RIPETITORI...FOCUS BANDA LARGA La sfida nazionale pag.due N 3. 26febbraio11marzo2007 45% 67% Carlo...

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FOCUS BANDA LARGA www.corrierecomunicazioni.it La sfida nazionale 3. 26febbraio11marzo2007 pag.due 45% 67% Carlo Maria Guerci (ThinkTel): «Corretta la tempistica dell’incumbent per la next generation network» «Italia avanti così. Per gradi» «N on è detto che il digital divide lo colmiamo solo con i cavi, o con il doppino. Ci sono anche il WiMax, le reti wi-fi, il satellite, il cellulare di nuova generazione... ». È l’uomo delle non-esagerazioni, Carlo Maria Guer- ci, vicepresidente e coordinatore del Thinktel. Di fronte a chi mette il dito sulle carenze infrastrutturali italiane fa presente che rispetto al numero di pc gli accessi broadband sono più numerosi che altrove. E sulla politica di investi- menti Ngn dell’incumbent dice che 10 anni sono più che ragionevoli. Il tutto, mentre Gartner diffonde un’analisi sulla penetrazione del broadband, che mette in guardia gli operatori: occhio, man mano che la saturazione si avvicina non ba- stano più le politiche delle tariffe basse. Servono servizi e nuove idee. Professor Guerci, cosa risponde a chi indica l’Italia indietro negli accessi broadband? Che normalmente la penetrazione viene misurata sulla popolazione tota- le. Meno pc, meno accessi. Ma se conto gli accessi in banda larga in relazione al numero dei pc, l’Italia risale. Non più sotto o intorno alla media europea, ma decisamente sopra. E il digital divide? Problema ancora grande. Le metro- poli sono state cablate in fibra ottica, Milano al 100%, Roma al 70. Il digital divide del resto viene già affrontato sia dal ministro Gentiloni che con la sua cabina di regia l’ha messo al primo posto fra le iniziative da monitorare e stimola- re, sia da Telecom Italia, perché è sempre l’incumbent che ha questo onere. Non le sembrano troppi i 10 anni annunciati da TI per la Ngn? Sarei preoccupato se avesse parlato di 4 anni. Non c’è ancora domanda. Vero che molti servizi non esistono finché non c’è banda, ma non bisogna esagerare, serve procedere in modo equilibrato. La tempistica di 10 anni mi sembra corretta. E se il modello è Google, come si giustificano gli investimenti? Se si investe per dotare il Paese di reti innovative si deve avere la possibilità di remunerarli. Bisogna pagare dei prezzi. Il tema net neutrality è importante, ma bisogna tenere presenti gli interessi delle varie parti. Internet deve mantenere una struttura aperta. Ma ci sono servizi che assorbono banda importante: come si fa a farli passare tutti senza priorità? C’è chi dice che il doppino sia alla frutta… Una fandonia grande come una casa. «Serve un equilibrio fra la net neutrality e gli interessi di chi investe sull’innovazione di un Paese. Bisogna pagare dei prezzi» Rivoluzione. Lo standard Hsdpa farà decollare servizi utili per amministrazione e business «Il doppino rimane ancora valido sia per le aree dove non arriva la fibra ottica sia nelle città insieme al Fttb» Riesce ancora a crescere e attraverso le tecnologie Adsl può raggiungere, se non ci sono distanze troppo elevate e troppe persone nello stesso momento sulla stessa linea, 50-60 mega. Dunque va benissimo in aree dove non conviene cablare con fibra ottica. Ma poi attenzio- ne, perché la Ftth ha molti problemi ed è costosa. Invece Fiber to the building è per l’Italia la forma migliore perché arriva alla base del palazzo e da lì sale con il doppino. E dato che non abbiamo grattacieli, e la distanza è di 30, 40, 50 metri, il doppino può consentire qualun- que velocità. Quando avremo più servizi - ma siamo lontani - che richiederanno bitrate di 100-200 o 1 giga, ecco: allora non ci saranno santi, serve la fibra ottica. Ma non è detto che il digital divide lo colmiamo solo con cavi o doppino. Si potrà utilizzare wimax, reti connesse di wifi, il satellite che a sua volta fa progressi. O il cellulare di nuova ge- nerazione. Perché, che ruolo vede per il cellulare? L’Umts non ha dato la banda promessa, ma adesso la rivoluzione c’è ed è quella dell’Hsdpa: bande di 3-4 mega, finalmente partiranno i dati. Si svilupperanno tanti servizi, utili all’amministrazione e al business. Convergenza e concorrenza. Parliamo del convitato di pietra, il WiMax, che regole dovranno esserci per le gare? Il WiMax sarà una delle piattaforma di accesso del futuro, ma attenzione, ha almeno una o due grandi difficoltà. La linea di vista e le difficoltà di tutte le tecnologie radio. Il suo posto sono i distretti, i campus, le aree montane. Certamente va regolato. Mi auguro che non ci sia troppa frammentazione, sennò non reggono i conti economici. Come vede l’innovazione Pa? Attenzione a non fare il mito banda larga per la Pa: la banda larga è solo abilitante. La Ferrari non marcia se non sei capace di guidarla. Ma Bersani, Ni- colais, Gentiloni, Lanzillotta, su queste materie si muovono benissimo. Deve cambiare il modo di lavorare. WORLDWIDE La percentuale di case che saranno cablate nel 2010 quasi il doppio di quelle registrate nel 2005 (Gartner) ASIA-PACIFIC La percentuale delle case di questa area del pianeta raggiunte da connessione broadband entro il 2010 ROBERTACHITI H a una lista di preten- denti Rai Way, la società autonoma della tv pubblica proprietaria di torri e ripetitori della Rai. Primo della lista Vito Gamberale uscito da Autostrade dei Benetton per dare vita al fondo F2i. Anche Dmt, società di torri quotata in Borsa e presieduta da Ales- sandro Falciai, è interessata a un’offerta per l’acquisto dei ripetitori Rai Way, oltre ai network di trasmissione di Wind e 3 Italia. La rete attrae anche compagnie telefoniche e media company, ovvero gli stessi clienti di Rai Way come Vodafone e Sky. La società torna alla ribalta dopo i tira e molla che l’avevano vista oggetto di una possibile vendita. Punto di forza di Rai Way 2.300 siti preziosissimi (nessun altro potrebbe impian- tarne dati i vincoli ambientali) disseminati in tutta Italia, leva strategica per lo sviluppo del digitale terrestre. Le torri di Rai Way fanno gola a F2i RIPETITORI Sky e il WiMax Sky guarda al WiMax come nuova tecnologia trasmissiva per il mercato italiano. Tra le ipotesi, una partecipazione diretta alla gara per le frequenze.

