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RITAE DICATUM Noziario della Parrocchia-Santuario Santa Rita di Milano QUALSIASI COSA VI DICA, FATELA! A Cana di Galilea, poco distante da Na- zareth, Gesù inizia la missione affidata- gli dal Padre. È invitato a un pranzo di nozze insieme a sua madre e i suoi amici e viene a mancare il vino. Maria fa presente a Gesù che non hanno più vino e Gesù sembra tergiversare, ma alla sua insi- stenza compie uno dei primi segni: l’ac- qua tramutata in vino buono. Questo passo del Vangelo rivela che cosa Gesù pensa della vita: qualsiasi aspetto di essa, anche il più banale co- me un pranzo di nozze, è degno del suo intervento. L’ultima frase “e i suoi discepoli credet- tero in lui” può lasciarci perplessi: ma non avevano già creduto? Che significa allora quella nota dell’evangelista? Si- gnifica che la certezza della fede non ci viene per aver creduto la prima volta ma cresce in noi da una familiarità nel tempo con Gesù. 20 GENNAIO 2019 II DOPO L’EPIFANIA 3

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RITAEDICATUM Notiziario della Parrocchia-Santuario Santa Rita di Milano

QUALSIASI COSA VI DICA, FATELA!

A Cana di Galilea, poco distante da Na-zareth, Gesù inizia la missione affidata-gli dal Padre. È invitato a un pranzo di nozze insieme a sua madre e i suoi amici e viene a mancare il vino. Maria fa presente a Gesù che non hanno più vino e Gesù sembra tergiversare, ma alla sua insi-stenza compie uno dei primi segni: l’ac-qua tramutata in vino buono. Questo passo del Vangelo rivela che cosa Gesù pensa della vita: qualsiasi aspetto di essa, anche il più banale co-me un pranzo di nozze, è degno del suo intervento. L’ultima frase “e i suoi discepoli credet-tero in lui” può lasciarci perplessi: ma non avevano già creduto? Che significa allora quella nota dell’evangelista? Si-gnifica che la certezza della fede non ci viene per aver creduto la prima volta ma cresce in noi da una familiarità nel tempo con Gesù.

20 GENNAIO 2019 II DOPO L’EPIFANIA

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L’ANNO GIUBILARE: LA VITA IN CRISTO

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Un’assidua lettrice di RITAE DICATUM ci scrive:

Cosa si intende oggi per peccato? Se diciamo le preghiere, santifichiamo con la messa le feste, ci comportiamo bene con gli altri, riusciamo a non commettere peccato? Basta solo questo? Lui si “accontenta” o conoscendo i miei talenti vuole qualcosa di più da me? E se i miei peccati possono essere veniali (a catechismo me li facevano distinguere) quale colpa non riesco a cancellare con la confessione? Solo i peccati gravi?

Il Padre Redattore risponde:

Il peccato ha un solo significato, quello della parola stessa che bisogna però capire. La parola "peccato" che conosciamo, è una parola latina che deriva da peccatum, che signifi-ca: "infrazione di una regola stabilita dalla comunità", e se una persona infrange questa regola deve pagare la penitenziam, che in latino si chiama "la multa". In realtà questo è un errore di traduzione. Ormai, quindi, ognuno di noi è convinto che il pec-cato sia il peccatum latino, ma in realtà non è così. La parola greca amartia ha un significato completamente diverso e vuol dire: "tirando con l'arco, non fare centro". E questo lo diciamo anche noi: se ci viene presentato un bellissimo oggetto di cristallo e questo inavvertitamente ci cade a terra, noi gridiamo: “peccato!”. Il pec-cato è il “di meno” rispetto al “di più”. Veniamo alla vita cristiana: se Cristo ci ha dato la possibilità del centuplo - ‘non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto... ‘ (Mc 10,29) - cioè di vivere la vita cento volte più intensamente e di gustarla cento volte di più, il peccato sarà accontentarsi del di meno. Non per niente il peccato è sempre associato al diavo-lo, a Satana che ne è l’ispiratore. Nel linguaggio biblico il diavolo è identificato con il numero 6, mentre la totalità, la pienezza della vita che si può avere con Cristo, con il numero 7. Per-ché? Perché 6 significa 7 meno 1; peccare significa quindi decidersi per il meno invece che per il più. Allora, dire le preghiere, andare a Messa e comportarsi bene ci sta, ma non basta. Anche il giovane ricco osservava i comandamenti, ma non era sufficiente: la vita chiede il centuplo. Peccare significherà allora solo non volere quel centuplo, quel di più. E il centuplo non lo vuole Cristo da noi, non ce lo impone, ma lo propone a noi, alla nostra libertà, se vogliamo vivere la vita in pienezza. Da qui si comincia a capire anche la colpa, che non è infrangere una legge, ma venir meno, non volere quel di più di vita che invece la vita stessa chiede e che solo Cristo può darci. Il peccato originale non è forse stato questo? Adamo ed Eva vivevano il loro rapporto con Dio in piena armonia tra loro e con tutto ciò che li circondava, tanto che la Bibbia dice che erano nudi e non ne provavano vergogna. Ad un certo punto si insinua in loro un sospetto, ispirato da Satana: “e se fossimo felici e in armonia senza Dio?”. E così cedono e si lasciano inganna-re da Satana. Ma quale è stata la conseguenza? Adamo deve nascondersi perché ha paura di tutto, persino della sua nudità e tutti e due sono costretti a coprirsi con delle foglie di fico. Il peccato ci illude di darci più gioia e pienezza nella vita mentre ci da solo paura. Ecco la colpa ed ecco anche la pena. E la pena più grande del peccato è stata ed è la morte perché se Dio è la mia vita, non volere lui è volere la morte. Il sacramento della Confessione ci rimette la colpa, ogni colpa, ma non la pena. Cristo però nella sua infinita misericordia può concederci anche la remissione della pena.

QUALCHE DOMANDA...

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AVVISI 13-20 gennaio

CI SONO GLI AVVISI DEL TUO GRUPPO? OGNI REALTÀ DELLA PARROCCHIA È INVITATA A RACCONTARCI INIZIATIVE E

COMUNICARCI ATTIVITÀ SCRIVENDO A: [email protected]

Domenica 27 gennaio Giubileo delle famiglie

La Messa delle 11,30 sarà dedicata a tutte le famiglie, con un’attenzione par-ticolare alle famiglie dei bambini battezzati recentemente e ai giovani sposi Dopo la messa festeggeremo insieme il “Giubileo familiare” in sala S. Rita con un pranzo condiviso: ogni famiglia può portare da qualcosa da mangiare e da bere. Per agevolare chi allestirà il buffet, le pietanze potranno essere conse-gnate in sala S. Rita a partire dalla 10,15

Venerdì: ore 19-20 in oratorio incontro del gruppo preadolescenti