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Page 1: RINASCITA Storia Albania, Città Stalin: una partita di ... · PDF filePolizia politica – già 14 volte campio-ne d’Albania, 10 volte vincitrice della ... gli agenti di Città

Non si tratta di una squallida par-tita presa a caso fra le tante che stan-no impestando il calcio italiano e lasua dirigenza, le cui autorevolezza eprestigio sono state minate alla vigiliadei Mondiali e dell’assegnazione del-l’allestimento dei CampionatiEuropei 2012. Parleremo di uno dellecrisi più serie che attraversò l’Albaniae oggi ritenuta la scintilla che poi con-dusse ai disordini delle transizioni1991 e fine 1996 inizio ’97.

Il 4 dicembre 1997 ero a Tirana, inqualità di esperto di storia albanese epubbliche relazioni per conto di una

ditta toscana ch’era al corrente deibuoni rapporti che avevo con le istitu-zioni albanesi sin dagli anni Settanta.La sera stessa nella hall del bellissimoHotel Tirana, iniziai a parlare di cal-cio con un anziano tifoso: e dalla stu-penda partita Germania-Albania 4-3(disputata il precedente 11 ottobre aHannover, valida per le eliminatoriedella Coppa del Mondo e che ram-mentava Italia-Germania 4-3 semifi-nale dei Mondiali 1970) discutemmodalle 20:00 fino all’una di notte sututta la storia del calcio albanese.

L’anziano tifoso – meravigliatissi-mo di come uno straniero, e per giun-ta giovane, conoscesse cose calcisti-che che “nemmeno un albanese sa, oalmeno non ricorda più” (parole sue)– mi promise che il giorno dopo miavrebbe portato la cronaca, mai scrit-ta, di una partita, ormai – apparente-

mente – dimenticata da tutti. Io nonimmaginavo di quale incontro si trat-tasse; pensai che forse si riferisse aTraktori-Labinoti, data persa 0-3 adentrambe nella stagione 1965-66;oppure 17 Nëntori-Partizani ugual-mente 0-3 a tavolino a tutt’e due(1966-67), ma invece sbagliavo.

La sera dopo, alle 20:00 precisis-sime, l’anziano tifoso, mi portò un

resoconto, e mi salutò andando via,non prima però di avermi detto cheera dell’ex Città Stalin situatanell’Albania centro-meridionale, tor-nata Kuçovë ad inizio anni Novanta.Solo dopo aver letto quella carta miresi conto che non conoscevo il nomedi quell’attempato sportivo.

Il Naftëtari [trad.: lavoratore delpetrolio], squadra di Città Stalin[Qyteti Stalin], nella stagione 1986-87 retrocesse in seconda categoria[serie B]. A fine stagione 1987-88giunse seconda e, per regolamento,doveva disputare con la DinàmoTirana quart’ultima in prima catego-ria [serie A], uno spareggio per lamassima serie. La Dinàmo, squadradel Ministero degli Interni e dellaPolizia politica – già 14 volte campio-ne d’Albania, 10 volte vincitrice dellaCoppa della Repubblica e 3 dellaSpartachiade Nazionale e mai retro-cessa nella sua storia – quella stagio-ne era molto debole, ed il Naftëtariera il netto favorito, almeno sullacarta. A Tirana, il 2 giugno 1988, la

Dinàmo vinse a stento 1-0, con note-voli favori arbitrali. Nella partita diritorno a Città Stalin (5 giugno) siaccompagnò alla Dinàmo una camio-netta militare con forze di polizia dipronto intervento. Come si evince, ilgoverno albanese non solo non avreb-be mai permesso che un proprio orga-no retrocedesse, ma immaginava chesarebbe successo qualcosa. In effettida quella partita, giocata nellaStalingrado albanese, l’ultima

nomenklatura staliniana al mondo ini-ziò a vacillare. Tra l’altro la situazio-ne economica a Città Stalin, ed inaltre città albanesi, che non fossero lemaggiori, era gravissima. Le famiglieavevano diritto solo a 5 coppie d’uo-va, un chilo di carne, uno o due di for-maggio (a seconda dei componenti) ead un pacchetto di caffè da 100 gram-mi.

