repositorio-aberto.up.pt · con una relazione che scaturisce dal lavoro e da esperienze in corso...

328

Transcript of repositorio-aberto.up.pt · con una relazione che scaturisce dal lavoro e da esperienze in corso...

NUOVI CONSUMI DEL SALE: LA SALINA COME

PATRIMONIO INDUSTRIALE SUL MARE.

IL CASO DI MARGHERITA DI SAVOIA

Antonio Di Vittorio*

Resumo: Di fronte alle modifiche nei tradizionali consumi del sale, mentre avanzanonuove forme di utilizzo di questo nei settori industriali più disparati, si va facendo stradal‚idea, nell‚ambito di un progetto INTERREG, di utilizzare non il sale, ma la strutturaproduttiva del sale, in pratica le Saline, da inserire in un circuito dedicato al patrimonioindustriale marittimo. Il caso presentato è quello di Margherita di Savoia sull Adriatico.

1. Ho inteso partecipare a questo Convegno su “A articulação do sal portuguêsaos circuitos mundiais – antigos e novos consumos”, inquadrato in uno specificoProgetto di ricerca (SAL(H)INA, Salt History – nature and environment), nell’ambitodi un programma comunitario INTERREG III B – Espaço Atlantico (SAL – Sal doAtlantico: Revalorização da identidade das salinas do Atlantico. Recuperação epromoçao do potential biológico, económico e cultural das zonas húmidas costeiras),con una relazione che scaturisce dal lavoro e da esperienze in corso nell’ambito diun parallelo programma comunitario INTERREG III A – Transfrontaliero Adriatico(Eredità culturali dell’Adriatico: conoscenza, tutela e valorizzazione).

Il caso su cui richiamo l’attenzione è quello di Margherita di Savoia e delleomonime Saline, sulla costa adriatica pugliese. Estese 20 Km in lunghezza e 5 Kmin larghezza, queste Saline attualmente si sviluppano per 4.000 ettari di superficieutile – di cui 3.500 in vasche evaporanti e 500 in vasche salanti – e circa 500 ettariadibiti a servizi (quali argini, officine, aie di ammassamento, strade, uffici, alloggi),per un totale di 4.500 ettari circa, che le rendono il maggior complesso del generein Europa.1

Proprio l’importanza riconosciuta a tali Saline nel corso dei secoli, sia pure condimensioni molto diverse dalle attuali, con una produzione documentata a partire dalXVII secolo, ha fatto sì che si sviluppasse su di esse una adeguata letteratura2 e si

15A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

*Professore Ordinario di Storia Economica ̂ Universita‚ di Bari. Attualmente PRESIDENTE della SOCIETA‚ITALIANA degli STORICI DELL‚ECONOMIA; Docente in Università italiane ed estere come „visitingprofessor‰. Direttore dell‚Istituto di Storia Economica dell‚Università di Bari dal 1971 al 1999 e delDipartimento di Studi Europei giuspubblicistici e storico-economici dal 2000 al 2005;Direttore dell‚Istitutodi Ricerche sull‚Economia mediterranea del C.N.R. dal 1981 al 1987

1. Cfr. A. Di Vittorio, Condizionamenti economici e problemi ambientali nell’evoluzione di un grandecentro salinaro pugliese: Margherita di Savoia, in Atti del “I Seminario Internacional sobre o SalPortuguês”, Porto, Instituto de Historia Moderna da Universidade do Porto, 2005, p. 53.

2. Tra i lavori più recenti sul tema cfr. S. Russo, Le saline di Barletta tra Sette e Ottocento, Foggia, Grenzi,2001; A. Lopez, Voli rosa sulla Salina. La natura, il sale, il mare,il territorio e le terme di Margherita diSavoia, Foggia, Grenzi, 2003. Un punto di riferimento sulle saline in Adriatico rimane il volume di Atti

cominciasse a prendere coscienza, da parte della pubblica opinione, locale, ma nonsolo, della ricchezza che l’attività salinara assicura alla collettività, pur tra i problemiche tale attività comporta quando è ubicata a ridosso di aree fortementeurbanizzate.

Superati i momenti di crisi degli anni ’80-’90 del ‘900, allorché i dipendenti, dalle721 unità del 1978, hanno cominciato drasticamente a ridursi, sino ad attestarsi sulle133 unità del 20053, le Saline hanno mostrato di adeguarsi ai tempi,ammodernandosi nelle tecniche di raccolta del prodotto e rinnovandosi nellagestione e commercializzazione del sale. Ciò in specie da quando le Saline,dall’Amministrazione dei Monopoli di Stato, sono passate in concessione alla societàa capitale pubblico ATI SALE (1999), che ha fortemente innovato anche nelladistribuzione del prodotto, facilitata in ciò anche dalla fine del monopolio di venditadel sale sancito, a partire dal 1974, dalla Comunità Economica Europea.4

Accanto alla funzione principale delle Saline, la produzione del sale, altrefunzioni si sono andate sviluppando collateralmente. Innanzitutto l’attività termale,basata sull’utilizzo delle “acque madri” prodotte nelle saline, le quali fornisconoacque salsobromoiodiche ipertoniche, impiegate nella cura di un ampio ventaglio dipatologie.5 L’attività termale si sta sviluppando ad un ritmo così soddisfacente alpunto che il sindaco del comune di Margherita di Savoia, nell’agosto 2006, ha decisodi evidenziare tale attività caratterizzante facendosi promotore della richiesta dicambiare denominazione al Comune in quello di “Margherita Terme”.6

Inoltre, da quando le Saline sono state inserite nelle zone umide d’Italia, protettedalla Convenzione di Ramsar del 1972, si è accentuato il loro carattere di riservanaturale statale e di importante stazione di sosta per l’avifauna. In sostanza, essestanno diventando anche mèta di turismo naturalistico.7

Ma le Saline, oltre il sale; le “acque madri”, che alimentano le terme; l’area piùspecificamente utilizzata dall’avifauna, che alimenta il turismo naturalistico; sonodetentrici nella loro area anche di un altro patrimonio, utilizzabile anch’esso, seopportunamente valorizzato, per specifiche finalità di “consumo”. Si tratta di unpatrimonio industriale di primaria importanza, rappresentato da un complesso distrutture fisse – uffici, alloggi, officine, laboratori, capannoni, ecc. -, e di strutturemobili – di raccolta, trasporto interno, ammassamento, lavaggio, centrifugazione,riduzione di umidità, vaglio, impacchettamento, insaccamento, del sale -, cheprendono in consegna il prodotto da quando esso si accumula nelle vasche salantied è pronto per la raccolta.

Tanto a livello di strutture fisse che mobili, le Saline dispongono di un patrimonioindustriale pienamente operante per lo svolgimento delle diverse fasi dellaproduzione, ma anche di un patrimonio industriale che testimonia l’evoluzione delletecniche di raccolta, di trasporto interno, delle diverse operazioni per arrivare al

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

dell’omonimo Convegno (Bari, 3-4 settembre 1979), a cura di A. Di Vittorio, Sale e saline nell’Adriatico(secc. XV-XX), Napoli, Giannini, 1981.

3. Dati forniti dalla Direzione delle Saline, che si ringrazia per la disponibilità nel fornire informazioni,dati numerici, immagini dell’attività nelle Saline. Un particolare ringraziamento va alla dott.ssa A.Riondino.

4. Sull’attività della Società ATI SALE, concessionaria oltre che delle Saline di Margherita di Savoia, anchedi quelle di S. Antioco in Sardegna e di Volterra, cfr. il relativo sito www.atisale.com.

5. In merito, cfr. Le acque salso-bromo jodiche delle Terme di Margherita, Atti del II Convegno MedicoIdrologico, a cura dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo, Margherita di Savoia, Santobuono, 1971.

6. Cfr. “Gazzetta del Mezzogiorno”, 11 agosto 2006.

7.Cfr. A. Lopez, op.cit., pp. 27-39.

16

prodotto finito pronto per la commercializzazione. Non a caso il Comune diMargherita di Savoia ha individuato un’area di raccolta per la parte mobile piùingombrante di questo patrimonio,8 consapevole dell’importanza di questatestimonianza dell’evoluzione di strutture e tecniche connesse alla produzione delsale, base per tanta parte dell’economia e della notorietà del comune salinaropugliese.

Ma la consapevolezza va estesa all’insieme del patrimonio industriale delleSaline, recente e meno recente, fisso o mobile, perché esso rappresenta un “unicum”se letto nell’ambito di un discorso di modalità ed evoluzione nell’utilizzo delterritorio. In pratica, esso può dar luogo ad un “nuovo” consumo del sale attraversoil “consumo” delle strutture, fisse e mobili, che lo hanno reso, e lo rendono,disponibile da quando esso si accumula nelle vasche salanti. Ciò può avvenireattraverso un autentico itinerario turistico, con un percorso legato al sale non menoaffascinante di quello fondato sul gioco delle forze della natura per la sua produzionee per l’utilizzo della zona umida salinara.

Questo percorso, che nella realtà può occupare due-tre ore, si può schematizzarein alcuni punti essenziali, tenendo presente recenti e meno recenti tecniche diraccolta del sale e relative strutture e attrezzature utilizzate; come pure tenendopresenti strutture fisse ancora in uso, legate alle attuali modalità ed esigenze lavorativedel sale; nonché strutture fisse in disuso, legate a passate modalità ed esigenzelavorative di tale prodotto.

17

8. Informazioni acquisite dal Sig. Dellorco, della Direzione delle Saline, che si ringrazia per la proficuavisita che ha consentito di effettuare alle Saline grazie alla sua competenza ed alla passione per l’attivitàin essa svolta.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Fig. 1 Carrelli sbilicabili con motrice per raccolta sale (in uso anni ’80-’90 del ‘900).

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS18

Fig. 2 Nastri trasportatori per ammassamento del sale.

Fig. 3 Macchina raccoglitrice di sale semovente.

2. Il percorso del sale dalla raccolta all’impacchettamento: strutture eattrezzature.9

Il sale, nella raccolta stagionale, si cominciava a portare fuori dal bacino salantea partire dalla metà del mese di agosto.

Successivamente si sono impiegati:1. carrellini scorrenti su binari a scartamento ridotto, spinti a mano;2. carrellini scorrenti su binari a scartamento ridotto, trainati da una piccola

motrice (foto1);3. ammassamento con dei nastri trasportatori (foto 2);4. macchine raccoglitrici semoventi, la cui lunghezza, da 150 a 200 metri, era

pari alla larghezza del bacino interessato (foto 3);

Il sale asportato dal fondo del bacino era portato ad una delle due norie postealle estremità della raccoglitrice.

Le norie erano formate da una cabina di comando e da un nastro verticale a tazzeche, prelevato il sale dal nastro trasportatore orizzontale, lo sollevava facendolocadere, attraverso un’apertura posizionata in alto, all’interno di una serie di convogliferroviari, formati da un locomotore e da un numero variabile (da 8 a 12) di carrellisbilicabili di ridotte dimensioni, adibiti al trasporto del sale dal bacino di raccolta aduna buca di scarico (convogliatore).

Una serie di ulteriori nastri trasportatori provvedevano ad indirizzare il sale su uncarroponte (foto 4), dalla cima del quale cadendo, formava un cumulo alto circa 20metri e lungo alcune decine di metri.

19

9. Per la ricostruzione di questo percorso del sale, controllato “in loco”, ci siamo avvalsi, oltre di quantoappreso dal Sig. Dellorco, già richiamato, di quanto è nel sito www.atisale.com, alla voce “la raccolta delsale: evoluzione tecnica nel tempo”.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Fig. 4 Raccolta e ammassamento di sale con carro ponte.

Il sale nella raccolta pluriennale, è portato fuori dal bacino salante ogni 3-5 anni,a seconda delle necessità del mercato.

La trasformazione del metodo di raccolta è stata occasionata dalla mancanza dispazio nelle aie di ammassamento in un anno in cui il mercato era instabile. Ciò hafatto sì che si pensasse di lasciare il sale deliberatamente nelle caselle salanti. Ne èconseguito anche un minor impiego di manodopera, necessario per contenere i costidi produzione, e la possibilità di avere un sale più pulito, in quanto meno espostosulle aie di ammassamento.

La raccoglitrice annuale si è dovuta rinnovare: a quella tradizionale emastodontica si è passati ad un’altra per la raccolta pluriennale, di concezione efunzionalità più moderna e confacente alla nuova realtà che si era venuta a creare.Di dimensioni notevolmente ridotte rispetto alla prima; con ridotto numero di addettial suo funzionamento; con possibilità di muoversi sulla incrostazione salina grazieai cingoli (foto 5); con la possibilità di caricamento dei camion direttamente nelbacino salante.

Il sale, prelevato dai camion, di qui è trasportato alla buca di scarico(convogliatore), per proseguire poi il consueto percorso sul nastro trasportatore e,passando dal carroponte, finire sull’aia di ammassamento per la formazione delle“montagne” di sale.

Su tali aie di ammassamento il sale stagiona per un periodo non inferiore a 40giorni, perdendo così una ulteriore quantità di “acqua madre” in esso contenuta econ questa una eventuale presenza di cloruro di magnesio, dal sapore amarognolo.

La raccolta pluriennale del sale si è avvalsa di ulteriori miglioramenti. Il continuotransito dei camion sulla incrostazione salina (con uno spessore variabile dai 50 ai90 cm.) provocava sprofondamenti tali da impedire la pratica realizzazione del

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS20

Fig. 5 Raccolta meccanica del sale detta "a travoni".

21THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

trasporto del sale fuori dai bacini, in quanto avveniva la mescolanza tra il sale el’argilla di cui è composto il fondo dei bacini, con conseguente raccolta di salesporco. I tecnici della salina hanno messo a punto un tipo di raccolta meccanica delsale chiamata “a travoni di sale” (foto 5). Questa prevede, una volta scaricata “l’acquamadre” esistente nella incrostazione marina, l’accesso nel bacino salante con uncerto numero di escavatori, procedendo alla formazione di una canalizzazioneperimetrale (foto 5) per permettere un più veloce ed abbondante deflusso delle“acque madri” presenti sulla incrostazione di sale.

Successivamente viene effettuata la formazione di travoni di sale, operando lasovrapposizione di non meno di due strati di incrostazione salina (quella esistente,più una di scavo e riporto), creando, quindi, delle vere e proprie piste sulle qualioperano gli stessi escavatori che caricano i camion di sale (foto 5). Questi provvedonoa loro volta a trasportare il sale e scaricarlo nella tramoggia e da qui alla aie diammassamento attraverso l’utilizzo di una serie di nastri trasportatori e del carroponte(foto 4).

Il doppio spessore realizzato con la formazione dei travoni di sale consente disopportare senza cedimenti il continuo passaggio dei camion. Questo tipo di raccoltaè unico al mondo ed è un vanto delle Saline di Margherita di Savoia.

Il sale, prelevato dalle aie di ammassamento, in parte è trasportato all’esterno allostato sfuso con appositi camion. Altro è trasferito, sempre con camion, versol’impianto di impacchettamento. Qui è fatto passare entro cilindri rotanti, dettiTrommel, tramite i quali si effettua una separazione del sale da inerti eventualmentepresenti.

Successivamente si ha il lavaggio del sale (foto 6) con acqua satura (salata) perliberare il sale da eventuali altre impurità, come, per esempio, il pulviscolo

Fig. 6 Area impacchettamento, strutture per lavaggio sale.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS22

atmosferico, che facilmente vi si deposita durante la sua permanenza sulle aie diammassamento. Per liberare il sale dall’acqua, che è servita per il suo lavaggio, siutilizzano delle centrifughe, che per effetto di un intenso moto rotatorio separanol’acqua dal sale. Questo però, essendo altamente igroscopico, conserva ancora unalto tasso di umidità.

Questa umidità viene eliminata facendo passare il sale entro dei forni a lettofluido, in cui vi è un getto di aria calda che riduce l’umidità del sale a valori diumidità dell’ordine dello 0,3%, cioè atto ad essere impacchettato.

Il sale è fatto ancora passare attraverso dei vibrovagli lineari (foto 7), cheprovvedono prima a separare il sale grosso da quello fine e subito dopo, mediantedei nastri trasportatori, a riempire i relativi silos di stoccaggio, direttamente collegaticon le macchine impacchettatrici (foto 8) per la loro alimentazione. L’impianto diimpacchettamento, sia di sale fino che grosso, provvede a pacchi di 1 chilo senzaalcun additivo (foto 9). Tali macchine, in numero di due, hanno una produttività di300 pacchetti al minuto di sale grosso e di 200 astucci al minuto di sale fino. Ipacchetti così ottenuti vengono raggruppati per 10 e tenuti insieme da una pellicolatermoretraibile. Essi confluiscono verso una ulteriore macchina (pallettizzatore)preposta alla formazione di pedane del peso complessivo di 10 quintali ciascuna, lequali, dopo essere state adeguatamente incellofanate, per consentire un più agevolecarico e trasporto, vengono stoccate in un apposito magazzino, pronte per esserevendute (foto10).

3. Accanto alle strutture mobili e semimobili, legate alle presenti (e passate)operazioni di raccolta del sale sino all’impacchettamento, le Saline hanno unpatrimonio di strutture fisse non indifferente, contenitori, anche esse, di attività

Fig. 7 Area impacchettamento, vibrovagli lineari.

23THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Fig. 8 Area impacchettamento, sacchetti da 30 kg.

Fig. 9 Area impacchettameno, astucci di sale fino da 1 kg.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS24

Fig. 10 Area impacchettamento, magazzino con "pedane".

presenti e testimoni di attività passate. La forte contrazione di manodopera nel corsodegli anni ’80 e ’90 del ‘90010 ha inciso anche sulla operatività di servizi e officinedi supporto, ma nel complesso si possono individuare tre nuclei ben distinti distrutture fisse che si incontrano da quando si entra nelle Saline e seguendo poi ilpercorso del sale dalla raccolta all’impacchettamento.

Un primo nucleo è rappresentato dai capannoni di varie dimensioni che ospitano– o ospitavano – i servizi: alloggi e servizi per gli operai; uffici; laboratori; officinemeccaniche e falegnameria; alloggio macchine (foto 11); e così via. Un secondonucleo è rappresentato dal complesso di edifici attorno a cui ruota la fase diimpacchettamento, dove sono anche i magazzini (foto 10) che custodiscono le varietipologie di prodotto finito. Un terzo nucleo è rappresentato dal “capannone Nervi”(foto 12-13) e da quanto vi è connesso. Nonostante la centralità fisica di questocapannone, tra aree di raccolta e area di impacchettamento, la vera centralità glideriva dalle sue dimensioni e dall’essere opera di Pier Luigi Nervi, eminenterappresentante dello strutturalismo architettonico italiano.11

Dalle dimensioni di una cattedrale, richiamata anche nella facciata, l’edificio èconosciuto come “magazzino per la sofisticazione dei Sali” e doveva essere utilizzatoper consentire una razionale produzione di sali con additivi aromatici di vario genere.Ma la normativa dell’ultimo dopoguerra non ha mai consentito la produzione di salecon additivi, tranne il sale iodato, facendo sì che l’imponente edificio, commissionatonel 1936 e ultimato nel 1938, non venisse praticamente mai usato.

10. V. sub nota 3.

11. Per un inquadramento di Pier Luigi Nervi (Sondrio 1891 – Roma 1979) v. R. De Fusco, Storiadell’Architettura Contemporanea, Roma – Bari, Laterza, 1996, pp. 369 e 467. E’ interessante tener presenteche Nervi, tra il 1935 ed il 1943, si dedica alla progettazione di aviorimesse per conto dell’aeronauticaitaliana, applicando interessanti soluzioni nella progettazione delle ampie volte di copertura. Sono proprioqueste che caratterizzano il padiglione di Margherita di Savoia.

25THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Fig. 11 Padiglioni per accoglienza operai.

Fig. 12 Edificio per ammassamento e "sofisticazione" sali.

Fig. 13 Padiglione "Nervi" nell’edificio per ammassamento e sofisticazione sali.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS26

Il “Nervi”, come è comunemente chiamato, costituisce la parte maggiore di unedificio in parte modificato dalle aggiunte edilizie messe in opera nel corso degli anni’50.12 Esso è composto da due corpi di fabbrica, il magazzino (o silos) per lasofisticazione dei Sali e la torre degli impianti. Il silos (foto 13) misura mt.22,10X62,21, con campate variabili da mt.5 a mt.3,65. Esso consta di 13 campate,ritmate da 12 piloni in cemento armato, fondati ognuno su pali da 25 cm. didiametro, sui quali si innestano altrettanti archi parabolici. Alto 15,90 mt, il silos siarticola in tre ordini di capriate a sviluppo pseudo-piramidale; la prima impostata aquota 5,30, la seconda a quota 9,25, la terza a quota 13,60. Quest’ultima funge daelemento di immissione del sale. All’interno, un corridoio percorribile permette diperlustrare la struttura e manovrare manualmente le chiuse in legno.

La torre degli impianti misura mt. 20,00X9,00. Grazie alla sua altezza (22 mt.)ed alla rastremazione data ai tre ordine di pieno, essa “assume un significato ed unvalore aggiunto nei confronti del paesaggio e del territorio, configurandosi come veroe proprio segno urbano”13.

Niente meglio delle immagini consente di apprezzare in pieno il percorsoattraverso questo ricco patrimonio industriale legato alla produzione e consumo delsale.§

12. Per questo inquadramento tecnico del “magazzino (silos) per la sofisticazione dei Sali” e della “torredegli impianti” ci siamo rifatti all’opuscolo dell’architetto A. Riondino, Magazzino per la sofisticazione deiSali a Margherita di Savoia. Progetto dell’architetto-ingegnere Pier Luigi Nervi, Foggia, Grenzi Editore,2006.

13. Ibidem.

O PORTO, O MONOPÓLIO DO SAL E A

ESTRUTURAÇÃO DA ECONOMIA MERCANTIL

(SÉCULOS XIII-XV)

Amândio Jorge Morais Barros*

Resumo: As dinâmicas económicas geradas em torno do sal representaram importan-tes factores de estruturação dos mercados. Desde muito cedo que o produto, pela suaimportância no quotidiano das populações e pelas consequentes receitas geradas peloseu comércio, despertou o interesse dos empresários e agentes económicos medievaise modernos. Ter sal no Porto era garantia de movimento, de atracção de navios e de mer-cadores. Em paralelo, a cuidadosa regulamentação do tráfico e das actividades desen-volvidas em torno do sal, bem como as estratégias de controlo desta mercadoria, tor-naram-se assuntos prioritários no programa político das municipalidades e autoridadesportuárias. Neste trabalho prestarei atenção à forma como a cidade do Porto usou o co-mércio de sal como modo de fortalecer autoridade sobre o seu hinterland e estruturaro seu mercado comercial, acompanhando os principais momentos do processo. Sen-do que os estudos clássicos sobre o salgado português rejeitam a noção de monopó-lio, a acção que aqui se acompanha demonstra que o Porto desenvolveu, precoce-mente, uma política económica tendencialmente monopolista relativamente ao co-mércio de sal. Os dados recolhidos – em documentação municipal – remontam ao sé-culo XIV, altura em que os governantes do burgo encetaram um processo selectivo dedesmantelamento da concorrência em redor do Porto. Esse facto, revelador de uma es-tratégia política e económica com objectivos claros, revelou-se fundamental para a con-solidação de uma estrutura portuária e comercial que, fundada no comércio de sal deAveiro (embora não exclusivamente), permitiu a expansão da actividade marítima e daprosperidade da cidade desde os finais da Idade Média.

1. Introdução

No domínio da história económica e social, a caracterização dos espaços em es-tudo assume cada vez maior ponderação, nomeadamente quanto à sua capacidadede afirmação, organização, ligações e dinâmicas de dominação exercidas sobre re-giões envolventes, necessárias para o seu próprio desenvolvimento. Em poucas pa-

27A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]; investigador do projecto SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio am-biente - séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”; Instituto de História Mo-derna-Universidade do Porto; professor e investigador; Doutorado em História Moderna; Membro do IHM-FLUP; Temas de investigação: O Porto e a construção dos navios de Vasco da Gama; O Porto e arredores;O negócio das Ilhas: aspectos das relações entre o Porto e os arquipélagos atlânticos no início da ÉpocaModerna.

lavras: busca-se a definição e estruturação dos mercados, e as relações neles reali-zadas.

A historiografia anglo-saxónica tem dado os passos mais decisivos neste sentido.Concretamente, tem-se preocupado em definir o escalonamento das cidades me-dievais e modernas, a sua função e hierarquia. Tem-se promovido um proveitoso diá-logo interdisciplinar com a Geografia (mais a Economia, Sociologia e Antropologia),ciência da qual se aproveitam conceitos operativos que ajudam a explicar certas di-nâmicas urbanas. Desde logo, a definição de cidade, identificada como lugar de cen-tralidade, “que serve as necessidades comerciais, administrativas, religiosas e cultu-rais das suas esferas de influência”1.

Noutra perspectiva, complementar, os centros urbanos dispõem-se em termoshierárquicos; o lugar de cada um determina-se pela escala, valor e variedade das suasfunções. E das suas articulações, também. Esse processo remete para o tema da cen-tralidade e constituição de mercados: se as cidades maiores têm tendência a forne-cer o território circundante de bens manufacturados e mercadorias importadas, aspraças das vizinhanças, geralmente menores, normalmente integradas no mundo daactividade primária, abastecem-nas de bens de primeira necessidade, víveres e arti-gos de consumo básico. Evidentemente que as alimentam também de gentes, numfluxo migratório persistente, fundamental para o preenchimento de efectivos nas di-ferentes áreas, económica, social, administrativa, militar…, desenvolvidas através doespaço urbano. Porém, embora os comportamentos demográficos constituam facto-res decisivos para a saúde dos mercados, e de modo ainda mais decisivo na crono-logia eleita para análise, neste estudo deter-me-ei apenas nas vicissitudes do controlodas mercadorias circulantes e do que isso representou na sua afirmação.

Neste sentido, importa registar a revisão, recente, da linguagem operativa, frutoda interdisciplinaridade entre História, Economia e Geografia. Há muito tempo quese consagrou o termo alemão hinterland, no sentido em que ele descreve o territó-rio em redor da cidade, e que com ela interage economicamente. Actualmente, estevocábulo, ou melhor, a realidade que ele define, tende a ser melhor precisada. No-meadamente através da utilização da expressão/conceito umland, que mais correc-tamente define a “região interior”, mais próxima, fornecedora da cidade, dependentedesta. Por seu turno, hinterland passa a designar a um território mais vasto, um pou-co mais distante, no qual se desenrola um conjunto mais alargado de transacções ese expandem outras dinâmicas, também jurisdicionalmente menos dependente da ci-dade e das suas imposições. Conforme observaremos adiante, a propósito da evolu-ção das relações económicas, administrativas e territoriais desenvolvidas na zona no-roeste e norte de Portugal entre os séculos XIII e XV, esse escalonamento e sua fun-cionalidade emergem nitidamente no conjunto de acções fomentadas.

Para isso, é preciso saber quando se constitui e expande aquilo a que poderemoschamar “sistema urbano”; quando é que ele se solidifica e se torna decisivo no de-vir económico.

Estas palavras introdutórias pretendem contextualizar o tema que me proponhoanalisar: a constituição do monopólio do comércio de sal no Porto durante os finaisda Idade Média. Porque, de certo modo, é de mercados, de relações de poder, de afir-mação mercantil que aqui estão em causa; das formas como um centro urbano, oPorto, foi capaz de se assumir como força centrípeta, atraindo os bens (e as gentes,

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

1. DYER, Christopher – Small places with large consequences: the importance of small towns in England,1000-1540, in “Historical Research”, vol. 75, nº 187 (February 2002), p. 1.

28

como disse) de que necessitava, interferindo no território em seu redor e projectan-do-se consistente e continuadamente sobre espaços de negócios europeus conse-guindo, no final desse processo, assumir-se como cabeça de um território estrutura-do, e manifestando importantes e interessantes projecções internacionais. E isso,como tentarei demonstrar, em resultado de se ter conseguido apoderar do lucrativoe influente comércio de sal.

O sal surge, assim, como o protagonista deste estudo. Como uma das bases so-bre as quais assentou toda um programa político que resultou na afirmação da cidadecomo núcleo dominante de um dos espaços económicos mais importantes do reino.É a história do seu controlo que, sinteticamente, tentarei dar a conhecer nas páginasseguintes.

2. Formação e defesa do mercado salineiro portuense nos séculos XIII eXIV

Na baixa Idade Média, em contexto de expansão, o Porto, à semelhança de ou-tros centros urbanos europeus, adoptou o seguinte princípio orientador da sua polí-tica económica: apenas dar carga só a quem trouxesse carga; acrescentando-lhe aimposição de as mercadorias estratégicas serem obrigatoriamente encaminhadas paraos seus armazéns e definindo claramente privilégios comerciais para vizinhos e nãovizinhos. Este padrão, tipificando a cidade e a sua função de centro redistribuidor,manteve-se em vigor por vários séculos. Entre outras consequências, dele resultou aconstituição de mecanismos de controlo sobre a região produtora, a mobilização derecursos humanos no controlo e vigilância de certos lugares em redor, potenciais an-tagonistas, e da imposição da sua força, atitudes sancionadas pelas instâncias go-vernativas centrais. Tratava-se de pequenas localidades que, embora integradas noseu termo jurisdicional, constituíam desde há muito preocupação para as autorida-des municipais dado que, pelas características que patenteavam – sobretudo pelo seuafastamento do centro e por desenvolverem uma actividade paralela, no âmbito dotráfego marítimo e comercial – eram demandadas por clientes que convinha à cida-de atrair para si. Essa realidade decorria de duas situações: primeiro, por estarem afas-tadas da cidade e escaparem à sua vigilância; segundo, por uma espécie de “esta-tuto de imunidade”, ou melhor, de um certo “vazio legal”, uma vez que, inicial-mente, para acautelar o crescimento desses lugares, minorando o seu relativo isola-mento, em geral estavam isentas de algumas posturas e limitações entretanto apro-vadas no burgo. Esse estatuto, comportando o acolhimento de embarcações e, in-clusivamente, uma relativa liberdade de comércio, de sal, por exemplo, entre outros,fazia desses locais pontos atractivos para um lucrativo comércio oculto.

Por detrás da evolução da conjuntura, esteve o crescimento que a cidade do Por-to experimentou na primeira metade do século XIV – traduzido na construção da mu-ralha gótica –, o qual acarretou maiores necessidades de abastecimento da parte deuma população mais numerosa, e coincidiu com um período no qual houve a per-cepção dos ganhos que se poderiam retirar da procura geral (europeia) e consequenteconcentração de bens, como o sal, os vinhos, o pescado, a carne, os couros, os co-

29THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

rantes vegetais…, para posterior redistribuição nas praças internacionais de referên-cia.

Esta cronologia tem muito que se lhe diga. Como se sabe, ela é tradicionalmen-te reconhecida como um período de crise geral, e dos mais graves que o Ocidenteconheceu. Mas, ultimamente, os historiadores retomaram o tema e interrogam-se so-bre ela, sobre o seu verdadeiro alcance e consequências, procedendo a uma revisãoque ainda está a dar os primeiros passos. Que regiões foram, na realidade, afectadas,e como? Que regiões beneficiaram dela, e como? É que, a “crise”, mesmo quandose analisa o conjunto dos reinos europeus, parece ser mais política do que econó-mica, marcada por disputas violentas entre reis, pretendentes, partidos da nobrezae da burguesia (D. Pedro e D. Fernando em Portugal, ascensão dos Trastâmaras emCastela2, Eduardo II e Ricardo II contra os barões, em Inglaterra3, a decadência dosCapetos e a tomada do poder pelos Valois4, em França, a própria crise da monarquiapapal5…), cujas consequências sobre a economia ainda estão por avaliar. A relaçãoeconomia/política é, porventura, mais acentuada em termos de fiscalidade, de bus-ca de receitas indispensáveis para gerir as lutas de poder e a afirmação das novas fac-ções dirigentes. Não muito mais6. Evidentemente que há diversas matérias a escla-recer7. Para lá das interrogações já aqui expressas, é preciso clarificar que dimensãoe sequelas tiveram os períodos de escassez alimentares de inícios do século (docu-mentados em algumas regiões), e quais os verdadeiros efeitos (sobre que regiões?)da(s) peste(s)? Do que parece não haver dúvida, além da dificuldade em manter a ha-bitual visão catastrófica da Europa daquela centúria, é do facto que esta conjunturafoi bastante marcada pela ascensão e autonomia dos municípios, pelo desenvolvi-mento dos centros mercantis (sobretudo portos e povoações com feiras) e por umaexpansão, sem precedentes, do comércio internacional com consequências que, emalguns casos (os centros costeiros portugueses, o vale do Douro, Castela a Velha, azona cantábrica…) ultrapassaram os limites das cidades e vilas. Creio que a regiãoem torno do Porto constitui um bom observatório deste fenómeno. E a ele liga-se todoo enredo político que vínhamos observando.

Em boa verdade, a luta em favor dos interesses mercantis da cidade (porque, narealidade, trata-se aqui de estratégias de negociantes) representava uma limitação àliberdade de comércio8. Mas o que é que neste tempo não é limitação, salvaguardade privilégio particular, regime especial ou franquia? A questão, mais vasta, está emsaber até que ponto houve capacidade para resistir às violações a esses estatutos. Oque explica o fenómeno do contrabando, a busca de vantagens e lucros num lugar

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

2. VALDEÓN BARUQUE, Julio – Los Trastámaras: el triunfo de una dinastía bastarda. Madrid: Temas deHoy, 2001.

3. John Taylor & Wendy Childs, eds. – Politics and Crisis in Fourteenth Century England. Gloucester: AlanSutton, 1990.

4. GAUVARD, Claude – La France au Moyen Âge, du Ve au XVe siècle. Paris: PUF, 2004, especialmenteo capítulo “Du XIVe au XVe siècle, une conjoncture de crise”.

5. ALVAREZ PALENZUELA, Vicente Ángel – La crisis de la monarquía papal y el conciliarismo en el tras-curso del Trescientos al Cuatrocientos, in “Cuadernos de Historia Medieval, 2, 1999.

6. E já não é pouco; sobretudo quando pensamos nas medidas tomadas para proteger esses grupos, deinegável alcance económico. Recordemos, a título de exemplo, a implementação dos seguros marítimose a companhia das naus portuguesa no tempo de D. Fernando. Ou as cartas de franquia e de feira às vi-las e cidades castelhanas.

7. E assim permanecerão pois não é este o lugar para tratar tão complexo assunto.

8. Impedindo os comerciantes – de fora ou, mesmo, do termo – de escolherem conforme seu arbítrio osmercados que mais lhes interessasse demandar.

30

de oportunidades. É que, por esta altura, o conjunto cidade/termo emergia nitida-mente como um importante centro fornecedor e placa giratória de distribuição ao ser-viço de uma zona vasta que, desde as Beiras chegava à fronteira norte de Portugal.Ao movimento, soma-se movimento; e, usando uma metáfora pouco original, sãomuitos aqueles que pretendem alcançar a fortuna sem passar pela “casa partida” e,se possível, sem ir para a cadeia.

A insistência na homologação de posturas como as acima referidas demonstra adificuldade de implementação desta política, assim como a amplitude do fenóme-no comercial. No entanto, a persistência, convenientemente reforçada por medidasrepressivas – concretizadas na apreensão de cargas e multas aos infractores – terá co-meçado a dar frutos no decurso de Trezentos. Esse “sucesso”9 deveu-se ao acrésci-mo e contínuo aperfeiçoamento das posturas que, conjugando legislação, medidasde vigilância efectiva e eliminação pontual de estruturas produtivas concorrenciais,como veremos, tornou efectiva a autoridade da cidade sobre o termo e neutralizoua competitividade dos lugares marítimos vizinhos.

Para o tema que de aqui nos ocupamos, destacam-se as questões do sal e do pes-cado, indissociáveis, elementos/proveitos basilares da estrutura económica medievalportuense e da sua afirmação. Com destaque, como referi, para o sal.

Já notei que algumas posturas em matéria económica não foram, de início, su-ficientemente abrangentes. À margem tinham ficado lugares como Moroça, Matosi-nhos, S. João da Foz, Gaia e Vila Nova. A esses sítios isentados, logo mais atractivos,acorriam recovas de Bragança, Chaves e de muitas outras terras de fora do termo,“ssem tragendo nem huuns mantymentos aa dita çidade”, e levando dali “os pesca-dos ssecos frescos ssardinhas ssoltamente ssem aluara e mandado dos uereadores daçidade”10. Porque, no entendimento dos responsáveis do burgo, era prejudicial “vi-ver a cidade com regimento” e o termo sem ele, numa clara percepção daquilo queestava em causa, em 20 de Dezembro de 1393 o regulamento comercial em vigorfoi estendido a todo o território jurisdicionalmente dependente do Porto. A partir des-ta data a cidade passava a controlar as transacções. Quem quisesse mercadoria, no-meadamente sal e peixe, deveria trazer outra em troca, de preferência mantimentos,e só com alvará da Vereação podia mercar na terra.

O sal merece discurso mais extenso. A sua importância na economia decorre dasua utilidade na vida quotidiana das populações históricas11. Objecto de comérciointernacional, alimentava circuitos de negócios. Nesta perspectiva, este trabalho,como outros apresentados neste colóquio, pretende chamar a atenção para o relevoeconómico do sal da bacia de Aveiro e da sua projecção internacional no períodomedievo, e no século XVI. E essa realidade deve-se, em grande parte, à estreita li-gação do salgado aveirense às dinâmicas marítimas desenvolvidas no Porto e nos por-tos do noroeste português, responsáveis pela sua comercialização a média e longadistância. De tal maneira que, até muito alongado o século de Quinhentos, ele tem

31

9. A cidade, contudo, nunca pôde baixar os braços. As mesmas deliberações continuaram a ser norma;acrescidas da nomeação de “olheiros” das cargas, reforço dos poderes dos almotacés e policiamento doscaminhos, foram uma constante e estenderam-se por todo o período medieval e moderno. Mas com re-sultados: o levantamento de autos e a cobrança de multas comprovam-no provando, por outro lado, queo contrabando foi igualmente fenómeno que não cessou.

10. BASTO, Artur de Magalhães – “Vereaçoens”. Anos de 1390-1395. Porto: Câmara Municipal/Gabine-te de História da Cidade, [1937], p. 355. Salvo indicação em contrário, as citações que nas próximas pá-ginas farei provêm desta obra.

11. Ver uma nota mais alargada sobre as potencialidades do sal na conclusão deste artigo.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

nesta área nortenha mais peso que o de Setúbal, maioritariamente citado pela his-toriografia internacional em resultado dos importantes estudos de V. Rau12. Mas de-vemos ser cuidadosos na hora de abordarmos este tema. O sal, como lembra PeterSpufford, não era, nestes tempos, objecto de comércio massivo; ou mais correcta-mente, de transporte massivo. Circulava, sem dúvida, mas as necessidades básicasdas populações europeias satisfaziam-se com o produto da exploração de modestassalinas e jazidas, existentes um pouco por todo o lado, sujeitando-se à menor qua-lidade do sal nelas produzido, e à sua disponibilidade, que, geralmente, não era mui-ta. Temos assim que o sal se evidencia verdadeiramente quando alguém se encarre-ga de fazer dele objecto de um trato constante, em especial conjugando-o com ou-tros negócios (os curtumes, por exemplo), devidamente controlado, num lucrativojogo de trocas. Isso acontece no entorno portuense.

A pensar nesse negócio florescente, a cidade do Porto aprovou, consecutiva-mente, dois conjuntos de medidas, restritivas da produção e do comércio, com ummesmo objectivo: monopolizar a distribuição.

Remonta à época dos Romanos a exploração de marinhas em vários pontos daTerra de Bouças, nome da circunscrição medieval grosso modo localizada no actualconcelho de Matosinhos. Da amplitude desta actividade no período romano ficamos testemunhos materializados nos tanques de salga e produção de pasta de peixena praia de Angeiras, Lavra13, descobertos há algumas décadas e objecto de estudosarqueológicos e históricos recentes14. Bouças era terra de pescadores. E esse modode vida exigiu sempre grandes quantidades de sal, para preservar o pescado, o queficava mais facilitado com a existência e exploração de salinas15. No contexto da es-trutura produtiva medieva, da posse dos modos de produção e das relações so-ciais/jurisdicionais sabemos alguma coisa sobre as estruturas de tipo salinas locali-zadas em propriedades régias (reguengos) e senhoriais (coutos de mosteiros e hon-ras da nobreza), e quase nada quanto às concelhias e vilãs, sendo as duas primeirasobjecto de arrendamento e emprazamento a favor dos moradores das redondezas.Era a forma encontrada para alimentar de sal, mais comodamente, as comunidadesmarítimas das freguesias de Matosinhos e S. João da Foz, e de outras menos sonan-tes.

Numa contagem sintética, a partir de Alberto Sampaio e dos Portugalie Monu-menta Historica, Virgínia Rau16, enumera as seguintes, na zona entre o Leça e o Dou-ro:

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

12. Facto que, para certos momentos, terá inflacionado a importância real que ele, na realidade, alcan-çou. De qualquer modo, para o período moderno, estas afirmações estão sujeitas a revisões resultantesda avaliação do peso das importações de Setúbal (assim como de Lisboa, Castro Marim, Andaluzia…), paraas quais há dados do século XVI.

13. Com toda a probabilidade seriam maioritariamente usados na produção de garum. Têm muito signi-ficado. E um significado que ultrapassa em muito o simples marco cronológico romano. Estes postos deprodução devem ter sido muito importantes, ao ponto de terem criado uma tradição de consumo de pas-ta de peixe – elemento importante numa dieta caracterizada pela fraca condimentação dos alimentos –que chegou, pelo menos, ao século XVI. Posturas medievais e modernas proíbem a confecção de sail nointerior da cidade, devido à sujidade e mau cheiro, que atentavam contra o bem-estar público. Ora, emportuguês arcaico, o vocábulo sail significa, precisamente, molho e pasta de peixe, salgados e condi-mentados, provavelmente ainda à maneira legada pelos Romanos.

14. CLETO, Joel – A Indústria de conserva de peixe no Portugal Romano. O caso de Angeiras (Lavra, Ma-tosinhos). Matusinus. Revista de Arqueologia, Matosinhos, 1 (1995/96), p.23-45.

15. Ressalvando as devidas proporções, dada a extensão da costa portuguesa e a importância que o mardetinha no quotidiano das gentes, na alta Idade Média, em todos os povoados costeiros havia salinas –no Porto, como veremos, vinham até às portas da cidade, já no interior do rio Douro, em Massarelos eMiragaia – como em todos os pontos do reino havia vinhas.

16. “A exploração e o comércio de sal em Setúbal–Estudo de história económica”, in Estudos sobre a his-tória do sal português, edição preparada por José Manuel Garcia. Lisboa: Ed. Presença, 1984, p. 56-57.

32

Sem me poder pronunciar acerca dos diferentes aspectos ligados à exploraçãodestas salinas, nomeadamente quanto à sua produtividade28, nem tão-pouco quan-to à sua extensão, o seu número, em contrapartida, parece ser algo significativo, epoderá justificar o impacte que tiveram as decisões sobre a sua neutralização, queadiante acompanharemos. Como informação complementar diga-se, para finalizaresta breve alusão ao território matosinhense e à sua ligação ao modo de vida sali-neiro, e ao mesmo tempo constatar a prática da pluriactividade, fenómeno de certomodo corrente entre as comunidades destes tempos, essencial para equilibrar/me-lhorar os inconstantes rendimentos obtidos na faina29, que por volta do ano 1258 jáexistia na foz uma pequena frota composta por 6 pinaças, 1 caravela e 20 barcos “sa-valeiros”, ocupados no transporte de sal de Aveiro, demonstrando que a produção

33

17. Trata-se das salinas anteriores, vendidas por Benedito, “que as amanhara e explorara”, a esse mostei-ro.

18. Trata-se das anteriores, doadas pelo referido presbítero.

19. Provavelmente “de Ermesenda”.

20. A mesma “parte de salina” anterior, “discurrente ribulo leza”, que lhe foi vendida por “Pedro Quili-fonsis”, que a tinha de seu pai.

21. Ou “Lavandaria”?

22. Trata-se das anteriores, doadas pelas referidas irmãs.

23. Por compra.

24. Por compra, junto do talhão adquirido pelo mesmo mosteiro em 1112.

25. Por doação.

26. Por doação. Provavelmente, trata-se dos mesmos talhões atrás referidos.

27. Mosteiro de Leça? Trata-se de salinas de reguengo de que o mosteiro se havia apropriado.

28. Que, apesar de tudo, acredito não deveria ser muito significativa nos finais da Idade Média.

29. Assim como o alistamento em navios mercantes e o deslocamento de algumas unidades navais parao comércio a média e longa distância têm o mesmo efeito. Sobre a pluriactividade, tema que a Históriadeve à Geografia, ver os estudos de LE BOUËDEC, Gérard – Gens de mer, sociétés littorales et pluriacti-vité: l’évolution de la recherche e VARY, Morgane – Pluriactivité et intégration sociale. Le rôle de l’éco-nomie informelle dans les villes atlantiques au XVIIIe siècle, ambos apresentados ao Colóquio Présenceet représentations du monde atlantique dans les villes d’Europe occidentale du Moyen Ãge au XXe siècle,Nantes 2003.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Data Localização Descrição Proprietário

a. de 1032 . . .Foz do Leça . . . . .corte de salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Beneditoa. de 1032 . . .Foz do Leça . . . . .corte de salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sta Cruz de Coimbra17

1045 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Leça1045 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo da Vacariça1053 . . . . . . . .Custóias . . . . . . . . .salinas1057 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Presbítero Afonso1057 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Leça18

1063 . . . . . . . .Foz do Leça . . . . .talhão da salina “Ermesinda”19 . . . .Mo de Leça1070 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .salina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Pedro Quilifonsis1070 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .salina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Tructesindo Guterres20

1088 . . . . . . . .Margem Leça . . .núcleo salineiro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Escambo1090 . . . . . . . .Lavandeira21 . . . .3 talhos de marinha . . . . . . . . . . . . . . . .Ermesinda e Elvira Moniz1090 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .3 talhos de marinha . . . . . . . . . . . . . . . .Mo S. João de Pendurada22

1112 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .talho de marinha . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Moreira, Maia23

1113 . . . . . . . .Bouças . . . . . . . . . .salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo Paço de Sousa1119 . . . . . . . .Guifões . . . . . . . . .talho de marinha . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Moreira24

1139 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .4 talhos “inteiros” de marinha . . . . . .Mo de Moreira25

1145 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .4 talhos “inteiros” de marinha . . . . . .Mo de Vairão26

1234 . . . . . . . .Lavandeira . . . . . .3 talhos de marinha . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Moreira1258 . . . . . . . .Bouças . . . . . . . . . .2 talhos de salina . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mo de Bouças?27

s. XIII . . . . . . . .Massarelos . . . . . .marinhas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reguengos. XIII . . . . . . . .Miragaia . . . . . . . .marinhas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reguengo

local já não chegava para as solicitações do mercado e, provavelmente, para ali-mentar a sua actividade pesqueira na qual as mesmas embarcações também estariamcertamente empenhadas.

O crescimento da cidade do Porto, facilmente detectável na expansão demo-gráfica e dilatação do espaço intramuros desde o século XIII, concretizado com aconstrução da muralha (por todo o século XIV), assim como a afirmação da sua vo-cação comercial e marítima, tal como já vimos, indicadores contra a corrente da in-terpretação catastrófica desta época, determinaram a adopção de uma política agres-siva, entendida como a melhor forma de protecção dos interesses mercantis.

Assim aconteceu com o senhorio da urbe, o Bispo. Considerando os interessesda cidade, tratou de obter do rei a permissão para o desmantelamento de todo aque-le complexo de marinhas (20 de Julho de 139230). O abastecimento de sal à regiãopassaria a ser assegurado pelo salgado de Aveiro, que como já disse, foi o centro for-necedor preferido durante séculos. Para aí passaram a ser encaminhados navios, mui-tos navios, obrigados a pagar direitos sobre as cargas à Mitra e ao Cabido. Esta es-tratégia, com toda a probabilidade negociada com os armadores e mercadores doPorto, que a terão pressionado, resultou na formação de um extenso mercado de sal,projectado e gerido a partir da cidade, que desde logo se torna um dos mais impor-tantes centros distribuidores de sal, (pelo menos) para todo o norte do reino e, ain-da, para alimentar o seu comércio internacional. É significativa a afirmação de Vir-gínia Rau, segundo a qual todo o movimento de Massarelos, Gaia, S. João da Foz eBouças “pouco valia em comparação com o da cidade do Porto que era, nos alvo-res do século XIII, o centro do comércio de sal, como o era também de comércio como estrangeiro31. Aliás, por esta altura a cidade já exercia forte influência jurisdicio-nal sobre todos estes lugares, determinando, em última análise, a actividade de cadaum.

O sal constitui, então, uma poderosa arma económica. Que convinha dominar.E que se concretiza, desde logo, com a adopção de uma posição de força face às sa-linas de Bouças, devidamente caucionada pela Coroa. Apenas com uma excepção,passageira que, no entanto, não deixa de comprovar a importância alcançada pelotrato salineiro no burgo: quando, em pleno conflito entre Afonso III e o Bispo, os fun-cionários do prelado impediram os navios de Gaia de efectuar a descarga de sal, oRei reagiu e atacou onde mais doía: “proibiu por todo o reino a compra e a vendade sal aos homens da cidade do Porto. Indicação assaz explícita de que a cidade mo-nopolizara o comércio de sal, ou pretendeu fazê-lo pelo menos no Norte do País, eisto em relação à compra e venda no mercado interno”. Tal determinação, levanta-da pouco depois, na sequência do acordo celebrado entre estas duas entidades, com-prometia ainda outro grande negócio do burgo: o do comércio de peixe salgado32.

Voltemos à destruição das salinas de Bouças33. Esta “tirania” do Porto sobre o ter-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

30. O texto está publicado em MAGALHÃES BASTO, Artur de – “Vereaçoens”. Anos de 1390-1395. Por-to: Câmara Municipal/Gabinete de História da Cidade, 1937, p. 157.

31. Rau, p. 98.

32. Rau, p. 98.

33. Na Península Ibérica ocorreram casos semelhantes, envolvendo outras forças; Pedro IV, o Cerimonioso(1336-1387) ordenou a destruição das salinas particulares em Valência; em 1486 os Reis Católicos apro-varam idêntica resolução para todo o reino. Sobre este assunto ver HINOJOSA MONTALVO, José María– Las salinas del mediodia alicantino a fines de la edad media, in “Investigaciones Geográficas”, 11, 1993,p. 281.

34

mo terá sido pensada em função de conjunturas favoráveis; em resultado de um es-tudo de mercado, com todas as reticências que se podem colocar a este tipo de afir-mações quando nos referimos a esta época, observado no aumento da procura in-terna e internacional; procura de sal e de víveres, entenda-se. Aliás, quando todo oimbróglio está em vias de resolução, ocorre um fenómeno que reforça a convicçãorelativa ao processo de apreciação do mercado exterior e das suas potencialidadesou, ao menos, a influência que ele exerce sobre o direccionamento comercial: as per-turbações nos “marais salants” franceses, (dos maiores centros produtores europeus,em zonas como Oléron, Mornac-sur-Seudre, Marennes, Loix, e por toda as regiõesde Saintonge, Brouage, e Poitou-Charentes), fortemente afectadas durante a Guerrados Cem Anos34; mais tarde, as necessidades de sal no espaço valenciano, regiãomuito visitada pelos navios da cidade que se encarregam de completar o abasteci-mento proveniente das salinas do “meio-dia”35, representam outro factor de estímu-lo comercial.

Desde então, as intenções da política portuense foram evidentes: face ao au-mento de movimento em busca de sal, monopolizar, no Porto, a distribuição do pro-duto, eliminando toda e qualquer concorrência e, com isso dirigir o tráfico para o co-ração da cidade.

Admitir a existência de uma zona de sal fora do perímetro directamente contro-lado pela cidade era aceitar duas coisas: a diminuição de receitas fiscais de vulto, eque todos quantos demandassem a região escusassem de vir ao centro, ao Porto. Eracomprometer o desenvolvimento económico da cidade. E isso era inadmissível. Osmatosinhenses ainda tentaram reagir: “os moradores de matossynhos e doutros lo-gares leuarom sseus naujos a aueyro e os trouxerom Carregados de grandes ssomasde ssal e o meterom dentro no dito logo de matossynhos e na moroça que he na ditaterra de bouças E que o uendem hj a quaes quer pessoas de ffora parte que o com-prar querem E que as pessoas que aa dita Çydade per aazo do dito ssal tragyammantymento de pam nom no querem ia hj trager mays que sse vam todos por el aadita terra de bouças por que lhj lo dam hy ssem Enbargo nem huum E que por a ditarrazom ffaleçya aa dita Çydade o dito mantymento de pam”; porém a guerra estavaperdida; nova postura determinou a proibição de “se meter sal em Matosinhos” e,com excepção dos moradores dos ditos lugares, que o podiam trazer livremente para“suas vivendas e seus pescados”, todos os mercadores que queriam comprar sal ti-nham de o fazer na cidade36.

A implementação destas medidas restritivas pode ser observada no mapa na pá-gina seguinte.

A avaliação do quadro geográfico e económico, assim como a ponderação acer-ca da eficácia dos meios de vigilância disponíveis levaram à definição de uma zonade duas léguas em torno da cidade, na qual se situavam distintos núcleos popula-cionais costeiros, dedicados à pesca e ao comércio de cabotagem a longa distância,na qual era proibido ter sal. Com isso, os interessados, entre os quais se devem in-cluir, também, os “industriais” de curtumes, eram obrigados a vir à cidade abastecer-se. Controlando-se os movimentos e concentrando-se os negócios. Mais ainda. Pa-

35

34. Ver a caracterização do salgado francês na comunicação de Loïc Ménanteau apresentada a este co-lóquio.

35. HINOJOSA MONTALVO.

36. Transcrito em BASTO, Artur de Magalhães – “Vereaçoens”. Anos de 1390-1395. Porto: Câmara Mu-nicipal/Gabinete de História da Cidade, 1937, p. 157-160.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

ralelamente, estabelecia-se uma zona interior, de uma légua, na qual se proibia o co-mércio de pescado. Esta segunda medida, para além da evidente tentativa de con-trolo e concentração da actividade económica, visava outros objectivos: por um lado,destinava-se a garantir o abastecimento de peixe à população urbana; por outro lado,propunha-se satisfazer as necessidades dos grandes exportadores de peixe salgadoaqui moradores, a cuja influência não será também alheia a aprovação da postura.

Desconhecemos em pormenor a história económica da cidade entre os séculosXIV e XV para ajuizarmos sobre a eficácia destas medidas. Que, se no caso do salaparentemente resultaram, no do peixe foram muitas vezes desrespeitadas, como secomprova das repetidas queixas contra as regateiras e os conluios que elas tinhamcom os pescadores, numa história de conflitos de interesses que importa aprofundar.

Com maior ou menor eficácia, esta delimitação revela a matriz interventiva dacidade, sobretudo nos campos jurisdicional e económico, com vista à obtenção devantagens consideradas indispensáveis para o processo de afirmação e projecção co-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS36

Projecção de GaussElipsoide Hayford(Internacional)Datum de LisboaCoordenadas Militares

O Porto e o “monopólio” da venda de sal (sécs. XIV-XVI)

Fonte: Armindo de Sousa, 1995.Carta Administrativa Oficial de Portugal, escala 1:250.000, IGP, 2004.

4,5 km0

Porto

Bouças

Gondomar

Gaia e Vila Nova

Pindelo e Azurara

Refojosde

Riba d’Ave

Aguiar de Sousa

Penafiel

Melres

Maia

• PÓVOA DE VARZIM

• VILA DO CONDE

• TROFA

• MAIA

• MATOSINHOS

• GONDOMAR

• VALONGO

• SANTO TIRSO

• PAÇOS DE FERREIRA • LOUSADA

• PAREDES

MARCO DE CANAVESES •

VILA NOVA DE GAIA •

• PENAFIEL

• ESPINHO

Área restritiba ao comércio:de sal e peixede peixe

Espaço de abastecimento:de sal e peixe

Limite de julgado

Actual sede de Concelho

Rede hidrográfica

mercial. No fundo, do que aqui se trata, e usando a linguagem económica dos nos-sos dias, é de constatar como que a mudança de velocidade no desenvolvimento docomércio do burgo: a transição de um modelo de primeira aceleração, de arranque,para um quadro de segunda aceleração, de consolidação, bastante mais exigente,mais evoluído, portanto.

Uma última nota para dizer que este processo terá principiado ainda no séculoXIII; uma inquirição régia de 1287 refere que os direitos e descargas que os naviosefectuavam em Bouças andavam “sonegados”, dando a entender que isso aconteciaem favor do Porto e em detrimento da jurisdição do mordomo do rei.

3. A política de sal portuense no século XV: a consolidação do monopólio

Aquela que se tornou política da cidade, interpretada como fundamental para osseus interesses, implementada de forma continuada e com bons resultados desde Tre-zentos, foi abalada em 144937.

Naquele ano, no dia 15 de Março, a Vereação reuniu. Foram muitos os que acu-diram a uma sessão na qual estiveram em análise casos delicados para o quotidianosocio-económico e administrativo do burgo: discutiu-se a presença intramuros damulher de um fidalgo38, em clara violação dos privilégios de que o Porto usufruía,debateu-se a nomeação de um alcaide interino (o que estava longe de ser matéria pa-cífica naquele contexto de alvoroço político nacional), tratou-se da eterna questãodo abastecimento de cereais e decidiu-se o agendamento de petições dirigidas aoRei.

Porém, o tema dominante acabaria por ser o do sal. A presença de um Pero (Pe-dro) Martins, “seleiro”, denunciava que o tratamento do caso já estaria previsto naordem de trabalhos. Na verdade, depois de despachadas os assuntos atrás enuncia-dos, entrou-se na discussão de mais esse “tema quente” da ordem do dia. E da po-lémica que ele levantou resultou a produção de um documento orientador, verda-deiro manifesto da política comercial portuense relativa ao sal.

Conhecendo-se o funcionamento do organismo camarário, é praticamente cer-to que o caso terá sido trazido à colação no seguimento de queixas dirigidas ao pro-curador do concelho, ao corregedor ou aos vereadores. Como de costume, o assuntoseria estudado pelos governantes e depois decidido em reunião, ou em sucessivasreuniões plenárias, da instituição. Neste caso, a comissão encarregada de analisar oproblema descobrira entre os papéis do município uma postura recente, no seu en-tender manifestamente lesiva dos interesses da cidade e, depois de apresentada emtons de negro calamitoso, como era hábito, foi colocada à consideração dos pre-sentes.

Na essência, essa resolução estabelecia que apenas os vizinhos do Porto estavamautorizados a meter sal na cidade. Em linguagem pouco clara, o que era rotineiro na

37

37. A conjuntura conturbada então vivida no reino não será alheia a esse processo, ou à resolução de pro-blemas ou à obtenção de concessões aproveitando a fragilidade dos poderes políticos. Nas próximas li-nhas seguirei a acta de vereação publicada por FERREIRA, J. A. Pinto – “Vereaçoens”. Anos de 1401-1449.Porto: Câmara Municipal/Gabinete de História da Cidade, 1980, p. 410-415 e, salvo excepções indica-das, todas as citações procedem desse documento.

38. Fernão Coutinho, com quem há muito tempo a cidade tinha problemas, no contexto das antigas prer-rogativas que impediam a residência dos nobres.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

época39, o texto da acta indica-nos quem foram os mentores dessa deliberação e osmotivos que nortearam a sua aprovação. Assim, por detrás dela estavam “pessoas po-derosas aquy moradores” que, como se escreve mais adiante, “aujam […] suas ma-rinhas em aueiro”, e pretendiam limitar os ingressos de sal, num jogo monopolista(“por outro sal aquy nom vyr salvo oseu”) que lhes possibilitava definir os preços demercado. Para além da interessante constatação sobre a presença portuense entre apropriedade das marinhas de Aveiro40, poderíamos obstar: se todos os vizinhos eramlivres de trazer sal para a cidade, isso permitiria garantir o provimento da mesma einibir variações de preços preocupantes. Contudo, isso não era o que autores da pos-tura pretendiam: por isso, autorizavam a entrada de sal mas apenas com a condiçãode que os negociantes que o quisessem o fossem comprar aos navios que fundeavamfora da barra41. O que não era, propriamente, boa notícia para os interessados. Emprimeiro lugar, pelas enormes dificuldades em trasfegá-lo para outra embarcação. Éque o sal, objecto de intenso comércio, era, pelas suas características, mercadoria de-licada, sujeita a deteriorar-se: vinha arrumada no fundo de pequenos navios, de na-vios “estanquados” ou “estronquados”, com “tranca e madeira”, coberto com lonas.Estas expressões, plasmadas nos contratos de fretamento42, são muito informativas.Além de nos elucidarem sobre a especificidade do transporte marítimo de sal, com-provam que os agentes implicados tinham consciência da necessidade de cuidadosespeciais a ter com a carga que, mesmo em condições de mar “normais” corria sem-pre riscos de se perder. Como se perdia constantemente, em parte ou em todo. Nadaque um bom documento não explique: “é o sal merquadoria que della se nam apro-veita nada como doutras que se perdiam por esta ser d’agoa e nella se converter”43.Ora, quando pensamos no movimento das águas, na forte ondulação e na instabili-dade causada por correntes desencontradas junto da barra do Douro, percebemoscomo a transferência de sal para outros barcos dificilmente se poderia fazer sem orecurso a um abrigo costeiro44. E perder o sal podia até ser um mal menor. É que, bas-tava a barra do Douro, uma das mais perigosas da costa portuguesa, para desenco-rajar a maioria. Acidentes e naufrágios aconteciam em bases regulares, acarretandograndes prejuízos. Por isso não há muito exagero quando os opositores da posturareferem: “E aos daçidade se seguja perigo E perda hirem conprar no mar o ssal Ea en-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

39. E porque o conteúdo é resumido num documento que faria muito mais sentido para quem esteve pre-sente na sua análise e discussão.

40. Fenómeno medieval que prossegue com grande expressão nos séculos XVI e XVII; a documentaçãonotarial do Porto é bem elucidativa quanto ao facto de muitos mercadores do Porto possuírem marinhasem toda essa região e noutras (como Esgueira, “Mondego”, etc.).

41. O transporte por terra não parece compensar. Ainda estamos longe de conhecer a realidade do trans-porte na história de Portugal. Não conhecemos meios aplicados, taxas de rendimento e custos dos dife-rentes recursos disponíveis, como acontece noutros espaços europeus (ver, por exemplo, BALLAUX, Bart;BLONDÉ, Bruno – Transport prices in the long Sixteenth Century. A contribution to pré-industrial price his-tory, 2004, integrando o projecto “Urban Society in the Low Countries, late Middle Ages-16th century”,texto pode ser consultado em http: // www. lowcountries. nl/ 2004-4 .pdf). A afirmação que abre esta notaparece ter sentido quando analisamos róis de pagamentos de taxas sobre mercadorias nas quais as men-ções a transporte “por terra” são a excepção.

42. Em especial “tranca e madeira”, que contratos da Época Moderna indicam tratar-se de obrigação dosmercadores e não dos mestres (o mercador deverá dar tranca e madeira ou a tranca e madeira correm porconta do mercador).

43. Trata-se de uma queixa de mercadores de sal da cidade, datada de 10 de Fevereiro de 1562; ver AHMP– Sentenças, liv. 1, fls. 357 e sociais.

44. Facto não previsto na postura e indesejado em razão do contrabando.

38

trada perdiam seos naujos mujtas vezes”45.Relativamente a este tema da (in)segurança dos acessos portuários, poderíamos

objectar: a barra tanto era perigosa para uns como para outros. O que não deixa deser verdade. Mas os problemas diminuíam quando um navio completava uma via-gem directa, sem transferir carga, e aguardando apenas boas condições para entrar.Mas esse não era o grande problema dos investidores, era apenas uma boa descul-pa. E aqui estará, porventura, o busílis da questão: é que, conhecendo o mercado queo sal tinha em todo o lado, estes homens, sistematicamente, desviavam as embarca-ções para outros portos – em particular para o activo espaço galego: “Epor a barraseer perigossa ante leuauam auender ossal agalliza”.

Recapitulando: havia gente que monopolizava o trato de sal, que trabalhava paracriar mecanismos de afastamento e anulação de concorrentes e que, por outro lado,motivada pelos lucros gerados, frequentemente o desviava para outros lugares.

Estas atitudes haveriam de despertar reacções pois, como já se viu, a cidade hámuito sabia do valor específico do sal e do importante papel por ele representado noseu programa de desenvolvimento económico.

Neste mapa estão representadas as fontes de abastecimento do sal vendido noPorto e as zonas para onde ele era exportado. Estas, como se pode constatar, coin-

39

45. Recorde-se que a reunião ocorre em Março e, portanto, não é de excluir que também tenha sido mo-tivada por algum acidente recente. Aquando da já citada queixa de 1562, de Fevereiro, refere-se a perdade seis navios de sal nessas circunstâncias.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Intensidade das relações: maior menor

0

A projecção do comércio de sal, para e a partir do Porto, durante a Idade Média

• PORTO

• AVEIRO

Fonte: Pinto Ferreira, “Vereaçoens”, 1937.Carta Administrativa Oficial de Portugal, escala 1:25.000, IGP, 2004.

I R L A N D A

I N G L A T E R R A

F L A N D R E S

G A L I Z A

• PORTO

200 km0

• SETÚBAL

• LISBOA

• ALCÁCER DO SAL

50 km

cidem com as direcções da generalidade do comércio marítimo da cidade, nomea-damente as Ilhas Britânicas e a Flandres. A informação medieva não é muito abun-dante e impede que sejam cartografados lugares que, certamente, aqui se abasteciamde sal, como os da região cantábrica, dado o intenso volume de transacções existenteentre essa região e o Porto, e, assim, tendo em conta práticas documentadas no sé-culo XVI. Carregado em navios portuenses – ou em navios de fora, mas com todo oprocesso devidamente tramitado na cidade – o comércio de sal ganha foros de gran-de trato.

O que explica o alarmismo com que se acolheram as alterações relatadas. Ad-mitir aquela postura era comprometer seriamente a estratégia comercial do burgo. Noimediato, isso causaria o encarecimento do produto facto que, para além das con-sequências directas para a população, inibia os mestres de naus e navios de se abas-tecerem aqui na cidade, como habitualmente faziam (“Eo sal careçia em tal guissaque naaos nem naujos nom podiam aquy carregar”), e os recoveiros e almocrevesda região perdiam o giro (“nem os almocreues e aRequoveiros nossos comarquaosnom vynham aquy”; e a prazo, resultaria na decadência do comércio internacional,pela falta de estímulo económico, que conduzia ao afastamento das embarcações es-trangeiras destas paragens.

Este era, indubitavelmente, o grande temor dos portuenses: depois de um longoe complexo processo no qual investiram muitos recursos e energias, perderem o con-trolo sobre um dos principais produtos capazes de atrair navios e mercadores es-trangeiros, de gerar riqueza. É que, como comprovava “aesperiençia longamente hus-sada”, quanto mais sal houvesse nos armazéns, mais embarcações galegas, irlande-sas, inglesas e flamengas arribariam à cidade trazendo “ho ferro e madeira e breu erezina E outras mujtas coussas que de sua terra trazem”, essenciais para a pujante fá-brica naval do Porto (“pollas mujtas naaos e naujos que se aquy fazem”), para o abas-tecimento de géneros ao burgo e para a expansão da sua economia marítima46.

Desse ponto de vista, a revisão da lei destinava-se a cumprir esses objectivos. Do-ravante, o abastecimento de sal ao Porto abria-se a todos: que “qual quer pessoa queo sal aquy quiser trazer a esta cidade asy vizinho como nom vizinho que liuremen-te opossa trazer asy para vender como para carregar como para em loJar E fazer del-le sobre agua e fora della como se vizinho fosse”.

Poderemos interpretar esta liberdade de comércio como uma contradição rela-tivamente aos antigos princípios defendidos? Não parece. A decisão acautelava a ma-nutenção da política tendencialmente monopolista relativamente ao comércio de sal,pois obrigava os fornecedores a “alojar” a mercadoria dos muros para dentro, e im-pedia-os de o vender “fora da cidade pello Rio nem pella terra”. Era ainda, no fun-do, o reconhecimento da zona protegida das duas léguas, apenas se aceitando queos mercadores o vendessem “por mar”, desde que pagassem “a elRey e açidade seusdereitos”.

O que se pretendia, e a prática futura, nomeadamente quinhentista, mostra queem boa medida se conseguiu, era transformar o Porto num grande entreposto de saldestinado a alimentar tráficos lucrativos, como a pesca de altura47, a exportação depescados secos e as correntes de comércio internacional de sal, que há algum tem-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

46. E adicionando o argumento, sempre conveniente nestes casos litigiosos, do acrescentamento das ren-das do Rei.

47. No século XVI fundamentalmente a do bacalhau na Terra Nova; no século XV, a forte indústria de ex-portação de pescado seco e salgado.

40

po atingiam já certo relevo, conforme é possível comprovar na contabilidade do fei-tor do rei na Flandres, Pedro Eanes, entre 1441 e 144348.

No entanto, algumas questões ficam sem resposta. E não são de somenos pon-deração. Quem eram os “poderosos aquy moradores” que monopolizavam os in-gressos de sal, determinando as políticas comerciais, e porque razão não os vemosreagir quando outros conterrâneos, investidos em funções governativas, contrariamas suas decisões? Deixando de parte o tema da natureza do “poder” destes grupos,estas interrogações respondem-se com hipóteses; ou seja, com mais interrogações.Estaremos perante uma tomada de consciência geral sobre a defesa do bem comume, no caso dos primeiros, do abandono de pretensões individuais em favor desse prin-cípio?; ou a facção que se encontra no poder aproveita os tempos agitados e indefi-nidos que se vivem no reino para impor a sua força, reagindo contra partidários deideais políticos derrotados em Alfarrobeira49? A primeira parte desta suposição pa-rece pouco provável: não é de crer que os homens que dominavam o trato, os do-nos das salinas, abrissem mão de tão lucrativo negócio sem uma boa contenda, semregatear ao máximo, usando tudo o que tinham ao seu dispor; quanto à segunda par-te, ainda não conhecemos suficientemente bem o jogo político e as consequênciasda alternância de poder entre a elite municipal do Porto para aceitarmos, ou recu-sarmos, fundamentadamente, essa explicação.

4. Conclusão

A leitura destes episódios não deixa muitas dúvidas. O que se tratou no Porto dosséculos XIV e XV relativamente ao sal foi a história da construção de um mercado,da solidificação de sectores económicos de ponta e da consolidação do perfil mer-cantil da economia da cidade. E isso decorreu em função dos interesses de um con-junto de negociantes, empreendedores, donos de navios, investidores em mercado-rias de lucro, dedicados à exportação de produtos da economia agro-marítima da re-gião para diferentes quadrantes geográficos europeus, cuja acção se revelou um con-tributo decisivo para a projecção internacional do burgo.

O sal apresentou-se como mercadoria indispensável, base de muitas actividadesalimentadoras do sector das exportações. O sal avultava no universo económico re-gional. A sua importância ultrapassava as meras necessidades da população da ci-dade e do Entre Douro e Minho, que o utilizavam em grandes quantidades, na linhados padrões de consumo medievais, procurando um substituto das dispendiosas es-peciarias, tempero de alimentos incomestíveis sem ele, com destaque evidente parao pão, condimento que disfarçava o estado de decomposição de certos mantimen-tos, conservante destes mesmos alimentos sobretudo nos meios rurais onde as car-nes da matança deviam durar longo tempo, para o penso e outras rações dos animaise rebanhos, e, claro, para a salga de pescados. O sal, por outro lado, era indispen-sável para a economia artesanal da região, com aplicação extensa, por exemplo, noscurtumes, abundantes por toda a província.

41

48. Marques, J. M. da Silva, Descobrimentos Portugueses, Lisboa, INIC, 1988, vol. I, p. 432.

49. Sabe-se que a cidade viveu momentos conturbados, e alguns partidários do infante D. Pedro forambastante enxovalhados. Alguns deles poderiam ser proprietários de salinas e autores de regulamentos mu-nicipais como este.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Por tudo isto, não admira a grande preocupação tida com o controlo do abaste-cimento e distribuição de sal, para mais quando ele também integrava os circuitoscomerciais internacionais, uma vez que a generalidade dos salgados europeus nãoera capaz de dar resposta à procura geral.

A este panorama genérico devemos acrescentar o contexto específico vivido noPorto. A dilatação das correntes de sal rumo à cidade vai em paralelo com o primeirogrande momento de afirmação internacional do seu comércio, ocorrido nos dois úl-timos séculos medievais. Mas é difícil entendermos isso sem termos noção de todasas peças que foi necessário reunir para compor esse quadro vasto e complexo. A ci-dade do Porto assumiu-se como um centro de vocação marítima e comercial. Assu-miu-se como um centro em que todos “falavam a mesma língua”, não no sentido“cortesiano” de uma “república ou democracia” urbana, mas no sentido em que to-dos, ao seu nível, participavam nesse espaço de afirmação marítima e comercial semos constrangimentos sociais-jurisdicionais ainda predominantes na generalidade doreino.

E seja o contexto de formação do seu termo, um vasto e rico termo, diga-se, sejaa estruturação do seu porto de mar, seja a aquisição de privilégios que consagravamesse modo de vida, estes factores constituíram elementos indispensáveis em todo esseprocesso. Um processo que apenas vingou graças aos mercadores. Eis-nos peranteum conjunto, alargado, de homens informados, viajados, sabedores dos meandrosdo trato, ambiciosos, que tomaram as rédeas do poder e decidiram os destinos da ci-dade. Não está aqui em causa que estes homens do trato se tenham transformado,na prática, num grupo aristocrático, e com tiques aristocráticos, e que tenham vin-do a enquistar, nos finais do século XV factos que, em boa verdade, nunca os fize-ram perder a noção daquilo que estava em causa na vida da cidade50. O que importaé compreender que este terá sido um dos momentos mais brilhantes da história des-te grupo, que é urgente conhecer. Que este terá sido o tempo em que se delineouuma política urbana com um objectivo muito claro: fazer da cidade o centro co-mercial mais importante do norte do reino, sem qualquer rival que disputasse esseestatuto e sem pontos fracos que o comprometessem.

E é neste pressuposto que devemos enquadrar a intervenção no sector salineiro.Persistente. Determinada. Bem sucedida. Depois de meados do século XV, o essen-cial está feito: os clientes existem, o escoamento é garantido, o sal é moeda de tro-ca para importantes transacções, como os contratos de pesca. O quadro normativoestabelecido. A partir daí, uma parte do investimento é canalizada para infra-estru-turas e gestão do negócio, para a implementação de logísticas de apoio, nomeada-mente a constituição de armazéns de sal ao longo do perímetro ribeirinho da mura-lha, a concessão de privilégios ao transporte, a construção de estruturas de descar-ga, e o combate à fraude, a vigilância das cargas, a fiscalização dos navios, a insti-tuição de uma contabilidade da mercadoria, em especial quando se adopta o cos-tume da cobrança da imposição, enfim o arrendamento das receitas do comércio desal, tudo isto resulta do papel que a mercadoria passou a representar para a econo-mia da urbe.

Daqui resulta outra reflexão; resulta aquilo não se costuma afirmar para Portu-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

50. Refiro-me à sua percepção da necessidade de proteger e fomentar a vida mercantil e marítima da ci-dade. Isso, evidentemente, não impede que tenham tomado sempre as decisões e posturas mais adequa-das… Basta pensar nas suas disputas com os mercadores cristãos-novos, em plena Época Moderna, paraquestionarmos a eficácia da sua actuação enquanto governantes e negociantes.

42

gal: a constituição de monopólios de sal. A interferência de uma cidade na políticasalineira de toda uma vasta região, controlando ou tendo, pelo menos, uma inter-venção influente em matéria de comércio de sal. Na realidade é isso mesmo que seconstitui: na prática, o monopólio do grande comércio de sal, semelhante a inúme-ras gabelas existentes noutros estados ibéricos e europeus, encarregadas de o ven-der em regime de exclusividade para toda a zona da sua jurisdição, como aconte-cia com os alfolis galegos (aliás, no século XVI estreitamente relacionados com a ci-dade e mercadores do Porto, onde garantiam boa percentagem do seu abasteci-mento).

A partir de finais da Idade Média, o sal passa a ser exportação regular da cida-de do Porto, objecto de atracção de mercadores de fora, multiplicando-se os pedi-dos de licenças para exportação. E, mesmo no auge do comércio açucareiro da ci-dade, nunca os empresários deixaram de ter nos seus livros espaço grande para o re-gisto das cargas de sal que, conforme estudos futuros certamente provarão, nuncadeixou de ser um dos mais importantes activos com o qual dilatavam as suas fortu-nas.§

43THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

OS MERCADORES DE VINHO DO PORTO E O SAL

PORTUGUÊS (1704-1747)

António Barros Cardoso1

Resumo: A nossa comunicação visa dar a conhecer quem foram os mercadores de vi-nhos do Porto que, ao longo da primeira metade do Século XVIII, se interessaram pelonegócio do sal. Fizemo-lo sobretudo através dos Livros de Visitas de Saúde às embar-cações entradas na barra do Rio Douro. Procuramos saber das razões que os levarama interessar-se por esta mercadoria e verificamos que a principal motivação se encon-tra na especialização de algumas companhias em determinados segmentos de negócio,como o do peixe seco, com destaque para o bacalhau. Tentamos também perceber quala origem do sal que fizeram chegar à cidade e avaliar a dimensão das suas actividadeseconómicas na urbe, sem esquecer a projecção que tiveram em mercados exteriores

Aquando do desenvolvimento de pesquisa documental com vista à elaboraçãoda minha tese de doutoramento2, tive oportunidade de lançar mão de uma fonte im-portante para o conhecimento da estrutura mercantil do Porto da primeira metade doséculo XVIII, como do conhecimento do movimento da barra da cidade no mesmoperíodo3, bem como de alguns aspectos ligados à profilaxia sanitária da cidade aolongo do mesmo período. Refiro-me aos Livros de Visitas de Saúde às embarcaçõesentradas na barra do Rio Douro. Agora volto à mesma fonte para falar do sal en-quanto produto que muito interessou os mercadores portuenses de Vinho do Portoque à época operavam na cidade:

O quadro anterior mostra quem foram os principais comerciantes de vinhos noPorto que receberam navios com carga de sal. Pode verificar-se que, com excepção

45A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

1. [email protected]; Universidade do Porto – Departamento de História da Faculdade de Letras;da Universidade do Porto; Coordenador-adjunto do GHEVID– Grupo de Estudos de História da Viticul-tura Duriense e do Vinho do Porto.

2. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos doDouro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 2 vol.

30 CARDOSO, António Barros – Subsídios para a História do movimento da Barra do Douro (1704-1747):in “O Litoral em Perspectiva Histórica – Sécs. XVI a XVIII”, Porto, IHM – Instituto de História Moderna daFLUP, 2001, p. 227-245.

Mercadores Nº de barcos com carga de sal

JORGE HAMÃO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5PEDRO BEARSLEY & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . .6PEDRO DUQUER & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . .3RAIMUNDO RITTE & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . .8RICARDO AYLUARD & C.ª . . . . . . . . . . . . . . .4RICARDO THOMPSON & C.ª . . . . . . . . . . . .9SANSÃO ESTUART . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5THOMAS PHAIRE & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . .3TOUNSEND VETENAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4

Mercadores Nº de barcos com carga de sal

BENJAMIM TILDEN & C.ª . . . . . . . . . . . . . . .15DOMINGOS ALVES BRAGA . . . . . . . . . . . . . .3FRANCISCO MILNER & C.ª . . . . . . . . . . . . . . .3HENRIQUE BYMES & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . .6JOÃO CAULLET & C.ª (CLARMONT ) . . . .3JOÃO CLARQUE & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4JOÃO ESTEVENSÃO & C.ª . . . . . . . . . . . . . .12JOÃO QUELY & C.ª . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3JORGE BULLIMORE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8

de Domingos Alves Braga que recebeu apenas 3 navios com carga de sal, todos osoutros mercadores são de nacionalidade inglesa. Ou seja, o comércio do sal foi,como sucedeu com outros produtos, um negócio que na cidade do Porto esteve en-tregue a mãos estrangeiras. As razões da entrega britânica ao trato do sal, residem naimportância que as firmas inglesas alcançaram nos negócios da urbe neste período.De facto, os ingleses do Vinho do Porto dominaram a economia do Porto, pelo me-nos até à criação da Companhia Geral da Agricultura das Vinhas do Alto Douro, fazeste ano 250 anos. Como é sabido, ancoraram os seus negócios em vilas como Mon-ção e em cidades do norte de Portugal como Viana do Lima e claro está o Porto. Oproduto âncora dos seus negócios no norte de Portugal a partir de finais do séculoXVII foi o vinho que começaram por comprar em toda a Ribeira Lima, voltando-senum segundo momento, em força a partir de 1718, para a Região do Douro a cujodesenvolvimento e transformação em área de quase monocultura deram forte im-pulso.

O sal e o negócio do peixe seco

Entre os mercadores ingleses do Porto que mais se interessaram pelo negócio desal, a avaliar pelo número de barcos com carga deste produto que receberam no pe-ríodo da sua actividade na cidade, contam-se Benjamin Tilden e Richard Thompson.Trata-se de precursores da Casa Croft, a segunda companhia inglesa a instalar-se nacidade do Porto em torno do negócio dos “Red Portugal Wines”, com a designaçãosocial Phayre & Bradelys4, sediada na Rua Nova5.

Em Monção desde 1697, desconhece-se a data exacta para o início da activida-de comercial dos Croft no Porto. Mas voltemos a Benjamim Tilden e a RichardThompson. O nome do primeiro surge na Imposição do Vinho como representanteda firma Thomas Phayre & C.ª já em 1702, contudo, só a partir de 1710 é que assi-na os seus próprios movimentos de vinho naquela repartição fiscal. Apurámos atra-vés dos seus registos que a firma aumenta de forma significativa os movimentos decompra e exportação de vinhos do Porto. Em média anual entre 1710 e 1731 pas-sou a adquirir 3015,5 pipas e a exportar 2886, quando anteriormente as mesmas mé-dias se situavam respectivamente em 1333 e 1060 pipas6. De resto, sabemos que afase de maior prosperidade da Croft no negócio dos vinhos ao longo da primeira me-tade do século XVIII se situa entre 1724, ano em que as compras ultrapassaram pelaprimeira vez as 4000 pipas, o mesmo sucedendo às exportações7, e o ano de 1737em que as aquisições e as exportações se aproximaram das 6000 pipas8. Ou seja notempo de actividade de Benjamin Tilden e Richard Thompson. Este manifesta vinhosno Porto entre 1732 e 1737. Chega a atingir 4647,5 pipas adquiridas e a exportar4394.

A Croft foi uma das mais importantes firmas ligadas ao negócio de vinhos do Por-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

4. SELLERS, Charles, Oporto Old and New, Londres, 1899, p. 92.

5. AHMP, L. 1320, Imposição do Vinho, fls.40.

6. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos doDouro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 308.

7. AHMP, L. 1339, Imposição do Vinho, fls.24-29v. e 182-184.

8. AHMP, L. 1352, Imposição do Vinho, fls. 50-61v. e 103.

46

to. O volume de mercadorias chegadas à cidade em nome dos seus principais de-tentores ao longo do período, foi, por isso, também muito significativo. Por ano, re-ceberam em média 23,5 navios. Embora com carga de um leque variado de merca-dorias, esta firma podemos garanti-lo, especializou-se no negócio do bacalhau oriun-do da Nova Inglaterra. Para tanto basta atentar na proveniência dos navios consig-nados a esta Companhia9.

Apesar de ser vasto o leque de produtos alimentares que a Companhia de Tildenimportou, tais como o camarão, a sardinha, o peixe Lynn, manteiga, os queijos daIrlanda e os vinhos de outras paragens como os Málaga, bem como as passas o azei-te da mesma proveniência10 vinhos de Alicante11 ou das Canárias12, arroz das Co-lónias inglesas da América, tabaco brasileiro, o bacalhau figura como produto maiscomercializado. A conservação do peixe seco, implicou naturalmente o uso do sal,razão pela qual quer Bejamin Tilden, quer Richard Thompson aparecem na lista ini-cial como principais importadores do produto.

Senhores de um vasto império comercial sobretudo construído por Benjamin Til-den e os irmãos Richard e John Thompson, os Croft mantiveram interesses em mui-tas paragens.

Atendendo à origem dos navios carregados com sal consignados a Benjamin Til-den e a Richard Thompson, somos levados a concluir da sua preferência pelo sal deSetúbal, já que os 24 navios que chegaram ao Porto com aquela carga destinados aestes mercadores apenas dois não tiveram como proveniência o porto de Lisboa, umteve como origem o porto da Figueira da Foz e outro o porto de Exon13.

O bacalhau como já referimos foi o produto âncora dos negócios destes merca-dores ingleses do Porto e determinou que centrassem nos portos da Nova Inglaterraas suas atenções comerciais. Contudo, a sua galáxia comercial passou pelos portosimportantes da Itália, como Génova, ou do Sul de Espanha, como Málaga, Gibraltare Cádiz, tocou os principais portos portugueses, com destaque para Setúbal, Lisboa,Figueira da Foz, Aveiro e Viana do Castelo. Mantiveram contacto ainda com algunsportos das costas Galega e Cantábrica, estendendo os seus negócios aos principaisportos da França, Países Baixos e Norte da Europa, sem esquecer as ilhas atlânticas,evidenciando uma notável rede comercial para a época, em larga medida animadapelos vinhos que fizeram sair do Porto.

A exportação de ouro ou prata em barra a partir de Portugal era interdita e as san-ções contra os prevaricadores eram pesadas. Detectadas as fraudes, os seus respon-sáveis eram presos e os metais preciosos confiscados, bem como todas as mercado-rias que estivessem no interior da embarcação a bordo da qual a fraude tivesse sidocometida. Os ingleses do Porto aventuravam-se por vezes a usar os cascos de trans-porte de vinhos para o seu país, a fim de dissimularem ouro ou prata resultantes dosseus negócios em Portugal14. Ora o nome do segundo mais importante mercador in-

47

9. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhos doDouro (1700-1756) …, Vol. II, p. 317.

10. Na barra do Douro, entrou e foi vistoriado em 9 de Setembro de 1732, o navio A Ana, procedente deMálaga, carregado com estas mercadorias. Apenas fez escala no Porto já que seguiu para Inglaterra. AHMP,L.450, Visitas de Saúde, fls. 109v. O mesmo sucedeu em Outubro de 1738 com o navio Bartolo e Diogo,também procedente de Málaga, carregado com vinhos para Inglaterra. AHMP, L.456, Visitas de Saúde, fls.135.

11. AHMP, L.450, Visitas de Saúde, fls. 252v.

12. AHMP, L.451, Visitas de Saúde, fls. 47.

13. AHMP, L.451, Visitas de Saúde, fls. 146 v. AHMP, L.448, Visitas de Saúde, fls. 337 v.

14. SELLERS, Charles, o. c., p. 51.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

glês comprador de sal que consta da nossa lista inicial é o de John Stevenson. Estáno Porto entre 1702 e 1734 e encontra-se entre os signatários de uma petição diri-gida ao Rei de Portugal pelos homens de negócio da cidade, solicitando o fim da-quela proibição15.

Morador ao Terreiro16, o seu envolvimento no negócio dos vinhos foi tambémmuito significativo. Em média anual comprou 1619 pipas de vinho, das quais ex-portou 1496. John Stevenson fez corresponder à saída dos vinhos do Porto pela bar-ra do Douro por sua conta e risco, a entrada de quantidade variada de mercadorias.Com a sua firma por consignatária, entraram no Porto entre 1704 e 1735, 290 na-vios. Desses apenas 12 transportaram carga de sal. A razão principal do fraco inte-resse pelo sal prende-se com o facto de este mercador ter como principais negóciosos têxteis os cereais e aduelas. A seguir por ordem de importância nos seus negóciosvêm o ferro, o carvão de pedra e o linho e por último alguns produtos alimentarescomo o bacalhau, queijos e sardinha. Também negociou com produtos coloniais,como o tabaco, o pau preto e o açúcar brasileiros adquiridos em Lisboa17.

A geografia comercial deste mercador britânico evidencia por isso um maior vo-lume de negócios com os portos do sul das Ilhas britânicas, origem da maioria dosnavios de que foi consignatário na cidade do Porto. Relevamos contudo as suas li-gações comerciais com a Itália, sul de Espanha, Costa Galega, golfo da Biscaia, bemcomo a sua inserção no trato com o Brasil18.

Também neste caso parece clara a preferência pelo sal de Setúbal já que dos 12navios consignados a John Stevenson com carga de sal, 11 tiveram como porto deorigem Lisboa e apenas um foi registado com proveniência do Porto galego de Vigo19.

A casa Taylor é nome conhecido no negócio dos vinhos do Porto. A marca che-gou até nós. As suas origens radicam na intensidade comercial britânica conhecidaem Viana do Lima ainda no século XVII20. Pelo menos até 1709, o porto da capitaldo Minho possuiu todas as condições para receber embarcações de grande tonela-gem. A partir daquela data há notícias preocupantes sobre a barra do Rio Lima se en-contrar impenetrável por navios de maior capacidade, devido ao seu assoreamento21.Nessa altura, entre os signatários de um documento a favor da realização de obrasurgentes de remoção dos inertes acumulados na foz do Lima, aparecem já ThomasBearsley e Peter Bearsley. De resto, o britânico John Croft (1788) refere ter sido estePeter Bearsley o primeiro inglês a interessar-se pelos vinhos do Alto-Douro, era en-tão cônsul no Porto Walter Maynard e corria o ano de 165922. Ao que tudo indica,os primeiros Bearsley ter-se-ão fixado em Viana e Monção e os seus interesses co-merciais assentaram primeiro nas trocas com todo o Alto Minho. Com toda a certe-za, os “vinhos de Viana”, isto é as produções vinícolas de Monção, e de todo o Valedo Lima, interessaram estes mercadores britânicos. Infelizmente o primeiro livro deVisitas de Saúde às embarcações que entraram a barra do Lima, apresenta já uma

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

15. Idem, Ibidem.

16. AHMP, L. 1320, Imposição do Vinho, fls. 60.

17. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhosdo Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 382

18. Idem, Ibidem.

19. AHMP, L.445, Visitas de Saúde, fls. 418.

20. SELLERS, Charles, o. c., ., p. 126.

21. BL, Add.20:958, fól. 194.

22. SELLERS, Charles, o. c., p. 127.

48

data tardia, refere-se a 1708 e encontra-se muito incompleto. Apesar disso nele seencontra o registo da vistoria do navio Blastont, proveniente de Plymouth, em las-tro, com 8 tripulantes a bordo, consignado a Pedro Bearsley, vistoriado a 27 de Ou-tubro daquele ano, a indicar que, muito provavelmente, os vinhos seriam carga deretorno23.

A entrada dos Bearsley no negócio dos vinhos do Porto parece concretizar-se apartir de 1720. É esta a data em que, simultaneamente, os Bearsley são referidos nosregistos da Imposição do Vinho24 e nos livros de Visitas de Saúde às embarcações queentravam a barra do Douro25. Peter Bearsley durante a sua actividade no Porto, com-prou em média anual 1505 pipas e exportou 1471, valores que o posicionam entreos principais mercadores ingleses radicados no Porto26. Como se vê na lista inicialrelativa aos britânicos interessados no trato do sal, Peter Bearsley, durante o períodoem que se interessou pelo trato dos vinhos na cidade, fez chegar aos cais ribeirinhos6 navios com carga de sal. Maioritariamente este foi proveniente de Lisboa, ou sejacorresponderia a sal de Setúbal. Apenas uma só carga teve origem diferente, Jersey27.Haverá correspondência entre a mercadoria de especialização da casa Taylor no Por-to e o negócio de sal? Tudo indica que não. De facto, os fundadores da Taylor de quePeter Bersley foi ilustre representante tiveram os cereais como mercadoria de espe-cialização. Seguiram-se por ordem de importância os têxteis e manufacturas, maté-rias-primas como as aduelas e só em terceiro lugar figura o bacalhau28, o que expli-ca o menor interesse pelo trato do sal por parte deste mercador inglês.

O mercador britânico George Bullimore, esteve estabelecido na Rua Nova, pelomenos desde 171029 e aí se manteve até 1735 em torno do negócio dos vinhos. Asua média anual de compra e exportação deste produto atingiu respectivamente743,5 e 688,5 pipas30. Bullimore contou ainda com a colaboração de outros mer-cadores britânicos que mais tarde se vieram a autonomizar no negócio dos vinhos.Destacamos entre outros William Swarbreck que, antes de integrar a firma Prust &Swarbreck, representou Bullimore na Imposição do Porto, nos anos de 1713 e171431.

Como contrapartida para o negócio de vinhos do Porto, a companhia de Bulli-more apresenta vasto rol de mercadorias do qual faziam parte, em menor escala, asfarinhas, os arenques fumados, os figos e as passas algarvios, batatas, o biscoito paraapresto dos navios e o arroz da Carolina, isto no que toca a produtos alimentares. En-tre as matérias-primas de pouco significado quantitativo, podemos apontar o breu,os tabuados e o alcatrão, destinados a construção naval. O pau de campeche tam-bém aparece referenciado, bem como o papel, aguardente, garrafas, couros, tabaco,gengibre, chapéus e gravatas fabricadas em Bristol. De salientar no entanto que o seu

49

23. AMVC, L. 934, fls. 26v.

24. AHMP, L. 1335, Imposição do Vinho, fls. 104-106v.

25. AHMP, L. 445, Visitas de Saúde, fls. 366v.

26. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhosdo Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 333.

27. AHMP, L. 448, Visitas de Saúde, fls. 244v.

28. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhosdo Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 340.

29. AHMP, L. 1326, Imposição do Vinho, fls. 55-57 e 147.

30. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhosdo Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 389.

31. Idem, Ibidem, 1 vol., p. 391.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

produto de especialização foi o cereal, seguido muito de perto pelo bacalhau, o queajuda a explicar as compras de sal que se encontram documentadas em oito naviosque entraram com essa carga a si consignados todos oriundos de Lisboa o que nosleva a concluir do seu interesse pela produção de Setúbal.

A firma Raimundo Ritte & C.ª estabeleceu-se na Rua Nova no negócio dos vinhosdesde 169332. Em média anual adquiriu 1612 pipas, das quais exportou 1486, en-tre 1702 e 1727, ano em que deixa de figurar nos registos da Imposição do Vinho33.Que mercadorias fez chegar ao Porto em troca com os vinhos do Douro que maio-ritariamente comercializou? Em primeiro lugar as fazendas secas. Igual peso tiveramos cereais, com destaque para o trigo. Importou também alguma cevada, centeio earroz. O grande volume de comércio deste britânico, implicou que a aduela paraconfecção do mais variado vasilhame, desde as pipas, aos barris e barricas, ocupas-se o terceiro lugar nas mercadorias que, com mais frequência aparecem referidas nascargas dos navios a si consignadas. O ferro, em arcos ou em barra, ocupa o quartolugar. O bacalhau ainda tem alguma expressão já que carregados desse peixe, oriun-dos da Terra Nova e a si destinados, chegaram ao Porto 27 barcos, em média, maisdo que um barco de bacalhau por ano, o que explica as seis cargas de sal, uma em-barcada mesmo em Setúbal34 cinco em Lisboa e outra no Mondego, ou seja na Fi-gueira da Foz35.

Offley, marca ainda hoje conhecida de vinhos do Porto, foi fundada em 171936

por Gregory Bymes. Henry Bymes, foi um dos fundadores desta firma que nos apa-rece na lista de mercadores estrangeiros que trataram com sal no Porto, a receber 6navios com carga desta mercadoria. Trata-se de sal de Setúbal, já que todos esses na-vios apresentam Lisboa como porto de origem. Em média anual, Henrique Bymes &C.ª adquiriu 1008 pipas de vinho, das quais exportou 931 pipas37.

Os negócios dos fundadores da Offley no Porto, assentaram nos cereais. O ba-calhau, mercadoria normalmente presente no trato das casas inglesas ligadas ao vi-nho do Porto, embora não estando ausente, não teve neste caso uma expressão sig-nificativa. Já no século XIX (1831), entraria para esta firma uma das mais conhecidaspersonalidades da história dos vinhos do Porto, Joseph James Forrester (o barão For-rester) autor dos mapas do “País Vinhateiro do Alto Douro” e do mapa do Rio desdea fronteira espanhola até à sua foz, isto para lá uma série de estudos pioneiros sobreagricultura, comércio e combate a doenças da videira como o oídio.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

32. Esse é o primeiro ano em que Raimundo Ritte surge nos Livros da Imposição do Vinho. AHMP, L. 1313,Imposição do Vinho, fls. 70. Manifestou então 261 pipas. Em 1695, os seus movimentos em torno do ne-gócio do vinho ascendiam já às 315 pipas. AHMP, L. 1314, Imposição do Vinho, fls. 162. No ano seguinte(1696) o seu manifesto atinge 2380 pipas AHMP, L. 1315, Imposição do Vinho, fls. 27, 140 e 158 e em1697, 1605 pipas AHMP, L. 1316, Imposição do Vinho, fls. 36 e 161.

33. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhosdo Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 408.

34. AHMP, L. 441, Visitas de Saúde, fls. 21v.

35. AHMP, L. 442, Visitas de Saúde, fls. 171.

36. SELLERS, Charles, apresenta o ano de 1720 para a fundação desta firma. o. c., p. 93. Contudo, já em1719, Gregory Bymes manifestava vinhos na Imposição do Porto. O nome que consta dos registos é o deGregório Birne ou Berne. AHMP, L. 1334, Imposição do Vinho, fls. 166.

37. CARDOSO, António Barros – Baco & Hermes – O Porto e o comércio interno e externo dos vinhosdo Douro (1700-1756), Porto, GEHVID, 2003, 1 vol., p. 342.

50

Portugueses mercadores de vinho e de sal

Mercadores Número de barcos com carga de sal

ANTÓNIO MOREIRA DA CRUZ . . . . . . . . . . . .2DOMINGOS ALVES BRAGA . . . . . . . . . . . . . . . . .3VICENTE PEDRO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2

Como se pode constatar no quadro acima, foi reduzido o número de mercado-res de vinho no Porto que se interessaram pelos negócios com sal. De facto, o ne-gócio do bacalhau e do peixe seco em geral, bem como o trato das carnes que a ci-dade importava estava, como já referimos, em mãos de estrangeiros, particularmen-te dos ingleses. Assim, não é de estranhar a escassez da presença dos mercadores devinho de nacionalidade portuguesa neste negócio. O que moveu então alguns des-tes mercadores de vinho a tratarem também com sal? Trata-se de uma questão de res-posta difícil. Contudo podemos adiantar que se trata de grandes mercadores do Por-to. Com excepção de Vicente Pedro, os restantes tiveram interesse significativo no ne-gócio de vinhos no Porto. António Moreira da Cruz, morador aos Ferradores, apare-ce na Imposição do Porto a manifestar vinhos que envia para a colónia do Brasil,onde fez chegar entre 1720 e 1742, 445,5 pipas de vinho. Em paralelo, notamo-loatravés dos registos do notariado como um mercador interessado em várias senho-rios de navios, em parceria com as grandes companhias inglesas da cidade. Logo em1736, vemo-lo interessado no navio Santiago Maior em parceria com Pedro Henkel,Pedro Arcediago e associado a alguns capitães de navios fixados na cidade da Baía,bem como a mercadores portugueses de Recife e Pernambuco38. Até 1743 mante-ve-se activo no Porto, 35 escrituras notariais diversas que testemunham a sua cres-cente actividade na urbe.

Quanto a Domingos Alves Braga, morador no centro de negócios de então, a RuaNova, também nos surge como exportador de vinho para a colónia do Brasil ondefez chegar 587 pipas de vinho, entre 1724 e 1749. A expressão dos seus negóciosna urbe foi bem menor do que a de António Moreira da Cruz a avaliar pelo menornúmero de escrituras notariais de que foi signatário.

Vicente Pedro manteve-se no Porto entre 1705 e 1747. Nesse período entrarama barra do Douro 119 barcos a ele consignados. Apenas dois foram portadores de car-gas de sal. Os ingleses dominavam as trocas entre Portugal e a Inglaterra, por isso foifraca a sua penetração nesses mercados. Aproveitou as franjas que os britânicos dei-xavam ao trato dos nacionais privilegiando os contactos comerciais com os portosde Estocolmo, Hamburgo e Amesterdão, muito embora não descurasse os contactoscom Londres e Plymouth, por exemplo. Para lá dos já citados portos do Norte da Eu-ropa, manteve contactos com a França. De onde recebeu 5 navios. Infelizmente afonte não nos permitiu que identificássemos os portos de origem destes barcos. Jáquase marginais a este movimento foram os contactos que manteve com a Carolina,Danzig e Dublin. No quadro do seu trato, destacam-se ainda os portos nacionais. DeLisboa recebeu 8 navios que transportaram ferro39, sal40, arroz41, papel e sola42, ce-

51

38. AN/TT – ADP – I/30/3 CX.39, Liv. 179, fls. 265.

39. AHMP, L. 442, Visitas de Saúde, fls. 105.

40. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 16.

41. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 176

42. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 211 v.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

reais43, aduelas44, cevada, manteiga45 e encomendas várias46. Manteve ainda inte-resse no mercado brasileiro. Daí recebeu a consignação de 8 navios: o Santa There-za, em 17 de Setembro de 1711, procedente do Rio de Janeiro e que fez escala emLisboa, com carga de sal arroz, papel e solas47. De Pernambuco, recebeu carga deaçúcar e sola vinda a bordo do Santo António de Guimarães, visitado nas águas doDouro em 20 de Agosto de 1720, cujo capitão foi Domingos Peres Lima48. Em 1722,recebeu idêntica mercadoria com a mesma origem e vinda a bordo do mesmo na-vio49, o mesmo sucedendo em 1730, quando o mesmo barco chegou ao Porto vin-do de Pernambuco sob o comando do capitão Damião Quaresma50. Da Baía, rece-beu o maior número de navios do Brasil, quatro. As cargas foram sistematicamentede açúcar, couros e solas. É igualmente conhecido o movimento da firma que fun-dou, embora sob a gestão de Vicente Pedrossem Silva, na vida económica de Avei-ro, entre 1766 e 178151.

A dimensão comercial de Vicente Pedro, morador na Reboleira, uma das maisimportantes ruas de comércio da urbe portuense da época, não encontra nos vinhoso seu principal suporte: em média, nos anos da sua actividade adquiriu 104,2 pipas,a maioria das quais exportou para o Norte, suspeitamos que para Hamburgo, portocom o qual manteve fortes relações comerciais e expressamente citado como desti-no de exportação pelo menos em 172352. As principais mercadorias em que assen-tou o negócio de Vicente Pedro foram, o ferro, as aduelas, o aço, o linho e o tabua-do. Ou seja, tratou sobretudo com os produtos dos portos holandeses, alemães, rus-sos e suecos com os quais mantinha maior volume de negócios. Os produtos ali-mentares, nomeadamente o açúcar brasileiro e os cereais, com destaque para o tri-go, também o interessaram, contudo em escala diminuta quando comparados comos produtos típicos do Norte Europeu. No seu conjunto, constam da lista seguinte(página ao lado) os produtos que Vicente Pedro fez chegar à cidade do Porto.

O fundador desta firma comercial foi Fidalgo da Casa de Sua Majestade, Cava-leiro da Ordem de Cristo e Familiar do Santo Ofício. Vicente Pedrossem da Silva foicasado com Dona Anna Micaella Fraga da Silva e ambos eram naturais e moradoresna freguesia de São Nicolau da cidade do Porto. Estes informes constam do proces-so de candidatura a Cavaleiro da Ordem de Cristo apresentado em 1756 pelo seu fi-lho, que usou o mesmo nome do pai, Vicente Pedrossem da Silva. Dele consta tam-bém que a origem da fortuna da família radica no avô do candidato, enriquecido noBrasil, para onde tinha ido com apenas 15 anos de idade. Regressou para casar emGuimarães com Dona Angela Micaella e fixaram-se no Porto. Quer um quer outronão exerceram nunca ofícios mecânicos, já que eram filhos de lavradores ricos. Tes-temunhou a favor de Vicente Pedro, Pedro Henckell, que na altura tinha 47 anos de

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

43. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 364.

44. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 369 v.

45. AHMP, L. 444, Visitas de Saúde, fls. 202

46. AHMP, L. 445, Visitas de Saúde, fls. 5 v.

47. AHMP, L. 443, Visitas de Saúde, fls. 211 v.

48. AHMP, L. 445, Visitas de Saúde, fls. 415 v.

49. AHMP, L. 446, Visitas de Saúde, fls. 323 v.

50. AHMP, L. 449, Visitas de Saúde, fls. 220 v.

51. AMORIM, Inês – Aveiro e a sua Provedoria no séc. XVIII (1690-1814), Estudo ecnómico de um espa-ço histórico, Aveiro, CCRC, 1997, p.556.

52. AHMP, L. 1338, Imposição do Vinho, fls. 190.

52

idade. Em relação a Vicente Pedro pai, disse que sempre se tinha tratado com dis-tinção e o mesmo trato afiançou tiveram os referidos seus avós paternos, possuido-res de carruagem e servindo os cargos da maior distinção da cidade53.

