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FEBBRAIO 2016 Numero 1 Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma Tar Lazio, sospeso il parere ministeriale sulla vicenda delle "farmacie-grossiste" a pagina 22 Poste Italiane spa spedizione in a.p. 70% Roma – DCB Roma Nuova Edizione a pagina 6 Rinnovo Ccnl dipendenti farmacie A tre anni dalla scadenza, il rinnovo del Ccnl dei dipendenti delle farmacie resta molto lontano, ben oltre la linea dell'orizzonte. Colpa, secondo Stefano Franzoni di Uiltucs, della Federfarma e del ministero del Lavoro. Il sindacato dei titolari rifiuta di avviare le trattative se prima non avrà ottenuto una nuova remunerazione per le farmacie e il rinnovo della convenzione con il Ssn. Il secondo lascia fare, lavandosene le mani. Ora, però, i sindacati passano all'attacco: senza confronto, lo scontro è inevitabile, anche se resta ancora da definire come e quando avviare le iniziative di lotta SI MUOVE Preparazioni dimagranti, verifiche dei Nas: 29 segnalati all'AG a pagina 16 EPPUR non Fa dimagrire o no? Studio multicentrico promuove l'efficacia del chitosano a pagina 18 Ricetta elettronica, dal 1° marzo sistema a regime per la prescrizione dei farmaci a pagina 11

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FEBBRAIO2016

Numero 1

Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Tar Lazio, sospeso il parere ministeriale sulla vicenda delle "farmacie-grossiste"

a pagina 22

Poste Italiane spa spedizione in a.p. 70%

Rom

a – DCB Roma Nuova Edizione

a pagina 6

Rinnovo Ccnl dipendenti farmacie

A tre anni dalla scadenza, il rinnovo del Ccnl dei dipendenti delle farmacie resta molto lontano, ben oltre la linea dell'orizzonte. Colpa, secondo Stefano Franzoni di Uiltucs, della Federfarma e del ministero del Lavoro. Il sindacato dei titolari rifiuta di avviare le trattative se prima non avrà ottenuto una nuova remunerazione per le farmacie e il rinnovo della convenzione con il Ssn. Il secondo lascia fare, lavandosene le mani. Ora, però, i sindacati passano all'attacco: senza confronto, lo scontro è inevitabile, anche se resta ancora da definire comee quando avviare le iniziative di lotta

SI MUOVE

Preparazioni dimagranti, verifiche dei Nas: 29 segnalati all'AG

a pagina 16

EPPUR non

Fa dimagrire o no? Studio multicentricopromuove l'efficacia del chitosanoa pagina 18

Ricetta elettronica, dal 1° marzo sistemaa regime per la prescrizione dei farmacia pagina 11

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Rassegna Informativa del farmacista

dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Anno XLII N.1 – Febbraio 2016

EditoreOrdine dei Farmacisti della Provincia di Roma

DirezioneVia A. Torlonia‚ 15 – 00161 Roma

Direttore responsabileEmilio Croce

CondirettoreGiorgio Flavio Pintus

Redazione, pubblicità, coordinamento stampaArt Director Design Strategy srl

immagine di copertina:Yuriy Kirsanov, ADDS

impaginazione e grafica:Vincenzo Furiati

RegistrazioneTribunale di Roma n° 11959

del 25/1/1968

StampaAbilgraph srl

Spedizioneabb. post – D.L.353/2003

(conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma

Finito di stampareFebbraio 2016

IN QUESTO NUMEROPrimo piano Ccnl farmacie: in assenza di confronto,i sindacati annunciano lo scontro 6

Fatti & personeRicetta elettronica, dal 1° marzo sistemaa regime per la prescrizione dei farmaci 11

Consiglio di Stato: “Nuove farmacie istituite oltre i termini, il Comune può” 12

Lazio, anche nei servizi farmaceutici Asl il farmaco per la fibrosi polmonare idiopatica 13

Ecm, a pieno regime il corso 2016 dell’Ordine di Roma 14

Spesa farmaci, Tar lazio blocca ancora una volta il ripiano AIFA 14

Farmaci, sulla Gazzetta europea il regolamento Ema anti–contraffazione 15

Farmacie, nel 2015 mercato in crescita, merito del segmento commerciale 16

Preparazioni dimagranti, nel mirino dei Nas farmacie e studi medici: 29 segnalazioni all’AG 16

Farmaci, produzione “conto terzi”,primato assoluto dell’Italia nella Ue 17

FocusFa dimagrire o no? Ecco lo studio che promuove il chitosano 18

Codici e codicilliSede farmaceutica, il Consiglio di Statoriafferma la necessità di definirne i confini 20

Tar Lazio, sospeso il parere ministeriale sulla vicenda delle “farmacie-grossiste” 22

Valutazione dei titoli nel concorso, il CdS fa prevalere la forma alla sostanza 22

Rapporti di lavoro plurimi,ci sono obblighi di orario massimo? 23

Canone Rai, per la farmacia tutto resta come prima 23

L’iscrizione al Conai è obbligatoria 24

Scontrino “parlante” a persona diversa dal destinatario del farmaco 24

La mancata restituzione della bombola d’ossigeno 24

Straordinario in farmacia, il dipendente può eludere la richiesta del titolare? 25

Pagamento immediato e ritiro successivo della merce 25

E se il deposito viene apertoin un locale lontano dalla farmacia? 26

Decesso di un socio di una farmacia, chi ne liquida la quota? 26

Garanzia giovani e tirocinio, queste le limitazioni 26

Ordine per te31

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Il rinnovo del Ccnl dei dipendenti delle farmacie, al quale dedichiamo la copertina di questo numero delnostro giornale, nonostante sia questione che coinvolge in via diretta, tra titolari, soci e collaboratori,circa 50 mila farmacisti iscritti all’albo, ovvero la quota largamente maggioritaria della professione,continua a restare il grande assente dalle cronache di categoria, che se ne interessano solooccasionalmente e (se si considerano il rilievo e l’interesse) piuttosto marginalmente e, verrebbe dadire, quasi di contraggenio.Insomma, per qualche motivo che è difficile (almeno per me) comprendere e decifrare, il fatto che inpiù di tre anni la parte datoriale e le organizzazioni sindacali non abbiano trovato neppure il modo el’occasione per dirsi “Buongiorno, che si fa?” non sembra interessare l’informazione di categoria. Che, di solito, è invece puntuale, diligente ed estremamente reattiva, pronta a scattare come unmisirizzi di fronte a ogni altro argomento, prescindendo dal suo rilievo oggettivo. E così se da unaparte finiscono per abbondare gli articoli (giusto per fare qualche esempio) sull’incremento o il calodello zero virgola di un qualche settore del mercato della farmacia e su ogni dichiarazione, per quantobanale possa essere, degli esponenti di categoria, dall’altra un argomento come il rinnovo del Ccnl deidipendenti delle farmacie langue nella landa desolata e silenziosa dell’indifferenza.Con il comprensibile disappunto, ovviamente, di chi su un argomento così importante pretenderebbegiustamente di sapere qual è la situazione e quali le prospettive. Significative, al riguardo le molte sollecitazioni venute soprattutto dai colleghi più giovani, ancheattraverso “Giovanni”, la piattaforma per favorire l’interlocuzione con gli iscritti “millennials” lanciata allafine del 2015 dal nostro Ordine. Sollecitazioni alle quali, per quanto possibile, come Ordine abbiamo provato a rispondere sull’unicoterreno che possiamo praticare, ovvero quello dell’informazione, interpellando le parti in gioco. Inquesto numero del giornale, diamo ampio conto di quanto sindacati da una parte e Federfarmadall’altra raccontano a proposito del blocco del contratto, e ciascuno potrà farsi (questo è l’auspicio)un’idea al riguardo, anche relativamente ai diversi gradi di responsabilità di ciascuno.Responsabilità che, come è piuttosto evidente, coinvolgono in via diretta anche il ministero del Lavoro ei titolari che si sono succeduti alla sua guida da tre anni a questa parte, ovvero Enrico Giovannini e(soprattutto) Giuliano Poletti, in carica ormai da due anni, nel corso dei quali il suo dicastero hatrovato tempo per tutto e tutti tranne che per il Ccnl delle farmacie private, in relazione al quale – perquanto interpellato in via diretta, in particolare dai sindacati – non ha fin qui battuto nemmeno un colpo,fosse anche solo per segnalare di essere a conoscenza del problema.Veniamo al punto: ritengo che quella di rinviare praticamente sine die (o quantomeno ad libitum, perrestare nel latinorum) la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto sia una strada che, oltre anon portare da nessuna parte (è notorio:quando si rimandano i problemi, questi non cessano dicrescere, anzi!...), rischia anche di avvelenare oltre misura il clima interno alla categoria, già moltoperturbato di suo. E, in tutta franchezza, ritengo che in un passaggio di fase come quello che lafarmacia italiana sta vivendo, di tutto ci sia bisogno, fuorché di alimentare la conflittualità all’internodella professione che – per chi non se ne fosse accorto – è già arrivata ai suoi massimi storici.Non ho davvero la pretesa (figuriamoci!) di dare consigli a chicchessia né tantomeno di invadere spazidi competenza altrui, ma ritengo doveroso che su un argomento come il rinnovo del contratto cheregola il rapporto di lavoro di migliaia di colleghi iscritti all’Albo che lavorano nelle farmacie private, alledipendenze di migliaia di altri colleghi anch’essi iscritti allo stesso elenco professionale, l’Ordine possae debba provare a esercitare (almeno) un’azione di moral suasion, senza che per questo i suoiinterventi vengano fraintesi.Sono certo, dunque, che le parti in causa vorranno cogliere in queste considerazioni lo spiritocostruttivo che le anima, volto esclusivamente ad accelerare la indispensabile e ormai non più differibilesoluzione della vicenda contrattuale. Farlo è sicuramente difficile, ma certamente non impossibile: la stessa presidente di FederfarmaAnnarosa Racca, in occasione dell’ultima assemblea del sindacato, nello scorso mese di dicembre,pur ribadendo che “nell’attuale situazione di incertezza e di attesa è difficilissimo ipotizzare condizionieconomiche migliorative per i dipendenti”, perché rischierebbero “di mettere in crisi l’equilibrioeconomico delle farmacie”, ha riconosciuto che per il settore delle farmacie esistono anche alcunisegnali di miglioramento, citando ad esempio il rallentamento del trend delle genericazioni e la

Una partita da chiudere

in fondo

di Emilio Croce

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FEBBRAIO 20166 RIF

Primo Piano

Nel quadro delle (molte) criticità cheangustiano il mondo delle farmacia, cen’è una di cui si parla davvero poco,anzi pochissimo, almeno in relazionealla sua rilevanza. Si tratta del rinnovo del contratto di la-voro dei dipendenti delle farmacie pri-vate, scaduto ormai da più di tre annie grande “desaparecido” nel quadran-te della informazione di settore, nono-stante interessi in via diretta e comepochi altri la condizione dei farmacisti,visto che (tra collaboratori e titolari), lafarmacia privata continua ad assorbirela quota largamente maggioritaria deilaureati in farmacia.Per accendere un riflettore su un argo-mento tanto cruciale quanto trascura-to, per ragioni probabilmente moltomeno inspiegabili di quanto possa ap-parire a prima vista, il nostro giornaleha intervistato Stefano Franzoni, se-gretario nazionale di Uiltucs, una delletre sigle confederali (le altre sono Fil-cams Cgil e Fisascat Cisl) che rappre-sentano la controparte di Federfarmanelle trattative per il Ccnl.

Trattative che, a distanza di tre annidalla scadenza del vecchio contratto,in verità non sono neppure cominciate.Perché?“Per una serie di responsabilità e cir-costanze che sono di tutta evidenza”risponde senza esitazioni Franzoni,chiamando in causa – prima di ogni al-tro – il ministero del Lavoro e delle Po-litiche sociali. “Nei fatti, il dicastero siè disinteressato della questione e nep-pure si degna di rispondere alle richie-ste dei sindacati confederali, abdican-do alla sua fondamentale funzione dimediazione e vigilanza in materia con-trattuale.”Ma sul banco degli imputati, il sindaca-lista chiama subito anche la parte da-toriale, rappresentata da Federfarma:“È incredibile come, fin qui, abbia rifiu-tato a noi sindacati ogni possibilità diincontro, sostenendo in pratica cheaprire un tavolo è del tutto inutile, al-meno fino a quando non si troverà so-luzione ai problemi che angustiano lafarmacia italiana. Il che, in buona so-stanza, equivale a reclamare un pre-

sunto, assurdo e inesistente diritto adifferire sine die l’inizio della trattativa,dal momento che i problemi che Fe-derfarma pretende di risolvere comeprecondizione all’apertura del confron-to contrattuale sono, tanto per citarnesoltanto due, il rinnovo della conven-zione con il Ssn e la riforma della re-munerazione. Questioni sulle quali –ironizza Franzoni – probabilmente nep-pure il mago Otelma è in grado di az-zardare previsioni in ordine ai tempi eagli esiti.”Il segretario Uiltucs, però, tra le con-cause del ritardo non esita a compren-dere anche le difficoltà della parte sin-dacale. “Inutile negare che anche noiabbiamo problemi, a partire da quellodi sempre, che è strutturale, ovvero laframmentazione del settore in microa-ziende che rende particolarmente diffi-cile l’articolazione della tutela sindaca-le e l’adozione di iniziative efficaci” af-ferma Franzoni. Che, però, torna subi-to a puntare l’indice contro il ministerodel Lavoro, affermando che è proprioin presenza di situazioni di particolare

Intervista a Franzoni (Uil): “Tutto fermo per colpa di Federfarma e Ministero”

Ccnl farmacie: in assenza di confronto,i sindacati annunciano lo scontro

valorizzazione di settori come gli integratori. Da qui l’asserita disponibilità a “sondare tutte le possibili strade per individuare un percorso condiviso con i sindacatiche possa portare al rinnovo del contratto di lavoro, attraverso una verifica degli istituti che possono essere rivisti pergarantire l’efficienza del servizio, senza rilevanti costi aggiuntivi.”Per Federfarma si tratta dunque di essere coerente e congruente con le parole della sua presidente, aprendo subito iltavolo delle trattative con i sindacati per cercarlo e tracciarlo, quel “percorso condiviso”, per quanto ardua possa esserel’impresa. L’indisponibilità alle trattative fin qui manifestata dalla sigla dei titolari, insomma, deve lasciare posto al dialogo, che variaperto, e prima di subito, perché è l’unico modo per chiudere una partita che (a mio giudizio) è molto pericoloso tirareancora per le lunghe. Oltre al rischio dell’esplosione di un conflitto interno alla categoria in un momento già “esplosivo” di suo, infatti, c’èquello che anche il rinnovo del contratto vada a finire nell’era della farmacia d.C. (dopo il Capitale), insieme ai dossierdella riforma della remunerazione, del rinnovo della convenzione e della farmacia dei servizi. Con il risultato che di queste decisive partite, aspetti economici del contratto di lavoro inclusi, finirebbero inevitabilmenteper volersene e doversene occupare anche altri soggetti. È quello che davvero si vuole?

in fondo8 segue da pag. 5

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un’autentica pic-conata al siste-ma di regole de-finito in un per-corso di decenni per garantire unacorretta interlocuzione tra le parti, pri-ma del quale esisteva una specie diFar West. Forse Federfarma conservaqualche nostalgia per i tempi dei pa-droni delle ferriere, e vorrebbe ritor-narvi, senza evidentemente preoccu-parsi troppo di tutto ciò che potrebbeconseguirne.”