Ma torniamo alla partita. L’arbitrocondusse una direzione parziale, spe-cie in occasione della rete dellaDinàmo (Vila 82’). Da subito prote-starono i calciatori e poi, fragorosa-mente, il pubblico. Le forze di poliziasi disposero a bordo campo a difesadei calciatori della Dinàmo. La noti-zia uscì fuori dallo stadio e si ebberodegli scontri nelle vie. La gente diCittà Stalin (non solo i tifosi delNaftëtari) col pretesto di contestare lacondotta della gara, dappertutto – eper la prima volta nella storiadell’Albania comunista – inscenò unagrande manifestazione di protestacontro il regime di Tirana, arrivandoal punto d’incendiare un’auto dellapolizia. Nel frattempo le forze del-l’ordine protessero e poi presero sottocustodia i calciatori della Dinàmo e laterna arbitrale. Contemporaneamentegli agenti di Città Stalin effettuarononumerosi arresti, che si protrassero ilgiorno dopo con quasi 300 fermi erelativi processi; anche il sindacopassò i guai. La FederazioneAlbanese di Calcio (FederataShqiptare e Futbollit), d’accordo colComitato Centrale del Partito delLavoro d’Albania (Partia e Punës eShqipërisë), squalificò il Naftëtari,per responsabilità oggettiva per la sta-gione 1988-89, compiacendosi difarlo ripartire dalla serie B nella1989-90.

Città Stalin – centro di estrazionepetrolifera – e le altre cittadine mino-ri d’Albania erano lasciate in unostato di povertà e fatiscenza, mentreTirana, Durrës, Elbasan, Shkodër,

Vlorë, ecc., venivano trattate almeglio.

Per cui il Partito sapeva di trovar-si di fronte ad un dilemma. O lasciarela Dinàmo al suo destino ammettendola propria impotenza, oppure opporsiche un’eventuale vittoria del Naftëtarirappresentasse il riscatto di coloro chenel Paese contavano ben poco. Optòper la seconda soluzione, in quanto

nel primo caso la promozione delNaftëtari, contrariamente alla mag-gior parte degli affari albanesi, nonpoteva essere di certo nascosta ai cit-tadini.

Gli incidenti non furono sicura-mente il frutto di una rete da non con-validare, ma l’espressione di unmalessere generale ch’era diffuso intutto il Paese. Il Ministero degliInterni, oltretutto, sbagliò a disporrele forze speciali. Infatti esse nonerano state distribuite con cautela aCittà Stalin prima dell’incontro, quin-di i cittadini colsero in anticipo unasospetta affluenza di militari.Un’auto della polizia si piazzòfra Lushnjë e Berat, altre fraFier e Berat; inoltre unacamionetta con quasi trentateste di cuoio fece base a UraVajugore nei pressi diPoshnje, centro a 3 chilometrida Città Stalin, e incrocio frale strade dirette alle tre sud-dette città.

In Albania i fatti dellosport (specie del calcio) spes-so collegano la sua politica adeventi epocali; basti pensareche il 13 settembre 1986,quattro giorni prima della par-tita di Coppa UEFAFlamurtari-Barcellona 1-1,l’Agenzia TelegraficaAlbanese annunciava cheTirana e Madrid si eranoaccordate per stabilire relazio-ni diplomatiche al massimolivello (il 1° ottobre il ritornoa Barcellona finì 0-0, e lasquadra di Vlorë fu eliminataper la rete in trasferta deglispagnoli).

Il 6 dicembre, mentre erosull’aereo Tirana-Roma rilessispesso quel documento,un’importante e storica testi-monianza di quei misteriosi eviolenti fatti, accaduti nelcorso di Naftëtari-Dinamo 0-1. Tornato a Pisa, mi tuffai nelmio archivio personale, e sfo-gliando il n. 46, 6 giugno1988, di “Sporti popullor”pensai: “Meglio tacere chenon mentire”, guardando illaconico comunicato cheannunciava la permanenzadella Dinamo in serie A. Mada quel 6 giugno presero il viarapidi cambiamenti.

