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Atti consiliari Assemblea legislativa VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 126 DEL 16 DICEMBRE 2008 (antimeridiana) 1 RESOCONTO INTEGRALE Seduta n. 126 Martedì 16 dicembre 2008 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLI INDICE Proposta di legge n. 277 della Giunta regionale “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2009)” Proposta di legge n. 278 della Giunta regionale “Bilancio di previsione per l’anno 2009 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2009/2011" (Segue discussione congiunta) Presidente .................................................. 3 Guido Castelli (AN) ..................................... 3 Luigi Minardi (DS-U) ................................... 7 Franco Capponi (FI-PPE) ........................... 11 Mirco Ricci (DS-U) ...................................... 15 Luigi Viventi (UDC) ..................................... 18 Almerino Mezzolani (Assessore) ............... 19 Pietro Marcolini (Assessore) ..................... 21 Sigle dei gruppi assembleari: Democratici di Sinistra-L’Ulivo (DS-U); Forza Italia-PPE (FI-PPE); DL Margherita- L’Ulivo (DL Margh.-U); Alleanza Nazionale (AN); Rifondazione Comunista-Sinistra Europea (RC-SE); Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (UDC); Comunisti Italiani (PdC); Misto (Misto); Sinistra Democratica (SD); Italia dei Valori (IdV); L’Unione per le Marche-Spacca Presidente (L’Unione plMarche-Spac- ca Pres.); Per le Marche (plMarche).

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VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 126 DEL 16 DICEMBRE 2008 (antimeridiana)

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RESOCONTO INTEGRALE

Seduta n. 126Martedì 16 dicembre 2008

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLI

INDICE

Proposta di legge n. 277della Giunta regionale“Disposizioni per la formazione del bilancioannuale e pluriennale della Regione (Leggefinanziaria 2009)”

Proposta di legge n. 278della Giunta regionale“Bilancio di previsione per l’anno 2009 edadozione del bilancio pluriennale per iltriennio 2009/2011"

(Segue discussione congiunta)Presidente .................................................. 3Guido Castelli (AN) ..................................... 3Luigi Minardi (DS-U) ................................... 7Franco Capponi (FI-PPE) ........................... 11Mirco Ricci (DS-U) ...................................... 15Luigi Viventi (UDC) ..................................... 18Almerino Mezzolani (Assessore) ............... 19Pietro Marcolini (Assessore) ..................... 21

Sigle dei gruppi assembleari: Democratici di Sinistra-L’Ulivo (DS-U); Forza Italia-PPE (FI-PPE); DL Margherita-L’Ulivo (DL Margh.-U); Alleanza Nazionale (AN); Rifondazione Comunista-Sinistra Europea (RC-SE); Unionedei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (UDC); Comunisti Italiani (PdC); Misto (Misto); SinistraDemocratica (SD); Italia dei Valori (IdV); L’Unione per le Marche-Spacca Presidente (L’Unione plMarche-Spac-ca Pres.); Per le Marche (plMarche).

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La seduta inizia alle ore 10,25

Presidenza del PresidenteRaffaele Bucciarelli

Proposta di legge n. 277della Giunta regionale“Disposizioni per la formazione del bi-lancio annuale e pluriennale della Re-gione (Legge Finanziaria 2009)”

Proposta di legge n. 278della Giunta regionale“Bilancio di previsione per l’anno 2009ed adozione del bilancio pluriennale peril triennio 2009/2011"

(Segue discussione congiunta)

PRESIDENTE. Buongiorno, riprendiamola discussione generale dando la parola peril primo intervento di oggi al Consigliere Ca-stelli.

Guido CASTELLI. Colleghi, oggi ero del-l’avviso di non intervenire rompendo cosìquella che più che una tradizione è unaprassi che credo ogni buon Consigliere deb-ba osservare quando milita nelle Istituzionirispetto all’atto che tradizionalmente nell’ab-becedario della politica deve considerarsi il

più qualificante, il più importante, il più signi-ficativo.

Così è nell’abbecedario ma così non è,ahimè, da qualche tempo in questa Regio-ne, dove in realtà gli artifici e le malizie con-tabili tendono a ripetersi e tendono soprattut-to a generare quella famosa sensazione didéjà vu che notoriamente rappresenta unadelle espressioni oniriche più ricorrenti nellepersone pervase dall’ansia.

Il déjà vu secondo gli studiosi del settoreha mille origini e quella applicata alla politicaè generata dall’Assessore Marcolini, inquanto è un uomo che offre la sua capacitàintellettiva, sicuramente indiscutibile, per farfronte alla crisi della politica. Lo vedo comefosse Crono o come fosse Atlante – non sose qualcuno di voi ha fatto il classico ma inogni caso conoscerà sicuramente questefigure mitologiche – che sulle proprie spallesopporta il mondo.

E il mondo che ha dovuto sopportarel’Assessore Marcolini per il periodoD’Ambrosio è stato appesantito dal proble-ma finanziario ordinario e da qualcheproblemino politico che effettivamente crea-va tensioni e che paradossalmente sono poistate espunte. Ma se Marcolini-Atlante oMarcolini-Crono ha dovuto sopportare unmondo appesantito generalmente e tradizio-nalmente da vincoli finanziari e da vincolidella politica, oggi deve sopportare un mon-do appesantito sì da quei vincoli ma allegge-rito da quello che è l’inguaribile syndromepowerpoint di Gian Mario Spacca.

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Gian Mario Spacca è l’uomo che ormaiarticola la sua presenza politica nel mondoattraverso i social network, attraversosecond Life. Credo sia il più accuratoesegeta della virtualità politica perché in ef-fetti non c’è, ma se poi vi collegate suFacebook lui appare, infatti la caratteristicadella trilocazione di Gian Mario Spacca èormai nota a tutti.

Ecco dunque che le tradizionali malizie diMarcolini-Atlante, le tradizionali gestioni fan-tasiose del debito, che abbiamo già vistoaltre volte e che normalmente sono quelleche portano ad una certa sovrastima delleentrate, a una certa enfatizzazione delle no-stre speranze di credito, oggi vengono ulte-riormente complicate da questo atteggia-mento.

Tempo fa Gian Mario Spacca ha distribu-ito le sue slide – l’ultima production di Spac-ca è a Hollywood -, che sono quelle chehanno indicato come offerta immaginificaper il 2009 il famoso fondo delle fragilità – iol’ho definito il sarchiapone -.

Quindi ogni anno c’è un nuovo effettostupefacente, una sostanza psicotropa,come ad esempio erano le Arstel oppure ilpatto per lo sviluppo e poi l’intesa per losviluppo. Queste sostanze politicamentepsicotrope, la cui caratteristica è quella diafflosciarsi come soufflé l’anno dopo, sono ifondi per le fragilità.

Dunque capiamo perché quest’anno lapolverina bianca è stata di quel genere, ov-vero perché ci sono problemi politici cherichiedevano un sarchiapone di sinistra,cioè era necessaria tener ferma l’alleanza asinistra attraverso un’offerta immaginificache questa volta non riguardava le imprese(come era successo sulle Arstel e sul pattoper lo sviluppo) ma era, ovvero, unsarchiapone di sinistra.

Detto questo – e mi scuso per quel tantodi ironia che però rende possibile e pratica-bile la presenza in quest’Aula. – dobbiamosapere che questa situazione rischia di por-tare degli effetti molto, molto perniciosi per lacollettività amministrata se ci rendiamo con-

to che tecnicamente la capacità dell’Asses-sore Marcolini – lui lo sa – di sorreggere ilmondo, e da Marcolini-Atlante è resa possi-bile anche da regole – ne parlava ieri il mioCapogruppo Pistarelli – di fatto consenteuna forte manipolabilità del bilancio.

In realtà io ho cominciato a capire che lararefazione di interesse, anzi il disinteresseo addirittura l’indifferenza che coglie quasitutti noi nel corso della sessione di bilancio,è perché ormai abbiamo interiorizzato laconvinzione che il bilancio non sia più unfatto statico, ed è giusto in certi termini, mache sia un bilancio assolutamente dinami-co.

Ad ogni Giunta, infatti, assistiamo ad unacaterva di modifiche che qualche volta nonsono certamente bagatellari, minimali oforiere di piccoli accorgimenti e assesta-menti. Ricordo, ad esempio, che nel dicem-bre di quest’anno, quindi qualche giorno fa, ècomparso nel nostro bilancio, come fosseun fungo di Hiroshima e Nagasaki, un nuovocapitolo pari a 12 milioni e 225 mila euro (24miliardi di lire). Una neoplasia contabile chesi evidenzia certamente a una lettura anchedisattenta proprio perché si trattava di doverracchiudere in quel capitolo gli oneri finan-ziari per la rinegoziazione dello swap Piceni.

E qui apriamo, attenzione bene, un capi-tolo molto delicato, sul quale sicuramente èbene che l’Assessore Marcolini si intratten-ga – non ho dubbi, è un abile conoscitore diqueste diavolerie della tecnofinanza –. Peròimmagino anche, ma per colpa nostra, chesfugga ai più che è in corso una ristruttura-zione enorme del debito – in questo ultimoanno e mezzo stiamo rinegoziando cosemolto importanti – sulla base di piani cheinnanzitutto sono molto costosi, perché lecommissioni relative a questo piano sono,se non vado errato, dello 0,70% del volumecomplessivo dell’operazione, parliamo di 1milione e mezzo di euro a cui si aggiungonoanche i proventi di consulenza legale e giuri-dica che dobbiamo dare a uno studio diRoma, uno studio che peraltro da tanti anniè nostro fornitore prestigioso.

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Per cui, signori Consiglieri, parliamo diroba importante e significativa rispetto allaquale ritengo sia giusta un’attenzione.

Il Capogruppo Capponi, ad esempio, hafatto una serie di importanti e significativiemendamenti che vanno proprio nel sensodi limitare, modellare, sagomare la nostracapacità di ricorrere alla tecnofinanza. Equesta serie di emendamenti hanno sicura-mente il merito di puntare l’indice sul proble-ma della gestione attiva del debito.

Quindi bisogna puntare l’indice, e lo dicoin senso buono, perché rispetto a questapartita ci sono due fatti molto importanti.L’irruzione della tecnofinanza nelle Marchesicuramente ha prodotto due risultati politici,e non parlo di quelli contabili, innanzitutto ilmoltiplicarsi delle rinegoziazione e delleriformulazioni del nostro debito finanziario fasì che venga meno la tradizionalecolbertiana colleganza tra debito e investi-mento.

Mi spiego meglio. Tradizionalmente l’as-sunzione di un debito da parte di un entepubblico è considerata un fatto positivo pro-prio perché si parte dal presupposto che ildebito serva ad alimentare investimenti; sefaccio un debito per fare un ponte va bene,quindi ci deve essere una valutazione nonmoralistica dell’indebitamento in quanto l’in-debitamento stesso è una cosa sana. Atten-zione, però, perché siamo in una fase dovel’indebitamento serve anche – e non dicosoprattutto, ci mancherebbe altro – a pagarenon opere pubbliche o spese per investi-mento ma commissioni o penali per antici-pata estinzione di debiti. Guardate, adesempio, che quando abbiamo emesso ilBramante bond – mi corregga l’Assessorema io certamente pongo una questione poli-tica, quindi spero che ne comprenda l’inten-to propositivo – ci siamo indebitati anche perpagare 40 milioni di euro (80 miliardi di lire)di penali per anticipate estinzioni.

Quindi il fatto politico su cui mi permettodi sollecitare la vostra attenzione è che, at-tenzione, l’indebitamento ormai va anche esoprattutto nel senso di dover colmare debiti

che non hanno la caratteristica di tradursi inopere pubbliche e in servizi per il cittadino,sicché stiamo producendo un carico di debi-to parossistico a carico delle giovani gene-razioni.

