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Capitolo 8 Ricerca delle Primitive 8.1 Integrali, Derivate e il TFCI In questo capitolo arontiamo il problema di trovare le primitive di una data funzione f . Il TFCI ci ore una motivazione fondamentale per questa ricerca. Ricordiamo, infatti che esso aerma che se f è una funzione continua, F una sua primitiva, allora Z b a f (x) dx = F (b) F (a) . Riuscire a trovare una primitiva, permette quindi di ridurre il problema dell’integrazione, ad un problema più semplice, quello della valutazione del valore di una funzione in due punti. Un esempio semplice, ci permette di (ri)-illustrare quanto aermato. Esempio 269 Calcolare R π/2 0 cos xdx. Soluzione. Ogni funzione della forma F (x) = sin x + C è una primitiva di f (x) = cos x. Per semplicità prendiamo C =0. Usando il TFCI si ha che Z π/2 0 cos xdx = sin x] π/2 0 =1 . Dal punto di vista geometrico, l’integrale rappresenta l’area compresa tra il graco di y = cos x, l’asse delle x e le rette x =0 e x = π/2. ¥ Quindi, per usare il TFCI bisogna essere capaci di trovare una primitiva della funzione integranda. Sappiamo già che se f è continua, la funzione F (x)= Z x a f (t) dt è una primitiva di f . E’ importante sapere che ogni funzione continua ammette primitiva; il nostro problema è però più complesso. Non ci basta sapere che esiste, vogliamo trovare, se possibile, una formula concreta per F. Una formula, cioè, che ci permetta di inserire ingressi numerici e riceverne uscite numeriche. 373

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Capitolo 8

Ricerca delle Primitive

8.1 Integrali, Derivate e il TFCI

In questo capitolo affrontiamo il problema di trovare le primitive di una datafunzione f . Il TFCI ci offre una motivazione fondamentale per questa ricerca.Ricordiamo, infatti che esso afferma che se f è una funzione continua, F unasua primitiva, allora Z b

af (x) dx = F (b)− F (a) .

Riuscire a trovare una primitiva, permette quindi di ridurre il problemadell’integrazione, ad un problema più semplice, quello della valutazione delvalore di una funzione in due punti.

Un esempio semplice, ci permette di (ri)-illustrare quanto affermato.

Esempio 269 CalcolareR π/20 cosxdx.

Soluzione. Ogni funzione della forma F (x) = sinx+C è una primitiva dif (x) = cosx . Per semplicità prendiamo C = 0. Usando il TFCI si ha cheZ π/2

0cosxdx = sinx]

π/20 = 1 .

Dal punto di vista geometrico, l’integrale rappresenta l’area compresa tra ilgrafico di y = cosx, l’asse delle x e le rette x = 0 e x = π/2. ¥

Quindi, per usare il TFCI bisogna essere capaci di trovare una primitivadella funzione integranda.

Sappiamo già che se f è continua, la funzione

F (x) =

Z x

af (t) dt

è una primitiva di f . E’ importante sapere che ogni funzione continua ammetteprimitiva; il nostro problema è però più complesso. Non ci basta sapere cheesiste, vogliamo trovare, se possibile, una formula concreta per F. Una formula,cioè, che ci permetta di inserire ingressi numerici e riceverne uscite numeriche.

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374 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

Abbiamo anche ripetuto più volte che data una funzione continua f si hannouna infinità di primitive di f , che differiscono tra di loro per una costante arbi-traria, quindi riuscire ad individuare una primitiva, equivale ad averle trovatetutte.

Nel caso delle derivate, è relativamente semplice calcolare la derivata diuna funzione elementare, non solo ma la funzione derivata è anch’essa di tipoelementare, cioè scrivibile come composizione di polinomi, esponenziali, funzionitrigonometriche e le loro inverse.

nel caso della ricerca delle primitive la situazione è più complessa: la prim-itiva di una funzione elementare può o meno essere elementare. Anche il solodecidere se una funzione f ha a meno una primitiva elementare, può esserecomplicato.

L’obiettivo di questo capitolo è quello di sviluppare alcune tecniche checi permettano di vedere e capire se è possibile trovare una primitiva di unafunzione in forma chiusa, come si usa dire. In una forma cioè esprimibilecome combinazione di funzioni semplici.

Osservazione. Molti programmi matematici per computer affrontano ilproblema della ricerca di primitive. Per esempio il comando int di Maple,cerca di trovare una primitiva in forma chiusa di una funzione data.

Fino a poco tempo fa non esisteva alcun metodo che permettesse di decidereuna volta per tutte se una funzione ammettesse primitiva elementare. Allafine degli anni ’60, tuttavia, R. H. Risch scoprì un algoritmo che determinase una funzione ammette primitiva elementare, e in caso positivo, ne trovauna. Nonostante che questo algoritmo e le sue varianti più recenti possanoessere implementate sul computer, la maggior parte dei software moderni usanometodi più veloci e meno complicati.

8.1.1 Derivate e Primitive: Strategie Basilari

Le tecniche per la differenziazione(come ad es. la regola del prodotto e quella delquoziente) iniziano con alcune derivate note, combinandole insieme si riesconoa produrre nuove derivate. Allo stesso modo, la ricerca di primitive richiedeuna base di formule note, alle quali ricondurre le altre.

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8.1. INTEGRALI, DERIVATE E IL TFCI 375

Noi useremo, principalmente, le seguenti

Formule Base per le PrimitiveZxk dx =

xk+1

k + 1+ C se k 6= −1Z

1

xdx = ln |x|+CZex dx = ex + CZ

ax dx =ax

ln a+ C se a 6= 1Z

sinxdx = − cosx+ CZcosxdx = sinx+ CZsec2 xdx = tanx+ CZ1√1− x2 dx = arcsinx+ CZ1

1 + x2dx = arctanx+ C

Una sottigliezza: Logaritmi e Valore Assoluto La formulaR 1xdx =

ln |x|+C sembra avere un ingrediente inaspettato: il valore assoluto. Sappiamoche la derivata di lnx è 1/x, perché il valore assoluto ?

La risposta ha a che vedere con i domini. La funzione 1/x è definita pertutti gli x 6= 0; idealmente una primitiva dovrebbe avere lo stesso dominio.Sfortunatamente la funzione lnx è definita solo per valori positivi dell’ingressox. L’uso di G (x) = ln |x| risolve il problema in modo pulito. Questa funzioneha sia il dominio giusto (numeri positivi e negativi) che la giusta primitiva.

Vediamo i grafici delle due funzioni per rendere evidente questo dato.

-3

-2

-1

0

1

2

3

-4 -2 0 2 4x

Grafico di y = 1/x-3

-2

-1

0

1

2

3

-4 -2 0 2 4x

Grafico di y = ln |x|

Combinazione di Primitive: Somme e Moltiplicazione peruna Costante

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376 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

Tutte le regole per la derivazione, lette a rovescio, ci dicono qualcosa nel-la ricerca delle primitive. Le regole più semplici, come noto sono quelle cheriguardano la somma e la moltiplicazione per una costante. Se f e g sonofunzioni continue e k è una costante, si haZ

(f (x) + g (x)) dx =

Zf (x) dx+

Zg (x) dx ;Z

k · f (x) dx = k ·Zf (x) dx .

Esempio 270 TrovareR(3 cosx− 2 ex) dx .

Soluzione. Usando le formule per la somma e moltiplicazione per unacostante, si haZ

(3 cosx− 2 ex) dx =

Z3 cosxdx−

Z2 ex dx

= 3

Zcosxdx− 2

Zex dx

= 3 sinx− 2ex + C .La soluzione può essere controllata, differenziando. ¥Prova e ControllaCongetturare, in modo intelligente, possibili soluzioni del problema e con-

trollare è una buona strategia per la ricerca di primitive. Poiché derivare èsemplice, non è un problema, nella maggior parte dei casi, controllare se lacongettura pensata è corretta o meno.

Esempio 271 TrovareRcos 2xdx .

Soluzione. PoichéRcosxdx = sinx+ C, noi potremmo congetturare che

sin 2x possa essere una soluzione. Proviamo a derivare; si ottiene (sin 2x)0 =2cos 2x Se ne deduce immediatamente che

1

2(sin 2x)0 = cos 2x .

Ne segue che Zcos 2xdx =

sin 2x

2+ C .