Non le sembra, Franzoni, chela sua visione della situazionesia un tantino apocalittica?

“La definirei realistica, piuttosto” affer-ma deciso il segretario Uiltucs “so-prattutto alla luce del fatto che il 99%di tutte le organizzazioni datoriali, an-che quelle di settori produttivi colpitidalla crisi ben più che le farmacie,hanno continuato ad accettare le pro-cedure di confronto alla base della dia-lettica democratica di tutela degli inte-ressi, mentre Federfarma pretende dirifiutarle impunemente e pure conqualche sprezzo, autorizzata in questodal silenzio del Ministero. Mi sembraevidente che siamo di fronte a una si-tuazione del tutto anomala e anchemolto pericolosa.”

E i sindacati, in questa situazione, che ruolo hannogiocato?

“Quello di chi, rispettando le regole,corre purtroppo il rischio di uscirne,come si dice, cornuto e mazziato” ri-sponde Franzoni, che è da soli sei

mesi alla guida di Uiltucs e (guardan-dosi bene dall’esplicitarlo) sembracoltivare il pensiero che le sigle sinda-cali, forse, avrebbero potuto e forseanche dovuto provare ad alzare giàda tempo il livello dello scontro. “I fat-ti sono lì a dire che noi abbiamo avu-to fin qui anche troppa pazienza: ab-biamo stabilito i primi contatti con lacontroparte già tre anni fa, alla sca-denza del contratto, accettando dibuon grado la richiesta di un congruoperiodo di tempo necessario per unariflessione da parte di Federfarma.Poi, visto che di tempo ne stava pas-sando più del lecito e del dovuto, so-no partite le prime sollecitazioni uffi-ciali per un incontro. Che sono statedel tutto ignorate. Quindi è partitol’appello al ministero. Ma tutto è statoinutile, anche a fronte della nostra piùvolte rappresentata disponibilità a di-scutere il rinnovo del Ccnl con la ne-cessaria flessibilità, alla luce di quellecriticità del settore che certamentenon sfuggono nemmeno a noi. Eppu-re, niente da fare: il muro di Federfar-ma, con la complicità del ministero,resta graniticamente in piedi. E a que-sto punto è del tutto inevitabile, pernoi sindacati, cambiare registro e at-teggiamento.” 8

difficoltà come questa che dovrebbe“darsi una mossa e fare il suo mestie-re, attivandosi per far partire le trattati-ve. Perché è del tutto chiaro che, sen-za il suo intervento, le tratative rischia-no di partire l’anno del mai.” È proprio contro il dicastero guidatoda Giuliano Poletti che il sindacalistaindirizza le critiche più durie: “Continuaa disinteressarsi totalmente della que-stione, non rispondendo neppure allasacrosanta richiesta dei sindacati diconvocare almeno un incontro tra leparti” accusa Franzoni. “Un atteggia-mento che non ha alcun riscontro pernessun altra categoria e che autorizzaquindi a pensare che Federfarma e i ti-tolari di farmacia godano di una qual-che considerazione particolare. È infat-ti da più di un anno che chiediamo alLavoro di battere almeno un colpo,senza però che nulla accada. A pensarmale, come si dice, si fa peccato maspesso ci si azzecca: se il ministeronon ha mai mancato, anche a fronte disituazioni di crisi delle parti datoriali in-finitamente più gravi di quelle che la-menta Federfarma, di attivare comun-que percorsi di confronto per provarea sbloccare i nodi dei rinnovi contrat-tuali, la sua totale inerzia di fronte allerichieste sindacali sul Ccnl delle farma-cie private appare sospetta, prima epiù ancora che strana. Hai visto maiche ha ragione chi sostiene da anniche quella di Federfarma è una lobbypotentissima capace di condizionareanche Governo e Parlamento?”Per Franzoni, la latitanza del Lavoro èun fatto di gravità inaudita: “In questomodo – spiega il segretario Uiltucs – ilministero si rende complice dell’inac-cettabile svilimento che Federfarma,con il suo rifiuto di aprire il tavolo delletrattative, provoca al ruolo delle partisociali e allo strumento contrattuale, alquale – è il caso di ricordarlo – sono‘appesi’ i diritti dei lavoratori. In prati-ca, è come se il sindacato delle farma-cie private affermasse che il contrattopassa in secondo piano rispetto agliinteressi datoriali, e dunque si può bensoprassedere sul suo rinnovo fino ache questi ultimi non sono soddisfatti.Comunque la si voglia considerare, è

In alto: Giuliano Poletti,ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

A lato: Stefano Franzoni, segretario nazionale di Uiltucs

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Primo Piano

Al riguardo, informa Franzoni, ci so-no già stati nei giorni scorsi i primipour parler con le altre sigle sindacali(Filcams Cgil e Fisascat Cisl) per deci-dere le iniziative da assumere per usci-re dal cul de sac di una trattativa in re-altà mai neppure cominciata.“Con il collega Danilo Lelli (nella foto)

di Filcams ab-biamo condivi-so la valutazio-ne sul l ’atteg-giamento diFeder fa rma,un autenticoschiaffo, primaancora che aisindacati, allelegittime istan-ze e ai dirittidei dipendentidelle farmacie”spiega Franzo-ni. “Tra quei di-pendenti, è il

caso di ricordarlo, ci sono i farmacisti,ovvero quei professionisti di grandissi-mo valore dei quali, in altri tavoli e inaltre circostanze e soprattutto nelle di-chiarazioni ai giornali, proprio Feder-farma si riempie la bocca, inalberando-li come primo vessillo per garantirsi leriserve e le tutele che lo Stato ancorariconosce alla farmacia,esclusivamen-te in ragione di quella dimensione dipresidio di sanità pubblica garantitadalla presenza e dal lavoro dei dipen-denti in camice bianco e caduceo.”“Sarebbe il caso, dunque, che i verticidi Federfarma recuperassero almenoun filo di pudore” continua Franzoni“spiegando per quale ragione i dirittidi quei dipendenti, che sono poi l’as-serito valore aggiunto specifico dellefarmacie e l’elemento che le rende ciòche sono, possono essere esaltati aparole, ma calpestati nei fatti, con il ri-fiuto totale anche solo a discuterne.Insomma, se davvero i vertici del sin-dacato titolari pensano di poter conti-nuare a usare, per giunta gratis, i far-macisti dipendenti delle farmacie co-me espediente dialettico da usare se-condo necessità e convenienza, sap-piano fin d’ora che proprio su questo

terreno faremo partire la controffensi-va sindacale.”

Con Lelli avete già individuatoqualche prima iniziativa, al riguardo?

“È presto per fare anticipazioni, per-ché siamo alle prime fasi del confron-to, che ovviamente coinvolgerà ancheFisascat” risponde Franzoni. “Quelloche abbiamo ben chiaro è il terrenosul quale far partire le iniziative sinda-cali, che sarà inizialmente quello dellacomunicazione, per far sapere a tutti –a partire dal ministro Poletti, che sem-bra non essersene ancora accorto –che in Italia c’è ancora chi pensa di po-ter declinare i diritti a senso unico,pensando ai propri e conculcandoquelli altrui. Di più, al momento non so-no davvero in condizione di dire.”

Se Federfarma, quali che sianole iniziative che voi sindacatiporrete in essere, dovesse continuare a sostenere al suapresunta impossibilità a parlare di contratto se prima non saràchiaro cosa accadrà con il ddlConcorrenza e non verranno risolti i problemi di convenzionee remunerazione, cosa pensatedi fare?

“Troveremo sicuramente il modo di in-durre il ministero del Lavoro a farequello che colpevolmente non ha anco-ra fatto fin qui: costringere il sindacatodelle farmacie private al rispetto diquel principio di civiltà politica che è ilconfronto delle parti a uno stesso ta-volo, cardine della corretta interlocu-zione delle parti sociali in materia ecome tale irrinunciabile elemento didemocrazia.”

E se il ministero continuassea lavarsene le mani?

“Be’, allora sarà chiaro a tutti, più diquanto non lo sia già ora, che le notedichiarazioni del premier Renzi sullainutilità di parlare con i sindacati nonsono solo boutade per guadagnare le

prime pagine, ma espressione di unascelta di campo di questo governo ri-spetto agli interessi da difendere” ri-sponde senza alcuna esitazione Fran-zoni. “Ma mi rifiuto di credere che il mi-nistero del Lavoro continui non fareniente per riavviare il tavolo delle trat-tative sul Ccnl delle farmacie, l’unico –a questo punto – a essere rimasto to-talmente al palo. Perché se, come di-ce lei, continuasse a lavarsi le manidella questione, ammetterebbe di ante-pone gli interessi dei padroni al rispet-to delle regole e al rispetto dei lavora-tori e dei loro diritti. Posizione che, indemocrazia, può certamente esserelegittima, anche se nel caso di speciedel tutto discutibile. E che non sareb-be certamente neutra, né priva di rea-zioni e di rischi. Davvero il governopensa di volere affrontare le une e glialtri?”In attesa di sapere se e quanto il go-verno, e segnatamente il ministero delLavoro, intenda preoccuparsi – se nondei diritti dei lavoratori dipendenti dellafarmacie private, almeno di possibili ri-schi e reazioni paventati da Franzoni,non si può fare a meno di osservareche il rinnovo delle Ccnl sta davvero di-ventando una caso senza precedenti,almeno nella storia recente delle rela-zioni contrattuali. Il problema è che, inevitabilmente, uncaso senza precedenti finisce per di-ventare esso stesso il “precedente”,imprimendo una direzione e aprendouna strada. Nel caso di specie – se lasituazione e gli atteggiamenti delleparti in causa restassero quelli che so-no – quella strada, per il sindacato epiù in generale per la tutela dei dirittidei dipendenti, finirebbe per rivelarsi,come è del tutto intuitivo, nient’altroche un vicolo cieco. Un pericolo che ovviamente le orga-nizzazioni sindacali vogliono evitare aogni costo, anche perché in tutta evi-denza (i precedenti sono preceden-ti...) finirebbe per trascendere l’ambi-to specifico del settore delle farmacieprivate, gettando ombre sinistre suidestini futuri dell’intera attività di rap-presentanza delle organizzazioni deilavoratori.

FEBBRAIO 20168 RIF

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Un rischio che Franzoni, senza esplici-tarlo, ha dato la sensazione di cono-scere bene e valutare con la necessa-ria attenzione, come peraltro attesta-no le durissime accuse di comporta-mento antisindacale rivolte a Federfar-ma, del tutto privo delle rituali “corte-sie” e cautele che di norma caratteriz-zano le relazioni sindacali.Accuse, ovviamente, che il nostro gior-nale si è subito preoccupato di rappre-sentare al sindacato dei titolari, perconsentire il dovuto diritto di replica,fondamentale anche per fornire ai let-tori un panorama a tutto tondo della si-tuazione di stallo sindacale, che – aprescindere da ogni considerazione diparte – è davvero molto grave. Non siamo stati però molto fortunati,né – evidentemente – bravi a sufficien-za: la richiesta canonicamente rivoltaall’ufficio stampa di Federfarma e daquesto immediatamente e diligente-mente inoltrata “a chi di dovere”, co-me si suole dire in questi casi, non hainfatti prodotto esiti. Con ogni probabilità, gli impegni con-nessi a questioni più importanti han-no impedito ai rappresentanti del sin-dacato dei titolari di trovare tempo eoccasione per fornire la loro rispo-sta, che peraltro, prima e più ancorache opportuna, sarebbe dovuta, stan-te il rilievo delle accuse e l’importan-za della questione, che ha implicazio-ni dirette sulla vita delle migliaia e mi-gliaia di farmacisti che lavorano infarmacia.Un pensiero articolato sullo stallo con-trattuale, però, la presidente di Feder-farma Annarosa Racca lo aveva formu-lato e reso pubblicamente noto inun’intervista rilasciata a filodiretto, ilnotiziario on line del sindacato dei tito-lari, lo scorso 11 di novembre. E sic-come da allora a oggi nulla è cambia-to, riteniamo che riproporre quelleconsiderazioni (ospitate nella scheda apag. XX) possa offrire ai nostri lettoriun quadro sufficientemente ampio del-le posizioni in campo che – almeno finqui – si fronteggiano il meno possibilee soltanto via stampa.Ove si eccettui la decisione di Uiltucs(sostenuta, secondo Franzoni, anche

