Rievocazione Storica Teodolinda messaggera di pace...su tutti i tesori del territorio: dai gioielli...

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Progetto grafico e stampa: La Tipografia Monzese - Monza Testi a cura di Ghi Meregalli Hanno collaborato Pier Franco Bertazzini, Beppe Colombo, Francesca Daverio e Gianni Selvatico Fotografie di Maurizio Anderlini XXX Rievocazione Storica Teodolinda messaggera di pace per l’Europa

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Progetto grafico e stampa: La Tipografia Monzese - Monza

Testi a cura di

Ghi Meregalli

Hanno collaborato

Pier Franco Bertazzini,Beppe Colombo,

Francesca Daverioe

Gianni Selvatico

Fotografie di

Maurizio Anderlini

XXXRievocazione Storica

Teodolindamessaggera di pace

per l’Europa

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Tra pochi giorni la Provincia di Monza e della Brianza festeggerà il suo secon-

do compleanno.

Una ricorrenza importante che segna una nuova tappa lungo il cammino di un

Ente giovane che sta crescendo giorno dopo giorno.

Ci piace pensare la nostra Provincia come un grande mosaico che prende forma,

tessera dopo tessera, grazie ad un lavoro di squadra straordinario che ci sta per-

mettendo di raggiungere obiettivi e risultati importanti per ridare ulteriore slan-

cio a quella che tutti considerano da sempre la locomotiva del Paese. Per questo, in-

novazione e tradizione sono i pilastri su cui stiamo costruendo la nostra attività:

vogliamo cogliere tutte le opportunità di sviluppo senza dimenticare la nostra sto-

ria più autentica.

E Monza, il nostro capoluogo, dimostra ogni giorno il carattere di una città che

sta crescendo proprio guardando al futuro senza dimenticare le proprie radici.

È una città aperta allo sviluppo e al cambiamento e che, su modello delle grandi

capitali europee, sta investendo sull' arte, sulla cultura e sullo sport per trovare

nuove occasioni di rilancio anche a livello internazionale.

Il Duomo, la Villa Reale e l'Autodromo sono le punte di diamante che ci permet-

tono di scommettere sulle grandi sfide e nello stesso tempo di accendere i riflettori

su tutti i tesori del territorio: dai gioielli storici alle eccellenze produttive.

Monza è così, senza dubbio, una città moderna, al passo con i tempi, anche se il

suo cuore più autentico batte ancora tra le vie storiche, quelle in cui è facile perde-

re il senso del tempo e riportare le lancette dell'orologio indietro, per ritrovare i fa-

sti del nostro antico passato.

Durante la Rievocazione Storica, che ogni anno prende forma in occasione della

festa di San Giovanni, possiamo sentire questi battiti sempre più intensi e sempre

più forti: è qui che troviamo l'anima vera di questa città che ci appartiene e che

amiamo sempre di più.

Solo partendo dalla memoria possiamo davvero andare incontro al futuro.

Auguriamo a tutti Buon divertimento!

PROVINCIAMONZA BRIANZA

Dario AlleviPresidente

Enrico ElliAssessore alla Cultura e Beni Culturali

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Tra le manifestazioni della Sagra di San Giovanni 2011 spicca ancora una

volta la rievocazione storica dedicata alla regina Teodolinda che raggiunge con

grande successo la trentesima edizione.

Un appuntamento quindi ormai tradizionale che quest'anno, nonostante le

ristrettezze in cui si dibatte il Bilancio comunale, si svolgerà addirittura su

due serate grazie alla volontà dell'appassionata monzese Ghi Meregalli, capace

di coinvolgere tante realtà di volontariato presenti nel territorio di Monza e

Brianza e di spaziare anche oltre i confini della nostra Provincia.

L’evento, nato per raccogliere fondi a favore del Comitato Maria Letizia Ver-

ga impegnato nella lotta alla leucemia del bambino, è diventato via via un mo-

mento di recupero della storia e delle tradizioni locali che conferisce anche un

significato preciso alle nostre origini.

Attraverso le gesta della risoluta regina longobarda, si rilegge il nostro pas-

sato e si comprende la parte iniziale di un vivace e articolato percorso storico

che ci ha portato fino ai giorni nostri. Dove, proprio attraverso la rilettura di

alcune memorie entrate nella leggenda, si dà l'adeguato valore alle origini di

Monza e della sua gente.

Seicento figuranti con stupendi abiti dell’epoca rappresenteranno quest'an-

no il tema "Teodolinda messaggera di pace per l'Europa" proiettandoci in una

dimensione non solo locale proprio a voler sottolineare come da Monza, allora

grande capitale longobarda, sia partito un messaggio che ha investito l'intero

continente.

Il capoluogo brianteo quindi sempre all'avanguardia, non solo nelle attività

produttive e commerciali, ma anche nel trasmettere i positivi valori della cri-

stianità e dell'appartenenza culturale.

Un grazie sentito a tutti coloro che hanno contribuito in questi trent’anni al

successo di questa manifestazione davvero unica.

Il SindacoMarco Mariani

L’Assessore al TurismoAndrea Arbizzoni

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Sabato 11 giugno 2011 - ore 16.00 e 21.30Domenica 12 Giugno 2011 - ore 21.00Centro storico di Monza e piazza Duomo

Tradizionale evento ispirato alla storia monzeserealizzato in collaborazione con numerose associazioni

storiche della provincia di Monza e Brianza.Realizzazione a cura di Ghi Meregalli

Manifestazione promossa dall’Assessorato al Turismo e Spettacolo del Comune diMonza e dal Comitato Maria Letizia Verga, con il patrocinio e il contributo della Pro-vincia di Monza e Brianza.Contributo da: ACSM-AGAM - Enerxenia, Fondazione Monza e Brianza, UBI BancaPopolare di Bergamo.Media partner: Il Cittadino – Giornale di Monza e della Brianza, Monzabrianza TV.

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• Sabato 11 giugno: due i principalimomenti di intrattenimento rievocati-vo:- Pomeriggio: alle ore 16.00 sotto i por-tici dell’Arengario e in Piazza Roma sa-rà allestito un mercato medievale conla distribuzione, da parte del gruppo “Iamis da la Cantunada” di Monza, dialimenti e bevande tipici di un tempo,come la mestura brusada e l’ippocrasso.

Il tutto sarà allietato da musiche me-dievali suonate dal vivo con percussio-ni, cornamuse e ghironde dal gruppo“Folet d’la Marga” di Torino; i teatrantiarricchiranno lo spettacolo con canzoni,giocoleria, equilibrismi… Intanto dieci donne della Scuola dimerletto di Carate Brianza mostreran-no la lavorazione del merletto a tom-bolo, che si diffuse nel nostro territorio a

XXX Rievocazione Storica

Teodolindamessaggera di pace

per l’Europa

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partire dal XV secolo.La Confraternita del Leone di Berga-mo sarà presente con un fabbro, chealimenterà il fuoco del suo braciere conun grande mantice, e con un cartaio, chespiegherà l’origine e l’uso della carta. L’Associazione Ordo Phaenix di Bresciamostrerà alcuni antichi mestieri: l’ar-ciere (caccia e battaglia), il cerusico (ilchirurgo del tempo), l’armaiolo, ilcuoiaio, lo scrivano, lo speziale, le tessi-trici con telaio a mano. L’Associazione Brianza Medievale“Compagnia del Corvo” rappresenteràaltri personaggi e situazioni: un ar-maiolo intento a riparare un’armatura dimaglia metallica, uno speziale che pro-porrà erbe essiccate, una tenda da campocon tavola imbandita per rifocillare gliuomini d’arme. Gli armati si sfiderannoin un combattimento con grandi spadeper dimostrare la propria forza e il pro-prio coraggio; verranno illustrati la sto-ria dell’evoluzione delle armi anticheed i primi rudimenti della schermamedievale. Inoltre i membri del gruppoarmato rappresenteranno il giuramen-to di un cavaliere e l’antico rito dell’in-vestitura.

