RESPONSABILI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ... B4 300513... · corso di formazione di...

SICUREZZA ED IGIENE DEL LAVOROCORSO DI FORMAZIONE DI SPECIALIZZAZIONE PER:

RESPONSABILI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

ADDETTI AL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

MODULO B - SEZIONE B6.1

30 MAGGIO 2013

0In collaborazione con TORINO - VERONA - SALUZZO

0112269903 [email protected]

ARGOMENTIARGOMENTI

PIANO DI EMERGENZA

SOVRACCARICO BIOMECCANICO: DISTRETTO DORSO LOMBARE, ARTI SUPERIORI , ALTRI DISTRETTI

LE MISURE DI TUTELA: SORVEGLIANZA SANITARIA, INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ADDESTRAMENTOO O , O O , S O

I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI

1

TEST IN

DOTAZIONI E GESTIONE DELLE

TITOLO I e SEZIONE VI - D. LGS. N. 81/08

DOTAZIONI E GESTIONE DELLE POSSIBILI EMERGENZE

PIANO DI EMERGENZA

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PIANO DI EMERGENZA

TITOLO I – D. LGS. N .81/08 – ART. 18OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE

DL e DIR

DESIGNARE PREVENTIVAMENTE I LAVORATORI INCARICATI DELL'ATTUAZIONE DELLE MISURE

DI PREVENZIONE INCENDI E LOTTA ANTINCENDIO, DI EVACUAZIONE DEI LUOGHI DI

LAVORO IN CASO DI PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO, DI SALVATAGGIO, DI PRIMO

SOCCORSO E, COMUNQUE, DI GESTIONESOCCORSO E, COMUNQUE, DI GESTIONE DELL'EMERGENZA

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ADOTTARE LE MISURE PER IL CONTROLLO DELLE SITUAZIONI DI RISCHIO IN CASO DI EMERGENZA E

DL e DIR

SITUAZIONI DI RISCHIO IN CASO DI EMERGENZA E DARE ISTRUZIONI AFFINCHE’ I LAVORATORI, IN CASO DI PERICOLO GRAVE , IMMEDIATO ED INEVITABILE ABBANDONINO IL POSTO DI LAVORO O LA ZONA ABBANDONINO IL POSTO DI LAVORO O LA ZONA PERICOLOSA

INFORMARE IL PIU’ PRESTO POSSIBILE I LAVORATORI ESPOSTI A RISCHIO DI UN PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO CIRCA IL A RISCHIO DI UN PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO CIRCA IL RISCHIO STESSO E LE DISPOSIZIONI PRESE O DA PRENDERE IN MATERIA DI PROTEZIONE

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DL e DIR

ADOTTARE LE MISURE NECESSARIE AI FINI DELLA PREVENZIONE INCENDI E DELL’EVACUAZIONE DEI LUOGHI DIPREVENZIONE INCENDI E DELL’EVACUAZIONE DEI LUOGHI DILAVORO, NONCHE’ PER IL CASO DEL PERICOLO GRAVE ED IMMEDIATO, SECONDO LE DISPOSIZIONI DI CUI ALL’ART. 43

TALI MISURE DEVONO ESSERE ADEGUATE ALLA NATURA DELL’ATTIVITA’, ALLE DIMENSIONI DELL’AZIENDA E AL NUMERO DELLE PERSONE PRESENTI

ART. 43 SEZIONE VI – TITOLO I – GESTIONE DELLE EMERGENZE

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SEZIONE VI – TITOLO I D.LGS. N. 81/08

GESTIONE DELLE EMERGENZE

ART. 43 - DISPOSIZIONI GENERALI

ART. 44 - DIRITTI DEI LAVORATORI IN CASO DI PERICOLO GRAVE ED IMMEDIATO

ART. 45 – PRIMO SOCCORSO

ART. 46 – PREVENZIONE INCENDI

DM 388/2003 CARATTERISTICHE MINIME DELLE ATTREZZATURE FINO ALLA SOSTITUZIONEDM 388/2003 CARATTERISTICHE MINIME DELLE ATTREZZATURE DI PRIMO SOCCORSO, REQUISITI PERSONALE

ADDETTO E FORMAZIONE

FINO ALLA SOSTITUZIONE (CONFERENZA STATO –

REGIONI)DM 10.3.1998 CRITERI GENERALI DI SICUREZZA ANTINCENDIO FINO ALL’ADOZIONE DI

NUOVI DECRETIALLEGATO IV REQUISITI DI SICUREZZA E SALUTE DEI LUOGHI DI LAVORO

MISURE CONTRO L’INCENDIO E L’ESPLOSIONEALLEGATO IV NON APPLICABILI A:I I AS O O

6PRIMO SOCCORSO

MEZZI DI TRASPORTOCANTIERI TEMPORANEI O MOBILIINDUSTRIE ESTRATTIVEPESCHERECCI

ART. 43 – DISPOSIZIONI GENERALI

DL e DIR

ORGANIZZARE I NECESSARI RAPPORTI CON I SERVIZI PUBBLICI COMPETENTI IN MATERIA DI PRIMO

SOCCORSO, SALVATAGGIO, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELL’EMERGENZA

DESIGNARE PREVENTIVAMENTE I LAVORATORI INCARICATI DI CUI SQUADRE DI EMERGENZA

APPROFONDIREMOALL’ART. 18, C. 1 , b APPROFONDIREMO

INFORMARE TUTTI I LAVORATORI CHE POSSONOINFORMARE TUTTI I LAVORATORI CHE POSSONO ESSERE ESPOSTI A UN PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO CIRCA LE MISURE PREDISPOSTE E I COMPORTAMENTI

DA ADOTTARE

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DA ADOTTARE


PROGRAMMARE GLI INTERVENTI, PRENDERE I DL e DIRPROVVEDIMENTI E DARE ISTRUZIONI AFFINCHE’ I

LAVORATORI, IN CASO DI PERICOLO GRAVE ED IMMEDIATO CHE NON PUO’ ESSERE EVITATO,

POSSANO CESSARE LA LORO ATTIVITA’ OPOSSANO CESSARE LA LORO ATTIVITA’ O METTERSI AL SICURO, ABBANDONANDO IMMEDIATAMENTE IL LUOGO DI LAVORO

ADOTTARE I PROVVEDIMENTI NECESSARI AFFINCHE'QUALSIASI LAVORATORE IN CASO DI PERICOLO GRAVE EDQUALSIASI LAVORATORE, IN CASO DI PERICOLO GRAVE ED IMMEDIATO PER LA PROPRIA SICUREZZA O PER QUELLA DIALTRE PERSONE E NELL'IMPOSSIBILITA' DI CONTATTARE IL

COMPETENTE SUPERIORE GERARCHICO, POSSACOMPETENTE SUPERIORE GERARCHICO, POSSA PRENDERE LE MISURE ADEGUATE PER EVITARE LE

CONSEGUENZE DI TALE PERICOLO, TENENDO CONTO DELLE SUE CONOSCENZE E DEI MEZZI TECNICI DISPONIBILI

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DL e DIR

GARANTISCE LA PRESENZA DEI MEZZI DÌ ESTINZIONE IDONEI ALLA CLASSE DÌ INCENDIO EDESTINZIONE IDONEI ALLA CLASSE DÌ INCENDIO ED AL LIVELLO DÌ RISCHIO PRESENTI SUL LUOGO DÌ

LAVORO, TENENDO ANCHE CONTO DELLE PARTICOLARI CONDIZIONI IN CUI POSSONO

ESSERE USATI. L’OBBLIGO SI APPLICA ANCHE AGLI IMPIANTI DÌ ESTINZIONE FISSI, MANUALI O AUTOMATICI, INDIVIDUATI IN RELAZIONE ALLA

VALUTAZIONE DEI RISCHI

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ART. 44 – DIRITTI DEI LAVORATORI IN CASO DI PERICOLO GRAVE ED IMMEDIATOGRAVE ED IMMEDIATO

IL LAVORATORE CHE, IN CASO DI PERICOLO GRAVE, IMMEDIATO E CHE NON PUO' ESSERE EVITATO, SI ALLONTANA DAL POSTO DI

LAVORO O DA UNA ZONA PERICOLOSA, NON PUO' SUBIRE PREGIUDIZIO ALCUNO E DEVE ESSERE PROTETTO DA QUALSIASI

CONSEGUENZA DANNOSA

IL LAVORATORE CHE, IN CASO DI PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO E NELL'IMPOSSIBILITA' DI CONTATTARE IL COMPETENTE SUPERIORE GERARCHICO PRENDE MISURE PER EVITARE LE CONSEGUENZE DIGERARCHICO, PRENDE MISURE PER EVITARE LE CONSEGUENZE DITALE PERICOLO, NON PUO’ SUBIRE PREGIUDIZIO PER TALE AZIONE,

A MENO CHE NON ABBIA COMMESSO UNA GRAVE NEGLIGENZA

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PERCORSO LOGICO DI ADEMPIMENTO

INDIVIDUARE GLI SCENARI DI EMERGENZA

INSTALLARE LE DOTAZIONI TECNICHE LOGISTICHE E DI SEGNALAZIONEINSTALLARE LE DOTAZIONI TECNICHE, LOGISTICHE E DI SEGNALAZIONE PRESCRITTE E/O OPPORTUNE PER AFFRONTARE I CASI DI EMERGENZA INDIVIDUATI

PRENDERE I NECESSARI ACCORDI CON I SERVIZI DI SOCCORSO ESTERNI

DEFINIRE INCARICHI (ANCHE SQUADRE) E PROCEDURE PER AFFRONTARE I CASI DI EMERGENZA QUANDO SI PRESENTANO

DEFINIRE INCARICHI DI CONTROLLO E MANUTENZIONE DOTAZIONI, PER GARANTIRE IL FUNZIONAMENTO E LA DISPONIBILITA’ DEI DISPOSITIVI QUANDO NECESSARIONECESSARIO

DEFINIRE ED ATTUARE UN PROGRAMMA DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE DITUTTI I LAVORATORI MODULATO SECONDO GLI INCARICHI

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TUTTI I LAVORATORI, MODULATO SECONDO GLI INCARICHI

A) EVENTI CONNESSI CON L’ATTIVITÀ DELL’AZIENDA

Qualsiasi situazione nell'ambito della quale, per errore umano, guasto adapparecchiature od impianti, o altra circostanza connessa ad attività aziendali,vengano a mancare, parzialmente o totalmente, le condizioni normali checonsentono di lavorare in sicurezza nell’Azienda.

B) EVENTI NON CONNESSI CON L’ATTIVITÀ DELL’AZIENDA

Qualsiasi situazione che non consenta la continuazione del lavoro in condizioni

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di sicurezza, non specificatamente collegata con l’attività’ aziendale, come adesempio l’avvenire di cataclismi naturali oppure di azioni criminali.

A) EVENTI CONNESSI CON L’ATTIVITÀ DELL’AZIENDA

Qualsiasi situazione nell'ambito della quale, per errore umano, guasto adapparecchiature od impianti, o altra circostanza connessa ad attività aziendali,vengano a mancare, parzialmente o totalmente, le condizioni normali checonsentono di lavorare in sicurezza nell’Azienda.

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ELENCO DELLE POSSIBILI EMERGENZE “INTERNE” DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE

INCENDIO

ESPLOSIONEESPLOSIONE

________________________________________________________

________________________________________________________

________________________________________________________

________________________________________________________

________________________________________________________

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________________________________________________________

INFATTI ALCUNI OBBLIGHI RELATIVI ALLA DEFINIZIONE DELLE PROCEDURE DI EMERGENZA SONO IMPOSTI DIRETTAMENTE NEI

TITOLI DEL D. LGS.N . 81/08

TITOLO I – INCENDIO E PRIMO SOCCORSO

TITOLO IX – CAPO I - AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

TITOLO I – INCENDIO E PRIMO SOCCORSO

TITOLO X– AGENTI BIOLOGICI

TITOLO IX– CAPO II - AGENTI CANCEROGENI MUTAGENI

TITOLO X AGENTI BIOLOGICI

TITOLO XI – ATMOSFERE ESPLOSIVE

ED IN ALTRE NORMATIVE ATTINENTI LA QUESTIONE

TITOLO II – ALLEGATO IV – ILLUMINAZIONE SUSSIDIARIA

ED IN ALTRE NORMATIVE ATTINENTI LA QUESTIONE

D. LGS. N. 334 – RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI

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D. LGS. N. 334 RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI

RD 147/1927 - GAS TOSSICI

TITOLO I – INCENDIO

PER QUANTO RIGUARDA LE DOTAZIONI, AVETE APPROFONDITO LA QUESTIONE NEL MODULO

SPECIFICO DEL CORSO

PER QUANTO RIGUARDA LA PIANIFICAZIONE DELLE PROCEDURE DA ATTUARE IN CASO DI INCENDIO

SPECIFICO DEL CORSO

PROCEDURE DA ATTUARE IN CASO DI INCENDIO

ALLEGATO VIII

IN TUTTE LE AZIENDE DEVONO ESSERE IDENTIFICATI I CASI DIEMERGENZA ED ADOTTATE MISURE ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI PER

GESTIRE L’EMERGENZA.

SE I LAVORATORI DIPENDENTI E EQUIPARABILI SONO PIU’ DI DIECI O IN PRESENZA DI ATTIVITA’ SOGGETTE AL CONTROLLO DEI VIGILI DEL FUOCO

E’ NECESSARIO PREDISPORRE UN VERO E PROPRIO DOCUMENTO:

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E NECESSARIO PREDISPORRE UN VERO E PROPRIO DOCUMENTO:

PIANO DI EMERGENZA

TITOLO I – PRIMO SOCCORSO

“REGOLAMENTO RECANTE DISPOSIZIONI SUL PRONTO SOCCORSO AZIENDALE, IN ATTUAZIONE

DELL’ARTICOLO 15 COMMA 3 DEL DECRETO LEGISLATIVO N 626/94”LEGISLATIVO N. 626/94

DATA DI ENTRATA IN VIGORE 6 MESI DOPO LA DATA DI PUBBLICAZIONE (3 AGOSTO 2004)DATA DI PUBBLICAZIONE (3 AGOSTO 2004)

IL DECRETO ABROGA IL DECRETO MINISTERIALE 28 LUGLIO 1958 RIGUARDANTE “PRESIDI

CHIRURGICI E FARMACEUTICI AZIENDALI”

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CRITERIO CLASSIFICAZIONE AZIENDAART. 1

MODALITA’ ORGANIZZAZIONE PRONTO SOCCORSO

REQUISITI DI FORMAZIONE DEGLI ADDETTI AL PRONTO SOCCORSO

ART. 2

ART. 3

ATTREZZATURE MINIME PER GLI INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSOART. 4

CONTENUTO M N MO DELL CONTENUTO M N MO DELL CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO

SOCCORSO

CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO

SOCCORSO OBBIETTIVI DIDATTICI E

CONTENUTI MINIMI DELLA FORMAZIONE

OBBIETTIVI DIDATTICI E





CONTENUTI MINIMI DELLA FORMAZIONE DELLA FORMAZIONE

DEI LAVORATORI DESIGNATI AL

PRONTO SOCCORSO PER LE AZIENDE DI

DELLA FORMAZIONE DEI LAVORATORI DESIGNATI AL






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CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE

CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE

GRUPPO AGRUPPO A GRUPPO B e CGRUPPO B e C

Art. 1 (classificazione delle aziende)

1. LE AZIENDE OVVERO LE UNITA' PRODUTTIVE SONOCLASSIFICATE, TENUTO CONTO DELLA TIPOLOGIA DI ATTIVITA'SVOLTA, DEL NUMERO DEI LAVORATORI OCCUPATI E DEIFATTORI DI RISCHIO, IN TRE GRUPPI:

GRUPPO AG U O

G PP BGRUPPO B

GRUPPO C

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I) Aziende o unità produttive con attività industriali, soggette all'obbligo didichiarazione o notifica, di cui all'articolo 2, del decreto legislativo 17 agosto1999, n. 334, centrali termoelettriche, impianti e laboratori nucleari di cuiagli articoli 7, 28 e 33 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,g , g , ,aziende estrattive ed altre attività minerarie definite dal decreto legislativo25 novembre 1996, n. 624, lavori in sotterraneo di cui al decreto delpresidente della repubblica 20 marzo 1956, n. 320, aziende per lafabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni

II) aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori appartenenti oriconducibili ai gruppi tariffari INAIL con indice infortunistico di inabilitàpermanente superiore a 4 quali desumibili dalle statistiche nazionali INAIL

p , pGRUPPO A

permanente superiore a 4, quali desumibili dalle statistiche nazionali INAILrelative al triennio precedente ed aggiornate al 31 dicembre di ciascun anno.Le predette statistiche nazionali INAIL sono pubblicate nella GazzettaUfficiale;

III) Aziende o unita' produttive con oltre cinque lavoratori a tempo indeterminatodel comparto dell'agricoltura

Aziende o unita' produttive con tre o piu' lavoratori che non rientrano nel gruppo AGRUPPO B

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Aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel gruppo AGRUPPO C

2. IL DATORE DI LAVORO, SENTITO IL MEDICO COMPETENTE OVEPREVISTO, PROVVEDE A:

IDENTIFICARE LA CATEGORIA DIAPPARTENENZA DELLA PROPRIA AZIENDA ODUNITA' PRODUTTIVA

G.U. N. 192 DEL 17 AGOSTO 2004

COMUNICATO DEL MINISTERO DEL WELFARE(http://www.inail.it/statistiche/indicifrequenzaindex.htm)

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COMUNICARE LA CATEGORIA DI APPARTENENZA DELL’AZIENDA OD UNITA’ PRODUTTIVA DELL END D UN DU V ALL'AZIENDA UNITA' SANITARIA LOCALE COMPETENTE SUL TERRITORIO IN CUI SI SVOLGE L'ATTIVITA' LAVORATIVA, PER LA SVOLGE L ATTIVITA LAVORATIVA, PER LA PREDISPOSIZIONE DEGLI INTERVENTI DIEMERGENZA DEL CASO.

SOLAMENTE SE L’AZIENDA OD UNITA’ SOLAMENTE SE L’AZIENDA OD UNITA’ PRODUTTIVA APPARTIENE ALLA CATEGORIA APRODUTTIVA APPARTIENE ALLA CATEGORIA A

SE L'AZIENDA O UNITA' PRODUTTIVA SVOLGEATTIVITA' LAVORATIVE COMPRESE IN GRUPPIATTIVITA LAVORATIVE COMPRESE IN GRUPPIDIVERSI, IL DATORE DI LAVORO DEVE RIFERIRSIALL'ATTIVITA' CON INDICE PIU'ELEVATO

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Art. 2 (Organizzazione di pronto soccorso)1. NELLE AZIENDE O UNITA' PRODUTTIVE DI GRUPPO A E DI GRUPPO B, IL

DATORE DI LAVORO DEVE GARANTIRE LE SEGUENTI ATTREZZATUREDATORE DI LAVORO DEVE GARANTIRE LE SEGUENTI ATTREZZATURE:

CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO tenuta presso ciascunluogo di lavoro, adeguatamente custodita in un luogo facilmenteaccessibile ed individuabile con segnaletica appropriata,contenente la dotazione minima indicata nell'allegato 1 delcontenente la dotazione minima indicata nell allegato 1, deldecreto in esame, da integrare sulla base dei rischi presenti neiluoghi di lavoro e su indicazione del medico competente, oveprevisto, e del sistema di emergenza sanitaria del Serviziop gSanitario Nazionale, e della quale sia costantemente assicurata,la completezza ed il corretto stato d'uso dei presidi ivi contenuti

MEZZO DI COMUNICAZIONE idoneo ad attivarerapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario

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Nazionale

CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSOCONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSOGuanti sterili monouso (5 paia).Visiera paraschizziFlacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1).Fl i di l i fi i l i ( di l 0 9%) d 500 l (3)

Guanti sterili monouso (5 paia).Visiera paraschizziFlacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1).Fl i di l i fi i l i ( di l 0 9%) d 500 l (3)Flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3).Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10).Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2).Teli sterili monouso (2).

Flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3).Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10).Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2).Teli sterili monouso (2). st r monouso ( ).Pinzette da medicazione sterili monouso (2).Confezione di rete elastica di misura media (1).Confezione di cotone idrofilo (1).C f i i di tti di i i ti ll' (2)

st r monouso ( ).Pinzette da medicazione sterili monouso (2).Confezione di rete elastica di misura media (1).Confezione di cotone idrofilo (1).C f i i di tti di i i ti ll' (2)Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2).Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2).Un paio di forbici.Lacci emostatici (3).

Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2).Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2).Un paio di forbici.Lacci emostatici (3).( )Ghiaccio pronto uso (due confezioni).Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2).Termometro.App cchi p l misu i n d ll p ssi n t i s

( )Ghiaccio pronto uso (due confezioni).Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2).Termometro.App cchi p l misu i n d ll p ssi n t i s

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Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosaApparecchio per la misurazione della pressione arteriosa

2. NELLE AZIENDE O UNITA' PRODUTTIVE DI GRUPPO C, IL DATORE DILAVORO DEVE GARANTIRE LE SEGUENTI ATTREZZATURE:

PACCHETTO DI MEDICAZIONE, tenuto presso ciascunluogo di lavoro, adeguatamente custodito e facilmenteindividuabile, contenente la dotazione minima indicatanell'allegato 2, che fa parte del presente decreto, daintegrare sulla base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro,della quale sia costantemente assicurata, in collaborazione conil medico competente ove previsto la completezza ed ilil medico competente, ove previsto, la completezza ed ilcorretto stato d'uso dei presidi ivi contenuti;

MEZZO DI COMUNICAZIONE id n d ttiv rMEZZO DI COMUNICAZIONE idoneo ad attivarerapidamente il sistema di emergenza del Servizio SanitarioNazionale

3. IL CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO E DELPACCHETTO DI MEDICAZIONE E' AGGIORNATO CON DECRETO DEIMINISTRI DELLA SALUTE E DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

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MINISTRI DELLA SALUTE E DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALITENENDO CONTO DELL'EVOLUZIONE TECNICO-SCIENTIFICA.

CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONECONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONEGuanti sterili monouso (2 paia).Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1).Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1).C di t il 18 40 i b t i l (1)

Guanti sterili monouso (2 paia).Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1).Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1).C di t il 18 40 i b t i l (1)Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1).Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3).Pinzette da medicazione sterili monouso (1).Confezione di cotone idrofilo (1).

Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1).Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3).Pinzette da medicazione sterili monouso (1).Confezione di cotone idrofilo (1).onf z on coton rof o ( ).Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1).Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1).Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1).U i di f bi i (1)

onf z on coton rof o ( ).Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1).Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1).Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1).U i di f bi i (1)Un paio di forbici (1).Un laccio emostatico (1).Confezione di ghiaccio pronto uso (1).Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1).

Un paio di forbici (1).Un laccio emostatico (1).Confezione di ghiaccio pronto uso (1).Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1).p f ( )Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza

p f ( )Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza

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4. NELLE AZIENDE O UNITA' PRODUTTIVE DI GRUPPO A, ANCHECONSORZIATE, IL DATORE DI LAVORO, SENTITO IL MEDICOCONSORZIATE, IL DATORE DI LAVORO, SENTITO IL MEDICOCOMPETENTE, QUANDO PREVISTO, OLTRE ALLE ATTREZZATURE DI CUIAL PRECEDENTE COMMA 1, E' TENUTO A GARANTIRE IL RACCORDO TRAIL SISTEMA DI PRONTO SOCCORSO INTERNO ED IL SISTEMA DIEMERGENZA SANITARIA DI CUI AL DPR 27 MARZO 1992 E SUCCESSIVEMODIFICHE

ATTO DI INDIRIZZO PER I CRITERI DI ASSISTENZA

5 NELLE AZIENDE O UNITA' PRODUTTIVE CHE HANNO LAVORATORI CHE

SANITARIA DI EMERGENZA PUBBLICA

5. NELLE AZIENDE O UNITA PRODUTTIVE CHE HANNO LAVORATORI CHEPRESTANO LA PROPRIA ATTIVITA' IN LUOGHI ISOLATI, DIVERSI DALLASEDE AZIENDALE O UNITA' PRODUTTIVA, IL DATORE DI LAVORO E'TENUTO A FORNIRE LORO IL PACCHETTO DI MEDICAZIONE DI CUITENUTO A FORNIRE LORO IL PACCHETTO DI MEDICAZIONE DI CUIALL'ALLEGATO 2, CHE FA PARTE DEL PRESENTE DECRETO, ED UN MEZZODI COMUNICAZIONE IDONEO PER RACCORDARSI CON L'AZIENDA ALFINE DI ATTIVARE RAPIDAMENTE IL SISTEMA DI EMERGENZA DEL

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SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE.

Art. 3 (Requisiti e formazione degli addetti al pronto soccorso)

1. Gli addetti al pronto soccorso, designati ai sensi dell'articolo 12, comma 1,

Art. 3 (Requisiti e formazione degli addetti al pronto soccorso)1. GLI ADDETTI AL PRONTO SOCCORSO, DESIGNATI AI SENSI. p , g , mm ,

lettera b), del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, sono formati conistruzione teorica e pratica per l'attuazione delle misure di primo interventointerno e per l'attivazione degli interventi di pronto soccorso

DELL'ARTICOLO 12, COMMA 1, LETTERA B), DEL DECRETO LEGISLATIVO19 SETTEMBRE 1994, N. 626, SONO FORMATI CON ISTRUZIONETEORICA E PRATICA PER L'ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PRIMOINTERVENTO INTERNO E PER L'ATTIVAZIONE DEGLI INTERVENTI DIINTERVENTO INTERNO E PER L'ATTIVAZIONE DEGLI INTERVENTI DIPRONTO SOCCORSO

2. LA FORMAZIONE E' SVOLTA DA PERSONALE MEDICO, INCOLLABORAZIONE OVE POSSIBILE CON IL SISTEMA DICOLLABORAZIONE, OVE POSSIBILE, CON IL SISTEMA DIEMERGENZA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE.

