Requiem 2011 formato lettura - corosaraceni.org · falsificazione della partitura del maestro....

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Programma Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 27 Gennaio 1756 – Vienna 5 dicembre 1791) Requiem K626 I. Introitus Requiem II. Kyrie III. Sequentia Dies irae Tuba mirum Rex tremendae Recordare Confutatis Lacrimosa IV. Offertorium Domine Jesu Hostias V. Sanctus VI. Benedictus VII. Agnus Dei VIII. Communio Lux aeterna Coro e soprano solo Coro Coro Soli Coro Soli Coro Coro Coro e soli Coro Coro Soli e coro Coro Coro e soprano solo Il Requiem di Mozart Scrivere del Requiem di Mozart vuol dire aggiungere una nuova e probabilmente insignificante goccia al mare di parole che da più di due secoli si lasciano scorrere sopra questa partitura. Documenti inediti, scoperte sensazionali, analogie inaspettate sembrano ogni volta gettare luce definitiva sull’enigma, ma poi, puntualmente, non fanno che accentuare il gran buio che avvolge e forse avvolgerà per sempre l’opera. Esecuzioni tronche, completamenti alternativi sembrano voler estromettere dalla questione quei protagonisti esoterici, quei frastornati allievi che, nelle fredde

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Programma

Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 27 Gennaio 1756 – Vienna 5 dicembre 1791)

Requiem K626 I. Introitus

• Requiem II. Kyrie III. Sequentia

• Dies irae • Tuba mirum • Rex tremendae • Recordare • Confutatis • Lacrimosa

IV. Offertorium • Domine Jesu • Hostias

V. Sanctus VI. Benedictus VII. Agnus Dei VIII. Communio

• Lux aeterna

Coro e soprano solo

Coro

Coro

Soli

Coro

Soli

Coro

Coro

Coro e soli

Coro

Coro

Soli e coro

Coro

Coro e soprano solo

Il Requiem di Mozart Scrivere del Requiem di Mozart vuol dire aggiungere una nuova e probabilmente insignificante goccia al mare di parole che da più di due secoli si lasciano scorrere sopra questa partitura. Documenti inediti, scoperte sensazionali, analogie inaspettate sembrano ogni volta gettare luce definitiva sull’enigma, ma poi, puntualmente, non fanno che accentuare il gran buio che avvolge e forse avvolgerà per sempre l’opera. Esecuzioni tronche, completamenti alternativi sembrano voler estromettere dalla questione quei protagonisti esoterici, quei frastornati allievi che, nelle fredde

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settimane a cavallo del nuovo anno, 1792, perpetrarono manomissione e falsificazione della partitura del maestro. Riconosciamo con certezza la mano biologica che apportò le aggiunte posticce, ma fin dove essa seguì appunti mozartiani oggi perduti, presumibili indicazioni verbali preziose quanto l’oro, intenti rivelati sul letto di morte, questo no, non è più dato saperlo. L’esegesi puritana di sfrondare i sedimenti estranei e riportare in vita soltanto il verbo mozartiano si rivela presto trovata di stampo sofistico, sensibile alla suggestione evocativa, ma purtroppo nulla di più, dal momento che, già dal Kyrie, l’originale nudo e crudo è, ahimè, incompiuto e ineseguibile. Più la messa funebre s’avvicina alla conclusione e più il moderno lavorio accademico e storiografico si accanisce nel rintracciare sviste e solecismi che solo il maldestro allievo avrebbe potuto contemplare. Si tratta, in verità, di una caccia alle streghe che suscita soltanto ilare soddisfazione presso chi, con zelo, ne è l’autore. Non sarebbe tuttavia infecondo che costoro cercassero gli errori di Süßmayr anche presso i Libri di madrigali di Claudio Monteverdi, dal momento che vi troverebbero le stesse false relazioni che, con ogni appagamento, attribuiscono al mediocre allievo. Prendersi beffa di Süßmayr risponde forse ad una nemesi del destino verso la quale sarà inutile ribellarsi: fatti d’adulterio con Constanze Mozart, ora smentiti ora ripristinati, non accennano ad abbandonarlo e così probabilmente, fra le coltri d’un talamo illecito, si esauriscono le sorti postume di un uomo. Il Requiem di Mozart, questo trattato sulla morte concepito in articulo mortis dal più psicologico e sensibile dei compositori, ci giunge oggi come un blocco unitario e indivisibile, arcaico e insieme fuori dal tempo. Arcaico nella gran copia di contrappunto, nei raddoppi dell’orchestra alla maniera antica; assenza di vere e proprie arie, forse per togliere ogni sorta di commentario flemmatico alla crudezza del Giorno dell’ira. Mozart guarda indietro, certo ad Händel, a Johann Michael Haydn; guarda avanti, guarda dentro di sé e dentro la propria morte. E’ asciutto, tagliente, sintetico, primitivo come un frammento di Saffo e ci si accorge che lo stesso Requiem, di fatto, non è che un frammento. Forse non Saffo, ma Erinna: “… e a chi cerca segni di Bellezza nei fatti luttuosi…”. Fu eseguito a Parigi in occasione dei funerali di Chopin, nel 1849. Fu cavallo di battaglia di un direttore d’orchestra di nome Richard Wagner. Passa di mano in mano, nei secoli, imperturbabile come un fregio del Partenone, mutilo e inarrivabile. Ennesima goccia, la nostra, nel mare di parole. Ennesima piccola traccia transeunte sopra il mistero della morte. Emiliano Randazzo

