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Monografie

1. RenatoBordone,Uno stato d’animo. Memoria del tempo e comportamenti urbani nel mondo comunale italiano,2002

2. Marina Gazzini, “Dare et habere”. Il mondo di un mercante milanese del Quattrocento,2002

3. PaolaGuglielmotti,Ricerche sull’organizzazione del territorio nella Liguria me-dievale,2005

Quaderni*

1. “Le storie e la memoria”. In onore di Arnold Esch,acuradiRobertoDelleDonne,AndreaZorzi,2002(E-bookReading,1)

2. Papato e monachesimo “esente” nei secoli centrali del Medioevo, a cura diNicolangeloD’Acunto,2003(E-bookReading,2)

3. Alto medioevo mediterraneo,acuradiStefanoGasparri,2005(E-bookReading,3)

4. Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento: fondamenti di legittimità e forme di esercizio, a cura di FedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,2005(QuadernidiRMRivista,1)

5. Ebrei nella Terraferma veneta del Quattrocento,acuradiGianMariaVaranini,ReinholdC.Mueller,2005(QuadernidiRMRivista,2)

*Lacollana“E-bookQuaderni”riunisceleduecollanecessate“E-bookReading”e“QuadernidiRMRivista”recuperandonelanumerazionecomplessiva.

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Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale

fra Tre e Quattrocento:fondamenti di legittimità e forme di esercizio

AttidelConvegnodistudiMilano,11-12aprile2003

acuradi

Federica CengarleGiorgio Chittolini

Gian Maria Varanini

FirenzeUniversityPress2005

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Poterisignoriliefeudalinellecampagnedell’ItaliasettentrionalefraTreeQuattrocento:fondamentidilegittimitàeformediesercizio:attidelConvegnodistudi(Milano,11-12aprile2003)/acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini.–Firenze:Firenzeuniversitypress,2005.(RetiMedievali.E-book,Quaderni,4)

http://www.storia.unifi.it/_RM/rivista/atti/poteri.htm

http://digital.casalini.it/888453254X

ISBN88-8453-254-X(online)ISBN88-8453-255-8(print)945.05(ed.20)Italiacentro-settentrionale–Sec.14.-15.

Pubblicazionerealizzataconilcontributodell’UniversitàdegliStudidiMilano.

©2005FirenzeUniversityPress

UniversitàdegliStudidiFirenzeFirenzeUniversityPressBorgoAlbizi,2850122Firenze,Italyhttp://epress.unifi.it/PrintedinItaly

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Indice

GiorgioChittolini,Giurisdizioni signorili nelle campagne lombarde in età visconteo-sforzesca: alcune questioni possibili.

JaneBlack,The Visconti in the Fourteenth Century and the Origins of their Plenitudo Potestatis

AlessandroBarbero,Da signoria rurale a feudo: i possessi degli Avogadro fra il distretto del comune di Vercelli, la signoria viscon-tea e lo stato sabaudo

AndreaGamberini,La territorialità nel Basso Medioevo: un pro-blema chiuso? Osservazioni a margine della vicenda di Reggio

PierreSavy,Costituzione e funzionamento dello “Stato vermesco” (fine del XIV-metà del XV sec.)

MarcoGentile,Giustizia, protezione, amicizia: note sul dominio dei Rossi nel Parmense all’inizio del Quattrocento

FedericaCengarle,La comunità di Pecetto contro i Mandelli feuda-tari (1444): linguaggi politici a confronto

NadiaCovini,In Lomellina nel Quattrocento: il declino delle stirpi locali e i ‘feudi accomprati’

GuidoCastelnuovo,Omaggio, feudo e signoria in terra sabauda (metà ’200 – fine ’400)

MassimoDellaMisericordia,Dal patronato alla mediazione politi-ca. Poteri signorili e comunità rurali nelle Alpi lombarde tra regi-me cittadino e stato territoriale (XIV-XV secolo)

PaoloPirillo,Signorie dell’Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna alla fine del Medioevo

DarioCanzian,Signorie rurali nel territorio trevigiano al tempo della prima dominazione veneziana (1338-1381)

GianMariaVaranini,Qualche riflessione conclusiva

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Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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Giurisdizioni signorili nelle campagne

lombarde in età visconteo-sforzesca:

alcune questioni possibili

diGiorgioChittolini

Obiettivo del nostro incontro è quello di vedere quali poteri signorili siesercitanonellecampagne,suqualifondamentidilegittimità,conqualistru-menti,incherapportoconl’autoritàdelprincipeedelcomunecittadino,incherapportoconlecomunitàeglihomines.Sonoquestiiproblemichesiècercatodimettereafuocofralediversequestionichesignorieefeudipresen-tanoechenonpotrannoesserequiaffrontate.

L’idea di un seminario è stata occasionata dal fatto che presso ilDipartimento, e nell’ambito di una ricerca finanziata dal Cofin, si stanno svol-gendovariericerchesuquesti temi, inrelazionealducatodiMilano,per ilperiodo fra la metà del Trecento e la fine del Quattrocento. Si è pensato quindi diesporreedidiscuterealcunediquestericerche,enellostessodivedere,inrapportoallasituazionelombarda,alcuniesempirelativiadaltreareeitaliane.

Aipartecipantièstatoinviatounbreveelencodipuntidatenerpresente,sepossibile,nell’esposizionedellalororicerca:puntichequibrevementeeinmodoassaisommariorichiamiamo.

a)Qualefondamentodi legittimità,equalericonoscimentodella legittimitàdei loropoteririvendicanoidomini (isignorirurali)?Perconcessione–rico-noscimentodapartedell’impero,deiViscontiedegliSforza,dialtridetentorididirittiedigiurisdizioni?Inqualeforma(feudoveroeproprio,exemptio,immunitas, donatio, etc.)?Perpossessoex immemorabili? perproprietàallo-diale?Perunaantica(parziale)concessionedapartedelcomunecittadino,inqualchemodomantenutaericonosciuta?

b)Qualisonoimodelliteoriciedottrinarichelegittimanol’eserciziodidirittisignorili,laconcessioneeilriconoscimentodiessidapartediunprinceps?Diqualiconcettiecategoriedeldirittoromano,deldirittofeudalesi fausoperdarformaataliconcessioni?(ades.laplenitudo potestatisdelprincipe,ilconferimentodelmero et misto imperio,terminipiùvaghicomeexemptio,immunitas,laseparazionediterritori,etc.).

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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c)Qualipoterisignorilisiesercitanodifatto?poterigiudiziari(altagiustizia,bassa giustizia, appello)? poteri fiscali? diritti di mercato? diritti di polizia, del controllo del commercio delle biade? Ci sono obblighi militari (giornate diservizio,carreggi,guardie)?

d)Nell’eserciziodiquestipoteri,incherapporto(disubordinazione,concor-renza?)idomini localisipongonoconiVisconti,oiloroprincipiterritoriali?Conlacittà(ancheinrelazionealtitolodelloropossesso)?

e)Diqualiofficialesidominisivalgono(cancellieri,sbirri,podestàrurali)?

f)Qualirapportisistabilisconofraidomini elecomunità?Esistonoaccordi,statuti? Rapporti di conflittualità? Piani di convergenza nei rapporti con la città,oconilprinceps? Siriscontrano,fraicetieigruppi(sociali,familiari)che compongono le comunità, posizioni differenziate? Anche a seconda deltipodicomunità(cisonocomunitàforticheades.partecipanoall’elezionedelpodestà, altre totalmente inerti). Quali forme assume il conflitto e quali sono i modi delle soluzioni del conflitto? Azioni violente? Suppliche al principe? Ricorsoaitribunaliducali?Qualeatteggiamentodapartediquesti?Èsempredatenerpresenteiltitolodelpossesso

g)Chisonoidominilocali(signori,feudataricamerali,imperiali)?Sonoanti-chisignoridelluogo?Gentechevienedallacittànelcontado,conunpassatodi mercanti, finanzieri etc. (dagli Scotti ai Borromei)? Condottieri? Funzionari illustri?

h) Specificità delle signorie ecclesiastiche.

i)L’attenzioneallasignoria–eserciziodipoterisuunterritorio–cometemaprincipalenonescludeattenzioneadaltreformedirelazionidicomando-fe-deltà. Esistonolegamidinaturafeudale/vassallaticafraidominiegliuominidelterritoriooalcunidiessi(fideles)?Servizio,fedeltà,obblighiparticolari?

Quanto all’area di ricerca, risulta privilegiata, anche per i motivi sopradetti,laLombardiavisconteo-sforzesca;nell’ambitodellaqualesiècercatodimettere a fuoco situazioni differenti, anche a seconda dei caratteri geografici dellediversezone:zonepiùurbanizzate,zoneperiferiche(rispettoaMilano),zoneappenninichedipiùriconoscibiletradizionesignorile,areaalpina.

Sièperòcercatodioperarealcuniconfronticonaltreareedell’Italiaset-tentrionale, esterne al ducato di Milano, per verificare punti di convergenza e differenzeprincipali:inattesadiestendereildiscorsoeilconfrontoadaltreareeitaliane,suquestiealtritemiconnessiall’eserciziodipoterisignorili.

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9Giurisdizionisignorilinellecampagnelombardeinetàvisconteo-sforzesca

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The Visconti in the Fourteenth Century

and the Origins of their Plenitudo Potestatis

byJaneBlack

On26September1334AzzoneVisconti,bythensignoreofMilan,Bergamo,Cremona and Vercelli, granted Milanese citizenship and exemption fromtaxationtoFranceschinodeSanctoGalloofBergamo:«tibiFranceschinonatoquondamFinetideSanctoGallodePergamodilectonostrovolentesdenostriplenitudinepotestatisgratiamfacerespecialem…»1.Thedocumentisoneofthe first surviving references by any Visconti to their plenitudo potestatis2.

The phrase, plenitudo potestatis, from modest beginnings had come toembody the highest papal claims. It had originated as the expression defining, in ecclesiastical government, the distinction between pope and hierarchy:thepopecouldexercise jurisdictionover thewholechurch,bishopsonly intheirowndiocese3.Intermsoflaw,fullnessofpowermeantthatthepopewasbothhighestjudgeandsupremelegislatorinthechurch:justastheemperorwas lex animata so the pope was canon vivus who was above the law andwhosewillhadtheforceoflaw4.Linkedtohisroleaslegislatorwasthepope’sauthoritytooverrideexistinglaw:thusInnocentIIIproclaimedearlyinthethirteenthcenturythat«withtheauthorityofourfullnessofpower,wecanbyrightmakedispensationsabovethelaw»5.ItwasHostiensiswhosubsequentlydistinguished between everyday power (potestas ordinaria) and absolutepower (potestas absoluta) that had to be invoked when the pope actedoutsidethelaw6.Moreextensiveclaimscameinthelatethirteenthandearlyfourteenth centuries with the conflicts of Boniface VIII’s pontificate, when papalistsbegantoassertthatthepopehadfullpowersnotonlyinspiritualbut in temporal affairs. It is in this period that there appeared phrasessuch as plenitudo pontificalis et regie potestatis, regalis sive imperialis dignitatis plenitudo and utriusque potestatis et iurisdictionis plenitudo7.By the fourteenth century plenitudo potestatis had thus acquired a trulyawesomescope,andsothequestionarisesbywhatauthorityAzzoneandhisdescendantspresumedtoadoptsuchaprerogativeforthemselves.

In general terms the Visconti’s plenitude of power can be seen in thecontextofitsannexationbysecularsovereigns:oncethephrasehadbecomethecustomaryexpressionforthegrandclaimsofpapalsovereignty,itbegantoexerciseanattractionforotherrulers.DuringthereignofFrederickIIit

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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was used by the imperial chancery8 and at the beginning the next centuryallkindsof imperialdocuments issuedbyHenryVIIreferredto«plenitudeof royal power»9. The phrase was used at the French court, appearing, forexample, in Louis IX’s 1254 reforming ordonnance, which gave the kingtherightto«proclaim,change, improve,addtoorcurtail»the law10.PhilipIV issued his 1303 statute against private warfare «de plenitudine regiaepotestatis»11 and in 1315 and 1316 Louis X created peerages «de nostraepotestatisplenitudine»12.Plenitudo potestatis appearedtoo,andremarkablyearly,indocumentsassociatedwithprecariouslyestablishedItaliansignori:AzzoneVisconti’sreferencestohisplenitudeofpowerwerenotunique.TheBonacolsi,forexample,regularlyactedonthestrengthoftheirplenitudeofpower at the beginning of the fourteenth century. Thus a concession wasgrantedon17April1300toCorradinoGonzagabyGuidoBonacolsi,signoreof Mantua, «ex suo arbitrio et potestatis plenitudine, de certa scientia»13.EvensodubiousarulerasGuecellonedaCamino,whoin1322hadalreadylosthispositionas signoreinTreviso,canbeseengrantingataxexemption«desueplenitudinepotestatisetmerietmixtiimperiiquodsuiantecessoreshabuerunt et nunc habet ipse»14. The Scaligeri likewise issued decrees andprivileges de plenitudine potestatis. In 1324 Cangrande della Scala in adisputebetweenthecommuneofBassanoandNiccolòdiRoveroacted,«exvigorenostriarbitriietdenostreplenitudinepotestatisexcertascientia»15.Again in 1328 Cangrande, «by imperial authority vicar general of Verona,PaduaandVicenza»,expressedhiswishtograntthecastleofVighizzolotohisloyalsupporter,SpinettaMalaspina,«denostreplenitud<inepotestatis>»16;andin1331AlbertoIIandMastinoIIrenewedagrantoftaxexemptionmadeearlierbyCangrandetotheconventofSantaCaterina«exnostricapitaneatusofficio et de nostre plenitudine potestatis ac ex certa scientia»17.

With regard to the appropriation of plenitude of power by emergingsignori,thereisoneobviousexplanation:theyweredesperatetobeseenasprinces.CertainlytheBonacolsi’sreferencetotheirplenitudeofpowerattheturnofthecenturywasinkeepingwiththeirnotoriouspretensionstoabsolutesovereignty18.PerhapstheclosestanalogytotheVisconticanbefoundintheregimeoftheScaligeri,whowereattemptingtoestablishthemselvesandtheirreputation during the 1320s and 1330s. Cangrande’s success in conqueringVerona and Vicenza had made them the most powerful family in NorthItaly and himself «the grandest, the most powerful and the richest tyrantinLombardyfromAzzolinodaRomanotothepresentday»19;«quodcunquevoluit,obtinuit»,itwassaid20.Cangrandewasasskilfulincreatingaprincelyimageashewasinimposinghisauthoritybyforceanddiplomacy.Sincetheendof the thirteenthcentury theScaligerihadbeenattempting todisguisetheir parvenu origins by a series of aristocratic marriages and titles ofnobility21 and Cangrande fostered an image which put him on a par withthegreatestprinces.HisspectacularentouragewasuniqueincontemporaryItaly22. The amazing displays of pageantry and hospitality which he laid onin1327and1328forthecoronationofLewisIVinMilanandthecaptureof

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13TheViscontiintheFourteenthCentury

Padua outshone even the Emperor23. By the mid-1320s the Trevisans werepredicting«withinayearhewillbekingofItaly»24; andsoconvincedhadtheScaligeribecomeoftheirownauthority,thatCangrande’ssuccessor,MastinoII,orderedajewelledcrowntobemadeinpreparationforhiscoronationasKing of Lombardy25. The Scaligeri’s assertion of the traditional papal andimperialprerogativeofplenitudeofpower isperfectlyconsistentwithsuchimage-making26.

Azzonetoowaskeentofosteranimageofauthoritynotleastbecausehisfamilyhadsufferedsuchareverseoffortuneinthe1320s.CitieswhichhadpreviouslycomeunderViscontirule,orleastprotection,hadwithdrawntheirallegiance: Piacenza, Lodi, Alessandria, Tortona, and even Milan itself fora fewweeks in 1322,hadrebelled.Bergamo,Novara,CremonaandBobbioabandoned the regime in 1327 when the Emperor Lewis IV turned to theVisconti’sGhibellineenemiesandGaleazzoIwasoustedfromMilanforthesecond time,endingup inprisonwith therestofhis family.OnGaleazzo’sdeathin1328Viscontifortunesweretrulyattheirnadir.AzzonewouldhavetopayahugesumtoLewis27 foranewimperialvicariateinMilan,butthatwouldbejustthebeginningofhisrecovery.Neverthelessbythetimehediedin 1339, he had made himself master of Lombardy and signore of Milan,Piacenza,Cremona,Como,Vercelli,Novara,Brescia,BergamoandLodi.Theregimehecreated,likethoseofothersignori,wasnotjustbasedonstrengthanddiplomacy:AzzonelaunchedaprogrammetotransformtheViscontiintomonarchs. This agenda he bequeathed to his successors: from that point,despite setbacks, the Visconti never deviated from their key ambition toestablishthemselvesasprincesinLombardyandbeyond.

Azzone’s activities in this context, as is well known, were varied andenergetic. Like the della Scala he sponsored festivities on an extravagantscale28.HeinitiatedabuildingprogammetoglorifyMilanwhichincludedapalaceforhimselfwhichleftpeople,inthewordsofFiamma,«thunderstruckin ecstatic admiration»29. Giotto decorated the new great hall with animpressivefrescoinwhichAzzonewasdepictedtakinghisplaceamongtheleadersoftheworld’sgreatnations:HerculesandHector,Attila,AeneasandCharlemagne30.Hisquestforprincelystatusextendedtohiscoinage:Azzonehad a series of at least twenty-five coins minted in Milan of ever increasing flamboyance: he began by introducing his own initials; then he dispensed with the emperor’s name, spelling out his own in full; finally he ordered the ViscontivipertobesubstitutedforthecrossoftheMilanesecommune31.Asheacquiredothercities,hecontinuedtopublicizehisdominationinregalstyle,throughpersonalizedlocalcoinage32.

Azzone’s references to his plenitudo potestatis might appear simply toexpress the desire he shared with other signori to parrot the language andtrappingsofmonarchy.ButclosercomparisonbetweenViscontidocumentsand those of other regimes reveals significant differences. Whereas Azzone and his successors relied confidently on plenitude of power in itself to expresstheirauthorityandgiveforcetotheiredicts,theBonacolsi,Scaligeri

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and Caminesi preferred the added security of established formulae. GuidoBonacolsi, in the example cited above from 1300, authorized CorradinoGonzaga to acquire the lands of the imprisoned Bonaventurino Zanicalli«ex suo arbitrio etpotestatisplenitudine»;andthiswas the formofwordsfollowedinhisotherconcessions33.Asjurisdictionhandedfromcommunetosignore,arbitriumimpliedwideexecutiveandlegislativepowersandwastheessenceoftheauthorityconcededtoGuidobythegeneralcouncilofMantuain129934. Again in1322GuecellonedaCamino,grantedtaxexemption«desue plenitudine potestatis et meri et mixti imperii quod sui antecessoreshabueruntetnunchabetipse»35;hehadreceived«merumetiustumimperiumetarbitriumgeneralesecundumeiusbeneplacitum»fromthegeneralcouncilofTrevisoin131336.Similarlyin1324Cangrandeoverruledthestatutorylimitsfor appeal, «ex vigore nostri arbitrii et de nostre plenitudine potestatis»37;he had been expressly given arbitrium by the general councils of Vicenzaand Verona back in 131238. In granting the castle of Vighizzolo to SpinettaMalaspina, the renowned and experienced notary and scholar, Benzo daAlessandria,drewupadiplomawhichwascouchedinsimilarterms:«vigore arbitriorum nostrorum et de nostri plenitudine potestatis»; the charter ofAlbertoandMastinoendowingtheconventofSantaCaterinain1331toowasmade«ex nostri capitaneatus officioetdenostreplenitudinepotestatis»39.Ontheotherhand,whenAzzoneandhissuccessorsLuchinoandGiovanniissuedgrantsusingplenitudeofpower,theyroutinelyomittedtoseekanyadditionalsupportingauthority.ThusAzzonesaysin1334simply,«wewishtograntaspecialfavourtoFranceschinodeSanctoGallofromourplenitudeofpower(volentes de nostri plenitudine potestatis gratiam facere specialem»40. Inhis1336 confirmation of the right of Molotono de Muzzo of Bergamo to collect duties, he annulled any contrary concessions «eciam de nostre plenitudinepotestatis»41. In 1339 Giovanni and Luchino conceded exemption from thesalttaxtothevillageofRomanosolely«denostraliberalitateetplenitudinepotestatis»42;andin1343theyissuedtheirdecreeonjusticesimply«denostraeplenitudinepotestatis»43.Thisformulawasidenticaltothatusedbyemperors,whose plenitude of power was deemed sufficient in itself to provide their commandswithallnecessaryforce.Thusin1329LewisIVgrantedAzzonethevicariate«excertascientiadenostreplenitudinepotestatis»44.SuchusagebytheearlyVisconti,evenmoreaudaciousthanthatofothersignori,couldbeinterpretedasastatementoftheiruniquemonarchicalideology.

Assumption of plenitudo potestatis by parvenu dynasties such asthe Visconti raised difficult questions that did not confront established sovereignpowers.Thewayinwhichtheemperor,thepopeandthekingsofFrance expressed their prerogative was a declaration in itself of the natureof their authority: papal plenitude was described as «plenitudo pontificalis et regie potestatis»45, «plenitudo ecclesiasticae potestatis»46, «apostolicae plenitudopotestatis»47;oritcouldbeexplainedinashortphrase:«plenitudopotestatis quam habet quia est vicarius Christi»48. The emperors spoke oftheir «imperatorie plenitudo potestatis»49 or, more frequently in the early

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15TheViscontiintheFourteenthCentury

fourteenthcentury,oftheir«plenitudopotestatis regie»50.TheFrenchkings,too,issuedlawsandprivileges«deplenitudineregie potestatis»51.Butpapal,apostolic, royal or imperial power were levels of authority far surpassinganythingtowhichpettysignori couldlayclaimandtherewasnocomparableidiom with which the early Visconti could encapsulate their status. Issuingdecrees or concessions simply de plenitudine potestatis therefore left thetheoreticalbasisoftheearlyVisconti’spretensionsinlimbo.

It has been suggested that plenitudo potestatis was an aspect of theimperial vicariate acquired by so many signori in the fourtenth century52.Such diplomas, however, did not include the concession of plenitudo potestatis.Azzonehimselfsimplyreceived«merumetmixtumimperiumetomnemiurisdictionemetexercitium»53.Moreoverthereistheproblemthatbetween 1329 and 1355 none of the Visconti possessed an imperial title54.The diplomatic situation in which Azzone had acquired his vicariate hadbeen uniquely complex, with the result that his title was annulled almostas soon as it had been acquired. His motives for laying out a large sum toLewisIVforthetitlewerediplomaticandmilitary:inearly1329hewantedtoforestallanimperialinvasionandre-enterMilan.Buttheanxietywhichthishadarousedat thepapalcourtandtheconsequentrenewalof the interdictandexcommunication,togetherwiththethreatofaFrenchinvasion,hadledAzzone to re-open negotiations with Pope John XXII and finally to submit to his authority. Thus it happened that the confirmation of the imperial diplomaon23September1329tookplaceattheverymomentwhenthecuria had accepted his return to obedience (15 September) and by 26 NovemberAzzone had officially accepted an apostolic vicariate instead55.Givenhisrapidvolte-faceinfavourofthepapacy,itisunlikelyheharbouredanyconsciousintentiontouseanimperialdiplomaasthefoundationforaclaimtoplenitudeofpower.

There is, on the other hand, the possibility that the Visconti believedplenitudeofpowerhadbeengrantedtothembytheirsubjects.Thesurvivingdocuments of Azzone’s election to the position of dominus in the variouscommunes he seized do not specifically mention plenitude of power; nevertheless, they appear to encapsulate its central feature, i.e. authorityabove the law. InMilan thegeneral councilagreed tohandover tohimalltheir legislative powers and the right «wholly or partially to annul, revoke,addto,curtail,change,supplement,correct,interpretandclarifythelawsofMilan» as he saw fit56.SimilarlyintheproemiumtothenewstatutesissuedinComolaterthatyear,thelegislativepowersofthecommunewereexpresslyhandedover:namely«theunrestrictedanduniversalpower(arbitrium)andauthority(bailiam) toact…over,against,beyondoroutsidethetermsofthestatutes of the city; to inflict punishment and proscription; to make laws; to disbursecommunalrevenueandtoissuestatutes,provisionsandprivileges».Toreinforcethesepowers,itwasaddedthat«whateverthesignorehimselfordersordecreesbyletterorothermeansistobeconsideredlawandmustbeobeyedby[thepeople]asapermanentenactment»57inVercelli(theonly

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otherofAzzone’sacquisitionsforwhichtheresurvivesthecompleterecordofhiselection)itwasagreedtoothat«whateverAzzoneordainsregardingthecityshallbeauthoritative,bindingandthelawofVercelli»andthathewastoenjoythesamelegislativepowersofthecommuneitself,«notwithstandinganystatutes,ordinances,provisions,counselorlegislationtothecontrary»58.Againthereisnoexpressmentioninanyoftheseofplenitudo potestatis. Butothersourcessuggestthatitwasaprerogativelinkedtopopularsovereigntyandtransferredinaccordancewiththelex regia frompeopletoprince.CynusofPistoiainhis Commentary on the Codex, composedc.1312-1314,concludedthat the emperor enjoyed plenitude of power before his coronation by thepope:hisauthoritycamefromhiselectionbytheGermanprincesthroughthelex regiaasaresultofwhichheenjoyedtherightsassociatedwithplenitudo potestatis59.Writinginthe1320s,MarsiliusofPadua,too,sawthesourceofplenitudeofpowerinthepeople(theso-called«humanlegislator»)60.Theseauthorswereechoinganearliertradition,articulatedinthelatetwelfthcenturybythecanonist,Huguccio,whowrote:«allauthoritytopasslawsandcanonswasgrantedbythepeopletotheemperorandbythechurchtothepopeandfromthisisunderstoodtohaveoriginatedtheirplenitudeofpower»61.

Usageinothersignorialregimes,too,shows thatplenitudeofpowerwasthoughttocomefromthepeople.MembersofthegeneralcouncilofMantua,ratifyingGuidoBonacolsi’sexpenditureonbuildings in1308,declared thathewasacting«fromhisarbitrium andfromtheplenitudeofpowersolemnlyconceded and bestowed on him by the commune of Mantua»62. Even afterhehadbeengrantedavicariate,thesameassumptionwasmadebyRinaldoBonacolsiin1324:asimperialvicarofModenaandMantua,heconcededtotheGonzagafamilytherighttobuycertainproperties,«actingontheauthority(arbitrium)andplenitudeofpowerheexercisedinthoseareas,[prerogatives]transferredtohimbythecommunes,peopleandcouncilsofthesecities»63.ThereisafurtherexamplefromModenaofacommune’sexpresslygrantingplenitude of power to its new signori. In 1336, when Obizzo and Niccolòd’Este took over the city, a statute was passed appointing them «perpetuietgeneralesdominicivitatis».Alongwithanextensive listofexecutiveandlegislative powers, it was decreed that «the area ruled by the commune ofModenatogetherwithfullauthority(baylia),plenitudeofpowerandcontrolistobehandedovertothetwo signori bythecommuneofModena»64.Finally,MastinodellaScalareferredin1338tothetwoprerogativesof«plenitudeofpowerandcontrol(arbitrium),bothofwhich,»hesaid,«wehavethehonourtopossess in thecity,districtanddiocese ofVeronawithGod’smercyandthroughthestatutesofthecommuneandpeopleofVerona»65.WhethertheVisconti had any notion that their own plenitudo potestatis came from thepeople when they first began to employ the term in the 1330s and 1340s is not madeclear.But,ashasbeenseenabove,circumstancesthenmeantthattheprerogativewasunlikelytohavebeenassociatedwiththeimperialvicariate.Ontheotherhand,theideaofalinkbetweenplenitudeofpowerandpopularsovereigntycertainlyhadcontemporarycurrency.

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New possibilities arose when in 1355 Emperor Charles IV granted avicariatetoMatteo,BernabòandGaleazzo,whohadassumedjointruleoftheVisconti dominions the previous year. The diploma still did not specifically include plenitude of power but was much fuller than earlier vicariates,granting «plenam, meram, et liberam ac omnimodam liberalem et gladiipotestatemetiurisdictionemnecnonmerum,absolutumetmixtumimperiumvice et auctoritate nostris et sacri imperii». They were given control overthe punishment of criminals, imposition of fines, hearing of civil cases and of appeals which normally went to the emperor, the power to raise taxesandpunishrebelsagainst theempire; inshort, theyweretopossess«all thesuperiority and jurisdiction» which the emperor himself enjoyed66. Despitethe seeming prestige their new status, the brothers at first continued to use thetitleofdominus generalisgrantedbytheirsubjectcommunes67,andonlygradually began to refer to their new vicarial position in official documents68;from1360bothBernabòandGaleazzoregularlycalledthemselvesonlyvicarsgeneral in their acts and correspondence69. These years saw increasinglyfrequentreferencestoplenitudeofpowerfromtheVisconti,butbecauseofthedualnatureoftheirauthority,bothpopularandimperial, thesourceoftheirplenitudo remainedambiguous.Evidencesuggeststhattheirownconceptionofitsderivationmirroredtheirinitialhesitationandsubsequentgrowingrelianceon their new title. In 1357, writing under their traditional title «generalesdomini», Bernabò and Galeazzo annulled a grant of land made by Matteo Iandgave it tooneof their followers,GiordanoClericodeClericis«exnostreplenitudinepotestatistanquamdominiMediolani»70,indicatingthatplenitudeofpowerwasperceivedascomingfromthecommune.Inasecondexamplefrom1366,Bernabò,writingas«imperialisvicariusgeneralis»,decreedthathiswife,ReginadellaScala,shouldbegrantedassortedlands«denostraetimperialispotestatisplenitudine»71,sosuggestingthathehadacquiredplenitudeofpowerbothfromthecommuneandfromtheemperorasanaspectofthevicariate72.Thetwodocumentsimplythatbythe1350sand1360stheViscontihadbecomeawarethattheoriginsoftheirplenitudeofpowerwasaproblemwhichhadtobeaddressed.Uncertaintycontinued,however: indeedthevicariateprovedaprecarioussourceofauthority.Ithadbeengrantedforlifetothebrothersandtheirheirs,«butonlyso longastheymaintainedtheir loyaltyandobediencetotheempire»73,andwhenthenewemperor,Wenceslas,felloutwiththemin1372,hewithdrewtheprivilege.ThisdidnotstopBernabò,Galeazzoorhisson,Giangaleazzo,whosucceededin1378,fromcontinuingtousethetitle,norfromasserting plenitude of power. But Giangaleazzo, if not Bernabò, was sufficiently disturbed by his anomalous status to procure a renewal of the vicariate in138074. The importance Giangaleazzo attached to this office can be measured bythefactthatWenceslaswasabletousetheconditionalnatureofthetitletoextractmultiplepaymentsforitscontinuance75.Butagain,therewasneveranexpressgrantofplenitudeofpower.

The omission was finally remedied after 1395 once Giangaleazzo had been madedukeofMilan.Thesolemnityof thecoronationandsplendourof the

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celebrations were designed to emphasise the momentous significance of the dynasty’s elevation to permanent sovereignty76. But apart from the right tocreate fiefs, the 1395 diploma itself did not clearly spell out what powers were conferred:Giangaleazzoandhisheirsweresimplytoenjoytherightsandstatusofimperialdukesandprinces77.ThediplomadidnotsatisfyGiangaleazzo,whoinsisted on further titles over the next two years. The most significant was the diplomagrantedon13October139678,whosepurposewasthreefold:toextendthe ducal title beyond the confines of Milan, to make detailed arrangements for the succession and to create the new title of Count of Pavia. But inadditiontothesepracticalarrangements,thenewdiplomaexplicitlygrantedGiangaleazzoplenitudo potestatis: thenceforthitwastobeunderstoodthatthedukewasentitled«tomanage,dischargeandadminister(gerere, facere et expedire) in theduchy…thatwhichweand[other]kingsof theRomansandemperorshavethepowertomanage,dischargeandadministereven from plenitude of power»79.Thereisnodoubtthatthediplomaswereinpracticedrawn up by Giangaleazzo and his chancery, reflecting his own ambitions. It was joked at the time that Wenceslas had provided him with a blankparchment, complete with imperial seal, for him to fill in as he pleased80.Thedesireforanexpressgrantofplenitudeofpoweremphasizedthemisgivingssurrounding Visconti pretensions hitherto, doubts of which Giangaleazzomusthavebeenconscious.Thushewasquicktobroadcasttheauthorizationhe now had for employing plenitude of power: in the charter issued to theuniversityofPiacenzaon1January1399hewrote,«sincenaturallywewishtoenrichourducalmonarchywithlearningandvirtue»,hewasmindedtohavetheuniversitysetup«fromourplenitudeofpower,asconcededtousandourheirs by the imperial office (a Caesarea dignitate)»81.

***

When Azzone Visconti first began to assume plenitude of power, it was not thathewastakingadvantageofthelatestlegalopinion:contemporaryjuristsstillworkedontheunderstandingthatsuchaprerogativewasassociatedwiththeunchallengedsovereigntyofpopes,emperorsandkings.Itwasthesignoriwhotooktheinitiative,leavinglawyersthetaskofincorporatingtheirclaimsintoanewlegalframework.Butitwasagradualprocess.

AlbericusdeRosate,themosteminentjuristinAzzone’scircle82,wasoneof the fewItalian lawyers toexaminethemeaningofplenitudeofpower ina secular context. Plenitudo potestatis allowed the emperor the luxury ofactingwith legalityyetoutsidethe law.Inhisanalysishe listedthevariousmeans by which the emperor could confiscate property: he could do so by passingagenerallawwhichmightleadtothelossofproperty(forexample,throughtaxation);orthroughacourtjudgement(sententia)oracontract;orby exercising his judicial authority and issuing a fine or a court order. None of theseactsrequiredtherulertocircumventthelaw.Finallyhecoulddosoinarescript;butrescriptswerenotvalidiftheywerecontra ius, ius meaningnot

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merelylawingeneralbutindividualrights83.Theemperorcouldnotdisposeof his subjects’ property by this kind of executive order «unless he werewilling to use plenitudo potestatis»84. Albericus conceded that «a rescriptwhichcompletelyignoresorgravelyprejudicestherightsofanothershouldnot be granted»85,but allowed that, with plenitudo potestatis, the emperorcould act at will. Albericus thus clarified the theory of plenitude of power fromthepointofviewofsecularauthorityandwasresponsible,togetherwithCynus de Pistoia, for bringing into Italy a concept of monarchy which hadbeensuggestedbyFrenchlawyerssuchasPetrusBellaperticusandJacobusdeRavannis86.AlbericuscomposedhiscommentariesontheDigest and Codex before 1345andby that time the Viscontiandothersignorihad long beenusingplenitudo in their official acts. And yet his discussions focus wholly on emperorandpope:nowheredoeshesuggestthattheViscontiwereendowedwithplenitudo. On the other hand his confirmation that plenitudo potestatiswasatoolforallowingsecularrulerstogetroundestablishedlawsandrightshadimmensepotential.

TheMilanesejurist,SignorolusdeHomodeis(d.1371),wasjustasmuchinvolvedinlocalaffairsashiscontemporaryAlbericusduringtheyearsafter1330whentheViscontiwereestablishingtheirregime.From1330to1362hewasamemberoftheMilaneseCollegium Iurisconsultorum; in1351hewasappointedbyGiovanniViscontitohelprevisethestatutesofMilanandhewasinvited by Galeazzo II to a chair at the University of Pavia when it was first re-establishedin136187.WhereasAlbericuswasunwillingtobreakthemouldand remained diffident about the monarchical pretensions of the Visconti, Signorolusappears tohaveenthusiasticallyembraced thenewworldof thesignori. Signorolus, indeed, appears to have been the first of the Milanese lawyerstotakethedecisivestepandgivetheViscontithefullroleofprinceintheirowndominions.InoneinstancehewasaskedtogiveanopinioninadisputebetweenParmaandCremonaovercustomsduties88.AparticularaspectofthecasewastobejudgedbytheirjointViscontiruler;Signorolusconcludedthat,whenitcomestocarryingoutthewillofthesignore,«whatpleasestheprincehastheforceoflaw,asitsaysintheInstitutes»89.In1343,fearfullestrebels should find refuge within his own lands, Luchino Visconti issued the order which appears as the first law in the Antiqua ducum Mediolani decreta.It takes the form of a letter to the «potestati, sapientibus et communi» ofPiacenza, stating that any criminal or person proscribed in a MilanesecourtshouldbeconsideredsuchinPiacenzatoo.Appendedtothedecreeisa list of the other communes who received the same letter, a cumbersomeprocedure which reflected the fact that each city had made its own pact with the Visconti and was treated as a separate entity, their interrelationshipbeing left undefined90.Thus Luchinowasnot,inthisinstance,attemptingtolegislate forallhis territoriesasaunitbutwas showinghis respect for thetraditional independence of the communes. Signorolus, on the other hand,wasmoresympathetictotheVisconti’soverallaspirationsoftobeconsideredterritorialprinces.InaconsiliumcomposedsometimeafterLuchino’sdeath,

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he debated the status of this injunction. «The letter» he insisted, «shouldbeseenasageneral law»andnotmerelyasacommunalstatute.«ThelatereveredLuchinodeterminedthatlandssubjecttohisrule,whichinotherwaysenjoyedseparatejurisdiction,shouldjointogetherinrespectofproscriptionand have the benefit of unity with each other»91.

Itisinthecontextofconcedingaquasi-royalpositiontotheViscontithatSignorolus’s acceptance of their claim to plenitudo potestatis can be seen.When Giovanni Visconti approved the sale of a tax farm «ex plenitudinepotestatissue»SignoroluswashappytosupportGiovanni’sprerogativeinthecourseoftheresultingdispute92.Ataxissuedonsuchabasisoverrode,inhisopinion,therighttoexemptionofaparticularreligioushouse.Firstofallhedemonstratedtheexistenceofajustcause,theacceptedpreconditionwheneverindividualrightsweretobeunderminedbyplenitudeofpower.Inthisinstancepeaceandsecurityhadtobeprotectedinunhappytimesbymercenarytroops,who needed to be paid; it was only fair that, as prime beneficiaries of defence expenditure, religious houses should contribute93. Giovanni’s concession ofataxfarm,beingbasedonplenitudeofpowerusedwithjustcause,hadtheeffectofannullingthewellfoundedprivilegesoftheconvent.InsuchwaystheVisconticlaimtoplenitudo potestatis first began to be acknowledged in the legalprofession,arecognitionwhichforSignoroluswenthand-in-handwiththenotionthattheViscontiwereendowedwithimperialprivileges.Forhimthat ideawasunconnectedtoCharlesIV’svicariate,whichwasnotgranteduntilafter thedeathsofLuchinoandGiovanni.His thoughtappearsrathertohaveparalleledthatofhiscontemporaryBartoluswhoseconceptofcivitas sibi princepsoweditsexistence,similarly,nottoformaldiplomasbuttothepracticalnecessitiesofgoverningindependentcity-states94.

BythetimeBaldusacceptedaninvitationfromGiangaleazzoViscontitolectureatPaviain1390,hewasItaly’smostrenownedjuristandhispresencethereuntilhisdeath in1400broughtprestige to thenewuniversityand totheregime.Hiseminencegavehimaredoubtableindependenceand,thoughwillingtosupportGiangaleazzowherepossible,hisreputationwassuchthathedidnot feelobliged to temperhisopinions. Inhiswritings theessentialparadox at the heart of plenitudo potestatis emerged. Plenitude of powerhadalwayshadtwosides:itsymbolized,ontheonehand,uniquesupremacyand was employed in this sense by the emperor and other heads of state.But at the same time plenitude of power was the means by which a rulercould override existing laws and rights. It was both a badge of sovereigntyand an instrument of injustice. The inherent contradictions are reflected in Baldus’sambivalentattitudetoplenitudeofpower:herecognizedthatitwasan impressive attribute of monarchy but distrusted its role in government.Givenhispunctiliousness,itisperhapsnotsurprisingthathewassuspiciousof a prerogative which could be used as a means of by-passing establishedlaw. He contrasted behaving with propriety with acting from plenitude ofpower:«those thingsarepresumedtobedoneproperly (decenter)andnotfromplenitudeofpower»95. One of his emphatic and much quoted definitions

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ofplenitudoreads:«plenitudeofpowerisplenitudeofauthority(arbitrium),subjecttonocompulsionandlimitedbynoneoftherulesofpubliclaw».Thislackofrestrainthadalarmingconsequences:«Theprinceisabletofavourthelessfairoverthefairerandtheworseoverthebetter;sinceheisnotboundbyanything,hecanpleasehimself»96.MuchhadchangedinthedecadessinceAlbericus assumed that plenitude of power belonged solely to establishedsovereigns.According toBaldus itmade little difference whether plenitudowasclaimedde iureorde facto97:«sinceplenitudeofpowerbeyondnormalterritorialjurisdictionisbasedonentitlement,»hesaid,«itmusthavesomesortofprivilegetostandon,butthatcouldbeeitheranimperialgrantoralongstandingcustom»98.Plenitudeofpowerwasaphrasewhichwasthrownabout by all and sundry: «All the Lombard signori» , he wrote, «routinelyusethephrase“deplenitudinepotestatis”relyingonsomekindoftheoryandestablishedpracticeandactingasiftheyhadarighttotheexpressionanditsreality;and,[sayingso]withoutprejudicetothelaw,Idoconsiderthattheirwordsshouldbe trusted.Afterall it ishardly likely that theywoulduseanexpressionwithnofoundation»99.Forhisownpart,hewrote,«Ihavealwaysacceptedplenitudeofpowerandregardedtheassertionsofallthosesignoriaslegitimate»100.Baldus’shostilitytothewayinwhichplenitudeofpowerwasbeingabusedwasnowheremorestarklyrevealedthaninhisopinionofthegrant of two castra made by Emperor Charles IV to the Malaspina family,later confirmed by Wenceslas. These landswerenot,according toevidencesubmittedbytheoriginalowner,theemperor’stogiveand,asBalduspointedout,«ifonenobleseizestheholdingofanotheronimperialauthority,[thelawsays]hehastoreturnittogetherwithanyrevenueswhichhaveaccrued»101.TheMalaspinaconcessionwasthereforeinvalid:«fortheemperormaynot,simply on his own authority, give permission for someone to expel a justand lawful owner»102. The difficulty was that the grant had been made ex plenitudine potestatis. ButBalduswasadamant:«itmakesnodifferencethatthewords“deplenitudinepotestatis”wereused;forplenitudeofpowermeansplenitude of good and laudable power, not that which is disgraceful andtyrannical…Thisthoughtlessandabusivedevice,whichprincesutilizethesedaysintheirrescripts,shouldbetotallyeradicatedfromroyalcourts»103.TheconsiliumencapsulatedBaldus’sattitudetoplenitudeofpower:inpracticeitwasbeingusedforjustthose«disgracefulandtyrannical»purposesthathehaddenounced.

With regard to the Visconti, too, Baldus found it difficult to conceal his contempt for the triumph of plenitude of power over law and justice. Thetreasury had confiscated a house as payment for a debt owed by a certain Thomas, and Giangaleazzo had given the property «ex certa scientia et deplenitudinepotestatis»toBenentono,arichpropertyownerfromPiedmont.Subsequently a third person claimed that the house had been pledged tohim as security for money owed and that he had effectively been robbedby the treasury. Baldus was confident that this claim was the stronger in law:«Benentonooughttoreturnthehouse,[whichGiangaleazzogavehim]

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because it is universally acknowledged that “first in time is stronger in law”»104.OnBenentono’ssideall thatcouldbesaidwas that«hepossessedthehouseingoodfaithandwithadecreefromtheprince;orindeed,itshouldratherbesaidthatwhereadecreeisinvolvedthereisnoneedforgoodfaith…For the prince can, with cause, take someone’s property… Moreover thedonation includedthewords“excertascientiaetdeplenitudinepotestatis”andwherethesewordsareincorporated,itwouldbelikesacrilegetodisobey(alwaysassumingthedonorhassuchpower)»105.Againtherewasrightinlawandtherewasplenitudeofpower.Baldushimselfputitfranklyattheendoftheconsilium:«thisisaproblematiccasebecauseontheonesideyouhavefairness and on the other you have supreme power… I would not counselin any other way because the case touches the interests of our magnificent signore and thedecision restswith theCouncilofJustice,notwithme»106.Baldus had stressed in his lectures that plenitudo potestatis was meantto be used sparingly107; but in practice it had become commonplace. Theimplicationswerenegative:hecontrastedplenitudo potestatiswithplenitudo honestatis108.HesawtheViscontigettingroundestablishedlawsandrightsbyliberaluseoftheirclaimtoplenitudeofpower,buttherewasnogoingback:«ifanyoneweretocallintoquestionthepowersofthesignori,»hewrote,«hewoulddestroytheeffectiveness[oftheirrule]andIwouldnotputforwardanysuch opinion because I would not want to turn the world upside-down»109.WhateverreservationshehadabouttheViscontiandplenitudo,theirsystemofgrants,privilegesanddecreesnowdependedonitsuse.Baldushadtoworkwithinasystemofgovernmentwhere,asheputit,«theprince,motivatedbyany objective, however trivial, can do whatever he wants from plenitude ofpower»110.

ThehundredyearssincetheearlyBonacolsi’sreferencestotheirplenitudeofpowerhadseentheconsolidationofsignorialregimesintermsoflegitimacyand bureaucratic organization. During that time plenitudo potestatis wasemployedincreasinglyasoneofthemeansbywhichtheVisconticouldimposetheir will on an existing network of rights; in the fifteenth century plenitude of power would continue to flourish as a fundamental component of the government of Milan. The final concession of the prerogative by Wenceslas to GiangaleazzomarkedakeystageintheformallegitimizationofViscontirulebut, as Baldus’s works forewarned, later lawyers would be adept at finding ways round the indiscriminate use of a tool which threatened establishedprivilegesandthelawsofproperty.

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Note1C.Santoro,La politica finanziaria dei Visconti. Documenti,vol.I,Milan1976,p.7.2ExamplesofAzzone’suseofplenitudoarerare, inpartbecauseof thepaucityofdocumentssurviving from his rule; but the 1353 statutes of Bergamo provide another example in theconfirmation of the right of Molotono de Muzzo of Bergamo to collect duties on wood carried on sections of the Serio and Brembo rivers which Azzone had given on 15 November 1336«auctoritatenostraetcomunisnostriPergamietdenostreplenitudinepotestatis»;at theendofthestatuteheannulledcontrarylaws«eciamdenostreplenitudinepotestatis»(Lo Statuto di Bergamo del 1353,ed.G.Forgiarini,Spoleto,1996,pp.355-357).3 «… in partem sollicitudinis non in plenitudinem potestatis». See R. L. Benson, «Plenitudo potestatis»: evolution of a formula from Gregory IV to Gratian,in Collectanea Stephan Kuttner, Studia Gratiana,vol.XIV,Bologna1967,vol.IV,p.198;J.A.Watt,The use of the term «plenitudo potestati» by Hostiensis, in Proceedings of the Second International Congress of Medieval Canon Law, eds. S. Kuttner and J. J. Ryan, Vatican City 1965, p. 161. Benson («Plenitudo potestatis»cit.)citessomeoftheliteratureonthehistoryoftheterm.MorebibliographymaybefoundinK.Pennington,Pope and Bishops: the Papal Monarchy in the Twelfth and Thirteenth Centuries,Philadelphia1984.4Watt,The Use of the termcit.,pp.164-165.5 «… secundum plenitudinem potestatis de iure possumus supra ius dispensare» (Benson,«Plenitudo potestatis»cit.,p.197,n.7).6Watt,The Use of the termcit.,pp.166-168.7 W. McCready, Papal «plenitudo potestatis» and the source of temporal authority in late medieval papal hierocratic theory,in“Speculum”,vol.XLVIII,1973,p.655.8Foradiscussionoftheearlyuseof«plenitudopotestatis»attheimperialcourtseeE.Schubert,König und Reich: Studien zur spätmittelalterlichen deutschen Verfassungsgeschichte,Göttingen1979,pp.128-139.9Aprivilegewasissuedin1310tothecountofGuelderland«deplenitudinepotestatisregie»tocollecttolls,(M[onumenta] G[ermaniae] H[istorica],Legum sectioIV,ConstitutionesIVpt.1,nr.429,p.373); inthesameyearHenryVIIappointedhissonJohn,kingofBohemia,tothepositionofimperialregent«deregieplenitudinepotestatis»,(ibidem,nr.444,p.389);in1311,heannouncedlawsquashingthereprisalsandbanishmentswhichhadbeenpassedagainsthisenemiesinLombardyandTuscany«exnostreplenitudinepotestatis»,(ibidem,nr.563,p.523);in1311thearchbishopofMainzwasrestoredtocertainrightsnearDietfort«deplenitudineregiepotestatis»,(ibidem,nr.678,p.648.).ThebishopofEichstättwasabsolvedofchargesofusuryin1311«deplenitudineregiepotestatis»(ibidem.,nr.680,p.649).10«Omniaergosingulasupradicta,queprosubditorumquieteduximusordinanda,retentanobisplenitudineregiepotestatisdeclarandi,mutandi,veletiamcorrigendi,addendivelminuendi…volumusobservari».Ordonnance pour la réformation des mœurs dans Languedoc et Languedoil,publishedinJ.Isambert,Recueil Général des Anciennes Lois Françaises,Paris1822-33,vol.I,p.274.SeealsoA.Gouron,Royal ‘ordonnances’ in medieval France,inLegislation and Justice,ed.A.PadoaSchioppa,Oxford1997,p.62.11 Isambert, Recueil cit., vol. II, p. 808; J. Krynen discusses the use of the phrases «certascientia», «auctoritas regia» and «plenitudo potestatis» in French royal ordinances in thefourteenthcenturyin«De nostre certaine science… » Remarques sur l’absolutisme legislatif de la monarchie medievale Française,inRenaissance du Pouvoir Legislatif et Genèse de l’Etat,eds.A.GoronandA.Rigaudiere,Montpellier1988,pp.57-69.12Isambert,Receuilcit.,vol.III,pp.119and151.13Quoted inP.Torelli,Capitanato del popolo e vicariato imperiale come elementi costitutivi della signoria bonacolsiana,in“AttieMemoriedellaR.AccademiaVirgilianadiMantova”,n.s.,vols.14-16(1923),p.114.Theauthorcitesfurtherexamplesfrom1304and1305(p.115);1308(pp.116,118)and1324(p.147).14G.B.Verci,Storia della Marca Trivigiana e Veronese,Venice,1786-91,vol.IX,Doc.950,p.23.15Verci,Storiacit.,vol.IX,Doc.973,p.55.16 16 September 1328; the document is published by G. Biadego, Tre documenti Scaligeri riguardanti Spinetta Malaspina,inMiscellanea di Studi Storici in onore di Giovanni Sforza,Turin1923,pp. 195f. It isdescribedandreproducedbyA.BartoliLangeli,Diplomi scaligeri,in Gli Scaligeri. 1277-1387. Saggi e schede pubblicati in occasione della mostra storico-

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documentaria allestita dal Museo de Castelvecchio di Verona,ed.G.M.Varanini,Verona1988,pp.77and195.1710July1331;BartoliLangeli,Diplomi,cit.,p.77,reproducedp.78.18Torelli,Capitanatocit.,pp.117ff.19«…ilmaggioretirannoe’lpiùpossenteericcochefosseinLombardiadaAzzolinodiRomanoinfino allora, e chi dice di più» (G. Villani quoted by G. P. Marchi, «Valore e cortesia»: l’immagine di Verona e della corte scaligera nella letteratura e nella memoria storica,inGli Scaligericit.,p.485.)20QuotedbyG.M.Varanini,Cangrande Della Scala,DBI,vol.XXXVII,p.402.21 G. M. Varanini, Propaganda dei regimi signorili: le esperienze venete del Trecento, inLa forma della propaganda politica nel Due e nel Trecento. Relazioni tenute al Convegno internazionale organizzato dal Comitato di studi storici di Trieste dall’Ecole française di Roma,Rome1994,pp.314-316.22 This was vividly described in the poem Bisbidis by Immanuel Romano (Marchi, «Valore e cortesia» cit., p. 486; the text is published in the Appendix, pp. 494-495). The dating of thedescriptiontothe1320sisconvincinglyarguedbyG.M.Varanini,Propagandacit.,pp.322ff.23 «Nec imperatoriam, regiamve curiam in Longobardiae provincia a referendae memoriaetempore ullam auditam, visamve, constabat huic potuisse conferri», cited by P. Rigoli,L’esibizione del potere. «Curie» e feste scaligere nelle fonti cronistiche, inGli Scaligericit.,p.150.Rigoliemphasizesthat«unacuriabenriuscitadavacelebritàalprincipequasiquantounavittoria»(ibidem,p.151);seealsoMarchi,«Valore e cortesia»cit.,p.487.24«Elsaràred’Italia,enançiunanno»,citedbyA.diSalvo,«Celebrazioni politiche d’occasione»: il caso dei primi Scaligeri,inLa forma della propaganda politicacit.,p.297.25ThiswassaidbythetheanonymousRomaninhisCronica(DiSalvo,«Celebrazioni politiche d’occasione»cit.,p.297);theaccountofthecrownappearsinotherchroniclesanditissaidthatAzzonewasdismayedbyhisrival’spresumption(F.CognassoL’unificazione della Lombardia sotto MilanoinStoria di Milano,vol.V,Milan1955,p.275).26 Studies on the della Scala chancery show that their staff were consciously attempting to reflect theloftystatusoftheirmasters(BartoliLangeli,Diplomicit.,p.82).BartoliLangelistressesinthis context the significance of the reference to the Scaligeri’s plenitudo potestatis.27C.Santoro,La politica finanziaria cit., p.1. He had to hand over 12,000 gold florins per month inadditiontopayingthesalariesofthe200membersoftheemperor’sentourageinItaly.28OntheoccasionoftheCorpusChristicelebrationsin1335,forexample,therewas,accordingtothechroniclerGalvanoFiamma,anoutburstofsplendour,includingaprocessionof100,000people and a sumptuous banquet (Opusculum de rebus gestis ab Azone, Luchino et Johanne Vicecomitibus ab anno MCCCXXVIII usque ad annum MCCCXLII,ed.C.Castiglioni,Bologna1938,RIS,vol.XII,parte4,p.19.29Fiamma,Opusculumcit.,p.16.30 Fiamma, Opusculum cit., p. 17. G. Creighton convincingly demonstrated that the frescodescribedbyFiammawastheworkofGiotto(The fresco by Giotto in Milan,in“ArteLombarda”,1977, pp. 47-48). The significance of Azzone’s artistic patronage in terms of «evoking the quality ofprincelygreatness»isshownbyL.GreeninGalvano Fiamma, Azzone Visconti and the revival of the classical theory of magnificence,in“JournaloftheWarburgandCourtauldInstitutes”,vol.LIII(1990),pp.98-113.31B.Biondelli,La zecca e le monete di Milano,Milan,1869,p.111;P.Verri,Storia di Milano,Milan 1834-1850, vol. I, p. 390: «Azone fu il primo che veramente fosse sovrano; e laddovenessunodeiTorriani,nèOttoneVisconti,nèMatteo,nèGaleazzoIardironomaidiporreilloronomenellamoneta,laqualeanzisemprefuconiataocolnomesolodiMilanoediSant’Ambrogio,ovverocoll’aggiuntadelnomedelRedeiRomaniodell’imperatore…».32In1335,forexample,whenComowashandedtoAzzonebyFranchinoRusca,thecommuneissued coins which for the first time boasted the name of their signore. There were to be thirteen suchinthefouryearsbeforeAzzone’sdeath(Corpus nummorum Italicorum,vol.IV,Rome1913,pp.183-185).33QuotedbyTorelli,Capitanatocit.,pp.114ff.34 He was given «merum et purum imperium et jurisdictionem, dominium, potestatem,signoraticumetliberumarbitrium»(thedocumentispublishedinE.Salzer,Ueber die Anfänge der Signorie in Oberitalien, Berlin 1900, pp. 302-303). On this aspect of arbitrium, see, for

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example, G. Sandri, Il vicariato imperiale e gli inizi della signoria scaligera in Vicenza, in“ArchivioVeneto”,a.IX(1932),p.77;G.DeVergottini,Signorie e principati,inScritti di storia del diritto italiano,ed.G.Rossi,vol.II,Milan1977,pp.654ff;F.Ercole,Comuni e signori nel Veneto (Scaligeri, Caminesi e Carraresi), inDal comune al principato. Saggi sulla storia del diritto pubblico del rinascimento italiano, Florence 1929, p. 106; C. Storti Storchi, Aspetti generali della legislazione statutaria Lombardia in età viscontea, in Legislazione e società nell’Italia medievale per il VII centenario degli statuti di Albenga,AttidelConvegno,Bordighera1990,pp.78-79;M.Meccarelli, «Arbitrium». Un aspetto sistematico degli ordinamenti giuridici in età di diritto comune,Milan1998,pp.186ff.35Verci,Storiacit.,vol.IX,Doc.950,p.23.36G.B.Picotti,I Caminesi e la loro signoria in Treviso dal 1283 al 1312,Livorno1905,p.229andDoc.53,p.301.37Verci,Storiacit.,vol.IX,Doc.973,p.55.38 G. Sandri, Il vicariato cit., p. 101; for the provision of the general council of Vicenza, 27February1312,seepp.113-114.39BartoliLangeli,Diplomicit.,p.78.4026September1334,(Santoro,La politica finanziariacit.,p.7).41 Lo Statuto di Bergamo del 1353cit.,p.357.42Santoro,La politica finanziaria cit.,pp.18-19. In1341GiovanniandLuchinogranteda taxrebate to the city of Piacenza «de nostre plenitudine potestatis et omni nostra auctoritate»(Santoro,La politica finanziariacit.,p.24).43 «Quod reddatur ius subditis dominorum non obstante quod non subeant onera» (23 May1343),Antiqua ducum Mediolanum decreta,Milan1654,p.1.44Santoro,La politica finanziariacit.,p.2.45E.g.JamesofViterbo,De regimine Christiano(ed.H.-X.Arquillière, Le plus ancien traité de l’Eglise, Jacques de Viterbe, «De regimine Christiano» [1301-1302],Paris1926),p.268.46Watt,The Use of the termcit.,p.176;Benson,Plenitudo potestatiscit.,pp.197n.3and210.47Krynen, «De nostre certaine science»cit.,p.137n.25.48G.B.Ladner,The concepts of « ecclesia» and «Christianitas» and their relation to the idea of papal « plenitudo potestatis» from Gregory VII to Boniface VIII, in Images and Ideas in the Middle Ages: Selected Studies in History and Art,vol.II,Rome1983(originallypublishedinSacerdozio e Regno da Gregorio VII a Bonifacio VIII(Miscellanea Historiae Pontificiae18,Rome1954),p.511.49E.g.Sententia diffinitiva contra Regem Robertum Siciliae per Henricum Imperatorem lata,26April1313,inG.Doenniges,Acta Henrici VII,parsI,Berlin1839,p.200.50 E.g. Scriptum de privilegiis concedendis, 9 September 1310 (MGH, Legum Sectio IV,ConstitutionesIV,parti,p.373);Encyclica italicis missa,13September1310(ibidem,p.389);Cassatio repressaliarum,12September1311(ibidem,p.648).51LouisIX’sOrdonnance pour la réformation des moeurs dans le Languedoc et la Languedoil,December1254(Isambert,Receuilcit.,vol.I,p.274);PhilipIV’sEtablissment portant défense des guerres privées,9January1303(Isambert,Receuilcit.,vol.II,p.808).52 E. Besta maintained «Attraverso il vicariato il signore acquistò la facoltà di esercitare laplenitudo potestatis»(Il diritto pubblico italiano dagli inizi del secolo decimoprimo alla seconda metà del secolo decimoquinto,Padua1929,p.299).53Santoro,La politica finanziariacit.,p.1.The1311diplomatoCangrandeappearstocomeclosesttoagrantofplenitudeofpower:thedocumentitselfdoesnotsurvive,butinthestatutesissued under his name in Verona in 1328, Cangrande is described as having obtained fromHenry VII «merum et mixtum imperium ac plenissimam potestatem et iurisdictionem» (F.Ercole, Impero e Papato nel diritto pubblico italiano del Rinascimento (secc. XIV-XV) inDal comunecit.,p.287,n.2).Butplenissima potestasdidnothavethesameconnotationsasplenitudo potestatis.54 There was only the title briefly held from John of Bohemia in 1331 (G. Biscaro, Le relazioni dei Visconti di Milano con la Chiesa. Giovanni XXII ed Azzone,in“ArchivioStoricoLombardo”,ser.V,a.XLVI[1919],p.208n.1).55Biscaro,Le relazionicit.,p.145;Cognasso,L’unificazionecit.,p.217.56«…ea in totovel inparte cassandi, irritandiet eisaddendi,minuendi,mutandi, supplendi,corrigendi, interpretandi et declarandi secundum quod ei videbitur expedire». The account is

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publishedbyF.Cognasso,Note e documenti sulla formazione dello stato visconteo,in“Bollettinodellasocietàpavesedistoriapatria”,a.XXIII,1923,Doc.3,pp.123-128.57«Insuperliberumetgeneralearbitriumetbailiamfaciendipersevelalios,utpredicitur,ultra,contra, citra, vel preter formam statutuorum dicte civitatis, imponendi penas et banna, legescondendi, pecunias dicti comunis expendendi, statuta. reformationes et privilegia faciendi…quicquidipsedominusperlitteras,velaliomodo,iuxeritvelstatueritsitetintelligaturesselexetprolegeperpetuoabeisdebeatobservari»(Statuti di Como del 1335. Volumen magnum,vol.I,ed.G.Manganelli,Como1936,p.17)58 «Quicquid decreverit idem dominus Azo de civitate et districtu Vercellarum… sit validumet firmum et lex communis Vercellarum. Et pro statutis et decretis communis Vercellarum habeanturetteneanturacsituncforetordinatumpercommuneVercellarum.…etquodhabeatet habere debeat plenam et liberam potestatem et bayliam ordinandi statuendi legem et legescondendietstatutafaciendisecundumeteomodouthabetethabuitethaberepotestcommuneVercellarum… non obstantibus aliquibus statutis, ordinamentibus, provisionibus, consciliis etlegibusincontrariumfacientibus»,26September1335(Statuta Communis Vercellarum ab anno mcccxli, in Monumenta Historiae Patriae XVI, Leges Municipales, vol. II part 2, Turin 1876,Appendix sexta et postrema,coll.1503-4).59 The discussion opens with the question whether the emperor has the right to legitimizefatherlesschildren(spurios)«quiaexplenitudinepotestatisdispensatioprocedit».Heconcludes:«sedelectoapopuloperlegemregiam,omneiusutriusquepotestascompetitmerito,etelectoa principibus competit… Et sic cum eadem iurisdictione fungatur quia Iustinianus lege nontenetur, ut lex “digna vox”. Et sic patet quod iurisdictionem habet legitimandi et privilegiumconcedendicumiurisdictionemetpotestatemimperialemobtineat…»(C.7,37,3De quadrennii praescriptione,l. Bene a Zenone,nr.4).60Defensor Pacis,Bk3,ii,13:«Noruler,andstilllessanypartialgrouporindividualpersonofwhateverstatus,hasplenitudeofcontrolorpowerovertheindividualorcivilactsofotherpersonswithoutthedeterminationofthemortallegislator»(trans.A.Gewirth,Marsilius of Padua: the Defender of Peace,NewYork1951-6,vol.II,p.427intheMedievalAcademyofAmericareprint).Gewirth explains that according to Marsilius, «the legislator possesses, and hence can grant,such plenitude; so that Marsilius’ republicanism as to the source of power is coupled with anabsolutismastotheextentofpower»(vol.I,pp.257-258).L.MayalisuggeststhatthesameideawascurrentinFrance(Lex animata. Rationalisation du pouvoir politique et science juridique [XIIème-XIVème siècles],inRenaissance du Pouvoir cit.,p.162andn.50).61«Omneenim iuscondendi leges vel canonespopuluscontulit in imperatoremetecclesia inapostolicumundeintelligituruterqueplenitudinempotestatisquoadhoc…»(Summa ad dist.4c.3,quotedbyB.Tierney,Foundations of the Conciliar Theory. The Contribution of the Medieval Canonists from Gratian to the Great Schism,Cambridge1955,p.145n.2).62 «… ex arbitrio suo et plenitudine potestatis eidem solemniter concessis et attributis percomune Mantue»’ (quoted by Torelli, Capitanato cit., p. 118). Similarly in the following yearRinaldoBonacolsiauthorizedaprocuratortoactforhiminnegotiationswithVeronaandothercities«exarbitrioetplenitudinepotestatissibiperComuneetUniversitatemMantuesollemniterattributis»(19march1309).ThedocumentispublishedbyC.Cipolla,Documenti per la storia delle relazioni diplomatiche fra Verona e Mantua nel secolo XIV, in Miscellanea di Storia Veneta,ser.II,vol.XII,parte1,Venice1907,Doc.78,pp.204-205.63 «… ex arbitrio suo et plenitudine potestatis quibus fungitur in partibus supradictis, eidemcollatispercommunia,hominesetconsiliacivitatumpredictarum»(citedbyTorelli,Capitanatocit.,p.147).64 L. A. Muratori, Delle antichità estensi ed italiane, Modena 1718-40, vol. II, p. 97: «et sitstatutumprecixumcomunisMutinecumomnibayliaetplenitudinepotestatisetarbitriiinipsosDominosMarchionescollactapercomuneMutine».65 This appeared in the document confirming the privileges given by Bartolomeo, bishop of Verona,tothemonasteryofS.Cassiano,«denostreplenitudinepotestatisetarbitriiquodetquamincivitateetdiocesiacdistrictuVerone,divinadisponenteclementiaetperstatutaComunisetPopuliVeronedignoscimurobtinere»(BartoliLangeli,Diplomicit.,pp.78and82).66Santoro,La politica finanziariacit.,pp.99-100.67Examplesfromtheyears1355-1360canbefoundinSantoro,La politica finanziariacit.,pp.103,106,108,109,110,116.68 There was a grant of 29 December 1357 from «nos Bernabos et Galeaz fratres Vicecomites

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civitatum Mediolani etcetera, sacri Romani imperii vicarii generales» (Santoro, La politica finanziariacit.,p.113);on22February1359GaleazzowrotetothepodestàofBobbioas«NosGaleazVicecomesMediolanietc.imperialisvicariusgeneralis»(Santoro,La politica finanziariacit.,p.115).69Thatisexceptwherethepropernameofthesenderwasnotused,asin dominus Mediolani etc. Imperialis Vicarius generalis.Occasionallythetwostylesappeartogether,asinthe1369statutefacilitatingthesaleofpropertywhichreferredto«dominiBernabosetGaleaz,fratresVicecomitesMediolanietc.imperialesvicariietDominigenerales»(Antiqua ducumcit.,p.34).70Santoro,La politica finanziariacit.,p.109.7112February1366(Santoro,La politica finanziariacit.,p.160).72 The double reference reflected the nature of Bernabò’s diploma: it concerned lands over which he wished to make his wife outright ruler but where he exercised a confusing variety of titles(G. Bonelli, A proposito dei beni di Beatrice della Scala nella Calciana, in “Archivio StoricoLombardo”,ser.III,vol.XIX,a.XXX,[1903],p.132andDoc.5,p.140;F.E.Comani,Sui domini di Regina della Scala e dei suoi figli,in“ArchivioStoricoLombardo”,ser.III,vol.XVII,a.XXIX[1902],pp.232ff).Bernabòlistedhisclaimstoauthorityoverthelands:«…damus,concedimusettraddimusquicquidadnossivetamquamnostrumalodiumsiveiuredominationis,dignitatisvelvicariatuspertinet,siveetiamadaliquascivitatesetterrasvellocanostrodominiosubiectaveladimperialemcelsitudinem,cuiusvicesgerimusinpartibusistis»(Santoro,La politica finanziariacit.,p.160).73 «… dumtamen in nostra et sacri imperii fide et obedientia persistatis» (Santoro, La politica finanziariacit.,p.98).74D.M.BuenodeMesquita,Giangaleazzo Visconti, Duke of Milan (1351-1402). A study in the political career of an Italian despot, Cambridge 1941, p. 26. The diploma is reproduced in J.Dumont,Corps Universel Diplomatique du Droit des Gens,Amsterdam1726,vol.II,part1,pp.145-147.75A.DeCircourt,Le Duc Louis d’Orléans, frère de Charles VI, ses enterprises en Italie (1392-1396), in“RevuedesQuestionsHistoriques”(1January,1889),p.81.76BuenodeMesquita,Giangaleazzocit.,p.174;C.Cantù,Gian Galeazzo Visconti,in“ArchivioStoricoLombardo”,ser.II,vol.IV,a.XIV(1887),pp.465-467.77Dumontcit.,p.237:«DecernentesethocRomanoRegiostatuentesedictoquodtu,heredeset successores tuiperpetuo Duces etprincipescivitatis etdiœcesis Mediolanensisnominarietappellari debeatis et tanquam caeteri imperii duces et principes teneri et honorari et utiqueab ominbus reputari, omnique tunc privilegio, honore, gratia, dignitate et immunitate absqueimpedimentoperfruiquibusaliiSacro-SanctiImperiiducesetprincipesindandissiverecipiendisjuribus,inconferendisseususcipiendisfeudisetomnibusaliisillustremstatumetconditionemducumsiveprincipumconcernentibusfruitisunthactenus…».78PublishedinJ.CLuenig,Codex Italiae diplomaticus,FrankfortandLeipzig1725-35,vol.I,cols425-432.79 Luenig cit., vol. I, col. 429: «… et alia gerere, facere et expedire in ducatibus Mediolani etcpraedictis,quodnosetRomaniRegesetImperatoresgerere,facereetexpedirepossemus,etiamdeplenitudinepotestatis…».80G.Dati,Cronaca:«…egliebbedall’imperadoreunacartabianchadipergamenocolsuggellopendente dello imperio da potervi fare poi scrivere quello che avesse voluto… » (Cited in G.Romano,Gian Galeazzo Visconti e gli eredi di Bernabò,in“ArchivioStoricoLombardo”,ser.II,vol.VIII,a.XVIII[1891],p.303,n.2).81M.Campi,Dell’historia ecclesiastica di Piacenza,Piacenza1666-7,vol.III,p.307:«Nosquiducalemsanenostrammonarchiamdesideramusscientiisacvirtutibusfacundareethuiusmodiveris ornamentis fulcire, non immerito, motu proprio, de nostrae plenitudine potestatis aCaesarea dignitate nobis, et nostris successoribus attributa, Deo auctore, et de certa scientia,et omnimodo quo melius possumus, duximus in civitate nostra Placentiae generale studiuminstaurandum». The same phrase appears a few weeks later in a decree against corrupt officials whichGiangaleazzoissued«motuproprio,excertascientia,etdenostraplenitudinepotestatisnutudivinoaCaesaredignitatisnobisconcessae»(Antiqua ducumcit.,p.225).82Hehadspentmostofthe1330sworkingforAzzoneVisconti,helpingtoreestablishhispositionandtoreorganizetheViscontidominions,aswellasundertakingmissionsonhisbehalftothepapalcourt(L.Prosdocimi,Alberico da Rosate,DBI,vol.I,pp.656f).83AlbericusdeRosate,In primam Digesti Veteris partem commentaria,Venice1585,reprinted

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Bologna1979,ad Const. Omnem,nr.13(omittinghiscitations):«Aliquandoimperatorexercetiurisdictionemimperialemlegemcondendo,ettunctransfertdominium;quandocunqueexlegeimmediate et ubicunque lex inducit confiscationem bonorum; quandoque mediante sententia vel contractu et tunc idem; quandoque imperialem iurisdictionem iudicialiter exercendo, et tuncidemut transferatdominiumdeuno inalium,namhocetiam facitquilibet iudexex faciendodecretumetdividendo,ethocverumsi res sit illiuscontraquemexercet iurisdictionem,aliassecus;aut rescriptumconcedendo,etnonpotest,propter legemderogatoriam,C.Deprecibusimperatoriofferendisl.Quotiesetl.Rescripta[C.1,19,2and7]».84Albericus,ad Const. Omnem,nr.13:«Ethocnisiinrescriptovelletutiplenitudinepotestatis,dicendononobstantetalilegevelaliqualege,utnotadictal.Quoties».85Albericus,adC.1,19,2(De precibus imperatori offerendis l. Quoties),nr.1:«Rescriptumquodextototollitiusalteriusvelquodnimiumlaedit,nonestconcedendum».86 See K. Pennington, The Prince and the Law 1200-1600. Sovereignty and Rights in the Western Legal Tradition,Berkeley1993,pp.113ff;130ff;E.Cortese,Il problema della sovranità nel pensiero giuridico medioevale,Rome1966,pp142ff;U.Nicolini,La proprietà, il principe e l’espropriazione per pubblica utilità. Studi sulla dottrina giuridica intermedia,Milan1952,pp.132ff.87 A. Lattes, Due giureconsulti milanesi, Signorolo e Signorino degli Omodei, in “Rendicontidell’IstitutoLombardodiScienzeeLettere”,ser.II,vol.XXXII(1899),pp.1017-1021.88 SignorolusdeHomodeis,Consilia,Milan1521,70(In quaestione vertente). ThedetailsofthedisputeareexplainedbyG.Dolezalek,I commentari di Odofredo e Baldo alla Pace di Costanza,in La pace di Costanza, 1183: un difficile equilibrio di poteri fra società italiana ed impero,Bologna1984,p.63,nr.14.TheViscontitookoverParmaonlyin1346but,sincethedateofthecaseisunclear,itisnotknownwhichoftheViscontiwasinvolved.89 Signorolus, Consilia cit., 70 (In quaestione vertente), nr. 22: «Sed his non obstantibus,dicendumestcontrariumprimoquodextenorecommissionisfacteperprefatumdominumcuiusformafuitsecutacomparitiopredictisindicietdictamcomparitionemfecit,etadexecutionemsue commissionis seu voluntatem predicti domini que inter suos subditos est servanda utInstitutiones,Deiurenaturalietgentiumetcivili,l.sedquodprincipi[Inst.1,2,6]».90OnthecircumscribednatureofViscontilegislativepowersinthisperiodseeC.StortiStorchi,Aspetti della condizione giuridica dello straniero negli statuti lombardi dei secoli XIV-XV, in“ArchivioStoricoLombardo”,ser.XI,vol.II,a.CXI(1985),pp.62ffandEad., Aspetti generalicit.,pp.93ff.91Signorolus,Consiliacit.,89(Presupponitur infrascriptum statutum), nn. 8-9: «Nec fiat ratio deistislitterisadsimilitudinemiurismunicipalis,cumreputaridebeanttanquamlexgeneralis;primopropterauctoritatemcondentisutlexiii§divus,Dig.Desepulchroviolato[D.47,12,3];secundoproptereiusformamethocdupliciter,primoquianomenedictiestinsertum,secundoquiapercunctossubditosfueruntpromulgateutl.iiC.Delegibusetconstitutionibusprincipum[C1,14,2]…AppareatbonememoriedominumLuchinumvoluisseterrasdominiosuosubditas,et alias separatam iurisdictionem habentes, in hoc venire, et ut adinvicem unitatem habeantvidelicet respectu banni… Non erit novum si in his habentibus unitatem et connexitatem adinvicem sub dominio prefati domini respectu banni, extensi fiat de uno loco ad alium… ». 92Signorolus,Consiliacit.,82(In questionibus vertentibus),nr.12:«MandavitenimdominusMediolani MCCCL, die xii Augusti ex certa scientia et ex plenitudine potestatis sue qualiterapprobabatvenditionemseulocationemfactamdedatioviniimbotati…».93 Signorolus, Consilia cit., 82 (In questionibus vertentibus), nr. 6: «Cum ergo sit verum etnotorium in quacunque parte Lombardie quod [ed.: cives] pacificus status cuiuscunque civitatis conservatur armorum podio et intuitu ministrorum ipsorum armorum qui sunt stipendiariinecessario concluditur huiusmodi onera in civitatibus vigentia et que tendunt ad solutionemtalium ministrorum imminere ob necessitatem utilitatis publice et pro tanto ab ipsis iuxtaoccurrentiatemporibusnostrisreligiosasdomosnonesseimmunesmaximequiaproptertaliumministratorum solicitudines status religiosarum domorum in civitatibus conservatur. Equitasergodictatabipsisinipsorumstipendiisdebereconferri…».94ThisisnottosaythatSignoroluswasdeliberatelyfollowingBartolus’slead:herarelyreferedtoBartolus’sworkandwasnotmuchimpressedbyit(A.Lattes,Due giureconsulticit.,p.1041).95 Baldus de Ubaldis, In usus feudorum commentaria, Lyon 1552, Proœmium, § Aliqua, Sed pauca de principe dicamus,nr.34:«Eatamenquaefacitpraesumiterfaceredecenteretnonexplenitudinepotestatis».Thedictinctionbetweenmoralityandplenitudo potestatisisdiscussed

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byU.Nicolini,La proprietàcit,.pp.137-138,140,143andbyN.Cortese,La norma giuridica. Spunti teorici nel diritto comune classico,Milan1962-4,vol.II,pp.277-278.96BaldusdeUbaldis,In primum, secundum et tertium Codicis libros commentarii,Venice1577,adC.3,34,2(De servitutibus et de aqua, l. Si aqua),nr.45:«Estautemplenitudopotestatisarbitrii plenitudo nulli necessitati subiecta nullisque iuris publici regulis limitata… In principisedeslibertatisest,etpotestpraeferremagisaequominusaequumetmagisbonominusbonum,namcumnonsitobligatusadaliquid,potesteligeresicutplacet».97 J. Canning, The Political Thought of Baldus de Ubaldis, Cambridge 1987, pp. 223-225;Id., Permanence and change in Baldus’ political thought, in “Ius Commune. Zeitschrift fürEuropäische Rechtesgeschichte, Veröffentlichungen des Max-Planck-Instituts für EuropäischeRechtsgeschichte, FrankfurtamMain”,vol.XXVII,VI. Centenario della morte di Baldo degli Ubaldi,Frankfurt2000,pp.292-293.98BaldusdeUbaldis,Consiliorum sive responsorum volumen primum… quintum,Venice1575(reprinted Turin 1970), vol. I, 267 (Ad evidentiam praemitto), nr. 9: «Secundo praemitto adevidentiamhabereplenitudinempotestatis in temporalibuscompetit soli imperatorivel liberoregiinregnosuoutff.Decaptivis,l.hostes[D.49,15,24].Inferioribusautemnoncompetitiureordinariae potestatis, sed bene possunt habere ex speciali privilegio, puta si vicariatus est eiscollatuscumplenitudinepotestatis.Namquodprincepspotestpersepotestperaliumsicutquotidievidemus in comitibus… Quia igitur plenitudo potestatis extra omnem iurisdictionem territoriiconsistitinprivilegio,oportetdetaliprivilegioconstareperprivilegiumprincipisvelinveteratamconsuetudinem…».99Baldus,Consiliorumcit.,vol.I,267(Ad evidentiam praemitto),nr.9:«SedtamenquiaomnesdominiLombardiaedeconsuetudineusualietquasidequadamtheoricaetpracticaponunthicverba“deplenitudinepotestatis”etsuntinquasipossessioneverbietfacti,puto,salvasubstantiaveritatis,credendumeorumsermoni;quianonestverisimilequodfalsavoceuterentur…».100 Baldus, Consiliorum cit., vol. I, 267 (Ad evidentiam praemitto), nr. 9: «Alioquin multispraeteritispossentlitesexcitari,etquaecunqueetquantumcunquebonasopitaresolvi,quodestiniquum ut C. De summa trinitate, l. 3 [C. 1,1, 3]. Et illusoria fierent decreta tantorum dominorum utff.Deiudiciis,l.sipraetor,inprincipio[D.5,1,75]…Semperenimpraesupposuiplenitudinempotestatis, putans sermones tanti domini esse iuridicos [«veridicos» in other editions]». SeeCanning,The Political Thoughtcit.,p.224.101Baldus,Consiliorumcit.,vol.I,345(Ad evidentiam),nr.2:«…siauctoritaterescriptiunusBarooccuparetremalterius,tenetureirestituerecumfructibus…».102Baldus,Consiliorumcit.,vol.I,345(Ad evidentiam),nr.1:«Sednonpossetimperatordarelicentiamquodquispossetpropriaautoritateexpellereiustumetlegitimumpossessorem,quiatalis licentia contineret flagitium et delictum».103 Baldus, Consiliorum cit., vol. I, 345 (Ad evidentiam), nr. 1: «Nec obstat clausula “deplenitudinepotestatis”quiaillaclausulaintelligiturdeplenitudinepotestatisbonaeetlaudabilis,nonvituperabilisveltyrannicae.Namnondiciturimperatorpossenisiquoddeiurepotest.Itemnihiloperanturillaverba“excertascientia”quiaimmomagissuntaptaadexpressionemmaiorisdelicti.Etideoistatemerariaetabusivecautela,quahodieprincipesutunturinsuisrescriptis,deberentintotumradicariabaulanecitainusufrequentari».Regardingmytranslationof«istacautela»,itmustrefertobothphrases,andnotjustto«excertascientia»sincetheseexpressionswereusedtogetherinthisasinsomanyinstancesanditwastheexpedientasawholethatBaldusdislikes.InthesixteenthcenturyAymoCravettareadthepassageasifBaldusmeantthatitwasparticularlythephraseplenitudopotestatiswhichshouldbebanned:«AllegoBaldusinConsilio345, “Ad evidentiam praemittendum est, quod imperator,” col. 2, libr. 1 ubi quod clausula deplenitudine potestatis intelligitur de potestate bona et laudabili non vituperabili vel tirannica;nam non dicitur imperator posse nisi quod de iure potest et quod ista temeraria et abusivecautela,quahodieprincipesutunturinsuisrescriptis,deberetintotumradicariabaulanecitainusufrequentarisecundumeum»(Consiliorum Aymonis Cravettae,Venice1566,241,nr.20).104 Baldus, Consiliorum cit., vol. I, 253 (Illustris dominus noster), nr. 1: «Et sic Benentonustenetur ad restitutionem dictae domus… cum creditor agens sit prior tempore, constat, quodpotioriniure,utinregula“quodprior”[C.8,17,3]».105Baldus,Consiliorumcit.,vol.I,253(Illustris dominus noster),nn.3-4:«SedipseBenentoniuspossedit bona fide et cum decreto principis, immo plus videtur dicendum, quod ubi intervenit decretum non requiratur bona fides… Sed princeps ex causa potest tollere dominium, ergo fortius hypothecamutff.Delegatis2,l.peto,§praedium[D.31,69].Praetereaindonationesunthaec

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verba “ex certa scientia et de plenitudine potestatis” et quando apponuntur ista verba, instarsacrilegiiestinfringere,suppositapotestateconcedentis».106Baldus,Consiliorumcit.,vol.I,253(Illustris dominus noster),§4:«Quaestioistadubitabilisest,proprimapartefacitaequitas;prosecondasupremapotestas…Egoaliterinistacausanonconsulo quia tangit interesse magnifici domini nostri et eius determinatio pertinet ad consilium iustitiaenonadme».107Baldus,In primum cit.,AdC4,52,2(De communium rerum alienatione, l. Multum):«Notatamenquodlicetprincepshabeatplenitudinempotestatis,rarodebeteautimagiscaveresedebetprincepsquamalius…».108Baldus,Consiliorumcit.,vol.I,333(Ad intelligentiam sequendorum),nr.1,referringtotheemperor: «tanta est in eo plenitudo potestatis quod legibus solutus est… licet de plenitudinehonestatis teneatur habere firmas concessiones suas»; see Cortese, La normacit.,vol.I,p.161.Itwasanaxiomthat«hewhohassupremepowershouldactonthehighestprinciples(honestas)andwiththegreatestfairness»(Baldus,Consiliorumcit.,vol.IV,19[Factum sic proponuntur],nr. 3: «… qui enim tenet supremam potestatem debet observare summam honestatem etsummamaequitatem…».ItwasCynuswhohademphasizedinhiscommentonthel.Dignavoxthat«moralitybindseventheprince»;andBaldustranscribedCynus’s«preciouslecture»word-for-wordinBaldus,Consiliorumcit.,vol.III,371(Verba Cyni).109 Baldus, Consiliorum cit., vol. I, 262 (Recolo me consuluisse), nr. 2: «Item si quis velletrevocareindubiumpotestatemdominorim,evacuaretomnemvirtutemeorumetegononessemistiusconsiliiquivellemevangaremundum».110Baldus,Consiliorumcit.,vol.I,333(Ad intelligentiam),nr.1:«Tamensialiquodmotivum,etiamleve,movetprincipemdeplenitudinepotestatisfacerepotestquodeilibet».

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Da signoria rurale a feudo:

i possedimenti degli Avogadro

fra il distretto del comune di Vercelli,

la signoria viscontea e lo stato sabaudo*

diAlessandroBarbero

1. Introduzione

Fral’agosto1404eilfebbraio1405,nelvolgeredipocopiùdiseimesi,ilnumerosissimoconsortilevercellesedegliAvogadro,suddivisoaquell’epocainalmenoottoramiseparati,prestògiuramentodifedeltàalcontediSavoiaAmedeoVIII,eaccettòdi tenereda lui in feudo ipropri castelli egiurisdi-zioni signorili1. Per comprendere il senso di questa dedizione è necessariodescrivereilcontestopoliticoincuiessavennenegoziataeconclusa.Lado-minazioneviscontea,dicuiancheVercellifacevapartedacircasettant’anni,sembrava in quel momento in via di disgregazione, dopo la morte di GianGaleazzo Visconti; e proprio a Vercelli, approfittando del temporaneo collasso dell’autoritàsignorile,lafazioneghibellinadeiTizzoniavevaespulsoaforzadallacittàlafazioneguelfa,icuiesponentipiùimportantieranoappuntogliAvogadro2.

Imembridelconsortilesi trovavanodunque,giàdaunpaiod’anni,co-strettiarestarefuoridaVercellieacontareesclusivamentesuiloropossedi-mentirurali,checostituivanoperaltrounterritoriodi tuttorispetto, incen-trato su alcuni nuclei contigui e ampiamente fortificati. È in questo contesto chematuraladecisionediseparareprovvisoriamentelesortidelconsortiledaquelledelcomunevercelleseefareattodisottomissione,unilateralmente,allapotenza confinante, il conte di Savoia appunto; ed è in questo momento che i possedimentiruralidegliAvogadrodivengonotutti,tecnicamente,deifeudi,mentre, come vedremo meglio fra poco, fino a quella data si trattava per lo più disignoriedetenuteatitoloallodiale.Altriconsortilinobiliaridelvercellese,comegliArborio,maturarononeglistessimesiun’identicascelta3,chedifattoprivòilcomunediVercellidiqualsiasicontrollosugranpartedellecampagnecircostanti, e rappresentò per il conte di Savoia un significativo passo avanti versol’annessionedellacittà,poirealizzatanel1427.

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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Perchivogliaanalizzareilrapportofrasignoriaruraleedirittofeudale,l’interessediquestededizionicollettiveconsisteprecisamentenelmutamentodistatuscheessedeterminano.GliAvogadroeranounafamigliaurbanachefin dalla sua apparizione aveva giocato un ruolo di primo piano nella vita del comunediVercelli,echenelcorsodeltempoavevacostruitolasuadomina-zionesignorilenellecampagneinuncostanterapportodialetticoconilcomu-necittadino,dicuigliAvogadroeranoaltempostessodirigentieinterlocuto-ri.AnchequandoVercellierastataincorporatanelladominazioneviscontea,laposizionegiuridicadellafamiglianoneramutata:èinquantocittadinidiVercelli,noninquantosignorirurali,chegliAvogadrosiconsideravanofedelideiVisconti,ancheseilrapportoclientelarestabilitoconquestiultimigaranti-valoro,comevedremo,specialiprivileginelrapportocolcomunevercellese.

LadedizioneaiSavoiaimplicainvecequalcosadicompletamentediver-so.Apartiredaquestomomento,infatti,ipossedimentiruralidellafamigliaricevonounalegittimazionepoliticaegiuridicastabile,cheprescindecomple-tamentedallaloroappartenenzaurbana,eliinquadrainunostatodinaturadiversa, organizzato feudalmente, allo stesso titolo degli altri signori ruralipiemontesi4.Nel1404nonsitrattavadunquedisceglieresemplicemente,inbaseaconsiderazionidiopportunitàpolitica,l’unool’altrodeiduepossibiliprotettoriconcorrenti,iSavoiaoiVisconti;sitrattavaanchedioptareperunanuova definizione giuridica della propria situazione, svincolandosi dal con-trollodelgovernocomunalevercellese,eattribuendoall’insiemedeipossedi-mentifamiliariunanaturafeudalecheinprecedenzaperlopiùnonavevano.

QuellodegliAvogadroèdunque,percertiaspetti,uncasoesemplarediquella che da tempo si è convenuto di chiamare la rifeudalizzazione quat-trocentesca. Esemplare perché dimostra, come osservava già molto tempofa Giorgio Chittolini, che in questo termine non dobbiamo leggere generi-checonnotazionidiristagnooregressionedeirapportieconomiciesociali5.Appare invece chiaro che questo tipo di risistemazione dei poteri signorilinelle campagne è la diretta, direi quasi inevitabile conseguenza del nuovoclima politico creatosi con l’affermazione dello stato regionale: un clima incuiigovernicittadinihannoperdutolalorocapacitàdiazioneautonoma,egliinterlocutorichedominanolascenasonoormaiigoverniprincipeschi.Eciòtantopiùquandoaprevalereè,comeinquestocaso,ilmodellodiorga-nizzazionesabaudoanzichéquellovisconteo,conlasuaspintapiùprecoceesistematicaversoun’organizzazionefeudaledelterritorio.

2. Il formarsi della dominazione signorile degli Avogadro (secoli XII-XIII)

Perseguirequestavicendanellasuainterezza,ènecessariodescriverebre-vemente l’originedelconsortileesoprattuttodellasuadominazionerurale.NellaVercellidelXIIsecolo,gliAvogadroappartengonoaungruppodifami-gliedioriginemodesta,indiscutibilmenteurbanaededitainmodoparticolareall’attivitàcreditiziaeallagestionedellaproprietàecclesiastica,chegiàversola metà del secolo occupa però uno spazio sempre maggiore nella clientela

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vassallaticadelvescovoenelcapitolocattedrale.GliAvogadro, iBondoni, iBicchieri, i Dal Pozzo, gli Alciati approfittano di questo rapporto privilegiato conlaChiesavercellesepercollocareproprimembrisullacattedraepiscopale,comeGisulfoAvogadrochelaoccupòdal1131al1151,eperiniziareacostruirsiunadominazionesignorile, soppiantando levecchie famigliedella feudalitàrurale; mentre, al tempo stesso, esercitano una poderosa influenza sulla vita delcomuneconsolare6.

Nel caso degli Avogadro, che prendono il nome dalla carica di avvocativescovili, ladominazioneruralesi costituisceconmodalitàgiuridichecom-posite.Unaprimapossibilitàèl’imparentamentoconlefamigliedell’aristo-craziarurale:unacquistodiquestanaturaèbendocumentato,ancheseaunadatapiuttostotardiva,nel1230,quandoEnricoAvogadrodiCerrionesposaBeatrice, figlia di Ubertino di Bulgaro, che gli porta in dote uno dei due ca-stellidiCossato7.MapuòesserestatoanalogoancheilprocessochegiàmoltotempoprimaavevaportatogliAvogadroasostituirsiappuntoaicapitaneidaCerrione,unafralefamigliepiùimportantidellafeudalitàvescovileall’iniziodel XII secolo: già nel 1165 un’investitura vescovile mostra che la maggiorparte dei membri del consortile dei «seniores de Cirriono» sono in realtàdegliAvogadro,ecerteanalogieonomastichelascianoipotizzarecheproprioattraversounimparentamentol’originarioceppodeicapitaneidaCerrionesiastato alla fine completamente sostituito dagli Avogadro8.

In altri casi siamo invece di fronte a una procedura di puro e sempliceacquisto,ancheseleformagiuridicaincuitaliacquistisonocalatièpiùspes-soquelladell’infeudazione:nel1170adesempioicontidiBiandrate,quattrofratelliinquelmomentoancoraminorenni,vendonoaBongiovanniePalatinoAvogadroilcastellodiCasanova,conquellacherisultatecnicamenteun’inve-stitura («Insuper isti germani Advocati fidelitatem istis comitibus sicut vassalli senioribus...fecerunt»)maèinrealtàunacquisto,per700liredipavesicheicontidichiaranod’averimpiegatoinpagamentodiundebito9.Qualcheannodopo,probabilmentenel1179,icontiinvestonoilmedesimoPalatinoAvogadrodituttociòchepossiedononellapievediLenta,ancheinquestocasodietropagamentodiunasommadipavesi;altroveladocumentazionenonsièconser-vata,maanchealtricastelliprecedentementecontrollatidaiBiandrate,comeCollobianoeQuinto,siritroverannopiùtardiinmanoagliAvogadro10.

Proprio nella relazione con una famiglia come i conti di Biandrate, cheattraversavainquelmomentounagravissimacrisipoliticadifronteall’espan-sionedeicomunidiNovaraediVercelli,possiamoosservaredavicinol’ambi-valenzadegliAvogadro,conlaloroduplicenaturadifamigliaconsolareurba-naedigrandefamigliasignorilerurale.InquantoconsolidiVercelli,infatti,gliesponentidellafamigliasonoprotagonistiditransazioniconcuiicontidiBiandratesonocostrettiacederealcomunel’unool’altrodeilorocastelli11.Maneglistessianni,glistessipersonaggisonoprotagonisti,colmedesimoin-terlocutore,ditransazioniprivate,incuiilcomunediVercellinonhanienteachefare,echepermettonolorodiraccogliereinpartel’ereditàdiquellestessefamigliedell’aristocraziaruralecheilcomunecittadinostademolendo12.

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3. L’inquadramento dei possessi signorili nel districtus cittadino

Questaduplicecollocazioneassumetuttalasuaimportanzanelmomentoincuisiaccentualosforzodelgovernocittadinoperestendereilpropriocon-trolloallecampagnecircostanti.Apartiredall’ultimodecenniodelXIIsecoloilcomunediVercelli,incuigliAvogadrosonosenzadiscussionelafamigliapiù influente, l’unica capace di collocare sempre e senza eccezione un proprio esponente in tutti i collegiconsolari13, cominciaasottometteresistematica-menteungrannumerodisignoridelcontado,stringendoconloropattipercui,disolito,isignoridiventanocittadinivercellesi,debbonomettereadispo-sizioneilorocastelliincasodiguerra,ehannol’obbligodipagareilfodroalcomune,perséeperi lorouomini;perilresto,conservanolagiurisdizioneeidirittisignorili.All’internodiquestoschemasonopossibilivarianti;puòcapitarecheisignoricedanoilcastelloalcomuneeloriprendanoinfeudo,oppure che lo cedano in enfiteusi, e può anche accadere, semplicemente, che nel giurare il cittadinatico accettino dei patti specifici che limitano la loro au-toritàsulcastelloeirustici,consentendointromissionidellagiustiziaedellafiscalità cittadina, senza che sia modificata la natura giuridica del possesso. L’impressioneècheinquest’epocaincuil’interventospregiudicatodelcomu-nestaalterandoprofondamentegliequilibripoliticinellecampagne,ivecchititolidipossessocontinomenodellenuovesistemazioninegoziate;tant’èverochenegliattidisottomissionesifafrequentementeriferimentoaunaconsue-tudineinviadicostituzione,oappenacostituita,percuiinuovicittadinisive-donoriconoscerelagiurisdizionesuipropriuomini«sicutmilitesVercellarumhabentetexercentinrusticissuisquoshabentinepiscopatuVercellarum»14.

L’allargamento della dominazione cittadina nella campagna circostanteavvieneancheaspesedellamensaepiscopale:inparticolareconl’acquistodel1243,quandoillegatopapaleGregoriodaMontelongoaccettadivenderealco-mune di Vercelli, rappresentato fra l’altro da Ruffino Avogadro di Collobiano, lagiurisdizionesututtelelocalitàappartenentiallaChiesavercellese,inquelmomentovacante.Lacessione,amplissima,nonvainrealtàpresaallalettera,perchéivescovisuccessivilaimpugnaronoconalternosuccesso,sicchélasuaeffettiva applicazione andrebbe verificata caso per caso. Anche qui, peraltro, l’accordoprevedevacheilvescovoconservassesugliabitantidellelocalitàin-teressatelamedesimagiurisdizione«quehabentetexercentetexercerepos-suntetdebentmilitesVercellaruminlocisetcastrisetvillisethominibussuisinquibuscommuneVercellarumhabetseuexercetiurisdictionem»15.

Il controllodel comunesullacampagnae sui suoiabitantipotevaspin-gersi anche più in là, fino alla liquidazione completa dei poteri signorili. È quellocheaccadeneinumerosiborghifranchidicuiilcomunevercellesesifapromotore,apartiredaVillanovanel1197:inquesticasiglionerisignoriligravanti sulla popolazione sono vuoi aboliti del tutto, vuoi sostituiti da uncanone annuo fisso, mentre la giurisdizione è trasferita al comune cittadino. Iborghifranchicosìcostituitifornisconounmodellogiuridicocuiilcomunesirichiamaancheinseguito,quandogliaccadediurtarsiconunafamigliadi

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signoriruraliediliquidarelalorosignoria;inquesticasilacondizionedegliabitanti,direttamenteassoggettatialgovernocittadino,vieneesplicitamenteequiparata a quella degli abitanti dei preesistenti borghi franchi. Alla fine del DuecentosarannocircaunaventinaiborghifranchidipendentidalcomunediVercelli,autenticonocciolodurodeldistrictuscomunale;anchesequestononesclude,comesièappenavisto,cheinmoltealtrelocalità,egualmenteconsi-deratepartedeldistrictusesoggettaallagiurisdizionedelcomune,sopravvivaancheunasubordinatagiurisdizionesignorile16.

È proprio dopo il colossale acquisto delle giurisdizioni episcopali nego-ziatonel1243conGregoriodaMontelongocheilcomunedecideunamisuradivenutapoicelebre:l’affrancamento,cioè,dituttiirusticicherisiedononeldistrictus cittadino da qualsiasi tipo di onere signorile17. È in sostanza unadecisionechemiraaestendereatuttequestelocalitàlastessacondizionediprivilegiodegliabitantideiborghifranchi,lasciandoaisignorilocalisoltantola riscossione degli affitti e avocando integralmente al governo cittadino la giurisdizione.Lamisurasuscitòopposizioniviolente,inuncontestoincuigiàdipersélalottafralefazionidivampavaconsempremaggiorviolenzaall’in-ternodell’aristocraziamilitarevercellese,egiànel1254venneridimensionata,nelsensochesidecisediconsiderarepartedeldistrictuscittadinoesoggetteadaffrancamentosoltantoquellelocalitàchenefacevanogiàpartenel1236:escludendo,dunque,inuoviacquistiavvenutiaidannidelvescovo18.

Ma anche prima di questa parziale sconfessione, quando si analizza ilfamosoattodiliberazionedeirusticidel1243bisognaintendersisullasuaef-fettivaareadiapplicazione.Inquest’attoiltermine«districtusVercellarum»non sembra da intendere in senso ampio, politico e territorialmente com-patto, come equivalente cioè al territorio su cui il comune esercita la suasupremaziapolitica,oaddiritturaalladiocesieusebiana.Iltermineparrebbeinveceriferirsiesclusivamenteaquelmosaicodilocalitàincuiilcomunesièsovrappostoosostituitoaipoterisignorilipreesistenti, secondo lemodalitàcheabbiamoanalizzato,edunquepossiede,casopercaso,lagiurisdizionesu-periore19.Èsoloperquestelocalitàcheintendeesserevalidalaliberazionedel1243;inmoltialtriluoghi,purinternialladiocesidiVercelliemagarimoltoviciniallacittà,lagiurisdizioneappartieneafamigliechenonl’hannomaice-duta,néintuttonéinparte,alcomune,equil’affrancamentodeirusticinonhaalcunavalidità.

Questa ipotesi di interpretazione dell’atto del 1243 mi sembra in gradodispiegare lecontraddizionirilevatedalsuoprincipalestudioso,FrancescoPanero:quellaperdircosìpolitica,percuileiniziativedelcomunevercelle-senei confrontidel contado«potrebbero talvoltaapparire incontrastocongli interessi familiaridi alcunimembridella leadership cittadina»,e quellafattuale, per cui anche dopo la data fatidica del 1243 giurisdizioni e onerisignorili continuarono a esistere in un gran numero di località del contadovercellese20.SipotrebbeobiettarecheconilcittadinaticoisignoridelcontadovenivanoequiparatiaicivesdiVercelli,echedunquelasuperioregiurisdizio-ne del comune doveva intendersi implicitamente accettata da tutti costoro;

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e tuttavia esistono anche cittadinatici in cui i signori interessati negozianocolcomuneilmantenimentodellapienaeillimitatagiurisdizionesuiproprihomines,comefannonel1228isignorid’Azeglio21.Esitereidunqueadaffer-marecheversolametàdelDuecentoprevalessesenz’altroilprincipiopercuituttiicivesvercellesiriconoscevanoautomaticamentelasupremaziagiurisdi-zionaledelcomunesulleproprieterre;miparepiùverosimilechequest’ulti-mafosserivendicatasololàdoveesistevanoprecisiaccordilocali.

Inquesto sensosembrad’altrondeda interpretare la clausolagiàcitatadell’accordoconGregoriodaMontelongo,percuiilvescovoavrebbeconser-vatolamedesimagiurisdizione«quehabentetexercentetexercerepossuntetdebentmilitesVercellaruminlocisetcastrisetvillisethominibussuisinquibus commune Vercellarum habet seu exercet iurisdictionem»: la specifi-cazione finale implica che in altri luoghi, egualmente appartenenti a cittadini vercellesi, il comune non detenga alcun diritto giurisdizionale22. Non paredunquecheiduenegozidel1243,cosìstrettamentecollegatifraloro,ovverol’acquistodellagiurisdizionevescovileel’affrancamentodeirustici,rimandi-noallaconcretarealizzazionediun«idealediunitàdeldistrettocomunale»23:come il vescovo non cede una giurisdizione entro confini astratti, ma una serie dilocalità,cosìildistrettocittadinosiallargabensìaqueinuoviluoghi,macontinua a essere il frutto di una somma di acquisizioni specifiche.

SeoraesaminiamolacartadeldistrictuscomunaleelaboratadaFrancescoPanero,inbaseappuntoall’elencodituttelelocalitàincuiilcomunerisultaaveracquisitoinunmomentoonell’altrodirittigiurisdizionali,ciaccorgiamochealsuointernorestanoampiezonebianche,«perlequalinonesistonopar-ticolariattidisottomissioneopatticondomini»,echequestezonebianchecoincidonofral’altroproprioconidominidegliAvogadro24.TantoicastellielocalitàpiùviciniaVercelli,comeCollobiano,Casanova,Quinto,Formigliana,quantoquellipiùlontani,versoilBiellese,comeCossato,Cerrione,Massazza,Valdengo,Benna,Quaregna,nonrisultanofarpartedeldistrictusvercellese.IpossessorisonobensìcittadinidiVercelli,efraipiùautorevoli,allatestadellafazioneguelfachenel1243dirigeilcomuneinaccordocolpartitopopolare,manonhannomaistrettoaccordididedizionecolcomune,suscettibilidifaredi loro dei «milites Vercellenses» nel senso tecnico che questa espressionehaormaiassunto;disignori,cioè,chericonoscononeipropripossedimentilasuperioritàdellagiurisdizionecomunalediVercelli.Nonc’èdunquenes-sunacontraddizionenelfattochequestipotentisignoriruralirappresentinolafazionedominanteinuncomunechestaconducendoincertisettoridellacampagnaunaspietatapoliticaantisignorile25.

4. Legittimazione del possesso signorile e difesa dalle ingerenze del comune

Certamentelegatoallanecessitàdidifenderel’immunitàdeiloropossedi-menti rispetto alla giustizia e al fisco del comune è anche lo sforzo compiuto dagliAvogadroperaffermarelanaturaallodialediqueipossedimenti.NellacrescentediffusionediquestapreoccupazionefraDueeTrecentotocchiamo

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con mano il mutare del clima giuridico-politico rispetto all’epoca in cui ilmodonormaleperacquistareuncastelloounasignoriaconsistevanellosbor-sarebensìdeldenaro,maincambiodiun’investitura.Così,quandonel1271FilippoAvogadrodiCollobianoeisuoinipoticompranoilsecondodeicastellidi Cossato dai figli del cavaliere Bartolomeo Taravaccio, sborsando 940 lire, hannocuradistipulareesplicitamentechelavenditaèfatta«peralodium»26.Lostessoavvienenel1302,quandoSimoneAvogadrodiCollobianocompraper3800liredalcavaliereBonifaciodiSonomonte,«perliberumalodium»,ilcastellodiLozzolo«cumomnihonoreetdistrictu»27.

Ancora più significativo è che nel 1299 gli Avogadro di Casanova acqui-stino per 500 lire da Guglielmo conte di Biandrate il castello di Casanova,dicuidifattoavevanogiàdapiùdiunsecololapienadisponibilità,machetecnicamente tenevano in feudo dai contidiBiandrate.Nel 1170, l’acquistodiCasanovaper700liresieratradotto inun’infeudazioneperchéall’epocaquestaeralamodalitàpiùcorrentedicompravendita;piùdicent’annidopo,idiscendentidiquegliacquirentisonodispostiasborsareunconsistentesup-plementopurchél’acquistorisultieffettuatoinpienaproprietàallodiale28.

Nellaprospettivadiunaricercadilegittimazionecheconfermil’autono-mia dei possessi familiari rispetto al districtus cittadino si colloca anche ildiplomaimperialeottenutodaSimoneAvogadrodiCollobianoil27gennaio1311,concuiEnricoVIIglivendel’«omnimodamiurisdictionemcummero,mixto imperio et cum potestate gladii, cum prima secundaque causarumcivilium et criminalium cognitione», sui luoghi di S. Giorgio Monferrato,Collobiano,Formigliana,MassazzaeLozzolo,dichiarandolipersempre im-munidaqualsiasi formadi tassazione. Ilprivilegio imperialeèmenzionatonellededizionidel1404,maattualmentenepossediamosoltantounacopiadel XVIII secolo, sicché è difficile pronunciarsi sulla sua autenticità testuale, chesottocertiaspettiparrebbedubbia;inuncasocomenell’altro,tuttavia,èchiarocheancheperquestaviagliAvogadromiravanoasottrarreiloropos-sedimentidalleingerenzedelcomune29.

Apartiredal1243,sonolestessevicendeinternediVercelliadaccentuare,almenoincertiperiodi,l’estraneitàdeipossedimentidegliAvogadrorispettoallasferad’azionedelcomune.Bisognaricordarecheessisonoinquestomo-mento i capi della fazione guelfa in una città di confine, che ha al suo interno unapoderosafazioneghibellina,guidatadaiTizzoni,eintornoacuisimuovo-nobentrepotenzeregionaliconcorrenti,ilmarchesediMonferrato,icontidiSavoiaeiVisconti.FraDueeTrecento,accadeabbastanzadifrequentechegliAvogadrosianoesiliatidallacittà,ancheperperiodipiuttostolunghi:inquesticasi i membri della famiglia si fortificano nei loro castelli e conducono l’abi-tualevitadegliextrinseci,opponendosiconlaforzaaqualsiasitentativodiin-gerenzadapartedelleautoritàcomunali.ÈinquestocontestodiviolentissimalottadifazionichematuraaVercellilasignoriaviscontea,apartiredal1316,quandoiTizzonicaccianogliAvogadroechiamanoincittàMatteoVisconti,proclamato«civitatisetdistrictusVercellarumdominusgeneralis»;nel1320gliAvogadroriprendonomomentaneamenteilcontrollodellacittà,masono

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assediati e sconfitti. Dal 1328 al 1334 è signore della città Teodoro marchese di Monferrato, ma dopo di lui prevale definitivamente Azzone Visconti, a cui il 26settembre1335ilcomunefadedizionevitalizia30.

La definitiva sottomissione di Vercelli ai Visconti non si traduce però in unadisfattadellafazioneguelfa,perchéAzzoneimponelasuaautoritàinuncontesto di riconciliazione fra le parti, e gli Avogadro possono rientrare incittà,incambiodellasottomissioneallanuovasignoria.Apartiredaquestomomento, e fino alla morte di Gian Galeazzo, Vercelli rimane abbastanza sta-bilmentesottoilcontrollovisconteoegliAvogadro,trannequalchemomentodiirrequietezza31,siadattanosostanzialmenteallanuovasituazione.Sulpianogiuridico, la loroposizioneèabbastanzachiara, inquanto lamaggiorpartedeilorodirittigiurisdizionalisonoormaitenutiinallodio32,enonsembracheiViscontisisianopreoccupatidiinterferirecolloroesercizio;inlineaconunapproccio che, come notava Giorgio Chittolini, fino all’investitura imperiale del1395,«etaloraancheinseguito,èdiregolaestremamentecauto»,etendeaunlargoeindeterminatoriconoscimentodellegiurisdizionisignorilipreesi-stentiall’internodeldominio33.Quandosirivolgonoalsignore,gliAvogadrosidichiarano «umiles fideles vestri»34,manoncertonelsensochesianodiventa-tisuoivassalliinterminifeudali:lalorofedeltàèdovutavuoiinquantocivesd’unacittàsottomessa,vuoi,ipoteticamente,inquantolegatidaungiuramen-todifedeltàcomequellochealtroveiViscontirisultanoavertalvoltarichiestoall’insiemedegliabitantid’unacittàedelsuocontado,echenonvacomunqueconfusoconunomaggiofeudale35.

Nellecondizionidirelativatranquillitàgarantitedallasignoriaviscontea,ilcomunediVercellièingradodiriordinareilpropriocontrollosuldistric-tus,cometestimoniafral’altrolaredazione,avvenutaproprioallora,delpiùimportante liber iuriumcomunale,icosiddettiBiscioni.Inquestocontesto,sembra di capire che le autorità cittadine si siano proposte come obiettivominimo quello di sottoporre al pagamento della taglia e delle gabelle tuttelecomunitàruralidelcontado,indipendentementedallagiurisdizione;echedunqueanche ipossedimentidegliAvogadrovisianostatiassoggettati.Mai figli di Simone Avogadro di Collobiano, forti dell’esenzione generalizzata cheilpadreavevaottenutodall’imperatoreEnricoVII,supplicaronoAzzoneViscontidiconcederel’esenzioneperpetuadaquestipagamentiperilorouo-minidiCollobianoeLozzolo,enel1335ottennerocheunordineintalsensofosseindirizzatoalpodestàdiVercelli.Apartiredaquelladatalaconcessionevenneconfermatanonmenodisettevolteinquarant’anni,eun’ordinanzadaltonoinequivocabileintimòalcomunedicancellareidaziefodridovutidagliAvogadrodiCollobiano«desingulis librisetactiscommunisVercellarum».Eppureilcomunenonsirassegnòmaieancoranel1380gliappaltatorideidazivercellesiintentarono,senzasuccesso,unacausacontrogliAvogadrodiCollobiano,pretendendodaloroilpagamentodeidazi«proutexiguntetper-cipiuntacperciperepossuntabaliisdeAdvocatis»;aconfermachedituttoilconsortilesoltantoilramodiCollobianoavevaottenutol’esenzione36.

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5. L’inquadramento feudale e la definitiva separazione dal distretto cittadino

In epoca viscontea, le maggiori difficoltà che il comune di Vercelli dovet-te affrontare per imporre la propria fiscalità al contado vennero provocate soprattuttodallapresenzaostiledeicontidiSavoia,cheriuscironoprogres-sivamenteaottenereladedizionediparecchiefamiglienobiliecomunitàpre-cedentementesoggetteaVercelli,fracui,nel1377-79,iduecentripiùimpor-tantidelcontado,SanthiàeBiella37.IlramodegliAvogadrodiValdengo,icuipossedimentisitrovavanoappuntonellevicinanzediBiella,sitrovòanch’essoaquell’epocaagravitarepiùsuiSavoiachesuiVisconti.Nel1379GiovannieRuffino Avogadro di Valdengo ottennero dal conte di Savoia l’investitura per i loro possedimenti in Carisio, e più tardi, nel 1399, il medesimo Ruffino accettò diriconoscersivassallodelconteperisuoipossedimentiinVerrua38.

Nelcomplesso,tuttavia,questamultilateralitàdirapportivassallaticinonintaccavalasostanzialefedeltàdell’interoconsortileaGianGaleazzoViscontiinquantosignorediVercelli.Dopolasuamorte,però,lasituazionemutòbru-scamente, giacché i Tizzoni ne approfittarono immediatamente per cacciare gliAvogadrodallacittà,mentreilcontediSavoiaAmedeoVIIIeilmarchesediMonferratoTeodoroPaleologosiaccordavanoperspartirsiidominiocci-dentalideiVisconti.Inseguitoaunaccordostipulatonel1404,Vercellipassòsotto l’occupazione del marchese, che l’avrebbe tenuta fino al 1417, mentre comunitàeconsortilisignorilidellazonacominciavanoasottomettersiall’unooall’altrodeidueprincipi39.ÈinquestocontestochematuraladecisionedelconsortileAvogadrodifareattodidedizionealcontediSavoia,alparidialtriconsortiliecomunitàdellazona;unasceltapoliticamentedelicata,magiuri-dicamentedeltuttolibera,chenonimplicavarotturadifedeltàvassallatichepreesistenti,dalmomentochegliAvogadrononeranomaistati,tecnicamen-te,vassallideiVisconti.

Il vassallaggio nasceva in questo momento, e comportava una nuovasistemazione giuridica dei possessi rurali degli Avogadro. Uno dopo l’altro,gliesponentideidiversiramidelconsortilesipresentaronoalconte,perso-nalmente o tramite procuratori, dichiarando di aver posseduto fino a quel momento i loro castelli, ville, uomini e diritti «de puro et franco allodio».L’insistenza su questo punto appare eccezionale rispetto ai formulari d’in-vestituracorrenti:gliAvogadroribadisconocheperqueipossedimenti,cosìcomeper lepropriepersone,«alicuidominovelhominiadhomagiumnonastringuntur,quinimmosuntomnidominoetdominiodestitutietliberati».Essigiudicanoevidentementenecessariasuquestolamassimachiarezza,dalmomentocheorastannoappuntorinunciandoallaprecedenteautonomiaeaccettanodisottomettersiaunsignorefeudale,cedendoalconteipropripos-sedimentieriprendendolidaluiinfeudo40.

GliAvogadrosottolineanoenfaticamentediessersipersuasiaquestopas-soperlanecessitàdiunsignorecheliprotegganell’attualeperiododiguerreeturbamenti,ediaversceltoilcontediSavoianonsoloperlasuapotenzaeperlagiustiziadelsuogoverno,maancheperchéilconte«hominesnobileset

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vassallossuosconsuevitcumbonaiusticiaetmisericordiabenivoleetgratiosepertractare,necipsosindebitisextorsionibuspregravaresedpotiuspreserva-re».Questainsistenzapreludeallapiùimportantedelleconcessioniottenutedagli Avogadro: l’immunità dei loro uomini da taglie e dazi del comune diVercelli.Questoprivilegio,dicuigliAvogadrodiCollobianogodevanogiàinvirtùdeldiplomadiEnricoVII,venneoraestesoaisudditidell’interocon-sortile,esentatidaqualsiasionereeimposizioneincambiodelfocaticodiunfiorino all’anno per ogni fuoco, da pagare direttamente al conte. Il consortile degli Avogadro raggiungeva così la completa separazione fiscale dal comune diVercelli.Adireilvero,cheilfocaticoimplicassel’esenzionedaqualsiasial-troonereèdichiaratoesplicitamentesoloinalcuneinvestitureenoninaltre,matutto lasciapensarechesiastataapplicataun’interpretazioneestensiva,approfittando del fatto che per il momento, e per molto tempo ancora, il co-munediVercellinonfacevapartedeldominiosabaudo.

L’altrotrattodegnodinotainquesteinvestiture,echestavoltarappresen-tauncedimentodegliAvogadrodifrontealleesigenzedelconte,rimandaallaparticolarecongiunturapolitico-militareincuiavvenneladedizione.SoltantogliAvogadrodiCerrioneinfatti,icuipossedimentisitrovanonelBiellese,inun’areasicuramentecontrollatadalpoteresabaudoeabbastanzaarretratari-spetto al confine visconteo, ottengono con l’investitura dei loro castelli anche lagiurisdizioneeilmeroemistoimperio,com’eraabitualenelladominazionesabauda («prout alii nobiles terrae Pedemontium subditi dicti domini no-stri»)41.Neglialtricasiinveceilconte,purinvestendogliAvogadrodei lorocastelli e di tutti i connessi diritti, riservò a sé la giurisdizione, e dunque,concretamente,ildirittodinominareilpodestà,lasciandoaisignorisoltantolacognizionedeibandicampestri.Sembralogicospiegarequestariservaas-solutamente insolita con la situazione fluida e pericolosa che regnava in quel momento lungo la frontiera della Sesia: fino a quando la situazione non si fossestabilizzata,AmedeoVIIIintendevaevidentementetenerenellepropriemaniilpotereesecutivoneicastellidinuovaacquisizione.

