Crocifisso, con una grande
"cornice reliquiaria"; sulla destra troviamo le cappelle di Santa
Rosalia e di San Benedetto tardo settecentesche. La zona
dell’abside si apre con un grande arco: qui, sul soffitto, si trova
l'Immacolata Concezione dipinta da Pietro Novelli. Una bella
cupola ottagonale, sfarzosamente decorata, sovrasta l'area sacra.
Nella chiesa si venera Maria SS. delle Grazie alla quale è riservata
una grande festa che si svolge in maggio per i vicoli del quartiere
con una processione gestita dall'omonima storica confraternita
fondata nel 1887.
Immettendoci nel mercato, subito a sinistra troviamo la
seicentesca CHIESA DI SAN GREGORIO, fondata
dallo stesso San Gregorio, sebbene la facciata sia stata
completata solo nel 1740. Viene anche chiamata "a chiesa rù
baccalà”, perché uno degli accessi, quello di sinistra, fu adibito
Chiesa dell’Immacolata Concezione
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Altra chiesa con origini antichissime (esisteva già dal 1200) è
quella di SAN IPPOLITO.
Anticamente dava il nome alla contrada, risalente al XIV secolo;la
chiesa conserva di questo periodo soltanto un piccolo affresco
bizantineggiante che raffigura la Madonna con il Bambino.
La facciata fu rifatta nel 1728 dall’architetto Andrea Palma in stile
barocco. L’interno è costituito da tre navate e nell’altare maggiore
è esposta la tela raffigurante “Il martirio di San Ippolito” del
1728, opera di Filippo Randazzo. In sagrestia si trovano altre
importanti opere del XVII e XVIII secolo, tra le quali una tela di
Guglielmo Borremans. Pregevole anche il grande crocifisso ligneo
sospeso dal soffitto del presbiterio e risalente al XV secolo. Esso
raffigura il Cristo con ai lati (rappresentati nei capicroce) la
Madonna e San Giovanni Evangelista, e ai piedi della Croce la
testa di Adamo, secondo una tipica iconografia che caratterizza le
Croci lignee quattrocentesche – seicentesche, che venivano
appese nelle absidi delle chiese o portate in processione. Oggi si
venerano le statue lignee dei Santi Cosma e Damiano, provenienti
vicina chiesa omonima, portate in processione con gran seguito di
fedeli.
Proseguendo, arriviamo a PIAZZA CAPO, e, immettendoci in via
Cappuccinelle, al piano terra del settecentesco palazzo Semeraris,
spicca il PANIFICIO MORELLO, con la sua straordinaria
"mostra" (facciata) di mosaico in stile Liberty. La "mostra" del
panificio consta di una fascia orizzontale superiore con la scritta
"Panificio S. Morello", e di uno splendido pannello verticale in
mosaico con una figura femminile che allude alla fertilità della
terra. posta a sinistra della vetrina.
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Chiesa di S. Ippolito
Panificio Morello
Sempre in via Cappuccinelle di fronte al panificio, alla nostra
sinistra troviamo, sollevato sul piano stradale, un pianoro
dominato dalla CHIESA DELLA MADONNA DELLA MERCEDE.
Sede di un’attiva confraternita, fu fondata nel 1482 dai Padri
Mercedari in sostituzione di un’altra chiesa dedicata a
Sant’Anna. Il prospetto della chiesa in pietra da taglio è stato
rifatto in un secondo tempo (l’ultimo rimaneggiamento della
facciata risale al 1931). Il portone d’accesso fu sostituito nel
1885 con l’attuale, proveniente dalla chiesa dei Settangeli e
completato da una cancellata di ferro battuto. L’interno, che
subì nei secoli passati diverse modifiche e ristrutturazioni, si
presenta ad aula unica; all’ingresso, due colonne in marmo
grigio sostengono un coro ligneo di fattura neobarocca, che nel
1910 si arricchisce di un organo a canne. L’altare principale
possiede un bellissimo paliotto in marmi mischi e lapislazzuli
proveniente dalla distrutta chiesa del Gran Cancelliere. Qui vi si
venerano alcuni simulacri lignei, come quello della santa
titolare, attribuito a Girolamo Bagnasco nel 1813.
Ritornando sui nostri passi, ci immettiamo in via Beati Paoli.
Percorrendola verso la depressione del letto del fiume Papireto,
che oggi scorre canalizzato ad otto metri sotto il suolo, si apre
PIAZZA BEATI PAOLI, dove sono state costruite le
CHIESE DEI SS. COSMA E DAMIANO e quella di S. MARIA DEL GESÙ.
