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RILIEVO RILIEVO DI DI PARTICOLARI PARTICOLARI TOPOGRAFICI TOPOGRAFICI 2 I PARTICOLARI TOPOGRAFICI I PARTICOLARI TOPOGRAFICI Nella topografia classica il territorio viene rappresentato in maniera discreta discreta, considerando solo quei punti solo quei punti che ne descrivono la forma forma e le dimensioni dimensioni in maniera sufficientemente corretta. I punti utilizzati nel rilievo sono detti caratteristici caratteristici, o di dettaglio dettaglio (topografia per punti). La fedeltà rappresentativa del rilievo e le sue corrette implicazioni economiche dipendono dal numero numero e dal tipo tipo di punti di dettaglio selezionati. Con un numero troppo limitato di punti verrebbero prodotte carte poco rappresentative del territorio. Con un numero troppo elevato di punti verrebbero prodotte carte inutilmente costose . I punti di dettaglio dettaglio vengono poi utilizzati nella costruzione delle mappe mappe e delle carte carte per rappresentare graficamente il territorio e i suoi oggetti. Pertanto essi dovranno definire i particolari particolari e gli elementi significativi del terreno terreno e dei manufatti manufatti che comprende (per cui sono anche chiamati particolari topografici particolari topografici) . Il rilievo dei punti di dettaglio deve sempre essere preceduto dalla realizzazione della rete di inquadramento, che fornirà l’insieme dei punti noti da cui partire per rilevare i particolari del territorio

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RILIEVO RILIEVO DIDI PARTICOLARI PARTICOLARI TOPOGRAFICITOPOGRAFICI

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I PARTICOLARI TOPOGRAFICII PARTICOLARI TOPOGRAFICI

Nella topografia classica il territorio viene rappresentato in maniera discretadiscreta, considerando solo quei puntisolo quei punti che ne descrivono la formaforma e le dimensionidimensioni in maniera sufficientemente corretta. I punti utilizzati nel rilievo sono detti caratteristicicaratteristici, o di dettagliodettaglio (topografia per punti).

La fedeltà rappresentativa del rilievo e le sue corrette implicazioni economichedipendono dal numero numero e dal tipotipo di punti di dettaglio selezionati. Con un numero troppo limitato di punti verrebbero prodotte carte poco rappresentative del territorio. Con un numero troppo elevato di punti verrebbero prodotte carte inutilmente costose .

I punti di dettagliodettaglio vengono poi utilizzati nella costruzione delle mappemappe e delle cartecarteper rappresentare graficamente il territorio e i suoi oggetti. Pertanto essi dovranno definire i particolariparticolari e gli elementi significativi del terrenoterreno e dei manufattimanufatti che comprende (per cui sono anche chiamati particolari topograficiparticolari topografici) .

Il rilievo dei punti di dettaglio deve sempre essere preceduto dalla realizzazione della rete di inquadramento, che fornirà l’insieme dei

punti noti da cui partire per rilevare i particolari del territorio

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DALLDALL’’INQUADRAMENTO AL DETTAGLIOINQUADRAMENTO AL DETTAGLIOPrima si effettua lPrima si effettua l’’inquadramentoinquadramento, poi, partendo da questo, il , poi, partendo da questo, il dettagliodettaglio

4

LA NUMERAZIONE DEI PUNTILA NUMERAZIONE DEI PUNTI

I punti di dettaglio costi-tuiscono la grande mag-gioranza dei punti del ri-lievo (ma richiedono mino-re precisione rispetto a quelli di inquadramento).

Essi vengono numerati progressivamente e sono riferiti ad uno o più punti della rete di inquadramento ed in seguito vengono ri-portati sulla carta for-nendo la rappresentazione grafica del territorio.

