Riflessioni e approfondimenti attorno al testo di ... · Nel 1783 Kant pubblica i "Prolegomeni ad...

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Riflessioni e approfondimenti attorno al testo di Riflessioni e approfondimenti attorno al testo di Evandro Agazzi Dott. Fabio Togni

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Riflessioni e approfondimenti attorno al testo di Riflessioni e approfondimenti attorno al testo di Evandro Agazzi

Dott. Fabio Togni

Rivoluzione/i scientifica/che

� Da un’idea unitaria di scienza a una idea plurale: dalla SCIENZA alle SCIENZESCIENZA alle SCIENZE

� La SCIENZA come “invenzione” EUROPEA/OCCIDENTALE

� La nostra indagine della scienza è debitrice del nostro modo attuale di intendere la scienza

Dott. Fabio Togni

Attorno alla definizione di “scienza”

� Analizzando il suo percorso di studi e le conoscenze acquisite provi a trovare una definizione di che cosa sia “scienza”

� Provi ad individuare, secondo lei, da cosa le deriva tale idea, se esistono cioè delle precise matrici culturali (o episodi, esperienze, libri, apporti massmediali) alle quali può far riferire questa sua definizione.

Dott. Fabio Togni

Sul concetto di “RIVOLUZIONE”� Dall’astronomia alla storiografia: un esercizio di stile

dell’espansione dell’ idea di scienza dalla geometria (formale) alle scienze sociali.

� Dalla RIVOLTA alla RIVOLUZIONE: dall’ EVENTO al � Dalla RIVOLTA alla RIVOLUZIONE: dall’ EVENTO al PERIODO

� Dall’EPISODICO al SISTEMICO (ciclo ordine-disordine/continuità-discontinuità)

� La storia come successione di RIVOLUZIONI (approccio marxista/PROGRESSO) e la storia come unica grande RIVOLUZIONE (Godechot e la Rivoluzione Atlantica)

Dott. Fabio Togni

Il problema dell’ opinione e della verità

� Che cosa è un’opinione?

Esistono opinioni vere?� Esistono opinioni vere?

� Un dilemma: le opinioni vere sono verità o rimangono opinioni?

Dott. Fabio Togni

PLATONE: il Menone� E finché avrà una opinione corretta di ciò di cui altri ha scienza,

non sarà una guida peggiore, credendo cose vere senza capirle (phronòn), di chi le capisce (phronountos). (97b)

� Anche le opinioni vere, finché permangono, sono una bella ricchezza, capace di realizzare tutto il bene possibile; solo che ricchezza, capace di realizzare tutto il bene possibile; solo che non acconsentono a rimanere per lungo tempo, e fuggono via dall’anima umana, per cui non hanno un gran significato, a meno che non s’incatenino con un ragionamento fondato sulla causalità. Ma proprio in questo, compagno Menone, consiste l’anamnesis, quella reminiscenza su cui sopra ci siamo accordati. Se collegate, esse dapprima divengono epistemai e, quindi, cognizioni stabili. Ecco perché la scienza vale più dell'opinione corretta: la differenza tra episteme e opinione corretta sta, appunto, nel collegamento. (98a)

Dott. Fabio Togni

EPISTEME� NON SOLO SCIENZA

� SAPERE nel senso più pieno e genuino del termine indipendente dai contenuti cui tale sapere si applichi.

� RIFLESSIONE ULTERIORE RISPETTO � RIFLESSIONE ULTERIORE RISPETTO ALL’ESPERIENZA (METAFISICA)

� L’opinione vera è accidentale mentre l’episteme è generale e universale

Dott. Fabio Togni

AITIA� Non solo la CAUSA

� Piuttosto la RAGIONE PER CUI una cosa esiste: talvolta tale ragione può essere fatta risalire a una causa, talvolta è la casualità, talaltra il destino o un causa, talvolta è la casualità, talaltra il destino o un progetto preordinato.

� E’ una riflessione ulteriore che vuole andare oltre la accidentalità divenendo generale e universale (METAFISICA)

� Il mondo greco non ricerca solo le “cause” (come) ma le “finalità” (perchè)

Dott. Fabio Togni

Aristotele e la “natura del

collegamento”� La LOGICA ovvero gli schemi corretti di ragionamento

(dimostrazioni)

� PREMESSE indimostrate e indimostrabili � PREMESSE indimostrate e indimostrabili

evidenti, universali e necessarie colte dal nous(intelletto�intu-izionie)

� DEDUZIONE del logos (ragione � collegamento)

� CONCLUSIONI evidenti, universali e necessarie

Dott. Fabio Togni

Il METODO ASSIOMATICO� CONCLUSIONI FALSE NON DIPENDONO DA

PREMESSE FALSE MA DA COLLEGAMENTI/CONCATENAZIONI FALSE

� SODDISFA I CRITERI DI GENERALIZZAZIONE ED E’ � SODDISFA I CRITERI DI GENERALIZZAZIONE ED E’ QUINDI UNIVERSALE

� VALE PER LA SCIENZA IN QUANTO EPISTEME (sapere pieno)

Dott. Fabio Togni

La classificazione delle scienze

� Scienze TEORICHE (sapere come stanno le cose)

Scienze PRATICHE (sapere per agire correttamente)� Scienze PRATICHE (sapere per agire correttamente)

� Scienze POIETICHE (sapere per fare o produrre risultati o oggetti)

Dott. Fabio Togni

TEORETICHEFONDAMENTO/ESSENZE

FISICAEnti materiali

MATEMATICAEntità astratte ricavate

da enti concreti

METAFISICAPrincipi primi sempre

validi

Dott. Fabio Togni

EPISTEMEEPISTEME

PRATICHEAGIRE POIETICHE

FARE/PRODURRE

ETICAVita individuale

POLITICAVita collettiva

TECHNEArte di produrre in

modo efficace conoscendo le ragioni di tale

efficacia

� A ciascuna forma di scienza corrisponde una forma di razionalità

� C’è identità di struttura tra episteme e téchne� C’è identità di struttura tra episteme e téchne

Dott. Fabio Togni

«E’ ben vero che l’epistéme, ossia la scienza, ilsapere pieno, si caratterizza per il possesso dellaverità accompagnato dalla conoscenza delle“ragioni” (dei “perché” e delle “cause”, perutilizzare la terminologia classica), ma èaltrettanto vero che la téchne non è il semplicesaper fare (ossia il possesso di un’abilità esecutiva,saper fare (ossia il possesso di un’abilità esecutiva,affinata da esperienza e addestramento), ma deveanche accompagnarsi con la conoscenza delle“ragioni” per le quali tale fare è efficace, e taliragioni sono indicate con gli stessi termini(“conoscere il perché e la causa”) anche nel casodella tèchne». (p. 24)

Dott. Fabio Togni

Quesito conclusivo

Perché la civiltà greca ha prodotto Perché la civiltà greca ha prodotto una rigorosa e approfondita

riflessione matematica e poca ricerca nel campo della fisica?

Dott. Fabio Togni

La modernità: dal metodo

assiologico al metodo sperimentale� Ripensamento radicale ed esplicito del concetto

classico di scienza� Nascita della scienza naturale� Nuovo modello di conoscenza

Dott. Fabio Togni

� Nuovo modello di conoscenza� Rivoluzione lungamente preparata?

� Critica della fisica aristotelica� Diffusione dello spirito naturalistico� Abbandono della metodologia deduttivistica� Predilezione degli strumenti matematici quantitativi e

abbandono ed esclusione di quelli qualitativi

Galileo Galilei•Accordo con la tradizione nel considerare la scienza come sinonimo del sapere con l’eccezione delle scienze naturali ove non è possibile cogliere le essenze ma solo alcuni accidenti•Nello studio vanno scelte solo quelle qualità (figura, numero, posizione spaziale) che possano essere

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numero, posizione spaziale) che possano essere matematizzabili e quindi “oggettive” al fine di DIRE COSE VERE non diverse dalle conoscenze che di esse Dio può averne dando MATEMATICHE DIMOSTRAZIONI alle SENSATE ESPERIENZE (esperimento)•Nasce il metodo sperimentale: si formulano delle ipotesi che vanno dimostrate mediante esperimenti•Egli segna il passaggio dalla osservazione diretta all’osservazione strumentale, dove lo strumento ha una funzione centrale poiché offre una misura delle grandezze fisiche.