Il vero problema è questo! Ovvero chel’irruzione della tecnofinanza, a parte ilvoyuerismo di Castelli e di Capponi che vo-gliono sapere se rimaniamo incastrati nelcrak della Lehman Brothers, produce que-sto storico risultato sociale, cioè il trasferi-mento di debiti su mia nipote di un anno emezzo!

Per carità, non credo sia solo il caso delleMarche, non è solo Marcolini-Atlante il re-sponsabile, però io non parlo di responsabi-lità ma faccio un’analisi.

Quindi ci troviamo di fronte ad una muta-zione genetica del concetto stesso di debitopubblico proprio perché, secondo me, vi èun eccesso al ricorso a formule ditecnofinanza.

Pertanto bene ha fatto il CapogruppoCapponi a prendere in esame questo aspet-to, e non solo per l’evidenza contabile cheesso porta ma per le conclusioni e per leconseguenze politiche che esso manifesta.

Qui c’è, infatti, una dichiarata soddisfa-zione per la riduzione del debito, allora anco-ra una volta voglio intrattenermi sullaesegesi del concetto di debito.

Tra le persone normali quando si parla didebito si pensa subito a qualcosa diontologicamente negativo, di critico, abbia-mo visto, invece, che un sano ricorso aldebito è una cosa importante. Ma quando siparla di debito dobbiamo, AssessoreMarcolini, metterci d’accordo, perché c’è unaspetto del debito che secondo me non vie-ne valutato con la giusta attenzione.

Il debito a cui fa riferimento l’AssessoreMarcolini è il debito verso banche, verso isottoscrittori di bond, è il debito inteso comeobbligo di rifusione di denaro preso a presti-to. Ma c’è un altro debito, cioè quello che laRegione Marche ha verso tutti i cittadini, leimprese e le famiglie marchigiani che atten-dono il pagamento di quei servizi, opere,

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finanziamenti che la Regione ha promessodi fare.

Dunque è questo il debito sul quale dob-biamo lavorare. Cioè se io impresa rispondoa un bando, ottengo l’ammissione a un be-neficio e devo avere 100 mila euro per l’inno-vazione, e poi questi soldi per l’inefficienzaoperativa e burocratica dell’Ente non vengo-no erogati, allora io stesso sono creditore.

Pertanto quando si dice che il debito èridotto dobbiamo stare attenti proprio perchéfra i creditori abbiamo operatori e famigliemarchigiane.

Allora, Assessore, al di là di quelle sonole reprimende che lei giustamente esprimee infligge al Governo nazionale e all’apparatoburocratico dello Stato, le do due dati. Pensi,Assessore, che c’è un capitolo sui servizireali all’impresa, cioè spese di investimentoper l’innovazione e la qualità, dove ai primi didicembre – lei che parla dello Stato e dellesue carenze – di 215 milioni (430 miliardi dilire). Ebbene, su un complesso di 215 milio-ni le imprese sono state pagate per 47 milio-ni di euro, e sono stati impegnati appena 77milioni. Cioè di questi 215 milioni abbiamofatto il provvedimento di impegno solo limita-tamente a un terzo. Mentre 90 milioni dieuro, ovvero quasi 180 miliardi di lire, sonoin cassa, e non vengono erogati non perchéci sia un destino cinico e baro che ci perse-guita come marchigiani ma perché probabil-mente il nostro sistema burocratico regiona-le non funziona. Quindi è per l’inefficienza.

Perché quando si arriva ad una percen-tuale di pagamenti per interventi territoriali –che sono le difese della costa care al mioamico D’Anna o gli interventi per il porto carial mio amico Silvetti –, cioè, Consiglieri,quando vi rispondono che non ci sono soldipotete dire che è falso, perché i soldi ci sonoe non vengono spesi!

Questo è assurdo! E’ una pagina maisufficientemente letta e divulgata, ovveroche l’inefficienza della pubblica amministra-zione crea povertà per colpa della burocra-zia!

Allora sicuramente il Ministro Brunetta va

preso in giro perché ha degli atteggiamentieccessivi, ma vi rendete conto di quantosiamo di fronte all’annus orribilis di cui parlain second Life Spacca. Spacca è responsa-bile di tenere in cassa e di non dare al territo-rio qualcosa come centinaia di milioni dieuro! Quindi l’annus è orribilis perché lo ren-de orribile Spacca non solo con le sue as-senze ma perché non ha saputo ancora,prima come Vicepresidente e oggi comePresidente, riorganizzare la macchina am-ministrativa!

E di questo, dunque, non è responsabilel’Assessore Marcolini o Marcolini-Atlante,ma è sicuramente una responsabilità diquesto Governo regionale.

Ci sono dati – e mi spiace che in questomomento non ci sia l’Assessore Petrini (edico anche che va meglio all’AssessoreMezzolani, infatti sappiamo che con la spe-sa corrente abbiamo una spesa sulla sanitàenorme, anzi, si spende anche troppo) –che ci dicono che nell’agricoltura arriviamo –capiterà anche a voi di ascoltare le impreseagricole che urlano alla porta perché non èstato pagato il 2007, quindi figuriamoci il2008! – a casi in cui i pagamenti arrivano al12%, e intanto l’imprenditore è andato adindebitarsi con l’istituto di credito.

Allora questa è una responsabilità moraleche grava su questa amministrazione, unaamministrazione che, ripeto, ha preferitoostentare nei suoi powerpoint delle meravi-glie che spesso sono delle prese in giro.

Quando a Fermo il Presidente Spaccaparla dei giovani – ed io ne parlo come sog-getti indebitati per colpa sua probabilmenteper i prossimi quindici lustri -, dice cose cheveramente sono anche fastidiose da rileg-gere ogni anno. Infatti ancora una voltaSpacca tra gli interventi dei giovani mette ilpiano casa. Correva l’anno 2004 quando, finda allora – lo ricordo come fosse ora –Spacca faceva della pubblicità sui giornaliparlando del piano casa, e a distanza di anniparla ancora di questo. I ragazzi la casa nonce l’hanno e Spacca continua a farsi la pub-blicità esattamente come faceva il gerarca

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di quel famoso paese della Ciociaria ritrattoin anni ruggenti, che per far colpa sul Duce,anzi sul finto gerarca, continuava a spostarele mucche da fattoria in fattoria perché ilgerarca presunto fascista si potesse inorgo-glire per la produttività delle sue fattorie.

Questo è l’atteggiamento di quel Spaccache continua a parlare, pensate, della leggeregionale sugli oratori! Dieci giorni fa tutti isacerdoti marchigiani sono stati nuovamen-te raggiunti dalla famosa lettera che proponeloro la giusta provvidenza economica previ-sta a novembre, ma che fa Spacca?! Spac-ca il 10 dicembre a Fermo – è un Spaccamicidiale, non è second Life, ha tre vite,quindi è tre volte virtuale! – dice che per igiovani c’è anche la legge regionale per va-lorizzare gli oratori, quando invece neppurela rifinanzia! Con la lettera dice al reverendo“guarda che sono dalla parte degli oratori”ma poi non li rifinanzia. Insomma il giocodelle tre carte è qualcosa che sicuramenteSpacca non deve imparare perché lo cono-sce!

Concludo con un’ultima considerazioneche credo sia la più importante.

Questo è un bilancio che, secondo me, èstato anche svilito dal ritorno alla marchettamilitante. Caro Assessore Marcolini, su que-sto sono più cattivo di come lo sono statosul resto del discorso. Ci sono troppemarchette e ci sono troppe marchette per iComuni di sinistra. C’è una gestione cliente-lare e politica della marchetta. E’ una cosavergognosa! Perché non si può parlare diannus orribilis e reintrodurre in quelle auto-rizzazioni di spesa una cosa che fa vergo-gna.

Nessuno di noi vuole essere moralista,sappiamo che tutti devono vivere, ci man-cherebbe, però quella lista della spesa chelei, Assessore Marcolini, ha inserito nellatabella C di questo bilancio non l’autorizza,oggi, a evocare gli spettri della cattiveria diTremonti. Perché se Tremonti è cattivo perragioni europee voi siete statiparossisticamente prodigali nel gettare alvento troppi soldi che nulla o sicuramente

poco hanno a che fare con quel carattereorribile che second Life Spacca dice chenella nostra regione esiste.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereMinardi.

Luigi MINARDI. Io sono completamented’accordo con quei Consiglieri che interve-nendo sull’argomento di oggi hanno preso lemosse dalla crisi finanziaria, una questionemolto difficile da affrontare ma è la più im-portante dalla quale partire.

A me pare che il mondo scientifico siaconcorde soltanto su una questione, ovveroche la vastità e la durata di questa crisi siaassolutamente imprevedibile. Infatti tuttisono consapevoli della difficoltà della situa-zione ma nessuno è in grado di compren-derne la vastità e la durata.

Voglio fare un esempio insospettabile,Gary Becker, premio Nobel, Chicago Boys,quindi uomo assolutamente liberista cheoscilla tra due possibili soluzioni, entrambesono durissime ma una addirittura potrebbeessere assegnata a coloro che hanno vistoil capitalismo con una catastrofe finale.Cosa dice Gary Becker? È ancora indecisose sarà una lunga recessione che porterà apiù regole al sistema della finanza, oppurese sarà una severa depressione chescardinerà il mercato.

Questo lo dice Gary Becker, quindi nonun bolscevico nostalgico ma uno di quelliche hanno posto le fondamenta di unlaissez-faire a 360 gradi, e che prevede ad-dirittura una reazione popolare contro il mer-cato.

Ovviamente queste affermazioni non cirendono soddisfatti però ci fanno dire chesiamo di fronte ad un evento assolutamenteeccezionale e straordinario.

Ne voglio dire un’altra ma questa è moltopratica, non è una valutazione di un teorico odi un accademico. Con le attuali norme perle redazioni dei bilanci delle società quotatein borsa, siano esse aziende finanziarie, si-ano esse banche o imprese, visto che nel

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bilancio devono essere riportati gli attivi chetengono conto del valore delle borse, e poi-ché le borse sono cadute del 50-60-80%,poi questi attivi devono essere svalutati darendere quei bilanci di società in bilanci damettere in liquidazione.

Di questo non si parla ma il mondo inter-nazionale sta ragionando di come cambiarele norme per fare i bilanci, proprio perchécon le attuali norme la stragrande maggio-ranza delle società quotate in borsa dovreb-be essere messa in liquidazione.

Quindi, attenzione, non è che abbiamoancora raggiunto l’apice di questa crisi peròdovrà arrivare e ciò che accadrà sarà asso-lutamente imprevedibile, non saràparagonabile alla crisi degli inizi degli anni‘90-‘93, qualcuno si perita di fare questa ipo-tesi di confronto, e non sarà neancheconfrontabile con la crisi del ’29.

Dunque tutto sommato non ci fa bene nél’esagerazione né coloro che tendono a sot-tovalutare il fatto come se fosse un atto divolontà individuale che può metterci nellacondizione di superare questa crisi.

Ora vorrei fare un paio di considerazionisulla crisi economica e finanziaria.

Se prendiamo la rivoluzione industriale efacciamo in modo che possa scandire il suotempo nell’arco di una giornata (24 ore), eb-bene, solo due ore fa è crollato il muro diBerlino, solo due ore fa il mondo si è diviso indue dove una parte è disperata e una parte èesultante perché la storia è finita. Appenadue ore sono passate e addirittura sembrache sia possibile che crolli il mercato.

Questo viene detto da un liberistainsospettabile come Gary Becker.

