RISPOSTE FISIOLOGICHE E RIPETIBILITÀ DEI SUPER...

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28 LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO E B di Carlo Castagna 1,2 , Marco Giovannelli 2,3 , Vincenzo Manzi 3,4 RISPOSTE FISIOLOGICHE E RIPETIBILITÀ DEI SUPER SMALL-SIDED GAMES: 5V5 INTRODUZIONE La moderna metodologia dell’allenamento applicata al calcio ha inserito tra le attività utili per il condizionamento fisico l’uso delle esercitazioni di gioco a ranghi ridotti, nella letteratura internazionale chiamati Small- Sided Games (SSG) (Hill-Haas, Dawson, Impellizzeri, & Coutts, 2011). Con queste esercitazioni generalmente si persegue l’obiettivo di condizio- nare fisiologicamente il calciatore inducendo adattamenti in condizioni di esercizio prossime a quelle riscontrabili nella partita (Stølen, Chamari, Castagna, & Wisløff, 2005). Gli SSG pertanto risultano passibili di caratte- rizzazioni pratiche le cui variazioni dipendono dagli obiettivi program- matici dell’allenatore (strutturazione di costrutto) (Impellizzeri & Marcora, 2009). Queste solitamente variano nello spettro delle esigenze condizio- nali e tecnico-tattiche della squadra (Hill-Haas, et al., 2011; Rampinini et al., 2007). Dal punto di vista pratico questi orientamenti contestuali pos- sono essere perseguiti variando il numero di giocatori coinvolti, le regole di gioco, dalla partecipazione o meno dell’allenatore alle esercitazioni o dalle dimensioni del campo. Quest’ultima variabile riveste una notevole importanza per la definizione del costrutto operativo e si è dimostrata altamente influenzante l’esito globale degli SSG (Hill-Haas, et al., 2011; Rampinini, et al., 2007). In generale l’intensità di gioco risulta inversa- mente proporzionale al numero di giocatori coinvolti e in queste condi- zioni direttamente proporzionale alle dimensioni della superficie di allenamento con la palla. Infatti Rampinini e coll. (2007) hanno dimo- strato che a parità di estensione della superficie di gioco, una riduzione del numero di giocatori determina un significativo aumento della con- centrazione post-esercitazione del lattato ematico e della frequenza car- diaca media relativa, nonché della percezione soggettiva dello sforzo. Gli stessi autori hanno verificato lo stesso effetto nel caso di aumento della superficie di gioco mantenendo il numero di giocatori coinvolti (Rampinini, et al., 2007). Questi dati confermano l’importante effetto della densità di gioco (rapporto calciatore superficie) sulla fisiologia del calciatore e ne suggeriscono un attento vaglio al fine di indurre le richie- ste sollecitazioni con le scelte esercitazioni. Nella letteratura internazio- nale sono state studiate densità che vanno dai 90 ai 210 m 2 ma purtroppo non in maniera sistematica (Hill-Haas, et al., 2011). Inoltre non sono state prese in considerazione densità di gioco specifiche che preve- dono una densità di 300m 2 . Queste densità risultano interessanti in quanto proprie del gioco reale e potenzialmente in grado di aumentare la mobilità dei calciatori che devono insistere su simili estensioni nel corso della partita (Hill-Haas, et al., 2011; Rampinini, et al., 2007). In pra- tica orientandosi verso queste estensioni si privilegerebbe l’aspetto con- dizionale del calciatore facendolo insistere su quadrature proprie del gioco e questo indipendentemente dal suo ruolo. Il suo coinvolgimento nel gioco rimanendo elevato e proporzionale al numero di giocatori con- siderato e realizzato in un contesto di elevata traslocazione spaziale (Hill- Haas, et al., 2011). La prestazione di gioco di élite si è dimostrata altamente variabile special- mente nelle categorie arbitrarie comprese nel costrutto dell’alta intensità (Di Salvo, Gregson, Atkinson, Tordoff, & Drust, 2009; Gregson, Drust, At- kinson, & Salvo, 2010). Questa elevata variabilità (18-33%) rende la ricerca di possibili relazioni tra attività di gioco e le potenziali variabili causali al- quanto incerta. Possibili determinanti di questa variabilità da partita a 1) Laboratorio di Metodologia dell’allenamento e Biomeccanica applicata al calcio del Settore Tecnico FIGC 2) Scuola Regionale dello Sport del CONI Marche, Ancona 3) Preparatore atletico Figc, Fermignano Calcio 4) Ente Spaziale Italiano, Roma FIGC 28-32 labor metodologia Castagna.qxd:Layout 1 17/07/14 16:36 Page 16