¥

Esempio 272 CalcolareZ

6

1 + 4x2dx

Soluzione. La forma dell’integrando suggerisce la primitiva possa essereun arcotangente; una funzione del tipo A arctanBx . proviamo a differenziare,si ha

(A arctanBx)0 = A1

1 + (Bx)2B =

AB

1 +B2x2.

Controllando con l’integrando si ha: AB = 6 e B2 = 4 . Ponendo A = 3 eB = 2 si ottiene il risultato voluto: F (x) = 3 arctan 2x . ¥

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8.1. INTEGRALI, DERIVATE E IL TFCI 377

8.1.2 Esercizi

1. Calcolare le primitive delle seguenti funzioni. Controllare il risultato perdifferenziazione.

(a)R ¡3x5 + 4x−2

¢dx ;

(b)R dx3x;

(c)R 1

4√1− x2dx ;

(d)R 3

x2 + 1dx ;

(e)R3e4x dx ;

(f)R(1 +

√x) dx ;

(g)R(x+ 1)2 3

√xdx ;

(h)R (3− x)2

xdx ;

(i)Rex (1 + ex) dx .

2. Determinare se la primitiva trovata è corretta o meno.

(a)Resinx dx = e− cosx + C ;

(b)R 1

1 + 4x2dx = arctan 2x+ C ;

(c)R ¡1 + tan2 x

¢dx = tanx+ C ;

(d)Rlnxdx = x lnx− x+C ;

(e)Rarctanxdx = x arctanx− 1

2 ln¡1 + x2

¢+ C ;

(f)R 1

a2 + x2dx =

1

aarctan

x

a+ C ;

(g)Rtanxdx = ln |sinx|+ C ;

(h)Rsecxdx = ln |secx+ tanx|+ C ;

(i)R 1

1− x2dx =1

2ln

¯̄̄̄1 + x

1− x¯̄̄̄+ C .

3. Usare l’identità trigonometrica 2 sin2 x = 1−cos 2x per calcolare R sin2 xdx .4. Spiegare perché

R 2π0

√1− cos 2xdx 6= √2 R 2π0 sinx dx .

5. Verificare la correttezza delle seguenti uguaglianze

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378 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

(a)R2 sinx cosxdx = sin2 x+C = − cos2 x+C ;

(b)Rcos 2xdx =

1

2sin 2x+ C = sinx cosx+ C ;

(c)Rcos2 xdx =

x

2+1

2sinx cosx+ C =

x

2+1

4sin 2x+ C .

6. Calcolare le seguenti primitive.

(a)R x2

1 + x2dx ;

(b)R 4x2 + 3x+ 2

1 + xdx ;

(c)R x− 1x+ 1

dx ;

(d)R 1√

x− 1 +√x+ 1 dx ;

(e)Rtan2 xdx ;

(f)R 1

1 + sinxdx ;[Sugg.:(a− b) (a+ b) = a2 − b2]

(g)R 1

1 + 9x2dx ;

(h)R 6

9 + x2dx ;

(i)R 2√

1− 9x2 dx ;

(j)R 8√

4− x2 dx .

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8.2. INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE 379

8.2 Integrazione per Sostituzione

Prima di definire precisamente questa regola di integrazione, vediamo con alcuniesempi per capire come funziona.

Esempio 273 TrovareZ2x cosx2dx. Trovare, cioè, una primitiva di 2x cosx2.

Soluzione. Sia u = u (x) = x2, quindidu

dx= 2x, ne segue che du = 2xdx .

(Problema: si può separare du e dx come se fossero i due membri di unquoziente? Rispondiamo subito di si, torneremo comunque su questo problemapiù avanti.) Sostituiamo il tutto nell’integrale dato, si ottiene:Z

2x cosx2dx =

Zcosu du .

Quest’ultimo integrale è più semplice del precedente, il resto è normale routine.Troviamo il valore dell’integrale nella variabile u e poi sostituiamo ad u il suovalore in x : Z

cosu du = sinu+ C = sinx2 + C .

La correttezza del risultato trovato la possiamo verificare derivando:¡sinx2 + C

¢0= 2x cosx2

come volevamo. ¥A dispetto del metodo, che può sembrare ambiguo (quella separazione tra

du e dx) il metodo ha funzionato rapidamente e correttamente. Vediamo unsecondo esempio.

Esempio 274 TrovareZ

x

1 + x2dx .

Soluzione. Sia u (x) = 1 + x2 . ne segue che du/dx = 2x e quindi du =2xdx. possiamo adesso sostituire:Z

x

1 + x2dx =

1

2

Z2x

1 + x2dx =

1

2

Zdu

u.

Il primo passaggio è solo di convenienza, moltiplicando per 2 dentro il segnod’integrale rende visibile il du richiesto (abbiamo ovviamente compensato div-idendo per 2 fuori dell’integrale !). In questa forma semplice, l’integrale è orafacilmente risolvibile:

1

2

Zdu

u=1

2ln |u|+ C = 1

2ln¡1 + x2

¢+ C .

Controlliamo , infine il risultato, derivando:µ1

2ln¡1 + x2

¢+ C

¶0=1

2

2x

1 + x2=

x

1 + x2.

¥

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380 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

8.2.1 L’Idea della Sostituzione

Come gli esempi precedenti mostrano, una buona sostituzione trasforma unintegrale indefinito in un altro più semplice del primo. Il processo ha tre passi:

Sostituzione Va scelta in modo adeguato una funzione u = u (x), e siscrive du = u0 (x) dx. Si sostituisce quindi sia u che du nell’integraleoriginale

Rf (x) dx per produrre un nuovo integrale della formaR

g (u) du .

Integrazione Si risolve l’integraleRg (u) du, si trova, cioè, una fun-

zione G (u) tale che G0 (u) = g (u) .

Risostituzione Nel risultato trovato si sostituisce ad u la sua espres-sione u (x) . Il risultato, F (x) = G (u (x)) è una primitiva di f , cosìcome ogni funzione della forma F (x) + C.

Esempi: Una Casistica di Sostituzioni

La sostituzione è, in teoria, abbastanza semplice. In pratica, tuttavia trovarela giusta sostituzione può non essere affatto banale e dipende molto dall’espe-rienza.

I seguenti esempi mostrano alcune delle possibilità e dei trucchi che possonorisultare utili.

Il primo problema, ovviamente, è una scelta corretta della funzione u chepermetta una semplificazione dell’integrale originario.

Esempio 275 CalcolareZsin3 x cosx dx .

Soluzione. Se u = sinx, ne segue che du = cosx dx. Osservato questofatto, il resto non presenta difficoltà:Z

sin3 x cosxdx =

Zu3 du =

u4

4+ C = sin4 x+ C .

¥

Esempio 276 CalcolareZ

x

1 + x4dx .

Soluzione. in questo caso non è immediatamente ovvio quale sia la sos-tituzione corretta da fare. Potremmo provare u = 1 + x4, ma in questo ca-so du = 4x3 dx che non appare particolarmente utile, visto che niente delgenere appare nell’integrale. Una scelta migliore è u = x2. In questo casosi ha du = 2x dx, quindiZ

x

1 + x4dx =

1

2

Z2x

1 + x4dx =

1

2

Z1

1 + u2du .

Non vi è dubbio che questo integrale è più semplice. La sua primitiva è infattiben nota:

1

2

Z1

1 + u2du =

1

2arctanu+C =

1

2arctanx2 + C .

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8.2. INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE 381

Il controllo del risultato implica, come vi è noto, l’uso della regola di derivazionedelle funzioni composte. ¥

Ricordiamo ancora una volta che, le proprietà dell’integrale permettono, conassoluta libertà, di moltiplicare e dividere dentro e fuori il segno di integrale.

Esempio 277 CalcolareZ

3x

5x2 + 7dx .

Soluzione. Il numeratore è, a parte una costante moltiplicativa, la derivatadel denominatore. Questo induce a pensare ad una situazione del tipo

Rdu/u.

Se poniamo u = 5x2 + 7 si ha du = 10xdx, quindiZ3x

5x2 + 7dx =

3

10

Z10x

5x2 + 7dx

=3

10

Z1

udu

=3

10ln |u|+ C

=3

10ln¡5x2 + 7

¢+ C .

La derivazione del risultato mostra che il risultato è corretto:µ3

10ln¡5x2 + 7

¢+ C

¶0=3

10

10x

5x2 + 7=

3x

5x2 + 7.