Quello che sta accadendo potrebbe es-sere anche un qualcosa che ci apre scenariassolutamente inediti ma che di sicuro ciimporrà una nuova discussione. Il crollo delmuro di Berlino, invece, l’abbiamo vissutocon molta, molta superficialità, quasi pen-sando che da una parte era finita una partita,ci eravamo salvati, ci era andata bene inquanto eravamo sopravvissuti. Ma in realtà ilcrollo del muro di Berlino potrebbe anche

significare che è finita una storia molto piùlunga iniziata qualche centinaia di anni pri-ma. Una storia che ci imporrà di ridiscuteredi tutti i cardini della convivenza civile, apartire da quello dell’uguaglianza, a partiredal ruolo della scienza, della tecnica, delmercato, dello Stato, dell’economia.

Allora visto che abbiamo scelto di seguireuna passione civile e una passione politica,che è passione sociale, dovremmo semprericordare che le nostre azioni dobbiamo ca-larle dentro un’idea di scenario.

In questi dieci-quindici anni troppo spes-so abbiamo seguito la mera cultura del fareminimale, senza avere un orientamento, aldi fuori di bussole e di punti di riferimento.

Quindi riprendere l’idea del progetto saràuna necessità assoluta.

Certo, lo dico anche con timore. Perchése guardate i canali televisivi internazionaliquesti ancora danno un grandissimo rilievoalle questioni dei giovani greci, mentre i ca-nali nazionali li hanno già rimossi. Di questonon voglio fare il centro di un ragionamento,però mi insospettisco sul fatto che le giovanigenerazioni di un Paese che non è il puntopiù alto dello sviluppo capitalistico, di unPaese tutto sommato ricco ma che sta infondo alla classifica dei Paesi europei, simettano in movimento in modo così violentoed esteso. E questo non riguarda un quartie-re greco, certo è partito da un quartiere gre-co ma ha messo in moto l’intero sistemadella Grecia semplicemente perché sonogiovani che hanno già bruciato la speranzadi futuro, sono giovani disperati.

Attenti allora a non bruciare la speranzadel futuro nei giovani. E qui non stiamo par-lando del ’68, un movimento di contestazio-ne nelle parti più alte del sistema capitalisti-co, perchè oggi ormai sta accadendo, an-che con una certa puntualità, che giovani divari Paesi imbracciano le armi, diventanoviolenti, danno fuoco alle loro città – primaera successo a Parigi ora è successo inGrecia –. Quindi, attenzione, perché c’è unagenerazione che si sente di non prendereparte.

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Voglio fare un paradosso. Ho letto alcunidati che dicono che un terzo dei giovani oggiin Italia pensa che si possa sospendere lademocrazia senza nessun danno, c’è anco-ra di più, anche il 40% degli operai e deidisoccupati pensa che della democrazia nepossiamo fare a meno.

E’ come se in questo scampolo di finenovecento e inizio duemila ci stessimo gio-cando ciò che hanno costruito i partitiriformisti in occidente, partiti che hanno avu-to una grande funzione, quella di inserire lemasse nello Stato. E’ come se ormai loStato avesse trovato un suo anti-Stato chenon si riconosce nei corpi intermedi, nellapolitica, nel sistema della rappresentanza,cioè si sente qualche cosa d’altro e quindic’è il rifiuto.

Dico questo con grande preoccupazio-ne, perché so di vivere in un Paese formida-bile, l’Italia, ma che vive una questione so-ciale formidabile.

Se guardate i dati dell’OCSE recente-mente pubblicati si può vedere che l’Italia hauna fascia di povertà molto più estesa emolto più profonda degli altri Paesi europei. Il10% della popolazione italiana povera ha unreddito dieci volte inferiore rispetto al 10%della popolazione ricca, cosa che in altreparti d’Europa non esiste, la media europeaè dell’8%.

Pertanto abbiamo una questione socialepiù alta. Inoltre i trasferimenti statali nel no-stro Paese soltanto per il 12% vanno al 20%della popolazione più povera, cosa che inaltri Paesi europei è del 25-30%.

Quindi c’è già in atto una questione so-ciale che ha bisogno di essere guidata, habisogno di essere compresa, ha bisogno diessere portata a sintesi, ha bisogno di trova-re sponda dentro le Istituzioni, questo senon vogliamo giocarci un patrimonio di coe-sione sociale che è stato costruito per più diun secolo.

Credo che abbiamo il dovere di pensarea queste cose. Comunque non ho intenzio-ne di fare un ragionamento di carattere ge-nerale, anche se penso che le mosse le

dobbiamo prendere dagli scenari generali,ma voglio limitarmi soltanto a tre cose dafare che ci riguardano e che ci devono re-sponsabilizzare.

Ovviamente dico che la Giunta si è mos-sa adeguatamente ma credo siano soltantoi primi passi di una mossa da fare e dacontinuare. Faccio un esempio: 10 milioni dieuro per il fondo per le necessità della crisiche si presenta sono come una goccia nelmare, ma 10 milioni di euro possono essereuna enormità se abbiamo l’idea di quale sia ilmodello di regione che vogliamo costruire.

In questa regione non c’è un comune chenon si faccia carico di questa crisi. Infattinon c’è comune che non si faccia carico dianticipare, per esempio, le somme chespettano a quei cassaintegrati che devonostare in attesa sette mesi prima di avere ciòche spetta loro, non c’è comune che non sifa carico di anticipare risorse, oppure nonc’è comune che si faccia carico di ampliareil servizio delle mense pubbliche nella suacittà, non c’è comune che si faccia carico diaffrontare il problema della casa.

Ma ognuno per conto proprio non puòaffrontare la crisi! Dobbiamo convergere suun progetto. E il progetto sarà possibile solose comprendiamo che questa è una regioneplurale, dai mille campanili ma non dobbia-mo galleggiare sul localismo. Come Regio-ne dovremmo fare un progetto che rispetti leautonomie e che poi le metta dentro un qua-dro di intervento che ci possa mettere nellacondizione di moltiplicarle.

Allora non saranno più soltanto i 10 milio-ni di euro della Regione che interverrannonella crisi in modo dispersivo ed inefficace,ma saranno due o tre progetti di cui si faràcarico l’intero sistema delle autonomie.

E perché, per esempio, non chiamare altavolo del sistema delle autonomie le fonda-zioni bancarie e tutti quelli che fanno dellaspesa sociale, in modo da potere converge-re su progetti selezionati.

Quando ero Assessore alla cultura avevopensato ad un’idea di Regione racchiusanello slogan “sparsi e connessi”. E’ questoche dobbiamo fare.

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Se pensiamo che la nostra Regione pos-sa distribuire e farsi bancomat allora la crisidella regione sarà radicale, se invece pen-siamo che la Regione possa assumerel’idea di un progetto complessivo, dentro ilquale gli attori si ritrovano e possano svolge-re la loro parte, credo che insieme riuscire-mo a farlo.

Questo è il primo punto sul quale do-vremmo ragionare.

La seconda questione riguarda il bilancio.

PRESIDENTE. Mi scusi, ConsigliereMinardi, se la interrompo. Per favore, Consi-glieri, ma in Aula si sente un brusio cheveramente impedisce l’ascolto. Quindi chie-do a tutti di prestare attenzione e di rispetta-re chi parla. Prego, Consigliere, continuipure.

Luigi MINARDI. Sulla questione del bilan-cio penso che il primo ad esserne convintosia l’Assessore Marcolini, noi ce lo ripetiamoda qualche anno ma ora siamo in una condi-zione ormai irrinviabile. Cioè che il nostrobilancio deve essere assolutamente ristrut-turato su alcune priorità, non va tagliato, nonva raso alla pari segmento per segmento,servizio per servizio. Ci vuole inoltre un lavo-ro fatto anche con la concertazione. Infattitutti i soggetti di questa regione sono venutiin Commissione per dire che vogliono poterdire la loro opinione e che vogliono conosce-re esattamente come andiamo avanti e qualisono i margini per le scelte politiche.

Perché in una situazione di crisi comequesta un bilancio che riduce anno per annoi margini di scelta diventa un bilancio inutileed inservibile.

Credo che tutto questo sia giusto, lo dob-biamo fare, sapendo che il sistema dellarappresentanza oggi rappresenta meno diieri ma che è comunque uno strumento dacoinvolgere e da far intervenire.

Come pure in un’azione di recupero diuna capacità di rappresentanza deve esse-re valorizzata l’Assemblea legislativa che,appunto, tale capacità deve avere.

Quindi l’operazione di ristrutturazione delbilancio è un’operazione che ci riguarda. Ciriguarda perché non possiamo pensare difar fronte alla crisi semplicemente amplian-do la capacità di spesa che, invece, dobbia-mo riconvertire.

E questo ce lo dice anche il fatto che lacrisi della politica dalla seconda metà deglianni ‘80 molte volte ha indotto la stessapolitica – lo dico in modo provocatorio – adusare la risorsa pubblica per acquisire ilconsenso. Ma questo spazio non c’è più.Non possiamo vivere di rendita utilizzando lerisorse pubbliche per costruire un consensoparticolare, individuale, puntiforme – comeho sentito dire più volte dall’AssessoreMarcolini che, ripeto, credo sia il primo ariconoscere questa necessità -.

Quindi, pur nella distinzione di funzionidove ognuno fa quello che gli compete per lafunzione che porta – l’Assemblea legislativafa la sua, la Giunta fa la sua -, questa operadi ristrutturazione del bilancio è assoluta-mente una priorità. E quest’opera deve es-sere fatta insieme alla definizione del pro-getto complessivo.

Scusate, ma ci può essere un tavolo re-gionale nel quale tutti i soggetti si incontrano,monitorano l’andamento della crisi e defini-scono il nuovo progetto? Il CREL riusciamoad attivarlo e a renderlo in qualche modovivo in questa circostanza? Possiamo farein modo che l’organismo di rappresentanzadel sistema delle autonomie e quello del-l’economia e del lavoro possano insiemealla Regione (Assemblea legislativa e Giun-ta) essere parte attiva in questa crisi? Oppu-re ce la giochiamo di nuovo sperando dicavarcela e dove ognuno ce la possa fareper le proprie strade?!

Certo, è una via dove dobbiamo fare inmodo che in questa crisi le risorse di cuidispone l’individuo siano moltiplicate, nonpuò essere che sia lo Stato a risolvere tutto,però credo sia necessario dare input preci-si.

Nell’ultima questione voglio richiamaresoltanto degli elementi molto concreti e pic-

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coli, e parto dall’esperienza che ho fatto daAssessore sulla questione delle politichegiovanili.

Nelle scuole abbiamo lavorato un annoper cercare di portare i giovani a compren-dere il piacere di dedicarsi anche alla curadella cosa pubblica, dell’interesse generale.Per l’anno prossimo era in programma l’isti-tuzione di tutti i consigli comunali di giovaniunder 16, ed ovviamente senza inputdirigistici, senza regolamenti scritti, ma perfare in modo che da piccoli si riesca adavere la manutenzione del valore della de-mocrazia come valore partecipativo, del va-lore della crescita individuale nel confrontodell’impresa collettiva e nel farsi carico di unproblema anche piccolo della propria città,del piacere di far bene una cosa, del piaceredel fare.

Quindi una alimentazione di quella che èla risorsa individuale fondamentale in unasocietà. Oppure vogliamo consegnare i gio-vani alla disperazione?!

Credo che questi siano elementi assolu-tamente sostanziali, perché se ci lamentia-mo della crisi della democrazia la primacosa che dobbiamo chiederci è su come noine abbiamo fatto la manutenzione. Abbiamofatto la manutenzione lì dove viviamo? Ab-biamo fatto la manutenzione qui all’internodella Regione?

