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Riparazione di colonna fecale e/o pluviale in Amianto Cemento la tutela dei manutentori e degli occupanti

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Riparazione di colonna fecale e/o pluvialein Amianto Cemento

la tutela dei manutentori e degli occupanti

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Riparazione di colonna fecale e/o pluviale in Amianto Cemento la tutela dei manutentori e degli occupanti 2 di 20

Autore: Silvio Coxe [email protected]

SommarioPremessa ............................................................................................................................................................. 3

Scopo e Campo di applicazione........................................................................................................................... 3

Riferimenti normativi............................................................................................................................................. 3

Termini e definizioni.............................................................................................................................................. 4

Classificazione rifiuti contenenti amianto: riferimenti normativi e codici C.E.R. ................................................... 5

Effetti sulla salute ................................................................................................................................................. 5

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)............................................................................................................ 6

Procedura da adottare nell’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale ............................................................. 6

Qualificazione dei soggetti preposti alla manutenzione e alla bonifica ................................................................ 7

Metodi di bonifica di manufatti in posa ................................................................................................................. 8

Ricostruzione o riparazione dall'interno del tubo o condotta, senza dover demolire pareti o effettuare scavisistema Packer e/o Tronchetto di Riparazione e Relining Risanamento totale (Ditta iscritta ANGA cat. 10B)8

La tecnica con inserimento guaina .............................................................................................................. 8

La tecnica a spruzzo senza inserimento guaina metodo Tubus System .................................................. 10

Riparazione di condotta fecale e pluviale in cemento-amianto con SG (Lavoratore autonomo ESEDI) (Nonsempre attuabile) ........................................................................................................................................... 11

Riparazione di condotta fecale e pluviale in cemento-amianto con il metodo tradizionale demolizione diporzione di condotta e sostituzione tratto in PVC (Ditta iscritta ANGA cat. 10B) Si consiglia di concordarequesta procedura con l’ATS competente nel territorio................................................................................... 12

Come intervenire:........................................................................................................................................... 12

Soluzione con il confinamento statico parziale del locale. ........................................................................ 13

Le fasi dell’intervento: ................................................................................................................................ 14

Decontaminazione finale e pulizia ............................................................................................................. 14

Sanzioni penali e amministrative........................................................................................................................ 14

Prodotto/Produttore/Indirizzo.............................................................................................................................. 19

Allegati ................................................................................................................................................................ 20

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Premessa

La valutazione dei rischi, così come definita dall’art. 2 del D. Lgs. 81/08 “valutazione globale e documentata ditutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori ….”, è uno strumento essenziale, per “…. individuare leadeguate misure di prevenzione e di protezione e … elaborare il programma delle misure …”, concetto cheviene ulteriormente ribadito all’art. 28 c.2 del D. Lgs. 81/08 che indica il documento di valutazione comestrumento di pianificazione degli interventi aziendali di prevenzione.L’art 28 del D. Lgs. 81/08, nell’affermare che la valutazione deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e lasalute, considera parte integrante del documento di cui all’art. 17 anche la valutazione del rischio connessiall’esposizione all’amianto e prevede inoltre il dover esplicitare nel documento di valutazione il percorsometodologico seguito per quantificare il rischio; per quanto riguarda l’amianto, criteri e contenuti dellavalutazione vengono definiti nel Titolo IX “Sostanze pericolose” l’esposizione all’amianto ricade nel Capo III -protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto dall’art. 246 all’art. 261 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c.L’articolo 28 recita infatti:Il documento di cui all’art. 17 comma 1 lettera a), redatto a conclusione della valutazione, … deve …contenere:a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nellaquale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa. La scelta dei criteri di redazione deldocumento è rimessa al datore di lavoro che vi provvede con criteri di semplicità,brevità e comprensibilità, inmodo da garantire la completezza e l’idoneità quale strumento operativo di pianificazione degli interventiaziendali e di prevenzione; (…).L’obiettivo del percorso che parte dalla identificazione dei pericoli, passa attraverso la loro valutazione, sino agiungere alla pianificazione degli interventi tecnici e organizzativi di riduzione, è quello di proteggere ilavoratori dai rischi per la salute e sicurezza.

Scopo e Campo di applicazione

L’intento di questo DTO è creare un percorso “guidato” da impiegarsi nelle tecniche di riparazione parziale e/opuntuale e risanamento continuo e/o totale di condotte fecali e/o tubazioni di scarico e/o pluviali in AmiantoCemento in totale sicurezza sia per gli operatori/manutentori che per gli occupanti, per Consulenti, Datori diLavoro, Dirigenti, che si occupano di interventi su manufatti in AC.

Riferimenti normativi

Direttiva 67/548/CE relativa alla classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose e recepita in Italiacon la Legge 29 maggio 1974 n. 256.Direttive 97/69/CE e 2009/2/CE riguardanti rispettivamente il XXII° e il XXXI° adeguamento al processotecnico della “Direttiva 67/548/CEE concernente il riavvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentaried amministrative relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura delle sostanze pericolose” chevengono introdotti elementi di distinzione, in relazione alla loro pericolosità, tra le varie FAV presenti sulmercato.Circolare Ministero Sanità n. 23 del 25/11/1991: usi delle fibre di vetro isolanti – problematiche igienico-sanitarie – istruzioni per il corretto impiego.Regolamento CE 1272/2008, del Parlamento Europeo Allegato VI come modificato dal Regolamento CE790/2009.D. Lgs. 81/2008 s.m.i.c.Linee guida approvate dalla Conferenza Stato/Regioni, su proposta del Ministero della Salute, nella seduta del25 marzo 2015 ed aggiornate nella seduta del 10 novembre 2016.

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Termini e definizioni

Colonna fecaleGli scarichi delle acque reflue condominiali si dividono in orizzontali (reti di scarico poste, normalmente, pressole fondamenta dell'edifici) e verticali (colonne di scarico che, dall'ultimo piano, raccolgono le acque reflue dallesingole unità immobiliari, fino a confluire nella rete orizzontale), costituite da tubazioni in AC per i fabbricaticostruiti prima degli anni 80.La scelta cade sempre sul passaggio interno ad un edificio, ma seguendo la seguente metodologia:

Sezione colonna fecale Braca e/o braga in AC

Nell’immagine soprastante è rappresentata la sezione di una colonna fecale.E’ stato necessario forare il solaio in corrispondenza del passaggio del tubo da 100/125 mm.Partendo dal basso, hanno alzato i tubi in AC, fermandoli al muro tramite dei collari/staffe in ferro che si usanonormalmente anche per i pluviali discendenti delle docce del tetto.In corrispondenza dei fori praticati nei solai, e dove dovrà essere posizionato il vaso, è stata messa in operauna braca o braga sempre in AC.Il canale verticale della braca servirà per l’innesto del tubo di sfiato che è stato portato fino a sopra il tetto,mentre il braccio obliquo della braca è stato rivolto verso la posizione scelta per metter in opera il vaso.In cima alla braca è stata fissata una curva aperta a 45° in piombo, nella quale è stato inserito il maschio inceramica del vaso WC e lo scarico della piletta che raccoglie lo scarico del lavandino vasca o doccia e bidet.A questo punto è stato necessario incassettare la tubazione in una scatola di forati da cm 8 di spessore,murati a malta di calce/cemento.La braca e la curva aperta rimarranno nascoste sia dallo spessore del solaio che dalla cassetta in forati.Tale cassetta è stata poi arricciata ed intonacata, ed a lavoro ultimato si presenterà come in pilastro.Detto pilastro è stato posizionato per la maggior parte delle volte in un angolo del bagno (preferibilmente),oppure su di una parete dello stesso.

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Classificazione rifiuti contenenti amianto: riferimenti normativi e codici C.E.R.

Le norme attualmente in essere in merito alla classificazione dei rifiuti (D.Lgs. n. 152/2006) stabiliscono che unrifiuto deve essere classificato come pericoloso, ai sensi della Direttiva 2008/98/CE, qualora contenga "unasostanza riconosciuta come cancerogena (Categorie 1 o 2) in concentrazione ≥ 0,1%".

Poiché l'amianto è una sostanza di Categoria 1, tutti i rifiuti che ne contengono concentrazioni maggiori allo0,1% devono essere classificati come pericolosi.Considerato che i materiali contenenti amianto, ab origine, hanno concentrazioni variabili mediamente tra il10% ed il 98% di sostanza pericolosa, nel momento in cui essi divengono rifiuti, secondo la definizione"qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi", devonoessere classificati come rifiuti speciali pericolosi.

Tutti i rifiuti speciali vengono classificati come pericolosi quando rispondono ai criteri riportati agli allegati allaparte IV del D.Lgs. n. 152/2006 come sostituito dal D.Lgs. n. 205/2010.

A seguito di una approfondita ricerca sui RCA, corredata da un'indagine di mercato presso le discariche ecentri di stoccaggio, l'INAIL DIT ha provveduto ad identificare le 100 tipologie di rifiuti contenenti amianto piùfrequentemente gestite nel corso delle attività di bonifica e smaltimento. Ad ognuna di tali 100 tipologie di RCAè stato dunque attribuito il corretto riferimento classificativo, anche a seguito di un approfondito confronto conquanto avviene in Francia, Inghilterra, Svizzera, Olanda, Germania.

Codici C.E.R. da utilizzare per la classificazione delle principali tipologie di RCA

N. DESCRIZIONE RIFIUTICODICEC.E.R.

ASSEGNATODESCRIZIONE C.E.R.

1 Colonne di scarico reflui e non, in cemento-amianto 17.06.05* Materiali da costruzione contenenti amianto

2Teli di confinamento contaminati da amianto durante le

bonifiche di amianto (polietilene, etc.)15.02.02*

Assorbenti, materiali filtranti, stracci edindumenti protettivi, contaminati da sostanze

pericolose.

3Tubazioni a pressione e non, raccordi, giunti,canalizzazioni, copritubi in cemento-amianto

17.06.05* Materiali da costruzione contenenti amianto

4 Gronde , pluviali, in cemento-amianto 17.06.05* Materiali da costruzione contenenti amianto

5

Dispositivi di protezione individuale contaminati daamianto derivanti da attività di bonifica amianto (tute,calzari, guanti, maschere monouso, filtri di ricambio di

maschere facciali e semifacciali, etc.)

15.02.02*Assorbenti, materiali filtranti, stracci ed

indumenti protettivi, contaminati da sostanzepericolose.

Effetti sulla salute

La potenziale pericolosità dei materiali contenenti amianto ( MCA ) dipende dall'eventualità che siano rilasciatenell'ambiente fibre aerodisperse che possono venire inalate. Dopo essere state inalate, alcune vengonoeliminate, altre rimangono nei polmoni per sempre.La respirazione delle fibre d'amianto può provocare principalmente tre malattie: l'asbestosi, il mesoteliomapleurico e dei bronchi ed il carcinoma polmonare.Asbestosi, ( cicatrizzazione dei tessuti del polmone )In questa malattia la normale struttura del polmone viene modificata a causa della comparsa di tessuto fibrosoche ostacola il trasferimento dell'ossigeno dell'aria respirata al sangue. Compaiono disturbi quali: difficoltàrespiratoria, disturbi cardiaci. Per la diagnosi di asbestosi occorre effettuare una radiografia al torace. Perverificare l'eventuale danno, anche in fase iniziale sono utili esami della funzionalità respiratoria ( spirometria ).Per verificare l'esposizione è utile effettuare un esame dell'escreato dove si possono trovare fibre chiamate"corpuscoli di asbesto". Generalmente l'asbestosi, raramente compare prima di 10 anni dalla primaesposizione.

