RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI

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RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI VENERDI’ 4 MAGGIO Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò

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RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI

VENERDI’ 4 MAGGIO

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi

discepoli: «Non sia turbato il vostro

cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del

Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a

prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto,

verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche

voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non

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sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita.

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Gesù prende a cuore l’uomo. Non parla in astratto, ma a persone

concrete, con i loro peccati e i loro disagi. Gesù parla al loro io più profondo, con tutto il carico di

pesantezze che esso porta. Il verbo tarassein, che qui indica il

turbamento dei discepoli (Gv 14,1), è già stato usato per esprimere il turbamento di Gesù davanti alla

morte di Lazzaro e alla prospettiva della propria morte (Gv 11,33;

13,21). Quello che Gesù chiede a questo cuore turbato è di aver fede, cioè aggrapparsi alla fermezza che è Dio, accogliere la sua stabilità come

roccia ferma che non crolla. Gesù

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chiede la fede, e offre una dimora: un rimanere con lui, e lui nel Padre,

nella sua casa dove l’intimità si coniuga con l’universalità e

innumerevoli posti sono preparati. Tommaso, discepolo devoto ma

ottuso, con i suoi fraintendimenti e le sue preclusioni ci aiuta a meglio conoscere la verità: che Gesù è via,

verità e vita per tutti noi. Il più celebre degli enigmisti italiani,

il sacerdote romagnolo Anacleto Bendazzi (che anagrammò il proprio nome in «Bazzecole Andanti» e morì a Ravenna a 99 anni il 28/2/82: tutti numeri palindromi), trovò la risposta

alla domanda in sospeso di Pilato Quid est veritas? (Gv 18,38): Est vir qui adest, «E’ l’uomo che è qui». La

verità è una persona, non un sistema di dottrine. E per questo, Signore, che possiamo vincere il

turbamento, affidandoci a te.