- Serata: alle ore 21.30 partirà da Lar-go Mazzini il grande corteo storicoanimato per il centro cittadino, unastraordinaria sfilata di centinaia di figu-ranti in costume d’epoca che si snoderàpoi lungo via Italia, piazza Trento, piazzaRoma, via Vittorio Emanuele, via Lambroe piazza Duomo. Qui uno speaker illu-strerà i personaggi storici e presenterài diversi gruppi partecipanti, che sali-ranno sul palcoscenico medievale rivol-gendosi verso il pubblico. Resteranno sul sagrato del Duomo al-cuni gruppi impegnati in spettacoli diintrattenimento: l’ass.ne A.D.A. (Associazione danzeantiche di Milano e Gradara) diletteràil pubblico con uno spettacolo di dan-ze quattrocentesche, come la pavana ela bassadanza;

i “Folet d’la Marga” si esibiranno conuno spettacolo tipicamente medievale digiochi, canti, suoni, fuoco;gli Zanni di Ranica (Bg) realizzerannosuggestive rappresentazioni evocantil’atmosfera medievale, con travesti-menti, scherzi, danze popolane;il gruppo “Musica dell’Urna” di Urgna-no chiuderà la serata con evoluzioni ingrande e piccolo gruppo, a coppie e sin-golo, con una o due bandiere, accom-pagnati dal rullo dei tamburi.

• Domenica 12 giugno: alle ore 21.00 in piazza Duomo, grandespettacolo medievale a chiusura dellamanifestazione. I rullatori e i suonatori di chiarine richia-meranno il pubblico ad assistere alla rap-presentazione di tre scene che vedrannoal centro Teodolinda, grande diplomaticarimasta al potere per quasi quaranta an-ni. Le storie, interpretate da “volonta-ri-attori”, saranno intervallate da dan-ze aristocratiche quattrocentescherealizzate dal gruppo “Il passemezzo”di Bergamo.La Compagnia dei Folli chiuderà la se-rata con una rappresentazione alta-mente suggestiva: fuochi, giochi piro-tecnici, cascate di luci e colori sarannoscanditi da colonne sonore di autori me-dievali.La rappresentazione a tema si conclu-derà con l’emozionante “discesa in vo-lo”, dal campanile del Duomo, dell’An-gelo della Pace.

Un tuffo nel Medioevo lungo due gior-ni, insomma, per una manifestazioneche taglia il traguardo dei trent’anni,nata con lo scopo di far conoscere al va-sto pubblico il Comitato Maria LetiziaVerga e divenuta nel tempo molto dipiù: momento di incontro per tutta lacittà nell’ambito della sua Sagra di SanGiovanni, ma anche occasione di in-trattenimento di qualità e di promozio-ne turistica e storico-culturale delle ra-dici più profonde del territorio monzese.

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1979 Nasce ilCOMITATO

MARIA LETIZIA VERGA

Un’associazione che riunisce genitori, amici ed operatori sanitari con l’obiettivo di offrire a tutti i bambini ammalati di leucemia ed in cura presso la Clinica Pediatrica dell’ Università Bicocca di Milano - Ospedale S. Gerardo diMonza, diretta dal Prof. Giuseppe Masera,l’assistenza medica e psico-sociale più qualifi-cata al fine di garantire loro le più elevate pos-sibilità di guarigione e la miglior qualità di vita.

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COMITATO MARIA LETIZIA VERGA

Un’associazione che riunisce genitori, amici ed operatori sanitari con l’obiettivo di offrireff a

1979 Nasce ilCOMITATT TAA O

MARIA LETIZIA VERGA

Istituisce

Contribuisce

Offre

Aiuta

Pubblica

Istituisceborse di studio per la formazione e l’aggiornamento di medici e infermieri

Contribuiscealla ricerca finanziando il Centro di Ricerche “Matilde Tettamanti”

Offre un servizio psico-socialeai bambini e alle loro famiglie

Aiutaeconomicamentele famiglie in difficoltà

Pubblicauna rivista semestrale:“IL NOTIZIARIO”

1993Day Hospital di Ematologia Pediatrica e Pediatria.

1994Centro Ricerca “Fondazione Tettamanti”.

1999Residence Maria Letizia Verga. Ristrutturata la Cascina Vallera, nascono 18 mini appartamenti a misura di mamma e bambino.

1999Centro Trapianti di Midollo Osseo Pediatrico.

2002Laboratorio di Terapia Cellulare e Genica “Stefano Verri”.

2005Il nuovo sogno è la costruzione di un moderno Dipartimento Materno-Infantile presso l’Ospedale San Gerardo per l’assistenza alla madre, al neonato, al bambino e all’adolescente: Istituto Maria Letizia Verga.

191994

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Nei manoscritti antichi la giovinetta Teodolindaappare per la prima volta come promessa sposa,per ragioni di stato, dal padre Garibaldo, re dei Ba-vari, ad Àutari, re dei Longobardi. Pare che tra icomponenti della delegazione longobarda che si recòdal re bavarese per concordare l’affare matrimonia-le si celasse lo stesso Àutari, che si finse portavoce dise stesso, non riuscendo tuttavia ad “ingannare”Teodolinda. I due giovani si piacquero subito e l’ac-cordo fu fatto.Poco dopo il fidanzamento tra Teodolinda e Àutari,i Franchi invasero il territorio bavarese. Teodolinda,con il fratello Godoaldo, per sfuggire al pericolo col-se l’occasione per scendere in Italia e farsi accoglieredal futuro sposo. Egli organizzò immediatamente lenozze, che si celebrarono, tra l’esultanza generaledell’aristocrazia longobarda, il 15 maggio dell’an-no 589. Alla cerimonia era presente anche il duca diTorino, Agilulfo, parente del re longobardo e futuro

secondo marito della regina. Àutari si diede alle guerre e alle conquiste percorrendo tutta la penisola fino allasua estremità. Teodolinda rimase sola nella reggia di Pavia, imparando presto il me-stiere di regina, non facile per il continuo stato bellico e l’organizzazione statale longo-barda suddivisa in ducati alleati, ma nel contempo concorrenti e a volte nemici tra loro.Dopo circa un anno Àutari tornò aPavia, ma qui morì avvelenato.Teodolinda combinò immediata-mente la pace con i Franchi, eterninemici dei Longobardi; fece inoltreconfermare la sua dignità regale daiduchi, impegnandosi a scegliere, an-che consigliata dai saggi, come futuromarito l’uomo più indicato ad esserere. Teodolinda piaceva infatti per ilsuo modo di fare, e i Longobardi le sierano affezionati a tal punto da in-

La vita della regina Teodolindatra storia e leggenda

Quarant’anni da protagonista

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Teodolinda, giovane promessa sposa