Nella piazza confluisce il vicolo degli Orfani da cui si accede ad
una GROTTA, sede del tribunale della famigerata setta dei "BEATI
PAOLI".
Nel 1576, a valle della Guilla, era stata costruita la chiesa
dedicata a S. Rocco che aveva liberato il quartiere dalla peste.
Questa chiesa, fu assegnata nel 1620 alla confraternita dei SS.
COSMA E DAMIANO Ogni 27 di settembre veniva
celebrata la festa delle genti marinare, dedicata ai santi Cosma
e Damiano che erano fratelli e medici, capaci di guarire affezioni
e malanni d’ogni tipo, per questo eletti come protettori.. Si
racconta che la solenne processione dei Santi Cosma e Damiano
era esclusivamente gestita dai marinai e pescatori della Kalsa
vestiti di bianco, con fascia rossa attorno alla vita e fazzoletto
giallo in testa annodato alla procidana. L’impianto planimetrico
della chiesa è tradizionale, a tre navate, con archi a pieno
centro su colonne che sostengono crociere, mentre l’esterno ha
una impostazione volumetrica molto semplice.
Chiesa della Madonna della Mercede
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Vicino alla chiesa dei SS. Cosma e
Damiano sorge la CHIESA DI S.
MARIA DI GESÙ, il cui impianto risale
alla metà del Seicento; è detta anche S.
Maruzza o dei "Canceddi", come venivano
chiamati i conduttori di bestie da soma (in
verità "i canceddi" erano le grandi ceste,
una per lato, che venivano caricate sugli
animali). Particolare è il portale barocco
con colonne a spirale in marmo e la loggia
serliana ( di Sebastiano Serlo), di
consuetudine seicentesca.
In prossimità della chiesa di S. Maruzza,
all'interno di palazzo Baldi - Blandano, con
ingresso su vicolo degli Orfani, è stata
ritrovata, come indicavano i documenti e
le testimonianze, la GROTTA dove
la presunta setta degli incappucciati neri,
detta dei Beati Paoli, aveva stabilito uno
dei proprio luoghi di riunione. La storia
dei Beati Paoli si basa su una tradizione
orale raccolta dal marchese di Villabianca
nei suoi “Opuscoli Palermitani”. E’
credenza popolare quella che considera i
suoi adepti difensori dei poveri contro i
ricchi ed i potenti che servendosi degli
“sgherri”, amministravano quella "giustizia
criminale" a favore dei loro interessi.
Continuando la nostra passeggiata su
via Beati Paoli, ci immettiamo in PIAZZA
QUARANTA MARTIRI ALLA GUILLA,
dove risiede l’OMONIMA CHIESA.
La chiesa, intitolata a S. Ranieri ed ai
Santi Quaranta Martiri, fu edificata agli
inizi del XVII secolo dai pisani residenti a
Palermo. Nel 1725 si effettuarono alcuni
lavori di rifacimento e Guglielmo
Borremans la decorò con splendidi
affreschi sulle pareti, pervenuti però in
pessimo stato di conservazione.
La facciata, serrata tra due lesene, è
sovrastata da un timpano triangolare. Il
portale è classico ed è sormontato da uno
stemma in cui campeggia la croce di Pisa.
In alto si aprono due finestroni
rettangolari. A sinistra un porticato
cinquecentesco, testimonianza degli
edifici preesistenti (ex corporibus)
all'edificazione della chiesa, collega il lato
occidentale della chiesa con il corpo di
fabbrica a due piani, in cui ogg sono
ospitati gli uffici della Confraternita di
Maria SS. dei Sette Dolori.
Grotta detta dei Beati Paoli
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Chiesa di S. Maria del Gesù
La festa dedicata ai Santi Quaranta Martiri, che si svolge verso la
fine di settembre, è caratterizzata da un bellissimo fercolo con la
statua in legno dell’Addolorata trafitta nel cuore da sette pugnali
in argento.
La chiesa dei SS. Quaranta Martiri alla Guilla attualmente è sede
di concerti di Palermo Musica Antica, realizzati dall'associazione
Orchestra Barocca Siciliana.
Vicino, tra la piazza SS. Quaranta Martiri e la piazza S. Isidoro
alla Guilla, il nostro sguardo incrocia la CHIESA DI SAN
GIOVANNI ALLA GUILLA.
