Riqualificazione degli edifici esistenti · che, project work) negli anni 2013 e 2014. I Quaderni...

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2014 | Laboratorio del Costruire Sostenibile QUADERNO 3

Progettazione in ambito Mediterraneo

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4 Riqualificazione degli

edifici esistenti

Il progetto “LABORATORIO del COSTRUIRE SOSTENIBILE” intende promuovere l’innovazione e la diffusione di una nuova cultura e di nuove competenze nel settore edile, come volano per la

realizzazione di edifici che, oltre a possedere caratteristiche di basso impatto ambientale ed ele-vate prestazioni energetiche, garantiscano un elevato comfort abitativo.

Il laboratorio è pensato come una piattaforma di formazione continua, a Lucca, indirizzata ai pro-

tagonisti del Sistema Edilizia. Sono stati realizzati cicli di incontri (seminari, dimostrazioni prati-che, project work) negli anni 2013 e 2014.

I Quaderni del Laboratorio del Costruire Sostenibile, curati da Giulia Bertolucci, sono una trascri-zione delle lezioni tenute dai relatori nei 5 seminari svolti nell'edizione 2014. Gli atti, ai fini della pubblicazione sono stati elaborati con la supervisione dei docenti, che hanno inoltre fornito le

immagini utilizzate a corredo del testo.

LABORATORIO DEL COSTRUIRE SOSTENIBILE

Promosso ed organizzato da: INBAR – Istituto Nazionale di Bioarchitettura

Celsius LUCENSE

Scuola Edile Lucchese

Coordinamento Arch. Giulia Bertolucci

Arch. Giuseppe Monticelli

Progetto grafico NNAA nicola nottoli architetto

Impaginazione

LUCENSE

Con il contributo di:

LABORATORIO DEL COSTRUIRE SOSTENIBILE PIANO DEI QUADERNI 2014

QUADERNO 1. EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO

Lezione 1: Progettazione in ambito Mediterraneo

Arch. Caterina Gargari

Lezione 2: Certificazione Energetica e Ambientale

Arch. Rodolfo Collodi

QUADERNO 2. PROGETTAZIONE DELL’INVOLUCRO

Lezione 1: Materiali biocompatibili ed ecosostenibili per il risparmio energetico e il comfort indoor

Arch. Caterina Gargari

Lezione 2: Retrofitting dell'involucro di edifici esistenti

Arch. Rainer Toshikazu

QUADERNO 3. GESTIONE DELLE RISORSE

Lezione 1: Soluzioni tecniche per minimizzare l'impatto ambientale e ottimizzare il risparmio energetico

Arch. Giovanni Sasso

QUADERNO 4. RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI ESISTENTI

Lezione 1: Interventi antisismici sull'edificato esistente

Arch. Maurizio Ferrini

Lezione 2: Approccio di intervento e casi applicativi per la riqualificazione energetica e ambientale dell'esistente

