Risanamento delle murature

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RISANAMENTO DELLE MURATURE Umberto Barbisan Franco Laner Flap Edizioni Le Guide 3

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RISANAMENTODELLE MURATURE

Umberto Barbisan Franco Laner

Flap Edizioni

Le Guide3

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La Peter Cox

nasce in Inghilterra, a Londra,

nel 1950 grazie ad una brillante

intuizione dell’omonimo

fondatore Mister Peter Cox.

Un’idea, quella della barriera

contro l’umidità ascendente,

che è alla base del successo

di un marchio consolidato

nel mondo.

Da allora la ricerca Peter Cox

in collaborazione con Università

ed Enti di ricerca nazionali

ha saputo esprimere tecnologie

e concetti di prodotto innovativi

ed affidabili.

Le esperienze maturate

nel tempo sono state raccolte

ne Le Guide Peter Cox

edite da Flap Edizioni, nella

convinzione che diffondere

il proprio patrimonio tecnico

e culturale contribuisca

a promuovere la conoscenza

del settore.

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3Le Guide

PETER COXStrumenti di conoscenza

per la salvaguardia del patrimonio edilzio

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Umberto Barbisan, insegna

Progettazione di elementi

costruttivi e Tipologia strutturale

all’Università IUAV di Venezia,

si occupa di storia dell’arte

del costruire. Ha scritto oltre

centocinquanta pubblicazioni

fra cui dodici libri.

Franco Laner,

professore ordinario di Tecnologia

dell’architettura, insegna

Progettazione di elementi

costruttivi, Teoria e storia

della tecnologia edilizia

e Tecnologia del recupero edilizio

all’Università IUAV di Venezia.

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Umberto Barbisan Franco Laner

RISANAMENTO DELLE MURATURE

Flap Edizioni

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SCACCIAR LONTANO DAI MURI L’ACQUE... (9)

UNO SGUARDO ALLA STORIA (17)1.1 Risanamento

LE CAUSE DELL’UMIDITÀ NELLE MURATURE (29)2.1 Origine dell’umidità nelle murature 2.2 Risalita capillare2.3 Umidità di condensazione2.4 Misura dell’umidità e comportamento dei materiali

IL COMPORTAMENTO DELLE MURATURE UMIDE (55)3.1 Influenza della temperatura3.2 Porosità delle murature. Tempi di essiccazione3.3 Condensa. Azione chimica e variazioni dimensionali

I SISTEMI DI INTERVENTO (71)4.1 Il progetto dell’intervento4.2 Pulitura e preparazione delle murature4.3 Impregnazione e consolidamento sottovuoto4.4 Risanamento umidità ascendente per capillarità4.5 Drenaggi e impermeabilizzazioni esterne4.6 Impermeabilizzazione interna4.7 Taglio meccanico delle murature4.8 Elettrosmosi attiva e passiva4.9 Interventi con sifoni atmosferici4.10Intonaci macroporosi e altri sistemi di risanamento

BIBLIOGRAFIA (105)

PRODOTTI PER IL RISANAMENTO PETER COX (115)

Introduzione

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Appendice

INDICE

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“Scacciar lontano”, ovvero allontanare l’acqua dalle fabbriche, è

il perentorio consiglio che Andrea Palladio, alla fine del Primo

dei Quattro Libri dell’Architettura (Venezia, 1570), suggerisce a

proposito delle coperture, dei loro sporti, delle gronde e dei plu-

viali, elementi costruttivi il cui compito è raccogliere e portare via

le acque meteoriche.

Ma l’acqua può arrivare anche dal terreno su cui la fabbrica pog-

gia, oppure, ancora più subdolamente, dall’interno stesso della

casa: produciamo, infatti, moltissima acqua sotto forma di vapo-

re! Dunque è necessario proteggerla anche da queste fonti.

Se la fabbrica è ben protetta dall’acqua, non ci saranno conse-

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scacciar lontanodai muri

l’acque...

in t roduz ione

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guenze dovute alle varie forme di umidità che possono aggre-

dirla. Ma la disattenzione e la sottovalutazione delle regole di

buona esecuzione nei confronti dell’acqua, in tutte le sue mani-

festazioni, porta inevitabilmente a patologie alle quali bisogna

porre rimedio, non solo per gli inestetismi e il degrado che pro-

voca, ma anche perché è intaccata la sicurezza strutturale, alte-

rata la coibenza termica e gravemente minata la salute degli

abitanti.

In questa Guida 3, che fa seguito alle due precedenti, dedicate

al legno, vengono analizzate ed individuate le cause dell’umidi-

tà, la risposta delle murature a questo fenomeno, le sue gravi

conseguenze come appena accennato, i mezzi di indagine e le

tecnologie possibili per risanare gli edifici.

Essenzialmente sono due i riferimenti che fanno da supporto

alla Guida 3.

Innanzitutto la grande esperienza che in questo settore la Peter

Cox ha accumulato in oltre cinquant’anni di interventi. Questo

patrimonio è insostituibile: ai suoi tecnici è sufficiente un sopral-

luogo per la diagnosi e la conseguente proposta di risanamen-

to! Sarebbe assai istruttivo accompagnare tali operatori duran-

te i sopralluoghi: così come la medicina si insegna all’universi-

tà, ma la si impara al capezzale del paziente, l’aspetto pratico

è determinante per capire le cause e l’origine delle patologie!

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L’altro riferimento, come è stato per le Guide1 e 2

sul legno il compianto Guglielmo Giordano, per la

Guida 3 sono Giovanni ed Ippolito Massari, figure

eminenti di studiosi che nella loro opera hanno

lasciato ciò che è indispensabile conoscere ed il

tutto è ancora di grande attualità.

Allora perché riprendere ciò che l’esperienza ha accu-

mulato e quanto è stato fondamentalmente detto?

Nel frattempo, come in tutte le discipline, anche

nelle conservative discipline costruttive, molti stru-

menti si sono raffinati e si sono affermati nuovi pro-

dotti e tecnologie e, soprattutto, mezzi di indagine.

Inoltre il responso del tempo, più di ogni altra con-

siderazione, legittima o condanna metodi di risana-

mento dall’umidità ed impietosamente smaschera

terapie pubblicizzate come miracoloso toccasana.

La conoscenza dei modi di originarsi e manifestar-

si dell’umidità è indispensabile per porre rimedio

alle murature attaccate, ma è altresì indispensabi-

le – come per il legno – l’azione preventiva nella

realizzazione del nuovo costruito.

Vale allora anche in questo caso il concetto che

senza la conoscenza delle cause del degrado per

Frontespizio del fondamentale libro di Giovanni e Ippolito Massari.

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L’ateneo patavino dove insegnano l’anatomista Morgagni e l’inciclopedico Poleni.

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umidità (eziologia) meglio sarebbe non progettare! Poniamo dunque il massimo magiste-

ro, sia progettuale, sia realizzativo, per l’allontanamento dell’acqua dalle fabbriche e così

non dovremo ricorrere ai metodi di risanamento!

Lo schema metodologico per il risanamento dall’umidità delle murature è lo stesso pro-

posto per il consolidamento delle strutture lignee: diagnosi, a cui si arriva dagli indizi, sin-

tomi, anamnesi ed anche con occhio clinico ed esperienza. Dopodiché è facile progetta-

re la terapia, ovvero indicare la tecnologia per rimuovere le cause o bloccare l’umidità.

Pronosticare l’efficacia della bonifica e dell’intervento dovrebbe far parte del metodo, così

come un bravo medico è in grado di fare la prognosi. Nel caso della Guida 3, il linguag-

gio medico – rispetto al recupero del legno – è molto più appropriato.

La collaborazione Morgagni-Poleni, grandi scienziati del Settecento veneto, entrambi

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docenti all’università di Padova, l’uno

di Anatomia, l’altro di Filosofia

Sperimentale, era duplice: Poleni con

Morgagni studiava la salubrità degli

edifici e dei luoghi, Morgagni con

Poleni metteva a punto la sperimen-

tazione per capire diastole e sistole

del cuore.

D’altra parte un’ importante materia –

Igiene edilizia – impartita nelle

Facoltà di ingegneria ed architettura,

era spesso tenuta da medici.

Una casa asciutta è una casa sana ed

è prerogativa fondamentale per ogni

buona architettura. Viceversa una pur

ottima architettura può perdere molto

del suo fascino se sono presenti

muffe, macchie, efflorescenze e fessu-

razioni!

Il progetto di architettura tenga dun-

que conto anche di questo non mar-

ginale aspetto!

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capi to lo 1

1.1 Risanamento

Il risanamento degli edifici in muratura è prassi d’antica memo-

ria anche se, nei secoli passati, era prevalentemente riferito alla

sostituzione degli elementi ammalorati o sull’inserimento di parti

aggiuntive (paramenti, speroni, contrafforti) e il concetto di recu-

pero, restauro e risanamento, era orientato verso la conserva-

zione della concezione costruttiva, e non della conservazione

del materiale in se stesso; sostituire elementi di murature, come

pure ricostruire, era prassi comune.

Nell’Alto Medioevo si diffonde la consuetudine di riutilizzare

uno sguardoalla storia

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1.1.1 G. A. Rusconi, Della architettura di Gio. Antonio Rusconi con Centosettanta Figure Disegnate dal Medesimo secondo i Precetti di Vitruvio, Venezia, 1590. Metodi per proteggere le murature dall’umidità di risalita. Rusconi propone, nel primo caso, di rivestire la muratura con una malta di “coccio pesto” fino ad un’altezza di quasi un metro, oppure di realizzare un’intercapedine e canale di raccolta.

1.1.2Capanna “archetipica” secondoW. Chambers, A treatise on civil architecture, Londra, 1759. Si nota l’attenzione per il tetto sporgentee il “rientro” delle muratura protette dagli agenti atmosferici.

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laterizi e lapidei recuperati dalle precedenti architetture, romane

o bizantine, comportando murature eterogenee spesso con suc-

cessivi interventi di sostituzione parziale; a Venezia, per esem-

pio, non poche delle primitive architetture riutilizzarono mattoni

romani del centro urbano di Altino, nonché elementi lapidei lavo-

rati. Nella Cappella Palatina di Aquisgrana, iniziata nel 790 e

completata nell’anno 805, su progetto di Oddone da Metz, ritro-

viamo un modello bizantino reinterpretato con le tecniche del

successivo romanico, recuperando colonne marmoree portate

dall’Italia, da Ravenna in particolare.

Insomma, la prassi della ricostruzione, sostituzione e riproduzione

permane per secoli sulla base di caratteri di contingente necessi-

tà. Si continuerà ad intervenire trasformando o sostituendo le

murature deteriorate sia per cedimento strutturale, sia per umidi-

tà. Vitruvio Pollione, nel De architectura, I secolo a.C., si occu-

pa della salubrità dei siti e di ciò che oggi definiamo comfort

interno. Nel Libro I, Vitruvio afferma, qui nell’edizione di Carlo

Amati edita a Milano nel 1830:

pur ch’ei (n.f.t. l’architetto) non ignori le leggi indispensabili per regolare gli ordinarj muri degli edifizj, per riguardo al giro delle grondaje, alle fogne, ed ai lumi. Gli scoli parimenti delle

acque, ed altre cose simili, essere debbono noti agli Architetti,acciocchè ne sieno cautelati prima di piantare gli edifizj...

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1.1.3G. A. Breymann, Allgemeine Baukonstruktionslehre, Stoccarda, 1853.

In figura 7 e in figura 9 si notano due proposte per murature in lateriziocon strato esterno di rivestimento contro “il freddo e l’umidità”.

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1.1.4Isolamento murature con vespai aerati ed intercapedineManuale Architetto, CNR, ed. 1962..

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Andrea Palladio ne I quattro libri dell’architettura, Venezia, 1570,

si occupa della salubrità dell’ambiente; per esempio, trattando le

coperture afferma:

Fa dibisogno fare il coperto: il quale abbracciando ciascunaparte della fabrica, e premendo col peso suo ugualmente

sopra i muri; è come un legame di tutta l’opera, et oltra il difender gli habitanti dalle pioggie, dalle nevi, dagli ardentiSoli, e dall’humidità della Notte; fa non picciolo giovamento

alla fabrica, scacciando lontano da i muri l’acque che piovono: le quali benchè paiano poco nuocere; nondimeno

in processo di tempo sono cagione di grandissimi danni.

Vincenzo Scamozzi ne L’idea dell’architettura universale,

Venezia, 1615, tratta in più parti la questione dell’umidità e dura-

bilità delle murature; quando descrive le caratteristiche dei lapi-

dei, osserva:

E anco da sapere che col tempo molte sorte di pietre, e marmi, si macchiano con l’oglio, e se inruginiscono;

altre ricevono non poco danno stando al lume della Luna, e dal caldo de’ raggi del Sole, e dà spruzzi delle pioggie,

e finalmente si sfendono dal freddo, e dà giacci, come dice Vitruvio, et afferma ancor Plinio.

Disquisendo sulla natura dei lapidei, Scamozzi avverte il lettore

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di valutare con attenzione le “pietre trattabili”, per esempio nel

caso delle tufacee:

Adunque le pietre quanto sono più di pasta tenera, altrettanto vengono ad esser leggieri,

e facilmento si fendono con sega di ferro dentata; e mentre si percotono con i magli,

e si lavorano con i stromenti necessarij, elle non danno il suono chiaro, et aperto,

per le loro porosità piene d’Aere, et hanno per loro difetto, che stando allo scoperto,

e bagnate dalle pioggie una, e più volte ricevono l’acqua, laonde Tibullo disse molto bene: Londa dies molli faxa

peredit acqua; e però alla parte di Tramontana dove per sei mesi non batte il Sole, presto presto divengono

di color verdiccio, e poi nere, e col lispo; onde fanno bruttissimo vedere ne gli edifici.