dalle altre sigle) di rompere gli indugi epartire lancia il resta contro Federfar-ma e il ministero, preannunciandoprossime iniziative di lotta e sensibiliz-zazione, niente è accaduto e la situa-zione cui fa cenno Racca nella sua in-tervista a filodiretto è ancora esatta-mente la stessa, per ognuna delle “cri-ticità” alle quali la presidente di Feder-farma ha fatto riferimento: la riformadella remunerazione è stata oggetto diun ennesimo rinvio al 31 dicembre diquest’anno con l’ultimo Milleproroghe;il rinnovo della convenzione farmacie–Ssn continua a essere come l’Arabafenice (che ci sia ognun lo sa, dove sianessun lo dice). La situazione, insomma, continua aessere nebbiosa e certamente nonaiutano a portare chiarezza né loscandaloso perdurare del concorsostraordinario voluto da Monti nel2012, che avrebbe dovuto aprire conuno schiocco di dita migliaia di farma-cie che invece restano ancora di làda venire (a parte i primi eserciziaperti in Piemonte, per contare i qualile dita di due mani bastano e avanza-no), né il ritardo che registra la stes-sa legge annuale per il mercato e laconcorrenza, presentata dal Governoormai più di un anno fa con gran clan-gore di trombe, ma sulla quale (al mo-mento in cui scriviamo) si sta ancoraaccanitamente discutendo in Senatoe che in ogni caso dovrà affrontareun nuovo passaggio alla Camera pri-ma dell’approvazione definitiva, checome è noto aprirà le porte della far-macia alle società di capitale, con-sentendo anche la creazione di cate-ne di esercizi.Sic stantibus rebus, alla luce delle di-chiarazioni di Racca, che da una parterifiuta quasi con sdegno la patente diantisindacalismo, ma dall’altra è anco-ra più risoluta nell’affermare che “seneanche sappiamo che cosa voglionofare Ssn e Regioni dei nuovi servizi,come possiamo ragionare con le sigleconfederali sul nuovo contratto?”, con-fermando nei fatti l’indisponibilità delsindacato delle farmacie private alconfronto e alla trattativa, non si vededavvero come se ne possa uscire. Si

comprende quindi perché i sindacati –sia pure con un arsenale di armi abba-stanza spuntate – sono comunque de-cisi a passare direttamente dal terrenodel confronto (che nei fatti non c’è maistato) a quello dello scontro, non po-tendo davvero più accettare l’attuale“condizione di attesa e di inazione for-zata, senza vie d’uscita o soluzioni al-ternative e risolutive” (questa la defini-zione di “stallo” del dizionario Trecca-ni), se non al prezzo di ammettere lapropria sostanziale impossibilità di di-fendere gli interessi dei lavoratori dellefarmacie. Quale poi possa essere l’intensità diquesto scontro, come sarà condottoe quali effetti produrrà, è ovviamentetutto da vedere. L’unica cosa che sipuò dire è che il degrado delle rela-zioni sindacale non è davvero un belsegnale delle condizioni in cui versa ilmondo della farmacia, all’interno delquale si vanno moltiplicando i segnalidi disgregazione, anche sui “fonda-mentali”, della tenuta interna della ca-tegoria. Il rischio di viaggiare in ordine sparso,soprattutto in una fase di crisi perdu-rante, di trasformazioni veloci e vio-lente e di competizione spinta, doveper effetto delle scelte del legislatorela farmacia è ormai direttamenteesposta ai venti della concorrenza ealle “attenzioni” di soggetti forti comeil capitale, andrebbe accuratamenteevitato, anche se l’impressione è chela categoria, in questo momento, nonriesca a mettere in circolo gli anticor-pi necessari, come peraltro attestanoi frequenti scontri tra le sue diversecomponenti, ormai all’ordine del gior-no. Ma se davvero si vuole dare unasperanza di futuro alla professione far-maceutica, quella di recuperare unadimensione di relazioni intra–catego-riali che escano dal muro contro muroè una strada obbligata e a senso uni-co. Gli sviluppi immediati della partitasul rinnovo del Ccnl dei dipendenti del-le farmacie diranno presto se esiste laconsapevolezza e la determinazionenecessarie per imboccarla, quellastrada.

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Questo il testo integrale dell’intervi-sta di Annarosa Racca sul rinnovodel Ccnl, pubblicata dal notiziario online filodiretto l’11 novembre 2015.

Federfarma ha il massimo rispettoper la contrattazione sindacale e irinnovi contrattuali. E se il tavolo ditrattativa per il rinnovo del contrattonazionale dei dipendenti è ancorafermo a tre anni dalla scadenza delprecedente accordo, non è per la pi-grizia della federazione ma per lapersistenza di un quadro normativo(e dunque imprenditoriale) a dir poconebbioso. È la risposta della presidente di Fe-derfarma, Annarosa Racca, alladecisione di Filcams–Cgil di convo-care per il 17 novembre il proprioCoordinamento nazionale, dove ilsindacato valuterà eventuali iniziati-ve di protesta.

Presidente in un articolo pubbli-cato l’altra settimana da Il Farma-cista Online, la Filcams accusaFederfarma di «svilire il ruolo del-le parti sociali» e ignorare l’im-portanza dello «strumento con-trattuale». È così?Naturalmente no. Siamo un sindaca-to anche noi, anche noi aspettiamoda tempo – dal ’98, per essere pre-

cisi – il rinnovo del nostro contrattocon il Ssn, ossia la Convenzione far-maceutica. Sarebbe sciocco non ri-conoscere importanza agli accordi dilavoro.

E allora questo stallo?Fin da subito, quindi dal 2013, abbia-mo detto ai confederali che dopo icontinui tagli alla spesa farmaceuticae ai margini delle farmacie, il cre-scente ricorso alla distribuzione di-retta, risultava difficile anche il solomantenimento degli attuali livelli oc-cupazionali e che per poter discute-re della parte economica le farmaciedovevano prima avere una nuovaConvenzione con un nuovo assettonell’ambito del Ssn.

Perché?Quando venne sottoscritta la prece-dente Convenzione, nel ’98, nonc’erano né il federalismo sanitario néla farmacia dei servizi. La nuovaConvenzione nascerà quindi in uncontesto e con contenuti del tuttoinediti, compresa quella riforma dellaremunerazione che nell’ottobre del2012 aveva prodotto il famoso ac-cordo con l’Aifa, contestato nel di-cembre successivo dal ministero del-l’Economia. In questo scenario, im-possibile avviare una trattativa con iconfederali: le farmacie sono in stra-grande maggioranza piccole impre-se che dal Ssn – tra farmaci e inte-grativa – ricavano almeno il 70% deiloro fatturati. Chi può ragionevolmen-te pretendere che un’azienda discutadi rinnovo contrattuale quando nonsa che succederà al proprio fattura-to negli anni a venire?

E poi?Dal 2013 non solo le Regioni sonoandate avanti di rinvio in rinvio, quel-la nebbia che avrebbe dovuto dissol-

versi con il rinnovo della convenzio-ne si è addirittura infittita nel tempo.Una continua erosione alla spesa sa-nitaria e farmaceutica, che ha toltoalle farmacie ogni garanzia di stabili-tà economica e normativa, e poi ilJobs act, con una serie di novità cheanche noi speriamo abbiano effettosull’occupazione ma che ci hannoobbligato a un consistente lavoro dianalisi e interpretazione. L’incertezzanon l’alimentiamo noi, ne siamo vitti-me esattamente come i nostri colla-boratori. Abbiamo bisogno di garan-zie sul medio periodo, senza non sia-mo in grado di pianificare e investire.

Per Filcams, Federfarma sarebbe«molto chiusa in una prospettivadi conservazione»…Per niente. Anzi: nei servizi in farma-cia, tanto per fare un esempio, ve-diamo non solo un’opportunità per lenostre imprese, ma anche nuovi spa-zi professionali per i nostri collabora-tori, così come nuovi percorsi di car-riera e di crescita. Ma se neanchesappiamo che cosa vogliono fareSsn e Regioni dei nuovi servizi, co-me possiamo ragionare con le sigleconfederali sul nuovo contratto?

Lei, in quell’articolo, avrebbedetto che il rinnovo contrattualeè difficilissimo…Se si legge con attenzione l’intervi-sta, si noterà che questo concettonon è mio ma del giornalista, chepoi l’ha virgolettato nel titolo. Nonpotrei mai dire una cosa del genere:rinnovo contrattuale difficilissimoche significa, che non lo si farà mai?Io sono fiduciosa che questi stallisaranno presto superati, così cometutto il Paese sta superando i suoiproblemi, con reciproca soddisfazio-ne dei titolari di farmacia e dei lorocollaboratori.

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Primo Piano

Contratto dipendenti, Racca: Nessun antisindacalismo, serve stabilità

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Fatti & persone

La ricetta (di carta) è morta, viva la ri-cetta (elettronica): il 1° marzo entra aregime il sistema messo a punto daSogei che consentirà di applicare tic-ket ed esenzioni della Regioni di resi-denza dell’assistito, ultimo e necessa-rio tassello per la “rivoluzione” dellanuova ricetta elettronica nazionale. Il lungo e complesso percorso legisla-tivo della ricetta farmaceutica dema-terializzata, iniziato nel 2003 (legge326, art. 50) con l’introduzione dellaricetta (cartacea) standardizzata, pro-seguito con la tessera sanitaria e l’ob-bligo di invio dei dati di tutte le ricetteprima da parte delle farmacie (2008)e quindi dei medici (2011) e poi porta-to a compimento con la pubblicazionedell’apposito dpcm del 14 novembre2015 sulla Gazzetta ufficiale del 31dicembre scorso, si completa ora conl’ultimo, fondamentale tassello, ovverola definizione delle modalità di com-pensazione tra Regioni del rimborsodella ricetta farmaceutica demateria-lizzata. Il già citato dpcm 14/11/2015 preve-de infatti che il prelievo dei medicinali,inclusi nei Livelli essenziali di assisten-za, prescritti su ricetta dematerializza-ta a carico del Ssn, possa essere ef-fettuato in qualsiasi farmacia pubblicae privata convenzionata del territorioitaliano.Le nuove regole, entrate in vigore conl’inizio dell’anno e a regime dal 1° mar-zo, abbatteranno i confini regionali,consentendo a ogni cittadino che perqualsivoglia ragione (lavoro, studio, vil-leggiatura) si sposta da una Regione aun’altra, di ottenere in ogni farmaciadel territorio nazionale i farmaci pre-scrittigli dal suo medico. Secondo stime recenti di Promofarma,braccio operativo di Federfarma sulterreno dei servizi, entro il primo se-mestre dell’anno la ricetta elettronica,al momento utilizzata in modo ancoradisomogeneo nelle varie Regioni, do-vrebbe raggiungere il 70–80% circa diutilizzo su base nazionale.Promofarma ha anche opportunamen-te riassunto in una scheda il percorso

della ricetta farmaceutica elettronicanazionale, ricordando in primo luogogli obiettivi del complesso progetto:realizzazione di misure di appropria-tezza delle prescrizioni, attribuzione everifica del budget di distretto, farma-covigilanza e sorveglianza epidemiolo-gica. Tutte le farmacie e tutti i medici sonogià tecnologicamente in grado di tra-smettere al ministero, con modalitàasincrona, i dati dei circa 600 milionidi ricette erogate ogni anno, ma –spiega la società di Federfarma– ora“il nuovo ambizioso obiettivo della ri-cetta dematerializzata è quello di ren-dere sincrone tutte le attività di pre-scrizione da parte del medico edi erogazione da parte della farmaciae, progressivamente, di eliminare isupporti cartacei.”I medici non ricevono più blocchi di ri-cette cartacee, bensì solo una serie dinumeri, quelli delle ricette elettroniche(in sigla Nre), prodotti dal sistema cen-trale gestito da Sogei, che verrannoassegnati alle Aziende sanitarie locali.Le Asl a loro volta li forniscono ai me-dici sulla base dei parametri e dei cri-teri utilizzati per la distribuzione dei ri-cettari cartacei. Il medico, per prescri-vere un farmaco o una visita speciali-stica, si connette tramite il proprio Pc(ma in un futuro stampa e consegna al-l’assistito un “promemoria” che riportaNre presumibilmente molto prossimopotrà essere un tablet o uno smart-

phone) al sistema di riferimento e, do-po essersi identificato, effettua la pre-scrizione on line utilizzando uno deiNre a lui assegnati.Al Nre che decide di utilizzare, il medi-co assocerà il codice fiscale dell’assi-stito. Il sistema validerà il codice fisca-le e tutte le informazioni di esenzione(per reddito e/o per patologia). A que-sto punto, il medico completa la ricettacon la prescrizione del farmaco e, conun semplice clic, confermerà la gene-razione della ricetta elettronica sul ser-ver di Sogei. Quindi, il medico, codicefiscale, eventuali esenzioni e prescrizio-ne. Il promemoria garantisce all’assisti-to la possibilità di ottenere il farmacoanche in caso di assenza di linea o inpresenza di qualsiasi altro inconvenien-te legato all’accesso al server.Con il promemoria l’assistito si reca infarmacia. La farmacia si collega al si-stema mediante le chiavi di accessorappresentate dal Nre e dal codice fi-scale, accede alla ricetta elettronicaed eroga il farmaco. La farmacia com-pleta l’operazione inviando al server diSogei i dati relativi all’erogazione(prezzo del farmaco, ticket, sconti infavore del Ssn, etc.) e i codici che in-dividuano la singola confezione: codi-ce Aic e codice “targatura”, cioè il co-dice seriale identificativo della singolascatola. La prescrizione per via elettronica,dunque, non ha ancora abolito del tut-to la carta, dal momento che il pic-

Ricetta elettronica, dal 1° marzo sistemaa regime per la prescrizione dei farmaci

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Consiglio di Stato: “Nuove farmacie istituite oltre i termini, il Comune può”“Se il Comune delibera oltre la scaden-za del termine, ma prima che la Regio-ne abbia esercitato il potere sostituti-vo, l’atto è pienamente valido, in quan-to è raggiunto – sia pure con qualcheritardo – lo scopo voluto dal legislato-re.” E siccome, in materia di istituzionedi nuove farmacie, “appare evidenteche l’intenzione del legislatore non era

quella di delimitare nel tempo il poteredel Comune, bensì quello di sollecitar-ne l’esercizio”, ne consegue che unadelibera in materia, ancorché giunta ol-tre il termine “asseritamente perento-rio imposto dall’art. 11 del decreto leg-ge n. 1/2012 (trenta giorni dalla datadi entrata in vigore della legge di con-versione)” è comunque pienamente va-

colo promemoria in formato A5 chel’assistito riceve dal medico e deve poiconsegnare al bancone della farmaciapermette al farmacista di “spedire la ri-cetta” anche in caso di malfunziona-menti del sistema o di assenza di lineaInternet. Quando il sistema andrà defi-nitivamente a regime, però, anche ilpromemoria cartaceo sparirà. Ci vorrà ancora qualche tempo ancheper la definitiva scomparsa della vec-chia fustella che si asporta dalla confe-zione del farmaco e si attacca negliappositi riquadri, perché anche se i co-dici della confezione sono inseriti diret-tamente sul computer, non è stato an-cora possibile determinare un mecca-nismo che annulli il valore della fustellarispetto alla necessità di identificare edistinguere i farmaci erogati a caricodel Ssn da quelli che, anche se conce-dibili in regime di servizio sanitario,vengono invece pagati direttamentedal cittadino. Il procedimento nei prossimi mesi siestenderà anche alle prescrizioni diesami e visite specialistiche, visto che

la ricetta elettronica sarà accettata an-che da cliniche, ambulatori e ospedali. In questa prima fase di avvio, fino a fi-ne 2017, sono però ancora esclusi dalnuovo metodo solo alcuni farmaci co-me gli stupefacenti, l’ossigeno, le pre-scrizioni per erogazione diretta in con-tinuità assistenziale e i farmaci conpiano terapeutico Aifa.Una delle principali agevolazioni riguar-da chi viaggia spesso o lavora lontanoda casa, poiché fino ad oggi una ricettadi un medico sardo, ad esempio, nonvaleva oltre il Tirreno, e chi si trovavafuori casa era obbligato a pagare il me-dicinale per intero. Solo alcune Regioniavevano previsto un sistema di rimbor-si, per cui però erano necessari per-messi speciali e lunghi tempi di attesa. Ora, grazie al sistema Tessera sanita-ria, le farmacie potranno applicare ilticket della Regione di residenza del-l’assistito: starà poi alle stesse Regioniscambiarsi le informazioni sui medici-nali prescritti e, quindi, procedere airelativi rimborsi compensativi.

