Riflessione sul Vangelo del giorno
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Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi
discepoli:«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove
vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.Ma io vi dico la verità: è bene per voi
che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al
RIFLESSIONE SUL VANGELO DEL GIORNO
MARTEDI’ 15 MAGGIO
peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al
Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo
mondo è già condannato».
Gesù annuncia il suo ritorno al Padre nella gioia, ma l’incomprensione dei
discepoli si fa tristezza - tristezza che è turbamento, paura, e può essere
sconfitta solo con la fede. Martin Luther King racconta questo brevissimo
apologo: «La paura picchiò alla porta. La fede andò ad aprire. Non c’era
nessuno». Ma la fede comporta che ciò in cui si crede non si veda. L’assenza
visibile del Risorto è necessaria perché la sua presenza divenga universale
nello Spirito, non più legata agli schemi di spazio e di tempo che il corpo, sebbene glorificato, comporta. Il Paraclito è lo Spirito inteso come
presenza del Gesù assente: egli porterà
alla luce il peccato del mondo, mostrando che questo consiste nel non aver riconosciuto la giustizia-salvezza
di Dio nel Cristo, e pronuncerà il giudizio sul nemico togliendogli il
potere. Oggi viviamo in una società secolarizzata e pluralistica in cui crea imbarazzo la condanna dell’incredulità
verso Gesù, quasi che tutte le vie si equivalessero per arrivare a Dio. Senza voler demonizzare le altre fedi e gli stili di vita che negano Dio, abbiamo però la responsabilità di affermare, con l’intera
esistenza più che con le parole, la verità che è Cristo e la chiesa suo
sacramento.