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Cancro al polmone-MesoteliomaL'amianto può provocare tumori ai:- Pleura; ( la doppia membrana liscia che racchiude i polmoni )- Pericardio; ( la membrana che racchiude il cuore )- Peritoneo ( la doppia membrana liscia che ricopre l'interno della cavità addominale )In questi ultimi tre casi si parla di Mesotelioma.Il cancro al polmone è mortale nel 95% dei casi e può derivare anche dall'asbestosi.Il mesotelioma è inguaribile e porta generalmente alla morte entro 12-18 mesi dalla diagnosi.È stato suggerito che l'esposizione all'amianto può provocare il cancro della laringe o delle vie gastro-intestinali.L'esposizione dell'amianto può inoltre provocare placche pleuriche. Tali placche sono spesse zone fibrose oparzialmente calcificate in alcuni punti, che partono dalla superficie della pleura e possono essere individuatemediante una radiografia del petto o una tomografia computerizzata ( TAC ).Le placche pleuriche non hanno un decorso maligno e non alterano normalmente le funzioni del polmone.Mentre per l'asbestosi maggiore è il numero di fibre inalate è maggiore è la possibilità di contrarre la malattia,per l'insorgenza di un tumore sono sufficienti esposizioni anche limitate.

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)

Ciascun operatore deve essere dotato di specifici dispositivi di protezione individuale.Protezione del capo e delle vie respiratorieQuesta deve realizzarsi mediante un elmetto, un cappuccio sottostante e degli occhiali con lenti trasparenti inpolicarbonato. La protezione delle vie respiratorie è affidata a facciali filtranti (FF) con grado di protezione P3ovvero semi-maschere con filtro intercambiabile avente analogo fattore di protezione. Buona prassi, è chel’operatore abbia i capelli non eccessivamente lunghi e la barba opportunamente rasa. Ciò al fine di limitarel’accumulo di fibre sul volto e veicolarle alle vie respiratorie in momenti successivi ovvero trasportarle in altroambiente.Protezioni del corpo, delle mani e dei piediQuesta deve essere realizzata mediante una tuta in “Tyvek” od altro materiale avente analogo fattore diprotezione ovvero, con una tuta in cotone rinforzato. Nel merito, tuttavia, al termine di ciascun turno lavorativo,il lavoratore, prima di recarsi in altri ambiti lavorativi dello stabilimento, dovrà effettuare un’aspirazioneaccurata della tuta stessa, al fine di asportarne la componente fibrosa rimasta adesa. Al termine della giornatalavorativa, la tuta dovrà essere conferita presso un centro di lavanderia, affinché provveda ad un lavaggio erelativa igienizzazione dell’indumento. Nei mesi estivi, la tuta dovrà essere indossata quale indumento dalavoro esclusivo, fatta salva l’ovvia biancheria intima.Nella stagione invernale od intermedia, potranno essere indossati capi di adeguata pesantezza che, tuttavia,dovranno essere costituiti all’esterno da tessuto sintetico facilmente aspirabile ai fini dell’asportazione dellacomponente fibrosa residua rimasta adesa. Tutti gli indumenti da lavoro dovranno tassativamente esseresottoposti a lavaggio da parte del datore di lavoro, mediante un puntuale sistema di raccolta, trattamento ericonsegna o sostituzione.Per la protezione dei piedi devono essere indossate calzature antinfortunistiche con, eventualmente, dei copriscarpe in materiale analogo a quello della tuta ed in relazione al grado di polverosità associato allalavorazione.Per la protezione delle mani, devono essere indossati guanti in grado di offrire una sensibilità adeguata altatto, ma anche un’efficace resistenza al taglio.

Procedura da adottare nell’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale

Infilare la tuta monouso in Tyvek o cotone:

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avere cura di controllare che per i polsi e le caviglie, l’entrata dell’aria sia opportunamente ostacolata daglielastici di ritenuta;

controllare la tenuta della “chiusura lampo”; indossare il cappuccio solo dopo aver indossato la maschera di protezione delle vie respiratorie; nel caso di interventi che prevedono l’applicazione di ingenti quantitativi di materiale ovvero qualora

quest’ultimo sia costituito da manufatti a matrice scarsamente stabile, dovranno essere indossati dei copriscarpe di tessuto analogo a quello della tuta, avendo cura di farli scorrere sotto la parte finale diquest’ultima.

Indossare la maschera di protezione delle vie respiratorie, dotata di grado di filtrazione P3, i guanti e gliocchiali: indossare la maschera di protezione delle vie respiratorie, controllandone preventivamente l’integrità degli

elastici o dei lacci di ritenuta e serrando gli stessi adeguatamente; quindi verificare, chiudendo i filtri con le mani e soffiando dell’aria all’interno, che questa fuoriesca

subendo una certa resistenza ovvero, inspirando, che la maschera si avvicini al volto e quindi non vi sianoperdite dovute ad una misura inadeguata ovvero ad un errato utilizzo;

indossare gli occhiali e i guanti verificandone la tenuta ai polsi.

Qualificazione dei soggetti preposti alla manutenzione e alla bonifica

La ditta preposta alle operazioni di manutenzione e di bonifica delle condotte fecali e/o pluviali in cementoamianto se, l’intervento prevede la rimozione/demolizione di tratto di condotta fecale e/o pluviale, deve essereiscritta all’Albo nazionale gestori ambientali nella categoria 101 (per gli interventi di manutenzione, anchese sono effettuati su manufatti in cemento amianto, è appropriata la sottocategoria B, in conseguenza siadel sensibile rilascio di fibre sia dell’impostazione tipologica del cantiere). Inoltre, il personale operativo deveessere in possesso delle abilitazioni di dirigente delle attività di bonifica e operatore addetto alle attività dirimozione, di smaltimento e di bonifica, ai sensi dell’art. 10, legge n. 257/1992, e dell’art. 10, DPR 8 agosto1994.Per quanto riguarda l’eventuale esposizione del personale addetto a queste attività manutentive, la leggevigente sembrerebbe esprimere indicazioni contrastanti perché, ai sensi del decreto del Ministero della Sanità6 settembre 1994, il personale addetto alle attività di manutenzione e di custodia deve essere consideratoprofessionalmente esposto ad amianto.Ai sensi dell’art. 256, D. Lgs. 81/2008 s.m.i.c., il datore di lavoro, prima dell’inizio dei lavori, è tenuto apredisporre un piano di lavoro.Questo piano deve prevedere le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori sulluogo di lavoro e la protezione dell’ambiente esterno.Inoltre, è doveroso precisare che la bonifica di canne fumarie in cemento amianto comporta un rischiospecifico di caduta dall’alto per cui, fermo restando quanto previsto dalle norme antinfortunistiche del RestoUnico Sicurezza, dovranno essere realizzate, in particolare, idonee opere provvisionali per la protezione delrischio di caduta, ovvero adottati opportuni accorgimenti.Copia del piano di lavoro deve essere inviata all’organo di vigilanza (ASL competente per territorio) almenotrenta giorni prima dell’inizio dei lavori.Se, l’intervento non prevede la rimozione/demolizione di tratto di condotta fecale e/o pluviale ma, ilrisanamento parziale con tecniche non invasive, sotto specificate, il comma 2, lettera a), art. 248, D. Lgs. n.

1 Categoria 10: bonifica dei beni contenenti amianto Categoria 10A: attività di bonifica di beni contenenti amianto effettuata sui seguenti materiali: materiali edili contenenti

amianto legato in matrici cementizie o resinoidi. Categoria 10B: attività di bonifica di beni contenenti amianto effettuata sui seguenti materiali: materiali d'attrito, materiali

isolanti (pannelli, coppelle, carte e cartoni, tessili, materiali spruzzati, stucchi, smalti, bitumi, colle, guarnizioni, altri materialiisolanti), contenitori a pressione, apparecchiature fuori uso, altri materiali incoerenti contenenti amianto.

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81/2008 s.m.i.c., trattandosi nella fattispecie di “brevi attività non continuative di manutenzione durante le qualiil lavoro viene effettuato solo su materiali non friabili”, questa attività manutentiva si configurerebbe comeattività ESEDI (esposizioni sporadiche e di debole intensità) e, quindi, nell’ipotesi che risulti chiaramente, dallavalutazione dei rischi, il valore limite di esposizione all’amianto pari a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria,misurato con media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore, non si attuerebbe la sorveglianza sanitaria,né l’iscrizione degli operatori nel registro degli esposti, oltre al mancato obbligo di notifica.

Metodi di bonifica di manufatti in posa

Le indicazioni tecniche, di seguito descritte, sono finalizzate ad individuare le modalità più adeguate, rispettoalle conoscenze scientifiche attualmente disponibili, per garantire la tutela della salute dei lavoratori e deglioccupanti durante le attività di bonifica di manufatti, già in posa, contenenti amianto.

Ricostruzione o riparazione dall'interno del tubo o condotta, senza dover demolire pareti oeffettuare scavi sistema Packer e/o Tronchetto di Riparazione e Relining Risanamento totale(Ditta iscritta ANGA cat. 10B)

Notifica all’organo di vigilanza competente per territorio (art. 250 D. Lgs. 81/08 s.m.i.c.)

1. Prima dell’inizio dei lavori di cui all’articolo 246, il datore di lavoro presenta una notifica all’organo divigilanza competente per territorio. Tale notifica può essere effettuata in via telematica, anche per mezzo degliorganismi paritetici o delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro2. La notifica di cui al comma 1 comprende almeno una descrizione sintetica dei seguenti elementi:a) ubicazione del cantiere;b) tipi e quantitativi di amianto manipolati;c) attività e procedimenti applicati;d) numero di lavoratori interessati;e) data di inizio dei lavori e relativa durata;f) misure adottate per limitare l’esposizione dei lavoratori all’amianto.

Riparazione parziale e/o puntuale e Risanamento continuo e/o totale di Condotte e/o Tubazioni diScarico e/o Fognature e/o Pluviali dall' interno, senza procedere a scavo o la rottura delle pareti.

La tecnica con inserimento guaina

Il relining rappresenta un sistema di riparazione di canalizzazioni deteriorate che permette di evitare o ridurrele opere di scavo per i lavori. L'operazione consiste nell'introduzione dall'interno della tubazione stessa di unaguaina che viene fatta aderire alla condotta deteriorata e infine fatta indurire.