A terminar

Esta pequena incursão pelo comércio portuense protagonizado por mercadoresde vinho nacionais e estrangeiros no Porto da primeira metade do século XVIII, in-dica que o sal era mercadoria que circulava nos seus barcos. Em alguns casos podeafiançar-se da importância estratégica do produto no leque de negócios desses mer-cadores. Afinal, sobretudo os estrangeiros de nacionalidade britânica tinham o pei-xe seco como mercadoria primeira entre os produtos que faziam chegar à cidade doPorto por troca com os vinhos que ostentavam o nome da urbe. Nesse âmbito, o ba-calhau desempenhava papel de relevo económico. Noutros casos, o sal era usadocomo lastro que preenchia o espaço vago de mercadorias. Sem um valor expressivonos negócios deste ou daquele mercador era mercadoria aceite em qualquer portoface à importância que tinha na conservação do peixe, mas também das carnes.§

53

53. IAN/TT, HOC, Maço 2, n.º 10

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

mercadorias . . . . . . . . . . . . . . . . .n.º de naviosfardos de fazendas secas . . . .9ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68aço . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28tabuado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22alcatrão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8aduela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37queijos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7linho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24sal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2cevada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2pólvora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6goma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2tintas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1

mercadorias . . . . . . . . . . . . . . . . .n.º de naviospenicos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1arroz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3papel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2sola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7trigo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14manteiga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1cobre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5açúcar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7milho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1breu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1frasqueiros . . . . . . . . . . . . . . . . . .1cominhos . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1

Mercadorias mais vezes mencionadas nos navios consignados a Vicente Pedro & C.ª

OS TEMPOS DO SAL (1200-1850)

Aurélio de Oliveira*

Resumo: O papel do sal no circuito mercantil do Porto, como actividade vital ao giromercantil e a sua evolução na longa duração

I. Considerações prévias:

1. Será uma redundância a afirmação de que o sal, isto é, a produção do sal temuma relação directa e próxima com o clima. Não há sal de mar nos climas frios ehúmidos. O sol, as altas temperaturas, os climas secos, com períodos de insolaçãoalargados ao longo do ano, algo batidos pelo ventos são fadados para uma boa pro-dução salineira. Fica posta a condição geral basilar.

2. Todavia, as alterações de curta duração ou as afecções climáticas pontuais, queafectam sobremodo as culturas agrícolas condicionando as sementeiras os períodose as colheitas, originando por vezes fomes e cataclismos sociais graves, pouco oumesmo quase nenhum reflexo podem vir a ter na produção salineira. Geralmente po-derão ter efeitos marginais ou quase insensíveis. Só a ocorrência de períodos anuaissempre adversos, permanentemente chuvosos ou chuvosos e frios ou excepcional-mente nebulosos poderão ter aqui algum reflexo.

3. Por outro lado, essas inflexões anuais são de muito difícil verificação sobre osal. Ou há registos qualitativos expressos em memórias ou livros de razão (raríssimosentre nós), ou as variações anuais traduzidas pela oferta ou mesmo pelos preços sãode muito difícil detecção, porque o volume da produção e a quantidade da oferta de-pendem, aqui, de factores que nada têm a ver com condições climáticas, a saber: aprocura, seu aumento ou diminuição, e o efeito da stokagem que pode suprir, poranos até, a eventual diminuição da produção natural. Assim, para este produto o pa-radoxo é claro: relação umbilical com o clima, pouco ou muito pouca relação comas variações imediatas de muito curta, curta ou média duração. Na longa duração,o aumento permanente e praticamente sempre avolumado de factores exógenos tor-na difícil a detecção directa mesmo nos períodos mais alongados ou contrariando re-cessões provocadas por condições naturais. O alargamento das áreas de produçãopode ser uma resposta à quebra natural e ao menor rendimento por unidade. Na ver-dade, uma quebra natural pode ser suprida, escondida ou “enganada” por um maiorinvestimento humano e de mão de obra. Assim, teríamos que pautar os movimentos

55A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* Professor Catedrático da Faculdade de Letras da Universidade do Porto, Doutoramento em História Mo-derna e Contemporânea. Temas de Investigação: economias e sociedades rurais; comércio; indústria – Épo-ca Moderna.

por factores heterógenos decisivos: O crescimento populacional, a alteração ou aemergência de novos hábitos de consumo e sua vulgarização como as conservas -do pescados às carnes - antes da utilização industrial do sal para outras finalidades.

4. Posto isto, resta-nos perguntar se as variações seculares ou multi seculares nãoterão aqui condicionado mais directamente a produção. A resposta é, quanto a nós,novamente que sim, ou muito plausivelmente que sim. E, de facto, o apagamento oudiminuição de algumas áreas produtoras e a emergência de outras ao longo do tem-po longo assim o parece indicar. Mas deixo os poucos factos verificados no quadronacional à consideração e à discussão.

5. Temos vindo a traçar desde 1979, o quadro geral das variações climáticas na-cionais que tem vindo a receber sucessivamente mais dados e confirmações na basede elementos directos que o testemunho das fontes, raras e poucas, nos tem pro-porcionado, recolhendo também o contributo de outros que, sobretudo desde então,vêm coligindo e anotando as referências sobre o bom ou o mau tempo, essencial-mente na base do metodologia episódica – que outra não tem sido possível entre nós.Os dados constam, como temos vindo a revelar e a citar, no trabalho (a publicar)Clima e colheitas em Portugal. 1500-1850.

É dele que aqui nos servimos em brevíssima síntese que, por sua vez, poderá re-ceber um contributo de referência de longa duração com o que se possa melhor apu-rar sobre o sal, sempre com as reticências que aqui apontamos. Na verdade, em tãolargo período de tempo só muito raramente encontrámos referência directa do tem-po ou do mau tempo para o sal (mas que, por isso também, nos anos ou períodosem que aprecem, não deixam de ser muito significativas e altamente indicativas,como já diremos e veremos.

6. Neste tipo de movimentos ou comportamentos as semelhanças são mais ma-nifestas nos grandes quadros que nos pequenos, geradores de micro climas ou de va-riações pontuais muito localizas e restritas.

Dispensamo-nos de chamar aqui a atenção para as discronias e pequenos com-portamentos regionais que ao nível dos micro –climas terão de ser tomadas em aten-ção. A Europa, do Mediterrâneo à Europa Nórdica não é, de facto, homogénia. E asmodelações de arrefecimento ou de aquecimento têm impactos e importância dís-par consoante estas diferentes regiões.

7. Escusamos também de referir que dentro destas modelações surgem curtos pe-ríodos de sinal contrário, isto é, anos de sinal e comportamento contrários da ten-dência seca e fria ou quente ou húmida, aos quais há que estar atentos ao nível doscomportamentos mais curtos ou das afecções anuais, de consequência por vezesigualmente grandes a nível da colheitas agrícolas e das populações (que não estamosagora aqui a analisar).

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS56

II. As tendências de longa duração. As sugestões do clima.

Vindo de uma modelação fria, o comportamento geral mostra tendências para sealterar em toda a Europa por alturas de 1050-1200 (entrando num período climáti-co geralmente mais benéfico, quente ou moderadamente quente que se irá manter,grosso modo, até aos anos trinta quarenta do Século XIV (1330-1340), esgotando-seessa fase por meados desse Século.

Os anos que decorrem daí até cerca de 1460 estão novamente conotados comarrefecimentos mais ou menos intensos pelos diversos quadros geográficos europeusatingindo sobretudo as partes atlânticas e setentrionais.

Outra inversão importante aparece nos tempos posteriores mostrando uma va-riação secular de aquecimento que tende a esgotar-se por 1550-1560, desta vez caus-ticando as partes mediterrânicas por vezes com anos excessivamente quentes e / ourigorosamente secos. Por alturas dos anos oitenta (1580-1590) assistir-se-á, possi-velmente, à onda de frio mais intensa que não se tinha ainda observado em nenhumdos tempos até aqui considerados. Uma pequena idade glacial que em termos mul-ti- seculares se manterá sobre a Europa até cerca de meados do Século XIX, e queirá castigar de modo talvez mais intenso (pela sua permanência, isto é, maior repe-tição de anos frios e chuvosos ) todo o século XVII, como aconteceu com os anos par-ticularmente húmidos depois de 1640-45 e com uma onde de frios mais secos agra-vados a partir de 1675-77 - anos de intensos nevões. Por todo o lado, a situação man-ter-se-á nessa modelação até ao primeiro quinquénio de Setecentos. Não obstante,há uma pausa com anos geralmente quentes ou até excessivamente quentes e hú-midos na década de oitenta a e até cerca de 1693-94 marcando, desde aí, uma sol-dadura do século particularmente grave do ponto de vista alimentar e das colheitasem geral essencialmente marcada por essas condições climatéricas.

Todo o século XVIII será marcado por uma melhoria sensível. Estamos de factoperante um aquecimento geral particularmente quente durante a década de oitenta(mas com 1782 muito frio) que tende a esgotar-se novamente pelos anos da subse-quente década de 1790. Entre 1792 e 1796 a inflexão para os anos frios, por vezesexcepcionalmente frios, volta a marcar-se castigando novamente os anos da solda-dura e que se remata pelo período dos mais intensos frios talvez jamais vistos na Eu-ropa ultrapassando em rigor os mais graves da década de 90 do Século XVI. Apenasaqui mais um testemunho: o do naturalista Conde de Hoffmansegg que percorria oPaís (1797-1801) como outros que dão igual testemunho desses anos: pelos fins deMaio princípios de Junho de 1800 ainda a região centro conservava as neves por der-reter. Ver-se-ia mesmo impedido de visitar alguns locais da Serra da Estrela. Onde ain-da permanecia em mantos de três a nove pés de espessura. ”A neve nunca de demoratanto tempo por estes locais a grande quantidade caída era um fenómeno tão ex-traordinário que os mais velhos não se lembravam de terem visto tal. Deste fenómenoeram causa os invernos rigorosos de 1798 e de 4799 a 1800”. Foram anos adversosou muito adversos ainda e também muitos do primeiro vinténio de Oitocentos.

Para os anos de 1816-1817 (deixados alguns anteriores), retenha-se o importan-te testemunho de Franzini, o qual os documentou observando o estranho fenómeno(creio que nunca mais repetido até hoje) de enormes massas de gelo terem descidoaté alturas dos Açores provocando uma vaga de frio que atingiu toda a terra portu-

57THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

guesa:“Logo em 1816 se observou “o singular fenómeno do derretimento do gelo do

Polo Boreal. Enormes massas de gelo convertidas em ilhas flutuantes, algumas dasquais com mais de 200 pés de altura desceram no Atlântico até ao paralelo 40, (es-palhando uma vaga de frios que atingiu toda a costa portuguesa). Estranho fenóme-no! “há mais de 400 anos, nunca visto” (e, desde aí, nunca mais observado). Ano frioatingindo todo o verão. As frutas não amadureceram. A ano de 1817 foi duramentecastigado pela seca “dos mais escassos de quantos es conheceram no reino; os maisfelizes colherão (apenas) a semente”.

Em Lisboa, é raro nevar. Está fora das terras frias. O seu clima é mais mediterrâ-nico que atlântico ou continental. Pois há testemunhos recorrentes que a neve caiuaí com frequência neste período de anos. Desde os anos de Noventa e primeiros doOitocentos. O ano de 1806, foi muito frio. Os nevões de 1805 foram tão grandes epersistentes que as neves se demoraram pelas Beiras e terras continentais por mesesqueimando definitivamente todas as árvores de fruto mesmo as mais resistentes aofrio. (Quer dizer, tomando os meses de Abril /Maio e bem possivelmente ainda par-te de Junho).

Anunciavam-se os piores anos desta curta série: o ano de 1820 seria extraordi-nariamente frio. Nas Beiras a temperaturas desceram a pontos nunca vistos. Os vi-nhos chegaram a congelar em tonéis de mais de 80 almudes (c. de 4 pipas). As quan-tidades de neve caídas na Serra da Estrela foram tão grandes que, por meses, todosos caminhos se tornaram impraticáveis, interrompidas as já fracas comunicações docentro e Províncias do norte do Reino.

Novas dificuldades climáticas 1822-23.Nos anos seguintes continuou a série das intempérie adversas. Assim em

1826–28, com o ano extremamente seco de 1827 para culminar nos anos verda-deiramente enregelados de 1829 e 1830. Eis um testemunho directo de um nosso pa-trício: “Desde Dezembro até ao fim chegou o frio a tal intensidade que não lembraa grandes idades”. Anos, na verdade, verdadeiramente glaciares: o Rio Minho che-gou a coalhar-se nas suas enseadas e defronte da cidade de Orense chegou a alturada água congelada a 4 e 5 palmos de altura. Frios continuados pelo ano de 1830. Fi-nalmente, foi tão excessivo o frio que para navegarem os barcos no rio Minho, e mes-mo no Douro, era necessário irem homens adiante quebrando o grosso gelo vendo-se muitos mugens mortos no mesmo gelo. As hortaliças, diversas árvores de fruto fi-caram queimadas e a falta de moagens e “outros objectos necessários à vida expe-rimentavam notável danificação nestas terras do Norte”. Em Lisboa morreu-se do ex-cesso do frio e “em vários sítios, entre eles na cidade da Guarda, o termómetro Réau-mur desceu bem abaixo dos zero graus” (i. é, -22-23 graus C negativos ou possivel-mente mais). O Rio Mondego gelou e todos os regatos na Beira Baixa. Gelarão as ba-tatas, os nabos, os vinhos e, o que é mais, a própria aguardente se congelou! “Gran-de foi o frio de 1782 mas este de 1830 tem tido uma maior série de dias”.

Ainda, e finalmente, para o ano de 1839: ano de verão muito chuvoso com umOutono igualmente húmido e frio e de que resultou a perda de produção no EntreDouro e Minho, deixando na indigência os pobres e muitos lavradores desta Pro-víncia. O mesmo para Trás os Montes e muitas outras terras do País.

Para conclusão sobre os tempos que aqui nos importam, eis no que poderíamos

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS58

acompanhar para o conjunto termométrico das observações europeias: “entre 1800e 1850 registou-se ao mesmo tempo o verão mais frio em 1816 e o inverno mais ge-lado - 1829-1830”.

III. Os tempos do sal.

Que terá tudo isto a ver com a produção de sal? Não vamos, certamente, buscar aqui as principais causas da variação da produ-

ção salineira portuguesa ou europeia. Há outras muitas causas a tomar em conside-ração. Mas algumas coincidências são tentadoras e não deixarão de constituir panosde fundo de referência.

Mantendo-nos na ordem das sugestões, talvez mesmo longínquas sugestões, per-mito-me chamar a atenção para três períodos da produção nacional deixando à re-flexão e à crítica essas mesmas sugestões.

1. Deixadas as referências a salinas no litoral Norte para os tempos anteriores,elas surgem com maior frequência a partir do Século XI, e daí começaram depois arepetir-se outras referências aos centros salineiros ainda que em pequenas unidades.Depois de meados do Século XIII, cumulam-se as referências por vários locais. Des-de o Minho ao Vouga, passando por Caminha, Viana, Esposende, Fão Vila do Con-de, Leça, Matozinhos, Gaia, Massarelos. Avolumam-se, sobremodo, em Aveiro, de-pois Lisboa e Setúbal ou Alcácer e Setúbal. Todavia, anote-se como a existência dasde Gaia - Massarelos - Porto se terão implantado em época tardia - segundo VirgíniaRau (Rau. 57) mas bem azada em termos climáticos - meados do Século XIII em quese terá atingido talvez o período mais quente que decorrerá até à década 30-40 doSéculo XIV. E será pela mesma época que as da zona centro com Aveiro, como prin-cipal núcleo, surgem com maior força e importância. E o mesmo se diga das da Fi-gueira - Foz do Mondego.

Nesta última fase terminava-se a tarefa da Reconquista com todo um conjuntode circunstâncias favoráveis para o incremento económico, mas estávamos, como ve-mos, em tempos particularmente propícios para a extensão da actividade salineira atéem áreas não muito fadadas para o efeito como eram as do Portugal atlântico- comose documenta desde Gaia Matozinhos, e Leça e outras partes. Poderíamos talvez con-cluir, sem pretender aqui deixar de lado a ponderação de outras causas, que os mea-dos e segunda metade do Século XIII, coincidirão com os melhores momentos cli-máticos que se observaram até ao Século XVI. O momento favorável deste impacto,maior relevância teve em toda a área da bacia do Tejo.

Entretanto, o que se verificava enquanto os tempos tendiam a substituir os calo-res favoráveis pela onda de frio e anos húmidos e chuvosos que se desencadearãodesde os anos trinta / quarenta do Século XIV?

As marinhas do norte apagam-se ou vão-se apagando praticamente por entre al-guma produção, que permanece mas em franca diminuição. (Volto a referir a ne-cessidade de ponderar outras importantes causas). Entretanto, essa onda de frios e hu-midade não terá afectado tão gravemente as do Sul, isto é, aquelas que, de facto, es-

59THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

tão já fora dos limites climáticos do Portugal atlântico, definido em termos gerais porOrlando Ribeiro. E estas com a perda da produção do Norte, em diminuição, refor-çam a sua produção.

Bem entendido que a produção de sal nunca deixou de fazer-se de meados doSéculo XIV a meados do XV, activada também por causas exógenas importantes porsobre um crescendo que se vem acentuando já bem perceptível durante a segundametade do século XV favorecida por circunstâncias favoráveis sejam ordem política,técnica e económica ou outras, como referimos.

Caídos, mas depois saídos, desse período pouco favorável do ponto de vista cli-mático, é curioso notar que o grande surto salineiro de Setúbal com Aveiro em gran-de evidência, emergirá com outra força e outra importância pelos inícios do SéculoXVI quando, desencadeado um comportamento inverso do ponto de vista climáticodesde os anos sessenta do Século anterior, se atinge uma expressão mais evidentedesse período de aquecimento generalizado: um notório período bem favorável de-pois de passar ainda por algumas contrariedades pontuais pelos finais do Século XV.Eis o que se testemunha pontualmente acerca de ano de 1481: ”por las muchas agoasque ovo en Francia e en Portugal… en causa dello…ovo gran mingoa de sal (cit. emRau. 280. nota 3) e se constata ainda (também pontualmente) nos primeiros anos doSéculo XVI, em que se testemunha ainda “as salinas, não dão novidade” por causadas condições climáticas adversas como se diz das de Aveiro nos inícios do SéculoXVI, testemunhando, na realidade, uma situação mais generalizada (Rau. 85).

O Século XVI a partir dos primeiros anos marcará de modo claro a nova infle-xão. O Século XVI é um século da expansão salineira. Vários factores para isso con-tribuiriam também. Deixemo-los, para considerar a presença um período climáticotambém altamente propício. Os tempos favoráveis que grandemente beneficiaram asmarinhas do Portugal mediterrânico (novamente, sublinhamos, ainda que acciona-das por outros mais factores). Pelo Portugal atlântico já se tinha praticamente apagadoprodução salineira que sucessivamente se foi tornando mais débil.

O Porto ainda por tempos continuou a fazer sucesso com o trato do sal, mas nãoera do sal do seu alfoz. Sim principalmente de Aveiro. E até portuenses houve quetornaram senhores de salinas, não nas redondezas do burgo, mas por Aveiro e ou-tras partes. Mais uma vez, fora do coração do Portugal atlântico. E é certo que o mo-nopólio do Porto sobre o sal (com balizas assaz localizadas e definidas) também veioacondicionar produção local. Apagando umas que lhe eram insuficientes ou que lheprovocavam algum estorvo à actividade complementar da salga) explorava e tenta-va controlar outras “abusando” do seu poder político e económico. Todavia, as gran-des condicionantes físicas parece que tinham traçado também esses destinos.

Esse surto é claro em Aveiro e zona centro mas é-o também em Setúbal como noAlgarve. Aqui, por 1532, as marinhas - e apenas as pertencentes à Alcaidaria Mor deTavira- somavam uma extensão considerável - onde se lavrava, então, muito sal. (Del-gado da Silva. 1763-1774. 403).

Arriscado ou abusdo, associar o surto salineiro, do século XVI, por todo o ladoverificado, com estas novas condições?

Mas os tempos irão mudar e, desta feita, bem marcadamente. Em Portugal bemdocumentados durante o último quarto de Quinhentos.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS60

Uma onda de frio será desencadeada tendo-a os estudiosos definido, até, comoum pequeno surto glaciar em toda a Europa. A little ice age algum efeito terá tido naprodução nacional (e não só) agora nas áreas essencialmente salineiras nacionais. Pa-rece, até, que em alguns desses anos quase não produziriam para o abastecimentodo próprio mercado interno. Eis um dos raros testemunhos dessa contracção pontualna produção de sal coincidente com os anos muito adversos do segunda metade doSéculo XVI principalmente de 1574-1575 e daí em diante: “Este ano valeo o sal nes-ta cidade do Porto a 150 reis o alqueire - o que nunca se viu” (Francisco Dias, 22)confirmado pelas Vereações da mesma cidade ao registarem, em Março de 75, a fal-ta de sal pela carestia do tempo e pelo trato que dele se fazia para fora da Cidade.Razão: o muito pouco sal que neste ano se fabricara em Aveiro (por causa do mautempo (logo, do ano de 1574) (António Cruz, Doc. p. XXXV). “Visto o muito poucosal que ouvera em aveiro e outras partes onde se costuma ffazer” (Idem, XL). Porém,o ano quente seco de 1577, fez crescer a produção e os preços baixariam em con-formidade (Idem, CXLV).

Em termos macro, os finais do século XVI, veriam alguns clientes nórdicos a des-locar-se para os centros mediterrânicos mais a sul, isto é paragens mediterrânicas. Eaté Cabo Verde, aparece pela primeira vez buscado por ingleses e holandesas paraabastecimento de sal onde se deparam com inesperada abundância (Rau. 154-155;162-163). Parece que acentuando a alteração, os anos de 1585 são de falta geral desal por todo o lado nas zonas salineiras, afectando sobretudo as zonas atlânticas (Rau.152-153).

As más condições fizeram escassear o sal em partes várias de França (do Nortepelos anos de 1596-98 – anos climatericamente muito graves e perturbados). É bempossível que aqui estejam também algumas das razões para que alguns clientes o vãoprocurar e buscar, pela primeira vez às Caraíbas (Idem 174; 235-236, citando EngelE. Sluiter) que se impuseram cada vez mais os primeiros anos difíceis do Século XVII.

Apenas problemas políticos e estratégicos decorrentes do confrontos e impedi-mentos de Filipe II? Fruto apenas das legislação filipina e das tributações filipinas?.O preço subia. Apenas por efeito do bloqueio e outros entraves, aliás, referidos porcontemporâneos mas não atentos às imposições dos factores inertes em História oudeles se não dando conta, ou também por diminuição efectiva da produção com ogravame ou a pressão de uma procura crescentes?

Não obstante essas causas circunstanciais, na verdade, importantes, respondamcomo quiserem. Os dados aqui ficam. As dificuldades do efectivo agravamento cli-mático desencadeado por esse pequeno surto glaciar, tinha ensinado já outros ca-minhos, embora o sal português continuasse ser muito importante. E se as partes me-diterrânicas portuguesas ainda suportam bem ou, até, lucram com a queda de pro-dução por alguns lugares, o certo é que outros mais a Norte se viram (sem guerrasnem os entraves filipinos) verdadeiramente afectadas como é o caso estudado da Bre-tanha (Delafosse - Laveau).

Há problemas políticos e de rivalidades económicas nacionais ou regionais, maso cônsul francês em Lisboa confessa por 1585 que “de dez a doze anos a esta par-te se vinha sentindo a falta de sal pela França do Norte”. (Cit. em Rau. 152) dandoconta de uma conjuntura desfavorável, continuada ou muito repetida. E por outroslocais produtores as safras seriam extremamente baixas como geralmente aconteceu

61THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

nos finais da Década de Noventa (v.g. 1597-99. Rau. 163. Cf. também Michel Mol-lat).

Falámos das vicissitudes gerais do Século XVII. Passêmo-las. Eis como se refereRau, aos tempos do Século XVII: Vicissitudes e decadência do comércio do Sal deSetúbal (Idem. 162 e segs.). A autora não refere quaisquer parâmetros enquadrantesdesta natureza embora noutro passo reconheça o directo impacto destes agentes: ”Aprodução estava sujeita a crises intermitentes da produção motivada quer por mausanos de safra quer por períodos de colheitas abundantes relacionadas com imprevi-síveis mutações climáticas” (Rau, Estudos sobre o Sal. 132-133) sem estabelecer, po-rém, quaisquer quadros de fundo referenciais.

Não sabemos se são apenas motivos de concorrência, se de baixa de produçãoe queda dos salários, com a contrapartida de melhores recompensas em outros cen-tros salineiros, mas as medidas de 1695 e 1696 proibindo a saída de marnoteiros dasmarinhas nacionais, “marnoteiros que saiam movidos do leve interesse de algumamelhoria de salario”; (Andrade e Silva, 364-365 - Lei de 15 de Fevereiro de 1695),logo complementada. Em 27 de Março de 1696 alargando as medidas e proibindoa presença de estrangeiros nas labutas das marinhas de sal nacionais, acusando a de-cadência destas), poderá ser também enquadrado por perdas verificadas. E, na ver-dade, por 1692 muitas marinhas de Aveiro parece que estavam também sendo ala-gadas. Ordenava, por isso o monarca diligências e remédios para o mal do abando-no “por necessidade do sal” (Doc. em Rocha Madahil, Milenário de Aveiro. Colec-tânea de Documentos Históricos. Aveiro. 1959). E é um facto também que o novoRegimento do Sal da Setúbal de 1703 (em cima desta mesma conjuntura física), dáconta de considerável degradação das salinas e do salgado na região. Mais uma vez,não se buscarão as causas principais nos elementos para os quais estamos chaman-do a atenção (na verdade, carecem outras explicações), mas, de facto, voltamos a terenquadramentos físicos exógenos importantes ou, pelo menos, muito curiosos.

Passemos, sem mais, à ponta final do Antigo Regime. O enquadramento dos fi-nais do Século XVIII e princípios do XIX aparece como tentador ou mais tentador. Te-mos várias vezes referido e sublinhado a presença de uma crise generalizada, comdiscronias nos vários sectores e gravidades diferentes, consoante as actividade e, porseu turno, com a afectação muito desigual dos diferentes segmentos sociais.

As causas gerais terão que ser, mais uma vez, buscadas nesse quadro geral glo-bal de degradação da economia portuguesa que vai estando presente depois de 1785e se agrava praticamente por todo os sectores depois de 1792 e depois desde os úl-timos anos do Século, entrando ainda por Oitocentos de modo mais grave.

Uma outra dimensão no sector industrial ou mesteiral situa-se, precisamente, nosector das indústrias marinhas e poderá, quiçá, ser enquadrada por condicionalismosfísicos específicos bem documentados.

É novamente certo que uma variada gama de factores e circunstancialismos te-rão de ser, nova e necessariamente, chamados a capítulo para explicar a decadên-cia verificada e que atingiu sobremodo as pescarias nacionais, frustradas as tentati-vas de reconversão deste sector tentado pela política pombalina (Vide Oliveira, O Al-garve e Póvoa de Varzim).

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS62

Ora, o que se sabe para já, é a presença de um quadro de dificuldades genera-lizadas sobre as marinhas portuguesas a maior parte das quais se encontra em gra-ves dificuldades, na realidade, decadentes por esta altura. Pelo menos os dados e arelação da situação deixada por Lacerda Lobo (que as percorreu), assim o mostra. (Eestes dados não parece terem merecido correcção até hoje). As de Aveiro encontram-se na maior decadência; as da Estremadura se encontram também em decadência eas do Algarve em decadência ou mesmo em grande decadência Lobo Memória so-bre a História das marinhas. 268;269-270; 272; 279-80; 296 e outras. Vide também,Delgado da Silva, Colleção de Legislação,. (vol. 1763-1774 e vol. 1788-1791)

Mais uma vez, não vamos procurar aqui a razão principal desta situação, porque, de facto, há outras causas bem concretas que para isso contribuiriam e que,aqui, naturalmente, se omitem.

Conclusão

Foi meu intuito, apenas, chamar atenção para os tempos do sal e para possívelimpacto (por leve que tenha sido) decorrente da simultaneidade destas situações dei-xando-as e pondo-as à reflexão. Sempre, e tão só, como meras sugestões sobre a pro-dução salineira nacional - actividade de mutações tão lentas, tão sujeito a outras va-riáveis, tão insensíveis e nas quais o circunstancialismo económico, demográfico eos “azares” da política como ainda o impacto de outros factores físicos como o as-soreamento das barras ou dos rios (mas, por sua vez, não totalmente imunes a estescondicionalismos - como se aceita óbvio), parecem, de facto, terem tido o papel maisdeterminante ou também determinante.§

Bibliografia sumária

NB: o enquadramento histórico do dados climáticos com bibliografia alargada, em Clima e colheitas emPortugal. 1500-1850, onde constam também todas as referências documentais.

Almeida, Carlos Alberto Brochado de, Salinas Medievais entre o Cávado e o Neiva. Em “Bracara Augus-ta”. Vol. XXXIII. N.º. 75-76.1979

_ A exploração do sal na costa portuguesa a Norte do Rio Ave. Da Antiguidade Clássica à Baixa Idade Mé-dia. Em “I Seminário Internacional sobre o Sal português”. IHM.UP. Porto. 2005.

Amorim Inês, Aveiro e os Caminhos do Sal. ( Séc. XV-XX). Câmara Municipal de Aveiro. 2001.

Bernardo, H. de Barros, Marinhas ignoradas da Estremadura. As Salinas de Peniche, Em Revista Etbnos.T. V. 1966.

Barros, Henrique da Gama, História da Administração Pública em Portugal nos Séculos XII a XV. T. IX Ed.Torquato Soares. Lisboa. 1950.

Barros José Joaquim Soares de, Considerações sobre os grandes benefícios do Sal em particular do sal deSetúbal. “Memorias Economicas da Academia Real das Sciencias”. Lisboa. T. I. 1789.

Cruz António, Algumas Observações sobre a Vida Económica e Social do Porto nas Vésperas de AlcácerQuibir. Porto. 1967.

Delafosse (Cl). e Laveau, (M). Le commerce du Sel de Brouage au XVII. siècle. Paris. 1960.

Dias Francisco, Memorias Quinhentistas dum Procurador de El-Rei no Porto. Ed. Magalhães Basto. Por-

63THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

to. 1937

Emmer Pieter C., The Dutch salt and sugar trades. 1585-1650.. Em “I Seminário Internacional sobre o Salportuguês”. IHM.UP. Porto. 2005.

Lobo, Constantino Botelho e Lacerda Memória sobre a História das marinhas em Portugal.. Em “Memo-rias de Literatura Portugueza”. T. V. Lisboa. 1793.

_ Memória sobre as marinhas de Portugal Em “Memorias Economicas da Academia Real das Sciencias”.Lisboa. T. IV. Lisboa. 1812.

_ Memória sobre a decadência da pescaria de Monte Gordo “Memorias Economicas da Academia Realdas Sciencias”. Lisboa. Lisboa. T. III. 1791.

- Memória sobre o estado das as pescarias da costa do Algarve no anno de 1790. “Memorias Economi-cas da Academia Real das Sciencias”. Lisboa.. T. V. Lisboa. 1815.

Ladurie, Emmanuel Le Roy - Histoire du Climat depuis l´an mil. Paris. 1967.

Losa António, A extracção de sal a Norte do Douro. Estudos Medievais. Em “Bracara Augusta”. vol. XLVI.N. º 98/99 1995/96.

Madahil A G. da Rocha, Milenário de Aveiro. Colectânea de Documentos Históricos. Aveiro. 1959.

Mauro, Frédéric, Le Portugal et l´Atlantique au XVII Siècle. 1570-1670. Paris. 1960.

Mollat, Michel, Le Rôle du sel dans l´ Histoire. PUF. Paris.1968.

Hoffmansegg, Conde de, Voyage en Portugal.(1797-1801) rédigé par M. Link. Paris. 1805.

Oliveira Aurélio de, Clima e colheitas em Portugal. 1500-1850. No Prelo.

_ Póvoa de Varzim e os centros de salga na costa Noroeste nos fins do século XVIII. Póvoa de Varzim. 1985.

_ O Algarve no contexto da “guerra do pescado” no tempo de Pombal. Sevilha. 1986.

_ Do Porto a Pontevedra. Os tratos no Noroeste peninsular. (Séc. XIII-XVII). Pontevedra. 2000.

Rau Virgínia, Estudos sobre a História do Sal Português. Lisboa. 1984.

Sampaio, Alberto. Estudos Históricos e Económicos. Lisboa. 1929.

Sluiter Engel E., Dutch-Spanish rivalry in the Caribbean area.1594-1609. Em “The Hispanic American His-torical Review”. Maio. 1948 Vol. 28. N. 2.

Silva António Delgado da, Colleção de Legislação Portugueza. 1763-1774;.1775-1790; 1791-1801.

Silva J.J. de Andrade e, Collecção de Legislação Portugueza. 1683-1700. Lisboa. 1859.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS64

O SAL DO ESQUECIMENTO

SALINAS E COMERCIALIZAÇÃO DE SALGADOS NA

FOZ DO RIO LEÇA

Patrícia Costa* e Joel Cleto**

Abstract. THE FORGETFULNESS SALT - Salt-works and salt good’s trade in Leça’s estuaryIdentified by philologers and investigators as the classical Lethes – the mythological for-getfulness river -, the Leça’s estuary has had important salt-works for several centuries(since the 10th to the 19th century, at least). These were in the origin of trade, donationsand conflicts with Porto, the city in the neighbourhood.Due to the 20th century’s deep landscape and urban changes, originated by he cons-truction of the Leixões Harbour, on the old estuary, the salt-workers’ activity disappea-red and was completely forgotten in Matosinhos, making us believe in the “magic” for-getfulness characteristics that were traditionally pointed to the Leça. Contradicting thismemory’s “sleepiness”, we present a collection of unpublished documents which allowus to know the salt-works in Matosinhos, as well as its production, owners and carto-graphy.The Leça salt-works vanishing, in the late 19th century, did not bring an end to the Ma-tosinhos’ relation with salt, as the village maintained a significant number of enterpri-ses producing salazones and salt fish cannery. These were in the origin of the local mo-dern cannery industry which characterized and made Matosinhos internationally knownall along the last century.

1. Breve introdução

Embora na sua maioria os filólogos e os investigadores da proto-história do no-roeste da Península Ibérica identifiquem o clássico Lethes – o mitológico rio do Es-quecimento – com o rio Lima, há ainda alguns estudiosos que pretendem que tal cur-so de água corresponderia ao Leça. Certo é que este pequeno rio, que percorre pou-co mais de 45 quilómetros até desaguar no Atlântico, em plena praia de Matosi-nhos/Leça da Palmeira, possuiu no seu estuário, durante séculos (pelo menos entreo X e o XIX) um conjunto de salinas cuja produção, em muitos períodos, não terá sidodespiciente, e que se encontra na base de diversas transacções, doações e, não ra-ras vezes, de conflitos com a vizinha cidade do Porto.

Fruto das profundas transformações paisagísticas e urbanísticas operadas nas úl-timas décadas do século XIX e ao longo de todo o século XX, decorrentes da edifi-

65A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

*Mestranda em Estudos Locais e Regionais pela FLUP. Colaboradora do projecto SAL[H]INA: História doSal – natureza e meio ambiente – séculos XV a XIX, financiado pela FCT (POCTI/HAR/56381/2004).

cação do Porto de Leixões no leito do antigo estuário, a actividade salineira dos mar-notos de Matosinhos desapareceu por completo e foi relegada para o limbo, comoque parecendo querer sublinhar os atributos “mágicos” de esquecimento que na an-tiguidade clássica poderão ter sido atribuído a este rio. Esquecimento que, curiosa-mente, acabou por se reflectir de um modo mais evidente sobre os períodos mais re-centes da produção de sal no Leça, nomeadamente no século XIX, do que sobre pe-ríodos mais recuados, particularmente na Idade Média, aos quais, apesar de tudo, ahistoriografia tradicional tem feito referências.

Contrariando esse “adormecimento” da memória, neste artigo dá-se a conhecerum conjunto inédito de documentação sobre as salinas de Matosinhos em Oitocen-tos, fornecendo elementos que nos permitem conhecer melhor a sua produção, osseus proprietários e a sua cartografia.

O desaparecimento das salinas do Leça, nos finais do século XIX, não significou,no entanto, o fim da relação de Matosinhos com o sal, uma vez que durante as dé-cadas seguintes a povoação acolheu um conjunto significativo de empresas que sededicaram aos salazones e à produção de conserva de peixe pelo sal, na base da mo-derna indústria de conservas que caracterizará e “internacionalizará” Matosinhos du-rante grande parte do século passado.

2. Características geomorfológicas do estuário do Leça

Hoje inexistente, devido à construção aos longo dos últimos cem anos da gi-gantesca estrutura portuária de Leixões, o estuário do rio Leça apresentava caracte-rísticas geomorfológicas únicas que, ao longo de séculos, potenciaram e permitiramque este fosse um espaço privilegiado para a produção de sal.

Com efeito, não obstante o seu curto e vigoroso traçado que, em apenas 47 qui-lómetros desce desde os 462 metros de altitude até às águas do Atlântico, apresen-tando por isso um declive muito inclinado, a verdade é que o curso terminal do Leçase caracterizava por um estuário calmo, com diferenças de cotas mínimas ao longode uma grande extensão, correndo o rio entre os seus próprios sedimentos, deposi-tados com grande abundância nesta etapa terminal antes da sua foz, entre as exten-sas praias arenosas de Matosinhos e Leça da Palmeira. Aliás estas mesmas praias, comas suas vastas e durante muito tempo consolidadas formações dunares, terão con-corrido também para “travar” o ímpeto das águas fluviais, represando-as e contri-buindo, deste modo, para a sedimentação e formação do estuário leceiro1.

Deste conjunto de características resultou um interessantíssimo estuário, cor-rendo o rio em sinuosos e calmos meandros, dando mesmo origem, neste seu troçofinal, a vários braços. Aliás, na memória colectiva do século XX está ainda muito viva(e profusamente documentada em registos escritos, cartográficos e fotográficos) aexistência nesta seu percurso final de dois evidentes braços do Leça, popularmentedesignados como “rio doce” e “rio salgado”.

Estas características geomorfológicas da foz do Leça concorreram, portanto, parauma formação estuarina onde, represadas naturalmente pelas dunas marítimas e pe-los próprios sedimentos que arrastou ao longo dos milénios para a sua foz, as águas

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

**Mestre em Arqueologia pela Faculdade de Letras da Universidade do Porto. Chefe da Divisão da Cul-tura e Museus da Câmara Municipal de Matosinhos. [email protected]

66

do rio se espraiavam em longos meandros, braços e canais, significativamente pe-netrados e afectados pelas águas marinhas durante a maré-alta. Deste modo, o es-tuário, nomeadamente a poucas centenas de metros a montante da sua foz, em lo-cais já suficientemente protegidos dos ventos e de pontuais transgressões marítimas,aquando de épocas de tempestade e invernia, apresentava também características la-gunares onde as águas, calmas, eram salobras: condições essenciais e privilegiadaspara a produção de sal.

3. Antecedentes romanos

A potencialidade do estuário do Leça como local produtor de sal não terá sidoindiferente às mais remotas comunidades humanas de que possuímos registos na re-gião. Como foi descrito por Brochado de Almeida nas Actas do I Seminário2, o salera essencial às populações dos castros que, na Idade do Ferro, no 1º milénio a. C.,se implantavam no litoral. Ora, não obstante junto ao estuário do Leça se localizarum dos mais importantes povoados castrejos do litoral norte português – o Castro deGuifões3 – a verdade é que até hoje não foi possível identificar, nas áreas já escava-das daquela estação arqueológica ou em toda a área envolvente, qualquer testemu-nho de salicultura dessa época. Tal, obviamente, não significa que os habitantes des-te castro não tenham recorrido a tal prática. Numa economia de largo espectro, comode certo modo era a dos castros do noroeste peninsular, o mais certo é que não te-nham deixado de explorar este recurso que possuíam mesmo junto às suas muralhas.Falta-nos é encontrar os documentos, os vestígios materiais, que atestem tal produ-ção.

O mesmo se passa, de resto, para a época coincidente com o Domínio Romanodurante as primeiras centúrias da nossa era. Neste contexto deverá, contudo, ser va-lorizada a localização, a norte deste estuário e a não muitos quilómetros de distân-cia, na Praia de Angeiras, de um complexo industrial de conserva de peixe, datadodo século III d. C. Com efeito, junto ao conjunto de cetárias e de outros tanques es-cavados nas rochas, foram também detectadas estruturas que vêm sendo interpreta-das como destinadas à produção do sal que era fundamental para a confecção da sal-ga de peixe, ou mesmo de garum, que aí seriam elaborados4.

67

1. Cfr. DIAS, A. J. Guerner; RODRIGUES, Benedito G.; PRAIA, J. Félix – Geologia do Concelho de Mato-sinhos. Aspectos mais significativos. Matosinhos: Câmara Municipal, 1995. (“Matosinhos. Monografia doConcelho”; vol.1).

2. ALMEIDA, Carlos A. Brochado de – A exploração do sal na costa portuguesa a Norte do Rio Ave. Daantiguidade clássica à Baixa Idade Média. Actas do I Seminário Internacional sobre o sal português (Por-to e Aveiro, Maio de 2004). Porto: Instituto História Moderna da Faculdade de Letras da Universidade doPorto, 2005, p. 150-151.

3. Cfr. CLETO, Joel e VARELA, José Manuel - O Castro de Guifões (Matosinhos): dos estudos de MartinsSarmento às investigações da actualidade. Revista de Guimarães. Vol. especial - Actas do Congresso deProto-história Europeia (Guimarães, 1999). Guimarães: Sociedade Martins Sarmento, 2000. Vol.2, p.467-479; CLETO, Joel e VARELA, José Manuel - Castro de Guifões. Al-madam. Almada: Centro de Arqueolo-gia de Almada. II série, 9 (2000) p.142-144.

4. CLETO, Joel – A Indústria de Conserva de Peixe no Portugal Romano. O caso de Angeiras (Lavra, Ma-tosinhos). Matesinus. Revista de Arqueologia, História e Património de Matosinhos. Matosinhos: Gabine-te Municipal de Arqueologia e História. 1(1995/96). p.23-45. Sobre a produção de salga de peixe no Oci-dente, durante a Antiguidade Clássica, os estudos mais recentes encontram-se em L. LAGÓSTENA; D.BERNAL; A. ARÉVALO (eds) -.Salsas y salazones de pescado en Occidente durante la antigüedad. Actasdel congreso internacional (Cádiz, 7-9 de noviembre de 2005). 2007. 552 p.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

4. Produção medieval

As referências documentais, escritas, mais antigas que possuímos, relativas a pro-dução de sal no estuário do Leça, são anteriores à nacionalidade e datam dos iníciosdo século XI. A inexistência de referências medievais anteriores não significa que jánão existisse nessas épocas tal actividade, mas, também aqui, estamos é perante umaausência generalizada de documentação escrita. Aliás, pelo contrário, dever-se-á va-lorizar o facto de praticamente desde que existem documentos escritos nesta regiãoeles referirem a presença de salinas no Leça.

A documentação existente atesta, através de vendas, compras, doações, permu-tas e cedências, um aparente grande dinamismo, ao longo dos séculos XI e XII, des-tas salinas do estuário do Leça que nos aparecem, igualmente, muito disputadas efragmentadas no que diz respeito aos seus proprietários, já que possuímos referên-cias à sua posse por parte de nobres, da Igreja e do próprio rei.

A partir do século XIII uma menor menção à sua existência, na documentação,poderá indiciar alguma decadência nas salinas do Leça. Se tal crise, porventura,aconteceu, parece igualmente que terá sido ultrapassada na segunda metade da cen-túria seguinte quando o sal aqui gerado concorria e prejudicava seriamente o co-mércio que a cidade do Porto possuía em torno do sal, nomeadamente do produzi-do em Aveiro. Tal disputa culminará, em 1392, após forte pressão da Câmara e doBispo do Porto, com a proibição por parte do rei da venda de sal na foz do Leça.Como refere Amândio Barros5 “produto de primeira necessidade para as populações,recurso básico do comércio marítimo e elemento essencial no desenvolvimento devariadas “industrias”, convinha a uma cidade mercantil localizada a alguns quiló-metros do mar neutralizar concorrentes que, detendo meios de produção de sal, pu-dessem afastar dos seus muros e dos seus cais o tráfico marítimo que, em larga me-dida, por ele era atraído. Para o fazer, o burgo recorreu a todos os meios de que dis-pôs e conseguiu obter apoios junto do poder central para legitimar as formas de in-tervenção perspectivadas. Numa primeira fase fez-se a “limpeza”dos centros produ-tores mais próximos. Fique, por todos, o exemplo do desmantelamento das salinasde Bouças” (p.78).

Três décadas depois, em 1432, há alusão, nas Cortes de Coimbra, à inexistênciade produção de sal em Matosinhos. Mas esta referência “oficial” talvez não corres-pondesse de todo à verdade já que, durante estes anos, se registam notícias de con-trabando de sal por Matosinhos6.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

5. BARROS, Amândio J. Morais – A contabilidade de um produto estratégico: o Livro da imposição do sal,século XVI. Actas do I Seminário Internacional sobre o sal português (Porto e Aveiro, Maio de 2004). Por-to: Instituto História Moderna da Faculdade de Letras da Universidade do Porto, 2005, p. 78-79.

6. BARROS 2005 - op. cit., p.79

68

data…acontecimento…fonte

1032…Venda de 5 talhas de salinas, em Matosinhos, que faz Benedictus ao abade Tude-leido…Marçal 19887, Gomes 19788

1045…Tanoi Godinho e esposa doam ao mosteiro de Leça cinco talhos de salinas na ma-rinha de Leça…Marçal 1988, Gomes 19781045…3 docs. pelos quais o abade Tudeildus e o mosteiro de Vacariça cedem salinas dafoz do Leça …Marçal 1988, Gomes 19781057…Doação, em testamento, de Adefonsus ao mosteiro de Leça, incluindo salinas nafoz do Leça…Marçal 1988, Gomes 19781063…Doação em testamento, de Gunsalvo e sua mulher, ao mosteiro de Leça, de sali-nas na foz do Leça…Marçal 1988, Gomes 19781070…Petro Quilifonsis vende salinas próximo do Castro de Guifões (estuário doLeça)…Marçal 1988, Gomes 19781088…Muniu Bellidici permuta prédios e salinas em Guifões…Marçal 1988, Gomes 19781090…Ermesindo Moniz lega três talhos de salinas, na foz do Leça, ao mosteiro de Al-pendurada…Lobo 1793, Marçal 19881112…Cristovão Baltariz doa talha de marinha, em Guifões, ao mosteiro de Moreira…Mar-çal 1988, Gomes 19781113…Três proprietários doam ao mosteiro de Paço de Sousa dois talhos da salina, cadaum, em Bouças …Marçal 1988, Gomes 19781115…Ermesenda Pais faz doação de um talho de salinas na foz do Leça…Marçal 1988,Gomes 19781117…Gundezindo Gunsalviz doa dois talhos de marinha, em Guifões…Marçal 1988, Go-mes 19781120…Juliano vende um talho de marinha na foz do Leça…Marçal 1988, Gomes 19781122…Pelágio Moniz e mulher escambam marinhas na foz do Leça…Marçal 1988, Go-mes 19781139…Carta de venda de marinhas ao Mosteiro de Moreira…Lobo 17931144…D. Afonso I doa ao mosteiro de Tarouca “salinas reais” de Bouças …Marçal 1988,Gomes 19781152…Joannes Nausti doa salinas na foz do Leça ao mosteiro de Alpendurada…Marçal1988, Gomes 19781258 …“Inquirições”: embora em decadência a exploração de salinas mantém-se em Ma-tosinhos…

1392…Ordenação do concelho do Porto proibindo a compra de sal da foz do Leça…Mar-çal 19881432/33…Cortes de Coimbra. Referência implícita à inexistência de produção de sal emMatosinhos…Marçal 1966

5. Os marnotos do Leça da Idade Média ao século XIX. Resistências eabandono

Depois do grande dinamismo registado nas marinhas do Leça durante a IdadeMédia, a intervenção régia de 1392, proibindo a sua venda e cedendo deste modoàs pressões do Porto, parece que poderia ter posto um ponto final à história da pro-dução de sal no estuário deste rio. E é isso que, com efeito, tem sido interpretado pelahistoriografia que se vem debruçando sobre o sal em Portugal.

69

7. MARÇAL, Horácio – As extintas marinhas de sal na foz do rio Leça. Boletim da Biblioteca Pública Mu-nicipal de Matosinhos. Matosinhos: Biblioteca Pública Municipal. 32(1988), p.11-27.

8. GOMES, António J. – Matosinhos em Textos Medievais (Até D. Afonso III). Matosinhos: Biblioteca Mu-nicipal, 1978

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

A verdade, no entanto, é que as salinas da foz do Leça continuaram a produzir,com resistências e abandonos, até ao século XIX.

Apenas 70 anos depois da proibição régia, um novo monarca, Afonso V, vai au-torizar em 1462 um dos grandes senhores de Matosinhos, João Rodrigues de Sá, nãosó a fazer marinhas no Leça, mas também permitir que ela possa vender o sal pro-duzido em Matosinhos, em Leça e até… no Porto!9

Face ao levantamento da proibição real e tendo também em conta a importân-cia do sal, particularmente nessa época, é muito provável que a produção das ma-rinhas do Leça se tenha prolongado por Quinhentos. No entanto, como comprovadocumentação inédita revelada neste estudo, sabemos também que no século XVII,mais precisamente em 1641, não se produzia sal no Leça há já algum tempo. Sin-tomaticamente, contudo, a sobrevivência na época do topónimo “campo das mari-nhas” parece revelar que a memória da salicultura era algo que estava ainda bem vivana comunidade.

O século XVIII, todavia, parece ter sido mesmo uma época de total abandono.Disso mesmo nos dá conta, em 1793, Lacerda Lobo10 ao afirmar que “presentementenão existem (marinhas) algumas nas margens do Rio Leça”.

Mas não seria por muito mais tempo. Com efeito, nas primeiras décadas de Oi-tocentos os marnotos estão de volta a este estuário. E a produção prolongar-se-á du-rante várias décadas. Este dado, pese embora algum “esquecimento” a que foi vota-do pela historiografia, mesmo local, está no entanto referido nalgumas monografiasdo concelho11 e, mais recentemente, Maria do Carmo Serén12 revelou um mapa coma localização das salinas “que possue António Bernardo de Brito e Cunha”, datadonecessariamente de um momento anterior à sua morte ocorrida em 1829.

Não obstante estas breves referências, e a sobrevivência até aos nossos dias, namemória colectiva da comunidade, da existência de marinhas da família Brito e Cu-nha na antiga e já desaparecida ilha que se desenvolvia entre os dois braços doLeça13 – os já aqui citados “rio doce” e “rio salgado” – a verdade é que, paradoxal-mente, se sabia muito pouco (praticamente nada) sobre esta última fase de produçãode sal no Leça.

Muito recentemente, contudo, o achado de um conjunto documental relativo aestas marinhas veio permitir a possibilidade de um melhor conhecimento dessa rea-lidade. Segue-se uma primeira abordagem a este fundo.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

9. MARÇAL, Horácio – As extintas marinhas de sal na foz do rio Leça. Boletim da Biblioteca Pública Mu-nicipal de Matosinhos. Matosinhos: Biblioteca Pública Municipal. 13(1966). p.99-109.

10. LOBO, Constantino Lacerda - Memórias sobre as marinhas de Portugal (…). in Memórias Económi-cas da Academia Real das Ciências. Vol. II e IV. Lisboa: Academia Real das Ciências. 1790-1793.

11. Cfr. FARIA, Godinho de – Monographia do Concelho de Bouças. Maozinhos, 1899. p.243-245; FEL-GUEIRAS, Guilherme – Monografia de Matosinhos. Lisboa. 1958

12. SERÉN, Maria do Carmo – O Oitocentismo. Tempos de Liberalismo e de mudança no Concelho. Ma-tosinhos: Câmara Municipal, 2000. (“Matosinhos. Monografia do Concelho”; vol.5). p. 16.

13. Cfr, entre outros, GALANTE, Domingos – As Margens do Rio Leça e as Antigas Marinhas de Sal. Ma-tosinhos Ontem, Hoje e Amanhã. Matosinhos: Câmara Municipal, 2005. p.37-40.

70

data…acontecimento…fonte

1432/33…Cortes de Coimbra. Referência implícita à inexistência de produção de sal emMatosinhos…Marçal 19661462…Afonso V autoriza João Rodrigues de Sá a fazer marinhas nas suas terras de Mato-sinhos e a vender o sal em Matosinhos, Leça e no Porto…Marçal 1966, Lobo 17931641…Aparentemente o “campo das marinhas” não produz sal há já algum tempo…Cos-ta & Cleto 20081793 …“Presentemente não existem (marinhas) algumas nas margens do Rio Leça”…Lobo1793Início s.XIX…Família Brito e Cunha relança a actividade nas marinhas do Leça…Costa &Cleto 20081869…As salinas da foz do Leça deixam, definitivamente, de produzir…Felgueiras 1958

6. A memória do sal do Leça no século XIX: a documentação da famíliaBrito e Cunha

Partimos para a análise deste fundo documental com um objectivo: saber se elenos revelava efectivamente a existência de produção de sal em Matosinhos, após aproibição do século XIV alcançada pelo Porto, contrariando assim toda uma tradi-ção historiográfica que, salvo raras excepções, nos apontava para o contrário. A do-cumentação aqui apresentada não nos desiludiu, provando-nos que, pelo menos noséculo XIX, conforme veremos, houve efectivamente produção de sal na foz do rioLeça.

Mas antes de avançarmos mais neste aspecto convém descrevermos, em linhasgerais, o fundo documental em análise.

Assim, este fundo, pertencente a um particular14, é relativo a uma importante fa-mília oitocentista de Matosinhos, os Brito e Cunha. A maioria dos seus documentosconcerne às propriedades detidas por esta família e podemos dizer que a sua tipo-logia é variada: correspondência, registos contabilísticos e seus rascunhos, pedidosde traslados de documentos registados em tabelião (é o caso do documento mais an-tigo, um emprazamento em três vidas de 6 de Outubro de 1641 e de um auto de pos-se de 20 de Fevereiro de 1722). A nível cronológico, o conjunto documental distri-bui-se entre o século XVII e o XIX.

Passando à análise da documentação, começamos por salientar a nossa opçãopor fazer um estudo em três vertentes: a evolução de uma paisagem, nomeadamen-te de uma propriedade cujo topónimo é um bom indicador de produção de sal, oCampo das Marinhas; a mão-de-obra, sua contratação e respectivo regime de traba-lho; e, por fim, a produção de sal (em termos quantitativos) aliada à sua comerciali-zação.

71

14. Este conjunto documental foi salvo in extremis pelo Eng. Rocha dos Santos, de Leça da Palmeira, queo adquiriu num alfarrabista que se preparava para o destruir. Os autores agradecem todas as facilidadesde acesso e de estudo que nos foram concedidas pelo actual proprietário deste fundo.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Evolução da paisagem

Os documentos que provam a existência de produção de sal neste fundo docu-mental são apenas alguns, todos do século XIX. Contudo, para a questão da evolu-ção da paisagem no Campo das Marinhas socorremo-nos de outros que retratam afase em que, nessa propriedade, não se cultivava sal.

Deste modo, o já referido Prazo de 1641 localiza o terreno do Campo das Ma-rinhas junto ao lugar de Matosinhos e “que de norte a sul entesta com o rio Lesa deambas as bandas por ficar no meio”15, aqui é ainda descrito que o Campo das Ma-rinhas produzia 10 alqueires de pão “por o demais estar escaldado de ágoa salgadado mar e nam se lavrar nem dar fruto”. Esta última informação leva-nos a colocar ahipótese de ter sido aí produzido sal anteriormente, pois é habitual em terrenos queproduzem sal, e depois deixam de o fazer por alguns anos, estes acabarem por ficarimprodutivos, “escaldados”.

No século XVIII continua a não haver referências a produção de sal nesse terre-no. O auto de posse de 1722 refere que o Campo das Marinhas é “cito junto à pon-te do lugar de Mathosinhos que é no Julgado de Bouças” e, ao ser descrito o acto detomada de posse “cível e corporal”, são mencionadas “valadas”, “árvores”, “pedras”,“terra”, mas nada nos aponta para a produção de sal.

O cultivo de sal nas propriedades dos Brito e Cunha terá começado no séculoXIX, entre a primeira e a segunda década, pelo que nos indicam as fontes. Isto por-que, se, por um lado, temos, em 1826, um indivíduo de Aveiro a comprometer-se air “marnotar a Marinha do Illustríssimo Senhor António Bernardo de Brito e Cunha,cita na Quinta de Matozinhos”, por outro, a 22 de Janeiro de 1867, um documentosobre a destruição das marinhas em 1866 indica-nos que eram uma “obra que tinha50 anos d’existencia”, o que nos remeteria para um início de actividade em 1816.Contudo, neste caso, os 50 anos indicados devem ser interpretados com algum cui-dado uma vez que nos parecem ser, muito provavelmente, muito mais uma aproxi-mação, um “arredondamento”, do que um número real.

Para as décadas de 30 e 40 do século XIX, encontramos ainda, neste fundo, umconjunto de documentos, em torno de um litígio entre João Eduardo de Brito e Cu-nha e suas tias (Joana e Ana Brito e Cunha), a propósito da divisão desta proprieda-de e da sua forma de exploração, sendo, sempre que necessário, evocada a docu-mentação mais antiga relativa à posse desta propriedade (como, por exemplo, o atrásmencionado Prazo de 1641).

No meio da documentação do litígio destaca-se um documento, não datado masque julgamos ser de finais da década de 3016, o qual nos fornece uma indicação datransformação da paisagem da propriedade e mais uma prova da sua produção desal. Assim, este documento refere que António Bernardo Brito e Cunha, irmão de JoãoEduardo Brito e Cunha, havia destruído uma ponte de pedra, chamada Ponte de Bri-to, que ligava as Azenhas, agora propriedade das tias, ao Campo das Marinhas, e queesta propriedade havia passado de juncal para marinhas de sal.

Ainda entre a documentação do século XIX, num rascunho de uma petição para

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

15. Como vimos anteriormente este topónimo, “Campo das Marinhas”, sobreviverá até meados do sécu-lo XX quando esta ilha, entre os dois braços (o “doce” e o “salgado”) do Leça, desapareceu com a cons-trução da Doca nº2 do Porto de Leixões.

16. Tendo em conta as datas da restante documentação com um mesmo tipo de caligrafia.

72

emprazamento17 de duas ilhas lê-se: “existindo no meio do Rio de água salgada queali forma o braço de mar que divide esta povoação de Leça da Palmeira, duas pe-quenas Ilhas ou juncais incultas e contendo apenas algum torrão e junco, deseja oSuplicante obtellos a fim de ali mandar cortar o torrão necessário para a reparaçãodas marinhas que possui junto à ponte da mesma freguesia…”. Este torrão serviriapara fazer os muros ou motas das marinhas, os quais impediam a água de avançarsobre elas, provando-se, desta forma, a actividade nas marinhas.

Entre a data do primeiro documento que nos prova a existência de produção desal em Matosinhos, 1826, e o ano em que as salinas foram arruinadas sob o pretex-to de saúde pública (por Portaria de 2 de Out. de 186618, encontramos também ou-tros documentos que nos dão conta do rendimento e venda de sal destas marinhas,nos anos de 1835, 1836 e 1837, os quais serão analisados adiante.

Mão-de-obra

Ao nível da mão-de-obra, há duas menções a trabalhadores ligados ao cultivo demarinhas dos Brito e Cunha: Manuel Gomes, um homem de Aveiro que vai “mar-notar” em 1826 para Matosinhos, e António da Rocha Passo, Mestre Salineiro des-sas marinhas em 1835.

Destes dois documentos, apenas o primeiro contém informação suficiente paraexaminarmos o comportamento da mão-de-obra, o segundo servirá para a questãoda produção.

Neste sentido, encontramos no documento de 18 de Abril de 1826 a transferên-cia de mão-de-obra especializada, vinda de Aveiro, local de tradição salineira, paraMatosinhos, o que nos leva a crer que, há já algum tempo, não existia produção desal em Matosinhos.

Porém, se à partida nos parece que as técnicas de cultivo de sal adoptadas emMatosinhos seriam idênticas às de Aveiro, devido a esta transferência de mão-de-obra, já quanto ao regime de trabalho poderá haver alterações. Enquanto que nestedocumento Manuel Gomes declara ir “marnotar” a marinha de Matosinhos “pellojurnal diário de quatro centos e oitenta reis exceptuando os Domingos”, em Aveiro,é adoptado, na maior parte dos casos, o regime de “parceria de metade”19 confor-me nos descrevem vários autores e, por todos, Inês Amorim20. Será que esta opçãode pagamento da mão-de-obra à jorna estará relacionada com o facto de aqui se tra-tar de uma propriedade de particulares, isolada?

Impõe-se, do mesmo modo, comentar o valor do pagamento diário a Manuel Go-mes, de maneira a avaliarmos se este seria um valor alto ou baixo, comparando-o a

73

17. Este documento não apresenta na data o século a que pertence, apenas sabemos que é do ano 30.Porém, o facto de sabermos pela restante documentação que a produção de sal nestas marinhas se en-contra activa só no século XIX e de, para além disso, este documento se encontrar no meio de uma sériede outros deste mesmo período, permitiu-nos atribuir-lhe a data de 1830.

18. Aliás, Charles Lepièrre refere também esta destruição: LEPIÈRRE, Charles – Inquérito: A Indústria dosal em Portugal. Lisboa: Universidade Técnica de Lisboa, 1936. p. 16 e 17.

19. Divisão da produção em 2 metades iguais e divisão das despesas entre o proprietário e o marnoto.

20. AMORIM, Inês – Aveiro e os caminhos do sal: da produção ao consumo (secs. XV a XX). Aveiro: Câ-mara Municipal de Aveiro, 2001.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

outros salários. Para tal recorremos a um artigo de Vitorino Magalhães Godinho21 noqual, através de um estudo de caso – o jornal diário pago aos trabalhadores agríco-las no Porto – se constata que o valor do jornal diário atinge, entre 1813 e 1819, os400 reis; em 1819 o valor do jornal começa a descer e, de 1823 a 1831, passa a me-tade do valor máximo atingido. A partir destas informações, concluímos que ManuelGomes iria ser bem pago comparativamente aos trabalhadores agrícolas, pelo que,em 1826, fase de declive nos dados de Magalhães Godinho, o valor do seu jornal diá-rio é superior ao valor máximo pago aos trabalhadores agrícolas no período crono-lógico apresentado pelo autor. Esta disparidade de valores dever-se-á ao facto de setratar de uma contratação de mão-de-obra especializada, não se considerando o tra-balho nas marinhas como agrícola? Não se deve, também, escamotear a probabili-dade de estarmos em presença de uma absoluta reconstrução de uma marinha, fei-ta a partir de praticamente nenhuma preexistência, tornando, a priori, mais dispen-dioso e custoso este trabalho.

Produção e comércio de sal

Passemos agora à nossa terceira e última abordagem: a produção e comerciali-zação do sal, para a qual possuímos dados respeitantes aos anos de 1835, 1836 e1837.

Numa pequena folha, o Mestre Salineiro António da Rocha Passo escreveu: “Ren-deo a Marinha neste anno de 1835 1:544 Razoins de sal”. Na mesma folha, encon-tramos algumas contas que só compreendemos ao confrontá-las com dois docu-mentos de 1836: uma folha, que consideramos de rascunho, com várias contas, euma lista das várias parcelas de sal vendido entre Outubro de 1836 e Outubro de1837; e um quadro resultante desse rascunho.

Observando os documentos, o rascunho demonstra-nos que, em Matosinhos, sedenominavam as rasas de sal por razoins (medida por nós estranhada aquando da lei-tura do documento de 1835). Pela confusão que reina em torno da metrologia, no-meadamente a do sal, que varia de região para região e consoante os períodos cro-nológicos22, bem como pelo facto desta não corresponder ao objectivo deste estu-do, optamos por manter a rasa como medida. Mas não deixa de ser interessante ofacto da rasa de sal ser uma medida bastante utilizada na região de Aveiro de ondejá vimos ser originário o marnoto do contrato de 1826. Contudo, mesmo dentro daregião de Aveiro a metrologia apresenta diversas variantes. O projecto SAL[H]INA23,coordenado pela Professora Inês Amorim, e no qual colabora um dos signatários des-te artigo (PC), encontra-se presentemente a fazer uma recolha das medidas de sal e

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

21. GODINHO, Vitorino Magalhães – Preços e conjuntura do século XV ao XIX, in SERRÃO, Joel (dir.),Dicionário de História de Portugal. Vol. IV. Lisboa: Iniciativas Editoriais, 1971. pp.514-516.

22. Vejamos, um exemplo desta variabilidade, na informação que encontramos em Mappas das medidasdo novo systema legal comparadas com as antigas nos diversos concelhos do Reino e Ilhas, Lisboa, Im-prensa Nacional, 1868. Assim, são indicadas várias medidas de sal para a zona de Aveiro (p. 25): rasa desal de Aveiro - 39 litros, rasa de Ovar - 77 litros, rasa de sal de Ílhavo - 42.5 litros, búzio de sal de Águe-da - 57 litros. Mas já, no caso do Porto (p.213) o moio de sal é de 2361.600 litros, em Vila do Conde omoio é de 1697,340 litros (p. 214).

23. SAL(H)INA: História do Sal - natureza e meio ambiente - séculos XV a XIX (SAL(H)INA,POCTI/HAR/56381/2004).

74

75THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 1 Venda mensal do sal da propriedade dos Brito e Cunha em Matosinhos(Out.1836-Out.1837)

700

600

500

400

300

200

100

0

Out

. 183

6

Nov

. 183

6

Dez

. 183

6

Jan.

183

7

Fev.

183

7

Mar

. 183

7

Abr

. 183

7

Mai

o 18

37

Jun.

183

7

Jul.

1837

Ago

. 183

7

Set.

1837

Out

. 183

7

rasas de sal

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 2 Evolução do preço do sal em Matosinhos (Out.1836-Out.1837)

250

240

230

220

210

200

190

180

Out

. 183

6

Nov

. 183

6

Dez

. 183

6

Jan.

183

7

Fev.

183

7

Mar

. 183

7

Abr

. 183

7

Mai

o 18

37

Jun.

183

7

Jul.

1837

Ago

. 183

7

Set.

1837

Out

. 183

7

reis por rasa

Gráfico 3 Venda mensal do sal da propriedade dos Brito e Cunha em Matosinhos(Out.1836-Out.1837)

600

500

400

300

200

100

0

Out

. 183

6

Nov

. 183

6

Dez

. 183

6a

Dez

. 183

6b

Jan.

183

7

Fev.

183

7

Mar

. 183

7

Abr

. 183

7

Mai

o 18

37

Jun.

183

7

Jul.

1837

Ago

. 183

7

Set.

1837

Out

. 183

7

rasas de sal. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

suas equivalências para todo o Reino, entre os séculos XV e XIX, pelo que, decerto,trará uma nova ‘luz’ a esta problemática.

Voltando à documentação, a análise do rascunho permite-nos ainda verificar,dentro de cada mês, as parcelas de sal vendidas a meio do mês e no fim dele, seupreço e respectiva comissão de 5% do intermediário nesta venda de sal, o qual é tam-bém o autor dos dois documentos, João Coutinho da Costa.

O quadro elaborado a partir do rascunho apresenta-nos o número de rasas de salvendidas por mês ao longo de um ano (que tem início em Outubro, provavelmenteporque Setembro costuma ser o último mês de safra de sal). A produção de sal em1836, segundo o quadro, rendeu 2254 rasas ou razoins de sal, depositadas para ven-da num Armazém (em local não indicado). Desde logo aferimos que apenas parte daprodução é vendida, mais concretamente, cerca de 85% do total. Neste documen-to há também uma coluna referente às rasas usadas na casa, o equivalente a 1% dototal, mas, mesmo assim, continuamos a ignorar o destino de cerca de 14% do salproduzido.

Para examinarmos de forma mais clara a evolução da venda sazonal de sal aolongo deste ano elaboramos um primeiro gráfico (Gráfico 1) tendo por base este qua-dro.

A partir deste Gráfico 1 constatamos que estamos perante uma situação de ven-da sazonal de sal idêntica à que Inês Amorim24 nos apresenta para o século XVIII apropósito da comercialização fluvial, interna, local, regional de sal de Aveiro. Des-ta forma, os meses em que se verifica uma maior quantidade de sal vendido, em am-bos os lugares, vão de Setembro a Dezembro (em Matosinhos a subida começa mes-mo em Agosto) o que se atribui, em grande parte, a esta ser a época da matança doporco e sua conserva, bem como da salga das sardinhas, pela necessidade de ar-mazenamento de alimentos para o Inverno. Mas haverá alguma relação da evoluçãodesta venda sazonal com a produção de sal? Já vimos que aparentemente esta rela-ção se verifica quanto ao mês escolhido para iniciar o ano de comércio (Outubro).Todavia não vamos mais além.

Através da informação, também presente no quadro de 1836, sobre o preço darasa de sal construímos um outro gráfico (Gráfico 2), o qual serve para uma análisecomparativa entre a evolução dos preços e a venda de sal (Gráfico 3). Ressalve-se queo Gráfico 3 corresponde a uma variante do Gráfico 1 diferenciando-se o Gráfico 3por apresentar dois meses de Dezembro visto que, no dia 26 deste mês o preço darasa aumenta, sendo esta informação importante a título comparativo.

Comparando estes dois gráficos apuramos que os meses em que a rasa de sal émais cara são praticamente todos os meses em que se vende menos sal, entre De-zembro e Maio (note-se que em Dezembro, quando o preço sobe, as vendas caiem).Paralelamente, parece-nos que os preços acompanham a produção, ou seja, os me-ses em que os preços se apresentam mais altos são os meses em que ainda se estãoa realizar os trabalhos preparatórios nas marinhas, aquando da produção de sal, apartir de Junho, os preços descem.

Uma análise mais aprofundada deste fundo documental poderá permitir, futura-mente, obter mais elementos sobre aquela que é, afinal, a última fase da produçãode sal no estuário do Leça. Uma produção que, com efeito, terminaria em 1866. Nãoporque estivesse em decadência – os números assim não nos indicam – mas porque

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

24. AMORIM, Inês – Aveiro e os caminhos do sal: da produção ao consumo (secs. XV a XX). Aveiro: Câ-mara Municipal de Aveiro, 2001.

76

as autoridades sanitárias e administrativas impuseram o seu encerramento com o fun-damento, sabemos hoje que totalmente erróneo, de que as águas salobras e estag-nadas das marinhas de Matosinhos estavam na “origem dumas febres tifóides quegrassavam na vizinhança”25.

7. A transformação da paisagem e o desaparecimento do estuário do Leça

Terminada a salicultura no estuário do Leça, em 1866, a ilha dos Brito e Cunhasobreviverá ainda durante quase um século sob a designação do seu tradicional emultissecular topónimo: Campo das Marinhas. Durante esse espaço de tempo o lo-cal serviu para outros fins. Foi o campo de tiro do Real Club Caçadores de Matozi-nhos e, aproveitando seguramente alguns dos antigos taludes e comportas da acti-vidade salineira, foi também palco de uma estação piscícola, cuja exploração esta-va já abandonada nos anos ’30 do século XX26, mas que se encontra registada emdiversos levantamentos cartográficos existentes no Arquivo Histórico Municipal deMatosinhos. Desde então, e até ao seu desaparecimento, o campo das marinhastransformou-se num espaço semi-selvagem, ocupado pontualmente por algum gadovacum que aí ia pastar, acedendo ao local através de uma pequena ponte com pila-res em ferro, propriedade dos Brito e Cunha. Dessa época e dessa utilização do Cam-po das Marinhas chegaram até aos nossos dias algumas fotografias e belíssimas te-las do mestre Agostinho Salgado. E a memória, dos mais velhos, do intenso ruído docoaxar das rãs que, oriundo das antigas marinhas, inundava e embalava de som asnoites da vila e da vida matosinhense.

A ampliação, na segunda metade do século XX, do Porto de Leixões, nomeada-mente a abertura da Doca nº2, esventrou e fez desaparecer definitivamente o que ain-da subsistia do antigo estuário do Leça e, também, o Campo das Marinhas.

8. A comercialização de salgados na foz do rio Leça

Com o desaparecimento do Campo das Marinhas não terminava, contudo, a re-lação da foz do Leça com o sal. Com efeito, desde as últimas décadas do século XIXa vila de Matosinhos vinha assistindo a um intenso processo industrial e comercialem torno da conserva de peixe, nomeadamente pelo sal. É verdade que o apareci-mento em Matosinhos, em 1899, da “Lopes, Coelho & Dias”, a primeira fábrica mo-derna de conservas (em óleo e embaladas em latas hermeticamente fechadas; e nãosalgadas e prensadas em barricas de madeira), veio revolucionar completamente estaindústria e ameaçar a emergente e florescente indústria de salazones. Mas não dei-xa, igualmente, de ser verdade que a salga do peixe e sua comercialização se man-teve ainda, com grande dinamismo, durante as décadas seguintes. A título de exem-plo refira-se que, no início da década de ’40, quando existiam mais de 30 fábricasmodernas de conservas de peixe, permaneciam também em laboração 13 outras fá-bricas de conservas de peixe pelo sal, na sua maioria ostentando ainda a designação

77

25. LEPIÈRRE 1936 – op. cit. p.16

26. GALANTE 2005 – op. cit.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

dos gregos, italianos e espanhóis que aqui haviam iniciado e desenvolvido a sua ac-tividade: “Arlindo de Sousa Vinagreiro”, “Botelho & Ojeda”, “Cláudio Schezzi”, “D.N. Charalampopoulos”, “Famiglia Coco”, “Carlo Américo”, “Giuseppe Campo fu Sal-vatore”, “Joaquim Ferreira, Pedro Lucas & Filhos”, “Viúva José Pacheco Polónia”,“Juan Perez Lafuente”, “Olívia Machado”, “Serrats & Luças” e “Francesco Coco”27.

Mas este é já um outro tema a explorar, necessariamente de um modo mais mo-nográfico, em futuro artigo.

9. Conclusão

Feita, de um modo muito rápido, alguma retrospectiva do que a historiografia jános havia esclarecido sobre a salicultura na foz do rio Leça, particularmente para aIdade Média e início da Idade Moderna, apresentamos neste estudo um conjunto iné-dito de documentação que vem, definitivamente, comprovar a permanência da pro-dução de sal noutras épocas, nomeadamente durante várias décadas do século XIX.

Da análise preliminar elaborada sobre este fundo documental ficam algumas cer-tezas, nomeadamente de que era falsa a premissa de que depois da Idade Média dei-xara de haver produção de sal em Matosinhos. Mas ficam também muitas hipóteses,algumas das quais procuraremos testar e esclarecer em próximas investigações. Paraque o sal do Leça não seja o sal do “esquecimento”.§

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

27. CORDEIRO, José Lopes – A Indústria Conserveira em Matosinhos. Exposição de Arqueologia Indus-trial. Matosinhos: Câmara Municipal, 1989. p. 61.

78

O RIO MINHO NAS ROTAS DO SAL: O

ABASTECIMENTO DA GALIZA NA SEGUNDA METADE

DO SÉC. XVI

Sara Pinto*

Resumo: O estudo das relações entre as pequenas vilas portuárias de ambas as margensdo rio Minho, nomeadamente das suas relações comerciais, da forma como se com-plementam e se articulam, constitui um dos principais pontos de partida para com-preendermos a articulação da rede portuária do noroeste português, considerando es-pecializações em determinadas rotas e produtos. O caso de Caminha será especial-mente paradigmático, no que toca à sua localização na foz do Rio Minho e às suas li-gações seculares com a Galiza, região onde o desenvolvimento de uma economia as-sente na pesca se pautou por uma exemplar organização neste sector, incluindo a apa-nha do pescado, a sua salga e a sua redistribuição. Facilmente podemos concluir so-bre a enorme necessidade de sal, que o sistema galego de “alfolís” nunca conseguiu sa-tisfazer na sua totalidade; da mesma forma que a sul do Minho foi sempre incessantea procura de peixe. Aferir sobre a circulação destes dois produtos entre as margens dorio Minho constituirá a nossa contribuição para o estudo das rotas do sal.

Rio Minho: corrente de trocas

Na acepção de Elisa Ferreira Priegue, a largura do rio Minho não constituiu umentrave ao comércio fronteiriço entre a Galiza e Portugal, mas sim um veículo de co-municação, difícil de controlar pelas autoridades, e objecto de sucessiva legislação,quer pelos monarcas espanhóis, quer pelos portugueses.

No alvor da época moderna, o movimento de mercadorias entre Galiza e Por-tugal é caracterizado por um tráfico muito diversificado, minorista, modesto e compouco de comércio internacional. Com efeito, exceptuando as rotas do sal, do vinho,do pescado e da madeira, trata-se de um comércio de raio pequeno, entre as vilasdas margens do Minho, unidas por antigos privilégios de vizinhança e por uma fe-liz ignorância das barreiras fiscais. Os dois reinos suprem mutuamente as suas ca-restias ao ritmo da conjuntura.1

Se por um lado, Portugal necessitava de madeira, pescado e panos de importa-ção que a Galiza lhe proporcionava; por outro, esta precisava do sal português e es-

79A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

*[email protected]. Bolseira de Investigação Científica do Projecto SAL(H)INA História do Sal - na-tureza e meio ambiente - séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”; Institu-to de História Moderna – Universidade do Porto.

1. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988.

tava interessada nos produtos algarvios e da região lisboeta - fruta e vinho para con-sumo e distribuição.

Por esse mesmo facto, o comércio marítimo e fluvial, com outros portos dos doisreinos, do estrangeiro e, progressivamente, das colónias, constituiu um notável fac-tor de desenvolvimento urbano, precoce nos casos de Caminha, Viana e Baiona, emais tarde, Vigo. As compras e vendas feitas pelos núcleos fluviais foram sobretudoindirectas: o rio Minho foi navegável até um pouco para montante de Monção, cu-jas principais correntes de mercadorias englobaram sal, cal, e peixe, no sentido as-cendente; e cereais, vinhos e couros no descendente.2 Curiosamente, a grande si-militude de produtos de exportação e importação originou, quer situações de con-corrência, face aos mercados externos; quer situações em que galegos e portugue-ses são reciprocamente intermediários no comércio com o estrangeiro. Ambos en-contravam-se no Mediterrâneo em competição directa, desde finais do séc. XIV e aolongo de todo o séc. XV. Os portugueses que mais frequentavam os portos levanti-nos com os seus pescados e couros eram os das vilas do norte: Caminha, Viana, Pon-te de Lima e Vila do Conde.

Pelo menos desde o séc. XIV (umas vezes confirmada por privilégios régios, ou-tras vezes resultado de uma prática imemorial) existia entre as vilas a prática da vi-zinhança dupla: portugueses e galegos desfrutavam indistintamente do estatuto de vi-zinhos nas vilas do outro lado da fronteira, nomeadamente entre povoações mais pró-ximas - La Guardia y Goyán com Caminha; Monção com Salvaterra; todos os gale-gos em Valença; os de Tuy e Bayona em todo o Portugal. Isto significava um comér-cio franco que se repercutia duramente nas finanças dos recebedores de impostos,uma vez que, salvo algumas mercadorias de grande distância (como o sal), a maiorparte do tráfego destas pequenas vilas se fazia com as suas vizinhas da frente, comas quais se saltavam as barreiras fiscais. Não é de estranhar que os oficiais régios esenhoriais do norte de Portugal estorvem continuamente o movimento de galegos eportugueses através da fronteira. Um outro aspecto do tráfico extra-oficial, feito en-tre os dois países, é a redistribuição que os portugueses faziam na Galiza do exce-dente de panos e outras mercadorias que colhiam na Irlanda, no torna-viagem dosseus carregamentos de sal, e pela qual lhes faziam pagar sisa como se vendessemdentro do reino, ainda que uma ordem régia os dispensasse dela nestes casos.3

Se a partir de quinhentos, Viana da Foz do Lima e Vila do Conde rivalizam paraserem a mais importante praça comercial, pelo meio, Fão e Caminha beneficiam des-sa proximidade, concorrendo ora para uma, ora para outra. Caminha serve de tam-pão aos espanhóis e alimenta o interior até Melgaço e partir do vale do Coura che-ga pelo outro lado do vale do Lima às montanhas do Gerês.4 O Minho abastecia, ain-da, Trás-os-Montes de sal e pescado, peixe fresco, mas principalmente salgado eseco5.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

2. CAVACO, Carminda - A região de fronteira do rio Minho. Lisboa: Centro de Estudos Geográficos/Ins-tituto de Alta Cultura, 1973, p.54.

3. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988.

4. BAPTISTA, Ivone - Viana na história da pesca do bacalhau. In GARRIDO, Álvaro (coord.) - “A pesca dobacalhau: história e memória”. Ílhavo: Notícias Editorial, 2001, p.104.

5. OLIVEIRA, Aurélio de - Mercados a Norte do Douro: Algumas considerações sobre a história dos pre-ços em Portugal e a importância dos mercados regionais. Separata da Revista da Faculdade de Letras, “His-tória”, II Série, vol. II, 1985. Porto: F.L.U.P., 1985, p.62.

80

O sal em troca do peixe

Nos sécs. XII e XIII havia abundância de pescado na Galiza que abastecia o in-terior peninsular, mas que, ficava muito aquém das suas potencialidades, pelo ele-vado custo de transporte e por não haver sal barato e abundante. As salinas galegasde Salnès não eram suficientes e exigiam investimentos demasiado elevados para oseu rendimento.

Até meados do séc. XIV a principal característica é a escassez do sal, que se tra-duz em disposições régias ordenando às populações litorais a cura do pescado se-cando-o ao ar e não salgando-o.6

É curioso como Portugal, exportador de grandes quantidades de pescado com asmesmas características, importe tanto pescado galego, e precisamente o façam as co-marcas do Norte, as mais dedicadas à salga. Com efeito, as exportações para a ou-tra margem do Minho foram sempre a saída natural mais utilizada para a pesca dosul da Galiza.7

Nos mesmos meses em que as naus portuguesas saem com as suas sardinhas,congros e pescadas para o Mediterrâneo, navios galegos de pequena tonelagem so-bem os rios, combinando a venda a bordo e o transporte terrestre e levando o pes-cado para povoações do interior.

Mais uma vez, Elisa Priegue defende que a pesca seria mais rica em águas es-panholas, pelo que os portugueses as frequentavam desde muito cedo.8 A salga per-mitiu aumentar o raio das exportações galegas de pescado e iniciar o transporte ma-rítimo, pelo este se dirigiu para as costas portuguesas e do sudoeste peninsular. Noséc. XVI os vizinhos de Vigo e outros portos compravam a sardinha no mar por gros-so e remetiam-na para Portugal já salgada.9 Com efeito, o peixe, é juntamente coma madeira, a moeda habitual com que os galegos pagam as aquisições de sal na cos-ta norte portuguesa. Ao mesmo tempo, os pescadores da Galiza tentam defender oseu sector face aos pescadores estrangeiros: cantábricos, bascos e portugueses que,tradicionalmente, instalavam as suas pesqueiras temporariamente nas praias galegas,em operações massivas de pesca e salga, levando o peixe, e consumindo o sal es-casso dos alfolins.10 O sal indispensável para as capturas provinha da “Baía” e de Por-tugal, nomeadamente de Aveiro, onde os mareantes galegos o iam buscar directa-mente.11

81

6. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p. 15.

7. LÓPEZ CAPONT, Francisco - El desarrolo industrial pesquero en el siglo XVIII. Galicia: Fundación Pe-dro Barrié de la Maza, 1998, p.150.

8. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988.

9. FANGUEIRO, Oscar - Relações pesqueiras e comerciais luso-galegas. In “Colóquio de etnografia ma-rítima”. Galiza: Xunta de Galicia, [etc,], 1984, p. 251-276.

10. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988.

11. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - O desenvolvimento da actividade pesqueira desde a Alta Idade Média óséculo XVII. In FERNÁNDEZ CASANOVA, Carmen (coord.) - “Historia da Pesca en Galicia”, cap. III. Ga-liza: Serie Galicia, Biblioteca de Divulgácion, 1998, p.83.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

O sistema de alfolins: abastecer e monopolizar

Nas várias etapas da história do sal, os séculos XIII e XIV são enquadrados porMichel Mollat na fase política, na qual o sal assume a sua importância, face ao po-der régio, enquanto sujeito fiscal e base de poder. Controlo de importações, fixaçãode rotas com pontos de portagem e de portos privilegiados de carga e descarga, guer-ras e litígios por posse das salinas são algumas das características desta etapa. Emmeados do séc. XIV reforçam-se as medidas monopolistas e criam-se impostos es-pecíficos sobre o sal. Em Castela proclama-se o monopólio régio sobre as salinas eminas de sal e implanta-se o sistema de alfolins para o sal importado.12 Em 1338 o“Ordenamento de Alfolíns” converte a produção salineira do reino (salinas e poçosde sal gema) e as suas importações num monopólio régio. Na Galiza, isto significouque o sal tinha que ser exclusivamente importado através de armazéns – os alfolins– cedidos a concessionários e pontos de abastecimento obrigatórios para os grandese pequenos consumidores. Os alfolineiros tinham, como contrapartida à sua exclu-sividade, a responsabilidade de se ocuparem da compra e transporte do sal para queos armazéns estivessem sempre bem abastecidos.13 Porém, o impedimento a umafluida circulação do sal era o resultado desta estrutura de distribuição mercantil mui-to arcaica: o custo elevado de transporte tornava pouco rentável a distribuição a lon-ga distância deste artigo volumoso, frágil e barato, que era excessivamente agrava-do pelo preço dos fretes.14 Os arrendatários encarregavam-se da renda às suas cus-tas, pela quantidade em que a haviam arrendado, arcando com todas os eventuaisprejuízos (devido ao mau tempo ou guerra), mas também ficando com todos os lu-cros. Isto obrigava-os a actuar com prudência, que às vezes chegava ao esvaziamentodo armazém, quando, por problemas com Portugal ou França, havia perigo de apri-sionamento dos barcos no mar alto, ou quando um Verão chuvoso causava uma mácolheita e deitava a perder o sal armazenado sem protecção suficiente.15 Os arma-zéns eram arrendados pela Coroa por períodos de 5 anos aos arrendatários das ren-das régias. Dois ou três mercadores, dos mais abastados, tomavam cargo das rendasdo armazém em arrendamento ou em fielato. Deviam assegurar que a vila estivesseabastecida de sal, vendê-lo pelas medidas e preços fixados pela Coroa nos Cuader-nos de Arrendamiento, supervisionar as importações e vendas que faziam outros mer-cadores e o pagamento prévio dos direitos de alfolinar e prestar contas ao fim do ano.Normalmente, o sal era comprado a bordo dos navios e qualquer pessoa o podia fa-zer mediante o pagamento do direito de alfolim. Ninguém podia vender sal sem li-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

12. Inicialmente permitiu-se a criação de alfolies sem controlo régio e a oscilação do preço do sal, mar-cando-se o território jurisdicional de cada salina, dentro do qual se poderia vender o sal. In CASTIÑEIRACASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s. XVI. In “Obradoirode Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999, p. 11-12.

13. Sobre as condições deste tipo de arrendamento (sistema de armazéns) existe apenas um caderno: oredigido em Portillo a 10 de Fevereiro de 1452 para o período de 1451-1456, que permite ver o desen-volvimento dos armazéns: existiam em Tui, importante praça colectora das rotas salineiras do norte de Por-tugal; nas vilas régias de Bayona, La Coruna e Betanzos; em Ribadeo e Vivero; e nas pequenas vilas pes-queiras do arcebispo: Pontevedra, Padrón, Noya e Muros. In FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el co-mercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Barrie de la Maza”, 1988, p.163.

14. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - O desenvolvimento da actividade pesqueira desde a Alta Idade Média óséculo XVII. In FERNÁNDEZ CASANOVA, Carmen (coord.) - “Historia da Pesca en Galicia”, cap. III. Ga-liza: Serie Galicia, Biblioteca de Divulgácion, 1998, p.63.

15. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988, p.164.

82

cença do proprietário do alfolim, excepto em épocas de escassez.16

O transporte do sal estava a cargo, quer dos mercadores, quer dos mareantes dacosta e da vila. Os barcos portugueses aparecem em Pontevedra nos meses de In-verno, o que parece estar relacionado com um comércio especializado que preten-de colocar o produto no seu destino na altura de maior procura, durante a época dasardinha, enquanto que os barcos pontevedrenses chegam com o sal nos meses daPrimavera, provavelmente no retorno da viagem ao Mediterrâneo e depois de pararem algum porto português para carregar.17

O crescimento do número de alfolins acompanhou o apogeu da salga, tendo sidodifícil evitar as importações fraudulentas de Portugal e a venda fora dos sítios auto-rizados.

O contrabando do sal tornou-se num problema que ultrapassou o âmbito local.No cuaderno de alfolíes de 1452 proíbe-se as vilas galegas, com uma advertência es-pecial às da fronteira, de irem à outra margem do Minho buscar sal.18 Em 1498 paraimpedir o contrabando a partir de Portugal, fixam-se os caminhos pelos quais se po-dia transportar o sal das principais salinas régias.19 O problema manteve-se, pelo que,ainda em 1505, uma provisão faz eco dos protestos dos arrendatários contra os par-ticulares que vão directamente a Portugal buscar o sal, em vez de o recolherem noarmazém de Tui, e não apenas para seu abastecimento, como também para o re-vender em toda a região do Baixo Minho.20

Quando da perda da independência nacional, abriu-se à coroa espanhola o bommercado português. Durante a administração filipina os galegos constituíram socie-dades, prontas a estabelecerem um rápido abastecimento desta rede de armazéns,em ordem à política de monopólio do comércio do sal, implantada por Filipe II. Cou-be à coroa espanhola desenvolver uma actividade legislativa intensa, no sentido deo estender a Portugal.21

A venda e distribuição do sal provocava muitas queixas nos locais em que estanão era livre ou não estava encabeçada, sendo a mais recorrente a falta de sal, cau-sada pela acção dos arrendatários de salinas e alfolins que agiam de comum acor-do para subir os preços. Em 1566, existiam apenas 20 alfolins22, entre os quais Vigose destaca como o grande centro receptor de sal. O segundo lugar vai para Ponte-vedra, que contava com dois armazéns, e em terceiro, Betanzos. Os portos de me-nor actividade eram La Guardia, Tui, Padrón e Ferrol. A localização fronteiriça de LaGuardia e Tui facilitava o contrabando terrestre, o que poderá explicar os pequenos

83

16. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p. 20 a 21.

17. ARMAS CASTRO, José - Pontevedra en los siglos XII a XV. Configuracion y desarrollo de una villa ma-rinera en la Galicia medieval. Pontevedra: Fundacion “Pedro Barrie de La Maza”, 1992, p.191.

18. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988, p.657.

19. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p. 16.

20. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988, p.166.

21. AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro,2001, p. 57.

22. Ribadeo, Viveiro, Ferrol, Pontedeume, Betanzos, A Coruña, Corcubión, Muros, Noya, Pobra do Déan,Padrón, Vilagarcía, Cambados, Pontevedra, Redondela, Vigo, Baiona, A Guarda, Tui.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

valores de descarga nos seus portos.23

A visita aos alfolins da Galiza levada a cabo pelo licenciado Murga nesse mes-mo ano, identifica 68 portos no litoral galego, entre os quais em mais de 30 se faziadescarga de sal, com origem na Andaluzia e em Portugal, estando o seu transporte,maioritariamente, nas mãos de portugueses e galegos. Esta visita é o testemunho deque a Galiza sofre da falta permanente de sal, à qual nem escapam os portos comalfolim. O visitador culpa os encarregados da distribuição, que retêm o sal de formaa elevar os preços, e o sistema de medição, que falhava por ser muito demorado, de-morando 1 hora a fazer 12 ou 13 medidas, enquanto que com pala suelta, sistemaanterior, se faziam mais de 76 medidas. O novo sistema, medir çernido, consistia empegar no sal que vinha pisado e que era sacudido fazendo aumentar o seu volumee, consequentemente, os lucros dos alfolineiros.24

Ao longo do século XVI as queixas em cortes são constantes: preços excessivos,falta de sal, abusos por parte dos encarregados de velar pelo bom funcionamento dosistema.25 As piores alturas eram nos meses de Setembro a Dezembro, quando ha-via uma maior necessidade de sal pelo aumento da actividade pesqueira. Os maisprejudicados eram os pescadores das zonas distantes dos alfolins, principalmente apartir do monopólio de 1564, baseado numa nova incorporação de salinas no pa-trimónio régio, com limitações para os arrendatários e proprietários. Os pescadoresmais pobres tiveram de se virar para espécies que não necessitassem de sal para asua conservação como o congro, a raia, e a melga. Trouxe ainda efeitos negativospara a pesca basca, em plena expansão. Acabou, também, por conduzir à ruína assalinas marítimas espanholas, porque os clientes flamengos, ingleses ou do Cantá-brico castelhano e basco, preferiam fornecer-se em Portugal ou em França, de me-lhor mercado, com melhores preços.26

Os anos de 1574-75 marcam uma grande crise no abastecimento de sal na Ga-liza, vendendo-se a 8 reales a fanega, que os recebedores dos alfolins preferiam tro-car por centeio e trigo com os lavradores do interior, deixando os pescadores semsal.27

As inúmeras queixas dos concelhos que se viam afectados pela falta de sal nosalfolins e, por consequência, dos preços abusivos que os arrendadores estabeleciam,são o tema constante na rica documentação da Confraria do Corpo Santo de Ponte-vedra:

- Em 1594 queixas contra os administradores de sal por não terem abastecido osalfolins de sal branco e bom, pelo que se amassava o pão com água do mar, eas indústrias de conservação e transporte de pescado se encontravam parali-zadas.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

23. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p. 22 a 26.

24. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p. 20 a 21.

25. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p.17 a 19.

26. AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro,2001, p. 53.

27. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p.28.

84

- No mesmo ano queixas contra o Administrador Geral das Salinas por não terabastecido os alfolins em épocas de cerco.

- Em 1600 carta de Filipe II concedendo a todos os mareantes todo o sal que ne-cessitassem para a sua indústria.28

São ainda recorrentes as situações em que os mercadores, que não se atreviama comprar sal a outras partes, receando a confiscação das mercadorias e as pesadasmultas, pediram muitas vezes a possibilidade de compra em alturas de necessidade.Outra queixa decorria do facto de que a distribuição do sal se fazia por cabeça, con-forme o número de fanegas que poderiam corresponder a cada lugar e não olhandoao consumo.29

A independência portuguesa iniciou uma crise a grande escala da economia ga-lega, uma vez que as autoridades régias não permitiram a importação de sal portu-guês. Ainda que se tenham fretado alguns barcos ingleses para carregar sal de Cádizpara Pontevedra, o abastecimento não era suficiente.30 Ainda assim, o contrabandopermitiu a manutenção das relações, e a prová-lo, estará a facilidade com que se ope-ram contratos, logo que as tréguas se assinam.31

O sal do Minho

Na sua descrição de Caminha, Pinho Leal refere que “na margem direita da fozdo Coura houve muitas marinhas de sal, mas que por serem de fraca qualidade, es-tão hoje abandonadas”.32 As chancelarias documentam o mesmo: a 16 de Janeiro de1411, Álvaro Gonçalves da Maia, escrivão da câmara, requereu e obteve permissãopara fazer três salinas em Caminha.33 O abastecimento de sal nas salinas portugue-sas da região do Minho deverá remontar, pelo menos, à colonização monástica econcelhia desta zona. Pela portagem de Tui passava, já antes de 1170, um tráfico sa-lineiro de certa importância.34 A pequena cabotagem para o transporte deste produto,assim como a compra de alimentos na Galiza pelos pescadores portugueses em tro-ca do sal deviam ser já práticas correntes antes da independência nacional, e terácontinuado mau grado as hostilidades medievais.

O séc. XIV trouxe o “boom” da produção salineira nas zonas de Aveiro e Setú-bal, fornecendo abundantemente, e em boa altura, os alfolins galegos, de sal portu-guês. Este comércio pautou-se por dois vectores essenciais: o comércio directo com

85

28. FILGUEIRA VALVERDE, Jose - Archivo de Mareantes. Museo de Pontevedra. Pontevedra: Instituto So-cial de la Marina, 1946, p.234-236.

29. CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s.XVI. In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999,p.14 a 15.

30. ISRAEL, Jonathan I. - La república holandesa y el mundo hispánico: 1606-1661. Madrid: NEREA, 1997,p.284.

31. AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro,2001, p.69.

32. LEAL, Pinho - Portugal antigo e moderno, vol. 2. Lisboa: Livraria Editora Tavares Cardoso & Irmão,1874.

33. I.A.N.T.T., Chanc. D. João I, livro 3, fl. 138v.

34. FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Bar-rie de la Maza”, 1988.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Aveiro (trazendo em troca pão) e a importância de Valença.35

Em 1378, D. Fernando aboliu o alfolim do sal (imposto) em Valença do Minho.36

Nas cortes de Lisboa de 1459, Afonso Lourenço, procurador às cortes, refere o “mui-to intenso tráfego comercial entre Valença e Galiza (…) a vila possuía um bom trá-fego de sal oriundo de Aveiro e vendido aos galegos que para ela se dirigiam comas suas montadas desde as terras de Limia, Orense e outros lugares (…)”. Deste trá-fego resultavam boas sisas, portagens e direitos para a fazenda nacional. Transitavaa maior parte destes galegos em Portugal por Castro Laboreiro e Lamas de Mouro,por ser “caminho mais direito e mais seguro”.37 O procurador dizia ainda que o al-caide de Melgaço (e já, antes dele, o seu pai) trazia consigo “ladrões roubadores”,que prendiam os galegos e apreendiam as suas mercadorias, para os obrigar a pas-sar por Melgaço e pagar aí a portagem.38 O procurador de Valença acrescentava que,face a estas dificuldades, os galegos “optaram por ir comprar o sal a Redondela, aPontevedra e a outros lugares da Galiza (…). Insistia no sentido de poderem conti-nuar a vir estes mercadores por Castro Laboreiro, cabendo ao alcaide mandar cobrara portagem em Ponte do Mouro.” Nas mesmas cortes os procuradores de Ponte deLima queixavam-se da portagem de 2 reis por besta, então estabelecida em Ponte daBarca. Diziam que “os galegos de Monterey e de Milmanda e de Araujo e doutraspartes, que costumavam vir à feira [de Ponte de Lima], trazendo suas bestas e mer-cadorias e levando muito sal e outras coisas, ocasionavam com isso grande benefi-cio para as sisas e para o bem comum da terra.”

Verificava-se, assim, duas rotas paralelas nos dois vales principais do Entre Dou-ro e Minho, uma mesma complementaridade do transporte por barcos, a jusante, epor bestas, a montante.39

Considerando que o objecto de estudo da nossa dissertação de mestrado é o por-to de Caminha, e um dos seus vectores, as ligações mercantis com a Galiza, natu-ralmente se compreende que tentemos explorar a sua participação nas rotas do sal.Ora, retomemos duas ideias fundamentais do que ficou atrás exposto:

- O abastecimento da Galiza com o sal português fazia-se, essencialmente, atra-vés do comércio directo com os centros produtores.

- Valença desempenhou um papel importante na redistribuição do sal portuguêspara as localidades do sul da Galiza.Se nos for permitido, esbocemos duas hipóteses para a participação de Caminha

neste tráfego:a) Devido à sua localização na entrada do rio Minho, Caminha era porto de es-

cala para os barcos que, ou subindo o rio seguiam para Valença, ou, que pormar, seguiam até à Galiza.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

35. MARQUES, José - Relações económicas do Norte de Portugal com o Reino de Castela, no século XV.In “Relações entre Portugal e Castela nos finais da Idade Média”. Braga: Fundação Calouste Gulbenkian/ JNICT, 1994, p. 11-64.

36. MARQUES, João Martins da Silva (ed.) - Descobrimentos Portugueses. Documentos para a sua histó-ria publicados e prefaciados por João Martins da Silva Marques…, Vol. I (1147-1460); Supl. ao vol. I (Lis-boa, 1944); vol. III (1461-1500), Lisboa: [s./n.], 1971, p. 414.

37. MORENO, Humberto Baquero - As peregrinações a Santiago e as relações entre o Norte de Portugale a Galiza. In “I Congresso dos Caminhos Portugueses de Santiago de Compostela”. Lisboa: Távola Re-dondo, 1992, p.78-79.

38. Deve esclarecer-se que existiu, com efeito, uma carta do rei D. Pedro I, datada de 28 de Maio de 1361,“obrigando a passar por Melgaço todos os que de Portugal se dirigem para a Galiza ou de lá viessem paraPortugal”.

39. DAVEAU, Suzanne - Caminhos e fronteira na Serra da Peneda: Alguns exemplos nos séculos XV e XVIe na actualidade. In Revista “Geografia”, I série, vol. XIX. Porto: F.L.U.P., 2003, p. 81-96.

86

b) Os seus mercadores participam nas rotas do sal, funcionando como agentes detransporte que vão buscar o sal aos centros produtores e o distribuem.Numa tentativa de testar este quadro hipotético avançamos para o levantamen-

to documental, que embora tenha tido resultados diminutos, não deixa de ser rele-vante:

• 1538-08-03 - Notícias de depredações feitas pelos franceses em navios carre-gados de sal, e pertencentes a mercadores de vários portos, identificam GabrielAfonso, mercador e vizinho de Caminha.40

•1606-04-13 - O Convento de Santa Maria da Ínsua é atacado por corsários e sãofeitos reféns. Cito: “Frei Jerónimo de São João foi logo a Caminha a negociaro resgate de seus irmãos, e companheiros, para o que concorreram liberal-mente os oficiais da Câmara; suposto, não foi necessário, porque uma tormentafez levantar a âncora à nau dos inimigos, os quais seguindo umas caravelas desal, foram dar à ilhas de Baiona, onde lançaram os religiosos, sem que tivesseefeito o resgate”.41

• 1657-05-05 – Uma acta da vereação portuense refere que o governador da for-taleza de Viana avisara o Governador das Armas do Porto da entrada do inimigoem Caminha pela raia seca. Cito: Entrou “…pela barra dentro de Caminha per-to de 40 barcos grandes guarnecidos de infantaria que emvistirão quatro ca-ravelas que ali estavão e levarão duas de sal…”.42

Curiosamente, estes registos tornam viáveis os dois cenários, sendo de admitir,em última análise, a sua coexistência. Não nos podemos deixar de mostrar sur-preendidos por mais uma vez a comunidade marítima caminhense revelar a sua ver-satilidade, nomeadamente com a sua presença numa rota, que à partida, parecia es-tar entregue a um grupo bem identificado e quase especializado, como os galegos,ou os portuenses. Tendo como objectivo inicial contribuir para o estudo do sal, aca-bamos também, por juntar mais uma peça ao puzzle que nos propomos construir: acomunidade marítima de Caminha no séc. XVI.§

87

40. I.A.N.T.T., Corpo Cronológico, P. 2ª, maço 221, docs. 85 e 90.

41. JOSÉ, Frei Pedro de Jesus Maria; AGUILAR, Manuel Busquets de (introd.) - Origem e progresso do RealConvento de Santa Maria da Ínsua de Caminha. Lisboa, 1965, p. 63.

42. CRUZ, António - O Porto seiscentista. Subsídios para a sua história. In “Documentos e Memórias paraa História da Cidade do Porto”, X. Porto: Câmara Municipal do Porto / Gabinete de História da Cidade,1943, p.173.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Fig 1. SECO, Fernando Álvaro – Portugallia et Algarbia (“Portugal Deitado”) (1561). Amsterdão: Ed. IrmãosBlaeuw, 1630. Fonte: Instituto Geográfico Português

Fig 2. SECO, Fernando Álvaro – Portugallia et Algarbia (“Portugal Deitado”) (1561). Amsterdão: Ed. IrmãosBlaeuw, 1630. Fonte: Instituto Geográfico Português

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS88

Fig 3. Extracto do Mapa do Reino da Galiza de Frey Fernando Oxea (finais do séc. XVI). Fonte: BRITO,Luís Filipe Aviz de - A Desembocadura do Rio Minho nos Tempos Antigos. In “Caminiana”, nº 14, (Dez.1987). Caminha, 1987.

Fig 4. VIGNOLA, Giacomo Cantelli da - Il Regno di Galicia. 1696. (Biblioteca da Fundación Penzol deVigo)

89THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Fig 5. ARMAS, Duarte de - Livro das Fortalezas. Lisboa: Edições Inapa, 1997.

Fig 6. DAVEAU, Suzanne - Caminhos e fronteira na Serra da Peneda: Alguns exemplos nos séculos XV eXVI e na actualidade. In Revista “Geografia”, I série, vol. XIX. Porto: F.L.U.P., 2003, p. 81-96.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS90

1. Transporte marítimodo sal de Aveiro2. Rio, a – navegaçãomarítima, b – navega-ção fluvial, c – não na-vegável3. Portagem4. Ponte de Mouro5. Itinerários terrestres:Galiza – Valença, a - por Castro Laboreiro,b - por Melgaço, c – Galiza – portos gale-gos6. Itinerário terrestre: Galiza – Ponte de Lima7. Terras altas, a – mais de 600 m, b – mais de 1000 m

Fontes manuscritas:

Arquivo Nacional Torre do Tombo: - Corpo Cronológico, Parte 2ª, maço 221, docs. 85 e 90.

Biblioteca Nacional: - MORAIS, Pe. Gonçalo da Rocha de - Acerca dos valores da villa de Caminha. (1721)

Fontes publicadas e bibliografia:

AMORIM, Inês - Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro, 2001.

ARMAS CASTRO, José - Pontevedra en los siglos XII a XV. Configuracion y desarrollo de una villa mari-nera en la Galicia medieval. Pontevedra: Fundacion “Pedro Barrie de La Maza”, 1992.

BAPTISTA, Ivone - Viana na história da pesca do bacalhau. In GARRIDO, Álvaro (coord.) - “A pesca dobacalhau: história e memória”. Ílhavo: Notícias Editorial, 2001, p. 101 a 116.

CASTIÑEIRA CASTRO, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del s. XVI.In “Obradoiro de Historia Moderna”, nº 8, (1999). Universidade de Santiago de Compostela, 1999, p. 7a 30.

CAVACO, Carminda - A região de fronteira do rio Minho. Lisboa: Centro de Estudos Geográficos/Institu-to de Alta Cultura, 1973.

CRUZ, António - O Porto seiscentista. Subsídios para a sua história. In “Documentos e Memórias para aHistória da Cidade do Porto”, X. Porto: Câmara Municipal do Porto / Gabinete de História da Cidade, 1943.

DAVEAU, Suzanne - Caminhos e fronteira na Serra da Peneda: Alguns exemplos nos séculos XV e XVI ena actualidade. In Revista “Geografia”, I série, vol. XIX. Porto: F.L.U.P., 2003, p. 81-96.