A riguardo delle soluzioni costruttive, Scamozzi scrive, mostrando

attenzione per l’isolamento dell’umidità proveniente dal terreno:

Le pedamente (n.f.t. basamenti) delle fabriche non si possono dire nè fondamente, nè semplici mura;

prestano gran maestà a gl’edifici elevandoli dal piano terra, e rendono maggior sanità all’habitare,

perchè si elevano dall’humidità della terra, e ricevono miglior aria...

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Scamozzi, come già fatto da Palladio, si occupa del controllo delle acque meteoriche nel

capitolo Del levar l’acqua a coperti... suggerendo di allontanare le acque dall’edificio e cri-

tica i «stillicidi... per la qual cosa l’acque fanno grandissimo maleficio a passaggierie, e

massime nel tempo, che spirano i Venti; poiché spruzzano nelle facciate, et alle volte den-

tro le stanze».

Fra Seicento e Settecento si assiste a lento mutare di atteggiamento nei riguardi

dell’Antico; sul finire del Secolo dei Lumi si attua una cultura archeologica che modifica

profondamente l’atteggiamento nei confronti dell’intervento nell’edificato storico e che sfo-

cerà, nel secolo seguente, nella diatriba fra le posizioni di Viollet-le-Duc e Ruskin; il primo

affermava che “restaurare un edificio... è il ristabilirlo in uno stato completo che può anche

non essere mai esistito”; viceversa Ruskin era a favore del totale mantenimento dello

stato di fatto di un edificio, lasciandolo “morire serenamente”.

L’Ottocento può essere considerato il secolo “del restauro” in un periodo in cui molte città

europee erano igienicamente arretrate in relazione all’incremento demografico e inade-

guate negli apparati sanitari, oltre ad essere strutturalmente degradate; ma il risanamen-

to igienico, soprattutto quello dell’edificato minore, in genere era ancora riferito al concet-

to di demolizione e ricostruzione. I successivi dibattiti sul “restauro scientifico”, quello “cri-

tico”, le “Carte del Restauro” etc., hanno indotto, invece, verso la conservazione degli anti-

chi materiali limitando al massimo la sostituzione.

La ricostruzione del secondo dopoguerra, però, ha adombrato il patrimonio di magisteri

della tradizione che suggeriva essenziali quanto efficaci accorgimenti per aumentare la

durabilità nel tempo delle opere realizzate.

Per esempio, la maggior parte delle murature storiche “a sacco”, con elementi incoerenti

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all’interno, avevano superfici esterne

accuratamente finite con intonaci o

paramenti di laterizio ben sigillati o,

ancora, con inserti lapidei; gli intonaci

erano spesso considerati superfici “di

sacrificio” destinati alla manutenzione

e rifacimento per proteggere il para-

mento murario. In altri termini spesso

osserviamo nell’edificato della tradi-

zione un pensiero costruttivo che

considerava la necessità non solo

della manutenzione, ma anche della

sostituzione delle parti destinate a

deteriorarsi.

G. A. Breymann nel suo noto

Allgemeine Baukonstruktionslehre edito

nel 1853, descrive l’uso di murature

cave, con strato esterno “di sacrificio”

oppure murature piene con “strato iso-

lante” esterno formato da “mattoni

cavi disposti in piedi, come si usa per

tener lontana l’umidità e il freddo”.

Una nutrita serie di accorgimenti

1.1.5Soluzioni tradizionali di cornicioni e sporti

dei tetti per la protezione dalla pioggia battente.

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costruttivi deriva anche dalla volontà di proteggere il manufatto

nelle parti esposte agli agenti atmosferici; per esempio la spor-

genza dei cornicioni e gli sporti dei tetti svolgevano il compito di

proteggere parte delle murature dalle piogge. Ancora oggi, dove

sopravvivono gli antichi magisteri e nelle regioni ad elevata pio-

vosità, falde di copertura inclinate, sporti e sistemi di convoglia-

mento delle acque lontano dagli edifici, fanno parte del patrimo-

nio comune dell’arte del costruire.

Una considerazione: fino alla Rivoluzione Industriale il degrado

delle murature era prevalentemente originato dall’umidità deriva-

ta dalle piogge battenti, dalla mancanza di convogliamento delle

acque meteoriche e dall’umidità proveniente dai terreni. Con la

Rivoluzione Industriale e l’espansione della grande industria si è

innescato anche il problema dell’inquinamento atmosferico, esa-

speratosi negli anni, che ha portato alla presenza di agenti chimi-

ci nelle acque tali da accelerare il processo di degrado; e non si

tratta solo dell’inquinamento provocato dagli autoveicoli non cata-

lizzati, ma anche dai sistemi di riscaldamento domestico (ancor

oggi è incredibilmente elevato il numero di impianti altamente

inquinanti), alle industrie, fino ai fertilizzanti che penetrando nei

terreni inquinano le acque di risalita capillare.

Un’altra considerazione: non sono pochi i casi d’errata costru-

zione e scorretto intervento di risanamento compiuti nella

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NELLA PAGINA A FIANCO1.1.5

Isolalamento di muro interrato, da G. A. Rusconi,Venezia, 1590.

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seconda metà del Novecento. Se, da un lato, la mancanza di

manutenzione è responsabile del degrado delle murature, come

d’interi edifici, dall’altro una delle cause primarie è anche il pro-

getto quando non tiene in considerazione il contesto ambienta-

le nell’ottica di realizzare edifici con analoghe caratteristiche

costruttive “dalle Alpi alle piramidi”.

Non possiamo, per esempio, dimenticare i “noti” intonaci “a graf-

fiato” composti da materiale sintetico non traspirante, applicati

indiscriminatamente a murature vetuste e che, inesorabilmente, si

“sfogliavano”. Intonaci cementizi troppo rigidi e non traspiranti

sono stati utilizzati negli edifici storici, come pure singolari stratifi-

cazioni di isolamento termico con casuali “barriere al vapore”,

senza alcuna analisi preliminare al problema della condensazione.

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capi to lo 2

le cause dell’umidità nelle murature

2.1 Origine dell’umidità nelle murature

Le murature presenti nell’edificato storico o recente si possono

suddividere nelle seguenti categorie:

- murature in laterizio: pieno, semipieno, porizzato, alveolato;

- murature in pietra: a conci squadrati, sbozzati, irregolari;

- murature con blocchi: blocchi in calcestruzzo, in legno mine-

ralizzato, terra cruda.

- murature miste: in pietra e listature in laterizio, a sacco con

paramenti in pietra, a sacco con paramenti in laterizio, a sacco

con paramenti in laterizio e pietra;

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2.1.1 Disgregazione delle malte fra i corsi

di laterizio in ciminiera soggetta all’azione combinata di vento e atmosfera salina.

Il degrado di tali murature, sia portanti sia di tam-

ponamento, dipende dalle seguenti cause:

- degrado per invecchiamento dei materiali e man-

canza di manutenzione: in genere si deteriorano, in

primo luogo, le malte con progressivo “sfarinamen-

to” e “sbriciolamento” questione che comporta la

riduzione della capacità di resistenza delle muratu-

re;

- degrado per cedimenti causati da vetustà, mano-

missioni, eventi catastrofici (terremoti, frane, etc.) o

per effetto di cedimenti differenziati delle opere fon-

dazionali;

- degrado per variazioni igrometriche, termiche e

vento: l’azione delle variazioni termiche combinata

con la presenza di acqua nei pori porta alla disgre-

gazione dei componenti delle murature;

2.1.2Disgregazione di malte e laterizi.

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2.1.3Schema delle cause che portano umidità nelle murature.

Umidità ascendente Umidità di condensazione Umidità da acque meteoriche

Piano terra degli edifici, Piano seminterrato Facciate esternecon altezze non superiori nelle stagioni calde;ai 300 cm (casi limite) piani superiorimediamente 150 cm nelle stagioni fredde

Tutte le tipologie Prevalentemente su murature Tutte le tipologie di murature di modesto spessore di murature

Fenomeno costante, Fenomeno variabile, Fenomeno variabilecon possile stagionale in relazione alle precipitazionideterioramento di intonaco e laterizio attorno alla zona di contatto con la parte asciutta

Contenuto d’acqua Contenuto d’acqua costante Contenuto d’acqua variabiledecrescente dal basso per tutta la parete in relazione all’esposizioneverso l’alto in tutto ma decrescente del fenomenolo spessore del muro in relazione alla profondità; decrescente in relazione

non interessa alla profonditàtutto lo spessore del muro

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- degrado per umidità: umidità ascendente dalle fondazioni per capillarità, acque meteo-

riche e infiltrazioni d’acqua di varia natura, in percentuale superiore al 5% del peso in

volume.

L’umidità nelle murature è originata da:

- umidità di costruzione;

- acqua proveniente dal sottosuolo;

- umidità atmosferica che si condensa sulle pareti;

- pioggia e neve battente sulle superfici esterne;

- acque meteoriche non convogliate;

È importante chiarire un concetto: per semplicità di schematizzazione consideriamo l’u-

midità entro un sistema piano, cioè ragioniamo in termini di umidità di risalita e laterale

come la pioggia battente e le infiltrazioni in muratura controterra. In realtà il fenomeno

riguarda le tre dimensioni essendo l’impregnazione umida un volume variabile nel tempo.

Ciò permette di riflettere sulle semplificazioni concettuali e di analisi cui dobbiamo inevi-

tabilmente fare ricorso ma che non devono elidere la realtà di un fenomeno complesso.

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2.1.4Umidità sui muri di diversa provenienza.

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NELLA PAGINA A FIANCO2.1.5Prediagnosi del degrado.

In generale le murature assorbono l’umidità in relazione alla

porosità dei componenti e alla pressione con cui avviene la

migrazione dell’umidità; tale umidità diventa elemento di disgre-

gazione sia tramite il gelo sia come conduttore di sali igroscopi-

ci oppure permette la proliferazione di microrganismi.

Particolarmente importante è il trasporto di sali che, al momen-

to dell’evaporazione in superficie, cristallizzano nei pori dei

materiali causandone la frattura.

L’umidità dovuta ad acque meteoriche è una delle altre fonti di

degrado delle murature poiché, magari in presenza di vento, le

pareti assorbono orizzontalmente l’acqua tramite la porosità

delle superfici esterne (intonaci, pietre o mattoni “faccia a vista”,

giunti di malta). Ricordiamo che l’azione del vento, staticizzata,

varia da pochi kg/m2 fino a 150 kg/m2 e oltre nei casi ecceziona-

li; mediamente durante un normale temporale l’azione del vento

varia da una decina di kg/m2 (a circa 40 km/h di velocità), fino a

una trentina di kg/m2, più che sufficiente per forzare l’acqua bat-

tente nelle murature.

Per esempio, nel caso di una muratura “faccia a vista”, i giunti di

malta, in relazione al loro stato di conservazione, assorbono in

maniera diversa l’umidità rispetto all’elemento murario.

Negativo è il comportamento di giunti di malta irregolari, di con-

sistente spessore o non perfettamente colmi, caso tipico delle

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vetuste murature in pietrame irregolare. Infatti, se in generale

l’acqua meteorica penetra nel paramento murario per non oltre

sette-otto centimetri, in caso di fessurazioni e giunti di malte

“aperti”, la penetrazione dell’acqua è maggiore, seppure abbia

anche la possibilità di evaporare rapidamente al finire del feno-

meno meteorico.

2.2 Risalita capillare

Altra questione sono le acque meteoriche provenienti dalle

coperture, quelle non adeguatamente convogliate alle condotte

di scarico, che tendono ad impregnare il terreno attorno all’edi-

ficio e quindi inumidire le murature per risalita capillare. In pre-

senza di gelo, l’acqua, aumentando di volume, esercita pres-

sione nei pori dei materiali disgregandoli. Ricordiamo che il

fenomeno della risalita capillare dipende dal principio dei vasi

comunicanti: l’acqua che si trova nel primo di due vasi comuni-

canti in basso, si trasferisce nel secondo fino al raggiungimen-

to dello stesso livello di quella contenuta nel primo; se, però, il

secondo vaso ha dimensione “capillare” cioè diametro molte

volte più piccolo del primo, il livello dell’acqua nel secondo vaso,

quello capillare, supera il livello del primo in proporzione alla dif-

ferenza dei diametri e alla quantità presente nel primo vaso.

NELLA PAGINA A FIANCO2.1.6Schema delle cause che determinano la presenza dell’umidità nelle murature.

capillare prima dell’intervento

capillare dopo il trattamento

di idrorepellente

2.2.1

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Nelle murature avviene fenomeno analogo poiché i materiali

componenti le murature hanno porosità capillari.

La risalita capillare nelle murature si genera in presenza di

acqua, sotto pressione, nel terreno circostante le fondazioni,

fenomeno che consente la trasmissione dell’acqua in verticale

per alcune decine di centimetri in relazione alla pressione e alla

presenza di sali solubili nelle muratura; la condensazione ed

evaporazione innescano il ciclo di cristallizzazione dei sali sulle

superfici esterne. Inoltre, i terreni di fondazione hanno diversa

composizione; nella maggior parte dei casi sono formati da

rocce eterogenee, permeabili e impermeabili, a volte alternati

2.2.2Venezia, chiesa di San Sebastiano.

A sinistra rilevazione dell’umidità della muratura alle varie quote,

a destra grafico dell’essiccazione naturale della muratura isolata

con lastra di piombo, come si nota dopo 3 anni

il contenuto di umidità era pari al 10% e dopo 9 anni

inferiore al 5%. G. Zuccolo, Il restauro statico

nell’architettura di Venezia, Venezia, 1975.

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dove si depositano o scorrono acque di penetrazione che for-

mano le falde freatiche.

Ne consegue che il fenomeno della risalita capillare è relazio-

nato alla tipologia della fonte umida; nel caso di acqua derivata

da precipitazioni meteoriche o da qualche dispersione delle rete

idrica o fognaria, la risalita è contenuta. Viceversa, se l’acqua

proviene da falda freatica o dalla vicinanza di canali, fiumi e

specchi d’acqua, l’altezza della risalita può essere maggiore.

