RESOCONTO ALLEGATO ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO … · Dal 2010 la tariffa sul territorio della...

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1 RESOCONTO ALLEGATO ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 21 CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 LUGLIO 2009 PUNTO N. 1 all’ o.d.g. OGGETTO N. 1 – COMUNICAZIONI DEL SINDACO. APPROVAZIONE VERBALI SEDUTA PRECEDENTE. Sindaco BACIS GIOVANNI Buonasera a tutti. La seduta è valida. Passo velocemente al primo punto all’ordine del giorno, visto che poi abbiamo anche ospiti che vi presenterò. Devo dare comunicazione al Consiglio di due prelievi dal fondo di riserva rispettivamente con delibere n. 64 e n. 75 di Giunta: con la prima si è provveduto a prelevare la somma di 2.300 euro stanziandoli al capitolo 650/02 del PEG; con la seconda del 18 giugno si è provveduto a prelevare la somma di euro 11.000, imputandoli al capitolo 4443 del PEG, come avete avuto modo di vedere dalla documentazione allegata agli atti. Io non ho altre comunicazioni per il momento. Se non ci sono osservazioni sui verbali della seduta precedente, li diamo per approvati e passo al punto n. 2. ****************************************************************************************************************

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RESOCONTO ALLEGATO ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 21

CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 LUGLIO 2009

PUNTO N. 1 all’ o.d.g. OGGETTO N. 1 – COMUNICAZIONI DEL SINDACO. APPROVAZIONE VERBALI

SEDUTA PRECEDENTE.

Sindaco BACIS GIOVANNI Buonasera a tutti. La seduta è valida. Passo velocemente al primo punto all’ordine del giorno, visto che poi abbiamo anche ospiti

che vi presenterò. Devo dare comunicazione al Consiglio di due prelievi dal fondo di riserva rispettivamente

con delibere n. 64 e n. 75 di Giunta: con la prima si è provveduto a prelevare la somma di 2.300 euro stanziandoli al capitolo 650/02 del PEG; con la seconda del 18 giugno si è provveduto a prelevare la somma di euro 11.000, imputandoli al capitolo 4443 del PEG, come avete avuto modo di vedere dalla documentazione allegata agli atti.

Io non ho altre comunicazioni per il momento. Se non ci sono osservazioni sui verbali della seduta precedente, li diamo per approvati e

passo al punto n. 2.

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RESOCONTO ALLEGATO ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 22

CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 LUGLIO 2009

PUNTO N. 2 all’ o.d.g. OGGETTO N. 2 – APPROVAZIONE CONTRATTO DI CONCESSIONE

AMMINISTRATIVA PER ACCESSO ALLE RETI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO. Sindaco BACIS GIOVANNI Come avevo preannunciato anche in conferenza dei capigruppo è una delibera con la

quale si richiede l’approvazione del contratto di concessione amministrativa per accesso alle reti del servizio idrico integrato.

E’ un ulteriore passaggio di un processo sul quale in più occasioni siamo tornati all’interno del Consiglio Comunale parlando di volta in volta dell’ATO, cioè dell’Ambito Territoriale Ottimale e recentemente dell’Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale che si è definita attraverso il voto in assemblea, poi ratificato da tutti i 244 Consigli Comunali dei Comuni della Provincia, si è costituito in consorzio tra Enti Locali.

L’ATO, attraverso un percorso appunto che parte dalla legge 36 del 1994 e poi si sviluppa a partire dal 2000 in poi, in particolare attraverso le normative regionali di attuazione e tutti i passaggi sui quali di volta in volta siamo stati chiamati ad esprimerci, ha provveduto a concedere la gestione del servizio idrico nell’intera Provincia di Bergamo alla società Uniacque.

Noi questa sera siamo chiamati ad approvare il contratto tipo che è stato predisposto dalla Regione e adottato poi dalla conferenza dell’ATO; contratto tipo attraverso il quale ciascun proprietario delle reti comuni, o per quanto riguarda le reti dell’acquedotto o di fognatura, o le società gestori della depurazione per quanto riguarda gli impianti di collettamento e di depurazione, attraverso il quale appunto questi diversi soggetti definiscono i rapporti concessori di utilizzo appunto di queste reti, che permangono nella proprietà dei rispettivi titolari, alla società Uniacque, la quale è incaricata poi, attraverso un contratto di concessione trentennale, della gestione dell’intere servizio idrico integrato.

Si tratta di un processo in qualche modo originale che la Provincia di Bergamo e i Comuni della Provincia di Bergamo, coordinati dall’Amministrazione Provinciale, hanno inteso scegliere, che è una via alternativa a quella della messa in gara di tutto il servizio.

Per dare un maggior contenuto anche alla seduta e magari consentire a tutti di rifare un po’ il quadro della situazione, il quadro all’interno del quale questo passaggio che in qualche modo è semplicemente una ratifica di quanto la norma regionale e poi la conferenza d’ambito ha già deliberato, per inquadrare meglio il quadro all’interno del quale si colloca questo passaggio, sono qui questa sera - io li ringrazio per la disponibilità avuta - il Presidente di Uniacque signor Alessandro Longaretti e la Dottoressa Gritti che lo accompagna.

Ci illustreranno, ora che Uniacque dopo circa un anno e mezzo - io adesso magari cito delle date o dei riferimenti non esattamente precisi, ma sui quali semmai poi provvederanno loro a correggermi - dopo appunto circa un anno e mezzo di piena operatività, durante il quale in particolare si sono conclusi i contratti con i quali Uniacque ha rilevato i rami d’azienda delle diverse società precedentemente operanti sul territorio provinciale, per quanto ci riguarda la società all’interno della quale noi continuiamo ad essere soci è la RIA S.p.A.; RIA S.p.A. alla quale, come Comune di Verdellino, a partire dal primo gennaio 2006 avevamo passato in concessione la gestione dell’intero servizio idrico, quindi storicamente la depurazione poi dal primo gennaio 2006, anche la distribuzione e la raccolta delle acque reflue; nel corso del 2008 RIA S.p.A. ha ceduto il proprio ramo d’azienda a Uniacque; con questa cessione ha volturato, ha passato anche i contratti già in essere, quindi di fatto Uniacque, a prescindere dal passaggio di questa sera, già gestisce anche il servizio idrico sul territorio del Comune di Verdellino; con questo passaggio si esce da una gestione in qualche modo transitoria, che era quella definita attraverso il precedente contratto che noi avevamo con RIA S.p.A. e si entra a pieno titolo, a regime con questa gestione.

Il contratto in sé definisce alcune norme di carattere tecnico e definisce i corrispettivi che Uniacque trasferirà al Comune di Verdellino per l’affitto delle proprie reti.

Il calcolo di questi corrispettivi è stato definito attraverso dei parametri standard dalla conferenza d’ambito; per quanto riguarda i Comuni è stato stabilito che Uniacque trasferirà a ciascun Comune un corrispettivo pari alle rate di mutuo in corso di ammortamento relativo agli investimenti nel settore idrico.

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Per quanto ci riguarda l’importo è di poco superiore ai 160.000 euro annui che quindi, anche con la sottoscrizione di questo contratto, viene definitivamente stabilito come corrispettivo per questa locazione o concessione in uso degli impianti che rimangono di proprietà del Comune.

Nel caso delle società, il corrispettivo è stato calcolato con criteri diversi che sono stati riportati nelle premesse della delibera per chi ha avuto un po’ la pazienza anche di ripercorrerle e di rileggerle; saranno soggetti a breve, per quanto riguarda le società costituite tra Comuni che hanno ceduto il ramo d’azienda, saranno a breve ridefinite, sulla base poi del piano industriale e del piano finanziario sul quale Uniacque ha impostato e andrà a parare in maniera più precisa la propria gestione.

Con questo passaggio Uniacque si fa carico anche di un’attività informativa nei confronti della popolazione. Questa sera in anteprima ai Consiglieri è stato consegnato il volantino attraverso il quale Uniacque si presenterà e andrà a distribuire a tutti gli utenti, presentando la propria attività, i propri riferimenti, le tariffe in essere, a loro volta definite a livello di ambito, attraverso un percorso di allineamento che parte dalle tariffe esistenti per ciascun Comune e deve portare nell’arco di un triennio ad avere un’unica tariffa d’ambito.

Io per il momento mi fermerei qui e inviterei quindi Longaretti e la Dottoressa Gritti ad accomodarsi, ringraziandoli ancora per la disponibilità e chiedendo anche ai Consiglieri di seguire la loro presentazione, perché mi hanno espresso anche la disponibilità poi a fornire chiarimenti, qualora qualcuno ritenesse di chiederli.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Buonasera. Evito la presentazione che è stata fatta già dal signor Sindaco. Noi questa sera intendevamo dare una panoramica, un’informativa a grandi linee di quella

che è la società Uniacque, da quando è nata, seguendo naturalmente un percorso dalla nascita, naturalmente con le varie tappe che in questo biennio circa di lavoro Uniacque ha fatto, seguendo naturalmente quelle che erano le impostazioni dell’Autorità d’Ambito e della conferenza d’ambito che è la rappresentanza di tutti i Sindaci, i 244 Sindaci dei Comuni della Provincia di Bergamo, ed appunto diamo questa panoramica.

Una puntualizzazione. Adesso qui c'è una serie di proiezioni che andremo a fare. Prima dell’avvento di Uniacque, in Provincia di Bergamo esistevano, erano circa una ventina tra società e consorzi che gestivano il servizio idrico integrato; quando noi parliamo di servizio idrico integrato ci riferiamo ai tre segmenti della gestione dell’acqua: della captazione, della distribuzione, della depurazione e dell’allontanamento delle acque pulite provenienti dagli impianti di depurazione e dei reflui che ne derivano dalla depurazione.

Erano circa una ventina tra società e consorzi, oltre a una cinquantina di Comuni che gestivano il servizio idrico integrato in economia. Vale a dire che in Provincia di Bergamo c'erano circa una settantina di tariffazioni diverse, sia nella conformazione della tariffa, nella struttura della tariffa, sia poi anche del valore di tariffa.

Dal 2010 la tariffa sul territorio della Provincia di Bergamo è unificata, è uguale su tutti i Comuni, i 244 Comuni della Provincia.

E’ stato un percorso impegnativo perché parlavo di una ventina di società, di cui 12-13 sono già state aggregate; 3-4 nel cammino si sono poi perse; ce ne sono ancora 3 che sono aperte ancora le trattative e le possibilità anche in considerazione di alcuni ricorsi che queste società hanno presentato; comunque c'è un discorso ancora aperto.

Oggi come oggi, come vedremo nell’illustrazione, Uniacque copre oltre il 60% del territorio e supera leggermente il 50% delle utenze.

Questo è un lavoro che è stato fatto in un anno e mezzo circa, due anni di lavoro. E’ stato un lavoro grossissimo, anche difficoltoso in certi casi, perché andare a potare e tagliare realtà esistenti sul territorio non è sempre stato facile.

Comunque è un’operazione che è in dirittura d’arrivo. Durante questi periodi abbiamo aggregato 12-13 realtà operanti in termini di società o

consorzi; abbiamo acquisito gli impianti; abbiamo acquisito il know-out di queste società. Uno dei grossi vantaggi che Uniacque ha, è che non è che parte con esperienze nuove;

parte con esperienza già di gestori sul territorio dove l'attività di gestione del servizio idrico era già ben nota, se non altro uno dei compiti fondamentali della società è quello di aggregare tutte le varie competenze e il know-out di queste realtà individuare le migliori, correggere quelli che non andavano, finalizzate naturalmente a una ottimizzazione del servizio soprattutto basato sulla tariffa.

Sapete che Uniacque è una società interamente pubblica, non ha finalità lucrative. L’obiettivo della società è quello di creare la giusta correlazione tra costi e ricavi, finalizzati a un contenimento del servizio di tariffa.

E’ una sfida importante anche perché di questo problema la Legge Galli è del 1994, per cui sono passati circa 15 anni. In questi 15 anni ci sono stati mal di pancia diversi, non solo nella Provincia di Bergamo, ma in tante realtà in attesa di questo evento.

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Naturalmente questo non ha facilitato, nel senso che su talune realtà, in modo particolare per quanto riguarda gli investimenti, in certe realtà sono rinviati in attesa di questo evento. Oggi come oggi Uniacque è chiamata di botto a far fronte a questi problemi.

Noi in un anno e mezzo abbiamo assunto in carico - sono circa 600.000 utenti - su 600.000 utenti la migrazione di tutti i dati, la bonifica di tutti i dati, ogni realtà aveva la sua tariffa, aveva la sua struttura; in modo particolare, laddove c'erano società che erano organizzate, l'operazione è stata un attimino più facile; laddove invece le gestioni erano in economia ai Comuni, anche la migrazione del dato ha comportato enormi problemi, nel senso che nell’ambito dei Comuni se l’utente era gestito con riferimenti di conoscenza a vista o di conoscenza territoriale dei vari operatori, naturalmente in una società organizzata questo non è più possibile per cui, nel momento in cui si operava con la migrazione, il dato andava bonificato con tutta una serie di problematiche che si sono verificate.

Questo a grandi linee. Adesso la Dottoressa Gritti darà un excursus di quelli che sono i percorsi iniziati da Uniacque. Mano a mano che si presentano poi delle casistiche che necessitano delle precisazioni o commenti, io provvederò a farli. Prego.

Dott.ssa GRITTI Innanzitutto come ha detto il Presidente, Uniacque è una società pubblica, non a scopo di

lucro, quindi uno dei nostri scopi è anche quello di insegnare la cultura dell’acqua. Ecco la spiegazione di queste slide che andremo a presentare, dove appunto diciamo che l'acqua è un patrimonio comune; è un bene prezioso e indispensabile per la vita umana; è una risorsa da utilizzare con responsabilità ed attenzione; è disponibile in natura in quantità limitata, ormai lo sentiamo dire da più parti; è una ricchezza da salvaguardare per le generazioni future.

Per tanto l’acqua va tutelata ed Uniacque ha come scopo e come esistenza proprio la tutela e la salvaguardia dell’acqua.

Uniacque può essere definita come capitale collettivo di tutta la popolazione della Provincia di Bergamo; è fortemente radicata nel territorio bergamasco, per il quale e sul quale opera e si impegna ad offrire il servizio idrico integrato nella Provincia a tutti i cittadini, rispettando i principi espressi nella carta dei servizi. Per tanto il principio di uguaglianza, di imparzialità, eccetera.

Ogni attività ed ogni energia di Uniacque sono rivolte al miglioramento del servizio e alla tutela della risorsa; Uniacque non persegue scopi di lucro e gli utili vengono investiti in infrastrutture e tecnologia.

Infatti per proteggere il patrimonio, per proteggere l'acqua, per continuare ad erogarla e ad averla buona e di qualità, bisogna sicuramente investire sulle reti, sia le reti di adduzione che anche comunque quelle di allontanamento per cui le fognature, e soprattutto gli impianti di depurazione, per restituire qualcosa di più pulito all’ambiente.

Uniacque quindi si propone come partner qualificato in collaborazione ai cittadini, agli Enti e alle Istituzioni, per la condivisione e l’attuazione di un progetto di sviluppo sostenibile.

Uniacque S.p.A. si occupa dell’intero ciclo dell’acqua, il famoso servizio idrico integrato, per cui dal prelievo come dicevamo fino al ritorno in natura.

La gestione della risorsa idrica si articola in tre fasi: l’acquedotto, che corrisponde alla captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua potabile per usi domestici e non; fognatura, raccolta e convogliamento delle acque scaricate in pubblica fognatura; depurazione, per cui trattamento presso gli impianti di depurazione di tutte le acque reflue domestiche e industriali, che vengono poi reimmesse nei corsi d’acqua.