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IL RUOLO DELLA SCALAIL RUOLO DELLA SCALA

Nei punti di dettaglio (al contrario dei punti di inquadramento) la precisione dipende dagli aspetti grafici (errore di graficismo ≅ ¼ mm) , quindi èdirettamente condizionata dalla scala di rappresentazione

Inoltre i particolariparticolari “visibili” su una carta (dunque quelli cha vanno rilevati) sono anch’essi da mettere in relazione alla scala di rappresentazione (oltre che dagli scopi per cui viene realizzata la carta stessa), che, pertanto, condiziona direttamente anche il numero dei punti rilevati

Esempio: fabbricato di larghezza 8m

• In scala 1:25.000 dovrebbe essere rappresentato con un segmento 0,32mm

• In scala 1:2.000 può essere rappresentato realmente con un segmento 4mm

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NATURA DEI PUNTI NATURA DEI PUNTI DIDI DETTAGLIODETTAGLIO

ELEMENTI NATURALIELEMENTI NATURALI

1. la morfologia (elementi salienti che nel loro insieme costituiscono le caratteristiche fisiche del territorio)

2. la vegetazione (singole essenze, filari o zone di copertura)

3. l'idrografia (corsi d'acqua, canali, fossati, linee di compluvio e displuvio

ELEMENTI ARTIFICIALIELEMENTI ARTIFICIALI

1. la rete viaria (cigli e assi di strade e ferrovie con i relativi manufatti come ponti, passi, aiuole, pedonali, svincoli)

2. insediamenti urbani (edifici, monumenti, elementi di arredo urbano e quant'altro concorra alla formazione del tessuto urbano)

3. reti tecnologiche (linee elettriche, telefoniche, fognature, ecc., con i loro manufatti quali pali, tralicci, pozzetti, caditoie)

4. Confini (possono essere sia di proprietà che di coltura)

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EIDOTIPOEIDOTIPOIl rilievo deve sempre essere preceduto da un attento sopralluogo durante il quale sarà verranno redatti gli eidotipi, perlopiùuno per ogni stazione di rilievo, sui quali andranno riportati, sotto forma di schizzo, tutti i particolari da rilevare .

Su di esso verranno individuati i punti da rilevare a cui verrà poi assegnato un codice di identificazione, perlopiùdi tipo numerico e progressivo (1, 2, 3, 4, 5…..) nell’ambito di tutto il rilievo o di ciascuna stazio-ne di partenza (A1, A2, A4, A5, …..).

METODI METODI DIDI RILIEVO RILIEVO PLANIMETRICO DEI PLANIMETRICO DEI

PARTICOLARIPARTICOLARI

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METODI METODI DIDI RILIEVORILIEVOIn passato i metodi di rilievo planimetrico dei particolari erano numerosi,

perlopiù legati all’impiego di strumenti molto semplicistrumenti molto semplici.

La moderna tecnologia ha reso molti di questi metodi non più attuali mentre ha enfatizzato le caratteristiche di altri.

Oggi il metodo che più degli altri beneficia delle opportunità fornite dalle moderne stazioni totali è il metodo per ‘irradiamentoirradiamento’, che dunque, è il piùutilizzato. In alcuni contesti trova pure applicazione il metodo per ‘allineamenti e allineamenti e

squadrisquadri’; gli altri metodi, di fatto, sono ormai abbandonati.

ALLINEAMENTI ALLINEAMENTI E SQUADRIE SQUADRI

IRRADIAMENTOIRRADIAMENTO

A,B,C,D,E,A,B,C,D,E,……..INQUADRAMENTOINQUADRAMENTO

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METODO: IRRADIAMENTOMETODO: IRRADIAMENTO

Occorre fare stazione con un goniometro su un punto della rete di inquadramento(dunque di posizione nota). Dopo avere orientato correttamente il cerchio orizzontale, si collimano i punti di dettaglio misurando in corrispondenza di ciascuno l’azimut azimut e la distanza distanza dalla stazione (coordinate polari) .

L’operazione di orientamentodel cerchio orizzontale consiste nel far coincidere l’origine del cerchio con la direzione passante per la stazione e parallela all’asse delle ordinate.