La chiesa fu costruita nel 1165 e poi riedificata nel 1669. Nel
1182 divenne sede della Commenda dei Cavalieri di Malta. Nel
giardino attiguo scorreva una copiosa fontana, che diede il nome
a tutta la contrada.
La cappella, affidata alla Congregazione del venerdì Santo,
custodisce i simulacri del Cristo morto e dell’Addolorata, portati
in processione per le vie del quartiere il venerdì Santo. Si
possono visitare la mostra dei riti del venerdì Santo, con i
preziosi fercoli della Addolorata e del Cristo morto.
Poco più avanti arriviamo alla Piazza Sant’Isidoro dove si erge il
maestoso portare manierista in pietra e bugne del PALAZZO
SANT'ISIDORO che è di gran lunga la residenza
monumentale più interessante del quartiere. Il completo
recupero ha riguardato sia gli spazi esterni che le aree interne.
Il Palazzo è caratterizzato da uno scalone di marmo di
Castellammare e da numerosi e sontuosi saloni del piano nobile,
adornati con pavimenti maiolicati ed affreschi ancora esistenti.
Chiesa di S. Giovanni alla Guilla Chiesa dei SS. Quaranta Martiri alla Guilla
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Vicino al Palazzo Sant'Isidoro, si ergono la CHIESA ED IL
CONVENTO DI SANT'AGATA ALLA GUILLA.
La prima notizia del complesso risale al 1282, quando
anticamente esisteva un’altra chiesa nel punto in cui vi era una
porta all’ ingresso della bassura del Papireto, l’impianto attuale
è cinquecentesco anche se ha avuto molti rimaneggiamenti.
L’involucro esterno in pietra risale agli inizi del XVI secolo, il
portale a timpano triangolare è gaginesco e i due campanili con
logge ed inferriate barocche sono tardo seicenteschi. Al
momento sono in corso i lavori di messa in sicurezza e di
restauro architettonico – funzionale della chiesa, che tornerà
alla fruizione dei cittadini, con la realizzazione di manifestazioni
prettamente culturali. Infatti il convento è stato affidato al
Teatro Stabile Biondo che al suo interno gestirà anche una
biblioteca e la scuola di recitazione, mentre alcuni spazi saranno
resi fruibili per spettacoli e convegni.
Imboccando la strada sulla sinistra arriviamo nell’antica via
Celso.
Via del CelsoVia del CelsoVia del Celso
La via del Celso, che, parallelamente al Cassaro, attraversa
dall'interno il quartiere del "Capo", unendo la zona della Guilla
alla via Maqueda, è un fiore all'occhiello nel processo di
recupero del centro storico di Palermo.
Chiesa e Convento di S. Agata alla Guilla Ingresso di Palazzo S. Isidoro
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Continuando su via del Celso, fino all’incrocio con VIA
MONTEVERGINI, troviamo la CHIESA DEI TRE RE.
La chiesa, dedicata ai Re Magi, viene indicata da varie fonti
come una delle chiese di rito greco presenti nella zona, insieme
a quella di San Cristoforo in via del Giusino. La chiesa dei Tre
Re, che all’epoca si chiamava San Giorgio tès placotès (in
greco), de Balatis, come viene descritta in alcuni documenti
latini del XIV secolo-, fu edificata al tempo di Ruggero II,
periodo in cui a Palermo sono attestate una ventina di chiese e
monasteri greci. In seguito, per rovina della fabbrica antica, fu
ricostruita a partire dal 1545. Nel 1585 il pittore fiammingo
Simone de Wobrek dipingeva l'Adorazione dei Magi (ceduta
al Museo di Castello Ursino di Catania). Al suo posto venne poi
collocata un'altra Adorazione di Gioacchino Martorana, opera
oggi custodita al Museo Diocesano. Nel 1751-1752 Vito D'Anna
eseguì gli affreschi nella volta della navata e nelle pareti
dell'abside con il Trionfo dei Re Magi. Questa chiesa, ricca di
stucchi e affreschi ancora inaccessibili, custodisce un pezzo
della storia dei greci che abitarono Palermo nel Medioevo.
Lasciamo la chiesa Dei Tre Re, e ci immettiamo in via
Montevergini, fino ad arrivare in PIAZZA MONTEVERGINI. Qui si trova
l’omonima chiesa, di Santa Maria delle Grazie di Montevergini .