FANGUEIRO, Oscar - Relações pesqueiras e comerciais luso-galegas. In “Colóquio de etnografia maríti-ma”. Galiza: Xunta de Galicia, [etc,], 1984, p. 251-276.

FERREIRA PRIEGUE, Elisa - Galicia en el comercio marítimo medieval. Galicia: Fundacion “Pedro Barriede la Maza”, 1988.

FERREIRA PRIEGUE, Elisa - O desenvolvimento da actividade pesqueira desde a Alta Idade Média ó sé-culo XVII. In FERNÁNDEZ CASANOVA, Carmen (coord.) - “Historia da Pesca en Galicia”, cap. III. Gali-za: Serie Galicia, Biblioteca de Divulgácion, 1998, p. 51-85.

FILGUEIRA VALVERDE, Jose - Archivo de Mareantes. Museo de Pontevedra. Pontevedra: Instituto Socialde la Marina, 1946.

ISRAEL, Jonathan I. - La república holandesa y el mundo hispánico: 1606-1661. Madrid: NEREA, 1997.

JOSÉ, Frei Pedro de Jesus Maria; AGUILAR, Manuel Busquets de (introd.) - Origem e progresso do RealConvento de Santa Maria da Ínsua de Caminha. Lisboa, 1965.

LEAL, Pinho - Portugal antigo e moderno, vol. 2. Lisboa: Livraria Editora Tavares Cardoso & Irmão, 1874.

LÓPEZ CAPONT, Francisco - El desarrolo industrial pesquero en el siglo XVIII. Galicia: Fundación PedroBarrié de la Maza, 1998.

LOSA, António - A extracção do sal a norte do Douro (estudos medievais). In “Bracara Augusta”, vol. XLVI,nº 98-99 (1995-1996), p. 275-368.

MARQUES, João Martins da Silva (ed.) - Descobrimentos Portugueses. Documentos para a sua história pu-blicados e prefaciados por João Martins da Silva Marques…, Vol. I (1147-1460); Supl. ao vol. I (Lisboa,1944); vol. III (1461-1500), Lisboa: [s./n.], 1971.

MARQUES, José - Relações económicas do Norte de Portugal com o Reino de Castela, no século XV. In“Relações entre Portugal e Castela nos finais da Idade Média”. Braga: Fundação Calouste Gulbenkian /JNICT, 1994, p. 11-64.

MORENO, Humberto Baquero - As peregrinações a Santiago e as relações entre o Norte de Portugal e aGaliza. In “I Congresso dos Caminhos Portugueses de Santiago de Compostela”. Lisboa: Távola Redon-do, 1992, p. 75 a 83.

OLIVEIRA, Aurélio de - Mercados a Norte do Douro: Algumas considerações sobre a história dos preçosem Portugal e a importância dos mercados regionais. Separata da Revista da Faculdade de Letras, “His-tória”, II Série, vol. II, 1985. Porto: F.L.U.P., 1985, pp.97-160.

91THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

SWEDISH-PORTUGUESE TRADE AND SWEDISH

CONSULAR SERVICE, 1700-1800

Leos Müller*

Abstract: The suggested paper will deal with eighteenth-century trade between Swedenand Portugal. Since the late seventeenth century Portugal was Sweden’s most importanttrading partner in southern Europé, first because of the importance of Portuguese salt inSweden, second as a market for Swedish staple commodities (iron, tar, pitch and sawntimber). Portugal’s significance in Sweden’s trade was the reason why the first Swedishconsuls were appointed to Lisbon and why that consulate is Sweden’s oldest consulate.In difference from other areas of trade, Sweden’s trade with Portugal was very much anoutcome of such institutional preconditions. There were no “natural” mercantile net-works in this business, in contrast to Swedens’ trade with the Baltic, Britain and Holland.Thus consuls and consular service did play a key role in the trade development and con-sular reports, which this paper will be based on, provide excellent picture of this de-velopment

Lissabon utgiör likasom medelpuncten af så kallade Europäiska handelswärldenoch är för Sweriges såwäl sjöfart som swenska producters afsättning af synnerligwigt, altså är det magtpåliggande at den warder besatt med en sådan person,af hwarest egenskaper man kan wänta upfyllandet af swenska handelns nöd-wändiga behof på denna wigtiga handelsplats.Stockholm Merchant Association on the appointment of Johan Abraham Kant-zow as consul to Lisbon, 10 September 17811

Introduction

Salt played a very important role in Sweden’s eighteenth-century foreign tradeand, consequently, a significant part of Sweden’s foreign trade policy touched salttrade, in one or another way. The main, and quite predictable, reason of this interestwas the special character of salt as a necessity and as a non-substitute commodity.

93A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

*[email protected]. Associate Professor, Uppsala University. 1991-1998: Uppsala University, Sweden,graduate studies in history; 1998: Uppsala University, Sweden, PhD degree in history; 2003 Södertörnshögskola/University College, Associate Professor in History. Has published two books, The Merchant Hou-ses of Stockholm, c. 1640-1800. A Comparative Study of Early-Modern Entrepreneurial Behaviour (Upp-sala 1998) and Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-distance Ship-ping, 1720-1815,(Uppsala 2004) and a number or articles about early modern trade.

1. Jansson, E Alfred, ”v. Kantzow. En adlig köpmannasläkt”. Forum navale, nr 19-20, 1964, p. 50

Salt was needed for food preservation, and such need was especially apparent in acountry like Sweden—with short growing season and large travel distances. More-over, Sweden had no natural sources of salt and, so, salt had to be imported fromabroad. Already by the sixteenth century substantial volumes of salt were importedfrom Portugal and Spain and in the eighteenth century—the period in focus of thispaper—the Iberian and Mediterranean salt made some 90 % of salt imports.

Another reason of the significance of salt was the sheer volume of salt trade. Itrequired enormous carrying capacity. During the seventeenth and eighteenth centu-ry salt was, after grain, the second most voluminous commodity in Sweden’s importtrade; by the late eighteenth century salt import volume even exceeded volume of im-ported grain!2 As regards the shipping from Southern Europe almost all the availablecapacity on return route was used for salt cargoes.3

The Swedish state had two long-term objectives in its trade policy on salt: to makesupplies sufficient and safe and to keep prices reasonably low. Consequently, alreadyin the second half of the seventeenth century the state policy aimed at: first, to reducethe Dutch role in carrying of salt, and, second, to build up sufficient and cheap car-rying capacity—in other words building up Swedish merchant fleet. In the mid-sev-enteenth century the Dutch dominated carrying trade to and from Sweden and thismade, in the view of Swedish authorities, transports expensive. Moreover, profits fromthe shipping business stayed in the Dutch hands. Hence, reduction of foreign ship-ping became one of the key aims of Swedish mercantilist policy launched after 1650.However first after the Great Northern War, in 1721, this policy was shaped in full-fledged Swedish Navigation Act (modeled according to the British prototype).

The issue of salt prices and success or failure of the state mercantilist policy hadbeen disputed already during meetings of Swedish Estates (riksdag) in the eighteenthcentury, and even present Swedish historians have addressed the question.4 At thecore of this discussion is the issue of benefits and detriments of mercantilism and thestate economic policy, and so it has been ideologically coloured.

There seems to be no unambiguous explanation of the Swedish preference forsouthern European salt. Without doubt, French and English salt could be obtained atnearer places and at same or even lower price, neither quality can really explain thepreference. This consumption pattern seems to be an outcome of custom, path de-pendency and political circumstances. There was a significant import of the Por-tuguese salt into the Baltic already during the sixteenth century—a part of the largescale Dutch trade in grain—and the Swedes became accustomed to it. Then, this con-sumption and import pattern was, in the mid-seventeenth century, strengthened bythe establishment of direct diplomatic and commercial connections between Swedenand the Iberian states. The decline of Dutch shipping to Sweden did not affect theconsumption of the Setubal salt. Contrary, rising number of Swedish vessels, so-calledSpanienfarare, sailed directly to Spain and Portugal. By the 1680s and 1690s this di-rect traffic accounted for about twenty vessels annually.5

The Great Northern War, especially the period 1710-21, interrupted this trade and

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

2. Högberg, Staffan, Utrikeshandel och sjöfart på 1700-talet. Stapelvaror i svensk export och import 1738—1808. Stockholm 1969, p. 216.

3. Müller, Leos, Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-Distance Ship-ping, 1720-1815. Uppsala 2004, p. 140 (Table 5.4).

4. See especially Eli F Hecksher, and Carlén’s revision of Heckscher’s statement, see note 7.

5. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 51.

94

caused salt scarcity. However, this experience did not change the Swedish preferencefor Iberian and Mediterranean salt. Instead, the trade policy after 1721 was shapedin accordance with the established consumption pattern; the policy started from theprecondition that salt must be of Southern European origin.

My paper aims at first to explain the ground of this policy of the 1720s. SecondI will look in detail on the history of Swedish consular office in Lisbon, and I will an-alyze the consuls’ activities in the perspective of the Swedish trade policy. At the end,I will discuss the significance of different factors affecting the Swedish salt trade inthe period 1700-1800.

II Swedish trade policy and the role of Portuguese salt after 1721

After the disastrous outcome of the Great Northern War the ambitions of theSwedish state turned from territorial expansion to commerce and the focus shiftedfrom the east to the west and south. Southern Europe became an attractive area notonly as salt supplier but also as a new market for Swedish staple commodities: iron,copper, tar, pitch and sawn timber. Moreover, Southern Europe began to be seen asa market for shipping services provided by Swedish vessels. To promote this shift thestate launched an institutional package that deserves more detailed description.

First, there was the Swedish Navigation Act (produkplakatet) of 1724. Convoyservice was reorganized in the same year and new Convoy Office (Konvojkommis-sariatet), a special office for convoying of Swedish merchant vessels, was created. Thethird step in the process was establishment of the Swedish consular service in South-ern Europe and North Africa.

The Swedish Navigation Act was the outcome of political and economic debatebetween 1718 and 1723. The starting point of the debate was the decline in Swedishshipping during the war years 1710-20 and the rising share of the Dutch and Englishshipping to and from Sweden. Specifically, the debate concerned trade deficit which,it was argued, was the result of the unfavorable carrying balance. Statistical evidenceof the unfavorable balance of trade was supplied by the Board of Trade, and the datawas used by great merchants during the Estates’ session. In 1723 the session passedthe Navigation Act (valid from 1 January 1724). The Act prohibited imports and ex-ports to and from Sweden on any vessels other than Swedish ones or that of those na-tions where the commodities traded originated. It was modeled according to the Eng-lish Acts and—as its model—it was directed against the Dutch transit carrying.

The shipping data for Swedish vessels from the Sound indicates that the Act wassuccessful. There was one Swedish vessel passing the Sound in 1720, no vessel in1715, and 20 in 1720 when the peace with Denmark was signed. However, alreadyin 1725 there were 224 Swedish vessels passing the Sound and 514 vessels in 1730.The Dutch shipping to Sweden collapsed. In 1719 and 1720 there were over a hun-dred Dutch vessels annually passing the Sound on their way from Sweden. In 1725and 1726 there were six, respectively three Dutch vessels passing the Sound fromSweden—compared to almost 2,000 Dutch vessels coming from non-Swedish portsin the Baltic.6 Most probably, the shift from the Dutch and Swedes in the Sound tes-

95

6. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 62, and Bang, Nina Ellinger-Korst, Knud, Tabeller overskibsfart och varetransport gennem Øresund 1661—1783. Copenhagen 1930.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

tifies mainly the changes of flag; Dutch shipmasters simply registered their vessels inSweden to adapt to the new Act. But in the long-term perspective the Swedish-ownedand Swedish-built shipping capacity began to replace that of the Dutch.

Why did Swedish authorities pay so much attention to the issue of shipping ca-pacity? The debate on trade deficit concerned two major commodities in Swedishtrade: iron, which was the major export article and required substantial carrying ca-pacity, and salt. The major market for iron was Britain and iron was carried both onBritish and Swedish vessels. As the transit trade in iron was small the Navigation Acthad little impact on it, and so on the demand for Swedish carrying capacity for iron.The situation was very different as regards salt. In the period 1710-1720 the Dutchcontrolled Swedish salt imports and this trade was based on the transit trade via theDutch entreport. From January 1724 trade between Iberian Peninsula and Swedencould be carried on only on Portuguese, Spanish and Swedish ships, which in factmeant Swedish carrying monopoly because there were no Portuguese or Spanishships sailing to Sweden. Thus the Navigation Act mainly affected salt trade.7

The reform of the Swedish convoy system might be seen as a necessary comple-ment of the Navigation Act: if the Swedish vessels were sailing to Southern Europethey needed protection against belligerent states, privateers and Barbary corsairs. Thusa special new duty (extra licenten) was passed to pay the convoying, and the newConvoy Office was established in Gothenburg. The Office organized convoying ofSwedish vessels during the inter-European conflicts—means mainly Anglo-Frenchwars. As regards the situation of Swedish vessels in the Mediterranean, the Office gotone unexpected function. It was supposed to coordinate and to pay for the peacetreaty system with the North African states, which also included consular service. Firstsuch treaty was signed with Algiers in 1729, followed by treaties with Tunis in 1736,and Tripoli in 1741.8 Consuls in North Africa had a semi-diplomatic function. Byavoiding an embassy representations, the European powers marked that Barbarystates were not full-fledged members of the European states system.

Parallel with the consular service in North Africa, Sweden established a numberof consulates in Spain, Portugal, France, and Italian states. No fewer than thirty suchoffices were set up in Southern Europe. With exception of Lisbon these consulates hadpurely commercial function. It should be noted that Lisbon consulate, the oldestSwedish consulate, was founded already by the 1660s.9

To conclude, the institutional package of the 1720s promoted Swedish shippingand trade with Southern Europe. Salt supplies were not the only cause of this policybut undoubtedly the most important cause—at least at the moment. In the course ofthe eighteenth century the significance of salt trade relatively declined. Shipping forfreights, exports of staple commodities and re-exports became more important.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

7. For the different views of the Swedish Navigation Act see: Heckscher, Eli F., “Produktplakatet: Den gam-la svenska sjöfartspolitikens grundlag”, in Heckscher Eli F., Ekonomi och historia. Stockholm 1922, Hecks-cher, Eli F., Den svenska handelssjöfartens ekonomiska historia sedan Gustaf Vasa Sjöhistoriska samfun-dets skrifter, no 1, Uppsala 1940, pp. 21-23, Carlén, Stefan, “An institutional analysis of the Swedish saltmarket, 1720-1862”, in Scandinavian Economic History Review, 1994, pp. 3-28, Carlén, Stefan, Statensom marknadens salt. En studie i institutionsbildning, kollektivt handlande och tidig välfärdspolitik på enstrategisk varumarknad i övergången mellan merkantilism och liberalism 1720–1862. Stockholm 1997.

8. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 60.

9. Almqvist, Johan Axel, Kommerskollegium och riksens ständers manufakturkontor samt konsulssstaten.Administrativa och biografiska anteckningar, Stockholm 1912-1915, pp. 30, 410.

96

III The Swedish consulate in Lisbon

As mentioned above, the Lisbon consulate is Sweden’s oldest consulate. It is alsothe consulate that differs from the consulates established after 1700. The Swedish con-sul to Lisbon had both commercial/consular and diplomatic duties. Looking at theSwedish relations with Britain, Spain, France, Denmark or Russia there had alwaysbeen clear distinction between consuls and diplomats, marked also by different seatsof embassies (capital) and consulates (the most important port-cities). In Portugal,however, the functions were carried out by the consul. The consulate in Lisbon wasthe only Swedish consulate paid by Foreign Office and the combined diplomatic andconsular functions also were marked in the consular instruction, for example for con-sul Carl Henrik Harmens in 1722.10

The Lisbon consulate was also the most important consulate in the Swedish con-sular system, due to Portugal’s role as the major supplier of salt, and a large marketfor Swedish goods, and due to the unique status of the consul as Sweden’s envoy. TheLisbon consulate had been continuously occupied and the consuls kept detailedrecord of their business. These reports are part of the consular archive of the SwedishBoard of Trade and provide us with detailed information on the consulate’s history.11

The reports also mirror well the changing role of salt in the Swedish trade between1700 and 1800. To exemplify the shifting priorities in trade I will pay attention to ac-tivities of some leading consuls in the period.

Joachim de Besche was consul between 1704 and 1721, during the Great North-ern War. Two big issues dominated his reporting: salt and Barbary corsairs. He wrotein detail about annual conditions of production and sales of salt. He paid attentionto weather that affected amount of salt produced and consequently prices. For ex-ample, in October 1712 he estimated the supply of salt in Setubal at 150 ship car-goes, which he meant was little. The production that autumn was negatively influ-enced by September rain (letter of 18 October 1712). He informed also in detail aboutprices. Prices were always mentioned first without duties and then with all duties (so-called free-on-board-price). He informed about the royal policy concerning the saltproduction. For example, in 1709 de Besche meant that the Portuguese policy wasto produce rather limited amount of salt, to fetch high prices. He also suggested thatthe only lasting solution of the problem with high prices would be a large salt con-tract between Sweden and Portugal.

The other problem that de Besche paid much attention to was Barbary corsairs.Swedish vessels appeared normally to benefit from Dutch convoying along the Iber-ian coast, yet in 1709 the Dutch Republic signed the peace treaty with Algiers whichstopped the Dutch convoying. An indirect outcome of the treaty also was increase incorsairing against small carrier flags, such as Sweden, Denmark, Hamburg, Lübeckand Danzig. De Besche suggested some solutions to the corsairing problem, but—in the long term—the only solution was peace with the corsairing states. Repeated-ly he mentioned that this was the practice that the French, English and Dutch used.

In addition to salt and Barbary corsairs de Besche commented on market for

97

10. Tunberg, Sven and others, Den svenska utrikesförvaltningens historia. Uppsala 1935, p. 304. Consulsat Barbary states were also salaried, but not by Foreign Office. Their salaries were paid by the Convoy Of-fice as a part of the peace treaty package with the Barbary states.

11. Board of Trade, Kommerskollegium Huvudarkivet, Skrivelser från konsuler, Lissabon, E VI aa, vls 223-5. Swedish National Archives (RA, Stockholm).

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Swedish products in Lisbon. This kind of information appears to increase in signifi-cance by 1720, most probably because of the end of the war in the north. Attentionwas also paid to Portugal’s political life, not least the king, the court and royal ex-penses. Yet, very little in the reports indicates de Besche’s diplomatic mission. He lefthis consular mission in 1721, also before the institutional package described abovewas passed. Nevertheless, his reports show that the issues addressed in the packageindeed played significant role in the trade with Portugal.

Next consul who will receive more detailed attention is Anders Bachmanson Nor-dencrantz, appointed to Lisbon for years 1727-38. Anders Bachmanson Nordencrantzis probably the most influential economic thinker of eighteenth-century Sweden. Hespent the early 1720s in Britain and he got in contact with major mercantilist litera-ture of the time. Anders Bachmanson Nordencrantz major economic work, Arcanaoeconomiae et commercii, published in 1730, pays attention to the issue of salt sup-plies and the role of the trade with Portugal.12

Bachmanson Nordencrantz took actively part in the Swedish Estates’ session1726-27 and the appointment to Lisbon appears the reward for his political work. Intheory, he also was the best qualified ever consul in Lisbon, with his knowledge ofcommerce and economic thought. In practice, he was controversial. He did not be-long the Swedish merchant elite and he lacked the necessary contacts with merchantsinvolved in the trade with Portugal. This, in spite of his other qualifications, wouldcause many future problems.

Undoubtedly, Bachmanson Nordencrantz also was the most prolific report writeroccupying the Lisbon consulate. His reports provide us with detailed information onthe state of trade but often they also contain high-flying and lengthy schemes for de-velopment of the Swedish-Portuguese trade, and bitter complains about conflicts withmerchants and shipmasters and about lacking means for his service. His mercantileprojects were directed against the traditional conduct of business in Lisbon, businessdominated by few leading houses from Stockholm. Bachmanson Nordencrantz pro-posed in his schemes monopoly of all Swedish trade with Portugal in one nationalmerchant house. This—he claimed—would improve the price ratio of Swedish im-ports and exports. Another favorite idea was the overall salt contract, so called repar-tition, with Portugal with fixed prices.

Nothing of his high-flying schemes was realized. Instead, the consul got quicklyin troubles with Swedish merchants and shipmasters. His idea to make the Por-tuguese-Swedish trade a state- (or consul-) controlled business, financed by consularfees, met harsh opposition. According to existing practice, Swedish consuls madetheir living mainly as commission agents of Swedish merchant houses. The officialconsular fees, and the small salary in Lisbon, made just a contribution to their livingcosts. In the case of Lisbon the situation was even more difficult because of the ex-pensive living in the city. Bachmanson Nordencrantz complained often on his highliving costs, expensive housing and the lack of resources to represent Sweden inproper way. Moreover, he complained about Swedish shipmasters who avoided pay-ing consular fees. For example, in 1730 the Swedish ship Diligence anchored at Lis-bon under the English flag. According to the consul the vessel changed its flag to

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

12. This work and its data on salt received detailed analysis in Erik Lindberg, “An 18th Century Swedishperspective on the Portuguese Salt Indiustry. With trade and production figures”, 1 Seminário Internacio-nal sobre o Sal Português, edited by Inês Amorim. Porto 2005, pp. 181-196.

98

avoid the Swedish consular fee.13 Naturally, it is difficult to evaluate the contents ofthe information. It might be a rare event, it might, as well, reflect a typical behavior.

In the early 1730s high salt prices became the consul’s biggest trouble. In autumn1732 the official price of salt was put at 4,000 rees per moio. Normally, prices fluc-tuated between 2,000 and 3,000 rees. According to the consul, the setting of this highprice was the calculation from the Portuguese side that Sweden could not manage itwithout Portuguese salt. Next year, however, salt prices declined to about 3,000 reesand Bachmanson Nordencrantz asserted that it was his effort, the negotiation with thePortuguese authorities, that lowered prices. The effort was not for free, the consul sentto Stockholm a bill for 8,000 dollar copper-money for negotiation costs and Stock-holm merchants were supposed to pay the sum.

This claim met angry reaction. Stockholm merchants stated that salt prices in Por-tugal declined because of diminished demand in Portugal. Merchants, instead of buy-ing their salt in Setubal and Lisbon, sailed to the Mediterranean and purchased saltcargoes there. They wrote in their answer to the Board of Trade: “The merchants werenot at all aware of any action of Mr Agent Bachmanson that should have the slight-est effect on the decline of the salt price in Portugal…”14 Moreover, they harshly crit-icized the consul’s plans for large scale salt contract and, in general, his conduct ofthe office. The conflict between the consul and the Association of Wholesale Mer-chants (Grosshandelssocieteten) went to the court and Bachmanson Nordencrantz leftLisbon in 1734, to defend himself in Sweden, and he never returned. He lost the law-suit in 1736 and formally his appointment in 1738.15

In the late 1750s and the 1760s Bachmanson Nordencrantz became one of themost outspoken political figures and critics of mercantilist policy—in spite of the factthat in the 1730s he was a typical mercantilist. His political standing undoubtedly wasmarked by the bitter experience from Lisbon.

Next consul appointed to Lisbon was a reliable member of the Stockholm mer-chant elite, Arvid Arfwedson. During his time in Lisbon (1738-56) the business wasconducted in traditional way, with salt and imports of Swedish staple commoditiesas the consul’s major interest. The reports mentioned frequently also Brazilian fleetsand exotic West Indian goods. This is most probably an indication of the Arfwedsonfamily’s interest in colonial trade. In 1745 the consul’s Stockholm brother obtainedprivilege for establishing Swedish West India Company. The project failed, due to theSpanish resistance.16 However, the family continued with its interest in the Atlantictrade in the rest of the century.

As mentioned previously, salt dominated interest of the Swedish consuls duringthe period. But it is apparent that, from about 1740, there was another issue that in-creased in significance—shipping services. Initially, the motive was the War of theAustrian Succession (1739-48) that engaged Britain and Spain. Sweden stayed neu-tral and, as a substantial shipping nation, it could charter its carrying capacity. Thisstrategy became clearly defined already during the 1740s, but the neutrality shippingindeed expanded later, especially during the American War of Independence and

99

13. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 101.

14. Meeting (10 July 1733??) Board of Trade, Kommerskollegium Huvudarkivet, Skrivelser från konsuler,Lissabon, E VI aa, vol. 224. Swedish National Archives (RA, Stockholm).

15. Nilzén, Göran, ”Anders Nordencrantz som konsul i Portugal. En studie över bitterhetens ideologiskaoch politiska följder”, in Personhistorisk tidskrift, 1987, pp. 38-49.

16. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 101.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

French Revolutionary Wars.Unfortunately, the collections of consular reports from the 1750s, 1760s and

1770s do not provide such a comprehensive picture of development as for the ear-lier period. Thus we have no first-hand reports on the Lisbon earthquake 1755. JohanAlbert Kantzow, the last consul, whom I will pay more attention, and the consul wholeft substantial volume of reports, arrived at Lisbon in 1781. By that year, there wasno Swedish firm in Lisbon. In similarity with the Arfwedson, the Kantzow family wasa typical mercantile elite family. Belong to the mercantile elite was an advantage fora consul who was supposed to survive on trade commissions. Kantzow succeededrather well as commission agent during the commercial boom of the American Warof Independence and during the second part of the 1780s. However, his economicsituation deteriorated during the French revolutionary wars and the firm went bank-rupt in 1798. It seems that the major cause were loans to French merchants. The rev-olution and wars disrupted trade with France and this negatively affected firms ex-tensively trading with France.

In spite of the bankruptcy Kantzow could continue his office and, in 1808, he fol-lowed Portugal’s royal court across the Atlantic to Rio de Janeiro. He was appointedthe first Swedish envoy to Brazil. The Kantzow family then continued to occupy theconsular office in Lisbon even after the Napoleonic Wars and their firm became oneof the largest companies engaged in the Atlantic trade and trade with East Indies. Forexample, Johan Abraham Kantzow Jr.’s (son’s) firm Kantzow & Biel was the first pri-vate Swedish firm to establish direct contact with China.17

In comparison with the early period of the Lisbon consulate—here representedby de Besche—it is clear that the trade and consequently focus of the consuls’ inter-est shifted. While conditions of salt trade and salt production, and Barbary corsairsoccupied much space in de Besche’s reports, by the late eighteenth century consulsreported on political conditions, sales of Swedish commodities. But the reports alsopaid attention to markets for colonial goods. It is obvious that salt declined in sig-nificance in the Swedish-Portuguese trade. In spite of this shift in priorities, salt im-ports continued to grow and salt carrying continued to require a large share of Swe-den’s shipping capacity. As mentioned above, by the late decades of the eighteenthcentury salt replaced grain as the most voluminous import commodity. Partly, the con-tinuous increase in salt imports filled the demand of booming fishing industry in West-ern Sweden. Nevertheless this demand also could be supplied by other non-Swedishcarriers and by salt from other places. Portugal and the Mediterranean were the mostdistanced salt suppliers. The concluding section will look at the quantitative charac-teristics of the salt trade and Swedish carrying capacity and it will provide some ten-tative answers to this question.

IV Salt trade and Swedish shipping in Southern Europe

Total salt imports in Sweden continued to increase during the whole eighteenthcentury. According to the official statistics Sweden imported about 140,000 barrelsof salt by 1740. By the 1780s and 1790s the import volumes reached 300,000 bar-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

17. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 106 (note). Swedish trade with China was organizedthrough the monopoly East India Company, which was abolished in 1813.

100

rels of salt, which means that the volume doubled in fifty years. (Figure 1)Herring industries in western Sweden may explain a significant part of the in-

crease. The boom in herring fishing on the west coast started in the mid-eighteenthcentury and it reached its top by the 1780s and 1790s.18 In 1791-95 Gothenburg andBohuslän, the herring producing areas, received about a half amount of salt import-ed to Sweden.19 This means, that almost all the increase in the salt imports betweenthe 1740s and 1790s may be related to the herring industries’ demand. At the sametime, western Sweden moved to Spanish and Portuguese salt. About 1750, only one-quarter of the salt imported to Gothenburg was of Spanish/Portuguese origin, in 1790the share of that salt increased to 92 %, and in 1800 to 95 %.20

Gothenburg and western Sweden became important destination of salt cargoes,however the west coast had few commodities to export to Southern Europe. Insteadthe trade was organized in a triangle trade pattern. Ships from Swedish Baltic ports(Sweden’s east coast and Finland) sailed to Southern Europe with staple commodi-ties. The commodities were sold in Lisbon, Cadiz, Marseilles, or other ports, and theships went tramping for freight in the Mediterranean. They stayed there for a coupleof months, normally until next sailing season in the north; between January andMarch the Baltic Sea was frozen and consequently closed for shipping. After a peri-od of tramp shipping, the vessels continued to Iberian ports Lisbon, Setubal, Figueiraor Porto to load salt and return to western Sweden.

101

18. Högberg, Utrikeshandel och sjöfart, p. 164 ff.

19. Andersson, Bertil, ”Not only salt. Trade between Spain and Götebrog 1750-1820. A preliminary study”.In Ruiz E M, Pi Corrales M de Pazzis (eds) III Spain and Sweden: Encounters Through History. Puertolla-no 2000, p 281, Mörner, Magnus, “Swedish trade and shipping with the Iberian Peninslual. From the 16thcentury to the 19th century”. In Ruiz E M, Pi Corrales M de Pazzis ( eds) III Spain and Sweden: Encoun-ters Through History. Puertollano 2000, p. 115.

20. Andersson, “Not only salt”, p. 281.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1738

1740

1744

1748

1752

1756

1760

1764

1768

1772

1776

1780

1784

1788

1792

1796

1800

Portugal; Linear (Portugal)Spain, Mediterranean; Linear (Spain/Mediterranean)France, Britain; Linear (France/Spain)

Fig. 1 Swedish salt imports (barrels) by origin, 1738-1800

300 000

250 000

200 000

150 000

100 000

50 000

0

Source: Historisk statistik för Sverige. Utrikeshandeln1732–1970. vol. 3, Stockholm 1972, pp. 122-3, 141.

Figure 1 differs between three salt supplying areas: Portuguese salt, salt from theMediterranean/Spain, and salt from France/Britain. First, we may assert that the saltfrom France and Britain—the nearest suppliers—was of rather limited significance atthe beginning of the period and it declined into insignificance by 1800. Second, asregards the trends in the Mediterranean, Spanish and Portuguese salt trade, the de-velopment was opposite. In the long term both the imports of Mediterranean/Span-ish and Portuguese salt increased in roughly the same rate and, by the end of the pe-riod, their shares accounted for a half each, totally 300,000 barrels. Looking at theimports from the Mediterranean/Spain and Portugal, we can note that they matchedeach other. When the volumes of the Portuguese salt declined, the imports from theMediterranean expanded, and when the Portuguese salt recovered, that from theMediterranean went back. This confirms the practice of Swedish merchants to acquiresalt cargoes in the Mediterranean, when Setubal prices were high. The practice wasemployed already by the 1690s and it was mentioned above.

Salt imports demanded immense carrying capacity. It has been stressed that theissue of carrying capacity for salt supplies was the key question in 1723, when Nav-igation Act was discussed. Expanding salt imports naturally required more and moreSwedish carrying capacity. Comparison of salt imports in heavy lasts (Swedish meas-ure unit of ship tonnage) and the incoming Swedish shipping from Southern Europeindicate that almost all capacity employed on the return route Southern Europe-Swe-den was used for salt.21

Studying the ratio between salt price per volume unit and the required carryingcapacity reveals that salt trade was no lucrative business. In spite of the huge demandfor capacity, salt imports accounted in value for only 5 % of total Swedish imports in1769, 4 % in 1770, and 7 % in 1771. For comparison, grain imports, that requiredas much shipping capacity as salt, were valued at 39% cent of total Swedish importsin 1769, 28% in 1770 and 29% in 1771. We have to note, too, that the grain was im-ported from eastern coasts of the Baltic, not from the faraway Mediterranean.22 To myknowledge, there is no study of profitability of Swedish salt trade, but apparently, itis dubious to see this trade as profitable. Such a perspective makes also the contem-porary extensive critic of Swedish shipping policy comprehensible.

The Swedish historian Stefan Carlén suggested that the Swedish policy in salttrade might be seen as an early example of Swedish welfare state policy. Swedishpoliticians, instead of seeing salt as a lucrative taxable commodity—as it was inFrance, for example—perceived salt as everyone’s necessity that should be securedby the state in sufficient amount and at reasonable price. This was their primary aim,not the profitability of the trade or tax income. So, the policy was shaped to securethis aim, notwithstanding costs. And the price level and sufficient supplies appear toconfirm that the policy was successful.23

This explanation is plausible; however I would like to complement it with otherexplanative factors. Even if the salt policy shaped the pattern of Swedish commercialconnections with Southern Europe it was not the only factor that affected the devel-opment. First, Southern Europe became increasingly important market for Swedishmetal exports. I am more hesitant as regards Southern Europe as market for timber;looking at the price-volume ratio, sawn timber is not much more profitable com-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

21. Müller, Consuls, Corsairs, and Commerce, p. 140.

22. Historisk statistik för Sverige. Utrikeshandeln 1732–1970. vol. 3, Stockholm 1972, p. 156 table 1.24.

23. Carlén, Staten som marknadens salt. passim

102

modity than salt. Strangely also, Swedish timber exports to Southern Europe arrivedfrom the Baltic, from Stockholm and Finland. Gothenburg area and southern Swedenexported their sawn timber to Britain and the southern Baltic, also much nearer mar-kets. It seems that sawn timber exports from Stockholm were carried out partly byshipping companies, not by specialized merchants, which was the case of irontrade.24 Second and undoubtedly very important factor in the expansion of salt tradeby the end of the eighteenth century was the west-Swedish herring industries. Her-ring industries explain why the Swedish salt imports could double without any largere-export trade.

The third and in my opinion most forgotten factor of the development after 1740is the Swedish shipping. The market for shipping services in Southern Europe was rel-atively free, due to the numerous conflicts between Spain, France, Italian states,Britain and the North African states, and independent/neutral carrier could find manyprofitable cargos. This opened door for Swedish ship-owners and shipmasters. Swe-den early signed peace treaties with the Barbary states, which made Swedish shipssafe and insurance rates low. Moreover, Sweden purposely built up the network ofconsular offices all around Southern Europe that provide home authorities with busi-ness information and Swedish ship-owners with freight contracts. In addition,Swedish crew wages were rather low, labor productivity high and shipbuilding costsreasonable, in comparison with the leading maritime nations.

Source: Historisk statistik för Sverige del 3 utrikeshandeln 1732-1900, pp. 122-3, 141, and Müller, Leos, Consuls, Corsairs, and Com-merce. The Swedish Consular Service and Long-Distance Shipping, 1720-1815. Uppsala 2004, p. 236, Ap-pendix D.

The major comparative advantage was Sweden’s neutrality. In similarity withDenmark, Sweden stayed aside of the Anglo-French wars. The only exception of thisrule was the ill-prepared and reluctant participation in the Seven Years’ War and nei-

103

24. Högberg, Utrikeshandel och sjöfart, pp. 127-8.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1738

1740

1744

1748

1752

1756

1760

1764

1768

1772

1776

1780

1784

1788

1792

1796

1800

Swedish ships sailing to Southern Europe (left) + Linear

Fig. 2 Swedish ships sailing to Southern Europe, and salt imports, 1738-1800

400 000

350 000

300 000

250 000

200 000

150 000

100 000

50 000

0

Salt imports in barrels (right) + Linear

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

700

600

500

400

300

200

100

0

ther this lead to the conflict with the British. Looking at the activities of Swedish shipsin Southern Europe, as indicated by issued Algerian passports, we can establish nearcorrelation between Anglo-French wars and Swedish shipping booms. (see Figure 2)This correlation, in particular, was strong during the American War of Independenceand during the French Revolutionary Wars. The Mediterranean and Iberian Atlanticcoasts were the markets for the profitable tramp shipping of Swedish shipowners. Sup-pose that the profitability of tramp-shipping were good, then it did not play such im-portant role if shipowners made money on import cargoes of salt. Outward sawn-tim-ber and inward salt cargoes might be seen as a rather efficient way of employing car-rying capacity. A typical feature of the shipping companies was that they combinedin their accounts these three activities, which makes it difficult for us to separatefreight profits from profits in timber or salt trade. Moreover, we are still missing suchdetailed analysis of accounts of a shipping company.

Three factors have been pointed out as decisive for the development of Sweden’strade with Southern Europe and specifically its salt trade. There was the determinedmercantilist policy of the 1720s that created the institutional framework of Swedishtrade with Southern Europe. One of the primary aims of the package was sufficientand cheap supplies of salt—an early modern welfare state institution. Another factorwas the Southern-European demand for Swedish staple commodities, such as iron,tar, pitch and sawn timber. The third factor was the demand for Swedish shipping ca-pacity in the numerous eighteenth-century wars. Due to its rather peripheral geo-graphical situation and its status as neutral small state, Sweden could exploit a mar-ket niche left by other maritime states and, by the 1780s, grew to the fifth shippingnation in Europe.25§

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

25. Johansen, Hans Chr., “Scandinavian shipping in the late eighteenth century in a European perspecti-ve”, in Economic History Review, 1992/3, p.

104

LA SAL DE LA BAHÍA DE CÁDIZ Y SU DISTRIBUCIÓN

EN LOS SIGLOS XVIII Y XIX

Juan Torrejón*

Resumo: La importancia de la Bahía de Cádiz en la producción de sal marina españo-la. Fincas salineras, producción y productividad. El estanco de la sal y sus efectos so-bre los precios y la comercialización del producto. La distribución de la sal por vía ma-rítima: medidas, medios de transportes y precios. Mercados receptores españoles y ex-tranjeros.La competencia con otras sales, en particular con la sal portuguesa

1. La sal, un producto estancado.

Las rentas estancadas eran aquéllas que se reservaba el Estado en régimen de mo-nopolio, ya fuese en el proceso de comercialización de una mercancía, en el pro-ceso de producción, o en ambos; determinando las formas de producción, distribu-ción y venta, los precios, los recargos impositivos, las cantidades de los consumosobligatorios (en su caso), y cuantas otras condiciones se quisieran imponer. Jurídi-camente, los estancos se hallaban fundamentados en el principio de regalía, que sedefine como la “preeminencia, prerrogativa o excepción particular y privativa que envirtud de suprema potestad ejerce un soberano en su reino” 1. El fin primordial de laexistencia de los estancos era el de suministrar al Erario recursos financieros cons-tantes y cuantiosos.

De todas las rentas estancadas, la de la sal fue la más antigua y la que produjomayores rentas a la Real Hacienda, hasta que en los años 30 del siglo XVII sería so-brepasada por la de tabaco. En España, sal y tabaco formaron el grupo de los es-tancos mayores, mientras que los estancos menores fueron los del aguardiente, sa-litre, azufre, pólvora, plomo, antimonio, mercurio, bermellón, goma laca y papel se-llado.

Alfonso X el Sabio, Rey de Castilla y de León, en su obra magna las Siete Parti-das, señaló:

Las rentas de los puertos, é de los portazgoz, que dan los mercaderes por ra-zón de las cosas que ó sacan ó meten en la tierra é las rentas de las salinas, é

105A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]; Dr. en Historia. Catedrático (E.U.) en la Facultad de Ciencias Económicas y Em-presariales de la Universidad de Cádiz. Ha publicado 6 libros como autor único, o en colaboración conotros autores, y 56 trabajos de investigación en actas de Encuentros científicos y revistas especializadas.Ha participado en 74 congresos, seminarios, o cursos, en calidad de ponente, comunicante o asistente,en España, Inglaterra, Francia, Suecia, Italia, Portugal y Malta. Actualmente dirige el grupo técnico queestá ordenando, clasificando y catalogando el Archivo Histórico del Puerto de Cádiz. Desde hace añosse dedica al estudio de la historia de la sal española, en general, y de la sal de la Bahía de Cádiz, en par-ticular

1 Diccionario de la Lengua Española. Voz regalía, 1.ª acepción.

de las pesqueras, é de las ferrerías, é de los otros metales, é los pechos, é lostributos que dan los omes, son de los Emperadores, é de los reyes, é fuéronlasotorgadas todas estas cosas porque oviesen con que se mantoviesen honrada-mente en sus despensas, é con que pudiesen amparar sus tierras é sus reina-dos, é guerrear contra los enemigos de la fe, é porque pudiesen excusar á suspueblos echarles muchos pechos ó de facerles otros agraviamientos 2.

El comercio de la sal era controlado por los albareros o individuos autorizadospor el monarca, que tenían la función del aprovisionamiento a los pueblos y de lacustodia del producto. La palabra “abarero” aparece en un documento fechado enBurgos el 12 de abril de 1277 y designa al encargado de expedir el albalá (del ára-be barâ’a) o carta de pago, justificativa de que la sal había sido adquirida legítima-mente. Otra figura fue la de los alamines (del árabe al-amin), quienes ejercían fun-ciones de inspección en las salinas, velando en las mismas por su buen funciona-miento, por las pesas y medidas utilizadas, y por el régimen de venta del producto.

En el Ordenamiento de 1338, Alfonso XI (también rey de Castilla y de León) fijóel precio público de venta de la sal, estableciendo alfolíes (del árabe al-hury) o cen-tros de almacenamiento y distribución, y señalando los cupos de consumo obliga-torio a la población.

Desde que se expidió la Real Cédula de 3 de enero de 1631, en tiempos del reyFelipe IV, bajo el título de “Estanco universal de la sal, e incorporación a la Coronade todas las salinas de estos Reinos”, se entendía que los cosecheros de sales labra-ban sus salinas para la Real Hacienda, y que tenían la obligación de dar, o retener,la sal que se les demandara para surtir a los alfolíes del Reino; pudiendo vender lassales sobrantes para fuera del Reino, previo pago de los impuestos correspondientes(Documento I).

La Renta de la Sal o de Salinas –administrada directamente por el Estado o arren-dada por el mismo– fue fundamental para la Corona: la primera de las rentas estan-cadas para la Hacienda hasta los años 30 del siglo XVII, en que fue suplantada porel Tabaco. Pero los españoles no sólo soportaron el monopolio estatal durante siglos,sino que sufrieron los acopios obligatorios asignados a los pueblos, los cuales im-pusieron contribuciones de cuotas fijas a sus vecinos.

Desde el medioevo, pues, la mayor parte de los españoles soportaron el vejato-rio monopolio público de comercialización de la sal, que se mantuvo hasta muyavanzado el siglo XIX. Su desaparición no ocurrió hasta el 1.º de enero de 1870,como consecuencia de la Ley de 16 de junio de 1869, de desestanco de la sal, cuan-do quedaron completamente libres la fabricación y venta del producto. Los efectosbeneficiosos fueron inmediatos 3.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

2 Partida 3ª, Ley II, Título XXVIII.

3 Sobre el estanco de la sal en España y su desestanco, remito a TORREJÓN, CHAVES Juan: “La sal, ren-ta estancada”, en Salinas de Andalucía. Sevilla, Consejería de Medio Ambiente de la Junta de Andalcía /Universidad de Cádiz; pp. 52-58; TORREJÓN, CHAVES Juan: “El desarrollo del comercio interior: haciaun mercado unificado (4. El monopolio de la sal.- 5. El largo proceso de desestanco de la sal.)”, enGONZÁLEZ ENCISO, Agustín & MATÉS BARCO, Juan Manuel (coord.): Historia Económica de España.Barcelona, Ariel, 2006; pp. 261-273.

106

2. Sal y salinas en la bahía de Cádiz.

Históricamente, la Bahía de Cádiz ha sido el más importante centro productorde sal marina en el litoral atlántico español; conformando, en unión del complejosalinero de la costa mediterránea Torrevieja-La Mata, los mayores centros salinerosde España durante los siglos XVIII, XIX y XX.

La obtención de sal común en las marismas o albinas (terrenos inundados porlas mareas) de la Bahía de Cádiz se remonta a épocas muy lejanas, sin poderse pre-cisar con rigor su antigüedad, y está asociada a la industria de las salazones de pes-cado en las épocas feno-púnica y romana, destacando el afamado “garum gadita-num”, que gozó de la más alta estima entre los manjares de Grecia y Roma en la épo-ca clásica.

Durante el periodo hispano-musulmán, la sal gaditana surtió a la población deal-Andalus y sirvió para la conservación de los atunes capturados en las almadrabas(del árabe, al-madraba) situadas a lo largo de la costa atlántica. Entonces, como mástarde, y aún hoy, las gaditanas eran las almadrabas más afamadas de todas las espa-ñolas. Incluso, después de que el territorio fuera reconquistado por los cristiano a losmusulmanes, las salinas gaditanas siguieron suministrando a la población del reinonazarí de Granada durante el siglo XV.

La tradición jurídica de Castilla consideraba que los lugares cubiertos por el aguadel mar en su mayor creciente de todo el año pertenecían a todos (res omnium), deahí que se hallasen sometidos al derecho patrimonial público; según se recoge en elTítulo XXVIII, Leyes III y IV, del referido Código de Las Partidas (1256-1263); obra enla que se armonizan las fuentes del derecho romano con el castellano. Al pertene-cer, pues, la ribera del mar al dominio público, era potestad del monarca la conce-sión de mercedes a sus súbditos para explotar pozos de sal y salinas.

Durante los siglos XV, XVI y XVII, las salinas de la costa atlántica andaluza se ha-llaron en manos de nobles, instituciones eclesiásticas, municipios y particulares; in-terviniendo la Corona únicamente en la percepción del impuesto de la alcabala so-bre la venta del producto. Y, si bien “de iure” los terrenos sobre los que se construí-an las salinas eran públicos, “de facto” se hallaban en manos privadas.

Además de satisfacer las necesidades locales y de las poblaciones cercanas, lasal de la Bahía de Cádiz aprovisionó, preferentemente, a Galicia y a las pesqueríasdel Cantábrico, a la costa del Reino de Granada, y a las almadrabas del litoral gadi-tano (destacando entre éstas las de Conil y Zahara, que pertenecían al Ducado deMedina Sidonia). Siempre, y en grandes cantidades, se exportó fuera del Reino.

3. La campaña anual.

Los preparativos de las fincas salineras para la labranza de sales se iniciaban porlo común en abril o a principios de mayo, comenzándose por reparar los desperfectosque habían ocasionados los aguajes, temporales e inundaciones del invierno ante-rior. Estos indispensables trabajos consistían en recorrer las vueltas de afuera y losmuros, limpiar los depósitos de agua, reparar la casa, el salero, etc.

107THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

La temporada de obtención de la sal comenzaba en junio, aproximadamente, de-pendiendo de las temperaturas y de la aparición de los muy favorables vientos de Le-vante; prolongándose las sucesivas extracciones o rasas hasta finales de septiembre,cuando solían comenzar las primeras lluvias. Era costumbre que los montones de salestuviesen cerrados para la festividad de San Miguel, el santo-patrón de los saline-ros, que se celebra el 29 de tal mes. El producto que quedaba en el salero sufría, ade-más de la merma natural de la sal nueva, los efectos de las lluvias del otoño, invier-no y primavera; calculándose, sólo por esto último, una pérdida de 1/6 poco más omenos del total.

4. El cómputo de la sal.

Tradicionalmente, la sal era medida en cuartillos 4, celemines 5, fanegas 6, ca-híces 7, y lastres 8. El lastre, que fue la unidad de cómputo de la sal gaditana expor-tada, es un término lingüístico que se halla en conexión íntima con el medio de trans-porte marítimo y proviene del alemán “last” (carga o peso).

Las Cortes del Trienio Constitucional advirtieron en el art. 15 de su decreto de 29de junio de 1822, que el Gobierno presentaría en la siguiente legislatura su opiniónde si se debería vender la sal por peso, en vez de hacerlo por volumen; lo que nopudo llevarse a cabo. En un Real decreto de 3 de agosto de 1834 se estableció quela sal se vendería en adelante sólo por peso que sería uniforme en todas partes. Larazón de esta nueva norma radicaba en el hecho de que, con los cambios de tiem-pos húmedos y secos, la sal varía más su volumen que su peso, en relación con lamayor o menor humedad y sequedad medioambiental. La unidad de peso adoptadafue el quintal 9, con sus divisiones en arrobas 10, libras 11 y onzas12. Veinte quinta-les constituían una tonelada 13. Hasta muy avanzado el siglo XIX no empezó a uti-lizarse el kilogramo como unidad de peso, a causa de tanto como se dilató en Espa-ña la plena incorporación del Sistema Métrico Decimal.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

4 Medida de capacidad para áridos, cuarta parte de u celemín, equivalente a 1.156 mililitros aprox.

Medida de capacidad para áridos, que tiene cuatro cuartillos y equivale en Castilla a 4,625 litros aprox.

Medida de capacidad para áridos que, según el marco de Castilla, tiene 12 celemines y equivale a 55litros y medio; pero es muy variable según las diversas regiones de España.

5 Medida de capacidad para áridos, de distinta cabida según las regiones. El de Castilla tiene 12 fanegasy equivale a 666 litros aprox.

6 Carga compuesta de 4 cahíces o 48 fanegas de sal [acepción no contenida en el Diccionario de la RealAcademia]. El lastre equivale a 2 toneladas comunes. La tonelada común es el volumen que ocupan 20quintales de agua, equivaliendo a 42 pies cúbicos españoles y 646.378 millonésimas. La tonelada legalpara las naves que marchaban a América equivalía a 70 pies cúbicos y 18.945 cien milésimas.

7 Medida de peso de 4 arrobas o 100 libras, equivalente a 46 kilogramos aprox.

8 Medida de peso de 25 libras, cuarta parte del quintal, equivalente a 11 kilogramos y 502 gramos.

9 Veinticincoava parte de la arroba, equivalente a 460 gramos aprox.

10 Dieciseisava parte de la libra, equivalente a 287 decigramos aprox.

11 Equivalente a 920 kilogramos aprox.

12 El Diccionario de la Lengua Española define la parihuela como el “Artefacto compuesto de dos varasgruesas como en las de la silla de manos, pero más cortas, con unas tablas atravesadas en medio en for-ma de mesa o cajón, en el cual colocan el peso o carga para levarla entre dos”.

13 La característica peculiar de poseer dos proas, era consecuencia de la imposibilidad de maniobrar enredondo en los estrechos caños que circundan las salinas.

108

5. El proceso químico de formación de la sal marina en las salinas gadita-nas.

Las aguas libre ingresan en las salinas, a través de las compuertas, con una den-sidad media de alrededor de 3 grados de la escala hidrométrica de Baumé (Bé) y lle-gan a alcanzar, en los tajos o cristalizadores los 28 grados Bé, después de haber tran-sitado por las vueltas de lucios, vueltas de retenida, vueltas de periquillo, y los ca-nales de cabeceras de los tajos.

La secuencia del proceso de evaporación (paso del estado líquido al gaseoso,mediante la absorción del calor latente) del agua o disolvente y del proceso de pre-cipitación (producción de una fase sólida separable en el seno de un medio líquido)de las sales y otros materiales disueltos, es la siguiente:

Primera fase (de 5 a 7 grados Bé) Las aguas marinas libres, que provienen de los caños de alimentación exterio-

res, se evaporan en una cantidad que se aproxima al 50 por 100 del volumen totalde agua. Casi no existe sedimentación de sales, pero sí de los materiales en suspen-sión. El proceso tiene lugar en el estero.

Segunda fase (de 7 a 12 grados Bé)La evaporación sobrepasa el 18 por 100 del volumen inicial del agua, precipi-

tándose la totalidad de los óxidos de hierro y el 55 por 100 del carbonato cálcico.El proceso ocurre en las vueltas de lucio.

Tercera fase (de 12 a 18 grados Bé)Se evapora alrededor del 15 por 100 del volumen inicial del agua. A los 15 gra-

dos Bé comienza la precipitación del sulfato cálcico, del que se deposita el 60 por100; mientras que prosigue la precipitación del resto del carbonato cálcico al al-canzarse los 16 grados Bé. El fenómeno sucede en las vueltas de retenida.

Cuarta fase (de 18 a 24 grados Bé)Se evapora alrededor del 5 por 100 del volumen inicial del agua, precipitándo-

se el 25 por 100 del sulfato cálcico. Esto se da en las vueltas de periquillo y en loscanales de cabecera.

Cuando se alcanzan los 22 grados Bé, las aguas adquieren un color sonrosado,como consecuencia de la presencia abundante de la artemia salina: un crustáceo depequeño tamaño y color rojizo que vive en las aguas salobres e hipersalinas, cuyatalla en la fase adulta no alcanza el centímetro.

Quinta fase (de 24 a 28 grados Bé).Las aguas llegan a los tajos a través de los canales de cabecera con 24 grados

Bé, aproximadamente. Estas aguas se denominan lejías, que evaporan entre el 5’5 yel 6 por 100 del volumen inicial del agua.

Al alcanzarse la concentración de los 26 grados Bé, la casi totalidad del cloru-ro sódico se precipita, así como el restante 15 por 100 del sulfato cálcico. Simultá-

109THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS110

Cua

dro

I –

Com

posi

ción

de

las

agua

s m

adre

s en

gra

dos

Bau

(Bé)

. Sal

inas

de

la B

ahía

de

Cád

iz.

Com

posi

ción

mol

ecul

ar

(Gr/

L) .

. . .

. . .

.20

. . .

. . .

21 .

. . .

. .22

. . .

. . .

23 .

. . .

.23,

5 .

. . .

. .24

. . .

. . .

25 .

. . .

. .26

. . .

. .2

6,5

. . .

. . .

27 .

. . .

.27,

3 .

. . .

. .28

. . .

. .2

8,1

. . .

. .2

8,4

. . .

. . .

29

Car

bona

to

códi

co (C

ON

a) .

.- .

. . .

.0,0

8 .

. . .

.0,1

6 .

. . .

.0,2

1 .

. . .

.0,2

5 .

. . .

.0,2

6 .

. . .

.0,2

8 .

. . .

.0,3

0 .

. . .

.0,3

5 .

. . .

.0,5

4 .

. . .

.0,6

3 .

. . .

.0,6

6 .

. . .

.0,6

6 .

. . .

.0,8

3 .

. . .

.0,8

6

Car

bona

to c

álci

co

(CO

Ca)

. . .

. .0

,25

. . .

. .0

,18

. . .

. .0

,11

. . .

. .0

,05

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

. . .

. . .

. .-

Sulfa

to C

álci

co

(SO

Ca)

. . .

. .3

,36

. . .

. .2

,98

. . .

. .2

,60

. . .

. .2

,22

. . .

. .2

,03

. . .

. .2

,02

. . .

. .2

,00

. . .

. .1

,99

. . .

. .1

,87

. . .

. .1

,67

. . .

. .1

,59

. . .

. .0

,82

. . .

. .0

,72

. . .

. .0

,67

. . .

. .0

,53

Sulfa

to m

agné

sico

(S

OM

g) .

. . .1

5,62

. . .

.16,

72 .

. . .1

7,80

. . .

.18,

91 .

. . .1

9,46

. . .

.19,

99 .

. . .2

1,05

. . .

.22,

12 .

. . .2

7,53

. . .

.35,

95 .

. . .3

9,54

. . .

.49,

30 .

. . .5

0,69

. . .

.54,

72 .

. . .6

3,22

Clo

ruro

mag

nési

co

(ClM

g) .

. . .

.2,2

5 .

. . .2

4,80

. . .

.26,

36 .

. . .2

7,92

. . .

.28,

70 .

. . .2

9,47

. . .

.31,

02 .

. . .3

2,54

. . .

.41,

08 .

. . .5

3,10

. . .

.58,

48 .

. . .7

1,13

. . .

.72,

94 .

. . .8

0,36

. . .

.92,

31

Clo

ruro

pot

ásic

o (C

lK)

. . .

. . .

.4,7

8 .

. . .

.5,1

0 .

. . .

.5,4

2 .

. . .

.5,7

4 .

. . .

.5,9

0 .

. . .

.6,0

6 .

. . .

.6,3

6 .

. . .

.6,6

7 .

. . .

.8,4

3 .

. . .1

0,84

. . .

.11,

88 .

. . .1

4,36

. . .

.14,

72 .

. . .1

5,97

. . .

.17,

42

Clo

ruro

sód

ico

(ClN

a) .

. . .1

89,6

5 .

. .20

2,77

. . .

215,

89 .

. .22

9,01

. . .

235,

58 .

. .24

1,62

. . .

253,

88 .

. .26

6,09

. . .

255,

94 .

. .23

9,02

. . .

230,

44 .

. .20

8,99

. . .

205,

92 .

. .19

6,41

. . .

179,

62

Bro

mur

o só

dico

(B

r N

a) .

. . .

.0,5

5 .

. . .

.0,5

9 .

. . .

.0,6

3 .

. . .

.0,6

7 .

. . .

.0,6

9 .

. . .

.0,7

7 .

. . .

.0,7

7 .

. . .

.0,8

2 .

. . .

.1,0

1 .

. . .

.1,2

8 .

. . .

.1,3

6 .

. . .

.1,6

8 .

. . .

.1,7

3 .

. . .

.1,8

7 .

. . .

.2,0

8

Tota

l Sal

es23

7,46

. . .

253,

22 .

. .26

8,97

. . .

284,

73 .

. .29

2,61

. . .

300,

19 .

. .31

5,36

. . .

330,

53 .

. .33

6,21

. . .

.42,

40 .

. .34

3,92

. . .

346,

94 .

. .34

7,38

. . .

350,

83 .

. .35

6,04

HO

. . .

. . .

923,

64 .

. .91

7,60

. . .

911,

55 .

. .90

5,51

. . .

902,

49 .

. .89

9,77

. . .

894,

32 .

. .88

8,87

. . .

888,

29 .

. .88

8,10

. . .

889,

58 .

. .89

3,56

. . .

894,

12 .

. .89

4,27

. . .

895,

63

TOTA

L .

.1.1

61,1

0 .1

.170

,82

.1.1

80,5

2 .1

.190

,24

.1.1

95,1

0 .1

.199

,96

.1.2

09,6

8 .1

.219

,40

.1.2

24,5

0 .1

.230

,50

.1.2

33,5

0 .1

.240

,50

.1.2

41,5

0 .1

.245

,10

.1.2

51,6

7

NO

TAS:

El s

ulfa

to c

álci

co h

idra

tado

pre

cipi

ta a

11,

96 º

(CaS

O2H

O).

La s

al p

reci

pita

a 2

6º B

é (C

lNa)

.Lo

s su

lfato

s pr

ecip

itan

a 28

,53º

Bé.

El s

ulfa

to c

álci

co (S

OC

a) p

reci

pita

en

form

a fin

ísim

a al

aum

enta

r br

usca

men

te la

s de

nsid

ades

.La

s sa

les

mag

nési

cas

y el

sul

fato

pon

en la

sal

húm

eda

y br

umos

a.Si

se

deja

con

cent

rar

el a

gua

hast

a lo

s 25

º B

é se

sep

aran

el ó

xido

de

hier

ro, e

l car

bona

to c

álci

co y

el y

eso.

Al i

nici

arse

el p

roce

so d

e ev

apor

ació

n, s

e de

posi

ta e

n un

a pr

imer

a fa

se e

l sul

fato

cál

cico

(SO

Ca)

en

form

a de

yes

o y

de a

nhíd

rido;

seg

uida

men

te lo

efe

ctúa

la s

al c

omún

en

casi

su

tota

lidad

, y e

n la

últi

ma

fase

, cua

ndo

la e

vapo

riza

ción

es

casi

tota

l, se

dep

osita

n la

s sa

les

potá

sica

s y

mag

nési

cas

mez

clad

as s

iem

pre

con

sal g

ema.

neamente, comienza la precipitación del bromuro sódico y las sales de magnesio;si bien en cantidades poco apreciables. Estas reacciones tienen lugar en los tajos ocristalizadores.

Los tajos, durante el proceso de cuajado de la sal, han de ser alimentados, paraque no quedar en seco. Un especial cuidad se ponía en que las aguas lejías no so-brepasaran los 28 grados Bé, pues una mayor graduación proporcionaba una pro-porción mayor de sales magnésicas, en depreciación del cloruro sódico (Cuadro I)(Cuadro II).

Con relación a la composición química de la sal cosechada, los resultados aquíaportados corresponden a sales nuevas, después de haber transcurrido varios mesesdesde la extracción. Ha de considerarse que tal composición está sujeta a diversasvariaciones, entre las cuales son las más destacables las condiciones meteorológicasy los cuidados y aciertos en la alimentación de los cristalizadores con las aguas le-jías. Los datos reflejados corresponden a una distribución porcentual media (CuadroIII).

6. Cargas y transportes

Se entienden por cargadas las operaciones de carga de la sal, desde los monto-nes hasta las embarcaciones.

La operación de carga era dirigida por el capataz de la salina, quien elegía a loscargadores y estipulaba el jornal que éstos cobrarían. Comenzaba el capataz gober-nando el montón existente en el salero, disponiendo sus cortes y ordenando las ac-tividades de paleros y cargadores.

La sal era cargada con palas en las parihuelas 14, que servían además de para eltransporte manual, para medir la sal acarreada. Los dependientes de la Renta fisca-lizaban todo el proceso de la cargada vigilando que no se cometiesen fraudes, biense hiciera de cuenta de la Renta o para la extracción del Reino. Las obligaciones deestos fieles de cargadas eran las de pasar el rodo o rasero a la parihuela, debiendoésta descubrir sus hierros con el fin de que la sal estuviera a ras o igualdad en la su-perficie –cuidando así de la integridad de la medida–, controlar los cargamentos, y

111

14 Se entiende por tajería el conjunto de tajos o cristalizadores de una salina. El tajo regular y mayorita-riamente generalizado era un cuadrado de 8 varas lineales de lado. En cada salina, los conjuntos dife-renciados de tajos se denominan partidas, que recibían sus correspondientes nombres. La vara era unamedida de longitud que, en el sistema de Castilla, se dividía en tres pies o cuatro palmos y era equiva-lente a 835 milímetros y 9 décimas.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Cuadro II – Porcentaje de evaporación del agua demar en las salinas marítimas de la Bahía de Cádiz.

PARTES DE LAS SALINAS . . . .PORCENTAJES

Estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47’6 %

Lucios . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18’2 %

Retenidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14’6 %

Periquillos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4’8 %

Cristalizadores . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5’4 %

TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .90’6 %

Cuadro III – Componentes químicos de la salgaditana. Distribución porcentual media.

COMPONENTES . . . . .PORCENTAJES

Cloruro sódico (ClNa) . . . . . . .94,50 %

Sulfato cálcico (SO4Ca) . . . . . . 0,40 %

Sulfato magnésico (SO4Mg) . . 0,25 %

Cloruro magnésico (Cl2Mg) . . . 0,25 %

Residuos insolubles en agua . . 0,10 %

Humedad . . . . . . . . . . . . . . . . 4,50 %

asentarlos en el librete, dejando en éste constancia firmada. Éste quedaba en poderdel capataz de la salina, sirviendo sus asientos de comprobación para la liquidaciónde las cuentas anuales de cada uno de los cosecheros de la ribera.

Como eran muy pocas las salinas a cuyos muelles pudieran atracar embarca-ciones de cierto porte, la sal transportada en las parihuelas era cargada en faluchosy en unas embarcaciones de vela de escaso calado y muy panzudas, denominadascandrays, que llevaban el producto, a través de los caños, hasta los barcos mayoresque se hallaban al ancla en la Bahía de Cádiz. Los candrays tenían la particularidadde tener dos proas 15, su vela era latina y poseían una eslora máxima de entre 17 y18 metros, una manga de alrededor de los 5 metros, y un puntal de un metro, apro-ximadamente. Su tripulación estaba compuesta por un patrón y tres o cuatro mari-neros. Este barqueo intermedio y obligado de los candrays representaba un aumen-to considerable de los costes del transporte.

Las cargadas en las salinas eran dependientes de las mareas y de los vientos –lascaracterísticas de los caños o pequeños brazos de mar que permitían acceder a lasfincas eran elementos determinantes–, teniendo que despacharse con prontitud paraque las embarcaciones tuviesen agua suficiente para navegar; pues, de no ser así, erapreciso que los dependientes de la Renta y el capataz correspondiente custodiasenla sal embarcada, hasta la marea siguiente. Una vez que las embarcaciones partíande las salinas, correspondía a los patrones de los barcos que conducían la sal a losnavíos situados en la bahía, entregar la carga al completo, tal como la habían reci-bido, soportando los gastos de las faltas que ocurriesen.

Las disputas entre los capataces de las salinas y los dependientes de la Renta es-taban a la orden del día; pues los empleados públicos en ocasiones abusaban de suautoridad, mientras que los capataces querían gobernar en todo las operaciones quese efectuaban en sus salinas. Las diferencias se hallaban principalmente en la selec-ción de los trabajadores que debían efectuar las cargadas, y en quién debía ordenarla saca de la sal de una u otra parte del montón –aspecto éste de gran importancia,pues podría existir en los montones sal vieja y sal nueva–. A este respecto, los ca-pataces pretendían que la Renta se llevara la sal más reciente, transportada al mon-tón poco tiempo atrás desde las barachas, a la que faltaba aún quince o veinte díasde enjugo.

Otro objeto de discusión permanente entre capataces y dependientes de la Ren-ta estaba en que era muy frecuente que éstos pasaran el rodo a las parihuelas de for-ma que ésta no descubriese sus hierros, como estaba preceptuado, dejando por tan-to encima tres o cuatro dedos de sal, con perjuicio del vendedor y evidente benefi-cio de la Renta.

Las operaciones de carga y transporte producían mermas del producto. Para com-pensar estas pérdidas, la Renta estableció que, por cada 120 fanegas (la denomina-da redonda) entregadas por los dueños de salinas en sus cargamentos, se añadieranobligatoria y gratuitamente 5 fanegas de exceso.

El tema de la facilidad que cada salina ofrecía para la carga era de primordial im-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

15 Estas 33 nuevas salinas fueron: “Ntra. Sra. de los Dolores”, “San Gabriel”, “San Miguel”, “San Vicen-te Ferrer”, “Santa María Magdalena”, “Ntra. Sra. de los Santos”, “Santa Margarita”, “Ntra. Sra. de la Rosa”,“Ntra. Sra. de Regla”, “Ntra. Sra. de San Miguel de la Rosa”, “Ntra. Sra. del Pilar”, “Ntra. Sra. de Balva-nera”, “San Patricio”, “San Agapito”, “San Pedro”, “San Judas”, “San Francisco de Asís”, “Los Ángeles Cus-todios”, “San Cayetano”, “Ntra. Sra. de los Ángeles”, “Belén y Ánimas”, “San Salvador”, “Jesús María yJosé y Carmen”, “San Blas”, “San Tadeo”, “San Felipe”, “Santiago”, “Santa Bárbara”, “San Pascual Bailón”,“San León”, “Dulce Nombre de María”, “Carmen nuevo”, y “San Juan Nepomuceno”.

112

portancia, hasta el punto de ser el elemento más valorado de una finca salinera. Elcondicionante básico era la bondad del caño de acceso, por la mayor facilidad desu navegación, calado y comunicación con la bahía. En ésta existen cuatro buenoscaños, llamados “Río Arillo”, “Río del Puente” o “Caño de Santi Petri”, “Caño de Min-guéz”, y “Caño del Molino”.

En atención a esto, las fincas pueden ser divididas en seis grupos (Cuadro IV):

1.º Salinas que estaban en proporción para cargar en todo viento y marea, ya queen cualquier circunstancia podían llegar a ellas los barcos.

2.º Salinas que podían cargar en todo viento y marea, excepto con viento fuertede Levante.

3.º Salinas a las que podía arribarse con cualquier viento, pero no en todas las ma-reas.

4.º Salinas en las que podía cargarse con todo viento y Levante flojo, en la pri-

113THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

1.- Salinas que estaban enproporción para cargar en todoviento y marea, ya que encualquier circunstancia podíanllegar a ellas los barcos.

- “San Miguel de la Rosa” (32)- “Ntra. - Sra. del Pilar” (37)- “Ntra. Sra. de la Balvanera”(38)- “Ntra. Sra. de los Dolores”(56)- “San Gabriel” (58)

2.- Salinas que podían cargar entodo viento y marea, exceptocon viento fuerte de Levante.

- “San Antonio” (2)- “Santísima Trinidad” (4)- “La Isleta” (5)- “La Pastora” (24)- “ Ntra. Sra. del Rosario” (29)- “Santo Domingo” (30)- “Santa María Magdalena”(40)- “Ntra. Sra. de los Santos” (41)- “San Agapito” (42)- “Santa Margarita” (43)- “San Francisco de Asís” (44)- “San Pedro” (45)- “San Judas” (46)- “Los Ángeles Custodios” (47)- “San Tadeo” (48)- “San Blas” (49)- “San Cayetano” (50)- “Ntra. Sra. de los Ángeles”(51)- “Belén y Ánimas” (52)- “Santiago” (62)- “San Felipe” (63)

3.- Salinas a las que podíaarribarse con cualquier viento,pero no en todas las mareas.

- “San Rafael” (31)- “Carmen Nuevo” (33)- “Ntra. Sra. de la Concep-ción”(34)- “Ntra. Sra. de la Esperanza”(35)- “Ntra. Sra. de Belén” (36)- “San Juan Nepomuceno” (54)- “Roquera” (55)- “San Agustín” (59)

4.- Salinas en las que podíacargarse con todo viento yLevante flojo, en la primerarepunta del aguaje.

- “Ntra. Sra. de la O” (1)- “San Vicente” (39)- “San Miguel” (57)- “San Pascual Bailón” (60)- “Santa Bárbara” (61)

5.- Salinas cuyos caños eranaccesibles sólo con ciertosvientos y mareas.

- “Ánimas” (26)- “Ntra. Sra. de Regla” (27)- “Ntra. Sra. de Rosa” (28)

6.-Salinas con variados proble-mas de acceso a sus caños.

- “Santa Cruz” (3)- “Santa Ana” (6)- “Santa Teresa” (7)- “Hacienda Chica” (8)- “El Águila” (9)- “Ntra. Sra. del Carmen” (10)- “La Talanquera” (11)- “Santa Rita” (12)- “San Francisco Javier” (13)- “San Diego” (14)- “Ntra. Sra. del Pópulo” (15)- “San León” (16)- “Santo Cristo de la Misericor-dia” (17)- “San Patricio” (18)- “Perla” (19) - “Balvanera de San José” (20)- “Dulce Nombre de María”(21)- “La Atravesada” (22)- “San Fernando” (23)- “San José” (64)- “Polvera” (25)- “Jesús, María y José y Carmen”(53)

Elaboración propia.

Cuadro IV – Salinas del Partido de Cádiz, clasificadas en atención a la facilidad que ofrecían a los car-gamentos, según los vientos y mareas.

CARATERÍSTICAS; –SALINASa

a El repuesto estárealizado en razón de5 a 4 respecto delreparto; es decir, porcada 4 cahíces dereparto corresponderetener 5 de repuesto.

mera repunta del aguaje.5.º Salinas cuyos caños eran accesibles con ciertos vientos y mareas.6.º Salinas con problemas variados de acceso a sus caños.

En el año de 1766 fue creada la Administración de Cargadas de las salinas dela Ribera, con el objeto de poner orden en las medidas con que se hacían los car-gamentos en perjuicio de la Hacienda, por las significativas faltas del producto quese detectaba en los alijos de las sales cuando llegaban a sus destinos y volvía a me-dirse. Fue entonces cuando se estableció una parihuela de fanega (48 de las cualescomponían un lastre), cuyo uso se impuso obligatoriamente en todas las salinas dela ribera de Cádiz; remediándose con ello en la mayor parte los abusos que se ha-bían introducido hasta entonces.

7. El siglo XVIII.

Durante el Setecientos se produjo una importante expansión de la sal gaditana,que fue consecuencia de la nueva política económica, de fundamentos mercantilis-tas, desarrollada por la nueva dinastía de los Borbones. El centralismo político y lasreformas administrativas propiciaron un aumento general de la población y de las ac-tividades económicas, destacando –en lo concerniente a la sal– el auge de la nave-gación y del comercio marítimo. A este respecto, debe resaltarse que, en 1717, fuetrasladada desde Sevilla a la ciudad de Cádiz la Real Casa de la Contratación (orga-nismo que controlaba el monopolio con América), lo que convirtió a su puerto enel más importante de todo el Imperio español.

Durante el siglo XVIII se reforzó el estanco de la sal, administrado por la deno-minada Renta de Salinas, del grupo de las Rentas Estancadas, perteneciente a la Di-rección General de Rentas, subordinada a la Superintendencia de Hacienda, en elseno de la Secretaría de Estado de Hacienda.

Surtidos: repartos y repuestos.La Real Hacienda ejercía un poder omnímodo sobre las salinas y la sal. Desde

la Dirección General se prevenía al Administrador General de la Renta de la Sali-nas de Cádiz las cantidades del producto que se precisaban de este Partido paraatender los surtidos que se les señalaban. Seguidamente, dicho Administrador pasabauna comunicación a los Diputados del denominado Gremio de Cosecheros de Sal,informándole del total prefijado para que lo distribuyesen entre todas las salinas, bajoun mismo criterio. Así, cada finca conocía de antemano las cantidades de sal que de-bía poner a disposición de la Renta.

Los surtidos demandados para ser posteriormente distribuidos por los alfolíes dela Península eran calculados en atención a dos aspectos: 1) El denominado reparto,que era la cantidad que se suponía necesaria, según el cálculo global prefijado porla misma Renta para la totalidad del aprovisionamiento del año en curso; y 2) El lla-mado repuesto, para atender las urgencias que pudieran presentarse hasta la cose-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS114

115THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

cha del año siguiente. Con el repuesto, la Hacienda se aseguraba también que la saltuviese bastante tiempo de fabricada, con lo que ganaba en calidad y valor; si bienel precio que abonaba a los salineros era el mismo que el pagado por la sal nueva.

Cuando ya se conocían los resultados de la cosecha del año, la Renta comuni-caba a los cosecheros gaditanos las cantidades correspondientes al surtido y al re-puesto, en atención a la cantidad de sal que debería proporcionar el Partido de Cá-diz (Cuadro V). El total se distribuía entre todas las salinas existentes atendiéndose

Cuadro V – Reparto a y repuesto b efectuados por los Diputados del Gremio de Cosecheros de Sal, delPartido de Cádiz, con arreglo a 16.000 y 20.000 cahíces, respectivamente, según lo ordenado por el Ad-ministrador General de la Renta de la Sal, para el año 1792.

Nº Nombre Reparto Repuesto Deuda de Total a retener de la salina repartos por los

anteriores cosecherosc

1 . . . . .Ntra. Sra. de la O d . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-2 . . . . .San Antonio . . . . . . . . . . . . . . . . . . .415 . . . . . . . . .519 . . . . . . 821 _ . . . . . 1.755 _3 . . . . .Santa Cruz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .312 . . . . . . . . .390 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . 7024 . . . . .Santísima Trinidad . . . . . . . . . . . . . .240 . . . . . . . . .300 . . . . . . 692 _ . . . . . 1.232 _5 . . . . .Isleta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .629 . . . . . . . . .786 . . . . . . . .1.264 . . . . . . . .2.6796 . . . . .Santa Ana e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . 233 _ . . . . . . 233 _7 . . . . .Santa Teresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . .254 . . . . . . . . .318 . . . . . . . . 798 . . . . . . . .1.3708 . . . . .Hacienda Chica . . . . . . . . . . . . . . . .295 . . . . . . . . .369 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 6649 . . . . .Águila f . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-10 . . . .Ntra. Sra. del Carmen . . . . . . . . . . .247 . . . . . . . . .309 . . . . . . 489 _ . . . . . 1.045 _11 . . . .Talanquera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .203 . . . . . . . . .254 . . . . . . 545 _ . . . . . 1.002 _12 . . . .Santa Rita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .296 . . . . . . . . .370 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . 66613 . . . .San Francisco Javier . . . . . . . . . . . . .328 . . . . . . . . .410 . . . . . . . . 862 . . . . . . . .1.60014 . . . .San Diego . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .352 . . . . . . . . .440 . . . . . . . . 862 . . . . . . . .1.65415 . . . .Ntra. Sra. del Pópulo . . . . . . . . . . .354 . . . . . . . . .442 . . . . . 1.255 _ . . . . . 2.051 _16 . . . .San León . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .295 . . . . . . . . .369 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 66417 . . . .Santo Cristo de la Misericordia . . . .240 . . . . . . . . .300 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 54018 . . . .San Patricio . . . . . . . . . . . . . . . . . . .343 . . . . . . . . .429 . . . . . . . .1.332 . . . . . . . .2.10419 . . . .Perla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .392 . . . . . . . . .490 . . . . . 1.163 _ . . . . . 2.045 _20 . . . .Balvanera de San José . . . . . . . . . . .260 . . . . . . . . .325 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 58521 . . . .Dulce Nombre de María g . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-22 . . . .Atravesada h . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 958 . . . . . . . . 95823 . . . .San Fernando . . . . . . . . . . . . . . . . . .500 . . . . . . . . .624 . . . . . . . .1.220 . . . . . . . .2.34424 . . . .La Pastora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .494 . . . . . . . . .618 . . . . . . . 9 _ . . . . . 1.121 _25 . . . .Polvera i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-26 . . . .Ánimas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .266 . . . . . . . . .333 . . . . . . . . 420 . . . . . . . .1.01927 . . . .Ntra. Sra. de Regla j . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-28 . . . .Ntra. Sra. de la Rosa . . . . . . . . . . . .246 . . . . . . . . .307 . . . . . . 838 _ . . . . . 1.391 _29 . . . .Ntra. Sra. del Rosario . . . . . . . . . . . .330 . . . . . . . . .413 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 74330 . . . .Santo Domingo . . . . . . . . . . . . . . . .225 . . . . . . . . .281 . . . . . . . . 426 . . . . . . . . 93231 . . . .San Rafael . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .341 . . . . . . . . .427 . . . . . . . .1.126 . . . . . . . .1.89432 . . . .San Miguel de la Rosa . . . . . . . . . . .246 . . . . . . . . .307 . . . . . . . . 830 . . . . . . . .1.38333 . . . .Ntra. Sra. del Carmen nuevo . . . . . .300 . . . . . . . . .375 . . . . . 1.011 _ . . . . . 1.686 _34 . . . .Ntra. Sra. de la Concepción . . . . . . .236 . . . . . . . . .295 . . . . . . . . 668 . . . . . . . .1.19935 . . . .Ntra. Sra. de la Esperanza k . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 741 . . . . . . . . 74136 . . . .Ntra. Sra. de Belén l . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.504 . . . . . . . .1.50437 . . . .Ntra. Sra. del Pilar . . . . . . . . . . . . . .348 . . . . . . . . .434 . . . . . 1.095 _ . . . . . 1.877 _38 . . . .Ntra Sra. de Balvanera . . . . . . . . . . .236 . . . . . . . . .296 . . . . . . . . 770 . . . . . . . .1.30239 . . . .San Vicente m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-40 . . . .Santa María Magdalena . . . . . . . . . .248 . . . . . . . . .310 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 55841 . . . .Ntra. Sra. de los Santos . . . . . . . . . .279 . . . . . . . . .349 . . . . . . . . 863 . . . . . . . .1.49142 . . . .San Agapito . . . . . . . . . . . . . . . . . . .248 . . . . . . . . .310 . . . . . . . . 734 . . . . . . . .1.29243 . . . .Santa Margarita n . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-44 . . . .San Francisco de Asís . . . . . . . . . . .233 . . . . . . . . .290 . . . . . . . . 534 . . . . . . . .1.05745 . . . .San Pedro o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-46 . . . .San Judas p . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . 657 _ . . . . . . 657 _47 . . . .Los Ángeles Custodios . . . . . . . . . . .233 . . . . . . . . .291 . . . . . . . . 578 . . . . . . . .1.10248 . . . .San Tadeo q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . 1.150 _ . . . . . 1.150 _

a una cantidad fija sobre las varas cuadradas de la tajería 16 puesta en labor en el añoen curso; distribuyéndose así el total en proporción a la superficie de obtención dela sal. El reparto estaba prorrateado en la razón de 6 cahíces y 1/6 de otro por cada1.000 varas cuadradas de tajería, y el repuesto en la razón de 10 cahíces y _ de otropor las mismas 1.000 varas (el repuesto se calculaba proporcionalmente al reparto).Si por alguna razón, un fabricante se encontrara en descubierto de la sal que la Ha-cienda le demandaba, en atención al reparto y al repuesto señalados, estaba obligadoa adquirir el producto en otra salina que la propia Renta le fijase y por el precio es-tipulado.

A los propietarios de las salinas les estaba rigurosamente prohibida la venta delproducto –al por mayor o al por menor– en el interior del Reino y, para el exterior,

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

16 Al adquirir la Hacienda una salina de propietario particular, éste era indemnizado por el valor de lafinca y de la sal existente, previa tasación efectuada por peritos independientes.

116

Nº Nombre Reparto Repuesto Deuda de Total a retener de la salina repartos por los

anteriores cosecheros49 . . . .San Blas r . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.157 . . . . . . . .1.15750 . . . .San Cayetano . . . . . . . . . . . . . . . . . .466 . . . . . . . . .583 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.04951 . . . .Ntra. Sra. de los Ángeles s . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-52 . . . .Belén y Ánimas . . . . . . . . . . . . . . . .681 . . . . . . . . .851 . . . . . . . .1.684 . . . . . . . .3.21653 . . . .Jesús, María y José y Carmen . . . . .185 . . . . . . . . .231 . . . . . . . . 251 . . . . . . . . 66754 . . . .San Juan Nepomuceno . . . . . . . . . .122 . . . . . . . . .152 . . . . . . . . 187 . . . . . . . . 46155 . . . .Roqueta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .223 . . . . . . . . .279 . . . . . . . . 137 . . . . . . . . 63956 . . . .Ntra. Sra. de los Dolores . . . . . . . . .172 . . . . . . . . .216 . . . . . . . . 542 . . . . . . . . 93057 . . . .San Miguel . . . . . . . . . . . . . . . . . . .391 . . . . . . . . .489 . . . . . . . . 963 . . . . . . . .1.84358 . . . .San Gabriel . . . . . . . . . . . . . . . . . . .492 . . . . . . . . .615 . . . . . . 698 _ . . . . . 1.805 _59 . . . .San Agustín . . . . . . . . . . . . . . . . . . .265 . . . . . . . . .331 . . . . . . . . 418 . . . . . . . .1.01460 . . . .San Pascual Bailón . . . . . . . . . . . . .309 . . . . . . . . .387 . . . . . . . . 159 . . . . . . . . 85561 . . . .Santa Bárbara . . . . . . . . . . . . . . . . .298 . . . . . . . . .373 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 67162 . . . .Santiago . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .752 . . . . . . . . .940 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.69263 . . . .San Felipe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .713 . . . . . . . . .890 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.60364 . . . .San José . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .467 . . . . . . . . .583 . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . .1.05065 . . . .San Rafael del Monte t . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-66 . . . .Jesús, María y José u . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-67 . . . .Ntra. Sra. de la Soledad v . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-68 . . . .Sagrado Corazón de Jesús x . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-69 . . . .San Juan Bautista z . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . .-

CAHÍCES TOTALES . . . . . . . . . . . . . . . . .16.000 . . . . . . .20.000 . . . . . . .32.651 . . . . . . 68.651

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.082.

Elaboración propia.

a De esta cantidad, se descontabanlas cantidades de sal ya entregadas ala Hacienda en el año en curso.

b No labró este año.

c No labró este año, pero debía sal ala Renta a finales de 1791, por losrepartos de aquél año.

d No labró este año.

e No se incluyó en el reparto portener contratadas sus sales con laRenta.

f No labró este año, pero debía sal ala Renta a finales de 1791, por losrepartos de aquél año.

g Pertenecía a la Renta.

h No labró este año.

i No labró este año, pero debía sal ala Renta a finales de 1791, por losrepartos de aquél año.

j No labró este año, pero debía sal ala Renta a finales de 1791, por losrepartos de aquél año.

k Pertenecía a la Renta.

l No labró este año.

m No labró este año.

b No labró este año, pero debía sal ala Renta a finales de 1791, por losrepartos de aquél año.

o No labró este año, pero debía sal ala Renta a finales de 1791, por losrepartos de aquél año.

p No labró este año, pero debía sal ala Renta a finales de 1791, por losrepartos de aquél año.

q No labró este año.

r Pertenecía a la Renta.

s Pertenecía a la Renta.

t Pertenecía a la Renta.

u Pertenecía a la Renta.

v Pertenecía a la Renta.

x Las salinas del Estado eranentonces 12: 9 en Puerto Real y 3 enSan Fernando. Las salinas depropiedad particular ascendían a 99:53 en Puerto Real, 22 en SanFernando, 21 en Chiclana de laFrontera y 3 en Cádiz.

z En esta fecha ya no existía ningunasalina de la Hacienda.

sólo podían efectuarla con el permiso previo de la Renta.

Ampliación del espacio salinero.Para fomentar las cosechas de sal en Cádiz, la Real Hacienda estimuló a los par-

ticulares a que construyesen salinas en la ribera del mar y las labrasen, mostrandouna preferencia por la actividad privada en la obtención del producto. La razón porla cual se incentivó la actividad de los particulares en la producción, en lugar de laactuación directa del Estado, se debió a que fue considerada como la forma econó-micamente más rentable para los intereses públicos; puestas siempre las miras en po-der asegurar los aprovisionamientos del estanco y en conseguir los mayores ingre-sos fiscales.

Como consecuencia de la Real orden de 19 de junio de 1767, en la que se de-claró pertenecer a la Real Hacienda o al Común los terrenos que el mar bañara ensus crecientes, y como tales se destinasen a salinas, se construyeron por varios par-ticulares 33 salinas, entre el citado año de 1767 y el de 1777 17. Las concesiones paralevantar estas nuevas salinas se otorgaron a cambio de que sus dueños entregasen ala Renta, en conjunto, 98.954 fanegas de sal. Ningún extranjero podía ser dueño desalina, así como ningún empleado de la Renta.

Producción y productividad.El incremento de la producción de sal en la Bahía de Cádiz durante el siglo XVIII

estuvo directamente relacionado con: 1º) La recuperación de salinas antiguas que ha-bían sido abandonadas en otro tiempo; 2º) El incremento de la superficie de maris-ma puesta en explotación, con la aparición de nuevas salinas.

En el estado actual de mis investigaciones, puedo afirmar que los rendimientosde las fincas salineras gaditanas fueron de escala constante (la producción creció enel mismo porcentaje que aumentaron todos los factores) o fueron, en ocasiones, deescala decreciente (los costes de producción fueron proporcionalmente crecientesen relación al aumento de los factores). En este último aspecto, el proceso produc-tivo de la obtención de sal (que puede definirse como una agricultura mineral) erasemejante al de la agricultura extensiva de la época preindustrial, que no conseguíaincrementar la producción con la misma cantidad de tierra, a causa del retraso tec-nológico.

La producción anual total de sal en la Bahía de Cádiz era extraordinariamentedependiente de las condiciones climáticas que ocurrían entre los meses de junio aseptiembre ambos inclusive: temperaturas, características de los vientos, y precipi-taciones (Cuadro VI). La tecnología permaneció invariable en el transcurso de todoel siglo, continuándose con los métodos de trabajo tradicionales.

No he detectado ningún caso de rendimientos de escala creciente, cuando loscostes serían decrecientes en relación al aumento de los factores.

Salinas privadas y salinas públicas.Durante el siglo XVIII, sólo existieron salinas en los términos municipales de Cá-

diz, Isla de León (denominada San Fernando a partir del 27 de noviembre de 1813)y Puerto Real. Todas las fincas estuvieron en manos privadas hasta que, a finales delsiglo, algunas pasaron a ser de propiedad pública: las llamadas Salinas del Rey. Las

117

17 Fue en 1750 cuando dio principio la administración directa de la Renta por la Real Hacienda.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

fincas que se transfirieron a manos de la Hacienda lo fueron por adjudicación efec-tuada a su favor por sentencia judicial, o en virtud de ofrecimientos de venta efec-tuados por sus propietarios 18.

En el primer caso, se encontraban cuatro salinas que fueron de Gabriel Alonsode Herrera, nombradas “Sagrado Corazón de Jesús”, “Ntra. Sra. de la Soledad”, “ElDulce Nombre de Jesús”, y “San Rafael del Monte”, la primera en la Isla de León ylas tres restantes en Puerto Real.

En el segundo caso, la Hacienda compró directamente a la casa de comercio deCádiz “Llera Hermanos y Martínez” la salina “San Vicente” en la Isla de León, en elverano de 1791, por 81.563 reales y 20 maravedís, según fue tasada por distintos pe-ritos; incluyéndose en este valor toda la finca, la casa, las sales existentes en los ta-jos, así como los utensilios y pertrechos que había en ella para la fabricación de sa-les, su medición y embarque; de todo lo cual se formó el oportuno inventario. Lassales que se hallaban en existencia fueron adquiridas por la misma Renta, a 26 rea-les cada lastre. También fueron de propiedad pública, por adquisición de la Renta,las salinas “San Juan Bautista”, “Jesús, María y José”, “Polvera”, “Ntra. Sra. de la O”,“San León”, “Ntra. Sra. del Rosario”, y “Santo Domingo”.

En un principio, no fue intención de la Hacienda que las salinas del Rey fuesenexplotadas directamente por la Renta. Se sacaban a pública subasta, para que los in-teresados ofrecieran posturas al respecto. Una vez que se adjudicara, la Haciendaefectuaba una contrata, escriturada ante escribano público, en la que se estipulabanlas condiciones de la misma. Entre las condiciones pactadas, se hallaba la garantía,por parte de la Renta, de asegurar a los arrendatarios la adquisición, a un precio fijo,de toda la sal que produjesen. Fue usual que se adelantara dinero público y a cuen-ta de la cosecha, a los salineros que explotaban por su cuenta las salinas públicas,para que pudiesen producir sal en las mismas. En el caso de que nadie acudiera alconcurso, era la Hacienda la que se hacía cargo de la explotación directa de las sa-linas gestionándolas por administración.

Cada salina era conocida, además de por su nombre, por un número que le eraasignado por la Administración de la Renta del Partido de Cádiz 19. Los propietariosprivados estaban agrupados en el anteriormente referido Gremio de Cosecheros de

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

18 La locución “a coste y costas”, está definida en el Diccionario de la Lengua Española “por el precioy gastos que tiene una cosa; sin ganancia ninguna”.

19 TORREJÓN CHAVES, Juan: “Apartado Histórico”, en BARRAGÁN MUÑOZ, J. M. (coord.) Estudios parala ordenación, planificación y gestión integradas de las zonas húmedas de la Bahía de Cádiz. Barcelona,Oikos-Tau, 1996; p. 252.

118

Cuadro VI – Sales labradas en el año de 1789 en las salinas de la Ribera de Cádiz.

Salinas Cahíces de Cahíces Sal nueva Sal vieja a 12 cargados por en en

fanegas la Renta existencia existencia

Las cinco pertenecientes a la Renta . . . . . . . . . . . . . . . .7.220 . . . . .2.636 . . . . .4.584 . . . . . . . . .-

Las sesenta y cuatro de los cosecheros particulares 123.848 . . . .17.070 . . .106.778 . . . .42.364

CAHICES TOTALES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .131.068 . . . .19.706 . . .111.362 . . . .42.364

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.082.

Elaboración propia.

Sal o Cuerpo de Fabricantes de Sales, al frente del cual se encontraban los referi-dos Diputados, quienes colaboraban con los administradores de la Renta en el es-tricto control que ésta mantenía, y servían de intermediarios entre la misma y los co-secheros. En una Real Resolución de 26 de octubre de 1787, se estableció que es-tos diputados fuesen elegidos anualmente, por mayoría de votos de los dueños de lassalinas privadas, en presencia del Administrador y del Escribano Mayor de Rentas; yse contempló la posibilidad de que recibiesen una gratificación o sueldo por su tra-bajo, a lo que no convino el gremio. También existió la intención de dotar a éste deunas Ordenanzas o Reglamento, en el que se comprendieran sus obligaciones, y lasreglas y métodos que deberían observarse en su gobierno, y en el manejo de las sa-linas.

Precios e impuestos.A cambio de sus sales, la Hacienda pagaba a los cosecheros exclusivamente “por

el coste y costas de fábrica” 20. Entre los años 1756 y 1764, se pagó a 17, 19, 20, 22y 25 reales de vellón el lastre, según se conceptuó la variación del coste por la la-bor de sus sales a cada fabricante.

Desde 1764, las sales del “reparto” se abonaron por la Hacienda a 2 pesos es-cudos el lastre –30 reales–, cuando la que exportaban los cosecheros se llegaba avender hasta a 6 pesos escudos el lastre –90 reales–, puesta a bordo de los bajeles.Desde esta última fecha, el precio pagado por la Renta se mantuvo sin alteración has-ta el año de 1787. Como la Real Hacienda tenía la potestad de tomar las sales en lostiempos y modos que quisiera, los cosecheros soportaban costes adicionales al abo-nar la Renta el precio estipulado, cuando había pasado el invierno y las sales exis-tentes de la cosecha anterior habían sufrido mermas; lo que podían elevar el valorreal del producto hasta los 43 o 45 reales –3 pesos escudos–.

Ante las reclamaciones de los cosecheros, quienes se quejaban de sufrir fuertespérdidas al abonarles la Renta el lastre a 30 reales, se resolvió pagarles cada lastre a45 reales, durante los años de 1787 y 1788; a la vez que se pasaron órdenes al Ad-ministrador de la Renta en Cádiz para que consiguiera informes fidedignos sobre loscostes de producción.

Existe la probabilidad de que el precio pagado por la Hacienda durante tan lar-go periodo de tiempo (de 1764 a 1787), sin atender la creciente inflación que tuvolugar a partir de los años 80, fuese la causa de la importante crisis en el sector sali-nero que he constatado a finales de esta década. La cosecha del año de 1790 des-cendió en unos 40.000 cahíces con relación a los años inmediatos anteriores, por-que cinco salinas no labraron sales y otras catorce sólo dejaron en labor parte de sustajerías. Sin embargo, algunos dueños de salinas ofrecieron sus labores a la Renta pordebajo del precio de compra establecido, oscilando entre los 19 y 25 reales por las-tre. Estos ofrecimientos obedecían tanto a apuros financieros de los dueños de sali-nas, quienes se veían en dificultades para poder preparar las fincas para la nueva co-secha, o para contratar trabajadores, como a la necesidad de desalojar los saleros odepósitos de sal, con el objeto de poder colocar en los mismos el producto de la pró-xima cosecha.

Como consecuencia de las grandes divergencias sobre los costes de producción,que existían entre los administradores de la Renta y los cosecheros de sales, el Ad-

119

20 Entre paréntesis, su número correspondiente.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

ministrador de Cargadas del Partido de Cádiz propuso a los Diputados del Gremiode Cosecheros que señalasen una de las salinas que soportara mayores costes en elproceso de obtención del producto, en la que poder efectuar una comprobación alrespecto, siendo labrada por la Hacienda. Efectuado el experimento en la tempora-da del año 1791, se sacó el lastre de sal a 15 reales y 27 maravedís.

Los favorables resultados obtenidos por la Renta en la explotación directa, hizoque se habilitaran las cuatro salinas anteriormente referidas que fueron de GabrielAlonso de Herrera, que por su quiebra habían sido adjudicadas al Real Erario. La-bradas estas fincas en el año de 1792, los costes de producción del lastre sobrepa-saron en algo los 16 reales. Esto hizo que la Hacienda se decidiese a comprar seissalinas más que estaban en venta y a abrir otra nueva; con lo que directamente laRenta pasó a explotar doce fincas.

La obligada venta de sal por parte de los salineros a la Hacienda, al precio ofi-cialmente señalado, así como el forzoso inmovilizado del producto impuesto por lamisma, proporcionaba escasos o nulos beneficios empresariales. El negocio estabaen las extracciones para el extranjero, hasta el punto de alcanzar –en los casos quetengo estudiado– hasta un rendimiento neto del 12 por 100, cuando entonces el tipode interés al uso en el comercio de Cádiz se hallaba en el 6 por 100. La exportaciónde sal también beneficiaba al Estado al recibir los derechos de extracción.

En los documentos de libramiento expedidos por la Renta para la salida de sal,se especificaban la fecha del mismo, el nombre de la salina, la cantidad del productoembarcado, el tipo de navío, su bandera, y el nombre de su capitán.

Control contable.La Renta de Salinas llevaba no sólo el control contable de las fincas públicas, que

le eran propias, sino además otro individualizado, permanente y minucioso sobre to-das las fincas privadas, anotando en sus libros los cargos correspondientes al repar-to para el surtido del año en curso y el repuesto hasta la cosecha siguiente, asigna-dos en la correspondiente distribución; así como las datas respectivas de lo carga-do en cada salina a lo largo del mismo año, tanto de lo entregado a la Haciendacomo de las extracciones para fuera del Reino; y, en su caso, la diferencia resultan-te de lo que cada salina debería conservar a disposición de la Renta hasta la cose-cha del año siguiente. En las anotaciones la unidad de cómputo era el cahíz, subdi-vidido en mitad y cuarta parte.

Al finalizar cada año, los administradores de la Hacienda redactaban el estadodel cargo y data resultante, con los asientos correspondientes a todas las salinas, asícomo los cómputos totales. Esta información era enviada desde Cádiz a la Secreta-ría de Estado de Hacienda, a la Dirección General de Rentas (Cuadro VII).

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS120

Cuadro VII – Estado general del cargo y data resultante del año de 1790, correspondiente a las salinas dela Ribera de Cádiz. – Conceptos …Cahíces

“Cargo” comprendiente al reparto anual de 1790y al repuesto hasta la cosecha del año siguiente,en las fincas de los particulares …59.969 _

“Data” en todo el año de las salinas privadas…41.689

Diferencia a conservar a disposición de la Rentaen las fincas de los particulares, hasta la cosechade 1791…18.771 _

Producto cargado en las salinas del Rey …9.701

Total de lo cargado en las salinas privadas y en lasde la Renta …51.390

Sal extraída fuera del Reino …72.737

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintenden-cia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg.3.087.Elaboración propia.

8. Evolución del número de fincas salineras en los siglos XVIII y XIX.

En 1792 existían 69 salinas en la ribera de la Bahía de Cádiz, de las que 7 per-tenecían a la Hacienda y 62 a los particulares. El número total de fincas salineras des-cendió un poco en el primer tercio del siglo XIX, ante la aguda crisis económica queocurrió como consecuencia de las guerras que España mantuvo, primero con Ingla-terra; más tarde con la Francia revolucionaria; posteriormente, de nuevo con Ingla-terra; y, por último, con la Francia napoleónica; así como por la paulatina pérdidade las colonias americanas y la adversa situación económica generada por tan ad-versas y gravísimas circunstancias.

Con posterioridad a este ligero retroceso en el número de las fincas, durante elresto del siglo XIX se vivió una gran expansión de las salinas en la ribera gaditana,roturándose nuevas fincas y ampliándose, en general, la superficie productiva de lasya existentes. Mientras que en el año de 1823 existían en la Bahía de Cádiz 66 sali-nas, en el de 1861 fueron 111, y en el de 1881 llegaron a ser 130. En esta última fe-cha el espacio salinero ocupaba una extensión total aproximada de 5.000 hectáre-as (Cuadro VIII).

Entre 1823 y 1881, en el término municipal de Cádiz se formó solamente unanueva salina; 9 en el de San Fernando; 25 en el de Puerto Real; y 29 en el de Chi-clana de la Frontera. El Puerto de Santa María contó con sólo una salina, muy tar-día, a partir de 1896.

Avanzado el siglo XIX, algunos contemporáneos hablaron de la existencia de un“furor salinero” que había roturado salinas en la ribera gaditana hasta no dejar “niun palmo de marismas sin cercar”. Esto contribuyó en alto grado al aterramiento porfangos de la bahía y, en particular, de del brazo de mar llamado de Santi-Petri querodea la Isla Gaditana, separándola del continente, al haberse cerrado con los mu-ros de las vueltas defuera y las compuertas la libre circulación de las aguas.

121THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Cuadro VIII – Salinas existentes en la Bahía de Cádiz en los años especificados

TÉRMINO MUNICIPAL . . .1792 . . . . . . . .1823 . . . . . . . .1861a . . . . . . . .1881b

Cádiz . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . .3 cSan Fernando . . . . . . . . . . . .20 . . . . . . . . .19 d . . . . . . . . . .25e . . . . . . . . . .28 fPuerto Real . . . . . . . . . . . . . .46 . . . . . . . . . 44 g . . . . . . . . .62 h . . . . . . . . . .69Chiclana de la Frontera i . . . . . .- . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . . . .21 . . . . . . . . . .30TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . .69 j . . . . . . . . . .66 . . . . . . . . .111 . . . . . . . . .130

Elaboración propia.

a En conjunto, poseían 1.839 tajos.b 16 salinas en manos de particula-res y 3 salinas pertenecientes a laHacienda.c 22 salinas en manos de losparticulares y 3 en poder delEstado. Estas últimas poseían, enconjunto, 1.617 tajos. Las 9 salinasde la Hacienda del términomunicipal de Puerto Real computa-

ban conjuntamente 4.403 tajos de64 varas cuadradas. Las 12 salinasdel Estado existentes en lostérminos de San Fernando y PuertoReal producían anualmentealrededor de 8.000 lastres de sal.d En total poseían 16.535 tajos.e Cifra muy probable, con 9 salinaspertenecientes al Estado.f Continuaban 9 salinas siendo

propiedad de la Hacienda.g Las fincas chiclaneras siemprefueron de propiedad particular.h 62 fincas eran privadas y 7públicas.i Lastre de 48 fanegas, cada una delas cuales equivale a 55 y mediolitros. j A 30 reales el lastre.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS122

9. Comercialización y mercados.

En la comercialización del producto durante los siglos XVIII y XIX, han de dis-tinguirse dos períodos claramente diferenciados, separados por la existencia del es-tanco y monopolio ejercido por el Estado en España, cuyo último día de vigencia fueel 31 de diciembre de 1869.

Ya se ha explicado cómo el Estado interventor substituyó al mercado y la Ha-cienda forzó a que los empresarios salineros le proporcionaran las cantidades obli-gatorias de producto, así como a mantener las reservas que se les fijasen; a cambiode abonar un precio alzado de compra por el producto, fijado arbitrariamente porla misma Renta. La sal que no fuera solicitada o inmovilizada por la Hacienda, po-día ser vendida al extranjero por los propietarios de las salinas, con autorización ad-ministrativa y previo abono del impuesto de salida establecido. Los despachos co-rrespondientes se libraban, contra una salina determinada, desde la AdministraciónGeneral y Contaduría de la Renta de Salinas existente en el Partido de Cádiz.

A partir del 1.º de enero de 1870, la fabricación y venta de la sal quedaron enEspaña completamente libres, según lo contemplado en la Ley de desestanco pro-mulgada el 16 de junio de 1869, que fue consecuencia directa de la Revolución Glo-riosa (que tuvo lugar en septiembre de 1868) y la medida formaba parte del impor-tante programa de transformación de la economía española, en una decidida direc-ción librecambista. Con ello se dio paso al juego de las fuerzas del mercado, que-dando completamente libres la fabricación y venta del producto. También quedó li-berada la exportación y la importación de sal.

A partir de que la Hacienda se hiciera cargo en el siglo XVIII de la gestión directadel estanco, la comercialización del producto en el interior del Reino estuvo en ma-nos exclusivas de los funcionarios públicos, bajo la dependencia de un Administra-dor general, que también desempeñaba la función de Tesorero de la Renta de Sali-nas. Las sales gaditanas cubrían las necesidades de la Provisión de Víveres de la Ma-rina del Departamento Marítimo de Cádiz y el toldo (o tienda en la que se vendía lasal al por menor) del Real Arsenal de La Carraca. Además, surtía a los alfolíes de va-rios pueblos y ciudades de la actual provincia gaditana, así como a sus importantespesquerías y almadrabas. Por vía marítima se remesaban sales a la costa del Reinode Sevilla (Administraciones de Huelva y Ayamonte), a la costa del Reino de Granada

(Administraciones de Málagay Motril), a la Administraciónde Ceuta; al Reino de Gali-cia –donde se destinaron lasmayores cantidades–, alPrincipado de Asturias y alPartido de Laredo, en el Can-tábrico. También se enviaronsales a Ponferrada y, en oca-siones, a Extremadura y a lasIslas Canarias (Cuadro IX)(Cuadro X).

En la Contaduría de laAdministración General de

Cuadro IX – Cantidades de sal a cargar en Cádiz por la RealHacienda en el año de 1790 para surtir el Reino, según los avi-sos facilitados por los correspondientes Administradores.

ADMINISTRACIONES CAHÍCES DE A 12 FANEGASReino de Galicia.........................29.400Principado de Asturias ..................4.750Partido de Laredo.............................916Ayamonte .....................................3.333Huelva ............................................750Costa de Málaga...........................3.100Ceuta.............................................. 250CAHÍCES TOTALES .....................42.499

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda,Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa.Elaboración propia.

123THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Cuadro X – Gastos causados en la compra, cargada, flete de barcos, y derechos de extracción de las sa-les remitidas por la Renta en el año de 1789, desde Cádiz al Reino de Galicia.

