Ricciardi: «Una medicina delle relazioni umane» · delle relazioni umane». Sono le priorità che...

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DI ANGELO ZEMA imettere al centro la persona» nella sanità, rafforzare l’attenzione agli anziani e ai poveri vittime della “cultura dello scarto”, «impegnarsi per una medicina delle relazioni umane». Sono le priorità che il vescovo delegato per la pastorale sanitaria, Paolo Ricciardi, indica a Roma Sette nella prima intervista dall’inizio del suo ministero. Domenica vivrà per la prima volta da vescovo la Giornata mondiale del malato, con gli ammalati, nella basilica di San Giovanni in Laterano, meditando il Rosario prima della celebrazione del vicario De Donatis (articolo a centro pagina). «L’auspicio – ci dice – è che la Giornata possa essere un segno per tutta la città. Essendo stato tanti anni in parrocchia, ho visto che a volte i malati sono una priorità per i ministri straordinari della Comunione e invece dovrebbero esserlo per tutta la comunità. Anche i bambini dovrebbero essere indirizzati verso la visita agli ammalati, come ci insegna il Vangelo, per far capire che la vita è tale in ogni istante, anche nelle fasi di fragilità». Prezioso l’impegno del volontariato, «una grande ricchezza, da incentivare per i giovani». C’è quindi un lavoro pastorale avviato in questa direzione, accanto a quello rivolto verso il personale sanitario. In questo ambito, Ricciardi R « sottolinea la necessità di tornare a una «medicina delle relazioni umane». Figlio di un medico di famiglia, afferma che «è sempre più rara la figura del medico che va a casa del paziente» e anche negli ospedali «le difficoltà del personale nel contesto di questo modello di sanità fanno sì che ci sia una sempre minore attenzione a visitare con cura le persone molto anziane. Vedo sempre più anziani che hanno bisogno di cure e la risposta a volte è un po’ triste. Serve farsi carico di queste situazioni. Tutte le persone devono essere curate, è una priorità che cercheremo di sottolineare nel nostro impegno pastorale». Priorità tanto più urgente dopo l’entrata in vigore – mercoledì scorso – della legge sul fine vita, sulle “Disposizioni anticipate di trattamento”, che, secondo il vescovo, «mette da parte le responsabilità del medico e, se da una parte salvaguarda il dialogo medico–paziente, dall’altro apre la strada a una totale autodeterminazione del paziente». Sulla legge, afferma Ricciardi, «c’è molta confusione. La prima cosa che ci impegniamo a fare è un’informazione più dettagliata. Cercheremo di fare chiarezza con i medici e il personale. Anche se non bisogna pensare a queste leggi come a un campo di battaglia tra cattolici e laici. Quello che però è importante chiedere alla politica è un maggiore sostegno alle famiglie che hanno in casa malati gravi, soprattutto in fase terminale. Serve un accompagnamento adeguato, come quello di alcuni hospice che ho visitato». Forte la preoccupazione di Ricciardi, che diventa anche appello alle forze politiche in vista delle elezioni regionali, per l’accorpamento e la chiusura di ospedali: «A volte – sottolinea – non ci si rende conto che certi presìdi anche a Roma rappresentano un punto di riferimento per tanta gente». i rinnova domenica prossima, me- moria liturgica della Beata Vergi- ne Maria di Lourdes, il tradizionale appuntamento diocesano per la Gior- nata mondiale del malato. La basili- ca di San Giovanni in Laterano, nel 160° della prima apparizione della Madonna a Lourdes, ospiterà un po- meriggio di preghiera con la parteci- pazione di tanti ammalati: un’inizia- tiva promossa dal Centro diocesano per la pastorale sanitaria in collabo- razione con l’Opera romana pellegri- naggi e l’Unitalsi. Alle 16.30 è in programma la recita del Rosario, con il commento di mon- signor Paolo Ricciardi, vescovo dele- gato per la pastorale sanitaria. Alle 17.30 il vicario di Roma, Angelo De Donatis, presiederà la celebrazione eucaristica. Al termine, la tradiziona- le fiaccolata. La Giornata mondiale del malato, giunta alla XXVI edizione, fu istituita il 13 maggio 1992 da Papa Giovanni Paolo II. Quest’anno il tema della Giornata è dato dalle parole che Ge- sù, innalzato sulla croce, rivolge a sua madre Maria e a Giovanni: «“Ecco tuo figlio ... Ecco tua madre”. E da quel- l’ora il discepolo l’accolse con sé» (Gv 19,26–27). S «Serve più attenzione ai pazienti anziani La politica sostenga di più le famiglie con ammalati gravi. Legge Dat, «apre la strada all’autodeterminazione» Domenica il Rosario e la Messa a San Giovanni in Laterano ROMA SETTE On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette «Pregare in famiglia» Il sussidio quaresimale Ricciardi: «Una medicina delle relazioni umane» Intervista al vescovo alla vigilia della Giornata mondiale del malato DI GIULIA ROCCHI ogliamo che la preghiera torni a essere respiro normale e quotidiano del singolo fedele e delle sue comunità di vita e di lavoro, prima fra tutte proprio la realtà familiare». L’auspicio dell’arcivescovo vicario Angelo De Donatis ha trovato concreta realizzazione, prima, nel sussidio preparato per il tempo di Avvento e, adesso, nella nuova pubblicazione “Pregare in famiglia. Cammino in preparazione alla Pasqua”. «L’abitazione diventa – sottolinea ancora il vicario – il luogo dove vive una vera, piccola Chiesa domestica, in cui si dà voce anche ai più piccoli e risuona in ambito familiare il messaggio di salvezza, con la sua proposta di conversione e con gli echi che suscita in persone di diversa età e condizione». L’indicazione è dunque quella di riunirsi in casa, leggere il Vangelo insieme, dare spazio alla condivisione e alla preghiera. «Questo appuntamento non deve essere inteso come “un qualcosa da fare in più”, un impegno che si va a sommare ai già numerosi impegni delle famiglie – precisa padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, che ha curato la pubblicazione –, ma un momento in cui ci si ritrova e si prende una boccata d’ossigeno. Una sorta di ricarica settimanale per la famiglia. Un quarto d’ora con il Signore». L’obiettivo del sussidio è «creare un’abitudine alla preghiera in casa, a preparare la Messa della domenica». Perché «un percorso di fede articolato – sottolinea ancora il direttore dell’Ufficio liturgico – non può esaurirsi nella preghiera fatta in chiesa». Ancora, il sussidio e le indicazioni che contiene diventano un invito ad «aprirsi all’ascolto – aggiunge padre Midili –, perché la preghiera personale è intesa troppo spesso soltanto come un “dire”, un “chiedere” a Dio». I suggerimenti forniti ai fedeli sono semplici, e ricalcano quelli formulati nel tempo di Avvento: riunirsi in casa, davanti al crocifisso e alla Bibbia, in una stanza «in cui la famiglia passa la maggior parte del tempo insieme, come il soggiorno o la sala da pranzo». Uno dei membri leggerà poi il brano del Vangelo previsto per la domenica successiva; quindi si potranno condividere impressioni e riflessioni. Spazio poi al salmo, alle preghiere spontanee, alla recita del Padre Nostro. «Non più di dieci minuti, un quarto d’ora in tutto» commenta ancora padre Midili. «Il testo è una semplice proposta – si legge infatti nel libretto – che può essere adattata sulla base delle esigenze della famiglia». Le copie del sussidio possono essere ritirate gratuitamente presso le parrocchie e presso l’Ufficio liturgico diocesano. Accanto alla versione stampata, – fondo blu e mani giunte che si uniscono, sulla copertina – l’Ufficio diocesano ha messo a disposizione una versione più lunga sul sito www.ufficioliturgicoroma.it, arricchita dai commenti di Papa Francesco ai testi biblici proposti. V « DI CHRISTIAN GIORGIO a Chiesa del centro di Roma è «compagna di ogni persona che desideri ritrovare la via della serenità e della luce per se stessi e per il mondo intero». Una luce portata simbolicamente in processione verso l’esterno della basilica dei Santi XII Apostoli dove, giovedì primo febbraio, si è conclusa l’assemblea ecclesiale di settore. Al termine del momento di preghiera e della relazione conclusiva del vescovo Gianrico Ruzza, i parroci prefetti hanno acceso, dal cero pasquale, piccole candele da portare verso le proprie comunità, verso una città che pone la sfida di «incontrare l’uomo del nostro tempo – ha ricordato monsignor Ruzza –, incarnando il messaggio evangelico in un tessuto sociale frantumato». I lavori assembleari hanno avuto inizio il 23 ottobre scorso; i gruppi di prefettura si sono riuniti in «stile sinodale», esprimendo un «lavoro fervido» che suggerisce come sia «finito il tempo delle iniziative isolate – ha fatto notare Ruzza –, dei solipsismi». È questa la «prospettiva del cambiamento di paradigma necessaria per interagire in un mondo globalizzato»: «l’atteggiamento individualistico implode, mentre la dimensione comunitaria mantiene la sua dinamica attrattiva». Superare steccati, quindi, evitando i pericoli dello «scoraggiamento» e di ogni forma di «“martalismo”». Anche così si sconfigge il virus dell’indifferenza di cui parla Papa Francesco: «Non permettiamo – il monito di Ruzza – a generiche affermazioni superficiali, copiate dal gergo elettorale di queste ore che esprimono pregiudizi verso poveri e migranti, di offuscare la coscienza evangelica che portiamo nel cuore». Per le vie del centro, nelle comunità parrocchiali, «siamo chiamati a riscoprire la virtù del dialogo e dell’incontro, a cominciare dal rispetto per la diversità e per l’alterità». Ecco quindi l’importanza, tra le linee operative emerse dagli incontri di settore, di individuare luoghi e momenti in cui esercitare il «ministero dell’accoglienza» con l’«ascolto attivo delle persone in difficoltà»; di recuperare «luoghi, momenti e occasioni per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione»; di aprire «le nostre chiese» in orari «scomodi». «Lavoriamo – ha suggerito il vescovo – sul rapporto tra opere d’arte e la fede che intendono significare», elaborando un vocabolario che consenta di «decriptare il loro valore simbolico per comprendere il significato catechetico che portano». E ancora: comunicare con il digitale, offrendo sui “social” video di solidarietà e di vicinanza: «mostriamo ai giovani che ci siamo e che la Chiesa è viva». A loro «offriamo esperienze forti»: adorazione eucaristica, gli incontri con la Comunità di Taizè. È importante «incoraggiare» gli «eventi che sono segno»: i momenti di preghiera, la Notte Sacra, la Notte dei Santi al Palatino e a Santa Dorotea, le stazioni quaresimali. Sempre per i giovani, nel prossimo anno pastorale, «pensiamo a una missione affidata agli studenti dei Frati Minori che potrebbe essere l’inizio di un servizio di accompagnamento per i ragazzi della movida». È necessario «fare alleanza con chi incontra veramente i giovani», come gli insegnanti di religione, «per cercare un percorso condiviso tra parrocchia e scuola». Operiamo in tutte le direzioni possibili – l’ultima indicazione di monsignor Ruzza – «per sollevare i poveri dallo stato di disagio, moltiplicando i luoghi in cui il sorriso si sostituisce all’indifferenza». Il “laboratorio” è ormai avviato; «fermarsi ora sarebbe un suicidio». Per questo, oggi «non terminiamo nulla – ha sottolineato Ruzza –, iniziamo, invece, ad attuare un processo di rinnovamento aperto alle novità, in ascolto dei bisogni, attento alle domande e sanamente “curioso” per cercare donne e uomini da invitare alla compagnia dei credenti». L Settore Centro, in missione con lo stile del dialogo L’assemblea guidata da Ruzza ai Santi Apostoli. Il vescovo: «No ai pregiudizi verso poveri e migranti. Chiese più aperte» La Messa per la Giornata mondiale del malato del 2017 (foto Gennari) Preghiera in famiglia Il vescovo Ricciardi annuncio dell’incontro del clero romano con Pa- pa Francesco e l’invito alle comunità a confron- tarsi sulle “malattie spirituali”: sono gli aspetti al centro della lettera che il vicario di Roma, l’arcivesco- vo Angelo De Donatis, ha rivolto a sacerdoti e diaconi della diocesi. Quanto all’appuntamento con il Santo Pa- dre, si terrà come di consueto nel primo giovedì di Qua- resima, il 15 febbraio, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il giorno successivo a quello delle ceneri. «Come è tra- dizione negli ultimi anni – scrive il presule – vivremo una liturgia penitenziale comunitaria, con la possibi- lità di confessarci, al termine della quale il Papa ci ri- volgerà la sua parola». L’inizio dell’incontro è fissato per le ore 9.30. «In occasione del tempo favorevole della Quaresima, co- me già comunicato al Consiglio presbiterale dell’8 gen- naio scorso – sottolinea De Donatis –, desidero invitare tutte le comunità, in particolare le parrocchie, a trovare occasioni per confrontarsi sulle “malattie spirituali” cui accennavo nel discorso alla chiusura del Convegno dio- cesano lo scorso 18 settembre». Un confronto che sarà ispirato dalla lettura dell’esorta- zione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco, in particolare dai numeri 52–101. In sostanza, i due punti del secondo capitolo, dal titolo “Nella crisi dell’impegno comunitario”: rispettivamente, “Alcune sfide del mondo attuale” e “Tentazioni degli operatori pastorali”. «Ogni comunità – precisa il presule – potrà trovare di- versi modi per confrontarsi (es. una settimana di eserci- zi spirituali parrocchiali; una o due giornate di ritiro e di condivisione; oppure un incontro settimanale per tut- ta la Quaresima). Entro la seconda settimana di Quaresima, si invitano poi tutte le prefetture ad organizzare una Messa feriale, in u- na parrocchia della prefettura, presieduta dal vescovo, al- la quale invitare in particolare i collaboratori delle varie comunità». «Sarà un’occasione – prosegue De Donatis – per vivere insieme un momento forte che possa dare l’avvio a que- sto tempo di verifica, di condivisione, di purificazione. Attendo poi i risultati di questo lavoro comunitario, at- traverso i parroci ed i prefetti, entro la prima settimana di aprile, per avere poi il tempo necessario per un lavo- ro di sintesi da presentare al Papa in vista del prossimo Convegno diocesano». Insieme alla lettera è stato inviato un dépliant prepara- to dal Consiglio episcopale, che presenta in sintesi la proposta, da diffondere ai vari collaboratori. «Auguro a tutta la nostra diocesi – conclude il vicario De Donatis – di vivere questo periodo come un dono pre- zioso di Dio, per la nostra conversione». (A.Z.) L Il vicario annuncia l’incontro del clero con il Papa Confronto nelle parrocchie sulle «malattie spirituali» Inserto redazionale di Avvenire Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 [email protected] Tel. 06.6988.6150/6478 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] La liturgia sarà presieduta alle 17.30 dal vicario alla presenza di tanti ammalati Anno XLV – Numero 5 Domenica 4 febbraio 2018