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In passato le distanze venivano misurate in modo diretto (quando il numero dei punti era modesto), o in modo indiretto collocando la stadia su ciascun punto di dettaglio. Dunque il campo dcampo d’’azioneazione della stazione era modesto (≅100-150m)

Attualmente vengono utilizzate stazioni totali con le quali la distanza viene misurata in modo elettronico con grande rapidità, e dilatando significativamente il campo dcampo d’’azioneazionedella stazione (≅ 1Km ostacoli permettendo)

Da ciascuna stazione si rileveranno i punti da essa visibili e in posizione conveniente. Tuttavia è buona norma scegliere alcuni punti (2 o 3) da rilevare da due stazioni contigue; ciò permetterà di eseguire controlli

METODO: IRRADIAMENTOMETODO: IRRADIAMENTO

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RILIEVO: parcheggio pubblico sulla via Manzoni OP.: Geom. Rossi

STAZIONE: S1 X = 51,360m Y = 38,482m ST.: GTS 6/B

P.to AZIMUT DISTANZE DESCRIZIONE

1 317,1730 40,615 ciglio strada

2 346,0380 22,530 ciglio strada

3 374,5690 18,143 ciglio strada

4 49,2480 30,688 ciglio strada

5 346,8270 20,430 bordo ingresso del parcheggio

6 367,8965 17,102 bordo ingresso del parcheggio

7 335,1965 16,740 bordo ingresso del parcheggio

8 359,7760 12,460 bordo ingresso del parcheggio

9 327,2315 16,977 bordo ingresso del parcheggio

10 320,0660 20,388 bordo parcheggio

.. …… ……. …………………

Le misure eseguite venivano trascritte in un apposito libretto o registro delle misure, strutturato in modo da tener conto della strumentazione utilizzata

Attualmente le misure non sono più trascritte manualmente, ma registrate automaticamente sui dispositivi di memorizzazione dello strumento

IL LIBRETTO DELLE MISUREIL LIBRETTO DELLE MISURE

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Nel contesto dei rilievi catastali gli oggetti sono fabbricati e linee di confine. Il metodo di rilievo per irradiamento deve poi essere inserito nel contesto di una maglia triangolare di punti noti detti punti fiduciali collegati a mezzo di una serie di stazioni (dette stazioni celerimetriche)

Le stazioni sono indicate con 100, 200, 300, ecc.. mentre i punti di dettaglio sono codificati in modo progressivo partendo dal numero che individua ciascuna stazione( es. 101, 102, 103, ecc. ; 501, 502, 503, ecc.)

IRRADIAMENTO IN AMBITO CATASTALEIRRADIAMENTO IN AMBITO CATASTALE

METODO: ALLINEAMENTI E SQUADRIMETODO: ALLINEAMENTI E SQUADRI

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Occorre definire uno o più allineamenti principali, che non contengono punti da rilevare, ma che fungono da inquadramento alle successive operazioni.

Vengono poi definiti gli allineamenti secondari, che iniziano da punti sugli allineamenti principali e a loro ortogonali (squadri realizzati con strumenti) facendoli passare per i punti da rilevare

Infine si eseguono le misure delle distanzedistanze sia sugli allineamenti principali(X) che quelle sugli allineamenti secondari (Y) che permettono il posizionamento inequivocabile dei punti di dettaglio da rilevare

ALLINEAMENTOPRINCIPALE

ALLINEAMENTOSECONDARIO

90°

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METODO: ALLINEAMENTI E SQUADRIMETODO: ALLINEAMENTI E SQUADRI

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Gli allineamenti principali devono essere baricentrici rispetto ai particolari topografici da rilevare

In generale gli estremi di questi allineamenti sono punti della rete di inquadramento rilevati in precedenza, in ogni caso essi devono essere ben definiti e facilmente ripristinabili

ALLINEAMENTOPRINCIPALE

ALLINEAMENTOSECONDARIO

LA CELERIMENSURALA CELERIMENSURA

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I PROBLEMI CONNESSI AL I PROBLEMI CONNESSI AL RILIEVO DEI PARTICOLARIRILIEVO DEI PARTICOLARI

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Nelle reti di inquadramento, che riguardano sempre pochi punti, il problema maggiore è la precisione da raggiungere nel posizionamento dei punti.

Al contrario, nel rilievo dei particolari, la precisione è assai meno rilevante, mentre divengono importantissime la tecnica operativa e l’organizzazione del rilievo, al fine di renderlo efficiente e rapido, considerando che esso deve sempre essere esteso a un cospicuo numero di punti.

Nella prima metà dell’800, Ignazio Porro, teorizzò la razionalizzazione delle tecniche di rilievo dei particolari considerando contemporaneamentecontemporaneamente sia l’aspetto planimetricoplanimetrico che quello altimetricoaltimetrico.

