Riflessione sul vangelo di oggI
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RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI
MARTEDI’ 1 MAGGIO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Ricorreva allora a Gerusalemme la
festa della Dedicazione. Era inverno. 23Gesù camminava nel
tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si
fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se
tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le
opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno
testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle
mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e
nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha
date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del
Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Durante la festa invernale della dedicazione, che ricorda la
purificazione del tempio dagli abomini pagani, Gesù passeggia
sotto il portico di Salomone, quando viene assediato dalle domande
ansiose dei capi giudei: «Sei tu il Cristo? Diccelo apertamente». Ma la
domanda, fondamentalmente, non è sincera: in realtà la risposta che si
desidera è negativa. Trovare davvero.
Il Messia, quanto è impegnativo! Bisognerebbe prendere posizione,
mettersi dalla sua parte, impegnarsi per lui — chi sa fino a qual punto,
chi sa fin dove ci porterà? Ci porta a riconoscere non solo che Gesù è il Cristo, ma anche che è una cosa sola con il Padre, in un modo che
nessun altro può neppure im-maginare di applicare a se stesso. Ci
sconvolge la vita: quello che inconsciamente abbiamo cercato,
come risposta a tutte le nostre domande, ci sta davanti. «E se
davvero lo trovassimo», si chiede C.S. Lewis, «e ancora, peggio, se Lui avesse trovato noi?» Tutto dovrebbe
cambiare, niente sarebbe più lo stesso. E tu lo hai trovato davvero, o
meglio, Lui ha trovato te...