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DI ANGELO ZEMA

imettere al centro lapersona» nella sanità,rafforzare l’attenzione

agli anziani e ai poveri vittimedella “cultura dello scarto”,«impegnarsi per una medicinadelle relazioni umane». Sono lepriorità che il vescovo delegato perla pastorale sanitaria, PaoloRicciardi, indica a Roma Sette nellaprima intervista dall’inizio del suoministero. Domenica vivrà per laprima volta da vescovo laGiornata mondiale del malato,con gli ammalati, nella basilica diSan Giovanni in Laterano,meditando il Rosario prima dellacelebrazione del vicario DeDonatis (articolo a centro pagina).«L’auspicio – ci dice – è che laGiornata possa essere un segnoper tutta la città. Essendo statotanti anni in parrocchia, ho vistoche a volte i malati sono unapriorità per i ministri straordinaridella Comunione e invecedovrebbero esserlo per tutta lacomunità. Anche i bambinidovrebbero essere indirizzati versola visita agli ammalati, come ciinsegna il Vangelo, per far capireche la vita è tale in ogni istante,anche nelle fasi di fragilità».Prezioso l’impegno delvolontariato, «una grandericchezza, da incentivare per igiovani». C’è quindi un lavoropastorale avviato in questadirezione, accanto a quello rivoltoverso il personale sanitario. Inquesto ambito, Ricciardi

sottolinea la necessità di tornare auna «medicina delle relazioniumane». Figlio di un medico difamiglia, afferma che «è semprepiù rara la figura del medico cheva a casa del paziente» e anchenegli ospedali «le difficoltà delpersonale nel contesto di questomodello di sanità fanno sì che cisia una sempre minore attenzionea visitare con cura le personemolto anziane. Vedo sempre piùanziani che hanno bisogno di curee la risposta a volte è un po’ triste.Serve farsi carico di questesituazioni. Tutte le personedevono essere curate, è unapriorità che cercheremo disottolineare nel nostro impegnopastorale». Priorità tanto piùurgente dopo l’entrata in vigore –mercoledì scorso – della legge sulfine vita, sulle “Disposizionianticipate di trattamento”, che,secondo il vescovo, «mette daparte le responsabilità del medicoe, se da una parte salvaguarda ildialogo medico–paziente,dall’altro apre la strada a unatotale autodeterminazione delpaziente». Sulla legge, affermaRicciardi, «c’è molta confusione.La prima cosa che ci impegniamoa fare è un’informazione piùdettagliata. Cercheremo di farechiarezza con i medici e ilpersonale. Anche se non bisognapensare a queste leggi come a uncampo di battaglia tra cattolici elaici. Quello che però èimportante chiedere alla politica èun maggiore sostegno allefamiglie che hanno in casa malatigravi, soprattutto in fase terminale.Serve un accompagnamentoadeguato, come quello di alcunihospice che ho visitato». Forte lapreoccupazione di Ricciardi, chediventa anche appello alle forzepolitiche in vista delle elezioniregionali, per l’accorpamento e lachiusura di ospedali: «A volte –sottolinea – non ci si rende contoche certi presìdi anche a Romarappresentano un punto diriferimento per tanta gente».

i rinnova domenica prossima, me-moria liturgica della Beata Vergi-

ne Maria di Lourdes, il tradizionaleappuntamento diocesano per la Gior-nata mondiale del malato. La basili-ca di San Giovanni in Laterano, nel160° della prima apparizione dellaMadonna a Lourdes, ospiterà un po-meriggio di preghiera con la parteci-pazione di tanti ammalati: un’inizia-tiva promossa dal Centro diocesanoper la pastorale sanitaria in collabo-razione con l’Opera romana pellegri-naggi e l’Unitalsi.Alle 16.30 è in programma la recitadel Rosario, con il commento di mon-

signor Paolo Ricciardi, vescovo dele-gato per la pastorale sanitaria. Alle17.30 il vicario di Roma, Angelo DeDonatis, presiederà la celebrazioneeucaristica. Al termine, la tradiziona-le fiaccolata.La Giornata mondiale del malato,giunta alla XXVI edizione, fu istituitail 13 maggio 1992 da Papa GiovanniPaolo II. Quest’anno il tema dellaGiornata è dato dalle parole che Ge-sù, innalzato sulla croce, rivolge a suamadre Maria e a Giovanni: «“Ecco tuofiglio ... Ecco tua madre”. E da quel-l’ora il discepolo l’accolse con sé» (Gv19,26–27).

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«Serve più attenzioneai pazienti anzianiLa politica sostengadi più le famiglie conammalati gravi. LeggeDat, «apre la stradaall’autodeterminazione»

Domenica il Rosario e la Messaa San Giovanni in Laterano

ROMA SETTE

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«Pregare in famiglia»Il sussidio quaresimale

Ricciardi: «Una medicinadelle relazioni umane»

Intervista al vescovo alla vigilia della Giornata mondiale del malato

DI GIULIA ROCCHI

ogliamo che la preghiera torni a essererespiro normale e quotidiano del singolofedele e delle sue comunità di vita e di

lavoro, prima fra tutte proprio la realtà familiare».L’auspicio dell’arcivescovo vicario Angelo DeDonatis ha trovato concreta realizzazione, prima,nel sussidio preparato per il tempo di Avvento e,adesso, nella nuova pubblicazione “Pregare infamiglia. Cammino in preparazione alla Pasqua”.«L’abitazione diventa – sottolinea ancora il vicario –il luogo dove vive una vera, piccola Chiesadomestica, in cui si dà voce anche ai più piccoli erisuona in ambito familiare il messaggio disalvezza, con la sua proposta di conversione e congli echi che suscita in persone di diversa età econdizione». L’indicazione è dunque quella diriunirsi in casa, leggere il Vangelo insieme, darespazio alla condivisione e alla preghiera. «Questoappuntamento non deve essere inteso come “unqualcosa da fare in più”, un impegno che si va asommare ai già numerosi impegni delle famiglie –precisa padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficioliturgico diocesano, che ha curato la pubblicazione–, ma un momento in cui ci si ritrova e si prendeuna boccata d’ossigeno. Una sorta di ricaricasettimanale per la famiglia. Un quarto d’ora con ilSignore». L’obiettivo del sussidio è «creareun’abitudine alla preghiera in casa, a preparare laMessa della domenica». Perché «un percorso di fedearticolato – sottolinea ancora il direttore dell’Ufficioliturgico – non può esaurirsi nella preghiera fatta inchiesa». Ancora, il sussidio e le indicazioni checontiene diventano un invito ad «aprirsi all’ascolto– aggiunge padre Midili –, perché la preghierapersonale è intesa troppo spesso soltanto come un“dire”, un “chiedere” a Dio». I suggerimenti fornitiai fedeli sono semplici, e ricalcano quelli formulatinel tempo di Avvento: riunirsi in casa, davanti alcrocifisso e alla Bibbia, in una stanza «in cui lafamiglia passa la maggior parte del tempo insieme,come il soggiorno o la sala da pranzo». Uno deimembri leggerà poi il brano del Vangelo previstoper la domenica successiva; quindi si potrannocondividere impressioni e riflessioni. Spazio poi alsalmo, alle preghiere spontanee, alla recita delPadre Nostro. «Non più di dieci minuti, un quartod’ora in tutto» commenta ancora padre Midili. «Iltesto è una semplice proposta – si legge infatti nellibretto – che può essere adattata sulla base delleesigenze della famiglia». Le copie del sussidiopossono essere ritirate gratuitamente presso leparrocchie e presso l’Ufficio liturgico diocesano.Accanto alla versione stampata, – fondo blu e manigiunte che si uniscono, sulla copertina – l’Ufficiodiocesano ha messo a disposizione una versionepiù lunga sul sito www.ufficioliturgicoroma.it,arricchita dai commenti di Papa Francesco ai testibiblici proposti.

DI CHRISTIAN GIORGIO

a Chiesa del centro di Roma è«compagna di ogni persona chedesideri ritrovare la via della serenità e

della luce per se stessi e per il mondointero». Una luce portata simbolicamente inprocessione verso l’esterno della basilica deiSanti XII Apostoli dove, giovedì primofebbraio, si è conclusa l’assemblea ecclesialedi settore. Al termine del momento dipreghiera e della relazione conclusiva delvescovo Gianrico Ruzza, i parroci prefettihanno acceso, dal cero pasquale, piccolecandele da portare verso le propriecomunità, verso una città che pone la sfidadi «incontrare l’uomo del nostro tempo – ha

ricordato monsignor Ruzza –, incarnando ilmessaggio evangelico in un tessuto socialefrantumato». I lavori assembleari hannoavuto inizio il 23 ottobre scorso; i gruppi diprefettura si sono riuniti in «stile sinodale»,esprimendo un «lavoro fervido» chesuggerisce come sia «finito il tempo delleiniziative isolate – ha fatto notare Ruzza –,dei solipsismi». È questa la «prospettiva delcambiamento di paradigma necessaria perinteragire in un mondo globalizzato»:«l’atteggiamento individualistico implode,mentre la dimensione comunitariamantiene la sua dinamica attrattiva».Superare steccati, quindi, evitando i pericolidello «scoraggiamento» e di ogni forma di«“martalismo”». Anche così si sconfigge ilvirus dell’indifferenza di cui parla PapaFrancesco: «Non permettiamo – il monito diRuzza – a generiche affermazionisuperficiali, copiate dal gergo elettorale diqueste ore che esprimono pregiudizi versopoveri e migranti, di offuscare la coscienzaevangelica che portiamo nel cuore». Per levie del centro, nelle comunità parrocchiali,

«siamo chiamati a riscoprire la virtù deldialogo e dell’incontro, a cominciare dalrispetto per la diversità e per l’alterità». Eccoquindi l’importanza, tra le linee operativeemerse dagli incontri di settore, diindividuare luoghi e momenti in cuiesercitare il «ministero dell’accoglienza» conl’«ascolto attivo delle persone in difficoltà»;di recuperare «luoghi, momenti e occasioniper la celebrazione del sacramento dellaRiconciliazione»; di aprire «le nostre chiese»in orari «scomodi». «Lavoriamo – hasuggerito il vescovo – sul rapporto tra opered’arte e la fede che intendono significare»,elaborando un vocabolario che consenta di«decriptare il loro valore simbolico percomprendere il significato catechetico cheportano». E ancora: comunicare con ildigitale, offrendo sui “social” video disolidarietà e di vicinanza: «mostriamo aigiovani che ci siamo e che la Chiesa è viva».A loro «offriamo esperienze forti»:adorazione eucaristica, gli incontri con laComunità di Taizè. È importante«incoraggiare» gli «eventi che sono segno»: i

momenti di preghiera, la Notte Sacra, laNotte dei Santi al Palatino e a SantaDorotea, le stazioni quaresimali. Sempre peri giovani, nel prossimo anno pastorale,«pensiamo a una missione affidata aglistudenti dei Frati Minori che potrebbe esserel’inizio di un servizio di accompagnamentoper i ragazzi della movida». È necessario«fare alleanza con chi incontra veramente igiovani», come gli insegnanti di religione,«per cercare un percorso condiviso traparrocchia e scuola». Operiamo in tutte ledirezioni possibili – l’ultima indicazione dimonsignor Ruzza – «per sollevare i poveridallo stato di disagio, moltiplicando i luoghiin cui il sorriso si sostituisceall’indifferenza». Il “laboratorio” è ormaiavviato; «fermarsi ora sarebbe un suicidio».Per questo, oggi «non terminiamo nulla – hasottolineato Ruzza –, iniziamo, invece, adattuare un processo di rinnovamento apertoalle novità, in ascolto dei bisogni, attentoalle domande e sanamente “curioso” percercare donne e uomini da invitare allacompagnia dei credenti».

