Reti civiche come acceleratore di integrazione e cittadinanza

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Reti civiche come acceleratore di integrazione e cittadinanza Di Francesco Pirri 0000420338

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Le reti civiche possono essere la leva strategica per l’integrazione culturale degli immigrati; la pubblica amministrazione attraverso questo strumento può vincere la sfida dell’integrazione, che ad oggi è una delle priorità della società civile.

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Reti civiche come acceleratore di integrazione e cittadinanza

Di Francesco Pirri0000420338

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3 DOMANDE SULL’INTEGRAZIONE

La comunicazione pubblica e l’informazione sociale giocano un ruolo decisivo nel processo di integrazione della popolazione straniera il Italia?

Se questo è vero, chi deve occuparsi della comunicazione e dell’informazione per gli immigrati stranieri?

Qual è il mezzo più adatto per rendere queste azioni incisive nel processo di integrazione?

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DATI DEMOGRAFICI DEGLI IMMIGRATIA A BOLOGNA

ETA’ M. F. TOT.

0- 100

19.001 20.479 39.480

M. F. TOT.

2.541 2.386 4.927

POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE A BOLOGNADati relativi al 1° gennaio 2009. Fonte Istat

FIGLI DI IMMIGRATI STRANIERI NATI IN ITALIADati relativi al 31 dicembre 2008. Fonte Istat

Romania Filippine Bangladesh

Marocco

5.047 4.068 3.477 3.014

La maggioranza degli stranieri che vive a Bologna proviene dai seguenti paesiDati relativi al 31 dicembre 2008. Fonte Istat

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CONCETTO DI CITTADINANZA

Definizione non giuridica di cittadino: Cittadino è il civis, colui che partecipa alla vita pubblica della comunità. Come tale il C. è titolare di diritti e soggetto delle decisioni.

“Viene osservato che il diritto all'informazione rientra nella categoria dei nuovi diritti di cittadinanza (i cd. diritti sociali) categoria che annovera le situazioni giuridiche tendenti alla realizzazione dei diritti positivi dell'eguaglianza, diritti che si pongono come una componente essenziale dei valori fondamentali della democrazia.”(Zuanelli,1990)

Non si dovrebbe considerare cittadini solo coloro che sono in possesso dei documenti necessari, ma anche quegli individui che sono in condizione di essere informati dei fatti che succedono nella propria nazione, e quando questi hanno la possibilità di partecipare alle decisioni pubbliche.

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L’IMPORTANZA DELL’INFORMAZIONE PER GLI IMMIGRATI

“L'informazione, qualsiasi sia il supporto di erogazione, rappresenta una risorsa fondamentale per lo straniero immigrato: è determinante non solo per l'integrazione sociale nel Paese ospitante, ma anche per il mantenimento di una rete di collegamenti con altri conterranei ugualmente immigrati. Difatti, se non riesce ad accedere a un'adeguata gamma di informazioni, lo straniero incontra ostacoli sempre maggiore nell'inserimento nel nuovo contesto sociale; ne conseguono situazioni di disagio e di emarginazione, come testimoniano tristi fatti di cronaca.” (Barbara Fiorentini, 2005)

L’informazione istituzionale e sociale, non può essere svolta dai Media Mainstream per alcuni motivi. Es:

- Ai mass media non interessano le comunicazioni sociali perché poco commerciali.

- Gli argomenti relativi all’immigrazione vengono proposti dai media come cause di problemi, o vengono usati da enti privati e non per azioni di marketing come “advocacy”

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-I media non usano un linguaggio semplice; quando si parla di economia e politica, che sono temi di interesse sociale, il destinatario non sembra il lettore modello, ma i “Millecinquecento lettori” (Forcella E., 1958) , ovvero tecnici e professionisti.

-Il messaggio dei media non sembra avere come target gli stranieri immigrati.

Concludendo, l’argomento immigrazione sembra trattato dai media mainstream seguendo la topica del sentimento (Boltanski, 2000).

Gli erogatori di informazione istituzionale/sociale che hanno come target gli immigrati sono: stampa di settore, testate on line specializzate, giornali sociali, trasmissioni radiofoniche dedicate.

Es: http://www.stranieriinitalia.it/attualita-on_line_gratuitamente_i_giornali_di_stranieri_in_italia_8099.html

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L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE

Se ogni azione o decisione della P.A. che riguarda la popolazione straniera presente in Italia è accompagnata da una buona comunicazione in cui si spiega il motivo del provvedimento, è probabile che l’immigrato si senta più rispettato quindi è altrettanto probabile che lui rispetti la decisione e non la prenda come un abuso. Si creano i presupposti per una convivenza civile.