Propose dunque una nuova tecnica operativatecnica operativa di rilievo di dettaglio che chiamò celerimensuracelerimensura, a mezzo della quale, venne eseguita buona parte dei lavori cartografici di piccole e grandi estensioni (in questo caso fino all’avvento della fotogrammetria).

IL TACHEOMETROIL TACHEOMETRO

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Ignazio Porro, non circoscrisse il suo lavoro alla sola razionalizzazione e ottimizzazione della tecnica di rilevamento, ma concepìanche lo strumento da utilizzare nella nuova tecnica di rilievo.

Tale strumento era il tacheometro, goniometro di modesta precisione ma, per l’epoca, di facile e rapido impiego.(in effetti la celerimensura talvolta veniva chiamata tacheometria)

Ignazio Porro, non circoscrisse il suo lavoro alla sola razionalizzazione e ottimizzazione della tecnica di rilevamento, ma concepìanche lo strumento da utilizzare nella nuova tecnica di rilievo.

Tale strumento era il tacheometro, goniometro di modesta precisione ma, per l’epoca, di facile e rapido impiego.(in effetti la celerimensura talvolta veniva chiamata tacheometria)

Sotto l’aspetto teorico il principio della celerimensura:

è quello di abbinare contemporaneamente al rilievo planimetrico per irradiamento (coordinate polari), la livellazione tacheometrica, realizzando la sintesi dei due metodi di rilievo e ottenendo la posizione spaziale dei punti di dettaglio.

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LA CELERIMENSURA CLASSICALA CELERIMENSURA CLASSICA(Tacheometro e stadia)(Tacheometro e stadia)

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Lo strumento usato sia per la misura degli angoli, sia per la misura indiretta delle distanze(con stadia verticalestadia verticale), sia per la misura del dislivello, era, come detto, il tacheometrotacheometro, il cui cerchio orizzontale veniva orientato, mediante l'apparato di ripetizione.

XX

ZZ

YY

S(XS; YS; QS)

P (X; Y; Q)

ϕ

ls

lm

li

D

∆∆∆∆AB

ϑhS

X = XS + KS sen2 ϕ senϑY = YS + KS sen2 ϕ cosϑQ = QS + KS senϕ cosϕ + hS − lm

X = XS + KS sen2 ϕ senϑY = YS + KS sen2 ϕ cosϑQ = QS + KS senϕ cosϕ + hS − lm

EQUAZIONI DELLA CELERIMENSURA CLASSICAEQUAZIONI DELLA CELERIMENSURA CLASSICA

LA CELERIMENSURA MODERNALA CELERIMENSURA MODERNA(Stazione Totale)(Stazione Totale)

Lo strumento usato per la misura di angoli, distanze e dislivelli, è la stazione totale elettronica, con prisma riflettente collocato sui punti di dettaglio. Essa può anche fornire direttamente le coordinate dei punti rilevati dalla stazione.

XX

ZZ

YY

S(XS; YS; QS)

P

ϕ

DD

∆AB

ϑ

∆∆∆∆*hP

hS

(X; Y; Q)

X = XS + D senϑY = YS + D cosϑQ = QS + ∆* + hS − hP

X = XS + D senϑY = YS + D cosϑQ = QS + ∆* + hS − hP

EQUAZIONI DELLA EQUAZIONI DELLA CELERIMENSURA MODERNACELERIMENSURA MODERNACon stazione non configurata

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ORGANIZZAZIONE DEL RILIEVO ORGANIZZAZIONE DEL RILIEVO DEI PARTICOLARIDEI PARTICOLARI

PICCOLE ESTENSIONIPICCOLE ESTENSIONI

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Si realizza una poligonale principale che interessa la globalità del territoriocollocata in prossimità del confine. Su di essa viene poi eseguita una livellazione composta dal mezzo per la definizione precisa delle quote.

Da essa, successivamente, si sviluppano le poligonali secondarie i cui vertici dovranno essere distribuiti realizzando la necessaria densità per rilevare i dettagli.