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Settore Centro, in missione con lo stile del dialogoL’assemblea guidata da Ruzzaai Santi Apostoli. Il vescovo:«No ai pregiudizi verso poverie migranti. Chiese più aperte»

La Messa per la Giornata mondiale del malato del 2017 (foto Gennari)

Preghiera in famiglia

Il vescovo Ricciardi

annuncio dell’incontro del clero romano con Pa-pa Francesco e l’invito alle comunità a confron-tarsi sulle “malattie spirituali”: sono gli aspetti al

centro della lettera che il vicario di Roma, l’arcivesco-vo Angelo De Donatis, ha rivolto a sacerdoti e diaconidella diocesi. Quanto all’appuntamento con il Santo Pa-dre, si terrà come di consueto nel primo giovedì di Qua-resima, il 15 febbraio, nella basilica di San Giovanniin Laterano.Il giorno successivo a quello delle ceneri. «Come è tra-dizione negli ultimi anni – scrive il presule – vivremouna liturgia penitenziale comunitaria, con la possibi-lità di confessarci, al termine della quale il Papa ci ri-volgerà la sua parola». L’inizio dell’incontro è fissatoper le ore 9.30.«In occasione del tempo favorevole della Quaresima, co-me già comunicato al Consiglio presbiterale dell’8 gen-naio scorso – sottolinea De Donatis –, desidero invitaretutte le comunità, in particolare le parrocchie, a trovareoccasioni per confrontarsi sulle “malattie spirituali” cuiaccennavo nel discorso alla chiusura del Convegno dio-cesano lo scorso 18 settembre».Un confronto che sarà ispirato dalla lettura dell’esorta-zione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco, inparticolare dai numeri 52–101. In sostanza, i due puntidel secondo capitolo, dal titolo “Nella crisi dell’impegno

comunitario”: rispettivamente, “Alcune sfide del mondoattuale” e “Tentazioni degli operatori pastorali”.«Ogni comunità – precisa il presule – potrà trovare di-versi modi per confrontarsi (es. una settimana di eserci-zi spirituali parrocchiali; una o due giornate di ritiro edi condivisione; oppure un incontro settimanale per tut-ta la Quaresima).Entro la seconda settimana di Quaresima, si invitano poitutte le prefetture ad organizzare una Messa feriale, in u-na parrocchia della prefettura, presieduta dal vescovo, al-la quale invitare in particolare i collaboratori delle variecomunità».«Sarà un’occasione – prosegue De Donatis – per vivereinsieme un momento forte che possa dare l’avvio a que-sto tempo di verifica, di condivisione, di purificazione.Attendo poi i risultati di questo lavoro comunitario, at-traverso i parroci ed i prefetti, entro la prima settimanadi aprile, per avere poi il tempo necessario per un lavo-ro di sintesi da presentare al Papa in vista del prossimoConvegno diocesano».Insieme alla lettera è stato inviato un dépliant prepara-to dal Consiglio episcopale, che presenta in sintesi laproposta, da diffondere ai vari collaboratori.«Auguro a tutta la nostra diocesi – conclude il vicario DeDonatis – di vivere questo periodo come un dono pre-zioso di Dio, per la nostra conversione». (A.Z.)

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Il vicario annuncia l’incontro del clero con il PapaConfronto nelle parrocchie sulle «malattie spirituali»

Inserto redazionale di AvvenirePagine a cura della Diocesi di RomaCoordinamento editoriale: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiPiazza San Giovanni in Laterano 6

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Direzione vendite sede di [email protected]. 06.68823250Fax 06.68823209Pubblicità: tel. [email protected]

La liturgia saràpresieduta alle17.30 dal vicarioalla presenzadi tanti ammalati

Anno XLV – Numero 5 Domenica 4 febbraio 2018

Santi Quattro Coronativocazione all’accoglienza

Un percorso biblico sulle donnedell’Antico e Nuovo Testamento

rovarsi nel cuore di Romae poter gustare spazi disilenzio, tempi di sosta e

di pace, raccolti nella preghiera,sembra incredibile. Il monasterodei Santi Quattro Coronati,incastonato nella città e immersonelle vicende dell’uomo,continua dopo secoli di storia, acustodire questo tesoro». Si leggecosì sul sito del monastero diclausura delle agostiniane aiSanti Quattro Coronati, a duepassi dalla basilica di SanGiovanni in Laterano e a pochecentinaia di metri dal Colosseo.Una sorta di presentazione delmonastero, presente in quelluogo dal 1564.«Ci facciamo voce – scrivono lereligiose – per portare a Dio ilcanto dell’uomo, le sue gioie e lesue speranze, le sue tristezze e le

T« sue angosce, il suo infinitobisogno di Dio!». La comunitàmonastica agostiniana «è unapiccola Chiesa a servizio dellaChiesa tutta e di ogni uomoinquieto in ricerca della verità».Lo testimoniano le tanteiniziative di accompagnamentopromosse dal monastero chesegue la regola di sant’Agostino.Il cammino vocazionale inizieràquest’anno proprio con ilprossimo fine settimana 9–11febbraio e avrà come tema:“Donne di Dio. Il coraggio dellavita”. Si rivolgerà a donnegiovani, dai 23 ai 33 anni,desiderose di comprendere laloro vocazione. I prossimiappuntamenti sono inprogramma nei giorni 9–11marzo e 13–15 aprile([email protected]).

In occasione della Giornata per la vita consacrataproponiamo anche sul giornale il contributodi monsignor Lonardo per la rubrica di Romasette.it«Ritratti romani». Sul Web la versione integrale

Appuntamenti anche d’estate«#Estateincittà» è il titolo dell’iniziativa dellacomunità monastica dei Santi Quattro che vuole

«offrire a tutti coloro che trascorrono l’estate a Romaun vero tuffo rigenerante nella vita interiore». È unaltro dei numerosi appuntamenti che la comunitàagostiniana propone alla città, in particolare ai giovani.Ne abbiamo già parlato su Roma Sette. Nellalocandina, le monache hanno perfino disegnato lestelle marine, la sabbia e l’acqua cristallina che fa dasfondo allo skyline della Capitale. Nel 2017 duedomeniche a luglio e due ad agosto sono state dedicateall’iniziativa, con un tempo prolungato di preghiera eadorazione con l’esposizione eucaristica, la preghieradel vespro, alcune meditazioni agostiniane, tempi disilenzio e di preghiera personale, per concludere con lapreghiera di Compieta. Quattro le parole per descriverei temi delle serate: desiderio, interiorità, bellezza eamicizia. «È questo il desiderio che vogliamoassecondare – spiegano le monache –, incontrarel’assoluto per farlo entrare nelle nostre vite». Incontrarequel Dio «che solo nella nostra interiorità riusciamo ariconoscere; perché siamo fatti a sua immagine esomiglianza. Si tratta di un cammino che ognuno di noiè chiamato a fare e rifare per incontrare la verità».

’L

a Chiesa non vi tollera: la Chiesa ha bisogno divoi». Lo ha detto Papa Francesco alle monache

claustrali. Con l’aria che tira nella nostra società la vitadei consacrati, se si trova in prima linea nel servizio aipoveri e ai diseredati, non si trova ad ugual livellonell’opinione pubblica. Per non parlaredell’anacronismo della vita claustrale. Cose di secolioscuri? Tempo addietro il grande teologo H. U. vonBalthasar scrisse alcune righe che si dimostranoprofetiche: «[…] la vita dei consigli resterà fino alla finedel mondo il guardiano della totalità del Vangelo e inogni epoca la Chiesa sarà tanto viva quanto saranno vivigli ordini attivi e contemplativi». Guardiano è colui chevigila. Come però, oggi nel nostro contesto, vigilare, cioèscrutare l’orizzonte, custodire la Parola, essereestroflessi ad ogni necessità delle sorelle e dei fratellicon cui pellegriniamo nella storia? Torniamo aFrancesco e scopriremo alcune indicazioni che non sono“optional”, ma realmente ineludibili e imprescindibili.Solo qualche parola che possa incidersi in noi: «Siatefari con la vostra vita fedele e mostrate Colui che è via,verità e vita, l’unico Signore che offre pienezza allanostra esistenza e dà la vita in abbondanza. Pregate perla Chiesa, per i pastori, per i consacrati, per le famiglie,per quelli che soffrono, per quelli che fanno il male, perquelli che sfruttano i loro fratelli». Il faro illumina letenebre, traccia con la sua luce la via da percorrere, nonconosce sosta. Si trova in una posizione in cui sfidaventi, intemperie e solitudini. Sembra anche noioso nelsuo imperturbabile lanciare segnali omnidirezionali.Perché a Lui si appartiene e con Lui si vigila. «Siate“spudorate”, non vergognatevi di fare in modo, con lapreghiera, che la miseria degli uomini si avvicini allapotenza di Dio. Questa è la vostra preghiera. Attraversola preghiera voi, giorno e notte, avvicinate al Signore lavita di tanti fratelli e sorelle che per diverse situazioninon possono raggiungerlo per fare esperienza della sua

misericordiarisanatrice,mentre Lui liattende per fareloro grazia. Con lavostra preghierapotete guarire lepiaghe di tantifratelli». Sedavveroriuscissimo adessere cosìtrasparentiall’irruzione di Dioda generare laspudoratezza cheFrancesco vuoleda noi! Ingegnose

nell’intercedere,costanti eimperturbabili,moleste nellarichiesta fino agiungereall’esaudimentoper sfinitezza, nonnostra, ma dellapazienza delSignore. «Ridete incomunità, e non

della comunità o degli altri! Guardiamoci da quellepersone così importanti che nella vita hannodimenticato come si fa a sorridere. “Sì, Padre, però leinon ha un rimedio, qualcosa per…?”. Guarda, ho due“pastiglie” che aiutano moltissimo: una, parla con Gesù,con la Madonna nella preghiera e chiedi la grazia dellagioia, della gioia nella situazione reale; la secondapastiglia la puoi prendere varie volte al giorno se ne haibisogno, o anche una volta basta: guardati allospecchio…, guardati allo specchio: “E quello sono io?Quella sono io?”. E questo ti fa ridere. Questo non ènarcisismo, anzi, è il contrario: lo specchio, in questocaso, serve come una cura». Se non ridiamo noi chesiamo abitate dalla Verità e abbiamo sperimentato ognigiorno l’aiuto del Padre provvido, chi deve ridere? Chipuò contagiare con quella letizia che rende la giornatafelice? Non proviene da noi: la prima pastiglia è dono,gratuito, lanciato verso chi la vuole prendere al volo.Bisogna essere rapidi, precisi, afferrarla. La secondapastiglia è la nostra risposta, la misura del nostro essereed esistere, dinnanzi alla Bellezza del Figlio incarnato,alla Parola che attende solo di trasformarci. Tuttoquesto non è segno di presenza attuale e di attualitànella Chiesa e nella società? Non è dono da custodire edi cui ringraziare perché il nostro oggi ne sia fiero econsapevole? La speranza allora spunta e può fiorire perguidare e sorreggere.

Cristiana Dobner

Clausura, come un faroche vigila per la Chiesa

In occasione dalla Giornata per la vitaconsacrata, pubblichiamo l’articolo dimonsignor Andrea Lonardo, direttoredell’Ufficio cultura e università della diocesidi Roma, dedicato al monastero dei SantiQuattro Coronati. La versione integrale –all’interno della rubrica dedicata ai “Ritrattiromani” – è disponibile online sul sitoRomasette.it.

DI ANDREA LONARDO

ella Roma città aperta,tiranneggiata dai nazisti, l’interapopolazione romana si mise a

servizio di ebrei, perseguitati politici,partigiani, disertori fascisti. Alcunecomunità compirono gestiassolutamente meravigliosi eimprevedibili, alcuni dei quali sonocomprensibili solo a partire daun’esplicita richiesta del pontefice. È ilcaso della comunità monastica diclausura delle agostiniane dei SantiQuattro Coronati che aprì le porte delconvento per ospitare nei suoi locali nonsolo donne, ma anche maschi, ebrei eperseguitati politici, fra cui il rabbinoRavenna. Le monache, come è abitualenei monasteri, redigevano un diario dellacomunità, che veniva aggiornatoperiodicamente a partire da minutescritte in modo non organico. Il testo,che porta il titolo di Memoriale, recascritto per l’anno 1943: «Arrivate aquesto mese di novembre dobbiamoessere pronte a rendere servigi di carità inmaniera del tutto inaspettata. Il SantoPadre Pio XII, dal cuore paterno, sente insé tutte le sofferenze del momento.Purtroppo con l’entrata dei tedeschi inRoma, avvenuta nel mese di settembre, siinizia una guerra spietata contro gli ebreiche si vogliono sterminare medianteatrocità suggerite dalla più nera barbarie.Si rastrellano i giovani italiani, gliuomini politici, per torturarli e farli finiretra tremendi supplizi. In queste dolorose

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situazioni il Santo Padre vuol salvare isuoi figli, anche gli ebrei, e ordina chenei monasteri si dia ospitalità a questiperseguitati, e anche le clausure debbonoaderire al desiderio del SommoPontefice, e, col giorno 4 novembre, noiospitiamo fino al 6 giugno successivo lepersone qui elencate» (....) Ciò chediviene lampante in momenti di crisi è,però, la vita ordinaria dei Santi QuattroCoronati, così come degli altri monasteridi clausura della città. Roma sopravvive evive, anche oggi, perché c’è chi pregagiorno e notte per i romani. La clausurasembra rinchiudere alcune persone, main realtà le pone a disposizione dellacittà intera, senza esclusioni. Oggi ilmonastero dei Santi Quattro Coronati èun punto di riferimento per tantissimi e,silenziosamente nella preghiera, perl’intera città. Le suore incontrano igiovani accompagnati dai sacerdoti delle

parrocchie, i cresimandi della diocesi chesi recano lì in pellegrinaggio notturno, igiovani universitari e post–universitari inricerca vocazionale, ma anche tantepersone che giungono in monasteroperché bisognosi non solo di un luogodi silenzio, ma anche di una comunitàche sia guida nella preghiera e neldiscernimento. La priora, suor Fulvia,incontrando i catechisti della diocesi informazione, ha più volte raccontato loroche la preghiera personale non può cheavvenire nel segreto, come l’amore fra unuomo e sua moglie è un dono che sicompie nel segreto di una camera enessuno dei due oserà mai raccontare adaltri i gesti e le parole dell’intimità: Dio èl’amante, l’amico, l’intimo del cuore esenza segreti non vi è rapporto d’amore.Il monastero è così memoria e profeziadel desiderio e della necessità del cuoreumano di essere vicino al Signore. La

comunità monastica dei Santi Quattroaccompagna anche il camminovocazionale di tante giovani. Con grandelucidità le monache hanno compresoche le donne sono chiamate da Dio inmaniera diversa dalle figure maschili. Seun uomo riceve la vocazione in manieradiretta da Dio, spesso le donne scopronoche Dio le chiama a partire da unasituazione di pericolo di vita del popolo.Ester o Giuditta si accorgono che ilpopolo ebraico sta per essere sterminatoe si alzano e intervengono a rischio dellaloro vita: nel bisogno, nella fame, nellasete, nel rischio di morte, Dio le chiama,perché i figli del popolo gridano epiangono. Il cammino vocazionaleproposto dal monastero inizieràquest’anno con il fine settimana 9–11febbraio e avrà come tema: “Donne diDio. Il coraggio della vita”. Si rivolgerà adonne giovani, dai 23 ai 33 anni,desiderose di comprendere la lorovocazione: anche questoaccompagnamento nel discernimentovocazionale personale è un grandeservizio offerto alla città e a chi cerca inessa la volontà di Dio. Un monastero èuna casa per la città. Un monastero è un“giardino” di frescura e bellezza perRoma. Un monastero è una “comunità”cittadina dove si è accolti in una rete direlazioni. Un monastero, soprattutto, èun segno in Roma dell’esigenza di Dionel cuore degli uomini. Tanti romani sistupiscono che delle donne rinuncino aduna relazione affettiva con un fidanzato,ma stranamente non sono capaci distupirsi che tanti rinuncino allacomunione con Dio, al suo affetto, allasua misericordia. Il monastero dei SantiQuattro Coronati fa eco al Cantico deiCantici: nel cuore dell’uomo esiste unaferita d’amore, per cui l’uomo, senzaDio, non trova più se stesso e non riescea vivere nella gioia, perché il desiderio diDio è la vera ferita d’amore che tormental’uomo e la donna. Per questo, senza isuoi monasteri, Roma non può vivere.

