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1 Deliberazione n. 13/2015/SCBOLZ/PREV REPUBBLICA ITALIANA la CORTE DEI CONTI Sezione di controllo per la Regione Trentino – Alto Adige/Südtirol Sede di Bolzano composta dai magistrati: Raffaele DAINELLI Presidente Marcovalerio POZZATO Consigliere Alessandro PALLAORO Consigliere nell’adunanza del 3 luglio 2015 Visto l’art. 100, comma 2, della Costituzione; visto il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento della Corte dei Conti, approvato con R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modifiche ed integrazioni; vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modifiche ed integrazioni; vista la legge 24 novembre 2000, n. 340 e, in particolare, l’art. 27; visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 305 e successive modifiche ed integrazioni e, in particolare, gli articoli 5 e 7;

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Deliberazione n. 13/2015/SCBOLZ/PREV

REPUBBLICA ITALIANA

la

CORTE DEI CONTI

Sezione di controllo

per la Regione Trentino – Alto Adige/Südtirol

Sede di Bolzano

composta dai magistrati:

Raffaele DAINELLI Presidente

Marcovalerio POZZATO Consigliere

Alessandro PALLAORO Consigliere

nell’adunanza del 3 luglio 2015

Visto l’art. 100, comma 2, della Costituzione;

visto il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento della Corte dei

Conti, approvato con R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive

modifiche ed integrazioni;

vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modifiche ed

integrazioni;

vista la legge 24 novembre 2000, n. 340 e, in particolare, l’art. 27;

visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n.

305 e successive modifiche ed integrazioni e, in particolare, gli articoli 5

e 7;

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visto il Regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo

della Corte dei conti, approvato con deliberazione delle Sezioni Riunite n.

14 del 16 giugno 2000 e successive modifiche ed integrazioni;

visto il decreto del Commissariato del Governo di Bolzano n.

11535/PR/III in data 20 aprile 2015 concernente il conferimento, a

decorrere dal 1° maggio 2015, alla dott.ssa Eva Cäcilia Pixner,

inquadrata nel ruolo locale dei dirigenti della giustizia amministrativa,

dell’incarico di dirigente del Tribunale regionale di Giustizia

Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione autonoma di Bolzano;

vista la nota n. 356 in data 18 maggio 2015 con la quale l’Ufficio di

controllo di legittimità di questa Sezione ha formulato rilievi istruttori;

vista la nota di risposta n. 1763 in data 17 giugno 2015 del

Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano;

viste le relazioni rispettivamente in data 23 giugno 2015 e 24

giugno 2015 del Magistrato istruttore e del Consigliere delegato, con le

quali è stato richiesto il deferimento della questione alla sede collegiale;

vista l’ordinanza del Presidente della Sezione n. 7 in data 25

giugno 2015, con la quale è stata convocata l’adunanza pubblica della

Sezione per la data odierna;

vista la nota n. 527 in data 26 giugno 2015, con la quale la

Segreteria della Sezione ha trasmesso copia della predetta ordinanza e

delle relazioni di deferimento al Commissariato del Governo per la

Provincia di Bolzano ed alla Ragioneria territoriale dello Stato di Bolzano;

Uditi:

il relatore Cons. Marcovalerio Pozzato;

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la dott.ssa Margherita Toth, in rappresentanza del Commissariato

del Governo per la Provincia di Bolzano;

la dott.ssa Anna Rosa Defant, in rappresentanza della Ragioneria

territoriale dello Stato di Bolzano.

Con l’assistenza della sig.ra Martina Salvadori, in qualità di

Segretario verbalizzante.

Ritenuto in

F A T T O

Con decreto n. 11535 in data 20 aprile 2015 il Commissariato del

Governo per la Provincia di Bolzano ha conferito alla dott.ssa Eva Cäcilia

Pixner, inquadrata nel ruolo locale dei dirigenti della giustizia

amministrativa, l’incarico di dirigente del Tribunale regionale di Giustizia

Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione autonoma di Bolzano,

a decorrere dal 1° maggio 2015 e fino al 30 aprile 2018.

Detto provvedimento concreta il rinnovo dell’incarico conferito con

precedente decreto, avente decorrenza 1° maggio 2012 – 30 aprile

2015, in base alla proposta formulata dal Presidente del Tribunale

regionale di Giustizia Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione

autonoma di Bolzano (nota n. 118 in data 9 febbraio 2015) e all’intesa

intercorsa con il Presidente del Consiglio di Stato (nota in data 26

febbraio 2015), ai sensi dell’art. 12, comma 2, del d.P.R. n. 426/1984.

Con il foglio di osservazioni n. 386 in data 18 maggio 2015 l’Ufficio di

controllo ha formulato rilievi, eccependo, sostanzialmente, la mancata

applicazione della disciplina recata dall’art. 19, c.1-bis, del d.lgs. n.

165/2001.

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In particolare, si è rilevata, con riguardo al rispetto dei principi di

trasparenza e di buon andamento dell’azione amministrativa, anche

mediante la definizione di criteri per assicurare la rotazione degli

incarichi, la mancata preventiva pubblicità nella procedura di

conferimento della posizione dirigenziale, secondo quanto previsto

dall’art. 6 del decreto del Presidente del Consiglio di Stato n. 32 del 5

aprile 2011, dall’art. 20, comma 10, del contratto collettivo nazionale di

lavoro per il quadriennio 2002-2005 e dall’art. 19, c. 1-bis del d.lgs. n.

165/2001.

Il Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano con la nota n.

16387 in data 4 giugno 2015 ha anzitutto comunicato a questa Sezione

di controllo di aver trasmesso al Segretario Generale della Giustizia

Amministrativa le riferite osservazioni.

L’Amministrazione, successivamente, con nota n. 17633 in data 17

giugno 2015, nel fornire le proprie controdeduzioni, ha insistito per la

registrazione dell’atto, facendo presente la “…natura di rango

costituzionale” della disposizione di cui all’art. 12, c. 2, del d.P.R. n.

426/1984 e s.m.i., secondo la quale la nomina del Segretario generale

(del Tribunale in questione) è disposta dal Commissario del Governo

competente, su proposta del Presidente del Tribunale regionale di

Giustizia Amministrativa e d’intesa col Presidente del Consiglio di Stato.

Ha evidenziato che:

- “…In definitiva, vista la natura di rango costituzionale della

disposizione in oggetto, la disciplina prevista dall'art. 12 del d.P.R.

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426/84 sembra risultare speciale e quindi derogatoria e prevalente

rispetto all'art. 19 del d.lgs. 165/2001";

- la procedura di “chiamata diretta” involge una ”intesa” che mal si

concilia con la procedura aperta e concorsuale (in particolare, con

l’interpello di più soggetti interessati) prevista dalla normativa statale.