Effettuiamo anche i controlli sull’acqua. Ogni anno si effettuano circa 2.350 controlli sull’acqua rogata, sia chimici che batteriologici, e per quanto riguarda le acque reflue circa 2.300 analisi all’anno in entrata e in uscita, e sulle acque di processo.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Una precisazione: vuol dire che con i controlli che solo Uniacque, perché in aggiunta a

Uniacque poi c'è il servizio dell’ARPA, che anche quelli effettuano a loro volta i controlli. Noi in media, vuol dire che 2-3 volte al mese, nei punti più significativi, vale a dire scuole,

scuole materne, fontane pubbliche, l’acqua viene verificata. Al nostro interno poi c'è un laboratorio di analisi, dove tempestivamente vengono rilevate

eventuali anomalie presenti nell’acqua. Una volta all’anno viene fatta un’analisi più sofisticata, dove si vanno a cercare anche

sostanze eventuali che potrebbero esserci. Questo naturalmente lo si fa una volta all’anno anche perché è un ciclo molto lungo e costoso, per cui questo lo si fa una volta all’anno; mentre invece 2-3 volte al mese in tutti i Comuni viene fatta la ricerca di eventuali sostanze che potrebbero essere ben più frequenti e ben più presenti.

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Dott.ssa GRITTI Per tutte le emergenze Uniacque assicura un servizio di reperibilità e pronto intervento 24

ore su 24 per 365 giorni all’anno. Il numero verde è quello che vedete scritto, 800123955. LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Questo numero verde verrà riportato sulla brochure che noi andremo a distribuire a tutti gli

utenti; in caso di necessità l’utente può chiamare direttamente; noi per lo meno alcune verifiche le abbiamo già fatte, puntiamo a un controllo anche del servizio; il numero verde, tanto per averlo creato e poi non risponde nessuno. Non dovrebbe essere così. Non è gestito da noi direttamente. Sappiamo che purtroppo tanti di questi servizi hanno questa cattiva caratteristica. Speriamo che sia un attimino diverso. Siamo vigili e controlliamo questi aspetti.

Naturalmente per noi il Comune, in questa fase di avvio, è sempre il punto di riferimento. Dott.ssa GRITTI Un breve excursus sul servizio idrico integrato nella Provincia di Bergamo. Uniacque dal

primo gennaio 2007 ha il compito di gestire il servizio idrico integrato, a conclusione di un percorso cominciato con la Legge Galli nel 94, che si è posto l’obiettivo di superare la frammentazione del territorio.

Prima della Legge Galli il settore era comunque quasi interamente pubblico, ma si contavano più di 8.000 gestori, per cui c'era frammentazione, inefficienza, scarsa qualità e sprechi di risorse.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Gli 8.000 naturalmente erano riferiti alla nazione. Quello che ho detto prima, nella nostra

realtà erano circa una ventina le società e i consorzi, e 50-60 erano i Comuni che lo gestivano in economia.

Uniacque ha posto fine alla stragrande maggioranza di queste realtà. Teniamo presente anche l’obiettivo: dicevo prima che l’obiettivo è quello di fare una gestione in un’ottica di risparmio; risparmio naturalmente ragionato.

Teniamo presente che le 20 realtà che c'erano prima, costituivano 20 società, 20 Consigli di Amministrazione, 20 Presidenti, 20 Direttori. Tutta questa miriade di istituti sono ormai del passato.

Ormai Uniacque ha un suo Consiglio di Amministrazione che oggi come oggi è composto di tre persone, ha un Direttore e poi ha tutta una struttura e un’organizzazione dove ogni Ente, all’interno della società - poi lo vedremo - ha le proprie responsabilità e ha proprie finalità e compiti.

Dott.ssa GRITTI La Legge Galli ha previsto la suddivisione del territorio nazionale in Ambiti Territoriali

Ottimali; nella Provincia di Bergamo l’Ambito Territoriale Ottimale corrisponde con tutta la Provincia, e all’interno di ogni Ambito Territoriale Ottimale il servizio è stato affidato a società di gestione.

In alcuni casi ci sono più società di gestione, mentre invece in Provincia di Bergamo dovrebbe essere una sola.

L’Autorità d’Ambito è a titolare del servizio idrico integrato per l’intero territorio provinciale; affida la concessione del servizio idrico integrato su tutto il territorio dell’ATO; i Comuni rimangono proprietari delle reti e degli impianti; secondo disposizioni di legge, le società di gestione hanno il compito di gestire le opere e di realizzare gli investimenti previsti dal piano d’ambito.

La normativa dell’Unione Europea stabilisce che il conferimento della titolarità del servizio possa avvenire a tre tipologie di imprese: società di capitali individuate con gara; società miste con partner privato, scelto con gara o in house.

Uniacque è la società in house al quale l’ATO ha affidato il servizio idrico integrato. LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Qui ritengo che sia un po’ il nocciolo della questione. Due possibilità avevano i Comuni

della Provincia di Bergamo, naturalmente coadiuvati o indirizzati dall’ATO: o indire una gara e assegnare il servizio; o, come è stato fatto, assegnare in house - in house vuol dire in casa, in proprio - il servizio idrico a una società interamente pubblica. La legge questo lo consente, sia le leggi nazionali che le leggi europee, con alcuni vincoli ed alcune condizioni.

Innanzitutto la condizione primaria è che la società sia interamente pubblica, sia partecipata interamente pubblica. Difatti oggi come oggi Uniacque ha 219 soci, tutti i Comuni, tra i quali i Comuni più grossi, da 219 a 244; ci sono una serie di Comuni sotto 1.000 abitanti che non avevano l’obbligo di aderire all’ATO e conseguentemente non hanno aderito neanche ad Uniacque; su tutta la Provincia di Bergamo ci sono stati due Comuni che si sono opposti e sono

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attualmente commissariati. Tra l'altro sono in fase di avvicinamento nell’ambito di queste realtà per confluire in Uniacque.

Le quote di partecipazione di queste società e di questi Comuni che non hanno aderito sono momentaneamente detenute dalla Provincia. Il giorno in cui confluiranno in Uniacque, praticamente la Provincia gira queste quote di capitale a questi Comuni.

Naturalmente comporta, oltre che a una ben definita tipologia societaria, ci sono alcuni riflessi anche di natura gestionale e statutaria, nel senso che questa è una normativa europea che dice ogni socio, vale a dire i 219 soci che fanno parte di Uniacque, hanno diritto di controllare, cioè del controllo analogo -queste parole sembrano semplici ma hanno creato grossissimi problemi - hanno diritto a un controllo analogo: vuol dire che ogni socio ha il diritto di esercitare sulla società, vale a dire esercitare su Uniacque, un controllo sul servizio che Uniacque esercita, come se questo servizio, vale a dire come se la gestione del servizio idrico integrato fosse gestito direttamente del socio.

Naturalmente è subito detto e subito fatto: laddove le società sono composte da un numero limitato di soci, è anche facile farsi. Tenendo presente che Uniacque è composta da 219 soci, se tutti dovessero esercitare questo diritto, che è legittimo, vorrebbe dire in qualche modo creare qualche problema anche alla società e limitarne poi l’operatività.

A fronte di questo - poi lo vedremo nei passaggi successivi - lo statuto ha previsto un comitato di coordinamento e di controllo; vale a dire che questo compito qui la conferenza d’ambito e poi l'assemblea lo ha affidato a un gruppo di persone; gruppo di persona che sono - lo statuto dice - scelte omogeneamente sul territorio, in modo che il territorio abbia una rappresentanza nell’ambito di questo comitato di coordinamento; sono tutti i Sindaci perché sono affidati a questo controllo dei compiti importanti.

Due fondamentali: la determinazione della tariffa, che deve essere approvata da questo organismo e gli investimenti. Naturalmente oltre a questo esprime parere vincolante sulla formazione del bilancio, per cui sono compiti abbastanza significativi e di controllo.

Quindi i 219 soci fondamentalmente sono rappresentati da questo comitato, che sono poi 11 Sindaci eletti dai 219, in modo che non ci siano sorte di dubbi sulla loro legittimazione nell’operato.

Poi lo vedremo perché poi questo statuto è stato anche esaminato da un’apposita Commissione stabilita dal Ministero dei Lavori Pubblici, dove ha ottenuto poi il benestare perché risponde a determinati requisiti. Lo vedremo un attimino più avanti.

Dott.ssa GRITTI Breve storia di Uniacque. Il 20 marzo 2006 si è costituita la società; il primo agosto 2006

c'è stata la sottoscrizione del contratto di servizio tra la società e l’ATO di Bergamo per la gestione, che è trentennale a decorrere dal primo gennaio 2007; il 21 novembre 2006 è stata fatta una prima nomina del Consiglio di Amministrazione che era costituito da 13 Consiglieri, il Presidente era sempre Alessandro Longaretti; il 1° gennaio 2007 ha decretato l’inizio ufficiale dell’attività di gestione con l’acquisizione delle prime società sul territorio; il 13 febbraio 2008, a seguito della Finanziaria che prevedeva appunto dei cambiamenti nei Consigli di Amministrazione della società, è stato rinominato un nuovo Consiglio con soli tre componenti: il Presidente Alessandro Longaretti, i Consiglieri Alberico Casati e Francesco Ferrari; nella stessa assemblea è stato nominato il comitato di controllo.

Ad oggi hanno aderito alla società Uniacque la Provincia di Bergamo e 219 Comuni, per un totale del 97% della popolazione.

La mission di Uniacque è la salvaguardia delle risorse idriche della Provincia di Bergamo, il mantenimento in mano pubblica della proprietà e della gestione.

Attraverso una gestione di carattere imprenditoriale, Uniacque intende assicurare a tutta la popolazione sul territorio della Provincia di Bergamo un’elevata qualità e un’adeguata quantità delle risorse idriche, nel pieno rispetto dei principi fondamentali espressi dalla carta dei servizi e dalla tutela ambientale.

I Comuni in cui viene almeno gestito un segmento sono 134; tra questi 105 per il servizio di acquedotto, 101 la fognatura, 129 la depurazione; copriamo circa il 50% della popolazione e il 65% del territorio.

La mappa invece purtroppo è aggiornata solo al 20 aprile 2009, ma vi dà più o meno un’idea della copertura del territorio. C’è qualche nuovo ingresso come dicevo prima che non siamo riusciti a riportare.

La suddivisione nel territorio, non ora ma in futuro, dovrebbe essere questa: il territorio dovrebbe essere suddiviso in sette zone per migliorare la presenza nel territorio, per cui determinati servizi come la contabilità piuttosto che servizi informativi, progettazione, vengono accentrati nella sede centrale; mentre invece i servizi di carattere territoriale come lo sportello all’utenza piuttosto che l'intervento sul territorio, vengono decentrati nelle zone.

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LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Qui vale la pena soffermarsi un attimino perché anche dalla stampa a volte vengono un po’

confuse quelle che sono le realtà. Da noi le chiamiamo zone. In tanti casi vengono chiamati sub ambiti. Sono delle distinzioni che è bene precisare, nel senso che Uniacque ha previsto una società unica per determinati servizi, tipo il discorso di gestione reti, espansione e progettazione, che è un discorso centralizzato.

Mentre sul territorio prima si parlava di sette zone, noi oggi come oggi ne abbiamo individuate quattro perché, dicevo prima, ci sono tre realtà che sono ancora in corso di acquisizione di accordi non ancora perfezionati; oggi come oggi sono tre zone operative.

La zona è importante nel senso che, pur facendo riferimento a Uniacque, che è la società unica, e teniamo presente che Uniacque è la società che per trent’anni avrà la gestione del servizio nella Provincia di Bergamo, perché gli è stato assegnato, è consolidato, non è stato contestato da nessuno, per cui Uniacque per trent’anni è il gestore di riferimento.

Le zone sono zone operative, vale a dire oggi come oggi noi abbiamo la società ubicata in quel di Ghisalba. Naturalmente se dobbiamo andare a San Pellegrino a fare una riparazione, non è che operativamente partiamo da Ghisalba e andiamo in quelle zone; se andiamo in alta Val Siriana, non è che possiamo partire da Ghisalba.

Sono individuate sette zone. Anche la zona ha la sua motivazione: 1) deve essere un punto baricentrico all’area che deve portare il servizio per questioni logistiche; 2) deve essere razionale, perché ogni zona ha un suo costo, ogni zona è munita da personale adatto e necessario per servire quella zona, è formata da una serie di squadre, di tecnici adatti per il pronto intervento, per le implementazioni e quant’altro, tecnici di lettura dei contatori delle zone, mezzi e quant’altro. Per cui ogni zona operativa ha una sua ricaduta.

Teniamo presente come dicevo prima il discorso dei costi. Una società che è efficiente, e che deve raggiungere l’obiettivo che dicevo prima, la correlazione tra costi e tariffe, deve essere molto attenta, deve dare una qualità di servizio ma con una giusta attribuzione degli altrettanti costi.

Per cui noi riteniamo che le sette zone siano baricentricamente individuate, siano corrette, per dare un servizio adeguato al territorio.

Oggi noi ne abbiamo prevista una al Ponte Nossa che è in fase di definizione, che dovrebbe servire la bassa e l'alta Val Siriana; ne abbiamo un’altra Endine Gaiano che è già stata individuata e funziona, che serve tutta la Val Cavallina; abbiamo la zona di Ghisalba, dove attualmente c'è anche la sede che serve parte della pianura e la pianura a est della Provincia di Bergamo fino a Fontanella e da quella parte; la zona quattro, Lurano, che è la vostra zona.

Queste praticamente oggi come oggi sono le quattro zone che sono operative sul territorio, e quelle che devono garantire il servizio all’utenza.

Dott.ssa GRITTI La struttura societaria. La società è composta dall’assemblea dei soci; dal Collegio

Sindacale; il comitato di indirizzo e controllo che, come ha descritto prima, è quello che svolge il controllo sulla società, come appunto se la società fosse controllata direttamente dal Comune; il Consiglio di Amministrazione di tre persone, compreso il Presidente.

Questa invece è una breve descrizione dell’organizzazione della società con anche i riferimenti; li trovate anche pubblicati sul nostro sito che è www.uniacque.bg.it, e adesso una breve spiegazione della tariffa.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Dicevo prima che uno dei compiti che la società si è posta, è l'organizzazione. Noi

abbiamo acquisito 12 società, tra rami di azienda e società, che erano piccole società, nel senso che al massimo avevano, la società più grossa era Acqualis, aveva una sessantina di dipendenti e gestiva 28 Comuni.

Naturalmente oggi i dipendenti sono circa 160, gestiamo 134 Comuni, per cui era d’obbligo dare una struttura organizzativa alla società. E difatti la società, come si vede nella proiezione, è stata ripartita nei vari Enti interni: il Consiglio di Amministrazione; c'è il comitato di coordinamento e di controllo di cui ho precisato prima; c'è una segreteria generale,

Fino a poco tempo fa, una delle grosse lacune che Uniacque aveva era il contatto in modo particolare con i Comuni. Noi li avevamo acquisiti, poi giustamente i Comuni presentano le loro istanze e non sempre c'era la puntualità nella risposta. Oggi come oggi è dotata di una segreteria dove ci sono gli addetti, c'è l’addetto che ha questo compito.

60 dipendenti erano le realtà più grosse. Oggi con 160 c'è un servizio del personale, gestione e risorse umane, un servizio di pianificazione e di controllo, qualità.

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Per esempio le società prima, ce ne era una che era certificata; oggi come oggi Uniacque ha ottenuto la certificazione ISO 9200 e oggi ha attivato le procedure per la certificazione 14.000 che è la certificazione di natura ambientale.

C’è tutto un sistema di sicurezza che prima c'era e non c'era, per cui è stato istituito; c'è un Ingegnere che si occupa del servizio qualità, sicurezza e processi; servizio informatico, importantissimo; prima c'erano realtà piccole, in modo particolare nei Comuni chi faceva servizio interno, chi si appoggiava a servizi esterni; oggi funziona un servizio di informatica e telecomunicazioni interno; l’area clienti, la cui responsabile è la Dottoressa Gritti che è qui presente; l’area sviluppo impianti e reti; area ambiente, area esercizio, area approvvigionamenti.