Patache español. Redondela . . . . . . . . . . 50 . . 1.500 . . . . 300 . . . . 600 . . . . 1.028´19 6/14 . . . 3.428´19 6/14Yate portugués. Padrón . . . . . . . . . . . . . . 96 . . 2.880 . . . . 576 . . . 1.152 . . . . 1.974´29 2/14 . . . 6.582´29 2/14Navío inglés. La Coruña . . . . . . . . . . . . 130 . . 3.900 . . . . 780 . . . 1.560 . . . . 2.674´9 10/14 . . . 8.914´9 10/14Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . . 10 . . 300 . . . . . 60 . . . 120 . . . . 205´24 4/14 . . . . 685´24 4/14Bergantín español. Redondela . . . . 87 _ . 2.625 . . . . 525 . . . 1.050 . . . . . . . . . . 1.800 . . . . . . . . . . . 6.000Yate portugués. Villagarcía . . . . . . . 86 _ . 2.595 . . . . 519 . . . 1.038 . . . . 1.779´14 8/14 . . . 5.931´14 8/14Yate portugués. Ares . . . . . . . . . . . . . 104 _ . . 3.135 . . . . 627 . . . 1.254 . . . . 2.149´24 4/14 . . . 7.165´24 4/14Yate portugués. Betanzos . . . . . . . . . . . . 96 . . 2.880 . . . . 576 . . . 1.152 . . . . 1.974´29 2/14 . . . 6.582´29 2/14Yate portugués. Muros . . . . . . . . . . . . 102 _ . 3.075 . . . . 615 . . . 1.230 . . . . 2.108´19 6/14 . . . 7.028´19 6/14Yate portugués. El Ferrol . . . . . . . . . . 85 _ . 2.565 . . . . 513 . . . 1.026 . . . . 1.756´29 2/14 . . 5.862´29 2/14Yate portugués. Noya . . . . . . . . . . . . . . . 75 . . 2.250 . . . . 450 . . . 900 . . . . 1.542´29 2/14 . . . 5.142´29 2/14Patache portugués. Rivadeo . . . . . . 153 _ . 4.605 . . . . 921 . . . 1.842 . . . . 3.157´24 4/14 . 10.525´24 4/14Patache portugués. Corcubión . . . . . . . . 120 . . 3.600 . . . . 720 . . . 1.440 . . . . 2.468´19 6/14 . . 8.228´19 6/14Yate portugués. La Coruña . . . . . . . . . . . . 80 . . 2.400 . . . . 480 . . . . 960 . . . . 1.645´24 4/14 . . 5.485´24 4/14Fragata española. El Ferrol . . . . . . . . . . . 110 . . 3.300 . . . . 660 . . . 1.320 . . . . 2.262´29 2/14 . . . 7.542’29 2/14Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . . 95 . . 2.850 . . . . 570 . . . 1.140 . . . . 1.954´9 10/14 . . 6.514´9 10/14Bergantín portugués. La Puebla . . . 104 _ . . 3.135 . . . . 627 . . . 1.254 . . . . 2.149´24 4/14 . . . 7.165´24 4/14Yate portugués. Muros . . . . . . . . . . . . . . 106 . . 3.180 . . . . 636 . . . 1.272 . . . . 2.180´19 6/14 . . . 7.268´19 6/14Yate portugués. Lage. . . . . . . . . . . . . . . . . 70 . . 2.100 . . . . 420 . . . . 840 . . . . . . . . . . 1.440 . . . . . . . . . . . 4.800Yate portugués. Betanzos . . . . . . . . . . . . 120 . . 3.600 . . . . 720 . . . 1.440 . . . . 2.468´19 6/14 . . . 8.228´19 6/14Patache portugués. Ares . . . . . . . . . . . . . 125 . . 3.750 . . . . 750 . . . 1.500 . . . . 2.571´14 8/14 . . . 8.571´14 8/14Corbeta portuguesa. Padrón . . . . . . . . . 239 . . 7.170 . . . 1.434 . . . 2.868 . . . . 4.916´19 6/14 . 16.388´19 6/14Yate portugués. La Coruña . . . . . . . . . . . 110 . . 3.300 . . . . 660 . . . 1.320 . . . . 2.262´29 2/14 . . . 7.542’29 2/14Yate portugués. Tuy . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 . . 2.550 . . . . 510 . . . 1.020 . . . . 1.748´19 6/14 . . 5.828´19 6/14Bergantín portugués. Betanzos . . . . . . . 115 . . 3.450 . . . . 690 . . . 1.380 . . . . 2.369´24 4/14 . . 7.885´24 4/14Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . 110 . . 3.300 . . . . 660 . . . 1.320 . . . . 2.262´29 2/14 . . . 7.542’29 2/14Yate portugués. Tuy . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 . . 1.890 . . . . 378 . . . . 756 . . . . . . . . . 1.296 . . . . . . . . . 4.320Yate portugués. Pontevedra . . . . . . . . . . 96 _ . 2.895 . . . . 579 . . . 1.158 . . . . 1.985´4 12/14 . . . 6.617´4 12/14Yate portugués. Betanzos . . . . . . . . . . . . . 70 . . 2.100 . . . . 420 . . . . 840 . . . . . . . . . 1.440 . . . . . . . . . 4.800Yate portugués. Padrón . . . . . . . . . . . . 103 _ . 3.105 . . . . 621 . . . 1.242 . . . . 2.129´40 12/14 . . . 7.097´4 12/14Yate portugués. Redondela . . . . . . . . . . . 80 . . 2.400 . . . . 480 . . . . 960 . . . . 1.645´24 4/14 . . 5.485´24 4/14Patache portugués. Pontevedra . . . . . . . 120 . . 3.600 . . . . 720 . . . 1.440 . . . . 2.468´19 6/14 . . . 8.228´19 6/14Yate portugués. Vivero . . . . . . . . . . . . . . 85 . . 2.550 . . . . 510 . . . 1.020 . . . . 1.748´19 6/14 . . . 5.828´19 6/14Bergantín portugués. Pontevedra . . . . . . 115 . . 3.450 . . . . 690 . . . 1.380 . . . . 2.369´24 4/14 . . . 7.885´24 4/14Bergantín portugués. Rivadeo . . . . . . . . 100 . . 3.000 . . . . 600 . . . 1.200 . . . . 2.057´4 12/14 . . . 6.857´4 12/14Patache español. Pontevedra . . . . . . . . . . 26 . . . 780 . . . . 156 . . . . 312 . . . . . 534´29 2/14 . . . 1.782´29 2/14Bergantín español. (A disposición) . . . . 29 _ . . . 885 . . . . 177 . . . . 354 . . . . . . 606´29 2/14 . . . 2.022´29 2/14Corbeta portuguesa. (A disposición) . . 224 _ . 6.735 . . . 1.347 . . . 2.694 . . . . 4.618´9 10/14 . . 15.394´9 10/14Fragata portuguesa. (A disposición) . . . . 150 . . 4.500 . . . . 900 . . . 1.800 . . . . 3.085´24 4/14 . . 10.285’24 4/14Paquebote español. Padrón . . . . . . . . . . . 20 . . . 600 . . . . 120 . . . . 240 . . . . . . 411´14 8/14 . . . 1.371´14 8/14Yate portugués. Tuy . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 . . 1.620 . . . . 324 . . . . 648 . . . . 1.110´29 2/14 . . . 3.702´29 2/14TOTALES GENERALES . . . . . . . . . . 4.003 _ 120.105 24.021 . 48.042 . . . 82.357´24 4/14 . 274.525´24 4/14

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa.Elaboración propia.

EMBA

RC

AC

IÓN

Y

BAN

DER

A. D

ES T

INO

LAST

RES

CA

RG

AD

OS

a

PREC

IO P

AG

AD

O A

LO

SFA

BR

ICA

NTE

S b

CO

STE

DE

LAS

CA

RG

AD

AS

ENLA

S SA

LIN

AS

c

FLET

E A

BO

RD

O D

E LA

SEM

BAR

CA

CIO

NES

d

DER

ECH

OS

DE

EXTR

AC

CIÓ

N e

TOTA

LES

PAR

CIA

LES

a A 6 reales el lastre.

b A 12 reales el lastre.

c A 20 reales, 19 maravedís y 6/14 partes de otro real.

d En reales.

e Equivalentes a 192.168 fanegas.

la Renta, sita en la ciudad de Cádiz, se llevaba un minucioso control de las produc-ciones de todas las fincas, públicas o privadas; de las sales en existencia, diferen-ciadas en sus calidades de “vieja” y “nueva”; de las compras realizadas por la Ha-cienda a las salinas de los particulares; del coste de las cargadas y transportes des-de las fincas a los buques surtos en la Bahía de Cádiz; de los precios de los fletes; delas cantidades extraídas fuera del Reino; de los derechos proporcionados a la Ha-cienda por este concepto; de las remisiones a los alfolíes, etc. (Cuadro XI) (CuadroXII).

Durante la guerra que España mantuvo con la República francesa (marzo de1793 – julio de 1795), en el puerto de Cádiz se experimentó un descenso en las lle-gadas de las embarcaciones mercantes; circunstancia que se unió a la inseguridadde la navegación propia de la situación bélica. Los precios de los fletes crecieronenormemente y el abastecimiento de las sales a los puertos de Galicia, Asturias y San-tander se complicó tanto que hasta hubo de echarse mano de los buques de la Ar-mada Real para cubrir el urgente abastecimiento. Así, por ejemplo, la urca “Visita-ción” transportó –a principios de mayo de 1795– 141 y _ lastres para alijarlos en San-tander y abastecer los alfolíes de aquel Partido.

Ante las dificultades en que se encontró la Renta, se pensó entonces en aprovi-sionar a los puertos gallegos y del Principado con sal portuguesa, efectuándose paraello una contrata con los Diputados de Setúbal. Previamente, se envió desde Cádizun cargamento con la propia sal al alfolí de Padrón en un barco de bandera portu-guesa, capitaneado por Josef Gómes Fogasa, quien acabó de entregar la carga el 4de agosto de 1794; y otro cargamento de sal de Setúbal, con el fin de cotejar los cos-tes correspondientes. Desde Setúbal se remitieron 170 moyos (2.125 fanegas) en elyate portugués “El Señor de las Llagas”, cuyo capitán era Josef Luis, vecino de la vi-lla. Comparados los costes totales de ambos cargamentos, el resultado fue el de unacasi absoluta igualdad; si bien la ventaja para la Hacienda española radicaba en quelos derechos de extracción pagados en Cádiz ingresarían en su Tesorería (CuadroXIII) (Documento II).

En el XIX, el gran siglo de la sal, la producción de la ribera gaditana se destinóen su mayor parte a los mercados exteriores, llegando en ocasiones la sal exportadaa representar hasta el 80 por ciento del total de las ventas. La demanda de la sal dela Bahía de Cádiz se centró principalmente en las Américas del Sur y del Norte, y enla Europa septentrional. También una ruta marítima de cabotaje llevó las sales gadi-tanas hasta Oporto, donde eran descargadas y almacenadas, para luego ser reem-barcadas en embarcaciones capaces de navegar el Duero hacia arriba, con destinoa la población fronteriza española de La Fregeneda (Salamanca), donde existía unmuelle fluvial.

En el Río de la plata la sal gaditana se empleó para la conservación de carne deres y para el aderezo de las pieles, en sus afamadas salazones y curtidurías; y otrotanto ocurrió en Brasil. La conserva del bacalao en Terranova empleó la mayor par-te de la sal enviada a la América del Norte.

La exportación de sal al extranjero y a ultramar fue incentivada de varias mane-ras: un conjunto de normas legales fueron establecidas para impulsar el comercio ex-terior del producto de las salinas costeras. Así, por Reales ordenes de 25 y 27 de agos-to de 1825, se eximió a los buques extranjeros que viniesen a cargar sal del impuesto

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS124

125THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Cuadro XI – Extracto del cargo de la cuenta de la Renta de Salinas del Partido de Cádiz, correspondien-te al año de 1788.

CONCEPTO FANEGAS CELEMINES MARAVEDÍS

Venta de sal en la Provisión de Víveres de Marina y toldo de La Carraca . . . . . . . . . . . . . . .10.828 . . . . . . . . . .9

Derechos de extracción para el extranjero . . . . .627.264 . . . . . . . . . .-

Sal remitida al Reino de Galicia, Principado de Asturias y Partido de Laredo . . . . . . . . . . . . .615.336 . . . . . . . . . .-

2.550 libras vendidas de sal purgante de la Laguna de la Higuera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .- . . . .1.004.447´5 3/14

Sal vendida en la Administración de Jerez de la Frontera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.889 . . . . . . . . . .-

Sal que resultó de alcance a su Administrador . . 2.013 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 190.599´30

Sal vendida en la Administración de El Puerto de Santa María . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.731 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 86.106´28

Sal vendida en la Administración de Puerto Real . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 458 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .14.260

Sal vendida en la Administración de Medina Sidonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 746 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .24.245

Sal vendida en la Administración de Alcalá de los Gazules . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 306 . . . . . . . . . .6

Sal en falta en esta Administración . . . . . . . . . . . . . 3 . . . . . . . . . .9 . . . . . .10.898´29 1/2

Sal vendida en la Administración de Chiclana . . . . 712 . . . . . . . . . .-

Sal en falta en esta Administración . . . . . . . . . . . . . . 6 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .22.976

Sal vendida en la Administración de la Isla de León . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.162 . . . . . . . . . .9 . . . . . . . . . 36.660´28

Sal vendida en la Administración de Rota a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 848 . . . . . . . . . .9

Sal vendida en la Administración de Rota a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . .27.566

Sal vendida en la Administración de Conil a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238 . . . . . . . . . .6

Sal vendida en la Administración de Conil a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 10.459´26

Sal vendida en la Administración de Vejer a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 461 . . . . . . . . . .-

Sal vendida en la Administración de Vejer a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 371 . . . . . . . . . .- . . . . . . . 20.081´20

Sal vendida en la Administración de Tarifa a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 347 . . . . . . . . . .-

Sal vendida en la Administración de Tarifa a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 694 . . . . . . . . . .-

Sal en falta en esta Administración . . . . . . . . . . . . . . 11 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . 22.646´4

Sal vendida en la Administración de Algeciras a tierra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.725 . . . . . . . . . .-

Sal vendida en la Administración de Algeciras a pesquería . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.853 . . . . . . . . . .- . . . . . 88.750´8 1/2

Sal vendida para consumos de tierra al Gremio de Pesquería y Almadraba . . . . . . . . . . . .1.546 . . . . . . . . . .-

Sal vendida para consumos de pesquería al Gremio de Pesquería y Almadraba . . . . . . . . . . . .3.366 . . . . . . . . . .- . . . . . . . . 21.496´17

TOTAL CARGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.581.154’22 3/4

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa.Elaboración propia.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS126

Cuadro XII – Cahíces de sal de a 12 fanegas, extraídos fuera del Reino de las salinas de los particularesen la Ribera de Cádiz, durante los años de 1788 y 1789.

Nº Nombre Cahíces cargados Cahíces cargados de la salina en 1788 en 1789

1 . . . .Ntra. Sra. de la O . . . . . . . . . . . . . . 706 . . . . . . . 8382 . . . .San Antonio . . . . . . . . . . . . . . . . . . 736 . . . . . . . 6883 . . . .Santa Cruz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 5284 . . . .Santísima Trinidad . . . . . . . . . . . . .1.159 . . . . . . . 5065 . . . .Isleta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 890 . . . . . .2.2616 . . . .Santa Ana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 314 . . . . . . . . . .-7 . . . .Santa Teresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 381 . . . . . .2.4868 . . . .Hacienda Chica . . . . . . . . . . . . . .1.090 . . . . . .1.3729 . . . .Águila . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 971 . . . . . . . 93010 . . . .Ntra. Sra. del Carmen . . . . . . . . . .1.144 . . . . . .1.09011 . . . .Talanquera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220 . . . . . .1.33612 . . . .Santa Rita . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.984 . . . . . . . 33413 . . . .San Francisco Javier . . . . . . . . . . .1.324 . . . . . .1.73614 . . . .San Diego . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 484 . . . . . .1.00015 . . . .Ntra. Sra. del Pópulo . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . .2.01216 . . . .San León . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 400 . . . . . . . . . .-17 . . . .Santo Cristo de la Misericordia . . . . 374 . . . . . .1.22018 . . . .San Patricio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 92419 . . . .Perla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .-20 . . . .Balvanera de San José . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .-21 . . . .Dulce Nombre de María . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . . . .-22 . . . .Atravesada . . . . . . . . . . . . . . . . . . 564 . . . . . . . 22023 . . . .San Fernando . . . . . . . . . . . . . . . .2.260 . . . . . .1.60624 . . . .La Pastora . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.000 . . . . . .1.24625 . . . .Polvera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120 . . . . . . . 12026 . . . .Ánimas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 84627 . . . .Ntra. Sra. de Regla . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 44028 . . . .Ntra. Sra. de la Rosa . . . . . . . . . . . . 658 . . . . . . . 86429 . . . .Ntra. Sra. del Rosario . . . . . . . . . . . 402 . . . . . . . 40030 . . . .Santo Domingo . . . . . . . . . . . . . . . 547 . . . . . . . 38431 . . . .San Rafael . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 412 . . . . . .1.40832 . . . .San Miguel de la Rosa . . . . . . . . . . 554 . . . . . . . 91733 . . . .Ntra. Sra. del Carmen nuevo . . . . . . 40 . . . . . .1.56334 . . . .Ntra. Sra. de la Concepción . . . . . . 240 . . . . . . . 4635 . . . .Ntra. Sra. de la Esperanza . . . . . . . 782 . . . . . .1.07836 . . . .Ntra. Sra. de Belén . . . . . . . . . . . .1.797 . . . . . .1.66037 . . . .Ntra. Sra. del Pilar . . . . . . . . . . . . .1.316 . . . . . . . 83238 . . . .Ntra Sra. de Balvanera . . . . . . . . . . 231 . . . . . .1.20639 . . . .San Vicente . . . . . . . . . . . . . . . . . . 400 . . . . . . . . . .-40 . . . .Santa María Magdalena . . . . . . . . . . . .- . . . . . .1.32041 . . . .Ntra. Sra. de los Santos . . . . . . . . . 800 . . . . . .1.36442 . . . .San Agapito . . . . . . . . . . . . . . . . . . 800 . . . . . . . 80043 . . . .Santa Margarita . . . . . . . . . . . . . . .1.372 . . . . . .3.47644 . . . .San Francisco de Asís . . . . . . . . . .1. 792 . . . . . . . 98845 . . . .San Pedro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 560 . . . . . . . 65246 . . . .San Judas . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.234 . . . . . . . 26047 . . . .Los Ángeles Custodios . . . . . . . . . . 720 . . . . . . . 50048 . . . .San Tadeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 520 . . . . . .3.54049 . . . .San Blas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.172 . . . . . .1.75450 . . . .San Cayetano . . . . . . . . . . . . . . . . . 971 . . . . . .1.06451 . . . .Ntra. Sra. de los Ángeles . . . . . . . . 436 . . . . . . . 91452 . . . .Belén y Ánimas . . . . . . . . . . . . . . .1.356 . . . . . . . 90053 . . . .Jesús, María y José y Carmen . . . . . 146 . . . . . . . 3254 . . . .San Juan Nepomuceno . . . . . . . . . . 250 . . . . . . . . . .-55 . . . .Roqueta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 300 . . . . . . . 50056 . . . .Ntra. Sra. de los Dolores . . . . . . . .2.052 . . . . . . . 41257 . . . .San Miguel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 701 . . . . . .1.64558 . . . .San Gabriel . . . . . . . . . . . . . . . . . . 337 . . . . . .1.20059 . . . .San Agustín . . . . . . . . . . . . . . . . . . 380 . . . . . .1.94360 . . . .San Pascual Bailón . . . . . . . . . . . . 868 . . . . . .1.77361 . . . .Santa Bárbara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 80062 . . . .Santiago . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.794 . . . . . .3.70463 . . . .San Felipe . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.766 . . . . . .2.66464 . . . .San José . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .- . . . . . . . 580 . . . . . .CAHÍCES TOTALES . . . . . . . . 47.827 . . 66.882

Fuente: Archivo General de Simancas,Secretaría y Superintendencia deHacienda, Dirección General deRentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.082.Elaboración propia.

llamado derecho de tonelada; las Reales Ordenes de 25 de febrero y 4 de marzo de1852 exceptuó del pago de los derechos de puerto a los buques nacionales o ex-tranjeros que cargasen sal en las salinas de Cádiz, Torrevieja e Ibiza; la Real ordende 19 de julio de 1856, concedió a los consignatarios de buques la posibilidad deaplazar en 30 días el pago a la Hacienda del importe de la sal que cargasen para elextranjero.

En la fracasada Ley de desestanco del Bienio Progresista (1854-56) se contem-pló que los buques nacionales y extranjeros que llegaran en lastre a cargar sal en lospuertos españoles, o la transportasen de un puerto a otro españoles, quedarían exen-tos de los derechos de faro, fondeadero, carga y descarga. La Ley de desestanco dela sal de 16 de junio de 1869 declaró la exportación de la sal española completa-mente libre, efectuada en cualquier bandera.

Las cifras de ventas en los mercados internacionales manifiestan con suma cla-ridad la importancia de los mismos para la sal gaditana. Cuando se formó en 1861el Concierto salinero, se exportaron 3.670.035 fanegas (76.459 lastres) (Cuadro XIV)y, al año siguiente, 4.062.828 fanegas (84.642 lastres). Treinta años más tarde, durante

127THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

CUADRO XIII – Costes de la sal de Setúbal, destinada a Padrón.

concepto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .reales de vellón . . . . . . . . .maravedís170 moyos (2.125 fanegas), a 5 reales de vellón cada moyo de 12’5 fanegas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 850 . . . . . . . . . . . . . . . . .

Derechos de extracción, a 6 reales y 8 maravedís el moyo . . . . . . . . . .1.062 . . . . . . . . . . . . . . .17

Embarco y comisión, a 6 reales y 25 maravedís y medio el moyo . . . . .1.147 . . . . . . . . . . . . . . .17

Flete de cada fanega de cargada, a 129 maravedís y 1/5 de otro . . . . . .8.075 . . . . . . . . . . . . . . . . .

Ventaja de 2’5 maravedís en cada real de flete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 593 . . . . . . . . . . . . . 25 _

Descarga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1.825 . . . . . . . . . . . . . . .18

TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13.554 . . . . . . . . . . . . . 9 _

Fuente: Archivo General de Simancas, Secretaría y Superintendencia de Hacienda, Dirección General de Rentas. 2.ª Remesa, Leg. 3.088.

Elaboración propia.

CUADRO XIV – Distribución mensual de la sal exportada desde la Bahía de Cádiz en los años referidos(fanegas).

MESES . . . . . . . . . . .AÑO 1861 . . . . . . .AÑO 1.862Enero . . . . . . . . . . . . . .209.480 . . . . . . . . .516.516Febrero . . . . . . . . . . . .170.318 . . . . . . . . .232.118Marzo . . . . . . . . . . . . .175.096 . . . . . . . . .280.740Abril . . . . . . . . . . . . . . .253.284 . . . . . . . . .243.870Mayo . . . . . . . . . . . . . .384.672 . . . . . . . . .412.310Junio . . . . . . . . . . . . . .247.898 . . . . . . . . .168.690Julio . . . . . . . . . . . . . . .437.240 . . . . . . . . .347.240Agosto . . . . . . . . . . . . .357.906 . . . . . . . . .285.429Septiembre . . . . . . . . . .390.437 . . . . . . . . .390.437Octubre . . . . . . . . . . . .370.508 . . . . . . . . .338.438Noviembre . . . . . . . . . .436.640 . . . . . . . . .259.930Diciembre . . . . . . . . . .326.556 . . . . . . . . .407.110TOTAL . . . . . . . . . . .3.670.035 . . . . . . . .4.062.828

Fuente: Ministerio de Hacienda. Registros del comercio exterior.

Elaboración propia.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS128

CENTROS PRODUCTORES / provincias

TORREVIEJAAlicante . . . . . .Alicante . . .10.700 .20.3000 491.200 . . . . . . . .Denia . . . 4.700 . . . . . . . . . . . . . . . . .Altea . . . 2.700 . . . . . . . . . . . .Villajoyosa . . . 2.200 . . . . . . . .

Coruña . . . . . . .Coruña . . .15.000 .163.300 . . . . . . . . .Ares . . . 3.700 . . . . . . . .

. . . . . . .Cedeira . . . 2.900 . . . . . . . . . . . . .Corcubión . . . 2.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Ferrol . . . 7.900 . . . . . . . . . . . . . . . . .Lage . . . 5.500 . . . . . . . . . . . . . . . .Muros . . . 2.200 . . . . . . . . . . . . . . . . .Noya . . . 4.200 . . . . . . . . . .Puentedeume . . . 3.400 . . . . . . . .

. . . . . . . .Puebla . . . 1.000 . . . . . . . . . . . .Santa Marta . . . 4.800 . . . . . . . . . . . . . . . .Padrón . . .20.300 . . . . . . . . . . . . . .Betanzos . . .88.400 . . . . . . . . . . . . . .Barquero . . . 1.000 . . . . . . . . . . . . .Camariñas . . . 1.000 . . . . . . . .Castellón . . . . . .Castellón . . .22.000 . .39.000 . . . . . . .Vinaroz . . .17.000 . . . . . . . .Lugo . . . . . .Ribadeo . . .30.000 . .37.000

. . . . . . . .Vivero . . . .7.000 . . . . . . . .Málaga . . . . . . .Málaga . . .22.000 . .30.000

. . . . . . . . .Nerja . . . 2.000 . . . . . . . . . .Torre del Mar . . . 6.000 . . . . . . . .

Murcia . . . . .Cartagena . . . 2.500 . . 2.500

Oviedo . . . . . . . . . . . . . . .Gijón . . .22.000 . .63.000

. . . .San Esteban . . . 6.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Llanes . . . 2.000 . . . . . . . . . . . .Villaviciosa . . . 6.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Luarca . . .13.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Avilés . . . 7.000 . . . . . . . . . . . . .Castropol . . . 4.000 . . . . . . . . . . . .Ribadesella . . . 3.000 . . . . . . . .Pontevedra . . . .Pontevedra . . .57.000 . .82.600 . . . . . . .Bayona . . . 1.000 . . . . . . . . . . . . .Cambados . . . 3.000 . . . . . . . . . . . . . . .Cangas . . . 2.000 . . . . . . . . . . . .La Guardia . . . 1.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Marín . . . 1.600 . . . . . . . .

. . . . .Redondela . . . 7.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . .Tuy . . . 2.000 . . . . . . . . . . . . . . . . .Vigo . . . 3.000 . . . . . . . .

. . . . .Villagarcía . . . 5.000 . . . . . . . .

Valencia . . . . . .Valencia . . .32.000 . .53.500 . . . . . . .Cullera . . . 5.000 . . . . . . . . . . . . . . .Gandía . . . 6.500 . . . . . . . . . . . . .Murviedro . . .10.000 . . . . . . . .

SAN PEDRO DEL PINATARMurcia . . . . .Mazarrón . . . 1.200 . . 3.500 3.500 . . . . . . .Águilas . . . 2.300 . . . . . . . .

SAN FERNANDOCádiz . . . . . . . .Cádiz . . . 4.000 . .36.500 215.000

. . . . . . . . .Conil . . . 5.000 . . . . . . . . . . . . . . . . .Vejer . . . 5.000 . . . . . . . . . . . . .San Roque . . . 1.500 . . . . . . . .Puerto de Sta. M.ª . . . 2.500 . . . . . . . . . . . . . . . . .Rota . . . 1.000 . . . . . . . . . . . . . . . . .Jerez . . . 3.000 . . . . . . . . . . . .Puerto Real . . . 1.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Ceuta . . . 5.000 . . . . . . . .

. . . . . .Algeciras . . . 3.000 . . . . . . . . . . . . . .Chiclana . . . 1.500 . . . . . . . . . . . . . . . . .Tarifa . . . 4.000 . . . . . . . .Coruña . . . . . . .Coruña . . . 2.000 . .16.500 . . . . .Corcubión . . . 4.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Muros . . . 3.500 . . . . . . . . . . . . . . . . .Noya . . . 3.000 . . . . . . . . . . . . . . . .Puebla . . . 1.000 . . . . . . . . . . . .Santa Marta . . . 3.000 . . . . . . . .Huelva . . . . .Ayamonte . . .11.000 . .45.000 . . . .Isla Cristina . . .34.000 . . . . . . . .Lugo . . . . . . . .Vivero . . . 3.000 . . 3.000Málaga . . . . . .Estepona . . .11.000 . .16.000 . . . . .Fuengirola . . . 2.000 . . . . . . . . . . . . . .Marbella . . . 3.000 . . . . . . . .Oviedo . . . . . . . .Gijón . . . 4.000 . . . 6.000

. . . .San Esteban . . . 2.000 . . . . . . . .Pontevedra . . . .Pontevedra . . . 2.000 . .23.500 . . . . . . .Bayona . . . 1.000 . . . . . . . . . . . . .Cambados . . . 3.500 . . . . . . . . . . . . . . . .Marín . . . 9.000 . . . . . . . . . . . . . . . . .Vigo . . . 4.000 . . . . . . . .

. . . . .Villagarcía . . . 4.000 . . . . . . . .Santander . . . . .Santander . . . 7.000 . .18.500

Cuadro XV – Conducciones marítimas de la sal necesaria para el consumo de la Península por cuenta dela Hacienda (mediados del siglo XIX)

alfo

líes

núm

ero

defa

nega

s de

112

libra

s re

mes

adas

a ca

da a

lfolí

fane

gas

envi

adas

a ca

da p

rovi

ncia

tota

l de

fane

gas

tran

spor

tada

sde

sde

cada

cent

ro p

rodu

ctor

alfo

líes

núm

ero

defa

nega

s de

112

libra

s re

mes

adas

a ca

da a

lfolí

fane

gas

envi

adas

a ca

da p

rovi

ncia

tota

l de

fane

gas

tran

spor

tada

sde

sde

cada

cent

ro p

rodu

ctor

el bienio 1892-93, el cartel vendió un total de 174.423 lastres (8.372.304 fanegas),distribuidos del modo siguiente: 136.697 (6.561.456 fanegas) se dirigieron al ex-tranjero (78’37 %) y 37.726 (1.810.848 fanegas) se destinaron al mercado nacional(21’62 %).

A mediados del siglo XIX, cuando la Administración del estanco se hallaba en laciudad de San Fernando, se surtía a 12 alfolíes de la provincia de Cádiz, 6 de la pro-vincia de La Coruña, 2 de la provincia de Huelva, uno de la provincia de Lugo, 3 dela provincia de Málaga, 2 de la provincia de Oviedo, 6 de la provincia de Ponteve-dra, 5 de la provincia de Santander, y uno de la provincia de Sevilla: en total 38 al-folíes, a los que se enviaban 215.000 fanegas de sal (Cuadro XV).

Los destinos y porcentajes de la sal exportada durante los años 1892 y 1893, fue-ron los siguientes 21:

Río de la Plata . . . . .58’99Terranova . . . . . . . . . . . .20’18

129

21 El reparto está efectuado con arreglo a 9 cahíces y 69 centésimas de otro por cada 1.000 varas cua-dradas de tajería.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

. .Castrourdiales . . . 2.000 . . . . . . . . . . . .Torrelavega . . . 3.500 . . . . . . . . . . . . . . . .Laredo . . . 3.000 . . . . . . . .San Vicente de laBarquera .3.000Sevilla . . . . . . . .Sevilla . . .50.000 . . 50.000

SANLÚCARSevilla . . . . . . . .Sevilla . . .46.000 . . 46.000 46.000

ROQUETASAlmería . . . . . . .Almería . . .12.000 . .37.600 46.600 . . . . . . . . .Adra . . . 6.000 . . . . . . . .

. . . . . .Garrucha . . .12.000 . . . . . . . . . .Cabo de Gata . . . . .600 . . . . . .Balerma . . . 1.000 . . . . . . . .

. . . . . . . .Rábita . . . 4.000 . . . . . . . . .Castel de Ferro . . . .1.000 . . . . . . . . . . . . .Salobreña . . . 1.000 . . . . . . . .

Granada . . . . . . . .Motril . . . 7.000 . . .9.000 . . . .Almúñecar . . . 2.000 . . . . . . . .

FANEGAS TOTALES . . . . . . . . . . . . . . . 802.300

alfo

líes

núm

ero

defa

nega

s de

112

libra

s re

mes

adas

a ca

da a

lfolí

fane

gas

envi

adas

a ca

da p

rovi

ncia

tota

l de

fane

gas

tran

spor

tada

sde

sde

cada

cent

ro p

rodu

ctor

Fuente: Ministerio de Hacienda. Renta de Salinas. Notifica-ciones pasadas a las provincias y alfolíes.Publicado en TORREJÓN, CHAVES Juan: “El desarrollo delcomercio interior: hacia un mercado unificado…”, op. cit.;Cuadro 9.4. pp. 264-266.

Europa del Norte . .10’84Brasil . . . . . . . . . . . . . . . . .07’98EE.UU . . . . . . . . . . . . . . . .00’24Otros . . . . . . . . . . . . . . . . .01’74

10. La cartelización

El miedo a la libre competencia propició que en la Bahía de Cádiz apareciera uncartel o convenio legalmente constituido por el cual los productores salineros evi-taron la mutua competencia, para lo cual regularon la producción, la venta y los pre-cios. Este acuerdo colusivo recibió la denominación de Concierto General de Co-secheros de Sales, cuya constitución fue protocolizada en la ciudad de San Fernandoel 22 de febrero de 1862 ante un notario o escribano público, y se dotó de un Esta-tuto y un Reglamento. El acuerdo se capituló inicialmente por tres años, compren-diendo las cosechas de los años 1861, 1862 y 1863

En el momento de su constitución, al cartel se adscribieron tres asociaciones o

sociedades salineras: la Asociación Salinera, la Sociedad Gaditana Salinera, y la So-ciedad Salinera de San Fernando, con un total de 87 salinas, cada una de las cua-les debían reunir una producción media de al menos 8.000 lastres. Según declara-ciones de sus componentes, el objetivo del Concierto era “alcanzar un lucro pro-porcionado en la venta de la sal”, que de no lograrse abocaría a una ruina segura detodos; y para ello, estaban dispuestos a limitar la producción y establecer un repar-to proporcional de las cargadas. Los integrantes del Concierto eran indistintamentedueños, arrendatarios o colonos de las fincas.

Para asegurar un precio regularizado y fijo, que se estableció en un mínimo de100 reales por cada lastre de sal, el cartel controló la producción, limitándola cuan-do fuera preciso y repartiéndola proporcionalmente entre todas las salinas.

Cada grupo de los integrantes del Concierto poseía un gerente que lo represen-taba, componiendo los gerentes de todos los grupos el comité ejecutivo del Con-cierto, con la denominación de Comisión Central de Cargadas. Ésta se encargabaen exclusiva de la distribución de las mismas, y de editar mensualmente un boletíninformativo para todos los cosecheros, insertando en el mismo todas las determina-ciones adoptadas y las operaciones practicadas por el mismo órgano.

La Comisión contaba con un secretario, que era el jefe de la oficina de la mis-ma, quien estaba encargado de llevar: 1) La contabilidad y los asientos de las ope-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS130

Cuadro XVI – Evolución del Concierto o cartel salinero gaditano.

años agrupaciones salinassalineras que formaron parte integradas

1862 . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87

1875 . . . . . . . . . . .5 . . . . . . . . . . . . . . . . . .114

1894 . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . . . . . . . .143

raciones de la Comisión; 2) El control, en los libros correspondientes de todas las sa-linas existentes en la ribera de Cádiz y de las relativas a cada uno de los grupos con-certados, anotando todas las alteraciones que se produjesen; 3) El registro de las fá-bricas que no labrasen sales; 4) El registro de los pedidos de los gerentes; 5) Las cuen-tas de la Comisión con los grupos en que se les abonaban sus existencias y carga-ban los pedidos que iban cubriendo; 6) Las actas de las Juntas Generales; 7) Las ac-tas de las sesiones que cada quince días efectuaba la Comisión; 8) Un libro en el quese anotaban diariamente los nombres, tonelaje y destino de los buques para los quese solicitaba guía de embarque en la Administración de San Fernando, así como sucargamento; 9) El registro de documentos; y 10) La expedición de certificados sobrelo registrado y documentado en su oficina.

El 1.º de mayo de cada año, todos los cosecheros se reunirían en Junta Generalen la que se aprobaría el Presupuesto anual del Concierto. Asimismo, se fijarían losprecios a que habría de expenderse la sal “procurando no hayan oscilaciones en ellosy que no bajen de 100 rs. por lastre, sino en virtud de causa muy justificada”; acor-dando (en su caso) la reducción de la producción, y determinando su cuantía. Paraello, se dejarían de labrar (por sorteo y en por turnos) un número determinado de fin-cas, cuyos dueños serían indemnizados por los propietarios de las restantes salinas.

Con el tiempo, al cartel de la sal gaditana (que fue periódicamente renovándo-se) terminaron por adscribirse prácticamente todas las salinas de su ribera (CuadroXVI). Y, si bien esta asociación cumplió con el objetivo para el que había nacido, deimpedir la competencia entre los salineros y garantizar mejores precios de venta paratodos, a largo plazo impidió la concentración y el crecimiento de las empresas.§

131THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Anexos

Documento I

Cédula de S. M. intitulada Estanco universal de la sal, e incorporación a laCorona de todas las salinas de estos Reinos, Cap. 1.º

“Por la Ley 19, Título Octavo del Libro Nono de la recopilación publicada en10 de Agosto de 1564 años se incorporaron en mi Corona las Salinas de estosReinos, y la dicha incorporación se ha de guardar, cumplir y ejecutar; y en lasSalinas de Andalucía, y Reino de Granada que por la dicha Ley quedaron ex-ceptuadas, las que con permisión mía, Privilegio, u otro título han tenido, y tie-nen facultad para fabricar, y vender sal la podrá fabricar estando en costum-bre, y posesión de hacerlo; y la que fabricaren, ha de ser para mí y en mi nom-bre, y por cuenta de mi Real Hacienda pagándoles lo que por razón de la fá-brica se acostumbra; y el Tesorero, o Administrador por mí nombrado, a cuyocargo estuvieren aquellos Partidos recibirá las que en ellos se fabricare porqueen estos Reinos ninguna persona ha de poder vender sal por mayor, ni menor,ni comprarla, si no es de las Salinas, Alfolíes, o Saleros en que por mí, y en minombre se vendiere so las penas contenidas en las Leyes y Pragmáticas de es-tos Reinos y contra los que meten sal de fuera de ellos”.

Documento II

Cuenta del coste de sal de Setúbal conducida al Reino de Galicia

“Cuenta del coste que han tenido 170 moyos de sal, de las fábricas de Setú-bal, cada uno de 12 _ fanegas, que el capitán Josef Luis, vecino de esta villa,ha tomado por cuenta de la Real Hacienda, en su yate portugués, nombrado“El Señor de las Llagas”, para conducir al Reino de Galicia, y entregar en losalfolíes de Padrón, del cargo de Don Ángel Suarez.”

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reis . . . . . .Reales de vellón

- Por el coste principal de los 170 moyos, al respectode 200 reis cada uno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34.000 . . . . . . . . . . . . . . . .850

- Por derechos de extracción, a 250 reis el moyo . . . . . . . . . . . . . .42.500 . . . . . . . . . . .1.062 17

- Por flete de barco y comisión para el recibo de la sal en las salinas y entrega en el yate, con los despachosde los Tribunales, a 270 reis por moyo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45.900 . . . . . . . . . . .1.147 17

TOT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .122.400 . . . . . . . . . . . . . .3.060

Según queda expresado, importa la compra, derechos y gastos de dichos 170 moyos de sal 122. 400 reis,que hacen 3.060 reales de vellón, los mismos que han suplido Don Jerónimo Chardón, Hijos y Compa-ñía.

Nota: Este capitán va ajustado en 1.900 reis cada moyo, que son 47 _ reales de vellón y le correspondepor su flete, en cada fanega de cargada que entregare a 129 1/5 maravedís del mismo vellón.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS132

Además, por la pérdida que tiene la moneda española en este Reino, se le debe satisfacer 2 _ maravedísen cada real de los que importare el citado flete, por haberlo así estipulado. Y, por gratificación de capay sombrero, 2 reales de vellón en cada 50 fanegas que entregare.

Setúbal, y Enero 28 de 1795.

Martín Palomares de Lerena.

133THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

PESCA E SALAGIONE.

QUADRO STORICO SU ALGARVE E BAJA

ANDALUCIA

Valdo D’Arienzo*

Resumo: La stretta interconnessione tra saline e centri di pesca nel Mediterraneo,soprattutto del versante occidentale, appare come una costante che attraversa l’antichitàfino ad arrivare ai tempi più recenti. A partire dalle manifatture d’età romana, dopo illungo intervallo del primo medioevo, le attività di pesca intensiva e di salagione delprodotto riprendono in pieno nel corso del XIV secolo, quando la domanda dei mercatiinizia a crescere e il capitale cerca nuovi sbocchi dai margini di profitto più elevati,come proprio la produzione di sale e la pesca assicuravano. Tra la fine del medioevo ei primi secoli dell’età moderna si incentivano e si intensificano i banchi di pesca e icentri di lavorazione così come tutte le attività collegate sia su iniziativa feudale, comeavviene lungo le coste spagnole, che su iniziativa privata promossa e tutelata dai sovrani,come accade in Portogallo. Si costituiscono in breve tempo società e comunità di lavorointernazionali che concentrano nell’area presa in esame, posta proprio all’ingresso delMediterraneo, un’intensa attività che ha il vantaggio, rispetto agli altri centri, dianticipare la stagione di pesca e di sfruttare banchi più pescosi. La relazione che sipresenta in questa sede si propone di ricostruire le fasi storiche cruciali, tra il XV e il XVIsecolo, che si registrano nell’area “premediterranea” e le principali trasformazioniavvenute nella tecnica di pesca e di conservazione sotto sale del prodotto raccolto. Allostesso tempo si cercherà di mostrare la stretta relazione esistente tra lo sfruttamento dellesaline e l’organizzazione della pesca e, ugu almente, delle diverse organizzazioni dellamanodopera e delle strutture di lavoro

Propongo in questa sede una prima riflessione sulla storia della pesca nelMediterraneo occidentale articolata con l’organizzazione della conservazione delpescato e, in particolare, con l’uso del sale necessario a questa produzione.

A partire dalle prime manifatture fenicie e romane situate lungo i litorali chevanno dalla Sicilia fino al Portogallo meridionale, senza trascurare quellenordafricane, sono ricorrenti nella scelta dei luoghi non solo la pescosità del sito maanche la presenza di alcune caratteristiche idro-morfologiche indispensabili a unabuona organizzazione delle diverse attività. Un litorale ampio e sabbioso, lavicinanza di un corso d’acqua, dolce o salata che sia, la prossimità di saline, il facileaccesso a materie prime come il legno, una rada riparata che accolga le imbarcazioni

135A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

[email protected]. Professore Associato di Storia delle Relazioni Economiche Internazionali - Dipartimentodi Latinità e Medioevo - Università degli Studi di Salerno. Ha studiato la storia delle finanze nel regno diNapoli nel XVII e XVIII secolo. Ha trattato anche i temi delle fiere in Età Medievale e Moderna e deirapporti commerciali nel Mediterraneo occidentale tra XV e XVI secolo.

e vie di comunicazione agibili per il reclutamento della mano d’opera nonspecializzata sono queste le prerogative basilari di economicità per l’apertura diimpanti stabili. Questo a conferma della continuità di molti centri attivi nelMediterraneo per moltissimi secoli. Certo quando la tipologia peschereccia muta,cambiano anche le esigenze; nella pescicoltura antica, per esempio, vengonopreferiti i siti costieri rocciosi che permettano di scavare le vasche dove allevare lediverse specie di pesci e al contempo di proteggerle in maniera adeguata dallemareggiate.

Per quanto concerne lo sfruttamento dei corsi d’acqua va considerato che essoriguardava il lavaggio del pescato, la pulizia degli attrezzi e delle reti e lo stessoapprovvigionamento della manodopera; mentre per quanto riguarda la fornitura dellamateria prima del sale, la vicinanza delle saline permetteva di abbattere i costi ditrasporto e, nel caso in cui si ottenga un privilegio o un beneficio, di ridurresensibilmente i costi del monopolio.

Numerose sono le testimonianze, soprattutto archeologiche, sull’attività di pescanei secoli antichi lungo tutto il Mediterraneo e la regione immediatamenteantecedente - l’Algarve, il golfo di Cadiz e le coste marocchine1 - dalle quali emergeevidente un tessuto economico-produttivo, non necessariamente articolato einterconnesso con l’interno, a conferma della vitalità dell’area2. Pesca, produzionedi preparati e derivati, estrazione di sale, manifattura di anfore di ceramica per itrasporti sono le principali attività riconducibili a quasi tutte le zone considerate chesi estendevano da Cadiz3 ad Atene, da Bisanzio fino al Mar Nero ed erano collegatetra loro dai commerci di questi prodotti che restano integri e vitali dall’espasionefenicia fino a tutta l’età imperiale romana4. La diffusione delle citariæ, per esempio,è attestata lungo tutto il Mediterraneo dalla Spagna (Onoba5) all’Italia meridionale(Cetara6), così come risultano di primaria importanza i centri costieri dell’Andalusiacome Almuñécar7, Málaga, Carteya, Bolonia8 e Tavira9; allo stesso modo è diffuso ilmarchio “garum sociorum”10, il cui riferimento all’area gaditana non è comunque deltutto certa.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

1 M. Kbiri Alaoui, La industria de salazones e C. Aranegui Gascó, La pesca en Lixus (Larache, Marrueccos), in I Conferencia Internacional sobre la Historia de la Pesca en el Ámbito del Estrecho, El Puerto de SantaMaría, 1-5 junio 2004.

2 C. J. Gonçalves Soares Fabião, A exploração de recursos marinhos na Lusitania Romana: balanço dosconhecimentos e perspectives da investigação, in I Conferencia Internacional sobre la Historia de la Pescacit.

3 D. Ruiz Mata - J. A. Ruiz Gil, La pesca en época preromana en la Bahía de Cádiz, in I ConferenciaInternacional sobre la Historia de la Pesca cit.

4 J. M. Blázquez Martínez, La pesca en la Antigüedad y sus factores económicos, in I ConferenciaInternacional sobre la Historia de la Pesca cit.

5 J. M. Campos Carrasco, Las Cetariæ del litoral onubense, in I Conferencia Internacional sobre la Historiade la Pesca cit.

6 M. Romito, Cetara: un antico stabilimento per la lavorazione del pesce sulla costiera amalfitana, in“Apollo”, X, 1994, pp. 47-52.

7 F. Molina Fajardo, Almuñecar y la pesca en la antigúedad clásica, in I Conferencia Internacional sobrela Historia de la Pesca cit.

8 J. M. Blázquez Martínez, op. cit.9 M. García Pereira Maya, A pesca, a actividade conserviera e as ânforas de Tavira, in I ConferenciaInternacional sobre la Historia de la Pesca cit.

10 C. Aranegui Gascó, op. cit. e E. García Vargas, Garum Sociorum. Pesca, salazones y commercio en loslitorales malacitano y gaditano, in I Conferencia Internacional sobre la Historia de la Pesca cit.

136

L’aspetto più importante delle attività che si concentrano lungo i tratti costieripresi in esame è che essi dal semplice sfruttamento vòlto al soddisfacimento di unlimitato mercato interno, in età protostorica, si trasformano durante i secoli successiviin vere e proprie aziende manifatturiere, dallo sfruttamento intensivo, con un raggiocommerciale consolidato, incredibilmente vasto e continuo da un punto di vistatemporale11. Questo sembra in qualche modo ridimensionare quanti hanno affermatoche il pesce conservato in salamoia assuma un’importanza rilevante solo lungo lecoste atlantiche con la pesca intensiva dell’aringa, prima, e del merluzzo, poi, tra lafine del medioevo e la prima età moderna12.

In realtà se è vero che le acque mediterranee, meno profonde e ricche di banchipescosi rispetto a quelle atlantiche, forniscono prodotti destinati alla conservazioneprincipalmente di tonni, sardine, acciughe e anguille, è altrettanto vero che esserisultano attive sin dall’antichità e che le tecniche di salagione sono ben conosciutee diffuse nell’intera area presa in esame.

Nel Vecchio Testamento13, addirittura, si fa esplicito riferimento alla salagione ealla conoscenza del tarith14 (tonno) pesce destinato alla conservazione pereccellenza. Nel Nuovo Testamento, ugualmente, si ritrovano numerosi riferimentiall’attività della pesca, esercitata tra l’altro dai due apostoli Pietro e Andrea, seppuresenza alcun riferimento alla lavorazione in salamoia, come nel passo dell’evangelistaMatteo: «il Regno dei cieli è simile a una rete getta in mare, la quale ha raccolto ognigenere di pesci. Una volta piena, i pescatori la traggono a riva e, sedutisi, raccolgonoi pesci buoni nelle sporte e buttano via quelli cattivi»15. Anche le fonti egizie attestanousi e costumi sia della pesca e conservazione che del commercio esterno16,confermate anche da altri autori classici17. «Prima di tutto dobbiam fare osservare chela pesca formò fin dai più remoti tempi dei Faraoni uno dei rami importantissimi dicommercio ed una speciale risorsa, o privilegio di privativa, essendo a ciò destinati

137

11 «El segundo aspecto que se aborda es el de la pesca, como produco de consumo en la dieta de lassociedades protohistóricas, y los comienzos de la pesca como actividad industrial en época fenicia ypúnica. La pesca constituyó, en las costas andaluzas, y en la Bahía gaditana, una importante fuente deingresos que pronto se convirtió en un próspero imperio económico, mucho antes del establecimento delas grandes industrias romanas», D. Ruiz Mata - J. A. Ruiz Gil, op. cit.12 «Il fatto è significativo, questo tipo di traffico è conosciuto solo in direzione nord-sud: la pesca“industriale” si pratica solo nei mari settentrionali dove abbondano aringhe e merluzzi … Evocarne la storiasignifica ripercorrere la storia delle popolazioni del nord alla fine del medioevo e dell’eccezionale sviluppoeconomico che sono riuscite a trarre da questo tipo di pesca. La leggenda attribuisce ad un olandese delXIII secolo l’idea di conservare l’aringa sotto sale. Ma conferisce troppi importanza a questo anonimoinventore. L’usanza è infatti molto più antica. Nelle cronache risulta attestata una pesca già importante nelXII secolo lungo le coste scandinave. Pesca e pratica della salagione si sono d’altra parte sviluppatesimultaneamente nelle acque del Baltico, del mare del Nord, dell’Atlantico, dalla Finlandia … allaNorvegia, e dall’Irlanda all’Islanda», J. F. Bergier, Una storia del sale, Venezia 1984, p. 135 e J.C. Hocquet,Due risorse marittime associate: il sale e il pesce. Profilo storico, in Ricchezza del mare. Ricchezza dalmare, Firenze 2006, p. 235-65.

13 Il libro di Tobia, VI, 5.

14 «I pesci sono abbondantissimi … nel lago di Genezareth, di Tiberiade, e nel Giordano, nonché neglialtri laghi … Gli antichi rabbini parlano di un pesce di mare che si pescava sulle coste della Galilea e cheessi chiamano tarith, che secondo i commentatori è il tonno», G. Boschi, Storia Biblica, Napoli 1858-62,I, p. 299.

15 Mt, 13, 47-48.

16 «Gran quantità di pesci si trova più specialmente nella tomba di Beni-Hassan, ove è rappresentata lapreparazione e il disseccamento del pesce e la pesca … Ma dagli storici ricaviamo ancora il nome e leparticolarità d’altri pesci che tuttora si trovano nell’Egitto, i cui laghi ne offrono in quantità prodigiosa,quantunque non oltrepassino sette od otto specie, tra le quali ne sono due che gli Egiziani tuttora, comefacevano altra volta, salano ed inviano in Siria, in Cipro e in Costantinopoli», G. Boschi, op. cit., p. 495.

17 «si cibavano ancora a suo tempo di pesci seccati al sole, e conditi con salamoia», Erodoto, Historiæ,II, 117.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

e uffici ed ufficiali appositi, come rilevasi dagli storici, e dai monumenti … e questomedesimo privilegio si mantenne in pari modo sotto i califfi»18.

Anche gli affreschi delle tombe egizie, a dimostrazione della diffusione di taleattività, forniscono dettagli sulle tecniche di pesca: «in una delle pitture della tombadi Nevothph a Beni-Hassan … ricaviamo un altro modo di pesca. Nevothph, figuratoin grandezza della metà del vero, è intento a pescare entro una barchetta di sottileed elegante forma di quelle fatte di papiro intrecciato … Ei prende i pesci infilandolicon un’arme d’ingegnoso artifizio che corrisponde alla fiocina dei Latini,rappresentata come un’asta la cui estremità è armata di due ferri o ami uncinati adoppia punta»19. Allo stesso modo sulle tecniche di conservazione: «In una delletombe di Beni-Hassan … si vede dipinta … una scena che ci rappresenta il modoadoperato nella salatura dei pesci. Vi si osserva un uomo in bianca veste senzamaniche, il quale sta chinato vicino a delle piante di papiri ed intento ad aprire conun coltello un pesce per la schiena, dopo avere già tagliato le pinne al detto pesce.Ha sotto i piedi qualche cosa di giallastro, che non si distingue bene se siano le pinnetagliate, oppure quelle piante aromatiche colle quali sappiamo che condivasi il pescesalato. Il coltello è di color giallo, simile a molti di quelli della stessa forma e dellostesso colore trovati nelle tombe egiziane. Dinanzi a quest’uomo si vedono tre pesciusciti allora dall’acqua, e poco più distante ne sono figurati quattro già aperti e ridottia quella forma nella quale anche oggidì si sogliono preparare nei mari delsettentrione, i merluzzi per disseccarli»20.

Ugualmente le stesse fonti testimoniano della rilevanza dei traffici commercialidei “salumi nilotici” esportati dall’Egitto verso la Grecia e Roma21.

La fine dell’impero romano comporta un accentuato arretramento del sistemaeconomico nel suo complesso, in cui i mercati tradizionali e le rotte commercialiconsolidate nei secoli precedenti sembrano scomparire - almeno nell’ambito delMediterraneo - fenomeno questo accompagnato da una curva demografica in nettadiscesa con enormi ripercussioni sui mercati alimentari e sulle manifatture dellaconservazione dei prodotti. È solo a partire dall’XI secolo che si assiste a una gradualee lenta ripresa contraddistinta, però, da minime innovazioni tecniche, da una ridottaflotta peschereccia e dalla quasi assoluta assenza di capitali investiti nel settore. Lapesca sembra concentrarsi in aree circoscritte - quasi sempre costiere - con una scarsaspecializzazione delle varietà ittiche raccolte e con collegamenti molto ridotti tra imercati interni e quelli internazionali. La risorsa della pesca sembra quindi soddisfareuna popolazione molto limitata che gravita lungo i litorali. La presenza e losfruttamento delle saline locali sembra in qualche modo favorire i centri che possonovantare questa conveniente risorsa: tra questi l’Algarve e l’Andalusia e, più a oriente,la Sardegna e le coste occidentali della Sicilia. La regione meridionale portoghese,in particolare, è tra le più ricche di risorse sfruttate sin dall’antichità. «O seu litoralè abundantíssimo de infinitas variedades de peixes de óptima qualidade. Posse muitas

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

18 G. Boschi, op. cit.,, Napoli 1858-62, II, p. 80.

19 Ivi, p. 81.

20 Ivi, p. 82.

21 «Abbiamo veduto rammentato dagli antichi storici l’uso frequente dei pesci salati dopo estratti, sia dallago di Meris, o da altri laghi, sia dal Nilo, e sappiamo che tali salumi si mantennero in credito anche inpiù bassi tempi, avvegnachè eziandìo sotto il dominio dei Greci e dei Romani se ne recava grandissimaquantità nella Grecia e nell’Italia col nome di salumi nilotici: ora le pitture delle tombe anche in questo,cioè nel modo tenuto in quella preparazione, suppliscono al silenzio degli scrittori», ibidem.

138

ricas marinhas de sal (salinas) cujo produco forma um dos principais ramos do seucommercio. Exporta, em grande quantidade, sal, peixe secco … As famosas pescariase salgos dos atuns, tichiados e sardinhas, ja eram famosas entre os antiguos … Osphenicios e carthaginezes, e deposi delles os romanos, d’aqui esportavam em grandeescala»22.

Quando nei secoli immediatamente successivi, coincidenti con il rafforzamentodelle monarchie nazionali e della nobiltà feudale, inizia contemporaneamente larinascita e l’organizzazione dello sfruttamento delle acque e delle saline. InPortogallo, per esempio, D. Dinis nel 1313 concede un privilegio per la pesca nelleacque prospicienti Setúbal oltre a un prestito per l’avvio dell’attività23. Sempre allafine del XIV secolo si intensifica lo sfruttamento dei banchi di pesca lusitani grazieanche all’arrivo di mercanti e pescatori stranieri, tra cui spiccano per numero e conti-nuità i siciliani, che soprattutto nel corso del Quattrocento e Cinquecento, appaiono

139

22 A. Soares d’Azevedo Barbosa de Pinho Leal, Portugal Antigo e Moderno, vol, I, Lisboa 1873, pp. 121-24.

23 IAN/TT (Instituto dos Arquivos Nacionais/Torre do Tombo), Chanceleria de D. Dinis, Liv. 3, fl. 48v,trascritto in V. D’Arienzo, No extremo ocidental: privilégios, empreendimentos e investimentos sicilianosno Algarve, in “ Ler Historia”, 44, 2003, p. 188.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

(Particolare della tombaegizia di Khnoumhotep II aBeni Hassan)

come i veri e propri protagonisti in quella regione24.Lo stesso avviene, più o meno contemporaneamente, tra il golfo di Cadiz e le

coste lungo l’imbocco dello Stretto di Gibilterra25. Lì inizia a prendere corpo il feudodella famiglia Guzman che, sempre più potente e legata alla Corona, estenderà amacchia d’olio i propri possedimenti comprendenti, per l’appunto, tutte le tonnaree i centri di pesca da Sanlúcar de Barrameda fino ad Almeria. Guzman el bueno, nel1292, difendendo vittoriosamente la piazzaforte di Tarifa dall’assedio del sovrano delMarocco, viene ricompensato due anni dopo da Sancho IV con la concessione delfeudo e l’esclusiva dello sfruttamento dei diritti di pesca dei tonni lungo tutta l’area,anche se, in realtà, la prima documentazione sullo sfruttamento dei diritti di pescasi riferisce alla moglie María Alphon nel 133026. Questa privativa della pesca era statagià oggetto di assegnazione da parte dello stesso sovrano ai «caballeros de Santiago,los castillos de Alcalá, Medina Simonia y Vejer»27. In seguito gli eredi di Guzman elbueno ottengono nel 1375 il titolo di conti di Niebla e nel 1445 quello di duchi diMedina Simonia, estendendo parimenti anche i benefici su altri territori costieri epescherie della Bassa Andalusia28. «En parte de remuneracion le concedió el SeñorRey Don Sancho el 4° el Derecho privativo y prohivitivo de poner almadravas parala pesqueria de atunes en las costas de los mares de su Reynom, con absoluta livertady franqueza de derechos y tributos, tanto respecto de los atunes y otros pescados ueen ellas se matasen, com de los peltrechos, mantenimientos, sal, y otras cosasnecesarias para su beneficio»29.

Questo privilegio, che garantirà per molti secoli introiti altissimi e costituiràparimenti una delle principali entrate della famiglia, verrà spesso messo indiscussione ma tenacemente difeso e tutelato dalle interferenze dei pubblici ufficialidella Hacienda Real30. Innumerevoli i contrasti con le vicine città e con i pescatori

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

24 Cfr. ivi, pp. 189-90 e V. D’Arienzo - B. Di Salvia, Siciliani nell’Algarve. Privilegi reali e prassi mercantilenell’Atlantico portoghese (secoli XV e XVI), Palermo 1990.

25 «Los siglos medievales recobraron un apogeo pesquero que la zona conoció ya desde las épocasclásicas fenicia y romana. En efecto, con la presenzia de los cristianos en el Estrecho este importantesubsector adquirió una nueva dimensión dentro de la economía no sólo en el ámbito andaluz, sino a nivelespañol, pues hasta aquí empezaron a llegar embarcaciones de la zona levantino-catalana. En este sentido,la Casa de Medina Simonia ja jugado un papel fundamental durante muchos siglos, controllando elaprovechamiento de las riquezas piscícolas amparándose en unas muy ventajosas concesiones de laCorona», A. Serriá Muñoz, Los privilegios de los duques Medina Sidonia sobre las almadrabas andaluzas,in http://www.tarifaweb.com/aljaranda/num15/art4.htm; cfr. anche A. Rumeu de Armas, Las pesqueríasespañolas en el norte de África (siglos XV-XVI), in “Hispania”, 130, 1975, pp. 295-319.

26 «No hay documento en que se diga, de manera explícita, que aquel Guzmán pescó atunes. Perosabemos que su mujer María Al phon, explotó la pesquería. Fallecida en 1330, manda pagar a ParicioPérez, su criado, 5.000 maravedís, que le había prestado para las almadrabas», ibidem.

27 «Los Guzmanes se declararon proprietarios de todos los atunes, que entraban en aguas españolas. Yla historia lo dio por bueno, achacando el inusitando monopolio, al oscurantismo de una Edad Media,sumida en la pesadilla del señor de horca y cuchillo. De que pescaron atunes los musulmanes, no cabeduda. Alfonso X en el privilegio de 1268, dando Medina Sidonia a la orden de Santa Mária de España, enla pretensión de cambiar topónimo de origen pagano y musulmán por el de “Estrella”, no menciona laalmadraba, dunque el término llegase a la costa. Pero lo hizo Sancho IV. Desaparecido la orden, demandopor recuerdo el castillo de Torre Estrella, dio en 1285 a los caballeros de Santiago, los castillos de Alcalá,Medina Sidonia y Vejer, con sus términos, las “almadrabas de los atunes e con los derechos del puerto dela mar, e con pesquerías e con salinas”. El puerto era del Barbate, las salinas, las conocidas por Manzanetey las almadrabas, las de Conil y Zahara», http://www.fcmedinasidonia.com/1historias_2.htm.

28 «En definitiva, la jurisdicción señorial se extendía por toda la Baja Andalucía, specialmente en la zonade Huelva, , donde poseían casi la mitad de la actual provincia. En Cádiz, sus posesiones llegaron a incluirpoblaciones como Sanlúcar de Barrameda, Vejer, Conil y Gibraltar», A. Serriá Muñoz, op. cit.29 AMS (Archivo Medina Sidonia), Legajo 894/1562-1762.

30 «Iaunque en algunas ocasiones se ha intentado perturbar, asi por los Recaudadores de Rentas, comopor los Señores Fiscales del Consejo de Hacienda, y otras personas», ibidem.

140

indigeni che non lavorano nelle peschiere dei duchi di Medina Simonia: nel 1439viene intentata una causa nei confronti della città di Cadiz contro la richiesta diquest’ultima di poter armare tonnare31. Il divieto di pesca durante tutta la stagionedella mattanza dei tonni viene imposto ripetutamente: «Bandos publicados en laCiudad de Cadiz por mandado de diferentes senores Governadores de ella en susrespectivos tiempos para que en conformidad de los privilegios de la Casa del Duque… ninguna persona pueda pescar en el distrito de aquella Ciudad durante la tem-porada de atunes, con almadravas, antes Redes Boniteros, ni otros instrumentos; sinohasta el sitio de las Torres, para el abasto de ella»32. Gli editti contro i pescatori checontravvengono le disposizioni a tutela dei privilegi dei Medina Sidonia sisusseguono frequenti nel corso dei decenni, a riprova della diffusione di questi reatinonostante le pene severe previste, emanate il 5 maggio 1714, che vanno dalsequestro e distruzione delle imbarcazioni, a venti giorni di carcere, a cinquanta du-cati di multa e, infine, al sequestro delle reti e dei lazos33. Ulteriori divieti vengonoproclamati il 30 aprile del 1726, il 26 aprile del 1728, il 7 maggio del 1729, il 4maggio del 1730, il 12 maggio del 1732 che inasprisce ancora di più le pene34, il 28maggio del 1733, il 12 maggio del 1734, il 9 maggio del 1736, l’11 maggio del 1737,il 14 maggio del 1738 e il 23 maggio del 173935. Nel 1531 vengono inquisiti alcunipescatori di Ximena e Tarifa accusati di pesca illegale36; nell’aprile del 1558 vieneintentato un processo nella città di Huelva - gli atti sono poi trasferiti al Rexidor y Juezdi Granada Francisco de Lepe - contro i fratelli Alonso Rodriguez y Luis de la Cobadi Gibraleon «para haver cogido atunes en la punta de Umbria en contravenzion delos citados privilegios». In questi atti processuali viene anche riportata una carta del24 aprile 1557, nella quale si fa riferimento a precedenti cause civili riguardanti lostesso diritto e la stessa zona: «reggimento de la villa de Gibraleon y su procuradoren su nombre de la una parte y Don Juan Alonso de Guzman Duque de MedinaSidonia y su procurador en su nombre de la otra sobre rrazon de qual a dicha villade Gibraleon pretende poder sacar y llevar qualesquier atunes que salteren en e lasardina y otros pescados de la mar libremente … »37. Nel 160938 e 161239 vengonodenunciati alcuni pescatori per “pesca fraudolenta”; nel 1627 viene denunciato il

141

31 AMS, Legajo 899/1493.

32 AMS, Legajo 951/1615-1796.

33 «Ningun armador, ni pescador de esta Ciudad salga … pescar en todo el discurio de la temporada, ysolo puedan hacer hasta el sitio de las torres para el abasto de esta ciudad, sin que por ningun casoperjudiquen a la Almadrava de Conil que se è armado por parte del Ex.mo Senor Duque de Medina Sidoniaen conformidad de los antiguos privilegios de esta Casa, antes se retiren sus lazos y redes, pena de decinquenta ducados al que contraviniere a ello, y veinte dias de carcel, demas de que se les quemaran lasembarcaciones, Y para que llegue a noticia a todos y non pretendan ygnorancia se … y publique estevando con Casas de Guerra en la forma acostumbrada, y fiz en copia de el en las Puertas de la mar y deSevilla, donde es la comun asistencia de los dichos armadores y pescadores», ibidem.

34 «Mando que ninguna persona sea osada a pescar atunes en el Distrito y Jurisdizion, de esta Ciudad,con Almadravas antes Redes, Boniteros, Casonales, Rodadenas ni con otro Genero de redes, GarfiosCloques ni otros Instrumentos ni se aprovechen de lo que casualmente diezen al traves, asì de Buen Pasajecomo del horno pena de seis anos de precidio y de perdimento de todos los artes barcas y instrumentos;Y asì mismo que ninguna persona entre en esta Ciudad ni transporte atunes salados ni en fresco que nosean con despachos de la Contaduria que el Excelentisimo Señor Duque de Medina Sidonia tiene un susAlmadravas del sitio de Zahra y Villa de Conil pena de perdimento, de los atunes y las embarcaziones obagajes …», ibidem.

35 Ibidem.

36 AMS, Legajo 901/1531.

37 AMS, Legajo 951/1558.

38 AMS, Legajo 904/1609.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

capitano Juan Roman de Cabrera, di Conil, per aver armato un corral40 nelle acquedi quella villa41.

L’ostinata resistenza di questi privilegi porterà, però, molti pescatori e mercantistranieri - portoghesi, valenciani, catalani, maiorchini, francesi, genovesi e siciliani- a non frequentare le coste andaluse e le ricche tonnare di quelle acque per spostarsi,ancora più a occidente, verso quelle algarvie per sottrarsi proprio alla rapacità feudaledei Medina Sidonia: accade addirittura che risulti più conveniente importare ilpescato dal vicino Portogallo anziché dalle tonnare del duca. Nel 1477, comunque,si registra una presenza straniera a Conil de la Frontera42, la tonnara più grande eredditizia insieme a quella di Zahara.

Nell’aprile del 1764 Don Francisco Salanoba redige una memoria nella qualereclama la riduzione alla Real Hacienda di tutte le peschiere del Regno perché «esmuy combeniente à la causa publica promover per la esencion dichas pesquerias,para que logrando este Reyno en abundancia el pescado de ellas, haya menor motivopara sacar los dineros que se extraen en solicitud del atun que se trae de Portugal, ydel abadejo, arencones, y semejantes especies que se buscan y vienen de otrosReynos extranos»43. Tutto ciò comporta una sorta di isolamento con il conseguentearretramento delle tecniche di pesca rispetto a quelle introdotte, per esempio, dagliItaliani in Portogallo. Fino a tutto il XVIII secolo, infatti, nelle acque spagnole fun-zionavano le almadrabas de tiro44, molto simili alla tecnica della sciabica, cherisultavano meno vantaggiose. Un primo tentativo di introdurre il metodo dellamattanza in mare a Zahara provoca il sollevamento delle popolazioni di quel paesee della vicina Conil facendo fallire l’iniziativa: «en 1746 el duque la introdujo enZahara, llamándola “siciliana”. Provocó alzamiento popular, en defensa de puestosde trabajo, ya escasos en el país. En Conil se revolvió tanto el pueblo, que suintroducción fue imposible»45. Solo nei primi anni dell’Ottocento si proseguirà suquesta strada in maniera più convinta, chiamando il rais palermitano FrancescoArcoleo per armare una tonnara di tipo siciliano46, nella quale lavorano pescatoriportoghesi, valenciani e, appunto, siciliani come risulta da una lettera, del 14 luglio1806, di Don Francisco Arrafán “fattore” e responsabile della tonnara di Conil de laFrontera e Vejar47.

Le relazioni tra le peschiere lusitane e quelle spagnole, tuttavia, risultano esseremolto ridotte, facendosi concorrenza sui mercati d’esportazione del pescato lavorato.È comunque interessante notare come, verso la metà del Cinquecento, è costituita

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

39 AMS, Legajo 903/1612.

40 Il corral (recinto) è un tipo di pesca di antichissima tradizione diffuso in tutto il golfo di Cadiz enell’Andalusia meridionale che consiste in una struttura circolare di pietre, alta fino a due metri, che sfruttail gioco delle maree particolarmente accentuato in quell’area. Con l’aumento della marea l’acqua ricopreil recinto di pietre e con la bassa marea si accede allo stesso raccogliendo i pesci rimasti intrappolatiall’interno.

41 AMS, Legajo 890/1627.

42 AMS, Legajo 928/1477.

43 AMS, Legajo 894/1562-1762.

44 Cfr.la descrizione in http://www.fcmedinasidonia.com/1historias_2.htm.

45 Ibidem.

46 AMS, Legajo 97/1805-1806-1807 e Legajo 140/1805-1806.

47 AMS, Legajo 140/1805-1806; cfr. anche Legajo 3982/1806 e Legajo 3985/1809.

142

in Andalusia la società formata dai mercanti fiorentini48 Andrea Peri, operante aCadiz, e Pierozzo Peri nonché il banchiere e uomo d’affari Jacopo Botti49, residentiinvece a Siviglia, interessati alla vendita di legno. Il 23 gennaio 1549 il Peri stipulaun contratto col duca Juan Alonso de Guzman per la fornitura di 100.000 «barriletesquintaleños de almadraba de madera de frança … o de qualquer parte dellas y seade madera de una parte o de otra o de ambas qual mas o qui siere»50. Il prezzopattuito è di 26 ducati per i barili di legno di Francia e 23 per quelli fatti con legnod’altra provenienza; l’atto prevede, inoltre, la consegna di 25.000 barili a Cadiz oSanlúcar de Barrameda dal primo giugno alla fine di settembre dello stesso anno. Daalcune lettere esecutorie successive si apprende che i barriletes forniti dal mercanteitaliano sono diretti ai centri di lavorazione del tonno di Conil, Barbate e Zahara. Lasocietà mercantile italiana deve avere interessi e intrecciare affari anche col vicinoPortogallo, il 24 marzo del 1548, infatti, viene disposto a Cadiz il pagamento di unducato e mezzo per il trasporto di dodici persone «que se avian perdido de la costade Portugal en una caravela», tra questi «Andrea Per florentin e Alvaro Martinesportuguez»51.

Dagli studi finora pubblicati appare evidente che i centri di produzioneportoghesi esportano verso la Francia52 e l’Italia, Livorno53, Porto Pisano54 e Sicilia55

in particolar modo; mentre quelli spagnoli verso Valencia, Barcellona e, in parte,Firenze56 e Roma57.

143

48 Ignoro se faccia parte di questa società anche il mercante fiorentino Luigi Pecori che nel 1549 acquista«todo el atún que se pescase en Conil», www. fcmedinasidonia.com/1historias_3.htm.

49 Cfr. R. Carande, Carlo V e i suoi banchieri, Genova 1987, pp. 207-11.

50 AMS, Legajo 2514/1518-48.

51 Ibidem.

52 J. Romero Magalhães, O Algarve Económico 1600-1773, Lisboa 1993, passim.

53 Cfr. F. Braudel - R. Romano, Navires et Marchandises à l’entrée du Port de Livourne (1547-1611), Paris1951, p. 35 e M. Berti, Le aziende Da Colle: una finestra sulle relazioni commerciali tra la Toscana ed ilPortogallo a metà del Quattrocento, in Toscana e Portogallo. Miscellanea storica nel 650° anniversariodello Studio Generale di Pisa, Pisa 1994, pp. 57-106.

54 Cfr. V. Rau, Portugal e o Mediterrâneo no siculo XV. Alguns aspectos diplomáticos e económicos dasrelações com a Itália, Lisboa 1973, p. 15.

55 Cfr. V. D’Arienzo - B. Di Salvia, op. cit., passim.

56 Il tesoriere della tonnara di Zahara, Leo de Bonomo, con tutta probabilità di nazionalità italiana, in unalettera del 16 ottobre 1538, indirizzata all’agente Borghesino Borghesini, fa riferimento alla vendita ditonno bianco, pescato e lavorato nella tonnara da lui diretta, al mercante florentin residente e operante aSiviglia Andrea Bernaldi per 336.000 maravedis, AMS, Legajo 2514/1518-48.

57 Cfr. M. Vaquero Piñeiro, Sull’importazione di pesce nei porti di Roma e di Civitavecchia tra XVI e XVIII

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

(descrizione di unaalmadraba de tiroda un’incisionetratta da G. Braun,Civitates Orbis Ter-rarum, Colonia,1572-1600)

Motivi di contrasto e conflitti, tuttavia, sembrano ripetersi nel corso dei secolipresi in esame. Nel 1506 il sovrano portoghese Dom Manuel invia ai suoi ufficialile scritture relative agli accordi presi con i duchi di Medina Sidonia sui rispettivi dirittidi pesca tra le coste dell’Algarve e la città di Huelva58. I barili di pesce conservatoprovenienti da Faro e da Lagos transitano per Conil o Cadiz per ottenere esenzionisul sale o sui diritti di spedizione verso Valencia e altri centri. Il 9 giugno 1730 vienedata informazione alla tonnara di Zahara che gli «administradores del derecho delCargado y Regalia y Millon de los pescados» hanno esatto quanto dovuto perl’introduzione a Conil de la Frontera «de atun de la almadrava de Faro en Portugal»59.Nello stesso anno viene fatto riferimento al raggiro compiuto dall’imbarcazione(canario) “Santo Christo Delgado” che si reca a Lagos per comprare diciannove oventi botti di tonnina e, una volta ottenuta la certificazione a Conil e Cadiz, letrasportano a «Valencia y otras partes destas costas de España». Il patrone del navigliocol socio Antonio Portero, infatti, «pudieron pasar con dichas pipas de atun aValencia en cuia aduana lo entregó y se lo dieron por bueno por que en el decia quedavan pagados los derechos pertenecientes a Su Alteza»60. La contravvenzioneriguarda l’imposta di un peso per ogni pipa proveniente dalle tonnare lusitane61.

L’attività di pesca lungo le coste dell’Algarve62 cade in maniera vertiginosa apartire dai primi anni del XVII secolo63 fino agli inizi dell’Ottocento64, nonostanteuna timida ripresa avviata qualche decennio prima. La causa va ricercataprincipalmente in un ciclo biologico in calo delle specie ittiche e in una fortediminuzione degli investimenti nel settore. Non mi è stato possibile appurare lo stessotrend per le peschiere andaluse. Alcune fonti della metà del XVI secolo parlano dicirca 40.000/60.000 tonni pescati durante una stagione con una rendita di20.000/30.000 ducati65; i pochi dati quantitativi raccolti personalmente, riguardantile tonnare appartenenti ai Medina Sidonia, mi impediscono di tracciare il seppurminimo bilancio anche se la tendenza sembra essere la stessa.

I secoli che vanno dal Trecento a tutto il Cinquecento vedono, quindi, unaproliferazione di peschiere, di mobilità di uomini e capitali in tutto il Mediterraneo

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

secolo, in G. Doneddu e A. Fiori (a cura di), La pesca in Italia tra età moderna e contemporanea.Produzione, mercato, consumo, Sassari 2003, pp. 295-311.

58 AMS, Legajo 925/1506.

59 AMS, Legajo 951/1730.

60 Ibidem.

61 «Fue ordenado … a Cathalanes, Mallorquinos y Valencianos patrones de embarcaciones que todos losque compravan atun en almadrava de Portugal venian a Conil a sacar sus despachos y que por cada pipade la regular cathalana se pagava un peso por el qual dicho Don Juan de la Pena [Capitan y Justicia dellatonnara di Zahara] era obligado a darlos», ibidem.

62 Per uno sguardo d’insieme sulla pesca in tutto il Portogallo cfr. N. L. Madureira (coord.), História doTrabalho e das Ocupações - I. Amorim (org.), As pescas, v. II, Oeiras 2001.

63 Cfr. J. Romero Magalhães, op. cit., pp. 195-6 e V. D’Arienzo, No extremo ocidental cit., p. 184.

64 «A Pescaria do Algarve, ainda que tem sido sempre protegida por todos os nossos Soberanosconcedendo muitos Privilegios aos Mariantes d’aquelle Reino, com tudo não tem aquelle adiantamentode que he capaz, antes se observa actualmente no estado de grande decadencia », C.B. Lobo de Lacerda,Memorias sobre as pescarias de Portugal, in “Jornal de Coimbra”, v. II, (julho 1812 - n° VII), Lisboa, 1812,p. 161.

65 Cfr. D. Igual Luis, El tráfico de pescado en la España meridional y su proyección hacia Italia duranteel siglo XV, in L. Palermo - D. Strangio - M. Vaquero Piñeiro (a cura di), La pesca nel Lazio. Storia,economia, problemi regionali a confronto, Napoli 2007, pp. 277-309. Altre fonti indicano in 80.000 i tonnipescati alla fine del XVI secolo con un drastico calo, più o meno contemporaneo a quello portoghese,dovuto a fattori climatici e biologici: «Se acusó la falta de atunes al frío y el mal tiempo. Sin duda intervino,siendo sus consecuencias una regresión de a la especie, sin recuperación»,http://www.fcmedinasidonia.com/1historias_4.htm.

144

ma soprattutto nelle acque poste al suo ingresso, sia per l’abbondanza che per ledimensioni del pescato: tonni e sardine hanno pezzatura e peso maggiori di quellipescati lungo le rotte più orientali quando, durante la loro navigazione, perdonobuona parte del grasso che li ricopre e ne rende più morbide le carni. Tonni e sardine,d’altra parte, sono i pesci che più facilmente si prestano alla salagione econservazione e grazie sia a questa caratteristica che alla gran quantità disponibileimmessa sul mercato che sono venduti a un prezzo relativamente basso e considerati,quindi, i “prodotti dei poveri”66.

Risulta fondamentale, come anticipato all’inizio, per l’economicità dell’attivitàdi pesca e di salagione la prossimità delle fonti di approvvigionamento di sale allepeschiere e, ugualmente, la concessione di benefici e privilegi in considerazione chein tutti i paesi mediterranei - e non solo - vige sul sale il regime di monopolio. Ladislocazione geografica di peschiere e saline conferma pienamente la strettaconnessione esistente; così come le fonti archivistiche testimoniano i vantaggi con-cessi nell’approvvigionamento di sale a favore delle manifatture in attività.

Nell’Algarve, ricco di corsi d’acqua seppur di scarsa portata67 e tratti più o menoampi di spiagge sabbiose, il sale si trova disponibile in abbondanza grazie allenumerosissime saline disseminate lungo le coste. «O clima e calor do Algarve, o localdos mesmos sapaes, situados em portos frequentados, como são Castro Marim,Tavira, Olhão, Faro, Portimão, Alvôr, e Lagos, favorecem a instalação de marinhas»68.La caratteristica di queste saline è che sono sfruttate quasi esclusivamente per lalavorazione del pescato locale, mentre per le esportazioni sono quelle di Setubal,Lisboa, Figueira da Foz e Aveiro, specie nel corso del XVII secolo, le protagonisteassolute assieme a quelle spagnole di Cadiz, Torrevieja e dell’isola di Ibiza. Imonarchi portoghesi pur concedendo alla nobiltà privative ed esclusive sui dirittigravanti sul sale, sono altrettanto interessati allo sviluppo delle peschiere, rilasciandoprivilegi ed esenzioni a favore delle attività manifatturiere. Il primo aprile 1409 DomJoão II concede i diritti do sal do reino a João Fogaça, confermati da Dom Manuel il5 agosto 149669; la Caza do Sal di Lagos viene concessa a Maria de Athaide il 20giugno 151370, con l’estensione di tutti i diritti il 28 gennaio 1517 (confermata il 27luglio 152871) poi passati il 28 marzo 1576 a Dom Sancho de Noronha, Conde deOdemira72. Il diritto del salgado di Villanova de Portimão viene concesso invece allafamiglia Castellobranco: a Dom Martinho l’8 giugno 1512 (confermato l’8 febbraio157573), a Francisco il 6 dicembre 152774, a Martinho il 10 gennaio 155075 e a

145

66 «La sardina nel Medioevo è un pesce mediterraneo che dai porti viene esportato verso altre regioni …ma dopo il 1650 in Linguadoca comincia una penuria di sardine provocata da una migrazione precocedi quel pesce nelle acque catalane … La sparizione della sardina è una catastrofe per i poveri a cui quelpesce procura nutrimento a buon mercato», J.C. Hocquet, op. cit., p. 252-3.

67 «Os muitos sapaes do Algarve, que se achão á borda do mar, canaes naturaes, e rios, que nelledezembocão», J. Romero Magalhães, op. cit., p. 209.

68 Ibidem.

69 IAN/TT, Chanceleria de D. João II, Livro 12, fl. 12.

70 IAN/TT, Livro de Guad. VII, fl. 63.

71 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 48, fl. 507.

72 IAN/TT, Livro de Confirmaçoens Geraes II, fl. 264.

73 IAN/TT, Livro de Confirmaçoes Gerais I, fl. 163.

74 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 14, fl. 17.

75 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 69, fl. 23.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Manoel il 18 ottobre 159576. La stessa famiglia ottiene nel tempo svariati beneficianche sulle tonnare e sulle peschiere dislocate nelle acque di Portimão77.

A fianco di queste donazioni feudali, 14 gennaio del 1513 Dom Manuel concedeil beneficio, confermato poi il 4 agosto 1523 da Dom João III, ai mercanti e aipescatori della villa di Lagos di poter «salgar seus pescados na ribeira da dita cidadesem pena alguna, sem embargo do acordo dos officies da Camara»78. Alla cittàvengono inoltre concessi dei diritti aggiuntivi sull’imposta del sale per finanziare, agliinizi del XVII secolo, la costruzione del canale che passa per la città79 e la festa doEspirito Santo80.

Al pari delle saline algarvie, quelle andaluse - San Fernando, le più estese -provvedono alla richiesta locale destinata alla salagione del pescato anche se glionerosi diritti gravanti sul sale spingono i pescatori locali a rivolgersi, dicontrabbando o per convenienza, al vicino mercato lusitano81. Ancora una volta ladocumentazione conservata presso l’archivio Medina Sidonia offre uno spaccatoestremamente esauriente al riguardo.

Molteplici le concessioni feudali alla famiglia come risulta dai memoriali e dalletrascrizioni degli antichi privilegi82, tra cui il più importante è sicuramente quello che«le estta conzedido el poder hazer fabricar cinco mil cahizes de sal, para conservar,para veneficiar en cada un ano la pezca de las almadravas, y de mas pesquerias quele pertenezen librementte, y sin dominio alguno; y de mas de sus serviçios por el quehizienon [?] sus antezessores de trescientos mil ducados à la Corona; y quehallandose en esta … pacifica possession, pareze que S. M. ha dado orden à susMinistros, para que en Zahara, donde actualmente se esttà pescando para que nopermitan se sale la pesca que deven hazer los armadores, si no es que sea con la salde esse salero»83. Similmente frequenti sono le richieste per il rispetto dei privilegiconcessi e le disposizioni prese al riguardo dagli ufficiali della Hacienda, comequella del 25 giugno 1724 del Señor Don Juan Perez de la Puente, Director de estaRenta [del sal] di Cadiz: «que pro ningun accidente se deroguen al Señor Duque losprevilexios que tiene su Casa para salar los atunes de sus almadravas y … de maspesquerias executadas por esta temporada y de mas que sean de quenta de suExcelencia con sal de sus almazenes»84. Continui sono negli inventari anche i

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

76 IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 69, fl. 23.

77 Cfr. IAN/TT, Chanceleria de D. João III, Livro 7, fl. 105 (1498 e 1522); Chanceleria de D. João III, Livro14, fl. 17 (1527); Chanceleria de D. João III, Livro 69, fl. 26 (1550); Livro de Confirmaçoes Gerais, fl. 183(1575); Chanceleria de Felipe I, fl. 248 (1595); Livro de Confirmaçoes Gerais XIII, fl. 39 (1625) e Livro deConfirmaçoes Gerais XIV, fl. 72 (1625).

78 IAN/TT, Chanceleria de D. Felipe I, Livro XXII, fl. 251.

79 IAN/TT, Chanceleria de D. Felipe II, Livro XVIII, fl. 233 (1607) e Chanceleria de D. Felipe III, Livro XXX,fl. 123 ( 1624).

80 IAN/TT, Chanceleria de D. Felipe II, Livro XXVI, fl. 56 (1609).

81 Cfr. AMS, Legajo 894/1562-1762.

82 Cfr. AMS, Legajo, 874/1741 (Memorial de pleito, puesto por el Duque, con exibicion de privilegios ydocumentos antiguos, que se reproducen, sobre las almadrabas del Rio Terron y … de salinas); Legajo888/1456 (Merced de las salinas de Manzanate hecha por el Duque a Alfonso Gutierrez); Legajo 954/1609(Privilegio de Felipe II a favor del Duque, de 5000 cahices de sal para sus almadravas) ehttp://www.fcmedinasidonia.com/1historias_2.htm., in cui si fa riferimento a un privilegio del 1396,concesso dal sovrano Enrique III, col quale le saline «de su herencia» passano di proprietà alla famigliaGuzman.

83 AMS, Legajo 894/1764.

84 Ibidem.

146

riferimenti alle scorte di sale85, così come le preoccupazioni dei fattori di averesempre il sale necessario per la preparazione della salamoia da utilizzare nellalavorazione del pescato86. Precise, infine, le disposizioni riguardanti il funzionamentodegli almazenes così come i progetti per la costruzione o l’ampliamento dei depositidi sale nei pressi delle manifatture, come nel caso del castillo di Zahara nel 156887.

Le tecniche di salagione sono differenti da regione a regione, dalla qualità delsale utilizzato - addirittura è consigliabile un minerale poco puro88 -, dalla tipologiadi pesce messo in salamoia e dalla sua “resistenza” all’umidità e al trascorre dei mesi.La sardina, per esempio, a differenza del tonno89 che, come ricorda Henri Bresc piùdella prima è destinato all’esportazione90, ha bisogno di trattamenti più laboriosi edi una quantità maggiore di sale, meglio se non eccessivamente grosso: «O sal paraa salga da sardinha e outro peixe pequeno, convém ser de grão mais fino. Aexplicação do facto, é que o sal constituido por pequenos cristais, pode ser espalhadouniformemente, mas coagula mais depressa as substancias proteicas dos tecidossuperficiais, o que prejudica a penetração do sal no interior da carne, tornando a suaconservação mais precaria quando se trata da salga do peixe grosso. Por isso, apratica aconselha o uso de um sal que não seja fino demais, nem demasiadamentegrosso, porque este actua mais lentamente e a demora de penetração nos tecidos,pode prejudicar a sua conservação em dias quentes. O sal traçado, constituindoportanto o meio termo, é o mais aconselhavel na maioria dos casos»91. In Franciasono diffusi almeno un paio di tecniche di lavorazione: «il primo metodo è quellodel “malestran”, eseguito in quattro fasi: lavaggio del pesce in cesti simili a gabbieimmerse in mare, sistemazione delle sardine in strati alternati con sale all’interno dibotti ermetiche in cui soggiornano quindici giorni, estrazione delle sardine chevengono infilate a tre per volta su bacchette e in seguito sciacquate nella lorosalamoia ed essiccate. Sono le sardine “in bianco”, consumate crude, soprattutto nelMidi. La seconda opzione consiste nel pressare le sardine nel barile, dove rimangonosotto pressa una decina di giorni. Un terzo metodo di salatura è la messa in pile, diquattro o cinque piedi di altezza, addossate ad un muro, con uno strato di sale chesepara i letti. Quando, dopo questa fase preparatoria, le sardine sono ben salate,

147

85 AMS, Legajo 884/1557-1569-1567 (Relazione tra le saline di Vejar e la tonnara di Zahara); Legajo993/1636 (Diligencias … e inventario que se higo en Vejar y Conil, de la sal, carretes [lenze], madera yotros peltrechos que havian guardado para las almadravas).

86 AMS, Legajo 888/1572 (Escritura otrogada por Diego Rodrigues y su mujer … al Duque en pago deldinero que le debia de atuns, sal y … que habe tomado de la almabrava); Legajo 951/1694 (Escrituraotrogada por el Capo Juan Ramirez de Alba, vesino de Conil y a favor del Duque, en que hace … de unacasa Chanca, con pila dentro para echar y salar atun, en el sitio de las Chanqrillas)

87 Legajo 886/1568 (Cuenta … por el Duque en el año 1568 para la construcción de un almacen nuevopara la sal, en el Castillo de Zahara).

88 «Quanto a pureza do sal, é curioso notar que determinadas impurezas quimicas tem certa influenciabenéfica, no aspecto e até no gosto, do peixe salgado, contràriamente ao que se poderia supor, porquanto,o sal puro comunica ao peixe uma cor amarelada, ao passo que os sais impuros, contendo calcio emagnésio, lhe dão um aspecto alvo muito agradavel», M. Vieira de Sá, O sal na conservação do peixe ede outros produtos alimentares. Varios processos de conservação, in “Boletim da Pesca“, 36 (Setembro),1952, p. 8.

89 «O atum saía embarrilado, raramente em fresco ou a granel. A sardinha devia ser beneficiada e tratadacom sal para se exportar. Mesmo o peixe, miúdo ou graúdo, que se leva ao interior do Algarve e aoAlentejo, exige a salga» J. Romero Magalhães, op. cit., p. 209.

90 Cfr. H. Bresc, Un monde Méditerranéen. Economie et société en Sicile 1300-1450, t. I, Roma 1986,p. 271.

91 M. Vieira de Sá, op. cit., p. 8.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

possono iniziare le altre fasi, come per il metodo “malestran”»92.La preparazione del tonno, invece, ci viene descritta da una fonte iconografica

del XVI secolo; nell’incisione raffigurante Conil de la Frontera, di Joris Hoefenagel,in primo piano vengono descritte le diverse fasi della lavorazione. A sinistra si osservaun grosso cumulo di sale da cui un operaio provvede a staccarne dei blocchi piùpiccoli con un uncino mentre altri due li versano con una vanga in una grande vasca.Contemporaneamente un altro lavoratore, a sua volta, taglia i tonni in tranci e li depo-sita nello stesso contenitore dove vengono mischiati al sale. Sulla parte centraledell’incisione due lavoranti sono impegnati a chiudere i barili dove sono stati stivatii tranci di tonno nel frattempo salati. Sullo sfondo si può osservare una struttura dipali di legno dove sono appesi da un altro addetto i tonni per far sgocciolare il sangueprima della macellazione e salatura.

Dalla descrizione appare chiaro come la lavorazione del tonno, in realtà siamolto più grossolana di quella delle sardine e come, probabilmenete, la quantità disale necessaria sia inferiore. Una memoria della seconda metà del XVIII secolo sulfunzionamento e sugli addetti della tonnara - sempre di Conil -, invece, forniscequalche altro elemento utile a integrare quanto rappresentato nella fonteiconografica. Si apprende della presenza di otto saladores e un arraes (capo) addettial compito di «salar atunes sin mesclarse en otra ocupasíon»93, con il salario di 33reales per l’intera stagione di pesca e di lavorazione; è prevista anche la presenza diun moso del salero, con la paga di 50 reales, addetto alla custodia e alla gestione deldeposito del sale e, infine, dei cuchillas, «de nueve a diez hombres governados porsu arraes; los primeros dividen los atunes, en quarto quartos, separando la espina conprontitud, y pocos golpes de cuchilla, y los segundos delasandolos con sus cuchillos,desandolos en postura de que la sal»94. Partecipano al trasporto del sale dal saleroalla chanca, anche i bentureros, uomini di fatica e senza alcuna specializzazioneaddetti principalmente al trasporto dei pesci. I salari prestabiliti possono essereaumentati in base all’andamento della pesca e del lavoro svolto, a discrezione delcapitan, «conforme el travajo, y merito quen bien echo en la temporada, y semprese compensa a que cada uno no exeda de diez ducados, llevando algunos a sietteocho por nueve, y doze y treze segun el travajo se le regula»95.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

92 J.C. HOCQUET, op. cit., p. 253.93 AMS, Legajo 229/1765.94 Ibidem.95 Ibidem.

148

(incisione del1572 di JorisHoefnagel)

Quest’ultima descrizione dimostra come, nonostante la mano d’opera impiegatanelle manifatture di salagione del pescato non sia sempre specializzata96, nel ciclodi produzione, tuttavia, venga attuata una divisione del lavoro ben strutturata earticolata con differenziazione di compiti e salari.§

149

96 Sul reclutamento della mano d’opera in andalusia cfr. P. A. SOLE, Los picaros de Conil y Zahara, Cadiz1965.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

SAL PARA PESQUERÍAS EN LA ESPAÑA

DEL SIGLO XVIII

José Manuel Vázquez Lijó*

Resumo: En el XVIII/2 se dispusieron varias rebajas en el precio de la sal destinada a laconservación del pescado. Un precio que se había elevado considerablemente debidoa que sobre este producto se cargaron muchos arbitrios para gastos militares, arreglosde caminos, etc. Estas medidas, junto con otras de alivio fiscal al sector pesquero (exen-ción de alcabalas, cientos y millones sobre las primeras ventas de pescado, franquiciasen el abasto de cáñamo y alquitrán, etc.) fueron promovidas por la Secretaría de Mari-na como recompensa a las obligaciones de los pescadores para con la Armada. Ini-cialmente sólo los matriculados de mar de Galicia y Asturias se beneficiaron de esta ba-jada del precio y de las órdenes de entrega al fiado (venta a crédito) de la sal; pero lue-go estas ventajas se hicieron extensivas a todos los pescadores del litoral español, in-cluidos los inversores, los llamados fomentadores. No obstante, el suministro de sal paralas pesquerías no siempre fue conforme con estas medidas, tanto por los límites de laoferta como por problemas derivados de la actuación de las autoridades de la renta desalinas

La importancia de la sal desde el punto de vista comercial y hacendístico en laEuropa de la Baja Edad Media y del Antiguo Régimen es suficientemente conociday le valió el sobrenombre de oro blanco1. Lo extendido de su demanda llevó a queen España la Corona, en concepto de regalía, se reservase desde el siglo XIII el de-recho de propiedad sobre las salinas. Felipe II, al decretar su estanco en 1564, diouna vuelta de tuerca en el control monopolista de la producción, pero también deltráfico y venta de sal, con negativas repercusiones en el sector pesquero a causa dela subida en el precio y de los habituales problemas de abasto, especialmente gra-ves en Galicia, reino de muy pobre producción salinera que dependía en grado sumode las importaciones, sobre todo desde Andalucía y Portugal2. Los desajustes entreproducción y demanda siguieron siendo constantes en el siglo XVII y tuvieron su re-

151A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]. Doctor en Geografía e Historia por la Universidad de Santiago de Compostela, conla tesis titulada La Matrícula de Mar y sus repercusiones en la Galicia del siglo XVIII; Investigador del pro-yecto Actas de las Juntas del Reino de Galicia, ss. XVII-XVIII, dirigida por D. Antonio Eiras Roel (1999-2006); Profesor interino en el departamento de Historia I de la Universidad de Santiago de Compostela

1 Son de oligada mención los estudios reunidos en Mollat, M. (dir.), Le rôle du sel dans l’histoire, Paris,1968; y en Hocquet, J.C, Le Roi, le marchand et le sel, Lille, 1987.

2 Castiñeira Castro, V., “El litoral gallego y el abastecimiento de sal a mediados del siglo XVI”, en Obra-doiro de Historia Moderna, nº 8 (1999), pp. 18-30; y Valdés Hansen, F., “El abastecimiento y la crisis dela sal en los puertos de A Coruña y Betanzos durante la segunda mitad del siglo XVI”, en Cuadernos deEstudios Gallegos, 2003, pp. 100-110. Sobre las exportaciones de sal hacia Galicia desde Aveiro, Portoy Setúbal véase respectivamente Amorim, I., Aveiro e os caminhos do Sal da produçao ao consumo (sécs.XV a XX), Aveiro, 2001, pp. 68-69; Santos, C. dos, “Para a História do comércio portugués. Movimentoda saída de barcos pela Barra do Douro de 1681 a 1705 e de 1777 a 1801”, en Boletim Cultural da Câ-mara Municipal do Porto, Porto, 1984, p. 131; Rau, V., Estudos sobre a História do sal portugués, Lisboa,1984, pp. 284-285.

flejo tanto en las solicitudes de licencia, algunas atendidas, de los pescadores parafletar embarcaciones con carga de sal desde las bases portuguesas, como en las pro-testas de los mayordomos gremiales y de los talieiros de los cercos, por la escasezde suministro de una materia prima indispensable para la comercialización de lascapturas3.

Artículo de amplio consumo, la sal fue muy gravada con arbitrios para hacer fren-te a necesidades financieras bien particulares de los pueblos bien generales de la Mo-narquía durante la Edad Moderna. Felipe IV intentó establecer en 1631 una únicacontribución, el llamado impuesto de la sal, de carácter universal (sin exentos) en sus-titución de los millones. Pero esta importante reforma fiscal hubo de abandonarse alaño siguiente ante todo por la amplia oposición tanto al gran incremento en el pre-cio, que lo situaba en 40 reales/fanega4, como a los acopios obligatorios hasta al-canzar los cupos de consumo asignados en las reales órdenes; una resistencia queen el País Vasco, y más en particular en Vizcaya, a diferencia de lo ocurrido en Se-villa y en Extremadura, tuvo carácter de revuelta popular, con algunas acciones vio-lentas, en defensa de los fueros que amparaban un estatuto fiscal privilegiado5.

En esta trabajo se analizan las medidas de desgravación de este artículo para fa-vorecer al sector pesquero que fueron promovidas desde la Secretaría de Marina enla segunda mitad del siglo XVIII, cuando los valores de la renta de salinas evolucio-naron al alza a consecuencia de los sucesivos recargos y al compás del crecimien-to de la población; su peso relativo en el conjunto de ingresos de la Corona pasó derondar el 5% en el período 1753-1765 a alcanzar el 11% en el quinquenio 1803-18076. Y en términos absolutos, su producto anual, descontados costes de produc-ción, transporte y almacenaje, también siguió una tendencia positiva en ese mismoperíodo; superó los 10 millones de reales en el reinado de Felipe V, los 16 en el desucesor, se acercó a los 22 en el período 1761-1765 y superó los 39 en el quinque-nio 1793-17977.

La mayoría de referencias documentales proceden de legajos relativos a Matrí-culas y Pesca de los fondos de la sección Secretaría de Marina (SM) conservados enel Archivo General de Simancas (AGS) y en el Archivo General de Marina Álvaro deBazán (AGMAB). En menor medida se ha recurrido a los expedientes relativos al es-tanco de la sal del fondo Dirección General de Rentas (DGR) del primero de los re-feridos archivos; esta última es una documentación poco utilizada hasta la fecha perode consulta indispensable para el estudio de la producción y comercialización de lasal y de la gestión de su estanco en época borbónica.

Para tener una idea certera de lo que supusieron las rebajas en el precio del ar-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

3 Canoura Quintana, A., La pesca en la Galicia del siglo XVIII, Tesis doctoral, Facultad de Geografía e His-toria de la UNED, Madrid, 2002, pp. 781-785 y 824-825.

4 El peso de una fanega de sal equivalía a 51,5 kilogramos.

5 Sobre la resistencia pasiva evidenciada en el partido Badajoz, donde el 80% de sus localidades (cuyoscensos sumaban el 85% de la población) no consumió las cantidades previstas en la real cédula de 3-I-1631, consúltese Rodríguez Cancho, M., y Rodríguez Grajera, A., “La reforma de la sal y la población deExtremadura (1631)”, en Obradoiro de Historia Moderna, nº 4 (1995), pp. 43-52. Sobre la oposición delos miembros del estamento eclesiástico a este impuesto universal y de los serios altercados que su apli-cación generó en las provincia vascas, Elliott, J.H., El Conde-Duque de Olivares. El político en una épo-ca de decadencia, Barcelona, 1990, pp. 415, 421-423, 434-436 y 441-445.

6 Pieper, R., La Real Hacienda bajo Fernando VI y Carlos III, Madrid, 1992, p. 118; Y Comín, F., Las cuen-tas de la hacienda preliberal en España, Madrid, 1990, p. 134.

7 González Enciso, A., Felipe V: La renovación de España. Sociedad y economía en el reinado del primerBorbón, Pamplona, 2003, p. 212; Pieper (1992), p. 119; Canga Argüelles, J., Dicccionario de haciendacon aplicación a España, 2 vols, Madrid, 1833-1834 (reed. de 1968), vol. II, p. 484.

152

tículo en cuestión destinado a salazones de pescado, debe tenerse en cuenta quecomo resultado de sucesivas recargas el coste de la fanega para el comprador se ha-bía elevado mucho hacia 1750 respecto a cien años antes. Al precio base o de re-galía fijado por la Corona (lo que Canga Argüelles llama “derecho principal o pri-mitivo”), con el permiso de las Cortes castellanas, se sumaron múltiples imposicio-nes de distinto alcance territorial: desde contribuciones de aplicación en el conjun-to de un reino hasta arbitrios locales, que si bien se establecieron con carácter tem-poral a menudo se prorrogaron y se aplicaron a fines distintos de los iniciales, cono sin licencia de los pueblos. Como consecuencia, el precio final de venta al con-sumidor varió bastante de unas provincias a otras.

Ilustra lo dicho el caso gallego que conocemos por la documentación de las Ac-tas de las Juntas del Reino (AJRG). Esta institución estuvo facultada para imponer re-cargas fiscales sobre la sal como de hecho hizo. En la década de 1630 comenzó acorrer un arbitrio de 2 reales de vellón en fanega para la “fábrica y sustento” de lallamada escuadra de Galicia. Mucho después de desmantelada esta armada, la casade negocios de sus antiguos asentistas, los Quincoces, logró ver reconocida por sen-tencia judicial su derecho a seguir percibiendo la mitad de dicho arbitrio, mientrasque la otra mitad se aplicó a la gastos de la fábrica de jarcia y lona ubicada en Sadaen virtud de real cédula de 9-IV-1693. Por esta disposición, al antiguo recargo sesumó un real más: en total tres reales en fanega. Una imposición que entonces fueconcedida por el Reino de Galicia a la Corona en concepto de donativo gracioso porespacio de 12 años. Dado que por real ejecutoria del Consejo de Castilla ganada porel Reino de Galicia y en conformidad con los capítulos de concesión de los servi-cios de millones, el precio base de la fanega estaba fijado en 11 reales, a partir de1693 en los alfolíes gallegos ésta se despachó como mínimo a 14 reales8. En cual-quier caso, en 1704 el precio de la fanega vendida en Galicia era de 18 reales, y pasóa ser de 20, debido a un recargo general de dos reales en todos los dominios de laCorona, dispuesto por real cédula de 30-XI-1704, sin permiso de las Cortes ni de sudiputación. Con todo, según el testimonio del Conde de Puñonrostro, Gobernador-Capitán General de Galicia, la sal estaba menos gravada en este reino que en las pro-vincias de Castilla y Andalucía donde en 1691 se cobraban precios por fanega queoscilaban entre los 23 y los 44 reales, pese a que “en ellas ay salinas y no tienen lacosta de conduçirla de fuera” como sucedía en Galicia9. Esto justificaría el donati-vo de 4 reales más en fanega de sal consumida en Galicia, gracia que solicitó en-tonces pero no concedió la Junta de Reino. Lo que ésta sí aprobó en 1705 fue un ar-bitrio de 14 reales sobre dicho género, en esta ocasión para costear la puesta en piede ocho tercios de infantería. En consecuencia la fanega de sal pasó a venderse enGalicia a 34 reales.

O sea, que en Galicia, y seguro que en otros territorios, desde época de FelipeIV el precio de este artículo para el consumidor se había elevado considerablemen-te de resultas de sucesivas imposiciones que se contrarrestaron de modo muy leve

153

8 Como mínimo porque no tenemos certeza de que por entonces no continuase vigente otra contribución,ésta de 4 rs. en fanega, establecida en tiempos de la rebelión portuguesa en consideración a la subidade los costes de fletes por la inseguridad marítimo. En 1684, las siete ciudades gallegas cabeza de pro-vincia pusieron como una de las condiciones para la nueva prórroga de los servicios de millones el cesede dicho sobreprecio, toda vez que hacía más de tres lustros que la guerra había terminado. Véase el do-cumento 267-D de AJRG, volumen X: 1681-1689, Santiago de Compostela, 2002.

9 AJRG, volumen XI: 1690-1697, Santiago de Compostela, 2002, p. 115. En la década de 1830 Canga Ar-gëlles afirmó que las provincias de Asturias y Galicia no pagaban el coste de conducción de la sal (se su-pone que de la fabricada en España) “por práctica inveterada”. Canga Argüelles (1968), p. 478.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

con contadas rebajas10. Sin embargo, todo apunta a que no fue hasta el reinado deFernando VI, cuando, con mucho retraso respecto a Francia11, se dispusieron las es-pecíficas para promover las salazones de pescado. Estas gracias se concretaron en:

- ligeras rebajas en el precio base - y exenciones de algunos de los muchos recargos que encarecieron la compra

del género en cuestión.Una y otra se complementaron con una tercera, que no era del todo nueva: el

despacho al fiado (bajo fianzas) de sal que se concedió para favorecer a la citada ac-tividad marítima al menos desde principios del siglo XVIII 12.