Testo con traduzione a fronte

Introitus Requiem aeternam dona eis Domine: et lux perpetua luceat eis. Te decet hymnus, Deus, in Sion et tibi reddetur votum in Jerusalem. exaudi orationem meam: ad te omnis caro veniet.

Kyrie Kyrie eleison Christe eleison Kyrie eleison

Sequentia Dies irae, dies illa solvet saeclum in favilla teste David cum Sybilla. Quantus tremor est futurus quando judex est venturus cuncta stricte discussurus! Tuba mirum spargens sonum per sepulcra regionum coget omnes ante thronum. Mors stupebit et natura cum resurget creatura judicanti responsura. Liber scriptus proferetur in quo totum continetur. Unde mundus judicetur. Judex ergo cum sedebit, quidquid latet apparebit: nihil inultum remanebit. Quid sum miser tunc dicturus? Quem patronum rogaturus, cum vix Justus sit securus? Rex tremendae majestatis, qui salvandos salvas gratis,

Introito L’eterno riposo dona loro Signore: e splenda ad essi la luce perpetua. A te, Dio, sia levato un inno in Sion e in Gerusalemme sia rivolta la supplica. Esaudisci la mia preghiera: che a te ogni corpo ritorni.

Kyrie Signore pietà Cristo pietà Signore pietà

Sequenza Quel giorno, il giorno dell’ira scioglierà il mondo in una scintilla secondo la testimonianza di David con la Sibilla. Quanto terrore si genererà quando il giudice starà per venire a giudicare attentamente ogni cosa! Una tromba, spargendo un suono meraviglioso per i sepolcri d’ogni regione, raccoglierà tutti davanti al trono. La morte e la natura si stupiranno quando il creato risorgerà per rispondere a chi lo giudica. Il libro scritto, nel quale ogni cosa sarà contenuta, verrà aperto. Da questo sarà giudicato il mondo. Quando siederà dunque il giudice, qualunque cosa nascosta verrà alla luce: niente resterà impunito. Che dirò allora, misero me? Chi chiamerò a difendermi, dal momento che a stento il giusto sarà tranquillo? Re di tremenda grandezza, che salvi senza nulla in cambio gli innocenti,

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salva me, fons pietatis. Recordare, Jesu pie, quod sum causa tuae viae: ne me perdas illa die. Quaerens me sedisti lassus, redemisti crucem passus: tantus labor non sit cassus. Juste judex ultionis, donum fac remissionis ante diem rationis. Ingemisco tamquam reus, culpa rubet vultus meus; supplicanti parce Deus. Qui Mariam absolvisti et latronem exaudisti, mihi quoque spem dedisti. Preces meae non sunt dignae: sed tu bonus fac benigne ne perenni cremer igne. Inter oves locum praesta et ab haedis me sequestra, statuens in parte dextra. Confutatis maledictis, flammis acribus addictis, voca me cum benedictis. Oro supplex et acclinis, cor contritum quasi cinis: gere curam mei finis. Lacrimosa dies illa, qua resurget ex favilla judicandus homo reus: huic ergo parce, Deus. Pie Jesu Domine, dona eis requiem. Amen