Sapendo che c’è una forte idea della cul-tura del fare, allora voglio suggerirvi una let-tura “Profilo ideologico del Novecento” diNorberto Bobbio. Le prime parole che scriveNorberto Bobbio sul fascismo è che il fasci-smo in primo luogo è passato culturalmente– non lo dico per demonizzare quindi mirivolgo a chi ha simpatie per questo movi-mento –, e lì la cultura fondamentale eraquella del fare in un momento in cui la socie-tà si muoveva radicalmente e vertiginosa-mente. In questa direzione dal punto di vistaartistico si sono mossi i futuristi, e anche dalun punto di vista generale come pure nelleistituzioni la cultura del fare l’ha fatta da pa-drone.

Ma la cultura del fare significa semplice-

mente abbandonare gli orizzonti nei quali cisi muove, significa far prevalere la concen-trazione del potere, e tutte le volte che lacultura del fare prevarrà sarà poi la demo-crazia che conseguentemente ne pagherà ilconto.

Allora se siamo disponibili a pagarlo dob-biamo continuare a lamentarci e a non farniente, oppure dobbiamo essere consape-voli del fatto che la democrazia è l’unicomodo per allocare le risorse e per valorizza-re ciò che c’è nella società. E questa non èideologia.

Pertanto su questi tre elementi diamocidei progetti di intervento che potranno esse-re anche piccoli, perché è dalle cose piccoleche si fanno le cose grandi, perché alla finele cose grandi servono solo per sprecaresoldi.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCapponi.

Franco CAPPONI. Ritengo di dover rico-noscere al Consigliere Minardi di aver so-stanzialmente tolto dalla mia relazione alcu-ne cose, quindi sono molto contento che loabbia fatto lui in quanto non lo dovrò fare io!

Noi pensavamo, Assessore Marcolini,che non c’è, Presidente Spacca, che nonc’è, che questo fosse il bilancio per affronta-re la crisi del modello marchigiano.

In Commissione lavorando come Consi-glieri regionali abbiamo incontrato sindaci,categorie e sindacati anche a seguito dellafamosa intesa sulla crisi stipulata all’internodi questa Assemblea legislativa e che addi-rittura abbiamo sancito con una risoluzionecondivisa. Però poi questo bilancio non con-tiene nulla degli obiettivi strategici che abbia-mo sottoscritto all’unanimità in questo con-sesso appena venti giorni fa.

Capite, quindi, il senso di frustrazioneche ognuno di noi sente, e credo anchequelli di maggioranza, capisco benissimo ilvostro stato d’animo perché tutti vorremmofare qualcosa in più per affrontare i problemiche sono sul tappeto.

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Questo è un bilancio che non ascoltanessuno, è un bilancio totalmente sordo allarealtà delle Marche, è un bilancio che conti-nua nella linea di controllo politico della spe-sa pubblica indicata da Spacca e questo permantenere il governo di questa Regione al-meno fino alla fine della legislatura. Questoè l’obiettivo di minima, però è anche l’obietti-vo di massima di questa Giunta, cioè nonc’è nient’altro!

Qui si nascondono i problemi. Ieri sera hoascoltato il Presidente della Repubblica cheha fatto un monito al Governo, che a casca-ta credo sia per tutti, dicendo: “cominciate alavorare insieme, non ammantate i proble-mi, non sottaceteli, affrontateli con coraggio,perché la crisi che abbiamo di fronte è deva-stante”.

Però poi questo bilancio non affrontanessuno dei temi che invece oggi responsa-bilmente dovevamo rappresentare.

Consigliere Castelli, adotto tutto il suobellissimo intervento sugli spot, quindi non loripeto, però voglio aggiungere che questispot voi della maggioranza dovete ancheguardarli perché probabilmente non li avetevisti. Cioè Spacca si è ridotto a pubblicizza-re delle cose di cui lui non ha contribuito arealizzarne neanche una briciola, si sta attri-buendo meriti che non sono assolutamentesuoi. Oggi addirittura durante i film vengonofatti gli spot sulla Quadrilatero, ma Spacca èquello che da Vicepresidente durante il Go-verno D’Ambrosio ha votato per fare ricorsoal Corte Costituzionale contro la legge obiet-tivo e poi al Tar contro il progetto della Qua-drilatero, inoltre è quello che ha contribuito alritardo solo perché era una posposta cheveniva da un altro gruppo politico e quindibisognava osteggiarlo.

Oggi dobbiamo correre, stiamo solleci-tando per fare in fretta, ma potevamo partiretre anni prima! Oggi alla luce dei fatti non sodove dobbiamo correre! Peraltro è la Qua-drilatero che deve correre e non la Regioneche non c’entra nulla! Sarebbe molto serio eprobabile pensare che quelle strade forse leavevamo già realizzate! Facciamo un mea

culpa qualche volta! Io ammetto di aver sba-gliato tante volte, invece qui la Giunta nondice mai che aver sbagliato almeno una vol-ta! Sarebbe un’ammissione estremamentegradita da noi che non crediamo aisuperuomini; quindi né Berlusconi né Spac-ca sono superuomini! Non ci sonosuperuomini ma solo uomini che governanoe che debbono saper ascoltare i rappresen-tanti del popolo, delle aziende, delle impre-se, delle famiglie di questa regione. Il com-portamento da Padreterno che oggi questaGiunta sta assumendo significa che deveaccollarsi anche tutte le colpe.

Quindi io voglio fare gli spot al contrario –Vicepresidente Petrini, mi rivolgo a lei per-ché è l’unico presente, la ringrazio di esser-ci, altrimenti potremmo anche fare a menodi parlare -, ovvero tutti quegli spot che aveteabbandonato: l’anno scorso c’era lo spot sulPIL, quest’anno è stato abbandonato perchéè diminuito del 9,1%; sulle spese per il turi-smo avevate detto, ovviamente esageran-do, che erano fatte delle cose inimmaginabi-li, però siamo l’ultima regione in Italia perspese sul settore del turismo; cassa inte-grazione, +259%, prima regione in Italia; li-ste di attesa, per molte patologie siamo gliultimi in Italia, abbiamo le più lunghe liste diattesa italiane; per il manifatturiero abbiamola percentuale più alta d’Italia, ovvero pernostro modello di economia abbiamo unmaggiore rischio; infrastrutture, siamo al92° posto su 104 province; l’indebitamento èvicino al collasso, cioè siamo vicinissimi al25%, il massimo possibile, e peraltro lo stia-mo ottenendo anche attraverso operazioniche non sono legittime, o meglio, moral-mente legittime, Assessore Marcolini.

Sulla illegittimità sto cercando di trovare ilbandolo della matassa, ma ancora non lo hotrovato perché non ci avete dato neanche idocumenti che vi abbiamo richiesto unmese fa, infatti con i nostri esperti volevamovalutare le operazioni che sono state fatte.Ci avete impedito di farlo oggi ma lo faremodomani, dopodomani, quando ci darete i do-cumenti, oppure quando ricorreremo al TARper averli.

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Per quanto riguarda la rinegoziazione deimutui siamo l’unica Regione che ancora siostina a scrivere che vuole ricontrattare imutui a quarant’anni. Ma questo è vietatoper legge, la 133 lo vieta espressamente giàdall’anno scorso e ora la legge finanziariaaddirittura lo proroga per un altro anno.Quindi prevedere di rinegoziare a qua-rant’anni non è soltanto immorale – immora-le lo era già prima – ma è anche illegittimo.

Assessore Petrini, lei ogni volta rivendicasul PSR, sulle politiche agricole, sull’elevatapercentuale di spesa. Ma lei, Assessore,questi dati li dovrebbe analizzare perchéprobabilmente la struttura di vertice che hale dà dei dati leggermente sbagliati. Noi nel2008 abbiamo pagato di più perché doveva-mo pagare il 2007, quindi abbiamo liquidatocose vecchie mentre quelle dell’anno, comefanno altre Regioni, non le abbiamo liquida-te. Le porterò i dati, Assessore, in quantofarò anche un’altra ricognizione perché leaffermazioni che lei ha fatto ieri sono deltutto prive di fondamento. (…) Certo, sono leliquidazioni ma non si dice a quale anno siriferiscono, e lei, Assessore, sta indietro didue anni, questo è il problema!

Quello che ha detto oggi il ConsigliereMinardi nel suo intervento lo trova scritto,Assessore, nella prima frase di una risolu-zione – non so se l’ha letta, non penso cheabbiamo avuto questo onore, ma ci avrebbefatto estremamente piacere – che abbiamopresentato, come contributo dell’opposizio-ne, agli interventi per la crisi economica.Una crisi che paventavamo fosse confinata,ne eravamo convinti, solo nel fabrianese enell’ascolano, invece, come si evince daidati che ci stanno arrivando da Confindu-stria in questi giorni, anche molte altre im-prese della regione non pagheranno né icontributi ai lavoratori né le imposte. Ciòsignifica che nel 2009 dovremmo aspettarciche molte altre imprese della regione addirit-tura entreranno nel vortice della chiusura. Inquesto momento le aziende che dichiaranodi aver problemi per chiudere i bilanci sono il25%.

Abbiamo chiesto, quindi, un tavolo regio-nale – ma non un tavolo a perdere comequello che chiede Veltroni – di sessantagiorni, non di più, per metterci insieme ecapire quali potranno essere le misure stra-tegiche che ci faranno mettere in sintoniacon il tessuto marchigiano.

Non va bene che partiamo da soli perònon va bene neanche che mettiamo tantissi-me risorse per salvare le banche e poi nonabbiamo dalle banche stesse un impegnospecifico verso il settore della piccola e me-dia impresa che, invece, sta subendo unacontrazione degli affidamenti e che è unacontrazione paurosa rispetto al passato.

Pertanto non bisogna fare degli accordiunilaterali ma accordi bilaterali, trilaterali, ac-cordi che riescano a risolvere e ad affronta-re con uno spirito di vera solidarietà i proble-mi. Perché oggi, a mio avviso, dobbiamodare solidarietà a tutto il sistema economicoimprenditoriale di questa regione, dicendoche se la crisi sarà di un anno, di due anni,se la ripresa sarà più lenta noi saremo vicini,ci sacrificheremo, tratteremo, lavoreremo,non dormiremo la notte.

Questo è quello che vuole sentirsi dire ilsistema delle imprese delle Marche; lo spotdell’incontro con i quaranta capi delle ban-che per dire ci facciamo una bella foto insie-me non produce nulla per l’impresa, nonproduce garanzia per il lavoratore, non pro-duce nient’altro!

Questo è il nostro problema e questo èquello che noi ravvisiamo.

Io ho cercato di fare anche deiparallelismi. Ieri ho sentito delle affermazioniin quest’Aula a dir poco pittoresche, nel sen-so che è stata illustrata una realtà virtuosa diquesta Regione che invece non ha e addirit-tura una negatività del Governo nazionaleche invece ha.

In modo particolare al Consigliere Bincifaccio due o tre parallelismi, così almenostarà tranquillo.

La Regione Marche l’anno scorso hamesso l’accisa sulla benzina e la tassa sulmetano anche per le aree montane, nessu-

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na Regione ha tentato di fare tanto, e que-st’anno non la togliamo. Da quello che ricor-do era stato detto che doveva essere quasiuna tantum... (…) io speravo fosse unatantum. (…) Assessore, rispetto a quelloche c’è scritto qua dentro…(…)

PRESIDENTE. Per cortesia, Assessore,non interrompa.

Franco CAPPONI. Assessore, il Governocrea un bonus energia per le famiglie e addi-rittura rinuncia a tante entrate, vada a parla-re con Berlusconi…(…)

PRESIDENTE. Scusate, lasciate parlareil Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Presidente, alla finechiederò il tempo perso.

In pratica noi abbiamo fatto una serie dimisure che vanno a garantire la fami-glia…(…) Assessore, guardi, io finisco diparlare e per l’opposizione lo faccia lei, tantosulla via della dittatura ci siete già! Se voletepossiamo anche smettere di parlare, manon sarà facile! State attenti all’Abruzzo per-ché confina con le Marche! (…) Tra l’altroposso aggiungere in tutti i sensi!