Isaac NewtonRiuscì a costruire rispettando la struttura assiomatica della scienza classica, un quadro del mondo fisico che è coerente offrendo una spiegazione unitaria e onnicomprensiva di svariati fenomeni

Dott. Fabio Togni

Metafisica implicita e/o

materialismo esplicito?� Comte: dallo stadio teologico allo stadio metafisico

dallo stadio metafisico allo stadio positivo� La metafisica non riguarda l’esperienza sensibile e la

scienza si occupa dei fatti (dati d’esperienza) e della loro interpretazionescienza si occupa dei fatti (dati d’esperienza) e della loro interpretazione

E’ solo materialismo? Oppure è metafisica di tipo materialista?Come garantire l’unità del reale?

Dott. Fabio Togni

René Descartes� Soluzione ad hoc del problema dell’unità

del reale… res cogitans (della teologia e della metafisica) e res extensa (della scienza)scienza)

� L’elemento di congiunzione (strumento di sintesi) biofisico (la ghiandola pineale)

Dott. Fabio Togni

Emanuel Kant� E’ vera scienza quella che “cumula”

(progredisce) e nasce dall’accordo degli specialisti in quel campo

� Matematica e fisica sono indubitabilmente scienze scienze

� La METAFISICA COME SCIENZA. Si ha conoscenza solo se l’intelletto applica alle intuizioni sensibile delle forme pure (categorie). Tale incontro è la sintesi a prioriche costruisce gli oggetti della conoscenza che sono solo fenomeni (cose che si mostrano) e non noumeni (cose in sé)

Dott. Fabio Togni

Nota: critica della ragion pura I1. l'intuizione è solo del sensibile perché solo con la sensibilità un

oggetto è "dato";

2. l'intuizione sensibile coglie solo il singolare, il puro dato di fatto: di conseguenza ogni concetto astratto dai dati dell'intuizione sensibile è un concetto empirico, quindi incapace di generare una scienza rigorosa; rigorosa;

3. un concetto "puro" è, per definizione, indipendente dai "dati" della sensibilità: dunque è nel nostro spirito indipendentemente da ogni influsso degli oggetti.

� Il problema che Kant deve a questo punto risolvere è questo: come può un concetto puro rappresentare un oggetto? A questo proposito scrive la "Critica della Ragion pura"nella quale egli stesso dice (1) di operare una "rivoluzione copernicana"; ma cosa vuol dire? Kant vuol significare che nella sua filosofia, contrariamente a tutta la tradizione precedente, è l'oggetto che si adegua - "ruota" intorno - al soggetto; nella conoscenza è l'oggetto che si "adatta", quando viene conosciuto, alle leggi del soggetto che lo riceve conoscitivamente. "Noi delle cose non conosciamo a priori, se non quello che noi stessi vi mettiamo".

Dott. Fabio Togni

Nota: critica della ragion pura II� Nel 1783 Kant pubblica i "Prolegomeni ad ogni metafisica futura che voglia

presentarsi come scienza" che sono un tentativo di esporre le dottrine della"Critica della Ragion pura" in forma più accessibile, cambiando il metodoespositivo. Nei "Prolegomeni" viene usato il metodo analitico: si parte cioè dalcondizionato, la scienza, per risalire alle condizioni, cioè la ragione con i suoielementi e le sue leggi; nella "Critica", invece, si usa il metodo sintetico: si partedalle condizioni, la ragione, per spiegare il condizionato, cioè il saperedalle condizioni, la ragione, per spiegare il condizionato, cioè il saperescientifico. Sostanzialmente sono la stessa opera ed hanno comunque un"postulato" in comune: l'affermazione del "valore" della fisica e dellamatematica e il conseguente "disvalore" del sapere metafisico.

� Da ultimo bisogna ricordare anche l'uso terminologico alquanto difficile cheviene usato da Kant nella "Critica"; tale linguaggio è diventato un punto diriferimento della filosofia successiva al punto che la lingua tedesca soppianteràdel tutto il latino nelle filosofie ottocentesche. Del tutto nuovo è l'uso che Kantfa del termine "trascendentale"; egli per trascendentale intende laconoscenza del nostro modo di conoscere gli oggetti, ossia la condizionedella conoscibilità degli oggetti: cioè ciò che il soggetto mette nelle cosenell'atto stesso del conoscere, ossia l'a priori.

Dott. Fabio Togni

Nota: critica della ragion pura III� Per giudizio Kant intende la connessione di due concetti; ad esempio S è P, dove per S si intende il

soggetto e P è il predicato. Vi possono essere tre tipi di giudizio.

� 1) giudizi analitici -il predicato esprime un carattere già compreso nel concetto: sono a priori, cioè universali e necessari e, quindi, non hanno bisogno dell'esperienza. (Esempi di questi giudizi sono: gli scapoli sono uomini, o, come afferma Kant, "i corpi sono estesi"(2)) Tali giudizi sono mere tautologie(3) perché non arricchiscono la nostra conoscenza(4), sono puramente esplicativi; tautologie(3) perché non arricchiscono la nostra conoscenza(4), sono puramente esplicativi; il principio di identità e di non contraddizione fondano tali giudizi.

� 2) giudizi sintetici a posteriori -connettono soggetto e predicato in base ad una constatazione di fatto, conseguentemente non sono universali e necessari - a priori - ma arricchiscono la nostra conoscenza. (Esempi di questi giudizi sono: "i corpi sono pesanti", so questo solo dopo aver di fatto pesato dei corpi) Tali giudizi sono estensivi del nostro conoscere, naturalmente in senso empirico; l'evidenza, nel senso di esperienza, fonda tali giudizi "sperimentali".

� 3) giudizi sintetici a priori -il predicato aggiunge una nozione nuova a quella del soggetto (5) e sono universali e necessari (6). (Esempi di tali giudizi sono le operazioni matematiche come: "7 + 5 = 12") Tali giudizi sono amplificativi del nostro conoscere proprio in base alla loro apriorità; la matematica e la fisica contengono proposizioni che non sono frutto di semplici generalizzazioni di esperienze, ma sono necessarie ed universali pur non essendo analitiche. Solo con tali giudizi si dà una scienza rigorosa.

Nota: critica della ragion pura IV

Disciplina Facoltà Forme a priori

estetica trascendentale sensibilità spazio e tempo

analitica trascendentale intelletto categorie

dialettica trascendentale ragione idee

Dott. Fabio Togni

Estetica trascendentale� I giudizi sintetici a priori sono possibili perché l'oggetto su cui sono pronunciati è un

"fenomeno"; fenomeno è il prodotto risultante dai dati della sensibilità e da certe "forme a priori" che ordinano tali dati in una unità oggettiva. I concetti dell'intelletto non esprimono mai la "cosa in sé", essi non sono altro che forme unificatrici dei dati della sensibilità. Si può quindi affermare che il principio supremo dei giudizi sintetici a priori afferma che: "le condizioni della possibilità dell'esperienza (7) in generale sono ad un tempo condizioni della possibilità degli oggetti dell'esperienza".dell'esperienza".

� La "forma" del fenomeno viene dal Soggetto: è l'a priori della sensibilità, l'intuizione pura che prescinde dalle concrete sensazioni. Ma quali sono tali "forme pure a priori"? Esse sono spazio e tempo. Spazio e tempo sono "intuizioni pure" o "forme" della sensibilità in quanto altro non sono che modi e funzioni del Soggetto; spazio e tempo non ineriscono alle cose, ma sono "forme" della nostra intuizione sensibile, sono "forme" del Soggetto, cioè "idealità trascendentali". Spazio e tempo, quindi, non esistono in sé, ma soltanto in noi.

� Concludendo si può affermare che la "forma" della conoscenza sensibile dipende da noi, il contenuto no, ci è "dato". I giudizi sintetici a priori sono possibili perché si fondano sulle intuizioni pure di spazio e tempo; sono universali e necessari, ma hanno valore nel ristretto ambito fenomenico.