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FOCUS BANDA LARGAwww.corrierecomunicazioni.it

La sfida nazionale

N°3. 26febbraio11marzo2007pag.due

45%

67%

Carlo Maria Guerci (ThinkTel): «Corretta la tempistica dell’incumbent per la next generation network»

«Italia avanti così. Per gradi»

«Non è detto che il digital divide lo colmiamo solo con i cavi, o con

il doppino. Ci sono anche il WiMax, le reti wi-fi, il satellite, il cellulare di nuova generazione... ». È l’uomo delle non-esagerazioni, Carlo Maria Guer-ci, vicepresidente e coordinatore del Thinktel. Di fronte a chi mette il dito sulle carenze infrastrutturali italiane fa presente che rispetto al numero di pc gli accessi broadband sono più numerosi che altrove. E sulla politica di investi-menti Ngn dell’incumbent dice che 10 anni sono più che ragionevoli. Il tutto, mentre Gartner diffonde un’analisi sulla penetrazione del broadband, che mette in guardia gli operatori: occhio, man mano che la saturazione si avvicina non ba-stano più le politiche delle tariffe basse. Servono servizi e nuove idee.

Professor Guerci, cosa risponde a chi indica l’Italia indietro negli accessi broadband?

Che normalmente la penetrazione viene misurata sulla popolazione tota-le. Meno pc, meno accessi. Ma se conto gli accessi in banda larga in relazione al numero dei pc, l’Italia risale. Non più sotto o intorno alla media europea, ma decisamente sopra.

E il digital divide? Problema ancora grande. Le metro-

poli sono state cablate in fibra ottica, Milano al 100%, Roma al 70. Il digital divide del resto viene già affrontato sia dal ministro Gentiloni che con la sua cabina di regia l’ha messo al primo posto fra le iniziative da monitorare e stimola-re, sia da Telecom Italia, perché è sempre l’incumbent che ha questo onere.

Non le sembrano troppi i 10 anni annunciati da TI per la Ngn?

Sarei preoccupato se avesse parlato di 4 anni. Non c’è ancora domanda. Vero che molti servizi non esistono finché non c’è banda, ma non bisogna esagerare, serve procedere in modo equilibrato. La tempistica di 10 anni mi sembra corretta.