La situazione, in effetti, rimase fluida a lungo: già mentre il marchese di Monferrato teneva Vercelli, Filippo Maria Visconti lavorava per recuperarela città e il suo entroterra, e nel 1414 nominò un procuratore per stipulareconvenzioniepatticoninobili,castellani,cittadiniecomunitàdellacittàedistrettodiVercelliericeverneilgiuramentodifedeltà42;adaccordarsiconluifuronoessenzialmenteiTizzonieiloropartigiani,cherimaseroquindipadro-nidellacittàdopolasuarestituzione,nel1417,aldominiovisconteo.Solodie-ci anni dopo, nel 1427, Filippo Maria venne costretto a cedere definitivamente Vercelli ad Amedeo VIII, e in quell’anno, finalmente, gli Avogadro poterono rientrare in città, sotto l’egida di una pacificazione generale imposta dal nuovo governo:neeranorimastifuoriperunquartodisecolo.

Èinquestomomentochediventapossibiledistinguere,fraleclausolede-gli accordi stretti nel 1404-5, quelle più effimere da quelle destinate ad avere conseguenzedurature.LaclausolapercuiilcontediSavoiaconservavanellepropriemanilagiurisdizioneenominavailpodestàneicastellidegliAvogadro

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perselasuarilevanzaenonvennepiùrinnovatanelleinfeudazioniposteriorial1427;apartiredaquestomomento lesignorieruralidella famigliarisul-tanoassimilate intuttoepertuttoalmodellocorrentenelducatosabaudo.Incompenso l’immunitàdaidazie tagliedelcomunediVercelliacquistavatuttalasuaimportanza,orachegliAvogadroeranodinuovo,atuttiglieffetti,cittadinidiquelcomune.PuntualmenteleautoritàvercellesifecerocausaagliAvogadro,perottenereche fosserosoggettialle impostecittadinecomeneltempoincuieranosudditidiGianGaleazzoVisconti,nonostanteiprivilegidaessiottenutinelfrattempo;eprevedibilmentelapersero.D’orainpoi,nessu-nadellelocalitàsoggetteagliAvogadrofupiùcostrettaapagareleimposteinsolidoconilcomunecittadino43.

Inconclusione,ilpassaggiodiVercelliedelsuoterritoriodalladomina-zionevisconteaaquellasabaudaacceleròunprocessochestavacominciandoafarsiavvertireanchenelducatovisconteo;ovverol’arretramentodiunmo-dellodiorganizzazionedelterritorioincentratosuicontadicittadini,afavorediunmodello incentratosull’infeudazione44.Larifeudalizzazione, inquestocaso, riflette la prassi operativa di un governo come quello sabaudo, poco abi-tuatoagovernareilterritorioattraversolamediazionedelleautoritàcomunalisottomesse,edigranlungapiùasuoagionellastipulazionediconvenzionifeudali direttamente con i signori locali. Ma è significativo come gli Avogadro, unconsortilecioèdioriginecittadinaepienamenteimpegnatonellalottadel-lefazioniurbane,sianostatiprontiadaccettarequestonuovolinguaggioeacogliernegliaspettivantaggiosiperséeperiproprirustici,lacompletaimmu-nità, cioè, dalla fiscalità urbana; esito in fondo tutt’altro che sorprendente, dal momentochepersecolilanaturadiquestafamigliaerastataduplice,unendoin sé le connotazioni del ceto dirigente comunale e quelle dell’aristocraziarurale. Fra queste, l’identità che risulta vincente è alla fine la seconda, in con-comitanzacolparzialefallimentodeltentativodiorganizzazionedelterritorioperseguitoneisecoliprecedentidalcomunediVercelli.

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PossessidegliAvogadro(Scala1:450000)

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Note*Nellenotesi faràusodelleseguentiabbreviazioni:AST=ArchiviodiStatodiTorino;ASV=ArchiviodiStatodiVercelli;HPM=HistoriaePatriaeMonumenta;PC=AST,Protocollideinotaicamerali;PD=AST,Protocollideinotaiducali1 Gli atti di sottomissione degli Avogadro di Valdengo, Quinto, Cerrione, Quaregna, Benna,Collobiano,MassazzaeCasanovasonoconservatiindueprotocollidell’AST:PC42,cc.6,8v,48,59,72,75,80v,90;PD68,cc.198e202.LostudiopiùrecentesuquestavicendaèlatesidilaureadiL.Cavicchioli,Gli Avogadro di Collobiano tra XIV e XV secolo. Poteri locali e stato principesco nel Piemonte tardomedievale, Università del Piemonte Orientale, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a.1997-98,cuidebbolasegnalazionedimoltidocumentiediverseimportantiosservazioni.2QuestaespulsionerisultadallestesseclausoledegliattididedizionedegliAvogadroaiSavoia,incuisistabilisceche«ipsinobiles,cumeorumconsortibusetamicis,etnemineexceptato,redu-canturincivitateVercellarumetindomibusipsorum...etineodemstatuetgradusicuterantantepresentemguerrametinvasionemfactamincivitateVercellarumperTissoneseteorumadheren-tes,etsicuterantduobusanniselapsis»(PC42,c.59:dedizionedegliAvogadrodiCollobiano,12novembre1404).3PD68,c.212;cfr.F.Ferretti,Le famiglie del consorzio signorile di Arborio nei secoli XIV-XV,in“BollettinoStoricoVercellese”,XXXIII(1989),pp.5-42.Unaltropossibileterminediparago-neèladedizionedeisignoridiRovasenda,avvenutaperòsoltantonel1413:cfr.iltestodell’attopubblicatodaA.Colombo,Il feudo di Rovasenda ultimo difensore dell’autonomia vercellese,in“BollettinoStoricoVercellese”,III(1973),pp.37-48.4«ProutaliinobilesterraePedemontiumsubditidictidomininostri»:PD68,c.202.5G.Chittolini,Introduzione aLa crisi degli ordinamenti comunali e le origini dello stato del Rinascimento,Bologna1979,p.12en.;Id.,La formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado,Torino1979,p.XIV.6Cfr.A.Degrandi,Vassalli cittadini e vassalli rurali nel Vercellese del XII secolo,in“BollettinoStorico-Bibliografico Subalpino”, XCI (1993), pp. 5-45, e A. Barbero, Vassalli vescovili e aristo-crazia consolare a Vercelli nel XII secolo,inVercelli nel secolo XII,AttidelIVCongressostoricovercellese(Vercelli,18-20ottobre2002),incorsodistampa.7 Cavicchioli, Gli Avogadro di Collobiano cit., p. 42 s.; il documento è a Biella, BibliotecaComunale,ArchivioBulgaro.8 Il documento in HPM, Chart. II, doc. 1515. L’ultima generazione dei precedenti signori diCerrioneè rappresentata fra l’altroda«MiloetObertusdeCerrione»,documentati fra il 1142eil1159:Documenti dell’archivio comunale di Vercelli relativi ad Ivrea,acuradiG.Colombo,Pinerolo1905,docc.2-4;Le carte dell’archivio capitolare di Vercelli,I,acuradiA.Arnoldi,G.C.Faccio,F.GabottoeG.Rocchi,Pinerolo1912,doc.163.Inquestistessiannisonomenzionatianche due fratelli Avogadro di nome Milone e Oberto, figli o nipoti di Corrado Avogadro: Le carte dell’archivio capitolare di Vercellicit.,doc.148bis;Le carte dell’archivio arcivescovile di Vercelli,acuradiA.Arnoldi,Pinerolo1917,doc.2;Le carte dell’archivio comunale di Biella fino al 1379,I,acuradiL.BorelloeA.Tallone,Pinerolo1927,doc.12.Propriodalorosembranodi-scendere,sullabaseancoraunavoltadell’onomastica,gliAvogadroinvestitidiCerrionenel1165(«ConradumetUbertumetGuilielmumAdvocatumetitemUbertumdeMagnanoetadvicemetnomineAnselmifratrisistiusConradietGuidonisetAlbertifratrumipsiusUberti,quiomnesdicunturdeCirriono»).9IldocumentoèpubblicatodaG.Ferraris,La pieve di S. Maria di Biandrate,Vercelli1984,p.617.10PerLenta,Ferraris,La pieve cit.,p.619.PerQuintocfr.giàASV,FondoAvogadrodiCasanova,mazzo63,1(1199).11Cfr.adesempioilcasodelcastellodiMongrando,cedutonel1179:I Biscioni,vol.I/2,acuradiG.C.FaccioeM.Ranno,Torino1939,docc.247e255.12LamedesimaambivalenzasiconstatanelcasodiquelramodegliAvogadrochesicollegòvas-sallaticamentealmarchesediMonferrato,unapotenzacioèesternaeperlopiùostilealcomune,eneottenneaunadataimprecisatal’investituradiTrino;ilcasoètuttaviamarginaleinquestasede,giacchéilsuccessivoacquistodiTrinodapartedelcomunediVercellielafondazionedelborgofrancoliquidarononel1214,dietroadeguatorisarcimento,ladominazionesignoriledegliAvogadrodiTrino.Cfr.F.Panero,Due borghi franchi padani. Popolamento ed assetto urbani-stico e territoriale di Trino e Tricerro nel secolo XIII,Vercelli1979,sp.p.46s.,eR.Rao,Fra

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comune e marchese. Dinamiche aristocratiche a Vercelli (seconda metà XII-XIII secolo), in“StudiStorici”,XLIV(2003),p.80.13Cfr.lalistadeiconsoliinappendiceaBarbero,Vassalli vescovili cit.14Perun’analisidellapolitica territorialedel comunevercellesecfr.F.Panero,Particolarismo ed esigenze comunitarie nella politica territoriale del comune di Vercelli (secoli XII-XIII), inVercelli nel secolo XIII. Atti del primo Congresso Storico Vercellese,Vercelli1982,pp.227-262.Laformula«sicutmilitesVercellarum»siritrovaadesempioinIl libro dei «Pacta et conventio-nes» del comune di Vercelli,acuradiG.C.Faccio,Pinerolo1926,doc.29;I Biscioni,acuradiG.C.FaccioeM.Ranno,vol.I/1,Torino1934,doc.12,evol.I/2,Torino1939,doc.417.15Panero,Particolarismocit.,p.229s.,237ss.16Sullapoliticadi fondazionediborghi franchidapartedelcomunediVercellicfr.F.Panero,I borghi franchi del comune di Vercelli: problemi territoriali, urbanistici, demografici, in“BollettinoStoricoVercellese”,XVI-XVII(1981),pp.5-44;R.Rao,Proprietà allodiale civica e formazione del distretto urbano nella fondazione dei borghi nuovi vercellesi (prima metà del XIII secolo), inBorghi nuovi e borghi franchi nel processo di costruzione dei distretti comu-nali nell’Italia centro-settentrionale (secoli XII-XIV),acuradiR.Comba,F.Panero,G.Pinto,Cherasco-Cuneo2002,pp.357-381.17L’analisipiùrecenteèquelladiF.Panero,Schiavi servi e villani nell’Italia medievale,Torino1999,pp.284-287.18Panero,Particolarismocit.,pp.238-245.19 Si veda la definizione data da Francesco Panero, che descrive il districtusvercellesecomel’in-siemedeiluoghiincuisieracreatounrapportofracomuneesignori«iqualisifosserosottopostiallagiurisdizioneurbana,magariattraversounattodicittadinaticopolitico,oppure,trattandosidelclerourbano,avesserocedutoalcomunelagiurisdizionesuperioresuicontadini»(Panero,Schiavi servi e villanicit.,p.284).20Panero,Particolarismo cit.,p.227;Id.,I borghi franchicit.,p.18.21Panero,Particolarismocit.,p.246.22Cfr.supra,n.15.23Panero,Particolarismocit.,p.238.24Ibidem,pp.258-262.25 Per il ruolo dominante degli Avogadro nel comune vercellese del 1243 cfr. C. D. Fonseca,Ricerche sulla famiglia Bicchieri e la società vercellese dei secoli XII e XIII, in Contributi dell’Istituto di Storia Medioevale dell’Università Cattolica di Milano, I, Raccolta di studi in memoria di Giovanni Soranzo,Milano1968,p.243ss.;F.Panero,Comuni e borghi franchi nel Piemonte medievale,Bologna1988,pp.87ss.26AST,Archivio Avogadro di Collobiano della Motta,DivisioneVI,BeniinCossato.27AST, Archivio Avogadro di Collobiano della Motta,mazzo132,doc.3.28ASV,Fondo Avogadro di Casanova,I/26/4.29 AST, Archivio Avogadro di Collobiano della Motta, mazzo 36, doc. 5. Cfr. Cavicchioli, Gli Avogadro di Collobianocit.,pp.54-56.30 R. Ordano, Storia di Vercelli, Vercelli 1982, pp. 198-202; il documento in I Biscioni. Nuovi documenti e regesti cronologici,acuradiR.Ordano,Torino2000,p.65.31Inparticolarenegliannidiguerra1372-77:cfr.Cavicchioli,Gli Avogadro di Collobianocit.,pp.66-73.32FannoeccezioneidirittichegliAvogadrotengonoinfeudodalvescovo,echenonsembranoperòdigrandeestensione:così,adesempio,nel1329IlvescovoLombardodellaTorreinvesteunAvogadrodiCasanova«detotoillorectofeudoquodipseetsuifratrestenentrationabiliterabipsodominoepiscopoetabecclesiaVercellensi»,ovverounottavodelvicecomitatodellachiesadiVercelli,unsestodiduepartidelladecima«villeCasenoveetpoderii»eunfeudoaPalazzolo(ASV,Fondo Avogadro di Casanova,I/26/5).33G.Chittolini,Infeudazioni e politica feudale nel ducato visconteo-sforzesco,inId.,La forma-zionecit.,p.45.34I Biscioni. Nuovi documenticit.,p.100.35SivedaadesempioilcasodiReggio,chevenneunitaalprincipatovisconteopropriomedianteunaproceduraditipofeudale,informadifeudooblatodapartedeiGonzaga,edoveinseguitovennerichiestoall’insiemedeicivesungiuramentodi fedeltà,madovenonrisulta,comenonrisultaaVercelli,chelesingolefamigliedidominiabbianodovutoprestareomaggioaiViscontie

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45Dasignoriaruraleafeudo:ipossedimentidegliAvogadro

riceveredalorol’investituraperlepropriesignorie:cfr.A.Gamberini,La città assediata. Poteri e identità politiche a Reggio in età viscontea,Roma2003,pp.245-249,265-269.36ASB,Archivio Avogadro di Valdengo,mazzo10,registrocartaceodelXVIIIsecolo,cc.15r-28r.Le precedenti concessioni sono tutte trascritte negli atti della causa; alcuni originali in AST, Archivio Avogadro di Collobiano della Motta,mazzi2e65.37Cavicchioli,Gli Avogadro di Collobianocit.,p.70s.38PD59,c.77v;PC76,c.5.39 N. Valeri, Facino Cane e la politica subalpina alla morte di Giangaleazzo, in “BollettinoStorico-Bibliografico Subalpino”, XXXVII (1935), p. 36; R. Ordano, Sommario della storia di Vercelli,Vercelli1955,pp.166ss.40Gliattididedizionesono tutti costruiti secondo ilmedesimo formulario;quieal capoversoseguentecitiamodallasottomissionedegliAvogadrodiMassazza,PC42,cc.75v-76v.41PD68,c.202.42I Biscioni. Nuovi documenticit.,pp.436-437.43LacausacontrogliAvogadrofainrealtàpartediunapiùampiaazionemossadalcomunediVercelliperottenereilristabilimentodellasuagiurisdizionesuldistrictuscosìcomeessosipre-sentavaallamortediGianGaleazzoVisconti;laquestionevenneregolatanelsuocomplessoconunasentenzaducaledel29maggio1434,inAST, Provincia e Città di Biella,I/4.44Cfr.,perunterminediconfronto,ladissoluzionedeldistrictuscittadinocosìcom’èanalizzatadaM.Gentile,Terra e poteri. Parma e il Parmense nel ducato visconteo all’inizio del Quattrocento,Milano2001.

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La territorialità nel Basso Medioevo:

un problema chiuso?

Osservazioni a margine della vicenda di Reggio*

diAndreaGamberini

1. Premessa

Nelpanoramapoliticodell’Italiacentrosettentrionale–miècapitatodiricordarloaltrevolte–lavicendadiReggiorappresentaunodeicasipiùcla-morosidifallimentodelprocessodicomitatinanza:nonsololetantesacchedipoteresignorilenoneranostatecompiutamentedisciplinatedurantel’etàcomunale,manelcorsodelTrecentosidilataronoulteriormente,complicelacronica conflittualità alimentata dai potentati che di volta in volta si affaccia-ronosullaregione(l’Estense,laChiesa,gliScaligeri,iGonzaga,iVisconti,dinuovol’Estense...)1.Sideterminòcosìunclimadiendemicaviolenza,l’humusidealeperpoterilocalichetraevanolapropriaforzadall’azionediprotezionedeirusticiecheeranosempreprontiagiocaredispondafraforzeantagoniste.Ilrisultatofuuncontadoeccezionalmenteincastellato:nonmenodiuncenti-naio erano i castelli che le missive viscontee definivano come privati,cioèchesfuggivano–taloracompletamente–alcontrollodellacittàedelprincipe2.Siriattaronoalcunedellefortezzepiùvecchieesenecostruironodinuove3.L’interoepiscopato,tantoversolaBassaeilPo,quantoversolacollinael’Ap-pennino era dunque ricoperto da signorie di castello; quasi assenti, invece,borghidiunacertaconsistenza,capacidirivaleggiareconlacittàoconido-mini loci:icentrichepuresielevavanoaldisopradellivelloelementaredellavillaechelefontiindicanoconl’appellativoditerra o,piùspesso,dicastrum(«castrumYrberiae»,«castrumCorigi»,«castrumSanctiMartini»,«castrumWalterii»,«castrumScandiani»,ecc.)4, erano in realtà borghi fortificati non solo assai lontani dalla consistenza demografica di quei «castra nobilia»,diquelle «quasi città» che costellavano il paesaggio di altre aree padane, maeranoessistessiilcuorediformazionisignorilicapacidiirradiareilpropriopoteresulleterrecircostanti5.

La signoria rurale era insomma la forma di organizzazione politica piùdiffusaduranteilXIVsecolo.Giàaltrove,misonosoffermatosullafenomeno-logiadelpoteresignorile(lasuaampiezza,isuoilimiti,lesuemanifestazioni),

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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rimarcando come tratto distintivo di molti dominatus del Reggiano la sfa-satura tra il linguaggiodimatricepubblicisticaattraversocui idomini rap-presentavano la propria autorità (la costante rivendicazione del mero e delmistoimperio,talorasostenutaanchedaprivilegiimperialioviscontei;unaproduzionecancellerescaricalcatasuimodellideicoevistatiregionali;unap-parato burocratico articolato in officiali centrali e periferici; ecc.) e le concrete pratichedigovernocuiqueglistessidominisiattenevano:pratichecheeranosaldamenteancoratealrispettodelleconsuetudinilocali(inprimisleformedicomposizionegiudiziariaditiponegoziale,cheescludevanolapossibilitàperilsignorediirrogarelapena sanguinis)echesifondavanosuuncomplicatointrecciodivincolieappartenenze,tracuinonsecondariquelliattivatidale-gamiditipopersonale6.

Nellenotecheseguonomipropongodiriprenderealcunidiquestiultimielementi,sebbene inunadifferenteprospettiva,cosìdaapprofondire laco-noscenzadeiprincipidiculturapoliticachelegittimavanolasubordinazioneadunpotere: l’«obbedienza»,comelachiamanole fonti.L’intentoèquellodimostrarenonsolol’assenzadiunorizzontecomuneaidiversisoggettipre-senti nel contado reggiano (i rustici, i signori, la città, il principe, ciascuno–comesivedrà–mossodallapropriaconcezionedeirapportidiautorità),ma soprattutto il modo in cui i singoli linguaggi politici condizionavano lapercezione degli spazi e i confini delle appartenenze, imprimendo al tessuto giurisdizionale un disegno quanto mai intricato, fatto non solo di enclavese discontinuità – secondo un modello in realtà assai comune e destinato acaratterizzaretuttol’AnticoRegime7–,maanchediambitisovrappostiemal-definiti, che ostacolavano la formazione di stabili quadri territoriali e nei quali vacillava perfino lo stesso principio di territorialità. Con conseguenze destabi-lizzantiperunoStato,quellovisconteo,chevistodaun’angolaturaemilianasipotrebbe forse definire regionale, ma difficilmente territoriale8.

2. L’organizzazione del territorio alla fine del Trecento

NelcorsodelTrecentolosforzodidisciplinamentoterritorialepromossoda Reggio aveva portato alla codificazione di norme che imponevano a ciascun insediamentodelcontado–segnatamenteaognisingolavillaeaognisingolocastrum–dicostituirsiincomune9.Ladisposizioneètutt’altrocheoriginale,presentandomolteanalogiecolpanoramalegislativodialtrecittàpadane,daParmaaLodi,daNovaraaPiacenza:lontaneleepocheincuiilcomuneruraleavevaavutounafunzionediemancipazionedeirustici,quasiun«simbolodilibertà»,essoeradiventatodalpienoDuecentoilprincipalemezzoattraversoilqualeicentriurbaniinquadravanoilterritoriocircostante,creandounsiste-madicollettivitàriconosciuteeresponsabiliinsolidoversolacivitas10.

La vicenda di Reggio consente però di verificare come accanto alla volon-tàdirenderepiùstringenteilcontrollosulcontado,accantoall’opportunitàdi creare una rete di interlocutori istituzionali che potessero garantire lacorresponsione di tutti gli oneri cui il territorio era soggetto, tutt’altro che

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secondariofosseanchel’intentodicondizionareleformestessedell’organiz-zazione politica delle comunità, le loro dinamiche costituzionali, riducendofin quasi ad annullare i margini di iniziativa dal basso, lo spontaneismo che in altreregionicontinuòaispiraresiaiprocessidicrescita,sialetrasformazionicomunitarie11.Dietrolanormacheimponevaavilleecastradicostituirsiincomune non è infatti difficile vedere anche la volontà di contrastare la for-mazionedisoggettipoliticipiùampi,capacidiaggregareipulviscolariinse-diamentidelcontadoedidialogareconlacittàdaposizionidimaggiorforza.L’esperienzadell’UniversitàdelFrignano,nellavicinaMontagnamodenese,costituisce in questa prospettiva l’esperienza federativa forse più matura ecompiuta, cui lo stesso comune di Reggio guardava con sospetto, timorosoche simili modelli istituzionali potessero circolare e diffondersi anche negliAppennini reggiani12.Così,quandonel 1383 losfruttamentodeipascolidelMonte Cusna – oltre il Secchia, proprio verso il Modenese, ma ancora indiocesidiReggio–aprìuncontenziosotraiDallo,iFoglianoeilComunediReggio,quest’ultimononsolorivendicòcondecisionel’appartenenzadell’Al-pealdistrettourbano,manegòconaltrettantadeterminazionechelemoltecomunitàpresentisullependicidelCusnaformasserounauniversitas:alcon-trario,ognivillacostituivauncomuneaséstanteedirettamentesoggettoallacivitas(«SuntcomuniaetuniversitatesdistinctaetseparataquodlibetperseetdescriptainlibrisarchivipublicicomunisRegiiquodlibetipsorumcomuneper se et distincta et separata unumabalio.Et itahabeantur, teneantur etreputanturutcommuniadistinctaetseparataunumabalioetnichilhabentescomunitatisadinvicem»)13.

Secondoglistatutireggianisololevilleconmenodi6fuochi–perlequalievidentementeancheunapparatoistituzionaleelementare(dueconsoli,uncamparo,unnotaio)potevacostituireunonereinsopportabile–avevanolafacoltàdiaggregarsialcomunepiùvicino:unachance,questa,cuiricorserodiverse ville della Bassa, fiaccate dalla carestia, dalla peste e soprattutto dalle guerrechenegliultimidecennidelXIVsecolodevastarono la regioneme-diopadanasenzasoluzionedicontinuità.Ancheinquestocaso,tuttavia,noneranoprevistiautomatismiel’unionedovevaessereautorizzatadallemagi-stratureurbane.Solonellasedutadel6aprile1382ilConsigliodeideputatiad utiliadellacivitasdeliberòchefosseroconsiderate«prounocomuni»levillaelependicidiVicoMartino,lacontradadiGorganza,lependicielacon-tradadelle«Saldine»elavillaeilluogodellaModolena;e,ancora,lavilladiLaguitoequelladiSesso,elevilladiSanTommasoequelladiSanMicheledellaFossa14.

L’assettoterritorialeteorizzatodaglistatutimunicipalinontendevaperòsoloadimbrigliareglisviluppiistituzionalideicentripiùpiccoli;all’estremoopposto della gerarchia degli insediamenti, infatti, un analogo trattamentoera riservato anche ai maggiori borghi fortificati, cui la legislazione urbana nonriconoscevanéparticolariprerogativegiurisdizionali,néquellafunzionediverticediunacircoscrizioneintermediafraicomuniruralielacittàcheèinvecepossibileosservareinaltricontadi15.L’obiettivoeraquellodiappiattire

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e di uniformare il profilo istituzionale del contado su un modello di cellule insediativeimmediatamentedipendentidallacivitas,cosìdafrenareleambi-zionideicentrimaggioriedimpedirecheessipotesserocostituireunpropriopiccolodistrictus,comegiàfacevanoitantissimicastellisignorili.

Inrealtà,giàdurante ladominazionedeiGonzaga(1335-1371)alcunidiquestiborghi–qualiGessoeAlbinea–eranostatielevatialrangodipode-steria, anche se fu con l’avvento dei Visconti la geografia amministrativa del distretto conobbe una nuova e profonda ridefinizione16.Abolitelepodesterierurali,allaretedicomunipresentisulterritoriosisovrappose–almenonellaMontagnaenellacollina–unanuovastrutturaistituzionale,ilvicariato,consedeaFelinaegiurisdizionein civilibus fino a 10 lire17.Secondoundisegnogiàsperimentatoinaltricontadi,iViscontimiravanodunqueacontemperareleaspettativediriconoscimentodelborgopiùpopolosoestrategicamentepiùrilevante – gratificato da Regina della Scala anche con la concessione del pri-vilegiodimercato–conleproprieesigenzedigovernodelterritorio,masenzascontentaretroppolacivitas,ilprimatodellacuicuria,almenonelcriminale,nonfumaimessoindiscussione18.

Se questa a grandi linee era la fisionomia politica e istituzionale del di-stretto,piùmossoearticolatoappareinveceilquadronellarestantepartedelcontado,làdovel’egemoniaurbanacedevaprogressivamentespazialpoteresignorile. Già in quella zona grigia in cui malcerti erano i confini giurisdizio-nalieconcorrentilemiredellacittàedeisignoridicastello–unazona,nonè superfluo ricordarlo, che cominciava già a pochissime miglia dalla cinta urbana–leformedell’organizzazionepoliticadellecomunitàrispondevanoalogichediverse,menocondizionatedaimposizioniesterne.LomostranobenelevicendegiàricordatedelMonteCusnaedellaVald’Asta,doveèpossibilericonoscereunamaggiorecapacitàd’iniziativadapartedeirustici,cheportòallacostituzionediuna,forsedueuniversitates,comprendenticiascuna piùville19. La mancanza di ulteriori riscontri non consente di verificare l’effettiva inclusionediquellaregioneneldistrettourbano,comesostenutodaReggio,opiuttostoneidominisignorilideiDalloodeiFogliano;e,tuttavia,proprioleargomentazionidelledueparentele,determinatearivendicareipropridirittisulCusnainvirtùdellasuaappartenenza,rispettivamente,al«teritoriocastrietcastelançiePioli»,piuttostochealla«curiacastriCarpineti»,consentonodimettereafuocoleformedell’organizzazionepoliticadeldominatusloci ediprincipidiculturapoliticacheneeranoallabase20.

Ancoraall’iniziodelQuattrocentole«castellançie»ele«curie»costitui-vanolepiùdiffusestrutturediinquadramentodellepopolazionidelcontadoreggiano,tantonellaBassa,quantolungolacollinaeladorsaleappenninica.Retaggiodiunaculturapoliticaanticaeppureancorapienamentevigente,lecurie (e con esse le castellanze, sebbene il termine sia più tardo e, come sivedrà, di significato simile ma non proprio coincidente) costituivano dei di-strettiruraliaventiperfulcrouncastello,secondounaconcezionedella«ter-ritorialità»cheindividuavanelcastruml’elementofortecapacedipolarizzareuno spazio giurisdizionale dipendente, generalmente costituito da un certo

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numero di ville21. Ne danno lucida testimonianza proprio i rappresentantideiDalloedeiFogliano,chedopoaveresostenuto l’appartenenzadellaVald’Asta,rispettivamente,al«teritoriocastrietcastelançiePioli»ealla«curiacastriCarpineti»,chiudevanol’argomentazioneascrivendoab immemorabiliilpossessodeiduecastelliaiDalloeaiFogliano22.

Perquantodesignasserostrutturetendentiormaiall’assimilazione,iter-mini «curia» e «castellanza» raramente nelle fonti reggiane di fine Trecento compaiono con riferimento allo stesso territorio, a riprova di una consape-volezza d’uso in cui l’elemento discriminante si può forse intravedere nellasopravvivenzadiantichepreminenze.«Curia»è infattiespressionesoventeriservataaqueicentrichegiàinetàcanossanaesoprattuttopostcanossanaeranostatiacapodiunimportantedistrettosignorileopubblico,taloracom-prendentepiùcastelli (è il casoappuntodellacuriadiCarpineti, inorigineestesaalargapartedellamontagnareggianaepoiridottasiperl’autonomiachede iureode factoraggiunseromoltecastellanzealsuointerno,tracuian-chequelladiPiolo)23.Sitrattavadimagliediuntessutogiurisdizionalelecuidimensionieilcuicontenutosieranoneltempoprofondamentetrasformati,ma comunque capaci di imprimere al territorio un’impronta duratura, chesopravvivevaall’internodeidominatus di fine Trecento (dove ancora si men-zionavanolacuriadiCarpineti,lacuriadiBismantova,lacuriadiBianello,lacuriadiPaderna,ecc.24)echenonvenivamenoneppurenelleterreassoggetta-tealComunecittadino.ValganogliesempidiGessodelCrostoloediCanossa–maaltrisenepotrebbero fare–, terrechedaglihomines continuavanoaessere indicate come «curie», malgrado ormai da oltre un cinquantenniofossero state sottratte ai Canossa e ricondotte sotto il governo urbano (cheformalmentenonriconoscevaquestecircoscrizioni)25.

Il panorama politico offerto dal contado reggiano sembrerebbe dunqueconnotarsiperlatenutadeiquadriterritorialididerivazionesignorileeperlalorosopravvivenza–almenonell’orizzontementaledellepopolazioni,inquel-lo che talora è stato definito come lo «spazio vissuto»26–,malgradolanuovadistrettuazionecittadinaeviscontea:alpuntochelostessoComunediReggio,inalmenoun’occasione,ritenneconvenientefarlevasuldiffusoriconoscimen-to tributato a queste strutture per giustificare le proprie pretese egemoniche suunacuriadicuiinrealtàpossedevasoloilcastrum.Lavicendapresecorponel 1385, all’indomani della decisione di Gian Galeazzo di confiscare due delle principalirocchecanossane,SanPoloeBianello,edireintegrarleneldistrettocittadino:fuallorachelacivitas,nonpagadiunamisurachepureneassecon-dava in modo significativo le aspettative, cercò di erodere le giurisdizioni che i CanossadetenevanoanchesullavicinacastellanzadiMontevetro,richiaman-donel’inveteratadipendenzadallacuriadiBianello27.

Inrealtà,nonostantegliattacchicondottidallacivitas,MontevetrorimasesottoilcontrollodeiCanossaedèproprioladocumentazioneprodottadaisuoiorganidigovernoedeccezionalmenteconservatasi–casopressochéunicotraidominatusreggiani–aconsentirediricostruirel’organizzazioneeilfunzio-namentodiunacastellanza28.Vediamocosìchedellastrutturafacevanoparte

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nel1385seiville-Costa,Corniano,Calinzano,Silvarano,BibbianoeCastelli–e ilcastrumdiMontevetro,sededipodesteriaedimoradeiCanossa,chesullacastellanzarivendicavanoilmeroedilmistoimperioelagladii potestas.Piuttostoelementarel’apparatoistituzionalediciascunavilla,organizzataincomune, con a capo due consoli, mentre le rimanenti cariche comunitarie–qualiilnotaio,ilnunzio,ilcamparoe,soprattutto,ilpodestà–eranoelettedalconsigliodellacastellanza,cuierademandataanchel’individuazionedeicriteri per le esazioni fiscali29.Quellodellacastellanzaeradunqueunambitocompatto e finito, ispirato nella sua costituzione a modelli pubblicistici. O così,perlomeno,volevaapparire…

3. Contro il principio di territorialità: culture politiche a confronto

Per quanto giunti in forma molto frammentaria, gli ordinamenti diMontevetro suggeriscono infatti qualche altra osservazione. L’aspetto cheforse più colpisce è la lontananza dall’articolazione di certe codificazioni coe-ve,elementochelirendeassaipiùsimiliatantecompilazioniduecentesche,poveredalpuntodivistaistituzionaleeideologicoepreoccupatesoprattuttodiregolamentareirapportifraildominuseirustici,acominciaredallacru-cialequestionedelleguardiealcastello30.Epropriosuquestovarràlapenadisoffermarsi.Quelladellecustodiealcastrumdelsignorenoneraquestionedelicatasoloperlasicurezzadellacollettivitàoperlagravezzadell’oneresuglihomines:lasuarilevanzatravalicava,infatti,questiaspettiperassumereunavalenzapolitica fortee inequivocabile,quelladell’obbedienza31.«Facerecu-stodiasadcastrum»,comerivelanoletestimonianzeraccolteinun’inchiestacondottadalpodestàdiReggioproprioconriferimentoaMontevetro,eraattochenellasensibilitàdeglihominescostituivaunindicatoreinequivocabile,si-nonimodellasubordinazioneadunaautoritàsuperiore32.Lastessadottrina,poi,riconoscevaalsignoredelcastellounacertadistrictiosuiconfugientes33:del tuttonaturale,dunque,chegliordinamentidiMontevetro tendesseroastabilirnelemodalità,prevedendoadesempioancheunpegnodapartedegliabitantidellacastellanza,cosìchenessunopotessesottrarsiadunaprestazio-ne gravosa e, al tempo stesso, carica di significati politici.

Masecondivisa,almenofrairusticieisignori,eralacentralitàdelcastrumnello sviluppo di un legame fondato sullo scambio protezione/obbedienza,opposta, nelle rispettive concezioni dei rapporti politici, poteva diventarel’articolazione dei nessi causali. È un aspetto rimasto ad oggi piuttosto inombra,copertodaunaletturaorganicisticadeirapportifradominiehomi-nes, incuiancheletensionie lerivendicazionipiùestremesonostatevistecomel’espressionediunlinguaggiopoliticotuttosommatocondiviso,incuiilprincipioditerritorialitàrichiamatodaidomininoncollideva,maanzisico-niugavaconlavisionepattistadeglihomines34.Arenderemimeticalanaturadelpoteresignorile,adalimentarecioèl’impressionediunaomogeneitàcul-turalefralacittàeilterritoriocircostante,hadelrestocontribuitoinmanieradeterminante il filtro rappresentato dalle fonti, sia quelle di matrice urbana

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(assaiinteressateaproiettaresulcontadolaculturapoliticacittadina,cosìdaaprirespazioall’interventodeitribunalimunicipali),siaquellericonducibiliall’iniziativapolitica dei dominicastri, sempre prontia rivendicare il meroemisto imperio,adatteggiarsiapiccoliprincipieadadottare il linguaggiopubblicistico delle istituzioni formalizzate. Come si cercherà di mostrare diseguito,dietroquestaapparenteconcordiasicelavainveceladivaricazionedeiprincipidilegittimazionepoliticainduedistinteculturedell’autorità.

Perildominus castri,infatti,lecustodieeranosolounodegliobblighichederivavanoaglihominesdall’abitarenelterritoriumdellacastellanza(odellacuria):unobbligochetrovava–masoloinsecondabattuta,quasinefosseuncorollario-lasuacontropartitanelladifesaassicuratadalcastrum.Opposta,invece,laconcezionedellapoliticachesembraispirareirustici,periqualilaprotezionesignorileeralapremessaenonlaconseguenzadiunaobbligazio-ne:afrontediquestoribaltamentodiprospettiva,eraperciòl’attodelconfu-gere ad castrumadattivareloscambioprotezione/obbedienza,rendendocosìlasubordinazionepoliticaunacondizionenonpermanente,matemporanea,inquantolimitataalperiododigodimentodellatutelasignorilee,cometale,suscettibilediinterruzione.Potevaalloracapitarechedifronteallelusingheoalleminaccediundominus castriparticolarmenteintraprendente,gliabi-tantidiunacomunitàdecidesserodiconfugerenelcastrumdiquest’ultimo,rescindendo così il legame di obbedienza contratto col dominus nel cui ca-stello erano soliti riparare. Ne danno lucidamente conto proprio gli officiali viscontei, che nel riferire al principe le difficoltà incontrate nell’esazione dei dazinellacastellanzadiMontevetro,segnalavanoilcomportamentodi«ceterihominesobedientesaliisnobilibusReginis»,anch’essirenitentialpagamentodellegabelle«quiasereducuntaliquandotemporeguerrarumetfugarumadfortiliciumMontisveterietper hoc[ilcorsivoèmio]voluntesseobedientesheredibuscondamdominiGabriottideCanossa»35.

Né il quadro cambia se dalle Quattro Castella ci portiamo all’alta Vald’Enza: fu infatti con la promessa di un più favorevole trattamento fiscale che AndrioloDellaPaludecercòdiconvinceregliabitantideicomunidiGazzolo,Gottano,VettaeColaadobbedirglieanonripararepiùnelcastellodiNigone,atto sul quale – raccontano ancora alcuni testi – si era fino ad allora fondata la dipendenzadiquegliuominidaiTerzi36.

Bene evidente risulta quindi come nella cultura politica degli hominesla collocazione di una comunità all’interno dello spazio giurisdizionale nonfosse stabile, ma potesse attraversare, ridefinendoli di volta in volta, i quadri territoriali(curie/castellanze)cuisirichiamavalaculturapoliticadeidomini.Èanzil’ideastessadiunadipendenzainqualchemodolegataalterritoriodiresidenzaadessererigettatadairustici:unvistosomisconoscimentodelprin-cipiodellaterritorialitàchedivienemanifestonellevicendadiquellecomuni-tà spezzate in ambiti giurisdizionali differenti, definiti non in termini spaziali, madiobbedienzaindividuale.

AncoraaiprimidelQuattrocentogliabitantidellavilladiCaviano–loca-litàincuisorgevaunatralepiùantichepievireggiane–sidividevano«inter

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hominesetpersonassereducentesadcastrumetincastroSanctiPauli,unaparte;ethominesetpersonasdeCavianosereducentesincastrodeMontezaneexalteraparte»:unaveraepropriaspaccaturainsenoallacomunità,rimar-catadallacompilazionediestimiseparati37.Unafratturaancorapiùmarcata,riferisceilTiraboschi,eraquelladegliabitantidellavilladiCervarezza,nel-l’AltaMontagna,divisitral’obbedienzaaidaBismantova,aCarlodaFogliano,aLuigieNiccolòDalloeaGuidodaCanossa38.

Né si trattava di casi isolati. Malgrado gli statuti della castellanza diMontevetro ci presentino – come si è visto – un quadro ordinato, fatto diville individualmente organizzate in comune e collettivamente dipendentidalcastrumdoveesercitavailpodestà,alcunetestimonianzeinformanochegliabitantidiquelleterreeranoinrealtàdivisidalealtàdifferenti.NellavilladeiCastelli,adesempio,nontuttisiriconoscevanoobbedientiaGabriottodaCanossaeaisuoieredi,masolocolorocheeranosoliticonfugerenelcastrumdiMontevetro;glialtri,cheabitualmenteriparavanoaSanPolo,eranoinvecesoggettialsignorediquelcastello:dapprimaNiccolòdaCanossa(cuginodiGabriotto), poi, dopo la confisca del forte e la sua reintegrazione nel distretto, il comune cittadino. Come riferisce un teste, gli uomini vivevano mescolatinellavilla,maciascundominusconoscevaipropri39.

DeltuttosimileilquadrooffertodallavilladiBibbiano,anch’essacompresanellacastellanzadiMontevetro,nonostantecheisuoiabitantisidividesserotracolorochesirifugiavanoinquelcastello–eperquestoobbedivanoaGabriottoepoiaisuoieredi–echiriparavaaBianelloesiriconoscevaobbedienteallacittà(chenel1385erasubentrataaiCanossanelpossessodelcastrum)40.

Adispetto,dunque,deiparadigmipubblicisticiconcuiiCanossapensa-noerappresentanoilpropriodominatus,ilfondamentodelpoteresignorilesembrapoggiaresoprattuttosuuninsiemedilegamipersonali,nellacuiatti-vazionecentraleeralafunzionedifensivadelcastello:alpuntocheglistessidomini,pertentarediarginarelamobilitàdeglihomines,siguardaronobenedalcontrastarelaculturapoliticadelconfugere ad castrum,mal’asseconda-rono,adoperandosipiuttostoperrenderestabileenonpiùsuscettibilediin-terruzionelacondizionediconfugientes.L’escamotage–comemostranoconunacertaricchezzalefonti–venneindividuatonell’ampioricorsoairapportifeudalieallefidelitates:tutticontrattichepermettevanodirivestirediconte-nutinuoviilvincolotrailsignoreeirustici,grazieaclausolechecontenevanoesplicite professioni di obbedienza e che rendevano permanente l’obbligodellecustodiealcastrum del signore (con tutto il corollario di significati che questoimpegnoassumevaperirustici)41.

Anchelasempliceconcessionediunaterraodiunacasadapartediundominus poteva allora costituire l’occasione per cementare o costruire unaobbligazionepolitica.Nel1377,adesempio,GuidoSavinadaFoglianocon-cedevanovebiolchediterranellacuriadiCarpinetiaTaurellode Valcareza,ricevendoneincambioobbedienzael’impegnoallacustodiadi«castra,hono-rancias,rochas,fortilicias».IlFoglianofaceva,dunque,consapevolmenteusodilegamipersonaliperrafforzarelapropriaautorità,masenzarinunciarea

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rivendicareladimensionepubblicaeterritorialedelsuodistrictus:ascansodiequivoci,infatti,l’investituraeraaccompagnatadallaclausola«salvosemperiurecurieCarpineti,nomineetvicecurieCarpineti»42.

Quellocheforseappariràchiaro,aquestopunto,ècomedietroloscontrochelaceravalasocietàreggianafraTreeQuattrocentononfosserosemplice-menteattoridiversiportatoridiinteressiconcorrenti,maancheundibattitoquantomaiaccesosullalegittimitàdelpotere,all’internodelqualesifronteg-giavanoopposteculturedell’autorità.Daunlatoeranolacittàeisignoridelcontado,chepurcoinvoltiinunalottamortale,parlavanoentrambiillinguag-gio della territorialità: differente, semmai, era l’accento, che nel caso nellacivitascadevasullatradizioneregalisticaeimperiale–percuilaiurisdictiopertenevaalsovranoedaquestierastataconcessaallacittàcon laPacediCostanza43–,mentredaisignoridelcontadoerapostoinnanzituttosulposses-sodell’elementofortedelterritorio,ilcastello,secondounaconcezioneancorapiùantica,checonlerivendicazionidelBarbarossaaRoncagliaavevacertodovuto fare i conti – donde la corsa tra molti domini a una legittimazioneanche dall’alto –, ma che a fine Trecento non aveva smarrito tratti di autorefe-renzialità,quasicheilpossessodelcastrumimplicasseipso factolagiurisdi-zionesulterritoriocircostante(lacuriaolacastellanza)44.Esemplare,inque-stosenso,lavicendagiàricordatadellaVald’Asta,rivendicatadaiFoglianoedaiDallo,manonsullascortadiprivilegiimperiali–chealmenonelcasodeiFoglianosonoattestati–,bensìinbasealladichiarataappartenenzadell’Alpe,rispettivamente,al territoriodellacuriadiCarpineti,piuttostocheaquellodellacastellanzadiPiolo,dicuileduefamigliesostenevanoilpossesso45.

Di segno ancora diverso, infine, i principi di legittimazione diffusi tra i rustici, profondamente inseriti in un sistema di lealtà personali costruitesull’obbedienzacheiconfugientesriconoscevanoaldominus castri,piuttostochesuvincolifeudaliefidelitatesvolontarie:unatramadisolidarietàverticalitantofortidascardinaretalorailprocessoditerritorializzazione.

Èdunquesuquestoquadro,giàmoltofrastagliato,chesidispiegòdal1371ladominazioneviscontea,conlesueambizionidicoordinamentoterritorialeeilsuoportatoideologico.L’avventodeisignoridiMilanononcomportòinreal-tà né la semplificazione del quadro politico, né la scomparsa dei tanti linguaggi parlati,ilcuipanoramasiarricchìsemmaidiunulterioreidioma,quellodellastatualità,cheindividuavanelprincipeunanuovafontedilegittimazione.

Consapevoli della forza negoziale dei tanti nuclei di potere locale (benradicati e sempre pronti a minacciare l’adesione all’Estense), i Visconti sicontentarono allora di stipulare patti di aderenza con cui coprire, sotto ilvelosottiledellapropriasuperioreautorità,poteriepraticheinveterate:orariconoscendoaipiùpotentitraisignoridicastellol’eserciziodellepiùampieprerogativegiurisdizionali–nonunadelegad’autorità,comesarannospessoconcepite le investiture feudali nell’età di Filippo Maria Visconti, ma la ri-nunciaadintervenirenelgovernodelterritorio46–;ora,invece,attribuendoaidominipiùpiccoli–mapursemprecapacidiribellarsiodarsialMarchese–ilsolopossessodelcastrum,inunioneconlaclausoladiobbligatorietàdelle

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custodieperlepopolazioniresidenti47.Unespediente,quest’ultimo,checon-sentivalaconservazionedipratichedipotereincentratesullafunzionedifensi-vadelcastello,conmutuasoddisfazionedeldominus castri(chenonperdevailproprioruoloegemonico)edeirustici(periqualilacittàeilprincipenonrappresentavano a fine Trecento un’alternativa credibile al potere signorile)48.

L’edificio statale visconteo si sovrappose, insomma, ai tanti poteri locali, inglobandoli,masenzamettereindiscussionelecultureeletradizionipoliti-chesucuisireggevano:isignoridiMilanosipreoccuparonopiuttostodifarleconvivere in un quadro di apparente (e difficile) coerenza, di cui la trama del tessuto giurisdizionale, con le sue maglie stratificate ed eterogenee - le curie, lecastellanze, ildistrettourbano, ilvicariato,ciascunadellequalidotatadisignificato all’interno di un singolo orizzonte politico -, costituiva il riflesso piùevidente 49.

4. Verso la svolta: il pieno Quattrocento

Il panorama trecentesco sembra dunque connotarsi in molte zone delcontadoperleancordebolisolidarietàcomunitarie,perlalabilitàdeiquadriterritorialie,viceversa,perlaforzadeilegamipersonaliintessutiintornoaldominus castri.Noneracompitodiquestenoteseguireoltrel’evoluzionedeirapportipolitici, indagarne imutamenti inprospettivadiacronica, temicherichiederebberobenaltrospazioechelestessefontiquattrocentesche,menoricchediquelletardotrecentesche,consentonosolodiintravedere.E,tutta-via, se si volessero comunque indicare i primi segni di un processo di ridefini-zionedelleformediorganizzazionepoliticanelcontado,lisipotrebbeproba-bilmentecoglierenellastagionepiùavanzataematuradelgovernodiNiccolòIIId’Este,frailterzoeilquintodecenniodelQuattrocento,nelquadrodellepiùampietrasformazioniseguiteallamortediGianGaleazzo.

Senzaindugiaretroppo,basteràquiricordarecomeilcrollodellapotenzavisconteaavessedeterminatoilveniremenodallascenaregionalediunodeiduepoliattornoaiqualieranosolitiraccordarsiipoterilocali.Peridomina-tussignorilisirestringevanoimprovvisamenteglispazidimanovra:nonsolodiventava più difficile chiedere ai Visconti ciò che magari gli Estensi avevano negato(oviceversa),malastessarivalitàtrasignorottidicastellonontrova-va più la stessa efficace copertura nella competizione fra Stati concorrenti50.Ad uscire rafforzata dal nuovo scenario fu dunque soprattutto la posizionedi Niccolò III, capace di confinare al Piacentino (e solo dal 1421 a Parma) le ambizionimilanesiediporsi suposizionidi rinnovatovigoreneiconfrontideidominatussignorili:unmutamentonegliequilibrilocalisubitopercepitodallecomunità,chealraccordodirettoconlacittàecolprincipecominciaronoaguardarecomeadunaalternativadavveropossibilealtradizionaledominiosignorile. Lo mostra efficacemente la vicenda della villa di Gazzolo, nel medio Appennino,ilcomportamentodeicuiabitanticonobbeunaverametamorfositral’etàvisconteaequellaestense.Soggettaancoraneglianni’70delTrecentoal potere dei Della Palude, rimase in questa condizione fino a quando Bernabò

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ViscontinondecisedidistruggereilcastellodiColaediannetterelacomunitàaldistretto:un’azioneeclatante,condottaprobabilmentecontroundominuscastri ribelle,cuiperònonsiaccompagnòunpiùampioridimensionamen-todelpoteresignorilenellaregione,congrandepreoccupazionedeirustici.Non appena, infatti, questi compresero la difficoltà con cui gli officiali di Reggio potevano spingersi fin nell’Alta Val d’Enza, ricercarono nuovamente laprotezionesignorile,decidendodiripararenelvicinocastrumdiNigoneericonoscendosi per questo obbedienti ai Terzi: la cronica conflittualità della montagnael’incapacitàdell’apparatovisconteodiassicuraretutelaeprote-zioneavevanodunqueindottoivillaniaoptareperilgovernosignorile.Noncosì,però,soltantopochidecennidopo,quando,mutatoilcontestopoliticoregionale,glihomines videro nel dominio estense un’alternativa finalmente realisticaalpoteredeldominus castri.FuallorachegliabitantidiGazzolononsolodeciserospontaneamentedidarsiallacittà,masiopposerorisolutamen-tealtentativoprimadeiDallo,poideiVallisneradiinsignorirsinuovamentedellacomunità51.

Èdunquecol favorediunadiversaepiù favorevolecongiunturapoliti-cachel’Estenseavviòdaglianni ’20delQuattrocentounadecisacampagnamilitareperconquistareidominatusdellamediaealtaValSecchiaeaprirecosì un corridoio con quella che dal 1430 sarebbe stata la neoprovincia diGarfagnana52.Edèinteressantenotarecomedall’interazionefralecomunitàeilmarchesescaturissenonsolounridimensionamentodelpoteresignorilenellaMontagna,dovelesignoriedeiFoglianoedeiDallofuronoinlargaparte(anchesetemporaneamente)riassorbiteentro lemaglieamministrativedelnuovoStato,maancheunmutamentodellaculturapoliticadeglihomines.

Ildialogoconl’Estensecalairusticiinunnuovoorizzontepoliticoefor-nisceinqualchecasoancheundiversolinguaggio,attraversocuilacomunitàpuòpensarsierapportarsirispettoadaltrisoggetti.Èunaspettocheemergepiuttosto nitidamente dai capitoli che le comunità «appena liberate dallatirannidesignorile»–comeenfaticamentesottolineanogliattididedizione–presentaronoalmarchese.Accantoalsolitorepertoriodipetizioni(lacon-cessionedelprivilegiodimercato,l’esenzionedallegabelle,l’immunitàperuncertonumerodianni,lapienavaliditàlegaleperglistrumentinotarilichenoneranostatigabellatiincittà),netroviamoaltrechedannopienamenteilsensodelletrasformazionipoliticheinatto.Giàlarichiestadiscioglimentodaogniresiduovincolofeudale,siaversoentiecclesiastici,siaversolaici,segnalaine-quivocabilmenteiltramontodiunaculturadell’obbedienzaincuitantaparteavevanoirapportididipendenzapersonale53:sisbriciolanoilegamiverticalieparallelamentesiispessiscel’identitàpoliticadellecomunità,cheacquista-nounaconsapevolezzadelproprioruolodiversa,inmolticasinuova.Eccolealloradomandareall’Estense l’assegnazionedeidirittigiàdeldominus loci,dalleterrealmulino54;o,ancora,prodigarsipersubentrareinunaltrocampotradizionalmente controllato dal signore, quale la collazione di uffici e benefici ecclesiasticiinambitolocale.Alcunecomunità,timidamente,silimitanoauninterventonelcontingente,sostenendounpropriocandidatoinoccasionedi

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unavacanza55.Altre,comeCarpineti,tentanoinvecedispuntareilriconosci-mentodiundirittoduraturoenonlimitatoadunasolaistituzione,masututtequellechesorgevanoall’internodiunambitoconsideratoesclusivo,mostran-dodunquelapienaadesioneadunaconcezionealtaepropriamenteterrito-rialedeglispazigiurisdizionali56.Lacomunitàsiappropriapiùdecisamentedellospazioeconilpretestodipiantareleinsegnedelmarchese,chiede«chelo terreno de tutta Carpeneda et de la corte sua sia terminato et confinato»57.Ilrapportotracomunitàeterritorium sembra dunque meglio definirsi, quasi intensificarsi. Definito, infatti, il territorio, i capitoli successivi tendono ad accentuarneglielementigiurisdizionali:laconcessionedelmeroedelmistoimperioalborgoedilriconoscimentodellasuapreminenzasututtelevillecheab antiquofacevanopartedellacuriaedellapodesteriadiCarpineti,compre-salacontestataVald’Asta58.Unarichiesta,quest’ultima,chenonsoloripro-ponevailcontenziosoconPiolo,icuiabitantiavevanopresentatoall’Estensecapitolidianalogotenore,macheaprivaunnuovofronteconlacomunitàdiMinozzo, la quale, liberatasi della dominazione dei Fogliano, era anch’essaintenzionata a ritagliarsi un proprio distretto, chiedendo il riconoscimentodellagiurisdizionesuicentripiùvicinie,piùingenerale,sututtelevillecheavesserovolutoporsiallesuedipendenze59.

IlterzodecenniodelQuattrocentoaprìdunquenellacollinaenellamon-tagnareggianaunastagionedigrandefervorecostituzionale,chevidespessolecomunitàmaggioricercaredisubentrarealdominus lociacapodicirco-scrizionimodellatesulvecchiodistrettosignorile.Eppure,malgradoglisforzicongiuntidiquestecomunitàedell’Estense,quellodellaterritorialitàconti-nuavaadessereunlinguaggiononovunquecondiviso:soprattuttopressogliabitantidellevillepiùpiccole,doveforteseguitavaadesserelaforzapolariz-zantedeicastra,sempreprontiacontendersiiconfugientesdellaregione.

ValgaadesempiolavicendadiViano,SanRomanoeRondinara,piccolicastellinonlontanodaCarpineti,chenel1426NiccolòIIIdecisedicostituire«inunumcommuneetprounocommuni, corporeet collegio»60.Giàpochigiorni dopo l’unificazione gli uomini di Viano scrissero all’Estense per chiede-rechegliabitantidellavicinaPiagna(frattantorimastasenzacastello)trovas-seroriparonelpropriofortilizioenoninquellidiSanRomanoeRondinara.AncoraqualchegiornoepuregliabitantidiSanRomanoavanzaronounari-chiestadianalogotenore,ariprovadell’importanzacheilprincipiodelconfu-gere ad castrumconservavanellamentalitàdeirusticicomeelementocapacediattivareunlegamedisubordinazionepolitica.

Decisa, però, la reazione di Niccolò III, il quale non solo ribadiva «chetutequestecomunitadesianounocorpoetunocollegioalstatonostro»,maprecisavaancheche

tutiinsiemedebanoconferireetconferiscanoalleguardiedequellenostreterreetfor-tezze,perlotempopresenteetperlofuturo.Etcussìallealtrespeseoccorrente,equa-literetequisportionibus,perchénonintendemochedictecomunitadesianodivise,perlomegliodelorcomunitadeetdelstadonostro61.

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Lastrategiaestenseapparechiara.Rendendoresponsabilituttigliabitantidellacircoscrizionedellecustodiedituttelefortezzedellacircoscrizionestes-sa,ilmarchesemiravaadepotenziareilprincipiodelconfugere ad castrumdellesueimplicazionipolitiche:qualechefosseilcastellosceltodairusticiperripararsi,essieranocomunquepartedellamedesimacomunitàpolitica.

Ilprocessodicostruzionedipiùsolidiquadriterritorialiprocedettedun-quepergradi.Direi,però,chemeglioditanteparolelosviluppodipiùfortiidentità comunitarie nel Quattrocento è testimoniato da una fioritura di statuti ruralicheperilReggianononhaprecedenti:afrontedelvuotoduecentescoetrecentesco(conlesoleeccezionideigiàricordatiordinamentidiMontevetroediquellidellacuriadiVallisneraediReggiolo),sonoalmenounadecinaleredazionicompostetrail1440eil147062.Enonèuncasoseall’accresciutospessorepoliticodellecomunitàsiaccompagnòimmediatamenteanchelosvi-luppo di una nuova conflittualità per il controllo dei posti in consiglio e degli altri uffici comunitari, la cui importanza era evidentemente cresciuta rispetto anchesoloadunpassatorecente63.

5. «Territorializzazione» e «principio di territorialità»: un problema aperto

Quellocheallorasipotràdireaconclusionediquestenoteècherispettoallapiùgeneraletendenzaalla«realizzazionenell’organizzazionepoliticadiunprincipioditerritorialità»fraXIIIeXIVsecolo,lavicendadelReggianosembrapresentarecaratteridimarcatadissonanza,siaper lapienavigenzaancora nel Quattrocento inoltrato di un lessico politico basato sulla dipen-denzapersonale,suiprincipidelconfugere ad castrum–lessicocheconlaterritorialitàsiintrecciavasoventescardinandola–,siaperlapermanenzadiambiti giurisdizionali eterogenei e malcerti, che si configuravano come basi assai fragili per la costruzione dell’edificio statale. Non solo il Comune citta-dinononavevaconsegnatoalloStatoregionaleuncontadocompattoebenorganizzato,primopasso«diunveroeproprioprocessodicostruzionestatalesu base territoriale», ma perfino la territorializzazione del dominatus lociri-manevanelReggianounprocessononovunqueconcluso64.

CertolacondizionediReggio,conilsuocontadoincastellatoeindomito,eramoltoparticolare;etuttavia,malgradolecautelesuggeritedallapeculiari-tàdelcontesto,sarebberiduttivorelegarnelavicendanell’ambitodell’eccezio-nalitàodellaresidualità.Semprepiùnumerosi,infatti,sonostatiicontributidistudiochehannoindividuatocomemotivocomuneallastoriadimoltecittàfraDueeTrecentopropriol’incompiutezzadelprocessodiorganizzazionedelterritorioe,viceversa, la tenutadialtricorpi, inqualchecasotantofortidaporsi come interlocutori privilegiati del principe65. L’impressione è dunqueche il tradizionalemodellocittadinodi inquadramentoterritoriale,purnonavendosmarritolesuepotenzialitàeuristiche–soprattuttoseassuntocom-parativamenteconglisviluppiistituzionalid’Oltralpe66–,vadainmolticasisfumato,cosìdarestituireancheilruolodellearistocrazieedeglialtrisoggettipresentinelterritorio.

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Maaldilàdiquestiaspettidiincompiutezzadelprocessodicostruzionedel contado da parte della città, nella vicenda di Reggio c’è probabilmentequalcosa di più. Ad apparire incompiuti e sfrangiati erano infatti gli stessiquadri territoriali di matrice signorile, che si configuravano come spazi giu-risdizionali ai quali non corrispondevano – non sempre perlomeno – am-biti compatti e dotati di confini spaziali riconoscibili, ancorché accidentati ocontesi.È infatti lostessoprincipiodi territorialitàcomeelementoormaiacquisito dello sviluppo politico tardomedievale a non reggere alla verifica delReggiano,doveilegamipersonaliintessutidairusticiintornoaldominus castrisiintreccianoetaloraprevalgonosuappartenenzeterritorialifragilieincerte,destinateaconsolidarsinonprimadelQuattrocentoinoltrato.

Ancoraunavolta,lungidalfaredellacittàemilianaunmodello,essapo-tràpiuttostoessereconsideratacomeunaspia,rivelatricedellaforzacheinparticolari contesti conservano forme di organizzazione politica diverse daquelleincentratesullaterritorialità:ilsegno,dunque,diunosviluppostoricomenounilineareepiùarticolato,incuiconvisseroperlungotempoprincipidilegittimazionedelpotereassaidiversi,chenontrovavanonecessariamenteiproprifondamentineldirittocomune.Sitrattadipratichechelefontidima-triceurbanaesignoriletendonoacoprireconl’ombralungadellaterritoria-lità – quasi che misconoscerle fosse il primo passo per sconfiggerle –, ma che emergonoinveceintuttalaloroforzanonappenacisiimbattainunadocu-mentazionemenomediata,qualequellacostituitadalledeposizionideirusticineiprocessi,piuttostochedallerelazioniinviatealprincipedaisuoireferentilocali67:materialenell’unoenell’altrocasononmoltocomuneperilTrecento,chepochecittàconservano,madallacuianalisilavicendadiReggiopotrebbeuscireunpo’menomarginale68eilprocessoditerritorializzazioneunpo’piùincompiuto di quanto non si sia fino ad oggi ritenuto69.

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TerredelReggiano(Scala1:450000)

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Note* Le note che seguono costituiscono la rielaborazione della relazione presentata al seminarioSignorie rurali e feudi in alcune aree dell’Italia centro settentrionale fra XIV e XV secolo,coord.Federica Cengarle e Giorgio Chittolini (Università degli Studi di Milano, 11-12 aprile 2003) eriprendonotemiequestionicheavevocominciatoadaffrontare inCulture della politica e del diritto a Reggio durante la signoria viscontea (1371-1404),relazionealseminarioSignorie tre-centesche: stato della questione e nuove ricerche,coord.G.M.Varanini(UniversitàdegliStudidiPisa,13febbraio2003).Nellenotesifaràusodelleseguentiabbreviazioni:ASMn=ArchiviodiStatodiMantova;ASMo=ArchiviodiStatodiModena;ASRe=ArchiviodiStatodiReggioEmilia;Comune=ArchiviodelComune;Reggimento =CarteggiodelReggimento;Provvigioni=ProvvigionidelConsigliogenerale;deiDodiciSaggieDifensoridellacittà,deiDeputatisulleentratedelComuneedegliAnziani;Memoriali=LibrideiMemoriali;Giudiziario=Archivigiudiziari,Curiedellacittà;Libridelledenunzieedelleinquisizioni=Libridelledenunzieequerele,delleinquisizioni,degliindizi,deicostituti,delledifeseed’altriatticriminali;Privati=Archiviprivati.1SiaconsentitorimandareperquestiaspettiaA.Gamberini,La città assediata. Poteri e identità politiche a Reggio in età viscontea,Roma2003;Id.,La faida e la costruzione della parentela. Qualche nota sulle famiglie signorili reggiane alla fine del medioevo,in“SocietàeStoria”,XCIV(2001),pp.659-677.Masiosservi,piùingenerale,comelarecrudescenzadeldominatussignorileduranteilTrecentosiaunfenomenoosservabileancheneicontadidimoltealtrecittàdell’Italiacentrosettentrionale.G.Chittolini,Signorie rurali e feudi alla fine del medioevo,inStoria d’Ita-lia,(dir.G.Galasso),IV,Comuni e Signorie: istituzioni, società e lotte per l’egemonia,Torino1981,pp.589-676.2EranolerocchedeidaCorreggio,deiGonzagadiBagnoloeNovellara,deidaSesso,deiRoberti,deiPico,deidaBismantova,deiBoiardo,deidaRoteglia,deiFogliano,deiDallo,deiCanossa,deiManfredi,deiVallisnera,deiTerzi,deiDellaPalude...3Ilfenomeno,probabilmente,presecorpogiànegliultimidecennidelDuecento,inconcomitanzaconlelottetralefazionicittadine.Cfr.A.A.Settia,Castelli e villaggi nelle terre canossiane fra X e XIII secolo,inStudi Matildici. AttiememoriedelIIIconvegnodistudimatildici(ReggioEmilia,7-9ottobre1977),Modena1978,pp.281-303.PeriltardoTrecento:Gamberini,La città assediata cit.Piùingenerale,perunapproccioattentoagliaspettiinsediativiedarchitettonici:F.ManentiValli,Architettura di castelli nell’Appennino reggiano,Modena1987.4 «Terra seu castrum» è ad esempio definito Correggio, al cui interno erano un borgo nuovo ed unovecchio.Cfr.ASRe,Comune,Memoriali,1408gennaio9,c.7r.Pergliaspettiurbanisticie insediativiancorafondamentaleO.Rombaldi,Correggio, città e principato,ReggioEmilia1979.Sull’ambiguitàdelterminecastrum, ora indicante un borgo fortificato, ora una semplice roccaconfunzionimilitariinternaoesternaall’abitato,richiamal’attenzioneA.Settia,Il ca-stello da villaggio fortificato a dimora signorile,inCastelli, storia e archeologia,Attidelcon-vegno(Cuneo6-8dicembre1981),acuradiR.CombaeA.A.Settia,Torino1984,pp.219-228:di qui la necessità di verificare caso per caso l’accezione con cui il termine è usato dalla fonte, soprattutto in un territorio come quello reggiano in cui erano presenti sia borghi fortificati, sia castelligiustappostiaville.L’insediamentopervilleepercastraèricordatoanchedaglistatu-ti.Cfr.ASRe,Comune,Statutidel1335/1371,Liber septimus,cap.LVI,c.146,De consullibus elligendis in qualibet villa districtus Regii,c.101r.Numerosissimiiriscontrinellefontinotarilicome in quelle cronistiche. A mero titolo di esemplificazione si veda per San Martino ASRe, Comune,Memoriali,1405agosto3.PerBorzanoASRe,Comune,Memoriali,anno1406(senzameseegiorno),c.73v.PerGualtieriibidem,c.47r.PerRubieraunabellatestimonianzaènelGazata,chericorda l’esistenzadiunborgoall’internodelcastrum.Cfr.Chronicon Regiense. La Cronaca di Pietro della Gazzata nella tradizione del codice Crispi,acuradiL.Artioli,C.Corradini, C. Santi, Reggio Emilia 2000, p. 170. «Oppidum insigne» era invece definita nei capitoli di dedizione ratificati da Niccolò III d’Este nel 1423. ASMo, Archivio Segreto Estense,Leggiedecreti,B–IV,1423maggio4,cc.160-161.PiùingeneralesivedaancheL.Artioli,Circa castrum Yrberie. La nascita di un borgo franco,Rubiera2003.PerRolocfr.ASRe,Notarile,not.GiovanniBonzagnisenior,b.38,1418gennaio19,c.8r.Traipochissimicastrareggianiavantare una forte consistenza demografica era Correggio, all’interno del quale sorgevano il bor-go vecchio e il borgo nuovo. Difficile stimarne la popolazione, ma secondo una supplica inviata probabilmenteattornoallametàdeglianni’70daGuidodaCorreggioben400sarebberostatiisudditidelCorreggiorifugiatisisulleterredeiGonzagadurantelaguerracondottadaiVisconti

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perlaconquistadiModena.ASMn,Gonzaga,b.1288,1376(?)aprile1,Reggio.Coniltermineborgolefontireggianeindicanodipreferenzagliagglomeratiall’esternodellemuracittadine,incorrispondenzadelleporte.Cfr.O.Rombaldi,La Comunità reggiana nello Stato estense nel secolo XV,in“AnnuariodelLiceo-GinnasioStataleLudovicoAriostodiReggioEmilia”,(1965-67),pp.53-125,p.58.Piùingenerale,varràlapenadirimarcarecomeiltemadellecomunitàin ambito reggiano non abbia goduto finora di grande fortuna. Tra le pochissime eccezioni: A. Campanini, Il villaggio scomparso. Rivalta di Reggio nei secoli IX-XIV, Bologna 2003. UntagliopiùeconomicocheistituzionaleinO.Rombaldi,Note sulla struttura delle comunità ap-penniniche nell’età di mezzo,in“Attiememoriedelladeputazionedistoriapatriaperleanticheprovinciemodenesi”,s.X,vol.IX(1974),pp.221ss.5Suicastra nobilia dialtreareedellapianurapadana(es.Treviglio)cfr.G.Chittolini,«Quasi città». Borghi e terre in area lombarda alla fine del medioevo,in“SocietàeStoria”,XIII(1990),pp. 3-26,ora in Id.,Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia centro-settentrionale (secoli XIV-XVI),Milano1996,pp.85-104.DellostessoautoreancheTerre, borghi e città in Lombardia alla fine del Medioevo,inMetamorfosi di un borgo cit.,pp.7-306Gamberini,La città assediatacit.,pp.109ss.7ComericordaHespanha,caratteristichedellospaziogiurisdizionaledurantel’AnticoRegimeri-masero l’assenza di continuità geografica e dell’esclusività del dominio. A. M. Hespanha, L’espace politique dans l’Ancien régime, in“BoletimdaFacultadedeDireitoUniversitadedeCoimbra”,LVIII(1992),pp.455-510.8 L’espressione «Stato territoriale» fu introdotta dagli anni ’60 per designare lo Stato fiorentino, che si connotò fin dal principio per una incisiva politica di controllo del territorio, di cui erano espressionel’eliminazionedelresiduoparticolarismosignorileeunanuovadistrettuazionechesmagliava e ridefiniva la maglia amministrativa ereditata dalle singole città-stato. Sul dibattito apertosi con riferimento alla Toscana fiorentina basti il rinvio a Lo Stato territoriale fiorentino (secoli XIV-XV). Ricerche, linguaggi, confronti,acuradiA.ZorzieW.Connell,Pisa2001,pas-sim.Laformula«statoterritoriale»èstatataloraestesaancheallealtrecompaginideltardome-dioevo,malgradoperalcunediesse,qualiloStatovisconteooquelloestense,lacrescentecapacitàdicoordinazionepoliticadapartedelprincipenonsisiaaccompagnata–nonovunqueenoninmodopreponderante-allaterritorializzazionedelsuopotere.9Lanormaèsianeglistatutidel1335,siainquellisuccessividel1392.ASRe,Comune,Statuti,statuti del 1335, Liber septimus, Cap. LV, c. 101r; ibidem, statuti del 1392, Liber sestus, Cap.XLIX,c.195v.10SonoaspettimessibeneinlucedaG.Chittolini,La validità degli statuti cittadini nel territorio (Lombardia, sec. XIV-XV),in“ArchivioStoricoItaliano”,CLX(2002),pp.47-78,inparticolarepp.51-53.11M.DellaMisericordia,Divenire comunità. Comuni rurali, poteri signorili, identità sociali in Valtellina e nella montagna lombarda del tardo Medioevo, tesididottoratodi ricerca insto-riamedievale,UniversitàdegliStudidiTorino,XIVciclo(2000-2003),tutoriR.BordoneeG.Chittolini,coordinatoreG.Sergi.12 Sull’esperienza politica del Frignano ancora fondamentale G. Santini, I comuni di valle nel Medioevo. La costituzione federale del Frignano (dall’origine all’autonomia politica), Milano1960.QualchecennoancheinM.Folin,Rinascimento estense. Politica, cultura, istituzioni di un antico Stato italiano,Roma-Bari2001,pp.111-115.MasivedanoancheleconsiderazioniinG.C.Mor,«Universitas vallis»: un problema da studiare relativo alla storia del comune rurale,inMiscellanea in onore di Roberto Cessi,I,Roma1958,pp.103-109.13IlricchissimomaterialeraccoltoinoccasionedellavertenzacheopposeilComunediReggio,iFoglianoeiDalloèinASRe,Comune,Convenzioni,trattati,privilegi,b.1191-1418.Lacitazioneètrattadalfascicolo14,c.13r.Anchefascicolo21.14 Cfr. N. Grimaldi, La Signoria di Barnabò e Regina della Scala a Reggio. (Contributo allo studio della storia delle signorie),ReggioEmilia1921,pp.186-187.ASRe,Comune,Provvigioni,1384aprile6.LasituazionedellevillediModolena,«Saldine»eVigoMartinononmiglioròneglianniseguenti: inunasupplicasenzadata,maposterioreal1388-89,letrecomunitàrammen-tavanochealtempodellariscossionedellatagliaperilmatrimoniodiValentinaViscontieranopresenti 15 fuochi, scesioraa8.ASRe,Comune,Recapitialle riformagioni, s.d.Con i terminipendicioclausuresiindicavanoleterrepostetutt’intornoallacittàperunaprofonditàmassimadi4o5migliaesottoposteacolturaintensiva.Cfr.Rombaldi,La Comunità reggiana nello Stato estense cit.,pp.58-59,64.

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15A.Gamberini,Il contado di Milano nel Trecento. Aspetti politici e giurisdizionali,inContado e città in dialogo. Comuni urbani e comunità rurali nella Lombardia medievale,acuradiM.L.ChiappaMauri,Milano2003,pp.83-137.AncheL.ChiappaMauri,Gerarchie insediative e di-strettuazione rurale nella Lombardia del secolo XIV,inL’età dei Visconti. Il dominio di Milano fra XIII e XV secolo,acuradiL.ChiappaMauri,L.DeAngelisCappabianca,P.Mainoni,Milano1993,pp.269-301.16AncorapocosiconoscedelgovernogonzaghescoaReggio.Lanotiziadell’istituzionedipode-sterieruralièneipattisiglatidaGabriottodaCanossaconGuido,FilippoeFeltrinoGonzaga:nell’occasioneGabriottoottennechegliuominidiBianellononfosserotenutialpagamentodelpodestàdiGessoediAlbinea.ASRe,Archivi privati,Turri,b.39,1347gennaio10,Mantova.17 L’elenco completo delle comunità ricomprese nel vicariato è in Grimaldi, La Signoria di Barnabò cit.,p.129.Inorigineivicariatieranodue,CanossaeFelina,magiàdopopochianniilprimoerastatoassorbitodalsecondo.18IlprivilegiodimercatoèinASRe,Comune,Provvigioni,1373aprile25,Milano.Quantoalpri-matodellacuriaurbananelcriminale,maiinsidiatodalleriformeviscontee,cfr.Gamberini,La città assediata cit.,pp.265-266.19SecondoicapitoliprodottidaiDallo,«locadomusdeBalochis,domusdeBagatulis,villadeLacorvariaetvilladeRipa»formavanoununicocomuneeunasolauniversitàdetta«deAste»,mentrela«villaConstantini,villaMontisOrsarii,villadeRomipravexioetvilladeFebio»eranonella Val d’Asta ma formavano una universitas differente, detta «de Febio». ASRe, Comune,Capitoli,trattati,privilegi,fascicolo14,c.15r.SecondoitestimoniprodottidaCarlino,JacopoeBeltrandodelfuGuidoSavinadaFogliano,invece,«omnesdevillaGornarie,domusdeBagatolis,domusdeBalochis,villadeRipaRotonda,villadeFebioetvilladedomodeConstantiniisetvilladeRompianexisetvilladeMonteOrsario,omniaistalocaconstitueruntetconstituuntVallemdeAste».Ibidem, fascicolo16,1383settembre12.E,ancora,confermavaunaltroteste«quodsemper vidit omnia ista loca, domos et villas et castra facere et constituere Vallem de Aste ettrahereadunumcomuneetomniaonerafacerecomuniteretsempervocaricomunedeAsteetvilas».Ibidem.20IcapitoliprodottidaifratelliNiccolòeAntonioDallodelfuAndriolosonoinASRe,Comune,Convenzioni,trattati,privilegi,b.1191-1418,fascicolo14,cc.14ss.QuellipresentatidaiFoglianosonoinveceallecc.9ress.21NellaprospettivaevocatadaiDalloedaiFoglianolaiurisdictioaderivasìalterritorio(secondolanota formulazione iurisdictio choaeret teritorio),mapertenevaacoluichenepossedeva ilnucleocentrale,ovveroilcastello.Suquestiaspetticfr.G.Andenna,Lo sviluppo delle signorie rurali e le trasformazioni del sistema feudale (secoli X-XV),inStoria d’Italia(dir.G.Galasso),VI, Comuni e signorie nell’Italia settentrionale: la Lombardia, Torino 1998, pp. 77-120, inparticolarep.107.Sullaterritorialitàsivedanoiclassici:P.Vaccari,La territorialità come base dell’ordinamento giuridico del contado nell’Italia medievale, Milano 1963 e Id., «Utrumque jurisdictio cohaeret territorio». La dottrina di Bartolo, in Bartolo da Sassoferrato. Studi e do-cumenti per il VI centenario,II,Milano1962,pp.737-753.UnaparzialerivisitazionedelletesidelVaccariinC.Violante,La signoria rurale nel contesto storico dei secoli X-XII,inStrutture e trasformazioni della signoria rurale nei secoli XI-XIII, a cura di G. Dilcher e C. Violante,Bologna1996,pp.7-56,inparticolarepp.44ss.;Id.,Introduzione. Problemi aperti e spunti di riflessione sulla signoria rurale nell’Italia medioevale,inLa signoria rurale nel medioevo ita-liano,acuradiA.SpiccianieC.Violante,I,Pisa1997,pp.1-9;Id.,La signoria territoriale come quadro delle strutture organizzative del contado nella Lombardia del XII secolo, inHistoire comparée de l’Administration (IVe-XVIIIe siècles), publiés par W. Paravicini et F. Werner,München 1980, pp. 333-344; D. Quaglioni, Giurisdizione e territorio in una «quaestio» di Bartolo da Sassoferrato,inLa signoria rurale in Italia nel medioevo, 3,Attidelconvegnodistudi(Pisa,6-7novembre1998),incorsodistampa.UnariletturamenoideologizzatadiBartoloanche in P. Marchetti, De iure finium. Diritto e confini tra medioevo e età moderna,Milano2001,pp.83ss.ConesplicitoriferimentoalterritorioreggianoindagailtemadellaterritorialitàancheG.Santini,Strutture castellane, plebane e curtensi della Val Secchia e zone adiacenti. Contributo alla storia dell’Appennino emiliano tra medioevo ed età moderna, in “RassegnaFrignanese”,XXV(1985-86),pp.131-185.22Chiarissima,dunque,l’argomentazione:ilCusnaappartieneallacastellanza(oallacuria)>ilcastellodellacastellanzaappartienealdominus>ilCusnaappartienealdominus.SoloinsecondabattutaiFoglianoricordavanoancheiltenoredell’aderenzasottoscrittadalpadreGuidoSavinaconBernabòVisconti.

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23Perquantoampiamentestudiatiper l’etàcanossana, l’organizzazionedelterritorioe il temadelladistrettuazionenonhannosuscitatoanalogointeresseperl’etàcomunale,senonperareecircoscritte.Cfr.A.Tincani,Distretti e comunità altomedievali nell’area padana del Comitato di Reggio,in“BollettinoStoricoReggiano”,a.XX,LXV(1987),pp.3-36;Id.,Le corti dei Canossa in area padana,inI poteri dei Canossa. Da Reggio Emilia all’Europa,Attidelconvegnointernazio-naledistudi(ReggioEmilia–Carpineti,29-31ottobre1992),acuradiP.Golinelli,Bologna1994,pp.253-275;A.Castagnetti,L’organizzazione del territorio rurale nel Medioevo,IIed.,Bologna1982,pp.67ss.;M.Calzolari,Il territorio mirandolese nel XIII secolo: le curie, i castelli e i beni comuni dei Figli di Manfredo,inMirandola nel Duecento. Dai Figli di Manfredo ai Pico,acuradiB.AndreollieM.Calzolari,Mirandola2003,pp.63-110.PiùingeneraleancheTerritori pub-blici rurali nell’Italia del medioevo,Attidelseminariodistudio(SanMarino,18dicembre1992),estratto speciale della sezione monografica di “Proposte e ricerche”, XXXI (2/1993), con contri-butidiB.Andreolli,M.Montanari,P.BonacinieV.Fumagalli.Laframmentazionedeiterritorimatildiciinunapluralitàdisignorieterritorialiincentratesucurieecastellisievinceadesempiodaipatticheidomini sottoscrissero col comune reggiano alla fine del XII secolo. Riscontri nel Liber Grossus Antiquus Comunis Regii (Liber «Pax Constancie»),ReggioEmilia1944eanniss.PerlecuriediPadernaeGesso(1197),vol.I,p.209;perquellediFelinaeCastelnuovo(1197),vol.I,p.213;perlacuriadiBianello(1147),vol.I,p.209.SullacuriadiCarpineticfr.Rombaldi,Carpineti nel medioevocit.,p.127,nonchéSantini,Strutture castellane cit.,cheneldistrictusdiCarpinetiindividuaunastrutturadilunghissimadurata,capacediconservareneltempolapro-priapreminenzagerarchicasuidistrettiminoriformatisifrattantoalsuointerno.24Numerosissimiiriscontri.PerlacuriadiBismantova:ASRe,Comune,Registrideidecretiedel-lelettere,reg.1337-1425,1337gennaio24(aderenzaaiViscontidiAndrioloDallo);perlacuriadiGessodelCrostolo:ASRe,Comune,Memoriali,1374febbraio13;perlacuriadiCanossa:ibidem,1381dicembre21;per lacuriadiCastelnuovoMonti: ibidem, 1377dicembre6;per lacuriadiPiagna,ibidem,1379maggio1;perlacuriadiPaderna:ibidem1384marzo8;perlacuriadiNovi(1380):N.Tacoli,Memorie storiche della città di Reggio,II,Parma1748,p.422;perlecuriediGottanoeBusana:ASRe,Comune,Provvigioni,1382maggio21,Milano;PerlacuriadiCarpineti:ASRe,Comune,Convenzioni,trattati,privilegi,b.1191-1417,fasc.13.(1383vertenzaperilCusna);perlacuriadiQuarantoli:ASRe,Comune,Supplicheelettereaprincipi,s.d.(1385circa);perlacuriadiBianello:ASRe,Comune,CarteggiodelReggimento,1390gennaio12,Reggio.25Numerosissimiiriscontrialladiffusionedelterminecuria:bastinoquiirimandiricordatiallanotaprecedente.Quantoalmisconoscimentocittadinodicurieecastellanzequalispazidotatidiunpropriolivellogiurisdizionale,piuttostoesplicitoeralostatutomunicipale,ilquale–comesièdetto–imponevaaciascuninsediamento(villaocastrum)dicostituirsiincomuneimmediata-mentesoggettoallacivitas.26Cfr.R.Comba,Il territorio come spazio vissuto. Ricerche geografiche e storiche nella genesi di un tema di storia sociale,in“SocietàeStoria”,XI(1981),pp.1-27.27 In realtà, nella riflessione dei giuristi si era ben presto distinto il possesso del castrumdallagiurisdizionesulterritorium.Solounaconcessioneimperialeo,inalternativa,laconsuetudine,potevanocrearel’accessorietàdelrapportofracastrumeterritorium.Valealloralapenadiosser-varecomelacivitas,chepuremisconoscevalavaliditàdellestruttureterritorialisignorili(comebenemostranoisuoistatuti),evocassestrumentalmentelaconsuetudineperfondarelesuepre-tesediriannessionealdistrettodituttoilcomplessoditerrestoricamentegravitantisulcastellodi Bianello. Così, quando solo poco tempo dopo un omicidio venne commesso nella villa deiCastelli,soggettaallacastellanzadiMontevetro,furonoproprioiconsolidiBianelloadenunciarel’accadutoalpodestàdiReggio.Ladifesadell’imputatosiaffrettòasostenerel’incompetenzadelforourbanoeiltrasferimentodelprocessoalsuogiudicenaturale,ilsignorediMontevetro,mailtentativo venne respinto dal podestà cittadino e il procedimento giudiziario si caricò di significati che trascendevano il rilievo criminale per diventare una puntigliosa verifica dei titoli di legitti-mitàdeldominatuscanossano.Cfr.Gamberini,La città assediatacit.,pp.44ss.LadipendenzadiMontevetrodallacuriadiBianello(edunquelasuaappartenenzaaldistrettocittadino)sonoevocati anche in un’altra vertenza, questa volta aperta per la renitenza fiscale degli abitanti della castellanza.ASRe,Comune,CarteggiodelReggimento,1390gennaio12,Reggio.Sulrapportofracastrumeterritorium nella riflessione dei giuristi trecenteschi cfr. C. Danusso, Ricerche sulla “Lectura feudorum” di Baldo degli Ubaldi,Milano1991,inparticolarepp.133-134.Percompren-dereappienoladisinvoltacondottadellacittàdifrontealrapportofracastelloeterritoriovalelapenarichiamareunepisodiooccorsoalcuniannidopo,quandoilcastellodiScandianopassòdaiFoglianoaNiccolòIIId’Este:saputodell’intenzionedelmarchesediconcedereaFeltrinoBoiardo

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nonsoloilcastrum,maanchelevillecircostanti,icivescercaronodiopporsiargomentandoche«Scandianum[est]terranovaquenullamhabetiurisdictionem,datoquodnobillesdeFolyano(Fogliano)sibiusurpaveruntcomuneRegiialiquibusipsisterrisseuvillisquesuntiurecomunisRegis».ASRe,Comune,Provvigioni,1423aprile7.28Ilterminecastellanzaricorresoventenellefonti,sempreadesignarelospaziogiurisdizionaledefinito da un castrum e dalle ville che ad esso afferivano. Per alcuni riscontri all’uso e al signifi-catodicastellanza.ASRe,Comune,Carterelativeapaesi,Correggio,1381(circa);ASRe,Comune,Convenzioni, trattati, privilegi, fasc. 14, 1383 (per la castellanza di Piolo); ASRe, Comune,Memoriali, 1383 maggio 13 (per la castellanza di Dinazzano), ecc. È poi sufficiente scorrere il tenorediunodeitantitrattatidiaderenzachedominireggianistipularonooracoiVisconti,oraconl’Estensepertrovaresempreassociatiicastelliallevilledipendenti.29ASRe,Archivi privati,Turri,b.54.30SuglistatutidellacastellanzadiMontevetrocfr.G.Badini,Le carte dei Canossa nell’Archivio di Stato di Reggio Emilia,inQuattro Castella nella storia dei Canossa,Attidelconvegnodistudimatildici(28-29maggio1977),Roma1977,pp.93-150,inparticolarepp.147ss.Nellostessovo-lumeancheO.Rombaldi,Il potere e l’organizzazione del territorio di Quattro Castella,pp.7-49,inparticolarepp.37-38.31 Sul significato di obbedienza nel linguaggio politico del Trecento si veda D. Quaglioni, «Fidelitas habet duas habenas». Il fondamento dell’obbligazione politica nelle glosse di Bartolo alle costituzioni pisane di Enrico VII,inOrigini dello Stato cit.,pp.381-396.32Moltoespliciteletestimonianzeraccoltenegliattigiudiziari:interrogatodalpodestàdiReggioseunsuoconoscentefosseobbedienteaGabriottodaCanossa,ilnotaioGiovannide Castellisri-spondeva:«faciebatcustodiasadcastrum».ASRe,Archivi Giudiziari,Curiedellacittà,Libridelledenunzieequerele,1388-90,1388agosto22.Misonosoffermatosull’episodioinGamberini,La città assediata cit.,p.116.DellostessosegnolatestimonianzaraccoltainunaltroprocedimentoapertodallacuriaurbanacontroalcuniabitantidellacastellanzadiMontevetro.Inquestocaso,tuttavia,ladeposizionesiarricchivaanchediunulterioreelementorivelatoredell’obbedienza:leprestazionialcastello(manutenzione,riparazioni,ecc.).Ibidem,1386-87,1386novembre29.E,infatti, quando nel 1393 gli officiali viscontei ordinarono agli abitanti delle ville di Piolo, Gazzano eLigonchiodicontribuireallespeseperilrifacimentodellemuradiFelina,ifratelliAntonioeNiccolòDalloebberobuongioconeldimostrarel’infondatezzadellarichiesta:dalmomentocheancheneilorocastellidovevanoesserefattideilavorieconsideratoche«obhocrequixiveruntamicossuossereducentestemporeguerreinfortiliciispredictis»,iDalloottennerol’esenzioneperipropriuomini.ASRe,Comune,Reggimento,1393aprile21.33 G. Vismara, Scritti di storia giuridica, IV, La disciplina giuridica del castello medievale,Milano1988,p.27.LacentralitàdelcastrumnellacreazionediunlegamediobbedienzaèmessobeneafuocoinG.Chittolini,La «signoria» degli Anguissola su Riva, Grazzano e Montesanto fra Tre e Quattrocento,in“NuovaRivistaStorica”,LVIII(1974),orainId.,La formazione dello Stato regionale e le istituzioni del contado. Secoli XIV e XV,Torino1979,pp.181-253,inparticolare200-203.Sugliobblighideiconfugientes,ancheA.A.Settia,Castelli e villaggi nell’Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza fra IX e XIII secolo,Napoli1984,pp.155ss.34CosìperesempioinmoltistudichesirichiamanoaO.Brunner,Terra e potere. Strutture pre-statuali e pre-moderne nella storiografia costituzionale dell’Austria medievale,Milano1983(tra-duzioneitalianadiLand und Herrschaft. Grundfragen der territorialen Verfassungsgeschichte Österreichs im Mittelalter,Wien1965),pp.273ss.(pergliaspettilegatiallaterritorialità)epp.331 ss. (per lo scambio protezione/obbedienza). Non sono mancate, invero, anche le criticheall’organicismobrunneriano,sebbeneessesisianoconnotateperillororadicalismoeperlaten-denzialenegazionedellalegittimitàdelpoteresignorile,vistoprevalentementecomeprepotenzae sopraffazione. Cfr. G. Algazi, Herrengewalt und Gewalt der Herren im späten Mittelalter. Herrschaft, Gegenseitigkeit und Sprachgebrauch, Frankfurt – New York 1996, su cui M.Bellabarba, Violenza signorile, in “Storica”, XVII (2000), pp. 153-161. Di segno non dissimileancheleriservediZmora,cheindividuaneisignorinonsoloiprotettorideirustici,maancheiresponsabilidellaviolenzadallaqualeoccorrevariparareirusticistessi.Cfr.H.Zmora,State and Nobility in Early Modern Germany. The Knightly Feud in Franconia, 1440-1567, Cambridge1997,pp.102ss.Sull’opportunitàdi«indagarelecircostanzed’uso»delrepertorioargomentativodi ispirazione pattista, da intendere quindi «non come il semplice riflesso di una realtà politica già data,ma[come]unarisorsaculturaleperdarecorpoarivendicazionieformulareaspettative,edunqueperincideresullarealtàpoliticamedesima»haopportunamenterichiamatol’attenzioneM.DellaMisericordia,«Per non privarci de nostre raxone, li siamo stati desobidienti». Patto,

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giustizia e resistenza nella cultura politica delle comunità alpine nello stato di Milano (XV secolo), inSuppliche, gravamina, lettere. Forme della comunicazione politica in Europa (sec. XV-XVIII),acuradiC.NubolaeA.Würgler, incorsodistampa.UnaposizioneanalogaèstatateorizzatadaQ.Skinner,Dell’interpretazione,Bologna2001.Cfr.ancheG.A.Pocock,Politics, Language and Time,London1972;A.Black,Political Language in Later Medieval Europe,inThe Church and Sovereignty c. 590-1918. Essays in Honour of Michael Wilks,ed.DianaWood,Oxford1991,pp.313-328.35ASRe,Comune,Reggimento,1390gennaio12,Reggio.36 I nessi su cui si era fondato fino ad allora il rapporto di dipendenza degli uomini delle comu-nitàdaiTerzisiricavanochiaramentedalletestimonianzeraccolteinASRe,Giudiziario,Attieprocessiciviliecriminali(1394-1407),1400ottobre4,Reggio.UnaltrotestericordavapoichelavilladiGazzoloeillocusdiNigoneerano«subunaeteademcapellaetnonpossintstarealiquideNigonequinpropepropinquitatemlociGazolononconversarenturcumipsisdeGazoloetipsideGazolocumipsisdeNigone».Ariprovadellafragilitàdeiquadriterritorialinellaregione,sipotràosservarechenemmenol’appartenenzadegliuominidiNigoneediquellidiGazzoloallamedesimastrutturaecclesiasticaavevaimpeditoaquestiultimidiporsi inprecedenzasottolaprotezionecheiDellaPaludepotevanoassicurareaiconfugientesattraversoilcastellodiCola.Perquestiaspetti,cfr.infra,testocorrispondenteallanota51.37 Nel 1404 il tentativo compiuto dai confugientes nel castrum di San Polo di coinvolgere nelpagamentodeiproprioneriancheiconfugientesnelcastellodiMontezanegeneròunasprocon-flitto, che indusse Ottobuono Terzi, signore di Reggio (e di San Polo, che del distretto cittadino eraormaiparteintegrante)ainviareunpropriocommissario.Questipotécosìconstatarecomefino ad allora «illi de Sancto Paulo fecerunt extimum suum de per se […] et similiter predicti de SanctoPaulofeceruntextimumsuumdeperse».ASRe,Privati,Turri,b.40/I,1404dicembre20. Già in precedenza gli officiali viscontei avevano potuto constatare la frattura politica in seno allacomunitàdiCavianoeanchealloraneavevanoindividuatolacausanellaconcorrenteattra-zioneesercitatasugliabitantidellavilladaicastellidiMontezaneediSanPolo.ASRe,Comune,CarteggiodelReggimento,b.1390(mas.d.).Delresto,quellocomunalenoneranecessariamentel’orizzontediriferimentodeirustici,chepotevanoessereanimatianchedalegamiavvertiticomepiùsolidi(clientele,parentela,ecc.).Suquestitemicfr.C.Wickham,Comunità e clientele nella Toscana del XII secolo. Le origini del comune rurale nella piana di Lucca,Roma1995.38G.Tiraboschi,Dizionario topografico-storico degli Stati estensi,I,Modena1724,p.199.39Gamberini,La città assediata cit.,pp.113-114.LatestimonianzaèinASRe,Giudiziario,Libridelledenunzieedelleinquisizioni,1388agosto22.40ASRe,Comune,Supplicheelettereaprincipi,b.1385-1400,s.d.(maprobabilmente1385).LasituazionedellavilladiBibbianoèaccennata inunasupplicacheAlbertoeGuidodaCanossainviaronoalViscontiall’indomanidell’uccisionedelloropadreGabriotto.41 Sulla diffusione e sul significato dei rapporti feudali – talora in forme piuttosto corrotte – mi sonogiàsoffermatoedunquesiaconsentitorimandareaGamberini,La città assediata cit.,p.124. Un esempio di fidelitas è invece quello offerto nel 1417 da Jacopino fu Pietro de Coxelis,abitatediMontevetro,«choerentie,iurisetiurisdictionisAlberticondamGabriottideCanossa»,il quale contrasse – anche a nome dei fratelli minorenni – una obbligazione «iure fidelitatis et dominii»conAlbertodaCanossa.Nell’occasionepromettevasuivangeliaAlbertoeaisuoieredidi essere in perpetuo homo et fidelis di Alberto, al quale sottometteva sé stesso e tutta la suadiscendenzamaschile.SiimpegnavainoltreaconservareeadifendereibenidiAlberto,lesuegiurisdizionieisuoidirittieanonattentareomacchinarecontroilCanossa,maanziarivelarelemacchinazionidicuifossevenutoaconoscenza.Siimpegnavapoiacustodireisegretidicuidovesseesseremessoaparte,afareleguardieaicastellidiAlbertodigiornoedinotte,a«stareetdemorarisubdominationemetsegnoriam»diAlbertoedeisuoierediedinonsottrarsialdomi-niodiAlbertoedeisuoisuccessorisenondietroesplicitalicenza.InoltredichiaravadiaccettarecheAlbertopotesse«impunecapereetdetinerifacererealiteretpersonaliteradsuamvolunta-temetinquocumquelocoetforoponereetintempusretinereadvoluntatemipsiusAlbertivelheredumetsuccerorum».Lepartidecidevanopoidirimettersialvescovooalsuovicarioperilrispettodell’impegno(inquantogiurato).IldocumentoèinASRe,Privati,Turri,b.40/I,1417agosto26,Bianello.42E,percontro,Taurellode ValcarezagiuravadiesserefedelenonsoloalFogliano,maancheallacuria.IldocumentoèsegnalatodaRombaldi,Carpineti nel medioevo cit.,p.153eripresoanchedaSantini,Strutture plebane, castellane e curtensi cit.,p.140.Mutatis mutandis,unaclausolaanaloga-«salvosemperiurefeudiCurieseucomitatusAlbinee»-compareintutteletransazioni

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patrimonialirogatedalnotaioGiovanniBonzagnisenior.ASRe,Notarile,b.38,quaderno1414-1422.Suivassallorum curieriscontriperilXIIsecoloancheinR.Rinaldi,A Reggio, una città di forte impronta vescovile,inLa vassallità maggiore del Regno Italico. I capitaneinei secoli XI e XII,Attidelconvegno(Verona,4-6novembre1999),acuradiA.Castagnetti,Roma2001,pp.233-262,257n.43 «Omnis iurisdictio et omnis districtus apud principem est». Sul significato delle rivendicazioni delBarbarossaaRoncagliacfr.V.Colorni,Le tre leggi perdute di Roncaglia (1158) ritrovate in un manoscritto perugino (Bibl. Nat. Cod. Lat. 4677),inScritti in memoria di Antonino Giuffré,I,Milano1967,pp.113-170,inparticolare145ss.;K.Pennington,The Prince and the Law, 1200-1600.Sovereignty and Rights in the Western Legal Tradition, Berkeley, Los Angeles, Oxford 1993,pp.8ss.QuantoallaPacediCostanza,essaeraperireggiani ilmanifestodellerivendicazionicittadinesulcontado,veromonumentomeritevolediaprireilLiber iurium dellacittà(ilLiber Grossus,nonacasochiamatoancheLiber Pax Constancie).IlrichiamoaCostanzainoccasionedelleliticoisignoridelcontadoèunacostantenellestrategieprocessualidiReggiodurantetuttoilTre-Quattrocento:alpuntochealcunidominipensaronodi contrastare ilComunecittadinosulsuostessoterreno,negandolavigenzadellaPacediCostanzasullascortadialcuniconsiliadiAlessandroTartagnidaImolaedialtrigiuristi.Gliepisodi,checoinvolseroiCanossa,iGonzagaeiBoiardo,sonoricordatiG.Dolezalek,I commentari di Odofredo e Baldo alla Pace di Costanza,inLa Pace di Costanza. 1183. Un difficile equilibrio di poteri fra società italiana ed impero,Attidelconvegnodistudi(Milano-Piacenza,27-30aprile1983),Bologna1984,pp.59-75,inpartico-larep.65.44Malgrado,infatti,ladottrinadistinguessetrailpossessodelcastrumel’eserciziodellagiuri-sdizione,erainrealtàammessa«unaconsuetudo generalis contrariacheprevalevasullalegge».Vismara,Scritti di storia giuridica,IV,La disciplina giuridica del castello medievalecit.,p.132.Fudunquepersanarequellecheaigiuristiapparivanocomesituazionidefacto–machenelcasodeidominatusreggianipotrannopiùopportunamenteessereconsideratecomesituazionichetro-vavanolaproprialegittimazioneinlogicheesterneaquelledelsistemadeldirittocomune–cheladottrinaelaboròlacategoriadellaconsuetudineprescripta,espedientechecostituivaunabreccia(maforsesarebbemegliodireunvulnus)nellaconcezioneautoritativadiRoncaglia,consentendodiricondurreentrounquadroordinatoitantinucleidipoteresortiextra legem. Danusso,La “lec-tura feudorum” cit.,p.1391n.Secondoalcunigiuristi«laiurisdictio puòlegittimamentenasceredalconsensopopolareincorporatonellaconsuetudineedespresso,conifatti,nellalungaobbe-dienzaenellapatientiaenelriconoscimentodeldominiumsignorile».M.Bellomo,Le istituzioni particolari e i problemi del potere. Dibattiti scolastici dei secoli XIII-XV,inStudi in memoria di Giuliana D’Amelio,I,Studi storico-giuridici,Milano1978,pp.1-40.Citazionedap.8.45LagiurisdizionesullacuriadiCarpineti–intesaancoracomecircoscrizioneampia,daBianelloallepiùaltevetteappenniniche–erastataconfermataaiFoglianodaFedericoIIId’AsburgocondiplomadatatodaHindenburg(oggiZabrze,inPolonia)il25marzo1320.IldocumentoèinuncartulariopergamenaceoconservatoinASMn,Archivio Gonzaga,b.1848.46 Sul significato della politica feudale dei Visconti, soprattutto nell’età di Filippo Maria, si vedano leconsiderazionidiChittolini,La formazione dello Stato regionale cit.,equellediF.Cengarle,La comunità di Pecetto contro i Mandelli feudatari: linguaggi politici a confronto, inquestostessovolume.47SivedanoadesempioitrattatidiaderenzastipulatidaBernabòconAndriolodaBismantovaeconFrancescodaFogliano,rispettivamenteinASRe,Comune,Registrideidecretiedellelettere,1337-1425,1373gennaio24,MilanoeinASRe,Comune,Provvigioni,1372settembre14,Milano.Piùingenerale,sullapoliticavisconteaaReggioesull’ampioricorsoaltrattatodiaderenzacomestrumentodicoordinazionepolitica,cfr.Gamberini,La città assediatacit.,passim.48Sull’incapacitàdell’apparatodigovernovisconteodidispiegarecontinuativamentelapropriaforzanelleterredelcontadopiùlontanedallacittàsitorneràinseguito.Cfr.inparticolareiltestocorrispondenteallan.51.49BernabòeGianGaleazzononriservaronomoltaattenzioneallapregnanzaditerminiqualicuriao castellanza: se essi avevano un significato per le popolazioni locali, i Visconti stessi li utilizza-vano,ancheconriferimentoaldistrettocittadino.Moltoindicativalalittera officidelvicariodiFelina, nella quale l’elenco delle terre soggette alla giurisdizione dell’officiale comprendeva anche le«curie»diBismantovaediCrovara.ASRe,Comune,Provvigioni,1382maggio14,Milano.50IpattisottoscrittidaFilippoMariaViscontinel1421riconoscevanoaNiccolòIIId’Esteildo-minio(atitolofeudale)sullacittàesulladiocesidiReggio,conl’esplicitaesclusionedelleterreedeicastellideiCorreggio,deiRoberti,deiPicodellaMirandola,diAndrioloDallo,diSimoneda

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Canossae,piùingenerale,ditutticolorochefosserostatiriconosciutidalDucadiMilano.Perquantodiversisignoridicastellofosserorimastinell’orbitaviscontea,l’arretramentodellapoten-zamilaneseaPiacenza(edal1421aParma)neavevasensibilmenteridottoilpoteredideterrenzaagliocchidell’Estense.51 Quasi immemori del proprio recente passato, gli uomini di Gazzolo arrivarono perfino a teo-rizzare: «per exempla temporum preteritorum construciones novorum fortiliciorum semperfuerunt destructiones paysanorum et omnium circunstancium». Ma il ricordo delle opzioni aloro disposizione era in realtà ben vivo. Nel 1413 rivolti agli officiali cittadini, dai quali si senti-vano ingiustamente multati, chiedevano immediatamente la cancellazione della condanna «ut[…] non habeant causam sese adherendi seu sese occaxione predicta amicandi et submitendialquibusnobilibus».PerladipendenzadegliabitantidiGazzoloeGottanodaiTerzicfr.supra,testocorrispondenteallan.36.AncheASRe,Comune,Registrideidecretiedellelettere,busta1392-1418,reg.1402-1404,1403luglio21,Milano(CaterinaVisconticonfermaidirittideiTerzisugliuominidiGottano,Gazzolo,GombioeMontemiscoso).LadistruzionedelcastellodiColaadoperadiBernabòèricordatainASRe,Comune,Provvigioni,1413ottobre21,cuisirimandapiùingeneraleperladedizioneall’Estense.Ancheibidem,1418settembre21.Comeindicanoalcunete-stimonianze,nelletrattativechecondusserogliuominidiGazzoloalladirettasoggezioneaReggiocentralefulaquestionedell’approntamentodiuncastruminlocoperladifesadeirustici.«Quello[il comune] di Cola dice avere uno monti chiamato il castellaro da potere leviamente fortificare e liserevinocontentistaresuoreducto.QuellodaVettoeRobecco,intendandoperRobeccotuttilihomenichieranodeAndreolodePaludeelqualelihadatialsignore[l’Estense]etc.,diconoRobecho essere uno forte loco da potere destramente fortificare per modo tutti sareveno salvi in quellolocoeserevenoinsiemedelihomenicircacento».SoloperGazzoloeraqualcheproblemainpiù,dalmomentochenonavevaunpropriocastelloederaassaivicinoaNigone,tenutodaAntonioVallisnera,dacuiperòirusticisieranoappenaliberatiperdarsiall’Estense.Cosìlate-stimonianzadelpodestàdiFelinainASRe,Comune,Reggimento,1426gennaio16.Cfr.anchelaletteraindata1426gennaio20.Ivi.52 Sul passaggio della Garfagnana al dominio estense basti qui rimandare al volume La Garfagnana dall’epoca comunale all’avvento degli Estensi, Atti del convegno (CastelnuovoGarfagnana,13-14settembre1997),Modena1998, inparticolarealcontributodiA.Spaggiari,Dedizione agli Estensi delle terre della Garfagnana,pp.401-410.Piùingenerale,sempreutileC.DeStefani,Storia dei comuni di Garfagnana,in“Attiememoriedelladeputazionedistoriapatriadelleanticheprovinciemodenesi”,s.VII,vol.II,(1923),inparticolarepp.170ss.53GliuominidelcomunediQuerciolachiesero«quodnullasecularipersonacogivelcompelliposse pro affictis et feudis presentis, preteritis et futuris». In particolare domandavano poi l’af-francazionedelcastrumedelsuoterritoriodallagiurisdizionevescovile(cuiiFoglianosieranosostituiti).TrascrizioneinG.Fabbrici,Note su fonti archivistiche per la storia del Querciolese, inIl territorio querciolese e la valle del Tresinaro,Attidelconvegnodistudistorici(Viano,24-25maggio1980),I,ReggioEmilia1981,pp.143-156,inparticolarepp.152-154.(1428luglio3).IlComuneegliuominidiSarzanochieseroinvecechel’abatediSant’Apolloniononpotessepiùcostringerliadalcunaprestazione.ASMo,Archivio Segreto Estense,Leggiedecreti,B-IV,c.300,1427ottobre25.54Èquestaunarichiestacomuneamoltissimecomunità:Viano,Rondinara,SanRomano,Toano,Sologno,Carpineti,SanMartinoinRio(nellaBassa),ecc.Cfr.ASMo,Archivio Segreto Estense,Leggiedecreti,B–IV,passim55ÈilcasodiSanMartinoinRio,temporaneamentesottrattasiaiRoberti,chealmarchesechiesedi provvedere affinché la pieve di Prato venisse assegnata al figlio di Giovanni faber,diPrato,echeilcappellanodiUguccioneContrarinonsiintromettesse.ASMo,Archivio Segreto Estense,Leggiedecreti,B–IV,1430maggio30,cc.375-376.56ComeCarpineti,icuiuominidomandaronoall’Estense«laelectionedituttelechiexealadictacorteetpodesteriade ladictaCarpinede».Icapitolipresentatidallacomunitàcarpinetanaal-l’EstensesonoeditiinRombaldi,Carpineti medievale cit.,pp.149-153,151.57Richiestaallaqualeilmarcheserisposeraccomandandoprudenza:«Fiatetmultumplacetdo-minoquodsupravideturdictoshominessuoscumeorumvicinisbenevellevicinari».Anchelacomunità di Baiso nel 1433 ottenne dall’Estense la determinazione dei suoi confini. Lo ricorda F. Fabbi,Il castello di Baiso in possesso dei Fogliano,in“IlPescatorereggiano”,1957,pp.100-116,p.109.58 In realtà l’Estense riconobbe la subordinazione soltanto di Giandeto, Valestra e Mandra.Rombaldi,Carpineti medievale cit.

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59IcapitolidellacomunitàdiMinozzosonoinASMo,Archivio Segreto Estense,Leggiedecreti,B–IV,1427ottobre6,c.298.PerquellidiPiolocfr.Ibidem,1431febbraio8,cc.396-397.L’EstensecercòdirisolverelaquestionedellaVald’Astaedeisuoipascoli.Cfr.Rombaldi,Carpineti medie-vale cit.,pp.155-162.60ASMo,Archivio Segreto Estense,Leggiedecreti,B–IV,1426agosto19,c.272.61Lalettera,inviatadalmarchesed’EsteagliAnzianidiReggioil26gennaio1427,ètrascrittainF.Coluccio,La feudalità reggiana nel secolo XV,tesidilaurea,UniversitàdeglistudidiMilano,Facoltà di Lettere e Filosofia, relatore G. Chittolini, a.a. 1977-78, p. 126.62La«mancanzadistatutimoltoantichi»sarebbeuntrattocomuneall’interoAppenninoemilia-no.CosìA.Sorbelli,Il Comune rurale dell’Appennino emiliano nei secoli XIV e XV,Bologna1910,p. 136. Manca uno studio complessivo sulla fioritura statutaria nel Quattrocento. Un censimento deglistatutinelReggianoèoffertodaAntonellaCampanininelRepertorio degli statuti comunali emiliani e romagnoli (secc. XII-XVI),acuradiA.Vasina,II,Roma1998,pp.226-334,cuisiri-manda per la bibliografia. Cenni anche in G. Badini, Premessa per un’indagine sugli statuti della Valle del Tresinaro,inIl territorio querciolese cit.,I,pp.141-142.PerReggiolocfr.F.Canova,Gli statuti di Reggiolo nel secolo XIII. Ordinamenti e disposizioni emanati dal Comune di Reggio per i due castelli di Reggiolo,Reggiolo2000.Tralepochissimeedizionirecenti,sipossonose-gnalarequelladeglistatutidiMontecchioequelladeglistatutidiCarpineti.Cfr.,rispettivamente,Magnifice Comunitatis Monticuli statuta,acuradiV.Cavatorti,Montecchio2002,nonchéG.Badini,Gli statuti di Carpineti,inCarpineti medievale cit.,pp.303-394.63 La crescita della conflittualità per il controllo degli uffici comunitari è messa in evidenza da M. Folin,Rinascimento estense. Politica, cultura, istituzioni di un antico Stato italiano,RomaBari2001,pp.106ss.64 Cfr. L’organizzazione del territorio in Italia e Germania: secoli XIII- XIV, a cura di G.Chittolini eD.Willoweit,Bologna1994, inparticolare i saggi diG.Chittolini,Organizzazione territoriali e distretti urbani nell’Italia del tardo Medioevo,pp.7-26(citazionidap.8)ediG.M.Varanini,L’organizzazione del distretto cittadino nell’Italia padana dei secoli XIII e XIV (Marca Trevigiana, Lombardia, Emilia),pp.133-233;S.Bortolami,Frontiere politiche e frontiere reli-giose nell’Italia comunale: il caso delle Venezie,inCastrum,IV,Frontière et peuplement dans le monde méditerranéen au moyen âge,Roma1992,pp.211-238;G.Chittolini,Poteri urbani e poteri feudali-signorili nelle campagne dell’Italia centro settentrionale fra tardo medioevo e prima età moderna,in“SocietàeStoria”,LXXXI(1998),pp.473-510.Piùingenerale,ancheC.Violante,Per una storia degli àmbiti. La spazialità nella storia,inRealtà e idee della storia. Quinto convegno culturale di Studium d’intesa con l’Istituto della Enciclopedia Italiana, in“Studium”,1991,pp.861-879.65PergliassettinelParmensesivedanoM.Gentile,Terra e poteri. Parma e il Parmense nel du-cato visconteo all’inizio del Quattrocento,Milano2001;Id.,«Cum li amici et sequaci mei, qualli deo gratia non sono puochi». Un aspetto della costituzione dei piccoli stati signorili del Parmense (XV secolo),inUno storico un territorio cit.;R.Greci,Parma medievale. Economia e società nel Parmense dal Tre al Quattrocento,Parma1992;perilPiacentinoD.Andreozzi,Piacenza 1402-1545. Ipotesi di ricerca,Piacenza1997;A.Gamberini,Il cartulario Scotti fra memoria familiare e cultura pattista,inUno storico e un territorio. Vito Fumagalli e l’Emilia occidentale,Attidelconvegno(Parma,11-12ottobre2002),acuradiR.GrecieD.Romagnoli,incorsodistampa.PerBergamoeBrescia,dovemoltecomunitàemoltisignoriavevanoottenutoprivilegidaiVisconti,sivedanoleosservazioniinDellaMisericordia,«Per non privarci de nostre raxone, li siamo stati desobidienti» cit.MailquadrodeicontadichenelTrecentosiconnotavanoperlaforteframmen-tazionepoliticapotrebbeallargarsiaPavia(laLomellinael’Oltrepòsononotoriamenteterredisi-gnoriedicastelli,doveconservavanopotereecastelliiSannazzaro,iBeccaria,icontidiLomello,iBottigella,iGiorgi,ecc.).CenniinE.Roveda,Le istituzioni e la società in età visconteo-sforzesca,inStoria di Pavia,III/1,Dal libero comune alla fine del principato indipendente,Milano1992,pp.62-65;ancheM.Merlo,I Beccaria di Pavia nella storia lombarda,Pavia1981.Conriferimen-toalQuattrocentosivedailcontributodiNadiaCoviniinquestostessovolume.PerilMilanese,dovesecondoGalvanoFiammasoloametàTrecentosarebbestatoridimensionatoilparticola-rismosignorile,siaconsentitorinviareaGamberini,Il contado di Milano cit. Perfino il dominio fiorentino, tradizionale paradigma di un precoce disciplinamento del dominatusloci,presentavaancoranelpienoTrecentoareeincuiforteerailpoteresignorile,comeharimarcatoPaoloPirillonellarelazionepresentatainquestostessoseminario.PiùingeneraleP.Pirillo,Costruzione di un contado. I Fiorentini e il loro territorio nel Basso Medioevo,Firenze2001.66LoricordabeneChittolini,Poteri urbani e poteri feudali-signorili cit.,p.480.L’ideadiuna

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cittàstatocherealizzaquasicompiutamentelaconquistadelsuocontadoecheconsegnaalloStatoregionale un blocco territoriale compatto può avere una sua utilità didascalica, ma la semplifica-zione indotta è tale da deformare fino a rendere irriconoscibile un processo assai complesso, da cui rischiano di uscire sacrificati quei poteri locali sulla cui vitalità in diversi hanno insistito negli ultimianni,almenoconriferimentoaldominiovisconteo.Occorreràforsechiedersisenonsiastatasopravvalutataladimensioneideologicadellacomitatinanzaadispettodiquella«costituzio-nemateriale»piùvolteevocataproprioconriferimentoalloStatoregionale.LavaliditàgeneraledelmodellocittadinodiorganizzazionedelterritoriohatrovatoecoancoranellarecentesintesidiI.Lazzarini,L’Italia degli Stati territoriali. Secoli XIII-XV,RomaBari2003,secondocui«talecarattereoriginariodellaterritorializzazioneabasecittadinasiproiettainquestaregioneanchesulla struttura degli stati sovracittadini a fine Trecento e nel pieno Quattrocento: queste forma-zioni,comeilducatodiMilanoo,inminormisura,ilducatoestense,sicompongonodiunmo-saicodicittàsoggette,alorovoltaanticocentrodiunbinomiocittà-contadolecuicaratteristichesono omologhe a quelle della dominante». Citazione da p. 99-100. Un quadro più sfumato inM.Ginatempo,Le città italiane del XIV-XV secolo,inPoderes públicos en la Europa Medieval: Principados, Reinos y Coronas,23Semanadeestudiosmedievales(Estella,22-26julio1996),Pamplona1997,pp.149-207,maancheinVaranini,L’organizzazione del distretto cit.67«Quandoesistonoledeposizionitestimonialirisultanofontiparticolarmentegraditenonsoloperlaricchezzadellorocontenuto,inpartemitigatadalpesomortodelleripetizioni,maancheperlosguardodiversocheconsentonodigettaresullerealtàscomparse».J.-C.MaireVigueur,Giudici e testimoni a confronto, in La parola all’accusato, a cura di J.-C. Maire Vigueur e A.ParaviciniBagliani,Palermo1991,pp.105-123,107.PiùrecentementeancheA.Esch,Gli inter-rogatori di testi come fonte storica. Senso del tempo e vita sociale, in“Bullettinodell’IstitutoStoricoItalianoperilMedioEvo”,CV(2003),pp.249-265.68Perl’areaparmenseepiacentinaaiprimidelQuattrocentopiùd’unsospetto,adesempio,gene-railraccontodiqueltesteche,interrogatosulladipendenzadegliuominidiMercatodaimarchesiPallavicinidiPellegrino,ricordavacome«temporeguerrarummarchionesdePelegrinoreceptareinterrissuishominesvillarumincapitulonominatorum[…]etvillasipsastenere,ethominibusipsarumiusticiamministrare».Lostessotesteaggiungevaperòche«postquamillusterdominusnoster dominus dux Mediolani rehabuit dominium civitatis Parme, ipsi homines cessaveruntreducere in terrispredictorummarchionum,et ipsimarchionescessaverunteishominibus iu-sticiamministrare».Benchiaro,dunque, ilcaratteretemporaneodelladipendenza, limitatoalperiododigodimentodellaprotezionesignorile:cessataquella,cessòancheladistrictiodeimar-chesi.IlpassoètrascrittoinG.Chittolini,Il luogo di Mercato, il Comune di Parma e i marchesi Pallavicini di Pellegrino,in“NuovaRivistaStorica”,LVII(1973),orainId.,La formazione dello Stato regionale cit.,pp.101-180,140.Giàutilizzateperdarevocea«quellefascedipopolazione,integrateomenonellasocietàtardo-medievale,chenonhannolasciatoaltratestimonianzaarti-colatadisé»,lefonticriminalipotrebberoaltrettantoegregiamenterestituirequeglielementidicultura politica diffusi tra i rustici e raramente ripresi nella riflessione dei giuristi. Più in generale, sullepossibilitàofferteallostoricodallefontigiudiziarie,cfr.I.Lazzarini,Gli atti di giurisdizione: qualche nota attorno alle fonti giudiziarie nell’Italia del Medioevo (secoli XIII-XV),in“SocietàeStoria”,LVIII(1992),pp.825-845(citazionedap.829).PerunaricognizioneadampioraggiosullefonticriminalibastiilrinvioaA.Zorzi,Giustizia criminale e criminalità nell’Italia del tardo medioevo: studi e prospettive di ricerca,in“SocietàeStoria”,XLVI(1989),pp.923-965.Frail1989eil1991larivista“Ricerchestoriche”hapoipubblicatounaseriedirassegneregionali,cuisirimandaperpiùpuntualiindicazioni.69Latesidella«territorialitàdeidirittisignorilinellasignoriaterritoriale»èprobabilmentel’esitopiù alto e maturo della riflessione di Cinzio Violante, che considera questo processo pressoché concluso con il XII secolo; le uniche smagliature ammesse da Violante si crearono perché «cifuronosignoriecheandaronoperdendoilcarattereterritorialeinquantoinessedirittiepoterisilegaronoallesingoleterreeinsiemeconquestevenivanoalienate».CosìinViolante,La signoria rurale nel contesto storico dei secoli X-XII cit.,citazionedap.50.Piùarticolatoeapertoasolu-zionidimaggiorecomplessitàilquadrodelineatodaGiovanniTabacco,perilqualedominazioneacarattereterritorialeefedeltàpersonalinoncostituivanosituazioninecessariamentealterna-tiveeantitetiche,maformediorganizzazionepoliticachesicompenetravano.Cfr.G.Tabacco,Egemonie sociali e strutture del potere nel medioevo italiano,Torino1979,pp.241ss.QualchecennoancheinS.Carocci,Signoria rurale e mutazione feudale. Una discussione,in“Storica”,VIII(1997),pp.49-91.