Le vicende della CHIESA E DEL MONASTERO DI S. MARIA DI
MONTEVERGINI ebbero inizio con la fondazione, voluta dalla
nobildonna Luisa Settimo alla fine del ’400, di una piccola chiesa
dedicata alla Madonna delle Grazie di Montevergini, con corpi
annessi destinati al convento di suore dell’ordine francescano di
Santa Chiara. Nel 1687 iniziò l’edificazione dell’attuale chiesa con i
corpi annessi. L’architetto gesuita Lorenzo Ciprì progettò e diresse
i lavori che alla sua morte furono continuati, nel 1703, da Andrea
Palma. A lui si devono la concezione della decorazione scultorea
della facciata e delle pareti interne della chiesa, e anche il
disegno complessivo per i riquadri degli affreschi, eseguiti da
Guglielmo Borremens nel 1716, mentre su progetto del padre
crocifero Giuseppe Mariani venne realizzato il campanile a destra
del prospetto, con cupoletta maiolicata.
Chiesa e Monastero di S. Maria di Montevergini
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Altri interventi furono poi attuati tra la fine del Settecento e metà
dell’Ottocento, come la decorazione della sacrestia e la
ricostruzione in forme neoclassiche e di maggiore dimensione del
cappellone, su progetto dell’ingegnere regio Luigi Del Frago. Per
decenni l’insieme delle strutture, di proprietà comunale, non sono
state più utilizzate, rimanendo nel totale abbandono favorendo
degrado e furti. Dopo un restauro conservativo, iniziato nel 1997
terminato nel 2002, il complesso di Montevergini è stato restituito
alla Città nel Luglio 2005 come spazio dedicato al Palermo Teatro
Festival.
Lasciamo via Montevergini per immetterci in CORSO VITTORIO
EMANUELE. Percorrendolo, sulla destra incontriamo l’EX COLLEGIO
MASSIMO DEI GESUITI.
Dall’attigua CHIESA barocca di S. MARIA DELLA GROTTA il 27
novembre 1586, alla presenza del Vicerè di Sicilia de Guzman, fu
posta la prima pietra della Domus Studiorum, il Collegio della
Compagnia di Gesù. Dopo oltre quattro secoli l'importante
edificio, compreso tra la via Collegio del Giusino e corso Vittorio
Emanuele, , è ancora presente e comprende anche parte del
monastero di Sant'Agata alla Guilla, tranne la sua chiesa dedicata
a Santa Maria della Grotta, volutamente sacrificata all'inizio del XX
secolo per realizzare l'ingresso della Biblioteca.
Dal 1860 sono ospitate nei suoi locali: la BIBLIOTECA CENTRALE
DELLA REGIONE SICILIANA, erede della Regia Biblioteca,
il Liceo Classico Statale Vittorio Emanuele II, il "primo" dell'Italia
unita, il Convitto Nazionale Giovanni Falcone, già anch'esso
dedicato al sovrano sabaudo. Durante la II Guerra mondiale la
Biblioteca fu pesantemente bombardata, e temporaneamente
trasferita al palazzo Mazzarino in via Maqueda. Conclusi i lavori di
restauro del Collegio Massimo, nel 1948 la Biblioteca ritornò nella
sua sede originaria, ed in quella occasione fu scoperta una lapide
commemorativa. I lavori di adattamento continuarono anche
dopo quella data, con la costruzione di una torre libraria, alta ben
26 metri, nell’antica chiesa sconsacrata di S. Maria della Grotta.
Biblioteca Centrale della Regione Siciliana ex chiesa di S. Maria della Grotta
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
A pochi passi dal corso Vittorio Emanuele, in via
dell’Incoronazione, attigua alla piazza chiamata
“Settangeli” (nome che deriva da un antico monastero oggi non
più esistente), dove si ammirano le parti esterne delle absidi della
Cattedrale, e dove è venuta alla luce una testimonianza di una
casa romana, troviamo il SEMINARIO ARCIVESCOVILE con l’attigua
CHIESA DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO.
Costruito dall’Arcivescovo Simone Bologna, nel 1512 ospitò le
monache professe del monastero di S. Chiara, che prendendo
possesso del nuovo monastero, vi costruirono la chiesa dedicata a
S. Maria di Monte Oliveto, che da allora cominciò a chiamarsi
“Badia Nuova”. La cappella di S. Maria di Monte Oliveto, all’inizio
molto piccola, tra il 1620 e il 1623 fu ampliata su progetto
attribuito a Mariano Smiriglio. La chiesa ha la facciata orientata
ad est e, sulla facciata, ornata con marmi bigi, spicca sopra il
portale una statua di Maria Vergine. Le monache vi rimasero fino
al 1860, quando, in seguito all’annessione della Sicilia all’Italia,
tutti gli ordini furono aboliti e i loro beni confiscati dallo Stato.