Il Commissariato ha, inoltre, fatto presente:

- l’assenza di più dirigenti appartenenti alla medesima Amministrazione

interessata; in questo contesto, che la conferma dell’incarico della

predetta dipendente “è stata indotta essenzialmente dalla inutilità del

preliminare adempimento di pubblicità in relazione alle finalità che tale

strumento dovrebbe assicurare, e cioè l’opportuna rotazione tra tutti i

dirigenti della Giustizia Amministrativa, che dovrebbero essere messi in

grado di operare le opportune scelte in relazione alle rispettive

professionalità. Ciò in quanto la funzionaria in questione è l’unica

dirigente dei ruoli della G.A., peraltro iscritta nel ruolo locale della

Sezione autonoma di Bolzano, ad essere in possesso del requisito del

bilinguismo imposto dal d.P.R. N. 752/1976”;

- la mancata realizzazione, a livello locale, di un ruolo unico dei dirigenti

- ex art. 32/quinquies del d.P.R. n. 752/1976 - nell’àmbito del quale

sarebbe possibile svolgere una procedura, stante “…una stretta

interrelazione tra il dirigente del ruolo locale e l'Amministrazione di

appartenenza, dalla quale necessariamente questo Commissariato del

Governo deve ricevere le dovute autorizzazioni per assunzioni,

conferimenti incarichi, rinnovi e via dicendo…”;

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- la disallineata scadenza degli incarichi dirigenziali attualmente in

essere presso le diverse amministrazioni statali in provincia di Bolzano e

la conseguente impossibilità, nel caso di eventuale non conferma del

dirigente, di far transitare l’interessata “…nei ruoli nazionali della relativa

Amministrazione di appartenenza, in quanto non ancora maturati i

requisiti di cui all'art. 11 del d.P.R. 752/76 (permanenza di almeno sette

anni nel ruolo locale)” che, pertanto, non potrebbe essere utilmente

ricollocata.

Le esposte considerazioni dell’Amministrazione non sono apparse idonee

a superare le perplessità espresse dall’Ufficio di controllo che, pertanto,

ha chiesto il deferimento dell’atto in esame all’Organo collegiale.

Con ordinanza n. 7 del 25 giugno 2015 il Presidente della Sezione di

controllo di Bolzano ha convocato la Sezione per l’adunanza del 3 luglio

2015.

Con nota in data 2 luglio 2015 il Commissariato del Governo ha ribadito

le argomentazioni già rassegnate, specificando che il combinato disposto

dell'art. 97, c. 4, Cost. e dell'art. 12 del d.P.R. n. 426/1984

consentirebbe, in deroga ai principi ordinamentali (con espressa

eccezione dettata dalla legge), la "chiamata diretta" per il posto di

funzione da coprire. In questo contesto, viene altresì sottolineato che:

- “…la possibilità conferita dall’ordinamento costituzionale di instaurare

un “procedimento speciale” di arruolamento, consentita dall’art. 12 del

d.P.R. n. 426/1984, appare sgomberare il campo da ogni questione

relativa alla presunta difformità di tale sistema rispetto ai princìpi

fondamentali dell’ordinamento”;

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- la non compiuta attuazione del disposto dell’art. 32-quinquies del

d.P.R. n. 752/1976 non permetterebbe al Commissariato del Governo di

avviare procedure di interpello tra dirigenti appartenenti a diverse

Amministrazioni dello Stato, senza la preventiva delega e l’assenso

rispettivamente dell’Amministrazione interessata a conferire l’incarico

dirigenziale e delle Amministrazioni i cui dirigenti potrebbero ambire a

ricoprire l’incarico oggetto di interpello.

Con nota del 2 luglio 2015 la Ragioneria territoriale dello Stato di

Bolzano ha sostenuto, sostanzialmente:

a) la legittimità del rinnovo dell'incarico della predetta dirigente (stante

anche la difficoltà per l'eventuale diverso e nuovo collocamento della

medesima);

b) la sussistenza della copertura contabile dell’impegno di spesa.

E’ stato altresì testualmente affermato dal dirigente preposto alla

Ragioneria territoriale dello Stato di Bolzano che si “verrebbe a poter

ravvisare declinati i vari elementi inerenti all’esclusività prevalente del

vigente art. 12 D.P.R. 426/84….”.

All’odierna adunanza le rappresentanti del Commissariato del Governo

per la Provincia di Bolzano e della Ragioneria territoriale dello Stato

hanno ulteriormente ribadito le argomentazioni già svolte in sede

istruttoria a sostegno della correttezza dell’atto in esame.

Considerato in

DIRITTO

La Sezione è chiamata a decidere se per il conferimento -rectius

proroga- dell’incarico di dirigente del Tribunale regionale di Giustizia

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Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione Autonoma di Bolzano,

si possa procedere a “chiamata diretta” ovvero si debbano

preventivamente osservare le procedure di cui all’art. 19, c.1-bis, del

d.lgs. n. 165/2001 in tema di pubblicità del posti vacanti, nonché di

acquisizione e valutazione della disponibilità dei dirigenti eventualmente

interessati.

L’Amministrazione ritiene che nella fattispecie operi la facoltà, prevista

dall’art. 12 del d.P.R. n. 426/1984 (norma di rango

“paracostituzionale”), di derogare alla procedura concorsuale attraverso

la “chiamata diretta”, che troverebbe la sua fonte ordinamentale nell’art.

97, c. 4, della Costituzione, secondo cui “Agli impieghi nelle Pubbliche

Amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla

legge”.

In questo quadro la “non concorsualità” della procedura prevista dalla

citata normativa (di attuazione dello Statuto) non sarebbe in contrasto

con i principi ordinamentali, ma ne troverebbe fondamento, costituendo

un’eccezione consentita dalla Carta Costituzionale.

La stessa Amministrazione rileva inoltre:

- l’assenza di poteri di gestione dei capitoli di spesa relativi

all’assunzione del personale (sicché è imprescindibile l’assenso delle

diverse Amministrazioni di appartenenza per qualsiasi atto “dispositivo”

riguardante l’assunzione o il trasferimento di personale, dirigenziale e

non, tra diverse Amministrazioni);

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- la mancanza di delega al Commissariato di Governo, tanto per

l’espletamento di un concorso, che per l’avvio di un interpello in sede

locale.

Tanto premesso, ritiene il Collegio di operare una ricognizione della

normativa applicabile nel caso di specie.

Dispone l’art. 97 della Costituzione:

- al comma 2, che “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni

di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità

dell’Amministrazione”;

- al comma 4, che “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si

accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.