Panfili: «Consacrati, testimoni di misericordia tra la gente»

Una fotodei Vespria SanGiovanni

DI MICHELA ALTOVITI

ssere testimoni dell’amore diDio, capaci di farsperimentare la carità e la

misericordia del Padre: èl’auspicio espresso da donAntonio Panfili, vicarioepiscopale per la vita consacrata,nella celebrazione presieduta loscorso sabato 27 gennaio nellabasilica di San Giovanni inLaterano in preparazione allaGiornata mondiale per la vitaconsacrata. Nel commentare ilVangelo di Marco relativoall’inizio del ministero pubblicodi Gesù a Cafarnao, Panfili hasottolineato una parola–chiave:«L’autorità con cui Cristo insegna– ha detto – è essa stessa parte delsuo annuncio»; chi è autorevole

E«usa parole che non solorisultano comprensibili sul pianologico» ma che vanno adinteressare «anche e soprattutto ilcuore di chi le ascolta». L’autorità,poi, «è somma laddove alleparole danno conferma i segni»perché in tal modo si realizza «laprofezia del vero messia», coluiche, solo, «può donarci il Verbosenza annientarci, ma qualestrumento di redenzione esalvezza». A Satana «Gesù ordinaseveramente di tacere – haspiegato ancora Panfili –, a direche solo la sua Parola salva».Riflettendo poi sul valore dellavita consacrata, il sacerdote haevidenziato come «essa consistanel desiderio di piacere al Signorenel corpo, nel cuore e neidesideri», vivendo la dimensione

dell’obbedienza al Padre «anche esoprattutto nelle situazionidolorose e difficili». Inconclusione, la richiesta dipreghiere affinché «Dio doni allaChiesa consacrati che vivano nelsuo amore» e che «rinnovino ilvolto del mondo, annunciando lagioia del Vangelo e l’amore delPadre che dà senso all’esistenza».Ancora, da parte del vicarioepiscopale, il richiamo per iconsacrati a seguire due grandimodelli di santità: Francesco diSales, «che invita ad essere abitatida un amore riconoscibile daifratelli come segno distintivo», eAngela Merici, «che amò comeuna madre le sue sorelleeducandole con atteggiamento dicarità, quella autorevole delCristo».

Presso la comunitàdelle agostinianetrovarono riparotanti perseguitati

dal nazismoLuogo di preghieraper tutta la cittàe accanto ai giovani

La celebrazione dei Vesprialla vigilia della Giornatamondiale nella basilica diSan Giovanni in LateranoFrancesco di Sales e AngelaMerici modelli di santità

Come, oggi nel nostroscrutare l’orizzonte,custodire la Parola,essere estroflessiad ogni necessitàdi sorelle e fratellicon cui camminiamo?

l’iniziativa

Santi Quattro Coronati

2 Domenica4 febbraio 2018

DI ROBERTA PUMPO

ggi alle 11 il vicario monsignorAngelo De Donatis celebra laMessa nella parrocchia di San

Leonardo da Porto Maurizio, ad Acilia.Eretta ottant’anni fa, è da sempre affidataall’ordine francescano dei frati minori e sitrova in via Ludovico Antomelli, al centrodi un quartiere multietnico dove è alta lapercentuale di disoccupazione. Su unacomunità composta da 13 mila persone,sono tante le famiglie in difficoltà

O

Francesco in visita dagli ucraini, «fede coraggiosa»

DI ROBERTA PUMPO

na comunità in festa che intonavacanti religiosi e sventolava le bandie-re dell’Ucraina ha accolto domenica

28 gennaio Papa Francesco nella basilica diSanta Sofia, punto di riferimento della co-munità greco–cattolica ucraina di Roma. Lavisita si è aperta con la preghiera per la pa-ce nel Paese dell’Europa orientale ma, tra imomenti salienti del pomeriggio c’è stato il«pensiero riconoscente» alle tante donne u-craine che lavorano in Italia come badanti eche sono «apostole di carità e di fede» e a tut-ti coloro che «compiono immani sacrifici»per mantenere i propri cari, e ancora la lun-

ga preghiera silenziosa sulla tomba del ve-scovo Stepan Chmil. Un incontro «in co-munione fraterna» al quale non hanno vo-luto rinunciare centinaia di fedeli, tra i qua-li tanti bambini, che hanno atteso il SantoPadre assiepati nell’area antistante la basili-ca di via di Boccea.Al suo arrivo Bergoglio è stato accolto dal-l’arcivescovo maggiore di Kyiv–Halyc, Svja-toslav Shevchuk, al quale ha baciato la cro-ce pettorale, e dal rettore don Yaroslav Se-mehen. Prima di entrare in basilica ha libe-rato una colomba bianca e, rivolgendosi aifedeli rimasti dietro le transenne, li ha invi-tati a pregare per la pace in Ucraina. «Sonoqui per dirvi che vi sono vicino col cuore, conla preghiera, quando celebro l’Eucaristia sup-plicando il Principe della Pace perché tac-ciano le armi – ha detto –. Prego perché neicuori di ciascuno non si spenga mai la spe-ranza, ma si rinnovi il coraggio di andare a-vanti, di ricominciare sempre».Poco prima Shevchuk aveva ricordato che

il Paese da quattro anni è flagellato da unconflitto che ha provocato centinaia di mi-gliaia di morti e feriti e costretto milioni dipersone a fuggire. Una guerra «dimenticatadalla società internazionale che, tuttavia, o-gni giorno provoca nuovi lutti causati dagliscontri armati, dal freddo e dalla fame, dauna crudele indifferenza da parte dei po-tenti di questo mondo». Il popolo ucraino,aveva spiegato, considera il Pontefice un«autentico messaggero e un costruttore dipace, la pace autentica e giusta», auspican-do che la visita a Santa Sofia sia solo l’anti-camera di una visita di Francesco in Ucrai-na. Parlando degli oltre 200mila ucraini cherisiedono ufficialmente in Italia, l’arcive-scovo si è soffermato sulla solitudine soffertada queste persone spesso «vittime di sfrut-tamento e maltrattamenti sul luogo di la-voro». Le donne non di rado sono «privatedai loro datori di lavoro del diritto di ripo-sare la domenica impedendo loro di parte-cipare alla vita liturgica e sociale, di soddi-

sfare quindi i propri bisogni spirituali».Il Papa ha ammesso di conoscere «il bene»che queste donne fanno a Roma e in tutta I-talia attraverso il loro lavoro. «Trasmettonola fede nelle famiglie, alcune volte tiepidenell’esperienza di fede – ha aggiunto a brac-cio –. Ma voi avete una fede coraggiosa. Con-siderate il vostro lavoro come una missione».Ha voluto poi ricordare tre figure importantiper la comunità ucraina: il cardinale JosyfSlipyj, fondatore della chiesa di Santa Sofia,il vescovo Chmil, conosciuto da Bergoglioquando aveva dodici anni e per tre volte lasettimana lo aiutava servendo la Messa, e ilcardinale Ljubomyr Huzar, «guida e fratellomaggiore di tanti», creato cardinale nellostesso giorno. Bergoglio ha infine svelato«un segreto». Nella sua camera ha un’iconadella Madonna della tenerezza dono del-l’arcivescovo maggiore. «Ogni notte, primadi andare a letto, la bacio e al mattino la sa-luto. Così si può dire che incomincio e fini-sco la giornata “in ucraino”».

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«Maria è arca sicura nel diluvio»

L’incontro annuale a PonteCasilino. Il vicarioDe Donatis: «È la libertàdel cuore che ci aiutaa essere aperti». Soddu:«Avere la capacità di staresul pezzo, una carità in atto, anche quando non si hanno soluzioniSolo così possiamo esercitareil ruolo che ci spetta: essere cerniera tra la societàe la comunità, capaci diincarnare la Parola di Dio»

vere la capacità di stare sul pezzo, unacarità in atto, anche quando non si

hanno soluzioni o ci si si sente impotenti. Solocosì possiamo esercitare il ruolo che ci spetta:essere cerniera tra la società è la comunità,capaci in incarnare la Parola di Dio». Così donFrancesco Soddu, direttore di Caritas Italiana,ha sollecitato gli operatori delle Caritasdiocesane del Lazio nell’incontro annuale chela delegazione regionale organizza conl’organismo della Cei. Oltre settantarappresentanti delle Chiese laziali si sonoincontrati a Roma ospiti della Cittadella dellaCarità – Santa Giacinta, alla presenza dimonsignor Gino Reali, vescovo di Porto–SantaRufina e delegato regionale per la carità. Adaprire i lavori, con la preghiera nella chiesadella Cittadella, è stato l’arcivescovo Angelo DeDonatis. Il presule ha invitato a «non caderenella tentazione di ricondurre la realtà dentro ipropri schemi, perché il mondo che ci circonda

A« è sempre più grande delle idee che abbiamonella testa». Per il vicario «è la libertà del cuoreche ci aiuta ad essere aperti». De Donatis haconcluso la sua meditazione leggendo unoscritto di don Andrea Santoro nel quale ilmissionario martire in Turchia, paragonandosia un foglio bianco da scrivere e a creta damodellare, afferma: «Signore, accetto di esseredi nuovo a zero, accetto quello che vuoi tu,tutto per la gloria di Dio». Il confronto tra glioperatori regionali e i rappresentanti di CaritasItaliano ha riguardato i diversi ambiti di lavorodell’organismo. «La questione giovanile – hadetto monsignor Cesare Chialastri, direttoredella Caritas di Velletri–Segni e incaricato delLazio –, sia per nell’ambito educativo che perl’inserimento socio–lavorativo, è l’aspetto chedesta maggiore preoccupazione. A partequalche esperienza di formazione alvolontariato, dalle diocesi non emergonoproposte concrete per i giovani». (Alb. Col.)

DI ANDREA ACALI

n omaggio, l’ennesimo, a una delleicone mariane più venerate dairomani e dallo stesso Pontefice, che

si reca a venerarla prima e dopo ogniviaggio apostolico. Papa Francesco hacelebrato domenica 28 gennaio la Messanella basilica di Santa Maria Maggiore inoccasione della festa della traslazione dellaSalus Populi Romani, appena restaurata. Alpunto che al termine dell’omelia il Santo

Padre ha detto: “Adesso appena uscitadall’«ospedale», guardiamola con tenerezzae salutiamola tutti insieme come l’hannosalutata i cristiani di Efeso, per tre volte:Santa Madre di Dio, Santa Madre di Dio,Santa Madre di Dio”. La meditazione delPapa è stata incentrata sulla preghiera“Sotto la tua protezione”, la più anticaantifona mariana conosciuta. «I nostri Padrinella fede – ha detto – hanno insegnato chenei momenti turbolenti bisogna raccogliersisotto il manto della Santa Madre di Dio. Untempo i perseguitati e i bisognosi cercavanorifugio presso le nobili donne altolocate:quando il loro mantello, che era ritenutoinviolabile, si stendeva in segno diaccoglienza, la protezione eraconcessa. Così è per noi neiriguardi della Madonna, ladonna più alta del genereumano. Il suo manto èsempre aperto per accogliercie raccoglierci». Il Papa haricordato che «dove laMadonna è di casa il diavolonon entra; dove c’è la Madre ilturbamento non prevale, lapaura non vince». E ancora hainvitato a guardare a Mariacome la vera speranza: «Chi dinoi non è talvolta turbato oinquieto? Quante volte ilcuore è un mare in tempesta,dove le onde dei problemi siaccavallano e i venti dellepreoccupazioni non cessanodi soffiare. Maria è l’arcasicura in mezzo al diluvio.Non saranno le idee o la

Utecnologia a darci conforto e speranza ma ilvolto della Madre». «Quando noi lasupplichiamo, Maria supplica per noi – haaffermato il Santo Padre –. Così fa ognivolta, se la invochiamo: quando ci manca lasperanza, quando scarseggia la gioia,quando si esauriscono le forze, quando sioscura la stella della vita, la Madreinterviene. E se la invochiamo, interviene dipiù». «La Madre non è un optional, è iltestamento di Cristo. È un grande pericoloper la fede vivere senza Madre, senzaprotezione – ha sottolineato Francesco –,lasciandoci trasportare dalla vita come lefoglie dal vento. Non è galateo spirituale, èun’esigenza di vita. Amarla non è poesia, èsaper vivere. Perché senza Madre nonpossiamo essere figli. E noi, prima di tutto,siamo figli, figli amati, che hanno Dio perPadre e la Madonna per Madre». Il Papa haricordato che la Madonna «è il segno cheDio ha posto per noi. Se non lo seguiamo,andiamo fuori strada. Non si può stareneutrali o distaccati dalla Madre – haconcluso – altrimenti perdiamo la nostraidentità di figli e di popolo e viviamo uncristianesimo fatto di idee e di programmi,senza affidamento, senza tenerezza, senzacuore. Ma senza cuore non c’è amore e lafede rischia di diventare una bella favola dialtri tempi». Durante la preghiera dei fedeliè stata anche letta un’intenzione per i«governanti di Roma». Lo scorso 19 gennaioera stata inaugurata l’innovativailluminazione a led della basilica mentrel’icona è stata restituita all’antico splendoredal delicato intervento eseguito presso ilaboratori di restauro dei Musei Vaticani,coordinato dal direttore Barbara Jatta e conla supervisione di una commissionepresieduta dall’arciprete della basilica, ilcardinale Stanislaw Rylko.