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Costituzione e funzionamento dello

“Stato vermesco”

(fine del XIV - metà del XV sec.) *

diPierreSavy

Conquestointerventovorreitratteggiare,perquelcheconsentelalacu-nositàdellefonti,lacostituzioneeilfunzionamentodiunoStatosignorileefeudale tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo: lo Stato vermesco, chedeveilsuonomeadunafamigliadicondottieri,iDalVerme,originariadiVeronaeradicatasiinLombardianelcorsodelXIVsecolo1.Inparticolaretrat-teròdiqueiprimogenitiche,digenerazioneingenerazione,sisonosuccedutialverticedelloStato:Luchino,JacopoeLuigi2.Apartiredaglianni1360,che,quasiincoincidenzaconlamortediLuchino,segnanol’iniziodelradicamentofeudaledellafamiglia,èpossibileappuntostudiarelacostituzionediquestoStatoeraccontarne il funzionamento,analizzando lemodalitàdell’eserciziodelpoteredapartedeiDalVerme,einchecosasiaconsistitotalepotere,seb-beneleduefasi–costituzioneefunzionamento–sianoquidistintesoloperchiarezzaespositiva:loStatovermesco,vadasé,nonfumaistaticoecostitui-tounavoltapertutte,ecominciòa«funzionare»appenafucreato.Laquestio-neèsaperequaletipodistatualitàpropriahapotutocostruireunafamigliachedevetuttoalprincipe,oppurequalisiano,nellafattispecie,lerelazionidelfattofeudaleconilfattopolitico.

IlperiodooggettodiquesteosservazioniabbracciagliannichevannodalradicamentodeiDalVermeinLombardiaallamortediLuigi(1366-1449):unperiodofeliceperlafamiglia,soprattuttoneidecenni1370,1400e1440.L’areaconsiderataèquellalombarda,ossialaparteoccidentaledelloStatovermesco,veroeproprioarcipelagodivisoinduegruppidi«isole»,unolombardoeunoveneto.PrimadiquellooccidentaleeranatoinfattiunpiccoloStatovermescoorientale,veneto,concentratosoprattuttonelVeronese,dicuinonsiparleràinquestaoccasionemadellacuianterioreesistenzaèopportunonondimen-ticarsi:lafamiglia,originaria,comesièdetto,diVerona,avevainfattilegatola sua ascesa al servizio degli Scaligeri, e fino al 1436-1440 aveva mantenuto proprietà,terreegiurisdizioninellaRepubblicadiVenezia.

Idocumentiutilizzabilinonsonoperniente«completi»e«oggettivi»:seènotalapenuriadifontiperilperiodovisconteo,ètuttaviapossibilescrive-reunastoriapiùdettagliatadelloStatovermescod’epocasforzesca,quandoormai è cominciato il suo tramonto. C’è di più: la specificità delle fonti produce

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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effetti ovvi, ma difficilmente trascurabili. Il loro carattere famigliare e quindi di parte restituisce una prospettiva – per così dire – ottimistica, che rendedifficile dar conto della caduta di questo Stato verso la fine del Quattrocento. QuantoalladimensionepiùconcretadelfunzionamentodelloStato,èquasiimpossibilefarseneun’ideaprecisa,permancanzadidocumentazione.Lefon-tiprovocanodunqueconseguenzecheèindispensabiletenerpresenti.

1. I fondamenti del dominio vermesco

Inchiochecosariponefondamento ilpoteredeiDalVerme?Aquestadomanda, Luigi Dal Verme avrebbe probabilmente risposto: «i signori diMilano»,chesonod’altrondeisuoidatoridilavoro3.InfattiiDalVermesonodeicondottieridioriginecittadina(circostanzaassairara)4eaddiritturacontuttaprobabilità«comunale»piuttostoche«capitaneale»5,maconoscerannolastessasortedellamaggiorpartedeicondottieri:laterritorializzazione,pro-cesso mediante il quale si concede a un beneficiario che si vuol rendere fedele unaricompensadinaturaterritoriale.Paradossalmente,saràproprioquestaricompensaafarsìcheprevalgainluiilsignoresulcondottiero.Cosìlegran-discansionidellastoriadiquestoStatocoincidonoconlastoriadeirapporticonilpoterepolitico:lacronologiasignorileequellapoliticasonomescolate,inquestastoriachenonèpuramentesignorile.IDalVermesonounesem-piodiquestaaristocraziadigovernofedeleenuovacheiViscontiprovanoacreare,elelorosignorieruralidipendonodalprincipe,lacuipoliticafeudalefucomplessaemutevole6.Piùvolte,isignoridiMilanotentaronodilimitareiprivilegideifeudatari7,edègeneralmenteammessoche,nelcomplesso,laloro politica fu anti-signorile. Per essere più precisi, diciamo che volevano,piùchedistruggerelafeudalità,creare«unanobiltàlorocuiappoggiarsiedicuipot[er]essereabbastanzasicuri»8.NelXIVsecolo,ilricorsoall’investiturafeudalerestaeccezionaleelimitatoadareeditradizionesignorile,appenni-nicheinparticolare9.IlradicamentoterritorialedeiDalVermes’inserisceinquestoquadro.

LacostituzionedelloStatovermescosirealizzainpiùtappe.Laprimaon-datadiinfeudazioniviscontee(1370-1380)siinserisceinuncontestopoliticoemilitarebenpreciso,dalqualeiDalVermenonsisonoancoraemancipati.Dopoilbandodel1354(cheterminasolonel137710),iDalVermeservonopre-valentementeMilano,masenzatrascurareVenezia(comenelcasodiLuchinoaCretanel1364)11.LavittoriadiJacoposuGiovannid’Armagnac,nel1391,lacuimemoriarestaforteneidecennisuccessivi12,contribuiscemoltoadaccre-scerelasuagloria.IDalVermesonopresentinelVeroneseassiemeaiViscontiquandoquestiultimis’insignorisconodellacittàveneta13; poi, alla fine degli anni 1400, dopo essere stato fedele alla duchessa Caterina, vedova di GianGaleazzo,JacopotornaalserviziodiSanMarco.Dal1409(mortediJacopo)al1436,laRepubblicaèilpoloprincipaledell’attivitàdiLuigi;inquestoperiododirevivalveneziano, iduchidiMilanosi limitanoaconcedereconfermedisignorieinLombardia14. Nel 1436, infine, il definitivo tradimento ai danni di

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Venezia15,conl’infeudazionedecisivacheessorendepossibile,apreilperiodo1436-1449.

Ineffetti,tuttodipendeancoradalquadropolitico-militare:ilDalVermeèalserviziodeiVisconti;lecondottenonsonoaffattounaformadipatronage:costituisconopiuttostounappoggiomilitaretalvoltadecisivoperilduca,eunafontediredditiimportanteperilDalVerme.Quest’ultimoèvassallodelduca,enonhamododiaffermareilcontrario:nonsitratta,nelsuocaso,dipossessoab immemorabili, né di possesso allodiale, né di antica concessione comu-nale,madiunapresenzaoltretuttorecentesulterritorio,volutadalsignorediMilano.LoStatovermescoènatodalpotere,dallagraziadelVisconti,chehannobisognodeiDalVerme;cosìcomehannobisognodiloroalcuniuominidiChiesa,inparticolarevescovie/oagostiniani.IDalVermesonouominideiVisconti:senecessario,gliuominidiGianGaleazzocontroBernabò16.

JacopoottienedaGianGaleazzoalcuneinfeudazionidecisive.Laformadelle concessioni varia poco: nelle investiture più importanti si ripetono lestesse formule. Il feudo è definito nobile et gentile, antiquum, paternum et avitum,edèconcessoconilmerum et mixtum imperium,lagladii potestasel’omnimoda jurisdictio(cosìperletreprimeinfeudazionimaggiori,del21ottobre1378,del2agosto1380edel15gennaio1383;lagranpartedelprimogruppod’infeudazioni si concentra infattineglianni 1370-1380)17.Restadaparagonarelarealtàdellaprassisignorileconquesteconcessioniambiziose.

Il secondo momento decisivo della costituzione dello Stato vermesco siproducenellaprimaveradel1436:il23marzo,LuigiottienedaFilippoMariaVisconti la conferma di ciò che suo padre e lui stesso avevano ottenuto inprecedenza(Roccad’Olgisio,laValPecorara,Romagnese,Poviglio–dicuiiDalVermesonosignoridalungotempo–eFortunago)18;poi,il23maggio,l’infeudazione principale, che comprende Voghera, Castel San Giovanni eBobbio19. Di conseguenza, tutti i suoi possedimenti veneti vengono confiscati. Negli anni successivi, egli ottiene alcuni altri feudi che completano questagrande infeudazione. Così lo Stato vermesco, propriamente, è creato e nonriconosciutodalduca(è,questa,unanettadifferenzaconun’altrafamigliaconlaqualeiDalVermehannoparecchipuntiincomune:gliAnguissola,lacuire-centepotenzavienelegittimatadalduca)20. Ciò non significa che i Dal Verme sianocompletamente sottomessi: conservanouncertomarginedimanovraedinegoziazione,cheadognimomento,inparticolare,lascialoroapertalapossibilitàditradire(comehannofattonel1436).Mailruolodelducarestadeterminante.

SipuòcosìconsiderareloStatovermescocomeunaricompensa.Lafun-zioneprincipaledelfeudosarebbequelladiricompensareilcondottieroperisuoimeriti–spiegazioneingenua,puòdarsi;manonèforseverochepreci-samentedi«ricompensa»lefontiparlanoinmodoesplicito?Bisognainfattievitared’interpretareil feudoinmanieratroppofunzionalistica.Èpossibilecheilfeudoabbiamillealtrefunzioni,malasuafunzioneintenzionaleèquel-ladiricompensareivassalli.L’attodel21ottobre1378illustrachiaramentequestaidea21.Gliattidicessione,infeudazioneeprivilegioinsistonosempre

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su questo aspetto, nel preambolo: è tipico leggere «considerantes erga nosmerita»22. Certo, queste infeudazioni vanno anche ricollegate a uno scopodi «fidelizzazione» dei condottieri e non al solo desiderio di ricompensarli23.Credoperòchetalespiegazioneabbiaqualchefondamento:c’èunareciprocità–l’infeudazionedel23maggio1436dàdavverol’impressionechelacapacitàdilegittimareed’infeudarevengascambiataconlacompetenzamilitare.

Èpossibilericonoscere,nelprocessodicostituzionedelloStatoverme-sco, una logica territoriale, senza rifiutare in maniera sistematica ogni con-tingenza?C’èqualcosadiarbitrarionelmodoincuiiDalVermesiradicanoinLombardia,elacoesionedellorodominioèsoloretrospettiva.Nontutteleterrevermeschesonoconcentrate;siesitaesibalbettaprimadipuntaretuttosul Piacentino: i feudi non raggruppati sembrano, a posteriori, dei radica-mentimancati.ÈchiarochelapoliticafeudaledelsignorediMilanoèempi-rica.Esisteperòunalogicastrategica.Inquestoquadro,loscambiodiViganònel 1400 con alcuni beni situati nel Veronese sembra quasi la riparazionediunerrore–quellodiaver installato iDalVermecosìvicinoaMilano24;e lacollocazionediJacoponelVeroneseesprimechiaramenteunavolontàdi strumentalizzarlo a fini di controllo territoriale25.IlPiacentinoècomeunconfine del dominio visconteo, dove si tende più volentieri a infeudare, a se-parare,adalienare.Lalogicastrategicafunzionachiaramente,nel1436,perCastelSanGiovannieVoghera,luogodigrandeimportanzastrategicaperilcontrollodelPavese26.

Certo,l’iniziativaducalenonesauriscelastoriadelloStatovermesco:c’èun’azionepropriadeiDalVerme,cisonodellestrategieterritoriali(cosìgliacquistiaFortunagoprimadiottenerel’infeudazione;ol’insediamentopro-gressivoadAlbaretoprimadelformalericonoscimentonel1456)27.Insomma,sì:lacostituzionedelloStatovermescoubbidisceparzialmenteaunalogicaterritoriale, e questo elemento è rivelatore della natura del potere da essiesercitatosuquestoterritorio.Nientediimmemorabile,nientecheabbiaachefareconlaconsuetudine;mal’effettodellavolontàdelduca,oaddiritturadelsuocalcolo,eventualmentetemperatodallacapacitàdinegoziazionedeiDalVerme.

ImperatoreeChiesasonoaltrefontidilegittimitàodifondamentoeffet-tivodelpotere.Diquiadaffermarecheesistonoaltrifondamentidelpoterevermesco, ce ne corre: certo è che il ruolo «legittimante»28 dell’imperatorefunziona perfettamente (si vedano le conferme o concessioni del 1387, del1400edel1433)29.IltitolocomitalediSanguinetto,ottenutodaiDalVermenel 1433, fa di loro dei titolati, dei «magnifici», anche dopo la confisca; e i Dal Vermecitengonomolto30.Manonsitrattachediconferme,oppurediconces-sionidionori,odilegittimazioni–noncisonoinvestiturefeudali:iDalVermenonsonofeudatariimperiali31.

AncheilruolodellaChiesaèconsiderevole.Pensoinnanzituttoaivesco-vi:parecchieinvestiturediterre,decimeeprerogativevariesonodimatriceepiscopale32.Unsecondosostegnoecclesiastico«maggiore»,questavoltase-greto,èquellofornitodall’ordinemendicantedegliagostiniani,inparticolare

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nella persona di Roberto Lanfranchi, vescovo di Bobbio dal 1362 al 139633.L’impressionecomplessiva,però,èchetaliappoggiecclesiasticipossanoraf-forzarelafamiglia,chesianoalleanzemoltoutili,machenoncontribuiscanoafondarneilpotere.Ilquadrorimanequelloducale.

2. La prassi signorile dei Dal Verme

Sipuòusufruire,perfarsiun’ideadellaconcezionedelloStatovermescodapartedeisuoicreatoriedeisuoiesponenti,diundocumentostraordinarioefamoso,scrittodaunterzo(néilconte,néilduca):laletteradiGuarnerioCastiglioni a Luigi Dal Verme, suo cognato, del 5 marzo 1436. Scrivendo aLuigi,GuarneriovuolepersuaderloapassaredalserviziodiVeneziaaquel-lo di Filippo Maria Visconti, promettendogli che il duca farà di lui «unograndevassallo inLombardia»con i feudidiBobbio,VogheraeCastelSanGiovanni34.LaletteradiGuarneriomostrainmanieraclamorosacheilradica-mentoterritorialevermescofuunradicamentonegoziato,chenelleintenzionidelVisconticostituivaunfattoredicontrolloterritoriale.

Guarneriononsi risparmia,enonesitaautilizzare formulemolto fortiperconvincereLuigi.Glisconsigliadi«retornareinlofangoeinlopericulo»,e gli fa presente quanto vantaggioso sarebbe per lui passare al servizio delducadiMilano;aggiungecheLuigigodrebbeintalmododiunabendiversaconsiderazione sociale («considerate l’amore di questo Segnore e che cumquestacosaecumelstatosaritereguardatodaquaedilàpertuto»);sivanta,infine, di aver negoziato per Luigi presso il duca, e di aver ottenuto molto: «Finalmentecumgrandissimainstantiaesuasionehooptegnuto,chehaveritetutetre,Bobbio,CastelloSanctoZoaneeVoguera[…].QuestaèunagrandeebellissimasignoriaevefaràunograndevassalloinLombardia»:doveilfeudoèveramentestrumentodiprestigioediricchezza.LaletteradiGuarneriorag-giunsel’obiettivo:novegiornidopo,lacondottafuconclusa.

Questa lettera non è tutto: la concezione dello Stato si manifesta anchenellaprassisignorilediLuigiDalVerme.Sihal’impressionediunarealtàassaiarticolata,diforteimprontastatuale,malgradoloStatovermescononsiaauto-nomo.Èchiaral’unitàcomunedelterritoriosottol’autoritàdelconte:siparladi«territoriumetjurisdictio»diLuigi35.UnaletterascrittadaLuiginel1440rivelacomeegliconcepisselasuasignoriaeilsuoStato:investeinfeudountaleFrancescoD’AsoladicentobiolchediterranelParmense,emotivailsuogestoaccennando all’abitudine dei signori di ringraziare i loro fedeli; alla fine, scrive quasidasovrano,perringraziarequest’uomochetantohafattoperilsuosta-tus36.QuestoèilverticedellastoriadelloStatovermesco,etaledocumentoèri-velatorediunaprassiquasisovrana.Analogamente,unaletteradel1441rivelailsensodell’amministrazione,delterritorioedell’unitàdelloStatovermesco37.SitrattadellanominadiGiovannidiBiragoacommissariogeneraleintuttelesueterre,doveLuigiesprimeunaconcezionefortedelproprioterritorio.Lanominaènecessaria,dice,perchéèspessoassente(èinguerra)ehabisognodipotercontare,nelproprioterritorio,supersoneinformateecompetenti.

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ÈdunquechiarocheesisteunoStato,lacuistruttura(dopoil1436)cièconosciuta.Roccad’OlgisioeVogherasonoledue«capitali»,dallefunzionidistinte (tesoro e archivio nella prima, residenza e corte nella seconda). Lapresenza di fortificazioni e l’autorizzazione ad erigerle38hannounadimensio-nemilitareconcretaeaduntemposimbolica:probabilmentecontribuisconoalla costruzione e all’affermazione dello Stato vermesco. Chi parla di Statoparla anche di ufficiali, o almeno di un personale incaricato dell’amministra-zione.Lecarrieresembranopocostrutturateelenomenclatureamministra-tive abbastanza flessibili, ma certo è che esistono dei posti-chiave. Non parlo degli ufficiali subalterni (guardie, messaggeri, ecc.) e delle numerose persone chehannol’incaricodirappresentareilloropadroneperlastesuradiunatto(procuratori,rappresentanti,agenti,ecc.).Èprobabilecheuncancellieresiacostantementepresente.Compaionoanchedeicastellani,pertuttelerocchetenutedaiDalVerme,edeipodestà.Quest’ultimoterminedesignaunafunzio-ne definita più nettamente: ne troviamo a Zavattarello, Rocca d’Olgisio, Castel SanGiovanni,Voghera–probabilmentecen’èunoancheaBobbio.Spessositrova nei documenti un ufficiale di più alto rango, chiamato vicario generale, governatore generale, luogotenente generale o commissario generale delloStatovermesco.Incompenso,pochesonoleinformazionisulpersonale«spe-cializzato» (un percettore negli anni 1420; un referendario e maestro delleentrate nel 1441-1442; e altri ufficiali di finanze, ma negli anni 1450-1470)39.Nonmancanopersonedisposteasvolgerequestemansioni: inalcunicasièpossibilericostruirevereepropriedinastiediservitori.Questepersonesem-branofedelialconte,chemanifestailproprioamoreneiloroconfronti40.Inalcunicasi,Luigidelegaancheilpropriomerum et mixtum imperiumaisuoiufficiali41; e non è infrequente che, per ricompensare gli ufficiali fedeli, si con-cedanolorofeudiopensioni42.Restaperòdasaperecosa,inquestidocumentidovesitrattadellafedeltàallostatus dei Dal Verme, significhi status:se«con-dizione»o«Stato»43.

Accanto alla fiscalità «subita» dai Dal Verme (e i privilegi fiscali sono unamanieraperrenderefedelieperricompensareicondottieri: iduchineaccordanomolti,emoltogenerosi)44,troviamoquellacheessistessiesercita-no.Cosìconcepito(inmodoassai«forte»,cioè)questoStatopermettealsuosignore di sviluppare prerogative fiscali proprie, inserite però nel quadro della fiscalità del ducato; tale fiscalità propria, tuttavia, è poco documentata, così comegliaspettieconomicidelfeudoingenerale.L’impressioneèchesuipro-prihomines,Luigisisforzidigravareilpiùleggermentepossibile,direcitarelapartedelbuonsignore,inparticolarmodoaVoghera45einValTrebbia46.Fontediricchezza,loStatovermescoloèancheperchéconsenteaiDalVermeuna notevole estensione della proprietà fondiaria familiare. L’elenco degliacquisti sarebbe fastidioso: basti dire che sono innumerevoli, e a volte discarsissimaimportanzadalpuntodivistaterritoriale47.L’espansioneavvieneintutteledirezioni:taliacquistivengonoadaddensarelapresenzasignorile,a secondarla, secondo modalità ben conosciute. Il processo di acquisto, diestensione della proprietà nelle terre infeudate, è sistematico, e procede di

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paripassoconnumeroseconcessionidapartedeiDalVerme.Sinotaavoltecheillimitetraproprietàefeudoèsfumato–peresempioinunattodel1391dove il castellano di Jacopo investe un uomo di due terreni «ad fictum uel ad feodum»48!Sipotrebberofarealtriesempi:spessositrovanoacquistisiaditerresiadidiritti.

Cosarappresenta,insomma,l’istitutodelfeudo?Qualisonoisuoiprinci-palicaratteri?Laquestioneèquelladeipoteriesercitatidifatto.IDalVermenonsono feudatari sconnessi–per cosìdire–daipropri feudi,per iqualiilfeudoèsolounafontedilegittimità.Certo,sonodiorigineveroneseecit-tadina, appartengono a un’aristocrazia di matrice principesca e fortementedipendentedalducadiMilano,elabaseinizialedelloropotereconsiste,népiùnémeno,nelsaperfarelaguerra.Ciònonostante,iDalVermeappaionoamanoamanopiùresidentie territorializzati.Leprerogativedei feudatarisembrano indebolirsi: pochi i censi, fragili la signoria fondiaria e i diritti fisca-li49.Anchelagiurisdizione,dicuiavoltesiesplicitanoimeccanismi(cosìil26ottobre1442,dovesivedeLuigipronunciareuna«sentenzaarbitramentale»aFortunago)50, pare affievolita. I confini tra i vari tipi di investiture sono con-fusi,lasacralitàdelfeudoèmoderata.Mailfeudononèvuoto.IDalVermesono veri signori, che esercitano i poteri giudiziari loro spettanti, una fiscalità, uncontrolloterritoriale.Conglihomines,legamirealielegamipersonalisonomescolati. Intervengono legamivassallaticieclientelari,oltreallaproprietàfondiariaclassicaeallasignoriapolitica,ogiurisdizionale.

3. Lo Stato vermesco nella «società»

Vorrei, per finire, vedere come questo Stato si inserisce nella società, reagisceadessaeinuncertosensopartecipaallasuacostruzione.Irapporticonlecomunitàruralinonsonomoltodocumentati:quandosenetrovaunatraccianelladocumentazione,sipuòspessoosservareunlegameabbastanzagerarchico e piuttosto tranquillo. Il conflitto con Meletole è l’illustrazione, pe-raltro lacunosa, di una relazione conflittuale: il che è piuttosto raro51.

Piùnumerosisonoidocumentidiomaggioresidallecomunitàinfeudate,le«fedeltà»(fidelitates)52,avolteresesuordinedelduca53.Nonsololecomu-nitàsisottomettono.Nel1442èpropriouninterolignaggioafarlo:sitrattadeide Oliariis, che Luigi riconosce come suoi «pro[t]ectissimos, fidelissimos hominessubditos,amicos,etsequaces»,accettandolinellasuasquadra,ilcheillustrabenelaprassidisoggezioniclientelaripersonali54.

Lasignoriavermescasiesercitadunquesuunterritorio,maanchesuuo-mini,secondounlegamegerarchicoeinunadimensionenellostessotempooppressivaeprotettiva.Homines,sudditi,fedeli,socialesevassalli:idominatidaiDalVermesiinserisconoinpiùmodellidelladominazione,inpiùlessici55.Nonc’èdubbiocheiDalVermeabbianovassallipropri56.Ladocumentazioneèavarad’informazionisulleobbligazioniparticolaridiservizioefedeltàdiquestivassalli,madisicuroneesistono:conlaletteragiàcitatadel1440,Luigicreail suosocialisFrancescoediscendentisuoi«uerosetsolennes feudatarios».

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Francesco, si legge,deve fedeltà feudaleaLuigi, che lodifenderàcomeunsignore deve difendere il suo vassallo. Il legame vassallatico-feudale coin-volgespessosoldatidellacompagniadiLuigi,suoisociales;eaquestonessosi sovrappone spesso un legame finanziario (Luigi presta loro del denaro). Lacondottaeildominiosimescolano.Maqui,intuttiquesticasi,sitrattaveramentediunlegamefeudale,ocitroviamoinunasituazionevicinaalle-gamevassallatico,inunquadroadessoparagonabile?Sitrattadiunaspettodifficile da chiarire.

C’èdominazione,manonparecheiDalVermeesercitinoun’oppressioneparticolarmentedura.L’impressionepiùnettaèchelasignoriavermescasiaunasignoriaprotettiva.Nel1383,iDalVermesonopresentaticomelamiglioreprotezionecheesistacontroifeudataricattivi.Ilgiuramentodifedeltàprestatoil15giugno1442dallacomunitàdiCastelSanGiovanniaLuigicelebrainmodoesplicitolasuabontà57.Luigivesteancoraunavoltaipannidelbuonsignoreil7maggio1443,quandoautorizzaladonazionediterrechesitrovanoaPieved’IncinoeVallassinaauntaleGallasio.Questocontraddiceglistatutilocali?Pocoimporta:Luigi,gransignore,concedeunaderogaallanormativa58.

LoStatovermescosiconfrontaconaltrinucleidipoterisignorili,alorovolta inglobati in quadri d’organizzazione territoriale di diverso livello. Dalpunto di vista delle forme di organizzazione politica omologhe, nel conte-sto spazio-temporale che ci riguarda, la grande figura è quella di Niccolò Piccinino: spesso, i privilegi che il duca concede a una persona qualunquesonoparagonatiaisuoi,comeseNiccolòfosseilmodellocuitutti,nelducato,devonouniformarsi.IlPiccininoeLuigi,inrelazioniacausasiadelcomuneservizio militare sia di rapporti di vicinanza territoriale, si scontrano in unconflitto giudiziario (piuttosto breve, per la verità)59.Risultanomolticontrasticon altri gentiluomini, la maggior parte dei quali concerne la definizione dei confini territoriali60.Oltrealquadrosignorile,loStatovermescosiinseriscenello Stato ducale, nella struttura diocesana, nella rete urbana, e così via.Svolge, all’interno dello Stato principesco, funzioni fiscali (ripartizione e pre-lievo dell’imposta) e numerose funzioni di polizia e di controllo territorialepercontodelduca61.Inevitabilmente,entrainrapportoconlacittà:unrap-porto spesso conflittuale, soprattutto con Piacenza, che nel 1448, ad esempio, vediamodenunciareleusurpazionivermeschenelcontado62.IldesideriodeiDalVermedistabilireunrapportodirettocolcentrourbanoèevidente:nete-stimonianoiprivilegidicittadinanzachecostorosipreoccupanodiottenere63.Talvoltal’accordocolComuneènecessarioperlostessosviluppodelloStatofeudale:unaccordoproblematico,manonimpossibiledaraggiungere.Così,nel1380,PiacenzaconfermaaJacopoildominiosuRoccad’OlgisioesullaValPecorara64.Glialtrifeudatarielacittàsonoprobabilmenteidueattoriconi quali si osserva il rapporto più contrastato – molto più difficile, comunque, checonlecomunitàegliuomini.

Non si può escludere che nel problema dell’esercizio del potere si troviuna delle spiegazioni della parabola vermesca, che ho qui studiato fino al suo vertice, il 1449 –anno che vede l’inizio di un tramonto spettacolare quanto

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l’ascesa.LafamigliaDalVermeascende,inundatomomento,aunaposizio-nedigrandeimportanza,magrazieallacongiuntura:ilpoterepuòaverepiùsostegni,alcunipiùduraturidialtri.Questifeudidihomines noui,pocointe-gratinellasocietàlocale,privi–diversamentedallegrandiedantichefamigliesignorili del dominio – di una rete clientelare abbastanza fitta, durano finché il duca lo vuole, anche se fino alla fine del Quattrocento possono contare su fedelissimidisposti,nelnostrocaso,adesprimere la loroaffezioneverso lasignoriavermesca.Infondo,questastoriafeudalenonèpuramentefeudale.Èunastoriapoliticadelfattosociale.Lastoriadelleinfeudazionis’intrecciaallastoriadellapromozionesociale,ancorpiùcheallastoriadellafeudalità:ciònonfadeiDalVermedegli«pseudosignori»,madeisignoripotentisolonellassoditempoincuiduralaloroposizionepoliticaforte.Ilfeudo,senzaesseresimbolico,ècertamentecambiatoedèpiùcomplessodiprima.

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TerredeiDalVerme(Scala1:450000)

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Note*LafamigliaDalVermeèl’argomentodellamiatesididottorato(Une famille de seigneurs dans le Nord de l’Italie à la fin du Moyen Âge: les Dal Verme), in corso all’Università Charles-de-Gaulle–LilleIII(Francia)sottoladirezionediBertrandSchnerb.RingrazioperilloropreziosoaiutonellastesuradiquestointerventoinlinguaitalianaMargheritaAlveràeMarcoGentile;que-st’ultimomihaanchefornitoparecchieosservazioniutilisulcontenutodiquestomiotesto.Nellenotesifaràusodelleseguentiabbreviazioni:APDV=ArchivioprivatoDalVerme,Milano;ASDB=ArchivistoricidiocesanidiBobbio;ASMi=ArchiviodiStatodiMilano;ASPc=ArchiviodiStatodiPiacenza;ASVe=ArchiviodiStatodiVenezia;ASVr=ArchiviodiStatodiVerona;AZDV=ArchivioZileriDalVerme;b.=busta;Cart.=ParteCartacea;dipl.=diploma;FVM=Familiae Vermensis monumenta;n.=numero,Perg.=Partepergamenacea,perg.=pergamena,reg.=registro.1 Sulla famiglia, per il periodo considerato, si vedano le voci del Dizionario biografico degli Italiani(S.Fodale,M.E.MalletteG.M.Varanini,vol.XXXII,Roma1986,pp.261-281);eancheG.CornaggiaMedici,Per la condotta di Luigi Dal Verme ai servigi del duca Filippo Maria,in“Archiviostoricolombardo”,s.VI,X(1933),pp.193-200;G.Fiori,I Monticelli di Bobbio e una lega del 1408 con i Dal Verme,in“Bollettinostoricopiacentino”,LX(1965),pp.1-23eBobbio e i Dal Verme,in“Archiviostoricoperleprovinceparmensi”,s.IV,XXXVIII(1986),pp.175-201;P.Litta,Dal Verme di Verona,in Famiglie celebri italiane,vol.VIII,Milanos.d.;G.Mazza,Il Conte Luigi Dal Verme signore di Voghera e di Bobbio dalla condotta veneta a quella viscontea. 1424-1436,Casteggio,1964;O.Perini,Il feudo Dal Verme in Sanguinetto. Diploma dell’impera-tore Vencisclao. 1387,in“Archiviostoricoveronese”,III(1879),pp.314-322;G.SoldiRondinini,Le «possessiones» dei Dal Verme a Viganò nel Milanese e nella Bassa Veronese sul finire del Trecento: conduzione delle terre e strategia politica,inStudi in onore di Gino Barbieri. Problemi e metodi di Storia ed Economia,vol.III,Pisa1983,pp.1387-1399;eG.M.Varanini,La classe dirigente veronese e la congiura di Fregnano della Scala (1354),in“StudistoriciLuigiSimeoni”,XXXIV(1984),pp.9-66,Materiali per la storia della feudalità piacentina in archivi veronesi: l’archivio Zileri Dal Verme e la signoria vermesca nella Val Tidone (XVI secolo),inLa rifeuda-lizzazione nei secoli dell’età moderna: mito o problema storiografico? Atti della terza giornata di Studi sugli Antichi Stati Italiani (1984),acuradiG.Borelli,in“StudistoriciLuigiSimeoni”,XXXVI (1986), pp. 99-102, e Pietro dal Verme podestà scaligero di Treviso (1329-1336), inIstituzioni, società e potere nella Marca trevigiana e veronese (secoli XIII-XIV). Sulle tracce di G. B. Verci,convegnodiTreviso,25-27settembre1986,acuradiG.OrtallieM.Knapton,Roma1988,pp.65-81.MipermettodirinviareancheaP.Savy,La famiglia Dal Verme fra Trecento e Quattrocento. I suoi documenti, i suoi archivi,in“Societàestoria”,CI(2003),incorsodistampa,e«Do ut des?» La famille Dal Verme et les augustins du milieu du xive au milieu du xve siècle,in“RivistadistoriadellaChiesainItalia”,XLVII(2003,2),incorsodistampa.2Mortirispettivamentenel1367,nel1409enel1449.3Cfr.ades.lecondottedel14marzo1436(ASVr,AZDV,Cart.,b.20,n.43),del20febbraio1437(ASVr,AZDV,Cart.,b.139,n.399)odel1novembre1449(ASVr,AZDV,Cart.,b.20,n.43).4 M. N. Covini, Liens politiques et militaires dans le système des États italiens (XIIIe-XVIe siècle), in Guerre et concurrence entre les États européens du XIVe au XVIIIe siècle, a curadi P. Contamine, in Les origines de l’État moderne en Europe, XIIIe-XVIIIe siècle, a cura diW. Blockmans e J.-P. Genet, Parigi 1998, pp. 9-42, pp. 26-27: «À peu d’exceptions près, lescondottieriétaientdesnoblesoudespetitsseigneursrurauxappartenantàdesfamillesmilitairesayantunebasedanslecontadoetdesliensétroitsavecunevilleetsesclassesdirigeantes».5Èunafamigliadiservitoridelcomune,poidellasignoriadiVerona.Sull’origine(malconosciu-ta)dellafamiglia,siv.G.M.Varanini,Dal Verme, Nicola,inDizionario cit.,pp.277-278.6 Per uno studio della politica di uno Stato principesco nei confronti della sua nobiltà, conspecifico riferimento al caso borgognone, si v. ad es. C. A. J. Armstrong, Had the Burgundian government a policy for the nobility?,inBritain and the Netherlands,vol.II,Groningen,1964,pp.9-32,ristampatoinEngland, France and Burgundy in the 15th century,London1983.Sullospaziooccupatodallafeudalitàinduecasidiversi,maconterminiesempred’epocaviscontea,cfr.M.GentileTerra e poteri. Parma e il Parmense nel ducato visconteo all’inizio del Quattrocento,Milano2001;A.Gamberini,La città assediata. Poteri e identità politiche a Reggio in età viscon-tea,Roma2003.7Nel1363Bernabòtentadicancellareleimmunità;nel1388GianGaleazzochiedelaprovadelleimmunitàeesenzioni.Siv.G.Andenna,R.Bordone,A.Cellerino,A.Ceresatto,M.Fossati,F.

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SomainieM.Vallerani,Comuni e signorie nell’Italia settentrionale: la Lombardia(Storia d’Ita-liaacuradiG.Galasso,vol.VI),Torino1998,p.571.8G.Barni,La formazione interna dello Stato visconteo,in“Archiviostoricolombardo”,s.VII,VI(1941),pp.3-66,p.20.9 Sull’uso delle infeudazioni da parte dei signori di Milano, si v. G. Chittolini, Infeudazioni e politica feudale nel ducato visconteo-sforzesco,inId.,La formazione dello Stato regionale e le istituzioni del contado. Secoli XIV e XV, Torino 1979, pp. 36-100; e sulla specificità della zona appenninica e emiliana, cfr. Id., Il particolarismo signorile e feudale in Emilia fra Quattro e Cinquecento,ibidem,pp.254-291.10Siv.Varanini,La classecit.;Gli Scaligeri. 1277-1387,acuradiG.M.Varanini,Verona1988,p.199;eASVr,AZDV,Perg.,perg.71,107,108,109e110.11SulaspedizionediCandia,siv.idocumentipubblicatineI libri commemoriali della Republica di Venezia. Regesti,acuradiR.Predelli,vol.III,Venezia1883;leletterediPetrarca,Lettere seni-li,acuradiG.Fracassetti,Firenze1892,inparticolarelelettereIV,1(pp.199-221),IV,2(pp.222-226)eVIII,4(pp.476-477);Francesco Petrarca e Luchino Dal Verme condottiero dei Veneziani nella guerra di Candia,acuradiM.Tabarrini,Roma1892;elericostituzionicronologichediE.H.Wilkins,Petrarch’s Eight Years in Milan,Cambridge,Massachusetts1958ePetrarch’s Later Years,Cambridge,Mass.1959.12Siv.peresempioA.TissoniBenvenuti,Il teatro volgare nella Milano sforzesca,inMilano nel-l’età di Ludovico il Moro,convegnodiMilano,28febbraio-4marzo1983,vol.I,Milano1983,pp.333-351,p.338,suunospettacolodel1423(pertaceredell’Orlando furiosodell’Ariosto,XXXIII,5). Sulla vittoria, si v. G. Jachino, Varietà tradizionali e dialettali alessandrine, Alessandria1889.13Suquestoperiodo,siv.G.SoldiRondinini,La dominazione viscontea a Verona (1387-1404),inVerona e il suo territorio,voll.4,Verona nel Quattrocento,I,Verona,1981,pp.3-237.14 Conferma del 15 dicembre 1403 (ASVr, AZDV, Perg., dipl. 35) e del 11 marzo 1421 (ASMi,Registri ducali,27,f.49v-55r).15Siv.Mazza,Il Contecit.,anchesedipocovalore,eMallett,Dal Verme, Luigicit.16 Si v. Annales Mediolanenses, ed. L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, vol. XVI,Milano1730,col.785.17L’infeudazionedel21ottobre1378concernelaRoccad’Olgisio.Conladonazionedel2agosto1380,GianGaleazzoVisconti investeJacopo,per i servizi che luie suopadrehannoreso,delcastellodiMonguzzoedellesue«pertinenze»–provacheisignoris’impadronisconodeidirittifondiaridellaChiesa.Un’altradonazione avvieneil20marzo1383.Il24febbraio1387èinfeudatoRuino,l’11agosto1391Trebecco.Eilprocessocontinuaneglianni1380:iDalVermeottengonocosìTorredegliAlberi(12luglio1401e25luglio1401),Fortunago(nelPavese)nel1403.Siv.Storia di Milano,vol.VII,L’Età sforzesca dal 1450 al 1500,Milano1956,p.899;ASVr,AZDV,Perg.,perg.218,29ottobre1403.18ASMi,Registri ducali,41,f.120r-125vef.161v-167r.19Siv.APDV,b.9.20Siv.G.Chittolini,La «signoria» degli Anguissola su Riva, Grazzano e Montesanto fra Tre e Quattrocento,ristampatoinId.,La formazionecit.,pp.181-253.21ASMi,Registri ducali,27,f.49v-55r:ilduca,«conscideransquoduirtutumpremiatribuime-rentibus conuenit, et reminiscens in sui cordis intelectu sincero zellu fidei et dillectionis supreme puritate que et quam spectabillis milles dominus Jacobus filius condam spectabillis millitis et do-miniLuchinideVermedeciuitateVeroneoriundusergaipsumdominumcomittemhabuit,etquodeo amplius amicorum fidelium et sub dictorum corda exaltantur ab fidelia seruitia opera obsequia debitaexigendaquantosepiusdominorummagnatorumetprincipumdonaetmunerasibi[…]».22ASVr,AZDV,Cart.,b.5,stampato;Perg.,dipl.35,il15dicembre1403.Altriesempidell’evoca-zionedeimeritinellaconfermaconcessadaCaterinaVisconti,che,permotivareleinfeudazioni,scrive: «contemplantes nec non claro mentis oculo concernentes uirtutum probitatis ac indu-striae merita magnifici militis domini Iacobi de Verme». Si legge più in basso che Jacopo merita unaretributio.Questaèl’idea,banale,dellaricompensaaicondottieri.Siv.ancheASVr,AZDV,Perg.,dipl.24(19aprile1392):«Nos,IoannesGaleazVicecomes,comesVirtutum,Mediolanietc.,imperialisvicariusgeneralis.Nonintotalemquidem,sedinaliqualemobsequiorummultipliciumrecompensationem,quaespectabilismilesdominusJacobusdeVermedilectusconsiliariusno-sternobishactenuslibenterimpenditexhibetque,etsupportatpresentialiterindefessusmeritapremiis compensantes nostram in eum munificentiam extendere inclinamur».

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23Peraverunesempiodiquestaspiegazione«ingenua»cfr.M.Daverio,Memorie sulla storia dell’ex-Ducato di Milano,Milano1804,p.149:ilduca«compensarvollelefatichede’condottieri,dandoloroinfeudodiversicastelli,ecittà».24Siv.per laconcessione(1378)La politica finanziaria dei Visconti. Documenti,acuradiC.Santoro,vol.I,Milano,1976,p.317,n.431;Repertorio diplomatico visconteo,vol.II,Milano,1918, n. 2452; Documenti diplomatici tratti dagli Archivi milanesi, a cura di L. Osio, vol. I,Milano,1864,n.134.E,perloscambio,ASVr,AZDV,Perg.,perg.200;eASVe,Governatori alle pubbliche entrate,reg.170,f.1r-62v.25Siv.SoldiRondinini,Le «possessiones»cit.26ComedelrestoGarlasco:cfr.L.DeAngelisCappabianca,«Voghera oppidum nunc opulentis-simum». Voghera ed il suo territorio tra X e XV secolo,Torino,1996,p.123;edE.Roveda,Le istituzioni e la società in età visconteo-sforzesca,inStoria di Pavia,voll.3,Dal libero comune alla fine del principato indipendente. 1024-1535, I, Società, istituzioni, religione nelle età del Comune e della Signoria,s.l.,1992,pp.55-115,p.78.27ASVr,AZDV,Cart.,b.62,n.218,fascicoloAlbareto,documento2,f.1v,3febbraio1429,rubri-ca: «Datio in solutum facta per comune et homines Albareti magnifico comiti Aluisio de Verme proutinfradejureetfacultatedecimandietcolligendifructusAlbaretietc.».28 B. Guenée, L’Occident aux XIVe et XVe siècles. Les États, Parigi 1971, Parigi 19986, p. 71:«L’empereur finit par n’être plus aux yeux des Italiens que la machine à légitimer et renforcer contreargentn’importequelpouvoiracquis».29ASVr,AZDV,Perg.,dipl.20e21(VenceslaoconfermaaJacopolaconcessionediSanguinetto,SustinenzaePoviglio,eleconcessionifattedaGianGaleazzoVisconti;1378-1383);ASVr,AZDV,Perg.,dipl.30;eASVr,AZDV,Perg.,dipl.47,48e50.30 Si v. E. Nasalli Rocca di Corneliano, Il patriziato piacentino nell’età del Comune e della Signoria (considerazioni di storia giuridica, sociale e statistica),inScritti storici e giuridici in memoria di Alessandro Visconti,Milano1955,pp.287-335,p.306.Finoal1436,Sanguinettoèillorogioiello(v.ades.S.Zamperetti,I piccoli principi. Signorie locali, feudi e comunità sog-gette nello Stato regionale veneto dall’espansione territoriale ai primi decenni del ’600,TrevisoeVenezia,1991,pp.126e139).Sull’originedellasignoriaDalVermeaSanguinetto,cfr.Perini,Il feudocit.;F.Compostella,Il Feudo di Sanguinetto. Cenni sulla sua storia e sulla successione delle famiglie che ne furono titolari,s.l.,s.d.(1998?).31 Su questi feudatari, cfr. C. Magni, Il tramonto del feudo lombardo, Milano 1937, p. 24; G.Chittolini,Feudatari e comunità rurali (secoli XV-XVII),inId.,Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia centro-settentrionale (secoli XIV-XVI),Milano1996,pp.227-242,p.232.32Siv.,peresempio,ASVr,AZDV,Perg.,dipl.14(eregestoinAPDV,b.106)(il17febbraio1374,concessionediCurtessonadaFrancescoSottoriva,vescovodiPavia);ASVr,AZDV,Perg.,perg.114eCart.,b.12,n.32eb.131,n.369(il26agosto1380,concessionediMorozzod’Asti);ASVr,AZDV,Perg.,dipl.17,Cart.,b.62,n.219,eASDB,Mensavescovile,DalVerme,b.9(28marzo1383).;ASVr,AZDV,Perg.,dipl.37(8aprile1408,ilpapainvesteJacopoDalVermedelladeci-madiNogarola);ASVr,AZDV,Perg.,perg.342,eCart.,b.11,n.30(investituravescoviledel20giugno1448).33Suquestolegamesiv.Savy,«Do ut des»cit.;eASVr,AZDV,Perg.,dipl.42;Bullarium ordi-nis sancti Augustini. Regesta,vol.I,1256-1362,acuradiC.Alonso,Roma1997,p.295,n.866;Archiviosegretovaticano,Reg.avin.148,f.92,6aprile1362;ASDB,Perg.,14febbraio1392;eASVr,AZDV,Perg.,perg.170,10marzo1392.34 Si v. Cornaggia Medici, Per la condotta cit.; e FVM (APDV; e ASPc, microfilm A / 11), 3, p. 125. Si v. anche ASMi, Registri ducali, 41, f. 151r-152v, «Promissio facta per spectabilemdominam Antoniam uxorem quondam magnifici comitis Carmagnole et per spectabilem do-minum Guarnerium de Castiliono occasione matrimoniorum dominarum filiarum prefate do-mine».Suquesta lettera,Chittolini,Infeudazioni cit.,p.73;M.N.Covini,L’esercito del duca. Organizzazione militare e istituzioni al tempo degli Sforza (1450-1480),Roma1998,pp.94-95;L.Arcangeli,Introduzione aEad.,Gentiluomini di Lombardia. Ricerche sull’aristocrazia padana nel Rinascimento,Milano2003,p.XIX.35Siv.ASVr,AZDV,Cart.,b.63,n.220(reg.moderno),16febbraio1443.36 ASVr, AZDV, Perg., dipl. 55, che comincia così: «Solent domini eos benefitiis suis amplecti, in eosque munificas manus suas extendere, qui probitate, sufficientia et solertia plurimum ualent, quorumque fides et benegesta promerentur». La fine è quasi da sovrano – scrive, per ringra-ziare questo uomo che ha fatto tanto per il suo status: «Mandantes refferendariis ceterisque

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officialibus, factoribus et negotiorum gestoribus et subditis nostris quibuscunque presentibus et futuris quatenus has nostras infeudationis literras perpetuo et firmiter ualituras seruent firmiter etfaciantinuiolabiliterobseruari».37ASVr,AZDV,Perg.,dipl.56.Cosìspiegalanomina:«Quoniamnosipsisemperpresentialiteressenonpossumusinterrisnostris,considerantesquodquantumexpediatut in ipsis terrisetlocisnostrisadsitpronobispersonaauctoritatisetreputationisquesciatetpossitrebusnostrisstatunostroibidemoccurrentibusetagendisprouidere».38 APDV, b. 5, 10 settembre 1396: Gian Galeazzo Visconti da a Jacopo la facoltà di far fortificare SanguinettoePoviglio.39 Un tale Antonio Dugarino è definito percettore di Luigi in Val Pecorara (ASVr, AZDV, Perg., perg., 263, 24 luglio 1424 e Cart., b. 23, n. 48); Antonio Bossi e Pantaleone Cusatri sono definiti referendari e maestri delle entrate (ASPc, Notarile, b. 957, notaio Antonio Rebuffi, c. 178v e 335v (ringrazio Marina Picco che mi ha segnalato questi documenti); infine Tristano Di San Nazaro è definito commissario delle entrate dello Stato vermesco e podestà a Voghera, negli anni 1450 e 1460:siv.inpropositoG.Manfredi,Voghera,inDizionario geografico storico-statistico-com-merciale degli stati di S. M. il re di Sardegna,acuradiG.Casalis,vol.XXVI,Torino1854,pp.53-503,p.p.335;ASVr,AZDV,Cart.,b.8,n.25;ASVr,AZDV,Cart.,b.131,n.369;eBibliotecadelMuseoCorrer,PDC970/4.40 «Tot sunt merita, tantaque est fides, et deuotio erga nos, et statum nostrum, prudentis uiri GerardiVilagii,dilectissimicastellaninostriBobii…»Cosìcomincialabella letteraaGherardoVillagi,mortoprobabilmentepocodopoil15maggio1442dopoaverservitoLuigicomecastellanodiBobbioeprocuratore.Sudilui,siv.ancheASDB,Mensa vescovile, Dal Verme,b.9(6dicembre1430);ASVr,AZDV,Cart.,b.31,n.71;laletterainASVr,AZDV,Cart.,b.63,n.220.41Il19maggio1445,LuigifaildottoreLuigiCecimasuocommissarioevicariodiPieved’IncinoedellaVallassina«colmeroetmistoimpero»(APDV,b.1).42 ASVr, AZDV, Cart., b. 13, n. 33, il 4 giugno 1430: il castellano di Luigi a Rocca d’Olgisio,FacchinoMascaretto,riceveilfeudodiCigogni(vicinoaCaprile,nelPiacentino).EASVr,AZDV,Cart.,b.7,n.24,il20maggio1444,LuigiDalVermeordinaailsuoreferendariodidareogniannoa Giovanni Cicala cento fiorini, per ringraziarlo per aver curato con sollecitudine i suoi interessi.43 Quentin Skinner ha studiato il passaggio dal primo al secondo termine. Sui diversi significati di status,condizionedelprincipeoStato,esuquestopassaggio,siv.Q.Skinner,The Foundations of Modern Political Thought,Cambridge1978,2voll.,eancoraF.Chabod,Appendice. Alcune questioni di terminologia: Stato, nazione, patria nel linguaggio del Cinquecento,inId.,L’idea di nazione,acuradiE.SestaneA.Saitta,Bari1961,pp.139-186,lepp.144-173sulloStato.44ASPc,Provvigioni e Riformagioni,b.1(reg.4,f.20r-21ref.34r-35v,reg.7,f.56v,reg.9,f.21v,etc.)eb.2(reg.9,f.52r,f.170r,f.185vef.215r-216r,reg.10,f.19ref.166r-167r);APDV,b.1;ASVr,AZDV,Cart.,b.7,n.24ePerg.,dipl.25.Siv.ancheC.Poggiali,Memorie storiche di Piacenza,7,Piacenza,1759,pp.199-200,eGli atti cancellereschi viscontei(Inventari e regesti del R. Archivio di Stato di Milano,2),acuradiG.Vittani,vol.I,Milano1920,n.775.45Manfredi,Vogheracit.,pp.322-323.46Liber daciorum et officiorum communis Placentie (Anno MCCCLXXX). L’appalto delle gabelle e degli uffici in un comune cittadino del dominio visconteo,acuradiP.Castignoli,Roma1975,p.144.47ASVr,AZDV,Perg.,perg.120(21febbraio1381),ASVr,AZDV,Perg.,perg.133(12agosto1383);ASVr,AZDV,Perg.,perg.142(23ottobre1384);ASVr,AZDV,Perg.,perg.144(28marzo1385);ASVr,AZDV,Perg.,perg.150eCart.,b.64,n.228(15giugno1387),ASVr,AZDV,Cart.,b.30,n.70eCart.,b.131,n.369(1388-1390),ASVr,AZDV,Cart.,b.63,n.220(30dicembre1386,30luglio1388,2settembre1399);APDV,b.50(13agosto1417,12marzo1418);ASVr,AZDV,Perg.,perg.263(24luglio1424);ASVr,AZDV,Perg.,perg.292(13aprile1437);ecc.48APDV,b.106(eFVM,2,pp.29-30).Olavendita,il10marzo1449,daBartolomeoPiccininoMalaspinadiVarz,aGiovanniBonoMaggi,procuratorediLuigi,divaribenieterreniaPietraGavina,conilmerum et mixtum imperiumelagladii potestas(APDV,b.97).Sipuòancheipotiz-zarechel’investituradiFortunago,il29ottobre1403,siastataunacquistotrasformatoinfeudo:compratonel1400,Fortunagodivienefeudonel1403eJacoporicevelafedeltàil15novembre1403(siv.ASVr,AZDV,Perg.,perg.218eAPDV,b.DI1,eASVr,AZDV,Perg.,perg.221).49Chittolini,Potericit.,pp.498-499.Siv.G.Fasoli,Feudo e castello,inStoria d’Italia,vol.V,I documenti,1,Torino,1973,pp.261-308:«Ilfeudohaindubbiamentecambiatocarattere:[…]èun complesso di beni immobiliari e di prerogative giurisdizionali e fiscali, esercitate in un’area

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87Costituzioneefunzionamentodello“Statovermesco”

piùvastadiqueibeniimmobiliarichenesonoilcentroamministrativo[…]».C’èilgiuramentodifedeltà,masenzail«sensomisticodeitempieroici»;ilfeudocomportailgodimentodi«regalíeebannalitàel’eserciziodellagiurisdizionecivileecriminale».50ASVr,AZDV,Perg.,perg.307.51ASVr,AZDV,Cart.,b.131,n.369,5ottobre1448.5215novembre1403(Fortunago),13settembre1441,15giugno1442(bell’esempiodicartavas-sallatica),28agosto1447,6settembre1447,17settembre1447,6dicembre1447,28giugno1448,10novembre1448.53Il1settembre1441,FilippoMariaordinaallaPieved’IncinodigiurarefedeltàaLuigi(ASMi,Registri ducali,51,f.80r-81r).54ASVr,AZDV,Cart.,b.19,n.42,4dicembre1442.Cfr.inpropositol’esempiodeiNicelliinD.Andreozzi,Nascita di un disordine. Una famiglia signorile e una valle piacentina tra XV e XVI secolo,Milano1993.55UnbuonesempiodistudiodeilessicisocialiinG.Castelnuovo,Nobili e nobiltà nel Vaud me-dievale (secoli X-XV). Ordinamenti politici, assetti documentari, tipologie lessicali, in Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento,XVIII(1992),pp.11-56.56Siv.ilregestodell’attoperdutodel26gennaio1407(ASVr,AZDV,Perg.),el’attodel11agosto1410 (ASVr, AZDV, Perg., perg. 232). Su questo punto, si v. anche la lettera molto significativa, giàcitata,chescriveLuigiil5novembre1440(ASVr,AZDV,Perg.,dipl.55);eASVr,AZDV,Cart.,b.59,n.211;Gli atticit.,vol.I,p.62,21marzo1440;APDV,b.106;APDV,b.110;ASVr,AZDV,Cart.,b.63,n.220;etc.57Poggiali,Memoriecit.,7,1759,p.221.58ASVr,AZDV,Cart.,b.7,n.24.59LacausatraLuigiePiccininoconcernelapossessionediPianello,SalaeAlbareto.Luigipre-sentaunadenunciail30luglio1442(ASVr,AZDV,Cart.,b.12,n.32;Cart.,b.131,n.369).Nelsettembre1442,ilsuoprocuratore,Cagnola,presentavaridocumenti,fraiqualiunaletteradelPiccinino del 2 agosto 1442 che ammette che Pianello è vermesca. Alla fine la causa è vinta da Luigi(cfr.ASVr,AZDV,Perg.,perg.306;APDV,b.9eb.106).60 Così il vecchio conflitto con i Landi (ASVr, AZDV, Perg., perg. 134 (28 novembre 1383), ASVr, AZDV, Cart., b. 131, n. 369 (1430-1431), etc.) o nel 1384 un conflitto con i Paveri Fontana Da Malavicina(ASVr,AZDV,Perg.,perg.140,141;Cart.,b.158,n.485).L’espansioneterritorialediLuigiaidannidiGiacomoRoncaroloil27novembre1444èunaltroesempio(ASVr,AZDV,Cart.,b.62,n.217;eASVr,AZDV,Perg.,CassettoIV,n.15–pergamenachesembraperduta,edicuisihaconoscenzasolotramitegliinventari).61Siv.Gli atti,cit.,II,n.730(15dicembre1445).CapitaspessocheiDalVermecontribuiscanoamantenerel’ordinenelducatopercontodelprincipe,manonsuipropriterritori:cfr.ades.B.Corio,Storia di Milano,acuradiE.DeMagri,A.ButtieL.Ferrario,vol.II,Milano1855,p.486;ASVr,AZDV,Cart.,b.7,n.24eAPDV,b.1(23marzo1440).62 Si v. anche ASMi, Sforzesco, Potenze sovrane, 1620. Su Piacenza in questi anni, si v. D.Andreozzi,Piacenza 1402-1545. Ipotesi di ricerca,Piacenza1997.63JacopoottienelacittadinanzadiPiacenzail20novembre1378(ASVr,AZDV,Perg.,dipl.15),quelladiParmanel1386(A.Rondani,Origine della famiglia Rondanini,in“Archiviostoricoperleprovinceparmensi”,s.I,VIII(1899-1900),pp.15-112,p.38),quelladiMilanoil25gennaio1390(ASMi,Panigarola Statuti,1,f.150r)dopoilconsensoducaledel19(I registri dell’Ufficio di Provvisione e dell’Ufficio dei Sindaci sotto la dominazione viscontea, a cura di C.Santoro,Milano,1929,n.39),equelladiPavianel1391(ASVr,AZDV,Perg.,perg.158,1391);siv.ancheSoldiRondinini,La dominazionecit.,p.90,eLe «possessiones»cit.,p.1387).64ASVr,AZDV,Perg.,perg.115(4ottobre1380).

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Giustizia, protezione, amicizia:

note sul dominio dei Rossi nel Parmense

all’inizio del Quattrocento*

diMarcoGentile

«Roynepuis,ducnedaigne,Rohansuis»

LastoriadellaformazionedeldominioterritorialedeiRossièinfondounavarianteparmensediunfenomenoche,secondodiversigradid’intensità,nelcorsodelXIVsecolotendeamanifestarsi intuttal’areaemiliana:inquestezone,molticasatiaristocraticichefraDueeTrecentoeranostatiprotagoni-stidelle lottepolitichecittadine,di fronteall’espandersidelleegemoniedeiViscontiedegliEstensisirivelanoimpotentiareggereilmutamentodiscaladelconfrontopolitico,cheormaitendeadassumereunrespiroregionale.Taleprocesso di semplificazione del quadro politico generale sollecita, da parte dei casati in questione, una serie di risposte adattative necessarie alla con-servazionedispazinellacompetizioneperilpotere1:assistiamointalmodo,ad esempio, alla tendenziale sintonizzazione delle politiche matrimonialisuunperimetropiùestesooridottoasecondadelladirezioneascendenteodiscendente della parabola delle fortune del casato, ma complessivamentecoincidentecon l’ampiezzadella formazionepoliticaregionalediriferimen-to2;e,suunpianoleggermentediverso,allaprecisazionediorientamentigiàevidenti,percuilegrandiparentelesignorili,conrareeccezioni,comequellarappresentatadaiPallavicini,«sono indotteagiocarsi lecartedell’afferma-zionesocialeepoliticasuunoedunsoloscenariourbano»3.Spesso,inoltre,siregistral’abbandonodelleposizioniraggiunteall’internodellecittà(cheindiversi casi significa la signoria sulla città) da parte di famiglie che scelgono diritirarsineicastellienellegiurisdizionidelcontado:secondotempiemodidifferentièadesempioilcasodegliScotti,deiCorreggio,deiFoglianiedeiPio,perfarequalcheesempiodaoccidenteaoriente4;edèilcasoanchedeiRossi,chenelterzodecenniodelTrecentovedonofrustratiiloroprogettidisignoriasuParmadall’interventodegliScaligerieripieganosullebasipatrimonialiecastrensidicuidispongononelterritorio.Sappiamochel’itinerariodeiRossinel corso dei decenni successivi «dai castelli al piccolo stato»5 coincide inlarga parte con l’accumulo di beni e di diritti appartenenti alle istituzioni

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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MarcoGentile90

ecclesiastichecittadine(ilcapitolocattedraleesoprattuttolachiesavescovi-le:vatenutopresenteilfattocheunmembrodell’agnazione,UgolinoRossi,occupòlacattedraepiscopalediParmaperpiùdicinquant’anni,dal1323al1377);mapiùingeneraledireichepossiamoparlarediunveroepropriopro-cessodiricomposizioneterritoriale,vistalasostanzialeincapacitàdapartedelcomunediParmadiperfezionareildisciplinamentodelpropriocontadonelcorsodelDuecento–incapacitàchenelTrecentositraduce,nelParmense,inunaframmentazionepoliticamoltoaccentuata.

NelcasodeiRossi,taleprocessodiricomposizione,abenguardare,nonèsoltantodinaturaterritoriale:perchésedaunlato,oltreallespoliazioniadannodellamensaedelcapitolocattedrale,assistiamoall’acquistodidirittisi-gnorili,perviamatrimonialeopecuniaria,dafamigliecheindiversicasiritro-veremopoiassorbitenellaclientelaurbanaeruraledeiRossi(comeiRuggerioiPalmia),d’altrapartevaconsideratocheall’internodellignaggiorossiano,nellasecondametàdelTrecento,emergeunramoegemonechedevepartedel-lapropriaconsistenzaancheadundoppiomatrimoniofracugini,echeriesceastabilireunapreminenzaindiscussaall’internodellaparentela6.Così,sulpianofamiliare,negliultimiannidelXIVsecoloillignaggioappareormaistabilmentegerarchizzato,eall’aprirsidelQuattrocentoilpotereègestitopro indivisodaidue figli di Bertrando postumo e di Eleonora Rossi, uno laico e l’altro chierico: sonoPietro,miles,eGiacomo,vescovodiVeronaepoidiLuniedal1415arci-vescovodiNapolidiobbedienzaromana.Sulpianoterritoriale,neimedesimianni,ildominiodeiRossièormaibenaltrocheunasignoria«appenninica»odislocata in aree marginali, e tende ad assumere una certa coerenza geografica, benchénonsipossaparlaredicontinuitàterritorialeveraepropria7.Dasudanord,leroccherossianesonoiverieproprinodidiunaretechericoprebuonapartedeiterritoricompresifrailTaroeilParma;eosservandosuunacartinafisica gli allargamenti del dominio rossiano a occidente e ad oriente (rispet-tivamenteoltre ilTaroeoltre ilParma),sinotaagevolmentecomeicastellidiRoccalanzona,Carona,FelinoeBasilicanovasitrovinogrosso modo nellafasciaditransizionefralapianuraeiprimirilievi,ecostituiscanoicardinidiun sistema di fortificazioni che controlla l’accesso alle vallate appenniniche. A nord,nellabassapianuraversoilPo,ilnucleoterritorialepiùconsistentegravi-tainizialmenteattornoaSanSecondo,macolpassaredeltempotenderàaunamaggiorearticolazionee troveràunsecondopolodiaggregazionenellevillecircostantiRezenoldo,dovenellasecondametàdelQuattrocentoverràcostrui-toilcastellodiRoccabianca.Piùomenoincorrispondenzadelcentrogeogra-fico del dominio troviamo Felino, che è la sede della cancelleria signorile e che nelterzodecenniodelsecolo,agiudicaredallasommadovutadallacomunitàperlatassasulsalenel1432,èprobabilmenteanchelavillarossianadimag-gior peso demografico8.AFelinononc’erasololacancelleria:nell’invernodel1418l’arcivescovoGiacomovirisiedevastabilmente,mentresuofratelloPietrostava di preferenza a San Secondo. Quando Giacomo morì alla fine di marzo, Pietrosi trasferìaFelino:un traslocochecontribuiscea rendere il sensodiuna struttura di governo sufficientemente assestata e in via di centralizzazione.

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91Giustizia,protezione,amicizia:notesuldominiodeiRossinelParmense

Ineffetti,nonostanteletestimonianzesianoesplicitenelricordarecheGiacomoePietroreggevanoildominio«comuniter»e«proindiviso»9,enonostantedal-lacorrispondenzaemergacomeiduefratellisiconsultasserospessoecomeadesempio le lettere di nomina degli officiali fossero emanate a nome di entram-bi,èprobabilechel’arcivescovofossedaconsiderareilverocapodelcasato;eselarilevanzadelsimbolicoconservaancoraspicciolidipoterepersuasivo,sipotrebbericordarecomelatestamozzatadiOttobuonoTerzi,signorediParmaeReggiotrail1404eil1409enemicoacerrimodeiRossi(assassinatocom’ènotonel1409sucommissionediNiccolòIIId’Este),fosseportataaFelinoepresentataproprioaGiacomo10.

Dalla corrispondenza dei signori con i propri officiali per l’anno 1418 emerge una geografia amministrativa abbastanza strutturata e articolata, an-che se non ancora completamente fissata: come del resto il quadro politico ge-nerale, ancora molto fluido, che vede Filippo Maria Visconti alla rincorsa per laricostruzionedelducatodiMilanoenelParmenselaguerratraquasituttiiramideiPallavicini,alleatidelVisconti,eiRossi,sostenitoridegliEstensi.Nelcomplesso,risultanoattiveottocastellanie(Miano,Sant’Andrea,Nevianode’Rossi,Castrignano,Pugnetolo,Corniana,RoccaferraraeRoccaprebalza)e altrettante podesterie (San Secondo, Carona, Felino, Roccalanzona,Basilicanova,Bardone,BercetoeCorniglio):diqueste,cinquesonoanchecen-tripievani(SanSecondo,Basilicanova,Bardone,BercetoeCorniglio).Oltrecheipodestàecastellanieiloroluogotenentievicari,stipendiatiacaricodel-le comunità, l’organigramma dell’officialità rossiana comprendeva funzionari minorieinvestitidicompitipiùcircoscritti,comeilcontrollosultransitodellebiadeelarepressionedelcontrabbando11; ben distinta dall’officialità è invece lapletoradegliamministratoriprepostiallagestioneeconomicadelleproprie-tà signorili, definiti di volta in volta fattori, gastaldi e ancor più genericamente negotiorum gestores,cheincerticasihannoprecisecompetenzeterritorialieche possono talora identificarsi con gli arcipreti di alcune delle pievi dislocate sulterritoriocontrollatodaiRossi.Neldominiosicompilavanoestimieindi-verselocalitàsiriscuotevanoregolarmenteidazisupane,vinoecarne;aSanSecondoeaFelinositenevaunmercatosettimanale,eaFornovosiesigevaundazioogabellasultransito,icuiproventiilpodestàdiCarona,cheavevagiu-risdizionesullazona,eratenutoacomunicareognimesealpodestàdiFelino:quest’ultimo, tra l’altro, negli anni venti s’intitola anche «commissario», asostanziare ulteriormente l’impressione di centralizzazione di cui sopra. Aquanto sembra, nelle podesterie, la carica di podestà e quella di castellanopotevanoesserecumulabiliomeno,asecondadeicasi;disicuro,lefunzionieranodiverse,perchémentreilpodestàamministravalagiustizia,ilcastellanosvolgevacompitidinaturaprettamentemilitareedicustodia:tuttavia,sihal’impressionechelaseparazionetralefunzionimilitareegiudiziariapotessenon essere pienamente percepita dagli homines, e che potessero eventual-mente sorgere conflitti di competenze tra castellani e podestà. Nel maggio del1418,PietroRossiavverteilcastellanodiCorniana:«nonèdebitochetu,chi è castellano, fazi rasone, per lasare la guarda», e aggiunge: «per tanto,

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comandaatutiglihomenichevadanoarasoneaBardono,ecosìinrasonepiùnonlioldireenonteimpazare[senon]delatoaguarda»12.Laquestione,inrealtàpiùcomplessadiquantononsembriaprimavista,investeirapportideiRossiconipoteridilivellosuperiore,imarchesidiFerraradal1409al1420eiduchidiMilanoneglianniprecedentiesuccessiviallaparentesiestense.Confrontandoidatiricavabilidalcopialetterecongliindizicheemergonodalprocessodel1445,sisarebbetentatidiporreunanettadistinzionetrapode-sterieabilitateall’eserciziodelmeroemisto imperioepodesterie dotatediunospessoregiurisdizionaleinferiore.Vatenutoconto,però,chenelprocessodel1445PietroMariaRossidovevadifendersidall’accusadiesercizioindebitodellagiurisdizioneinalcunicentridelsuodominio,ecercòdiscagionarsidal-l’imputazionesostenendo,tral’altro,cheneiluoghiincriminati(Basilicanova,Roccalanzona,Carona,BardoneeNevianode’Rossi)nontenevapodestàbensìcastellaniefattoricheagivanodaamicabilescompositores,iquali,seimpos-sibilitatiadaccordaretraloroiconvenuti,lirinviavanoaitribunalicittadini13.Nonèchiaro,tuttavia,seledichiarazionidiPietroMariarestituiscanofedel-mente il profilo giurisdizionale del dominio rossiano, o se debbano intendersi nellorovalorepragmaticodistrategiadifensivanelquadrodelprocedimen-to in corso. Sul punto, in effetti, le testimonianze sono contraddittorie, inparticolare proprio per Corniana e per Bardone, su cui vorrei soffermarmibrevemente.Aquantorisulta,ilcastellodiCornianaerastatocostruitodallacomunitàaltempodellaguerrafraiRossieOttobuonoTerzi(frail1404eil1409,dunque),alloscopodidifendersidalleaggressionidelTerzi,«cumnul-lum haberent fortilicium». Dopo aver costruito una fortificazione in legno, gli homines«vocaverunt»PietroeGiacomoRossi«uteosdeffenderentindictarocha»:costorofeceromurarelarocca,chedaquelmomentoentròafarpartedeiloropossessi.Comeabbiamovisto,nel1418glihominesdiCornianaeranosottopostiallagiurisdizionedelpodestàdiBardone;colritornodiParmaedelParmensesottoildominiodeiVisconti,tuttavia,lecosesembranocambiare:alcuni testimoni, infatti, affermano che al tempo del marchese di Ferrara(1409-1420) l’officiale rossiano di Corniana «ius ministrabat», ma che dopo la restaurazionedell’autoritàviscontea(1420),invece,ilitigantiincapacidirag-giungere un compromesso sono tenuti a sottoporsi al giudizio degli officiali ducaliaParma;altridiconocheglihomines di Corniana, se l’officiale rossiano nonriesceametterlid’accordo,vannoagiudiziodalpodestàdiFelino;altriancoradistinguono,affermandocheiRossiaCornianahannosempreavu-tomeroemistoimperioeomnimodaiurisdictio,macheilcastellanodellarocca amministra giustizia solo «partim in civilibus», mentre «in crimina-libusetincivilibusmaioribus»isudditirossianisisonosemprecomparsiecontinuanoacompariredinanzialpodestàdiFelino.AncheperBardonelasituazione,vistadal1445,èpiuttostoincerta:pardicapirechealtempodelladominazione estense gli officiali di Bardone amministrassero giustizia, ma chedalritornodeiViscontiinpoiavesserosvoltosolofunzioniarbitrali,rin-viandoglihomines aitribunalicittadiniincasodivertenzenoncomponibili14.Lostatus incertodiCornianaediBardone,insomma,restituiscedaunlato

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ilsensodiunastruttura«amministrativa»ancorainviadiassestamento;dal-l’altro l’impressionediunarestrizionedeglispazidell’autogovernorossianocolpassaggiodalladominazioneestenseaquellaviscontea.Maapartezoned’ombra come queste, per i luoghi in cui i Rossi fondano le proprie prero-gative su privilegi imperiali (Berceto), o su diritti allodiali (Felino), o dovesonosubentratialvescovooalcapitolocattedrale(Corniglio,SanSecondo),l’esercizio continuato dell’alta giustizia da parte degli officiali di Giacomo e di PietroRossièabbondantementedocumentato–al tempodiGianGaleazzoVisconti,altempodiNiccolòd’EsteealtempodiFilippoMariaVisconti–evienedichiaratoesplicitamente.Itestimonidescrivonoaicommissariducaliunampiocatalogodiesecuzionicapitalipubbliche:daibriganti impiccatiaCorniglioeaSanSecondoperavercommessorapinesullastradapubblica,algiovaneomicidadecapitatosullapiazzadelmercatodiFelino«magnaibipopuli multitudine existente», alla donna precipitata con la figlia dalle mura delcastellodiSanSecondoperl’assassiniodelmarito,aitraditoriimpiccati–sempreaSanSecondo–peravertramatoafavoredelsignorediCremonaCabrinoFondulo,cuiintendevanoconsegnarelarocca;ecosìvia15.

Al di là della concreta e quotidiana pratica di governo, è molto significativo chel’eserciziodellagiurisdizionefosseesplicitamenteeconsapevolmentepo-sto, da parte dei Rossi, a fondamento della loro signoria16. Tuttavia, non sitratta soltanto dell’amministrazione della giustizia attraverso gli strumenticonferitidalmeroemistoimperio17:nellelettereeneidecretirossianitrovia-modisseminaticontinuiriferimentiallagiustiziaealsuosinonimo«rasone»,avoltelegateinendiadi,comebasedellalegittimitàdelpoterepoterepoliticoatuttiilivelli18.Seadesempio,nelperoraredifrontealmarchesediFerraralacausadiunramominoredeiPallavicini,asuodireoppressodapiùpotentiagnati,GiacomoRossisostieneche«laraxoneelaiusticiasonoprincipalica-sonideloaugmentoedelaconservaciondelstato»diNiccolòIII19,nellarela-zionedirettaconentitàpolitichediparigrado(inquestocasoiFieschi,perquestioni legatealcontrabbando)lasfumaturaè leggermentediversa,maèsoloquestionedirapportidiforza:«namsiindebitecontrameosprocederetismalefeceretisetcontradebitumjuris:tamensecundumquodmeostractabitisvestrisimilitertractatierunt,semperjusticiamecoadiuvante»20.Talerappre-sentazione e auto-rappresentazione del potere rifletteva categorie di produ-zione e consumo alti che tuttavia godevano di una fruizione diffusa, e pernientepassivanelprocessodicostruzionediunaculturapoliticalargamentecondivisaallivellodell’aristocraziacomedellaroture:«così,senegliambien-ti acculturati la teoria del potere era (più, inclusivamente, della Politica diAristotele,peresempio)lateoriadellagiurisdizione…,nellaculturapopolarel’espressionepiùvisibiledelpotereeralaamministrazionedellagiustiziaeladichiarazione del diritto; e il modo di organizzare l’esercizio del potere eranormalmenteavvicinatoalprocessogiurisdizionale»21.NellacorrispondenzainpartenzadaFelino,oltreall’episodicaordinazionedapartediGiacomodicodici della Politica e dell’Etica Nicomachea «bone littere, que bene legipossint»22, non è infrequente imbattersi in sollecitazioni agli officiali perché

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siano efficienti nel rendere giustizia prontamente e puntualmente ai sudditi23.«Nuynondenegamo iusticiaanegunchi lademanda», ricordaGiacomoalluogotenentedelmarchesediFerrara,nelrespingereleingerenzedelpodestàestense di Parma in una causa sottoposta alla giurisdizione del podestà diFelino24;pochimesidopo,lacondottadiAntoniodaLugagnano,podestàdiCaronanontroppozelantenell’eserciziodellepropriefunzioni,fucensuratadaPietroRossi–chedilìapocolosollevòdall’incarico–inunaletteradovetroviamounadensarivendicazionedellaiuris-dictio comeprerogativaessen-zialedelpoteresignorileecomefondamentodelvivereassociatoinundeter-minatospazio:«habemusin illaterraCaroneetFurnovimerumetmixtumimperium,etsichabereintendimus….Nonintendimusquodinterrisetiure-dictionibus nostris deficere ius nostrum posse … quia ubi iusticia perit non est habitandum»25.Lacoppia«terraetiurisdictio»o«territoriumetiurisdictio»èunacostantedellaproduzionecancellerescarossiana:nellelettereeneide-cretiquestagiustapposizionetornamoltospesso,ilche,pensandoaiproblemichesiponevaladottrina26,mipareancoraunavoltaspiadiunamaturacon-sapevolezzateorica,nonnecessariamentedebitricedell’elaborazionedinuovie sofisticati strumenti di governo derivati per irradiazione dallo stato regiona-le27:com’èstatoosservatoapropositodellacircolazionedeilinguaggipoliticiinambitoquattrocentescoelombardo,infatti,«laricezionedimodellidall’al-to non significa, automaticamente, ricezione di modelli dal centro»28;nonèdetto,inaltreparole,chel’ontogenesidegliapparatidigovernoedell’ideolo-gia del potere della signoria rossiana ricapitoli, un po’ meccanicamente, la fi-logenesidipiùcomplessimodelli statualiviscontei29.Lo«iusnostrum»cuiPietroRossifariferimentosimanifestaanchenelcampodellaproduzionele-gislativa.Dellalegislazionerossiana,perlaverità,nonrimanemoltissimo,mai decreti signorili venivano inseriti nei volumi degli statuti locali: così, peresempio,unesemplareincopiadeglistatutidiCorniglioconservaunaventinadidecretiquattrocenteschi.Diquesti,soloalcunifuronoemanatidaPietro:lamaggior parte risale infatti alla signoria di suo figlio Pietro Maria, succeduto-gli nel 143830. A fronte dell’esiguità del campione, la materia disciplinata ètuttavia piuttosto ampia: abbiamo infatti disposizioni in materia criminale(dai venefici alle rapine di strada), alla materia successoria, fiscale e così via, nelquadrogeneralediquellatuteladelbenepubblicocheècompitoprecipuodelsignorenelleproprieterreegiurisdizioni31.Daquestopuntodivista,pos-siamodirecheilpoteredeiRossitrovainsélaproprialegittimità:eildato,ineffetti,emergeanchenellerelazionicongliEstensiprimaeiViscontipoi,neiconfrontideiquali iRossi sembranoassumere laposizionecheBaldodegliUbaldi definisce di «subditi ratione originis vel domicilii», nell’ambito della distinzionefraiduetipidigiuramentodifedeltàcheunsignoredetentoredidiritti giurisdizionali può prestare al principe (l’altro è il giuramento«tamquam vasallus et feudatarius»)32. I Rossi, infatti, giurano fedeltà aiVisconti,manonriceverannomainulladaessiinfeudo:lapartitapoliticasigioca allora su questo confine, sulla linea che definisce la qualità della suddi-tanza dei Rossi nei confronti del principe33. In larga parte, è questione di

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concreti rapporti di forza fra due entità politiche dal potenziale militare efinanziario molto diverso: quando il duca di Milano decide – come fa nel corso degliannitrentadelQuattrocento–cheanchelegiurisdizionisignorilisepa-ratedallecittàedesentidevonopagarelatassadelsaleelatassadeicavalli,Pietro Rossi non può far altro che ottemperare. Quando lo stesso FilippoMariaViscontioccupamilitarmenteBerceto(1420),l’investituraimperialediGiovannidiBoemia,di fatto,decadealrangodichiffon de papier34.Maunquartodisecolodopo,quandol’importante localitàappenninica,chiavedelpassodellaCisa,saràtornatainpossessodeiRossi,PietroMaria(nelcorsodelprocessopiùvolterichiamato)ricorderàalducachesebbeneabbiaaccettatodicomprareBerceto,siètrattatoinrealtàdiunarestituzione,perchénemme-noilducapuòvendereciòchenonèsuo;edanzisispingeràoltre,facendointendereche,piùchediunavendita, la transazionesiastata fruttodiunamezzaestorsione35. Ma c’è di più. Quando l’officiale rossiano si recò a prende-repossessodiBerceto,feceleggeredinanzialconsigliodellacomunità,riunitonellachiesadiSanModeranno,lelettereducalicheordinavanoaibercetesidiobbedireaPietroMariacome lorosignoreegiurargli fedeltà;aquelpuntol’officiale, Donnino Rossi, affermò che non era necessario che gli homines prestasseroilgiuramento,echebastavacheessifosseroobbedientiaPietroMaria36:comesegiurare fedeltàaldominus attraverso il filtro di un ordine provenientedalducadiMilanocontaminasseilrapportofrailsignoreeisuoisudditi,perchéquestorapportononhabisognodisanzionidall’alto,sibasagiàsulegamiforti,chehannounsensoproprio,chesiradicanoabenaltraprofondità.Finorahoparlatodiamministrazionedellagiustizia,dilegislazio-ne,ditasse,mantenendoildiscorsosuunpianoistituzionale,diun’istituzio-nalitàanchealtamenteformalizzata.Mac’èunlivellopiùprofondo,appunto,cheabbiamointravistonellavicendadeglihomines diCorniana,checercanoscampoallaviolenzadeitempicostruendounfortiliziodilegnoechiamandoiRossiperchévenganoloroinsoccorso:questolivelloèciòcheOttoBrunnerchiamava«protezione e difesa». Protezione fiscale, innanzitutto, come mostra molto bene l’espressione, sempre riferita alla signoria di Pietro Maria suBerceto,«preservavitetpreservat hominesexemptos»37:aquestopropositononvadimenticatochel’adagio«ubiiusticiaperitnonesthabitandum»evocalaconcretapossibilitàdell’emigrazionedapartedeisudditi,lecuistrategiedicontrattazionepotevanocontemplareopzionidelgenerepropriograzieallaconcorrenzafrainumerosipoterisignorilipresentisulterritorio38.Maanchedifesamilitare,comeabbiamovistoecomeillustraunadescrizionedeidominîrossianineltardoQuattrocento,operadiunanonimoosservatoresforzesco,chevaleamaggiorragioneperlagenerazioneprecedentePietroMaria:

Questesonocastelleabantiquosue…,cumvillecircumstante, lihominidelequalesonodel’amicitiaevoluntatedelacassaRossa,eliqualihominisesonoreductietsereduchoson[sic]alitempisuspecticumomnisuacossaaddictesuecastele,undaabeterno sono stati ubligati a le reparacione et guardie de epsi. Et quando pur li fusselevatalaiurisdictioneelaadministrationedelaragione,nonlipuòesserturbatadictareparationeetcustodia39.

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Nelcopialetteredel1418l’importanzadelleguardieemergenonsolodalpuntodivistadeidomini,cheprestanocontinuamentegrandeattenzioneallamanutenzione delle fortezze; ma anche dal punto di vista degli uomini, cheprotestanoseuna roccaèmal custoditao scarsamentemunita, richiedendol’intervento del signore. Lo stato regionale è ancora abbastanza lontano, in-somma,comeèancoralontanalalogicamodernadelprelievosenzaunacon-tropartitaimmediataevisibile.Ilpoterelegittimamenteesercitatoèilpoterechesitoccaconmano,cheoffreunservizioincambiodiquellochechiede,eirappresentantidelprincipepossonosperimentareun’accoglienzanonpropriobenevola,comericordauntestimonechealtempodiGianGaleazzoVisconti«vidit unum tunc capitaneum devetus episcopatus Parme, de cuius nominenon recordatur, venire et esse super foro Filini et velle ibi eius officium exerce-re»: l’anonimo officiale visconteo non fu in grado di istituire un precedente pe-ricolosoperl’autonomiadeldominiorossiano,perchéglihomines e gli officiali felinesilocacciaronovia«cumlancisetlapidibus»40.L’importanzadelconsen-sodeisudditi,fruttoinrealtàdiunequilibriodelicatoebisognosodicostantiattenzioni,erabenpresenteaGiacomoRossi,ilquale,scrivendoalpodestàdiCorniglio, incaricatodiriscuotereunsussidiodallecomunitàsottoposteallasuagiurisdizione,gliraccomandavadifarpresenteagliuomini,sempreparlan-do «cum bonis et melifluis verbis … pro evitando tumultum», che nonostante ilprelievofossepiùaltodelconsuetopermotivicontingenti,illoroaiutoeraindispensabile:«necesseestquodinpresentinecessitatelibentianimomichi succurrant»41,scrivevaGiacomo,elesueparolemostranocosaconcretamentesignifichi un’altra celebre coppia concettuale, «aiuto e consiglio» (intesa ancora unavoltainaccezionebrunneriana),nelquadrodiunareciprocitàdiobbliga-zioni trasignoriesudditi42 che, lungi dal configurare un paesaggio relazionale idilliaco,fornivatuttaviaunmodellodiconvivenzaancoracapace,nelcontestoconsiderato,diassorbireleinevitabilitensionifragovernantiegovernati,sem-prepotenzialmenteproduttricidirotturetraumatiche43.

IlpodestàdiCornigliocheGiacomoesortavaallaprudenzaeraMarsilioRossi,eneiprimidecennidelQuattrocentotroviamoaltriRossiareggerelepodesteriediFelino,diBercetoediBasilicanova.Iquadridella«burocrazia»rossiana,dunque,sonoinparecchicasifornitidaesponentideiramicollate-ralidell’agnazione,unelemento,questo,chedicequalcosainpiùsullagerar-chizzazionefamiliarecuiaccennavoall’iniziodeldiscorso.Oltrechedaagnatie consanguinei, l’officialità rossiana era alimentata dal notabilato rurale, ma anche da parecchi cittadini parmensi. Difficilmente, nel primo Quattrocento, troveremoa farpartediquestopersonaledei laureati ingiurisprudenza: sitrattapiùspessodinotai,chenellaParmadelXVsecolo–comealtrove–co-stituivanoilprincipalebacinodireclutamentodelpersonaleamministrativodelcomune,maancheilnerbodellasocietàpoliticacittadina.Inlineadiprin-cipio,icittadiniinservizionell’apparatodigovernorossianofacevanopartedellasquadrarossa,ossiadiunodeipartitichesispartivanoilpoterenegliorganidelcomune:lasquadra,cheevidenziaalcunemarcatecaratteristichedi gruppo corporato e che tra l’altro si autorappresenta come consortium,

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collegiume/ouniversitas,èilvoltotendenzialmenteistituzionalizzatodiunaclientela che si ramifica in tutto il territorio e in città; e i membri di questa clientelaformanounacategoriabenprecisatraidestinataridellemissivediPietroediGiacomo:gli«amici».«Tudebivenireadmeseltepareoscriver-mequellotepossofareinquestoefaròlodebonavolgia,ognimiofavoreetayutomediante»,scriveGiacomoRossiaunconoscenteansiosodiottenereun beneficio44:eneiconfrontidegliamici,chenelcopialetterefannoconti-nuamente capolino, qualificati a volte da aggettivi come «boni», «fideli» e «intimi»,iRossiagisconoappuntosiadapatronisiadamediatori,redistri-buendo risorse di primo livello, loro proprie (come un beneficio ecclesiastico inunachiesadigiuspatronatofamiliare,oproprietàimmobiliariofondiarie,o un officio, appunto); e di secondo livello, mettendo in comunicazione i propriclienticon lacortediFerraraodiMilano,eaprendoagliesponentidell’élite cittadinanotevoliprospettivediascesasocialeedeconomica45. Incittàcomenelterritoriolospettrodeirapportidinaturalato sensucliente-larechefannocapoaiRossièamplissimo:nelcontadoabbiamomanentesacquisiti insieme ai possessi della chiesa vescovile, fittavoli, detentori di beni atitolofeudale,homines de hominicia,mezzadri,intereparentelerurali;incittà sono rappresentate tutte le fasce sociali, fino ad arrivare ai più eminenti esponentidell’éliteurbana;einambitoecclesiasticosivadalchiericotitola-re di un modesto beneficio rurale ai canonici del capitolo cattedrale. I notai che entrano al servizio dei Rossi come officiali o come cancellieri sono solo una delle varianti possibili: si tratta però di una variante molto significativa. In genere, nella letteratura scientifica sul patronage i contenuti concretidello scambio sono molto chiari se si esamina il flusso nella direzione pa-trono-cliente, mentre il percorso opposto tende spesso a restare sospesonella vaghezza di un’asimmetria data: l’esempio dell’officialità signorile di estrazionecittadinapuòservirealloraamostrareicontenutidelloscambioinentrambeledirezioni46;mipare,inoltre,cheesprimamoltobeneilsensodell’integrazionedielementiistituzionalieinformali,nellacostruzionepoli-tica rossiana come in altre realtà signorili coeve, illustrando efficacemente il rilievochenellalorocostituzioneassumelaricercadiunnessoorganicocolmondourbanoeconlecompetenzechequestopotevamettereadisposizionedelmondosignorile47.Difatto,nellacompetizioneperilpotereinattofraicasatidell’aristocraziaterritorialeparmense,l’elementochefaladifferenza,l’elementoche istituisceunagerarchia tranucleidipoteresignorile«mag-giori»e«minori»èproprioilrapportostabileconlasocietàeleistituzionicittadine:diquil’importanzadellaclientelaurbana,veroepropriopilastrofondantedelprogettopoliticorossiano;diquiilrilievodellefazioni,apropriavolta strettamente connesso alla persistente vitalità dei poteri signorili nelterritorio.Nel1418GiacomoRossiscrivevalettereaglianzianidelcomunediParmamembridellasquadrarossa,annunciandolorol’arrivodiunproprioinviatoconistruzionierichieste48.Lagenerazionesuccessivanonhalasciatotestimonianzetantoesplicitedell’esistenzadiunrapportodirettotrailsigno-re e gli «amici» che sedevano nei consigli cittadini, ma ciò non significa che

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determinati legami si fossero indeboliti o avessero perso efficacia: come ebbe anziadireilsuccessorediGiacomoePietro,PietroMaria:

elpiùpreciosothesoroqualmayabeternohavesselacasamia,lacuihereditàèperve-nutainmeetèmiaobligationeconservarlo,fuetèl’amicitiadicitadinideParma,cumquellaqualmedianteepsamiacasaetio,successivamente,havemoconsequitoreputa-tione,honoretcreditopiùcheperqualunchaaltracosa:ilchecongruenterarguisseetnecessarioconcludetalthesorodeveressertenutodamebencustoditoetcarosopraomnealtracosa49.

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TerredeiRossi(Scala1:450000)

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Note*IltestoriproducenellasostanzailmiointerventoalseminarioSignorie rurali e feudi in alcune aree dell’Italia centro-settentrionale fra XIV e XV secolo(Milano,UniversitàdegliStudi,11-12aprile2003).Datalanaturainterlocutoriadelpresentelavoro,incuicercodifareilpuntosuunaricercaancora incorsoprovandoaenuclearealcuni temiampiamente suscettibilidi sviluppo,il testo e l’apparato critico prendono in considerazione solo alcuni aspetti specifici: per una più precisa contestualizzazione e per più ampie indicazioni archivistiche e bibliografiche sulle signo-rieterritorialiparmensiquattrocenteschemipermettodirinviareaM.Gentile,Terra e poteri. Parma e il Parmense nel ducato visconteo all’inizio del Quattrocento,Milano2001,checostitui-scelanecessariapremessaaquestodiscorsoecheeviteròpertantodirichiamarepuntualmentenellepaginecheseguono.Ringraziotuttiipartecipantialseminarioperleloroosservazionipiùo meno critiche; Letizia Arcangeli e Massimo Della Misericordia anche per aver cortesementeaccettatodileggereediscutereconmeildattiloscritto.1Ingenerale,perun’applicazionemetaforicadiconcettimutuatidallabiologiaevoluzionisticaalledinamichedelmutamentoneirapportifraentitàpoliticheframedioevoedetàmoderna,siv.H.Spruyt,The Sovereign State and Its Competitors. An Analysis of System Change,Princeton1994(pp.22-33,178-179),ches’ispiraallateoriadegliequilibripunteggiatielaboratadapaleontologicomeStephenJayGouldeNilesEldredge;perun’ipotesisullaricezionediquestetematichedaparte della storiografia italiana degli ultimi decenni, cfr. M. Gentile, Leviatano regionale o forma-stato composita? Sugli usi possibili di idee vecchie e nuove,in“Societàestoria”,n.89(2000),pp.561-573(p.561).2Misonooccupatodiquestoaspetto(sucuicontoditornareentrobreve)inAristocratic Lineages and Territorial States in Northern and Central Italy (15th Century),relazionetenutaalseminarioThe Politics of Kinship I. Late Medieval and Early Modern Nobility and Territoriality,FourthEuropeanSocialScienceHistoryConference,’s-Gravenhage,27febbraio2002.3G.M.Varanini,Aristocrazie e poteri nell’Italia Centro-settentrionale dalla fine del Duecento alle Guerre d’Italia, inLe aristocrazie: dai signori rurali al patriziato, acuradiR.Bordone,Roma-Bari,incorsodipubblicazione.4Cfr.G.Chittolini,Il particolarismo signorile e feudale in Emilia fra Quattro e Cinquecento,inId.etal.,Il Rinascimento nelle corti padane. Società e cultura,Bari1977,orainId.,La forma-zione dello stato regionale e le istituzioni del contado. Secoli XIV e XV,Torino1979,pp.254-291(pp.258-259).5 Per riprendere un’espressione di R. Greci, Il castello signorile nei piccoli stati autonomi del contado parmense,inCorti del Rinascimento nella provincia di Parma,acuradiR.Greci,M.DiGiovanniMadruzza,G.Mulazzani,Torino1981,orainId.,Parma medievale. Economia e società nel Parmense dal Tre al Quattrocento, Parma1992,pp.1-42(p.28).6 Cfr. Greci, Una proprietà laica del Parmense nella prima metà del Quattrocento: i beni di Pietro Rossi in Basilicanova e Mamiano,in“NuovaRivistaStorica”,LXVI(1982),pp.1-36orainId.,Parma medievale,cit.,pp.111-160.7Lefontiprincipaliperstudiare lacostituzionematerialedellasignoriarossiananeiprimide-cennidelQuattrocentosonoentrambeconservatenel fondoFamigliedell’ArchiviodiStatodiParma(d’orainavantiASPr,Famiglie,Rossi,b.2).Laprimaèunregistrocopialettere(cfr.Greci,Una proprietà laica,cit.)chehaperestremicronologiciil1418eil1428,machepercircadueterzi(90cartesu128)riportagiornopergiornolacorrispondenzapartitadallacancelleriadeiRossitrailprimogennaioeil21febbraioepoitrail9maggioeil9giugnodel1418(circa280letterepermenoditremesi):sitrattadiunframmento,quindi,madiunframmentochedaunlatoèmoltonitidoedall’altrolasciaintravederequalepotesseesserelaricchezzadiunarchiviosignorile che non si è conservato. Tra i vari criteri possibili per classificare la corrispondenza riportatasuquestoregistro,c’èquellodeidestinatari,chesipossonoraggruppareall’ingrossointrecategorieprincipali:ipoteripolitici«esterni»aldominiorossiano,incuicomprendopoteridilivellosuperiorecomeilmarchesed’EsteeisuoirappresentantioilducadiMilano,maanchealtresignorie(Pallavicini,Fieschi,Guinigi);iprivati,generalmentecittadinidiParma,chesonomolto spesso definiti «amici» di Giacomo e Pietro Rossi; gli officiali e gli amministratori rossiani. L’altroconsistentenucleodocumentariosucuibasoquesteosservazioniècostituitodagliattidiun processo per usurpazione di diritti giurisdizionali e fiscali che il duca di Milano Filippo Maria ViscontiintentòaPietroMariaRossitra1444e1445(cfr.Chittolini,Infeudazioni e politica feu-dale nel ducato visconteo-sforzesco,in“Quadernistorici”,n.XIX(1972),pp.57-130,orainId.,La formazione dello stato regionale,cit.,pp.36-100):seneconservanoicapitolipresentatidal

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Rossi e le dichiarazioni dei testimoni, che contengono riferimenti specifici a fatti e circostanze anchediparecchidecenniprecedentiladatadelprocessoechequindiinteressanodirettamenteilperiodocheciconcerne.8Ilsale,com’ènoto,eramonopolioducale,enel1432PietroRossi,peripropridominî,dovevaallaCamera2500lireimperiali,cosìsuddivise:Felino903lire,3soldie10denari;Corniglio857liree18soldi;SanSecondo460lire,14soldie1denaro;Corniana122lire,5soldie4denari;Roccaprebalza74lire,13soldie11denari;Roccaferrara81lire,7soldie10denari.ArchiviodelComunediParma,serieII,Trattati, lettere, decreti e capitoli, registron.19,p.90,1432maggio2,Milano. 9Cfr.ades.ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio facta per commissarios ducales contra iuri-sdictionem castrorum et villarum status Petri Marie Rubei … (1445),c.21v.10A.Pezzana,Storia della città di Parma,5voll.,Parma1837-1859,ristampaanastatica,Bologna1971,vol.II,pp.117-118.11ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,c.9r,1418gennaio13,Felino.12ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere del conte di Felino,c.39v,1418maggio14,Felino.13Cfr.Chittolini,Infeudazioni e politica feudale,cit.,chetendetuttaviaageneralizzare,mipare,quandoosservachePietroMariaRossi«pursenzaostentarealcunavested’autorità,attraversoisuoicastellanioisuoifactorestrasmetteordiniaglihomines,liassoggettaaimposizioni,eam-ministraanchelagiustizia,facendoagireisuoirappresentantinoncomeiudices,macomearbitri amicabiles»(p.40):perquestaviasirischiainfattidiaprireilcampoainterpretazioniestensive(cfr.O.Raggio,Visto dalla periferia. Formazioni politiche di antico regime e Stato moderno,inP.Anderson,M.Aymard,P.Bairoch,W.Barberis,C.Ginzburg(acuradi),Storia d’Europa(vol.IV,L’etàmoderna.SecoliXVI-XVIII,acuradiM.Aymard),Torino1995,pp.483-527,p.508)che riducono le signorie territoriali dell’Emilia quattrocentesca a campi di pratiche informali,doveladimensioneistituzionaledeirapportidipoteresisbriciolainunpulviscolodirelazioniinterpersonali.14ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio,cit.,cc.26r,35r–38v.15ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio,cit.,passim.16Nonèquestalasedeperripercorrereinmanieraanchesolorapsodicalatradizionedelpensieromedievalechevedenell’eserciziodellagiurisdizionel’attributoessenzialedelpoterepolitico:milimitoquiarinviareaP.Costa,«Iurisdictio». Semantica del potere politico nella pubblicistica medievale (1100-1433),Milano20022.17ComerilevaChittolini(La «signoria» degli Anguissola su Riva, Grazzano e Montesanto fra Tre e Quattrocento,in“NuovaRivistaStorica”,LVII(1974),orainId.,La formazione dello stato regionale,cit.,pp.181-253,p.222),«iduchidiMilano…avviandounapoliticadiinfeudazionicheavrebbemessoincrisiilpredominiocittadinosulcontado,sieranoinessaispiratialprincipioche l’esercizio di unpotere pubblico si esprimeva innanzituttonell’amministrazionedella giu-stizia».Altraquestione(questionediprospettiva,probabilmente)èseeffettivamente«lostessoconcettodisignoriarurale,conlapoliticafeudalediFilippoMariaVisconti,ave[sse]assuntounaconnotazioneistituzionaleprecisaproprioperl’attribuzionealdominus didirittidigiurisdizio-ne»(ibidem):perchélasignoriadeiRossi,comevedremo,nonsibasavasualcunainvestiturafeudale concessa dai Visconti, pur manifestando un profilo istituzionale di notevole rilievo.18Ingenerale,cfr.ades.M.Viroli,Dalla politica alla ragion di stato. La scienza del governo tra XIII e XVII secolo,Roma1994,pp.3-47;D.Quaglioni,À une déesse inconnue.La conception pré-moderne de la justice, Paris 2003; per un significativo caso di studio d’ambito spazio-temporale nontroppodistantedalnostrosiv.inoltreM.DellaMisericordia,«Per non privarci de nostre raxone, li siamo stati desobidienti». Patto, giustizia e resistenza nella cultura politica delle co-munità alpine nello stato di Milano (XV secolo),inC.Nubola,A.Würgler(acuradi),Suppliche, gravamina, lettere. Forme della comunicazione politica in Europa (secc. XV-XVIII),Bologna,incorsodistampa.19ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,c.15r,1418gennaio18,Felino.20ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,c.18v,1418gennaio28,Felino.21A.M.Hespanha,Storia delle istituzioni politiche,Milano1993,pp.42-43.22ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,1418gennaio18,Felino,c.15r.èunpeccatochenelcasodeiRossi,ilcuiarchivioèandatodispersoeinlarghissimaparteperduto,lacomposizio-nedellabibliotecadifamiglianonsiaricostruibile:com’èstatonotatoapropositodellaculturapoliticadellanobiltàinglesequattrocentesca,infatti,«todeterminetowhatextentproducersandconsumersofpoliticalthoughtweredivorcedfromeachother…onepossibleapproachistolook

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MarcoGentile102

atpatternsofbookownershipandliterarypatronageamongthearistocracytoseewhatisrevea-ledabouttheirintellectualtastes».J.Watts,Henry VI and the Politics of Kingship,Cambridge1999,pp.51-80(pp.51-52).Alproblemadellaformazioneintellettualeepoliticadeisignorireg-gianidellasecondametàdelTrecentoaccennaA.Gamberini,La città assediata. Poteri e identità politiche a Reggio in età viscontea,Roma2003,pp.117-118en.NonsaràinutilericordarecheGiacomoinsegnòdirittocanoniconell’UniversitàdiPavia(Id.,Il principe e i vescovi: un aspetto della politica ecclesiastica di Gian Galeazzo Visconti, in “Archivio storico lombardo”, CXXIII(1997),pp.39-115,p.106n.);Pietro,dapartesua,eraildedicatariodeltrattatoDe musica,con-cepitoinformadidialogotrailRossiel’autore,ilmedicoescienziatoparmenseGiorgioAnselmi,chedichiaravadiaver riassuntonell’operaunaseriedi conversazioni sull’armonia svoltesi trai due nel 1433: cfr. L. Pannella, Anselmi, Giorgio senior, Dizionario Biografico degli Italiani, III (Ammirato–Arcoleo), Roma 1961, ad vocem; per l’edizione del testo si v. Georgii Anselmi Parmensis. De musica,acuradiG.Massera,Firenze1961.23Cfr.P.Grossi,L’ordine giuridico medievale,Roma-Bari20006,p.134en.24ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,1418gennaio17,Felino,cc.13v–14r.25ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,1418maggio13,Felino.Èopportunoprecisareche l’espressione «rendere giustizia a chi la chiede» è nel caso specifico riferita a una causa civile riguardantelacorresponsionediunadote,enonesclude(adifferenzadellesignoriereggianestu-diatedaGamberini,La città assediata,cit.,pp.117-124)lacompresenzanellasignoriarossianadiunordinepenaletendenzialmente«egemonico»rispettoaquello«negoziato»(perunprimoorientamentosuquestacoppiaconcettualesiv.M.Sbriccoli,Giustizia criminale,inLo Stato mo-derno. Istituzioni e diritto,acuradiM.Fioravanti,Roma-Bari2002,pp.163-205,pp.164-69).26 Mi riferisco, naturalmente, al dibattito sullo spinoso quesito «utrum iurisdictio territoriocohereat»:sultemasiv.innanzituttoilclassicostudiodiP.Vaccari,La territorialità come base dell’ordinamento giuridico del contado nell’Italia medievale,Milano19632;perun’ampiadiscus-sione delle posizioni dottrinali cfr. C. Danusso, Ricerche sulla «Lectura Feudorum» di Baldo degli Ubaldi,Milano1991(pp.119-141);macfr.oraQuaglioni,Giurisdizione e territorio in una «quaestio» di Bartolo da Sassoferrato,inLa signoria rurale in Italia nel medioevo, 3,AttidelConvegnodistudi(Pisa,6-7novembre1998),Pisa,incorsodistampa. 27Ladirezionegradualmentediscendentedelpercorso(cheneimplicalanaturagerarchica),ov-verosia l’imitazione di modelli principeschi nella definizione degli apparati di governo da parte dellesignorieterritoriali,èstatarecentementeribaditadaGamberini,La città assediata,cit.(p.118en.),chesottolineatral’altrol’importanzadelleesperienzematuratenelcircuitofunziona-riale dello stato regionale da parte degli esponenti dell’aristocrazia territoriale reggiana nellaprospettivadiuna«acculturazioneall’idiomapoliticodelloStato»(ibidem,p.117).28DellaMisericordia,«Per non privarci de nostre raxone»,cit.29 Sulla profondità temporale dell’elaborazione di tipologie documentarie «autoritative» nellecancelleriesignorilisiv.G.M.Varanini,«Al magnifico e possente segnoro». Suppliche ai signori trecenteschi italiani tra cancelleria e corte: l’esempio scaligero, inSuppliche e «gravamina». Politica, amministrazione e giustizia in Europa (secoli XIV-XVIII), a cura di C. Nubola e A.Würgler,Bologna2002,pp.65-106(pp.69-71).30Gliattidelprocessodel1445riportanounatestimonianzadelsuggestivoritualeditraslazionedella signoria di padre in figlio: Aicardo Aicardi, rettore della chiesa di San Michele di Felino, «presensquandodictusdominusPetrusmortuusest…,viditdarebenedictionemetdominiumperuniuscandeletraditionemdictoPetroMaria».ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio,cit.,c.23r.31ASPr,Statuti,69(Corniglio),cc.89vess.SiconsideriadesempioilpreambolodiundecretoemanatodaPietroperlarepressionedelbrigantaggio:«Consciderantes…violentiamaximala-tronumpublicorumetassassinorumetquantaipsorumoperibushodieincurrantdamnaet…iac-turenonsolumbonismercatoribusetallisitinerantibus,verumetiamindamnumuniversallemomniumetcontrapublicumbonum,quodnobisinterceteradelictaintolerabilevidetur,volentesinterritorioetiurisdictionenostrataliterproviderecontratallesdelinquentes…»ecc.(ibidem,1418maggio6,Felino).32Cfr.Chittolini,Infeudazioni,cit.,p.83n.48.33Ibidem,pp.59ess. Cfr.ades.giuramentodifedeltàdiPietroRossiaGiovanniMariaVisconti(1403marzo31,Milano),ne Il registro di Giovannolo Besozzi, cancelliere di Giovanni Maria Visconti, con appendice di altri atti viscontei,acuradiC.Santoro,Milano1937(p.30).34 Perché moltiplicare gli esempi? La fine è nota: su iniziativa di Ludovico Sforza, tra il 1482 e il

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1483ildominiorossianovenneattaccatomilitarmenteeunabuonavoltacancellatodallageo-grafia politica del ducato milanese. Potrebbe sembrare vano, allora, occuparsi di una formazione politicacheancheinrapportoallesignorieterritorialicoeveeconterminirappresentapermoltiversiun’eccezione,siadalpuntodivistadellasuacostituzione,siadalpuntodivistadellaqualitànonvassallaticadelrapportoconilprincipe:equestoperchél’eccezionenonèsopravvissuta,per-ché ciò che importa alla ricostruzione di una linea di sviluppo complessiva, alla fine, è sapere chi vinceechiperde.Personalmente,sonoconvintochechinarsiaconsiderarelepossibilitàirrealiza-te dai «rami secchi dell’evoluzione» comporti più benefici che svantaggi nella pratica della ricerca storica,intesanelsensogeneralissimodiS.J.Gould,La vita meravigliosa(tr.it.diWonderful Life. The Burgess Shale and the Nature of History,NewYorkandLondon1989),Milano1995;Id.,Il pollice del Panda. Riflessioni sulla storia naturale (tr. it.diThe Panda’s Thumb. More Reflections in Natural History, New York 1980), Milano 2001. Anche volendo assumere laprospettivadellostatoregionale–chenonèl’unicalegittimaechequinonèlamia–,nonsaràforse inutile ricordare che lo stato regionale stesso, anche in quanto oggetto storiografico, nacque «sottoilsegnodelparticolarismo,comesommaditanteparticolarilibertà,riconosciuteaborghi,vallate,soprattuttosignorierurali»(Chittolini,Introduzione aLa formazione dello stato regio-nale, cit., p. XII): di queste «particolari libertà» il dominio rossiano, «diverso» finché si vuole, è espressione a pieno titolo. Com’è stato recentemente affermato a proposito della resistenzaopposta dalla nobiltà territoriale alla nascita dello stato principesco in Franconia tra la fine del medioevoel’iniziodell’etàmoderna,«sijem’occupedecequiapparaîtcommeuneexceptionàlarègle…c’estjustementparcequel’onapprendbeaucoupsurunsystèmeenexaminantlescas-limitesqu’iladmet»(J.Morsel,La noblesse contre le prince. L’espace social des Thüngen à la fin du Moyen âge (Franconie, v. 1250-1525),Stuttgart2000,p.6).35Cfr.Chittolini,Infeudazioni,cit.,p.60.36 «Noluit quod facerent dictam fidelitatem, dicendo quod sufficiebat ei quod essent obedientes dictoPetromarie»(ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio,cit.,c.19r).Puòessere interessantericordarecomenegliattidelpodestàdiFelino,neglianniventi,ricorralaformula«promisitquoderit obediens domino Petro, eius heredibus ac officialibus» (ivi, Copialettere,cit.,cc.33ress).Sulla pregnanza politica della nozione di obedientia v. Sbriccoli, «Crimen laesae maiestatis». Il problema del reato politico alle soglie della scienza penalistica moderna,Milano1974,pp.117-133.37ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio,cit.,cc.18r,30r.38Sullamobilitàresidenzialedeglihomines cfr.ades.Chittolini,Il luogo di Mercato, il comune di Parma e i marchesi Pallavicini di Pellegrino,in“NuovaRivistaStorica”,LVII(1973),pp.1-52,orainId.,La formazione dello stato regionale,cit.,pp.101-180(pp.141-142);Greci,Il castello signorile,cit.,pp.40-41;D.Andreozzi,Piacenza 1402-1505. Ipotesi di ricerca,Piacenza1997,pp.48-49.39ASMi,Famiglie,Rossi,b.159,senzadata.40ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio,cit.,cc.24r-24v.41ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,c.9v,1418gennaio14,Felino.42Daunosservatorioemilianoequattrocentesco, ineffetti,nonmostraancoratropperugheilvecchioO.Brunner,Terra e potere. Strutture pre-statuali e pre-moderne nella storia costitu-zionale dell’Austria medioevale(trad.it.diLand und Herrschaft. Grundfragen der territorialen Verfassungsgeschichte Österreichs im Mittelalter,Wien19655),Milano1983.Nelcontestocheciriguarda, infatti,che isignoriruraliricambiasseroancora idirittiesercitatisuisudditisvol-gendo in loro difesa un «servizio» di tutela militare e fiscale (contro il prelievo della città e del principe)èevidente,comehamostratoChittolini,La signoria degli Anguissola,cit.;Id.,Il luogo di Mercato,cit.Ilcorrispettivodellaprotezionesignorileconsisteneldoveredapartedeisudditidi prestare consiglio e aiuto, formula che può assumere una decisa coloritura fiscale: secondo Brunner,infatti,«lanaturadelleimpostemedievali,comeanchel’interaistituzionedelladieta,possono essere comprese solo a partire dalla formula “consiglio e aiuto”» (Brunner, Terra e potere,p.379);ecomemostral’esempiodegliuominidellevillediCorniglio,«l’aiutopuòesserprestatoqualeprotezione[cosìperprestazione,ndr.]straordinariaincasodibisogno.Essononricorreconcontinuitàefrequenza,epersuanaturavienedeterminatoinrelazioneall’urgenzaealledimensionidelbisogno:ragionpercui,essendodiperséindeterminato,ènecessariostabi-lirnedivoltainvoltalaportata,asecondadelcasoinquestione».Inoltre,«èindispensabileporreunanettadistinzionefraquesteprestazionistraordinarieequeiserviziecensicheilcontadinohal’obbligodicorrispondereannualmente.Lostessodicasiancheperognialtraimpostadina-turadiversamapretesaconpariregolarità»(ibidem,p.381).Perquelcheciconcerne,quindi,

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mancanoilbersagliolerecenticriticheallavisionebrunnerianadellasignoriarurale,basatasuunaWechselseitigkeitdidirittiedoveritrasignoriesudditi–critichechetendonoaequipararelaprotezionemilitaredeinobilineiconfrontideglihominesaunveroeproprioracket,incuiisignoriproteggonoicontadinidallaviolenzadaessistessiprodotta.Inquestalineacfr.ades.G.Algazi,Herrengewalt und Gewalt der Herren im späten Mittelalter. Herrschaft, Gegenseitigkeit und Sprachgebraucht,Campus,Frankfurt-NewYork1996(sucuiv.almenoleosservazionidiM.Bellabarba,Violenza signorile,in„Storica“,n.XVII,2000,pp.153-161);H.Zmora,State and nobility in early modern Germany. The knightly feud in Franconia, 1440-1567,Cambridge1997.Perintendereimodielecausedellacrisicinquecentescadelrapportofraidominieglihominesa partire da un esempio geograficamente contiguo al nostro si v. L. Arcangeli, Uomini e feuda-tario nella prima metà del XVI secolo. Due cause antifeudali nel marchesato di Pellegrino,in“ArchivioStoricoperleProvinceParmensi”,serieIV,XXXIV(1983),orainEad.,Gentiluomini di Lombardia. Ricerche sull’aristocrazia padana nel Rinascimento,Milano2003,pp.201-267;unafratturapiùprecocemostra,perlaValtellinaquattrocentesca,DellaMisericordia,Divenire comunità. Comuni rurali, poteri signorili, identità sociali in Valtellina e nella montagna lombarda nel tardo medioevo, Università degli Studi di Torino, XIV ciclo, tutori R. Bordone, G. Chittolini, aa. 2003/2004;piùingenerale,sultemaèsempremoltoutileG.Politi, I dubbi dello sviluppo: rilevanza e ruolo del mondo rurale in alcune opere recenti (secoli XV-XVII), in“Societàestoria”,XVI(1982),pp.367-389.43Nel1407,aquantosembra,gliuominidiSanSecondosiribellaronoaiRossi«inseguitoaima-lumoridovutiallagravezzadelleimposte».CosìM.Pellegri,Il Castello e la terra di San Secondo nella Storia e nell’Arte,Colorno1979,p.42,checomealsolitononsicuradirendernotelesuefontid’informazione.Secondountestimone,altempodellasignoriadiOttobuonoTerzisuParma(1404-1409),dunqueproprioinqueglianni,ilpodestàdiSanSecondo,«presenteipsodominoPetrodeRubeis,fecitsuspendipergulamtreshominestunchabitantesSanctiSecundi…quiatractaverantvelledarecastrumSanctiSecundidominoCabrynoFondulotuncdominoCremone»(ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Inquisitio,cit.,c.28r):impossibileallostatoattualestabilireseidueepisodisianoinqualchemodoconnessi.44ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,c.1v,1418gennaio1,Felino.45 Mi riferisco alla nota classificazione di J. Boissevain, Manipolatori sociali: mediatori come im-prenditori[tr.it.diFriends of Friends,Oxford19782,cap.VI(pp.147-169)],inF.Piselli(acuradi),Reti. L’analisi di network nelle scienze sociali,Roma20012,pp.279-298;perunapiùarticola-taapplicazionedellecategoriedipatronatoemediazionesiv.,negliattidiquestoseminario,DellaMisericordia, Dal patronato alla mediazione politica. Poteri signorili e comunità rurali nelle Alpi lombarde tra regime cittadino e Stato territoriale (XIV-XV secolo);distinguedue formediredistribuzionemanonduetipidiredistributoriG.Lind,Grands et petits amis: clientélisme et élites du pouvoir,inLes élites du pouvoir et la construction de l’état en Europe,acuradiW.Reinhard,Paris1996,pp.162-201(pp.179-181).46MoltosensibileaquestiaspettimièparsoS.Carroll,Noble Power during the French Wars of Religion. The Guise Affinity and the Catholic Cause in Normandy,Cambridge1998,pp.53-88.47 Per un approfondimento di questi temi, nello specifico riferimento al contesto parmense e quat-trocentesco,siv.M.Gentile,«Cum li amici et sequaci mei, qualli deo gratia non sono puochi». Un aspetto della costituzione dei piccoli stati signorili del Parmense (XV secolo),inUno storico e un territorio. Vito Fumagalli e l’Emilia occidentale nel medioevo,AttidelconvegnodiParma(11-12ottobre2002),acuradiR.GrecieD.Romagnoli,Bologna2004,incorsodipubblicazione.48ASPr,Famiglie,Rossi,b.2,Copialettere,cit.,c.29r,1418febbraio20,Felino.49ASMi,Sforzesco,Carteggiointerno,b.829,1466giugno7,Torrechiara.