Fasi di intervento

L'operazione di relining, eseguita da imprese specializzate, viene svolta attraverso le seguenti fasi diintervento: Ispezione televisiva iniziale Predisposizione ed impregnazione del tubolare Inserimento nella tubazione del tubolare impregnato di resina mediante pressione dell'aria Introduzione dell'aria e polimerizzazione della resina Taglio del tubolare in corrispondenza dei pozzetti Eventuale riapertura allacciamenti laterali con fresa cutter robotizzata Ispezione televisiva finale

Confezionamento della guaina

Il tubolare (o calza) viene confezionato in stabilimento utilizzando fogli di feltro poliestere, rinforzati o menocon fibre di vario materiale (vetro, carbonio ecc). Il lato originariamente esterno di questo feltro è ricoperto da

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una pellicola di materiale plastico (poliuretano, polietilene, PVC ecc.) con lo scopo, in un primo momento delprocesso, di permettere la formazione del sottovuoto necessario al procedimento di impregnazione con resinadel feltro e, in fase di posa, ad evitare il contatto dell'acqua o del vapore con la resina stessa. Le resineutilizzate sono generalmente di tipo poliestere ortoftalico termoindurente. A seconda della composizionechimica, del pH e della temperatura del fluido trasportato, possono essere impiegate anche resine vinilestere oepossidiche.

Ispezione televisiva iniziale

Al fine di verificare le modalità di approccio all'intervento e di organizzazione dei lavori, i tecnici utilizzandoparticolari telecamere effettuano l'ispezione preliminare pubblicando il filmato in formato digitale.

Predisposizione ed impregnazione del tubolare

Lo spessore della guaina sarà adeguato al diametro e alle caratteristiche delle tubazioni. L'impregnazione deltubolare avviene con resina termoindurente preventivamente miscelata con additivi catalizzatori. La corretta euniforme impregnazione è assicurata da un processo di realizzazione e controllo di sottovuoto del tubolare checonsente di eliminare qualsiasi bolla d'aria interna. Il tubolare viene successivamente pressato per assicurarel'omogeneità dell'impregnazione.

Inserimento nella tubazione del tubolare impregnato di resina mediante pressione dell'aria

Il tubolare preimpregnato viene introdotto in un tamburo apposito che, grazie alla pressione d'aria, permette diinvertire e far avanzare la calza. In questo modo la parte di feltro impregnata di resina riesce ad aderire allaparete del tubolare permettendo il risanamento dello stesso.

Introduzione dell'aria e polimerizzazione della resina

Una volta completata la prima fase di lavoro, la resina penetra nelle fessure e ripara anche le più piccolerotture, per completare il risanamento è necessario utilizzare un impianto in grado di consentire un aumentouniforme e graduale della temperatura fino al raggiungimento di quella prescritta per la catalisi. Ilraggiungimento della catalisi deve tenere conto del materiale con cui è costruita la tubazione esistente, deltipo di resina utilizzata e delle condizioni dei terreno (temperatura, livello di umidità e conducibilità termica delsuolo).

Taglio del tubolare in corrispondenza dei pozzetti

Terminato il processo di catalisi della resina, si provvede al taglio in corrispondenza dei pozzetti/ispezionimediante seghe pneumatiche e mole ad aria per ripristinare le canalette di scorrimento

Eventuale riapertura allacciamenti laterali con fresa cutter robotizzata

Gli allacciamenti laterali otturati durante il risanamento vengono riaperti dall'interno mediante fresa robotizzata.Dopo il posizionamento della fresa nel punto desiderato, essa viene bloccata mediante dei manicottid'espansione e comandata direttamente dall'unità di controllo. Tramite il movimento di rotazione, di brandeggioed assiale viene modificata la relativa posizione del cutter. Le operazioni sono seguite in tempo reale graziead una telecamera installata direttamente sul cutter.

Ispezione televisiva finale

Al termine dell'intervento e a comprova del successo del risanamento viene effettuata una videoispezionefinale.

Quali inconvenienti si potrebbero verificare durante l’introduzione dell’aria?

Considerata la vetusta delle colonne, il loro posizionamento in intercapedine specifica si potrebbe verificaredurante l’immissione di aria il cedimento della colonna.

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La tecnica a spruzzo senza inserimento guaina metodo Tubus System2

Il relining di Tubus System viene utilizzato per la ricostruzione dei vecchi sistemi di scarico degli edifici (pluvialie fognari) la cui sostituzione con tecniche distruttive tradizionali comporterebbe disagi, danni al patrimonio elunghi periodi di inattività.Tubus System è un metodo unico ed ampiamente collaudato per ricostruire nuove tubazioni all'interno diquelle esistenti e restituire piena efficienza agli impianti che devono essere sostituiti.Il relining è un metodo non distruttivo utilizzato abitualmente in Nord Europa per riparare e risanare letubazioni di scarico rivestendo dall’interno il tubo esistente con diversi strati di un esclusivo composito plasticorinforzato particolarmente resistente ad agenti chimici. Il composito una volta indurito forma un sistema discarico nuovo, sicuro e autoportante con una durata certificata di almeno 50 anni.

Video ispezione e pulizia meccanica

Per prima cosa si garantiranno un accesso alle tubazioni senza alcuna demolizione. Successivamenteprocederanno con le video ispezioni per valutare lo stato delle tubature. Infine procederanno con la puliziameccanica ed all'asciugatura della tubazione.

Intervento

Verrà applicato all'interno delle tubazioni esistenti diversi strati di un componente esclusivo a base dipoliestere rinforzato resistente alla corrosione. Una volta asciugato, il materiale formerà una nuova tubazionedurevole e sicura. Il sistema si può applicare a tubazioni di qualsiasi materiale (solo forma circolare) condiametro a partire da 50mm.

Documentazione

Dopo l'installazione, verrà eseguito un'ulteriore video ispezione del nuovo tubo che verrò poi inviata al lorocontrollo qualità. Quando l'installazione è completata gli accessi all'impianto verranno richiusi. Il luogodell'intervento verrà accuratamente pulito e le tubazioni saranno pronte ad essere utilizzate.

Garanzia di qualità e affidabilità3

Per garantire la qualità del lavoro svolto, le video ispezioni verranno esaminate nella sede centrale in Svezia.Dopo il controllo di qualità, Tubus System invierà tutta la documentazione, inclusi i filmati, al cliente finalecorredata di una garanzia di 10 anni sull'intervento svolto.

2 Il metodo Tubus System è l’unico al mondo ad avere ottenuto la prestigiosa certificazione ETA (European Technical Approval), unbenestare che attesta il superamento dei severi standard di qualità previsti in ogni paese europeo. Il marchio ETA certifica l’efficaciadi ogni singola fase del metodo Tubus System, rappresentando il riconoscimento più autorevole in ambito europeo.Ogni installazione di Tubus System è coperta da una garanzia di 10 anni ed ha una aspettativa di vita certificata di almeno 50 anni.3 Tubus System Italia è vicina alle esigenze dei condomini/locatari nel risanamento totale della condotta, consapevole dei disagi aiquali andranno incontro, offre loro il servizio, per il tempo necessario all’intervento, di un wc portatile chimico (acondomino/locatario) per le ore diurne (mentre si lavora) ed alla sera/notte (quando gli operai non sono all’opera) viene consentitol’uso della condotta.

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Riparazione di colonna fecale e/o pluviale

Autore: Silvio Coxe [email protected]

Riparazione di condotta fecale e pluviale in cementoESEDI) (Non sempre attuabile)

SG è una soluzione efficace per ridurre tempi e costi nelle riparazioni, ripristini e protezione di reti idriche oimpianti industriali siano essi in pressione che a gravità. SG si basa sul principio del feltro imbevuto di resine instabilimento, pronto all’uso e che con la semplice immersionepochi minuti il processo di indurimento porta al ripristincondotte, siano esse di acciaio, ghisa, cemento amianto, PVC , cemento, gres, vetroresina . Innegabili sono ivantaggi che ne derivano dalla riparazione senza taglio di condotte in cemento amiantodell’esposizione alla lavorazione è particolarmente sensibile. Non importa se la superficie è liscia o curva, se sitratta di una perdita su un bicchiere o tra due flange ; la fascia si adatta a tutte le situazioni ed è utilizzata nonsolo per riparare, ma anche per rinforzare la struttura della rete che presenta segni di cedimento o dicorrosione.SG si adatta a tutte le superfici, siano esse lineari o curve, inglobando eventuali flange, bicchieri, manicotti ecomponenti in genere. Può essere utilizzato anche in condizioni gravose, sott’acqua anche salata ed èfacilmente adattabile senza aver prima eseguito un sopralluogo. Non occorrono attrezzature specifiche oparticolari formazioni del personale. Essendo leggerissimo, può essere traspoimpervie o utilizzato per condotte aeree. Oltre a riparare, è utilizzato anche per la protezione dalla corrosione,per ripristinare o rinforzare strutture ammalorate e quale protezione elettrica fino a 16.000non è infiammabile e non è tossico. Può essere sabbiato e riverniciato a piacere. Non è sensibile a gas, oli ebenzine in genere.Questo prodotto viene normalmente utilizzato in quelle situazioni di reti in pressione o a gravità in cui èpossibile interrompere la pressione per almeno 30 minuti, il tempo necessario perché il prodotto SGessere applicato . Il kit prevede due fasi : la prima fase è intervenire idraulicamente chiudendo la falla conl’ausilio di una gomma bi-componente detta “PUTTY”, atlesione in maniera tale che la perdita sia bloccata. Assicurati che la parte idraulica abbia avuto esito positivo,si può procedere alla seconda fase per chiudere definitivamente in una specie di sarcofagograzie all’applicazione di Synto Glass. Nessun taglio o byanche diametri esterni , ovalizzazioni o altri classici problemi sono sorpassati, in quanto SGtutte le situazioni, anche le più difficili compensando disassamenti o inglobando bicchieri, manicotti, curve,

Riparazione di colonna fecale e/o pluviale in Amianto Cemento la tutela dei manutentori e degli occupanti

e di condotta fecale e pluviale in cemento-amianto con SG (Lavoratore autonomo

SG è una soluzione efficace per ridurre tempi e costi nelle riparazioni, ripristini e protezione di reti idriche oin pressione che a gravità. SG si basa sul principio del feltro imbevuto di resine in

stabilimento, pronto all’uso e che con la semplice immersione in acqua (sia essa dolce o salpochi minuti il processo di indurimento porta al ripristino della condotta. SG è applicabile su tutte le tipologie dicondotte, siano esse di acciaio, ghisa, cemento amianto, PVC , cemento, gres, vetroresina . Innegabili sono ivantaggi che ne derivano dalla riparazione senza taglio di condotte in cemento amiantodell’esposizione alla lavorazione è particolarmente sensibile. Non importa se la superficie è liscia o curva, se sitratta di una perdita su un bicchiere o tra due flange ; la fascia si adatta a tutte le situazioni ed è utilizzata non

lo per riparare, ma anche per rinforzare la struttura della rete che presenta segni di cedimento o di

SG si adatta a tutte le superfici, siano esse lineari o curve, inglobando eventuali flange, bicchieri, manicotti essere utilizzato anche in condizioni gravose, sott’acqua anche salata ed è

facilmente adattabile senza aver prima eseguito un sopralluogo. Non occorrono attrezzature specifiche oparticolari formazioni del personale. Essendo leggerissimo, può essere trasportato a mano anche in zoneimpervie o utilizzato per condotte aeree. Oltre a riparare, è utilizzato anche per la protezione dalla corrosione,per ripristinare o rinforzare strutture ammalorate e quale protezione elettrica fino a 16.000non è infiammabile e non è tossico. Può essere sabbiato e riverniciato a piacere. Non è sensibile a gas, oli e