«È un grande pericolo per lafede vivere senza Madre»La Madonna «è il segno cheDio ha posto per noi. Non sipuò stare neutrali», si perde«la nostra identità di figli»

La Messa celebrata nella basilicadi Santa Maria Maggiore nella festadella traslazione dell’icona “Saluspopuli romani” da poco restaurata

Caritas italiana e Caritas Lazio insieme alla Cittadella

Le celebrazioni per don SantoroLa veglia, la Messa, l’incontro

odici anni fa, il 5 febbraio del 2006, veniva uccisoa Trabzon, in Turchia, don Andrea Santoro,

sacerdote del clero romano “fidei donum” nell’anticaTrebisonda. La diocesi di Roma lo ricorda con unacelebrazione eucaristica, lunedì 5 alle 19 nella basilicadi Santa Croce in Gerusalemme, presieduta dal vescovoDaniele Libanori. Questa sera, alle 21, è in programmauna veglia di preghiera nella parrocchia di don Andrea,Santi Fabiano e Venanzio, con il vescovo PaoloLojudice. Domenica 11 alle 16 nella parrocchia Gesù diNazareth, la prima comunità guidata dal sacerdotemartire, è in programma un incontro con il direttoredella Caritas monsignor Enrico Feroci sul tema “EssereChiesa secondo don Andrea”.

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gli appuntamenti

Nella basilica di Santa Sofial’incontro con la comunitàL’appello: «Tacciano le armi»Shevchuk: «Guerra dimenticata»

A San Leonardo da PortoMaurizio incontri con l’imamdella moschea. L’impegnoper le famiglie in difficoltà

economiche. A parlare sono i numeridella Caritas parrocchiale. Il centro diascolto è aperto ogni lunedì e mercoledì,spiega il parroco, padre Paolo Maiello; illunedì e il giovedì, i volontaridistribuiscono viveri per un totale di 180pacchi al mese. Tutte le domeniche lamensa, allestita nei locali dellaparrocchia, ospita circa cento persone traanziani, stranieri e genitori separati.Questo grazie all’aiuto dei tanti gruppiparrocchiali, da quello famiglia al gruppogiovani, dal Rinnovamento dello Spiritoagli scout del Masci e i giovanidell’Azione cattolica che si alternanonella distribuzione dei pasti insieme astudenti e associazioni. San Leonardo daPorto Maurizio è una parrocchia aperta alterritorio e da tempo ha avviato undialogo ecumenico con la vicina moscheaubicata ad appena 500 metri dalla chiesa.

«Sono convinto che la parrocchia deveessere una casa dalle porte sempre aperte– spiega padre Paolo –, vissuta dapersone disponibili all’accoglienze e aldialogo. Ci è di stimolo e di esempiol’operato di Papa Francesco. Con l’imame gli oltre 600 fedeli che frequentano lamoschea ci incontriamo spesso. L’imanMohamed, un suo stretto collaboratore ealcuni fedeli musulmani hannopartecipato alla Santa Messa che abbiamocelebrato lo scorso 4 ottobre, festa di sanFrancesco d’Assisi e l’imam ha ancheatteso il passaggio della Via Crucisdavanti alla Moschea». Nei locali dellaparrocchia due professionistespecializzate in logopedia epsicomotricità mettono il loro tempo adisposizione di ragazzi bisognosi diassistenza le cui famiglie versano indifficoltà economiche. San Leonardo

accoglie anche le riunionidel gruppo giocatorianonimi, frequentato dacirca 15 uomini (età media30 anni), che hanno persotutto al gioco d’azzardo.Oltre duecento gliadolescenti chefrequentano il catechismoper la Prima Comunione ela Cresima. Numerosianche i ragazzi iscritti allascuola calcio, mini basket e basket che sisvolgono presso l’impianto sportivodell’oratorio di San Leonardo da PortoMaurizio. «Siamo molto felici comecomunità di ospitare il vicario del Papanella nostra parrocchia – ha affermatopadre Paolo –. Ho detto ai fedeli di essereuna comunità con le orecchie e gli occhiben aperti e di fare tesoro delle parole di

Ad Acilia cresce il dialogo con i musulmani

speranza che certamente ci lascerà». Ilfrate, infatti, apprezza l’impegno dei suoiparrocchiani sempre pronti a rimboccarsile maniche. «Accogliamo la povertà – haconcluso –, ma stiamo lavorando tantoaffinché si superi la fatica di oltrepassare iconfini della parrocchia e si trovimassima disponibilità ad andare in tuttele “periferie”».

San Leonardo da Porto Maurizio

Il Papa in visita a Santa Sofia (foto Gennari)

Papa Francesco a Santa Maria Maggiore (foto Gennari)

3Domenica4 febbraio 2018

«La Civiltà cattolica», caratteresempre più internazionale

al mese di febbraio, oltre ai nomidei gesuiti che fanno parte dellaredazione della prestigiosa rivista La

Civiltà cattolica – il «Collegio degli scrittori»–, in seconda di copertina appaiono purequelli di alcuni “corrispondenti” dall’Italiae dall’estero. Una novità, anche se lacollaborazione di altri autori gesuiti con LaCiviltà Cattolica è attiva da tempo: solo nelcorso dell’anno appena passato dei 190articoli pubblicati, 70 sono stati scrittiappositamente per la rivista di via di PortaPinciana da 50 autori di varie nazioni delmondo. «Ma tale presenza – sottolinea unanota del periodico dei gesuiti – fino a oggiè stata sostanzialmente spontanea edestemporanea». Così, a un anno dallapubblicazione del quaderno numero4000 e dall’uscita delle prime quattroedizioni in lingua straniera – in coreano,francese, inglese e spagnolo, oltreall’edizione originale – questa presenzaviene resa istituzionale. «Un passaggio –chiarisce la nota – che certifica lavocazione internazionale della rivista e leconsente di avere “vedette” sparse per ilpianeta. In una realtà complessa come lanostra, La Civiltà Cattolica non vuole farecultura “da laboratorio” e ritiene nonsufficiente rimanere a casa propria perpoter parlare con competenza di tutto ilpoliedro del mondo». L’istituzione dei“corrispondenti” attraverso una“missione” ricevuta dal proprio superiore– spiegano alla rivista diretta da padre

Antonio Spadaro – èanche una risposta aun’indicazione di PapaFrancesco, offerta inoccasione dell’udienzache dedicò proprio allapubblicazione delquaderno 4000, il 9febbraio 2017: «Questanuova tappa contribuiràpure ad ampliare ilvostro orizzonte e aricevere contributi scrittida altri gesuiti in varieparti del mondo. La

Civiltà Cattolica sarà una rivista semprepiù aperta al mondo. Questo è un nuovomodo di vivere la vostra missionespecifica». I loro nomi compongono unaprima mappa di corrispondenti di variPaesi e di differenti età ed esperienze:Drew Christiansen (Usa), Bert Daelemans(Belgio/Spagna), Fernando de la IglesiaViguiristi (Spagna), Joseph You Guo Jiang(Repubblica popolare cinese), FedericoLombardi (Italia), Friedhelm Mennekes(Germania), David Neuhaus (Israele),Vladimir Pachkov (Federazione russa),Arturo Peraza (Venezuela), CamilloRipamonti (Italia), George Ruyssen(Belgio), Paul Soukup (Usa), MarcelUwineza (Rwanda), Andrea Vicini (Usa).

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Torna il concorso Cei «TuttixTutti» per le parrocchieMette al centro i migliori progetti di utilità socialeDI FEDERICA CIFELLI

ono aperte da giovedì primo leiscrizioni al concorso per le parrocchieTuttixTutti, promosso dalla Conferenza

episcopale italiana. “Anche quest’anno saràun successo per tutti”: questo lo sloganpensato per l’iniziativa, alla quale ogniparrocchia potrà iscriversi dirittamenteonline, sul sito internet www.tuttixtutti.itcreando un gruppo di lavoro, ideando unprogetto di solidarietà e organizzando unincontro formativo per promuovere ilsostegno economico alla Chiesa cattolica.La novità principale dell’edizione 2018,l’ottava, è la durata del concorso che passada tre a quattro mesi; le parrocchie avrannocosì un mese in più a disposizione perpreparare e inviare le proprie candidature eorganizzare gli incontri formativi. Anzi, perquanto riguarda proprio questi ultimi,

precisano dalla Cei, sono validi anche gliincontri organizzati dal primo giugno delloscorso anno fino al 2 febbraio 2018. Laproclamazione dei vincitori avverrà il 30giugno. Dieci i premi, compresi tra 1.000 e15.000 euro, ai progetti di solidarietà chesaranno giudicati più meritevoli, inabbinamento con gli incontri formativiorganizzati. «Nelle sette precedenti edizioni– afferma Matteo Calabresi, responsabiledel Servizio per la promozione del sostegnoeconomico alla Chiesa cattolica – siamorimasti colpiti dalla fantasia e dallo spiritod’iniziativa delle parrocchie che hannoaderito al bando nazionale presentandoprogetti di utilità sociale a sostegno dellepiù svariate situazioni di disagio e faticaemergenti dal territorio».Quattrocentocinquantatré le parrocchieiscritte lo scorso anno, con migliaia dipersone coinvolte e centinaia di progetti

presentati. I vincitori, ricorda Calabresi,«hanno potuto avviare iniziative utili a tuttala comunità come nel caso del progettopresentato dalla parrocchia San Lazzaro diLecce, 1° premio edizione 2017, che harealizzato uno spazio socio–lavorativo peritaliani e stranieri in grave emarginazione,o, tra le altre proposte, l’avviamentodell’orto sociale, ideato dalla parrocchiaSantissima Trinità di Scalea che si èaggiudicata il 2° premio, con ilcoinvolgimento di nonni, adulti e giovani;o il 3° classificato, la parrocchia SanSimpliciano di Milano, che ha pensato a unservizio per persone senza fissa dimora che,grazie al sostegno della comunitàparrocchiale, potranno sentirsi finalmente acasa». L’auspicio è che «anche quest’anno leparrocchie partecipino numerose al nostroconcorso per offrire risposte tangibili alleesigenze della collettività».

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Leucemia, bimbo curatocon la terapia genicaDI CHRISTIAN GIORGIO

ellule del sistema immunitariomanipolate geneticamente e resecapaci di riconoscere e attaccare il

tumore. Medici e ricercatoridell’ospedale pediatrico Bambino Gesùhanno curato così un bambino di 4anni affetto da leucemia linfoblasticaacuta, refrattario alle terapieconvenzionali. Si tratta del primopaziente italiano trattato con questoapproccio tramite uno studioaccademico promosso dal ministerodella Salute, Regione Lazio e Airc. Ad unmese dall’infusione delle celluleriprogrammate nei laboratori delBambino Gesù, il piccolo paziente stabene ed è stato dimesso. La malattia è inremissione, nel suo midollo non sonopiù presenti cellule leucemiche. Latecnica di manipolazione delle cellulerientra nell’ambito della cosiddettaterapia genica o immunoterapia, unadelle strategie più innovative nellaricerca contro il cancro. I medici e iricercatori del Bambino Gesù hannoprelevato i linfociti T del paziente – lecellule fondamentali della rispostaimmunitaria – e li hanno modificatigeneticamente attraverso un recettorechimerico sintetizzato in laboratorio.Questo recettore, chiamato Car(Chimeric Antigenic Receptor), potenziai linfociti e li rende in grado – una voltareinfusi nel paziente – di riconoscere eattaccare le cellule tumorali presenti nelsangue e nel midollo, fino ad eliminarlecompletamente. La terapia genica concellule modificate Car–T è statasperimentata per la prima volta consuccesso nel 2012, negli Stati Uniti, suuna bambina di 7 anni con leucemialinfoblastica acuta, dai ricercatoridell’Università di Pennsylvania presso ilChildren Hospital di Philadelphia. Daallora sono partite numerosesperimentazioni in tutto il mondo, i cuirisultati hanno portato in pochi mesi laFood and Drug Administration (Fda),l’agenzia del governo americano che sioccupa di regolamentare i prodottiimmessi nel mercato, ad approvare ilprimo farmaco a base di Car–Tsviluppato dall’industria farmaceutica.L’approccio adottato dai ricercatori del

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Bambino Gesù, guidati dal professorFranco Locatelli, direttore deldipartimento di Onco–ematologiapediatrica, differisce parzialmente daquello americano. Diversa è lapiattaforma virale utilizzata per latrasduzione delle cellule. Diversa è lasequenza genica realizzata, che prevedeanche l’inserimento della Caspasi 9Inducibile (iC9), una sorta di gene“suicida” attivabile in caso di eventiavversi, in grado di bloccare l’azione deilinfociti modificati. È la prima volta chequesto sistema, adottato grazie allacollaborazione dell’Ospedale conBellicum Pharmaceuticals, vieneimpiegato in una terapia genica a basedi Car–T: una misura ulteriore di

sicurezza per fronteggiare i possibilieffetti collaterali. Il bambino di 4 annisottoposto per la prima volta altrattamento sperimentale era affetto daleucemia linfoblastica acuta, il tipo piùfrequente di tumore dell’età pediatrica(400 nuovi casi ogni anno in Italia).Aveva già avuto 2 ricadute di malattia, laprima dopo trattamentochemioterapico, la seconda dopo untrapianto di midollo osseo da donatoreesterno. «Per questo bambino – spiega ilprofessor Locatelli – non erano piùdisponibili altre terapie potenzialmentein grado di determinare una guarigionedefinitiva. Qualsiasi altro trattamentochemioterapico avrebbe avuto soloun’efficacia transitoria o addirittura un