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La comunità di Pecetto contro i Mandelli

feudatari (1444): linguaggi politici a confronto *

diFedericaCengarle

Ènotalavolontàdisciplinatricechecaratterizza,neglianniQuaranta,lapoliticadelVisconti,voltaacondannare,senonareprimere,leprevaricazionidi«coloroche,“iurisdictionibus,potestatibusautexemptionibuspernosseuperillustrissimosolimprogenitoresnostrosconcessisabutentes”,compionoesazioniindebitecontroisudditi,usurpanodirittidigiurisdizione“etmultaalia committunt et intentant, inhonesta admodum, iniusta ac exorbitantia,queveredundantincontemptumnostrum,etcivesetsubditosnostrosincon-sumptionesetdesperationempropemodumadducunt”».QuestoviolentoattodiaccusadiFilippoMariaVisconticontroleprepotenzeegliabusi,contenutonelprologodeldecretodelMaggiormagistrato,introduceunodiqueiprovve-dimenti«consideratitradizionalmentecomeispiratiallapolitica“antifeuda-le”deiVisconti»,mainrealtà,comehafattonotareGiorgioChittolini,«diretticontroilparticolarismosignorileneisuoiaspettipoliticiemilitari,noncontroilsistemadelfeudo,ocontroquellegiurisdizioniseparatecheilfeudoineffettilegittimaeconsolida»1.

Tonialtrettantodurisiriscontranotalvoltanellelettereducalichenomi-nanocommissariperaccertareidanniderivatiallacameradagliilleciticom-portamentideidetentori,avariotitolo,diimmunità,esenzionieprivilegigiu-risdizionali.Èilcasodellaletteraducaleconcui,il1maggiodel1444,NicolaBianchinivienenominatovicarioecommissariogenerale,conilcompitodiaccertareleregalieeidirittiusurpatiallacameraeindagareeprocedere«con-traquoslibetfeudatariosetalios»che,abusandodifeudi,esenzioni,titoli,di-gnità,dirittieprivilegiloroconcessi,hannoagito«contrastatumethonoremnostrum», non vergognandosi di commettere quotidianamente «contra eosingubernationemdatos» atti ingiusti,malvagiedisonesti, «inobropiumetcontemptumnostrumetstatusnostriscandalumacpreiuditiumsubditorumeiscommissorum»,echeperquesto–cosìsilegge–giàdatempoavrebberodovutoessereprivatideiloroprivilegiepuniti2.

Ilprinciperigettadunquequeicomportamenti,dapartedeidetentoridideleghedigoverno,che,pregiudicandoisudditi,ledonolasuaimmagineeilsuostatus3direggentegiusto4.

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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FedericaCengarle106

Sotto tale retoricaautoritariaeglidissimula, tuttavia, laconsapevolezzadel limite del proprio potere5: nonostante l’avvio di procedure inquisitorie,quali quelle a carico degli Scotti (1441 e 1444)6, dei Rossi e dei Sanvitale(1445)7, il duca si trova infatti a negoziare con signori e feudatari, là dovequestipossonocontare,alorovolta,sulladipendenzaesullasolidarietàdellacomunità soggetta, fondate vuoi su una fitta e consolidata trama di relazioni personalieclientelari,vuoisullacapacitàdeidominidipresentarsicomeva-lidiinterlocutoridell’autoritàcentraleneldifendereleragionidellaterraloroaffidata8.ÈilcasodegliScotti,chenel1442,dopoesserestaticondannatiallaperditadeibenieallaprivazionedell’immunità,ottengonodalducalacassa-zionedellasentenza9.

Inquestocontestodidichiarataavversionedell’autoritàcentraleneicon-frontidiuneserciziotroppopersonaledelpoteredapartedicoloroacuihaaffidato i sudditi, si inserisce la causa intentata nella primavera del 1444 dalla comunitàdiPecettocontroisuoifeudatari,TobiaMandelliedinipotiOttonediRaffaeleeOttonediAntonio,difrontealsopraricordatoNiccolòBianchiniealsuovicarioSillanoNegri,rappresentantidelduca10.

1. L’avvio della causa ed i suoi precedenti

Nellatardaprimaveradiquell’anno,infatti,«cogenteetvigentenecessita-te»gliabitantielacomunitàtuttadiPecetto,terradimezzacollinaneipressidiValenzaPo11,espongonoalduca,«cumlacrimabilivoceetgrandiquerella»,leestorsionieleviolenzecheiMandellihannocommessoopermessoalorodanno,riducendoli«adtantamexinanitionemettirannidem,…eostamquamescampanismorefaraoniscurdeliter[sic]devorando»ecostringendoliavive-re«subserviliquasiconditione»12.Consideratitalietantieccessi,ifeudatarisisarebberodunqueresi,inbaseancheaidecretiducali,indegnidelfeudo,tantodadoverneesserecacciatied«omnihonoreetdignitate,quibuspretenduntinipsofeudohabere,privari».DiconseguenzaglihominesdiPecettosupplicanoFilippoMariaViscontididaremandato«alicuiproboviro»di indagaresuifattie,nelcasol’indagineconfermassel’indegnitàdeifeudatari,discioglierlidalla fedeltàedall’obbedienzaaiMandelli;di farprocessaree condannare,«secundumformamiurisetdecretorumducalium»,idominiperidenaricheindebite hannoloroestorto;didichiararlidecadutidalfeudo«secundumco-stitutionesfeudales»,poichéglieredideidefuntiAntonioeRaffaelehannola-sciatotrascorrereiltermineprevistoperilrinnovodell’investitura;didichia-rare infine «quod dictum feudum dicte terre Peceti ad dominationem vestram reversum fuisse et consolidatum fuisse cum directo dominio dominationisvestre et etiam consolidatum esse per negligentiam dictorum de Mandello,nonministrantiumiustitiametobmitentiumfacerequepereosdePecetoinprocesuliquidabitur...»13.

Questa supplica al duca apre un fascicolo processuale costruito proba-bilmentesurichiestadeiMandelliche,presoapretestoperunnuovorinvioil fattodinonaverricevutodallacancelleriadelcommissariounacopiadel

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processo,chiedonoperlorousounaregistrazionedegliatti14.AutenticatodalnotaiodelBianchini,ilfascicoloraccogliecapitoli,argomentazioni,suppliche,lettere, strumenti e testimonianze presentati dalle parti nelle varie sedute,oltrecheleconvocazioni,iprecettieledisposizionidelBianchiniedelNegri:visipossonoquindileggereleopposterappresentazionidelgradualedeterio-ramentodeirapportitracomunitàefeudatariofferteagliagentiducali15,manonlefasiconclusivedelprocessonélasentenza,inquantolaregistrazionedegli atti si interrompe alla fine di agosto del 1444.

LapresenzadeiMandelliaPecettorisaleadanninonmoltolontani,quan-do la duchessa Caterina, nei giorni di pressante necessità finanziaria successivi allamortediGianGaleazzo,concedeadOttonediPietro16, comepegnoperunprestito di ottomila fiorini, ilcastrumelaterradiPecetto17.Dalsettembredel1402,secondoifeudatari,Ottoneavrebbeesercitatocontinuativamenteilpro-priodominiosulterritorioacquisito,nominandocastellani,podestàegiusdi-centieottenendodaglihominesdiPecettofedeltàedobbedienza.Unpossessoquieto e pacifico, ma interrotto nel maggio del 1408, quando gli stessi homines,«spiritudiabolicoinstigatideumquepreoculisnonhabentes»,contravvenen-do al loro giuramento di fedeltà, si ribellano ad Ottone e si danno a FacinoCane,«tunctirampnuminpartibusLombardie»,cheassiemeaisuoiseguaci«etprecipuecumdictishominibusterrePeceti»mirainqueltempoalladistru-zionedellostatoedeldominiodelducadiMilanoedelcontediPavia18.

Determinati, come vedremo, a fare della ribellione degli abitanti dellaterraloroinfeudatal’argomentoprincipaledellapropriadifesa19, iMandellisonopuntualmentesmentitidalrappresentantedelcomune20:nonsolononvisarebbemaistatoungiuramentodifedeltàinfavorediOttone,malastessacessioneoperatadaCaterinaViscontinonavrebbeavutovalore,inquantoladuchessa non aveva diritti su Pecetto21; quanto poi al supposto tradimentoneiconfrontidelducadiMilanoedelcontediPavia,essononpuòessereim-putatoaglihominesdiPecetto,dalmomentocheinquellaterra,comenellecircostanti,FacinoCanesièimpostoconlaforzadellearmi,tenendotral’altrolevicineValenzaedAlessandriaconilconsensodell’alloraducadiMilano.

Inognimodo,Ottonepertuttoiltempodellasuavitanonriescearecupe-rarelaterraperduta:FacinocedeinfattiPecettoallamoglieBeatriceche,di-venutaduchessadiMilano,continuaagovernarlaaproprionome,adinviarviisuoipodestà,rettori,amministratoriefattorieapercepirneiproventieleentratesinoallamorte22. Sono solo i figli di Ottone, Antonio, Raffaele e Tobia, cheil18aprile1420ottengono,inestinzionedelcospicuocreditoereditatodalpadreneiconfrontidelducaedellacameraducale23,laconcessionefeudaledelcastrumedellaterradiPecettoedelsuoterritorio,conpienagiurisdizioneedirittidiriscossionedidaziepedaggi24.

La brevità e l’instabilità che caratterizzano il dominio di Ottone e unmancatoradicamentopatrimonialedellafamigliaaPecetto25nonhannocon-sentitoaiMandellilacreazionediunasolidaretedirapportididipendenzaeclientela. Per i feudatari risulta quindi difficile rompere la coesione di una co-munitàcheinvece,grazieadunconsolidatoassettoistituzionale–ilcomune

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hainfattiunostatuto,unconsigliogenerale,sindaci,razionatoriecamerari,unarchivioedunpropriopalazzo–eadunacertaautonomiagodutanegliannidilontanogovernodelladuchessa,harafforzatolapercezionedellapro-priaidentitàcollettiva26.

Tuttavia, nei ventiquattro anni che separano l’infeudazione dall’iniziodelprocesso, inuovidomini esercitanosenzaapertecontestazioni ilpotereloro delegato. Il prestigio di Raffaele, officiale ducale con relazioni personali acorte27,eleattivitàcreditiziesueedelfratelloTobia28infavoredellacame-ra ducale rendono i Mandelli possibili mediatori degli interessi comunitaripressol’autoritàcentrale29,oltrecheavversaritroppopotentiperglihomines.DopolamortediRaffaele(5febbraio1443),però,lesortidellafamigliadecli-nano:quando,essendoormaiprossimol’anniversariodellamortedelpadre,ilgiovaneOttonevanamentesiaffannaneltentativodiottenereintempoutilela ratifica delle investiture paterne, egli fallisce e, nonostante il suo frenetico interpellare persone ed offici, non ottiene l’atto desiderato.

Non potendo giungere alla presenza del duca, Ottone cerca infatti dicoinvolgere privatamente Tommaso Tebaldi da Bologna, camerario ducale,auditoreeregolatoredellacameradelleentratestraordinarie,cheinunpri-motempoaccettal’incaricodiinoltrarelasupplica(21gennaio1444),salvo,novegiornipiùtardi,riferireseccamentedinonaveravutotempodiespor-nealduca ilcontenuto,eallostessoMandelli,che insistevasull’avvicinarsidel termine per il rinnovo, rispondere «quod in brevi daret responsum decontentu ineasupplicacione». Inquello stessogiorno (30gennaio), insod-disfattodell’esitodelprimotentativo,Ottoneinoltralasuasupplicainrapidasuccessionepresso lacamera officiidel consigliodigiustizia;pressoquelladelregolatoreedeimaestridelleentratestraordinarie,ottenendodaquestiultimi il rifiuto della petizione, motivato dal fatto che non spetta a loro e al loro ufficio l’investitura e la ricognizione del feudo, ma al duca, e, di fronte alleiterateinsistenzedelMandelli,dalfattocheilregolatoreeimaestrinonhanno né possono avere accesso al principe; ed infine presso quella del gover-natoreedelconsigliosegreto,allapresenzadeiconsiglierisegretiGuarnerioCastiglioni, Lancellotto Crotti, Biagio Assereto Visconti, Niccolò GuerrerioTerzi, Simonino Ghilini, Bartolomeo Barattieri, Boniforte di Maffeo daMuzzano,MarcoloBarbavara30.

Misonodilungatasuquest’episodioperchéessoè,amioavviso,unsegnononsolodellospaesamentodelgiovaneMandellidifronteall’amministrazio-nevisconteaedellasuaincapacitàdiindividuareilcanaleadattoperotteneresoddisfazione,maanche,forse,diunasotterraneaostilitàneisuoiconfronti:se è significativo che nessuno intervenga per facilitargli l’iter burocratico,an-coradipiùloèilfattocheOttonesentalanecessitàditutelaresestessoedipropridirittitentandoqualsiasistrada,portandoalseguito,neipellegrinaggitra i vari uffici, diversi testimoni, e chiedendo ad un notaio di rogare un atto cheraccolgalamemoriadiquestesueazioni,quasiavesseaprioricertezzadelproprio fallimentoedesiderassecautelarsicontro l’eventualeaccusadinonaverchiestoconfermadellaconcessioneneitempidovuti31.

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Enonèforseuncasoche,dilìaqualchemese,siapranoquasicontem-poraneamente di fronte al Bianchini vari procedimenti contro i Mandelli– accanto a quello intentato dalla comunità di Pecetto, ve ne sono almenoaltridue,unoistituitodainobiliBellingeri,l’altrodallacameraducale,acuinelfascicolosifasporadicamenteriferimento32–,chevedonocomeimputatoprincipalel’eredediRaffaele;nécheOttonesial’unicodeiMandelliadesserecondannato, il 16 aprile 1445, alla definitiva perdita dei beni feudali da una sentenza di Niccolò Bianchini, «vicarius et commissarius generalis atqueprotector curie et intratarum ducalium», pronunciata tanto contro Ottone,peravercontribuitoallafugadiGiovanniCalvi,quantocontrolostessoCalvi,uomo di fiducia di Raffaele33,eildefuntoRaffaeleMandelli, inbaseagliin-dizi raccolti «tamsuper monucionibus furatis de terraSonciniquamsuperfrosacionibusbladorumpereostransmissorumadterrasinimicorumprefatiillustrissimidomininostrietextraterritoriaexcellenciesueetsuperfrosacio-nibussalispereoscommissisetdeperse»34.

Ilsospetto,convalidatosolopiùtardidaquestasentenza,deifurtiedelcontrabbando di grani e di sale, operati da Raffaele a danno della camera,potrebbe infattiavercontribuitoalla freddezzaconcuiMilano,nelgennaiodel 1444, accoglie le richieste di Ottone e, di riflesso, alla benevolenza con cui,inquellastessaprimavera,vengonoaccettatelelamenteledellacomuni-tà di Pecetto contro i Mandelli. Questo atteggiamento dell’autorità centralepotrebbeasuavoltaavernongenerato,maacuitol’insofferenzadimostratadaglihominesneiconfrontideilorofeudatari,trasformandolacontroversiaper un prelievo fiscale, già sottoposta ai maestri della camera ordinaria da una supplicadellacomunità,inunpretestoperchiederealducal’allontamentodeifeudataristessi35.

2. L’origine del contenzioso

L’origine del contenzioso è dunque di natura fiscale: gli homines rifiutano di corrispondere ai Mandelli l’imbottato imposto agli esenti nel 1442, con-testando la legittimità dell’imposizione e i precetti inviati dai feudatari perottenerneilpagamento.

Secondo quanto la comunità racconta in una prima supplica ai maestridelle entrate36, Tobia e i suoi nipoti cercano di trasformare l’imbottato im-postodaimaestridelleentrateagliesenti–equindiaiMandelli–,inonereacaricoanchedeglihomines,«subpretextuquodasseruntdictecomunitatiimpositum per vos fuisse tamquam comunitati exempte»37. Mentre Tobiatentaconleminaccedipiegaregliuominialpagamento,OttonediRaffaelecostringeper precepta penalia noveuominidiPecettoarecarsiaPioveraeliimprigionaperseigiornioccaxione dicti oneris.PoieglimandaaPecettoilsuocommissarioeluogotentente,GiulianoFontana,aconsegnarealtriven-tisei precetti con la medesima motivazione. Essendosi il Fontana sottrattoconlafugaallarichiestadiappellodeidestinatariditaliordini,questiultimiincaricanounprocuratoredipresentarsi alluogotenentedelMandellieallo

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stessoOttone,tornati insiemeaPecettoduegiornidopolaprecipitosafugadel Fontana, e di appellarsi al duca. «Cum appellatio ipsa fieret», un servo di Ottone,certoAntoniode Grade,«evaginatofachino,cucurritcontrapersonasdictorumnotariorumrecipientiumappellationemcertorumdePeceto»,conl’intenzionedicolpirli,maintervengonogliastantiafermarlo.Ottonealloraesce dalla chiesa, teatro della vicenda, e si reca «in castrum suum»; qui faconvocareglihominesdiPecettoe,«occasionepredicta,preceptumfecitsubcertapenapartimcamereipsiusetpartimcamereducaliapplicanda».Controtale nuovo ordine i narranti si appellano, a voce e per iscritto, al duca, affidan-dosiallasuaprotezione.Glihominessupplicanoquindiimaestridelleentrateordinarie«quodinpredictisderemediodebitoetopportunoadconservatio-nemdictorumexponentiumetcommunitatisPecetiprovideatur,etindemp-nitatiipsorumcontraillicitaetindebitapereosdeMandellocommissaetquecommitti volunt, providere per vos et officium vestrum»: i maestri revochino quindiiprecetti,imponganoaiMandelli«inpredictisperpetuumsilentium»eingiunganolorodiastenersidataliazioniediattenersi«inpactis,ininstru-mentofeudicontentis»,inmodotalecheaiMandelli«nonsubsitcausatalliaattentandiultracontentaininstrumentoeorumfeudi»38.

La comunità vuole sottolineare la legittimità del procedere dei proprimembricontro leprevaricazionidei feudatari,cheagisconoviolandoipatticontenutinellostrumentofeudale:glihomineshannoinprimoluogofattoap-pello all’officiale del feudatario contro gli ingiusti precetti emessi dal Mandelli esolodopocheilFontanasièproditoriamentesottrattoalsuodovere,sisonoindirizzati al duca. Eppure, un familiare di Ottone cerca di interrompere illecitotentativodellacomunitàdicoinvolgeredirettamentel’autoritàcentrale,scagliandosicontroinotai incaricatidi inoltrarel’appello,mavienefrenatodaimembridellacomunità,cheimpedisconolaviolenza.

Aquestaletturadegliavvenimenti,chenonspiegaperòesaurientementelafugadelFontanadaPecettoel’arroccarsidiOttonenelsuocastello,sioppo-nel’interpretazionedeifattichedannoiMandelliinunespostopresentatoaimaestridelleentrateilgiornosuccessivo.Conunaletteraifeudatarichiedonol’arrestodegliuominioraaMilanoanomedelcomunediPecetto,«nontamennegligentesetretrogradi»nelpagare«sedcontumacesetiametrebelles»neiconfrontidiOttone,«cuisuppositisunt»,esubordinanol’eventualerilascio,in primo luogo al pagamento della tassa39, in secondo luogo al pagamento,da parte degli homines, del censo dovuto ad Ottone, «ad cuius solutionemquoqueretrogradisunt,tyramnizantesetarbitriosuoabsqueullotimoresegerentes».Aquesta letteraèacclusa laversionediOttonediRaffaele sullaribellione–cosìinfattilapresenta–dellacomunità:costrettoapagarelasuapartedellatassadegliimbottatipergliesentieaimpegnarsialpagamentoanomedeglihomines,ilMandelliinsistepluries et suasionibus et monitionibus ac preceptispervincerelariottositàdiquestiultimiallacorresponsionedel-l’onere.Avvicinandosipoiilterminedelpagamento,Ottoneconvocaallasuapresenza,aPiovera,alcunidiPecetto,lifacatturareelirilasciadietropromes-sa di ritornare da lui. Quando quelli rifiutano di tornare, il Mandelli manda a

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PecettoGiulianoFontana,suocancelliere,perconsegnarel’ordinescrittodipagarelapartelorospettantedellatassapredetta.Ilsaltariuseilnotaiodelluogo,però,«eximpositionehominumcommunisPeceti», rifiutano rispetti-vamentedifarelecitazioniedimettereperiscrittol’ordine.Tornatoincom-pagniadelsaltarius e del notaio di Piovera, il Fontana riesce finalmente a portareatermineilsuoincarico,masenzaottenereobbedienza.AquelpuntoilMandelli,nonvolendolasciarenulladiintentato,vaaPecetto,dovel’osterifiuta di accogliere i suoi cavalli per aver avuto ordine in tal senso «ab ho-minibusdicticomunis».Dopoaverinvanofattoconvocarealcuniuominiallasuapresenzaeaversentitochequestisiriunivanoinchiesa40,Ottonesirecadipersonapressodiloro,dicendosistupito«detantainobedientia»ecercan-doinvanodipersuaderliaparoleediindurliapagare.Durantel’uscitadallachiesa,unodegliuominidiPecettoaccusailFontanaditradimento,dandoorigineadunassembramentotumultuante,chechiedelearmialsuonodellacampana. IlMandelli,«summocumtremoreet timore,Deoauxiliante»,sisottraealfuroredegliuominichepercuotonoisuoifamiliariesirifugianelcastello.Cessato,dopouncertotempo,iltumulto,Ottone,«omninotamendispositusdecommissispereosutsupraulcionemdebitamfacere»,fagiun-gereasé,sottopromessadisalvacondotto,alcuniuominiinrappresentanzadellacomunità,eordinaloronuovamenteesolennementeper iscritto,sub certa pena,dicomparireilgiornosuccessivoaPiovera,«audituriquicquideisimponerevelletetiustitiedebitumrecepturi»,ordineanch’essodisatte-so.QuestisonogliattitentaticontroOttone«asibisubmissishominibus»;quantogravisianoequalepunizioneesiganoquesteazioni«quiprudensestignoratnemo»41.

Il Mandello mette dunque in evidenza l’iterato rifiuto di alcuni hominesarispondereaisuoiordini,maanchelacompattadisobbedienzaoppostaaifeudataridallacomunità,suistigazionedegliuominichecompongonoilgrup-po dirigente del comune. Sono infatti gli homines communis che ordinanoalsaltarius,alnotaioeall’ostediattenersiaduncomportamentoostileneiconfronti dei Mandelli, di rifiutarne gli ordini e di negare loro l’accoglienza; mailconsensoespressodaimembridellacomunitàagliordinideimaggioren-tirendel’interauniversitasresponsabilediquelladisobbedienzache, inuncrescendo di tensione, sfocia infine nella ribellione armata42.

Dopoquestiricorsiallacamera,ilcomuneegli homines diPecettosuppli-canoilduca,comesièvisto,discioglierlidalgiuramentodifedeltàaifeudatarieditornaresottoildirettodominioducale,riprendendoedampliandoleac-cusedisoprusoedinadempienzagiàmossedifronteaimaestridelleentrate.

3. Due concezioni del potere a confronto

Inquestasededesiderosoffermarmiunicamentesullediverseconcezionidelpotereesercitatosub titulo feudi,espressedallacomunitàedaiMandellinellerispettiveargomentazioni.Misembrainfattiche,giàneglistralcisoprariportatimapiùampiamentenellerighedeicapitoliedellereplichepresentati

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dalle parti durante il dibattimento, si possa leggere lo scontro tra un’inter-pretazionepercosìdireorizzontale,coordinante,sostenutadaglihomines,equellaverticale,subordinante,cuidannovoceiMandelli:glihominesconsi-deranolaconcessionefeudalecomeunpattochevincolaifeudatarinonsoloalduca,maancheallacomunità,inunareciprocitàdidirittiedidoveri,lacuiinadempienzadapartediuncontraentesciogliel’altrodaqualsiasiobbligo43;percontroiMandelliesprimonoun’ideaautoritaria,chenegaillegamepatti-zioedenuncialadisobbedienzadeisudditi44.

Iniziamoconl’esaminareleragionidellacomunità.A seguito della concessione ducale45, gli homines hanno accettato i feu-

datariin eorum gubernatoreseicontenutidel«patto»feudale,acondizioneperòcheiMandellirispettino«contentaindictisconcessionibusperpactumetnonsinistrentnecdevientabeispactis».Checosacontengaaloroavvisoquesto«patto»losicapiscedallequerelepresentatecontroifeudatari.

IMandelli,«durantedictofeudo»,nonhannotutelatogliinteressidellacomunità.

Glihomines,infatti,«utaliisubiectiprelibatidomini», sonostaticostretti a pagare agli officiali ducali sussidi ordinari e straordinari, «nulladefensionedictorumdominorumfeudatariorumfactacontrapredicta», perquantopiùvolterichiesti,easubireinaggiuntaestorsionidivariogenere,attidiviolenzaedannimaterialidapartedeiMandelli46.

Nonsonosoloiprelieviimpostiaglihomines«subvelamineetpretextudictorumonerumrequisitorumperdominumsuperiorem»,giuntiinrealtà«admanumdictorumdeMandelloetadutilitatemipsorum»eprobabilmen-te mai a soddisfare le richieste del fisco ducale – a cui, peraltro, i feudatari avrebberodovutocorrispondere«desuoproprioetnondepecuniisdictorumhominum»–47,adalimentareilmalcontentodelcomuneedeglihomines diPecettoneiconfrontideiMandelli,matutteleazioniedicomportamentialoroavvisooriginatidalmerointeressepersonaledeifeudatari: l’arbitrarioaumento del censo annuo già concordato dalla comunità con la duchessaBeatriceeregolarmenteversatoallacameraducalesinoal142048; la tagliaimpostadallacomunitàperpagareiventunouominidainviare«procusto-diaCaursii,quodestipsorumfratrumdeMandello»,congrandedannodellacomunità stessa, che non erano tenuti a quel compito«que ad predictamcustodiam non tenebatur»49; quella imposta per pagare i lavoratori che«contradebitumetomnemiustitiam»Raffaeleharequisito,inviandolipoiaPiovera50;leindebiteeingiustecarcerazionididiversiuominidiPecettopercostringerlialpagamentodiquantonéilcomunenéglihomineseranotenutiadare51; le percosse inflitte a varie persone da parte dei feudatari o dei loro famigli,«defactoetnullacausaseuculpaprecedente»52;l’abbattimentodeifortilizi e il livellamento dei fossati «in preiuditio dicte terre», per affittarne i luoghi«villipretio»53.

Altro compito essenziale del feudatario è assicurare la giustizia, ma aPecetto,«propterdefectu ipsorumdominorumfeudatariorum»,questanonèstataamministrata.

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Èinteressantenotarecomeicasiportatiadesempiodallacomunitàrive-lino, da parte di quest’ultima, la difficoltà nell’accettare una giustizia penale che non comporti anche il risarcimento dell’offeso. Significativa è la vicenda di unacertaCaterina,percossaasangue«utinprocessuapparet»–dunqueunprocessoc’èstato–daGennaroRizzo:poichéilRizzohapagatodeidenariaTobiaMandelli,ilfeudatarioproibiscesiailrisarcimentodellepercossesubitedaCaterinasiailpagamentodellespesemedicheperlacuradelleferite54.Laconseguenzaèchel’offesaCaterinaappiccaallacasadelRizzounfuocochesiestendeinbreveanovantaseicasecontigue,perundannocomplessivodioltreventimila fiorini, il tutto «ex culpa, defectu et negligentia» deiMandelli,chenonhannovolutoamministrarelagiustizia.

Così, avendo un certo Antonio Malvezzi reso gravida Agnese, figlia non ancora maritata di Marchello Salamoni, Marchello ed i suoi figli chiedono che vengafattagiustiziadicoluicheharecatoingiuriaallalorocongiunta.TobiaMandelli,«receptopretiopecunia»dalMalvezziodaisuoiinviati,nonvuoleprocederecontroilcolpevole:nonpotendosopportarel’ingiuriafattaallaso-rella, due figli di Marchello uccidono il Malvezzi e, per questo omicidio, vengo-noesiliatiebanditidaPecetto,sempre«exculpa,negligentiaetdefectu»deiMandelli,cheancheintalcasononhannovolutoamministrarelagiustizia55.

Ilsensodigiustiziadellacomunitàchiedelatangibilesoddisfazionedeglioffesi, non una punizione pecuniaria che il reo versa al giusdicente per averastrattamenteviolatol’ordineelalegge56.Sembradunqueche,comehafattonotareMarioSbriccoli,lagiustizia«deipoteripubblicicostituitiinapparatoperfarosservareleleggi,noncorrispond[a]senonpertratti,edinspecialicirco-stanze,all’ideadigiustiziaelaborataedintroiettatadallacomunità»57e,dicon-seguenza,vengaaccoltaconsospetto:lemulteimpostedaifeudatariaicolpevolisonoinfattiletteedenunciatedaglihomines comeattidicorruzioneche,nonavendocompensatolaviolenzasubita,hannoscatenatolacomprensibileritor-sionedellavittimaodeisuoiparenti,provocandonuovidanniallacomunità.

Inoltre,iMandellihannoinviatoannualmentepodestàerettoriignoranti,rozzi,illetteratiedinespertiche,«verisimiliterdecoscientiaetmandatodicto-rumdominorumdeMandello»,sisonoresicolpevolidibaratterie,ingiurie,estorsionieviolenze,controlequaliidomininonhannomaipresoprovvedi-menti,anchesepiùvolterichiesti58.

Perglihomines, laconcessionefeudaleèdunqueunadelegadigovernochestabilisce,inchiavedireciprocitàcontrattuale,alcunidiritti–secondolacomunità,lariscossionedelcensoconcordatoconlacameraducale–emoltidoveri–sempresecondoglihomines, la protezione dal prelievo fiscale, l’am-ministrazionedellagiustizia, lanominadipodestàcapaci, lamanutenzionedelle strutture difensive del territorio – dei feudatari («gubernatores») neiconfrontidellacomunità,maesclude,pertuttalasuadurata(«durantedictofeudo», «durante eorum feudo», «durante investitura feudali»), un eserci-zio del potere volto all’interesse personale («ad utilitatem ipsorum»). Glihomines hanno accettato, in questi termini, l’infeudazione, giurando, comecorrispettivo,lapropriafedeltàedobbedienzaaifeudatari.Leinadempienze

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edisoprusideiMandelli,legatiall’interpretazionesoggettivachelacomunitàdà del «patto» feudale, hanno però violato il «patto» stesso, inducendo glihominesachiedereinunprimotempoaimaestridelleentratediintervenire,affinché i Mandelli non attentino altro «ultra contenta in istrumento eorum feudi»,poialducadiscioglierlidallafedeltàprestata59.

IMandelli,dalcantoloro,neganodiavermaistipulatopatticongliho-minese,quantoallareciprocitàdegliobblighi,rispondono«quodipsihomi-nessuntsubditirationefeudiipsisfeudatariis»edevonorisponderelorodeidaziedelleentratedellaterra.Se,perilpassato,glihomineshannopagatoquantitàlimitatedidenaro,ciòèderivato«excurialitate»omeglio«exmeraliberalitateetgratia»deifeudatari,nondaconvenzioniinesistenti:iMandelli,infatti,nonsonotenutianullaneiloroconfronti,«cumnonappareantaliquapacta»60.Nel1420,«omneshominesterrigeni,incolaeettunchabitantiumindictaterraPeceti»hannoaccettatoiMandellicomesignori«postetinexecu-tioneducaliumlitterarum,etnonaliter»61.

I Mandelli non possono d’altronde rifiutare i sussidi richiesti per superio-rem,garantendoaglihominesunaprotezionechelisottraggacompletamenteallepressantirichiestedidenarodellacameraducale.Inpassato,nonsonoperaltro mancati interventi di Raffele presso gli officiali ducali per ottenere alla comunità condizioni di favore e agevolazioni fiscali62:inquestachiavesidevonoleggerealcuniprelievi,imposti«proutilitatecommunisethominumdicteterre»edenunciatidaglihomines comeprevaricazioni.

Lequantitàdivinoedidenaro,chetrail1434eil1441Raffaelehasottrat-toallacomunitàefattocondurreaMilano,sarebberoappuntoserviteadotte-nereilfavoredeidecurioniducaliel’esenzionedaalcunetaglie«proutilitatecommunisethominumdicteterre»,senzacheaiMandellieinparticolareallostessoRaffaelenederivassealcunvantaggio63.Edèsempre«promaioriuti-litatesuorumhominumdePeceto»chenel1442Raffaele,dopoaverridotto,grazieallasuafamiliaritàconGianFrancescoGonzaga,marchesediMantova,dasessantaasediciilnumerodicavallidelGonzagadaalloggiarenellaterradiPecetto,avrebbescambiatoquestisediciconaltrettantialloggiamenticheavevanelterritoriopavese,pretendendodunqueapienodirittoicentottantafiorini che gli hominesglicontestano64.Cosìnel1438Raffaelesisarebbepro-digatoperdiminuireilnumerodipedites chePecettoavrebbedovutoinviare«pro serviciis ducalibus» nel genovese, né la taglia di sessanta fiorini, che la comunitàèstatacostrettaadimporsiinquell’occasione,sisarebbetradottainalcunautilitàperilfeudatario,masempre«promaioricomododictorumhominumdePeceto»65.

Insomma, i provvedimenti dei Mandelli in materia fiscale sarebbero semprestativolti«tamproconservationestatusducalisquamproaugendobonum publicum ipsorum communis et hominum Peceti, et non causa necusurpandialiquidipsorumcommunisethominumdicteterrePecetinecop-primendialiquosibidemstantesseuhabitantes»66.

Cosìipedites,cheilcomunediPecettohainviatoallacustodiadelcastel-lodiCaorso,nonsarebberostatichiestidaiMandelli«prospeciali ipsorum

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commodo»,maaprotezioneedifesadellostatodelducadiMilano67.Quantoalleprestazionid’opera,alcunilavoratoridiPecettosisonotrasferitiaPiovera«sponte,noncoactietamicabiliter»68.

Quanto poi all’accusa, mossa ad Ottone Mandelli e al suo già ricordatoluogotenente,GiulianoFontana,diavercitatoalcunihomines diPecettoperottenereilpagamentodeldebitoediaverlipoitrattenuti«contraformaiuris»,dalmomentochenon«licuitdictoJuliano,occaxioneprivatanecprodebitoprivato,personaliterdetinereetcarcerarequem,quiacontradecretaducaliaet formam dictorum decretorum ducalium»69, e alla richiesta di avviare unprocedimentoex officiocontroilFontana,«privatumcarceremcomitentem»,econtrolostessoOttone,«indomosuaprivatumcarceremtenentem»,perpunirlicomeprevisto«de iureetex formadecretorumducalium»,né l’unanél’altraavrebberoalcunfondamento.Ammessoanchechequeglihominesfosserostatitrattenuti,essisarebberostatidetenuti«inpubliciscarceribus» a causa dei molti delitti commessi e dolosamente perpetrati contro Ottone«tamquameorumdominumetsuperiorem»,delittilacuiricognizionespettaaiMandelli, comedomini superiores deiprigionieri70.L’incarcerazionenonsarebbedunquelegataall’interessediunprivatochevuoleriscuotereilpro-priodebito,maalpubblicodoverediunfeudatariodipunireglihominesperidelitticommessicontroillorosignoresuperiore71.

AncheleviolenzedapartedeiMandelliedei lorofamigliadannodegliabitantidellaterrasonolegittime,inquantoderivatedaattididisobbedienzaedacontumeliedeglihomines neiconfrontideifeudatari.Tral’altroquestevergate non hanno provocato spargimento di sangue, essendo state inflitte principalmente «causa correctionis quam causa iniurie seu alio inhonestorespectu» e per dare agli altri un esempio bene vivendi, né hanno ispiratodesideriodirivalsaneibastonati,cheancheinseguitosonostativistipiùvol-temangiare,bereeaveredomesticam conversacionemconidomini – comenoto,agendociviliterilbereedilmangiareinsiemeeranosegnodiperdonodapartedell’offeso72.

IMandelli,inoltre,hannoregolarmenteinviatoaPecettopersoneidoneeedesperte«peramministrareaciascunoladovutagiustizia,tantonelcivilechenelcriminale,secondolaformadeldirittoedeglistatutieordinamentidellaterradiPecetto»73.Questipodestàegiusdicenti,allascadenzadelloromandato,sonostatisempreassolti«probenegestisetbenemeritis»daicon-siglieriedairappresentantidellacomunità, senzachemaivenissechiestoaidominidisottoporliasindacato.Sequalcunoorahamotivodilamentarsene,lo faccia con i feudatari, che provvederanno; la richiesta della comunità aimaestridelleentratediinviareunnuovopodestànondeveperòaveresegui-to,perchéquestosarebbeprivareiMandellidelfeudo(«quiaessettolereeosfeudatariosdefeudo»).

Quantoaidelitticommessi,quellichelacomunitàpresentacomereazionidivittimeeparentiallamancataamministrazionedellagiustiziadapartedeifeudataricorrotti,essiderivanoda«odio,inimicitia, livore,doloseuculpa» degliabitantidiPecettoenondaunamancanzadeifeudatari:ilrisentimento

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nonèdunqueconsideratonélegittimonéimputabileaiMandelliche,«cumconsciliodominorumiurisperitorum»,hannopoi istruito ildebitoprocessoneiconfrontidegliomicidi74.

Aquesto«regiminebonoet iustoet laudabili»75 lacomunitàopponelasua disobbedienza, cercando nell’autorità centrale un sostegno al propriotentativo di aggirare il dominio dei Mandelli; una disobbedienza che, ora,impedisceaifeudataridiadunareiconsigli,diaverenunzipubblici,dileg-gere copia delle scritture raccolte nell’archivio della comunità, di trovarealloggioperséeperipropriconsulenti,divedereaccoltoilpodestàdaessinominato76;unadisobbedienzache,inunpassatorecente,sièfattaribellionecontro le richieste fiscali avanzate dalla camera e fatte proprie dai Mandelli, pergiungereadapertitentatividiaggressioneneiconfrontidiTobiaeOttonediRaffaele77.

Nelcorsodel1443, infatti,glihomines «feceruntunionemnumeroplu-squamquattuorcentum»neltentativodiaggredireTobia,chesecondoglior-diniducaliintendevafareuna«descripcionemvictualium»perilpagamentodegliimbottati,eloavrebberoferito,senonsenefosseandatodallaterradiPecetto.Nelmaggiodel1444,perpiùepiùgiorni,nonsologlihomines sisonorifiutati di obbedire al podestà nominato dai feudatari, «usurpando imperium etiurisdicionemipsorumdominorumdeMandello...animoprotervo»,sosti-tuendo l’officiale con due membri della comunità di loro scelta e non pagando-glineppuregliarretratidelsalario,masisonoancheadunati«animodelibe-rato,tumultumqueinpopullofaciendo,etcampanamadstremitampulsando,acaltavoceclamando“amaza,amaza,carne,carne”»,negandoadOttonediRaffaele e ai suoi officiali obbedienza e asilo – sia «ad hospicium publicum» chenelle lorocase–ecostringendoloadandarsene,«cummaximotimore,etpericuloacdiscrimine»suoedeisuoifamigli.QuestoealtroglihomineshannocommessocontrolafedeltàgiurataaiMandelli78.

IMandellineganodunquel’esistenzadialcunpattochelileghiaglihomi-nes,chehannoprestatoloro«debitamobedientiam»sumandatodelduca79.Desiderosidisottrarsialleaccusediaveresercitatol’autoritàlorodelegatainvistadiuninteresseesclusivamentepersonale,essisottolineanodiavergo-vernatopermoltianni,«inexecutioneetobservantia...privillegiorumdictifeudi»80,laterradiPecettoconilsuoterritorio,aumentandolericchezzedellacomunità81esalvaguardandoaltempostessolostatusdelduca.Schiacciatitralecontinuerichiestedidenarodapartedellacameraducaleelaparadossalepretesadeglihominesdiottenereunacompletaprotezionedalleimposizionidiquellastessaautoritàcentralechelihainvestitidellorocompitodigoverno,i Mandelli rivestono il difficile ruolo di mediatori, avvalendosi delle proprie relazioni personali per ottenere sgravi fiscali in favore della comunità. Avendo cosìadempiutoalpropriocompitoconun«regiminebono,iustoetlaudabili»,essidenuncianolaribellionedeglihominescomeviolazionedell’assolutaob-bedienzalorodovuta82.

Riferendosientrambiallegiàricordateaffermazionidiautoritàdelduca,lacomunitàediMandellirispettivamentecostruisconoerespingonol’accusa

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di abuso dei privilegi concessi ai feudatari a danno dei sudditi loro affidati, e di uso«privato»delle«pubbliche»funzionidigovernodelegatedalprincipe.

Secondoglihomines, però, il «gubernare» significa garantire protezione edifesadaglielementiesternicheminaccianoilbenedellalorocomunità,apartiredallastessacameraducale83,eamministrareunagiustizia,cheoffraalsingolounaformadisoddisfazioneperl’offesasubita.Essisembranomalpercepireotrascurareilconcettodi«bonumpublicum»riferitoadunacollet-tività più estesa rispetto alla propria, così come rifiutano una giustizia penale di carattere puramente repressivo. L’autorità del principe è sì riconosciutacometutriceegarantedellaiurisdictio,maiconcettidigovernoedigiustiziasirisolvonoinprimoluogoentrolospaziochiusodellacomunitàlocale,noninunadimensioneesternae,inquantotale,astratta.

Muovendoda«un’ideaassociativa,comunitariaepertantoparitariadellaconvivenzapolitica»84, gli hominesdannodel contratto feudale edel giura-mentodi fedeltàun’interpretazionesinallagmatica,che liponesuunpianopariteticoneiconfrontideifeudatari.Inquestalogicadireciprocità,venendomeno l’utile immediato della comunità nel rapporto con i Mandelli, si rifiuta anchelapresenzadifeudatarichenonriescanoagarantireuncorrispettivoadeguatoalpropriodominio.

IMandelli,alcontrario,impostanolapropriadifesasulrapportonecessa-riamenteasimmetricocheesisteconisudditi,decisodalprincipenelmomen-to in cui egli ha affidato loro la iurisdictiosuglihomines,imponendoaquestiultimil’obbedienza85.Ifeudataridevonoinfattiagire,comegiàhannoricorda-to,«tamproconservationestatusducalisquamproaugendobonumpublicumipsorumcommunisethominumPeceti»,nonnell’interesseesclusivodellaco-munità.Nonpotendopiù,nellorodeclinopolitico,assolverealleaspettativedeglihomines, iMandellicercanodirifondarelapropriaautoritàproponendoin chiave locale il disegno di governo ordinato, formulato dal principe, persupplireall’effettivovuotodipoteregeneratodallamancanzadelconsenso.

Asuavoltailduca,inframmettendoifeudataritraséelacomunità,usaiMandelli come strumenti di prelievo fiscale e, quando essi si rivelano impo-tentiatutelareipropriuominidallepressantirichiestedellacameraducale,lasciacheloscontentodeisudditiricadaprincipalmentesuifeudatari86,rima-nendoestraneoesuperioreallacontroversia.

4. «Sub titulo feudi»: cenni conclusivi

Inconclusione,quantopiùvieneriducendosiilruolopoliticoe,diconse-guenza,lacapacitàditrattativadeifeudatari,tantopiùglihominesrespingo-nounaformadigovernomediata,sostanzialmenteestraneaallarealtàlocaleedincapaceditutelarli.NelcasodeiMandelliediPecetto,lasignoriafeudale,fallitoilproprioruolodimediazionetraprincipeecomunità,sièrivelatauna«struttura artificiale»87sovrappostadallavolontàdelducaadunacomunitàche, sottratta al prelievo urbano dalla sua posizione geografica, non ricono-sce nel feudo una «alternativa vantaggiosa al predominio della città»88, ma

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solamenteuncontrattoche,quandodisattesodaidominiilcompitodiprote-zione,sirivelaperessaquantomaisvantaggioso.

Una «struttura artificiale» che usa un linguaggio artificiale: la retorica autoritaria,adottatadalprincipeedaifeudatari,èinfatticostruitadaigiuristisupresupposti«immaginari»89 che risultano difficilmente comprensibili alla comunità. I termini di «governo», «giustizia» ed «obbedienza» non sonoaffatto estranei al linguaggio politico degli homines, ma essi, applicati allospaziochiusodellacomunitàenonadunadimensionesovralocale,nonven-gonolettiinchiavediautorità,leggeedisciplina,bensìdisolidarietà,pattoeconsenso.Sottoun’apparenteomologazionelessicaleconvivono,ancoraunavolta,linguaggipoliticidifferenti90.

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Note*RipropongoalcuneconsiderazionigiàabbozzateinoccasionedelseminarioSignorie rurali e feudi in alcune aree dell’Italia centro–settentrionale fra XIV e XV secolo (Milano, UniversitàdegliStudi,11–12aprile2003).VorreiringraziareLetiziaArcangeliedElisabettaCanobbioperipreziosiconsigliprodigati,edestenderelamiagratitudineaglialtripartecipantialseminarioperglispuntioffertidalleloroosservazioni.Nellenotesifaràusodelleseguentiabbreviazioni:ASDCo=ArchivioStoricoDiocesanodiComo;ASMi=ArchiviodiStatodiMilano;ASPc=ArchiviodiStatodiPiacenza.1G.Chittolini,Infeudazioni e politica feudale nel ducato visconteo–sforzesco,giàin“Quadernistorici”,XIX(1972),pp.57–130,orainId.,La formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado,Torino1979,pp.36–100,inparticolarepp.70–71.2ASMi,Registri Panigarola,n.4(D),cc.75–76t.3Nelcontestosopracitato,l’ambiguoterminestatuspotrebbe,amioavviso,farriferimentoalruolodelprinceps,intesocome«elementoordinantedellamoltitudo»(P.Costa,«Iurisdictio». Semantica del potere politico nella pubblicistica medievale (1100–1433),Milano1969,p.367).L’autoritàstessadelprincipetrovagaranziaefondamentonellaconservazionedell’ordo socie-tatis,«chesull’osservanzastrettadeiruolièinteramentefondato»(M.Sbriccoli,«Crimen lesae maiestatis». Il problema del reato politico alle soglie della scienza penalistica moderna,Milano1974,pp.126e128ss.):questa funzioneordinante(status)delduca,dacuideriva ildoverediobbedienzadeisudditi,nondevepertantotrovareimpedimento(scandalum)nelcomportamen-to ingiusto dei suoi delegati che, così facendo, agiscono appunto «contra statum et honoremnostrum».Unasemanticastoricadellaparolastatus inF.Chabod,Alcune questioni di termi-nologia: stato, nazione, patria nel linguaggio del Cinquecento,pubblicato inappendiceaId.,L’idea di nazione,acuradiA.SaittaedE.Sestan,Bari1961,orainId.,Scritti sul Rinascimento,Torino1981,pp.625–661;inQ.Skinner,Le origini del pensiero moderno,II,L’età della riforma,Bologna1978,pp.501–514; inA.Tenenti,Archeologia medievale della parola Stato,e inId.,La nozione di «stato» nell’Italia del Rinascimento,entrambiraccoltiinId.,Stato: un’idea, una logica. Dal comune italiano all’assolutismo francese, Bologna1987,pp.15–52,53–97.L’elusivitàdel termine rende tuttora vivo il dibattito sul suo reale significato: una riflessione è proposta, negli attidiquestoseminario,daP.Savy,Costituzione e funzionamento dello “Stato vermesco” (fine del XIV–metà del XV sec.).4«Verumprincepsmagisvultbonumreipublicequamprivatum,etprincepsest imagodivinemaiestatis, qui non debet sevire in subditos et finitimos... et princeps debet iuste regere, alias Deus facietamictereregnumsuum»;d’altrondeuncomportamentoingiustoscioglieilsudditodaldo-verediobbedienza,purnonconsentendoglidi«expellere»ilprincipe:«siprincepsmandatcon-trariumiurinaturali,nonesteiparendum»e«licetsubditi,propterintolerabilesiniustitiasregisvelducisnonpossuntexpellereregemvelducem...,tameninterimnontenenturhobedireeidem»(MartinoGaratidaLodi,De principibus, §§150,26e108,inG.SoldiRondinini,Il “Tractatus de principibus” di Martino Garati da Lodi,Milano1968,pp.126,95e116).InprecedenzaBaldosot-tolineava:«Notandumestergo,quodoriginalisintentiocreationisImperiifuitbonumetutilitasreipublicae,nonprivatae,putaCaroliImpera.ErgosiImperatorinrespublicasseviret,excutereiugumtantaeservitutisnonessetcontrariumrationinaturali»(BaldodegliUbaldi,Consiliorum sive responsorum volumen primum, Venetiis 1575, vol. I, cons. 333, n. 1). Sulla figura del prin-cipepatronusesuldelicatotemadella«giustadisobbedienza»sivedaSbriccoli,«Crimen lesae maiestatis»cit.,pp.101ss.epp.126–148;sull’assolutaobbedienzadovutaalprinceps Deus in terrisesull’ammissionedeldirittodiresistenzasoloneiconfrontideltyrannusnelpensierodiBartolocfr.D.Quaglioni,«Fidelitas habet duas habenas». Il fondamento dell’obbligazione poli-tica nelle glosse di Bartolo alle costituzioni pisane di Enrico VII,inOrigini dello stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna,acuradiG.Chittolini,A.Molho,P.Schiera,pp.381–396;sullaconcezionediBaldocfr.J.Canning,The political thought of Baldus de Ubaldis,Cambridge1987.5InpropositoG.Chittolini,Alcune note sul ducato di Milano nel Quattrocento,inPrincipi e città alla fine del Medioevo,acuradiS.Gensini,Pisa1996,pp.413–431,inparticolarep.416;Id.,Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia centro–settentrionale (XIV–XVI secolo),Milano1996.6A.Gamberini,Il cartulario degli Scotti di Piacenza fra memoria familiare e cultura pattizia,inUno storico e un territorio. Vito Fumagalli e l’Emilia occidentale nel Medioevo(Attidelconve-gnotenutoaParma,11–12ottobre2002),incorsodistampa,madistribuitoinformatodigitaledaRinascimento lombardo<http://www.rinascimentolombardo.it>.

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7 Chittolini, Infeudazioni e politica feudale..., p. 60 e note; gli atti del processo intentato daFilippoMariaVisconticontroPietroMariaRossitrail1444eil1445sonostatiripresi,inque-sto seminario, da M. Gentile, Giustizia, protezione, amicizia: note sul dominio dei Rossi nel Parmense all’inizio del Quattrocento.8Circa«icaratteridei“rapportidiclientela”chesistringono intornoalcontratto feudalenel-l’Italia centro–settentrionale neiprimi secolidell’etàmoderna, fraXVeXVII secolo, e la loroevoluzione»sivedaG.Chittolini,Feudatari e comunità rurali (secoli XV–XVII), già in“Studistorici Luigi Simeoni”, XXXVI (1986), pp. 11–28, ora in Id., Città, comunità e feudi cit., pp.227–242.SulclientelismocomeelementocostituivodellostatosivedanoleconsiderazionidiG.Chittolini,Il «privato», il «pubblico», lo Stato,inOrigini dello statocit.,pp.553–589,inparti-colare pp. 575ss., cui si rimanda anche per la bibliografia; M. Gentile, «Cum li amici et sequaci mei, qualli deo gratia non sono puochi». Un aspetto della costituzione dei piccoli stati signorili del Parmense (XV secolo), inUno storico e un territorio. Vito Fumagalli e l’Emilia occidentale nel Medioevo.(AttidelconvegnotenutoaParma,11–12ottobre2002),incorsodistampa,e,inrelazionealpiccolostatorossiano,Id.,Terra e poteri. Parma e il parmense nel ducato visconteo all’inizio del Quattrocento,Milano2001.9«Sententiaprolatafavoreco.AlbertiScottiproeiusimmunitateaboneribusetimpositionibusproeiusfeudisetinquapriuspremittiturdiplomaFilippiMariaAngliducisMediolani,inquonarratur co. Albertum et Franciscum fuisse spoliatos predicta immunitate ac etiam fuisse ineorum preiudicium confiscata bona sub abtentu quod non satisfecerint decretis; subindeque demandatur officialibus quod manutenere debeant dicto Comite dictam immunitatem et eius de-scendentibus.Restitutisbonisetcassatisactis»(1442/03/06,rog.MartinoGalli)inASPc,Archivi di famiglie e di persone, Scotti Douglas da Fombio e da Sarmato,XXIV,fasc.253.10IlprocessoèconservatotralecarteMandelli,raccolteneltitoloXXIV(Eredità)dell’archiviodellaFabbricadelDuomodiComo(ASDCo,Fabbrica del Duomo,tit.XXIV(Eredità),fasc.14,Pro Peceto;d’orainpoiASDCo,Pro Peceto);pernotiziesuquestofondosirimandaaE.Canobbio,Pergamene della famiglia Mandelli (Archivio storico della Diocesi di Como, sec. XIII–XVII). Regesti,Como2000.PerunconfrontoconcausemossedacomunitàruralicontroilorofeudatarinellaprimametàdelCinquecentosivedaL.Arcangeli,Uomini e feudatario nella prima metà del XVI secolo. Due cause antifeudali nel marchesato di Pellegrino,giàin“ArchiviostoricoperleProvinceParmensi”,s.IV,XXXIV(1982),pp.177–276eorainEad.,Gentiluomini di Lombardia. Ricerche sull’aristocrazia padana nel Rinascimento,Milano2003,pp.201–267.11PecettodiValenza,oggiinprovinciadiAlessandria,facevaallorapartedell’episcopatodiPavia.Né la città di Pavia né quella di Alessandria sembrano comunque essere state, in quegli anni,presenze politicamente rilevanti per la comunità di Pecetto, che appare poco condizionata dainflussi urbani.12«Cogenteetvigentenecessitate,proparteincollarumettotiuscomunitatisterrevestrePeceticumlacrimabillivoceetgrandiquerellaexponituretdiciturquod,cumaliaxnumquamdellendememorieillustrissimusdominusgenitorvesterseueiusillustrissimaconsorsdederitinfeudumdictam terram Peceti spectabilli milliti domino Ottoni ac filiis de Mandello, et ipsi pro tempore ad tantamexinanitionemettirannidemomnesincollasethabitatoresdicteterre,pretersolitumcol-lectando,etipsisoneraimportabilliaimponendo,accontradebitumcarcerando,minando,percu-tiendo,exculpaetnegligentiaeorundemmaximedeffectuiustitiepermitendoeosdefactooccidi,acetiamstupra,adulteria,fornicationesetpluraallianefandissimaperpetrari,eosquetamquamescampanismorefaraoniscurdeliter[sic]devorando,reddegerunt,quodiamquiremanseruntibidem,nilpenitushabentes,suntadeoexaustiinrebus,facultatibusetbonis,quodsubserviliquasiconditioneviverecompelluntur...»(ASDCo,Pro Peceto,c.1r).13Ibidem,c.1r.Sullasupplica,«nelQuattrocentolombardoilmedium piùutilizzatodasingoliindividui,dacollegi,entiecomunitàpercomunicareconl’autorità»esullasuaderivazionedalmodello romano si veda N. Covini, La trattazione delle suppliche nella cancelleria sforzesca: da Francesco Sforza a Ludovico il Moro, inSuppliche e «gravamina». Politica, amministra-zione, giustizia in Europa (secoli XIV–XVIII),acuradiC.NubolaeA.Würgler,Bologna2002,pp. 107ss. Il dibattito più generale su questa forma di scrittura politica, già da tempo oggettod’interesse per la storiografia tedesca (cfr. A. Würgler, Suppliche e «gravamina» nella prima età moderna: la storiografia di lingua tedesca,in“Annalidell’Istitutostoricoitalo–germanicoinTrento”,XXV(1999),pp.515–546),apertoinItaliadaunprimoseminariotrentinosultema«Petizioni e suppliche: comunità rurali e protesta sociale nella prima età moderna», Trento25–26novembre1999,eproseguitocon laraccoltaSuppliche e «gravamina» cit.,èdestinatoadarricchirsidinuoveprospettiveper l’imminentepubblicazionediSuppliche, «gravamina»,

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lettere. Forme della comunicazione politica in Europa (secoli XV–XVIII),acuradiC.NubolaeA.Würgler,incorsodistampa.14IMandellilamentanoinfattiche«usqueadnuncnonpotuerunthabereprocessusetscripturasfactasetaliafactaetreceptacontranobilespredictosdeMandelloinpublicasformasindictiscausisvertentibuseteaquerequirunturpropredictisprobationibusetreprobationibuspereosfiendis, ut supra, ab eorum dominorum commissariorum seu delegatorum, ut supra, notariis sive canzellariis eorum officii» (ASDCo, Pro Peceto,c.129r.).15ComesottolineaMassimoVallerani,nelprocessoaccusatorioil«fatto»ha«unasuavitaindi-pendente dalla realtà... è una costruzione dialettica che deve essere definita dalle parti nel dibat-timentoemessaallaprovadalgiudice»(M.Vallerani,I fatti nella logica del processo medievale. Note introduttive, in Fatti: storie dell’evidenza empirica, a cura di S. Cerutti e G. Pomata, in“Quadernistorici”,n.CVIII,a.XXXVI,fasc.III(dic.2001),pp.668–9).16Chedapocoavevaacquistatolehonorantie castri Peceti daAntonioloPorro,contediPollenzo,secondolanotiziariportatanell’attodiinvestituradel1420.Il23aprile1385ilMandelliavevacomperatodalPorroildirettodominiosulcastrumesulterritoriodellanonlontanaPioverapersettemila fiorini, dando così inizio ad una campagna di acquisti in questa parte della diocesi pave-se(Canobbio,Pergamene della famiglia Mandellicit.,n.75,78–79,87–88,95,107,117ss.).17«Cumomnibusaquis,aqueductibusetiuribusaquarumcomunantiis,decimisetiuribusdeci-marumacomnibusetsingulisiurisdictionibus,honorantiis,honoribus,datiis,gabellisetmeroetmixtoimperioetgladiipotestate,necnoncumomnibusactionibusetrationibusdictiscastroetterrePecetinobisproipsisspectantibusetpertinentiis».Laletteradelladuchessa(1402/09/10,sign.Teodorus)èeditainC.Santoro, La politica finanziaria dei Visconti,Gessate1983,vol.II,p.468–469.18«EtquihominesPeceti commisserunt tunccrimen lese maiestatis tamcontraprelibatos il-lustrissimosdominumtuncducemMediolanietdominumcomitemPapie,quamcontraipsumdominumOttonemmilitem» chiosanoiMandellineicapitolidaloropresentatiil22giugno1444(ASDCo,Pro Peceto,cc.64–75,inparticolarecc.65–66).19PeriltradimentoelaribellionecommessiaidannidiOttonediPietro,infatti,«predictihomi-nesterrePecetieteorumheredeseffectisuntinfames inimici capitalesprefatorumdominorumThobie,OttonisetOttonisdeMandello;etquibushominibusterrePeceti,premissorumoccaxio-ne, nulla venit nec est per vos dominum Silanum contra ipsos dominos de Mandello, uti filios et heredes prefati quondam domini Ottonis militis, fides adhibenda...» (ibidem,c.66t.).Sudisobbe-dienza,ribellioneetradimentonelladottrinasivedaancoraSbriccoli,«Crimen lesae maiestatis» cit.,pp.134ss.20InquestocasoilsindicusGuidode Cantono,cheil25giugnocontrobatteaicapitolisopracitati(ASDCo,Pro Peceto,cc.78–81).21«NonenimipsadominaCatarinaeratdominadictilociPecetinecipsumtenebatnecposside-bat,undeipsumvenderenonpotuitnecalienare,quiatuncvivebatillustrissimusdominusdomi-nus dux eius maritus aut sine dubio ipsius domini ducis duo filii et heredes, ad quos spectabat et pertinebatdictaterraPeceti...’» (ibidem,c.79).22Ibidem,cc.80t.–81.23Sull’attivitàcreditiziadiOttoneeinparticolaresulcreditoneiconfrontidelducadaluilasciatoin eredità ai figli con il testamento del 1 dicembre 1419, si veda E. Cordani, La famiglia dei Da Mandello di Caorso (secc. XIII–XV)in“Piacenzaeconomica”,ott.–dic.1982,pp.39–42.24L’atto,rogatodaDonatoCiserodaErba,èconservatoinASMi,Archivio ducale,Registri du-cali33,cc.64r–72r.L’infeudazionesarebbecondizionata,adettadellacomunità,«adrationemflorenorum quinquaginta trium in mense, ut apparet per litteras et bulletas et in libris datorum etreceptorum»(ASDCo,Pro Peceto,c.11);noncosìnellostrumentodiinvestituraoriginaleche,comeribadiràTobiaMandelli,èstatafatta«inamplissimaforma»(ibidem,c.113).25ContrariamenteaquantoavvieneaPiovera,infatti,nonrisultacheinquestaterrailMandelliabbiaintrapresoacquisticonsistenti.26«Ciaccontentiamodiindicareempiricamentecheperidentitàcollettivaintendiamoilvincolodiappartenenza,dinamicomadotatodiunasuastabilità,chesitrasmettedaunagenerazioneall’altra,diunindividuoadundeterminatogrupposociale,conlacondivisionedivalori,normeerappresentazioniequindidiideologieesimboli»(P.Prodi,Introduzione: evoluzione e meta-morfosi delle identità collettive inIdentità collettive tra Medioevo ed Età moderna,acuradiP.ProdieW.Reinhard,Bologna2002,p.11).Circal’uso,guidatodallafonteedamefatto,deitermini«comune»e«comunità» rimandoalla chiaradistinzioneoperata,nella suapremessa,

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daM.DellaMisericordia,Divenire comunità. Comuni rurali, poteri signorili, identità sociali in Valtellina e nella montagna lombarda del tardo Medioevo,tesididottoratodiricercainstoriamedievale,UniversitàdegliStudidiTorino,XIVciclo,tutoriR.BordoneeG.Chittolini,coordi-natoreG.Sergi.27EglièunodeifamilaridelducanelviaggioaS.JacopodiGalizia(20giugno1425);nel‘33–’34è capitano generale e commissario della Valtellina; il 25 febbraio 1440, già commissario delBresciano, è nominato anche capitano della Riviera del Garda, e il 21 marzo si specifica che la commissariasiestendeancheallapartemontuosadelbresciano(inquestadataperògiàvenezia-na); dal 1440 riveste l’incarico di commissario della Martesana per fortificare i paesi dell’Adda e i luoghidiCornaianoeTorretta(Cordani,La famiglia dei Da Mandello di Caorso…,p.44).28 Il23dicembre1437RaffaelestipulaconFilippoMaria«vendicionesetcambia…dezardinomagnounacumzardinoparvoporteNove(prefatiducis)etdecertaintrataterreMontisCastri(dictid.Rafaelis)» (ASMi,Registri ducali 41,cc.272–276t.):questoscambiopotrebbecelareunaiuto finanziario cospicuo; Tobia invece viene sollecitato dal duca di Milano ad un prestito di 500 ducatid’oroil2settembre1440(Cordani,La famiglia dei Da Mandello di Caorso…,p.44).29 Sul ruolo di mediazione svolto dai feudatari tra fisco e comunità e sulla rete di fedeltà e clientele chetaleruolo,sesvoltoconsuccesso,crea,sivedaChittolini,Feudatari e comunità ruralicit.,p.231ss.Nel‘500questoruolosembraormaiincrisi,làdove«ilrapportosignorevassallisicon-figura come rapporto di puro sfruttamento» mentre «il concetto di protezione signorile sembra definitivamente superato», come sottolinea Arcangeli, Uomini e feudatario nella prima metà del XVI secolocit.,inparticolarep.202. Perunaconcretaapplicazionedelladistinzione,formulatadaJeremyBoissevain,trapatronoemediatoresiveda,negliattidiquestoseminario,M.DellaMisericordia, Dal patronato alla mediazione politica. Poteri signorili e comunità rurali nelle Alpi lombarde tra regime cittadino e stato territoriale (XIV–XV secolo).30 «Copia protestationum factarum per Ottonem de Mandellis pro confirmatione suorum feudo-rum»(ASPc,Archivi di famiglie e di persone,Eredità Mandelli,s.II,b.3,f.48,cc.10–17).31Inpropositol’attodiinvestituraèparticolarmenteesplicito.32ASDCo,Pro Peceto,cc.17,83–84t.,86t.,87t.33InprecedenzaRaffaeleMandelliavevaperòdenunciatoalducaGiovanniCalvi,accusandoilproprio cancelliere e gestore di essere fuggito con alcune migliaia di fiorini di sua proprietà, e avevaottenutounmandatocontrodilui(21aprile1437),inA.Noto,B.Viviano,Visconti e Sforza fra le colonne del palazzo Archinto. Le sedi dei 39 luoghi pii elemosinieri di Milano (1305–1980),Milano1980,p.47.34 «Copie sentencie late per d. Nicolaum de Blanchinis et apprehensio bonorum magnifici Otonis deMandellofactaperJohannemIpolitumdeBossisinexecucionelitterarumdominorumma-gistrorum etc.» (ASPc, Archivi di famiglie e di persone, Eredità Mandelli, s. II, b. 6, f. 1, cc.mcclxxxiij–mcclxxxxj).AncheTobiavienecondannatoil3marzo1445,maottiene,l’annosucces-sivo,ilperdonoelarestituzionedelpatrimonio(Canzelatio condemnationis Thobie de Mandello(1446/04/20),inASMi,Registri Panigarola,4(D),cc.133–134);inoltrecedeallacameraducalelapropriapartediPecetto(Cambium cum Tobia de Mandello de tercia parte Peceti cum tercia parte Caorsii(1446/06/28),inASMi,Registri ducali49,cc.394t.–398t.),checosìrimaneperdueterzisottoildirettodominiodelducaalmenosinoallamortediFilippoMaria.35 Come ha di recente sottolineato Letizia Arcangeli, è però difficile, «sulla sola base delle suppli-che,dellesentenzeedegliarbitratiducali»,risolverelaquestione«dellaspontaneitàoppuredellamanipolazionediquesteazionicomuni»inL.Arcangeli,IntroduzioneinEad.,Gentiluomini di Lombardia cit.,p.xxv.36Datata6marzo,secondolasuccessivaletteradelcomuneedegliuominidiPecettoairegolatori,maestridelleentrateecommissari(ASDCo,Pro Peceto,c.14r.);tuttoportaacrederechequestasupplica,inseritatragliattipresentatidallacomunitàaseguirel’altrainoltrataalduca,inrealtàlaprecedacronologicamente:inessasifainfattiriferimentoadunappelloalducacontroilprecettodiOttoneMandelli,manonadunasupplicaperottenernel’allontanamento.37Consideratiglioneriadessi imposti, ilcomuneegliuominidiPecettorimettonoaimaestridelleentrateilgiudizioinmeritoall’esistenzadiun’esenzioneinlorofavoreequindialpagamentodiunonereimpostoaisoliesenti(ibidem,c.11t.).38Ibidem,c.12–12t.39Oalmenoall’assegnazionedeglihomines comedirettidebitoriallacameradiAntonelloRuffaldida Siena, senza che questi possa o debba chiederne ragione ai Mandelli. Al Ruffaldi era statainfatti assegnata l’esazione dell’imbottato, ed egli ora ne chiedeva ragione ai Mandelli in base

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adunapromessadipagamentocheifeudatarigliavevanofattoanomedellacomunità (ibidem,c.13).CondottieroalserviziodelVisconti,AntonelloRuffaldiavevagiàottenutoil9agostodel1437, verosimilmente sempre in soluzione di un credito vantato nei confronti della camera, ilfeudodiPozzolo(ASMi,Sforzesco,cart.18,Frammenti di estratti di procure e concessioni ducali (1434–1439)).Notiziesulpersonaggio inGli atti cancellereschi viscontei,acuradiG.Vittani,Milano1920–1929,einN.Covini,L’esercito del duca. Organizzazione militare e istituzioni al tempo degli Sforza (1450–1480),Roma1998,p.109n.40«...auditosubsequenterquodhominesipsiinecclesiasecongregabant...»:ilMandellisembravolerinsisteresull’atteggiamentosediziosodellacomunità,alludendoaquestariunione,convo-cata al di fuori dei canali (il feudatario ne è stato informato solo indirettamente) e dei luoghiistituzionali (la chiesa non è la piazza, né il palazzo del comune) e così sottratta al controllodell’autorità.41ASDCo,Pro Peceto,c.13–13t.42 Sulrapportotraresponsabilitàpenaleindividualeeresponsabilitàpenalecollettivanelladottri-nasivedaD.Quaglioni,«Universi consentire non possunt». La punibilità dei corpi nella dottrina del diritto comune,inSuppliche e «gravamina»cit.,pp.409–425.Sulnessotrainobedientiaerebellioindividuatodalla«dottrinaimpegnataasostegnodell’ideologiadellasudditanza»sivedaSbriccoli,«Crimen lesae maiestatis» cit.,pp.134–148.43Analogherivendicazionidicomunitàcircalamutuaobbligazionecontrattadaglihomines edaifeudatariall’attodell’infeudazionesonosegnalate,perl’etàsforzesca,daM.DellaMisericordia,«Per non privarci de nostra raxone, li siamo stati desobidienti». Patto, giustizia e resistenza nella cultura politica delle comunità alpine nello stato di Milano (XV secolo),inSuppliche, gra-vamina, letterecit.44 Per un’Europa caratterizzata, ancora in età moderna, da «metaphorically speaking, the in-tersectionofvertical(feudal)andhorizontal(communal)politicalstructure»sivedaP.Blickle,The Common People and the Process of State Formation: Some Conclusions in Resistance, Representation and Community,acuradiP.Blickle,Oxford1997,p.328.«Theconstitutionalhistoryfrommedievaltomoderntimescanthusbeinterpretedasthehistoryoftensionsbetweenthehorizontalprincipleembeddedinthecommuneandtheverticalprincipleoffeudality»inId.,From the communal Reformation to the Revolution of the Common Man, Leida–Boston–Colonia1998, p. 7. Una lettura critica dell’«esasperata contrapposizione che percorre tutta la storiografia costituzionaletedesca...tralacoagulazioneverticaledelpotere(laHerrschaft)equellaorizzon-tale(laGenossenschaft)...», inP.Prodi,Il sacramento del potere. Il giuramento politico nella storia costituzionale dell’Occidente,Bologna1992,p.64;inpropositosivedanoperòleosserva-zionidiG.Chittolini,Il tardo Medioevo: una «società corporata»,in“Annalidell’Istitutostoricoitalo–germanicoinTrento”,XIX(1993),pp.437–447.45 Che, a detta della comunità, sarebbe condizionata «ad rationem florenorum quinquaginta triuminmense,utapparetperlitterasetbulletasetinlibrisdatorumetreceptorum»(ASDCo,Pro Peceto,c.11);taleclausolanoncomparenellostrumentodell’investiturache,comeribadisceTobiaMandellinellasuacontestazione,sarebbestatafattain amplissima forma(ibidem,c.113).46Ibidem,c.11r.47«Quiadictepecunie,extorteapredictishominibussubvelamineetpretextudictorumonerumrequisitorumperdominumsuperiorem,perveneruntadmanumdictorumdeMandelloetaduti-litatemipsorumcesseruntetfortenonimplebantnecadimpleveruntrequisitionibussibifactisadominosuperiore,quibusrequisitionibussatisfaceredebebantdesuoproprioetnondepecuniisdictorumhominum...» (ibidem,c.80):cosìlacomunitàinterpretaiprelievicheiMandellihannopresentatocomesussidirichiestidallacameraducale,«adqueinferioressuperioribustenentur»(ibidem,c.72r.).48 Dal 1420 al 1444, infatti, la comunità è stata costretta a pagare ogni anno cento fiorini in più rispettoallacifraconcordataconladuchessaBeatrice,denariestortiquindidaiMandellicontra formam iurium et decretorum ducalium(ibidem,c.4).49Ibidem,c.3t.50Ibidem,c.2.Iservizi(lacustodia castri)eleprestazionilavorativecheifeudataricercanodiimporreaglihominesaldifuoridellaterradiPecettosonooradenunciaticomeindebiti,perchélegatiall’utilepersonaledeidominienonalgovernodelterritorio:lacomunitàsiriconosceinfattilegata ad uno spazio territoriale definito ed usa questo legame in propria difesa. Come invece il fattore di aggregazione per i rustici, nel contesto reggiano di fine Trecento, sia ancora costituito da legamidinaturapersonale,primacheterritoriale,èmessoinevidenza,negliattidiquestosemi-

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nario,daA.Gamberini,La territorialità nel Basso Medioevo: un problema chiuso? Osservazioni a margine della vicenda di Reggio.51ASDCo, Pro Peceto,c.4t.52Ibidem,c.5.53Ibidem,c.6.Glihomines chiedono il ripristino delle fortificazioni «pro securitate dicte terre Peceti».54«...prohibuitnecondempnatiodictarumpercusionumfactaruminpersonamdicteCatarinefieret... ne idem Zenarius solveret expensis medicorum pro cura vulnerum dicte Cataline...» (ibi-dem,c.5).55Ibidem,c.5t.56Sul«formidabilesforzodiastrazione»cheimplicailfarpercepirel’esistenzadiun’altrapartelesa,pubblica,«inoccasionediundelitto,quandolapartelesaeravisibilmenteun’altra,ecioèlavittimainconcreto»sivedaM.Sbriccoli,«Vidi communiter observari». L’emersione di un ordine penale pubblico nelle città italiane del secolo XIII, giàin “Quaderni fiorentini”, XXVII (1998), pp. 231–268, distribuito ora in formato digitale da Reti medievali <http://www.retimedievali.it>,pp. 1–20, in particolare p. 18; per il significato di questa acquisizione, che non giunge comunque ad intaccare la fluidità del processo e della giustizia comunali, si veda M. Vallerani, Il potere in-quisitorio del podestà. Limiti e definizioni nella prassi bolognese di fine Duecento,inStudi sul Medioevo per Girolamo Arnaldi,acuradiG.Barone,L.Capo,S.Gasparri,Roma2000,p.383.57M.Sbriccoli,Penale negoziato e penale egemonico. Due idee di giustizia tra medioevo ed età moderna,relazionepresentataalconvegno L’Italia alla fine del Medioevo. I caratteri originali nel quadro europeo,SanMiniato,28settembre–1ottobre2000.Ildiscorsoèstatoripresoedamplia-toinM.Sbriccoli,Giustizia negoziata e giustizia egemonica. Riflessioni su una nuova fase degli studi di storia della giustizia criminaleinCriminalità e giustizia in Germania e in Italia. Pratiche giudiziarie e linguaggi giuridici tra tardo medioevo ed età moderna,acuradiM.Bellabarba,G.Schwerhoff,A.Zorzi,Bologna2001,pp.345–364.Sulcaratterecompositivoenegoziatodellagiu-stizia penale signorile nel Reggiano di fine del Trecento, si vedano le considerazioni di A. Gamberini, La città assediata. Poteri ed identità politiche a Reggio in età viscontea,Roma2003,pp.120ss.58ASDCo,Pro Peceto,c.78t.59«Lafedeltàèunrapportobilateralechehainséqualcosadelcontratto...»ricordavaBrunner,introducendo lareciprocitàdidirittiedoverineirapporti trasignoreecolono, inO.Brunner,Terra e potere. Strutture pre–statuali e pre–moderne nella storia costituzionale dell’Austria medievale,Milano1983,pp.367ss.;«...lafedeltàsifondasulgiuramentoeassumequindicarat-terisinallagmaticidivenendoilcardinedelrapportofeudalebilaterale...»(U.Allegretti,Il giura-mento come problema costituzionaleinIl vincolo del giuramento e il tribunale della coscienza,Bologna1997,p.21).UnaletturadottrinalediquestareciprocitàinC.Danusso, La fellonia exdelicto nell’età del commento,in“Studidistoriadeldiritto”,III,Milano2001,pp.201–363.Piùingenerale,ilruolodegliistitutigiuridicilegatialfeudonellaformazionedeglistatieuropeidelmedioevo e dell’età moderna, sottolineato da Mitteis (cfr. G. Tabacco, L’ordinamento feudale del potere nel pensiero di Heinrich Mitteis, in “Annali della Fondazione italiana per la storiaamministrativa” (1964), pp. 83–113) e dalla storiografia successiva, è ancora ricordato da A. Padoa–Schioppa,Italia ed Europa nella storia del diritto,Bologna2003,p.327.60ASDCo,Pro Peceto,cc.113–113t.61Ibidem,c.68.62«ImohocevenitquodipsidominideMandellodebiteethonestenonpoterantsubsidiisetaliispersuperioremrequisitisdebiteresistereetrecusare.QuoniamiuxtaoccurrentiacasuumdecuitipsoshominesdePecetoprelibatumillustrissimumdominumducemMediolanietipsosdominosdeMandellononrelinquereindefenssos,proutcontinuefeceruntaliisubditialiorumfeudatario-rumprelibatidomininostridominiducis.ImoreiveritasfuitetestquodipsidominideMandelloetprecipueprefatusdominusRaphaelincurieducalietalibitotisviribusetiamcumsuabursainsudavitadfaciendumquodhoneraordinariaseuextraordinariaipsisdePecetoaducalicamerarequisitaseualitereisimcumnbenciadiminuerenturetdefalcarentur» (ibidem, c.72r.).63Ibidem, cc.72r.–72t.CheRaffaeleabbiafattopagarealcomunel’acquistodivinodaprivatiperuna cifra che oscilla tra i duecento e i trecento fiorini e più è sostenuto nella supplica ai maestri delleentrate(ibidemc.11)eripresoneicapitolipresentatialBianchini(ibidem,c.2t.).64Ibidem, cc.73r.–73t.CheRaffaeleabbiaagito«subpretextuinventionispereumfactedecertoalogiamentocertorumequorum»èsostenutonellasupplicaaimaestridelleentrate(ibidem,c.11)eripresoneicapitolipresentatialBianchini(ibidem,c.2t.).

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65Ibidem, c.73t.Che,inoccasionedellarichiestaducaleallacomunitàdiPecettodiinviaretren-tapeditesalcampocontroigenovesiediprovvedereallaloropaga,Raffaeleabbiariscossodaipedites prescelti una certa somma, oscillante tra i quaranta e i sessanta fiorini a seconda della versione,ad finem impederetur dicta andata,echelacomunitàabbiadunquedovutoimporreunacollettaperrecuperarequellastessacifraemandareipeditesalserviziodelducaèsostenutonellasupplicaaimaestridelleentrate(ibidem,c.11)eripresoneicapitolipresentatialBianchini(ibidem,c.3).66Ibidem,c.70.67Ibidem,c.73t.68Ibidem,c.72t.69Ibidem,c.20.70«Eocasuipsosfuissedetentosinpubliciscarceribusetobeorumetcuiuslibetipsorumdemeritaac delicta diversimode contra ipsum d. Ottonem tamquam eorum dominum et superioremcommissaetdolloxeperpetrata...»(ibidem,c.20t.).71ComericordavaGiorgioChittoliniapropositodi«pubblico»e«privato»,«lalineadidemar-cazionefraidueconcettinonrisultaancoratracciatasecondoleregoledellageometriapoliticadell’assolutismo»,sivedaG.Chittolini,Il «privato», il «pubblico», lo Statocit.,p.569.AncoradirecenteMarcoGentilehamessoinrilievocomelafazioneurbanapossacostituire«unottimopunto di osservazione» per verificare l’osmosi tra «pubblico» e «privato» caratteristica dello statodelRinascimento,inM.Gentile,«Cum li amici et sequaci mei, qualli deo gratia non sono puochi»cit.72ASDCo, Pro Peceto,c.74.«...ilfattodibibere et comedereeradiperséingradodirappresen-tareinsiemeperdonoerinunciaaqualsiasirivalsa»dapartedichihasubitol’ingiuria(Sbriccoli,«Vidi communiter observari»cit.,p.19).73«Etsicposuerunt,creaverunt,constitueruntetordinaverunt...personasydoneas,prudentes,industriosas, fideles et in similibus ac maioribus expertas pro potestatibus et iusdicentibus dicto-rumcommunisethominumdicteterrePecetiprodebitaiusticiaunicuiquetamincivilibusquamin criminalibus ministranda secundum formam iuris ac statutorum et ordinamentorum dicteterrePeceti»(ASDCo,Pro Peceto,cc.69r.–69t.).74Ibidem,c.74–74t.75Ibidem,c.70.76 I Mandelli rifiutano infatti la testimonianza degli abitanti di Pecetto proprio «quia ipsos allegantetiurantforesuspectos[...]cumapaucisdiebuscitraetdepresentifueruntetsuntipsis[dominis] de Mandello inhobedientes, retrogradi et remissi eorum stare et [...] mandatum etindenegandoeiseorumqueadvocatisetcauxidiciset[...]etproeorumdeffensioneintercessoribushabitacullum stallie et alia necessaria ad vitam pro ipsis et eorum equis, et ulterius expressedenegantesvelleacceptareparteipsorumdominorumdeMandelloinipsorumhominumterraPeceti,iuxtasolitumetinlocisdebitisetconsuetis,ineorumpotestatemetiusdicentemnobilemFedericumdeCanibus,hicpresentem,quorumdeffectuetnegligentianequentnecpossuntipsinobiles de Mandello habere hobedientiam in ipsa terra, nec conscilia congregare, nec nuntiospublicos habere, nec copiam scripturarum eorum pretenssi archivi dicte comunitatis videre,legereetpalpareproutconvenit...»(ibidem, c.19t.).77Ibidem,c.75.78Ibidem,cc.74t.–75.79«DuxMediolanietc.PapieAngleriequecomes.ConcessimusinfeudumillamnostramterramPecetistrenuoetegregiisacnobilibusvirisAntonio,RaphaellietThobie,fratribusdeMandello,filiis quondam spectabili domini Ottonis de Mandello, uti prelibatis patet documentis. Propterea volumusquodipsisfratribusdebitampresteturetprestaredebeaturobedientiammodoetformaquibus huiusmodi eis fecimus concessionem et de qua fit mencio in predictis documentis. Datum Mediolanidiequattuormaijmccccxx.SignatumJohannes.Atergo:DillectisnostriscommuniethominibusterrenostrePeceti»(ASPc,Archivi di famiglie e di persone, Eredità Mandelli,s.II,b.3,f.48,c.9).80ASDCo,Pro Peceto,c.68.81ASDCo,Pro Peceto,c.70.82 Sull’assoluta obbedienza dovuta al governante «giusto» si veda n. 3. Ancora di recenteHespanha ha sottolineato come la realizzazione della giustizia fosse considerata da «giuristi epolitologidel tardomedioevoedellaprimaetàmoderna (secoliXIV–XVI)»come«ilprimoo

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persino l’unico fine del potere politico» in A. M. Hespanha, Introduzione alla storia del diritto europeo,Bologna1999,p.64.83 L’endiadi brunneriana «protezione e difesa» si traduce innanzitutto in protezione fiscale, come sottolineatoinG.Chittolini,La «signoria» degli Anguissola su Riva, Grazzano e Montesanto fra Tre e Quattrocento,in“NuovaRivistaStorica”,LVIII(1974),orainId.,La formazione dello stato regionalecit.,pp.181–253, inparticolarep.205,e inM.Gentile,Giustizia, protezione, amicizia cit.84M.Ascheri,Giuramento e storia del potere,in“Annalidell’Istitutostoricoitalo–germanicoinTrento”,XIX(1993),pp.431–435,inpart.p.432.85Unaobbedienza«deiurisdictione»,nonquella«volontariaetdebonoamore»,natadaimulta servicia che domini come gli Anguissola prestano agli homines, come distingue Chittolini, La «signoria» degli Anguissolacit.,pp.198ss.86QualcheanalogiaconlasignoriadiLuigiSanseverinonelluganeseinG.Chiesi,Il Sottoceneri e la signoria dei Sanseverino (1438–1447), in “Bollettino storico della Svizzera italiana”, CII(1990),fasc.III,pp.119–172,pp.138ss.87GiàGiorgioChittolini,commentandoilsostanzialefallimentoacui, inareaalpina,vannodifrequenteincontrolesignoriefeudalicomestrumentidimediazionetraprincipeecomunità,notacome «più spesso [le signorie feudali] manteng[a]no il carattere di strutture artificiali imposte dall’esterno,scarsamentecompatibili con le locali formediorganizzazionesocialeepolitica,eperciò,spesso,vivacementecontrastate...»(G.Chittolini,Principe e comunità alpine alla fine del Medioevo,giàinLe Alpi per l’Europa. Una proposta politica(Contributipresentatialsecondoconvegno«LeAlpiel’Europa»,Lugano14–16marzo1985),Milano1988,eorainId.,Città, co-munità e feudi negli stati dell’Italia centro–settentrionale (secoli XIV–XVI),Milano1996,pp.127–144,inparticolarep.135).Ildiscorsopotrebbe,leggendoilnostrocaso,essereapplicatoacontestianchediversidaquellocuioriginariamentesilega.88Arcangeli,Introduzionecit.,p.xxvii.89Igiurisperitirappresentanoecostruiscononeiloroscrittiuna«immagine»dipotere,tendendopoi a proiettarla sulla «realtà», si potrebbe infatti dire parafrasando il discorso di Costa sulloStato,nell’introduzioneaP.Costa,Lo Stato immaginario. Metafore e paradigmi nella cultura giuridica italiana fra Ottocento e Novecento,Milano1986.90 Sullo studio del mutamento concettuale come forma specifica di indagine storica si è soffermato Q.Skinner,Linguaggio e mutamento sociale,eId.,Retorica e mutamento concettuale,entrambiraccolti inId.,Dell’interpretazione, Bologna 2001. Recenti riflessioni sulla contrapposizione di linguaggipoliticidifferentiinalcunerealtàdeldominiovisconteo–sforzescoinDellaMisericordia,«Per non privarci de nostra raxone, li siamo stati desobidienti»cit.,einGamberini,La città as-sediatacit.Piùingenerale,ildibattitosuilinguaggipoliticièstatoripresoinLinguaggi politiciacuradiE.ArtifonieM.L.Pesante,in“Quadernistorici”,CII,a.XXXIV,fasc.III(dic.1999).

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In Lomellina nel Quattrocento:

il declino delle stirpi locali e i “feudi accomprati”*

diNadiaCovini

Collocata tra Sesia, Po e Ticino e delimitata a Nord da un confine geogra-ficamente incerto con le terre novaresi, soggetta principalmente all’influen-za comunale di Pavia, ma con significativi ritagli diocesani verso Novara e Vercelli, la Lomellina si distingue alla fine del Medioevo per il tessuto insedia-tivoamaglielargheconunatramadicentrimediograndiedigrossiborghi–traiqualisidistinguonoquasicittàcomeMortaraeVigevano,checontanoparecchie migliaia di abitanti – e con una scarsissima presenza di abitatiintercalari. Sono caratteristiche insediative, come è stato osservato, moltodiversedaquelledellaCampagnapaveseepiùsimilipermoltiversiaquelledelvicinoPiemonte1.

Lastoriadellaregioneèfortementesegnatadallasuaposizionedifrontie-ra, fin dal definirsi altomedievale dei confini diocesani. Per tutto il Medioevo la Lomellinafucoinvoltanell’accanitacompetizionedell’etàcomunaleefutea-trodiepisodididurelottediconcorrenzatraMilano,Pavia,Vercelli,Novara,subendo «numerose fluttuazioni di confine»2.Ancoraall’iniziodelsecoloXV,nellacrisipoliticaseguitaallamortediGiangaleazzoVisconti,laregionesubìconparticolareintensitàleattivitàbellichedeltempo,conripercussionide-vastantisull’economiaesullasocietàregionale.NelcorsodelQuattrocentolecondizionisfavorevolinoncessarono,cifuuntragicoritornodellapestilenzanel1424eattraversounrecuperopiuttostolentoetravagliatoalcunipuntidiforzadell’agricolturaedellasocietàlocaleiniziaronoacompensareeasupera-reifattoridicrisi.Glistudidistoriaagrariasegnalanouncontestoambientaleancoradominatodaboschieincoltoconscarsezoneirrigueelimitateinnova-zioninellagestionefondiaria3;tuttaviainalcunezoneparticolarmentefertili–inucleidiprosperitànellezoneadOvestdeltorrenteAgogna,cheuncatastocinquecentesco definisce «terre da grano bonissime» – la produzione agricola iniziòasostenereun’economiacomplessivamentevivace4,eadintegrarsiconi circuiti commerciali lombardi e padani, presso i quali venivano smerciatigrani,prodottidell’allevamento,legname,laterizi5.

I segni di ripresa del pieno Quattrocento sembrano accentuare la forzaistituzionale–giàemersanelTrecento–dellecomunitàlomelline,soprattut-todiquellepiùpopoloseesocialmentearticolate,dotatediunagiàavanzata

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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coscienzacomunitaria,agguerriteneldialogopoliticoconlearistocrazielocalieconleautoritàesterne.Segnodiidentitàcomunitariefortisonoleredazionistatutarieelacapacitàdiconservareconsiderevolipatrimonidibenicomuni6.

Rispetto a questi segnali di promettenti dinamiche sociali, appare in-vece netto il declino delle famiglie aristocratiche tradizionali, inadeguate,nella competizione trecentesca, a sostenere da protagoniste il confrontoconlanuovarealtàpoliticaregionaleeconlecomunità7.Lapopolosaterra diSannazzaro, sulle rivedelPo,era laculladellaanticadomus Sanazaria,ungruppoconsortilemunitodiimportantiprivilegiimperialicheancoranelTrecentoadettadiPietroAzarioeccellevasututteleparentelepavesi«inpo-tencia,fortaliciis,castris,personisetdiviciis»8.Laconsorteria,diramatatraLomellina,OltrepoeMonferrato,nel 1352davaprovadinotevole coesionerinnovandoipropristatuti,enel1395ottenevanuoviprivilegidareVenceslaodiBoemia9. Tuttavia, verso la fine del secolo i nobili di Sannazzaro dovettero soccombereallerivendicazionideipopolaridelluogod’originecheliobbliga-rono a sottostare alle richieste fiscali del comune e alla ripartizione degli oneri locali.Nel1404contestaronol’esitodiunarbitratopavesechedavaragioneailoroavversarieottennerounprivilegionelqualeilducaGiovanniMaria,perfarcessarelelitietoglieremateriaagliscandali,dichiaravadivolertutelareleprerogativedeiSannazzaro«maximeinillisinquarumpossessionevelquasiiam diu fuerunt» e, cassando il lodo, ordinava al comune di porre fine ad ogni azione di turbativa10. Ancora sessant’anni più tardi un ramo tortonese deiSannazzaroproducevaquestoattoinunavertenzacontrocertecomunitàpocorispettosedelleprerogativenobiliari.Selaconcessioneducaleèsegnoindu-bitabiledellabenevolenzadellacorteversoinobili,lavicendaperòrispecchiapiùchealtroilcedimentodell’anticacasata11.UnadelleprerogativedetenutedainobilierivendicatenellasupplicaerailcontrollodelportodeiDossi,maallametàdelQuattrocento la frammentazionedei ramieracosìspinta,cheunodeigruppiparentalipiùcospicuinedetenevasololaquotacorrispondenteaunquarantesimo.Inoltre,c’èragionedidubitarecheilcomune,cosìpervi-cacenellalotta,sipiegassedavveroall’imposizioneducale.Sannazzaroeraunluogo di passaggio sul Po, ben fortificato, importante centro di raduno e di al-loggiamentodimilizie;visisvolgevanoattivitàagrarieeanchemanifatturieree fin dal XIV secolo era sede di un podestà nominato dai Visconti. Dagli anni Cinquantalaterrapagava30«cavalliditassa»,poiridottia27,ponendositraleprimelocalitàlomellinedopoVigevanoeMortara12.

Unepisodioquattrocentescoèaltrettantorivelatoredella inadeguatezzadei Sannazzaro a svolgere un ruolo di mediazione durante un conflitto insorto all’internodellacomunità.Unalitenatadaunabanalecontroversiapercertidanniarrecatiafondiruralisierainutilmentecomplicataneitribunalipavesi:l’iniziativadeinobililocalinonsolononriuscìarisolverla,maanzicontribuìaingarbugliarelamatassa.Fuinvecerisolutivol’interventodell’ambasciatoree notabile sforzesco Alberico Malletta, che in veste di «amico» del comunesifecetramitepressoilconsigliodigiustiziaeottenneunagraziaducalecheannullavaglistrascichineitemibilitribunalipavesi13.Cosìlacomunitàpotè

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superare una lite lacerante e si avviò di nuovo a «ben vicinare». È solo unesempio, ma significativo del fatto che la complessità di mediazioni tra co-munità,corteecittànonerapiùallaportatadiquestisignorilocalmenteindeclino.

Anchealtrovevannodiparipassol’affermazionedicomunitàpopoloseeagguerrite e l’indebolimento politico delle stirpi signorili antiche. A Candiae Villata gli antichi privilegi dei nobili Confalonieri – gruppo famigliare ditradizionirisalentiall’etàcomunale14 – non furono sufficienti a mantenere la loropreminenza.Nel1406inobilidiCandiasubironopesantementelepre-varicazionidiFacinoCane,chediventòpadronedifattodellaLomellina,poifurono colpiti dalle pesanti confische di Filippo Maria Visconti, e solo nel 1451 FrancescoSforzalirestituìad pristinos honores15.Maun’inchiestacameraledel 1462 appurava che fin dal Trecento i dazi locali erano messi all’incanto una voltaall’annoaBremepercontodellacamerasignorileviscontea,senzaalcuninterventodeiConfalonieri16.ComeaSannazzaro,ancheaCandiaeVillatapertuttoilQuattrocentolagiustiziafuamministratadaunpodestàducale,enel1467leduelocalitàeranocosìricchediabitantiediterredaesseretassateperil coefficiente piuttosto cospicuo di 22 «cavalli di tassa» per gli alloggiamenti militari.Nel1462iConfalonieriottenevanoildaziodivino,paneecarne,ilpedaggiodeidueluoghiel’entratadelportosulSesia:unprivilegiononpri-vodivantaggieconomicimacheaccantonavaqualsiasiambizionesignorile.E poco dopo il duca investiva in feudo a una famiglia di officiali forestieri, i Feruffini, una quota delle entrate di Candia. I Feruffini, «feudatari di Candia» solodinome,restaronosostanzialmenteestraneiallarealtà locale, limitan-dosiapercepiredelleentrate;illoroarrivoperòtolseulteriormentespazioaiConfalonieri.Tuttaviainobilidelluogoriuscironoperaltrevie–peresempioattraversolafondazione,nel1463,diunospedalelocale17–amantenereunacerta influenza nelle località d’origine, e poi a recuperare nel XVI secolo anche deidirittigiurisdizionali.

ComeiSannazzaroeiConfalonieriperseroterrenoancheinumerosiraminobiliarieredidegliantichicontidiLomello–iLangosco,icontidiMede,diSparavara,diGambarana…–,dinastieantiche,chenelmedioevoeranostateoalleateoaccaniteavversariedelComunepavese,comunqueprotagonistediunalungastagionedilottepolitichetral’epocapostcomunaleel’affermazionedellasignoriaviscontea18.FindalXIIsecolo,nonostanteiprivilegiimperialidicuigodevano,laloroaspirazioneacontrollarel’anticaconteaerastatali-mitataecontrastatadallapoliticadipenetrazionedelcomunediPavia19,enelcorsodelTrecentosidovetteromisurareconleambizionivisconteetendentia costruire un dominio pluricittadino e in questo duro confronto finirono per perderedismaltoesoccombereallalogicaregionalechesistavaaffermando20.Molticasatisiridusseroallapreminenzasusingoleterreecastellirurali,talo-raconservandodiscretiassettipatrimonialiedesercitandolocalmenteformedipatronato,conunaspintaframmentazionedeiramiderivati:«Vieraunitàdi casato per quanto concerneva la funzione amministrativa e politica, mainsiemesussistevaunadivisionedipatrimoni,diterreedicastelli.Ciòportò

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al lento impoverimento dei gruppi e alla loro progressiva perdita di poterenell’etàmoderna»21.

L’eclissi dell’antica nobiltà lomellina fu accelerata dalla crisi dei primianni del Quattrocento. In molte regioni del ducato la profonda crisi delleistituzionistataliseguitaallamortediGiangaleazzoViscontinel1402ridiedespazioadalcunestirpinobiliari,cheripreseroadagireconiniziativepoliticheemilitariditonoparticolaristico:inveceinLomellinainobililocalifuronoilpiùdellevolteabbassatietravoltidaeventiostili.Dal1403inavantiiraidelespedizionidevastantidiFacinoCaneprovocarono ladistruzionedimolticastelli,laspoliazionediinnumerevolivillaggieterre,conunaprofondade-strutturazione della geografia signorile della regione. Il condottiero casalese stabilìnel 1409unasignoria suMortara, superando le resistenze frappostecontenaciadaalcuninobililocali22,governòdifattoVigevanoeincorporòconlaforzalaterradiOttobiano,chepoiglifuformalmentericonosciutadalcontediPavia23.Magiàprima,nel1403,creditorediarretratisalarialidaiVisconti,avevaavutoinpegnoleentrateelagiurisdizionedellaterradiBreme,unadel-lepiùgrossedellaLomellina24,enellostessoannoavevasottrattoGambaranaainobilidaMontesegale,ramodeicontipalatinidiLomello25.LedevastazionirecatedairaiddellabrigatadiFacinodeterminaronounalungacrisidellaso-cietàlocale.Nel1404,annodiinsurrezioniguelfe,ilcondottieroeratornatodaAlessandriainsortaeavevadevastatolaterradelCairo,rasoalsuoloilca-stellodiFrascaroloepresodimiravarielocalitàlomellineconviolenteazionidi saccheggio. Furono abbattute le fortificazioni di Olevano, occupate le terre diSant’AngeloeCilavegna.Nel1406ilcondottierosequestròcastra eposses-sioniaiConfalonieridiCandia26,enellostessoannotrasferìalsuoarmiger AndreadaMantovadiritti, castellieproprietà toltea trenobili locali27.Nel1407lanciòd’intesaconiBeccariaunasanguinosacampagnacontrolaguel-fica factione lomellinaenelcorsodellaspedizioneilcastellodiAlbonesefuabbattuto28. Il castello di Langosco, distrutto fino alle fondamenta durante le operazioni belliche di questi anni, non fu più ricostruito, altri edifici fortificati cadderoinrovina29.L’interaregionesubivaicolpidiquestiassalti,sidiffon-devano il timore e l’insicurezza, furono costruiti ridotti e fortificazioni, in cui lapopolazioneruralecercavarifugioduranteleincursioni30.

NonsipossonodunquesottovalutareglieffettidevastantidelleguerredelprimoQuattrocentocomefattoredicrisiduraturaperl’economiaelasocietàlomellina. Impressionante il calo demografico di Lomello rilevabile da un do-cumentodel143731,puntualieinequivocabililenotiziesulladecadenzadinu-merosesediecclesiali32.Ildeclinopoliticodellegrandidinastiearistocratichedellaregionesiaccentuò,eneidecennisuccessivinoncifuunaripresa,perchémoltefamigliearistocratichelocali,guelfeeghibelline,sischieraronotraine-micideiVisconti.TroviamoassociatiinunafrondaperdentediorientamentoguelfonumerosiesponentideicontidiMede,diGambaranaediSparavara,che collezionarono bandi e confische da Filippo Maria Visconti negli anni in cuiripreseleredinidelgovernomilanese33.LadomusdeiSannazzaro,scriveBernardoSacco,«olimemulaVicecomitum…perorbemdispersa…evanuit»34.

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ACeretto,terracontesatraPaviaeMortara,inobiliGiorgi-daOlevanoper-sero inesorabilmente posizioni, colpiti da ripetute confische35. I Barbavara,diorigininovaresi,aiverticidellapoliticamilaneseneiprimissimiannidelQuattrocento,sieclissaronoesoloinepocasforzescaritrovaronodeglispazipoliticinellalocalitàdiGravellona36.

Le proscrizioni e i bandi messi a segno dal Visconti finirono di destrut-turare la geografia signorile lomellina. Quantunque ghibellini, furono a lungoemarginatiimembridellagrandecasapavesedeiBeccaria,cheprimadovetterorinunciareaCilavegnaepoi,sulprincipiodel1417,dopolamortedi Manfredo, si videro confiscati i beni di Pieve del Cairo e Gallia37.Untem-poraneoritornoall’obbedienzamilanesefuprestoseguitodanuoveribellionie la potente casata pavese subì nuovamente proscrizioni, apprensioni e confi-sche38. Perduta definitivamente la terra di Garlasco (che divenne un feudo dei milanesiCastiglioni),soloinepocasforzescaiBeccariarientrarononelcircui-todellegrandifamigliearistocratichedelducatosuperandoillungoperiododieclissipolitica39.

Anchealtrigruppinobiliaricheeranostativittimeprimadelleviolenzee degli espropri di Facino Cane e poi dei bandi e delle confische di Filippo Mariariuscironoarecuperarepartedeilorobeniedellaloroposizionesoloconl’avventodegliSforza,eciononostantelabenevolenzadeinuoviprincipinon fu sufficiente a restituire vigore a consorterie estenuate da lotte decennali emoltiplicatenei rami40, come inobilidiLangosco,chenel 1451ottennerouna patente che li reintegrava formalmente negli antichi fasti, ma di fattononebberolaforzabiologicaedeconomicaperrisollevarsidaunacondizionesecondaria; solo nel 1496 il loro rapporto con i duchi fu incasellato in unaformaleconcessionefeudaleche«sovrappone(va)unainvestituracameraleaquellaimperiale»riallacciandosiagliantichiprivilegidellafamiglia41.Intanto,però,iramidellostoricocasatosieranomoltiplicati,coninevitabileperditadiprestigioedivigore.

1. I nuovi feudatari

Adifferenzadialtriterritoridelducato,dovelapresenzasignoriletradi-zionalesubivaminoritraumi42, in Lomellina il calo di influenza delle grandi stirpinobiliarifraTreeQuattrocentocontribuìacreareunasortadivuotodiinfluenze e di egemonie locali che aprì la strada a una serie di nuove infeuda-zionieall’impiantodinuovesignorie.

La tabella che proponiamo di seguito riassume il quadro complessivodelle investiture feudali relative alla Lomellina nel corso del Quattrocento.Abbiamoregistrato75concessioni,trascurandoipassaggipuramenteeredi-tariall’internodellastessacasata.Vedremopiùoltrecheilcontenutofeudaledialcunediesse,dalpuntodivistaformale,appareincertoodubbio.Leloca-litàinteressatedaalmenounaconcessionefeudalesono53:riportatesuunacarta geografica, esse coprono quasi integralmente il territorio della regione. Tralepocheeccezioni,Vigevano,cittàducale,chefuerettainmarchesatosolo

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nel XVI secolo per Gian Giacomo Trivulzio, e Rosasco, robusta e duraturaenclave della mensa vescovile pavese43. Mortara – quasi-città, terra social-mentemoltovivace,caratterizzatadallapresenzadipotentientiecclesiastici–nonfuoggettodiconcessionifeudali insensostretto,masubì lasignoriadiFacinoCaneediBeatricediTendaainiziosecoloecostituìpiùtardi,neglianniOttanta,unasortadi feudo-appannaggioconcessoaLudovico ilMorofratellodelduca44.

InLomellinailprecedenteassettosignorilesidestrutturava,alcunezonedellaregionesicoprivanodella«uniformevernicefeudaledimarcaviscontea»eilcontrattofeudalediventava«laformanaturaleetipicadelrapportotrailprincipeecolorocheesercitanoentroilterritoriodeldominiodirittisignoriliegiurisdizionali»45.Ilnumeroelevatodiinvestitureelaloroampiadiffusio-ne geografica non implicano però una copertura feudale totale e costante nel tempo e nello spazio: molte concessioni ebbero breve durata e debole profilo giurisdizionale,rivelandosilameracornicediprelievidirisorsechenoncrea-vano legami significativi tra feudatario e comunità. Nel seguito esaminiamo alcune delle concessioni elencate nella tabella allegata, con riguardo al profilo eaimodidellapresenzadeifeudatariperindividuare,sepossibile,alcunicon-notatipeculiaridell’istitutofeudaleinquestaregionedelpavese.

SuperatalagrandebuferapoliticadelprimoQuattrocento,FilippoMariaVisconti iniziò a concedere e a ritagliare nuovi feudi a beneficio di condot-tieri, segretari, uomini d’affari, creditori a vario titolo della camera ducale,nobili forestieri, membri dell’officialità e della corte per lo più estranei alla regione. A parte il turbillon di concessioni feudali e di revoche ai Beccariacorrispondentiaritornidiobbedienzaeanuoveribellioni,nonrisultaalcunainfeudazioneadesponentidell’aristocrazialocale.Alcunideinuovifeudatari–percuil’investituraeralaricompensadiprestazioni,favori,alleanze,cre-diti–furonosolodellemeteore,comeigenovesiRaffaeleeTeramoAdorno,unCastelbarco, ildignitarioimperialeGaspareSlick, ilnapoletanoInigodeAvalos,ilnobilepadovanoGiacomoScrovegni46.Questi,eredediunafamigliacolpitaduramentedaiCarraresi,ebbeinfeudoGambarana,SparavaraeCairo,concertepossessioninellevicinanze,maeranofattisalvicertidirittideicontidiGambaranadepositatipressoladucalecamerastraordinaria47;comunquegli antichi possessori non si rassegnarono alla perdita finché nel 1447 non fu-ronopienamentereintegratidaFrancescoSforza.IlnotabilenapoletanoInigodeAvalosdetenneilfeudodiScaldasoledal1436al1444,conlacondizionedipoterneriscuotereleentratesoloquandofossestatopresenteinLombardia;nel frattempo i pavesi Folperti, spossessati del castello e delle possessioni,proseguivanotenacementeun’annosavertenzaconlacameraducale48.

Secondo una tradizione ben consolidata, i feudi costituivano talora un«nido»percondottiericheavevanobisognodistatus,diterreperalloggiareleloromilizieedientratechefungevanodapegnodipesantiarretratisala-riali: il feudo fu uno dei modi di elezione per far fronte alla cronica difficoltà dipagarepuntualmentecondotteesalarimilitari.DopoFacinoCane,ilcontedi Carmagnola ottenne diritti ed entrate fiscali a Candia, Villata e Langosco,

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il Colleoni ebbe il feudo di Dorno e più tardi, per breve tempo, Candia fuconcessaai fratelliPiccinino49. Il fratellodiFacinoCane,Filippino,donòalcondottieroAngelodellaPergolalagiurisdizionedellaconteadiBiandrateeilfeudodiZeme,eladonazione(probabilmenteimpostadalduca)fuseguitadallaformaleconcessionefeudale50. Registriamo anche un’effimera concessio-neaRossodaValle,unsoldatoappartenenteaunafamigliapopolarepavesedioriginilomelline51.

Difficile intravvedere nelle infeudazioni in Lomellina del primo Quattrocento una prospettiva politica di ampio respiro. I tempi non eranopropizi a progetti lungimiranti e complessi, il processo di ricostruzione delducato avviato da Filippo Maria Visconti dal 1412 fu difficoltoso, lento e con-trastato, le necessità belliche e finanziarie erano tali da oscurare ogni altro intento. La proscrizione dei nobili autoctoni perseguita dai Visconti non fuaccompagnata dalla volontà di riconfigurare la locale geografia feudale; e forse un disegno complessivo di rifeudalizzazione sarebbe stato contrastato dallecomunitàinnomediunlegamedirettoconMilano.Moltenuoveinfeudazioniappaiono allora dettate da motivi finanziari o da contingenze clientelari, tanto piùchel’interesseperifeudilomellinisistavaravvivando;infatti,nonostanteil ricorrere di pestilenze e il persistere di elementi di difficoltà, l’agricoltura delpaesesistavariorganizzandoelaregionedavasegnidiripresaeconomi-ca,incoraggiantipergliaspirantifeudatari.Oltrealvuotolasciatodallestirpiantiche,convergevanoinquestiprocessianchealtrifattori:leterrelomellineeranoappetibiliperlarelativadistanzadaMilanoedaPavia,manellostes-sotempoabbastanzaperiferichedasfuggireallagiurisdizionepavese,chesiesercitava più efficacemente sulle zone circostanti la città e nella cosiddetta Campagna.ChisiaspettavaqualcosadaisignoridiMilanononmancavadigettareunosguardoallaLomellina:nel1445CarloGonzaga,creditoredisa-lariarretrati,segnalavaalducailsuodesideriodiottenereinfeudoTromelloeGambolòmomentaneamente tolteaunramodi casaVisconti52.Lastessaabbondanza di titoli nobiliari derivanti dalle tradizioni dei conti palatini diLomellopotevacostituireun’attrattivapergentenuova.IlcondottieroAngelodellaPergolaereditòiltitoloantichissimodicontediBiandrate,mentreisuoisuccessorisiaccontentaronodiquellopiùmodestodi«contidiZeme».

Piùstabili edurature furono invece le concessionidi feudi chepremia-vanouomini legatiallacortemilaneseegrandi famigliedeldominiovicineai Visconti. I Crotti di origini cremonesi subentrarono ai Porro, conti diPollenzo; imilanesiBiragodiventaronosignoridiFrascarolo,TorreBerettieCassinedeiBossi(ediparecchiealtrelocalitànelsecondoQuattrocento);iViscontidelramodiPietrodiGasparedal1437furonoriconosciutisignoridiBremeeGropello,eunaltroramodell’agnazione,conqualchediscontinuità,ebbegiurisdizionesuTromello.Garlasco–terragiàdeiBeccaria–fuoggettodiun’investiturafeudalealconsigliereducaleegiuristaGuarnerioCastiglioni,diunagrandecasatadelSepriodeltuttoestraneaallaLomellina53.Ancheipo-tentiBorromeoentraronoinlizzaacquistandounfeudolomellino.VitalianoBorromeo,mercante,banchiereetesoriereducale,ottennelaconcessionedi

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Palestro;nel1440unapatenterecitache l’infeudazione,chevalevaoltre13milalire,«èpuraveraerealesenzaobbligodirestituzionedibeniinfeudati»54,comeadireche,selaconcessioneeranatadaunprestito,sierapoiconsoli-datacomefeudoeffettivoconpienezzagiurisdizionale.LaterradiPalestro,posta al confine e luogo di passaggio verso la vicina città di Vercelli, non era lontanadalgrandestatoborromaicochestavaprendendoconsistenzanell’altonovareseeintornoalLagoMaggiore.Enonèdaescluderechel’interesseperifeudilomellinisipossariconnetterealprogettochequestograndecasatodioriginitoscanecoltivavaguardandoallepromettentipossibilitàdiespansioneversoilPiemonte:nel1442iBorromeoottenneroinfeudoBraeCherasco,eancoranel1450,avendoleperdute,speravanodirecuperarle55.

2. Abbondanza di concessioni feudali nel secondo Quattrocento

Latabelladelleinfeudazionilomellinefanotarechemoltedelleconcessio-nidelperiodo1400-1450ebberobrevedurata.Inetàsforzescafuronoconfer-mateleinvestitureaiCrotti(Robbio),aiCastiglioni(Garlasco),aiBorromeo(Palestro),aiBirago(Frascarolo,CascinedèBossi,Castellarode’Giorgi)eaPietro Visconti (Breme e Gropello). Tra i numerosi feudatari forestieri im-piantatidaFilippoMariaViscontiresistetterosoloiDellaPergolanelpiccolofeudodiZeme.

Nel secondo Quattrocento si ebbe un parziale recupero delle grandi fa-miglie magnatizie pavesi, molto presenti anche nella provvista beneficiaria lomellina56.IBeccariainparterecuperarono,inparteconsolidaronoposizionipreesistenti57.GiàpotenteaCampalestro,doveabitava,eaMortara,dovego-devadistimaeavevaunfortereticolodirelazionipersonali,l’ambasciatoreducale Alberico Malletta ottenne dal duca Cilavegna e in seguito approfittò di unaoperazionedivenditaperacquistareleentratediSanGiorgio,diventan-donefeudatario58.

Mainuovisignorilomellinifuronosoprattuttodei“forestieri”.Tradiessii milanesi Crivelli, che furono solennemente ricompensati per aver cedutolapiazzafortediPizzighettoneedottennerol’investituranelfeudodiDornoeLomelloeiltitolodicontipalatini,concessionicheaggiungevanolustroaunastoriafamigliaregiàmoltorisalenteebrillante.Leduelocalitànel1467eranotassaterispettivamenteper21e11cavalli,su650attribuiticomples-sivamenteallaLomellina,elaconcessioneebbeunaparticolarepubblicitàesolennità.IlcancellierecremoneseRaffaeleZaccaria, inviatocomecapitanodellaLomellina,assursealrangodisignoregraziealmatrimonioconunadi-scendentedeicontidiMedeenonesitòadaggiungereilprestigiosomaunpo’appannatotitoloalsuocognome,salvopoiperderloquandocaddeindisgraziapressoilduca59.

Stabilizzatosiilnuovoregime,nonsenzaqualcherobustoscossone,lein-feudazioni procedettero con ritmo serrato a beneficio di cortigiani, segretari, officiali, personaggi comunque potenti, influenti e benvisti a corte, apparte-nentialpiùstrettoentourageducale.DopoDornoeLomelloaiCrivelli,ilduca

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donòaCiccoSimonetta,primosegretario,unagrandepossessioneaSartiranaconilcastello,larocca,ilrecettoevarieentrate,concedendoglipoiinfeudolagiurisdizioneconformuleampie60.Nel1467Sartirananoncompareneppurenell’estimo della tassa dei cavalli. A questa infeudazione si aggiunsero benpresto (oltre a importanti diritti di acque, benefici vari e privilegi) i feudi di CastelnovettoeValle(22e11cavalliditassanel1467),incrementatinel1466connuoviacquistidientrateeinfeudazioninellepiccoleterrediBordignana,Carosio e Sant’Alessandro. Un altro grande beneficiato fu il cortigiano e affi-ne ducale Pietro da Gallarate, al quale toccò la terra di Cozzo, fino ad allora soggettaaunapreminenzaanticadiunramodeiConfalonieri.IDelMaino,anche loro parenti di Bianca Maria Visconti, ottennero Borgofranco pressoBassignana.Giàpresentidall’etàdiFilippoMariaVisconti,imilanesiBirago,molto potenti alla corte milanese, si segnalano per una presenza feudalepiuttosto dinamica, con infeudazioni successive nelle localitàdiFrascarolo,Ottobiano, Mede, San Giorgio, tutte di un certo peso demografico. Scambi e retrovenditerivelano,dapartediquestaintraprendenteefacoltosafamiglia,interessifortiestrategiediaffermazionefondiariasuterrechesiestendeva-no dalla Lomellina fino alla vicina località di Abbiategrasso nel Milanese61.SporadicainvecelapresenzadeiTrivulzio,cheretrovendetteroquasisubitoifeudiacquistati.