Offertorium Domine Jesu Christe, Rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni et de profundo lacu:

salva me, o fonte di pietà. Ricorda, Gesù misericordioso, che io sono il motivo della tua venuta: non abbandonarmi quel giorno. Cercandomi, stanco mi hai atteso; patendo la croce, mi hai redento : tanta pena non sia vana. O giusto giudice della condanna, fammi dono del perdono prima che venga il giorno della resa dei conti. Mi lamento tanto sono reo, il mio volto rosseggia di colpa; Dio, risparmia chi ti supplica. Tu, che hai assolto Maria Maddalena ed esaudito il ladrone, anche a me hai dato speranza. Le mie preghiere non sono degne: ma tu, buono, concedi benevolmente che io non bruci nel fuoco perenne. Conserva un posto fra gli agnelli e toglimi dai capri ponendomi alla tua destra. Contraddetti i maledetti, dati alle vive fiamme, chiama me coi benedetti. Ti prego supplice e prostrato, nel cuore contrito quasi come cenere: abbi cura della mia fine. Lacrimoso quel giorno in cui l’uomo reo da giudicare risorgerà da una scintilla: Dio, risparmialo dunque. Gesù Signore misericordioso, dona loro riposo. Amen

Offertorio Gesù Cristo Signore, re di gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene dell’inferno e dalla fossa profonda:

libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne cadant in obscurum: sed signifier sactus Michael repraesentet eas in lucem sanctam: quam olim Abrahae promisisti et semini ejus. Hostias et preces tibi, Domine, laudis offerimus: tu suscipe pro animabus illis quarum hodie memoriam facimus: fac eas, Domine, de morte transire ad vitam: quam olim Abrahae promisisti et semini ejus.

Sanctus Sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.

Agnus Dei Agnus Dei, qui tollis peccata mundi dona eis requiem. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi dona eis requiem sempiternam.

Communio Lux aeterna luceat eis, Domine: cum sanctis tuis in aeternum: quia pius es Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. Cum sanctis tuis in aeternum: quia pius es.

salvale dalla bocca del leone, perché il tartaro non le divori e non cadano nella tenebra: ma san Michele portatore d’insegna le ponga innanzi alla luce santa che un tempo promettesti ad Abramo e alla sua discendenza. A te rivolgiamo offerte e preghiere di lode, Signore: tu accoglile per quelle anime che oggi ricordiamo: fa’ che esse, Signore, passino dalla morte alla vita che un tempo promettesti ad Abramo e alla sua discendenza.

Santo Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.

Agnello di Dio Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona loro riposo. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona loro il riposo eterno.

Comunione Splenda ad essi, Signore, la luce eterna: insieme ai tuoi santi in eterno perché sei misericordioso. L’eterno riposo dona loro, Signore: e splenda ad essi la luce perpetua. Insieme ai tuoi santi in eterno perché sei misericordioso.

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Associazione Musicale Coro Franco Maria Saraceni

Il “Coro degli Universitari di Roma” fu fondato nel 1951 presso l’Università “Sapienza” dal M° Franco Maria Saraceni che lo diresse fino al 1961, anno della sua scomparsa. Da tale data si è costituito in Associazione musicale denominata “Coro Franco Maria Saraceni degli Universitari di Roma” diretto dal M° Fausto Razzi fino al 1968, poi dal M° Giuseppe Agostini

fino al Luglio 2010 e infine dal M° Emiliano Randazzo.

L'Associazione, di cui il Coro è lo strumento principale, organizza, oltre i concerti corali, anche concerti strumentali, rassegne corali ed organistiche sia presso l’Aula Magna dell'Università “Sapienza”, dove svolge in convenzione una regolare stagione concertistica, sia nel territorio romano, regionale e nazionale.

Del Coro fanno parte studenti universitari ed ex-studenti rimasti legati all’Associazione, alcuni anche da molti anni, che si riuniscono due sere la settimana per lo studio delle partiture.

Il Coro ha cantato nelle più importanti Università italiane e straniere, per molte Istituzioni musicali italiane di prestigio e per enti radiotelevisivi sia in Italia che all’estero. Ha effettuato numerosi giri concertistici in Europa, in America del Nord e del Sud.

Nel corso della sua sessantennale attività il Coro ha eseguito circa settecento concerti nelle sedi più varie: prestigiose sale da concerto, studi televisivi, fabbriche, cattedrali, chiese di campagna, stadi, università, scuole, strade e piazze cittadine, portando ovunque l’atmosfera e la magia della grande musica eseguita con passione amatoriale e rigore professionale.

Il “Saraceni” ha formato migliaia di coscienze al culto e alla diffusione della musica polifonica, ponendosi per questo in un territorio privilegiato di cultura applicata. Con i suoi più di tremila cantori che nel tempo ne hanno fatto parte, il coro ha eseguito circa quattrocento brani di musica sacra e profana sia della produzione polifonica a cappella di autori italiani e stranieri dal XII secolo ai nostri tempi, compreso il canto gregoriano, sia di grandi partiture sinfoniche.

Emiliano Randazzo

Si è diplomato in Pianoforte principale con il M° Giuseppe Scotese ed in Organo e Composizione organistica con il M° Giuseppe Agostini.