NELLO SVOLGIMENTO DELLA PARTE PRATICA DELLAFORMAZIONE IL MEDICO PUO' AVVALERSI DELLAFORMAZIONE IL MEDICO PUO AVVALERSI DELLACOLLABORAZIONE DI PERSONALE INFERMIERISTICO O DIALTRO PERSONALE SPECIALIZZATO

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3. PER LE AZIENDE O UNITA' PRODUTTIVE DI GRUPPO A ICONTENUTI E I TEMPI MINIMI DEL CORSO DI FORMAZIONESONO RIPORTATI NELL'ALLEGATO 3, DEL DECRETO IN ESAME ESONO RIPORTATI NELL ALLEGATO 3, DEL DECRETO IN ESAME EDEVONO PREVEDERE ANCHE LA TRATTAZIONE DEI RISCHISPECIFICI DELL'ATTIVITA' SVOLTA.

4 PER LE AZIENDE O UNITA' PRODUTTIVE DI GRUPPO B E DI4. PER LE AZIENDE O UNITA PRODUTTIVE DI GRUPPO B E DIGRUPPO C I CONTENUTI ED I TEMPI MINIMI DEL CORSO DIFORMAZIONE SONO RIPORTATI NELL'ALLEGATO 4, DEL DECRETOIN ESAME.

5. Sono validi i corsi di formazione per gli addetti al pronto soccorsoultimati entro la data di entrata in vigore del decreto (3 agosto2004).

LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI DESIGNATI ANDRA'RIPETUTA CON CADENZA TRIENNALE ALMENO PER QUANTOQATTIENE ALLA CAPACITA' DI INTERVENTO PRATICO.

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SI ANNOTA CHE PER LA SICUREZZA ANTINCENDIODM 10.3.98 (ANTINCENDIO) NON E’ COSI’ PRECISO SULLA PERIODICITA'

DELLA FORMAZIONE

Art. 4 (Attrezzature minime per gli interventi di pronto soccorso)

1 IL DATORE DI LAVORO IN COLLABORAZIONE CON IL MEDICO1. IL DATORE DI LAVORO, IN COLLABORAZIONE CON IL MEDICOCOMPETENTE, OVE PREVISTO, SULLA BASE DEI RISCHISPECIFICI PRESENTI NELL'AZIENDA O UNITA' PRODUTTIVA,INDIVIDUA E RENDE DISPONIBILI LE ATTREZZATURE MINIMEINDIVIDUA E RENDE DISPONIBILI LE ATTREZZATURE MINIMEDI EQUIPAGGIAMENTO ED I DISPOSITIVI DI PROTEZIONEINDIVIDUALE PER GLI ADDETTI AL PRIMO INTERVENTOINTERNO ED AL PRONTO SOCCORSOINTERNO ED AL PRONTO SOCCORSO.

2 LE ATTREZZATURE ED I DISPOSITIVI DI CUI AL COMMA 12. LE ATTREZZATURE ED I DISPOSITIVI DI CUI AL COMMA 1DEVONO ESSERE APPROPRIATI RISPETTO AI RISCHI SPECIFICICONNESSI ALL'ATTIVITA' LAVORATIVA DELL'AZIENDA EDEVONO ESSERE MANTENUTI IN CONDIZIONI DI EFFICIENZA EDEVONO ESSERE MANTENUTI IN CONDIZIONI DI EFFICIENZA EDI PRONTO IMPIEGO E CUSTODITI IN LUOGO IDONEO EFACILMENTE ACCESSIBILE.

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ADEMPIMENTO

CLASSIFICAZIONE AZIENDA O UNITA’ PRODUTTIVA

Gruppo Gruppo Gruppo Azienda con lavoratori che

prestano lavoro in luoghi isolati Gruppo A

Gruppo B

Gruppo C

prestano lavoro in luoghi isolati diversi dalla sede aziendale o

unita’ produttiva

Comunicazione categoria aziendaComunicazione categoria azienda o unita’ produttiva ad ASL

Cassetta pronto soccorso (all.1)

Pacchetto di medicazione (all.2)

Mezzo di comunicazione per attivare sistema di emergenzaattivare sistema di emergenza

SSN

Raccordo tra sistema di pronto i t i t disoccorso interno e sistema di

emergenza SSN

Corso di formazione (16 ore) all. 3

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( )

Corso di formazione (12 ore) all. 4

ESERCITAZIONE: ORGANIZZARE LE DOTAZIONI DI PRIMO SOCCORSO E DEFINIRE LA FORMAZIONE DELLE SQUADRE

GRUPPO: A B C

DIPENDENTI: 3

SOCI (CHE LAVORANO NEL RISTORANTE): 3

TERRAZZO ESTERNO

RISTORANTE): 3

SALA RISTORANTE

CUCINA SERVIZI

LAVAGGIO

CELLE STOCCAGGIOSERVIZI

BAR

CASSADOTAZIONI:

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POSSIBILI ARGOMENTI SUI QUALI SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO COMPETENTE

POSSIBILI ARGOMENTI SUI QUALI SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO COMPETENTE

INTEGRAZIONE CONTENUTO CASSETTA PRONTO SOCCORSO SULLA BASE DEI RISCHI PRESENTI NEI LUOGHI DI LAVOROBASE DEI RISCHI PRESENTI NEI LUOGHI DI LAVORO

INTEGRAZIONE CONTENUTO PACCHETTO DI MEDICAZIONE SULLA BASE DEI RISCHI PRESENTI NEI LUOGHI DI LAVOROBASE DEI RISCHI PRESENTI NEI LUOGHI DI LAVORO

EQUIPAGGIAMENTO SQUADRE PRIMO SOCCORSO

DPI SQUADRE PRIMO SOCCORSO

RACCORDO SERVIZIO ESTERNO PRONTO SOCCORSORACCORDO SERVIZIO ESTERNO PRONTO SOCCORSO

NECESSITA’ DI REALIZZARE UN LOCALE DI PRIMO SOCCORSO

VERBALIZZARE …. CHIEDERE CONFERMA IN CASO DIVERBALIZZARE …. CHIEDERE CONFERMA IN CASO DI

37

CAMBIAMENTO DEL MEDICO COMPETENTE …CAMBIAMENTO DEL MEDICO COMPETENTE …

TUTTE LE DOTAZIONI, COMPRESO IL CONTENUTO DI CASSETTA E/O PACCHETTO, DEVONO ESSERE IN CONDIZIONI DI ESSERE

TUTTE LE DOTAZIONI, COMPRESO IL CONTENUTO DI CASSETTA E/O PACCHETTO, DEVONO ESSERE IN CONDIZIONI DI ESSERE

UTILIZZATE. IL MATERIALE CONSUMATO DEVE ESSERE REINTEGRATO.

UTILIZZATE. IL MATERIALE CONSUMATO DEVE ESSERE REINTEGRATO.

E’ OPPORTUNO STABILIRE INCARICHI E PROCEDURE PER GARANTIRE QUANTOPROCEDURE PER GARANTIRE QUANTO

SOPRA

CASSETTA DI PRIMO SOCCORSO CHIUSA A CHIAVE?

NUMERO CASSETTE PRIMONUMERO CASSETTE PRIMO SOCCORSO E/O PACCHETTI

MEDICAZIONE?

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TITOLO IX – D. LGS. N. 81/08 - AGENTI CANCEROGENI MUTAGENI

ART. 237, C. 1, LETTERA f

> L’AZIENDA ELABORA PROCEDURE PER I CASI DIEMERGENZA CHE POSSONO COMPORTARE ESPOSIZIONI ELEVATE

NULL’ALTRO E’ PRECISATO NEL TITOLO IX

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TITOLO IX– D. LGS. N. 81/08 - AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

ART. 226FERME RESTANDO LE DISPOSIZIONI DI CUI AGLI ART. 43 – 44 3 QUELLE DEL DM 10 3 98 L’AZIENDA:

PREDISPONE PROCEDURE DI INTERVENTO ADEGUATE DA ATTUARSI AL VERIFICARSI

QUELLE DEL DM 10.3.98, L AZIENDA:

DI EMERGENZE O INCIDENTI DERIVANTI DALLA PRESENZA DEGLI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI. TALI MISURE COMPRENDONO ESERCITAZIONI DI SICUREZZA DA EFFETTUARSI A INTERVALLI CONNESSI ALLA TIPOLOGIA DI LAVORAZIONE E LA MESSA A DISPOSIZIONE DI APPROPRIATI DISPOSITIVI DI SOCCORSOADOTTA MISURE PER ATTENUARNE GLI EFFETTIADOTTA MISURE DI ASSISTENZA EVACUAZIONE E PRIMO SOCCORSOADOTTA MISURE DI ASSISTENZA, EVACUAZIONE E PRIMO SOCCORSODEFINISCE LE DOTAZIONI INDIVIDUALI ED I DISPOSITIVI PER I LAVORATORI CHE DEBBONO PERMANERE NELL’AREA DELL’EMERGENZAAPPRONTA SISTEMI DI ALLARME E DI COMUNICAZIONEIN CASO DI INCIDENTI I SOGGETTI NON PROTETTI DEVONO RICEVERE ISTRUZIONI IMMEDIATE DI ABBANDONARE L’AREA PERICOLOSA

40

IMMEDIATE DI ABBANDONARE L AREA PERICOLOSA

LE MISURE DI EMERGENZA DEVONO ESSERE CONTENUTE NEL

ART. 226…. CONTINUA

LE MISURE DI EMERGENZA DEVONO ESSERE CONTENUTE NEL PIANO DI CUI AL DM 10.3.98, E DEVONO COMPRENDERE :

INFORMAZIONI PRELIMINARI SU: ATTIVITÀ PERICOLOSE

AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

MISURE PER L’IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI

PRECAUZIONI E PROCEDURE

ALTRE INFORMAZIONI SU:

PRECAUZIONI E PROCEDURE

RISCHI SPECIFICI DERIVANTI RISCHI SPECIFICI DERIVANTI DAL VERIFICARSI DI INCIDENTI O SITUAZIONI DI EMERGENZA

PROCEDURE DI EMERGENZAPROCEDURE DI EMERGENZALE INFORMAZIONI POSSONO ESSERE RICAVATE DALL’ESAME DELLE SCHEDE DI SICUREZZA PRENDERE IN CONTO LA PRESENZA DI SOSTANZE

CHIMICAMENTE INSTABILI

41

CHIMICAMENTE INSTABILI(ART. 225)

NOTA BENE !!!!

EMERGENZE LOCALIZZATE ≠ EMERGENZE GENERALIZZATE

ISTRUZIONI PERSONALE

PROCEDURE DIEMERGENZAPERSONALE

ADDETTOEMERGENZA

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RICERCA EMERGENZE GENERALIZZATEDETTAGLIO POSSIBILI INCIDENTI LEGATI ALLA PRESENZA DI AGENTI CHIMICIDETTAGLIO POSSIBILI INCIDENTI LEGATI ALLA PRESENZA DI AGENTI CHIMICI

PERICOLOSI CHE NECESSITANO DELLA PREDISPOSIZIONE DI OPPORTUNE PROCEDURE DI EMERGENZA

DISPERSIONE ACCIDENTALE DI QUANTITA’ SIGNIFICATIVE DI AGENTICHIMICI PERICOLOSI LIQUIDI (ES. ROTTURA TUBAZIONI TRASPORTO,CEDIMENTO O ASSENZA VASCHE CONTENIMENTO, SVERSAMENTIC O O SS SC CO O, S SDURANTE TRASPORTI, ….)

DISPERSIONE ACCIDENTALE DI QUANTITA’ SIGNIFICATIVE DI AGENTICHIMICI PERICOLOSI SOLIDI (GRANULI POLVERE ) ES ROTTURACHIMICI PERICOLOSI SOLIDI (GRANULI, POLVERE, …) – ES. ROTTURACONTENITORI IN STOCCAGGIO, TRASPORTO, UTILIZZO

DISPERSIONE SIGNIFICATIVA DI VAPORI, GAS, POLVERI, FUMI,DISPERSIONE SIGNIFICATIVA DI VAPORI, GAS, POLVERI, FUMI,NEBBIE – ES. INDISPONIBILITA’ SISTEMI DI ASPIRAZIONE EABBATTIMENTO

43

REAZIONI INASPETTATE (MISCELAZIONE PRODOTTI INCOMPATIBILI)CHE PRODUCONO AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

STRUMENTO INDISPENSABILE PER LA VALUTAZIONE DELLE POSSIBILI EMERGENZE LEGATE ALLA PRESENZA DI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

SONO LE SCHEDE DI SICUREZZASONO LE SCHEDE DI SICUREZZA

PUNTO 4 INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSOPUNTO 4: INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO

PUNTO 5: MISURE ANTINCENDIOPUNTO 5: MISURE ANTINCENDIO

PUNTO 6: MISURE IN CASO DI RILASCIO ACCIDENTALE

PUNTO/INTERVALLO DI EBOLLIZIONE;

PUNTO DI INFIAMMABILITÀ;

ÀPUNTO 9: PROPRIETA’ CHIMICO-FISICHE

INFIAMMABILITÀ (SOLIDI, GAS);

PROPRIETÀ ESPLOSIVE;

PROPRIETÀ COMBURENTI

TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE

….

PUNTO 10: STABILITA’ E REATTIVITA’

44

PRODOTTI DI DECOMPOSIZIONE PERICOLOSI

DALL’INDIVIDUAZIONE DELLE POSSIBILI EMERGENZE POTREBBE EVIDENZIARSI LA NECESSITA’ DI REALIZZARE / COMPLETARE LE DOTAZIONI PER CONTENERE /

AFFRONTARE TALI EMERGENZEAFFRONTARE TALI EMERGENZE

SEPARAZIONE PRODOTTI CHIMICAMENTE INCOMPATIBILI, TENUTO CONTO DELLE INFORMAZIONI RIPORTATE AI PUNTI 7 E/O 10 DELLA CONTO DELLE INFORMAZIONI RIPORTATE AI PUNTI 7 E/O 10 DELLA

SCHEDA DI SICUREZZA

DISPOSITIVI DI CONTENIMENTO LIQUIDI PERICOLOSI (ES. CORROSIVI)CORROSIVI)

ADEGUATA LOCALIZZAZIONE E POSSIBILE SEPARAZIONE DI AGENTI CHIMICI IN GRADO DI DETERMINARE GAS TOSSICI IN CASO DID D DE E E D

RISCALDAMENTO

RILEVATORI, APERTURE DI VENTILAZIONE

ASPIRAZIONI LOCALIZZATE

CARATTERISTICHE ADEGUATE ATTREZZATURE

45

RIDONDANZA DISPOSITIVI ASPIRAZIONE ED ABBATTIMENTO

TITOLO X – D. LGS. N. 81/08 - AGENTI BIOLOGICI

ART. 271, C. 5 lettera e)

IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI ART. 4 D. LGS. N. 626 E’ IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI ART. 4 D. LGS. N. 626 E INTEGRATO CON I SEGUENTI DATI …..e) il programma di emergenza per la protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione ad un agente biologico del gruppo 3 o del gruppo 4 nel caso di esposizione ad un agente biologico del gruppo 3 o del gruppo 4, nel caso di un difetto nel contenimento fisico

ART. 272, C. 2ART. 272, C. 2

IN TUTTE LE ATTIVITA’ DOVE E’ STATO EVIDENZIATO UN RISCHIO RESIDUO PER I LAVORATORIh) definisce le procedure di emergenza per affrontare incidenti

ART. 277, C. 1

SE SI VERIFICANO INCIDENTI CHE POSSONO PROVOCARE LA DISPERSIONE IN AMBIENTE DI UN AGENTE BIOLOGICO DEL GRUPPO 2, 3 O

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4 EVACUAZIONE, ACCESSO CONSENTITO SOLO AI LAVORATORI ADDETTI AGLI INTERVENTI CON DOTAZIONE DI OPPORTUNI DPI

TITOLO XI – D. LGS. N. 81/08 – ATMOSFERE ESPLOSIVE

NEI LUOGHI OVE E’ POSSIBILE LA FORMAZIONE DIATMOSFERE ESPLOSIVE VIENE VALUTATO IL RISCHIO DIESPLOSIONE CONSEGUENTE AD UN POSSIBILE INNESCO

LE CONSEGUENZE PRINCIPALI POSSIBILI SONO: INCENDIO,

NECESSITA DI PRIMO SOCCORSONECESSITA DI PRIMO SOCCORSO, …

… GIA’ ESAMINATE

47

TITOLO II – ALLEGATO IV – ILLUMINAZIONE SUSSIDIARIA

1.10.7 Illuminazione sussidiaria Negli stabilimenti e negli altri luoghi di lavoro devono esistere mezzi di illuminazione g g gsussidiaria da impiegare in caso di necessità.Detti mezzi devono essere tenuti in posti noti al personale, conservati in costante efficienza ed essere adeguati alle condizioni ed alle necessità del loro impiego. Quando siano presenti più di 100 lavoratori e la loro uscita all'aperto in condizioni di oscurità nonQuando siano presenti più di 100 lavoratori e la loro uscita all aperto in condizioni di oscurità non sia sicura ed agevole; quando l'abbandono imprevedibile ed immediato del governo delle macchine o degli apparecchi sia di pregiudizio per la sicurezza delle persone o degli impianti; quando si lavorino o siano depositate materie esplodenti o infiammabili, la illuminazione q p psussidiaria deve essere fornita con mezzi di sicurezza atti ad entrare immediatamente in funzione in caso di necessità e a garantire una illuminazione sufficiente per intensità, durata, per numero e distribuzione delle sorgenti luminose, nei luoghi nei quali la mancanza di illuminazione costituirebbe pericolo Se detti mezzi non sono costruiti in modomancanza di illuminazione costituirebbe pericolo. Se detti mezzi non sono costruiti in modo da entrare automaticamente in funzione, i dispositivi di accensione devono essere a facile portata di mano e le istruzioni sull'uso dei mezzi stessi devono essere rese manifeste al personale mediante appositi avvisi.L'abbandono dei posti di lavoro e l'uscita all'aperto del personale deve, qualora sia necessario ai fini della sicurezza, essere disposto prima dell'esaurimento delle fonti della illuminazione sussidiaria. Ove sia prestabilita la continuazione del lavoro anche in mancanza della illuminazione artificiale

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Ove sia prestabilita la continuazione del lavoro anche in mancanza della illuminazione artificiale normale, quella sussidiaria deve essere fornita da un impianto fisso atto a consentire la prosecuzione del lavoro in condizioni di sufficiente visibilità.

NELLA VOSTRA AZIENDA E’ ORGANIZZATO UNNELLA VOSTRA AZIENDA, E ORGANIZZATO UN SISTEMA DI ILLUMINAZIONE SUSSIDIARIA:

MANUALEMANUALE

AUTOMATICO, DI DURATA … SULLE VIE DI EVACUAZIONE

AUTOMATICO, DI DURATA … IN TUTTI I POSTI DI LAVORO

QUINDI IN CASO DI BLACK OUT SENZA LUCE NATURALE :

E’ POSSIBILE CHIEDERE AI LAVORATORI DI CONTINUARE A LAVORARE

E’ NECESSARIO ORGANIZZARE L’EVACUAZIONE PRIMA CHE LE FONTI LUMINOSE SI SPENGANO

49

3.13 - ILLUMINAZIONE DELLE VIE DI USCITA

Tutte le vie di uscita, inclusi anche i percorsi esterni, devono essere adeguatamente illuminati per consentire la loro percorribilità in sicurezza fino g p p

all'uscita su luogo sicuro.

Nelle aree prive di illuminazione naturale od utilizzate in assenza diNelle aree prive di illuminazione naturale od utilizzate in assenza di illuminazione naturale, deve essere previsto un sistema di illuminazione di

sicurezza con inserimento automatico in caso di interruzione dell'alimentazione di rete.

50

RD 147/1927 - GAS TOSSICI

D. LGS. N. 334/99 smi – INCIDENTI RILEVANTI

SITUAZIONI GIA’ APPROFONDITE NELL’AMBITO DI ALTRE GIORNATENELL’AMBITO DI ALTRE GIORNATE

DEL CORSO

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B) EVENTI NON CONNESSI CON L’ATTIVITÀ DELL’AZIENDA) O CO SS CO

Qualsiasi situazione che non consenta la continuazione del lavoro in condizionidi sicurezza, non specificatamente collegata con l’attività’ aziendale, come ad

i l’ i di t li i t li di i i i i liesempio l’avvenire di cataclismi naturali oppure di azioni criminali.

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ELENCO DELLE POSSIBILI EMERGENZE “ESTERNE” DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE

TERREMOTO

_______________________________________________________

________________________________________________________

________________________________________________________

________________________________________________________

________________________________________________________

________________________________________________________

53

________________________________________________________

ANCHE IN QUESTI CASI VANNO STABILITE:

EVENTUALI DOTAZIONI ULTERIORI UTILI AD EVENTUALI DOTAZIONI ULTERIORI UTILI AD ARGINARE LE CONSEGUENZE O AD AFFRONTARE

L’EVENTO CON MAGGIOR SICUREZZA

ISTRUZIONI COMPORTAMENTALI PER TUTTI I ISTRUZIONI COMPORTAMENTALI PER TUTTI I LAVORATORI

SE UTILE, DEFINIZIONE DELLE PROCEDURE DICOMPORTAMENTO AL VERIFICARSI

DELL’EMERGENZADELL EMERGENZA

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PIANO DIPIANO DIEMERGENZA

Descrivere le situazioni di rischio individuate (analisi delleemergenze) e lo stato di base progettato e realizzatoemergenze) e lo stato di base progettato e realizzato

Definire il piano di emergenza e le procedure operative da adottare alverificarsi di tali situazioni di rischio.verificarsi di tali situazioni di rischio.

SCOPO DEL PIANO DI EMERGENZA, CHE DIVENTA OPERATIVO IN FASE DI EMERGENZA, È QUELLO DI PIANIFICARE LE AZIONI DA ,METTERE IN ATTO NEL CASO SI VERIFICHI UNA SITUAZIONE DI

EMERGENZA E DI FORMALIZZARE LE PROCEDURE ATTE A GARANTIRE L'ORDINATO SFOLLAMENTO DELLE PERSONE SENZA

56

GARANTIRE L ORDINATO SFOLLAMENTO DELLE PERSONE SENZA PANICO

TUTTI GLI SCENARI INDIVIDUATI VANNO DIVISI IN:

CasiCasi DiDi EmergenzaEmergenza DiDi PrimoPrimo LivelloLivello::

Situazioni anomale che, al loro manifestarsi o nel loro evolversi, presentino aspettitali da risultare potenzialmente pericolosi ma circoscritti all'interno di porzionilimitate dell’Azienda. In ogni caso tali situazioni sono affrontabili attivando le solerisorse interne.

CasiCasi DiDi EmergenzaEmergenza DiDi SecondoSecondo LivelloLivello:

Situazioni anomale che, al loro manifestarsi o nel loro evolversi, possanopropagarsi a porzioni estese dell’Azienda o anche all’esterno di essa In ogni casopropagarsi a porzioni estese dell Azienda o anche all esterno di essa. In ogni casotali situazioni non sono affrontabili attivando le sole risorse interne, ma deve essereprevisto il ricorso a risorse esterne (VV.F., pronto soccorso sanitario, Polizia, ecc.).

57

PRIMO LIVELLO

SECONDO LIVELLOLIVELLO LIVELLO

Principio d’incendio (incendio cestino rifiuti, straccio intriso d’olio, …)

Incendio archivio amministrazione segnalato da rilevatori di fumoIncendio archivio amministrazione segnalato da rilevatori di fumo

Sversamento acido cloririco durante travaso in depuratore (5 l)

S f ld id d i i b i d Sversamento formaldeide durante riempimento serbatoio da autocisterna (grande quantità: rottura manichetta in assenza di personale addetto)Esplosione in zona ricarica carrelli elevatori, con successivo coivolgimento deposito pallets in fiancoSvenimento lavoratrice (malore non collegato ad infortunio)S e e to a o at ce ( a o e o co egato ad o tu o)

Abrasione della pelle dovuta a contatto con mola smergiliatrice non in moto (assenza guanti protettivi), curabile con semplice fasciatura

58

DOTAZIONI PER AFFRONTARE LE EMERGENZE

PIANO DI EMERGENZA

STRUTTURA ORGANIZZATIVA degli incaricati di attuare le misure diintervento in caso di emergenzaintervento in caso di emergenza

ORGANIZZAZIONE LOGISTICA delle vie di evacuazione, dei luoghiad uso specifico delle dotazioni per l’allarme e la comunicazione inad uso specifico, delle dotazioni per l allarme e la comunicazione infase di intervento, comprendente l’elenco dei numeri telefonici utili infase di emergenza

PLANIMETRIE DI INFORMAZIONE E PLANIMETRIE DIINTERVENTO, dove sono riportati la dotazione e’ l’ubicazione deidispositivi tecnici utili per ogni emergenza e i luoghi definiti in seguitoall’organizzazione logistica (comprese le vie di evacuazione).

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STRUTTURA ORGANIZZATIVA - LE SQUADRE DI EMERGENZA:

CHI?? QUANTI ??

IL D LGS N 81/08 NON DA’ INDICAZIONI O REGOLEIL D. LGS. N. 81/08 NON DA INDICAZIONI O REGOLENE’ RELATIVAMENTE ALL’INDIVIDUAZIONE DEI

SINGOLI SOGGETTI, NE’ SUL NUMERO TOTALE DEI ,COMPONENTI DELLE SQUADRE, NE’ SULLA EVENTUALEPREPARAZIONE INIZIALE DEI COMPONENTI DI TALI

SQUADRESQUADRE.

OVVIAMENTE QUESTO PERCHE’ L’ORGANIZZAZIONEOVVIAMENTE, QUESTO PERCHE L ORGANIZZAZIONEDELLE SQUADRE DIPENDE DAI COMPITI LORO

RISERVATI IN FASE DI EMERGENZA

60

QUALI CRITERI PRENDERE A RIFERIMENTO PRIORITARIAMENTE PER LA NOMINA DEI SOGGETTI

FACENTI PARTE DELLE SQUADRE?FACENTI PARTE DELLE SQUADRE?

PRESTANZA FISICA

PREPARAZIONE SCOLASTICAPREPARAZIONE SCOLASTICA

APPARTENENZA A CORPI DI VOLONTARI (VVF, CROCE ROSSA, …)

DISPONIBILITA’ AD ASSUMERE L’INCARICO

CONTINUITA’ PRESENZA IN AZIENDA E RINTRACCIABILITA’CONTINUITA’ PRESENZA IN AZIENDA E RINTRACCIABILITA’

GERARCHIA AZIENDALE

CONOSCENZA EDIFICI ED IMPIANTI

CAPACITA’ ORGANIZZATIVE E PRATICHE

61

CAPACITA’ ORGANIZZATIVE E PRATICHE

LE SQUADRE DI EMERGENZA:

QUANTI LAVORATORI RITERRESTE OPPORTUNO NOMINARE??