Tra le infeudazioni a persone estranee alla regione ricordiamo quelladi Ottobiano nel 1455 ai Rossi di Piacenza, famiglia legata alla corte e allaclientela piacentina degli Scotti (la concessione terminò quando i Rossi ot-tennerounpiùallettantefeudoinpatria)62,mentreilcustodedelcastellodiPaviaBologninoAttendolo,unsoldatobraccescodioriginimodeste,ricevetteOlevanoeCeretto;eranoduepiccoleterre,giàtolteainobiliomonimi,masiaggiungevanoallaprestigiosaconteadiSant’AngeloLodigiano63.LaterradiConfienza, tassata per ben 25 cavalli nel 1467, già oggetto di diverse concessio-niprecedenti,fudatainfeudoaFioramonteGrazianidaCotignola,capitanocaroalloSforza,epoiadaltrisignori64.Vedremomeglio,piùavanti,qualiin-teressiportarononelpaveseduegrandifamigliearistocratichepadane,iPicoeiMalaspina,eunesponentedeiFregosodiGenova.

Un incremento significativo dell’estensione delle terre infeudate in Lomellina si registra con le vendite di entrate fiscali avviate nel 146665.Chiacquistava i proventi dei dazi di vino, pane e carne e le entrate relative auna località, quasi sempre otteneva anche la concessione feudale con meroemistoimperio,gladii potestate,trasmissioneereditariainlineamaschile.Ifeudatariavevanofacoltàdinominareipodestàegodevanodiampieformediimmunità e di esenzione. Come sempre erano riservati al duca i carichi fiscali dellatassadeicavalli,delsaleedialcunialtricespiti.Siavvantaggiaronodelleinfeudazioni soprattutto uomini dell’establishment sforzesco, specialmentecoloroche–comeCiccoSimonetta,PietrodaGallarateeAlbericoMalletta–giàdatempoeranoapprodatiinLomellina.Altrimagnatipavesibenquotatinell’entourageducale–comegliEustachieidaCorte–sifeceroavantipercompraredaisignoridiMilanoentrateefeudilomellini.IBirago,cheavevano

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giàrastrellatoFrascaroloeTorreBeretti,nonfeceroaltriacquisti,mentretrale famiglie «nuove» arrivarono i Feruffini dotati di feudo di entrate a Candia, dopoesserestaticostrettialasciarelanatiaSezzadio,eivigevanesiColli,chediventaronofeudataridellapiccolalocalitàdiNicorvo.

Nell’ondata di infeudazioni sortita dall’operazione finanziaria iniziata nel 1466trovarononuovispazianchealcunegrandifamigliearistocratichelocali,traquelleestromessenelprimoQuattrocento,checolserol’occasionepertor-nareacontareancheformalmentenellelorostorichesedi.Tradiessitrovia-moAgostinoBeccariaperGambolò,ManfredinoeRinaldoBeccariaperCairoePievedelCairo,iBarbavaraperGravellona;parecchidiscendentideicontidiLomellonellelocalitàgiàloroespropriate,Gambarana,MedeeSparavara66.Non ne approfittarono invece i Sannazzaro-Albonese (che in una lettera si di-cevano afflitti da disgrazie varie e vittime dell’inimicizia di Cicco Simonetta67),néiConfalonieridiCandia,ulteriormenteoscuratidallaconcessioneparzialeai Feruffini.

Alcune delle infeudazioni sforzesche appaiono piuttosto anomale nellaforma,ocomunquecarentidialcuniclassicirequisiti:ciòsinotaneicasiincuisussistevanodirittieprivilegiantichicherisultavanoimbarazzantiperi«nuo-vi»Sforza.Evidentianomaliesinotanoanchequandolaconcessionevolevaessereparticolarmenteampia,incondizionataeredditiziaperfavorireifede-lissimidellacorte. IMalletta,quotati inLomellina indipendentementedalleconcessionifeudali,ottennerounaconfermadelleloroprerogativequasisigno-riliaCampalestro,doveabitavano,senzachefosseconfezionataunapatentedi investitura feudale; ciononostante, a fine secolo i documenti li designano feudataridellalocalità.Macroscopicaèl’anomaliadellaconcessionefeudalediCozzoaPietrodaGallarate,cortigianoimparentatoconiduchi,presenteacor-tepersessant’anni,passaticostantementenellestanzedelpotere.Inprincipioil Gallarati aveva acquistato da Giovanni Botto (officiale della camera ducale) edaTommasoCaccia(miles e doctordiNovara)certeterreepossessionicheeranostategiànellemanidell’anticafamigliaConfalonieridiCozzo,echeera-nopervenuteaidueuominidicorteinformadidonazione.Dilìapocolacom-piacente cancelleria ducale confeziona una patente68 nella quale si premettecheilGallaratihaacquistato(privatamente,perdenaro)illuogodiCozzoconlepossessioni,dirittiegiurisdizioniepertinenzecheolimpossedevanoinobiliConfalonieri,sipremetteanchecheil30marzo1450inobilisuddettiavevanoottenutoconfermadaFrancescoSforzadeiprivilegiimperialidetenutidailoroaviedialtreconcessioniottenutedalladuchessaBeatriceedalducaFilippoMaria,edaquestepremessesifaconseguire(inmodopiuttostosorprendente),cheimedesimiprivilegivenivanotrasferitialGallarati,inquantopossessoredibeniedirittiaCozzo69.Lapatente,insomma,nonèpropriamenteun’investi-turafeudale,malameraconfermaaunestraneodeidirittidetenutidatempoimmemorabiledaunagrandefamiglialocale.Nonrisultainfattialcunlegameomatrimonio che giustifichi anche in modo magari un po’ stiracchiato il passag-giodaiConfalonierialGallaratisenonconapertaviolazionedelleconsuetudinifeudalicorrenti.L’arbitrioformaleapparepiuttostosfacciato.

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Talvoltalacarenzaformaledelleconcessionidipendevadauncertodi-sordinecancelleresco,enelfattochesegretariecancellieritalvoltafaticavanoadestreggiarsinellinguaggiodelleformalitàfeudalieadiscernereunfeudoda una situazione immunitaria o allodiale. I Malaspina usavano dire cheScaldasoleeralorofeudoegiurisdizione,manel1494iltitolaredelregistrodeifeudi,GiovanniAntonioGirardidaPavia,dovettescartabellarealungoneisuoiarchiviperstabilirecheScaldasolenoneraunfeudo,masolounaconcessione immunitaria particolarmente ampia e anomala, dettata dallavolontàdifavorirealmassimoiPicodellaMirandolacheaqueltempoeranoapprodatiaMilanocomecortigianieclientidegliSforza70.Delresto,parec-chie situazioni non si potevano propriamente definire feudali, e si presenta-vanopiuttostocomecondizionidipreminenzaconvalidatedaesenzionimol-toampie,oscillanti traprivatoepubblico, traallodioegiurisdizione.Oltreai Pico-Malaspina, è il caso dei Ricci (discendenti del segretario visconteoZaninoRiccio)aCasteld’Agogna,deinobilidaGrumelloaGalliavola71,deiSannazzaroaValeggio72,deiTornielliaParona73,deiMallettaaCampalestro.I vigevanesi Colli, ben introdotti negli offici e alla corte sforzesca, come mostranolericerchediE.Roveda,avevanocostruitodeirobustipatrimonifondiariaCilavegna(terraconaspirazionidiseparazione),ecosìtantialtrinobili sia locali siaesterni costruivano in loco formedipreminenzadina-tura prettamente fondiaria. Non meno anomali, in quanto non convalidatidaconcessionifeudalicherinfrescavanoantichidiritti,apparivanoi lacertidi influenza delle antiche ramificazioni dei Langosco, dei Sannazzaro, dei Confalonierisuiluoghid’origine,nonostanteipomposiprivilegitrecenteschichequestefamigliepotevanoprodurre.

Avoltelapreminenzadeisignoribenradicatinelpossessofondiarioerapiù che accetta alla comunità, che vi intravvedeva vantaggi e reciprocità diinteressi.AdesempioaValeggio(pocopiùdi100abitantinel1459)lapremi-nenzasignorile(ancorchènonformalizzatanelfeudo)realizzalasaldaturatraildesideriodelcomunedisottrarsiavicinipotenti(ilcomunediSannazzaro)eildesideriodegliaristocraticiindeclino(inobilidaSannazzaro-Albonese)diritrovarequalchespaziod’azioneinunapiccolalocalitàincastellata74.Questapseudo signoria era tuttavia molto piccola e debole e alla fine del secolo gli AlbonesecedetteroilpassoaimilanesiArcimboldi75.Inquestesituazionimar-ginali,comunque,ilducaevitavaeccessiveinterferenze:nonnominavaipo-destà,nonconcedevainfeudolaterra,permettevacheidirittigiurisdizionalisitrasferisseroinformadidoteedieredità;ecosìtutelavalaposizione,perquantoibrida,diproprietariedisignoricheesercitavanodominidifattosubasipatrimoniali-allodiali,clientelari-patronalioimmunitarie.

VeniamoalleinfeudazionideglianniOttanta.ÈnotocheLudovicoilMorosviluppòunadecisaoffensivaantifeudalesiamedianteunanuovaeaggressi-valegislazionechelimitavaleprerogativesignorili,siamedianteimposizionifiscali sui feudi, sia mediante attacchi diretti a certe grandi casate aristocrati-che,tantochesièpotutoparlareperquest’epocadiuna«rotturadella‘nor-malètrasmissionedelfeudo»76.InLomellina,doveigrandiceppiaristocratici

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sieranoindeboliti,questoorientamentononèmoltoevidente,mentreède-gno di nota un altro aspetto della politica feudale ludoviciana, la massicciadispensadifeudiegiurisdizioniafavoritiecortigiani.DaglianniOttantailMoro, non ancora duca ma luogotenente del ducato, costruì un’area di «affi-nitàdelprincipe»mediantedonazionieinfeudazioniaunacerchiadifavoriti,rimodellando efficacemente – almeno per alcuni anni prima del disastro – la societàpolitica77.InLomellinaquestoorientamentoprovocòun’accelerazio-nedelturn over dei feudatari e sparigliò ulteriormente la geografia feudale della regione. Così Confienza, prima nelle mani dei Graziani-Fioramonte da Cotignola,poidiFilippoMariaSforza,passòdirettamentenellemanidelMorocheladiedeindoteaunadamigelladiBeatriced’Esteealsuosposo,unTrottidiAlessandria,poipromossofeudatario78.LaterradiCilavegna,incameratadopol’apprensioneaVercellinoVisconti,venneconcessainfeudoalcamerie-reefavoritoGiacomettodiLuciadell’Atella,originariodiNapoli79.Investitureeffimere in feudi lomellini toccarono ai cortigiani Carlino Varesino e Carlino da Caposilvi, Francesco da Pietrasanta, Francesco Bernardino Visconti,Aloisio Arcimboldi, Francesco di Bosio Sforza80. Si rafforzò la penetrazionenella regione del potente e riccoPietro Birago,mentre i segretari GiovanniSimonetta,AloisioTerzagoeAloisioBechettofecerounabrevecomparsanel-la geografia feudale lomellina, ma persero rapidamente feudi e reputazione cadendoindisgraziapressoilMoro;altrettanto,inmodomenotraumatico,eraaccadutoaVercellinoVisconti81.InquestevorticosedinamichecontaronoanchegliinteressiaccentuatissimidiLudovicoilMoro–possessionieaziendeagrarie,riservedicaccia,castelli–traVigevano,Gambolòealtreameneloca-litàdellaLomellina,doveilluogotenentedelducatorisiedevapergranpartedell’anno e dove ebbe occasione di compiere molte transazioni al confine tra pubblicoeprivato82.

Conleinfeudazioniludoviciane,laLomellina«feudale»paradossalmen-tesiriduceulteriormente:piùchediinfeudazionisitrattavadiconcessioni,confische, permute e scambi orientati dal principe, di operazioni di pegno dal contenuto puramente finanziario (n. 60, 69, 71, 75 della tabella), o perlome-nodell’usostrumentalediconcessionifeudalipergarantireilpagamentodiprovvisioni e stipendi (n. 59) o per fare donazioni e costituzioni di doti (n.70,72).Difattoifrequentipassaggidimanoindebolisconoulteriormenteilcontenuto propriamente giurisdizionale, i feudatari durano poco, si accen-tuano ledinamiche interneal feudo.Il feudodiSanGiorgiopassadimanoinmano:dalconteFrancescoSforzaaTraianoScolaridaParma,daquestiaFrancescoBernardinoVisconti.LaterradiSanGiorgio,comesededelcapita-nodiLomellina,nonsiprestavaall’instaurazionediformerobustediautono-miafeudale:conilpassaggiorapidodaunfeudatarioall’altrolaconcessionefinì per ridursi a puri contenuti finanziari. Altrettanto accade in una terra assai cara a Ludovico, Gambolò, in un primo tempo concessa al cameriereFrancescoPietrasanta,chepoifuesortatoacederlaaFrancescoBernardinoVisconti.Ipassaggicontinuidaunfeudatarioaunaltro,tuttivolutiesolle-citatidal signore, e corrispondentiai suoidisegni, svalutaronomolto ladi-

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mensionefeudalediquesteconcessioniesvincolaronoifeudataridalleregoletradizionali della successione feudale. Nel ventennio di fine secolo nel feudo lomellinotendeaprevalereilcontenutopatrimoniale,chefaaggiosuquellopropriamentegiurisdizionale.CarlinoCaposilviottennenel1491ladichiara-zionecheilcastelloeleentratediTromellocheglieranostatedonateepoiinvestiteinfeudoeranoallodialienonfeudali(cfr.n.59dellaTabella).Ifeu-datari,fattesalvelerichiesteimperativedelsignore,dispongonocongrandelibertàdeifeudi,licomprano,livendonoelipermutano;talvoltanefannounabase finanziaria per operazioni di ampio respiro. Più che altrove, in Lomellina ilfeudotendeaindebolireilsuoconnotatodibenecamerale,peravvicinarsiallaproprietàpienaeincondizionata,sostenutadallaforzaeconomicaedallerelazionipersonalidelsignore.

Chelegiurisdizionifosserooggettodicompravenditaoscambiononeraunanovità,quantunquelaprassifosseinvisaagliorientamentidelladottri-na83.Unpassoimportanteinquestadirezioneeranostatelevenditedientratedel1466.Nel1492LudovicoilMororimproveravaaspramenteilprimosegre-tarioBartolomeoCalcoperchénonerastatotempestivamentefattal’appren-sioneallacameradelfeudodellasquadradiOttobianodopolamortedicertiMalletta84.IlCalcorispose:comebensavostrasignoria,ormaiquesti«feudiaccomprati» difficilmente sono devoluti alla camera, poiché quando muore il titolareuneredesitrovasempreenonc’èquasidistinzionetratrasmissionedelfeudoedeibenipatrimoniali(«perchétrascendenoadliheredicomofanolialtribeni »)85.

3. Feudi e proprietà della terra

Doveilnuovosignorenonsilimitavaapercepiredelleentrate,maconso-lidavalasuaposizionemedianteimponentiacquistiditerre,dipossessioni,didiritti di acque, di nuove entrate fiscali, il rapporto con le comunità diventava piùsolidoeduraturo,conpiùampiericadute–nelbeneenelmale–sullavitalocale.ICrottifuronotraiprimiadabbinareconcessionefeudalearobustape-netrazionefondiaria,conunavicendabenanalizzatadaG.Andenna.Segretarieconsiglierivisconteimoltoviciniallestanzedelpotere,dioriginecremone-se, nel 1432 i Crotti approfittarono di un momento critico di una famiglia già moltocaraaiVisconti,iPorrocontidiPollenzo,daiqualiacquistaronovastetenuteaRobbioeinungruppodilocalitàdelNovarese(Vinzaglio,Casalinoealtre).Robbioeraunalocalitàpiuttostoprospera,ripartitanel1467per20cavalliditassa.Successivamente,leproprietàsiesteseroesilocalizzaronoalconfine tra Lomellina e Novarese, lungo il corso della roggia Nova, che venne ribattezzataroggiaCrotta.Lecontestazionidellecomunitàcheavanzavanodi-rittisulcondottod’acquafuronocombattuteesuperatemediantetreprocessilegali.NelsecondoQuattrocentoleacquisizionidellafamiglia«ubbidivanoaunasolastrategia,(…)impadronirsidell’interoeimportantecorsod’acquainmododasfruttaretutte lepotenzialitàdienergiaidricaeognipossibilitàdiirrigazione»86.

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In casi come questo, la concessione feudale non faceva che sanzionareeconvalidarelapenetrazionefondiariaprivata,secondopercorsiseguìtipoianchedaaltrefamiglie:primal’acquistoditerre,poi,grazieallebenemeren-zecortigiane, laconcessionefeudaledalprincipe(solitamenteabbinataallacittadinanza pavese), quindi l’ulteriore radicamento fondiario sia medianteacquisti sia conmodalità più aggressive, per esempio scorporandobeni giàcomunalioportandoattacchibencondottiallavastaproprietàecclesiasticalocale87.Simuoveinquestadirezione,conprogettiparticolarmentedetermi-nati,lasecondagenerazionedeiMalletta.NeglianniSettantaidiscendentidiAlberico intensificarono la loro presenza fondiaria e signorile in Lomellina, diventandofeudataridiSanGiorgioemettendolemanisuibenidell’anticaabbaziadiErbamara,pressol’Agogna88.Operazionicomequesta,eingeneraleunaconcezionedelfeudovessatoriaedexosaattiraronosudilorounafortis-simaostilitàdeicomunisoggetti89.AnaloghiappaionoaltricasiattentamentevagliatidaE.Roveda, come leazionidi spossessamento messea segnodaiBeccariaaPievedelCairoeGarlasco90,ocomelepressioniesercitatedalfeu-datario Giovan Pietro Visconti sulla comunità di Breme che infine gli cedette «pacificamente» pascoli e rive lungo il Ticino, forse in cambio di sostanziose contropartite91.Anche lacomunitàdiGambolòdovette lottare tenacemente(con il sostegno della città e degli officiali di Pavia) e infine rassegnarsi a cede-recospicueestensioniditerreeboschiprimaaLudovicoilMoro,impegnatonellesueaziendemodelloeintentoadaccaparrarespazidestinatiallecacce92,epoiaGianGiacomoTrivulzio93.

I conflitti erano attenuati o evitati laddove il feudatario non si limitava apretendereeaimporrelapropriavolontà,masiimpegnavaanchenelpiùclassico ruolo di protettore fiscale della comunità, capace di offrire sostanzio-secontropartiteallasoggezionefeudale94.AncheiCrotti,feudataritutt’altrocheamichevoliversolecomunitàdellalorogiurisdizione,sieranocomunquefattiinterpretidelleantichissimevelleitàdiRobbio–appartenentealladio-cesinovarese–adistaccarsidallagiurisdizionepavese95.Unrapportofeudalemoltopeculiare,giàstudiatomaforseancorameritevolediapprofondimen-ti,èquellochesistabilìtraunfeudatariod’eccezione,CiccoSimonetta,elecomunità soggette e infeudate di Sartirana, Valle, Castelnovetto, Carosio eBordignana. Queste concessioni, moltiplicatesi nel tempo grazie al favoreducale,furonopoiresepiùcospicuedainvestimentiedaoculateoperazionifondiarie: per esempio l’affitto di vaste proprietà dal monastero di San Pietro inCield’OroaCastelnovetto96.Primadicadereindisgrazianel1479,egliim-piantòaziendeagrariebenorganizzate,restauròcastelli,fecescavarecondottid’acqua e rogge, organizzò mercati97. Inoltre, fece da referente per l’attivitàdiunacordatadiaffaristi(tracuiRaffaeleZaccariaePietrodaGallarati)checontemporaneamentestavanoacquisendofondinellelocalitàvicine,eaveva-no interesse a condividere con il potente dignitario sforzesco i benefici delle concessionichequelloottenevaconfacilitàdallacorte(specialmentequellerelative alle acque)98. Se non mancarono forme di resistenza da parte dellecomunitàinfeudate99, nel complesso i conflitti furono limitati dai vantaggi di

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avereunSimonettacomesignore,connotevoliricaduteanchesulbenesserelocale.Epochi,comeilprimosegretario,eranocapacidiotteneredalducaconcessioni sostanziose come quella configurata da una patente del 22 marzo 1457,cheglirinnovavalapiùampiafacoltàdiscavareroggeediavviareope-reditrasformazioneidraulicasuperandotuttigliostacolichealtricomunieproprietariavesserofrapposto:èundocumentonelqualesidispiegaaimas-similivellil’abilitàcancellerescacheutilizzaformulecapacidiprevenireognicontrarietàeognicontestazioneediindebolireognifuturaedeventualecon-troversia100.Unaconcessioneformalmentebenfattapotevatradursiinvalorieconomicimoltopiùagevolmentediunattocheavevaformulazionigeneri-cheevaghe.Comeèbennoto,lapresenzafondiarialomellinadelSimonettasuterreperaltrogiàdevastatedalleguerrefupremiatadasuccessirilevanti,facilitatidall’abbondanzadilicenzediesportazionedigraniversoilducatostessooversoilMonferrato:inunalettera,unodeifattoridiCiccoscrivevachenelmomentoincuiicerealidelpadroneuscivanodaidepositi,eratalelaquantitàimmessasuimercaticheilprezzoimmediatamentecalava.Unalocalità come Sartirana, uscita dalle guerre di metà secolo in uno stato diprofondadevastazione,nonpotevarisentirechepositivamentedelbenessereportatodalleiniziativesimonettiane.

Una vicenda singolare, che vede il radicamento in Lomellina di duegrandi casate aristocratiche forestiere, è quella relativa ai Pico-Malaspina,signori di Scaldasole e Sannazzaro. Francesco Pico, che da tempo coltivavarapporticlientelariediplomaticicongliSforzaeconlalorocorte,emigròdaMirandolaeConcordia,doveerasignoreincondominioconinipoti,eappro-dòinLomellinanel1456.Evidentementelacompetizioneinternaallafamigliaavevaristrettoinpatriaisuoispazid’azioneelesueambizioni.Rimastoprivodi figli maschi, forse temendo anche qualche atto ostile da parte dei parenti101,ilPicoacquistòdaiFolpertilericchepossessionieilcastellodiScaldasoleepocodopoottennedaiduchiun’ampiaimmunità,senzatuttaviaricevereunaformaleconcessionefeudale.InseguitolafamigliaPicoacquistòaltribeniedirittiinlocodainobilidaSannazzaroedavariproprietari102,enontrascuròdimettereradicianchenellacittàdiPavia,dovel’exsignoredellaMirandolaacquistòunpalazzoestabilìrelazioniconvarientiecclesiastici.IntantoallacortediMilanolamogliediFrancesco,PietradeiPiodiCarpi,diventavadamadicortedelladuchessaBiancaMaria.InsommaiPicosicostruironointeressieorizzontideltuttonuoviall’ombradegliSforza,probabilmentepersfuggireaunasituazioneinpatriapocopromettente,senonpericolosa.

Più tardi Taddea Pico, figlia di Francesco, e suo marito, Giacomo dei marchesi Malaspina di Fosdinovo, approfittarono della grande vendita delle entratedel1466ediventaronosignoridellaterradiSannazzaro,nonlontanadallericcheproprietàdiScaldasole.L’acquistofuseguitodaunaconcessionefeudale con mero e misto imperio e con tutte le formalità consuete. AncheilMalaspina,comeilsuoceroalcunianniprima,trovavainLombardiadeglispazipoliticicheglieranopreclusinellanatiaLunigiana.Percontrastiinter-venuti tra i fratelli e per una situazione locale molto intricata, i Malaspina

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si destreggiavano in difficili alleanze tra Firenze e Milano, ma in quel mo-mento erano assai limitati dalla penetrazione nelle terre avite dei Fregosodi Genova103. Con l’approdo in Lomellina questo ramo dei Malaspina nonaccantonavaiprogettidiaffermazioneinpatria:anzi,grazieancheallaprote-zionedegliSforza,nel1473ilmarcheseGiacomoriuscìarecuperareleterrediCarrara,MonetaeAvenzauntempodetenutedasuopadreecedetteilfeudodiSannazzaroadAntoniottoFregoso.PurrientrandonellesignoriediLunigiana,iMalaspinabensiguardaronodalrinunciareagliinteressistabilitinelpaveseeinLomellina:restaronoproprietarietitolaridiimmunitàaScaldasole,ealtempo di Ludovico Malaspina, cortigiano molto vicino a Ludovico il Moro,riottenneroancheilfeudodiSannazzaro,chediventò,conScaldasole,unmar-chesato104. I forti interessi agrari stabiliti dai Pico-Malaspina tra Scaldasolee Sannazzaro si possono intuire da una corrispondenza relativa a una con-troversiafamigliaredel1485tra ilmarcheseAlbericoeglieredidel fratelloFrancesco,durantelaqualelapossessionediScaldasolefutemporaneamenteconfiscata dalla camera ducale. Un inviato milanese si recò presso la marche-saTaddeaefecel’inventariodeiprodottiagricolidepositatineisolaienellecanepedelcastello:300brentedivino,500sacchidifrumento,300sacchidisegale,10dilegumi,8dimeliga.Poiintervistòiquattordicimassari,ognunodeiqualilavoravada15a40biolchediterrapagandolametàdeifruttiaipro-prietari105.LapresenzadeiMalaspina,arrivatiinLomellinaoccasionalmente,sieraconsolidataconlosfruttamentodibuoniefertiliterreniesieraavvan-taggiatainuncontestodiripresadell’agricolturalocale:ilfeudolomellinofudunqueunapprodointeressanteperquestiramididuegrandicasatepadane,entrambi limitati in patria da scenari politici ostili. I nuovi signori approfitta-rono dell’eclissi ormai definitiva dell’antica domusdeiSannazzaro,estromes-sadifattodallelocalitàdiorigineecostrettaavendereanchelemodestequotedidiritticheancoradeteneva.LostessosipuòdireperAntoniottoFregoso:diventòsignorediSannazzaroperunapermuta,mentrelecircostanzemutatenonglipermettevanopiùdirivestire–comesuopadreSpinetta–ilruolodileaderpoliticoedimediatoretragliSforzaeGenova.

4. I limiti della penetrazione feudale: comunità, stato, città

Nonostanteilnumeroelafrequenzadellenuoveconcessionifeudalicen-site,ilnuovotessutosignoriledellaLomellinarestòfondamentalmentedebo-le106,contrastatosiadallaforzadellecomunità,siadallapresenzadellostatoregionale,siadallaconcorrenzadellagiurisdizionecittadina.

Abbiamo visto che fin dal Trecento, mentre le stirpi nobiliari tradizionali si erano avviate a un inesorabile declino, alcune comunità lomelline eranocresciuteinforzaeconomicaeinconsapevolezzapolitica.QuestasensazionesiavvaloranelcorsodelXVsecolo: inunmomentodirotturaistituzionale,nel 1447, dopo la morte di Filippo Maria Visconti, le comunità di confine, postedifronteall’alternativatraMilano,loSforzaeiSavoia,furonoallettatedalleoffertedisostanzioseesenzionideiduchisavoini,cheavrebberoresola

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Lomellina una sorta di zona franca fiscale107,mentrealtreterreeborghiopta-ronoperMilanorepubblicanaosiallinearonoaFrancescoSforza,cercandodisfruttarealmeglioivantaggiderivantidallaloroposizionedifrontiera,sog-getta a influenze esterne. In queste trattative si può notare una singolare auto-nomiad’azione,unaspintacapacitànegoziale,un’attitudineascegliereancheconspregiudicatezzaiprotettoriritenutipiùopportuniperconseguireipropriobiettivi, che andavano dalla salvaguardia di spazi di autonomia, fino, talora, adaspirazioniegemonichesucomunitàminori108.QuandolafortecomunitàdiMortaraeleggeva icontiDellaPergola,signoridiZeme,apropriamicieprotettori,avevadimiraunaopportunisticaalleanzaconunadinastiacapacedi esprimere una certa forza militare, ma certamente il patto non configurava unsistemadilealtàdurevoli109.

Soprattutto Mortara e Vigevano, le due quasi città lomelline, spiccanoper il profilo demografico, per la vivace coscienza comunitaria e l’articolazio-nesociale.Nel1467alleduelocalitàeranoattribuiti181cavalliditassa(81e100rispettivamente)suuntotalelomellinodi650.NellavicendavigevanesenelQuattrocentoèdegnadinota l’insurrezionedel 1447concui la terra sidichiaròinregimedilibertà,mentrepiùtardilalottapoliticapergliestimifarisaltare la stratificazione sociale e la vivacità economica della società locale: nonacaso,Vigevanoèdiventatailparadigmadellafortunatacategoriasto-riografica della «quasi città»110.Notevoleanchelacapacitàdeicetidirigentivigevanesi,unavoltareinseritinellacompagineregionalesforzesca,disfrut-tareleamicizieeleposizioniacortecomeunacartadagiocareinloco,avvan-taggiati dalla condizioneparticolaredella città sfortiana111.Analogamente i quasi cittadinidiMortara,tenacicostruttoridiunpropriosistemaidraulicobasatosulleacquedell’Agogna112,imprenditorichepotevanogoderedellaretedicollegamenticostruitiattornoallacanonicadiSantaCroce113,sirivelarono–nonostanteledivisioniinterne–nonmenocaparbinelconservarespazidiindipendenza. Le maggiori famiglie del luogo – tradizionalmente divise trapopolari e nobili – si spartivano le risorse locali e controllavano le finanze delcomune,rivelandounanotevolecapacitàdisalvaguardaredainterferenzeesternelalorosferadiautonomia114.

Accentuanol’impressionediunaforteconsistenzadellecomunitàlomelli-neanchel’aspirazionedimolteterreeluoghiadestenderelagiurisdizionesucomunitàcircostanti,conmomentidicompetizionetraunacomunitàel’altra,eancheleattestazionifrequentidiepisodidiresistenzaediorganizzazionecomunitaria, talvolta sfociati in «unioni» armate e in focolai di ribellione.Inalcunicasisitrattavadelleconsuetereazioniadabusifeudaliindifesadiinteressiebenicomunali (questigliantefattidellaspedizionearmataorga-nizzatadalcomunediGarlasconel1482115), inaltri si scorgeunamaggiorecomplessità di relazioni: i conflitti coinvolgono diverse comunità ed emerge la leadership di alcune famiglie del tutto estranee alle gerarchie signorili efeudali,consorprendenticapacitàdimobilitareclientiediradunarearmatiinampiezonedellaregione.Nesonounesempioleiniziativedegliintraprenden-tiBassadossodiOttobiano,chenellalorolunga(almenoquarantennale)faida

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congliStradasiguadagnaronol’appoggioattivoepassivodiinterecomunitàedisignorilocali,eall’occorrenzaanchedeisignorimilanesi116.

Unsecondolimiteallapenetrazionefeudaleerarappresentatadallapre-senzadellostatoregionale.AschermareiltessutopoliticodellaLomellinadaun’eccessiva invasionedeipoteri feudalisiregistra lasostanzialetenutadelreticolodellepodesterieedellealtremagistraturedinominaducale.Giànel1386MilanonominavaipodestànellesedidiMortara,Vigevano,Sannazzaro,Dorno, Lomello, Breme, Confienza, Mortara, Tromello, Gambolò, Garlasco e Mede117,emoltidazieranoincantatipercontodellacamerasignorile.Nelcor-sodelQuattrocentovenneintrodottalacaricadicapitanodellaLomellina,chepresesedeaSanGiorgio,terrasituataproprionell’ombelicodellaregione118.Inalcunimomentiilcapitanodellaregioneconvivevaconilcapitanodeldi-vieto,consedeaMede.Inseguito,purconildiffondersidinuoveconcessionifeudali, l’assetto delle podesterie e del capitaneato di Lomellina disegnatoalla fine del Trecento restò sostanzialmente invariato, con qualche aggiusta-mentoeconqualchesituazioneibrida,incuiilpodestà–aDorno,adesem-pio–ricevevailsalariodalducaeavevaunavestesiafeudalesiacamerale.L’inquadramentonell’assettodipodesterieducalidaMilanoincoraggiavalecomunitàlomellineasottrarsiall’egemoniasignorileeadassumereunapiùprecisaidentità,anchemediantelacostruzionediterritoricomunalimegliodefiniti nei loro confini119.

Terzoostacoloall’irrobustimentodeltessutofeudalefulacostanteinter-ferenza della città di Pavia, ben decisa a non perdere influenza in Lomellina. Gli officiali pavesi vivevano quotidianamente la difficoltà di esercitarvi la giurisdizionedataladistanzael’esiguitàdelleforzealorodisposizioneeve-devanoconfavorelapresenzadelcapitanochesurrogavalascarsapresadellemagistraturecittadine120.Nonmancaronotuttaviaenergici interventipavesinelle tensioni sorte tra comunità e signori, per esempio quando Pavia nel1480offrìprotezioneairibellidiGambolòoppure(sceltadisegnocontrario)quandodifeselaproprietàdiunospedalepavesedagliattacchidelcomunediGarlasco121. A tratti la città e i suoi officiali cercarono di rilanciare l’offensiva giurisdizionalesullaregione,nonmancandodisuscitarefortiresistenze.NeglianniOttantadelQuattrocentoassistiamoaunaseriedi interventipiuttostovigorosi e concentrati, messi a segno da alcuni officiali pavesi delle strade e dellevettovaglie,chesembranoderivaredaunconsapevoleprogettodiripri-stinogiurisdizionale.Comunitàefeudatarilomellini–ancheipiùassenteisti–reagironodaparteloroconinsolitacompattezza,ecercaronodidifendereleloroprerogativeedesenzioni122.

Ilveropuntodiforzadellacittàeral’ambitodellagiustizia.ParticolarmentereputatoeagguerritoperlatradizionedelloStudio,ilsistemadellagiustiziapaveseeramotivod’orgogliopericittadini,convintidipoteradireatribunalidotti,rigorosieimplacabili,capacidiassicurareformedigiustiziadiqualitàspeciale123;com’ènoto,iprivilegidellocalecollegiodeigiudicinellaprassigiu-diziale erano stati ripetutamente confermati fin dagli statuti trecenteschi124.Ben diversa invece l’opinione dei commissari ducali di stanza a Pavia, che

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consideravano il sistema della giustizia cittadina formalistico e vessatorio,onerososoprattuttoperideboli,comunquefontedidiseguaglianzeditratta-mentoedilungagginiintollerabili125.Indubbiamente,neisuoipregiedifetti,sitrattavadiunsistemapervasivo,alimentatodallapresenzadifamosidottoriegiuristieideologicamenteorientatoacelebrarelavigenzaelaforzadelde-cretodelmaggiormagistrato126.AbbiamovistochelacomunitàdiSannazzarosieradovutaappellareaunpotentecortigianopersottrarsiaitentacolidellagiustiziapavese,mapiùingeneralesihal’impressionechelagiustiziafeudalesidovesseaccontentaredispaziesiguiecheititolaridifeudisidovesseroras-segnareaportarelecauseaPavia,adetrimentodelmodestotribunalefeuda-le,colrischiodirestareinvischiatinelleretiavvolgentidellecortidigiustiziapavesi. Un documento portato alla luce da E. Roveda mostra che alla fine degli anni Cinquanta-inizio Sessanta alcuni feudatari lomellini si erano associatiperstipendiaredeivicariedeiconsulenticheappartenevanoalcollegiodeigiudici di Pavia, segno che non avevano altra scelta se non affidarsi alla loro sapienzadottoraleeallaloroindispensabilepraticaperintraprenderelevietortuosedeitribunalicittadini127.

5. Per concludere: alcuni connotati del feudo in Lomellina nel XV secolo

Schiacciatotrainterferenzeducali,presenzacostantedellacittàerivendi-cazioni delle comunità, il profilo giurisdizionale del ceto neofeudale lomellino risultacomplessivamentedebole;talvoltaifeudatariesercitanoilruoloclas-sicodiprotettori(magarialternandoloaquellodioppressori),esisforzanodiarginarelepretesegiurisdizionalidellacittàedellostato,talvoltasannomet-tere in gioco la loro influenza a corte per ottenere provvedimenti favorevoli allacomunità128,tuttavianelcomplessoessiappaionobenlontanidall’esauri-rel’ambitodellamediazionepoliticatracomunità,città,stato.Inunasocietàeconomicamente vivace, socialmente stratificata, prosperano comunità popo-loseeintraprendenti,capacidinegoziareconl’autoritàmilaneseeconlacittàper ottenere concessioni significative e capaci altresì di mobilitare i protettori più opportuni a seconda della circostanza e del bisogno. Prosperano anchefamiglieepersonalitàcapacidiesercitareformedileadershiplocale,indipen-dentementeealdifuorideiquadrifeudaliesignorili.

La disarticolazione definitiva delle signorie antiche (mentre in altre zone delducatoiltessutosignorilehaunamaggioretenuta);l’imbastardimentodelfeudo,cheèoggettodicompravenditeetendeasfuggireallasualogicaorigi-naria,mentreassumecrescenterilevanzal’elementopatrimoniale;l’estremavarietàdisituazionifeudali,conpresenzesignoriliinformali,consolidatedaimmunitàedesenzioniconcessedalduca,odabasipuramenteclientelariotradizionali; ilpersisteredella forzagiurisdizionaledellacittà,esoprattuttodeisuoitribunali;larilevanzadellaproprietàfondiariadientiecclesiasticipa-vesi; un reticolo stabile e funzionante di officiali ducali, sono tutti elementi che concorronoadisegnareuntessutoneofeudalelomellinoeterogeneo,variega-to,eunasocietàpiuttostorefrattariaaunapresenzafortedipoterisignorili.

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Sembradipoterdire, inconclusione, che inLomellina l’appannamentodellestirpianticheelalorosostituzioneconunnuovocetofeudalenonfosselameraconseguenzadellogoriodisingolefamiglieorisultatodieventipoliticicontingenti,mailrisultatodiunprecocedecadimentodellerelazionididomi-niosignoriliefeudali, inquantodiventatepococompatibiliconunasocietàintrasformazionesecondoiprocessiunivocamentemessiinlucedairecentistudi di storia agraria, di demografia, di storia degli insediamenti. Le relazioni feudalilomelline,chefunzionavanoalmassimodelleloropossibilitàdovesiabbinavanoadintraprendenzaeprogettualitàfondiaria,sembranogiàavvici-narsi,conuncertoanticipodunquesullalineaditendenzachedominanellaLombardiadel tempo,aunmodellodi feudalesimo«senzaparticolarismo»che gli studi recenti tendono a riferire a epoche più tarde: un feudalesimonelquale,emarginatiigrandicasatidianticatradizione,emergonofamiglienuovee speculatori interessati soprattutto allo sfruttamentoeconomicodelfeudo; nel quale, inoltre, la giurisdizione feudale viene limitata a beneficio dellospazioriservatoallostato,mentreancoranonsiallentailcontrollodellacittàsulsuocontado129.

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Note*RelazionepresentataalseminarioSignorie rurali e feudi in alcune aree dell’Italia centro-set-tentrionale fra XIV e XV secolo,Milano–UniversitàdegliStudi,11-12aprile2003.Salvodiversaindicazione,idocumenticitatiprovengonodall’ArchiviodistatodiMilano.1 Incrociando varie fonti di inquadramento – estimi ecclesiastici, compartiti di oneri militari,catastidiepocapiùtarda–L.ChiappaMaurinotalapresenzadialcunipopolosierilevanticen-tridemici,acominciaredalleduequasicittàdiMortaraeVigevano–conlivellidipopolazioneconsiderevoli,talidaraggiungerealmassimodellalorocrescitarispettivamente10e8milaabi-tanti–mentreaunlivellodi800-1000abitantieoltresiavvicinavanonumerosiborghicomeSannazzaro, Sartirana, Breme, Mede, Pieve del Cairo, Gambolò, Garlasco, Valle: L. ChiappaMauri, In Lomellina, relazione al seminario La vita in campagna; la vita di campagna. In onore e in memoria di Gaetano Cozzi, IstitutodiStoriadellasocietàedellostatoveneziano-FondazioneGiorgioCini,Venezia,7-9maggio2001(dattiloscritto).Dall’esamedivariindicatorilastessaautricerilevauntessutoinsediativomoltosolido,costituitoda«popoloseborgate»,co-munitàforti,conuncetoconsistentediproprietarilocali,situazionechefavorisceuna«economiaagrariaintegrata»:Id.,La Lomellina alla fine del medioevo: un’economia agraria integrata,inVigevano e i territori circostanti alla fine del medioevo,acuradiG.Chittolini,Milano1997,pp.81-109. Nell’assetto ecclesiastico è stato notato un certo spezzettamento delle pievi a beneficio della struttura parrocchiale, G. Forzatti Golia, Le istituzioni ecclesiastiche, in Storia di Pavia a cura della Banca del Monte, III/i: Dal libero comune alla fine del principato indipendente,Milano1992,pp.204,214,216-17;Id.,Estimi e strutture ecclesiastiche in Lomellina,inVigevano e i territori circostanti cit.,pp.133-167,Id.,Istituzioni ecclesiastiche pavesi dall’età longobarda alla dominazione visconteo-sforzesca,Roma2002,pp.51-52,80-84.Unosguardoravvicinatoalla demografia e alla composizione sociale di alcune comunità (Confienza, Garlasco, Lomello, Valeggio,Bastida)è inF.Leverotti,Alcune osservazioni sulle strutture delle famiglie contadi-ne nell’Italia padana del basso medioevo a partire dal famulato,in«Popolazioneestoria»,II(2001), pp. 19-33. Quasi inutile (e ideologicamente esecrabile) una corografia lomellina recente madivecchioimpianto:R.Bergamo,Storia dei comuni, frazioni e parrocchie della Lomellina,Pavia1995.2A.A.Settia,Il distretto pavese in età comunale: la creazione di un territorio,inStoria di Pavia,vol.cit.,pp.119ss.,126-127,131-134,154(citazioneap.134);cfr.ancheId.,Tra Novara e Pavia: il problema dei confini nell’età comunale,inInsediamenti medievali tra Sesia e Ticino. Problemi istituzionali e sociali (secoli XII-XV),acuradiG.Andenna,AssociazioneIdeaVita,Novara1999,pp.17-30.3 A. Zappa, Il paesaggio pavese. Campagne, Lomellina e Oltrepò, attraverso le fonti catastali di metà cinquecento, in “Nuova rivista storica”, LXX (1986), pp. 86-87. L’autrice individua inLomellina«unambienteagronomicosostanzialmentearretrato»permancanzadizoneirrigueediintegrazionetraallevamentoeagricoltura.Cfr.ancheL.ChiappaMauri,La Lomellina cit.,p.84.4Zappa,Il paesaggio pavesecit.,p.87.5ChiappaMauri,La Lomellinacit.,p.88ss.Sullaprosperitàdellecomunitàlomellineesuipiùtipiciprodottilocalicfr.B.Sacco, Storia di Pavia,Como1993(facsimiledell’edizionepavesedel De Italicarum rerum varietate et elegantiam,apudH.Bartolum,Pavia1587),p.67ss.6E.Roveda,I beni comuni nella Bassa fra Ticino e Sesia (secoli XV e XVI) inInsediamenti me-dievali tra Sesia e Ticinocit.,pp.47-63(convariepisodirelativiallaimportantissimagestioneecontrollodelleacque);ChiappaMauri, In Lomellinacit.(«comunitàruralidatempoistituzio-nalmentebenorganizzate»);E.Roveda,Le istituzioni e la società in età visconteo-sforzesca,in Storia di Pavia,cit.,III/i,pp.55-115,p.107;nontrascurabilelapresenzainLomellinadellapro-prietàdientiecclesiasticisiapavesisialocali,cfr.R.CrottiPasi,Il sistema caritativo-assistenzia-le: strutture e forme di intervento,ibidem,pp.359-402.UnarecenterassegnasuglistatutidellecomunitàlombardeinG.Albini,Gli statuti come fonte della storia della Lombardia medievale negli studi degli ultimi anni. Alcune considerazioni,inLa libertà di decidere. Realtà e parvenze di autonomia nella normativa locale del medioevo,acuradiR.Dondarini, Attidelconvegnonazionaledistudi,Cento,6-7maggio1993,Cento1995,pp.359-366.7 Sul Comitato di Lomello e i confini della Lomellina Settia, Il distretto pavesecit.,pp.119-120,131-134; G. Andenna, Grandi casati e signorie feudali tra Sesia e Ticino dall’età comunale a quella sforzesca,inInsediamenti medievali tra Sesia e Ticinocit.,pp.33-45.8P.Azario,Liber gestorum in Lombardia,acuradiF.Cognasso,inRerum Italicarum Scriptores,2ed.,XVI/4,Bologna1926,p.116.SuSannazzaroeisuoinobilicfr.anche,nonostantel’impostazione

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genealogica e gli eccessi di erudizione a volte fuorvianti, M. Zucchi, Delle origini del nome di Sannazzaro dè Burgondi in Lomellina e della famiglia di Jacopo Sannazzaro,in“Miscellaneadistoriaitaliana”,ser.III,XI(1911),pp.1-47.9R.Soriga,Statuti patrimoniali di una consorteria pavese del secolo XIV, i de Sancto Nazario,in“Archiviostoricolombardo”,s.V,XCVI(1919),pp.230-241.Glistatuti,trovatidaR.Majocchi,sonotragliattidelnotaiopaveseGuiniforteStrazzapattadeglianni1449-1456.10ArchivioCivicodiPavia, Registro regesto di documenti ducaliAII23,c.2, trascrittoancheinSforzesco,Registri ducali7(nelseguitoRD),c.118ess.Inobilisieranorivoltialducaricor-dando gli antichissimi privilegi imperiali con annesse onoranze e giurisdizioni, fra cui il portodeiDossisulPo,idirittidipascolonelterritoriodiSannazzaroecerteonoranzediforni.Questidirittieranostatioggettodi ripetuteeviolentecontestazioni,conattacchichedi fattoavevanoimpeditoainobilinonsolodiesercitarequalsiasiformadigiurisdizionesullaterra,maanchediconservare le loro esenzioni fiscali e la condizione di castellanidelluogo.Costrettiapartecipareaglionericomuni,iSannazzarosieranopiegatiauncompromessode iure et de factodavantialdottorepaveseGualtieroZazzieGiacomodeMangiariiseconArdengoFolpertipro tertioeconilconsigliodisapientedidominoAgostinoPezani,chediederoragioneagliuominidellaterrasullabasedellapotenteargomentazionecheiSannazzaro,inpassato,sieranopiegatiapagarequesticarichiriconoscendoneimplicitamentelalegittimità.Inobilisostennerocheseinpassatosieranopiegatialvoleredelcomune,loavevanofattocedendoallaforza,«tumquiasisolveruntipsaonerahoc fecerunt non sponte sed coacti et volentes fugere vexationes et acerbas molestias quod fiebant inexactionibustalearumetaliorumonerum».SirivolgevanoalloraalcontediPaviainvocandoil«grandedetrimentumdictorumsupplicantiumiuriumquesuorum»echiedevanodiesserereinte-gratineilorodirittiannullandolasentenzade plenitudine (sue) potestatis, ancheconladerogaastatutiedecreti.Nel1499ilportodeiDossierapertrequartinellemanidelmarcheseMalaspina,mentrelarestanteparteerasuddivisatraalcuniSannazzaro,Folperti,Torti:RD124,cc.70-71.11Dell’esistenzadialtrefamigliecospicuepuòesseretestimonianzalafondazionenel1402diunospedalededicatoaSanCristoforopercuradellafamigliaSardi:CrottiPasi,Il sistema caritativo assistenziale cit.,p.383.BernardoSaccoricordacheilpatronatodellachiesaprincipaleeradivisotrapiùfamiglie:Sacco,Storia di Paviacit.,p.68(ep.108dellatraduzione).12BibliotecaAmbrosiana,Milano,Rubrica intratarum detta«bilanciodel1463»;Quaternetto di tasse del ducale dominio (1467),inMiscellanea storica 6;Sacco,Storia di Paviacit.,ibidem;Bremeeratassataper28cavalli.13 La vicenda si sviluppa dagli anni Cinquanta (Comuni 78, Sannazzaro: supplica collettivaalla duchessa, senza data, collocabile intorno al 1466): un allevatore forestiero, tale TonnoBergamasco,erastatoaccusatodiaverusurpatopascoli incoltie terrecomuni (sullapresenzadiallevatori forestieri in lococfr.ancheLeverotti, Alcune osservazioni cit.,p.29).EranostaticoinvoltinellaliteglieredidiMorettodaSannazzaro,ilComuneegliuomini,ilproprietarioGio.Francesco Filimberto, i cui prati e boschi avevano subito i maggiori danni. Il podestà DonatodeiParoziavevaemanatounasentenzachefuimpugnataefuemessasentenzadicondannadalvicariodelpodestàdiPavia;inseguitofusequestratacertaquantitàdiformaggioalBergamasco;poi,aintercessionedeiSannazzaro,ilpodestàdiPaviaavevavietatoalpodestàdiSannazzarodiprocedereecondannatosiailfunzionariosiailComune.Dopountortuosopercorsogiudiziarionellesedilocaliepoineitribunalipavesi,lacausasieraimpantanatainmillecavilliprocedurali,diventando,comespessoaccadeva,unaquestioneimmortale,inestricabile;cosìeraarrivata,dicomplicazioneincomplicazione,davantialconsiglioducaledigiustizia.Eccoallorailprovviden-zialeinterventodell’amico Alberico Malletta, il quale consigliò di pacificarsi e chiedere la grazia del duca, pagando una certa somma alla camera ducale, e interpose i suoi buoni uffici: «et questo fannopervicinarebeneinsiemeetperconservarel’amicitiaetparentato».14Settia,Il distretto pavesecit.,pp.132-133suiprivilegiimperialinelXIIeXIIIsecolo;Id.,Tra Novara e Paviacit.,pp.20,23.15IbidemeRD51,c.64,13mag.1451:privilegiodireintegrodiFrancescoSforza;visidicechenel1406Riccardo,Raimondo,Aloisio,Antonio,Martino,Franceschetto,AgostinodettoPatrono,Domenico detto Ja, Aloisio Fredatio e Antonio detto Carrotus, tutti Confalonieri di Candia eVillata, avevano subito la confisca dei loro castelli e possessioni redistribuiti a varie persone dalla cameraducale;oradonLorenzoConfalonieri,dottoredidecretali,ePaganino,eredidiRiccardo,e vari altri (Gualterio, Francesco, Bartolomeo, Giacomo, Franzono, Ruffino, Guidazzo, Tomaso, Antonio,Giovanniecc.)chiedevanoeottenevanodiessernereintegrati.16Attodel14gennaiodel1462inseritoinunapatentedel18mar.1467inRD7,cc.120-121;cfr.anche Feudi Camerali,p.a.,135.IlducaFrancescofacevariferimentoalperdonoeallareintegra-

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zionead pristinos honores del1451eaun’inchiestacamerale,concuisierarilevatochealtempodiGianGaleazzoViscontiiConfalonieridiCandianoneranosolitiriscuoteretalientrate,chesiconcedevanodunqueperbenevolenzaducaleenonperdirittiprecedentementedetenuti.17 Crotti Pasi, Il sistema caritativo-assistenziale cit., p. 383. Ma «diversamente dalla prassiconsueta, il testatore-fondatorenonprescriveche lareggenzadell’ospedalesiariservataadunmembrodellasuafamiglia»(ibidem).18G.C.Bascapé, I conti palatini del regno italico e la città di Pavia,in“Archiviostoricolombar-do”,s.VIII,LXII(1935),pp.281-377,p.369;G.Robolini,Notizie appartenenti alla storia della sua patria,IV,Pavia1830,pp.162ss.;G.Biscaro,I conti di Lomello,in“Archiviostoricolombar-do”,s.III,XXXIII(1906),pp.366-389.19Andenna,Grandi casati e signorie feudali cit.20 Sul loro declino, Roveda, Le istituzioni e la società cit., pp. 94 e passim; Andenna, Grandi casati e signorie feudali cit. NellazonaalpinadelducatoM.DellaMisericordiaaipoterisignoriliforti tende a contrapporre una più efficace e condizionante presenza delle comunità (cfr. scritto in questaraccolta).Inunaltrostudioanzichédipoterisignorilipreferisceparlaredi«prerogativesi-gnorili» per «identificare alcune schegge delle diverse componenti del dominatus… raccoltenellemanidiungruppodiprivilegiati»:M.DellaMisericordia,La mediazione giudiziaria dei conflitti sociali alla fine del medioevo. Tribunali ecclesiastici e resistenza comunitaria in Valtellina,inCriminalità e giustizia in Germania e in Italia. Pratiche giudiziarie e linguaggi giuridici tra tardo medioevo ed età moderna,acuradiM.Bellabarba-G.Schwerhoff -A.Zorzi,Bologna,2001,p.138.21Andenna,Grandi casati e signorie feudalicit.,p.37.Cfr.sullaposizionemoltomarginalediLangosconelQuattrocento,RD40,c.248,afavoredelconteGuidonediSanPaolodeicontidiLangoscopercertipossessiinLomellinaincastellati.22 A. Boffi - F. Pezza, La novennale signoria di Facino Cane e Beatrice di Tenda sopra Mortara (secondo il libro dei privilegi mortaresi),in“Bollettinodellasocietàpavesedistoriapatria”,V(1905),pp.320-346.23 Roveda, Le istituzioni e la società cit., p. 71; D. Bueno de Mesquita, voce Cane, Facino, inDizionario biografico degli italiani,XVII,Roma1974,pp.791-801;N.Valeri,Facino Cane e la politica subalpina alla morte di Giangaleazzo Visconti, in “Bollettino storico bibliografico subal-pino”,XXXVII(1935),pp.24,28-29.24La politica finanziaria dei Visconti,acuradiC.Santoro,III,Milano1983,pp.510-11,doc.del28ott.1403.Bremepagavanel146728«cavalliditassa»,basatisull’avereesullepersone.25RD51,c.58v,22apr.1451.Eranopatronidell’ospedalediSanBiagio:CrottiPasi,Il sistema caritativo-assistenzialecit.,p.383.26Cfr.supra,nota15.27GentilinodeiContidiMede,FranceschinoSannazzaroeadAlbericoeGiorgiode Bertona de Guide:RD51,c.115,13mag.1452,attodireintegro.28A.Portalupi,Storia della Lomellina,Lugano1756(rist.anast.ed.Forni),p.338;I.Ghiron,Della vita e delle militari imprese di Facino Cane,in“Archiviostoricolombardo”,IV(1877),pp.339-379, 567-613; Boffi - Pezza, La novennale signoria cit.,p.330.29 Una testimonianza del 1447 ricorda le distruzioni di Nicorvo, Santa Maria, San Martino eGambarana(cit.infra,nota33).30 Ardengo Folperti, pavese, officiale visconteo, ricostruì il castello di Scaldasole per difendere i suoipossessifondiariedarerifugioaisuoidipendentieacolorocheeranocolpitidalletemibiliincursioni faciniane. Cfr. N. Covini, Ardengo Folperti, in Dizionario biografico degli italiani,XLVIII,Roma1997,pp.580-81.31Avevaperso41fuochisoprattuttoperemigrazione:Leverotti,Alcune osservazionicit.,p.22;ChiappaMauri,La Lomellinacit.,p.87;C.M.Cipolla,Per la storia delle epidemie in Italia, in“Rivistastoricaitaliana”,LXXV(1963),pp.112-119.Nel1459Lomelloaveva320abitanti,nel1467pagava 11 cavalli di tassa. La comunità non era povera, possedeva pascoli affittati a bergamini.32ForzattiGolia,Estimi e istituzioni ecclesiastichecit.,pp.146-147eId.,Le istituzionicit.,pp.210,212esoprattuttolavisitapastoraledel1460editadaX.Toscani,Aspetti di vita religiosa a Pavia nel secolo XV, Milano1969,pp.186,187,189.33Roveda,Le istituzioni e la societàcit.,pp.70ss.SonoancheutililepatentidireintegrazionedegliSforza,neglianni’50,eSoriga,Statuti patrimonialicit.,p.233.BernardinoCorioricordache nel 1407 Tristano dei conti di Mede aveva preso il comando dei guelfi lombardi alleandosi con OttobuonoTerzi(B.Corio,Storia di MilanoacuradiA.MorisiGuerra,Milano1978,p.1011).

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Utiletestimonianza,ancheseparzialeeinteressata,èlaletteracheilnobilepadovanoGiacomoScrovegniscrissenel1447alloSforzaperscongiurarelaimminenterestituzionedeibeniavutiindonoaiprecedentiproprietari(Sforzesco32,letteredelsett.1447).Ilpadovanoricordavacheiconti di Gambarana, di Cairo e di Sparavara si erano sempre schierati con i guelfi e con il partito filopapale, nemici dei Visconti. Fin dal Trecento, scriveva, i guelfi erano stati la rovina «di que-stopaese»eacausaloroeranostatiruinati castellicomeNicorvo,SantaMaria,SanMartinoeGambarana;nel1404quandoAlessandriaerastatamessaasaccomannodaFacinoCane,inobiliguelfi della Lomellina si erano ribellati al grido di «Mora el conte de Pavia!» e per questo erano statidiscazati.AvvisavaquindiilconteSforzadinonsottovalutarequestinemicichesiradunava-nosegretamenteinmezzoaiboschilomellinieorganizzavanotrameperimpedirglididiventareducadiMilano;tradiessic’eranomesser Zile diGambaranaesuosuocero,chegiàavevanodatoLodiaiVeneziani.Il27sett.ilconteSforzagliintimavadirestituireifruttiaiconti,preludioallororeintegro(ibidem).34Sacco,Storia di Pavia cit.,p.68(ep.108della traduzione).SulleribellionideiSannazzaroRoveda,Le istituzioni e la societàcit.,pp.73,77.ISannazzaroribellieranosoprattuttiiramidel-l’Oltrepo(Cigognola,Rivanazzano),mentreeranolealistiquellidellalocalitàdiorigine.35Cfr.Tabella,n.28.36SuiBarbavara,Andenna,Grandi casati e signorie feudalicit.,p.37.QuestaanticadinastiagiàpotentetraNovarese,laValSesia,l’OssolaelaLomellinaavevasubitounfortedeclinodopolacompromissionediFrancescoBarbavaranellevicendepolitichemilanesidelprimoquattrocento.Solonel1467MarcolinoBarbavara,giàsegretariovisconteo,ottennel’investituradiGravellona,dovelasuafamigliapossedevagrandiestensioniditerre(Rogiti camerali,531).Laconcessionefeudale probabilmente si riconnetteva anche alla recente parentela con Giovanni Simonetta.Successivamente questa influenza viene consolidata secondo la modalità «vincente»: il radica-mento fondiario. I figli di Marcolino, Scipione, Carlo e Ottaviano, ben collocati a corte, avviano nuoveristrutturazioniagrarieimpiantandoaziendeagricoledinuovaconcezioneincuisiallevavastabilmenteilbestiame(Andenna,Grandi casaticit.,p.37),entrandoancheoccasionalmenteinconflitto con interessi privati dei duchi, per le loro tenute di Vigevano e di Gambolò.37G.Romano,Contributi alla storia della ricostruzione del ducato milanese,in“Archiviostoricolombardo”,s.III,VII(1897),pp.97-98;restituzionedel1°set.1451inRD51,cc.74-75.Sullaposi-zionedeiBeccariainLomellinanelsec.XIV,Azario,Liber gestorumcit.,pp.117-18epassim,conriferimentoaicastradiGropello,Tromello,Zerbolò,eamicizie diramate tra Confienza, Robbio, Mortara,Garlasco,Lomello,Valle.38Cfr.Robolini,Notizie appartenenti cit.,V,Pavia1834,pp.75ss.eRoveda, Le istituzioni e la societàcit.,pp.72ess.39G.Chittolini,Infeudazioni e politica feudale nel ducato visconteo-sforzesco (1972),inId.,La formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado,Torino1979,p.53en.IBeccaria«dellaPieve»(signorianchediMontùnell’Oltrepopavese)ottennerodaFrancescoSforzail1sett.1451 un privilegio di annullamento delle confische ordinate da Filippo Maria Visconti e di reinte-grazionedeilorodirittisulcastello,lavillaelaPievedelCairo;ilducadonavaaRainaldoBeccariaidazidivino,paneecarnedelluogo:RD51,cc.74-75,1e2sett.1451.40Oltreaquellocit.nellanotaprecedente,diversiattidireintegrazionesonotrascrittiinRD51:aicontidiLangosco,c.50;aiBeccariadiArena,c.57;aicontidiMontesegaleperGambarana,c.58;aicontidiLomello,c.58;aiConfalonieridiCandia,c.64;aicontidiRovescala,ramodeicontidiLomello,c.68v;adAgostinoBeccaria,c.70;adalcunideicontidiMede,c.115.UnaletteradiSillanoNegri,maritodiMargheritadeiBeccariadiArena(Sforzesco667,9lug.1457)ricordalaproscrizionevolutadaFilippoMariaVisconti:«furenoancoraledonedeliditizentilominipriva-tedelelorodotequandolifutoltoArenasenzaverunacolpanédefecto,ethanomendicatopermoltotempolalorovitacongrandevergogna.EtalchunidelorozentilominieranoaltempodeladitaprivationeinToschanaeinaltripaysi»;maFrancescoSforzaèarrivatoinLombardiacomeilMessia«ethareductochadunoacasasuaeliàlevatidegrandepovertateeaffani».41Chittolini,Infeudazioni e politica feudale cit.,p.94,nota118.Cfr.Tabella,n.73.Cfr.ancheLe pergamene del fondo Belgioioso,acuradiP.Margaroli,Milano1997,n.1111,p.376,1452,16giu.,compromessotraGiorgiodeicontidiLangoscoedEnricodeicontidiMedeperl’ereditàdelconteRiccardodiLangoscochevienedivisainquotetrainumerosieredi.42Perlazonapiacentinaeparmense,eingeneraleappenninica,Chittolini,Infeudazioni e politica feudalecit.,specialmenteap.59ss.;Id.,Particolarismo signorile e feudale in Emilia fra Quattro e Cinquecento,ibidem,pp.254-291;ediversipassaggiespuntiinL.Arcangeli,Gentiluomini di Lombardia. Ricerche sull’aristocrazia padana nel Rinascimento, Milano 2003. La situazione

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parmenseèpresainconsiderazioneinquestaraccoltadalloscrittodiMarcoGentilesullapresen-zasignoriledeiRossi,taloracontrastatadaunorientamentononsemprefavorevoledellapoliticafeudaledeiVisconti.43ChiappaMauri,La Lomellinacit.;ForzattiGolia,Le istituzioni ecclesiastichecit.,p.232-33;Id.,Istituzioni ecclesiastiche pavesicit.,p.125-26.Pagavanel146718cavalliemezzoditassa.44Cfr.Tabella,n.1e53.45Chittolini,Infeudazioni e politica feudale cit.,citazionidap.65ep.51.46SuirapportitraiViscontiegliAdorno,A.Pesce,Sulle relazioni tra la republica di Genova e Filippo Maria Visconti, Torino,1921,passim.LoScrovegni(cfr.supra,nota33)appartenevaaunramodellanotafamigliapadovanaapprodatoaMilanoacausadidissidiconiCarraresi.Cfr.laconcessionediNiccolòPiccininoedelmarchesediMantovaperibenicheloScrovegnirivendi-cavaaPadovaeaVicenza:Gli atti cancellereschi viscontei,II,Carteggio extra dominium,acuradiG.Vittani,Milano1929,p.105,5dic.1440.Giànel1403iduchiavevanofattounaconcessionesimile a Ugolino di Enrico Scrovegni e ai suoi figli Enrico e Pietro per certi beni già relativi alla fattoria(scaligera)diVeronaeVicenza:Sforzesco21.47Cfr.Tabella,n.19.48 Sul feudo, cfr. Tabella, n. 16. La restituzione ai Folperti avvenne nei primi anni Cinquanta:Comuni,79,Scaldasole.49Cfr.Tabella,nn.7e25.50Cfr.Tabella,n.9.51Ibidem,n.42.IacopodaValledettoRubeo,difamigliapopolarepavese(Roveda,Le istituzioni e la societàcit.,p.84),eraconestabilenel1427,dal1432capodeiprovisionatinellarocchettadelcastellodiPortaGiovia(G.Simonetta, Rerum gestarum Francisci Sfortiae commentarii,acuradiG.Soranzo,inRerum italicarum scriptores2,XXI/ii,Bologna1932,p.180);nel1425sovrinten-devaaiprovvedimenticontrolapesteaPavia;nel1433ebbeinfeudonobileegentileunatavernanelparcodiPavia,chepoiglifutolta(RD49,c.190ss;Registri delle Missive-nelseguitoRM-2,p.26;Sforzesco666,letteradeimaestridelleentratestraordinarie,28set.1456);fuancheinquisitoperfrodimonetarieaPavia,ebbeinconcessioneunmulinosituatosulnavigliovecchiodellacittà,attoincuisiricordalaconcessionefeudalediSanGiorgioLomellinaanterioreal1444:I Registri viscontei,acuradiC.Manaresi,Milano1915,p.110-111,11nov.1444.EracastellanodiMilanonel1447eperdenarocedettelaroccaagliaragonesi:B.Corio,Storia di Milanocit., p.1198.52Gli atti cancellereschi viscontei, II,cit.,p.115-16.Larichiestanonebbeseguito.53 Su questa infeudazione di grande rilevanza anche strategica, Roveda, Le istituzioni e la so-cietàcit.,p.78.IlCastiglioniètral’altronotoperunafamosaletteraincuisifainterpretediunprogettodistatoneofeudale,nelqualesisarebberorealizzatalafusionetranuovivenuticomeidalVerme(suoiparenti),elagrandenobiltàlombarda:G.CornaggiaMedici,Per la condotta di Luigi dal Verme ai servigi del duca Filippo Maria, in“Archiviostorico lombardo”,60(1933),pp.193-200;G.Chittolini,Signorie rurali e feudi alla fine del Medioevo,inComuni e signorie: istituzioni, società e lotte per l’egemonia(Storia d’ItaliadirettadaG.Galasso,4),Torino1981,p.642,eoraL.Arcangeli,IntroduzioneaId.,Gentiluomini di Lombardia cit.p.XIX.54Cfr.Tabella,n.18eG.Chittolini,Borromeo, Vitaliano,p.72(72-75),inDBI,XIII,Roma1971.55G.Chittolini,Borromeo, Filippo,ibidem,p.45;RD45,c.17ss.,15gen.1450.56ForzattiGolia,Estimi e strutture ecclesiastichecit.,pp.133-167,inparticolare139ss.57Chittolini,Infeudazioni e politica feudalecit.,p.53.58Cfr.Tabella,nn.37e42.59 Cfr. Tabella, nn. 36, 46. Aveva sposato la figlia di Bucino dei conti di Mede, Rogiti Camerali531.Sulla sua trasgressione, per cui finì esule in Monferrato, cfr. la lettera del fratello Zanetto, 31 lug. 1471inSforzesco900.Mede«cumlinobili»eratassataper16cavallinell’estimodel1467.60Cfr.Tabella,n.27.61E.Roveda,I beni comunali di Abbiategrasso fra ’400 e ’500,in“Nuovarivistastorica”,LXIX(1985),pp.494-95.62Cfr.Tabella,n.29.63Cfr.Tabella,n.28.64Cfr.Tabella,n.34.65G.Chittolini,Alienazioni d’entrate e concessioni feudali nel ducato sforzesco(1977),orainId., Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia centro-settentrionale,Milano1996.

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66Chittolini,Infeudazioni e politica feudalecit.,p.53;Id.,Alienazioni d’entratecit.,p.149.67Nel1481ilconteBartolomeod’AlboneserispondeaunarichiestadisussidioperlaguerraalTurco,dicinqueducaticomeatuttiglialtrifidotari,manegadiesseretale:«Ill.momiosignore,dollemech’iononsonocomoerasetteannifa,cheamenonrecresseriaapagareomnedenaro…Adesso io sono in tanta povertà che non me posso comperare el pane a mi et a certi mei figlioli. Io nonhofeudonérochanécastellonépossessionechemedagavitasenonunapicollapossesionech’io tegno a fito da calonexi del domo, che non me dà d’intrata per mezo l’anno, e questo hàme factomeserCechopertormeelmeouxufructodiValegioethoimpegnoomnimiafacultà,ondestentoavivereetdequeston’èinformatatutalacorte,exValegio»(Sforzesco859,14feb.1481).Forse la lamentela eccede a dipingere di nero un declino fisiologico, di fatto i Sannazzaro-Albonesevendonodi lìapocoaLuigiArcimboldi,consigliereducale, ilcastello, lepossessionie i diritti fiscali in Valeggio (cfr. Feudi camerali,p.a.,621,attodiMatteoNazzari,21feb.1487,Pavia).Lavenditaerastataautorizzatadalducaconletteradel24gen.1487,inbasealparerefavorevoleespressodalcapitanodellaLomellinaBernardinoPietrasantadel21gen.Forselaven-ditasispiegaancheconlalitefamigliareriassuntanellanota74.68Cfr.Tabella,n.35en.69 Va ricordata la particolare condizione a corte del Gallarati, parente della duchessa, sposatopervolontàdeiduchiconunaRoeridiAsti.SivedaanchelaconcessionealGallaratieaCiccoSimonettadicondurreuncorsod’acquadettola Gamera dalSesiaversoPalestro,Cozzo,RosascoeSartiranaconampiafacoltàdifarecondottieopereidrauliche,costruirechiuse,apparatiperestrarrel’acqua:RD7,cc.253v-254,1dic.1473.70Inunasupplicadel1481circailmarcheseGiacomoMalaspinapresentaScaldasolecomefeu-do(dal1456),congiurisdizioneeseparazionedalcontadopavese:Famiglie,105.Manel1494,dovendotrasferireMalgrateaLudovicoMalaspinaincambiodiScaldasole,venneinterpellatoilGirardicherisposediaverinutilmentecercatotralesueimbreviatureedinonavertrovatotrac-cia di investitura feudale per Scaldasole ai Pico-Malaspina («credo serà difficile trovarle perché iudiciomeoquestiduylochinonsonnofeudatiperochèionehaveriapurqualchenoticia»),men-treeraregistrataquelladiSannazzaroaimedesimiMalaspina:Sforzesco1179,Pavia,10maggio1494.Eaggiungeva:«etcossìnonessendofeudatilapermutationesaràpassataperaltremaneenondicancellieri»,seppureconlicenzatuttaviadelprincipe,senzalaquale«nonsipuòperde-cretoalienarealcunaforteza,etalelicenzasarafattasolamenteper lettere enonperinstrumento,qualeletteresarennoregistrate,dovesedoveràfarmentionedellapermuttationeedelecondicio-nesue».PerMalgrate,invece,siscoprìchetrattavadiaderenzaenondifeudo.71Cfr.Tabella,n.33.72Cfr.Tabella,n.6.73Robolini,Notizie appartenenticit.,V,p.86(esenzionevisconteadel12ott.1412).74 Verso la fine del Trecento Zanino da Sannazzaro aveva ottenuto dai Visconti una sorta di «sepa-razione»diValeggiodalcomunediSannazzaroenel1416avevasportosupplicacontrolepretesediquest’ultimocomunenell’imporreaValeggiocarichi,onericomuniesalariodelpodestà;ilducaconattodel14mag.1416avevaconcessoampiaesenzione(RD7,c.305ss.).SuccessivamenteinobilidaSannazzaro-Alboneseconservaronolocalmente,traTreeQuattrocento,unacertapre-minenzasullaterra,derivantedaesenzioniedirittilocali.Ilpacchettodiprerogativepassòpervia ereditaria e dotale ad Agnese da Sannazzaro, figlia di Zanino. In seguito, grazie alla costante benevolenzache ilducaFilipporiservòall’armorum ductor MorettodaSannazzaro,maritodiAgnese,beniedirittirestaronoallafamigliaepassaronoalsuointernoperviasuccessoria(con-fermaaMorettoinformaampia,31ago.1439, ibidem).AllamortediMorettoilducaFrancescoSforzaconcesseadonnaAgnese,rimastavedova,didisporreliberamentedeibenidiValeggio,edilasciarliinereditàaisuoipiùstrettiparenti.CosìsubentraronoBartolomeoeGualterellodeicontidiAlbonese,rispettivamentegenero(maanchecognato,pare)enipotedidonnaAgnese(ibidem).GliAlbonesechieserolaconfermaalducadellepassateesenzioni(ibidem).Lasuccessionevolutada madonna Agnese avveniva però a danno di due figli legittimati di Moretto, Giovan Pietro e Pietro,cheinseguitolacontestarono(cfr.BibliotecaCivicaBonettadiPavia, Schede Marozzi).75Cfr.supra, nota67.76 L. Arcangeli, Carriere militari dell’aristocrazia, ora in Id., Gentiluomini di Lombardia cit.,pp.76-77,citaz.ap.76;perlalegislazione,C.Magni,Il tramonto del feudo lombardo, Milano1937,pp.56-76;perl’offensivacontroifeudatari,Corio,Storia di Milanocit.,p.1459.IlMorointervenneindiverseoccasioniafaredaarbitronellelititraiMalaspinafeudataridiSannazzaroeScaldasole,perfavorireLudovicoMalaspinacheglieraparticolarmentecaro.

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77L.Arcangeli,Ludovico tiranno?orainId.,Gentiluomini di Lombardia cit.,soprattuttoapp.133-134.Unapoliticachedàrisultatimacheètravoltadaunacrisidevastantedal1494-95.78Cfr.Tabella,n.72.79Cfr.Tabella,nn.66e74.80Cfr.Tabella,nn.69,71,75.81Cfr.Tabella,nn.58,61,66,68.82Cfr.Roveda,Istituzioni politiche e gruppi sociali nel Quattrocento cit., pp. 58. Vi edificò la grandetenutadellaSforzesca,esteseleriservedicaccianeiboschielungoicorsid’acqua,acqui-stò immobili e fondi a Gambolò, suscitando anche conflitti con le comunità e i nobili proprietari (ebbeunacontroversiaconScipioneBarbavara),donòalcunepossessionineipressidiParasaccoaCeciliaGallerani.SullapresenzadellacorteediunampiospicchiodicancelleriaaVigevanocfr.N.Covini,Vigevano quasi-città e la corte di Ludovico il Moro,inPiazza ducale e i suoi restauri. Cinquecento anni di storia, acuradiL.GiordanoeR.Tardito,Pisa2000,pp.10-47.83Chittolini,Infeudazioni e politica feudalecit.,pp.44-45.84Sforzesco1109,corrispondenzadeldic.1492.Il13dic.ilMororimproveròilCalcoperlaman-cataapprensione,attribuendolaasuamancanzapiùcheaimaestridelleentratestraordinarie.Il19dic.,sempreex Viglevani, gli scriveva che prendeva atto delle sue giustificazioni, e che aveva tralemaniiprivilegidiconcessionedel1466:«sariaperòbenehaverenotatilifeudatariietdona-tariietintendereinchemodotengonolecosequalehanoavutodalacamerapersaperepoiquellochefarealtempochemanchano».85Sforzesco1109,20dic.1492:«quantoallapartesubiungev.Ex.tiaseriaperòbenehaverenotatilifeudatariietdonatariiperelrespectoadductodalei,dicochetutisononotati,madequestifeudiaccompratinonnevenenoalchuniallacamera,perchétrascendenoadliheredicomofanolialtribeni,etsabenelavostraex.tiadapoich’ellaèalgovernoquantifeudidesimilesortesonovenutiallacamera,perochènonèpersonacossìtristaetabiectachenonhabiaqualcheherede,quale,quando non se trovasse, il che rarissime volte accade, alhora non solo questi feudi ma ancheognialtribenivenerianoallacameranondisponendonealtramentecoluyhavesseadmancare.Circalaiurisdictionechepervenenelsignorenoneradadubitarechepersonaseliintromettesse,perchénonèdacrederesetrovassepersonacossìfurbitachehavesseardimentodeexercirlanonessendoglinedataauctoritàdachil’ha,maximepereldecretoqualeprohibiscecumpenemoltoaspereetatroce».86Andenna,Grandi casati e signori feudalicit.,pp.33-45,39ss.87Cfr.infra,nota89.88 Girolamo e Pietro Maria Malletta, cfr. Chiappa Mauri, La Lomellina cit., p. 109n; L. Rossi, Francesco degli Eustachi, protonotario apostolico, consigliere ducale, senatore, in“Bollettinodellasocietàpavesedistoriapatria”,XXXIII(1933),pp.225-237.89Comuni,78,SanGiorgio:unasupplicadelcomuneeuominiricordalaprecedenteinfeudazionead Alberico Malletta, e poi ai figli Girolamo e Pietro Maria, da cui gli abitanti «hebeno molti sini-stritractamenti»talchéoratuttihannoiMallettaperexosi emalsopportanocheAloisioBechettoultimofeudatarioabbiasceltoperpodestàGaleazzoMalletta,uomoignoranteeinetto«etchenonintendiponctoderaxonenipernaturaleniperaccidentale».PertantochiedonolasuarimozioneacondizionechenonsiasceltonessunaltrodeiMalletta.Ancheunaltro feudatario,GiovanniSimonetta,avevasceltounMallettacomepodestà.90UnalungacontroversiatraAgostinoBeccariaeilcomunediGarlascoperleproprietàdiBorgoSanSiroebbeunosvilupponel1463,quandoilBeccariaottenneunasentenzaapropriofavo-re.Nel1475Agostinomorìlasciandoinereditàleterreall’OspedalediSanMatteo.Nel1482ilcomune di Garlasco organizzò una spedizione armata per riappropriarsi delle terre; ci fu unatransazionenel1490,ciononostante«seilcomunerivendicavataliterreèprobabilechequalchedirittol’avesse»:Roveda,Le istituzioni e la societàcit.,p.111;Id.,I beni comunicit.,pp.52-53,55-56;sull’ereditàdelBeccaria,varienotizieinL’ospedale San Matteo di Pavia. Fatti e problemi del passato,acuradiD.Zanetti,s.l.,1994,pp.23,28,207,336epassim).Cfr.R.CrottiPasi,Una grande proprietà laica nella Lomellina di fine Quattrocento, inVigevano e i territori circostanticit.,pp.169-183.91Roveda,Le istituzionie la societàcit.,p.111;Id.,I beni comunicit.,pp.53,57-58.92Quandonelsettembre1480LudovicoilMoroinviòaGambolòGiovanniAmbrogiodaVenzagoperfaredescrizionidibiadeedilegumiinvistadiunsequestroafavoredellacameradelsalediPavia, lereazioni locali furonodurissimeerischiaronoditrasformarsi insommossa.GlistessiPavesiscrisseroalMorochesepureillorocaneparodelsalenoneraingradodiriscuotereisuoi

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crediti, non era una buona ragione per mandare un officiale straordinario col risultato di vessare dispeseicontadinieintaccarel’onoredelreferendariopavese,prassideltuttonuova(Sforzesco859, corrispondenza del 24-30 set. 1480). Evidente la manovra del Moro: utilizzare gli uffici mi-lanesidelsaleinvistadiinteressieprogettipersonalisulleterrediGambolò.93Roveda,I beni comunalicit.,p.58.Cfr.ancheFeudi camerali,p.a.,169,Cassolnovo,perl’ac-quistodelMorodaiTornielli.94DopolefondamentaliricerchediG.Chittolini,daglianniSettanta,sulfeudovisconteo-sfor-zesco(inId.,La formazione dello stato regionale cit.;Id.,Signorie rurali e feudi cit.),l’iden-tikitdelfeudatarioedellerelazionifeudalisonoripreseeapprofonditedallostessoautoreinFeudatari e comunità rurali (secoli XV-XVII)(1986), orainId.,Città, comunità e feudi cit.,pp.227-242.95 Roveda, Le istituzioni e la società cit., p. 110. La terra di Robbio Lomellina aveva privilegiantichi,poiavevaottenutoilprivilegiodiseparazioneconl’infeudazioneaiPorrodel1415,cfr.Settia,Tra Novara e Paviacit.SuirapportitesiconPaltrengo,Chittolini,Alienazioni d’entratecit.,p.151.96Chittolini,Alienazioni d’entratecit.,pp.149-150;ChiappaMauri,La Lomellinacit.,p.89ss.;Roveda,Le istituzioni e la societàcit.,p.107.97RD51,cc.284-287.98Cfr.Chittolini,Alienazioni d’entratecit.,pp.145-166.IlruolodiCiccocomereferentediunacordatadiaffaristièrivelatodaalcunidocumentiinComuni 78,Sartirana.Cfr.leistruzionidel1478 relative a rogge e scavi di canali che citano persone come il notabile pavese Adoardo daCorte,RaffaeleZaccaria(elamoglieperlaroggiadiSemiana),inobilidiMedeediGambarana,l’excastellanodiVigevanoNotargiacomo,ecomeintermediariGerardoeGiorgioColli.99Chittolini,Alienazioni d’entratecit.,p.151enota25.100RD51,c.213v:ilducaosservacheconiprivilegiprecedentiavevaintesoassicurarealprimosegretariodeichiarisegnidibenevolenza,dandogliprimalepossessioniindono,poileesenzionie infine l’investitura feudale, in modo che il beneficiato ne traesse il massimo vantaggio; così il Simonettaavevainvestitomoltodenaropermigliorarelapossessione«devastataedesolata»dal-leguerreeavevaavviatoloscavodiunaroggiaderivatadalSesia,cheinseguitoerastatainpartedivertitadalcomunediMottavercellese.Perquestoorailducaconcedevaunanuovalicenzaalloscopo di non intaccare l’ampiezza dei benefici passati e consentiva al Simonetta di scavare un cavo nelterritoriodelcomunediLangosco,conunachiusa,laproprietàdellettoeconpienogodimen-todelleopereedeiterrenisucuigiacevano.Quivengonosciorinateleformulazioniamplissimeingradodineutralizzareognipossibileostacololegaleemateriale.101F.Ceretti,Francesco di Francesco Pico. Memorie raccolte dal sac. Felice Ceretti, in“Attidelladeputazionemodenesedistoriapatria”,s.III,V(1888),pp.211-234;sullapossibilitàdiun’estro-missioneviolentacfr.P.Litta, Famiglie celebri italiane,Torino1819-1885,Pico,tav.III.102Cfr.varidocumentisuiPico-Malaspina,suiSannazzaroesuiFregosoinDocumenti di storia pavese nell’archivio di Massa in “Archivio storico lombardo”, XIX (1892), pp. 999-1001 e inL’archivio dei marchesi Malaspina dello Spino Fiorito di Sannazzaro de’ Burgondi (1416-1889). Inventari analitici e regesti, a cura di G. Zaffignani, Pavia 1980.103 Cfr. gli ampi resoconti relativi alle vicende dei marchesi di Fosdinovo, figli di Antonio Alberico, inE.Branchi,Storia della Lunigiana feudale,III,Pistoia1897-98(rist.anast.Bologna1971),p.548ss.Mentredopolamortedelpadre(1445)Giacomocomeprimogenitoerailcapofamiglia(p.554),inseguitol’ereditàdiFosdinovoeiltitolodimarcheseandaronoalfratellominoreGabriele.Cifuunadivisionenel1462-63,dacuioriginòunaseriedicontroversie,ecifurononuovetensionitraifratellinel1466(inparticolaretraGiacomoeSpinetta,p.565).Nel1467-68sorseroulte-riori questioni quando Gabriele optò per un deciso schieramento filofiorentino (p. 567), mentre GiacomosiavvicinavaagliSforzacheproprioinqueglianniiniziavanounacampagnamilitareperscacciareiFregosidallaLunigiana(èquestoilcontestoincuimatural’acquistodelfeudodiSannazzaro). Ancora nel 1470 i fiorentini cercarono di fare da pacieri nei dissidi tra i due fratelli, ibidem, p.583.104 Ludovico Malaspina era figlio di Francesco II e di Costanza Sforza Fogliani, nacque nel 1477 o 1478, rimase presto orfano di entrambi i genitori. Il Moro lo nominò fin dal 1485 suo camerario (Famiglie,105),loappoggiòindiverseoccasionieglifecesposareIppolitaFioramonte-Graziani,la bella marchesa di Scaldasole ricordata dal Bandello per la sua carnagione magnifica, i conviti, lecolteconversazioni.Sualtriaspettidellavicendasuccessoria,Branchi,Storia della Lunigiana feudalecit.,p.582.

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105Famiglie,Malaspina,105,istruzioniaNicolòNegrieSforzesco1177,descrizionidell’1e2genn.1485eLitta,Famiglie celebricit.,Malaspina,tav.XX.Seguironodiversecondanneenel1493untentativodicomporrelavertenza:Sforzesco1179,EmilioArrigoni,daPavia,27nov.1493.106Cfr.perunesempiodiforteradicamentodiunadinastiasignorilenuovailcasodeiDalVermepresentatodaP.Savyinquestaraccolta.107LepromessedeiSavoiaingolosisconogliuominidiBremechesidannoaiSavoininellasperan-zadiottenere«esenzioniperpetueetlongissime»(Sforzesco32,B.Riguardati,2ott.1447).Cfr.perMortara,divisatraunpopolaccio savoino e i notabili filomilanesi, A. Colombo, Vigevano e la repubblica ambrosiana nella lotta contro Francesco Sforza,in“Bollettinodellasocietàpavesedistoriapatria”,III(1903),p.352.108PerleambizionidiMortarasuCerignano,Olevano,CerretoeParona,G.Chittolini,Le terre separate nel ducato di Milano in età sforzesca,inId.,Città, comunità e feudicit.,p.79.PerquellediVigevanosuGambolò,Colombo,Vigevano e la repubblicacit.,p.374.109Sforzesco32.110G.Chittolini,«Quasi - città». Borghi e terre in area lombarda nel tardo medioevo (1990),orainId.,Città, comunità e feudicit.,pp.85-104.Loscrittonascedall’introduzionedellostessoautoreaId.(acuradi) Metamorfosi di un borgo. Vigevano in età visconteo-sforzesca(AttidelConvegnodiVigevano,30settembre-1ottobre1988),Milano1992.Nelvolume, larealtàvige-vaneseèulteriormentemessainlucedaisaggiseguenti:G.Andenna, Gli ordini mendicanti, la comunità e la corte sforzesca,pp. 145-191;M.Ansani,Da chiesa della comunità a chiesa del duca. Il «vescovato sfortiano»,pp.117-144;P.Mainoni, Viglebium opibus primum. Uno svilup-po economico nel Quattrocento lombardo,pp.193-266;E.Roveda,Istituzioni politiche e gruppi sociali nel Quattrocento,pp.55-107.111Cfr.oltreaglistudicitatinellanotaprecedente,cfr.ancheisaggiraccoltiinVigevano e i territori circostanti cit.,tracuiC.Belloni,Prime indagini sulle relazioni tra Vigevano e il governo sforze-sco durante il ducato di Francesco I(1450-1466)eN.Covini,Vigevano nelle carte dell’auditore.112Roveda,I beni comunicit.,pp.49-50.113ChiappaMauri,InLomellinacit.,p.4.114 Interessante un conflitto politico avvenuto nel 1464, documentato in Sforzesco 675, in cuiun’inchiesta promossa dal duca contro certe malversazioni nelle finanze locali viene prima bloc-cata,poidecisamenteannullata.115PerlarivoltadelcomunediGarlascocontroiBeccariaepoicontro l’ospedalepavesediSanMatteo,cfr.supra, nota 89. Riflessioni sulla resistenza comunitaria e sulle sue strategie e possibi-lità, con ampia bibliografia, in Della Misericordia, La mediazione giudiziariacit.;analisiesempla-ridicauseantifeudalineilorosviluppiinL.Arcangeli,Uomini e feudatario nella prima metà del XVI secolo. Due cause antifeudali nel marchesato di Pellegrino (1982),orainId.,Gentiluomini di Lombardia cit.,pp.201-267einD.Andreozzi,Nascita di un disordine. Una famiglia signo-rile e una valle piacentina tra XV e XVI secolo, Milano 1993. Per una riflessione su resistenza e disubbidienza come linguaggio politico delle comunità, elaborato ed alternativo allo schemapattizioeasimmetrico,M.DellaMisericordia,«Per non privarci de nostre raxone, li siamo stati desobedienti». Patto, giustizia e resistenza nella cultura politica delle comunità alpine nello sta-to di Milano (XV secolo),inSuppliche, gravamina, lettere. Forme della comunicazione politica in Europa (secc. XV-XVIII),acuradiC.Nubola-A.Würgler,Bologna2004,pp.147-215.116Unassaltodelluglio1450allacasadegliStradaaValleèlaprimanotiziadellavicenda,riassun-tainRD51,c.157v-160v,25giu.1451(èlagraziaducalechesegueunprocessofattodaldottoreGiorgioTortiaTommasoBassadossoeaisuoi).AlprocessoeranostatichiamatiadifendersiicomunidiOttobiano,SanGiorgioeValle.IlBassadossovennecondannatoall’amputatio capitis,mapoifugraziato,tantochenelmaggio1455,raccomandatodaAndreadaBirago,ricevevadalducaunrisarcimentoperibenicheglieranostatitoltidaiMonferrini:RM22,c.68.Chenonsitrattassedifattioccasionaliètestimoniatodaunepisodiopiùtardo,del1493,quandoisolitiBassadossosonoalcentrodiun’altra«unione»aScaldasole,apparentementenoncontrastatadallasignoradelluogo,TaddeaPico,eaffrontatadalgovernoducaleconl’inviodiuncorpodimilizieepoiconlamissionediunvicariogenerale:Sforzesco828, letteredelsett.1493.PocodopovieneinquisitoGiovanniBassadosso,incontumacia:Sforzesco1179.SuunBassadossoec-clesiastico,ForzattiGolia,Estimi e strutture ecclesiastichecit.,p.141.117Cfr.Roveda,Le istituzioni e la societàcit.,p.107.118Unaprimaattestazioneènel1401(ChiappaMauri, In Lomellinacit.,p.3),èpienamentefun-zionantenel1439,cfr.Gli atti cancellereschi viscontei, I,acuradiG.Vittani,Milano1920,p.30.

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Pericapitaniincaricainetàsforzescacfr.C.Santoro,Gli uffici del dominio sforzesco,Milano1948,pp.342-343.Normalmente,lacaricaeraconferitaperunbiennio.Ilcapitanoavevagiuri-sdizioneanchesuSale.IlprimocapitanofuRaffaeleZaccaria,chedetenevaanchelapodesteriadiMedeeavevainmoglieunadamadeicontidiMede;rivestìlacaricadal1450eancoradal1461al1463.SeguironoilmilaneseStefanodaCasate,GianpietrodaGiussanoealtri.Nel1471AbbondioParavicinoavevasedeaS.Giorgioedisponevadi8cavalierie7fanti(Sforzesco851).IlCasateavevaancheunluogotenente(ProtasioBirago)ederaparticolarmenteimpegnatoneltentaredili-mitareleesportazionidigranodapartedisoldatieprovisionatialloggiatinellaregione(Comuni,78).Inalcunimomentitroviamoperòincaricauncapitanodeldivietoapparentementedistintodalcapitanotout-court.119Sullacostruzionedeiterritoricomunalicomeprocessodaconsiderarenellasuacomplessitàstorica,vasegnalatoilprogettoincorsocoordinatodaR.BordoneeA.Torre,presentatoaMilano,Università degli studi, in un seminario su «I confini della comunità. Incertezza territoriale e assetto insediativo tra medioevo ed età moderna in Piemonte», febb. 2003. Un accenno allaquestionedellacostruzioneterritorialeinA.Torre,Clientelismo: idioma politico e società locali,inLo stato territoriale fiorentino (secoli XIV-XV). Ricerche, linguaggi, confronti,acuradiA.ZorzieW.Connell,Attidelseminario internazionaledistudi (SanMiniato,7-8giugno1996),Pisa2002,pp.522-523.A.Gamberininelsaggioquiraccoltoregistraun’affermazioneabbastanzatarda dell’idea territoriale e della definizione dei confini tra le comunità del Reggiano.120Sforzesco859,26mag.1480, letteradelpodestàdiPavia;cfr.anche letteradel30giu.delcommissariocittadinoPietrodaLandriano(richiestodimandareprovisionatiaGambolòperunomicidio,avvisavadinonaverelapossibilitàdifarlopernonsguarnirePavia).121Cfr.supra,note91e89.122Cfr.lasupplicasenzadatadiGiacomoMalaspinasignoreimmunitariodiScaldasole(Famiglie,Malaspina,105)controunprovvedimentodel9nov.1480delcavalieredellestradediPaviacheavevacondannatolacomunitàeuominiin12liree12soldiecontroun’altramultadel4genn.1481comminatadalgiudicedellevettovagliediPavia,di31lire,attochevenivagiudicatoincom-patibileconlaconcessionedel7dic.1456econlapresuntaseparazionedalcontadodiPavia.Cfr.anchelaletteradiAntoniettodaCampofregoso,signorediSannazzaroecavaliere,controlepre-tesedelgiudicedellevettovagliediriscuotereilbollodellestadereemisureelaconziadura dellestrade,3sett.1481,Sforzesco859;un’altraprotestaindicembreperchénonostanteleprovediseparazioneeranoseguitialtritentativi.Cfr.ancheComuni24,Cilavegna,19mag.1481,supplicacontro l’officiale delle strade di Pavia che andava visitando le comunità di Lomellina: si denun-ciavano abusi nella richiesta di spese ingiustificate di cavalli, salario e servitori, e si sosteneva che il servizio fornito era scadente, dato che le strade lomelline erano malmesse; a chi rifiutava di contribuire l’officiale imponeva opere coatte e ingiuste «con sape et badile» e «solo per fastidirli»; chiedevanochesiscrivessealgiudicepredettoealpodestàdinonmolestareilcomuneedifareuncorrettocompartitodellestradesecondolaformadellostatuto.123 Per esempio contro l’avocazione di una causa da parte del consiglio segreto «di castello»,i deputati all’officio delle provvisioni di Pavia chiedono che i cives papienses interessati (Gio.AgostinoPreottoni,incausaconifratelliGio.LanfrancoePietro,notafamigliadicausidicietec-nicideldiritto)stianoingiudizioaPavia«perchéinquestacitàanchorasefabonaraxoneatutiindiferenter»,Sforzesco859,3ago.1480.124M.C.Zorzoli,Il collegio dei giudici di Pavia e l’amministrazione della giustizia,in“BollettinodellaSocietàpavesedistoriapatria”,n.s.,XXXIII(1981),pp.56-90.APaviaildecretodelmag-giormagistratoeraapplicatoconparticolareampiezzaevigore:RD7,c.94,25ago.1466.Questapatenteconfermalasituazioneconvalidatadal1461,quandoilducaavevaconcessoaPaviaunprivilegiochedavaalpodestàomnimoda iurisdictio erga quoscumque subditos(nelcomitato)ein causis appellationum,epienagiurisdizioneversoqualsiasisudditodelcomitatomediate o immediatesoggetto,precisandochelecausediappellodovevanoesserecommessealcollegiodeigiudicicittadino.125Opinionecondivisadatuttiicommissariepodestà:cfr.Sforzesco860,Pavia,lettera10apr.1483delpodestàRaffaeleInviciati.NeglianniOttantaicommissari,bensapendoditoccaretastisensibilienonsenzaparticolarità,cercaronospessodiaggirarelapaludedellagiustiziacittadinaintroducendoprocedureabbreviateesommarie,maquestitentativinonmancaronodiscatenarefortissimeresistenzeperchétoccavanointeressicostituiti,apartiredagliappaltidellenotarie,inmanoatalunicortigiani.126Zorzoli,Il collegio dei giudicicit.Suldecretodelmaggiormagistrato,Chittolini,Infeudazioni e politica feudale cit.; U. Petronio, Giurisdizioni feudali e ideologia giuridica nel Ducato di

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Milano,in“QuaderniStorici”,XXVI,1974.127Roveda,Le istituzioni e la societàcit.,p.108en.conriferimentoaunattonotarile:ArchiviodiStatodiPavia,Notarile di Pavia,260,notaioMatteoNazzari,c.163v:PietroViscontisigno-rediBreme,GuarnerioCastiglionidominus diGarlasco,AntonioCrivellidiDornoeLomello,AntonelloRossidaPiacenzasignorediOttobiano,AgostinoBeccariasignorediGambolòarruo-lanoquesti«consultores,commissariosetdelegatosincausisversisetvertentibuscorampotesta-tibuseorumetintereorumsubditosetintereorumsubditosexunaparteetnonsubditosecalia,deCollegiodominorumdoctorumcivitatispapie».128«Maungentiluomocheavesseautoritàepesopressolacortedelprincipe,oilgovernodellacapitale,onellacittàvicina,puòcontinuareadesserediaiutoedifesapericomitatini: nellein-finite occasioni di scontro con gli officiali e giusdicenti, nelle continue minacce che il farraginoso eoppressivo funzionamentodellamacchinastataleportaspessoallecomunitàrurali,nelle litifiscali e giurisdizionali con la città, nelle controversie fra i laboratores comitatinieiproprietarifondiariurbani»:Chittolini,Signorie rurali e feudi cit.,p.642;cfr.ancheId.,Feudatari e comu-nità ruralicit.,p.231.129CosìcredodipotersintetizzareChittolini,Feudatari e comunità ruralicit.,pp.232ss.;cfr.ancheArcangeli,Uomini e feudatario cit.,pp.202,208,220passim.TraLomellinaeNovaresevediamoemergereneltardoCinquecentouominicomeilnovareseRinaldoTettoni,unaccapar-ratoredifeudi,lecuiazionisonoprodottodiunatteggiamentomoltoorientatoacomportamentispeculativieaffaristici:cfr. Feudi camerali,p.a.,517(Scaldasole),553(Sannazzaro).Cfr.ancheperilfeudodiRobbioeVinzaglioAndenna,Grandi casati e signorie feudalicit.,p.43.

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Tabella 1 Concessioni feudali in Lomellina nel XV secolo

n. data concessione,vicendedelfeudoefeudatari

1 1404eseguenti

SignorianovennalediFacinoCaneepoidiBeatricediTendasuMortara1.

2 1403-1404

Il28ott.1403FacinoCanericevedalducaGiovanniMarialaterradiBreMe(con Valenza e Montecastello) in pegno per un credito di 55 mila fiorini; nel 1404èdettosignorediottoBiano,nel1407erapadronedi fattoditutta laLomellina.

3 1414-15 Nel1414leterrelomellinediroBBio, Castelnovettoevalle sonoconfermateai figli di Antonio Porro, ossia a Giovanni marchese di Val Trebbia e Costanzo Federico conte di Pollenzo, con riferimento a precedenti concessioni deiduchi Giangaleazzo, Giovanni Maria e Caterina Visconti2. La concessioneoriginariaaiPorrorisalivaal1380ecomprendevaancheVinzaglioealtrelo-calitàindiocesidiVercelli.Il26gen.1415,dopoilrecuperodicerteterredalmarchesediMonferrato,furonoconfermateaiPorroleinvestiturerelativeaRobbio,CastelnovettoeanchePalestro.Nel1432iPorrovendetteroRobbioealtreterreaiCrotti.Nel1447gliabitantidiCastelnovettoeVallesidiederoalducadiSavoia.Nel1454fuistituitaunapodesteria3epoileduelocalitàfuronoconcesseinfeudoaCiccoSimonetta.

4 141229sett.

InvestituraaifratelliBeccariadelq.AugustodellaterradiGaMBolònelcon-tado pavese4. Si tratta di un riconoscimento di un’antica preminenza, nelcontestodiunmomentoditreguadelloscontroVisconti-Beccaria.

5 141219lug.

CastellinoBeccariaottieneilperdonodopounaribellioneelaconfermadelleterrediloMello, GarlasCo eCilaveGna.InsiemeaVogheraeterritorio,eadaltreterretortonesi,questecomunitàottengonoilprivilegiodiseparazionedallacittàevengonoeretteincontea5.

6 141614mag.

ZaninodaSannazzaro,titolarediantichidirittiesullaterradivaleGGio,siopponeaitentatividelcomunediSannazzaroditassarelaterraeottienedalducalaconfermadelleampieesenzioniconcessedaGiangaleazzoViscontialcomuneeainobiliSannazzaro6.Laterracostituiscepoidirittodotaledellafiglia Agnese, che sposa Moretto da Sannazzaro. L’esenzione è confermata informamoltoampiaaMoretto,armorum ductor delduca,il31ago.14397.Il26mar.1464 ilducaconcedeadonnaAgnesedaSannazzaro,vedovadiMoretto, di disporre liberamente dell’oppidum di Valeggio che detiene siaiure ereditario, sia come dote, sia in virtù di una donazione, atteso che lanobildonnaintendealienarloaparentiprossimi,perviadisuccessioneodidonazione8.Il14feb.1467laduchessaBiancaMaria,susupplicadeititolari,che sonovenuti inpossessodiValeggiodopo lamortediAgnese, concedeloropienaconfermadellepassateesenzioni:sitrattadiGualterellodeicontidi Albonese, figlio di una figlia di Agnese, e di suo padre Bartolomeo (che di Agneseeracognatoeanchegenero),chedetienel’usufrutto9.Sonoulterior-menteconfermateil31ott.1477.Nonsitrattadunquediunfeudo,madiunaterraesente,soggettaaunasignoriaallodiale,ancheseimmunitaria.

7 142120mag.

ConfermaalcontediCarmagnoladidiversipossessiefeudi,tracuiCandia,villataelanGosCo

10. IcastellielepossessionidiCandiaeVillataeranostateusurpatenel1406daFacinoCaneainobiliConfalonieridiCandia.

8 142220apr.

LaterraeilcastellodisartiranasonoconcessiinfeudoalcondottieroAngelodella Pergola. Nel 1428 i figli Leonoro e Antonio ottengono la conferma dei feudi paterni. In una ricognizione di età sforzesca si accenna a precedentidirittidiAntoniodeCanibus(diunacospicuafamigliadelluogo)perconces-sionedelducaFilippoMariaVisconti11.

9 14248mag.

FilippinodeCani,fratellodiFacinoCane,donaalcondottieroAngelodellaPergolailcastelloeilluogodiZeMe,conlagiurisdizione,alcunibeniedirittiaBiandrate,iltitolodicontediBiandrateetutti idiritti insuopossesso12.L’attoèrogatodaunsegretarioducalenelcamerinoprivatodelducaall’in-ternodelcastellodiPortaGioviaenonèseguitodaunaformaleconcessionefeudaledelduca.Conquestiincertifondamenti,lagiurisdizionepassasenza

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contestazioniaidiscendenti,icontiAntonioeLeonoro13,chesidenominanocontidiZeme(enonpiùdiBiandrate).Ancoranel1470idiscendentiAngeloeFrancescodellaPergolafannoricognizionedelfeudo14.Nel1488ilfeudoènelle mani dei figli di Angelo ossia Leonoro, Filippo, Federico, indi agli ultimi duepermortediLeonoro15.

10 142725dic.

InvestiturafeudaledidornoaRaffaeleeTeramoAdorno16.

11 1432 IPorrovendonolaterradiroBBio(ealtreterre,Vinzaglio,BorgoPernasca,Motta, Torrione) ai fratelli Crotti (Ludovico/Aloisio, Lancillotto, Giovannie Galeazzo), che ne ricevono investitura feudale dal duca17. L’investiturariguarda anche beni e possessioni requisite a certi ribelli, site a Robbio,Castelnovetto,Palestro. Il 14nov.1455 il feudodiRobbio,Vinzaglioecc.èrinnovatoaGaleazzoeaLucadelq.Lancillottoperunaparte,mentrel’altraspettaadAloisio.Nel1457,dopolamortediAloisio,LucaCrottisiaccordacon le sue figlie e con i loro mariti Giorgio d’Annone e Bartolomeo Pusterla eacquistaanchelaloroparte,ricevendoneinvestituradalduca18.ConfermaaLucaCrottidopolamortediGaleazzoil16gen.1467,eulterioriconferme20 mar. 1470 e 25 gen. 1477. Nel 1492 (24 lug.), dopo che tra i figli di Luca, Antonio,SimoneeGirolamoèintervenutaunadivisionenel149119,ilducaconfermaaifratellilarispettivapartedifeudo20.

12 143428nov.

ConcessioneinfeudodiottoBiano (giàdiFacinoCane),Castellaro de’ GiorGi etortoroloadAndreadaBirago. Confermatiil28ago.1454daFrancescoSforza21.

13 14365dic.

InvestiturafeudalediBreMeaTeramoAdorno,giàsignorediDorno.Lacon-cessionefeudaleterminanonoltreil1439.

14 14376apr.

La terra di GroPello, già dei Beccaria, viene concessa in feudo a Pietrodi Gaspare Visconti, consigliere ducale22. Dopo la morte di Pietro, nuovainvestitura a Gaspare e Giovan Pietro figli; poi Francesco Sforza ne in-veste i medesimi e i figli di Giovanni Agostino di cui è tutrice la madre Margherita Borromei; il 28 feb. 1467 Galeazzo Maria Sforza concede infeudolaterra(conBremeeZerbolò)aGio.Pietro,adAmbrogiodiGaspare,eaGiovanni,OttoneeFilippodelq.Agostino23.Ricognizionedel20mar.147024. Negli anni successivi i discendenti dei Visconti si dividono i feudi(Gropello, Breme, Zerbolò), mantenendoli in loro possesso fino alla fine del Quattrocento25.

15 143927mag.

ConcessionefeudaledelleentrateedellagiurisdizionediBreMeaPietrodiGaspareVisconti,chedirecenteavevarinunciatoadArona26.RicognizionedeglieredidiPietro(v.sopra,schedarelativaaGropello)del20mar.147027.Probabilmente a fine secolo Breme non era più oggetto di concessione feuda-le,comeapparedallanominadiunpodestàducaleil4sett.149528.

16 143627mar.

InvestiturafeudalediBorgofrancopressoBassignanaedelcastelloeluogodisCaldasolealmiles napoletanoInigodeAvalos,conmeroemistoimperio,gladii potestate, tuttiidirittisuuominiepertinenze,pedaggi,angariis et pe-rangariis, maconlaclausolacheilfeudatariononpotessegoderedelfeudosenonabitandonelterritoriodelducadiMilano29.Iprecedentiproprietari,iFolperti, continuavano a prelevare le entrate del luogo nonostante la confisca, epiùtardi,risoltalaquestione,vendetterocastelloeterraaFrancescoPico.Risultacheinunasolaoccasionel’Avalospotèriscuotereleentratedelfeudo,acuirinunciònelmarzodel1444.

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161InLomellinanelQuattrocento

17 143616ott.

La terra e castello di GarlasCo (già dei Beccaria) sono concessi in feudo aGuarnerioCastiglioni,consigliereducale30.Nel1450FrancescoSforzacon-fermaalmedesimo,giurista econsigliereducale, laconcessionee irelativiprivilegi31.Nel1466glierediCastiglionisonosottotutela;nel1477ricogni-zione e investitura feudale ai fratelli Luigi e Battista Castiglioni, eredi diGuarnerio.LaconcessionefeudalevieneconfermataaglieredideiCastiglioniancoranelsec.XVI.

18 14373ago.

ConcessionefeudalediPalestroindiocesidiVercelliaVitalianoBorromeo.Il25maggio1440sidichiarachel’infeudazione«èpuraveraerealesenzaob-bligodirestituzionedibeniinfeudati»32.Nel1450ilconteFilippoBorromeochiede nuova investitura per tutti i feudi paterni, e anche di Palestro, serecuperata ai Savoia33. Il 12 set. 1454 ottiene il rinnovo dell’investitura34.NonvieneinvecenominatalaterradiPalestronellaricognizionefeudaledeiBorromeodel147035.Tuttavia,nelXVIsecolosonoancoratitolaridelfeudoicontiBorromeo.

19 144013mag.

Concessione in feudo a Iacopo Scrovegni, nobile padovano, delle terre diGaMBarana, sParavara e Cairo, con mero e misto imperio, gladii potestate,pienagiurisdizioneedirittivari,entrate,compresicertibeniinBorgofranco,VillaBiscossi,SantaMaria,SanMartino,eriservatiinveceidirittideinobilidiGambaranacherestanoalladucalecamerastraordinaria(aCairoerano-minatoregolarmenteunpodestàducale)36.DopovaritentativideicontidiGambaranadiestromettereloScrovegnidalfeudo,nel1447FrancescoSforza,signorediPavia,accettaleloroquereleeimponealpadovanodipagareleentratelorodovute37.Nel1450unapatentegenericaproclamalareintegrazionedeicontidiRovescala,contipalatinidiLomello,ancheperlepossessionidiGambarana.Lareintegrazioneètuttaviaparziale,edal1450gliSforzanominanounpodestàducalechehagiurisdi-zionesututteetrelelocalità38.Nel1466icontidiGambaranaediSparavara,approfittando delle vendite di entrate, ottengono concessioni feudali dal duca.

20 144121lug.

Concessione feudale di CilaveGna (già confiscata ai Beccaria, ribelli) a Francesco da Castelbarco, come ricompensa per il suo schieramento a fianco delducadiMilanonellaguerracontroiVeneziani.Nonrisultanoaltrenotiziesuquestaconcessione39.

21 144126ott.

La giurisdizione ed entrate di FrasCarolo (con il castello), torre Beretti eCassinedeiBossi(conTortoroloeCastellazzo)sonoconcesseinfeudo(nobilee gentile, con separazione da Pavia e consueti diritti fiscali) ad Andrea da Birago, cameriereducaleegià titolaredialtri feudi lomellini40.Allamortedel Birago nel 1456 l’investitura fu trasferita ai quattro nipoti, figli del fratello Antonio(Gio.Paolo,Gio.Pietro,FrancescoeDaniele)41.Seguironodiversiattitra i nipoti, che finirono per concentrare la titolarità dei feudi nelle mani di PietrodaBirago,ilqualeil2dic.1471,neottieneconfermainformaampiaesolennedalducaGaleazzoMaria42.

22 144312gen.

ConcessioneaBartolomeoColleonidelfeudodidorno43.

23 144320lug.

La terradiConFienZa e le relativeentratesonodate inpegnoalcapitanoesegretarioregioGaspareSlickcheècreditoredelducaechesieraadoperatoasuofavorepressol’imperatore44.Nonsihannoaltrenotiziesullaconcessione,chevaconsiderataunasortadipegno.

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NadiaCovini162

24 144421nov45.

Concessione del feudo di troMello e di BorGo san siro ad Agostino diLanfranco Beccaria46. La giurisdizione era stata in passato de iure vel consuetudine dei fratelli Antonio, Lanfranco e Cristoforo Beccaria47.Contemporaneamente,lavedovadiLanfrancoBeccaria,madrediAgostinoecuratrice,rinunciaaidirittifeudalisuGambolò48.Nel1450lanominadiunpodestàducaleaTromellofaritenereprobabileun’interruzionedellaconces-sionefeudale49.Il29giu.1451ilducaconfermaalmiles AgostinoBeccariailfeudo(TromelloeBorgoSanSiro),doveilfeudatariohavaripossessi50.Nel1467laconcessionefeudalevieneconfermataalmedesimo,chegiurafedeltànel147051.Muorenel1475,lasciandoinparteeredeunospedalepavese.Nel1477 il feudodiTromellovieneappresoallacameraducaleenominatounpodestàducale52.DopolaconcessioneaC.Caposilvi(n.59),nel1485c’èunaconcessioneparziale(forseriguardantesolamenteBorgoSanSiro)adAndreaBeccariaefratelli.

25 144713mar.

Concessione feudale di Candia e villata a Francesco e Iacopo Piccinino53.Dal 1452, recuperate dai Savoia, Candia e Villata sono sede di podesteriaducale54.

26 145022mar.

Concessione in feudo di dorno e loMello ad Antonio Crivelli, segno di ri-conoscenza per avere ceduto al nuovo duca Francesco Sforza la fortezza diPizzighettone55. La concessione implica anche il titolo comitale e l’insegnaaraldica,eviene lettasolennementedavantiallachiesamaggiorediMilano,davantialpopolocongregato.Daquestadata,ilpodestàèdinominafeudale56.Alla morte del conte Antonio, nel 1460, il feudo viene trasferito ai figli Ugolotto, Gio. Bartolomeo e Benedetto57; il 16 gen. 1467 conferma a Ugolotto e Gio.Bartolomeo,chefannolaricognizionenel147058.Nel1498unaletteraducaleannuncialaprossimaconfermadell’investituraalconteAntonioCrivelli59.

27 14522mag.

Dopo alcuni importanti acquisti e affitti di terre nel luogo, e una consistente donazione ducale di beni camerali (25 set. 1451), Cicco Simonetta ottienel’investiturafeudaledellaterraegiurisdizionedisartirana,sucuiinpassatovantavadirittiGaleazzoTorti60.L’investituraèseguitadaaltriimportantipri-vilegi(scavodirogge,istituzionediunmercatoecc.).ASartirana,devastatadallaguerra,c’èuncastello,unaroccaeunrecetto.ConfermaalSimonetta,20mar.147061. Confisca del feudo nel 1479. Nel XVI sec. Sartirana fu feudo diMercurinodaGattinara62.

28 1454 Donazionedelleterrediolevano ediCeretto, erelativainvestiturafeudale,a Matteo Bolognino Attendolo (signore anche della contea di Sant’AngeloLodigiano). I due feudi sono confermati nel 1469 al figlio, conte Giovanni63.NellaprimametàdelQuattrocento inobilida OlevanoeGiorgidiCerretovantavano diritti antichi su queste località e castelli, ma gli attacchi deiBeccaria e poi le confische e i bandi di Filippo Maria Visconti li avevano emar-ginatie indeboliti64.Nel1465inobilicontestanoilnuovofeudatario65.Nel1493 muore Giovanni Attendoli: i figli chiedono conferma dei feudi paterni66.Nelsec.XVIIeranofeudataridiCerettoinobilidaRoma.

29 145526set.

InvestiturafeudaledellaterradiottoBiano(giàdiAndreaBirago,defunto)almilesAntonelloRossidiPiacenza67.Nell’investituranoneranocompreseleentratedellasquadra diOttobiano,venduteadaltrinel146668.Nel1467l’investiturafurinnovataaglieredi,ifratelliEttoreeGio.FrancescoRossi;v.giuramentodifedeltàdel147069;nuovainfeudazionenel148170.

30 1456 Investitura feudale della giurisdizione di BorGoFranCo – terra importanteper la posizione ai confini tra Lomellina e Alessandria – ad Andreotto del Maino71.Confermataallostessoeaidiscendentinel1467,1477,1481;ilfeudorestaaiDelMainoancoranelsec.XVII72.

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163InLomellinanelQuattrocento

31 14567dic.

Dopo l’acquisto (allodiale) del castello e delle possessioni di sCaldasole daiFolperti,FrancescodeiPicodellaMirandolaottienedalducaimmunitàeam-pieesenzioniafavoresuo,deisuoieredi,deisuoimassariedipendenti,valideper i beni che ha acquistato e per quelli che acquisterà73. Il 26 ott. 1461 laduchessaBiancaMariaconcedeaTaddeaPicodelquondamFrancesco,con-tessadiConcordia,mogliedelmarcheseGiacomoMalaspinadiFosdinovo,laconfermainformaampiaincondizionataditaleimmunitàedesenzione,elaestendeatuttigliabitantidelluogo,dichiarandocheèvalidasiarispettoaglionericameralisiaaquelliimpostidaPavia.Laconcessioneècontenutanell’at-todel20mar.1470checonfermaaiPico-Malaspinaiprivilegiprecedentide verbo ad verbum74.Nonsitrattadunquedifeudo,madiun’isolaimmunitariaparticolarmente premiata. Negli anni ’80 possessioni e diritti di Scaldasolesonooggettodiuna lunga liteall’internodella famigliaMalaspina(eredidiGiacomo),coninterventidiarbitratodapartedeiduchi.Nel1492LudovicoMalaspina,cortigianoeprotettodelMoro,riceveilfeudodiMalgrateincam-biodiScaldasole75.L’inchiestacondottaappuracheScaldasolenonèunfeu-do, come si è ritenuto fino a quel momento. Tuttavia i Malaspina non perdono Scaldasole,eanzil’abbinanoalfeudodiSannazzaro.

32 146716gen.

Concessionedellaterradis. anGelo loMellina aPietrodaGallarate,cortigia-noeparentedeiduchi76.L’attoconfermaalGallaratiilfeudodiCerredanonel novarese e insieme, per fargli più onore, gli concede anche il feudo diSant’Angeloconlestesseclausole77.Nel1470enel1477confermadelfeudo.

33 146424mag.

Francesco Sforza conferma a Galeazzo dei Capitani di Grumello le ampieimmunitàconcessealmedesimoea suo fratelloAntoniodaFilippoMariaVisconti, specialmente riferite alla località di Galliavola (24 mag. 1464)78.Il20mar.1470GaleazzodaGrumellodelq.Antoniogiura fedeltàalducaperidirittieiprivilegiconfermatinel146479. Nonsitrattadiunfeudoveroeproprio,ancheseilprivilegiorecitacheiGrumelloterranno,reggerannoecustodiranno ilcastrum et locus diGalliavola.La famigliarisultaancoratitolaredelfeudonel1522.

34 14649lug.

La terradiConFienZa (cheneglianniCinquantarisultaalmenooccasional-menteinfeudataataleGiovanniVecchidaCalvisano80)èconcessainfeudoaFioramonteGrazianidaCotignola,commilitoneecompaesanodiFrancescoSforza81.Siinterromponolepodesterieducali82.Laconcessioneèconfermatanel147083. Successivamente la terra fu data a Filippo Maria Sforza. Il figlio diFioramonte,Ettore,soldatoecortigianodelMoro,ottennealtregeneroseconcessioniedonazionidaiduchi.