Conviene tener presente que dichos beneficios en más de un caso formaron par-te de paquetes de medidas de fomento de la pesca por la vía impositiva. De hecho,entraron en vigor al tiempo que se decretaban la libertad de derechos del cáñamo yalquitrán extranjeros adquiridos por los matriculados para la fábrica y reparación desus artes de pesca; y exenciones del pago de derechos de aduanas, de alcabalas,cientos y millones que venían gravando el producto de las pesquerías nacionales13.El objetivo común de dichas disposiciones fue doble: económico y militar. Del éxi-to del primero dependería en cierto modo el del segundo. La esperable expansión delas salazones habría de traducirse en una reducción del consumo de bacalao ex-tranjero. Pero la caída de estas importaciones, objeto de preocupación de los teóri-cos del mercantilismo español por sus efectos negativos en la balanza de pagos, sedebió ante todo a la conjunción de dos factores: las crecientes aranceles sobre lasentradas de bacalao y la reducción de las días de cuaresma, comprando la dispen-sa de la Bula de la Carne. Y es que en general, las alternativas no fueron sólidas: losfrutos de los proyectos de grandes empresas pesqueras, las más ambiciosas bajo lafórmula de las compañías privilegiadas con participación estatal, fueron escasos y/oefímeros, y las nuevas concesiones para la explotación de almadrabas atuneras rin-dieron poco o nada14.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

10 En la mencionada propuesta del Conde de Puñonrostro, fechada en julio de 1691, se alude a una “baja”que había supuesto que la Corona dejase de ingresar 200.000 ducados al año del producto de la rentade salinas. Esta medida sintoniza con la política de alivio fiscal durante los gobiernos del Duque de Me-dinaceli y sobre todo del Conde de Oropesa, materializada en condonaciones y ajustes de deudas tribu-tarias de los pueblos y en la rebaja a la mitad de los cientos. Sánchez Belén, J.A., La Política fiscal en Cas-tilla durante el reinado de Carlos II, Madrid, 1996, pp. 248-256.

11 Ya en 1399 Carlos VI dispuso exenciones de la gabelle y descargas en el precio en favor de las “gros-ses salaisons” Hocquet, J.C., “L’impot du sel et l’Etat”, en Hocquet (1987), p. 32.

12 Como se constata en los papeles sobre la escritura de condiciones de la tesorería del citado arbitriode 14 reales en fanega concedido en 1705, era estilo de la administración de salinas la entrega al fiadodurante seis meses del género destinado a salar productos pesqueros y también del que era de obliga-da adquisición por la protestada práctica de los “acopimientos” de sal. Véanse los documentos 51-A, 56-A, 92-D, 93-D y 124-D de AJRG, volumen XIII (1705-1706), Santiago de Compostela, 2002.

13 Y en relación con esto, por el artículo 124 de la Ordenanza de matrículas de 1-I-1751 se daba un pasoen esta misma dirección al prohibirse toda contribución de carácter jurisdiccional sobre el producto pes-quero, en dinero o en especie, por la facultad de despachar licencias para faenar o por otro supuesto pri-vilegio o derecho, hasta ser acreditado documentalmente. De estas medidas y su balance se trata en Váz-quez Lijó, J.M., “El fomento de las pesquerías españolas en el siglo XVIII por la vía de las exenciones yrebajas fiscales”, comunicación presentada en el VII Congreso da Asociación de Historia Económica, Za-ragoza, 2001.

14 Astigarraga Goenaga, J., “La Compañía General de Pesca Marítima en las costas del Mar Cantábrica(1770-1782)”, en Boletín de la Real Sociedad Bascongada de Amigos del País, nº 48, tomos 1-2 (1992),pp. 137-158; Fernández Díaz, R., “Un proyecto económico ilustrado. La compañía meridiana de pesca”,en Ciencia, Vida, Espacio en Iberoamérica, Vol. II, Madrid, 1989, pp. 127-141; Martínez Shaw, C., “La em-presa de pesca de Galicia, 1788-1789”, en Historia y perspectivas de investigación. Estudios en memo-ria del profesor Ángel Rodríguez Sánchez, Badajoz, 2002, pp. 175-183. Vázquez Lijó, J.M., “Proyectos depesqueras de peces corsarios en la Galicia del siglo XVIII”, en Universitas. Homenaje a Antonio Eiras Roel,Tomo I, Santiago de Compostela, 2002, pp. 411-423.

154

La finalidad militar, no tan explícita ni directa, de tales desgravaciones, partía dela consideración del sector pesquero como una especie de vivero de tripulantes parala Armada. Los éxitos del programa de rearme naval emprendido bajo directrices delMarqués de la Ensenada, secretario de Marina, no sólo pasaban por un incrementode las unidades de flota de guerra sino también por garantizar el suministro regularde marinería. De ahí que las primeras de estas reducciones en el precio a pagar porla sal tuviesen como únicos beneficiarios a los llamados matriculados (profesiona-les del mar registrados en las listas oficiales). Venían siendo un pequeño premio a su-mar a sus otras contraprestaciones, más teóricas que reales, por su obligado servicioen los bajeles del rey15.

La primera minoración en el precio de este artículo destinado a la salazón de pes-cados “de todas la especies” de que tenemos noticia se dispuso por una real ordende 7 de marzo de 1750, en virtud de la cual se rebajó un real de vellón en el importede cada fanega, fijado entonces en 11 reales. Previendo la imposibilidad financierade muchos matriculados a título particular para abastecerse de este artículo en la can-tidad necesaria, esta medida se completó con la entrega al fiado por el acostumbra-do término de 6 meses de la sal demandada para sus pesquerías16, recayendo la res-ponsabilidad mancomunada del pago en los gremios de mar. Esta entrega bajo fian-za, sin exigencia de pago inmediato, puede ser que dejase de aplicarse por un tiem-po. Es lo que se deduce de los críticas palabras del bien informado Fray Martín Sar-miento en una carta de 9 de marzo de 1759 dirigida a su hermano Francisco JavierGarcía Sarmiento, ministro principal de la provincia marítima de Pontevedra: “Ma-ñana caerá en el suelo el privilegio de la sal fiada. Llevará el diablo toda la pesque-ría y viva el valor español”17.

Hubo que esperar más de dos décadas para la aprobación de las primeras exen-ciones de recargas impositivas. En virtud de una real orden de 22 de octubre de 1773(en otras ocasiones se habla de una disposición de 10 de noviembre de dicho año),“toda clase” de pescadores de Mallorca e Ibiza fueron agraciados con la entrega alfiado por espacio de seis meses de toda la sal que necesitasen para la curación y sa-lazón de sus capturas al precio de 11 rs. fanega, libre de los 4 rs. de sobreprecio apli-cados a caminos y milicias18. Ambas franquicias, junto con el suministro de sal fia-da durante un año, se hicieron extensivas “a todos los pescadores del Reyno en ge-neral” y se completaron con otra nueva rebaja de dos reales en fanega según se hizopúblico en el capítulo 26º de la real cédula de 16-II-1775 para el establecimiento dela privilegiada Compañía General de Pesca Marítima en las Costas del Mar Cantá-brico, expedida a instancias de la Real Sociedad Bascongada de Amigos del País19.

Luego de un nuevo gravamen de 4 reales en fanega para gastos de la guerra con-tra Inglaterra impuesto en 1779 sin excepción, se aplicó otra rebaja como parte del

155

15 Exenciones de levas para el Ejército y las milicias provinciales, fuero propio y, como derecho más con-trovertido, exclusividad para practicar las actividades marítimas. Vázquez Lijó, J.M., La Matrícula de Mary sus repercusiones en la Galicia del siglo XVIII, Tesis doctoral, Universidad de Santiago de Compostela,2005, pp. 583-759.

16AGS, SM, Legajo (Leg.) 281. Doc. Madrid, 7 de marzo de 1750.

17 Filgueira Valverde, J., Epistolario do P.Sarmiento. Santiago de Compostela, 1995, p. 63.

18 Estos impuestos generales (dos reales para gastos de milicias provinciales y otros tantos para gastosde viales terrestres) continuaban vigentes en 1833, cuando además corrían otros que en su mayoría ha-bían sido concedidos para hacer frente a coyunturales urgencias bélicas. Canga Argüelles (1968), p. 479.

19 AGMAB, Matrículas. Generalidad. Leg. 2.001. Prontuario de Reales Órdenes sobre Matrícula, Pescay sus incidencias (1751-1785). Sobre esta compañía privilegiada, Astigarraga Goenaga (1992). Una co-pia de la referida real cédula de fundación en AGS, SM, Leg. 290.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

importante conjunto de disposiciones de alivio fiscal en virtud de una real resoluciónde Carlos III de 23 de diciembre de 1782. En cumplimiento de la misma, la fanegade sal para el referido fin habría de venderse a 10 reales (el precio fijado en 1750) alos pescadores, armadores, auxiliadores, compradores particulares y, en definitiva,“sin diferencia alguna personal” a cuantos interviniesen en los procesos de pesca ytratamiento de su producto con destino al mercado20. De esta manera, conforme ainformes previos de los Directores Generales de Rentas y en contra de la opinión dealgunos ministros de Marina, se daba una respuesta satisfactoria a las demandas delos llamados fomentadores de la pesca en Galicia, que venían exigiendo las mismasfranquicias disfrutadas por los matriculados por lo que a las condiciones de despa-cho de sal se refiere. Esto ya lo habían logrado algunos, pero a título particular, des-de 1775, esgrimiendo su capacidad inversora, por modesta que fuese muy superiora la del matriculado medio21.

Y esta meta, según ciertos indicios, la habrían alcanzado gracias en parte al apo-yo de ministros del estanco interesados en que el incremento del consumo para sa-lazones de pescado contrarrestase la pérdida de ingresos de la Hacienda derivada delas desgravaciones. Una pérdida que de haber sido mayores las rebajas en el preciode la sal en beneficio de la pesca, sería de consideración ya que para este fin se con-sumían una buena parte del género puesto en venta legalmente en los reales alfolí-es. De nuevo echamos mano de los datos que conocemos para Galicia, donde se re-caudó aproximadamente una décima parte del producto de la renta de salinas22. Las442.925 fanegas despachadas allí “a la Marina” en el período 1764-1770, suponí-an el 18,9% del total cifrado en 2.337.114 de fanegas23. Porcentaje que se incre-mentó hasta el 45,3% (235.090 de 518.325) en el trienio 1797-179924 tal vez a con-secuencia de hipotéticas disposiciones que priorizarían el suministro para pesquerí-as de un producto cuya oferta había bajado respecto a los valores conocidos para fi-nales de la década de los ochenta (Gráfico I).

Por lo que respecta a la extensión de las discriminaciones en el precio a favor delos salazoneros y no exclusivamente de los matriculados, es significativo que en fe-brero de 1771 D. Francisco Ferraz, administrador general de salinas en Galicia, con-siderase la prohibición de uso de las jábegas (controvertidas artes de arrastre utili-zadas en el litoral gallego sobre todo por quienes las habían introducido: los fo-mentadores catalanes decretada en marzo de 1769, como la causa principal, aun-que no la única25, de la reducción drástica (del 64,2%) en el consumo de sal desti-nado a pesquerías que se despachó en las 26 receptorías del Reino de Galicia du-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

20 AGS, SM, Leg. 292. Doc. El Pardo, 11 de febrero de 1783.

21 AGS, DGR, I Remesa, Leg. 2.316. Docs., A Coruña, 19 de julio de 1775; Pontevedra, 11 de agosto de1775; Leg. 2.317, Docs., Vilagarcía, 7 de enero de 1777 y Madrid, 26 de julio de 1777.

22 En 1787 el aporte gallego en términos de ingresos brutos (“valores íntegros”) fue del 11,3% (6.267.333de un total español de 55.408.934 reales de vellón). Canga Argüelles (1968), p. 484.

23 La media anual de este sexenio, 389.519 fanegas, duplicó de largo la cantidad (162.358 fanegas) sa-lida de los alfolíes gallegos entre mayo 1705 y mayo 1706. Para estimar los ingresos que habría de reportarel citado arbitrio de 1705 para gastos de los 8 tercios, se partió de un presupuesto de 180.000 fanegas a.Al parecer, este extraordinario recargo había motivado una detracción del consumo. AJRG, Volumen XIII,doc. 154-D; Volumen XV (1709-1712), Santiago de Compostela, 2005, p. 626.

24 AGS, DGR, I Remesa, Leg. 2.316, Doc. Pontevedra, 18 de febrero de 1771; Meijide Pardo, A., “Ne-gociantes catalanes y sus fábricas de salazón en la ría de Arosa (1780-1830)”, separata de las Actas del IColoquio de Historia Económica celebrado en Barcelona en mayo de 1972. A Coruña, 1973, p. 26.

25 Apuntó también a las levas de marinería que incidían negativamente sobre un mercado laboral, el dela pesca, muy rígido por el empecinamiento de las autoridades de Marina en la defensa de la menciona-da exclusividad de los matriculados para el mercado laboral de la pesca.

156

rante 1770 (13.166 fanegas) respecto a los registros (36.852 fanegas) del año ante-rior26 (Gráfico II). Adelantándose a la R.O de 11-II-1783, sería precisamente el cita-do Ferraz, quien al ordenar en 1775 que los receptores de la renta exigiesen fianzasindividuales, no ya gremiales, como garantía de abono del coste del género adqui-rido en los alfolíes, obstaculizaría mucho la continuidad de la actividad salazonerade los matriculados, favoreciendo los intereses de los fomentadores con más crédi-to27.

Carecemos de una serie completa de entradas de sal en los almacenes oficialespara la segunda mitad del siglo XVIII, pero a tenor de algunos datos bien pudiera serque la mencionada disposición de 1775 neutralizase en parte los efectos positivosen el consumo de la ampliación del marco de beneficiarios de los precios de gracia

157

26 AGS, DGR, I Remesa, Leg. 2.316, Doc. Pontevedra, 18 de febrero de 1771.

27 Carmona Badía, X., Producción textil rural rural e actividades marítimo-pesqueiras na Galiza, 1750-1905. (Tesis doctoral inédita).Univ. de Santiago de Compostela, 1983, Tomo II, pp. 437-439. El 39% delos 8.400 fanegas beneficiadas en el alfolí de Vigo-Cangas en 1775 habían sido despachadas a siete fo-mentadores. Meijide Pardo, A., “Aspectos de la vida económica de Vigo en el siglo XVIII”, en Vigo en suhistoria, Vigo, 1980, pp. 342-344.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Gráfico 2 Fanegas de sal despachadas en los alfolies gallegos, 1764-1770

Fuente: AGS, DGR, I Remesa,Leg. 2.136. Doc. Pontevedra,18 de Febrero de 1771;1: nótese la existencia en lagráfica de dos ejes Y con valoresindependientes: “Parapesquerias” (isquierda) y “Alcomún” (derecha).

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

120.000

100.000

80.000

60.000

40.000

20.000

0

350.000

300.000

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0

1764

1765

1766

1767

1768

1769

1770

Al comun 81%Para pesquerias 19%

Gráfico 1 Fanegas de sal despachadas en los alfolies gallegos

Fuente: AGS, DGR, I Remesa,Leg. 2.136. Doc. Pontevedra,18 de Febrero de 1771; MeijidePardo (1973), p.26

Al común 81%

Para pesquerias 19%

Total: 2.337.114

1764-70

Al común 67%

Para pesquerias 33%

Total: 818.458

1787-89

Al común 55%

Para pesquerias 45%

Total: 518.325

1797-99

de la sal para pesquerías. La media anual de fanegas vendidas en Galicia “a la Ma-rina” en el trienio 1764-66 fue de 87.956, mientras que en el de 1787-1789, tam-bién caracterizado por una tregua bélica en los mares con la consecuente bajada dela presión de las reclutas navales que sustraían muchos brazos de la pesca, se cifróen 92.518. Un promedio que decayó hasta las 78.363 fanegas en el trienio 1797-99(Gráfico III), ante todo debido a los problemas en el suministro marítimo causadospor la actuación de los corsarios enemigos28, y pese a que las salazones de pesca-do habían sido exceptuadas de dos nuevos recargos, de 4 reales y de 24 maravedí-es en 1794 y 1795 respectivamente para hacer frente a las urgencias de la guerra29.

Tales medidas no se tradujeron pues en un repunte significativo del consumo desal para dicho fin, en todo caso de la despachada legalmente pues contrabando siem-pre lo hubo. Tres hechos contrarrestaron los resultados esperables de aquéllas:

• la aplicación de nuevos sobreprecios• los problemas de suministro• la vulneración de los derechos de los matriculados en lo relativo a las condi-

ciones de despacho de sal

En cuanto a lo primero, las imposiciones de carácter local30 o provincial31 si-guieron sucediéndose y los matriculados no siempre estuvieron exentos de su pago.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

28 Ibid. Meijide Pardo (1973), p. 26.

29 Gallardo Fernández, F., Origen, progresos y estado de las rentas de la Corona de España: su gobiernoy administración, Madrid, 1805-1808, vol. VI, pp. 37-57.

30 En 1751 los del gremio de mar de Gijón pagaban 3 rs. de vellón en fanega de sal consumida por lassalazones. Este arbitrio había sido concedido para la composición de la torre de la catedral de Oviedo.Como hacía más de 25 años que esta obra estaba concluida, dichos contribuyentes protestaron por la con-tinuación de este gravamen. AGS, SM, Leg. 282. Doc. Madrid, 5 de enero de 1752.

31 En 1761, Carlos III, luego de rechazar otros medios de financiación propuestos por la Junta de Reino(un arbitrio de 1 maravedí en cada azumbre de vino pagado en origen y no sobre el atabernado; un re-partimiento por el acostumbrado sistema de tercias y sextas partes entre las provincias gallegas, y el gra-vamen de 1 maravedí en libra de tabaco consumido al por mayor o por menor), impuso el arbitrio de 2rs. en fanega de sal consumida en Galicia para costear la construcción del llamado Camino Real desdeA Coruña a Astorga. Se contempló que de resultar insuficientes los ingresos obtenidos para acometer laobra se recargase la fanega en un real más. Aunque inicialmente fue establecido por un período de diezaños a contar a partir del primero de julio de 1761, su cobro se prolongó hasta 1793. El producto totalreportado por este arbitrio superó los 19 millones de reales. Dado que las cuentas dieron superávit, des-de la tesorería gallega se enviaron al Principado de Asturias partidas por un importe global de 4.384.464rs. de vellón a lo largo del período 1770-1793 para costear la carretera hacia León. García Fuentes de laFuente, M.J., Galicia incomunicada por red viaria en el siglo XVIII. A Coruña, 1999, pp. 32-34.

158

Gráfico 3Promedio anual de fanegas de sal despachadas “a la Marina” en los alfolies gallegos

AGS, DGR, I Remesa, Leg.2.316. Doc. Pontevedra, 18 defebrero de 1771; MeijidePardo (1973), p. 26.

95.000

90.000

85.000

80.000

75.000

70.000

1764-66

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1787-89 1797-99

Trienios

Por lo que respecta a los lastres en el abasto fueron especialmente graves para el sec-tor pesquero de Galicia, que continuó dependiendo en gran medida de la produc-ción exterior pese a la puesta en explotación de algunas salinas32. Precisamente lasupresión del coste del transporte fue una de las cartas jugadas por los Caamaño,dueños de la isla de Sálvora, en su intento de obtener licencia para producir sal allíen previsión de importantes volúmenes de capturas de la almadraba que habían ide-ado como motor repoblador de dicho territorio. Esta empresa pesquera, proyectadaen términos poco realistas, no llegó a ponerse en marcha por el riesgo inversor queimplicaba. Por lo tanto no se hizo necesaria la explotación de salinas en Sálvora queen cualquier caso había sido condicionada por las autoridades de Hacienda que exi-gieron un sobrellave para controlar la producción y su destino, y que la sal no des-tinada a conservar los atunes se vendiese al precio de 8 rs. fanega33.

Como quedó dicho, los problemas de suministro se agudizaron en circunstanciasbélicas debido a la inseguridad en las rutas y a la prioridad de las demandas de hom-bres y barcos para la Armada en detrimento de la marina mercante34. Sabemos delas protestas de los dependientes de salinas por estas restricciones. En mayo de 1741Mateo de Herraz (sic) e Ibarra, arrendatario de dicha renta en Galicia y Asturias, ele-vó instancia al Intendente de Marina de Ferrol solicitando una vez más licencia parahabilitar marinería y pataches. A lo único que accedió este ministro, dadas las cir-cunstancias presentes, fue a permitir el empleo de gente inhábil militarmente ha-blando35. Por su parte, el ministro de la renta de salinas del partido de Cádiz, en unoficio de 20 de julio de 1790 dirigido a los Directores Generales de Rentas, dio cuen-ta de la imposibilidad por falta de tripulación de conducir sal a los destinos previs-tos (Galicia y Asturias) debido a las “rigurosas” levas ejecutadas en la ciudad de Cá-diz, su bahía y pueblos inmediatos durante cinco días seguidos, y de las que no sehabían librado “ni aun los más honrados artesanos”. De acuerdo con el cónsul dePortugal, propuso al Intendente de Marina que en “tan estrechos lances” le permi-tiese contratar a marineros portugueses “pues nada consigo con las Barcas [trece] queme ha dejado si se lleva la gente al apresto de la Esquadra”36.

Por último, un tercer factor a considerar es que los dependientes de salinas nosiempre respetaron los condiciones ventajosas de los matriculados por lo que al des-pacho y al precio de este género estancado se refiere. Un claro indicio es el oficioque desde la Secretaría de Marina se dirigió al titular de la cartera de Hacienda y a

159

32 A mediados del siglo XVIII se reactivaron salinas en el litoral de las Rías Bajas pero esta empresa pron-to entró en decadencia por diferentes causas. Pérez García, J.M., Un modelo de sociedad rural de Anti-guo Régimen en la Galicia costera: la Península del Salnés, Santiago de Compostela, 1979, pp. 248-252.

33 D. Vicente y D. Juan José Caamaño, padre e hijo, miembros de una notable familia de oficiales de laArmada, contaron con el firme respaldo del brigadier Muñoz de Guzmán, entonces inspector general dematrículas; según él, la sal producida en Sálvora sería más barata que la fletada en Andalucía, muy a me-nudo transportada en embarcaciones extranjeras, sobre todo portuguesas, “lo que es mui sensible a lasmatrículas, y lo considero pérdida del interés nacional, por ser extracción de dinero del Reyno”. Ambospromotores se comprometieron a contribuir a la Hacienda real con los mismos derechos que gravaban alas localizadas en las inmediaciones de Cádiz, petición de justicia “en atención a que somos iguales va-sallos que aquéllos”. Hay que tener presente que los 96.000 rs. en concepto de 3.000 anegas de sal, cons-tituía el principal capítulo dentro de las gastos previstos de esta pesquera. De este proyecto almadraberoque, a tenor de todos los indicios, no se materializó se trata en Vázquez Lijó (2005), pp. 730-750; y Mei-jide Pardo, A., Juan José Caamaño (1761-1819). Conde de Maceda. Ilustrado y economista ferrolano, ACoruña, 2001, pp. 95-103.

34 Matamoros i Aparicio, D., y Mestre i Prat de Pàdua, Mª., “Navíos particulares para el “servicio del Rey”.Fletes, corsarios y secuestros, 1700-1750”, en Historia Moderna. Historia en construcción. Vol. I. Econo-mía, mentalidad y cultura. Lleida, 1999, pp. 151 a 165.

35 AGS, SM, Leg. 255. Doc. A Graña, 30 de mayo de 1741.

36 AGS, DGR, II Remesa. Leg. 3.187. Doc. Cádiz, 20 de julio de 1790.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

los Directores Generales de Rentas en mayo de 177837. Su motivo fue reclamar queel personal de la administración de esta renta respetase el derecho de los pescado-res gallegos a abastecerse de sal, “sin causarles molestia ni detención”, en los justostérminos contemplados en la citada real cédula de fundación de la vasca CompañíaGeneral de Pesca Marítima; un derecho que Carlos III les había concedido expresa-mente con ocasión del reciente establecimiento del llamado Montepío de pesca38.Y en este mismo orden de cosas cabe citar la denuncia formulada en junio de 1790por el subdelegado de Marina de Vilaxoán (provincia marítima de Pontevedra), a raízde la vulneración de los privilegios de sus administrados, a la que, según su testi-monio, se le suministraba la sal como si fuesen individuos del común39.

Concluyendo, en la España de la segunda mitad del siglo XVIII entraron en vi-gor una serie de disposiciones de alivio fiscal a favor del sector pesquero, tanto enel campo de la producción como en el de la comercialización, cuyo balance no fuelo positivo que podría haber sido por culpa de los conflictos de competencias conlas justicias ordinarias y los dependientes de rentas reales40. Entre tales medidas secontaron el despacho al fiado de la sal y rebajas en su precio, que en un principiose concedieron únicamente a los matriculados y luego se hicieron extensivas a to-dos los salazoneros de pescado. Estos beneficios resultaron insuficientes para hacercompetitivo al género español, en particular la sardina gallega, en el mercado euro-peo del pescado salado dominado por ingleses, escoceses y noruegos, en cuyos pa-íses la sal se vendía mucho más barata que en España a raíz de la eliminación de lasbarreras monopolistas por lo que a la producción y tráfico de esta materia prima serefiere. Si al sobreprecio resultante de sucesivas imposiciones unimos la inseguridaden el abasto, se entiende que las críticas contra el estanco desde el sector salazone-ro se agudizasen en el siglo XIX con éxito relativo, pues las necesidades hacendísti-cas siguieron lastrando en gran medida el desarrollo económico41.§

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

37AGS, DGR, I Remesa. Leg. 2.316. Doc. Aranjuez, 1 de mayo de 1778.

38 Los fondos de esta institución crediticia, de polémicos estatutos y corta vida, procedieron de los ex-polios de las mitras de Santiago, Mondoñedo y Tui, y se destinaron preferentemente a costear los gastosde compra y reparación de redes y embarcaciones. Archivo Catedralicio de Santiago. Fondo General. Leg.411. También Meijide Pardo, A., “Hombres de negocios de la Galicia dieciochesca. Jerónimo de Hijosa”,en Revista (Instituto José Cornide), año III, nº 3 (1967), pp. 130 y ss; Martínez Barbeito, C., El Montepíode la pesca en la Galicia del siglo XVIII, A Coruña, 1972.

39 A estos perjuicios se unieron los continuos ataques a su fuero por parte de la justicia ordinaria de Car-ril. AGMAB, Matrículas. Asuntos Particulares. Leg. 1.959. Doc. Vilaxoán, 17 de junio de 1790.

40 Vázquez Lijó (2001).

41 Carmona Badía (1983), pp. 428-442.

160

THE COMMERCIAL RELATIONSHIP BETWEEN AMS-

TERDAM AND THE PORTUGUESE SALT-EXPORTING

PORTS: AVEIRO AND SETUBAL, 1580-1715

Cátia Antunes*

Abstract: This article will show the relationship established between the largest Por-tuguese salt producers and the Amsterdam market, which served as a staplemarket un-til late in the seventeenth century. The main goal is to look into the preferences of theDutch distribution market and to which extent that influenced the Portuguese exportsof salt during the long seventeenth century. We will pay special attention to the tradingroutes, curves of shipping, prices of freightage and individual merchants involved in thistransactions.

Salt was one of the most important products to be traded before the widespreaduse of refrigeration, being only second to cereals in its strategic importance. Salt wasused in manufacturing and preservation of food and hides. Fishing and other activi-ties were heavily dependent on this by-product of the sea. Therefore, to realise theimportance of salt simultaneously as product and a hard currency is essential to com-prehend the importance of the salt producing areas throughout the world during theEarly Modern period.

One of the most successful salt producers in then world was Portugal. Since ear-ly times, this stretch of land in Western Europe combined the accessibility to the At-lantic Ocean and the possibility to build salt pans along the coast line with a tem-perate climate that allowed for salt production almost the whole year around.

Generally, all the Portuguese ports in the Medieval and Early Modern periods pro-duced salt as a complement to their fishing activities. However, with the developmentof international relations during the thirteenth century, salt acquired an unprece-dented commercial value.

While salt production was widespread in Portugal, only Aveiro and Setubal were

161A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* Lecturer at the University of Leiden, The Netherlands. Department of History, under the section Econo-mic and Social History. Main research interests: socio-economic networks during the Early Modern period,urban history (particularly of ports), globalisation before the 19th century. Publications: ‘Sea and land: theintegration of the Dutch and Portuguese urban hinterlands in the European maritime system during the se-venteenth century’, Simonetta Cavaciocchi (org. in the name of the International Institute of Economic His-tory ‘F. Datini’, Ricchezza del Mare, Ricchezza dal mare (secc. XIII-XVIII). The wealth of the sea and wealthfrom the sea, 13th to 18th centuries, vol. 1, (Prato 2005), 115-145; ‘Credit and investment networks in theEarly Modern period: the financial relationship between Amsterdam and Lisbon, 1640-1705’, Actas delX Simposio de Historia Económica. Análisis de redes en la Historia Económica. Xth Symposium of Eco-nomic History. Network analysis in Economic History (Bellaterra, 2005). (cd-rom form); Globalisation inthe Early Modern period: the economic relationship between Amsterdam and Lisbon (1640-1705), (Ams-terdam 2004); ‘Urban links, trade networks and globalisation in the Early Modern period: Amsterdam andLisbon, 1640-1705 – a case study’, M. S. Beerbühl & J. Vögele (eds.), Spinning the commercial web. In-ternational trade, merchants, and commercial cities, c. 1640-1939 (Frankfurt am Main etc. 2004), 65-85

able to place their output in the international markets, being because of their abilityto produce enough to feed the local and international market, being because of thebetter quality of the product sent abroad. Be as it may, Aveiro and Seutbal developedfrom small fishing, salt-producing outlets into major players in the international saltmarkets.

In order to revisit Aveiro’s and Setubal’s importance in the international markets,I have chosen to analyse their relationship with the largest staple and consumer mar-ket in Europe during the Early Modern period: Amsterdam. Amsterdam dependedheavily on salt imports for the fishery of Holland and Zealand, as well as to use astrading advantage in the Scottish and Baltic markets. Therefore the first step to un-derstand the relationship between Amsterdam and the Portuguese ports of Aveiro andSetubal is to realise the significance of shipping levels during the period between1580 and 1715. This period is particularly important because both the NorthernProvinces of the Netherlands, by then already claiming the status of Republic of theSeven United Provinces of the Netherlands, and Portugal were under the sway of theHabsburg empire. So the first question one should ask is to which extent did the sta-tus of break-away province on the part of the Republic, and of integral part of theHabsburg empire, first, and as independent kingdom afterwards, on the part of Por-tugal, did influence the socio-economic relationship between these ports? Therefore,it is pertinent to look into the relationship between political decision-making process-es in The Hague, Lisbon and Madrid and the development of the Amsterdam-Aveiroand Setubal economic relationship during this period.

The measurement of the economic relationship between Amsterdam, Aveiro andSetubal will be made by using the freight contracts for Aveiro and Setubal passed bythe notaries of Amsterdam in this period, as well as, some accounts presented bydiplomatic personnel sent to Setubal to check the speed and efficiency of the exports.We will compare our findings with already existing data and show the discrepanciesbetween both sources of information. We will also intend to provide possible expla-nations for these differences.1

1. The routes

An extensive analysis of the Amsterdam notarial archives has revealed that therewere four main routes to reach Aveiro and Setubal. The simplest contracts disclosethe direct route, i.e., from Amsterdam to Aveiro or Setubal and straight back, or al-ternatively via one other European port. A merchant hired a skipper under whosecommand the ship was to leave Amsterdam and go to Aveiro or Setubal. The contractstell us the return cargo that had to be loaded in the Portuguese ports and the price ofthe freight for that trip. For example, on April 29, 1596, Hans Muijlkens and Jacobvan Neck hired skipper Sijmon Jacobsen, citizen in Zuiderwoude, to go to Aveiro andfetch some salt. Hans Muijlkens own the contract for three quarters of the cargo and

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

1 V. Rau, Os holandeses e a exportação do sal de Setúbal nos fins do séculos XVII (Coimbra: w.n., 1950).V. Rau, Rumos e vicissitudes do comércio do sal português nos séculos XIV a XVIII (Lisbon : Faculdadede Letras, 1963). V. Rau, Estudos sobre a história do sal português (Lisbon: Presença, 1984). M. J. V. B. M.da Silva, Aveiro Medieval (Aveiro, Câmara Municipal, 1991). I. Amorim, Aveiro e a sua provedoria no sé-culo XVIII (1690-1814) – estudo económico de um espaço histórico, vol. 1 (Porto: w.n., 1996). I. Amo-rim, Aveiro e os caminhos do sal. Da produção ao consumo (Aveiro: Câmara Municipal, 2001).

162

Jacob van Neck for one quarter. The ship De Vier Heemskinderen was to be loadedwith 100 last2 of salt and return to Amsterdam. The freight would cost 19 3/4 guildersper last and should not take more than twenty one days.3 Albrecht Symenssen Jon-ckheijn signed a similar contract for Setubal. He hired skipper Wijnolt Pieterss, citi-zen of Medemblik to take the ship Die Blaeuwe Haen to Setubal and bring back toAmsterdam 95 last of salt. The freight would cost Jonckheijn 21 _ guilders per lastsalt.4

The second route involved contracts that demanded a tour around different Por-tuguese ports. In the case of Aveiro, the initial load was destined to one or serveralof the Portuguese Northwestern ports (Viana do Castelo, Vila do Conde or Porto). Thereturn cargo, made up of salt was to be loaded at Aveiro. The same could happen forSetubal. The initial contract might be for another Portuguese port, usually Lisbon orthe Southern Portuguese ports in the Algarve, and the return cargo would include saltfrom Setubal. This route can be illustrated by the contract signed on December 28,1596 by Willem Mathijssen, Jan Visscher and Meijnert Adriaenss Craech. They hiredskipper Pieter Janssen from Dungerdam. Janssen was to take De Drie Swaenen with40 last of grain to Porto and Viana do Castelo, go to Aveiro and purchase a load ofsalt and then return to Amsterdam. The total price of the freight would reach 48guilders per last of salt. The merchants allowed the skipper to stay in Portugal for nolonger than thirty days.5 Another example of this route is the contract signed betweenJan Persijn and Jan Boelsen, skipper of Enkhuizen. Boelsen was to take the ship DieHoepe loaded with 130 last wooden materials to Lisbon, unload the wood, go to Se-tubal and fetch a return cargo of salt. The freight would cost Persijn 25 guilders perlast of salt. The contract gave ten days to the skipper to unload his goods in Lisbon.After that, he would have to move on to Setubal and return to Amsterdam as soon aspossible in order to avoid the icing of the North Sea.6

The third route can be seen as a port-to-port journey. A ship left Amsterdambound for Aveiro or Setubal. In one of these ports salt would be loaded and insteadof returning to Amsterdam, the skipper was to take the ship into the Baltic and un-load the salt in one of the ports mentioned in the contract. The choice of the desti-nation port in the Baltic could be done either by the skipper or by the merchant ac-cording to available information on the consumption market. The use of this routesreinforced contacts between Amsterdam, Aveiro and Setubal in Portugal, and theBaltic, where the salt was a vital product both for the fisheries and the daily use. Muchof this trade was compensated in the return cargos with grain that would be later onre-exported to Portugal and to other destinations in Southern and Central Europe. Agood example of this port-to-port route is the contract between Vincent and Hendrickvan Bronckhorst and Adriaen Martssen, citizen of Winckel, dated February 4, 1597.Skipper Martssen was to take Het Paert to Aveiro, load 90 last of salt, and sail north.His final destination was the Baltic ports of Pommeren, Danzig, Koningsberg or Melv-ing. Martssen would get 38 1/4 guilders for delivering the salt in one of the Baltic ports,when he would have only gotten 26 3/4 guilders in case the contract had been directly

163

2 One last weights 200 tons. 1 last = 200 tons.

3 Gemeentearchief Amsterdam (GAA), Notariele Archief (NA), 73, 80.

4 GAA, NA, 67, 83v.

5 GAA, NA, 76, 24v.

6 GAA, NA, 67, 112.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

to Amsterdam.7 Gerbrant Elbertsen Schilt closed a similar contract for Setubal on De-cember 3, 1594. Schilt hired Jan Hardyssen, citizen of Buiksloot, to take ‘t Fortuijnto Setubal, load 65 last of salt. Hardyssen was to depart from Setubal directly to theBaltic, where he was to choose from Danzig, Koningsberg, Melving, Riga or Reval tounload the salt. The return cargo from the Baltic would have to be made of wheat,barley and rye to be directly transported to Amsterdam. The freight price was differ-ent according to the destination of the salt. If the skipper was to sell the salt at Danzig,Konigsberg or Melving, the freight price per last would not go above 32 _ guilders.If the salt was to be sold at Riga or Reval, the freight price would be as high as 34guilders per last.8

The fourth and last route was the one that connected Aveiro and Setubal direct-ly with the Baltic, though the original contracts would mention other Portugueseports. Ships could be bound for some of the Portuguese ports, then have to collectreturn cargos from Aveiro and Setubal, heading as final destination to the Baltic. Thiswas the case with the contract signed on June 9, 1598 by Vincent van Bronkhorst andHendrick Adriaenss, citizen of Medemblik. Skipper Adriaenss should take Die Roosto Viana do Castelo, Porto or Lisbon with 70 last of merchandises. His return tripshould include Aveiro, where he was to load salt and sail directly into the Baltic.Once there, he could sell the salt at Pommeren, Danzig, Koningsberg, Melving orEeusel, load return cargos that should include cereals and woods, sail back to Por-tugal, sell his Baltic products at Viana do Castelo or Porto, gather a second return car-go of salt at Aveiro and return to Amsterdam. The total price of the freight for the saltleft in the Baltic would amount to 65 guilders per last and Adriaenss should not staylonger than three weeks in the Baltic ports. To play it safe, Van Bronkhorst demand-ed that Die Roos be fitted with eight pieces of artillery.9 A similar example can befound for the case of Setubal. Quirijn Janssen Bugge hired Sijmon Janssen, citizen ofTerschelling, to take the ship Die Hoope to Lisbon with different goods. Once he gotthere, Janssen was to go to Setubal buy 80 last of salt and take it directly to Danzig,Koningsberg or Riga, returning afterwards to Amsterdam. The freight price contem-plated two possibilities. If the skipper unloaded the ship in Lisbon and then travelledto Setubal, the freight price for the salt would be 35 guilders per last. If the skipperwould not take goods to Lisbon and sail directly from Setubal to the Baltic, the freightprice would not go above 32 guilders per last salt sold at the destination ports.10

These four routes do not seem to have been a specific event in a particular mo-ment in history. They co-existed and competed with each other for they served dif-ferent economic circuits, trade routes, and commercial networks. Therefore, it seemsimpossible to describe which one would be the most important, though it seems thatthe Amsterdam-Northwestern Portuguese Ports-Aveiro-Amsterdam was the most pop-ular for the Amsterdam merchants wanting to buy salt in Aveiro, whilst the most pop-ular route for Setubal was the direct route Amsterdam-Setubal-Baltic. The reasons forthis may be sought after in the nature of the salt trade from both ports. Aveiro pro-duced less amounts of salt yearly than Setubal and therefore it was used as a top-upproduct on the return cargos coming from the Portuguese Northwestern ports. Si-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

7 GAA, NA, 76, 61.

8 GAA, NA, 68, 95.

9 GAA, NA, 80, 89.

10 GAA, NA, 65, 149v.

164

multaneously, if the Dutch ships bound for the Portuguese Northwestern ports couldnot fulfil the return cargos with the output of their urban markets and the markets oftheir hinterlands, Aveiro was essential for the survival and international contacts thatthese ports could afford with the outside world. Aveiro’s salt was crucial for the prof-itability of the Portuguese Northwestern port system as a whole. Without the closenetwork intertwined between these smaller ports, it would have been difficult forthem to survive as international players.

The situation was different with Setubal. Setubal produced large quantities of saltand was in itself a self-supporting port. The closest port to Setubal was Lisbon, and itwas no match for the salt production. Although some of the ships would stop at Lis-bon and then load salt at Setubal to sail back to the North of Europe, following close-ly the relationship established between Aveiro and the Northwestern ports, this routewas almost negligible when compared to the direct route. Often the Amsterdam shipswould only bring ballast in their bottoms and sail back loaded with salt that mer-chants could either sell directly in the urban markets of the Dutch Republic or re-ex-port to other destinations in Europe, with particular emphasis for the Baltic region.11

2. Shipping fluctuations

Fluctuations in shipping between Amsterdam, Aveiro and Setubal were examinedfor the period 1580-1715 to assess the relevance of trade between these three cities.The information contained in the following graphs has been gathered by a statisticalstudy of the notarial documents contained in the municipal archive of Amsterdam andthe contributions by Virginia Rau to the general understanding of the Portuguese salttrade.

We will analyse the following graphs and explain the context in which the os-cillations in values of shipping were possible for the different ports. Subsequently, wewill compare Aveiro with Setubal and suggest some possible interpretation for thedata. Finally, we will compare the data of the Amsterdam notarial archive with thedata collected by Virginia Rau. We hope to shed some light on the discrepancies be-tween the information from both sources.

Graph 1 (next page) provides a general view of the shipping of salt from Setubaland Aveiro contracted in Amsterdam. The third set of data is the number of Dutchships indexed by Virginia Rau as arriving at Setubal to load salt.12 It is important toclarify that these were Dutch ships mentioned as coming from Holland, Lisbon (withDutch skipper and crew), Middelburg, Rotterdam, Porto (with a Dutch skipper andcrew), Amsterdam, Zealand and Hoorn. Rau’s numbers represent, therefore, the to-tal of the Dutch import of salt at the port of Setubal for a decade.

Graph 1 does not allow for a clear overview of the salt shipping from Setubal andAveiro into Amsterdam. Based on its information, we have built graph 2, where wecan clearly see the oscillations in shipping per decade. This will facilitate the read-ing of the continuities and changes of Setubal’s and Aveiro’s salt trade.

165

11 M. van Tielhof, The ‘mother of all trades’. The Baltic grain trade in Amsterdam from the late 16th to theearly 19th century (Leiden: Brill, 2002).

12 V. Rau, Estudos sobre a história do sal.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS166

Graph 2: Shipping between Amsterdam, Aveiro and Setúbal, 1584-1715

Years

of s

hips

600

500

400

300

200

100

0

Source: G.A.A., N.A. V. Rau,

Estudos sobre a história do sal português

(Lisbon: Presença, 1984), 249-275

1586

-159

0

1596

-160

0

1606

-161

0

1616

-162

0

1626

-163

0

1636

-164

0

1646

-165

0

1656

-166

0

1666

-167

0

1676

-168

0

1686

-169

0

1696

-170

0

1706

-171

0

Aveiro

Setúbal

Rau's numbers

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Graph 1: Shipping between Amsterdam, Aveiro and Setúbal, 1584-1715

Years

of s

hips

180

160

140

120

100

80

60

40

20

0

Source: G.A.A., N.A. V. Rau,Estudos sobre a história do sal português

(Lisbon: Presença, 1984), 249-275

1584

1596

1604

1612

1620

1628

1637

1645

1653

1661

1669

1677

1785

1693

1701

1709

Aveiro

Setúbal

Rau's numbers

Looking at graph 2 we notice that shipping levels between Amsterdam, Aveiroand Setubal started slowly to increase by the mid-1580s, if we look at the total of ship-ping provided by the Amsterdam notarial archives. The opened hostilities with Spaindid not favour these relationships, but for Setubal, after 1609 the graph shows a clearrecovery until 1621. After 1622, shipping levels drop dramatically and serious re-covery can only be noted after 1640. The 1640s were a successful decade for theshipping from Setubal, but the 1650s witnessed a long-term decrease in the exportof salt. The values of the 1640s were only reached by the 1690s, but the general tradedeclined steeply well into the eighteenth century.

The data of the Amsterdam notarial archives indicate a different pattern for thesalt shipping departing from Aveiro. It seems that the salt exports from Aveiro startedlater than the ones from Setubal and it is when Setubal’s shipping is declining by theturn of the seventeenth century, that Aveiro books her largest successes in the ship-ping into Amsterdam. After the middle of the 1610s, Aveiro’s participation in the saltexport to Amsterdam decreases drastically and after 1676 the notarial records stopgiving any information on the exports of salt made from Aveiro into the Dutch Re-public.

In order to understand the shifts represented above, we will have to start in thelate 1560s when several of the Spanish provinces in the Northern Netherlands re-volted against the might of Philip II. The revolt was a mix of economic uneasinessabout the high taxes imposed on the cities of the provinces, as well as a deep dis-appointment with the political authorities in Madrid about the new majority of protes-tant believers living in these provinces.

What started as a local event rapidly extended into the seven most NorthernProvinces of the Netherlands: Freesia, Holland, Zealand, Groningen, Utrecht, NorthBrabant and Overijssel. The revolt developed from an official protest by the repre-sentatives of the Spanish king in the provinces, the Stadholder, into an open war forcomplete separation of the Spanish Habsburg sway.

During the 1570s and the 1580s, the Northern Provinces were confronted withvery serious difficulties, while the Southern Provinces, and especially Antwerp, pros-pered. However, in the beginning of the 1590s the most dangerous time of the revolthad passed and the Northern Provinces started to book important victories.

By 1585, the situation of the Republic of the Seven United Provinces improvedsignificantly. The siege of Antwerp by the Spanish troops as part of the war effortagainst the Northern Provinces and the expansion of Protestantism drove merchantsand businessmen out of the city into a Diaspora around northern European cities likeHamburg and Lubeck. The growing stabilisation of the military and economic situa-tion in the Northern provinces allied with the opening of the Northern urban hinter-lands to the central German states, by reopening the inland waterways after 1588 wasparamount to attract some of the Antwerp Diaspora into the ports of West Freesia,Holland and Zealand.

The opening of the inland connections and therefore the improvement of the hin-terland capacity of the Dutch cities as well as the immigration of capital and skillsinto the Republic launched the Northern Provinces into a new age. The better eco-nomic position achieved by these developments helped to finance the war againstPhilip II in the land front, but also on the maritime front. Besides conquering valu-

167THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

able terrain to Philip II´s troops, Dutch rebels were able to successfully control theScheldt and the Ems rivers, imposing an effective blockade to the Flemish towns inSpanish hands.13

While Philip II was counting heavy losses in the North due to the loss of territo-ries and commercial wealth generated in the Flemish towns, he was marking im-portant progresses in south-western Europe. After claiming the Portuguese throne in1580, he was able to bring under the same royal administration the two largest com-mercial empires at the time. Both Portuguese and Spanish colonies were now in thehands of the Habsburgs although these conquests had cost Philip II nothing.

The growth of Philip II´s power in Iberia and overseas did not mean that he couldafford a commercial war in two fronts. Madrid was confronted with a difficult deci-sion. On the one hand, the maintenance of the embargo on Dutch ships and prod-ucts as retaliation to the revolt of the Northern Provinces threatened the well-beingof the Flemish cities, important sources of income due to commercial and industrialactivities. On the other hand, the blockade imposed on English products and mer-chants drove Madrid into a double war front impossible to win.

Madrid faced the dilemma and chose to lift all restrictions on Dutch products,ships and merchants operating in and from Iberia, though keeping the immediateblockade and restrictions against the English. The beginning of the 1590s was there-fore the turning point to the Northern Provinces of the Netherlands. In roughly 20years time the seven renegade provinces of the northern Netherlands had become theSeven United Provinces of the Netherlands, also known as the Dutch Republic.

We may argue that Philip II’s plan to intervene in France in 1590 allowed theDutch enough room to commercially expand. They became the middlemen in theMediterranean, the Western Atlantic ports, the Baltic and the White Sea areas.14 ThisDutch success was met with little sympathy by the new Spanish king. Philip III de-cided that Iberia could not bear the burden of Dutch expansion any longer and in thebeginning of his reign in 1598 decided to close all the Iberian ports to Dutch tradersand products by imposing a whole new set of embargos. We can see the impact ofthis decision on the graph 2.

Philip III’s decision was hill advised. Instead of forcing the Dutch back into theircommercial outlets in northern Europe, the Habsburg monarchy gave an extra in-centive to the Dutch Republic. Unable to fetch high value colonial products in theIberian markets to balance the bulk trade in the North, the Republic was ‘forced’ intoan expansion loop overseas.

The success of the Dutch expansion overseas played against the first intentionsof the Spanish crown, who attempted to cut off the Dutch rich trade supplies by iso-lating Dutch businessmen from the Iberian ports. When direct imports by the Dutchthrough the VOC and private enterprise in the Atlantic was successful, there was lit-tle Philip III could do but try to stop Dutch expansion overseas. In his view, the bestway of doing that was to reopen Iberian ports to Dutch interests and delay, as muchas possible, the creation of a Dutch West India Company (WIC).

The Twelve Years Truce (1609-1621) was a prosperous period to the Dutch-Iber-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

13 J. I. Israel, Dutch primacy in the world trade, 1585-1740 (Oxford: Clarendon, 1989), 38-79. J. I. Israel,Empires and entrepots: the Dutch, the Spanish monarchy and the Jews, 1585-1713 (London: HambledonPress, 1990), 135-141. J. I. Israel, ‘ The “New History” versus “Traditional History” in interpreting Dutchworld trade primacy’ Bijlagen en Mededelingen betreffend de Geschiedenis van Nederland 106 (1991):469-79.

14 Van Tielhof, The ‘mother of all trades’.

168

ian relations, as reflected in graph 2. The end of the European embargos on Dutchbusiness came to a halt and bilateral contacts were re-established all over Iberia. Ifthis new phase was extremely positive to Dutch entrepreneurship in Europe, they lostmost of their successes in the Atlantic, especially in the Caribbean. But those losseswere easily compensated by the Dutch re-entering the Iberian markets and througheven more competitive freight rates. The insurance rates had fallen once more due tothe truce, on the one hand, and to the slow down on the privateering campaigns byFlemish ports against Dutch ships and products, on the other hand.15

The growth of the Dutch redistribution capacity to use its own ports as entrepôtsaided the increase of exports throughout Iberia and more specifically in the Por-tuguese ports. The colonial products dealt by the Portuguese ports as well as localproducts were sent to central and northern European markets. The transport was inthe hands of Dutch and Jewish Sephardim middlemen as was the lay out of the hin-terland networks towards northern and central Europe. To a lesser or greater extent,Amsterdam businessmen brought production outlets, entrepôts and consumptionmarkets closer together.

The hostilities between the Spanish Habsburg empire and the Republic resumedin 1621. The maritime blockades against Dutch business and entrepreneurs wereagain set in place and the Dutch returned to their policy of strict sealing of Flemishport activities. The situation was to remain tense until the end the Peace of Westphaliaand the Congress of Munster (1648).

The crisis of the 1620s in Portugal remained until after the Restoration (1640).Amsterdam, though, recovered soon after the end of the decade. With the Europeantrading networks made expensive and sometimes inaccessible to Dutch ships andproducts, Dutch entrepreneurs turned their attention to traditional commercial routes,especially the ones connecting the manufacturing and commercial centres of Hollandand Zealand to the German hinterland.

The beginning of the 1640s opened a new window of opportunity to the rela-tionship between Amsterdam and Setubal. The regaining of the Portuguese inde-pendence from Madrid in December 1640 meant that Portugal was now an inde-pendent kingdom that would not be ruled according to the greater good of the Hab-sburg empire, but instead be governed in the interests of the kingdom. The period ofprosperity started on January 21, 1641, when king John IV lifted all the embargoeson Dutch merchants, ships and goods, previously imposed by the Spanish adminis-tration. From that moment on, Dutch trade and traders were welcomed in all the Por-tuguese ports in Europe, where they were to pay regular taxes.16

This treaty also made sure that a truce of 10 years was signed, with reference toall the territories inside and outside of Europe and to the areas under the adminis-tration of the chartered companies. Both parties envisaged this truce as a window oftime to solve disputes in South America, West Africa, and Asia, which had arisen af-ter the VOC and the WIC had conquered overseas areas previously controlled by thePortuguese.17

169

15 Israel, Dutch Primacy, 80-120.

16 Nationaal Archief (NA), Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7010-1, received in The Hagueon April 12, 1641. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, convenções, contratos e actos pú-blicos entre a coroa de Portugal e as mais potencias desde 1640 até ao presente, vol. 1 (Lisbon : Impren-sa Nacional, 1856), 115-116.

17 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no. 5, 8v. See also: E. Prestage, A embaixada de Tristão de Men-donça Furtado à Holanda em 1641: primeiras embaixadas de el-rei D. João IV com documentos eluci-

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

This diplomatic treaty had immediate economic repercussions. As we can see inthe data showed in graph 2, Dutch ships arrived in large numbers at Setubal and theimport of salt from Amsterdam resumed, growing consistently throughout the 1640s.But things did not always go smoothly. For example, on August 7, 1647, Pieter Cor-nelisz., representative of the States General and a merchant in Lisbon wrote to TheHague complaining about the mayor of Setubal. This official had asked the king tofix the prices of salt and to determine the amount of salt to be traded per ship. He ar-gued with the States General that this was obviously against the freedom of traderecognised to the Dutch by the treaty of 1641.18

John IV was not at all amused with Cornelisz. objections to the way he tried tointerfere with Dutch economic interests in his kingdom. He wrote angrily to the StatesGeneral on October 20, 1647, explaining that if he was thinking on taking any meas-ures against the salt trade in Setubal, it was because Dutch skippers arriving there hadrequested that course of action. According to the king, even though Dutch merchantsand businessmen in Lisbon and Setubal were very interested in keeping the salt tradefree, the skippers of the ships were not. Free trade meant that they had to stay longerin Setubal to load their cargos and time meant money.19

The Dutch-Portuguese relations during the 1640s became increasingly difficultbecause of mutual aggressions overseas. In Brazil, the Portuguese under the WIC ruleorganized a revolt and started what they saw as the liberation of Brazil from Dutchoccupation. In Asia, the Dutch expanded their interests in Ceylon by threatening allthe territories in the vicinity of the fortress of Gallé. In the meanwhile, the WIC hadalso taken Angola from the Portuguese putting pressure on the sources of labour forthe Portuguese sugar plantations in Brazil.

The 1650s was a difficult decade for the Portuguese-Dutch economic and diplo-matic relations. However, there was never a full-scale war between both parties. Al-though some factions on both sides were more willing than others to go to war andpay dearly for it, the factions defending peace were able to win and create some com-mon ground for a peaceful arrangement during the 1660s.

By 1661, the situation was still quite volatile, but it showed signs of rapid im-provement. On May 23, 1661, Henrique de Sousa Tavares, Count of Miranda and Por-tuguese ambassador in The Hague, presented a new proposal to the States Generalfor a settlement over Brazil. This settlement aimed at solving the most poignant dif-ferences between both parties in order to open a new road for universal peace. ThePortuguese proposition had a diplomatic character, but the offer presented to theStates General was of an economic nature. The Count of Miranda offered the StatesGeneral the payment of damages for the Portuguese intervention against Dutch Brazilup to a total of four million cruzados, to be paid in cash, sugar, tobacco and salt. Tobe able to pay a part of this amount in salt, he offered Dutch merchants a monopolyover the salt of Setubal, as well as free access to all the Portuguese ports in Europeand overseas. Portugal was willing to offer one of the largest sources of its national

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

dativos, Separata O Instituto, no. 67 (Coimbra: Imprensa da Universidade, 1920), 69-84. See also: IAN/TT,Gavetas, 18, Maço 2, no. 3. See also: IAN/TT, Gavetas, 18, Maço 1, no. 7. A copy of this document alsoappears in IAN/TT, Gavetas, Maço 3, no. 3, with a translation in Latin.

18 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7011-1, August 7, 1647 (received September 30,1647).

19 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7011-1, October 20, 1647 (received December 21,1647).

170

income together with the freedom of trade throughout the empire to obtain peacewith the Dutch.20

The States General could not resist the ambassador’s attractive offer. On August6, 1661 a peace treaty between Afonso VI and the States General was signed in TheHague by the Count of Miranda and the States General, and ratified in Lisbon by theQueen regent on May 24, 1662. This treaty had two parts. The first part was purelydiplomatic and aimed at securing the basis for future cooperation and agreement. Inthe first place, Portugal would satisfy the WIC demands on all the artillery that hadbeen taken from the company when the Portuguese took over Dutch Brazil. All thepieces would be returned to the company and all the property in Brazil, as well asin Asia would remain in the hands of the people who owned it at the moment of thesigning of the treaty. All the hostilities between Dutch and Portuguese would stopwithin a period of two months in Europe and slowly, but surely peace would spreadout to the rest of both empires. Last but not least, all the prisoners of war on both sideswould be set free without further delay.21

The treaty of 1661 had a second part, with the settlement for economic com-pensation and further details for future economic contacts. The first point was anagreement for the payment of damages to the WIC for all the losses in Brazil. TheStates General took the proposal by the Count of Miranda of May 1661, and acceptedfour million cruzados of compensation. These four million cruzados would be ac-counted at the rate of one cruzado per two guilders, to be paid in sugar, tobacco, saltand cash. If by any chance there would be an insufficient supply of some of theseproducts, the Portuguese authorities could always replace these products by others.The amount of money to be paid in cash would be collected from the taxes paid overthe salt exports. The States General would have to appoint two people, one in Lisbonand the other one in Setubal, who would be responsible for collecting the payments.The Dutch could get more than part of the taxes over the salt. They could get theirdamages compensated by collecting salt from Setubal at a fixed price, as much asthey would be able to ship.22

The opening of the ports of the Portuguese empire to the Dutch was not a nov-elty in itself. The English had been granted the same privilege in the treaty of 1654.Nonetheless, this was an important concession to the Dutch not only because theywould have the same rights and privileges as the English, who were slowly taking overDutch traditional routes all over Europe and who competed strongly with Dutch mar-itime and territorial power overseas, but also because it opened new opportunitiesfor the Dutch trade in the Atlantic.23 These diplomatic developments recognised thegrowing influence of diplomats, consuls and representatives in the Republic and inPortugal. Caspar Barlaeus is a good example of this new trend. Barlaeus, Dutch con-sul in Lisbon and Setubal achieved two main goals. In the first place, he was able todelay the payment of damages to the WIC by explaining apologetically to the StatesGeneral the difficult financial situation in which the Portuguese found themselves due

171

20 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7011-2, 23 May 1661.

21 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no.5, 9. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol.1, 260-293.

22 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no.5, 9. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol.1, 260-293.

23 IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no.5, 9. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol.1, 260-293.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

to the war with Spain. Due to his intervention, the States General was willing to waitfor the payments promised in 1661.24 In the second place, after the official nomina-tion of Peter (future king Peter II) as Regent of the kingdom, Barlaeus was able to strikea deal with the new authorities in Lisbon, according to which the Portuguese wouldgive up on their claims on Cochin and Cananor and would begin with the paymentssettled at the beginning of the 1660s.25

Barlaeus settlement with the Portuguese regency was put to paper on July 30,1669. It had a broad basis to satisfy the WIC by paying for the damages caused bythe losses in Brazil.26 The benchmark on Barlaeus’ intervention was the negotiationand settlement of the treaty of 1669 with Peter II. The WIC was to refuse any paymentof damages beyond 500.000 cruzados to be paid in salt at Setubal. Those 500.000cruzados would be calculated by the following rules:

25 moios27 of salt = 74 cruzados168.919 moios of salt = 500.000 cruzados.28

The total of the damages promised by the treaty of 1661 did not speak of 500.000cruzados, but of four million cruzados. On top of the 500.000 cruzados to be paidin salt, the Dutch would still get 250.000 cruzados by collecting the royal taxes onthe salt of Setubal. This would pay the Dutch 700 réis29 per moio of salt sold at Se-tubal. This concession of the tax would be given for a period of 20 years, in whichthe Dutch would still be able to trade 107.143 moios extra per year, and claim themissing amount of salt or taxes on a yearly basis. This shortage would be compen-sated in the beginning of every new year. But the Portuguese would only accept thisyearly shortage if it depended on their responsibility. For example, if in case of warthe Dutch would not be able to send enough ships to Setubal to collect the salt andthe salt taxes, then the Portuguese authorities would refuse any further payments con-cerning that year.30

The salt from Setubal became the means of payment for a diplomatic agreement.But the salt from Aveiro and other Portuguese ports was not mentioned in the treaty,and therefore could be freely traded with private entrepreneurs, whose business didnot include the freighting of ships to get the damages owed to the WIC to the Re-public. After the signing of the treaty of 1669, Barlaeus sent a complete list of theDutch ships that had fetched salt at Setubal between 1659 and 1668.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

24 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7012-2, February 3, 1665 (received April 1).

25 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 1, 444-471.

26 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-1, October 24, 1666 (received November 24).See also: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-1, November 28, 1666 (received Fe-bruary 19, 1667).

27 One moio equals 60 kilograms. 1 moio = 60 kg.

28 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 1, 444-471. One cruzado was worth two guilders.500.000 cruzados = 1 million guilders.

29 400 réis were worth one cruzado. 400 réis = 1 cruzado.

30 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 1, 444-471.

172

Table 1. Dutch ships collecting salt at Setubal between 1659 and 1668, according to a report by CasparBarlaeus.

Year Number of Ships Moios of salt Average moios of salt per ship

1659 . . . . . . . . . . . . . .69 . . . . . . . . . .33.640 . . . . . . . . . . . . .4881660 . . . . . . . . . . . . . .78 . . . . . . . . . .27.953 . . . . . . . . . . . . . .3581661 . . . . . . . . . . . . . .98 . . . . . . . . . .60.079 . . . . . . . . . . . . . .6131662 . . . . . . . . . . . . .145 . . . . . . . . . .85.876 . . . . . . . . . . . . . .5921663 . . . . . . . . . . . . .135 . . . . . . . . . .76.679 . . . . . . . . . . . . . .5681664 . . . . . . . . . . . . .114 . . . . . . . . . .62.323 . . . . . . . . . . . . . .5471665 . . . . . . . . . . . . . .12 . . . . . . . . . . .7.168 . . . . . . . . . . . . . .5971666 . . . . . . . . . . . . . .42 . . . . . . . . . .22.433 . . . . . . . . . . . . . .5341667 . . . . . . . . . . . . . .42 . . . . . . . . . .22.738 . . . . . . . . . . . . . .5411668 . . . . . . . . . . . . .108 . . . . . . . . . .60.852 . . . . . . . . . . . . . .563Total . . . . . . . . . . . . .843 . . . . . . . . .459.741

Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, November 14, 1669 (received March31, 1670).

Barlaeus continued his mission as the Dutch consul in Lisbon and the successeshe achieved during the 1660s were to be repeated during the 1670s. His main func-tion became the supervision of the way in which the salt taxes were being handedover to the Dutch. For example, on February 24, 1670 he sent a letter to the StatesGeneral informing them that the treasury at Setubal had collected 200.000 cruzadosfrom the sale of salt and the collection of royal taxes. This amount of money had beenacquired by the supply of 60 ships, of which 40 were Dutch.31

In the year after that, at the end of 1671, Barlaeus informed the States General ofthe accounts of the salt trade taxes paid to each of the Chambers of the WIC. Table2 shows Barlaeus detailed information to the States General and his interest in keep-ing the accounts as organised as possible to avoid any misunderstandings in TheHague or Lisbon.

Table 2. Salt collected by the Chambers of the WIC, 1670-1671.

Chamber . . . . . . . . .Year . . .Number of Ships . . . . . . . . . . . .MoiosAmsterdam . . . . . . .1670 . . . . . . . . . . . . . .34 . . . . . . . . . . .21.080 . . . . . . . . . . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . .72 . . . . . . . . . .43.951,5Hoorn . . . . . . . . . . .1670 . . . . . . . . . . . . . .11 . . . . . . . . . . . .6.763Maas . . . . . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . .3.019Enkhuizen . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . . . . . .3.744Zealand . . . . . . . . .1671 . . . . . . . . . . . . . . .4 . . . . . . . . . . . .1.748Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .133 . . . . . . . . . .80.305,5

Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, December 1671.

Barlaeus was an excellent example of dedication to the States General. He alsomaintained his commitment for peace with Portugal, a country he had adopted notonly to live in but also to do business with. He died on May 1673, after a life-longdevotion as a service career, as a good businessman, and peacekeeper. His son sym-bolically took his place for a brief period. He only appears again, at the end of the1670s, receiving 12.836.500 réis of the salt taxes in October 31, 1679. At that time,he warned the States General that the king had kept 2.400.000 réis for his own ben-efit, which he used to maintain the Portuguese fortifications in Europe and overseas,

173

31 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, February 24, 1670 (received March 25).

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

as well as 1.200.000 that he donated to a monastery.32

Johan Wolfzen, who arrived in Lisbon on June 18, 1675 continued Barlaeuswork.33 Wolfzen’s real function had an economic nature. He was responsible for thecollection of the salt payments presented at Setubal by the Portuguese authorities. OnDecember 1677, in a letter to the States General, Wolfzen sent the total accounts ofthe salt fetched by the Dutch at Setubal in the years 1676 and 1677.

Table 3. Salt collected at Setubal in 1676 and 1677.

Year Salt fetched by Salt fetched by Salt that Dutch ships foreign ships was not fetched

. . . . . . . . . . . .Moios . . . . . . .Cruzados . . . . . . .Moios . . . .Cruzados . . . . . .Moios . . . .Cruzados

1676 . . . . . . .46.865 . . . . . .82.013,75 . . . . . . . . . . . . . . . . .38.750 . . . . .38.135 . . .66.736,25 1677 . . . . . . .36.563 . . . . .63.985 ,25 . . . . . . . . . . . . . . . . .38.750 . . . . .48.437 . . . . .84.764Total . . . . . . .83.428 . . . . . . .145.999 . . . . . . . . . . . . . . . . . .77.500 . . . . .86.572 . .151.500,25

Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7014-1, December 1677.

The actions of the Dutch consul as an economic agent did not prevent the con-fusion in the way the salt payments were collected and paid at Setubal. On the Dutchside, there were always arguments that the king kept too much of the salt taxes forhis own expenses. On the Portuguese side, the argument was that the Dutch did notsend enough ships each year to fetch the amounts of salt agreed on at first in the treatyof 1661 and afterwards clarified by the treaty of 1669. Both arguments were reason-able. The Portuguese restoration wars only ended in 1668 after the signing of thepeace treaty between Portugal and Spain. The weight of 28 years of war on the de-fensive network of the whole kingdom had been enormous and it was only naturalthat the king would want to invest heavily in the recovery of those defences. After all,diplomatic issues in Europe were far from being solved. On the other hand, the Por-tuguese argument was also more than valid. There was a clear reluctance on the partof Dutch businessmen to invest in trade. The war with France and the continuous risksat sea due to actions of privateering and piracy, by the French or their allies was avalid reason to freight fewer ships or reduce the number of transports without a con-voy.

During the 1670s, the Dutch resident in Lisbon, Johan Wolfzen was finally ableto collect, on average twice a year, for the whole decade, the salt payments owed bythe Portuguese to the WIC.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

32 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7013-2, May 1673. See also: NA, Archief van deStaten Generaal, Lias Portugal, 7014-2, October 31, 1679 (received December 5).

33 NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7014-1, June 18, 1675 (received July 22).

174

Table 4. Salt payments given to Johan Wolfzen by the Portuguese authorities during the 1680s.

Date . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Réis . . . . . . . .Cruzados

15-04-1681 . . . . . . .20.402.600 . . . . . . . .51.006,513-05-1681 . . . . . . .23.294.500 . . . . . . . .58.243,5 27-04-1683 . . . . . .298.600.000 . . . . . . .850.746,5 20-07-168334 . . . . . .10.182.700 . . . . . . . .25.456,5 06-10-1683 . . . . . . .15.010.000 . . . . . . . . . .37.52526-09-1684 . . . . . . .14.351.000 . . . . . . . . . .35.87904-06-1686 . . . . . . .31.803.618 . . . . . . . . . .79.50911-02-1687 . . . . . . .14.048.500 . . . . . . . .35.121,5 23-04-1687 . . . . . . .15.483.040 . . . . . . . . . .38.59514-07-1687 . . . . . . .10.617.849 . . . . . . . . . .26.54420-04-1688 . . . . . . . .5.468.500 . . . . . . . .13.671,5 12-11-1688 . . . . . . . .6.245.680 . . . . . . . . . . .5.61403-05-1689 . . . . . . . .1.972.575 . . . . . . . . . . .4.93108-10-168935 . . . . . . .5.000.000 . . . . . . . . . . . . . . .

Total . . . . . . . . . . . .472.480.562 . . . . . . . . .497.843

Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7014-2, April 15, 1681 (received May 9), May13, 1681 (received June 15), April 27, 1683 (received May 29), July 20, 1683 (received August 21), Oc-tober 6, 1683 (received November 29). NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7015-1, Sep-tember 26, 1684 (received October 30), June 4, 1686 (received July 8), February 11, 1687 (received April11), April 23, 1687 (received May 23), July 14, 1687 (received August 15). NA, Archief van de Staten Gen-eraal, Lias Portugal, 7015-2, April 20, 1688 (received May 21), November 12, 1688 (received December20), May 3, 1689 (received May 6), October 8, 1689 (received November 19).

Wofzen is not the only source we have on the importance of the salt exports fromSetubal to the Republic. These exports were also very important for the balance oftrade in the intra-European networks, since after the treaties of 1661 and 1669 theDutch had become the largest salt traders on the continent. Even during the NineYears War Johan Wolfzen, Caspar Barlaeus jr., Abraham van Eschwiller and JacobDaniel de Famars used their diplomatic positions to defend the Dutch interests in thecourt in Lisbon, as well as in the salt payments coming from Setubal.

Table 5. Collection of the salt taxes at Setubal during the 1690s.36

Date . . . . . . . . . . .Representative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Reis . . . . . . . . . . . . . . .Cruzados

24-01-1690 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11.215.370 . . . . . . . . . . . . . . . . .38.03814-11-1690 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . .5.610.526 + 3.000.000 (extra) . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.02628-11-1690 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38.597.610 . . . . . . . . . . . . . . . . .95.99417-04-1691 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30.661.980 . . . . . . . . . . . . . . . . .76.05415-05-1691 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.000.000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29-04-1692 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3.118.350 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11-02-1693 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . .104.838.762 (44.838.762) 37 . . . . . . . .262.096 (112.097)04-08-1693 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12.619.750 . . . . . . . . . . . . . . . . .31.54931-08-1694 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9.865.150 . . . . . . . . . . . . . . . . .24.66226-10-1694 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59.084.750 . . . . . . . . . . . . . . . .147.71226-04-1695 . . . . . . . .J. Wolfzen . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26.816.540 . . . . . . . . . . . . . . . . .67.04108-11-1695 . . . . . .C. Barlaeus jr. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22.502.307 . . . . . . . . . . . . . .56.253,75 28-10-1698 . . . . .J. D. de Famars . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .99.37506-01-1699 . . . . .J. D. de Famars . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .76.056

Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .270.931.095 . . . . . . . . . . . . .828.857,75

Source: NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7015-2, January 24, 1690 (received February24), November 14, 1690 (received December 11), November 28, 1690 (received January 2, 1691), April

175

34 On the date of this collection, the regent set 1.127.400 reis aside for his own expenses.

35 This payment was an extra payment given by the king to compensate the occasions when he had ta-ken some of the payments to keep his fortresses.

36 The ‘blanco’ spaces in the table indicate that the consul did not mention the correspondence betweenréis and cruzados.

37 From this total, the Portuguese authorities took 80.000 rijksdaalders for the payment of the damagesprovoked by privateers from Zealand on Portuguese commercial ships. Wolfzen points out that 1 rijks-

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

17, 1691 (received May 21), May 15, 1691 (received June 15). NA, Archief van de Staten Generaal, LiasPortugal, 7016-1, April 29, 1692 (received June 2), February 17, 1693 (received March 24), August 4, 1693(received September 7), August 31, 1694 (received October 4), October 26, 1694 (received November 30).NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7016-2, April 26, 1695 (received May 30), November8, 1695 (received December 13). NA, Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7017-1, October 28,1698 (received November 25), January 6, 1699 (received February 7).

The changes after the end of the Nine Years War left the Amsterdam-Setubal re-lationship waiting for a new wave of diplomatic settlements. Francisco de SousaPacheco, Portuguese ambassador at The Hague managed to negotiate the inclusionof Portugal in the partition treaty of the Spanish monarchy, between Louis XIV (Kingof France), William III (King of England and Stadholder of the Republic), and the StatesGeneral. This treaty was signed at London on March 3, 1699, in The Hague on March15, 1700 and in Lisbon on October 15, 1700. By this treaty, the parties agreed to re-spect the peace signed at Rijswijk. The essential question was how Europe would re-act to the death of the King of Spain, who had no natural heir. In his name and in thename of the Dauphin, Louis XIV accepted to settle for the kingdom of Naples andSicily, the cities on the coast of Tuscany and Final, the Duchy of Lorraine, the citiesof Fuenterrabia and San Sebastian, and the province of Guipuzcoa. To avoid any ob-jections that the Duke of Lorraine might have against this plan, he would be giventhe Duchy of Milan. All the routes in the Pyrenees between France and Spain wouldbe fully respected and free passage would be guaranteed to both sides. The rest of theSpanish possessions in Europe and overseas would be given to Archduke Charles, sec-ond son of the Holy Roman Emperor. The future possession of Archduke Charleswould be placed under the protection of William III, king of England and Stadhold-er of the United Provinces, with the full support of the States General, until he wouldreach adulthood.38

If Francisco de Sousa Pacheco thought the Portuguese involvement in the war wasinevitable, Peter II did not. Neutrality during the Nine Years’ War had served him well.His harbours had prospered with exception of a few incidents; ships coming to andfrom Portugal were able to sail freely in Europe and overseas. So it is understandablethat he would try the same approach to the problems now posed by the fact that theking of Spain was about to die childless, threatening to involve all European powersin fighting for their alleged rights of succession. Therefore Peter II decided to partic-ipate in the peace treaty signed between William III, king of England and Stadhold-er of the United Provinces, Louis XIV and the States General, ratified on October 15,1700, but signed effectively on March 3, 1699.39

Peter II’s tactics failed. The contenders were hardly inclined to negotiating, andWilliam III was too eager to protect Archduke Charles’ rights in continental Europe.Not even the death of the Dutch-English king stopped the course of events that wereleading towards a full-scale war. This compelled Portugal to arm itself and get readyto face war, either as a neutral power or as part of the dispute. The strategic positionof the kingdom was clear. The French wanted to avoid any possibility of an overlandoperation across the Portuguese border, and therefore offered to accept Portugueseneutrality. The ports would profit from this situation because they would be able to

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

daalder equalled 750 réis, which means that of the 104.838.762 réis, the Portuguese authorities took60.000.000 réis. In the end Wolfzen only kept 44.838.762 réis.38 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.

39 IAN/TT, Gavetas, 16, Maço 5, no. 10, doc. 6. This treaty is writen in Latin. See also: J. F. B. de Castro,Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.

176

harbour not only the war fleets of both sides during the winter, but they would alsobe allowed to be kept open for normal trade.

The Dutch-English alliance recognised Portugal’s strategic value. Because theywere cut off from all the possible invading routes into Spanish territory, the only waythey could get access was via Portugal. The question remained how to make sure thatPeter II would ‘cooperate’. The first argument the allies used was the Portuguese over-seas territories. It was well known that neither French nor Spanish war fleets wouldhave the capacity to defend the Portuguese territories overseas from possible Englishand Dutch attacks. Therefore, the allies offered to provide that protection, in a firstmoment, as long as Peter II was neutral, and in a second moment, as long as Peter IIwould join the alliance by allowing foreign troops on to his territory. The second ar-gument to persuade the reluctant king was of an economic nature. The English triedthrough John Methuen to offer different economic advantages to the Portuguese, in-cluding proposals concerning the trade of wine and textiles. The English would beable to export as much textiles as they would like to Portugal and overseas (the treatyof 1654 already given them access to the overseas ports under Portuguese control),and the Portuguese wine would be accepted in England together with the Frenchwines, but the Portuguese wines would benefit from a much lower tax rate on imports(one third less). The advantages for both parties were obvious.40

John Methuen made a successful contribution to call Peter II to the ranks of thealliance, but he was not the first to do so. Before he arrived in Lisbon, Francisco deSchonenberg, Dutch plenipotentiary minister, had already started negotiations on be-half of the States General. If the English were to swap textiles for wine some monthslater, the Dutch were willing to provide useful passports for weaponry, shipbuildingmaterials, grain and war specialists, which could not be refused in those circum-stances. Implicitly, the States General was sending the message to Peter II that if hewould not join the alliance, the largest weapons’ production outlet in Europe wouldclose its doors to Portuguese imports. After a secret assessment by Francisco de Scho-nenberg on the capacity of the Portuguese army and navy, the States General knewthat this was an offer that Peter II could not possibly refuse.

But the States General was not at all satisfied with signing of the treaty withMethuen (1703). In the third quarter of the seventeenth century it had already beendifficult for the Dutch to hold on to their trade networks all over the world. They hadbeen ferociously attacked by a growing English participation in commerce and theywere obviously starting to lose ground. The States General was not willing to acceptthat the same would happen with to Portuguese markets. Therefore, after giving upon further claims on the salt payments agreed on the 1660s as damages payments tothe WIC after the loss of Brazil, the States General decided to demand from the Por-tuguese a similar treaty as the one they had signed with Methuen in 1703, to makesure that the access to the Portuguese continental and intercontinental markets wouldbe divided equally between the English and the Dutch.

The treaty with the Dutch was not a good deal for the Portuguese. The trade ofEnglish and Dutch textiles would be competing on the Portuguese market, but thePortuguese wines would hardly be a success in the Republic. Francisco de SousaPacheco, after discussing the possible treaty with his business connections in Ams-terdam, concluded that there was hardly any market for Portuguese wines in the Re-

177

40 J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

public. In the first place, because the wine consumption in the Republic seems tohave been perceived as much lower than the wine consumption in England. In thesecond place, the Dutch market preferred French wines, for their taste and colour. Itwas useless to put a discount of one third of the import taxes on a product that wasin low demand on the consumption markets in the largest Dutch cities. Pacheco sug-gested that the agreement with the Dutch still could be made about other productswith a higher acceptance, but Peter II and his advisers in Lisbon had already madeup their minds.41

Besides the military/economic aid, commercial and economic advantages wereoffered to Peter II as well. The first issue to be settled was the end of the salt paymentsto the States General. It was agreed that if Peter II would pay another 850.000 cruza-dos, the Republic would consider the salt payments as finished and fulfilled. The sec-ond issue was the Portuguese participation in the European trade. Portuguese mer-chants were to be given as many rights in England and in the Republic as the Englishand Dutch merchants had in Portugal. Furthermore, the merchants from Lisbon wouldbe able to import gunpowder, ammunition, weapons and shipbuilding materials atthe same prices the allies would pay. There was still a third economic concession re-ferring to the Portuguese ports overseas. Firstly, Portuguese ships would not have topay any taxes in Malacca. This concession was likely to start a conflict between theStates General and the VOC. Secondly, all the Asian ports would have to be closedto privateers and pirates, which implied that some of the English, Dutch and Por-tuguese ports in Asia would lose their rights to auction ships and goods captured fromtheir opponents in the Indian Ocean.

3. The problems of the data

When looking at graph 2 two problems arise concerning the data. The first prob-lem is the representatively of the shipping between Amsterdam and Aveiro, whencompared to the shipping between Amsterdam and Setubal. The amount of ships in-volved in the Aveiro salt trade between 1584 and 1715 is considerably less than theone feeding the Amsterdam-Setubal trade. There are three possible explanations forthis difference.

The first possible explanation is the difference in the quality of the salt producedin Aveiro and Setubal and therefore the levels of acceptance reached at the con-sumption markets in Northern Europe. We do not find any indication in the literaturethat the salt produced in Aveiro was of any lower quality than the one produced inSetubal. However, there are some speculations on the amount of the salt producedand therefore on the capacity and efficiency of the salt exports. That led us to con-clude that although the salt from Aveiro and Setubal might have similar qualities, theamounts produced were difference. Large fleets would have the tendency to preferSetubal to Aveiro if they were specialised on the salt trade.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

41 IAN/TT, Ministério dos Negócios Estrangeiros, 814, 141v-142. IAN/TT, Ministério dos Negócios Es-trangeiros, 816, 55-56v; 67-68v; 79v-80; 83v-84; 86. IAN/TT, Núcleo Antigo, 897, Maço 3, no. 5, 11. NA,Archief van de Staten Generaal, Lias Portugal, 7017-2, May 16, 1705 (received June 20). NA, Archief vande Staten Generaal, Lias Portugal, 7038-2, August 7, 1705 (received October 21) – this document is in la-tin. See also: J. F. B. de Castro, Collecção dos tratados, vol. 2, s/p.

178

The second possible explanation for the discrepancy between the salt exportsfrom Aveiro and Setubal to Amsterdam may rely on an environmental question. Stud-ies have shown that Aveiro suffered from a chronic tendency to silt. The silting of theharbour and surrounding area made it increasingly difficult to safely sail the ships inand out of the harbour all year long. Furthermore, the increasing silting of Aveiro im-plied that lighter and less deep vessels had to be sent for the salt trade. The use ofthese smaller vessels indicates a lower volume of trade and an added risk to the voy-age.42

A third and last explanation for the low levels of salt shipping held by Aveirowhen compared to Setubal is the position of Aveiro as port of call in a larger tradingsystem. Both Aveiro and Setubal had a specialised function for the international trade.Salt was not produced anywhere else in the country in the quantities and with thequality of these ports, and therefore they became specialised on the supply of the in-ternational markets with salt. In the case of Setubal, as we have seen when discussingthe maritime routes that supported the export of the salt into the Northern Europeanmarkets direct trade between Setubal and the outside world seems to have been therule. That is not to say that Setubal did not hold a function of top-up cargos to shipscoming to Lisbon, but this port was able to maintain its own clients and business sys-tem.

In the case of Aveiro, that does not seem to have been the case. Aveiro was partof an integrated system that included the major Northwestern Portuguese ports, aswas the case of Viana do Castelo, Vila do Conde and Porto. The majority of the shipscoming to Aveiro did so via these Northerwestern ports or they would start their car-go in Aveiro and top it up with other products sold at the other Northerwestern ports.This cooperation between the Northwestern ports helped their projection in the in-ternational markets, though that was never enough to surplant neither Lisbon’s pre-ponderance in the international markets, or Setubal’s overwhelming control of thePortuguese salt exports. Nonetheless, Aveiro’s importance in this Northwestern com-plex is clear when compared to the shipping between these ports and Amsterdam inthe first half of the seventeenth century (see graph 3).

When considering the possible explanations for the differences in shipping of saltbetween Aveiro and Setubal into the Northern European markets, I would claim thatquantity, silting and specialisation together determined the position in which Aveiroand Setubal were left. Setubal was clearly exporting more salt than Aveiro, being be-cause it produced more, did not have much environmental deterrents or was moreable to get a degree of specialisation. Being as it may, the salt from Setubal was thestable currency found by the Portuguese kings to pay their diplomatic deals abroad.That implies that the supply of Setubal was not only perceived as being stable andconstant, but also thought of as a hard currency in the international markets.

The second problem imposed by the data of graph 2 is the discrepancy betweenthe data available through the notarial contracts held in the archives of Amsterdamand the data published by Virginia Rau about the salt exports from Setubal to theDutch market. On the first sight, one might think that there is a misrepresentation ofthe sources. However, that is not the case. The figures collected through the notari-al archives translate the amount of ships contracted in Amsterdam to travel to Setubaland back, through different routes, as it has been stated earlier. The figures by Rau

179

42 H. Granja & M. da A. Araújo & N. Devy-Vareta, ‘Os aspectos geo-morfológicos e as dinâmicas histó-ricas dos portos do NW português’, 21 pp. (unpublished paper).

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

show the amount of Dutch ships entering the port of Setubal in a 10-year frame. Thereis a clear difference between the number of ships leaving Amsterdam and the amountof Dutch ships arriving at Setubal. One possible explanation for this could be that therelevance of the volume of Amsterdam business in Setubal decreased and therefore,Rau’s figures represent Dutch ships coming from other ports in the Dutch Republic.However, that does not seem to be the case. In Rau’s figures, Amsterdam accountsfor about 93% of the Dutch ships arriving in Setubal. So we will have to look for theanswer somewhere else.43

I believe that the difference between the notarial archives results and Rau’s con-clusions lie on the nature of the source of the trade. The notarial archives translate thereality of private shipping. Private entrepreneurs hired private skippers with privateowned ships to operate the route Amsterdam-Setubal. After the treaty of 1661 and thelater settlement of 1669, it is the States General and the WIC that come to fetch thesalt from Setubal in order to fulfil the agreements stated in the treaty. That is not tosay that Rau’s figures show other ships than the ones appearing in the contracts be-fore. The ships are the same as are the entrepreneurs and the skippers. The differencelies on the fact that the private entrepreneur that hired ship and skipper privatelythrough a notarial contract, is after 1669 asking for specific permissions, also knownas passports, directly to the States General or via the WIC. So, there is a replacementin the juridical form of the contracts to fetch salt, but there is little difference in theactors and system behind it.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

43 V. Rau, Estudos sobre a história do sal.

180

Years

of s

hips

120

100

80

60

40

20

0

Source: G.A.A., N.A.

1593

1596

1599

1602

1605

1608

1611

1614

1617

1620

1623

1626

1730

1635

1738

Norte

Porto

Graph 3. Shipping between Amsterdam and the Northwestern Portuguese ports, 1593-1639

Viana do Castelo

Aveiro

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4. Conclusion

We were able to see that Portuguese salt imported via Aveiro and Setubal madea significant part of the relationship between Amsterdam and these specialised ports.The routes connecting the Western European salt routes, Northern Europe, the Balticand Scandinavia were paramount for the survival of local industries and other com-mercial circuits.

The previous assessment shows that although Aveiro and Setubal were similarports, mainly specialised on the export of salt, they belong to two categories of ports.Aveiro was part of the Northwestern Portuguese port system and within that systemit played a crucial role in the international projection of all the ports within that sys-tem. Setubal did not belong to a particular port system. It stood on itself and reliedon the amount, specialisation and prosperous environmental situation to profit froma trade that due to its impact in the Portuguese economy was used as hard currencyin the international markets.

We may also state that war, peace and political events influenced the shippinglevels of salt into Amsterdam and therefore, the changes in the salt trade dependedon the context of the time. On the other hand, the variations in the salt trade deter-mined the performance of other trading routes and other commercial systems. How-ever, we cannot deny the importance of the salt exports to both the Dutch and thePortuguese economies at the time.§

181THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

MONOPÓLIO E CONCORRÊNCIA - A “RODA DO

SAL”DE SETÚBAL (PORTUGAL) E AS ROTAS

INTERNACIONAIS (SEGUNDA METADE DO SÉCULO

XVII A INÍCIOS DO DE XIX)

Inês Amorim*

Resumo: Quanto se produz, como se produz, quanto se vende? O tema do controlo domercado e do consumo do sal é um clássico da historiografia francesa e espanhola. Nocaso português existe a ideia de que se cingiu ao período de governo de Portugal, soba administração castelhana. A “roda do sal”, especificada para Setúbal, surge, contu-do, como uma forma de controlo e de aferição da oferta e do consumo do sal. Este con-trolo questiona-se quando surgem novos consumidores e rotas internacionais do sal, emparticular na segunda metade do século XVIII e, fundamentalmente, nos inícios de XIX,em direcção ao Norte da Europa e Estados Unidos.

A investigação realizada procura responder à proposta de trabalho estruturado-ra do II Seminário Internacional sobre o sal Português, que elegeu, como temáticacentral, “a articulação do sal português aos circuitos mundiais – antigos e novosconsumos”1. No caso vertente pretendemos analisar alguns aspectos do monopóliocomercial português e o seu significado no quadro da evolução da exportação do salportuguês. Esta análise coloca, como hipótese contextualizadora, a possibilidade deintrodução de factores perturbadores nos centros de produção e comercializaçãoportugueses, no século XVIII e inícios de XIX, frente à emergência ou hierarquizaçãode novos centro produtores e consumidores, numa partilha de antigos e novos mer-cados.

O estudo estrutura-se em três partes. Numa primeira define-se o conceito de mo-nopólio na especificidade do caso português, em torno da “roda” do sal de Setúbal.Numa segunda parte, terá sentido realizar um ponto da situação dos interesses domercado europeu pelo sal português, observando a relação de Portugal com os res-tantes centros produtores europeus, nos séculos XVII a meados de XVIII. Numa ter-ceira parte, avaliar-se-ão as alterações dos circuitos comerciais do sal português(1790-1830) e possíveis repercussões na hierarquia produtiva dos salgados europeuse dos mercados consumidores atlânticos.

183A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]. Coordenadora e investigadora do Projecto SAL(H)INA História do Sal - naturezae meio ambiente - séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”; Instituto de His-tória Moderna – Universidade do Porto. Professora Associada do Departamento de História, Faculdade deLetras da Universidade do Porto. Áreas de trabalho: História Moderna e Contemporânea, História Eco-nómica e Social. Estudos e projectos nas sub-áreas: história marítima (história do sal, história da pesca,história dos portos), história do trabalho e das classificações sócio-profissionais, história dos preços, his-tória da ciência, história das relações sociais.

1 19 a 21 de Outubro de 2006, Portugal (Porto/Aveiro/Figueira da Foz/Leiria).

Neste percuro recorreu-se ao cruzamento de informação produzida por estudosrealizados para outras realidades concorrenciais da produção e/ou do comércio por-tuguês, permitindo-nos comparar e orientar a sua posição. A investigação da incon-tornável historiadora portuguesa Virgínia Rau, e de outros estudos, formam um las-tro informativo fundamental, a que se acrescentam fontes manuscritas e impressas deque se elencam os relatórios de agentes do rei, memórias de académicos, econo-mistas portugueses, de finais do século XVIII e as estatísticas do sal exportado2, re-gistado nas chamadas balanças de comércio com o estrangeiro, para o período de1790-18313 que, não obstante a dificuldade em avaliar criticamente, a sua valida-de, não deixam de ser indicadores da hierarquização dos mercados.

I – Um sistema de monopólio comercial - a “roda do sal” de Setúbal

O tema do monopólio do mercado e do consumo do sal é um clássico da his-toriografia, dominado pela perspectiva do controlo estatal e fiscal sobre os circuitosda produção e da sua comercialização. A temática tem sido objecto de aprofunda-mento, como sucedeu por ocasião da realização, em 1986, do seminário sobre o im-posto do sal na Europa (séculos XIII-XVIII), que equacionou a génese do Estado Mo-derno e o papel do imposto do sal na construção das finanças públicas, em particu-lar como suporte da guerra4. Esta perspectiva de análise ultrapassa os limites do ve-lho continente, como se afere das contribuições historiográficas expostas no Con-gresso Internacional da Comissão Internacional História do Sal (CIHS), em Granada,em 19955 e de diversos artigos publicados no Journal of Salt History6.

Em Portugal o monopólio do sal teve sempre contornos particulares. Generica-mente, ao rei pertenciam o mar, rios e lagoas, que não seriam mais do que uma ex-tensão da terra, e os direitos sobre os seus rendimentos passíveis de arrendamento7.As salinas podiam ser de propriedade régia ou de particulares, mas os direitos pagos,

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

2 As estatísticas em Portugal surgem muito tardiamente. Não obstante a preocupação numa aritmética po-lítica do reino com as contagens da população, quando se avaliam produções existem dificuldades emestabelecer critérios ou técnicas. Os dados surgem desagregados sem descriminar se se trata de produtosde exportação ou reexportação. As Balanças de Comércio Externo de que se conhece a série quase com-pleta, de 1796 a 1831, com excepção dos anos de 1798 e 1808, encontram-se no Instituto Nacional deEstatística; os anos de 1798 e 1808 no Arquivo Histórico do Ministério das Obras Públicas. Vide a críti-ca a esta fonte em Alexandre, Valentim – Um momento crucial do subdesenvolvimento português: efei-tos económicos da perda do império brasileiro. “Ler História”, nº 7, 1986, pp. 3-45.

3 Agradecemos, profundamente, os dados estatísticos sobre o sal exportado de Portugal, levantados porNuno Madureira, Professor do ISCTE, a partir das Balanças do Comércio Externo.

4 Hocquet, Jean - Claude – Le roi, le marchand et le sel, Lille, Presses de l’Université de Lille, 1987, 375páginas

5 Malpica Cuello, Antonio; González Alcantud – La sal: del gusto alimentario al Arrendamiento de Sali-nas, Granada, Diputación Provincial de Granada, Universidad de Granada, 1997

6 Weber Jacques – La rente de l’Inde: Les origines du monopole britannique du sel. “Journal of Salt His-tory”, vol. 7, 1999, p. 87-106. A Oriente, a China pôs o sal ao serviço da política financeira e organizouum sistema fiscal muito peculiar como se lê em Hocquet, Jean Claude – Production du sel et changementtechnique en Chine. “Annales ESC”, n.5, Paris, 1991, 1021-1039. Em traços gerais, o imposto calculavaque todo o indivíduo, acima de determinada idade, era obrigatoriamente consumidor, pagando um pre-ço estipulado pela finanças régias. Na China, nos finais do séc.XIII, foi com surpresa que Marco Polo ve-rificou o controlo estrito estabelecido pelo Estado Imperial sobre os mercadores privados ligados ao ne-gócio do sal.

7 As Ordenações do Reino, logo as primeiras publicadas, as Ordenações Afonsinas, concluídas em 1446No Livro II compilam-se os direitos reais e a forma de os receber. Ordenações Afonsinas, 5 vol.s, Lisboa,F. C. Gulbenkian, 1984.

184

múltiplos, indicam receitas sobre a área da salina, a produção e a comercializaçãodo sal8. Sem que este inventário esteja feito, os forais manuelinos revelam, para todoo Reino, e em particular para as vilas litorais, dotadas de salgados, os encargos pa-gos ao rei, aos concelhos e a senhorios, evidenciando o valor vital do produto parao consumo, para o comércio e o fisco, público e privado9.

O controlo régio tornou-se mais definido e, sobretudo, objectivamente mais in-terventivo, em 1576, num contexto de esforço de guerra de Portugal no norte de Áfri-ca, sendo determinada a instituição dum monopólio de compra e venda de sal, em-bora revogado dois anos mais tarde10.

Posteriormente, quando Portugal perdeu a independência, em 1580, já sob a ad-ministração da coroa de Castela, o controlo sobre o sal português fortaleceu-se, in-tegrando-se na política de formação do monopólio do sal de Castela que, pelo me-nos desde o século XIII, impusera, a Leão e Castela, o direito real (regalia) sobre acompra do sal, direito que adquiriu contornos organizativos ao longo dos séculos XIVe XV11. Filipe II de Castela acalentou diversos projectos, entre 1557 e 1563, de mo-nopólio da produção, ao propor a incorporação de todas as salinas de Castela, ex-cepto as da Andaluzia e Granada, e do comércio do sal,com a compra de todo o salda Andaluzia, visando a penetração do sal espanhol nos mercados controlados pelaHansa e nos Países Baixos, o que provocou uma aceleração de preços e especula-ção12. Portugal, sob a dependência de Castela resolveria, aparentemente, as conse-quências daquela política que conduzira à ruína as salinas marítimas espanholas,dado que era prática habitual recorrer-se aos centros produtores portugueses do li-toral13. Com efeito, os clientes flamengos, ingleses ou do Cantábrico castelhano ebasco, preferiam fornecer-se em Portugal ou em França, de melhor mercado, commelhores preços14, estrangulando o abastecimento à salga da pesca basca, em ple-na expansão, assim como da pesca das Rias Baixas da Galiza15. A importância do

185

8 Sampaio, Alberto – Estudos Históricos e económicos II - As Póvoas Marítimas, Lisboa, Veja, 1979 Losa,António - A extracção do sal a norte do Douro (Estudos medievais). “Bracara Augusta”, vol. XLVI, nº 98-99, 1995-96, p. 275 a 368; Espinosa, Fernanda – Escritos Históricos, Porto, Porto Editora, 1972, p. 63-66.Silva, Francisco Ribeiro da – O sal-produto tributado e mercadoria foraleira, in “I Seminário Internacio-nal sobre o sal português”, coord. Amorim, Inês, Porto, IHM-UP, 2005, p. 63-74

9 A revisão foralenga levou à edição dos forais manuelinos, dados entre 1500 (o primeiro, de Lisboa) e1520. Vd. Chorão, Maria José Mexia Bigotte – Os forais de D. Manuel 1496-1520, Lisboa, Arquivo Na-cional da Torre do Tombo, 1990

10 Em 1576, D.Sebastião, invocando as muitas despesas da guerra, determinou a instituição dum mono-pólio de compra e venda de sal. A prática era a de reservar um terço da produção interna para a Coroa aum preço fixado e cobrar imposições sobre a venda para consumo interno. Desta deliberação escapavao comércio externo, visto que qualquer produtor podia vender os restantes 2/3 da sua produção, embo-ra a 2 de Setembro de 1578, fosse revogado. Vd. Rau, Virgínia – Estudos sobre a história do sal, Lisboa,Presença, 1984, p. 142; Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal. Materiais para a sua His-tória, Lisboa, 1920, p. 34.

11 Esta política foi sistematizada em Castiñeira Castro, Víctor Manuel – El litoral gallego y el abasteci-miento de sal a mediados del S. XVI. “Obradoiro de História Moderna”, nº8, 1999, pp.7-30, e ainda La-dero Quesada, Miguel Angel - La recette du sel et son evolution dans les états de la Couronne de Castil-le (XIII- XVI siécles), in “Le roi, le marchand et le sel, Actes de la Table Ronde”, Lille, 1987, p.81

12 Todas as salinas que não ficaram sujeitas ao domínio régio, especialmente as da Granada e Andalu-zia, deveriam pagar 2 reais por cada fanega de sal destinada ao consumo interno e para o exterior ven-der-se-ia ao preço fixado pela lei. Vide Castiñeira Castro, Víctor Manuel – El litoral gallego y el.., o.c., p.18-19

13 Um dos pontos fundamentais seria o salgado de Aveiro, como comprovou a “Visita a los alfolíes deGalicia” desenvolvida entre 15 de Agosto de 1566 e 2 de Dezembro de 1566. Vd. Id., Ibid., p. 19-20

14 Vd. Ladero Quesada, Miguel Angel - La recette du sel et son evolution …, o.c., p.96

15 Id., Ibid. p.77 ; Castiñeira Castro, Víctor Manuel - El litoral gallego y el abastecimiento ..., o.c., p.17 a19

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

sal português tornara-se, assim, vital para um espaço económico mais alargado. Nasvésperas de lançamento de um novo imposto sobre o comércio do sal, produzido nassalinas portuguesas (“nuevo direcho”, 1 de Abril de 1601) de 220 reais sobre cadamoio, além dos 200 até então pagos, estalara uma crise gravíssima na costa da Ga-liza, com perda de peixe por falta de sal, levando a queixas contínuas que argu-mentavam ser causa de fomes e mortes por peste16. Como consequência, recua-sena decisão fiscal e tal imposto não se aplicaria nem para consumo interno, nem so-bre o que seguisse por terra, para Castela, e por mar, para a Galiza, Astúrias e Bis-caia.

A partir de então, uma parte do sal português passa a ser expedida para provi-mento destes destinos17, procurando-se canalizar toda a produção portuguesa paraos alfolins, ou armazéns de sal de Espanha18. Esta preocupação em abastecer o rei-no vizinho mantém-se, alargando-se em 1628 quando se lança um novo direito adi-cional, a extracção sobre a saída de sal para países estrangeiros, aproveitando umacrise de produção na Baía Francesa que atraía mais estrangeiros, em particular os re-beldes flamengos. O processo estrutura já um controlo da produção e ganha con-tornos organizativos institucionais por parte da Coroa espanhola, que procura filtraro contrabando e abalar os interesses dos centros produtores e mercantis portugue-ses. A criação de uma Junta de la Extracción, em Madrid, e, em Lisboa, da Adminis-tração do Sal, em 1631, antecedidas por um processo de reconhecimento da pro-dução do sal português (em 1629), suas qualidades e quantidades, significava a aten-ção que merecia o assunto19. Sem nos determos nesta inventariação que mereceráestudo detalhado, o processo culmina no monopólio do comércio do sal produzidoem Portugal, em 163120, e na publicação do Regimento do Sal, em 163821. Com aRestauração da independência de Portugal, continuaram as imposições sobre o co-mércio, mas o alvará de 22 de Fevereiro de 1641, reduziu a um só imposto de 500

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

16 Actas de las Juntas del Reino de Galicia. Volumen I: 1599-1629. Santiago de Compostela: Junta de Ga-licia, 1995, p. 504-509, documento de 4 de Março de 1599.

17 Vd. Rau, Virgínia – Estudos sobre a História …, o.c., p. 163.

18 Vd. Ladero Quesada, Miguel Angel - La recette du sel et son evolution …, o.c., p. 77.

19 Sobre o assunto SCHAUB, Jean Frédéric – Le Portugal au temps du Comte-Duc D’Olivares (1621-1640).Le conflit de juridictions comme exercice de la politique, Madrid, Casa de Vélasquez, 2001, p. 229-379 ;Id. - L’État quotidien entre arbitrisme et révolte, la gabelle au temps du comte-duc d’Olivares, in « Re-cherche sur l’Histoire de l’État dans le monde Ibérique (15e - 20e siècle) », Paris, Presses de l’École Nor-male Supérieure, 1993, pp. 21-50.

20 Alvará de 4 de Agosto de 1631, pelo qual todo o sal que se fizer no reino fosse comprado, cada ano,até à terça parte, pagando-se o preço taxado; e que todo o sal que se gastasse no reino fosse por contada Real Fazenda, sem mais ninguém o poder vender. A compra e venda do sal passa a ser controlada pe-los oficiais régios para isso nomeados. As receitas serão para aplicar na defesa do reino de Portugal e nosgastos da ida e assistência do infante D. Carlos. Que ninguém venda ou compre sal, sob pena de perdero sal. O sal que se comprar para as pescarias será dado a prazos, para com mais comodidade se poderpagar. In Silva, José Justino de Andrade e, fl. 18-, comp. e anot. - Collecção Chronologica da LegislaçãoPortugueza. Lisboa: Imprensa de J. J. A. Silva, 1854, p. 215 a 216

21 Regimento do Direito do sal da Alfândega de Lisboa, de 13 de Julho de 1638: devido aos descaminhosdo sal que se fazem na barra dão-se instruções de procedimento aos oficiais responsáveis pela cobrançado direito. São ordenadas várias medidas em torno dos procedimentos de cobrança do direito do sal, seuregisto, fiscalização e punições em caso de incumprimento do Regimento. Entre estas medidas é referidaa concessão de licenças, passadas pelo escrivão da Alfêndega, aos arraes dos barcos em que era decla-rada a quantidade de sal que estes podiam carregar, o lugar onde e o dia a que deviam chegar carrega-dos a bordo; após a entrega das licenças os arraes deviam ir às marinhas e lugares nomeados carregar osal declarado nelas sob determinadas penas caso não o fizessem. O sal entregue pelos vendedores deviaser medido pelas medidas de pão afiladas pelos oficiais das Câmaras do termo a que pertencessem as ma-rinhas. Nunca devia ser medido por cestos nem canastras, nem outras medidas sob pena monetária e dedegredo, sendo suficiente medir-se um só moio para incorrer destas penas. Os medidores do sal eram elei-tos pelas Câmaras. Depois de carregados os barcos e chegados a bordo dos navios em que deviam des-carregar, não podiam ir a bordo de outros navios e deviam esperar pela visita do Guarda-Mor, o qual pe-

186

réis sobre cada moio saído para fora do Reino22.A produção nunca será objecto de controlo régio, ao contrário do que aconte-

ceu em Espanha até meados de XIX (1870)23. Nesta, a produção encontrava-se quernas mãos de entidades públicas quer privadas, mas tendo em consideração que osparticulares exerciam a sua actividade no domínio público e em regime de conces-são governativa. A política de estanco do comércio do sal pressupunha abusos dosadministradores (dependentes da Secretaría de Estado de Hacienda – Ministerio deHacienda–, na Dirección General de Rentas, criada no século XVIII), preços altos,aquisição obrigatória de quantidades de sal pelos municípios (encabeçamento deconsumos obrigatórios)24. Em Portugal, tirando o monopólio ou “estanco” do co-mércio do sal com o Brasil, até 180125, as tentativas realizadas para impor o direitosobre o consumo do sal em Portugal, por Fontes Pereira de Melo, em 1872 (10 réisem litro de sal, fiscalizado e cobrado nas salinas), seguindo o exemplo do que acon-tecera em Espanha, desde a abolição do estanco do sal, não surtiram efeito dura-douro, resumindo-se a um período de aplicação de 1882 a 188526. E nunca, em ter-mos de produção, se verificou a concentração da produção e da propriedade das sa-linas, que foram sempre de particulares. Só em meados do século XIX a legislaçãorelativa ao domínio público marítimo impôs a prova de propriedade de salinas sobpena de expropriação pública27.

Clarificadas as características do sistema de monopólio peninsular, sublinhe-seque, em Portugal, nunca se instituiu o sistema de controlo da produção, mas que sepodem encontrar formas de exercício de controlo e monopólio indirectos sobre aprodução. É no salgado de Setúbal que se encontra este sistema. Remonta ao reina-do de D. Sebastião, por alvará de 26 de Setembro de 1570, a imposição de preçosfixos do sal, excluindo da comercialização do sal os corretores de sal estrangeiros eportugueses, assim como os funcionários municipais e da Alfândega e Mesa do Sal,dado que praticavam, indevidamente, revendas de sal. A especulação praticada por

187

dia as licenças e verificava se o barco levava mais ou menos sal do que o declarado para descarregaremo sal nos navios. Depois dos navios serem carregados recebiam também a visita do Guarda-Mor para lheser declarada a quantidade de moios de sal a bordo do navio e o nome dos barcos e arraes que aí des-carregaram. As salinas situadas em local particular não pertencem ao rei, mas ao respectivo senhor, de-vendo-se cobrar os direitos do sal. Sousa, José Roberto Monteiro de Campos Coelho e, “Systema, ou Col-lecção dos Regimentos Reaes”, Lisboa, Oficina de Francisco Borges de Sousa, 1783, tomo II, 262-272.Publicado em Rau, Virgínia – Estudos sobre a História…, p. 195-207.

22 Desde 1641, a chamada imposição, relativa à saída do sal para outros reinos, impunha cerca de 500réis por moio ou 6250 réis por milheiro (1 milheiro=12. 5moios), imposição essa designada, nos “Livrosde saídas de sal”, por direitos de “extracção”. Outra determinação era a do “donativo”, imposição localde 40 réis por moio, ou 500 réis por milheiro, fosse qual fosse o destino, provável herança da “imposi-çam”.