¥

Sostituzioni Inverse: Scrivere x e dx in termini di u e du

Negli esempi visti fino ad adesso,abbiamo sempre scritto u e du in termini di xe dx. E’ talvolta conveniente, perché più semplice, esprimere x e dx in funzionedi u e du. I due prossimi esempi illustrano questa strategia.

Esempio 278 CalcolareZ

x√2x+ 3

dx .

Soluzione. Partiamo come siamo soliti fare. Se u =√2x+ 3 ne segue che

du = dx/√2x+ 3 . sostituendo si ottiene:

Zx√2x+ 3

dx =

Zx

dx√2x+ 3

=

Zx du .

Fino ad ora tutto bene, ma che fare della x che rimane ?Il trucco è adesso, quello di scrivere x come funzione di u

u =√2x+ 3 =⇒ u2 = 2x+ 3 =⇒ u2 − 3

2= x .

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382 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

Sostituendo nell’integrale precedente, si ottiene:Zxdu =

Zu2 − 32

du

=u3

6− 32u+C

=(2x+ 3)3/2

6− 32(2x+ 3)1/2 +C .

Per esercizio, ripetiamo il problema, ma in modo leggermente diverso. Poniamoancora u =

√2x+ 3 . Notiamo dapprima che

u2 − 32

= x =⇒ u du = dx .

Sostituendo nell’integrale si ha:Zx√2x+ 3

dx =

Zu2 − 32u

u du =

Zu2 − 32

du

esattamente come prima. ¥

Esempio 279 CalcolareZ

1

1 +√xdx .

Soluzione. Sia u =√x . Si ha:

x = u2 e dx = 2udu .

Sostituendo per x e dx si ottieneZ1

1 +√xdx =

Z2u

1 + udu .

Quest’ultimo integrale è certamente più semplice di quello dato. Un’altra sosti-tuzione lo rende ancora più semplice. Se v = 1+ u, allora dv = du e u = v− 1,quindiZ

2u

1 + udu =

Z2 (v − 1)

vdv = 2

Z µ1− 1

v

¶dv = 2 (v − ln |v|) + C .

Infine, sostituendo per x:

2 (v − ln |v|) +C = 2 (1 + u− ln |1 + u|) +C = 2+ 2√x− 2 ln |1 +√x|+C

8.2.2 Sostituzione negli Integrali Definiti

I seguenti due esempi mostrano due modi di valutare gli integrali definiti,calcolati per sostituzione.

Esempio 280 CalcolareZ √π/2

02x cosx2 dx .

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8.2. INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE 383

Soluzione. (Integrazione in x) Scriviamo f (x) = 2x cosx2. Se F (x)è una qualsiasi primitiva di f (x), allora per il TFCI, la risposta cercata è

F³p

π/2´− F (0).

Abbiamo già trovato una primitiva di f . Usando la sostituzione u = x2,du = 2xdx abbiamo visto che F (x) = sinx2 è una primitiva di f . Ne segue:Z √π/2

02x cosx2 dx = sinx2

¤√π/2

0= sin

π

2− sin (0) = 1 .

¥

Esempio 281 CalcolareZ √π/2

02x cosx2 dx .

Soluzione. (Creazione di un nuovo integrale definito)Poniamo, comeprima, u = x2, du = 2xdx . Agli estremi x = 0 e x =

pπ/2, si ha u = 0

e u = π/2 rispettivamente. Quindi sostituendo per u, du e per gli estremid’integrazione, si ottiene:Z √π/2

02x cosx2 dx =

Z π/2

0cosudu .

Quest’ultimo integrale può essere calcolato così come èZ π/2

0cosudu = sinu]

π/20 = sin (π/2)− sin (0) = 1

come prima. ¥Controllate ancora: Osservate con attenzione come abbiamo usato dif-

ferentemente le sostituzioni nei due casi precedenti. Nel primo abbiamo usatola sostituzione solo come aiuto temporaneo per trovare la primitiva di una datafunzione integranda rispetto alla variabile originaria x. Nel secondo esempioabbiamo usato la sostituzione per trasformare l’integrale definito originario inun nuovo integrale definito, con una nuova integranda e nuovi limiti. Il risultatofinale nei due casi è, ovviamente, lo stesso.

Sostituzione in Generale: Perché Funziona

In ognuno degli esempi precedenti, la sostituzione ci ha aiutato a trovare laprimitiva di una funzione data. per vedere perché la sostituzione funziona, ladescriveremo nella sua generalità.

per un integrale indefinito, la sostituzione implica la ricerca di una funzioneu = u (x) tale che f (x) può essere riscritta nella forma

f (x) = g (u (x)) u0 (x)

per qualche funzione g. Affermare che la sostituzione funziona significa affer-mare che Z

f (x) dx =

Zg (u) du ,

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384 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

cioè che, se G è una funzione tale che G0 (u) = g (u), allora G (u (x)) è unaprimitiva di f .

La regola di derivazione delle funzioni composte ci assicura che G ha laproprietà richiesta:

d

dxG (u (x)) = G0 (u (x)) u0 (x) = f (x) ,

quindi G (u (x)) è proprio la primitiva cercata.La sostituzione negli integrali definiti funziona allo stesso modo. Il fatto che

funzioni è anche chiamato teorema del cambio di variabile:

Teorema 282 Siano f, u e g funzioni continue, tali che per tutti gli x ∈ [a, b] ,

f (x) = g (u (x)) u0 (x) .

Allora si ha Z b

af (x) dx =

Z u(b)

u(a)g (u) du .

Dimostrazione. Sia G una primitiva di g. Per il TFCI si haZ u(b)

u(a)g (u) du = G (u (b))−G (u (a)) .

Come mostrato prima (usando la regola di derivazione delle funzioni composte),G (u (x)) è una primitiva di f (x).

Quindi, Z b

af (x) dx = G (u (b))−G (u (a))

e i due integrali sono uguali.

Differenziali: du, dx e questioni connesse

I simboli du e dx sono chiamati differenziali di u e di x rispettivamente. Seu = u (x), allora du e dx sono correlate nel modo ovvio: du = u0 (x) dx .

Una teoria dei differenziali esiste in matematica, ma va al di là degli scopidi questo volume. Per noi, il differenziale in una espressione integrale (dxinRf (x) dx ) è essenzialmente un aiuto alla memoria: ci ricorda quale sia la

variabile di integrazione. Nei problemi di sostituzione lo scambio di dx in du(o viceversa) ci serve come strumento di lavoro, per poter usare il teoremaprecedente.

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8.2. INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE 385

8.2.3 Esercizi

1. Calcolare una primitiva delle funzioni date, usando le sostituzioni indicate.

(a)Z(4x+ 3)−3 dx , u = 4x+ 3;

(b)Zxp1 + x2dx , u = 1 + x2;

(c)Zesinx cosxdx , u = sinx;

(d)Zln3 x

xdx , u = lnx;

(e)Zarctanx

1 + x2dx , u = arctanx;

(f)Zsin√x√x

dx , u =√x :

(g)Ze1/x

x2dx , u = 1/x;

(h)Zx3p9− x2 dx , u = 9− x2;

(i)Z

ex

1 + e2xdx , u = ex;

(j)Z

x

1 + xdx , u = 1 + x.

2. Negli integrali seguenti, trovare i numeri a e b che realizzano l’uguaglianzadegli integrali, quindi calcolare gli integrali

(a)Z 2

−1x

1 + x4dx =

1

2

Z b

a

1

1 + u2du;

(b)Z √

π

−√

π/2x cos 3x2 dx =

1

6

Z b

acosudu;

(c)Z 3

0

x

(2x2 + 1)3dx =

1

4

Z b

au−3 du;

(d)Z 2

1x2ex

3/4 dx =4

3

Z b

aeu du;

3. Sia a > 0. Mostrare cheZ

dx√a2 − x2 dx = arcsin

x

a+ C

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386 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

4. Siano a e b > 0 costanti. Usare la sostituzione u = a + b/x per trovareuna primitiva della funzione 1/

¡ax2 + bx

¢.

5. Mostrare cheZ

dx

1 + exdx = x− ln (1 + ex) + C [Sugg.: 1

u (1 + u)=1

u−

1

1 + u]

6. Supponiamo cheZ 12

0g (x) dx = π. Valutare

Z 4

0g (3x) dx

7. Sia I =Zsec2 x tanxdx .

(a) Usare la sostituzione u = secx per mostrare che I = 12 sec

2 x+C .