Secondo l’art. 19, c. 1-bis, del d.lgs. n. 165/2001 (Norme generali

sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni

pubbliche) “L’Amministrazione rende conoscibili, anche mediante

pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero e la

tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella dotazione

organica ed i criteri di scelta; acquisisce la disponibilità dei dirigenti

interessati e le valuta”.

Dispone l’art. 12, c. 2, del d.P.R. n. 426/1984 (Norme di attuazione dello

Statuto speciale per la Regione Trentino- Alto Adige concernenti

istituzione del tribunale amministrativo regionale di Trento e della

sezione autonoma di Bolzano) e s.m.i. che “Per la copertura del posto di

segretario generale può essere chiamato un funzionario in possesso

della qualifica di dirigente appartenente ai ruoli dello Stato, della regione

o delle province autonome. La nomina è conferita dal Commissario del

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Governo competente, su proposta del presidente del tribunale

amministrativo di giustizia amministrativa d’intesa col Presidente del

Consiglio di Stato”.

Ai sensi dell’art. 13, c. 6, del d.P.R. n. 752/1976 (Norme di attuazione

dello Statuto speciale della Regione Trentino-Alto Adige in materia di

proporzionale negli uffici statali siti nella provincia di Bolzano e di

conoscenza delle due lingue nel pubblico impiego) e s.m.i. “ Il

Commissario del Governo per la provincia di Bolzano è altresì delegato

ad adottare tutti gli altri provvedimenti ed emanare tutti gli altri atti

concernenti il personale di cui al primo comma dell’art. 8 del presente

decreto applicando le norme dello stato giuridico dei dipendenti dello

Stato…”.

Delineato il quadro normativo di riferimento, giova richiamare quanto

affermato in linea generale dalla Corte costituzionale in ordine al thema

decidendum: “…il concorso pubblico – quale meccanismo imparziale di

selezione tecnica e neutrale dei più capaci sulla base del criterio del

merito- costituisce la forma generale e ordinaria di reclutamento per le

pubbliche amministrazioni. Esso è posto a presidio delle esigenze di

imparzialità e di efficienza dell’azione amministrativa. Le eccezioni a tale

regola consentite dall’art. 97 Cost., purché disposte con legge, debbono

rispondere a <<peculiari e straordinarie esigenze di interesse

pubblico>> (sentenza n. 81 del 2006). Altrimenti la deroga si

risolverebbe in un privilegio a favore di categorie più o meno ampie di

persone (sentenza n. 205 del 2006). Perché sia assicurata la generalità

della regola del concorso pubblico disposta dall’art. 97 Cost., l’area delle

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eccezioni va, pertanto, delimitata in modo rigoroso” (ex plurimis Corte

Cost., sent. n. 363/2006).

In questo contesto il Collegio ritiene di dover dare all’art. 12 del d.P.R.

n. 426/1984 una lettura sistematica nell’àmbito del sopra riferito quadro

normativo in sintonia con il dettato costituzionale e con i principi in

diretta derivazione da esso.

Ha sottolineato il Giudice delle leggi che il compito delle norme di

attuazione “…subordinate allo Statuto (oltre che alla Costituzione)” è di

“…armonizzare nell’unità dell’ordinamento giuridico i contenuti e gli

obiettivi particolari dell’ autonomia speciale…” (sent. n. 213/1988).

Per quanto concerne le disposizioni di cui al d.lgs. n. 165/2001, che

costituiscono princìpi fondamentali ai sensi dell’art. 117 Cost., rileva il

Collegio che, secondo la giurisprudenza contabile, il Legislatore

nazionale ha dato piena attuazione al principio costituzionale del buon

andamento, di cui all’art. 97 della Costituzione, dettando regole di

efficiente e razionale utilizzo (all’interno della Pubblica Amministrazione)

delle risorse umane “…le quali vanno acquisite con il generale sistema

del concorso pubblico, da ritenersi modalità generale ed ordinaria di

accesso nei ruoli delle Pubbliche amministrazioni al fine di garantire pari

condizioni di accesso a tutti i cittadini e la selezione dei più meritevoli,

cfr. sentenze Corte costituzionale n. 9/2010, n. 52/2011, n. 167/2013,

n. 227/2013, n. 134/2014 “ (Cfr. Sez. giur. di Trento della Corte dei

conti n. 11/2015).

Nel quadro delineato, rilevano, altresì, i criteri generali della correttezza

e della buona fede (cfr. artt. 1175 e 1375 c.c.), che si impongono a tutte

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le pubbliche amministrazioni (tenute a valutazioni comparative e a

forme di partecipazione ai processi decisionali), rientrando gli atti di

conferimento di incarichi dirigenziali nell’àmbito dell’impiego pubblico

privatizzato (cfr. sul punto le sentenze del Consiglio di Stato n.

02495/2014, della Cassazione civile, Sez. Lavoro, n. 7495/2015 e del

T.A.R. Abruzzo, n. 7/2015).

Per altro verso, sussiste anche l’obbligo per le amministrazioni pubbliche

di adottare criteri per consentire una rotazione dei dirigenti, in armonia

con l’art. 1, c. 4, lett. e) e l’art. 1, c. 5, lett. b) della legge n. 190/2012

(cfr. sul punto, citata del. n. 180/2014 della Sezione regionale di

controllo per l’Emilia – Romagna).

Da ciò consegue che il più volte riferito art. 12, c. 2, del d.P.R. n.

426/1984 deve essere letto in linea con le regole generali di

concorsualità e di trasparenza nell’affidamento degli incarichi nella

Pubblica Amministrazione, recate dalla normativa sopravvenuta di cui al

d.lgs. n.165/2001, in diretta applicazione dell’art. 97 della Costituzione,

anche alla luce dei princìpi di sana gestione pubblica di derivazione

comunitaria.

Si appalesa, pertanto, priva di fondamento la tesi sostenuta

dall’Amministrazione circa la sostanziale alternatività fra l’art. 12, c. 2,

del d.P.R. n. 426/1984 e l’art. 19, c. 1-bis, del d.lgs. n. 165/2001, da cui

deriverebbe un potere di individuazione del dirigente, sostanzialmente

privo di limiti.

La “chiamata” di funzionari (in possesso della qualifica dirigenziale)

appartenenti ai ruoli dello Stato, della Regione o delle Provincie

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autonome, “d’intesa” con il Presidente del Consiglio di Stato, non può

che costituire, ad avviso del Collegio, in una lettura sistematica del

quadro normativo di riferimento, una fase successiva del procedimento

di assegnazione di incarichi dirigenziali, rispetto alla necessaria fase

prodromica della pubblicizzazione del posto di funzione vacante e

dell’acquisizione della disponibilità dei dirigenti eventualmente

interessati.