Le comunicazioni pubbliche istituzionali che riguardano provvedimenti nei confronti degli immigrati sono spesso affidate a spot radio/televisivi che raramente sono chiari ed esaustivi per i destinatari, oppure sono affidate ad alcuni siti web di enti pubblici, o sportelli informativi dedicati presso le P.A.;

E.s: http://www.comune.torino.it/stranieri-nomadi

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CHI DOVREBBE COMUNICARE CON GLI IMMIGRATI?

Sarebbe più sensato affidare un tipo di comunicazione cosi importante alle P.A. in maniera obbligatoria e sistematica; in particolare agli Uffici Relazione con il Pubblico. Per i seguenti motivi:- “Taglia” istituzionale. (Boltanski, 2000)- Possibilità economica di effettuare una comunicazione costante.- Comunicazione efficiente perché e fatta da professionisti che sono in grado anche di ascoltare.

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IL COMUNICATORE PUBBLICO E LA COMUNICAZIONE CON GLI IMMIGRATI STRANIERI

Con la legge 150/2000 la comunicazione diventa un dovere per le Pubbliche Amministrazioni; nasce il Comunicatore Pubblico.

Fra i compiti che la legge 150 assegna al Comunicatore Pubblico figurano: - Illustrare le norme e le disposizioni per favorirne l’applicazione. - Favorire l’accesso ai servizi.- Promuovere e coordinare le reti civiche.- Favorire e promuovere la democrazia partecipativa.

Favorire l’integrazione degli stranieri non sembra essere dal punto di vista legislativo un compito del Comunicatore pubblico, ma per etica e deontologia professionale è una delle figure più adatte allo scopo.

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COME COMUNICHIAMO CON I 34.553 IMMIGRATI STRANIERI?

Con i figli degli immigrati nati in Italia, che sono 4.927, comunicare

è più semplice perché con loro si condivide la stessa “enciclopedia” (Eco, 1975, 1979, 1985) , cioè lo stesso universo culturale.

Con gli immigrati la comunicazione è più difficile per i seguenti motivi: - Probabili problemi di lingua, di certo non conosceranno tutti i vocaboli della lingua italiana. - Probabili problemi di cultura e religione (vestiti, cibi, culti, ramadan sul lavoro, ecc.). Questi problemi potrebbero creare diffidenza, la quale crea il timore di comunicare con la popolazione ospitante.

Quindi si deve pensare a strumenti e mezzi adatti per questo tipo di comunicazione; mezzi che possano essere utilizzati anche dai soggetti passivi della nostra azione, che cosi facendo diventano soggetti attivi nello scambio comunicativo.

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IL MEZZO PIU’ ADATTO

Le tecnologie tradizionali non sono adatte alle comunicazioni pubbliche/sociali per mancanza di spazio e di tempo nei palinsesti e per i vincoli pubblicitari. “Il monopolio dell’informazione e della formazione della sfera pubblica potrebbe non essere più garantito unicamente dai mass media e dalle tecnologie tradizionali”. (Lalli, 2008)

Poiché si parla di integrazione c’è bisogno di una nuova ARENA PUBBLICA (Lalli, 2008) in cui tutti i gruppi sociali possano interagire fra loro, dove la pressione dei “Gatekeeping” sia più blanda e dove la persona “debole” può avere voce in capitolo.

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LA RETE CIVICA

Rete = “Interazione fra arene e reticoli gruppi portatori di affermazione e circolazione” (Lalli, 2008)

Reti Civiche = “Reti promosse e sviluppate dalle P.A per fornire informazioni e servizi” (Beamish A.,1995). Il comunicatore pubblico deve promuoverle e coordinarle.

1. E’ gratuita per chi vi accede, e a bassissimo costo per chi la crea.

2. E’ un servizio su piattaforma Web, quindi meno soggetto alle pressioni dei “Gatekeeping”

3. E’ libera di trattare qualsiasi argomento e non è vincolata dagli introiti pubblicitari.

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4. Non ha limiti di spazio come la carta stampata. Questo permette di creare pagine dedicate, di creare versioni in lingue diverse dello stesso sito web e di trattare approfonditamente tutte le questioni di pubblico interesse. Inoltre da la possibilità agli utenti di diventare “giornalisti” creando un sistema di citizen journalism.

5. Garantisce la possibilità di interagire lasciando feedback commenti e proposte a ogni comunicazione e a ogni informazione.

6. C’è il filtro tecnologico quindi le classi sociali deboli avranno meno difficoltà ad esprimere le proprie idee.

7. C’è la possibilità di iscriversi a newsletter, a forum e a servizi dedicati. L’iscrizione dell’utente è utile alla P.A per raccogliere informazioni utili alle politiche sociali.