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LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO E B

di Carlo Castagna1,2, Marco Giovannelli2,3, Vincenzo Manzi3,4

RISPOSTE FISIOLOGICHE E RIPETIBILITÀ DEI SUPER SMALL-SIDED GAMES: 5V5

INTRODUZIONE

La moderna metodologia dell’allenamento applicata al calcio ha inserito

tra le attività utili per il condizionamento fisico l’uso delle esercitazioni di

gioco a ranghi ridotti, nella letteratura internazionale chiamati Small-

Sided Games (SSG) (Hill-Haas, Dawson, Impellizzeri, & Coutts, 2011). Con

queste esercitazioni generalmente si persegue l’obiettivo di condizio-

nare fisiologicamente il calciatore inducendo adattamenti in condizioni

di esercizio prossime a quelle riscontrabili nella partita (Stølen, Chamari,

Castagna, & Wisløff, 2005). Gli SSG pertanto risultano passibili di caratte-

rizzazioni pratiche le cui variazioni dipendono dagli obiettivi program-

matici dell’allenatore (strutturazione di costrutto) (Impellizzeri & Marcora,

2009). Queste solitamente variano nello spettro delle esigenze condizio-

nali e tecnico-tattiche della squadra (Hill-Haas, et al., 2011; Rampinini et

al., 2007). Dal punto di vista pratico questi orientamenti contestuali pos-

sono essere perseguiti variando il numero di giocatori coinvolti, le regole

di gioco, dalla partecipazione o meno dell’allenatore alle esercitazioni o

dalle dimensioni del campo. Quest’ultima variabile riveste una notevole

importanza per la definizione del costrutto operativo e si è dimostrata

altamente influenzante l’esito globale degli SSG (Hill-Haas, et al., 2011;

Rampinini, et al., 2007). In generale l’intensità di gioco risulta inversa-

mente proporzionale al numero di giocatori coinvolti e in queste condi-

zioni direttamente proporzionale alle dimensioni della superficie di

allenamento con la palla. Infatti Rampinini e coll. (2007) hanno dimo-

strato che a parità di estensione della superficie di gioco, una riduzione

del numero di giocatori determina un significativo aumento della con-

centrazione post-esercitazione del lattato ematico e della frequenza car-

diaca media relativa, nonché della percezione soggettiva dello sforzo.

Gli stessi autori hanno verificato lo stesso effetto nel caso di aumento

della superficie di gioco mantenendo il numero di giocatori coinvolti

(Rampinini, et al., 2007). Questi dati confermano l’importante effetto

della densità di gioco (rapporto calciatore superficie) sulla fisiologia del

calciatore e ne suggeriscono un attento vaglio al fine di indurre le richie-

ste sollecitazioni con le scelte esercitazioni. Nella letteratura internazio-

nale sono state studiate densità che vanno dai 90 ai 210 m2 ma

purtroppo non in maniera sistematica (Hill-Haas, et al., 2011). Inoltre non

sono state prese in considerazione densità di gioco specifiche che preve-

dono una densità di 300m2. Queste densità risultano interessanti in

quanto proprie del gioco reale e potenzialmente in grado di aumentare

la mobilità dei calciatori che devono insistere su simili estensioni nel

corso della partita (Hill-Haas, et al., 2011; Rampinini, et al., 2007). In pra-

tica orientandosi verso queste estensioni si privilegerebbe l’aspetto con-

dizionale del calciatore facendolo insistere su quadrature proprie del

gioco e questo indipendentemente dal suo ruolo. Il suo coinvolgimento

nel gioco rimanendo elevato e proporzionale al numero di giocatori con-

siderato e realizzato in un contesto di elevata traslocazione spaziale (Hill-

Haas, et al., 2011).