Arch. Rodolfo Collodi

QUADERNO 5. INTERFACCIA EDIFICIO IMPIANTO

Lezione 1: Gestione energetica dell'edificio

Ing. Fabio Fantozzi

Lezione 2: Integrazione impiantistica e automazione

Dr. Giuseppe Fusco

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LEZIONE 1 INTERVENTI ANTISISMICI SULL'EDIFICATO ESISTENTE Arch. Maurizio Ferrini Per quanto riguarda gli interventi antisismici sull'edificato esistente vorrei ripartire dalla dall’esperienza del terremoto del 21 giugno 2013 che ha interessato i comuni della alta Garfagnana e della Lunigiana. Si è trattato di un terremoto di magnitudo 5.2, abbastanza superficiale, che è stato avvertito in gran parte dell'Italia centro nord. Dovete sapere che i terremoti con questo tipo di “avvertimento” diffuso in ampie zone, si ritiene possano preannunciare eventi catastrofici. Nel corso degli anni, in quella zona, erano stati portati a termine una serie di interventi di prevenzione sull'edificato dei borghi montani. Il risultato, a seguito del terremoto del 2013, è stato estremamente positivo, con danni complessivamente contenuti ed edifici pubblici che sono rimasti aperti ed hanno costituito il punto di raccolta e assistenza per le persone nelle ore successive all'evento sismico. Addirittura nelle scuole, nei giorni successivi al terremoto, si sono svolti regolarmente gli esami. La regione Toscana ha fatto investimenti massicci sugli edifici, favorendo interventi di prevenzione (soprattutto nei centri storici) finalizzati a migliorare il comportamento delle strutture in caso di sisma. L'investimento è stato non solo finanziario, ma anche proget-tuale. Le politiche attuate dopo il terremoto del '95 hanno dato il loro frutto. Tra le migliaia di edifici “trattati” nessuno aveva subito danni. Certamente quando si parla di migliaia, ri-spetto alla reale quantità di edifici che hanno necessità di intervento preventivo, si parla di una goccia nel mare, l'importante però è aver fatto un test in riferimento proprio alla validità degli interventi preventivi compiuti. Ricordo che dopo i terremoti del '76 e dell'80 in Irpinia si cominciò a classificare tutta l'Italia e in soli tre anni si è passati dai 500 a 2800 comuni classificati in zona sismica. Successivamente al terremoto del 2002 a San Giuliano di Puglia (comune all'epoca non ancora dichiarato sismico), in cui una scuola appena ristrutturata crollò causando la mor-te di 27 bambini ed una maestra, la normativa attestò che l'Italia è territorio sismico per intero. Di fatto però l'ordinanza 32/74 del 2002 è divenuta decreto ministeriale solo nel 2005 e successivamente nel 2008, in sintesi la norma è entrata in vigore ed è stata ap-plicata solo nel 2009, cioè dopo il terremoto de L'Aquila. Dopo quell'evento sismico so-

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Aggregati edilizi (appendice C8A3)

Un aggregato edilizio è costituito da un insieme di parti che sono il risultato di una gene-si articolata e non unitaria: epoche costruttive, materiali ed esigenze diversi. Nell'analisi di un edificio facente parte di un aggregato edilizio occorre tenere conto del-le possibili interazioni derivanti dalla contiguità strutturale con gli edifici adiacenti. A tal fine deve essere individuata l'Unità Strutturale oggetto di studio (per l'individuazione della unità strutturale si devono considerare l'unitarietà del comportamento strutturale della porzione di aggregato nei confronti dei carichi, sia statici che dinamici), evidenzian-do le azioni che su di essa possono derivare dalle unità strutturali contigue. Questo ap-pare abbastanza ovvio, ma quando si ha un committente dell'ultimo piano, al piano sotto c'è un altro proprietario, e si deve fare un intervento, capite bene che è molto comples-so, soprattutto nei centri storici. Queste sono effettivamente le situazioni più frequenti ed in generale dovrei avere tutte le informazioni sull'intero aggregato, la normativa chiede infatti una valutazione dell’intervento di rafforzamento locale con la quale si deve dimostrare che l'intervento da realizzare non provoca una situazione peggiorativa sul complesso. Per la valutazione degli edifici esistenti, oltre all'analisi sismica globale, da effettuarsi con i metodi previsti dalle norme di progetto per le nuove costruzioni, è da considerare an-che l'analisi dei meccanismi locali. Questo perché quando la costruzione non manifesta un chiaro comportamento d'insieme, ma piuttosto tende a reagire al sisma come un in-sieme di sottosistemi (meccanismi locali), la verifica su un modello globale non ha ri-spondenza rispetto all'effettivo comportamento sismico. Particolarmente frequente è il caso delle chiese o di edifici estesi e a geometria com-plessa non dotati di solai rigidi e resistenti nel piano, né di efficaci e diffusi sistemi di ca-tene o tiranti. In questi casi la verifica globale può essere effettuata attraverso un insie-me di verifiche locali, purché la totalità delle forze sismiche sia coerentemente ripartita sui meccanismi locali considerati e si tenga anche conto delle forze scambiate tra i sot-tosistemi strutturali considerati. La norma riguardo alla verifica globale semplificata per gli edifici in aggregati edilizi dice: - nel caso di solai sufficientemente rigidi la verifica convenzionale allo stato limite di sal-vaguardia della vita e quello dello stato limite di esercizio di un edificio in aggregato può essere svolta anche in edifici con più di due piani (questo PUO' indica che è il progettista a dover individuare e scegliere se il suo specifico caso rientra o meno in questa tipologia di verifica) mediante analisi statica non lineare ( cioè analisi statiche semplificate, dove l’assunto è che ci sia sufficientemente rigidezza nel piano e comportamento globale fra solai e muri) con l’esclusione dell’unità strutturale d'angolo e di testata. Qualora i solai dell'edificio siano flessibili si dovrà procedere all'analisi delle singole pareti o dei sistemi