Stavo dicendo che ci sono circa 80 mi-liardi di euro a sostegno delle imprese edella famiglia che in pratica sono quattromanovre finanziarie che il Governo destinaal gravissimo momento che stiamo attraver-sando, e parlo dei bonus famiglia che arrive-ranno a circa 8 milioni di famiglie. Mentre noiin questa Regione non abbiamo pensato anessuna misura. Ne potevamo fare tantissi-me, oggi ad abundantiam abbiamo leggi sul-la protezione sociale ma che non abbiamorifinanziato.

In questa legge non c’è il finanziamento aotto leggi che abbiamo fatto nel 2007 e 2008per le quali c’è scritto che il finanziamentoviene rimandato alla legge finanziaria. Orave le elencherò, perché voi della maggioran-za probabilmente non lo sapete neppure.Alcune sono le vostre leggi, quelle che molti

Consiglieri hanno premuto per farsi appro-vare, ma su queste non c’è una lira.

Fondi FAS. Il Governo dice puntiamo supochi progetti indispensabili, importanti, per-ché li vogliamo realizzare ma noi nelle Mar-che cosa facciamo?! Facciamo 400 inter-venti a pioggia per accontentare gli amicidegli amici, poi nessun intervento struttura-le, e qualcuno scrive sul giornale che cisono fondi! Non so, Consigliere Comi, quelliche ha scritto oggi dove li ha presi, a noi nonrisulta che ci sia un capitolo che scrive que-sto. Se poi all’interno di filiere di progetti aconcorso ci sono promesse sarebbe ulte-riormente scorretto, significherebbe mani-polazione delle risultanze delle fasi istrutto-rie dove i comuni vengono messi a concor-renza.

Ci sono interventi per l’IRAP, ma su que-sto abbiamo chiesto con forza di tentaregradatamente di ridurla, perché in questaregione l’IRAP fa più danni che in altre regio-ni. (…) L’abbiamo fatto, Presidente, perchéc’è una detrazione del 10% sulla nuova Fi-nanziaria, ma che lei forse non ha letto per-ché magari è troppo impegnato a fare i contidella Regione…(…) Assessore, ma il Go-verno... (…)

PRESIDENTE. Assessore, per cortesia,arriverà il suo turno per parlare quindi noninterrompa.

Franco CAPPONI. Il Governo dall’IRESha permesso la riduzione dell’IRAP del 10%,il che significa che ne beneficeranno innan-zitutto le nostre aziende manifatturiere, per-ché l’IRAP si paga soprattutto sullo stipendioche si dà ai dipendenti.

Anche l’abolizione dell’ICI, che la sinistraartatamente ha fatto passare come un pre-mio ai ricchi, così non è, perché le A1 e A2,ville, ecc. non sono escluse dal pagamentodell’ICI, è invece un bellissimo intervento so-ciale perché è diretto alle famiglie. L’85%delle famiglie di questa regione ha un’abita-zione, il 5% abita in un edificio di ediliziaeconomica popolare, quindi riteniamo che

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questa sia una misura ulteriore di salvaguar-dia verso il potere di acquisto delle famiglie esoprattutto di quelle più povere.

Inoltre cosa c’è che non va in questobilancio? Ad esempio non vengono riportatida anni i bilanci delle partecipate. In questobilancio non viene riportato il deficit che haogni partecipata. E’ per questo che ho qual-che dubbio sulla legittimità. Però dovremmoaffidarci a degli esperti perché questi datinon li abbiamo e peraltro non ci vengononeppure dati, infatti li abbiamo chiesti manon ci sono stati dati.

Ritengo che delegittimare ulteriormenteun’Assemblea legislativa regionale comesta avvenendo in questa fase sia estrema-mente pericoloso per le Marche. Questo èun momento di difficoltà che non permettepiù a questa Giunta di vivere di rendita e dispot. Perché chi sente la crisi poi quandovede lo spot si arrabbia molto e si chiede“ma da chi siamo governati!”.

Quindi noi, cari amici della maggioranza,non vogliamo finire nell’essere additati traquelli che fanno queste cose, ci vogliamodistinguere.

Non è stato un bilancio partecipato, non èstato neppure condiviso con il CAL, nessu-na delle proposte del CAL è stata recepita.Voglio vedere come voteranno i Consiglieridi maggioranza quando invece in Commis-sione era stato scritto “approvato a condi-zione che”, visto che poi nessuna delle con-dizioni è stata recepita.

Non c’è stata nessun ascolto dei proble-mi dei marchigiani, pertanto non vogliamopiù che le colpe vengano addossate allapolitica.

Voi state facendo un tentativo didelegittimazione complessiva e totale diquest’Aula, ma di quest’Aula potreste averbisogno, potreste aver bisogno dei marchi-giani, potreste aver bisogno delle impresedelle Marche, delle associazioni, ovvero ditutto quello che oggi state rifiutando e ac-cantonando verso una sostanziale non con-siderazione.

Penso che gli emendamenti che abbia-

mo presentato dimostrino come volevamoimpostare il bilancio. Certamente sonoemendamenti – anzi, dico potevano essere,perché a volte non ci date il tempo neppuredi integrarli – che vogliono portare il nostrocontributo ad un tavolo di coordinamento,come peraltro avete espressamente dettoall’interno di una mozione che abbiamo ap-provato insieme ma che voi già al primomomento disattendete totalmente.

Voglio capire qual è il vostro grado diaffidabilità. La vostra disinformazione, paga-ta con i soldi della Regione, continua a tene-re il cittadino distante dalla realtà di ciò cheavviene in questa Regione, però non saràancora per molto tempo, perché, come sa-pete, tutti i nodi verranno al pettine ma noisaremo ancora qui.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereRicci.

Mirco RICCI. Ovviamente questo bilancioregionale, come quelli di altri enti, mostravizi e virtù, e in questo caso sono decisa-mente maggiori le virtù ai vizi. Però in questobilancio alcune caratteristiche che anch’iogiudico non del tutto positive ci sono, le sot-tolineerò, lo ha fatto il collega Minardi comepure altri Consiglieri.

Il dibattito di quest’Aula, al di là delle posi-zioni legittime e anche molto critiche e dure,è stato condotto con una certa moderazio-ne.

E’ vero che il clima generale che c’è nelnostro Paese invita tutti – lo ha detto anche ilPresidente Napolitano che è stato ricordatoanche dai banchi dell’opposizione – ad ave-re una solidarietà istituzionale netta, tale cheogni livello di governo, dallo Stato centrale aipiccoli comuni, devono fare uno sforzo affin-ché i bilanci possano essere impermeati inmodo particolare su nuove priorità.

Questo deve valere per tutti, come avetericordato anche voi dell’opposizione, e cre-do che sia una cosa molto positiva. Poi cer-tamente la critica affonda, è giusto che ci

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sia, è normale, ma tutto sommato è un di-battito che mi ha convinto più che in altreoccasioni.

Ho chiesto al Governo di questa Regione,lo ha fatto il mio partito e l’intera maggioran-za, di fare in modo che questo bilancio po-tesse dare, nei limiti del possibile, una rispo-sta abbastanza chiara alla congiuntura eco-nomica che abbiamo in questo Paese e nel-le Marche. E questo è stato fatto.

Certo, potrebbe anche non essere suffi-ciente, però nel nostro bilancio troviamo 10milioni di risorse per il sociale a garanzia dichi ha meno possibilità, troviamo una quotadi 15 milioni di euro destinate al sostegno delsistema produttivo, abbiamo una buona ge-stione delle risorse europee destinate allatutela dell’occupazione e del lavoro. Ovverotutte quelle risposte che chiedeva il mio par-tito, che chiedeva questa maggioranza inun’occasione difficile e particolare del siste-ma economico del nostro Paese.

Sono risposte importanti anche se forsenon del tutto esaustive, però questo bilancioalle Marche offre comunque il tentativo digestire la spesa storica e aggredire nuovedifficoltà.

Quindi di ciò che chiedevamo il bilancione dà una notevole risposta.

Siamo in attesa della Finanziaria nazio-nale ma credo che non si possa negare –anche senza scaricare solo verso l’alto per-ché poi questo è un gioco delle parti a pre-scindere dai Governi che si alternano alPaese – che si tagliano 28 miliardi di euro.

E quando c’è un taglio di risorse verso ilterritorio questi poi riguardano i servizi so-ciali, i trasporti, la formazione, la scuola,l’edilizia scolastica.

Tuttavia, anche rispetto alla vicendadell’ICI, ricordata poc’anzi dal ConsigliereCapponi, abbiamo fatto bene, AssessoreMarcolini, a ritirare l’emendamento suglioneri di urbanizzazione, che poteva esseresì una possibilità per i Comuni di avere risor-se, ma era sbagliato farlo adesso, forse sipotrà fare con la legge urbanistica quinditroveremo il modo per andare in questa dire-zione.

Penso che il nostro bilancio garantisca lacomunità marchigiana almeno su quattropunti fondamentali.

Il primo è quello di una costantetendenziale riduzione dell’indebitamento, ci-fre non del tutto significative ma che certa-mente segnano una tendenza, che è unqualcosa che in questi anni l’Assemblea le-gislativa ha chiesto ripetutamente alla Giun-ta.

Allo stesso tempo credo che debba es-sere sottolineato che siamo una Regioneche in una situazione del genere non au-menta la pressione fiscale. Prima si è fattoriferimento all’IRAP, ma bisogna considera-re che a livello nazionale è al 4,15% mentrele Marche mantengono l’1%. Certo, è com-plicato perché va riferito al PIL, tuttavia que-sta Regione non aumenta la pressione fi-scale.

L’altra questione è che per la comunitàmarchigiana nel 2009 si aumentano le risor-se di alcuni milioni di euro.

E’ evidente che – lo hanno ricordato iConsiglieri Minardi e Capponi, addirittura an-che il nostro Presidente della Repubblica –che bisogna essere attenti nel formulare ibilanci, bisogna avere il coraggio anche diriformare strutturalmente i bilanci degli entilocali e delle Regioni. Quindi anche nelleMarche, Assessore Marcolini, sarà neces-sario arrivare pian piano ad una riforma delbilancio costruita per interventi prioritari, ov-viamente concertando i progetti con i territo-ri.

Inoltre penso sia opportuno continuare ilpercorso di decentramento gestionale dellefunzioni. Anche questo è un percorso nondel tutto risolto, abbiamo bisogno di comple-tare il percorso di decentramento verso ilterritorio, verso i Comuni, verso le Province,per produrre migliore gestione della spesa econ una razionalizzazione del sistema dellagovernance di questa Regione – ieri lo haricordato anche il collega Massi –.

Ritengo che le Regioni siano enti chedevono profondamente riformare le lorostrutture organizzative. Sono enti troppo pe-

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santi, sono sforzi che vanno fatti non solobanalmente riducendo il personale, anzi, bi-sogna riqualificarlo, bisogna trasferire le fun-zioni, trovare nuovi modelli organizzativi chepossano migliorare e ridurre la burocrazia, etutto questo anche per enti come le Regioni.

Questa non è un’autocritica al Governo diquesta Regione, al quale ovviamente appar-tengo e quindi do il mio sostegno, ma è unaquestione generale, è un elemento che èstato richiamato anche nel dibattito.

Vi è anche la necessità di rendere attivala gestione del bilancio attraverso l’Assem-blea legislativa e le Commissioni, tutte coseche sono già state dette.