La prestazione di gioco di élite si è dimostrata altamente variabile special-

mente nelle categorie arbitrarie comprese nel costrutto dell’alta intensità

(Di Salvo, Gregson, Atkinson, Tordoff, & Drust, 2009; Gregson, Drust, At-

kinson, & Salvo, 2010). Questa elevata variabilità (18-33%) rende la ricerca

di possibili relazioni tra attività di gioco e le potenziali variabili causali al-

quanto incerta. Possibili determinanti di questa variabilità da partita a

1) Laboratorio di Metodologia dell’allenamento e Biomeccanica applicata al calcio delSettore Tecnico FIGC2) Scuola Regionale dello Sport del CONI Marche, Ancona3) Preparatore atletico Figc, Fermignano Calcio4) Ente Spaziale Italiano, Roma

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partita sono il livello degli avversari e i costrutti tattici utilizzati nei vari

contesti i quali, è stato dimostrato, influenzano il comportamento pre-

stativo dei comparti (Bradley, Carling, et al., 2011; Bradley, Di Mascio,

Peart, Olsen, & Sheldon, 2010). Infatti le differenze e le variabilità dell’at-

tività dei comparti viene spesso a essere influenzata più dai temi tecnico-

tattici che da limitazioni dovuti alla condizione fisiologica dei giocatori

(Bradley, Carling, et al., 2011; Bradley, Di Mascio, Bangsbo, & Krustrup,

2012; Bradley, et al., 2010; Bradley, Mohr, et al., 2011). Date queste risul-

tanze l’analisi della partita nonché l’esame delle attività con la palla sono

alquanto incerte e potenzialmente fuorvianti se non attentamente va-

gliate da un approccio statistico di tipo clinico. In questo contesto risul-

terebbero di rilevante interesse pratico esercitazioni che limitando la

variabilità inter-soggetto (buona ripetibilità relativa) possano essere an-

noverate nel normale processo di allenamento per verificare in maniera

integrata gli aspetti condizionali e tecnico-tattici dei calciatori. Questo

costituendo un paradigma di valutazione (test integrato) utile per realiz-

zare un profilo prestativo specifico della squadra (performance model-

ling) (Wallace, Slattery, & Coutts, 2014).

La natura degli SSG non prevede come base la distinzione per ruoli e se-

lettive sollecitazioni possono essere indotte variando le regole dell’eser-

citazione; questo imponendo o meno a ciascuno degli attori del gioco

una attiva partecipazione alle manovre tecnico-tattiche (Hill-Haas, et al.,

2011; Rampinini, et al., 2007). Questa condizione rende gli SSG un mezzo

utile per imporre richieste fisiologiche e biomeccaniche avulse dalle co-

strizioni tecniche tattiche di comparto solitamente riscontrabili in partita

(Bradley, Carling, et al., 2011). Promuovendo la partecipazione di gioco

gli SSG si propongono come mezzo utile per il condizionamento fisico

del giocatore questo riducendo la variabilità inter-soggetto solitamente

rilevata nelle partite e attribuibile in parte alla ruolo. I primi a dimostrare

l’efficacia dell’uso degli SSG per il condizionamento fisico dei calciatori

sono stati Impellizzeri e coll. (2006) scegliendo esercitazioni in grado di in-

durre una intensità media di gioco pari al 90-95% della frequenza car-

diaca massima individuale. I praticamente rilevanti miglioramenti della

funzionalità aerobica osservati sono stati ruolo di gioco indipendenti e

ottenuti in tempo brevi (Impellizzeri, et al., 2006).

Nonostante la provata efficacia degli SSG per il condizionamento fisiolo-

gico del calciatore al momento non sono disponibili studi che abbiano

esaminato in maniera sistematica versioni di queste esercitazioni utiliz-

zando estensioni spaziali pari a quelle medie di gioco (300m2). Informa-

zioni sul carico interno e esterno imposto da queste esercitazioni risultano

di estremo interesse per la preparazione fisica applicata al calcio.