nell’insieme degli edifici che costituiscono il tessuto edilizio di un centro ur-bano e la sua articolazione in aggregati strutturali. Carenze nel collegamento tra le pareti ortogonali e pareti ed orizzontamenti non permettono lo svilup-po di una risposta globale (comportamento scatolare).

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di pareti complanari che costituiscono l'edificio, ciascuna analizzata come struttura indi-pendente, soggetta a carichi verticali e all'azione del sisma nella direzione parallela alla parete. Il processo di indagine sugli aggregati edilizi si dovrebbe sviluppare a partire dalla indivi-duazione di diverse informazioni: rapporti tra i processi di aggregazione ed organizza-zione dei tessuti edilizi e l'evoluzione del sistema viario; principali eventi che hanno in-fluito sugli aspetti morfologici del costruito; strade, gerarchia cortili, posizione scale esterne; allineamento pareti con verifiche di ortogonalità o rotazioni rispetto alle strade, intersezioni e slittamenti ecc, perché aiuta ad individuare eventuali contemporaneità di costruzione e a definire il loro grado di connessione; i rapporti di regolarità e ripetizione o modularità, perché consente di distinguere le cellule originarie da quella generate per saturazione di spazi aperti; forma, posizione, assialità, simmetria, ripetizione delle buca-ture; disassamenti o rastremature o muri che poggiano “in falso” A seguito del terremoto in Abruzzo, per la prima volta fu codificato un meccanismo per l’analisi degli aggregati con l'emanazione di “Linee guida per il rilievo, l'analisi ed il pro-getto di interventi di riparazione e consolidamento sismico di edifici in muratura in ag-gregato” a cura del Dipartimento Protezione Civile e della Rete dei Laboratori Universi-tari di Ingegneria Sismica (ReLUIS).

Esempio di aggregato e di ipotesi evolutive

Nella norma ci sono tre parole chiave, quindi abbiamo 3 ordini di complessità: edificio (quello isolato), unità minima di intervento e aggregato (continuità di edifici). Il problema di leggere questo tipo di realtà è che dovrei conoscere la storia: probabil-mente è nato prima un edificio, poi sono stati costruiti accanto tutti gli altri (quindi quel-lo che era edificio isolato non lo è più) e pian piano alcuni edifici sono stati in parte so-praelevati, oppure degli spazi sono stati interclusi quindi si sono create delle continuità. Attenzione però perché spesso continuità vuol dire che la cella abitativa è stata ottenuta con soli due muri necessari alla delimitazione dello spazio. Tra l'altro normalmente i solai di edifici costruiti successivamente, non toccano la proprietà di ciò che è preesistente,

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quindi in una direzione l’edificio lavora sul piano costretto dagli altri muri, ma nell'altra direzione lavora senza muri di contenimento. In questo caso nell'eventualità di un sisma lo spostamento di qualche cm del muro è compensato dall’appoggio e tutto rimane in piedi, ma il problema grosso è quando i muri vanno in controfase e le pareti si aprono fino al crollo dell'edificio. Ai fini della prevenzione quindi sarebbe opportuno che le am-ministrazioni si dotassero di sistemi di lettura del proprio patrimonio edilizio, special-mente borghi e paesi, attraverso un rilevamento su base catastale della genesi costrutti-va, evidenziando le interconnessioni e gli sviluppi intercorsi negli anni. Cinematismi di danno

Abbiamo un grande patrimonio edilizio in muratura, non parlo di storico o monumentale ma di edilizia comune, ed abbiamo un territorio fortemente sismico per questo è stata importante la introduzione della verifica per meccanismi locali anziché la verifica del comportamento d’insieme. Questo tipo di ragionamento in Italia è stato introdotto da Antonino Giuffrè negli anni '90. Continuando con l'approfondimento sugli aggregati vediamo i vari cinematismi di danno che si possono verificare: 1. Cinematismi di ribaltamento semplice: ribaltamento della parete tra due edifici non collegati.