E se il modello è Google, come si giustificano gli investimenti?

Se si investe per dotare il Paese di reti

innovative si deve avere la possibilità di remunerarli. Bisogna pagare dei prezzi. Il tema net neutrality è importante, ma bisogna tenere presenti gli interessi delle varie parti. Internet deve mantenere una struttura aperta. Ma ci sono servizi che assorbono banda importante: come si fa a farli passare tutti senza priorità?

C’è chi dice che il doppino sia alla frutta…

Una fandonia grande come una casa.

«Serve un equilibrio fra la net neutrality e gli interessi di chi investe sull’innovazione di un Paese. Bisogna pagare dei prezzi»

Rivoluzione. Lo standard Hsdpa farà decollare servizi utili per amministrazione e business

«Il doppino rimane ancora valido sia per le aree dove non arriva la fibra ottica sia nelle città insieme al Fttb»

Riesce ancora a crescere e attraverso le tecnologie Adsl può raggiungere, se non ci sono distanze troppo elevate e troppe persone nello stesso momento sulla stessa linea, 50-60 mega. Dunque va benissimo in aree dove non conviene cablare con fibra ottica. Ma poi attenzio-ne, perché la Ftth ha molti problemi ed è costosa. Invece Fiber to the building è per l’Italia la forma migliore perché arriva alla base del palazzo e da lì sale con il doppino. E dato che non abbiamo grattacieli, e la distanza è di 30, 40, 50 metri, il doppino può consentire qualun-

que velocità. Quando avremo più servizi - ma siamo lontani - che richiederanno bitrate di 100-200 o 1 giga, ecco: allora non ci saranno santi, serve la fibra ottica. Ma non è detto che il digital divide lo colmiamo solo con cavi o doppino. Si potrà utilizzare wimax, reti connesse di wifi, il satellite che a sua volta fa progressi. O il cellulare di nuova ge-nerazione.

Perché, che ruolo vede per il cellulare?

L’Umts non ha dato la banda promessa, ma adesso la rivoluzione

c’è ed è quella dell’Hsdpa: bande di 3-4 mega, finalmente partiranno i dati. Si svilupperanno tanti servizi, utili all’amministrazione e al business. Convergenza e concorrenza.

Parliamo del convitato di pietra, il WiMax, che regole dovranno esserci per le gare?

Il WiMax sarà una delle piattaforma di accesso del futuro, ma attenzione, ha almeno una o due grandi difficoltà. La linea di vista e le difficoltà di tutte le tecnologie radio. Il suo posto sono i distretti, i campus, le aree montane.

Certamente va regolato. Mi auguro che non ci sia troppa frammentazione, sennò non reggono i conti economici.

Come vede l’innovazione Pa?Attenzione a non fare il mito banda

larga per la Pa: la banda larga è solo abilitante. La Ferrari non marcia se non sei capace di guidarla. Ma Bersani, Ni-colais, Gentiloni, Lanzillotta, su queste materie si muovono benissimo. Deve cambiare il modo di lavorare.

WORLDWIDE La percentuale di case che saranno cablate nel 2010 quasi il doppio di quelle registrate nel 2005 (Gartner)

ASIA-PACIFICLa percentuale delle case di questa area del pianeta raggiunte da connessione broadband entro il 2010

ROBERTACHITI

Ha una lista di preten-denti Rai Way, la società

autonoma della tv pubblica proprietaria di torri e ripetitori della Rai. Primo della lista Vito Gamberale uscito da Autostrade dei Benetton per dare vita al fondo F2i. Anche Dmt, società di torri quotata in Borsa e presieduta da Ales-sandro Falciai, è interessata a un’offerta per l’acquisto dei ripetitori Rai Way, oltre ai network di trasmissione di Wind e 3 Italia. La rete attrae anche compagnie telefoniche e media company, ovvero gli stessi clienti di Rai Way come Vodafone e Sky. La società torna alla ribalta dopo i tira e molla che l’avevano vista oggetto di una possibile vendita. Punto di forza di Rai Way 2.300 siti preziosissimi (nessun altro potrebbe impian-tarne dati i vincoli ambientali) disseminati in tutta Italia, leva strategica per lo sviluppo del digitale terrestre.

Le torri di Rai Way fanno gola a F2i

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Sky e il WiMaxSky guarda al WiMax come nuova tecnologia trasmissiva per il mercato italiano. Tra le ipotesi, una partecipazione diretta alla gara per le frequenze.