(b) Usare la sostituzione u = tanx per mostrare che I nelle parti (a)e (b) sembrando differenti, ma sono entrambe corrette. Spiegarel’apparente paradosso.

8. Trovare le seguenti primitive, quindi controlla il risultato derivando

(a)Zcos (2x+ 3) dx;

(b)Zsin (2− 3x) dx;

(c)Zx cos

¡1− x2¢ dx;

(d)Z(3x− 2)4 dx;

(e)Z

2x3

1 + x4dx;

(f)Zx (3x+ 2)4 dx;

(g)Z

1

1− 2x dx;

(h)Z √

3x− 2 dx;

(i)Zx√3x− 2 dx;

(j)Zlnx

xdx;

(k)Z p

x+ 1/x

x2dx;

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8.2. INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE 387

(l)Zx ex

2dx;

(m)Zx3¡x4 − 1¢ dx;

(n)Z

x3

1 + x2dx;

(o)Z

x2

1 + x6dx

(p)Z

x√1− x4 dx;

(q)Zx+ 4

1 + x2dx;

(r)Zx¡1− x2¢15 dx;

(s)Z

2x+ 3

(x2 + 3x+ 5)4dx;

(t)Ztanxdx;

(u)Zarcsinx√1− x2 dx;

(v)Ztan2 x cscxdx;

(w)Zcosx

sin4 xdx;

(x)Zln (cosx) tanxdx;

(y)Zarcsinx√1− x2 dx;

(z)Z

1√x (√x+ 2)

3 dx

9. Valutare i seguenti integrali definiti

(a)Z 2

0

x

(1 + x2)3dx;

(b)Z 8

−193√8− xdx;

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388 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

(c)Z e

1

sin (lnx)

xdx;

(d)Z 4e

e

1

x√lnx

dx;

(e)Z π

0sin3 x cosx dx;

(f)Z π

−π/2ecosx sinxdx;

10. CalcolareZ 1

0xp1− x4 dx

11. Supponiamo che la funzione f sia continua nell’intervallo [−1, 1] . Usarela sostituzione u = π − x per mostrare cheZ π

0x f (sinx) dx =

π

2

Z π

0f (sinx) dx .

12. Supponiamo che la funzione f sia continua nell’intervallo [a, b] . Mostrareche Z b

af (x) dx =

Z b

af (a+ b− x) dx .

13. Usare la sostituzione u = 1− x per mostrare cheZ 1

0xn (1− x)m dx =

Z 1

0xm (1− x)n dx .

14. Usare la sostituzione un = ax+ b per risolvere i seguenti integrali

(a)Zx√2x+ 1 dx;

(b)Z

1√x+ 3√xdx

15. Trovare l’errore nella seguente “dimostrazione” che I =Z 1

−11

1 + x2dx = 0

I =

Z 1

−11

1 + x2dx =

Z 1

−1x−2

1 + x−2dx = −

Z 1

−11

1 + u2du = 0 .

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8.2. INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE 389

16. Trovare l’errore nella seguente “dimostrazione” cheZ π

0

√1− sinxdx = 0

Z √1− sinxdx =

Z p1− sin2 x√1 + sinx

dx

=

Zcosx√1 + sinx

dx

→Zdu

u

= 2√u+ C → 2

√1 + sinx+ C .

Ne segue cheZ π

0

√1− sinxdx = 2√1 + sinπ − 2√1 + sin 0 = 0 .

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390 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

8.3 Integrale per Parti

Il metodo di integrazione per parti è una conseguenza diretta della formuladi derivazione del prodotto.

Infatti, se f e g sono due funzioni differenziabili, si ha

d (f · g) (x)dx

= f (x)dg (x)

dx+ g (x)

df (x)

dx,

da cui

f (x)dg (x)

dx=d (f · g) (x)

dx− g (x) df (x)

dx.

Usando la formula di integrazione della somma, che è la somma degli integrali,otteniamo Z

f (x)dg (x)

dxdx = f (x) g (x)−

Zg (x)

df (x)

dxdx

che è chiamata formula di integrazione per parti.Se indichiamo con u = f (x) e v = g (x) , la formula può essere scritta, in

forma abbreviata, come segueZudv = u v −

Zv du .

Vediamo subito un esempio illustrativo dell’uso del metodo.

Esempio 283 Trovare l’integraleZlnx dx .

Soluzione. Osservando la formula di integrazione per parti, sembrerebbeesserci una contraddizione, visto che nella formula che esplicita il metodo ap-paiono due funzioni. La contraddizione è solo apparente, visto che possiamosempre pensare lnx = 1 · lnx.

Consideriamo quindi u = lnx e dv = 1, ne segue che v = x e du =1

xdx e

quindi: Zlnxdx = x lnx−

Zx1

xdx = x lnx− x+ C .

¥

Esempio 284 TrovareZex sinxdx .

Soluzione. Sia f (x) = ex e g0 (x) = sinx . Allora

f 0 (x) = ex , e g (x) = − cosx .Se indichiamo con I l’integrale, si ha

I = −ex cosx+Zex cosxdx .

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8.3. INTEGRALE PER PARTI 391

Sembrerebbe che l’operazione fatta fosse inutile, poiché abbiamo ottenuto unintegrale dello stesso tipo. Prima di perderci d’animo, proviamo ad usare,ancora una volta, la regola di integrazione per parti.

Sia u = ex e dv = cosx . Si ha allora

du = ex dx , e v = sinx .

Il secondo integrale diventa:Zex cosxdx = ex sinx−

Zex sinxdx + C,

abbiamo ottenuto di nuovo I ma con il segno cambiato. Si ha allora:

I = −ex cosx+ ex sinx− I + C.

Ne segue:

2I = ex sinx− ex cosx+C .

e, dividendo per 2 otteniamo il risultatoZex sinxdx =

ex (sinx− cosx)2

+ C

¥

Esempio 285 CalcolareZx ex dx .

Soluzione. Consideriamo ancora f (x) = x e g0 (x) = ex. Si ha che f 0 (x) =1 e g0 (x) = ex, da cuiZ

x ex dx = x ex −Z1 · ex dx = x ex − ex + C .

¥

Osservazione La regola appare semplice nella sua applicazione. Il veroproblema è riuscire a capire quando il metodo può essere applicato e, soprat-tutto, quale delle due funzioni conviene integrare e quale derivare.

Nel caso degli integrali definiti, la regola di integrazione per parti si scrivenel seguente modo:Z b

af (x)

dg (x)

dxdx = f (x) g (x)]ba −

Z b

ag (x)

df (x)

dxdx .

Esempio 286Z e

1ln2 xdx .

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392 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

Soluzione.Z e

1ln2 xdx =

Z e

1lnx · lnxdx

= lnx (x lnx− x)]e1 −Z e

1

1

xx (lnx− 1) dx

= (e− e)−Z e

1lnxdx+

Z e

1dx

= − (x lnx− x)]e1 + x]e1[(e− e)− (−1)] + (e− 1)

= 1 + e− 1 = e .

¥

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8.3. INTEGRALE PER PARTI 393

8.3.1 Esercizi

1. Calcolare i seguenti integrali per parti.

2.Zarcsinxdx;

3.Ze2x sin 3x dx;

4.Zx2ex dx;

5.Zx sinxdx;

6.Zx2 sinxdx;

7.Zx2 lnxdx;

8.Zx2 ln2 xdx;

9.Zarctanxdx;

10.Zsin2 xdx;

11.Ze−4x cos 2xdx;

12.Zln3 x dx;

13.Zx2 e−x dx;

14.Zx cox dx;

15.Zx2 cosx dx;

16.Zx5p1− x2 dx.

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394 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

17. Calcolare, usando l’integrazione per parti, i seguenti integrali definiti.

(a)Z 1

0x3 e−x

2dx;

(b)Z 3

2

x7

(1− x4)2 dx;

(c)Z π

0ex sinx dx;

(d)Z π/2

−π/2cos2 x dx;

(e)Z 1

0xm ex dx , m ∈ N;

(f)Z π

−πx2 cosxdx.

18. Sia B un numero positivo. Trovare l’area sotto la curva y = x e−x

nell’intervallo [0, B] . Cosa succede quando B →∞ ?