Questo prodotto viene normalmente utilizzato in quelle situazioni di reti in pressione o a gravità in cui èpere la pressione per almeno 30 minuti, il tempo necessario perché il prodotto SG

essere applicato . Il kit prevede due fasi : la prima fase è intervenire idraulicamente chiudendo la falla concomponente detta “PUTTY”, attivabile con la manipolazione, da applicare sulla

lesione in maniera tale che la perdita sia bloccata. Assicurati che la parte idraulica abbia avuto esito positivo,si può procedere alla seconda fase per chiudere definitivamente in una specie di sarcofagograzie all’applicazione di Synto Glass. Nessun taglio o by-pass è necessario per l’applicazione di SGanche diametri esterni , ovalizzazioni o altri classici problemi sono sorpassati, in quanto SG

, anche le più difficili compensando disassamenti o inglobando bicchieri, manicotti, curve,

e degli occupanti 11 di 20

Lavoratore autonomo

SG è una soluzione efficace per ridurre tempi e costi nelle riparazioni, ripristini e protezione di reti idriche oin pressione che a gravità. SG si basa sul principio del feltro imbevuto di resine in

in acqua (sia essa dolce o salata) si attiva e ino della condotta. SG è applicabile su tutte le tipologie di

condotte, siano esse di acciaio, ghisa, cemento amianto, PVC , cemento, gres, vetroresina . Innegabili sono ivantaggi che ne derivano dalla riparazione senza taglio di condotte in cemento amianto, dove il problemadell’esposizione alla lavorazione è particolarmente sensibile. Non importa se la superficie è liscia o curva, se sitratta di una perdita su un bicchiere o tra due flange ; la fascia si adatta a tutte le situazioni ed è utilizzata non

lo per riparare, ma anche per rinforzare la struttura della rete che presenta segni di cedimento o di

SG si adatta a tutte le superfici, siano esse lineari o curve, inglobando eventuali flange, bicchieri, manicotti essere utilizzato anche in condizioni gravose, sott’acqua anche salata ed è

facilmente adattabile senza aver prima eseguito un sopralluogo. Non occorrono attrezzature specifiche ortato a mano anche in zone

impervie o utilizzato per condotte aeree. Oltre a riparare, è utilizzato anche per la protezione dalla corrosione,per ripristinare o rinforzare strutture ammalorate e quale protezione elettrica fino a 16.000 Volt. Non ha odore,non è infiammabile e non è tossico. Può essere sabbiato e riverniciato a piacere. Non è sensibile a gas, oli e

Questo prodotto viene normalmente utilizzato in quelle situazioni di reti in pressione o a gravità in cui èpere la pressione per almeno 30 minuti, il tempo necessario perché il prodotto SG-NP possa

essere applicato . Il kit prevede due fasi : la prima fase è intervenire idraulicamente chiudendo la falla contivabile con la manipolazione, da applicare sulla

lesione in maniera tale che la perdita sia bloccata. Assicurati che la parte idraulica abbia avuto esito positivo,si può procedere alla seconda fase per chiudere definitivamente in una specie di sarcofago la parte lesionata

pass è necessario per l’applicazione di SG-NP edanche diametri esterni , ovalizzazioni o altri classici problemi sono sorpassati, in quanto SG-NP si adatta a

, anche le più difficili compensando disassamenti o inglobando bicchieri, manicotti, curve,

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Autore: Silvio Coxe [email protected]

Tee, prese in carico o addirittura valvole in funzione della necessità. Un fattore essenziale per la buonariuscita della riparazione, è la perfetta pulizia della zona di intervento, rimuovendo ossidazioni, sporco, vernice,oli, terra, etc.

Tempo di indurimento SG in funzione della temperatura

Temperatura media Tempo necessario35°C 23 minuti21°C 28 minuti16°C 1 ora e 25 minuti10°C 2 ore e 42 minuti6°C 3 ore e 2 minuti2°C 6 ore e 21 minuti

Riparazione di condotta fecale e pluviale in cemento-amianto con il metodo tradizionaledemolizione di porzione di condotta e sostituzione tratto in PVC (Ditta iscritta ANGA cat. 10B)Si consiglia di concordare questa procedura con l’ATS competente nel territorio

Sembrerebbe che, il metodo maggiormente utilizzato, considerandolo “attentato alla salute pubblica”per chi lo commissiona (Committente e/o Amministratore di condominio) e per chi lo esegue (Impresaesecutrice e/o Lavoratore autonomo) è, l’intervento senza alcuna precauzione con l’utilizzo dismerigliatrice angolare per tagliare e rimuovere la porzione di condotta oggetto di interventomanutentivo. In questo modo si rilasciano polveri miscelate a fibre di amianto in sospensione neilocali degli ignari occupanti, con conseguenze disastrose per la salute degli stessi. Il rifiuto come saràsmaltito? Sicuramente in modo illegale.

L’intervento corretto consiste nel confinamento parziale delle aree di lavoro. Considerato che le rotture siverificano nella maggior parte dei casi sulla braca, situata tra estradosso e l’intradosso del solaio, i localioggetto di intervento sono due, quello di colui che causa il danno che di colui che lo riceve.

Come intervenire:

Redazione del Piano di Lavoro (art. 256 D. Lgs. 81/08 s.m.i.c.)

1. I lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto possono essere effettuati solo da imprese rispondenti airequisiti di cui all’articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.2. Il datore di lavoro, prima dell’inizio di lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto o di materialicontenenti amianto da edifici, strutture, apparecchi e impianti, nonché dai mezzi di trasporto, predispone unpiano di lavoro.3. Il piano di cui al comma 2 prevede le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratorisul luogo di lavoro e la protezione dell’ambiente esterno.4. Il piano, in particolare, prevede e contiene informazioni sui seguenti punti:

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Autore: Silvio Coxe [email protected]

a) rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto prima dell’applicazione delle tecniche didemolizione, a meno che tale rimozione non possa costituire per i lavoratori un rischio maggiore di quellorappresentato dal fatto che l’amianto o i materiali contenenti amianto vengano lasciati sul posto;b) fornitura ai lavoratori di idonei dispositivi di protezione individuale;c) verifica dell’assenza di rischi dovuti all’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro, al termine dei lavori didemolizione o di rimozione dell’amianto;d) adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato dei lavori;e) adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento dei materiali;f) adozione, nel caso in cui sia previsto il superamento dei valori limite di cui all’articolo 254, delle misure di cuiall’articolo 255, adattandole alle particolari esigenze del lavoro specifico;g) natura dei lavori, data di inizio e loro durata presumibile;h) luogo ove i lavori verranno effettuati;i) tecniche lavorative adottate per la rimozione dell’amianto;l) caratteristiche delle attrezzature o dispositivi che si intendono utilizzare per attuare quanto previsto dallalettera d) ed e).5. Copia del piano di lavoro è inviata all’organo di vigilanza, almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori. Seentro il periodo di cui al precedente capoverso l’organo di vigilanza non formula motivata richiesta diintegrazione o modifica del piano di lavoro e non rilascia prescrizione operativa, il datore di lavoro puòeseguire i lavori. L’obbligo del preavviso di trenta giorni prima dell’inizio dei lavori non si applica nei casi diurgenza. In tale ultima ipotesi, oltre alla data di inizio, deve essere fornita dal datore di lavoro indicazionedell’orario di inizio delle attività.

I tipi di confinamento dell’area di lavoro sono due:a) il confinamento statico, è costituito dall’insieme delle barriere esistenti (pareti) e delle barriere installate

(teli e tamponamenti in genere) atti ad isolare fisicamente le aree che verranno contaminate;b) il confinamento dinamico, è costituito da un sistema di estrazione dell’aria in grado di mettere in

depressione il cantiere di bonifica rispetto all’esterno e quindi di garantire che, attraversi le discontinuitàdel confinamento statico, l’aria possa passare solo da ambienti meno contaminati ad ambienti piùcontaminati, evitando così la dispersione di fibre.

Soluzione con il confinamento statico parziale del locale.

Prima di intervenire sulle condotte fecali in amianto, l’area deve essere sgomberata di tutti gli arredi e leattrezzature mobili. Tutte le aperture di ventilazione, le attrezzature fisse, gli infissi ed i radiatori, devonoessere sigillati sul posto, uno per uno, con teli di plastica (spessore 0,10 mm), chiusi da nastro adesivo fino ache il lavoro, pulizia compresa, non sarà completato.Mobili ed attrezzature che non possono essere spostati devono essere completamente ricoperti con teli diplastica di spessore adeguato ed accuratamente sigillati sul posto.Il pavimento dell’area di lavoro dovrà essere ricoperto con almeno due strati di teli di polietilene di spessoreadeguato (spessore 0,15 mm) ad elevata resistenza.Le giunzioni vanno unite con nastro impermeabile, la copertura del pavimento dovrà estendersi alla parete peralmeno 500 mm.Tutte le pareti dovranno essere ricoperte con teli di polietilene di spessore adeguato e sigillate sul posto connastro a prova di umidità.Le barriere di teli di plastica e l’isolamento della zona vanno mantenuti durante per tutta l’esecuzione dellavoro.Cavedi, fori, fessure, ecc., devono essere individuati e sigillati con silicone o schiume espansive.Porte e finestre vanno sigillate applicando prima nastro adesivo sui bordi e successivamente un telo dipolietilene di superficie più estesa.Deve essere predisposta un’uscita, realizzata con accorgimenti tali da non compromettere l’isolamentodell’area di lavoro.

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Autore: Silvio Coxe [email protected]

Le fasi dell’intervento:

rimozione del vaso ed accatastamento in luogo idoneo; demolizione porzione di rivestimento interessato dall’intervento; demolizione porzione di muratura sia all’estradosso del solaio che all’intradosso del solaio; demolizione porzione di pavimento per rimozione braga e curva a 45°;

considerato che la tubazione si trova a contatto della muratura solitamente nel collare e, per poter effettuare iltaglio si utilizzerà una taglia tubi manuale con catena articolata(in alternativa un seghetto flessibile e/o un multifilo diamantato), sarà necessario eseguire un incavo nella muratura al fine di inserire la catena articolata.

Catena Articolata Seghetto flessibile Multi filo diamantato

Effettuato l’incavo si procederà a: imbibire la tubazione oggetto di taglio con acqua sino a rifiuto; fasciare il punto di contatto delle rotelle con nastro adesivo in fibra tessile ad alte prestazioni al fine di

contenere eventuali trucioli ed avvalersi dell’ausilio di un aspiratore dotato di filtro assoluto, siaall’estradosso che all’intradosso del solaio oggetto di intervento;

rimozione del tratto di condotta deteriorata (operazione non semplice, difficile poter rimuovere il tratto dicondotta intero, sarà necessario romperlo, è opportuno imbibire la tubazione con acqua a rifiuto edavvalersi dell’ausilio di un aspiratore dotato di filtro assoluto;

inserire in appositi contenitori il materiale di risulta; inserire la nuova tubazione in PVC, effettuare le prove di tenuta; ripristinare la muratura, il pavimento ed il rivestimento e quanto necessario.