Autari muore avvelenato

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frangere ogni consuetudine ri-guardante l’elezione del nuovo so-vrano: le permisero di continua-re a regnare, cedendole di fattola scelta del nuovo re-marito.La regina chiamò a sé Agilulfo,il duca di Torino conosciuto sedicimesi prima in quel giorno del suoprimo matrimonio. Costui era piùanziano di Àutari; era un uomoprudente, moralmente idoneo, va-loroso. Le nozze si celebraronodopo poco tempo a Pavia e l’ac-clamazione a re del duca di Torino avvenne nel maggio del 591 durante l’assemblea ge-nerale tenuta a Milano. Il passaggio dei pieni poteri ad Agilulfo non significò co-munque l’allontanamento di Teodolinda dal governo del regno. La regina intratteneva da tempo dei rapporti epistolari con papa Gregorio Magno;essendo cattolica, si adoperò per convertire al cristianesimo per primo il propriosposo e di conseguenza i duchi ed il popolo longobardo. Papa Gregorio fu il terzo uo-mo nella vita di Teodolinda; li unì l’amore in Cristo. Non si conobbero mai di persona,ma attraverso i doni scambiati e soprattutto le lettere, ebbero modo di mettersi a con-fronto e di approfondire un’amicizia basata sull’obiettivo comune: diffondere il cristia-nesimo tra gli ariani.La diplomatica Teodolinda intuì e soprattutto riuscì a convincere Agilulfo dell’opportu-nità di abbracciare la religione cristiana. Ciò significava avere migliori rapporti con isudditi di legge romana, con i vescovi, conseguentemente creare di fatto un’alleanza conlo stato pontificio e infine migliorare notevolmente i rapporti con i territori dell’impero ro-mano d’oriente in Italia.La scelta della regina di risiedere a Monza, anziché nella capitale Milano, mise inevidenza l’estraneità alle fazioni politiche e nel contempo la sua posizione superpartes, anche nei confronti del re-marito, per poter imporre diplomaticamente leproprie scelte politiche tendenti al raggiungimento di consolidati rapporti di pacecon gli avversari esterni e ad accrescere la supremazia regale nei confronti dei duchilongobardi.Alla morte di Agilulfo, la regina tornò a regnare direttamente con il giovane figlioAdaloaldo. Di fatto Teodolinda regnò per circa 38 anni, riuscendo a mantenere lapace e la concordia all’interno del suo popolo e tra i popoli italici del suo tempo.La tradizione locale vuole che la basilica di San Giovanni Battista a Monza sia stata fon-data nel luogo dove Teodolinda vide posarsi una colomba bianca su un albero avvolto dauna grande vite.La colomba rappresenta lo Spirito Santo, ma è anche simbolo universale di pace; quellapace tanto perseguita per l’intera vita da Teodolinda.

Gianni Selvatico

Nozze di Teodolinda con Agilulfo

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La leggenda dice che fu Teodolinda a fondare Monza.Sappiamo tutti che non è vero, ma alla regina si deveuna seconda nascita dell’abitato: Modicia entra nellastoria con la scelta della nobildonna bavarese di risiedervie di edificare la basilica intitolata al santo protettore deiLongobardi.Teodolinda fu una grande diplomatica: seppe rimanereal potere per quasi quaranta anni, per quei tempi quasiun record. Non solo si destreggiò sapientemente, tenen-do a freno le velleità dei duchi longobardi; fu anche abi-le nel porsi a confronto paritetico col potere religiosodel Papa e quello temporale dell’Imperatore d’Oriente.Di certo la scelta del vicus Modicia, a soli dieci migliada Milano (la vera capitale), non fu casuale. Monza dis-

poneva del robusto ponte d’arena, che assicurava sempre l’accesso a tutta la fitta rete viariadiretta verso ogni città importante del tempo - Brescia, Verona, Lodi, Pavia, Novara, Torino,Como ed il nord Europa - volendo, senza passare da Mediolanum; inoltre era il centro am-ministrativo dei vasti possedimenti terrieri demaniali posti a nord-est di Milano.Anche la scelta di aderire allo Scisma dei Tre Capitoli, in pratica una piccola discordanza sulCredo Cattolico, che comunque generò importanti contrasti anche se non una scissione con ilCattolicesimo, fu una decisione politica: si prendevano le opportune distanze, non troppomarcate, dal Pontefice e più decise nei confronti dell’Arianesimo, diffusissimo tra il popololongobardo.Così il risiedere poco distante dalla capitale, ma non nel luogo del potere, rafforzò la ca-pacità negoziale della sovrana bavarese, che in tal modo non apparteneva, almeno fisica-mente, al ristretto gruppo decisionale del regno.Altri segnali diplomatici furono le opere edilizie da lei volute. Edificando un appro-priato palazzo, sulle cui pareti fece raffigurare le gesta dei guerrieri longobardi, ed una Ba-silica non pienamente di rito cattolico ed intitolandola al Battista perché proteggessel’intera nazione longobarda, mandò dei precisi messaggi di compartecipazione alle esi-genze del proprio popolo conquistatore ariano e dei romanici, i sottomessi, di maggior nume-ro di religione cattolica e tricapitolina. Il dialogo e la ricerca di ciò che univa, sia all’interno del regno che verso le nazioni con-finanti, garantirono nella penisola e nei confronti degli stati europei un lungo periododi pace che si protrasse per alcuni anni dopo la morte della regina.

Gianni Selvatico

Le doti politiche della regina Teodolinda

Donna di fine diplomaziae di pace

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Felice Bonalumi, pubblicando nel 2006 un’opera che racconta la vita della reginalongobarda, titola “TEODOLINDA una regina per l’Europa”.Infatti Teodelinda ha rapporti con il mondo di allora, che è quello che si affaccia al Medi-terraneo.Seguo Paolo Diacono, autore della “Storia dei Longobardi”, impegnato a scrivere acirca centocinquant’anni dalla morte della regina; lo storico però ricorda spesso di ave-re sotto gli occhi un trattatello, andato poi perduto, nel quale un contemporaneo della so-vrana, tale Secondo, aveva annotato gli avvenimenti di cui era testimone.Teodelinda lasciò la probabilmente natia Regensburg, un tempo importante insedia-mento romano, capitale della Baviera con la dinastia degli Agilolfingi, nel 589 per rag-giungere in Italia Autari. L’anno dopo il marito muore e la vedova, invitata dai du-chi longobardi a scegliersi tra di loro un marito e un re per il popolo, sceglie Agilulfo,duca di Torino.E con il secondo marito influenza la politica interna e addirittura determina la po-litica estera, ponendosi come efficace operatrice di pace.Seguo Paolo Diacono pagina dopo pagina.Invio di ambasciatori longobardi al re dei Franchi per trattare il riscatto di prigio-nieri con proposta di pace.Pace con gli Avari.Agilulfo “per suggerimento della regina Teodelinda sua moglie, come l’aveva ammonitaspesso nelle sue lettere il beato papa Gregorio, stabilisce con lo stesso santissimo papaGregorio e il popolo romano una saldissima pace”. Ho riportato tradotto il testo di Pao-lo. E il Pontefice scrive alla regina per ringraziarla e anche esprime, in altra lettera ad Agi-lulfo, il suo animo grato.Scambi di ambascerie e accordi di pace con gli Unni.Pace perpetua con Teodorico, re dei Franchi.Pace di un anno con Smaragdo e i Bizantini di Ravenna.Pace di nuovo con i Romani per tre anni.Agilulfo manda il “suo notaio Stabiliciano a Costantinopoli dall’imperatore Foca”: scambidi doni e stipula di una pace annuale.Rinnovo degli accordi di pace con Costantinopoli e con i Franchi.Questa in sintesi la politica estera di Agilulfo con Teodelinda consigliera e ispira-trice.Quando nel 615 Agilulfo muore, lascia “il regno al figlio Adaloaldo ancora fanciullo con lamadre Teodelinda”.

I rapporti della regina longobarda contutto il continente

Teodolinda, una reginaper l’Europa

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Ancora Paolo ricorda gli Angli, convertiti a Cristo, gli Slavi, naturalmente i Bavari,la Turingia, la Pannonia, i Sassoni.Insomma c’è tutta l’Europa.Paolo dice ben poco dei dieci anni in cui, reggente la madre, Adaloaldo regnò, ma èpensabile che Teodelinda, regina di fatto, abbia continuato a tenere rapporti con gli statied i popoli europei. Di questo periodo ci è rimasta una lettera, indirizzata ad Adaloaldo e a Teodelinda,scritta da Sisebuto, re visigoto di Spagna dal 612 al 621.Sisebuto dice di Teodelinda tutto il bene possibile, la esalta come cristiana, le riconosceogni virtù. Insomma la lettera è un grande elogio della regina e un documento atte-stante la conoscenza e la stima che godeva nel mondo di allora la sovrana.La quale giustamente viene definita “una regina per l’Europa”.