L’inizio della fine

Al momento in cui sidisputò la partita, era in caricail governo Adil Çarçani IV dal

19 febbraio 1987: 17° esecutivo alba-nese dalla fine della seconda guerramondiale, e terzo primo ministrodopo Enver Hoxha (1944-54; mortonel 1985), e Mehmet Shehu (1954-81;suicida nel 1981). Il Gabinetto eraformato da: Besnik Bekteshi (vicepri-moministro), Hekuran Isai(Viceprimoministro e Ministro degliInterni), Manush Myftiu(Viceprimoministro), Vangjel Çërrava(Viceprimoministro), Reis Malile(Ministro degli Esteri), Prokop Murra(Ministro della Difesa Popolare),Niko Gjyzari (Presidente della

Commissione dei Piani di Stato),Enver Halili (Presidente dellaCommissione di Controllo Statale),Andrea Nako (Ministro delleFinanze), Llambi Gegprifti (Ministrod’Industria e Miniere), LavdoshHametaj (Ministro dell’Energia), VitoKapo (Ministro dell’IndustriaLeggera; [vedova di Hysni Kapodetto ‘Besniku’]), Jovan Bardhi(Ministro dell’Industria Alimentare),Themie Thomai (Ministrodell’Agricoltura), Ismail Ahmeti(Ministro dei Lavori Pubblici), LuanBabameto (Ministro dei Trasporti),

Osman Murati (Ministro delCommercio Interno), Shane Korbeci(Ministro del Commercio Estero),Xhemal Tafaj (Ministro dei ServiziPubblici), Skënder Gjinushi (Ministrodell’Educazione), Ahmet Kamberi(Ministro della Sanità), FarudinHoxha (Ministro del Præsidim delConsiglio dei Ministri; nuovo dicaste-ro creato nel febbraio 1988).

Nel febbraio 1989 cominciò l’ini-zio della fine del regime comunista:Besnik Bekteshi, Hekuran Isai (congl’Interni) e Vangjel Çërrava (cherestò comunque candidato membro al

CC del PLA) rimossi daViceprimiministri; Bekteshipassò al Ministero delleIndustrie e Miniere e presel’interim del Ministerodell’Energia (rispettivamenteerano di Llambi Gegprifti[che rimase candidato mem-bro al CC del PLA] eLavdosh Hametaj). I tre furo-no sostituiti rispettivamenteda Pali Miska (anche alMinistero dell’Agricoltura alposto di Themie Thomai),Manush Myftiu (anche allaPresidenza dellaCommissione di ControlloStatale al posto di EnverHalili, che andò al nuovoincarico di SegretarioGenerale presso laPresidenza del Consiglio deiMinistri) e Simon Stefani(anche al Ministero degliInterni al posto di HekuranIsai, ma Isai diventò uno deiSegretari del ComitatoCentrale del PLA), vi furonotre vicepriminiatri al posto diquattro. Al Ministero deiTrasporti Hajredin Çelikuinvece di Luan Babameto.

Nell’estate 1990 HekuranIsai divenneViceprimoministro e tornòagli Interni al posto diStefani, che venne dirottatoalla Commissione diControllo Statale all’incaricodi Manysh Myftiu che fudestituito anche daViceprimoministro (in totaledue viceprimiministri inluogo di tre). Alla difesa KiçoMustaqi al posto di ProkopMurra; alla Commissione deiPiani di Stato Bujar Kolanecial posto di Niko Gjyzari(dirottato alla SegreteriaGenerale presso laPresidenza del Consiglio deiMinistri); all’industria legge-ra Bashkim Sykaj al posto di

Vito Kapo; Ylli Bufi (futuro primoministro) al posto di Jovan Bardhiall’industria alimentare; Pajtim Ajazial posto di Osman Murati alCommercio Interno; Xhemal Tafajsollevato dal Ministero dei ServiziPubblici senza essere sostituito; nelfrattempo (maggio 1990) era statoripristinato il “borghese” Ministerodella Giustizia con a capo EnverHalili (che lasciò la SegreteriaGenerale presso la Presidenza delConsiglio dei Ministri). Xhelin Gjoni,Vangjel Çërrava e Kiço Mustaqi pro-mossi fra i Segretari del CC del PLA;furono destituiti: Rita Marko, ProkopMurra e Manush Myftiu. Come can-didati membri giunsero: XhemalDymylja, Niko Gjyzari e Pirro Kondi.