L’altezza di risalita è, inoltre e ovviamente, correlata alla tipolo-

gie dei componenti delle murature; il laterizio, per esempio, può

assorbire per capillarità in maniera maggiore rispetto a taluni tipi

di malte, analogamente avviene per pietre porose come le tufa-

cee; viceversa lapidei come le selci sono quasi impermeabili

rispetto alla risalita capillare che avviene solo attraverso i giunti

di malta e gli intonaci.

L’umidità per risalita capillare non trova giovamento dall’esposi-

zione al sole poiché l’aumento di evaporazione prodotto dal

calore agevola, allo stesso tempo, anche l’ulteriore processo di

assorbimento dal terreno salvo che la velocità di evaporazione

non sia superiore a quella di risalita, cioè nel caso di estremo

calore e siccità ambientale come potrebbe verificarsi in un’esta-

te torrida; ma, in generale, l’umidità di risalita capillare non

scompare tanto rapidamente. Scrive, per esempio, lo Zuccolo

Page 40: Risanamento delle murature

40

2.3.2Confronto smorzamento flusso termico parete “leggera” e parete “pesante”. Manualetto RDB.

2.3.1Venezia: esempio significativo di muratura incoerente e disomogenea, soggetta a risalita capillare.

Page 41: Risanamento delle murature

41

2.3.3Umidità per risalita capillare in parete esposta al sole e ventilata; la ventilazione e l’insolazione non riducono di molto il fenomeno.

2.3.4Efflorescenze su laterizi.

nel suo noto testo Il restauro statico nell’architettura di Venezia,

Venezia, 1975:

Significativi al riguardo sono i rilevamenti eseguiti nella chiesa di San Sebastiano (n.f.t. a Venezia) per iniziativa

della Sovrintendenza ai Monumenti di Venezia. In tale chiesa l’intercettazione dell’umidità è stata limitata

in un primo tempo ad una delle due pareti longitudinali per ottenere dal confronto un giudizio sulla validità

dell’iniziativa. Tre anni dopo l’intervento il contenuto di acqua nella muratura isolata, che si riscontra tuttora

al di sotto della linea d’intercettazione, è diminuito dal valore medio del 20%a quello del 10%.

Ciò fa ritenere che, nell’ipotesi più favorevole, l’evaporazione

Page 42: Risanamento delle murature

42

naturale possa ridurre, in almeno altri sei anni, il contenuto d’acqua nel muro al di sotto del 5%.

Sotto questo limite vengono meno i riflessi negativi dell’umidità sia nei riguardi della conservazione dei marmi e degli affreschi sia nei riguardi dell’igiene delle persone.

2.3 Umidità di condensazione

Importante è l’umidità di condensazione interna, originata dal

passaggio allo stato liquido del vapore ambientale interno, e il

successivo deposito nelle pareti interne a temperatura inferiore

a quella del punto di rugiada; umidità che è assorbita dagli into-

naci e dalle murature.

Pur essendo un fenomeno discontinuo, derivato anche da pro-

blemi di ventilazione interna – “la vecchia regola di arieggiare

ogni giorno gli ambienti è sempre valida” – è correlato alla resi-

stenza termica del paramento murario; il fenomeno è, per esem-

pio, frequente negli edifici della seconda metà del Novecento

con pareti relativamente sottili e a bassa resistenza termica.

Viceversa, il fenomeno può essere meno visibile in presenza di

murature massicce, di consistente inerzia termica.

Situazione peggiore avviene quando all’interno delle murature si

Page 43: Risanamento delle murature

43

presenta una temperatura inferiore a quella di rugiada, fenome-

no che innesca la condensazione all’interno del setto murario e

relativa formazione di umidità; tutto ciò avviene soprattutto in

murature che separano ambienti di diversa umidità e tempera-

tura e con murature disomogenee a strati discontinui rispetto

alla resistenza al passaggio del vapore.

L’acqua nelle murature è, in genere, correlata al trasferimento di

sali solubili (solfati, nitrati, cloruri di sodio, carbonati, calcio, magne-

sio e potassio) provenienti sia dal terreno o presenti nelle stesse

murature, che durante l’evaporazione sono trasferiti nelle superfici.

2.4.1Degrado di murature veneziane

di edifici direttamente prospicienti i canali.

Page 44: Risanamento delle murature

44

2.4.2L’individuazione della provenienza della fonte umida può essere effettuata diagrammando le altezze delle sezioni umideall’interno dell’edificio. Nel caso in esame la fonte umida è individuabile nel lato destro della sezione.

2.4.3Igrometro a calcio carburo

e igrometro a conducibilità.

Tali sali solubili sono all’origine del degrado quando, dopo lo

scioglimento e la successiva evaporazione dell’acqua, i sali

cristallizzano causando pressioni che deteriorano i pori dei

materiali. L’estensione del danno è correlata al numero di

cicli di scioglimento e cristallizzazione dei sali che sollecita-

no ripetutamente i pori; naturalmente dipende anche dal tipo

Page 45: Risanamento delle murature

45

di sale e dalla porosità del materiale costituente le murature.

Nel caso di cicli scioglimento/cristallizzazione superficiali si

generano efflorescenze (le note macchie biancastre di aspetto

polveroso o a patina, dovute alla cristallizzazione dei sali pre-

senti nelle argille o nell’acqua dell’impasto) e processi di dis-

gregazione delle superfici esterne; viceversa, nel caso di cri-

stallizzazione all’interno dei paramenti murari s’innescano, nei

casi estremi, fratture e distacchi di parti di muratura.

La conoscenza di questi fenomeni richiede, oltre all’accurato

esame visivo e il relativo rilievo fotografico, indagini diagnosti-

che strumentali che permettano di individuare le condizioni igro-

metriche delle murature e, quindi, di individuare le origini delle

fonti umide. Non sono pochi, infatti, i problemi innescati da fret-

tolose diagnosi.

2.4 Misura dell’umidità e comportamento dei materiali

L’indagine strumentale è momento necessario e indispensabile

per superare valutazioni empiriche di tipo soggettivo; non è,

infatti, sufficiente affidarsi alle “sensazioni corporee” per dia-

gnosticare l’effettivo quadro dell’umidità dei paramenti murari.

Le sensazioni di “freddo, umido”, oppure il persistente odore di

Page 46: Risanamento delle murature

46

“muffa”, etc., per quanto sensazioni veritiere sono relazionate

alla “sensibilità dell’osservatore”.

All’analisi è utile accompagnare un’accurata anamnesi del

manufatto. La sua storia, infatti, può portare nuovi elementi di

conoscenza. I casi sono, infatti, diversificati e complessi; si

passa dall’edificio con murature umide derivate da una sola e

precisa causa, oppure all’intreccio di molteplici cause alternate-

si nel corso degli anni.

Una serie di segni di muffe all’interno dell’edificio possono esse-

re, per esempio, conseguenza di un fatto avvenuto molti anni

prima, risoltosi naturalmente, ma rimasto nelle murature per

altre cause. Pertanto l’accurata valutazione del manufatto nel

suo complesso deve precedere la terapia alla quale seguirà la

prognosi, la valutazione di previsione di comportamento nel

tempo del sistema di intervento prescelto.

2.4.1Mattoni faccia a vista degradati dall’acqua di risalita.

Page 47: Risanamento delle murature

47

Naturalmente il tutto si trasforma anche in una questione di

valutazione del rapporto costi/benefici; in fase progettuale è

necessario considerare il costo dell’intervento in relazione al

beneficio ottenibile, in rapporto alla destinazione degli ambienti

del manufatto oggetto dell’intervento.

In altri termini, intervenendo nell’edificato storico di pregio è inu-

tile “insistere” nel voler ottenere prestazioni “moderne” da un

edificio che ha alle spalle secoli di storia.

Dei diversi metodi per valutare strumentalmente il contenuto di

umidità nelle murature, quello ponderale è il più noto e consiste

nel prelievo di un campione di muratura con sonda, relativa

pesatura “umida”, essiccazione artificiale (a 105 °C) e compa-

razione con il peso “a secco”.

Il metodo al carburo di calcio utilizza, invece, la miscelazione di

polveri estratte dalle murature con il carburo di calcio che reagi-

Page 48: Risanamento delle murature

48

sce con l’acqua contenuta nelle polveri della muratura generan-

do acetilene in pressione; valutando la pressione dentro il con-

tenitore si risale al contenuto d’acqua presente nella muratura.

Di più rapido uso sono gli strumenti di analisi elettronica dotati

di sensori a contatto con il paramento murario; la differenza di

resistenza elettrica permette di valutare la quantità di umidità

presente nella muratura. Il sistema richiede accurate e ripetute

misurazioni da rielaborare statisticamente per ottenere un risul-

tato con ridotta percentuale d’errore.

Il metodo a microonde si basa sulla capacità d’assorbimento di

energia di specifiche onde radio in un corpo umido; il metodo

per quando efficace è influenzato dalla presenza di sali e dalla

temperatura della muratura.

La conducibilità termica dei materiali è un altro metodo per valu-

tare il livello di umidità nelle murature; poiché la conducibilità

termica è in relazione al tenore di umidità è possibile valutare la

condizione delle muratura riscaldandone una superficie e rile-

vando il calore attraverso sonde.

L’analisi termografica agli infrarossi si fonda sulla diversa rispo-

sta termica delle superfici umide rispetto a quelle secche e per-

mette di avere una visione completa del setto murario; la ter-

mografia, però, non permette di valutare i fenomeni in profondi-

tà e, quindi, deve essere correlata ad altre forme di indagine.

Page 49: Risanamento delle murature

49

Poiché l’umidità nelle murature è disomogeneamente distribuita

è necessario estendere i sondaggi in più punti e in periodi diver-

si in relazione al regime igrometrico generale del manufatto e

dell’ambiente circostante.

È ovvio che un’indagine sull’umidità delle murature di un edificio

a Venezia richiede parametri diversi da un analogo manufatto

posto nel Sud dell’Italia o in alta montagna. E’ perciò necessa-

rio inserire i dati ottenuti in un diagramma temporale e relazio-

narli a tipo di materiale costituente le murature e alla tipologia e

dislocazione dell’edificio.

Infatti, i materiali da costruzione “porosi” assorbono l’umidità

ambientale in maniera variabile in relazione alla loro costituzio-

ne; perciò è necessario, riferendosi alla bibliografia in materia,

conoscere prioritariamente le caratteristiche dei materiali per

valutare l’effettiva condizione di umidità della muratura da risa-

nare. Infatti, per valutare i risultati delle analisi strumentali sono

di fondamentale importanza i valori dei materiali “integri e non

umidi”. Non ultima è l’analisi delle temperature medie interne ed

esterne e il tasso di umidità ambientale

Per quanto riguarda i lapidei è utile conoscerne la massa volu-

mica, la densità, il grado di compattezza, la porosità reale e

apparente, il coefficiente di imbibizione, la capacità di assorbi-

mento idrico, e l’igroscopicità.

Page 50: Risanamento delle murature

50

Assorbimento e igroscopicità sono fattori importanti da conoscere poiché dal terreno pos-

sono risalire sali in soluzione capaci di aggredire chimicamente i componenti della roc-

cia, provocando desquamazioni per cristallizzazione con aumento di volume.

Proponiamo, di seguito, un’empirica scala di valori di durabilità delle rocce soggette alle

azioni disgregatici naturali:

- Rocce non durevoli: salgemma, argilla, marna.

- Rocce scarsamente durevoli: tufo, argilloscisti, calcare tenero, breccia, arenarie, puddin-

ga.

- Rocce durevoli (< un secolo): calcare compatto, serpentino, gneiss scistoso, fillade.

- Rocce durevoli (> un secolo): marmo, cipollino, travertino, granito, porfido, trachite,

basalto, sienite.

I laterizi per murature, in presenza di umidità, presentano quasi analoghi problemi rispet-

to ai lapidei dovuti alla porosità e alla presenza di calcinaroli, però i laterizi hanno il van-

taggio che pur assorbendo rapidamente l’umidità altrettanto rapidamente la smaltiscono

rispetto ai lapidei più compatti.

Le superfici dei laterizi sono, inoltre, caratterizzate da cariche elettriche negative, dipen-

denti dalla presenza di atomi di ossigeno (elettronegativi) nei composti presenti nelle

argille cotte, che attirano le particelle d’acqua.

Altro fattore di degrado è la salsedine marina che, tramite il vento o contatto diretto, depo-

2.4.2Umidità media percentuale in volume di sabbia,

gesso, mattone e muratura.

Page 51: Risanamento delle murature

51

sita sali i soluzione entro i pori dei materiali costituenti le murature determinando solleci-

tazioni disgreganti.

La vegetazione esercita un’azione chimica mantenendo l’umidità dei paramenti murari e

con la deposizione di acidi organici oltre ad esercitare un’azione meccanica incuneando

le radici fra gli interstizi e aprendo la strada ad altri agenti di degradazione.

Analogamente il guano sviluppa acidi organici, acidi nitrici e acido fosforico che intaccano

sia i lapidei quando i laterizi.

Indubbiamente il clima ha un fattore importante nella durabilità delle muratura e nel dete-

rioramento per umidità. Come noto, climi umidi, con nebbie, piogge, gelate e nevicate

hanno inferenza non trascurabile nella durabilità delle murature, in relazione all’esposi-

zione agli agenti atmosferici del paramento murario.