Dott. Fabio Togni

Analitica trascendentale� L'analitica trascendentale rappresenta la "parte positiva" della logica

trascendentale e studia gli elementi della conoscenza pura dell'intelletto e i principi senza i quali nessun oggetto può essere assolutamente pensato; insomma studia le forme a priori dell'intelletto. Per Kant, quindi anche l'intelletto, come la sensibilità, avrà le sue forme a priori e tali forme le avrà anche la ragione (8); per non confondersi nella complessa struttura kantiana, il tutto può essere così schematizzato:tutto può essere così schematizzato:

� Nell'analitica dei concetti Kant vuol dimostrare che senza "concetti puri", cioè le categorie, non vi sono oggetti d'esperienza; dimostra ciò tramite quella che lui chiama la deduzione trascendentale delle categorie. Le categorie entrano necessariamente a costituire gli oggetti d'esperienza: l'oggetto d'esperienza è costituito proprio dalle intuizioni, sensibili, e dalle categorie. Ma cosa sono le categorie? Le categorie sono i modi in cui l'intelletto unifica e sintetizza, sono "forme unificatrici, sintetizzatrici" dei dati sensibili (9), sono i fondamenti della possibilità di ogni esperienza in generale. Capiamo così perché per Kant l'intelletto sia la facoltà di giudicare; ossia unificare un molteplice sotto una rappresentazione comune.

Dott. Fabio Togni

� Nascono a questo punto due domande: quali e quante sono le categorie? come entrano in funzione le categorie nei principi dell'intelletto?

� Alla prima domanda Kant risponde che i supremi concetti possono essere dedotti facilmente dalle "funzioni dell'unità nei giudizi"; infatti la tavola delle categorie è perfettamente speculare a quella dei giudizi: se dodici sono i tipi di giudizi allora dodici saranno le categorie. Ecco che così Kant può dire che "l'oggetto è ciò nel cui concetto il molteplice di una data intuizione è unificato": cioè, l'intelletto mediante le categorie pensa quanto nell'intuizione è "dato". Però la sensibilità mi dà una molteplicità di sensazioni riguardanti uno stesso oggetto, questo vuol dire che l'unità dell'oggetto della conoscenza non può venire dai dati della sensibilità; tale unità viene dall'intelletto, dall'unità della coscienza, dall'"Io penso" (10). Questo "Io penso" è la condizione della conoscibilità dell'oggetto unità suprema delle dodici categorie. L'unità dell'oggetto è l'unità che tiene strette le varie proprietà dell'oggetto: è il "legame" (11) che viene espresso nel giudizio. Così è "dedotta", ossia giustificata, dimostrata la presenza unificatrice dell'intelletto per costituire l'oggetto. I giudizi sintetici a priori sono possibili perché le leggi di natura, cioè gli oggetti, sono conosciute "a priori" e non per generalizzazioni di esperienze. Le "leggi di natura" sono imposte dall'intelletto stesso non per generalizzazioni di esperienze. Le "leggi di natura" sono imposte dall'intelletto stesso perché l'intelletto, con le sue categorie, costituisce l'oggetto dell'esperienza; l'intelletto è autore e non spettatore di esso. Le leggi non esistono nei fenomeni, ma solo, relativamente al soggetto a cui i fenomeni si riferiscono.

� Alla seconda domanda Kant risponde nella analitica dei principi in cui viene esposta l'applicazione delle categorie, cioè "come" avviene di fatto la sussunzione (12) delle intuizioni empiriche sotto le categorie. Dato che i principi derivanti dalle categorie costituiscono il complesso delle conoscenze a priori che possiamo avere sulla natura, la loro "sussunzione" avviene tramite lo schematismo trascendentale. Lo schematismo trascendentale è "il modo di comportarsi dell'intelletto con gli schemi"; ma cosa è uno "schema"? Lo "schema" è un intermediario tra le categorie e il dato sensibile che serve ad eliminare l'eterogeneità dei due elementi della sintesi: è "generale" come la categoria e "temporale" come il contenuto dell'esperienza. Per questo motivo si può affermare che lo "schema" altro non è se non la condizione universale di applicabilità delle categorie alle intuizioni(sensibili). La condizione generale secondo la quale la categoria può essere applicata a un oggetto è il "tempo"; quindi lo schema è una determinazione a priori del tempo. Dott. Fabio Togni

� Ma nell'analitica dei principi si trova un altro tema tipicamente kantiano: la distinzione fenomeno-noumeno; tale distinzione rappresenta il punto d'arrivo del "dualismo gnoseologico" e quindi di quella "parabola filosofica" iniziata da Cartesio che ha avuto nella rivoluzione scientifica galileiana, poi newtoniana, la sua costante fonte d'ispirazione. Per Kant il fenomeno non costante fonte d'ispirazione. Per Kant il fenomeno non esaurisce tutta la realtà, però la conoscenza fenomenica è l'unica sicura; il noumeno, invece, rappresenta la cosa-in-sé ed è inconoscibile; è, secondo Kant, la sfera della metafisica. L'intuizione sensibile umana è fenomenizzante: si ammette un sostrato metafenomenico, ossia noumenico; il noumeno può essere pensato, ma non conosciuto. Il noumeno è un concetto limite, serve a circoscrivere le pretese della sensibilità

Dott. Fabio Togni

Dialettica trascendentale� La dialettica trascendentale è la "parte negativa" della logica trascendentale ed ha

come scopo la critica dell'intelletto nel suo uso "iperfisico" per smascherarne le sue infondate presunzioni. L'intelletto da solo non basta per rappresentare un oggetto, serve un "materiale" da unificare: la sensibilità. Le categorie, pur essendo dell'intelletto puro, non possono essere applicate a ciò che non è sperimentabile perché, senza il contributo della sensibilità, non sono capaci di rappresentare un oggetto; per questo motivo non possiamo spingerci al di là dell'esperienza possibile. Ecco perché la metafisica è fallita; nel sapere metafisico si ha un uso dialettico, cioè puramente formale, dei concetti dell'intelletto. I concetti dell'intelletto sono forme vuote fatte per unificare il sensibile, quando usati per conoscere realtà in sé, cioè non date dal sensibile, l'uomo cade in una conoscenza di tipo illusorio. La dialettica studia la ragione e le sue strutture; per "ragione" si intende l'intelletto dialettica studia la ragione e le sue strutture; per "ragione" si intende l'intelletto che si spinge al di là dell'orizzonte dell'esperienza possibile. Questo "spingersi al di là" è un bisogno strutturale dell'uomo, una sua legittima esigenza; Kantdefinisce la ragione come la "facoltà dell'incondizionato", ovvero la pura esigenza dell'Assoluto.

� Questa facoltà della metafisica, cioè l'incondizionato, sta alla base: dei fenomeni psichici, dei fenomeni fisici e di ogni realtà.

� Dallo studio di queste tre realtà derivano tre discipline diverse, ognuna con il proprio oggetto di studio; il tutto può essere così schematizzato.

� Ai fenomeni psichici corrisponde la psicologia razionale che studia l'anima � Ai fenomeni fisici corrisponde la cosmologia razionale che studia il mondo (come

intero metafisico)� Ad ogni realtà corrisponde la teologia razionale che studia Dio

Dott. Fabio Togni

� Anima, mondo e Dio non ci rappresentano un oggetto, indicano un punto di convergenza "ipotetico" al quale tendono i nostri ragionamenti. Tali concetti vengono da Kant criticati e con essi viene di conseguenza criticato l'uso "iperfisico" della ragione.

� La critica della psicologia razionale verte sul fatto che l'Io non è un concetto, ma solo una coscienza che accompagna ogni nostro concetto; tutti gli argomenti per dimostrare l'esistenza dell'anima, l'idea cioè di un Io immutabile, non sono altro che paralogismi (13) della ragion pura. Fuori dall'esperienza i nostri concetti lavorano "a vuoto", quindi quando la cosmologia razionale afferma l'esistenza di un mondo in sé, pur non commettendo errori argomentativi, produce tutta una serie di affermazioni antitetiche che sembrano essere tuttavia valide. Queste coppie di affermazioni sono le antinomie (14) della ragion pura. La teologia razionale viene criticata mettendo "in scacco" le prove tuttavia valide. Queste coppie di affermazioni sono le antinomie (14) della ragion pura. La teologia razionale viene criticata mettendo "in scacco" le prove tradizionali dell'esistenza di Dio; al di là della validità o meno di tali critiche, Kant conclude affermando che il concetto di Dio non è un'idea, ma un ideale della ragion pura: è cioè l'idea di un Individuo che abbia tutti gli attributi positivi.

� Anima, mondo e Dio non sono però pure "finzioni" dell'intelletto: non costituiscono oggetti, non fanno un uso costitutivo della ragione, ma indicano all'intelletto una direzione di ricerca, fanno un uso regolativo della ragione. Tali concetti, anima, mondo e Dio, sono "schemi" per ordinare l'esperienza, per darle maggiore unità; ecco che si può parlare anche di un uso schematico della ragione, di un "come se". Insomma, sono principi euristici: non ampliano la nostra conoscenza, ma la unificano.