Sul discorso degli approvvigionamenti, è un’area importantissima. Parlavamo prima di impianti di depurazione. Oggi come oggi Uniacque gestisce 42 impianti, sono 400.000 tonnellate di fango all’anno, e venivano qua e là conferite a varie realtà.

In una gestione ottimale, attenta, verificata a seguito di indagini di mercato, una gara ha consentito solo rispetto ai costi che pagava prima, la società ha un risparmio del 30%. Un 30% vuol dire per la società 1.300.000-1.400.000 euro, circa tre miliardi delle vecchie lire.

Il discorso dell’assembramento, il discorso delle attenzioni su queste cose, portano al risparmio.

L'altro che stiamo adesso facendo la gara, è sul discorso dell’acquisto di energia elettrica. Noi abbiamo oltre 290 punti di fornitura di energia elettrica, 290 contratti, contratti di ogni tipo. Il fatto di razionalizzare tutti questi contratti in un unico fornitore, porta dei risparmi sperati; se non è il 30%, poniamo che sia anche la meta, perché lì il mercato non è che concede dei grossi risparmi, però anche un risparmio all’ordine del 50% del 30, fate il calcolo che economie di scala si possono realizzare.

Dott.ssa GRITTI Stavamo parlando della tariffa. Il gestore oggi come oggi è cambiato, non esistono più i

trasferimenti statali piuttosto che contributi come una volta, ma dalla tariffa deve uscire praticamente tutto, quindi la manutenzione ordinaria, la copertura della manutenzione ordinaria, le spese di ammortamento e anche i nuovi investimenti.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Un’altra delle rivoluzioni che in questi periodi si è verificato è appunto sulla tariffa. La tariffa

è un aspetto molto sensibile perché interessa le tasche di tutti gli utenti. Oggi come oggi noi abbiamo una tariffa media, che è una media mediata, perché la tariffa

ha molte modulazioni al proprio interno, però risponde a tre requisiti: c'è un requisito che è dato dalla gestione, costo di gestione che è dato dalla manutenzione, costo di gestione ivi compreso le manutenzioni, personale, energia elettrica, smaltimento fanghi e quant’altro come dicevo prima, che lì è stimato attorno a 53 centesimi al metro cubo; circa 22 centesimi al metro cubo servono per pagare gli investimenti già fatti.

Poi quando andrete a votare il contratto di concessione, ricordava il Sindaco prima che c'è una tabella allegata, dove a titolo informativo al Comune di Verdellino Uniacque per la concessione degli impianti annualmente corrisponde circa 161.000 euro fino al 2018; poi scende adagio adagio e va ad esaurirsi nel 2029 a 12.765 euro.

Queste praticamente sono le quote di ammortamento dei mutui che il Comune ha acceso per quanto riguarda la realizzazione di impianti al servizio idrico integrato.

Questi 22 centesimi vanno a finanziare queste quote per Verdello e per tutte le altre realtà che Uniacque ha acquisito sul territorio, e 12 centesimi al metro cubo sono destinati per i futuri investimenti.

La sommatoria di questo porta a 0,87 centesimi. Dott.ssa GRITTI La tariffa, come abbiamo detto, è stata stabilita dall’ATO quando praticamente prima

dell’affidamento è stato steso il piano industriale della società, è anche stata fatta la tariffa; come diceva prima il Sindaco, ha previsto tre anni di avvicinamento, cioè il 2007, il 2008 e il 2009 e diventerà unica nel 2010.

Questo perché praticamente si partiva da tariffe molto diverse su tutto il territorio e tariffe che in alcuni casi non erano neanche mai state toccate da decenni.

Sicuramente non potevano rispondere a coprire le esigenze del territorio, a coprire gli investimenti necessari sul territorio, quindi in base a tutte le necessità del territorio della Provincia di Bergamo è stata formulata questa tariffa che vede come media ponderata, cioè non è quella che viene trovata nella bolletta ma è una media calcolata sul tutto il territorio e sui consumi registrati, è 0,87.

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Non è sicuramente la più alta d’Italia. Vi stupirete: l’Italia ha le tariffe più basse di tutta Europa, anzi la Provincia di Bergamo ancora continua a mantenerla molto bassa rispetto al resto d’Italia, non è una delle più alte.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Qui ci sono alcuni riferimenti più significativi. Dott.ssa GRITTI Nel 2010 sarà appunto unica e, come vedete quello vi dicevo prima, non vedete questo

famoso 0,87 che avete sentito nominare perché la tariffa agevolata, cioè quella fino a 80 metri cubi, vede 0,26 come acqua, 0,12 come fognatura, 0,33 come depurazione; la tariffa base va da 81 metri cubi a 120 e vede uno 0,51 sulla tariffa agevolata, 0,12 fognatura, 0,33 depurazione; mentre l’eccedenza, cioè oltre i 120 metri cubi, vede la tariffa di eccedenza dell’acqua a 0,91, uguali la fognatura e la depurazione.

Come abbiamo detto nel 2010 sarà unica; è applicata allo stesso modo su tutto il territorio. L’Italia, come dicevo, ha le tariffe più basse di tutta Europa, e questi sono alcuni degli

esempi delle tariffe che troviamo in Europa. Diciamo che Uniacque, come ho detto prima, vuole diventare un modello di riferimento nel

panorama delle società dei servizi; vuole farlo per i cittadini, perché possano essere sicuri che la loro acqua sia gestita con intelligenza e che ci sia sempre una pronta risposta ad ogni problema; vuole farlo per i Comuni soci perché condividano la passione per questo progetto industriale importante e ci aiutino a farlo maturare; vuole farlo per i propri dipendenti, perché possono essere orgogliosi di far parte di questa società; vuole farlo per il territorio, per contribuire alla salvaguardia ed alla crescita in termini economici, sociali e culturali, per le aziende grandi o piccole, perché possono contare su un partner preparato che gli possa dare indirizzi anche sul risparmio del consumo nelle loro aziende; e vuole farlo soprattutto perché senza acqua non ci sarebbe vita.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Questa è l’illustrazione a grandi linee in sintesi. Poi se per alcuni aspetti di natura

operativa, di bollettazione, la Dottoressa Gritti è a disposizione. Sindaco BACIS GIOVANNI Intervengo subito io perché chiaramente, avendo seguito anche in prima persona

all’interno della conferenza d’ambito tutto il percorso in questi anni, evidentemente ho più elementi degli altri, quindi magari vado su temi spero diversi. Anzitutto sottolineando un fatto, poi giustamente nel passaggio per i Consiglieri questo penso che sia importante, anche in prospettiva futura di sostenibilità dei nostri bilanci, nel passaggio che ha fatto Longaretti sulla modulazione negli anni del corrispettivo che verrà ceduto al Comune di Verdellino; fino al 2018 la quota rimarrà sostanzialmente costante, e questo perché come sappiamo noi abbiamo mutui anche recentemente accesi, comunque la gran parte dei mutui sono stati accesi almeno nell’ultimo decennio, perché questo ha coinciso sostanzialmente con un rifacimento totale della rete di distribuzione che noi siamo giunti, io spero anche che sia percepito positivamente anche da Uniacque, siamo giunti in maniera sostanzialmente diversa da molti altri Comuni a questo passaggio, a questa cessione in uso delle reti, avendo una rete di distribuzione che ha un’età media molto bassa e quindi necessiterà anche di investimenti relativamente bassi.

E’ chiaro che si bilanciano i benefici per ciascun Comune in questo rapporto: chi ha, come noi, già fatto gli investimenti, si vede restituito un canone, oggi almeno con una prospettiva di una decina di anni, un canone molto elevato e vedrà investimenti solo di routine, quelli necessari a una manutenzione ordinaria o poco più della rete; chi invece ha una rete che necessita di investimenti importanti, dall’altra parte non avrà un beneficio altrettanto sensibile come il nostro in termini di canone riscosso.

In questo bilanciamento sta l’utilizzo un po’ della tariffa che anche qui per i nostri cittadini il passaggio sarà molto meno sensibile, per quanto comunque un aumento sarà sicuramente percepito, ma sarà molto meno sensibile rispetto ad altre situazioni dove da decenni, è stato sottolineato, la tariffa non veniva rivista.

La tariffa, fino all’intervento dell’ATO e quindi alla definizione della tariffa d’ambito, era concepita e normata da direttive CIPE che avevano delle caratteristiche francamente poco adatte a definire il prezzo di un servizio di carattere industriale come è di fatto la distribuzione, il collettamento e la depurazione dell’acqua, perché erano legate a meccanismi di adeguamento della tariffa piuttosto complicati, che però molto sinteticamente consentivano al massimo un aumento del 2,5% annuo elevabile, a prescindere dall’entità quasi degli investimenti fatti, elevabile al massimo a un 7,5% annuo.

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Nel passato, proprio per sostenere questa attività di investimento, della quale francamente, avendo partecipato come amministratore, vado anche orgoglioso perché si tratta di investimenti magari poco visibili, ma dei cui benefici penso possiamo tutti trarre ottima valutazione.

Abbiamo utilizzato anche la leva tariffaria in un modo comunque adeguato e in ogni caso molto spesso ci siamo trovati, soprattutto quando il percorso è partito intorno al 1995, quando è stata fatta una fotografia e un progetto preliminare complessivo di rifacimento della rete che poi è stato realizzato a lotti, ci vedeva disperdere qualcosa come il 50% dell’acqua che veniva pompata.

I nostri punti di approvvigionamento, oltre all’acquedotto comunale, erano e sono anche tre punti di consegna dell’acquedotto della nossana, della bassa bergamasca, e quindi siamo riusciti, appunto con questo meccanismo, mutuo da un lato, incremento tariffario di lieve entità dall’altro, e risparmi nell’acquisto dell’acqua, perché l'acqua acquistata dall’acquedotto della Provincia ci veniva chiaramente fatturata a tariffa fissa al metro cubo, una tariffa fissa molto spesso più alta rispetto al nostro costo medio, quindi abbiamo immediatamente beneficiato rifacendo la rete del vantaggio di non disperdere più acqua ma di fatturare sostanzialmente quasi tutta l'acqua distribuita. Dico quasi perché comunque è considerata una dispersione ordinaria intorno al 5-10%, alla quale siamo arrivati anche noi proprio in prossimità del passaggio della gestione prima RIA e a Uniacque.

Questo è un aspetto che da lì emerge e che mi premeva sottolineare, e parto io subito con una domanda, lasciando poi magari spazio anche agli altri Consiglieri, perché anche per me comunque si è trattato di un utile approfondimento anche questo passaggio, e mi pare di poter sottolineare anche in questo caso di una attenzione al territorio che, al di là delle parole, si traduce poi nei fatti da parte degli amministratori e dei Dirigenti della società, quella di essere qui ad accompagnare anche un passaggio che oggettivamente sentiamo tutti in maniera molto diretta perché per l’acquedotto, per il cittadino era assolutamente normale far riferimento al Comune, mentre ora non sarà più così, ma lo sarà attraverso una presenza che sarà appunto questa unità operativa territoriale che è ubicata a Lurano.

La prima domanda, sapendo che comunque tutti questi passaggi gestiti nell’arco sostanzialmente anche breve di tempo, di poco più di un anno e mezzo, hanno portato a una sospensione delle letture e della fatturazione.

Penso che questa sia una domanda che si stiano facendo in tanti, anche se in questi giorni, forse proprio in questi giorni, abbiamo visto qualcuno che stava passando a fare le letture; volevo capire perché penso che sia un’informazione utile per molti, come avverrà la bollettazione da qui in avanti.

Se qualcun altro avesse qualche altro chiarimento od approfondimento, penso che nei limiti del possibile venga dato, magari raccogliamo due o tre o più domande. Prego Consigliere Vergani.

Cons. VERGANI MATTIA Io volevo dire solamente questo: quando la gestione dell’acqua era a livello comunale, il

costo al metro cubo era di tot euro. Ora c'è l’Uniacque che fa pagare qualcosa di più. Io non ho niente in contrario che ci sia questo nuovo gestore, però mi sembra che come

minimo per il Comune di Verdellino, che ha già un servizio di rete d’acqua efficiente, di dover mantenere per lo meno i prezzi che c’erano prima, e addirittura quando siamo in un certo numero di Comuni, io so che quando si vanno a comperare tante cose, se noi siamo in diverse persone, possiamo avere un tot; se siamo singoli, è ovvio che paghiamo di più.

Il fatto di entrare in questa società mi sembra per lo meno minimo di dover continuare a pagare ancora come prima e poi con il tempo, addirittura perché siamo in tanti, un prezzo ancora inferiore.

Con questo qua non voglio dire che l'acqua ci viene gratuita attraverso il nostro rubinetto, però il fatto di dover pensare che prima pagavamo un tot, adesso pagare di più mi sembra un po’ un controsenso, anche se noi per legge abbiamo dovuto aderire. Grazie.

Sindaco BACIS GIOVANNI Ci sono altri interventi? Consigliere Valois. Cons. VALOIS VINCENZO Buonasera. Ringrazio il Dottor Longaretti per l’esposizione chiara, però stasera avrei

preferito che ci fosse una platea un po’ più ampia visto che andiamo a toccare i soldi nella tasca dei cittadini di Verdellino, stiamo parlando di tariffe, tariffe dell’acqua che negli ultimi tempi abbiamo visto che stanno lievitando a dismisura, e lieviteranno ancora se noi approviamo questo contratto con la Uniacque.

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Quindi preferivo se in questa decisione che si va a prendere questa sera fosse coinvolta tutta la cittadinanza di Verdellino, perché il prossimo anno si troveranno delle sorprese nella bolletta dell’acqua.

Il territorio di Verdellino è fortemente è critico per quanto riguarda la morosità delle bollette dell’acqua. Noi abbiamo grossi centri abitativi, condomini interi, che hanno un passivo notevole per quanto riguarda il pagamento delle bollette. Con questo aumento di tariffe, non so poi come andrà a finire con queste morosità eccessive. Questa è la mia preoccupazione.

La seconda la volevo chiedere a carattere così in generale. Ho visto nella sua esposizione che alcuni Comuni non hanno aderito a questa società, solo due, perché lei diceva 219 su 244 hanno aderito; il resto, inferiore a 1.000 abitanti, non sono obbligati ad aderire.

Ho visto che quando lei proiettava delle cifre, dei numeri, che i tre servizi di fognatura, depurazione ed erogazione acqua, non tutti i Comuni aderiscono, perché alcuni usufruiscono di un servizio e gli altri.... Volevo sapere come mai, visto che il servizio è completo..........

.......... cambio nastro..........

.......... poi l’ultimo caso, perché ho visto su internet, nel Comune di Sovere, qui nella bergamasca, ci sono state delle forti polemiche per quanto riguarda l’aumento delle tariffe: praticamente una famiglia media di quattro persone pagava 150 euro all’anno, adesso con questo nuovo contratto andrebbe a pagare più o meno 290 euro all’anno.

Volevo sapere più o meno questa differenza, visto che le tariffe sono uguali poi per tutto il territorio bergamasco, va a finire che anche Verdellino si troverà in queste condizioni. Grazie.

Sindaco BACIS GIOVANNI Consigliere Avogadri, prego. Cons. AVOGADRI ENNIO A. Una semplice spiegazione per quanto riguarda il controllo analogo: verrà sopperito con la

Commissione di controllo oppure ci sarà sempre questo controllo analogo, con il rischio appunto che diceva lei di interrompere il servizio o di non permettere un’‘efficienza della società? Mi interessava capire quello. Grazie.

LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Se non ci sono altri interventi, poi magari cammin facendo noi siamo qui. Per quanto riguarda la programmazione delle letture e fatturazioni, è stato predisposto un

piano. Io purtroppo qui dico, noi ce ne scusiamo anche, però con tutta la buona volontà abbiamo detto che abbiamo migrato 650.000 utenti in poco più di un anno e mezzo, per cui qualche problema ci è sorto.

Dico anche che se dovessimo farlo oggi, alla luce anche di alcuni inconvenienti che cammin facendo sono stati fatti, probabilmente utilizzeremmo alti percorsi diversi. Adesso è fatto, siamo in dirittura d’arrivo, poi la Dottoressa Gritti darà l’illustrazione di come intendiamo operare per allinearci.

Sul discorso della tariffa. Verdellino mi risulta che nel 2008, 2009, 2010 e poi andando avanti, non avrà nessun aumento perché già nel 2007 con la gestione RIA, la gestione RIA ha utilizzato le tariffe di Uniacque, cioè praticamente le tariffe d’ambito. Sono quelle che utilizziamo anche noi adesso.

Contrariamente a Sovere, qui mi allaccio a Sovere, a Sovere perché è sorto il problema?Faceva presente prima la Dottoressa Gritti che ci sono alcuni Comuni inadempienti. Tra l'altro alcuni Comune, adesso io non faccio i nomi, ma di Comuni nella bergamasca ci sono un paio di Comuni dove la Corte dei Conti ha ritenuto responsabile l’intero Consiglio Comunale per danno erariale, perché non hanno adeguato le tariffe.

Vale a dire a Sovere, tanto per non girarci in giro al problema, se invece di utilizzare lo strumento strumentale, si faceva un’analisi corretta e serena, si riscontrava che a Sovere sono stati gratificati: vale a dire pagavano 11 centesimi al metro cubo per 200, praticamente consumavano 200 metri cubi d’acqua e pagavano 22 euro.

Diceva prima che il percorso di avvicinamento è stato definito per legge, e l’ATO l’ha fatto proprio, non poteva fare diversamente, rispetto alle tariffe applicate nel 2006 e le tariffe che si vanno ad applicare nel 2009, ha messo tre anni di avvicinamento. Vale a dire io provengo da una realtà dove già la tariffa era alta, per cui non ho avuto questi problemi.

Noi abbiamo una trentina di Comuni sulla Provincia di Bergamo che hanno una riduzione. Bergamo, con la BAS, non ha nessun effetto perché - vabbè adesso vabbè erano in regime di salvaguardia e quanto altro - loro hanno già una tariffa più alta rispetto alla nostra, per cui il discorso di avvicinamento, chi aveva già una tariffa adeguata, laddove hanno seguito l’iter di adeguamento delle tariffe - diceva il Sindaco prima - poi c'era un periodo interregno, dal 2005 al

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2009 si sa se si poteva o non si poteva, c'era l’avvento o non l’avvento degli ATO, praticamente chi ha adeguato, chi non ha adeguato, chi ha aspettato le strutture.

Naturalmente dove le tariffe sono rimaste basse, gli utenti sono stati gratificati. Faccio presente una cosa però: anche queste gratificazione sulle spalle di chi? Ancora degli utenti.

In materia di tariffe io è dal 1980 che me ne sto occupando. Non credo che un Comune, che gestisce il servizio idrico integrato in economia, ha una contabilità industriale precisa sulla tariffa; dice “Vabbè, ma io l'operatore ce l’ho, mi fa lo stradino, mi fa il seppellitore, mi fa la lettura e mi fa quant’altro”. Sì, ho capito, però sulla gestione dell’acqua questo non andava a caricarlo.

Gli ammortamenti delle reti. Ad esempio qui si parla di 162.000 euro all’anno che vengono rimborsati. D’ora in avanti le implementazioni, manutenzione ordinaria e straordinaria, il Comune viene liberato.

Guardate che il fatto di sollevare di una gestione del Comune non è da poco, chi gestiva il servizio idrico in Comune. Oggi come oggi si trova un servizio quanto meno uguale, sicuramente non carente e tendente a migliorare, perché oggi come oggi una gestione individuale è impensabile.

Solamente per le analisi, solamente in caso di inquinamento, il discorso del collegamento infra comunale delle varie realtà esistenti, c'è un problema sul discorso della tempestività nel fornire acqua quando una sorgente o un pozzo va in avaria o ha qualche problematica. Ditemi come poteva essere una gestione isolata.

Oggi come oggi noi abbiamo avuto in questi giorno una frana a Clusone, dove una sorgente importantissima ha portato via un chilometri di conduttura. In 8 ore, mediante tutta una serie di collegamenti, abbiamo dato all’utenza la necessità che oggi l'acqua è indispensabile.

Vorrei dire che oggi come oggi una gestione territorialmente più ampia, porta decisamente grossi miglioramenti.

Il discorso degli investimenti. Parlava il Sindaco: gli impegni finanziari, di contrazione dei mutui per pagare gli investimenti. Prima gli investimenti erano a pioggia: chi riusciva ad averli a livello statale, regionale, a livello comunitario o quant’altro. Oggi come oggi non si ha più una lira: il servizio idrico integrato deve pagare la tariffa, deve pagare tutto il servizio- E’ qui Uniacque che è preposta nella gestione.

Poi su quello che diceva lei, questa è la legge. La legge ha una grossa forma di solidarietà, nel senso che nell’ambito di un’ATO, la tariffa deve essere tutta uguale.

Io ricordo quando è stato formato il primo ATO, conferenza d’ambito: le polemiche che erano sorte venivano dai Comuni di montagna a dire “Come, noi che siamo i proprietari e i padroni dell’acqua, mai pagata l'acqua, adesso noi andremo a pagare l'acqua come un paese della bassa che va a 200 metri a cercarsi l'acqua”.

Oggi i Comuni di montagna, e qui mi ricollego a quello che diceva il Consigliere, come mai 219 su 244: perché i Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti non avevano l’obbligo di aderire. Stanno arrivando tutti, stanno arrivando tutti, perché si stanno accorgendo che la gestione così fatta, pur in presenza di acqua, non ce la fanno.

In montagna noi abbiamo dei Comuni che sono gratificati perché hanno la sorgente alle spalle e l'acqua scende a caduta; noi abbiamo dei Comuni che pompano l'acqua a 600-700-800 metri, solo l'operazione di pompaggio costa 30 centesimi al metro cubo.

La legge dice “Bene, su un territorio nell’ambito di un ambito, la tariffa deve essere uguale”. Per cui dico da Zogno a Fontanella e a quant’altro le tariffe, sia che l'acqua la andiamo a prendere a 200 metri, sia che l'acqua provenga dietro le spalle a caduta e a zero lire di esercizio, la tariffa è uguale per tutti. C’è una grossa componente di solidarietà.

L’acqua è considerata un bene primario per cui nell’ambito di una zona, e qui le zone più ampie sono, più equilibrate sono le tariffe.

Io non dico niente, non voglio dire, ma è la realtà: noi ad esempio su quelli che si definivano e si definiscono “Noi l'acqua l’abbiamo qui, il padre eterno ce la dà dietro alle spalle”, noi l'acqua a quelli lì la pareggiamo con la gestione della pianura. Questo è il senso.

Sovere non pagava l'acqua prima. Per un sacco di tempo Sovere ha pagato 11 centesimi al metro cubo, 200 metri cubi d’acqua una famiglia a 22 euro. Adesso non so 200 metri cubi quanto viene, non ho fatto questi calcoli. Per cui penso di avere risposto a grandi linee.

Rimane il controllo analogo. Controllo analogo vuol dire che c'è questo comitato, però nulla vieta che un socio, un Comune singolo, possa esercitare il suo controllo. Questo non è che, se uno vuole andare in società e dire “Voglio vedere questo, voglio sentire questo, voglio approfondire questo”, è un suo diritto.

.................... Non sarà la Commissione che andrà?

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LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque No, c’è la Commissione che deve sopperire, però la Commissione non è che leva il diritto a

un singolo a dire “No, io voglio approfondire un aspetto”. Naturalmente anche il singolo avrà il suo riferimento territoriale. Però se uno lo vuole

esercitare, non è che la società può dire “No, c'è il comitato di controllo e di coordinamento e tu non puoi venire a metterci il naso dentro”. No, questo non è previsto per legge.

La Dottoressa adesso illustrerà quello che è il piano di avvicinamento e di allineamento in questo periodo troppo lungo, perché poi parliamoci chiaro, anche la società è una società che ha, con 120.000 euro di capitale sociale, con un fatturato nel 2009 che andremo attorno ai 50 milioni di euro che incassiamo, bene che vada 13 mesi dopo, che adesso tentiamo di allinearci anche in questi aspetti, abbiamo bisogno anche di soldi.

Tenendo presente che ci sono le componenti basilari, vale a dire smaltimento fanghi, energia elettrica e personale, la società le paga all’unghia.

Dott.ssa GRITTI Premetto che mi spiace che il caso singolo Sovere sia portato ad esempio dell’inefficienza

di Uniacque. LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Tenendo presente che ormai si è anche sgonfiato. Quanti sono? Dott.ssa GRITTI Praticamente siamo con un 10% di impagato sul totale delle bollette emesse. LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Hanno capito, gli utenti dopo hanno capito che era una strumentalizzazione e l'acqua

l’hanno pagata. .................... Perché bisognava pagare per forza. Dott.ssa GRITTI Non siamo ancora intervenuti per questo. Diciamo che la società, anzi nel caso io perché

avrei dovuto curare meglio l'aspetto, per cui ho già chiesto scusa ampiamente al Comune di Sovere ma non è bastato, ha aumentato le tariffe perché effettivamente non si poteva coprire la gestione del Comune a quelle tariffe previgenti.

Le società che facevano contabilità industriale, anche prima dell’avvento di Uniacque, e quindi quello che si diceva prima “Il Comune non ha contabilità industriale, mentre una società normalmente era abituata a tenerla”, come si fa in tutte le società, aveva messo in luce già queste deficienze ove praticamente le tariffe non erano state adeguate, per cui ci trovavamo con Comuni che passavano servizi che a loro parere erano completamente efficienti, che avevano invece già perdite sul servizio veramente onerose.

Questo che cosa fa? Ti concede di intervenire e tappare i buchi, come si suol dire, per cui intervenire alla spicciola, metti una toppa e via vai avanti. Ma non ti consente di migliorare il servizio.

Sicuramente invece una gestione anche sovra comunale, oltre a portare questi miglioramento sulla scala economica, che non è quella che diceva prima del risparmio “Siamo in tanti e paghiamo meno”, e magari affrontiamo anche quello di discorso, ma risparmi a livello di smaltimento fanghi, eccetera, quindi economie di scale ti consente di farle, mentre invece una gestione frammentaria no.

Il discorso però è diverso dal fatto “siamo in tanti”. Non è che viene pagata la sorgente per l'acqua. Viene pagato tutto un servizio che viene erogato.

Ai 5 o 10 l’economia di scala ricade perché, se andava avanti così, qualsiasi società, qualsiasi Comune, o avrebbe dichiarato fallimento, o comunque non si poteva andare avanti. Eravamo a perdita sul territorio che purtroppo in Provincia di Bergamo non vengono scritte, vengono scritti altri articoli magari questo no, superiori al 40% di perdita.

Questo significa che in anni come il 2003, quando c'è stata la famosa crisi emergenza idrica, fino a quando le falde erano piene, e ripeto non si sono ancora ricostituite nonostante la pioggia degli ultimi anni, bene, perfetto, si poteva tamponare in una maniera o nell’altra, già dove c'erano le società, andavi, prendevi le botte, gli portavi l'acqua, e quindi più o meno tamponavi; andando avanti così, succedeva come nel meridione che ci domandavamo come mai avevano tanto la valle verde ma l'acqua in effetti mancava.

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Le strutture sovra comunali consentono di migliorare l’acqua anche ove per esempio nella bassa ci sia acqua più ricca di calcare, mentre invece nella valle ci sia magari acqua più pura. Questo un Comune non lo poteva fare perché qui nella bassa c'è il pozzo e ti tieni quell’acqua, mentre invece sopra si tenevano quella con meno calcare, che poi l’indice e il parametro di calcare non è così dannoso per la salute, però tutte queste considerazioni.

Per quanto riguarda invece la tariffa, non sentirà Verdellino questo aumento così esorbitante perché appunto già nel 2007 RIA aveva applicato le tariffe d’ambito. Naturalmente comunque un po’ aumentano.

Sindaco BACIS GIOVANNI Incidentalmente che per noi hanno significato un incremento quasi..... LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque E’ in linea con tutti. C’è anche Verdellino. Sindaco BACIS GIOVANNI Già all’interno di RIA noi eravamo già più allineati. Dott.ssa GRITTI E arriveranno nel 2010 ad avere quelle che avete visto sulla brochure. Per non ripetere l'errore di Sovere, abbiamo purtroppo aspettato molto per leggere i

contatori che stiamo leggendo in questi giorni, e per riportare in database, perché tutto sembra facile ma in effetti poi non è così, provvederemo a emettere una prima fatturazione su un acconto per il consumo del 2008 ad agosto 2009, mentre arriverà un secondo acconto a gennaio 2010, e così verranno fatturati più o meno 9 mesi del consumo 2008 e 9 mesi del consumo 2009, fino ad arrivare alla data di effettiva lettura.

Poi provvederemo a fare una nuova lettura a febbraio del 2010, che verrà interamente fatturata; e poi avendo recuperato lo scarto, forse voi eravate abituati ad avere un acconto e un saldo, due fatture l'anno, ci metteremo in pari e quindi andremo a fatturare il 50% del consumo indicativamente sempre a settembre in acconto e a marzo a saldo.

Questo più o meno come abbiamo pensato di rientrare. .................... Quindi in un anno e mezzo due rate? Dott.ssa GRITTI Diciamo due rate per un anno e mezzo. .................... Quello che è riportato sul foglio? LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Sì. Questo è un piano, adesso andremo a pubblicarlo anche sul sito. Noi qui ci scusiamo

per questo ritardo, anche se era interesse della società emettere, però abbiamo avuto qualche problema di natura, non riferito qui, ma sui 650.000 dati che sono migrati, però l’obiettivo della società, noi metteremo adesso sul sito periodi di lettura, 30 giorni dopo segue la fattura, e lo terremo vita natural durante.

Sindaco BACIS GIOVANNI Assessore Gamba. Ass. GAMBA FRANCESCA Una è un’osservazione e una è una domanda, sempre relativa alla fatturazione. E’ prevista

poi una comunicazione di quando fare le prossime letture nel senso di condomini? Perché a livello di condomini voi fate la lettura generale condominiale, poi i singoli condomini hanno la lettura dei singoli contatori. E’ possibile per esempio nei nostri condomini per i singoli consumi degli utenti, dare da parte vostra indicazioni di quando farete le letture precise, in modo di dire “le faremo a settembre e a marzo”?

Dott.ssa GRITTI Diciamo che indicativamente faremo sempre le letture più o meno intorno a febbraio. Non

vi garantisco che la cosa venga fatta, però ove il letturista trova magari, dove c'è il contatore diciamo che leggiamo, un biglietto con scritto “Avvisare tizio, caio e sempronio”, o mettere nella

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posta di tizio che è passato a fare la lettura, il letturista mi mette anche - normalmente lo fa - mi mette anche la lettura che è stata fatta quel giorno con anche la quantificazione della lettura.

Un consiglio che io do a tutti è comunque di controllare il contatore, sempre e comunque proprio per le perdite, perché spesso i cittadini confondono il controllo della società, la lettura della società con il controllo delle perdite.

Noi non siamo tenuti a controllare le perdite ma siamo tenuti a controllare il contatore. Ovviamente quando passiamo e ci accorgiamo di un consumo anomalo perché esce dal palmare, avvisiamo anche di questo; però se voi fate la lettura, sia interna dei lettori interni, sto parlando di condomini, che il contatore esterno, l’amministratore condominiale che se ne occupa, vede subito se c'è anche una perdita.