23 Torrejón Chaves, Juan – El desarrollo del comercio interior: hacia un mercado unificado, in “HistoriaEconomica de España”, coord. Gónzalez Encisco, A.; Matés Barco, J.M. Madrid, Ariel, 2006, p. 271-272

24 Id., Ibid., p. 263-266.

25 Alvará de 24 de Abril de 1801, e providências de 7 de Abril de 1802 que impuseram 1600 réis por moiode sal (IAN/TT, Alfândega de Lisboa, nº 2151, Livro 1º de registo de ordens relativas à administração Ré-gia do sal do Brasil). Cf. Ribeiro, Maria de Lourdes Roque de Aguiar – As relações comerciais entre Por-tugal e o Brasil segundo as “balanças de comércio”, 1801-1820, Lisboa, 1972, p.40-44.

26 Vide Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal…, o.c., pp. 27 a 29.

27 Desde o decreto de 17/10/1865 que as licenças para construção de marinhas surgiram pela primeiravez (sobre parcelas de leitos ou margens das águas do mar ou de quaisquer águas navegáveis ou flutuá-veis). Anteriormente era feita apenas uma participação verbal na capitania do porto e na direcção das obrasda barra, para evitar desacordo sobre os alinhamentos exteriores. Vide Madahil, A G da Rocha - Subsí-dios para o estudo da propriedade alagada na zona de influência da ria de Aveiro. “O Arquivo do Distri-to de Aveiro”, Vol. XII, nº 47, p. 177 a 208. (Decreto de 31 de Dezembro de 1864, artigo 2º; artigo 380º,§4º, do Código Civil de 1867, entrado em vigor a 22 de Março de 1868)

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

esse grupo de “corretores”, intermediários entre os produtores e os barcos aportadospara a carregação, levara a que, já sob governo do cardeal D.Henrique, se estabe-lecesse, em 1578 (11 de Dezembro), a eleição, em Câmara, de três homens bons, do-nos de marinhas, que, em nome do povo, fixariam o preço do sal. Tais práticas, es-peculativas, repetiam-se no tempo da governação filipina constatando-se que o ver-dadeiro “estanco” ou monopólio era realizado por muitos estrangeiros e “lingoas”,tradutores, cuja mais valia linguística os colocava como mediadores entre “os pobrese viuvas” (10 de Setembro de 1579), entre os “mal-governados ou necessitados paradesse modo estancarem o sal em suas mãos pondo-lhe depois o preço a seu bel-pra-zer” (17 Outubro 1592). A breve trecho tornaram-se esses corretores proprietários desalinas, melhor posicionados no mercado, embora fosse uma manobra proibida ain-da por Filipe III (22 Setembro 1628) 28.

Este percurso justifica a origem da regimentada Roda do sal, segundo o sistemade “repartição do sal”, ordenada por D.João IV(19 Junho 1641), após a restauraçãoda independência portuguesas (1 de Dezembro de 1640). O que estava em causa era,não apenas calcular, estipular e efectuar a cobrança dos direitos, mas prever que avenda do sal fosse feita proporcionalmente à colheita de cada produtor, numa dis-tribuição ordenada, sem preferências de marinhas, evitando descida de preços quea venda livre fomentava. O sal era fornecido aos barcos estrangeiros segundo a es-cala ou “roda” estabelecida. Esta prática devia-se à peculiaridade produtiva das sa-linas de Setúbal – a sua localização e distribuição. Com efeito, as marinhas que pro-duziam o sal de Setúbal ocupavam um espaço em torno do Sado, desde a vila atéAlcácer do Sal, num percurso de 40 quilómetros, construídas em terrenos húmidos,navegados e acessíveis à água salgada e ao transporte por uma rede de esteiros. Nal-guns casos não lhes chegava um barco e o sal era carregado por carretas até ao lu-gar de embarque. Desta forma se classificavam as marinhas: de “água-morta” ouacessíveis em todo o tempo (de “boa imposta”, ou de prancha na eira) e de “águasvivas”29, somente em grandes marés (de “ruim imposta”, ou de mau esteiro). As des-pesas variavam com o grau de acessibilidade hidrográfica (produção de melhor sale custos de transporte, que justificava um contingente de mão-de-obra diversificadoe numeroso, com os inerentes custos) e exigiam o conhecimento das salinas e da suaprodução, justificando o papel dos corretores e/ou consignatários30. Esta diferencia-ção justificava, assim, a obrigatoriedade da rodagem, sob pena de muitas serem aban-donadas se sujeitas ao regime de concorrência livre.

O sistema era defendido pelos produtores de sal ao longo do século XVII, rea-firmado durante os tempos conturbados de conflito e de paz com a Holanda (17 Ou-tubro 1657, 6 de Maio 1659), que conduziu a saída de grandes quantidades de salde Setúbal. No início do século XVIII os protestos em relação à roda do sal faziam-se a partir dos Estados Gerais Holandeses, que forçavam um acordo de venda do salde Setúbal. Em 1711 o embaixador português em Haia, informava el-rei das neces-sidades de abastecimento de sal dos Holandeses, que tinham perdido o comércio emFrança, aconselhando a fixação dos preços em Setúbal e “que se tire a Roda de Se-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

28 Silva, A.A. da - Memória acerca da Roda do Sal das Marinhas do Sado, ou resposta à Curta Exposiçãosobre a Roda do Sal de Setúbal, Lisboa, Typographia de G.M.Martins, 1852, pp.27-31; Rau, Virgínia – Es-tudos sobre a história…, o.c., 156; Amzalak, Moses Bensabat – A salicultura…o.c., p.19-26

29 IAN/TT – Ministério do Reino, maço 492, caixa 612, sem folio, 24 de Novembro de 1761, Lisboa, car-ta do desembargador Pedro Libório de Amorim sobre a produção das marinhas de águas mortas e de águasvivas, de Setúbal.

30 Silva, A.A. da - Memória acerca da Roda do Sal das Marinhas do Sado…, o.c., p. 6-7

188

tubal”31. Por sua vez, o cônsul sueco em Lisboa (entre 1727 e 1738) referia-se aosdiferentes tipos de sal produzido em Setúbal, à sua importância e interesse, masapontava um “peculiar sistema organizativo” que impedia um comércio regular e otornava extremamente caro – a “roda do sal”32.

Estes protestos não seriam de surpreender se emitidos pelos estrangeiros, críticosperante as demoras de carregação dos navios e tendo os seus próprios agentes. Po-rém, surgem igualmente entre os portugueses, porque a roda criara uma dependên-cia extrema do papel dos consignatários, que articulavam a venda com os proprie-tários, revelando possibilidades de corrupção, quando os “línguas”, ou tradutores dasdiferentes nações, avaliadores da produção das marinhas, até mesmo os oficiais daCâmara, manifestavam, indevidamente, as suas preferências, polémica, que se ar-rastou até meados do século XIX, como veremos na terceira parte33.

Acresce ainda uma outra perspectiva – a dos mestres das embarcações. O regi-mento de 1703 determinara que o sal das marinhas de Setúbal só podia ser vendidoem navios de marítimos daquela vila e aos estrangeiros34, através da Casa ou Ir-mandade do Corpo Santo, que congregava o corpo marítimo de Setúbal (proprietá-rios, mestres e marítimos das embarcações), e que tinha o privilégio de se contratardirectamente, e por conseguinte preferencialmente, com os donos das marinhas (deSetúbal, Sines e Sesimbra), dominando a navegação portuguesa no porto de Setú-bal35. Tal contestação agudizara-se, particularmente, a partir de meados do séculoXVIII, pela voz daquela corporação de mareantes, justificando uma avaliação dosprocedimentos adoptados naquele salgado, aspecto que não abordaremos neste es-tudo.

II – O sal português no mercado europeu – séculos XVII a meados de XVIII

O mercado externo do sal português desenha-se no séc.XV, quando hanseáticos,holandeses e zelandeses se voltaram para Portugal e chegaram mesmo até à Anda-luzia36, em particular quando se deu uma importante modificação nos hábitos deconsumo da população europeia devida à exploração dos bancos de bacalhau daTerra Nova37.

Já as relações comerciais em torno do sal com os reinos da Península Ibérica re-gistam uma história, em grande medida por fazer, entre exportações (por mar e por

189

31 Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal …o.c., p. 24

32 Lindberg, Erik – An 18th century Swedish perspective on the Portuguese salt industry. With trade andproduction figures, in “I Seminário Internacional sobre o sal portugueês”, coord. Amorim, Inês, Porto, IHM-UP, 2005, pp.184.

33 Amzalak, Moses Bensabat - A Salicultura em Portugal …o.c., p. 19. Foi extinta a “Roda do Sal”, pordecreto de 5 de Agosto de 1852

34 Pereira, Miriam Halpern – Negociantes, fabricantes e artesãos, entre velhas e novas instituições, Lis-boa, Sá da Costa, 1992, pp.140.

35 Pereira, Miriam Halpern – Negociantes, fabricantes e artesãos …, pp.46-47.

36 Houtte, J.A.Van – Le sel dans les pays-Bas Bourguignons au Mayen Age et au XVI siècle, in “Horizonsmarins, itinéraires spirituels (V-XVIII siècles)”, v.2, Paris, Sorbonne, 1987, p.230.

37 Mollat du Jourdin, Michel Mollat – A Europa e o mar, Lisboa, Presença, 1995, p. 175.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

terra) ora legais, ora clandestinas38. Situemo-nos apenas no período de administra-ção de Portugal pela Coroa de Castela. É bem sabido que a Coroa espanhola de-senvolveu uma actividade legislativa intensa, no sentido de estender a Portugal, du-rante o governo filipino (1580-1640), o monopólio do comércio do sal, arrecadan-do tributos consideráveis, como se viu atrás. Só assim lhe foi possível canalizar salportuguês de Aveiro, Setúbal e Lisboa, portos fundamentais de exportação, criandoas melhores condições para um rápido escoamento, procurando contrariar todos osdesvios ao abastecimento, em particular para a Galiza e Astúrias39. Desde a décadade 20 do século XVII que se invocam 400 000 fanegas (ou fangas) a enviar para osalfolins da Galiza e Astúrias40, valor sucessivamente reafirmado em 1633, 1634,1636, 1638 e 1639, como se pode verificar através de múltiplos registos contidos noarquivo municipal de Aveiro41.

Com efeito, o controlo político do sal foi a arma utilizada por Espanha para agre-dir as rebeldes Províncias Unidas do norte, necessitadas do sal português, de Lisboae Setúbal, e do de Cádis para a salga do arenque, proibindo-os de aceder aos por-tos de sal peninsulares, em 1585-1590 e 1598-1608, obrigando-os a procurar noNovo Mundo. As Tréguas, 1609-1621, parecem normalizar o tráfego, mas o retomardas inimizades e a organização da Companhia Holandesa das Índias Ocidentais vol-tava a direccionar a procura do sal para espaços extra-europeus, como as Caraíbase o arquipélago português de Cabo Verde. Contudo, a derrota holandesa nas Caraí-bas, pelo controlo do sal de Punta de Araya, levou ao aumento contínuo dos preçosdo sal ao longo da década de 20 do século XVII, sendo proibida a sua reexportaçãoa partir da Holanda, por exigências da procura interna do sal para a própria indús-tria de pesca, objectivo impossível de conseguir42. Em 1630, Filipe IV embargou aos

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

38 Vd. Castiñeira Castro, Víctor Manuel - El litoral gallego …, o.c.. Ferreira Priegue, Elisa - Galicia en elcomercio marítimo medieval, Corunha, Fundacion “Pedro Barrie de la Maza” - Coleccion de Documen-tos Historicos, 1988; Armas Castro, José - Pontevedra en los siglos XII a XV: Configuracion y desarrollode una villa marinera en la Galicia medieval, Pontevedra, Fundacion “Pedro Barrie de la Maza Condede Fenosa” - Galicia Historica, 1992; Capela, José Viriato - O comércio galaico-minhoto pela fronteira ter-restre. Análise do movimento da alfândega de Vila Nova de Cerveira de 1788 a 1833 (breve nota). Ca-dernos do Noroeste, vol. 3, nº 1-2, 1990; Silva, Francisco Ribeiro da - Porto, noroeste de Portugal e Ga-liza: achegas para o estudos dos intercâmbios e influências (1580-1640). Separata do Boletim Cultural daCMP, II série, vol. 3/4, 1985/86, p. 181 a 195.

39 “Eu El Rei faço saber a vós juiz de fora da Comarca de Aveiro que no arrendamento que se fez nestaminha Coroa de Castela com Martim de Bolivar (cujo concessionário é o licenciado Dom João Sapata dela Torre) da renda e direitos de sal para provimento dos partidos do Reino da Galiza e Principado das As-túrias se pôs por condição que para as quatrocentas mil fanegas de sal que podem tirar cada ano do meuReino de Portugal, as justiças dele fariam embargar os navios e caravelas que fossem necessários para na-vegar o sal; e porque convém que na provisão dele não haja dilacção, e Martim de Bolivar cumpra o ar-rendamento, hei por bem e vos mando que embargueis os navios e caravelas para o levarem à Galiza eAstúrias, e isto durante o arrendamento com que não sejam os navios e caravelas dos estrangeiros, se nãodos naturais desse meu Reino de Portugal que não estiverem aprestados ou aprestando-se para as con-quistas dele, ou para servirem em minhas armadas, dando fiança a que não derrotarão a outra alguma par-te, e irão em direitura à Galiza e Astúrias, e trarão certidão dos oficiais a que tocar de como lá fizeram aentrega e descarga do sal que levaram [...]. Madrid, 22 de Setembro de 1625 Madahil, A.G.da Rocha -Milenário de Aveiro. Colectânea de Documentos Históricos, vol. II - 1581-1792, Aveiro, Câmara Muni-cipal de Aveiro, 1959, p. 87.

40 1624-06-25, Alvará que isenta do direito de 220 reis por milheiro, 400 mil fanegas de sal que do rei-no se exportassem para a Galiza e Astúrias, por conta da Coroa de Castela. Vide Silva, José Justino de An-drade e, comp. e anot. - Collecção Chronologica da Legislação Portugueza. Lisboa: Imprensa de J. J. A.Silva, 1854, p. 123.

41 Base de dados – projecto da FCT, SAL(H)INA, a integrar o Centro Interpretativo e Eco-museu do sal deAveiro.

42 Vide Emmer, Pieter - Les Hollandais et le commerce du sel dans l’Atlantique (1580-1650). “Journal ofSalt History”, vol. 5, p. 12-13, 1997; Emmer, Pieter – The Dutch Salt and Sugar Trades and the making ofthe second Atlantic System, 1580-1650, in “I Seminário Internacional sobre o sal português”, Amorim, Inêscoord., Porto, IHM-UP, 2005, pp.29-40.

190

holandeses a compra de sal em Setúbal, Aveiro, Sanlúcar, Cádiz, Lisboa e Puerto deSanta Maria. A irregularidade levou, naquele contexto, à deslocação das rotas ho-landesas para o arquipélago de Cabo Verde, já no século XVI43 e com toda a forçaapós o fim das Tréguas44.

Os preços do sal em Amesterdão subiram continuamente ao longo da década de20 do século XVII, sendo proibida a sua reexportação para outras cidades holande-sas, que apresentavam preços ainda mais elevados. Entre 1628 e 1632, a Holanda,ao receber grandes quantidades de sal procedentes de Tortuga, nas Índias Ociden-tais, parecia ter resolvido os problemas de abastecimento. Contudo, a qualidade dosal revelou-se pouco adequada à salga do peixe e carne. Mesmo a tentativa de o mis-turar com sal de Brouage, do norte de França, trouxe consequências negativas paraa qualidade da salga dos arenques que acabaram por apodrecer45. A situação tam-bém não era favorável para as salinas portuguesas e espanholas que viam afastar-seos seus melhores clientes. Desde 1621 que as salinas de Cádiz e de La Mata não eramexploradas, assim como em Setúbal o comércio havia sido muito reduzido. O re-sultado foi que em 1630 a Coroa passou de uma exclusão total dos holandeses notransporte e comércio do sal, a uma tentativa de arrecadar benefícios mediante a ven-da de licenças do sal ibérico a comerciantes holandeses, permitindo-os carregar sal,mediante pesadas licenças, em qualquer destes seis portos: Setúbal, Aveiro, Sanlú-car, Cádiz, Lisboa e Puerto de Santa María e, por outro lado, elevando muito os di-reitos de exportação de todo o tipo de sal46.

Após a Restauração da independência portuguesa, regularizou-se a relação comas Províncias Unidas, mantendo-se os bons lucros com a cobrança de impostos so-bre a exportação do sal, assim como uma fluente continuação do comércio com avizinha Galiza e Castela47.

A Holanda reforçou a sua posição como consumidora do sal português. DesdeAbril de 1641 que os holandeses enviaram grandes quantidades de sal de Setúbalpara Estocolmo, Dantzig, Koenisberg, anulando no Báltico o avanço, até então veri-ficado, de barcos hanseáticos48. Se a guerra luso-holandesa, entre 1657-1660, daria,de momento, preferência ao sal de Cádis49, com a paz de Haia, em 1669, o sal por-tuguês assumiu, novamente, um valor estratégico nas relações de paz e comérciocom a Holanda50.

É bem conhecido o processo que permitiu à Holanda, desde então, controlar ocomércio do sal português, tendo em conta o tratado de paz (1669) que se prolon-gou por 20 anos (1689), que previa uma extracção de sal a partir de Setúbal. Em mé-

191

43 Vd. Emmer, Pieter – The Dutch Salt and Sugar Trades…o.c., pág.71

44 Vd. – Amorim, Inês - As Ilhas de Cabo Verde nas rotas do sal – a construção de um complexo econó-mico na época moderna, in “III Seminario Internacional de Historia de la navigación- Islas y navegaciónen época medieval y moderna”, Granada, 15-17 Junio 2005 – no prelo.

45 Israel, Jonathan - La república holandesa y el mundo hispánico: 1606-1661, Madrid, Nerea, 1997, p.188

46 Id., Ibid., p. 189

47 Vide Arquivo Distrital de Aveiro, Secção Notarial, Aveiro, n. 11, fol. 80v a 82, em 30 de Dezembro de1668. publicado por Amorim, Inês - O Comércio do sal de Aveiro até meados de XVII - Relações co-merciais com o Norte da Europa e Galiza. “Boletim Municipal de Aveiro”, Aveiro, n.17, 1991, p.9 a 15.

48 Israel, Jonathan - La república holandesa y el mundo hispánico ..., o.c., p. 283

49 Id., Ibid, p. 343

50 Rau, Virgínia – Estudos sobre a história…, o.c., p. 240.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

dia sairiam perto de 80 000 moios anuais a transportar para a Holanda51. Para os 10anos de 1680-90 dos barcos que estiveram em Setúbal que totalizam cerca de 1420navios, 1121 eram barcos holandeses52. Virgínia Rau provou como foi convenienteessa dependência, para ambas as partes, e Portugal só se viu livre dessa dívida em1711, obrigando-se à fixação do preço em Setúbal que beneficiava os que o vendiamem Amesterdão53. Após o fim do tratado os Holandeses terão mesmo procurado man-ter o exclusivo da compra, como terá acontecido em 1713 a 1715, prática descritapelo consul sueco em Lisboa, aproveitando o facto de, com a guerra do Báltico e avitória da Dinamarca, a Suécia ver vedado o acesso ao estreito de Sund54.

A conjuntura política terá, então, alterado esta situação de vantagem para o salportuguês. Quando a política anti-holandesa de Luís XIV terminou as suas hostili-dades (1672-1679), a Holanda tomou nas suas mãos o comércio do sal francês. Osnegociantes holandeses colocaram os seus comissários nas zonas produtoras de salda Baía francesa (Guerande, e Lorient)55. Além do mais, os preços do sal portuguêsde Setúbal subiram extraordinariamente nos inícios do século XVIII, e os holande-ses sempre procuraram as vantagens do diferencial entre produção e mercado (videgráfico 1).

Fonte: Dados retirados de Rau, Virgínia – Estudos sobre a História…, o.c., p. 284-285; e verificados no ori-ginal IAN/TT, Ministério do Reino, maço 492, maço 612 (Anexo 1)

Mesmo assim, já sendo clientes das salinas do Oeste da França, os holandesesmantinham os seus consules na Península Ibérica que os informavam da necessida-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

51 Id., Ibid, p. 287

52 Contam-se 169 ingleses, 38 suecos, 35 noruegueses, 28 alemães, 13 dinamarqueses, 10 espanhóis,6 franceses (cf. Id., Ibid., p. 289).

53 Id., Ibid., p. 245

54 Lindeberg, Erik – An 18th century Swedish perspective…, o.c., p. 185-186.

192

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0

4500

4000

3500

3000

2500

2000

1500

1000

500

0

1680

1685

1690

1695

1700

1705

1710

1715

1720

1725

1730

1735

1740

1645

1750

1755

1760

1765

Gráfico 1 - Preço do moio e quantidade anual exportado a partir de Setúbal

moi

os s

al

preç

o do

moi

o em

réi

s

preço moiosal exportado estrangeiro

de rápida em acudirem ao sal de Setúbal ou ao de Cádis, conforme a conjuntura exi-gia.

Os dados trabalhados por Pierrick Pourchasse, para o século XVIII, confirmam aascensão do sal francês no Báltico, a partir da década de 20 de XVIII, 12% acima dePortugal (vide Gráfico 2). As razões para a perda dessa supremacia, na década de 60do século XVIII, fundamentam-se nas sucessivas más colheitas nas salinas do oestefrancês, entre 1763-177456. Nesta ocasião o sal exportado de Setúbal assinala recu-peração assinalável, como se verifica no gráfico 1, confirmado pelos relatórios do De-sembargador da Repartição do Sal de Setúbal que refere a crise em França e a opor-tunidade para o salgado português, não obstante, logo em 1767, as notícias seremde um ano de chuvas que interromperam a produção nas salinas de Setúbal57.

Quadro 1 – Exportações do sal para o Báltico dos seguintes salgados

Anos Total sal França Portugal Mediterrâneo Inglaterra

1720-29 . .264592 . .128456 . . . .48,5 . . .97411 . . .36,8 . . . . .1271 . . . .0,5 . . .12836 . . .4,91730-39 . .276560 . .133203 . . . .48,2 . . .80191 . . . . .29 . . . .31043 . . .11,2 . . .14842 . . .5,41740-49 . .334825 . .160611 . . . . . .48 . . .97255 . . . . .29 . . . .48482 . . .14,5 . . .12259 . . .3,71750-59 . .340060 . .147314 . . . .43,3 . .100475 . . .29,5 . . . .62398 . . .18,3 . . .17289 . . .5,11760-69 . .377762 . .157559 . . . .41,7 . .115229 . . .30,5 . . . .69987 . . .18,5 . . .24377 . . .6,51770-79 . .375532 . . .72023 . . . .19,2 . .102710 . . .27,4 . . .140093 . . .37,3 . . .47177 . .12,61780-89 . .447309 . . .77570 . . . .17,3 . .126027 . . .28,2 . . .112342 . . .25,1 . .109132 . .24,4

Fonte: Pourchasse, Pierrik - – La concurrence entre les sels ibériques …, o.c., p.329

Fonte: quadro 1

193

55 Vd. Pourchasse, Pierrick – La concurrence entre les sels ibériques, français et britanniques sur les mar-chés du Nord au XVIII siècle, in « Le sel de la Baie, histoire, archéologie, ethnologie des sels atlantiques »,dir. Hocquet, J.C ; Sarrazin, J.L., Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2005, pp.334.

56 Id., Ibid., p. 335

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Gráfico 2 - Exportações de sal para o Báltico, 1720 - 1789

1730-39 1740-49 1750-59 1760-69 1770-79 1780-891720-29

60

50

40

30

20

10

0

Portugal Mediterrâneo InglaterraFrança Portugal Mediterrâneo InglaterraFrança

Portugal Mediterrâneo InglaterraFrança

Os dados compulsados por Porchasse evidenciam ainda outras tendências queapontam para uma alteração da hierarquização dos mercados abastecedores, comosejam, a subida da exportação para o Báltico do sal do Mediterrâneo, desde a décadade 3058, marcada por preços altos em Setúbal, como informava o embaixador sue-co para o ano de 1732/33 (vide gráfico 2 e quadro 1), empurrando os mercadoressuecos para o Mediterrâneo59. Na década de 70 os valores exportados pelo Medi-terrâneo ultrapassam os restantes produtores, para voltarem a descer para níveis idên-ticos aos exportados pelos restantes espaços produtores na década de 80, manten-do-se a crescente exportação do sal inglês, aproximando-se dos valores de Portugal.A cronologia torna-se, assim, mais detalhada. Verifica-se a decadência da oferta dosal atlântico francês nas décadas de 60-70, o mesmo acontecendo com a portugue-sa, embora de forma mais atenuada, e afirma-se o sal do mediterrâneo, assim comoo transportado por ingleses.

III Parte – A concorrência dos centros produtores – antigos e novosmercados – finais do século XVIII a meados de XIX

Estas tendências se, por um lado, evidenciam, muito claramente, substituiçõesde fornecedores, por outro, registam a alteração das condições concorrencias entreos tradicionais centros produtivos europeus (Portugal/França/sul de Espanha e o eixoitaliano) frente a novos clientes. Efectivamente, um conjunto de factores, contextua-lizadores, poderão ter contribuído para esta alteração:

1º- a nova situação criada pela guerra de independência americana (em particu-lar desde as Coercive Acts, de 1765-75), geradora de uma “fome de sal” e aprocura, pelos Estados Unidos de alternativas na Europa do Sul, nas colóniasafricanas e nas Antilhas60;

2º- o posicionamento da Inglaterra contra a Holanda, passando a controlar, emseu proveito, a rota do Báltico. Terminada a guerra, a Inglaterra tinha conse-guido uma posição segura e os holandeses preferiram o acesso às minas de sal-gema da Prússia, depois da partilha da Polónia61;

3º - a projecção do Norte da Europa, mesmo antes do bloqueio francês à Ingla-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

57 IAN/TT – Ministério do Reino, maço 492, maço 612, fol. 59

58 Este movimento para o Mediterrâneo é registado em Hocquet, Jean-Claude – La navegación de la salen el Atlántico (siglos XIII-XVIII), in. “Navegación Marítima del Mediterráneo al Atlàntico”, ed. MalipicaCuello, A., Granada, La Nao, 2001, p.19-57 e por Pira, Stefano – El commercio del sale sardo nel Sette-cento: dal Mediterraneo all’Atlantico n(1700-1760) in “Storia del commercio del sale tra Mediterraneo eAtlantico”, cura di Pira, Stefano, Caglliari, AM&D, 1997, pp.175-206. Neste artigo demonstra o aumen-to da presença de barcos nórdicos, em especial suecos, articulados com o transporte de tropas, no âm-bito da guerra de sucessão da Polónia e depois da Áustria (1731-1748), levando em troca o sal local, numaaltura em que se registariam problemas de produção em Portugal.

59 Müller, Leos - Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-distance Ship-ping, 1720-1815, Estocolomo, Studia Historica Upsaliensia, 2004, p.100-101.

60 Huvet-Martinet, Micheline - Les puritains, les yankees et le sel (XVII-XIX siècles). “Journal of Salt His-tory”, vol. 3, 1995, pp. 68-72

61 Pourchasse, Pierrik - La concurrence entre les sels ibériques …, o.c., pp. 336

194

terra62, beneficiando, especialmente, a Suécia, Dinamarca, Noruega, no Atlân-tico e no Mediterrâneo, dirigindo-se directamente, aos centros produtores daFrança e da Península Ibérica e Mediterrâneo63;

4º - o desenvolvimento, pela Inglaterra, desde o bloqueio de Luís XIV, da explo-ração de salgema, em particular das minas de Cheshire, desde 1690, que cres-cerá fortemente dada a proximidade das minas de carvão de Lancshire e a in-fra-estrutura portuária de Liverpool64.

Estes sinais de mudança parecem ter correspondência em Portugal, na produçãode indicadores de carácter qualitativo e quantitativo. No primeiro caso desenvolveu-se um discurso político-económico, debatido na Academia Real das Ciências de Lis-

195

62 As relações entre a Holanda e a Suécia nos anos 30 do século XVII, permitiram o crescendo da ex-ploração de recursos, como os metais – o ferro, que integrou nos circuitos ocidentais. Quando a ligaçãose atenuou, porque a Holanda se desinteressou dessa mercadoria, a Suécia estava pronta para tomar o seupróprio percurso. Vide Müller, Leos – The Dutch entrepreneurieal networks and Sweden in the Age ofGreatness, in Trade, diplomacy and cultural exchange. Continuity and change in the North Sea area andthe Baltic c. 1350-1750, ed. Hanno Brand, Hilversum, Uitgeverij, 2005, p.58-74

63 Müller, Leos - Consuls, Corsairs, and Commerce. The Swedish Consular Service and Long-distance Ship-ping, 1720-1815, Estocolomo, Studia Historica Upsaliensia, 2004, p.109

64 Hocquet, Jean-Claude – La navegación de la sal en el Atlántico.., o.c., p.49.52 ; Hocquet, Jean Clau-de – Le sel et le pouvoir…, o.c., p. 263. ; Pourchasse, Pierrik - – La concurrence entre les sels ibériques…, o.c p. 336.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Gráfico 3 - Preços moio em Setúbal e preços médios "por cento" de 404 medidas, emflorins, do moio de sal de Setúbal e de Cádis vendidos em Amesterdão - 1731-1765; 1776

1731 1733 1735 1737 1739 1741 1743 1745 1747 1749 1751 1753 1755 1757 1759 1761 1763 1765 1776

3000

2500

2000

1500

1000

500

0

preços Setúbal em réis

preços sal Setúbal em florins

preços sal Cádis em florins

Fonte: dados compulsados por Rau, Virgínia – Estudos sobre a História …, o.c., pp. 288

boa, que procurava elogiar a superioridade do sal português frente ao do Mediter-râneo, o de Cádis e de Cálhari. A argumentação, científica, porque partia de umaanálise laboratorial dos diferentes cristais, evidenciava a pureza superior do sal por-tuguês de Setúbal, porque podendo ser este de maior preço, como era efectivamen-te (ver gráfico 3) a colheita de água de Cádis teria deixado, quatro vezes mais sedi-mento do que o de Setúbal, “logo outro tanto perde o comprador”65

Sintomaticamente, quase pela mesma data uma outra memória económica pu-blicada pela mesma Academia, referenciava as prometedoras descobertas de sal desalgema na Ilha da Boavista:[…] do arquipélago de Cabo Verde, semelhante ao dePolónia, e de outras partes da Alemanha66. Trata-se de uma clara alusão aos novosconsumos de sal de mina que, como vimos, era explorado, com sucesso crescente,por ingleses. As memórias surgem, assim, numa altura em que Portugal se debatiacom outros concorrentes, ingleses e do mediterrânico, procurando integrar a carto-grafia das minas de salgema que apresentavam sintomas de crescimento nos merca-dos consumidores.

Os indicadores quantitativos referem-se às balanças de comércio e, não obstan-te as deficiências estatísticas, são a oportunidade de estabelecer a evolução geral docomércio externo do sal. Os dados compulsados referem-se aos seguintes países:França, Estados Unidos, Espanha, Grã-Bretanha, Hamburgo, Holanda, Prússia, Sué-cia, Rússia e dados esporádicos relativos à Alemanha e Itália (anexo 2)

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

65 Barros, José Joaquim Soares de - Considerações sobre os benefícios do sal comum, e em particular dosal de Setúbal…, in “Memórias Económicas da Academia Real das Ciências, 1789-1815”, v.1(1789), Lis-boa, pp.21-35.

66 Vandelli, Domingos - Memória sobre o sal-gema das Ilhas de Cabo Verde, in “Memórias Económicasda Academia Real das Ciências, 1789-1815”, v. 4, 1812, Lisboa, pp. 51-52

196

300.000

250.000

200.000

150.000

100.000

50000

0

5,000

4500

4,000

3,500

3,000

2,500

2,000

1,500

1,000

0,500

0,0001796 1800 1804 1809 1813 1817 1821 1825 1829

Gráfico 4 - Exportação de sal - 1796 - 1831

n˚ m

oios

preç

o do

moi

o em

réi

s

preço moioquantidades exportadas

197THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

65000

49000

33000

17000

1000

1796 1799 1802 1805 1809 1812 1815 1818 1821 1824 1827 1830

Gráfico 7 - Balanças de exportação do sal português, em moios - 1796 - 1831

moi

os

Espanha Estados Unidos Grã-BretanhaSuécia

81000

71000

61000

51000

41000

31000

21000

11000

100

1796 1799 1802 1805 1809 1812 1815 1818 1821 1824 1827 1830

Gráfico 6 - Balanças de exportação do sal português, em moios - 1796 - 1831

moi

os

Rússia Suécia Prússia Dinamarca

46000

31000

16000

10001796 1799 1802 1805 1809 1812 1815 1818 1821 1824 1827 1830

Gráfico 5 - Balanças de exportação do sal português, em moios - 1796 - 1831m

oios

Grã-BretanhaFrança Holanda

Os níveis apresentam-se ainda significativos nos finais de XVIII, mas a guerra in-terrompe o comércio, para apresentar bons níveis entre 1807 e 1816, com um picono ano de 1813, um outro em 1824. Os preços, contudo, reflectem algum desinte-resse nesta última década, sinal duma perda da pressão do consumo (gráfico 4).

Uma análise detalhada de alguns destinos fez-se de forma agrupada segundo al-guns critérios: pelo peso sentido no passado (gráfico 5 -Holanda. França. Grã-Bre-tanha), pela projecção crescente do norte da Europa (gráfico 6 - Rússia, Suécia, Di-namarca e Prússia) e pela emergência nos dois grupos anteriores (Grã-Bretanha e Sué-cia) articulado com afirmações crescentes – Estados Unidos – ao lado de um vizinhoconcorrente – a Espanha (gráfico 7).

Como se constata, verifica-se a situação residual de comércio com a Holanda,enquanto a França iguala os valores da anterior. A Grã-Bretanha é um cliente que semantém. Dos países do Báltico, Rússia, Prússia, Dinamarca e Suécia, este últimoapresenta níveis superiores e ascensionais. Ressalvando, então, as melhores expor-tações registadas, da Inglaterra e da Suécia, confrontamos com um mercado vizinhoe tradicionalmente concorrente com Portugal, Espanha, e um novo mercado, os Es-tados Unidos, os resultados evidenciam o apagamento da procura de Espanha, a par-tir de 1816, enquanto os Estados Unidos se afirmam, não obstante o embargo fran-cês de 1 de Outubro de 1809 a 30 de Setembro de 1813, por altura das InvasõesFrancesas.

Novos clientes e velhas ligações - conclusão

O trajecto da Suécia vinha já a ser definido, com a abertura crescente aos por-tos do Mediterrâneo, aproveitando as oportunidades de neutralidade (1756-1763,1779-1783, 1793-1800), e construído sobre uma rede consular estabelecida em vá-rias cidades do mediterrâneo, particularmente em Cádis e Lisboa67. A importância dosal português terá sido um factor que justificou a nomeação do primeiro cônsul sue-co no sul da Europa, em 1669, cujos relatórios, pormenorizados, descreviam as di-nâmicas comerciais em torno do porto de Setúbal e Lisboa, chegando mesmo a en-volver-se no tráfico regional do sal, conduzindo-o de Cádis para a Galiza68

O peso das exportações para os Estados Unidos não surpreende. Não obstanteo desenvolvimento da exploração salícola nos finais de XVIII, os Estados Unidos pre-cisavam de grandes quantidades de sal para a pesca e salga de carne que ultrapas-sassem os insucessos das primeiras instalações industriais69. A presença de naviosamericanos nas águas de Cabo Verde, desde a década de 80 do século XVIII, sendoa maioria dos que aportavam à procura de baleia e de sal70, comprova ser esta uma

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

67 Müller, Leos – Great power constraints and the growth of the commercial sector: the case of Sweden,1600-1800, in “Atlantic Colonial Trade and European Economic Development, ed. Emmer, P.C., et alii, Lei-den.Boston, Brill, 2006, pp.317-351

68 Müller, Leos - Consuls, Corsairs, and Commerce…, o.c., p.109

69 Litchfield, Carol D. Bertram, Bruce; Kupfer, Romaine L.- Avery Island, Louisiana: The first rock salt minein the United States. “Journal of Salt History”, vol. 3, 1995, p. 101-119; Litchfield, Carol D. – The greatConemaugh salt works of western Pennsylvania. “Journal of Salt History”, vol. 8-9, 2001, pp. 265-288. Hu-vet-Martinet, Micheline- Les puritains, les yankees et le sel (XVII-XIX siècles)…pp.57-10070 Vd. Amorim, Inês - As Ilhas de Cabo Verde nas rotas do sal, o.c., (no prelo)

198

199THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

das três áreas extra-americanas de abastecimento (Grã-Bretanha – inclusivé do sal-gema de Cheshire, Europa do sul e Caraíbas71).

Sabe-se, hoje, que o sal português embarcado para os Estados Unidos represen-tava, em 1797/1798, 30.76% do total das importações de sal americanas72. Depoisdaquela data a percentagem decresce até 1806, reduzindo-se a zero por cento, se-gundo estas estimativas mas, em 1813/1814, as importações são retomadas, subin-do para 38.73% do total. Não obstante a quantidade de importações aumentarem,em 1815/16, Portugal perdeu peso percentual, representando apenas 16.74% do to-tal do sal importado pelos Estados Unidos. Contudo, não é esta a imagem dada pe-las Balanças de Comércio português, porque continuam a registar, no quinquénio1809-1813, os maiores volumes de exportação de sempre ao mesmo tempo que seconfirma a continuidade de aquisição de sal por americanos, em particular atravésdos portos portugueses do Brasil. Contra isto protestava o agente consular portuguêsem Nova Iorque que, em Dezembro de 1816, publicitou a proibição das embarca-ções americanas desembarcarem nos portos brasileiros73.

A confirmar o interesse mútuo pela compra e pela venda do sal de Setúbal paraos Estados Unidos, em 10 de Maio de 1852 o governo português permitiu que emSetúbal se vendesse sal aos navios americanos pelos mesmos preços que aos naviosportugueses, e “por fora da roda”. As resistências locais geraram um bloqueio à car-regação do barco, levando à intervenção militar, e a roda foi extinta por decreto de5 de Agosto de 185274. A estrutura de rotatividade não tinha mais oportunidade quan-do os clientes faltavam. A confirmar esta tendência, em 1838 tinha sido determina-do que, pelo Ministério dos Negócios Estrangeiros, se obtivessem informações pormeio dos agentes portugueses no estrangeiro, a respeito do comércio do sal, inda-gando-se ao mesmo tempo as razões por que o sal nacional tinha menor extracçãodo que anteriormente tinha, comparado com o sal estrangeiro. “Foram autorizadasas Associações Mercantis de Lisboa e Setúbal para entre si nomearem um membroque formasse parte de uma comissão destinada a examinar o estado do referido co-mércio, para em seguimento propôr os meios que lhe parecesse mais adequados aomelhoramento deste ramo de produção e comércio nacional”75.

É evidente que a lei da procura e da oferta teria feito reduzir as condições de ten-dência monopolizadora do sal de Setúbal, em particular a obrigatoriedade de seguiro giro. A observação dos preços praticados no período final de XVIII e primeiras dé-cadas de XIX atestam a descida geral dos preços. Contudo, o caso da Espanha é umaexcepção, em particular a partir de 1816 (vide gráfico 8).

Globalmente as curvas de preços reflectem um primeiro momento, o da agita-ção relacionada com a conjuntura da guerra peninsular (1807-1814), desde o pre-

71 Huvet-Martinet, Micheline- Les puritains, les yankees et le sel (XVII-XIX siècles)…pp.64-65

72 Fontes usadas por Ribeiro, 1997: 242, Congresso dos Estados Unidos: American State Papers. Docu-ments, Legislative and Executive of the Congress of the United States, Washington, Gales and Seaton, vols.VII e VIII, 1832-1834;

73 Vd. Ribeiro, Jorge Martins – Sal português para as Américas: exportações para os Estados Unidos nosfinais do século XVIII e inícios do século XIX, in “I Seminário Internacional sobre o sal portugês”, coord.Amorim, Inês, Porto, IHM-UP, 2005, p. 321.

74 Amzalak, Moses Bensabat – A salicultura…, o.c., p.38-39

75 Collecção de leis e outros documentos officiais pubblicados no ano de 1838. Lisboa: Imprensa Na-cional, 1838, fol. 384.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS200

Gráfico 8 Preço da unidade moio em milhares de réis, 1796-1813

10

9

8

7

6

5

4

3

2

1

0

1796

1798

1800

1802

1804

1806

1809

1811

1813

1815

1817

1819

1821

1823

1825

1827

1829

1831

lúdio da Guerra das Laranjas, em 180176. A Espanha reflecte este primeiro momen-to, atenua-se em plena guerra peninsular, para disparar a partir de 1814, sem que seaproxime mais dos valores unitários praticados com as outras nações. Se no primei-ro se poderá explicar pelas dificuldades das relações políticas vigentes, no segundocoloca-se a hipótese de corresponder às expectativas do fim do estanco do sal emEspanha, desenvolvidas entre 1813 e 1823 e as sucessivas agitações.

Num exercício estatístico que avalie, no passado, a importância das exportaçõesde sal para Espanha, leva-nos, a analisar os dados relativos às saídas de Setúbal, paraa Galiza, entre 1680 e 1766 e publicados por Virgínia Rau. Surge de forma insigni-ficante até à década de 40 para ganhar alguma dimensão, embora inferior às saídaspara o Norte da Europa (gráfico 9).

Ainda num exercício estatístico, coloca-se no mesmo gráfico os dados relativosà saída de sal de Setúbal para a Galiza, apenas no período de algum fôlego, de 1731a 1766 e os valores das balanças de comércio de 1796 a 1833, embora acauteladospara os limites da informação.

Sem informação para mais de 30 anos, a verdade é que os montantes saídos de1808 em diante, em plena crise peninsular se ampliaram, até 1814, para mais nãosubirem. Contudo, o facto dos preços por unidade se ampliarem coloca-nos a ques-tão da importância para aquele mercado que compra sal, embora não em grandesquantidades, mas a preços proibitivos. Assim sendo, num contexto de proximidade,só um estudo de análise dos mercados regionais permitirá averiguar como se reali-zava este percurso secular.§

76 Entre os princípios em causa estavam o abandono por parte de Portugal da sua tradicional aliança coma Inglaterra, fechando-lhe os seus portos, e abrindo os portos de França e Espanha. Sem conseguir que Por-tugal encerrasse os seus portos ao Reino Unido da Grã-Bretanha e da Irlanda do Norte, Napoleão assinao Tratado de Fontainebleau com a Espanha (27 de Outubro de 1807), e Napoleão tentou a invasão de Por-tugal, iniciando a que tradicionalmente se denomina Guerra Peninsular (1807-14), conhecida como in-vasões francesas.

201THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Gráfico 9 Exportação de sal de Setúbal para o Norte da Europa e Galiza (1680-1766)

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0

1680

1684

1688

1692

1696

1700

1704

1708

1712

1716

1720

1724

1728

1732

1736

1740

1744

1748

1752

1756

1760

1764

60000

50000

40000

30000

20000

10000

0

1731

1734

1737

1740

1743

1746

1749

1752

1755

1758

1761

1764

1797

1800

1803

1806

1810

1813

1816

1819

1822

1825

1828

1831

Gráfico 10 - Sal exportado para a Galiza (1731 - 1766) e Espanha (1796 - 1833)

moi

os

sal de Setúbal sal de Portugal

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS202

Anno Naus Moyos Preço Hiates para as Galiza, etc. Loges Total Barras (moios) (moios) (moios) (moios)

1680 . . . .130 . . . . .70626,5 . . . . . . . . . . . . . . . .10705 . . . . . . .739 . . . . . .341 . . . . .82411,51681 . . . .189 . . . . .98273,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .7847 . . . . . . . . . . . . . . .328 . . . . .1064481682 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .01683 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .01684 . . . . .85 . . . . .44331,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4395 . . . . . . . . . . . . . . .257 . . . . .48983,51685 . . . .139 . . . . .73109,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4720 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .77829,51686 . . . .199 . . . . .75898,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .3374 . . . . . . . . . . . . . . .114 . . . . . .793861687 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .01688 . . . . .98 . . . . .56411,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .3155 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59566,51689 . . . . .43 . . . . .22278,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .3505 . . . . . . . . . . . . . . .155 . . . . . .259381690 . . . . . .0 . . . . . . . . .0,0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .01691 . . . .193 . . . . .98625,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .5243 . . . . . . . . . . . . . . .128 . . . .103996,51692 . . . .177 . . . .107324,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .6247 . . . . . . . . . . . . . . .180 . . . . .1137511693 . . . .103 . . . . .72311,5 . . . . . . . . . . . . . . . .11280 . . . . . . . . . . . . . . .370 . . . . .83961,51694 . . . .176 . . . .119687,5 . . . . . . . . . . . . . . . .10543 . . . . . . .454 . . . . . . . . . . . .130684,51695 . . . .181 . . . .119141,5 . . . . . .778 . . . . . . .13168 . . . . . .1010 . . . . . . . .6 . . . .133325,51696 . . . .112 . . . . .80389,0 . . . . .1800 . . . . . . .13175 . . . . . . .937 . . . . . . .15 . . . . . .945161697 . . . . .96 . . . . .67478,5 . . . . .1500 . . . . . . .15420 . . . . . . . . . . . . . . .122 . . . . .83120,51698 . . . . .82 . . . . .61238,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .9893 . . . . . . .155 . . . . . .109 . . . . . .713951699 . . . .311 . . . .227901,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .8267 . . . . . . . . . . . . . . .371 . . . . .2365391700 . . . .183 . . . .134675,0 . . . . . . . . . . . . . . . .10987 . . . . . . . . . . . . . . .308 . . . . .1459701701 . . . .242 . . . .179249,0 . . . . . . . . . . . . . . . .10689 . . . . . . . . . . . . . . .350 . . . . .1902881702 . . . .122 . . . .101178,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .6288 . . . . . . . . . . . . . . .265 . . . .107731,51703 . . . .144 . . . .102437,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .5674 . . . . . . . . . . . . . . .375 . . . . .1084861704 . . . .110 . . . . .75920,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .3374 . . . . . . . . . . . . . . .303 . . . . .79597,51705 . . . .101 . . . . .65005,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4583 . . . . . . . . . . . . . . .888 . . . . .70476,51706 . . . . .82 . . . . .56064,5 . . . . . . . . . . . . . . . . .4801 . . . . . . . . . . . . . . .282 . . . . .60427,51707 . . . .103 . . . . .63578,5 . . . . . .778 . . . . . . . .4120 . . . . . . . . . . . . . . .552 . . . . .68250,51708 . . . . .99 . . . . .64228,5 . . . . .2000 . . . . . . . .4182 . . . . . . . . . . . . . . .290 . . . . .68700,51709 . . . . .63 . . . . .44331,5 . . . . .4000 . . . . . .10471,5 . . . . . . . . . . . . . .255,5 . . . . .55058,51710 . . . . .36 . . . . .22845,5 . . . . .2600 . . . . . . .11150 . . . . . . . . . . . . . .445,5 . . . . . .344411711 . . . .101 . . . . .60223,5 . . . . .2650 . . . . . . .13460 . . . . . . . . . . . . . .627,5 . . . . . .743111712 . . . . .68 . . . . .39490,5 . . . . .2650 . . . . . . . .5852 . . . . . .7317 . . . . . .752 . . . . .53411,51713 . . . .209 . . . .114024,5 . . . . .2650 . . . . . . .17527 . . . . . .1317 . . . . . .512 . . . .133380,51714 . . . .344 . . . .191772,0 . . . . .3650 . . . . . . . .2486 . . . . . .6660 . . . . . .331 . . . . .2012191715 . . . .149 . . . . .78770,5 . . . . .2400 . . . . . . .5271,5 . . . . . .3065 . . . . . .531 . . . . . .876381716 . . . . .18 . . . . . .8121,5 . . . . .1250 . . . . . . .7485,5 . . . . . .4349 . . . . . .643 . . . . .20799,51717 . . . . .61 . . . . .39134,0 . . . . .2000 . . . . . . .7950,5 . . . . . .2186 . . . . . .730 . . . . . .500001718 . . . . .20 . . . . . .9078,0 . . . . .1400 . . . . . . .12418 . . . . . .2867 . . . . . .756 . . . . . .251191719 . . . . .54 . . . . .32977,5 . . . . .1100 . . . . . . .11622 . . . . . .2905 . . . . . .686 . . . . .48190,51720 . . . . .58 . . . . .35041,5 . . . . .1000 . . . . . . . .7338 . . . . . .4593 . . . .935,5 . . . . . .479081721 . . . . .72 . . . . .39505,0 . . . . .1150 . . . . . . . .7707 . . . . . .4822 . . . . . . .45 . . . . . .520751722 . . . . .58 . . . . .29989,5 . . . . . .800 . . . . . . .10262 . . . . . .3818 . . . . . .655 . . . . . .447241723 . . . . .80 . . . . .40599,5 . . . . .1200 . . . . . . .5475,5 . . . . . .4454 . . . . . .629 . . . . . .511581724 . . . . .46 . . . . .23714,0 . . . . . .600 . . . . . . . .7566 . . . . . .4448 . . . . . .932 . . . . . .366601725 . . . . .97 . . . . .47169,0 . . . . . .600 . . . . . . . .3188 . . . . . .5210 . . . . . .933 . . . . . .565001726 . . . .127 . . . . .62515,5 . . . . . .600 . . . . . .10016,5 . . . . . .6664 . . . . .1040 . . . . . .803331727 . . . .111 . . . . .63667,0 . . . . . .600 . . . . . . .10564 . . . . . .6740 . . . . . .876 . . . . . .818471728 . . . .137 . . . . .73002,0 . . . . . .600 . . . . . . .10727 . . . . . .5090 . . . . . .899 . . . . . .897181729 . . . .101 . . . . .52236,5 . . . . . .600 . . . . . . . .8510 . . . . . .5480 . . . . . .735 . . . . .66961,51730 . . . .114 . . . . .60647,5 . . . . . .800 . . . . . . .12478 . . . . . .4476 . . . . . .652 . . . . . .78718

ANEXO 1

(in Rau, Virgínia – Estudos sobre a História…, o.c., p. 284-285; e verificadosno original IAN/TT, Ministério do Reino, maço 492, maço 612

Sal que se extraiu, em naus para reinos estrangeiros e em patachos, caravelas,hiates, barcos, de fora e de Setúbal, para as barras do reino, pescarias, Galizae alguns portos de Inglaterra e Dunquerque, nos anos seguintes:

1731 . . . . .70 . . . . .33893,0 . . . . . . . . . . . . . . . . .7223 . . . . . . .320 . . . . . .562 . . . . . .41998Anno Naus Moyos Preço Hiates para as Galiza, etc. Loges Total

Barras (moios) (moios) (moios) (moios)1732 . . . . .25 . . . . . .8743,5 . . . . .3200 . . . . . .11049,5 . . . . . . . . . . . . . . .525 . . . . . .203181733 . . . . .88 . . . . .37481,5 . . . . .2200 . . . . . .12512,5 . . . . . . . . . . . . . . .546 . . . . . .505401734 . . . . .95 . . . . .36735,0 . . . . .1600 . . . . . .11937,5 . . . . . .9839 . . . . . .488 . . . . .58999,51735 . . . .108 . . . . .44477,5 . . . . .1600 . . . . . .17244,5 . . . . .5437,5 . . . . . .643 . . . . .67802,51736 . . . . .74 . . . . .34866,5 . . . . .1600 . . . . . .18551,5 . . . . . .6351 . . . . .1481 . . . . . .612501737 . . . . .99 . . . . .40445,0 . . . . .1200 . . . . . .17580,5 . . . .10573,5 . . . . . .808 . . . . .69407,51738 . . . .126 . . . . .45068,5 . . . . .1150 . . . . . .19148,5 . . . . .7415,5 . . . . . .799 . . . . .72431,51739 . . . .106 . . . . .44665,5 . . . . .1150 . . . . . .16696,5 . . . . .11930 . . . . . .660 . . . . . .739521740 . . . . .56 . . . . .22920,5 . . . . .1150 . . . . .25384,75 . . .12302,75 . . . . . .778 . . . . . .613861741 . . . .141 . . . . .61388,5 . . . . .1150 . . . . . . .24417 . . . . .11957 . . . . . .940 . . . . .98702,51742 . . . .116 . . . . .55515,0 . . . . .1150 . . . . . . .22569 . . . . . .6332 . . . . .1228 . . . . . .856641743 . . . .113 . . . . .55683,0 . . . . .1150 . . . . .20655,25 . . . .7788,75 . . . . . .910 . . . . . .850371744 . . . . .77 . . . . .33393,0 . . . . .1150 . . . . .28073,25 . . . .8525,75 . . . . . .847 . . . . . .708391745 . . . . .76 . . . . .36513,0 . . . . .1150 . . . . .18704,75 . . . .9643,75 . . . . . .838 . . . . .65699,51746 . . . .129 . . . . .55563,0 . . . . .1150 . . . . . .21512,5 . . . . . .4385 . . . . .1053 . . . . .82513,51747 . . . . .64 . . . . .29421,5 . . . . .1150 . . . . .22455,75 . . .18523,75 . . . . . .884 . . . . . .712851748 . . . .110 . . . . .46122,0 . . . . .1150 . . . . .23681,75 . . .17344,75 . . . . . .817 . . . . .87965,51749 . . . . .92 . . . . .37154,5 . . . . .1150 . . . . .27001,75 . . .21737,75 . . . . . .838 . . . . . .867321750 . . . .123 . . . . .44595,0 . . . . .1150 . . . . . . .27571 . . . . .10423 . . . . . .920 . . . . . .835091751 . . . .106 . . . . .42089,0 . . . . .1150 . . . . . . .20659 . . . . . .5453 . . . . . .837 . . . . .69038,51752 . . . .130 . . . . .46607,5 . . . . .1150 . . . . . . .11568 . . . . .23502 . . . . .1194 . . . . .82871,51753 . . . . .70 . . . . .26335,0 . . . . .1150 . . . . . .25762,5 . . . . . .8402 . . . . . .875 . . . . .61374,51754 . . . . .60 . . . . .23614,5 . . . . . .600 . . . . . . .24691 . . . . . .3522 . . . . . .657 . . . . .52484,51755 . . . . .66 . . . . .30545,5 . . . . . .600 . . . . . .19909,5 . . . . .11701 . . . . . .324 . . . . . .624801756 . . . . .75 . . . . .30701,0 . . . . . .600 . . . . . . .15551 . . . . .21982 . . . . . .510 . . . . . .687441757 . . . . .98 . . . . .39259,5 . . . . . .600 . . . . . .19006,5 . . . . .26077 . . . . . .170 . . . . . .845131758 . . . .133 . . . . .51654,5 . . . . . .850 . . . . . .14669,5 . . . .26214,5 . . . . . .794 . . . . .93287,51759 . . . .142 . . . . .60463,5 . . . . .1150 . . . . . . .16356 . . . . .15304 . . . .645,5 . . . . . .927691760 . . . .109 . . . . .47794,0 . . . . .1600 . . . . . .15711,5 . . . . .10277 . . . . . .463 . . . . .74245,51761 . . . .139 . . . . .50501,5 . . . . .1000 . . . . . .19580,5 . . . . .35328 . . . . . .480 . . . . .1058901762 . . . .121 . . . . .48295,0 . . . . .1000 . . . . . .11821,5 . . . . . .2920 . . . .619,5 . . . . . .636561763 . . . .237 . . . . .96691,5 . . . . .1000 . . . . . .25667,5 . . . . .22872 . . . . . .562 . . . . .1457931764 . . . .276 . . . . .98808,0 . . . . .1000 . . . . . .16267,5 . . . . . .5724 . . . . .1077 . . . .121876,51765 . . . .202 . . . . .74575,5 . . . . .1000 . . . . . .15814,5 . . . . . .6893 . . . . . .812 . . . . . .980951766 . . . .225 . . . . .77332,0 . . . . .1000 . . . . . . .14428 . . . . . . . . . . . . . . .843 . . . . . .92603

203THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

ANEXO 2

Instituto Naconal de Estatística - Balanças de comércio, 1796-1931 (vide notas 1 e 3)

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS204

ano quantidade . . . . . .valor .preço unit.

1796 179965,2 . .395547,9 . . . . .2,198

1797 242416,6 . .509231,9 . . . . .2,101

1798 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1799 161703,1 . .387980,4 . . . . .2,399

1800 125857,0 . .306086,6 . . . . .2,432

1801 61395,0 . .191083,6 . . . . .3,112

1802 103912,0 . .351054,8 . . . . .3,378

1803 108156,0 . .362538,3 . . . . .3,352

1804 58629,0 . .278446,8 . . . . .4,749

1805 73409,5 . .256379,4 . . . . .3,492

1806 105485,0 . .296556,2 . . . . .2,811

1807 134652,3 . .395053,6 . . . . .2,934

1808 38016,5 . . .85771,8 . . . . . . . . .

1809 117747,0 . .285944,8 . . . . .2,428

1810 106576,5 . .285358,5 . . . . .2,677

1811 126719,0 . .429574,2 . . . . .3,390

1812 185231,5 . .508902,2 . . . . .2,747

1813 190512,0 . .565500,2 . . . . .2,968

1814 98534,0 . .293731,0 . . . . .2,981

1815 144350,0 . .460616,5 . . . . .3,191

1816 113824,0 . .350784,5 . . . . .3,082

1817 80827,5 . .241531,9 . . . . .2,988

1818 135889,0 . .373108,3 . . . . .2,746

1819 100321,5 . .261890,6 . . . . .2,611

1820 119228,5 . .262697,0 . . . . .2,203

1821 112489,0 . .213807,0 . . . . .1,901

1822 86898,0 . .172815,1 . . . . .1,989

1823 187163,0 . .339571,9 . . . . .1,814

1824 189925,0 . .336390,9 . . . . .1,771

1825 164790,5 . .280257,4 . . . . .1,701

1826 150725,0 . .256553,7 . . . . .1,702

1827 147777,0 . .260257,0 . . . . .1,761

1828 135344,0 . .247996,0 . . . . .1,832

1829 169503,0 . .292559,9 . . . . .1,726

1830 131033,0 . .232706,9 . . . . .1,776

1831 56238,5 . .103146,0 . . . . .1,834

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. . .6755,0 . .14185,500 . . . . .2,100

. .10713,0 . .22497,300 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .35970,0 . .86328,000 . . . . .2,400

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .295,0 . . .1298,000 . . . . .4,400

. . . .819,0 . . .3003,600 . . . . .3,667

. . .1648,0 . . .9182,700 . . . . .5,572

. . .1728,0 . . .7273,600 . . . . .4,209

. . .2190,0 . . .5133,840 . . . . .2,344

. . .1966,5 . . .5856,000 . . . . .2,978

. . .1045,0 . . .2395,200 . . . . .2,292

. . . .132,0 . . . .316,000 . . . . .2,394

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .5917,5 . .15443,592 . . . . .2,610

. .17885,0 . .48070,010 . . . . .2,688

. . .8981,0 . .26688,195 . . . . .2,972

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .7130,0 . .17392,095 . . . . .2,439

. . .9206,0 . .23130,045 . . . . .2,512

. . .9325,5 . .23556,990 . . . . .2,526

. . .4615,5 . .10284,470 . . . . .2,228

. .15517,0 . .28079,480 . . . . .1,810

. . .4666,0 . . .8834,461 . . . . .1,893

. . .4693,0 . . .8340,480 . . . . .1,777

. .25545,0 . .43779,120 . . . . .1,714

. . .5798,5 . . .9483,600 . . . . .1,636

. .15052,0 . .23286,900 . . . . .1,547

. .14121,0 . .21185,800 . . . . .1,500

. .19518,0 . .29180,800 . . . . .1,495

. .19938,0 . .33619,588 . . . . .1,686

. .14088,5 . .21256,991 . . . . .1,509

. .18074,5 . .25365,303 . . . . .1,403

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

TOTAL (França, Estados Unidos, Espanha,Grã-Bretanha, Hamburgo, Holanda, Prússia,Suécia, Rússia e dados esporádicos relatvos àAlemanha e Itália.)

RÚSSIA

205THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

ano

1796

1797

1798

1799

1800

1801

1802

1803

1804

1805

1806

1807

1808

1809

1810

1811

1812

1813

1814

1815

1816

1817

1818

1819

1820

1821

1822

1823

1824

1825

1826

1827

1828

1829

1830

1831

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. .55950,7 .117496,500 . . . . .2,100

. .52811,5 .110904,100 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .57842,0 .138820,800 . . . . .2,400

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .37218,0 .100442,600 . . . . .2,699

. .34630,0 . .88746,000 . . . . .2,563

. .34851,0 . .87661,200 . . . . .2,515

. .10204,0 . .27959,100 . . . . .2,740

. .16445,5 . .41268,100 . . . . .2,509

. .23979,0 . .51653,760 . . . . .2,154

. .39809,0 . .83123,600 . . . . .2,088

. .36971,5 . .83376,640 . . . . .2,255

. .18095,0 . .40623,300 . . . . .2,245

. . .1320,0 . . .2970,000 . . . . .2,250

. . .2336,0 . . .5903,500 . . . . .2,527

. .63004,5 .152719,920 . . . . .2,424

. .34768,5 . .84271,500 . . . . .2,424

. .23111,0 . .65727,387 . . . . .2,844

. .35610,0 . .98171,670 . . . . .2,757

. .14550,0 . .37367,945 . . . . .2,568

. .31230,5 . .78091,647 . . . . .2,500

. .33252,0 . .84429,900 . . . . .2,539

. .13929,5 . .30972,480 . . . . .2,224

. .26149,0 . .42271,620 . . . . .1,617

. .20458,5 . .37164,473 . . . . .1,817

. .36457,0 . .66689,920 . . . . .1,829

. .40587,5 . .67475,920 . . . . .1,662

. .44656,5 . .71755,600 . . . . .1,607

. .50284,5 . .80758,900 . . . . .1,606

. .32930,0 . .52069,600 . . . . .1,581

. .31882,0 . .52134,520 . . . . .1,635

. .43023,5 . .77531,472 . . . . .1,802

. .58100,0 . .95211,113 . . . . .1,639

. .47629,5 . .74508,847 . . . . .1,564

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. . . .420,0 . . . .987,000 . . . . .2,350

. . .8182,5 . .17183,200 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .10515,0 . .25236,000 . . . . .2,400

. . .1460,0 . . .3504,000 . . . . .2,400

. . .2582,0 . . .8572,800 . . . . .3,320

. . .7038,0 . .28860,400 . . . . .4,101

. . .4158,0 . .12619,400 . . . . .3,035

. . .2386,0 . . .9563,600 . . . . .4,008

. . .1952,5 . . .9270,000 . . . . .4,748

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .200,0 . . . .400,000 . . . . .2,000

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .5033,5 . .14375,741 . . . . .2,856

. . .4023,0 . .12443,910 . . . . .3,093

. . .6845,0 . .19825,495 . . . . .2,896

. . .1345,0 . . .3248,175 . . . . .2,415

. . .8931,0 . .21611,770 . . . . .2,420

. . .3733,0 . . .9015,195 . . . . .2,415

. . .6432,0 . .17090,800 . . . . .2,657

. . .3171,0 . . .5784,900 . . . . .1,824

. . .1339,0 . . .2498,525 . . . . .1,866

. . . .691,5 . . .1234,000 . . . . .1,785

. . .6768,0 . .11795,680 . . . . .1,743

. . .4274,0 . . .7160,200 . . . . .1,675

. . .3478,0 . . .6291,450 . . . . .1,809

. . .2724,0 . . .4376,600 . . . . .1,607

. . . .180,0 . . . .302,400 . . . . .1,680

. . . .256,0 . . . .318,600 . . . . .1,245

. . .5286,0 . . .7100,400 . . . . .1,343

. . .5184,5 . . .8533,479 . . . . .1,646

SUÉCIA PRÚSSIA

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS206

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. . .2607,0 . . .5475,000 . . . . .2,100

. . .2290,0 . . .4809,000 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .519,0 . . .1533,600 . . . . .2,955

. . .4922,0 . .15994,800 . . . . .3,250

. . .6185,0 . .19402,000 . . . . .3,137

. . . .767,0 . . .4535,000 . . . . .5,913

. . .2826,0 . . .8551,000 . . . . .3,026

. . .1754,0 . . .4641,280 . . . . .2,646

. . .5930,0 . .17613,200 . . . . .2,970

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .10266,5 . .30430,000 . . . . .2,964

. .17915,0 . .57366,000 . . . . .3,202

. .14738,5 . .42343,645 . . . . .2,873

. . .5914,0 . .19382,945 . . . . .3,277

. . .7462,0 . .18965,337 . . . . .2,542

. . .4292,0 . .10736,250 . . . . .2,501

. . .5392,0 . .12155,840 . . . . .2,254

. . .7272,0 . .13095,000 . . . . .1,801

. . .5937,0 . .10928,047 . . . . .1,841

. . .8870,0 . .15780,000 . . . . .1,779

. . .7940,0 . .13141,840 . . . . .1,655

. . .5882,0 . . .9408,800 . . . . .1,600

. .10289,5 . .16070,600 . . . . .1,562

. . .9379,0 . .14124,700 . . . . .1,506

. . .9056,0 . .13488,600 . . . . .1,489

. . .8243,0 . .13794,774 . . . . .1,674

. .11931,0 . .17735,876 . . . . .1,487

. . .8131,5 . .11186,157 . . . . .1,376

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. .47471,0 . .99688,500 . . . . .2,100

. .80769,5 .169615,750 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .27224,5 . .65338,600 . . . . .2,400

. .19830,5 . .47593,200 . . . . .2,400

. . . .904,0 . . .3466,000 . . . . .3,834

. .18058,0 . .54637,204 . . . . .3,026

. .13289,5 . .36139,800 . . . . .2,719

. .11569,0 . .38318,100 . . . . .3,312

. .11560,0 . .37720,400 . . . . .3,263

. .15664,0 . .39084,560 . . . . .2,495

. .19887,0 . .54639,200 . . . . .2,747

. . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . .0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .3581,0 . . .9294,155 . . . . .2,595

. . .5726,0 . .17613,495 . . . . .3,076

. . .9238,0 . .25830,280 . . . . .2,796

. . .3622,0 . .10533,705 . . . . .2,908

. .19822,0 . .48635,560 . . . . .2,454

. .20565,0 . .50724,895 . . . . .2,467

. . .6722,0 . .15251,670 . . . . .2,269

. .20731,0 . .36029,375 . . . . .1,738

. . .1181,0 . . .2492,574 . . . . .2,111

. .22048,0 . .39036,400 . . . . .1,771

. .43815,5 . .74454,640 . . . . .1,699

. .38973,0 . .63262,600 . . . . .1,623

. .26345,0 . .44023,400 . . . . .1,671

. .13228,0 . .22193,000 . . . . .1,678

. . .7373,0 . .12588,400 . . . . .1,707

. . .5838,5 . . .7705,412 . . . . .1,320

. . .2929,0 . . .4791,300 . . . . .1,636

. . .2772,0 . . .4402,680 . . . . .1,588

HOLANDA DINAMARCA

ano

1796

1797

1798

1799

1800

1801

1802

1803

1804

1805

1806

1807

1808

1809

1810

1811

1812

1813

1814

1815

1816

1817

1818

1819

1820

1821

1822

1823

1824

1825

1826

1827

1828

1829

1830

1831

ANEXO 2 (continuação)

207THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. . .9200,5 . .22587,250 . . . . .2,455

. .28193,5 . .59206,750 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .28565,1 . .68496,200 . . . . .2,398

. .18297,0 . .46979,200 . . . . .2,568

. . .8444,0 . .32283,000 . . . . .3,823

. . .8666,0 . .36424,400 . . . . .4,203

. .20559,0 . .74165,200 . . . . .3,607

. .12612,5 . .74182,600 . . . . .5,882

. .19504,5 . .65101,500 . . . . .3,338

. .21690,0 . .71959,000 . . . . .3,318

. .23645,5 . .88110,800 . . . . .3,726

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .44288,0 .104579,080 . . . . .2,361

. .35010,0 . .89608,200 . . . . .2,560

. .27592,0 . .99896,550 . . . . .3,620

. .17948,0 . .45440,200 . . . . .2,532

. .15059,5 . .45574,905 . . . . .3,026

. .20151,5 . .54911,555 . . . . .2,725

. .20787,5 . .67780,207 . . . . .3,261

. .20953,0 . .66481,472 . . . . .3,173

. . .9241,5 . .35342,880 . . . . .3,824

. .23092,0 . .63499,220 . . . . .2,750

. .18963,0 . .50733,070 . . . . .2,675

. .22383,0 . .50364,280 . . . . .2,250

. .20952,0 . .39137,130 . . . . .1,868

. .22330,0 . .42315,695 . . . . .1,895

. .23877,5 . .44858,120 . . . . .1,879

. .33865,5 . .64558,820 . . . . .1,906

. .21122,5 . .38573,200 . . . . .1,826

. .21197,0 . .35953,000 . . . . .1,696

. .28335,5 . .62295,460 . . . . .2,198

. .29767,5 . .59759,160 . . . . .2,008

. .30734,0 . .52284,676 . . . . .1,701

. .24378,5 . .41638,987 . . . . .1,708

. .25616,0 . .39304,212 . . . . .1,534

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. . .3622,0 . . .7606,200 . . . . .2,100

. . .4232,5 . . .8888,250 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .583,0 . . .1399,200 . . . . .2,400

. . . .813,0 . . .1951,200 . . . . .2,400

. . . .909,0 . . .3287,200 . . . . .3,616

. . .1324,0 . . .4786,600 . . . . .3,615

. . .2304,5 . . .7843,800 . . . . .3,404

. . . .140,0 . . . .840,000 . . . . .6,000

. . .1065,0 . . .4184,400 . . . . .3,929

. . . .580,0 . . .2412,800 . . . . .4,160

. . . .783,0 . . .1740,000 . . . . .2,222

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .1723,0 . . .4789,045 . . . . .2,779

. . .1923,0 . . .5434,200 . . . . .2,826

. . .3620,0 . .11802,665 . . . . .3,260

. . . .917,0 . . .3851,400 . . . . .4,200

. . . . .95,0 . . . .350,000 . . . . .3,684

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .638,0 . . .1390,840 . . . . .2,180

. . .1595,5 . . .2962,440 . . . . .1,857

. . . .651,0 . . .1196,560 . . . . .1,838

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .1288,5 . . .2090,800 . . . . .1,623

. . . . .56,0 . . . .134,400 . . . . .2,400

. . .2321,0 . . .4871,400 . . . . .2,099

. . .1432,5 . . .2388,100 . . . . .1,667

. . . .793,0 . . .1264,800 . . . . .1,595

. . .2945,5 . . .5681,396 . . . . .1,929

. . .1010,5 . . .1877,500 . . . . .1,858

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

GRÃ-BRETANHA HAMBURGO

ano

1796

1797

1798

1799

1800

1801

1802

1803

1804

1805

1806

1807

1808

1809

1810

1811

1812

1813

1814

1815

1816

1817

1818

1819

1820

1821

1822

1823

1824

1825

1826

1827

1828

1829

1830

1831

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS208

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. .13619,0 . .30771,980 . . . . .2,259

. .19654,5 . .41275,440 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .18099,0 . .43438,400 . . . . .2,400

. .24024,0 . .57657,600 . . . . .2,400

. . .1111,0 . . .2666,400 . . . . .2,400

. . .3328,5 . .24016,600 . . . . .7,215

. . .4521,0 . .38737,000 . . . . .8,568

. . .2881,5 . .25990,000 . . . . .9,020

. . .7339,0 . .35367,600 . . . . .4,819

. .21892,5 . .66312,000 . . . . .3,029

. .17072,3 . .53507,800 . . . . .3,134

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .24428,0 . .66050,200 . . . . .2,704

. .22815,0 . .79918,925 . . . . .3,503

. .29993,0 . .87660,850 . . . . .2,923

. .27961,0 . .85420,425 . . . . .3,055

. .54366,5 .161163,470 . . . . .2,964

. .21963,5 . .77450,790 . . . . .3,526

. .36407,0 .130960,550 . . . . .3,597

. . .6840,0 . .33095,230 . . . . .4,838

. . .5548,0 . .27398,310 . . . . .4,938

. . .5766,5 . .37005,015 . . . . .6,417

. . .3552,0 . .19937,080 . . . . .5,613

. . .3449,5 . .21559,900 . . . . .6,250

. . .3963,5 . .18000,640 . . . . .4,542

. . .7708,5 . .26231,080 . . . . .3,403

. . .9019,0 . .27340,440 . . . . .3,031

. . .7117,0 . .22194,720 . . . . .3,119

. . .8164,5 . .23860,800 . . . . .2,923

. . .3643,5 . .18542,000 . . . . .5,089

. . .2591,0 . .12865,800 . . . . .4,966

. . .2440,0 . .14377,200 . . . . .5,892

. . .2224,0 . .16572,600 . . . . .7,452

. . .4521,0 . .35102,550 . . . . .7,764

. . .2715,5 . .21106,800 . . . . .7,773

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. .40260,0 . .96624,000 . . . . .2,400

. .34729,6 . .72932,150 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .18809,5 . .45143,200 . . . . .2,400

. .25462,5 . .62073,400 . . . . .2,438

. . .9708,0 . .38832,000 . . . . .4,000

. .23738,5 . .91642,000 . . . . .3,860

. .21469,0 . .82966,300 . . . . .3,864

. .16325,0 . .87663,700 . . . . .5,370

. .10989,0 . .47642,800 . . . . .4,335

. .17735,5 . .55358,920 . . . . .3,121

. .25258,0 . .89255,000 . . . . .3,534

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. .30804,0 . .74376,200 . . . . .2,414

. .47431,5 .112861,370 . . . . .2,379

. .66798,0 .236113,300 . . . . .3,535

. .70400,5 .209878,070 . . . . .2,981

. .68432,5 .226420,270 . . . . .3,309

. . .1858,0 . . .5560,165 . . . . .2,993

. .17679,0 . .58920,520 . . . . .3,333

. .27103,5 . .88074,320 . . . . .3,250

. . .9498,5 . .28537,425 . . . . .3,004

. .25895,0 . .69486,990 . . . . .2,683

. .27728,5 . .71194,700 . . . . .2,568

. .28738,0 . .65593,560 . . . . .2,282

. .27072,5 . .48199,240 . . . . .1,780

. . .3534,0 . . .6668,658 . . . . .1,887

. .53857,5 . .95284,880 . . . . .1,769

. .34115,5 . .58844,160 . . . . .1,725

. .14035,0 . .22629,200 . . . . .1,612

. .28599,5 . .45001,750 . . . . .1,574

. .33740,0 . .52507,600 . . . . .1,556

. .14111,0 . .21136,600 . . . . .1,498

. .39736,0 . .66532,134 . . . . .1,674

. . .8571,0 . .13527,263 . . . . .1,578

. . .7741,5 . .12016,293 . . . . .1,552

ESPANHA ESTADOS UNIDOS

ano

1796

1797

1798

1799

1800

1801

1802

1803

1804

1805

1806

1807

1808

1809

1810

1811

1812

1813

1814

1815

1816

1817

1818

1819

1820

1821

1822

1823

1824

1825

1826

1827

1828

1829

1830

1831

ANEXO 2 (continuação)

209THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . .40,0 . . . .240,000 . . . . .6,000

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .1912,0 . . .4648,800 . . . . .2,431

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . .96,0 . . . .212,000 . . . . .2,208

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .101,0 . . . .808,000 . . . . .8,000

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .1865,0 . . .4503,975 . . . . .2,415

. . .3836,5 . .10242,530 . . . . .2,670

. . .2806,0 . . .8571,385 . . . . .3,055

. . .4305,0 . .12015,370 . . . . .2,791

. . .2248,0 . . .5567,515 . . . . .2,477

. . .2349,0 . . .6688,625 . . . . .2,847

. . .3686,0 . . .8673,080 . . . . .2,353

. . .2607,0 . . .4599,360 . . . . .1,764

. . .3067,5 . . .5453,609 . . . . .1,778

. . .2667,0 . . .4783,000 . . . . .1,793

. . .4249,5 . . .7574,240 . . . . .1,782

. . .6863,0 . .10980,800 . . . . .1,600

. . .7800,5 . .12544,700 . . . . .1,608

. . .4822,0 . . .7990,400 . . . . .1,657

. . .8425,0 . .13501,800 . . . . .1,603

. . .7337,5 . .13202,220 . . . . .1,799

. . .6702,0 . .11058,896 . . . . .1,650

. . .3842,5 . . .6314,394 . . . . .1,643

quantidade . . . . . . .valor .preço unit.

. . . . .60,0 . . . .126,000 . . . . .2,100

. . . .800,0 . . .1680,000 . . . . .2,100

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . .65,0 . . . .108,000 . . . . .1,662

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .443,0 . . .1683,400 . . . . .3,800

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .594,0 . . .1603,800 . . . . .2,700

. . . .122,0 . . . .265,960 . . . . .2,180

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .310,5 . . . .496,800 . . . . .1,600

. . . . .84,0 . . . .201,600 . . . . .2,400

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .125,0 . . . .200,000 . . . . .1,600

. . . .237,0 . . . .426,000 . . . . .1,797

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .235,0 . . . .282,000 . . . . .1,200

FRANÇA DIVERSOS

ano

1796

1797

1798

1799

1800

1801

1802

1803

1804

1805

1806

1807

1808

1809

1810

1811

1812

1813

1814

1815

1816

1817

1818

1819

1820

1821

1822

1823

1824

1825

1826

1827

1828

1829

1830

1831

O SAL NA HISTÓRIA DA MADEIRA

(SÉCULOS XV-XVIII):

ALGUNS INDICADORES1

Filipe dos Santos2

Resumo: Neste texto pretendemos coligir alguns indicadores factuais e documentais re-lativos ao sal – privilégios, relações de poder, importação, preços, fiscalidade, metro-logia e consumo –, na ilha da Madeira, durante os séculos XV a XVIII.

Abstract: In this paper we intend to point out some factual and documental indicatorsrelating to salt – privileges, relations of power, importation, prices, fiscal organization,metrology and consumption –, in the island of Madeira, during the 15th to 18th centu-ries.

Neste escrito pretendemos somente coligir alguns indicadores factuais e docu-mentais relativos ao sal na ilha da Madeira, durante os séculos XV a XVIII, no queconcerne aos privilégios e relações de poder existentes em torno deste produto, im-portação, preços, fiscalidade, metrologia e consumo. Consultámos, perseguindo esteescopo, algumas fontes impressas (COSTA, 1987; COSTA, 1995; COSTA, 1998;MELO, 1972; VIEIRA, 1996; VIEIRA, 1998), certos corpos documentais existentes emsuporte informático3, um livro de Medição do Sal, referente a finais do século XVIIIe inícios do século XIX, da Câmara do Funchal – com meros intuitos prospectivos4

–, bem como estudos que se reportassem de alguma maneira ao sal na Madeira. Op-támos por esta metodologia devido a condicionalismos vários de tempo e de meios.A nossa humilde intenção e este modo de proceder explicam, com certeza, o regis-to impressionista deste texto.

Aquando do processo de povoamento das ilhas da Madeira e Porto Santo, noqual os capitães do donatário assumiram papel proeminente, a estes foi concedido,

211A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

1 Este estudo é uma versão, com substanciais adições, de um trabalho elaborado no âmbito do Seminá-rio de Estruturas Económicas, ministrado pela Prof.ª Doutora Inês Amorim, do 2.º semestre do mestradoem Estudos Locais e Regionais – Faculdade de Letras da Universidade do Porto. Agradecemos à Prof.ª Dou-tora Inês Amorim, ao Prof. Doutor Alberto Vieira e à Prof.ª Doutora Ana Madalena Trigo de Sousa as suassugestões no sentido de melhorar este escrito.

2 Técnico Superior do Centro de Estudos de História do Atlântico (Funchal – Madeira).

3 Alojados no site http://www.nesos.net (Base de Dados de História das Ilhas Atlânticas) ou nas páginaspessoais de Alberto Vieira, http://www.avieira.net e http://alb.alberto.googlepages.com/avieira2:ANÓNIMO, 1750; ANÓNIMO, 1801; ANÓNIMO, 1821; MENEZES, 1850, vol. 2; PITTA, 1812; ArquivoHistórico Ultramarino (AHU), Madeira e Porto Santo, cx. n.º 2, doc. 296; cx. n.º 5, doc. 977; cx. n.º 5,doc. 995.

4 Arquivo Regional da Madeira (ARM), Câmara Municipal do Funchal (CMF), Lv. 1238 – Medição do Sal(1771-1819).

pelo senhor da Ilha, o Infante D. Henrique, através da doação das capitanias, o usu-fruto de rendimentos senhoriais: «rendas territoriais (terras e foros), redízima e as ren-das decorrentes da posse e governo da capitania, tais como o selo donatarial e os pri-vilégios de cunho banal sobre moinhos, fornos, serras de água, sabão e o sal»(VERÍSSIMO, 2000: 108)5. As cartas de doação das capitanias – a capitania de Ma-chico foi doada a Tristão Vaz Teixeira em 1440, a do Funchal, em 1450, a João Gon-çalves Zarco, e a do Porto Santo a Bartolomeu Perestrelo, em 1446 – dizem-nos o se-guinte:

«Tristam Teixeira doaçam da capitanja des dallem do ryo do Caniço dez pas-sadas como uay pello rio açima atee Pomta de Tristam [...]Item me praz que temdo elle sall pera vemder que o nom possa vemder outremdamdo elles a razam de çimquo rs alqueire e mais nam e quamdo o nom teuerque ho vendam os das ilhas a sua uoomtade atee que ho elle tenha» (in COS-TA, 1987: 208, 210).

«Joham Gonçallvez doaçam das ylhas da Madeira e Porto Santo [...]Item me praz que temdo elle sall pera vemder que o nam possa vemder outremsenam elle damdo elle a rezão de meo reall o allqueire ou sua direita vallia deprata e mais nam e quando ho nam tiuer que o vendam os da jlha a sua vom-tade ate que o elle tenha» (in COSTA, 1987: 168, 170).

«Bertollameu Pero Estrello doaçam pera sempre da jlha do Porto Sancto [...]Item me praz que temdo elle sall pera vender que ho nom possa vemder se-nom elle dando o elle a rezam de meo reall de prata alqueire ou sua dicta val-lia e mais nom e quamdo ho nam tiuer que ho uendam os outros da jlha a suavontade ata que ho elle tenha» (in COSTA, 1987: 246, 247).

Era estabelecido assim, através de uma norma idêntica, nas três capitanias emque ficou dividido o arquipélago da Madeira, um regime de monopólio da importa-ção e venda do sal. Mas no caso desse monopólio, como se pode ler acima, não serexercido de forma competente pelos capitães do donatário, «os da ilha» poderiamimportar e transaccionar livremente o sal. Conseguiram os capitães prover, de formacabal, as ilhas desse produto essencial?

Temos algumas notícias relativamente a este aspecto, colhidas nas actas de ve-reação que até nós chegaram, dos séculos XV e XVI, do concelho do Funchal.

Numa vereação de maio de 1482:«E logo ffoy requerjdo ao capitam que elle dese ordem como desse sall ao pouossegundo hobrjgado he porque vaj em h_ mes ou dos que o pouo nom tem ssalle amasom com auga ssa[lgada] e elle deu em rreposta que lhe o tjnha uendi-do e que lhe era dicto que agora auja» (in COSTA, 1995: 66; a reconstituiçãoda palavra «ssa[lgada]» é do transcritor).

Na vereação do dia 6 de Junho de 1489:«Item no dicto dia os abayxo assjnados acordarom por bem e proll do pouo e

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

5 O mesmo panorama é observado nos Açores. Leia-se José Guilherme Reis Leite: «O quadro de actua-ção política e administrativa estava definido nas cartas de doação das capitanias [...], assim como os pri-vilégios. Dos mais importantes recebiam [os capitães do donatário] o redízimo dos direitos reais de en-trada e de todas as rendas, além dos direitos banais, como o monopólio dos moinhos, fornos de pão, ven-da de sal» (LEITE, 2005: 315).

212

bem da terra que os dous moios de ssal que ora embargou Lucano de Espin-dolla que sse diz rrendeiro do senhor capitam que os castilhanos que o tem emterra que o nom vendessem veendo hua carta do senhor jffante que Deus temem a quall dizendo que ffalleçendo ho ssal ao capitam e nom uendendo emabastança o dicto ssal que de hy ha h_ ano o podesse vender quem qujssese6

e elle o capitam nom gouujse da merce do dicto ssall que lhe o dicto senhortem ffecta e por canto auja sseis ou sete annos que o capitam nom deu ssal aopouo acordarom que os dictos castilhanos ho uendessem a ssua uontade porcanto o dicto Lucano nom mostrou titollo nem arrendamento nem ffez nenh_rrequerjmento a justiça pera sse embargar ho dicto ssal ssomente elle per sj des-pois de o ssal sser em terra elle per sj ho embargou ho que com direito nompodia ffazer dizendo o dicto Lucano que o capitam lhe tinha arrendado o dic-to ssal de janeiro pera ca e lhe tinha dado lugar que o vendese a xij rrs. quedise que eram meo llea(sic) de prata que elle asj o vendia e os dictos hoffic-jaes e omes bons lhe mandarom que nom vendese o dicto ssal por o dicto pre-ço ssomente a noue rrs. ssegundo o dicto capitam ssempre vendeo os anos pas-sados que elle tijnha ssal e esto atee mostrar como per maes alto preço podiavender e elle dise que o nom venderia atee vinda do capitam protestaua detodo sseu direito auer o ssal que assy mandauom vender ho auer per quem di-reito ffor» (in COSTA, 1995: 261).

Este último documento é, com efeito, fecundo de informação: o sal na ilha é as-segurado por castelhanos, mas esse produto foi embargado por «Lucano de Espin-dolla», que se diz rendeiro do capitão – provando que o abastecimento do sal estáa ser arrendado por este a outrem. Lucano de Espindolla está, assim, encarregue pelocapitão de importar e vender o produto. A câmara, não obstante, manda que os cas-telhanos tenham o direito de transaccionar, porque há já seis ou sete anos que o ca-pitão «nom deu ssal ao pouo», e também porque o dito Lucano de Espindolla nãotinha razão legal, passe a expressão, para embargar o sal. Além disso, o preço a queeste queria vender estava acima do estipulado, o que não é aceite.

Na vereação de 11 de Janeiro de 1531, finalmente,«foj acordado que ho sall de Pero Lopez mestre que sam ate xb[15] mojos desall visto a necessidade que hj ha dello na terra ho nom aver que em mentreselle o vender posto que venha outro que se nam venda nenhù houtro este nomser vendido e que ho nom dee a majs preço que ha vynte rs ho alqueire» (inCOSTA, 1998: 203).

Ora, parece ter existido, de facto, por parte do capitão do donatário do Funchal– ou das pessoas a quem o mesmo arrendava esse trato –, dificuldades em levar acabo o abastecimento do sal7.

213

6 Referência à «Carta do duque Dom fernãdo Em que mamda ao capitam que tenha fauoreçida aterra desabom E Da sall».

7 O problema do abastecimento do sal na capitania do Funchal já havia merecido a atenção do duqueD. Fernando, em diploma de 1468 («Carta do duque Dom fernãdo Em que mamda ao capitam que tenhafauoreçida aterra de sabom E Da sall»): «Eu ho Jmfamte dom fernamdo [...] faço Sabeer Aquoamtos estamjnha carta for mostrada E o conhecimento della pertemçeer que per martim memdez De vascomçellosE Duarte pestana meus caualeiros moradores Em avilla Do fumchall Da mjnha ylha Da madeyra procu-radores Dos ofiçiaees E hom_s boõs E povoo Da Dita parte me foy apresemtado hum estormemto De Re-querimento que hos vereadores procurador E hom_s boõs Da camara Do Dito logo fezeram a Ruy gon-çaluez De Camara E amem Rodriguez De vascomçellos Juyzes hordinarios Em ho Dito logo Açercua DoSall E Sabom que Joham gomçalluez De camera meu capitam Em adita parte E costamça Rodriguez Sua

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Às dificuldades de provimento, e consequente escassez, os «apontamentos E ca-pitolos Do ymfamte dom fernamdo pera esta ylha»8, de 1461, ajuntam a subida depreço9 relativamente ao estipulado na doação henriquina:

«Y Ao que me pedijees por quoamto o capitam Desa ylha tem carta De mer-çee Do Snñor ymfamte meu padre que nhuum posa vemder Sal Saluo elle namDef_demdo porem aos moradores que o nom leuem pera despesa De suas cas-sas Sem o vemderem aalgu_a outra pesoa que vos De lugar que posaees leuarsall pera vosas Despesas como Sempre teuestes E que mamde ao Capitam quenom posa aleuamtar o dito Sall Do preço que lhe per o dito Senñor Em sua car-ta E hordenado ¶ A esto vos Respomdo que me praz que Se guarde açerca Del-lo acarta E mamdado Do Dito Senñor ymfante meu padre Asy Em ho poder-des leuar pera vosas Despesas como no aleuamtamemto Do preço. E per estemamdo ao Dyto capitam que guarde Em todo adita carta E vos De o trelladoDella pera Seer Registada no livro Da Camara» (in MELO, 1972: 15)10.

A câmara do Funchal preocupava-se com a venda do sal ao «povo», certifican-do e fiscalizando, de certo modo, quem estava incumbido desta tarefa – como se ob-serva na acta da vereação de 7 de Janeiro de 1497:

«Item na dicta vereaçam peramte os dictos oficiaes pareçeo Anna que vemdeosabam e sal de Antonio de Espindolla e per elles oficiaees lhe foy dado juramento so-bre os samtos avamgelhos que bem e verdadeiramente huse de seu ofiçio e meeça

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

molheer De mjm tem com tall comdiçam que na Dita parte outra algu_a pesoa nom possa vemdeer o DitoSall E Sabom Se nam elles Ditos Joham gomçaluez E Sua molher ou quem pera ello Derem sua autori-dade E que se enpachauam muy pouco De fazerem vijr as Ditas cousas aterra nem outr_ as ousaua tra-zeer por assi ser adita Defesa pollo quall aterra E moradores Della eram muy mall prouidos Das ditas cou-sas pedimdo amim por merçee que lhe ouuesse aello algum Remedio com Dereyto ¶ E visto por mjm hoDito estormemto E as Repostas Do dito capitam Em elles spritas E Razõees allegadas Sobre ambos hos ca-sos por elle E plla Dita Sua molher E asy as Repricaçoões Dos Ditos vereadores E procurador E hom_s boõsDetremjno Em ello ho que se segue. [...] ¶ E no casso Do sall detrimino que ho capitam tenha tall ma-neyra que em nehum tempo aterra E moradores Della nam possa falleçer sall E pera Se Della fornecer lheDou despaco tres meses os quaees passados plla primeyra veez ou vezes que lhe acomteceer fallecer Emadita villa sall De vemda nõ gouua nem lhe aproueyte amerçee E liberdade que lhe tenho Dada de ou-tra algu_a pesoa em esa parte vemder sall Se nam elle Do Dia que lhe asy ho Dito sall falleçer ahum annono quall Dia hos Juvzes E oficiaaes tomaram estormemtos De como ho Dito sall de vemda nam tem E lhefalleçeeo opederam trazeer E vemder quaees queroutros que lhe aprouuer o dito anno Ser acabado pelopreço que ho capitam he ordenado que ho vemda. As quaees Detrimjnaçoões Em todo asy comprires Eguardarees E fares comprir E guardar Sem outra Duuja nem Embargo que lhe aello Seja posto por que asyhe minha merçee feyta» (in MELO, 1972: 43-44).

8 Dados na sequência de uma representação por parte dos da ilha ao infante: «Eu ho Imfamte dom fer-namdo [...] faço Saber a vos Joham gomçaluez De Camara De lobos meu Caualleyro E capitam por mjmna mjnha ylha Damadeyra na parte Do fumchall E aos caualleyros escudeyros Juyzes vereadores procu-rador E hom_s boõs Da Dita terra que amjm chegarom pero loremço E Joham fernamdez escudeyros cria-dos Do Snñor ymfãte meu padre que Deos aJa vossos procuradores E a allem que por palavra me De vosaparte Disserom me Derom por esprito çertos capitollos Em vosso nome E me pediram por merçee que hosprouuesse E visto por elle ho que de vosa parte Requeriam por meu serujço E bem E proueyto Desa ter-ra os quaees Eu ouuj todo ho que me De parte vosa Diserom E vi os Ditos capitollos E dey Em elles a de-trimjnaçã que se Segue.» (in MELO, 1972: 11).

9 Carlos Montenegro Miguel confirma que, no que concerne ao sal, com efeito, do que se queixavam os«povos» era da subida de preço e da penúria deste produto (MIGUEL, 1954: 18).

10 Na «Carta do duque Sobre baptista genoes», de 7 de Maio de 1466, o infante declara que, no que tocaao aumento do preço do sal, antes de proceder a qualquer medida, teria de ouvir o capitão: «E quoam-to Ao que de vosa parte me fallarom Açerca da vemda do Sall desa ylha dizemdo que ho Snñor ymfantemeu padre que deos aJa detrimjnou que ho capitam podese mamdar vemder o alquer do dito sall A meoReall de prata E mays nam E que elle hora A vemde adez Reaes posto que aaquelle preçio o Dito meoReall valia çinco rrs E mays nam pidimdo me que a ello nos prouesse. Eu nom pude Em ello detrimjna-çom alg_a sem ho Dito Capitam Ser ouuydo E por tamto se vos Semtis agrauados podees tomar estormentocom Sua Resposta E emviaymo com todas Razoões E çertidam que teuerdes por vosa parte E asy averesdespacho como achar per Dereyto.» (in MELO, 1972: 30).

214

e pese o sabão e sall ao pouoo bem e verdadeiramente gardamdo e damdo ao poboseu djreito e damdo bõoa comta ao senhor das cousas e mercadorias que vende eela rreçebeo o juramento e prometeo de ho asy fazer» (in COSTA, 1995: 579).

Perante estes testemunhos – relativos tão-só à capitania do Funchal nos séculosXV e XVI, para a qual existe documentação impressa –, fica-nos um retrato, ainda quealgo impressionista, de uma terra onde a penúria de sal parece evidente; onde, noabastecimento do sal, privilégio senhorial e monopólio do capitão do donatário, tra-vam-se relações conflituantes de poder entre o capitão e o município, arbitradas peloSenhor da Ilha; e onde, em parte consequência destes factores, assistimos a uma es-peculação do preço deste produto essencial.

Como evoluiu, em termos jurídicos, o privilégio senhorial e monopólio do abas-tecimento do sal por parte do donatário? Fixemo-nos no caso do Funchal, cuja ca-pitania-donataria foi extinta em 1766. Segundo uma provisão de D. Maria I, estuda-da por Ana Madalena Trigo de Sousa, de confirmação ao Marquês de Castelo-Melhordas Alcaidarias-Mores das ilhas da Madeira e Santa Maria (Açores), sabemos que porpromulgação do decreto de 2 de Agosto de 1766, as capitanias na posse do Condede Castelo-Melhor tornavam-se, pois, Alcaidarias-Mores. Desta realidade decorriaque para a coroa revertiam todas os privilégios de que era detentor o donatário (ju-risdições cíveis e criminais, nomeação de oficiais de justiça e dadas de sesmarias),à excepção da redízima sobre as rendas reais cobradas e dos monopólios dos fornosde pão, moendas, serrarias e, finalmente, do sal (SOUSA, 2004: 40-41). Resta saberde que modo era assegurado, em Setecentos, o abastecimento deste produto na ilhada Madeira, e que relações económicas e de poder gerar-se-iam em torno desta rea-lidade. As actas de vereação, do século XVIII, do município do Funchal poderiamporventura elucidar acerca desta interrogação. Não podemos, porém, proceder àanálise desta documentação. Ainda assim, é de referir, seguindo mais uma vez a au-tora citada, que o «percurso dos donatários madeirenses, sobretudo e de forma mui-to notória nos casos do Funchal e de Machico, acabou por se integrar na nobreza ti-tulada do continente português e essa realidade acabaria por ter duas importantesconsequências: a primeira relaciona-se com o facto de a donataria adquirir uma na-tureza puramente honorífica que revertia a favor de cortesãos, totalmente afastadosda realidade insular; em segundo lugar, as famílias Castelo-Melhor e Vimioso opta-ram por ir delegando as suas competências em procuradores e ouvidores, estandomais interessados na arrecadação das suas rendas do que na manutenção, de facto,das prerrogativas do seu poder» (SOUSA, 2004: 38). Pelo exposto, sendo absentis-tas e representados por procuradores os donatários, não será ilícito induzir que oabastecimento do sal se mantivesse à imagem do que nos dizem os escassos teste-munhos das vereações funchalenses quatrocentistas e quinhentistas; ou seja, umabastecimento precário e feito por intermédio de terceiros a cobro do donatário oualcaide-mor.

Relativamente, ainda, à penúria de sal, temos mais indicadores de meados do sé-culo XVII: na correspondência particular de Diogo Fernandes Branco escreve-se, emfins de Agosto de 1650, que o sal «não hai» (in VIEIRA, 1996: 177); em cartas de No-vembro do mesmo ano refere-se que «Tão bem ha falta de sal que per nenhum pres-

215THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

so se acha o ultimo se vendeu a 8$ rs alqueire o seu preço ordinario he por 50 60 rsalqueire», e que «Com a falta de navios desse reino val aqui o azeite a 200 rs cana-da e de sal nenhum dinheiro se acha hum só alqueire» (in VIEIRA, 1996: 182, 193).Em 1729, e à imagem do que se fazia na ilha aquando a ocorrência de crises fru-mentárias – obrigar os capitães dos navios a descarregar os cereais que transporta-riam para outros locais, para os vender ao povo –, a câmara do Funchal requisitoubarcos carregados de sal (PACHECO, 2002: 88).

Diga-se e reforce-se, a este respeito, que a Madeira, no período aqui considera-do, seria, com efeito, mormente dependente do exterior, à imagem, em certa medi-da, dos Açores – cuja «maior das dependências decorre da privação do sal» (ME-NESES, 2005: 335). Ao invés da Madeira, o comércio dos Açores «com a metrópo-le assenta na permuta do trigo açoriano pelo sal português» (MENESES, 2005: 405).Não achamos ser temerário induzir que a Madeira estaria, comparativamente comos Açores, numa posição de maior escassez de sal, porque a mesma é extremamen-te deficitária em termos frumentários – sem meios, assim, de assegurar um produtode troca pelo sal. Será que os cereais e o açúcar, a início, e o vinho, depois, conse-guiram cumprir este papel na Madeira? Relativamente aos dois primeiros produtos –em particular o açúcar –, exportados pela Madeira nos séculos XV e XVI, é facto as-sente11; quanto ao vinho, produto madeirense por excelência exportado nos sécu-los XVII e XVIII, leia-se de novo Avelino de Freitas de Meneses: «Na relação entre aMadeira e o Reino, a analogia das conjunturas económicas entrava o desenvolvi-mento do comércio. De facto, a insuficiência cerealífera e a abundância vinícola mú-tuas dificultam as transacções» (MENESES, 2001: 347).

Podemos considerar a produção de sal na Madeira? De facto, a partir de finaisdo século XVIII várias iniciativas tiveram lugar, em diversas localidades da costa, demodo a se estabelecerem na Madeira e Porto Santo indústrias de extracção de sal ma-rinho. O Elucidário Madeirense elenca essas tentativas, que tiveram, quase sempre,«resultados pouco animadores» (SILVA, MENESES, 1998, vol. III: 228-231). AdrianoRibeiro transmite algumas informações a este respeito. Segundo este autor, e de acor-do com a Gazeta de Lisboa, de 3 de Março de 1798, por alvará de 20 de Dezembrode 1792 obteve Thomas Eduard Watts uma licença para estabelecer uma fábrica depescarias e salinas na Praia Formosa. Em 1797 é aumentada esta concessão, fazen-do com que abrangesse a totalidade da ilha da Madeira (RIBEIRO, 1992: 61)12. Es-tas tentativas de estabelecimento de uma indústria poderão ser indício, com toda aprobabilidade, da existência de práticas artesanais anteriores de extracção de sal ma-rinho para uso doméstico, levadas a cabo pelos madeirenses, em toda a costa da Ma-deira e Porto Santo. O historiador citado diz-nos precisamente que, desde Seiscen-tos, na foz da Ribeira de Machico e no calhau do Porto da Cruz, havia marinhas deextracção de sal para a salga do peixe (embora não apresente a fonte que mencio-na esta circunstância) (RIBEIRO, 2001: 76); e que na «vazante de uma enchente cau-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

11 Escreve Alberto Vieira: «A Madeira ofereceu ao mercador do reino, num primeiro momento, as suasmadeiras e o excedente de cereais; todavia, o principal comércio com o reino foi o açúcar, solicitado des-de o início pelos mercadores nacionais, que procuravam firmar o monopólio da rota lisboeta. A ilha re-cebia em troca um grupo variado de produtos necessários a uso e consumo quotidianos, como ferra-mentas, panos, tecidos, telha, louça, barro, ferro, carne, peixe, sal, azeite; tudo isto a troco de açúcar ede reexportação de alguns produtos, como peles, escravos, breu, algodão.» (VIEIRA, 1987: 149).

12 Na sua monografia sobre as Freguesias da Madeira, Alberto Artur Sarmento, embora sem citar fonte ecom discrepância de datas, dá-nos os mesmos informes (SARMENTO, 1953: 218).

216

sada pelo terramoto de 1755, o autor dos Anais de Machico referia que levou as trin-cheiras da Marinha, ou seja, os muros que abrigavam estas concavidades que serviampara fazer sal. Outro documento do século XVIII referia uma marinha, construídacom o mesmo objectivo, no Porto da Cruz» (RIBEIRO, 2001: 125). Em relação a es-tas práticas de extracção do sal, poder-se-ia, talvez e ainda, colher vestígios mais con-cretos na etnografia e na toponímia, mas não podemos proceder aqui a essa pers-crutação.

Que importância teria esta extracção do sal – artesanal ou industrial, com intui-tos empresariais ou meramente para a subsistência, nas marinhas e salinas da Ma-deira – no consumo dos madeirenses? Qual a sua importância face ao sal importa-do? Quer relativamente à primeira como à segunda questões, ainda que não tenha-mos dados suficientes, aventamos a hipótese – altamente provável, como demons-tram os dados que apontámos acima acerca da penúria de sal –, de que seria dimi-nuta a importância deste mineral extraído na Madeira.

Vejamos agora alguns informes quantitativos atinentes à importação do sal naMadeira.

No conjunto dos anos de 1675 a 1688, contemplados no livro 954 do núcleo daJunta da Provedoria da Alfândega do Funchal (depositado na Torre do Tombo), estu-dado por João Cosme, apenas nos dois últimos (1687-1688) houve importação de sal,provindo de Lisboa. A quantia importada foi de 314 moios e 5 alqueires (COSME,1993: 384).

João José Abreu de Sousa, na sua tese de licenciatura intitulada O Movimento doPorto do Funchal e a Conjuntura da Madeira de 1727 a 1810, mostra que o sal en-trado na Madeira vinha de Portugal Continental e do Mediterrâneo. O historiador co-lige em tabelas as «cargas» de sal (e de outros produtos) entradas na alfândega doFunchal, sem referir – ou talvez pelas fontes por ele usadas não o mencionarem –exactamente a que quantidades de sal importado se referem estas cargas. Ainda as-

217THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 1 Sal entrado na alfândega do Funchal vindo do continente português (1727-1810)

20

18

16

14

12

10

8

6

4

2

0

1730

1735

1740

1745

1750

1755

1760

1765

1770

1775

1780

1785

1790

1795

1800

1805

Car

gas

Anos

Fonte: SOUSA, 1989: 122-133

sim, a informação que o autor transmite, sistematizamo-la nos gráficos que se se-guem. Ressalve-se, no entanto, que alguns dos livros de «Entradas e Sahidas...» daalfândega do Funchal usados por Abreu de Sousa na feitura deste estudo estão in-completos – os relativos aos anos de 1760 a 1763 –, e outros, referentes a 1759,1767, 1768 e 1770, não existem13. A leitura dos gráficos terá, obviamente, de tomarem conta estes factos.

Perante a tipologia de informação explanada nos gráficos pouco podemos con-cluir, por agora, sem o confronto com outras fontes. Cumpre-se, ainda assim, umailação óbvia, quase pueril. O sal entrado na Madeira vinha maioritariamente do con-tinente português, sem se especificar exactamente de onde. Será que a vinda desteproduto, das partes do Mediterrâneo, representa escassez de sal no ou nos centrosemissores habituais de Portugal Continental? Não o podemos responder. Refira-seapenas que na correspondência particular de Diogo Fernandes Branco, faz-se men-ção, em carta de 21 de Maio de 1651, a uma «caravelinha» que foi pirateada na Pon-ta de São Lourenço e que «vinha de Sesinbra com sal e sardinha», e ao facto de 3dias antes ter chegado «a esta ilha de Setuval huma setia franceza com sal e sardi-nha e azeite» (in VIEIRA, 1996: 217, 219). Virgínia Rau aponta ainda, observando aexportação do sal de Setúbal em 1796, que neste ano um navio de nacionalidadeportuguesa transportou sal daquele centro produtor para a ilha da Madeira (RAU,1984: 293).

De igual modo, note-se que o abastecimento deste produto terá se processadode forma irregular14, conforme podemos também constatar em alguns documentosdepositados no Arquivo Histórico Ultramarino.

Assim, na «Lista do mantimento pertencente á medida de alqueire, e Sal que en-trou nesta Ilha desde o primeiro de Janeiro de 1767 the o ultimo de Dezembro domesmo anno»15 observa-se que a Madeira importou 522 moios e 45 alqueires.

Na «Noticia da Produção das Ilhas da Madeira, e Porto Santo, de sua Importa-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

13 Acresce que, no que toca à documentação consultada pelo autor, «Muitas vezes os termos são ambí-guos no que respeita a certos dados, como a descarga de géneros que não vem sempre expressamentedesignada. A referência às escalas é com frequência esquecida» (SOUSA, 1989: 11).

14 Temos, com efeito, anos em que a importação é nula, como se constatou ao observar os dados relati-vos ao início do terceiro quartel do século XVII.