Ultima questione è il degrado degli intonaci che dipende da azioni meccaniche (cedimen-

ti o impatti) e quindi igrometriche, termiche e fisico-chimiche. Queste azioni disgregatrici

possono agire nelle superfici esterne degli intonaci, negli strati interni oppure nell’adesio-

ne con la muratura di supporto. Gli interventi sul solo intonaco, superficie di sacrificio a

protezione delle murature, riguardano il consolidamento tramite impregnazione di prodot-

to chimico; in tale caso è necessario che lo strato di intonaco sia ben aderente alla mura-

tura e che l’impregnazione non alteri la porosità ostruendo i capillari che, di fatto, rende-

rebbero l’intonaco impermeabile e quindi bloccando la traspirazione. Alternativa all’impre-

gnazione è il rifacimento parziale o totale degli intonaci con nuove miscele in grado di

garantire la coesione con la muratura e la traspirazione. Anche la tinteggiatura degli into-

naci, risanati chimicamente o rifatti, deve permettere la traspirazione degli strati interni. In

alcuni casi, per esempio in presenza di murature storiche intonacate, all’esterno, con il

Page 52: Risanamento delle murature

noto “marmorino”, può essere sufficiente un lavaggio, per elimi-

nare le tracce di muffa, con prodotti naturali. Il noto e “storico”

testo di Giovanni e Ippolito Massari, Risanamento igienico dei

locali umidi, Milano, 1967, a riguardo degli intonaci ricorda:

La speranza sempre rinascente in alcuni costruttori di combattere la pioggia e il vento con intonaci

cementizi è vana. A parte la ben nota necessità di lasciar “respirare”

la muratura, ossia di lasciare evaporare la normale acqua di condensazione interna, nessun intonaco

di cemento su parete esterna resiste alle alternanze termiche stagionali e resta esente da piccole fessurazioni:

l’acqua... insomma entra facilmente, esce difficilmente.

52

Page 53: Risanamento delle murature

53

NELLA PAGINA A FIANCO2.4.3

Cristallizzazione dei sali nella muratura.2.4.4

L’insuccesso edilizio di molte realizzazzioni mette a nudo l’imperizia tecnologica e l’ignoranza delle più elementari regole igrotermiche.

Page 54: Risanamento delle murature

3

Page 55: Risanamento delle murature

55

3.1 Influenza della temperatura

L’umidità nelle murature, di varia origine, genera una serie di

modificazioni che variano dalla riduzione della capacità di resi-

stenza termica (murature esterne impregnate d’umidità possono

ridurre fino al 70% la capacità di coibenza termica), e meccani-

ca fino al disgregamento delle stesse.

Prima questione è l’interazione fra l’acqua e il gelo; è noto che

l’acqua, gelando, aumenta di volume provocando la disgrega-

zione dei materiali porosi. L’entità del danno è correlata alla

dimensione dei pori del materiale interessato e anche dal fatto

il comportamento

delle muratureumide

capi to lo 3

Page 56: Risanamento delle murature

56

che l’acqua, anche quella meteorica, difficilmente è priva di sali,

perciò durante il raffreddamento la presenza di sali abbassa il

punto di congelamento e aumenta la concentrazione di sali che

non congelano. Perciò i valori di gelività di lapidei e laterizio

ottenuti in laboratorio, efficaci per i nuovi materiali, risultano

aleatori se applicati “tout court” alle murature vetuste in quanto,

nella realtà, la gelività è alterata dalla presenza di acque con

soluzioni saline di varia natura.

Altro fattore sono le variazioni di temperatura cui sono state sog-

gette le murature nel tempo, con possibili repentini sbalzi termi-

ci assai più rischiosi rispetto a regolari cicli di gelo e disgelo

oppure alla costanza di temperature (alte, basse, o medie). In

altri termini dimostra maggiore durabilità una muratura “umida”

esposta a temperature costanti anche di molti gradi sotto lo

zero, piuttosto che una muratura “umida” esposta ad ampie e

3.1.1Deterioramento di un laterizio per azione della gelività in atmosfera salina.

3.1.2La presenza dell’inserto lapideo

con stratificazione verticale agevole la risalita capillare

Page 57: Risanamento delle murature

57

repentine variazioni termiche. Il fenomeno si accentua in pre-

senza di variazioni di ventilazione e insolazione che interagi-

scono con le alternanze termiche; anche la sola alternanza

“giorno-notte” provoca variazioni termiche superficiali sulle

murature che agevolano il deterioramento per gelività.

Poiché il deterioramento per gelività di un materiale poroso è in

relazione alla porosità del materiale e alla capacità di assorbi-

mento d’acqua, oltre alla quantità e frequenza della fonte umida,

il fattore determinante è il tipo di porosità, in termini di dimensio-

ne, profondità e configurazione; per cui se da un lato più il mate-

riale è poroso e meno è resistente alla gelività, dall’altro lato un

3.1.3Disgregazione per gelività di muratura

in laterizio.

Page 58: Risanamento delle murature

58

materiale con pori ampi e poco profondi può dimostrare maggio-

re resistenza in quanto l’acqua gelata è meno “costretta”. Perciò

entra in gioco la compattezza del materiale, la sua composizione

chimica, la stratificazione e la resistenza meccanica. Un lapideo

stratificato posto in opera con gli strati esposti alla fonte umida,

per esempio pioggia battente, è maggiormente vulnerabile

rispetto a pietre non stratificate, poiché l’acqua entra fra gli strati

verticali formando lenti di ghiaccio che desquamano il lapideo.

3.2 Porosità delle murature. Tempi di essicazione

Poiché l’acqua presente nelle murature non è mai pura, come

prima ricordato, evaporando rilascia sali nelle murature che si

trasformano in efflorescenze, di per se poco pericolose se non

deturpanti per l’aspetto esterno. Viceversa, quando i sali cristal-

lizzano all’interno della muratura possono essere fonte di più

consistenti problemi. Il fenomeno avviene sia per evaporazione

dell’acqua, sia per intervento di altre soluzioni che fanno preci-

pitare i sali, sia per mancanza di traspirabilità dell’intero setto. In

altri termini il fenomeno dipende dalla velocità di evaporazione

in relazione alla velocità di penetrazione dell’umidità salina.

Da questo ne consegue che la protezione delle murature con

strati sottili di materiale non traspirante, tipo pitture completa-

Page 59: Risanamento delle murature

mente impermeabili, bloccando il flusso di vapore, possono ren-

dere più veloce il processo di degrado della muratura oppure

spostare l’umidità.

Ritorna quindi in primo piano la questione della porosità; a gran-

di linee risultano maggiormente resistenti alla gelività materiali

con ridotta diffusione di pori con diametro inferiore a 1 mm, men-

tre sono meno resistenti materiali con porosità ampiamente dif-

fusa e compresa fra 1 e 5 µm.

Materiale Tempo d’assorbimento

Laterizio tradizionale 2-3

Laterizio “moderno” 10-15

Laterizio “moderno” 3.000-3.500

trattato con siliconi

Malta di calce da intonaco 2-3

Malta da intonaco trattata 3.200-3.600

con resine epossidiche

Pietra calcarea tufacea 2-3

Malta di cemento da intonaco 10-14

in secondi

3.2.1Velocità assorbimento acqua.

59

Page 60: Risanamento delle murature

60

In generale i materiali molto porosi possono assorbire acqua fino al 30% del loro peso. In

particolare la muratura di laterizio assorbe fino a 300 litri per metro cubo.

L’altezza della risalita capillare, inversamente proporzionale al diametro dei pori, è stata

valutata con la seguente relazione proposta, per esempio, da G. Cigni, B. Codacci-

Pisanelli, Umidità e degrado negli edifici. Diagnosi e rimedi, Roma, 1987:

Hmax= 2/r x 15 x 10-6

dove: Hmax = altezza massima di risalita capillare

r = raggio dei capillari.

Naturalmente si tratta di un rapporto indicativo, in quanto le variabili sono molte poiché

ogni muratura è un caso singolo e sono problematiche le generalizzazioni. Caso emble-

matico è quello delle murature degli edifici veneziani, in cui si è dimostrato come l’umidi-

tà di risalita capillare, nella maggior parte dei casi, arrivi all’altezza di 250 cm, con casi

limite fino ai tre metri interessando anche gli appoggi dei solai dei primi piani.

Come paragone si può fare riferimento al tempo di essiccazione dell’umidità di costruzio-

ne, parametro significativo anche se valutabile solo per nuove edificazioni, che dipende

dal tipo di porosità delle materie, dalla ventilazione e dalla temperatura.

Empiricamente per umidità relativa ambientale del 70% e velocità dell’aria inferiore a 0,1

m/sec, è stato stimato che l’umidità eccedente quella di equilibrio dei materiali sia valuta-

bile con la seguente formulazione, nella forma proposta, per esempio, dal noto Manualetto

RDB, azienda leader nella produzione di manufatti edilizi:

g = cr c d2

dove: g = numero di giorni per l’evaporazione dell’umidità di costruzione

c = coefficiente tipologia di materiale (porosità), pari a 0,28 per i laterizio, 1,2 per la pietra

Page 61: Risanamento delle murature

61

calcarea, 0,25 per le malte di calce e 2,5 per le malte

di cemento

d = spessore elemento in cm

cr = coefficiente di temperatura dato dal seguente

grafico in figura 3.2.2.

Applicando la formula si ottengono valori particolar-

mente significativi e degni di attenzione; per esempio nel caso di una teorica muratura di

mattoni con spessore 25 cm, alla temperatura di 20°C sono necessari circa 175 giorni,

cioè quasi 6 mesi, per ottenere l’essiccazione dell’umidità di costruzione, tempo che si

dimezza a 30°C; nel caso estremo di ambiente arido e temperatura media di 40°C il tempo

diventa di circa un mese e mezzo.

Inserendo il valore delle malte di allettamento e degli intonaci si comprende come questo

tempo si allunghi in maniera esponenziale, per esempio diventa quasi tre anni per una

muratura di mattoni pieni di 38 cm di spessore. Nel caso di una muratura in pietrame di

grosso spessore, per esempio 200 cm, a 10 °C di temperatura, si ottengono 96.000 gior-

ni, in altre parole circa 263 anni.

In altri termini e come vuole la tradizione, l’essiccazione dell’umidità di costruzione di una

costruzione in muratura, in genere, richiede alcuni anni il che evidenzia come il fenome-

no dell’essiccazione delle murature sia lungo e complesso poiché l’esemplificazione pro-

posta è valida per umidità relativa ambientale del 70% e velocità dell’aria inferiore a 0,1

m/sec, ed è facile intuire come possa cambiare al variare di questi due ultimi parametri.

Per esempio, ci ricorda il Massari che il tenore medio d’umidità ambientale è di circa il 74%

a Venezia e del 79% a Pavia, ma se si confrontano i dati relativi al solo mese di gennaio

3.2.2Velocità assorbimento acqua.

Page 62: Risanamento delle murature

62

si osserva che “mentre a Genova si registra un

tenore medio del 58% ed a Trieste del 65% a

Venezia si arriva sino all’81. Inoltre, ad acce-

zione del periodo estivo, per almeno 15 giorni

al mese, l’umidità relativa dell’aria raggiunge

valori variabili fra l’80% ed il 100%”.

Inoltre è poco probabile che i paramenti mura-

ri siano saturi di umidità in maniera omogenea

e per tutta la loro estensione, per cui si può

ritenere credibile l’ipotesi che l’essiccazione

dell’umidità di costruzione possa avvenire, in

area mediterranea e per edifici “normali”, in un

periodo che varia da un minimo di sei mesi ad

un massimo di tre anni, da cui ne consegue

che l’essiccazione di murature umide, una

volta eliminata la causa, richieda lunghi tempi.

3.3. Condensa. Azione chimica e variazioni

dimensionali

Anche il fenomeno della condensazione nelle

murature, superficiale e interna, è complesso e

coinvolge tutti i parametri prima riferiti, dalla poro-

sità del materiale, alla sua permeabilità al vapor

d’acqua, umidità relativa, temperatura, etc.

A titolo di esempio proponiamo l’essenziale

3.2.3Condizioni ambientali idonee per la salute, circa 20°C e umidità relativa compresafra il 40% e il 60%. Manualetto RDB, Piacenza.

Page 63: Risanamento delle murature

63

diagramma di Mollier che permette ulteriori

riflessioni sul comportamento delle murature

umide (fig. 3.3.1).

Nel caso in esame si ottiene, interpolando

graficamente, per una temperatura dell’aria

di 20°C e un’umidità relativa del 70%, una

condensazione nella parete per una tempe-

ratura di rugiada inferiore a 15°C.

Perciò l’inconveniente della condensazione

interna è risolvibile agendo sulla temperatu-

ra della parete o sulla ventilazione interna

per diminuire il valore dell’umidità relativa.

Ma, per il nostro argomento, è importante

rilevare l’importanza dell’equilibrio igrometri-

co fra interno ed esterno, cioè se si associa

alla fonte umida esterna la presenza di con-

densazione interna si ottengono situazioni

complesse di stazionamenti o migrazioni

d’umidità.

Secondo l’ipotesi di Kettenacker il prosciu-

gamento delle murature inizia dalle parti

superiori e sotto la linea di separazione della

parte fortemente impregnata, la percentuale

d’umidità rimarrebbe invariata anche alla

presenza di ventilazione esterna e insolazio-

ne diretta. L’ipotesi si basa sul fatto che in un3.3.1

Diagramma di Mollier.

Page 64: Risanamento delle murature

64

materiale impregnato di umidità, in cui avvenga un’evaporazio-

ne forzata superficiale (ventilazione o insolazione), l’aumento

dell’acqua evaporata genera anche un aumento dell’assorbi-

mento; per cui nella muratura aumentando l’evaporazione for-

zata si aumenta anche la velocità di risalita capillare tranne nel

caso in cui la velocità di evaporazione sia maggiore della velo-

cità di risalita, situazione che si verifica solo in condizioni di

caldo torrido, elevato soleggiamento e ventilazione.

In altri termini l’umidità nelle murature è determinata dal regime

igrotermico dinamico fra l’ambiente e la muratura stessa, cioè

tra le differenze fra la velocità di assorbimento dell’umidità e la

velocità di evaporazione.