Pier Franco Bertazzini

Il re franco Childeberto accoglie gli ambasciatori longobardi

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Papa Gregorio I Magno (540-604) fu il primo di una serie di pontefici importanti conquesto nome.A Gregorio VII si deve, ad esempio, la riforma gregoriana dei costumi ecclesiastici e lalotta per le investiture con gli imperatori; a Gregorio XIII si deve l’ordinamento delnostro calendario, detto appunto “gregoriano”.Al primo Papa con questo nome si richiama, invece, il canto gregoriano, la musica uf-ficiale della Chiesa dal Medioevo ai nostri giorni. Una leggenda narra che lo SpiritoSanto, sotto forma di colomba, gli abbia ispirato questa musica, e per questo il Santo è raf-figurato con una colomba sulla spalla.Papa Gregorio fu un grande santo e un grande apostolo teso alla conversione dei po-poli. In qualche modo ci ricorda la figura di Papa Giovanni Paolo II.Pur essendo di famiglia ricca, trasformò i suoi beni in conventi e si fece monaco. Perla sua umiltà, da Papa usò per sé il titolo di “Servo dei servi di Dio”, che poi fu adot-tato dagli altri pontefici.Durante il suo papato vi furono carestie e pestilenze: ordinò preghiere per la cessazione del-la peste e si narra che vide l’arcangelo Michele rinfoderare la spada sul mausoleo di Adria-no, che da allora si chiamò Castel Sant’Angelo. Fu anche un grande studioso. Di lui ci rimangono trattati, omelie, lettere, dialoghi,questi ultimi dedicati proprio a Teodolinda. Per questo fu dichiarato Dottore dellaChiesa.Nella sua attività diplomatica, agevolato dal fatto che prima di diventare Papa era sta-to nunzio apostolico presso l’imperatore di Bisanzio, si prodigò perché vi fosse pace tra iBizantini e i Longobardi.In questa sua attività di pacificazione trovò una valida collaboratrice in Teodolinda,che si prodigò per la conversione al Cattolicesimo dei Longobardi ariani o pagani.I rapporti tra Gregorio Magno e Teodolinda sono documentati da alcune lettere.In una del 594 il Papa fa un accenno allo Scisma dei Tre Capitoli, a cui anche Teodolindaaveva aderito, e si ripromette di chiarirle i dubbi teologici (anche se le ragioni dello Scismaerano più politiche che teologiche).Nel 598 il Papa scrive di nuovo a Teodolinda complimentandosi con lei per gli sforzi fattiper la pacificazione tra i due popoli.

Due protagonisti medievali e i lorolegami con la città

Gregorio Magnoe Teodolinda,

collaboratori di pace

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Nel 603, quando è battezzatocol rito cattolico il figlioAdaloaldo, il Papa scriveuna lettera in cui tra l’altrosono elencati dei doni: un re-liquiario contenente il legnodella Croce di Gesù, unEvangeliario, racchiuso inuna “theca persica”, e tre anel-li per la figlia Gundeberga.Il reliquiario dovrebbe corri-spondere alla Croce di Ada-loaldo del Museo del Duomo. Si ritiene infatti che sia stato un dono del patriarca di Co-stantinopoli a Gregorio quando era nunzio apostolico a Bisanzio.

Per questo motivo Paolo VI nel1964 volle indossare questa cro-ce, segno di antica amicizia,quando si recò ad incontrare ilpatriarca Atenagora.Qualche dubbio vi è circa lacorrispondenza tra la copertad’Evangeliario del Museo, di la-mina d’oro gemmata, e la “thecapersica” indicata nella lettera.Ma altri oggetti del Tesoro po-trebbero essere stati doni di

Papa Gregorio: alcuni tessuti del VI secolo e i corporali, piccole tovaglie d’altare, cheil pontefice avrebbe usato per celebrarela Messa sulle tombe dei martiri e avreb-be poi donati a Monza.Potrebbero essere forse un dono dellostesso Papa anche le 26 ampolle vitreecontenenti olio di lampade accesesulle tombe dei martiri nelle catacom-be, portate a Monza da un diacono Gio-vanni.Infine possiamo dire che anche unaspetto della Chiesa monzese d’oggi ciricorda Gregorio Magno: l’uso del ritoromano, che la Chiesa istituita da Teo-dolinda adottò in ossequio alla riforma liturgica di Papa Gregorio e che da allora hasegnato per molti secoli l’attaccamento della Chiesa di Monza al Vescovo di Roma.

Beppe Colombo

Croce di Adaloaldo (verso e recto)

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Monza, collocata a soli quindici chilometri dalla metropoli milanese, vanta una propriastoria politica, economica e religiosa, nonostante l’evidente supremazia del capoluogolombardo. I Monzesi nei secoli investirono bene i “talenti” forniti dalla decisione diTeodolinda di risiedervi.Il San Giovanni, o per meglio dire i suoi Custodi ed Arcipreti, nell’Alto Medioevoseppero accumulare patrimoni immobiliari sempre più vasti.Oltre al lascito regio longobardo, nell’835, tramite Ugo ed Ava, ricevettero da Lotario Ila corte di Locate. Fu il primo lascito devozionale di una lunga serie, che continua ancoraoggi.Anche il passaggio successorio del regno attraverso l’eredità femminile, adottato allamorte del primo marito re Àutari, con il trasferimento della corona al secondo maritoAgilulfo, venne sfruttato dai Monzesi per accumulare privilegi e ricchezze, ottenendodoni dai dominatori del momento.Berengario, trecento anni dopo Teodolinda, si propose quale successore del regno itali-co per linea femminile, essendo sua madre figlia di re Ludovico il Pio. Quando raggiunsel’alta carica, grazie alla complicità del Papa, dovette imitare completamente la regi-na elargendo alla Chiesa monzese doni preziosi e nuove corti con relative rendite fon-diarie.Grazie alla detenzione della corona regia del ferro, la storia ripassa da Monza conEnrico IV, il figlio Corrado di Lorena e l’impegno di Matilde di Canossa. Poi è un sus-seguirsi di diplomi imperiali e bolle pontificie che garantiscono ed accrescono i terri-tori di giurisdizione della Chiesa monzese.Federico I detto il Barbarossa pone il suo quartiere generale a Monza per muoverecontro Milano. Nella nostra città viene incoronato; in cambio restaura il San Giovan-ni, ripristina il borgo incendiato durante la guerra e assegna parecchi nuovi diritti feu-dali su terre brianzole ai canonici.All’inizio del XIII secolo le proprietà, le corti ed i vari diritti di pertinenza della Ba-silica andavano quasi ininterrottamente da Sesto San Giovanni ad Erba ed anche ol-tre fino a Varenna e nel Mendrisiotto. Monza e il suo tesoro furono al centro dello scontro tra i Della Torre ed i Visconti. Vin-sero i Signori del Biscione, che erano però ben consci di non poter mantenere Milano senzaeliminare lo strapotere economico e commerciale dei Monzesi. Dopo diversi anni di guer-re i Visconti conquistarono Monza, ma i suoi abitanti seppero di nuovo ben spendere i“talenti” lasciati da Teodolinda, evitando la distruzione del borgo, come avvenne per Ca-stelseprio e Lodi.I Visconti non mancarono di donare nuovi privilegi: ricordiamo la signoria tutta

I motivi di gratitudine di Monzaverso la sua regina

Grazie a Teodolinda

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monzese di Hestore e soprattutto Filippo Maria Visconti, che, non avendo eredi maschi,passò il ducato a Francesco Sforza, tramite il matrimonio con la figlia Bianca Maria,richiamandosi all’illustre precedente teodolindeo. Il ciclo degli affreschi degli Zavatta-ri, che ricorda il precedente storico, venne finanziato dal duca Filippo Maria quale dove-roso omaggio alla regina longobarda e alla sua chiesa.Altri doni e favori giunsero al tesoro di San Giovanni con le varie incoronazioni a red’Italia. Un’altra scelta, questa volta imperiale, predilesse Monza per costruire l’Im-perial Regia Villa Asburgica, palesemente influenzata, rispetto ad altre possibilità, dal-l’antico insediamento della regina venuta dalla Baviera.Che dire a Teodolinda? Grazie per aver scelto Modicia.