Dott. Fabio Togni

Critica della ragion pura

conclusione� La metafisica come scienza è impossibile perché la

"sintesi a priori" metafisica presuppone un intelletto intuitivo che noi non possediamo; oltre i limiti dell'esperienza sensibile l'uomo non può andare, dal dell'esperienza sensibile l'uomo non può andare, dal punto di vista scientifico. Esiste però un altro ambito in cui il "noumeno" è accessibile, almeno come "possibilità": quest'ambito è quello dell'etica; bisogna dunque passare dall'ambito teoretico a quello pratico.

"Ho dovuto sopprimere il sapere per far posto alla fede".

Dott. Fabio Togni

In conclusione«E’ nel settecento che si consolida una vera e propria

cultura scientifica e si plasma in maniera definitiva il volto della civiltà moderna, così come del resto accade sul terreno politico […]. La Rivoluzione scientifica ha sul terreno politico […]. La Rivoluzione scientifica ha recato un apporto notevolissimo alla costruzione di questa civiltà moderna». p. 39

Dott. Fabio Togni

Dallo strumento alla MACCHINA

TECNICA TECNOLOGIA

Diversamente dagli animali che si E’ una forma particolare di tecnicca che Diversamente dagli animali che si adattano all’ambiente esterno, l’uomo adatta l’ambiente a sé, trasformandolo e questa è la caratteristica specifica della specie umana che garantisce ad essa progresso e sviluppo

E’ una forma particolare di tecnicca che l’uomo sviluppa applicando le conoscenze della scienza naturale moderna

Dott. Fabio Togni

� «Il dominio della natura non è perseguito cercando per così dire di “piegarla” ai bisogni dell’uomo, sfruttando astutamente i suoi segreti ormai svelati bensì sostituendola mediante costrutti artificiali»sostituendola mediante costrutti artificiali»

� «La MACCHINA non è “ritrovata” o “scoperta”, bensì inventata» p.42

� «Il suo scopo […] è assicurare un profitto che ripaghi abbondantemente il denaro investito dal proprietario della macchina» p. 43

Dott. Fabio Togni

La civiltà delle macchineLa civiltà delle macchine

Dalla tecnica alla tecnologia� TECNICA: caratteristica della specie umana per cui essa

sopravvive e progredisce adattando l’ambiente esterno a sestessa.

� TECNOLOGIA: forma particolare di tecnica che l’umanitàha sviluppato utilizzando le acquisizioni della scienzaha sviluppato utilizzando le acquisizioni della scienzanaturale moderna

� “il dominio della natura, infatti, non è perseguito cercando[…] di piegarla ai bisogni dell’uomo […] bensì sostituendolamediante costrutti artificiali: le macchine” (p. 42)

� MACCHINA non è ritrovata/scoperta è inventata e il suoscopo è quello di assicurare un profitto (soddisfa bisognisolo se remunerativi oppure ne inventa altri perchépossano essere da essa remunerativamente compensati)

La macchina come modello di

intelleggibilità� La tecnologia moderna è la piena realizzazione della

techne antica come operare efficace fondato sullaconoscenza delle ragioni della sua efficacia.

� La civiltà delle macchine è sostenuta e al contempo� La civiltà delle macchine è sostenuta e al contempogenera un modello meccanico di comprensionedell’uomo e della realtà: da un lato le macchineimitano il mondo e l’uomo, dall’altro l’uomo e ilmondo viene riletto alla luce del movimento dellemacchine

� ARTIFICIALE e NATURALE si implicano tra di loromediante le macchine

� «L’epoca contemporanea ha introdotto parecchie“scienze dell’artificiale ” e la tecnologia sta in tal mododiventando non più essenzialmente uno strumentodella ricerca scientifica, ma addirittura un suo oggetto.Ma ciò è conseguenza del fatto che la tecnologiaMa ciò è conseguenza del fatto che la tecnologiarischia di trasformarsi da sistema autonomo a sistemachiuso» (p.46)

� In quale modo la tecnologia può essere considerato un sistema autonomo?

� Perché essa tende a trasformarsi in un sistema chiuso?

La rivoluzione industriale� Macchina tradizionale: continuava a essere uno

“strumento” che aiutava l’attività dell’uomo moltiplicando le sue capacità di prestazione

� Macchina moderna: artefatto che sostituisce l’opera � Macchina moderna: artefatto che sostituisce l’opera dell’uomo nell’esecuzione di una ben precisa e limitata operazione che da un principio è banale e semplice ma poi si fa con gli anni sempre più complessa (maggior resa con meno costi) portando a una diversa organizzazione del lavoro

� C’è una stretta relazione tra rivoluzione industriale e civiltà delle macchine

Rivoluzione industriale� Fenomeno complesso che opera trasformazioni

INTERCONNESSE di tipo:

1. SOCIALE (proletariato)1. SOCIALE (proletariato)

2. DEMOGRAFICO (inurbamento)

3. MODELLO DI LAVORO (parcellizzazione)

� Il caso della macchina a vapore di James Watt brevettata nel 1769

La dilatazione senza precedenti del

mondo artificiale� L’ottocento è il secolo della DIVULGAZIONE

SCIENTIFICA che contribuisce a costruire accanto aquella letteraria di una vera e propria culturascientifica.scientifica.

� C’è una stretta relazione tra la cultura imprenditorialeborghese e la diffusione della cultura scientifica con isuoi strumenti e le sue macchine.

� Le macchine (si pensi all’invenzione della locomotivadel 1814 costruita da Georges Stephenson) modificanoprogressivamente il tessuto sociale

La seconda rivoluzione

industriale� La PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ruota attorno

all’uso del carbone mentre la SECONDA è legata all’utilizzodi altre forme di energia (petrolio prima e elettricità poi).Oggi si può parlare di una TERZA in cui la risorsa daOggi si può parlare di una TERZA in cui la risorsa damateriale si fa immateriale (mente e conoscenze)

� Si assestano nuove figure professionali. Nella primarivoluzione le macchine sono la creazione di ingegnosiartigiani. La seconda rivoluzione vede salire alla ribalta unanuova figura quella dell’ingegnere frutto di una sempremaggiore e progressiva SPECIALIZZAZIONE. Sempre dipiù i luoghi dell’invenzione si spostano in ambientiaccademici retti sul principio della parcellizzazionedisciplinare.

Dalla fisica alla chimica

� Dalla CHIMICA ORGANICA alla CHIMICA DISINTESI SINTESI

� La BIOCHIMICA (Wöhler nel 1882 ottiene da un composto inorganico [cianato d’ammonio] un composto organico [urea])

� CHIMICA FARMACEUTICA (nascita dell’industria)

� «Questa scienza ha offerto un contributo assainotevole e in certo senso un po’ peculiare aquell’aspetto fondamentale della scienza naturalemoderna che consiste nel suo avvalersi di strumentimoderna che consiste nel suo avvalersi di strumentiartificiali. In senso stretto, lo strumento è un artefatto,un dispositivo, una macchina che si utilizza perosservare e misurare. Tuttavia in un senso un po’allargato si possono considerare strumenti anche altriprodotti artificiali, come quei composti chimici chevengono utilizzati su larga scala nelle ricerchescientifiche» (p. 58)

La civiltà delle macchine� L’introduzione delle macchine muta in profondità il

mondo della vita delle nazioni occidentali.7� E’ corretto parlare di CIVILTA’ perché ebbe i suoi

splendori e le sue miserie. Si regge sull’idea centrale splendori e le sue miserie. Si regge sull’idea centrale dello SVILUPPO e di PROGRESSO.

� Le trasformazioni sociali: dall’oligarchia dell’Ancien régime alla progressiva democratizzazione della Belle époque.

� Gli operatori della civiltà delle macchine furono sostanzialmente due:

1. Specializzazione 2. Divulgazione (a.e. le esposizioni universali dal 1851

[Londra])

nel campo delle scienzenel campo delle scienze

� Il lavoro scientifico si fa sempre più specializzato. La specializzazione favorisce l’ottenimento di risultati data la ristrettezza dell’ambito di ricerca

� Si genera un “divorzio” tra la figura del filosofo e quello � Si genera un “divorzio” tra la figura del filosofo e quello dello scienziato. Quest’ultimo sviluppa una progressiva diffidenza nei confronti della filosofia. La filosofia da parte sua, dopo un’iniziale diffidenza comincia ad occuparsi del fondamento delle scienze.