PERLOMENO 10% DEI LAVORATORI IN OGNI LUOGO DI LAVORO E SU OGNI TURNO

PERLOMENO 50% DEI LAVORATORI IN OGNI LUOGO DI LAVORO E SU OGNI TURNO

IL MASSIMO NUMERO POSSIBILE, PER CONTENERE L’EMERGENZA AL SUO NASCERE

IL 10 % DEI LAVORATORI IN OGNI LUOGO SUL TURNO CENTRALE ED IL CAPOTURNO PER I TURNI 6-14 E 14-22; DI NOTTE NON E’ NECESSARIACAPOTURNO PER I TURNI 6-14 E 14-22; DI NOTTE NON E NECESSARIA LA PRESENZA DELLA SQUADRA, ANCHE SE SI LAVORA SUL TURNO NOTTURNO

63

ART. 43, C. 2 - 3 - 4DISPOSIZIONI GENERALIDISPOSIZIONI GENERALI

AI FINI DELLE DESIGNAZIONI DELLA SQUADRE DI EMERGENZA SI TIENEAI FINI DELLE DESIGNAZIONI DELLA SQUADRE DI EMERGENZA SI TIENE CONTO DELLE DIMENSIONI DELL’AZIENDA E DEI RISCHI SPECIFICI SECONDO I

CRITERI PREVISTI ALL’ART. 46 ( PREVENZIONE INCENDI)

I LAVORATORI NON POSSONO, SE NON PER GIUSTIFICATO MOTIVO, RIFIUTARE LA DESIGNAZIONE. ESSI DEVONO ESSERE FORMATI, ESSERE IN ,

NUMERO SUFFICIENTE E DISPORRE DI ATTREZZATURE ADEGUATE, TENENDO CONTO DELLE DIMENSIONI E DEI RISCHI SPECIFICI DELL’AZIENDA O

DELL’UNITA’ PRODUTTIVADELL’UNITA’ PRODUTTIVA

CI SI DEVE ASTENERE, SALVO ECCEZIONI DEBITAMENTE MOTIVATE, DAL CHIEDERE AI LAVORATORI DI RIPRENDERE LA LORO ATTIVITA’ IN UNA SITUAZIONE IN CUI PERSISTE UN

65

LA LORO ATTIVITA IN UNA SITUAZIONE IN CUI PERSISTE UN PERICOLO GRAVE ED IMMEDIATO

IL PIANO DI INTERVENTO AL VERIFICARSI

PIANO DI EMERGENZA

IL PIANO DI INTERVENTO AL VERIFICARSI DELL’EMERGENZA E’ COMPOSTO DI

66

PIANO DI EMERGENZA

PER TUTTI I CASI DI EMERGENZA IDENTIFICATI, LE ,DISPOSIZIONI DI AVVISTAMENTO DEVONO INDICARE AI

LAVORATORI COSA FARE QUANDO AVVISTANO UNA SITUAZIONE DI EMERGENZASITUAZIONE DI EMERGENZA

AD ESEMPIO:AD ESEMPIO:

CHI AVVISTA UN PRINCIPIO D’INCENDIO DEVE:

-PREMERE UN PULSANTE DI EMERGENZA-TELEFONARE AL N-TELEFONARE AL N. ….

-AVVERTIRE A VOCE I COLLEGHI NELLE VICINANZE …

67

CHI VEDE UN COLLEGA CHE NON SI SENTE BENE DEVE ….

PIANO DI EMERGENZA

PER TUTTI I CASI DI EMERGENZA IDENTIFICATI, LE PROCEDURE DI EMERGENZA DEVONO INDICARE IL SUSSEGUIRSI DELLE

AZIONI CHE OGNI PERSONA DEVE METTERE IN ATTO UDENDO IL SEGNALE DI ALLARME, IN FUNZIONE DELLA SUA SPECIFICA

FORMAZIONEFORMAZIONE

ESEMPIO:

QUANDO SI ODE LA SIRENA ANTINCENDIO:

• IL MANUTENTORE ELETTRICO DEVE RECARSI ALL’INTERRUTTORE GENERALEIL MANUTENTORE ELETTRICO DEVE RECARSI ALL INTERRUTTORE GENERALE ED INTERROMPERE L’ALIMENTAZIONE DI CORRENTE

• I CAPI REPARTO DEVONO COORDINARE L’EVACUAZIONE DELLA PROPRIA AREA DI COMPETENZA

• IL CUSTODE DEVE TELEFONARE AL 115, INDICANDO …

68

• IL COORDINATORE PER L’EMERGENZA DEVE RECARSI AD ACCOGLIERE I VVF

UNA POSSIBILE ORGANIZZAZIONE DEI COMPITI IN FASE DIEMERGENZAEMERGENZA

I COMPITI AFFIDABILI ALLE VARIE CATEGORIE DI PERSONALE DIPENDONO SOSTANZIALMENTE DALL’ESPERIENZA, DALLA

FORMAZIONE, DALL’ADDESTRAMENTO E DALLA RINTRACCIABILITA’ DELLE SINGOLE PERSONE:

LAVORATORICAPI SQUADRA, TURNO, REPARTO (PREPOSTI)Q , , ( )

ADDETTI ALLE SEGNALAZIONISQUADRE DI EMERGENZA

COORDINATORI EMERGENZA

69

UN PIANO DI INTERVENTO CHE UN PIANO DI INTERVENTO CHE PREVEDA, AD ESEMPIO, UNA SERIE DI

AZIONI IN DIPENDENZA DELLE DE N D N DECISIONI DI UN

COORDINATORE PER L’EMERGENZACOORDINATORE PER L EMERGENZA

DEVE ASSICURARE LA RINTRACCIABILITA’ DELLO STESSO IN OGNI ORARIO NEL QUALE SI PUO’ STESSO IN OGNI ORARIO NEL QUALE SI PUO

VERIFICARE L’EMERGENZA.

70

UN PIANO DI INTERVENTO CHE PREVEDA UNA PROCEDURA DI AVVISTAMENTO SECONDO LA PROCEDURA DI AVVISTAMENTO SECONDO LA

QUALE IL LAVORATORE CHE AVVISTA LA SITUAZIONE ANOMALA DEVE RINTRACCIARE IL

COORDINATORE PER L’EMERGENZA PRIMA DI METTERE IN ATTO QUALSIASI AZIONE

…. E’ ACCETTABILE SOLO SE L’EVENTO DI EMERGENZA E’ A LENTO SVILUPPO, PERCHE’

DEVE E ERE CON DER T L PO B L T ’ DEVE ESSERE CONSIDERATA LA POSSIBILITA’ CHE IL COORDINATORE PER L’EMERGENZA NON

SIA IMMEDIATAMENTE RINTRACCIABILE.SIA IMMEDIATAMENTE RINTRACCIABILE.

71

UN PIANO DI INTERVENTO CHE PREVEDA PER IL PERSONALE ATTIVO (SQUADRE DI EMERGENZA) COMPITI SPECIFICI E RICHIEDA CONOSCENZE OLTRE LA GENERICA FORMAZIONE DI OLTRE LA GENERICA FORMAZIONE DI

BASE

DEVE PREVEDERE UNO SPECIFICO PIANO DI ADDESTRAMENTO, CON PIANO DI ADDESTRAMENTO, CON

RICHIAMI NEL TEMPO ED EVENTUALMENTE ANCHE TEST SULLA

CONOSCENZA ACQUISITACONOSCENZA ACQUISITA

72

ALLE SQUADRE DI INTERVENTO POSSONO SEMPRE ESSERE RISERVATI I COMPITI DI ALLE SQUADRE DI INTERVENTO POSSONO SEMPRE ESSERE RISERVATI I COMPITI DI PRIMISSIMO INTERVENTO (SECONDO LA

FORMAZIONE LORO IMPARTITA) E QUINDI I COMPITI DI ASSISTENZA DEL RESTANTE

PRIMISSIMO INTERVENTO (SECONDO LA FORMAZIONE LORO IMPARTITA) E QUINDI I

COMPITI DI ASSISTENZA DEL RESTANTE COMPITI DI ASSISTENZA DEL RESTANTE PERSONALE QUANDO SIA NECESSARIO

EVACUARE L’AZIENDA

COMPITI DI ASSISTENZA DEL RESTANTE PERSONALE QUANDO SIA NECESSARIO

EVACUARE L’AZIENDA

AL COORDINATORE PER L’EMERGENZA, …. POSSONO ESSERE RISERVATI I COMPITI DI RAPPORTO CON GLI AL COORDINATORE PER L’EMERGENZA, …. POSSONO

ESSERE RISERVATI I COMPITI DI RAPPORTO CON GLI ESSERE RISERVA I I COMPI I DI RAPPOR O CON GLI ENTI DI SOCCORSO ESTERNI

ESSERE RISERVA I I COMPI I DI RAPPOR O CON GLI ENTI DI SOCCORSO ESTERNI

73

AI CAPI REPARTO, CAPI TURNO, OLTRE ALL’ASSISTENZA AI LAVORATORI DURANTE L’EVACUAZIONE POSSONO ESSERE LAVORATORI DURANTE L’EVACUAZIONE, POSSONO ESSERE RISERVATI I COMPITI DI CONTROLLO DELLE PRESENZE AI

PUNTI DI RACCOLTA DOPO L’EVACUAZIONE E IL PUN I DI RACCOL A DOPO L EVACUAZIONE E IL COORDINAMENTO PER IL RIENTRO ALLA FINE DELL’EMERGENZA

AD INCARICATI ESPRESSAMENTE INDIVIDUATIPOTRA’ ESSERE RICHIESTA LA SPECIFICA POTRA ESSERE RICHIESTA LA SPECIFICA ASSISTENZA DI PERSONALE DISABILE

L’ASSISTENZA NECESSARIA DOVRA’ ESSERE DEFINITA IN FUNZIONE DELLO SPECIFICO

HANDICAP

74

AGLI ADDETTI AL CENTRALINO O ALLA PORTINERIA POSSONO ESSERE RISERVATI I PORTINERIA POSSONO ESSERE RISERVATI I

COMPITI DI ALLERTA, ALLARME, COMUNICAZIONE DELLA SITUAZIONE DI EMERGENZA ALL’ESTERNO,

TELEFONATE DI CONTROLLO PER LA VERIFICA DELLA REALTA’ DELLE COMUNICAZIONI RACCOLTE,

SORVEGLIANZA INGRESSI SORVEGLIANZA INGRESSI, ….

A TUTTO IL PERSONALE PRESENTE DOVRANNO ESSERE ESPOSTI I COMPORTAMENTI DA ADOTTARE IN CASO DI ESPOSTI I COMPORTAMENTI DA ADOTTARE IN CASO DI

EVACUAZIONE, E SOPRATTUTTO DOVRA’ ESSERE RICHIESTA COLLABORAZIONE IN MERITO ALLA MESSA IN SICUREZZA DELLE ATTREZZATURE IN USO (AD ESEMPIO,

SPEGNIMENTO DELLE MACCHINE)

75

78TEST OUT

79TEST IN

TITOLO VI D.LGS. N. 81/08TITOLO VI D.LGS. N. 81/08

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

ART. 167 CAMPO DI APPLICAZIONE

ART. 168 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

ART. 169 INFORMAZIONE E FORMAZIONE

ALL. XXXIII COMPLESSO DEGLI ELEMENTI DI RIFERIMENTO E DEI FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO PER LA PREVENZIONE DA PATOLOGIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO, IN PARTICOLARE DORSO LOMBARI

80

CAMPO DI APPLICAZIONECAMPO DI APPLICAZIONE

ART. 167, COMMA 1

LE NORME DEL PRESENTE TITOLO SI ÀAPPLICANO ALLE ATTIVITÀ LAVORATIVE DI

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI CHE COMPORTANO PER I LAVORATORI RISCHI DI

PATOLOGIE DA SOVRACCARICOPATOLOGIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO, IN PARTICOLARE DORSO‐

LOMBARI81

LOMBARI


ART. 167, COMMA 2, a) - DEFINIZIONI

MOVIMENTAZIONE MANUALE:MOVIMENTAZIONE MANUALE:

LE OPERAZIONI DI TRASPORTO O DI SOSTEGNO DI UN CARICO AD OPERA DI UNO O PIÙ LAVORATORI,CARICO AD OPERA DI UNO O PIÙ LAVORATORI,

COMPRESE LE AZIONI DEL SOLLEVARE, DEPORRE, SPINGERE, TIRARE, PORTARE O SPOSTARE UN

CARICO CHE PER LE LORO CARATTERISTICHE O INCARICO CHE, PER LE LORO CARATTERISTICHE O IN CONSEGUENZA DELLE CONDIZIONI ERGONOMICHE SFAVOREVOLI, COMPORTANO RISCHI DI PATOLOGIE ,

DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO, IN PARTICOLARE DORSO - LOMBARI

82


ART. 167, COMMA 2, b) - DEFINIZIONIPATOLOGIE DA SOVRACCARICO

BIOMECCANICO:

PATOLOGIE DELLE STRUTTURE OSTEOARTICOLARI, ,

MUSCOLOTENDINEE E NERVOVASCOLARI

83

DEFINIZIONI

STRUTTURE OSTEOARTICOLARI E MUSCOLOTENDINEE:

INSIEME DELLA STRUTTURA OSSEA, MUSCOLARE E DEI TENDINI

S O SCOSTRUTTURE NERVOVASCOLARI:

INSIEME STRUTTURA NERVOSA E DEL SISTEMA DI VASI SANGUIGNI

84

CAMPO DI APPLICAZIONEINDIVIDUARE FRA I CASI SOTTO

DESCRITTI QUELLI CUI SICAMPO DI APPLICAZIONE DESCRITTI QUELLI CUI SI APPLICA IL TITOLO VI

SOLLEVARE TRAINARE SOLLEVARE OGGETTO

TRAINARE CARRELLO

MONTAGGIO STIRAREELETTRODOMESTICI

PIASTRELLARE PAVIMENTO RACCOLTA MANUALE

FRUTTA DA ALBERI

85

FRUTTA DA ALBERI

RISCHI DI PATOLOGIE DA SOVRACCARICO

BIOMECCANICO DORSO ‐LOMBARI

AD ESEMPIO: AD ESEMPIO:

SOLLEVARE OGGETTO

TRAINARE CARRELLO

AD ESEMPIO:

86

OGGETTO CARRELLO

COLONNA VERTEBRALE

33 OSSA (VERTEBRE) SOVRAPPOSTE UNA SULL’ALTRA

7 cervicali7 cervicali

12 toraciche (o dorsali)

5 lombari “AMMORTIZZATE” UNA CON L’ALTRA GRAZIE A

FORMAZIONI CARTILAGINEE (DISCHI INTERVERTERBALI)(DISCHI INTERVERTERBALI)

5 sacrali5 sacrali

4 coccigee NORMALMENTE FUSE FRA DI LORO NELL’ADULTO

87

LORO NELL ADULTO

“CURVE” DELLA COLONNA VERTEBRALE

LORDOSI CERVICALELORDOSI CERVICALE

LE CURVE SONO MOLTO

CIFOSI DORSALE

LE CURVE SONO MOLTO IMPORTANTI PER

L’ELASTICITA’ E LA SOLIDITA’ DELLA

COLONNA VERTEBRALE.

LORDOSI LOMBARERECENTI STUDI DI INGEGNERIA HANO DIMOSTRATO CHE SE LA SPINA DORSALE FOSSE DRITTASPINA DORSALE FOSSE DRITTA

SAREBBE BEN DICIASETTE VOLTE MENO SOLIDA

88

CIFOSI SACRALE

FUNZIONI DELLA COLONNA VERTREBRALEVERTREBRALE

SOSTENERE LA TESTA (PESANTE IN MEDIA OTTO CHILI!)SOSTENERE LA TESTA (PESANTE, IN MEDIA, OTTO CHILI!)

SOSTENERE LE SPALLE E L’INTERO CORPO

ARTICOLAZIONE PER LE COSTOLE ED I FASCI MUSCOLARI (DIAFRAMMA) CHE PARTECIPANO ALLA RESPIRAZIONE

PROTEGGERE IL MIDOLLO SPINALE (INSIEME DEI NERVI CHE COLLEGANO OGNI PARTE DEL CORPO AL CERVELLO, CHE PASSANNO

ATTRAVERSO I FORI INTERVERTEBRALI)

ASSORBIRE CARICHI E FORZE ESTERNE

CONSENTIRE I MOVIMENTI (ROTAZIONI, FLESSIONI, ESTENSIONI DELLA SCHIENA, CAMMINAMENTO IN EQUILIBRIO)

89

, )

RISCHI PROFESSIONALI

SFORZO ECCESSIVO CHE DETERMINA UN TRAUMA IMMEDIATO (INFORTUNIO),

LEGATO AD ESEMPIO ALL’ESECUZIONE DI UN’OPERAZIONE DI MOVIMENTAZIONEUN’OPERAZIONE DI MOVIMENTAZIONE

MANUALE IN MODO SCORRETTO

LOMBALGIE CON INSORGENZA SUL LUNGO TERMINELEGATE A MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI RIPETUTALEGATE A MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI RIPETUTACON UNA CERTA FREQUENZA, ANCHE IN FUNZIONEDEGLI SFORZI RICHIESTI, DELLE CARATTERISTICHEDEGLI SFORZI RICHIESTI, DELLE CARATTERISTICHE

DELL’ATTVITA’ SVOLTA E DELLE CONDIZIONIPERSONALI DEL LAVORATORE

90

Elenco delle malattie per le quali e' obbligatoria la denuncia –DPR Elenco delle malattie per le quali e' obbligatoria la denuncia –DPR 1124/65

DM 11/12/2009

1124/65

DM 11/12/2009

ALLEGATO MODIFICATO CON PUBBLICAZIONE IN GU 76 – 1/4/2010

LISTA I ‐ MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ DI ELEVATA


LISTA I ‐ MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ DI ELEVATA PROBABILITA’PROBABILITA’

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI ESEGUITA CONMOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI ESEGUITA CON CONTINUITA’ DURANTE IL TURNO LAVORATIVO

ERNIA DISCALE LOMBARESPONDILODISCOPATIE DEL TRATTO LOMBARE

ALTRE POSSIBILITA’ (NON CITATE IN ELENCHI UFFICIALI):ARTROSI

91

DISEQUILIBRIO MUSCOLARE

POSIZIONI PIU’ PERICOLOSE PER LA SCHIENA

92

E’ FISSATO UN VALORE LIMITE DI PESO OLTRE IL QUALE E’ VIETATO MOVIMENTARE UN CARICOQUALE E’ VIETATO MOVIMENTARE UN CARICO

MANUALMENTE?

ALLEGATO VI, D. LGS. N. 626/94“LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO PUÒ COSTITUIRE UN

RISCHIO TRA L’ALTRO DORSO LOMBARE NEI CASI SEGUENTI ILRISCHIO TRA L’ALTRO DORSO-LOMBARE NEI CASI SEGUENTI: IL CARICO È TROPPO PESANTE (30 KG)”

ALLEGATO XXXIII, D. LGS. N. 81/08“LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DI UN CARICO PUÒ COSTITUIRE UN

RISCHIO DI PATOLOGIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO, IN PARTICOLARE DORSO LOMBARI NEI SEGUENTI CASI: IL CARICO È

93

PARTICOLARE DORSO LOMBARI, NEI SEGUENTI CASI: IL CARICO È TROPPO PESANTE“

QUINDI E’ STATO CANCELLATACANCELLATA

L’INDICAZIONE DI UN “CARICO” OLTRE ILCARICO OLTRE IL

QUALE SI ASSUMEVA LA PRESENZA DI RISCHIO DI

LESIONE DORSO LOMBARE

E’ PERO’ TUTTORA IN VIGORE LA LEGGE n. 653/34 CHE DETERMINA IN 20 K IL PESO MASSIMOCHE DETERMINA IN 20 Kg IL PESO MASSIMO

SOLLEVABILE DA DONNE ADULTE

94

NELL’ALLEGATO XXXIII VIENE INSERITO UN RIFERIMENTO AD ALCUNE NORME TECNICHE (ISORIFERIMENTO AD ALCUNE NORME TECNICHE (ISO 11228, PARTI 1, 2, 3) NELLE QUALI SONO ESPRESSI

ALCUNI LIMITI DI CARICO IN FUNZIONE DEL GENERE E DELL’ETA’ DEL SOGGETTO CHE

ESEGUE LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHICARICHI

95

PER ALCUNE CATEGORIE DILAVORATORI LA MOVIMENTAZIONE

MANUALE RISULTEREBBE DEL TUTTO VIETATA !!VIETATA !!

(NEL SENSO CHE NON VIENE INDICATO NELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE SPECIFICHE UN LIMITE)

LAVORATRICI IN GRAVIDANZA, PUERPERIO, ALLATTAMENTO E FINO A SETTE MESI DI ETA’ALLATTAMENTO E FINO A SETTE MESI DI ETA’DEL FIGLIO

OMINORI

96

IN OGNI CASO PARE CHE LA COMUNITA’ SCIENTIFICA SI STIACOMUNITA SCIENTIFICA SI STIA

ALLINEANDO SUI SEGUENTI LIMITI

DONNE UOMINI

<18 ANNI> 45 ANNI

18‐45 ANNI<18 ANNI> 45 ANNI

18‐45 ANNI

LIMITE (KG) 15 20 20 25

IN REGIONE VENETO E’ STATO

LIMITE (KG) 15 20 20 25

IN REGIONE VENETO E’ STATO PUBBLICATO UN DOCUMENTO CHE

FA IL PUNTO SULLA SITUAZIONE

97

98APRILE 2009

A PARTIRE DA QUANTO INDICATO NELLA ISO 11228, PARTE 1

ADULTI SANI% POPOLAZIONE LAVORATIVA COMPRESI GIOVANI E ANZIANI

M REF% FEMMINE PROTETTE

% MASCHI PROTETTI

% FEMMINE PROTETTI

% MASCHI PROTETTI

15

‐ ‐ 90 9920

2323

25 70 95

NEL DOCUMENTO CITATO SI SOSTIENE CHE:Al fine di diminuire il rischio per la popolazione lavorativa, in particolare per coloro che hanno minor poten a fisica la massa di riferimento non do rebbecoloro che hanno minor potenza fisica, la massa di riferimento non dovrebbe superare i 15 kg. Ciò aumenterà fino al 95% il livello di protezione garantito alla popolazione lavorativa. In questo caso, una massa di riferimento di 15 kg

99

anziché di 25 kg dovrà essere usata nell’equazione ….

L’INDETERMINATEZZA NELLO STABILIRE UN CARICO LIMITE PER LAL INDETERMINATEZZA NELLO STABILIRE UN CARICO LIMITE PER LA POPOLAZIONE CON MINOR POTENZA FISICA CHE RISULTA DALLA ISO 11228,

PARTE 1, HA PORTATO I TECNICI CHE HANNO REDATTO LA LINEA GUIDA VENETA A PREFERIRE IL RIFERIMENTO ALLA NORMA UNI EN 1005 2/2009A PREFERIRE IL RIFERIMENTO ALLA NORMA UNI EN 1005‐2/2009:

Sicurezza del macchinario ‐ Prestazione fisica umana ‐ Parte 2: Movimentazione l di hi i di ti ti il hi imanuale di macchinario e di parti componenti il macchinario

SECONDO LA QUALE IL CARICO LIMITE PER LA POPOLAZIONE ANZIANA (> 50 ANNI) E PER LE DONNE NON DEVE SUPERARE I 15 KGANNI) E PER LE DONNE NON DEVE SUPERARE I 15 KG

ANCHE PER I GIOVANI SOTTO I 18 ANNI VIENE FISSATO UN LIMITE DI 15 KG, ENTRAMBI I SESSI, MA LA MOVIMENTAZIONE MANUALE NON PUO’ AVERE DURATA MAGGIOR DI 4 ORE ED INOLTRE SONO FISSATE ALTRE CONDIZIONIDURATA MAGGIOR DI 4 ORE ED INOLTRE SONO FISSATE ALTRE CONDIZIONI

100

ULTERIORI CONDIZIONI SONO POI FISSATE PER LE DONNE IN GRAVIDANZA

IN DEFINITIVA, SECONDO IL DOCUMENTO CITATO I LIMITIDOCUMENTO CITATO, I LIMITI CONSIGLIATI SCENDONO AI

SEGUENTI

DONNE UOMINI

<18 ANNI50 ANNI

18‐45 ANNI<18 ANNI50 ANNI

18‐50 ANNI> 50 ANNI > 50 ANNI

LIMITE (KG) 15 15 15 25

TALI VALORI SONO ESTREMAMENTE RESTRITTIVISI ANNOTA INOLTRE CHE ESISTONO ANCHE DOCUMENTI CHE PER LE DONNE SOPRA I 50 ANNI SUGGERISCONO UN LIMITE PARI A 10

101

KG

E’ DEFINITO UN LIMITE INFERIORE SOTTO IL QUALE SI POSSA ESCLUDERE IL RISCHIO DI LESIONE DORSOPOSSA ESCLUDERE IL RISCHIO DI LESIONE DORSO

LOMBARE?

Sotto il profilo operativo si vuole qui inoltre chiarire che bb l’ t 47 t bili h l d l Tit l VI isebbene l’art. 47 stabilisca che le norme del Titolo VI si

applicano a qualsiasi azione di movimentazione manuale in tutti i contesti di lavoro sotto il profilo applicativo letutti i contesti di lavoro, sotto il profilo applicativo le

procedure di valutazione potranno rivolgersi a:· carichi di peso superiore a 3 kg;p p g;

· azioni di movimentazione che vengono svolte in via non occasionale (ad es. con frequenze medie di 1 volta ogni ora

102

nella giornata lavorativa tipo).