Adibito a diversi usi, divenne la nuova sede del Seminario nel
1946, ed intitolato a San Mamiliano per volere del cardinale
Ernesto Ruffini.
Ritornando sui nostri passi, si apre davanti a noi il Piano della
Cattedrale, un vasto piano balaustrato, voluto dall'arcivescovo
Simone di Bologna, nel 1452, teatro nei secoli passati di grandi
eventi di carattere prettamente religioso. La nostra attenzione
viene attratta dalla possente e scenografica mole della
CATTEDRALE. La storia di questo magnifico edificio è lunga e
complessa. Qui sorgeva una chiesa bizantina, trasformata dagli
Arabi in moschea.
Chiesa di S. Maria di Monte Oliveto
Il Piano della Cattedrale
arcate, in stile gotico-catalano. Il portico è un’opera di rara
bellezza, per la composizione architettonica, gli intagli e le
decorazioni. Il prospetto a tre arcate con sesto acuto, arricchite
da una cornice a spirale, è chiuso lateralmente da due pilastri e
sormontato da un timpano triangolare meravigliosamente
decorato. Il portale, splendidamente intagliato, è del l426, opera
di Antonio Gambara.
L’ interno della cattedrale è frutto dei rimaneggiamenti successivi,
approntati tra il 1781 e il 1801 per il riadeguamento secondo il
gusto dell’epoca, affidato all'architetto fiorentino Ferdinando
Fuga, che conferirono all'interno della chiesa l'attuale aspetto
neoclassico che ha deturpato l’antico assetto. Nello stesso tempo,
con la collaborazione dell'Attinelli e del Marvuglia, fu realizzata la
grandiosa cupola che emerge prepotentemente dal corpo
dell'edificio.
Entrando dal portico, a sinistra, si trovano le tombe reali: i
sarcofagi di Federico II (esplorato di recente, con sonde ottiche),
Ruggero II, Enrico VI e Costanza d'Altavilla.
L'arcivescovo Walter of the Mill detto Gualtiero Offamilio, ministro
di Guglielmo II, vi promosse la costruzione della Cattedrale tra
1184 e il 1185; l'edificio subì numerose aggiunte e trasformazioni:
fra il Trecento e il Quattrocento furono costruiti gli ordini superiori
delle torri angolari (delle quali rimane oggi solo quella sinistra) e,
nel 1453, fu aggiunto il bellissimo portico meridionale, a tre
Cattedrale
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Torre Campanaria della Cattedrale
Fra le sculture, primeggiano il fonte
battesimale dei fratelli Pennino e le
statue del Laurana, quali la Madonna
Libera dagli Inferni, e quelle del Gagini.
Molto interessanti sono gli oggetti in
mostra nella sala del tesoro: calici,
paramenti, ostensori, e la famosa
corona di Costanza.
Usciti dalla Cattedrale, sempre in via
Matteo Bonello troviamo il PALAZZO
ARCIVESCOVILE con annesso
MUSEO DIOCESANO.
L’attuale palazzo Arcivescovile fu voluto
dall’arcivescovo Simone da Bologna in
sostituzione dell’antico edificio, che era
sito nell’attuale ex convento della Badia
Nuova, alle spalle della Cattedrale.
L’edificio, completato nel 1460, si
addossa al torrione medievale della
Cattedrale e si distingue per l’elegante
ricamo della trifora gotico-flamboyant e
per il portale “durazzesco” di
ascendenza napoletana, ove è scolpito
lo stemma del fondatore. Nel XVI
secolo l’edificio assume forme più
imponenti includendovi anche il
Seminario Arcivescovile sull’attuale
corso Vittorio Emanuele (oggi sede
della Facoltà Teologica di Sicilia).
Nel XX secolo l’edificio è stato adibito
anche a sede degli uffici della Curia e,
per disposizione del cardinale
arcivescovo Salvatore Pappalardo
(1970-1996), la parte su via Matteo
Bonello è stata destinata a sede del
Museo Diocesano, ricco di splendide
opere che vanno dall’ età normanna e
sveva al secolo XVIII, testimoni del
percorso dell’arte sacra siciliana,
pregna di influenze toscane e spagnole.
Tra le opere, tutte di particolare
interesse, spiccano le antichissime
tavolette medievali della “Madonna
della Perla” e della “Madonna della
Spersa”, l’Epistolario, opere marmoree
del Gagini, nonché molti ornamenti
sacri in pietre preziose, maioliche ed un
paliotto d’altare in argento del XVIII
secolo.