Schema ed esempio di ribaltamento semplice di parete monolitica a più piani.

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Schema ed esempio di ribaltamento semplice di parete posta all’ultimo piano.

Classica lesione che dipende dal fatto che i solai sono orditi parallelamente al muro che si ribalta, in pratica

non c'è alcun vincolo che tenga il muro solidalmente attaccato al solaio.

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2. Cinematismi di ribaltamento composto:

Schema ed esempio di ribaltamento del cantonale (spesso dovuto ad un tetto spingente)

3. Cinematismi di flessione verticale

Schemi di flessione verticale su più piani

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Flessione verticale per martellamento del solaio

4. Cinematismi di flessione orizzontale Concludendo: il rischio sismico non si riduce per decreto come diceva Gavarini. La nor-ma sismica nell'86 era di poche pagine, oggi è un vero e proprio manuale per cui è ne-cessario leggerlo per poter effettuare interventi sismici corretti.

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Approccio di intervento con casi applicativi per la riqualificazione energetica e ambientale dell'esistente

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LEZIONE 2 APPROCCIO DI INTERVENTO CON CASI APPLICATIVI PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA E AMBIENTA-LE DELL'ESISTENTE Arch. Rodolfo Collodi Nella lezione di oggi vediamo in dettaglio, con degli esempi e casi studio, quello che do-vrebbe essere l’approccio per gli interventi edilizi, sia in generale che per la riqualifica-zione. Attualmente si tratta di un approccio prevalentemente energetico, ma di fatto dovremo passare ad uno di tipo energetico–ambientale. Nel 1972 fu pubblicato il rapporto “The limits to growth”, redatto dal Massachussets In-stitute of Tecnology, in cui si evidenziavano i limiti della crescita e dello sviluppo. Que-sto documento scatenò un dibattito di enormi proporzioni e l'opinione pubblica iniziò ad essere consapevole che il pianeta è un elemento finito e che anche le risorse a nostra disposizione non sono infinite. Sulla base del contenuto di questo rapporto sono nati e si sono sviluppati tutti i movimenti ecologisti, ed è stato il punto di partenza di studi e ri-cerche riguardo alla bioclimatica e alla bioarchitettura. Purtroppo, quello stesso rappor-to, non ottenne ascolto dal mondo politico ed economico internazionale che rigettò la previsione in esso contenuta, secondo la quale l'ambiente era (ed è) incapace di assorbi-re le emissioni ed i rifiuti prodotti. In base a questo assunto si auspicava una nuova vi-sione del modello di crescita basato sull'equilibrio globale. Per cui non più la centralità dell'uomo e del suo sviluppo, ma il bilanciamento necessario tra lo svolgimento della vita umana e gli ecosistemi, che sono ciò che ci mantiene in vita. Ancora oggi con il nostro modello di sviluppo provochiamo una riduzione delle risorse ed è come se ci togliessimo il terreno da sotto i piedi. Stiamo compromettendo la nostra vita futura. Nonostante la previsione del 1972 sia stata più volte ribadita e confermata anche da studi successivi, negli anni l'attenzione si è concentrata solo sulla riduzione delle emis-sioni inquinanti e climalteranti. Per questo le normative oggi puntano principalmente alla riduzione delle emissioni di CO2 e meno alla gestione delle risorse. Abbiamo già visto nelle precedenti lezioni che anche in edilizia è fondamentale occupar-si del rapporto di un edificio con l'ambiente circostante, al fine di contenere l'impatto sul territorio.