L’immunoterapia conlinfociti riprogrammaticomincia a dare risultatiAl Bambino Gesù è stato

trattato con successoun piccolo di quattroanni affetto da malattialinfoblastica acuta

Liste d’attesa,siglatoaccordotra Idie Gemelli

È anzitutto il tagliodelle liste d’attesal’obiettivo dell’accordosiglato da Istitutodermopaticodell’Immacolata (Idi) e FondazionePoliclinico universitario AgostinoGemelli. Il protocollo, si legge in unanota diffusa nei giorni scorsi, «prevedeche i chirurghi dei due ospedalicollaborino per effettuare interventi ericoveri presso Idi in modo da abbatterele liste di attesa». A firmare l’intesa, Antonio MariaLeozappa, presidente della FondazioneLuigi Maria Monti che controlla l’Idi, eGiovanni Raimondi, presidente dellaFondazione Gemelli. L’accordo prevede,in sostanza, «una collaborazione tra ledue eccellenze sanitarie in ambitoclinico–assistenziale per ciò checoncerne la chirurgia generale, la

chirurgia plastica e la chirurgiavascolare». Il progetto, che consente diestendere la collaborazione anche adaltri ambiti e settori assistenziali,«garantirà nell’immediato unabbattimento delle liste d’attesa abeneficio dei pazienti che potrannousufruire delle alte competenzechirurgiche e cliniche degli specialisti deidue Istituti». «Le sinergie tra ospedali – è il

commento di Antonio Maria Leozappa –,più che mai quando si tratta dieccellenze nazionali come Idi e Gemelli,sono lo strumento per potenziare ilservizio ai pazienti e migliorare laqualità dell’assistenza».

cultura

valore palliativo. Grazie all’infusione deilinfociti T modificati, invece, il bambinooggi sta bene ed è stato dimesso. Èancora troppo presto per avere lacertezza della guarigione, ma il pazienteè in remissione: non ha più celluleleucemiche nel midollo. Per noi èmotivo di grande gioia, oltre che difiducia e di soddisfazione per l’efficaciadella terapia. Abbiamo già altri pazienticandidati a questo trattamentosperimentale». L’Officina Farmaceuticadel Bambino Gesù ha completato lapreparazione delle cellule per unadolescente con la stessa malattia; è incorso la preparazione di Car–T ancheper una bambina affetta daneuroblastoma.

DI PIETRO MARIANI

ono state collocate nella secondacappella della navata di destra,quella che ricorda i martiri delle

Americhe, nella basilica di SanBartolomeo all’Isola, santuario deinuovi martiri del XX e XXI secolo, lememorie dei cinque religiosi pallottiniassassinati il 4 luglio del 1976 aBuenos Aires, in Argentina. Un calice euna patena, con cui tante volte avevanocelebrato l’Eucarestia, sono stateconsegnati venerdì sera, alle 20.30, nel

corso di una solenne celebrazionepresieduta da monsignor Oscar VicenteOjea, vescovo di San Isidro epresidente della Conferenza episcopaleargentina, alla presenza delvicepresidente, monsignor MarceloColombo, vescovo di La Rioja, e deireligiosi della famiglia pallottina. Sichiamavano padre Alfredo Kelly, padrePedro Dufau, padre Alfredo Leaden edi seminaristi Emilio Barletti e SalvadorBarbeito. Era la notte del 4 luglio evenivano uccisi a mitragliate nellacamera da pranzo della loro casaparrocchiale di San Patrizio,nell’elegante quartiere di Belgrano.Non si sa con certezza chi fu acompiere l’omicidio; di certo è che sitrattava di un gruppo paramilitare, cheaccusava i religiosi di essere “agitatoripolitici”. Gli assassini lasciarono la loro

firma su una parete e su un tappeto:“Così vendichiamo i nostri compagnidel Coordinamento Federale” (ilriferimento è a una bomba fattaesplodere nella mensa); con unaseconda frase sul muro chiarirono leragioni della scelta: “Questo gli capitaper avvelenare la mente dei giovani”.Nella moquette del pavimento, ancoraoggi conservata nella parrocchia, cisono le tracce del sangue sparso ed ibuchi provocati dalle numerosissimepallottole esplose. Morirono comecomunità religiosa unita nel martirio.“Juntos vivieron, juntos murieron” è ilmotto con cui vengono ricordati nellaChiesa argentina. La strage è ricordatacome “massacro di San Patrizio”.Monsignor Jorge Mario Bergoglio,allora provinciale dei Gesuiti, che erastato anche padre spirituale di alcuni

di loro, scriveva nella rivista Cias,pochi giorni dopo la morte dei religiosipallottini, nel luglio 1976: «La loromorte, una morte gratuita, deve essereassunta da tutti noi come la parola piùeloquente che abbiano voluto e potutorivolgerci. In essa, raggiunge il culminequel processo morboso cheattraversiamo con un’irresponsabilitàanestetizzata. La parola della loromorte ci rivela il senso parossistico diquell’infermità che corrode la nostrasocietà dal profondo. Abbiamoperduto il senso dell’uomo e delpopolo concreto con tutte le sueesperienze storiche e le sue aspirazionipiù chiare». Nel 2006 l’allora cardinaleBergoglio, che rivelò di conoscere beneAlfredo Kelly, ha formalmente iniziatole procedure per la canonizzazione deicinque pallottini.

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A San Bartolomeo le memorie di religiosi argentiniErano cinque pallottini uccisinel 1976 a Buenos AiresVenerdì è avvenuta la consegnanel santuario dei nuovi martiri

Gli ambulatori del Bambino Gesù

San Bartolomeo all’Isola

4 Domenica4 febbraio 2018

strada in povertà estrema, esposto alfreddo dell’inverno e all’indifferenza.«È necessario globalizzare la solidarietà– ha detto Lucia Lucchini dellaComunità di Sant’Egidio –; Modesta èormai il simbolo della solitudine ditante persone che vivono per strada:nessuno deve essere dimenticato». Haespresso parole di speranza monsignorGianrico Ruzza, vescovo ausiliare per ilsettore Centro, che ha ringraziato«coloro che hanno scelto di nonlasciare soli tanti fratelli, chinandosisulla miseria»: hanno saputo vincere«la paura che è sempre segno di mortee figlia dell’indifferenza». Ad essere«attenti alle situazioni estreme e vigilicon le persone fragili, in nome diModesta» ha invitato MarcoImpagliazzo, presidente di Sant’Egidio.«Questo significa fare davveromemoria – ha chiosato –: spendersi,oggi, nell’amicizia e nell’aiuto

anno tenuto in mano ciascunouna gerbera colorata i tanti

partecipanti alla celebrazionecommemorativa di martedì, che haavuto luogo al primo binario dellaStazione Termini. Quasi a comporre ungrande bouquet per Modesta Valenti,la donna senza fissa dimora che 35anni fa morì proprio davanti allastazione dopo ore di agonia, perché,sporca e affetta da pediculosi, ibarellieri si rifiutarono di caricarla inambulanza per condurla in ospedale.Il giorno dopo, i giornali di allora ladefinirono semplicemente “unabarbona non identificata”. Il momentodi riflessione e preghiera, alla vigiliadell’anniversario e a ridosso della targache ricorda l’anziana 71enne originariadi Capodistria, come ogni anno è statovoluto e curato dalla Comunità diSant’Egidio e dalle Ferrovie dello Stato,per non dimenticare chi vive per

H concreto». In una stazione in cui, perquasi mezz’ora, sono stati silenziatigli altoparlanti degli annunci aipasseggeri per conferire il giustorispetto alla memoria di Modesta, c’èstato anche il saluto della presidentedella Rete ferroviaria italiana, ClaudiaCattani, che si è detta felice «poichétante cose sono cambiate in 35 anni:è cresciuta la sensibilità della genteverso le persone deboli e sole»; lestesse Ferrovie dello Stato «si sonodedicate sempre più ad attività diresponsabilità sociale» e intendono«continuare a dare supporto almondo dell’associazionismoitaliano». In ricordo di Modesta oggi,alle 12, a Santa Maria in Trastevere, isenza dimora e i volontari diSant’Egidio ricorderanno durante laMessa quanti sono morti per la stradanegli ultimi anni.

Michela Altoviti

Pastorale familiare:riflessioni alla Cattolicanella Giornata per la vita

l Centro diocesano per la pastoralefamiliare promuove un momento diriflessione e di preghiera in occasione della

Giornata nazionale per la vita, che la Chiesacelebra oggi.Monsignor Andrea Manto, direttore delCentro diocesano, invita a partecipareall’Angelus con il Santo Padre, a mezzogiornoin piazza San Pietro, dove si ritroverannoanche volontari e associazioni impegnati adifesa della vita umana. Una sensibilizzazionesui temi della vita è in programma in molteparrocchie della diocesi.Alle ore 18, nella chiesa centraledell’Università Cattolica del Sacro Cuore (L.Francesco Vito,1), sono previste riflessioni etestimonianze sul tema “L’Università Cattolicae il Policlinico Gemelli nella diocesi di Romaa servizio della vita”. Alle 19 è in programmala Messa presieduta dal vescovo ausiliareGianrico Ruzza.

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Il ricordo di Modesta. Ruzza: «Accogliere l’altro»

DI MICHELA ALTOVITI

n’occasione per rinnovare l’affida-mento alla Madre che invita a guar-

dare al futuro con speranza ma anche lapossibilità di ritrovare le persone e i luo-ghi – con e in cui si è cresciuti – del pas-sato. Fr. Gabriele Faraghini, piccolo fra-tello di Jesus Caritas – famiglia spiritualeispirata a Charles de Foucauld – e dalloscorso settembre rettore del Pontificio Se-minario Romano Maggiore, guarda cosìalla tradizionale festa della Madonna del-la Fiducia che la comunità del Lateranocelebra ogni anno il sabato precedentel’inizio della Quaresima.«Qui seminaristi e sacerdoti si formano esi sono formati trascorrendo gli anni piùbelli della propria vita – chiosa Faraghi-ni, alunno del Maggiore dal 1986 al 1992–; la festa porta molti ex allievi a ritornare

per pregare davanti all’immagine dellaMadonna della Fiducia che ci ha accom-pagnato e ci accompagna ancora».La sera della vigilia, venerdì 9 febbraio,nella cappella del Seminario il vescovoausiliare Daniele Libanori guiderà la pre-ghiera dei primi vespri: «Come rettore del-la chiesa di San Giuseppe dei Falegnamial Foro Romano, nuova “casa” dei preti diRoma per volere del vicario De Donatis –spiega il rettore – è un punto di riferi-mento per il clero della nostra diocesi».Nel giorno della festa, poi, le lodi mattu-tine saranno presiedute da monsignorGuglielmo Giombanco, vescovo di Pattied ex alunno del Seminario Romano co-sì come il nuovo vescovo ausiliare di Ro-ma Paolo Ricciardi, che presiederà i se-condi vespri alle 19. Cuore della giorna-ta, la Messa delle 11.30 celebrata da mon-signor Angelo De Donatis, vicario del Pa-

pa per la diocesi, nonché ex allievo del Se-minario e qui direttore spirituale dal 1980al 1988.Alla celebrazione eucaristica seguirà ilpranzo comunitario a cui sono invitatitutti gli ex alunni «che festeggiano que-st’anno uno speciale anniversario di sa-cerdozio – spiega Faraghini –: il primo, ildecimo, il venticinquesimo o il cinquan-tesimo». Questi sacerdoti guidano anchei momenti di preghiera della novena cheprepara alla festa della Fiducia.Gli allievi del Maggiore sono 63 e hannodai 19 ai 40 anni: 35 di loro sono origi-nari delle parrocchie della diocesi di Ro-ma, 3 provengono da Haiti, 2 dalla Nige-ria e altrettanti dalla Croazia e dalla Cina,c’è inoltre uno spagnolo mentre i restan-ti arrivano da diverse diocesi d’Italia. Cisono poi i 10 alunni del propedeutico, ilpercorso annuale rivolto ai giovani che,

alla luce di un periodo di discernimentovocazionale «compiuto nelle parrocchiedi origine o partecipando al cammino cu-rato da don Fabio Rosini» – chiosa Fara-ghini –, «maturano l’esigenza di verifica-re più in profondità la loro vocazione».Dall’inizio di novembre alla fine di mag-gio, dal martedì al venerdì, abitano in Se-minario, mentre per il resto della setti-mana vivono in una parrocchia romana.È alla conoscenza di tutti gli alunni che sista dedicando in questi primi mesi il ret-tore: «Dovrò essere un padre per loro –afferma –, ma la paternità si conquista sulcampo conoscendosi e dandosi fiducia,reciprocamente». Per adesso, «il mio com-pito è stare qui, esserci e, coadiuvato da-gli 8 fratelli che compongono il presbite-rio del Seminario, conoscerli a fondo» –conclude Faraghini – «per poter cammi-nare e crescere insieme in fraternità».