Decontaminazione finale e pulizia

Al termine dei lavori l’area di lavoro deve essere pulita ad umido e con aspiratore, procedendo come segue: controllare accuratamente gli angoli, le sporgenze e tutti i punti che favoriscono l’accumulo di polvere; lavare accuratamente le superfici cambiando spesso l’acqua, gli stracci e le spugne; nebulizzare l’area di lavoro con acqua o con soluzioni diluite di incapsulante in modo da abbattere

eventuali fibre aerodisperse; rimuovere il primo strato di polietilene dopo aver spruzzato la superficie dei teli con un prodotto

incapsulante; ripiegare i fogli a copertura del pavimento con cura per ridurre il più possibile la dispersione di residui

contenenti amianto e insaccarli come rifiuti; effettuare un controllo accurato di tutta la zona oggetto di intervento, qualora siano visibili ancora dei

residui, le superfici interessate devono essere nuovamente pulite ad umido; rimuovere tutti i teli e le barriere.

Sanzioni penali e amministrative

Oltre che dalla L. 257/92 e dal D.M. 06/09/94 tutte le attività lavorative che possono comportare, per ilavoratori, un’esposizione diretta ad amianto sono regolamentate, per quanto attiene esclusivamente laprotezione della salute dei lavoratori coinvolti (ma non di altri lavoratori non coinvolti o di altre personeoccupanti l’edificio interessato) dal D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. al Capo III “Protezione dai rischi connessiall’esposizione all’amianto” del Titolo IX “Sostanze pericolose”.

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Autore: Silvio Coxe [email protected]

Il D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. pone degli obblighi ben precisi al datore di lavoro delle ditte che eseguono qualunqueattività lavorativa che possa comportare esposizione all’amianto tra quelle definite dall’articolo 246: “attivitàlavorative che possono comportare, per i lavoratori, un’esposizione ad amianto, quali manutenzione,rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonchébonifica delle aree interessate”.In tale ambito il D. Lgs. 81/08 s.m.i.c., prima di ogni intervento di manutenzione o demolizione di fabbricatiimpone al datore di lavoro della ditta esecutrice una ricognizione preliminare per rilevare la presenza diamianto (il sospetto della presenza equivale, per principio di cautela, alla presunzione di effettiva presenza) euna specifica valutazione del rischio (in funzione della tipologia e della quantità di materiale contenenteamianto) per definire le più adeguate misure di prevenzione e protezione.In particolare l’articolo 248 specifica che:“1. Prima di intraprendere lavori di demolizione o di manutenzione, il datore di lavoro adotta, anche chiedendoinformazioni ai proprietari dei locali, ogni misura necessaria volta ad individuare la presenza di materiali apotenziale contenuto d’amianto.2. Se vi é il minimo dubbio sulla presenza di amianto in un materiale o in una costruzione, si applicano ledisposizioni previste dal presente capo”.Il mancato adempimento da parte del datore di lavoro della ditta esecutrice degli obblighi di cui all’articolo 248,comma 1 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. costituisce un reato penale punito dall’articolo 262, comma 2, lettera a) delDecreto stesso con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.Mentre l’articolo 249, comma 1 impone che:“Nella valutazione di cui all’articolo 28, il datore di lavoro valuta i rischi dovuti alla polvere provenientedall’amianto e dai materiali contenenti amianto, al fine di stabilire la natura e il grado dell’esposizione e lemisure preventive e protettive da attuare”.Il mancato adempimento da parte del datore di lavoro della ditta esecutrice degli obblighi di cui all’articolo 249,comma 1 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. costituisce un reato penale punito dall’articolo 262, comma 1, lettera a) delDecreto stesso con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.All’interno del Titolo IX, Capo III del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c., la demolizione di manufatti contenenti amianto èregolata dall’articolo 256 “Lavori di demolizione o rimozione dell’amianto”, che viene analizzato nel seguitocomma per comma.Il comma 1 dell’articolo 256 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. prevede che:“I lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto possono essere effettuati solo da imprese rispondenti airequisiti di cui all’articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.Ciò significa che, nel caso che nell’edificio in demolizione siano presenti, anche in minima parte, manufatti inamianto, la ditta che esegue i lavori non potrà essere una ditta qualunque, ma dovrà essere abilitata ai sensidel D. Lgs. 152/06 “Norme in materia ambientale”.Il D. Lgs. 152/06 prevede in particolare che qualunque ditta che esegua la raccolta, la rimozione e losmaltimento di qualunque tipo di rifiuto debba essere iscritta all’Albo nazionale gestori ambientali, costituitopresso il Ministero dell’ambiente.Il comma 5 dell’articolo 212 del D. Lgs. 152/06 specifica infatti che:“L’iscrizione all’Albo e’ requisito per lo svolgimento delle attività di raccolta e trasporto di rifiuti non pericolosiprodotti da terzi, di raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi, di bonifica dei siti, di bonifica dei beni contenentiamianto […]”.Il comma 6 del medesimo articolo precisa poi che:“L’iscrizione deve essere rinnovata ogni cinque anni e costituisce titolo per l’esercizio delle attività di raccolta,di trasporto, di commercio e di intermediazione dei rifiuti […]”Il mancato adempimento dell’obbligo di iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali per le aziende cheoperano rimozione o demolizione di amianto costituisce un reato penale punito dall’articolo 256 comma 1,lettera b) del D.Lgs.152/06 con l’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da 2.600 a 26.000 euro.Inoltre, ai sensi dell’articolo 258, comma 3 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c.:

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“Possono essere addetti alla rimozione, smaltimento dell’amianto e alla bonifica delle aree interessate ilavoratori che abbiano frequentato i corsi di formazione professionale di cui all’articolo 10, comma 2, lettera h),della legge 27 marzo 1992, n. 257”.L’articolo 10, comma 2, lettera h) della L.257/92 stabilisce che:“I piani di cui al comma 1 [piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonificaai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto predisposti Le regioni e le province autonome di Trento edi Bolzano] prevedono tra l’altro la predisposizione di specifici corsi di formazione professionale e il rilascio dititoli di abilitazione per gli addetti alle attività di rimozione e di smaltimento dell’amianto e di bonifica delle areeinteressate, che è condizionato alla frequenza di tali corsi”.I commi 2 e 3 dell’articolo 256 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. prevedono che:“2. Il datore di lavoro, prima dell’inizio di lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto o di materialicontenenti amianto da edifici, strutture, apparecchi e impianti, nonché dai mezzi di trasporto, predispone unpiano di lavoro.3. Il piano di cui al comma 2 prevede le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratorisul luogo di lavoro e la protezione dell’ambiente esterno”.Ciò significa che l’opera di demolizione di manufatti contenenti amianto non può essere fatta solo in base aregole di convenienza pratica ed economica, ma deve essere programmata sulla base di un ben preciso pianorivolto alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori nonché alla protezione dell’ambiente esterno.Il comma 4 dell’articolo 256 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. definisce in dettaglio i contenuti del piano:“Il piano, in particolare, prevede e contiene informazioni sui seguenti punti:a) rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto prima dell’applicazione delle tecniche didemolizione, a meno che tale rimozione non possa costituire per i lavoratori un rischio maggiore di quellorappresentato dal fatto che l’amianto o i materiali contenenti amianto vengano lasciati sul posto;b) fornitura ai lavoratori di idonei dispositivi di protezione individuale;c) verifica dell’assenza di rischi dovuti all’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro, al termine dei lavori didemolizione o di rimozione dell’amianto;d) adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato dei lavori;e) adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento dei materiali;f) adozione, nel caso in cui sia previsto il superamento dei valori limite di cui all’articolo 254, delle misure dicui all’articolo 255, adattandole alle particolari esigenze del lavoro specifico;g) natura dei lavori, data di inizio e loro durata presumibile;h) luogo ove i lavori verranno effettuati;i) tecniche lavorative adottate per la rimozione dell’amianto;l) caratteristiche delle attrezzature o dispositivi che si intendono utilizzare per attuare quanto previsto dallelettere d) ed e)”.E’ evidentemente che il piano deve risultare estremamente dettagliato per evitare che risultino dispersioni dipolveri di amianto negli ambienti di lavoro e in generale nell’ambiente esterno.In particolare la lettera a) specifica chiaramente che non può essere eseguita la demolizione di un manufattosenza prima avere rimosso in maniera adeguata (cioè senza rischio di dispersione di polveri nell’ambiente)l’amianto presente e questo per evitare che l’amianto stesso si mescoli con gli altri materiali demoliti e vengasuccessivamente disperso in ambiente.La rimozione dell’amianto dal manufatto prima della sua demolizione può essere omessa solo se “talerimozione non possa costituire per i lavoratori un rischio maggiore di quello rappresentato dal fatto chel’amianto o i materiali contenenti amianto vengano lasciati sul posto”.E’ ovviamente compito del datore di lavoro della ditta che esegue la demolizione eseguire la valutazionerelativa alla minore o maggiore pericolosità della rimozione prima della demolizione, sulla base di precisi criteritecnici.La lettera b) specifica che gli addetti alla demolizione o alla rimozione devono essere dotati di adeguatiDispositivi di Protezione Individuali (tuta a perdere ad elevata protezione, facciale filtrante, guanti).

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La lettera c) specifica poi l’obbligo, al termine dei lavori di verificare, anche tramite idonee misurazioni, lamancanza di residui di amianto nel luogo della demolizione.Le lettere d) ed e) specificano la necessità per la protezione non solo dei lavoratori, ma anche di terzi, cioè dipersone presenti nelle immediate vicinanze dei luoghi della demolizione.La lettera e) impone poi che, se si presume che si possa verificare il superamento del valore limite diesposizione per l’amianto, fissato (secondo l’articolo 254, comma 1 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c.) a 0,1 fibre percentimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore, si debbanoadottare le specifiche misure di protezione dei lavoratori (e dell’ambiente) previste dall’articolo 255 del D. Lgs.81/08 s.m.i.c. che sono: fornitura ai lavoratori di adeguati dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di altri Dispositivi di