Gianni Selvatico

I Visconti e gli Sforza: i committenti degli affreschi degli Zavattari

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La bruttina mia…non porta che la copra,balzi, scuffie e gorgere,come voi donne altiere

e superbe

(da “Canzone della donna adorna”, attribuita ad Angelo Poliziano)

Le principali raffigurazioni della Regina Teodo-linda sono conservate nel Duomo di Monza. Sitratta di un gruppo di affreschi profani realizza-ti dai fratelli Zavattari nella prima metà delQuattrocento; in essi le figure sono rappresenta-te secondo la moda dell’epoca.In quel periodo ebbe grande risonanza un’accon-ciatura chiamata “balzo”, che consisteva in ungrandioso copricapo posto su una capigliaturastrettamenteraccolta, suu n ’ a m p i afronte lascia-

ta completamente libera.La base del balzo era solitamente in leggero fil diferro, cuoio o salice piegato al vapore, rivestita datessuti variopinti. Talvolta l’impalcatura del bal-zo poteva essere ricoperta semplicemente “a ca-pelli intrecciati”.La maestosità di questo copricapo diventavaespediente per esaltare la grazia del viso. Racco-gliendo i capelli all’indietro sul sommo del capo, ilbalzo dava slancio alla figura, evidenziando il por-

Teodolinda e la moda delle acconciaturenel tardo Medioevo

Il balzo, re dei“soperchi ornamenti”

Gioco delle carte.Milano, palazzo Borromeo, XV secolo

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tamento eretto con il capo gettato all’indietro e l’ampiezza irreale della fronte, resa più spa-ziosa dalla depilazione.Per indossare il balzo così in voga, si la-sciava infatti la fronte artificialmentescoperta spesso attraverso procedi-menti depilatori detti “a scorticatolo”,tecnica piuttosto drastica a base dicalce viva.Il balzo fu proibito alle donne di facilicostumi e apprezzato da quelle di buo-na famiglia, che lo indossavano alto sul-la testa con i capelli nascosti in modo dadare il più grande risalto possibile allafronte alta e convessa.Indicazioni precise circa le caratteristi-che effettive di tale acconciatura emergo-

no dall’analisi del cor-redo quattrocentescodella milanese Jacobi-na Resti, in procinto dicontrarre matrimonio.A Monza il Riva,pubblicando il corre-do di MaddalenaFrisi del 1430, acco-sta al classico balzoun altro fatto di ca-pelli posticci da usa-re assieme al primo.Testimoniano la mo-da del balzo, oltre

agli affreschi degli Za-vattari nel Duomo di Monza, tanti altri dipinti profani che ornano castelli, palazzi,padiglioni di caccia e di piacere. Dame ornate di splendidi balzi campeggiano in scene digiochi o di vita di corte a Milano, negli affreschi di casa Borromeo.Il Pisanello, il Maestro dei Giochi Borromeo e Masolino da Panicale a CastiglioneOlona con l’Erodiade ci rendono il gusto e l’eleganza di quella società.

Ghi Meregalli

L’Erodiade di Masolino da Panicale a Castiglione Olona

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Il profilo della guglia che si trova sull’altare della Cappella della Corona del Duomo diMonza fa da cornice all’iconografia più nota di Teodolinda: l’apparizione della colom-ba, simbolo dello Spirito Santo, che le indica il luogo prescelto da Dio per la costruzionedella Basilica dedicata a San Giovanni Battista, protettore dei Longobardi.

La tavoletta è in simil-avorio, a richiamare alcuni pezzi del Tesoro del Duomo.Su un lato, il profilo dell’Europa, con i cui Stati del tempo la Regina Longobarda sep-pe stabilire un lungo periodo di pace che si protrasse anche dopo la sua morte. A ra-gione la si dice infatti “messaggera di pace”.

Ghi Meregalli

L’ideazione di questo oggetto-testimonianza è di Ghi Meregalli, il modellato di un valen-te scultore.

L’oggetto-testimonianzadi questa manifestazione

Una reginamessaggera di pace

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I protagonisti di questastoria sfilano

nel centro cittadinoGli sbandieratori, abbigliati nei costumi a co-lori sgargianti, accompagnati dagli antichisuoni delle chiarine e dal rullo dei tamburi an-nunciano l’animato corteo storico.Due araldi portano gli stemmi di FilippoMaria Visconti e di Francesco Sforza, i com-mittenti degli affreschi degli Zavattari nelDuomo di Monza, fonte di ispirazione dellafoggia dei costumi quattrocenteschi che indos-sano i figuranti.Incedono solennemente attorniati dagli ar-migeri a loro protezione e preceduti da duenutrici con fanciulli, che cospargono il loropassaggio con petali di fiori, la regina Teodo-linda, il re Agilulfo e il loro figlio Adaloaldo.A seguire i regnanti con cui la regina longo-barda stabilì rapporti di pace: il re francoChidelberto con la moglie Failuba e la ma-dre Brunechilde; il colto re visigoto Sisebutocon la moglie, vicini ai longobardi per la co-mune fede cattolica, in un’Europa in gran parte ariana; il ministro Evin, duca di Trento,con la moglie Eufrasia, sorella maggiore di Teodolinda; i diplomatici Paolo e Pietro

(padre e figlio) principaliconsiglieri politici e am-ministrativi di Teodolin-da e Agilulfo.La “corte” prosegue condame dai costumi preziosi.Eleganti levrieri e i falco-nieri con i loro insepara-bili rapaci testimoniano lagrande passione venatoriadell’epoca.Possenti “homini d’arme”accompagnati dalle loro vi-vandiere, sfilano alteri e

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sicuri di poter proteggere le famiglie nobili esoprattutto il famoso Tesoro del Duomo affi-dato ad ancelle e paggi.Suonatori e danzatrici arricchiscono il nutritocorteo con le malie della musica e della danzamedievale.Avanza con solennità la Compagine degli Ec-clesiastici con a capo il papa della ChiesaCattolica Gregorio Magno, che tanta impor-tanza ebbe nella cristianizzazione del popololongobardo al fianco di Teodolinda; l’abateProbo, uomo di fiducia e segretario di stato, acui il papa affidava incarichi di responsabilitàe il vescovo Isidoro di Siviglia con alcuni pre-lati. Rappresentano il potere religioso. Il po-tere civile del borgo monzese ha a capo ilpodestà Luigi Landriano affiancato da treassessori comunali. Sono preceduti dagliantichi vessilli della luna e del biscionevisconteo.La sfilata si concluderà con il popolo opero-so ed intraprendente che visse nel nostro terri-torio quando lavorava e quando si divertiva e diventava “gaudente” e festoso, produ-cendosi in danze, canti, piccoli scherzi, sputafuoco, travestimenti per divertire e stupire.

Ghi Meregalli

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Associazione A.D.A.(Associazione Danze Antiche di Milano e Gradara)

Associazione “Contrada Dügana” di DesioAssociazione “La Ghiringhella” di Villasanta

Associazione “Il Passemezzo”ricostruzione storica di danze e costumi, di Bergamo

Associazione Ordo Phaenix di BresciaCompagnia del Corvo dell’Associazione Brianza Medievale

di Giussano fraz. RobbianoCompagnia dei Folli di Marino del Tronto (Ascoli Piceno)

Confraternita del Leone, di BresciaG.A.P. Gruppo Amici del Presepe di LissoneGruppo Falconieri di Dicamino (Alessandria)

Gruppo Padano Levrieristi di Castano Primo (Como)Gruppo Elisa Viganò di Villasanta

“I amís da la Cantunada” di MonzaI Folet d’la Marga di Torino

Musici dell’Urna di Urgnano (Bergamo)Scuola di merletto della C.S.P.S. di Carate Brianza

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Speaker della rappresentazione: Ivan Ottaviani�� �� ��

Coordinatori corteo: Gianni Carzaniga e Rosaria RaimondiRicerca storica, sceneggiatura e testi: Gianni Selvatico

Regia: Ida Pastori

Questo avvincente viaggio nel nostropassato sarà raccontato con competenza

e passione da:

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Ghi Meregalli, a nome del Comitato Maria Letizia Verga, ringrazia il Presi-dente della Provincia di Monza e Brianza Dario Allevi, il Sindaco di MonzaMarco Mariani e la Giunta Comunale, l’Assessore al Turismo e Spettacolo An-drea Arbizzoni, il dirigente Eugenio Recalcati e la responsabile Fernanda Tim-pani dell’Ufficio Settore Turismo e Spettacolo del Comune di Monza, l’Arcipre-te della Basilica di San Giovanni Battista Monsignor Silvano Provasi, la Fon-dazione Gaiani, i sacrestani e i collaboratori del Duomo, il responsabile del-l’Oratorio Redentore Luigi Scarlino, i Rappresentanti delle Forze dell’Ordine etutti coloro che hanno fattivamente collaborato per un intento comune.I sentimenti della più sincera gratitudine alle persone che, singolarmente o uni-te in associazioni, hanno offerto il loro intelligente e generoso operato, prestatovolontariamente, al fine di arricchire questa rievocazione storica.