Continuando su via Matteo Bonello, a
destra incontriamo la LOGGIA
DELL'INCORONAZIONE, e la CHIESA
DELL’INCORONATA.
L’edificio è composto da una cappella e
da un portico che anticamente era
annessa all'antica cattedrale, prima
che questa fosse riedificata
dall'Arcivescovo Gualtiero Offamilio.
Palazzo Arcivescovile e Museo Diocesano
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Loggia dell’Incoronazione e Chiesa dell’Incoronata
posò il capo di S. Cristina, quando da Castelsupino fu
trasportato in Palermo”.
L’edificio costruito in tufo è a pianta centrica, di forma
quadrata a croce greca; nel complesso, ha una forma di
un grande cubo.
Oggi parte della chiesa è inglobata da costruzioni
adiacenti e solo una delle aperture, ad arco acuto e
doppia ghiera, che sorgeva sui quattro lati della Chiesa, è
rimasta nella sua forma originaria, benché sia stata
murata. Le altre aperture non sono più visibili. L’unico
ingresso oggi fruibile è sul lato meridionale dell’edificio e
fu ristrutturato con la facciata nel 1500. Particolare
inedito di questa chiesa rispetto agli analoghi edifici coevi
di Palermo, è la mancanza di una cupola soprastante,
tipica dello stile arabo-normanno. Secondo il Bellafiore,
ciò si spiega pensando che l’edificio fosse stato costruito
inizialmente come primo ordine di una torre di
avvistamento. La chiesa è visitabile su richiesta.
Sempre presso il cortile dei pellegrini, alla fine del XVI secolo fu
edificato l’Oratorio dei Pellegrini, con annesso ospizio dei
pellegrini, oggi non più esistente. I confrati, detti “i rossi” per via
dell’abito che indossavano, ospitavano i pellegrini per tre giorni, e
curavano il seppellimento dei morti del quartiere.
La La cappella ad unica navata monoabsidata costituì, insieme
con il portico, (trasformato in loggiato) nei secoli successivi, il
luogo dal quale i re si mostravano al popolo dopo l'incoronazione
e per riceverne le ovazioni. E’ tutt’oggi visibile il Cinquecentesco
loggiato e le finestre dell’adiacente cappella. In fondo al cortile dei Pellegrini, presso la Loggia
dell’Incoronazione, si trova una delle più antiche chiese di
Palermo, la CHIESA DI S. CRISTINA LA VETERE, costruita
sembra tra il 1171 e il 1174 per volere
dell’Arcivescovo Gualtiero Offamilio, “in quel luogo appunto ove
Chiesa di S. Cristina la Vetere
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Riprendendo la passeggiata, si può dare
uno sguardo ai banchi fissi del MERCATO
DELLE PULCI, noto mercatino della città.
Organizzato con baracche in lamiera,
appare come una mostra permanente
dell'antiquariato italiano e in particolare
di quello siciliano, dove si possono
trovare oggetti antichi, mobili vecchi e
curiosità varie, fra cui sempre più
frequenti oggetti di modernariato degli
anni sessanta e settanta. Le botteghe
sono aperte i giorni feriali fino al
tramonto. Il mercato si apre di fronte la
piazza del Papireto, che anticamente
costituiva uno dei laghetti con
prospicienti dei papiri, che esistevano
lungo il fiume Papireto
La strada che partendo dalla Via Matteo
Bonello giunge al Tribunale di Palermo è
la Via Papireto.
Via PapiretoVia PapiretoVia Papireto
La via prende il nome dal
fiume Papireto, che scorreva, alimentato
dalla sorgente dei Danisinni e da
numerose polle, lungo la depressione
naturale estesa per tre chilometri dai
Dainisinni a Piazza S. Onofrio, via
Mercato delle Pulci
Venezia e piazza Caracciolo, dove fino al
XVI sec. penetrava il vecchio porto.
Ibn Hawqal, nell'anno 977, così ci
descrive il Papireto (che nelle attuali
piazza Peranni e Papireto assumeva
l’aspetto di un lago): “… fiancheggiato di
vasti terreni paludosi, i quali dove
producono canna persiana, dove fanno
degli stagni, dove dan luogo a buone aie
di zucche. Quivi stendesi anche una
fondura tutta coperta di papiro, ch'è
proprio la pianta di cui si fabbricano i
rotoli di foglio da scrivere. Io non so che
il papiro d'Egitto abbia su la faccia della
terra altro compagno che questo di
Sicilia ”.