lida, in ragione del principio general-mente condiviso “nell’applicazione dellenorme che prevedono competenze so-stitutive in caso di inerzia dell’organo ti-tolare della competenza primaria.”Con queste motivazioni, il Consiglio diStato ha respinto con la sentenza22/2016 (depositata soltanto il 7 gen-naio scorso, anche se pronunciata incamera di consiglio il 30 ottobre2014) il ricorso di una titolare di far-macia di Matera, che aveva impugnatola sentenza n.47/2014 con la quale ilTar Basilicata aveva rigettato la richie-sta di annullamento della delibera co-munale che, il 1 agosto 2012, avevaistituito tre nuove farmacie nella cittàdei Sassi.Un atto illegittimo, secondo la ricor-rente, “per essere stato posto in es-sere oltre la scadenza del termine pe-rentorio previsto dalla legge”. Il Supre-mo Consesso amministrativo (comegià prima il Tar lucano) è stato però ditutt’altro avviso, toccando nella suasentenza anche altre interessanti fatti-specie. La prima riguarda le modalità di delimi-tazione del perimetro delle sedi farma-ceutiche di nuova istituzione utilizzatedalla delibera in parola del Comune diMatera, anch’esse impugnate dalla ri-corrente. Al riguardo, i giudici di Palaz-zo Spada sono chiarissimi, spiegandoche al riguardo “non esistono normecogenti, ma solo prassi più o menoconsolidate”. E se la prassi più diffusa,in effetti, “è quella della elencazionedelle strade corrispondenti alla lineaperimetrale”, non c’è niente che vieti“che si usino tecniche diverse purchéidonee allo scopo”.Considerazione analoga viene riserva-ta a proposito del quorum, fissato inuna farmacia ogni 3300 abitanti, cheper il Consiglio di Stato “è dettatodalla legge solo ai fini della determi-nazione del numero complessivo difarmacie spettanti al Comune, e nonanche al fine di dimensionare con pre-cisione le aree assegnate alle singolesedi farmaceutiche. Invero, gli utentisono sempre liberi di rivolgersi aqualsivoglia farmacia, non essendotenuti a servirsi di quella territorial-

Fatti & persone

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“I pazienti conti-nueranno ad es-sere inseriti interapia e moni-torati dai propriCentri di riferi-mento e il pirfe-nidone continue-rà a essere pre-scritto dallo specialista preposto –spiega ancora Puglisi – ma il farmacopotrà essere ritirato presso il serviziofarmaceutico della Asl di appartenen-za, quindi più vicino al domicilio del pa-ziente, su precisa richiesta dello spe-cialista. La procedura burocratica saràpiù semplice e i pazienti non sarannocostretti a venire a Roma una volta almese. Presso il nostro centro sono cir-ca 90 i pazienti attualmente in tratta-mento con il farmaco – conclude lospecialista – e com’è ovvio non tutti lo-ro risiedono a Roma. Da parte nostracerchiamo di fare il possibile per anda-re incontro alle necessità dei pazienti,grazie al sostegno della nostra direzio-ne sanitaria e della Regione Lazio. Sitratta dunque di una notizia estrema-mente positiva, considerando che lenuove modalità dovrebbero entrare aregime entro un mese al massimo.”Come chiarisce la stessa “nota Puglisi”(così gli addetti ai lavori già definisconola nota della Regione, a sottolineare ilruolo decisivo svolto dallo pneumologoper la sua emanazione), ci sarà infattiuna prima, fisiologica fase di passaggiodurante la quale i servizi farmaceuticiterritoriali delle Asl dovranno attivarsiper richiedere il farmaco. Al riguardo, Omar, l’Osservatorio dellamalattie rare, fa notare che per evitareche questa fase di assestamento duritroppo a lungo, creando attese, confu-sione e incertezze nei pazienti, potreb-be essere utile che la Regione chiedaalle farmacie territoriali di attivarsi “bu-rocraticamente” per le ordinazioni sen-za attendere l’arrivo dei primi pazienticon la prescrizione, dato che dal mo-mento della prescrizione al momentodella distribuzione il tempo medio, cau-sa necessari passaggi burocratici, è di7 giorni. Ai pazienti che ne hanno pos-sibilità si consiglia, comunque, di

farsi accompagnare a causa del preca-rio stato di salute. Difficoltà ancora piùdifficili da superare per i molti pazienticostretti dalla malattia a fare uso del-l’ossigeno: considerando infatti che lebombole portatili hanno capacità limi-tata, per i malati provenienti da fuoriprovincia il rischio di rimanere ‘a sec-co’ era elevato.Un disagio che è stato ben interpreta-to, raccolto e rappresentato dall’asso-ciazione di pazienti Un respiro di Spe-ranza, presieduta da AlessandroGiordani, che aveva pubblicamenteevidenziato il problema, nel corso diun convegno, ai rappresentanti dellaRegione Lazio, con un appello subitosottoscritto dagli operatori degli stessiCentri di riferimento.“La nostra richiesta – spiega GiovanniPuglisi, primario di Pneumologia del-l’Azienda ospedaliera San Camillo For-lanini – è stata accolta favorevolmentedalla Regione, che ha dimostrato gran-de sensibilità nei confronti dei pazienti.”È stato infatti Puglisi, insieme ai re-sponsabili degli altri centri romani delPoliclinico Tor Vergata e del Gemelli, aportare la richiesta dei pazienti diretta-mente all’attenzione della Regione, do-ve ha peraltro trovato immediato acco-glimento.

mente competente secondo la lororesidenza”.La sentenza, infine, si pronuncia anchesull’ambito e la natura del parere chesia l’Asl, sia Ordine dei farmacisti sonochiamati dalla legge a esprimere inmateria di istituzione di nuove sedi:una previsione, secondo il SupremoConsesso, che, non fa di questi ultimi ititolari di un potere di concertazione oco–decisione, ma semplicemente “at-tribuisce loro la facoltà di rappresenta-re esigenze e formulare proposte. Ciòin quanto la legge presuppone – e non

senza motivo – che l’uno e l’altro degliorganismi, ciascuno per quanto di pro-pria competenza, in ragione della pro-pria attività quotidiana e del rapportocon il territorio (l’Asl con le sue struttu-re di servizio, l’Ordine in quanto rap-presentativo di tutti i farmacisti) di-spongano di conoscenze, esperienzee sensibilità che li mettono in grado didare un utile contributo alle decisionidi competenza del Comune. Sempreche, beninteso, si ritengano interessatia farlo”.

Lazio, anche nei servizi farmaceutici Asl il farmaco per la fibrosi polmonare idiopaticaDal 1 gennaio 2016, per i pazienti delLazio affetti da fibrosi polmonare idio-patica (Ipf), in terapia con pirfenidone(Esbriet di Roche), è diventato piùsemplice garantirsi la continuità tera-peutica con il farmaco, finora disponi-bile nelle sole farmacie ospedaliere.La Regione Lazio, prima in Italia adadottare questa dinamica distributiva,ha infatti emanato una nota, datata 28dicembre 2015 e firmata dal nuovo di-rettore generale della Direzione Salutee Politiche sociali, Vincenzo Panella, edalla dirigente Lorella Lombardozzi,che autorizza il passaggio dell’eroga-zione del farmaco anche ai servizi far-maceutici territoriali delle Asl, general-mente più vicini alla residenza del pa-ziente. Una decisione importante, per-ché fino a oggi il pirfenidone, al mo-mento l’unico farmaco per l’Ipf com-mercializzato in Italia, poteva essereritirato soltanto nelle farmacie dei Cen-tri ospedalieri di riferimento autorizzatidalla Regione: il San Camillo, il Policli-nico Gemelli e il Policlinico di Tor Ver-gata. Queste farmacie ospedaliere,tutte concentrate nella Capitale eaperte solo in determinate fasce ora-rie, difficili da raggiungere per i pa-zienti che lavorano o per i molti che,provenendo da altre località, dovevano

Giovanni Puglisi, primario di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini

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É partito il 18 di gennaio ed è ancorain pieno svolgimento, come da tradi-zione ormai decennale, il corso Ecmpluritematico di dieci serate promossodall’Ordine dei farmacisti di Roma,ospitato nella ormai consueta sededell’Aula Magna del Rettorato dell’Uni-versità Sapienza. Ad aprire il corso, insieme al MagnificoRettore della Sapienza Eugenio Gau-dio e al presidente dell’Ordine EmilioCroce, è stato quest’anno il direttoregenerale dell’Aifa Luca Pani, con unalectio dedicata al tema cruciale dellepolitiche del farmaco per la sostenibili-tà dell’assistenza farmaceutica. Com’è consuetudine, le serate del cor-so hanno cadenza settimanale e sitengono nella serata di lunedì, fino al4 aprile, data della decima e ultima le-zione. Il corso è gratuito per gli iscrittiall’Ordine di Roma e rilascia 25 crediti,utili per il fabbisogno formativo richie-sto per il triennio 2014–2016. Molte evarie le aree tematiche di conclamato

interesse professionale proposte nelle10 serate, che spaziano dalle patolo-gie di maggiore impatto sul sistemasanitario (con focus sulle cronicità, gliscenari in oncologia, la gestione dellaBPCO, le polmoniti) ai farmaci – dagliinnovativi agli stupefacenti, dagli anti-biotici agli anti-ipertensivi – e il lorocorretto impiego. Tra i temi più “caldi”e importanti di quest’anno spiccano ivaccini, dove i farmacisti molto posso-no fare per contrastare la diffusione di

Una sentenza annunciata, quella pro-nunciata dalla sezione Terza Quaterdel Tar Lazio e depositata in segreteriail 12 gennaio 2016, con la quale è sta-to parzialmente accolto il ricorso di Fe-derfarma per l’annullamento della de-

termina Aifa 1239/2014concernente il ripiano

del lo sfondamento del tettodell’11,35% della spesa farmaceuticaterritoriale 2013.Annunciata perché – come scrivonogli stessi giudici amministrativi – do-po che sentenze precedenti pronun-ciate a seguito di ricorsi di aziendefarmaceutiche avevano già evidenzia-to il “profilo di illegittimità che ha infi-ciato la determinazione dello sfonda-mento del tetto di spesa e del ripianodovuto dalle aziende farmaceutiche

(aspetto su cui già il Tar si erapronunciato lo scorso anno in cuicon sentenza aveva bocciato ilmetodo Aifa di calcolo del ripianodegli sfondamenti dei tetti dellafarmaceutica ospedaliera)”, lostesso principio non può, non fos-se altro che per una questione dicoerenza e conseguenza, “cheavere le sue ricadute negli stessitermini anche sulla filiera distribu-

pregiudizi antiscientifici che rischiamodi minare la copertura vaccinale e ge-nerare seri problemi di salute pubbli-ca, e la contraffazione dei farmaci e,più in generale, il loro traffico illegale,altra questione che non può davveroessere presa sottogamba.L’offerta di aggiornamento è comple-tata da lezioni più marcatamente dedi-cate all’universo professionale del far-macista in farmacia, come il counsel-ling di primo riferimento su alcune pa-tologie (in questa edizione la scelta ècaduta sulle nozioni di pronto soccor-so oculistico), le preparazioni galeni-che in dermatologia e tricologia e, infi-ne, i principi della gestione economi-co–finanziaria della farmacia.Di assoluto livello i relatori ai quali so-no state affidate le lezioni: esponentiistituzionali e rappresentanti del mon-do universitario e dell’industria cherappresentano comprovate eccellenzenel campo sanitario nazionale.

Fatti & persone

andare presso la farmacia territo-riale di riferimento e far presente lapropria necessità.Una sorta di warning con il quale Omar,che definisce la nota in parola “unagrande conquista per i pazienti e un at-

to di grande intelligenza e responsabili-tà sociale da parte della Regione”, vuo-le scongiurare il rischio che l’importan-te passo in avanti possa “essere vanifi-cato da lentezze procedurali.”