Per qualsiasi tipo di movimentazione, per qualsiasi , p q

frequenza e numero di ripetizioni, per i lavoratori di entrambi i sessi

Lavoratrici, per operazioni occasionali (fino ad una all’ora inoccasionali (fino ad una all ora in

giornata tipo)

Lavoratori, per operazioni occasionali (fino ad una all’ora in

giornata tipo)

103

giornata tipo)

CONSIDERATE LE ULTIME INDICAZIONIULTIME INDICAZIONI

TECNICHE

Per qualsiasi tipo di movimentazione, per qualsiasi , p q

frequenza e numero di ripetizioni, per i lavoratori di entrambi i sessi

Lavoratrici, per operazioni occasionali (fino ad una all’ora inoccasionali (fino ad una all ora in

giornata tipo)

Lavoratori, per operazioni occasionali (fino ad una all’ora in

giornata tipo)

104

giornata tipo)

20 KgOSSERVIAMO:

20 Kg

SFORZO PERSFORZO PER SOLLEVARE

SFORZO PER SPINGERE

<< 20 Kg (200 N)

105

> 20 Kg (200 N)

DETERMINAZIONE DELLO SFORZODETERMINAZIONE DELLO SFORZO

VISIONARE

PESO DEL CARICO: 25 Kg ( ll )

PESO DEL CARICO: 25 Kg ( ll ) SFORZO MISURATO 1 92 KSFORZO MISURATO 1 92 K

FILMATO

106

(+ carrello) (+ carrello) SFORZO MISURATO: 1.92 KgSFORZO MISURATO: 1.92 Kg

SI CONSIDERA LO SFORZO ESEGUITO (PIUTTOSTO CHE ILSI CONSIDERA LO SFORZO ESEGUITO (PIUTTOSTO CHE IL PESO DELL’OGGETTO MOVIMENTATO)

PER LE DONNE SI DEVE TENER CONTO DI UN “LIMITE DI ESPOSIZIONE” DI 20 Kg (200 N in termini di sforzo)

E’ STATO CANCELLATO IL RIFERIMENTO AI 30 KG

POSSONO ESSERE TUTTORA CONSIDERATI APPLICABILI IL CRITERIO DEI 3 KG (LINEE GUIDA ISPESL) SOTTO IL ( )QUALE NON SI DETERMINANO RISCHI DI LESIONE DORSO LOMBARE, ED ANCHE IL CRITERIO DELL’OCCASIONALITA’

107

(MENO DI 1 VOLTA /ORA), SEMPRE CHE SIANO RISPETTATI I LIMITI MASSIMI DI PESO (O SFORZO)


BIOMECCANICO , ALTRI DISTRETTI

AD ESEMPIO:

MONTAGGIO S

AD ESEMPIO:

MONTAGGIO ELETTRODOMESTICI

STIRARE

108

Elenco delle malattie per le quali e' obbligatoria la denuncia –DPR 1124/65DM 11/12/2009




LISTA I - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ DI ELEVATA PROBABILITA’LISTA I - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ DI ELEVATA PROBABILITA’

SINDROME DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO

PATOLOGIA

04 – MICROTRAUMI E POSTURE INCONGRUE A CARICO DEGLI ARTI

SUPERIORI PER

SPALLA TENDINITE DEL SOVRASPINOSO

TENDINITE CAPOLUNGO BICIPITE

SUPERIORI PER ATTIVITA’ ESEGUITE

CON RITMI CONTINUI E RIPETITIVI PER

TENDINITE CALCIFICA

BORSITE

GOMITO EPICONDILITERIPETITIVI PER ALMENO LA METÀ DEL

TEMPO DEL TURNO LAVORATIVO

GOMITO EPICONDILITE

EPITROCLEITE

BORSITE OLECRANICALAVORATIVO

POLSO – MANO TENDINI FLESSORI /ESTENSORI (POLSO‐DITA)

SINDROME DI DE QUERVAIN

109

DITO A SCATTO

TUNNEL CARPALE

LISTA II - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ PROBABILELISTA II - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ PROBABILE

MICROTRAUMI E POSTURE INCONGRUE PATOLOGIA

ARTI SUPERIORI (ALMENO META’ TURNO SINDROME DA INTRAPPOLAMENTO DEL NERVO ULNARE AL LAVORATIVO) GOMITO

TENDINOPATIA INSERZIONE DISTALE TRICIPITE

SINDROME DEL CANALE DI GUYON

LISTA III MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ POSSIBILELISTA III MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ POSSIBILE

SINDROME DEL CANALE DI GUYON

LISTA III - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ POSSIBILELISTA III - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ POSSIBILE

MICROTRAUMI E POSTURE INCONGRUE PATOLOGIAMICROTRAUMI E POSTURE INCONGRUE PATOLOGIA

ARTI SUPERIORI (ALMENO META’ TURNOLAVORATIVO)

SINDROME DELLO STRETTO TORACICO

MORBO DI DUPUYTREN

110

IN LETTERATURA E NELLE NORME TECNICHE TROVIAMO RIFERIMENTI SPECIFICI RELATIVAMENTE ALLE TIPOLOGIE DI ATTIVITA’RIFERIMENTI SPECIFICI RELATIVAMENTE ALLE TIPOLOGIE DI ATTIVITA CHE POSSONO DETERMINARE DANNI AGLI ARTI SUPERIORI: SONO LE

ATTIVITA’ CHE RICHIEDONO MOVIMENTI RAPIDI E RIPETITIVI OVVERO L’APPLICAZIONE DI SFORZI RIPETUTI, EVENTUALMENTE

ASSOCIATI A POSTURE INCONGRUE O PEGGIO ESTREME

VISIONARE FILMATO

LA GENESI E’ MULTIFATTORIALE: FATTORI DI RISCHIO LAVORATIVI DILA GENESI E’ MULTIFATTORIALE:

FATTORI DI RISCHIO LAVORATIVI DITIPO BIOMECCANICO E FATTORI

NON PROFESSIONALITIPO BIOMECCANICO E FATTORI

NON PROFESSIONALI

L’INSORGENZA E’ GRADUALE COME CONSEGUENZA DI UNA L’INSORGENZA E’ GRADUALE COME CONSEGUENZA DI UNA

111

PROLUNGATA ESPOSIZIONE A FATTORI BIOMECCANICIPROLUNGATA ESPOSIZIONE A FATTORI BIOMECCANICI

AL FINE DI COMPRENDERE SE UNA SPECIFICA ATTIVITA’ DEVE ESSERE OGGETTO DI APPROFONDIMENTO SI PUO’ CONDURREAL FINE DI COMPRENDERE SE UNA SPECIFICA ATTIVITA’ DEVE ESSERE OGGETTO DI APPROFONDIMENTO SI PUO’ CONDURREESSERE OGGETTO DI APPROFONDIMENTO, SI PUO CONDURRE UN ESAME PRELIMINARE, ANALIZZANDO L’ATTIVITA’ SECONDO

UNO O PIÙ DEI SEGUENTI DOCUMENTI:

ESSERE OGGETTO DI APPROFONDIMENTO, SI PUO CONDURRE UN ESAME PRELIMINARE, ANALIZZANDO L’ATTIVITA’ SECONDO

UNO O PIÙ DEI SEGUENTI DOCUMENTI:

REGIONE PIEMONTE, ASSESSORATO SANITA’ (1997), LINEE GUIDA IN MATERIA DI RISCHI DAREGIONE PIEMONTE, ASSESSORATO SANITA’ (1997), LINEE GUIDA IN MATERIA DI RISCHI DA(1997), LINEE GUIDA IN MATERIA DI RISCHI DA

VIBRAZIONI A DA MOVIMENTI E SFORZI RIPETITIVI

(1997), LINEE GUIDA IN MATERIA DI RISCHI DA VIBRAZIONI A DA MOVIMENTI E SFORZI

RIPETITIVI

REGIONE VENETO – ASL. 17 (2005) – LINEE GUIDA PER LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI

ESPOSTI A RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI

REGIONE VENETO – ASL. 17 (2005) – LINEE GUIDA PER LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI

ESPOSTI A RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLIESPOSTI A RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

ESPOSTI A RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

REGIONE LOMBARDIA (2009) LINEE GUIDAREGIONE LOMBARDIA (2009) LINEE GUIDAREGIONE LOMBARDIA (2009) - LINEE GUIDA REGIONALI PER LA PREVENZIONE DELLE

PATOLOGIE MUSCOLO SCHELETRICHE CONNESSE

REGIONE LOMBARDIA (2009) - LINEE GUIDA REGIONALI PER LA PREVENZIONE DELLE

PATOLOGIE MUSCOLO SCHELETRICHE CONNESSE

112

CON MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

CON MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

REGIONE PIEMONTE, ASSESSORATO SANITA’ (1997), LINEE GUIDA IN MATERIA DI RISCHI DA VIBRAZIONI A DA MOVIMENTI E SFORZI RIPETITIVI

1. LAVORI CON COMPITI CICLICI CHE COMPORTINO L’EFFETTUAZIONE DELLO STESSOMOVIMENTO O INSIEME DI MOVIMENTI DEGLI ARTI SUPERIORI OGNI POCHI SECONDIPER ALMENO DUE ORE CONSECUTIVE INCLUSE LE BREVI PAUSE PREVISTE O PERALMENO UN TOTALE DI 4 ORE COMPLESSIVE NEL TURNO DI LAVORO

SE UNICO SEGNALATORE, SI CONSIDERA COMPITO CICLICO CON UN NUMERO DIAZIONI/MINUTO > 20 OPPURE CON AZIONI CHE RICHIEDONO RILEVANTE USO DI FORZA

2. LAVORI CON USO RIPETUTO (ALMENO 1 VOLTA OGNI 5 MINUTI) DELLA FORZA DELLEMANI PER PERIODI COMPLESSIVI DI 2 ORE O PIÙ NEL TURNO LAVORATIVO. SONOPARAMETRI INDICATIVI:PARAMETRI INDICATIVI:

TENERE IN MANO OGGETTI CHE PESANO PIÙ DI 4,5 kg

AFFERRARE TRA POLLICE E INDICE OGGETTI CHE PESANO PIÙ DI 900 grg

SVILUPPARE, SU ATTREZZI O LEVE, FORZE MANUALI PRESSOCHÉ MASSIMALI(STRINGERE BULLONI CON CHIAVI, STRINGERE VITI, ECC.)

3. LAVORI CHE COMPORTINO IL MANTENIMENTO DI POSIZIONI ESTREME DEL POLSO ODELLE SPALLE (AD ESEMPIO MANTENERE IL POLSO MOLTO DEVIATO O IL BRACCIOSOLLEVATO ALL’ALTEZZA DELLE SPALLE) PER PERIODI DI 1 ORA CONTINUATIVA INCLUSE

113

SOLLEVATO ALLALTEZZA DELLE SPALLE) PER PERIODI DI 1 ORA CONTINUATIVA INCLUSELE PAUSE PREVISTE O DI 4 ORE COMPLESSIVE

REGIONE VENETO – ASL. 17 (2005) – LINEE GUIDA PER LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI ESPOSTI A RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

REGIONE LOMBARDIA (2009) - LINEE GUIDA REGIONALI PER LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE MUSCOLO SCHELETRICHE CONNESSE CON MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

114

REGIONE LOMBARDIA (2009) - LINEE GUIDA REGIONALI PER LA PREVENZIONE DELLE

PATOLOGIE MUSCOLO SCHELETRICHE CONNESSE CON MOVIMENTI E SFORZI

RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORIRIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

116



AD ESEMPIO:

AD ESEMPIO:PIASTRELLARE

PAVIMENTO RACCOLTA MANUALE FRUTTA DA ALBERI

AD ESEMPIO:

117

FRUTTA DA ALBERI





LISTA I - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ DI ELEVATA PROBABILITA’LISTA I - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ DI ELEVATA PROBABILITA’

05 – MICROTRAUMI E POSTURE INCONGRUE

A CARICO DELSINDROME DA SOVRACCARICO

BIOMECCANICOPATOLOGIA

A CARICO DEL GINOCCHIO PER

ATTIVITA’ ESEGUITE CON CONTINUITA’ NEL

GINOCCHIO BORSITE

TENDINOPATIA DEL BICIPITE FEMORALE

MENISCOPATIA DEGENERATIVATURNO LAVORATIVO

MENISCOPATIA DEGENERATIVA

LISTA II MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ PROBABILELISTA II MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E’ PROBABILE

MICROTRAUMI E POSTURE PATOLOGIA

05 – MICROTRAUMI E POSTURE INCONGRUE

LISTA II - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E PROBABILELISTA II - MALATTIE LA CUI ORIGINE LAVORATIVA E PROBABILE

INCONGRUEPATOLOGIA

CAVIGLIA (INTERO TURNO) TALALGIA PLANTARE

TENDINITE DEL TENDINE DI ACHILLE

POSTURE INCONGRUE A CARICO DELLA

CAVIGLIA PER ATTIVITA’ ESEGUITE

118

TENDINITE DEL TENDINE DI ACHILLE

SINDROME DEL TUNNEL TARSALE

ATTIVITA ESEGUITE CON CONTINUITA’ NEL TURNO LAVORATIVO


BIOMECCANICO DORSO ‐LOMBARI



119

DL-DIR

ADOTTA LE MISURE ORGANIZZATIVE NECESSARIE E RICORRE AI MEZZI APPROPRIATI, IN PARTICOLARE ATTREZZATURE

ÀART. ART. 168, 168, COMMA 1COMMA 1

MECCANICHE, PER EVITARE LA NECESSITÀ DI UNA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI DA PARTE DEI

LAVORATORI

ART. ART. 168, 168, COMMA 2COMMA 2

QUALORA NON SIA POSSIBILE EVITARE LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI AD OPERA DEI LAVORATORI, ADOTTA LE MISURE ORGANIZZATIVE

NECESSARIE, RICORRE AI MEZZI APPROPRIATI E FORNISCE AI LAVORATORI NECESSARIE, RICORRE AI MEZZI APPROPRIATI E FORNISCE AI LAVORATORI STESSI I MEZZI ADEGUATI, ALLO SCOPO DI RIDURRE IL RISCHIO CHE COMPORTA

LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DI DETTI CARICHI, TENENDO CONTO DELL’ALLEGATO XXXIII ED IN PARTICOLARE:DELL ALLEGATO XXXIII, ED IN PARTICOLARE:

ALLEGATO XXXIII - ELEMENTI DI RIFERIMENTO :1.CARATTERISTICHE DEL CARICO 2.SFORZO FISICO RICHIESTO

120

3.CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO4.ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITÀ5.FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO

ART. ART. 168168, COMMA , COMMA 22

IN PARTICOLARE:a) ORGANIZZA I POSTI DI LAVORO IN MODO CHE DETTA MOVIMENTAZIONE

ASSICURI CONDIZIONI DI SICUREZZA E SALUTEb) VALUTA, SE POSSIBILE ANCHE IN FASE DI PROGETTAZIONE, LE CONDIZIONI

DI SICUREZZA E DI SALUTE CONNESSE AL LAVORO TENENDO CONTO DI SICUREZZA E DI SALUTE CONNESSE AL LAVORO TENENDO CONTO DELL’ALLEGATO XXXIII

c) EVITA O RIDUCE I RISCHI, PARTICOLARMENTE DI PATOLOGIE DORSO –) ,LOMBARI, ADOTTANDO MISURE ADEGUATE, TENENDO CONTO IN

PARTICOLARE DEI FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO, DELLE CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO E DELLE ESIGENZE CHE CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI LAVORO E DELLE ESIGENZE CHE

L’ATTIVITÀ COMPORTA, IN BASE ALL’ALLEGATO XXXIIId) SOTTOPONE I LAVORATORI ALLA SORVEGLIANZA SANITARIA DI CUI

ALL’ARTICOLO 41, SULLA BASE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DEI FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO DI CUI ALL’ALLEGATO XXXIII

121

DL - DIR

ART. ART. 168168, COMMA , COMMA 33

LE NORME TECNICHE COSTITUISCONO CRITERI DIRIFERIMENTO PER LE FINALITA’ DEL PRESENTE

ARTICOLO E DELL’ALLEGATO XXXIII, OVE APPLICABILI. NEGLI ALTRI CASI SI PUO’ FARE

RIFERIMENTO ALLE BUONE PRASSI ED ALLE LINEE GUIDA

QUESTA DISPOSIZIONE ASSUME PARTICOLARE RILEVANZA IN QUANTO, COME GIA’ ACCENNATO, IN ALLEGATO XXXIII VIENEQUESTA DISPOSIZIONE ASSUME PARTICOLARE RILEVANZA IN QUANTO, COME GIA’ ACCENNATO, IN ALLEGATO XXXIII VIENEQUANTO, COME GIA ACCENNATO, IN ALLEGATO XXXIII VIENE

CITATA UNA NORMA TECNICA:ISO 11228 – PARTI 1-2-3

QUANTO, COME GIA ACCENNATO, IN ALLEGATO XXXIII VIENE CITATA UNA NORMA TECNICA:

ISO 11228 – PARTI 1-2-3

122

MOVIMENTAZIONE MANUALE (SOLLEVAMENTO, TRASPORTO, TRAINO, SPINTA, MOVIMENTAZIONE RAPIDA DI CARICHI LEGGERI AD ALTA FREQUENZA)

MOVIMENTAZIONE MANUALE (SOLLEVAMENTO, TRASPORTO, TRAINO, SPINTA, MOVIMENTAZIONE RAPIDA DI CARICHI LEGGERI AD ALTA FREQUENZA)

DL-DIR

ART. ART. 169, 169, COMMA 1, COMMA 1, LETTERA a,bLETTERA a,b

TENENDO CONTO DELL’ALLEGATO XXXIII:

a) FORNISCE AI LAVORATORI LE INFORMAZIONI ADEGUATE IN PARTICOLARE RELATIVAMENTE AL PESO ED ALLE ALTRE

CARATTERISTICHE DEL CARICO MOVIMENTATO

b) ASSICURA LA FORMAZIONE ADEGUATA IN RELAZIONE AI RISCHI LAVORATIVI ED ALLA CORRETTA ESECUZIONE DELLE

ATTIVITA’ATTIVITA

FORNISCE AI LAVORATORI L’ADDESTRAMENTO ADEGUATO IN MERITO ALLE CORRETTE MANOVRE E PROCEDURE DA ADOTTARE NELLA

ART. ART. 169, 169, COMMA 2COMMA 2

123

CORRETTE MANOVRE E PROCEDURE DA ADOTTARE NELLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

APPLICAZIONE PRATICA DEI CRITERI DI SICUREZZA

TITOLO VI D.LGS. N. 81/08


DI SICUREZZAEVITARE LA MOVIMENTAZIONE

MANUALE DEI CARICHI SINO

MANUALE DEI CARICHI

RIDURRE IL RISCHIO ADOTTANDO TUTTE LE MISURE TECNICHE ORGANIZZATE E PROCEDURALI

SI

RIDURRE IL RISCHIO ADOTTANDO TUTTE LE MISURE TECNICHE, ORGANIZZATE E PROCEDURALI TENENDO PRESENTI GLI ELEMENTI DELL’ALLEGATO XXXIIII

VALUTARE I RISCHI RESIDUIA LUNGO TERMINEDI INFORTUNIO

RIDUZIONE DEL RISCHIO TENENDO CONTO IN PARTICOLARE DEI FATTORI

A LUNGO TERMINEDI INFORTUNIO

INDIVIDUALI DI RISCHIO, DELLE CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DILAVORO E DELLE ESIGENZE DELL’ATTIVITA’

INFORMAZIONE, FORMAZIONE,SORVEGLIANZA SANITARIA

124

INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO

SORVEGLIANZA SANITARIA(ART. 168 – C. 3)

EVITARE LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHIMANUALE DEI CARICHI

SI TRATTA DI ATTUARE PER QUANTO POSSIBILE LA MECCANIZZAZIONE DELLE LAVORAZIONI CHE

PREVEDONO MMC O CTD

ADOZIONE DI CARRELLI ELEVATORI, MEZZI DITRASPORTO NASTRI TRASPORTATORI IMPIANTI DITRASPORTO, NASTRI TRASPORTATORI, IMPIANTI DI

TRASPORTO PNEUMATICI, ARGANI E PARANCHI, TELEFERICHE, GRU, PONTI SVILUPPABILI E ALTRI MEZZI , ,

DI TRASPORTO, MANIPOLATORI, AUTOMAZIONI ,….

125

RIDURRE IL RISCHIO ADOTTANDO TUTTE LE MISURE TECNICHE, ORGANIZZATE E

PROCEDURALI TENENDO PRESENTI GLI ELEMENTI DELL’ALLEGATO XXXIIII

DI SEGUITO UN ELENCO DI POSSIBILI MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI E DI

ADATTAMENTO ERGONOMICO BASATE SUGLI ELEMENTI DI CUI ALL’ALLEGATO XXXIII, CHE SONO I CU G O , C SO O

MEDESIMI ELEMENTI SUI QUALI DEVE ESSERE BASATA LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

126

CARATTERISTICHE DELCARICO

INTERVENTI DI RIDUZIONE DEL RISCHIO TENENDO PRESENTI GLI ELEMENTI DELL’ALLEGATO XXXIII

CARICO

DIMINUIRE IL PESO DEL CARICOMIGLIORARE LA FORMA DEL CARICO (MENO INGOMBRANTE, PIU’ FACILE DA AFFERRARE)MIGLIORARE EQUILIBRIO CARICO (BARICENTRO)FISSARE IL CONTENUTO DEL CARICOFISSARE IL CONTENUTO DEL CARICORIDURRE LA DISTANZA DAL TRONCO (FORMA, COLLOCAZIONE DEL CARICO)RIDURRE/ELIMINARE I MOVIMENTI CHE RICHIEDONO UNA TORSIONE DEL TRONCORIDURRE/ELIMINARE I MOVIMENTI CHE RICHIEDONO UNA TORSIONE DEL TRONCORIDURRE/ELIMINARE I MOVIMENTI CHE RICHIEDONO INCLINAZIONE DEL TRONCOMODIFICARE STRUTTURA ESTERNA DEL CARICO PER RIDURRE IL RISCHIO DIMODIFICARE STRUTTURA ESTERNA DEL CARICO PER RIDURRE IL RISCHIO DILESIONIMODIFICARE LA CONSISTENZA DEL CARICO PER RIDURRE IL RISCHIO DI LESIONI

127

SFORZO FISICO RICHIESTOINTERVENTI DI RIDUZIONE DEL

RISCHIO TENENDO PRESENTI GLI ELEMENTI DELL’ALLEGATO XXXIII

DIMINUIRE LO SFORZO RICHIESTODIMINUIRE LO SFORZO RICHIESTORIDURRE/ELIMINARE I MOVIMENTI CHE RICHIEDONO UNA TORSIONE DEL TRONCOTORSIONE DEL TRONCOMODIFICARE LE OPERAZIONI CHE POSSONO RICHIEDERE UN MOVIMENTO BRUSCO DEL CARICOMIGLIORARE LE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO DEL LAVORATORE CON INTERVENTI STRUTTURALI (LUOGO)( )MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO DEL LAVORATORE CON DOTAZIONI PIU’ STABILIMIGLIORARE LE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO DEL LAVORATORE DEFINENDO UNA DIVERSA SEQUENZA /

128

MODALITA’ DI ESECUZIONE

CARATTERISTICHEDELL’AMBIENTE DI LAVORO


AMPLIARE LO SPAZIO A DISPOSIZIONE (VERTICALE

DELL’AMBIENTE DI LAVORO

AMPLIARE LO SPAZIO A DISPOSIZIONE (VERTICALE, ORIZZONTALE)MIGLIORARE CONDIZIONI DEL PAVIMENTO (ELIMINARE RISCHI DIMIGLIORARE CONDIZIONI DEL PAVIMENTO (ELIMINARE RISCHI DIINCIAMPO E SCIVOLAMENTO)ASSICURARE LO SPAZIO PER CONSENTIRE UNA BUONA ASSICURARE LO SPAZIO PER CONSENTIRE UNA BUONA POSIZIONE (ALTEZZA DEL CARICO OTTIMALE) DURANTE LA MOVIMENTAZIONEELIMINARE DISLIVELLI (PIANO DI LAVORO, PAVIMENTO)ASSICURARE MIGLIORE STABILITA’ PAVIMENTO E PUNTO APPOGGIOASSICURARE BUONE CONDIZIONI DI TEMPERATURA, UMIDITA’,

129

, ,VELOCITA’ ARIA

ESIGENZE CONNESSEALL’ATTIVITA’


ALL’ATTIVITA’

DIMINUIRE LA FREQUENZA DELLE OPERAZIONIDIMINUIRE IL TEMPO TOTALE NEL TURNO DEDICATO AD MMC -DIMINUIRE IL TEMPO TOTALE NEL TURNO DEDICATO AD MMCCTDAUMENTARE TEMPI DI RECUPERO E RIPOSO FISIOLOGICODIMINUIRE LA DISTANZA DI SOLLEVAMENTODIMINUIRE LA DISTANZA DI ABBASSAMENTODIMINUIRE LA DISTANZA DI ABBASSAMENTODIMINUIRE LA DISTANZA DI TRASPORTOEVITARE CHE IL RITMO SIA IMPOSTO DAL PROCESSO E NON EVITARE CHE IL RITMO SIA IMPOSTO DAL PROCESSO E NON MODULABILE DAL LAVORATORE

130

FATTORI INDIVIDUALI INTERVENTI DI RIDUZIONE DEL

RISCHIO TENENDO PRESENTI GLI ELEMENTI DELL’ALLEGATO XXXIII

DI RISCHIO

L’ALLEGATO XXXIII INDIVIDUA INOLTRE ALCUNE POSSIBILITA’ DI

MIGLIORAMENTO LEGATE AL SINGOLO INDIVIDUO ….