Si è esibito, in Italia e in tournée all’estero, suonando o dirigendo presso sedi concertistiche prestigiose come l’Auditorium Parco della Musica di Roma, l’Aula Magna dell’Università “La

Sapienza”, il Palazzo dei Congressi dell’Eur, le Università di Roma Tre, di Perugia e di Bologna, il Conservatorio “S.Cecilia”, l’Oratorio del Gonfalone.

Ha suonato in prima esecuzione mondiale composizioni di Aldo Clementi, Aldo Tarabella, Rita Portera, Lucio Garau e Fabio Borgazzi in varie edizioni del Festival di Nuova Consonanza.

Nell’ambito del repertorio antico ha curato e diretto, in prima esecuzione moderna, la Messa sopra l’Aria del Granduca di Adriano Banchieri e la versione integrale dell’Oratorio di Alessandro Scarlatti “Agar et Ismaele”.

Ha eseguito in cicli concertistici opere integrali come le Toccate del Primo e del Secondo Libro di Toccate di Girolamo Frescobaldi per organo e L’Organiste di César Franck per harmonium, presso l’Aula Magna dell’Università “La Sapienza”. Sempre fra le integrali, ha diretto l’intera serie delle “Sonate da Chiesa “ di W. A. Mozart.

In qualità di direttore ha tenuto concerti per il Festival Euro Mediterraneo 2006 “K come Amadeus”.

Numerosi gli articoli e le recensioni di propri concerti apparsi su quotidiani nazionali come “Tempo”, “Messaggero” e su settimanali come “L’Espresso”. Ha collaborato con orchestre di rilievo come l’Orchestra di Roma e del Lazio. Dal luglio del 2010 è Direttore artistico e musicale del “Coro F. M. Saraceni degli Universitari di Roma”.

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Elena Plances

Dopo gli studi universitari intraprende, sotto la guida di Elvira Spica lo studio del canto presso il Conservatorio L. Refice di Frosinone, prosegue gli studi con Ille Strazza.

Svolge la propria attività lavorativa presso il Ministero per i Beni e le Attività culturali.

Fa parte dell’Associazione Coro F. Maria Saraceni degli Universitari di Roma, partecipa come voce solista ai numerosi

concerti organizzati dall’Associazione interpretando, tra le altre, partiture quali: la “Passione secondo Giovanni” e il “Magnificat” di J.S. Bach; il “Dido and Eneas” di Purcell; il “Beatus Vir”, il “Magnificat”, il “Gloria”, il “Dixit” di A. Vivaldi; la “Messa per l’Incoronazione”, la “Messa da Requiem”, la “Waisenhausmesse”, i “Vesperae solemnes de confessore”, il mottetto “Exultate Iubilate” di W.A. Mozart; lo “Stabat Mater” di G.B. Pergolesi. Nel suo repertorio figurano inoltre musiche di C. Monteverdi, F. Händel, F. Couperin, F. Schubert, G. Donizetti, V. Bellini, G. Rossini, C. Debussy, C. Gounod, G. De Falla, G. Agostini.

Daniela My

La sua carriera comincia in Francia, con concerti di mélodies françaises, pezzi di Rameau e, in ambito operistico, con la partecipazione alla Carmen di Bizet nel ruolo di Mercedes.

Ha al suo attivo numerose esecuzioni dello Stabat Mater di Pergolesi e del Gloria di Vivaldi, soprattutto a Napoli, sua città natale, e dintorni. Ha eseguito, per associazioni

romane, alcune arie e duetti tratti dal Trovatore di Giuseppe Verdi e dalla Carmen di Georges Bizet. Ha eseguito, nella chiesa di S. Maria dell’Anima il Te Deum di N. Jommelli e la Messa di Rathgeber. A Sorrento, l’Ave Maria di Marchetti, in terzetto. Ha recentemente eseguito le prime assolute di “Menu: Primo, Secondo e Silenzio” di Matteo Franceschini, per l’Accademia Filarmonica Romana, e “In Coro” di Gaetano Russo per l’ass. Scarlatti, Napoli.

Del repertorio operistico annovera i ruoli di Suzuki e Kate Pinkerton in Madama Butterfly, Giovanna e Maddalena in Rigoletto, Flora e Annina in Traviata, Lola e Mamma Lucia in Cavalleria Rusticana. Con questi ultimi due ruoli ha vinto il concorso Primo Riccitelli tenutosi a Pescara a marzo 2007.

Ha anche una ragguardevole esperienza di artista del coro: ha lavorato, tra gli altri, con il M° Manuela di Pietro, Martino Faggiani, Alfonso Caiani, Andrea Faidutti.