35 14655feb.

Donazioneducaledel5 feb.1465all’aulico Pietro da Gallarati, affine duca-le, delle entrate del luogo di CoZZo ducali camere spectantibus con ampieclausoledigaranziaverso terzi;Cozzoresta tuttaviabenecamerale84. Il 18maggiosegueun’altrapatente:ilduca,consideratocheilGallaratihaacqui-statoilluogodiCozzoconlepossessioni,dirittiegiurisdizioniepertinenzecheolimpossedevanoinobiliConfalonieri85,consideratoinoltrecheinobilisuddettiavevanoottenutoconfermadalducastesso, il30marzo1450,deiprivilegi imperiali concessi ai loro avi e di altri privilegi ottenuti dalla du-chessaBeatriceedalducaFilippoMaria,trasferisceimedesimiprivilegialGallarati,particolarmentebenvolutocomeparentedeiduchistessi.Comesivede,leformalitàdiquestaconcessionesonoanomale.Sitrasferisconopri-vilegiimperialidagliantichititolarididirittialGallarati,cheoltretuttoavevaacquistatoquestepossessioninondirettamentedaiConfalonieri,madaaltriacquirenticheleavevanoacquistatealorovoltadallacameraducale.Lepre-rogativecosìconcessefuronoconfermatealGallaratiil28feb.1468epoiil20nov.147786.AllaterradiCozzofuancheconcessal’esenzionedallatassadeicavalli.AlGallarativengonoconcessiancheimportantiprivilegiinmateriadiacque.PietrodaGallarateeraancoratitolaredelfeudonegliultimiannidelsecolo,eisuoidiscendentilodetenevanoancoranelXVIIsecolo.

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36 146627nov.

RaffaeleZaccariadettodeicontidiMede,RuffeninodaCorte,PietroGiorgiodaSannazzaroricevonoinfeudolelocalitàdellasquadra di ottoBiano dicuihanno acquistato le entrate fiscali (i dazi di p.v.c., le imbottature di vino e biade)87.Il20mar.1470ricognizionedeitrefeudatari88;nel1477giuranofe-deltàGiacomo,BernardinoeGio.FrancescodaCorteperlaterzapartedellasquadra.SuccessivamenteilfeudopassaacertiMalletta.

37 1466 CilaveGna (terra dei Beccaria, poi confiscata per ribellione) viene concessa in feudo al pavese Alberico Maletta, ambasciatore ducale e consigliere dirango.ContemporaneamenteilMallettarestituiscealtreterre,unmulinoebeniimmobiliaVigevanocheglieranostatidonatiinprecedenza89.Passatoai due figli di Alberico, Girolamo e Pier Maria, il feudo viene incamerato nel 1477 per morte di entrambi i feudatari. Alla fine del 1481 viene nominato un podestàducale90.

38 146613nov.

Le entrate delle terre e ville della squadra di GarlasCo (e di quella pavesedi Sommo) sono vendute (lire 543) al pavese Giacomo Eustachi, capitanodella flotta ducale91. Le terre vengono separate dalla giurisdizione pavesee concesse in feudo al medesimo. Questa concessione non ha riflessi sulla infeudazionediGarlascoaiCastiglioni,chenel1477ottengonolaconfermadellapienainvestiturafeudaledellaterra.Giuramentodifedeltàdell’Eusta-chinel147092.

39 146614ott.

Il 30 ago. 1466 Cicco Simonetta acquista dazi ed entrate fiscali di valleloMellinaeCastelnovettoper15mila lire93, il14ottobresegue investiturafeudaledelleterre94.AllamortediCicco(1480)ilfeudofudevolutoallaca-meraenuovamenteinfeudato.

40 146630ago

CiccoSimonettaacquistaleentrateelagiurisdizionediBordiGnana,Carosio,sant’alessandroenevieneinfeudato.Ricognizione del 20 mar. 1470 per Castelnovetto, Carosio, Bordignana eSant’Alessandro95.

41 14666ott.

PietrodaGallarate,signorediSant’AngeloediCozzo,acquistaidazidiv.p.c.,imbottativinoebiadediCerPenChioediniCorvo,perlire669,eottienel’inve-stiturafeudaledelledueterre96.NellalocalitàdiCerpenchiovierauncastellosemidiroccato,appartenenteai«consortidiCerpenchio»97.

42 14667ott.

PietroTrivulzioacquistaperlire7300 leentratedisanGiorGioloMellinaconidaziv.p.c.,egliimbottatidibiadeevino,eottienelaconcessionefeudaledellaterra.PocodoporetrovendeeglisubentraAlbericoMalletta98.Siinter-rompelaseriedeipodestàducali99.Vasegnalataancheunanotiziaisolatacircaunaprecedenteconcessionefeu-daleaIacopodaValledettoRubeo (RossodaValle,piùtardicustodediunaroccadelcastellodiP.Giovia)100.

43 14665ott.

I conti di Gambarana, Francesco e Gabriele e altri, appartenenti a unafamiglia già nemica dei Visconti, approfittano della vendita di entrate del 1466 per acquistare certi cespiti fiscali a GaMBarana, con San Martino eS. Maria e ottengono la relativa investitura feudale sulle medesime ter-re101. Viene così riconosciuta e ripristinata un’antica preminenza locale102.Contemporaneamente, si interrompe la serie dei podestà ducali di Cairo,GambaranaeSparavara103.Ricognizionedelfeudo,20mar.1470104.Icontinesonotitolarianchenelsec.XVI.

44 146623ott.

I conti di Sparavara (Gio.Antonio e Pietro anche a nome di altri parenti)acquistano per lire 850 le entrate della località di sParavara e ottengonoinvestiturafeudale105.Il20mar.1470ricognizionedellaconcessionefeudaleprestatadamaestroMatteodottoreinartiemedicina,Gio.Paolo,entram-bidelq.Ottone;diPietroq.Giacomo,diAntonioePietroq.Franzone,diDondinoq.Dalmazio,tutticontidiSparavara106.

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165InLomellinanelQuattrocento

45 146626sett.

Nel 1466 Agostino Beccaria, signore di Tromello, acquista per 11 mila lireimperialilagiurisdizioneevarieentrate(dazip.v.c.eimbottaturedivinoebiade) diGaMBolò,eottienelaconcessionefeudale107.Isuoiavieranostatisignori del luogo dal 1412 al 1444108. Ricognizione del 20 mar. 1470109. IlBeccariafecetestamentonel1475emolteproprietàpassaronoall’OspedaleS.MatteodiPavia110.

46 146627nov.

Nel1466icontidiMede,antichisignoridelluogo,acquistanoleentratedelluogodiMede

111; riacquistano così un certo riconoscimento ducale sulla loro influen-za locale, venuto meno nel corso della dominazione viscontea. I titolari sonoCiprianodeiContidiMedeeRaffaeleZaccaria,sposodiunadonnadelcasato.Cessa laseriedeipodestàducali (l’ultimoconfermatonel1465)112. Il20mar.1470Lanzaloto,ObicinoeCiprianodeicontidiMedeealtricondominidiMedegiuranofedeltà(RD19,c.893ss).NuovaconcessioneaiBiragonel1483(v.).

47 146627sett.

GiacomodeimarchesiMalaspinadiFosdinovo,anchepercontodellamo-glieTaddeaPicosignoradiScaldasole,acquistaper15milalireleentratedisannaZZaroeottienelarelativainvestiturafeudaleconmeroemistoimpe-rio113.Si interrompe la seriedeipodestàducali114.Nuova infeudazionenel1473.

48 146712giu.

LeentratediCairoePievedel Cairo sonovendutepermetàaManfredinoeRinaldofratelliBeccariaperl’altrametàeadAntonioBeccaria,conrelativeinfeudazioni115.IBeccaria«dellaPieve»,giàavversarideiViscontiecolpitida bandi e confische116,avevanoottenutodaFrancescoSforzanel1451unagenericareintegrazioneneilorodirittiepossessi117.IBeccariaeranoancorafeudataridelluogonel1590.

49 146730mag

GerardoCollirinunciaalleentratediGravellonachesonoconcesseinfeu-do a Marcolino Barbavara, già segretario visconteo e suocero di GiovanniSimonetta118.Il7gen.1471iBarbavarasiimpegnanoaretrovenderearichie-stadelducaidaziacquistatielagiurisdizione119.Undiplomadel29apr.1495ricordaimeritidellafamigliaBarbavarapresso

. il primo e il secondo duca e concede conferma dell’investitura a Scipione,Carlo e Ottaviano Barbavara figli del defunto Marcolino120.NelXVIsecoloiBarbavaragiuraronofedeltàaCarloV.

50 1469 LaterradiniCorvovieneconcessainfeudonel1469aGerardoColli121,cheavevagiàacquistatoterreepossessioniinlocodaiPizzidiMortara.NelXVIsec.eraancorafeudodeiColli,poipassaaiCarcano.

51 14635mag.

Filippo e Luchino Bernardino Feruffini giurano fedeltà al duca per il feudo dell’imbottatodivinoegranodiCandia, chericevono comecontropartitaperlarinunciaall’investiturasuSezzadio,pressoAcqui,loroterrad’origine122.Laconcessionefeudalenonimplicagiurisdizione:aCandiaeVillataèinca-ricapertuttoilperiodosforzescounpodestàducale123.Nel1462ilducacon-cedeildaziodiv.p.c.diCandiaeVillataeilpedaggiodeiluoghiel’entratadelportodiVillatasulSesiaainobiliConfalonieridiCandia,famiglialocalmenteeminente; il testo del privilegio tuttavia precisa che già a fine Trecento i nobili nonriscuotevanodazi(e implicitamentenegacheavesserolagiurisdizionesuiluoghi)124.IConfalonieri,dopoaversubitodannidaFacinoCaneecon-fische da Filippo Maria Visconti, nel 1451 erano stati perdonati e reintegrati daFrancescoSforza125. Nel 1470 Filippo Feruffini, segretario ducale, rimasto unicotitolare,faricognizioneperilfeudodell’imbottato126;altrigiuramentisi hanno nel 1477 e nel 1481. Il feudo passa successivamente agli eredi diFilippo,Alberto,segretarioducaleeDomenico,miles ierosolimitanus.Conunarbitratodel 1492Domenicoaccetta di subentrarenel feudo incasodimorte del fratello senza eredi maschi127. Successivamente le vicende deiFeruffini si complicano a causa di una vicenda che coinvolge un loro parente, eallamortediAlbertonelnov.1496lacameraducaledecidediacquisireilfeudo. Pochimesidopoilducasembraavercambiatoidea,rinnovandol’in-vestituraalfratelloAntonio128.NelXVIsecoloiConfalonierigiuranofedeltàaCarloV.

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NadiaCovini166

52 147020mar.

GirolamoePietroMariaMalettagiuranofedeltàalducaperomnia et singu-la eorum privilegia , concessiones et immunitates que et quas ipsi fratres habent seu habere reperiantur in et pro loco predicto ossia nella terra diCaMPalestro

129; in cui abitavano già dal tempo del padre Alberico, che vieramortoappuntonel1466.Laformulazionedellaricognizioneèanomalarispettoaglialtriatticompresi inquestoregistro,edelrestononrisultanoprecedenticoncessionifeudali.

53 147020mar.

Ludovico Maria Sforza giura fedeltà per il feudo di Mortara, ottenuto dalducaGaleazzoMariaSforzaconattoprecedente(dicuièomessaladata)130;rinnovonel1477131.Sitrattadiunappannaggiopiùchediunfeudoinsensostretto.NelXVIsecoloèfeudodeiCicognaepoideiColonna.

54 147220ott.

LeentratediCastellaro de GiorGi,FrasCarolo e Cassine de Bossi sonovendu-tedaPietroBiragoaCarlinoVaresino,cameriereefavoritodelduca132,cheottienedalducal’investiturafeudalesulledueterre133.LeduelocalitàsonoancorasoggetteaiVaresininelXVIIsecolo134.

55 147322febb.

InseguitoaunoscambiodisignorieinLunigiana,Antoniottodelq.SpinettaFregoso acquista da Giacomo Malaspina di Fosdinovo le entrate e la giu-risdizione di sannaZZaro e ottiene investitura feudale dal duca135. Il feudocomprendeAlagna.Confermanel1496136.

56 1475 LaterradiGaMBolò viene concessa in feudo a Francesco da Pietrasanta, offi-cialedicarrieraecameriereducale.Rinnovatanel1477,terminanel1481137.

57 1477 Concessioneditorre Beretti aCiccoSimonetta,cheavevaacquistatolaterradaPietroBirago138.

58 1477 Ilfeudodi san GiorGio loMellina, appresoallacameraducaleinseguitoallamortesenzaeredidiGirolamoediPietroMariaMalletta,vieneconcessodaBonadiSavoiaaGiovanniSimonetta139,chevinominacomepodestàunaltroMalletta,invisoallacomunità140.Conl’arrestodelSimonettanel1479-80ilfeudovienenuovamentedevoluto;vienenominatounpodestàducale141.Unasuccessivainfeudazioneèdel1480.

59 147812feb.

Nel1477leentrateditroMello,appreseaiBeccaria,sonodonatealcamera-rioCarlinodiAngelodaCaposilvi(corrispondonoallasuaprovvisionedi200ducati).Il12feb.1478laduchessaBonaeilducaGianGaleazzogliinvestonolaterrainfeudo142.Confermadel13gen.1496143.Inquest’epocailCaposilvi(aulicus, armorum ductor)risultaanchetitolaredellapodesteriadiMortara144.Probabilmentequestainfeudazioneriguardasolounaquotadellaterraedel-leentrate:nel1485lametàdellaterradiTromellovieneconcessainfeudoadAndreaefratelliBeccaria145.Nel1491,arichiestadelCaposilvi,unapatentedichiaracheilcastelloelaterradiTromellosonobeniallodiali,nonfeudali,edàfacoltàalproprietariodiobbligaresudiessidadotedellasecondamoglie,comegiàeraaccadutoperladotedellaprima146.Nel1496ilCaposilvifuno-minatocommissariodiMortara(RD189,c.109).

60 1480 sartirana e torre Beretti (già feudi di Cicco Simonetta) sono oggetto diun’investituraaGuidantonioArcimboldieGiovanniAntonioCotta,probabil-mentecomepegnodiingentiprestitifattiaiduchi.Sitrattacomunquediunaconcessionetemporanea,conscarsionullicontenutigiurisdizionali.

61 14808mar.

BonadiSavoiaconcedeinfeudoMedeesan GiorGio loMellina alsuosegreta-rioAloisioBechetto.Questi,trail1480eil1481,èaccusatodiavercongiuratocontroLudovicoMariaSforzaedesiliato(dal1483nuovainfeudazione).

62 1480/1495

AllamortediCicco(1480)ilfeudodivalle loMellinaèdevolutoallacameraenuovamenteinfeudato;sihanotiziadiunaconcessioneadAntonioRasinidaFerrara e nel 1495, 9 gennaio, gli uomini di Valle giurano fedeltà al magnifico d.Galeazzodelq.magn.GuidoVisconti,cheil15riceveanchelafedeltàdegliuominidiCastelnovetto

147.

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167InLomellinanelQuattrocento

63 1481 I fratelli Ettore e Gio. Francesco Rossi di Piacenza vendono possessioni edirittidiottoBianoaPietroBirago,consigliereducale,cheottieneinvestiturafeudaledalducaGiangaleazzoSforza148.IBiragorisultanoancoratitolaridelfeudonelsec.XVI.

64 1481 LaterradiGaMBolòèconcessainfeudodalducaaLudovicoM.SforzaducadiBari149.Ilprecedentefeudatario,FrancescoPietrasanta,ottieneinveceilfeudodiSezzadio,evendeidazidip.v.c.diGambolòaFrancescoBernardinoVisconti150. Si ha anche notizia di una costituzione in dote per IppolitaFioramonte-GrazianisposadiLudovicoMalaspina151.IlfeudopassòaiLittanelXVIsecolo.

65 14834gen.

Lacameraducalevendeleentratedellaterradisan GiorGio loMellina (re-vocateleprecedentiinvestiturefeudali)aPietroBirago,consigliereducale,che subitodoporiceve l’investitura feudaledella terra, conseparazionedaPavia152.Ottiene in feudoancheMede.Si trattadiunaconcessionechehabrevedurata:dal1488siaMedesiaSanGiorgiorisultanonellemanidialtrifeudatari.Nel1492iBiragocontestanoun’apprensionedellacameraduca-le153. Il 3 ott. 1496, dopo la morte di Pietro, i figli chiedono la ricognizione delle investiture feudali paterne, e il duca promette di regolarizzarle entrounanno154.

66 14832lug.

CilaveGna (dal1477devolutaallacameraducale)vieneconcessaaVercellinoVisconti, cortigiano e castellano ducale, infeudazione che dura fino alla sua cadutaindisgrazia155.Nuovainfeudazionenel1496.

67 1487 La terra di valeGGio (dove fino a quel momento si era avuta una informa-le presenza signorile, con immunità, dei Sannazzaro-Albonese156) vienedetta «feudo» di Gualtiero dei conti di Albonese, che la vende ad AloisioArcimboldi.

68 148813ago.

Concessione feudale della terra di san GiorGio loMellina (e anche diRivanazzanonell’OltrepoPavese)adAloisiodaTerzago,segretarioeprotettodi Ludovico il Moro157. In seguito al processo per tradimento del Terzago(1489), tutti i suoi beni sono confiscati e revocati i titoli feudali. Riconosciuto colpevole di tradimento, il Terzago fu decapitato. Il 4 ott. 1489 seguì unanuovaconcessionefeudale.

69 14894ott.

Il4ottobre1489laterradisan GiorGio loMellinavienedatainfeudoalconteFrancescodiBosioSforza,comeparzialerimborsodiuncreditodioltre18milalire158.SuccessivamenteilconteSforzavendelaterraeanchelagiurisdi-zione,conlicenzacamerale,aTraianoScolaridaParma.

70 1490circa

LeterrediParasaCCosulTicino,conMarzio, Refredo,SanBiagio,Garlascoe Sedone, tutte in Lomellina, sono donate da Ludovico il Moro a CeciliaGallerani159.Dubbioilcontenutofeudale.

71 149417gen.

Il 17gen. 1494 ilduca dà la sua licenzaallo scambioavvenuto tra il conteSforzaeTraianoScolaridiParma,checedeilfeudodiZenenelpiacentinoeacquistailfeudodisan GiorGio

160. 72 1494

3ott.ConcessioneinfeudodelcastrumedellagiurisdizionediConFienZaalmiles Battista di Antonio Trotti e alla sua sposa Margherita di Giovanni Bozuli,damigella di Beatrice d’Este (figlia del q. Giovanni civis neapolitanus)161.InprecedenzaLudovico ilMoroavevadonatoaMargherita leentratedelca-strum e della terra di Confienza per costituirle la dote. Erano beni che il Moro avevaereditatodalfratelloFilippoMaria(22mar.1494).

73 149631mag.

Il31mag.1496LudovicoMariaSforzaconfermailfeudodilanGosCo aicontidiLangosco.L’attoricordaiprivilegiimperialirisalentiaCarlodiBoemiaea precedenti imperatori, e considera che i conti di Langosco erano in pacifica possessione del luogo162. Non risulta tuttavia una precedente concessionefeudale: fin dal 1451 Antonio e Giovan Filippo dei conti di Langosco avevano ottenutodaFrancescoSforzaunareintegrazionegenericaneipossessi loroconfiscati dai Visconti163,enel1467laconfermadelprivilegiodel1451164.

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NadiaCovini168

74 149613feb.

La terra di CilaveGna (incamerata dopo apprensione a Vercellino Visconti)viene ora data in feudo al cameriere Giacometto di Lucia dell’Atella(GiacomettoAtellano),originariodiNapoli, favoritodelMoro165. Idiscen-dentidegliAtellanieranoancorafeudatarinelsec.XVII.Ilfeudatarioebbeanchefacoltà,dal1492,dinominareilpodestàdiCandiaeVillata166.

75 149820apr.

Laterradisan GiorGio loMellina,giàasuotempo concessainfeudoalconteFrancescoSforzaepoidaquestivendutaaTraianoScolaridaParma,èulte-riormentecedutadalloScolariaFrancescoBernardinoVisconti(ago.1494),cheottienedalducaunaformaleinvestiturafeudale167.

Note alla tabella1 Boffi- Pezza, La novennale signoria di Facino Canecit.;cfr.ancheM.Merlo,Storia di Mortara,II,Pavias.d.[1986],p.101-02,171-87eR.Majocchi,Una lettera di Beatrice di Tenda ai Pavesi in favore di Mortara,in“Bollettinodellasocietàpavesedistoriapatria”,IV(1904),pp.473-74.2Romano,Contributi alla storia cit.,p.71;I Registri visconteicit.,p.19-20;Andenna,Grandi casati e signorie feudali cit.,p.39.3Santoro,Gli uffici del dominio sforzescocit.,p.374-375.4 Romano, Contributi alla storia cit., p. 252. I Beccaria già dal 1340 si intitolavano «conti diGambolò»:cfr.M.Bianchi,Borgo San Siro: una proprietà fondiaria nel Settecento,inL’ospedale San Matteo di Pavia cit.,p.207.5Ibid.,p.246.SuiBeccarianelXIVsecolo,G.Storti,Arena Po. Lineamenti di storia medievale, Pavia1972eG.Robolini,Notizie appartenenti alla storia della sua patria,IV,Pavia1830,pp.162ss.,197ss.;V,pp.75ss.6Attocit.indoc.del31ott.1476inRD7,c.305-08.7RD7,c.305-308.8RD7,c.23v-24.9Ibid.10Romano,Contributi alla storia cit.,p.141.11RD19,c.53ss.SullaconcessionediSartirana,chenondovetteprolungarsimolto,I Registri viscontei cit., p. 43. Cfr. M.N. Covini, voci Della Pergola, Angelo e Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani,XXXVII,Roma1989.12I Registri visconteicit.,p.43.L’attodidonazionedell’8mag.1424,relativoancheacertibeniinBiandrate,inRD19,c.396v-399.Nelladonazioneeranocompresi«predictumcastrumZemide,cumeiusterra,villaseuloco,ettototerritorioeius,necnondeomnibusbonisetiuribusprefatidominiFilippinidonatorii…indictaterraBlandrate»,eanchediognititoloeonoreecc.,fracuiquellodicontediBiandrate.13RM26,c.42-43,28ago.1454.Cfr.anche ladecisione favorevoleadAntoniodellaPergola:Bognetti, Per la storia dello Stato visconteo cit.,p.307,n.91.14RD19,c.392ss.15RD48,c.41e73v.Sulfeudo,cfr.ancheASMi,Feudi camerali(nelseguitoFC),p.a.,652.16I Registri visconteicit.,p.42.17Andenna,Grandi casati e signorie feudalicit.,p.39-40.Cfr.anchesullevicendedelfeudo,FC,p.a.,488.18RD45,c.103v,2mag.1457;eanchec.123ss.19 Ad Antonio spetta Robbio, a Simone Casalino, Olfengo, Pizinengo, Fisarengo, Gargarengo,CasalegioePaltrengoeaGirolamoilcastrumdiVinzaglio,conPernasca,MottaeTorrione.20RD48,c.208-223,conpaginemancanti.Siv.anchelalicenzaaGirolamodel7sett.diconcede-re in enfiteusi le case di terra e paglia per migliorare l’aspetto e la vivibilità del luogo, c. 224.21RM26,c.42-43.22I Registri visconteicit.,p.98;RD19,c.647(datato7aprile).SulpassaggiodiGropellodaiBeccariaaiViscontiall’iniziodelQuattrocentocfr.Roveda,Le istituzioni e la società cit.,p.75.23RD19,c.639sseRD15,c.208ss.,20mar.1470.24Nel1470Gio.PietroViscontigiurafedeltàperZerbolòeBreme(RD19);perBreme,RD15,c.24;perGropello,ibid.,c.208).Cfr.ancheFC,p.a.,113e274e655(Zerbolò).

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169InLomellinanelQuattrocento

25 Nel 1477 sono titolari del feudo di Gropello Giovan Pietro di Pietro e i nipoti Ambrogio q.Gaspare e Giovanni, Filippo e Ottone figli del q. Gio. Agostino: RD 63, c. 209, inserto di atto del 27dic.1477inattodidatasuccessivadel30mar.1484.Nel1484,dopolamortediOttone,ilfeu-do(olametàdiesso)èconfermatoaGiovannieFilippo:RD63,c.209-10,30mar.1484.Daunattoincompletodel29maggio1495risultacheLudovicoilMoroconfermaaFilippoeGiovanniViscontidelq.GioAgostinolametàdelfeudodiGropello:RD63,c.209v-211.26RD19,ricognizionedel20mar.1470,conriferimentoallaprecedenteinvestitura.27InRD19,c.644ss.einRD15,c.214ss.28Santoro,Gli uffici cit.,p.367.29I Registri visconteicit.,p.75;RD41,cc.146v-151;l’Avalos,cameriereducale,nelmarzo1444sicongedavaedichiaravadivolerrinunciareaifeudidiScaldasoleeBorgofranco;ilducainviavasuoiprocuratoriariceverelafedeltàdagliuominiil17aprile:Bognetti, Per la storia dello Stato visconteo cit.,p.332,339e340.30I Registri visconteicit.,p.97.Cfr.ancheFC,p.a.,263.31RD51,c.63,18mar.1450;RD45,c.128-29.32I Registri visconteicit.,p.78;FC,p.a.,431;peril1440Gli atti cancellereschi viscontei,I,cit.,p.72.33RD45,c.17,13mag.1450.34RD45,c.67v-68v,17ott.1454;RM26,c.52.35RD19,c.543ss.,20mar.1470.36Gli atti cancellereschi visconteiI,cit.,p.69-70.InoltresiinviaGiovanniCristianiariceverelafedeltàeobbedienzadalleterre,manondainobilidiGambarana.SulloScrovegni,dellanotafamigliapadovana,Gli atti cancellereschi viscontei, II,p. 105,5dic. 1440:è la reintegrazionedibeniedirittiaPadovafattaglidaNiccolòPiccininoedalMarchesediMantova,diCittadella,Castelfranco,BassanoeAsolo,possessiantichideisuoiantenatiinVeneto.Nel1468ottieneunadonazionedalcontePietrodalVerme,signorediVoghera,cheerasuoparente.37Sforzesco32,24e27sett.1447,Pavia,GiacomoScrovegnius alconteFrancescoSforza.38Santoro,Gli uffici cit.,p.365-66.39I Registri visconteicit.,p.10240I Registri visconteicit.,p.105;riferimentoaquestaconcessionenell’attodel2dic.1471inRD15,c.193vess;FC,p.a.,165e253.41RD45,c.97v-99v,30ago.1456.42RD15,c.193vess.,2dic.1471.Unaprecedenteconfermarisaleal13feb.1467.SugliacquistidiPietro,diventatoequesauratusemiles,daifratelliDanieleeFrancesco,ibid.,c.193v,conlicenzaducaledel10lug.1471.43Bognetti, Per la storia dello Stato visconteocit.,p.307,doc.83,conseparazionedaPavia;ingiugnounattoafavoreditaleGuglielmodeLizanachegodevadiunarenditasuDorno,ibid.,p.311,n.100.44I Registri visconteicit.,p.109.45InRD19,14nov.1444.46I Registri visconteicit.,p.110;FC,p.a.,591.47Cfr.laricognizionedel1470,RD19,c.128v.48I Registri visconteicit.,p.110.Cfr.ancheBognetti, Per la storia dello Stato visconteo cit.,p.343-4,nn.365,367.49Santoro,Gli uffici cit.,p.361.Nel1445CarloGonzagachiedevaterrechedesserounarendita«inragionedelcinquepercento»eindicavaGambolòeTromello:Gli atti cancellereschi viscon-tei,II,cit.,p.115-16.50RD51,c.70,29giu.1451.51RD19,c.125vss.52Santoro,Gli uffici cit.,p.361.53Manaresi(ed.),I Registri visconteicit.,p.116.54Santoro,Gli uffici cit.,p.368.55RD45,c.9v-15v,22mar.1450.L’attofulettoin platea Arenghiallapresenzadelpopolomila-neseradunato,davantiallaportadellacattedrale,allapresenzadivescovi,notabili,consiglieri,congrandesolennità.56Santoro,Gli uffici cit.,p.360-361.

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57RD19,c.355vess.;cfr.ancheRM47,c.299,18nov.1460,alcomune.58Ibid.59RD63,c.209,2nov.1498.60 «cum pratis, molandinis, vineis buschis, pascuis, terris cultis et incultis, edificiis, domibus, iuribus,aquisaquarumductibusetiuribusaquarum»dicuigiàinpassatoerastatoinvestitodal-lacameraducale,altempodelducaFilippo,AntoniodeCanibusdiSartirana:RD19,c.53ss.,ricognizionedel1470.Nel1450GaleazzoTortiavevaavanzatodellerivendicazionisullaterraecastellodiSartiranaesucertepossessionicheavevavendutoalducaper4000ducati:Roveda,Le istituzioni e la società cit.,pp.94,107.61RD15,c.97-100eRD19,c.53ss.,conriferimentoallaprimaconcessionedel1452eallacon-fermadel16gen.1467.62FC,p.a.,556.63RD19,c.364.Cfr.ancheFC,p.a.,415e520(Sant’Angelo)e200(Ceretto).64Nel 1415 ideputatialleprovvisionidiPaviadenunciavanoche il castelloe lepossessionidiOlevanoeranoindebitamentedetenutidaAntoniodettoVarecheto Beccariaefratelli(Santoro,La politica finanziaria dei Visconti,cit.,III,p.46,22mag.1415).Contemporaneamente,laterradiCerettogiàdeinobiliGiorgieranellemanidiunostipendiarioducale:ibid.,p.46.65Sforzesco1588,13ago.1465.TorelloGiorgiefratelli,ancheinquantoeredidelq.GiacomodaOlevano,sirivolgonoalladuchessasostenendocheilconteBologninotieneduepartisutredelcastelloebenidiOlevanoevaribeniaCerettoechehaottenutodalducatutteleentratedelledueterre,salvoletassespettantiallacamera(dazidellamercanziaeferrarezza,gabelladelsale,gualdi,tassadeicavalli)eidazispettantiallacittà.Fannopresentechegliimbottati,lanotariaelaprovaria eranoincantateallacittàelaterzapartediOlevanononesenteèconvenzionataconlacameraper6lireperleimbottature;altrettantovaleperCerreto.MalsopportandolasoggezionealBologninodopoesserestatidirettisudditideiVisconti,ricordanocheCerettoerastatasottolagiurisdizioneprimadiPaviaepoidiMortara,epoierastataoggettodidisputatraleduecittà,echeperrisolverelacontesailducaavevasottopostoCerettoalcapitanodiLomellinacomegiudicecompetenteeordinario,riservandoallacameraidazispettantiallacittàdiPavia(ossiaimbottati,notariaeprovaria).Chiedonoquindichenonsiainnovato inquestamateria.66RD48,c.260,17ago.1494.67RD45,c.79-80.68Chittolini,Alienazioni d’entrate cit.,p.162en.12,p.166.RD19,c.897,confermaaRaffaeleZaccariaeaRuffeninodaCorteeaPietroGiorgiodaSannazzaro,20mar.1470,dell’investiturafeudaledeldel27nov.1466.69RD19,c.473ss.70FC,p.a.,423.71Santoro,Gli uffici cit.,p.373-374.72FC,p.a.,103.73RD51,c.66v-67,21mag.1451.74Dallaricognizionedel1470:RD19,c.671-75.Cfr.ancheCeretti,Francesco di Francesco Pico cit.,pp.999-1001.NelcompartitodellatassadeicavalliSannazzaroeratassataper7cavallicheeranoperòrimessiperesenzione.75RD48,c.208v,3apr.1492alcomunediMalgrate.76F.Leverotti,Diplomazia e governo dello stato. I «famigli cavalcanti» di Francesco Sforza,Pisa1992,p.173(daRD9,c.100).Nel1467latassadeicavallièrimessaallalocalitàdiSant’Angeloperprivilegio.77Ricognizionedel20mar1470inRD19,c.115vess.Cfr.ancheFC,p.a.,537.78Cfr.laricognizionedel20mar.1470,RD19,c.835-838.79Ibid.eFC,p.a.,261.80 Cfr. il documento edito da F. Vaglienti, Cacce e parchi ducali sul Ticino (1450-1476), inVigevano e i territori circostanti cit.,p.251.81Cfr.laricognizionedel20mar.1470inRD19,c.80vess.Il14ott.1464riceveancheleentratedeldaziodelpontesull’AddadiLodiedelportodelFalconesulTicino:RD7,c.39.SulGraziani,P.C.Decembrio,Vita Francisci Sfortiae quarti mediolanensium ducis,acuradiF.Fossatieal.,inRerum italicarum scriptores,2ed.,XX/i,Bologna1925-1958,noteap.584-85.82Santoro,Gli uffici cit.,p.363.

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83RD15,c.190eRD19,c.80ss.84SullevicendedellaconcessionediCozzo:FC,p.a.,224;elefonticit.nellenotecheseguono.85Nel1458PietroGiacomoConfalonieriavevacedutolasuapartedeidirittisuCozzoepartedelcastello a Giovanni Botto, referendario ducale; seguiva ratifica ducale in ampia forma, 9 ott. 1458, RD51,c.272;nel1464ilBottoottenevalicenzadialienarelasuapartedelcastellodiCozzogiàavutaindonodalducastesso(RD7,c.37,4ott.1464).Lavendevainfattialmiles edottorenova-reseTommasoCaccia,cheacquistavadirittiulterioridaaltriConfalonieri.Il29apr.1465ilducaconcedevaalCacciadivenderealGallarati«nonnullaspossessionesetcastrumetfortiliciumnecnonomniaetsingulaiura,iurisdictiones,honorantias,rationesacactionesquashabetetpossidetinterralocoetterritorioCocii»(RD7,c.51).Anchequestapatenteèsingolare:contienevarieclausole a garanzia della transazione, che era avvenuta evidentemente per un preciso disegnoducaleeinformapuramenteallodiale,ancheseimplicavadirittifeudalieriguardavaancheunfortilizio.IlcastellodiCozzofuspessoutilizzatodaiduchianchepersoggiorniecerimoniese-miufficiali (cfr. Sforzesco1119,3ott.1494,PietroGallaratialducadiBari).86RD7,c.161v-162:visteleconcessionidel1465,ilducaGaleazzoM.Sforzaconfermalado-nazioneeconcessionedidiritti,imbottature,entratedelluogodiCozzo;siaggiungeche«utpleneinformatisumusdedatiispanisvinietcarniumdictusPetrusiustumdatumetconces-sionehabetanobilibusdeConfaloneriis legiptimisconcessionisutdictumesthabentibusabimperiali mayestate alias ut promittit dictis nobilibus confirmatis quas concessiones nec non et declarationes de quibus supra fit mentio, quas hic per sufficienter expressis haberi volumus, et dequibusplenamnotitiamhabuimusetquoddatumeidemPetroexcertascientia…laudamusratificamus et approbamus… de novo concedimus… Mandantes ecc.» Perlaconfermadel1477,ibid.,c.311-12.87RD19,c.897ss.,ricognizionedel20mar.1470.Cfr.ancheChittolini,Alienazioni di entratecit.,p.162.Nel1462(RD7,c.10,23dic.)erastatadonataalcamerarioGiacomodaCortelatavernadiGallia,delvaloredi20 lire imperialiannue,appartenentealla squadra locorum Octabiani,reddito finora spettante alla camera.88Ibid.89RM25,c.43:ilducariprendealMallettacertibeniinLomellinadonatineldic.1463(RD7,c.13v,15dic.1463)dopolaconcessionefeudalediCilavegna.90Santoro,Gli uffici cit.,p.363.91InseritoinRD19,c.841ss,ricognizionedel20mar.1470.Cfr.ancheChittolini,Alienazioni di entrate cit.,p.162eFC,p.a.,263(Garlasco)e571(Sommo).92Ibid.93Ledaterisultanodallaricognizionefeudaledel20mar.1470inRD19,c.59-64.94Contrastatadagliabitanti:cfr.Chittolini,Alienazioni d’entratecit.,p.151,160.95InRD15,c.97einRD19,c.65-69.Cfr.ancheFC,p.a.,100.IprocuratoridiCicconel1466eranoRofeninodeCurtedelq.Giacomo,RaffaeledeicontidiMedealiasZaccaria,q.Stefano;PietroGiorgiodeinobilidaSannazzaro(RD19,c.64),glistessicheottengonoinfeudolasquadradiGarlasco;Chittolini,Alienazioni di entrate cit.,pp.149ss.96Chittolini,Alienazioni di entrate cit.,p.159.Cfr.laricognizionedel20mar.1470,inRD19,c.120vess.97RM62,c.45.98Chittolini,Alienazioni di entrate cit.,p.159,162.Il21nov.permutaquestaconcessioneconleentratediBorgomanero.99Santoro,Gli uffici cit.,p.365.100RisultadaI Registri visconteicit.,p.111,attodel24nov.1444.101RD19,c.917vess,ricognizionedel20mar.1470afavoredeicontidiGambaranaAlbertoeRuffino fratelli, Enrico, Bartolomeo, Gio. Pietro e Luchino e Tommaso, procuratori Francesco Gambarana e Manfredo di Ruffino. Cfr. anche Chittolini, Alienazioni di entrate cit., pp.149,160;Id.,Infeudazioni e politica feudale cit.,p.87,nota70.102Santoro, La politica finanziaria cit.,III,p.44-46,22mag.1415,doc.30;cfr.ancheFC,p.a.,256.103Santoro,Gli uffici cit.,p.365-66.104Ibid.105RD19,c.715ss,insertoinattodel20mar.1470.Cfr.ancheChittolini,Alienazioni di entrate cit., p.160;Id.,Infeudazioni cit.,p.87,nota70.

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106Ibid.107FC,p.a.,256;Chittolini,Alienazioni di entrate cit.,p.159.Giuramentodel1470inRD19,c.131ss.108Il17nov.1444lavedovadiLanfrancoBeccaria,madrediAgostinoesuacuratrice,avevarinun-ciatoaidirittifeudali:I Registri visconteicit.,p.110.109RD19,c.131ss.110Roveda,Le istituzionicit.,p.96;varidocumentienotizieneisaggiraccoltiinL’ospedale San Matteo di Pavia cit.111Chittolini,Alienazioni di entratecit.,pp.149,162;Id.,Infeudazionicit.,p.87nota70;cfr.ancheFC,p.a.,343.112Santoro,Gli uffici cit.,p.364.113Chittolini,Alienazioni di entrate cit.,p.159.Laconcessionefeudaleètrascrittainunapatentesuccessiva:RD63,c.73ss.DatonelcastellodiPavia, in camera cubiculari delduca,presentiAngelo Simonetta, Andriotto del Maino, Tommaso Tebaldi da Bologna, consiglieri e Giovannida Melzo amministratore del traffico del sale e Pigello Portinari, procuratori di Bianca Maria e diGaleazzoMariaSforzapervendereaGiacomoMalaspinaq.AntonioAlbericoanomedellamoglieTaddeadellaMirandolaildaziov.p.c.eimbottaturavinoebiadeelegumidellaterradiSannazzaroedellevillecircostanti;contestualmenteseparailluogodiSannazzarodallagiurisdi-zionediPaviaeloconcedeinfeudoalmedesimoMalaspina,riservaticomesempretassadelsale,deicavalliedellamercanzia,gualdieferraria;latassadeicavallieglialloggiamentivalgonoec-cetto per i nobili cittadini che abitano nel territorio; investitura in feudo onorifico nobile e gentile ecc.Èlaformulazionestandardperquesteinfeudazioniseguiteavenditedientrate.114Santoro,Gli uffici cit.,p.366-67.115Chittolini, Alienazioni di entrate cit.,p.165.Cfr.ancheFC,p.a.,46(Cairo)e445(PievedelCairo).116Il2gen.1417,dopolamortediManfredoBeccaria,ibenidiPievedelCairoeGalliaeranostaticonfiscati dal duca (Romano, Contributi alla storia cit.,p.97-98).Seguìuntemporaneoreinte-gro, poi una nuova ribellione, e ancora bandi e confische.117 Il 1 sett. 1451 il duca Francesco Sforza annulla le confische ordinate da Filippo Maria Visconti ereintegraidirittideiBeccariasulcastello,lavillaelaPievedelCairo(eranosignorianchediMonteacutooMontùnell’Oltrepopavese),RD51,c.74-75,1sett.1451;inoltrecomesegnodipar-ticolarebenevolenzadonaaRainaldoBeccariaidazidiv.p.c.delluogo(c.75,2sett.1451).118RD63,c.145ss.119Chittolini,Alienazioni di entrate cit.,p.161e165.FC,p.a.,272.120RD63,c.145ss.AncheLudovicoilMoroavevapossessionieterrenellalocalità:ebbeancheunacausaconScipioneBarbavaraapropositodicerteterre.121FC,p.a.,409edE.Roveda,Una famiglia del ducato di Milano. I Colli di Vigevano fra XIII e XVI secolo,incorsodistampa.122 RD 45, c. 175-176, 1463 5 mag. e FC, p.a., 135. Ricevendo Sezzadio in feudo dai Visconti,Giovanni e Domenico Feruffini si impegnavano a permutare l’investitura con quella di un luogo equivalente; la concessione era stata confermata nel 1450, 9 ott., ai figli di Giovanni, ossia Filippo eLuchinoBernardino;lanuovaconcessioneriguardavaleimbottaturedelvinoebiadedelluogodiCandia«infeudonobileegentile»,perunvaloredi378lire(macomunqueinferiorea400),loco et scontro Sezzadii.123Santoro,Gli uffici cit.,p.368-69.124Attodel14gennaiodel1462inseritoinunapatentedel18mar.1467,inRD7,c.120-121;cfr.ancheFC,p.a.,135.IlducaFrancescofacevariferimentoalperdonoeallareintegrazionead pri-stinos honores del1451ealfattocheun’inchiestacameraleavevaappuratochealtempodiGianGaleazzoViscontiiConfalonieridiCandianoneranosolitiriscuoteretalientrate,chesiconcede-vanodunqueperbenevolenzaducaleenonperconvalidaredirittipreesistenti.125RD7,c.120-21.126RD19,c.342ss.127Lapatentedel1feb.1492concedelicenzanonostantelacondizioneclericaleessendofeudo seu donatione:lapatentedel1feb.1492concedelicenzanonostantelacondizioneclericaleessendofeudo seu donationeRD48,c.196,1feb.1492.128AcquisizionecameraleinSforzesco 1136;cfr.laletteradel12genn.1497cheprorogailgiura-mento,RD63c.127v.

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129RD19,c.180ss.130RD19,c.5eA.Dina, Ludovico il Moro prima della sua venuta al governo, in“Archiviostoricolombardo”,s.II,III(1886),p.757.131FC,p.a.,404.132RD15,c.305ess.133RD15,c.306vess.134RD15,c.299;FC,p.a.,179e253.135RD15,attomancantesegnalatonell’indice;è inseritoancheinattosuccessivo inRD63,c.73v-78v.136RD63,c.73,6gen.1496,patentedallaqualerisultacheil22febb.1473ilmarchese,conlicenzadelduca,avevadatoidazidellaterraedellasquadraadAntoniottodiSpinettaCampofregosoper5000ducatid’oroloco e scontrodeicastellieluoghidiCarrara,MonetaeAvenzainLunigiana,con ratifica e approvazione anche di madonna Taddea; segue investitura feudale nel Fregoso. Cfr. ancheB.Sacco,Storia di Pavia cit.,p.67.137FC,p.a.,256.138FC,p.a.,590.139RD63,c.201;FC,p.a.,518.140Comuni78,SanGiorgioLomellina.141Santoro,Gli uffici cit.,p.365.142Notiziadell’investituradel1478inRD63,c.88ss.,13genn.1496.EranostatepocoprimadonateaGiovanniCordier,cantore dellacappelladucale,cheviavevapoirinunciato.SulCordier,P.A. Merkley - L.L.M. Merkley, Music and patronage in the Sforza court, Turnhout, Brepols,1999,pp.253-56.Cfr.ancheFC,p.a.,601.143RD63,c.88ss.,13genn.1496.144Santoro,Gli uffici cit.,p.362.Cfr.ancheRD48c.194:ilC.avevagarantitoladotedellaprimamogliesuibenidiTromello,laquestionevienesanata,14dic.1491,trattandosidibeniallodiali.145FC,p.a.,591.146RD48,c.194,14dic.1491.147Rubriche Notai,2419,BoniforteGira.148Il2gen1482idueRossivengonoinvestitididuefeudipiacentini,CastanoeVerdeto,giàdellozioDanieleRossi:RD63,c.249v-252.Cfr.ancheFC,p.a.,423.149FC,p.a.,256.150RD63,c.240-41.151L’archivio dei marchesi Malaspinacit.,n.666,6mag.1499.152FC,p.a.,518.153Sforzesco1109,13dic.1492,LudovicoSforzaaBartolomeoCalco.154RD63,c.151,27sett.1497.155Cfr.infra,n.74.LapatenteèinRD213,p.404;cfr.ancheFC,p.a.,208.DaescluderelanotiziachelaSantorotraedalrepertoriofeudaledelGuascodiBisio,ossiacheAlbericoMallettavendesseCilavegnaalVisconti(Santoro,Gli uffici cit., p. 363). Alberico era morto nel 1466, i suoi due figli ederedieranogiàscomparsinel1477.156V.supra,n.6,eFC,p.a.,621.157RD44,c.50.158RD48,c.163-66,4ott.1489;RD63c.201,20apr.1498.159FC,p.a.,435.160RD48,c.241,17gen.1494ec.246,3giu.1494.161RD45,c.262v-263,3ott.1494ealtrediBeatriced’EsteediLudovico.Unapatentedel1496(RD63,c.124,22mar.)menzional’investiturafeudale.L’investituracomprendeanchecertidazidelpanediAlessandria.162 RD 63, c. 119v. I titolari sono Giorgio, suo figlio Ottaviano, Gio. Agostino q. Bartolomeo Georgii, Guidantonio del q. Filippone, Guidone del q. Gio. Filippo, Bernardino figlio del conte Gio.Rocco.Cfr.ancheulterioreprorogadiseimesiconcessaalconteGiorgiodiLangoscoperprestaregiuramento,RD63,c.43v,12mag.1495.163RD51,c.50-51,3mar.1451.LapatentediFrancescoSforzadel3mar.1451èinseritanellapatente dell’8 mar. 1467 in RD 7, c. 115v-118: Filippo Maria Visconti aveva confiscato i beni del

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conteRiccardinoq.AntoniodiLangosco,giàconsiglieredelduca,perimputazionedilesamaestà.AncheibenidiRiccardinodelq.GiorgioediGiorgioq.GiovanniAntonioeranostatiappresi.Ora,defuntoilprimoRiccardino,ilducaFrancescoassolveRiccardinoiunioreGiovanniAntonio,ere-didiRiccardinosenior, datutteleimputazioni,elireintegrapienamenteneiloropossessi.164Cfr.RD7,c.110v-111,4mar.1467;c.114-15,13mar.1467;c.115v-117,8mar.1467;c.117-118,8 e 10 mar. 1467. Le patenti sono a favore del conte Giovan Filippo, di suo figlio Guidone, di Filipponedelq.Antonio,Giorgiodelq.GiovanniAntonio,GiovanniRoccoeBartolomeoGiorgiodelq.Riccardino,nonchéilconteEnricodiMedenipoteeeredediRiccardinodiAntonio.Lepa-tenti ricordano le confische di Filippo Maria Visconti a danno dei conti Antonio e Giovan Filippo diLangoscoediRiccardinodelq.AntoniodiLangosco,elapienareintegrazionediFrancescoSforzaneilorobeniepossessiediritti,annullatetutteleconcessionieinfeudazionisuccessive,fattasalvaquelladiUrbanodiSant’AlosioperunapossessioneaSalegiàdelco.Riccardinoq.AntonioealcunealienazionidiimmobiliaPavia.Ora,nelmarzo1467,laduchessaBiancaMariaeilducaGaleazzoMaria,inoccasionediundecretosulledonazioni,ricevonodaivariLangoscolesommedovuteeconfermanoiprivilegidel1451informaampia.165RD63,c.47v;RD44,c.79,10febb1496;Santoro,Gli uffici cit.,p.363n;FC,p.a.,208.166Santoro,Gli uffici cit.,p.369.167RD63,c.201-06,20apr.1498,eancheRD48c.257,5ago.1494.

Indice delle località citate nella tabellaloCalità/nuMero d’ordine nella taBella

Bordignana,40 Lomello,5,26

BorgoSanSiro,24 Mede,46,61,65

Borgofranco,30 Mortara,1,53

Breme,2,13,15 Nicorvo,41,50

Cairo,19,48 Olevano,28

Campalestro,52 Ottobiano,2,12,29,63

Candia,7,25,51 Ottobiano,squadra,36

Carosio,40 Palestro,3,18

Cassinede’Bossi,21,54 Parasacco,70

Castellarode’Giorgi,12,54 PievedelCairo,48

Castelnovetto,3,39 Robbio,3,10

Ceretto,28 SanGiorgioLomellina,23,42,58,61,65,68,69,71,75

Cerpenchio,41 Sannazzaro,47,55

Cilavegna,5,20,37,66,74 Sant’Alessandro,40

Confienza, 22, 34, 72 Sant’AngeloLomellina,32

Cozzo,35 Sartirana,8,27,60

Dorno,10,26 Scaldasole,16,31

Frascarolo,21,54 Sparavara,19,44

Galliavola,33 TorreBeretti,21,57,60

Gambarana,19,43 Tortorolo,12

Gambolò,4,45,56,64 Tromello,24,59

Garlasco,5,17,38 Valeggio,6,67

Gravellona,49 ValleLomellina,3,39

Gropello,14 Villata,7,25

Langosco,7,73 Zeme,9

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Omaggio, feudo e signoria in terra sabauda

(metà ’200-fine ’400)*

diGuidoCastelnuovo

1. Introduzione: un problema documentario

Raccontauncronistasabaudod’inizioCinquecento:AmedeoVIdiSavoiaassediava, sul finire del Trecento, il marchese di Saluzzo fin dentro la sua ca-pitale;permostrareedimostrarelapropriasupremaziamilitareel’indiscussasuasuperioritàpolitica,ilprincipealpinodecisediumiliarepubblicamenteilpoveromarchese.Locostrinse,ineffetti,ausciredallacittà,araggiungereilpadiglionesabaudoe,perostentarelanuovasoggezioneeservitùdiSaluzzo,lo obbligò a «faire fidélité et hommage ayant une serviette, ou touaille au col, commeun ioug».Un tovaglioloamòdigiogocomesegnoe simbolodiunomaggiodegradante;nonvièchedire, lasceltadeimodiedeglistrumentivassallaticirinviaaunamessainscenaesemplare.GuillaumeParadin,questoil nome del cronista, aggiunge, perfido: si trattava davvero di un «hommage ignominieuse»,diun’ignomìniafeudaleepolitica1.

Inattesa, divertente e sinanche raffinata, quest’invenzione di un rito feudalesui generisvoltoarappresentareeasuggellareunavittoriapolitico-militareè,pernoi,unindizioinequivocabiledellapermanenzadiunmodellofeudo-signorile nelpienodella costruzionestatualedelprincipato sabaudo.Ora,Paradinaltrinonèsenonl’ultimorappresentantediunacospicuaschie-ra di cronisti dediti, fin dall’inizio del Quattrocento, a magnificare le imprese deiloroprincipiesignori,tuttiritrattisottolespogliediprodidominicaval-lereschiecortesi,prontiadaddobbareimeritevoli,aconcederefeudiaiverifedeli,adaccettare,quasiregalmente,omaggiindividualiecollettivi2;inque-stemedesimecronache,ipotentiprincipinonappaiono,invece,cosìintentia migliorare la loro amministrazione, a rafforzare le loro entrate fiscali o a rimaneggiarestatutiterritorialiedurbani,ovveroarappresentarel’idealesto-riografico convenzionale degli albori dello stato moderno; essi sono, semmai, quasiobbligatia«estudierdroictzetloys»,comericorda,nel1460,ilcronistadeicontidiChallant3.

Principinobili,feudaliesignorilinellecronache,dunque;manonsoltantoinesse,inverità.Benchéilcuorestessodellaproduzionedocumentariasabauda

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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batta indubbiamente secondo un ritmo amministrativo e burocratico ― dai conti centrali ai resoconti locali ―, non mancano le fonti che si soffermano sui voltifeudo-signorilidelpoteredeiSavoiaedelleloroélitesterritoriali.Inunalistanonesaustivatrovanopostoalmenotrediversetipologiedocumentarie.

Visono,dapprima,lecartediomaggioed’investiturafeudale.Spessoori-ginalioperlomenoautenticate,questecartesciolte,nondiradoricopiateneipiùantichicartulariprincipeschi,comprendonobuonnumerodifeudioblatie d’infeudazioni ligie, fornendo così una sorta di geografia politica seriale dei rapportifeudo-vassallaticiinterrasabauda;laloromoleèdavveroragguar-devole: fra il1240e il1360,disponiamo,per ilsoloPaesediVaud,dicircaquattrocento omaggi aristocratici di cui Bernard Andenmatten ha da pococuratol’edizionecritica4.

Seguono le numerose attestazioni di omaggi principeschi inserite neiProtocolli tre-quattrocenteschi,ovveroneivariquadernidiminuteappron-tati dai notai-segretari comitali e ducali che rendono conto dei principalitemiedeimaggioriprotagonistiattivinellacostruzionedellasocietàpoliticasabaudatardomedievale.Qui,lamateriaprimaè,ancoraunavolta,datadagliomaggipersonalmenteprestatidaognifedelevassallonelcorsodiquellichepotremmochiamaregrand toursfeudalideiSavoia.Così,nel1329,ilnuovoconteEdoardoorganizzaunaveracampagnadiricezionedegliomagginobilisulterritorio.Ilnotario-segretarioJeanRaynaudsegueognisuospostamento,annota ivariomaggiricevutidalsovranoe lirielabora,alloscritto,compo-nendo una sorta di geografia feudo-amministrativa del principato. I singoli omaggi sono allora inseriti in uno schema territoriale e amministrativo,castellania per castellania e balivato per balivato5. Questa struttura binaria(omaggi personali e geografia amministrativa) perdura sino ai primi decenni delQuattrocento,fornendo,tral’altro,alcuniProtocollispecializzati,ovveroaltrettantiquaderniesclusivamentededicatiatemifeudalie,dunque,allame-moriaprincipescadei legamifeudo-vassallatici.NelcorsodelQuattrocento,tuttavia, omaggi e investiture ― che sino ad allora si svolgevano perlopiù sul territorio,ovveroneicapoluoghidellecastellanieprossimeaicentridipoteredeifeudatariivassalli6 ― saranno il più delle volte registrati presso il castello diChambéry,sededell’amministrazionecentralee,semprepiùspesso,dellacorteducale7.Questorafforzamentodelcentroamministrativoecortigianoè,anche, segno della definitiva integrazione dei riti feudali in un rinnovato mo-dellopoliticodistampoprincipescoestatuale.

LeExtentae8(inventari),iterrierseleRecognitionespredispostedagliuf-ficiali sabaudi costituiscono l’ultimo corpusdocumentariocoerentedimatriceprincipesca e di ambito feudo-signorile. Sviluppatesi fin dagli anni 1270 e in particolarmodoneiterritoritransalpinidovesimoltiplicanosinonelpienoQuattrocento9,queste liste,semprepiù lunghe,dibenidemaniali,dirittisi-gnorilied investiture feudalidimostranopienamente lavolontàprincipescadi conoscere, fin nei minuti dettagli, lo statusditerre,uominiesignoripermeglio affermare la supremazia giurisdizionale del principe garantendo, alcontempo, il buon funzionamento dei suoi strumenti di gestione fondiari,

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177Omaggio,feudoesignoriainterrasabauda

amministrativi e fiscali10.Ilsostratofeudo-signoriledelprincipatoèoggettodiun’attenzionedocumentariad’intensitàvariabile:leextentaeeiterriers loca-lizzati(daHermillon,inMoriana,sinoallaBaroniadiGex)sidistinguonosiadai più antichi elenchi feudo-signorili di matrice castellana ― editi e studiati per la fine del Duecento da Mario Chiaudano11 ― sia dai dagli ampi, e spesso prestigiosiquadernidirecognitionesfeudaliregionali12,risultatodicapillaricampagne informative condotte dai segretari e commissari comitali, comericordanoiquattroquadernisuperstitichecostituisconolacosidettaGrosse BalaynelPaesediVaudd’inizioQuattrocento13.Qualechesianoleloromo-dalitàdocumentarieeilloroambitodiriferimento,questidocumentisonopursempreaccomunatidaunastrutturaedaun’intenzionecomuniecondivise:lapresentazionesottoformadilista;ilcontrolloravvicinatotantosuisudditisabaudiquantosullagestionedelleterredemaniali.

Infine, questa via principesca alle fonti feudo-signorili trova il proprio cor-rispettivonellaproduzionedocumentariadelleélitesaristocraticheincentrataalsiasulvalorepoliticodeinessifeudali(omaggi,investiture,feudioblati)siasuirisvoltiamministratividellagestionesignoriledelpotere,comericordanoivariterrierselealtrerecognitiones feudo-nobiliari elaborati dagli ufficiali signorili attivi innanzitutto a nord delle Alpi fin dal Duecento e, soprattutto, nel corso del Quattrocento. Ogni signore, laico o ecclesiastico, possedeva ilproprioregistrofeudaleedemaniale,simileaquellodeidominidiCossonayche,nel1377,approntanounquadernodirecognitionescomprendenteiloro«hominestamnobilesquamnonnobiles,ligietnonligii,brugenses,feudata-rii, censiti, enfitheotae»14.

AldilàdeltovagliolodiSaluzzo,ètuttaunagrammaticapolitica,socialeefondiariacheaffondaleproprieradiciinunlinguaggio,inunaseriediritiediritualidistampofeudo-signorile.Talepresenzaèdavveropervasiva:essariguardalasferapolitico-giuridica,ovveroirapporti«tecnici»didominioedisubordinazione;essariguardaanchelasferasociale,attraversolacostruzionedi classificazioni fortemente gerarchizzate eppur parzialmente unificate dal ricorsoaunamedesimagestualitàeadun’unicaterminologiafattadiomaggiediligesse,dibaciedimaniintrecciate,dalgrannobilealroturier«francoelibero»esinanchealcontadinotaillable; essa riguarda, infine, la sfera fondia-riaeterritoriale,tuttaimpernatasulnessotrafeudoesignoria.

Inquestepagineaffronteròinnanzituttotrepunti,privilegiandoesempiprovenientidalleterresabaudetransalpinedovepiùradicatoappareilricor-so scritto ai modelli feudo-signorili15. Quali furono le forme e gli strumentideiritifeudalinellaSavoiadeltardomedioevo?Inqualicontestieconqualimodalitàsifecericorsoall’ampiagammadeglistrumentifeudalidisponibili?Qualirapportiintercorserofraillessicofeudaleeilpoteresignorile,fosseessoprincipescooaristocratico?

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2. Omaggio e investitura: forme e riti del linguaggio feudale

Nelleterresabaudetransalpine,enonsolo,iritifeudalitardomedievalisicostruisconosecondounmodelloformaledurevoleecondiviso,neilororitualicomenellalorogestualità.Accantoaglischemitendenzialmentestandardiz-zati della cerimonia dell’omaggio16, il nesso tra vassallità e feudo si svolgeinnanzituttonelripetutoricorsoalfeudooblatoeall’omaggioligio.Laligesseconcerneormaisialerelazionipolitico-signoriliinternealgruppoaristocra-ticosiairapportididominiofraisignorieilorouomini;l’espansionesocialedella terminologia feudo-vassallatica ricorda, così, l’importanza di feudi eomaggicomestrumentidicontrollogerarchiciadampioraggio.

2.1L’omaggiosabaudo:unritualedurevoleeppurrinnovato

«Manus inter manus oris osculo interveniente ut est moris»17, ovvero«immissis manibus suis inter manus dicti domini [...] osculo fidei ut in ta-libus fieri solet interveniente»18,oancora«manusdictidomini[...]manibusipsius domine [...] positis et intervenientibus osculo fidelitatis cum aliis sol-lempnitatibus»19:questitreesempi,datatifrail1359eil1377eriguardantiunomaggioaristocratico,un’investituraprincipescaeunaccordotuttopo-liticofraduepoteriregionali,affermano,inapparenza,sial’ormairadicataconsuetudinedeiritualifeudali(«utestmoris»)sial’ovviacadenzadeilororiti cerimoniali, dall’intreccio di mani allo scambio di baci. La percezionedescrittiva del sistema rituale feudo-vassallatico sembra così mantenere,anche inunprincipatobassomedievale in fiericomequellosabaudo, ime-desimi caratteri distintivi di lunghissima durata finemente decriptati per i secoli precedenti in un classico saggio di Jacques Le Goff20. «Fidelitates ethomagia»prestatialcontediSavoia«pernobilesterrarum»21seguirebbero,così,schemielessiciormaistandardizzaticheprevedonounritualecomples-so,tantolaicoquantoreligioso,tantopersonalequantofondiario-signorile,dall’omaggioaun’investituraavoltesimboleggiataper cultellum,corrigiam,capuciumobaculum22.

Eppure,piùcheinsisteresullasemplicecontinuitàdeigestiedelleparo-lefeudali,troppoalungolettiinchiaveformaleepassatista,convieneporrel’accentosualmenotrecaratteriinpartenovatoridell’omaggiotardomedie-valeinterrasabauda:losviluppodiunamemoriafeudalescritta;l’incontrorinnovato fra omaggio e investitura; l’uso rafforzato dei riti e dei lessici diascendenza feudo-aristocratica come espressioni di sociabilità politiche adampioraggio.

NeiterritoritransalpinichefraXIIeXIIIsecolosiavvianoaformareilcuore del futuro principato sabaudo, lo sviluppo delle scritture feudali e inparticolarmodolamessaperiscrittodeiritualidell’omaggioolacostituzionediregistricoerentidivassalliedibenifeudalièsostanzialmenteunanovitàduecentesca.Nonsitrattasoltantodelpassaggiodalla«allodialitàdelpote-re»23adunafeudalizzazionedeirapportipoliticicorrelataall’espansionismosabaudoe,piùingenerale,alrafforzamentodicentrisignoriliattivisuscalaregionale,sianoessivescoviliocomitali24.Sitratta,davvero,diunimportante

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capitolodiunavastamutazionedocumentariaconnessaallosviluppocom-plessivodiunaPragmatische Schriftlichkeitdimatrice laicaepolitico-am-ministrativa.Questasifondava,nellasecondametàdelsecolo,sull’incontro,sottol’egidasabauda,fralacostruzionediautonomicartulariprincipeschi25,lastesuraannualedirendicontiamministrativisulterritorio(irotolideicontidicastellania26)elaredazioned’inventarisignoriliefeudaliqualileextentaeeiterriers.Nonchefeudieomaggifosserosinoadallorasconosciuti,tutt’altro,vistocheriferimentia«militesfevati»,aprestazionid’omaggiooaconcessio-nid’investiturepercorronolefontiscritteregionalisindall’XIsecolo,mentretaluniesempidellasecondametàdelXIIsecoloattestanol’ampiadiffusionefunzionaleesocialedellerelazionifeudo-vassallatiche27.Ciònonostante,bi-sognaattendereilDuecentoinoltratoperpoterfruirediunamemorialaica,e non più soltanto ecclesiastica28, in volgare, e non più soltanto in latino,organizzata in un insieme coerente di testi, narrazioni e immagini feudalilargamente centrato sul senior sabaudo, sui suoi feudi ed i suoi vassalli. Aquestopunto,comescriveilmaggiorspecialista«feudale»interrasabauda,sarebbe«tentantdeconsidérerPierredeSavoie[signoredelPaesediVauddaglianni1240econtediSavoiadal1263al1268]commeétantl’initiateurd’unréseauvassalique,dont lasoliditéet lesuccèsproviennentaussidesamiseparécrit»29.Edèunatentazioneallaqualeèimpossibilesottrarsi,anchese lastrategiapolitico-documentariadeicontidiSavoiapartecipadiunpiùgeneralemovimentoscrittoriochevede,sindall’iniziodelDuecento,lacom-parsadelleprimedescrizionidiomaggiprestoaccompagnatadallastesuradielenchidifeudiedivassallitantoaristocratici30quantocomitali:ilrotulus de feudis comitatus in Waudo sempre studiato da Andenmatten. La memoriafeudaleappare,dunque,inSavoia,comeunmemoriacorta,almenoalloscrit-to,equestovaleinnanzituttoperledescrizionideisuoiritierituali.

Propriolabrevitàditalepassatoscrittoponeindovutaevidenzagliasse-stamenticulturaliegeopoliticiche,fraDueeTrecento,contribuisconoapla-smareleformedell’omaggiosabaudo.Ecco,allora,cheilmodelloritualenonrimanesoltantoconsuetudinariomasiapreagliapporticulturalideigiuristidiformazioneuniversitariaeailoroLibri feudorum.Quasivent’annifa,GérardGiordanengo analizzò con finezza la contaminazione fra consuetudini regio-naliesviluppodel«droitféodalsavant»nellevicineterredellaProvenzaedelDelfinato tra la fine del XII secolo e il pieno Duecento31.InSavoia,ladiffusio-nedeldirittofeudaleèattestatadall’inserimentonelformulariodell’omaggiodellaclausolasecondonovam et antiquam ― o «veteram» ― fidelitatem for-mam, allusione certa ― diretta o meno che sia ― ai formulari medesimi dei Libri feudorum.PresentinellefontisindagliultimidecennidelDuecento32,diventatinelTrecentoquasiabituali,enonsoloinambitoaristocratico33,taliriferimentialladottrinafeudisticaricordanocheleterresabaudesiinserisco-nopienamentedelladiffusionetransalpinadiunrinnovatodirittofeudaledimatriceduecentescaeitaliana34.Pendantdiquestaaperturadottaedeuropea,l’altro importanteassestamentodel formulario feudale insiste,al contrario,sulle specificità geo-politiche del principato sabaudo e in particolar modo

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dellesueregioninord-orientaliadirettocontattoconilmondogermanico.Quièladifferenziazioneafarladapadrona:alcunidocumenti«difrontiera»ricor-danoinfattiesplicitamentecomeleusanzesabaudeseguanoleconsuetudinidellaRomanam terramenongli«ususTheutonicorum»35,ecomeciòvalgasiaperiritidell’omaggio(presenzadelbacio36)siaperquellidell’investituradifeuda gallicaicuiservizipossonoessereprestatidaimaschicomedallefem-mine37. Guardando verso Sud e al vicino Delfinato, anch’esso principato im-periale fino al 134938,ledifferenzesonomenoevidentieriguardano,semmai,ledistinzionifraomagginobilieroturiers,oplebeichedirsivoglia.Mentrenel Delfinato trecentesco il rituale nobiliare dell’omaggio prestato in piedi si opponealmodo plebeyocheprevedeunomaggioinginocchioprestatoilpiùdellevoltesuipollicienonnellemanidelsenior/signore39, lefontisabaudenondistinguonoquasimaiesplicitamentel’omaggionobileprestato«standopedes»40 dai «genibus flexis nudis»41edaipollicibaciatidegliomaggirurali.Questasortadi«zonagrigia»dove,almenoapartiredalTrecento,iroturiersei contadini-vassalli possono certo presentarsi inginocchiati ― e talvolta «pol-licesobsculando»42 ― mentre nulla, o quasi traspare sulla postura aristocrati-ca43,suggerisce,tuttavia,ancheunaletturapolitico-culturale.Ladiscordanzafra il silenzio sabaudo e il dettame delfinale riguardo al portamento del futuro vassallonobilecorrisponderebbeall’esistenzadiduediversischemimentalio,meglio,aunaparzialeinversionesimbolicadelrapportofrailseniorprin-cipescoe isignorivassalli44. Nel Delfinato, ovvero in un contesto di relativa debolezzadelpoterecomitaleediforteautonomiadelgrupposignorile,tuttosarebbe messo in opera «pour magnifier la cérémonie de l’hommage»45, inparticolarequandositrattidiunomaggionobileritto,elementodiunritualechesisvolgequasitraegualiechepuòdiventare,ancheperilvassallo,fontediprestigioepotenza.InSavoia,invece,ovveroinunambitodoveilpotereprincipescoriescedapprimaa«neutralizzare»46esuccessivamenteanorma-lizzarel’aristocraziasignorile,ilritualedell’omaggiorafforza,ancheincamponobiliare,ipropriconnotatigerarchiciedisubordinazione.Lalegittimitàeilprestigioconnessiall’esplicitamenzionescrittadellasingolaritàdiunomag-gionobileprestatoinpiedisarebbero,allora,volutamenteomessi.Ilsilenziodocumentario sabaudo apparirebbe così come un ulteriore segno di livella-mentosocialeedisottomissionepolitica.

Tradizionalmente, l’omaggioèconsiderato il fulcrodellacerimonia feu-dale cui segue l’investitura beneficiaria concessa dal signore in favore del suo nuovo,orinnovato,vassallo47.Ora,anchel’ordineritualedellacerimoniasem-bra, nel corso del tardo medioevo sabaudo, modificare le proprie scansioni in-terne.BernardAndemattenhacosìpotutodimostrarecome,nelcerimonialefeudaledelPaesediVaud,l’investituraprecedasemprel’omaggio48.Nonchetaleinversioneritualedebbanecessariamenteconsiderarsicomeunulterio-re indiziodellapreminenzadell’elemento reale (il feudo) rispettoai legamipersonali (l’omaggio). Questo perché, da un lato, la più recente storiografia ha insistito sui rischi di una «sovradeterminazione» del ruolo dell’omaggiofin dal XII secolo49;questoancheperché,d’altrocanto,lamemoriafeudalein

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terrasabaudacontinuaalungoainsisteresullanecessitàdiprestareindivi-dualmentel’omaggioalprincipe,comepersottolinearel’esigenzadiconser-varetuttiivantaggi,simboliciequotidiani,dellarelazionedirettafrasignoree vassallo. Non a caso l’efficacia e la durata di quest’associazione fra il legame personaleel’elementorealesonoattestatedallevariecampagnediricezioned’omaggidispostedaiprincipisabauditantoinoccasionedellaloroascesaco-mitalequantoaconfermadeiloroacquisti,odelleloroconquiste,territoriali.ContrariamenteaquelcheaccadeinProvenza,dove,giànelXIVsecolo,«àpeuprèstouteaffectivitéestbannie»dallerelazionifeudo-vassallatiche,nelleterresabaudequattrocentescheilfeudalesimoface to facenonsembraancoralasciareilpostoadunapiùfreddaeformale«féodalitéadministrative»50.

Eccoallorairitidimatricefeudaleesprimereunacomunegestualitàdellafedeltàedelservizio.Abbiamogià intravistocome,sindalDuecentoalpiùtardi,iritualidellafedeltàruralenonsidiscostinomoltodallecerimonienobi-liari.QuestoaccadeinSavoia,maanchenellevallilombardedelXIIIsecolo51,nel Delfinato, ma anche nella Catalogna del 125052onelBordelaisstudiatodaRobertBoutruche53.Vièancoradipiù.Grazieancheallamediazioneprincipe-sca,ilvolgarizzamentosignorileeruraledeigestifeudo-vassallaticihaormaipermeatol’interagammadellerelazionisocialiepolitiche,dagliambitiurbaniaimilieuxamministrativi,ovverodall’homagium ligiumprestatonel1254daimercantiebreiinfavorediPietrodiSavoia54 ai «genibus flexis, manibus iunc-tisantesacrosanctumcorpusChristietreliquias»,ossiaadaltrettantipubblicigestieseguitiil27settembre1447dalfuturocastellanoducalediCossonayinvista del suo solenne giuramento in qualità di fedele ufficiale di fronte ai sin-daci,alpreteeai«gubernatores»locali55.

Trasceselesueoriginiaristocratiche,l’omaggiovassallaticosiavviaapro-porsicometramiteorganicofrapotereeservizio.Inambitonobiliare,ruraleeavolteancheamministrativo,ilsuocerimonialecreailvassallo,ilfedeleel’uomoligio;ilsuolessicoforgiailfeudooblato,lacommiseelaligesse.

2.2Feudooblatoeligesse

Che i legami feudo-vassallatici appaiano, sin dalla fine del XII secolo, comeunodeglistrumentiessenzialidellacostruzionepoliticaedellalegitti-mazionegiuridicadeipoteri(sovra)regionaliin fierièdatocomuneebenco-nosciuto ― anche se non sempre debitamente studiato ― tanto per i principati territorialiquanto inambitourbanoecomunale.Seppur in tempidiversi econ modalità divergenti, dalla Linguadoca al Delfinato, da Asti alla Provenza, sisusseguonogliomaggiainuovipotenti,sianoessisignori,principiocomu-ni,cuicorrispondeilpassaggiodaldominioallodialealcontrollofeudalesuuominieterre.

Interrasabauda,ilprimomomentochiavedelricorsosistematicoaunapoliticafeudalemessaperiscrittorinviaallametàdelDuecentoeallacam-pagna del futuro conte di Savoia Pietro II volta a ricevere gli omaggi dellamaggioranza dei domini locali e a costruire un complesso reticolo di feudioblatinelPaesediVaud.ComescriveBernardAndenmatten,«la réception

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d’hommages vassaliques et la concession de fiefs de reprise par Pierre et PhilippedeSavoiesont lessignes lesplusvisiblesde l’allégeancedeséliteslocalesaunouveaupouvoir»56.Tuttavia,sinoalmenoallametàdelTrecento,queste nuove fedeltà feudali, spesso accompagnate da compensi in denaro,non sono né sempre coerenti né dichiaratamente esclusive. Così, mentre iSavoia prestano a loro volta omaggio ad altri potenti signori loro pari, dalvescovodiLosannaal contediBorgogna, lagrammatica feudaleè resapiùcomplessadalladuplicecrescitadellaligessearistocraticaedelleriservedife-deltà.EcconeunesempioprecocecheriguardanoniSavoiabensìuna«pais»fraSimondeJoinvillesignorediGexeilconteRaouldiGinevra.Siamonel1256eilsirediJoinville,riprendendoinfeudocomitaleunadellesueterre,precisa al contempo di essere «devenu ses hom liges» pur mantenendo al-trisignorie fedeltà,«sauve la féautéJeancomtedeBorgoigneetsignordeSalinsetsauvelaféauté[...]monsignorPerron[Pierre]deSavoie»57.L’usosimultaneodeivaristrumentifeudalialloradisponibili(feudioblati,ligesse,riservadifedeltà,cuispessosiaggiungel’augmentum feudiconcessoalnuovovassallo)attestatantolosviluppoesponenzialedelricorsoscrittoaicontrattifeudo-vassallatici quanto l’ancora forte concorrenza tra sfere di potere noncompiutamentegerarchizzate.

Ora,nelcorsodelTrecento,ilegamifeudalirafforzanolaloroimprontagerarchica,disottomissionealpotereprincipescosub specieterritorialeesi-gnorile.Nelleinfeudazionienegliomaggi,lasubordinazionepoliticainiziaaprevaleresuicaratteri,apparentementepiùconsueti,delcontrattovolontario,artefice di una «dépendance honorable»58 e di una gerarchia di eguali. È ilpassaggiodalfeudooblatoalla«superioritatisressorti»comitale59.Lacrescitadellasupremaziaprincipesca,chesivorrebbeormaiindiscussa,simisuraal-l’impiegodivaristrumentidicontrollotecnicoedinormalizzazionepolitica.Sicominciaaparlaredella«licentiadomini»necessariaperognimutamento,cessioneovenditadifeudi,anchenonprincipeschi60;sicontinuaconlepenecomminateachi,nobileenon,siarrischia,sempreprivodelconsensosabau-do,oaprestareunomaggiosignorile(cosìadAllingesnel1369-70:multadidieci fiorini61) o addirittura a vendere un feudo nobile «absque [...] dominicomiticonscientiaetconsensu»,comeaPalésieuxnel1363quandoildettofeudo,dopoesserestatoavocatodaAmedeoVI(«exchetaetcommissa»),vie-ne reinfeudato d’ufficio62.Sicontinua,comeabbiamovisto,esigendolapre-stazionedinuoviomaggiterritorialie«generali»adognimutatione domini,favorendocosìlebenregolatecampagnediricezionedegliomaggiprincipe-schipercastellanieebalivati;nelmentre,proliferanolericognizionifeudali,oquernets de fiefs, chesiaggiungonoalleextentae,o registrideldemanio.Siconcludeconsiderandol’interaretefeudalesulterritoriocomeuninsiemecoesoedipendentedalprincipe.Siparla,allora,diuna«movenciadefeudoducale»63inventariataecontrollatadaicommissarii feudorum;leriservedife-deltàsidiradanoalquantonegliomaggiprestatialprincipementresimanten-gonovivissimenegliomaggifraaristocratici64;iverticidell’amministrazionegiudiziaria(ConsiglieCameradeiconti)intervengonoripetutamenteintema

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feudale,voltaavoltaperobbligareunhomorecalcitranteaprestareomaggioligioalpropriosignore65,per informarsi sul realevaloredialcuni redditidapocoinfeudati66, per accettare ― dopo pubblici accertamenti ― un’investitura ducale67 o ancora per confiscare d’autorità tutti i feudi ― e gli uffici ― degli aristocraticiribellialpotereducale68.Inquestocontesto,nonsorprendechesiarrivi,nel1445eseguendounesplicitomodelloregiofrancese,aun’ordinanzasolennechevietaognismembramentodelpatrimoniosabaudo,unpatrimonioormaiinalienabilede iureechecomprendeanche«homines,homagia,feuda,retrofeudasiveiurisdictionesnostrae»69.

Sottomessi a una giurisdizione, a una politica e a una documentazionesabaude ormai pervasive, i vassalli tre-quattrocenteschi appaiono, almenointeoria,collettivamentesottopostiesottomessialpotereducale:sonotut-tihomines ligiichedevonoaltrettantiomaggi ligialprincipe lorosignore70.Inverità, la ligesse,con lesue fedeltàprivilegiateoesclusive,nonriguardasoltanto l’universo aristocratico; fin dalla seconda metà del Duecento, essa av-vicinanobilienon-nobili,domini,roturiers econtadini,accomunatitantodaunageneralefeudalizzazionedellerelazionipersonali71quantodaundiffusoricorsoaglistrumentitecnicidellaligesse72.

Soffermiamocidapprimasultrionfodiquesta«disciplinedelaligesse»,come l’ha ben definita Nicolas Carrier73.Inerenteormaialvocabolariosigno-rilecomeallaterminologiafeudale,laligessepuòriguardaretutti,uominieterre,dall’homagiumalfeudum ligium.Ladiffusionedelterminenoncorri-sponde,delresto,aunasemplicesceltalessicalediventataconsueta,marinviadavveroaunarealtàquotidianaimperniatasustrettissimilegamidifedeltào di subordinazione. In tale contesto la ligesse può essere anche revocata.Eccone un caso raro, seppur esemplare, del 1377. Il documento, scritto involgareenoninlatino,trattadellarinunciaallaligesse fino ad allora dovuta daldomicelloGirardOgneysdiChampventaisignoridelluogo,sitonelPaesediVaudsabaudo74.Incosaconsistequesta«lygeité»oraabbonataall’antico«nostreshomelieges»?Secondoschemiclassici, l’omaggioligiogerarchizzai molteplici rapporti feudo-vassallatici: Girard era stato l’uomo dei dominidi Champvent «devant tous seigneurs». Ora, invece, egli potrà «reprendrelygementdequelseigneursqueillyplairat.Etquelyfeyqueilreprendrasoitdevantlesnostre(sic)».Anteriorità,preminenzaesupremaziacompongonoilquadrodiuna ligesse feudale che rinvia a una stratificazione dei rapporti personaliedeilegamifondiari.Maselaligesseesprimesemplicementeunafedeltàpreferenziale,perchélagrandissimamaggioranzadegliuominiedeifeudisonoormaidettiligi?Siripresentanoquiduecaratteritipicidelfeudale-simosabaudobassomedievale:lacrescitadelpotereprincipescoelosviluppodellessicofeudo-vassallatico.

Ilprimoaspetto,politico,promuoveilricorsoallaligessetantoinambitoaristocratico, per meglio identificare i fedeli vassalli e controllare le forme dellamobilitàsociale,quantoneirapportisignorili,permeglioconosceregliattorieglistrumentidigestionedeldemaniosabaudo;laligesseruraleecon-tadina, ormai generalizzata e codificata negli elenchi delle extentae,diventa,

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nellemanidelprincipe-signore,uneccellentestrumentoperaffermarelapro-priaposizionedidominus/senioreminenteesuperiore75.Ilsecondoaspetto,piùculturale,allargalasferad’azionedellinguaggiodimatricefeudaleatuttiigruppisocio-professionali,dalservoruralealmercanteebreo,dalcontadinocensuale allo speziale urbano76 e sinanche alla donna diventata «hominemligiam»77;questofavoriscel’impiegodellaligessenonpiùcomeindiziodiunsaldolegameconilpoterebensìcomesimbolodiunasottomissioneindiscus-sa.

Sièpotutoscriverloperlanobiltàeribadirloperlacavalleria:inverità,anchelaligesseappare«unidealecondiviso»purpossedendo«unéclatchan-geant»78.Del resto,proprioampiezzadelsuoraggiod’azionespiega il riccodibattito storiografico che l’ha avvolta, ad opera innanzitutto degli specialisti delmondoruraleedelsuoservaggio79. In effetti, il significato stesso della li-gessemutadecisamenteasecondadellaprovenienzasocialedell’homo ligius.Segnodiuna fedeltàpreminente inambitoaristocratico,essodiventaper iministerialisabaudi ilsimbolodiunadipendenzaprivilegiatadal loroprin-cipe80, prima di trasformarsi nel marchio di una perentoria subordinazioneperglihomines ligii et talliabiles ad misericordiamcheappaiononellefontisoprattutto sul finire del Trecento81.

Al di là di un’unificazione rituale e lessicale che passa sia attraverso la co-munecerimoniadell’omaggioedell’investiturasiatramiteilricorsocondivisoal vocabolario della ligesse, i legami feudo-vassallatici rafforzano la letturagerarchicadellasocietàsabaudatardomedievale.

2.3Unagerarchiamultiformediuominiefeudi

Fra Due e Quattrocento, l’estensione del vocabolario feudo-vassallaticodimatricearistocraticaatuttiigruppisocialifavorisceulterioriprecisazionigiuridicheelessicalicheconsentonodirinnovareladistinzionefraivaritipidihomineseilorofeudi.Così,inambitonobiliare,l’omaggioligiononappare,alungo,comel’unicoomaggiopossibile:inobilipossonoessereascrittia«duahomagia,unumvelligiumetaliumnonligium»82ericevereterreeredditi«infeudumplanum»83cosacheinvecenonsembraesserepossibileperivassallinonnobili.Inoltre,l’omaggionobiliaresicaratterizzapursempreperisuoiat-tributimilitari,diauxilium et consilium,comericordano,adesempio,alcunerubricheinseritenei«feodanobilium»dell’extentadiUgine(1273)checon-nettonoilgodimentodelfeudonobileallaguarda castrieseguitadalvassallo― «homo ligius»84. Infine, anche se tutti gli homines domini, nobili e non,devonopagarel’importodelplacito ad mutagium domini et vassalli ― così almenonelleextentae di fine Duecento85 ― l’omaggio nobile rimane vitalizio edevedunqueesserepersonalmenteprestatodaogninuovovassalloeaogninuovo signore ― le campagne feudali dei conti di Savoia si spiegano anche così ―, mentre l’omaggio non nobile, più spesso ereditario, non necessita di rinnovicosìpubblicierituali86.

Intalecontesto,gliomagginobiliprestatiper«feudumligiumetnobile»87affermano alcune loro specificità, giuridiche e consuetudinarie, rispetto agli

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altrifeudieomaggiroturiers.Comescrivevaundocumentocatalanodel1197,gli uni dovrebbero servire «more militari», gli altri «more rusticali»88. Perassicurareerafforzarequesteparticolaritàaristocratiche,gliscribie inotaisabaudiricorrono,sindagliinizidelTrecento,auncomplessoassortimentodi aggettivi. Il feudo nobile diventa così antiquum e paternum89, o ancora«franchum,ligiumetnobilem»90ovvero«ligium,antiquum,paternumetavi-tum»91,mentrevedremofrabrevecome,nelpienoQuattrocento,ilpassaggiodaun«homagiumfranchumetligium»aunomaggio«nobilemetligiuman-tiquum»diventiilsimbololessicaledell’abbandonodiunacondizioneruraleinfavoredell’assaipiùprestigiosostatusnobiliare92.

Proprio l’ampiezza del ricorso agli strumenti feudali, nelle relazionipersonali comenei rapporti fondiari, fa capiremeglio lenecessitàdiunri-finimento lessicale e le ragioni di un perfezionamento giuridico in grado di ricongiungereicaratteriunitarielanaturagerarchicadell’universofeudale.Così,apartiredalmomento incui lagrandemaggioranzadegliuomini ligi(nobilieroturiers, contadinie servi) tiene i suoibeni fondiari in feudodalprincipeodaaltrisignori,qualechesialacondizionegiuridicadellaterraelacondizionepersonaledelsuodetentore,eccodiffondersil’usodellasufferte,oremissio homagii,che,adesempioincasodiincompatibilitàfraleduecon-dizioni, permette di differire finché necessario la prestazione dell’omaggio93.Indiscutibilmente,lasocietàsabaudatardomedievaleprevedeormaiunusomultiformedeilegamifeudali.

3. Feudo, signoria e nobiltà: la duttilità dei legami feudali

Tramite essenziale, fin dalla metà del Duecento, per consentire ai conti di Savoiadiporrelefondamentadelloroprincipatoregionale,lostrumentofeu-dalesaràimpiegatoneiultimisecolidelmedioevoincampieperscopisemprepiù vari. Innanzitutto, si consolida il nesso fra la prestazione dell’omaggio,l’investituradiunfeudoel’accessoallanobiltà;inoltre,ilrafforzamentoam-ministrativodelprincipatoincludeancheunacomponentefeudale,noncomealternativabensìcomepartecipazionecomplementareallacostruzionediunasocietàpoliticadominatadalprincipeedaisuoientourages; infine l’estensio-ne dei reticoli feudali in ambito fondiario favorisce sia una complessa classifi-cazionesocialedeglihomines dominisiaunfortericambiosignorileconnessoall’aperturadiunveromercatofeudaledellaterra.

3.1Homines,feudatarienobili

Nell’apriledel1425,ilducaAmedeoVIII,dopoaverascoltatoilpareredelproprioconsiglio,nobilitaederige«adnobilemstatumhonoremetconditio-nem perpetue» Aymonet Vernet, figlio di un «dilectus homo noster franchus etligius»94.Seiannidopo,lostessoAmedeo«invassallagiumretinemus»unodeisuoipiùfedeliconsiglieri,ilsegretarioGuillaumeBolomier;investendolodiunadomus fortis sitanelBugey, ilduca fadiGuillaumeunsuo«feuda-tarius»schiudendoglicosìleportedellanobiltàrurale95.Passanoaltrisedici

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annieilnuovoprincipeLudovicoliberadaogni«servituteetconditionerura-le»imembridellaparenteladeiCohendier,unafamigliagiàconsideratacomenobilemachesoltantoilpassaggiodaunomaggio«franchumetligium»aunnuovolegame«nobilemet ligiumantiquum»conannessa infeudazione«infeudum [...] nobilem et ligium» inserisce definitivamente nell’universo aristo-cratico96. Infine, nel 1458, è la volta del nobile Aymon de Saint-Germain che riconosce«seessehominemnobilem»delcontediGruyèreperchétienedaluiinfeudoalcuneterre97.Attraversoquestiquattroesempi,einpocopiùdiuntrentennio,possiamoseguireilconsolidamento,alpiùtardiquattrocentesco,dellagrammaticafeudalesabauda.DallaMorianaalBugeyealPaesediVaud,tre caratteri distintivi risaltano con sufficiente chiarezza.

In primo luogo possiamo notare le conseguenze gerarchiche dell’affina-mentodellinguaggiofeudale:selamaggioranzadeidetentoridibenifondiariècostituitadaaltrettantihomineschedetengonoleloroterreinformafeudalee incambiodiunomaggioligio,tale ligessesideclinaormaidecisamentealplurale;daunlatoglifranchi et ligi,d’altraparteinobililigiantichidettianche«feudatarii»98;perunversoglihominesrurali,sempliciroturiers sudditi ― e talvolta servi ― principeschi, d’altro canto i veri potenti ― vecchi o nuovi che siano ― investiti di feudi che nobilitano. Il vocabolario feudale acquista così una duplice efficacia: esso diventa capace, al contempo, di allestire un sostra-tounitario(tuttidovrebberoessere ligietenere in feudum)edipredisporreuna rinnovata classificazione sociale. Si parte dagli uomini ligi tailliabiles ad misericordiamperraggiungereinobilivassalliprovvistidifeudiavocazionemilitare.Visonovarietappeintermedie,comericordanoperprimeleextentaeduecenteschechedistinguono,all’internodelgruppodeitenementarii domini,una serie di complessi sottogruppi non facilmente definibili ma che sempre si riferisconoaivaritipidellalorodipendenza:semplicihomines;uominitailla-biles,ligienon;hominesunicamenteligi;uominidialtrisignori99.Inquestocontesto, una delle presenze più significative, almeno nei terriersdellaBaroniadi Gex di fine Trecento, è quella degli «homines ligii de manu et ore»100lacuide-nominazionerinviadirettamenteairitualidell’omaggiofeudale«dimanoedibocca»benchéillorostatusnoncoincidadeltuttoconlaveranobiltà.Contuttaprobabilità era proprio questo il profilo dei Cohendier d’inizio Quattrocento, un gruppo di consanguinei già qualificati come nobili e ufficiali101malacuiaristo-cratizzazionesicompiesoltantoconl’investituradifeudinobiliari.

Ilraccordofral’investituranobileelostatusaristocraticorinvia,inoltre,alla sempre maggiore capacità d’intervento del principe-signore. I Savoiaperprimiadoperanoiriferimentifeudaliperconsolidareleloroprerogativepoliticheeperaddomesticare,controllandole,levieelemodalitàdell’ascesasociale.Dalmomentoincuiognipossessorefondiario,ancheilminore,cosìcomeognitenancier ― o quasi ― è non soltanto il suddito ma anche l’homodelprincipe-signoreacuideveomaggioeligesse,leopportunitàdidominareedidisciplinarelamobilitàsocialeattraversoun’attentagestionedelcursus feudorum si rafforzano alquanto, come attestano i due casi esemplari diAymonetVernetediGuillaumeBolomier.

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Il feudo, dunque, nobilita, o meglio, la nobiltà è assimilata al controllodifeudinobili,paternieantichi.Questanobiltàterritorialeèsorvegliatadalprincipe-signorechenedelimitagliscenari,comericordal’imitatio sabaudafatta propria dal conte di Gruyère quando parifica i suoi nobili ai suoi vassalli, proprio mentre Guillaume Bolomier, novello «feudatarius», accede de iureall’aristocraziasabauda.Nonpernulla,nellequattrocentescheassembleede-glistati,l’ordinedeinobilicorrisponde,inSavoiacomealtrove,algruppodeisignorivassallidetentoridifeudicondirittodigiurisdizione102,ovveroaqueibaronesche,fral’altro,devonopossedere«adminusvigintiquinquevassallosnobiles ad homagium et fidelitates sibi affectos», e a gli altri bandereti,feuda-tariievavassores militesche,secondoglistatutigeneralidel1430,formanoleélitespoliticheesuntuariedelducato103.Eppure,perchésipossadavveroparlare dell’ordine feudo-nobiliare come di uno dei massimi comuni deno-minatori della società politica sabauda, il mondo feudale deve parteciparead almeno un’altra qualifica ormai privilegiata: l’universo degli uffici e degli ufficiali.

3.2Feudieamministrazione

«Manibus iunctis» e «genibus flexis»: i rituali d’ingresso degli ufficiali non sidiscostanomolto,l’abbiamovisto,dairitidell’omaggiofeudale104.Èquestalaversionecerimonialediunapiùgeneralerealtàcherinviaall’incontrofralosviluppo esponenziale di una geografia principesca di matrice amministrativa ailcontinuoricorsoastrumentifeudalidicontrollopolitico105.Così,inpocomenodiunsecolo,dal1359al1441ilcastrumdiVirieu-le-Grandpassaripe-tutamentedallostatus di castellania territoriale retta da un ufficiale debita-mentenominatoespesatodalprincipeaquellodifeudonobileconcessoavarimembri dell’entourage politico-amministrativo dei Savoia, volta a volta unprinciped’Acaia,unfedeletesoriereounnipotebastardodiAmedeoVIII106.Inquanto forme di controllo geopolitico, l’ufficio e il feudo non sembrano dun-quecontrapporsimapiuttostoalternarsie,semmai,completarsil’unl’altro.Una più attenta disamina cronologica permette, tuttavia, di rilevare alcunemodifiche nei rapporti tra feudi e uffici territoriali.

Dalla metà del Duecento alla metà del Trecento, la politica sabauda dineutralizzazione della nobiltà rurale passa attraverso un consolidamento eundisciplinamentodeilegamifeudo-signoriliormaiincentratisullapersonastessadelprincipe;diqui,lenumerosecampagnecomitalidiricezionedegliomaggiaristocratici;diquilosviluppodiunadocumentazionedicontrollosi-gnorileeterritorialecostituitadalleextentae,daicontidicastellaniaedaiter-riers; di qui, dunque, la volontà di imporre a tutti i livelli uffici e ufficiali come nuovi modelli di riferimento geopolitico su scala regionale (i balivi e i lorobalivati)elocale(castellanieecastellani).Così,ivassallisignorilisonoilpiùdellevolteobbligatiaprestarel’omaggioprincipescononnellorocastelloben-sìnelpiùvicinocentroamministrativo107;così,alcuninobilivassallisavoiardipromettonodiabitarepartedell’annonelcapoluogodellacastellaniacomi-talecuiafferisconoleloroterre108;cosìleélitesaristocratichecomincianoad

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interessarsi al mondo degli uffici territoriali e a prestare servizio amministrati-vo in qualità di castellani sabaudi mentre il crescente ricorso all’ufficio modifi-calacomposizionestessadelleélitesaristocraticheruralifavorendol’ascesadiqueilignaggidellapiccolaemedianobiltàcheperprimiavevanointuitotuttol’interesse,politicoefondiario,delservizioamministrativosabaudo109.Inuncontestovoltoin primisanormalizzarel’aristocraziarurale,controllandonelevelleitàpoliticheeinserendolainunacomplessaretefeudo-vassallaticadomi-nata dalla figura principesca, le infeudazioni amministrative sono ancora rare e riguardano innanzitutto redditi specifici, dai pedaggi ai pesi pubblici.

La situazione cambia decisamente a partire dalla seconda metà delTrecento in corrispondenza con la crescita esponenziale delle necessità finan-ziariediunprincipatoormaiinpienaattività.Eppure,malgradonotevolidif-ficoltà, la distinzione tra gli uffici retribuiti e i feudi appaltati perdura a lungo. Piuttosto che infeudare l’ufficio medesimo dietro pagamento di un introgiumoperrimborsareunprestito,l’amministrazionesabaudaricorresindaglianniottantadelTrecentoaunaltrostrumentocreditiziovoltoadottenereanticipicontabili e a migliorare il bilancio finanziario del principato. Si sviluppano cosìimutua super officiis,ovverolaconsuetudinedifarsiconcederedalfutu-ro ufficiale, soprattutto se attivo sul territorio (castellano, giudice), un prestito consistentecheeglipotràliberamenterecuperaresulleentratedelsuofuturoufficio trattenendo per sé la somma equivalente all’ammontare del credito precedentementeconcessoalprincipe110.

Il sistema dei crediti sull’ufficio, ancora distante dalla venalità pubblica, rimanebensaldosinoalmenoallametàdelQuattrocento111.Questopermettedi mantenere attivi e attraenti gli incarichi amministrativi sul territorio112.Eppure,l’esempiocitatodiVirieu-le-Grandricordacome,semprepiùspesso,le necessità finanziarie e i favori personali incoraggino il ricorso a un’opzio-ne politico-finanziaria molto più radicale. Si tratta dell’investitura feudale dell’ufficio stesso, e in particolar modo dell’incarico castellano con tutte le sue rendite, ovvero dello scorporo di una o più castellanie dall’inquadra-mentoamministrativovigente.Variesonolecastellanieche,soprattuttonelQuattrocento, seguono l’esempio di Virieu e fuoriescono ― spesso per brevi periodi ma talvolta ripetutamente ― dalla rete amministrativa principesca per inserirsi nella geografia feudo-signorile. Le ragioni ufficialmente invocate sonoessenzialmentedue:lenecessitàeconomiche,perestingueredebitipre-gressioperravvivarelecassedellostato,elarimunerazionedeifedeliservigiad’ufficio e di governo prestati, a volte «die nocteque», al principe-signore113.Questi criteri rinviano, del resto, al duplice profilo di un principato sabaudo costruito tanto su un’insieme di fedeltà personali, di feudo e d’ufficio, quanto su uno sviluppo amministrativo dai connotati sempre più finanziari e fiscali. I principali beneficiari di tali investiture «d’ufficio» corrispondono, inoltre, alle componentipiùrilevantidellasocietàpoliticasabaudadel tardomedioevo.Parlodiquelleélitesnobiliari,spessoimparentateconladinastiasabauda,che si apprestano a comporre una sorta di aristocrazia internazionale direspiroeuropeo114;parlodeiverticiamministratividelprincipato,spessodi

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provenienza urbana ― anche a nord delle Alpi ― e che servono il principe in-nanzitutto negli apparati finanziari (tesoreria, camera dei conti)115;parlodeimaggiori creditori sabaudi, siano essi grandi nobili, potenti ufficiali o profes-sionisti del prestito e della finanza, dai mercanti urbani ai lombardipadani116.EccoUmbertodiSavoia,fratellobastardodiAmedeoVIII,raggruppare,nelcorsodellaprimametàdelQuattrocento,unaseriedicastellanieconcesseglifeudalmentedalprincipesuoparenteecostruirsiunveroappannaggiosigno-rilenelnorddelpaesediVaud117;eccoPierreGerbaix,mercantediBelleyesoprattuttopotentissimotesorierecomitalenellasecondametàdelTrecento,sforzarsidicrearedalnullaundominosignorilefraSavoiaeBugey118;eccoinfine vari professionisti del credito, spesso di origine cisalpina, che investo-nolelorospettanzeinaltrettantecastellaniesabaudedicuidiventanosignoritemporanei119.

Questa lista potrebbe agevolmente prolungarsi e dovrebbe senz’altro affi-narsi.Ciònonostante,ipochicasiappenaindicatimostranodavveroqualiequanti legami privilegiati s’instaurano tra l’ufficio e il feudo. Entrambi parteci-pano,conmodalitàavoltemoltosimili,allacostruzionedelprincipatosabau-doedellasuasocietàpolitica;entrambisonosemprepiùspessocontrollatidaimedesimiprotagonistiprovvistialcontempodiun’eminenzasociale,diunadisponibilità economica, di una professionalità tecnica (finanziaria, militare, giuridica)ediun’indubbiafedeltàpersonaleprestataalprincipe-sovrano.

Il nesso tra feudi e uffici ha, ancora, un’ultima conferma. Si tratta dello sviluppo di appositi ufficiali, spesso stipendiati annualmente e in carica anche perdecenni,deputatiaseguirelecausefeudo-signoriliearenderecontoinaltrettanti registri ― extentae,quernetsogrosses de fiefs ― della composizio-nedellasocietàfeudalelocaleeregionale120.AncoranelQuattrocento,questiufficiali continuano a essere chiamati commissari alle extentae,ovverogiudiciecommissari«feudorumetcausarumipsorumfeudorumtamnobiliumquamnonnobilium»121,ancheseillorocompitononèpiùtantoquellodiinventaria-reildemaniosabaudoquantopiuttostoquellodidescriveresistematicamentegliomaggiprestatieleinvestitureconcesseall’insiemedeivassalliprincipe-schi,castellaniapercastellaniaobalivatoperbalivato.Nonacaso,ilprincipeprovvedeaconosceresempremeglioisuoifedelivassallieacontrollarepiùdavicinoisuoiinnumerevolifeudi:lasocietàpoliticasabaudasifonda,anche,suunquattrocentescomercatofeudaledellaterra.

3.3Versounmercatofeudaledellaterra

Quando, nel 1374, il vecchio signore di Grammont, privo di figli maschi legittimi e grato dell’appoggio militare e finanziario concessogli dal tesoriere Pierre Gerbaix, sceglie di nominarlo suo erede, decide di concedergli «om-niabonasuamobiliaetimmobilia,allodiaetfeudaliaetemphiteotetaria»122.Allodi, feudi ed enfiteusi sembrano dunque comporre la triade abituale dell’universo signorile e fondiario. Al suo interno, tuttavia, il feudo prendeun’importanzasempremaggiore,assorbendol’allodioedequiparandosiallatenure in enfiteusi123.

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SindallametàdelDuecento,ilprogressodeifeudioblatiavevaridottolaproporzionedegliallodiaristocratici.Inoltre,simoltiplicavanolemediazionifra possesso allodiale e controllo feudale come nel caso, tardo, del manda-mentoecastellaniadiOron,nelPaesediVaud,percuinel1388ildominus Françoisd’OronprestòomaggioadAmedeoVIIescludendonetuttaviaventilibratediterra,«absqueiurisditioneetseignoria»cheavrebberocontinuatoaessereconsiderateallodiali124.Certo,esistevanoanchecasiopposti,diretro-cessioned’omaggioedi«riallodializzazione»125,maeranorarienonriguar-davano ilprincipe. Ilnetworkdelle relazioni fondiarieesignorili siavviaastrutturarsisecondounnuovoprincipiogerarchicoefeudalecheobbligaivaripossessoriainserirelamaggioranzadelleloroanticheterreallodialinellapiùvastamouvancesabaudariconoscendo,adesempio,cheancheibenivenduti«defrancoetpuroallodio»sonotenutiinfeudocomitale126.Inverità,ealdilàdellapurcrescente«superioritatis ressorti»delprincipe, tutto l’universosignorile è in via di feudalizzazione. Si moltiplicano, così, non soltanto gliomaggieleinfeudazioni,maancheisempliciaccordifraseniorevassalloperspartirsidirittieproventigiudiziari127,mentreleprestazionid’omaggiotendo-noanch’essearazionalizzarsi128.

Ilnessosignoriletrafeudoetenureèinnanzituttolinguistico,vistocheapartiredalXIIIsecolofeudumtendeaequivalereatenementumotenure129.Malaquestioneè,ancoraunavolta,politicaesociale.Ilmondosignoriletre-quattrocentescoappare semprepiù frastagliato;vistaattraverso idatidelleextentae, la barriera fra homines e signori fondiari non è davvero stagna:comescriveFabriceMouthon,«tenanciersetsoustenanciersformentunré-seau où chacun peut être tour à tour seigneur et sous-tenancier»130.Difronteaquestacrescenteparcellizzazionesocialeedeconomica,l’unitàèoraincarnatadaunprincipechesipresentaquasisempresiacomesignoredellamaggio-ranzadeitenanciers castellanisiacomeprincipaledominusfondiariointerrasabauda.Questoaiutaafarcapireconqualeforzalesceltefeudalidelprincipeinvestanoancheilcircuitodellasignoria.

Ormaipienamentefeudale,ilnuovolinguaggiosignorilepromuove,inol-tre, lanascitadiunveromercatodellaterra.DalloChablaisallaTarentaiseo alla val di Susa, ovunque i detentori di signorie, diventati feudatari prin-cipeschi,cambianoaunritmoassaipiùelevatocheinpassato.Senzaombradidubbioèilprincipe,coadiuvatodalsuoentouragesocialeedigoverno,adapparirecomeilprincipalemotorediquestanuovaconcezionedellasignoria,più flessibile e statale dell’antico dominatus lociconisuoicontenutifamiliarieterritoriali.Nonacasoquestomercatodellaterranonsuperaquasimailefrontieresabaude131, ovvero i confini di un principato ormai formalmente uni-ficato da una normativa, da un’amministrazione e, anche, da una rete feudale, comuniecondivise.Intalecontesto,ilvalorediscambiodellasignoriasiraf-forzaalquanto,periprincipicomeperlevarieélitesregionali.

Iprincipiconsideranoquestesignorie,ormaiinseriteinunagerarchiafeu-daledalorodominata,comeutilistrumentidicontrollopoliticoedirenditafinanziaria e fiscale: di qui le vendite, le infeudazioni, gli scambi e sinanche le

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commisessignorilichequasisempreprocedonodascelteestrategieprincipe-sche.Daparteloro,leélitesregionalivedononelcontrollosignorileunmezzoperfettoperricuperareiprestiticoncessialprincipe-signore,permigliorarele finanze famigliari e per rafforzare il peso politico del lignaggio132.Semprepiùprincipesca,mercantileefeudale,questasignoriarinnovatacontribuisce,infine, a modificare il profilo sociale dei suoi detentori. Alle antiche élitesnobi-liarisiaggiungonosiagliesponentidellapiccolaaristocraziaruralediventatiufficiali principeschi, sia varie parentele di professionisti della finanza e del commerciospessodiestrazioneurbana.

4. Conclusione: Grandson, 1389. Un signore feudale di fronte al potere principesco

Durante gli ultimi secoli del medioevo, i Savoia si sforzarono di pre-sentarsi come principi territoriali, domini fondiari e seniores feudali. Lacostruzione di una rete amministrativa e fiscale abbastanza efficiente, al centro come sul territorio, si accompagnò tanto alla crescita esponenzialedelleterreedegliuominiinseritineldemanioprincipescoquantoalpiùge-neralesviluppodiunlinguaggioediunlessicodimatricefeudaledominatidaunprincipesignoredi«civitates,castra,oppida,villae,terrae,homines,homagia,feuda,retrofeudasiveiurisdictiones»133.IcontieinseguitoduchidiSavoiainteserodavverofarvalerelalorosupremaziafeudo-signorileeiloroatoutsdocumentari,amministrativiegiurisdizionaliperdisciplinareleélitesregionalieinparticolarmodoiverticiaristocraticicostringendoliadaccettarenuovisistemidiriferimentoediinquadramento:daicastraalleca-stellanie,dagliallodiaifeudi,dall’autonomiaallasubordinazione.Inverità,unapartenonindifferentedelleélitesprincipesche(urbaneenobiliari,mer-cantili e universitarie) trasse profitto dal rinnovamento di una società poli-ticacheavevaraggiuntodimensioniormai(sovra)regionali.Esseriuscirono,allora, a giocare al meglio le proprie carte fra l’ufficio, la città e la signoria sinoadiventarenelpienoQuattrocentoprotagonistiquasiautonomidellapoliticaprincipesca.Eppurevifuronoanchenonpochicasiopposti;essiri-guardarono soprattutto potenti signori rurali ― ma anche alcune parentele di notabili urbani ― che furono riposti ai margini delle élitesterritorialiedigoverno.Avoltequasibrusca,questacadutapotevaessere suggellata, so-prattutto a partire dalla fine del Trecento, da ignominiosi processi politici in cuirivelareunanuovaarmaadisposizionedell’autoritàprincipesca,l’accusadilesamaestà134.

ÈquestoilcasodiHugues,unodeglieredidelgrandecasatosignoriledeiGrandson, potenti su entrambi i versanti del Giura, fra Savoia e Borgogna.Nel 1389, Hugues subisce un duro processo per aver prodotto una serie didocumentifalsicheavrebberodovutoaiutarlonellaguerraprivatachedaoltreundecennioconducevacontroilsuovicino,ilsignoreHenrideMontfaucon-Montbéliardche«luiavaitgasté sa terre»et fait«muolthontes,villennies,injuresetdommaiges»135.Questopiccolodossiernoncipermettesoltantodi

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seguirelosvolgimentodiunoscontro,ormaiimpari,fraalcuneantichecon-suetudini aristocratiche ― dalla guerra per vendetta al conflitto privato per «gaster la terre» ― e i nuovi poteri di un principe ammantato dalla propria superioritàdocumentaria,giudiziariaeamministrativa.Cogliamoqui,anche,tuttal’importanzadelricorsoaglistrumentieailinguaggifeudo-signorili.

Di cosa si tratta? Sin dal 1380, le due parti in conflitto avevano tentato di trovare un accordo, reso più difficile dai loro complessi legami parentali edalgrovigliodei loropossessi signorili: le terredeiMontbéliardetquelledei Grandson apparivano, nel Paese di Vaud, così «entremellees» che «ilfallistqueguerre fustentrenouset luy»136.Ecco,dunque,uncasoconcretodi frammentazione signorile che soltanto l’uso dei legami feudale potrebbericomporre.ProprioaquestopensaHuguesdeGrandsonquando,dopoes-sersiconsigliatoconunsuocoltoprete,decidedicommissionargli lastesu-raditrefalsicheloavrebberoaiutatoa«moyvengerdemesennemys».Ingrandi difficoltà finanziarie e signorili, Hugues decide di attaccare Henri de Montbéliardfacendosiscudodiundirittofeudalesui generis.Laprimalette-ra,infatti,contieneladettagliatasalvaguardiaconcessadalducadiBorgognaalsuoconsanguineodevotovassallodiGrandsonalqualeilducaoffrel’au-silio«detoutenostrepuissanceanostrespropresdespens»controilnemicoMontbéliard.Lealtredueletteresonoancorapiùesplicite.Ilpretecolpevolel’avevasuggerito:«jevousenseigneraycommelecomtedeSavoyevousayderade gent ou de finances, vueille ou non vueille, et vous pourrés vous venger des vousennemys;c’estassavoirquevousfassiezlectresparlesquelleslecomtedeSavoyerecognyssedeseschasteaulxetdesesvillesdoufeydeMonsegneurdeBourgongnieetlyenfacehommaige».Ifalsifuronoapprontati,evisipotevaleggere «que Aymo, conte de Savoie, recognossoit de monsseigneur Odde,duc de Borgonie, trestous ses chastealux et villes et ly en faisoit hommagedevanttous».PeressereancorpiùcertodelpropriosuccessoHuguesordinòalsuopretedi«dictezenpapierseslectresquelecontedeSavoyeconfessedetenirdufeydeMonseigneurdeBourgongneetdesonhommaigeligetousseschasteaulx».

Fermiamociquienotiamosoltantosinoachepuntoquesti falsi impac-ciati(ancheisigillieranostatimaleincollati)ricorranoallinguaggiofeudale:Hugueschiedeagranvocel’auxilium,ascelta,diunodeisuoidueseniores,ilducadiBorgognaoilcontediSavoia;egliricordaanchequantol’universofeudalesifondiormaichiaramentesuunprincipiogerarchicorappresentatodalla ligesse e dai suoi omaggi preferenziali. Ma notiamo altresì come talegrammatica feudo-signorile stia in parte aggiornandosi, un’ulteriore segnodella sua «duttile funzionalità»137: il principe di Savoia dovrebbe aiutare ilGrandson se non con i suoi uomini e per un’impresa militare, almeno «definance» e per un’impresa signorile. L’ingenuo Grandson lo conferma in calceallapropriaconfessione:egliha fatto farequestecose«pour traireetavoirargentdeMonseigneurseSavoyepourmoyvengerdemesennemysetpourlesdestruyre».Huguesfuscoperto,giudicato,condannato;nonsieraasufficienza avveduto del fatto che, ormai, il suo principe era anche il suo vero

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senior,conlasuasuperioritàfeudaleeilsuoradicamentosignorile,conlasuadisponibilitàeconomicaeilsuopoteresulloscritto.

Infondo,dalpretearistocraticoalsignorefeudatario,dalcontadinoro-turier con la sua comunità al principe con i suoi ufficiali, dal servo rurale alle false lettere di Grandson o al grottesco tovagliolo saluzzese, la grandissimamaggioranza dei protagonisti sociali e politici tre-quattrocenteschi identifica i linguaggi,ricorreaglistrumentiesiriconosceneiritidimatricefeudaleesignorile.Noncredosiadavverocosìpoco.

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Terresabaude(Scala1:900000)

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Note*Nellenotesifaràusodelleseguentiabbreviazioni:AST=ArchiviodiStatodiTorino;C=Corte;Prot.Cam.=ProtocolliCamerali;Prot.Duc.=ProtocolliDucali;BV=BaroniedeVaud;SR=SezioniRiunite;ACV=ArchivesCantonalesVaudoises;AEF=Archivesd’EtatdeFribourg1G.Paradin,Chronique de Savoye,JeandeTournes,Lyon1552(rist.Genève1874),pp.295-6.2PerrinetDupin,Chroniques de Savoie,ac.diF.E.Bollati,Torino1893;JeanServion,Gestes et chroniques de la Maison de Savoye,ac.diF.E.Bollati,Torino1870;l’edizionecriticadelleChroniques de Savoie di Jean d’Orville, detto Cabaret, pur oggetto della thèse di dottorato diDenisChaubet,nonèstataancorapubblicata.Cfr.D.Chaubet,L’historiographie savoyarde,t.I,Genève1995;A.Barbero,Corti e storiografia di corte nel Piemonte tardomedievale,inPiemonte medievale. Forme del potere e della società. Studi in onore di Giovanni Tabacco,Torino1985,pp.249-277;A.Barbero,Il ducato di Savoia. Corte e amministrazione di uno stato franco-italiano (1416-1536),Roma-Bari,2002,cap.VII(suPerrinetDupin);A.Meynet,Princes et société dans les chroniques de Savoie (Cabaret, Servion, Dupin),mémoiredemaîtriseenhistoiremédiévale,dactyl.,UniversitédeSavoie,septembre1999.3P.DuBois,Chronique de la Maison de Challant,ac.diO.Zanolli,in“ArchiviumAugustanum”,IV(1970),pp.1-136,cit.p.35.4 Vedi ora B. Andenmatten, La Maison de Savoie et la noblesse vaudoise (XIIIe-XIVe s.). Supériorité féodale et autorité princière,Losanna2004.5ASTo,C,Prot.Cam.,153.Cfr.G.Castelnuovo,C.Guilleré,Les finances et l’administration de la Maison de Savoie au XIIIe siècle,inPierre II de Savoie, «le petit Charlemagne»,acuradiB.Andenmatten,A.Paravicini-Bagliani,E.Pibiri,Lausanne2000,pp.33-125,sp.p.81.VedioraB.Andenmatten,G.Castelnuovo,Produzione e conservazione documentarie nel principato sabau-do, XIII-XV secolo,in“SocietàeStoria”,2004,incorsodistampa.6 Questo accade, ad esempio, per le «fidelitates et homagia facta» nel 1359 in favore di Amedeo VI dapartedei«nobilesterrarum»delPaesediVaud,delValromeyedelBugeycheilcontediSavoiaavevaappenariacquistatodaglieredidiunramocadettodelladinastia:ASTo,C,Prot.Cam.,67,ff.36-43;vediB.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.7 Vedi ora B. Andenmatten, L. Ripart, Ultimes itinérances. Les sépultures des princes de la Maison de Savoie entre Moyen Age et Renaissance, in L’itinérance des seigneurs, actes duColloque international, a cura di A. Paravicini-Bagliani, E. Pibiri, D. Reynard, Lausanne, 29novembre-1erdécembre2001,Lausanne2003,pp.193-248;Corti, poteri ed élites fra Savoia e Piemonte dal Basso Medioevo alla prima età moderna (secc. XV-XVII),acuradiL.C.GentileeP.Bianchi,Torino2004.8 Le extenatae sono organizzate secondo una struttura modulare e ternaria, incentrata sul-l’endominium castri, ovvero sul demanio comitale, cui fanno seguito la lista territoriale deitenementarii non-nobili e, inultimo, i feoda nobilium,ossia tutti ibenidetenuti in feudo dainobilinellacastellaniaoggettodell’inchiestaamministrativa:N.Carrier,F.Mouthon,“Extentes” et “reconnaissances” de la principauté savoyarde. Une source sur les structures agraires des Alpes du Nord (fin XIIIe-fin XVe siècle),inTerriers et plans-terriers.ActesducolloquedeParis,septembre1998,Paris2001,pp.217-242.9Uncasoestremo,piùcheesemplare,èquellodellaBaroniadiGexchepossiedeoltrequattro-centoterriersprincipeschi,orastudiatidaCédricMottier:C.Mottier,Les intérêts domaniaux de la Maison de Savoie dans les anciens Pays de l’Ain. Etude sur les reconnaissances de fief reçues au titre des châtellenies des bailliages de Bresse, Bugey et Gex (XIVe-XVIe siècles), incorsodistampa.10SipensialcastiglianoBecerro de las Behetriascheriguardapiùdi2400villaggidelregno:S.Carocci,Signoria rurale e mutazione feudale. Une discussione,in“Storica”VIII(1997),pp.49-91,sp.p.85;C.EstepaDiez,Las Behetrias Castellanas,2voll.,Valladolid2003.11 M. Chiaudano, La finanza sabauda nel sec. XIII, t. III, Le “Extente” e altri rendiconti del Dominio (1205-1306),Torino1937.12Unodeicommissarialleextentaedel1436promettedi«recognitionesperipsumrecipiendasinmagnislibriinagnivoluminisreddigere»:documentocitatoinN.Carrier,F.Mouthon,“Extentes” et “reconnaissances”cit.,p.224,n.39.13 Ph. Champoud, Les droits seigneuriaux dans le Pays de Vaud d’après les reconnaissances reçues par Jean Balay de 1403 à 1409,Vevey-Lausanne1963.