Ass. GAMBA FRANCESCA Perché il problema era di leggere i contatori generali e la ripartizione parte dalla somma

dei consumi dei singoli condomini, per cui io parlo a livello di amministrazione. Dott.ssa GRITTI Se c’è un avviso di avvisare la signora, normalmente lascia la lettura anche nella posta

della signora, così almeno avete la divisione corretta. Ass. GAMBA FRANCESCA Invece la seconda era semplicemente una considerazione. Prima voi avete detto che

l'acqua è un bene primario, vi siete presi l’impegno della tutela di questo bene come società. Si parlava di tariffe, di consumi, di spesa eccessiva. Forse è opportuno, come è poi nei

consigli che voi date, che anche i cittadini da questo punto di vista si prendano l’impegno della tutela del bene primario, e quindi cercare di sprecare e di usare meno acqua.

Ci sono tanti dispositivi che ci possono aiutare per ottenere questo obiettivo. Da qui si ottiene anche sensibilmente la riduzione dei consumi e una bolletta inferiore.

E’ verificato anche semplicemente applicando i riduttori di flusso piuttosto che chiudendo l'acqua in varie situazioni. Sono piccole cose che, vi posso garantire perché sono provate, garantiscono una riduzione.

Dott.ssa GRITTI Il servizio che è pubblicato sul sito, è fatto proprio con i consigli. Ass. GAMBA FRANCESCA Il primo risparmio parte dal minor spreco. Sindaco BACIS GIOVANNI Assessore Maci, prego. Ass. MACI GIUSEPPE La mia non è tanto una domanda. Volevo fare i complimenti ai due per l’illustrazione. Noi dovevamo, è la legge che dice che non si può gestire più l'acqua al Comune. Noi, se

non ci fosse stata Uniacque, se l'Amministrazione Provinciale, che non è del mio partito, ha avuto la lungimiranza di andare in questa direzione, io apprezzo il lavoro che ha fatto Bettoni e i suoi colleghi per arrivare a far sì che Uniacque gestisse tutta la rete idrica della Provincia di Bergamo, che sia solo pubblica, che se non ci fosse stata Uniacque, sarebbe stata la ditta di Maci Giuseppe che partecipava alla gara, la vinceva, e sicuramente ci sarebbe stato meno controllo da parte delle Amministrazioni, perché Uniacque non ha scopo di lucro. E’ solo pubblico.

Per ciò siamo partiti da lontano e ben venga. Io sono tra quelli che ha apprezzato il lavoro fatto dalla Provincia su questo.

Quanto al costo del metro cubo, Verdellino è partito da lontano e giustamente, come faceva notare prima, non avremmo noi un aumento o, se c'è, sarebbe minimale, ma perché abbiamo sempre adottato, non da oggi, da anni, per tutti i servizi a domanda individuale, che quello che pagava doveva coprire il costo, come la raccolta rifiuti, come l'acqua, come qualsiasi servizio a domanda individuale.

Se voi guardate bene nei nostri bilanci, noi copriamo dal 92 al 98% tutti i servizi a domanda individuale. Questo è il motivo e il perché oggi siamo in queste condizioni, perché siamo partiti da lontano e abbiamo sempre messo anche la quota di ammortamento dei mutui, che noi oggi abbiamo la rete nuova su tutto il territorio di Verdellino, siamo partiti da qualche anno. Abbiamo fatto il progetto generale che era di qualche miliardo allora, l’abbiamo fatta a lotti in base alle nostre possibilità, e oggi siamo arrivati ad avere una rete nuova, che non so quanti Comuni sono nelle stesse condizioni nostre.

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Non è che 160.000 euro che loro ci danno li mettiamo in tasca noi. Coprono il mutuo che noi stavamo pagando. Per ciò per noi, invece di darli a voi di qua, li tirano fuori loro, per noi è zero come bilancio.

Per ciò per portare l’esempio di due Comuni confinanti, Verdellino e Verdello: Verdello ha un salto, nonostante sia la stessa Amministrazione, se no sembra che faccia esempi dei partiti contrari, a Verdello sino a ieri c'era la stessa maggioranza, ha avuto un incremento notevole perché la tariffa era bassa, ma non perché l'acqua a Verdellino costasse 10 e là 5, ma perché si faceva pagare un certo prezzo e si copriva la differenza con altro. Bisogna essere molto chiari. Invece di dare un altro servizio, faceva qualcosa d’altro. Su questo bisogna essere molto chiari.

Io rivendico la lungimiranza del Sindaco Bacis oggi e che faceva l’Assessore al bilancio anche precedentemente, che nelle cifre è stato sempre molto attento, e i risultati si sono visti.

Io volevo fare solo un suggerimento, nemmeno un suggerimento, un’attenzione: i nostri cittadini - io parlo di Verdellino - erano abituati che sull’allacciamento, sulla rottura, venivano in ufficio e, nel giro di poco, per le nostre possibilità riuscivamo a risolvere il problema; incontravano il Sindaco, lo fermavano, se no gli telefonavano a casa, e lui era costretto il giorno dopo a dire all’ufficio tecnico “Andate a farlo”. Questa è una battuta, ma l'ufficio funzionava da solo.

Però i nostri cittadini erano abituati nel giro di poco ad avere la risposta. Vorrei nel limite del possibile che anche Uniacque rispondesse in modo celere al cittadino

che ha bisogno dell’allacciamento e di quant’altro. Grazie. LONGARETTI ALESSANDRO – Pres. Uniacque Due risposte. Per quanto riguarda l’ultima, noi abbiamo una carta dei servizi dove sono

indicate anche le tempificazioni di intervento e di risposta. L’ultima puntualizzazione, poi non vi rubo più il tempo, per quanto riguarda la fatturazione,

siccome la tariffa è calibrata su 12 mesi, vale a dire 80 metri cubi in un anno sono a un determinato prezzo; da 80 a 120 un altro; oltre i 120 c'è un’eccedenza, leggendo adesso in periodi difformi dai 12 mesi, vuol dire che la tariffa è riproporzionata su quella modulazione, nel senso che anche se la lettura è fatta oltre i 12 mesi, quello che andremo a esporre in fattura è ricalibrato sul consumo di 12 mesi, perché se io leggo 12 mesi e invece ne leggo 18, praticamente mi risulterebbe un’eccedenza che sarebbe ingiusta, mentre invece il tutto è riproporzionato su una lettura di 12.

Io ho finito. Se non ci sono altri interventi, ringraziamo per la vostra attenzione e cortesia. Sindaco BACIS GIOVANNI Ringraziamo noi, e noi completiamo la fase di approvazione. I meccanismi che regolano le bollette sono esattamente quelli che sono sempre stati fatti.

Anche noi, avessimo fatto una lettura a distanza di 16 mesi, non avremmo fatto altro che riproporzionare 12 sedicesimi nella bollettazione, e lo stesso dicasi all’interno dei condomini. Gli scaglioni vengono riproposti e gli scaglioni individuali vengono moltiplicati per il numero delle utenze allacciate in ciascun condominio, ma queste sono premesse anche piuttosto distanti dal tema della delibera di questa sera.

Vorrei precisare, perché mi sembra che sia uscito in un intervento, non scatta da oggi con l’approvazione. Noi oggi approviamo il contratto tipo che regola i rapporti di concessione, al quale seguirà una ricognizione dello stato delle reti e della consistenza degli impianti che noi andremo a cedere, del quale verrà fatto un dettagliato verbale che elencherà tutti i beni registrati nel conto patrimoniale del Comune che vengono assegnati alla gestione di Uniacque, e non è da oggi che scatta alcun aumento di tariffa.

L’aumento di tariffa è legato a tutto il percorso che parte appunto nel 1994. Francamente si è detto, e va giustamente sottolineato, all’interno dell’ATO vige un rapporto di solidarietà, cioè oggi siamo legati dalle medesime condizioni e dalle medesime tariffe, tutti gli abitanti della Provincia di Bergamo; cosa che prima non era perché frazionati.

Si è detto che nel 2007 Uniacque ha ereditato una situazione fatta da 20 gestori costituiti in società e 50 Comuni che gestivano in economia, ma se andiamo indietro altri 3-4 anni, in realtà noi avevamo 200 e passa gestioni in economia. Ma questo perché la legge fin dal 1994 ha disegnato un percorso; un percorso che evidentemente nasceva da una valutazione - allora la Legge Galli fu assolutamente innovativa in questo senso - nasceva dalla valutazione del fatto che la rete di distribuzione italiana era una rete assolutamente colabrodo, dove noi sprecavamo più acqua di quella che distribuivamo a livello nazionale.

Dal 1994 in poi ci sono stati Comuni, all’interno dei quali io annovero anche quello di Verdellino, senza particolare orgoglio, ma mi sembra giusto e corretto dirlo che hanno avuto lungimiranza e hanno iniziato un percorso che era quello che la legge già allora definiva. Ci sono stati altri Comuni che sono stati assolutamente immobili, attendendo che gli eventi crollassero addosso, per cui francamente io, seppur vige un sistema di solidarietà, un rapporto di solidarietà all’interno dell’ATO, non mi creano particolari turbamenti i mal di pancia degli abitanti di Sovere,

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anche perché quel meccanismo di allineamento tra costi sostenuti e tariffe applicate è il meccanismo che rende veramente trasparente l’operato, l’efficacia e l’efficienza dei servizi erogati.

Mi spiego: se io spendo 100 per erogare un servizio e ne faccio pagare 20, apparentemente faccio pagare poco quel servizio, ma significa che gli altri 80 da qualche parte si traducono in una riduzione di altri servizi comunali, non c'è dubbio.

Se io invece spendo 100 e riesco a mantenere questo 100 fermo a parità di servizio, sto facendo un buon servizio, perché significa la tariffa agganciata che io ho definito pari al costo, cioè 100, non crescerà nel tempo.

Tra Amministrazione e cittadini si parla molto spesso di trasparenza, e io penso che questo sia un elemento essenziale di trasparenza.

Io posso fingere di far pagare poco i rifiuti, ma se poi questo significa che tolgo servizi alla scuola, in realtà sto facendo un’operazione assolutamente contraria alla trasparenza, cioè sto in realtà penalizzando un servizio sostenuto da una fiscalità generale, utilizzando fondi che invece andrebbero raccolti con tariffe specifiche di quel servizio, che poi ci riporta al tema della serata.

Le norme dal 1994 in poi che cosa hanno detto? Per superare questo stato di assoluta inefficienza nella rete distributiva e anche poi di raccolta e di depurazione, perché nel 94 stiamo parlando di una situazione in cui anche gli impianti di depurazione erano assolutamente rari e, quelli che c'erano, ancora in costruzione.

Come la supero? La supero: 1) definendo degli ambiti gestionali che non possono più essere grandi quanto il Comune, proprio anche per le motivazioni che giustamente sottolineava Vergani prima, cioè è ovvio che le economie di scala, le efficienze e l’efficacia nell’erogazione del servizio la conseguo dove ho un bacino di utenza, una massa critica sufficientemente ampia; 2) all’interno di questo Ambito Territoriale Ottimale, cioè un bacino d’utenza che la legge ha definito come ottimale, l’intero servizio per poter garantire che venga erogato in maniera efficiente ed efficace deve essere messo a gara, e una società privata deve acquisirne la gestione.

Questo porterebbe a identiche e molto probabilmente, visto i casi già esistenti, peggiori ripercussioni in termini di tariffa, perché quanto meno la società privata avrebbe anche un quid di utile di impresa da portarsi a casa, oltre a quelle tre ripartizioni che abbiamo visto, costo di gestione, restituzione dei mutui in essere, quota di ammortamento dei nuovi investimenti; ci sarebbe anche da aggiungere l’utile di impresa, quindi la tariffa sarebbe inevitabilmente più ampia e verrebbe meno quel controllo pubblico su un bene primario come l'acqua che in Provincia di Bergamo tutti sono stati d’accordo, perché non c'è stata nessuna suddivisione, né di colore, né di collocazione geografica, est, ovest, sud, nord, all’interno della Provincia, perché tutte le delibere all’interno dell’ATO sono sempre passate all’unanimità. E’ chiaro con ricadute diverse.

Quello che io invito a fare, e quello che viene fatto ed è stato fatto anche all’interno dell’ATO, occorre spostare lo sguardo dal tema tariffa, che pure è importante, ma al tema servizio, cioè quello su cui noi dobbiamo sollecitare e continueremo a farlo Uniacque, è quello di rendere un servizio che sia progressivamente sempre migliore e più efficace di quello che eravamo in grado di garantire prima noi, perché altrimenti viene meno l’obiettivo.

Allora li è lì che veramente riusciamo a cogliere i benefici di questo passaggio, che tuttavia resta un passaggio, essendo definito normativamente in maniera precisa, un passaggio ineludibile. Chi si è opposto e ha fatto pure ricorso al TAR, legittimamente, a questo percorso, ha dovuto poi necessariamente pagarsi anche le spese del ricorso e poi aderire al percorso.

Una cosa è mantenere, attraverso anche quei meccanismi di controllo analogo che sono stati costruiti e di cui abbiamo parlato quando abbiamo approvato le modifiche statutarie di Uniacque; un conto è mantenere il controllo sul rispetto di quello che è dichiarato nella carta dei servizi, altro è dirci cose che sono meno pertinenti, come appunto ragionare su un caso specifico che era quello di Sovere, dove oggettivamente ci sono state delle proteste, ma perché lì c'erano anni di inerzia rispetto al tema idrico all’interno del Comune.

Quindi io dico a maggior ragione, dove l’inerzia dal 94 in poi è proseguita, è necessario un passaggio di questo genere, perché comunque se le falde si esauriscono a Clusone, ne subiamo le conseguenze anche noi.

Il problema di un’efficiente gestione del ciclo idrico è un problema che tocca tutti, a prescindere poi da dove siamo collocati geograficamente.

Questo è il mio pensiero sul tema che ho, e mi ha fatto piacere anche che questo abbia stimolato l’attenzione dei Consiglieri; ho volutamente ampliato, chiedendo la presenza di Uniacque in questo passaggio, ma che poi alla fine per quanto ci riguarda questa sera ci riporta a una presa d’atto sostanzialmente di un contratto tipo che anche qua è stato definito a livello regionale, e è citato bene nelle premesse il riferimento normativo dal quale discende questo tipo di contratto.

Ci siamo presi anche un po’ più di tempo rispetto a quello che francamente avevo preventivato, però penso che stiamo parlando di qualcosa di importante che appunto tutti gli interventi hanno testimoniato come alla fine ci tocca quotidianamente, e quindi è anche giusto che spendiamo il nostro tempo in questo modo.

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Io a questo punto metterei quindi in votazione la delibera. Chi è favorevole all’approvazione dell’allegato schema di contratto di concessione

amministrativa delle reti al servizio idrico integrato, secondo il modello approvato dalla conferenza d’ambito nella seduta del 27 aprile 2007;

di dare atto che la durata del rapporto contrattuale è di anni 30 decorrenti dal primo gennaio 2007;

di prendere atto del valore del canone di concessione, che sono quei 161.000 euro che abbiamo detto nell’importo allegato;

di dare mandato ai competenti uffici comunali per la sottoscrizione in contraddittorio del verbale, di presa in carico provvisorio delle reti ed entro un anno dalla firma del contratto di concessione per la sottoscrizione del verbale di presa in carico definitiva, quella ricognizione appunto di cui parlavo prima;

di dare mandato poi al Sindaco o al responsabile del servizio per la sottoscrizione del contratto di concessione amministrativa delle reti del segmento idrico integrato.

Chi è quindi favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene? 2 astenuti (Valois e Guarino).