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MEDIE E GRANDI ESTENSIONIMEDIE E GRANDI ESTENSIONI(NELLA CONCEZIONE CLASSICA)(NELLA CONCEZIONE CLASSICA)

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In questo caso il compito delle poligonali, princip-ali e secondarie, è quello di raffittimento finale. Il loro impiego deve essere preceduto dall’esecuzione di una rete di livello superiore realizzata con triangola-zioni (in passato) o con GPS (oggi)

Quando poi l’estensione diviene molto grande(intere regioni) oggi l’unico modo di procedere per realizzare il rilievo dei particolari e produrre la carta del territorio, è quello fotogrammetrico

RILIEVO DEI PARTICOLARI RILIEVO DEI PARTICOLARI ALTIMETRICIALTIMETRICI

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LA QUOTA DEL PIANO LA QUOTA DEL PIANO DIDI MIRAMIRAIl piano di mira di un livello in una data stazionein una data stazione, è il piano orizzontale

generato dalla rotazione della linea di mira del cannocchiale attorno all’asse generale del livello (perfettamente rettificato e con bolla centrata).

La quota del piano di mira è la quota comune a tutti i punti del piano orizzon-tale prima descritto. Essa trova convenienti applicazioni nel calcolo delle quotedei punti di dettaglio rilevati con il livello.

Il suo valore si ottiene sommando la lettura lm al filo medio della stadia collocata su un punto C di quota nota, detto caposaldo, alla sua quota QC :

mCPMS lQQ += QC

lm

S

PMSQ

C

RILIEVO ALTIMETRICO LUNGO RILIEVO ALTIMETRICO LUNGO UNA LINEAUNA LINEA

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RILIEVO ALTIMETRICO RILIEVO ALTIMETRICO DIDI UNA LINEAUNA LINEA�� IN COSA CONSISTEIN COSA CONSISTE: in una tecnica di rilievo di dettaglio, generalmente realizzata con il livello, usata per rilevare l’andamento altimetrico del terreno secondo i lati di un percorso (linea con tratti rettilinei spezzati, ma anche con tratti curvilinei) che si sviluppa nello spazio. (es. asse di una strada costruita o da realizzare, di un canale, di una fognatura, di una linea elettrica ecc..).

�� II PUNTI CARATTERISTICIPUNTI CARATTERISTICI: durante il sopralluogo sul terreno, percorrendo ciascuno lato della linea, vengono fissati i punti caratteristici, in cui si avverte un cambiamento di pendenza del terreno (picchetti). Questi punti verranno poi utilizzati per realizzare la rappresentazione grafica del terreno.

�� IL LORO NUMEROIL LORO NUMERO: dipende dalle particolarità e dalle irregolaritàaltimetriche presenti sulla linea da rilevare, oltre alla scala di rappresentazione.

profilo del terreno

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RILIEVO ALTIMETRICO RILIEVO ALTIMETRICO DIDI UNA LINEAUNA LINEA�� LE MISURELE MISURE: le distanze parziali tra i punti caratteristici di dettaglio sulla linea possono essere misurate in modo diretto, mentre i dislivelli si misurano, perlopiù, nell’ambito di una livellazione geometrica composta dal mezzo

�� LA LIVELLAZIONELA LIVELLAZIONE: alcuni opportuni punti caratteristici vengono utilizzati per sviluppare una livellazione geometrica composta dal mezzo (dunque determinati altimetricamente con buona precisione), mentre la posizione altimetrica degli altri punti (detti punti intermedi) viene rilevata con il metodo in prossimitàdi un estremo

�� LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICALA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA: (profilo longitudinale) è costituita dal profilo del terrenoprofilo del terreno secondo i lati della linea sviluppata su un piano verticale

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ESEMPIO ESEMPIO DIDI RILIEVO RILIEVO DIDI UNA LINEAUNA LINEA� Facciamo riferimento alla linea A-E che si sviluppa nello spazio. Su di essa sono stati definiti i punti su cui eseguire la livellazione geometrica compostalivellazione geometrica composta dal mezzo (A, B, C, D, E), e quelli intermediintermedi di dettaglio definiti con una livellazione il prossimità di un estremo (1, 2, 3, 4, 5, ecc.. ).