15 AHU, Madeira e Porto Santo, cx. n.º 2, doc. 296.

218

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 2 Sal entrado na alfândega do Funchal vindo do Mediterrâneo (1763-1802)

6

5

4

3

2

1

0

1765

1770

1775

1780

1785

1790

1795

1800

Car

gas

Anos

Fonte: SOUSA, 1989: 154-156

ção, e Exportação em o anno de 1787»16 –, no que concerne aos «Mantimentos Im-portados para a Ilha da Madeira», revela-se que foram importados 984 moios de sal.

Ao compulsar documentação esparsa para este trabalho, notámos a existência noarquivo da Câmara Municipal do Funchal, depositado no Arquivo Regional da Ma-deira, de uma fonte de âmbito fiscal – os livros da Medição ou Registo do Sal, queabarcam, com hiatos, os anos de 1696 a 184517. Relativamente às circunstâncias le-gais que levaram ao aparecimento desta documentação, veja-se mais adiante.

Resolvemos, a título prospectivo, proceder ao estudo de parte desta documen-tação, nomeadamente pela mesma nos conceder os quantitativos de sal importado.Dado não termos tempo para algo mais, escolhemos, um pouco arbitrariamente écerto, conhecer a informação dadas pelos registos de medição do sal de 1771 a 1780(ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal). Vejamos em maior pormenor esta docu-mentação.

A medição do sal seria feita mormente pelo procurador dos mesteres e, mais ra-ramente, pelo juiz do povo. Quase de modo sistemático temos as menções à quan-tidade de sal medida, à localidade de onde provém, e ao imposto arrecadado, o qual,a certa altura, é referido como sendo líquido. O sal seria deitado em uma certa par-te da cidade do Funchal, especificando-se por vezes a «loge» em que tinha sido des-carregado. Assim, tanto quanto pudemos ver, de 1771 a 1780, a medição por partedo oficial camarário era feita no local onde seria vendido o produto. A data que cadaregisto de medição apresenta no início é aquela em que o procurador dos mesteres«deu conta […] da asiztencia que fez á medição do sal» (ARM, CMF, Lv. 1238 – Me-dição do Sal: 3), e refere-se o tempo que levou a medição. Em princípio bastaria con-tar os dias que levaram as medições, retrospectivamente, e teríamos a data precisado descarregamento do sal no Funchal. Mas nem sempre é assim: no registo de 19de Agosto de 1774, diz-se que a «medição findou em 5 do dito mez á qual teve deasistencia 5 dias». Desta forma, consideraremos aqui a data em que o procurador dosmesteres dava conta da medição, conscientes que é tão-só aproximativa daquela emque o sal chegava à ilha. Usaremos alguns informes presentes no livro da mediçãodo sal consultado de modo a completar as impressões que deixamos acima escritassobre a importação deste produto.

De 1771 a 1780, do total de 63 medições do sal, ou seja, de 63 importações des-te produto, 53 dessas mesmas importações provinham de Lisboa; quatro remessas ti-nham origem em Setúbal; uma vinha da Figueira; num registo refere-se que o sal eraprovindo «dos Portos de Portugal»; em Abril de 1774 há uma carga deste produto vin-da da Sicília18 («Cezilia»); finalmente, relativamente a 3 importações (em Abril e

219

16 AHU, Madeira e Porto Santo, cx. n.º 5, doc. 977.

17 ARM, CMF, Lvs. 1237 – L.º das entradas do Sal (1819-1845); 1238 – Medição do Sal (1771-1819); 1239– Medições do Sal (1747-1758); 1240 – Registo do Sal (1696-1697) – volume que se encontra, devido aoseu deplorável estado de conservação, fora de consulta; 1241 – Registo do Sal (1702-1711); 1242 – Re-gisto do Sal (1711-1722); 1243 – Registo do Sal (1722-1725); 1244 – Registo do Sal (1725-1741); 1245– Registo dos Mandados do Sal (1839-1844). Por exemplos, no fl. 1 do livro 1239 vemos escrito: «Doucomissão ao Escrivão Thomé Roix Sylva para numerar e rubricar este livro que hade servir para o Escri-vão da Almotaçaria assistir às medições do Sal e fazer carga delle Funchal 5 de Novembro de 1748. [Ass:]Miguel de Arriaga Brem da Sylveira» (ARM, CMF, Lv. 1239 – Medições do Sal: 1); no fl. 1 do livro 1238lê-se: «Este Livro hade servir para se Lançarem as mediçoens do sal, que nesta Ilha entrar. Funchal 18 deDezembro de 1770». (ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal: 1).

18 Esta informação, se a confrontarmos com os dados disponibilizados por João José Abreu de Sousa(SOUSA, 1989: 154-156), apresenta algumas dissonâncias, pois, segundo este autor, e como se pôde cons-tatar no gráfico 2, entrou na alfândega do Funchal, no período de 1771 a 1780, vinda do Mediterrâneo,uma só carga de sal, em 1771. Só poderíamos explicar esta disparidade se procedessemos a um estudoaturado quer dos registos da alfândega, quer dos livros de medição do sal, o que de momento não se afi-gura possível.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Agosto de 1771, e em Agosto de 1775) não se faz menção ao local de proveniência.Contabilizando a quantidade de sal importada em moios e alqueires mediante o lo-cal de origem, e procedendo a alguns calculados matemáticos, concebemos o grá-fico que se observa de seguida. Refira-se que, no concernente a uma remessa de salno fim do ano de 1778, não se declara a quantidade do produto importado, consti-tuindo este um caso único. Mencione-se ainda, que no cômputo total destes 10 anos,e descontando o exemplo anterior, entraram na Madeira e foram medidos pelos ofi-ciais municipais, cerca de 4280 moios de sal.

Fonte: ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal

No que toca à quantidade de sal importado, e em termos percentuais, Lisboa,com 3340,17 moios, isto é, 78% do total, ocupa de modo destacado a dianteira daslocalidades de onde é originário este produto. Setúbal preenche, digamos assim, osegundo lugar, com 387,8 moios, o que equivale a 9% do sal entrado de 1771 a1780. 3% deste produto é provindo da Sicília e 1% da Figueira, percentagens míni-mas comparativamente com o caso de Lisboa.

Seguidamente, veja-se o número de remessas anuais de sal entradas na Madei-ra.

Fonte: ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS220

Gráfico 3 Quantidade de sal entrado na Madeira, mediante o local de origem(em moios e percentualmente) – 1771-1780

Lisboa 3.340,17 78%

Setúbal 387,8 9%

sem referência 229,15 5%

Sal “vindo dosPortos de Portugal” 170,35 4%

Sicília 117,35 3%

Figueira da Foz 36 1%

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 4 Número de entradas de sal na Madeira – 1771-1780

12

10

8

6

4

2

0

1771

1772

1773

1774

1775

1776

1777

1778

1779

1780

Impo

rtaç

ões

Este gráfico, em boa verdade, diz pouco, consolidando apenas a asserção men-cionada anteriormente de que a importação de sal teria se processado de forma ir-regular, isto é, de modo não constante em termos de tráfego comercial.

Visione-se, neste encadeamento, o próximo gráfico, que explana a quantidadede sal importada anualmente e corrobora, assim, a irregularidade da importação des-te essencial mineral.

Fonte: ARM, CMF, Lv. 1238 – Medição do Sal

Muitas e hipotéticas razões poderiam ser aduzidas para explicar esta evoluçãodas entradas do sal na Madeira. A inexistência, na ilha, de stocks em anos de gran-de importação – sendo o inverso algo a considerar, igualmente –; quebra de extrac-ção nos centros emissores nos anos de escassa importação; maior ou menor capa-cidade dos mercadores deste produto em comprar, transportar e vender na ilha o sal;restrições impostas, ou levantadas, por parte do alcaide-mor, ex-donatário; cons-trangimentos comerciais decorrentes de uma desfavorável – ou favorável – conjun-tura política ou económica; enfim, um imenso arrazoado poderia ser chamado à liça,o qual, pelos escassos indicadores documentais compulsados, terá de ser, como foidito, meramente hipotético.

Jorge Martins Ribeiro – acrescente-se – refere que, em finais do século XVIII e iní-cios do século XIX, algum do sal importado pelos Estados Unidos da América pro-vinha de Portugal Continental e fazia escala nos arquipélagos da Madeira e Açores19.

Em algumas obras historiográficas encontramos menções a preços do sal prati-cados na ilha da Madeira.

Veja-se o seguinte gráfico.

221

19 Escreve o autor que «A Madeira e os Açores quase não tinham expressão neste escambo, o que nãoadmira, dado não serem regiões produtoras de sal, assim todo aquele registado como sendo provenientedestes arquipélagos, era-o certamente de Portugal metropolitano. Tal deve-se, quanto a nós, a deficiên-cias dos registos consultados, que muitas vezes mencionavam apenas o último porto tocado pelo navioantes deste chegar a território estadunidense». (RIBEIRO, 2005: 320).

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Gráfico 5 Quantidade de sal entrado na Madeira (em moios) – 1771-1780

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

900

800

700

600

500

400

300

200

100

0

1771

1772

1773

1774

1775

1776

1777

1778

1779

1780

Sal -

moi

os

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS222

Fonte: SILVA, 1995: 504-505

A tendência ascendente do preço deste produto é evidente, especialmente com-parando o preço atingido em 1684 com os 30 réis que custava o alqueire de sal em1589. Razões para este fenómeno? Só um estudo mais aprofundado possibilitaria essaperscrutação, no qual teria de se observar conjunturas e factores macro-económicos,entre outros aspectos. Acrescente-se, a corroborar a subida de preço deste produtoao longo dos séculos XV a XVII, a referência, numa carta de Diogo Fernandes Bran-co a Estevão de Bruiz, de 31 de Agosto de 1650, que diz que «o sal fica valendo a60 rs alqueire» (in VIEIRA, 1996: 177); noutra carta dirigida a Jaques Logan, de No-vembro do mesmo ano, escreve-se que «o seu preço ordinario [do sal] he por 50$60 rs alqueire» (in VIEIRA, 1996: 182).

Eduarda Gomes apresenta, na sua tese de mestrado subordinada ao tema O Con-vento da Encarnação do Funchal. Subsídios para a sua História (1660-1777), em qua-dros, preços do sal pagos pelas Clarissas do referido convento, de 1669 a 1769. Sis-tematizámos a maior parte dessa informação nos gráficos 7 a 10, que se seguem.

Gráfico 6 Preço do sal em réis, por alqueire

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

160

140

120

100

80

60

40

20

0

1440

1466

1515

1589

1684

Réi

s

Gráfico 7 Preço do sal em réis, por alqueire (1669-1693)

600

500

400

300

200

100

0

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Fonte: GOMES, 1995: 231-236

223THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Gráfico 9 Preço do sal em réis, por alqueire (1747-1754)

600

500

400

300

200

100

0

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 10 Preço do sal em réis, por alqueire (1755-1769)

600

500

400

300

200

100

0

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

17551756

1757 1761 1762 1763 1767 1768 1769

Gráfico 8 Preço do sal em réis, por alqueire (1705-1746)

600

500

400

300

200

100

0

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Descontando o facto de não termos os dados referentes a todos os meses do sé-culo representado nos gráficos, e à parte certos anos nos quais o preço do sal por al-queire sofre aumentos por vezes substanciais, notamos que a quantia de dinheiro ne-cessária para a compra deste produto revela-se relativamente estacionária, eviden-ciando, em termos estruturais, uma subida gradual. De 1669 a 1692 o preço maispraticado é o de 80 réis, e nos anos seguintes o alqueire de sal custa mormente 100e 120 réis. Assinale-se o apreciável aumento do preço em 1669 com aquele prati-cado em 1589 – 30 réis –, como se viu no gráfico 6. Quais os motivos de todas es-tas oscilações de preços? Só um estudo mais aturado, como já escrevemos, o diria20.

Acrescente-se apenas mais um indicador documental: no «Mappa dos pressosdos Generos, que se vendem na Ilha da Madeira...»21, datado de 1798, há a refe-rência de que um alqueire de sal orçaria os 500 réis, quantia deveras elevada se com-pararmos com os quantitativos de vinte anos antes.

É interessante observarmos algumas informações sobre a metrologia do sal no ar-quipélago da Madeira. Sobre isso, seguimos de perto Servulo Drummond de Mene-zes, secretário geral do Governo Civil do Funchal, que nos dá uma «Relação dos Pa-drões de pesos e medidas dos Concelhos do Districto do Funchal, que nos foramapresentados na salla das vereações da Camara Municipal do Funchal, para seremcomparados com os padrões novissimos [do sistema métrico-decimal]». As medidasusadas em cada concelhos são as que se seguem.

Tabela 1: Medidas do sal

Concelhos . . . . . . . . . . .MedidasFunchal . . . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até salamim»Câmara de Lobos . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»Calheta . . . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»Porto do Moniz . . . . . . .«regula-se pelo que diz respeito a pesos e medidas, . . . . . . . . . . . . . . . . . . .parte pelo da Calheta, parte pelo de S. Vicente»

S. Vicente . . . . . . . . . . . .«Quarta e meia quarta para sal»Santana . . . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»Machico . . . . . . . . . . . .Processava-se o mesmo que no Funchal, . . . . . . . . . . . . . . . . . . .no que concerne ao sal e a outros produtos vários

Santa Cruz . . . . . . . . . . .«Alqueire para sal com subdivisões até meia quarta»Porto Santo . . . . . . . . . .«Meio alqueire, quarta e salamim para sal»

Fonte: MENEZES, 1850, vol. 2: 50-56

Drumond de Menezes compara, sistematizando numa tabela, os pesos e medi-das «das Ilhas da Madeira e Porto Santo com as unidades respectivas dos padrões mo-dernos».

Extraímos os dados que concretamente nos interessam e apresentamo-los de se-guida.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

20 Na ilha açoriana de São Jorge (PEREIRA, 1987: 256), em 1599, um alqueire de sal valia 60 réis – o do-bro do que era despendido 10 anos antes por um alqueire na Madeira – e em 1709 200 réis – quantia nãomuito inferior à despendida na Madeira na mesma época, 240 réis. Um alqueire em S. Jorge teria a mes-ma capacidade que na Madeira? Que razões para esta disparidade de preços em dois meios insulares dis-semelhantes? Que constrangimentos similares ou diversos relativos ao abastecimento deste produto na Ma-deira e S. Jorge?

21 «Mappa dos pressos dos Generos, que se vendem na Ilha da Madeira, sucedendo muitas vezes, ven-derem-se por muitos mayores pressos, e muito poucas vezes, por menos pressos. Anno de 1798» – AHU,Madeira e Porto Santo, cx. n.º 5, doc. 995: 1.

224

Tabela 2: Correspondência alqueire de sal / litros, nos concelhos do arquipélago da Madeira (Sal –alqueire: equivalência em litros)Funchal . . .C.ª de Lobos . .Calheta . .São Vicente . .Santana . .Machico . .Santa Cruz . .Porto Santo

20,374 . . .20,201 . . . . . .21,020 . . .a . . . . . . . . . .20,484 . . .20,374 . . .20,650 . . . . .b

a: «Meia quarta de alqueire para sal egual a 2,54 litros»b: «Meio alqueire para sal equal a 9,895 litros»

Fonte: MENEZES, 1850, vol. 2: página não numerada

Partindo das informações dadas por Drumond de Menezes, e tomando o exem-plo do Funchal, procedemos a alguns elementares cálculos matemáticos e estabele-cemos, para o alqueire e os seus submúltiplos, a correspondência entre estas medi-das antigas e as do sistema métrico-decimal. Veja-se o quadro que se segue, cujosvalores têm, como será óbvio, um cariz meramente aproximativo.

Tabela 3: Correspondência alqueire de sal (e submúltiplos) / litros, no concelho do Funchal

alqueire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20,374 litrosmeio alqueire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10,187 litrosquarta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5,0935 litrosmeia quarta (um oitavo de alqueire) . . .2,54675 litrossalamim22 (uma 16.ª parte de alqueire) .1,273375 litros

Discuta-se neste ensejo algumas questões ligadas à fiscalidade do sal. No con-junto dos 6 municípios existentes no arquipélago da Madeira em meados do séculoXVIII – Funchal, Ponta do Sol, Machico, Santa Cruz, Porto Santo e Calheta –, apenaso primeiro tinha como fonte de receita, além da imposição da carne, de um terço daimposição do vinho, da renda do verde e dos foros e condenações, o imposto do sal(SOUSA, 2004: 200). Ana Madalena Trigo de Sousa diz que

«O imposto ou renda do sal, presente apenas na contabilidade do municípiodo Funchal, teve a sua origem no alvará de 1708, pelo qual o rei fizera mercêa este Senado da quantia de 600 reis por cada moio de sal, importado do rei-no, que se vendesse nesta ilha. Destinava-se o produto deste imposto ao pa-gamento do procurador desta Câmara na cidade de Lisboa e ao relojoeiro en-carregue da manutenção do relógio da Sé.O imposto do sal, tal como as condenações, está identificado na contabilida-de do Funchal como receita viva, pois tratava-se de uma verba que resultavade uma tributação imediata, efectuada pelo procurador dos mesteres, no mo-mento da descarga do sal das embarcações chegadas ao porto, e sem recursoa rendeiros» (SOUSA, 2004: 223; o itálico é da autora).

Já anteriormente, em finais do século XVII, o município do Funchal pediu ao reiuma autorização para que se pudesse criar um tributo cujo encaixe constituísse 50a 60 mil réis anuais, de modo a, com este dinheiro, manter um procurador perma-nente na Corte. O rei permite, através de um alvará de Fevereiro de 1693, que se co-brasse, durante quatro anos, 10 réis em cada alqueire de sal, acima do preço a quefosse vendido este produto, para prover as despesas do representante da câmara. Em1698 este alvará é prorrogado por mais quatro anos (VERÍSSIMO, 2000: 210).

É com certeza neste contexto que serão produzidos os livros da Medição ou Re-

225

22 Segundo o Dicionário Houaiss da Língua Portuguesa, 2002, Tomo II, Lisboa, Círculo de Leitores, p. 864,salamim ou celamim é a «medida de capacidade para secos que equivalia à 16.ª parte de um alqueire».

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

gisto do Sal, de que falámos acima, quando nos reportámos à importação do sal. Nãonos será possível, uma vez mais, neste ensejo, averiguarmos da possibilidade de fa-zer um tratamento em profundidade da fiscalidade do sal a partir desta documenta-ção.

A câmara do Funchal, segundo Dinis Pacheco que estudou este concelho de1725 a 1734, procedia à eleição e ajuramentação do tesoureiro, com a função de su-pervisionar a cobrança deste imposto do sal (PACHECO, 2002: 84). De acordo como mesmo autor, na prática, esta receita podia ser aplicada em um maior número dedespesas, «mediante as devidas autorizações do senado municipal», para além dasque mencionámos anteriormente. Constituem essas despesas a aposentadoria do juizde fora, cadeiras para a sala de sessões do senado, obras na igreja de S. Lázaro, aqui-sição de papel, cadernos e livros das fintas, vencimentos das amas dos expostos e domeirinho da serra (PACHECO, 2002: 84). Escreve este autor: «Podemos inferir da flui-dez e maneabilidade desta receita no suprimento de várias despesas que a Câmaratem de suportar, mormente em situações de fraca liquidez do cofre municipal» (PA-CHECO, 2002: 84).

Ana Madalena Trigo de Sousa, uma das autoras que temos vindo a seguir nestasmatérias fiscais, fornece numa tabela os montantes do imposto do sal cobrados noconcelho do Funchal na segunda metade do século XVIII, explicando que «os au-mentos ou diminuições [são] justificados pela maior ou menor quantidade de sal che-gado à Madeira» (SOUSA, 2004: 223). Transpusemos essa informação para o gráfi-co que agora se visiona23.

Fonte: SOUSA, 2004: 223

Relativamente à importância do imposto do sal no cômputo geral da receita domunicípio do Funchal, de 1752 a 1785, observe-se o gráfico 12.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

23 A autora não apresenta quantitativos para certos anos porque alguns livros de receita e despesa desa-pareceram ou estão em péssimo estado de conservação, o que tornava impossível a sua consulta (SOU-SA, 2004: 199).

226

Gráfico 11 Imposto do sal arrecadado no município do Funchal (1752-1783), em réis

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

500.000

450.000

400.000

350.000

300.000

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0

1752

1754

1756

1758

1760

1762

1764

1766

1768

1770

1772

1774

1778

1780

1782

Réi

s

É de salientar que, no conjunto da receita total do município do Funchal, o im-posto do sal é o segundo mais importante em termos de quantia arrecadada – 8,8%–, o que, juntamente com o facto de ser receita viva, ou seja, não dependente de ren-deiros – como se viu –, demonstra bem a sua significância para as finanças do con-celho. Em primeiro lugar, a grande distância, está a imposição do vinho, com 71,9%,e, em terceiro lugar, a renda do verde, com 8,6% do total.

Algumas palavras se cumprem neste momento acerca do consumo do sal porparte da população madeirense. Consultámos, perseguindo esse propósito, algumasobras narrativas e de literatura de viagens escritas por estrangeiros e autóctones. Oanónimo de A Guide to Madeira containing a short account of Funchall... – obra pu-blicada em 1801 – conta-nos, a propósito da lepra, que esta doença era «most cons-picuous among the lower classes of the island, where diet is confined to salt provi-sions, chiefly fish of the least nourishing kind» (ANÓNIMO, 1801: 68). A mesma cir-cunstância é-nos relatada pelo autor de An Historical Account of the discovery of theisland of Madeira...: «The poorer natives are afflicted with a disease which is almosthereditary to them, a kind of leprosy [...].The prevailing opinion is, that it proceedsfrom the venereal disease ill cured; and the salt fish, upon which they chiefly subsist,does not a little contribute to heighten its malignity» (ANÓNIMO, 1750: 67). Nico-lau Pita revela que «The diet of the country people consists of bread and roots, witha little animal food, and that chiefly salt fish» (PITTA, 1812: 86). Em A History of Ma-deira..., diz-se que «Sometimes indeed, though it is considered as a luxury, not beingoften seen on the cottage table, the rural people enjoy a meal of salt pork or saltedfish» (ANÓNIMO, 1821: 65).

Será prematuro, a partir destes parcos e indirectos informes, aduzir qualquer ila-ção de maior, mormente porque o sal aparece-nos não por si só, mas associado à pre-servação (salga) de proteínas animais (o peixe e a carne de porco) – as que mais en-travam, segundo os testemunhos vistos, na ementa das classes sociais mais desfavo-recidas (como é uso dizer-se hoje). Como se procederia à salga destes produtos? Es-tes alimentos – se e quando importados – seriam introduzidos na ilha já salgados ouproceder-se-ia à sua salga na Madeira? Não podemos responder de modo cabal a estaquestão; avancemos apenas com alguns indicativos que se referem a essas duas cir-

227THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Gráfico 12 A receita total do município do Funchal – 1752-1785

Imposição do vinho 71,90%

Imposto do sal 8,80%

Renda do verde 8,60%

Receita consignada 6,90%

Foros 3,60%

Condenações 0,55%

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Fonte: SOUSA,2004: 225

cunstâncias, especialmente à salga de peixe na ilha. No copiador de cartas de Joãode Saldanha Albuquerque, comerciante e governador e capitão general da Madeira,que cobre os anos de 1673 a 1694, existe uma «Memoria de que hade vir da ilha deS. Miguel», de 1694, onde se refere um «caxão» de «4 de carne de vacca de boa sal-moura e mais hum de 4 de carne de porco da mesma sorte» (in VIEIRA, 1998: 187);acrescente-se que, no Paul do Mar, após a pesca, algum do peixe poderia ser desti-nado «à salga para os dias maus» (SARMENTO, 1953: 120); lembremos, ainda, aexistência dos salgadeiros, classe profissional com lugar ou arruamento próprio nafreguesia da Sé, no Funchal (SARMENTO, 1953: 260); e leia-se, por fim, João Adria-no Ribeiro, quando este escreve, numa monografia sobre o concelho de Machico,que a «população média e baixa valia-se do peixe salgado quer em salmoura querseco ao sol» (RIBEIRO, 2001: 76)24.

Seria estultice, a partir dos indicadores expostos, pretender tirar ilações ou con-clusões de maior. Não fomos guiados por essa primacial pretensão. Não obstante,deixe-se registado o seguinte: o sal, tal como os cereais, é um produto essencial cujaescassez demonstra a dependência estrutural da Madeira do exterior – neste caso pre-ciso, sobretudo do continente português – no que toca a bens de primeira necessi-dade, como diríamos hoje.

A importância e a penúria deste mineral configuram um quadro de relações depoderes algo conflituantes entre as várias instituições políticas e administrativas doarquipélago – capitão, donatário e município – e explicam a sua relevância em ter-mos fiscais para o concelho do Funchal, o mais importante, em termos económicos,da Madeira, e porto de entrada deste produto.§

Fontes Manuscritas e Impressas:

ANÓNIMO, 1750 – An Historical Account of the discovery of the island of Madeira, Abridged from thePortugueze Original. To which is added, An Account to the present State of the Island, in a a Letter to aFriend, Londres, J. Payne e J. Bouquet, Pater Noster Row

ANÓNIMO, 1801 – A Guide to Madeira: containing a short account of Funchall, with instructions to suchas repair to that island for health, Londres, T. N. Longman and O. Rees, Paternoster-Row

ANÓNIMO, 1821 – A History of Madeira. A Series of Twenty-seven coloured Engravings, illustrative of theCostumes, Manners, and Occupations of the Inhabitants of that Island, Londres, R. Ackermann

Arquivo Histórico Ultramarino, Madeira e Porto Santo, cx. n.º 2, doc. 296; cx. n.º 5, doc. 977; cx. n.º 5,doc. 995

Arquivo Regional da Madeira, Câmara Municipal do Funchal, Lvs. 1239 – Medições do Sal e 1238 – Me-dição do Sal

COSTA, José Pereira da, 1987 – Livro das Ilhas, Secretaria Regional da Educação e Cultura – Região Au-tónoma dos Açores; Secretaria Regional do Turismo e Cultura – Região Autónoma da Madeira

COSTA, José Pereira da, 1995 – Vereações da Câmara Municipal do Funchal. Século XV, Funchal, Cen-tro de Estudos de História do Atlântico

COSTA, José Pereira da, 1998 – Vereações da Câmara Municipal do Funchal na primeira metade do Sé-culo XVI e Apenso Vereações da Câmara de Santa Cruz. 1515-1516, Funchal, Centro de Estudos de His-tória do Atlântico

MELO, Luís Francisco de Sousa, 1972 – «Tombo Iº do Registo Geral da Câmara do Funchal», in Arquivo

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

24 O mesmo autor refere que era usual a população do Porto Santo, onde havia alguma abundância desal extraído de poças e salinas, salgar peixe e trocá-lo por géneros que iam da Madeira, em especial le-nha (RIBEIRO, 2001: 124, 125).

228

Histórico da Madeira, n.º XV

MENEZES, Servulo Drummond, 1850 – Uma Epoca Administrativa da Madeira e Porto Santo, a Contar dodia 7 de outubro de 1846, vol. 2, Funchal, Typ. Nacional, 1850.

PITTA, Nicolau B., 1812 – Account of the Island of Madeira, Londres, Longman, Hurst, Rees, Orme &Brown, Edimburgo, John Anderson

VIEIRA, Alberto, 1996 – O Público e o Privado na História da Madeira, Vol. I, Correspondência particu-lar do mercador Diogo Fernandes Branco (1649-1652), Funchal, Centro de Estudos de História do Atlân-tico

VIEIRA, Alberto, 1998 – O Público e o Privado na História da Madeira, Vol. II, Correspondência de Joãode Saldanha Albuquerque 1673-1694, Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico

Estudos:

AMORIM, Inês, 2005 – «Os inquéritos sobre o sal português nos séculos XVIII a XX» in I Seminário In-ternacional sobre o sal português, Instituto de História Moderna da Universidade do Porto, pp. 111-125

BRAUDEL, Fernand, s.d. – Civilização material, Economia e Capitalismo, Séculos XV-XVIII, Tomo 1: AsEstruturas do Quotidiano: o Possível e o Impossível, Lisboa, Teorema

COSME, João dos Santos Ramalho, 1993 – «Subsídios para a História do Movimento Comercial do Por-to do Funchal (1675-1688)», in Actas do III Colóquio Internacional de História da Madeira, Funchal, Cen-tro de Estudos de História do Atlântico, pp. 383-388

GOMES, Eduarda Maria de Sousa, 1995 – O Convento da Encarnação do Funchal. Subsídios para a suaHistória (1660-1777), Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico

GONÇALVES, Iria, s.d. – «Sal», in Joel Serrão (dir.) – Dicionário de História de Portugal, Vol. V, Porto, Li-vraria Figueirinhas, pp. 416-419

LEITE, José Guilherme Reis, 2005 – «A Administração: As Estruturas e as Instituições», in Joel Serrão e A.H. de Oliveira Marques (dir.), Nova História da Expansão Portuguesa, Vol. III – Tomo 1, Artur Teodoro deMatos (coord.), A Colonização Atlântica, Lisboa, Editorial Estampa

MENESES, Avelino de Freitas de, 2005 – «A Economia e as Finanças», in Joel Serrão e A. H. de OliveiraMarques (dir.), Nova História da Expansão Portuguesa, Vol. III – Tomo 1, Artur Teodoro de Matos (coord.),A Colonização Atlântica, Lisboa, Editorial Estampa

MENESES, Avelino de Freitas de, 2001 – «A Circulação», in Joel Serrão e A. H. de Oliveira Marques (dir.),Nova História de Portugal, Vol. VII, Avelino de Freitas de Meneses (coord.), Portugal, da Paz da Restaura-ção ao Ouro do Brasil, Lisboa, Editorial Presença

MIGUEL, Carlos Montenegro, 1954 – «A Ilha da Madeira e o Comércio do Sal», in Das Artes e da Histó-ria da Madeira, n.º 17, pp. 18-20

PACHECO, Dinis Gouveia, 2002 – «O Município do Funchal (1725-1734). Aspectos da Administração,da Economia e do Quotidiano», in Islenha, n.º 31, Jul.-Dez., pp. 55-130

PEREIRA, António dos Santos, 1987 – A Ilha de S. Jorge (Séculos XV-XVII). Contribuição para o seu Estu-do, Ponta Delgada, Universidade dos Açores – Departamento de História, Filosofia e Ciências Sociais

RAU, Virgínia, 1984 – Estudos sobre a História do Sal Português, Lisboa, Editorial Presença

RIBEIRO, Adriano, 1992 – «A indústria de conserva de peixe na Madeira», in Islenha, n.º 11, Jul.-Dez.,pp. 59-70

RIBEIRO, João Adriano, 2001 – Machico – Subsídios para a História do seu Concelho, Machico, CâmaraMunicipal de Machico

RIBEIRO, Jorge Martins, 2005 – «Sal português para as Américas: exportações para os Estados Unidos nosfinais do século XVIII e inícios do século XIX», in I Seminário Internacional sobre o sal português, Insti-tuto de História Moderna da Universidade do Porto, pp. 311-326

SARMENTO, Tenente-coronel Alberto Artur, 1953 – Freguesias da Madeira, 2.ª Edição, Funchal, Ediçãoda Junta Geral do Distrito Autónomo do Funchal

SILVA, Padre Fernando Augusto, MENESES, Carlos Azevedo de, 1998 – Elucidário Madeirense, vol. III, ed.fac-símile da edição de 1940-1946, Funchal, Secretaria Regional de Turismo e Cultura – Direcção Regionaldos Assuntos Culturais

SILVA, José Manuel Azevedo e, 1995 – A Madeira e a Construção do Mundo Atlântico (Séculos XV-XVII),

229THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

2 vols., Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico

SOUSA, Ana Madalena Trigo de, 2004 – O Exercício do Poder Municipal na Madeira e Porto Santo na Épo-ca Pombalina e Post-Pombalina, Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico

SOUSA, João José Abreu de, 1989 – O Movimento do Porto do Funchal e a Conjuntura da Madeira de1727 a 1810. Alguns Aspectos, Funchal, Secretaria Regional do Turismo, Cultura e Emigração – DirecçãoRegional dos Assuntos Culturais

VERÍSSIMO, Nelson, 2000 – Relações de Poder na Sociedade Madeirense do Século XVII, Funchal, Di-recção Regional de Assuntos Culturais

VIEIRA, Alberto, 1987 – O Comércio Inter-Insular nos Séculos XV e XVI. Madeira, Açores e Canárias (Al-guns Elementos para o seu Estudo), Funchal, Centro de Estudos de História do Atlântico.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS230

DESTINO DAS EXPORTAÇÕES DO SAL PORTUGUÊS

NA SEGUNDA METADE DO SÉCULO XIX

Jorge Martins Ribeiro*

Resumo: Através do estudo e análise das estatísticas comerciais portuguesas, sobretu-do as que dizem respeito ao comércio externo, publicadas intermitentemente entre1848 e 1861 (1848, 1851 e 1855-1856) e, depois disso, de forma continuada até aosnossos dias, tentaremos determinar quais os principais mercados do sal Português parao intervalo 1848-1890. A partir desta data dispomos já de um trabalho acerca desta te-mática, datado de 1959 e realizado sob os auspícios da Comissão Reguladora dos Pro-dutos Químicos e Farmacêuticos.

O sal é juntamente com o vinho um dos principais produtos portugueses expor-tados para o estrangeiro, sendo do conhecimento geral o facto de ser comercializa-do desde tempos imemoriais. Na realidade, segundo Pierre Laszlo, a “fachada atlân-tica da Península Ibérica está muito naturalmente votada à produção do sal: uma lon-ga costa exposta a ventos secos e quentes e abençoada com Verões de fraca pluvio-sidade”. Afirma ainda que, a exploração deste mineral é anterior à conquista roma-na, encontrando-se documentada para os séculos X e XI, tendo a sua exportação co-meçado muito cedo. Neste trabalho propomo-nos fazer algumas reflexões acerca dacomercialização deste mineral indispensável à vida e utilizado na alimentação hu-mana, bem como na conservação de carne e peixe, no período que vai de 1848 a1890. Aliás, o referido Pierre Laszlo escreve também que “este sal grosso portuguêsera ideal para a salgação (sic) do peixe, do arenque em particular1.

A seguir às Balanças do Comércio (1783-1831), já estudadas, encontrámos pre-cisamente para o ano de 1848 as primeiras estatísticas publicadas acerca do co-mércio externo português. De facto, este primeiro volume intitulado Mapas geraesdo commercio de Portugal com suas possessões e nações estrangeiras durante o annode 1848 confeccionadas na primeira repartição da Direcção Geral das Alfandegas econtribuições indirectas do tribunal do Thesouro Publico foi dado à estampa em18512. No entanto, apesar da sua publicação mais ou menos regulam, entre 1848 e1885, existem lacunas, não havendo dados para os anos 1849-50, 1852-53, 1857-60, 1862-64, 1874, 1878-79 e 1883-84. A partir de 1885 a sua publicação torna-seanual, mantendo-se, com regularidade, embora com algumas falhas, até à actuali-dade. Terminamos este estudo em 1890, porque, a partir desta data, foram alvo de

231A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]; [email protected] Auxiliar do Departamento de História da Facul-dade de Letras da Universidade do Porto; Universidade do Porto. Instituto de História Moderna. Faculda-de de Letras. Departamento de História e de Estudos Políticos e Internacionais.

1 LASZLO, Pierre – Pequeno Tratado do Sal, Lisboa: Terramar, 2006, p. I.

2 Mapas geraes do commercio de Portugal com suas possessões e nações estrangeiras durante o anno de1848 confeccionadas na primeira repartição da Direcção Geral das Alfandegas e contribuições indirec-tas do tribunal do Thesouro Publico. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855

publicação e análise, em 1959, num trabalho realizado sob os auspícios da Comis-são Reguladora dos Produtos Químicos e Farmacêuticos3.

Apesar da importância deste produto e de ser uma das principais produções por-tuguesas, se comparamos as receitas obtidas com as dos vinhos exportados no pe-ríodo 1865-1890 (Quadro 1), verificamos que estes últimos têm um peso muito maiorna economia do país.

Quadro 1 – Valores da exportação de Sal e Vinhos

Unidade: contos de reis

SAL VINHOS

1865 . . . . . .216 . . . . . .7.5241866 . . . . . .221 . . . . . .7.6021867 . . . . . .308 . . . . . .6.2011868 . . . . . .302 . . . . . .6.8631869 . . . . . .271 . . . . . .6.9041870 . . . . . .281 . . . . . .8.6561871 . . . . . .230 . . . . . .8.1281872 . . . . . .239 . . . . . .9.2471873 . . . . . .364 . . . . . .8.8151874 . . . . . .602 . . . . . .9.2331875 . . . . . .282 . . . . .11.1341876 . . . . . .254 . . . . .10.2461877 . . . . . .220 . . . . .11.3501878 . . . . . .182 . . . . . .7.2401879 . . . . . .280 . . . . . .7.1111880 . . . . . .301 . . . . . .9.6091881 . . . . . .200 . . . . . .9.8071882 . . . . . .168 . . . . .10.1481883 . . . . . .279 . . . . .11.1331884 . . . . . .175 . . . . .10.8941885 . . . . . .121 . . . . .13.4561886 . . . . . .175 . . . . .16.8831887 . . . . . .276 . . . . .11.3591888 . . . . . .259 . . . . .12.9461889 . . . . . .285 . . . . .12.3231890 . . . . . .167 . . . . .10.898

Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

De qualquer modo, vários autores e historiadores dos séculos XVIII, XIX e XX sãounânimes em exaltar a excelência do sal português, sendo a sua qualidade consi-derada superior ao produzido em França e na Espanha, até porque, de acordo comVirgínia Rau, era o “mais adequado para os processos usados pelos neerlandeses eoutros povos do Norte”4. Aliás, segundo Inês Amorim “o sal atlântico aumentou o seuposicionamento nos caminhos do mar, desde que o clima europeu atingiu um cer-to arrefecimento, na baixa Idade Média, e as marinhas, mais setentrionais, deram lu-gar às marinhas francesas e às do sudoeste da Península Ibérica.”5. Aliás, em 1848,

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

3 COMISSÃO REGULADORA DOS PRODUTOS QUÍMICOS E FARMACÊUTICOS – Exportação de Sal.Lisboa: Tipografia Portuguesa, 1959. Agradecemos à Profª. Doutora Inês Amorim o facto de nos ter assi-nalado a existência deste trabalho e de nos ter facultado as suas fotocópias.

4 RAU, Virginia – Rumos e vicissitudes no comércio do sal português nos séculos XIV a XVIII. In “RAU,Virginia – Estudos sobre a história do sal português”. Lisboa: Editorial Presença, 1984, p. 280; AMORIM,Inês – Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro, 2001, p. 5; RI-BEIRO, Jorge Martins – Comércio e Diplomacia nas relações luso-americanas (1776-1822). Porto, 1997,dissertação de doutoramento, policopiada, pp.36-39 e Sal português para as Américas: exportações paraos Estados Unidos nos finais do século XVIII e inícios do século XIX. In “I Seminário Internacional sobreo sal português. Porto: Instituto de História Moderna da Universidade Moderna/Faculdade de Letras do Por-to, 2005, pp. 314-315

5 AMORIM, Inês – Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX). Aveiro: Câmara Municipal de Aveiro, 2001,p. 5

232

na Câmara dos Pares do Reino afirmava-se que o sal em Portugal se formava quaseespontaneamente, cabendo ao legislador tornar a sua produção mais lucrativa6.

Socorrendo-nos, mais uma vez, dos trabalhos de Virgínia Rau, verificamos queterá havido, no século XVIII, uma “viragem no comércio do sal português pelo querespeita à posição relativa dos importadores”. Segundo esta historiadora “os holan-deses perdem o seu predomínio de compradores, ou transportadores, a favor da Es-candinávia (Suécia, Dinamarca e Noruega) no referente à rota do mar do Norte e doBáltico”, surgindo novos compradores como a Rússia e a América do Norte. No fi-nal de setecentos terá havido uma nova viragem neste comércio, sobretudo no do salde Setúbal, sendo agora os dinamarqueses e os norte-americanos os maiores clien-tes deste produto7.

Em relação à documentação, por nós analisada, é curioso verificarmos que o salfoi sendo incluído em diferentes classes pelas diferentes pautas alfandegárias. Em1851 aparecia na classe 14 (produtos químicos e medicamentos compostos), após1855 na 2ª. divisão da classe 16 (produtos químicos e medicinais), a partir de 1865na classe 17 (produtos químicos) e a seguir a 1887 na classe VII (substâncias mine-rais, vidro, cristal e produtos cerâmicos). Como vemos há uma certa indefinição emclassificar este mineral talvez porque, de acordo, com José Manuel Garcia:

“O cloreto de sódio possui uma imensa variedade de funções que vão desde acondimentação das refeições até à conservação do peixe, da carne, das azeitonas,etc., à preparação do queijo e das peles ou ainda servindo como supletivo na en-gorda do gado e como complemento na farmacopeia.”8

Se analisarmos o quadro 2 (em anexo), aparecem representadas as quantidadesde sal exportado, por Portugal, na segunda metade de oitocentos. Até 1856 a unidadede medida utilizada é a tradicional, o moio, entre 1861 e 1873 é o litro, unidadeigualmente utilizada no ano de 1878, nos restantes anos é usado o quilograma. Istodificulta singularmente a construção e análise do referido quadro, dado ser desejá-vel reduzir tudo a quilogramas, de forma a termos uma ideia mais precisa do volu-me deste tráfico. Os vários autores do século XIX são unânimes em considerar que1 moio é equivalente a 15 fangas ou 60 alqueires. De acordo com António LoboGyrão, na sua obra Memoria sobre os pesos e medidas de Portugal, publicada em1833, 1 alqueire são 10,9739 litros, ou por aproximação grosseira 11 litros, o quedaria 660 litros por alqueire. Equivalência, esta, aceite pela maioria dos autores por-tugueses, conforme refere o Prof. Jean Claude Hocquet, na sua obra Le sel et le pou-voir9. Por seu turno, Luis Travassos Valdez na Noticia sobre os pesos e medidas dePortugal e suas possessões ultramarinas e do Brasil, comparando com os antigossystemas com o novo systema metrico decimal10, datada de 1856, afirmava que cada

233

6 Câmara dos Pares do Reino, sessão nº. 265, datada de 2 de Março de 1848, p. 320.

7 RAU, Virginia – Rumos e vicissitudes no comércio do sal português nos séculos XIV a XVIII. In “RAU,Virginia – Estudos sobre a história do sal português”. Lisboa: Editorial Presença, 1984, pp. 290, 292.

8 GARCIA, José Manuel – Apresentação incluída no livro de RAU, Virginia – Estudos sobre a história dosal português. Lisboa: Editorial Presença, 1984, p. 9.

9 GYRÃO, Antonio Lobo de Barbosa Ferreira Teixeira – Memoria sobre os pesos e medidas de Portugal,sua origem, antiguidade, denominação, e mudanças, que tem sofrido até nossos dias, e mudanças, quetem sofrido até nossos dias, bem como sobre a reforma que devem ter acompanhada de varias tabellasde reducção, ou comparação de todas as medidas e pesos do mundo conhecido, antigas e modernas, comas actuais de Lisboa. Para uso do commercio e boa intelligencia dos historiadores e geografos antigos emodernos. Lisboa: Imprensa Nacional, 1833, p. 43; HOCQUET, Jean – Le sel et le pouvoir de l’an mil àla Révolution Française, 1989, p. 479.

10 VALDEZ, Luis Travassos - Noticia sobre os pesos e medidas de Portugal e suas possessões ultramarinase do Brasil, comparando com os antigos systemas com o novo systema metrico decimal. Lisboa: Impren-sa Nacional, 1856, p. 11. (Agradecemos esta informação à Profª. Inês Amorim).

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

moio era equivalente a 992 litros e 56 centilitros. Por outro lado, Carlos Augusto Pin-to Ferreira, na sua obra Engenharia de Algibeira, dada à estampa em 1869, escreveque um moio é igual a 8,28 hectolitros, ou seja 828 litros11. Estes dados, são, no en-tanto, de carácter geral e não especificamente do sal e, como se sabe, as medidas uti-lizadas para este mineral, bem como as suas conversões ao sistema métrico, varia-vam de local para local. As medidas são diferentes, até entre locais tão próximoscomo Aveiro, Ovar e Ílhavo.

Neste, como noutros domínios subsiste sempre uma dúvida, dada a diversidadede medidas, qual a utilizada pelos serviços centrais do estado responsáveis pelas es-tatísticas, neste caso, a Direcção Geral das Alfândegas. Será que utilizavam as me-didas de Lisboa para o sal? Será que reduziam correctamente os dados provenientesdas outras localidades do país? Apenas estudos mais aturados e pormenorizados nosarquivos dos organismos estatais poderão dar uma resposta a estas interrogações. Noentanto, pelo que nos foi dado ver, não parece ter havido muito cuidado no trata-mento dos dados. Assim, conforme dissemos, atrás, entre 1861 e 1873, a unidade uti-lizada é o litro. Porém, quando nas estatísticas de 1885 aparecem publicados qua-dros resumo, com dados, a partir de 1871, a Direcção Geral dos Impostos conside-ra que 1 litro de sal é igual a 1 quilograma do mesmo produto, o que é manifesta-mente errado, pois para fazer uma tal equivalência é necessário ter em conta a den-sidade do referido mineral, a qual, ainda para mas varia, conforme o sal é grosso ourefinado.

No entanto, na sessão da Câmara dos Pares do Reino de 25 de Maio de 1882, oPresidente do Conselho e Ministro da Fazenda, António Maria Fontes Pereira deMelo, ao fazer o cálculo do imposto que se podia obter com a comercialização dosal, afirmava que um moio era igual a 810 quilogramas12. Igualmente, nessa mesmasessão, o Par do Reino Henrique de Macedo afirmava que cada moio de sal tinha 810litros, “número redondo 800 litros”13. Já na sessão da Câmara dos Senhores Depu-tados, do dia 26 de Maio de 1885, o Ministro da Fazenda Hintze Ribeiro em respostaaos deputados Eduardo José Coelho e Consiglieri Pedroso, acerca do imposto a lan-çar sobre o sal, calculava um moio igual a 834 litros ou seja aproximadamente 800quilogramas e, com base nestas equivalências, precisava a verba que o estado po-dia arrecadar com a comercialização deste produto. Dada a disparidade de medidase equivalências atrás referida, achámos ser este um bom ponto de partida para a con-versão de moios e litros em quilogramas14.

Além disto, em termos de pormenor, as estatísticas variam muito. Se, entre 1848e 1865 o pormenor chega ao ponto de nos ser fornecida a quantidade de sal expor-tada por portos., a partir deste último ano (1865) tal pormenorização é deixada delado, indicando-se apenas o país de destino, não se podendo, assim, determinar quala quantidade que cabia às metrópoles ou às colónias. Por outro lado, as exportaçõespara as colónias portuguesas da África e da Ásia também aparecem nas estatísticasdo comércio externo.

Dadas as dificuldades acima aduzidas, construímos o quadro 2 (em anexo) noqual mantivemos as unidades utilizadas nos documentos e calculámos as percenta-gens de sal relativamente ao total exportado anualmente, para cada um dos países

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

11 FERREIRA, Carlos Augusto Pinto – Engenharia de Algibeira. Lisboa, 1869, p. 6.

12 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 68, datada de 25 de Maio de 1882, p. 709.

13 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 68, datada de 25 de Maio de 1882, p. 706.

14 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 91, datada de 26 de Maio de 1885, p. 1796.

234

compradores deste produto. Por seu lado, o quadro 3 (em anexo) foi organizadousando as equivalências mencionadas pelo Ministro da Fazenda Hintze Ribeiro, atrásreferidas, pois podemos pensar serem estas as utilizadas pelas Direcção Geral das Al-fândegas. O quadro 4 (em anexo) mostra-nos a quantias obtidas pela venda deste mi-neral às nações estrangeiras e colónias portuguesas.

O gráfico A, construído a partir do referido quadro 3, ilustra a evolução das ex-portações de sal entre 1848-1890. E, através dele, constatamos que os anos de 1855,1873, 1875 e 1876 foram aqueles onde os volumes das vendas foram mais elevados,situando-se em torno das 250.000 toneladas. Por seu turno, em 1879 parece ter sidomuito fraco, pois a exportação, de acordo com o quadro 2, em anexo, teria descidopara cerca de 86 toneladas. Isto, no entanto, não corresponde à realidade. Devidoà inexistência da publicação com as estatísticas anuais do comércio externo portu-guês para essa data, os dados que conseguimos coligir são muito parcelares. Na rea-lidade, de acordo com o quadro 4, em 1879, o valor do sal exportado teria atingidoquase 280 contos de reis.

Como podemos verificar, os principais mercados do sal português, no intervalode tempo estudado, foram o britânico, o brasileiro e o escandinavo, Suécia e No-ruega. Relativamente a estes dois países, não conseguimos determinar qual a partede cada um pois, em muitos dos anos analisados, aparecem-nos em conjunto. Noque diz respeito à Grã-Bretanha, a qualidade dos dados não nos permite determinar,para a maior parte dos período estudado, qual a parte que coube à Inglaterra, à Ir-landa, ao Canadá e à Índia, bem como às outras colónias do império. Sabemos, porexemplo que, as importações de sal por parte do Canadá, onde era importante paraa salga de peixe, eram significativas, tanto em quantidade como em valor, conformese pode ver pelo quadro 5.

235THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

450.000

400.000

350.000

300.000

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

1848

1851

1855

1856

1861

1865

1866

1867

1868

1869

1870

1871

1872

1873

1874

1875

1876

1877

1878

1879

1880

1881

1882

1883

1884

1885

1886

1887

1888

1889

1890

Gráfico A

Fonte: Quadro 3 (em anexo)

Quadro 5 – Quantidade e valor das Exportações de sal para o Canadá

Unidade - toneladas

Anos . . . . . . . . .Quantidade . . . . . . . . . . . . .Valor

1848 . . . . . . . 6.389,120 . . . . . .11.108$2001851 . . . . . . . 2.763,520 . . . . . . .3.713$0001856 . . . . . . . 2.101,866 . . . . . . .6.911$0001861 . . . . . . . 17.591,232 . . . . . .31.967$7001865 . . . . . . . 9.427,493 . . . . . .16.843$5001866 . . . . . . . 10.754,445 . . . . . .18.282$2001867 . . . . . . . 11.330,562 . . . . . .18.117$300

Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

Relativamente à Espanha será de ter em conta as afirmações feitas na sessão daCâmara dos Pares do Reino de 16 de Junho de 1885 por António de Serpa, no de-curso da discussão acerca do Tratado de Comércio firmado com a Espanha, em 12de Dezembro de 1883:

“Pôde-se apresentar o exemplo do sal, e ha já factos que o demonstrara. O salque figurava na nossa exportação para Hespanha por uma quantia insignifi-cante, pois que ainda em 1881 exportâvamos d’este genero para Hespanha ovalor de 7:000$000 réis unicamente, póde vir a figurar depois de posto em exe-cução o tratado por um valor muito consideravel. Isto não é uma simples con-jectura. Já se provou, e eu direi porque circumstancias, que é uma realidade.A Hespanha reduziu o direito sobre o sal de 3,25 pesetas a 0,54, isto é, redu-ziu este direito á sexta parte de que era anteriormente. Succedeu que assignouo seu tratado com a França poucas semanas, não me lembra agora exacta-mente, o intervallo, que, foi pequeno, antes de ter terminado o nosso antigo tra-tado, que nos dava o tratamento de nação mais favorecida. De modo que es-tivemos durante algumas semanas, gosando para o nosso sal d’aquella impor-tante reducção de direito. Durante aquelle pequeno espaço de tempo, a ex-portação do sal para Hespanha foi extraordinaria. Eu sei que no caminho deferro da Beira Alta a receita avultou n’aquellas poucas semanas em; virtude dostransportes de sal para a fronteira hespanhola. Nós já gozámos portanto d’es-ta diminuição de direitos no sal pelos resultados que obtivemos podemos cal-cular os que obteremos, quando em virtude do tratado ella de novo for postaem pratica. Quando eu fui ministro dos negocios estrangeiros, tive occasião dereceber mais de uma reclamação de negociantes de sal, queixando-se de nãoter continuado era execução o tratado que permittia a introducção do sal emHespanha, com o direito reduzido. Aqui temos, pois, outra causa de erro doscalculos baseado na estatistica de um anno ou até da media de muitos annosanteriores ao tratado.Calcula-se o valor da exportação do sal para Hespanhapor uma quantia insignificante como na realidade foi, mas não se pensa quepor virtude do tratado aquelle valor vae augmentar consideravelmente”15.No que diz respeito a Hamburgo, o deputado D. José de Saldanha citava o rela-

tório, de 31 de Dezembro de 1880, do cônsul geral de Portugal, nesta cidade, quea propósito do sal escrevia:

“Sal. - Houve um augmento n’este genero vindo de Lisboa e Setubal; é um ar-tigo que aqui se usa hoje tão pouco vindo de Portugal; o paiz produz o que ne-cessita, de mais a mais empregam se para salgar, em geral, productos chimi-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

15 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 71, datada de 16 de Junho de 1885, pp. 551-552.

236

cos, só se usa o de Portugal para alguns generos, sendo mais forte do que estepaiz produz.”Já no relativo à Dinamarca, o referido deputado afirmava que o relatório do côn-

sul geral de Portugal nesse país, datado de 1 de Maio de 1881, considerava ter a im-portação deste mineral diminuído. Apontava como causas disto, o facto do gado terpassado a ser exportado vivo, o aumento do preço do sal de Setúbal, o qual subiracerca de 33% no decurso do primeiro trimestre de 1881, e a utilização de produtosquímicos para a salga16.

Será, ainda, de referir os dados utilizados no Parlamento quando discutiam o pro-blema do sal. Assim, as quantidades apresentadas na sessão nº. 37 da Câmara dosSenhores Deputados, de 29 de Fevereiro de 1884, não são coincidentes com as dasestatísticas oficiais. De facto o ministro da Fazenda, Hintze Ribeiro, afirma o seguinte:

“Os documentos nº. 21 e 22 mostram, que ao passo que a exportação dos sal,accusada pelas nossas alfandegas, se limitou em 1882 a 139.324.455 litros(133.645 toneladas), subiu em 1883 a 225.619.227 litros (216.4212 toneladas);o aumento de um anno para outro foi de 86.289.772 litros (82.772 toneladas).Este augmento de certo em grande parte se explica por existir nos depositosmuito sal que para subtrahir ao imposto sobre o consumo no paiz só destinouá exportação, determinando assim um movimento anormal; illusoria seria,pois, a esperança de que com o imposto de um quarto de real se podesse ob-ter uma receita de 56.404$866 réis; dada a exportação de 1882 o productodeste imposto seria de 28.816$216; a prospectiva de tão escasso rendimentonão convida ao lançamento do tributo”17.O autor da já citada publicação da Comissão Reguladora dos Produtos Quími-

cos e Farmacêuticos referia que, em 1874, Portugal era, ainda, o terceiro produtor desal, com uma safra de 700.000 toneladas e uma importante exportação. De facto,neste ano, o país exportou cerca de 423.040 toneladas, que parece ser o volume maiselevado do período analisado, pois em 1875 desce para 257.503,178 toneladas.Aliás, de acordo com a referida comissão, teria sido a I Guerra Mundial, a respon-sável pelo declínio deste “importante sector do nosso comércio externo”18. No en-tanto, já na Acta da Câmara dos Deputados do dia 13 de Abril de 1850, se discutiaum relatório oficial no qual se afirmava ter havido uma diminuição da produção desal de 1848 para 1849 de cerca de mais de 80.000 moios (6.400 toneladas), criti-cando-se o governo por explicar este fenómeno por causas atmosféricas19.

É interessante referir o facto das estatísticas quase não referirem a exportação desal de Cabo Verde e em alguns anos o arquipélago cabo-verdiano até ter recebidosal metropolitano. Por outro lado, não deixa de ser curioso que incluam as colóniasportuguesas da África e na Ásia nos mesmos quadros dos países estrangeiros.

Apesar de Portugal ser um país produtor e exportador de sal, era também im-portador deste mineral, conforme se pode ver pelos quadros 6 (em anexo) e 7 (emanexo). No relativo às importações não se coloca o problema das unidades, pois nasestatísticas oficiais aparece-nos sempre em quilogramas. Afigura-se-nos interessan-te o facto de Portugal importar sal da Alemanha, Áustria, Bélgica, Brasil, Espanha, Es-

237

16 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 47, datada de 28 de Março de 1884, pp. 882-883.

17 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 37, datada de 29 de Fevereiro de 19884, p. 459.

18 COMISSÃO REGULADORA DOS PRODUTOS QUÍMICOS E FARMACÊUTICOS – Exportação de Sal.Lisboa: Tipografia Portuguesa, 1959, p. 4.

19 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 72, datada de 13 de Abril de 1850, p. 161.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

tados Unidos, França, Grã-Bretanha, Itália, Países Baixos, Suécia e das colónias por-tuguesas da África. As quantidades são pouco significativas e, apesar da falta de da-dos concretos, quer-nos parecer, nalguns casos, como o da Áustria, tratar-se de salmineral e noutros casos de sal reexportado por esses países. A nação que mais sal en-viou para Portugal foi a Grã-Bretanha, sendo um dos seus principais portos impor-tadores, o do Funchal. A Espanha, bem como os Estados Unidos também desempe-nham um papel relevante neste escambo e a França passa a ter alguma importância,se bem que residual, a partir de 1881. Por outro lado, é de notar que com excepçãode 1848, 1855, 1856, 1868, 1875, 1882 e de 1855 a 1890, o sal importado esteveisento do pagamento de direitos alfandegários e, mesmo assim, nos outros anos, nemtoda a quantidade importada esteve sujeita ao pagamento de imposto.

A este respeito o Par do Reino Vaz Preto na sessão nº. 67 de 24 de Maio de 1882afirmava.

“Se se tratasse, por exemplo, de propor um imposto Sobre a exportação, era ne-cessario saber a quantidade de sal que se exportava; se se tratasse de lançar umimposto sobre a importação era necessario tambem saber qual era a importa-ção do sal; ainda que a importação d’este genero póde dizer-se não existe, sealgum vem é de Hespanha, mas é em quantidade insignificante. Esses dados,porém, acham-se nas estatisticas commerciaes, e se a camara as quizer ver, euas mandarei immediatamente copiar, se bem que existam publicados nas es-tatisticas commerciaes.”20

Embora com carácter ainda mais residual, as estatísticas oficiais portuguesas re-ferem a reexportação de sal e o que passava através do território português em trân-sito ou baldeação, conforme se pode ver pelos quadros 7 e 8.

Quadro 8

Anos . . . . . . . . . . . . . . .Brasil . . . . . . . . . . . . . . . . . Grã-Bretanha . . . . . . . . . . . . . . Estados Unidos . . . . . . . . . . . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos

1869 . . . . . .7.024 . . .11,000 . . . . .0,11 . . . . . .4* . . . .0,10* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1870 . . . . . . . .55 . . .20,000 . . . . .0,20 . . . . . .80 . . . . .1,00 . . . . .0,01 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1877 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40286** .441,00*+ . . .6,61** . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220000*** . . .652*** . . . . . . . .1888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 260000*** .1.620*** . . . . . . . .

Quantidade - unidade: Kg; Valor - unidade: real

* para gasto de embarcações** De Lisboa para Grã-Bretanha - teve despacho livre por haver pago o direito de consumo na respectiva alfândega***De Itália para os Estados Unidos

Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

Quadro 9 – Baldeação e Trânsito

Quantidade - unidade: Kg; Valor - unidade: real

Anos . . . . . . . . . . Alemanha . . . . . . . . . . . . . . . . .Espanha . . . . . . . . . . . . . . . . Estados Unidos . . . . . . . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos . . .Quant. . . . .Valor . .Direitos1887 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.007.469 . . . .5.367 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1888 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.261.573 . . .15.534 . . . . . . . . 1.290.000 . . . .2.300 . . . . . . . .1889 . . . . .60.000 . . . . . .45 . . . . . . . . 3.784.098 . . .11.390 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Fonte: [Estatísticas do Comércio Externo Português]. Lisboa: Imprensa Nacional, 1855-1891

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

20 Acta da Câmara dos Pares do Reino nº. 67, datada de 24 de Maio de 1882, p. 695.

238

Em 1887, 1888 e 1889 parte do sal que aparece na rubrica Espanha era espanhol,apenas utilizando o território português como ponto de passagem e a outra parte eraproveniente da Grã-Bretanha. Os dados relativos à Alemanha para 1889 referem-sea sal de proveniência espanhola.

* * * Como acabámos de ver o sal era um produto importante para a economia por-

tuguesa, embora não atingisse nem os valores, nem o volume do vinho. O facto dea sua exportação e dos direitos que daí podiam advir para o estado serem importanteslevou a que fosse objecto de discussões nas sessões parlamentares. Tanto Deputados,como Pares do Reino preocupavam-se com a diminuição das importações, apon-tando como causas deste fenómeno entre outras, o aumento do preço e a utilizaçãode produtos químicos para a salga, o que tornava as circunstâncias muito diferentesdas de 1821, em que era amplamente utilizado para salgar manteiga na Irlanda e car-ne em Hamburgo21. A tudo isto, temos de somar o facto de ser o ganha-pão de mui-tas famílias, principalmente nas regiões de Setúbal e de Aveiro, pelo que o lança-mento de impostos sobre este mineral vai ser alvo de acaloradas discussões nas duasCâmaras do Parlamento Português na segunda metade da centúria de oitocentos.Aliás, de acordo com Pierre Laszlo “como em qualquer espaço, a história do sal épara Portugal uma história de poder, de lutas de poder e de rivalidades pelo contro-le de tributação desta riqueza”22.§

239

21 Acta da Câmara dos Senhores Deputados nº. 47, datada de 28 de Março de 1884, pp. 882.

22 LASZLO, Pierre, ob. cit., p. II

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS240

Ano

s . .

. . .

.A

lem

anha

. .

. . .

%

. .A

rgen

tina

. .

. . .

%

. . .

ustr

ia .

. . .

.%

. .

. . .

. . .

Bél

gica

. .

. . .

% .

. . .

. . .

. . .

Bra

sil

. . .

. .%

. .

. . .

. . .

. .C

hile

. .

. . .

%

1.84

8 .

. . .

. . .

. . .6

96 .

. . .

. .0

. . .

. . .

1.87

9 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.9

88 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

22.5

25 .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

1 .

. . .

. . .

. .3.

161

. . .

. . .

2 .

. . .

. .2.

209

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.739

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. .32

.507

. . .

. .2

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

854

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

5 .

. . .

. . .

.24.

325

. . .

. . .

8 .

. . .

. .2.

293

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .8

.553

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. .59

.823

. . .

. .1

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

856

. . .

. . .

. . .

3.40

7 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.7

44 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

22.9

89 .

. . .

.18

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

1 .

. . .

.3.5

87.3

93 .

. . .

. .2

. .1

.908

.745

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4.

586.

646

. . .

. . .

2 .

. . .

.52.

334.

815

. . .

. .2

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

865

. . .

. .4

.873

.483

. . .

. . .

3 .

. . .7

59.8

16 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

41.2

72 .

. . .

. .0

. . .

. .4

1.84

4.96

0 .

. . .

.29

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

6 .

. . .

.2.8

22.9

65 .

. . .

. .1

.65.

333.

901

. . .

. .3

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

234.

318

. . .

. . .

1 .

. . .

.32.

171.

820

. . .

. .1

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

867

. . .

. .2

.042

.913

. . .

. . .

1 .

.2.2

14.8

28 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.48

9.78

8 .

. . .

. .1

. . .

. .4

0.35

2.63

4 .

. . .

.22

. . .

. . .

. .3

52.7

56 .

. . .

. .0

1.86

8 .

. . .

.1.8

71.1

00 .

. . .

. .1

. . .

.417

.144

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.357

.192

. . .

. . .

0 .

. . .

.35.

748.

508

. . .

. .2

0 .

. . .

. . .

.361

.944

. . .

. . .

01.

869

. . .

. . .

.158

.400

. . .

. . .

0 .

. . .1

24.2

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.49

4.54

0 .

. . .

. .1

. . .

. .3

9.19

5.15

6 .

. . .

.24

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

0 .

. . .

.1.8

15.4

96 .

. . .

. .1

. .1

.801

.010

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

757.

808

. . .

. . .

1 .

. . .

.35.

401.

349

. . .

. .1

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

871

. . .

. .1

.061

.007

. . .

. . .

1 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.926

.145

. . .

. . .

1 .

. . .

.29.

604.

236

. . .

. .1

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

872

. . .

. .1

.902

.895

. . .

. . .

1 .

. . .4

37.1

15 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7

95.9

60 .

. . .

. .0

. . .

. .2

9.18

3.44

0 .

. . .

.16

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

3 .

. . .

.1.8

53.2

27 .

. . .

. .1

. .1

.372

.944

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

104.

048

. . .

. . .

0 .

. . .

.40.

538.

874

. . .

. .1

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

874

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.29.

670

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

875

. . .

.34.

545.

226

. . .

. .1

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .54

.773

.451

. . .

. .2

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

876

. . .

. . .

. .7

8.38

1 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

53.9

80.6

54 .

. . .

.22

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

7 .

. . .

. . .2

73.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

40.5

12.7

22 .

. . .

.21

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.7

03.6

83 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

0.10

6.30

6 .

. . .

.12

. . .

. .3

1.78

1.11

9 .

. . .

.39

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

9 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

880

. . .

. .3

.469

.024

. . .

. . .

2 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7

.500

.808

. . .

. . .

4 .

. . .

.23.

775.

166

. . .

. .1

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

881

. . .

. .1

.814

.380

. . .

. . .

1 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

.951

.040

. . .

. . .

2 .

. . .

.11.

899.

503

. . .

. . .

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

882

. . .

. .3

.348

.284

. . .

. . .

3 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

.728

.800

. . .

. . .

4 .

. . .

. .7.

947.

284

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

885

. . .

. .2

.210

.048

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.040

.229

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

886

. . .

. .3

.720

.016

. . .

. . .

3 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.573

.200

. . .

. . .

1 .

. . .

. .5.

799.

492

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

887

. . .

. .3

.943

.000

. . .

. . .

2 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.20.

280.

000

. . .

. .1

1 .

. . .

.10.

155.

000

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

888

. . .

. .2

.342

.000

. . .

. . .

1 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.11.

937.

000

. . .

. . .

7 .

. . .

. .5.

748.

000

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

889

. . .

. .5

.167

.000

. . .

. . .

3 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

.276

.000

. . .

. . .

3 .

. . .

. .4.

162.

000

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

890

. . .

. .2

.996

.000

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

07.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

2.30

9.00

0 .

. . .

. .2

. . .

. . .

1.52

4.00

0 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

QUADRO 2 Sal - quantidades exportadas

241THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Ano

s .

. . .

.Din

amar

ca .

. . .

.%

.

. .Es

pan

ha .

. . .

.%

. .

. . .

. .E

UA

. .

. . .

%

. . .

. . .

. .F

ranç

a .

. . .

.%

. .G

rã-B

reta

nha

. . .

. .%

.

. . .

. . .

.Gré

cia

. . .

. .%

1.

848

. . .

. . .

. .2

5.59

8 .

. . .

.12

. . .

. . .

.985

. . .

. . .

0 .

. . .

. .3.

674

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. .11

.075

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. .15

.026

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

851

. . .

. . .

. .2

4.00

2 .

. . .

.16

. . .

. . .

.608

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

.55

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .9

.861

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .10

.479

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

854

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

5 .

. . .

. . .

.37.

209

. . .

. .1

2 .

. . .

.31.

419

. . .

. .1

0 .

. . .

.34.

340

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .8

.333

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. .49

.087

. . .

. .1

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

856

. . .

. . .

. .1

7.15

2 .

. . .

.14

. . .

. . .

1.23

3 .

. . .

. .1

. . .

. .1

1.89

6 .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

.5.0

89 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

30.3

31 .

. . .

.24

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

1 .

. . .1

1.69

2.67

2 .

. . .

. .6

. . .

.690

.459

. . .

. . .

0 .

.7.8

88.3

14 .

. . .

. .4

. . .

. . .

6.98

1.78

8 .

. . .

. .4

. . .

. .2

4.74

0.97

5 .

. . .

.13

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

5 .

. . .

.5.9

24.5

84 .

. . .

. .4

. .1

.102

.529

. . .

. . .

1 .

.5.8

12.3

32 .

. . .

. .4

. . .

. . .

4.80

6.45

4 .

. . .

. .3

. . .

. .2

2.68

4.18

4 .

. . .

.16

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

6 .

. . .

.5.3

99.6

15 .

. . .

. .3

. .1

.534

.737

. . .

. . .

1 .

.1.8

97.7

80 .

. . .

. .1

. . .

. . .

2.09

1.74

4 .

. . .

. .1

. . .

. .2

1.00

3.88

7 .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

7 .

. . .

.7.4

33.8

11 .

. . .

. .4

. .1

.687

.155

. . .

. . .

1 .

.2.2

39.8

17 .

. . .

. .1

. . .

. .1

0.16

2.81

8 .

. . .

. .6

. . .

. .2

0.05

9.44

9 .

. . .

.11

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

8 .

. . .1

5.18

9.74

4 .

. . .

. .8

. .1

.980

.152

. . .

. . .

1 .

.4.8

81.9

59 .

. . .

. .3

. . .

. . .

9.14

9.23

2 .

. . .

. .5

. . .

. .2

5.02

0.54

6 .

. . .

.14

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

9 .

. . .1

2.07

1.58

0 .

. . .

. .7

. .4

.240

.978

. . .

. . .

3 .

.2.8

34.0

61 .

. . .

. .2

. . .

. . .

4.32

0.38

4 .

. . .

. .3

. . .

. .1

6.96

1.66

4 .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

25.0

46 .

. . .

. .0

1.87

0 .

. . .1

3.18

0.83

2 .

. . .

. .7

. .9

.979

.714

. . .

. . .

5 .1

1.31

8.28

4 .

. . .

. .6

. . .

. . .

8.60

5.29

3 .

. . .

. .4

. . .

. .2

0.94

9.72

3 .

. . .

.11

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

1 .

. . .

.8.7

83.9

12 .

. . .

. .5

. .2

.497

.575

. . .

. . .

1 .1

1.88

4.78

0 .

. . .

. .7

. . .

. . .

7.66

2.74

0 .

. . .

. .5

. . .

. .2

6.47

2.61

6 .

. . .

.16

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

2 .

. . .

.5.6

69.3

00 .

. . .

. .3

. .2

.997

.389

. . .

. . .

2 .

.6.4

04.1

48 .

. . .

. .3

. . .

. . .

4.19

4.27

9 .

. . .

. .2

. . .

. .3

3.49

6.10

1 .

. . .

.18

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

3 .

. . .1

0.71

0.08

4 .

. . .

. .4

. .3

.750

.186

. . .

. . .

1 .

.4.5

32.0

03 .

. . .

. .2

. . .

. .1

0.61

6.21

2 .

. . .

. .4

. . .

. .4

5.78

2.78

9 .

. . .

.18

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

4 .

. . .

. . .

.67.

108

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9.

271

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .47

.357

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

875

. . .

. . .

. .1

0.58

0 .

. . .

. .0

. .8

.718

.916

. . .

. . .

3 .6

3.65

1.75

0 .

. . .

.25

. . .

. . .

1.17

3.48

8 .

. . .

. .0

. . .

. .7

7.09

5.04

9 .

. . .

.30

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.8

40.1

45 .

. . .

. .1

101.

718.

986

. . .

. .4

1 .

. . .

. . .

.209

.518

. . .

. . .

0 .

. . .

.70.

872.

427

. . .

. .2

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

877

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.15.

817.

353

. . .

. . .

8 .6

2.74

9.36

6 .

. . .

.33

. . .

. . .

. .1

33.5

20 .

. . .

. .0

. . .

. .5

5.38

4.22

3 .

. . .

.29

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.7

45.6

91 .

. . .

. .2

. .9

.963

.414

. . .

. .1

2 .

. . .

. .7.

551.

648

. . .

. . .

9 .

. . .

.12.

217.

783

. . .

. .1

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

8.34

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.58.

020

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

1.88

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.4.3

65.7

72 .

. . .

. .2

.11.

231.

068

. . .

. . .

6 .

. . .

. .5.

935.

952

. . .

. . .

3 .

. . .

.27.

345.

343

. . .

. .1

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

881

. . .

. .9

.047

.354

. . .

. . .

7 .

.3.6

82.5

31 .

. . .

. .3

. .3

.255

.961

. . .

. . .

3 .

. . .

. .5.

339.

772

. . .

. . .

4 .

. . .

.20.

134.

482

. . .

. .1

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

882

. . .

. .5

.574

.724

. . .

. . .

5 .

.3.4

79.0

55 .

. . .

. .3

. .9

.595

.760

. . .

. . .

8 .

. . .

. .5.

258.

968

. . .

. . .

5 .

. . .

.12.

945.

310

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

885

. . .

. .5

.486

.809

. . .

. . .

7 .

.3.4

64.1

98 .

. . .

. .4

. . .

. . .

.362

. . .

. . .

0 .

. . .

. .7.

325.

862

. . .

. . .

9 .

. . .

.16.

993.

190

. . .

. .2

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

886

. . .

. .8

.111

.329

. . .

. . .

7 .

.8.7

78.5

24 .

. . .

. .7

. .3

.768

.659

. . .

. . .

3 .

. . .

. .9.

296.

778

. . .

. . .

8 .

. . .

.13.

135.

448

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

887

. . .

. .7

.648

.000

. . .

. . .

4 .

.5.1

31.0

00 .

. . .

. .3

.21.

732.

000

. . .

. .1

2 .

. . .

.10.

707.

000

. . .

. . .

6 .

. . .

.17.

562.

000

. . .

. .1

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

888

. . .

. .4

.160

.000

. . .

. . .

2 .

.1.4

08.0

00 .

. . .

. .1

.10.

138.

000

. . .

. . .

6 .

. . .

.15.

651.

000

. . .

. . .

9 .

. . .

.20.

745.

000

. . .

. .1

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

889

. . .

. .7

.473

.000

. . .

. . .

4 .

.1.7

09.0

00 .

. . .

. .1

. .6

.354

.000

. . .

. . .

3 .

. . .

.17.

079.

000

. . .

. . .

9 .

. . .

.21.

173.

000

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

890

. . .

. .4

.531

.000

. . .

. . .

4 .

. . .6

98.0

00 .

. . .

. .1

. .2

.581

.000

. . .

. . .

2 .

. . .

.14.

104.

000

. . .

. .1

3 .

. . .

.12.

784.

000

. . .

. .1

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

QUADRO 2 (continuação)

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS242

Ano

s .

. . .

. . .

. . .

Itál

ia .

. . .

.%

. .

Mar

roco

s .

. . .

.% P

aíse

s B

aixo

s .

. . .

%

. . .

. . .

.Par

agua

i . .

. . .

%

. . .

. . .

. . .

Rús

sia

. . .

. .%

Sué

cia

e N

oru

ega

. . .

.%

1.

848

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.169

. . .

. . .

0 .

. . .

.12.

845

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .18

.705

. . .

. . .

9 .

. . .

. . .

. .90

.574

. . .

. .4

21.

851

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

1 .

. . .

. .0

. . .

. . .

6.94

4 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.9.4

14 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

47.5

81 .

. . .

.31

1.85

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

855

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

4 .

. . .

. .0

. . .

. .1

1.14

4 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.8

69 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

44.1

24 .

. . .

.14

1.85

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.50

. . .

. . .

0 .

. . .

. .6.

729

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .5

.809

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. .17

.544

. . .

. .1

41.

861

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

5.51

8 .

. . .

. .0

. .5

.280

.355

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .11

.408

.545

. . .

. . .

6 .

. . .

.54.

248.

529

. . .

. .2

91.

865

. . .

. . .

.411

.580

. . .

. . .

0 .

. . .2

27.7

00 .

. . .

. .0

. .7

.122

.736

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .6

.367

.472

. . .

. . .

4 .

. . .

.38.

513.

398

. . .

. .2

71.

866

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.120

.432

. . .

. . .

0 .1

0.03

5.89

3 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5.2

27.2

75 .

. . .

. .3

. . .

. . .

6.74

2.63

5 .

. . .

. .3

1.86

7 .

. . .

. . .

.24.

840

. . .

. . .

0 .

. . .

.86.

938

. . .

. . .

0 .

.8.2

34.7

41 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. .3

06.3

60 .

. . .

. .0

. . .

. .1

7.98

6.50

8 .

. . .

.10

. . .

. .6

4.25

0.56

0 .

. . .

.35

1.86

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.64.

030

. . .

. . .

0 .

.7.5

06.1

24 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.2

97.8

72 .

. . .

. .6

. . .

. .6

4.06

5.42

5 .

. . .

.35

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

22.9

56 .

. . .

. .0

.11.

881.

715

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .13

.519

.890

. . .

. . .

8 .

. . .

.57.

021.

004

. . .

. .3

41.

870

. . .

. . .

.231

.840

. . .

. . .

0 .

. . .

.62.

400

. . .

. . .

0 .

.9.2

44.9

22 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

12.6

86.6

02 .

. . .

. .7

. . .

. .6

1.71

6.00

7 .

. . .

.32

1.87

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.33.

000

. . .

. . .

0 .1

0.91

8.94

0 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

14.2

52.6

03 .

. . .

. .8

. . .

. .4

9.69

6.59

5 .

. . .

.30

1.87

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .7

00.0

28 .

. . .

. .0

. .9

.482

.956

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .14

.801

.066

. . .

. . .

8 .

. . .

.71.

503.

507

. . .

. .3

91.

873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.582

.772

. . .

. . .

0 .1

1.51

4.00

4 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

17.8

14.6

66 .

. . .

. .7

. . .

.105

.850

.426

. . .

. .4

11.

874

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

0.24

1 .

. . .

. .0

1.87

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.5

42.9

20 .

. . .

. .1

. .4

.233

.978

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .18

0.00

0 .

. . .

. .0

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7.

013.

522

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .53

.000

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. .93

.310

. . .

. . .

01.

877

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

6.04

0 .

. . .

. .0

. . .

.176

.224

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.224

.825

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

.317

.250

. . .

. . .

01.

878

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.261

.840

. . .

. . .

0 .

.1.7

34.6

99 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

58.7

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

99.8

00 .

. . .

. .0

1.87

9 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

880

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

3.60

0 .

. . .

. .0

.10.

297.

114

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .7

.559

.414

. . .

. . .

4 .

. . .

.87.

910.

179

. . .

. .4

61.

881

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.132

.000

. . .

. . .

0 .

.8.6

36.3

34 .

. . .

. .7

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.9

62.8

14 .

. . .

. .6

. . .

. .5

1.12

8.44

1 .

. . .

.41

1.88

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.25.

400

. . .

. . .

0 .

.3.8

22.8

68 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.4.7

67.8

08 .

. . .

. .4

. . .

. .5

0.79

8.77

2 .

. . .

.45

1.88

3 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

884

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

5 .

. . .

. . .

. . .

.40

. . .

. . .

0 .

. . .1

67.7

40 .

. . .

. .0

. .2

.810

.520

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.770

.392

. . .

. . .

3 .

. . .

.37.

529.

701

. . .

. .4

61.

886

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.224

.588

. . .

. . .

0 .

.5.0

63.3

16 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.2

08.2

64 .

. . .

. .1

. . .

. .5

6.22

6.97

4 .

. . .

.48

1.88

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6.

000

. . .

. . .

0 .

.7.6

05.0

00 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.9

66.0

00 .

. . .

. .1

. . .

. .7

4.14

4.00

0 .

. . .

.40

1.88

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.10.

000

. . .

. . .

0 .1

0.59

6.00

0 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.5

07.0

00 .

. . .

. .1

. . .

. .8

6.35

5.00

0 .

. . .

.50

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.55.

000

. . .

. . .

0 .1

8.26

4.00

0 .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.0

42.0

00 .

. . .

. .2

. . .

. .9

8.72

8.00

0 .

. . .

.52

1.89

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.64.

000

. . .

. . .

0 .2

1.81

8.00

0 .

. . .

.20

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

64.0

00 .

. . .

. .1

. . .

. .4

5.78

4.00

0 .

. . .

.41

QUADRO 2 (continuação)

243THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Ano

s . .

. . .

. . .

Turq

uia

. . .

. .%

.

. .U

rugu

ai .

. . .

.%

Á

fric

a Po

rtug

uesa

%

Á

sia

Port

ugue

sa .

. . .

.%

. .

.Em

bar

caçõ

es .

. . .

.%

.

des

conh

ecid

os

. . .

. .%

. .

. . .

. . .

.To

tal

1.84

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

500

. . .

. . .

1 .

. . .

. .8.

858

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .21

6.09

71.

851

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

4.51

4 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. .5

06 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

54.6

011.

854

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

855

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

5.26

3 .

. . .

. .2

. . .

. . .

.539

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.300

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.318

.705

1.85

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

296

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .8

30 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

126.

099

1.86

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.1

54.1

18 .

. . .

. .2

. . .

.537

.673

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

.282

.254

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.189

.388

.798

1.86

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.2

81.1

55 .

. . .

. .2

. . .

.886

.255

. . .

. . .

1 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.144

.859

.910

1.86

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.5

89.4

72 .

. . .

. .1

. . .

.893

.654

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .49

.541

.169

. . .

. .2

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

07.6

41.2

971.

867

. . .

. . .

. .2

4.84

0 .

. . .

. .0

. .4

.526

.597

. . .

. . .

2 .

. . .7

63.9

82 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. .2

48.4

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. .1

40 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.184

.489

.875

1.86

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.9

02.1

68 .

. . .

. .2

. . .

.655

.443

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .5

.796

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.182

.474

.379

1.86

9 .

. . .

. . .4

59.5

40 .

. . .

. .0

. . .

.857

.928

. . .

. . .

1 .

.1.1

63.8

29 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. .1

65.6

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. .5

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.166

.618

.971

1.87

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2.

759.

838

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .86

0 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.191

.511

.978

1.87

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.6

05.1

34 .

. . .

. .1

. .1

.680

.225

. . .

. . .

1 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.168

.079

.508

1.87

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .6

75.5

76 .

. . .

. .0

. .1

.273

.372

. . .

. . .

1 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.183

.517

.132

1.87

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.1

89.5

84 .

. . .

. .0

. . .

.768

.814

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .8

.280

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

57.9

88.9

131.

874

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

23.0

40.0

00*

1.87

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

56.6

80 .

. . .

. .0

.11.

321.

140

. . .

. . .

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.257

.503

.178

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9.

224.

074

. . .

. . .

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.246

.084

.017

1.87

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.15.

794.

292

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. .83

.800

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.191

.492

.615

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2.

938.

858

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. .66

.240

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. .62

.400

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.82.

392.

181

1.87

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .86

.360

**1.

880

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

2.83

1.93

1 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

92.2

85.3

711.

881

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.06

7.41

7 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

26.0

52.0

291.

882

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.454

.841

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .24

.840

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.212

.000

. . .

. . .

0 .

. .11

3.98

4.71

41.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.188

.095

.000

***

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

16.4

13.0

00**

*1.

885

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .5

1.10

0 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.80.

850.

191

1.88

6 .

. . .

. . .1

75.6

00 .

. . .

. .0

. . .

.248

.400

. . .

. . .

0 .

. . .2

44.3

61 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

66.2

40 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. .1

35.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.117

.776

.189

1.88

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .6

88.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

.2.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

1.58

7.00

0 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.183

.156

.000

1.88

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .9

68.0

00 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.172

.568

.000

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .3

71.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

.2.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. .2

82.0

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.190

.137

.000

1.89

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.41.

000

. . .

. . .

0 .

. . .6

29.0

00 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

10.9

34.0

00

* N

este

ano

o to

tal n

ão c

orre

spon

de à

som

a da

s pa

rcel

as, d

ado

não

poss

uirm

os d

ados

par

a to

dos

os p

aíse

s**

Dad

os e

tota

is p

arce

lare

s. D

este

mod

o, n

ão a

chám

os le

gítim

o ca

lcul

ar a

qui a

s pe

rcen

tage

ns**

* N

este

s an

os a

pena

s no

s é

indi

cado

o v

olum

e to

tal d

o sa

l exp

orta

do p

ara

o es

tran

geio

e c

olón

ias

port

ugue

sas

1848

-185

6: u

nida

de -

moi

os ·

1861

-187

3: u

nida

de -

litr

os ·

187

4-18

77: u

nida

de -

kg

· 1

878:

uni

dade

: litr

os ·

187

9-18

90: u

nida

de: k

g

Font

e: [

Esta

tístic

as d

o C

omér

cio

Exte

rno

Port

uguê

s].L

isbo

a: Im

pren

sa N

acio

nal,

1855

-189

1

QUADRO 2 (continuação)

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS244

QUADRO 3 - Sal - quantidades exportadasA

nos

. . .

. . .

Ale

man

ha .

. .A

rgen

tina

. . .

. .Á

ustr

ia .

. . .

.Bél

gica

. . .

. . .

.Bra

sil

. . .

. . .

.Chi

le .

.Din

amar

ca .

. . .E

span

ha .

. . .

. . .

.EU

A1.

848

. . .

. . .

. . .

.557

. . .

. . .

1.50

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.5

90 .

. . .

.18.

020

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.20.

478

. . .

. . .

.788

. . .

. . .

2.93

91.

851

. . .

. . .

. . .

2.52

9 .

. . .

. .1.

767

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

.191

. . .

. .2

6.00

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

9.20

2 .

. . .

. . .4

87 .

. . .

. . .

.44

1.85

5 .

. . .

. . .

.19.

460

. . .

. . .

1.83

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.8

42 .

. . .

.47.

858

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.29.

767

. . .

. .2

5.13

5 .

. . .

.27.

472

1.85

6 .

. . .

. . .

. .2.

725

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.3

95 .

. . .

.18.

391

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.13.

722

. . .

. . .

.987

. . .

. . .

9.51

71.

861

. . .

. . .

. . .

3.44

0 .

. . .

. .1.

830

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

.399

. . .

. .5

0.18

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

1.21

3 .

. . .

. . .6

62 .

. . .

. .7.

565

1.86

5 .

. . .

. . .

. .4.

674

. . .

. . .

.729

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

231

. . .

. .4

0.12

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5.6

82 .

. . .

. .1.

057

. . .

. . .

5.57

41.

866

. . .

. . .

. . .

2.70

7 .

. . .

.62.

655

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.184

. . .

. .3

0.85

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5.1

78 .

. . .

. .1.

472

. . .

. . .

1.82

01.

867

. . .

. . .

. . .

1.95

9 .

. . .

. .2.

124

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.429

. . .

. .3

8.69

8 .

. . .

. . .3

38 .

. . .

. .7.

129

. . .

. . .

1.61

8 .

. . .

. .2.

148

1.86

8 .

. . .

. . .

. .1.

794

. . .

. . .

.400

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

343

. . .

. .3

4.28

3 .

. . .

. . .3

47 .

. . .

.14.

567

. . .

. . .

1.89

9 .

. . .

. .4.

682

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .1

52 .

. . .

. . .1

19 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.4

33 .

. . .

.37.

588

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.11.

577

. . .

. . .

4.06

7 .

. . .

. .2.

718

1.87

0 .

. . .

. . .

. .1.

741

. . .

. . .

1.72

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.6

86 .

. . .

.33.

950

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.12.

640

. . .

. . .

9.57

1 .

. . .

.10.

854

1.87

1 .

. . .

. . .

. .1.

018

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.8

47 .

. . .

.28.

390

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

.424

. . .

. . .

2.39

5 .

. . .

.11.

398

1.87

2 .

. . .

. . .

. .1.

825

. . .

. . .

.419

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

763

. . .

. .2

7.98

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5.4

37 .

. . .

. .2.

874

. . .

. . .

6.14

21.

873

. . .

. . .

. . .

1.77

7 .

. . .

. .1.

317

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.059

. . .

. .3

8.87

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

0.27

1 .

. . .

. .3.

596

. . .

. . .

4.34

61.

874

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.30

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.67

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9

1.87

5 .

. . .

. . .

.34.

545

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .5

4.77

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

1 .

. . .

. .8.

719

. . .

. .6

3.65

21.

876

. . .

. . .

. . .

. .7

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.53.

981

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.8

40 .

. . .1

01.7

191.

877

. . .

. . .

. . .

.273

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

0.51

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .15

.817

. . .

. .6

2.74

91.

878

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

.552

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9

.692

. . .

. .3

0.47

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.674

. . .

. . .

9.55

51.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

281.

880

. . .

. . .

. . .

3.46

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .7

.501

. . .

. .2

3.77

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .4

.366

. . .

. .1

1.23

11.

881

. . .

. . .

. . .

1.81

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.951

. . .

. .1

1.90

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.9.0

47 .

. . .

. .3.

683

. . .

. . .

3.25

61.

882

. . .

. . .

. . .

3.34

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .4

.729

. . .

. . .

7.94

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5.5

75 .

. . .

. .3.

479

. . .

. . .

9.59

61.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

885

. . .

. . .

. . .

2.21

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2.

040

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .5

.487

. . .

. . .

3.46

4 .

. . .

. . .

. .0

1.88

6 .

. . .

. . .

. .3.

720

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.5

73 .

. . .

. .5.

799

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

.111

. . .

. . .

8.77

9 .

. . .

. .3.

769

1.88

7 .

. . .

. . .

. .3.

943

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

20.2

80 .

. . .

.10.

155

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7

.648

. . .

. . .

5.13

1 .

. . .

.21.

732

1.88

8 .

. . .

. . .

. .2.

342

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.9

37 .

. . .

. .5.

748

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

.160

. . .

. . .

1.40

8 .

. . .

.10.

138

1.88

9 .

. . .

. . .

. .5.

167

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.2

76 .

. . .

. .4.

162

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7

.473

. . .

. . .

1.70

9 .

. . .

. .6.

354

1.89

0 .

. . .

. . .

. .2.

996

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

207

. . .

. . .

2.30

9 .

. . .

. .1.

524

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

.531

. . .

. . .

.698

. . .

. . .

2.58

1

245THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

QUADRO 3 (continuação)A

nos

. . .

. . .

. . .

Fran

ça .

. .G

rã-B

ret.

. . .

. . .

Gré

cia

. . .

. . .

.Itá

lia .

. .M

arro

cos

. .P

aíse

s B

xs.

. . .

.Par

agua

i . .

. . .

.Rús

sia

. .S

uéc.

/No

r.1.

848

. . .

. . .

. . .

8.86

0 .

. . .

.12.

021

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

35 .

. . .

.10.

276

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.14.

964

. . .

. .7

2.45

91.

851

. . .

. . .

. . .

7.88

9 .

. . .

. .8.

383

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

17 .

. . .

. .5.

555

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7

.531

. . .

. .3

8.06

41.

855

. . .

. . .

. . .

6.66

6 .

. . .

.39.

270

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

67 .

. . .

. .8.

915

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.495

. . .

. .3

5.29

91.

856

. . .

. . .

. . .

4.07

1 .

. . .

.24.

265

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

40 .

. . .

. .5.

383

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

.647

. . .

. .1

4.03

51.

861

. . .

. . .

. . .

6.69

6 .

. . .

.23.

727

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

63 .

. . .

. .5.

064

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.10.

941

. . .

. .5

2.02

41.

865

. . .

. . .

. . .

4.60

9 .

. . .

.21.

754

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

395

. . .

. . .

.218

. . .

. . .

6.83

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.1

06 .

. . .

.36.

934

1.86

6 .

. . .

. . .

. .2.

006

. . .

. .2

0.14

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.115

. . .

. . .

9.62

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5.0

13 .

. . .

. .6.

466

1.86

7 .

. . .

. . .

. .9.

746

. . .

. .1

9.23

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

4 .

. . .

. . .

.83

. . .

. . .

7.89

7 .

. . .

. . .2

94 .

. . .

.17.

249

. . .

. .6

1.61

61.

868

. . .

. . .

. . .

8.77

4 .

. . .

.23.

995

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

61 .

. . .

. .7.

198

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.10.

835

. . .

. .6

1.43

91.

869

. . .

. . .

. . .

4.14

3 .

. . .

.16.

266

. . .

. . .

. .2

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .11

8 .

. . .

.11.

395

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.12.

966

. . .

. .5

4.68

31.

870

. . .

. . .

. . .

8.25

2 .

. . .

.20.

091

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

222

. . .

. . .

. .6

0 .

. . .

. .8.

866

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.12.

166

. . .

. .5

9.18

61.

871

. . .

. . .

. . .

7.34

9 .

. . .

.25.

387

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

32 .

. . .

.10.

471

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.13.

668

. . .

. .4

7.65

91.

872

. . .

. . .

. . .

4.02

2 .

. . .

.32.

123

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

71 .

. . .

. .9.

094

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.14.

194

. . .

. .6

8.57

21.

873

. . .

. . .

. .1

0.18

1 .

. . .

.43.

906

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .5

59 .

. . .

.11.

042

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.17.

084

. . .

.101

.511

1.87

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .4

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.20

1.87

5 .

. . .

. . .

. .1.

173

. . .

. .7

7.09

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.543

. . .

. . .

4.23

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.180

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .2

10 .

. . .

.70.

872

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

7.01

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .5

3 .

. . .

. . .

.93

1.87

7 .

. . .

. . .

. . .1

34 .

. . .

.55.

384

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

26 .

. . .

. . .1

76 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .22

5 .

. . .

. . .3

171.

878

. . .

. . .

. . .

7.24

2 .

. . .

.11.

717

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

51 .

. . .

. .1.

664

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

152

. . .

. . .

. .9

61.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.58

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

880

. . .

. . .

. . .

5.93

6 .

. . .

.27.

345

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

64 .

. . .

.10.

297

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7

.559

. . .

. .8

7.91

01.

881

. . .

. . .

. . .

5.34

0 .

. . .

.20.

134

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

32 .

. . .

. .8.

636

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

.963

. . .

. .5

1.12

81.

882

. . .

. . .

. . .

5.25

9 .

. . .

.12.

945

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

25 .

. . .

. .3.

823

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

.768

. . .

. .5

0.79

91.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

885

. . .

. . .

. . .

7.32

6 .

. . .

.16.

993

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .0

. . .

. . .

.168

. . .

. . .

2.81

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.7

70 .

. . .

.37.

530

1.88

6 .

. . .

. . .

. .9.

297

. . .

. .1

3.13

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.225

. . .

. . .

5.06

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.2

08 .

. . .

.56.

227

1.88

7 .

. . .

. . .

.10.

707

. . .

. .1

7.56

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .6

. . .

. . .

7.60

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.9

66 .

. . .

.74.

144

1.88

8 .

. . .

. . .

.15.

651

. . .

. .2

0.74

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .10

. . .

. .1

0.59

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.5

07 .

. . .

.86.

355

1.88

9 .

. . .

. . .

.17.

079

. . .

. .2

1.17

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .55

. . .

. .1

8.26

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.0

42 .

. . .

.98.

728

1.89

0 .

. . .

. . .

.14.

104

. . .

. .1

2.78

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .64

. . .

. .2

1.81

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .86

4 .

. . .

.45.

784

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS246

QUADRO 3 (continuação)A

nos

. . .

. . .

. .T

urq

uia

. . .

.Uru

guai

fric

a Po

rt.

. . .

Ási

a Po

rt.E

mb

arca

ções

Des

conh

ecid

os

. . .

. . .T

ota

l1.

848

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.200

. . .

. . .

7.08

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

72.8

771.

851

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.6

11 .

. . .

. . .4

05 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.123

.681

1.85

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.4.2

10 .

. . .

. . .4

31 .

. . .

. . .2

40 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.254

.964

1.85

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.0

37 .

. . .

. . .6

64 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

00.8

791.

861

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

.025

. . .

. . .

.516

. . .

. . .

.271

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

81.6

241.

865

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

.147

. . .

. . .

.850

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.138

.921

1.86

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.5

24 .

. . .

. . .8

57 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .4

7.51

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .19

9.12

81.

867

. . .

. . .

. . .

. .2

4 .

. . .

. .4.

341

. . .

. . .

.733

. . .

. . .

.238

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .17

6.92

61.

868

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

.742

. . .

. . .

.629

. . .

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.174

.993

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .4

41 .

. . .

. . .8

23 .

. . .

. .1.

116

. . .

. . .

.159

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .15

9.78

81.

870

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.6

47 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .18

3.66

01.

871

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.539

. . .

. . .

1.61

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

61.1

881.

872

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

648

. . .

. . .

1.22

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

75.9

931.

873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.141

. . .

. . .

.737

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

247.

411

1.87

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.423

.040

*1.

875

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

257

. . .

. .1

1.32

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

57.5

031.

876

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.9.2

24 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

46.0

841.

877

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

15.7

94 .

. . .

. . .

.84

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

91.4

931.

878

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.8

18 .

. . .

. . .

.64

. . .

. . .

. .6

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .7

9.01

41.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

86,3

60**

1.88

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.832

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.192

.285

1.88

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.067

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.126

.052

1.88

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.455

. . .

. . .

. .2

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .21

2 .

. . .1

13.9

851.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.188

.095

***

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

46.4

13**

*1.

885

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

51 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.80.

850

1.88

6 .

. . .

. . .

. . .1

76 .

. . .

. . .2

48 .

. . .

. . .2

44 .

. . .

. . .

.66

. . .

. . .

.135

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

117.

776

1.88

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.688

. . .

. . .

. . .

2 .

. . .

. .1.

587

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

183.

156

1.88

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.968

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

172.

568

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.371

. . .

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .2

82 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .19

0.13

71.

890

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.41

. . .

. . .

.629

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.110

.934

* N

este

ano

o to

tal n

ão c

orre

spon

de à

som

a da

s pa

rcel

as, d

ado

não

poss

uirm

os d

ados

par

a to

dos

os p

aíse

s**

Dad

os p

arce

lare

s, n

ão fo

i pos

síve

l det

erm

inar

o to

tal e

xpor

tado

***

Nes

tes

anos

ape

nas

nos

é in

dica

do o

vol

ume

tota

l do

sal e

xpor

tado

par

a o

estr

ange

io e

col

ónia

s po

rtug

uesa

sun

idad

e -

tone

lada

mét

rica

Font

e: [

Esta

tístic

as d

o C

omér

cio

Exte

rno

Port

uguê

s].L

isbo

a: Im

pren

sa N

acio

nal,

1855

-189

1

247THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

QUADRO 4 Valor das exportações de salA

nos

. . .

. . .

Ale

man

ha .

. . .

. .%

. . .

Arg

enti

na .

. . .

. .%

. . .

. .Á

ustr

ia .

. . .

. .%

. . .

. . .

. . .

Bél

gica

. . .

. . .

% .

. . .

. . .

. . .

.Bra

sil .

. . .

. .%

. . .

. . .

. . .

. .C

hile

. . .

. . .

%1.

848

. . .

. . .

. . .

9.53

2 .

. . .

. .4

. . .

. . .

2.32

4 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.9

88 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

22.5

03 .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

1 .

. . .

. . .

. .7.

862

. . .

. . .

4 .

. . .

. .3.

209

. . .

. . .

2 .

. . .

. .9.

532

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .2

.739

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. .37

.721

. . .

. .2

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

854

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

5 .

. . .

. . .

.30.

602

. . .

. . .

8 .

. . .

. .3.

289

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .10

.615

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. .87

.944

. . .

. .2

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

856

. . .

. . .

. . .

9.65

8 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.5

84 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

69.1

24 .

. . .

.19

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

1 .

. . .

. . .

. .6.

613

. . .

. . .

2 .

. . .

. .2.

470

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .8

.383

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. .76

.423

. . .

. .2

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

865

. . .

. . .

. . .

7.26

5 .

. . .

. .3

. . .

. . .

7.54

9 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

64 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

57.9

99 .

. . .

.27

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

6 .

. . .

. . .

. .4.

297

. . .

. . .

2 .

. . .

. .4.

297

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.104

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .39

.119

. . .

. .1

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

867

. . .

. . .

. . .

3.90

8 .

. . .

. .1

. . .

. . .

3.44

0 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.6

90 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

56.1

81 .

. . .

.18

. . .

. . .

. . .

. .6

95 .

. . .

. .0

1.86

8 .

. . .

. . .

. .3.

080

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .9

01 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .7

03 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

49.4

47 .

. . .

.16

. . .

. . .

. . .

. .7

13 .

. . .

. .0

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .2

80 .

. . .

. .0

. . .

. . .

.120

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.621

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .52

.040

. . .

. .1

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

870

. . .

. . .

. . .

2.23

2 .

. . .

. .1

. . .

. . .

1.48

6 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.2.4

77 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

38.3

69 .

. . .

.14

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

1 .

. . .

. . .

. .1.

288

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.814

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .36

.093

. . .

. .1

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

872

. . .

. . .

. . .

3.55

1 .

. . .

. .1

. . .

. . .

.570

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.206

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .34

.901

. . .

. .1

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

873

. . .

. . .

. . .

2.41

2 .

. . .

. .1

. . .

. . .

2.03

6 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.6

73 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

47.3

06 .

. . .

.13

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .5

2.00

0 .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

5 .

. . .

. . .

.34.

088

. . .

. .1

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .6

1.59

7 .

. . .

.22

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .1

83 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.55.

788

. . .

. .2

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

877

. . .

. . .

. . .

.410

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .4

1.06

6 .

. . .

.19

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.10.

993

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .16

.982

. . .

. . .

9 .

. . .

. . .

. .38

.276

. . .

. .2

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.58.

100

. . .

. .2

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

880

. . .

. . .

. . .

5.26

9 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.2

50 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

35.8

63 .

. . .

.12

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

1 .

. . .

. . .

. .2.

833

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .4

.613

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. .18

.402

. . .

. . .

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

882

. . .

. . .

. . .

4.99

8 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.7.0

93 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

10.8

25 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

3 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

884

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

5 .

. . .

. . .

. .3.

315

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.0

62 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

6 .

. . .

. . .

. .5.

580

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.360

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .9

.339

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

887

. . .

. . .

. . .

5.91

4 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

30.4

23 .

. . .

.11

. . .

. . .

. . .

15.2

31 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

8 .

. . .

. . .

. .3.

514

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .17

.905

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. . .8

.905

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

889

. . .

. . .

. . .

7.75

0 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.9.4

14 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

.6.2

45 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.89

0 .

. . .

. . .

. .4.

492

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.311

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .3

.464

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. . .2

.615

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS248

QUADRO 4 (continuação)A

nos

. . .

. .D

inam

arca

. . .

. . .

% .

. . .E

span

ha .

. . .

. .%

. . .

. . .

E.U

.A. .

. . .

. .%

. . .

. . .

. . .

Fran

ça .

. . .

. .%

. . .

. . .

.Grã

-Bre

t. .

. . .

. .%

. . .

. . .

. . .

Gré

cia

. . .

. . .%

1.84

8 .

. . .

. . .

.25.

598

. . .

. .1

1 .

. . .

. .6.

787

. . .

. . .

3 .

. . .

. .3.

674

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. .11

.075

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. .16

.088

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

851

. . .

. . .

. .2

4.03

5 .

. . .

.13

. . .

. . .

6.51

5 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. .5

5 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

.9.8

93 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

11.1

65 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

855

. . .

. . .

. .4

6.73

9 .

. . .

.12

. . .

. . .

5.60

4 .

. . .

. .1

. . .

. .4

5.69

6 .

. . .

.12

. . .

. . .

. . .

11.6

57 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

67.0

40 .

. . .

.17

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

6 .

. . .

. . .

.44.

034

. . .

. .1

2 .

. . .

.11.

340

. . .

. . .

3 .

. . .

.25.

152

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. .14

.258

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. .85

.151

. . .

. .2

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

861

. . .

. . .

. .1

8.84

2 .

. . .

. .6

. . .

. . .

8.37

8 .

. . .

. .3

. . .

. .1

1.48

9 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

18.3

32 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

43.5

62 .

. . .

.13

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

5 .

. . .

. . .

.10.

487

. . .

. . .

5 .

. . .

.10.

843

. . .

. . .

5 .

. . .

. .7.

032

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .6

.086

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. .33

.737

. . .

. .1

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

866

. . .

. . .

. . .

8.83

9 .

. . .

. .4

. . .

. .1

4.03

2 .

. . .

. .6

. . .

. . .

2.99

9 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

.3.1

92 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

32.6

47 .

. . .

.15

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

7 .

. . .

. . .

.12.

800

. . .

. . .

4 .

. . .

.18.

340

. . .

. . .

6 .

. . .

. .3.

295

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .17

.434

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .31

.991

. . .

. .1

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

868

. . .

. . .

. .3

0.30

6 .

. . .

.10

. . .

. .2

1.18

6 .

. . .

. .7

. . .

. . .

7.85

7 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

14.9

18 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

35.5

23 .

. . .

.12

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

9 .

. . .

. . .

.18.

851

. . .

. . .

7 .

. . .

.37.

459

. . .

. .1

4 .

. . .

. .2.

616

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .12

.220

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. .21

.809

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. . .

. .60

. . .

. . .

01.

870

. . .

. . .

. .1

7.52

2 .

. . .

. .6

. . .

. .4

4.87

5 .

. . .

.16

. . .

. .1

1.39

1 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

12.5

83 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

25.0

91 .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

1 .

. . .

. . .

.11.

286

. . .

. . .

5 .

. . .

.16.

053

. . .

. . .

7 .

. . .

.15.

997

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. .11

.086

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. .30

.733

. . .

. .1

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

872

. . .

. . .

. . .

9.00

1 .

. . .

. .4

. . .

. .1

3.92

6 .

. . .

. .6

. . .

. . .

7.34

5 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

.5.9

08 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

47.7

46 .

. . .

.20

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

3 .

. . .

. . .

.14.

726

. . .

. . .

4 .

. . .

.17.

517

. . .

. . .

5 .

. . .

. .8.

208

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. .14

.366

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. .60

.291

. . .

. .1

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

874

. . .

. . .

. .6

9.50

0 .

. . .

.12

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

9.20

0 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

67.3

00 .

. . .

.11

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

5 .

. . .

. . .

. . .2

00 .

. . .

. .0

. . .

. .2

3.89

1 .

. . .

. .8

. . .

. .6

7.88

3 .

. . .

.24

. . .

. . .

. . .

.1.6

76 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

70.4

38 .

. . .

.25

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.15.

308

. . .

. . .

6 .

