resistenza spirituale al nazismo

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Un percorso a più voci

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lavoro scolastico liceo classico Alighieri - Trieste

Transcript of resistenza spirituale al nazismo

Un percorso a più voci

Laica Religiosa

1933 - 1945

Il ministro per la Il ministro per la propaganda

Joseph GoebbelsHermann Goering fu

anche responsabile della politica economica.

Venne designato successore di Hitler

Heydrich responsabile dell’operazione Reinhard

Heinrich Himmler fu ministro dell’Interno

1) In una prima fase , durante l’invasione dell’Unione sovietica, iniziata il 22 giugno 1941, in meno diun anno oltre un milione e mezzo di ebrei furono massacrati dai nazisti secondo la tecnica delloun anno oltre un milione e mezzo di ebrei furono massacrati dai nazisti secondo la tecnica dello“sterminio caotico”. Gli Einsatzgruppen (gruppi d’azione) con i loro fucilieri uccidevano centinaia diebrei davanti a grandi fosse di seppellimento, oppure nel mezzo dei boschi, all’interno di camionpredisposti alla gassazione.

2) All’inizio del 1942, prese l’avvio la seconda fase denominata “operazione Reinhard” e cioè ilpassaggio obbligato degli ebrei, rinchiusi nei ghetti della Polonia, nei “campi della morte”, allestitinelle immediate vicinanze. A Chelmno, Belzec, Treblinka, Sobibor morirono circa 1.850.000 ebrei.La seconda fase ha inizio il 20 gennaio 1942, quando in una villetta alla periferia di Berlino, a GrossWannsee, si incontrarono tredici alti funzionari nazisti per discutere della “inderogabile soluzionefinale” (endlosung) della questione ebraica.

prima fase seconda fase

GOVERNATORATO GENERALE

I GHETTI

I CAMPI

Etty Hillesum

“Quella parte di me,la più profondae la più riccain cui riposo,in cui riposo,è ciò che io chiamoDio”

Nasce nel 1914 in Olanda (Middelburg)

da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica

Nel 1941, su consiglio di un’amica, incontrò uno psicologo ebreo tedesco, Julius Spier, molti anni più anziano di lei, che si rivela ben più di un terapeuta: attraverso le contraddizioni di una relazione complessa, inizialmente anche ambigua, egli la guida in un percorso di realizzazione un percorso di realizzazione umana e spirituale. L’aiuta a conoscere e ad amare la Bibbia, le insegna a pregare, le fa conoscere S. Agostino ed altri autori fondamentali della tradizione cristiana: sarà per Etty un mediatore fra lei e Dio.

Durante gli ultimi due anni della sua vita, scrive un diariopersonale: undici quaderni fittamente ricoperti da una scritturaminuta e quasi indecifrabile, che abbracciano tutto il 1941 e il1942, anni di guerra e di oppressione per l’Olanda, ma per Ettyun periodo di crescita e, paradossalmente, di liberazioneindividuale.

Nel 1942, lavorando come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico,avrebbe la possibilità di aver salva la vita, invece sceglie di non sottrarsi al destinodel suo popolo e nella prima grande retata ad Amsterdam si avvia al campo disterminio con gli altri ebrei prigionieri: è infatti convinta che l’unico modo per rendergiustizia alla vita sia quello di non abbandonare delle persone in pericolo e di usarela propria forza interiore per portare luce nella vita altrui.

“Esistono persone che all'ultimo momento si preoccupano di mettere in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d'argento, invece di salvare te, mio Dio. E altre persone che sono ridotte a ricettacoli di innumerevoli paure e amarezze, vogliono a tutti i costi salvare il proprio corpo. Dicono: me non mi prenderanno. Dimenticano che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è nelle tue braccia.”

Muore ad Auschwitz nel novembre del 1943.

I manoscritti, così difficili da decifrare a causa della grafia, passano così per anni da un editore all’altro, senza che nessuno ne intuisca l’importanza, fino a che nel 1981 giungono nelle mani dell’editore De Haan che, pubblicandoli, finalmente riporta alla luce la storia di Etty Hillesum, permettendo così ai lettori di tutto il mondo di conoscere la ricchezza di lettori di tutto il mondo di conoscere la ricchezza di un’esperienza interiore che, anche di fronte alla sofferenza estrema, sa lodare la vita e viverla con pienezza di senso.

“Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. M'innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offre riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori più "raccolta", concentrata e forte. Questo ritirarmi nella chiusa cella della preghiera, diventa per me una realtà sempre più grande. Dappertutto c'erano cartelli che ci vietavano le strada per la campagna: Ma sopra quell'unico pezzo di strada che ci rimane c'è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci nulla, non possono veramente farci niente.”

Quel che fa paura è il fatto che certi sistemi possono crescere al punto da superare gli uomini e da tenerli stretti in una morsa diabolica, gli autori come le vittime.