In generale l’umidità agisce nella resistenza meccanica di

malte, laterizi e lapidei, riducendola anche del 40-50% in caso

di totale e prolungata saturazione, in relazione ai fenomeni chi-

mici derivati dalla combinazione dell’acqua con i sali presenti

nell’atmosfera e nella stessa acqua.

I sali, raggruppabili nel gruppo dei solfati, dei nitrati e dei cloru-

ri, dissolti nell’acqua provocano, come già ricordato, una serie

di complicazioni.

I solfati, sali che derivano dall’acido solforico sono naturalmen-

te presenti nei materiali componenti la muratura e possono

essere trasportati per capillarità dai terreni oppure essere con-

Page 65: Risanamento delle murature

65

seguenza della presenza di microrganismi o di inquinamento,

come pure dalla presenza di ambiente marino. Poiché i solfati

sono in grado di cristallizzare aumentando di volume comporta-

no sia la disgregazione del materiale sia la corrosione delle

superfici.

I cloruri diventano igroscopici in presenza di altri sali quali i sol-

fati, trasferiti per risalita capillare e dall’azione eolica, che cri-

stallizzano in contatto con laterizi e pietrame, aumentando la

capacità di assorbimento dell’acqua.

I nitrati, trasferiti per capillarità (terreni fertilizzati) e inquina-

mento, sono igroscopici, tranne il nitrato di potassio, e facil-

mente solubili in acqua; aumentano la capacità d’assorbimento

dell’acqua innescando problemi di gelività.

Perciò la capacità d’assorbimento d’acqua per capillarità delle

murature è correlata alla presenza dei sali e la presenza di

acqua comporta la dilatazione del materiale unitamente alla

variazione di temperatura.

La dilatazione termica dei materiali nei lapidei e nei laterizi è

particolarmente significativa nell’indagine del degrado delle

murature umide poiché la dilatazione termica può comportare

allungamenti e restringimenti elevati che, se contrastati, porta-

no a sollecitazioni elevate tali da portare alla rottura di materia-

li fragili come il laterizio, la pietra e gli intonaci.

Page 66: Risanamento delle murature

66

La variazione di dimensionale si valuta attraverso la nota for-

mula:

∆L = L λ ∆tdove:

∆L = allungamento o accorciamento in funzione della variazione

di temperatura

L = lunghezza iniziale del solido

∆t = variazione termica in °C

λ = coefficiente di dilatazione termica lineare, in cm, del mate-

riale per ogni grado centigrado °C:

Per esempio in un pilastro in pietra calcarea tufacea di contor-

no ad un portale, alto 400 cm, sottoposto ad uno sbalzo termi-

co di 60°C, tipico di un edificio in regione centro europea (-15°C

in inverno e + 45°C in estate sotto insolazione) si genera uno

stato di sollecitazione elevatissimo; supponendo che il pilastro,

incastrato nella muratura, abbia sezione 10x35 cm è sia solleci-

tato da un modesto carico di compressione pari a 8 kg/cm2,

otteniamo, per dilatazione termica:

∆L = L λ ∆t = 400 x 0,000022 x 60 = 0,528 cm

Poiché il modulo E medio del calcare è pari a 150.000 Kg/cm2,

possiamo determinare la sollecitazione unitaria di compressio-

ne dovuta alla dilatazione termica:

E = (N/A) / (DL / L) = σ / ε

Page 67: Risanamento delle murature

67

Materiale Coefficiente di dilatazione termica

Laterizio 0,000023

Marmo 0,000008

Calcare 0,000022

Granito 0,000007

Arenaria 0,000012

Porfido 0,000006

Basalto 0,000005

150.000 = σ / (0,528/400)

σ = 198 Kg/cm2 > 150 Kg/cm2

in pratica uno stato di sollecitazione maggiore della tensione di

rottura di questo tipo di pietra, il che spiega come in cornici di

portoni e “piane” di finestre lapidee spesso si riscontrano fessu-

rate a causa della dilatazione termica contrastata.

Se sommiamo alla dilatazione termica la dilatazione dovuta alla

presenza d’umidità, otteniamo un quadro assai significativo del

quadro fessurativo e di deterioramento delle murature.

Infatti, rispetto all’umidità, abbiamo i seguenti valori d’aumento

dimensionale lineare, per alcuni materiali componenti le mura-

ture (v. tabella 3.3.6).

3.3.2 Valori del coefficiente di dilatazione termica di alcuni materiali.

Page 68: Risanamento delle murature

68

3.3.3Frattura per dilatazione termica contrastata; possiamo supporre, in questo caso, che lo sbalzo termico (inverno/estate) sia stato di circa 60°C.

3.3.5Frattura per dilatazione termica contrastata.

3.3.4Frattura per dilatazione termica contrastata che interessa anche l’inserto di muratura“scuci-cuci” realizzato con malte cementizie di rigidezza maggiore rispetto alle malte vetuste.

Page 69: Risanamento delle murature

69

In altri termini se sommiamo le due tipologie di dilatazione, ter-

mica e umida, osserviamo che nell’alternanza delle stagioni si

registrano dilatazioni e contrazioni d’elevata intensità che cau-

sano pressioni interne che interagiscono con la presenza d’u-

midità salina. Inoltre si generano fessurazioni capillari negli into-

naci che permettono l’infiltrazione delle acque meteoriche che,

nelle stagioni fredde, gelando, dilatano le stesse fessurazioni.

Materiale Dilatazione lineare Contrazione per saturazione umida lineare in mm/m per essiccazione

in mm/m

Granito 0,06-0,20 0,15-0,20

Calcare 0,10-0,15 0,10-0,40

Basalto 0,30-0,35 0,35-0,40

Malta di calce 0,30-0,50 0,80-1,10

Malta di cemento 0,18-0,22 0,30-0,45

Laterizio 0,10-0,20 0,10-0,35

3.3.6Valori di dilatazione e contrazione termica.

Page 70: Risanamento delle murature

4

Page 71: Risanamento delle murature

71

capi to lo 4

i sistemidi intervento

4.1 Il progetto di intervento

La scelta delle tipologie di intervento di risanamento delle mura-

ture umide è strettamente connessa al progetto di intervento e

correlata al rapporto costi/benefici di cui si è già fatto cenno in

precedenza.

Non esiste “ricetta assoluta” o “risultato perfetto”, ma una serie

di compromessi tecnici in relazione al tipo di intervento di

restauro generale e valore culturale dello stesso manufatto.

Gli interventi, a grandi linee, possono suddividersi in soluzioni

“hard” o “soft”, cioè pesanti interventi non reversibili, oppure

Page 72: Risanamento delle murature

72

operazioni di risanamento che non alterino la concezione strut-

turale originaria e, possibilmente, nemmeno materiali originali.

Una soluzione che preveda, per esempio, il risanamento di

murature a sacco deteriorate tramite iniezioni cementizie può

risolvere il problema statico ma non quello dell’umidità, oppure

generare setti murari di rigidezza non compatibile con il resto

dell’edificio.

Prima regola è, indubbiamente, la ricerca della fonte di umidità

e il tentativo di eliminarla. Non sono pochi i casi di murature

umide a causa della mancanza di sistemi di convogliamento

verso l’esterno delle acque meteoriche. Caso frequente è quel-

lo delle grondaie che scaricano l’acqua direttamente sui mar-

ciapiedi lapidei che circondano gli edifici; se il marciapiede

dimostra, inoltre, fessurazioni e cedimenti tali da convogliare

l’acqua verso l’interno dell’edificio è inevitabile l’impregnazione

per diversi centimetri in altezza.

Non mancano i casi di perdite dovute a impianto idrico o fogna-

rio, vicinanza di canalizzazioni coperte fessurate, condotte di

edifici vicini; caso tipico si presenta quando gli scarichi di gron-

da vanno a riferire in condotte in laterizio e blocchi lapidei poste

sotto i selciati e in prossimità di altri edifici, come frequente nei

centri storici.

Perciò non è possibile stilare una rigorosa classificazione delle

Page 73: Risanamento delle murature

73

patologie delle murature umide e, di conseguenza, una tasso-

nomia di interventi essendo il cantiere del restauro pervaso di

variabili, dalle condizioni locali del luogo di intervento, alla situa-

zione del degrado, ai costi, alle tipologie di intervento, etc.

A grandi linee la metodologia di scelta del tipo di intervento pre-

suppone la presenza delle seguenti fasi:

- rilievo del manufatto, indicazione del degrado, documentazio-

ne fotografica;

- sondaggi strumentali per la valutazione della quantità e distri-

buzione dell’umidità;

- valutazione, in relazione alla tipologia di degrado, del tipo di

intervento e del prodotto presente nel mercato;

- valutazione bibliografica di interventi analoghi già effettuati con

il prodotto prescelto;

- richiesta di fornitura di garanzia da parte dell’azienda produt-

trice e/o esecutrice dell’intervento.

4.2 Puliture e preparazione murature

Prima operazione da compiere è, in genere, la pulizia dei para-

menti murari da muschi, erbacee, rampicanti, guano e qualt’al-

tro il tempo ha depositato. Tali agenti biologici possono essere

localizzati o diffusi, intaccare i giunti di malta, aprire brecce alle

Page 74: Risanamento delle murature

74

infiltrazioni e ammalorate intonaci e murature stesse miscelan-

dosi con l’acqua meteorica. In taluni casi la vegetazione è così

aderente al paramento murario da penetrare in profondità.

In base al tipo di agente biologico si adottano diverse soluzioni,

dal semplice lavaggio con acqua, all’applicazione di prodotti chi-

mici solubili.

Nel caso di murature in pietra “faccia vista” con evidenti pre-

senze biologiche è utile eseguire una disinfestazione preventiva

poiché i prodotti di pulitura e consolidamento delle superfici pos-

sono deteriorare le cellule dei microrganismi con fuoriuscita di

liquido può intaccare le superfici.

4.2.1Efflorescenze in murature di laterizio

in zona basamentale.

Page 75: Risanamento delle murature

75

Nelle murature si possono sviluppare particolari forme di alghe,

soprattutto fra fessurazioni in luoghi umidi, licheni, che provoca-

no la disgregazione superficiale delle pietre più porose e dei

laterizi. Anche il muschio e i funghi si sviluppano nelle zone

umide attaccando pietre e laterizi.

I prodotti di disinfestazione, spesso tossici, devono essere uti-

lizzati dopo la rimozione manuale degli agenti biologici che sono

anche indicatori indiretti dello stato di umidità delle murature.

Qualora le murature presentino efflorescenze, si può intervenire

con lavaggi in relazione al tipo di efflorescenza. Il solfato di cal-

cio, aderente al laterizio (patina), può essere eliminato con

lavaggi di soluzioni al 10% di acido cloridrico e successivo

lavaggio con acqua. Analoga soluzione si può utilizzare, aumen-

tando il dosaggio fino al 20% di acido cloridrico, in presenza di

efflorescenza di carbonato di calcio.

In presenza di solfati alcalini (sodio e potassio) cioè quando l’ef-

florescenza è e di tipo polveroso e cristallina, è sufficiente la

spazzolatura e il lavaggio con acqua. Se lo stesso tipo di efflo-

rescenza appare più persistente la pulitura richiede particolari

approcci chimici di analisi e relativo trattamento.

In sintesi i sistemi di pulitura delle murature ammalorate, fase

che precede il restauro, si possono così suddividere:

1) lavaggi con acqua pura: speciali pompe nebulizzano sulle

Page 76: Risanamento delle murature

76

superfici acqua pura e fredda in quantità sufficiente per inumidi-

re i depositi di sporco, finché non siano completamente scom-

parsi o non sia possibile rimuoverli con spazzole morbide non

metalliche;

2) sabbiatura a secco: getto con aria compressa di sabbia abra-

siva con diversa granulometria;

3) sabbiatura umida: l’aggiunta di acqua alla sabbia abrasiva

riduce la diffusione della polvere e modera l’effetto abrasivo

sulla superficie;

4) pulizia chimica: utilizzata, in genere, su mattoni faccia a vista

e lapidei compatti, è da attuare con attenzione su lapidei porosi

in quanto il detergente chimico può favorire il processo di corro-

sione;

5) impacchi assorbenti: questa tecnica utilizza la proprietà

assorbente di particolari miscele di argilla applicate alle superfi-

ci sotto forma d’impacchi che assorbono lo sporco.

Quest’intervento è costoso ed indicato per facciate di particola-

re pregio architettonico.

4.3 Impregnazione e consolidamento sottovuoto

Il sistema Balvac (importato in Italia nel 1980 dalla Peter Cox)

è stato messo a punto per la conservazione, il ripristino e il risa-

Page 77: Risanamento delle murature

77

namento di pareti con qualsiasi tipo di materiale. Il procedi-

mento si basa sul principio dell’impregnazione sotto vuoto. In

pratica il manufatto è avvolto da una pellicola sigillata ai bordi;

attraverso pompe collegate tra la pellicola e il manufatto, si pro-

cede all’evacuazione dell’aria bloccata tra questi due elementi.

L’operazione di pompaggio dura il tempo necessario per per-

mettere il completo “degasaggio” del manufatto, cioè lo svuota-

mento delle cavità dai residui di vapori e di umidità. A “degasa-

zione” completa si procede all’immissione controllata di resina

sintetica, del tipo e della viscosità in relazione al materiale costi-

tuente la struttura. Si ottiene quindi la bagnatura di ogni discon-

tinuità, come fessure, screpolature, pori e capillari.

Questo metodo di impregnazione sottovuoto presenta il vantag-

gio di togliere l’aria e vaporizzare l’acqua presente nelle porosi-

tà. Inoltre, in assenza d’aria, la sostanza impregnante può

penetrare completamente nella struttura del materiale, senza la

possibilità che si formino sacche d’aria e realizzando inoltre un

incollaggio efficace con la struttura, qualora l’impregnazione

sottovuoto serva a consolidare strutture lesionate.