Credo, altresì, che il lavoro fatto dallaGiunta nel gestire ed intrecciare le risorsedella programmazione unica regionale, As-sessore, sia stato un ottimo lavoro, ovveroquello di intrecciare in maniera adeguata lepartite di bilancio delle risorse regionali conquelle del Governo e con quelle europee.Infatti sul territorio regionale si riescono adare risposte complessive anche per i gran-di investimenti, per le grandi infrastrutture,per gli acquedotti, per i rifiuti, per la difesadella costa. Insomma questo bilancio hamesso in campo anche percorsi anticiclici.

Quindi se in questo bilancio cerchiamouna risposta alla crisi economica delle Mar-che troveremo delle partite interessanti.

Ovviamente non sarà sufficiente il bilan-cio 2009, anche perché i bilanci – come èstato ricordato anche in questo dibattito cheè stato abbastanza complesso e completo– hanno a che fare anche con una letturapluriennale. Quindi non possiamo pensareche il bilancio 2009 possa essere risolutivorispetto ad alcuni temi che riguardano l’eco-nomia più in generale.

Ma è evidente che ci sono situazioni chedevono essere ricordate, in modo particola-re il piano per le infrastrutture per il qualevengono messi a disposizione circa 7 mi-liardi di euro facendolo con un’adeguata pro-grammazione degli interventi, con una con-certazione progettuale fra i vari livelli e con lapossibilità di accedervi in maniera adeguatae mirata con i fondi strutturali.

Ci sono, inoltre, i fondi per la solidarietà, ilfondo per il lavoro e la piccola e media im-presa, il fondo per le fasce più deboli. Insom-ma ci sono risorse orientate in modo parti-colare a ciò che questa maggioranza avevachiesto, a ciò che il mio gruppo aveva chie-sto.

Credo anche che tutte le azioni di con-certazione con la banca europea per i fondiBEI siano interessanti in quanto riesconorispondere alla parte più debole della socie-tà, vale a dire agli anziani, alle famiglie, alleimprese, oltre che ai sistemi idrici e ai rifiuti.

Penso che sia stata una cosa importantee adeguata l’aver destinato nel 2008 allearee più deboli, come l’area del fermano edell’ascolano, risorse per progetti speciali.

Credo, quindi, che a questo bilancio sipossa dare un giudizio positivo, ma vogliofare anche una sottolineatura particolare.

E’ un bilancio regionale che non ha impli-cazioni nel settore della sanità ma certa-mente avere un sistema sanitario con unbilancio in ordine è un elemento di sicurezzaanche per il futuro, posto che il sistema dellasanità è riuscito a portare al suo interno astabilizzare circa 1.400 persone.

Pertanto un bilancio che si presenta conuna riduzione tendenziale dell’indebitamen-to, che non aumenta le tasse, che ha ilsistema sanitario in ordine e a pareggio eche stabilizza 1.500 precari, un bilanciodove ci sono risorse per il fondo sociale inun momento delicato per la situazione eco-nomica generale di questa regione, pensosia un atto che non possa non essere soste-nuto.

Ovviamente voglio anche accennare allecrisi e alle difficoltà settoriali che ha questobilancio. Voglio dire con piena franchezza inquesta Assemblea legislativa che c’è unpunto debole. Infatti neppure io ho moltocondiviso, seppure abbia partecipato e neprendo le mie colpe, la gestione dei fondiFAS che sono stati troppo parcellizzati. Main ogni caso se andranno a completare gliinterventi sul territorio sarà una cosa buona.Certo, si finanzia un intervento con 1 milione

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di euro quando si dovrebbe invece finanzia-re un grande intervento concertato, ma sequel milione di euro interviene per completa-re un intervento ed è una quota di un inter-vento più ampio, cioè va a completamento,penso sia una cosa ugualmente da sostene-re.

Ciò che non mi ha convinto è quando ifondi FAS vanno a sostituire la spesa cor-rente, cioè vanno a rimpinguare un serviziotagliato. Questo non va bene, ma attiene alfatto che purtroppo i bilanci sono cristalliz-zati, ingessati, hanno a che fare con la spe-sa storica, quindi molto spesso per garanti-re gli interventi e per garantire tutti i serviziaccade anche questo aspetto, ma che sicu-ramente avrei preferito non ci fosse.

Comunque per le cose che ho cercato diriassumere brevemente, penso sia un bilan-cio che risponda in maniera adeguata, al-meno per il 2009, alle esigenze poste daquesta crisi generale che investe l’econo-mia e in modo particolare le fasce più debolidella nostra regione.

Quindi il mio gruppo voterà con convin-zione il bilancio di previsione 2009.

PRESIDENTE. Ha la parola per l’ultimointervento, prima delle repliche degli Asses-sori, il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Presidente, rispetterò si-curamente l’impegno che ho preso con lei diessere conciso nel mio intervento.

In una situazione di grave difficoltà eco-nomica come quella attuale certamenteogni ente, ogni istituzione che si trova aredigere un bilancio incontra delle difficoltà,su questo bisogna essere onesti… Scusatema non riesco a parlare!

PRESIDENTE. Per favore, Consiglieri,ascoltate.

Luigi VIVENTI. Stavo dicendo delle diffi-coltà che sicuramente si incontrano quandosi redige uno strumento di bilancio.

Vorrei rimanere alle macro questioni,

perché essendo un bilancio di previsionesulle questioni particolari poi avremo dellemodificazioni sicuramente notevoli in fase diassestamento e soprattutto in fase di con-suntivo.

Il messaggio che un Governo deve darein una fase come questa dovrebbe essere digrande coraggio. Primo, ridurre la pressionefiscale, secondo, ridurre le spese interne,terzo, cercare di sostenere le attività econo-miche che sono il fulcro della vera economiaregionale.

Questo bilancio si sforza in qualchemodo di farlo, però ci sono delle cifre, per lomeno per la lettura che ho fatto dello stru-mento, che risultano in parziale contraddi-zione. Quindi avrei piacere, nella replica del-l’Assessore al bilancio che sicuramente èun esperto di questi argomenti, di capire sequeste mie perplessità sono frutto di erroriinterpretativi o se sono tali.

Nella relazione si parla di mantenere inal-terata la pressione fiscale, però verifichiamoche c’è un aumento delle entrate di circa il10%, sicuramente in parte è dovuto all’au-mento dei fondi FAS e dei contributi nazio-nali, ma anche per un aumento (circa un50%) di pressione fiscale autonoma da par-te della Regione. Pertanto questo contraddi-ce quanto detto nella relazione.

Inoltre vi è una riduzione sul fronte dellaspesa complessiva, e questo rappresentaun dato positivo. Il taglio si verifica soprattut-to nel settore della sanità, che ovviamenteoccupando oltre i due terzi del bilancio regio-nale è quello che deve essere costretto perpoter poi realizzare una riduzione si spesa.

Però anche qui ci vedo una contraddizio-ne che vorrei mi fosse chiarita bene. Si diceche la gestione ordinaria della sanità nellaRegione, da circa 100 milioni di perdita an-nuale è stata portata a pareggio. Ho capitoche questo è stato realizzato attraverso lamanovra della valorizzazione del patrimonioimmobiliare, quindi la cifra consente un pa-reggio sostanziale del bilancio. (…) Mi stavoriferendo alla spesa sanitaria dove gradireiavere chiarimenti riguardo la gestione di par-

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te corrente perché nella relazione si diceche è stato raggiunto un pareggio sostan-ziale attraverso la valorizzazione del patri-monio.

Invece la spesa di parte corrente dellasanità – perché il patrimonio poi viene valo-rizzato, deve essere venduto e dovrebbeessere poi comunque utilizzato come spe-sa per investimento – manifesta ancora del-le perdite? E’ questa la domanda che volevofare sulla sanità prima di produrre conside-razioni di natura conclusiva che potrebberoanche essere errate.

Mi permetto di utilizzare lo spazio del miointervento anche per fare una richiesta. Inuna fase come questa sarebbe stato anchelogico che la Giunta si fosse presentata to-gliendo quell’accisa sulla benzina e sui car-buranti posta lo scorso anno, anche se devodare atto all’Assessore che in fase di dichia-razione non venne detto che era provvisoria.Però in una fase come questa è una propo-sta che come gruppo dell’UDC ci sentiamodi sostenere e portare avanti. Al pari di un’al-tra considerazione che peraltro è l’unicoemendamento che abbiamo presentato –anche se di fatto ce ne potevano esseretanti altri, chiaramente ogni gruppo ha l’ideadi farne tanti –. Cioè che circa venti giornipur avendo avuto la soddisfazione di vedereapprovata la nuova legge sugli oratori, pas-sata quasi all’unanimità, poi purtroppo ab-biamo visto che su questa proposta di bilan-cio non viene finanziata. Quindi quantomeno, per essere coerenti rispetto all’impe-gno preso con l’Assemblea, per gli oratoribisognerebbe rimettere a copertura unostanziamento minimo di 450 mila euro, altri-menti ha ragione il Consigliere Capponiquando dice “approviamo delle leggi perdare soddisfazione a qualcuno ma poi nonle finanziamo”.

Dunque, secondo me, questa è una dellequestioni che vanno sicuramente risolte nel-la discussione di oggi. Per il resto, come hodetto prima, certo la situazione imporrebbescelte ancora più coraggiose ma siamo inpresenza di un bilancio che è obiettivamente

ingessato, dove la sanità assorbe una certacifra, personale, trasporti ed altro ne assor-bono altre, quindi in condizioni come questeonestamente sarebbe difficile poter faregrandi scelte.

PRESIDENTE. Ha la parola l’AssessoreMezzolani per la prima replica.

Almerino MEZZOLANI. Mi ero ripropostodi non intervenire rimettendomi all’interventofinale del collega Marcolini, però credo siaindispensabile precisare alcune questioniqui sollevate, a partire da una domanda fattada qualcuno della minoranza rispetto al fattodi chi comanda in sanità.

Credo che una delle ragioni che hannopermesso di conseguire il risultato che ab-biamo conseguito in questi ultimi due annista proprio dietro al fatto che abbiamo ripri-stinato la giusta catena delle decisioni, il cuiindirizzo compete alla politica e naturalmen-te i tecnici fanno poi la loro parte nell’ade-guarsi a questo indirizzo. Questo è stato ilruolo fondamentale.

Vado alle questioni finanziarie. Abbiamochiuso in pareggio il 2007, chiudiamo a pa-reggio il 2008 e abbiamo tracciato buoneprospettive per il 2009.

Altra cosa è il risanamento del debitopregresso, conseguito attraverso l’utilizzodelle plusvalenze che derivavano dalle ven-dite del patrimonio del passato e che ci eraimpedito utilizzarle in virtù del cambiamentodi quella normativa che abbiamo fatto l’annoscorso.

Queste sono le ragioni per le quali il bilan-cio si chiude a pareggio. E’ certificato dalcosiddetto tavolo “Massicci”, che ovviamen-te non è solo un tavolo economico ma èanche il luogo della valutazione della qualitàdei servizi sanitari delle Regioni italiane. Edanche qui siamo risultate tra le prime quat-tro-cinque Regioni.

Pertanto voglio rivendicare questo risul-tato, perché una situazione difficile comequella che sta attraversando la nostra regio-ne credo sia alla base anche di una visione

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diversa, quella che avevamo promesso perla sanità regionale, cioè per la collettività e lacomunità della nostra regione non più unpeso bensì un elemento di quel complessomotore che sta dietro alla tenuta, in questocaso, ma anche allo sviluppo della nostraeconomia.

Mentre vediamo attraversare da partedelle aziende private una difficoltà enormesul piano finanziario, che porta poi alla cas-sa integrazione e ai licenziamenti, nella sa-nità, grazie anche ai pareggi di bilancio e allasolida situazione finanziaria che si è deter-minata, stabilizziamo un intero mondo delprecariato che naturalmente era un elemen-to di instabilità per il sistema stesso. In unanno ne abbiamo sistemati 1.300 e ci accin-giamo, in virtù degli accordi che abbiamofatto con le parti sociali e il sindacato, astabilizzarne altri 1.600.