Mio Dio è un periodo troppo duro per persone fragili come me. So che seguirà un periodo diverso, un periodo di umanesimo. Vorrei tanto poter trasmettere ai tempi futuri tutta l'umanità che conservo in me stessa, malgrado le mie esperienze quotidiane. L'unico modo che abbiamo di preparare questi tempi nuovi e di prepararli fin d'ora in noi stessi. Vorrei tanto vivere per aiutare a preparare questi tempi nuovi: verranno di certo, non sento forse che stanno crescendo in me, ogni giorno?

Etty Hillesum

1914 Middelburg – 1943 Auschwitz

Alla realizzazione di questa parte di progettohanno collaborato

Giulia CossovelLucia Conti

Alberto HalupcaAlberto HalupcaGuia Placeo

Grazie a tutti per l’attenzione

FRANZ JÄGERSTÄTTER

1907 - 1943

“rinunciò alla propria vita piuttosto che toglierla ad altri in quella che

riteneva una guerra ingiusta” Thomas Merton

Nel 1917 la madre si risposa e il suo nuovo marito adotta il figlio, ed è da lui

che Franz prende il cognome. Alla morte del patrigno Heinrich Jägerstätter,

Franz ereditò i suoi beni.

Nel 1936 si sposò con Franziska e a questo periodo risale la sua

conversione religiosa al cattolicesimo. Dal

matrimonio nacquero matrimonio nacquero tre figlie: Rosalia, Maria e Aloisia.

Lo studio della letteratura sacra e la frequentazione della chiesa lo portarono alla convinzione che la sua fede cattolica fosse incompatibile con il

nazionalsocialismo :

Rifiutò l’incarico di sindaco di Sankt Radegund

• Negli anni ‘40 venne chiamato per entrare nell’ esercito per due volte, magrazie a una richiesta del suo Comune riuscì a tornare dalla sua famiglia eal suo lavoro agricolo.

• Dopo queste esperienze negative, decise definitivamente di non voler più tornare alla vita militare per un fattore ideologico.

Rifiutò le facilitazioni offerte dal partito nazista

Jägerstätter dichiarò anche apertamente che, come cattolico credente, non poteva prestare servizio militare, poiché lottare per lo Stato nazionalsocialista

sarebbe stato

contrario alla sua coscienza.

A cominciare dal ‘41 infatti svolse quotidianamente l’ incarico di sagrestano della sua parrocchia

� “Io non mi sento in grado e non posso giurare per un governo che sta combattendo

una guerra ingiusta… non posso scaricare la responsabilità delle mie azioni sul

Führer…” Franz Jägerstätter

Il 23 febbraio 1943 ricevette la terza chiamata alle armi alla quale si presentò con la

coraggiosa intenzione di obiettare. Dunque venne trasferito nella prigione militareper gli indagati di Linz e rifiutò sempre di ritirare la sua obiezione di coscienza fino

alla sua condanna a morte.

Franz Jägerstätter indicadettagliatamente i motividella propria scelta in unaserie di scritti. Egli consi-dera un peccato delsingolo combattere euccidere uomini perportare alla vittoria un

Dichiara subito «che egli rifiuta ilservizio militare con armi per lasua posizione religiosa , che seavesse combattuto per lo statonazionalsocialista avrebbe agitocontro la sua coscienzareligiosa…, egli non può esserecontemporaneamente nazional-socialista e cattolico…e ci sonocose in cui bisogna obbedire più a portare alla vittoria un

regime senza Dio epermettergli di sotto-mettere sempre più po-poli.

cose in cui bisogna obbedire più aDio che agli uomini; in base alcomandamento “ama il pros-simo tuo come te stesso ”, eglinon può combattere con le armi inmano. È tuttavia pronto aprestare servizio come soldato insanità ». (Dalla motivazione dellasentenza della corte marziale delReich del 6 luglio 1943).

Le tre figlie Rosalia, Maria, Aloisia a Pasqua 1943 con il cartello “Caro

papà torna presto”. Questa foto fu spedita a Franz Jägerstätter in

prigione a Berlino.

Il 9 agosto del 1943 Franz insieme ad altri condannati a mortevengono portati a Brandeburgo dove viene a conoscenza della suacondanna in quel giorno stesso, ma riesce comunque a scrivere unalettera alla moglie.

“Io perdono a tutti di cuore. Possa Dio accettare la mia vita c omesacrificio di espiazione non solo per i miei peccati, ma anch e pergli altri ”.

Il 9 agosto 1943 il contadino austriaco Franz Jägerstätter viene ghigliottinato dalle autorità militari tedesche quale

“nemico dello Stato”.

Il 1º giugno 2007, il Papa, Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione del decreto che riconosce il suo martirio, aprendo così le porte alla sua beatificazione.

Il 26 ottobre 2007 presso la cattedrale di Linz (Austria) viene proclamato Beato.