In generale l’impregnazione con resine penetra per una profondi-

tà compresa fra i 3 e 20 mm, non si forma un film continuo ester-

no impermeabile ma si genera un velo che riveste gli interni dei

capillari, senza occluderli riducendo minimamente la sezione.

Page 78: Risanamento delle murature

78

4.3.1Sistema Balvac di impregnazione sottovuoto.

4.3.2Impregnazione sotto vuoto.

4.3.3Principio teorico su cui si basa il sistema Balvac.

4.3.4Percentuale di impregnazione in atmosfera e sottovuoto.

Page 79: Risanamento delle murature

79

L’impregnazione impedisce l’assorbimento delle acque meteori-

che ma non impedisce l’evaporazione dell’umidità dall’interno

verso l’esterno. Le resine adatte all’impregnazione sono i silico-

ni, i “saponi metallici” (stearato di alluminio, di zinco, di calcio,

etc.), il metacrilato di metile, i polimeri del cloruro di polivinile,

etc., ma le più utilizzate sono i siliconi purché l’alcalinità del sup-

porto non superi il valore di pH 9.

4.4 Risanamento umidità ascendente per capillarità

L’assorbimento per capillarità nei pori è processo analogo a

quello della diffusione di una goccia d’acqua su una superficie

porosa, ed è dovuto alla tensione superficiale all’interno dell’ac-

qua e all’angolo di bagnabilità tra il bordo dell’acqua e il corpo

solido. La penetrazione nei pori può, infatti, essere evitata per-

meando le superfici dei pori con un rivestimento speciale che

rigetti l’acqua. Ciò si può ottenere alterando l’angolo di contatto

in modo che la forza della tensione superficiale agisca in senso

opposto.

La Peter Cox propone un idrorepellente (PCM8) che fa in modo

che le goccie d’acqua possano prendere consistenza anziché

diffondersi sulla superficie, senza modificare il materiale trattato.

Per ottenere queste barriere chimiche sono impiegati siliconati,

Page 80: Risanamento delle murature

80

silani, silossani, etc. L’uso dei composti siliconici è giustificato

dalle molteplici caratteristiche che presentano, quali, la stabilità

nel tempo, l’atossicità e la bassa viscosità che permette l’otti-

male penetrazione nel materiale. Il PCM8, per avere buona riu-

scita, deve poter impregnare la muratura per lenta diffusione

favorendo la sostituzione della resina all’acqua d’umidità e per-

mettendo la completa reticolazione del prodotto sulle pareti dei

capillari; a tal scopo la Peter Cox ha studiato e prodotto specifi-

ci diffusori.

L’esecuzione della barriera prevede le seguenti fasi:

- foratura della struttura a circa 20 cm dal livello (interno o ester-

no) del pavimento, con interasse dei fori di circa 15 cm fra loro;

- inserimento dei diffusori nella muratura e stuccatura per evita-

re dispersioni di liquido;

- trasfusione della sostanza attiva diluita in acqua addolcita (a

stuccatura asciutta).

A tale proposito è opportuno rilevare che tutte le acque superfi-

ciali contengono sali disciolti come magnesio, calcio, sodio,

potassio ed altri minerali che che questi elementi ne determina-

no la durezza.

Affinché la reazione chimica del PCM8 produca solo sostanze

idrorepellenti, è necessario che nell’acqua non vi siano troppi

ioni di calcio e magnesio. Infatti, un’eccessiva presenza di tali

Page 81: Risanamento delle murature

81

elementi porta ad ottenere anche sostanze non idrorepellenti,

diminuendo l’efficacia del trattamento.

Il PCM8, una volta miscelato, è trasfuso in dosi frazionate in

relazione allo spessore delle murature, in modo da far assorbi-

re il formulato in maniera omogenea.

La polimerizzazione dei prodotti siliconici utilizzati varia in rela-

zione al tipo di composizione; ci sono prodotti che reticolano

reagendo con anidride carbonica (metilsiliconato di potassio),

altri che contengono già un catalizzatore all’interno del compo-

sto altri, ancora, che reagiscono con i gruppi idrosilici presenti,

etc. In altri termini, ogni prodotto ha caratteristiche diverse e,

perciò, il tecnico incaricato, deve valutare, caso per caso, il

composto più idoneo.

Terminata la formazione della barriera chimica l’intonaco deve

essere asportato per un’altezza fino a 50 cm oltre il livello della

fascia umida al fine di favorire l’asciugatura per evaporazione

spontanea. Il ripristino degli intonaci deve essere realizzato uti-

4.4.1Sistema Peter Cox a barriera chimica. Sistema Peter Cox a barriera chimica, distribuzione dei trasfusori.

Page 82: Risanamento delle murature

82

Page 83: Risanamento delle murature

lizzando intonaci macroporosi o di risanamento antisale secon-

do norma DIN 18557, che indentifica gli intonaci di risanamento

con malte adatte alla realizzazione di superfici ad elevata poro-

sità e permeabilità al vapore. Chiaramente le finiture successive

dovranno essere compatibili con le caratteristiche dell’intonaco

di risanamento, in particolare rispetto all’indice di traspirabilità.

4.5 Drenaggi e impermeabilizzazioni esterne

Allontanare le acque dall’edificio, non sempre eseguibile nel

caso di adiacenze, prevede operazioni di drenaggio con nuove

canalizzazioni, condotte e l’applicazione di membrane imper-

meabili.

Lo scavo per la realizzazione del drenaggio non è esente da

rischi in quanto effettuato in diretta vicinanza dell’edificio e delle

sue fondazioni; perciò va eseguito per settori, avendo l’accor-

tezza di tenere sotto controllo l’eventuale quadro fessurativo

generale.

Nel caso di inserimento di membrane di protezione queste

vanno posate e saldate su parti murarie il più possibile asciutte

e quindi ricoperte di sabbia per evitare che durante il ricopri-

mento siano danneggiate.

Analogamente decidendo di inserire condotte, in genere tuba-

83

NELLA PAGINA A FIANCO4.4.2Successione intervento con barriera chimica.

Page 84: Risanamento delle murature

84

4.5.1Sistema tradizionale di drenaggio

con intercapedine attorno al perimetro dell’edificio.

4.5.2Sistema di drenaggio con ghiaione

e strato impermeabile. Da: Norberto Tubi ,

La realizzazione di murature in laterizio,

Edizioni Laterconsult,Roma, 1991.

Page 85: Risanamento delle murature

85

4.5.3Sistemi d’impermeabilizzazione esterna e drenaggio per muri interratiin muratura e cemento armato.

Page 86: Risanamento delle murature

86

4.5.5Schema di drenaggio con pozzo assorbente.

4.5.4Intervento con membrana isolante esterna.

Page 87: Risanamento delle murature

87

4.5.6Esempio di impermeabilizzazione con tessuti. Da: Norberto Tubi, La realizzazione di murature in laterizio,

Edizioni Laterconsult, Roma, 1991.

Page 88: Risanamento delle murature

88

zioni di diametro non inferiore a 100 mm, è necessario posarle

su fondo compatto regolarizzato e ricoprirle con sabbia com-

patta per evitare di deteriorarle in fase di reinterro. Spesso

accade che tali condotte siano interessate dalle radici che sono

in grado di “spostare” gli elementi in prossimità delle giunzioni,

oppure di lesionare quelle più sottili in materiale plastico.

Le acque delle condotte drenanti vanno quindi convogliate in

pozzetti connessi alla rete fognaria oppure in pozzi a perdere

lontani dal manufatto e posti in quota tale da evitare “il ritorno”

dell’umidità. In altri casi si può ricorrere a pompe elettriche di

svuotamento oppure, se il terreno lo consente, alla traspirazio-

ne naturale secondo metodi simili alla fitodepurazione.

In zone collinari il drenaggio richiede il controllo della falda

acquifera a monte dell’edificio e la relativa deviazione, opera-

zione che può alterare lo stato di consistenza degli strati di ter-

reno o rocciosi assestati in ambiente umido. In tali casi è neces-

saria un’accurata conoscenza dei terreni tramite sondaggi geo-

gnostici e relativi profili stratigrafici.

Membrane e condotte, però, non possono eliminare la risalita

capillare dell’acqua presente sotto le fondazioni, caso che

richiede oltre all’individuazione dell’origine dell’acqua, scelte

alternative di risanamento delle murature umide. Una possibile

soluzione è delineata da opere di sottofondazione in calce-

Page 89: Risanamento delle murature

89

struzzo armato, svolte per settori, di spessore tale da garantire,

oltre alla stabilità statica dell’opera, anche una barriera alla risa-

lita dell’acqua.

Se da un lato è necessario che la muratura sia “bene asciutta”

prima della posa e fissaggio delle guaine impermeabilizzanti,

dall’altro l’operazione può rivelarsi lunga per difficili condizioni

ambientali o per la continua presenza d’infiltrazioni d’acqua,

operazione che richiede l’ausilio di sistemi meccanici di prosciu-

gamento del terreno.

4.6 Impermeabilizzazione interna

L’impermeabilizzazione all’interno degli edifici è operazione

complessa; valgono le stesse precauzioni definite nel caso pre-

cedente con in più le difficoltà di operare in ambienti chiusi e

spesso angusti.

Lo scavo del terreno al piano terra, se possibile, in pratica in

assenza di pavimentazioni di pregio, richiede adeguate cautele

per non incidere nella stabilità del manufatto; si procede sempre

per parti dopo aver individuato la fonte umida, impermeabiliz-

zando le murature basamentali e fondazioni in verticale con

guaine o inserendo sistemi di drenaggio.

È possibile deviare l’acqua di falda attraverso la formazione di

Page 90: Risanamento delle murature

uno strato sigillante di bentonite sodica che aumenta il volume in presenza d’acqua e bloc-

ca la risalita; in tali situazioni è necessario realizzare, sopra, una soletta in calcestruzzo

armato in grado di contenere i sempre possibili aumenti futuri del livello di falda ed equi-

librarne la pressione. La soletta, in genere a vasca, deve essere in calcestruzzo idrofugo

e d’adeguata fluidità; durante la presa del getto, la pressione della falda va tenuta sotto

controllo tramite sistemi di pompaggio.

Il tradizionale vespaio in ghiaione è ancora efficace ma sono migliori i più recenti sistemi

di solaio a terra ventilato. Per le parti in elevazione della muratura si può operare con la

stesura di nuove malte impermeabilizzanti ponendo attenzione all’esterno nel caso ci

siano superfici di pregio, per esempio affrescate, poiché i componenti di talune malte

impermeabilizzanti rilasciano sali che possono deteriorare le superfici esterne. Anche in

questo caso è necessario approfondire con il produttore delle malte impermeabilizzanti le

caratteristiche del prodotto e le modalità di posa in opera.

In alternativa, dopo aver eliminato la fonte umida e atteso l’equilibrarsi del regime igro-

90

4.6.1SistemI di isolamento.per muratura con solaio sotto il livello del suoloe per muratura con solaio sopra il livello del suolo.

Page 91: Risanamento delle murature

metrico della muratura, è sufficiente una tradizionale malta di calce, povera di cemento,

per permettere al muro di traspirare, salvo verificare e contrastare con intonaci macropo-

rosi i sali nel frattempo accumulatisi.

I sistemi d’intercapedine, cioè di controparete staccata dalla parete umida hanno diversa

natura e funzione; si passa dalle contropareti leggere interne in cartongesso, utilizzabili

solo dopo l’eliminazione della fonte umida, alle pareti ventilate esterne, fino ai controsetti

murari con o senza sistemi di drenaggio e ventilazione interna.

Per la ventilazione della “lama d’aria” d’intercapedine sono necessarie adeguate forature

di areazione con griglie e sistemi di controllo per evitare l’ingresso delle acque meteori-

che, nel caso di pareti ventilate esterne. È preferibile la possibilità d’ispezione delle inter-

capedini per la manutenzione. Inoltre, nel caso di parete ventilata è necessario riesami-

nare l’equilibrio igrotermico della parete stessa che è modificato dalla presenza della lama

d’aria. L’intercapedine può essere anche priva di “lama d’aria” e sostituita da materiale iso-

lante non attaccabile dall’umidità.

91

4.6.2Sistema di isolamento con intercapedine formata da elementi prefabbricati in materiale plastico di riciclo; sopra è gettato il massetto in calcestruzzo con rete elettrosaldata.

4.6.3Sistema di isolamento

con vasca interna d’isolamento umidità.

Page 92: Risanamento delle murature

4.7 Taglio meccanico delle murature

Il taglio meccanico della muratura, sistema diffuso da anni, permette di interrompere la

risalita capillare tramite l’impiego di una barriera continua orizzontale di materiale imper-

meabile.

Un’indagine condotta da F. Zago, G. Biscontin, G. Michelon, G. Riva, N. Valle, contenuta

in Il mattone di Venezia, C.N.R., Venezia, 1982, su murature veneziane, vale a dire in

situazione estrema, a riguardo dell’impiego del piombo si osservava:

Un esame più specifico mostra che tali tecniche presentano indubbi aspetti positivi, ma non risolvono attualmente tutti i problemi.

Ad esempio il piombo, impiegato nel taglio del muro, risente di degrado di tipo chimico-fisico e non appare perfettamente comparabile con il sistema murario,

mentre le resine, che vengono tuttora impiegate (epossidiche e poliesteri) risentono della loro composizione chimica e sono, alla lunga, degradabili.

Più realistici appaiono, al momento, i sistemi composti in cui il metallo viene incapsulato a sandwich da due strati di resina...

92

4.7.1Sequenza esecutiva del taglio meccanico delle murature.