Ha lavorato stabilmente, tra il 2007 e il 2009, come contralto nel National Chamber Choir of Ireland.

E’ invitata regolarmente a partecipare come solista ai concerti del coro Exsultate Deo di Davide Troia.

Grazie alla sua voce duttile che le permette di affrontare senza sforzo anche un repertorio del tutto diverso da quello lirico, ha realizzato pezzi del repertorio madrigalistico, come i Madrigali di Gesualdo da Venosa, la Sestina di C. Monteverdi e “Il festino” di A. Banchieri.

Francescantonio Bille Nato a S. Eufemia d’Aspromonte (RC) nel 1974, cresciuto musicalmente come solista e cantore nel coro “LAUDAMUS” di Reggio Calabria, diretto dal M° Don Giorgio Costantino, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica “F. Cilea” (RC), diplomandosi con Lode, e quelli di canto sotto la guida del M° Antonio Bevacqua, a Messina.

Ha debuttato in “Bastiano e Bastiana” di Mozart presso il Teatro Comunale di Reggio Calabria; “Pagliacci” di R.

Leoncavallo a Montalto Uffugo (CS); “Carmina Burana” di C. Orff, a Modena; “L’amor coniugale” di Simone Mayr a Bad Wildbald (Germania) con incisione CD per la Naxos dell’opera stessa; “Il barbiere di Siviglia” di Rossini; “L’elisir d’Amore” di Donizetti ad Ascoli Piceno. Ha partecipato al primo festival dell’opera buffa “Festivalatilla” di Casamassima (Ba) nell’opera “ La Dirindina “ di D.Scarlatti. Ha eseguito in concerto, con enti di rilievo come il Pontificio Istituto di Musica Sacra, partiture come la “Petite Messe Solemnelle” di Rossini, il “Requiem” k 626 di Mozart, diretto dal Mons. V. Miserachs Grau, e i “Vesparae Solemnes de Confessore”. Ha ricevuto la Menzione d’Onore al XIII Concorso Internazionale “F. Cilea”.

Nel 2003 è stato vincitore di ruolo al Concorso Internazionale “M. Battistini”, Rieti, in seguito al quale ha debuttato nel ruolo di Ernesto nel “Don Pasquale” di G. Donizetti. È stato finalista del Concorso “Comunità Europea” 2004 per giovani

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cantanti lirici alla 58° edizione di Spoleto e vincitore del Concorso Internazionale “Città di Taurianova” ed. 2004.

Dal 1999 è cantore del Coro della Cappella Sistina.

Giuseppe Dalli Cardillo

Diplomato a pieni voti in Canto artistico presso l’Istituto Musicale “ V. Bellini “ di Caltanissetta, sotto la guida del soprano Silvana Alessio Martinelli. Durante gli studi, si è distinto nelle produzioni musicali dello stesso Istituto, interpretando il ruolo di “Buff” nell’opera “L’impresario teatrale” di W. A. Mozart, rappresentata a Caltanissetta e a Perugia. Si è poi perfezionato alla scuola del baritono fiorentino Paolo Wascington e del tenore genovese Ugo Benelli. Presso la scuola

civica di Milano, in occasione delle giornate dell’A.I.S.M. (Associazione Italiana Scuole di Musica), ha eseguito madrigali di Monteverdi. Ha partecipato con E.A. Orchestra Sinfonica Siciliana alla produzione de “L’enfants et les sortileges” di Ravel, sotto la direzione del maestro Gabriele Ferro.

Ha frequentato il IX Corso di Musica Rinascimentale tenuto ad Erice dai maestri Gabriel Garrido e Roberto Gini ed organizzato dalla scuola di Musica Rinascimentale di Palermo. Previa selezione, ha frequentato a Desenzano del Garda, il Corso di perfezionamento per giovani cantanti lirici, organizzato dall’Accademia lirica internazionale di Katia Ricciarelli, con la quale si è esibito in vari teatri d’Italia. Con l’orchestra sinfonica di Roma ha partecipato all’allestimento del requiem di Verdi di Mozart e dell’Oedipus rex di Stravinskij. E’ stato baritono solista nei Carmina Burana di Carl Orff con il coro “F.M.Saraceni” di Roma diretto da Giuseppe Agostini. Con l’ensemble vocale “Giacinto Scelsi” diretto da Roberto Gabbiani ha eseguito musiche di compositori moderni tra cui Feldman, Scelsi, Messiaen e Ligeti. Attualmente canta a Roma nel coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, a cui alterna un’intensa attività concertistica sia da solista che in ensemble.