Lo scopo di questo studio è stato quindi quello di esaminare la ripetibi-

lità (sia relativa che assoluta) di una esercitazione di 5v5 con portiere per

una densità di gioco pari a 300m2. Data la rilevanza dello spazio di gioco

rispetto alle classiche previste per i giochi a ranghi ridotti, la esercitazione

in oggetto è stata definita come Super Small-Sided Game 5v5 (S-SSG 5v5).

Quale ipotesi di lavoro è stata assunta una buona ripetibilità della eser-

citazione nelle condizioni imposte e una sollecitazione fisiologica utile

per lo sviluppo delle prerogative funzionali del calciatore indipendente-

mente dal ruolo di gioco.

METODI

Alla sperimentazione hanno partecipato 19 calciatori della categoria ju-

niores (età: 17.3±1.2 anni; peso: 66.4±9.3 Kg; altezza: 1.75±0.1 m, Yo-Yo In-

termittent Recovery Test Livello 1, 2133±367m) della società ASD

Fermignano Calcio i quali hanno svolto per due sedute consecutive a di-

stanza di 7 giorni (rispettivamente T1 e T2) due serie di S-SSG 5v5 suddi-

vise in due frazioni di gioco ciascuna di 5 minuti (5minuti di recupero

passivo tra le prove). L’attività di gioco (carico esterno) nelle corso del S-

SSG è stata rilevata mediante uso di 20 GPS (K-Sport, Montellabate, Pe-

saro) operanti a 20hz mentre il carico interno dei calciatori è stato

misurato mediante cardiofrequenzimetri a telemetria breve (Suunto

Team Manager 2.3.0, Memory Belt, Helsinki). La percezione dello sforzo di

lavoro è stata rilevata al termine delle esercitazioni mediante la scala CR10

di Börg (Börg, 1998). Nel corso di ciascuna esercitazione al fine di garan-

tire una densità di gioco pari a 300m2 il gioco è stato svolto su un campo

di dimensioni 86x35m (3010m2). Con l’intento di mettere sotto pressione

le capacità di gioco dei calciatori nel corso di tutte le esercitazioni sono

stati forniti da parte dell’allenatore e degli assistenti forti incoraggiamenti

verbali (Rampinini, et al., 2007). Questo per ottenere da ciascun calcia-

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FIGC 28-32 labor metodologia Castagna.qxd:Layout 1 17/07/14 16:36 Page 17

tore il suo massimo coinvolgimento di gioco possibile. La ripetibilità è

stata determinata esaminando la stabilità delle misure tra T1 e T2 (inter-

session reliability) nel corso di un normale micro-ciclo bisettimanale di

allenamento. Questo per aumentare la validità ecologica della sperimen-

tazione ma limitando volontariamente la validità interna della sperimen-

tazione.

I calciatori hanno giocato sempre nelle stesse condizioni su un campo di

erba artificiale contro gli stessi avversari e con la stessa formazione. Quali

variabili di interesse sono state considerate la frequenza cardiaca media

di gioco (FC), la percezione dello sforzo (RPE), la potenza metabolica

media (MPM) e la distanza: totale (DT) di gioco, ad alta intensità (>16

km⋅h-1, HI), alla potenza metabolica sopra i 20 watt⋅kg-1 (MPHI), effet-

tuando accelerazioni e decelerazioni a alta intensità (AHI e DecHI). La fre-

quenza cardiaca massima individuale è stata determinata mediante lo

Yo-Yo Intermittent Recovery Test livello 1 nel corso di sedute (test e veri-

fica) effettuate prima e dopo la sperimentazione in oggetto. Il confronto

tra le variabili è stato effettuato considerando la media delle variabili su

5 minuti di lavoro.