A lato: Eugenio Gaudio,Magnifico Rettore dell'UniversitàSapienza di Roma.Sotto: Luca Pani, direttore generale dell’Aifa

Spesa farmaci, Tar lazio blocca ancora una volta il ripiano AIFA

Ecm, a pieno regime il corso2016 dell’Ordine di Roma

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È stato pubblicato sulla Gazzetta uffi-ciale dell’unione europea del 9 febbra-io scorso il nuovo regolamento predi-sposto dall’Ema, l’Agenzia europea peri farmaci, allo scopo di prevenire i ten-tativi di contraffazione sui farmaci e“consentire ai cittadini europei di ac-quistare farmaci di alta qualità on–lineattraverso fonti verificate”.Rispetto al precedente, il regolamentoapprovato dall’agenzia regolatoria co-munitaria introduce due importanti no-vità: un nuovo codice a barre bidimen-sionale e un dispositivo anti–manomis-sione da posizionare sulla confezionedella maggior parte dei medicinali.“Le caratteristiche di sicurezza – scri-ve l’Ema nella nota di annuncio delnuovo regolamento – aiuteranno a pro-teggere i cittadini contro la minaccia dimedicinali falsificati, che possono con-

tenere ingredienti, tra cui principi atti-vi, di bassa qualità o in dosaggio sba-gliato e che potrebbero potenzialmen-te mettere a rischio la salute dei pa-zienti. L’identificatore univoco e il di-spositivo anti–manomissione postosulle confezioni dei farmaci garantiran-no l’autenticità del farmaco a beneficiodei pazienti e delle imprese, e rafforze-ranno la sicurezza della catena di ap-provvigionamento…”I titolari dell’autorizzazione all’immis-sione in commercio sono tenuti ad ag-giornare secondo queste disposizioni,non oltre il 9 Febbraio 2019, le confe-zioni della maggior parte dei medicina-li soggetti a prescrizione e di alcunifarmaci non soggetti a prescrizione.Secondo un corposo rapporto pubbli-cato nel 2014 dall’Ocse (intitolato Illicittrade: convergence of criminal net-

works), quello dei medicinali contraf-fatti è un mercato da ben 200 miliardidi dollari l’anno ed è un fenomeno increscita non solo nei paesi in via di svi-luppo ma anche in quelli avanzati, inparticolare se si fa riferimento alla ven-dita on–line.Stando ai dati elaborati dal Pharma-ceutical Security Institute, citato nelrapporto, se nel 2002 si erano regi-strati 196 eventi criminosi legati allacontraffazione e/o al commercio ille-gale o al furto di farmaci, nel 2014questo numero è salito a 2.177. Perquanto riguarda la tipologia di contraf-fazione: il 32% dei farmaci contraffattinon contiene principio attivo; il 20% necontiene quantità non corrette; i l21,4% è composto da ingredienti sba-gliati; il 15,6% ha corrette quantità diprincipi attivi ma un packaging falso;l’8,5% contiene alti livelli di impurità econtaminanti.Inoltre, la World Customs Organiza-tion nel 2013 ha riportato 24.092furti di proprietà intellettuale, oltre lametà dei quali nel settore dei medici-nali. Un problema che ha un impattodiretto sulla sicurezza e sulla salutedei cittadini, privandoli di trattamentiappropriati ed esponendoli a un mag-gior rischio di resistenza agli antibioti-ci, ma non solo. L’Ocse esamina anche le conseguenzeeconomiche della questione: le aziendefarmaceutiche in questo modo subisco-no ingenti perdite di guadagni e devonoinvestire sempre più risorse per le misu-re di sicurezza, rileva l’organismo. Cherileva anche come lo strumento più dif-fuso per vendere e comprare questiprodotti sia Internet: oltre il 50% dei far-maci che si trova online è falso.

tiva delle farmacie che a causa dellemodalità in base alle quali sono statiformati i dati sulla base dei quali sonostati calcolati sforamento e ripiano,proprio perché sono tenute anch’esseai sensi dell’art. 5, comma 3 del d.l.n. 159/2007 a contribuire al ripianosi trovano a dovere ripianare lo sfora-mento in base ad una quota di spet-tanza calcolata su dati non precisi,per non dire proprio aleatori”.Inevitabile, dunque, l’annullamento deiprovvedimenti di determinazione dellaspesa farmaceutica territoriale perl’anno 2013 e, soprattutto, della già ri-cordata determina Aifa sul ripiano del-lo sfondamento della spesa farmaceu-tica territoriale del 2013.Non ha invece trovato accoglimento ilrilievo di incostituzionalità delle normeavanzato dal sindacato dei titolari. Peril Tar Lazio, infatti, esse “non sono tac-ciabili di illegittimità costituzionale,quanto piuttosto è l’applicazione effet-tuata dall’Amministrazione che non pa-re rispondere a quanto da esse stabili-to, nonostante le contrarie argomenta-

zioni offerte dalla difesa dell’Aifa che,nel momento in cui osserva che il valo-re del ripiano di competenza della filie-ra distributiva rappresenta una quotaparte del ripiano totale, senza nullaspecificare in ordine ai dati della voce“distribuzione diretta e per conto” suiquali esso si è anche basato, non fan-no che confermare indirettamente leosservazioni del Collegio al riguardo,con conseguente accoglimento dellecensure trattate ed assorbimento diquelle non trattate in vista della riedi-zione del potere da parte dell’Ammini-strazione”.

Farmaci, sulla Gazzetta europea il regolamento Ema anti-contraffazione

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Fatti & persone

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Eppur si muove. Una crescita leggera,quella registrata dal mercato delle far-macia nel 2015 rispetto all’anno pre-cedente. Molto leggera (+ 1,5% in ter-mini fatturato, + 1% in pezzi venduti)ma pur sempre una crescita. A registrarla è un’elaborazione diNew Line Ricerche di Mercato su datirelativi a un campione di oltre 5.400farmacie, statisticamente rappresen-tativo del mercato italiano. Il lieve in-cremento complessivo registrato, se-condo la società di ricerca, è la risul-tante dei trend registrati nei singolitrimestri del 2015 che, per quantotutti positivi, sono stati caratterizzatida andamenti differenti. Il maggiorcontributo alla crescita viene dal pri-mo trimestre dell’anno (+2,8% a valo-ri e +3,3% a volumi), caratterizzatoda una notevole crescita della doman-da di farmaco e parafarmaco legataalle patologie invernali rispetto al2014. Il secondo e terzo trimestre mostranotrend positivi più contenuti, mentre l’ul-timo (ottobre–dicembre 2015) registraun andamento sovrapponibile a quellodel 2014 (+0,5% sul fatturato, ma per-centuali sostanzialmente identiche avolumi).

Nell’intero arco del 2015 ilmercato del farmaco eticoha registrato trend del

+0,2% a valo-

ri e del +0,4% a volumi, ottenendoquindi – evidenzia la nota di New Line– risultati complessivamente allineati aquelli del 2014, nonostante le buoneperformance registrate soprattutto neiprimi sei mesi dell’anno, che forseavevano lasciato sperare in esiti com-plessivamente migliori di quelli poi re-gistrati.Il segmento di mercato con i miglioririsultati è stato quello più spostato sul

commerciale. Il leggero incremento difatturato sui 12 mesi è stato determi-nato sia dai buoni risultati dei prodottiSop e Otc, che hanno registrato nelperiodo una crescita del +3,6%, siadalle performance del parafarmaco, inaumento del 3,5%. L’incremento di pezzi venduti, invece,è in larga parte dovuto proprio al para-farmaco, che sull’anno ha segnato un+ 2,7%, superando largamente le per-formance dei farmaci Sop e Otc, chein termini di volumi di vendita hannoportato a caso un incremento minimo(+0,4%).

Farmacie, nel 2015 mercato in crescita,merito del segmento commerciale

Preparazioni dimagranti, nel mirino dei Nas farmacie e studi medici: 29 segnalazioni all’autorità giudiziariaÈ davvero una lotta senza quartierequella che ministero della Salute, Nase Aifa hanno dichiarato all’assunzionedi sostanze farmacologiche pericolosealle quali ancora troppi cittadini, con lacompiacenza di farmacisti e medicisenza scrupoli, ricorrono pur di perde-re peso. Una vastissima serie di accertamenticondotti in più di 840 farmacie e oltre75 studi di medici che hanno portato,secondo una notizia diramata il 14febbraio dal ministero della Salute, al-la contestazione di 49 violazioni alcodice penale, anche per commercioe somministrazione di medicinali gua-sti e imperfetti, nonché alla segnala-zione di 29 trasgressori alle compe-tenti autorità giudiziarie, responsabili

delle condotte illecite

registrate in 11 farmacie e 12 studimedici. Sempre a seguito dei suddetti control-li, sono stati sequestrati 1.200 gram-mi di principi attivi dei quali una seriedi decreti del ministero della Saluteadottati da maggio a dicembre 2015ha espressamente vietato la prescri-zione da parte dei medici e l’allesti-mento ad opera dei farmacisti di pre-parazioni magistrali a scopo dimagran-te contenenti fenilpropanolamina/nore-fedrina, pseudoefedrina, triac, cloraze-pato, fluoxetina, furosemide, metformi-na, bupropione, topiramato ed efedri-na. Sostanze che, autorizzate per altreindicazioni terapeutiche (come il tratta-mento di ansia e depressione, diabete,raffreddore, ipertensione eccetera) ve-nivano impropriamente utilizzate e pre-scritte in preparazioni galeniche a sco-po dimagrante, in prevalenza non perragioni dovute a necessità mediche ur-genti e irrinunciabili, ma con finalità

sostanzialmente “estetiche”.I divieti del ministerodella Salute sono statidisposti tenendo contodelle valutazioni tecni-co–scientifiche dell’Ai-

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fa, che ha fatto pervenire al Ministerosegnalazioni di sospetta reazione av-versa della Rete nazionale di Farmaco-vigilanza. Dall’istruttoria dell’agenzia regolatoriaera infatti, emerso che alcune di talisostanze hanno un rapporto benefi-cio–rischio sfavorevole e sono perico-lose per i soggetti che ne fanno uso. Ilrischio che insorgano reazioni avverseaumenta, poi, in relazione al numero diprincipi attivi associati nella prepara-

zione. A rendere tutto ancora più criti-co, il fatto che le preparazioni magi-strali risultano sprovviste di un fogliet-to illustrativo “certificato” a cui il pa-ziente possa fare riferimento per infor-marsi sulle caratteristiche del prodot-to, né la documentazione disponibilesui singoli principi attivi non garantiscela sicurezza degli stessi, soprattuttoquando sono somministrati in associa-zione tra loro.

Farmaci, produzione “conto terzi”,primato assoluto dell’Italia nella UePrimo posto assoluto del podio, con unfatturato 2015 pari a 1,5 miliardi di eu-ro, staccando sia la “locomotiva Germa-nia”, seconda con 1,2 miliardi, sia laFrancia, terza con 1 miliardo di euro. È l’eccellente risultato emerso dal rap-porto di Prometeia presentato il 12febbraio a Milano sulla produzione far-maceutica in conto terzi, “nicchia” (inverità dalle dimensioni consistenti) nel-la quale l’Italia non solo ha raggiuntoposizioni di assoluta primazia, segnan-do una crescita della produzione del24% negli ultimi cinque anni, ma preve-de di crescere ancora, al ritmo di un+5% annuo da qui al 2020. Primazia che, inevitabilmente, riverbe-ra effetti positivi in termini di export(cui è destinato il 65% della produzio-ne) e di occupazione, arrivata nel2015 a 8mila addetti (il numero più al-to in Europa). Insomma, la produzione per conto ter-zi del pharma italiano si candida a pa-radigma di eccellenza del settore ma-nifatturiero italiano, forte di risultatiche dimostrano capacità di innovare edi investire con molta velocità e flessi-bilità per rispondere alle richieste delmercato (composto in prevalenza dallemultinazionali del farmaco).A sottolineare la performance (e i suoisignificati anche per il sistema Paese)è stato il presidente di Farmindustria,Massimo Scaccabarozzi, egli stes-so favorevolmente sorpreso dai valori

di crescita della produzione del contoterzi. “I dati del rapporto Prometeia dimo-strano che il settore farmaceutico èforte e vitale e che puntare sull’innova-zione che generiamo può essere digrande aiuto al Paese” ha detto il pre-sidente delle aziende del farmaco, chepoi non ha ovviamente perso l’occasio-ne per chiedere al Governo “una mag-giore attenzione” al comparto, pur di-cendosi soddisfatto “dei buoni rapporticon Governo e Aifa, che credono nelnostro settore e ci inducono a bensperare.” Ma un cambio di passo, secondoScaccabarozzi, serve comunque, per-ché “la governance italiana pone anco-ra troppi ostacoli allo sviluppo delcomparto, a partire dal meccanismodel pay back che costringe le aziendea rimborsare lo sforamento del tetto dispesa farmaceutica ospedaliera se-condo parametri inadeguati allo svilup-po tecnologico.”Il presidente di Farmindustria ha fattoriferimento anche all’atteso nuovo re-golamento europeo sulla ricerca: “For-tunatamente, per la prima volta, stia-mo procedendo insieme per accoglier-lo prima di altri” ha affermato Scacca-barozzi. “Se ci faremo trovare pronti epreparati, riusciremo a sorpassare iconcorrenti stranieri”.Dai numeri del rapporto Prometeiaemerge che la quota “made in Italy” di

produzione del conto terzi vale il29% di quella complessiva del com-parto su scala Ue. Per offrire un ter-mine di paragone, basterà dire che iltotale dell’industria manifatturiera ita-liana raggiunge “solo” il 13% del tota-le della produzione industriale euro-pea. Il conto terzi del farmaco, in-somma, raggiunge risultati più chedoppi rispetto agli altri settori, prima-to che si rilfette anche sulle esporta-zioni (+34%dal 2010 al 2015), conperformance che hanno sfiorato addi-rittura il 300% verso Usa, Canada eGiappone.Tre le caratteristiche specifiche del“conto terzi” segnalate dal rapporto:un valore aggiunto pari al 35% del fat-turato (contro il 22% della media delsettore manifatturiero italiano nel suocomplesso), le esportazioni che valgo-no 65% della produzione (36% in me-dia nel manifatturiero), una propensio-ne a investire del 25% superiore allamedia degli altri settori.Tutti primati che le aziende del settoresono convinte di poter confermare emigliorare, soprattutto se il governosarà capace di rispondere alle richie-ste più “sentite” e pressanti emersedal rapporto Prometeia: meno buro-crazia, semplificazione e snellimentodelle procedure, miglioramento degliaspetti legati alla flessibilità del lavoroe alla fiscalità.

Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria

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Focus Dalla newsletter “SIF – Farmaci in evidenza”, n. 182 del 1° febbraio 2016 Per gentile concessione della Società Italiana di Farmacologia

Non c’è farmacista, probabilmente,che al bancone della farmacia non sisia sentito rivolgere richieste e doman-de relative al chitosano, utilizzato con idosaggi più svariati in molti prodottiper dimagrire, al quale (soprattutto sulweb) vengono attribuite proprietà mira-bolanti.In realtà, sulla sostanza – in particolaresulla sua efficacia – le opinioni sono va-rie e controverse e, in effetti, la relazio-ne tra assunzione di chitosano e ridu-zione del peso corporeo non è sostenu-ta da un fondamento scientifico certifi-cato dalla letteratura, almeno finora.Non a caso l’Efsa, l’autorità europeasulla sicurezza del cibo, nella sua quin-ta serie di valutazioni delle indicazioni“funzionali generiche” sulla salute, hanegato l’autorizzazione a scrivere inetichetta la dizione “Riduce il peso cor-poreo” e ha anche bocciato la relazio-ne tra ingestione dell’integratore e lavelocità di transito intestinale del cibo,autorizzando soltanto il claim sull’effet-to del colesterolo. L’Efsa, dunque, am-mette che “il consumo di chitosanoaiuta a mantenere normali le concen-trazioni di colesterolo–Ldl nelsangue”. Il panel di esperti Efsa ha an-che fissato in 3 g la quantità da con-sumare giornalmente per avere l’effet-to sui livelli di colesterolo nella popola-zione adulta. Ma l’effetto riconosciuto dall’Efsa, purnon essendo ovviamente cosa da po-co, nulla ha a che vedere con la vanta-ta (dai produttori) attività dimagrantedel chitosano, sostanza derivante dallachitina che – è il caso di ricordarlo – èil più abbondante biopolimero presentein natura dopo la cellulosa: è infatti uncostituente (al 15–20%) dell’esoschele-tro di numerosi insetti e crostacei, ol-tre a essere sintetizzato da diversi fun-ghi e lieviti. Cosa rispondere, dunque, a chi entrain farmacia chiedendo rassicurazioni o

informazioni sulle proprietà dimagrantidel chitosano? Un aiuto può venire dal-lo studio recensito qui di seguito, chela Sif ha ospitato su uno degli ultiminumeri della sua newsletter, secondo ilquale il chitosano (oltre alle proprietàipo–colesterolemiche di cui si è giàdetto) può anche un’azione efficacenella riduzione del peso corporeo.

Il chitosano è una fibra ottenuta dallacuticola dei crostacei e dalla paretecellulare dei funghi, spesso impiegataper ridurre l’assorbimento dei grassidella dieta e quindi per controllare ilpeso corporeo. Infatti la sua natura ca-tionica fa sì che il chitosano si leghi al-le cariche negative delle molecole lipi-diche riducendo il loro assorbimentogastro–intestinale, tanto che si ipotiz-zano anche proprietà ipo–colesterole-miche. Tuttavia, nonostante siano stati esegui-ti diversi trial clinici per valutare la suaefficacia, al momento i risultati sonodiscordanti tra loro.Obiettivo del trial clinico randomizzatocontrollato era valutare l’efficacia e la si-curezza del chitosano (somministratoalla dose di 2.5g/die) rispetto al place-bo nella riduzione del peso corporeo inassenza di restrizioni dietetiche dopo45 e 90 giorni di trattamento.Lo studio multicentrico, eseguito in 4ospedali indiani, prevedeva l’arruola-mento di 102 soggetti di età compre-sa tra 18 e 65 anni, con indice di mas-sa corporea (BMI) tra 26 e 35, chenon avevano avuto storia di interventichirurgici nei 6 mesi precedenti, di ri-duzione della massa grassa nell’ultimoanno, iniezioni sottocutanee di derivatieparinici nel mese precedente e in te-rapia con dosaggi stabili di farmaci co-me metformina, pioglitazone o analo-ghi.I pazienti arruolati sono stati randomiz-zati in doppio cieco nei due gruppi,

trattamento con chitosano e tratta-mento con placebo, in rapporto 2:1. Quindi a ciascun paziente è stata asse-gnata una bottiglietta contenente 75capsule di KiOnutrimeCsG (contenente500 mg di chitosano) o 500 mg di cel-lulosa e sono stati istruiti ad assumere15 minuti prima dei pasti una capsulala mattina, due capsule a pranzo e duecapsule a cena. Ogni 15 giorni, quando i pazienti dove-vano recarsi in ospedale per avere unanuova bottiglietta, veniva valutata lacompliance, sulla base di un diario daloro compilato ed eventuali variazionidelle loro abitudini alimentari. Inoltre, ad ogni visita veniva consegna-to ai pazienti un questionario da com-pilare (SF–36), dove erano presenti va-ri score raggruppati in aspetti fisici ementali, che servivano ai medici pervalutare eventuali miglioramenti nellaqualità della vita dei pazienti.Lo studio prevedeva che ogni pazientefosse visitato il 45° giorno (follow upvisit) ed il 90° (end of study visit), pervalutare gli end points dello studio: 1)riduzione del peso corporeo; 2) varia-zione della composizione corporea(BMI; massa muscolare e distribuzionedella massa grassa), valori antropome-trici, livelli ematici di emoglobina glica-ta e parametri lipidici (trigliceridi, Ldl,Hdl, Vldl); 3) sicurezza del preparato,sulla base di una valutazione clinicaobiettiva e di reazioni avverse even-tualmente riportate dal paziente.Gli autori riportano che degli 86 sog-getti che completavano lo studio, quel-li appartenenti al gruppo trattato conchitosano mostravano una riduzionedel peso corporeo di 1.78±1.37 kg al45° giorno e di 3.10±1.95 kg al 90°;tali valori risultavano significativamentediversi dal baseline e da quelli osserva-ti nel gruppo placebo (nel quale la ridu-zione era di 0.31±1.30 e 0.33±1.51kg, rispettivamente).

I risultati di un trial multicentrico condotto in India attestano le proprietà del biopolimero

Fa dimagrire o no? Ecco lo studioche promuove il chitosanoa cura di Lara Testai*

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La valutazione degli end points secon-dari rivelava una significativa riduzionedi BMI, del grasso corporeo, grasso vi-scerale, massa muscolare, dei para-metri antropometrici e dei valori diemoglobina glicata rispetto al baseli-ne; tuttavia, nessuno di essi era risul-tato statisticamente diverso dal grup-po placebo. Nessuna variazione significativa era in-vece osservata per i parametri lipidici,sebbene i livelli di Hdl fossero legger-mente aumentati per tutto il periododel trattamento con chitosano.La riduzione del peso corporeo riscon-trata nel gruppo trattato con chitosanosi rifletteva sul miglioramento dellaqualità della vita, come emerso dal-

l’analisi del questionario, infine tutti glieventi avversi registrati erano di mediaentità e non sempre correlati al tratta-mento con chitosano.Gli autori concludono che le capsuledi KiOnutrimeCsG, contenenti chito-sano di derivazione funginea, pos-sono ridurre il peso corporeo di ol-tre 3 kg in 90 giorni, senza dovermodificare lo stile alimentare. Le ragioni dei risultati contrastanti de-gli altri studi pubblicati in precedenzapotrebbero risiedere da una parte nel-l’inadeguato dosaggio di chitosano ocomunque nell’errata modalità di as-sunzione del preparato. Il chitosano infatti andrebbe assuntoda 15 a 60 minuti prima dei pasti, così

da consentire alla fibra una soddisfa-cente dissoluzione nello stomaco.Un’altra causa potrebbe essere la va-riazione nell’intake calorico durante lostudio, che potrebbe essere responsa-bile di un’errata interpretazione dei ri-sultati.Il chitosano ha dimostrato ridurreil peso corporeo medio fino a 3 kgdurante i 90 giorni del periodo distudio, con un miglioramento dellacomposizione corporea, dei para-metri antropometrici e del HbA1C.

*Settore scientifico disciplinareFarmacologia, Dipartimento di Farmacia,

Università di Pisa

Riferimento bibliografico:Trivedi VR, Satia MC, Deschamps A, Maquet V, Shah RB, Zinzuwadia PH, Trivedi JV. Single–blind, placebo controlled randomised clini-cal study of chitosan for body weight reduction. Nutr J. 2016 Jan 8;15(1):3. doi: 10.1186/s12937–016–0122–8.

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Sede farmaceutica, il Consiglio di Statoriafferma la necessità di definirne i confini Nel descrivere i confini, i comuniindicano una strada (per esempioVia Roma) e sono compresi evi-dentemente entrambi i suoi lati.Nel caso però in cui le strade for-mano un rettangolo, in quale latoè possibile aprire la farmacia? Main realtà i confini delle sedi sonoancora rigidi? (lettera firmata)

Se nella delimitazione della porzioneterritoriale di pertinenza di una sedefarmaceutica non viene indicatoespressamente che una delle vie opiazze di confine appartiene intera-mente a quella sede (con formulazionitipo “ambo i lati”, o simili), bisognaconsiderare pertinente alla circoscri-zione il solo lato interno della via opiazza, quello cioè che si ricava trac-ciandovi idealmente una linea di mez-zeria.Quando perciò, come scrive il lettore,“i comuni indicano una strada (peresempio Via Roma)”, senza ulteriorispecificazioni, non è vero che “sonocompresi evidentemente entrambi isuoi lati”, ma é vero l’esatto contrario.Conseguentemente, anche nel casoipotizzato nel quesito tutte le vie opiazze che corrono sul perimetro del“rettangolo” vanno ascritte alla sedesoltanto per il loro fronte interno, an-che qui ricorrendo a un’ideale mezze-ria per ognuna di esse.Specie però nelle aree suburbane del-le città o nei comuni di modestissimedimensioni, una sede farmaceuticanon sempre può essere interamentedelimitata da vie o piazze, o perché inalcuni segmenti del perimetro non sirinvengono al momento (e magari nonsi rinverranno mai) vie o piazze, o per-ché si rende necessario che il confinesia tracciato con linee soltanto virtuali(si pensi all’attraversamento di un fiu-me o di una sede tramviaria o ferrovia-ria, o cose del genere), o anche per lecaratteristiche stesse di qualche trattoperimetrale più o meno esteso (cam-pagna, mare, ecc.).

Quest’ultima notazione ci conduce all’in-terrogativo finale del quesito, cui tutta-via ancor oggi – come del resto la giuri-sprudenza fa da 70/80 anni – è neces-sario rispondere affermativamente.La sopravvivenza al dl Crescitalia, in-fatti, della “pianta organica” (intesaquale atto tipico – “tipico”, perchéespressamente contemplato e discipli-nato dal diritto positivo – qual è statocertamente sino ad allora, o se non al-tro, come negli ultimi tre anni ha ripe-tuto fino alla noia il Consiglio di Stato,quale “strumento pianificatorio che,sostanzialmente, per finalità, contenu-ti, criteri ispiratori ed effetti, corrispon-de alla vecchia pianta organica e...niente vieta di chiamare con lo stessonome”) postula indubitabilmente anchela sopravvivenza di un assetto del ser-vizio farmaceutico locale articolato sul-la ripartizione del territorio comunalein sedi o “zone” (come ha ritenuto pre-feribile definirle il provvedimento di ri-forma, senza peraltro modificarne ilruolo e le finalità), quindi in tante areeterritoriali quante sono le farmacie giàistituite o neo–istituite.A ciascuna farmacia è pertanto riferi-bile una porzione del territorio (la se-de o “zona”, appunto) che – nella fasedi istituzione come in caso di sue suc-cessive modifiche – deve essere esat-tamente individuata o univocamenteindividuabile, perché è soltanto al suointerno (se si esclude il territorio cam-pano per l’incredibile disposizione dilegge introdotta un paio di anni fa dal-la Regione…) che il titolare della relati-va farmacia può, da un lato, ubicarel’esercizio nella prima attivazione e,dall’altro, trasferirlo in prosieguo “libe-ramente” (le virgolette si spieganocon la natura discrezionale del provve-dimento che deve autorizzare lo spo-stamento).Come qualcuno forse ricorderà, a ri-dosso della conversione di legge deldecreto legge Crescitalia gli uffici mini-steriali – rispondendo ai quesiti di unnon meglio identificato “gruppo interre-

gionale”, guidato comunque dal rap-presentante toscano – tentarono di farpassare la tesi che la riforma, soppri-mendo la pianta organica, avesse coe-rentemente inteso anche ridurre in ter-mini incisivi il rigore che deve caratte-rizzare la delimitazione dell’area terri-toriale ascrivibile a ogni esercizio.In particolare, secondo il Ministero, aquel rigore si sarebbe allora sostituitoun regime svincolato “dalla necessitàdi definire esattamente un territorio diastratta pertinenza di ciascun nuovoesercizio”, non incontrando infatti l’atti-vità pianificatoria del comune “limitinella perimetrazione delle sedi giàaperte [ma] dovendo soltanto assicu-rare… ecc.”, cosicché – questa fu laconclusione che cagionò tanti “luttiagli Achei” – “l’individuazione delle ‘zo-ne’ può avvenire anche in forma assaisemplificata (ad esempio, indicandouna determinata via e le strade adia-centi)”.Sciaguratamente a questa tesi presta-rono frettolosa “acquiescenza” (spintiverosimilmente dalla Regione compe-tente) alcuni comuni e le conseguenzesono quelle cui in qualche caso stiamoora assistendo e che vedono assegna-tari di farmacie in concorsi straordina-ri, ad esempio in quello piemontese, innotevoli ambasce nel reperire i localida adibire all’esercizio dell’attività ap-punto per la grande difficoltà di indivi-duare le “strade adiacenti” alla “deter-minata via” indicata nel provvedimentodi revisione straordinaria.Anche qualche Tar ha seguito l’orienta-mento ministeriale [specie quello fio-rentino, ma, come diremo subito, an-che quello lucano], e però in (quasi)tutte le circostanze è potuto fortunata-mente intervenire il Consiglio di Statoristabilendo l’ordine infranto.Anche nella più recente di queste oc-casioni, il CdS – nella sent. n. 22 del 7gennaio 2016 – ha ritenuto infatti te-stualmente “non pertinente la tesi dellasentenza impugnata (Tar Basilicata n.47/2014) secondo cui nella nuova di-