Un grazie sincero a :l’Assessore alla Cultura del Comune di Monza, Alfonso Di Lio

Il Presidente della Circoscrizione 1, Massimiliano LongoMaurizio Anderlini e Cantiere 2 • 8

Ugo Brambilla - MonzaCarlo Pagani - Lissone

Pasticceria Mariani - MuggiòAlice Aiolfi - Biassono

La Gioielleria Malberti - MonzaGiovanni Farina, panificatore - Vignate

Panifici Confalonieri - MonzaPanificio Crivelli - Monza

Il fiorista Giovanni Santamaria - MonzaSonia Multari - Monza

Associazione Villasanta MedievaleI Volontari del Comitato M. L. Verga

Il Gruppo “Cascina Costa Alta” di Biassono

Per il fattivo contributo nella realizzazione di manufatti,oggetti scenici e costumi si ringraziano:

Carlo Barba, Andrea Biella, Mariuccia Brambilla, Adelia Carzaniga,Angela Labranca, Anna Manfrinato, Annalisa Pietrobon, Irene Regonesi,

Angelo Sala, Massimo Sala, Giusi Sorte

Ringraziamenti

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Lo stemma medievale di Monza

Lo stemma attuale del Comune di Monza

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INSERTO SPECIALE

1981-2011

30 ANNIDI STORIA MONZESE

TRA PRESENTE E PASSATO

Testi a cura di Francesca Daverio

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BREVE CRONISTORIA DI TRENT’ANNI DI MANIFESTAZIONI

SFOGLIANDO L’ALBUM DEI RICORDI…

Trent’anni. Un traguardo di tutto rispetto per quello che è ormai da molti considerato l’eventodi punta delle manifestazioni del giugno monzese in onore di San Giovanni: la tradizionale ri-evocazione storica in costume d’epoca che dal 1981 porta la città di Teodolinda a tuffarsi nelpassato per riassaporare i modi di vita di un tempo che fu.Trent’anni in cui la storia antica di Monza si intreccia con quella della città moderna, le cui radici af-fondano in un passato che la vede spesso protagonista di eventi di grande portata.Trent’anni che hanno visto cambiare la città: le strade, le piazze, i giardini, ridisegnati secondo il gu-sto e le esigenze di un centro moderno che si avviava a diventare provincia.Trent’anni che hanno visto passare migliaia di persone: le autorità comunali, provinciali e regionali,secondo l’avvicendarsi dei diversi colori politici; i volontari di molteplici gruppi di Monza e dellaBrianza, protagonisti dei cortei in costume d’epoca; i professionisti di vari gruppi del nord e centroItalia, animatori degli spettacoli in piazza Duomo; infine i comuni cittadini, a fare da cornice festan-te all’evento.Un susseguirsi e un avvicendarsi di volti e vicende in continua evoluzione, ma con alcune co-stanti rimaste nel tempo: l’organizzazione curata da Ghi Meregalli, il Comitato Maria LetiziaVerga quale promotore, il grande successo di pubblico, il desiderio di recuperare la memoriadelle antiche radici cittadine e di valorizzare, in un clima di grande festa, la straordinaria ere-dità che i grandi del passato hanno lasciato alla nostra città.Ripercorriamo allora questi trent’anni di storia, seguendo, con stupore e un pizzico di nostalgia, ilfilo dei ricordi…

• Anni 1981-1988Prime manifestazioni a scopo benefico, coniniziative di vario genere realizzate sullospiazzo antistante l’Ospedale Nuovo, all’e-poca ancora non recintato, per proseguire conun corteo fino a Cascina Costa Alta nel Parcodi Monza, teatro di ulteriori iniziative, comelo spettacolo degli sbandieratori di Asti equello delle mongolfiere. Tra gli eventi più graditi, la sfilata di auto d’epoca, con gare di rego-larità a Cascina Costa Alta, e il corteo di 50 coppie in abiti da spo-sa e da sposo del secondo dopoguerra, con lancio finale di colombebianche.

• Anni 1989-1996Le manifestazioni acquistano maggiore rilevanza e visibilità: sono rea-lizzate nel pieno centro della città e coinvolgono un numero sempremaggiore di persone, sia in termini di volontari figuranti sia in termini dispettatori. Comincia la pubblicazione di un opuscolo che accompagnal’evento illustrando diversi aspetti storici legati all’iniziativa.Tra le manifestazioni più gradite di questi anni, la sfilata “Dal tram acavalli alla carrozzetta”, che il 10giugno 1989 riporta alla ribaltagli storici tram urbani monzesiinsieme ad altri veicoli risalentifino alla seconda metà dell’Ot-tocento, con passeggeri in costu-

me d’epoca, scortati dai Carabinieri a cavallo. Per l’occa-sione vengono ristampate, con annullo speciale, alcunevecchie cartoline della città.

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Di nuovo i mezzi di trasporto del passato, sempre guida-ti da figuranti in costume d’epoca, sono i protagonisti del-la manifestazione del giugno 1994, intitolata “Le ruote gi-rano… indietro nel tempo - lavoro e svago dei nostrinonni su una, due, tre, quattro ruote”: un lungo corteo di-stinto in “ruote del popolo”, “ruote della borghesia” e “ruotedell’aristocrazia” si snoda tra le principali vie e piazze delcentro cittadino. Altra manifestazione molto gradita di questo primo pe-

riodo è il gioco della dama vivente, organizzato in piazza Duomo l’8 giugno 1991.In diverse annate le rievocazioni storiche cominciano a focalizzarsi sul periodo del Medioevo,portando sulla scena i musici, i rullatori, gli sbandieratori, gli artigiani con i loro tipici prodotti lo-cali, i personaggi in vista dell’epoca.

• Anni 1997-1999Le manifestazioni acquistano un carattere ancor più ap-prezzabile: si arriva al coinvolgimento di oltre 200 figu-ranti in costume d’epoca e l’opuscolo che illustra e ac-compagna l’evento si fa più ricco e completo, corredato danotizie e curiosità sul passato locale basate su un’attenta ri-cerca storica. Il periodo di riferimento è sempre il Me-dioevo, di cui si mettono in luce alcuni momenti ed episodiparticolari. Tra questi, nel 1997 viene rievocato il periodo della rina-scita mercantile di Monza all’epoca di Estore Visconti(inizio ‘400), quando la città era sede di signoria e possede-va una propria zecca che batteva moneta.Nei due anni successivi (1998-1999) le manifestazioni focalizzano invece l’attenzione sul Tre-cento, facendo conoscere al pubblico un episodio della storia locale: il ritorno del Tesoro di Mon-za, tra cui la Corona Ferrea, dopo il periodo di “esilio” ad Avignone.