Il 7 maggio 1997, 54 anni dopo l‘esecuzione, la condanna a morte contro Jägerstätterviene annullata. L‘annullamento rappresenta un‘assoluzione e una giustificazionemorale e giuridica del suo atto. La corte ha considerato che la seconda guerra mondialenon ha servito il popolo, ma i desideri di potere del nazionalsocialismo. Chi come

Jägerstätter si oppone a un crimine non può essere un criminale.

Franziska Jägerstätter

Fonti

• T. MERTON, Un nemico dello Stato, in id., Fede e violenza,ed. Morcelliana, Brescia 1967, pp. 76-86

• A. PALINI, Un contadino contro Hitler, sta in Humanitas. Rivista mensile di cultura, a. 58, n. 5 (2003), pp. 879-892

• F. JÄGERSTÄTTER, Scrivo con le mani legate, ed. Berti,Piacenza 2006

• www.dioezese-linz.at

Presentazione realizzata da

Costanza BlaskovicGianluca Orlando

Martina PoloMartina PoloLorenzo Tedesco

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

Siamo stati testimoni silenziosi del male,

siamo stati colpiti da molte tempeste,

l'esperienza ci ha resi sospettosi nei confronti degli altri

e ci ha strappati dal nostro essere veritieri e aperti,

SIAMO UTILI ANCORA A QUALCOSA?

Dietrich Bonhoeffer

Nasce a Breslavia nel 1906, da una famiglia dell'alta borghesia.Dopo aver conseguito il diploma di “Libera Docenza” in teologia all'Università di Berlino, intraprese diversi viaggi: si recò a Barcellona, New York e a Londra.

Qui iniziò un rapporto epistolare con Gandhi, il che lo portò ad aderire al pacifismo.

Nel 1931,tornato all'insegnamento all' Università di Berlino, iniziò

anche la sua opposizione attiva al regime Nazista:criticò il concetto di

Führer e si oppose all' introduzione del “paragrafo ariano” nel

regolamento della propria Chiesa e alle norme persecutorie del suo

Stato.

Dopo un soggiorno londinese durato due anni, fece ritorno nella capitale tedesca. Aderì alla Chiesa Confessante, la minoranza di

cristiani riformati dissociatasi dal nazismo. Diresse inoltre il seminario clandestino di Finkenwalde, segnando una generazione di pastori

protestanti. Nel 1939 le persistenti persecuzioni lo indussero a emigrare negli U.S.A. Ma il desiderio di condividere il destino del suo

popolo lo spinse a tornare in Germania.

Nel 1940 diventa a tutti gli effetti un militante della resistenza. Prende parte al tentativo di uccidere Hitler organizzato dall‘ Ammiraglio

Canaris. Bonhoeffer viene però arrestato il 5 aprile 1943.

Dopo essere passato per Buchenwald e Regensburg, fu deportato nel

campo di concentramento di Flossenbürg l' 8 aprile del 1945.

Qui venne giustiziato il giorno seguente.

Bonhoeffer dice che«Chi si assume responsabilmente una

colpa […] paga per essa e ne risponde».La partecipazione al complotto

fu sempre motivata e presa molto sul serio da Bonhoeffer.

Essa è anche l’espressionedi una precisa posizione ideologica.Alcuni ritengono che sia poco serio

e poco pio sperare in un futuro miglioree prepararsi ad esso.e prepararsi ad esso.

Tanto prima o poi il Giudizio Universale arriverà;

«Può darsi che esso arrivi domani:allora, e non prima,

smetteremo di lavorareper un futuro migliore».

Ma perché allora, ricorrere alla violenza?«Di fronte ad un regime assassino

il dovere verso l’autorità finiscee più precisamente si trasforma in un

Presentazione realizzata da

Martina FabrisMatteo GiurcoRoberto NotoRoberto Noto

Paola Sommariva

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

« G li accusati hanno, in tem po di guerra e per m ezzo di volantini, incitato al sabotaggio dello

sforzo bellico e degli arm am enti, e al rovesciam ento dello stile di vita nazionalsocialista del nostro popolo, hanno propagandato idee disfattiste e

hanno diffam ato il F ührer in m odo assai volgare, hanno diffam ato il F ührer in m odo assai volgare, prestando così aiuto al nem ico del R eich e

indebolendo la sicurezza arm ata della nazione. Per questi m otivi essi devono essere puniti con la

m orte. »

“...Di certo hanno lottato per la libertà dello spirito e per l’onore dell’uomo, e il loro nome resterà e il loro nome resterà legato a questa lotta”.

(Estratto del primo discorso commemorativo)

“Dal racconto della sorella abbiamo appreso che le ultime parole pronunciate

(Estratto del secondo discorso commemorativo)

appreso che le ultime parole pronunciate da Hans Scholl prima di morire sono state

: “VIVA LA LIBERTA’!”. Per lui queste parole contenevano il senso e la

giustificazione del suo agire, per noi sono un testamento, e dobbiamo riflettere su

che cosa esse significano”.