Protezione Individuali (tute, guanti); affissione di cartelli per segnalare che si prevede il superamento del valore limite di esposizione; misure necessarie per impedire la dispersione della polvere al di fuori dei locali o luoghi di lavoro (ad

esempio tramite confinamento con teloni di plastica o simile); consultazione dei lavoratori o dei loro rappresentanti sulle misure da adottare prima di procedere alle

attività.Il mancato adempimento degli obblighi di cui all’articolo 256, commi 1, 2, 3, 4 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c.costituisce un reato penale punito dall’articolo 262 comma 2, lettera a) del Decreto stesso con l’arresto da trea sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.Il comma 5 dell’articolo 256 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. prevede che:“Copia del piano di lavoro è inviata all’organo di vigilanza, almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori. Se entroil periodo di cui al precedente capoverso l’organo di vigilanza non formula motivata richiesta di integrazione omodifica del piano di lavoro e non rilascia prescrizione operativa, il datore di lavoro può eseguire i lavori.L’obbligo del preavviso di trenta giorni prima dell’inizio dei lavori non si applica nei casi di urgenza. In taleultima ipotesi, oltre alla data di inizio, deve essere fornita dal datore di lavoro indicazione dell’orario di iniziodelle attività”.Pertanto 30 giorni prima dell’inizio delle opere di demolizione di materiali contenenti amianto, il datore di lavorodella ditta esecutrice delle opere deve trasmettere all’organo di vigilanza (ASL) copia del piano di lavoro.L’ASL può chiedere integrazioni o modifiche. In caso contrario vale il tacito assenso.Il mancato adempimento degli obblighi di cui all’articolo 256, comma 5 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. costituisce unreato penale punito dall’articolo 262 comma 2, lettera c) del Decreto stesso con l’arresto fino a tre mesi o conl’ammenda da 876,80 a 2.192,00 euro.Il comma 6 dell’articolo 256 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. stabilisce che:“L’invio della documentazione di cui al comma 5 sostituisce gli adempimenti di cui all’articolo 250”.Dove gli adempimenti di cui all’articolo 250 sono l’obbligo di notifica alla ASL di tutti gli altri lavori conpossibilità di esposizione di amianto per i lavoratori.Infine il comma 7 dell’articolo 256 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. stabilisce che:“Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori o i loro rappresentanti abbiano accesso alla documentazionedi cui al comma 4”.Pertanto il piano di lavoro deve essere messo a disposizione dei lavoratori coinvolti nelle lavorazioni oppuredei loro RLS.Il mancato adempimento degli obblighi di cui all’articolo 256, comma 7 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. costituisce unreato penale punito dall’articolo 262 comma 2, lettera c) del Decreto stesso con l’arresto fino a tre mesi o conl’ammenda da 876,80 a 2.192,00 euro.Inoltre, visto che per opere di demolizione di manufatti contenente amianto rientrano nell’ambito diapplicazione del Capo III del Titolo IX del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c., ad essi si applicano tutti gli altri obblighisanciti da tale Capo.In particolare per il datore di lavoro della ditta che esegue la demolizione valgono i seguenti obblighi:

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Riparazione di colonna fecale e/o pluviale in Amianto Cemento la tutela dei manutentori e degli occupanti 18 di 20

Autore: Silvio Coxe [email protected]

esecuzione della valutazione del rischio di esposizione all’amianto e sua formalizzazione in specificodocumento (articolo 249, comma 1, sanzionato in caso di mancato adempimento con l’arresto da tre a seimesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro);

adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione per ridurre la dispersione di fibre di amianto neiluoghi di lavoro e nell’ambiente (articoli 251 e 252, sanzionati in caso di mancato adempimento conl’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro);

periodica misurazione della concentrazione di fibre di amianto nell’aria del luogo di lavoro al fine perverificare che non venga superato il valore limite di esposizione per l’amianto definito dall’articolo 254(articolo 253 sanzionato in caso di mancato adempimento da parte del datore di lavoro con l’arresto da trea sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro);

informazione ai lavoratori relativamente ai rischi per la salute derivanti dall’amianto, alle norme igieniche ealle misure di prevenzione e protezione da adottare, all’eventuale superamento dei valori limite diesposizione (articolo 257 sanzionato in caso di mancato adempimento da parte del datore di lavoro conl’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro);

formazione ai lavoratori relativamente a lavorazioni che possono comportare esposizione ad amianto,procedure sicure di lavoro, uso dei DPI, procedure di emergenza, necessità della sorveglianza sanitaria(articolo 258 sanzionato in caso di mancato adempimento da parte del datore di lavoro con l’arresto da trea sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro);

sorveglianza sanitaria (anamnesi individuale, esame clinico generale e in particolare del torace, esamidella funzione respiratoria) preventiva e triennale (articolo 259 sanzionato in caso di mancatoadempimento da parte del datore di lavoro con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.740,00 a7.014,40 euro).

Individuazione delle figure responsabili

Per definire le responsabilità penali e civili derivanti dalla L.257/92 e dal D. Lgs. 81/08 s.m.i.c., occorredistinguere tra edifici adibiti esclusivamente ad abitazione (occupati quindi solo dagli abitanti) ed edifici adibitiad attività lavorative (occupati quindi dai lavoratori e da eventuali ospiti o fruitori dell’edificio).La L.257/92 definisce gli obblighi a carico dei proprietari degli edifici e il relativo apparato sanzionatorio(precedentemente riportato).Il primo obbligo è quello del rispetto dell’articolo 12, comma 4 della L. 257/92 stessa (comunicazione alla ASLdei dati relativi all’inventario dell’amianto presente negli edifici).Il secondo obbligo è quello del rispetto delle norme prescrittive del D.M.06/09/94 (individuazione del materialecontenente amianto, valutazione del rischio, piano di controllo, cautele nelle attività intervento o bonifica sumateriale contenente amianto).Va osservato che la norma prescrittiva di cui al punto 4a) del D.M.06/09/94 (attuazione del programma dicontrollo) è a carico “del proprietario dell’immobile e/o del responsabile dell’attività che vi si svolge”. Sipresume che il “responsabile dell’attività” sia il datore di lavoro di cui al D. Lgs. 81/08 s.m.i.c..Per quanto riguarda gli edifici privati la figura del proprietario è facilmente desumibile da una visura catastaledell’edifico.Per quanto riguarda gli edifici pubblici, la figura del proprietario varia in funzione dell’ordinamento relativo altipo di edificio.In particolare per le scuole dell’infanzia e primarie il proprietario è il Comune (il cui legale rappresentante è ilSindaco ai sensi del Decreto Legislativo n. 267 del 2000), per le scuole secondarie il proprietario è la Provincia(il cui legale rappresentante è il Presidente ai sensi del Decreto Legislativo n. 267 del 2000), per gli ospedalipubblici il proprietario è l’Azienda Sanitaria Locale (il cui legale rappresentante è il Direttore generale ai sensidel Decreto Legislativo n. 502 del 1992).Il D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. definisce invece gli obblighi a carico esclusivamente del datore di lavoro, per quantoriguarda la valutazione dei rischi e del datore di lavoro o dei dirigenti (se formalmente delegato dal datore dilavoro) per quanto riguarda gli altri obblighi.

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Riparazione di colonna fecale e/o pluviale in Amianto Cemento la tutela dei manutentori e degli occupanti 19 di 20

Autore: Silvio Coxe [email protected]

La figura del datore di lavoro secondo il D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. è definita dall’articolo 2, comma 1, lettera b) delDecreto stesso come:“il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo el’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilitàdell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa”;mentre la figura del dirigente è definita dall’articolo 2, comma 1, lettera d) del Decreto come:“persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla naturadell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su diessa”.Per aziende private, le persone fisiche che occupano il ruolo di datore di lavoro e di dirigente sono desumibilida una visura camerale e dall’ organigramma aziendale della azienda.Per quanto riguarda le aziende pubbliche, vale quanto riportato nell’articolo 2, comma 1, lettera b) del D. Lgs.81/08 s.m.i.c. che specifica che:“Nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario nonavente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomiagestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione edell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e dispesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore dilavoro coincide con l’organo di vertice medesimo”.In merito agli obblighi a carico del datore di lavoro e del dirigente delle aziende pubbliche vale poi quantoriportato all’articolo 18, comma 3 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c.:“Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, ai sensi del presentedecreto legislativo, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o apubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dell’amministrazione tenuta,per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tale caso gli obblighi previsti dalpresente decreto legislativo, relativamente ai predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti ofunzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del loro adempimento all’amministrazione competenteo al soggetto che ne ha l’obbligo giuridico”.Pertanto, relativamente agli obblighi di cui al D. Lgs. 81/08 s.m.i.c., il dirigente o funzionario dei aziendapubblica è chiamato ad assolvere quelli di natura gestionale e organizzativa (nel caso presente individuazionedell’amianto, valutazione del rischio, comunicazione alla ASL, definizione del piano di controllo), mentre per gliobblighi relativi a interventi strutturali (nel caso presente manutenzioni, bonifica, rimozione di materialecontenente amianto) essi sono a carico dell’Ente proprietario, nella figura del legale rappresentante, comesopra definiti.

Prodotto/Produttore/Indirizzo

Prodotto Produttore IndirizzoRisanamento totale ( Relining ) Tubus System Italia srl Via Alfredo Catalani, 44

20131 MilanoTel.: [email protected]://www.tubussystem.it

Kit di riparazione SG Siderghisa srl Via degli Ulivi, 8765013 Città Sant'Angelo PETel. +39.085.959187Fax [email protected]

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Riparazione di colonna fecale e/o pluviale in Amianto Cemento la tutela dei manutentori e degli occupanti 20 di 20

Autore: Silvio Coxe [email protected]

Allegati

Rapporto del RRA sul tipo di intervento da effettuareBrochure TUBUS SYSTEM ITALIACertificato ETA (TUBUS SYSTEM) tradotto in italiano

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Autore: Silvio Coxe [email protected]

Rapporto del RRA sul tipo di intervento da effettuare alla condotta fecale e/o pluviale

AREA EDIFICIO/STABILIMENTORiferimento pratica

____________ / ____________ / ___________Locale/i interessato/i, localizzazione e denominazione

Area edificio interna esterna indicata in planimetria con n° _________ di riferimento

Interventi effettuati negli anni alla condotta fecale e/o pluviale

(indicare tipo di intervento e data)

Tipo di intervento consigliato SI NORiparazione parziale e/o puntuale e Risanamento continuo e/o totale di Condotte e/o Tubazioni di Scarico e/oFognature e/o Pluviali dall' interno, senza procedere a scavo o la rottura delle pareti (Tecnica con guainainterna). Intervento consigliato Intervento sconsigliato _________________________________________________________________ E’ stata redatta una offerta di : Risanamento totale Risanamento puntuale

SI NORiparazione parziale e/o puntuale e Risanamento continuo e/o totale di Condotte e/o Tubazioni di Scarico e/oFognature e/o Pluviali dall' interno, senza procedere a scavo o la rottura delle pareti (Tecnica Tubus SystemItalia senza guaina interna). Intervento consigliato Intervento sconsigliato _________________________________________________________________ E’ stata redatta una offerta di : Risanamento totale Risanamento puntuale

SI NO Riparazione di condotta fecale e pluviale in cemento-amianto con SG

Intervento consigliato Intervento sconsigliato _________________________________________________________________ E’ stata redatta una offerta di : Risanamento puntuale

SI NORiparazione di condotta fecale e pluviale in cemento-amianto con il metodo tradizionale demolizione diporzione di condotta e sostituzione tratto in PVC Intervento consigliato Intervento sconsigliato _________________________________________________________________ E’ stata redatta una offerta di : Risanamento puntuale

Valutazione dell’intervento consigliato(Motivare a scelta)

Impresa prescelta

Per la verifica dell’idoneità tecnico professionale della ditta che eseguirà l’intervento sono stati consegnati i seguenti documenti:

certificato della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura con oggetto sociale inerente alla tipologia dell’appalto; autocertificazione dell’impresa appaltatrice del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionali, ai sensi dell’art. 47 del DPR n. 445/2000 (è uno dei due

documenti obbligatoriamente richiesti dall’art. 26 del D. Lgs. 81/08 s.m.i.c. e presuppone un’assunzione di responsabilità del dichiarante); dichiarazione di “Regolarità Contributiva –DURC—“; curriculum dell’impresa che riporti in evidenza lavori della stessa specie di quelli richiesti nell’appalto specifico (se l’impresa non ha l’attestazione SOA),

corredati dei certificati di regolare esecuzione rilasciati dal Direttore dei Lavori e controfirmati dal Committente; iscrizione ANGA categoria 10 B (per le imprese che svolgono attività di bonifica di beni contenenti amianto, l'obbligo dell'iscrizione alla categoria 10 dell'Albo

nazionale Gestori Ambientali): classe B.