• Anno 2000Il Giubileo del 2000 diventa occasione per rievocare il primo Giubileo della storia della cri-stianità: quello indetto da Papa Bonifacio VIII nel 1300, anno in cui si avvia a Monza l’in-

grandimento del Duomo, chiamato a ospitare degnamente ifedeli, divenuti ormai molto numerosi. Alla manifestazioneviene dato particolare rilievo: al consueto evento organizza-to nel centro cittadino, seguono due giorni di gare e gio-chi di ispirazione medievale nella zona del Parco chiama-ta “Bosco Bello” in collaborazione con l’Unione SocietàSportive Monzesi. Viene inoltre prodotto un oggetto-ricordo della manife-stazione: un medaglione in terracotta con la riproduzionedella facciata del Duomo e dello stemma di Monza.

È il primo degli oggetti-ricordo che correderanno e arricchiran-no ulteriormente molte delle rievocazioni storiche successive.

• Anni 2001 e 2002La rievocazione storica di questi due anni, legata al periodo del-l’Inquisizione, porta in scena all’ombra dei monumenti cittadiniun vero e proprio processo contro una strega, che finisce arsa sulrogo. Le sfilate in costume d’epoca e le due pubblicazioni dilatano ildiscorso fino alle torture e alle pratiche tacciate di stregoneria, maanche alle numerose credenze e tradizioni popolari legate alle pre-sunte proprietà benefiche delle erbe raccolte nella zona. La lotta traBene e Male è protagonista degli spettacoli in Piazza Duomo.

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Marchi di fabbrica dei mercantidel XV secolo

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• Anni 2003-2005Il tardo Medioevo e i tesori di Monza tornano alla ribalta nelle rievocazioni storiche di que-sto triennio, animate come sempre da centinaia di figuranti, tra i quali spiccano le figure dei Vi-

sconti, signori di Milano, di Monza e di tutta laLombardia, accompagnati dai loro “homini d’ar-me”.Sotto i portici dell’Arengario viene allestito unmercato medievale che, tra amanuensi, ciabatti-ni, armaioli, speziali e tanti altri artigiani consen-te di immergersi nella vita quotidiana di uno deipoli mercantili più citati nelle cronache del tem-po.Le serate si concludono come sempre in piazzaDuomo con spettacoli di luce, fuoco, armi, ric-chi di simbologie medievali legate all’eterna lot-

ta tra Bene e Male.La manifestazione del 2003 riprende in particolarel’episodio già narrato nel biennio 1998-1999: il ritornodel Tesoro di Monza, tra cui la Corona Ferrea, dopo ilperiodo di “esilio” ad Avignone.L’edizione del 2004 propone invece i festeggiamen-ti in onore di Hestore Visconti, acclamato dal popo-lo nel 1407 unico signore di Monza; fu lui a far co-niare la prima moneta locale, riprodotta ora come og-getto-ricordo della manifestazione.Nel 2005 l’attenzione è infine tutta rivolta all’anno 1293 e ai festeggiamenti seguiti al com-pletamento della costruzione dell’Arengario.

• Anni 2006 e 2007Protagonista assoluto delle manifestazioni di questi due anni è San Gerardo dei Tintori, illu-

stre compatrono monzese a cui sono legati, non solo spiritualmente, i cit-tadini e le istituzioni del capoluogo brianteo, a partire dall’ospedale a

lui intitolato.Un tuffo nel passato dove la storia si intreccia con la leggenda e l’ele-mento umano con quello divino, a ben rappresentare un santo caratte-rizzato da un’intensa e autentica spiritualità, ma anche un uomo dota-to di molta concretezza e di grandi capacità organizzative. Il corteopassa per i luoghi più significativi di Monza legati alla storia del santo

e alcuni attori mettono in scena alcuni dei miracoli più conosciuti a luiattribuiti.

Alla vita di San Gerardo, alle forme di devozione popolare a lui ri-servate e ai modi di vita e di cura nel Duecento sono dedicati gli approfon-

dimenti delle due pubblicazioni e gli oggetti-ricordo realizzati in occasione delle due mani-festazioni.

• Anno 2008Il campanile di piazza Duomo, restituito in tutto il suosplendore alla vista dei cittadini dopo lunghi anni di re-stauro, e il neo-nato Museo Gaiani, custode del Tesorodella Basilica di San Giovanni Battista, danno lo spuntoper tornare a rappresentare ancora una volta l’episodiodel ritorno del Tesoro di Monza nella sua città dopo l’e-silio in terra straniera.Giovedì 12 giugno la piazza Arengario diventa idealemuseo a cielo aperto per alcuni pezzi del Tesoro sottoforma di torte proposte al pubblico dalle panetterie e pa-sticcerie di Monza e della Brianza.

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Il “grosso” di Estore Visconti

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In una cornice floreale a forma di Corona Ferrea sono inoltre proposti giochi, musiche e ani-mazioni di ispirazione medievale con il coinvolgimento degli spettatori. I pezzi più famosi delTesoro e la lunetta del portale maggiore del Duomo vengono riprodotti anche nell’oggetto-ricordo della manifestazione.Sabato 14 giugno è invece la volta del vero e proprio corteo storico in costume d’epoca. Lo spet-tacolo finale in piazza Duomo è aperto per la prima volta dal “volo” della colomba che ispi-rò Teodolinda, evento assolutamente inedito per la città e destinato a diventare appunta-mento atteso nelle manifestazioni degli anni successivi.

o Anni 2009-2011Il più amato e illustre personaggio femminile monzesedel passato, la regina Teodolinda, è al centro della sce-na delle manifestazioni di questo ultimo triennio, conparticolare attenzione alle vicende della sua vita perso-nale, ricostruite nei loro intrecci tra storia e leggenda, e aimolteplici legami con il presente, a partire dal Duomo diMonza, sorto sul luogo indicato dalla regina longobarda inpersona in seguito a un sogno di ispirazione divina.Il lunghissimo corteo che si snoda per le vie del centro alsuono di chiarine e tamburi riporta alla luce persone co-muni e personaggi illustri del mondo laico e di quello reli-gioso del passato; in piazza Duomo alcuni figuranti-attoriinscenano gli episodi salienti della vita della regina.Ad essi si ispirano anche gli oggetti-ricordo realizzati inoccasione di ciascuna di queste tre manifestazioni.Ogni serata si chiude con un grandioso spettacolo fina-le a tema, aperto dalla discesa in volo dal campanile delDuomo di una figurante con le sembianze di colomba.Tra trampolisti, sbandieratori, giochi di fuoco e danze in

verticale, la città vive ancora una volta emozioni straordinarie all’ombra dei suoi monumentipiù significativi.

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Cerimonia di incoronazione di Agilulfo

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INTERVISTA A GHI MEREGALLI, STORICA ORGANIZZATRICE DELL’EVENTO

TRENT’ANNI DIETRO LE QUINTE

Trent’anni di manifestazioni in costume d’epoca che vedono al timone,più dietro le quinte che sul palcoscenico, Ghi Meregalli, monzese doc dapiù generazioni che si definisce “appassionata di storia locale” e che hadedicato un’intera vita allo studio e alla divulgazione delle vicende e del-le tradizioni legate alla città di Teodolinda e alla Brianza intera. È lei lamemoria storica più attendibile di questi tre decenni di eventi, a cui so-no legati tanti ricordi...«Nel 1979 nacque il Comitato Maria Letizia Verga, per reperire fondi persostenere l’assistenza sanitaria ai bambini colpiti da leucemia e per favo-rire nuove ricerche per la cura di questa terribile malattia. Nel giugnodell’anno successivo venne organizzata a Cascina Costa Alta, nel Parco diMonza, la prima “Festa Campagnola”, allo scopo di far conoscere il Co-mitato e raccogliere fondi per le sue iniziative benefiche. Fu allora chepensai a organizzare qualcosa di ancora più significativo e coinvolgenteper l’intera città, qualcosa di cui i giornali parlassero, allo scopo di far co-

noscere su scala ancora più vasta il Comitato. Così nacquero le prime manifestazioni, con sede nellospiazzo antistante l’ospedale nuovo».