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RESOCONTO ALLEGATO ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 23

CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 LUGLIO 2009

PUNTO N. 3 all’ o.d.g.

OGGETTO N. 3 – INTERPELLANZA PERVENUTA IL 01/06/2009 ATTI N. 6775: METODOLOGIA DI CONTROLLO DEL TERRITORIO E DEL DEGRADO ABITATIVO SOCIALE.

Sindaco BACIS GIOVANNI E’ a firma del capogruppo di Alleanza Nazionale, Vincenzo Guarino, che ha facoltà di

darne lettura. Prego. Cons. GUARINO VINCENZO Buonasera. Visto che la reputazione di Zingonia, territorio condiviso con altri quattro Comuni, e che ci

vede direttamente coinvolti per la parte di Zingonia Verdellino, viene ripetutamente denigrata dalla continua informazione negativa trasmessa in televisione e pubblicata sui giornali, che evidenziano con cadenza sistematica un’area altamente critica nel controllo del territorio, offuscando nostro malgrado la presenza di eccellenze che non emergono per questa pesante componente che prevale a causa del degrado abitativo e sociale, meritando addirittura la targa di uno dei maggiori centri di degrado abitativo e ambientale nella Provincia di Bergamo.

Considerato che l'immigrazione di Zingonia è ormai compromessa grazie all’insufficiente attenzione e risolutezza da parte delle Autorità locali nel controllo di un particolare territorio, che per la sua evoluzione sociale crea ed ha creato grossi problemi di sicurezza abitativa ed urbana, si vede per esempio il grave mancato controllo sulla dichiarazione di ospitalità di stranieri;

che il degrado abitativo è degenerato di anno in anno in modo esponenziale, senza che ci siano stati adeguati ed incisivi interventi per arginare il fenomeno, e che oggi la situazione ha assunto carattere di criticità evidente ed ha raggiunto promozioni tali da mettere in seria difficoltà tutti gli apparati che si occupano della sicurezza;

che i cittadini sono fortemente preoccupati e per questo consapevoli della notevole consistenza dell’impegno richiesto alle Istituzioni per far fronte all’attività di recupero del territorio e perché sfiduciosi della capacità del controllo del territorio da parte dell’attuale Amministrazione Comunale per quanto riguarda la sua competenza.

Constatato che il documento di sintesi relativo al contratto di quartiere di Zingonia, la zona viene incautamente definita “Lampedusa del nord”, e che tale documento, pur avendo ricevuto il riconoscimento da parte delle Regioni come miglior progetto per enfasi negativo del contenuto, non ci onora ma ci preoccupa seriamente per almeno due motivi: 1) l’invivibilità delle abitazioni in presenza di questo tipo di degrado; 2) la vanificazione dei sacrifici di chi ha creduto in questa area territoriale ed ha investito le proprie risorse finanziarie per acquistare un’abitazione, ormai fortemente deprezzata, anche per attuare il degrado abitativo con la conseguente fuga da questi luoghi da tante famiglie che hanno svenduto il proprio immobile.

In questo modo i ghetti nascono e prolificano creando enormi problemi, non solo ai pochi che rimangono in zona, ma anche all’intera comunità;

che il contratto di quartiere di Zingonia non servirà comunque a nulla se non cambierà la metodologia di controllo del territorio e degrado abitativo, perché degenererà in nuovo degrado abitativo anche più veloce rispetto a quello precedente;

che questo processo di degrado abitativo ha raggiunto anche Verdellino, compreso il centro storico, in cui si sta configurando la stessa situazione di Zingonia.

Ritenuto che i seguenti punti sono percepiti dal cittadino come pericolo concreto, cioè libertà di movimento, di diffusione della criminalità, di spaccio di droga addirittura a 50 metri dalla Caserma dei Carabinieri, dimostrando l’indifferenza e il disprezzo per le leggi nazionali;

per l’esponenziale presenza di cittadini extracomunitari che affollano a dismisura ristrette aree abitative, senza rispettare le normative comunali e regionali che definiscono i parametri abitativi, riducendo queste aree ormai a ghetti, di prostituzione dilagante a ridosso delle abitazioni;

che tutte queste componenti delineano molto chiaramente una situazione di emergenza sociale territoriale e sociale,

invita il sindaco e la Giunta ad aumentare i controlli destinando tutte le risorse possibile per garantire la sicurezza e la vivibilità sul territorio, prelevando da queste voci di spesa, che non giustificano la necessità se non espressamente urgente: viabilità, restringimento di strade e creare

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altro verde a Zingonia, anche se non ancora concordato, completamento pista ciclabile se non per punti estremamente pericolosi per la sicurezza fisica dei cittadini; per quanto riguarda il PGT, apertura di nuove strade;

ad investire nella sicurezza abitativa e del territorio; impegni che ora non sono più prorogabili ma sono una priorità. E’ necessario creare le condizioni per controllare con efficienza il comportamento sociale di chi vive sul territorio e che, provenendo da paesi extracomunitari governati con rigore, non si sente invogliato a sprigionare la voglia di liberismo incontrollato lungamente depressa nel tempo e nei paesi d’origine. Grazie.

Sindaco BACIS GIOVANNI Non ho avuto modo di confrontarmi in conferenza di capigruppo, ma questo solo a livello di

metodo: in realtà l’interpellanza dovrebbe concludersi con una richiesta sulle intenzioni dell’Amministrazione rispetto a un particolare problema. La considero comunque un’interpellanza, un’interpellanza che riprende, anche se non è mai citato però, di fatto il tema della sicurezza urbana. Un tema che abbiamo già affrontato anche in precedenti occasioni e che qui viene declinato in particolare sugli aspetti legati al degrado abitativo, per giungere poi a una proposta - sembrerebbe, almeno io interpreto così - di reindirizzo di risorse di bilancio, invitando appunto ad investire nella sicurezza abitativa e del territorio.

Si tratta chiaramente di un tema sul quale l'Amministrazione, a differenza di quanto è stato detto, sta approfondendo da tempo un impegno in termini di attenzione, analisi e costruzione di risposte amministrative concrete e possibili, anche attraverso la ricerca della condivisione anzitutto con i Comuni limitrofi, ma poi con tutte le Istituzioni quali Regione, Provincia, Prefettura e Questura.

La formulazione della proposta contiene a mio parere alcune affermazioni condivisibili che sono dati di fatto incontrovertibili rispetto alla presenza di alcuni fenomeni che minano la sicurezza in particolare del territorio che appunto va sotto il nome di Zingonia, e altri invece che sono opinabili, se non addirittura non corrispondenti al vero.

Dal mio punto di vista questo determina anche delle deduzioni e delle proposte che alla fine risultano poco coerenti.

Evidentemente non mi trovano d'accordo le affermazioni circa l'insufficiente attenzione e risolutezza da parte dell’Autorità locale non meglio specificata, però presumo si riferisca all’Amministrazione Comunale, nel controllo del territorio, e la citazione come esempio del mancato controllo sulla dichiarazione di ospitalità per stranieri che, come abbiamo già visto in una precedente occasione, non è assegnato al Comune e comunque rappresenta semplicemente un atto preliminare a pratiche amministrative più complesse, sulle quali il comportamento dell’Amministrazione è sempre stato improntato al massimo rigore e al rispetto delle norme, e senza la modifica delle quali l’incisività non può che essere limitata.

Mi spiego: oggi è stato approvato il nuovo disegno di legge sicurezza e il disegno di legge sicurezza parla di iscrizione anagrafica, parla di ricongiungimento familiare , parla di rilascio del permesso di soggiorno, che sono appunto quelle pratiche amministrative delle quali la comunicazione di ospitalità è solo una premessa, e quindi nulla c'è da modificare rispetto a questa premessa, è solo una comunicazione, perché poi tutti i controlli avvengono - e giustamente o ingiustamente a seconda poi delle valutazioni che ciascuno fa sul contenuto della legge che andremo a leggere appunto nei giorni prossimi - oggi interviene non sulla dichiarazione di ospitalità, ma interviene sulle modalità di rilascio dell’iscrizione anagrafica, sulle modalità di ottenimento del ricongiungimento familiare e sulle modalità di rilascio del permesso di soggiorno.

Questo per inquadrare così le premesse. Sicuramente, e giustamente è citato nell’interpellanza, uno dei percorsi di maggiore

approfondimento di analisi e di proposta operativa che abbiamo intrapreso, è quello del citato cosiddetto progetto di contratto di quartiere, che nelle sue premesse rimanda esattamente alla mozione che questo Consiglio Comunale riguardo alla sicurezza ha condiviso ormai quasi due anni fa, dove dice che attraverso la partecipazione a questo bando regionale si vuole consolidare e rinnovare la consuetudine al coordinamento sistemico degli interventi sull’area che abbiamo intrapreso con l’agenda strategica e con il progetto strategico insieme altri Comuni sulle scelte chiavi per il futuro di questo territorio, costruendo assieme un quadro di politiche e progettualità basato su scenari e strategie in comune.

Esattamente l’approccio che era stato dato era un approccio di insieme, dove vedere esclusivamente un aspetto dell’attività amministrativa in risposta all’insicurezza o alla carenza di sicurezza effettiva o anche a quella semplicemente percepita che comunque va sempre, come ho già detto in altre occasioni, tenuta in considerazione, deve essere sistemico e deve abbracciare tutta una serie di attività.

Proprio il progetto è sviluppato per il contratto di quartiere che poi viene ulteriormente citato; è stata ed è l’occasione per approfondire alcune analisi che sono state messe a

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disposizione anche dei Consiglieri, proprio per la loro utilità a mio parere, per migliorare la conoscenza e la consapevolezza dei fenomeni che, come amministratori, siamo chiamati a fronteggiare.

L’analisi in quanto tale dal mio punto di vista deve essere la più oggettiva possibile se vogliamo che veramente ci porti a delle conclusioni coerenti, quindi anche qui non mi trova d’accordo la citazione così assolutamente estrapolata dal contesto e definita incauta di Zingonia come “Lampedusa del nord”.

Il documento di analisi all’interno del progetto di contratto di quartiere è piuttosto complicato, e parte individuando e dando grande risalto a tutta una serie di eccellenze presenti sull’area di Zingonia. Per noi è fondamentale questo, perché il compito e l’obiettivo fondamentale che proviamo a darci è proprio quello di fronteggiare un degrado complessivo attraverso la valorizzazione di ciò che di buono esiste e cercando di ampliarlo.

Giocare in maniera molto ristretta per tamponare va bene nel quotidiano, ma se vogliamo darci una strategia di più lungo periodo serve fare questo, e quindi c'è tutta un’elencazione di tutte le cose positive, a partire dalla realtà produttiva, ma poi citando l'istituto Abilita, il Policlinico San Marco, l’hotel, la parrocchia, le Poste, tutta una serie di servizi presenti sull’area che costituiscono il fondamento sul quale dobbiamo lavorare per ricostruire e per fronteggiare il degrado.

Andando avanti nell’esposizione invece poi si arriva a definire, perché se c'è una persona che prova veramente un profondo dispiacere nel sentire e nel vedere le immagini che vengono date all’esterno di Zingonia, sono proprio io, quindi mi spiace che in qualche modo questa incauta citazione possa essere fatta risalire o in qualche modo attribuita a me.

A un certo punto si dice, proprio in una logica di analisi, la più oggettiva e la più chiara possibile, si dice che si prova a riassumere per gruppi semantici le percezioni di correnti. Sono state prese alcune citazioni proprio dai giornali, nel caso specifico “Lampedusa del nord” mi pare sia stato tratto da un articolo del Corriere della Sera, dove il fatto di riportarlo come un dato di fatto con il quale confrontarci, e lo diciamo, percezioni essenzialmente negative riferite a Zingonia in particolare al quartiere dei condomini individuato nel progetto, offrendo qua l'opportunità di una lettura, al fine di cogliere gli elementi che fondano, avviano e danno consistenza all’immagine di un territorio, provando però a circoscrivere il raggio di azioni e raffigurazioni che possono essere rilette, provate, oppure confutate.

Chiaramente noi ci diamo l’obiettivo di confutare queste letture. Non possiamo però fare a meno di esporle, se vogliamo confrontarci e averle sottocchio, perché anche con queste noi ci dobbiamo spendere proprio per cercare di ribaltare una visione che c'è di Zingonia, che non può che giocare sempre in maniera molto negativa.

Molto banalmente sarebbe come dire che riportare queste immagini negative che altri danno di Zingonia, gioca negativamente per Zingonia, sarebbe come dire che fare un’interpellanza di questo genere giochi negativamente contro Zingonia.

E’ chiaro che ci sono consessi e sedi dove alcune cose è giusto e corretto che vadano dette, perché non possono essere nascoste; altre, giustamente si dice di ciò che emerge dai giornali, ovviamente ciascuno fa il proprio mestiere, però sfido chiunque a trovare una volta un intervento del Sindaco Bacis all’interno di articoli di quel genere.

Questo per dire dell’approccio che mi vede sostanzialmente alla fine d'accordo sul fatto che si debba ribaltare un’immagine. Non mi vede d'accordo chiaramente quando in qualche modo si cerca di attribuire questa immagine a una inefficienza o a una leggerezza anche nello scrivere o nel riportare determinate cose da parte dell’Amministrazione.

Questo progetto di contratto di quartiere in realtà lavora e punta proprio ad approfondire un’analisi, al fine di individuare degli strumenti per combattere esattamente il degrado abitativo.

Torno per un attimo alla mozione che era stata presentata e condivisa in Consiglio Comunale un paio di anni fa, perché mi piace anche vedere che cosa si sia evoluto da allora, rispetto alla sollecitazione che il Consiglio faceva al Sindaco e Giunta ad attivarsi al fine di mantenere un costante rapporto di confronto e collaborazione con le Istituzioni e le forze dell’ordine; mantenere e rafforzare i rapporti di collaborazione con tutti i soggetti sul territorio; indirizzare le politiche amministrative e di bilancio - perché qui torniamo al tema più specifico dell’interpellanza - per aumentare l’organico della Polizia locale; sostenere le collaborazioni con i soggetti impegnati in campo sociale ed economico produttivo; intervenire sulle aree soggette a degrado urbano con interventi di riqualificazione e miglioramento; utilizzare tutti gli strumenti tecnologici a supporto dell’attività di monitoraggio e controllo del territorio; intensificare il controllo sulle speculazioni nel mercato immobiliare.

Rispetto a tutte queste sollecitazioni, evidentemente una risposta quasi immediata che è venuta all’inizio del 2008 è stato proprio il rafforzamento della dotazione di personale della Polizia locale, che ha comportato nel corso del 2008 una maggiore spesa corrente di circa 40.000 euro, dove ci sta la nuova assunzione, ci stanno alcune spese ad esempio quelle legate alla rimozione di autoveicoli sul territorio, penso che da molti se non da tutti sia stato percepito questo impegno che

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va proprio nella logica di ridurre anche il degrado visivo che spesso genera nuovo degrado; ci sono stati maggiori investimenti per circa 40.000 euro; è stato ampliato l’impianto di videosorveglianza; sono state migliorate le dotazioni strumentali ed informatiche dell’ufficio di Polizia.

Sono cifre che ciascuno poi valuterà se importanti o meno, però dico solo che.......... .......... cambio nastro.......... .......... in un quadro che ci vede fortemente penalizzati dal cosiddetto patto di stabilità, che

significa obbligo di riduzione della spesa per il personale, cosa alla quale in qualche modo abbiamo contravvenuto ma a ragion veduta; controllo e sanzioni nelle quali fra l'altro siamo poi incappati per le maggiori spese di investimento.

Quattro vigili chiaramente non sono la soluzione, però qualche risultato in più l’abbiamo ottenuto.