ADIBIRE LAVORATORE FISICAMENTE PIU’ IDONEO

MIGLIORARE L’ADEGUATEZZA DEGLI INDUMENTI, CALZATURE O EFFETTI PERSONALIO EFFETTI PERSONALI

MIGLIORARE FORMAZIONE E CONOSCENZE

131

VALUTARE I RISCHI RESIDUI A LUNGO

TERMINEDI

INFORTUNIO

NEL CASO DI MMC, LA PRESENZA DI RISCHIO

LA PRESENZA DI RISCHIO RESIDUO SUL LUNGOPRESENZA DI RISCHIO

RESIDUO DIINFORTUNIO NON SI

RESIDUO SUL LUNGO TERMINE PUO’ ESSERE

ESCLUSA IN ALCUNI CASI PUO’ ESCLUDERE, A

MENO CHE IL PESO DEI CARICHI MOVIMENTATI

MEDIANTE IL CALCOLO DI UN “INDICE DI RISCHIO”

CARICHI MOVIMENTATI, E CIOE’ LO SFORZO RICHIESTO, NON SIA

MOLTO LIMITATO

132

MOLTO LIMITATO

COME ESEGUIRE LA VALUTAZIONE DEI RISCHICOME ESEGUIRE LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

LA VALUTAZIONE VA CONDOTTA CON RIFERIMENTOAGLI ELEMENTI INDICATI IN ALLEGATO XXXIII

LA VALUTAZIONE VA CONDOTTA CON RIFERIMENTOAGLI ELEMENTI INDICATI IN ALLEGATO XXXIII

1. CARATTERISTICHE DEL CARICO 2. SFORZO FISICO RICHIESTO

3 CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO4. ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITÀ

5 FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO5. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO

133

DI SEGUITO SONO RIPORTATE LE CHECK LIST PER VERIFICARE LA PRESENZA DEGLI ELEMENTI DI

DI SEGUITO SONO RIPORTATE LE CHECK LIST PER VERIFICARE LA PRESENZA DEGLI ELEMENTI DIVERIFICARE LA PRESENZA DEGLI ELEMENTI DI

RISCHIO ELENCATI NELL’ALLEGATO XXXIIIVERIFICARE LA PRESENZA DEGLI ELEMENTI DI

RISCHIO ELENCATI NELL’ALLEGATO XXXIII

LA PRESENZA DI ALCUNI DEGLI ELEMENTI DI RISCHIO ELENCATI PUO’ ESSERE FACILMENTE ESCLUSA O

LA PRESENZA DI ALCUNI DEGLI ELEMENTI DI RISCHIO ELENCATI PUO’ ESSERE FACILMENTE ESCLUSA OELENCATI PUO ESSERE FACILMENTE ESCLUSA O CONFERMATA MEDIANTE OSSERVAZIONE DIRETTAELENCATI PUO ESSERE FACILMENTE ESCLUSA O CONFERMATA MEDIANTE OSSERVAZIONE DIRETTA

PER ALCUNI ALTRI ELEMENTI, INVECE, L’OSSERVAZIONE DIRETTA NON E’ SUFFICIENTE.

PER ALCUNI ALTRI ELEMENTI, INVECE, L’OSSERVAZIONE DIRETTA NON E’ SUFFICIENTE.

IN ALCUNI CASI PUO’ INOLTRE ESSERE CALCOLATO UN “INDICE DI RISCHIO” A SUPPORTO DELLA

IN ALCUNI CASI PUO’ INOLTRE ESSERE CALCOLATO UN “INDICE DI RISCHIO” A SUPPORTO DELLAUN INDICE DI RISCHIO A SUPPORTO DELLA

VALUTAZIONE, CHE TIENE CONTO PROPRIO DEGLI ELEMENTI NON VALUTABILI IN VIA DIRETTA

UN INDICE DI RISCHIO A SUPPORTO DELLA VALUTAZIONE, CHE TIENE CONTO PROPRIO DEGLI

ELEMENTI NON VALUTABILI IN VIA DIRETTA

134

EVIDENZIATI NELLE CHECK LIST CONEVIDENZIATI NELLE CHECK LIST CON

CARATTERISTICHE DEL CARICOIL CARICO E’ TROPPO PESANTEE’ INGOMBRANTE O DIFFICILE DA AFFERRAREE’ IN EQUILIBRIO INSTABILE O IL SUO CONTENUTO RISCHIA DI SPOSTARSIE’ COLLOCATO IN UNA POSIZIONE TALE PER CUI DEVE ESSEREE COLLOCATO IN UNA POSIZIONE TALE PER CUI DEVE ESSERE TENUTO AD UNA CERTA DISTANZA DAL TRONCO O CON UNA TORSIONE/INCLINAZIONE DEL TRONCOPUÒ, A MOTIVO DELLA SUA STRUTTURA ESTERNA E DELLA SUA CONSISTENZA, COMPORTARE LESIONI PER IL LAVORATORE, IN CASO DI URTOSFORZO FISICO RICHIESTOLO SFORZO E’ ECCESSIVOPUÒ ESSERE EFFETTUATO SOLO CON UN MOVIMENTO DI TORSIONE DEL TRONCOPUÒ COMPORTARE UN MOVIMENTO BRUSCO DEL CARICO

135

PUÒ COMPORTARE UN MOVIMENTO BRUSCO DEL CARICOE’ COMPIUTO CON IL CORPO IN POSIZIONE INSTABILE

CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVOROLO SPAZIO LIBERO, IN PARTICOLARE VERTICALE, È INSUFFICIENTE PER LO SVOLGIMENTO DELL'ATTIVITÀ RICHIESTAPER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITÀ RICHIESTAIL PAVIMENTO È INEGUALE, QUINDI PRESENTA RISCHI DI INCIAMPO O DI SCIVOLAMENTO PER LE SCARPE CALZATE DAL LAVORATOREIL POSTO O L'AMBIENTE DI LAVORO NON CONSENTONO AL LAVORATORE LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI A UN'ALTEZZA DI SICUREZZA O IN BUONA POSIZIONEUN ALTEZZA DI SICUREZZA O IN BUONA POSIZIONEIL PAVIMENTO O IL PIANO DI LAVORO PRESENTA DISLIVELLI CHE IMPLICANO LA MANIPOLAZIONE DEL CARICO A LIVELLI DIVERSIIL PAVIMENTO O IL PUNTO DI APPOGGIO SONO INSTABILILA TEMPERATURA, L'UMIDITÀ O LA CIRCOLAZIONE DELL'ARIA SONO INADEGUATESONO INADEGUATE

E’ POSSIBILE FARE UNA VALUTAZIONE

136

DEGLI INCIDI MICROCLIMATICI

ESIGENZE CONNESSE ALL’ ATTIVITA’SONO PREVISTI SFORZI FISICI CHE SOLLECITANO IN PARTICOLARE LA COLONNA VERTEBRALE, TROPPO FREQUENTI O TROPPO PROLUNGATIPERIODO DI RIPOSO FISIOLOGICO O DI RECUPERO INSUFFICIENTEPERIODO DI RIPOSO FISIOLOGICO O DI RECUPERO INSUFFICIENTEDISTANZE TROPPO GRANDI DI SOLLEVAMENTO, DIABBASSAMENTO O DI TRASPORTORITMO IMPOSTO DA UN PROCESSO CHE NON PUÒ ESSERE MODULATO DAL LAVORATORE. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIOINIDONEITÀ FISICA A SVOLGERE IL COMPITO IN QUESTIONEINDUMENTI CALZATURE O ALTRI EFFETTI PERSONALI INADEGUATIINDUMENTI, CALZATURE O ALTRI EFFETTI PERSONALI INADEGUATI INSUFFICIENZA O INADEGUATEZZA DELLE CONOSCENZE O DELLA FORMAZIONE

137

CALCOLO DELL’ INDICEDI RISCHIODI RISCHIO

DISTRETTO DORSO LOMBAREDISTRETTO DORSO LOMBARE

QUALORA SIA POSSIBILE “PARAMETRIZZARE” LE

DISTRETTO DORSO - LOMBAREDISTRETTO DORSO - LOMBARE

QOPERAZIONI DI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI

CARICHI IN FASE DI VALUTAZIONE, TRADIZIONALMENTESONO STATI USATI DUE METODI PER IL CALCOLO

DELL’INDICE DI RISCHIO, CHE TENDONO A DEFINIRE UN PESO OTTIMALE MOVIMENTABILE (PO) DAPESO OTTIMALE MOVIMENTABILE (PO), DA

CONFRONTARE CON IL PESO EFFETTIVAMENTEMOVIMENTATO (PM)( )

INDICE DI RISCHIO (IR) = PM /PO138

INDICE DI RISCHIO (IR) = PM /PO

METODI DI CALCOLO “TRADIZIONALI”METODI DI CALCOLO TRADIZIONALI

IL MODELLO PROPOSTO DAL NIOSH (National Institute ofOccupational Safety and Healt USA) PER DETERMINARE IL

NIOSHNIOSH

Occupational Safety and Healt - USA) PER DETERMINARE IL COSIDDETTO "LIMITE DI PESO RACCOMANDATO" PER

QUANTO RIGUARDA LE AZIONI DEL SOLLEVARE (E PERQUANTO RIGUARDA LE AZIONI DEL SOLLEVARE (E PER ESTENSIONE DEL DEPORRE, VISTO COME UN

SOLLEVAMENTO AL CONTRARIO)

LE TABELLE DI SNOOK E CIRIELLO (1991)SNOOK E CIRIELLOSNOOK E CIRIELLO

LE TABELLE DI SNOOK E CIRIELLO (1991) RELATIVAMENTE AI VALORI LIMITE DI FORZA E DI PESO PER

OPERAZIONI DI SPINTA, TIRO E TRASPORTO IN PIANO,

139

, ,NELLA FASE INIZIALE E DI MANTENIMENTO

NIOSH MODIFICATO ITALIA Consegnare tabella

SI PARTE DA UN PESO LIMITE RACCOMANDATO IN CONDIZIONI OTTIMALI

(VEDERE PROSSIMA SLIDE)(VEDERE PROSSIMA SLIDE)

SI APPLICANO COEFFICIENTI CORRETTIVI CHE DIMINUISCONO IL PESO RACCOMANDATO IN DIMINUISCONO IL PESO RACCOMANDATO IN

FUNZIONE DI QUANTO LA REALE SITUAZIONE SI ALLONTANA DA QUELLA OTTIMALE

DISTANZA ORIZZONTALE DI PRESA DURATA DEL COMPITO NEL TURNO

ALTEZZA DI PRESA DA TERRA

SPAZIO DI TRASLAZIONE VERTICALE

FREQUENZA DI RIPETIZIONE (AZIONI/MINUTO)

NUMERO DI ARTI UTILIZZATISPAZIO DI TRASLAZIONE VERTICALE

ANGOLO DI TORSIONE (PIEDI FERMI)

NUMERO DI ARTI UTILIZZATI

NUMERO DI PERSONE

140TIPO DI PRESA (BUONA, MEDIA, DIFFICILE) SESSO OPERATORE

NIOSH MODIFICATO ITALIA

PESO LIMITE RACCOMANDATO IN CONDIZIONI OTTIMALI

VENETODONNE UOMINI

<18 ANNI50 ANNI

18‐45 ANNI<18 ANNI50 ANNI

18‐50 ANNI> 50 ANNI > 50 ANNI

LIMITE (KG) 15 15 15 25

DONNE UOMINI

EPM<18 ANNI> 45 ANNI

18‐45 ANNI<18 ANNI> 45 ANNI

18‐45 ANNI

141

LIMITE (KG) 15 20 20 25

NIOSH

LA PROCEDURA DI CALCOLO DEL LIMITE DI PESO RACCOMANDATO È APPLICABILE PERO’ QUANDO

RICORRONO LE SEGUENTI CONDIZIONI:

SOLLEVAMENTO DI CARICHI SVOLTO IN POSIZIONE IN PIEDI (NON SEDUTA O INGINOCCHIATA) IN SPAZI NON RISTRETTIRISTRETTIALTRE ATTIVITÀ DI MOVIMENTAZIONE MANUALE (TRASPORTO, SPINGERE O TIRARE) MINIMALIADEGUATA FRIZIONE TRA PIEDI (SUOLA) E PAVIMENTO (COEFF. DI FRIZIONE STATICA > 0,4)GESTI DI SOLLEVAMENTO ESEGUITI IN MODO NONGESTI DI SOLLEVAMENTO ESEGUITI IN MODO NON BRUSCOCARICO NON ESTREMAMENTE FREDDO, CALDO, CONTAMINATO O CON IL CONTENUTO INSTABILE

142

CONTAMINATO O CON IL CONTENUTO INSTABILECONDIZIONI MICROCLIMATICHE FAVOREVOLI.

UTILIZZO DELLA TABELLA DI CALCOLOUTILIZZO DELLA TABELLA DI CALCOLONIOSH

143

ESEMPIONIOSH

Piano a rulli

Scivolo di FaldellatriceScivolo di metallo

Faldellatrice

L’ADDETTO INSERISCE I PACCHI DA 5 KG NELLA SCATOLA ALTA 30 CM

PRELEVANDOLI DAL PIANO A RULLI AD ALTEZZA DI 80 CM RULLI AD ALTEZZA DI 80 CM

2100 PACCHI PER TURNO

144

(450 MIN)

TRASLAZIONE VERTICALE = 30 + 30

145

E’ ANCHE DISPONIBILE ALLO STATO DELL’ARTE UN

NIOSH

E ANCHE DISPONIBILE ALLO STATO DELL ARTE UN METODO PER IL CALCOLO DELL’INDICE DI RISCHIO

“COMPOSTO” SULLA GIORNATA LAVORTIVA CHEPREVEDE LA COMBINAZIONE DI VARIE ATTIVITA’ DI


IL METODO, ABBASTANZA COMPLESSO CONSENTE DICOMPLESSO, CONSENTE DI

COMBINARE SOLO “SOLLEVAMENTI”

E’ STATO ANCHE PREDISPOSTO UN METODO PER IL CALCOLO DELL’INDICE DI RISCHIO PER I COMPITICALCOLO DELL INDICE DI RISCHIO PER I COMPITI

SEQUENZIALI (COME AD ESEMPIO LA FORMAZIONE DI UN PALLET) PER DIMINUIRE IL NUMERO DI

146

)CALCOLI NECESSARI

SNOOK E CIRIELLO Consegnare tabella

SONO DEFINITI DEGLI SCENARI

(SPINTA TIRO TRASPORTO IN PIANO)

SONO DEFINITI DEGLI SCENARI

(SPINTA TIRO TRASPORTO IN PIANO)(SPINTA, TIRO, TRASPORTO IN PIANO)(SPINTA, TIRO, TRASPORTO IN PIANO)

SCELTO LO SCENARIO ADEGUATO IN FUNZIONE DEL SCELTO LO SCENARIO ADEGUATO IN FUNZIONE DEL SCELTO LO SCENARIO ADEGUATO, IN FUNZIONE DEL VALORE DEGLI ALTRI PARAMETRI SI DEFINISCE IL PESO

OTTIMALE CHE PUÒ ESSERE MOVIMENTATO NELLE

SCELTO LO SCENARIO ADEGUATO, IN FUNZIONE DEL VALORE DEGLI ALTRI PARAMETRI SI DEFINISCE IL PESO

OTTIMALE CHE PUÒ ESSERE MOVIMENTATO NELLE CONDIZIONI INDICATECONDIZIONI INDICATE

ALTEZZA MANI DA TERRA FREQUENZA DI RIPETIZIONE (AZIONI/MINUTO)ALTEZZA MANI DA TERRA

DISTANZA DI TRASPORTO, SPINTA, TRAINO

FREQUENZA DI RIPETIZIONE (AZIONI/MINUTO)

SESSO OPERATORE

LE TABELLE SONO DERIVATE SPERIMENTALMENTELE TABELLE SONO DERIVATE SPERIMENTALMENTE

147

NON SI DOVREBBE INTERPOLARE (SCEGLIERE CONDIZIONI PEGGIORATIVA)

NON SI DOVREBBE INTERPOLARE (SCEGLIERE CONDIZIONI PEGGIORATIVA)

SNOOK E CIRIELLO

MODALITA’ DI DESCRIZIONE DEGLI SCENARI (DALLA TABELLA DEL TRAINO)

148

CALCOLARE L’INDICE DI RISCHIO PER UOMINI E DONNE CHE

SNOOK E CIRIELLO

CALCOLARE L INDICE DI RISCHIO PER UOMINI E DONNE CHE ESEGUONO L’OPERAZIONE DI TRAINO DI UN CARRELLO PER 7.5 m CHE HA FATTO RISCONTRARE 35 Kg DI SFORZO INIZIALE E 22 Kg DI SFORZO

DI MANTENIMENTO (MISURE CON DINAMOMETRO) RIPETIZIONI: 16DI MANTENIMENTO (MISURE CON DINAMOMETRO) – RIPETIZIONI: 16 volte /turno

149

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATIINTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

PER SFORZI INFERIORI AI 3 KG E QUALSIASI NUMERO DI RIPETIZIONI SI ASSUME CHE NON SI DETERMINI RISCHIO PER IL DISTRETTO DORSO-

LOMBARELOMBARE

PER SFORZI ANCHE SUPERIORI A 3 Kg, MA PER UN NUMERO DI RIPETIZIONI INFERIORE AD UNA ALL’ORANUMERO DI RIPETIZIONI INFERIORE AD UNA ALL ORA

SI ASSUME CHE NON SI DETERMINI RISCHIO PER IL DISTRETTO DORSO-LOMBARE (SEMPRE CHE SIANO

150

(RISPETTATI I LIMITI DI PESO “MASSIMO”)

INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

151

ESERCITAZIONE

VISIONIAMO IL FILMATO E VISIONIAMO IL FILMATO E TROVIAMO GLI ERRORI DITROVIAMO GLI ERRORI DICOMPORTAMENTO NELLA

MOVIMENTAZIONE ESEGUITAMOVIMENTAZIONE ESEGUITA

152


COME GIA’ ACCENNATO, IN ALLEGATO XXXIII VIENE ORA,ESPRESSAMENTE RICHIAMATA UNA NORMA TECNICA

ISO 11228 – PARTI 1 – 2 - 3

NON E’ OBBLIGATORIO CONDURRE LE VALUTAZIONISECONDO LA NORMA RICHIAMATASECONDO LA NORMA RICHIAMATA .....

E’ PREVISTO CHE VENGANO EVENTUALMENTE EMESSEDELLE “BUONE PRASSI” O “LINEE GUIDA”

153

LA NORMA ISO 11228 – PARTE 1MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

SOLLEVAMENTO E TRASPORTO

QUESTA PARTE DELLA NORMA SI APPLICA PER OGGETTI CON UNAQUESTA PARTE DELLA NORMA SI APPLICA PER OGGETTI CON UNAMASSA SUPERIORE A 3 KGMASSA SUPERIORE A 3 KG

NON INCLUDENON INCLUDE:IL SOSTEGNO DI OGGETTI SENZA CAMMINARELE AZIONI DELLO SPINGERE O DEL TIRAREIL SOLLEVAMENTO CON UNA SOLA MANO MENTRE SI E’ SEDUTIIL SOLLEVAMENTO DA PARTE DI DUE O PIU’ PERSONEIL SOLLEVAMENTO DA PARTE DI DUE O PIU PERSONE

E’ BASATA SU UNA GIORNATA LAVORATIVA DI 8 ORENON RIGUARDA LA COMBINAZIONE DI COMPITI IN UNA GIORNATA LAVORATIVA

154

GIORNATA LAVORATIVA

PREVEDE UN APPROCCIO STEP by STEP: SE UNA DELLE CONDIZIONINON E’ RISPETTATA DEVONO ESSERE PRESI PROVVEDIMENTI DI

PREVEDE UN APPROCCIO STEP by STEP: SE UNA DELLE CONDIZIONINON E’ RISPETTATA DEVONO ESSERE PRESI PROVVEDIMENTI DI

ADATTAMENTOADATTAMENTO

1. LA MASSA DEL CARICO DEVE ESSERE INFERIORE AD Mref(25 Kg per una popolazione lavorativa adulta ...) E LE CONDIZIONI DI MOVIMENTAZIONE DEVONO ESSERE “IDEALI”

2. LA FREQUENZA DEVE ESSERE INFERIORI A LIMITI INDICATI PER OGNI VALORE DI MASSA ED IN FUNZIONE DELLA DURATA DEL COMPITO

3. DEVE ESSERE VERIFICATA LA PRESENZA DI POSTURE NON IDEALI (I PARAMETRI PRESI IN CONSIDERAZIONE SONO SIMILI A QUELLI UTILIZZATI DA NIOSH)

4. DEVE POI ESSERE CALCOLATA LA MASSA CUMULATIVA DISOLLEVAMENTO SUL TURNO LAVORATIVO, CHE PUO’ANCHE CONSIDERARE LA DISTANZA DI TRASPORTO IN CASO DI COMPITI CHE PREVEDANO ANCHE QUESTO TIPO DI MOVIMENTAZIONE, SE LA DISTANZA DI TRASPORTO E’ SOPRA 1 m IN APPENDICE E’ RIPORTATO ANCHE UN METODOIN APPENDICE E’ RIPORTATO ANCHE UN METODO

155

IN APPENDICE E RIPORTATO ANCHE UN METODOPER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLA

MOVIMENTAZIONE MANUALE DI “OGGETTI VIVI”

IN APPENDICE E RIPORTATO ANCHE UN METODOPER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLA

MOVIMENTAZIONE MANUALE DI “OGGETTI VIVI”

LA NORMA ISO 11228 – PARTE 2MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

SPINGERE E TIRARE

SI APPLICA SOLO AD UNA POPOLAZIONE LAVORATIVAADULTA SANA

SI RIFERISCE ASI RIFERISCE A:FORZA ESERCITATA CON L’INTERO CORPO (IN PIEDI)AZIONI ESEGUITE DA UNA PERSONAFORZA APPLICATA CON DUE MANI, IN MODO NON BRUSCO (CONTROLLATO)FORZA APPLICATA PER MUOVERE O TRATTENERE UNFORZA APPLICATA PER MUOVERE O TRATTENERE UN OGGETTO, SENZA SUPPORTI ESTERNI

156

QUESTA PARTE DELLA NORMA PREVEDE DUE DISTINTEMETODOLOGIE LA SECONDA (DETTA SPECIALISTICA) DAMETODOLOGIE, LA SECONDA (DETTA SPECIALISTICA) DA

APPLICARE SE LA PRIMA METODOLOGIA (DETTA GENERALE) HA FORNITO COME RISULTATO DELLA STIMA “RISCHIO NONHA FORNITO COME RISULTATO DELLA STIMA “RISCHIO NON ACCETTABILE”: IN TAL CASO, COMUNQUE, DOVREBBEROESSERE PRELIMINARMENTE ADOTTATI ADATTAMENTIESSERE PRELIMINARMENTE ADOTTATI ADATTAMENTI

TECNICI

1. I RISULTATI DELLA STIMA SONO ESPRESSI IN RISCHIO ACCETTABILE (AREA VERDE), RISCHIO DUBBIO (AREA GIALLA), RISCHIO NON ACCETTABILE (AREA ROSSA)

2. LA VALUTAZIONE SECONDO LA PRIMA METODOLOGIA SI BASE SU TABELLE, CHE SONO SOSTANZIALMENTE QUELLE DI SNOOK E CIRIELLO; SONO PRECISATI LIMITI AMMISSIBILI DIVERSI PER MASCHI E FEMMINE

157


PER LE MOVIMENTAZIONI RIPETITIVE AD ALTA FREQUENZA DI CARICHI LEGGERI, TRADIZIONALMENTEQ ,E’ STATO UTILIZZATO IN ITALIA IL METODO “OCRA”, CHE

CONSENTE DI VALUTARE UN INDICE DI RISCHIO

IN ALTERNATIVA, PUO’ ANCHE ESSERE UTILIZZATO UN METODO SEMPLIFICATO (CHECK LIST OCRA) CHEMETODO SEMPLIFICATO (CHECK LIST OCRA), CHE

PERO’, DATA LA SEMPLIFICAZIONE, PORTA A RISULTATIPIU’ CAUTELATIVI (INDICI DI RISCHIO MAGGIORI)( )

158

ddove:NUMERO COMPLESSIVO DI AZIONI TECNICHE SVOLTE NEL TURNO È DESUMIBILEDALL’ANALISI DEL LAVORO (RIPETITIVITÀ DEI CICLI, FREQUENZA DELLE AZIONI);

ÈNUMERO DI AZIONI TECNICHE RACCOMANDATE NEL TURNO È CALCOLABILE A PARTIREDA UN NUMERO DI AZIONI OTTIMALE, AL QUALE VENGONO APPLICATI COEFFICENTICORRETTIVI PER TENER CONTO DELLA REALE SITUAZIONE OGGETTO DI VALUTAZIONE

IL NUMERO COMPLESSIVO DELLE AZIONI TECNICHE SVOLTE NEL TURNO SI DEFINISCE

IL NUMERO COMPLESSIVO DELLE AZIONI TECNICHE RACCOMANDATE SI CALCOLA A PARTIRE DA 30 AZIONI/MINUTO APPLICANDO FATTORI CORRETTIVI PER FORZA

MEDIANTE OSSERVAZIONE

159

PARTIRE DA 30 AZIONI/MINUTO, APPLICANDO FATTORI CORRETTIVI PER FORZA, POSTURA, DURATA, STEREOTIPIA, FATTORI COMPLEMENTARI, …

:INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI “TRADIZIONALE”

Classificazione proposta da Colombini D., Occhipinti E., Fanti M in: IL METODO OCRA PER L’ANALISI E LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI – Manuale per la valutazione e la gestione

161

LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI Manuale per la valutazione e la gestione del rischio. EPM “Ergonomia della postura e del movimento. Franco ANGELI srl., 2005.


COME GIA’ ACCENNATO IN ALLEGATO XXXIII VIENE ORACOME GIA’ ACCENNATO, IN ALLEGATO XXXIII VIENE ORAESPRESSAMENTE RICHIAMATA UNA NORMA TECNICA

ISO 11228 – PARTI 1 – 2 - 3ISO 11228 PARTI 1 2 3

NON E’ OBBLIGATORIO CONDURRE LE VALUTAZIONISECONDO LA NORMA RICHIAMATA .....