Page 93: Risanamento delle murature

Il sistema del taglio ha dimostrato buona effi-

cienza se realizzato con materiali impermeabi-

li sufficientemente duttili da adattarsi all’asse-

stamento della muratura; generalmente viene

realizzato un taglio continuo ad alcune decine

di centimetri fuori terra, ma sarebbe auspicabi-

le eseguire il taglio “a livelli sfalsati” in modo da

evitare di avere “un taglio totale” a livello di

basamento che potrebbe ridurre la resistenza

dell’edificio alle azioni laterali in caso di sisma.

In ogni caso il taglio va eseguito per settori di non oltre 80 cm,

inserita la lastra impermeabile e quindi risarcito il taglio prima di

procedere al tratto successivo, dopo aver atteso la maturazione

del materiale utilizzato per la risarcitura (alcune ore per le resi-

ne, 28 giorni per le malte).

93

Page 94: Risanamento delle murature

Per quanto riguarda il materiale impermeabile, le costose guai-

ne piombate, con il metallo rivestito e protetto dalla corrosione,

risultano ancora efficaci; viceversa destano perplessità le solu-

zioni con le lastre in fibra di vetro che nel tempo, tendono a

diventare fragili e a frammentarsi nel bordo esterno.

Negli anni Settanta si è diffuso, principalmente in Germania e

Austria, il sistema di taglio delle murature con inserimento for-

zato (martello pneumatico) di lamiera a minima ondulazione

d’acciaio al cromo di spessore medio 1,5 mm (Metodo H & W).

Il sistema teoricamente efficace, ha il limite di essere messo in

opera tramite “battitura” pneumatica con pressioni da 20 a 40

kg/cm2 e oltre un migliaio di colpi il minuto. Secondo i proposi-

tori del sistema l’elevata frequenza dei colpi del martello pneu-

matico non intacca la stabilità dell’edificio.

Il metodo proposto dal Massari negli anni Settanta consiste,

invece, nel taglio mediante successione di carotaggi contigui

(lotti di circa 40 cm), in modo da ottenere un taglio continuo; i

fori sono quindi riempiti con resine; il sistema permette di fora-

re murature di grosso spessore e riduce al minimo le vibrazioni

trasmesse alle murature.

Si può ancora riproporre il tradizionale metodo “scuci-cuci”, che

consiste nel demolire una piccola parte di muro, pochi elemen-

ti, sostituire quelli deteriorati, e rifare il pezzo di muro con ele-

94

Page 95: Risanamento delle murature

95

4.7.2Esempi di taglio della muratura

a) Taglio della muratura con inserimento di materiale impermeabile.

b) Inefficacia del taglio della muratura per ulteriore presenza di fonte umidità

(acqua battente, acqua dalle coperture nonconvogliata e mancanza di ventilazione.c) Edifici contigui, taglio delle murature

ad altezze diverse.

a

b

c

Page 96: Risanamento delle murature

menti “sani” e nuove malte. Il metodo

è utilizzato nei casi estremi di deterio-

ramento completo degli elementi ed è

utilizzabile sia per murature laterizie

sia lapidee, avendo l’accortezza, se

richiesto, di evidenziare l’intervento

con diversa lavorazione dei giunti per

datare l’operazione ed evitare il

“falso”.

Non è applicabile in murature forte-

mente incoerenti e, soprattutto, nelle

murature “a sacco” per la difficoltà di

controllare il comportamento del

“sacco” interno generalmente formato

da insiemi disomogenei di frammenti

di laterizio e ghiaie con impasti di

malte povere di legante.

4.8 Elettrosmosi attiva e passiva

L’elettrosmosi attiva sfrutta la possibi-

lità di attirare le particelle d’acqua

nella muratura grazie ad un flusso di

96

4.7.3Due esempi di intervento con la tecnica

scuci-cuci.

Page 97: Risanamento delle murature

corrente elettrica continua dove il ter-

reno, impregnato d’acqua è il polo

negativo e la muratura quello positivo.

Il procedimento deriva da quello utiliz-

zato per il prosciugamento di terreni

argillosi saturi d’acqua, al fine di con-

solidarli.

In sostanza si sfrutta la differenza di

potenziale elettrico fra terreno e mura-

tura umida che è condizionata dal tipo

di materiali, dalla composizione salina

e dalla percentuale d’umidità.

Gli elettrodi sono costituiti da puntaz-

ze metalliche infisse nel terreno, con

oltre un metro di profondità d’infissio-

ne, e da una rete di materiale condut-

tore applicata alle murature umide e

quindi connettendo i poli ad un cor-

rente continua di basso voltaggio e

potenza.

Il sistema funziona soprattutto alla

presenza di murature molto umide poi-

ché, sotto una certa soglia d’umidità,

97

4.8.1Apparecchiatura Peter Cox

e schema funzionamento sistema di risanamento per elettrosmosi attiva.

Page 98: Risanamento delle murature

non s’innesca il trasferimento. Inoltre, il processo è influenzato

dalla tipologia di muratura in quanto laterizi e lapidei si compor-

tano diversamente dalle malte d’intonaco e allettamento che

tendono ad invertire la situazione assorbendo l’acqua dal terre-

no e attirandola verso la muratura.

È, in ogni caso, necessario mantenere sempre attivo il sistema

in quanto la mancanza di tensione riavvia la risalita capillare.

L’elettrosmosi passiva, con barre polarizzate, consiste nell’inse-

rimento di aste metalliche inserite nella muratura, che tendono

a fermare la risalita capillare dell’acqua comportandosi da dipo-

li che mantengono separate le cariche positive (cationi) e nega-

tive (anioni), bloccando le molecole dell’acqua (cationi) verso il

basso della muratura. L’intervento consiste nell’esecuzione di

una serie di fori obliqui, in un solo lato della muratura, con inte-

rasse non superiore agli ottanta centimetri; nei fori sono inserite

le barre metalliche collegate fra loro (quelle con uguale polarità)

ma prive di qualsiasi forma di tensione esterna.

Sull’efficacia dei sistemi elettrosmotici non mancano perplessità.

Una ricerca di laboratorio degli anni Novanta compiuta da L.

Bertolini, M. Gastandi, M. Guerrieri, E. Radaelli, del Politecnico

di Milano, Dipartimento di Chimica Fisica Applicata, e da L.

Coppola della Enco Srl, di Spresiano (Tv) è giunta alla conclu-

sione che «la probabilità che le tecniche basate sull’elettrosmo-

98

4.8.2Sintesi dei sistemi in uso per risanare le murature. Sull’elettrosmosi c’è sospensione di giudizio.

Page 99: Risanamento delle murature

si possano essere efficaci nell’asciugare le murature umide

sono estremamente basse».

Inoltre, in presenza di sali si registra una graduale diminuzione

del trasferimento elettrosmotico; a tal scopo sono stati introdot-

ti sistemi misti di desalinizzazione e essiccazione.

La questione è che il principio dell’elettrosmosi funziona in presen-

za di elevati contenuti d’acqua poi, quando la muratura si asciuga,

aumenta la resistività elettrica e il trasferimento diminuisce. Infatti,

a differenza di quello che avviene nei terreni argillosi dove, gene-

ralmente, è sufficiente ridurre una gran percentuale d’acqua

lasciando ampi residui, nelle murature è necessario raggiungere

minori contenuti di umidità che vanificano la trasmissione del flusso

di corrente elettrica, interrompendo il funzionamento del sistema.

4.9 Interventi con sifoni atmosferici

I sifoni atmosferici sono formati da elementi in terracotta poro-

sa, con un canale centrale cilindrico di circa 3 cm di diametro,

con lunghezza media di circa 5 cm.

Il sistema prevede il carotaggio della muratura per circa due

terzi della muratura e l’inserimento degli elementi tubolari in ter-

racotta, inseriti inclinati verso il basso e, per effetto della capa-

cità di assorbimento della terracotta, assorbono l’umidità interna

99

Page 100: Risanamento delle murature

della muratura e ne permettono l’evaporazione verso l’esterno

sempre che le condizioni igrometriche ambientali consentano lo

scambio; in effetti al variare delle condizioni termoigrometriche

ambientali il processo si inverte portando umidità all’interno

della muratura. Gli elementi in terracotta sono fissati con malte

porose e permeabili, e dispongono di griglie esterne per evitare

l’entrata di piccoli animali; comunque richiedono manutenzione

per tenere pulito l’interno dei tubi di terracotta.

100

4.9.1Sifoni atmosferici tipo Knapen.

Page 101: Risanamento delle murature

4.10 Intonaci macroporosi e altri sistemi di risanamento

Gli intonaci macroporosi permettono di rivestire le murature

umide migliorando la traspirabilità, naturalmente sempre dopo

aver individuato la fonte umida ed averla eliminata o ridotta.

L’intonaco macroproso, aumentando la superficie porosa

aumenta l’evaporazione e l’aspirazione capillare.

L’intervento richiede l’eliminazione degli intonaci deteriorati per

oltre un metro oltre la quota massima raggiunta dalla risalita

capillare. Vanno quindi seguite le indicazioni del produttore del-

l’intonaco macroporoso che, a presa avvenuta, tende a trasfor-

mare in vapore l’acqua di risalita capillare. L’intonaco macropo-

roso è preferibile sia posto all’esterno, poiché all’interno degli

edifici può contribuire ad aumentare il tasso d’umidità negli

ambienti. Ovviamente negli edifici con muratura “faccia vista” di

pregio il metodo non può essere applicato.

I sistemi che ricorrono a iniezioni di miscele leganti sono

essenzialmente impiegati per il risanamento di murature dis-

gregate e staticamente inadeguate ma consentono anche un

sistema di risanamento rispetto all’umidità, soprattutto in quei

casi di murature lapidee a conci irregolari e malte disgregate

che offrono, verso l’esterno, ampi interstizi e fessurazioni in

grado di agevolare la diffusione delle acque meteoriche.

101

Page 102: Risanamento delle murature

Scarnificati i giunti di malta questi sono successivamente stuccati con nuove

malte per evitare la fuoriuscita delle miscele leganti; all’avvenuta presa delle

malte si praticano fori con trapani a rotazione secondo regolari griglie in rela-

zione al tipo di muratura, dove si applicano i tubi di iniezione che iniettano

prima acque di lavaggio e poi la miscela legante.

In genere si impiegavano miscele formate da acqua e cemento nella per-

centuale di un centinaio di chilogrammi di cemento per ogni centinaio di litri

d’acqua, ma questa soluzione si è dimostrata non esente da problemi giac-

ché può innescare fenomeni chimici in presenza dei solfati presenti nelle

murature vetuste, per cui oggi si preferiscono miscele con resine che riduco-

no il problema.

Infine un cenno agli interventi contro l’umidità di condensazione. L’umidità di

condensazione è originata dalla trasformazione, allo stato liquido, del vapor

102

4.10.1L’utilizzo di intonaci macroporosi è generalmente valido

se unito a interventi di sbarramento chimico o meccanico contro la risalita capillare

Page 103: Risanamento delle murature

acqueo presente negli ambienti interni, e quindi dal suo depositarsi sulle

superfici delle pareti con temperatura inferiore a quella del punto di rugiada.

Caso tipico è quello della formazione di macchie umide e muffe nelle pareti

interne degli edifici, in genere orientate a nord, in situazioni in cui è assente

adeguata ventilazione in grado di convogliare all’esterno l’umidità interna.

Il fenomeno si registra spesso anche in edifici di recente costruzione, unita-

mente a diversi “errori” quali i ponti termici non controllati.

Una prima soluzione è costituita dai sistemi di ventilazione, anche molto

semplici come la realizzazione di fori di areazione, oppure di climatizzazione

artificiale, limitando il fenomeno dell’umidità interna.

Altra soluzione è quella di rivedere il regime igrotermico dell’edificio, indivi-

duate i ponti termici e quindi intervenire con il sistema più idoneo, il che non

esclude il rifacimento del sistema d’isolamento.

103

Page 104: Risanamento delle murature

5

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112

Page 113: Risanamento delle murature

Per quanto rigurada le illustrazioni l’editore si è curato della relativa

autorizzazione degli aventi diritto. Nel caso questi siano stati irreperibili,

si resta comunque disposizione per regolare eventuali spettanze.

Page 114: Risanamento delle murature
Page 115: Risanamento delle murature

115

MACROCOXINTONACO DEUMIDIFICANTE A BASE DI CALCE IDRAULICA NATURALE

MACROCOX è un intonaco premiscelato in polvere a base dicalce idraulica naturale additivata con agenti che aumentanonotevolmente la superficie porosa. Aggiungendo acqua nelledovute proporzioni si ottiene il prodotto pronto all’uso. Le sueproprietà lo rendono ideale per il risanamento di muraturedegradate dall’umidità ascendente o di condensa in quanto per-mettono un’evaporazione rapida e continua dell’umidità.

Essendo MACROCOX un intonaco a base di calce idraulicanaturale, è particolarmente indicato per il risanamento di edificistorici dove si presentano residui di umidità o rischio di efflore-scenze saline e formazione di condensa.Pur avendo una buona idrorepellenza MACROCOX non è indi-cato per l’uso su murature contro terra dove ci siano rischi diinfiltrazioni laterali di acqua, se non previa impermeabilizzazio-ne delle murature con il cemento osmotico COXOSMOTIC.

1. Stonacare le murature umide fino al vivo per l’altezza di circa 1 m sopra l’umidità.

2. Le murature dovranno essere portate al vivo. Andranno quindi rimosse tutte le parti friabili ed inconsistenti, mediante spazzolatura, idrolavaggio, sabbiatura o picchettatura.

3. Eventuali buchi o vuoti nelle murature andranno

DESCRIZIONE

IMPIEGO

ISTRUZIONI PER L’APPLICAZIONE Dl MACROCOX

appendiceprodotti risanamento

Peter Cox

Page 116: Risanamento delle murature

regolarizzati con pezzi di mattone murati con malta bastarda.

4. Nel caso si presentassero affioramenti salini, eseguire un trattamento con Waterproof/S applicandolo a spruzzo o pennello in 2 mani, bagnato su bagnato.