19.Z 1/2

0arcsin2 xdx

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8.4. AIUTOAL CALCOLODEGLI INTEGRALI: TAVOLE E SOFTWARE395

8.4 Aiuto al Calcolo degli Integrali: Tavole e Soft-ware

Sebbene il calcolo manuale degli integrali possa sembrare difficile e a voltetedioso, vi sono eccellenti ragioni educative per farlo: trovare la giusta sosti-tuzione o il giusto metodo di soluzione possono rivelare interessanti proprietà ericorrenze e permette soprattutto di acquistare una sensibilità al risultato.

Nonostante il suo valore educativo e di esercizio, il processo del calcolo delleprimitive è complicato, a volte lungo e necessita la conoscenza di “trucchi”. Perquesto motivo, in pratica, coloro che si trovano a dover calcolare integrali usanotavole d’integrali e/o pacchetti software adatti allo scopo.

D’altra parte, come tutti gli strumenti, l’uso delle tavole e del softwarematematico richiede attenzione. In questa sezione vogliamo mostrare alcunedelle possibilità e degli errori.

8.4.1 Tavole di Integrazione

In biblioteca potete trovare un certo numero di volumi che contengono un ampiocatalogo di tavole di integrali. Se prendete, per esempio il CRC Handbook ofChemistry and Physics, 48-esima edizione, troverete oltre 600 formule per ilcalcolo delle primitive, per oltre 40 pagine. D’altra parte, non deve stupireche i principali utilizzatori della matematica, dedichino nei loro manuali, ampiospazio al calcolo degli integrali.

Una delle formula che potreste trovare nel volume afferma:Z1

a+ bepxdx =

x

a− 1

apln |a+ bepx| (8.1)

(in realtà nel volume manca il valore assoluto).Notate la mancanza della costante d’integrazione; scriverne una per ogni

integrale nelle tavole sarebbe tipograficamente pesante.Le tavole d’integrale usano parametri per poter trattare in una sola volta

le costanti che variano da problema a problema. In questo modo un singolointegrale può risolvere un’intera famiglia di problemi. I prossimi esempi servonoad illustrare questo fatto

Esempio 287 CalcolareZ

5

3− 2e−xdx

Soluzione. Se controlliamo la formula precedente si ha a = 3, b = 2 ep = −1. Ne segue cheZ

5

3− 2e−xdx = 5

Z1

3− 2e−xdx

= 5

µx

3+1

3ln¯̄3− 2e−x¯̄¶+ C .

¥

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396 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

Esempio 288 Calcolare I =Z

cosx

5 + 2e3 sinxdx .

Soluzione. Così come è scritto l’integrale ricorda la formula (8.1), ma soloin modo vago. Tuttavia, se operiamo la sostituzione u = sinx e du = cosxdxsi ottiene Z

cosx

5 + 2e3 sinxdx =

Z1

5 + 2e3udu .

Ponendo a = 5, b = 2, e p = 3 si ottiene

I =u

5− ln

¯̄5 + 2e3u

¯̄15

+ C =sinx

5− ln

¯̄5 + 2e3 sinx

¯̄15

+C .

¥

8.4.2 Completare il Quadrato

Espressioni quadratiche del tipo ax2 + bx+ c appaiono spesso nel problema diricerca di primitive. Completare il quadrato aiuta a volte a capire che tipo diintegrale abbiamo di fronte. Vediamo due esempi.

Esempio 289 Trovare I =Z

1

x2 + 4x+ 5dx .

Soluzione. Sfogliando le tavole d’integrazione si scoprono due possibilitàZ1

x2 + a2dx =

1

aarctan

x

a, e

Z1

x2 − a2dx =1

2aln

¯̄̄̄x− ax+ a

¯̄̄̄.

Quale dei due possiamo applicare?Per decidere, completiamo il quadrato del denominatore dell’integrale dato

x2 + 4x+ 5 = x2 + 4x+ 4 + 1 = (x+ 2)2 + 1 .

Questo suggerisce la sostituzione u = x+ 2, du = dx . Ne ricaviamo quindiZ1

x2 + 4x+ 5dx =

Z1

u2 + 1du = arctanu+ C = arctan (x+ 2) + C .

¥

Esempio 290 TrovareZ

1

x2 + 4x+ 3dx

Soluzione. Si hanno le stesse due possibilità dell’esempio precedente.Anche questa volta completiamo il quadrato

x2 + 4x+ 3 = x2 + 4x+ 4− 1 = (x+ 2)2 − 1 .Il resto segue facilmente. La sostituzione u = x+ 2, du = dx da:Z

1

x2 + 4x+ 3dx =

Z1

u2 − 1du =1

2ln

¯̄̄̄x+ 1

x− 1¯̄̄̄+C .

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8.4. AIUTOAL CALCOLODEGLI INTEGRALI: TAVOLE E SOFTWARE397

¥

Può sembrare strano che due espressioni molto simili, f1 (x) =1

x2 + 4x+ 5

e f2 (x) =1

x2 + 4x+ 3diano risultati così diversi.

Vediamo graficamente le due funzioni

Grafici di f1 e di f2

La differenza adesso è chiara. A parte la loro somiglianza tipografica la duefunzioni si comportano in modo molto diverso. f1 è regolare e definita ovunque,mentre f2 ammette asintoti verticali per x = −3 e x = −1, mentre entrambetendono a 0 quando x→ ±∞

Se disegniamo il grafico delle loro primitive F1 e F2 vediamo che anch’essesi comportano come aspettato.

Grafici di F1e di F2

Notate le seguenti proprietà

• Così come f1 la sua primitiva F1 si comporta in modo regolare. Mentre F2così come f2 ha asintoti verticali per x = −3 e x = −1, ma con direzionidiverse.

• Sia F1 che F2 tendono ad essere orizzontali per x → ±∞. Questo fattoè conseguenza naturale del fatto che le loro derivate tendono a zero perx→ ±∞.

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398 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

Formule di Riduzione: Una Primitiva in Forma Ricorsiva

Alcune formule nelle tavole d’integrali presentano integrali in entrambi i latidell’equazione. Eccone qui unaZ

tann xdx =tann−1 xn− 1 −

Ztann−2 xdx . (8.2)

Applicando ripetutamente questa formula, può essere possibile risolvere l’inte-grale.

Esempio 291 TrovareZtan4 xdx .

Soluzione. La formula 8.2, con n = 4, afferma cheZtan4 xdx =

tan3 x

3−Ztan2 xdx .

Possiamo applicare ancora 8.2 all’ultimo integrale, si haZtan2 x dx = tanx−

Ztan0 xdx = tanx− x .

Combinando insieme i risultati si haZtan4 xdx =

tan3 x

3− tanx+ x+ C .

¥

Integrazione con il Software I manuali di integrazione contengono ampietavole con funzioni trigonometriche, esponenziali e logaritmiche.

Oggi, sofisticati software matematici come Derive, Maple, Mathematica edaltri programmi hanno sostituito (stanno sostituendo) le tavole. Questi pro-grammi “sanno” non solo integrare formule, ma anche come e quando applicar-le.

Esempio 292 Calcolare, usando Maple, il seguente integrale:Zsin2 x dx

Soluzione.Usando Maple si usa il comando>int(sin(x)^2,x);

-1/2 cos(x) sin(x)+1/2 x¥

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8.4. AIUTOAL CALCOLODEGLI INTEGRALI: TAVOLE E SOFTWARE399

8.4.3 Esercizi

Calcolare i seguenti integrali, usando le tavole o un pacchetto software. Operarealcuni sostituzioni o completare i quadrati può essere d’aiuto.

1.Z

1

3 + 2e5xdx;

2.Z

1

x (2x+ 3)dx;

3.Z

1

x2 (x− 3) dx;

4.Zx2 lnxdx;

5.Ztan3 5x dx;

6.Z

1

x2√2x+ 1

dx;

7.Z2x+ 3

4x+ 5dx;

8.Z

1

4− x2 dx;

9.Zx2√1− 3xdx;

10.Z

4x+ 5

(2x+ 3)2dx;

11.Z

1

x√3x− 2 dx;

12.Z

1

(4x2 − 9)2 dx;

13.Zx+ 2

2 + x2dx;

14.Z

3√6x+ x2

dx;

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400 CAPITOLO 8. RICERCA DELLE PRIMITIVE

15.Z

5

4x2 + 20x+ 16dx;

16.Z

1√x2 + 2x+ 26

dx;

17.Zx3 cosx2 dx;

18.Z

x√x2 + 4x+ 3

dx;

19.Z

1

(x2 + 3x+ 2)2dx; ;

20.Z

ex

e2x − 2ex + 5 dx;

21.Z p

x2 + 4x+ 1 dx;

22.Z

cosx

3 sin2 x− 11 sinx− 4 dx;

23.Z

e2x√e2x − ex + 1 dx;

24.Zx sin (3x+ 4) dx.