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Approccio di intervento con casi applicativi per la riqualificazione energetica e ambientale dell'esistente

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Allora vediamo come possiamo intervenire e cosa è importante considerare anche in ca-so di riqualificazione di fabbricati esistenti. La progettazione di edifici a energia quasi zero, o l'intervento su fabbricati esistenti per renderli altamente efficienti, deve partire da una analisi del bilancio energetico del fab-bricato, cioè si deve cercare di valutare apporti e dispersioni. A fronte di una quantità di energia immessa nel fabbricato attraverso un sistema di ge-nerazione abbiamo una parte della stessa dispersa attraverso i soffitti, le pareti, i ponti termici, gli infissi e la ventilazione, nonché una parte può essere dispersa dall'impianto stesso. Volendo però fare un vero bilancio energetico di un edificio non possono essere trascurati gli apporti solari e gli altri contributi energetici gratuiti portati da persone, ap-parecchi elettrici e quant'altro possa produrre calore, anche indirettamente, e che si tro-va all'interno di un fabbricato.

Bilancio energetico

Capite quindi che, sia per un nuovo intervento sia in caso di ristrutturazione di un fab-bricato esistente, nell'ottica di un vero bilancio energetico non è più possibile controllare solo le perdite di impianto e applicare solo sistemi sempre più efficienti, ma dobbiamo andare a valutare gli apporti esterni più i carichi interni e lavorare sull'involucro per ri-durre le dispersioni e di conseguenza ridurre la quantità di energia necessaria prodotta da un generatore che mi chiuderà il bilancio energetico. In sostanza si tratta di passare da un modello con impiantistica efficiente ad un modello di edificio nel complesso sem-pre più efficiente. Per ottenere questo, l'approccio progettuale non può focalizzarsi solo sul contenitore, ma deve relazionarsi sempre più con il sito e con l'utente finale che può agire in positivo o negativo sulle performance di un fabbricato. La normativa energetica attuale non prende in considerazione l’interazione dell’utente nella valutazione del comportamento energetico di un fabbricato, ma di fatto un edificio classe A potrebbe non arrivare a garantire le prestazioni previste, proprio in funzione di come questo è condotto dall'utente finale

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Relazione con il sito: di fatto non si tratta di un concetto innovativo dato che già Vitru-vio ci diceva che effettivamente gli edifici dovevano essere progettati ed edificati se-condo le caratteristiche del luogo.

Molti sono gli esempi di cosa si intende per costruire in base al clima.

Con un clima caldo/secco, con forte irraggiamento abbiamo la necessità di proteggerci dal soleggiamento per questo in molte zone della terra gli edifici sono caratterizzati da corti interne che determinano zone maggiormente ombreggiate dove spesso vengono collocate delle piante. Questo permette il mantenimento di un microclima più conforte-vole all’interno di tutto il fabbricato. Le particolari case interrate di Louyang in Cina sono una variante proprio di questo tipo. Si tratta di abitazioni scavate nel terreno (come dife-sa dai venti) che hanno accesso da una corte posta al centro; in questo caso oltre ai be-nefici della corte le abitazioni sfruttano l'inerzia del terreno per mantenere un clima in-terno costante. Esempi di abitazioni realizzare in questo modo si trovano anche nella Spagna meridionale e nel nord Africa.

Altro buon esempio è dato dall'insediamento abbandonato di Mesa Verde in Colorado. La zona è caratterizzata da forti escursioni termiche tra giorno e notte ed il villaggio è stato realizzato in una grande cavità della montagna che risulta esposta in modo da es-sere soleggiata in inverno e ombreggiata in estate dalla montagna stessa. In inverno la parete rocciosa, a cui l'abitato è addossato, aiutava ulteriormente a mantenere un clima confortevole nel villaggio.

D'altro canto se andiamo a vedere le abitazioni di montagna, quindi tipiche dei climi freddi, sono spesso parzialmente seminterrate sul lato nord, o in alternativa hanno fitte cortine di alberi, in modo da potersi garantire la protezione a nord, mentre sono comple-tamente libere sul lato sud per la massima captazione gratuita.