A metà dicembre 1990 vennerorimossi dall’Ufficio Politico del CCdel PLA: Muho Asllani, Foto Çami,Hajredin Çeliku, Lenka Çuko, SimonStefani, Pirro Kondi e Qirjako Mihali.La vedova di Enver, Nexhmije, sidimise da presidente del FronteDemocratico d’Albania (FrontiDemokratik i Shqipërisë), sostituitada Adil Çarçani (poi Çarçani fu solle-vato dall’incarico e il FDA sciolto). Afine dicembre Spiro Dede diventò unodei Segretari del CC del PLA.

Il partito comunista si spegne

Il 20 febbraio 1991, il presidentedel Præsidium dell’AssembleaPopolare, Ramiz Alia, destituì ilgoverno Çarçani IV, e nominò ilgoverno provvisorio Fatos Nano I: laluce del Partito si era spenta.

Il governo Nano pur essendo

ancora sotto la guida del PLA (che il12 giugno 1991 cambierà nome inPartia Socialiste e Shqipërisë) “sui-cidò” la vecchia guardia enverista.Restarono solo Ramiz Alia ed il vec-chio capo partigiano Haxhi Lleshi(Presidente del Præsidiumdell’Assemblea Popolare dal maggio1954 al 22 novembre 1982, poi sosti-tuito dallo stesso Alia, carica cheequivaleva a Presidente dellaRepubblica); Lleshi tornò il 20 feb-braio 1991, quando Ramiz Alia –

assumendosi ad interim pieni poteripresidenziali – dimise il gabinetto diAdil Çarçani, istituendo il ConsiglioPresidenziale composto dall’anziano

maresciallo Haxhi Lleshi e da: KiçoBlushi, Minella Dalani, KleanthiKoçi, Rexhep Mejdani, XhenetMuço, Fatos Nano e Lefter Xhuveli.

Il primo governo di Fatos Nano,garantì la transizione e la democraziain Albania, e preparò le prime elezio-ni pluripartitiche (31 marzo, 7 e 14aprile 1991).

Trascorso poco meno di un anno emezzo, Tirana riallacciava le relazionicon Mosca il 30 luglio 1990: ripresadiplomatica avvenuta alle condizioni

imposte dagli Albanesi,che il 29 marzo 2003 sisono permessi pure illusso di umiliare l’exsuperpotenza a Shkodërper 3-1, in un incontrovalevole per iCampionati Europei dicalcio.

L’URSS cessava diesistere (25 dicembre1991), ed esattamente100 giorni dopo RamizAlia, l’“ultimo impera-tore”, rassegnava ledimissioni (3 aprile1992), ponendo fine a48 anni di potere comu-nista in Albania.

Il tramonto europeodell’evo comunista siconsumava a Tirana, eforse era cominciato aCittà Stalin nel corso diNaftëtari-Dinamo 0-1,oggi dimenticato play-out per stabilire chinella stagione 1988-89

dovesse disputare la prima catego-ria... histoire événementielle anti-Bloch naturalmente...

Giovanni Armillotta

RINASCITA 8 Storia RINASCITA 9

Albania, Città Stalin: una partitadi calcio e la fine di un’era

In edicola in Serbia

Da Naftëtari-Dinamo 0-1 alla caduta dell’ultimo regime stalinista al mondo

Lo scespiriano ufficio politico eletto al termine del VI Congresso del PLA (1-7novembre 1971): Abdyl Këllezi (1ª fila/1° da sinistra, filocinese, fucilato nel1976), gen. Beqir Balluku (1ª/3°, filocinese, fucilato nel 1975), gen. Kadri Hazbiu(2ª/2°, filo USA-URSS-Jugoslavia, fucilato nel 1983), Koço Theodosi (2ª/3°, filo-cinese, fucilato nel 1976), Mehmet Shehu (3ª/1°, sospettato filo USA-URSS-Jugoslavia, suicida nel 1981), gen. Petrit Dume (4ª/1°, filocinese, fucilato nel1975), Pirro Dodbiba (4ª/3°, filosovietico, fucilato nel 1977).

Il laconico comunicato sull’esito della partita Naftëtari-Dinàmo 0-1, apparso su “Sporti popullor”, N.46 di lunedì 6 giugno 1988, a pagina 3

Lo stemma della DinàmoTirana

L’allora stemma del NaftëtariQyteti Stalin

La zona interessata agli spostamenti di truppe