I dati sono presentati come media e deviazione standard e intervalli di

confidenza. La ripetibilità delle misure è stata esaminata nella sua rap-

presentazione relativa e assoluta calcolando rispettivamente il coeffi-

ciente di correlazione intraclasse (ICC) e l’errore tipico della misura (TEM)

espresso sia come valore assoluto che come coefficiente di variazione

(CV%). Le differenze tra le variabili sono state valutate mediante la stati-

stica clinica progressiva usando il d di Cohen (Effect Size). Per la valuta-

zione dell’ES per dati appaiati l’associazione tra le variabili è stata valutata

mediante il coefficiente di correlazione di Pearson. Per la categorizzazione

delle risultanze della ripetibilità relativa e dell’ES sono stati adottati ri-

spettivamente i criteri di Coppieters e coll. (2002) e Hopkins (2002). Per la

categorizzazione del coefficiente di variazione si è adottata la classifica-

zione di Atkinson e Nevill (1998).

RISULTATI

Nel corso delle esercitazioni (media delle due sessioni) in media sono stati

percorsi 671±64m per ogni frazione di 5 minuti e questo ad una FC media

di 179±9.5 pulsazioni al minuto corrispondenti al 91±4% della massima

individuale. Inoltre la distanza percorsa a HI, MPHI, AHI e DecHI è risul-

tata rispettivamente essere pari a 137±47, 218±43, 32.4 6.1 e 28.1±8.0

metri. La MPM è stata di 12±1.2 watt⋅kg-1 mentre la media inter-sessione

per la RPE è stata pari a 6.6±0.7 (molto forte). I valori delle variabili e rela-

tive differenze nelle due occasioni di valutazione (T1 e T2) sono riportati

nella tabella 1. Nella tabella 2 sono invece mostrate le risultanze della ri-

petibilità sia assoluta che relativa.

Buona ripetibilità relativa è stata mostrata dalle variabili FC, HI, MPHI

mentre per AHI, DecHI, AMP e TD i valori dell’ICC sono da considerarsi di-

screti. La RPE è da considerarsi una variabile dalla scarsa ripetibilità rela-

tiva per questa esercitazione di gioco. Il TEM riportato come coefficiente

di variazione si è mostrato inferiore al 10% per le variabili FC, RPE, AMP e

TD mentre per le restanti è evidente una da media a elevata variabilità

assoluta. La differenza tra i valori medi delle variabili in oggetto è stata di

piccolo effetto per le variabili FC, RPE e AHI (0.15≤ES<0.40) mentre di tra-

scurabile effetto per HI. Differenze di medio effetto sono state rilevate

per MPHI e DecHI. Per le variabili TD e AMP gli effetti sono stati rispetti-

vamente molto grande e enorme indicanti variazioni medie di impor-

tanza pratica.

DISCUSSIONE

Questo è il primo studio che prende in considerazione l’uso dei S-SSG

esaminandone il carico interno ed esterno imposto e verificandone la ri-

petibilità. I risultati hanno evidenziato come questa nuova tipologia di

esercitazioni impiegante spazi molto ampi di esercizio sia in grado di in-

durre in maniera consistente risposte fisiologiche in linea con quelle di-

mostratesi utili per lo sviluppo della fitness aerobica in calciatori

(Hill-Haas, et al., 2011; Impellizzeri, et al., 2006; Rampinini, et al., 2007).

Inoltre lo studio della ripetibilità a breve termine ha dimostrato che al-

cune variabili ritenute rilevanti per la prestazione calcistica godono a

breve termine di una buona relazione d’ordine inter-soggetto. Questa ca-

ratteristica suggerisce l’uso di questa esercitazione per la monitorizza-

zione integrata dell’allenamento nel calcio moderno a qualsiasi livello.