� Nell’ambito stesso della scienza si va man mano sviluppando un dibattito epistemolgico con un interesse molto teoretico

� «Mentre il Settecento era stato soprattuttocaratterizzato dall’interesse preminente per la raccoltadei dati e il conseguimento di risultati e scoperte, cuicorrispondeva spesso un’elaborazione teorica piuttostocorrispondeva spesso un’elaborazione teorica piuttostoapprossimativa, nell’Ottocento primeggia invece losforzo per la creazione di teorie unitarie e rigorose,capaci di fornire un inquadramento criticamentevagliato e logicamente solido delle conoscenzeraggiunte nei vari ambiti disciplinari» (p. 69)

� Superamento di un atteggiamento empirico

� Nuovo spirito sperimentale (ora l’esperienza non viene piu’ semplicemente catalogata e raccontata bensì provocata in condizioni di osservazione controllate)provocata in condizioni di osservazione controllate)

� L’esigenza di razionalizzazione viene soddisfatta creando teorie scientifiche basate su:

1. Individuazione di un campo di indagine ristretto e limitato

2. Lavoro di verifica, conferma e previsione3. Spiegazione corretta delle anomalie

� «una parte non trascurabile delle esigenze intellettualidell’uomo trovava nelel scienze una sua soddisfazione,secondo caratteristiche di generalità e sforzi dicomprensione globale e unificazione molto vicini allostile della riflessione filosofica, fino a entrare instile della riflessione filosofica, fino a entrare incontatto diretto con dibattiti filosofici veri e propri» (p.71)

� Sempre di più il discorso della scienza diviene undibattito pubblico che in qualche modo è implicato(data la sua origine e i suoi sviluppi) con al crisi dellaciviltà industriale e la connessa crisi del soggetto.

� Tre aspetti fondamentali1. L’esigenza di generalità accanto alla crescente

specializzazione

2. Impegno nello sviluppo teorico delle scienze2. Impegno nello sviluppo teorico delle scienze

3. Impegno di riflessione critica a proposito dei fondamenti logici e concettuali delle scienze esatte

� Due i settori in cui lo sforzo di chiarimento critico si è esercitato1. Il campo dell’ ANALISI che ha portato all’aritmetizzazione

2. Il campo della GEOMETRIA con la rivoluzione delle geometrie non euclidee

La rigorizzazione dell’analisi

infinitesimale� Dagli “infinitesimi” ai “limiti”: dalla geometria

(approssimativa) alla formalizzazione matematica (simboli) [Cauchy, il concetto di limite, la sua formulazione e il suo calcolo].

� L’ANALISI MATEMATICA: la soluzione del dissidio tra � L’ANALISI MATEMATICA: la soluzione del dissidio tra quantità continue e quantità discrete.

� «il concetto di limite permetteva anche di dare una definizione puramente analitica dei due fondamentali concetti di derivata e integrale, sganciandoli definitivamente dai loro referenti geometrici e fisici, così come consentiva di offrire una caratterizzazione analiticaesatta di un antichissimo concetto che sembrava inseparabile dall’intuizione geometrica, quello di continuità» p. 117

L’aritmetizzazione dell’analisi� “Allargamento del campo numerico”: la questione dei

numeri REALI… N/Z/Q… ma R?

� Il trattamento formale dei numeri: la questione dell’aritmetizzazione dell’analisi. (dal continuo al dell’aritmetizzazione dell’analisi. (dal continuo al discreto)

� L’inizio della teoria insiemistica

� La questione della relazione tra i numeri: le strutture algebriche isomorfe

� La questione dei diversi gradi di infinito (vedi dopo)

Dall’aritmetica alla teoria degli

insiemi� Euclide: il tutto è maggiore delle parti

� Consideriamo in N (N è infinito) l’insieme dei numeri primi e lo chiamo N1.

� N1 è infinito. N1 è infinito al pari di N ma… (paradossi � N1 è infinito. N1 è infinito al pari di N ma… (paradossi dell’infinito di Bolzano)

� Dedekind (1888) N1 non è sottoinsieme di N è struttura isomorfa (si comporta più o meno allo stesso modo)

� Il trattamento simbolico della relazione tra insieme (Peano)

La nascita della logica matematica� Dal “calcolo materiale” al “calcolo logico”

� Frege: è necessario un linguaggio artificiale che eviti le ambiguità presenti nel linguaggio ordinario e dei suoi significati e in cui le deduzioni possano essere significati e in cui le deduzioni possano essere ricondotte alla manipolazione di simboli secondo regole chiare e prefissate (gestione del continuo mediante artifici logici che lo riconducano a quantità discrete)

La rivoluzione insiemistica� La questione della grandezza degli infiniti. (contro

Aristotele)

� L’introduzione della relazione tra infinito attuale e infinito potenziale (la comprensione del continuo)infinito potenziale (la comprensione del continuo)

� L’equivalenza tra insieme basata sulla cardinalità

� La non coincidenza tra numeri ordinali e cardinali in insiemi infiniti

� la questione del transfinito cantoriano

«Le teorie geometriche sono sistemi di assiomi privi di significato intuitivo, che non parlano di nessun campo di oggetti propri, ma possono al massimo essere interpretate su campi di oggetti anche molto diversi tra di loro. Con ciò la geometria, considerata da sempre come una scienza massimamente contenutistica e legata all’intuizione delle la geometria, considerata da sempre come una scienza massimamente contenutistica e legata all’intuizione delle proprietà delle figure nello spazio, si svuotava di contenuti, mentre l’analisi ottocentesca, partita da esigenze di rigore puramente formali, era approdata a trovare le sue basi contenutistiche nei numeri reali o negli insiemi. Per di più stava scomparendo dalla matematica niente meno che il requisito della verità». (p. 133)

La crisi delle antinomie nella teoria

degli insiemi� Le contraddizioni ineliminabili (antinomie)� Burali Forti prima e Russell poi mettono in crisi la

teoria classica degli insiemi di Dedekin e Cantor mostrando come dato una caratteristica di un mostrando come dato una caratteristica di un elemento di un insieme questo elemento x, possa al contempo appartenere e non appartenere a un insieme.

� Anche la teoria degli insiemi che permetteva di trattare le quantità continue è esposta alla contraddizione

La nuova concezione del metodo

assiomatico� La nozione di dimostrazione:� Per gli antichi la dimostrazione era un procedimento di

riduzione all’evidenza� Per i contemporanei la dimostrazione si limita a una

riduzione ai postulati rinunciando ad attribuire un valore riduzione ai postulati rinunciando ad attribuire un valore formale di verità a questi ultimi.

� Il fondamento della logica non era la verità su cui essa si fondava ma la verità coincideva con la correttezza formale del procedimento logico.

� L’obiettivo minimo del metodo assiomatico era dunque quello di limitarsi a dimostrare la non contraddizione di alcuni suoi elementi interni

La crisi del meccanicismo� La fisica tardizionale si fondava su un assoluto

determinismo meccanicistico

� L’aumento della potenza misurante aveva restituito invece una maggiore complessiva che obbligata ad invece una maggiore complessiva che obbligata ad affidarsi a complessi calcoli che potevano al piu’restituire un punto di vista probabilistico

� In questo modo la meccanica classica cedeva il passo a una meccanica probabilistica che apriva la strada all’atomismo della meccanica quantistica

Lo studio degli inosservabili e la

crisi dell’intuizione in fisica� La questione dell’oggetto di studio della fisica:

� Il passaggio dalla fisica del visibile alla fisica dell’invisibile/dall’esperimento sensibile all’esperimento mentale.all’esperimento mentale.

� Da qui il ricorso all’intuizione che apre il problema del rapporto tra reale e scienza: la scienza è scienza del reale o dell’intuizione mentale?