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COME AFFERMARE LA RETE CIVICA NELLE COMUNITA’ DI IMMIGRATI

“i partner sono necessari per la sopravvivenza di un problema” (S. Hilgartner and C.L. Bosk)

Alfabetizzazione informatica della popolazione non “digitale”; quindi alleanze con scuole specializzate, istituti privati, biblioteche.

Partnership con soggetti influenti in queste comunità, per favorire l’uso della rete civica. Es: -Gestori di internet point, gestori di bar o ristoranti frequentati da stranieri, associazioni umanitarie, biblioteche, campagne di sensibilizzazione nelle scuole.

Influenzare positivamente gli Stakeholder di queste comunità. Es:

-I figli dell’immigrati, giovani e quindi più aperti alle novità.-I leader religiosi, che quotidianamente comunicano con i membri della comunità avendo molta influenza.

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QUALE MIGLIORIA PER LA SOCIETA’?

“ sul mio blog giorgiani, russi e abcasi discutono pacificamente. Nella vita reale questo non succede mai. Se diamo alla gente un posto per parlarsi, il futuro può cambiare davvero” (Georgy Jakhaia, 2010)

Migliorie per gli immigrati

1. Hanno la possibilità di capire bene i provvedimenti 2. Hanno la possibilità di contestare civilmente un provvedimento3. Hanno la possibilità di lasciare commenti o scrivere veri e propri

articoli di giornale (citizen journalism)4. Hanno la possibilità di essere messi al corrente di ogni fatto in

maniera tempestiva attraverso la newsletter.5. Hanno la possibilità di mantenere una rete di comunicazione

costante con altri conterranei ugualmente immigrati.6. Si sentono parte di un qualcosa, quindi integrati nel sistema.

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Per gli indigeni

1. Grazie al filtro tecnologico, hanno la possibilità di interagire con persone appartenenti ad altre culture senza preconcetti.

2. Hanno la possibilità di capire i motivi di un determinato comportamento.

3. Si intensificano gli scambi culturali dai più futili (ricette gastronomiche) ai più complessi (sistemi di gestione).

4. Si crea un clima di tranquillità, basato sul “di ciò che si conosce non si ha paura”

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CONCLUSIONI

Il progetto che ho illustrato è nato dall’interesse personale che ho per le reti civiche e per il citizen journalism, e del relativo potenziale che hanno questi due modelli di comunicazione. Una rete civica che per legge deve riservare parte del suo spazio e parte del suo budget al tema dell’immigrazione in Italia non esiste. Per esempio il comune di Torino ha una pagina del sito web dedicata agli immigrati che in alcuni punti combacia con le mie riflessioni, ma nel complesso potrebbe essere migliorata con l’aggiunta di alcuni servizi (forum, newsletter,…). Il mio auspicio è che reti civiche pensate per gli immigrati diventino standard per tutte le Pubbliche Amministrazioni, in modo che si acceleri il processo di integrazione e cittadinanza per le popolazioni straniere presenti sul territorio.

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Bibliografia

L. Boltanski, Lo spettacolo del dolore, Milano, Raffaello Cortina editore, 2000

S. Hilgartner and C.L. Bosk, The Rise and Fall of Social Problems, in "American Journal of Sociology", vol. 94, 1988, pp. 53-78

E. Forcella, Millecinquecento lettori. Confessioni di un giornalista politico, donzelli, 2004.

P. Lalli, Arene pubbliche di comunicazione: imperativi di visibilità o battaglie di cittadinanza?, in R. Stella, M. Morcellini e P. Lalli, Spazi comunicativi contemporanei,  Roma, Editori Riuniti University Press, 2008, pp. 69-90

A. Rovinetti, Comunicazione pubblica. Sapere e fare, Il Sole 24ore, 2007

Mario portanova (2010) “Georgy Jakhaia”. Wired, 2010, 2, pp. 39-45.

Zuanelli, Comunicazione istituzionale e diritto all’informazione in E. Zuanelli (a cura di), Il diritto all’informazione in Italia – ricerche promosse dalla Presidenza del Consiglio del Ministri, Roma, 1990, 71.

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Linkografia http://www2.spbo.unibo.it/bibliotime/num-viii-2/fiorenti.htm

http://demo.istat.it/

http://www.comune.torino.it/stranieri-nomadi/

http://stranieri.comune.parma.it/tportalparma/application/tportal/engine/stranieri.jsp?db=tportalparma&id=homeIS

http://www.mediatico.com/it/

http://www.stranieriinitalia.it/attualita-on_line_gratuitamente_i_giornali_di_stranieri_in_italia_8099.html