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14ACV,AF,4.Comedetto,ognitipodisignorepossiedeeusaiterriers,dall’anticaaristocraziarurale(iCossonay),alleélitesecclesiastiche(ivescovidiMoriana:M.Gelting,Les hommes, le pouvoir et les archives: autour des reconnaissances du mas Diderens à Hermillon,in“EtudesSavoisiennes”,III(1994),pp.5-45)sinoainuovilignaggisignorilidiprovenienzaurbanaeam-ministrativa(iBonivarddiChambéry,periqualipossediamodueterriers di fine Quattrocento, ognunocompostodacirca850folii:ArchivesDépartementalesdeSavoie,ArchivesCommunalesde Saint-Michel-de-Maurienne, DD1, DD2). Uno sguardo d’insieme sui terriers delle élites diChambéryèpropostoinP.Lafargue,Les élites chambériennes à la fin du Moyen Age. Réseaux et pouvoir, XIIIe-XVe siècles,thèsenouveaurégime,encours,UniversitédeLyon2-UniversitédeSavoie,sousladir.deD.MenjotetdeC.Guilleré.15 Anche se, forse, si tratta innanzitutto di un problema storiografico: si vedano, ad esempio, le molte similitudini rivelate per ambito vercellese dallo studio di Alessandro Barbero in questostessovolume.16J.LeGoff,Le rituel symbolique de la vassalité(1976),inId.,Pour un autre Moyen Age. temps, travail et culture en Occident: 18 essais,Paris1976,pp.349-420.17OmaggioprestatodaldomicelloHenrideDizyaLudovicosignorediCossonaynel1377:L.DeCharrière,Recherches sur les sires de Cossonay et sur ceux de Prangins issus de leur famille,Lausanne1845,doc.28,p.289-290.18 Omaggio del 1359 prestato da Amedeo VI nelle mani del vescovo di Losanna: J. Cordey,L’acquisition du Pays de Vaud par le Comte Vert (1359),inMélanges,Lausanne1907,pp.63-106,doc.IV,p.102-104.19OmaggioprincipescodiIsabelledeLucinges,vedovadiPierredominusdiEstavayer:ASTo,C,BV,mazzo19,Estavayer63(del1362).20J.LeGoff,Le rituel symboliquecit.21Supra,documentocitatoan.6.22Cfr.J.LeGoff,Le rituel symboliquecit.PerlaprimametàdelTrecento,numerosiesempiinB.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.,cap.V;baculum:1354(ASTo,C,Prot.Cam.,132,ff.23-24v.); cultellum: 1413, E. Cornaz, Humbert le Bâtard de Savoie (1377-1443), in Mélanges,Lausanne1946,pp.305-395.23G.Tabacco,L’allodialità del potere nel medioevo,in“StudiMedievali”,S.III,XI(1970),pp.565-615.24 Per l’area a nord del lago Lemano tra la fine del XII e la metà del XIII secolo: P. Duparc, Le comté de Genève, XIe-XVe siècle, Genève, 1955; G. Castelnuovo, L’aristocrazia del Vaud fino alla conquista sabauda (inizio XI-metà XIII secolo),Torino1990;J.-D.Morerod,Genèse d’une principauté épiscopale, la politique des évêques de Lausanne (IXe-XVe siècle),Lausanne2000;B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.25VediB.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.eB.Andenmatten,G.Castelnuovo,Produzione e conservazionecit.26J.L.Gaulin,C.Guilleré,Des rouleaux et des hommes: premières recherches sur les comtes de châtellenies savoyards, in “Études Savoisiennes”, I (1992), pp. 51-108; G. Castelnuovo, C.Guilleré, De la comptabilité domaniale à la comptabilité d’Etat: les comptes de châtellenie savoyards,inÉcrire, compter, mesurer,acuradiF.Menant,Paris,incorsodistampa.27EsempivedesiinG.Castelnuovo,L’aristocrazia del Vaudcit.,sp.pp.266-269e279-280.Ilcartulariodell’abbaziacistercensediHauterivecontiene,sindallametàdelXIIsecolo,menzionisia di terre tenute in feudo da piccoli possessori rurali che si definiscono «feodarii ecclesie» sia livia homagiaprestatiall’abate:Liber donationum Altaeripae. Cartulaire de l’abbaye cistercien-ne d’Hauterive (XIIe-XIIIe siecle),acuradiE.Tremp,Lausanne1984,doc.33,pp.108-110(del1156)edoc.38,pp.114-115(del1173).28 Cfr. H. Débax, La féodalité languedocienne, XIe-XIIe siècles. Serments, hommages et fiefs dans le Languedoc des Trencavel, Toulouse 2003 che si fonda sul finissimo studio del cartulario laicodeiTrencavel,scrittoperaltroinunlatinoassaicoloratodivolgare.29B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.,parteI,cap.3.30 Si tratta delle «fidelitates et placita in mutatione domini» dovute al signore Guglielmo di Oron (ACV, C VX, 11/2): G. Castelnuovo, L’aristocrazia del Vaud cit., p. 268-270 e soprattutto B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.31G.Giordanengo,Le droit féodal dans les pays de droit écrit, L’exemple de la Provence et du Dauphiné, XIIe-début XIVe siècle,Rome1988.

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32B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.33J.F.Poudret,Coutumes et coutumiers. Histoire comparative des droits des pays romands du XIIIe à la fin du XVIe siècle,2voll.,Berne1998,Partie II: Les personnes,p.369(variesempi).34G.Giordanengo,Le droit féodalcit.,p.171,217;B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.35 B. Andenmatten, G. Castelnuovo, Aristocraties romandes, in Les Pays romands au Moyen Age,acuradiA.Paravicini-Bagliani,J.P.Felber,J.D.Morerod,V.Pasche,Lausanne1997,pp.171-184,sp.pp.179-181.36B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.Nel1349,siparladiunomaggioediun’investiturasecondo la consuetudine teutonica per terre site nei pressi di Murten/Morat: F. de Gingins-La Sarra, Fr. Forel, Recueil de chartes, statuts et documents concernant l’ancien évêché de Lausanne,Lausanne1846,p.145,doc.47.37Casodel1407,fraMontagnyeFriburgo,riportatonelquartovolumedelgranderegistrofeudaled’inizioQuattrocentochiamatolaGrosse Balay,v.supra,n.13:AEF,Quernet141,ff.188v.-189.38 Cfr. A. Lemonde, Le temps des libertés en Dauphiné. L’intégration d’une principauté à la Couronne de France (1349-1408),Grenoble2002.39G.Giordanengo,Le droit féodalcit.,p.201;H.Falque-Vert,Les hommes et la montagne en Dauphiné au XIIIe siècle,Grenoble1997,pp.259-260.Cfr.N.Carrier,Vocabulaire du pouvoir et fidélités: réflexions sur l’hommage lige roturier en Savoie et en Dauphiné aux XIIIe et XIVe siècles,inCahiers du centre d’histoire des espaces lotharingiens,III(1999),pp.47-62,sp.p.51.40G.Giordanengo,Les roturiers possesseurs de fiefs nobles en Dauphiné aux XIVe et XVe siècles,in“Cahiersd’Histoire”,XV(1970),pp.319-334,cit.ap.328.41Casosabaudo(Vaud)del1427,inJ.F.Poudret,Coutumes et coutumierscit.,p.456,n.618.42 Esempio del 1379 citato in N. Carrier, Vocabulaire du pouvoir cit., p. 51. Questo, invece,nonsembramaiaccaderenelPaesediVaud,comesievincedall’attentaanalisidiJ.F.Poudret,Coutumes et coutumierscit.,p.455-463.43B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.44Cfr.J.LeGoff,Le rituel symboliquecit.,p.399.45G.Giordanengo,Le droit féodalcit.,p.219.46B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.47J.LeGoff,Le rituel symboliquecit.48B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.,cap.V.49H.Débax,La féodalité languedociennecit.,p.329.50LadoppiacitazionesitrovaininG.Giordanengo,Le droit féodalcit.,p.181.51F.Menant,Campagnes lombardes au Moyen Age. L’économie et la société rurales dans la région de Bergame, de Crémone et de Brescia du Xe au XIIIe siècle,Roma1993,pp.483,703.52 «Manus meas inter tuas et ipsas osculando flectis genibus meis», documento del Roussillon citatoinP.Freedman,The Origins of Paesant Servitude in Medieval Catalonia,Cambridge1991,p.98,n.15.53R.Boutruche,La crise d’une societé. Seigneurs et paysans du Bordelais pendant la Guerre de Cent Ans,Paris19632,pp.112-113(attodel1428).54Documentianalizzatie(ri)pubblicatiinTh.Bardelle,L’hommage-lige des juifs à Pierre II en 1254,inPierre II de Savoiecit.,pp.19-31.55L.deCharrière,Chronique de la ville de Cossonay,Lausanne,1847,doc.18,p.77.56B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.57ArchivesDépartementalesdelaCôted’Or,B831,mazzo2;attocitatoinC.Mottier,Typologie sociale du groupe nobiliaire de la terre de Gex au seuil de l’invasion bernoise de 1536,D’aprèslemémoiredudiplômedel’EHESS,sousladir.deR.Descimon,décembre2000,dactyl.,pp.70-71,n.188.58J.P.Poly,E.Bournazel,La mutation féodale, Xe-XII siècles,Paris1980,p.104(titolodelca-pitoloII).59Cosìinun’infeudazionedelcastrumdiVirieu-le-Grandconcessanel1393dallacontessareg-gente,BonadiBorbone,infavoredisuonipoteLudovicodiSavoia-Acaia:ASTo,C,Prot.Duc.,60,ff.180-181,192-192v.60CosìinunmandatocomitalericopiatodalcastellanodiAllingessulretrodelsuocontoperil1335-6:M.Constant,L’établissement de la Maison de Savoie au sud du Léman: la châtellenie d’Allinges-Thonon (XIIe siècle-1536),Thonon1970,p.247,n.238.

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61Ibid.,p.136,n.14.62ASTo,C,BV,34,Palleysues3etJ.Gremaud, Histoire du Comté de Gruyère, Cartulaire,vol.I,Lausanne,1867,doc.114,p.159.Sullacommise nel vicino Delfinato: G. Giordanengo, Le droit féodalcit.,sp.pp.187-221.63ASTo,SR,Inventario137,mazzo5,Cossonay11,del1429.64Unesempioframille:quandoilpotentesignoresabaudoAmédeViryacquistailcastrumelacastellaniadiMont-le-Vieux,egliprestaimmediatamenteomaggioalcontediSavoia,econluianche isuoi«homines ligi»,duedeiqualiricordanoesplicitamente le lororiserve:«salvounodomino» oppure «salvo homagio domino de Cossonay»: AEF, Quernet 136, ff. 134-138 (terzovolumedellaGrosse Balay).65EsempiodiunasentenzadelConsilium cum Domino residens del1424inASTo,C,Prot.Duc.,74,ff.174-175v.66Cosìperalcuniredditieproventiinfeudatialmaresciallo,consanguineoeconsigliereManfredodeiMarchesidiSaluzzonellacastellaniadiCoppet(1218):ASTo,C,BV,mazzo11,Coppet7.67Opposizione,esuccessivamenteaccordo,delConsiliumresidenteaChambéryriguardoall’inve-stituraducaledelladomus fortisdiLescheraine,nelleBauges,infavoredelconsigliereBartélemyChabod,cavaliereegrannotabilediChambéry:ASTo,C,Prot.Duc.,80,ff.308-331.68SulleliguesnobiliaripressolacortesabaudaallametàdelQuattrocento,A.Barbero,Les ligues nobiliaires pendant les dernières années d’Amédée VIII in Amédée VIII-Félix V, premier duc de Savoie et pape (1383-1451),ActesducolloquedeRipaille1990,acuradiB.Andenmatten,A.Paravicini-Bagliani,Lausanne,1992,pp.229-245,sviluppatoinA.Barbero,Il ducato di Savoiacit.,pp.163-183;G.Castelnuovo,Les étrangers du prince: cour, crédit et seigneurie en Savoie à la fin du Moyen Age,inB.Schnerb(éd.),Les étrangers à la cour de Bourgogne,“RevueduNord”,LXXXIV(avril-septembre2002),p.429-452.69LetterapatentedelducaLudovicoedita inF.Duboin,Raccolta per ordine di materia delle leggi, editti e manifesti... della Real Casa di Savoia,29voll.,Torino1820-1868,vol.25,p.1-5(aprile1445).70Cfr.D.Barthélemy,Le comté de Vendôme de l’an mil au XIV siècle,Paris1993,pp.844-848.71Cfr.F.Menant,Campagnes lombardescit.,p.483.72Questoapparecongrandechiarezzaallaletturadellepiùanticheextentaee,ingenerale,nellagrandemaggioranzadeidocumentiraccoltiinM.Chiaudano,La finanza sabaudacit.73N.Carrier,Vocabulaire du pouvoircit.,p.59;N.Carrier,La vie montagnarde en Faucigny à la fin du moyen âge. Economie et société, fin XIIIe-début XVIe siècle,Paris2001,p.414.74DocumentoeditoinL.DeCharrière,Recherches sur les sirescit.,doc.29,p.291.75F.MouthonLa famille et la terre: exploitations paysannes au sud du Léman à la fin du XIIIe siècle, in “Revue Historique”, CCCVII/4 (2002), pp. 891-937, sp. p. 931; F. Mouthon, Bauges médiévales. La vie dans in massif des préalpes du nord à la veille de la grande peste (vers 1250-vers 1350),incorsodistampa.76Nel1255,unapothicariusdiLosannasidichiaravauomoligiodiPietrodiSavoia:J.F.Poudret,Coutumes et coutumierscit.,p.364.77 Così in un omaggio ligio prestato da Mermete de Goumoëns, figlia e vedova di domicellidelPaysdeVaud,infavoredelpriorediRomainmôtiernel1391:F.deGingins-La-Sarra,Cartulaire de Romainmôtier. Pièces justificatives faisant suite au Cartulaire de Romainmôtier,inMélanges,Lausanne1844,pp.417-913,doc.40,p.670.78J.P.Poly,E.Bournazel,La mutation féodalecit.,rispettivamentep.171e157.79N.Carrier,Vocabulaire du pouvoircit.ricostruisceletappeprincipalidiunannosoecomplessodibattitochehacoinvolto,sindall’immediatodopoguerra,buonnumerodistoriciregionali fra iqualiL.Binz,Le servage dans la campagne genevoise à la fin du Moyen Age, in“Genava”,XI(1963),pp.145-196eP.Duparc,Libres et hommes liges,in“JournaldesSavants”,1973,pp.81-98.80N.Carrier,Vocabulaire du pouvoircit.,p.61.81VediN.Carrier,La vie montagnarde cit.,pp.379-431;F.Mouthon,Bauges médiévales cit.Henri Falque-Vert prospetta, sin dal Duecento, uno scenario molto simile per il Delfinato: H. Falque-Vert,Les hommes et la montagne cit.,p.258.82N.Carrier,Vocabulaire du pouvoircit.,p.53,n.54.83AEF,Quernet135,f.37(frammentidiunaGrossediAmedeoVI).84QuestoilcasodiHumbertdeCornillonchedeve«guardarecastriperdimidiummensem»,M.Chiaudano,La finanza sabaudacit.,p.69;piùingeneraleB.Andenmatten,La Maison de Savoie

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cit.Sinotituttavia,chesindalDuecentol’aide aux quatre caspuòessererichiestaancheaidipen-dentisgnorilinonnobili:J.F.Poudret,Coutumes et coutumierscit.,p.375-6.85M.Chiaudano,La finanza sabaudacit.,s.v., ad indicem.86Sivedaundocumentodel1226delcapitolocanonicalediLosannanelqualeuncertoAmedeodiSaint-Prexdomandacheicanonici«reciperenteuminhominemligium».Larispostaèassaichiara:vistocheAmedeononavevanegatodiessereuomodelcapitolo,«neceratnecessequodadipsohominiummanualereciperetur»:Cartulaire du chapitre de Notre-Dame de Lausanne,acuradiC.Roth,Lausanne1948,p.286,doc.323.Cfr.D.Anex,Le servage au Pays de Vaud (XIIIe-XVIe siècle),Lausanne1973,p.269;J.F.Poudret,Coutumes et coutumierscit.,pp.455e362,n.205sull’incertacondizionesocialediAmedeo.87Cfr.unomaggiodel1308prestatodaidominidiAllingesalcontediSavoiaperlalorosignoriadiCoudée,inM.Constant,L’établissement de la Maison de Savoiecit.,p.27,n.48.88P.Freedman,The Origins of Paesant Servitudecit.,p.97.89IcasipiùantichirecensitiestudiatiinB.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.90Cosìinun’investitutrainfavorediHumbertdeChevron-Villettedel1392(ASTo,C,Prot.Duc.,60,f.134v.).91 Così nell’infeudazione della «domus fortis» di Chamosset in favore del «dilectus fidelis consan-guineus»JeandeSeysselsignorediBarjactdel1427:ASTo,C,Prot.Duc72bis,ff.626-629v.92Infra,n.96.93 N. Carrier, Vocabulaire du pouvoir cit., pp. 56-7; C. Mottier, Typologie sociale du groupe nobiliairecit.,p.73.Uncasodi«remissio»del1380inAEF,Quernet135,f.34.94ASTo,C,Prot.Duc.,72,f.255.95ASTo,C,Prot.Cam.,83ff.136-140,del1432.96ASTo,C,Prot.Cam.,85/4,ff.35-39.97DocumentocitatoinJ.F.Poudret,Coutumes et coutumierscit.,p.338.98NellarecognitiogeneraleprestatadagliabitantidellaparrocchiadiHermillon,inMoriana,difrontealcommissariocomitalealleextentaeJeanBalay(chepochiannipiùtardisaràattivonelPaesediVaud),sidistinguonochiaramentehominesefeudatariidalmomentoincuisiparladi«Omnessuperiusnominatitamhominesquamfeudatariiiuratiadsanctadeieuuangeliacorpo-ralitertacta[...]»:M.Gelting,Les hommes, le pouvoir et les archivescit.,p.33.99 Vedi le proposte di classificazioni in F. Mouthon La famille et la terrecit.,p.925(daun’extentadi fine Duecento).100C.Mottier,Typologie sociale du groupe nobiliairecit.,pp.69,156-7(dadiversiterriersdellasecondametàdelTrecento).101 G. Castelnuovo, Ufficiali e gentiluomini. La società politica sabauda nel tardo medioevo,Milano1994,pp.332-333.102PerleassembleedeglistatidiVauddisponiamodiunattentostudio:D.Tappy,Les États de Vaud,Lausanne1988,sp.pp.49,110-111,119(sull’organizzazionesoltantocinquecentescadiunvero odine dei nobili). Un paragone delfinale in G. Giordanengo, Les roturiers possesseurs de fiefscit.,p.323.103 Decreta Sabaudie Ducalia, éd. anast. di una versione del 1477, Glashütten-Taunus 1973,sp. ff. 155-163, cit. a f. 163. Cfr. G. Castelnuovo, Ufficiali e gentiluomini cit., pp. 345-349; G.Castelnuovo, Société, politique et administration dans une principauté du bas moyen-âge. Les officiers savoyards et le Cheshire Cat,inLes noms que l’on se donne. Processus identitaire, expérience commune, inscription publique,Paris2001,pp.121-136.104Cfr.supra,n.55.105Cfr.G.Chittolini,Signorie rurali e feudi alla fine del medioevo,inO.Capitani,R.Manselli,G.Cherubini,A.I.Pini,G.Chittolini,Comuni e Signorie: istituzioni, società e lotte per l’egemo-nia,Storiad’Italia,vol.IV(G.Galasso,dir.),Torino1981,pp.589-676;G.Chittolini,Feudatari e comunità rurali (secoli XV-XVII),inId.,Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia centro-settentrionale (secoli XIV-XVI),Milano1996,pp.227-242.106SuVirieu:ASTo,C,Prot.Cam.,44,ff.5-7v(infeudazioneaPierreGerbaixdel1366);Prot.Cam,113,ff.112-114v(del1385:infeudazioneinfavorediLudovicodiSavoia-Acaia);Prot.Duc.,60,ff.180-181,191-192v.(nuovainfeudazioneinfavorediLudovicodiSavoia,del1393);Prot.Duc.,73,ff.312-314v.(infeudazioneinfavorediHumbertdeGlérens,del1432);ACV,CII,179(scambiodifeuditraHumbertdeGlérenseilducaLudovico,del1441:HumbertabbandonaVirieuinfa-

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GuidoCastelnuovo200

voredelcastrumdiBercher).SuPierreGerbaix,vedioralabellatesidiM.Mamet,Bourgeois, trésorier et noble seigneur: l’ascension sociale de Pierre Gerbais de Belley (milieu XIVe-début XVe siècle), mémoire de maîtrise, Université de Savoie, 1999-2000; su Humbert de GlérensrimandoaG.Castelnuovo,Humbert le Bâtard: un seigneur itinérant au service de son prince,inL’itinérance des seigneurscit.,pp.5-25,sp.pp.15,23n.107supra,n.6.108 G. Castelnuovo, C. Guilleré, Les finances et l’administration cit., p. 102; cfr. anche B.Andenmatten,La Maison de Savoiecit.109G.Castelnuovo,C.Guilleré,Les finances et l’administrationcit.,sp.pp.96-106.110Vedi inultimoG.Castelnuovo,C.Guilleré,Le crédit du prince: l’exemple savoyard au bas Moyen Age,dansCrédit et Société: les sources, les techniques et les hommes,39erencontresduCentre Européen d’Etudes bourguignonnes, Asti-Chambéry, septembre 1998, Neuchâtel 1999,pp.151-164.111Cfr.A.Barbero,La venalità degli uffici: l’esempio del vicariato di Torino(1994),orainId.,Il ducato di Savoiacit.,pp.48-67.112Cfr.G.Castelnuovo,Centre et périphérie. Le recrutement social et géographique des châtelains en terre savoyarde, in Savoie et Région alpine, Actes du 116e Congrès National des SociétésSavantes,Chambéry,mai1991,Paris1994,pp.97-108;inultimo,numerosecomunicazioniinG.Castelnuovo,O.Mattéoni(dir.),De part et d’autre des Alpes. Les châtelains des princes à la fin du Moyen Age,tableronde,Chambéry,octobre2001,incorsodistampa,Paris2004.113Cosìinun’infeudazionedel1432infavoredelconsigliereeciambellanoNicoddeMenthon:ASTo,C,Prot.Duc.,73,ff.296-299.114Cfr.supra,testicitatian.68.115VediG.Castelnuovo,Physionomie administrative et statut social des officiers savoyards au bas Moyen Age: entre le prince, la ville et la seigneurie, inLes serviteurs de l’Etat au Moyen Age. Formation, idéologie, carrière,XXIXeCongrèsdelaSHMES,Pau,mai1998,Paris1999,pp.181-192.116Cfr.per iLombardiG.Scarcia,Une intégration possible: le cas des «Lombards» en Suisse Romande,inEtudes Savoisiennes,V-VI(1996-1997),pp.47-84;L.Castellani,Amédée V et les «lombards» piémontais en Savoie,inÉtudes Savoisiennes,VII-VIII(1998-1999),pp.27-49.117G.Castelnuovo,Humbert le Bâtardcit.118M.Mamet,Bourgeois, trésorier et noblecit.119 Vari esempi si trovano in G. Castelnuovo, Dynasties seigneuriales, lignages urbains et parentés d’officiers de part et d’autre des Alpes, in Frontières, contacts, échanges. Mélanges offerts à André Palluel-Guillard,acuradiC.Sorrel,Chambéry2002,pp.49-60.120Inultimo,N.Carrier,F.Mouthon,«Extentes» et «reconnaissances»cit.,sp.pp.218,225.121CosìaCossonaynel1429:ASTo,SR,Inventario137,mazzo5,Cossonay11.122ASTo,C,BV,mazzo23,Grandmont4;cfr.M.Mamet,Bourgeois, trésorier et noblecit.,sp.pp.124-130.123 Sulla difficile crescita dell’enfiteusi in una regione non lontana v. M. Berthe, Le droit d’entrée dans le bail à fief et le bail à acapte du Midi de la France (XIIe-XVe siècle),inP.Bonnassie(éd.),Fiefs et féodalité dans l’Europe méridionale (Italie, France du Midi, Péninsule ibérique) du Xe au XIIIe siècle,Toulouse2002,pp.237-278,sp.pp.254-255.124ASTo,BV,mazzo34,Oron2.125Nel1360,adesempio, il signorediCossonayabbandona ipropridirittid’omaggiosuvarieterresiteàCorcellesecheAntoinedeGoumoënspotràpossedere«depuroet francoet liberoallodio»:ASTo,C,BV,mazzo14,Cossonay17.126Cfr.supra,nn.60-68.Così,nel1363, inundocumentoredattonelcastrum comitalediLeBourget,Françoisd’Orsens,nuovoacquirentediallodisitinellontanoPaysdeVaud,aOrsensstessa,promettediprestareomaggioalconteediriconoscerecheidettiallodisonodaluitenutiinfeudoprincipesco:ASTo,C,BV,mazzo34,Orsens1.127Esempiodel1358,sempreaCossonay,diunaccordogiudiziariofrailsignoredelluogoeunsuovassalloperilfeudodiDaillens:idominidiCossonaymanterrannoidirittisul«delinquentemnudum»ela«punitionemdelinquentes»mentreFrançoisdeBettens,lorovassallo,potrà«habe-rebonadelinquentisetcognitionem»:L.DeCharrière,Recherches sur les sires de Cossonaycit.,doc.25,pp.267-169.

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128 Razionalizzazione feudale, con passaggio da tre a un omaggio, nel caso di Guillaume deGrandsonnel1365:ASTo,C,BV,mazzo6,Aubonne32.129 La possibile confusione fra i due termini si nota già nell’extenta di Ugine del 1273: M.Chiaudano,La finanza sabauda cit.,pp.44-45;analoga lasituazioneaVallorcinenel1292N.Carrier,La vie montagnarde cit., p. 395, così come, più precocemente, nel vicino Queyras delfi-nale:H.Falque-Vert,Les hommes et la montagne cit.,p.258.130F.MouthonLa famille et la terrecit.,p.931.131 Cfr. G. Castelnuovo, Fra territorio e istituzioni. La frontiera nell’arco alpino occidentale. Giura e Vaud dall’VIII al XV secolo,inLandeshoheit. Beiträge zur Entstehung, Ausformung und Typologie eines Verfassungselements des römisch-deutschen Reiches,acuradiE.Riedenauer,München,1994,pp.236-251.132VariesempiinG.Castelnuovo,Dynasties seigneurialescit.133Documentocitatosupra,n.69.134 Cfr. G. Castelnuovo, Le prince et ses élites dans l’Etat savoyard au XIVe siècle, in De la principauté à la province. Autour du 650e anniversaire du Transport du Dauphiné à la couronne de France,acuradiP.Paravy,R.Verdier,Grenoble2001,pp.271-290.135 O. Dessemontet, Les faux du sire Hugues de Grandson en 1389, in “Revue HistoriqueVaudoise”,LXV(1957),pp.113-133.Ilverbaledegliinterrogatorisitrovaallepp.127-133.Tuttelecitazionicheseguonosiriferisconoaquestostessodocumento.136ASTo,C,BV,mazzo26,LesMarches1.137G.M.Varanini,M.Bettotti,Profilo di una vassallità episcopale alpina: il vescovado di Trento dal XII alla fine del XIV secolo,inFiefs et féodalitécit.,pp.93-116,p.108.

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Dal patronato alla mediazione politica.

Poteri signorili e comunità rurali nelle

Alpi lombarde tra regime cittadino e stato

territoriale (XIV-XV secolo)*

diMassimoDellaMisericordia

Al centro del mio contributo è l’analisi della trasformazione del poteresignorile fra Trecento e Quattrocento, dalla fine del regime comunale all’età visconteo-sforzesca.Nell’ultimaetàcomunalel’autoritàdeidomini sirealizzòsoprattuttonelpatronatolocale;neidecennisuccessivisiorientòprioritaria-mente verso il controllo della mediazione politica, cioè dell’interazione tracentro e periferia. Il problema è quindi verificare come, nell’esercizio del pote-relocalesuunarcocronologicolungo,sisiarealizzataun’intesatraidetentorieisoggettiditalepotere,ealcontempocomeleformedell’intesastessasianomutateinsiemealcontestopoliticopiùampio.

Prima di considerare questo passaggio è necessario tratteggiare alcuniconnotati durevoli dell’esercizio del potere signorile nel territorio comasco,almenoapartiredalpienoDuecento.Ademergereèsoprattuttolafragilitàdiquestaformadiautorità,comeinprimoluogoconsentediaccertarelarap-presentazionenormativadeipoterilocali.Ledisposizionideglistatutiurbanistratificatesi nel corso del Duecento non menzionano mai – né per ricono-scerle,néperlimitarle–prerogativegiurisdizionalisignorili.InValtellina,lostatutoruralepiùantico,quellodiDelebio(1203-1204),nacquedallanego-ziazionetrailsignoreecclesiasticoeilcomune;eppure,nélenormedel1203néquelledel1204menzionanomateriesottopostealgiudiziodelsignore,erimettonolagiurisdizionesullequestionicheregolanoaisoliconsolidelco-mune.Glistatutiurbanidel1335imponevanoaicomuniruraliditenere,diluogoinluogo,lemisurepervalutareepesareiquantitatividigrano,vinoealtri prodotti, conformi ai valori fissati dalla città, nonché gli obblighi di ma-nutenzionedellestrade;allorailcomunediComononeracostrettoatenercontodialcunaenclave signorileenondovevaentrareincontatto,alloscopodiassegnaretaliincombenze,consoggettidiversidaicomuni.

Insecondoluogo,l’incastellamentononriuscìadaccentrarestabilmentel’habitat,comedelrestoavvennenellealtreareemontanedellaLombardia.Perquantoriguardailterritoriocomasco,almenoinValtellina,all’iniziodel

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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Trecentogliuominiabitavanoaldifuorideinumerosicastra chepureeranostaticostruiti,inville che non erano mai state assorbite entro le fortificazioni o inpiccolissimivillaggidisseminatinelterritorio.Inalcunicasiicastellieranoinrovina.Inunsolocaso–quellodiSondrio–sipuòstabilireunacontinuitàtrail«castrum»attestatonel1035eilborgoaccentratotardo-medievale,mastandoallatestimonianzadiunacronacalocale,ilprocessodiconcentrazionedellapopolazionefulentoetardivo,compiutosisoloall’iniziodelTrecento.Ora,radunare gli uomini in un centro fortificato, imporre alla loro coabitazione un quadroinsediativomessoapuntodalsignore,eranoalcunideimoditramiteiqualichidetenevaprerogativedidominiolocalerafforzòlasuaautorità;èsi-gnificativo allora che il progetto di riplasmare in profondità le condizioni della vitaedellaconvivenzadeirustici,almenosullungoperiodo,nonsiariuscito.

Ultimo elemento, già dalla fine del Duecento la popolazione valtellinese e forsequelladituttoilterritoriocomascoappareormaicostituitainteramentedi uomini liberi. Si tratta di un aspetto caratteristico della società locale: fino all’iniziodelXIVsecolo,infatti,sonoattestatiservinellevallidelTicinoset-tentrionale,inquellebergamascheebresciane.Unosquarciocomparativodigrande efficace è offerto dalla documentazione vescovile di Como e Brescia: in Valcamonica,acavallotraDuecentoeTrecento,gliinventariepiscopaliregi-stranodecinedimanentes,dipendentidall’episcopio,mentrenelleanaloghefonticomaschenonc’èalcunatracciadiunapopolazionedistatus nonlibero.

Insomma,all’inizioTrecentosipuòregistraresiailfallimentodelprogettosignorilediplasmareiquadrimaterialientroiqualisisvolgevalaconvivenza,sial’avvenutadissoluzionedelleformedisoggezioneaidomini piùvincolantiedirette,legateallacondizioneserviledeisoggetti.Ilcomuneurbanoavevaricomposto nella competenza del podestà cittadino l’alta giurisdizione nel-l’episcopatoepotevainquadrarneilterritorio,distribuendoleresponsabilitàdimanutenzionedellaretestradaleegliobblighideicomuniruralididotarsidelleattrezzatureperlamisuraeilpesodialimentariemerci,senzaconside-rarelapresenzadeidominatus.

Stretti fra la crescita delle istituzioni comunitarie rurali e la politica diComo,isignorilocalidovetteroalloratrovarealpropriopotereunacolloca-zione in questa specifica configurazione di rapporti. La carica di podestà locale fu uno dei luoghi istituzionali del compromesso raggiunto con le comunitàruralie l’ordinamentoimpostoalcontadodalcomuneurbano.Dalsecondodecennio del Duecento, i comuni rurali del territorio comasco affiancarono osostituirono,al verticedel loroordinamento istituzionale, i consoli con ilpodestà:eraunmagistratochespettavaalsingolocomuneeleggere,malacuiattivitàerastrettamenteregolatadaglistatuticittadini.NelXIIIeXIVsecolo,gli esponentidelle famiglie signorili ricoprironospesso la caricadipodestàdeicomuniruralinelleareeincuisiconcentravalaloropreminenzaoincuisiaddensavanoiloroprogettidiunanuovaespansioneadannodeiprecedentidetentori del potere. Ciò comportava un notevole ridimensionamento dellaloro autorità, perché a quell’ufficio competeva, secondo la normativa urbana, l’eserciziodiprerogativegiurisdizionaliassailimitate.Eppuretalemagistra-

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tura consentiva loro di conservare una notevole influenza: in quanto podestà controllavano la vita comunitaria (avevano infatti la facoltà di convocarel’assembleadeicapifamiglia),rappresentavanoivicinifuoridalterritorioco-munale,soprattuttoincittà,davantiallemagistraturelaicheedecclesiastiche,mediavanoledisputetragliuominiecosìvia.

Latraduzionedipratichedelpotereedellaconcorrenzasignorilenelnuo-vo linguaggio di un ufficio comunitario, testimonia come la magistratura di podestàruralefossediventatailnuovomododiesercitarel’autoritàlocaleinun quadro connotato dall’efficacia politica degli organismi vicinali. Le fami-gliecapitaneali,inValtellinacomenelLocarnese,aggiornaronoilloropotere,ricoprendolacaricadipodestàneicomunideglistessiterritoriplebaniincuiavevanodetenutoglihonores edistrictus, oggettodellepiùanticheinvestituredellachiesavescovilediComo.InbassaValtellina,iVicedominiperseguironola stessa integrazione del loro esteso dominato tramite la mobilità da un uffi-cioall’altrodeimedesimiesponentidellaparentela,unapraticadicircolaritàfunzionarialemutuatadaunaculturasquisitamentecomunale,chequiservivaadundisegnodipoteresignorile.Laconcorrenzatraiprogettidiespansionedidiversefamigliesignoriliinzonedifrizione,aimarginideirispettividomi-natus,otraunafamigliainsediatainunadeterminataareaeunaimpegnatainunanuovaespansionecheerodevaquellapiùanticaattestazione,diventavaanchecompetizioneperassicurarsiilcontrollodellacaricadipodestà,comerisulta evidente dalla successione degli ufficiali.

IlcasomegliodocumentatoèquellodiSondrio.Qui,conlacrisidelcomu-neurbanoeleviolenzechel’accompagnarono,lasimbiosisignori-comunitàneuscìrafforzata.IghibelliniRusca,infatti,nelprimoTrecentos’insignoriro-nodellacittà,malarghisettoridell’episcopatosisottrasseroallorocomando.ASondriol’inasprirsidelloscontropoliticodiqueglianniriattualizzòlafun-zionediprotezioneedifesadellepopolazioniesercitatadaisignoriincambiodell’obbedienza,corroborandonecosìilpotereeilconsenso.Inpropositosiconservano due documenti molto significativi. Il primo è il patto del 1308 tra ilcomunediSondrioeisignorilocali,ifratelliCorradoeRuggeroCapitaneidi Sondrio. Nel testo, gli uomini del comune ricordavano i «multa et ma-gna beneficia» ricevuti dai Capitanei; per questo offrivano loro l’esenzione da qualsiasi onere cui fosse tenuta la comunità (cioè l’assunzione da partedellacomunitàdiognicaricoimputatoaisignori)elacompartecipazioneaibenicollettivi.Loscopodell’attoerasicuramentepremiarliperiserviziresi(«causa remunerandi predictos dominos Conradum et Rugerium fratres debeneficiis per ipsum commune et homines, cives, nobiles et vicinos receptis»); ancora più significativa, però, era la sua forza programmatica, teso com’era ad istituireunanuovabasedilegittimitàdelpoteresignorileenuoviobblighideiCapitanei verso la comunità («cum […] plura, et maiora beneficia, commoda ethonores[…]infuturumreciperesperent»),insostanzaimpiegandoli«promelioristatu,etconditionedicticommunis».Conquelpatto,dunque,ilco-muneproponevaunmodelloprescrittivodelcomportamentoedell’identitàdeisignoriinquantopatronieprotettoridegliuomini.

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Il secondo documento è una breve cronaca di Sondrio scritta a metàdelTrecentodaBeltramoloSelva.L’autoreeraunuomolegatoaiCapitaneidi Sondrio e uno dei loro notai di fiducia: il suo racconto, pertanto, non è neutrale, ma politicamente orientato e, pure in mancanza di formulazioniesplicite,offreunatestimonianzapreziosacircaleformeidealidelrapportosignori/uomininellaprospettivadeisignoristessi.Itrattidiunmodellopa-ternalistico filtrano la vicenda narrata in modo evidentissimo: essa vede agire isignoriadifesadellapopolazioneeconilsuoconsensoformale,entrounadimensionetuttalocaledellapolitica.SonoricordatiimandatidipodestàdiSondrio,almenotrefra1325e1333,conseguitidaEgidioCapitanei,fratellodiCorradoeRuggero.Inoltre,ilSelvariferiscecomefuEgidioacomandarelafortificazione della terra, quando Franchino Rusca, signore di Como, progettò un’incursionemilitarecontroSondrio.L’operadifensivavennerealizzataconilconcorsodituttiicetidelcomune–inobili,icittadinieivicini–dicuidun-queilraccontoenfatizzalacoesionealseguitodiEgidioCapitanei.Lastessaopera divenne l’occasione per manifestare, tramite il simbolismo araldico,l’incontrosimbioticotragliuominicheabitavanoSondrioeilorosignori:suunadelledueportedelborgomurato,infatti,fuapposta«l’insegnadiparteguelfa[...]edellisignoriCapitanei».PercontrointuttoilraccontodelSelvanessunadecisioneriguardanteilcomuneèassuntaoconcertataailivelliso-vra-locali di organizzazione del potere. L’autore riferisce i raccordi tra i guelfi eilpapato,traighibellinie l’impero,traiCapitaneidiSondrioeilsignoreGiorgiodiVicosoprano,sudditodelvescovodiCoira;eppuresembrachenes-sunadecisioneenessunacoazioneeffettivacolleghilasocietàlocaleaipoteripiùlontani.L’aggressioneportataalborgodaiRuscaèilsoloverointerventodall’esternoinuntestochedunquerappresentalasocietàlocalecomeun’oa-sipolitica,coesaattornoalsuosignorechenemantienel’equilibrio,eincuisembrapercontrochedalrapportoconipoteridilivellosuperiorepossanoderivaresolopericolieviolenze.

Questa configurazione e questa ideologia del potere signorile, fondate, alla fine dell’età comunale, sulla stretta simbiosi istituita in sede locale tra gli uominieidomini,furonoprofondamentemutatedall’incorporazionedelter-ritoriocomasconeldominiovisconteo.Laconquistavienedatataal1335,maiprovvedimenti significativi sono del decennio successivo: nel corso degli anni QuarantaiViscontisoppresserolepodesteriedeisingolicomuniruralieleso-stituirono con più estese circoscrizioni giurisdizionali, affidate ad ufficiali iti-nerantiediestrazionenonlocale.Dunquelariformacircoscrizionalecancellòilpuntoistituzionale–lacaricadipodestàdelcomunerurale–incuisignoriecomunitàsiincontravanodaalcunidecenni.Venutomenoperisignoriilvec-chiostrumentodicuisieranoservitiperprolungareilpropriopoterelocaleeottenerneilriconoscimentodapartedell’autoritàpubblica,essinonriusciro-no ad approfittare nemmeno del nuovo strumento di legittimazione del potere signorile messo a punto dai Visconti dalla fine del Trecento: il feudo. In tutto il territoriocomasco,iViscontiepoigliSforzapremiaronoraramenteconinve-stiturefeudalidelmeroemistoimperiogliantichidominilocali,promossero

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invecel’inserimentodielementiesterni,talvolta,sidirebbe,conobiettivididisturbo dei poteri signorili esercitati localmente in modo informale. Infine, vennerolentamentemenoquellecondizionidiviolenzaeinstabilitàcheallafine dell’età comunale avevano consentito ai signori di sganciarsi dal potere cittadinoedirifondareisolediautoritàlocaleintegratedallalorocapacitàdiproteggerelapopolazionerurale.

A questo punto il rapporto dei signori con le comunità dovette essererifondato. La radicalità del mutamento può essere compresa se esso vieneconsideratoinunaprospettivaproblematicapiùlarga,quelladellatrasforma-zionedell’autoritàlocale,deisuoicontenutiedelsuoesercizio,nelmomentoincuil’arenapoliticasubisceunabruscadilatazioneeincuisicostituisceunnuovo centro del potere più efficace e distante. In quest’ottica, non interes-sa tanto una storia del rapporto tra autorità statali e periferie intesa comeprocessodiaccentramentoeinquadramento,unmodellosecondoilqualeilcentropoliticomonopolizzafunzionidigovernoedispensainperiferiatitolidilegittimitàincambiodidisciplina.Interessapiuttostofocalizzarel’attenzionesull’integrazionediunospaziopoliticopiùampioesullesueconseguenze:idetentoridelpoterelocale, infatti,devonotrovareunanuovacollocazioneeripensarelalorolegittimità,inunorizzontedilatatochenegavecchieoppor-tunità,maoffreanchenuoverisorse.Perdescriverequestasvolta,puòessereutilizzataladistinzionediJeremyBoissevaintrailpatrono,ilpotentelocalechedispensaaisuoiclienti inprimapersonarisorsecheè ingradodicon-trollaredirettamente,eilmediatore,cheècoluichepossiedesoprattuttounpatrimoniodicontattipersonaliconidetentoripiùlontanidelpotere,echeoffreaisuoiclientiservizidiconnessionepolitica.

Alla fine dell’età comunale, i signori del territorio comasco esercitavano unpotereassailocalizzatoebasatosurisorsechecontrollavanodirettamente:essi assicuravano in prima persona protezione militare, amministravano labassagiustizia,ricoprivanolecarichepolitichelocali.LeopzionidigovernodeiViscontilasciarononelleloromanistrumenticospicui,maforsenonsuf-ficienti a supportarne la potenza politica: fortezze, terre, diritti di decima, il prestigioriconosciutodagliuomini,mentreivincolid’obbedienzapersonaleegliantichiobblighideirustici(leguardiealcastello,lasuamanutenzione,ilserviziomilitare)eranoinpienodissolvimento.Tuttaviairapportipiùstrettiche ora i sudditi dovevano intrattenere con i magistrati che i Visconti e gliSforzainviavanoinvalle,gliobiettividicontrollodelterritoriocheanimavanoi signori di Milano, le loro molte e nuove pretese in campo fiscale e militare, il difficile accesso a un potere centrale adesso più lontano generarono nuove opportunitàpergliuominidotatidellamaggiorereputazionelocale.

Lagammadegli interventideisignori locali inquesticampieraamplis-sima. Per l’età viscontea la documentazione è più laconica – si conservanosoprattutto documenti di procura dei comuni rurali –, per l’età sforzescarestanoinvece lepiùesplicite letteredelCarteggio;comunqueil lororuolosi configura con una certa continuità. Da un lato i duchi e gli ufficiali gover-navano il territorio comasco servendosi largamente dell’influenza locale dei

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signori.Essidovevanoindurreilorouominiadobbedire,soddisfareglionerifiscali, risolvere pacificamente i conflitti, collaborare alla difesa delle valli dal-le minacce ai confini, accollarsi la realizzazione delle opere pubbliche. Questo versantedell’azionedeisignorilocalièperòsolounafacciadellaloroattivitàdimediatoripolitici;l’altroconsistevanelproteggereisudditidallepressantirichieste dello stato, nell’ottenere per loro condizioni di favore in ambito fi-scaleegiudiziarioenelmetterliincomunicazioneconleautoritàcentrali.Isignorieranoinoltreitramiticrucialidelloscambiodiinformazionitracentroeperiferia:dovevanotenereaggiornatoilducacircaquantoaccadevaneilorodomini e ai confini dello stato, certificare la veridicità delle suppliche dei sud-diti,aiutarlinellorosforzodiessereascoltatiaMilano.

Asollecitare laprotezionesignorilenoneranosolo isingolisudditi,mapurelecomunitànellorocomplesso.Cosìisignori,nelnuovocontestodellostatoterritoriale,continuaronoacostruireillororuoloanchenelrapportoconicomunirurali,comeeraavvenutonelpassato;adesso,però,nonpiùnelleformeistituzionalizzatecheavevanocaratterizzatolatardaetàcomunale,maattraversol’eserciziodimenoformalizzatefunzionidiprotezione,dirappre-sentanzaedigaranziadifrontealprincipeeaisuoimagistrati.Spessoicomu-niruralisirivolgevanoaisignoripersollecitareunaletteradiraccomandazio-nealducaoun’ambasceriaaMilanocheappoggiasselerichiesteedesigenzepiù svariate: consentire il rifacimento dell’estimo, ritirare i privilegi fiscali dei cittadinicomaschiresidentinelcontado,ridurreglioneridellatassazione,al-lontanareisoldatiducali,unapresenzasempresgradita,ammorbidirelaseve-rità di un ufficiale, convalidare i contenuti di una loro supplica. In tutte queste circostanze,isignorifacevanodaportavocedeilorouomini,assicuravanoalprincipelafondatezzaelabontàdellelororichieste,premevanosuiconsiglierie i magistrati centrali più influenti, soprattutto quando erano persone con cui avevano una qualche confidenza, affinché tali richieste venissero esaudite.

Lacostruzionedalbassodelconsensoalpropriopoterenonimpegnavasolo i signori che non ricevettero mai un’investitura feudale dai Visconti odagliSforza:essieranofortidelloroascendentelocale,maprividiunricono-scimentoformaledalpoterecentrale,edèconseguentecheavvertisserocomepressantel’esigenzadicostruirein locolalorolegittimitàediprocurarealloropotere, tramite lapraticadel favore,unabasepiùsolida.Anchei feudatari,checomehodettonelComascofuronoquasituttielementiesterni,collocatiinareedisolideautonomiecomunitarieodipresenzadipiùradicatipoterisignoriliconcorrenti,dovetteropuntellarelaloroposizionesempremalfermanonostantel’investituraformalericevutadaiduchi,cercandodiguadagnarsiilconsensodipopolazionicheraramenteavevanoaccettatodibuongradolasoggezione.

Inconclusione,èemersocomeinun’areaincuiilpoteresignorileavevaperso precocemente molti dei propri strumenti più efficaci, i suoi detentori dovetterocercaredivenireapatticonl’organizzazionechesieranodatiilorosudditi, il comune rurale. Nella fase matura e finale del regime cittadino, que-sto incontrosi realizzògraziealladisponibilitàdeisignoriadaccettareuna

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vestecomunaleperilloropotere,tramitel’assunzionedellacaricadipodestàe l’esercizio di un patronato che, nelle fasi di conflitto più tormentate, tornò acontemplare laprotezionemilitaree laveraepropriaguidapoliticadellacomunità.ConleinnovazionicircoscrizionalivolutedaiVisconti,lasimbiosinonvennemeno,mafuoriuscìdall’ambitostrettamenteistituzionalizzatoesiconfrontòsistematicamenteeinunorizzontepiùvastoconlenuovepressantirichiestedellostatoterritoriale:essasirealizzònellamediazionesignoriletrail comune rurale da un lato e il principe e i suoi ufficiali centrali e periferici dall’altro.Deveessererilevataladiscontinuitàtraquesteduefasi,maancheunmotivodifondamentalecontinuità:lanuovaazionedeisignorinellacor-nicedellostatoterritoriale, infatti,eraanchel’aggiornamentodelruolochelecomunitàruraliavevanocontribuitoacostruireperidetentoridelpoterelocalenelcorsodell’etàcomunale.Sièdettochenel1308ilcomunediSondrioaveva deciso di accollarsi il pagamento di tutti gli oneri fiscali imputati ai loro signori,iCapitanei,perassicurarsiilorobeneficiaepersollecitarliall’impe-gnoafavoredelcomunestesso.Eraunmodoperavanzaredellepretesesul-l’operatodelsignore,esplicitamenteproiettate,comedicevaildocumento,«infuturum».Ebbene,questeaspettativemodellaronodavveroecongrandefor-zal’identitàdiruolodelsignore.A150annididistanzadaquelpatto,AntonioBeccaria, che aveva ereditato il potere dei Capitanei, sposandone l’ultimaerede, scrisse una lettera molto significativa indirizzata all’uditore ducale. Il mododiesercitare la tutelapoliticadellacomunitàeracambiatoprofonda-mentecomeilsuocontesto:sieranoavvicendatiidetentoridelpoterelocaleeunnuovosignoreavevasostituitol’anticafamigliacapitaneale;nonsitrattavapiùdidifenderelapopolazionediSondriodaun’aggressionemilitare,madiappoggiarnelerivendicazionidavantiallemagistraturecentralidellostatoinunavertenzacontroalcunicittadiniresidentinellaterrachesisottraevanoadogni impegno fiscale; il potere extra-locale non era più quello ostile dei Rusca, signoridiComo,maquellodegliSforza,duchidiMilano.Eppurel’esenzioneaccordatanel1308eraancoracapacedigenerareiproprieffettinellacostru-zionedelrapportosignori/comunità.ScrisseinfattiilBeccaria:«sonotenutofavorare questi mey e vostri amici, li quali pageno e substeneno li incaregiche substenerebe mi in queste parte». Ciò significa che il dominussisentivaancoraobbligato,nelverosensodellaparola,versoisuoiuomini,perlacon-cessionechelacomunitàavevadeliberato150anniprimaeperilvantaggiofiscale che continuava a derivargliene.

Note*Ripropongoiltestodellarelazionepresentatainoccasionedelseminario,chesintetizzaipara-grafi 1-2 della Parte prima della mia tesi di dottorato, Divenire comunità. Comuni rurali, poteri signorili, identità sociali in Valtellina e nella montagna lombarda nel tardo medioevo, UniversitàdegliStudidiTorino,XIVciclo,tutoriR.Bordone,G.Chittolini,coordinatoreG.Sergi.

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Signorie dell’Appennino

tra Toscana ed Emilia-Romagna

alla fine del Medioevo*

diPaoloPirillo

Fin dai decenni centrali del Xiv secolo, a contatto con l’espansione diFirenze,ilterritorioappenninicoubicatotralaToscana,ilBologneseedunaparte della Romagna che sarebbe poi passata sotto dominio fiorentino, sem-bra costituire un terreno ideale per osservare la progressiva scomparsa delmondodellasignoria,del feudoedei lorosistemidiegemoniaterritoriale1.Ineffetti-eriassumocosenote–lacrescenteesemprepiùingombrantepre-senza del Comune fiorentino, con tempi e modalità diversi, avrebbe represso quantosierainterpostosullasuastradainibendopotenziali,futurisviluppidi organizzazioni territoriali a carattere signorile. La successiva fiorentinizza-zione di una parte della Romagna vanificò la proliferazione di realtà politiche che,nelrestodell’interaarea,inassenzadicospicuecittàcomunali,sarebberostate incarnate da grandi e medi signori come gli Ordelaffi, i Manfredi, gli Alidosieviaelencando2.AlmenodallametàdelXiii secolo fino ai primi del Quattrocento, l’indebolimento o la scomparsa di altri gruppi presenti fino a quel momento nel contesto geografico cui si riferisce questo breve excursus(pensoagliAlberti,aiDaSusinana,aicontidaPànico,perlimitarsiainomidimaggiorspicco)avevaconcentratoipoteriterritorialidiquestapartedell’Ap-penninosuduegrandilignaggi:icontiGuidiegliUbaldini,icasipresiquiinconsiderazione. La loro storia e la loro collocazione geografica nello scacchiere tosco-romagnolodue-trecentescoèstataoggettodiunaseriedicontributiaiquali rinvio per ovvi motivi di brevità, ricordando soltanto che, in manieraapprossimativa,idominîdelleduefamiglieinteressavanoalloral’areaappen-ninicadelimitatadaunquadrilaterocompresotraFirenze,Bologna,ImolaeFaenza.

Milimiterò,dunque,amettereinevidenzasoltantoalcunielementiutiliperciòcheintendoillustrarenellepaginesuccessive,sottolineandoanzituttoche, ai primi del Duecento, i caratteri delle due compagini familiari eranoestremamente diversificati: quella degli Ubaldini sembrava nella piena matu-razionedelpotereedellapropriacoesione3.IGuidi,impiantatisisaldamentetra la Romagna e la Toscana in tempi precedenti, presentavano invece una

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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ormairigidaripartizioneinquattrograndiramiinperennecontrastotraloroconattritidestinatiadassumerecolorazionipolitichetantooppostedaavviarlialottefratricide4.Insecondoluogo,semprenelcorsodelDuecentoedibuonapartedelsecoloseguente,perl’iterarsigenerazionaledeifrazionamentisuc-cessori-comehasottolineatoErnestoSestan5-iGuidiavrebberovistosfal-darsiunaparteconsistentedellorograndedominio.Unapiùaccortaerigidastrategiafamiliare(salvoqualcheeccezione)avrebbeinvecemantenutounacoesionenelcasatodegliUbaldiniconevidenticonseguenzeanchesull’unitàdelloroassettoterritorialesiadalpuntodivistaistituzionaleegiurisdizionalesiadaquellofondiario.

Dalla fine del Xiii secolo, Firenze si sarebbe infiltrata nei due diversi con-testi,esercitandounapressionedicarattereessenzialmentemilitarecontrogliUbaldini,edadottandoinvece,neiconfrontideiGuidi,strategiepiùarticolate,comeavròmododiaccennaretrapoco.PurconledifferentiscelteoperatedalComune fiorentino, lo scontro contro i due lignaggi non ebbe un andamento lineare e, per limitarsi ad un solo esempio, il conflitto subì gli effetti le crisi attraversatedallaCittà,avarieripreseeperfattorilegatianchealquadrore-gionale dei conflitti, tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del Trecento. Gli esitidiquestopluriennalescontrocongliUbaldinieconiGuidisononoti:laconclusione sarebbe giunta, grosso modo, tra la fine di quel secolo e gli anni Quaranta del Quattrocento con la sostanziale sconfitta militare degli Ubaldini elaresa,perconsunzione,deicontiGuidi.Queste, ingrandilinee,eranoledue principali realtà signorili e territoriali dell’Appennino tosco-emiliano eromagnolodestinateasubireunapressionesemprepiùcostantedapartediunaDominantecittadinainpienaespansioneche,difatto,comehoaccenna-to, le avrebbe ridotte alla scomparsa. Ma, prima che ciò si verificasse, Ubaldini eGuidiavrebberoalorovoltaattivatounaserie,talvoltadifferenziata,discel-tetatticheestrategichechecipermettono,a posteriori,diosservaredavicinoalcunideilineamentiedellecaratteristichedell’articolazionedellorodomina-tussuterritori,uominiecomunità.

Un potere a fondamento del quale entrambe le famiglie individuavanol’Imperocomeelementolegittimante, iGuidivantando,peraltro, il titolodiconti palatini. In effetti, almeno per questi ultimi, ci sono pervenute con-ferme imperiali di castelli, villaggi, territori e privilegi dalla metà del Xii secolo, condiplomidi cadenza trentennale (1164, 1191, 1220) legati siaallesuccessionidinastiche,siaallapoliticaimperialeneiconfrontidellaPenisola,siaagliavvicendamentigenerazionalideilignagginobiliaripresentinell’areatosco-emiliano-romagnola6. La raggiunta maturazione istituzionale e politi-ca del dominio degli Ubaldini sembra, invece, relativamente più recente diquellaguidinga:soltantonel1220(conunaconfermanel1246),Federicoiili avrebbe svincolati da qualsiasi vassallaggio, trasformandoli - alla streguadeiGuidi - in suoidiretti sottoposti7.Ledue testimonianzeappenaevocatesi configurano però come l’unico indizio di un interesse diretto dell’Impero neiconfrontidegliUbaldiniche,aiprimidelsecolosuccessivo,nonvennero,in effetti, presi in considerazione dai numerosi privilegi concessi da Enrico

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viinelcorsodellasuadiscesainItalia8.Abenvedere,però,seiriferimentialla detenzione di castelli, terre e diritti «feodali titulo perpetuo» in nomedell’Impero sembrano sporadici nella documentazione ubaldinga trecente-sca, la loro rarefazione avrebbe anche caratterizzato, nello stesso periodo,anche tutti i rami dei Guidi ancora affacciati sul versante toscano9. In altritermini,apartiredall’eclissidellapotenzaimperialenelcontestoitaliano,ilclassicoformulariodicorredoalladocumentazionediemanazioneguidingaoubaldinga,preseafarriferimentoalla«iurisdictio,merietmixtiimperiietcuiuscumque gladii» prescindendo da qualsiasi altra fonte eminente di talipoteri.Evanescentesulpianoformaledelladocumentazione,sirivelavainol-trelamemorialegataalpragmatismograziealqualeentrambiicasatiavevanointrecciato le loro vicende territoriali sia con il vescovado fiorentino, sia con laChiesaromana,concessioniedoblazionidifeudi:unapraticachesembradiffusaanchenelsettoreromagnolodeidominîguidinghi.Delresto,ancoranel1371,lacompresenzadipotericuialludeva,ditantointanto,ladescrizionedellaRomagnadelcardinaleAnglicdeGrimoardcostituivalaparzialeeredi-tàdiquestogiocotalvoltacomplessodireciprociscambi,oblazionedifeudi,alleanzericercate,imposteosubìte10.Perconverso,quellochesembraesserecostantemente richiamato come un elemento di forza ancora efficace durante lafasetardomedievaledicrisi,piùomenoconclamata,deipoteridelleduefa-miglieèlospessorecronologicodeidirittiacquisitiovantatisuuncastello,unterritorio,unabitatoperiquali,quandonecessarioeneicasidicontenzioso,non si riusciva a confidare soltanto nella strumentazione legittimante del do-miniomedesimo.Così,perchiarireconunesempiopuntuale,nell’agostodel1362,GiovacchinodiMaghinardoUbaldini,privodieredimaschi legittimi,lasciavainereditàaifratellituttiglialtrisuoibenima-conunadecisionecheavrebbefattoscalpore-destinavainvececastelli,rocche,fortilizi,giurisdizioniconilmeroemistoimperioalComunediFirenze11.Ilnotaioincaricatodellaredazionedel testamentosividecostrettoadevidenziare ilcasoapparente-mentecontroversodel«dominiumvelquasietproprietas»suunapiazzadimercato la cui appartenenza alla famiglia fino da tempi immemorabili costi-tuiva,inmancanzadialtreprove,l’elementoessenzialedestinatoalegittimar-neidiritti12.Certo,inambitocomunale,iriferimentiallamaggioreominorevetustàdelladetenzionediunbeneodeidirittisudiessocostituivaspessounelementodiperséneutro,smentitoo,all’occorrenza,accoltoconlamassima«credibilità»comeconvalidadestinataatacitaresulnascereeventualiconte-stazioni.Così-siamoevidentementedifronteaduncasolimite-aiprimidelXv secolo, una famiglia fiorentina avrebbe assunto tutte le prerogative di un «dominatusloci»,compresal’altaebassagiustizia,suunpiccoloterritorioinprossimitàdiVolterra,dove,coerentementeallepretesedeinuovi«signori»,venneroaddiritturaeretteemesse in funzionedelle forche.OgniobiezionemossadaiVolterranicheprotestavanocontrounasimileprevaricazioneven-ne inizialmente tacitata con la giustificazione che «omnis iurisdictio» legata al castellountemposortosulpodereacquistatoesulcuisitorestavanolerovine,era stata esercitata fin dal «tempus Lombardorum»13. L’intervento fiorentino

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smentì, evidentemente, ogni rivendicazione di questo genere, mettendo fine alloscandalomaunsimileatteggiamentomutavaradicalmentenelcasoincuisitrattassedidominîpassatiaFirenze.Lacosarisultarelativamentechiaradalletestimonianzeconcernenticontee,castelliegiurisdizioniconservate,du-plicate ma anche prodotte o contraffatte presso la cancelleria fiorentina - ed in tal modo pervenute in una buona percentuale fino a noi - proprio perché, comehoaccennato,eranecessariocontinuareafornireunbuoncorredodilegittimazioneaidirittidelnuovodetentore:ilComuneinpersona.Ineffetti,sul piano documentario, la volontà normalizzatrice fiorentina si fece anche sentireconinterventidestinatiatogliere,sfumareodobliterareeventualicon-traddizionidalcorpus documentario specifico che comprovava diritti, prero-gative,ambitigiurisdizionali,ecc.diognicastrum ediogniterritorioentratonel dominio fiorentino per acquisto, donazione o come preda bellica tolta a Guidi,Ubaldiniedaltrilignagginobiliari.Questosforzo,talvoltaprolungato,diriadeguamentoistituzionaledeldominiosuterritoriecomunitàpassatidimanodapoteridigranlungadiversinonsitradusse,però,inunaltrettantorepentinoeradicalemutamentodelquadrogenerale.Nell’immediatoe,tal-volta,perunperiododialcunidecenni,suiterritoristrappatilorodaFirenze,laperditadelladimensionepubblicadidistrictiodapartedidetentoridisi-gnorieche,comegliUbaldini,avevanoancoraunnotevoleascendentesullecomunitàresidenti,nondeterminòlaloroscomparsadalloscenariopolitico.Dunque,inun’areadapocoassociataalComitatus,irapportitraisignoride-legittimati(unodeiprimipassicompiutidalComune,subentrandoinundo-miniocomitale)edunapartedellapopolazionecontinuavanoadappoggiarsi,conunarelativacontinuitàrispettoalpassatopiùrecente,sullacommistionetralaconcessionedibenifondiariedivincolipersonalidiquelladipendenzache, ufficialmente, il Comune aveva cancellato poco tempo prima14.Così,adesempio,nell’agostodel1323,inunazonaconquistatadirecente,Firenzeeracostretta a minacciare l’arresto dei coltivatori delle terre sequestrate a duemembridellafamigliaUbaldinipoichéirusticinoneranodispostiaversarecanoni in natura al nuovo concessionario dei terreni affittatigli dall’ufficio dei benideiribelli.E,perquantointeressadipiùinquestasede,lacondannasot-tolineavalacoesistenzanell’areadilaboratoresedifidelesdegliUbaldini:duecondizionichenonmipareerroneopoterriferire,inmolticasisimiliaquelliprimaricordati,ancheadunostessoindividuo15.Delresto,almenoinquellapartedelcontado,nondovevatrattarsidiunfenomenomarginalemadiffusoalpuntochegliabitantidiScarperia,laTerranuovacuiFirenzestavadandovita con l’intento di ribaltare a proprio vantaggio l’egemonia territoriale inquell’area,siaffrettaronoafarsisancirel’annullamentodiognivincoloche,inprecedenza,liavesselegatiaqualsiasititoloagliUbaldini:unarichiestache,difatto,confermavaerendevaretroattivalanormativaformulataavantaggiodichisitrasferivainquestacomenellealtrenuovefondazionicomunali16.

Ineffetti,nelleareeancorasotto l’esclusivocontrollodegliUbaldini (lasituazione sembra però quasi simile nelle zone guidinghe confinanti con il dominio fiorentino), pur se incerta ed ancora sostanzialmente episodica, la

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minacciosa strategia di Firenze tentava comunque di minare il sistema dipotereedicontrollosullapopolazione.Sulpianoformale,ilquadrodiriferi-mentodeilegamididipendenzadeglihomines dell’Appenninodailorosignoricontinuava, almeno dagli anni Settanta del Xiii secolo, ad essere descrittocome composto da «fideles, coloni et servi», «vassalli» «inquilini, ascrittizi» legati ad «affitti, servizi e servitù», «redditi, prestazioni, eserciti, cavalcate, placiti,peneebanni»17.Sudiessi-citoatitolodiesempiodaalcuniattidicessionedifeudiappenniniciinunperiodocompresotrail1275edil1306-gliUbaldiniavrebberocontinuatoadesercitareil«pieno,puroemeroimperioegiurisdizione»18.Mailquadrocomplessivodiriferimentostavamutandooeragiàcambiatoancheallalucedelprogressivoisolamentodiunsimilecontestosignorile.

Questasituazione-losivedebenepressoiGuidi–avrebbeineffettisensi-bilmenteaccresciutolatipologiadeifideles,specializzandolarispettoalletesti-monianzeprimarichiamateapropositodegliUbaldini,inunavariegatatramadicommendati«atermine»perperiodicompresitraidueedicinqueanni,secondounaprassichesembradivenirepreponderantenelleimbreviatureno-tarilicompresetraglianniVentieglianniTrentadelsecolo19.Viricorrevanoindividuidiestrazionesocialeassaidiversaedilventagliodeglielementichecomponevanoloscambiotradominusedipendentisiarticolatral’offertaan-nualediunpaiodicapponiincambiodellaprotezioneventennaledapartediunodeititolaridicontea,alpiùcomuneabbinamentotralaconcessionediunimmobilericambiatadaprestazionidicaratteremilitare,«cavalcate»,servizi,opere«admetendumetadvendemiandum»20.E’questogeneredirelazioniche sembra sempre più caratterizzare l’universo dei legami tra un discretonumerodimembrideidiversilignaggiguidinghielapartepiùcospicuadeiloroclientesresidentinelleareesottoillorodominio,mentretestimonianzesimilisonopiùrarefatteperillignaggiodegliUbaldini.Difatto,tuttoquestocontinuavaacostituireunasolidaretedisolidarietàtrafidelesesignoriancheall’indomani della presa di potere da parte fiorentina e non è difficile immagi-narecome,malgradoognisforzo,ancoraintornoallametàdelXiv secolo,lospessorediquestirapportirappresentasseillimitedell’incapacitàcomunaledirealizzareuncontrolloterritorialeinmanieracompiuta,inparticolare«ul-traAlpes»,aldilàdiquelcrinaleappenninicoversoilBologneseelaRomagnacui tendeva l’espansione fiorentina. Ambito giurisdizionale compreso entro i limitidelcontado,delladiocesie,appunto,dellaiurisdictiocittadinaquestacontinuava,dunque,adesserel’areadisovrapposizionediduepreciseistanzepolitiche che si affrontavano sulla maggiore o minore capacità di controllodellapopolazione:puntodiforzadifferenzianteetemasensibilenelloscontrotraidueantagonisti.

IntornoaglianniQuarantadelXivsecolo,comeaccennavoall’inizio,loscontrotraFirenzeegliUbaldiniconobbeunmomentoincuilasoluzionemi-litaresembròesserel’unicarispettoatuttelealtrepossibili.L’abbandonodel-laviadiplomatica,delcompromessomaanchedell’invasivitànelledinamicheinterneal lignaggiocheilComunecontinuavaapraticareconiGuidi,dette

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avvio ad una lunga campagna arrestatasi, negli anni Settanta, con la definitiva sconfitta degli Ubaldini. Ma, prima di giungere alla sua sperata conclusione, lasceltabellicamotivataanchedall’offensivamilanesedimetàsecolo–evi-dentementeinsiemeadaltrifattori-produsseun’ulteriorecrisi insenoallaclassedirigentecittadinarivelatasispessoincapacediinterventirisolutiviinmateriadicontrollosuglihomines,l’elementochesembrava,invece,unodeifondamentidella forzaubaldinga.Questo serve, inparte,a far comprende-reglistentidellapoliticacomunaleper lenuove fondazioninell’interaareaappenninica, dal momento che, fin dall’ultimo decennio del Duecento, ogni tentativodapartediFirenzediaggregareconunacertarapiditàuominieco-munitàinpolidemiciconcorrenzialiall’assettoinsediativopreesistentesareb-befallitoperl’incapacitàstrutturaledicompeteresulpianodelcontrollodellapopolazione sia con gli Ubaldini sia con i Guidi presenti in quest’area21. Ineffetti,ancoraallametàdelXiv secolo,Firenzefucostretta,unavoltadipiù,aprendereattodelfallimentodiunaltrotentativodicostituirelaTerranuovadi Firenzuola, nell’alta valle del Santerno, la cui resistenza aveva vanificato, fin dagli inizi, il progetto di un centro abitato fiorentino nel bel mezzo del terri-toriodegliUbaldini22.Così,inprevisionediunalungacampagnamilitarecheavrebbe avuto come teatro proprio quell’area fino a poco tempo prima definita comeuna«speluncalatronum»(epitetotornatonuovamenteinusonegliannia venire), con realismo, se ne riscoprì ufficialmente la temporanea dignità di «districtus Ubaldinorum». Una realtà da sempre evidente ma volutamenteignorata fino ad allora, in quanto ciò avrebbe legittimato degli antagonisti che -loricordoancora-occupavanoil«comitatusetiurisdictio»rivendicaticomepropri da Firenze. Il provvedimento contenente questa ridefinizione - si era alla fine del luglio 1349 - prevedeva agevolazioni fiscali ed anche immunità po-liticheperchiavessedecisodiabbandonareilterritoriumubaldingopassandosul versante fiorentino. Di fatto, questo costituiva l’implicita ammissione del fallimentodellaTerranuova:nonpotendoraccogliervipopolazionedall’areacircostante,siripiegavasull’attrazionedemicaesercitatanondalnuovocentromadallapartepiùvicinadelcomitatus fiorentino saldamente nelle mani del Comune. E’ difficile ipotizzare quale successo si sperasse di ottenere con una simileiniziativa:irisultatidocumentatisembranorisibilisesoltantoduefra-telli,fideles degliUbaldini,unmeseemezzopiùtardidichiararonodivolersiavvalerediquelleofferte23.Ma,ciòfacendo,proprioinquell’occasione,sieraprocedutoal riconoscimento formalediuna«zonagrigia»marginaleaduecontadi,marcandonelanettaseparazionegiurisdizionalerispettoalcontestofiorentino ed a quello bolognese: un riconoscimento che suonava come una parzialevittoriapoliticaconlaqualegliUbaldinisisarebbero,dilìapoco,pre-sentatiallapacediSarzana24.Altempostesso,l’insiemediquestiavvenimentidisegnavainmanierainequivocabileunodeicontornidelpotererealesulqua-ledellesignorieterritorialiancorarelativamentevivacipotevanocontare,cioèilcontrollosuuominiecomunità,direttonelleconteeeneiterritoriasoggetti,indirettomaapparentementeancorasaldoancheinareeperdutedirecenteavantaggiodiFirenze.

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Dunque, volendo riassumere quanto si è visto finora, ancora nei decenni centralidelXiv secolo,sottolafortepressionepoliticaemilitaredelComunefiorentino, il sistema della fedeltà, dell’obbedienza e della dipendenza legate o meno ad una concessione reale risultava diffuso in entrambi i lignaggi fino ad una scala minima. Servizi realia e personalia che - mi pare opportunosottolinearlo - in area ubaldinga erano dovuti direttamente ai signori machenelleconteeguidinghesiarticolavanosuunaretediconsortie«militescastri»dotatidiundirelativaautonomianeiconfrontideicomites,alpuntoda configurarsi in molte aree come gli elementi più dinamici da un punto di vistasocialemaancheeconomico.Ineffetti, iGuidisiappoggiaronospessoproprioaquestiultimieadunapiccolafasciadiimprenditorioperantinellepiazzedeimercatidellelorocontee,intravedendolepotenzialitàeconomichelegateallapresenzaedallaprotezioneoffertaasimilisoggettiche,èbenenondimenticarlo,eranoancheimiglioricontribuentipresentineglielenchidellafiscalità comitale.

Tutto questo – anche se soltanto accennato – risulta essere in direttorapportocon ladimensioneeconomicadiognirealtà territorialeegiurisdi-zionaleafferenteaduncomesguidingodellaquale,salvorariedeccezionalicasi, riesce però difficile dare una valutazione sistematica. Mi soffermerò su un caso specifico, con tutti i limiti di una generalizzazione: si tratta di un territoriocomitale(detto«Pozzo»dallasedecentraleeresidenzadelsuovi-cecomes),ubicatonella fasciapreappenninicadellavalledellaSieve,ampiocirca25kmq.,pochideiqualisul fondovalle,sucuiunodeiramideiGuidiavevaesercitatoilpropriodominio–regolarmentelegittimatodaconfermeimperiali due-trecentesche – fino agli anni Trenta del Xivsecolo.Daallora,lacontea era passata alla ricca famiglia fiorentina dei Bardi, in previsione di un tentativodicolpodistatoperchépossibilepuntodiappoggionelleimmediateadiacenze dell’area sotto controllo fiorentino. Nel 1375, quando l’intero terri-toriovennecedutoaFirenze,ibenifondiariche,conogniprobabilità,iBardiavevanoottenutodaiGuidiacquistandolacontea,l’eserciziodellaiurisdictioed il «merum et mixtum imperium et cuiuscumque gladii», annoveravano:quattordici edifici, cinque mulini, 2625 mq. di appezzamenti di terra, un orto, lametàdiunpontecon il relativopedaggio,unboscoedueettariemezzodi vigne tra le quali «la Vigna del conte» immediatamente fuori dai ruderidelcircuitomurariodiunpiccolocastruminviadiabbandono25.Unquadroche, con le debite cautele, mi pare sufficientemente rappresentativo della do-tazione di beni fondiari relativi ad una contea di dimensioni medio-piccolemache, sulpianodelle rendite,veniva incrementatodagabelleeplateaticiincentivaticonlaprotezioneesercitatadaicontisu individuie famigliebeninseritinelmondodelmercatoespessoinrelazionedirettaomediataconlacittà ed i grandi centri commerciali fiorentini del contado. Senza voler am-pliareadismisuralarappresentativitàdiquestocaso,mipareperòsaldarsiqui l’intreccio tra dipendenza personale, crescita e diversificazione della rete dipatronage evolontàdei signoridipotenziare le fontidelprelievo, comelasciatrapelareunattodiaccomandigiaquadriennalealconteGuidoNovello

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deiGuididaRaggiolo rogatonel 1315.Conesso,un individuooriginariodiun centro fiorentino, divenuto «factor et familiaris» del conte, si impegnava adoffrirgliannualmenteuncero,ricevendoneincambiol’autorizzazioneadesercitarecommerciinun’apotechainunodeimercatidellaconteadove,tral’altro, in un probabile tentativo di rilancio, i «fideles comitis» erano stati da pocoesentatidalpagamentodellagabellapercepitasualcunicontratti26.

ConilsopraggiungerediFirenze,dellesueistituzioniedelnuovoassettopolitico andò anche consolidandosi un equilibrio sociale ed economico conil quale i Guidi avevano ormai da decenni avuto strette relazioni finendo per condividerlo,almenoinparte.Questospessointrecciodi legamidifidelitaschetraducevaanchelanecessitàdiunaggancioconilvicinoevincentesiste-maeconomicoveicolatodallacittà-perquantocièdatosaperedalladocu-mentazione prodotta localmente - non fu dunque cancellato dalla sconfitta dei domini locimasimimetizzò,riemergendoancheinconcomitanzadirivolteedinsorgenzecontroirappresentantidelnuovolontanopotere.Episodichemostravanolacapillaritàedilradicamentodelsistemaprecedentedirelazioniditipoclientelarecontroilqualecontinuaronoadaccanirsi,moltoalungo,gliufficiali fiorentini, dal momento che, per Firenze, il ricambio di assetti e poteri rispetto ai vecchi domini, in particolare nell’area appenninica, non costituìmaiun’operazioneagevole27.Così,l’importanzaelanecessitàperFirenzedicontinuare a mantenere come alleato l’elemento di riferimento locale piùprestigioso inogni realtà territorialeacquisitadi recente,determinòspessoun’associazione con il suo ex-signore che ne aveva facilitato al Comune laprima presa di possesso, originando così regimi di coabitazione (talvolta,ma non automaticamente, trasformati in accomandigie) al cui interno, lacompresenza dei due poteri, comitale e comunale, finiva per riflettersi nella contemporaneavigenzadidueambitigiurisdizionali.Nel1373,adesempio,immediatamentedopolasottomissionedelcastellocasentinesediRomenaedellasuacurtis, vennero definite e ripartire le diverse competenze di Firenze e deiGuididestinatiarestarepro tempore ancora sul posto: i giudici fiorentini sarebbero stati competenti per i delitti commessi al di fuori degli edifici e delle piazze dell’abitato spettanti ai Guidi i cui «fideles, vassalli et subpositi», che rappresentavano,evidentemente,soltantounapartedellapopolazione,resta-vano,ancheselacosaduròpoco,sottolagiurisdizionecomitale28.

Da quanto si è visto finora mi pare in fondo delinearsi, per Guidi ed Ubaldini,l’ipotesidiunmondoancoravitaleedintento,conunpragmaticoriadattamentodeglistrumentidisponibili,afarfronteadun’antagonista,comeFirenzechedimostrava,inpienoTrecento,dipoterimporrenellaprosecuzio-ne del conflitto regole destabilizzanti presupposto all’abbandono degli schemi condivisi dai due contendenti almeno fino agli ultimi decenni del secolo pre-cedente.Iltentativodicostruireun’egemoniasulterritorioesullapopolazioneresidente,diesercitare,inaltritermini,ilcontrollosuglihominescheerastatoforza e punto centrale delle signorie territoriali di area fiorentina, doveva es-serereimpostatoperrispondereanecessitàefattorinuoviconmutamentichefinirono per interessare tutte le strutture della signoria. Evidentemente, tutto

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questo si accentuava nelle aree prossime a quelle sotto controllo fiorentino. D’altrocanto,lanaturaelaqualitàdelloscontrotraFirenze,gliUbaldiniediGuidilasciaintravedere,com’èinpartenoto,comportamentidiversi29.Così,alla conflittualità continua - aperta o strisciante - che opponeva gli Ubaldini al Comune fiorentino, nelle aree sotto il dominio dei conti Guidi faceva invece eco una situazione meno esasperata con fasi intermittenti di tregua armatache, oggi, non esiteremmo a definire come una «guerra fredda». Per quanto ci interessaquidavicino,propriodurantequestefasi,aldilàdegliovvîobbiettividi natura squisitamente strategica, dettati dall’importanza del sito di alcunicastelli, di determinati transiti appenninici, ecc., è però possibile identificarne altrisuiqualiFirenze intervennenel tentativodidestabilizzarequellechesiritenevanodellerisorsediprimariaimportanza.Sitrattavadituttoilsistemadistrade,piazzediscambioedimercatosviluppatosigrazieall’interventoedalla protezione dei signori locali, talvolta appoggiati da enti religiosi comeVallombrosa,almenonelcorsodituttoilsecoloXiii30.Iprelievisull’esazionedi pedagia accompagnavano così gli introiti percepiti sui mercatali dove sirealizzavaunvolumediattivitànonirrisorioe,proprioperquesto,aspramenteosteggiato-duranteiperiodiditreguacuiaccennavopoc’anzi-dalComunefiorentino che dette avvìo ad una politica di aperta concorrenza opponendo le proprie piazze a quelle di prerogativa signorile31. Questo comportamentosembraesserestatosistematico,daiprimidelTrecento,neiconfrontideicontiGuidi (ed in misura minore degli Ubaldini) fino all’asfissia economica di piazze edareecircostantichedeterminavalospostamentodelleattivitàinprossimi-tà dei centri fiorentini, senza particolari interventi di natura militare. Questo spiegaancheperchéFirenzescelsediosteggiareinmanierasemprepiùincisivaognirischio,daqualsiasipartevenisse,divederreiteratefuoridalpropriocon-trollo,altre«rivoluzionistradali»allastreguadiquelleduecentesche32.

In fondo, visto nel suo insieme, l’obbiettivo era costituito dal dominiototale sui flussi di merci e, di fatto, ciò si traduceva nella chiusura forzata di tutte le finestre, anche di piccole dimensioni, che molte di queste aree signo-rilicercavanodatempodimantenereaperte-appoggiandosi,comeabbiamovisto,ancheaglistrumentipropridelpoteresugliuomini-sulbenpiùampiomercatoorganizzatodaiFiorentiniintornoedinrelazioneallalorocittà.Eseponiamo attenzione al fatto che l’azione fiorentina di soffocamento dei mer-caticomitalivennecondottainmanieraquasisistematica,questocipuò,perconverso,darelamisuradellorointeresseedell’attivitàchevivenivasvolta.Nessuno fu però in grado di invertire i processi messi in atto da Firenze33.Così,conildeclassamento,lacrisiel’abbandonodeiluoghidimercatoedellepiazzedestinateatalescopodailorodominiandòincollassoancheunaparteconsistente degli equilibri del popolamento, con il conseguente indeboli-mentodelpredominiosugliuomini,fondamentodellacapacitàdiresistenzaall’espansionecomunalesulContado.Uninterosistemacominciavaavacil-laredalmomentocheicentrivitali(mercataliograndiborghirurali)concor-renziali fiorentini e fuori dal controllo comitale, prima in maniera saltuaria poi definitiva, partecipavano a spopolare dei loro elementi socialmente più

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dinamicicomunitàeduniversitatesdipendentidaunconte34.Certo, rispet-toaquantostavaavvenendo,sicercòunrimedio:misembraeloquente,adesempio, la concessione di edificare una casa fatta, nel 1310, da Guido Novello deicontiGuidiadunsuofidelis. Nel nuovo edificio sul rilievo di Pavanico, unapiazzadimercato,GuiducciodiGriffoloavrebbepotutoesercitarelasua«arsmerciarie»:ladecisioneerastatapresadalconteconlamotivazionediincentivarelacrescitadel«burgusPavanici»,probabilmentegiàincriside-mica35.Inoltre,lacontinuaframmentazioneperviaereditariadelterritoriumguidingo, cui ho già fatto cenno all’inizio, aveva col tempo (almeno dalla fine delXiiisecolo)impostolocalmentelapresenzadivicarievice-comitesinca-ricatidell’amministrazionediconteeeterritoriedell’eserciziodellaiurisdic-tio:attivitàchecomprendeva,comeillustratoinunattodel1332,«omnesetsingulosactoscivilesetcriminales»36.Conunaprogressivariduzionediscala,mentre fino a qualche decennio prima si erano ingaggiati dei podestà con l’in-caricodiamministrareareeanchedinotevoleestensione(pari,adesempio,a2o3territoricomunaliappenniniciattuali),aiprimidelTrecentounnotaiofiorentino, poteva invece essere nominato, con una cerimonia di investitura in pienaregola37,vicariocomitaleperterritorimediamentecostituitidapochedecinedikmq.spessoinlargaparteoltrei4-500metrieconunapopolazionecomplessivaabbastanzaesigua38.

Contemporaneamente,l’attrazioneesercitatadalmaggiordinamismodelvicino contado ormai, a tutti gli effetti, fiorentino – come si è accennato - in-teressavagliequilibrideglistratipiùcospicuidellasocietàcresciutaall’ombradeisignori.Ancheselacomparazionerestaingranpartedafare,adifferenzadell’areasottoildominiodegliUbaldini,nelcorsodegliultimiduesecolidelMedioevo,inunapartedeiterritoriguidinghi(l’arearomagnolo-casentinesesembra,apparentemente,piùcompatta),cifuspazioperlacrescitadiun’élitecompostadamilites,uominidimasnada,piccolisignoridicastelloemercantigravitantisugrandicentri:cetiegruppirelativamentearticolatidalpuntodivistasocialeedeconomico39.Nell’ambitodientrambelesignorie,ancheseciòèpiùvisibileinquellaguidinga,grazieailegamidifidelitas,fuprobabilmentepossibileaccumularepotereecapitalicheconcorseroacostruireunasocietàoveandaronoaccentuandosiprogressivedifformità.Questeforzeemergentisirivelaronoancheunfattorediindebolimentoperifondamentidelpoterecomitale,manifestandosicomeunodeglielementipiùattivinelgestireilcon-tenziosotralecomunitàdiappartenenzaedilorosignori40.Inoltre,nelcorsodelXiv secolo,propriounapartediquestaélite, rimasta spesso fino all’ultimo commendataaiGuidi,avrebbeassecondatooaddiritturaprovocatoilpassag-gio del territorio comitale sotto il dominio fiorentino.

Perconcludere,credoutilesottolinearealcunielementicheiduecontestisignorilideiGuidiedegliUbaldini,appenapassatiinrassegna,sembravanocondividere. In primo luogo, almeno dalla fine del Xiiisecolo,inentrambiicasatiilsistemadipotereterritorialestavavisibilmenteperdendoo,perragio-nioggettive,siallontanavadaipropririferimentifondanti(l’Imperoinprimoluogo)ericorrevaadunriadattamentoformaleerealedeiterminidirapporto

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trasignoriedipendenti.RispettoaiGuidi,però,ilpoteredegliUbaldinisem-brafondarsisuunasignoriarelativamentepiùgiovanedotatadiun’apparentemaggiore capacità di controllo diretto sulla popolazione e di contenimentodelleélites.Unascelta,quest’ultima,cuinoneranostateestraneealtrereal-tàtoscane:pensoqui,adesempio,allapoliticasulterritoriorealizzatadagliAlbertia frenodiquelcetoche,nei territoriguidinghi,avrebbepartecipatoin prima persona al dinamismo delle comunità, anche nelle diverse fasi emanifestazioni di antagonismo con i signori, finendo per indebolirli. Certo, aiprimidelTrecento,lamaggioreominoreanzianitàdelpotereterritorialeche,nelcasodeicontiGuididatavadaalmenoquattrosecoli,noncostitui-sce evidentemente l’unica possibilità di spiegare i motivi della diversità trail regimeguidingoequellodegliUbaldini.Ma ildiversocomportamentodiFirenzeladiceabbastanzalungasullavalutazionedelledifferenticapacitàedellepotenzialitàdirischiochelaclassedirigentecomunaleavevaindividuatoinognunadelleduecasate.Così,controunpotereancorabenfortementean-coratoalcontrollostrettodegliuomini,comequellodegliUbaldini,siscelseunaguerraapertachesiprotrasseper70-80anni.Benpiùestesomaanchepiùarticolatosuidiversiterritorienell’assettodellasocietà,ilpoteredeiGuidivenneinveceaffrontatodaFirenzedaunlatomedianteilcostantetentativodi colpireedaggravare le contraddizioni internealla famiglia, lamancanzadicoesionedel lignaggio, lasua frammentazione territoriale, l’incapacitàdirispostecollettivedi tipopolitico,diplomaticoedanchemilitare.Dall’altro,FirenzeaggredìanchelacapacitàeconomicadeiGuidienoncasualmenteessi,tramiterappresentantilocali(vicecomites,ecc.),cercaronoconsempremag-giorinsistenzadeilegamiconilorodipendentifondatisullacommendatio atermine,funzionale,comesièvisto,alleattivitàedallestruttureeconomichepresentinellediversecontee.Questononriuscìperòarallentarelaperditadicontrollodapartedeicontisullapopolazione,inparticolareintuttalafasciadifrizionetraiterritoriguidinghiel’areacontrollatadaFirenze,forsepiùdiquantononstesseavvenendonelleareesottogliUbaldini41.Ma,perentrambii lignaggi, pur se con tempi differenziati, fin dai primi decenni del Trecento, l’attributodifidelis aveva ormai cominciato a perdere parte del suo significato originariopiùpregnante.

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L’areadeldominiodiUbaldinieGuidi(sec.XIV)

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Note*Nellenotesifaràusodelleseguentiabbreviazioni:MGH=MonumentaGermaniaeHistorica.Salvodiversaindicazione,idocumenticitatiprovengonodall’ArchiviodistatodiFirenze.1Sivedano,tralealtre,leosservazionidiPh.Jones,Economia e società nell’Italia medievale: la leggenda della borghesia,inStoria d’Italia. Annali,I,Dal feudalesimo al capitalismo,Torino1978,pp.185-372,orainId.,Economia e società nell’Italia medievale,Torino1980,pp.3-189,inpartic.:p.110.2 Sull’espansione fiorentina nell’area romagnola si veda ora: A. Vasina, Romagna e Toscana prima della «Romagna fiorentina» (secc. V-XIV)eId.,Dalla «Romagna fiorentina» alla «Romagna toscana». Il Quattrocento,inRomagna Toscana. Storia e civiltà di una terra di confine,acuradiN.Graziani,voll.2,Firenze2001,II,pp.711-746e785-806.Permotividispazio,rinuncioquiadunacomparazionedellasituazionerelativaaicontiGuidiedagliUbaldiniconaltrerealtàto-scane,inparticolarequellecheebberoesitirelativamentediversi,comegliAldobrandeschi(S.M.Collavini,«Honorabilis domus et spetiosissimus Comitatus». Gli Aldobrandeschi da « conti » a « principi territoriali » (secoli IX-XIII),Pisa1998).3LasintesipiùrecentesugliUbaldinidelversantetoscanoèquelladiL.Magna,Gli Ubaldini del Mugello: una signoria feudale nel Contado fiorentino,inI ceti dirigenti dell’età comunale nei secoli XII e XIII,Pisa1982,pp.13-65.4Com’ènoto,sitrattavadeiramidettidi:Porciano,Battifolle,Dovadola,Romena.PerleoriginiR.Rinaldi,Le origini dei Guidi nelle terre di Romagna (secoli IX-X),inFormazione e strutture dei ceti dominanti nel Medioevo: marchesi conti e visconti nel Regno italico (secc. IX-XII),II,Roma1996,pp.211-240.AilavoripiùrecentisuicontiGuidi,sidovrannoaggiungeregliattidelrecenteconvegnoLa lunga storia di una stirpe comitale. I Conti Guidi tra Romagna e Toscana,ModiglianaePoppiil28-31agosto2003,diprossimapubblicazione.5E.Sestan,I conti Guidi e il Casentino,inId.,Italia medievale,Napoli1968,pp.356-378.6Idiplomiimperialidel1164,1191e1220sonoeditirispettivamenteinMGH,Diplomata regum et imperatorum Germaniae,X,2,Friderici i. diplomata inde ab a. mclviii usque ad a. mclxvii,b. von Happelt, Hannover 1979, pp. 369-371, doc. n. 462; N. Rauty, Documenti per la storia dei conti Guidi in Toscana. Le origini e i primi secoli 887-1164,Firenze2003,pp.298-301;G.Lami,Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta,voll.3,Firenze1758,I,p.71.Sivedanoanche,apropositodeicontiGuidi,leosservazionidiM.Bicchierai,Poppi dalla signoria dei conti Guidi al vicariato del casentino (1360-1480),tesididottorato,tutori:A.Zorzi,L.DeAngelis,Firenze2004,pp.221esgg.7 Copia del diploma del 1220 e della conferma del 1246 è conservata in Archivio di Stato diFirenze,Capitoli.appendice,1,cc.43r esgg.,maggio1246,copiadel30maggio1340.Tuttalado-cumentazione inedita citata in questo contributo è conservata presso l’archivio di Stato fiorentino dicuisiometteilriferimento.8R.Davidsohn,Storia di Firenze,voll.8,Firenze1973,II,p.112eActa Henrici VII Romanorum imperatoris et monumenta quedam alia suorum temporum historiam illustrantia,acuradiF.Bonaini,voll.2,Firenze1877,II,passim.9Ilchenonsitraducenellascomparsadilegittimazioniregieoimperialidiinterventiterritorialidiunacertarilevanzacome,adesempio,laconcessionedapartediAlbertoIdiAsburgo,il20no-vembre1298,adAlbizzodeiFranzesi,cittadinooriginariodiFirenze,mainrottaconilComune,di reincastellare il «castrum de Stagia ... collapsum rehedificare» e di detenerlo «feodali titulo perpetuo»(J.Ficker,Forschungen zur Reichs- und Rechtsgeschichte Italiens,voll.4,Innsbruck1868-1873,IV,pp.505-506,doc.498,20novembre1298).10L.Mascanzoni,La «Descriptio Romandiole» del card. Anglic. Introduzione e testo,Bolognas.i.d.(ma:1985),ad indicem.11UnacopiaèinCapitoli,appendice1,cc.24resgg.e46rsgg,6agosto1362.12 «ab antiquo et a tempore cuius contrarii memoria non existit», si trattava del pedaggio sulmercatodiPalazzuolosulSenio,nell’atttualecomuneomonimo(ibidem).13Perlavicendadelpodere«Castelluccio»,sulqualeerasortoilcastellarediCornia,detenutodalla famiglia fiorentina dei Rossi, cfr. Le Consulte e pratiche della Repubblica fiorentina (1405-1406),acuradiL.DeAngelis,R.Ninci,P.Pirillo,Roma1996,pp.129-130.14G.Chittolini,Signorie rurali e feudi alla fine del Medioevo, inStoria d’Italia,direttadaG.Galasso,IV,O.Capitani,R.Manselli,G.Cherubini,A.I.Pini,G.Chittolini,Comuni e Signorie: istituzioni, società e lotte per l’egemonia,Torino1981,pp.589-676,inpartic.:pp.633esgg.

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15 La sentenza prevedeva la minaccia di sequestro di beni, raccolti e mobili «dictorum fidelium et laboratorum» delle terre che erano state di Giovanni di Ugolino e del di lui figlio Maghinardo Ubaldini passate, attraverso il fiorentino ufficio dei beni dei ribelli, a Giovanni di Rosso Della Tosa alqualegliex-fideles degli Ubaldini si rifiutavano di versare quanto dovuto per quell’anno. Le ter-recuilasentenzafacevariferimentoeranoubicate«incomunicastriSanctiBarnabedeScarperiavel alibi in Mucello, salvo quod in comuni Uliveti vel in comuni de Cischio» (Diplomatico,Riformagioni,atti pubblici,4agosto1323).16Siveda,adesempio,ilriferimentoagliindividuiedailorodiscendentichesieranotrasferitinellaTerranuovadiScarperiasfuggendoagliUbaldiniechesarebberostatiperquesto«liberietfranchi ab omni vinculo, nexu et iugo, servitute fidelitatis et homagii et accomandigie et angarie et perangarieetcuiuslibetannueprestationisetabomnivinculoetnexucuiuscumquecondicionisexistentis»(Provvisioni,registri,37,c.12r,2ottobre1349).17 «fideles , colonos et homines», «universi sui fideles, ascriptitii, agricole et coloni» (Notarile antecosimiano,9497,c.18r,25agosto1316ec.45r,8maggio1317);«promisiteidemdominocomiti...dareannuatimcensum,datium,omnemcoltam,omnempensionem,omnemcollectam...essevassallum,residentemetascriptitium»(Notarile antecosimiano,9493,c.57v,23aprile1301).18Diplomatico,Riformagioni, atti pubblici, 1aprile 1275;Diplomatico, Acquisto Polverini,31ottobre1306.19HoesaminatounaseriediimbreviaturenotarilicompresetraglianniNovantadelDuecentoeglianniTrentadelsecolosuccessivocherisultanocontenereuncospicuonumerodiattidicom-mendatio.Atitolodiesempio,ricordoquisetteattidiquestotiporogatidal3febbraioal3agosto1300,concommendationes cheandavanoda2a3,5,10annicompresaunavitaliziacontrolibbredicera,ferridicavallo,scodelle,ecc.(Notarile antecosimiano,9493,cc.5r,8v,9r,v,21v).UnesempiodellaformulaèinNotarile antecosimiano,16964,c.99r,26novembre1331.20Diplomatico,Riformagioni, atti pubblici,24maggio1312,AcquistoPolverini,26luglio1322,Notarile antecosimiano,9494,c.7r,21agosto1303.Sivedaanchelaconcessionediunpodereincambiodei«servitiaconsuetaatenentibusdictumpodereetexercitusetcavalcatasetomniamsicut fidelis ... secundum formam fidelitatis» (Notarile antecosimiano,9493,c.76r,7gennaio1299).21P.Pirillo,Le Terre nuove fiorentine ed il loro popolamento: ideali, compromessi e risulta-ti, di prossima pubblicazione negli atti del seminario internazionale: Le Terre Nuove Atti del Seminario internazionale,Firenze-SanGiovanniValdarno(28-30gennaio1999),a cura diD.FriedmaneP.Pirillo,Firenze,passim.22Ibidem.23Iduefratelli«accomandati»deglieredidiOddoUbaldinidichiararonodivolersitrasferireinMugello sul versante meridionale delle Alpes usufruendo della normativa e delle agevolazioniconcernenti chi avesse deciso di andare a risiedere nel contado fiorentino (I Capitoli del Comune di Firenze, inventario e regesto,acuradiC.Guasti,A.Gherardi,voll.2,Firenze,1866-1893,II,p.65;Provvisioni,registri,36,c.141r).24G.Chittolini,Signorie rurali e feudicit.,pp.618-621.25L’elencodeibeni,redattonel1375,almomentodellacessionedellaconteadaiBardialComunefiorentino, è pubblicato in appendice a P. Pirillo, Dai Conti Guidi al Comune di Firenze: linea-menti di storia del territorio,inLa Contea del Pozzo in Valdisieve nel Basso Medioevo,Firenze1983,pp.9-41.26Notarile antecosimiano,11479,c.48v,17agosto1315eNotarile antecosimiano,12084,c.91r,5dicembre1357.27 In questo la Dominante venne avvantaggiata dall’appoggio di quei rami filo-fiorentini che, comehoaccennato,avevanoscompaginatol’unitàghibellinadiuncasatocomequelloguidingoed ai quali si affidò, talvolta, la riconquista ed il protettorato, in nome del Comune, di territori in mano ai membri anti-fiorentini della famiglia. Forse già nei primi anni Sessanta, Guido Guerra deicontiGuidiriuscìariprenderepossessodeipropribeni,compresaMontevarchi,conl’assenso(ex commissione) del Comune che preferì dunque affidarli, con una sorta di protettorato, ad un personaggio sul quale, dal punto di vista politico, poteva riporre un’indiscutibile fiducia. Sulle reticlientelarideiGuidisivedaillavorodiC.M.deLaRoncière,Fidélités, patronages, clientèles dans le Contado florentin au XIVe siècle. Les Seigneuries féodales, le cas des comtes Guidi,in“Ricerchestoriche”,a.XV,n.I(gennaio-aprile1985),pp.35-59.28Capitoli, protocolli, 11,cc.201resgg.,febbraio1373.

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225Signorie dell’Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna alla fine del Medioevo

29Anchesemiparedoverososottolinearecheladocumentazionesiriferisceinlargaparteaiter-ritorigudinghi,poichémoltomenocièrimastointornoallealtrerealtàsignorilidell’Appenninotosco-emiliano-romagnolo.30P.Pirillo,Il passaggio dell’Alpe. Per una storia della viabilità fra la Romagna ed il territorio fiorentino,in“StudiRomagnoli”,XLIV(1993,ma:1997),pp.539-570.31 Ch. M. de La Roncière, Florence, centre économique régional au XIVe siècle. Le marché des denrèes de première nécéssité à Florence et dans sa campagne et les conditions de vie des salariés (1320-1380),voll.5,Aix-en-Provence,s.o.d.e.b.,1976,III,pp.965esgg.32Ilriferimentoalla«rivoluzione»èovviamenteinrelazionealletesidiJohanPlesner.Unasi-mile preoccupazione sarebbe andata crescendo con lo sviluppo dello stato territoriale fiorentino, giungendoapienamaturazionenelXVsecolo(B.Dini,Le vie di comunicazione del territorio fiorentino alla metà del Quattrocento, inMercati e consumi. Organizzazione e qualificazione del commercio in Italia dal XII al XX secolo,iConvegnoNazionalediStoriadelCommercioinItalia,ReggioEmilia,6-7giugno1984-Modena8-9giugno1984,Bologna1986,pp.285-296,inpartic.:p.292).33 Nel territorio dell’espansione fiorentina troveremo infatti episodi riconducibili alla vicenda del luogodiMercatodelpreappenninoparmense(G.Chittolini,La formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado. Secoli XIV e XV,Torino1979,pp.101-145)soltantoininiziativecon-dottedirettamentedaFirenze(P.Pirillo,Tra signori e città: i castelli dell’Appennino alla fine del Medioevo,inI castelli dell’Appennino nel Medioevo,Attidellagiornatadistudio(11settembre1999),acuradiP.Foschi,E.Penoncini,R.Zagnoni,PorrettaTerme–Pistoia2000,pp.15-29,inpartic.:pp.20esgg.,eC.Timossi,Da mercatale a borgo: Tredozio nel Tardo Medioevo,in«Di baratti, di vendite e d’altri spacci» Merci, mercati, mercanti sulle vie dell’Appennino,Attidellegiornatedistudio(8settembre2001),acuradiP.Foschi,R.Zagnoni,PorrettaTerme–Pistoia2002,pp.69-80,ma,piùinparticolare:Ch.M.deLaRoncière,Florence centre économique ré-gional au XIVe sièclecit.,III,pp.949esgg.34Dove,disolito,erapossibilereperireil«bancum»ola«loggiaiuris».Inuncasocuihodedicatoun contributo specifico, il condominio di una piazza da parte di due diverse contee aveva dato luo-go alla divisione fisica del mercato in due parti ognuna delle quali, sotto giurisdizione diversa, era dotatadiduedifferentibanchidestinatiall’amministrazionedellagiustizia(Due contee ed i loro signori: Belforte ed il Pozzo tra XII e XV secolo,inCastelli e strutture fortificate nel territorio di Dicomano in età medievale.Storia e archeologia,Firenze1989;pp.9-95).35Notarile antecosimiano,9495,c.63v,10luglio1310.36Notarile antecosimiano,11479,c.18v4agosto1312.Sitrattavainlargapartedinotaiiquali,al-l’interno dei loro stessi registri di imbreviature, tra un affitto ed una soccida, registrano l’avvenuta esecuzionediuncondannatoallapenacapitaleodell’avvenutoversamentodiuncensodovutoalconte(P.Pirillo,Repertorio dei castelli e fortificazioni del territorio dicomanese,inCastelli e strutture fortificatecit.,pp.57-95,inpartic.:p.57).37P.Pirillo,Dai Conti Guidi al Comune di Firenzecit.,p.38,nota36.38Notarile antecosimiano, 9590, n.c., 28 aprile 1352. I dati demografici (150 fuochi fiscali) sono desuntidaE.Conti,La formazione della struttura agraria moderna nel Contado fiorentino,III,Parte2a,Monografie e tavole statistiche (secoli XV-XIX),Roma1965,p.310.39SuquestoargomentorinvioaP.Pirillo,Conti, visconti e contee: le strutture del potere terri-toriale,diprossimapubblicazionenegliattidelconvegnoLa lunga storia di una stirpe comitalecit.40Ancheseletestimonianzesuperstitisonopochissime,epressochéinesistentileraccoltestatu-tarie del periodo, poi eliminate dalle nuove redazioni fiorentine.41E’sintomatico,ineffetti,chenelleareepiùinternedeldominioguidingo,ilcontrollodapartedeiGuidisuuominiedarmatisidimostrassepiùforteepiùduraturo(M.Bicchierai,Poppicit.,pp.233esgg.).

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Signorie rurali nel territorio trevigiano

al tempo della prima dominazione veneziana

(1338-1381)*

diDarioCanzian

1. Premessa

Nell’ambitodellospaziomedievalevenetoilterritoriotrevigianosiprestaprobabilmentemegliodiqualunquealtroafungeredabancodiprovaperletematichepropostedaquestoincontrodistudio.Leragionistorichediquesta«predisposizione»vannoricercatenellalaboriositàdellacomitatinanza,unacircostanzachehafattoparlaredelmodellotrevigianocomediun«paradig-ma debole» nella varietà della casistica relativa alla presa sul territorio deicomuni1.Latenutadellegiurisdizionisignorili,ineffetti,sembraaTrevisopiùcoriaceachenellealtretregrandicittàtraAdigeeLivenza(Verona,PadovaeVicenza)anchenellapienaetàcomunale.Sedediquestepersistenzesignorilinonèsololafasciapedemontanaeprealpina,comeforsesipotrebbeimma-ginare,maanchelapianura,inparticolareincorrispondenzadelle«zonegri-gie» a cavallo delle confinazioni distrettuali2.

Larobustezzadeipoterisignorilinonappareperòquiinterpretabilepro-priamentecomeresistenzaaduntentativodilivellamentogiurisdizionaledapartedelpoterecentraleurbano.Piuttosto,ilfoltoraggruppamentosignoriletrevigianosembraaver impressoallastessaesperienzacomunale lapropriacolorituraper tutto l’arcodellasuaesistenza,attraverso il continuativo im-pegnoaiverticidellemagistraturepubblicheeilcointeressamentonellesortidell’istituzione del comune. La presenza degli esponenti di spicco dell’élitetrevigiana - in primo luogo i da Romano, i da Camino e, soprattutto nellafaseinizialedelcomune,iconti-accompagnainfatti lanascitaelacrescitadell’esperienzacomunale,raccogliendonepoil’ereditàalmomentodellacrisidi fine Duecento3.

BisognapoiaggiungerecheunaquotaconsiderevolediquesteformazionisignorilisiincontranelCenedese,ovveroilterritoriodelladiocesidiCeneda(VittorioVeneto)distesolungolaspondasinistradelPiave,unasortadica-nale di comunicazione tra gli sbocchi in pianura delle vallate bellunesi e lacosta adriatica, accorpato dal comune di Treviso tra la fine del XII secolo e

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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l’iniziodelsuccessivocontuttelesuenumeroseenclavesdipotentatiesterniedinterni4.

Ildistrettotrevigianoapparedunquecomeunarealtàmultiformecheave-vatrovatonellacittàunsuomomentodicoordinazione.Ilcaratterecompositoditaleorganismo,completatosientroilprimodecenniodelXIIIsecolo,lascia-vacomunquetraspariresottoilvelodellaterritorialitàcomunaledellelineedi fratturasuscettibilidiriattivazionefutura.Levicendepolitichediquestaporzionedellapianuraveneta,guardatenellorocomplesso,risultanoinfattideterminatedallaoscillazionedeifulcriterritorialientrolospazioindividuatodalle coste, dai bacini dei fiumi più importanti e le Alpi. Vista in quest’ottica, lacentralitàdelcomunediTrevisoeraemersadopounalungafasediprotago-nismodegliepiscopatialpini,ovveroivescovidiFeltreeBelluno,eilpatriarcadi Aquileia (ma nel trevigiano erano presenti giurisdizioni persino dell’epi-scopato di Frisinga). La parabola comunale entrò poi nella fase declinanteconl’avvento,neglianni’80delDuecento,dellasignoriadeidaCamino,esitrovòaduntornantecriticoneiprimidecennidelsecolosuccessivo,quandol’autonomia cittadina venne ridimensionata a diverse riprese sotto l’azionedell’espansionismo austriaco-goriziano, prima, e scaligero, poi5. Il depoten-ziamentopoliticodellacittàdelSileposelepremesseperilsuodeclassamentodal ruolo di perno territoriale e per il compimento definitivo dell’oscillazio-ne dei fulcri dello spazio gravitante sul Piave: alla fine degli anni Trenta del Trecento,infatti,TrevisoeilsuodistrettoapprodaronoalDucatoveneziano,di cui finirono per costituire la prima vera espansione nell’entroterra, con un anticipo di oltre sessant’anni sull’effettiva affermazione veneziana sul restodellaterrafermaveneta6.

SiaprivacosìunastagionenuovasiaperlaRepubblicaveneta-ildominiosullaterraferma-,siaperlacittàdelSile-l’assoggettamentoadunorganismopoliticodestinatodilìabreveadivenireunostatoregionale.Sullaprimafra-zionediquestastagione,compresatrail1339eil1381,hafattoilpunto-quasiventicinqueannifa-MichaelKnapton,inunsaggiocheavevailmeritoinnan-zituttodiisolareilperiododeldominiotrecentescodiVeneziasuTrevisocomefaseasestantenellastoriadellaconquistadelterritoriodellaRepubblica7.Mail Knapton individuava anche dei filoni di indagine lungo cui avrebbe potuto ulteriormente misurarsi la ricerca storiografica. Tra questi, egli poneva come una «grossa questione» quella «dell’ordinamento territoriale e dei rapportiistituzionalitracittàedistretto»,apartiredallaconsiderazioneche«unodeiprimi atti del nuovo regime veneziano fu l’introduzione di un ordinamentoradicalmentediverso,imperniatosullagiurisdizionedipatrizivenezianino-minatipodestàneicentriminoridellaprovincia»;dunque,secondoKnapton,occorreva«esaminareirapportidiforzaeladinamicachecollegavanoocon-trastavanoVenezia,Treviso,icapoluoghidellepodesterie,icomuniruralielegiurisdizionifeudali»8.

Questointervento,dunque,accogliesoprattuttol’ultimosuggerimentofor-nitodaKnapton,datochesiconcentrasuidetentoridigiurisdizionisignoriofeudali.Saràinteressanterilevare,inproposito,chepropriotraquestipossiamo

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individuarealcunitraipiùconvintitraghettatoridiTrevisonellanuovarealtàpolitica. Poteva trattarsi di figure emergenti nel panorama politico dell’area, come il vescovo di Ceneda (vertice di un organismo politicamente «in son-no», fino a quel momento); oppure di famiglie che già avevano percorso gran partedellaloroparaboladipotere,comeidaCamino.Altri,comelafamigliaTempesta,gliavvocatidelvescovodiTreviso,semplicementeassecondaronoilcambiamento,evidentementesperandocheciònonavrebbecomportatoperlorodiminuzionidialcungenere.Altriancorapoteronointravederenelnuovocorsolapossibilitàdiunrafforzamentodelleprerogativefamigliariesignorili:èquestoilcasodellafamigliaCollalto,icontidiTreviso,eancora,comeaccen-nato,delvescovocenedese.Suquestiquattroprotagonisti,dunque,siconcen-trano lepaginecheseguono,con l’avvertimentochebuonapartedell’analisisaràdedicatoalcasodell’episcopatodiCeneda,destinatoaconoscereproprioapartiredall’inglobamentoentrolacompagineterritorialevenezianaunalungastagionedirafforzamentodelleproprieprerogativetemporali.

2. L’episcopato di Ceneda

Tracciandounquadrosinteticodellecaratteristichedellasignoriaepisco-pale cenedese tra il 1388 e la fine del XV secolo, Sergio Zamperetti ha messo inevidenzacome,dopounafasediincertezzaedisostanzialeasservimentoaVenezia,dettatadall’emergenzamilitare,apartiredalsecondodecenniodelQuattrocentoilrapportotraladominanteeilvescovoprealpinosifossein-canalatonell’alveodiunarelazionefeudalenellaqualel’ordinariocenedese,vassallo, si vedeva riconosciute comunque importanti prerogative: «Fare atuttiglieffettidelvescovodiCenedaunfeudatario,conferendoglicertamentel’eserciziodiampieprerogative,manellostessotemposottolineandolaloroderivazionedalgovernomarciano:questoilprincipaleobiettivomanifestatonellavolutaaccentuazionedell’altasuperioritàvenezianainqueiluoghi»9.Mala subordinazione di quella chiesa non fu affatto pacifica: nel 1493 si stipulò tra i due contraenti una convenzione che di fatto li parificava in materia di estradizione di banditi e che privava Venezia di qualunque competenza inmateriagiurisdizioned’appello10.

Zamperetti ha ritenuto che l’autotutela dell’episcopato cenedese si fon-dassesugliappigli«feudali»dicuiessopotevaavvalersi:leanticheinvestitureimperiali,risalentialXsecolo,laretedeivassalli,tracuiipotentisignoridiPorcìa,avvocatiepiscopali.SitrattavadiappigligiuridicamentebenpiùsolidideirecentienonlimpidissimipatticonVenezia.

A chi si è occupato della storia cenedese dell’alto e pieno medioevoquesta baldanzosa alzata di capo dell’episcopato locale appare sbalorditiva.Contrariamenteaquantospessoriportato, infatti, ilvescovononavevamairicevutodall’imperatorel’investituracomitale,masolosporadiciecircoscrittiriconoscimentididirittipubblici11;benaltrieranoititolichepotevanovanta-re,anchesullostessoCenedese,gliepiscopatibellunese-feltrinooilpatriar-catodiAquileia.Pertuttol’altoeilpienomedioevo,lasedediCenedasiera

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segnalata poi tra le diocesi venete per il suo basso profilo, tanto che alla fine delXIIsecolo,epoiforseancoranel1233,ilveropoloterritorialedellospaziocompresotraPiaveeLivenza,Conegliano-distantedaCenedaunadecinadichilometri -, ne aveva richiesto il trasferimento entro i propri confini urbani (senzaperaltroottenerlo)12. Per quanto, infine, un lodo della curia del vescovo Albertorisalenteal1220dichiarasseche ilnumerocomplessivodeivassalliepiscopaliammontavaaben14413,nonsembrasidebbanoannoveraretraessiipiùimportantidomini locidell’area,ovveroidaCamino,cheinpartenecon-dividevanoleclientele.LacapacitàdiazionepoliticadelvescovodiCeneda,dunque,erastatasoffocatasulpianolocaledaconcorrentitroppovigorosi.

Laprimainversioneditendenzarispettoaquestoquadroèdaregistrar-si già alla fine del XIII secolo. Si tratta di un segnale che potremmo definire di tipo ideologico-propagandistico. In alcuni documenti degli anni ’80 delDuecento, infatti, per la prima volta il vescovo si autodefinisce «episcopus et comes»14, una qualifica che non verrà più abbandonata dai presuli degli anni successivi.Nonèchiarosuchebasigliordinari cenedesiavocasseroasé iltitolo comitale, titolo di cui fino a quel momento - e anche successivamente -sieranofregiatipiuttostoiCaminesi15;népossiamodireconcertezzaaqualiprerogativeessodesseaccesso,anchesesipuòragionevolmenteritenerechetraesse fondamento sostanziale dalla giurisdizione di cui il vescovo godevanellastessaCenedaenelleterrelimitrofe,dovesitrovavailnucleopiùconsi-stenteeanticodelpatrimonioepiscopale16.

Ma è soprattutto sotto la guida del controverso bolognese FrancescoRamponi (1320-1348)che l’episcopiodiCeneda tentòper laprimavoltadismarcarsi dai competitori che fino a quel momento ne avevano limitato le capacitàdiazionepolitica.Primovescovo«esterno»dopounaseriediepi-scopatiespressidallefamiglietrevigiane,Ramponisitrovòagestireladiocesinellafasedelleguerrescaligereedeldisfacimentodeldistrettotrevigiano,di-mostrandositutt’altrochesuccubedeglieventi.Quandodopoil1335cominciòa profilarsi la crisi scaligera, il Ramponi approfittò dell’estinzione di uno dei dueramidelcasatocamineseperavanzarelapretesadellatitolaritàfeudaledeinumerosieimportanticastellivacantipostitraPiaveeLivenza:Serravalle,Valmareno,Formeniga,CastelRoganzuolo,Fregona,Cordignano,CavolanoeSolighetto,complessivamente indicaticomecostituenti il«comitatosupe-riorediCeneda»17.Quindi,comeebbeadireilBiscaro,conunveroepropriocolpodigenionel1337eglilioffrìinfeudoaiprocuratoridiSanMarco,cum mero et mixto imperio,riservandosimetàdellerenditedeifeudieilpossessodelcastelloedellaroccadiS.MartinodiCenedaediCastelnuovo,inquanto«episcopatusCenitecamera»18.Ilvescovo,evidentemente,avevacapito,percosì dire,dache parte tirava il vento (e non fu il solo:proprionello stessoanno,infatti,ancheisignoridellacuriadiNoale,lafamigliaTempesta,venneadaccordiconVenezia,chefacevapartedellacoalizioneantiscaligerainquelmomentovincente19).

Nellacausacheimmediatamenteintentaronoalvescovogliesponentidelramocaminesesuperstite,ilRamponinonesitòaprodurreundossierdiatti

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giustificativi del possesso della chiesa cenedese risalenti addirittura all’età ca-rolingia,evoltiacomprovarelasuperioritàfeudaledelvescovo20.Sudiessisiesercitòl’acutaperiziadiplomatisticadelprocuratoredellacontroparte,dicuicièrimastaunacorposatestimonianzadocumentaria,che,comehadimostra-toancheGerolamoBiscaro,inchiodailRamponiall’imputazionediprovettofalsario21.Tuttavia,ifalsiglivalseroilpotenteappoggioveneziano,lacuiuti-litàglisirivelòdilìapocoquandoiCaminesi,incombuttaconilpatriarcadiAquileia,ordironounacongiurapersopprimerloedeglifucostrettoaripararenellacittàlagunare22.