A

B

C

D

E

1

23

4

5

6

7

810

11

9

� Il rilievo altimetrico della linea inizia con la scelta del caposaldo di riferimento, che immaginiamo situato in prossimità del primo punto A (e sarà il primo punto collimato), e si sviluppa poi con le stazioni del livello per rilevare i punti di dettaglio sulla linea

Caposaldo Q=40m

S1

S2

S3

S4

battute su punti dellalivellazione composta

battute su punti intermedi

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LA 1LA 1AA STAZIONE SSTAZIONE S11� Da essa si collima, per prima cosaper prima cosa, la stadia collocata sul caposaldocaposaldo per determinare la quota del piano di mira del livello in S1. Essa verrà utilizzata nel calcolo delle quote dei punti rilevati dalla stessa stazione

mQPMS 264,42264,240

1=+=

Q=40m

l=2,264

S1

Caposaldo

264,421

=PMSQ

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LA 1LA 1AA STAZIONE SSTAZIONE S11� Dopo avere determinato la quota del piano di mira del livello in S1, si collima la stadia collocata in A, 1, 2, ….B (che costituiscono il primo lato della linea)

mQA 486,39778,2264,42 =−=

S1

264,421

=PMSQ

� La quota di ciascun punto collimato da S1, viene ottenuto sottraendo la relativa lettura alla stadia alla quota del piano di mira della stazione

� La quota di ciascun punto collimato da S1, viene ottenuto sottraendo la relativa lettura alla stadia alla quota del piano di mira della stazione

liA=2,778

A

l1=2,055

1

mQ 209,40055,2264,421 =−=

2

l2=1,926

mQ 338,40926,1264,422 =−=

laB=1,474

B3

l3=1,522

mQ 742,40522,1264,423 =−=

mQB 790,40474,1264,42 =−=

32

LA 2LA 2AA STAZIONE SSTAZIONE S22� La quota di B permette di calcolare la quota del piano di mira del livello in S2, eseguendo la battuta sulla stadia collocata in B, e sommandola alla stessa quota di B

402,432

=PMSQ

� Successivamente si procede alla determinazione della quota di ciascun punto collimato da S2

mQ 958,40444,2402,434 =−=

4

l4=2,444

5

l5=2,362

mQC 394,41008,2402,43 =−=BS1 QB=40,790

264,421

=PMSQ

mQPMS 402,43612,2790,40

2=+=

C

laC=2,008li

B=2,612

S2

mQ 040,41362,2402,435 =−=

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LA 3LA 3AA STAZIONE SSTAZIONE S33

715,423

=PMSQ

mQ 151,41564,1715,426 =−=

6

l6=1,564

7

l7=1,615

mQD 418,41297,1715,42 =−=

CS2

QC=41,394

402,432 =PMSQ

mQPMS 715,42321,1394,41

3=+=

D

laD=1,297

liC=1,321

S3

8

l8=1,423

mQ 292,41423,1715,428 =−=mQ 100,41615,1715,427 =−=

34

LA 4LA 4AA STAZIONE SSTAZIONE S44

344,444

=PMSQ

mQ 539,41805,2344,449 =−=

9

l9=2,805

10

l10=2,701

mQE 909,41435,2344,44 =−=D

S3 QD=41,418

715,423

=PMSQ

mQPMS 344,44926,2418,41

4=+=

E

laE=2,435li

D=2,926

S4

mQ 643,41701,2344,4410 =−=

11

l10=2,687

mQ 657,41687,2344,4411 =−=

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IL REGISTRO DELLE MISUREIL REGISTRO DELLE MISURE� Le misure del rilievo altimetrico della linea ABCDE vengono raccolti in un registro che può presentare la seguente forma:

Staz. PuntiDist.Prog.

Letture filo medio della stadia QuotaP.M. Quote

Indietro Intermedio Avanti

S1 CAP.A123B

–0,0016,3036,4048,1062,56

2,7782,264

–2,0551,9261,522

– 1,474

42,264 40,00039,48640,20940,33840,74240,790

S2 B45C

–87,90100,40112,70

2,612 –2,4442,362

– 2,008

43,402 –40,95841,04041,394

S3 C678D

–132,60155,70175,90187,00

1,321 –1,5641,6151,423

– 1,297

42, 715 –41,15141,10041,29241,448

S4 D345E

–205,20237,90260,40282,70

2,926 –2,8052,7012,684

– 2,435

44,344 –41,53941,64341,65741,909

Σlind= 9,637 Σlav = 7,214 ∆AE = 9,637–7,214 = 2,423

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IL PROFILO DELLA LINEAIL PROFILO DELLA LINEA� La rappresentazione grafica del rilevo altimetrico lungo una linea prende il nome di profilo longitudinale.