La legenda narra che il fiume fosse la
diretta prosecuzione del Nilo, ciò per
argomentare la presenza di coccodrilli, di
cui uno rinvenuto al mercato delle pulci
e conservato all’ex Convento delle
Artigianelle di piazza Kalsa.
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Via Papireto
Al civico 18 di via Papireto si trova la sede dell’ACCADEMIA
DELLE BELLE ARTI, PALAZZO FERNADEZ .
L’imponente costruzione in poderosi conci di calcarenite, costruita
alla fine del XIX secolo, mostra un prospetto serio e maestoso a
tre piani, di cui l’ultimo evidenziato da un forte marcapiano e
tripartito da un corpo centrale aggettante. L’edificio si presenta
oggi rinnovato, a seguito di un accorto lavoro di restauro; il
progetto di riuso prevede la sede del Museo dell’Accademia, con
le collezioni permanenti della Gipsoteca e Pinacoteca e altre sale
per esposizioni temporanee, biblioteca e sala multimediale, ed
un’ampia e attrezzata sala conferenze. Potrà diventare una
struttura a servizio degli studenti dell’Accademia, aperta alla città
ed al territorio.
La direzione, la presidenza e gli uffici amministrativi
dell’Accademia si trovano presso PALAZZO MOLINELLI DI
SANTA ROSALIA. Edificato alla fine del XVI secolo nella Piana
del Papireto, ricade su un’area inizialmente acquitrinosa
(conosciuta anche come Palude “del buon riposo”) che fu
definitivamente prosciugata ad opera del pretore Andrea Salazar
negli anni 1590-91. Il palazzo, è conosciuto come Molinelli di
Santa Rosalia, poichè divenne nel 1788 di proprietà di Giulio
Molinelli e Reggio, principe di Santa Rosalia. La facciata su piazza
Papireto, di impianto simmetrico, è caratterizzata dall’ampio
portale manierista dal forte bugnato, sormontato dall’ordine di
finestroni di stile plateresco incorniciati da eleganti lesene, con
frontoni interrotti da volute sottilmente delineate. Nel XVIII
secolo il palazzo viene rimodernato e ai poggioli dei balconi si
sostituiscono parapetti in ferro e ai soffitti lignei cinquecenteschi
con le volte riccamente decorate dei saloni principali.
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Accademia delle Belle Arti, Palazzo Fernandez Accademia delle Belle Arti, Palazzo Molinelli di Santa Rosalia
Il cortile interno, a tre ordini di arcate
ribassate, ha subito pesanti interventi di
ristrutturazione. Attualmente nel palazzo
si svolgono gran parte delle lezioni dei
corsi dell’Accademia.
Continuando sempre in via Papireto, su
via Cappuccinelle troviamo il MONASTERO
DI CLAUSURA DELLE CAPPUCCINELLE
con l’annessa chiesa, costruiti nel 1750.
Durante i lavori di scavo per le
fondamenta vennero alla luce un tratto
delle gallerie dell’antica catacomba.
Spostandoci più avanti arriviamo in piazza
Guccia.
Sul CORSO ALBERTO AMEDEO, strada che
riprende il tracciato dell’antico fossato
delle mura cinquecentesche, è visibile il
BASTIONE DELLA BALATA O DEL PAPIRETO,
realizzato nel 1536-37. Il toponimo nel
corso dei secoli e cambiato numerose
volte. Da una mappa del 1571 sappiamo
che fu chiamato di San Jacopo e dal
Villabianca, porta d’Ossuna o della Balata.
Il toponimo attuale di Guccia deriva
dall’omonimo palazzo ottocentesco che vi
è stato sopra edificato e che faceva parte
assieme al bastione di S. Giacomo, a
quello del Palazzo Reale e al non più
Bastione della Balata o del Papireto
esistente bastione d’Aragona, del sistema
murario cinquecentesco occidentale.
Il Bastione ha la forma pentagonale alto
tra i sei e gli otto metri. Sopra vi fu eretto,
appunto, il Palazzo del Marchese Guccia
con un giardino pensile della fine del XVIII
secolo. Al palazzo si accede dal vicolo
Guccia ad angolo della via Papireto a
confine col convento delle Cappuccinelle.