Credo che questo sia un elemento dirassicurazione per tutta la comunità marchi-giana quindi non soltanto per il sistema sani-tario.

Giovedì ci sarà l’ultima riunione tecnica altavolo “Massicci” dopodiché a gennaio siandrà in Conferenza Stato-Regioni in cuiverrà preso atto dell’accordo di programmache abbiamo stipulato e che prevede nelbreve, medio e lungo periodo investimentiper 560 milioni.

Anche questo, in una fase così delicatadell’economia della nostra regione, credosia un elemento di rassicurazione per lenostre comunità.

Qui si è rivendicata la tenuta del sistemadi welfare della nostra Regione. Ebbene, invirtù del fatto che abbiamo chiuso a pareg-gio i nostri conti, siamo tra le pochissimeRegioni – si contano sulle punta delle dita –che hanno istituito un fondo per la non auto-sufficienza, un ulteriore elemento di coesio-ne in un momento delicato per la cittadinan-za marchigiana. Sono 58 milioni e la sanitàce ne mette 15, naturalmente per aumenta-re la qualità dei nostri servizi residenziali,per dilatare l’assistenza domiciliare e per farfronte a quelle cronicità e a quelle nuove

fragilità che vanno sempre più emergendo invirtù dell’invecchiamento della popolazione.

Credo che non siano cose di poco contoe soprattutto non dimentico che un anno faqui dentro, quando cioè discutevamo dellasanità marchigiana, qualcuno, non certodella maggioranza, vedeva nel commissa-riamento di questa Regione uno degli ele-menti che potevano in qualche modo esseretranquillizzanti per rimettere in moto il siste-ma. Abbiamo rifiutato questa visione, abbia-mo aperto una sfida grande che oggi pos-siamo dire di aver vinto trasmettendo l’ideadi una sanità che è tra le migliori del nostroPaese.

I conti a posto hanno a che fare anchecon la qualità del servizio, significano che sirendono servizi appropriati rispetto alla do-manda che emerge. Non conosco sanitàbuona in tutte le Regioni italiane se non c’è ilpareggio dei conti, la migliore sanità sta nel-le Regioni che hanno i conti a posto.

Questo è sicuramente un risultato, vistoe considerato che non io, ma il Sottosegre-tario Fazio qualche settimana fa in un con-vegno ad Arezzo ha avuto modo di apprez-zare il lavoro che hanno fatto le Marche nel-l’ultimo anno e mezzo. Cioè quel percorsoche non solo ha prodotto il risanamento deiconti, mettendoci dentro una prospettiva piùrosea, ma anche l’implementazione dellaqualità che non viene assolutamente sman-tellata.

Voglio terminare guardando anche allecriticità che ci sono, sarebbe sbagliato se-dersi sui risultati conseguiti. Quindi dobbia-mo fare anche molta attenzione perché èchiaro che questo è solo l’avvio di un lavoroche può rendere stabile questo sistema equesta situazione solo se andremo avanticomunque nella trasformazione.

E’ chiaro che dentro questo ci stanno iragionamenti sulle code ai pronto soccorso,sulle liste di attesa, però tutti problemi chenon si risolvono con affermazioni populiste odemagogiche ma con il frutto del sudore dellavoro quotidiano stando in trincea, cosache cerchiamo ovviamente di fare.

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Il problema delle liste di attesa riguardal’intero sistema sanitario dentro il quale cisono anche le Marche. Questo certamentenon ci rende soddisfatti, ma anche qui nonsiamo tra le Regioni peggiori, siamo traquelle che affrontano meglio il problema, purpotendo in qualche modo fare di più di ciòfacciamo.

Qui dietro c’è anche un problema di cul-tura della nostra gente, della formazione del-la responsabilizzazione dei medici di medi-cina generale, c’è l‘idea di sviluppare atten-tamente quelle che sono le tecnologie e illoro rinnovamento, e nel finanziamento degliinvestimenti questo problema viene affron-tato. Ci sono gli accordi con gli operatori delservizio sanitario e una nuova, se volete,ridefinizione del rapporto di committenza trail pubblico e il privato. Inoltre c’è anche l’am-modernamento del sistema informativo.

Su queste cose stiamo intensamente la-vorando sapendo naturalmente che questoè il problema. Dopodiché parlando chiaro achi qui demagogicamente afferma che nelsettore pubblico ci sono liste di attesa men-tre nel sistema privato pagando si ha il servi-zio il giorno dopo, bisogna ricordare che ilproblema è più profondo, e l’ideale sarebbedi tranciare di netto il rapporto di chi lavoranel pubblico e di chi lavora nel privato. Per-ché dietro il rapporto delle liste di attesa c’èanche questo, in quanto lavorare in entrambii sistemi può darsi che da qualche parte siallunghi per poi ricavarne benefici da qual-che altra parte.

Credo che questo sia il vero problemama ovviamente non appartiene alla Regio-ne.

E’ per dire di quanto complesso, articola-to e difficile sia quello che ci sta davanti.Certo, qui possiamo rivendicare anche ilcontrollo, ma vedete, anche il risanamentofinanziario ha a che fare con i controlli piùserrati che abbiamo immesso nel sistema.L’idea che il sistema abbia il fiato addossoha a che fare con il pareggio dei conti, quindianche questo deve valere con l’implementa-zione dei controlli anche sul sistema stessoper i problemi delle liste di attesa.

Termino con la mobilità passiva, altroelemento qui declinato e introdotto per trac-ciare il profilo delle difficoltà della sanità mar-chigiana.

Per la prima volta nel 2007 anche nelnord delle Marche, in virtù degli accordi cheabbiamo fatto, c’è la contrazione di quel fe-nomeno che sta alla base della necessità diintensificare il lavoro proprio per drenarequelle risorse che possono esserericonvertite sul sistema. Questo vuol direche siamo sulla strada buona.

Ritengo che da questo consesso debbavenire una spinta per un’incentivazione an-cora maggiore del lavoro che abbiamo fatto.Vorrei però che in qualche modo si ricono-scessero gli obiettivi aggiunti, credo chequesto attenga non al ragionamento sullapropaganda politica ma ad un discorso dionestà intellettuale che ciascuno di noi do-vrebbe mettere quando vuole giudicareobiettivamente le cose che si fanno.

PRESIDENTE. Ha la parola l’AssessoreMarcolini per l’ultimo intervento.

Pietro MARCOLINI. Anch’io penso chenonostante alcune intemperanze, anchemie, complessivamente il dibattito abbia se-gnato un’occasione positiva di incontro, diconfronto, certo, anche con alcuni picchisulle cui sollecitazioni proverò ad interloqui-re.

Vorrei impostare il mio intervento su trequestioni generali e su una in particolare.

La prima riguarda essenzialmente la ri-flessione sul momento particolarmente deli-cato della vita economica, sociale e istitu-zionale del nostro Paese, che come ha riba-dito opportunamente il PresidenteNapolitano va affrontata con coraggio, vo-lontà e anche come un’occasione perrideterminare le priorità e rifunzionalizzaregli interventi necessari ad ogni livello istitu-zionale.

Questo richiede a tutti indistintamente unsenso di responsabilità, amore per la cosapubblica, una capacità di prescindere, sem-

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pre più difficile, da interessi particolari efaziosi per rilanciare la nostra comunità re-gionale e il Paese in un contesto competitivonazionale e internazionale sempre più impe-gnativo.

Mi pare che tutti riconosciamo che obiet-tivamente ci troviamo in una situazione ine-dita, segnata da una crisi globale ancoradifficile da valutare nella sua evoluzione, tut-tavia abbiamo già chiaro che avrà pesantiricadute di carattere economico-sociale e dicarattere nazionale e forse, secondo alcuneprevisioni, ricadute ancora maggiori su unapparato produttivo quale il nostro.

C’è bisogno di una forte reazione capacedi rispondere all’emergenza sociale ed eco-nomica e nello stesso tempo di cogliere leopportunità che offre anche questa fase.

Però come affrontare le questioni gene-rali in un quadro globale di generale muta-mento?

La prima questione è metodologica. Do-vremmo cercare di affrontare la crisi cer-cando di abbracciarne tutti i rivolgimenti e leconseguenze, quindi non cercando di vede-re la crisi dal buco della serratura del nostropiccolo osservatorio.

Quello nazionale è un osservatoriominimale quindi diventa per certi versi grot-tesco pensare di costituire un cuneo isolatonell’osservatorio regionale o addirittura subregionale.

Penso quindi che la nostra Regione in-sieme alle altre debba offrire, come è statofatto nelle ultime ore al Governo nazionale,una sponda per coordinare gli interventi dicarattere economico, finanziario e infra-strutturale capaci di attenuare l’impatto dellacrisi e di attenuare le ingiurie di carattereeconomico e sociale che si riverberano suinostri territori.

C’è un rischio di fare passi indietro sulversante dello stato di benessere, di quelloche dalla culla alla bara immaginava LordBeveridge, e c’è un rischio dirinsecchimento delle ragioni dello stato so-ciale come l’abbiamo conosciuto noi.

Penso che per quanto riguarda la nostra

regione dobbiamo lavorare con continuità econ lena per difendere i risultati del nostrowelfare, dell’istruzione, dei servizi sociali,della sanità, che non sono un lusso e unospreco ma sono la pre-condizione vitale peruna crescita armoniosa dello sviluppo eco-nomico che abbiamo conosciuto, per unaproiezione realistica per il futuro.

Però lungi da noi una sottovalutazionedell’impatto sulla crisi o ogni tentazioneautocelebrativa. Dobbiamo seguire congrande attenzione e con grande preoccupa-zione la gravità della situazione, il suo evol-versi, guardando in modo particolare allericadute sociali, prima di tutto sugli strati piùdeboli della popolazione e alla tenuta delsistema delle piccole e medie imprese, conla disponibilità di ulteriori interventi nel solcodella strategia che nella Regione abbiamodefinito nella programmazione delle risorsenazionali, comunitarie e regionali.

Penso che per essere coerenti con que-sta impostazione – ed è il secondo aspetto –dobbiamo esprimere una valutazione non disemplice denuncia ma una valutazione pre-occupata per la manovra finanziaria ed eco-nomica che il Governo ha inaugurato. Unamanovra insufficiente che spesso va nelladirezione giusta ma che è assolutamentesproporzionata in termini minimali rispettoalla gravità della crisi.

I grandi Paesi per far fronte alla crisi chesi sta abbattendo in termini economici e so-ciali sui propri contesti stanno impegnandodal 5% al 7% del prodotto interno lordo. Ilnostro Governo si sta muovendo con unapercentuale di intervento dello 0,3%, troppopoco. Ha fatto bene stamattina il Ministroombra del Partito Democratico Bersani apresentare un pacchetto di proposte in cui sicompromette e ci si confronta con il temadelle compatibilità, non si chiede semplice-mente un +1 ma si è disposti a sostenere unquadro che tenga conto delle compatibilitàpossibili e offra una corresponsabilità politi-ca.

Voglio anticipare in tal senso, se non hocapito male, gli accenni fatti dal Capogruppo

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di Forza Italia ma fatti anche nell’interventodel Consigliere Castelli o nell’intervento diieri del Consigliere Pistarelli, sulla disponibi-lità di un confronto selettivo per gli obiettivimirati di un rigoverno della manovra econo-mica e della ridefinizione della partita politicoe programmatica. Però questo è il terzopunto su cui arriverò immediatamente dopoaver cercato di sintetizzare quello che è lospirito e quella che è la sostanza del bilancioannuale del 2009.