Ciò, peraltro, non esclude sul piano logico la compatibilità tra

l’applicazione della disciplina di cui all’art. 19, c. 1-bis, del d.lgs. n.

165/2001 e la possibilità del rinnovo dell’incarico dirigenziale, in quanto

nulla vieta che all’esito della pubblicità e della valutazione delle

disponibilità acquisite l’Amministrazione possa, ricorrendone i

presupposti e previa adeguata motivazione, individuare come la più

idonea alla funzione la persona già precedentemente intestataria

dell’incarico dirigenziale (cfr. Sez. reg. controllo Emilia-Romagna, del. n.

180/2014).

Rileva in ogni caso la Sezione che non è emersa nella fattispecie la

sussistenza di straordinarie esigenze vòlte ad assicurare la “…continuità

delle funzioni in Uffici di particolare e delicata rilevanza”, che secondo la

giurisprudenza della Corte dei conti potrebbero consentire la deroga al

generale principio della concorsualità (cfr. Sez. centrale del controllo di

legittimità sugli atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato, del.

n. 24/2014).

In linea generale, giova evidenziare che i funzionari interessati al

conferimento dell’incarico devono essere in possesso dei requisiti

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discendenti dall’applicazione delle norme in materia di proporzionale

linguistica negli uffici statali siti nella provincia di Bolzano e di

conoscenza della lingua italiana e tedesca nel pubblico impiego in tale

àmbito locale (cfr. art. 89 del d.P.R. n. 670/1972 e le relative norme di

attuazione di cui al d.P.R. n. 752/1976 e s.m.i.).

Circa gli ulteriori motivi posti dall’Amministrazione a sostegno del

proprio provvedimento (in particolare, con riferimento alla mancanza di

delega all’espletamento di una procedura concorsuale) è utile

sottolineare che il Commissariato del Governo, ai sensi del sopra citato

art. 13, c. 6, del d.P.R. n. 752/1976, in virtù di delega generale conferita

ope legis, è tenuto a svolgere di regola tale procedura nell’àmbito dei

dirigenti dei ruoli locali del personale civile delle Amministrazioni dello

Stato in servizio nella provincia di Bolzano.

Nella presente fattispecie il Commissariato può avvalersi delle facoltà di

cui all’art. 12 del d.P.R. n. 426/1984, come modificato dall’art. 5 del

d.lgs. n. 161/1999, estendendo le procedure di cui all’art. 19, c.1-bis,

del citato d.lgs. n. 165/2001, ai funzionari (in possesso della qualifica

dirigenziale) appartenenti ai ruoli della Regione e delle Province

autonome.

Ritiene il Collegio che anche nel caso in esame ricorrano le specifiche e

generali attribuzioni del Commissariato del Governo di Bolzano in tema

di copertura dei posti dei ruoli locali delle amministrazioni statali, nonché

di emanazione di tutti gli atti concernenti il relativo personale (cfr. artt.

8 e 13 del d.P.R. n. 752/1976).

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Da ultimo, evidenzia la Sezione che i poteri/doveri del Commissariato

del Governo in ordine allo svolgimento della procedura concorsuale non

sono in alcun modo correlati alla gestione di un proprio capitolo di

spesa, in quanto il potere di spesa è del tutto disgiunto

dall’individuazione del dirigente incaricato. Vale la pena sottolineare che

l’assenso dell’Amministrazione (plesso della Giustizia Amministrativa),

onerata della spesa per il dirigente, è assicurato nella fase finale del

procedimento, in cui la valutazione comparativa delle varie candidature

è oggetto di motivata proposta del Presidente del Tribunale regionale di

giustizia amministrativa d’intesa con il Presidente del Consiglio di Stato.

P.Q.M.

La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Regione

Trentino-Alto Adige/Südtirol, Sede di Bolzano, ricusa il visto e la

conseguente registrazione del provvedimento in epigrafe.

Così deciso in Bolzano nella Camera di consiglio del 3 luglio 2015.

Il Presidente

f.to Raffaele Dainelli

Il Relatore

f.to Marcovalerio Pozzato

Depositata in Segreteria il 24 luglio 2015

Il Dirigente

f.to Peter Werth

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ÜBERSETZUNG

Beschluss Nr. 13/2015/SCBOLZ/PREV

REPUBLIK ITALIEN

der

RECHNUNGSHOF

Kontrollsektion

für die Region Trentino – Alto Adige/Südtirol

mit Sitz in Bozen

zusammengesetzt aus den Richtern:

Raffaele DAINELLI Präsident

Marcovalerio POZZATO Rat

Alessandro PALLAORO Rat

in der Sitzung vom 3. Juli 2015

nach Einsichtnahme in Art. 100, Absatz 2, der Verfassung;

nach Einsichtnahme in den Einheitstext der Gesetze über die

Rechtsordnung des Rechnungshofs, genehmigt mit Königlichem Dekret

vom 12. Juli 1934, Nr. 1214, in geltender Fassung;

nach Einsichtnahme in das Gesetz vom 14. Januar 1994, Nr. 20, in

geltender Fassung;

nach Einsichtnahme in das Gesetz vom 24. November 2000, Nr.

340, insbesondere in Art. 27;

nach Einsichtnahme in das Dekret des Staatspräsidenten vom 15.

Juli 1988, Nr. 305, in geltender Fassung, insbesondere in die Artikel 5

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17

und 7;

nach Einsichtnahme in die Verordnung zur Organisation der

Kontrollfunktionen des Rechnungshofs, genehmigt mit Beschluss der

Vereinigten Sektionen am 16. Juni 2000, Nr. 14, in geltender Fassung;

nach Einsichtnahme in das Dekret des Regierungskommissariats

Bozen vom 20. April 2015, Nr. 11535/PR/III, betreffend die Übertragung

des Auftrags der Führung des Regionalen Verwaltungsgerichts Trentino-

Südtirol – Autonome Sektion für die Provinz Bozen an Frau Doktor Eva

Cäcilia Pixner, die im örtlichen Stellenplan der Führungskräfte des

Verwaltungsgerichts eingetragen ist, ab dem 1. Mai 2015;

nach Einsichtnahme in das Schreiben vom 18. Mai 2015, Nr. 356,

mit dem das Amt für die Rechtmäßigkeitskontrolle dieser Sektion seine

Untersuchungsergebnisse mitgeteilt hat;

nach Einsichtnahme in das Antwortschreiben des Regierungs-

kommissariats für die Provinz Bozen vom 17. Juni 2015, Nr. 1763;

nach Einsichtnahme in die Berichte des Untersuchungsrichters und

des beauftragten Rates vom 23. Juni 2015 und vom 24. Juni 2015, mit

denen ersucht wurde, die Angelegenheit dem Richterkollegium zu

unterbreiten;

nach Einsichtnahme in die Verfügung des Präsidenten der Sektion

vom 25. Juni 2015, Nr. 7, mit der die öffentliche Sitzung der Sektion für

den heutigen Tag einberufen wurde;

nach Einsichtnahme in das Schreiben vom 26. Juni 2015, Nr. 527,

mit dem das Sekretariat der Sektion eine Kopie der vorhin genannten

Verfügung und der Berichte der Zuweisung an das

Regierungskommissariat für die Provinz Bozen und an das

gebietsbezogene Rechnungsamt des Staates von Bozen übermittelt hat;

nach Anhörung:

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18

des berichterstattenden Rates Marcovalerio Pozzato;

der Frau Doktor Margherita Toth in Vertretung des

Regierungskommissariats für die Provinz Bozen;

der Frau Doktor Anna Rosa Defant in Vertretung des

gebietsbezogenen Rechnungsamtes des Staates von Bozen.

Unter Beiziehung von Frau Martina Salvadori als protokollführender

Sekretärin.

S A C H V E R H A L T

Mit Dekret vom 20. April 2015, Nr. 11535/PR/III, hat das

Regierungskommissariat Bozen der Frau Doktor Eva Cäcilia Pixner, die

im örtlichen Stellenplan der Führungskräfte des Verwaltungsgerichts

eingetragen ist, den Auftrag der Führung des Regionalen

Verwaltungsgerichts Trentino-Südtirol – Autonome Sektion für die

Provinz Bozen vom 1. Mai 2015 bis zum 30. April 2018 übertragen.

Mit dieser Maßnahme erfolgte die Erneuerung des mit dem vorherigen

Dekret übertragenen Auftrags, der vom 1. Mai 2012 bis zum 31. April

2015 gegangen war, und zwar auf der Grundlage des vom Präsidenten

des Regionalen Verwaltungsgerichts Trentino-Südtirol – Autonome

Sektion für die Provinz Bozen gemachten Vorschlags (Schreiben vom 9.

Februar 2015, Nr. 118) und des erfolgten Einvernehmens mit dem

Präsidenten des Staatsrates (Schreiben vom 26. Februar 2015), im

Sinne von Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984.

Mit den Bemerkungen vom 18. Mai 2015, Nr. 386, hat das Kontrollamt

seine Feststellungen vorgebracht und im Wesentlichen die nicht erfolgte

Anwendung der Regelung gemäß Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr.

165/2001 beanstandet.

In Bezug auf die Einhaltung der Grundsätze der Transparenz und der

guten Verwaltungsführung, auch mittels Festlegung von Kriterien zur

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Sicherstellung der Rotation der Aufträge, wurde insbesondere die nicht

erfolgte Veröffentlichung des Verfahrens der Vergabe des

Führungsauftrags im Voraus gemäß Art. 6 des Dekrets des Präsidenten

des Staatsrates vom 5. April 2011, gemäß Art. 20, Absatz 10, des

gesamtstaatlichen Kollektivvertrags für den Vierjahreszeitraum 2002-

2005 und gemäß Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001

festgehalten.

Das Regierungskommissariat für die Provinz Bozen hat mit Schreiben

vom 4. Juni 2015, Nr. 16387, dieser Kontrollsektion vor allem mitgeteilt,

die entsprechenden Bemerkungen dem Generalsekretär des

Verwaltungsgerichts übermittelt zu haben.

In der Folge hat die Verwaltung mit Schreiben vom 17. Juni 2015, Nr.

17633, ihre Gegendarstellungen vorgelegt, auf die Registrierung der

Unterlage bestanden und den “…Verfassungsrang” der Bestimmung laut

Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984, in geltender Fassung,

hervorgehoben; demnach wird die Ernennung des Generalsekretärs

(dieses Gerichts) vom zuständigen Regierungskommissariat verfügt, auf

Vorschlag des Präsidenten des Regionalen Verwaltungsgerichts und im

Einvernehmen mit dem Präsidenten des Staatsrates.

Sie hat betont:

- “…Angesichts des Verfassungsrangs der gegenständlichen Bestimmung

scheint die von Art. 12 des D.P.R. 426/84 vorgesehene Regelung

schließlich spezifisch und im Verhältnis zu Art. 19 des Gv. D. 165/2001

also derogativ und vorherrschend zu sein";

- das Verfahren der “direkten Berufung” beinhaltet ein ”Einvernehmen”,

das sich schlecht mit dem von der Staatsbestimmung vorgesehenen

offenen Wettbewerbsverfahren verträgt (insbesondere mit der

Befragung von mehr interessierten Subjekten).

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Das Kommissariat hat außerdem Folgendes geltend gemacht:

- das Fehlen von anderen, der gegenständlichen Verwaltung

zugehörigen Führungskräften; und in diesem Zusammenhang, dass die

Bestätigung des Auftrags der genannten Angestellten “hauptsächlich

von der Nutzlosigkeit der vorherigen Veröffentlichung im

Zusammenhang mit den Zielsetzungen verursacht wurde, welchen

dieses Instrument nachkommen müsste, nämlich der angebrachten

Rotation unter allen Führungskräften des Verwaltungsgerichts, welche in

die Lage versetzt werden müssten, die richtigen Entscheidungen in

Bezug auf die entsprechenden fachlichen Voraussetzungen zu treffen.

Dies weil die betreffende Beamtin die einzige im Stellenplan des

Verwaltungsgerichts und zudem im örtlichen Stellenplan der autonomen

Sektion Bozen eingetragene Führungskraft ist, welche die Voraussetzung

der Zweisprachigkeit gemäß D.P.R. Nr. 752/1976 erfüllt”;

- die nicht erfolgte Einrichtung eines einzigen Stellenplans der

Führungskräfte auf örtlicher Ebene – laut Art. 32/quinquies des D.P.R.