Qua sono riportati i confronti su alcuni indicatori, poi ce ne possono essere altri. Questi sono quelli mappati, monitorati, sui quali era possibile fare un confronto tra il 2007 e il 2008, dove evidentemente relativamente alla Polizia locali si è passati da una dotazione di tre a quella di 4 agenti; sono aumentate del 300% le patenti ritirate, del 390% le carte di circolazione ritirate; sono aumentate, in una quota in linea con l’aumento della dotazione del 36% anche gli introiti per contravvenzioni; il rilascio pratiche amministrative ci interessano poco; i verbali per la violazione al Codice della Strada sono passati da 167 a 578, con un aumento del 250%, con una attenzione che è stata un po’ meno rilevante sulla sosta vietata, ma evidentemente con un impegno che non è proporzionalmente paragonabile. Complessivamente comunque i verbali sono aumentati del 40%. Con verbali aumentati del 40%, i ricorsi contro a questi verbali si sono ridotti del 22%, per cui vuol dire che anche l'attenzione formale a è stata buona.

Sono aumentati i controlli edilizi del 50%; si sono fatti accertamenti ai sensi del Decreto Ronchi sull’abbandono rifiuti, cosa che nel 2007 non si era riusciti a fare; si sono fatti 26 servizi in orario serale, notturno o festivo, cosa che nel 207 non si era riusciti a fare; sono state trattate 171 comunicazioni per stranieri rispetto alle 156 del 2007; gli accertamenti anagrafici, che è sempre un tema che è assegnato specificamente al controllo della Polizia locale, ma immaginatevi 881 accertamenti anagrafici suddivisi in circa 250 giorni lavorativi, significa che quotidianamente i nostri vigili sono chiamati a fare questo intervento.

Insieme a questo, di fatto sull’area di Zingonia, anche se non l’abbiamo mai sbandierato, ma penso che chiunque vada e parli con le persone che abitano nell’area l’hanno ben percepito, di fatto è stato creato un vigile di quartiere, perché c'è un vigile che è percepito e percepibile, riconosciuto e riconoscibile come vigile che sta seguendo in maniera particolare quell’area, in modo a me pare anche molto apprezzato perché è attento e incisivo.

Insieme a questo chiaramente questi aumenti di spesa in questo settore non ci hanno portato a ridurre gli interventi sulla scuola, perché è un veicolo fondamentale di integrazione; non ci hanno portato a ridurre gli interventi nel sociale, anzi qui chiaramente è il settore dove stiamo pagando in maniera più pesante lo scotto di un’immigrazione così massiccia che evidentemente non è né sollecitata, né richiesta, ma si muove anche secondo dinamiche che, a noi piaccia o meno, sfuggono a ogni controllo, però si sta portando uno scotto che è quello poi degli interventi del Giudice tutelare che molto spesso interviene.

L’ha fatto per noi anche la settimana scorsa: quel prelievo dal fondo di riserva di 11.000 euro, che ho citato in apertura di serata per chi mi avesse ascoltato, è andato proprio a fronteggiare un intervento richiesto dal Giudice di tutela di un minore e di una mamma.

Abbiamo lavorato, noi magari direttamente come Amministrazione in parte, ma in buona parte sostenendo chi opera sull’area, parlo delle associazioni che presidiano il centro sociale, parlo delle associazioni che hanno creato anche occasioni di incontro in Piazza Affari; ovviamente la speranza è quella di vivere il territorio anche in questo modo positivo, anche perché diventa un modo molto efficace per contrastare il degrado; noi a queste associazioni chiaramente ribadiamo anche in questa situazione il nostro grazie.

Abbiamo incontrato in più occasioni la Guardia di Finanza, perché è evidente che, dove diciamo di intensificare il controllo delle speculazioni, non è un tema sul quale possiamo agire con i servizi comunali, ma abbiamo incontrato più volte la Guardia di Finanza condividendo e passando le informazioni di cui veniamo a conoscenza e che possono appunto rappresentare indicazioni utili per contrastare anche questo tipo di fenomeni.

Non è sufficiente evidentemente, non lo è, e per questo motivo noi continuiamo con la nostra opera di sollecitazioni alle Istituzioni; continuiamo anche con la nostra opera di sollecitazione perché le forze dell’ordine siano presenti in maniera più massiccia, e qui devo approfittare dell’occasione per dire che mi è profondamente dispiaciuto e deluso francamente che un tema come quello della richiesta di elevazione a tenenza possa essere stato così banalmente strumentalizzato a fini politici.

Lo ricordo: il tema della tenenza non è un tema inventato o la richiesta di elevazione a tenenza della Caserma dei Carabinieri non è una richiesta che è venuta dal cilindro, dal cappello a

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cilindro del Sindaco di Verdellino o di qualche altro Sindaco o Assessore, ma è una richiesta che è maturata all’interno - l’ho già detto ma è utile ripeterlo - è maturata all’interno del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, che significa Prefetto, Comandante provinciale dei Carabinieri, Questore.

Il Comandante provinciale dei Carabinieri, in accordo con il Prefetto, hanno detto “L’unico modo per avere in pianta stabile più agenti sul territorio è quello di puntare ad avere una tenenza. Noi facciamo la nostra parte, ma voi Comuni fate la vostra”. Per questo io sono venuto in Consiglio Comunale, prima con un Governo e poi con un altro Governo, a prescindere dal colore, a chiedere il voto dei Consiglieri su una mozione che sollecitasse questo fatto.

Poi i Comandanti provinciali dei Carabinieri cambiano, i Prefetti cambiano, ci possono essere idee diverse, però i verbali del comitato provinciale dell’ordine e la sicurezza, penso che per chi li voglia e si qualifichi come Consigliere comunale, in Prefettura siano accessibili.

Questo è chiaramente uno dei temi, perché è evidente che il sovraffollamento all’interno di appartamenti non è pensabile che sia rincorso e fronteggiato solo con le forze della Polizia locale. Occorre che ci sia un impegno da parte delle altre forze.

Il nostro impegno, noi continuiamo a credere che debba essere a 360 gradi nei termini che prima così un po’ sinteticamente ho delineato, ma non ci basta, non ci basta ancora, perché abbiamo colto proprio questo pretesto in qualche modo del contratto di quartiere, ho detto prima, per approfondire analisi, individuare e prospettare degli interventi; degli interventi che non saremmo e non siamo in grado di fare con le forze dei nostri Comuni, ma che devono vedere l'intervento della Regione.

Oggi la Regione su questo tema specifico si è resa conto che il contratto di quartiere, nelle intenzioni del bando, voleva e vuole vedere nuova edificazione di edilizia popolare; noi stiamo insistendo a dire che per noi questa non può essere la risposta di Zingonia. Vediamo se troviamo un punto di incontro attraverso il quale comunque riuscire a mettere a frutto il lavoro fatto attraverso il contratto di quartiere; un lavoro che, al di là del progetto in sé, è stato un grande lavoro di interlocuzione, di incontro e di condivisione con una serie molto ampia di partner, sia i partner che c'erano nella versione iniziale della proposta, e quindi partner locali, la scuola, la parrocchia evidentemente, il Comune di Ciserano, la Fondazione San Giuliano, ma sia partner che possono avere anche una forte incisività su settori non direttamente controllabili o amministrabili dal Comune, quali l’Unione Industriale, slow food, ma anche il Grand Hotel, con la forza della Società Benigni.

Lungo il percorso se ne sono aggiunti altri perché il Cesvi ha manifestato che la prima OMG italiana, che ha sede a Bergamo, è una fondazione che ha partner importantissimi; ne dico uno, la Banca Popolare di Bergamo ma, non perché ci lavori, ma per dire della forza che può avere un soggetto del genere in Provincia di Bergamo.

Il Cesvi dicevo; l'attenzione di una università americano, la Cornell University nello Stato di New York, che sta sviluppando attraverso un proprio corso proprio delle analisi e della progettualità su quelle che chiama new town, cioè nuove città, città nate dal nulla. Questo ci ha portato anzitutto a parlare del caso Zingonia il mese scorso in un convegno vicino ad Amsterdam; da lì l’attenzione della piattaforma delle new town, la piattaforma delle città nuove europea. E’ una fondazione che è costituita da 30 città che hanno un avuto una genesi analoga a quella di Zingonia, perché è lì che penso noi dobbiamo andare; noi dobbiamo andare alla radice dei problemi, se vogliamo che non si ripetano.

Ci sono fenomeni che stanno attraversando tutto il paese e che le norme adesso si impegnano ad affrontare con strumenti diversi, speriamo che ce la facciano; ma ci sono dimensioni di fenomeni e caratteristiche di fenomeni che sono specifiche nostre, ma che non dipendono dal fatto che oggi ci sia un’Amministrazione o un’altra, ma che - che ci piaccia o no – dipendono e nascono, hanno la loro radici nella modalità di genesi, di nascita e di sviluppo di una realtà come quella di Zingonia; una modalità che tutte queste 30 città che sono associate in questa piattaforma delle new town europee hanno vissuto, con alcune caratteristiche analoghe a questa: fortissima immigrazione e quello a cui stiamo assistendo oggi, un degrado contemporaneo e repentino di tutti gli immobili, per un semplice motivo: perché sono stati costruiti tutti nella medesima epoca, e quindi arrivano al medesimo grado di vetustà nello stesso momento.

E’ chiaro che, se non c'è un radicamento che faccia sentire proprio il territorio e le abitazioni, il rischio è quello di un degrado complessivo, e qui stanno due delle caratteristiche che accomunano tutte le città raggruppate in questa piattaforma.

Ce ne sono altre che si distinguono invece. Uno è la dimensione: sono tutte città più grandi rispetto a Zingonia. Una è il sobborgo per modo di dire di Parigi, dove per esempio è nato anche Disney Paris per capirci; l'altro è............, che invece è un sobborgo che fa oltre 15.000 abitanti nei pressi di Atene; però assieme queste città nuove stanno sviluppando e confrontandosi per fronteggiare assieme problemi che le assillano in maniera analoga.

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Questo è uno dei vari contatti, perché qua avevamo anche “mantenere e rafforzare i rapporti di collaborazione fra tutti i soggetti del territorio”, ma andare al di là e cercare di incontrare, condividere e lavorare insieme per - torno al mio approccio iniziale - evidenziare quanto di positivo esiste a Zingonia e in questo modo rafforzare e rafforzarci tutti nella lotta al degrado, e questo è il percorso o parte del percorso che, proprio attraverso questo che è stato preso in qualche modo circa un anno e mezzo fa come un pretesto per lavorare in modo sistemico sull’area, che è stato il contratto di quartiere, è chiaro che necessita poi che ci siano fondi anche per sostenere gli interventi.

Dicevo prima che delle caratteristiche, e una delle caratteristiche di Zingonia è che, pur avendo una presenza molto diffusa rispetto ad esempio al resto della Provincia, di condomini e abitazioni di edilizia residenziale pubblica, di abitazioni dell’Aler, concentra i fenomeni di maggiore degrado su abitazioni e i immobili privati, e questo è un problema; è un problema con il quale anche la Regione Lombardia fatica a confrontarsi, perché non ci sono strumenti giuridici che consentano al pubblico di intervenire sul privato.

Questo è un problema che continua a sussistere. Noi continuiamo a lavorarci e sarà mia cura anche riferire quando ci saranno degli sviluppi.

Devo venire un po’ alla sintesi della proposta contenuta o del suggerimento, della richiesta, nell’interpellanza perché qua a me pare di poter dire che l’affrontare a 360 gradi anche il tema del degrado, anche il tema della sicurezza, significa oggi per il Comune di Verdellino che questo tema è l'orizzonte di riferimento non solo per la Polizia locale, ma per tutti i servizi comunali; tutti i servizi comunali, in ogni cosa facciano, si confrontano con questo.

Ma questo è un - parlo dell’anagrafe, cito l’anagrafe ma anche l'ufficio tecnico, banalmente il protocollo, i servizi sociali sono stati ampiamente citati - ma per dire come tutta la struttura dell’Amministrazione oggi lavora, avendo come orizzonte di riferimento, proprio la lotta al degrado, la lotta all’insicurezza e a tutti i fenomeni che ci girano attorno.

Questo non significa però che noi possiamo sottrarci ai nostri impegni istituzionali; non può significare che non dobbiamo lavorare per immaginare come si svilupperà il nostro paese; non dobbiamo lavorare per sviluppare gli interventi che negli altri Comuni sono ordinari ed esclusivi. Per noi non lo sono, ma devono essere in qualche modo messi a sistema.

Per cui a me pare di cogliere, nella proposta in qualche modo di definizione di nuove priorità da finanziare, forse un malinteso, nel senso che se di viabilità e di PGT si parla, si parla in termini di programmazione urbanistica, si parla in termini di definizione di piani di sviluppo, ma poi gli investimenti che di anno in anno vengono realizzati, sono quelli contenuti nel piano delle opere pubbliche, sono quelli che noi approviamo con il bilancio e sono lì. Ci possiamo misurare, ma diventerà molto difficile dire - torno indietro di due anni - “Non realizzo la strada di collegamento con Verdello perché devo mandare questi fondi nella lotta al degrado abitativo”. Non sono incoerenti i due obiettivi, ma perché normalmente le opera di urbanizzazione, come le strade, vengono finanziate con gli oneri di urbanizzazione, che non possono essere spesi diversamente. Devono essere spesi per realizzare opere di urbanizzazione.

Altro è quell’impegno nei fatti a spostare quote significative di bilancio, perché vi assicuro che spostare in parte corrente 40.000 euro non è banale; trovare fondi per investimenti di carattere strumentale per gli uffici non è banale, perché bisogna mettere soldi veri, cioè bisogna risparmiare in parte corrente per fare degli investimenti. Non è possibile prendere gli oneri di urbanizzazione che sono entrate in conto capitale e spenderli per investimenti che non siano opere di urbanizzazione, comperare i computer ad esempio per la Polizia locale. Non è possibile.

Francamente fatico ad esprimermi nello specifico, ma mi sento chiaramente di ribadire l’attenzione che ho cercato così di delineare anche attraverso dei fatti specifichi misurabili.

Questo elenco che ho esposto, visto che preferisco anche andare a braccio e quindi resta la registrazione del mio intervento, ma di questo evidentemente non posso lasciare traccia, lo allego agli atti appena il Segretario me ne dà l'opportunità, mi sento comunque di confermare tutto l’impegno, testimoniato anche da quanto fatto anche semplicemente nell’ultimo anno e mezzo, per fronteggiare quei fenomeni - ripeto, lì c'è un’elencazione specifica -quando parla di spaccio della droga, degrado ambientale e prostituzione, che evidentemente non possono essere né nascosti, né al tempo stesso fatti sparire con un colpo di bacchetta magica, ma sui quali siamo chiamati a sviluppare tutto l’impegno che siamo in grado di esprimere.

Mi scuso se ho allargato magari anche un po’ il tema, ma mi sembrava anche l'occasione opportuna, dando ora al Consigliere Guarino l'opportunità di dichiarare la propria soddisfazione o meno.

Cons. GUARINO VINCENZO Signor Sindaco, io ho presentato questa interpellanza in virtù del fatto che tempo addietro

noi abbiamo presentato altre interpellanze, altre mozioni, altre situazioni in particolare, in cui si diceva “Servono le telecamere, servono queste cose”. Voi dicevate sempre “No, ma no, va bene

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così, la piattaforma ecologica non ha bisogno di telecamera, a Zingonia non c'è bisogno di telecamere”, e poi alla fine sono stati spesi 40.000 euro.

Ne prendiamo atto, anzi vuol dire che magari qualcosa che abbiamo fatto noi all’inizio era giusto presentare, visto che poi dopo abbiamo avuto dei raffronti, indirizzati a quello che noi dicevamo, e vi siete adeguati per sistemare la cosa.