Il tentativo di superamento delle

antinomie e il programma

formalista� Logicisti: gli enti matematici hanno esistenza propria e

indipendente dal nostro modo di trattarli (Frege e Russell)� Intuizionisti: enti matematici sono soltanto quelli che si possono

costruire mediante procedimenti intuitivi finiti (Brower)� LE ANTINOMIE sorgono perché si considerano gli insiemi � LE ANTINOMIE sorgono perché si considerano gli insiemi

infiniti come dati o sono frutto delle intuizioni che traggono in errore. Nasce il programma formalista in cui la matematica è un complesso di sistemi puramente formali ed espressi dai simboli della logica (Hilbert) con un complessa teoria di dimostrazione della non contraddittorietà interna dei sistemi

Il teorema di Gödel e le sue

conseguenze� Dato un qualsisasi sistema formale è impossibile

dimostrarne la non contraddittorietà impiegando mezzi formalizzabili nel sistema stesso / nessun sistema formale è in grado di dimostrare dal suo interno la propria non contraddittorietàcontraddittorietà

� I sistemi non sono “sintatticamente completi”� Non tutte le proposizioni vere sono dimostrabili� Se tali proposizioni sono accettate come vere significa che

non è necessario un sistema formale per dire che esse esistono

� La VERITA’ NON E’ GARANTITA DA UN SISTEMA E SFUGGE ALLA FORMALIZZAZIONE

Le grandi rivoluzioni in fisica:

relatività e quanti� L’eliminazione del “tempo assoluto” nella relativita’

� Massa e lunghezza di un corpo non sono qualità intrinseche ma dipendono dalla velocità di traslazione di un corpodi un corpo

� La rottura della legge della conservazione della massa e la sua trasfromazione in energia.

� La determinazione esatta e simulatanea delle grandezze in microfisica non è possibile né a livello pratico né a livello teorico (teoria quantistica)

I nuovi orizzonti delle scienze

biologiche: la biologia molecolare� La struttura chimica del DNA (modello a doppia elica

di Crick e Watson)

� La riconduzione della chimica organica alla chimica di sintesi nella vitasintesi nella vita

� La decifrazione del segreto della vita: il progetto genoma, i suoi limiti teorici e le implicazioni etiche

La tematica della complessità1. Complessità computazionale e declino del

determinismo

� La crisi del programma di semplificazione newtoniano

� Poincarè e la scoperta delle falle dei sistemi deterministici/lineare (a.e. sistema gravitazionale da due a tre corpi)due a tre corpi)

� Il lavoro sulle equazioni non lineari e l’incremento degli errori sperimentali (nella determinazione delle condizioni iniziali e non solo nei risultati finali)

� La scoperta del caos e la perdita di predicibilità di un sistema (metereologicismo di Lorenz)

� Dall’idea di caos come disordine all’idea di caos come ordine crescente di complessità

La tematica della complessità1. la non linearità e il caos deterministico

ordine crescente di complessità

� Per scoprire il comportamento di siostemi complessi non lineari è necessario guardare fuori dal sistema rinvenendo nuove leggi con l’analisi diretta della realtà (ritorno alla realtà)

Sviluppi scientifici della chimica� Kant nella prefazione alla seconda edizione della

Critica della Ragion Pura con la matematica e la fisicaanche la chimica tra le discipline che sono «poste sullavia sicura di una scienza»

� Robert Boyle nel 1661 (ne Il chimico scettico) introducela meccanica atomistica nella trattazione dellacomposizione dei corpi materiali

� Verso la fine del seicento e nel settecento si riprendonole teorie vitalistiche di Paracelso (1493-1541) tra cui siannovera la teoria del flogisto (una sorta di etere nonpercepibile ma presente in tutti i corpi) di Stahl

� La vera e propria chimica scientifica con una costruzioneteorica rigorosa secondo la tradizione è riferibile a Lavoisier(1743-1794) che utilizzando un metodo sperimentalerigoroso disconferma la tesi del flogisto. A livello teoricosono determinanti due fattori teoricisono determinanti due fattori teorici1. La legge di conservazione della massa (nelle trasformazioni

chimiche)2. Il concetto di elemento chimico (come elemento non

ulteriormente scomponibile)

� Lavoisier: il principio scientifico che il numero deglielementi non si può stabilire a priori ma deve esserescoperto mediante analisi ed esperimenti

I nuovi orizzonti della biologia� Si attenua molto la preoccupazione “filosofica” di

determinare l’ essenza della vita tipica del settecento neldibattito tra “meccanicisti” e “vitalisti” con l’aggiunta deiprimi tentativi di spiegazione della natura e dell’uomo sulmodello della macchinamodello della macchina

� Nell’ottocento tale diatriba da un livello di opposizionescientifica si sposta a un livello di opposizionemetodologica ed epistemologica1. MECCANICISMO:programma analitico e riduzionista che

spiega i fenomeni vitali riducendoli a effetti e risultati dicomponenti elementari governati da leggi fisico-chimiche

2. VITALISMO: programma sintetico e olista che considera iviventi come totalità organizzate le cui proprietà derivanodalla struttura e organizzazione e non dai singoli elementi

� La biologia diventa scienza perché ad essa si può applicare ilmetodo sperimentale. L’applicazione del metodo sperimentalenel quadro delle prospettive meccanicistiche/vitalistiche inparticolare da’ l’avvio a due teorie1. Teoria cellulare2. Teorie dell’evoluzione2. Teorie dell’evoluzione

� «Con la fondazione della teoria cellulare nasceva una nuovadisciplina biologica, la citologia accanto alla da poco istituitaistologia; questa disciplina avrebbe conosciuto grandi sviluppilungi dall’essere conclusi ancor oggi: struttura, composizione,metabolismo, riproduzione delle cellule non cessano di offrirenuove scoperte a cui contribuiscono non soltanto tecnologie diosservazione sempre più raffinate e complesse, ma anche puntidi vista teorici provenienti da diversi settori disciplinari» (p. 79)

L’evoluzione come concetto e come

fatto

� L’estensione del concetto di “storicità” dal solo mondoumano a tutte le realtà viventi

� La storicità poteva essere concepita in due modi1. FISSISMO (Cuvier 1769-1832): la superficie terrestre è1. FISSISMO (Cuvier 1769-1832): la superficie terrestre è

stata sconvolta ogni tanto da immani catastrofi chehanno prodotto estinzioni delle specie viventi a cui èseguita la creazione di nuove specie adatte all’ambientecosì mutato e così via

2. TRASFORMISMO (Lamark 1744-1829): progressivatrasformazione di specie iniziali meno numerose emeno complesse, avvenute per trasmissione ereditaria.Nasce il concetto di evoluzione.

� «l’evoluzione dei viventi si può considerare come un fattoappurato, rimanendo però consapevoli che non si tratta di undato, bensì di una interpretazione più soddisfacente di uninsieme di parecchi dati empirici offerti da discipline diverse. Sipuò anche esprimere tutto ciò dicendo che la teoria evoluzionistaè ormai considerata ben più che una semplice ipotesi, è unaè ormai considerata ben più che una semplice ipotesi, è unateoria scientificamente stabilita al di là di ogni ragionevoledubbio. Tuttavia bisogna anche rendersi conto che, con questaaffermazione, ci si limita a sottoscrivere il trasformismo e anegare il fissismo, vale a dire a sostenere che è scientificamente“provato” che le specie attuali sono derivate per discendenza daspecie anteriori, anziché essere create ex novo dopo la scomparsadi quelle. In altri termini ci si limita ad asserire che l’evoluzionec’è stata, senza per altro impegnarsi a dire come e perché haavuto luogo» (pp. 80-81)

� «Ogni teoria parla a proposito di qualcosa e, mentre lediverse “teorie dell’evoluzione” parlano, come dice ladenominazione “a proposito dell’evoluzione”, lapretesa teoria generica dell’evoluzione parla soltanto “apretesa teoria generica dell’evoluzione parla soltanto “aproposito delle successive specie” e non a caso l’operadi Darwin si intitola “Sull’origine delle specie perselezione naturale” e non “Sull’evoluzione dellespecie”». (p. 81)

Le diverse teorie

dell’evoluzione� PREMESSA: tutte le scienze aspirano non solo ad appurare

FATTI ma a fornire SPIEGAZIONI (ragioni/cause)mediante TEORIE

� La questione dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti� La questione dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti

1. LAMARK: la materia vivente è dotata di proprietàintrinseche e di una tendenza a svilupparle al massimogrado compatibilmente all’ambiente in cui esse si trovano.

2. DARWIN: la selezione naturale, non avviene secondo unafinalità interna od esterna bensì è fortuito e casuale.L’insorgenza casuale di una caratteristica della specie piu’adatta ad un ambiente ne determina la predominanza el’estinzione di altri caratteri meno compatibile (e degli esseriche ne sono portatori)

� Si solleva il problema se alcune modificazioni abbianoun valore primario per la SPECIE o se abbiano ancheun valore per il SINGOLO INDIVIDUO della specie.