Nr. 752/1976 –, im Rahmen dessen die Abwicklung eines Verfahrens

möglich wäre, angesichts “…einer engen Wechselbeziehung zwischen der

Führungskraft des örtlichen Stellenplans und der zugehörigen

Verwaltung, von der dieses Regierungskommissariat notwendigerweise

die erforderten Ermächtigungen für Anstellungen, Auftragserteilungen

und -erneuerungen und so weiter erhalten müsste…”;

- die nicht abgestimmte Fälligkeit der gegenwärtig bei den

verschiedenen Staatsverwaltungen in der Provinz Bozen bestehenden

Führungsaufträge und die daraus folgende Unmöglichkeit, im Falle einer

etwaigen Nichtbestätigung der Führungskraft, diese “…in die staatlichen

Stellenpläne der jeweils zugehörigen Verwaltung aufzunehmen, da die

Voraussetzungen laut Art. 11 des D.P.R. 752/76 (Verbleib von

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wenigstens sieben Jahren im örtlichen Stellenplan)” noch nicht

bestehen und sie deshalb nicht nutzbringend wiederangestellt werden

könnte.

Die angeführten Überlegungen der Verwaltung konnten die vom

Kontrollamt vorgebrachten Bedenken nicht beseitigen und dieses hat die

Übermittlung des gegenständlichen Aktes an das Kollegialorgan

verlangt.

Mit Verfügung vom 25. Juni 2015, Nr. 7, hat der Präsident der

Kontrollsektion Bozen die Sektion zur Sitzung am 3. Juli 2015

einberufen.

Mit Schreiben vom 2. Juli 2015 hat das Regierungskommissariat die

bereits gegebenen Begründungen wiederholt und präzisiert, dass die

Bestimmungen von Art. 97, Absatz 4, der Verfassung und von Art. 12

des D.P.R. Nr. 426/1984 zusammengenommen die "direkte Berufung",

in Abweichung von den Rechtsgrundsätzen (mit der ausdrücklichen, vom

Gesetz vorgesehenen Ausnahme), für die zu besetzende Stelle dieser

Funktion erlauben würde. In diesem Zusammenhang wird auch

unterstrichen. dass:

- “…die von der Verfassung vorgesehene Möglichkeit, “ein spezielles

Verfahren” der Aufnahme gemäß Art. 12 des D.P.R. Nr. 426/1984

einzuführen, das Feld von allen Fragen vorgeblicher Unrechtmäßigkeit

dieser Vorgehensweise bezogen auf die Grundprinzipien der

Rechtsordnung freizumachen scheint ”;

- die nicht erfolgte Anwendung der Verfügung von Art. 32/quinquies des

D.P.R. Nr. 752/1976 es dem Regierungskommissariat nicht erlauben

würde, Verfahren der Befragung von Führungskräften verschiedener

Verwaltungen des Staates ohne vorherige Ermächtigung und die

Zustimmung sowohl der mit der Vergabe des Führungsauftrags

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befassten Verwaltung als auch jener Verwaltungen in die Wege zu leiten,

deren Führungskräfte die Bekleidung des ausgeschriebenen

Führungsauftrags anstreben könnten.

Mit Schreiben vom 2. Juli 2015 hat das örtliche Rechnungsamt des

Staates von Bozen im Wesentlichen Folgendes bestätigt:

a) die Rechtmäßigkeit der Erneuerung des Vertrags der genannten

Führungskraft (auch in Anbetracht der Schwierigkeit einer etwaigen

anderen und neuen Zuordnung);

b) die vorhandene buchhalterische Deckung der

Ausgabenzweckbindung.

Vom Leiter des örtlichen Rechnungsamtes des Staates in Bozen wurde

auch wörtlich bekräftigt, dass man “die Konkretisierung der

verschiedenen Elemente der vorherrschenden Ausschließlichkeit des

geltenden Art. 12 D.P.R. 426/84 annehmen könnte…”

In der heutigen Sitzung haben die Vertreter des

Regierungskommissariats für die Provinz Bozen und des örtlichen

Rechnungsamtes des Staates die bereits im Laufe der Ermittlung zur

Stützung der Korrektheit des der Prüfung unterzogenen Aktes

vorgebrachten Argumente nochmals bekräftigt.

RECHTSAUSFÜHRUNGEN

Die Sektion ist nun zu entscheiden aufgerufen, ob für die Erteilung bzw.

Verlängerung des Auftrags der Führung des Regionalen

Verwaltungsgerichts Trentino-Südtirol – Autonome Sektion für die

Provinz Bozen die „direkte Berufung“ zum Tragen kommen kann oder ob

zuvor die Verfahren laut Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001,

bezüglich der Veröffentlichung der freien Stellen sowie der Erhebung

und Bewertung des etwaigen Vorhandenseins von interessierten

Führungskräften, zur Anwendung kommt.

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Die Verwaltung ist der Auffassung, dass in diesem Fall die von Art. 12

des D.P.R. Nr. 426/1984 [Bestimmung von verfassungsähnlichem

(paracostituzionale) Rang] vorgesehene Möglichkeit zum Tragen kommt,

vom Wettbewerbsverfahren mittels „direkter Berufung” abzuweichen.

Sie findet ihre Rechtsquelle im Art. 97, Absatz 4, der Verfassung wie

folgt: „Der Zutritt zu den Stellen der öffentlichen Verwaltung erfolgt,

vorbehaltlich der durch Gesetz bestimmten Fälle, durch Wettbewerb”.

In diesem Rahmen stünde die Abweichung des Verfahrens vom

Wettbewerb gemäß der genannten Bestimmung

(Durchführungsbestimmung des Statuts) nicht im Widerspruch mit den

Rechtsgrundsätzen sondern sie wäre, als von der Verfassung erlaubte

Ausnahme, darin begründet.

Dieselbe Verwaltung stellt außerdem fest:

- über keine Zuständigkeit der Gebarung der Ausgabenkapitel bezogen

auf die Aufnahme von Personals zu verfügen (daher ist die Zustimmung

der verschiedenen zugehörigen Verwaltungen für jeden „verfügenden”

Akt betreffend die Aufnahme oder Versetzung von Personal,

Führungspersonal und anderes innerhalb der verschiedenen

Verwaltungen unumgänglich);

- das Fehlen einer Bevollmächtigung des Regierungskommissariats

sowohl für die Durchführung eines Wettbewerbs als auch für die

Befragung auf lokaler Ebene.

Dies vorausgeschickt, hält das Kollegium die Anführung der auf diesen

Fall anwendbaren Bestimmungen für angebracht.

Art. 97 der Verfassung verfügt:

- unter Absatz 2: ”Die öffentlichen Dienststellen werden nach den

gesetzlichen Bestimmungen in der Weise aufgebaut, dass die gute

Führung und die Unparteilichkeit der Verwaltung gewährleistet sind”;

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- unter Absatz 4: ”Der Zutritt zu den Stellen der öffentlichen Verwaltung

erfolgt, vorbehaltlich der durch Gesetz bestimmten Fälle, durch

Wettbewerb”.

Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001 (allgemeine

Bestimmungen betreffend die Regelung der Arbeitsverhältnisse mit

Abhängigkeit von den öffentlichen Verwaltungen): ”Die Verwaltung gibt,

auch durch Veröffentlichung der Benachrichtigung auf der amtlichen

Webseite, die Zahl und die Art der verfügbaren Stellen des Stellenplans

nach ihrer Funktion und die Auswahlkriterien bekannt; sie erhebt die

Verfügbarkeit der interessierten Führungskräfte und bewertet sie”.

Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984

(Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für die Region

Trentino-Südtirol über die Einrichtung des Regionalen

Verwaltungsgerichts Trient und der autonomen Sektion Bozen), in

geltender Fassung, verfügt: “Die Stelle des Generalsekretärs kann von

einem den Stellenplänen des Staates, der Region oder einer der beiden

autonomen Provinzen angehörenden Bediensteten im Rang eines

leitenden Beamten besetzt werden. Die Ernennung wird vom

zuständigen Regierungskommissar auf Vorschlag des Präsidenten des

Regionalen Verwaltungsgerichts im Einvernehmen mit dem Präsidenten

des Staatsrates verfügt”.

Art. 13, Absatz 6, des D.P.R. Nr. 752/1976

(Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut der Region Trentino-

Südtirol auf dem Sachgebiet des Proporzes in den staatlichen Ämtern in

der Provinz Bozen und der Kenntnis der beiden Sprachen im öffentlichen

Dienst) , in geltender Fassung, verfügt: ”Der Regierungskommissar für

die Provinz Bozen ist außerdem ermächtigt, alle anderen Maßnahmen zu

ergreifen und alle anderen Verfügungen zu erlassen, die die

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Bediensteten nach Artikel 8, Absatz 1, dieses Dekrets betreffen, wobei

er die Bestimmungen über die dienstrechtliche Stellung der Bediensteten

des Staates … anwendet…”.

Nach der Anführung des gegenständlichen Gesetzesrahmens, ist es

hilfreich, an das zu erinnern, was das Verfassungsgericht in allgemeiner

Hinsicht zu der zu entscheidenden Angelegenheit geltend gemacht hat:

“…der öffentliche Wettbewerb – als unparteiischer Mechanismus der

technischen und neutralen Auswahl der Fähigsten auf der Grundlage des

Kriteriums des Verdienstes – stellt die allgemeine und ordentliche Form

der Einstellung für die öffentlichen Verwaltungen dar. Er wurde zum

Schutz der Erfordernisse der Unparteilichkeit und Effizienz der

Verwaltungstätigkeit eingeführt. Die von Art. 97 der Verfassung

erlaubten Ausnahmen zu dieser Regel müssen, unter der Voraussetzung,

dass sie mit Gesetz verfügt sind, <<besonderen und außerordentlichen

Erfordernissen öffentlichen Interesses>> entsprechen (Urteil Nr. 81 von

2006). Ansonsten würde die Ausnahme zu einem Vorrecht zugunsten

von mehr oder weniger großen Personengruppen führen (Urteil Nr. 205

von 2006). Um die Allgemeinheit der Regel des von Art. 97 der

Verfassung verfügten öffentlichen Wettbewerbs sicherzustellen, ist der

Bereich der Ausnahmen in rigoroser Form zu begrenzen” (ex plurimis

Urteil Verfassungsgericht Nr. 363/2006).

In diesem Zusammenhang ist das Kollegium der Auffassung, Art. 12 des

D.P.R. Nr. 426/1984 in Hinsicht auf den oben angeführten

Gesetzesrahmen, in Übereinstimmung mit der Vorschrift der Verfassung

und den direkt von ihr abzuleitenden Grundsätzen, einer systematischen

Lesung unterziehen zu müssen.

Der Verfassungsrichter hat unterstrichen, dass die Aufgabe der “…dem

Statut (zusätzlich zur Verfassung) untergeordneten”

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Durchführungsbestimmungen jene ist “…die Inhalte und die besonderen

Ziele der Sonderautonomie im Sinne der Einheitlichkeit der

Rechtsordnung zu harmonisieren…” (Urteil Nr. 213/1988).

Was die Bestimmungen laut Gv. D. Nr. 165/2001 betrifft, sie sind

Grundprinzipien im Sinne von Art. 117 der Verfassung, stellt das

Kollegium fest, dass der staatliche Gesetzgeber, laut der

Rechtsprechung des Rechnungshofs, dem Verfassungsgrundsatz des

guten Funktionierens der Verwaltungstätigkeit laut Art. 97 der

Verfassung die volle Verwirklichung zuerkannt und Regeln der

effizienten und rationalen Verwendung der Humanressourcen (innerhalb

der öffentlichen Verwaltung) vorgegeben hat, “…welche mit dem

allgemeinen System des öffentlichen Wettbewerbs eingelöst werden, der

als die allgemeine und ordentliche Form des Zugangs zu den Planstellen

der öffentlichen Verwaltungen zu verstehen ist, um allen Bürgern die

gleichen Zugangsbedingungen zu gewährleisten und die Auswahl der

Verdienstvollsten sicherzustellen, vgl. Urteile des Verfassungsgerichts

Nr. 9/2010, Nr. 52/2011, Nr. 167/2013, Nr. 227/2013, Nr. 134/2014 “

(Vgl. Rechtsprechungssektion Trient des Rechnungshofs Nr. 11/2015).

Im hier aufgezeigten Rahmen sind auch die allgemeinen Kriterien von

Redlichkeit und von Treu und Glauben wichtig (vgl. Artikel 1175 und

1375 des Zivilgesetzbuchs), zu denen alle öffentlichen Verwaltungen

verpflichtet sind (sie sind zu vergleichenden Bewertungen und Formen

der Beteiligung an den Entscheidungsprozessen angehalten), da die

Vergabe von Führungsaufträgen in den Bereich des privatisierten

öffentlichen Dienstes fallen (vgl. dazu die Urteile des Staatsrats Nr.

02495/2014, des zivilen Kassationsgerichtshofs, Sektion Arbeit, Nr.

7495/2015, und des Regionalen Verwaltungsgerichts Abruzzen, Nr.

7/2015).

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Andererseits besteht für die öffentlichen Verwaltungen auch die

Verpflichtung, Kriterien einzuführen, welche die Rotation der

Führungskräfte ermöglichen, in Übereinstimmung mit Art. 1, Absatz 4,

Buchstabe e), und Art. 1, Absatz 5, Buchstabe b), des Gesetzes Nr.

190/2012 (vgl. dazu den genannten Beschluss Nr. 180/2014 der

regionalen Kontrollsektion für die Emilia Romagna).

Daraus folgt, dass der öfter zitierte Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr.