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sciplina conseguente al decreto leggen. 1/2012 non sarebbe più necessariauna puntuale delimitazione delle sedifarmaceutiche”.Se non che, proprio questa decisione,affrontando il tema specifico che stia-mo esaminando, sembra – a una pri-missima lettura – introdurre ulteriori eforse diversi profili di valutazione dellavicenda, ma con una migliore attenzio-ne si rileva agevolmente che anche quiil Supremo Consesso conferma in real-tà, corroborandolo anzi con notazionipienamente coerenti, l’assunto di fon-do della permanenza nel sistema dellanozione di sede o “zona” come porzio-ne territoriale delimitata puntualmenteovvero con confini comunque desumi-bili in termini non equivoci.L’incipit del ragionamento del Consi-glio di Stato, che per un momento halasciato intendere prospettive diverse,è il seguente: “Riguardo al modo di de-limitare il territorio assegnato ad unasede farmaceutica, non esistono nor-me cogenti, ma solo prassi più o me-no consolidate. La prassi più diffusa,in effetti, è quella della elencazionedelle strade corrispondenti alla lineaperimetrale, ma niente vieta che si usi-no tecniche diverse purché idonee alloscopo”.Ma poi, scorrendo ancora il testo, sicoglie tutta la particolarità della fatti-specie ivi decisa, in cui – nell’indivi-duazione delle due sedi dinuova istituzione – il Co-mune di Matera, in-vece di delimi-

tarle con vie e piazze e/o altri confinialtrettanto certi, aveva fatto semplice-mente riferimento a due piani urbanisti-ci secondari, il “piano di zona per l’edi-lizia economica e popolare denomina-to ‘Agna–Le Piane’ e il piano di lottizza-zione denominato ‘San Francesco’”.E condivisibilmente (se si trascuraqualche svolazzo più che altro solodescrittivo) il Consiglio di Stato ritienequi “ragionevole presumere… chequeste denominazioni siano di usocorrente e che il loro significato siaben noto alla cittadinanza” e in ognicaso “ciascuno strumento urbanisticosecondario (piano particolareggiato,piano attuativo, p.e.e.p., eccetera) in-dividua con chiarezza e precisionel’area che forma oggetto della relativadisciplina urbanistica”, talché in defini-tiva “il riferimento ai due piani urbani-stici appare più che sufficiente a con-ferire conoscibilità e certezza alla deli-mitazione del territorio assegnato allanuova farmacia”.Ed è a questo punto che, quasi a scan-so di equivoci, la sentenza (una delleultime scritte dal Presidentedella III Sez., PiergiorgioLignani, che perragioni ana-grafiche

ha recentemente abbandonato il Consi-glio di Stato, lasciando un vuoto nonfacilmente colmabile che purtroppopotrà incidere anche parecchio sulla“stabilità” del nostro diritto farmaceuti-co] si affretta a giustiziare per l’ennesi-ma volta, come si è ricordato, l’apodit-tica ricostruzione ministeriale del mar-zo 2012.Nessun cambiamento di rotta, dunque,ma la mera conferma che la sede far-maceutica – anche quando non sia fa-cilmente o ragionevolmente utilizzabileil ricorso a vie e piazze di confine – de-ve nondimeno essere configurata condati e/o riferimenti che consentanol’esatta individuazione della relativaarea territoriale.E, allo stato del sistema normativo vi-gente, è indubbiamente meglio così.

Gustavo Bacigalupo

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Con una circolare del 2 ottobre 2015,il ministero della Salute, in risposta aun quesito della Regione Lombardia,aveva richiamato i farmacisti, che ge-stivano con la stessa partita Iva ancheuna licenza di distribuzione all’ingrossodi medicinali, alla più scrupolosa os-servanza del principio di separazionedelle due attività.L’intervento ministeriale era motivato(anche) dalle carenze e irreperibilitàdi farmaci rilevate in un recente pas-sato nel mercato interno, e riferibilialmeno in parte proprio alla “commi-stione” spesso nel concreto registra-ta tra le due attività, talché anche laFederfarma, sempre sensibile al pro-blema, aveva accolto con favore il pa-rere.Ma la vicenda non era tuttavia destina-ta a finire lì. E infatti, dinanzi alle inevi-tabili “ricadute” del parere sugli organidi vigilanza, la nota ministeriale è stataimpugnata (unitamente alle “ricadute”)da un gruppo di farmacisti napoletanidinanzi al Tar Lazio che, con tre diver-se ordinanze (n. 893, 894 e 895 del24 febbraio 16), ha ora sospeso l’effi-

Codici e codicilli

la disponibilità dei medicinali, e dunquele restrizioni ministeriali si rivelano in-fondate (oltre che non sostenute daesplicite disposizioni).L’udienza di merito è stata fissata a ot-tobre e allora si vedrà se il pensierodei giudici – che per il momento costi-tuisce solo la stringata motivazione diun provvedimento di sospensione –verrà ribadito anche nella sentenza de-finitiva.Fino ad allora, però, le cose devono re-stare ferme – prive quindi di autentichecertezze – al giorno precedente al-l’emissione del parere ministeriale.Piaccia o non piaccia.

Gustavo Bacigalupo

Valutazione dei titoli nel concorso, il CdS fa prevalere la forma alla sostanza

Tar Lazio, sospeso il parere ministeriale sulla vicenda delle “farmacie-grossiste”

cacia della nota ministeriale ma so-prattutto degli atti di intervento dellaRegione Campania e delle Asl compe-tenti che si erano accodate alle tesidel dicastero.Secondo i giudici amministrativi, né laconvivenza delle due attività (dotate diseparati codici identificativi) in capo al-lo stesso soggetto, né la compresen-za dei due magazzini ingrosso/detta-glio sul territorio e né, infine, i passag-gi interni tra le due attività possono co-stituire un pregiudizio per la tracciabili-tà del farmaco e/o per la garanzia del-

Il Tar Toscana (con sentenza n. 1414del 26 ottobre 2015) aveva accolto ilricorso di un concorrente per la ge-stione associata cui non era stata valu-tata l’”idoneità in un precedente con-corso”, non essendo stata da lui indi-cata sulla piattaforma informatica, tra i

dati della relativa certificazione, la re-gione che l’aveva bandito. Nei concorsi pubblici, aveva ricordatoil Tar, sussiste infatti – secondo l’orien-tamento giurisprudenziale – il così det-to “dovere di soccorso istruttorio”,l’obbligo cioè dell’amministrazione(fondato anche sul dovere di imparziali-tà sancito dall’art. 97 della Costituzio-ne) di regolarizzare “d’ufficio” eventualielementi di contorno mancanti quandosi sia in presenza di atti o documentigià completi degli elementi costitutivi enon si tratti invece di completare la do-manda del concorrente nei suoi ele-menti essenziali.Il ricorso era stato accolto e la com-pagine vincitrice aveva potuto guada-gnare parecchie posizioni nella gra-duatoria.Ma ora il Consiglio di Stato – con sen-tenza n. 796 del 26 febbraio 2016 –ha annullato la decisione ritenendo cheil sistema di compilazione del moduloon–line a opera dei partecipanti ai con-corsi straordinari rende prevalente il ri-spetto di tutte le formalità previste,nessuna esclusa, mettendo così al

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Rapporti di lavoro plurimi,ci sono obblighi di orario massimo? Vorrei qualche chiarimento sul-l’orario massimo di lavoro e suquello medio settimanale che nonmi è ben chiaro. Ma in ogni caso,se avessi un contratto a tempo de-terminato a chiamata con due da-tori di lavoro e a fini fiscali fossi aposto con le detrazioni e con i varipagamenti, e se inoltre ci fosseaccordo tra le parti sotto ogniaspetto, che problemi potrebberosorgere nel caso in cui si sforasseil tetto delle 40 ore settimanali?(lettera firmata)

La funzione primaria di un orario mas-simo di lavoro settimanale è natural-mente quella della tutela della salutedel lavoratore.È bensì la contrattazione collettiva adover determinare e disciplinare l’ora-rio di lavoro settimanale, che tuttavianon può comunque superare le 48ore, comprensive di quelle di lavorostraordinario.Per il calcolo delle ore settimanali lavo-rate non si deve tener conto di quellesvolte nella singola settimana, perché bi-sogna aver riguardo al numero di ore la-vorate mediamente nell’arco di 4 mesi.

Per il calcolo dell’”orario medio” – ap-punto all’interno dei 4 mesi – è quindipossibile che nel corso di una setti-mana lavorativa siano prestate più di40 ore e in quella successiva meno di40 ore, ed è appunto la “media” delleore effettivamente svolte nei quattromesi a dover coincidere con il nume-ro 40.Questi limiti, si badi bene, si devonoapplicare anche ai lavoratori titolari dipiù rapporti di lavoro.A tale proposito, tuttavia, il Ministerodel Lavoro pone a carico del lavorato-re l’onere di comunicare all’aziendal’orario in cui può prestare l’attività la-vorativa, sempre nel rispetto dei limitisopraindicati.Attualmente non sono previste sanzio-ni per chi ha più rapporti di lavoro, maqualche problema, e non solo di carat-tere pratico, potrebbe sorgere eviden-temente nel caso in cui un lavoratore“plurioccupato” incappasse in un infor-tunio ritenuto magari (dal giudice) ri-conducibile proprio all’eccessiva attivi-tà lavorativa prestata.

Luisa Santilli

bando il “dovere di soccorso istrutto-rio” giustamente evocato dal Tar.La specificazione dell’ente territoriale,che aveva emanato l’atto di riconosci-mento dell’idoneità, costituiva pertanto– secondo il Consiglio di Stato – unelemento essenziale per la valutazionedel titolo, posto che, ai fini del concor-so in questione, risultavano valutabilile sole idoneità conseguite in concorsiper sedi farmaceutiche.E poco importa, aggiunge la decisio-ne, che “l’idoneità fosse stata conse-guita in un concorso precedentementeindetto dalla stessa Regione Toscana,essendo la mera indicazione del nume-ro e della data di adozione del provve-dimento insufficiente a consentire al-l’Amministrazione di ricondurlo a pre-cedenti attività concorsuali dalla stes-sa espletate”.D’altra parte, continua il Consiglio diStato, “la compilazione del moduloon–line… si presentava come un’attivi-tà di agevole esecuzione da parte deicandidati, accompagnata peraltro daistruzioni chiare e da indicazioni esem-plificative, e certamente di indubbiaobbligatorietà per essi, che non pote-vano certo essere tratti in errore néessere giustificati – e, a fortiori, rimes-si in termini – per l’inesatta e/o incom-pleta compilazione del modulo”.E poi, “Il bando di concorso, nel pre-scrivere come unica modalità di presen-tazione la compilazione dell’appositomodulo on–line (art. 5), ha inteso perse-guire gli obiettivi di efficienza, efficaciae semplificazione dell’attività ammini-strativa, imponendo ai singoli candidatil’onere di compilare dettagliatamente,senza particolare sforzo intellettivo, lesingole domande di partecipazione”.Rileviamo per pura curiosità che unadecisione così ossequiosa delle for-me, e in spregio a qualsiasi sostanza,è stata fatta precedere dalla dichiaratacondivisione in principio dell’interpreta-zione antiformalistica assunta dal Tar,per poi però sconfessarla con le affer-mazioni e gli assunti che abbiamo ap-pena riportato.

Gustavo Bacigalupo

Canone Rai, per la farmaciatutto resta come primaÈ cambiato qualcosa per il canoneRAI della farmacia? Come e quan-do devo pagare? (lettera firmata)

La Legge di Stabilità 2016, come no-to, ha modificato il sistema di riscos-sione del canone RAI suddividendol’importo (ridotto ad € 100) in dieci ra-te – decorrenti più o meno dal prossi-mo mese di luglio – da pagare in auto-matico nella bolletta elettrica, limitata-mente però ai “privati cittadini”. Le im-prese, e quindi le farmacie, che paga-

no il canone speciale pari ad € 203,70per la TV e a € 29,94 per la radio,continueranno perciò, a utilizzare ilvecchio bollettino di conto correntepostale e a rispettare la scadenza del31 gennaio 2016, prorogata quest’an-no al 1° febbraio, poiché il 31 cade didomenica.Ricordiamo, infine, che l’obbligo di pa-gare il canone RAI deriva dalla sempli-ce detenzione, in casa per i privati o infarmacia per le imprese, di un appa-recchio idoneo alla ricezione delle8

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Nel turno di notte ho consegnato,sulla parola, in regime di Ssn unabombola di ossigeno (che ave-vo in comodato d'uso), non fa-cendo pagare nessuna cau-zione. Ma dopo diversi mesi,nonostante le ripetute richie-ste, non mi è stata ancorarestituita. Che posso fare?(lettera firmata)

Nella fornitura di ossigenomedicale, lo schema con-trattuale è quello della ven-dita del gas, che deve av-venire necessariamente –non essendo possibileper ovvie ragioni la suacessione in forma libera– mediante la conse-gna in bombola.D’altra parte questanon può come talecostituire oggettodella cessione, aven-do solo la funzionedi contenitore e lasua consegna al

cliente dà vita a sua volta a un contrat-to di comodato con il conseguente ob-bligo di restituzione a carico del

cessionario, secondo iprincipi generali stabilitidall’art. 1809 c.c.Riguardo al termine per larestituzione, lo stesso arti-colo prevede che, se nelcontratto non è convenutoalcun termine, il cliente co-modatario è tenuto alla resti-tuzione del bene quando sene è servito in conformitàal contratto, cioè, in prati-ca, quando è stato intera-mente consumato il gas ivicontenuto.Se quindi il cliente non provve-de alla restituzione osservandoquesto criterio, la farmacia puòanche agire giudizialmente perla restituzione, a parte l’ovviaconsiderazione che il costo del-l’azione legale rischia di rivelarsiben superiore al valore del beneda recuperare…Quanto alla cauzione, questa può

La mancata restituzione della bombola d’ossigeno

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Codici e codicilli

Scontrino “parlante” a persona diversa dal destinatario del farmaco In farmacia i clienti mi chiedonolo scontrino parlante con il codi-ce fiscale di chi sostiene l’oneredel ticket, che è diverso dal no-minativo che risulta dalla ricettaSSN. È legittima la richiesta? (let-tera firmata)

L’Agenzia delle Entrate con circolare3/E del 28/3/2008 ha puntualizzatoche la detraibilità delle spese sanitarierelativa all’acquisto di medicinali è su-bordinata alla certificazione delle stes-se mediante la relativa fattura o loscontrino fiscale in cui devono essere

riportati e specificati la natura, la quan-tità dei prodotti acquistati, nonché ilcodice fiscale del destinatario dei me-dicinali stessi, ovvero del soggetto chesostiene effettivamente la spesa, cheè diverso dal nominativo dell’intestata-rio delle ricette. Almeno secondo l’Amministrazione fi-nanziaria, dunque, la richiesta deiclienti è legittima e può naturalmenteriguardare anche il semplice pagamen-to del ticket.

Franco Lucidi

trasmissioni radiotelevisive e quindinella sostanza dotato di sintonizzatoreinterno, anche se di fatto non collega-to ad alcuna antenna (anche se para-bolica) e utilizzato magari come sem-plice monitor per la trasmissione dimessaggi pubblicitari e/o avvisi allaclientela.