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Appendice A

I numeri Reali e le coordinatenel piano

I numeri reali, ci appaiono familiari, sono (sembrano) quelli che usiamo quotidi-anamente, quando misuriamo distanze, tempi, pesi ed altro. Sembra dunque unargomento banale, scontato. In realtà ci sono molte cose da dire, da imparare,che noi qui accenneremo semplicemente.A tutti è nota l’esistenza dei numeri irrazionali (quale ad esempio

√2)1, nu-

meri che non possono essere scritti come rapporto di interi (i numeri razionali).Quello che forse è meno noto è come sono distribuiti nei reali, se sono ”di più”i razionali o gli irrazionali.La risposta è sorprendente ed anche complicata da spiegare nella sua comp-lessità. La ”maggior parte” dei numeri reali sono irrazionali. se dovessimopescare a caso tra i numeri reali, pescheremmo ”quasi sempre” un irrazionale.D’altra parte i razionali sono tanti; in ogni intervallo, per quanto piccolo, nepossiamo trovare una infinità. Capire, spiegare e dimostrare in modo rigorosoqueste affermazioni non è banale e ci sono corsi di matematica totalmente ded-icati a questo soggetto. D’altra parte, la scienza si è sviluppata per secoli senzaavere capito e sviluppato una teoria rigorosa. Newton, per esempio, ha svilup-pato tutta la teoria della fisica classica senza avere a disposizione una teoria deinumeri reali che fu sviluppata più di un secolo dopo da Richard Dedekind.Ci limitiamo qui a ricordare alcuni fatti elementari.

A.1 La retta reale

I numeri reali non sono ”più reali” degli interi, dei razionali o dei numeri com-plessi. La ragione per l’aggettivo ”reale” viene dal fatto che essi possono esserenaturalmente rappresentati come una linea ininterrotta, infinita. Una volta chesi è fissata un’origine ed una unità di distanza, ogni punto ha il suo numero edad ogni numero corrisponde un punto.

La rappresentazione sulla retta mostra come i numeri reali sono ordinati.Muovendosi verso destra i numeri reali crescono. Questo fatto importante lo

1La loro esistenza è nota sin dai tempi di Pitagora, 500 A.C. circa.

401

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402 APPENDICE A. I NUMERI REALI

Figura A.1: Punti sulla retta reale

enunciamo nel seguente modo

a > b se e solo se a sta a destra di b .

A costo di ripeterci lo ripetiamo ancora una volta: per i numeri reali, ”maggioredi” significa ”stare alla destra di”. Ne consegue che, per esempio −3 > −4,anche se −4 ”appare” più grande di −3, perché −4 sta a sinistra di −3 nellarappresentazione dei numeri reali sulla retta.Indicheremo con il simbolo R la retta dei numeri reali.

A.1.1 Sottoinsiemi dei reali

Nell’insieme dei numeri reali, così come in tutti gli insiemi, è possibile definireuna vasta gamma di sottoinsiemi. Alcuni con una struttura facilmente de-scrivibile, altri complicati sia da descrivere che da rappresentare. Un esempiodi sottoinsiemi non facilmente descrivibili potrebbe essere quello dei frattali.Nonostante che i più noti e disegnati siano quelle in due dimensioni, molti frat-tali hanno dimensione uno.Fortunatamente, in Analisi per le cose che interessano questo corso, la mag-gior parte dei sottoinsiemi che ci interessano hanno una struttura facilmenteinterpretabile.

Notazione: Parentesi di vario tipo

Insiemi e sottoinsiemi appaiono in continuazione in matematica. L’uso delleparentesi ci permette una chiara e concisa descrizione degli insiemi.Per esempio, supponiamo di voler dare una risposta alla domanda

Sia f (x) = x3 − x . Per quali valori reali di x si ha f (x) < 0 ?Al di là dei conti, se dovessimo esprimere la risposta in parole dovremmo direche è l’insieme dei numeri reali x tali che o x è minore di −1 o x sta tra 0 e1.Come si capisce l’espressione è lunga e non facilmente leggibile. Nel linguaggiodegli insiemi la stessa risposta è molto più concisa, è {x : x < −1 o 0 < x < 1} .Se letto, il simbolismo dice la stessa cosa espressa in parole sopra; in particolareil simbolo : vuol dire tale che (a volte si usa il simbolo | invece di : ).

Vogliamo notare a questo punto che tre sono i tipi di parentesi che useremo,ognuna con un significato diverso, () , [] , {} .Inoltre, l’Analisi richiede che si debba imparare elementi del linguaggio matem-atico come chiuso, aperto, infinito, limitato, etc. debbano essere imparati ecapiti.

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A.1. LA RETTA REALE 403

Intervalli

Gli intervalli sono ”pezzi” della retta reale. Essi sono i più semplici, e spesso ipiù utili, sottoinsiemi dei reali. Gli intervalli possono avere proprietà diverse,possono essere limitati o infinitamente lunghi, possono contenere i loro estremio meno. Gli intervalli chiusi contengono i loro estremi, gli intervalli apertino.La tavola seguente illustra le varie tipologie.

Tipologia degli intervalli

Intervallo Descrizione Forma della disuguaglianza

(−2, 3) intervallo aperto {x : −2 < x < 3}[a, b] intervallo chiuso {x : a ≤ x ≤ b}[2, b) intervallo semiaperto {x : 2 ≤ x < b}(5,+∞) intervallo infinito {x : x > 5}(−∞,+∞) intervallo infinito

Ancora sui sottoinsiemi di R. Presentiamo sotto ulteriori esempi di sot-toinsiemi di R. Studiare con attenzione l’uso della simbologia matematica, inspecial modo i simboli N, Z, Q per l’insieme dei naturali, degli interi e deirazionali rispettivamente. Ed ancora i simboli ∪ (unione) e ∩ (intersezione) perle operazioni tra insiemi. Queste notazioni sono standard in matematica e leuseremo frequentemente

Sottoinsiemi dei reali

Insiemi Descrizione Notazione(i)

R I numeri reali (−∞,+∞)N I numeri naturali {1, 2, 3, 4, . . . }Z I numeri interi {0,±1,±2,±3,±4, . . . }Q i numeri razionali

{−7, 3, 8} un insieme finito {x : x = −7 o x = 3 o x = 8}(−1, 3) ∪ (4, 6] unione di due intervalli {x : −1 < x < 3 o 4 < x ≤ 6}(1, 6) ∩ [4, 7] intersezione degli intervalli {x : 1 < x < 6 e 4 ≤ x ≤ 7} = [4, 6)

A.1.2 Il simbolo ∞ : non è un numero

Ogni numero reale corrisponde ad un sol punto sulla retta reale. Il simbolo ∞non è un punto, ∞ non è un numero reale.Cosa rappresenta∞ se non è un numero. ∞ è un simbolo che rappresenta l’idea

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404 APPENDICE A. I NUMERI REALI

di illimitatezza, di lunghezza senza fine. Quando,per esempio, diciamo che laretta reale ha lunghezza infinita intendiamo dire che la retta prosegue senzafine.Il simbolo ∞ è una notazione conveniente e semplice che sta ad indicare l’ideadi ”senza fine”. Va usato con parsimonia ed attenzione e vedremo più avanticome costruire un’algebra degli infiniti.

A.1.3 Valore assoluto, distanza e disequazioni

L’idea di valore assoluto dovrebbe essere familiare sin dalla scuola mediasuperiore. Il suo uso in espressioni semplici del tipo

|−3| = 3 , |sinx| ≤ 1 ,√x2 = |x|

non dovrebbe causare alcun problema. Mentre è chiaro il suo significato inun contesto preciso come quelli sopra, è talvolta utile avere a disposizione unadefinizione formale di valore assoluto.

Definizione 293 (valore assoluto)

|x| =½x se x ≥ 0−x se x < 0

Per quanto sia familiare, il concetto di valore assoluto è spesso ostico inpratica, specialmente quando coinvolge la soluzione di disuguaglianze.Le due considerazioni seguenti possono essere utili nell’affrontare questi tipi diproblemi.

Criterio 294 (Interpretare il valore assoluto come distanza) Dati duenumeri a e b, |a− b| = |b− a| rappresenta la distanza di a da b.