E’ PREVISTO CHE VENGANO EVENTUALMENTE EMESSEE PREVISTO CHE VENGANO EVENTUALMENTE EMESSEDELLE “BUONE PRASSI” O “LINEE GUIDA”

162

LA NORMA ISO 11228 – PARTE 3MOVIMENTAZIONE DI CARICHI LEGGERI AD

ALTA FREQUENZA

IL METODO PREVEDE I SEGUENTI STEP SUCCESSIVIIL METODO PREVEDE I SEGUENTI STEP SUCCESSIVI

IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLOSTIMA DEL RISCHIO METODO SEMPLIFICATOSEMPLIFICATOSE IL RISCHIO E’ ACCETTABILE, OK; SE NO, STIMA DEL RISCHIO CON METODO DETTAGLIATODETTAGLIATOSE IL RISCHIO NON E’ ACCETTABILE, E’ NECESSARIO UN INTERVENTO DI

163

CORREZIONE

IL METODO SEMPLIFICATO PREVEDE DI APPLICARE UNA CHECK LIST ABBASTANZA SEMPLICE, DIVISA IN CINQUE PARTI:

DURATA DEI MOVIMENTI RIPETITIVIPOSTURA DEI MOVIMENTI RIPETITIVIPOSTURA DEI MOVIMENTI RIPETITIVI

FORZAPAUSE DI RECUPERO

FATTORI DI RISCHIO ADDIZIONALIFATTORI DI RISCHIO ADDIZIONALI

SONO DEFINITE TRE AREE (VERDE GIALLA E ROSSA) PERSONO DEFINITE TRE AREE (VERDE, GIALLA E ROSSA) PER OGNI PARAMETRO O RISPOSTA DATA

SOLO SE TUTTE LE VALUTAZIONI FANNO CONCLUDERESOLO SE TUTTE LE VALUTAZIONI FANNO CONCLUDERE PER L’AREA VERDE SI PUO’ CONSIDERARE CONCLUSA LA

VALUTAZIONE

DIVERSAMENTE SI DEVE PASSARE AD UNAVALUTAZIONE PIU’ DETTAGLIATA

164TEST OUT

OBBIETTIVI DELOBBIETTIVI DELOBBIETTIVI DEL OBBIETTIVI DEL CONTROLLO CONTROLLO SANITARIOSANITARIOSANITARIOSANITARIO

166

DEFINIZIONE DI SORVEGLIANZA SANITARIA

m) SORVEGLIANZA SANITARIA

ART. 2 - DEFINIZIONI

m) SORVEGLIANZA SANITARIA

INSIEME DEGLI ATTI MEDICI, FINALIZZATI ALLA TUTELA DELLO STATO DI SALUTE E SICUREZZATUTELA DELLO STATO DI SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI, IN RELAZIONE ALL’AMBIENTE

DI LAVORO, AI FATTORI DI RISCHIO PROFESSIONALI E ALLE MODALITÀ DIPROFESSIONALI E ALLE MODALITÀ DI

SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA

ART. 25 – OBBLIGHI DEL MEDICO COMPETENTE

PROGRAMMAZIONE ED EFFETTUAZIONE DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA ATTRAVERSO PROTOCOLLI SANITARI DEFINITI IN

FUNZIONE DEI RISCHI SPECIFICI E TENENDO IN CONSIDERAZIONE GLI

167

FUNZIONE DEI RISCHI SPECIFICI E TENENDO IN CONSIDERAZIONE GLI INDIRIZZI SCIENTIFICI PIÙ AVANZATI

ESECUZIONE VISITE MEDICHE ED APPROFONDIMENTI

LA SORVEGLIANZA SANITARIA E’ EFFETTUATA DAL LA SORVEGLIANZA SANITARIA E’ EFFETTUATA DAL

FATTORE DI RISCHIO

AMIANTO

RUMORE

AGENTI CANCEROGENI MUTAGENIMEDICO COMPETENTE

a)NEI CASI PREVISTI DALLA NORMATIVA

MEDICO COMPETENTE

a)NEI CASI PREVISTI DALLA NORMATIVA

AGENTI CANCEROGENI MUTAGENI

AGENTI CHIMICI

AGENTI BIOLOGICI

VIBRAZIONI

VIGENTE E DALLE INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA ART. 6VIGENTE E DALLE INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA ART. 6

VIBRAZIONI

RADIAZIONI IONIZZANTI

LAVORO NOTTURNO

VIDEOTERMINALI

b) QUALORA IL LAVORATORE NE FACCIA RICHIESTA E LA STESSA SIA RITENUTA DAL b) QUALORA IL LAVORATORE NE FACCIA RICHIESTA E LA STESSA SIA RITENUTA DAL


ALCOL

DROGAMEDICO COMPETENTE CORRELATA AI RISCHI

LAVORATIVIMEDICO COMPETENTE CORRELATA AI RISCHI

LAVORATIVI

DROGA

LE VISITE MEDICHE A CURA E SPESE DEL DATORE DI LAVORO COMPRENDONO GLI ESAMI

168

LE VISITE MEDICHE A CURA E SPESE DEL DATORE DI LAVORO COMPRENDONO GLI ESAMI CLINICI E BIOLOGICI E INDAGINI DIAGNOSTICHE MIRATI AL RISCHIO RITENUTI NECESSARI

DAL MEDICO COMPETENTE

LA SORVEGLIANZA SANITARIA COMPRENDE:

VISITA MEDICA PREVENTIVA AL LAVORO (ANCHE IN FASE PREASSUNTIVA)PERIODICA (DI NORMA UNA VOLTA L’ANNO – CADENZA DIVERSA IN FUNZIONE VALUTAZIONE DEL RISCHIO; ORGANO DI VIGILANZA CON PROVVEDIMENTO MOTIVATO PUO’ DISPORRE DIVERSAMENTE)MOTIVATO PUO DISPORRE DIVERSAMENTE)CAMBIO MANSIONEALLA CESSAZIONE (SE PREVISTO DALLA NORMA SPECIFICA)( )VISITA MEDICA PRECEDENTE ALLA RIPRESA DEL LAVORO, A SEGUITO DIASSENZA PER MOTIVI DI SALUTE DI DURATA SUPERIORE AI SESSANTA GIORNICONTINUATIVI AL FINE DI VERIFICARE L’IDONEITÀ ALLA MANSIONECONTINUATIVI, AL FINE DI VERIFICARE L’IDONEITÀ ALLA MANSIONE.

NEI CASI E NELLE CONDIZIONI PREVISTE DALL’ORDINAMENTO, QUESTE VISITE SONO FINALIZZATE ANCHE A VERIFICARE L’ASSENZA DI ALCOL DIPENDENZA E LA

169

SONO FINALIZZATE ANCHE A VERIFICARE LASSENZA DI ALCOL DIPENDENZA E LA NON ASSUNZIONE DI SOSTANZE PSICOTROPE E STUPEFACENTI

PREVISIONE DI RIVISITAZIONE DELLE CONDIZIONI E MODALITA’ PER L’ACCERTAMENTO DELLA TOSSICODIPENDENZA E

DE ’A CO DIPENDENZADELL’ALCOL DIPENDENZA

C. 4 BIS

ENTRO IL 31 DICEMBRE 2009, CON ACCORDO IN CONFERENZA STATO REGIONI ADOTTATO PREVIA CONSULTAZIONE DELLESTATO-REGIONI, ADOTTATO PREVIA CONSULTAZIONE DELLE

PARTI SOCIALI, VENGONO RIVISITATE LE CONDIZIONI E LE MODALITÀ PER L’ACCERTAMENTO DELLA TOSSICODIPENDENZA

E DELLA ALCOL DIPENDENZA.

170

DIVIETILE VISITE MEDICHE NON POSSONO ESSERE EFFETTUATE

PER ACCERTARE STATI DI GRAVIDANZA

NEGLI ALTRI CASI VIETATI DALLA NORMATIVA VIGENTENEGLI ALTRI CASI VIETATI DALLA NORMATIVA VIGENTE

ESITI (ricorribili entro 30 gg) ESPRESSI DA MCESITI (ricorribili entro 30 gg) – ESPRESSI DA MCa) idoneitàb) id ità i l t t i i ib) idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o

limitazionic) inidoneità temporanea (vanno precisati i limiti temporali di validità)c) inidoneità temporanea (vanno precisati i limiti temporali di validità)d) inidoneità permanente

RIPORTATI IN CARTELLA SANITARIARIPORTATI IN CARTELLA SANITARIA

171

COMUNICATI PER ISCRITTO A LAVORATORI E DATORE DI LAVORO

COMUNICATI PER ISCRITTO A LAVORATORI E DATORE DI LAVORO

GIUDIZI DI IDONEITA’: CHIARIMENTI RISPETTO A COPIE, ORIGINALI E POSSIBILITA’ DI RICORSO

ART. 41 C. 6 BIS (E ABROGAZIONE COMMA 8)

IL MEDICO COMPETENTE ESPRIME IL PROPRIO GIUDIZIO PER ISCRITTO DANDO COPIA DEL GIUDIZIO MEDESIMO AL LAVORATORE

VISITA PREVENTIVA, PERIODICA, SU RICHIESTA LAVORATORE, CAMBIO MANSIONE

ISCRITTO, DANDO COPIA DEL GIUDIZIO MEDESIMO AL LAVORATORE E AL DATORE DI LAVORO

ART. 41 C. 9

AVVERSO I GIUDIZI DEL MEDICO COMPETENTE IVI COMPRESI QUELLI FORMULATI IN FASE PREASSUNTIVA È AMMESSO RICORSO, ENTRO

TRENTA GIORNI DALLA DATA DI COMUNICAZIONE DEL GIUDIZIO MEDESIMO, ALL’ORGANO DI VIGILANZA

172

ART. 42 - PROVVEDIMENTI IN CASO DI INIDONEITÀ ALLA MANSIONE SPECIFICA

MODIFICHE C. 1 (E ABROGAZIONE COMMA

IL DATORE DI LAVORO E IL DIRIGENTE, ANCHE IN

2)2)

CONSIDERAZIONE DI QUANTO DISPOSTO DALLA LEGGE 68/1999 (“NORME PER IL DIRITTO AL LAVORO DEI DISABILI), IN RELAZIONE AI GIUDIZI DI CUI ALL’ART 41 C 6 ATTUA LEIN RELAZIONE AI GIUDIZI DI CUI ALL’ART. 41, C. 6 ATTUA LE MISURE INDICATE DAL MEDICO COMPETENTE E QUALORA LE STESSE PREVEDANO UNA INIDONEITA’ ALLA MANSIONELE STESSE PREVEDANO UNA INIDONEITA ALLA MANSIONE

SPECIFICA ADIBISCE IL LAVORATORE, OVE POSSIBILE, MANSIONI EQUIVALENTI O, IN DIFETTO, A MANSIONI

INFERIORI GARANTENDO IL TRATTAMENTO CORRISPONDENTE ALLE MANSIONI DI PROVENIENZA

173

SORVEGLIANZA SANITARIA NON OBBLIGATORIA: INDEBITA??

Sono vietati accertamenti da parte del datore di lavoro sulla pidoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore

dipendente.

Il controllo delle assenze per infermità può essere effettuato soltanto attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali

competenti i quali sono tenuti a compierlo quando il datore dicompetenti, i quali sono tenuti a compierlo quando il datore di lavoro lo richieda. Il datore di lavoro ha facoltà di far controllare

la idoneità fisica del lavoratore da parte di enti pubblici ed

174

istituti specializzati di diritto pubblico

ART. 15 – LEGGE 125 DEL 30.03.2004

“LEGGE QUADRO IN MATERIA DI ALCOL E DI PROBLEMILEGGE QUADRO IN MATERIA DI ALCOL E DI PROBLEMI ALCOL CORRELATI”

IN VIGORE DAL 15 APRILE 2006

DIVIETO DI ASSUNZIONE (LAVORATORE)

DIVIETO DI SOMMINISTRAZIONE (AZIENDA)

SANZIONE AMMINISTRATIVA PER ENTRAMBI DA 516 A 2 582 €

( )

ENTRAMBI DA 516 A 2.582 €

176

Art.15.(Disposi ioni per la sic re a s l la oro)(Disposizioni per la sicurezza sul lavoro)

1. Nelle attivita' lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sullavoro ovvero per la sicurezza, l'incolumita' o la salute dei terzi, individuatecon decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto conil Ministro della sanita', da emanare entro novanta giorni dalla data di entratain vigore della presente legge, e' fatto divieto di assunzione e disomministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.

2. Per le finalita' previste dal presente articolo i controlli alcolimetrici nei luoghidi lavoro possono essere effettuati esclusivamente dal medico competente aisensi dell'articolo 2 comma 1 lettera d) del decreto legislativo 19 settembresensi dell articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 19 settembre1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero dai medici del lavoro deiservizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro con funzioni divigilanza competenti per territorio delle aziende unita' sanitarie localivigilanza competenti per territorio delle aziende unita sanitarie locali.

177

continua Art.15.(Disposizioni per la sicurezza sul lavoro)

3. Ai lavoratori affetti da patologie alcolcorrelate che intendano accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione presso i servizi di cui all'articolo 9, comma 1, o presso altre strutture riabilitative, si applica l'articolo 124 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati dipsicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309.

4. Chiunque contravvenga alle disposizioni di cui al comma 1 e' punito con la sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da lire 1 milione a lire 5 milioni1 milione a lire 5 milioni

178

INDIVIDUAZIONE DELLE MANSIONI INDIVIDUAZIONE DELLE MANSIONI COIVOLTECOIVOLTE

PROVVEDIMENTO 16 marzo 2006

Intesa in materia di individuazione delle attività lavorative che comportano un elevato rischio dilavorative che comportano un elevato rischio di

infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi, ai fini del divieto dil incolumità o la salute dei terzi, ai fini del divieto di

assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche, ai sensi dell’ articolo 15

della legge 30 marzo 2001, n. 125. Intesa ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5

giugno 2003 n 131 (Repertorio atti n 2540)giugno 2003, n.131. (Repertorio atti n. 2540)

179

VERIFICA DEI CASI DI INTOSSICAZIONE ACUTA

COME VISTO LA NORMA PREVEDE LA POSSIBILITA’ DI ESEGUIRE CONTROLLI ALCOLIMETRICI SUL LUOGO DI LAVORO, DA PARTE DELCONTROLLI ALCOLIMETRICI SUL LUOGO DI LAVORO, DA PARTE DEL MEDICO COMPETENTE O DEI MEDICI DEL LAVORO DEI SERVIZI PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA CON FUNZIONI DI VIGILANZA.

CIONONOSTANTE, ALCUNI MEDICI COMPETENTI SOSTENGONO CHE I CONTROLLI POTREBBERO

ESSERE INSERITI SOLO NELLE VISITE DI ASSUNZIONE E PERIODICHE, E QUINDI NON EFFETTUANO

CONTROLLI ALCOLIMETRICI SUL LUOGO DI LAVORO PER VERIFICARE I CASI DI INTOSSICAZIONE ACUTA

ALTRI INVECE ESEGUONO TALI VERIFICHE A SORPRESA SUL LUOGO DI LAVOROSORPRESA SUL LUOGO DI LAVORO

181

VERIFICA DEI CASI DI INTOSSICAZIONE CRONICA

Art. 41, D. LGS. N. 81/08

Le visite mediche di cui al comma 2, a cura e spese del datore di lavoro,comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati alrischio ritenuti necessari dal medico competenterischio ritenuti necessari dal medico competente.

NEI CASI ED ALLE CONDIZIONI PREVISTE DALL'ORDINAMENTO, LE VISITE NEI CASI ED ALLE CONDIZIONI PREVISTE DALL'ORDINAMENTO, LE VISITE DIDI CUI CUI AL COMMA 2 LETTERE A) B) E D) SONO ALTRESÌ FINALIZZATE ALLA VERIFICAAL COMMA 2 LETTERE A) B) E D) SONO ALTRESÌ FINALIZZATE ALLA VERIFICA DIDIAL COMMA 2, LETTERE A), B) E D) SONO ALTRESÌ FINALIZZATE ALLA VERIFICA AL COMMA 2, LETTERE A), B) E D) SONO ALTRESÌ FINALIZZATE ALLA VERIFICA DIDIASSENZA ASSENZA DIDI CONDIZIONI CONDIZIONI DIDI ALCOL DIPENDENZA E ALCOL DIPENDENZA E DIDI ASSUNZIONE ASSUNZIONE DIDI SOSTANZE SOSTANZE

PSICOTROPE E STUPEFACENTIPSICOTROPE E STUPEFACENTI.

4-bis. Entro il 31 dicembre 2009, con accordo in Conferenza Stato-Regioni, adottato previa consultazione delle parti sociali, vengono rivisitate le condizioni e le modalità per l’accertamento della tossicodipendenza e della alcol dipendenzal accertamento della tossicodipendenza e della alcol dipendenza

ATTUALMENTE NON ESISTONO LEGGI / REGOLAMENTI NAZIONALI CHE DEFINISCANO

182

LE METODOLOGIE PER ESEGUIRE LA VERIFICANEL CASO DELL’ALCOL

REGIONE PIEMONTE BU46 15/11/2012 Deliberazione della Giunta Regionale 22 ottobre 2012, n. 21-48144814

Atto di indirizzo per la verifica del divieto di assunzione e di i i t i di b d l li h l lsomministrazione di bevande alcoliche e superalc. e per la

verifica di assenza di condizioni di alcol dip. nelle attivita‘lavorative che comportano un elevato rischio di infortunilavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l'incolumita' o la salute

dei terzi, ai sensi Allegato 1 Intesa Stato-Regioni 2006 e art. 41 4 bi D L 81/08 i41 c. 4-bis D.Lgs 81/08 e smi.

184

REGIONE PIEMONTE DGR 21 – 4814 (22.10.2012)

FRA LE MOTIVAZIONIFRA LE MOTIVAZIONI:

185


186


QUESTIONARIO

ESAME OBBIETIVOALLEGATO VI

187INDAGINI LABORATORIO

Una volta diagnosticato l'abuso di alcol è compito del medico competente rilasciare un giudizio di idoneità che escluda temporaneamente il

L’ALCOLISTA PUO’ USUFRUIRE DEI BENEFICI PREVISTI PER I

lavoratore dalle mansioni a rischio per sé o per gli altri

L ALCOLISTA PUO USUFRUIRE DEI BENEFICI PREVISTI PER I LAVORATORI TOSSICODIPENDENTI (ART. 29, L. 162)

SE ACCEDE AI PROGRAMMI TERAPEUTICI E DI RIABILITAZIONESE ACCEDE AI PROGRAMMI TERAPEUTICI E DI RIABILITAZIONE PRESSO I SERVIZI DELLE ASL … HA DIRITTO ALLA CONSERVAZIONE DEL POSTO (MAX 3 ANNI)

I CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO E GLI ACCORDI DI LAVORO PER IL PUBBLICO IMPIEGO POSSONO DETERMINARE SPECIFICHE MODALITÀ PER LA GESTIONE DELL’ASSENZA

PER LA SOSTITUZIONE DEI LAVORATORI CHE ACCEDONO AI PROGRAMMI DI RECUPERO È CONSENTITO IL RICORSO

MODALITÀ PER LA GESTIONE DELL’ASSENZA

PROGRAMMI DI RECUPERO È CONSENTITO IL RICORSO ALL'ASSUNZIONE A TEMPO DETERMINATO

188

ART. 125 - DPR N.309/1990

"TESTO UNICO DELLE LEGGI IN MATERIA DI DISCIPLINA DEGLI STUPEFACENTI E SOSTANZE PSICOTROPE,

PREVENZIONE CURA E RIABILITAZIONE DEI RELATIVIPREVENZIONE, CURA E RIABILITAZIONE DEI RELATIVI STATI DI TOSSICODIPENDENZA”

INDIVIDUAZIONE DELLE MANSIONI CHE COMPORTANO RISCHI PER LA SICUREZZA, L’INCOLUMITÀ E LA SALUTE DEI TERZI,

ALLO SCOPO DI SOTTOPORRE TALI LAVORATORI AD ACCERTAMENTO DI ASSENZA DI TOSSICODIPENDENZA PRIMAACCERTAMENTO DI ASSENZA DI TOSSICODIPENDENZA PRIMA

DELL’ASSUNZIONE IN SERVIZIO E SUCCESSIVAMENTE AD ACCERTAMENTI PERIODICI

189ELENCO NOTO DAL 30.10.2007

ATTIVITA’ ELENCATE IN ALLEGATO I

190

IL LAVORATORE E’ OBBLIGATO A SOTTOPORSI A SORVEGLIANZA SANITARIA OBBLIGATORIA

SANZIONE PENALE PER LAVORATORE (ART. 20, D. LGS. N. 81/08)

IL LAVORATORE DOVRA’ SOTTOPORSI A PERCORSO DI RECUPERO

OBBLIGO DI CAMBIO DI MANSIONE (NON NECESSARIAMENTE RISOLUZIONE RAPPORTO LAVORO)

191

RISOLUZIONE RAPPORTO LAVORO)SANZIONE PENALE PER DL STABILITA ALL’ART. 125, DPR 309 - 1990

3. In caso di accertamento dello stato di tossicodipendenza nel corso del rapporto di lavoro il datore di lavoro è tenuto a far cessare il lavoratore dall'espletamento della mansione checessare il lavoratore dall espletamento della mansione che comporta rischi per la sicurezza, la incolumità e la salute dei terzi.

4. In caso di inosservanza delle prescrizioni di cui ai commi 1 e 3, il datore di lavoro è punito con l'arresto da due a quattro3, il datore di lavoro è punito con l arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da lire dieci milioni a lire cinquanta milioni (1).

(1) Così modificato dall'art. 27, D.Lgs. 19 dicembre 1994, n. 758.

192

CON IL PROVVEDIMENTO APPROVATO IN CONFERENZA STATO REGIONI L’OBBLIGO DI ACCERTAMENTO DI ASSENZA DI

TOSSICODIPENDENZA E’ STATO DEFINITIVAMENTE ATTIVATO

193

Attivazione della procedura: trasmissione dell’elenco deilavoratori da sottoporre ad accertamenti da parte del datore di llavoro

Modalità di attivazione ed esecuzione degli accertamentigsanitari:

Accertamento pre-affidamento della mansioneAccertamento periodicoAccertamento periodicoAccertamento per ragionevole dubbioAccertamento dopo un incidenteAccertamento di follow up (monitoraggio cautelativo)Accertamento al rientro al lavoro, nella mansione a rischio,dopo un periodo di sospensione dovuto a precedente esitodopo un periodo di sospensione dovuto a precedente esito positivo

194

Procedure accertative di primo livello da parte del medico competente

ATTENZIONE AI FALSI POSITIVI

Procedure di laboratorio per l’effettuazione di t ti t i l i liti i di i li llaccertamenti tossicologico-analitici di primo livello

Procedure diagnostiche–accertative di secondo livello a carico delle strutture sanitarie competenti

195

CCO O 21 2011PUBBLICATO L’ 11 GENNAIO 2012PUBBLICATO L’ 11 GENNAIO 2012

• ACCORDO 21 dicembre 2011ACCORDO TRA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHESOCIALI, IL MINISTRO DELLA SALUTE, LE REGIONI E LE PROVINCESOCIALI, IL MINISTRO DELLA SALUTE, LE REGIONI E LE PROVINCEAUTONOME DI TRENTO E BOLZANO PER LA FORMAZIONE DEIDEILAVORATORI,LAVORATORI, PREPOSTIPREPOSTI EE DIRIGENTIDIRIGENTI AI SENSI DELL’ ART 37, c. 2DEL D LGS 81/08DEL D. LGS. 81/08

• ACCORDO 25 luglio 2012PUBBLICATO IL 18 AGOSTO 2012PUBBLICATO IL 18 AGOSTO 2012

ACCORDO TRA IL GOVERNO, LE REGIONI E LE PROVINCEAUTONOME DI TRENTO E BOLZANO, SUL DOCUMENTO PROPOSTODAL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALIDAL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALIRECANTE “ADEGUAMENTO E LINEE APPLICATIVE DEGLI ACCORDIEX ARTICOLO 34, c. 2 e 37, c. 2 DEL D. LGS. 81/08”

197197

L’ACCORDO DISCIPLINA AI SENSI DELL’ART 37 C 2 DEL D LGSL’ACCORDO DISCIPLINA, AI SENSI DELL’ART 37, C. 2, DEL D. LGS. 81/08, LA DURATA, I CONTENUTI MINIMI LE MODALITÀ DELLA

FORMAZIONE, NONCHÉ DELL’AGGIORNAMENTO, DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI

COME DEFINITI ALL’ART. 2, C. 1, LETTERA A), DEI PREPOSTI E DEI DIRIGENTI NONCHÉ LA FORMAZIONE FACOLTATIVA DEI SOGGETTIDIRIGENTI, NONCHÉ LA FORMAZIONE FACOLTATIVA DEI SOGGETTI

DI CUI ALL’ARTICOLO 21, COMMA 1, DEL D. LGS. 81/08 (LAVORATORI AUTONOMI, IMPRESE FAMILIARE, …)

L’ APPLICAZIONE DEI CONTENUTI DELL’ ACCORDO NEI RIGUARDI DEI DIRIGENTI E DEI PREPOSTINEI RIGUARDI DEI DIRIGENTI E DEI PREPOSTI,

PER QUANTO FACOLTATIVAPER QUANTO FACOLTATIVA, COSTITUISCE CORRETTA APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 37, COMMA 7, DEL D. LGS. N. 81/08.

198198

LA FORMAZIONE DELL’ACCORDO È DISTINTA DA QUELLA PREVISTA DAI TITOLI SUCCESSIVI AL I DEL D LGS N 81/08PREVISTA DAI TITOLI SUCCESSIVI AL I DEL D. LGS N. 81/08

O DA ALTRE NORME, RELATIVE A MANSIONI O AD ATTREZZATURERELATIVE A MANSIONI O AD ATTREZZATURERELATIVE A MANSIONI O AD ATTREZZATURE RELATIVE A MANSIONI O AD ATTREZZATURE

PARTICOLARI. PARTICOLARI.