L’attività svolta ad alta intensità pur con diversi costrutti si è dimostrata in

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LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO E B

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grado di descrivere con pratica precisione la varianza nella fitness inter-

mittente ad alta intensità nei calciatori di differente livello e genere (Im-

pellizzeri & Marcora, 2009). Pertanto, nonostante il significato tecnico-

tattico sia contestuale e dipendente dal livello competitivo dei calciatori,

l’attività svolta ad alta intensità nel corso di una partita riveste un ruolo

rilevante e quindi potenzialmente si presta quale costrutto utile per orien-

tare gli interventi di allenamento fisico del calcio moderno. Tuttavia il suo

impiego quale variabile utile per la descrizione della prestazione fisica di

gioco è stato messo in pesante questione dalla elevata variabilità inter-in-

contro dei costrutti indentificanti l’attività svolta ad alta intensità (Bra-

dley, Carling, et al., 2011; Bradley, et al., 2010; Di Salvo, et al., 2009;

Gregson, et al., 2010). I risultati di questo studio hanno al contrario dimo-

strato che l’attività svolta ad alta intensità è altamente ripetibile nelle sue

espressioni inter-soggetto e quindi caratteristica di ogni calciatore nel

breve termine, questo nel caso che si usino stabili condizioni di gioco

quali quelle adottate nella sperimen-

tazione in oggetto.

Manzi e coll. (2013) hanno dimostrato

che la potenza metabolica (PM) come

precedentemente dimostrato per l’at-

tività svolta ad alta intensità risulta

ampiamente associata alle variabili

afferenti alla funzionalità aerobica. Lo

studio ha quindi in via preliminare

stabilito il significato fisiologico della

PM pur con un disegno descrittivo. In

questo studio pur con valori di asso-

ciazione leggermente inferiori a quelli

della HI, la MPHI si è dimostrata una

variabile con buona consistenza d’or-

dine e buona variabilità assoluta. In-

teressante notare come l’aliquota di

attività svolta ad alta intensità in que-

sta esercitazione (∼20%) risulti assai

simile a quella rilevata nel corso di

partite ufficiali di campionati professionistici con altri sistemi di rilievo ci-

nematico (∼18%) (Osgnach, Poser, Bernardini, Rinaldo, & di Prampero,

2010). Notevolmente superiore in questo studio è stata invece la percen-

tuale di distanza percorsa a MPHI rispetto a quanto rilevato nel corso di

incontri ufficiali di campionato. Infatti nel presente studio ben il 32% della

TD sarebbe realizzata con questa dibattuta variabile rispetto al 26% ri-

portato in calciatori professionisti italiani nel corso di partite di campio-

nato (Osgnach, et al., 2010). Queste risultanze depongono per una

maggiore intensità delle esercitazioni qui usate rispetto alle condizioni

di gioco (11v11) pur utilizzando una uguale densità operativa. È bene co-

munque considerare che i raffronti sono stati effettuati utilizzando dati

ottenuti con sistemi di rilievo diverso e pertanto ulteriori studi in questo

senso si rendono utili al fine di verificare la proporzionalità delle condi-

zioni di gioco (Harley, Lovell, Barnes, Portas, & Weston, 2011; Randers et

al., 2010).

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E BIOMECCANICA APPLICATA AL CALCIO

Tabella 1.Valori delle variabili considerate nelle due occasioni di valutazione T1-T2 con relative differenze, intervalli di confidenza e Ef-fect Size.

Tabella 2.Valori della ripetibilità relativa e assoluta delle variabili considerate. Diff= differenza tra la condizione T2 e T1; ES=Effect Sizecome d di Cohen per dati appaiati.

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Relativamente al versante dell’analisi del carico interno di allenamento