Pensare al valore assoluto come distanza aiuta a visualizzare geometrica-mente le espressioni algebriche. Per esempio l’equazione

|x+ 2| = 3non è difficile da risolvere algebricamente (provare a trovare la soluzione), manon ci fa capire il significato geometrico del problema. Proviamo a risolverlointerpretandola dal punto di vista della distanza. E’

|x+ 2| = |x− (−2)| = distanza di x da − 2 .L’equazione |x+ 2| = 3 dice che x dista tre unità di lunghezza da −2. Questoci dice che le uniche soluzioni del problema sono x = −5 , x = 1.

Nel calcolo si incontrano spesso disuguaglianze che implicano il valore asso-luto, come ad esempio

|x+ 2| ≤ 3

Criterio 295 Una disuguaglianza con il valore assoluto corrisponde a due dis-uguaglianze ordinarie.

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A.1. LA RETTA REALE 405

La disuguaglianza |x+ 2| ≤ 3 è equivalente alle due disuguaglianze

−3 ≤ x+ 2 e x+ 2 ≤ 3

o più succintamente

−3 ≤ x+ 2 ≤ 3 .

Adesso è facile trovare la soluzione del problema che è data da

−5 ≤ x ≤ 1 .

In altre parole la disuguaglianza |x+ 2| ≤ 3 vale per i valori di x che apparten-gono all’intervallo [−5, 1] cioè l’insieme dei punti che distano tre unità o menoda −2.

Più generalmente, dati x ed il numero b è

|x| < b se e solo se −b < x < b|x| > b se e solo se −b > x o x > b

(Regole simili valgono per le disuguaglianze ≤ e ≥ )

Esempio 296 Ogni intervallo, aperto o chiuso, può essere descritto in terminidi punto medio e di raggio; anche in questo caso il valore assoluto aiuta.L’intervallo aperto (−3, 5) per esempio, ha come punto medio x = 1 e raggio4 perché la distanza di ogni punto dell’intervallo da 1 è minore di 4. Quindi(−3, 5) corrisponde alla disuguaglianza |x− 1| < 4. In linguaggio formale

(−3, 5) = {x : |x− 1| < 4}

¥

Esempio 297 Risolvere la disuguaglianza |2x+ 3| ≤ 5.

Soluzione. Seguendo il secondo criterio la disuguaglianza |2x+ 3| ≤ 5 èequivalente a

−5 ≤ 2x+ 3 ≤ 5 .

Possiamo adesso usare le regole dell’algebra delle disuguaglianze per ottenere

−5 ≤ 2x+ 3 ≤ 5 ⇐⇒ −8 ≤ 2x ≤ 2 ⇐⇒ −4 ≤ x ≤ 1

( Il simbolo ⇐⇒ significa se e solo se ; esso significa che ogni lato implical’altro ). Se ne conclude che la disuguaglianza vale se e solo se x appartieneall’intervallo [−4, 1] . ¥

Esempio 298 Risolvere |x− 2| > |x+ 3| .

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406 APPENDICE A. I NUMERI REALI

Soluzione. Avendo il valore assoluto in entrambi i membri la situazioneè più complicata. Una possibile (ma noiosa) strada per risolvere il problema èquella di guardare separatamente ai tre casi: x < −3 , −3 ≤ x < 2 e x ≥ 2.Un approccio più facile si ha interpretando entrambi i membri come una dis-tanza. Con questa ottica la disuguaglianza ci dice che x dista da 2 più che da−3. Il punto medio tra −3 e 2 è −1/2, quindi la soluzione è data dai valori dix a sinistra del valore −1/2, cioè l’intervallo (−∞, 1/2) . ¥

Disuguaglianze appaiono anche in contesti più complessi. Vediamone unesempio.

Esempio 299 Risolvere la disequazione |x− sinx| < 0.1

Soluzione. Come può interessare una disequazione di questo tipo? Perchéci interessa un problema di questo genere? Consideriamo i grafici delle duefunzioni

-3

-2

-1

0

1

2

3

-3 -2 -1 1 2 3x

I due grafici y = x e y = sinx

Il grafico ci dice che sinx ≈ x quando x ≈ 0. Ci interessa sapere in qualeintervallo y = x approssima y = sinx e quindi chiederci per quali valori dix le funzioni y = x e y = sinx differiscono tra loro (per esempio) per menodi 0.1 che è l’espressione letteraria della nostra equazione |x− sinx| < 0.1 .Risolveremo la disequazione graficamente. Cominciamo considerando il graficodella funzione y = x− sinx

-0.1

-0.05

0

0.05

0.1

-0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0.2 0.4 0.6 0.8x

grafico di y = x− sinx

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A.1. LA RETTA REALE 407

Per vedere (in modo approssimativo) per quali valori di x vale la disug-uaglianza −0.1 < x − sinx < 0.1 riscriviamo il grafico di x − sinx dilatandol’asse delle ordinate e disegnando le rette y = ±0.1 .

-0.12-0.1-0.08-0.06-0.04-0.02

0

0.020.040.060.080.10.12

-0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0.2 0.4 0.6 0.8x

La retta y = x− sinx e le rette y = ±0.1Si vede che la disuguaglianza vale (approssimativamente) per −0.8 < x <

0.8. ¥

A.1.4 Coordinate nel piano

L’idea di poter determinare la posizione dei punti del piano usando il concettodi coordinate risale al filosofo francese René Descartes (Cartesio). L’idea diDescartes, che sembra oggi naturale, fu un’idea tra le più feconde della matem-atica.L’idea è importante perché lega tra di loro la geometria, l’algebra e l’analisi.La geometria studia le figure - linee, curve, circonferenze, etc. - nel piano. L’al-gebra studia le operazioni - addizioni, moltiplicazioni, etc. - sui numeri e lefunzioni. L’analisi, più difficile da definire, include le principali idee legate allostudio delle funzioni, delle derivate e gli integrali.Prima di Cartesio la geometria era relativamente isolata rispetto alle altrebranche della matematica, i geometri usavano il compasso e gli altri strumen-ti da disegno per costruire e misurare le figure piane. Figure che non fosserobasate su cerchi e linee erano difficili da disegnare e calcolare. La parabola, peresempio, veniva descritta geometricamente come l’insieme dei punti equidistan-ti da un punto ed una linea prefissata. Le proprietà della parabola (come peresempio la proprietà di riflessione: tutti i raggi paralleli all’asse di simmetriapassano per lo stesso punto, il fuoco) erano difficili da capire ed interpretareusando solo l’approccio geometrico.Il grande vantaggio delle coordinate cartesiane è che esse permettono una de-scrizione algebrica delle figure geometriche del piano. L’espressione algebrica

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408 APPENDICE A. I NUMERI REALI

y = x2, per esempio, descrive la parabola in una forma che è più semplice econveniente che non le sue proprietà geometriche. Quando le figure geometrichevengono descritte in forma algebrica possono essere usate le proprietà dell’al-gebra e dell’analisi. La connessione, inoltre, va in entrambe le direzioni: l’intu-izione geometrica permette di fornire elementi di interpretazione dei problemialgebrici ed analitici.

Questo legame è l’essenza della geometria analitica. Nella sua forma piùnota e semplice, la geometria analitica studia le proprietà di linee, circonferenze,ellissi, parabole ed iperboli. Queste figure vengono chiamate sezioni conicheperché possono essere pensate come sezioni (cioè tagli) di un cono (il cono inquestione è un cono cavo).

Il cono ed una sua sezione

A.1.5 Sistemi di coordinate

Un sistema di coordinate cartesiane nel piano è formato da tre parti: dueassi perpendicolari tra di loro, ognuno con la sua scala e l’origine dei due assi nelloro punto di intersezione. Per convenzione l’asse delle x è quello orizzontale ela direzione positiva è quella da sinistra a destra, mentre l’asse y è verticale condirezione positiva dal basso verso l’alto. Con il sistema di coordinate fissato, lecoordinate di ogni punto del piano è ben definita.

-2

-1

0

1

3

4

-2 -1 1 2 3

I punti (−1,−1) , (2, 1) , (2, 3)

Un sistema di coordinate definisce una corrispondenza biunivoca tra i punti

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A.1. LA RETTA REALE 409

del piano e le coppie di numeri reali. Ad ogni punto del piano corrispondonodue coordinate e viceversa.

