Rifiuti_nei_cementifici_attacco_alla_salute

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Rifiuti nei cementifici, un attacco alla salute Un nuovo attacco alla salute viene portato dallo schema di Decreto Presidenziale approvato del Consiglio dei ministri il 26 ottobre 2012 ed inviato al Parlamento. E' un provvedimento che disciplina la combustione di rifiuti nei cementifici, in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali. Esso aggrava pesantemente quanto già previsto dal D. M. Sviluppo Economico del 6 luglio 2012, con cui il ministro Passera aveva liberalizzato la speculazione legata alla produzione di energia da impianti a biomassa agricola. La nuova proposta legislativa riguarda l’utilizzazione “energetica” del Combustibile Derivato Rifiuti (C.D.R.), riclassificato come Combustibile Solido Secondario (C.S.S.). Il CSS, non più definito “rifiuto urbano”, ma “rifiuto speciale”, viene esentato dall'obbligo di essere trattato entro i confini regionali, diventando un prodotto industriale “di libera circolazione” che va a sostituire i combustibili tradizionali nei cementifici ed entra nel business dello smaltimento dei rifiuti. La previsione di bruciare la parte combustibile di rifiuti indifferenziati negli inceneritori è una grave scelta dal punto di vista ambientale e sanitario. Da un lato vengono esposte le popolazioni al rischio di patologie cancerogene derivate da inquinamento atmosferico da polveri sottili ed ultrasottili, mentre dall'altro, a causa dell’incentivazione con CIP6 e Certificati Verdi, viene di fatto impedito l’avvio dell’industria del riciclo. Ma bruciare rifiuti nei cementifici è di gran lunga più pericoloso che bruciarli negli inceneritori. I cementifici risultano più inquinanti degli inceneritori in quanto non dotati di specifici sistemi di abbattimento delle polveri e tanto meno dei microinquinanti, e sono inoltre autorizzati con limiti di emissioni più alti. Il limite per le diossine passa da 0,1 nanogrammi/mc negli inceneritori a 10 ng/mc nei cementifici, cioè 100 volte di più. Diversi cementifici inoltre sono inseriti a ridosso di centri urbani già pesantemente inquinati come Colleferro nel Lazio, Barletta e Taranto in Puglia, Rezzato in Lombardia, Monselice in Veneto, Maddaloni in Campania con le conseguenza di provocare un'escalation di contaminazione. La Campagna Nazionale “Legge Rifiuti Zero”, con la sua rete di oltre 150 associazioni nazionali e locali, coordinamenti regionali e comitati locali in diciotto Regioni diverse, chiede di fermare questa proposta ed ogni qualsiasi decisione in merito. Lanciamo una mobilitazione generale per fermare il proseguimento dell’esame in Commissione Ambiente, anche in vista del deposito a breve del Testo di Legge di Iniziativa popolare che prevede la moratoria sino al 2020 per gli inceneritori ed i cementifici che utilizzano rifiuti e la revoca degli incentivi che consentono di sopravvivere a queste industrie tossiche, insostenibili per l’ambiente e per la salute. 25 gennaio 2013 Campagna Nazionale “Legge Rifiuti Zero” Piazza Vittorio Emanuele II, 2 – Roma [email protected] Tel. 340 371 9350 http://www.zerowastelazio.it/1/campagna_nazionale_a_legge_rifiuti_zeroa_a_elenco_aderenti_1133975.html

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Il COmunicato diffuso dal Comitato Promotore Nazionale per le legge di Iniziativa popolare Rifiuti Zero

Transcript of Rifiuti_nei_cementifici_attacco_alla_salute

 

Rifiuti  nei  cementifici,  un  attacco  alla  salute  Un  nuovo  attacco  alla  salute  viene  portato  dallo  schema  di  Decreto  Presidenziale  approvato  del  Consiglio  dei  ministri   il  26  ottobre  2012  ed   inviato  al  Parlamento.    E'  un  provvedimento  che  disciplina     la   combustione  di  rifiuti   nei   cementifici,   in   parziale   sostituzione   di   combustibili   fossili   tradizionali.   Esso   aggrava   pesantemente  quanto   già   previsto   dal   D.   M.   Sviluppo   Economico   del   6   luglio   2012,   con   cui   il   ministro   Passera   aveva  liberalizzato  la  speculazione  legata  alla  produzione  di  energia  da  impianti  a  biomassa  agricola.  