Data Ora Firma del RRA

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BENVENUTI IN Tubus sysTem Dal 1998 con il nostro sistema di relining

abbiamo ricostruito le tubazioni di scarico di

oltre 40.000 appartamenti, centinaia di uffici

ed edifici industriali nel Nord Europa. Ogni

progetto che affrontiamo ha caratteristiche

ed esigenze uniche, così come i nostri clienti.

Alcuni interventi infatti, come quelli negli ospe-

dali, rappresentano una vera e propria sfida dal

punto di vista tecnico.

Per altri invece come quelli in edifici commerciali

o produttivi, è importante che le tempistiche di

realizzazione siano ben definite e con il nostro

metodo esclusivo il disturbo all’operatività

dell’edificio è ridotto al minimo consentendo di

mantenere attivo il flusso di cassa.

Per gli interventi in edifici governativi e pubblici

in generale il nostro sistema consente previ-

sioni di spesa certe e attestazioni tecniche di

qualità. Il nostro metodo inoltre ha un impatto

minimo sull’ambiente garantendo al cliente

la sicurezza di soddisfare elevati standard di

sostenibilità ambientale. Per saperne di più

mettetevi in contatto con noi, saremo lieti di

incontrarvi.

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BENVENUTI IN Tubus sysTem

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Tubus System ricostruisce le tubazioni di scarico con un metodo di relining esclusivo, sicuro e collaudato. Il metodo è in-oltre conveniente e rapido. In circostanze normali per ricostruire le tubazioni di scarico di un appartamento è sufficiente un giorno.

RICOSTRUIAMO I NUOVI TUBI DeNTRO QueLLI esIsTeNTI

COME FUNZIONA IL METODO TUBUS SYSTEM?

4. GARANZIA DI QuALITÀ

2. INTeRVeNTO

3. DOCumeNTAZIONe

1. PRePARAZIONe

Per garantire la qualità del lavoro svolto, le video ispezioni vengono esaminate nel nostro quartier generale in Svezia. Dopo il controllo di qualità, Tubus System invia tutta la documentazione, inclusi i filmati, al cliente finale corredata di una garanzia di 10 anni sull’intervento svolto.

Applichiamo all’interno delle tubazioni esistenti diversi strati di una speciale resina a base di poliestere rinforzato con fibra di vetro resistente alla corrosione. Il risultato è una nuova tubazione in plastica durevole e sicura. Il nostro sistema si può applicare a tubazioni di qualsiasi tipo e forma.

Dopo l’installazione, il nuovo tubo in plastica viene video ispezionato ed il filmato viene inviato al nostro centro di controllo qualità. Vengono rimontati i sanitari e chiusi tutti gli accessi all’impianto. L’area dell’intervento viene pulita e le nuove tubazioni sono pronte all’uso.

Prima di tutto ci garantiamo un accesso alle tubazioni smontando i sanitari o aprendo le ispezioni. La tubazione di scarico viene quindi ispezionata con una videocamera, pulita ed asciugata.

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Vuoi una soluzione che ti consenta di non dover lasciare la casa o l’ufficio durante i lavori? Vuoi ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente rigenerando le tubazioni di scarico? Vuoi ottimizzare i costi? Il relining di Tubus System soddisfa tutte le vostre esigenze.

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Il metodo tradizionale per la sostituzione delle tubazioni comporta inevitabilmente la produzi-one di centinaia di chili di macerie, contenenti spesso rifiuti pericolosi come amianto, piombo o creosoto. Queste macerie non sono solo dannose per l’ambiente ma il loro smaltimento comporta anche costi elevati. Con Tubus System avrete nuove tubazioni di scarico senza produrre macerie e senza rilasciare sostanze pericolose nell’ambiente. La plastica inoltre è riciclabile al 100%.

Utilizzando la nostra tecnologia di relining le tubazioni non vengono sostituite. Questo vuol dire che si evitano tutti i costi connessi alla sostituzione tradizionale delle vecchie tubazioni (demolizioni di pareti, soffitti o pavimenti, ripristini, smaltimento macerie, costi amministrativi etc).

Secondo i test eseguiti da SITAC - Istituto svedese per la certificazione tecnica nelle costruzioni - le tubazioni risanate con il sistema Tubus hanno una durata di almeno 50 anni.

La sostituzione delle tubature con la lavorazione tradizionale comporta disagi notevoli, spesso per diverse settimane. Il metodo Tubus System invece consente agli occupanti di rimanere nell’edificio ed alle attività di continuare indisturbate.

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CERTIFICAZIONI

TUBUS SYSTEM È TesTATO eD APPROVATO

Il relining di Tubus System è testato ed approvato da SP (Istituto nazionale Svedese di ricerca) e certificato da SITAC (Istituto svedese per la certificazione tecnica nelle costruzioni). Secondo i test di SP e SITAC, le tubazioni risanate con il sistema Tubus hanno una durata di almeno 50 anni e vengono fornite di una garanzia di 10 anni sull’intervento svolto.

Tubus System è certificata dal Ministero dell’Ambiente Svedese. Per una azienda ottenere il certificato di sostenibilità ambientale significa dimostrare l’utilizzo di materiali ecocompatibili e creare un ambiente di lavoro ecosostenibile. L’ottenimento ed il mantenimento del certificato comportano anche controlli in loco per verificare le certificazioni di conformità. Abbiamo un forte impegno per l’ambiente e partecipiamo al programma di sostenibilità dal 1999.

Certificato n° 0111/05

PRODUCT CERTIFICATE

VTT EXPERT SERVICES LTD

VTT-C-7931-12

CERTIFICATO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

SITAC è l’Istituto svedese per la certifi-cazione tecnica nelle costruzioni.

Il DIBt è l’istituto tedesco per l’approvazione e la certificazione di prodotti e sistemi in ambito edilizio.

Il VTT finlandese è un’organizzazione indipendente per la valutazione e la

certificazione tecnica. Il certificato di VTT ha lo stesso valore di una

approvazione di SP/SITAC in Svezia.

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SEDE CENTRALE:

Tubus system International AbDesignvägen 3435 33 MölnlyckeSveziaTel: +46 31 88 77 48Fax: +46 31 69 61 14www.tubussystem.com

ITALIA

milanovia Alfredo Catalani 4420131 MilanoTel: 02 28 70 811Fax: 02 28 98 163 [email protected]

Tubus system fa parte del gruppo WBF, con sede a Göteborg, Svezia. Il gruppo WBF è composto da diverse aziende che operano nel settore edilizio

offrendo servizi e soluzioni in ambito residenziale, produttivo, governativo e pubblico in genere. Ogni società del gruppo è specializzata in diverse aree di

intervento, come la progettazione ed installazione dei sistemi HVAC (sistemi di climatizzazione e trattamento dell’aria). Tubus System è stata fondata in

Svezia nel 1998, è attiva in tutta la Scandinavia, in Olanda e in Germania.

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MEMBRO EOTA

Nome commerciale

Titolare del benestare

Descrizione prodotto e campo di applicazione Validità: da

a

Il presente ETA sostituisce:

Impianto di produzione

SITAC Casella postale 553 SE 371 23 Karlskrona SVEZIA Tel.: +46-(0)10-516 63 00 Fax: +46-(0)455-206 88 E-mail: [email protected]

Benestare tecnico europeo ETA-13/0494

Tubus System

WBF Invest AB Designvägen 3 435 33 Mölnlycke, Svezia

Ricostruzione delle tubazioni di scarico delle acque reflue con un rivestimento interno costituito da un composto a base di poliestere rinforzato con fibre di vetro, per l’utilizzo all’interno o all’esterno degli edifici.

26.06.2013 16.06.2018

ETA-13/0494, validità, dal 17.06.2013 al 16.06.2018

Ai sensi dell’Allegato 3 di SITAC

Il presente benestare è composto da

11 pagine inclusi gli allegati

Organizzazione Europea per il Benestare Tecnico

Autorizzato e notificato in base all’Articolo 10 della

Direttiva del Consiglio del 21 dicembre 1988 sul

ravvicinamento delle disposizioni legislative,

regolamentari e amministrative degli Stati

Membri in relazione ai prodotti da costruzione

(89/106/CEE)

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Pag. 2 (11) del Benestare Tecnico Europeo ETA-13/0494 rilasciato il 26.06.2013

3P04940

I. BASI GIURIDICHE E CONDIZIONI GENERALI

1 Il presente Benestare Tecnico Europeo è rilasciato da SITAC in conformità con: - la Direttiva del Consiglio 89/106/CEE del 21 dicembre 1988 sul ravvicinamento delle

disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati Membri relativamente a prodotti da costruzione1, come modificata dalla Direttiva del Consiglio 93/68/CEE2 e dal Regolamento (CE) N° 1882/2003 del Parlamento Europeo e del Consiglio3;

- Norme procedurali comuni per richiedere, preparare e concedere il Benestare Tecnico Europeo definito nell’Allegato alla Decisione della Commissione 94/23/CE4;

2 SITAC è autorizzata a controllare il rispetto delle disposizioni del presente Benestare Tecnico Europeo. La verifica può aver luogo presso lo stabilimento di produzione. Tuttavia, la responsabilità per la conformità dei prodotti al presente Benestare e la loro idoneità all’impiego previsto resta in capo al titolare del Benestare Tecnico Europeo.

3 Il presente Benestare Tecnico Europeo non può essere ceduto a produttori o ad agenti di produttori diversi da quelli indicati a pagina 1, o a stabilimenti produttivi diversi da quelli indicati a pagina 1 del presente Benestare Tecnico Europeo o nello stesso definiti.

4 Il presente Benestare Tecnico Europeo può essere revocato da SITAC, in particolare sulla base di informazioni della Commissione ai sensi dell’Articolo 5(1) della Direttiva del Consiglio 89/106/CEE.

5 Il presente Benestare Tecnico Europeo potrà essere riprodotto e inviato elettronicamente esclusivamente in versione integrale. Tuttavia, potrà essere effettuata una riproduzione parziale con il consenso scritto di SITAC. In tal caso, la riproduzione parziale dovrà essere indicata come tale. I testi e i disegni del materiale pubblicitario non dovranno essere in contrasto o risultare incongruenti con il Benestare Tecnico Europeo.

6 Il presente Benestare Tecnico Europeo è rilasciato dall’organismo di certificazione in inglese. Questa versione corrisponde integralmente alla versione distribuita in EOTA. Eventuali traduzioni in altre lingue dovranno essere indicate come tali.

1 Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea N° L 40, 11.2.1989, p. 12 2 Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea N° L 220, 30.8.1993, p. 1 3 Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea N° L 284, 31.10.2003, p. 25 4 Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea N° L 17, 20.1.1994, p. 34

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II. CONDIZIONI SPECIFICHE DEL BENESTARE TECNICO EUROPEO

1 Definizione dei prodotti e destinazione d’uso

1.1 Definizione del kit da costruzione

Il sistema di “Ricostruzione delle tubazioni di scarico delle acque reflue con un rivestimento interno costituito da un composto a base di poliestere rinforzato con fibre di vetro, per l’utilizzo all’interno o all’esterno degli edifici è qui definito “Sistema di relining delle tubazioni di scarico”. Il cliente è responsabile della valutazione della resistenza e stabilità meccanica delle tubazioni esistenti.