QUALORA IL LAVORATORE SVOLGA OPERAZIONI E SVOLGA OPERAZIONI E UTILIZZI ATTREZZATUREUTILIZZI ATTREZZATURE PER CUI IL D LGS N 81/08UTILIZZI ATTREZZATURE UTILIZZI ATTREZZATURE PER CUI IL D. LGS. N. 81/08

PREVEDA PERCORSI FORMATIVI ULTERIORI, SPECIFICI E MIRATI (ARTICOLO 28 COMMA 2 LETTERA FARTICOLO 28 COMMA 2 LETTERA F) QUESTIMIRATI (ARTICOLO 28 COMMA 2 LETTERA FARTICOLO 28 COMMA 2 LETTERA F), QUESTI

ANDRANNO AD INTEGRARE LA FORMAZIONE OGGETTO DELL’ ACCORDO

199

DELL ACCORDO

199

LA FORMAZIONE GENERALE E SPECIFICA PREVISTA NELL’ACCORDO A CARICO DEI LAVORATORI COPRE ANCHE TUTTI GLI OBBLIGHI DI

FORMAZIONE PREVISTI AI TITOLI DEL D. LGS. N. 81/08 DIVERSI DALFORMAZIONE PREVISTI AI TITOLI DEL D. LGS. N. 81/08 DIVERSI DAL TITOLO I

QUANDO LA PREVISIONE NORMATIVA FACCIA RIFERIMENTO A C I I I “ O A IO A GUA A” O SI ILI S A S CI ICACRITERI DI “FORMAZIONE ADEGUATA” O SIMILI, SENZA SPECIFICARE DURATA E MODALITÀ PRECISE (ES. MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI

CARICHI, VIDEOTERMINALI, ATTREZZATURE DI LAVORO, ….), , , )

AD ESCLUSIONE DEI CORSI PREVISTI DA DISPOSIZIONI “SPECIALI” CHE INDIVIDUINO IN MODO PUNTUALE E PECULIARE ARGOMENTI EINDIVIDUINO IN MODO PUNTUALE E PECULIARE ARGOMENTI E

CONTENUTI (AD ESEMPIO, QUELLA PREVISTA DALL’ART. 73, C. 5 DEL TESTO UNICO (CARRELLI, GRU,….. MEGLIO DEFINITA NELL’ACCORDO

CONFERENZA STATO REGIONI DEL 22.02.2012), QUELLA DI CUI ALL’ART. 136, C.6 DEL TESTO UNICO (MONTATORI PONTEGGI), QUELLA

PREVISTA DALL’ART 258 DEL TESTO UNICO (AMIANTO)

200200

PREVISTA DALLART. 258 DEL TESTO UNICO (AMIANTO).

I CONTENUTI DELL’ACCORDO SONO FACOLTATIVI PER COMPONENTI DELL’IMPRESA SONO FACOLTATIVI PER COMPONENTI DELL’IMPRESA FAMILIAREFAMILIARE DI CUI ALL’ARTICOLO 230‐BIS DEL CODICE CIVILE, I LAVORATORI

AUTONOMI CHE COMPIONO IMPRESE E SERVIZI AI SENSI DELL’ART. 2222 DEL CODICE CIVILE I COLTIVATORI DIRETTI DEL FONDO I SOCI DELLE SOCIETÀ SEMPLICI OPERANTICIVILE, I COLTIVATORI DIRETTI DEL FONDO, I SOCI DELLE SOCIETÀ SEMPLICI OPERANTI

NEL SETTORE AGRICOLO, GLI ARTIGIANI E I PICCOLI COMMERCIANTI

LA FORMAZIONE DI CUI SI TRATTA NELL’ACCORDO NON COMPRENDE NON COMPRENDE L’ADDESTRAMENTO, NÉ LA SPECIFICA FORMAZIONE PER LE SQUADRE DI

EMERGENZA

SI VEDRA’ CHE LA DURATA DELLA FORMAZIONE E’ STABILITA CON RIFERIMENTO AL “CODICE ATECO”.

PER ALCUNE AZIENDE, CHE RIENTRANO NEL RISCHIO BASSO COME CODICE ATECO MA PER LE QUALI LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO HA FATTO EMERGERE L’ESISTENZA DIRISCHI SIGNIFICATIVI POTREBBE ESSERE IN OGNI CASO NECESSARIO REALIZZARE

201201

RISCHI SIGNIFICATIVI, POTREBBE ESSERE IN OGNI CASO NECESSARIO REALIZZARE CORSI ADEGUATI ALLE EFFETTIVE CONDIZIONI DI RISCHIO (MEDIO O ALTO)

LA FORMAZIONE SVOLTA IN ALCUNI SETTORI IN APPLICAZIONE DINORME PUNTUALI E SPECIFICHE (ES. AZIENDE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE) CHE PREVEDANO PERCORSI FORMATIVI EQUIVALENTI ORILEVANTE) CHE PREVEDANO PERCORSI FORMATIVI EQUIVALENTI O SUPERIORI A QUELLI PREVISTI NELL’ACCORDO, PUÒ ESSERE RITENUTA SUFFICIENTE SIA SE SVOLTA PRIMA CHE DOPO L’ENTRATA IN VIGORESUFFICIENTE SIA SE SVOLTA PRIMA CHE DOPO L ENTRATA IN VIGORE

DELL’ACCORDO

RESTANO FERME LE INDICAZIONI DELL’ART. 37, C. 2, RELATIVE ALLA DEFINIZIONE DEI MOMENTI IN CUI È OBBLIGATORIO FARE FORMAZIONE DEI LAVORATORI: ILMOMENTI IN CUI È OBBLIGATORIO FARE FORMAZIONE DEI LAVORATORI: IL

PERCORSO DELL’ACCORDO COSTITUISCE UN PERCORSO MINIMO, PERCORSO MINIMO, SUFFICIENTE RISPETTO AL DATO NORMATIVO SALVO CHE ESSO NON DEBBA ESSERE INTEGRATO TENENDO CONTOTENENDO CONTO DIDI QUANTO EMERSO NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI O NEI CASIQUANTO EMERSO NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI O NEI CASITENENDO CONTO TENENDO CONTO DIDI QUANTO EMERSO NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI O NEI CASI QUANTO EMERSO NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI O NEI CASI PREVISTI DALLA LEGGE (INTRODUZIONE NUOVE PROCEDURE PREVISTI DALLA LEGGE (INTRODUZIONE NUOVE PROCEDURE DIDI LAVORO, NUOVE LAVORO, NUOVE

SOSTANZE CHIMICHE, NUOVE ATTREZZATURE SOSTANZE CHIMICHE, NUOVE ATTREZZATURE DIDI LAVORO)LAVORO)

202202

SI VEDRA’ CHE LA FORMAZIONE PER I LAVORATORI PREVEDE UNA FORMAZIONE GENERALE, SEMPRE DI DURATA 4 ORE, ED UNA

SPECIFICA ( DA 4 ORE – CODICI ATECO CON RISCHIO BASSO, A 12 ORE – CODICI ATECO CON RISCHIO ALTO)

I LAVORATORI DI AZIENDE CHE NON SVOLGANO MANSIONI CHE COMPORTINO LA LORO PRESENZA,MANSIONI CHE COMPORTINO LA LORO PRESENZA,

ANCHE SALTUARIA, NEI REPARTI PRODUTTIVI, POSSONO FREQUENTARE I CORSI INDIVIDUATI PER IL POSSONO FREQUENTARE I CORSI INDIVIDUATI PER IL

RISCHIO BASSORISCHIO BASSOPRESCINDENDO DAL PRESCINDENDO DAL SETTORE DI APPARTENENZA

DELL’AZIENDADELL’AZIENDA((cioe’cioe’, in tutto 8 ore di formazione, 4 generale + 4 specifica), in tutto 8 ore di formazione, 4 generale + 4 specifica)

203203

FORMAZIONE LAVORATORI

DURATA MINIMAMINIMA DELLA FORMAZIONE RICONOSCIMENTI E SCADENZE

FORMAZIONE GENERALE LAVORATORI

FORMAZIONE SPECIFICA

AGGIORNAMENTO E PERIODICITA’

RICONOSCIMENTO DELLA FORMAZIONE PREGRESSA

TEMPISTICHE PER EFFETTUARE LA FORMAZIONE

TEMPISTICHE PER EFFETTUARE L’AGGIORNAMENTO IN CASO

DI RICONOSCIMENTO LAVORATORI FORMAZIONE

FORMAZIONE PREGRESSA

4 ORE PER TUTTI I SETTORI

RISCHIO BASSO: 4 ORE

RISCHIO MEDIO 6 ORE PER TUTTI ISE SI PUO’ DIMOSTRARE NESSUNA PER I

l’obbligo di aggiornamento per lavoratori per i quali la

I SETTORI RISCHIO MEDIO: 8 ORE

RISCHIO ALTO: 12 ORE

6 ORE PER TUTTI I SETTORI

(VERBALI, RIUNIONE ANNUALE, REGISTRI, …) CHE

E’ STATA GIA’SOMMINISTRATA UNA

FORMAZIONE DI CONTENUTI

NESSUNA PER I LAVORATORI IN FORZA

PER I NEO ASSUNTI, PRIMA

p qformazione sia stata erogata prima dell’11 gennaio 2007 doveva essere ottemperato entro l’11 gennaio 2013

CREDITO FORMATIVO

RICONOSCIBILE IN ALCUNI CASI COME CREDITO FORMATIVO QUINQUENNALE

ADEGUATI SUGLI ARGOMENTI INDICATI NEL D. LGS. N. 81/08 – NON E’

NECESSARIO CHE TALI CORSI ABBIANO LA DURATA

PRIMA DELL’ASSUNZIONE O ENTRO E NON OLTRE 60 GIORNI DALL’ASSUNZIONE

se la formazione pregressa è stata eseguita dopo l’11

gennaio 2007, l’aggiornamento andrà

eseguito entro l’ 11 gennaio FORMATIVO PERMANENTE

FORMATIVO PERMANENTE LA FORMAZIONE DI

SETTORE

QUINQUENNALEINDICATA NELL’ACCORSO 2017

L’ ACCORDO NON PREVEDE CHE I LAVORATORI SOSTENGANO PROVE DI VERIFICA A FINE CORSO, PUO’ ESSERE TUTTAVIA CORRETTO ASSICURARE UNA VERIFICA DELL’EFFICACIA DELLA FORMAZIONE – E’ POSSIBILE CHE LA FORMAZIONE BASE E L’AGGIORNAMENTO SIANO ESEGUITE IN E‐LEARNING, CON TUTTE LE

CARATTERISTICHE RICHIESTE, COMPRESA LA PROVA FINALE OBBLIGATORIA IN PRESENZA, ANCHE IN VIDEOCONFERENZA

IL NUMERO DI ORE DI FORMAZIONE INDICATO PER CIASCUN SETTORE COMPRENDE LA “FORMAZIONE GENERALE” E QUELLA “SPECIFICA”, MA NON L’ADDESTRAMENTO O LA FORMAZIONE SPECIALE PREVISTA PER L’ESECUZIONE DI ALCUNE ATTIVITA’

204CONTENUTI DELLA FORMAZIONECONTENUTI DELLA FORMAZIONE ALLEGATO IIALLEGATO II

FORMAZIONE “FACOLTATIVA” PREPOSTI

DURATA MINIMAMINIMA DELLA FORMAZIONE RICONOSCIMENTI E SCADENZE

FORMAZIONE LAVORATORI (GENERALE E SPECIFICA )

FORMAZIONE PARTICOLARE AGGIUNTIVAPREPOSTI

AGGIORNAMENTO E PERIODICITA’RICONOSCIMENTO DELLA FORMAZIONE PREGRESSA


4 ORE

6 ORE, COMPRENDENTI GLI ARGOMENTI RELATIVI

ALL’AGGIORNAMENTO DELLA FORMAZIONE PER LAVORATORI E LE TEMATICHE RELATIVE ALLA

PER I PREPOSTI IN FORZA NONE’ NECESSARIO RIPETERE LA FORMAZIONE SE SONO STATE

GIÀ PIENAMENTE RISPETTATE LE

• PER I PREPOSTI IN FORZA ALL’11 GENNAIO 2012 CHE NON HANNO ANCORA SVOLTO I CORSI ART. 37 C. 7 LA FORMAZIONE DEVE ESSERE ESEGUITA ENTRO 11 LUGLIO 20134 ORE

FORMAZIONE GENERALE

+

8 ORE

CREDITO

LE TEMATICHE RELATIVE ALLA RESPONSABILITA’ DEI PREPOSTI INDICAZIONI LEGISLATIVE IN

VIGORE PRIMA DELL’11 GENNAIO 2012

• PER I PREPOSTI IN FORZA ALL’11 GENNAIO 2012 CHE HANNO GIÀ SVOLTO I CORSI ART. 37 C. 7 (FORMAZIONE PREGRESSA) ’4 ORE RISCHIO

BASSOOPPURE

8 ORE RISCHIO MEDIO

C OFORMATIVO PERMANENTE (FINO A CHE IL RAPPORTO DIPREPOSIZIONE

CIOE’ ESECUZIONE DI CORSI DIFORMAZIONE CONGRUENTI CON L’ART. 37, C. 7 (CHE NON DEFINISCE DURATA MINIMA, MA SOLO GLI ARGOMENTI)

L’AGGIORNAMENTO DEVE ESSERE SVOLTO ENTRO L’11 GENNAIO 2013 SE I CORSI RICONOSCIUTI SONO STATI SVOLTI PRIMA DELL’11 GENNAIO 2007, O ENTRO 11 GENNAIO 2017 NEGLI ALTRI CASIOPPURE

12 ORE RISCHIO ALTO

NON MUTA IN MODO

SIGNIFICATIVO)QUINQUENNALE

MA SOLO GLI ARGOMENTI) SVOLTI PRIMA DELL’11

GENNAIO 2012

NEGLI ALTRI CASI.

• PER I NEO ASSUNTI , ANTERIORMENTE O SE NON E’ POSSIBILE CONTESTUALMENTE ALL’ ASSUNZIONE O ENTRO E NON OLTREASSUNZIONE O ENTRO E NON OLTRE 60 GIORNI DALL’ASSUNZIONE

I PREPOSTI DEVONO SOSTENERE UNA PROVA DI VERIFICA A FINE CORSO’ ’ ( )

205205

E’ POSSIBILE SVOLGERE IN MODALITA’ E‐LEARNING DI CARATTERISTICHE IDONEE ALCUNE PARTI DELLA FORMAZIONE DEI PREPOSTI (punti da 1 a 5) E TUTTO L’AGGIORNAMENTO, CON PROVA FINALE IN PRESENZA (ANCHE IN VIDEOCONFERENZA)

CONTENUTI DELLA FORMAZIONECONTENUTI DELLA FORMAZIONE

FORMAZIONE “FACOLTATIVA” DIRIGENTI

DURATA MINIMAMINIMA DELLA FORMAZIONE

RICONOSCIMENTI E SCADENZE

TEMPISTICHE PER

FORMAZIONEAGGIORNAMENTO E PERIODICITA’

RICONOSCIMENTO DELLA FORMAZIONE PREGRESSA


TEMPISTICHE PER EFFETTUARE

L’AGGIORNAMENTO IN CASO DI RICONOSCIMENTO DI FORMAZIONE PREGRESSA

16 ORE

NON SONO TENUTI A FREQUENTARE IL CORSO DI FORMAZIONE I DIRIGENTI CHE DIMOSTRINO DI AVER SVOLTO, ALLA DATA

DI PUBBLICAZIONE DEL PRESENTE

PER I DIRIGENTI IN FORZA, IN ASSENZA DI ESONERO ENTRO L’11 LUGLIO 2013

PER I DIRIGENTI IN FORZAALL’11 GENNAIO 2012CHE HANNO GIÀ SVOLTOI CORSI ART. 37 C. 7(FORMAZIONE

(SOSTITUTIVEANCHE DIQUELLE DI

FORMAZIONE

6 ORE

Q Q

ACCORDO, UNA FORMAZIONE CON CONTENUTI CONFORMI ALL’ART. 3 DEL

D.M. 16/01/1997 EFFETTUATA DOPO IL 14 AGOSTO 2003 O A QUELLI DEL MODULO A PER ASPP e RSPP PREVISTO NELL’ACCORDO

PER I NEO ASSUNTI ANTERIORMENTE O SE NON POSSIBILE CONTESTUALMENTE ALL’ ASSUNZIONE O ENTRO E NON O 60 G O

(FORMAZIONEPREGRESSA)L’AGGIORNAMENTODEVE ESSERE SVOLTOENTRO L’11 GENNAIO2013 SE I CORSI

DEI LAVORATORI)

QUINQUENNALE STATO REGIONI DEL 26 GENNAIO 2006, PUBBLICATO SU GU N. 37 DEL 14 FEBBRAIO

2006.

OLTRE 60 GIORNI DALL’ASSUNZIONE

2013 SE I CORSIRICONOSCIUTI SONOSTATI SVOLTI PRIMADELL’11 GENNAIO 2007,O ENTRO 11 GENNAIO2017 NEGLI ALTRI CASI

I DIRIGENTI DEVONO SOSTENERE UNA PROVA DI VERIFICA A FINE CORSOE’ POSSIBILE SVOLGERE IN MODALITA’ E‐LEARNING DI CARATTERISTICHE IDONEE TUTTA LA FORMAZIONE E TUTTO L’AGGIORNAMENTO, CON PROVA FINALE

IN PRESENZA (ANCHE IN VIDEOCONFERENZA)

206CONTENUTI DELLA FORMAZIONECONTENUTI DELLA FORMAZIONE

ORGANISMO PARITETICO

I CORSI DI FORMAZIONE SOLO PER I LAVORATORI SOLO PER I LAVORATORI VANNO REALIZZATI PREVIA RICHIESTA VANNO REALIZZATI PREVIA RICHIESTA DIDI COLLABORAZIONE AGLI ENTI BILATERALI COLLABORAZIONE AGLI ENTI BILATERALI

(( ’E AGLI ORGANISMI PARITETICI E AGLI ORGANISMI PARITETICI ((COSTITUITI NELL’AMBITO DELLE ASSOCIAZIONI DEI DATORI DI LAVORO E DEI PRESTATORI DI LAVORO COMPARATIVAMENTE PIÙ

RAPPRESENTATIVE SUL PIANO NAZIONALE E CHE OPERINO NEL SETTORE E NEL TERRITORIO DI COMPETENZA)

SE ESISTE ED HA I REQUISITI DI LEGGE (RAPPRESENTATIVITÀ: ORGANIZZAZIONI Q (DATORIALI O SINDACALI FIRMATARIE DI CONTRATTI DI LAVORO)

IL TERRITORIO DI RIFERIMENTO È QUELLO PROVINCIALE, SALVO CHE IL SISTEMAIL TERRITORIO DI RIFERIMENTO È QUELLO PROVINCIALE, SALVO CHE IL SISTEMA DI PARITETICITÀ NON SIA COSTITUITO A LIVELLO SUPERIORE (REGIONALE O

NAZIONALE)

SE SONO PRESENTI MOLTEPLICI ORGANISMI PARITETICI, BASTA CHE LA RICHIESTA DI COLLABORAZIONE SIA INVIATA DALL’AZIENDA AD UNO SOLO

207

RICHIESTA DI COLLABORAZIONE SIA INVIATA DALLAZIENDA AD UNO SOLO

ORGANISMO PARITETICO

IN CASO DI ASSENZA DI RISPOSTA ENTRO 15 GIORNIENTRO 15 GIORNI, SI INTENDE CHE L’ORGANISMO PARITETICO NON HA OSSERVAZIONI O PROPOSTE DI

COLLABORAZIONE DA METTERE IN ATTO

LE AZIENDE CON PIÙ SEDI POTRANNO RIVOLGERSI ALL’ORGANISMO

COLLABORAZIONE DA METTERE IN ATTO

PARITETICO PRESENTE NEL TERRITORIO DELLA SEDE LEGALE DELL’IMPRESA

IL DATORE DI LAVORO TIENE CONTO DELLA RISPOSTA SENZA CHE DEBBA PER FORZA SVOLGERE LA FORMAZIONE CON L’ORGANSIMO PARITETICO

NE’ TENERE CONTO DELLE INDICAZIONI

208OPP VERONAOPP VERONA

REQUISITI DEI DOCENTI

I CORSI DEVONO ESSERE TENUTI:

DA DOCENTI INTERNI O ESTERNI ALL’AZIENDA CHE POSSONODA DOCENTI INTERNI O ESTERNI ALLAZIENDA CHE POSSONO DIMOSTRARE DI POSSEDERE

ESPERIENZA ALMENO TRIENNALEESPERIENZA ALMENO TRIENNALEESPERIENZA ALMENO TRIENNALE ESPERIENZA ALMENO TRIENNALE DIDI INSEGNAMENTO O PROFESSIONALE INSEGNAMENTO O PROFESSIONALE

IN MATERIA IN MATERIA DIDI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO.SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO.

L’ESPERIENZA PROFESSIONALE PUO’ CONSISTERE ANCHE NELLO SVOLGIMENTO PER UN TRIENNIO DEI COMPITI NELLO SVOLGIMENTO PER UN TRIENNIO DEI COMPITI DIDI

RESPONSABILE DEL SERVIZIO RESPONSABILE DEL SERVIZIO DIDI PREVENZIONE E PROTEZIONEPREVENZIONE E PROTEZIONE, ANCHE CON RIFERIMENTO AL DATORE DI LAVOROANCHE CON RIFERIMENTO AL DATORE DI LAVORO

GLI ENTI DI VIGILANZA DOVREBBERO VERIFICARE LA CONTINUITÀ DI ESECUZIONE DELLE FUNZIONI SPECIFICATE PER ALMENO TRE ANNI NEL QUINQUIENNIO ANTERIORE L’11 GENNAIO 2012) – L’ATTIVITÀ

209

SPECIFICATE PER ALMENO TRE ANNI NEL QUINQUIENNIO ANTERIORE L 11 GENNAIO 2012) – LATTIVITÀ PROFESSIONALE PUÒ ESSERE, AD ESEMPIO, QUELLA DI R.SPP

(NOTA: A.SPP NON RICHIAMATO ESPLICITAMENTE)

ORGANIZZAZIONE DELLA FORMAZIONE

PER CIASCUN CORSO SI DOVRÀ PREVEDEREPER CIASCUN CORSO SI DOVRÀ PREVEDERE:

A) SOGGETTO ORGANIZZATORE DEL CORSO, IL QUALE PUÒ ESSERE ANCHE IL DATORE DI LAVORO;

B) UN RESPONSABILE DEL PROGETTO FORMATIVO, IL QUALE PUÒ ESSERE ILDOCENTE STESSO;

)C) NOMINATIVI DEI DOCENTI;

D) UN NUMEROMASSIMO DI PARTECIPANTI AD OGNI CORSO PARI A 35 UNITÀ;

E) IL REGISTRO DI PRESENZA DEI PARTECIPANTI;E) IL REGISTRO DI PRESENZA DEI PARTECIPANTI;

F) L’OBBLIGO DI FREQUENZA DEL 90% DELLE ORE DI FORMAZIONE PREVISTE;

G) DECLINAZIONE DEI CONTENUTI TENENDO PRESENTI: LE DIFFERENZE DI GENERE,) ,DI ETÀ, DI PROVENIENZA E LINGUA, NONCHÉ QUELLI CONNESSI ALLA SPECIFICATIPOLOGIA CONTRATTUALE ATTRAVERSO CUI VIENE RESA LA PRESTAZIONE DILAVORO

210

LAVORO.

210

NEI CONFRONTI DEI LAVORATORI STRANIERI I CORSI DOVRANNO ESSERE REALIZZATI

PREVIA VERIFICA DELLA COMPRENSIONE E CONOSCENZA DELLA LINGUAPREVIA VERIFICA DELLA COMPRENSIONE E CONOSCENZA DELLA LINGUAPREVIA VERIFICA DELLA COMPRENSIONE E CONOSCENZA DELLA LINGUAPREVIA VERIFICA DELLA COMPRENSIONE E CONOSCENZA DELLA LINGUACON MODALITÀ CHE ASSICURINO LA COMPRENSIONE DEI CONTENUTI DEL CORSO DI FORMAZIONE, QUALI, AD ESEMPIO, LA PRESENZA DI UN

MEDIATORE INTERCULTURALE O DI UN TRADUTTORE

ANCHE AI FINI DI UN PIÙ RAPIDO ABBATTIMENTO DELLE BARRIEREANCHE AI FINI DI UN PIÙ RAPIDO ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE LINGUISTICHE, ONDE GARANTIRE L’EFFICACIA E LA FUNZIONALITÀ DELL’ESPLETAMENTO DEL PERCORSO FORMATIVO E CONSIDERATA

L’ATTITUDINE DEI SISTEMI INFORMATICI A FAVORIRE L’APPRENDIMENTO, POTRANNO ESSERE PREVISTI NEI CONFRONTI DEI LAVORATORI

STRANIERI SPECIFICI PROGRAMMI DI FORMAZIONE PRELIMINARE INSTRANIERI SPECIFICI PROGRAMMI DI FORMAZIONE PRELIMINARE IN MODALITÀ E‐LEARNING.