Roberto Santori

L’iscrizione al Conai èobbligatoriaLe farmacie devono essere iscritteal Conai, il Consorzio nazionaleimballaggi? (lettera firmata)

Le farmacie, come operatori che ac-quistano in Italia e all’estero merci im-ballate e ne curano la rivendita sonocomprese tra le imprese che devonoiscriversi obbligatoriamente al Conai, ilConsorzio nazionale imballaggi). L’iscrizione avviene una tantum ma deveessere rinnovata se la farmacia è ogget-to di cessione, successione, o variazio-ne di forma societaria che comporti l’at-tribuzione di un nuovo codice fiscale.La modulistica necessaria è reperibilesul sito www.conai.org. L’adesione al consorzio si perfezionacon il versamento di un contributo fis-so di 5,16 più un importo variabile pa-ri allo 0,00025% per le imprese confatturato superiore ai 500.000 annui,in riferimento all’ultimo esercizio chiu-so prima dell’adesione. La competenza dei controlli spetta alleProvince, che sono anche i soggettiche irrogano le eventuali sanzioni, pe-raltro particolarmente elevate (da10.000 a 60.000 euro).Per altre delucidazioni Lei può comun-que consultare il ricordato sito ufficialedel consorzio.

Chiara Lani

In collaborazione e per gentile concessione di Studio Associato Bacigalupo-Lucidi e Sediva

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essere richiesta – ma non obbligato-riamente – proprio a garanzia della re-stituzione della bombola stessa.E se pertanto la farmacia decide dinon farla versare per ragioni diciamocosì – di “politica commerciale”, si

espone naturalmente proprio al rischiodi comportamenti scorretti da partedella clientela.

Stefano Civitareale

La nostra collaboratrice farmacistalavora nella farmacia da 3 anni conun orario settimanale di 39 ore sud-divise in 5 giorni e mezzo lavorativi(sempre liberi sabato pomeriggio edomenica). Avendo deciso con l’al-tro mio socio di alternarci tra noinei turni di reperibilità settimanali(inclusa l’apertura domenicale) èmolto probabile che sia necessariala presenza della dipendente far-macista per qualche ora in un paiodi giornate festive in cui spetterà ame la reperibilità (parliamo di unacopertura dalle 3 alle 4 ore rispettoalle 7 ore di apertura giornaliera).Vi chiedo: posso gestire io diretta-mente la richiesta alla dipendentedi rendersi disponibile per la coper-tura di tali ore nei giorni festivi onecessita anche il consenso dell’al-tro socio? Ipotizzando mezza gior-nata, ovvero 4 ore di lavoro nelgiorno festivo o domenicale (chesommate alle 39 ore settimanali fa-rebbero 43 ore, quindi ben al di sot-to del tetto massimo di 46 ore pre-viste dal Ccnl), la collaboratriceavrà comunque diritto a una interagiornata di riposo nella settimanasuccessiva o solo a mezza giornata(ovvero le stesse ore coperte dalturno straordinario)? Da ultimo,avendo già accennato alla stessadipendente la possibilità che neces-siti in futuro una sua disponibilità inbase a quanto sopra descritto e te-nuto conto che l’interessata ha pre-cisato che “preferirebbe non fareturni festivi”, resta lei comunqueobbligata a coprire la mia richiesta?(lettera firmata)

Perciò, in sostanza, quando il dipen-dente deve coprire il turno domenicaleo festivo di apertura della farmacia –laddove, beninteso, egli sia assuntocon contratto full-time – l’impresa, se-condo le esigenze aziendali, può modi-ficare sia l’orario giornaliero che i turnidi lavoro, provvedendo ragionevolmen-te a spostare o a riorganizzare questiultimi. Resta fermo che nelle ore di lavoroprestate nelle giornate festive spettasempre, come noto, la maggiorazionesulla retribuzione.Terza e ultima risposta: il datore di la-voro può naturalmente chiedere pre-stazioni lavorative straordinarie, ec -cedenti quindi l’orario normale di lavo-ro, ma deve tuttavia sempre tenerconto dei servizi per turno e il dipen-dente potrà esimersi solo per giustifi-cati motivi.La richiesta di lavoro straordinario de-ve peraltro in ogni caso avere naturanon continuativa, anche se non neces-sariamente del tutto episodica o occa-sionale, e invece si possono stabilirestraordinari fissi soltanto quando vi siauna specifica volontà delle parti in talsenso.Nel caso specifico, in definitiva, la ri-chiesta di ore straordinarie, proprioperché contemplata per evenienze so-stanzialmente peculiari, sembra deltutto legittima e non eludibile dalla col-laboratrice se non appunto per “giusti-ficati motivi”.

Luisa Santilli

Straordinario in farmacia, il dipendentepuò eludere la richiesta del titolare?

Prima risposta al primo dei tre quesiti:il potere direttivo, di controllo e disci-plinare è demandato al titolare del-l’esercizio nel caso di impresa condot-ta individualmente, mentre – ove il tito-lare sia una società di persone,comenella vicenda descritta dal lettore –spetta all’amministratore o agli ammi-nistratori (in forma disgiunta o con-giunta tra loro, secondo le previsionidell’atto costitutivo/statuto della socie-tà). A costoro, disgiuntamente o con-giuntamente, compete dunque anchedisporre l’effettuazione da parte delpersonale dipendente di ore di lavorostraordinario.La seconda risposta: il Ccnl prevedeche “Quando nella giornata della do-menica o nella giornata stabilita per ilriposo settimanale la farmacia deve ri-manere aperta al pubblico per turnostabilito dalle autorità, il lavoratore ètenuto, se richiesto, a prestare nor-male servizio ed ha diritto di goderedel riposo compensativo in altra gior-nata della settimana per 24 ore con-secutive”.

Pagamento immediato e ritiro successivo della merce So che avete trattato diverse voltequesto argomento, ma i dubbi ri-mangono sempre: quando il clien-te paga ma non ritira la merce im-mediatamente, lo scontrino deveessere emesso al momento delpagamento o a quello della conse-gna? (lettera firmata)

In effetti, il caso è già stato trattato,ma nell’operatività quotidiana un ripas-so non fa mai male e i dubbi, forieri dierrori, devono essere banditi. Dunque,ribadendo quanto più volte chiarito, loscontrino deve essere sempre emes-so al momento dell’incasso, conserva-to in farmacia unitamente alla merce8

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cui si riferisce e infine consegnatocon questa all’atto del ritiro da partedell’interessato.È bene, inoltre, che sul “retro” delloscontrino sia annotata la circostanzadella sua mancata consegna al cliente(rinviata appunto al momento del ritiro

della merce), in modo che, in caso diverifiche intervenute tra i due momen-ti, si sia al riparo da ogni contestazio-ne di irregolarità.

Valerio Pulieri

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Codici e codicilli

Sto valutando la possibilità di adi-bire un locale distante circa 700metri dalla farmacia a deposito,non avendo grandi spazi all’inter-no della farmacia stessa. È neces-sario richiedere permessi partico-lari? Che normative ci sono a ri-guardo? E poi, per il trasporto deiprodotti tra deposito e farmacia cisarà bisogno di un veicolo dedica-to? (lettera firmata)

Fermo evidentemente il rispetto dellanormativa urbanistico–edilizia, l’apertu-ra di un locale adibito a deposito mer-ci per la farmacia – esclusa qualsiasialtra attività che comporti contattocon il pubblico degli utenti/consumato-ri – non soggiace al regime specialeautorizzatorio riservato all’apertura e

al trasferimento del locale–farmacia(art. 1 della legge 475/68).Sarà quindi sufficiente una comunica-zione all’Agenzia delle Entrate per vin-cere le presunzioni ai fini dell’impostasul valore aggiunto in materia di ces-sione e/o acquisto di cui all’art. 53Dpr 633/72. Il locale, naturalmente, dovrà garantireadeguate condizioni di conservazione ditutti i prodotti che vi sono conservati eancor più se tra questi figurano anche ifarmaci, il cui trasporto (dalla sede aldeposito e/o viceversa) dovrà comun-que avvenire assicurando l’integrità deiprodotti stessi, anche se non necessa-riamente con un veicolo dedicato.

Roberto Santori

Sono pertanto i soci superstiti a doverprovvedere – “a meno che ecc.”, co-me abbiamo appena visto – alla liqui-dazione, osservando i criteri previsti alriguardo dall’art. 2289.è tuttavia fatta salva, come premettel’art. 2284, una “contraria disposizio-ne del contratto sociale”.Se quindi, nel caso prospettato dal let-tore, l’atto costitutivo/statuto non pre-vede la continuazione della societàcon gli eredi del socio premorto (ovve-ro costoro rifiutano la continuazione),l’onere di liquidarli fa carico non già al-la società, ma interamente agli altri so-ci la cui quota di partecipazione, per-ciò, si eleverà corrispondentemente.Di per sé, insomma, il capitale socialenon si riduce in dipendenza della liqui-dazione degli eredi del socio premor-to, come invece sembra aver operatoil notaio nel caso descritto dal lettore,anche se allo stesso risultato (riduzio-ne del capitale sociale) può egualmen-te pervenirsi, ma per altre strade.

Garanzia giovanie tirocinio, questele limitazioniPosso assumere in farmacia ungiovane collega usufruendo delprogramma garanzia giovani? Cisono limitazioni? (lettera firmata)

La farmacia può attivare il tirocinio“Garanzia giovani” soltanto se il giova-ne laureato che si intende “assumere”non ha mai svolto attività lavorativacon la qualifica di farmacista.Inoltre, il numero dei tirocini che è con-sentito attivare dipende evidentementedal numero dei lavoratori che risultanodipendenti della farmacia che, laddovead esempio siano 6, può attivare unsolo tirocinio.

Luisa Santilli

E se il deposito viene apertoin un locale lontano dalla farmacia?

Decesso di un socio di una farmacia,chi ne liquida la quota?Anche se la domanda può sem-brare banale e la risposta scon-tata, vorrei sapere: chi è il sog-getto obbligato alla liquidazionedella quota degli eredi del sociodeceduto? Il socio superstite ola farmacia con il proprio patri-monio (che con atto del notaioè stato ridotto della corrispon-dente quota del socio decedutoin occasione della dichiarazionedi non continuazione)? (lettera fir-mata)

La questione posta dal lettore non è inrealtà né banale né scontata, perché dif-ferentemente dall’ipotesi di recesso e daquella di esclusione, in caso di morte delsocio – che è la terza ipotesi prevista dalcodice civile di scioglimento del rappor-to sociale limitatamente a un socio, equindi non di scioglimento della societàcome tale – “gli altri (soci) devono liqui-dare la quota agli eredi, a meno che pre-feriscano sciogliere la società, ovverocontinuarla con gli eredi stessi e questivi acconsentano” (art. 2284 cod.civ.).

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L’Ordine per te

Un caldo benvenuto a:

I nuovi iscritti:Amantea Francesco Giuseppe, BartoliniLuigi, Basile Maria Francesca, BonomoFrancesco, Borzacchi Francesca, BrindisiChiara, Caiazza Cristina, Cottone Pietro, DeAngelis Sabrina, De Lucia Giuseppe, DeVirgilio Lara, Fatiga Rosalba, FazzariMarina, Genga Roberta, Giannini Emanuela,Gravina Martina, Koza Kinga Marta, LuisiRosa, Manganaro Lucrezia, ManganoRoberta, Mejdani Idvin, Milito Jessica,Mutani Chiara, Palermo Carlotta, PalermoRoberto, Papaluca Maria Teresa, PariseFilomena, Pasquazi Arianna, Pennisi Giulia,Poma Francesca, Sabino Valentina, SeccoSimona, Soda Flavia, Terella Federica,Tomassi Fabrizio, Tosolini Marta, AsaroGaia, Biancardi Benedetto, Cairoli Sara,Cassano Adelina Fara, Cherubini Cristina,Cupelli Francesca, D’addezio Eleonora, DeCosmi Federica, Di Lorenzo Marilena, FerriVeronica, Giordano Elena, Lori Laura,Lucania Germana, Masciovecchio Alessia,Oliveto Maria, Perrone Sara, RussoClaudia, Tittone Francesca

Iscritti per trasferimento:Gatto Carmen, Navarra Francesco, ParolariPaola, Rosetta Luana

tutti iscritti all’Albo del nostro Ordinenel mese di febbraio

La cerimonia dei saluti

L’Ordine dei Farmacisti e la professionetutta porgono l’ultimo saluto a:

Morreale Giuseppe,laureato presso l’Università degli Studidi Palermo il 18 luglio 1973

Pagliacci Gianpiero,laureato presso l’Università degli Studidi Perugia il 18 luglio 1977

Riccioni Eugenia,laureata presso l’Università degli Studidi Roma il 19 marzo 1990

che ci hanno lasciati nel mese di febbraio

Alla famiglia, le condoglianze sentite esincere dell’Ordine e di tutta la professione

Orari di apertura al pubblico

Lunedì 9:00 – 14:30Martedì 9:00 – 14:30Mercoledì 9:00 – 15:30Giovedì 9:00 – 14:30Venerdì 9:00 – 14:30

Dove siamo,come raggiungerci

Via Alessandro Torlonia n.1500161 Romatel. 06.44236734 – 06.44234139 fax 06.44236339www.ordinefarmacistiroma.ite–mail: [email protected]

A chi rivolgersi

DirezioneMargherita Scalese [email protected]

AmministrazioneMassimo Carlo [email protected]

Ufficio stampaGiorgio Flavio [email protected]

Uffici di segreteriae rapporti con gli iscrittiSilvia Benedetti [email protected]

Valentina [email protected]

Valeria [email protected]

Loredana Minuto [email protected]

Consulenti

Consulenza fiscale Francesco d’[email protected]

Consulente del lavoro Fabrizio [email protected]

Consiglio Direttivo PresidenteEmilio Croce

Vice PresidenteGiuseppe Guaglianone

SegretarioNunzio Giuseppe Nicotra

TesoriereMarcello Giuliani

ConsiglieriMaurizio BisozziGaetano De RitisFernanda FerrazinRossella FioravantiLeopoldo Mannucci Giuseppina MarrapodiPietro MottaGelsomina PerriEnnio PonziEmanuela SilviMaria Cristina Vergati

Revisori dei Conti:

EffettiviArturo Cavaliere (pres.)Valeria AnnecchiaricoSandro Giuliani

SupplenteAntonella Soave

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