� Il profilo longitudinale è un diagramma sviluppato su un piano verticale in cui sull’asse delle ascisse (X) vengono riportate le distanze progressive dei punti caratteristici (picchetti), mentre sull’asse delle ordinate (Y) vengono riportate le quote degli stessi punti.

I punti così ottenuti vengono successivamente uniti tra loro con segmenti rettilinei, dando luogo ad una spezzata, sviluppata sul piano verticale, che rappresenta il profilo del terreno lungo la linea considerata.

DISTANZE

QUOTE

1 2 3 4 5 6 7 8

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CONVENZIONI NELLA COSTRUZIONE CONVENZIONI NELLA COSTRUZIONE DEL PROFILO DELLA LINEADEL PROFILO DELLA LINEA

Le distanze (in ascisse) sono riportate sul profilo, con la scala ritenuta piùidonea (es 1:2.000), tenendo conto che lo sviluppo longitudinale della linea è sempre rilevante. Se poi si utilizzasse la stessa scala per riportare le quote in ordinate, si otterrebbe un profiloprofilo, non deformatonon deformato, ma assai appiattito, e quindi poco chiaro.

Un ulteriore accorgimento convenzionale, inoltre, è quello di riportare le quote facendo riferimento ad un piano orizzontale arbitrario(piano di paragone) di quota leggermente minore della quota minima dei picchetti presenti nel rilievo.

Un ulteriore accorgimento convenzionale, inoltre, è quello di riportare le quote facendo riferimento ad un piano orizzontale arbitrario(piano di paragone) di quota leggermente minore della quota minima dei picchetti presenti nel rilievo.

Per questo motivo, le quote (ordinate) vengono rappresentate con una scala maggiore, di solito 10 volte, rispetto a quella utilizzata per rappresentare le distanze.

Per questo motivo, le quote (ordinate) vengono rappresentate con una scala maggiore, di solito 10 volte, rispetto a quella utilizzata per rappresentare le distanze.

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IL PROFILOIL PROFILO

Registro del profiloRegistro del profilo

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RILIEVO ALTIMETRICO RILIEVO ALTIMETRICO DIDI UNA UNA FASCIA FASCIA DIDI TERRENOTERRENO

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RILIEVO PER SEZIONIRILIEVO PER SEZIONI� Quando il territorio da rilevare si sviluppa molto in una direzione e poco nell’altra, è il caso delle fasce di terreno destinate alla realizzazione di una strada o di un canale, esso viene rilevato per ‘sezioni’.

� In questo caso il terreno si rileva secondo tanti profili trasversali, detti ‘sezioni’, eseguiti con piani verticali normali rispetto ai punti intermedi dei lati di una linea poligonale, baricentrica rispetto alla fascia di terreno, rilevata in precedenza e rappresentata con un profilo longitudinale.

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RILIEVO RILIEVO DIDI UNA SEZIONEUNA SEZIONEIl rilievo delle ‘sezionisezioni’ viene perlopiù eseguito con il livello. La battuta l sul picchetto appartenente alla linea centrale fornisce la quota del piano di mira, le battute eseguite sui punti caratteristici forniscono l’andamento trasversale

llQQ P

PM +=

P1

l1

2

l2

3 4

l3 l4

SEZIONE - 3

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DISEGNO DISEGNO DIDI UNA SEZIONEUNA SEZIONEIl disegno della sezione è limitato a piccole dimensioni trasversali (10-50m) dunque non è più necessario adottare diverse scale di rappresentazione, e tutto il profilo (ascisse e ordinate) viene rappresentato con un’unica scala, perlopiù 1:100.

Le sezioni, che spesso sono numerose, vengono poi raccolte e fascicolate in un elaborato chiamato ‘quaderno delle sezioni’

Le sezioni, che spesso sono numerose, vengono poi raccolte e fascicolate in un elaborato chiamato ‘quaderno delle sezioni’