La   nuova   proposta   legislativa   riguarda   l’utilizzazione   “energetica”   del   Combustibile   Derivato   Rifiuti   (C.D.R.),    riclassificato  come  Combustibile  Solido  Secondario  (C.S.S.).  Il  CSS,  non  più  definito  “rifiuto  urbano”,  ma  “rifiuto  speciale”,   viene   esentato   dall'obbligo   di   essere   trattato   entro   i   confini   regionali,   diventando   un   prodotto  industriale   “di   libera   circolazione”   che   va   a   sostituire   i   combustibili   tradizionali   nei   cementifici   ed   entra   nel  business  dello  smaltimento  dei  rifiuti.  

La  previsione  di  bruciare  la  parte  combustibile  di  rifiuti  indifferenziati  negli  inceneritori  è  una  grave  scelta  dal  punto   di   vista   ambientale   e   sanitario.   Da   un   lato   vengono   esposte   le   popolazioni   al   rischio   di   patologie  cancerogene  derivate  da  inquinamento  atmosferico  da  polveri  sottili  ed  ultrasottili,  mentre  dall'altro,  a  causa  dell’incentivazione  con  CIP6  e  Certificati  Verdi,  viene  di  fatto  impedito  l’avvio  dell’industria  del  riciclo.  

Ma  bruciare  rifiuti  nei  cementifici  è  di  gran  lunga  più  pericoloso  che  bruciarli  negli  inceneritori.  

I  cementifici  risultano  più  inquinanti  degli  inceneritori  in  quanto  non  dotati  di  specifici  sistemi  di  abbattimento  delle  polveri  e  tanto  meno  dei  microinquinanti,  e  sono  inoltre  autorizzati  con  limiti  di  emissioni  più  alti.  Il  limite  per  le  diossine  passa  da  0,1  nanogrammi/mc  negli  inceneritori  a  10  ng/mc  nei  cementifici,  cioè  100  volte  di  più.  

Diversi  cementifici   inoltre  sono  inseriti  a  ridosso  di  centri  urbani  già  pesantemente  inquinati  come  Colleferro  nel  Lazio,  Barletta  e  Taranto  in  Puglia,  Rezzato  in  Lombardia,  Monselice  in  Veneto,  Maddaloni  in  Campania  con  le  conseguenza  di  provocare  un'escalation  di  contaminazione.  

La   Campagna   Nazionale   “Legge   Rifiuti   Zero”,   con   la   sua   rete   di   oltre   150   associazioni   nazionali   e   locali,  coordinamenti     regionali   e   comitati   locali   in   diciotto   Regioni   diverse,   chiede   di   fermare   questa   proposta   ed  ogni  qualsiasi  decisione  in  merito.  

Lanciamo   una   mobilitazione   generale   per   fermare   il   proseguimento   dell’esame   in   Commissione   Ambiente,  anche  in  vista  del  deposito  a  breve  del  Testo  di  Legge  di   Iniziativa  popolare  che  prevede  la  moratoria  sino  al  2020   per   gli   inceneritori   ed   i   cementifici   che   utilizzano   rifiuti   e   la   revoca   degli   incentivi   che   consentono   di  sopravvivere  a  queste  industrie  tossiche,    insostenibili  per  l’ambiente  e  per  la  salute.    

25  gennaio  2013  

Campagna  Nazionale  “Legge  Rifiuti  Zero”  Piazza  Vittorio  Emanuele  II,  2  –  Roma  

[email protected]  Tel.  340  371  9350    http://www.zerowastelazio.it/1/campagna_nazionale_a_legge_rifiuti_zeroa_a_elenco_aderenti_1133975.html