la tipologia di S-SSG qui usata si è dimostrata in grado di agevolmente

sollecitare intensità medie di gioco pari al ∼90% della frequenza cardiaca

massima individuale (picco medio di gioco ∼96% della FC max indivi-

duale) e quindi nell’ambito di quelle dimostratesi efficaci per lo sviluppo

della funzionalità aerobica in calciatori professionisti e non (Castagna,

Impellizzeri, Chauachi, & Manzi, 2013; Hill-Haas, et al., 2011; Impellizzeri,

et al., 2006; Manzi, Bovenzi, Franco Impellizzeri, Carminati, & Castagna,

2013; Manzi, Impellizzeri, et al., 2013). Inoltre la percezione soggettiva

dello sforzo media è stata molto prossima a 7 della scala CR10 di Börg

pari a “molto forte” una intensità che si pone in quelle percepite nel corso

di attività a un elevato coinvolgimento aerobico e rilevante contributo

anaerobico medio. Interessante è comunque notare la scarsa ripetibilità

relativa del rilievo delle RPE indicante un notevole variabilità del riscon-

tro soggettivo dello sforzo percepito pur in presenza di una soddisfacente

consistenza del carico esterno prodotto in questa esercitazione nel sin-

golo. Queste risultanze depongono per una necessaria integrazione del-

l’analisi delle variabili descriventi sia il carico esterno che interno al fine

di entrare in possesso di un chiaro e il più possibile esaustivo profilo della

relazione dose risposta del calciatore moderno.

APPLICAZIONI PRATICHE

Sollecitazioni di gioco e ripetibilità delle stesse rendono l’S-SSG 5v5 utile

per l’allenamento e la monitorizzazione della prestazione di gioco del cal-

ciatore. In particolare l’attività svolta ad alta intensità si è dimostrata la

variabile in possesso della più elevata relazione d’ordine inter-sessione

di allenamento dimostrando che HI è dal punto di vista della funzionalità

operativa più affidabile della MPHI, pur sempre di interesse per la moni-

torizzazione del carico esterno. L’analisi delle risultanze depone per un

analisi diversificata delle variabili di modo da delineare con precisione le

caratteristiche del carico individuale di allenamento. La stabilità delle va-

riabili qui considerate suggerisce l’interesse delle esercitazioni S-SSG non

solo per l’allenamento fisico ma anche per l’allenamento tecnico-tattico

sollecitando la verticalizzazione del gioco. L’elevata stabilità delle misure

rende questo paradigma di gioco utile per la verifica in itinere dei co-

strutti di gioco in condizioni di allenamento molto simili a quelle della

partita e questo suggerisce la possibilità di considerare gli S-SSG 5v5 quali

un test integrato utile per operare una modellizzazione dei carichi di al-

lenamento nel calcio moderno. In pratica l’uso del S-SSG 5v5 può risultare

una viabile strategia per verificare settimanalmente la abilità dei propri

calciatori nel costrutto di interesse, in questo caso l’attività svolta ad alta

intensità nel modulo di esercizio adottato. In questo ambito variazioni

della geometria della superficie di gioco, sempre mantenendo la densità

dello stesso, risultano di interesse per lo sviluppo clinico degli interventi

di gioco. Pertanto risultano utili ulteriori studi che utilizzino il S-SSG 5v5

quale paradigma di verifica funzionale e l’analisi di diverse versioni dei S-

SSG.

RINGRAZIAMENTI

La presente ricerca è stata promossa dalla Scuola Regionale dello Sport

delle Marche in collaborazione con il Laboratorio di Metodologia e Bio-

meccanica Applicata al Calcio del Settore Tecnico FIGC, gli autori pertanto

ringraziano il Presidente del CONI Regionale Marche Dr. Fabio Sturani, la

Dr. Maria Teresa D’Angelo (SRS Marche) e il Dr. Paolo Piani (ST FIGC) per la

loro disponibilità a promuovere questo progetto. Un pubblico e sentito

ringraziamento è d’obbligo alla dirigenza dell’ASD Fermignano Calcio

(PU) nelle persone del Presidente Fiorella Paolini, dei responsabili del set-

tore giovanile e juniores Antonio Coletta e Samuele Fini e del Responsa-

bile logistico Marchionni Massimo. Un enorme ringraziamento va a Mister

Riccardo Guidi per la sua disponibilità e l’entusiastico supporto funzio-

nalmente trasmesso a tutti i suoi fantastici calciatori che sono stati esem-

plari nelle esercitazioni proposte. Imprescindibile è stata la collaborazione

di Vincenzo Chiné e il supporto tecnologico dell’Ing. Mirko Marcolni (K-

Sport).

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BibliografiaL’ampia bibliografia relativa al suddetto elaborato è a disposizione degli interessati presso la redazione del Notiziario (e-mail: [email protected]).

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