� Collateralmente c’è il problema di chiedersi se è� Collateralmente c’è il problema di chiedersi se èl’ambiente che modifica o se è l’individuo a modificarel’ambiente. Darwin con il suo casualismo decide di nonentrare nella diatriba e afferma che non è possibilestabilire da quale parte penda la bilancia. Tuttaviaintroducendo la selezione naturale afferma ladissoluzione della volontà individuale (“utilità delcambiamento e volontà di cambiare”) nel “vantaggiodelle specie”

Le metafisiche di sfondo� Dietro la fisica di Galileo e Newton c’è una metafisica

discontinua e discreta di tipo atomistico (il moto come successione)

� Dietro la fisica di Cartesio c’è una metafisica del � Dietro la fisica di Cartesio c’è una metafisica del continuo (il moto come flusso)

� L’affermarsi delle prospettive fisiche di fatto coincide con l’affermarsi dei presupposti fisici si pensi alla diatriba sulla luce (natura corpuscolare o natura ondulatoria?)

� Tuttavia la fisica è meno problematica poiché non ha un legame diretto con l’essere vivente. Ben diverso è ciò che accade ad esempio in biologia.

� «Il mondo dei viventi si presenta come caratterizzato da unità organizzate, da funzioni che si definiscono in base a un obiettivo da raggiungere, dalla presenza di processi che si svolgono secondo tappe ordinate e processi che si svolgono secondo tappe ordinate e convergenti verso risultati predefiniti, dalla capacità di raggiungere e difendere un certo ordine e disegno, a tal punto che questi stessi concetti sembra debbano aver tratto origine nella mente umana proprio dall’esperienza del mondo vivente ed essere poi stati applicati anche al di fuori di esso quasi per analogia» (p. 86)

Il caso contro la finalita’� Intuitivamente il mondo dei viventi pare caratterizzato

da una certo finalismo. Il che nel campo delle scienze ha generato l’interrogazione sulle cause. La scienza si è polarizzata sulle cause che agiscono dall’esterno dei polarizzata sulle cause che agiscono dall’esterno dei corpi e in modo prima marginale e poi preponderante nel ‘900 sulle cause che agiscono dall’interno. Soprattutto queste ultime non sono visibili e di esse al più la scienza poteva misurarne gli effetti.

� La vera svolta dell’ottocento è tuttavia stata la sostituzione della categoria di FINE con la categoria di CASUALITA’

� Nella proposta di Darwin il fine è solo apparente, cio’che accade nel percorso di selezione naturale non è prevedibile. In questo modo il darwinismo elimina

1. Il fine esterno poiché le modificazioni sono casuali1. Il fine esterno poiché le modificazioni sono casuali

2. Il fine interno poiché non esiste alcuna volontà di modificazione o cambiamento

� Perché è avvenuto un evento X?

� I finalisti risponderebbero che…..

� I darwinisti risponderebbero che ….

� «Ci sembra importante osservare che due visioni, solitamente presentate come antitetiche, non sono in realtà inconciliabili, una volta che si tolga dalla prospettiva darwiniana l’aggiunta che le caratteristiche nuove su cui darwiniana l’aggiunta che le caratteristiche nuove su cui agisce la selezione naturale sono apparse per caso. Basterebbe infatti ammettere che esse possono essersi prodotte per uno sforzo di adattamento “interno” in certi individui appartenenti al gruppo, per conservare la prospettiva tradizionale e lamarckiana e nello stesso tempo riconoscere alla selezione naturale il ruolo darwiniano di preservare solo quelle modificazioni che rendono gli individui più adatti al loro ambiente e che possono trasmettere alla loro discendenza» (p. 90)

L’immagine di uomo� Il darwinismo stretto (come quello del neodarwinismo

riduzionista) propone l’eliminazione di ogni SENSO sia che tale termine indichi il fine sia che tale senso indichi la comprensioneindichi la comprensione

� MA…

1. Perché allora alcuni batteri paiono continuare a vivere anche in condizioni estreme?

2. Perché è possibile individuare una sorta di ordine gerarchico (e una sorta di logica nella trasformazione tra specie) tra le forme viventi a partire da differenze specifiche trasversali?

� La natura non può essere interpretata solo con criteri quantitativi, sono necessari strumenti qualitativi

� Il darwinismo appiattisce l’eccezionalità e l’eccellenza e l’uomo è solo un animale più complesso di altri in l’uomo è solo un animale più complesso di altri in questo modo si poneva in opposizione non solo al teocentrismo delle teorie del disegno intelligente ma anche all’antropocentrismo che vedeva l’uomo come destinatario della creazione

� L’estremizzazione del darwinismo ha generato il darwinismo sociale e l’eugenetica

Dalle teorie dell’evoluzione

all’evoluzionismo� Dietro le teorie evoluzionistiche si nasconde un

percorso molto più ampio che ha interessato la riflessione filosofica dal settecento in poi attorno al problema della storicità. Si può leggere l’evoluzionismo alla luce della filosofia della storia.l’evoluzionismo alla luce della filosofia della storia.

� STORICISMO: cornice delle filosofie romantiche. La realtà consiste nell’esplicazione di un unico principio (lo Spirito). La molteplicità delle manifestazioni di tale principio grazie a un divenire è puramente interno e procede mediante un processo dialettico (monismo dialettico). La storia è l’apparire del divenire dello Spirito

� POSITIVISMO: in un certo senso rimane monista e sostituisce allo Spirito, come principio della realtà, la materia mentre l’evoluzione si presenta come introduzione della storicità nel mondo materiale. L’evoluzione è una forma della dialettica del monismo L’evoluzione è una forma della dialettica del monismo materialista al pari del divenire del monismo spiritualista.

� DARWINISMO: come estensione del programma positivista appare come il tentativo di uscire dal monismo. La realtà non è di un unico tipo ma vi sono livelli diversi non riconducibili l’uno all’altro.

La costituzione delle scienze

umane� Il positivismo si estende allo studio dell’uomo come fisica

sociale sul modello della fisica newtoniana (sociologia)� Inizialmente il positivismo si presenta come una filosofia

del fatto che non si vuole occupare di questioni teologiche e metafisiche. In seguito l’approccio scientista per il suo e metafisiche. In seguito l’approccio scientista per il suo valore totalizzante ai fondamenti

� Grande impatto culturale si pensi alle correnti letterarie francesi del naturalismo (Zolà) o italiana del verismo (Verga) come metodi di rappresentazione deterministica della realtà descrivendo i fatti con il distacco di un anatomista, lasciando parlare le cose e non soffermarndosisull’interiorità dei personaggi.

� In questo clima nascono nuove discipline che hanno gli stessi presupposti e la medesima metafisica materialista del positivismo. Tra queste va ricordato:

1. L’antropologia che da studio dell’uomo in un quadro 1. L’antropologia che da studio dell’uomo in un quadro teologico diviene disciplina affine all’entomologia e studia le caratteristiche della specie animale umana

2. La psicologia che da disciplina che si occupa dell’anima in un orizzonte teologico si fa sperimentale con uno stretto legame con la fisiologia e la medicina in generale (psichiatria)

� Quale modello epistemologico emerge dal testo “Le rivoluzioni scientifiche e il mondo moderno”?

� Durante il suo percorso di studi ha incontrato altri modelli coerenti o contrastanti?modelli coerenti o contrastanti?

La teoria generale dei sistemiLa teoria generale dei sistemi

� Metà del novecento

� L’intuizione del mondo e della vita come sistema

� Ha dato un inquadramento e una trattazione armonicae chiara di una serie di nozioni come quella di totalitàe chiara di una serie di nozioni come quella di totalitàordinata, di funzionalità, di struttura gerarchizzata, diorganismo, di sviluppo, di adattamento, diinterrelazione tra individuo e ambiente, dicentralizzazione, di autoconservazione, di processofinalizzato che vengono usate in diverse scienze

� Si fonda sull’intenzione di GENERALIZZAREcomportamenti particolari

� Prende ciascuno dei termini sopra indicati e cerca diportarli a un livello di astrattezza tale da poter essereportarli a un livello di astrattezza tale da poter essereimpiegato in diversi campi disciplinari

� Tale intento esplicativo ha un presupposto filosofico

� Ludwing von Bertalanffy (1901-1972) biologo

� Dalla nozione di sistema chiuso della tradizione allostudio dei sistemi aperti e alle interrelazioni tramodificazioni esterne e le riorganizzazioni interne.modificazioni esterne e le riorganizzazioni interne.