Facciamo sempre riferimento a quanto detto da Vitruvio, ma anche andando in altre cul-ture possiamo ritrovare lo stesso tipo di indicazioni per la corretta progettazione. Ad esempio, semplificando, nella cultura orientale il Feng Shui ci dice che l'edificio per ave-re l'armonia perfetta con l'ambiente circostante deve avere a nord la tartaruga nera (montagne o colline), ad est il drago verde (boschi, prati, acqua), la tigre bianca (elemento roccioso) ad ovest e infine a sud la fenice rossa (spazio aperto o catena montuosa in lon-tananza). Se interpretiamo queste informazioni in modo meno figurato otteniamo delle indicazioni riguardo a un sito che protegge dai venti freddi, che lascia aperta la ventila-zione trasversale da est ed ovest ed infine lascia ampio spazio a sud per vantaggi gratui-ti, e se pensiamo all'energia che attraversa l'edificio come a qualcosa che depura gli am-

… gli edifizi privati saranno ben disposti, se dal principio si consideri in quali paesi ed in quali climi debbansi i medesimi edificare: perciocché debbono essere diversi quelli in Egitto da quelli in Ispagna, d'altra maniera quelli di Ponto e d'una maniera affatto diversa in Roma; così è da regolarsi, nel col-locare gli edifizi, secondo il temperamento de' paesi e de' vari aspetti del cielo...

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bienti, allora capiamo che anche le teorie orientali che ci sembrano tanto lontane dal no-stro modo di concepire l'architettura non sono altro che un altro modo di codificare le buone pratiche per una maggiore qualità del vivere.

La volontà di ottenere un edificio efficiente, a energia quasi zero, comporta la necessità di operare il corretto inserimento nel sito al fine di ottimizzare le caratteristiche dello stesso e portarle a vantaggio dell'edificio stesso. Importante quindi è valutare la disposi-zione planimetrica, la distanza dagli edifici circostanti, la presenza di vegetazione all'in-torno, gli aspetti climatici caratteristici. Questo perché il comfort ambientale deriva in gran parte dalle condizioni micro-climatiche che caratterizzano il sito. Gli agenti fisici ca-ratteristici del sito e le loro proprietà sono elementi fortemente condizionanti il micro-clima, data la sua ridotta ampiezza territoriale. Ad esempio se ci troviamo in una zona rocciosa avremo sicuramente delle temperature maggiori rispetto ad una zona con vege-tazione, per cui posso intervenire molto sul microclima all'intorno del mio fabbricato: se realizzo un lastricato intorno all'edificio avrò temperature simili a quelle di una zona roc-ciosa, ecc. Basta ricordare che tutti i materiali hanno la capacità di assorbire o riflettere la luce e il calore.

L’isola di calore è legata alla presenza di materiali che nell’insieme modificano e cambia-no notevolmente le temperature circostanti di una zona. Questi fattori, uniti al traffico, all’uso dei riscaldamenti e alla vicinanza di aree industriali, causano un aumento generale della temperatura media annua della città e una sostanziale modifica di altri parametri meteorologici fino a modificarne complessivamente il clima.

Scelte architettoniche e tecnologiche influiscono: sull'efficienza energetica degli edifici, sulla salubrità degli ambienti interni e quindi sul benessere di coloro che vi si trovano, quindi ai fini della qualità ambientale e non solo energetica di un fabbricato su cui si in-terviene dobbiamo tenere a riferimento l'essere umano.

Il benessere igrotermico dipende dalla intensità degli scambi termici fra l'uomo e l'am-biente circostante (pareti, soffitti e pavimenti ciascuno con una sua temperatura super-ficiale).

Il nostro corpo ha degli elementi centrali (torso e tesa) che devono essere mantenute a temperatura più costante possibile, mentre gli arti possono variare sensibilmente la temperatura, perché sono elementi di regolazione, diciamo pure di sacrificio. Questo concetto delle zone di sacrificio è importante perché anche in un fabbricato può essere fondamentale avere delle zone meno importanti. Abbiamo sempre difficoltà a tenere a temperatura costante tutto un fabbricato, come succede per il nostro corpo, quindi ci devono essere degli elementi che non hanno la stessa priorità di temperature. Ricordan-do che si può sempre intervenire sulla qualità termica e luminosa di un ambiente, l’esposizione corretta dei locali ci può aiutare, il principio è quello di privilegiare le zone “vitali” (soggiorni) disponendoli al sole, poiché hanno più necessità di luce e di calore, mentre disporre nella zona retrostante i servizi o gli elementi di distribuzione conside-randoli come elementi di sacrificio.