Sistema: Componenti: Poliestere rinforzato con fibre di vetro. Guaina in plastica.

Questo metodo permette di risanare le tubazioni di scarico in ghisa e/o in materiale plastico all’interno o all’esterno degli edifici. Una volta pulito e ispezionato il tubo, eventuali fori possono essere riparati in modo permanente con l’ausilio di guaine in plastica. Tramite un ugello spruzzatore si applicano sulla superficie interna del tubo tre strati di composto di poliestere rinforzato con fibre di vetro. Il nuovo rivestimento interno avrà uno spessore di 3-5 mm e una volta vulcanizzato sarà autoportante. L’intera procedura viene monitorata tramite telecamera. È possibile rivestire tubi circolari con dimensioni comprese tra 50 e 225 mm.

Nell’Allegato 2 sono riportate le immagini del “sistema di relining delle tubazioni di scarico".

1.2 Destinazione d’uso

Il prodotto in esame è utilizzabile per la ricostruzione delle tubazioni domestiche delle fognature e dell’acqua piovana. (Definizioni in base a EN 12056)

Il risanamento può essere eseguito su tubazioni di scarico in ghisa e/o in materiale plastico sia all’interno che all’esterno degli edifici. Per tubazioni “all’esterno degli edifici” si intendono quelle interrate che uniscono il sistema fognario degli edifici al tombino, punto di collegamento alla rete pubblica fognaria. Il kit è idoneo a reti fognarie non in pressione e principalmente a edifici residenziali. Tuttavia il sistema può essere utilizzato per applicazioni che prevedono specifiche pressoché identiche a quelle di un edificio residenziale. È possibile rivestire tubi circolari con dimensioni comprese tra 50 e 225 mm.

Le disposizioni contenute nel presente Benestare Tecnico Europeo si basano su una vita utile presunta delle tubazioni sottoposte a intervento di relining di 50 anni, a condizione che si osservino le raccomandazioni di cui alle sezioni 4.1, 4.2 e 5.1 relativamente a fabbricazione, imballaggio, trasporto, stoccaggio e installazione. Le indicazioni fornite in merito alla durata del prodotto non costituiscono una garanzia del produttore, ma devono essere intese solo ai fini della selezione dei prodotti più idonei in funzione della ragionevole economicità e vita utile del sistema.

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2 Caratteristiche dei prodotti e metodi di verifica

2.1 Resistenza e stabilità meccanica (ER1)

La resistenza meccanica viene indicata con ER4 “sicurezza in uso”.

2.2 Sicurezza in caso di incendio (ER2)

2.2.1 Reazione al fuoco

I valori dichiarati sono contenuti nell’Allegato 1. Nota: Se il prodotto deve essere applicato a tubazioni in edifici che prevedono la resistenza al fuoco, eseguire la verifica di ignifigicità conformemente alle norme nazionali.

2.3 Igiene, Salute e Ambiente (ER3)

2.3.1 Contenuto e/o rilascio di sostanze pericolose.

Il prodotto contiene le seguenti sostanze elencate nel database UE.

Nafta (petrolio) – numero CAS 64742-82-1 in concentrazione < 0,1%.

Nella dichiarazione scritta rilasciata dal richiedente si afferma che il prodotto non contiene altre sostanze elencate nel database UE.

Nota: Oltre alle clausole specifiche sulle sostanze pericolose contenute nel presente Benestare Tecnico Europeo, i prodotti potrebbero essere soggetti ad altri requisiti rientranti in tale ambito (ad es. legislazione europea recepita nelle leggi, nei regolamenti e nelle disposizioni amministrative nazionali). Al fine di soddisfare le disposizioni della Direttiva sui Prodotti da Costruzione è necessario attestare la conformità a tali requisiti, qualora applicabili.

2.3.2 Permeabilità all’acqua

Conformemente all’Allegato I.

2.4 Sicurezza in uso (ER4)

2.4.1 Rigidità a breve termine dell’anello Prestazione non determinata (NPD)

2.4.2 Test di flessione (resistenza a flessione)

Conformemente all’Allegato I.

2.5 Protezione dal rumore (ER5)

Non rilevante.

2.6 Risparmio energetico e ritenzione del calore (ER6) Non rilevante.

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2.7 Aspetti generali relativi all’idoneità all’uso

2.7.1 Durata dei materiali

Conformemente all’Allegato I.

2.7.2 Finitura Conformemente all’Allegato I.

2.7.3 Resistenza all’abrasione

Prestazione non determinata (NPD)

3 Valutazione e attestazione della conformità e della marcatura CE

3.1 Procedura di attestazione della conformità

In base alla decisione 1999/472/CE5, come modificata dalla decisione 2001/596/CE6 della Commissione Europea, il sistema di attestazione della conformità applicabile è il 4.

Inoltre, in base alla decisione 1999/472/CE7, come modificata dalla decisione 2001/596/CE8 della Commissione Europea, il sistema di attestazione della conformità applicabile alla reazione al fuoco è il 3.

Il sistema di attestazione della conformità viene definito come segue:

Sistema 3: Dichiarazione di conformità del prodotto da parte del produttore sulla base di: (a) Obblighi del produttore:

(1) Controllo della produzione di fabbrica; (b) Obblighi dell’organismo autorizzato:

(2) Prima omologazione del prodotto.

Sistema 4: Dichiarazione di conformità del prodotto da parte del produttore sulla base di: Obblighi del produttore:

(1) Prima omologazione del prodotto.Controllo della produzione di fabbrica;Nota: Gli organismi autorizzati sono definiti anche "enti notificati".

5 Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 184 del 17.07.1999 6 Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 209 del 02.08.2001 7 Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 184 del 17.07.1999 8 Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea L 209 del 02.08.2001

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3.2 Responsibilità

3.2.1 Obblighi del produttore

3.2.1.1 Controllo della produzione di fabbrica

Il produttore eseguirà monitoraggio costante dei processi di produzione. Tutti gli elementi, i requisiti e le disposizioni adottate dal produttore dovranno essere sistematicamente documentate mediante linee guida e procedure scritte, ivi comprese le registrazioni dei risultati ottenuti. Questo sistema di controllo della produzione garantirà la conformità del prodotto al presente Benestare Tecnico Europeo.

Il produttore può utilizzare solo le materie prime indicate nella documentazione tecnica del presente Benestare Tecnico Europeo.

Il controllo della produzione di fabbrica sarà effettuato conformemente all’apposito programma, che costituisce parte integrante della documentazione tecnica del presente Benestare Tecnico Europeo. Tale programma viene redatto nell’ambito del sistema di controllo della produzione di fabbrica condotto dal produttore e depositato in SITAC.9

I risultati del controllo della produzione di fabbrica saranno registrati e valutati conformemente alle disposizioni del programma di controllo.

3.2.1.2 Altri obblighi del produttore

Per il sistema 3: Il produttore stipulerà un contratto con un organismo/organismi autorizzato/i per l’adempimento degli obblighi di cui alla sezione 3.1, nell’ambito del “sistema di ricostruzione delle tubazioni di scarico delle acque reflue”, ai fini dell’ottemperanza alla sezione 3.2.2.A tale riguardo, le attività connesse al "programma di controllo", di cui alle sezioni 3.2.1.1 e 3.2.2, saranno demandate dal produttore all’organismo/dagli organismi autorizzato/i.

In ogni caso: il produttore redigerà una dichiarazione di conformità attestante la conformità del prodotto da costruzione alle disposizioni del presente Benestare Tecnico Europeo.

3.2.2 Obblighi degli organismi autorizzati

L’organismo/Gli organismi autorizzato/i effettuerà/effettueranno -la prima omologazione del prodotto per il sistema 3. L’organismo/Gli organismi autorizzato/i redigerà/redigeranno una relazione scritta nella quale verranno riportate le attività svolte, i risultati ottenuti e le conclusioni.

9 Il "programma di controllo" è una sezione del Benestare Tecnico Europeo, di natura riservata, destinata esclusivamente all’organismo/agli organismi autorizzato/i che si occupa/occupano delle procedure di attestazione della conformità. Vedi sezione 3.2.2.

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3.3 Marcatura CE

La marcatura CE sarà applicata sulla confezione. Le lettere “CE” saranno seguite dal numero identificativo dell’organismo di certificazione autorizzato, se applicabile, e dalle seguenti informazioni:

- nome e indirizzo del produttore,

- le ultime due cifre dell’anno in cui la marcatura CE è stata apposta, - il numero del Benestare Tecnico Europeo,

- la classe di reazione al fuoco - le eventuali sostanze pericolose presenti

4 Assunto sulla base del quale è stata valutata favorevolmente l’idoneità del prodotto alla destinazione d’uso prevista

4.1 Produzione

Il Benestare Tecnico Europeo per il prodotto viene rilasciato sulla base delle previste informazioni depositate presso SITAC che identificano il prodotto preso in esame e valutato. Le eventuali modifiche al prodotto o al processo di produzione, che potrebbero viziare la correttezza delle informazioni depositate, dovranno essere notificate a SITAC prima della loro implementazione. SITAC deciderà se tali modifiche influiranno o meno sull’autorizzazione e di conseguenza sulla validità della marcatura CE, come da autorizzazione concessa, e in tal caso se saranno necessarie ulteriori valutazioni o modifiche di tale autorizzazione.

4.2 Installazione

Il manuale generale di installazione del kit, valutato dall’organismo autorizzato, è disponibile presso il produttore.

Il manuale di installazione descrive tutte le fasi di installazione del kit, fra cui: - Ispezione - Pulizia - Riparazione - Spruzzatura - Ispezione

L’installazione deve essere eseguita da personale qualificato e debitamente autorizzato. Il produttore è tenuto a impiegare esclusivamente personale che abbia ricevuto un’adeguata preparazione e formazione.

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5 Indicazioni per il produttore

5.1 Imballaggio, trasporto e stoccaggio

Il produttore fornirà informazioni dettagliate a riguardo.

Per conto di SITAC

Borås, 26.06.2013

Lennart Månsson

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Allegato 1 descrizione delle caratteristiche dei sistemi

Caratteristiche dei prodotti e metodi di verifica in base alla sezione 2 del presente ETA

2.2.1 Reazione al fuoco Classe E 2.3.1 Rilascio di sostanze pericolose Vedi clausola 2.3.1 2.3.2 Permeabilità all’acqua Test superato 2.4.1 Rigidità a breve termine dell’anello NPD

2.4.2 Test di flessione (resistenza a flessione) Valore medio 56 kPa

2.7.1 Durabilità dei materiali Test superato 2.7.2 Finitura Test superato 2.7.3 Resistenza all’abrasione

NPD

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Riparazione di un foro in un vecchio tubo mediante installazione di una guaina in plastica, foto da 1 a 4 Foto N. 1

Allegato 2 descrizione del sistema

Descrizione del prodotto in base alla sezione 1.1 del presente ETA

Relining di un vecchio tubo

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Photo No.3

Foto N. 2

Foto N. 4