� L’estendersi della teoria generali dei sistemi ai campidelle scienze umane. Gregory Bateson e la scuola diPalo Alto

La cibernetica e la teoria dell’informazioneLa cibernetica e la teoria dell’informazione

cibernetica� Arte del timoniere (kybernétes)

� Wiener nel 1943 pubblica La cibernetica, ovvero ilcontrollo e la comunicazione nell’animale e nellamacchinamacchina

� Turing nel 1936 aveva tradotto le fondamentali nozionidella logica matematica nella teoria di una macchinacalcolatrice universale alla cui struttura si ispira ognicalcolatore

� Appaiono nozioni fondamentali1. Quella di feedback (retroazione) come controllo sul

“ritorno” dell’esecuzione di un programma può esserenegativo (se si oppone alla crescita ) o positivo (quantopiù si aumenta il risultato, tanto più la retroazionepiù si aumenta il risultato, tanto più la retroazionestimola l’incremento del processo)

2. Quella di trasmissione dell’informazione

� Da un’iniziale studio dell’applicazione di tali concetti asistemi computazionali si passa all’analisi di taliprincipi all’interno dei sistemi viventi (con particolariapplicazioni in campo neuropsicologico)

«La cibernetica si è mostrata come una scienza dicollegamento fra discipline contenutisticamente moltodiverse, ma nelle quali entrano in gioco alcune categorieessenziali della cibernetica come il concetto di retroazione,il trasferimento di informazioni, l’uso del ragionamentoprobabilistico. Proprio in ragione della centralità delil trasferimento di informazioni, l’uso del ragionamentoprobabilistico. Proprio in ragione della centralità delconcetto di informazione in questo ampio processo digeneralizzazione, il termine cibernetica è oggi cadutoabbastanza in disuso ed è stato fondamentalmentesostituito da quello di informatica che è più generale diquello di “teoria dell’informazione” e copre, accanto aicontenuti di questa, anche la gamma dei vari aspettitecnologici e applicativi che la cibernetica aveva giàdelineato» (p. 180)

Applicazioni dell’informatica

� L’estensione della potenza esplicativa dell’informatica almondo vivente (omeostasi) e l’estensioneall’interpretazione del cervello e del pensiero

� Programmi di emulazione (maggiore rapidità di calcolo) edi imitazione (applicazione biologico-ellettronica)di imitazione (applicazione biologico-ellettronica)

� «risulta chiaro come le nuove macchine a cui si mira nonsono più limitate a conseguire i medesimi risultatifunzionali dell’uso della mente, bensì a imitare le strutturedei viventi e le funzioni che si ritengono il prodotto di talistrutture» (p. 184)

L’interdisciplinaritàL’interdisciplinarità

Dal multidisciplinare

all’interdisciplinare� MULTIDISCIPLINARE: quando le diverse discipline

vengono utilizzate in un impresa conoscitiva o praticasenza che ciascuna debba mutare le proprieprospettive concettuali o i propri metodiprospettive concettuali o i propri metodi

� INTERDISCIPLINARE: comporta la messa a confrontodi ottiche diverse, lo sforzo di integrazione fra queste,la consapevolezza della parzialità di ciascuna e nelcontempo della sua indispensabilità per comprendereun dato problema o una realtà complessa

� Non è una soppressione della specializzazione

� Si genera in un contesto di complessità

� Nasconde l’esigenza di una sintesi che passa attraversol’esplicazione delle differenze e l’esigenza di punti dil’esplicazione delle differenze e l’esigenza di punti divista e di indagine differenti

� È impresa ermenuetica come ricerca di unità nelladifferenza

� Non è mai un itinerario compiuto

Alcune nuove scienzeAlcune nuove scienze

COSMOLOGIA� Dall’ipotesi Kant Laplace della nebulosa in rotazione al

modello dell’universo del Big Bang

� Il superamento definitivo della scienzadell’esperimento e l’attribuzione scientifica delledell’esperimento e l’attribuzione scientifica delleipotesi (viene meno la controllabilità empirica)

� L’ottica scientifica come ottica olistica (il confluire didiverse leggi in una visione sintetica)

climatologia� La ricerca dei modelli matematici della previsione

� Rilettura olistica dei dati e delle ipotesi

� L’elaborazione di teorie esplicative e il riaccreditoscientifico della congetturascientifico della congettura

I nuovi materiali

� Polimeri, nanotecnologie e laser

Dalla teoria all’applicazione industriale� Dalla teoria all’applicazione industriale

� Dalla divulgazione scientifica alla divulgazionetecnologica

� Il sopravanzare della tecnologia sulla scienza

L’INTRECCIO INESTRICABILE FRA

SCIENZA E TECNOLOGIA� MODELLO CLASSICO

SCIENZANATURALE

TECNOLOGIAARTIFICIALE

� MODELLO CONTEMPORANEO

SCIENZANATURALE

TECNOLOGIAARTIFICIALE

L’AUTONOMIZZARSI DEL SISTEMA

TECNOLOGICO� Dalle applicazioni industriali alla vita quotidiana

� Tecnologia come sistema autonomo che siautoalimenta

� Peculiarità� Peculiarità1. Identità (non si lascia intaccare dalle diversità culturali)

2. Autoaccrescimento

3. Indifferenza rispetto ai fini

4. Autoregolato

La tecnoscienza come nuova unita’ sistemica della

civilta’ attuale

«Non è per nulla assodato che il sistema tecnoscientificosia un sistema chiuso, e meno che mai che esso possacostituire il sistema globale. Accettiamo senzadifficoltà che quella attuale possa esser qualificatadifficoltà che quella attuale possa esser qualificatacome civiltà tecnoscientifica, poiché la presenza dellatecnoscienza è in essa altrettanto preponderante ecaratterizzante quanto potevano esserlo un tempo lacapacità di lavorare la pietra o il ferro» (p. 221)

Dalla civiltà delle macchine alla

civilta’ tecnoscientifica� Modello occidentale come modello non globalizzante� Profilo globalizzante è assunto invece dalla civiltà

tecnologica per le sue peculiari caratteristiche� L’innovazione tecnologica non si può respingere e al suo

interno non è possibile se non scegliere quello che in essoL’innovazione tecnologica non si può respingere e al suointerno non è possibile se non scegliere quello che in essocontenuto

� L’indifferenza rispetto ai fini e la conseguente amoralità delmezzo tecnologico rischia di intaccare il criteri divalutazione della persona umana che rischia di sceglieremediante criteri tecnologici

� La presunta neutralità del sistema tecnologico e il suosuperamento

� Dall’idea di CIVILTA’ a quella di SISTEMA e la questionedella natura di tale sistema (sistema totale?)

� «l’unica soluzione che ci sembra corretta è quella di� «l’unica soluzione che ci sembra corretta è quella diriconoscere che la tecnoscienza costituisce un sistema, manello stesso tempo non è il sistema globale. Soltantofacendo riferimento ad altri sistemi, pertanto, si puòintraprenderne una valutazione e prospettarne unorientamento e un controllo, tuttavia senza mai caderenell’illusione che si tratti soltanto di uno “strumento”» (p.228)

� Le nuove forme del “dualismo cartesiano” secondo cuiesistono ambiti separati per le scienze della natura (chestudiano le cose materiali) e le scienze dello spirito (chestudiano le cose spirituali)studiano le cose spirituali)

� La tendenza olistica delle scienze contemporanee e il limitedel “naturalismo” (naturalizzazione dell’uomo comeprogetto di ritorno alla natura) e il riconoscimento del lorogiusto valore esplicativo

� Il raggiungimento di una visione complementare tra idiversi campi disciplinari

� «Ben vengano, nello sforzo di una migliore comprensionedell’essere umano, tutti i contributi delle scienze naturali,formali e “umane”, e lasciamo che ciascuna di esse intervenga conquel suo atteggiamento di riduzionismo metodologico e dideterminismo programmatico di cui abbiamo riconosciuto. In taldeterminismo programmatico di cui abbiamo riconosciuto. In talmodo conseguiremo conoscenze il piu’ possibile oggettive erigorose circa molti aspetti della complessa realtà umana. Mateniamo conto che questa è appunto una realtà globale ecomplessa, e che proprio per tale ragione i diversi aspettidebbono correlarsi e risultare compatibili, che debbanointegrarsi in una unità di tipo sistemico nelle quali diversiriduzionismi si stemperano così come i diversi sforzideterministici» (p. 247)