Lavicendasiconclusenel1343,quandoVenezia,divenutaintermediariotra le parti in conflitto, impose un compromesso secondo il quale i Caminesi rientravano in possesso dei castelli contesi(nella fattispecie Cordignano,Fregona, Valmaren, Solighetto, Cavolano, Formeniga, Zumelle) per investi-turadelvescovodiCeneda(17ottobre1343),asuavoltarilasciatasuauto-rizzazionedelSenato23.Sitrattadiunaconclusioneemblematicadelmododiprocederevenezianonell’intricodellegiurisdizionicenedesi.Difatto,sicercòdicontemperareidirittidituttisalvandounostatus quonelqualecomunqueil Ramponi - che aveva dimostrato grande fiuto nelle sue scelte di partnership-,avevasegnatounpuntoafavoredacuil’episcopatononsarebbepiùrece-duto. Le sue pezze giustificative, infatti, nonostante gli sforzi del procuratore caminese,sisedimentarononellacoscienzastoricaepoliticaaddiritturadeisecoliavenire,esonodiventateveritàancheinstudirecenti24.Ecco,quindi,com’ènatalaleggendadelvescovo-contediCeneda:grazieallasommadiuntitolo comitale acquisito nella parte finale del XIII secolo per ragioni presumi-bilmente di autopromozione e di una superiorità feudale «gonfiata» e giocata almomentogiusto.

Naturalmente,vadettoche le sceltedelRamponi si collocanoentrounorizzonte politico che travalica ampiamente i confini del Cenedese, come di-mostranoanchelesuevicendepersonali.Qualcheannoprimachesiagitassela causa con i Caminesi, il vescovo era stato infatti coinvolto nei disordinicittadinibolognesicontroillegatoapostolicoBertrando,foscamentedescrit-ti inuna letteradellaCuriaavignonesedel133825.Unasuccessiva letteraaivescovidiVicenzaediCittanovadel1340neenumerapoilemalefatte,checontemplanolasimonia,ilconcubinato,ilfurtoaggravatoaidannidellegatoBertrando e da ultimo, come Vanni Fucci di cui pare riproducesse anche ilgestoblasfemocontroDioelaMadonna,diaverderubatolasacrestiadelsuo-convento di Bologna di oggetti per un valore di 2.500 fiorini d’oro26.

Ilvescovocenedese,dunque,nongodevadeifavoridellaCuriaavignonese,madovevadisporredibuonerelazionitralefamigliebolognesi;alcuniespo-nenti di queste casate, infatti, compaiono al suo fianco nella curia di Ceneda o inaltricastellidelterritorio27.Losfondodiquestevicendeèrappresentatodal-le ricadute locali dello scontro tra la curia pontificia e Ludovico il Bavaro. Lo si intuiscedalledisposizioniimpartitedaBenedettoXIIalpatriarcadiAquileia,sempretrail1338eil1339«superrecuperationecomitatusCenetensis,iurisRomane Ecclesie, ac super legatis relictis a quondam Riccardo de Camino,

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comite Cenetense»; o ancora l’invito rivolto al patriarca medesimo affinché assumailcontrollodelcomuneedellaterradiConegliano«subiecteRomanoimperiocuiusestcameraspecialis»,datoche«vacanteimperio,addictamR.E.spectat».Lastessamissivaciinformacheilcleroconeglianeseeraincorsonellascomunicaperl’adesionealBavaroeagliScaligeri28.

Il quadro a questo punto si fa più comprensibile. Il comitato cenedese,secondoilpuntodivistapapale,spettavaallacuriaromana,siapure inse-conda istanza,dalmomentoche il titolo imperialedelBavaro, cheavrebbelegittimamente dato accesso ai titoli comitali, era considerato illegittimo.Lachiesacenedese,però,sottolaguidadelsuovescovodovevaaveraderitoalle posizioni di Ludovico; in fin dei conti, si trattava pur sempre di una terra sottopostaaldominioscaligero.Alloscontropoliticodiverticebisognaperòsommare anche i conflitti per gli equilibri locali: all’indomani della morte di RizzardodaCaminolacuria vassallorumdelpatriarcadiAquileiastabilìcheifeudidetenutidaldefuntoperinvestiturapatriarchinapassasseroallachie-safriulana.Enonmancanolereinvestiture,quasiimmediate,deicastelliindiscussionedapartedelpatriarca29. Quando poi si profilò la caduta scaligera, daAvignonegiunserodisposizionivolteadavocarelagiurisdizionecenedeseattraverso la mediazione dello stesso patriarca di Aquileia30; si aggiravanocosì lepretese temporalidell’indocilevescovocenedese, tantopiùchesi ri-vendicavaanchel’ereditàdellegiurisdizionideldefuntoRizzardodaCamino-lestessepercuieranoincausailRamponieglialtriCaminesi-,nonacasodefinito dalla fonte pontificia, lui sì, «comes Cenetensis»31.Varilevato,peral-tro, che le mire patriarchine e pontificie sull’eredità di Rizzardo da Camino si configurano evidentemente entro un orientamento politico più vasto teso al controllo dello spazio tra Piave e Livenza. Lo prova l’effimero tentativo del patriarcaBertrandodeSaint-Genièsdiimpossessarsidell’importantecentrodi Conegliano, approfittando dello scontento indotto nei coneglianesi dalle condizioni di rinnovata soggezione a Treviso a cui erano stati costretti daVenezia, alla quale pure avevano fatto spontaneamente dedizione nel 1337(prima che Venezia assumesse il controllo della stessa Treviso). BertrandoebbeConeglianoperpochigiorni,nelgiugnodel133932.Tuttavia,inquelmo-destoarcoditempomantenneunintensoscambioepistolareconBenedettoXII,dalqualesipuòevincerel’attenzioneconcuiilpapaseguivaeincoraggia-val’operatodelpatriarcaaquileiese33.

Dunque,ilvescovodiCenedaavevapotentinemici,lontanievicini.TantopiùmotivataespregiudicataapparequindilastrategiaadottatadalRamponinell’accostarsi politicamente a Venezia e allo stesso tempo nel comporre -potremmodire,atavolino-un’identitàdellachiesacenedesepuntellandoneartificiosamente le deficienze strutturali.

Colpisceintuttaquestavicendalareviviscenzaacuivennesottopostoiltito-lodicomesel’usochesenefece,sempreambiguamenteevolutamentesospesotralesueattitudinilegittimanti,pubblicistiche,utiliperunaricomposizionea posterioridiunamolteplicitàsfrangiatadiprerogativedigoverno,el’accezionelocale,ancorataall’eserciziodellagiurisdizionepuntiformeecastellana.

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Ma incosaconsistevaquestagiurisdizioneche ilvescovopretendevadiesercitare?Nonèaffattofaciledirlostandoall’attualelivellodiconoscenzadeidocumenti.Cièrimastamemoria,perilXIIIsecolo,diduepronunciamentidellacuriadeipari(unoinrealtàmoltodubbio)sollecitatidalvescovocontrosuoivassalli34.Perquantoriguarda ilXIVsecolo,e inparticolare ilperiododella dominazione veneziana, la scarna documentazione depositata pressol’ArchiviodellaCuria,sostanzialmenteinedita,illustraunaininterrottaseriedirinnovifeudali,investiturecheilvescovoconcede«cumanulosuoaureo»in feudo «rectum et liale cum servicio et fidelitate» e che contemplano anche il giuramento di fedeltà del vassallo, prostrato davani al vescovo «genibusflexis». Ma siamo sempre sul piano delle relazioni feudali, peraltro rispetto ad esponentidellavassallitàmediaopiccola35.

Unapergamenadel1346cimostrainazioneiltribunaleepiscopalepre-siedutodalvicario,il«peritusutriusqueiuris»ManfredodaPiacenza,assisonellachiesacattedrale.Lasentenzapronunciatariguardavalamancataesecu-zionedeilegatitestamentaridegliesponentidellafamigliacenedesedimag-giorspicco,idellaTorre,untempodetentoridelcastellodiS.Martino.Talilegati dovevano contemplare l’edificazione di un ospedale; cosa che non era avvenuta, nonostante l’affissione di un apposito edictumnellacattedrale.Gliesecutoritestamentarieglieredieranodunquedichiaraticontumaces legis,mentrenelcontemposistabiliva lacostruzione forzosadell’ospedalestessocon i beni degli eredi. Va notato che il notaio estensore della sentenza si defi-nisce «officialis episcopalis curie Cenetensis»36.Occorredire,comunque,chelecauseperl’esecuzionedeilegatipiieranosempredicompetenzaepiscopaleedunqueanchequestacircostanzanonapparedavveroprobante.

Più significativa mi pare piuttosto una memoria processuale del 1340, del-lastessaprovenienzadeidocumentiappenacitati.InessaisindacideivillaggidellacuriadiCastrum Novum,pressolalocalitàdiTarzo(comesiricorderàinprossimitàdiCeneda),contesa tra ilvescovoegliuominidiConegliano,sostenevanochenelmomentoincuiavevanoaccettatolasindacariaeaveva-nostesol’instrumentum,indannodelvescovodiCeneda,loavevanofattoinquantocostrettidauominidiConegliano.Questiultimiliavevanominacciatidibruciarlidentroallelorocaseeprivarlideilorobeniseessinonavesseroprovvedutoallastesuradiuninstrumentum sindacarie

addandumsedictishominibusdeConeclanoquoadmerumetmixtumimperium…Et[sindaci dixerunt]quodreveradictaiurisditiotemporalisdictecurieCastriNovispectatadepiscopumetadepiscopatumCenetensemetutsubditilibenterobedirentdominoepiscopoetepiscopatucumde iure teneanturnisi fuissetetesset timorpredictorumhominumdeConeglanoquitenenteosviatiranieetnonviaalicuiusiurisetiusticie37

GliabitantideivillaggidellacuriadiCastrum Novum,dunque,sisentiva-nosudditidelvescovo,ilqualeesercitavaquiilmerum et mixtum imperium,unprivilegiochegliuominidiConeglianoavevanocercatodiusurpareconleminacceeperviadi«tirannia»,cioèfuoridaldiritto.Rilevoche,comesisa, nel 1340 tanto Ceneda quanto Conegliano rientravano nell’orbita della

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dominazioneterritorialeveneziana,cheperò,dopouninizialeinteressamen-to38,nonsembraaveravutopiùalcunruolo inquestavicendanellaqualepuresitrattavadiprerogativeattinentiallasferadellasovranità.OsservopoichegliuominidiConeglianosembranoaverchiestoilriconoscimentodelme-rum et mixtum imperiumdirettamenteagliabitantideivillaggiinquestione,segno, mi sembra, della stratificazione delle prerogative di governo e della loro applicazione territoriale. D’altra parte, anche Conegliano doveva averedalla sua qualche ragione per adottare un atteggiamento tanto drastico. Losicomprendesesiponementealfattochenel1339ilcomuneavevaproce-dutoalrinnovodell’investiturainfeudodelmedesimocastelloafavoreditalEnrichetto di Trivisolo, notaio coneglianese, «iurando dictus Hendricus fideli-tatemcommuniConeglani»39.Tuttavia,nonostantequestafortepressioneco-neglianese,nel1360ilvescovodiCenedadisponevaaCastelnuovodiunvice comesdotatodiprerogativeamministrative(uncertodominus Padaninusglinotificava formalmente, attraverso due procuratori, l’intenzione di vendere un mansolìubicato,conidirittiannessi)40.

SipuòdunquecapireperchéVenezianonintendesseesporsitropponelcontrollodellegiurisdizionicastellanedelterritorio.ComedimostrailcasodiCastelnuovo,infatti,attornoaicastellieraandatocristallizzandosiquellochepotremmo definire un vero e proprio palinsesto giurisdizionale, nel quale le possibilità di inestricabili conflitti di competenza erano altissime.

3. I da Camino

Abbiamo già fatto frequenti riferimenti a questo casato. Non è certo ilcasodiripercorrereinquestasedelastoriadellafamiglia.Bastisolorilevarechesitrattavadiesponentidell’aristocraziamilitarecatalogatidalduecente-scocronistaRolandinodaPadovatralequattrograndifamigliedellaMarcaTrevigiana, insieme ai da Romano, agli Estensi e ai da Camposampiero41.L’area del loro radicamento patrimoniale è il Cenedese, con ampie espan-sioninelCadore.Laveraforzadellafamigliaconsistevanelpossessodiunafitta rete di castelli distribuiti dalla fascia prealpina fino alla bassa pianura. L’originediquestipossedimenticastellanieracomposita:diversieranostatiloroconferitidainvestituredelpatriarcadiAquileiaedeivescovidiFeltreeBelluno;mamoltieranodinaturapatrimonialeoincerta42.

Fin dai primordi della storia comunale le istituzioni urbane avevanomessoinattodellemediazionitral’eserciziodellasignorialocaleelasovra-nitàurbana,principalmenteattraversoilcittadinatico43.Duranteifastidellasignoria cittadina, conseguita da Gherardo da Camino nel 1283, la confluenza nella figura del signore della titolarità delle giurisdizioni castellane famigliari edellemassimeresponsabilitàpoliticheurbaneavevanoattenuatoilproble-ma,certononsenzaingeneraredelleconfusioniedeifraintendimenticonglistessiesponentidellasuafamiglia44.Dal1312,quandoiCaminesifuronocac-ciatiafurordipopolodallasignoriasuTreviso,cominciaildeclinofamigliare,declinocheassumelaformadiun’emarginazionedallavitapoliticacittadinaediunripiegamentoentrolegiurisdizionicastellanedellasinistraPiave,quasi

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unritornoalpuntodipartenzadacuiilramopiùattivodellafamigliasieramossoperla«conquista»dellacittà45.

Lacrisidelleistituzionitrevigiane,nelsecondodecenniodelXIVsecolo,seguita dall’espansione scaligera, sommata alla crisi dinastica (uno dei dueramidelladomus, come si è detto, si estinse nel 1335), finirono per privare la famigliadellapossibilitàdisviluppareprogettidilargorespiropolitico.Così,lamediazioneveneziananellaliteconl’ordinariodiocesano,dicuisièdetto,dovetteapparireuncompromessotuttosommatoaccettabile,ancheperchéidaCaminointrattenevanodamoltotemporapportiamichevoliconilcommu-ne Veneciarum46.

Daquestomomentoinpoilastoriacamineseva,percosìdire,adesau-rimento, poiché i da Camino vengono progressivamente «spolpati», nellasecondametàdelsecolo,deilorocastelli.Certo,essipossonodisporreancoradi diverse circoscrizioni nelle quali esercitano una sostanziale pienezza dipoteri.Sitrattadigiurisdizionichegravitanoattornoasingolicastelliechevengono definite con il termine di comitatusodigastaldia47.Pernodiquesteforme di organizzazione è una rete di ufficiali che comprende i podestà, per icastellipiùimportanti(comeSerravalle)48,igastaldiperglialtriedeinotaidiservizio.Abbiamodiverse testimonianzedellosvolgimentodipratichediordinariaamministrazione,dapartediquestifunzionarilocali,comeirinnovifeudali49 o,nel casodiSerravalle, il lucrosoappalto (550 liremensili)dellamudaconnessaaltransitodelvalicoprealpinochedavailnomeappuntoalcastellopiùimportantetraipossessicaminesi.Inquest’ultimocaso,l’attodiconferimentodell’appaltovincolavaancheallepratichedipolizianecessariealperseguimentoeallarepressionedelcontrabbando50.

Piùesplicitasuidirittidieserciziodell’azionepoliziescae lacatturadeimalfattorièunaineditaducalediAndreaDandolorisalenteal1354erivoltaalpodestàdiTreviso,GiovanniFoscari.Laletterariferivacheilcomes RizzardodaCaminosieralamentatochei«cabalariideputatiadpersecutionemmalle-factorum» si erano spinti fino al borgo di Solighetto (oggi Pieve di Soligo, nel cuoredeipossedimentiprealpinideiCaminesi),senzacheluifosseminima-menteavvisato,percatturareunricercato.Rizzardosenelamentava,recitavaladucale,poiché

perrectoresnostrosnumquamconsuetumestinterrumpivelviolaridistrictussuos,setquando cause occurruere quod malefactores illuc se reducant, ipse ad requisitionemdominorumvelrectorumconplacetineoquodhonestepotest

Ildoge,quindi,raccomandavaalsuopodestàtrevigianodievitareperilfuturochefossedatoaditoadaltrequerimonie,datoche

nostreintencionisnonsitquoddicticabalariifaciantaliquidinpreiudiciumiurisdicio-niscuiusquam51.

Ildocumentoèdunque importante inquantoci fornisceuna indicazio-nesulmodoincuiVeneziasirapportavarispettoalleprerogativecaminesi,

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ed anzi, l’affermazione finale sembra alludere ad una generale disposizione delladominanteanoninterferirenellegiurisdizionidichicchessia.Peraltro,è qui prefigurata una difficoltà nell’azione di disciplinamento e controllo del contado da parte di Venezia, destinata a riprodursi su larga scala quandoverrà intrapresa laveraepropriaconquistadellaterraferma.ComesegnalailVentura,infatti,ancorainpienoQuattrocentoirettoridellecittàsoggettedovevano appoggiarsi a «malfidi e suscettibili collaboratori, che erano pronti ainsorgerecontroogniiniziativavoltaadintaccareipropriprivilegi,inviandoalla signoria molestissime ambasciate, le quali finivano per mettere in cattiva luceimagistratitroppozelanti»;iquali,continuailVentura,diconseguenzasceglievanodiattenersial«quieta non movere (…)preoccupandosisoltantodievitarecomplicazionichepotevanodanneggiarelalorocarriera»52.

QuantoaltenoreeffettivodellasignoriadeidaCamino,essopuòessereindirettamentedesuntodallavenditadelcastelloedellacuriadellaValmareno(siamosemprenellostessoambitoterritoriale)effettuatanel1349dalmede-simoRizzardodaCaminoafavoredelvenezianoMarinoFalier,ilfuturodogedestinatoalpatibolo.GiampaoloCagnin,chesièoccupatodellavicenda intempi recenti, ha evidenziato come al nuovo signore spettasse, tra le altrefacoltà, quella dell’amministrazione della giustizia, compresa la sententia sanguinis,ovverolapenacapitale53.Avanzereidunquel’ipotesichetaledirit-tofacesseoriginariamentepartedelpacchettocomplessivodellacuriadellaValmarenoecheingeneraleesso,teoricamente,costituisseunadotazionedituttelecuriecastellanecaminesi54.

4. I Collalto, conti di Treviso

IlcasodellagiurisdizioneseparatadeiCollalto,contidelSacroRomanoImperosicuramentedalXsecolo,nelTrecentoèquellosicuramentepiùnoto.All’iniziodelsecolo,nel1312,ilconteRambaldoavevaottenutodaEnricoVIIla pienezza dei diritti giurisdizionali sulla sponda sinistra del medio Piave,dovesitrovavanounapartecospicuadelloropatrimonioelalororesidenza,direcentecostruzione,diS.Salvatore55.Eiprivilegiregisisusseguironopoiconpuntualità almeno fino all’età di Carlo IV, il quale nel 1358 estese il merum et mixtum imperiumdeiCollaltoancheallegiurisdizionidialtricastelli,pieviecorti,sempredispostilungol’assedelPiave56.Ilfavoreimperialespiegalepre-se di posizione a fianco di re Luigi nella crisi ungherese e il coinvolgimento dei continellacongiuraantiveneziana,lacongiuradeinotai,orditaaTrevisonel135657.Nellasostanza,icontianchedurantelaprimaetàvenezianadispon-gononeiloropossessidiampimarginidimanovraemostranounadisinibitastrategia di schieramento. Tanto che la qualifica che essi si guadagnano presso leistituzionivenezianenonècertoquelladisudditi,quantopiuttostoquelladiadherentes,orecomendati58.

Quantopoiallaindividuazionedellemodalitàdieserciziodellasovranitàseparatadelcasato,ancoraunavoltasientrainuncampoincuiidatiadispo-sizionesirarefanno.

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Perlacircostanzadiquestoconvegnohoanalizzatounquaternus diim-breviaturerelativoalbiennio1360-1361diTolbertodaTrevignano,unnotaioattivopressoilcastellocomitalediS.Salvatore59.Ilquaternus,purrecandotraccia dell’azione del conte in quanto pubblico ufficiale (vi è riportato il conferimentodialmenoquattroprivilegia tabelionatusneidueanniconsi-derati60),nonriportatestimonianzeriferibiliall’eserciziodipoteridigoverno.Ricaviamocomunquedaunadellesottoscrizioniunchiarimentosul tipodirelazione che legava il notaio alla curia comitale. Tolberto vi si definisce infatti «notariuspublicusimperialiauctoritateetscribaprefatidominicomittis».Sitratta dunque di una figura che potremmo collocare nel rango dei funzionari dellasignoria,anchesenonèdeltuttolecitoipotizzaresuquestabasel’esi-stenzaaS.Salvatorediunaveraepropriastrutturadiincardinamentoburo-cratico degli ufficiali signorili. Che però fosse questo il modello organizzativo - probabilmente desunto anche dal confronto con le grandi realtà signorilipresentinelVeneto61-,puòesserecomprovatodalrilevamento-dipocopo-steriore,invero-dellapresenzadiuncancellarius,AntoniodiFedericodaS.SalvatorealseguitodelconteSchinellanelsuosoggiornopresso lacortediFrancia in occasione del matrimonio della figlia di Gian Galeazzo Visconti, Valentina,conLuigidiTouraine,nel138962.

5. I Tempesta

Fuori dallo spazio del Cenedese, la giurisdizione separata più rilevanterimane quella della famiglia Tempesta, gli avvocati della chiesa trevigiana,signoridelcastelloedellacuriadiNoale,localitàpostanellamediapianuraal confine tra i distretti di Treviso e di Padova. Il dominio di questo territorio erastatoriconosciutoallapotentedomusnelTrecentodadueprivilegi(1329e 1330) di Cangrande e dei suoi successori, Alberto II e Mastino II, i qualiavevano riconosciuto questa giurisdizione signorile sulla falsariga di quellaesercitatadaicontidiCollalto,assurtievidentementealruolodimodellore-gionale(«secundumquoddomini..comitesdeColautohabentcastrumSanctiSalvatorisetColauti»);nel1338ancheGiovanniEnricodiGoriziaeTirolo,dominus generalisdiTrevisoperl’imperatore,avevaconfermatoaGuecelloTempestailmeroemistoimperiosuisuoipossessinoalesi63.

Come emerge da una recente indagine, già citata, concentrata sostan-zialmente sui primi decenni del XIV secolo, fino alla vigilia della dedizione a Venezia, il dominus loci a Noale risulta affiancato da una organizzazione complessanellaqualel’apparatodestinatoall’amministrazionedellagiustizia-giudicienotai -appare ilpuntellopiùsolidodelpoteresignorileeanchequellonelqualepraticamentenullosembraesserestatoilmarginediinter-ventodelpoterecentrale,cioèdiTreviso64.Ilquadrononsarebbecompleto,però, se non si accennasse al ruolo di primissimo piano svolto da questafamigliapropriosulloscenariopoliticourbanotrevigiano,dove,oltreasvol-gereilruolodiavvocatiepiscopali,iTempestaoccupanoimportanticarichedell’organigrammacomunaleepossiedono immobili e la lucrosamudaalle

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portedellacittà65.Lafamigliaraggiunsel’apogeodellapropriaparabolapoli-ticaneglianni1327-1328,quandosottolatutelaaustriacadifattomantenneilgovernodellacittà,fungendopoidatramiteperilpassaggiodiTrevisoalladominazionediCangrande.

NonsiconosconoriconoscimentipubbliciallasignoriadeiTempestapre-cedentiaquelliscaligeri,anchesepochidubbiesistonosullalorocondizionedisignoriterritorialiapartirealmenodallametàdelsecoloXII.Sembradunquechesianoiprimitrent’annidelTrecentoapermettereaquestafamigliadicom-piereunveroepropriosaltodiqualità.Sitrattòperòdiunafortunadibrevemomento.LasignoriaruraleforsemegliodocumentataperilTrecentotrevi-giano,grazieaiprotocollidelnotaiodicuriaProsdocimodaAsolo,èinfattian-chequellachedimostraminorecapacitàditenutadifronteall’espansionismoveneziano.Comegiàdetto,nel1337ilsignorediNoale,GuecelloTempesta,sti-pulò un accordo con i veneziani che si profilavano come i vincitori del conflitto antiscaligero. L’accordo prevedeva che gli avvocati trevigiani mantenesseroleloroprerogativesuldistrettonoalese.MalamorteimprovvisadiGuecello(1338), protagonista dell’ascesa famigliare degli ultimi anni, e le difficoltà di-nasticheconseguentiindusseroVeneziaadunimmediatoridimensionamentodelleprerogativedeiTempesta.Privatisubitodellagiurisdizionesulterritorio,benprestoessiperseroancheilcontrollodellarocca,ilveronucleodelloropo-tere. Nel 1360, infine, venne istituita la capitaneria di Noale, con competenza suivillaggichegiàavevanocostituitoildistrictusdeiTempestaeconilricon-scimentodiqualcheresiduaaltraprerogativaaiTempesta66.

6. Conclusioni

Adunosguardocomplessivoparedipoterdirechenelcorsodellaprimadominazione veneziana si assiste nel trevigiano ad un rafforzamento dellegiurisdizioniseparate;essesiindeboliscono,infatti,sololaddovechineeraildetentorefossegiàavviatosuunachinadiscendente.NelcasodeiTempestaedeidaCaminotaliragioniconsistonoessenzialmentenellecrisidinasticheeforseinuncertologoramentodellerisorsefamigliariprodottosinellapro-lungataesposizionecolruolodiprotagonistisullascenapoliticadellaMarcaTrevigiana.

Veneziasembracomunqueadottareunatteggiamentoquasisemprepru-denteneiconfrontidiquesticompetitoriperifericinelcontrollopoliticodelterritorio. Certo, i principali castelli vengono occupati da officiali del Dogado. Ma si tratta quasi sempredi castelli dalla fisionomia collettiva, pubblica, come Oderzo,Castelfranco,Conegliano.NeiconfrontideicontidiTrevisoedell’epi-scopatodiCenedasipuòpensarechefosserotenutiinconsiderazioneirischiderivantidallaretedirelazionimoltovastadicuiquestiduesoggettipoliticieranoparte.Questoapparescontatoperquantoattienel’episcopato,rappre-sentante in loco di una “monarchia sovranazionale”. Per quanto riguarda iconti, sononoti i legami traquesta famigliae i grandi casatidellaMarcaeanchefuoridiessa(comecomprovatodall’episodiodell’invitoalmatrimonio

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regaleinFrancia,doveilconteSchinellasirecòinsimeamoltialtrinobiles Marchie Tarvisinae, alseguitodiFrancescoGonzaga,dominus Mantue,cheavevaavutol’incaricodiscortarelasposa,ValentinaVisconti67).Puòsuffraga-requestodatolaconstatazionecheallacortediS.Salvatore-ildatoemergedairegistridelnotaioTolberto-fossepresenteun’umanitàdavverocosmo-polita: toscani, lombardi, padovani, bellunesi, friulani, trentini, ecc68. LaformulazionedapartediVeneziadiunprogettopiùorganicodioccupazionedella terraferma, e soprattutto l’assoggettamento di una compagine territo-riale largamente travalicante i confini dell’immediato entroterra, nel primo Quattrocento,depotenziaronopoiquestesolidarietàfamiliariesociali,perdircosì,trans-nazionali,consentendounconsolidamentodellapresasull’interodistrettotrevigiano.

NellavalutazionedelrapportotralaRepubblicaVeneta,icontidiTrevisoeilvescovodiCeneda,poi,nonsidevetrascurarequelsurplusdilegittima-zionechederivavaaquestiultimidallostrettovincolochestatutariamentelilegavaaigrandipoteriistituzionali:l’ImperoelaChiesa.Lapotenzasimbolicadell’egida imperiale, inparticolare,ancora inpienoQuattrocentoassumevavalenza di mito politico, «un mito che, al di là degli effetti coreografici, pote-va inficiare la stessa legittimità del dominio veneziano sulla Terraferma»69.NonacasonelcorsodelTrecentoVeneziaavevacercato,senzasuccesso,diottenere da Carlo IV un’investitura imperiale che sancisse la sua autoritàsulTrevigiano,iniziativacheinveceandòinportonel1435conl’imperatoreSigismondo(fornendoperaltroall’impero,comeharicordatoGinaFasoli,una«basegiuridicaperlerivendicazioniasburgiche»)70.

Bisognaperòaggiungere,insededibilancio,chel’approcciopercosìdirebiunivoco(dominante-titolaridigiurisdizionifeudaliosignorili)nonesauri-scelacomplessitàdeimodidieserciziodellefacoltàdigovernonelcasochestiamoconsiderando.Lavicendadel1340degliuominidiCastelnuovo,acuisièfattoriferimento,infatti,evidenziacomeilcontrollodellecollettivitàruraliinpienoTrecentodovessenecessariamentecommisurarsiconilcaratteredif-fuso e stratificato della sovranità, eredità della nota scomposizione tra diritti utiliedirettinellagestionedeipatrimonifondiariedellestrutturemateriali,risalente ai secoli centrali del medioevo. Sotto questo profilo l’orientamento venezianonellasuaprimaesperienzadidominazioneterritorialeè tuttodavalutare;certoilcasosingoloquiriportato-peraltropiuttostoprecoce-nonhaungranvalorestatistico,macomunqueconsente,senonaltro,disegnalareilproblema.

In secondo luogo, bisogna sottolineare il carattere di sperimentazionedellaprimadominazionevenezianasuTreviso.Avviatasiperarginareilmi-naccioso espansionismo scaligero, essa dovette poi modularsi sulla realtàcomposita del districtus Tarvisii ed elaborare delle soluzioni giuridiche eamministrativead hoc.Ciòancheinconseguenzadei«cedimentistrutturali»prodottinellatenutadellacompagineterritorialetrevigianadaunventennio(1319-1339)diguerreecambidiregime71,situazioninellequalilelineedisu-turaterritorialeegiurisdizionaleindiversicasieranotornateadesserelinee

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di frattura. Ne derivarono alcune conseguenze apparentemente contraddit-torie: all’atteggiamento cauto adottato dall’autorità veneziana nei confrontidellegiurisdizionifeudaliesignorili,cuisièfattocenno,infatti,corrisposelamanodecisanellaristrutturazionedell’ordinamentogiuridicoestatutario72.FudunquepiùfacileperVeneziaintervenirealcentrochenellaperiferia,omeglio ancora risultò più praticabile l’intervento sull’ordinamento giuridi-co-amministrativo(benconosciutograzieallenumerosepodesterierivestitenella città del Sile da esponenti dell’élite veneziana) che sulle situazioni difatto,chegiàinetàpre-venezianaoperavanoinderogaa(oacomplementodi)quellostessoordinamento.

Questeosservazionimisembranointeressantisoprattuttosecollegateallaquestionedella«separatezzagiuridica»che,comeèstatorilevatoinunare-centesintesi,«avrebbecaratterizzatoinmanieraassaioriginaleirapportitraVeneziaelasuaTerraferma»,inconsiderazionedelfattoche«purinsignitodiun’indubbiasuperioritàpolitica,ilcentrodominantepossedeva(…)unastrut-turaamministrativaegiudiziariachevirtualmenteeraseparatadalrimanentedelDominiodiTerraferma»73.Rispettoaquestomodello,ilcasodeldominioveneziano su Treviso nel Trecento mostra una flessibilità - dettata certo dal carattereprecoceedempiricodell’acquisizioneterritoriale,piùchedauncri-terio preordinato - che si risolse da un lato nella confidenziale intromissione entrolestruttureamministrativecentrali,dall’altronellaconservazionedellostatu quo nelleisolegiurisdizionalipiùforti.

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Note* Nelle note si farà uso delle seguenti abbreviazioni: ACVV = Archivio della Curia di VittorioVeneto, Fondo Curia, sez. Arch. Vecchio, referato XV, Pergamene che riguardano vari oggetticiviliedecclesiastici;ASTv=ArchiviodiStatodiTreviso.1Cfr.l’ampiobilanciocomparativoinG.M.Varanini,L’organizzazione del distretto cittadino nel-l’Italia padana nei secoli XIII-XIV (Marca Trevigiana, Lombardia, Emilia),inL’organizzazione del territorio in Italia e Germania: secoli XIII-XIV, a cura di G. Chittolini, e D. Willoweit,Bologna1994,pp. 133-233. Inparticolare,nellepagineespressamentededicateaTreviso (pp.183-189, significativamente paragrafate sotto il titolo «Il fallimento di Treviso») Varanini parla appuntodel«paradigmatrevigianodellacittàdebole»nellaqualesimanifestauna«tenutatena-cissima,nellamentalità,nonmenochenellestrutture,dell’universodeivalorilegatoallasignoriarurale»(p.188).Ilpesodellepresenzesignorilinelcontadotrevigianoancoranellapienamatu-ritàcomunaleèdelineatodalVaraniniinIstituzioni e società a Treviso tra comune, signoria e poteri regionali (1259-1339),inStoria di Treviso,acuradiE.Brunetta,II,Il medioevo,acuradiD.RandoeG.M.Varanini,Venezia1991,pp.135-211(inparticolarepp.135-162).Perlacomitati-nanzatrevigianasivedaD.Rando,Il particolarismo e la prima età comunale,inEad., Religione e politica nella Marca. Studi su Treviso e il suo territorio nei secoli XI-XV,I*, Società e istituzioni,Verona1996,pp.15-85(inparticolarepp.43-56).Saràinteressanterilevare,perinciso,cheunacertapredisposizionedelTrevigianoallacostituzioneealmantenimentodiisolegiurisdizionalieragiàstatasegnalatainG.Fasoli,Lineamenti di politica e di legislazione feudale veneziana in terraferma,“Rivistadistoriadeldirittoitaliano”,XXV(1952),pp.61-94;conriferimentoadunaseriedifeudiespressamentecreatidaVeneziaperricompensareisuoicondottierinelcorsodelQuattrocento,laFasolirileva(unpo’empiricamente,invero)che,consoledueeccezioni,«tuttequesteconcessionifeudalieranolocalizzatenelTrevisano:evidentementelaregionenellaqualeleistituzionifeudalieranoattuabili,mentrenelPadovanoonelVicentinolepopolazionimalevisisarebberoadattate»(p.71).2 Il riferimento è sia al confine occidentale del distretto, dove nella fascia longitudinale parallela alla sponda sinistra del Brenta (sotto controllo padovano) si insediò un fittissimo pulviscolo signorile e castellano gravitante attorno ad importanti enti ecclesiastici (il vescovo di Treviso,l’episcopatodiFrisinga)oppureallestirpideidaRomano,deiTempestaedeidaCamposampiero(sull’incastellamentodiquest’areasivedaS.Bortolami,Le medioevali «pietre» asolane e la ri-nascita della «piccola città addormentata»,inCittà murate del Veneto,acuradiS.Bortolami,Venezia-Cinisello Balsamo [MI], 1988, pp. 52-54; sull’importanza strategica di quest’area, aiconfini tra i distretti di Treviso, Padova e Vicenza cfr. Id., «Per acresiere et multiplicare il suo ter-ritorio». Villaggi e borghi di fondazione preordinata nelle Venezie medioevali,inCastelfranco Veneto nel quadro delle nuove fondazioni medievali, a cura di S. Bortolami e G. Cecchetto,CastelfrancoVeneto[TV]2001,pp.82-137,e inparticolarepp.105-111;sivedaanche l’elencodei satelliti castrensichegravitavanoattornoalla roccadiNoale inR.Roncato,Il castello e il distretto di Noale nel Trecento. Istituzioni e società durante la signoria di Guecello Tempesta,Venezia2002, pp.22-23.Suidirittifrisingesicfr.J.Riedmann,L’area trevigiana e i poteri alpini,inStoria di Treviso,cit.,pp.245-246;S.Collodo,Il Cadore medievale verso la formazione di un’identità di regione,inS.Collodo,Società e istituzioni in area veneta. Itinerari di ricerca [se-coli XII-XV], Fiesole 1999, pp. 122-125); sia lungo il confine orientale, ovvero nell’area a contatto conilpatriarcatodiAquileia,doveunacostellazionesignorilesepossibileancorapiùvariegata(macheannoveravalignaggidirangocapitaneale,comeidaCaminooidaPrata-Porcia)avevainstauratouna intricatissimaretedirelazionichecoinvolgevaanchegliepiscopatidiAquileia,Belluno,Treviso,CenedaeConcordia.3Emblematicarisultalarichiestadinuovistatutiinoltrataalpodestànel1217daunraggruppa-mentodiviri nobiles cheannoverava«imassimiesponentidelpoteresignoriledel territorio»(Rando,Il particolarismo, cit., p. 59): con riferimento a questa che il documento definisce con l’espressionedipars nobilium, SilvanaCollodoharilevatochelarichiesta«cogliel’istitutonel-l’attodifungeredaconsiglierecollettivodelmassimomagistratocomunaleedunqueinunruoloperfettamenteconformealletradizionipoliticheadorientamentofeudale,dicuiilcetodeimilites eradirettodepositario»(S.Collodo,Ceti e cittadinanze,inCollodo, Società e istituzioni,cit.,p.19. Naturalmente, non mancarono i momenti di acuta conflittualità (sui quali si vedano gli studi diDanielaRandoeGianMariaVaraninicitatiallanota1).Tuttavia,bisognaanchedireche ilgiocodialetticochesistabilìaTrevisotragrandifamigliesignorilieistituzioniurbanefu lacifradelcomune.

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4Cfr.D.Canzian,Vescovi, signori, castelli. Conegliano e il Cenedese nel Medioevo,Fiesole2000,pp.16-55.5Sull’affermazionedelladinastiagoriziano-tiroleseaTrevisotrail1318eil1329rimandoaD.Canzian - G. M. Varanini, I conti di Gorizia e la Marca trevigiana: tra aristocrazia rurale e comuni cittadini (sec. XII-XIV),inDa Ottone III a Massimiliano I. Gorizia e i conti di Gorizia nel medioevo,acuradiS.Cavazza,MarianodelFriuli(Gorizia),incorsodistampa(2004).Perladominazinescaligera,sivedaG.M.Varanini,Pietro dal Verme podestà scaligero di Treviso (1329-1336),inIstituzioni, società e potere nella Marca Trevigiana e Veronese (secoli XIII-XIV). Sulle tracce di G.B. Verci,acuradiG.OrtallieM.Knapton,Roma1988,pp.65-81.6 G. Cozzi, Politica, società e istituzioni, in G. Cozzi e M. Knapton, La Repubblica di Venezia nell’età moderna. Dalla guerra di Chioggia al 1517, Torino 1986 (Storia d’Italia, diretta daG.Galasso),XII, t. I,pp.205-207.LadedizioneaVenezia fu formalmentesancitasolocinqueannidoposottoilpatrociniodeldogegiuristaAndreaDandolo(G.B.Verci, Storia della Marca Trivigiana e Veronese,XII,Venezia1789,doc.MCCCCXII,p.33).7M.Knapton,Venezia e Treviso nel Trecento: proposte per una ricerca sul primo dominio vene-ziano a Treviso,inTomaso da Modena e il suo tempo.Atti del Convegno internazionale di studi per il 6° centenario della morte,Treviso1980,pp.41-78.8Knapton,Venezia e Treviso nel Trecento, cit.,p.49.Accoglie il suggerimento diKnapton S.Zamperetti,I piccoli principi. Signorie locali, feudi e comunità soggette nello Stato regionale veneto dall’espansione territoriale ai primi decenni del ’600,Venezia 1991 (inparticolarepp.51-93). Vi è stata poi una discreta fioritura di contributi su specifiche situazioni locali, a partire daglistudisullasinistraPiaveinetàtrecentescadiGiampaoloCagnin(G.Cagnin, Vivere e mo-rire a Vidor e Colbertaldo. Aspetti di vita socio-economica in due villaggi trevigiani nel secolo XIV,inDue villaggi della collina trevigiana. Vidor e Colbertaldo,acuradiD.Gasparini,II,Il Medioevo,Vidor[TV]1989,pp.93-300;Id.,La fondazione di Santa Maria Nova di Soligo,inSanta Maria Nova di Soligo,Treviso1994,pp.19-61;Id., Per una storia delle fortificazioni della Valmareno e del Quartier del Piave nel Medioevo [secoli XI-XIV]. Schede d’archivio,inCastelli tra Piave e Livenza. Problemi di conoscenza, recupero e valorizzazione,VittorioVeneto1995,pp.185-206;Id.,La Pieve di Soligo nel medioevo,inLa pieve di Soligo e la gastaldia di Solighetto dal Medioevo all’età contemporanea,I,PievediSoligo[TV]1997, pp.103-271).SiconcentranoespressamentesullevicendedeicontidiTreviso i lavoridiPierangeloPassolunghi(I Collalto: Linee, documenti, genealogie per una storia del casato,Treviso1987;Il castello San Salvatore dei conti Collalto,Treviso1990;Le contee di Collalto e di San Salvatore: gli statuti del 1581-83 e altre norme inedite, Susegana [TV] 2002). Sulla giurisidione di Noale (VE), sede fino alla metà delTrecentodiundistrettosignorilesottopostoallafamigliaTempesta,avvocatidelvescovodiTreviso,sivedanoRoncato,Il castello e il distretto di Noale,cit.;F.Pigozzo,La capitaneria di Noale, dai Tempesta a San Marco [1337-1405],Noale1998;Id.,Noale da signoria rurale a po-desteria veneziana: dinamiche e forme di un processo secolare (1337-1390),“ArchivioVeneto”,s.V,CLXXXIX(2000),pp.6-38.Allametàdeitrascorsianni’90unpanoramasinteticoèstatotracciatodaG.M.Varanini,Istituzioni, politica e società nel Veneto (1329-1403),inIl Veneto nel medioevo. Le signorie trecentesche,ac.diA.CastagnettieG.M.Varanini,Verona1995,pp.1-124(perl’ordinamentodelterritoriotrevigianonellaprimaetàvenezianavedipp.86-93).9Zamperetti,I piccoli principi,cit.,p.62.10Zamperetti,I piccoli principi,cit.,p.67.11Canzian,Vescovi, signori, castelli,cit.,pp.31-39.12Laprimapromessadelvescovorisaleal1179(Verci,Storia della Marca,cit.,I,doc.XXV,p.28,1179settembre27).Quantoall’impegnoassuntonel1233,essoèriportatodauntransuntodelMinottoricavatodaunattodeiConsultores in iure ecclesie Cenetensis (A.S.Minotto, Documenta ad Belunum, Cenetam, Feltria, Tarvisium spectantia,II/I,Venetiis1871,p.44,12339maii).IldocumentoèpubblicatoperinterodalVerci(Verci,Storia della Marca,cit.,doc.LXVII,p.90),ilqualeasuavoltadichiaradiaverlodesuntodalletrascrizionidelloScoti,uneruditosettecen-tescotrevigianolacuiraccoltaèconservatapressolaBibliotecaComunalediTreviso(ms.957).Dall’edizionedelVercisappiamocheil9maggio1233ilvescovogiuròladedizioneaConegliano,venendoquindiassuntocome«civis etconsorsConeglani»;nonrisultaperòalcunarichiestaditrasferimentodellasedediocesana.Peraltro,possiamopensarecheilvescovoinquelfrangenteeffettivamenteconsiderasse (o fosse indottoa farlo)Coneglianoquantomenocome la sededieserciziodellesueprerogativetemporali,datocheunacorposamanifestatio feudorum risalenteall’8maggio,ilgiornoprimadelladedizione,risultarogata«inburgoConeclani»;ACVV,b.158, fasc.2, n. 5, 1233 maggio 8. Va rilevato, infine, che in entrambe le circostanze (1179 e 1233)

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Conegliano era momentaneamente sottoposta all’egemonia di Padova (nel 1233 il vescovo diCenedasi«diede»aConegliano«admodumet formamproutcomunePad.receperatcomuneConeglanietdominumBiaquinumetdominumVecelonemdeCamino»):èdunquePadoval’ispi-ratricedeltrasferimentodelvescovodaCenedaaConegliano.13Verci,Storia della Marca,cit.,doc.XLVIII,p.61,1220agosto31.14Verci,Storia della Marca,cit.,III,doc.CCLXIV,p.87,1281(mainrealtà1280)dicembre26;doc.CCLXXVII,p.105,1284agosto3;doc.CCLXXX,p.109,1284dicembre2.Ilvescovosarebbestato qualificato come comes ancheinundocumentodel1242,cheperòèquasicertamenteunfalso(cfr.nota34).15 Nel 1162 Guecellone da Camino e la moglie, la comitissa Sofia, avevano ricevuto dai conti diVicenza l’investituraad rectum feudum sine fidelitatedelcomitatodiCenedaediquellodiBelluno.Esattamentecent’annidopoilconteUgoneMaltraversoeratornatoadinvestireunca-minese,Guecellone,delmedesimocomitatocenedese(cfr.perl’investituradel1162G.B.Picotti,I Caminesi e la loro signoria in Treviso dal 1283 al 1312,aggiornamentoedocumentazionefo-tografica a cura di G. Netto, Roma 1975 (rist. anast. dell’edizione Livorno 1905), doc. 1, p. 245; A.Gloria,Codice diplomatico padovano dall’anno 1101 alla pace di Costanza (25 giugno 1183), II/2,Venezia1881,n.780,p.82;perl’attodel1262cfr.N.Faldon,L’Allegatiodei conti da Camino contro il vescovo di Ceneda Francesco Ramponi. La relativa Tabula, e il così detto Registo,inIl dominio dei Caminesi tra Piave e Livenza,VittorioVeneto1988,p.198).16Cfr.Canzian,Vescovi, signori, castelli,cit.,pp.31-39.Risalgonoaquest’epoca,peraltro,ancheleprimetraccedell’acquisizionedapartedell’episcopatodelcastellocenedesediS.Martino-atutt’oggiresidenzadelvescovo-,giàdipertinenzadiungruppoconsortilelocale;Verci,Storia della Marca,cit.,III,doc.CCLXXX,p.109,1284dicembre2:ilvescovodichiarachelasestapartedelcastellodiS.Martinoglipertiene,inquantoidetentori(OdoricoeBialusdaSanMartino)hannomancatodiprestargliilgiuramentodifedeltàequindisonodecadutidalfeudo.Sulcontro-versopossessodelcastellosivedaG.Tomasi,La Diocesi di Ceneda. Chiese e uomini dalle origini al 1586,I,VittorioVeneto1998,pp.71-72.17 Si veda su questa vicenda G. Biscaro, I falsi documenti del vescovo di Ceneda Francesco Ramponi, “Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano”,XLIII(1925),pp.93-178.18Libri commen. di Venezia,t.II,Libro3,n.405,1337ottobre12;Verci,Storia della Marca,cit.,XI,doc.MCCCXXI,p.96.19Vediinfra20IldossierèeditoinFaldon,L’Allegatio,cit.21Vedisupranota17.22Verci,Storia della Marca,cit.,XI,doc.MCCCLXVII,p.169;doc.MCCCLXIX,p.171.23Biscaro,I falsi documenti,cit.,p.97(ancheperirimandidocumentari).24 I titoli di sovranità di cui si avvaleva la chiesa di Ceneda finirono per innescare una nutrita serie dicontroversieconlaSerenissimaapartiredaiprimidelCinquecento,controversiecheindus-seroalorovoltaunrafforzamentodell’identitàautonomadiquell’episcopato.Nel1551unbrevediGiulioIIIaffermavache«civitasCenetensis,cuiustemporalisiurisditiomerumqueacmixtumimperiumexantiquissimismultiplicatisqueimperatorumlargitionibusadepiscopumspectat,etqui nullum in sua iurisditione superiorem recognoscit, nisi summum romanum pontificem san-ctamquesedemapostolicam,eoinlocositaest,quemvulgoMarchiamTarvisinamvocant».PiùtardiilvescovoMarcantonioMocenigo(elettonel1586)addiritturasiautopromuovevadavesco-vo-conte a vescovo-principe. La controversia triangolare tra Venezia, la Curia pontificia e il vesco-vo di Ceneda raggiunse un picco di tensione tra il 1594e il 1595. La Repubblica quindi ne affidò lagestionediplomaticaegiuridicaaduepersonalitàd’eccezione:dapprimaPaoloParuta,quindiPaoloSarpi.SututtaquestavicendasivedaG.Cozzi,Paolo Paruta, Paolo Sarpi e la questione della sovranità su Ceneda,“Bollettinodell’IstitutodiStoriadellaSocietàedelloStatoveneziano”,IV(1962),pp.1-62(dacuihotrattolacitazionedelbrevediGiulioIII,ap.19).25J.M.Vidal,Benoit XII(1334-1342). Lettres communes,I,Paris1911,p.488,n.5168.26Ibidem,t.II,n.8154.Laletterarisaleal26febbraio1340;essarichiedechesiavviil’inchiestasulRamponi«quiinverbaturpiasaepiusDeumetB.V.M.matremeiusblasphemavit,faciendodetestabilia signa cum manibus, quae vulgus ficas nuncupat, contra eos; toto quadragesimalitempore carnes comedit; turpissimam vitam ducit et beneficia confert pro pecunia, etc.; quamdam focariam nomine Francischinam, ex qua plures filios procreavit,a XV annis tenuit, et adhucpraegnantemtenet;praetereaoreproprioconfessusestquodquandofuitrumorBononiae

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contraBertrandum,ep.umOstien.,personaliter ivitaddisrobandumBertrandum(…)etquodhabuit ex huiusmodi disrobatione mitram et capellum et “destrarium eius liardum”, quemconfessus fuit vendidisse pro 200 flor. auri Ioanni de Pepulis. Idemque ep.us Ceneten. Eremit. S.A.professorexistenspublicesejactavitquoddumessetconventualisinconventuBononien.,ipso procurante et ordinante,sacristia disrobata fuit rebus valentibus 2.500 flor. auri de quibus habuitipsemetmedietatem;imodeditauxiliumetfavoremiisquioccideruntserUgeri(um)deCeneta, cuius filios et nepotes sine causa rationabili expulit de civit. Ceneten. eiusque districtu et eorumbonaoccupavit».27 ACVV, b. 158, 1341 gennaio 19: «(…) presentibus (…), domino Betucio de Rangonibus deBononiacanonicoCenetensi,NicolauocondamMichaelisdeBononia(…).VenerabilispateretdominusdominusfraterFranciscus,DeigratiaepiscopusCenet(ensis)etcomes,cumbaculosuoquodinmanibussuistenebat,investivitmagistrumLeonardumBarderiumdeCenitastipulantemet recipientem nomine et vice Bertholamei pupilli filii et heredis condam Çaniboni Peliparii de Cenita ad rectum et liallem feudum cum servitio et fidelitate de una petia terre aratoria, arborata etvidigataiacenteinteratorioCeniteultraMiscum(…)».Segnalo,ariprovadellacircolazionedibolognesinelCenedeseinquestoperiodo,unadivisionepatrimonialecaminesedel1340,avvenu-tapressolaresidenzacastellanadiMottadiLivenza,allapresenzatraglialtridi«MinocondamPisanideSachitisdeBononia,BonifaciocondamIacobideGandonibusdeBononia»(cfr.ASTv,Notarile,b.81,BiaquinodaArena[1328-1362],fasc.III,1340dicembre12).28Vidal,Benoit XII (1334-1342),cit.,I,n.6462,p.121;n.7576,7577,p.227.Nell’eventualitàincuiilpatriarcaavessepresopossessodiConegliano-cosache,comesivedrà,effettivamentesiverificherà per un breve momento - il clero sarebbe stato sollevato dalla censura ecclesiastica.29 Perladeliberadellacuria patriarchinaelesuccessivereinvestituresivedanorispettivamenteG.Brunettin,Bertrand de Saint-Geniès, patriarca di Aquileia (1334-1350): uomo di Curia, di-plomatico e principe ecclesiastico. Ascesa e caduta di un alto prelato della prima metà del XIV secolo,TesidiDottorato,UniversitàdegliStudidiPadova,DipartimentodiStoria,DottoratodiricercainstoriadellaChiesamedioevaleedeimovimentiereticali,cicloX,coord.A.Rigon,1998,AppendiceII,doc.12,p.144(1335settembre30;deliberadellacuria);doc,48,p.221(1337apri-le11;infeudazionediCastelRoganzuolo);doc.49,p.223(1337maggio7;investituradeifeudiruralideldefuntoRizzardodaCamino);doc.52,p.227(1337maggio22;investituradelcastellodiCavolano,lungolaLivenza);doc.63,p.243(1337ottobre26;investituradimansivarigiàin-feudatialdefuntoRizzardo);doc.111,112pp.330-337(1340marzo7;investituradialtribenideldefuntoRizzardo);doc.119,p.350(1341maggio30).30Cfr.Brunettin,Bertrand de Saint-Geniès,cit.,doc.76,p.269(1338maggio27:BenedettoXIIconferiscealnunzioBernardduLacilmandatodiinformarsisegretamentesullaclausoladelte-stamento di Rizzardo da Camino che avrebbe lasciato in eredità i suoi beni alla curia pontificia). 31Vedinota28.32Sullavicendacfr.A.Vital,La dedizione di Conegliano a Venezia (1337). Contributo all’acquisto della Terraferma,“ArchivioVeneto-Tridentino”,VIII(1925),pp.101-143.PeridocumentidelletrattativetraConeglianoeilpatriarcacfr.Verci,Storia della Marca,cit.,XI,doc.MCCCLV,p.149edoc.MCCCLVI,p.151(ancheinBrunettin,Bertrand de Saint-Geniès,cit.,doc.97,p.304;doc.98,p.306).33Vidal,Benoit XII,cit.,n.7577,p.227;Brunettin,Bertrand de Saint-Geniès,cit.,doc.99,p.311(BenedettoXIIscrivealcomunediConegliano«accusandoricevutadellaloroletteraconlaquale si sottomettevano al pontefice nella persona del patriarca»); doc. 100, p. 313 («Benedetto XIIincaricailpatriarcadiassumereilgovernodelcastelloedelcomunediConeglianoinnomedella sede apostolica»); doc. 101, p. 315 («Benedetto XII invita il patriarca alla prudenza nel-l’accingersiadarecompimentoalmandatodellaletteradiassunzionedelgovernodellaterradiConegliano»);doc.103,p.317(«BenedettoXIIincitailpatriarcaaprocederequantoprimaallarecezionedelgovernodelcomunediConeglianoinquantotemecheunimminentepericololopossaimpedire»).34 Verci, Storia della Marca, cit., II, doc. LXXXV, p. 7, 1242 febbraio 10 (i pari della curia diCenedadichiaranodecadutidailorofeudiGuecelloneeBiaquinodaCamino);Ibidem,III,doc.CCLXXX,p.109,1284dicembre1(sentenzacontroalcunivassallidelvescovo).Sullafalsitàdelpronunciamentodel1242cfr.Biscaro,I falsi documenti,cit.,pp.170-171.35Cfr.,adesempio,ACVV,b.158,1302maggio22(ilvescovoFrancescodiArponeinvesteuncertoOdorico «de feydo veteri et antiquo … ad rectum et liale feydum cum servicio et fidelitate de uno manso»);1341gennaio19(FrancescoRamponi«cum(baculo)suoquodinmanibussuistenebat,investivitmagistrumLeonardumBarderiumdeCenita…adrectumetliallefeudumcumservitio

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et fidelitate de una petia aratoria»); 1351 dicembre 22 (il vescovo Gansberto de Orgolio investe «cum anulo suo aureo… Iohannem dictum Çanusium … ad rectum et liale feudum cum servicio et fidelitate et commendatione, ipso stando cum genibus flexis, de infrascritpis peciis terre…»).36ACVV,b.158,fasc.IV,1346novembre4.37ACVV,b.158,fasc.IV,1340s.d.38Nelmarzodel1338ildogeFrancescoDandoloavevaingiuntoalpodestàdiConegliano,PietroZen,dicessaredallemolestieinfertealvescovodiCenedanellacuriadiCastelnuovo(Vital,La dedizione,cit.,doc.XII,p.136).39Verci,Storia della Marca,cit.,XI,doc.MCCCXXXVII,p.130.40«DominusPadaninuscondamdomini IohannisdeVicencia fecit, constituit etordinavitho-nestum virum dominum presbiterum Anthonium rectorem ecclesie de Forminica et BlasiumdictumPicininumdeburgoForminice,utrumqueeoruminsolidum,itaquodoccupantis(...)etcetera,absentestamquampresentes,suosprocuratoresspecialesetspecialiteradexponendumcoramhonorabileetprudentevirodominoAlbertinodeBalistisvicecomitegastaldieCastriNoviCenetensisdiocesisproreverendo inChristopatreetdominodominofratreGuasberto,Deietapostolice sedis gratia episcopo Cenetense et comite, ad notificandum et noticiam dandum quod ipsePadaninusintenditvendicionemfaceredeunosuomansoetcertisdecimisetaliissuisiuri-busaddictummansumspectantibus,iacentibusinvillaetteratorioArfantedistrictusCastrinovi,AndreenotariocondammagistriGuillielmicirrruycideVeglayanodePapiacomorantiinburgocastriSanctiSalvatorisprolibrisIImparvis»;ASTv,Notarile,b.145,TolbertodaTrevignano,1360febbraio28.41EccoilcelebregiudiziodelRolandino:«…interceterasclarasdomosetexcellentesnobilium,quefueruntetsunthodieinipsaMarchiatarvisina,quatuormeotemporefamasatisetactibusclaruerunt:unaEstensis,alteradeCamino, terciadeRomano,quartadeCamposanctiPetri»(RolandiniPatavini,Cronica in factis et circa facta Marchie Trivixane,acuradiA.Bonardi,inRerum Italicarum Scriptores,VIII/I,CittàdiCastello 1905,p. 15).Laparaboladella famigliadalle origini fino alla fine della signoria su Treviso (1312) è tracciata dall’ancor valido Picotti, I Caminesi,cit.42Canzian,Vescovi, signori, castelli,cit.,pp.60-66.43Vedinota1.44D.Canzian,Oderzo medievale.Castello e territorio,Trieste1995,pp.38-43.45NumerosiriferimentiallevicendedellafamigliadopolaperditadellasignoriainBiscaro,I falsi documenti,cit.,passim;vediancheVaranini,Istituzioni e società,cit.,pp.193-197;G.Speciale,Henrigetus magistri Gerardi giudice e cronista. La Marca Trevigiana in un’inedita cronaca trecentesca,“RivistaInternazionalediDirittoComune”,III(1992),pp.231-275.46Biscaro,I falsi documenti,cit.,p.95.47Riportoalcuniesempi.PerilcomitatodiCamino(pressoOderzo,TV),castelloeponimo,cfr.ASTv,Notarile,Iaserie,b.9,fasc.50/1,Guecelloneq.UmbertodiSalico,1331-1333(investituradapartedelgastaldodiCamino,Nicola,diuna«peciaterrearatoria,arborataetvitigatapositainterritorioSpessecomitatusCamini»);perCastelRoganzuolo,Faldon,L’Allegatio,cit.,p.245(1269);perilcastellodiFormeniga,ibidem,p.198(1292);leprerogativegiurisdizionaliconnes-se al castello di Camino vengono anche definite complessivamente col termine di «gastaldia»(«…iuribusetiurisditionibusatquenemoribusquocumquespectantibusetpertinentibusdictocastrodeCaminoeteiusgastaldie»)nelladivisionefamigliaredel1340,doveperaltrosienume-ranoanchelegastaldiecastellanediMottadiLivenza,Cessalto,Fregona,CostadiValMareno,Portobuffolè,Cordignano(ASTv,Notarile,b.81,BiaquinodaArena[1328-1362],fasc.III,1340dicembre12).48ASTv,Notarile,b.81,BiaquinodaArena(1328-1362),fasc.III,1337agosto7:«SerravalliincastrosuperpoyolonovosuperioripalaciidicticastriSeravalli,presentibusdominoGuecelonedeSalicoquondamdominiUbertideSalicodeOpitergio,potestateterreSeravalli…».49Interessante,inproposito,laseriedirinnovivassallatici(infeudorettoelegale,anchesitrattadifeudiminoriconnessialpossessodipiccoliappezzamentiterrieri)effettuatidalgastaldocami-neseNicolanelcastellodiCaminonelgennaiodel1333,riportatinelquadernodiimbreviaturedelnotaioGuecellonediSalico(vedinota47).50Vedidocumentocitatoallanota48.51ACVV,b.158,1354.52 A. Ventura, Nobiltà e popolo nella società veneta del Quattrocento e Cinquecento, Milano19932,p.43.

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247Signorieruralinelterritoriotrevigiano(1338-1381)

53Cagnin,Per una storia delle fortificazioni,cit.,pp.193ss.54 Bisogna però riconoscere che la Val Mareno era stata e continuerà ad essere almeno fino ai primidecennidelXVsecolo,unluogodielezioneperlafamigliatrevigiana(cfr.Zamperetti¸ I piccoli principi, cit., pp. 68-69). Quanto alle altre castellanie caminesi, allo stato attuale deglistudinonsipuòdiremoltodipiù.Milimitoadaggiungerecheilcronistatardo-trecentscoDanielediChinazzo,autoredellaCronica dela guerra de Veniciani a Zenovesi (acuradiV.Lazzarini,Venezia 1958), definisce alcuni dipendenti di Gherardo da Camino, rifugiati insieme al loro signo-renel1383nelcastellodiMottadiLivenza,attaccatodaforzepadovaneedaalcuni«chastelanideFreul»,conilterminedidestretuali.Costorosierano«reduti»nelcastelloinsiemeailorocavalli,allebiadeealvino,depredatidagliattaccanti(p.250).55Sulcastelloinquestionecfr.icontributidiP.A.Passolunghi,citatiallanota8.VediancheM.Potocnik, I castelli del comune di Conegliano e dei conti di Collalto,inCastelli tra Piave e Livenza,cit., pp. 135-153. Sulla fortuna politica dei Collalto fino al XIII secolo si veda G. P. Bustreo, I conti di Treviso, funzionari dell’impero e dinasti territoriali (secoli X-XIII),in958-1998. I Collalto, conti di Treviso, patrizi veneti, principi dell’impero,VittorioVeneto1998,p.69-84.56Passolunghi,I Collalto,cit.,doc.13,p.131.57Sullaqualecfr.G.Biscaro,Una congiura a Treviso contro la signoria di Venezia nel 1356,“Archivioveneto”,1934,pp.123-147.58Zamperetti,I piccoli principi,cit.,p.57.59 ASTv, Notarile, b. 145, Tolberto da Trevignano (1360-1361). Debbo questa segnalazione aGiampaoloCagnin,chequiringrazio.60Delprimononsileggeladata;glialtrisonostatieffettuatinelledatedel24maggio,del12giu-gno1360e16dicembre1361.Lasottoscrizionecitatasitrovaneldocumentodel24maggio.61Siveda,sull’argomento,D.Gallo,Appunti per uno studio delle cancellerie signorili venete del Trecento,inIl Veneto nel medioevo. Le signorie trecentesche,cit.,pp.125-161.62 Andrea de Redusiis, Chronicon Tarvisinum ab anno MCCCLXVIII usque ad annum MCCCCXXVIII,inRerum Italicarum Scriptores,t.XIX,MediolaniMDCCXXXI,coll.796-797.63Cfr.rispettivamenteRoncato,Il castello e il distretto di Noale,cit.,p.249,doc.2,1329luglio20;p.251,doc.3,1330gennaio21;p.255,doc.4,1338marzo3.64Ibidem,pp.95-70.Tantoèverochelostessonotaiodicuria,ProsdocimodaAsolo(suicuire-gistrisibasalaricercainquestione),sierarifugiatoaNoaledopoessereincorsoinunacondannacapitalerimediatanellacittàdelSile(ibidem,pp.158-161).65Sivedasull’argomentoG.Cagnin,Introduzione storica,inIl processo Avogari (Treviso, 1314-1315),acuradiP.Cagnin,conunsaggiointroduttivodiD.Quaglioni,Roma1999,pp.xxxi-xci.66Varanini,Istituzioni, politica e società,cit.,p.86.;Pigozzo,La capitanteria di Noale,cit.,pp.1-36.67Vedisupra nota61.68Atitolodiesempio(ASTv,Notarile,b.145,TolbertodaTrevignano-1360-1361):1361dicembre6:«…presentibus…militedominoAççonedeCastroBarcho,Egenodicto[...]deBormohabitatoreAvii,FrancischonotariocondammagistriR[...]Ronzedo,serUgonecondamVanideUgonisdeFlorenciaquimoraturinburgoSanctiSalvatoris[...],NicolaideGuarisiisdeMuttinafamiliarissuprascriptidominicomitisSchinelle[...]seonotariocondamIacopinideMantua…testibusro-gatisetadinfrascriptastipulacioneconvocati[...]aliispluribusinmultitudinecopiosa».Amar-gine«InstrumentumdisponsacionisdomineClaredeCollalto».Oppurecfr.anche1360febbraio28:«…AndreenotariicondammagistriGuillielmicirrruycideVeglayanodePapiacomorantisinburgocastriSanctiSalvatoris».69A.Viggiano,Governanti e governati. Legittimità del potere ed esercizio dell’autorità sovrana nello Stato veneto nella prima età moderna,Treviso1993,p.8.70 Fasoli, Lineamenti di politica, cit., pp. 69-70. Cfr. anche Knapton, Venezia e Treviso nel Trecento,cit.,nota43etestocorrispondente.71Cfr.Varanini,Istituzioni e società a Treviso,cit.,pp.181-185.72Alriguardo,ilVaraninihaosservatoche«quellochenon farànelQuattrocentonellealtrecittà,cioèriformasostanzialedall’altodeglistatutimunicipalieelaborazioneorganicadiuncorpodidecreti,ilgovernovenetoloavevafattonelTrecentoaTreviso»;G.M.Varanini,Gli statuti delle città della terraferma veneta dall’età signorile alle riforme quattrocentesche,inComuni cittadi-ni e stato regionale.Ricerche sulla terraferma veneta nel Quattrocento,Verona1992,pp.3-56(citazioneap.14).

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73M.Knapton,Centro e periferia nella Repubblica di Venezia. Un profilo,inOrigini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna,acuradiG.Chittolini,A.Molho,P.Schiera,Bologna1994,pp.207-221(citazioniap.210e211).Questaseparatezza,peraltro,avrebbetrovatoilsuocorrispettivonellediversità«antropologiche»tra leduerealtà,diversità sulle quali si è basata la nota teoria dell’alterità del mondo veneziano (G. Cracco,Venezia nel Medioevo: dal secolo XI al secolo XIV: un altro mondo,Torino1986):daunaparte(laTerraferma)ilignaggilegatialgrandepossessofondiarioeall’orizzonteculturaleeideologicodella tradizione militare; dall’altro (la Dominante), un ceto dirigente aristocratico di origine ementalitàmercantile(Knapton,Centro e periferia,cit.,p.215).

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Qualche riflessione conclusiva*

diGianMariaVaranini

1. Dagli anni Settanta ad oggi

Sonopassatiormaioltretrent’annidaquandoalcuniimportantisaggidiGiorgioChittolinihannofortementecontribuitoalrinnovamentodellaricer-ca sullo stato visconteo-sforzesco, inserendosi autorevolmente nel dibattito– in forte sviluppo negli anni Settanta nella storiografia europea, e allargatosi anche in Italia a partire da quella congiuntura storiografica – sullo «stato moderno».

Sitrattòdiricerchetralorodiverseperimpostazioneepermetodologia,maorientateversounobiettivocomune:quelloappuntodiarticolareerimo-dulareundiscorsosullostato,eingeneralesullastoriapolitico-istituzionaleitaliana. Da un lato, Chittolini indagò sull’adozione da parte dei Visconti(soprattutto Gian Galeazzo e Filippo Maria) delle relazioni feudo-vassalla-tiche come strumento digovernodel territorioe di raccordo fra il centroelaperiferiadiquellocheallorasicominciavaachiamare«statoregionale»1.Giàinquellaprimaindagineerapresenteunaforteattenzioneallatipologiadocumentaria,allessicoadottato,albackground culturaleegiuridicochesor-reggevalestrategiedeisignorimilanesi.Dall’altrolato,egliesaminòincon-creto(segnalandoliesplicitamentecomeelementidiunmedesimodisegno)due esempi significativi di signoria rurale – quello dei marchesi Pallavicini di PellegrinonelParmense,equellodegliAnguissolanelPiacentino2–,mettendoinrilievolacomplessitàdeirapportifraisignori,lecomunitàrurali,icomunicittadini,sullosfondodiun’autoritàducalechesiesercitava inmodocautoevario,attentoanonrompereconnessunodeiprotagonisti.Pochiannipiùtardi,lostessoautore(mentreelaboravasultemadellasignoriaruraleancheunsaggiodisintesidedicatoall’interaItaliacentrosettentrionale3)approfondìun’altrasfaccettaturadelproblema,dedicandoattenzioneancoraallasub-re-gioneemilianamaquestavoltaconcentrandol’attenzionesul«piccolostatosignorile»,imperniatosuuncentrominoretalvoltasemi-urbanoeprovvistodi un profilo pubblico più marcato4. I quattro saggi citati furono infine riediti nel1979nelvolumeLa formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado,conunaIntroduzionenellaqualegiàappare,senonvadoerrato,unaattenzione al rilievo delle istituzioni cittadine – nel panorama istituzionale

Poteri signorili e feudali nelle campagne dell’Italia settentrionale fra Tre e Quattrocento : fondamenti di legittimità e forme di esercizio : atti del Convegno di studi (Milano, 11-12 aprile 2003),acuradiFedericaCengarle,GiorgioChittolini,GianMariaVaranini,ISBN88-8453-254-X(online),ISBN88-8453-255-8(print)©Firenzeuniversitypress,2005

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così complesso dell’Italia centro-settentrionale del Trecento e soprattuttodel Quattrocento – maggiore che non nelle ricerche degli anni precedenti5.SipreannunciavaintalmodounalineadiricercacheChittoliniavrebbepoiportatoavantineglianniOttantaeNovanta6.

Laricezionediquestisaggi(anchedeiprimiinordineditempo)fuimme-diata. La storiografia politico-istituzionale sul tardo medioevo italiano sentiva alloracondisagioloschematismodell’impostazionecittà/contado7,derivantein buona sostanza dal modello fiorentino, e si avvalse subito con profitto di queste nuove suggestioni. Già nel 1974 Tabacco tenne infatti ampiamentecontodeiprimistudidiChittolini,inalcunesapientipaginedellasuasintesisuLa storia politica e sociale,nellaStoria d’Italiaeinaudiana:facendoneanziil filo conduttore della sua ricostruzione in un territorio di ricerca – la vicenda politico-istituzionaledell’estremomedioevoitaliano–cheeglinonavevasinoadalloramaipercorso8.

Glistimoliderivantidallericerchelombardevenneroinoltremessiafrut-toinaltricontestiterritoriali:talvoltaconqualcherigidezza,madandoavvioalineediricercafeconde.Questaconstatazionevaleadesempioperilterritorioveneto, ed è in parte autobiografica (e anche autocritica). Chi come me comin-ciò a occuparsi di questi argomenti alla fine degli anni Settanta in un’ottica istituzionalisticadallaqualeancorafaticaaliberarsi,conintestailproblemadell’organizzazionedeldistrettocittadino,scoprìallorapropriodallericerchedi Chittolini la non residualità del fenomeno della signoria rurale nel Tre-Quattrocentovisconteo-sforzesco,eapplicòquel«modello»,opermegliodirequelleprospettived’indaginealproprioterritoriod’indagine.Unamiaricercadel 1979 e una monografia del 1980 devono in effetti molto a quella impo-stazione.Grazieadessa,mi fupossibile inquadrare inunaproblematicadilargorespiroladiffusionenotevoledimodestidirittigiurisdizionaliprivatineldistrettoveronesedelTrecentoeQuattrocento,nonchélapresenzadialcunesignorieruralidicreazionescaligera(DalVerme,Bevilacqua,Nogarole):purnellaindiscutibilepersistenzadiunasaldissimaegemoniadistampocomu-naledellacittàsuldistretto(ancheinterminidisuperioritasgiurisdizionaleoltre che in chiave economica e di controllo annonario e fiscale)9.Sempreri-guardoalterritorioveneto,lapropostainterpretativadiChittolinisiincrociòancheconlariletturadellevicendedellostatodiTerrafermaalloraimpostatada Cozzi e dalla sua scuola. L’esito più significativo di questa «contaminazio-ne» fu la monografia – uscita qualche anno più tardi dopo una gestazione ab-bastanzalunga;attentainparticolareagliesiticinque-seicenteschi–dedicatadaSergioZamperettiallesignorieeaifeudidellaTerraferma,soprattuttodelTrevigianoedelFriuli10.

Ma non è questa la sede per ricostruire il pervasivo influsso di queste prospettive di indagine, che si è fatto sentire – o in forma diretta, o cometermine di confronto e cartina di tornasole per situazioni anche profonda-mentediverse–sututtelericerchededicatenegliannisuccessiviallastoriapolitico-istituzionale dell’Italia tardomedievale, fra Tre e Quattrocento. Milimiteròaosservarecheproprioperiterritoripertinentiallostatovisconteo-

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sforzescol’adozionediquesteprospettivediricercadapartedialtristudiosifu, paradossalmente, meno immediata. Le ricerche più significative che nei primianniOttantasiricollegaronoallaproblematicapropostadaChittolinifuronoinfattiquelledellaArcangeli,cheinuncasoanalizzòl’evoluzione,nelpienoCinquecento,diunodeicase studiesapprofonditidaChittolini,einunaltro caso sviluppò efficacemente (con la ricerca sulla proprietà dei Sanvitale aFontanellato)ilcôtéeconomico/agrariodiquestaproblematica11.Neglistes-sianni,altre indagini importanti furonosvolte, eancoraper il territoriodiParma12;ediqualchealtrasipotrebbedarconto.

Diqualchealtra,manondimoltissimealtrericerche(almenoperl’arealombarda):alpuntocheavent’annididistanzaquestoseminariohacostituitoforse la prima occasione di un confronto tra ricerche numerose e varie pertaglio ed area geografica di pertinenza, ma tutte dedicate allo stato viscon-teo-sforzesco. Oltre alla fine indagine di Jane Black, che ricostruendo l’elabo-razionedel concettodiplenitudo potestatis nellaculturaviscontea fornisceun indispensabile inquadramento13 alle ricerche «sul campo» qui raccolte,fanno ad esse da contorno – oggi come allora – analisi dedicate a territoridiversi.EsenonèinattesainquestocontestolacomparazioneconlerobustesignoriedelTrevigianoorientale,se ilcompattomodellosabaudodelqualeCastelnuovo evidenzia nel suo contributo il processo formativo, è in certosenso un segno dei tempi – e la prova di quanto sia stata profonda l’influenza dellaproblematicaimpostatadaChittolini–l’attenzione(quirappresentatadal saggio di Pirillo sulle signorie appenniniche dei Guidi e degli Ubaldini)che oggi si porta anche per il territorio fiorentino tre-quattrocentesco a forme dipreminenzapoliticaediorganizzazionedelterritoriodiversedaquelledeldominiocittadino14.

2. Comunità

Nei contributi di questo seminario, il confronto – interno al dominiovisconteo-sforzesco, ed esterno – si realizza in un quadro storiografico che apparemoltorinnovato.Accomunalericerchequipresentate, innanzitutto,una maggior consapevolezza della grande complessità del panorama istitu-zionaleesociale,fruttodell’inputoriginariodatodallericerchediChittoliniedella complessiva evoluzione del panorama storiografico; e il ruolo dei quattro protagonisti(comunitàrurali,famigliesignorili,città,duca)siarticolasecon-domodalitàassaidiverse.Particolarmenterilevanti,edaessivorreiiniziarequestabreverassegnadidatiediproblemi,misembranogliapprofondimentieirinnovamentidiprospettivaintrodottiapropositodellecomunitàrurali.

Lungidall’essereoggettopassivosulqualesiesercitanoipoterisovrain-tesi del signore locale o del duca, e pure lungi dall’essere mero scenario dicontrasti faziosi, in diversi contesti esse ci appaiono come portatrici di unpreciso progetto, di specifiche istanze politiche. In Valtellina (ove precoce-mentescomparelacondizionediservitùpersonaledegliuomini)siconstatafraTreeQuattrocentouna«simbiosi»fracomunitàesignori,cheassicurano

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protezionedurantelelottedifazione(eottengonoobbedienza).NelterritorioreggianofraTreeQuattrocento, lecomunitàruraliappaionoautonomenelloroassoggettarsi(«sedistringere»)sottoquestooaquelsignore,eingradodidecidere larescissionedel«contrattodiobbedienza»conunsignorepergravitare(«confugereadcastrum»)versounaltrosignoreeunaltrocastello.Ilprincipioditerritorialitànonèdunqueincontrovertibilmenteconsolidato:comunitàesignoririconosconoconcordementelacentralitàdelcastelloedel«nessoprotezione/obbedienza»,masonoportatricidi«duedistinteculturedell’autorità»,l’unaorientataasottolinearevolontarietàecontrattualità,l’al-tra incline ad una più rigida definizione degli obblighi dei residenti. Si tratta in ogni caso, osserva giustamente l’autore, di una fluidità delle fedeltà personali (edunqueistituzionali)cheapparesconcertante;aquestaaltezzacronologica–fraTreeQuattrocento!–unamarcataanomaliaancherispettoalquadro,oggiassaipiùsfumatocheinpassato,dell’Italiacomunale.Appaionoinfatti«incompiutiesfrangiatinonsoloiquadriterritorialidimatriceurbana,maperfino quelli di matrice signorile»; e solo nel Quattrocento estense istituzioni eterritoridellamontagnareggiana–inundiversocontestopolitico–verran-nocristallizzandosierapprendendosigrazieafattoristrutturanti,cheavvianoverso una definitiva (e pur debole) comitatinanza: la redazione degli statuti rurali, la definizione dei confini.

Ilcasoreggianoèprobabilmenteuncasolimite,anchesetornaallamenteil«disordine»diunterritoriononmoltolontano,lapiacentinaValNurestu-diataalcuniannifadaAndreozzi15.Èunfattocomunquechel’attenzioneadunruoloattivodellecomunitàrurali,alloro«pensarsi»rispettoaldistrettocittadino e allo stato, è un filo che lega diversi contributi qui raccolti. E se in Lomellina l’intraprendenza politica delle comunità rurali si manifesta solo(con la presenza di capitoli a Francesco Sforza)nelle circostanze favorevolidellacadutadeldominiovisconteo16,ancheaPecetto(nell’Alessandrino,pres-soValenzaPo),nellacontroversiadiscussaacortecheloopponeaiMandellifeudatariducali,ilcomuneruraleèingradodielaborareunapropriainter-pretazionedellaconcessionefeudaleerogataaisignori.Nesottolineainfattilanaturacontrattuale,l’impegnoreciproco(giustiziaversusobbedienza)chefamigliasignoriledaunlatoecomunitàruraledall’altroavrebberostipulato.Ancora: altrove si accenna al diritto di resistenza17, approfondito del restoancheinulterioriricerchepertinentiaterritoriqui indagati18.Ericorreconinsistenzailtemadei«linguaggipoliticidifferenti»checaratterizzanolaco-munitàruraleneiconfrontideisignori.L’otticaquiassuntainprevalenzanonè quella della lontananza e della implicita tendenziale autosufficienza e auto-referenzialitàdelledinamichepolitichelocali(«lostatogenovesevistodallaFontanabona»)19, bensì quella dell’interazione, del confronto e del conflitto, del dialogo. Un tratto comune, dunque, senz’altro significativo: anche se resta alquanto in ombra il profilo culturale di coloro – gruppi e individui – che, all’internodellecomunitàruralieperloroconto,elaboranoquesteconcettua-lizzazioni(notai?giurisperiti?).

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3. I poteri dei signori

Tutti gli scalini di una ideale classificazione della «consistenza pubblicisti-ca»dellesignorie–dal«gradozero»dellapiccolagiurisdizionedeidannidati,intimamente connessa al possesso fondiario, a quello dello «stato» – sonopresentinelleindaginiquiraccolte.Èun’ovvialineadifratturaquesta,maèindispensabile darne conto; l’accertamento della qualità dei fili che compon-gonoquestopatchwork,lacompresenzaditantevarietà,èunrisultatoinsédellaricercasvolta.

Nell’osservazionedellacostituzionematerialedellediversesignorielom-barde,puòforseesserutileilrecuperodiquelladistinzionetrasignoriepun-tiformi e signorie zonali – le prime imperniate su una sola fortificazione, le altrearticolatesupiùcastelliesuuncomplessopiùarticolatodidiritti–chefupropostaperaltreepochedaCammarosano.Rientranellaprimadelleduecategorie la signoriadeiMandelliaPecetto.Secondo l’autrice, l’infeudazio-nedapartediFilippoMariaViscontivieneadeterminarel’esistenzadiuna«struttura artificiale», una superfetazione rispetto ad una società locale che nonsubendopressionifortidaipoteriurbaninonavrebbenecessitànécon-venienzaadassoggettarsiadundominus.Masiconstataquiunadinamicadicaratterefrancamentesignorile,unadialetticaeuneserciziodidirittidiindi-scutibileconsistenza.Piùambiguo,misembra,èilcasodellaLomellina.Dellagrandissima parte di queste investiture – tutte «puntiformi» – è premessalogicail«vuotodipotere»,opermegliodirediegemoniasocialeepolitica,determinatodallacrisidimoltefamigliedell’aristocraziacomunale(gravitantisu Pavia, o di antico profilo rurale). Ovviamente queste investiture presentano unagammamolto variadi situazioni.Talvolta la concessione feudale coro-na e sancisce una importante penetrazione fondiaria di questa o quell’altrafamiglia(spessocittadina),talaltrainveceilnuovovassalloèsemplicementeparacadutatoinuncontestoestraneo;ha«spaziesigui»perl’amministrazionedellagiustiziasignorile,enélecomunitàruralialuisoggettenélostatoregio-nale(etantomenolacittà)hainteresseasostenerlo,erestacosìnellimbo.Alterminediunaaccurataanalisi,siriconosceche«ilnuovotessutosignoriledellaLomellinarestafondamentalmentedebole»;edelrestolaLomellinaap-pareunterritorio/laboratorionelqualeèpresentealcompletolagammadeisoggettiistituzionaliesociali:comunitàruralinonprivedivelleitàpolitiche,«quasicittà»comeVigevanoeMortara.Inoltre,l’ombradiPaviasifasentire,elostessopotereducale(ricercandola«sostanzialetenutadelreticolodellepodesterieedellealtremagistraturedinominaducale»)arginaecircoscriveconlamanosinistraquellapenetrazionefeudalechepromuoveconlamanodestra. Dunque, si tratta di un’insieme di strumenti che configura eccellen-temente l’ampiaorchestrazionedelpoterevisconteo-sforzesco,edèpiùcheopportuno sottolineare la consistenza complessiva del fenomeno, esteso adun’area sub-regionale abbastanza ampia come quella della Lomellina. Maovviamente il profilo delle singole realtà signorili, singolarmente considerate risultavario,sfocato,scarsamenterilevante.

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All’estremo opposto di questa inquietante galassia lomellina abbiamoinveceilmodello–ormaifamiliareepercertiaspetticonsolidatoerassicu-rante–dellarobustacostellazionesignorile,cheriguardaterritoriestesieunapluralitàdifortezze, legateadunagrandecasata.Siapureinunacangiantevarietàdisituazioni,quisiraggiungeincertosenso«massacritica»cheper-mette la reazionenucleare;enonacaso le stesse fonti coevecomincianoaparlare,qualchevolta,di«stato».Lacampionaturaquipresentatapermetteun interessante confronto fra due esempi classici, lo stato «vermesco» nelPiacentino,eildominiodeiRossinelParmense.Sitrattadirealtàtradiloroconsiderevolmente diverse quanto all’origine: «artificiale», non anteriore al tardo Trecento, affidata a una casata estranea al territorio e del tutto priva di radicamento sociale in loco, la prima; basata su un’antica e consolidatapresenzanelterritorio,sicché«ilpotererossianotrovainsélaproprialegitti-mità»,laseconda.EindubbiamenteildominiodeiRossimanifestaunasupe-riore robustezza delle strutture amministrative (c’è un’officialità di una certa consistenza,unavolontàprecisadipromuovere l’affermazionediuncentroamministrativo,unanotevolecapacitàdicontrollareleistituzioniecclesiasti-che, nonché di proiettarsi sul mondo urbano e di influenzarlo). Osservo per in-cisochetragliaspettisalientisegnalatidaquestaulterioreindaginediGentilesullagrancasataparmensevacertamenteannoveratoilriferimentoalsistemadiproduzioneediconservazionedellefontidocumentariecreatodaiRossi:èsopravvissutouncopialettere,fontedavverononcomune;esistonodocumentiinformadidiploma,patentierescritti,siconstataunaterminologiaabbastan-za consolidata, sono attestate specifiche pratiche (imitative delle cancellerie signorilie«statali»).Contantointeresseperl’autocoscienza,perlefontichetrasmettonoidentitàeimmagineeviadiscorrendo,unapprofondimentosiste-maticosultemadellestrutturedocumentariedellesignorieruralieingeneredellecasatesignorilisiprospettadavverointeressante,eandrebbeperseguitoconunquestionario,unaindagineadhoceatappeto(ascalasovraregionale).Ma pure lo «stato» dei Dal Verme consegue una certa efficacia di funziona-mento,haunasuaconsistenza(Savyparladiuna«realtàassaiarticolata,diforteimprontastatuale,malgradolostatovermescononsiaautonomo»).IlmodellocheiDalVerme(eilorocommissari)tentanodirealizzareèineffettiabbastanzastrutturato:castelliecastellani,uncancelliere,unreferendario,duecentripreminentisenonproprio«capitali»(Roccad’OlgisioeVoghera),fiscalità; anche se le carriere dei funzionari non sembrano poi seguire percorsi precisi.Ciòèconseguenzadiunavolontàprecisadeidominidiradicarsi in loco.Èimportanteinfattilaconstatazionechelasocietàlocaleappaiaricettivarispettoallerichiestedifedeltàpropostedaidomini,esicreiinquestomodouncircuitodirelazionichehaunasuagenuinitàevitalità(obbedienzaversusprotezionee/oprivilegio)conlecomunitàrurali,conquestooquellignaggio,consingoliindividui(purseinparteèmediatodallamobilitazionemilitare).Misembraquestounospuntodegnodimeditazione: indeterminatecondi-zioni,unasocietàlocaledelQuattrocentopuò«apprendere»unadipendenza,non semplicemente rielaborare una tradizione di fitti rapporti clientelari. Si

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255Qualche riflessione conclusiva

aprequi–Savynefaunaccennoinconclusione–iltemadigrandeinteressedellasopravvivenzaimmateriale,«sentimentale»potremmodire,dellesigno-rierurali lombarde(sviluppato inaltrasedeanchedaLetiziaArcangeli)20: ifedelissimi,gliultras rossiani e vermeschi che anche a fine Quattrocento, o addiritturanelCinquecento,nonesiterannoamanifestareaffettoedimpegnoperfarrisorgereunasignorasepoltaperduegenerazioni.

4. Il rapporto con la città

Una delle novità più significative della ricerca sullo stato visconteo-sforze-sconeglianniNovantaèstatacostituitapropriodagliapprofondimentimono-grafico dedicati alle singole città, considerate nel quadro della coordinazione politicalombardamaanchenellaparabolapiùlungadellalorostoria,comu-naleepost-comunale:cosìèaccaduto–conovviediversitànell’impostazionedelle ricerche – per Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Como21. Inserito nelcontestoterritorialediriferimento,iltemadellasignoriaruraleneèrisultatopercosìdiresdrammatizzato;vistodallaperiferia,essosièincrociatoconilrinnovamentodellericerchesullastoriadell’aristocraziaeconl’attenzioneaformediorganizzazionedellavitapoliticacittadinabasatesullafamiglia,sullafazione,sullaparsenonèapparsocheunadimensione,perquantoassoluta-mentecentrale,diunavicendacomplessa.Tralecittàemiliane,perquantososoloModenaestenseattendeormaiunapprofondimentoadeguatoinquestadirezione. Per Piacenza, Reggio Emilia e Parma, le ricerche di Andreozzi esoprattuttodiGamberiniediGentilecostituiscononell’insiemeunpuntodiriferimento significativo; schematizzando molto, si può parlare di un «model-lo»nonfacilmentegeneralizzabiledicittàpoliticamentesubalternarispettoal territorio (il concetto di città accerchiata, in estrema difficoltà rispetto al territorio, figura anche nel titolo di una di queste monografie).

Peraltro, nei saggi qui raccolti, la città è rimasta sostanzialmente sullosfondo,com’eragiustochefosse.ConlaparzialeeccezionediPavia,lacuiin-cisivapresenzafondiariaegiurisdizionalesiproiettasullaLomellinastudiatadallaCovini,siètrattatopiuttostodidebolezze,quandonondisostanzialias-senzedell’interlocutorecittadino(sipensialcasodiTreviso,dicuidiròqual-cosapiùavanti).Restandosuunodeiterrenicheinquestoseminarioèstatoprediletto,quellodell’identitàedell’autocoscienza,ciòchecolpisceè l’asso-lutasubalternitàdelladimensionediappartenenzacittadino/distrettualedapartedelle comunità rurali (il sentirsipavesi, il sentirsi comaschio cremo-nesi).Rispetto al Veneto quattrocentesco di Terraferma (e mi riferisco nonsoloalVeronese,alPadovano,alVicentino,maanche–sibadi–alterritoriotrevigiano),rispettocioèadun’areaterritorialechenonpuònonesserepensa-ta interminidistrettuali,ilconfrontoèstridente.Sembrerebbeinteressante,sotto questo profilo, un approfondimento del tema delle politiche fiscali (la-tente,etalvoltaaccennato, inmolti interventi):politichecheobbliganoallacomparazione, alla ripartizione. Non è un caso, forse, che i Territori comeformedicoordinamentostrutturatodellecomunitàrurali,ecomeessenziale

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strumento di erosione del privilegio e del particolarismo fiscale delle comunità soggetteasignore,sicostituiscanoprimanellaTerrafermaveneta,chenoninLombardia22. È un anticipo di non molti decenni, eppure significativo.

Ovviamente, le dinamiche di fondo del processo di comitatinanza nonmancano di influenzare le scelte congiunturali che in età viscontea vengono compiute,daquestaoquellacasata.ÈquantoemergedallalimpidaindaginediBarberosuifeudiAvogadro:unconsortile,osservaopportunamentel’au-tore,dalladoppiaidentitàedaldoppioradicamento,urbanoeruraleaduntempo.Adifferenzadellecittàemiliane,ab antiquoincapacididisciplinareinmodo efficace il territorio, ed anzi per molti versi dominate dalle grandi casate signorili,dalleloropoliticheedallelorosquadre,Vercelliavevatrovato–sindalDuecento–unequilibrioeunmodus vivendiconlegrandifamigliecitta-dine,checonservavanopreminenzefondiarieegiurisdizionalideldistretto;efino all’età di Giangaleazzo Visconti questo equilibrio aveva retto, anche se il comunecittadinoavevadatempopersol’autonomiapolitica.MaquandoaiprimidelQuattrocentovienedall’esterno,cioèdaiduchidiSavoia,un’altraproposta,ciòcheeralatentetornaaconcretizzarsi,eilriferimentoalmodellourbano di organizzazione del territorio viene senza rimpianto abbandonatoa favoredell’infeudazione.Molti esempi sipotrebberoportarediquesta la-tenza, di questa sedimentata presenza negli strati profondi della mentalitàaristocraticad’unadisponibilitàariesumarerapportisocialieformedelpo-tereche–ridottidrasticamente,mamaideltuttosradicatidall’affermazionedelmodellopoliticodelcomunecittadino;einognicasomaisradicatidallatradizionedellacasata.

5. Di fronte ai signori: le diverse strategie dei poteri territoriali in Piemonte, in Veneto, in Toscana

Rispetto ai poteri signorili assisi sul territorio lombardo (o per megliodirevisconteo-sforzesco),ilmodellodirelazionipropostedaiduchidiSavoiapresentavanelTreeQuattrocentocaratteristichepeculiaridicompattezzaediomogeneità; lefamigliearistocratichecontigueterritorialmente,comegliAvogadro,nonpotevanoignorarlo–enonloignorarono.Questomodellopre-scindesostanzialmentedalmondourbano;einquestiatti,conampiezzaede-cisioneancoramaggiorediquantononavessefattoinsedediconvegno,nedàtestimonianzal’interventodiCastelnuovo,checostituiscequindiuncontro-canto fortementedifferenziato,alternativorispettoall’ambitovisconteoovelacentralitàducaleespressaconcettualmentedalriferimentoallaplenitudo potestatissisfrangiavainunaseriedisituazioniconcreteestremamentediffe-renziate,conprotagonistidiversiediversamenteattivineltempo.Laricostru-zionediCastelnuovoprendelemossedalDuecento,quandocominciaafarsisentirel’effettocombinatodellacrescentefeudalizzazionedeirapportipoliticiche conseguì al definitivo consolidamento della presenza dei duchi di Savoia aldiquadelleAlpi,ediunosviluppoparticolarmenteconsistentediunadocu-mentazionescrittaimpressionanteperregolarità,serialità,omogeneità:fatta

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dicartulariprincipeschi,dicontidicastellania,diinventari.Unafasecrucialeèindividuataneidecennicentralidelsecolo,altempodiPietrodiSavoia.AldiquaealdilàdelleAlpigliomaggisonounodeglistrumentipreferenzialidiraccordofraiduchieleéliteslocali;pergiunta,leconsuetudinifeudalisiarricchisconoalloraanchedell’apportodeldirittofeudale,rendendopiùcultoepiùstabileilformulario.Èveroche,adifferenzadiquantoaccadeinaltrere-gionitransalpinenellequaligiànelTrecento«à peu près toute affectivité est banniedallerelazioni feudo-vassallatiche»,nelle terredeiSavoiaanchenelQuattrocento–ricordaCastelnuovo–«ilfeudalesimoface to facenonsembraancoralasciareilpostoadunapiùfreddaeformaleféodalité administrative».Tuttavia–aprescinderedalfattochelesomiglianzeformalifraigiuramentidifedeltàdeisignoriequellideifunzionari(checompaiono«manibusiunctiset genibus flexis») sono assai forti – è l’atmosfera complessiva ad essere per-meata dalla feudalizzazione dei rapporti personali, dal «diffuso ricorso aglistrumentitecnicidellaligesse»ancheperinonnobiliepericontadini.Comeaccennato,sitrattadiundiscorsochesiponesuunpianodianalisisostan-zialmente«altro»,nelmeritoenelmetodo,rispettoalloscenario–compositoedisomogeneo,masempreattentoalconcretoeserciziodelpotereoltrecheallinguaggiopoliticoadottato–cheescedallacampionaturaquipresentata:maproprio per questo funzionale ed efficace nel contesto in cui si colloca.

Quanto alle signorie del bacino del Piave nel Trecento, illustrate daCanzian, esse presentano una volta di più un quadro assai variegato. Conl’eccezioneforsedellasignoriadeiCollalto,contidiTreviso, lacrisipoliticaindottadalridimensionamentodelladominazioneterritorialescaligeraneglianni Trenta del secolo le coglie in una congiuntura difficile, per motivi dina-stici(iTempestaaNoale,idaCaminonelPedemontetrevigiano)olegatialquadro politico generale (l’episcopato di Cèneda, retto dall’influente ed abile FrancescoRamponi).Etuttavia l’effettocombinatodellaprudenzavenezia-na(checontrollaTrevisocittàe i castelliprincipalidel territorio–Oderzo,Castelfranco, Conegliano – e interviene anche pesantemente sugli statuti esulle istituzioni cittadine,marispettaquesti territori)edelladebolezzapo-liticadelcomunetrevigianoconsenteaduediesse(l’episcopatocenedeseeicontidiCollalto,provvistedilegamipoliticiedisolidarietàalargoraggio,legaterispettivamenteaunmondoguelfoeaunmondod’aristocraziaimpe-rialeancoraricchidiprestigio)dimantenereintattoperlunghissimotempoilproprio profilo pubblico, e di esercitare concretamente le proprie prerogative. L’episcopatodiCeneda,inparticolare,costituiràunaautonomaenclavegiuri-sdizionaleancorabendentrol’etàmoderna.

Ancorpiùcheinaltricasi,questasituazionerinviavaalontanepremesse.SindalpienomedioevoineffettilaspondasinistradelPiave(largamenteper-tinentealladiocesidiCeneda),privadiunpolourbanoforte,avevacostituitoterrenodiaffermazioneperipoteriecclesiasticielaicidiareeanchelontane,comeilpatriarcadiAquileia,ilvescovodiBellunoeilvescovodiFrisinga23.LacapacitàdicoordinamentopoliticodelcomunediTrevisosieracertomani-festatasinelDuecento,nonavevaincisoprofondamentenegliassettiterrito-

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riali,ancheperchélegrandicasatedelterritorio,compresequestetitolarideidirittisignorili(idaCaminoinprimoluogo,maancheiTempestaeiCollalto)avevanoavutomagna parsnellastoriacittadinaecomunaleduecentesca.sìcheilfallimentodellapoliticacomunaleesignorileavevalasciatospazionelTrecentoalcontrastofrapoteriesterni(gliScaligeri, ilcontediGorizia,poiVenezia);mapoianche,per l’atteggiamentocautoerespettivodelgovernolagunare,allasopravvivenzanonformaledell’eserciziodeipoterisignorili,eanzialrafforzamentodellasignoriadelvescovodiCeneda(chepropriooracominceràadintitolarsi,abusivamente,«episcopusetcomes»)ediquelladeicontidiCollalto.

Nonèchinonveda,inquestostatodicose,qualchesostanziosopuntodicontattoconlasituazionedell’Emiliaoccidentale,segnataanch’esseinmodocosì evidente dalla debolezza del potere cittadino. Ma ben diverso appare,neiduecasi,l’atteggiamentodelpoterecentrale.Ilgovernovenetoineffetti,fattosalvol’usostrumentaledialcunediquestegiurisdizionitrevigianepercompensarenelQuattrocentoipropricondottieri(comeTibertoBrandoliniinValmareno),nonpuòinalcunmodoutilizzareregimiegovernisignorilicomeelemento strutturale dell’organizzazione dello stato territoriale, mancandoladimensionedelrapportodirettofralapersonadelducalecasatesignorilieladimensioneelafunzioneattrattivadellacorte,einpresenzadicomunicittadini tanto più forti. Troppo diversa fu dunque la filosofia di governo che nediscese.

ComenelcasodellarepubblicadiVenezia,ancheperlostatoterritorialefiorentino l’analisi proposta in questo volume da Paolo Pirillo (che rilegge il rapportodiFirenzeconlesignoriedeiGuidiedegliUbaldini,allequalièstatadedicata negli anni recenti una consistente e significativa attenzione erudi-ta24)fornisceinbuonaparteunaconfermadell’opinioneconsolidata.NéperiVisconti,néperiSavoia,néperVeneziasipuòcertoparlare,comefaPirillodescrivendo il rapporto del comune fiorentino con le signorie dell’Appennino, di«minacciosastrategia»(strategiachecomportaanchelafondazioneinfun-zioneanti-Ubaldinidella terra nuovadiFirenzuola),di«progressivo isola-mentodelcontestosignorile»,di«volontànormalizzatrice».Diversepercon-sistenzaedestini(lamenocompatta,mapiùanticaeprestigiosasignoriadeiGuidiscomparirà«perconsunzione»nelQuattrocento,mentregliUbaldinisaranno sconfitti militarmente), le due formazioni politiche appenniniche sono contrastate da Firenze in diversi modi: sfruttando le contraddizioniinterneallaconsorteriaelasuaframmentazione(nelcasodeiGuidi);oppuresvuotandonelerisorseeconomichecoltoglierespazio,consistenza,respiroaimercatisignorili(econl’imporreipropri).Orbene,propriol’impegnoalqualeil comune di Firenze è obbligato appare un elemento di riflessione significa-tivo.Essomettepercontrastoinrilievolasoliditàelatenaciadeilegamididipendenzapersonalecheunapartetutt’altrocheinconsistentedellasocietàlocalemanteneva–assaistretti–stretticoniGuidi(einmisuraminorecongli Ubaldini). Pirillo insiste molto su queste «commendationes a termine»,sulla presenza di numerosi «fideles, vassalli, coloni e servi» o uomini di

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masnada, sulla capillare (o perlomeno diffusa «fino ad una scala minima») «retedisolidarietà»checaratterizzaquesto«mondoancoravitale»:unmurodigommachecostituìpernonbrevetempo«illimitedell’incapacitàcomunaledirealizzareuncontrolloterritorialeinmanieracompiuta»,echeovviamentenonscomparìipso facto,maduròanchenelleareeditradizionesignorileviaviacedute,nellaplurisecolarevicenda,alcomunediFirenze.Sequestesolida-rietàsignoriliresistetteroquicosìalungo,pursesostanzialmenteosteggiate,si può ben capire come esse prosperassero – sostenute da un’aristocraziaancorariccadiprestigio-inaltrezonedell’Appenninoemiliano(inParmaePiacenzavisconteo-sforzesche)eromagnolo.

6. Economia signorile alla fine del medioevo: un problema sempre aperto

AiprimidelCinquecentoi«gentiluominidiLombardia»–«altuttonimi-cidiognicivilità»–sono«ricchialmenoditerra,senonsempredicastelliegiurisdizioni»;evivono«abbondamentemente»e«oziosamente»(«tutt’altracosadallabanaleagiatezzadelcittadinochevivedientrata»).Così,citandoil segretario fiorentino, si è espressa acutamente Letizia Arcangeli, nella già citata Introduzione alla sua recente raccolta di saggi25: che assai meglio diquestemiescarne(escarse)osservazioniavrebbepotutoricapitolaretemieproblemidiquestoseminario.Richiamoquesteaffermazioniperchémicon-sentono di toccare – da ultimo – un aspetto significativo, riguardo al quale i lavoripresentatiaquestoseminariodannounsegnalenontrascurabiledirinnovamento.

StudiandounasignoriaruraledelXIIoXIIIsecolo,nessunosisognerebbeditrascurarneifondamentieconomici,edidiscutere–insiemeconiproble-midellalegittimazione,dell’amministrazionedellagiustizia,dellasicurezza,delladialetticafrasignoriecomunitàrurale–ancheiltemadellarenditasi-gnorile.Sitrattadiorientamenticondizionatidallefonti,èovvio;eincentivateda fonti di grande qualità sono anche le ricerche più significative in quest’am-bitoperl’Italiacentro-settentrionaledeltardomedioevo26.PerlaLombardiavisconteo-sforzescamisembrainveceche–fatte ledebiteeccezioni–nelleindaginirecentiuncertodisinteresseperladimensioneeconomicadelfeno-menosignorile(ivicompresoilversantedell’amministrazionedellagiustizia,deidirittidimercato,deimonopoli)cisiastato.

La sensibilità per questi temi era ovviamente presente, talvolta in sot-tofondoetalaltrainmodoesplicito,nellericerchediChittoliniditrent’annifa;anzi,taliindaginiavevanopresospuntoinalcunicasipropriodaconcretimotividicontrasto,legatiairisvoltieconomicideidirittisignorili,eanchegliorientamenti e le tendenze dell’agricoltura lombarda del Tre-Quattrocentosononelcomplessobenconosciuti27. Il fattochequestaprospettivanonsiastata poi sviluppata più di tanto, a vantaggio ovviamente della prospettivaistituzionaleconlaqualeavrebbepotuto integrarsi,èdunquestato il fruttodiunascelta28.ÈchiarocheaParma,aPiacenza,negliAppenniniilrapportofraLand and Powersiponeinterminidiversissimidaquantoaccadeades.a

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Ferrara29,oveilpatrimoniofondiarioestense(d’anticaorigine,odiprovenien-zaecclesiastica)èsostanzialmentelostrumentodelconsensoedell’adesionealsignore(ilfeudo,almenonelFerrarese,nonècheunabbellimento);mentrenellapoliticavisconteaprimavienel’infeudazioneepoi(eventualmente)unabasefondiaria.Mailproblemadiunmancatoapprofondimentodeltemainqualchemisurarestavaerestaaperto.

Sotto questo profilo, le ricerche raccolte negli atti di questo seminario se-gnanoinqualchemisuraunainversioneditendenza.LarelazionedellaCovinisullaLomellina, inparticolare,haposto il temadellepropensioni fondiariedei signori come elemento significativo, strutturale del discorso: quando non siconstaticheèl’investimentofondiarioatrainareladimensionesignorile,in considerazione della «limitatezza delle prerogative economiche dei feudicreatiex novo».AncheSavysottolinealapoliticadiacquistifondiarideiDalVerme, nel territorio piacentino, come basilare substrato del loro innestonel territorio, recente ma non privo di successo. E anche per altri territorinonmancanodeltuttoipuntidiriferimento;bastipensareadalcuneareediespansionedeiRossidiParma(uominiecastelli incollina, fazioneincittà,possessofondiarioinalcunezonedellapianura30).

È una linea di riflessione, questa, che coinvolge problemi di grande por-tata,echedaunavisualeparticolareportaarileggerel’interatematicadellasignoriarurale.Qualiequante,fraleinfeudazionivisconteo-sforzesche,inci-serorealmentesugliassettidelpossessofondiarioedelpoterenellecampa-gne?Nonriguardaronoesseinmodoesclusivoareegiàinprecedenzaestraneeall’influenza delle città e della proprietà fondiaria urbana? Sono problemi che, sidicevarestanoaperti;echeforsesoloindaginimiratesugliarchiviprivati(comepureinqualchecasoèstatofatto)potrannoconsentirediapprofondire.

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261Qualche riflessione conclusiva

Note*Sullabasediunariletturadeitestilettiinsedediseminarioequiediti(inalcunicasiinformanotevolmente diversa), ho ripreso e rielaborato con qualche aggiunta (soprattutto nella primaparte)quantodettoinsedediconclusione.Salvocasiparticolari,nonfaròrinviiinnotaaisin-golicontributicheverròviaviacitando,tuttifacilmentericonoscibiliinbaseall’argomentoealcontesto.1G.Chittolini,Infeudazioni e politica feudale nel ducato visconteo sforzesco,in“Quadernistori-ci”,VIII(1972),fasc.19,pp.57-130.2Il luogo di Mercato, il comune di Parma e i marchesi Pallavicini di Pellegrino,in“Nuovarivistastorica”,LVII(1973),pp.1-52;La «signoria» degli Anguissola su Riva, Grazzano e Montesanto fra Tre e Quattrocento,in“Nuovarivistastorica”,LVIII(1974),pp.269-317.3G.Chittolini,Signorie rurali e feudi alla fine del medioevo,inComuni e Signorie: istituzioni,società e lotte per l’egemonia,Torino1981(Storia d’ItaliadirettadaG.Galasso),pp.589-676.4Il particolarismo signorile e feudale in Emilia fra Quattro e Cinquecento,inIl Rinascimento nelle corti padane. Società e cultura,Bari1977,pp.23-52.5 G. Chittolini, Introduzione, in Id., La formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado. SecoliXIV e XV,Torino1979,pp.VII-XL.IlvolumeècompletatodalsaggioRicerche sull’ordinamento territoriale del dominio fiorentino agli inizi del secolo XV,editoperlaprimavoltanel1978.6 In questo senso è significativo la gerarchia proposta dal titolo della più recente raccolta di saggi (Milano1996):Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia centro-settentrionale (secoli XIV-XVI).7SuquestotemaChittolinieraintervenutosindal1969,conunarticoloincertosenso«program-matico» – ancorché avesse veste di discussione storiografica – che prendeva spunto dalle mono-grafie di Hyde su Padova e di Larner sulla Romagna: G. Chittolini, Città e contado nella tarda età comunale (a proposito distudirecenti),in“Nuovarivistastorica”,XLII(1969),pp.706-719.8G.Tabacco,La storia politica e sociale. Dal tramonto dell’impero alle prime formazioni di Stati regionali,inStoria d’Italia,2(Dallacadutadell’ImperoromanoalsecoloXVIII),Torino1974,t.1,allepp.266-268.9G.M.Varanini, La Curia di Nogarole nella pianura veronese fra Tre e Quattrocento. Paesaggio, amministrazione, economia e società,«Studidistoriamedioevaleedidiplomatica»,IV(1979),pp.45-263(inparticolarepp.162-181pergliaspettigiurisdizionali,peraltronondisgiuntidal-l’analisidistoriaagrariaedistoriasociale);Id.,Il distretto veronese nel Quattrocento. Vicariati del comune di Verona e vicariati privati,Verona1980.10S.Zamperetti,I piccoli principi. Signorie locali, feudi e comunità soggette nello Stato regiona-le veneto dall’espansione territoriale ai primi decenni del ’600,Venezia1991(inparticolarepp.51-93).Sitrattaquasisempredirealtàsignorilidianticaorigine;restaincontrovertibilechenelQuattrocentoeCinquecentoilgovernovenezianononcreaex novosignorienétantomenosvilup-paunapoliticafeudale.Qualcheeccezione,cheinbuonasostanzaconfermalaregoladiunapoli-ticadirispettodellostatus quo ante,ècostituitadalleconcessioniaicapitanidiventura:GentiledaLeonessa,TibertoBrandolini,BartolomeoColleoni,RobertoSanseverino(atitolodiesempiomenzioniamoperquest’ultimocasounostudiorecente:L.Sangiovanni,Roberto di Sanseverino e Pandolfo Malatesta a Cittadella,inPalazzo pretorio,acuradiG.Ericani,Cittadella[Padova]2002,pp.49-65,conedizionedellefonti,eC.Casanova,Le due signore di Cittadella. Relazioni familiari e relazioni di potere nella seconda metà del Quattrocento,pp.35-48).Sitrattadivicen-decomplessivamentemodeste,mameritevolidiunapprofondimento.11Cfr.rispettivamenteUomini e feudatario nella prima metà del XVI secolo. Due cause antifeu-dali nel marchesato di Pellegrino, in“Archiviostoricoperleprovinceparmensi”,s.IV,XXXV(1982),eUna grande proprietà nella pianura parmense. La formazione delle “possessioni prati-ve” dei Sanvitale di Fontanellato nel XVI secolo,inAgricoltura e aziende agrarie nell’Italia cen-tro-settentrionale (secoli XVI-XIX),acuradiG.Coppola,Milano1983;rieditirecentementeinL.Arcangeli,Gentiluomini di Lombardia. Ricerche sull’aristocrazia padana nel Rinascimento,Milano2003.12Cfr.peresempioilquadrod’insiemefornitodaR.Greci,Il castello signorile nei piccoli stati autonomi delcontado parmense,inR.Greci,M.DiGiovanniMadruzza,G.Mulazzani,Corti del Rinascimento nella provincia di Parma,Torino1981,pp.9-40,edellostessoautoreUna proprie-tà laica nel Parmense nella prima metà del Quattrocento: i beni di Pietro Rossi in Basilicanova

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eMamiano,in“Nuovarivistastorica”,LXVI(1982),pp.1-36;rieditientrambiinR.Greci,Parma medievale. Economia e società nel Parmense dal Tre al Quattrocento,Parma1992.13 Non senza un’opportuna considerazione comparativa delle fonti concernenti altre signorietrecentesche(Bonacolsi,Scaligeri).14 Si veda l’ampia bibliografia citata e discussa nel saggio (sul quale, cfr. un cenno qui sotto, testo corrispondenteanote24-25).15D.Andreozzi,Nascita di un disordine. Una famiglia signorile e una valle piacentina tra XV e XVI secolo,Milano1993.16 Cfr. N. Covini, In Lomellina nel Quattrocento; il riferimento è al saggio (anche in questocasoanticipatore)diG.Chittolini,I capitoli di dedizione delle comunità lombarde a Francesco Sforza: motivi di contrasto tra città e contado,inFelix olim Lombardia. Studi di storia padana dedicati dagli allievi a Giuseppe Martini,Milano-Alessandria1978,rieditoinId.,Città, comuni-tà e feudi,cit.,pp.39-60.17Covini,in Lomellina nel Quattrocento,testocorrispondenteanota115.18Cfr.M.DellaMisericordia,«Per non privarci de nostre raxone, li siamo stati desobedienti». Patto, giustizia e resistenza nella cultura politica delle comunità alpine nello stato di Milano (XV secolo), inSuppliche, gravamina, lettere. Forme della comunicazione politica in Europa (secc. XV-XVIII),acuradiC.Nubola,A.Würgler,incorsodistampa.19 Il riferimentoènaturalmenteaO.Raggio,Faide e parentele. Lo stato genovese visto dalla Fontanabona,Torino1990.20Arcangeli,Introduzione,inEadem,Gentiluomini di Lombardia,pp.XXVI-XXVII.21Soloperparadosso,credo,ClaudioDonatihasostenutodirecentecherispettoaqualchede-cenniofailpendolodeglistudioscillaindirezionerovesciata,«esistudianoquasipiùifeudichenon le città»:C.Donati, Le nobiltà italiane tra Medioevo e età moderna. Aspetti e problemi,inL’Italia alla fine del Medioevo. I caratteri originali nel quadro europeo,incorsodistampa.Il riferimento è alle monografie di M. Gentile, Terra e poteri. Parma e il Parmense nel ducato visconteo all’inizio del Quattrocento, Milano 2001; A. Gamberini, La città assediata. Poteri e identità politiche a Reggio in età viscontea,Roma2003;Andreozzi,Nascita di un disordine,cit.;Id.,Piacenza 1402-1545. Ipotesi di ricerca,Piacenza1997;M.DellaMisericordia,La disciplina contrattata. Vescovi e vassalli tra Como e le Alpi nel tardo medioevo,Milano2000.22Giàunquartodisecolofaavevosegnalatolaprecoceformalizzazionedell’enteterritorialeve-ronese(1493):Varanini,Il distretto veronese,pp.151-154(«LacostituzionedelTerritorio»).Laricercasuicorpiterritorialivenetiinetàmodernafupoisvoltaconbenaltroapprofondimento,negliannisuccessivi,daMichaelKnaptoneSergioZamperetti:cfr.rispettivamenteIl Territorio vicentino nello Stato veneto del ‘500 e primo ‘600: nuovi equilibri politici e fiscali,inDentro lo “stado italico”. Venezia e la Terraferma fra Quattro e Seicento,acuradiG.Cracco,M.Knapton,Trento1983,pp.33-115,eI «sinedri dolosi». La formazione e lo sviluppo dei corpi territoriali nello stato regionale veneto tra ’500 e ’600,in“Rivistastoricaitaliana”,C(1987),pp.269-320.23Cfr.D.Canzian,Vescovi, signori, castelli. Conegliano e il Cenedese nel Medioevo,PresentazionediG.M.Varanini,Fiesole(Firenze)2000,pp.16-55.24 Cfr. la bibliografia del saggio. Per altre riflessioni sul tema cfr. P. Pirillo, Costruzione di un contado. I Fiorentini e il loro territorio nel Basso Medioevo,Firenze2001,ovesostanzialmentesi accetta l’interpretazione tradizionale di un comune cittadino consapevolmente orientato amarginalizzareeinprospettivaadeliminarelesignorierurali,siapureconqualchesfumaturadigiudizio.Ilvolumeèdedicatoperaltro,prevalentemente,alleareecollinarieaifondovalleinterni,nonallamontagnaappenninica25InGentiluomini di Lombardia,ap.XIII.26 Mi riferisco in particolare ai rotuli friulani e all’esemplare indagine coordinata da P.Cammarosano,Le campagne friulane nel tardo medioevo. Un’analisi dei registri di censi dei grandi proprietari fondiari,acuradiP.Cammarosano,Udine1985.27Fral’altrograzieproprioaricerchediChittolini;mamilimitoquiarichiamarelericerchediL.ChiappaMauri(ades.quelleraccolteinTerra e uomini nella Lombardia medievale,Roma-Bari1997).28PerquantosianostatiinlineadimassimaprivilegiatiisecoliXII-XIII,ilpanoramadeglistudièabbastanzariccoancheperilTre-Quattrocento.Sembranotuttaviaprevalerericercheorientatealpaesaggio,allacontrattualisticaagraria,alsistemaidraulico,inunaparolaadunadimensionesoprattuttoeconomica;cfr.R.Comba,A.M.Rapetti,Italia nord-occidentale,inMedievistica ita-liana e storia agraria. Risultati e prospettive di una stagione storiografica(Attidelconvegno

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263Qualche riflessione conclusiva

diMontalcino,12-14dicembre1997),acuradiA.Cortonesi,M.Montanari,Bologna2001,pp.101-116 (ricca bibliografia). 29IlriferimentoèovviamenteaT.Dean,Land and power in late medieval Ferrara. The rule of the Este 1350-1450,Cambridge1988(trad.it.Modena1990).30Sicfr.ilsaggiodiGrecicitatoquasopra,allanota12.

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