Per ottenere il bilancio energetico di cui parlavamo prima senza dimenticare il benessere delle persone si possono utilizzare non solo tecniche di miglioramento dell'involucro, ma anche elementi architettonici che contemporaneamente sono dispositivi tecnologici passivi, cioè permettono di captare gratuitamente l'energia termica solare. Questi siste-mi sono tipici della architettura bioclimatica: serre solari di vario tipo, muri di Trombe Michelle, accumuli isolati ecc. L’analisi delle caratteristiche dell’edificio sul quale andia-

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drastico intervento sui fabbricati che sono stati effettivamente rimodellati. Alle forme squadrate e anonime dell'edilizia in linea si è data nuova articolazione secondo modelli più tipici della città tradizionale. L'intervento ha comportato la demolizione di alcune parti, la riforma delle coperture, l'aggiunta di piccoli volumi a sbalzo e di nuove unità in copertura in alcuni punti, l'uso di materiali differenziati. Tutto al fine di umanizzare l'ar-chitettura preesistente, creare unità differenti per caratteristiche o dimensione e realiz-zare un ambiente riconoscibile con cui le persone potessero stringere legami. Anche se non sempre capita di effettuare interventi di questo tipo, certamente l'esem-pio è significativo perchè dopo oltre 10 anni di abbandono, a questi fabbricati è stata data nuova vita e l'interesse di nuovi inquilini non si è fatto attendere. Dopo il primo mese dalla conclusione dei lavori, gli alloggi erano di nuovo occupati. 3 - Ristrutturazione di edificio storico in un borgo dell' Appennino Tosco Emiliano – Stu-dio AxS

Il sito di intervento è un piccolo paese nella provincia di Pistoia, costruito su un promon-torio al termine di una vallata. La forma urbana a ventaglio rovesciato, tipica degli inse-diamenti medioevali, caratterizzati dalla vocazione all'arroccamento ed alla difesa, è ri-sultata naturalmente dalla conformazione della collina su cui sorge. La disposizione degli edifici secondo il pendio ha così consentito di ottenere il massimo vantaggio dalla espo-sizione al sole e la naturale protezione dai venti provenienti da nord. In sostanza ci tro-viamo in un borgo che è un vero e proprio modello di bioclimatica, di sapienza popolare fondata sul buonsenso e su una percezione ormai perduta dell'armonia tra edifici e pae-saggio. Vi parlo di questo progetto perché si tratta di una ristrutturazione e riqualificazione energetica di un fabbricato facente parte del borgo originario. L'obiettivo è ottenere una abitazione in classe energetica A, che possa sfruttare a pieno la risorsa gratuita sole e che sia termicamente isolato. Lo studio preliminare ha puntato quindi alla valutazione della condizione di soleggiamento durante l'arco dell'anno e la valutazione complessiva delle dispersioni. Attraverso simulazioni si è verificato che il tetto e gran parte della facciata principale sono sempre soleggiati durante l'anno. Elemento che rende possibile l'applicazione di si-stemi solari attivi in copertura. Per quanto riguarda le dispersioni, dalla valutazione dello stato attuale, è evidente che la massima percentuale è da-ta dalle murature perime-trali, mentre la minima è data dagli infissi. Capite che le finestre sono molto piccole e l'intervento su di esse incide molto poco sul-la riduzione delle disper-sioni. Andando a proporre un sistema di isolamento continuo dell'involucro si ottengono i migliori risulta-ti e un bilanciamento delle dispersioni.

Analisi stato di fatto

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Approccio di intervento con casi applicativi per la riqualificazione energetica e ambientale dell'esistente

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Maggio 2014

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