Il bilancio della Regione Marche con gliultimi aggiustamenti per le risorse proprie hamesso a disposizione dei nostri concittadiniquasi 17 milioni in più rispetto allo scorsoanno, passiamo da 592 milioni a quasi 610milioni.

Abbiamo cercato di intervenire sulleemergenze delle ultime ore, le mareggiate,e di stabilire con la finalizzazione degli inter-venti economico e sociali e di sostegno aiceti più deboli con un intervento straordina-rio di 10 milioni, su cui fortunatamente haavuto convergenza l’intervento di alcuneProvince e di alcune Camere di commercio.

Il primo pacchetto di 5 milioni per la ga-ranzia e per il sostegno delle imprese edell’occupazione, con l’aggiunta delle risor-se delle Province e delle Camere di com-mercio, può ipotizzare una massa di investi-menti tra 50 e 100 milioni.

Il secondo aspetto per altri 5 milioni haavuto una destinazione multipla, che riguar-da gli ammortizzatori sociali in deroga, gliinterventi risolutivi per il lavoro precario el’integrazione del fondo sociale.

Qui vado a una questione dolente, per-ché se non vogliamo vedere la crisi dal bucodella serratura regionale, dobbiamo notarecome gli interventi correttivi della manovrafinanziaria del Governo riguardano 6 miliardie 800 milioni, ma la manovra fissata neldecreto del 6 agosto ammonta a oltre 35miliardi. Quindi la somma di cui ci doliamo,Consigliere Capponi, ma ce ne dovremmodolere tutti quanti, è meno 28 miliardi.

Pertanto altro che manovra anticiclica,bisogna intervenire almeno per neutralizza-

re gli effetti depressivi, senza rinunciare allabattaglia per gli sprechi, senza evitare dirazionalizzare le spese delle pubbliche am-ministrazioni, senza essere corrivi con laconservazione hic et nunc dell’equilibrio sto-rico, ma mettendo a disposizione nei settoridi sviluppo, in modo particolare per le infra-strutture, per la casa, nell’auspicata riduzio-ne della pressione fiscale, le risorse tantevolte promesse.

Su questo non voglio essere ritorsivo mapreciso sì. Sul tema della riduzione dellatassazione IRAP voglio ricordare che unaproposta ufficiale, tanto che alimentò uncontenzioso a Bruxelles e Strasburgo, ri-guardava la cancellazione della tassa odio-sa, come venne definita, dell’IRAP. Ma sic-come questa tassa odiosa pesava 35 miliar-di (29 di parte privata e 6 di parte pubblica)questa tassa è ancora lì per il 4,15% e non èstata toccata.

Quindi nella richiesta di riduzione dellapressione fiscale le categorie economichema anche noi non possiamo pensare che laRegione con il suo 1% di residuo – che hagià abbondantemente modulato con innu-merevoli esenzioni, tanto da collocarsi nelleRegioni del centro-nord al terzultimo posto –possa assorbire l’auspicata riduzione dellapressione fiscale auspicata.

Su questo tutte le Regioni sono d’accor-do. Ed io penso alla mobilitazione sia quellasociale che istituzionale, ad esempio quellasulla materia di istruzione che ha realizzatomodifiche sostanziali nella cosiddetta rifor-ma Gelmini, oppure quella sui finanziamentidel trasporto che con la minaccia di rinun-ciare alla delega sul trasporto ha ottenutodal Governo 480 milioni per tre anni, checertamente sono insufficienti ma indubbia-mente sono una risposta positiva alla ge-stione del trasporto pubblico.

Quindi credo debba essere fatta in mate-ria fiscale, in materia di infrastrutture, in ma-teria di sostengo alle piccole e medie impre-se.

Ci sono 10 milioni per il fondo straordina-rio anticrisi e quasi 6,5 milioni per le emer-genze sopraggiunte in queste settimane.

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Non voglio negare, Consigliere Castelli,l’esistenza di alcune soluzioni minimali,come spesso capita e di cui ovviamente nonci vantiamo, ma che spesso rappresentanole soluzioni a problemi altrimenti nonrisolvibili. Quindi in una proposta c’è sempreun neo, voglio rilevarne un limite anch’io, mase guardiamo all’ammontare delle soluzionidi dettaglio non superiamo i 500-600 milaeuro, che in un bilancio di 4 miliardi di euronon dico che debbano essere sottaciuti mapossono rappresentare realisticamentel’eccezione capace di risolvere l’irrisolvibiledi dimensioni minori.

Avviandomi alla conclusione il terzoaspetto che voglio trattare, forse quello piùinteressante, mi è stato suggerito da dueinterventi, quello del Capogruppo del PartitoDemocratico Consigliere Ricci e quello delConsigliere Minardi che ci ha proposto unalettura alta della crisi, cioè un interrogarsisull’orizzonte della riorganizzazione econo-mica, sociale e istituzionale nazionale.

Penso che sia giunto il momento per unariconsiderazione strutturale della manovradi bilancio e della spesa regionale. Anche loscorso anno con il Presidente è stata fattauna avance ma il precipitare degli eventi allaprofondità di questa crisi non ci hanno con-sentito un’interlocuzione, una concertazio-ne, una condivisione di una revisione dellaspesa pubblica necessaria.

Su questo versante penso a tre elementi,il primo ci viene suggerito dall’Unione euro-pea. La Commissaria Danuta Hubner, in vi-sita ufficiale alla regione Marche, negli in-contri avuti con la Regione e con le Istituzio-ni ha avuto modo di sollecitare una revisioneaggiornata degli obiettivi e delle politiche. Enon parliamo per quello che resta della pro-grammazione 2007-2013 di una quota partepari ai 4/5 di oltre un miliardo di euro.

Penso che se realisticamente potessimoridefinire gli obiettivi strategici per una quotacompatibile, che non rivoluzioni la program-mazione ma che parli per esempio di unaquota di 1/4 o di 1/5 dell’ammontare, po-tremmo dare alla crisi una risposta sensibi-le.

Parlo del Fondo sociale europeo con laridefinizione della struttura della politica dellavoro e della formazione, meno attenta aiformatori e più attenta ai problemi della ri-conversione della ristrutturazione della poli-tica del lavoro.

Penso al FERS e al FAS, su cui abbiamodato, nonostante quello che è stato dettoquesta mattina, interventi strutturali. I 242milioni, compresi i 75 milioni delle Province,sono per i tre quarti interventi strutturali.Possiamo dire che per 1/4 abbiamo cercatodi risolvere integrando questi fondi con lepolitiche regionali, ma è un quarto rispetto altotale, basti pensare agli spazi aperti delPSR e del FERS.

Potremmo trattare con una sessione ri-governata per i prossimi comitati di sorve-glianza delle politiche strutturali, FEP,FERS, FEARS, FSE, con una quota tra 200e 300 milioni.

E’ un obiettivo, se condiviso, compatibilee che è stato concertato con le sedi istituzio-nali CAL e CREL in un percorso politicocondiviso. E’ qui che si verrà a misurare laeffettiva disponibilità della codecisione in unmomento di grave responsabilità. Nellaprossima primavera avanzeremo propostespecifiche in tal senso, c’è una disponibilitàdell’opposizione a un confronto di merito,dunque mi pare che sia un tavoloauspicabile di cui ognuno porta la responsa-bilità e l’onore della codecisione correlata,appunto, alla responsabilità.

Penso che tutti quanti dovremmo evitaredi dire…(…) allora l’interruzione amabile delConsigliere Castelli me ne suggerisce lo sti-le. Pietro Pomponazzi, un noto filosofo, di-ceva “Quaecunque ab Aristotele dicta sunt,commenticia”. Quindi basta dire che tuttoquello che dicono gli altri sono fregnacce ecosì tutti quanti risolvono pacificamente eplacidamente.

Penso che abbiamo il diritto e il dovere dionorare il dibattito, come nella stragrandemaggioranza degli interventi è stato svolto,con l’onore e l’onere della prova di una pro-posta modificativa, ma non possiamo dire

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che il fondo delle controversie è esagerato enel contempo dire che è limitato perché arischio abbiamo un contenzioso di diversedecine di milioni. Non possiamo dire che ladiminuzione del debito è troppo limitata e nelcontempo dire che i bisogni e le necessitàdella comunità regionale sono straordinaria-mente esagerati rispetto alle nostre disponi-bilità. Non possiamo mettere insieme socia-le, economico, territoriale, non possiamomettere insieme le vicende della labilità deiceti più deboli esposti alla crisi a quelle dellagiusta remunerazione del profitto nelle attivi-tà di libero mercato incontrollato.

Penso che il tavolo abbia il dovere di es-sere garantito da parte del Governo regiona-le, quindi è giusto il richiamo fatto dal Consi-gliere Minardi alle sedi istituzionali dell’As-semblea legislativa per l’indirizzo, il governo,il controllo delle scelte fondamentali e dellacompartecipazione e codecisione politicaper i tavoli concertativi.

Penso che su questo i prossimi mesipotranno rappresentare una sperimentazio-ne concreta della possibilità politica che lacrisi, come tutti quanti ci siamo abituati adire nelle ultime settimane, possa rappre-sentare minacce e opportunità.

Le minacce sono sempre più impressio-nanti delle opportunità, compito nostro peròè aprire uno spiraglio per una ridefinizionedello storico che viene dato per scontato.

In ogni bilancio facciamo fatica a rimette-re in gioco una quota minima rispetto allenuove emergenze, cancellando quelle cheemergenze non sono più se sono interventistorici e stabilizzati da venti o trent’anni.

Se faremo uno sforzo comune in tal sen-so penso che potremo concretamente arri-vare ad una soluzione condivisa.

L’ultima battuta, mi sia consentita, la vor-rei fare su quello che riguarda i prossimimesi e le previsioni che fanno le associazio-ni di categoria. In questi giorni mi è capitatodi partecipare ad alcune iniziative di artigianie di industriali, e le previsioni sull’apparatoproduttivo e i rimbalzi sull’apparato produtti-vo sono piuttosto marcate.

Allora penso che le proposte che le asso-ciazioni di categoria ci hanno fatto possanoessere una seria base di discussione, ri-mettendo in discussione, adesso, per laproposta di assestamento, tutta la parterinveniente dalle economie e tutta la parterinegoziabile per i fondi strutturali sulleemergenze economiche e sociali che que-sta crisi ci offre.

In tal senso penso che realisticamente,tenendo conto anche dell’andamento di bi-lancio degli ultimi anni, in sede di assesta-mento avremo un grado di libertà che seassunto con piena responsabilità potrà indi-rizzare alcune decine di milioni sulle emer-genze economiche e sociali.

Su questo versante la sfida che ha lan-ciato l’opposizione ma anche quella che re-sponsabilmente hanno fatto il ConsigliereRicci, l’Assessore Amagliani o la stessa in-troduzione del relatore di maggioranza chesi fa carico dell’assunzione di alcune prioritàe di alcune scelte selettive di bilancio, pensopossano costituire un’agenda da precisarenelle prossime settimane, dando così final-mente corpo ad un confronto con il CRELappena nato e dando anche legittimità e di-stinzione di ruolo tra Giunta e Assemblealegislativa.

L’Assemblea legislativa è la sede dell’in-dirizzo e del controllo, la Giunta è quelladella traduzione degli indirizzi e della gestio-ne. Con questa distinzione di incarichi e diimpegni penso che potremo lavorare fin daiprimi giorni del 2009.

PRESIDENTE. Ora per consentire alla IICommissione di riunirsi per esaminare i su-bemendamenti sospendo la seduta. Ripren-deremo puntualmente i lavori alle ore 14,00.

La seduta termina alle ore 12,25

IL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO

(Dott.ssa Paola Santoncini)

ESTENSORI DEL RESOCONTO

(Fiorella Pietroni - Caroline Moresi )