MODALITA’ CONSENTITA (PER I LAVORATORI)

211211

( )SOLO PER FORMAZIONE GENERALE

ED AGGIORNAMENTO A CERTE CONDIZIONI

ELEMENTI MINIMI DEGLI ATTESTATI

Indicazione del soggetto organizzatore del corso

Normativa di riferimento

Dati anagrafici del partecipante al corso

Specifica della tipologia del corso seguito conindicazione del settore di riferimento e relativomonte ore frequentato (l’indicazione del settore èindispensabile ai fini del riconoscimento dei crediti)indispensabile ai fini del riconoscimento dei crediti)

Periodo di svolgimento del corso

Firma del soggetto organizzatore del corsoFirma del soggetto organizzatore del corso

212

LA FORMAZIONE PUÒ AVVENIRE SIA IN AULA CHE SUL LUOGO SIA IN AULA CHE SUL LUOGO DIDI LAVOROLAVORO(ES. TRAINING ON THE JOB)

LA FORMAZIONE PUÒ AVVENIRE CON METODOLOGIA EE‐‐LEARNINGLEARNING ,SOLO A DETERMINATE CONDIZIONI:

La formazione va realizzata attraverso una strumentazione idonea a permettere l’utilizzo diLa formazione va realizzata attraverso una strumentazione idonea a permettere l utilizzo ditutte le risorse necessarie allo svolgimento del percorso formativoDevono essere previste prove di autovalutazione, distribuite lungo tutto il percorso.Le prove di valutazione “in itinere” possono essere effettuate (ove tecnologicamenteLe prove di valutazione in itinere possono essere effettuate (ove tecnologicamentepossibile) in presenza telematica. La verifica di apprendimento finale va effettuata inpresenza. Delle prove e della verifica finale deve essere data presenza agli atti dell’azioneformativa.Deve essere garantita la presenza un esperto tutor /docente con esperienza triennale didocenza o insegnamento o professionale in materia di salute e sicurezzaDeve essere possibile memorizzare i tempi di fruizione (ore di collegamento) ovvero dareprova che l’intero percorso sia stato realizzato.La durata della formazione deve essere validata dal tutor e certificata dai sistemi ditracciamento della piattaforma per l’e‐Learning.Deve essere garantita la possibilità di ripetere parti del percorso formativo secondo gliobiettivi formativi, purché rimanga traccia di tali ripetizioni in modo da tenerne conto insede di valutazione finale, e di effettuare stampe del materiale utilizzato per le attivitàf i

213

formative.L’accesso ai contenuti successivi deve avvenire secondo un percorso obbligato (che nonconsenta di evitare una parte del percorso). 213

UTILIZZO DELLE MODALITÀ DI APPRENDIMENTO E‐LEARNING

L’utilizzo delle modalità di apprendimento e-Learning è consentito per:

LA FORMAZIONE GENERALE PER I LAVORATORIFORMAZIONE GENERALE PER I LAVORATORI;LA FORMAZIONE GENERALE PER I LAVORATORIFORMAZIONE GENERALE PER I LAVORATORI;LA FORMAZIONE DEIFORMAZIONE DEI DIRIGENTIDIRIGENTI;I CORSI CORSI DIDI AGGIORNAMENTOAGGIORNAMENTO;PARTE DELLA FORMAZIONE DEI PREPOSTIFORMAZIONE DEI PREPOSTI, PROGETTIPROGETTI FORMATIVIFORMATIVI SPERIMENTALISPERIMENTALI, EVENTUALMENTEINDIVIDUATI DA REGIONI E PROVINCE AUTONOME NEI LORO ATTIINDIVIDUATI DA REGIONI E PROVINCE AUTONOME NEI LORO ATTIDI RECEPIMENTO DEL PRESENTE ACCORDO, CHE PREVEDANOL’UTILIZZO DELLE MODALITÀ DI APPRENDIMENTO E-LEARNINGANCHE PER LA FORMAZIONE SPECIFICA DEI LAVORATORI E DEIPREPOSTI.

214214

METODOLOGIA DI INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO

AA GARANTIREGARANTIRE UNUN EQUILIBRIOEQUILIBRIO TRATRA LEZIONILEZIONI FRONTALIFRONTALI ESERCITAZIONIESERCITAZIONI TEORICHETEORICHE EEA.A. GARANTIREGARANTIRE UNUN EQUILIBRIOEQUILIBRIO TRATRA LEZIONILEZIONI FRONTALI,FRONTALI, ESERCITAZIONIESERCITAZIONI TEORICHETEORICHE EEPRATICHEPRATICHE EE RELATIVERELATIVE DISCUSSIONIDISCUSSIONI, NONCHÉ LAVORI DI GRUPPO, NEL RISPETTO DELMONTE ORE COMPLESSIVO PREFISSATO PER OGNI MODULO;

BB FAVORIREFAVORIRE METODOLOGIEMETODOLOGIE DIDI APPRENDIMENTOAPPRENDIMENTO INTERATTIVEINTERATTIVE OVVEROOVVERO BASATEBASATE SULSULB.B. FAVORIREFAVORIRE METODOLOGIEMETODOLOGIE DIDI APPRENDIMENTOAPPRENDIMENTO INTERATTIVEINTERATTIVE OVVEROOVVERO BASATEBASATE SULSULPROBLEMPROBLEM SOLVINGSOLVING,, APPLICATEAPPLICATE AA SIMULAZIONISIMULAZIONI EE SITUAZIONISITUAZIONI DIDI CONTESTOCONTESTO SUSUPROBLEMATICHEPROBLEMATICHE SPECIFICHESPECIFICHE, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AI PROCESSI DIVALUTAZIONE E COMUNICAZIONE LEGATI ALLA PREVENZIONEVALUTAZIONE E COMUNICAZIONE LEGATI ALLA PREVENZIONE;

C.C. PREVEDEREPREVEDERE DIMOSTRAZIONI,DIMOSTRAZIONI, SIMULAZIONISIMULAZIONI ININ CONTESTOCONTESTO LAVORATIVOLAVORATIVO EE PROVEPROVEPRATICHEPRATICHE;

D.D. FAVORIRE,FAVORIRE, OVEOVE POSSIBILE,POSSIBILE, METODOLOGIEMETODOLOGIE DIDI APPRENDIMENTOAPPRENDIMENTO INNOVATIVE,INNOVATIVE, ANCHEANCHEININ MODALITÀMODALITÀ EE‐‐LEARNINGLEARNING E CON RICORSO A LINGUAGGI MULTIMEDIALI, CHEGARANTISCANO L’IMPIEGO DI STRUMENTI INFORMATICI QUALI CANALI DIGARANTISCANO L IMPIEGO DI STRUMENTI INFORMATICI QUALI CANALI DIDIVULGAZIONE DEI CONTENUTI FORMATIVI, ANCHE AI FINI DI UNA MIGLIORECONCILIAZIONE TRA ESIGENZE PROFESSIONALI E ESIGENZE DI VITA PERSONALE DEIDISCENTI E DEI DOCENTI

215

DISCENTI E DEI DOCENTI.

215

CREDITI FORMATIVI PREGRESSI PER LAVORATORI, DIRIGENTI E PREPOSTI DELL’AZIENDADELLAZIENDA

NON SONO TENUTI A FREQUENTARE I NUOVI CORSI SECONDO GLINON SONO TENUTI A FREQUENTARE I NUOVI CORSI SECONDO GLI ACCORDI I LAVORATORI, DIRIGENTI E PREPOSTI CHE ABBIANO

FREQUENTATO CORSI RISPETTOSI DELLE PREVISIONI NORMATIVE E CONTRATTUALI ENTRO L’11 GENNAIO 2013CONTRATTUALI ENTRO L 11 GENNAIO 2013,

SE TALI CORSI ERANO STATI FORMALMENTE E DOCUMENTALMENTE APPROVATI ENTRO L’11 GENNAIO 2012

LA LOCUZIONE “FORMALMENTE E DOCUMENTALMENTE APPROVATI” VA INTESA NEL SENSO CHE DEVE ESISTERE UNA

DOCUMENTAZIONE (QUALE UNA RICHIESTA DI FINANZIAMENTO UNDOCUMENTAZIONE (QUALE UNA RICHIESTA DI FINANZIAMENTO, UN BANDO, UN PROGRAMMA PUNTUALE DI ATTIVITÀ CHE RISULTI DA

UN ACCORDO COLLETTIVO O UN VERBALE DI RIUNIONE PERIODICA) CHE PROVI CHE ALL’11 GENNAIO 2012 LAPERIODICA) CHE PROVI CHE ALL’11 GENNAIO 2012 LA

PROGETTAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL CORSO ERA GIÀ MOLTO AVANZATA

216216

CREDITI FORMATIVI PREGRESSI PER LAVORATORI SOMMINISTRATI

QUALORA IL LAVORATORE VADA A COSTITUIRE UN NUOVO RAPPORTOCOSTITUIRE UN NUOVO RAPPORTO DIDI LAVORO OLAVORO O DIDICOSTITUIRE UN NUOVO RAPPORTO COSTITUIRE UN NUOVO RAPPORTO DIDI LAVORO O LAVORO O DIDI

SOMMINISTRAZIONESOMMINISTRAZIONE CON UN’AZIENDA DELLO STESSO SETTORE DELLO STESSO SETTORE PRODUTTIVO CUI APPARTENEVA QUELLA D’ORIGINE O

PRECEDENTE COSTITUISCEPRECEDENTE, COSTITUISCE CREDITO FORMATIVO SIA LA FREQUENZA ALLA FORMAZIONE CREDITO FORMATIVO SIA LA FREQUENZA ALLA FORMAZIONE

GENERALE, CHE LA FORMAZIONE SPECIFICA GENERALE, CHE LA FORMAZIONE SPECIFICA DIDI SETTORESETTORE;;

QUALORA IL LAVORATORE VADA A COSTITUIRE UN NUOVOQUALORA IL LAVORATORE VADA A COSTITUIRE UN NUOVO RAPPORTO DI LAVORO O DI SOMMINISTRAZIONE CON UN’AZIENDA

DIDI DIVERSO DIVERSO SETTORE PRODUTTIVO RISPETTO A QUELLO CUI APPARTENEVA L’AZIENDA D’ORIGINE O PRECEDENTEAPPARTENEVA L’AZIENDA D’ORIGINE O PRECEDENTE,

COSTITUISCE CREDITO FORMATIVO LA FREQUENZA ALLA FORMAZIONE GENERALE;

A FORMAZIONE SPECIFICA RE ATIVA A NUOVO SETTORE DEVE

217

LA FORMAZIONE SPECIFICA RELATIVA AL NUOVO SETTORE DEVE ESSERE RIPETUTA.

217

PRECISAZIONI PER LAVORATORI SOMMINISTRATI

LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI IN CASO DILA FORMAZIONE DEI LAVORATORI IN CASO DISOMMINISTRAZIONE DI LAVORO PUÒ ESSERE

EFFETTUATA NEL RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI, OVE ESISTENTI, DEL CONTRATTO COLLETTIVO APPLICABILE

NEL CASO DI SPECIE O SECONDO LE MODALITÀ O SECONDO LE MODALITÀ CONCORDATE TRA IL SOMMINISTRATORE ECONCORDATE TRA IL SOMMINISTRATORE ECONCORDATE TRA IL SOMMINISTRATORE E CONCORDATE TRA IL SOMMINISTRATORE E

L’UTILIZZATORE. L’UTILIZZATORE.

IN PARTICOLARE, ESSI POSSONO CONCORDARE CHE LA CONCORDARE CHE LA FORMAZIONE GENERALE SIA A CARICO DEL FORMAZIONE GENERALE SIA A CARICO DEL

SOMMINISTRATORE E QUELLA SPECIFICA SOMMINISTRATORE E QUELLA SPECIFICA DIDI SETTORE A SETTORE A CARICO DELL’UTILIZZATORECARICO DELL’UTILIZZATORE

218

CARICO DELL’UTILIZZATORECARICO DELL’UTILIZZATORE.

PRECISAZIONI PER LAVORATORI SOMMINISTRATI

IN DIFETTO DIFETTO DIDI ACCORDI ACCORDI LA FORMAZIONEFORMAZIONE DEI LAVORATORI VA EFFETTUATA DAL SOMMINISTRATORE UNICAMENTE CONEFFETTUATA DAL SOMMINISTRATORE UNICAMENTE CON

RIFERIMENTO ALLE ATTREZZATURE DI LAVORO NECESSARIE ALLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA PER LA QUALE I LAVORATORI VENGONO ASSUNTI, SEMPRE CHE – AI SENSI E ALLE CONDIZIONI DI CUI AL COMMA 5 DELL’ARTICOLO 23 DEL CITATO D.

LGS. N. 276/2003 – IL CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE NON PONGA TALE OBBLIGO A CARICO DELL’UTILIZZATORE.

OGNI ALTRO OBBLIGO FORMATIVO È A CARICO OGNI ALTRO OBBLIGO FORMATIVO È A CARICO DELL’UTILIZZATORE.DELL’UTILIZZATORE.

219219

CREDITI FORMATIVI IN CASO DI CAMBIO DI MANSIONE NELLA STESSA AZIENDA CON AGGRAVIO DI RISCHIO

QUALORA IL LAVORATORE ALL’ INTERNO DI UNA STESSAUNA STESSAQUALORA IL LAVORATORE ALL INTERNO DI UNA STESSA UNA STESSA AZIENDA AZIENDA VADA A SVOLGERE MANSIONI RICONDUCIBILI AD UN SETTORE A RISCHIO MAGGIORESETTORE A RISCHIO MAGGIORE, COSTITUISCE U S O SC O GG OS O SC O GG O , COS U SC

CREDITO FORMATIVO SIA LA FREQUENZA ALLA FORMAZIONE GENERALE CHE QUELLA SPECIFICA

LA FORMAZIONE SPECIFICA ANDRA’ COMPLETATA CON UN MODULO INTEGRATIVOUN MODULO INTEGRATIVO

220220

CREDITI FORMATIVI IN CASO DI TRASFERIMENTO O CAMBIAMENTO DIMANSIONI, INTRODUZIONE DI NUOVE ATTREZZATURE, NUOVE TECNOLOGIE,

NUOVE SOSTANZE O PREPARATI PERICOLOSI

È RICONOSCIUTO CREDITO FORMATIVOÈ RICONOSCIUTO CREDITO FORMATIVO RELATIVAMENTE ALLA FREQUENZA DELLA

FORMAZIONE GENERALEFORMAZIONE GENERALE, MENTRE DEVE ESSERE RIPETUTA LA PARTE DI

FORMAZIONE SPECIFICAFORMAZIONE SPECIFICA LIMITATA ALLE MODIFICHE O AI CONTENUTI DI

NUOVA INTRODUZIONE NONCHÉNUOVA INTRODUZIONE NONCHÉ L’ADDESTRAMENTO.

221221

TEMPISTICHE PER L’ESECUZIONE DEI CORSI

IN CASO NON SIA RICONOSCIBILE DOCUMENTALMENTE FORMAZIONE PREGRESSA, I CORSI DOVEVANO ESSERE

ÙSVOLTI SECONDO LE NUOVE REGOLE “NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE”

LA PROVA DELL’AVVENUTA FORMAZIONE PREGRESSA È COSTITUITA DA “QUALSIASI MEZZO DI PROVA IDONEOCOSTITUITA DA “QUALSIASI MEZZO DI PROVA IDONEO

A DIMOSTRARE LA DURATA, I CONTENUTI E LE MODALITÀ DEI CORSI AVVENUTI”

222222

MODALITÀ DEI CORSI AVVENUTI”

PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE n. PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE n.

• DECRETO INTERMINISTERIALE del 6 marzo 201365 del 18 marzo 201365 del 18 marzo 2013

SUI CRITERI DI QUALIFICAZIONE DELLA FIGURA DELFORMATORE PER LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

224

IL DECRETO INTERMINISTERIALE SI APPLICA A TUTTI I SOGGETTIIL DECRETO INTERMINISTERIALE SI APPLICA A TUTTI I SOGGETTI FORMATORI IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO (INTERNI O ESTERNI ALL’AZIENDA) DEI SEGUENTI PERCORSI ( )

FORMATIVI:FORMAZIONE LAVORATORI, PREPOSTI E DIRIGENTI (ART. 37 E

ACCORDO CONFERENZA STATO REGIONI 21 12 2011);ACCORDO CONFERENZA STATO REGIONI 21.12.2011);

FORMAZIONE DATORE DI LAVORO CHE HA SCELTO DI ESEGUIRE DIRETTAMENTE LE FUNZIONI DI R SPP (ART 37 E ACCORDODIRETTAMENTE LE FUNZIONI DI R.SPP (ART. 37 E ACCORDO

CONFERENZA STATO REGIONI 21.12.2011)

IL DECRETO NON SI APPLICA AI DOCENTI DI ALTRE TIPOLOGIE DIFORMAZIONE (COORDINATORI PER LA PROGETTAZIONE ED

ESECUZIONE DEI LAVORI, R.SPP ED A.SPP, ATTREZZATURE ART. 73,ESECUZIONE DEI LAVORI, R.SPP ED A.SPP, ATTREZZATURE ART. 73, ….)

225225

ENTRATA IN VIGORE18 MARZO 2014

I DATORI DI LAVORO NELL’INDIVIDUAZIONE DEI FORMATORI DOVRANNO SCEGLIERE DOCENTI QUALIFICATI COME DA ALLEGATODOVRANNO SCEGLIERE DOCENTI QUALIFICATI COME DA ALLEGATO

DEL DECRETO (DI SEGUITO ESPOSTO PER SOMMI CAPI), COME EVENTUALMENTE INTEGRATI ULTERIORMENTE SUL SITO

WWW.LAVORO.GOV.IT, SEZIONE “SICUREZZA SUL LAVORO”;

NEL FRATTEMPO I DOCENTI DOVRANNO AVERE I REQUISITI GIÀNEL FRATTEMPO I DOCENTI DOVRANNO AVERE I REQUISITI GIÀ EVIDENZIATI NELL’ACCORDO O CONFERENZA STATO REGIONI

21.12.2011: ESPERIENZA ALMENO TRIENNALE DI INSEGNAMENTO O PROFESSIONALE IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA, ES. R.SPP)

226226

SONO DEFINITE 3 AREE TEMATICHE:

area normativa / giuridica / organizzativaarea normativa / giuridica / organizzativa

area rischi tecnici / igienico / sanitari

l i i / i i iarea relazioni / comunicazioni

227227

SI CONSIDERA QUALIFICATO IL FORMATORE IN MATERIA DI SALUTESI CONSIDERA QUALIFICATO IL FORMATORE IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO CHE POSSIEDA I SEGUENTI REQUISITI

MINIMI:

PREREQUISITO: PREREQUISITO: DIPLOMA DI SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE ED INOLTREDIPLOMA DI SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE ED INOLTRE:

CRITERIO : CRITERIO : UNO A SCELTA DEI POSSIBILI 6, DEFINITI IN MODO CONSEGUENTE AL TITOLO DI STUDIO, ALL’ESPERIENZA ED ALLA FORMAZIONE

FREQUENTATAFREQUENTATA

228228

IL DECRETO ENTRERÀ IN VIGORE IL 18 MARZO 2014;IN TALE PERIODO “LA COMMISSIONE SI RISERVA DI VALUTARNE LA PRIMA APPLICAZIONE E DI ELABORARE EVENTUALI PROPOSTE

MIGLIORATIVE DELL'EFFICACIA DEI CRITERI PREVISTI”;MIGLIORATIVE DELL EFFICACIA DEI CRITERI PREVISTI ;

I REQUISITI MINIMI INDIVIDUATI SOPRA “NON SONO VINCOLANTII REQUISITI MINIMI INDIVIDUATI SOPRA NON SONO VINCOLANTI IN RIFERIMENTO AI CORSI DI FORMAZIONE GIÀ FORMALMENTE E DOCUMENTALMENTE APPROVATI E CALENDARIZZATI ALLA DATA DI

PUBBLICAZIONE DELL'AVVISO DEL PRESENTE DECRETO “ ( 18 MARZO 2013)

IL PREREQUISITO (DIPLOMA DI SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO) “NON É RICHIESTO PER I DATORI DI LAVORO CHEGRADO) NON É RICHIESTO PER I DATORI DI LAVORO CHE EFFETTUANO FORMAZIONE AI PROPRI LAVORATORI”;

229229

INOLTRE PER UN PERIODO DI VENTIQUATTROMESIINOLTRE PER UN PERIODO DI VENTIQUATTRO MESI DALL'ENTRATA IN VIGORE

“I DATORI DI LAVORO POSSONO SVOLGERE ATTIVITÀ FORMATIVA PER I PROPRI LAVORATORI”

SE IN POSSESSO DEI REQUISITI DI SVOLGIMENTO DIRETTO DEI COMPITI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DICOMPITI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DICUI ALL'ARTICOLO 34 DEL D.LGS. N. 81/2008, NEL RISPETTO DELLE CONDIZIONI DI CUI ALL'ACCORDO DEL 21 DICEMBRE 2011. AL TERMINE DI TALE PERIODO IL DATORE DI LAVORO

CHE INTENDA SVOLGERE DIRETTAMENTE L'ATTIVITÀ ÀFORMATIVA DOVRÀ DIMOSTRARE DI ESSERE IN POSSESSO DI

UNO DEI 6 POSSIBILI CRITERI”

230230

IL PREREQUISITO NON È RICHIESTO PER I FORMATORI CHE ALLA DATA DI PUBBLICAZIONE DELL'AVVISO DEL DECRETO NELLA GAZZETTA UFFICIALE (18 MARZO 2013), SIANO IN GRADO DI

DIMOSTRARE DI POSSEDERE ALMENO UNO DEI 6 CRITERI PREVISTIDIMOSTRARE DI POSSEDERE ALMENO UNO DEI 6 CRITERI PREVISTI NELL’ALLEGATO AL DECRETO.

LA QUALIFICA È ACQUISITA IN MODO PERMANENTE CON ILLA QUALIFICA È ACQUISITA IN MODO PERMANENTE CON IL RIFERIMENTO ALLE AREE TEMATICHE PER LE QUALI IL FORMATORE

– DOCENTE ABBIA MATURATO IL REQUISITO DICONOSCENZA/ESPERIENZA LA RISPONDENZA DELLA QUALIFICACONOSCENZA/ESPERIENZA; LA RISPONDENZA DELLA QUALIFICA

DEVE POTER ESSERE DIMOSTRATA SULLA BASE DI IDONEA DOCUMENTAZIONE (AD ESEMPIO ATTESTAZIONE DEL DATORE DI(LAVORO); IN PARTICOLARE L’ESPERIENZA PROFESSIONALE PER RSPP/ASPP DEVE ESSERE DIMOSTRATA DAL DATORE DI LAVORO.

231231

AGGIORNAMENTO

E’ PREVISTO UN AGGIORNAMENTO CON CADENZA TRIENNALE PARI A 24 ORE COMPLESSIVE

’ CONELL’AREA DI COMPETENZA, DI CUI ALMENO 8 ORE DI VERI E PROPRI CORSI DI

AGGIORNAMENTO, ,MENTRE LE RESTANTI POTREBBERO ESSERE SEMINARI E/O

CONVEGNI SPECIALISTICI); IL TRIENNIO DECORRE DALLA DATA DIAPPLICAZIONE DEL PRESENTE DOCUMENTO (18 MARZO 2014) PERAPPLICAZIONE DEL PRESENTE DOCUMENTO (18 MARZO 2014) PER I FORMATORI DOCENTI GIÀ QUALIFICATI ALLA MEDESIMA DATA,

PER TUTTI GLI ALTRI, IL TRIENNIO DECORRE DALLA DATA DIEFFETTIVO CONSEGUIMENTO DELLA QUALIFICAZIONE.

232232

RICONOSCIMENTO CORSI PER FORMATORI

NON SONO INDIVIDUATI PARTICOLARI CONDIZIONI DI RICONOSCIMENTO DEI CORSI PER FORMATORI CITATI NEI 6 CRITERI STABILITI, SALVO IN ALCUNI CASI IL RIFERIMENTO A FORMAZIONE PREGRESSA GENERICA NEL CAMPO

DELLA SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO CON VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO ORGANIZZATI DAI SOGGETTI DI CUI ALL’ART 32 C 4DELLAPPRENDIMENTO ORGANIZZATI DAI SOGGETTI DI CUI ALLART. 32, C. 4 ,

D. LGS. N. 81/08.

I VERI E PROPRI CORSI DI AGGIORNAMENTO DEI FORMATORI DOVRANNO ESSERE INVECE ORGANIZZATI DAI SOGGETTI DI CUI ALL’ART. 32, C. 4 , D. LGS.

N. 81/08: REGIONI E PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E DI BOLZANO;N. 81/08: REGIONI E PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E DI BOLZANO; UNIVERSITÀ; INAIL O IPSEMA, CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO, AMMINISTRAZIONE DELLA DIFESA, SCUOLA SUPERIORE DELLA PUBBLICA

AMMINISTRAZIONE SCUOLE SUPERIORI DELLE SINGOLE AMMINISTRAZIONIAMMINISTRAZIONE, SCUOLE SUPERIORI DELLE SINGOLE AMMINISTRAZIONI, ASSOCIAZIONI SINDACALI DEI DATORI DI LAVORO O LAVORATORI O

ORGANISMI PARITETICI, SOCIETÀ ACCREDITATE AI SENSI DELL’ACCORDO

233233

,SULLA FORMAZIONE DI R.SPP / A.SPP .

CRITERI0 ELEMENTI DI CONOSCENZA/ESPERIENZA CAPACITA’ DIDATTICA

1 Precedente esperienza come docente esterno, per almeno 90 ore negli ultimi tre anni, nell’area tematica oggetto della ddocenza

2 Laurea (vecchio ordinamento, triennale, specialistica o magistrale) coerente con le materie oggetto della docenza, ovvero corsi post‐laurea (Dottorato di ricerca, Master, corsi di perfezionamento o specializzazione, ecc.) nel campo

Percorso formativo in didattica, con esame finale, della durata minima di

24 ore (ad esempio, corso di della salute e sicurezza sul lavoro formazione‐formatori), o abilitazione

all’insegnamento, o conseguimento (presso Università od Organismi

accreditati) di un diploma triennale in

3 Attestato di frequenza, con verifica dell’apprendimento, a corso/i di formazione della durata di almeno 64 ore in materia di salute e sicurezza sul

lavoro (organizzato/i da soggetti abilitati ad erogare la formazione perScienza della Comunicazione o di un

Master in Comunicazione

ovvero, in alternativa, precedente esperienza come

lavoro (organizzato/i da soggetti abilitati ad erogare la formazione per RSPP/ASPP ai sensi dell’art. 32, comma 4, del Decreto Legislativo n. 81/2008)

+ esperienza lavorativa o professionale di almeno dodici mesi, coerente con

l’area tematica oggetto della docenza precedente esperienza come docente, per almeno 32 ore negli ultimi 3 anni, in materia di salute e

sicurezza sul lavoro

i l i

l area tematica oggetto della docenza

4 Attestato di frequenza, con verifica dell’apprendimento, a corso/i di formazione della durata di almeno 40 ore in materia di salute e sicurezza sul

lavoro (organizzato/i degli stessi soggetti di cui al criterio 3) ovvero, in alternativa,

precedente esperienza come docente, per almeno 40 ore negli ultimi tre anni, in qualsiasi materia

+ esperienza lavorativa o professionale di almeno diciotto mesi, coerente con

l’area tematica oggetto della docenza

5 Esperienza lavorativa o professionale almeno triennale nel campo della saluteovvero, in alternativa,

corso/i formativo/i in affiancamento a docente, in qualsiasi materia, per almeno 48 ore negli ultimi 3 anni

5 Esperienza lavorativa o professionale almeno triennale nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, coerente con l’area tematica oggetto della docenza

6 Esperienza di almeno sei mesi nel ruolo di RSPP, o di almeno dodici mesi nel ruolo di ASPP (solo per docenze nell’ambito del macro‐settore ATECO di

if i t )

234

riferimento)

RESPONSABILI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ... B4 300513... · corso di formazione di...

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