Usando le coordinate cartesiane possiamo risolvere algebricamente moltequestioni geometriche.Punto mediano Ricordiamo che se x1 e x2 sono due punti sulla retta reale,

il valore medio tra i due è dato da m =x1 + x22

.

Situazione analoga si ha nel piano. Per trovare il punto medio M del seg-mento che unisce il punto P = (x1, y1) con il punto Q = (x2, y2) è sufficientetrovare la media delle singole coordinate

M =

µx1 + x22

,y1 + y22

-1

0

1

2

4

-1 1 2 3 4

(2,2) punto medio tra (3,1) e (1,3)

Distanza Sulla retta la situazione è semplice, la distanza tra i punti x1 e x2è data da |x1 − x2| . La formula della distanza nel piano deriva dal teorema diPitagora

-1

0

1

2

4

-1 1 2 3 4

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410 APPENDICE A. I NUMERI REALI

d =

q(x2 − x1)2 + (y2 − y1)2

=

q|x2 − x1|2 + |y2 − y1|2

Stabilita la formula della distanza, si può verificare che dati i punti P =(x1, y1) e Q = (x2, y2) , il punto medio M è equidistante da P e Q.

d2 (P,M) =

µx1 + x22

− x1¶2+

µy1 + y22

− y1¶2

=(x1 − x2)2

4+(y1 − y2)2

4

=

µx1 + x22

− x2¶2+

µy1 + y22

− y2¶2

= d2 (M,Q)

La formula della distanza tra due punti e del punto medio ci permettono dipoter descrivere figure geometriche più interessanti, quali ad esempio.

Circonferenza La definizione di circonferenza è: il luogo dei punti equidis-tanti da un punto fissato C = (a, b) detto centro. Indicata con r la distanzadal centro (raggio), la formula della distanza ci dice che un punto P = (x, y)appartiene alla circonferenza se e solo se

d (P,C) = r .

Esplicitando si ha q(x− a)2 + (y − b)2 = r

o, equivalentemente

(x− a)2 + (y − b)2 = r2 .

Esempio 300 Trovare l’equazione algebrica della circonferenza di raggio 5 cen-trata in C = (3, 2) .

Soluzione. Il punto P = (x, y) appartiene alla circonferenza se e solo sed (P,C) = 5. Si haq

(x− 3)2 + (y − 2)2 = 5 ⇐⇒ (x− 3)2 + (y − 2)2 = 25⇐⇒ x2 + y2 − 6x− 4y + 13 = 25⇐⇒ x2 + y2 − 6x− 4y − 12 = 0

¥

Esempio 301 L’equazione x2+4x+y2−2y = 10 rappresenta una circonferen-za? Se si, trovare il centro ed il raggio.

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A.1. LA RETTA REALE 411

Soluzione. Cerchiamo di completare i quadrati rispetto alle variabili x edy. Scriviamo

x2 + 4x = x2 + 4x+ 4− 4 = (x+ 2)2 − 4e

y2 − 2y = y2 − 2y + 1− 1 = (y − 1)2 − 1

Riscriviamo l’equazione data nella forma

x2 + 4x+ y2 − 2y = 10 ⇐⇒ (x+ 2)2 − 4 + (y − 1)2 − 1 = 10⇐⇒ (x+ 2)2 + (y − 1)2 = 15

La risposta è adesso ovvia. L’equazione descrive la circonferenza di centro(−2, 1) e raggio r = √15. ¥

Esempio 302 Mostrare che la seguente affermazione è vera. ”Il segmento cheunisce i due punti mediani di due lati di un triangolo è parallelo al terzo lato eha lunghezza metà”

Soluzione. Con una opportuna scelta del sistema di riferimento, possiamopensare di avere i tre vertici del triangolo nei punti A = (0, 0) , B = (a, 0) , C =(b, c) . Per provare la prima parte dell’affermazione basta mostrare che il seg-mento che unisce i punti medi dei segmenti AC e BC è orizzontale, o che èlo stesso, che i due punti hanno la stessa ordinata. Indicato con m1 il puntomedio di AC e con m2 il punto medio di BC , si ha

m1 =

µb

2,c

2

¶e m2 =

µa+ b

2,c

2

¶.

Quindi m1 e m2 hanno la stessa coordinata y come richiesto. La lunghezza delsegmento m1 m2 è sµ

a+ b

2− b2

¶2+³ c2− c2

´2= |a|

che è la lunghezza del lato A B . ¥

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412 APPENDICE A. I NUMERI REALI

A.2 Esercizi

1. Esprimere ognuno dei seguenti intervalli come disuguaglianza con valoreassoluto.

(a) (0, 10)

(b) [−π,π](c) (−2, 4)(d) (1, 8)

(e) [−3, 7](f) [−10,−2]

2. Esprimere i seguenti insiemi usando disuguaglianze con valore assoluto.

(a) {x : x < −3 o x > 3}(b) {x : x < −5 o x > 3}(c) {x : x < −7 e x < 3}(d) {x : x < −7 e x < 5}

3. Esprimere ognuno dei seguenti insiemi usando la notazione degli intervalli.

(a) {x : −10 ≤ x < 15}(b) {x : −6 ≤ x < 4}(c) {x : −13 < x < 17}(d) {x : |x| ≤ 3}(e) {x : |x− 2| ≤ 5}(f) {x : |x+ 3| ≤ 4}(g) {x : |x− a| < b}(h) {x : |x− a| < a}

4. Trovare la distanza tra le seguenti coppie di punti

(a) (0, 0) e (2, 3) , (1, 2) e (3, 4)

(b) (−4, 2) e (−7,−4) , (−5,−2) e (2, 5) .

5. Spiegare perchéq(x2 − x1)2 + (y2 − y1)2 =

q|x2 − x1|2 + |y2 − y1|2.

6. Trovare i punti del piano x y che distano 13 dal punto (1, 2) ed hannocoordinata y uguale a −3.

7. Trovare l’equazione algebrica della circonferenza di raggio 4 centrata in(−3, 7) .

8. Dire se x2 + y2 − 6x− 8y = −9 è l’equazione di una circonferenza. Se si,quale?

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A.2. ESERCIZI 413

9. Mostrare che 3x2+3y2+4y = 7 è l’equazione di una circonferenza. Trovareraggio e centro.

10. Sapendo che 3 < r < 7 spiegare perché le seguenti affermazioni sono vere

(a) |r| < 7 , |r| > 3 , |r − 5| < 2

11. Supponiamo che x sia un numero reale tale che −2 ≤ x ≤ 1

(a) è vero che |x| ≤ 1 ?(b) è vero che |x| ≤ 2 ?(c) è vero che |x| ≤ 10 ?

12. Supponiamo che sia L ≤ x ≤M.Mostrare che ¯̄x− 12 (L+M)

¯̄ ≤ 12 (M − L) .

13. Supponiamo che sia |x− 3| ≤ 0.005 e |y − 2| ≤ 0.003.Trovare A e B tali che |(x+ y)−A| ≤ B.

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414 APPENDICE A. I NUMERI REALI

A.2.1 Una Dimostrazione con ε e δ.

Ricordiamo la definizione formale di limite.

Definizione 303 Supponiamo che per ogni ε > 0 esista un δ > 0 tale che

|f (x)− L| < ε per 0 < |x− a| < δ .

Allora

limx→a f (x) = L .

Dimostriamo il seguente Teorema:

Teorema 304 Supponiamo che:

limx→a f (x) = L e lim

x→a g (x) =M

dove L e M sono numeri finiti. Allora

limx→a [f (x) + g (x)] = L+M .

Dimostrazione. Bisogna dimostrare che per ogni ε > 0 esista un δ > 0tale che

0 < |x− a| < δ =⇒ |(f (x) + g (x))− (L+M)| < ε .

Dato ε > 0, bisogna trovare il δ conseguente. Scegliamo ε1 = ε2 = ε/2.Poiché ε1 e ε2 sono positivi, esistono δ1 e δ2 positivi, tali che

0 < |x− a| < δ1 =⇒ |f (x)− L| < ε1 ;

0 < |x− a| < δ2 =⇒ |g (x)−M | < ε2 .

Se adesso scegliamo δ più piccolo di δ1 e δ2 si ottiene che

0 < |x− a| < δ =⇒ |f (x)− L| < ε1 e |g (x)−M | < ε2 ,

così

|(f (x) + g (x))− (L+M)| ≤ |f (x)− L|+ |g (x)−M |≤ ε/2 + ε/2 < ε .