Lasciamo piazza Guccia e ci immettiamo
in via Mura di Porta Carini. Una breve
digressione per via del Noviziato,
costeggiando le costruzioni della nuova
Procura, ci porterà alla CHIESA
PARROCCHIALE DI S. STANISLAO
KOSTKA.
Fu edificata nel 1607 come cappella
annessa alla casa conventuale per il
noviziato dei gesuiti. Il convento andò
distrutto durante i moti insurrezionali del
1848. La chiesa, ad unica navata, è
decorata internamente a stucco con
bibliche figure allegoriche.
Dipinti del XVII e del XVIII secolo
ornano le cappelle. Di notevole interesse
è la statua di S. Stanislao ed il Crocifisso
ligneo. In questa Chiesa è nata la
devozione alla Madonna del Lume.
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Monastero delle Cappuccinelle
si è tradotto nel 2002 in opera realizzata e funzionante. Il nuovo complesso architettonico sorge alle spalle del vecchio
Palazzo di Giustizia, ai margini dell’antico quartiere del Capo, in
un’area distrutta dalla guerra e dal terremoto, con una serie di
corpi di fabbrica di contenute dimensioni che ripropongono
l’antica morfologia del quartiere, con le sue strade e le sue
piazze che la gente può percorrere senza interferire con le
attività ospitate nei nuovi edifici. Si è in tal modo ricostituito un
pezzo di città storica dando vita ad una vera e propria cittadella
giudiziaria integrata con il quartiere circostante.
Attraverso un concorso sono state acquisite e installate
all’esterno e all’interno degli edifici alcune opere d’arte che
costituiscono una vera e propria collezione d’arte
contemporanea aperta all’intera cittadinanza.
Continuando in via Giovan Battista Pagano, a destra ed a
sinistra troviamo il PALAZZO DI GIUSTIZIA, costruito in
epoca fascista, e il palazzo della NUOVA PRETURA DI PALERMO
che è uno dei rari casi in Italia in cui il concorso di progettazione
Palazzo di Giustizia
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
Nuova Pretura
Bellafiore Giuseppe, Palermo. Guida della città e dei
dintorni, Edizioni Bes, Palermo 1978.
Bellafiore Giuseppe, architettura in Sicilia nelle età islamica
e normanna 827-1194, Arnaldo Lombardi, Milano 1990.
Bellafiore Giuseppe, architettura in Sicilia (1415-1535),
Italia Nostra, Palermo 1984.
Boscarino Salvatore, Sicilia Barocca, architettura e città
1610-1760, Officina, Roma 1981.
Calandra Eliana, Breve storia dell’architettura in Sicilia,
Laterza Edizioni, Bari 1938.
Chirco Adriana, Palermo la città ritrovata, venti itinerari
entro le mura, Dario Flaccovio Editore, Palermo 1997.
Chirco Adriana, Palermo tremila anni tra storia e arte,
Dario Flaccovio Editore, Palermo 1992.
De Seta Cesare, Spadaio M. Antonietta, Troisi Sergio,
Palermo città d’arte, Edizione Ariete, Palermo, 1998
La Duca Rosario, Alla scoperta della tua città. Palermo ieri
e oggi, EDRISI, Palermo 1979.
La Duca Rosario, Palermo ieri e oggi il territorio e i
quartieri, Sigma, Palermo 1990.
Lima Antonietta Iolanda, Palermo. Struttura e dinamiche,
Universale di Architettura, collana diretta da Bruno Zevi,
Torino 1997.
Valdini Guido, Palermo, Supplemento di Palermo
Magazine, Giugno-Agosto 2004, Officine Grafiche Riunite.
OPUSCOLI E MAPPE:
MEDOCC, Regione Siciliana, Città di Palermo, Itinerari
Serpottiani, Arti grafiche Giordano, Palermo 2001.
Provincia di Palermo, Lombardo Girolamo, Palermo carta
monumentale, AAPIT Palermo, III edizione 2000.
SITI INTERNET:
www.grifasi-sicilia.com
www. Sisilyland.it
www.palermomania.it
www.cattedrale.palermo.it
www.pietroales.it
www.it.wikipedia.org/wiki/Palermo
www.amopalermo.com
www.palermoweb.com
www.ilportaledelsud.org
ITINERARIO CAPO CATTEDRALE
BibliografiaBibliografiaBibliografia
Testi ed elaborazioni grafiche: C. F. Greco, C. Taormina Contributo ricerche: J. Boscarino, C. Fucarino, A. Poerio Fotografie: Ufficio Stampa Comune di Palermo, C. Adragna, A. Pitarresi, A. Scafidi