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Festa della Fiducia, «l’affidamento alla Madre»

Il rettore del Seminario Maggiore,Faraghini, illustra il significatoe le iniziative in programmaSabato la Messa con il vicario

Il movimento impegnato nellalotta al dilagante fenomenolancia un appello ai candidatialle prossime elezioni di marzo

L’economista Becchetti: «I costi sociali sono altiC’è opacità sulle societàche gestiscono il settore»

Sull’azzardo SlotMobsollecita la politicaDI ANTONELLA GAETANI

i inizia per gioco e poi sirimane imbrigliati come in unaragnatela. L’azzardo ha una

febbre da cavallo e lo dimostrano inumeri: il fatturato è di 96 miliardidi euro. Negli ultimi 10 anni si èsegnato un +177%. Un settore checon la crisi si ingrossa e si ingrassa.E, per la Capitale, è tra le primecause della povertà. A Roma ci sono300 sale da gioco e oltre 20.000slot. Molti gliappelli perarginare unfenomenopericoloso per lasalute e perl’economia.Ecco dunque ilmanifestoelaborato dalmovimentoSlotMob control’azzardo rivoltoalle forzepolitiche in campo nelle prossimeelezioni del 4 marzo. Tra i firmataridell’appello l’economista LeonardoBecchetti, docente all’università diTor Vergata. «Il mondo dei giochi edelle scommesse è caratterizzato darilevanti flussi finanziari e perquesto è soggetto a concrete epotenziali infiltrazioni dellacriminalità organizzata». L’azzardoinquina sia l’economia che iltessuto sociale portando sul lastricopersone che già sono in difficoltà. Igiocatori hanno perso 19,48miliardi di cui 10 miliardi solo perslot e macchinette. In sei anni unacrescita del +2.722%. «Proprio perquesto è necessaria unaregolamentazione a livellonazionale», sottolinea Becchetti.Inoltre è rilevante l’esposizione delsettore del gioco al rischio diriciclaggio. «C’è opacità sulle societàche gestiscono il settore e suigiocatori, ai quali deve essere chiestala carta d’identità». Parole che fannoeco a quelle di suor AlessandraSmerilli, docente di economiapolitica alla Pontificia Facoltà di

SScienze dell’educazione Auxilium diRoma, anche lei tra i firmatari delmanifesto SlotMob. «Serve unariforma nazionale. Le slot machinein Italia, per abitante, sono ildoppio rispetto agli Stati Uniti. Matutti i politici, dei diversischieramenti, che hanno lavoratocontro l’azzardo sono statipenalizzati nelle prossime elezioni».Insomma è un settore dove la postaè molto alta. «Bisogna rivedere ilsistema delle concessioni che

andrebberogestite in toto dasocietàpubbliche e nonprofit. Questa èunaprovocazioneche vuolspezzare ilcircolo per cuichi fa azzardotende amassimizzare ilprofitto». Anche

Becchetti su questo aspetto non hadubbi: «È un settore che non deveessere più profit». Per questobisogna intervenire anche sullapubblicità. «Il gioco non vaincentivato con il miraggio digrandi vincite a fronte di unapiccola spesa. In realtà gli studidimostrano che le possibilità divincita sono quasi nulle. Leprobabilità sono più alte per piccolevincite». Quindi una modalitàsimile a quella utilizzata per iltabacco. «I costi sociali dell’azzardosono molto alti», continuaBecchetti. Ma andiamo ai numeri.«Lo Stato dal gioco guadagna circa 9miliardi, ma perde un miliardo permancati consumi, in quanto lepersone vanno sul lastrico, poiperde altri 5–6 i miliardi per i costisociali. Quest’ultima è una cifradestinata a crescere nel lungotermine». Dunque, un fenomenoche corrode dall’interno le magliesociali. «I numeri della dipendenzasono in crescita. E rappresentano unprofondo malessere», sottolineasuor Smerilli. «Più attenti a

disciplinare il fenomeno – continua– sono i Comuni e le Regioni. Magli enti locali da soli non possonogestire un fenomeno cosìcomplesso. Per questo serve unariforma del sistema». Questi numerisull’azzardo mostrano la capacitàpersuasiva di messaggi ingannevoli.«È un po’ come nella storia diPinocchio. Oggi il mercante delPaese dei Balocchi passa ogninanosecondo sul nostro cellulare. Sivendono beni di confort che creanodipendenza e producono un

appagamento». «E siamo alparadosso – aggiunge Becchetti –:questi confort ingannevoli hanno lameglio sulle lezioni di inglese.Servono anticorpi per difendersi daquesto bombardamento. Devepassare il messaggio che la verafortuna nella vita è investire su sestessi». E per suor Smerilli andrebberivista anche la parola “gioco”.«Nell’azzardo non c’è nulla dipositivo. È un Robin Hood alcontrario: toglie ai poveri per dare airicchi, alle multinazionali».

Suor Alessandra Smerilli:«Serve una riformanazionale. Le slot machinesono il doppio rispetto agliUsa. La dipendenza èin crescita. E rappresentaun profondo malessere»

ecuperare per se stessi esaper riconoscere neglialtri la purezza dello

sguardo dei bambini. Hainvitato a guardare ai piùgiovani, ai quali san GiovanniBosco dedicò la propria vita,monsignor Angelo De Donatisnel corso della Messa solenneche ha celebrato mercoledì conle comunità dell’UniversitàPontificia Salesiana dellaVisitatoria “Maria sede dellaSapienza”, al quartiere NuovoSalario. Ad accogliere il vicariodel Papa, nella gremita chiesaparrocchiale di Santa Mariadella Speranza, il superioredella Visitatoria dell’Ups donEugenio Riva, che ha portato ilsaluto di tutta la comunità e delrettore maggiore dei salesianidon Angel Fernandez Artime:«Siamo lieti di averla con noi inquesto giorno di festa – hadetto –: a lei sono affidati isacerdoti della diocesi e quinella nostra università nestudiano tanti, in vistadell’impegno cui sarannochiamati in Italia e nel mondo».In occasione della memorialiturgica del fondatore deisalesiani e delle Figlie di MariaAusiliatrice, proprio guardandoall’operato di «Don Bosco,esempio luminoso di slancioapostolico», De Donatis hatracciato un vademecum in trepunti «per essere cristiani capacidi gioia e testimonianza». Inprimo luogo, bisogna sapergodere «della gioia sorgiva,quella che non si esaurisce»,«propria di un figlio cui il Padreprovvede amorevolmente» e cheper i cristiani «è fondata sullavicinanza del Signore, vicinofino a non salvare se stesso persalvare noi». Dalla fiducia edalla riconoscenza per un tale

amore deriva la disposizione alcambiamento e allaconversione: «Non dobbiamoavere la pretesa di dirigere ipiani, ma la preoccupazione difare con l’io il progetto di Dio».Dobbiamo «lasciare agireprincipalmente Dio ed esseresemplicemente collaboratori diuna grande opera», chiedendo«la grazia di quella fiducia filialeche è fonte di un tranquillocoraggio», ha spiegato ancoraDe Donatis. «Consapevoli cheper ogni persona cheincontriamo Dio ha unprogetto grande», ha proseguito,dovremo «avere con ciascunopiù pazienza, più comprensionee, soprattutto, più amore». Daultimo, l’invito ad eleggerequale unico modello, come èstato per don Bosco, «Gesù, ilvero pastore che conosce le suepecore, le cura e le chiama pernome». Infine, De Donatis haaffidato al santo patrono dellagioventù la XV Assembleagenerale ordinaria del Sinododei vescovi, in programma aottobre e che avrà per temaproprio “I giovani, la fede e ildiscernimento vocazionale”. Altermine della Messa, il presuleha benedetto la nuova statua inbronzo posta all’ingressodell’Università Salesiana: ilsanto di Valdocco è in mezzo adue dei tanti giovani per i qualifu “padre, maestro ed amico”.«La presenza tra di noi dimonsignor De Donatis proprioin questa giornata – hacommentato don MauroMantovani, rettore dell’Ups –, cispinge a rinnovare l’impegno adonarci nella Chiesa,primariamente, secondo ilnostro carisma, nell’educazionee nell’evangelizzazione deigiovani». (Mic. Alt.)

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De Donatis dai salesiani:Sinodo affidato a don Bosco

Il Seminario Maggiore

La benedizione alla statua di Don Bosco (foto Gennari)

L’omaggio alla Stazione Termini (foto Gennari)

Domenica4 febbraio 2018 5

Pastorale familiare, nuovi corsi di formazione - Alla Fraterna Domus di Sacrofano nasce Casa Santa MartaFesta della Vergine di Lourdes a Santa Maria in Aquiro - Lectio divina a Santa Maria in Traspontina

celebrazioniMESSA ALLA FRATERNA DOMUS DISACROFANO PER L’INAUGURAZIONE DICASA SANTA MARTA. Il vicario AngeloDe Donatis ha presieduto ieri mattinala Messa alla Fraterna Domus diSacrofano, punto di riferimento percorsi ed esercizi spirituali. Tra iconcelebranti, il vescovo di CivitaCastellana, Romano Rossi. L’occasioneè stata l’inaugurazione della CasaSanta Marta, una casa di riposo«fortemente desiderata dal fondatoredon Francesco Bisinella come “casadella carità”», si legge sul sito dellastruttura. La celebrazione ha aperto laFesta della famiglia della FraternaDomus, articolata in due giornate, incui si ricordano il 12° anniversariodella morte del fondatore, il settimoanno dalla dedicazione della chiesaSanta Maria Madre dell’Accoglienza, il50° anno di custodia della chiesaSanta Lucia della Tinta a Roma. Oggi,alle 8.45, nella basilica diSant’Agostino, la Messa presieduta damonsignor Giampietro dal Toso.

FESTA DELLA VERGINE DI LOURDES ASANTA MARIA IN AQUIRO. A Santa Mariain Aquiro (via della Guglia, 69), doveè esposto il primo quadro dellaMadonna di Lourdes esposto in Italia,si tiene fino al 10 febbraio la novenadi preparazione alla festa di NostraSignora di Lourdes. La solennitàdell’11 febbraio, oltre l’orario consuetodelle celebrazioni domenicali, èarricchita da due momentipastoralmente significativi: al mattino,la Messa delle 11, presieduta dalcardinale Angelo Amato, prefetto dellaCongregazione delle cause dei Santi;nel pomeriggio, alle 16 la celebrazioneeucaristica e l’unzione degli infermi.

incontri#NOALLASCHIAVITÙ, MIGRAZIONE SENZATRATTA. Sabato 3 febbraio la Diocesiha celebrato la Giornata di preghiera eriflessione contro la tratta dellepersone con due appuntamenti nellaBasilica di San Giovanni in Laterano.Alle 16 c’è stata la veglia di preghiera«Accendi una luce contro la tratta» cheè stata presieduta dal vescovo PaoloLojudice, ausiliare per il settore Sud.Nella veglia sono state proposte delletestimonianze di ospiti e volontari deicentri della Caritas di Roma. Alle17.30, infine, la celebrazioneeucaristica presieduta dal vicarioAngelo De Donatis.

MONSIGNOR FEROCI (CARITAS) HAINCONTRATO I NUOVI PARROCI.Monsignor Enrico Feroci, direttoredella Caritas di Roma, ha presentato loscorso 29 gennaio l’organismodiocesano ai nuovi parroci. Circa ventipresbiteri, nominati da pochi mesi, sisono riuniti alla Cittadella della Caritànell’ambito del percorso promosso dalServizio di formazione permanentedel clero della diocesi. Obiettivodell’incontro era quello diapprofondire la pastorale della caritànelle comunità parrocchiali e lepossibilità di collaborazione conl’ufficio diocesano. L’iniziativa ha vistoanche le testimonianze di due parroci,don Francesco De Franco e don PaoloSalvini, che hanno parlato delleesperienze di carità promosse nelleloro comunità parrocchiali.

INCONTRI BIBLICI CON DON ROMANOPENNA. Continua, alla Libreria PaolineMultimedia International di via delMascherino 94, il ciclo di incontri diriflessione biblica guidati dal biblistadon Romano Penna. Quest’anno gliincontri sono dedicati alla PrimaLettera di San Paolo ai Corinzi.Domani, dalle 18.30 alle 19.30,appuntamento con «La sapienzarivelata nella stoltezza» (Prima Corinzi1,18–25).

LECTIO DIVINA A SANTA MARIA INTRASPONTINA. «Se vuoi, puoipurificarmi!» (Marco 1,35–45) è ilversetto del Vangelo scelto per lariflessione e la preghiera nel corsodell’incontro del 9 febbraio nellachiesa di Santa Maria in Traspontina(via della Conciliazione 14/c). Acommentarlo, dalle 18.30 alle 19.45,sarà il teologo Guglielmo Cazzulani.

INCONTRI DI SPIRITUALITÀ AL DIVINOAMORE. Alla Casa del Pellegrino,presso il santuario del Divino Amore(via del Santuario, 80) è previsto dal16 al 18 febbraio un week–endspirituale condotto da monsignor JosèCarballo, biblista e segretario dellaCongregazione per gli istituti di vitaconsacrata e le società di vitaapostolica. Per chi volesse parteciparepuò chiamare allo 06.713519. IlCentro di orientamento vocazionale èaperto tutte le domeniche dalle 10 alle12 e dalle 16 alle 18 per colloquiindividuali. Proseguono, inoltre, finoa maggio le attività dei Cenacolimariani per giovani nei primi sabatidel mese. Tema di quest’anno: «Diochiama l’uomo. Storie di testimoninella Sacra Scrittura». Per info:06.71351754.

formazioneFORMAZIONE PERMANENTE DEL CLERO ASACROFANO. Il Servizio diocesano perla formazione permanente del cleroorganizza dal 4 al 9 febbraio allaFraterna Domus di Sacrofano unincontro con il padre gesuita MicheleLavra intitolato «Insegnami Signore letue vie». Dal 26 febbraio al 2 marzo aRonciglione – Foyer de Charitè “MarteRobin” – l’incontro «Consacrati nellaverità» guidato da don Pierrick Rio. Permaggiori informazioni e iscrizioni:06.69886137, www.pretiaroma.it.