A volte trovo che su delle considerazioni che noi facciamo, tipo anche sui grossi problemi di sicurezza e abitativi, e per il mancato controllo sulle dichiarazioni di ospitalità, mi trovo a parlare con i cittadini delle problematiche, di cosa succede sul territorio di Verdellino, e a volte mi dicono “No, guarda che là il Sindaco, voi del Comune, avete regalato la casa alla signora, gli alloggi a Delaj Lidia per due anni pagando tutto il Comune”, di qua e di là, e ci ritroviamo che questa signora, abitando in Via Oleandro n. 4 in Verdellino, ci troviamo che questa signora ha tre personaggi di colore che dicono che hanno fatto l’ospitalità, e pagano 300 euro cadauno di mensilità, ognuno per questo alloggio.

Sindaco BACIS GIOVANNI Io ricordo che se un Consigliere qua dentro rileva dei comportamenti penalmente rilevanti,

è chiamato a denunciarli. Non qui, nelle sedi opportune, alla Procura. Cons. GUARINO VINCENZO Noi cerchiamo nei Consigli Comunali di spiegare tutte le problematiche che ci sono sul

territorio, cercando di risolverle con il primo cittadino, e poi dopo anche con i rispettivi servizi, Carabinieri, Vigili, Polizia, Finanza e quant’altro.

Però diciamo che il primo cittadino ha un potere maggiore, però sperando che.... Sindaco BACIS GIOVANNI Non posso andare ad arrestare nessuno. Cons. GUARINO VINCENZO Non chiediamo di arrestare, non parlerei mai di una cosa del genere. Di verificare queste

problematiche. Sindaco BACIS GIOVANNI Stiamo all’interpellanza. Deve chiudere l'intervento, non c'è spazio per interventi. Scusate,

ma ha diritto Guarino di parlare. Cons. GUARINO VINCENZO L’altra settimana su Rai Due in prima mattina, verso le dieci del mattino, troviamo ancora

l’Architetto Simonetti che parla, intervistato su Rai Due per quanto riguarda il contratto di quartiere, le problematiche di Zingonia, e lui dice semplicemente “Per me Zingonia va rasa al suolo. Zingonia è un paese che va raso al suolo”, secondo la sua visione...

Sindaco BACIS GIOVANNI Penso che stiamo parlando di cose registrate, quindi è difficile dire qualcosa di diverso da

quello che chiunque di noi può andare a vedere collegandosi al sito internet. Cons. GUARINO VINCENZO No, proprio su Rai Due. Da parte mia mi sembrava, oppure ho capito male. Può darsi. Sindaco BACIS GIOVANNI Mi spiace perché ho impostato tutta la mia risposta sul cercare di indirizzare su uno sforzo

che deve essere quello della lettura, la più oggettiva possibile dei fatti. Invece mi pare che non ho ottenuto il risultato. Mi spiace. Prego.

Cons. GUARINO VINCENZO Come tutte le altre interpellanze, come tutte le altre problematiche, quando si intacca il

punto più nevralgico, tipo il nervo che fa male, alla fine c'è sempre un muro di gomma. Io chiudo questa interpellanza ringraziando per tutte le cose che state facendo finora. Sindaco BACIS GIOVANNI Non si tratta di un muro di gomma. Io dico solo che, se c'è un documento, va letto, non può

essere estrapolato. Nel progetto è inserito in maniera chiara un’ipotesi di intervento di un certo tipo su alcuni

condomini; un’ipotesi di intervento di altro tipo su altri condomini, nell’area ampia di Zingonia, che

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contempla anche l’abbattimento. Ma cosa c'è di scandaloso in questo? Mi chiedo che cosa ci sia. Era semplicemente questo.

Da qui a dire che qualcuno dichiara che Zingonia va tutta rasa al suolo, a me pare che ci sia un piccolo passaggio di fraintendimento, quando voglio usare un eufemismo. Era solo questo che volevo sottolineare.

Ripeto, ho cercato di fare una risposta che riportasse a dei dati oggettivi.

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RESOCONTO ALLEGATO ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 24

CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 LUGLIO 2009

PUNTO N. 4 all’ o.d.g.

OGGETTO N. 4 – INTERPELLANZA PERVENUTA IL 18/06/2009 ATTI N. 7673:

DEGRADO AMBIENTALE ABITATIVO. Sindaco BACIS GIOVANNI E’ un’interpellanza del Consigliere Guarino che ha facoltà di darne lettura. Cons. GUARINO VINCENZO Visto che la sicurezza sul territorio di Verdellino e Zingonia è ormai percepita come una

lontana chimera, nonostante l’intervento lodevole da parte delle forze dell’ordine che vengono coinvolte quotidianamente.

Considerato che il livello di degrado ambientale e abitativo ha raggiunto livelli mai visti sul nostro territorio;

constatato che la sera è diventata un’insidia soprattutto per donne che non sono più libere di muoversi sole, basta percorrere in parte la tratta di Corso Europa e Piazza del Missile a Ciserano, fino alle quattro torri in lido di Verdellino, per capire il notevole disagio raggiunto sul territorio a soli 10 chilometri da Bergamo, con la Caserma dei Carabinieri a 100 metri dalle quattro torri;

che non servono tanto le Caserme, ma Carabinieri e Poliziotti che, coadiuvati dalla Polizia locale, facciano rispettare le leggi a tutti;

che ultimamente si è dimostrato insicuro anche il centro di Verdellino; che le aree abitative adibite a parcheggi presso il Policlinico San Marco, risultano.......... in

base agli extracomunitari che inseguono con insistenza paranoica tutte le persone che devono parcheggiare in quell’ospedale, che vengono per vendere cinghie, accendini, cd e quant’altro e che esiste un concreto pericolo che vengano danneggiate le autovetture se non si compra qualcosa;

che quando si parla di sicurezza si identifica un luogo molto ristretto, che vede coinvolti sfortunatamente i tre Comuni, Ciserano, Verdellino e Osio Sotto;

che un progressivo ed evidente degrado non è considerato sufficiente critico da chi dovrebbe assicurare il controllo del territorio;

ritenuto che la dimensione del territorio di cui si sta parlando non è così vasta da rendere impossibile il proprio controllo, che la cittadinanza deve conoscere lo stato di gestione del territorio sotto il profilo della sicurezza, senza doverlo apprendere dai giornali o peggio ancora dalla televisione;

invita il Sindaco e la Giunta ad organizzare con cadenza semestrale, presso l’auditorium di Verdellino o nelle scuole elementari un Consiglio aperto alla cittadinanza sulla sicurezza, il primo entro il mese di settembre, finalizzato ad informare il cittadino in merito alle attività svolte dall’Amministrazione Comunale per il controllo sistematico del territorio;

ad ascoltare direttamente dalla voce del cittadino, che vive i disagi sul territorio, la forte perplessità percepita sulla capacità nel far rispettare le norme comunali, regionali e nazionali;

a rendere edotti i cittadini sulla criticità e sui limiti che l'Amministrazione Comunale incontra nel far rispettare le regole;

a ridare fiducia e speranza nelle Istituzioni, presentando nei fatti dei progetti concreti. Grazie.

Sindaco BACIS GIOVANNI Grazie a lei. Direi che il tema è molto simile a quello dell’interpellanza precedente e quindi

valgono un po’ tutte le considerazioni che ho esposto in quella. Anche qui trovo elementi oggettivi di evidenza di fenomeni che danno luogo a una

riduzione della sicurezza sul territorio, e trovo anche una condivisione sull’affermazione che servono più Carabinieri e Poliziotti sul tema specifico dell’ordine pubblico e del rispetto della legge.

Non credo che questo progressivo ed evidente degrado non sia considerato sufficientemente critico da noi quanto meno, poi quando diciamo chi dovrebbe assicurare il controllo del territorio, chiaramente stiamo parlando come al solito di più soggetti, e qui torno sul tema della tenenza, rispetto al quale purtroppo io devo dichiarare che anche dopo la nostra seconda mozione e una lettera inviata al Ministro competente, mi è stata indirizzata semplicemente

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una nota da un Funzionario del Ministero, mi ha indirizzato la copia con la quale aveva chiesto alcuni approfondimenti al Comando Provinciale dei Carabinieri, ma da lì non ho più saputo niente e sono passati più di sei mesi.

Che poi la risposta o una delle risposte per fornire o riuscire a perseguire maggiore sicurezza sul territorio sia un Consiglio Comunale aperto, io cerco veramente in maniera spero sufficientemente onesta di far sempre una valutazione dei benefici che una qualsiasi operazione noi facciamo porti effettivamente.

Allora in una valutazione di benefici, io dico meglio i fatti che le parole, magari banalizzando, ma che penso esprima esattamente il mio pensiero.

Ho detto prima come la penso sui giornali o sugli articoli che descrivono in maniera univoca Zingonia; ho detto prima di come lo sforzo congiunto, perché occorre una collaborazione molto spiccata tra tutti gli agenti per poter in qualche modo distaccare quello che di fatto è un vigile di quartiere, anche se non gli abbiamo mai messo l’etichetta da nessuna parte, ma quello che a me interessa è che sia percepito come tale, ma qui devo citare anche in qualche modo l’Assessore alla sicurezza che non abbiamo mai nominato, o l’Assessore di quartiere che è divenuto di fatto Beppe Maci, perché sta facendo uno sforzo di presenza, di ascolto, di risposta concreta e quotidiana a tantissimi cittadini che dal mio punto di vista rappresenta, nel rapporto di beneficio rispetto alla proposta che viene avanzata con l’interpellanza, non ha nessun paragone.

Sicuramente tutte le persone che incontra quotidianamente lui ma anche qua, perché dobbiamo sottolinearlo da alcuni mesi, chiunque richieda un’ iscrizione anagrafica, viene incontrato o dall’Assessore o dal Sindaco, anche qui è un’attività; questa è la sede dove la si può esporre, ma della quale non abbiamo mai ritenuto di dare maggiore evidenza, ma serve anche a misurare un po’ meglio le persone che richiedono appunto l’iscrizione anagrafica nel nostro Comune, a verificare poi di fatto alcuni elementi importanti, proprio quegli elementi che, soprattutto attraverso l'opera di Maci che sta partecipando alle assemblee, incontrando settimanalmente gli amministratori di condominio, proprio per lavorare e collaborare con gli amministratori in funzione di una lotta al degrado, serve anche a verificare le informazioni che poi gli amministratori in qualche modo condividono con noi, e che noi passiamo loro per poi appunto passare la palla ai vigili che proseguono con i controlli invece più strettamente formali, rispetto a questo che è un incontro decisamente più informale e meno normato sicuramente, assolutamente non normato ma che abbiamo inserito.

Sicuramente questo ci porterà anche a valutare le norme che sono state approvate oggi per capire se qualcosa possa venire utile, se applicato anche alla nostra situazione, però è proprio questa attività di lavoro e di incontro giornaliero che, dal mio punto di vista vale molto di più di un Consiglio aperto, dove francamente mi pare difficile poter portare a casa elementi utili sia a noi che ai cittadini, rispetto a un tema così complesso.

Io penso che le cose complesse non possiamo dirci che siano semplici. Qualcuno di ben più importante di me diceva che esiste sempre una soluzione semplice a un problema complicato. Normalmente è sbagliata.

E quindi pensare di semplificare in un’assemblea a mo’ di quanto succedeva forse nelle università qualche decina di anni fa, a me pare assolutamente controproducente rispetto all’obiettivo che vogliamo darci.

Quindi penso che non aderirò all’invito fatto dal Consigliere Guarino, che può dichiarare la propria soddisfazione o meno. Prego.

Cons. GUARINO VINCENZO Va benissimo Sindaco. La ringrazio delle sue parole, parole, parole. Per quanto riguarda

Maci, lo conosciamo, fa un buon lavoro, anzi aiuta molte persone, anche per le vicissitudini che ci sono sul territorio a volte tra le forze dell’ordine e i cittadini e quant’altro aiuta tutti.

Portiamo tutti a conoscenza delle problematiche che ci sono; lui aiuta i cittadini, aiuta le persone che vengono qui e continuiamo così. Va benissimo, signor Sindaco. Grazie.

Sindaco BACIS GIOVANNI Ho detto che ascolta e risponde, che è esattamente quello che mi pare proponesse anche

lei.

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RESOCONTO ALLEGATO ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 25

CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 LUGLIO 2009

PUNTO N. 5 all’ o.d.g.

OGGETTO N. 5 – VARIAZIONE AL BILANCIO PREVENTIVO ANNO 2009. Sindaco BACIS GIOVANNI Passo la parola all’Assessore Rossoni. Ass. ROSSONI ROBERTO Buonasera. La variazione di bilancio che siamo chiamati ad approvare questa sera nasce

prevalentemente dall’accertamento di un paio di somme, che sono quelle citate fra le maggiori entrate, che sono una rideterminazione della compartecipazione Irpef, che per l'anno 2009 genera un aumento di entrate di 27.000 euro, e un trasferimento dallo Stato a compensazione del minor gettito degli immobili categoria D di 84.000 euro. Sono in parte temi che, come sapete, trattiamo nelle sessioni di bilancio. Oltre poi a minori spese ed economie varie di 14.100 euro.

Il totale della variazione che siamo chiamati ad approvare è di 125.100 euro. Queste entrate si traducono nelle spese che vedete anche riepilogate nella slide che è proiettata. Prevalentemente le entrate sono utilizzate a finanziamento delle manutenzioni: per il Municipio 5.000 euro; per le scuole materne, elementare e medie 5.000, più 30.000, più 38.000 euro; e 15.000 euro per arredo urbano e verde.

Vi sono infine 18.000 euro di maggiori spese previste per incarichi di natura tecnica, e 14.100 euro integrazione stanziamenti a vari capitoli perché come al solito in sede di variazione sistemiamo, a seconda della necessità che la gestione corrente ci porta ad avere, gli stanziamenti di alcuni capitoli; alcuni in diminuzione, come si vede per le minori spese, ed alcuni in aumento per quanto riguarda le integrazioni degli stanziamenti.

Chiaramente è una variazione che non prevede uno spostamento di cifre consistenti, appunto perché ci troviamo, come dicevo prima, ad allocare le maggiori risorse che ci troviamo ad accertare come trasferimenti, come compartecipazione Irpef.

Vi segnalo semplicemente nel testo della delibera che i capigruppo hanno ricevuto un errore. Va sistemata la quota: al punto 2 è citato un intervento, all’ultimo punto dice “un intervento di 10.000 euro per arredo urbano”, in realtà sono i 15.000 di cui vi parlavo, mentre invece il punto 3, la somma non è 8 più 15, non sono 23.000 euro, ma sono i 18.000 citati nella slide.

Poi chiaramente nella versione definitiva, nella proposta verrà corretto. Anche in questo caso c'è il parere del Revisore favorevole alla variazione di bilancio.

Grazie. Sindaco BACIS GIOVANNI Ci sono osservazioni? Altrimenti metto in votazione. Approfitto per dare una piccola chiave

di lettura tecnica. Noi abbiamo avuto maggiori entrate correnti, ma che siamo impossibilitati, proprio per quei limiti all’incremento, anzi noi abbiamo dovuto ridurre pesantemente la spesa corrente nel 2009 per via del mancato rispetto del patto, non possiamo spenderli in parte corrente, quindi destiniamo in manutenzioni straordinarie molto importanti sulle scuole sostanzialmente.

Chi è favorevole alla proposta? All’unanimità. Vi ringrazio. Abbiamo anche l’immediata esecutività. Chi è favorevole? All’unanimità.

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Sindaco BACIS GIOVANNI Vi informo che ho fatto qualche valutazione sulle possibili date di un prossimo Consiglio,

verificando un po’ presenze, ferie, eccetera, probabilmente riusciamo ad andare dopo il 20 di agosto, quando sicuramente avremo all’ordine del giorno il piano di diritto allo studio, più quello che maturerà nel frattempo. Sarà mia cura riferire ai capigruppo.

Intanto buona serata a tutti.

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