N.B. Waterproof/S contiene solvente; bisognerà quindi proteggere eventuali materiali che potrebbero essere deteriorati dal solvente come ad esempio le guaine bituminose.

5. Dopo 24 ore dall’applicazione di Waterproof/S eseguire uno sprizzo di aggrappo "aperto" cioè non coprente, con malta cementizia semiliquida, additivata con Acrylcox in ragione di 1 l ogni 3-4 l di acqua.

6. Dopo 24 ore dall’applicazione del rinzaffo, è possibile eseguire l’intonacatura con MACROCOX nello spessore minimo di 2 cm.

MACROCOX è pronto all’uso e va impastato in betoniera pernon più di 3 minuti, aggiungendo solo il 20% di acqua (5 l per unsacco da kg 25). N.B. non va aggiunto nulla al di fuori dell’acqua.7. L’intonaco potrà essere finito con finiture minerali

traspiranti.MACROCOX è disponibile – su richiesta – anche nella forma"LEGANTE". In questo caso per ottenere il prodotto pronto all’u-so sarà sufficiente aggiungere della sabbia pulita.La malta, quindi, deve essere preparata secondo il seguentedosaggio:kg 20 di MACROCOX LEGANTE (1 sacco) + 4 secchi di sab-

116

Page 117: Risanamento delle murature

bia da intonaco (circa kg 15/cad.) + 15 l di acqua pulita.

MACROCOX PRONTO kg 14/m2 x cm.MACROCOX LEGANTE kg 3,9/m2 x cm.

Adottare le normali precauzioni necessarie durante l’utilizzo diprodotti cementizi (mascherine, occhiali, guanti, ecc.).Non applicare il prodotto con temperature inferiori a +5 0C.Evitare un’asciugatura troppo rapida che potrebbe causarecavillature nell’intonaco.

Confezione: Sacco da kg 25.

WATERPROOF/SIMPREGNANTE PER IL TRATTAMENTO DI MURATURECON AFFIORAMENTI SALINI

Prodotto liquido monocomponente che, unitamente all’applica-zione di intonaco deumidificante facilita l’evaporazione dell’umi-dità contenuta nel muro.Si realizza così sulle murature uno strato idrofobico che impedi-sce ai sali disciolti nell’acqua di affiorare in superficie, mante-nendo la naturale traspirabilità dei supporti.

Sulle superfici precedentemente stonacate al vivo, o comunqueprive di parti friabili, si applicherà WATERPROOFIS in almeno 2mani, bagnato su bagnato.L’applicazione potrà essere fatta a pennello o con Airless a

INCIDENZA

AVVERTENZE

DESCRIZIONE

MODALITA’ D’IMPIEGO

117

Page 118: Risanamento delle murature

bassa pressione, meglio se su supporto asciutto.

Da I 0.30 a l 0.60/m2 in funzione del grado di assorbimento dellemurature.

Il prodotto contiene solvente ed è quindi infiammabile.Non fumare o usare fiamme libere.Durante l’uso del prodotto assicurarsi che i locali siano adegua-tamente ventilati.

R10 InfiammabileR36 Irritante per gli occhiS2 Conservare fuori dalla portata dei bambiniS16 Tenere lontano da fiamme e scintille.Non fumareS23 Non respirare i vaporiS24/25 Evitare il contatto con la pelle e con gli occhiS28 In caso di contatto lavarsi immediatamenteS29 Non gettare i residui nelle fognatureS33 Evitare l’accumulo di cariche elettrostaticheS51 Usare soltanto in luogo ben ventilato

aspetto: incoloremassa volumica: 0.82 kg/lviscosità ford 4: 14”infiammabilità: > 21 0Cresistenza agli alcali: buonaimpiego anche su materiali leggermente umidistabilità (in confezione originale): 1 anno

INCIDENZA

AVVERTENZE

NORME Dl SICUREZZA

CARATTERISTICHETECNICHE

118

Page 119: Risanamento delle murature

Confezione: Latta da l 10.

ACRYLCOXLATTICE ADESIVOPER MIGLIORARE L’AGGRAPPO DI MALTE E INTONACI

ACRYLCOX è una emulsione di un polimero acrilico idonea permodificare le proprietà meccaniche delle malte a base di legan-ti idraulici.Le malte additivate con ACRYLCOX migliorano la resistenzaalla compressione, alla flessione, alla trazione e all’abrasione.ACRYLCOX conferisce alle malte una eccellente adesione suipiù comuni supporti.Inoltre, la natura acrilica, conferisce una maggiore inerzia chi-mica con buona resistenza all’azione aggressiva dei solventi eai viraggi cromatici dovuti all’esposizione solare.ACRYLCOX è ottimo per le applicazioni di malte sottili; è quindiideale per lavori di ripristino o rappezzatura.

ACRYLCOX può essere usato con la boiacca di ripresa di getto,come malta di rasatura e come additivo per malte e boiaccheosmotiche.Si consiglia di miscelare prima ACRYLCOX e acqua e poiaggiungere il tutto alla miscela secca.Rapporti consigliati:boiacca di ripresa 1:1 (acqua + ACRYLCOX);malta a basso spessore 4:1 (4 I di acqua + 1 I di ACRYLCOX);boiacca osmotica 4:2 (4 l di acqua + 2 l di ACRYLCOX).

DESCRIZIONE

APPLICAZIONE

119

Page 120: Risanamento delle murature

Aspetto: liquido lattiginoso bianco.pH: 9,5 - 9,9.massa volumica: 11,05.cont. solidi: 47% ca.ACRYLCOX è stabile per alcuni cicli di gelo e disgelo.In ogni caso, è consigliabile immagazzinarlo al riparo dal gelo enel caso sia stato esposto al freddo omogeneizzare il prodottoprima di utilizzarlo.

Imballaggio: Tanica da kg 5-20.

COXOSMOTICBOIACCA CEMENTIZIA IMPERMEABILIZZANTE

COXOSMOTIC è un premiscelato cementizio pronto all’uso.Mescolato con acqua e ACRYLCOX forma una boiacca, cheapplicata su murature umide elimina le infiltrazioni d’acqua, ren-dendo impermeabili le superfici sia in muratura che in calce-struzzo.

È indicato per l’impermeabilizzazione di qualsiasi tipo di costru-zione interrata e non, e si può applicare sia all’interno che all’e-sterno.È ideale per l’impermeabilizzazione delle opere in calcestruzzoe per il contenimento di acqua come vasche o serbatoi.

Da 2 a 3,5 kg/m2 a seconda della preparazione del fondo.

CARATTERISTICHE

DESCRIZIONE

IMPIEGO

INCIDENZA

120

Page 121: Risanamento delle murature

È essenziale che il fondo sul quale viene applicato COXOSMO-TIC sia sano.Vecchie finiture come intonaci, vernici o bitumi vanno rimosse,fino ad arrivare al vivo della muratura.Si consiglia di terminare la pulizia del fondo con sabbiatura oidrosabbiatura.Tale operazione è utile soprattutto su muri in cal-cestruzzo, per togliere eventuali residui di disarmante.Se il fondo così preparato si presenta molto irregolare (soprat-tutto per murature in mattoni o miste) è indispensabile regola-rizzare il fondo con una malta cementizia additivata con A-CRYLCOX.Se ci sono consistenti infiltrazioni d’acqua, queste vanno drena-te inserendo dei tubicini di “spurgo”, per evitare il percolamentodell’acqua.

COXOSMOTIC può essere miscelato a mano o meglio con untrapano a frusta.COXOSMOTIC va impastato con una miscela di acqua eACRYLCOX in rapporto 3:1.Mediamente per un sacco di COXOSMOTIC da 25 kg occorro-no 6 l di miscela acqua + A-CRYLCOX, ossia: kg 25 diCOXOSMOTIC + 4 l di acqua + 2 I di ACRYLCOX.Nella miscelazione versare COXOSMOTIC nel liquido (acqua +ACRYLCOX) fino ad arrivare ad una consistenza cremosa.L’incidenza della miscela è indicativa e in funzione della stagio-ne può essere necessario aumentare o diminuire la dose dimassimo 0,5 I.

P R E PA R A Z I O N EDELL’ IMPASTO

PREPARAZIONE DEL FONDO

121

Page 122: Risanamento delle murature

DATI TECNICI

Una volta miscelato, COXOSMOTIC va lasciato riposare perqualche minuto; non va assolutamente aggiunto altro liquidodurante l’applicazione, che deve essere fatta entro 60-90 minu-ti dalla miscelazione.

COXOMOTIC va applicato in 2 mani con un pennello rigido sulfondo ben inumidito, ma privo di acqua percolante o ristagnan-te.La seconda mano può essere applicata ad avvenuto indurimen-to della prima, bagnando nuovamente il fondo.Dopo l’applicazione delle 2 mani di COXOSMOTIC la superficiedovrà risultare coperta uniformemente senza interruzioni.

- Si raccomanda soprattutto in clima particolarmente caldo diinumidire le superfici trattate per 2 o 3 giorni.- Nel caso che le superfici vengano intonacate dopo la stesuradi COXOSMOTIC si raccomanda di eseguire una sprizzatura diaggrappo con malta cementizia addittivata con ACRYLCOX, daeseguirsi sulla seconda mano di COXOSMOTIC fresco su fre-sco.- Non applicare COXOSMOTIC a temperature inferiori a 3 °C.

Confezione: Sacco da kg 25.Stoccaggio: COXOSMOTIC va conservato in ambiente asciutto.

massa volumica: 2080 kg/m3

resistenza alla compressione: a 7 gg. 38 N/mm2

a 28 gg. 55 N/mm2

COXOSMOTIC non è tossico.

APPLICAZIONE

RACCOMANDAZIONI

122

Page 123: Risanamento delle murature

THERMOCELLADDITIVO AERANTE PER INTONACO CELLULARE

THERMOCELL è un additivo per intonaci che consente di otte-nere delle malte a struttura cellulare macro-porosa, capace didiminuire considerevolmente il tempo di evaporazione dell’umi-dità contenuta nelle murature.Questa facoltà favorisce sia l’evaporazione di eventuali residuid’acqua, sia la dispersione di acqua di condensa, annullandoall’interno dell’intonaco l’azione disgregante dovuta ai sali resi-dui.La struttura cellulare conferisce agli intonaci confezionati conTHERMOCELL un ottimo coefficiente di conducibilità.

Una malta additivata con THERMOCELL ha molti impieghi nelcampo del restauro, ed in particolare:- in locali con scarsa ventilazione, dove c’è il rischio di forma-zione di condensa;- su muri costituiti con materiali diversi, dove c’è il rischio di pontitermici;- su muri sottili o poco isolati, dove c’è un basso isolamento ter-mico;- su muri trattati con barriera chimica Peter Cox, in quei casi neiquali si ha necessità di reintonacare prima della completa essic-cazione del muro;- su muri non umidi, ma dove ci sono efflorescenze saline, dovu-te ai materiali di costruzione (es. sabbia non ben lavata o lateri-zi con forte concentrazione di solfati).

DESCRIZIONE

IMPIEGO

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1. Preparare in un recipiente pulito la diluizione di THERMO-CELL/acqua in rapporto 1:1 ed agitare lentamente fino ad otte-nere un liquido omogeneo.2. Versare nella betoniera in movimento l’acqua necessariaall’impasto (25/30 l ca. per 50 kg di Iegante idraulico), edaggiungere l’additivo THERMOCELL precedentemente diluito.3. Aggiungere sabbia secondo i dosaggi abituali e continuare larotazione per 15 minuti ca.; durante la miscelazione si otterrà unaumento di volume del 20% ca.4. Introdurre calce e cemento nel rapporto prefissato, prose-guendo l’impasto per almeno altri 5 minuti.5. In alternativa si può schiumare il prodotto diluito in acqua conun frullino da trapano (si otterrà così un aumento di volume dicirca 3/4 volte).6. Introdurre, quindi, la schiuma nella betoniera ed aggiungerele quantità di legante e sabbia.

1. acqua 24/30 l (a seconda dell’umidità degli inerti);2. sabbia kg 150;3. THERMOCELL kg 1;4. legante idraulico (calce e cemento) kg 50.

Su murature vecchie è necessario stonacare l’intonaco esisten-te fino al vivo delle murature, avendo cura di scarnire bene igiunti di malta.Nel caso di murature con forti presenze saline, è consigliabileeseguire un lavaggio con souzione di acqua ed acido cloridricoin rapporto 3:1 (acido con titolazione fino al 33%), quindi risciac-

MODALITÀ DI IMPIEGO

DOSAGGIO CONSIGLIATOPER 150 LT DI INTONACO

MODALITÀ DI APPLICAZIONE

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quare abbondantemente con acqua pulita.L’intonaco con THERMOCELL si applica come un comune into-naco, a due mani, nello spessore minimo di 2 cm.Dopo 15 o 20 giorni dall’esecuzione dell’intonaco con THERM-QOELL si potrà procedere alla finitura con tinteggiatura a calceo finitura minerale, purché con ottima permeabilità al vapore.

Il prodotto conferisce ad una malta di tipo bastarda le seguenticaratteristiche:

massa volumica: senza THERMOCELL 2.000 kg/m3

con THERMOCELL 1.600 kg/m3

coeff. c. termica: 0.7 Kcal/m2.h °C0.35 Kcal/m2.h °Ccoeff. perm. v. acqueo: 16 8.5c. dilatazione termica: 1.2x10-50.8x10-5modulo elastico: 18.000 N/mm2 17.000 N/mm2

Imballaggio: Tanica da kg 5-20.

CARATTERISTICHE

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Le Guide PETER COX vol . 3

Flap EdizioniVia Tiziano , 1830172 Mestre (VE)

progetto graf icoAnna Pala

Fotol i toCTP Verona

© Flap Edizioni 2006

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