426/1984 zusammen mit den allgemeinen Regeln des Wettbewerbs und

der Transparenz bei der Vergabe der Aufträge in der öffentlichen

Verwaltung gelesen werden muss, die in der späteren Bestimmung des

Gv. D. Nr. 165/2001 enthalten sind, in direkter Anwendung von Art. 97

der Verfassung, und zwar auch angesichts der Gemeinschaftsgrundsätze

einer gesunden öffentlichen Gebarung.

Die von der Verwaltung vertretene These der grundsätzlichen Alternative

zwischen dem Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984 und dem Art.

19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001, woraus im Wesentlichen eine

unbegrenzte Befugnis der Auswahl der Führungskraft ableitbar wäre,

entbehrt daher der Grundlage.

Die “Berufung” von Beamten der Stellenpläne des Staates, der Region

oder der autonomen Provinzen (die im Besitz der Führungskraft-

befähigung sind) “im Einvernehmen” mit dem Präsidenten des

Staatsrats kann nach Auffassung des Kollegiums, bei einer

systematischen Lesung des diesbezüglichen Gesetzesrahmens, im

Zusammenhang mit der notwendigen vorausgehenden Phase der

Veröffentlichung der offenen Stelle dieser Funktion und der Erhebung

der Verfügbarkeit der eventuell interessierten Führungskräfte, nur eine

nachgeordnete Phase des Verfahrens der Vergabe von

Führungsaufträgen darstellen.

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Das schließt, von der Logik her, die Vereinbarkeit der Anwendung der

Regelung laut Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001 mit der

Möglichkeit der Erneuerung des Führungsauftrags allerdings nicht aus,

da nichts dem im Wege steht, dass die Verwaltung, nach erfolgter

Veröffentlichung und Bewertung der Verfügbarkeit der Bewerber, bei

den gegebenen Voraussetzungen und vorheriger angemessener

Begründung, die Person als geeignetste für die Funktion auswählen

kann, die bereits vorher Inhaberin des Führungsauftrags war (vgl.

Regionale Kontrollsektion Emilia Romagna, Beschluss Nr. 180/2014).

Die Sektion stellt jedenfalls fest, dass in diesem Fall keine

außerordentlichen Erfordernisse hinsichtlich der Sicherstellung “…der

Kontinuität der Arbeit in Ämtern von besonderer und heikler Wichtigkeit”

bestanden, welche laut der Rechtsprechung des Rechnungshofs die

Abweichung vom allgemeinen Grundsatz des Wettbewerbs erlaubt

hätten (vgl. zentrale Sektion der Gesetzmäßigkeitskontrolle betreffend

die Maßnahmen der Regierung und der Staatsverwaltungen, Beschluss

Nr. 24/2014).

In allgemeiner Hinsicht ist es vielleicht nützlich hervorzuheben, dass die

an der Erteilung des Auftrags interessierten Beamten im Besitz der

Voraussetzungen sein müssen, die sich aus der Anwendung der

Bestimmungen im Bereich des Sprachproporzes in den Staatsämtern in

der Provinz Bozen und der Kenntnis der italienischen und deutschen

Sprache im öffentlichen Dienst auf dieser örtlichen Ebene ergeben (vgl.

Art. 89 des D.P.R. Nr. 670/1972 und die entsprechenden

Durchführungsbestimmungen gemäß D.P.R. Nr. 752/1976, in geltender

Fassung).

Was die weiteren Gründe angeht, welche von der Verwaltung zur

Stützung der eigenen Maßnahme angegeben wurden (insbesondere mit

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Bezug auf das Fehlen einer Bevollmächtigung zur Durchführung eines

Wettbewerbsverfahrens), ist es angebracht zu unterstreichen, dass das

Regierungskommissariat, im Sinne des oben genannten Art. 13, Absatz

6, des D.P.R. Nr. 752/1976, aufgrund der generell ope legis

übertragenen Bevollmächtigung, dieses Verfahren in der Regel im

Bereich der Führungskräfte der örtlichen Stellenpläne der in der Provinz

Bozen im Dienst befindlichen Zivilbediensteten der Staatsverwaltungen

durchführen muss.

In der gegenständlichen Angelegenheit kann das Kommissariat die

Möglichkeit gemäß Art. 12 des D.P.R. Nr. 426/1984, abgeändert von Art.

5 des Gv. D. Nr. 161/1999, geltend machen und die Verfahren laut Art.

19, Absatz 1/bis, des genannten Gv. D. Nr. 165/2001 auf die Beamten

(die im Besitz der Führungsbefähigung sind) der Stellenpläne der Region

und der autonomen Provinzen ausdehnen.

Das Kollegium ist der Auffassung, dass auch im gegenständlichen Fall

die besonderen und allgemeinen Zuständigkeiten des Regierungs-

kommissariats von Bozen bezüglich der Besetzung der Stellen der

örtlichen Stellenpläne der Staatsverwaltungen sowie des Erlasses aller

Maßnahmen betreffend das entsprechende Personal zum Tragen

kommen (vgl. Artikel 8 und 13 des D.P.R. Nr. 752/1976).

Zuletzt weist die Sektion darauf hin, dass die Zuständigkeiten/Pflichten

des Regierungskommissariats bezüglich der Durchführung des

Wettbewerbsverfahrens in keinerlei Weise mit der Führung eines

eigenen Ausgabenkapitels in Zusammenhang stehen, da die

Zuständigkeit für Ausgaben ganz von der Ermittlung der zu

beauftragenden Führungskraft abgekoppelt ist. Es ist hier angebracht zu

unterstreichen, dass die Zustimmung der Verwaltung (des Apparats

Verwaltungsgericht), einschließlich der Ausgabenbelastung für die

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Führungskraft, in der Endphase des Verfahrens gewährleistet ist, in der

die vergleichende Bewertung der verschiedenen Bewerber Gegenstand

eines begründeten Vorschlags des Präsidenten des Regionalen

Verwaltungsgerichts ist, im Einvernehmen mit dem Präsidenten des

Staatsrates.

Aus diesen Gründen

lehnt die Regionale Kontrollsektion des Rechnungshofs für die Region

Trentino-Alto Adige/Südtirol, mit Sitz in Bozen, den in den Prämissen

genannten Sichtvermerk und die damit verbundene Registrierung der

Maßnahme ab.

So beschlossen in der nichtöffentlichen Sitzung in Bozen am 3. Juli

2015.

Der Präsident

gez. Raffaele Dainelli

Der Berichterstatter

gez. Marcovalerio Pozzato

Hinterlegt im Sekretariat am 24. Juli 2015

Der Amtsleiter

gez. Peter Werth

Übersetzt von

gez. Robert Kalser