AL VIA I CORSI PER OPERATORI CARITASNELLE PARROCCHIE. Prenderanno il viaa febbraio tre percorsi di formazioneper gli operatori di centri di ascoltoparrocchiali, due per il settore Est euno per il settore Ovest della diocesi. Il22 febbraio nella parrocchia Sant’Annaa Morena (via di Torre Morena, 61); il28 febbraio a Santa Maria Madre dellaMisericordia (via dei Gordiani, 365) eil 28 febbraio nella parrocchiaSant’Ambrogio (via Girolamo Vitelli,23) riservato agli operatori del settoreOvest della diocesi per le prefetture 32e 33. Ognuno dei corsi base èarticolato in 5 incontri con cadenzabisettimanale. L’iniziativa è rivolta anuovi operatori parrocchiali chedesiderano partecipare all’esperienzadel Centro di ascolto già costituito o dinuova costituzione e a operatori diesperienza che desiderano aggiornarela propria formazione. La finalità delcorso è quella di orientare meglio nelservizio di ascolto e nell’offrire aiutoalle persone e famiglie in situazioni didifficoltà rendendo testimonianzadella carità attraverso la sollecitudinecomunitaria e fraterna, ilriconoscimento della dignità e lapromozione delle potenzialità dellepersone. Per maggiori info e iscrizioni:06.88815130.

FORMAZIONE PER OPERATORI DIPASTORALE FAMILIARE E FAMIGLIE. «Nonlasciamoli soli» è il titolo degliincontri di formazione per operatori dipastorale familiare che inizieranno il19 febbraio al Pontificio SeminarioRomano Maggiore con il professorRobert Cheaib della Gregoriana.Sempre il Centro diocesano per lapastorale della famiglia organizza i«Per–Corsi di coppia per la pastoraledella famiglia» (inizio il 26 febbraio).La partecipazione agli incontri, che siterranno nei cinque settori diocesani, ègratuita. Per informazioni e iscrizioni:06.69886211.

culturaPRESENTAZIONE LIBRI/1: «ILMANOSCERITTO DEL DOTT. BONICH».Sarà presentato nella chiesa del SacroCuore del Suffragio (via Ulpiano, 29)il romanzo di don Massimo Lapponi,già docente al Pontificio IstitutoSant’Anselmo, dal titolo «Ilmanoscritto del dottor Bonich»(Edizioni Tabula Fati). L’incontro avràinizio alle ore 17.

PRESENTAZIONE LIBRI/2: «BUONGIORNOPROFESSORE» DI ANDREA MONDA. IlCentro culturale della parrocchia diSan Roberto Bellarmino (via Panama,13) organizza per venerdì 9 febbraioalle 18 la presentazione del libro diAndrea Monda «BuongiornoProfessore!» (Elledici). Ne parlerannocon l’autore Antonio Spadaro,direttore de La Civiltà Cattolica, ePaolo Ruffini, direttore di Tv2000.Modera Elena Buia Rutt.

PRESENTAZIONE LIBRI/3: «LA DIETA NONDIETA» DI DEBORA RASIO. MonsignorAntonio Interguglielmi, direttoredell’Istituto dei Santi Spirituali esercizidi Palazzo Ponziani (via dei Vascellari,61) e l’antropologa Francesca Serrainterverranno lunedì 12 alle 19 allapresentazione del libro di DeboraRasio dal titolo «La dieta non dieta».Per partecipare all’evento è necessarioprenotarsi all’indirizzo mail:[email protected] 06.5812125.

solidarietàLA RACCOLTA ALIMENTARE DELLACARITAS. Una raccolta alimentare afavore dell’Emporio della solidarietà siè svolta ieri nei punti venditaEmmepiù di Roma e provincia. In 30supermercati è stato possibiledevolvere parte della spesa allefamiglie in difficoltà assistite dallaCaritas diocesana. Con l’iniziativa sipotranno rifornire i quattro Emporidella Solidarietà presenti a Roma –Cittadella della Carità – SantaGiacinta, Spinaceto, Trionfale eMontesacro – che sono veri e proprisupermercati di medie dimensioni acui possono accedere gratuitamentepersone indigenti che si rivolgono alleparrocchie e ai servizi di sostegnodiocesani. Un aiuto fondamentale perla comunità visto l’elevato numero diindividui che vive sotto la soglia dellapovertà e che aumenta di anno inanno.

Violenza baby gangsconfitta degli adulti

aby gang: ecco un altro termine che si staimponendo nella fraseologia mass mediatica

attuale. Si tratta di un fenomeno di microcriminalitàe condotte devianti, che riguardano le aree urbane eche vedono come autori e protagonisti i minorenni.In queste ultime settimane il fenomeno è esploso aNapoli, per la gravità di alcuni episodi, ma è bennoto anche a Roma, dove spesso bande di ragazzinitaglieggiano, abusano, rapinano e minacciano altriragazzini. Le modalità di azione delle baby gangseguono uno schema ben preciso: si cerca uncontatto con la vittima attraverso il quale, quasisempre per futili motivi, ne scaturisce una lite. Dallaviolenza verbale si passa velocemente a quella fisicacon un ritmo estremamente rapido volto adeterminare terrore e panico per la vittima. Secondomolti esperti un ruolo importante nel rappresentareil fenomeno è assunto dai mass media che tendonoad enfatizzare i singoli episodi di cronaca con unastrategia definita moral panic. Colpisce nei recentifatti di cronaca l’incremento della crudeltà, lamancanza di sensi di colpa, l’atteggiamentoapparentemente spavaldo e pressoché criminale deiminorenni autori di violenza e persino la lorocapacità di aggredire persone adulte. Questo succedeanche a Roma, dove non vengono puntualmentedenunciate le aggressioni del branco dei predatori adaltri ragazzini. Secondo le teorie ecologiche i fattoriscatenanti dipendono da contesti familiari edambientali dove i ragazzi crescono senza sostegniaffettivi adeguati, senza argini, senza adulticompetenti e significativi e senza orientamenti socio–educativi. Si tratta soprattutto di ragazzi non in gradodi gestire la frustrazione, intolleranti al senso divuoto interiore e incapaci di elaborare l’aggressività.Questo spiega perché il branco scatena la suaviolenza su vittime deboli, isolate e inermi.Minorenni frustrati agiscono con più violenza versoquelle vittime che sono oggetto di pregiudizi, come leminoranze etniche, gli omosessuali, le persone condisabilità e gli anziani, ma le statistiche indicanoanche che l’aggressività è direttaindiscriminatamente verso tutti. I moralisti puntanol’indice sui ragazzini violenti e invocano punizioni,leggi più severe e l’introduzione di forme diresponsabilità dei minori. Eppure dovremmoconsiderare che ogni volta che una baby gang agisceè un fallimento di noi adulti: genitori, educatori,insegnanti e ogni adulto che abbia intercettato nelsuo percorso quei ragazzini violenti. È il fallimento diuna generazione adulta che dovrebbe avere laresponsabilità dell’educazione, della crescita e delbenessere dei più piccoli. Perché, al di là di ognimoralismo, tutti i dati convergono su un punto: laviolenza dei piccoli non è una scelta, ma è legatainesorabilmente al contesto dove quel piccolo ècresciuto e agli adulti inconsistenti che ha incontratoin famiglia, in parrocchia, a scuola.

B

Pianeta giovania cura di Tonino Cantelmi

Bioparco, promozionispeciali per Carnevale

romozioni speciali alBioparco di Roma per

il periodo di Carnevale: fi-no a martedì grasso, 13febbraio, tutti i bambinimascherati sotto i 12 anniavranno diritto all’ingres-so gratuito. Una festa spe-ciale si terrà poi nella gior-nata di domenica 11, conattività a tema, spettacoli,visite guidate, face pain-ting e incontri ravvicinaticon gli animali.

P

cultura

orna anche per il 2018 ilcineforum organizzatodalla parrocchia di Santa

Chiara all’Auditorium Due Pinidi via Zandonai (piazza deiGiuochi Delfici). Dodici film inprogramma dal 19 febbraio al13 aprile, ogni venerdì, con duespettacoli, uno pomeridiano euno serale, entrambi precedutida una breve introduzione daparte dei curatori. I film scelti,infatti, interrogano sempre lospettatore su temi di grandeattualità e interesse. Sicomincia con Tutto quello chevuoi di Francesco Bruni, con ilquale il regista è tornato aindagare l’universo giovanile inmodo divertente e poetico. Eancora, in cartellone ci sonoQuello che so di lei di MartinProvost; Lion. La strada verso

casa di Garth Davis; La tenerezzadi Gianni Amelio; Fortunata diSergio Castellitto, Dheepan.Una nuova vita di JacquesAudiard; Agnus Dei di AnneFontaine; L’ordine delle cose, diAndrea Segre; Cuori puri, diRoberto De Paolis. Inconclusione, il 13 aprile, Glisdraiati, la commedia diFrancesca Archibugi tratta dalbest–seller di Michele Serra.Accanto a questi titoli usciti direcente, il Cineforum Due Pinidà spazio a due grandi classici:Quel che resta del giorno, ilcapolavoro di James Ivorytratto dal romanzo di KazuoIshiguro, Premio Nobel per laletteratura nel 2017; el’indimenticabile musical Myfair lady, vincitore di otto PremiOscar.

T

Cineforum a Santa Chiaratra Amelio, Archibugi e Ivory

DOMANIAlle ore 7 accompagna inuovi parroci alla Messa conPapa Francesco a SantaMarta. Alle ore 18 celebra la Messanella basilica Santa MariaRegina degli Apostoli inoccasione del 54°anniversario della mortedella Venerabile suor TeclaMerlo.

MARTEDÌ 6 Dalle ore 8.30 riceve isacerdoti.

SABATO 10 Alle ore 11.30 celebra la

Messa al Pontificio SeminarioRomano Maggiore inoccasione della Festa dellaMadonna della Fiducia. Alle ore 17.30 nella basilicalateranense concelebra laMessa presieduta dalcardinale Segretario di Stato,Pietro Parolin, in occasionedel 50° anniversario dellafondazione della Comunità diSant’ Egidio.

DOMENICA 11Alle ore 16 celebra la Messanella basilica di San Giovanniin Laterano in occasionedella XXVI Giornata mondialedel malato.

L’AGENDADEL VICARIO

cinema «The Post», il «come eravamo» di Spielberg sul buon giornalismoMorto padre Amodeiartista passionista

morto mercoledì matti-na a Roma padre Tito A-

modei, artista e religioso pas-sionista, che ha esposto le sueopere in tutto il mondo. Ave-va 91 anni. Ha realizzato scul-ture, mosaici, vetrate in mol-te chiese, e il tabernacolo del-la cappella di Santa Marta inVaticano. Suoi lavori sonoconservati ai Musei Vaticani,a Gand, a Vienna, a Tel Aviv.Al centro della sua opera laPassione di Cristo, sia in pit-tura che in scultura, come laVia Crucis in bronzo nei Sassidi Matera. I funerali sono sta-ti celebrati giovedì nella cap-pella di San Lorenzo alla Sca-la Santa, la comunità dove ri-siedeva dal 1966.

È il 1971 quandoKatherineGraham, prima

donna alla guida del“The WashingtonPost”, e Ben Bradlee,direttore del giornale,mettono in gioco lacredibilità delgiornale, svelando lamassiccia coperturadi segreti governativi

riguardanti la guerra in Vietnam durataper decenni. Parte da qui l’azione del piùrecente film di Steven Spielberg, uscito insala il 1° febbraio. Parli delle origini diSpielberg e di colpo ti ritrovi negli anniSettanta, a quel telefilm Duel (1971) chene avviò la carriera, e a quel filmSugarland Express (1974) che ne segnò ildebutto sul grande schermo. Sembra (edè) un periodo lontano, travolto da

quarant’anni di cinema, di storia, dievoluzioni tecniche, in fondo ai qualiritrovi un cineasta dalla capacitàespressiva intatta e pulita, al servizio diuna visione delle cose e dei fatti di nitidalucidità, uomo di cinema insomma chetiene dritta la barra della navigazionenelle tempeste della società e guarda alpassato con l’occhio ben aperto sulpresente. Così succede in questo The Post,rievocazione di un episodio che rimandaesattamente al 1971, anno del suoesordio. Un racconto dentro il qualeSpielberg si muove con destrezza emisura, dando esatta la sensazione che ilsapere già come sono finite le cose gliserva per scavare in modo più profondonella psicologia dei personaggi coinvolti,per leggere con maggiore esattezza irisvolti drammatici ed emotivi degliavvenimenti. In questa prospettiva sipossono guardare come vivi e palpitanti i

ruoli di Katharine Graham e Ben Bradlee,partecipare ai momenti difficili e decisividelle scelte che sono chiamati acompiere. E che loro risolvono traincoscienza, coraggio e rischio come fecea suo tempo James Stewart in Mr. Smithva a Washington di Frank Capra, 1939.Con la voglia di giocarsi il tutto per tuttodi fronte a scelte etiche non rinviabili peril futuro del Paese. Insomma, Spielbergracconta ancora un “come eravamo”,arrivando nel finale a creare i presuppostiper preparare i film già fatti, anche daaltri (Tutti gli uomini del Presidente conRobert Redford e Dustin Hoffman diAlain J. Pakula sul caso Watergate, 1976).«Il look di questo film – dice MerylStreep (nella foto) – fa apparire ciò cheaccade in un ufficio o a un party cosìavvincente che non vedi l’ora di vederecosa accadrà poi». Va notato che perquesto film l’attrice ha ricevuto la

ventunesima candidatura ai Premi Oscarche saranno assegnati il prossimo 4marzo. L’argomento “giornalismo” si legapoi ad una lunga tradizione del cinemaamericano su questo versante. Ai titolisopra ricordati viene naturale aggiungereL’asso nella manica (1951) e Prima pagina(1974) entrambi di Billy Wilder. E albuon giornalismo è dedicato il messaggiodi Papa Francesco per la Giornatamondiale delle comunicazioni sociali2018. Per un approfondimento del temaattraverso lo sguardo del cinema, l’Ufficionazionale comunicazioni sociali e laCommissione nazionale valutazione filmdella Cei hanno da poco lanciato unaproposta di 16 titoli in preparazionedella Giornata del 13 maggio(informazioni:www.comunicazionisociali.chiesacattolica.it ewww.cnvf.it).

Massimo Giraldi

È

6 Domenica4 febbraio 2018