Insomma, una semplice iniziativa a scopo benefico, con sede decentrata, destinata però a far parlarepresto di sé e a coinvolgere l’intera città e il territorio fino a diventare evento di punta della Sagra delgiugno monzese.«Sì. Negli anni dal 1981 al 1988 le iniziative si svolgevano tra l’Ospedale Nuovo e Cascina Costa Alta.Poi dal 1989 la cosa è diventata decisamente più importante e impegnativa in termini organizzativi:la manifestazione si è trasferita in centro, allo scopo di regalare alla città momenti significativi e allostesso tempo di far acquisire una maggiore visibilità alle iniziative del Comitato. Da quell’anno ho ini-ziato inoltre a preoccuparmi di lasciare qualcosa di scritto che permettesse di illustrare gli aspetti sto-rici legati alla manifestazione e di tenerne vivo il ricordo nel tempo. Ho curato così personalmente lapubblicazione di alcuni opuscoli scritti e illustrati, con la preoccupazione principale di divulgare le no-tizie e le curiosità sulla storia e le tradizioni di Monza e della Brianza, soprattutto per quegli aspettiche normalmente non vengono trattati nei libri di storia. Il mio intento è sempre stato quello di fare di-vulgazione per il grande pubblico, per appassionare la gente alla storia locale».

E proprio la storia locale, in particolare quella dell’epoca medievale, diventasempre più protagonista delle manifestazioni e delle pubblicazioni che le ac-compagnano, soprattutto a partire dalla fine degli anni ‘90. «All’inizio le pubblicazioni erano molto semplici e costituite principalmente daillustrazioni. Da metà anni ’90 le manifestazioni acquisirono un rilievo cittadi-no ancora maggiore nell’ambito della Sagra di San Giovanni. Cominciai allora afocalizzare l’attenzione su un periodo storico in particolare: il Medioevo, del qua-le Monza conserva tracce evidenti anche nella sua architettura. Le manifesta-zioni divennero ancor più organizzate e spettacolari, accompagnate da una ri-cerca storica più rigorosa e quindi da pubblicazioni sempre più curate. Il nume-ro di figuranti nei cortei aumentò inoltre fino ad arrivare a oltre duecento, rap-presentando ogni categoria di persone, tra popolani e autorità religiose e civili».

Una grande varietà di personaggi e di storie, una più interessante dell’altra.Qualcuna però forse è rimasta più di tutte nella memoria della gente o nel cuo-re dell’organizzatrice…«Tutte le manifestazioni hanno raccolto un notevole successo di pubblico. Traquelle che sono rimaste più nella memoria della gente o che hanno suscitato piùcuriosità ci sono, credo, quelle sull’Inquisizione e la caccia alle streghe degli anni

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Page 30: Rievocazione Storica Teodolinda messaggera di pace...su tutti i tesori del territorio: dai gioielli storici alle eccellenze produttive. Monza è così, senza dubbio, una città moderna,

2001 e 2002: erano venute anche alcune televisioni nazionali a riprendere l’evento. Altra rappresenta-zione molto riuscita è stata quella del 2004 su Hestore Visconti, unico signore della città di Monza: inquell’occasione, riuscimmo a realizzare in contemporanea due spettacoli nelle due piazze centrali della

città: i “Carmina Burana” in piazza Arengario, e in piazza Duomo unapartita a scacchi ricca di simbologie medievali animata dal gruppo cul-turale di fama internazionale Calendimaggio di Assisi. Quell’anno fumolto apprezzato anche l’oggetto-ricordo, che riproduceva l’antica mone-ta battuta dalla zecca di Monza. L’evento che però io personalmente ri-cordo con più piacere e che mi è “rimasto nel cuore” è stato quello realiz-zato nel 1989 intitolato “Dal tram a cavalli alla carrozzetta”: tramite laditta Campari ero riuscita a trovare e a portare in piazza Arengario perun’intera giornata una “carrozzetta”, cioè il primo mezzo di trasporto pub-blico monzese “moderno”: era chiamato così perché ricordava nel nome lacarrozza a cavalli, ed era più corto degli altri tram in quanto serviva atrainarli nel deposito. La sua presenza in piazza incuriosì tantissimo, per-ché molti vecchi monzesi ci erano saliti in passato; i più anziani eranocommossi ed emozionati. Per l’occasione furono stampate cinque cartoli-ne con speciale annullo postale per ricordare la storia di questi mezzi di

trasporto. Ricordo che quell’anno rimasi anch’io stupita per l’enorme successo di pubblico: fu da allorache iniziai ad occuparmi della manifestazione quasi “a tempo pieno” per alcuni mesi all’anno. C’è poiun altro motivo che mi lega a quell’evento: sulla “carrozzetta” feci salire molti figuranti in costume d’e-poca di primo Novecento, e io stessa fui tra quelli, visto che non avevo molti volontari a disposizione».

Anche “attrice”, dunque, ma soprattutto organizzatrice, ricercatrice, scrittrice e molto altro. Un lavo-ro molto impegnativo, che va ben oltre il periodo della Sagra di San Giovanni…«Oh, sì. Il lavoro che c’è dietro una manifestazione come quella in costume d’epoca del giugno monze-se impegna mesi interi tra progettazione, ideazione, ricerca storica, stesura della pubblicazione, con-tatti con l’amministrazione comunale e con gli enti patrocinanti, accordi con tutti i gruppi di volonta-ri e con i gruppi di professionisti, stampa e diffusione degli opuscoli e delle locandine, realizzazione del-l’oggetto-ricordo della manifestazione… E poi la serata, con l’adrenalina a mille e la preoccupazioneche tutto vada bene, i problemi di coordinamento tra tutti i gruppi di figuranti, gli imprevisti dell’ulti-mo momento... E l’incognita del maltempo, che potrebbe rovinare tutto…»

Un lavoro immenso, che Ghi Meregalli svolge da sempre in prima persona, tra preziosi aiuti e qual-che ostacolo… «Il lavoro che faccio è molto impegnativo e il coordinamento dei vari gruppi è praticamente tutto sul-le mie spalle. Per fortuna ci sono sempre tanti volontari che mi aiutano per la ricerca storica, la stesu-ra della pubblicazione, il confezionamento dei costumi, la realizzazione dell’oggetto-testimonianza, ilcorteo, l’intrattenimento del pubblico. Tante sarte lavorano metri e metri di preziosi tessuti per realiz-zare abiti meravigliosi di foggia antica; da alcuni anni poi i figuranti sono seguiti da una vera e pro-pria regista che insegna loro a “recitare la parte”: i testi in piazza ora non sono più soltanto “letti”, ma“proclamati”. Devo dire grazie davvero a tante persone: ogni anno faccio i loro nomi all’interno dellapubblicazione, sempre con il timore di dimenticare qualcuno. Tra tutti vorrei comunque ricordareGianni Selvatico, che mi dà una mano enorme soprattutto per la ricerca storica, e il professor Bertaz-zini, che arricchisce ogni anno la pubblicazione con un suo articolo sulla storia monzese. Certamentenon è comunque sempre facile coordinare i diversi aiuti e i diversi gruppi di volontari: ciascuno ha lesue esigenze e i suoi tempi e molti non hanno una visione d’insieme di tutta la realtà legata alla ma-nifestazione, così qualche volta mi tocca “correre dietro” a uno o all’altro… Quello che mi ha sempre in-coraggiato ad andare avanti è il grande apprezzamento del pubblico e di molte persone con cui sonoin contatto, e poi la mia passione per lo studio e la divulgazione della storia e delle tradizioni locali. Ilproblema principale che vedo per il futuro è la mancanza di qualcuno che voglia assumersi in primapersona le responsabilità che al momento mi assumo io. Ma il tempo passa, e se la manifestazionecompie trent’anni, anche io rispetto agli inizi ho trent’anni di più…»

Trent’anni… Un passato pieno di ricordi straordinari, conservati per sempre nella memoria e fissatinelle tante fotografie e filmati realizzati in questi anni e conservati gelosamente con cura. E il futuro? È una pagina ancora tutta da scrivere…

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