. . .

.97.

670

. . .

. .3

8 .

. . .

. . .

. . .

.208

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. .69

.863

. . .

. .2

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

877

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

9.88

7 .

. . .

.14

. . .

. .6

7.81

3 .

. . .

.31

. . .

. . .

. . .

. .5

10 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

61.5

92 .

. . .

.28

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.19.

393

. . .

. .1

1 .

. . .

.15.

461

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. .10

.060

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .62

.710

. . .

. .3

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

5.70

0 .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

64.4

00 .

. . .

.23

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.17.

265

. . .

. . .

6 .

. . .

.16.

822

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .9

.281

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. .41

.155

. . .

. .1

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

881

. . .

. . .

. .1

4.23

5 .

. . .

. .7

. . .

. . .

7.15

5 .

. . .

. .4

. . .

. . .

4.93

2 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

.8.4

06 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

30.8

06 .

. . .

.15

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

2 .

. . .

. . .

. .8.

340

. . .

. . .

5 .

. . .

. .5.

953

. . .

. . .

4 .

. . .

.13.

606

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. . .7

.838

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. .19

.401

. . .

. .1

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

885

. . .

. . .

. . .

8.49

6 .

. . .

. .7

. . .

. . .

5.49

7 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

2 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

10.9

88 .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

25.4

85 .

. . .

.21

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

6 .

. . .

. . .

.10.

646

. . .

. . .

6 .

. . .

.12.

775

. . .

. . .

7 .

. . .

. .5.

685

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. .13

.990

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. .19

.714

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

887

. . .

. . .

. .1

1.56

2 .

. . .

. .4

. . .

. . .

8.21

5 .

. . .

. .3

. . .

. .3

2.56

7 .

. . .

.12

. . .

. . .

. . .

16.0

92 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

26.2

24 .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

8 .

. . .

. . .

. .6.

300

. . .

. . .

2 .

. . .

. .2.

414

. . .

. . .

1 .

. . .

.15.

194

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .23

.491

. . .

. . .

9 .

. . .

. . .

. .30

.992

. . .

. .1

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

889

. . .

. . .

. .1

1.20

9 .

. . .

. .4

. . .

. . .

2.76

3 .

. . .

. .1

. . .

. . .

9.53

1 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

25.7

67 .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

31.7

29 .

. . .

.11

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.89

0 .

. . .

. . .

. .6.

804

. . .

. . .

4 .

. . .

. .1.

113

. . .

. . .

1 .

. . .

. .3.

872

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. .21

.169

. . .

. .1

3 .

. . .

. . .

. .19

.091

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

249THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

QUADRO 4 (continuação)A

nos

. . .

. . .

. . .

. .It

ália

. . .

. . .

% .

. .M

arro

cos

. . .

. . .%

. .P

aíse

s B

xs. .

. . .

. .%

. . .

. . .

. .P

arag

uai .

. . .

. .%

. . .

. . .

. . .

.Rús

sia

. . .

. . .%

. . .

. . .

Suéc

./N

or.

. . .

. . .

%1.

848

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.610

. . .

. . .

0 .

. . .

.12.

845

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .18

.502

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. .91

.100

. . .

. .4

11.

851

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

4 .

. . .

. .0

. . .

. . .

7.65

2 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

10.2

14 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

50.6

62 .

. . .

.28

1.85

4 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

855

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.128

. . .

. . .

0 .

. . .

.14.

389

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.310

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .57

.257

. . .

. .1

51.

856

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.179

. . .

. . .

0 .

. . .

.23.

207

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .25

.066

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. .42

.433

. . .

. .1

21.

861

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.162

. . .

. . .

0 .

. . .

. .7.

412

. . .

. . .

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .20

.380

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .99

.069

. . .

. .3

01.

865

. . .

. . .

. . .

.665

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .3

50 .

. . .

. .0

. . .

. .1

1.08

2 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.9.8

66 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

53.0

91 .

. . .

.25

1.86

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

44 .

. . .

. .0

. . .

. .1

4.58

8 .

. . .

. .7

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.7.9

43 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

10.3

30 .

. . .

. .5

1.86

7 .

. . .

. . .

. . .

.30

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .1

78 .

. . .

. .0

. . .

. .1

2.70

1 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. .3

00 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

30.5

73 .

. . .

.10

. . .

. . .

. .1

06.5

04 .

. . .

.35

1.86

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

40 .

. . .

. .0

. . .

. .1

1.59

7 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

15.9

20 .

. . .

. .5

. . .

. . .

. .1

04.8

99 .

. . .

.35

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

61 .

. . .

. .0

. . .

. .1

7.25

8 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

19.9

06 .

. . .

. .7

. . .

. . .

. . .

82.9

04 .

. . .

.31

1.87

0 .

. . .

. . .

. . .2

20 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. .8

1 .

. . .

. .0

. . .

. .1

2.63

1 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

16.9

11 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

92.6

23 .

. . .

.33

1.87

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.41

. . .

. . .

0 .

. . .

.14.

639

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .19

.422

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. .66

.763

. . .

. .2

91.

872

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.756

. . .

. . .

0 .

. . .

.12.

694

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .14

.658

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .83

.185

. . .

. .3

51.

873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.745

. . .

. . .

0 .

. . .

.15.

398

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .23

.240

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

.153

.937

. . .

. .4

21.

874

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.293

.000

. . .

. .4

91.

875

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.56

0 .

. . .

. .1

. . .

. . .

9.61

3 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.235

. . .

. . .

01.

876

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

6.99

9 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.80

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.195

. . .

. . .

01.

877

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.116

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .2

95 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

362

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.400

. . .

. . .

01.

878

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.292

. . .

. . .

0 .

. . .

. .1.

404

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .36

0 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. .1

62 .

. . .

. .0

1.87

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.26.

200

. . .

. . .

91.

880

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.122

. . .

. . .

0 .

. . .

.15.

475

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .11

.339

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

.132

.574

. . .

. .4

41.

881

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.198

. . .

. . .

0 .

. . .

.13.

306

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .10

.911

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. .82

.492

. . .

. .4

11.

882

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

8 .

. . .

. .0

. . .

. . .

5.05

9 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.7.1

53 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

75.0

48 .

. . .

.45

1.88

3 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

884

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

5 .

. . .

. . .

. . .

. .4

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .2

53 .

. . .

. .0

. . .

. . .

4.21

6 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.4.1

56 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

55.2

54 .

. . .

.46

1.88

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .3

37 .

. . .

. .0

. . .

. . .

7.60

5 .

. . .

. .4

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.8

12 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

84.1

38 .

. . .

.48

1.88

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9

. . .

. . .

0 .

. . .

.11.

428

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.949

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

.111

.918

. . .

. .4

11.

888

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

5 .

. . .

. .0

. . .

. .1

5.84

5 .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.7

61 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. .1

29.6

61 .

. . .

.50

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

11 .

. . .

. .0

. . .

. .2

7.39

5 .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.4.5

63 .

. . .

. .2

. . .

. . .

. .1

47.6

94 .

. . .

.52

1.89

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.97

. . .

. . .

0 .

. . .

.32.

790

. . .

. .2

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.295

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .68

.674

. . .

. .4

1

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS250

QUADRO 4 (continuação)A

nos

. . .

. . .

. .T

urq

uia

. . .

. . .%

. . .

.Uru

guai

. . .

. . .

% .

.Áfr

ica

Port

. . .

. . .

.% .

. . .

. . .Á

sia

Port

. . .

. . .

.% .

. . .E

mb

arca

ções

. . .

. . .

% .

.Des

conh

ecid

os

. . .

. . .%

. . .

. . .

. . .

.To

tal

1.84

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

500

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

.22

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .22

4.14

81.

851

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

54 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. .5

06 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

81.9

371.

854

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

855

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

6.87

9 .

. . .

. .2

. . .

. . .

.693

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.500

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.391

.341

1.85

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3.

911

. . .

. . .

1 .

. . .

. .2.

144

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .36

2.24

21.

861

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

4.74

4 .

. . .

. .1

. . .

. . .

.825

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.297

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.327

.379

1.86

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .5.

006

. . .

. . .

2 .

. . .

. .1.

044

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .21

5.67

11.

866

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

2.18

6 .

. . .

. .1

. . .

. . .

.888

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .72

.847

. . .

. .3

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

20.5

511.

867

. . .

. . .

. . .

. .2

8 .

. . .

. .0

. . .

. . .

6.13

0 .

. . .

. .2

. . .

. . .

.824

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.200

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .2

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .3

08.2

441.

868

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

4.07

0 .

. . .

. .1

. . .

. . .

.660

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. .11

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.302

.031

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .4

70 .

. . .

. .0

. . .

. . .

.887

. . .

. . .

0 .

. . .

. .1.

048

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.120

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .1

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

70.8

301.

870

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

2.23

4 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .3

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

80.7

291.

871

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

2.07

4 .

. . .

. .1

. . .

. . .

2.14

0 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

230.

429

1.87

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

022

. . .

. . .

0 .

. . .

. .2.

522

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .23

8.99

11.

873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.76

0 .

. . .

. .0

. . .

. . .

.747

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

0 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.364

.372

1.87

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .60

1.50

0*1.

875

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.279

. . .

. . .

0 .

. . .

.10.

972

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .28

2.43

21.

876

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

8.14

1 .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

254.

435

1.87

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.17.

670

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .

. . .

. .92

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.220

.213

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .5.

640

. . .

. . .

3 .

. . .

. . .

. . .

.132

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.150

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

82.0

151.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

279.

700*

1.88

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4.

243

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .30

0.65

81.

881

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.65

8 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

199.

947

1.88

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2.

076

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. .37

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .31

8 .

. . .

. .0

. . .

. . .

167.

783

1.88

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.279

.000

**1.

884

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

75.4

00**

1.88

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .77

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .12

0.80

51.

886

. . .

. . .

. . .

.263

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .3

72 .

. . .

. .0

. . .

. . .

.391

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. .99

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.310

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

75.4

161.

887

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.03

3 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

.3 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

.2.3

80 .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.275

.948

1.88

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

456

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5 .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.259

.458

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.559

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .3

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

.422

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

85.1

551.

890

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

2 .

. . .

. .0

. . .

. . .

.952

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .16

6.80

1

* N

este

s an

os o

tota

l não

cor

resp

onde

à s

oma

das

parc

elas

, dad

o nã

o po

ssui

rmos

dad

os p

ara

todo

s os

paí

ses

** N

este

s an

os a

pena

s no

s é

indi

cado

o v

alor

tota

l do

sal e

xpor

tado

par

a o

estr

ange

io e

col

ónia

s po

rtug

uesa

sun

idad

e: r

eal

Font

e: [

Esta

tístic

as d

o C

omér

cio

Exte

rno

Port

uguê

s].L

isbo

a: Im

pren

sa N

acio

nal,

1855

-189

1

251THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

QUADRO 6 - Importação de salA

nos

. . .

. . .

Ale

man

ha .

. . .

. . .

. . .%

. . .

. .Á

ustr

ia .

. . .

. . .

. . .%

. . .

. .B

élgi

ca .

. . .

. . .

. . .%

. . .

. . .

.Bra

sil .

. . .

. . .

. . .

% .

. . .E

span

ha .

. . .

. . .

. . .%

. . .

. . .

E.U

.A. .

. . .

. . .

. . .

%1.

848

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

855

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

856

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

861

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

865

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

44 .

. . .

. . .

. .5

1.86

6 .

. . .

. . .

. . .

.40

. . .

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

.16

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

01.

867

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.935

. . .

. . .

. .1

5 .

. . .

. . .5

25 .

. . .

. . .

. .8

. . .

. . .

. .5

7 .

. . .

. . .

. .1

1.86

8 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

5 .

. . .

. . .

. .0

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .26

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

870

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

01.

871

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

872

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.112

.674

. . .

. . .

. .8

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

07 .

. . .

. . .

. .1

1.87

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2.

350

. . .

. . .

. . .

8 .

. . .

. . .4

57 .

. . .

. . .

. .2

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.040

. . .

. . .

. .1

21.

877

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.482

.261

. . .

. . .

. .7

6 .

. . .

. .2.

096

. . .

. . .

. . .

01.

878

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.216

.945

. . .

. . .

. .8

8 .

. . .

. .1.

650

. . .

. . .

. . .

11.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

880

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

0 .

. . .

. . .

. .4

. . .

. . .

. .7

7 .

. . .

. . .

. .8

. . .

. . .

.660

. . .

. . .

. .6

41.

881

. . .

. . .

. . .

.474

. . .

. . .

. .9

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

. . .

. . .

. . .

01.

882

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .6

22 .

. . .

. . .

.31

. . .

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .0

1.88

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.756

. . .

. . .

. .9

3 .

. . .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

01.

886

. . .

. . .

. . .

. .1

2 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.356

. . .

. . .

. . .

1 .

. . .

. .2.

695

. . .

. . .

. . .

51.

887

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9

05 .

. . .

. . .

. .1

. . .

. . .

3.05

5 .

. . .

. . .

. .5

1.88

8 .

. . .

. . .

. . .

.22

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .1

03 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

.123

. . .

. . .

. . .

1 .

. . .

. .4.

172

. . .

. . .

. . .

31.

889

. . .

. . .

. . .

.159

. . .

. . .

. . .

0 . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

65.0

42 .

. . .

. . .

.37

. . .

. . .

2.64

5 .

. . .

. . .

. .2

1.89

0 .

. . .

. . .

. . .1

77 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .4

82 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

43 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. . .

3.02

3 .

. . .

. . .

. .2

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS252

QUADRO 6 (continuação)A

nos

. . .

. . .

. . .

Fran

ça .

. . .

. . .

. . .%

. . .

Grã

-Bre

t. .

. . .

. . .

. . .%

. . .

. . .

.Itá

lia .

. . .

. . .

. . .%

. .P

aíse

s B

xs. .

. . .

. . .

. . .

% .

. . .

. .Su

écia

. . .

. . .

. . .

.%D

esco

nhec

ida

. . .

. . .

. . .

%1.

848

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

15 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

855

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

66 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

856

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

97 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

861

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.4.0

65 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

5 .

. . .

. . .

. . .

. .3

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

. .2.

995

. . .

. . .

. .9

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

866

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.5.9

85 .

. . .

. . .

.99

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .4

.796

. . .

. . .

. .7

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

868

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.5

82 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

869

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.7.0

18 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

870

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.5

07 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

871

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.1

16 .

. . .

. . .1

00 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

872

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

18.5

11 .

. . .

. . .

.14

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .11

.531

. . .

. . .

. .9

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

874

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

875

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

25.8

12 .

. . .

. . .

.90

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .15

.433

. . .

. . .

. .8

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

877

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

46.3

43 .

. . .

. . .

.23

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .26

.881

. . .

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

880

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

21 .

. . .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.232

. . .

. . .

. .2

31.

881

. . .

. . .

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .

. .1

. . .

. . .

. .3

3 .

. . .

. . .

. .6

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

2 .

. . .

. . .

. . .2

37 .

. . .

. . .

.12

. . .

. . .

.126

. . .

. . .

. . .

6 .

. . .

. . .9

05 .

. . .

. . .

.46

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

1.88

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

5 .

. . .

. . .

. . .

.12

. . .

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

.44

. . .

. . .

. . .

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

886

. . .

. . .

. . .

. .1

0 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. .4

7.16

5 .

. . .

. . .

.94

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .63

.239

. . .

. . .

. .9

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.83

. . .

. . .

. . .

01.

888

. . .

. . .

. . .

. .9

6 .

. . .

. . .

. .0

. . .

.112

.496

. . .

. . .

. .8

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .14

.732

. . .

. . .

. .1

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .5

28 .

. . .

. . .

. .0

. . .

. .8

1.49

4 .

. . .

. . .

.47

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

24.6

26 .

. . .

. . .

.14

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

890

. . .

. . .

. . .

.268

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .1

66.2

81 .

. . .

. . .

.85

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

24.8

27 .

. . .

. . .

.13

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.

253THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

QUADRO 6 (continuação)A

nos

. . .

. .Á

fric

a Po

rt. .

. . .

. . .

. . .

% .

. . .

. . .T

ota

l1.

848

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

151.

855

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

661.

856

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

971.

861

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.4.0

661.

865

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3.1

421.

866

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.0

471.

867

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.3

131.

868

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.6.5

971.

869

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.7.0

441.

870

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.5

091.

871

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.1

161.

872

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1

31.1

851.

873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

11.6

381.

874

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

1.87

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .28

.619

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .17

.473

1.87

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.630

.700

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.245

.476

1.87

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.030

1.88

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.030

1.88

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.515

1.88

2 .

. . .

. . .

. . .

.86

. . .

. . .

. . .

4 .

. . .

. .1.

983

1.88

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.813

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .50

.238

1.88

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.813

1.88

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .50

.238

1.88

7 .

. . .

. . .

. . .

.72

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

.67.

354

1.88

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.132

.744

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .6

17 .

. . .

. . .

. .0

. . .

.175

.111

1.89

0 .

. . .

. . .

. . .

.62

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .1

95.9

63

unid

ade:

kg

Font

e: [

Esta

tístic

as d

o C

omér

cio

Exte

rno

Port

uguê

s].L

isbo

a: Im

pren

sa N

acio

nal,

1855

-189

1

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS254

QUADRO 7 - Valor da importação de salA

nos

. . .

. . .

Ale

man

ha .

. . .

.Áus

tria

. . .

. .B

élgi

ca .

. . .

. . .B

rasi

l .

. . .E

span

ha .

. . .

. .E.

U.A

. . .

. . .

.Fra

nça

1.84

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.85

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.86

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .5

. . .

. . .

. . .

11.

866

. . .

. . .

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. .1

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

0 .

. . .

. . .

. . .

1.86

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

7 .

. . .

. . .

. .5

. . .

. . .

. . .

.1.

868

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1 .

. . .

. . .

. . .

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

870

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1 .

. . .

. . .

. . .

1.87

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .39

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .1.

873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.3 .

. . .

. . .

. . .

1.87

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .15

0 .

. . .

. . .

.16

. . .

. . .

. . .

.1.

876

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

59 .

. . .

. . .

. . .

1.87

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.759

. . .

. . .

. .4

4 .

. . .

. . .

. . .

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .95

3 .

. . .

. . .

.36

. . .

. . .

. . .

.1.

879

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

880

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

0 .

. . .

. . .2

57 .

. . .

. . .

.16

. . .

. . .

. . .

.1.

881

. . .

. . .

. . .

. .4

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

4 .

. . .

. . .

.13

1.88

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.374

. . .

. . .

. .8

0 .

. . .

. .2.

027

1.88

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

3 .

. . .

. . .

.28

. . .

. . .

. . .

21.

886

. . .

. . .

. . .

. . .

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .5

. . .

. . .

. .4

7 .

. . .

. . .

. .2

1.88

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

5 .

. . .

. . .

.49

. . .

. . .

. . .

.1.

888

. . .

. . .

. . .

. . .

4 .

. . .

. . .

.10

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

31 .

. . .

. . .1

26 .

. . .

. . .

.10

1.88

9 .

. . .

. . .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.103

. . .

. . .

. .6

2 .

. . .

. . .1

111.

890

. . .

. . .

. . .

. .1

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .15

0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .5

8 .

. . .

. . .

.56

. . .

. . .

.100

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

255THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

QUADRO 7 (continuação)A

nos

. . .

. . .

.Grã

-Bre

t. .

. . .

. . .I

tália

. .P

aíse

s B

xs.

. . .

. . .S

uéci

aDes

conh

ecid

a .Á

fric

a Po

rt.

. . .

. . .

.To

tal

1.84

8 .

. . .

. . .

. . .

. .9

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.91.

855

. . .

. . .

. . .

. .2

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .26

1.85

6 .

. . .

. . .

. . .

.18

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

181.

861

. . .

. . .

. . .

.203

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.204

1.86

5 .

. . .

. . .

. . .1

65 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.171

1.86

6 .

. . .

. . .

. . .4

71 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.473

1.86

7 .

. . .

. . .

. . .1

13 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.133

1.86

8 .

. . .

. . .

. . .2

73 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.274

1.86

9 .

. . .

. . .

. . .2

24 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.224

1.87

0 .

. . .

. . .

. . .3

14 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.315

1.87

1 .

. . .

. . .

. . .3

77 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.377

1.87

2 .

. . .

. . .

. . .5

43 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.939

1.87

3 .

. . .

. . .

. . .4

53 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.456

1.87

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.87

5 .

. . .

. . .

. . .7

78 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.944

1.87

6 .

. . .

. . .

. . .6

01 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.660

1.87

7 .

. . .

. . .

. . .5

95 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .2

.398

1.87

8 .

. . .

. . .

. . .5

12 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .1

.501

1.87

9 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

1.88

0 .

. . .

. . .

. . .4

87 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2.

087

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

.927

1.88

1 .

. . .

. . .

. . .9

03 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.980

1.88

2 .

. . .

. . .

. . .9

18 .

. . .

. .2.

250

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.147

. . .

. . .

7.79

61.

883

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

884

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.1.

885

. . .

. . .

. . .

.768

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .8

111.

886

. . .

. . .

. . .

.873

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .9

281.

887

. . .

. . .

. . .

1.60

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .2

. . .

. . .

. . .

2 .

. . .

. .1.

674

1.88

8 .

. . .

. . .

. .2.

983

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.70

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

3.23

41.

889

. . .

. . .

. . .

4.82

2 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .25

1 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .12

. . .

. . .

5.37

01.

890

. . .

. . .

. . .

7.35

7 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .38

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .5

. . .

. . .

8.12

0

unid

ade:

rea

lFo

nte:

[Es

tatís

ticas

do

Com

érci

o Ex

tern

o Po

rtug

uês]

.Lis

boa:

Impr

ensa

Nac

iona

l, 18

55-1

891

LE PORT DE AVEIRO ET LES CONDITIONS DE

SALINITÉ DE LA LAGUNE AU DÉBUT DU XXE SIÈCLE

Nicole Devy-Vareta1

Résumé: La dynamique de la barre et l’évolution du port de Aveiro ont largement pesésur les cycles de la production de sel dans la Ria, surtout depuis l’Époque Moderne. Ilsemble que les salines aient tiré parti de l’ouverture de la barre actuelle, en 1808, quia fixé jusqu’à aujourd´hui l’entrée de la Ria. Cette communication va essayer de me-surer l’ampleur des relations entre la barre, le port et la complexité mouvante des pro-cessus hydrologiques, dont les impacts sont encore mal connus. Le point de départ dece travail préliminaire est le rapport de Adolfo Loureiro, ingénieur des Travaux Publics,qui offre une multitude d’informations et de pistes de recherche. Ce qui permettra dejeter un regard prospectif sur l’évolution de la ria et de ses systèmes productifs, où lesel passe au second plan pendant la seconde moitié du XXe siècle

Resumo: A evolução da barra e do porto de Aveiro teve um papel relevante no ciclo daprodução de sal na ria. O engenheiro Adolpho Loureiro é o autor de “Os Portos Marí-timos de Portugal e Ilhas Adjacentes”, obra publicada pela Imprensa Nacional entre1904 e 1920. O relatório que se refere a Aveiro (1904) é um repositório de informaçõesque permitem uma reflexão sobre as mudanças ocorridas na ria a partir dos finais deOitocentos. As obras na barra, no porto e nos vários canais da ria interferiram directa-mente na circulação hidrológica e nos processos de erosão/deposição de sedimentosna ria. Serão aqui evocados os impactes desta dinâmica no espaço das marinhas e narespectiva produção de sal

Le dynamisme du littoral atlantique est, en même temps, l’origine et le résultatd’une passionnante histoire des relations entre l’évolution de l’environnement natu-rel, l’exploitation des ressources locales et le commerce portuaire. La lagune de Avei-ro (Portugal) illustre une histoire et une géographie, où le sel se trouve au cœur desactivités économiques traditionnellement liées à la ville. On sait que la productionde sel marin à Aveiro commence à devenir irrégulière à partir du XVIIIe siècle. Ins-tabilité du climat, obstruction de la barre qui bloque l’entrée des eaux salées, dimi-nution de la demande de sel, orientation vers la pêche et la cueillette des zostères(moliço)…, autant de facteurs naturels e socio-économiques analysés dans quelquesrécents travaux, pour expliquer la baisse de l’importance du sel dans la région (Amo-rim, 2001 ; I Seminário…, 2005). Néanmoins, au début du XXe siècle, l’activité dessalines dans la lagune est encore notoire. Car les salines ont tiré parti de l’ouvertureet de la régularisation de la barre qui, à partir de 1808, cherchent à améliorer l’ac-

257A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

1 Maître de Conférence, Département de Géographie, Faculté des Lettres de Porto, membre du ProjetPOCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004-”SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio ambiente- séculos XV a XIX”

cès du port de Aveiro. En exploitant les informations de l’ouvrage de l’ingénieur Adol-fo Loureiro sur le port de Aveiro (1904), cette étude préliminaire essaiera de jeter lesbases d’une réflexion sur les changements de la circulation hydraulique dans la la-gune et ses conséquences sur la production de sel.

1. Adolfo Loureiro, l’homme et son œuvre

Avant d’examiner l’essentiel de l’ouvrage sur les salines, penchons nous d’abordsur l’auteur, qui illustre le monde scientifique, technique et culturel du Portugal pen-dant le XIXe siècle. Un siècle perturbé jusque dans les années 1850 par les guerreslibérales et le progressif démembrement de l’Ancien Régime. Les premières réformessont alors promulguées, par exemple la vente des biens nationaux, la nouvelle car-te de l’administration du territoire ou de l’enseignement. Mais la majorité des déci-sions de modernisation économique et sociale sont l’apanage de la seconde moitiédu siècle.

Adolfo Ferreira de Loureiro (1836-1911) est un ingénieur militaire, qui obtientd’abord sa licence de mathématiques à l’Université de Coimbra (1856), avant d’in-tégrer l’École Militaire de Lisbonne (Escola do Exército, fondée en 1837). Officier en1858, il devient aussi ingénieur en 1859 (Silva, 1911). Il a en fait suivi la filière la plusclassique, à une époque où la plupart des ingénieurs sont encore des militaires. Lespremières écoles civiles d’ingénieurs ont vu le jour en 1852, lorsque le nouveau con-texte politique et institutionnel de la «Régénération» (1851) entreprend de profondesréformes dans l’enseignement supérieur (Rodrigues, 1999). C’est le temps de la re-cherche d’une alliance plus étroite entre “progrés”, “science” et “instruction” qui semanifeste alors au Portugal, comme dans d’autres pays de l’Europe occidentale. Laformation et la vie professionnelle de Adolfo Loureiro se déroule donc dans une pé-riode de transition, où les institutions héritées de l’Ancien Régime côtoient les orga-nismes des temps nouveaux. Cette transition est fort longue pour les ingénieurs, carce n’est que dans les dernières années du XIXe siècle que les civils l’emporteront surles militaires (Rodrigues, 1999).

Ces quelques lignes permettent de contextualiser le fait que Adolfo Loureiro estencore héritier du temps des Lumières, et de ce fait membre de plusieurs sociétés lit-téraires et scientifiques. Du début à la fin de sa vie, il a énormément écrit. D’abordcomme homme de lettres pendant sa jeunesse. Puis en tant que rédacteur de rapportsofficiels et de mémoires, pendant toute son activité professionnelle. Il a en effet di-rigé de nombreux chantiers du Ministère des Travaux Publics, une institution clef dela politique économique de la «Régénération» (Silva, 1911). Signalons en particulierses fonctions dans la régularisation de fleuves et rivières du Centre litoral (Mondego,Vouga et Liz), ou encore les travaux dans les ports de Figueira da Foz, et Leixões aunord de Porto. Dans son œuvre sur les ports maritimes du Portugal (1903-1907),Adolfo Loureiro associe donc l’érudition de l’homme de lettres aux compétences del’ingénieur, qui a participé dans de nombreuses commissions d’études pour l’amé-lioration des ports et des barres sur la côte ouest de l’Atlantique.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS258

2. La barre, le sel et Aveiro : lecture revisitée de A. Loureiro

Les notes historiques sur le port de Aveiro précisent l’importance de la barre etsa relation directe avec la richesse de la ville. On connaît mieux aujourd’hui le pro-cessus de la formation de la lagune depuis le Xe siècle, dont on ne rappellera ici queles traits fondamentaux2.

En 922, Ovar était encore un port de mer. Tout au long du Moyen-Âge, une flè-che littorale se forme du nord vers le sud, selon l’orientation de la dérive dominan-te, et arrive à la latitude de Aveiro à la fin du XVe siècle (fig.1-A). Sa progression con-tinue, et avec elle, celle de la barre, qui atteint les environs de Mira au XVIIIe siècle.Du XVI au XIXe siècle, le refroidissement climatique du Petit Âge Glaciaire provo-que, comme un peu partout en Europe atlantique, un léger abaissement du niveaude la mer. La fréquence des hivers pluvieux accélère l’afflux de sédiments de l’hin-terland dans la lagune, la déposition de sables et la formation de dunes sur le litto-ral. Au gré des tempêtes et des inondations, l’ensablement s’accentue à la fin duXVIe ; la barre, alors presque obstruée, se situe déjà au sud de la latitude de Aveiro.Le commerce maritime de la ville se trouve définitivement perturbé par les difficul-tés de la navigation, quand il n’est pas bloqué par la complète obstruction de la bar-re naturelle.

A – Fin du XVe siècle B – Situation actuelle et position de la barre

S. J.: Dunas de S. Jacinto; Barreta: petite barre3in Araújo, 2007 (modificado), adaptado deMartins, 1949

Fig. 1 – Evolution de la lagune de Aveiro, XV-XXe siècle

Qu’en est il de la production des salines ? Le colmatage progressif de la laguneet la diminution de la salinité provoquent le déplacement vers le sud de nombreuxmarais salants documentés au Moyen-Âge, suivant le déplacement de l’entrée desmarées par une barre très incertaine. La production de sel a été directement affectéepar la situation de la barre et de la lagune, surtout à la fin du XVIIIe siècle. Mais lefait est que les contraintes de l’environnement naturel ne sont pas les seules déter-minantes de la situation. On observe un changement dans l’activité commerciale duproduit ; la diminution de la demande de sel de Aveiro, parfois difficile à écouler, aaussi eu une forte influence sur les salines. Les temps dorés du sel de Aveiro parais-sent déjà révolus au début du XIXe siècle (Amorim, 2001).

259

2 Voir, par exemple, Dias et alii, 1997 et les communications de Araujo et Granja intégrant, entre autres,O litoral…, 2002 et European Seaport…, 2007.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

C’est justement l’intérêt de l’œuvre de A. Loureiro que de présenter une des-cription détaillée de la longue histoire de la barre, après son ouverture en 1808 (p.22 et ss). Lorsque le projet prend sa forme définitive en 1802, les principaux enjeuxsont déjà établis : améliorer la navigation et l’accès du port, éliminer les effets négatifsde la stagnation des eaux continentales dans la lagune (insalubrité et inondations desterres agricoles) et régulariser l’alimentation en eau des marais salants (fig. 1-B). Na-vigation et marais salants sont les objectifs économiques qui ont eu un poids décisifsur le choix du local de la barre artificielle, située juste à l’ouest de la ville. Les pro-priétaires des salines ont alors exercé une forte influence sur les premiers responsa-bles des travaux, Reinaldo Oudinot et Luis Gomes de Carvalho. Mais en fait, sur leplan technique, le choix de la localisation de la barre s’avère difficile, ce qui sera parla suite toujours reconnu, notamment par l’ingénieur Silvério Augusto Pereira da Sil-va en 1874 (p. 32).

Si l’ouverture a eu des effets immédiats positifs, la situation de la barre se dété-riore rapidement pendant la première moitié du XIXe. L’ensablement de l’entrée s’ac-centue et une nouvelle flèche de sable se développe du Sud vers le Nord, provoquantl’obstruction partielle ou totale de la barre, avec quelques années particulièrementcritiques, comme 1838, 1857, 1861 et 1873. Les réclamations des propriétaires fon-ciers (surtout des salines et des parcelles de moliço) augmentent d’intensité et exigentla résolution définitive de la question de la barre. En 1857, Silvério Silva prend enmain la direction des travaux qu’il conservera jusqu’en 1886. C’est alors que s’opè-re un changement radical des projets, soutenus par une reconnaissance systématiquede la côte et le développement de nouveaux instruments cartographiques e hydro-graphiques (Reis, 1887). En même temps, la nouvelle Répartition des Statistiques(1859) décide d’élaborer en 1869 un « Questionnaire sur les salines », qui correspondà un recensement de l’activité salicole dans le pays (Amorim, 2005).

Il a fallu donc prés d’un siècle d’avancées et de reculs des travaux avant de trou-ver la position adéquate des digues de soutien et des jetées, dont la construction etle renforcement permanent ont toujours posé de nombreux problèmes4. Tout ceci liéau défi de trouver le point idéal de rencontre d’un complexe réseau hydraulique, en-tre les divers courants des marées et de la lagune. Car de nombreux fleuves et riviè-res se jettent dans la Ria, dont les plus importants sont le Vouga, l’Antuã et le Boco.Seule la résultante de toutes ces forces, canalisée en un seul flux et reflux, pouvaitempêcher l’accumulation de sable dans la barre, tout en assurant la stabilisation desmarges soutenues par les digues. En 1877, on rétablit le débit du canal de Mira, puis,en 1879, on commence la percée du Canal de Espinheiro dans l’île de Mó, encoreinachevé quand A. Loureiro publie son ouvrage (p. 57-68)5. Mais dans la conclusion,

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

3 Dans son rapport de 1859, Silvério Silva mentionne que l’ouverture de la « barreta de Vagueira, à 9 kmsau S. de la nouvelle barre » a eu lieu en 1839 (p. 38). Cette distance correspond à un endroit, juste au sudde Vagueira, où le cordon se rétrécit et où se maintient de nos jours la menace d’une rupture. Un rapportantérieur, élaboré par João Luis Lopes en 1843, indique la date de 1837, précisant que le local de l’ou-verture, qui a provoqué la destruction d’une digue, se trouve à une lieue de la barre, donc à mi-cheminde Vagueira. « C’est au sujet de cette barreta, ou d’une autre du même genre, que l’administration de Avei-ro a demandé en 1844 la formation d’une commission d’ingénieurs… (p.38). On peut lancer l’hypothè-se de deux ruptures de la flèche sableuse au sud de la barre, en 1837 et 1839, à quelques kilomètres dedistance.

4 La construction était basée sur la technique du fascinage ou gabionnage et pose de piquets, utilisée en-core de nos jours par les écoles d’ingénierie verte. Pour la jetée Sud qui se détériore, A. Loureiro propo-se l’utilisation de blocs de granite et de béton (p. 69-71).

5 L’arrêt des travaux provoque la fermeture presque complète de la barre en 1908, par une flèche N-S quis’est rompue l’année suivante (A. Nobre, 1912).

260

l’auteur insiste sur le fait que le futur de la barre, et donc le futur des activités loca-les – salines, agriculture et navigation -, reposent sur la résolution définitive de la cir-culation hydraulique.

L’auteur fait aussi mention de la mobilité des sables et du reboisement qui, dèsle XVIIIe siècle, est une préoccupation dominante dés le XVIIIe sur toute la côte Ouestdu pays. Les champs de dunes avançent sur les parcelles cultivées, ou viennent ag-graver la déposition de sédiments dans les bras des rias de Mira et S. Jacinto. Les du-nes représentent alors de vastes espaces nuisibles, qui atteigent 1 a 4 km de largeurentre Ovar e Vagos. En 1802, une loi pionnière du reboisement des dunes promul-guée sous l’influence de José Bonifácio de Andrada e Silva était restée sans effet dansla région6. Le « Mémoire sur le Reboisement du Pays » de 1868 (Relatório acerca daArborização…) contient des extraits du rapport des ingénieurs Silvério Silva, Reis etResende Junior sur les dunes de Mira a Ovar (p. 56-62). Ils défendent tous le reboi-sement des cordons côtiers pour bloquer l’ensablement de la lagune et des terres agri-coles de la Gafanha. Mais l’entreprise ne commencera qu’à la fin du siècle, sous l’é-gide des Services Forestiers créés en 1886; les travaux débutent en 1888 dans les sec-teurs de S. Jacinto, Costa Nova et le Nord de la Gafanha. L’ « Inventaire des Duneslittorales » (Reconhecimento…) de 1896 réalisé à l’échelle nationale sera le pas vrai-ment décisif du reboisement du cordon dunaire de S. Jacinto, qui se poursuivra jus-qu’en 19317.

3. Un regard prospectif sur le XXe siècle

Quelles leçons tirer des informations et les commentaires de A. Loureiro, domi-nées, comme il le dit lui-même, par « la finalité de la navigation »?:

• malgré les vicissitudes du flux e reflux maritime de la barre, les salines n’en de-meurent pas moins à l’œuvre : A. Loureiro avance le chiffre de 300 hectares desalines au début du XXe. Les chiffres disponibles sont néanmoins hétérogèneset invitent, pour l’instant, à la prudence, si l’on cherche à reconstituer l’évolu-tion de l’activité salicole8. Malgré tout, l’hypothèse d’une revalorisation d’unnombre indéterminé de salines, abandonnées avant 1808 et réactivées pendantla seconde moitié du XIXe, au moment du rebondissement de la salaison de lamorue, n’est pas à rejeter. Cette hypothèse serait confirmée par les 284 unitésrecensées par le Questionnaire de 1869 (Anexo 1).

• À mesure que les travaux autour de la barre avancent, les conditions hydrau-liques sont perturbées et la force des marées augmente9. En 1903, on observe

261

6 José Bonifácio de Andrada e Silva (1763-1838) naturaliste dans la tradition du Siècle des Lumières, avaitvoyagé et étudié en Europe de 1790 a 1800. Il avait pris contact avec l’expérience française de reboise-ment des Landes de Gascogne (1815).

7 Le secteur reboisé de S. Jacinto est intégré dans la Réserve Naturelle des Dunes de S. Jacinto depuis 1979.

8 I. Amorim, 2005. L’auteur y présente les sources primaires et secondaires du nombre de salines de laRia, du Moyen-Âge à 1956.

9 Contrairement aux marées, il existe peu de données sur l’évolution des conditions de salinité de la la-gune à cette époque. « Nous ne connaissons aucune étude sur ce sujet dans le pays, que ce soit à l’échellenationale ou régionale », affirme-t-on dans un rapport de 1912 (A. Nobre, 1915, p. 11). Les ingénieurschargés du rapport ont fait des relevés de Mira à Povoa de Varzim, qui indiquent une salinité un peu in-

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

déjà la dégradation des talus (motas) du Canal de Espinheiro ou d’autres rem-blaiements, par manque d’entretien. Par ailleurs, il faut reconnaître aussi quele matériel (grés et torrão [argile compactée]), fragilisé par la mise en culturede la superficie des motas, ne résiste pas aux tempêtes (p. 68). Mais c’est sur-tout à partir de la seconde phase des travaux du port (1932-1936) que l’am-plitude des marées s’accroît (Annexe 1). De 1865 à 1925, l’amplitude des ma-rées de vive-eau moyenne à la barre oscille entre 1,10 m et 1,22 m, passant à1,84 m en 1934, et 2,42 m en 1963, après la construction des structures ac-tuelles (1950-1958) (Teixeira, 1994, p. 43 e ss ; Annexe 1). Le régime hydrau-lique de la lagune a donc profondément changé, car l’importance des débitsfluviaux a proportionnellement diminué par rapport aux marées. Par ailleurs,le drainage et le désensablement dans les infrastructures portuaires renforcentles courants internes (les 2/3 du débit s’écoule par le Canal), ce qui provoquel’érosion des murs (motas) des salines. Ces nouvelles conditions environne-mentales liées au renforcement de l’activité du port ne sont donc pas favora-bles à l’activité salicole, qui s’effondre à partir des années 1950. Mais les chan-gements des milieux aquatiques n’expliquent pas tout. Il faut aussi ajouter lesfaibles revenus et la dureté du travail comme facteurs du déclin des salines.

• La concurrence des activités portuaire, salicole et agricole se fait donc sentiravec plus d’acuité, lorsque les eaux salées pénètrent plus librement dans la Ria.Les pressions foncières, dont l’auteur ne parle qu’indirectement par l’intermé-diaire de l’influence des propiétaires, sont inévitablement associées aux systè-mes productifs et à l’évolution naturelle de la ria. Au cours des siècles les plusrécents et au fur et à mesure que la sédimentation augmente, les terres émer-gées sont exploitées et, petit à petit, on assiste à l’appropriation de ces terrainstemporairement inondés. Dans le labyrinthe des canaux, ce mouvement a pus’accélérer pendant les périodes d’instabilité de la première moitié du XIXe siè-cle. Quels sont les effets de ce processus sur l’évolution de la superficie occu-pée par les salines et les écosystèmes du sapal10? Il s’agit d’une question fon-damentale sur laquelle devront se pencher les futures recherches.

En guise de conclusion, il sera bon de rappeler que l’évolution de la Ria de Avei-ro découle de l’articulation complexe de contraintes et d’opportunités, autant d’ori-gine naturelle que socio-économique. Comme nous l’avons dit au début de la com-munication, le sel se trouve au cœur de cette histoire. Il s’agit d’une longue histoirequi est en train de se perdre, puisqu’il ne reste plus qu’une dizaine de salines à Avei-ro. Ce patrimoine identitaire ne peut pas disparaître. Car, comme sur toutes les cô-tes européennes, l’exploitation artisanale du sel représente la meilleure illustration del’intégration entre zones humides et sociétés locales. Et dans la perspective du dé-veloppement durable, les salines appartiennent aussi à l’histoire de l’avenir.§

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

férieure à la moyenne de l’Atlantique. Selon S. Teixeira, il n’y a pas de données crédibles sur la salinitéde la Ria avant 1963 (1994, p. 76 et ss). L’auteur présente la variation de la salinité de plusieurs stationsen 1988-1989. Pour des données plus récentes (1996), voir par exemple le rapport de l’application du mo-dèle Maretec (IST-Lisbonne) à la Ria.

10 Marais littoral ou d’embouchure, périodiquement inondés par les eaux salées et occupés par une vé-gétation halophile.

262

263THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Ann

exe

1

Am

plit

ude

des

mar

ées

e no

mb

re d

e sa

lines

dan

s la

Ria

de

Ave

iro

,XIX

-XX

Ie s

iècl

e

Am

plit

ude

des

mar

ées

(m)

Sour

ces

(am

plit

ude)

. . .

. . .

.Dat

e .

. . .

. . .

. . .B

arre

. . .

. . .

. . .

. . .

Ave

iro

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.No

mb

re d

e sa

lines

. . .

. . .

Sour

ces

(sal

ines

)

Lour

eiro

, 190

4, p

.33

. . .

. . .

.ava

nt 1

808

. . .

. .1,

60 .

. . .

. . .

. . .

.0,1

0 au

fort

[pr

esqu

e nu

lle à

Ave

iro]

. . .

. . .

env.

180

(179

0-91

)1 .

. . .

.in A

mor

im, 2

005

Fran

zini

, in

Lour

eiro

, p. 8

. . .

1812

. . .

. . .

. . .

3,80

(V)

. . .

. . .

. . .1

,45

(V)*

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

275

(181

5)2 .

. . .

. . .

. . .

.in A

mor

im, 2

005

Rap

port

de

J. R

enni

e,

in L

oure

iro,

p. 4

4 .

. . .

. . .

. .18

55 .

. . .

. . .

. .—

. . .

. . .

. . .

. . .

.“m

arée

s or

dina

ires

”: 1

,0 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .—

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.— .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .

.“m

arée

s m

orte

s”: 0

,66

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.R

appo

rt d

e So

usa

Bra

ndão

, in

Lou

reir

o, .

. . .

. . .

. . .

. . .

.185

9 .

. . .

. . .

. .—

. . .

. . .

. . .

. . .

.“de

0,3

0 à

0,50

m q

uand

en

moy

enne

. . .

.— .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .—

p. 5

4 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .e

lle d

evra

it êt

re d

e 0,

81 m

” .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.A

. M. R

eis,

188

7 .

. . .

. . .

. .18

653

. . .

. . .

. .U

: 1,1

8* .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .28

4 (1

869)

4 .

. . .

. . .

. . .

.in A

mor

im, 2

005

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .V

E: 1

,10*

. . .

. . .

. .—

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .A

max

: 1,4

2* .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.S.

Tei

xeir

a, 1

994

. . .

. . .

. . .

.195

3 .

. . .

. . .

. .U

: 2,5

3 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .27

0 (1

956)

5 .

. . .

. . .

. . .

.in A

mor

im, 2

005

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .V

E: 2

,39

. . .

. . .

. .—

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .A

max

: 3,0

6 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.S.

Tei

xeir

a, 1

994

. . .

. . .

. . .

.198

8 .

. . .

. . .

. .U

: 2,7

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .en

v 15

(200

0)

. . .

. . .

. . .

in N

eves

, 200

5 .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.VE:

2,5

7 .

. . .

. . .

.— .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

.Am

ax: 3

,30

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

. .

*V: V

ives

-eau

x de

M. F

ranz

ini.

Uni

té d

e ha

uteu

r U

:val

eur

moy

en-

ne d

e l’a

mpl

itude

de

la p

lus

gran

dem

arée

, ver

s le

s vi

ves-

eaux

d’é

quin

o-xe

. U e

st u

tilis

ée c

omm

e va

leur

cons

tant

e po

ur m

esur

er l’

osci

llatio

nde

s m

arée

s.

VE

: am

plitu

de d

e m

arée

s de

viv

e-ea

u m

oyen

ne.

Am

ax: a

mpl

itude

de

mar

ée e

xtra

or-

dina

ire

de v

ive-

eau

d’éq

uino

xe

1 C

. Lac

erda

Lob

o, in

Mem

ória

s Ec

o-

nóm

icas

da

Aca

dem

ia R

eal d

as C

iên-

cias

, 17

89-1

815,

Ban

co d

e Po

rtug

al,

Lisb

oa, 1

991

2 C

. Lac

erda

Lob

o - M

emór

ia s

obre

oes

tado

das

pes

cari

as n

a co

sta

do A

l-ga

rve

no a

no d

e 17

90,i

n “M

emór

ias

Econ

ómic

as d

a A

cade

mia

Rea

l da

sC

iênc

ias”

, 17

89-1

815,

v.

5 (1

815)

,Li

sboa

, 199

1, p

p. 6

9-10

2

3 L’

unité

de

haut

eur U

indi

quée

sur

laca

rte

de

1865

es

t de

0,

65

m,

etl’

«am

plitu

de m

axim

ale

de la

mar

ée(p

enda

nt 6

ans

)» e

st d

e 1,

76 m

. Le

sva

leur

s U

, VE

et A

max

son

t dan

s le

ta-

blea

u de

s do

nnée

s ex

trap

olée

s pa

rl’i

nter

méd

iair

e d’

une

unité

de

corr

ec-

tion,

de

mod

e à

harm

onis

er le

s di

ffé-

rent

es m

étho

dolo

gies

de

calc

ul d

e U

depu

is le

XIX

e si

ècle

(Tei

xeir

a, 1

994,

p. 4

1-42

)

4 A

HM

OP

– D

GC

I, R

E7 “

Inqu

érito

àIn

dúst

ria

do s

al, 1

869”

.“Q

uest

ionn

ai-

re s

ur le

s sa

lines

5 Jo

ão M

aria

Car

doso

de

Men

ezes

–In

quér

ito à

Indú

stri

a do

sal

, IV

vol

u-m

e: S

alga

do d

e A

veir

o, L

isbo

a, C

o-m

issã

o R

egul

ador

a do

s Pr

odut

os Q

uí-

mic

os e

Far

mac

êutic

os, 1

95 (E

nquê

tesu

r l’i

ndus

trie

du

sel)

Références bibliographiques

AMORIM, Inês, 2001, Aveiro e os caminhos do sal (sécs. XV a XX), Câmara Municipal de Aveiro

AMORIM, Inês, 2005, Os inquéritos sobre o sal português nos séculos XVIII e XX, in I Seminário Inter-nacional sobre o sal português, 2004 (Actas, coord. I. Amorim), IHM-Fac. Letras Porto, pp. 113-125.

DIAS, J.M.A; RODRIGUES, A; MAGALÃES, F, 1997, Evolução da linha de costa em Portugal desde o úl-timo máximo glaciário até à actualidade: síntese dos conhecimentos, Estudos do Quaternário, 1, APEQ,Lisboa, pp.53-66.

European Seaport Systems in the Early Modern Age – a comparative approach-Proceedings, Hisportos- Ins-tituto de História Moderna, FLUP, Porto, 2007

LOUREIRO, A. Ferreira de, 1904, Porto de Aveiro, in Os Portos marítimos de Portugal e Ilhas adjacentes,Imprensa Nacional, Lisboa, 1903-1907

Modèle Maretec (application à la Ria de Aveiro) http://www. maretec. mohid. com/ Estuarios/ MenusEs-tuarios/ Descri%C3%A7%C3%A3o/ descricao_ RiaAveiro .htm

NEVES, Renato, 2005, Os salgados portugueses no século XX – que perspectivas para as salinas portu-guesas no século XXI? , in I Seminário Internacional sobre o sal português, 2004 (Actas, coord. I. Amo-rim), IHM-Fac. Letras Porto, pp. 127-134.

NOBRE, A. e outros, 1915, A Ria de Aveiro, relatório oficial do regulamento da Ria de 28 de Dezembrode 1912, Imp. Nacional, Lisboa

O Litoral em perspectiva histórica, secs XVI-XVIII-Actas, Instituto de História Moderna, FLUP, Porto, 2002

Reconhecimento dos areaes do littoral, Portaria do 16 de Maio de 1896.

REIS, A. Maria, 1887, Costa Oeste de Portugal : plano hydrographico da barra e porto da ria de Aveiro,levantado em 1865, 1.20.000, Dir.geral dos Trab. Geodésicos do Reino, Lisboa

Relatorio ácerca da arborisação geral do paiz..., elaborado por C. RIBEIRO e J. F. NERY DELGADO, Lis-boa, Acad. Real das Ciências, 1868, 317 p., 1 mapa dos incultos, esc. 1:500 000.

RODRIGUES, M. L., 1999, Os engenheiros em Portugal, Celta, Oeiras

I Seminário Internacional sobre o sal português, 2004 (Actas, coord. I. Amorim), IHM-Fac. Letras Porto,2005

SILVA, Inocêncio. F.; P. Brito Aranha, Diccionario Bibliographico Portuguez, vol. VIII (1867) e XX (1911),Lisboa

SILVA, J. Bonifácio de Andrada e — Memoria sobre a necessidade e utilidades do plantio de novos bos-ques em Portugal, Lisboa, Typo. da Acad. Real das Ciências, 1815, 187 p.; 2ª ed., Acad. de Ciências, Soc.Ind. Gráfica, 1969, 171 p.

TEIXEIRA, Sebastião L. R. B., 1994, Dinâmica morfossedimentar da Ria de Aveiro (Portugal), Dissertaçãode Doutoramento em Geologia do Ambiente, Universidade de Lisboa.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS264

REPRESENTAÇÕES DO SAL NOS MAPAS DO

ARQUIVO DA ADMINISTRAÇÃO DO PORTO DE

AVEIRO

João Carlos Garcia*, Jorge Macieirinha**, Nuno Silva Costa***

Resumo: A figuração das salinas nas cartas hidrográficas portuguesas do século XIX, suaevolução e características, será analisada a partir do universo cartográfico existente noarquivo de Porto de Aveiro. A apresentação do inventário desse conjunto documentalserá enquadrada em projectos semelhantes que têm vindo a ser desenvolvidos, em di-versos arquivos e bibliotecas em Portugal, nos últimos anos.

Com a abertura da barra na ria de Aveiro, em 1808, obra de engenharia que de-finiu a localização actual da ligação permanente entre as águas da laguna do Vou-ga e o mar, iniciou-se um conjunto de novas dinâmicas físicas e humanas que alte-raram fortemente todo o espaço envolvente.

Com o objectivo de analisar a evolução da organização desse espaço e no âm-bito das comemorações dos 200 anos da abertura da barra da Ria de Aveiro, a Ad-ministração do Porto de Aveiro - APA, em parceria com a Faculdade de Letras da Uni-versidade do Porto, iniciou um projecto de investigação cientifica tendo em vista ainventariação do espólio documental antigo do seu Arquivo histórico1. Aí se encon-tram documentos fundamentais que permitem a elaboração da história socio-eco-nómica da região, a reconstituição das paisagens do half-delta de Aveiro e as cons-tantes alterações resultantes da antropização desse território2.

Nesta breve nota, não se pretendem realizar tais abordagens, mas apenas dar aconhecer o universo dos mapas existentes no Arquivo, com destaque para os tiposde figuração e representação das salinas e do sal na cartografia antiga da Ria de Avei-ro. Assim, começaremos por descrever o núcleo de mapas já inventariado, para emseguida, com base em exemplos ordenados cronologicamente e que têm localiza-das as salinas, identificarmos as formas a evolução das representação do sal nas ima-gens cartográficas.

265A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

*Departamento de Geografia ; Faculdade de Letras da Universidade do Porto; investigador projectoSAL(H)INA (POLI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004)

**Mestrando da Universidade Nova de Lisboa

***Centro Estudos Africanos da Universidade do Porto

1. Ver publicações do projecto Sal(h)ina, coordenado pela Prof. Doutora Inês Amorim (Fundação para aciência e Tecnologia – FCT, PPCDT/HAR/56381/2004 e POCTI/HAR/56381/2004).

2. Ver Um Imperativo Histórico. Exposição histórico-documental do Porto de Aveiro, 2ª ed., Aveiro, Por-to de Aveiro, 1998.

O universo cartográfico

Sobre o universo cartográfico inventariado no Arquivo da Administração do Por-to de Aveiro - APA importa referir que o núcleo mais antigo integra 27 pastas de do-cumentos designados “velharias”, com limites cronológicos entre a segunda meta-de do século XVIII e a primeira metade do século XX, organizadas segundo espaçosgeográficos e temas. No quadro do acervo histórico da APA, encontramos aqui omaior número de mapas representativos de marinhas de sal. Para além deste fundoexiste ainda, com datas que se situam entre a segunda metade da década de 1870 ea primeira metade da década seguinte, uma série de livros denominada Despeza edos trabalhos das Obras da Barra de Aveiro onde são reproduzidos e refeitos os prin-cipais trabalhos cartográficos sobre a ria de Aveiro com data próxima ou posterior àabertura definitiva da barra e onde também se incluem representações do salgado deAveiro.

Em relação às referidas 27 pastas de “velharias” importa referir que as fontes car-tográficas que encerram são maioritariamente manuscritas predominando, até ao iní-cio do século XX, os suportes em tela e papel vegetal, que foram progressivamentesendo substituídos pelas cópias em marion e, posteriormente, em ozalide. Parte dacartografia que servia de base à redacção de novos projectos não era elaborada deraiz, correspondia, antes, à cópia de elementos de base de mapas anteriores, aosquais eram adicionadas novas informações. Deste processo encontramos variantesde que é exemplo a adição de novos elementos em cartas manuscritas previamenteelaboradas em tela, papel vegetal ou copiadas para marion. No interior das pastas,os mapas encontram-se anexados a relatórios, memórias e pareceres, ou dispersos,de forma avulsa. Os livros da despeza e dos trabalhos das Obras da Barra de Aveirosão um conjunto de volumes manuscritos, encontrando-se os mapas insertos, nu-merados e refeitos como figuras dos textos de que fazem parte integrante.

O universo das fontes que procuramos descrever foi, na sua maioria, elaboradopor engenheiros civis e militares que desenvolveram os mais diversos projectos aoserviço das diferentes instituições que se sucederam na administração pública dos do-mínios portuários, em Aveiro. Ao longo do século XIX e primeira metade do séculoXX foram projectados, construídos ou refeitos vários importantes canais e molhes, en-tre outras infra-estruturas portuárias. Muitos dos documentos relacionados com es-sas obras, encontram-se a acompanhar os relatórios enviados pelos órgãos de ges-tão administrativa do Porto de Aveiro à respectiva tutela ou a organismos com quempartilhavam interesses ou responsabilidades3. Assim, para além dos mapas a que nosreferimos encontramos, no Arquivo da APA, produção cartográfica portuguesa da Di-recção de Obras Publicas do Distrito de Aveiro, da Direcção dos Serviços Fluviais eMarítimos, da Direcção Geral dos Trabalhos Geodésicos do Reino, da Missão Hi-drográfica da Costa de Portugal ou do Instituto Geográfico Cadastral.

Do conjunto dos responsáveis colectivos e individuais pela elaboração das fon-tes cartográficas que se inserem no conjunto em análise destacamos dois exemplosde particular importância para a figuração das áreas de salina. Em primeiro lugar aDirecção Geral dos Trabalhos Geodésicos do Reino que procede, a partir da déca-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

3. Através das marcas de pertença presentes nas folhas dos mapas ficamos a saber o percurso institucio-nal de muitos dos documentos que o porto de Aveiro recebia e enviava. Tendo em conta a ausência dedatação, em muitos exemplares, os carimbos e assinaturas têm um papel fundamental para a compreen-são da origem e objectivos para os quais as imagens foram elaboradas.

266

da de 1850, ao levantamento cartográfico da região em grande escala4. Em segun-do lugar, destacamos os projectos de rectificação de esteiros desenvolvidos na Ria,de que foram exemplos os trabalhos coordenados por José Maria de Melo Matos, querepresentaram diferentes espaços de salinas e foram sendo elaborados com maior re-gularidade a partir do último quartel do século XIX5.

Os dois núcleos documentais (pastas e livros) que estamos a tratar abrangem avasta área de influência da Ria de Aveiro, que subdividimos em função dos fenó-menos representados nos seguintes espaços: a ria, a barra, os canais e as marinhasde sal6. Estes espaços não são apenas figurados no seu conjunto, mas também indi-vidualizados através de imagens com grandes escalas e às quais acrescentamos osdiferentes recortes espaciais que têm origem na construção e desenvolvimento de di-ferentes infra-estruturas portuárias, com ligação à reestruturação e desenvolvimentoda actividade piscatória.

As salinas tanto integram os mapas de menor escala, onde se representa commaior generalização a totalidade da Ria ou evidencia um dos seus aspectos, comosão alvo da figuração de grande escala, ao interagirem com outros fenómenos, comoé o caso do desenvolvimento da rede de canais7. Por um lado, podemos afirmar queas grandes escalas são as que predominam entre os mapas estudados; por outro lado,devemos reconhecer que o espaço geográfico das salinas é o menos representado porentre as grandes escalas8.

A variedade de espaços geográficos e de escalas é ainda acompanhada por umadiversidade de tipos de mapas, desde os mapas de projecto, de cadastro, de costase fundos marinhos, de bacias fluviais, de batimétricos e portuários, até às plantas pro-jecto, cadastrais, portuárias e urbanas. Diferentes necessidades obrigam os enge-nheiros civis e hidráulicos à realização de permanentes trabalhos portuários e a con-sequentes levantamentos de mapas hidrográficos. Mas uma vez mais, as salinas re-velam um número mínimo de exemplares.

Para além do núcleo de cartografia elaborada com o intuito de representar a Bar-ra, o Porto e a região de Aveiro, existem núcleos cartográficos com plantas portuá-rias da Horta, de Ponta Delgada e de Lourenço Marques (Maputo). Quanto à carto-grafia estrangeira ela é residual e corresponde à tentativa de implementar ou sim-plesmente fundamentar soluções portuárias, procurando tirar partido da experiênciade outras instituições noutros países. Por um lado, parte dos exemplos de cartogra-fia relativa a outros portos ajuda-nos a compreender o processo de incorporação, noespólio da APA, de estudos e obras dos autores que nos últimos dois séculos foramtrabalhando em vários portos nacionais e “ultramarinos”. Por outro, encontramos

267

4. Exemplo é o mapa: Cidade d’Aveiro / Planta levantada pela Secção Hydrographica da Direcção Geraldos Trabalhos Geodésicos do Reino. - Escala 1: 2 500 ; [W 8º 40´ - W 8º 38´ / N 40º 38´ - N 40º 36´]. -1865. - 1 planta : ms., color., tela ; 64 x 83 cm em folha de 78 x 90 cm. Cota: Arquivo E, n.n.

5. Projecto de rectificação dos esteiros do Gramato e, Ceboleira: Planta geral / José Maria de Melo Mat-tos. - Escala 1: 5 000 ; [W 8º 41’ - W 8º 38’ / N 40º 43 - N 40º 41’]. - 1 planta : ms., color., tela ; 85 x 50cm em folha de 88 x 57 cm. - In: Projecto de rectificação dos esteiros do Gramato e Ceboleira: Peças de-senhadas / José Maria de Melo Matos. - 1896. - Desenho n.º 1. Cota: Pasta 18 - n.º 1.

6. Ver Inês Amorim; João Carlos Garcia (coord.) – A Barra e os Portos da Ria de Aveiro 1808 – 1932: Ca-tálogo da Exposição, Aveiro, Administração do Porto de Aveiro, 2008.

7. Cfr. Ante-projecto de um Porto interior em Aveiro / Engenheiro António Craveiro Lopes. - Escala 1: 2000 ; [W 8º 40’ - W 8º 39’ / N 40º 38’ - N 40º 37’]. - 1925. - 1 planta : ms., color., tela ; 45 x 81 cm. Cota:Pasta 20 A - n.º 1.

8. O recurso às grandes escalas é ainda reforçado pela elaboração de séries cartográficas manuscritas daRia de Aveiro, na escala de 1: 2 500, datadas na última década do século XIX, existentes no arquivo daAPA onde também foram incluídas figurações de marinhas de sal.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

uma cartografia internacional, parte dela impressa, que nos mostra a importância doconhecimento e desenvolvimento, na construção portuária, tendo em vista o domí-nio de técnicas que possibilitassem solucionar algumas das necessidades do Porto deAveiro.

O conjunto de mapas que temos vindo a comentar é essencialmente técnico, cir-cula por entre um público restrito e especifico preocupado com o (re) conhecimen-to do espaço fluvio-maritimo da Ria de Aveiro, na medida em que este serve alteraro território de acordo com as técnicas, os métodos e, particularmente, com as ideiase científicas, económicas e até políticas.

Figurações do Sal

Conjuntamente com as salinas do estuário do Tejo e do Sado e as da foz do Gua-diana, as marinhas de sal da Ria de Aveiro constituíram uma das fontes de riquezado Estado português, ao longo dos séculos. No quadro Oitocentista e nas primeirasdécadas do século XX, as salinas, os seus proprietários e o sal produzido, continua-vam a ter um determinante papel na economia da cidade e da região9.

Sendo as salinas notáveis obras de construção tradicional, a sua relação com aengenharia institucional nem sempre foi tranquila. Muito dependentes dos ecossis-temas existentes e da sua evolução natural, facilmente as grandes obras de desasso-reamento ou rectificação de canais produziam efeitos nefastos sobre a manutençãodas marinhas e a produtividade do sal, o que naturalmente implicava a elaboraçãode documentação. No entanto, no Arquivo da Administração do Porto de Aveiro, aprimeira observação sobre o inventário elaborada mostra, como referimos, que exis-te um escasso número de mapas que representem as áreas das salinas.

Este facto deve-se, em grande medida, a uma explicação de carácter geográficoe histórico específico da região, já que as marinhas encontram-se relativamente dis-tantes para Leste da área portuária. Ao longo do tempo as intervenções, para a cons-trução, requalificação e alargamento do Porto de Aveiro produziram mudanças pou-co significativas nas estruturas das salinas. Também os principais eixos de navegação(Canal Principal de Navegação, Canal de S. Jacinto, Canal do Espinheiro e o Canalde Mira) encontram-se distantes das áreas de salinas ou contornam as mesmas. Mes-mo as intervenções realizadas no esteiro natural da vila, que atravessa a área de sa-linas, não produziram modificações estruturais significativas, dado que as requalifi-cações ocorridas relacionaram-se com o açoreamento dos fundos, erosão e o possí-vel abatimento das margens10.

Passando para os escassos mapas encontrados com a representação das marinhasconstata-se, em primeiro lugar que as salinas se encontram principalmente repre-sentadas no seu aspecto cadastral e de divisão da propriedade.

Relativamente à gráfica do interior das salinas, podemos afirmar que é incipien-te, pouco variável e não padronizada existindo exemplos de mapas em que apare-cem as salinas “em branco”, outros em que se utilizam tramas de pequenos traços

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

9. Ver Inês Amorim – Porto de Aveiro: Entre a Terra e o Mar, Aveiro, Administração do Porto de Aveiro,2008.

10. Ver Leonardo de Castro Freire – Sobre um exame de diversas obras da bacia hidrográfica do Vouga,Aveiro, 13 Dezembro, 1892, ms.

268

em azul, e outros ainda que mostram as marinhas com uma figuração idêntica à dosapal circundante, não se distinguindo graficamente as salinas da restante cobertu-ra vegetal. Estas variações de simbologia estão claramente relacionadas com os ob-jectivos e intenções que orientaram a construção de cada um dos mapas e dos téc-nicos ou instituições envolvidas.

Assim, de todo o universo cartográfico inventariado no Arquivo da APA, selec-cionamos quatro exemplares de entre duas dezenas de mapas onde encontramos fi-guradas as salinas, afim de comentarmos as intenções da produção e a tipologia des-tes documentos de certa forma marginais na colecção existente.

Fig. 1 - [Mapa da Ria de Aveiro] / J. L. Lopes. - Escala [ca. 1: 50 000], 2000braças =[8 cm]; [W 8º 46’ - 8º 43’ / N 40 º 39’ - N 40º 37’]. - [ca. 18—]. - 1carta: ms., aguarelada, papel ; 35,5 x 21, 5 cm em folha de 38 x 24 cm.Cota: Pasta nº 1 – nº 33

O primeiro mapa (fig.1) é um dos exemplares mais antigosexistentes no Arquivo. Elaborado na escala de 1. 50 000, re-

presenta a quase totalidade da Ria de Aveiro e tem como principal objectivo o le-vantamento da batimetria dos canais da Ria tendo em vista a sua navegabilidade. Éimportante destacar a presença de um projecto que tinha como objectivo o desviodo leito do rio Vouga para o Canal do Espinheiro. É este um importante elemento quedemonstra as ideias e obras dos engenheiros ao serviço do Porto de Aveiro, sobre-tudo na forma de encarar a intervenções no espaço, tendo em conta os problemasendógenos da barra e as soluções que a ciência e a técnica coevas davam como res-posta a esses mesmos desafios.

Relativamente à figuração das salinas observa-se a quase total omissão da suapresença, embora esteja indicada, de forma pouco rigorosa, a localização através dotopónimo, da área das marinhas. Por um lado, a indicação de “MARINHAS” é a re-ferência mais visível no conjunto da mancha gráfica, o que de certa forma pode re-velar a importância que o desenhador quis dar a esse espaço mas, por outro, grafi-camente as salinas não se distinguem das áreas de vegetação circundante, o que

pode ser interpretado, como falta de interesse no âmbitodos projectos portuários pelas actividades aí desenvolvi-das.

Fig. 2 - Planta da Barra de Aveiro em Novembro de 1875. - escala 1:10 000; [W 8º 45’ - w 8º 39’ / N 40º 39’ - N 40º 35’]. – 1875. – 1planta: p&b, papel ; 37 x 23,5 cm. Cota: Bib / Pa 5/ lv 40/ Fig. 1

A planta de projecto da fig. 2, onde se figuram as obraspara a consolidação da abertura da Ria, projectando-se omolhe norte (tracejado), alargamento do molhe sul, e ain-

269THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

da os molhes para estanque do açoreamento na costa interior de S. Jacinto, tem naparte superior, quase periférica, como representação da área de salinas, um esboçode forma incipiente e simples da delimitação das marinhas.

Fig. 3 - Copia de uma parte daPlanta indicativa do Plano d’Obraspara o melhoramento da Barra deAveiro: Projecto de 26 de Fevereirode 1874. - Escala [ca. 1: 20 000],2000 m = [10 cm] ; [W 8º 46’ - W8º 38’ / N 40º 41’ - N 40º 38’]. - 1carta : ms., color., papel ; 41 x 28cm. - In: Livro da despeza e dostrabalhos das Obras da Barra deAveiro. Anno economico de 1881 a1882. - 1882. - N.º 7, 5.ª Parte, p.243, fig. 1. Cota: Bib D 10 - 34.

Na Fig. 3 observa-se um mapa onde se apresenta um plano de melhoramento danavegabilidade da barra e dos canais no interior da Ria. O objectivo principal é o le-vantamento mais exacto e detalhado da configuração da barra e da Ria na sua áreacentral, de forma a ser possível planificar o projecto de criação de um canal centralde navegabilidade.

As salinas encontram-se figuradas na sua dimensão cadastral, já que as propos-tas do projecto atentam à área norte das mesmas. A representação da divisão da pro-priedade está graficamente bem conseguida, assim como a utilização das tramas edas cores como elementos diferenciadores das marinhas no conjunto do espaço. Defacto, uma intervenção deste género, que traria mudanças substanciais na dinâmicada Ria, implicava a necessidade de um levantamento o mais minucioso de todo e ter-ritório envolvente.

Fig. 4 - Porto e Barra deAveiro. Planta com o Projectodo seu melhoramento / A. M.dos Reis ; C. A. da Costa ;cop. J. Delgado. - Escala 1: 20000 ; [ W 8º 46´ - W 8º 39´ /N 40º 41´ - N 40º 36´]. - [ca.1969]. - 1 carta : Ozalide ; 35x 65 cm em folha de 36 x 68cm. - In: Cadastro das Mari-nhas de Sal / J.A.P.A. - 1960. -Mapa em Carteira. Cota: SAC2.

O último mapa histórico que apresentamos (Fig 4) é dos poucos encontrados noArquivo, elaborados objectivamente com a intenção de figurar e descrever a área dassalinas. Esta imagem, onde se destaca a composição cadastral das marinhas11, en-contra-se junto de um relatório onde a administração central pede a um engenhei-ro da então Junta Autónoma do Porto de Aveiro para corrigir e actualizar a planta ca-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS270

11. Em anexo a este documento, existe informação sobre o nome dos proprietários das parcelas que seencontram numeradas no respectivo mapa.

dastral das marinhas de 186512. Assim, não sendo uma produção de iniciativa local,revela-se um exemplo de grande valor documental, pois pode permitir, através dacomparação com cartas idênticas de várias épocas e nomeadamente com a referidade 1865, termos uma perspectiva sincrónica das alterações morfológicas das áreasmarinhas. Para além de tudo mais, a existência deste mapa, como parte do relatóriodescrito, pode revelar um novo interesse nas marinhas, na medida em que a politi-ca das grandes obras publicas da década de 1960 levou a que o Porto de Aveiro co-meçasse a invadir áreas mais interiores da Ria, tal como o demonstram os mapas ac-tuais (Fig. 5).

Fig. 5 – Área ocupada pelo Porto de Aveiro e suas Infra-estruturas na actualidade (retirado do sitio do MOPTC)

A partir das considerações e exemplos observados poderemos concluir que a in-ventariação de núcleos de material cartográfico, como é o existente no Arquivo daAdministração do Porto de Aveiro, permite aprofundar estudos relativos a fenómenoshistórico-geográficos relevantes para o conhecimento das realidades sociais, eco-nómicas e politicas dos espaços cartografados. No caso da figuração das salinas nacartografia produzida, coleccionada e conservada pelo do Porto de Aveiro, ainda quede diminuta representatividade em termos de quantidade e qualidade informativa po-deremos colocar duas reflexões: em primeiro lugar, questionar a relação entre mo-dernidade e tradição que para a região de Aveiro passa pela compreensão de comoa abertura, construção e constantes requalificações da barra porto e de Aveiro esta-vam em consonância com as actividades locais endógenas, ou se o porto foi pensa-do numa estratégia essencialmente regional, nacional ou mesmo ibérica; em segun-do lugar, questionar a importância real da produção de sal, ao longo do tempo, nasactividades económicas da região e até do país13.

São estes exemplos de problemas que uma abordagem pluridisciplinar entre aHistória da cartografia, a Geografia histórica, História da Ciência e da Técnica e a his-tória social e económica podem ajudar a esclarecer, com base nos mapas existentesnos arquivo.§

271THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

12. Junta Autónoma do Porto de Aveiro, Relatório sobre as Salinas de Aveiro, Aveiro, 1965,cota: SA C2.O mapa foi elaborado com base no Plano Hydrographico da Barra e Porto da Ria de Aveiro por Filipe Fol-que levantado em 1865. Sobre a evolução da cartografia hidrográfica portuguesa, ver: Maria Fernanda Ale-gria e João Carlos Garcia – “A Cartografia Hidrográfica em Portugal Continental, na segunda metade doséculo XIX e inicio do século XX”, in Actas. O litoral em perspectiva histórica, séculos XVI a XVII, Porto,Faculdade de Letras da Universidade do Porto, 2002, p 9-20.

13. Inês Amorim (coord.) – I Seminário Internacional sobre o Sal Português

“VELHOS PRODUTOS, NOVOS CONSUMOS”

Filomena Cardoso Martins*, Ana Margarida Ferreira da Silva**

Resumo: O Sal ao longo de séculos teve um papel preponderante na economia mun-dial e grande influência na cultura dos povos a ele ligados. A perspectiva era de umaprodução em grande escala, destinada a fins muito específicos e amplamente conhe-cidos, como a salga dos alimentos. Actualmente numa economia aberta e altamentecompetitiva, em que os consumidores têm um grau de exigência extremamente eleva-do, procurando produtos diferenciados de qualidade, a necessidade de descobrir no-vas formas de “olhar” para este produto milenar, torna-se fundamental. Nesta nova abor-dagem o papel dos agentes de desenvolvimento e em particular o papel que as insti-tuições de ensino superior e investigação científica, como as Universidades podem edevem desempenhar, é um factor incremental muito relevante.Palavras-chave: sal, certificação, consumo, investigação&inovação

Abstract: Along times, salt has a great importance in international economy and a biginfluence in the culture of communities linked with its production. On those times pro-duction perspective was of mass production with specific goals, has for instance foodsalt conservation. Actually in an open and high competitive economy, consumers de-mand plays an important role in terms of quality exigency and diversity of products. Thiscreates the need to find new ways to “look” and produce this millenary product. On thatapproach development agents, high education institutions, namely universities and re-search institutes has an important role to play in order to answer to both market and pro-duction needs.

1. Introdução

A produção de Sal através de métodos artesanais ou tradicionais está associadaa paisagens e valores culturais, sociais, ambientais e patrimoniais gerados ao longoda história. No entanto, desde meados do século XX que a actividade salineira arte-sanal enfrenta uma marcada regressão, tendo mesmo em alguns locais desapareci-do

Os locais de produção de sal estão implantados em zonas húmidas cuja reco-

273A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]. Investigadora do Projecto SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio ambiente - sé-culos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004. Professora Associada, Departamentode Ambiente e Ordenamento, Universidade de Aveiro. Desenvolve projectos de investigação nas áreas dePlaneamento e Gestão de Zonas Costeiras, Conservação do Património Natural e Cultural, tanto na suavertente biofísica como social e cultural através da aplicação do princípio de responsabilidade transge-racional (validação e inovação científica do capital de conhecimento tradicional acumulado pelas gera-ções anteriores, como forma da herança científica e cultural para as gerações futuras).

nhecida importância para a conservação da natureza e manutenção da biodiversi-dade deu origem à atribuição de diversificados estatutos de protecção no âmbito deconvenções internacionais (e.g. Ramsar, Bona, Berna, Biodiversidade) de directivaseuropeias (e.g. Aves, Habitats – Rede Natura 2000) e das áreas protegidas nacionais(e.g. Portugal – RNAP – Rede Nacional de Áreas Protegidas). Estas áreas lagunares eestuarinas incluem ecossistemas importantíssimos e frágeis que sofrem pressões in-tensas tanto do ponto de vista de ocupação física do território como de descargas di-rectas e/ou indirectas de poluentes, com pressões de diferentes ocupações territoriais(aquacultura intensiva, alterações do sistema hídrico por infra-estruturas de trans-porte, etc.) existindo o risco de extinção de todo um património natural, cultural, his-tórico e humano.

As salinas, desempenham elas próprias um papel importantíssimo enquanto ha-bitats de substituição (algumas populações de espécies de aves intimamente ligadasa estes habitats encontram-se numa situação critica ao nível europeu), evidencian-do o equilíbrio estabelecido entre a utilização antrópica do meio e as suas funçõesnaturais e suscitando

“As regiões não são apenas os espaços geográficos, dado que surgem dotadas derecursos e competências de variada natureza, bem como em quantidade e qualida-de diversos. Como resultado disso, os territórios gerem competências que podem serusadas para qualificar os produtos da região” (Ribeiro, J., Santos, J., 2006)

Neste contexto e numa economia globalizada e competitiva, em que o papel doSistema Cientifico já não se circunscreve ao formato tradicional de ensino e investi-gação, sendo a sua actuação alargada procurando estabelecer relações do tipo uni-versidade-indústria e universidade-sociedade, as universidades desempenham umpapel estratégico no apoio que podem dar aos agentes regionais. Assumem-se comoagentes de desenvolvimento, podendo focalizar as suas competências na valoriza-ção de produtos tradicionais do território, através de processos que validam a qua-lidade e origem do produto e de processos de investigação geradores de inovação po-dendo gerar novas áreas de negócio.

2. O Caso do SalSal Artesanal, que futuro para uma tradição?

Nos últimos anos tem-se assistido, a nível mundial, ao renascimento do interes-se por produtos artesanais / tradicionais, fruto da emergência de novos nichos de mer-cado que se sustentam na oferta/procura de produtos diferenciados, associados a for-tes matrizes territoriais e de qualidade referenciada e elevada, impulsionados pelodesenvolvimento de estudos dirigidos entre outros para a identificação das caracte-rísticas do produto, dos locais e técnicas de produção, motivando a sua recuperação.Este fenómeno é já visível em Portugal, em alguns locais produtores de sal marinhoartesanal.

Actividades desta natureza reflectem-se de forma positiva sobre a região salíco-la onde está implantada a área de produção, dando origem a um conjunto de efei-tos multiplicadores que podem fomentar o desenvolvimento de um “cluster” asso-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS274

ciado ao produto, à actividade produtiva e ao espaço de produção. Por um lado fun-damentam a diferenciação do produto, contribuindo para a sua qualificação e reva-lorização económica, aspectos fundamentais para que os produtores (alguns orga-nizados em associações outros em formato empresarial) consigam conquistar e con-solidar os nichos de mercado que suscitaram o reacender do interesse por esta acti-vidade artesanal em acentuado processo de declínio. Por outro lado, possibilita aemergência de novos produtos (flor de sal, sal aromatizado) e actividades (turismocultural e de natureza) tanto ligados ao espaço de produção como à produção e aoterritório envolvente, criando um conjunto de mais valias diversificadas, sustentadasna diversidade e identidade regional.

O efeito multiplicador deste tipo de acções pode ser projectado para outras áreasdo território nacional, onde se mantém alguma actividade deste tipo, ou ainda paraoutros países, em especial países de língua oficial portuguesa (PALOP), onde a acti-vidade de produção de sal marinho artesanal pode vir a ocupar um espaço impor-tante, tanto a nível económico (à escala nacional como regional e local) como de ma-nutenção da identidade cultural e coesão social.

Neste contexto qual o papel que o Sistema Científico deve assumir de apoio auma actividade tradicional?

3. A nova Missão das Universidades

Actualmente as Universidades alargam a sua acção a outros domínios que vãopara além das clássicas funções de ensino e investigação. “O Sistema Científico emgeral e nomeadamente as Universidades, assumem cada vez mais o papel de agen-tes de desenvolvimento. Este novo papel está focalizado essencialmente em 3 áreasde actuação: a promoção do conhecimento individual, a transferência e dissemina-ção de conhecimento e o reforço da capacidade institucional de uma região.” (Ro-drigues, C. 2001).

A forma de abordagem na promoção do conhecimento individual, sendo estauma função tradicional das Universidades, também está a mudar. A Universidade, aorepresentar actualmente uma função central para o tecido sócio-económico da re-gião onde está inserida, tem o ónus de responder eficazmente através da criação decursos adequados às necessidades da região. A transferência e disseminação do co-nhecimento, incorpora a relação universidade-indústria, factor impulsionador da ca-pacidade de inovação e consequente competitividade das empresas. “Na relação uni-versidade-indústria a transferência do conhecimento pode ser feito de diferentes for-mas: consultoria técnica e de gestão, investigação sob contrato, criação de consór-cios de investigação e desenvolvimento, o acesso de empresas a instalações técni-cas das universidades, a formação profissional e a colocação de licenciados nas em-presas, o recurso a patentes e licenças e o desenvolvimento de spin-offs.” (Rodrigues,C. 2001).

Como forma de implementação desta nova abordagem, as universidades pro-movem cursos de empreendedorismo, parcerias empresas/sistema científico, proto-colos de associações empresariais/sistema científico e formativo e criam Unidades

275THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

de Transferência de Tecnologia1, incubadoras de empresas2, entre outras iniciativas.A título de exemplo podemos citar o caso da empresa Necton, uma spin-off3 da

Escola Superior de Biotecnologia, da Universidade Católica, que iniciou a sua acti-vidade com a produção de microalgas e na sequência do seu desenvolvimento “des-cobriu” o interesse na produção de Sal Marinho Artesanal, sendo agora esta a sua ac-tividade central e a produção de microalgas secundária. “A sua estratégia cumpreuma relação estreita com a comunidade onde a empresa se encontra inserida, fo-mentando projectos de interesse geral. Pretendendo ser, dentro de alguns anos, umareferência europeia e um polo regional de desenvolvimento económico.” (www.nec-ton.pt). A qualidade dos seus produtos é regularmente controlada por laboratórioscreditados, tendo iniciado a sua comercialização no mercado internacional e pos-teriormente apostado na sua comercialização interna.

O Instituto Tecnológico das Canárias4 que desenvolve investigação na área daBiotecnologia Marinha, é outro caso interessante de aproveitamento das competên-cias científicas de uma instituição de ensino superior e investigação. No âmbito dassuas actividades e associado à produção salícola estão a estudar a microalga Duna-liella Salina, enquanto elemento distintivo da qualidade das Salinas Tradicionais eelemento impulsionador de novos produtos associados, como Sal de Mesa (β-Caro-teno), Azeite de Oliveira rico en β-caroteno, Artemia para consumo humano, entreoutros. (Mendonza, H., 2006)

A Universidade de Aveiro, no âmbito do Projecto SAL5 baseia a sua estratégia nodesenvolvimento de diferentes objectivos comuns, locais e multidisciplinares comvista à criação das bases necessárias para conseguir definir um modelo de recupe-ração integral das Salinas Atlânticas que integre as diferentes perspectivas de abor-dagem (patrimonial, ambiental e económica). Neste contexto e aproveitando as di-versas valências científicas e a experiência adquirida nos últimos anos relativamen-te à relação do sistema cientifico com as empresas, a sociedade e a região, está a de-senvolver várias acções que pretendem responder aos objectivos globais do projec-to e às necessidades da actividade a nível local, promovendo o apoio e validação doSaber Empírico, através da investigação desenvolvida.

Estas acções realizadas por uma equipa multi-disciplinar (Dptos. Química, Físi-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

** [email protected]. Investigadora do Projecto SAL(H)INA História do Sal - natureza e meio ambiente -séculos XV a XIX” POCI/HAR/56381/2004/PPCDT/HAR/56381/2004. Mestre em Inovação e Políticas deDesenvolvimento na Universidade de Aveiro, com a seguinte dissertação: “Uma Estratégia de Inovação eCompetitividade no Salgado de Aveiro”

1 Unidades de transferência de tecnologia académicas, identificam e difundem a oferta tecnológica dauniversidade nas empresas e promovem, para além da investigação aplicada, a investigação dirigida parao mercado. Identificam também as necessidades e solicitações tecnológicas da indústria, promovem a suadivulgação na comunidade académica e impulsionam a geração de novas soluções tecnológicas que sa-tisfaçam as necessidades das empresas. (Universidade de Aveiro- www.ua.pt)

2 Incubadoras de empresas nas Universidades, são unidades funcionais que dão apoio a novas empresasde base tecnológica, de forma a fomentar o empreendedorismo. Promovem a criação de empresas, so-bretudo spin-offs das suas unidades de investigação, ou de base tecnológica relacionada com as suas com-petências científicas e tecnológicas. (Universidade de Aveiro – www.ua.pt)

3 Spin-offs académicos são empresas de base tecnológica ou de serviços desenvolvidas no seio acadé-mico, cujo o destino final é a integração no mundo empresarial. (Universidade do Minho – www.umi-nho.pt)

4 Este Instituto tem como missão: Liderar a inovação e transferência de tecnologia em sectores estratégi-cos que promovam a competitividade e desenvolvimento sustentável das Canárias, da sua situação geo-gráfica e cultural, sendo excelentes em gestão. (www.itccanarias.org)

5 Europeu Interreg IIIB “SAL - Sal do Atlântico. Revalorização da identidade das salinas do Atlântico. Re-cuperação e promoção do potencial biológico, económico e cultural das zonas húmidas costeiras”

276

ca, Eng.ª Civil, Geociências, Biologia, Ambiente e Ordenamento, Línguas e Culturase UNAVE) desenvolvem-se em várias vertentes como a investigação científica, a cria-ção de ferramentas de suporte ao conhecimento, à divulgação e à gestão do produ-to sal, da actividade salícola e dos espaços de produção, a divulgação e a ligação àsociedade.

Na área da investigação científica desenvolvem-se trabalhos de caracterizaçãoquímica e microbiológica do sal, caracterização da componente geológica das Sa-linas, biodiversidade das Salinas e estudo de protótipo para a construção, manuten-ção dos muros das Salinas de forma mais resistente, ecológica e “económica”, coma utilização de novos materiais como os geossintéticos.

Na área de criação de ferramentas desenvolve-se um Fundo Documental quecongrega as referências bibliográficas da actividade salícola ou com ela relaciona-das, existentes nos países que integram o projecto (Portugal, Espanha, França e Rei-no Unido) e um SIG (Sistema de Informação Geográfica) aplicado ao Salgado deAveiro que integra os trabalhos desenvolvidos pelas várias equipas, permitindo a suaconsulta fácil e posterior adaptação para utilização num processo de gestão da áreade produção do Salgado. “Actualmente, o Salgado de Aveiro encontra-se submeti-do a pressões de diferentes origens como sejam a conversão a aquacultura, as alte-rações do sistema hídrico por infra-estruturas de transporte e a pressão urbanísticaque têm vindo sucessivamente a relegar para último plano a actividade que carac-terizou este Salgado ao longo de séculos – a salicultura. Em 1956, a área do salga-do dedicada à produção de sal rondava os 1500 ha, enquanto que na actualidadese fica pelos 50ha. Para que seja possível a coexistência entre as diferentes activida-des, com uma exploração sustentável dos recursos, é imperioso que se pratique umagestão efectiva do salgado, constituindo o SIG uma ferramenta fundamental” (UNA-VE et al, 2007).

Ao nível de divulgação, a equipa do projecto SAL, tem vindo a organizar algu-mas actividades direccionadas para um público mais abrangente, de forma a sensi-bilizá-lo para esta temática, nomeadamente no que diz respeito aos efeitos do Sal nasaúde e às características nutricionais do mesmo (demonstrando as qualidades do SalMarinho Artesanal face aos restantes tipos de sais à venda para utilização alimentar).Outro aspecto focado neste processo de divulgação é a demonstração, através deuma oficina de trabalho com base na tecnologia SIG, da utilidade das novas tecno-logias no apoio a uma actividade tradicional. Estas actividades de divulgação são en-quadradas no âmbito de acções de cariz institucional, promovidas pela Universida-de, como por exemplo a Semana Aberta da Ciência e Tecnologia.

A preocupação de estabelecer uma ligação à sociedade de forma continuada, re-lativa à temática do SAL, prende-se com alguns factores relevantes, dos quais se podedestacar:

– o facto da Universidade ser, ela própria, proprietária de Salinas;– a vontade institucional de promover a actividade salícola enquanto activida-

de de referência no quadro identitário da região;– o interesse no desenvolvimento de actividades de investigação e divulgação

enquanto projectos – piloto, que fomentem a emergência de projectos de ca-rácter empresarial (privados, públicos ou em parceria público-privado) combase no aproveitamento deste recurso.

277THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Neste sentido a Universidade tem em desenvolvimento várias propostas de pro-jectos e parcerias com outras entidades que pretendem dar continuidade ao traba-lho no âmbito da temática do Sal.

4. Considerações finais

Através dos exemplos sumariamente descritos atrás podemos constatar que asinstituições constituintes do Sistema Científico, qualquer que seja a sua tipologia (ins-titutos de investigação, institutos politécnicos ou universidades) desempenham ac-tualmente um papel preponderante na consolidação da capacidade relacional da re-gião onde estão inseridas. Esta “nova” função pode ser materializada através da “Rea-lização de projectos específicos que envolvam acções de cooperação entre empre-sas e que possam contribuir para diminuir o fosso existente entre a ciência e tecno-logia e a sociedade, entre a investigação fundamental e aplicada e entre a descobertade novas tecnologias e o desenvolvimento de produtos e processos de produção viá-veis”( Pires, A. & Castro, E. 1997, in Rodrigues, C., 2001).

A natureza e diversidade de acções que estas instituições desenvolvem / podemdesenvolver “(…) contribuem para a competitividade de uma região através da ofer-ta de recursos técnicos, da disponibilização do conhecimento que pode ser aplica-do à inovação do produto e do processo, da criação de novas empresas, assim comoatravés de oportunidades e de experiências partilhadas, dado serem parte do capitalsocial e da rede onde se inserem”.(Raposo, M.. & Sarraqueiro, Z. 2005)§

5. Bibliografia

Comissão das Comunidades Europeias, O Papel das Universidades na Europa do Conhecimento; Comis-são das Comunidades Europeias, 2003

Mendonza, H., Dunaliella Salina y Las Salinas, Comité de Orientação, Projecto Interreg SAL, Aveiro, 17-19 Outubro 2006

Morgan, K., The Learning Region: Institutions, Innovation and Renewal, Regional Studies, 1997

Necton, SA., Guia de Boas Práticas em Salinicultura, Animação local para o desenvolvimento e criaçãode emprego na Ria Formosa, Olhão, 2006

Raposo, M., Sarrasqueiro, Z., A Universidade e o Desenvolvimento Regional, Cadernos de Economia,2005

Ribeiro, J., Santos, J., Produtos do Território e Desenvolvimento Local, 2006

Rodrigues, C., Universidades, sistemas de inovação e coesão regional, Dissertação de mestrado, Univer-sidade de Aveiro, 2001

UNAVE, Silva, A., Martins, F., A Vantagem da Inteligência Geográfica, Exposição/Concurso de posters, 5ºEncontro de Utilizadores ESRI, Lisboa, 28-29 Março 2007

6. Webgrafia

www.necton.pt; www.itcanarias.org; www.ua.pt; www.uminho.pt

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS278

OS MUROS (MOTAS) DAS MARINHAS DE SAL DE

AVEIRO

Carlos Coelho*

Resumo: A actividade da recolha do sal encontra-se em decadência, existindo muitasmarinhas abandonadas. O processo de degradação e abandono das marinhas é acele-rado pelas fortes correntes de enchente que penetram no interior da laguna, destruin-do os muros de protecção das marinhas (motas). As motas são pequenos diques rudi-mentares, construídos pelos agricultores, com baixas cotas de coroamento e constituí-dos pela consolidação de lodos com pedras e matéria orgânica. Estas motas garantiama defesa da laguna contra o avanço das águas salgadas e controlavam, com o apoio decomportas a hidrodinâmica da ria. Actualmente, as motas não protegem de forma efi-caz os terrenos, devido ao deficiente estado de conservação, à permeabilidade e à re-duzida cota de coroamento.Apresenta-se um levantamento do estado de conservação de algumas motas, a carac-terização sumária do regime hidráulico da ria e a avaliação da evolução da dinâmicalagunar e suas consequências na funcionalidade das motas e das próprias marinhas.

1. Introdução

O Departamento de Engenharia Civil da Universidade de Aveiro tem desenvol-vido algum trabalho de caracterização das estruturas que definem as ilhas onde seprocede à actividade de recolha do sal. Estas estruturas, tradicionalmente construí-das em terra, têm sofrido uma degradação acentuada, alterando de forma significa-tiva a imagem da ria e o comportamento hidrodinâmico dos seus canais.

Neste trabalho procede-se a uma breve caracterização da laguna de Aveiro e dasua formação, como representação do espaço onde se localizam as marinhas de sal.É brevemente descrita a importância do sal ao longo dos tempos, relacionando-secom a evolução das próprias marinhas onde é produzido.

Relativamente aos muros das marinhas, descreve-se a forma como estes eramconstruídos no passado. No presente verifica-se que essa construção não é eficaz eexiste uma degradação generalizada das motas. Como tal, tentam identificar-se ascausas desta situação e descreve-se o estado actual da laguna e das marinhas, deacordo com um levantamento que se está a efectuar. É ainda realizada uma breve ca-racterização da dinâmica dos canais da ria e dos sedimentos utilizados para a cons-

279A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected] Secção Autónoma de Engenharia Civil da Universidade de Aveiro. Licenciatura emEngenharia Civil, FEUP (1994). Mestrado em Estruturas de Engenharia Civil, FEUP (1997). Doutoramen-to em Engenharia Civil, Universidade de Aveiro (2005). Engenheiro projectista (Setembro de 1994 a Fe-vereiro de 1999). Assistente (Fevereiro de 1999 a Maio de 2005) e Professor Auxiliar (desde Maio 2005)na Secção Autónoma de Engenharia Civil da Universidade de Aveiro.

trução das motas.Por fim, são apresentadas algumas considerações sobre possíveis soluções que

estão a ser estudadas para adequar as motas às condições actuais da ria e assim me-lhorar o comportamento hidráulico, geotécnico e estrutural dos muros das marinhasde sal de Aveiro.

2. A Laguna de Aveiro

A configuração da costa portuguesa sempre sofreu modificações ao longo dosanos, sendo ainda visíveis, ao nível da geologia, os indícios que permitem afirmarque o local que hoje é conhecido como laguna de Aveiro era em tempos um vastogolfo marinho que se estendia desde próximo de Espinho até à Serra da Boa Viagem,na Figueira da Foz. Ao longo do tempo os sedimentos transportados pelos ventos epelas correntes marítimas foram convergindo para a costa, formando dois grandes ca-bedelos. Desde Ovar, o cordão dunar viria e estender-se para sul.

Assim, no século XII criou-se a barra da Torreira e no século XV, a barra chega-va a um local conhecido como Senhora das Areias. Com o passar dos anos o pro-cesso de formação do cordão de dunas deu origem a uma laguna, na qual desaguamo rio Vouga e outros pequenos cursos de água. Durante vários séculos, a localizaçãoda barra, conheceu diferentes posições, entre Ovar e Mira, chegando a haver anosem que a laguna ficou completamente isolada do mar. Devido à contínua deposiçãode sedimentos, em 1757 a laguna fechou-se completamente, altura em que Aveiroregistou uma grande mortalidade e estagnação económica. No dia 3 de Abril de 1808foi reaberta a comunicação com o mar, desta vez através de uma ligação artificial quepermitiu que Aveiro recuperasse da crise criada. A barra de Aveiro foi então fixadano local onde ainda hoje se encontra.

Os aspectos mais característicos da laguna de Aveiro são:• O sistema de ilhas rodeadas de canais;• Os canais de Ílhavo/Mira e S. Jacinto/Ovar que divergem desde a barra para sul

e para norte respectivamente, e que seguem paralelos à linha da costa;• A comunicação com o mar, efectuada apenas por uma única ligação mantida

artificialmente, a barra.

Os diversos ramais que constituem a ria podem ser classificados em:• Cales: designação para os esteiros principais ou canais, que permitem a nave-

gação dos barcos mercantes a qualquer maré;• Esteiros: correspondem aos esteiros secundários, que por vezes estão assorea-

dos e não permitem a navegação a qualquer maré;• Folsas: são pequenos canais sem saída que ligam os esteiros às marinhas, sen-

do muitas vezes pertencentes às mesmas. Estas estão geralmente assoreadas,salvo quando os proprietários as mantêm limpas e, para isso ser vantajoso, énecessário que o esteiro onde desaguam esteja também desassoreado, para sernavegável em todas as marés.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS280

2.1. O salOs Romanos estabeleceram-se na foz do Rio Vouga em Cacia quando ainda não

existia laguna. Nos recônditos da costa (Aveiro) instalou-se uma primária indústriasalineira. Devido à importância que o sal assumia na economia das antigas civiliza-ções, a produção de sal foi continuadamente crescendo até à fundação de Aveiro,lugar privilegiado porque se situava no centro da zona produtora e também porquetinha acesso fácil por mar. Foi nessas terras alagadiças e bastante nutritivas que se de-senvolveu a agricultura e a produção de sal.

Durante a época medieval, a importância do sal marinho ganhou relevo devidoao uso dado na conservação dos alimentos. A exportação de sal, que remonta ao séc.XIII, era de sal preferencialmente produzido a norte, sendo esta situação alterada emfavor de Lisboa e mais tarde de Setúbal. Desde o início desta grande indústria, queas zonas de Aveiro, Lisboa e Setúbal se destacaram. Posteriormente a produção desal foi também levada até ao sul, sendo Faro o primeiro local de exploração.

Já no século passado, nos anos 30 houve uma significativa redução do preço dosal ao produtor, o que resultou numa quebra de produção. Nos anos 50 a produçãoera praticamente assegurada devido à existência de uma extensa frota bacalhoeira euma indústria química consumidora de sal. Nos anos 70, devido a diversos factores(aumento do custo de produção, introdução de novos processos tecnológicos na in-dústria química e das pescas, alterações na economia e na sociedade) assistiu-se auma sucessiva desvalorização do sal. Observou-se uma sucessiva diminuição da pro-dução e muitas marinhas foram abandonadas ou destruídas.

Nos dias de hoje uma grande percentagem das marinhas de sal desapareceu de-vido ao abandono da actividade, e as mais importantes razões para que tal tenhaacontecido são:

• A falta de adaptação às novas tecnologias;• As condições atmosféricas que condicionam a produção;• O uso generalizado do “frio” na conservação dos alimentos que coloca de par-

te o uso do sal;• O atractivo e rentabilidade de outras actividades face à salicultura.

2.2. As marinhas de AveiroOs terrenos ideais para a construção de marinhas de sal, devem ter o nível freá-

tico bastante abaixo da superfície para que nunca brote água na marinha. Os terre-nos devem ser suficientemente impermeáveis para que a água se mantenha na ma-rinha e não se infiltre levando com ela o sal e devem evitar a presença de qualquermatéria orgânica susceptível de sujar o sal. Assim, entende-se os terrenos argilososcomo bons terrenos para as marinhas de sal.

Uma marinha de sal corresponde a um conjunto de reservatórios feitos de terraque se destinam a receber a água do mar, através de rios, esteiros ou sapais que comele comunicam, onde evapora a água, retendo o sal que nela vem dissolvido. As ma-rinhas do salgado de Aveiro situam-se nos concelhos de Aveiro e Ílhavo. As marinhasocupam actualmente as áreas de sapal, que constituem ilhas dentro da ria, sendomuito poucas as que têm acesso por terra.

Na figura 1 observa-se em fotografia aérea o salgado de Aveiro, que abrange ma-rinhas separadas por esteiros e canais, distribuídas por 5 grupos:

281THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

• Grupo de São Roque ou Esgueira: junto ao aglomerado urbano de Aveiro, e se-parado deste pelo canal de São Roque, limitado a norte e poente pelo Canalda Veia e a nascente pelo Esteiro de Esgueira.

• Grupo do Sul: a sul do Canal Principal que comunica com o canal das Pirâ-mides até à Cale de Gafanha, limitado a poente pelo canal de Ílhavo, a nas-cente pelo Canal das Pirâmides e a sul por Ílhavo.

• Grupo do Mar: a norte do Canal Principal e a sul do Esteiro de Sama, limita-do a nascente pela Cale da Veia e a poente pela Cale da Gafanha ou Canal daCidade.

• Grupo do Norte: entre a Cale do Espinheiro ou Rio Novo, limitado a norte e apoente pelo Esteiro de Sama, a sul pela Cale dos Bulhões e a nascente pelaCale da Veia.

• Grupo do Monte Farinha: entre a Cale de Oiro e Parrachil a norte, a Cale doEspinheiro ou Rio Novo a nascente e sul, e a Cale de Oiro e a Cale da Gaivo-ta a poente.

Figura 1: Localização do salgado da ria de Aveiro.

Em Aveiro, o trabalho nas marinhas de sal começa em Março/Abril, com o co-meço dos trabalhos preparatórios e reparações. Nesta fase do trabalho, quando se ini-ciam as limpezas das marinhas, são retiradas as lamas e levadas para os muros o quepermite a conservação do muro. A extracção do sal decorre desde a Primavera atéSetembro/Outubro, altura em que, com o aparecimento das primeiras chuvas é ne-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS282

cessário tapar os montes de sal acumulado até à altura.

3. Muros das Marinhas (Motas)

Os múltiplos canais e esteiros que se desenvolvem em toda a laguna de Aveirosão contidos por muros de terra. Estes muros definem os limites exteriores das mari-nhas e representam o primeiro cuidado na construção de uma salina. Os muros, oumotas, têm como principal função fechar e proteger as marinhas, devendo sempreter cotas de coroamento superiores às maiores marés. No entanto, as motas não de-vem ser demasiado altas para que o transporte do sal para fora da marinha seja fa-cilitado e também para que não seja impedida a circulação do vento, fundamentalno processo de evaporação da água e cristalização do sal.

Além disso, as motas das marinhas servem também de acessibilidade às eiras,pelo que devem ter condições para a circulação de pessoas e/ou carros. As eiras sãolugares propositadamente escolhidos para armazenar o sal, situados nos muros ex-teriores das marinhas e estrategicamente colocadas para que o sal fique em segurançarelativamente à água, e para que seja facilitado o seu transporte por barco ou por car-ro.

3.1. Construção tradicionalTradicionalmente, as motas são constituídas por duas paredes paralelas de “tor-

rão”, que delimitam as marinhas e simultaneamente impedem a inundação duranteas marés. O torrão é um paralelepípedo de terra argilosa endurecida com uma facede cerca de 20 por 20 centímetros e com profundidade igual ao tamanho da lâmi-na de uma enchada, usada para retirar o torrão do chão das marinhas de junco, lo-cal onde são produzidos. A qualidade do torrão (argila com grande implantação deflora ambiental) origina uma aglutinação muito forte e uma completa integração noambiente do meio local. A caixaconstituída pelas paredes do muro épreenchida com lamas, que conferema necessária impermeabilidade aomuro.

Este tipo de construção tradicio-nal respondia assim aos dois aspectosprincipais exigidos para a sua função,originando estabilidade ao muro dedefesa, bem como a impermeabilida-de necessária para o bom funciona-mento das marinhas de sal. A figura 2esquematiza o processo construtivo.

Figura 2: Ilustração representativa do processotradicional de construção das motas, em torrão.

283THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

De acordo com a figura 2, as duas paredes das motas de vedação eram realiza-das em torrão, paralelas e com um talude conveniente. Entre as paredes era defini-do um intervalo de 3.0 m a 3.5 m (geralmente a largura na base dos muros), que seenchia de lama. Para que estas duas linhas de torrão não resvalassem depois pelo soloescorregadio da praia, era costume colocá-los de maneira a que a superfície cober-ta de vegetação assentasse directamente no chão do sapal. Levantadas duas ou trêsfiadas, enchia-se imediatamente o vão compreendido entre elas, caixa do muro, comlamas de baldeação, provenientes do interior da marinha. Os marnotos cortavam alama em paralelepípedos alongados, postas, com baldes (pequenas pás compridase estreitas), e depois atiravam-na com esta forma e com os próprios baldes, para den-tro da caixa dos muros.

À medida que as fiadas iam subindo, o muro ia estreitando. Tendo na base 3.5m de largura, o muro ficava apenas com 2.5 m a uma altura de 1.2 m, sendo a dife-rença absorvida pelos taludes. Chegado a uma cota não atingida por cheias ordiná-rias, o muro era encimado por um capelo de lama.

Esta maneira de construir oferecia bastante resistência ao embate das águas, por-que o torrão enfenava, isto é, as plantas que trazia da praia lançavam raízes à lamados muros, tornando-se estes, por tal modo, muito mais sólidos. Ainda assim, os mu-ros mais expostos aos ventos dominantes eram guarnecidos de pedra solta, ordina-riamente grés vermelho, ou de uma sebada, de fachina entrelaçada em estacas de pi-nheiro.

Apesar de todas estas precauções, praticamente todos os anos os muros sofriamdanos com os vendavais de Inverno. As pedras resvalavam, as sebadas desfaziam-se,o torrão desmoronava-se, a lama diluía-se, ao ponto de muitas vezes se abrirem nosmuros grandes bocas, chamadas cambeias. Todos estes estragos eram anualmente re-parados, antes de se principiarem os trabalhos de amanho, ou seja, entre Fevereiroe Abril.

3.2. Causas da degradação das motasA construção das motas, realizada da forma descrita no ponto anterior, deixou

de ser eficaz por diversos motivos. Além dos factores já mencionados, relacionadoscom a menor utilização do sal e consequente abandono da actividade, a degrada-ção dos muros é também devida às obras realizadas no porto de Aveiro, com con-sequências ao nível das amplitudes de maré, das velocidades de corrente e da sali-nidade da água dentro da laguna.

A fixação artificial da barra foi fundamental para a resolução do problema de ins-tabilidade do sistema lagunar e por outro lado permitiu o crescimento do porto deAveiro. No entanto, o aprofundamento do canal principal para permitir a entrada deembarcações de grande porte, alterou a hidrodinâmica nos canais da ria. Os volu-mes de água a entrar e a sair da ria em cada ciclo de maré aumentaram significati-vamente.

Surgiram dificuldades de manutenção dos muros, devido aos maiores níveis deágua, relacionados com as maiores amplitudes de maré, maiores velocidades de cor-rente nos canais originadas pelas correntes de enchente e de vazante e ao avanço dasalinidade. Parte da vegetação existente nos muros não sobreviveu às novas salini-dades, deixando de cumprir a função de revestimento e protecção dos muros. Como

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS284

consequência, verifica-se a destruição dos muros pela parte lateral superior sujeitaà acção das marés, associada à falta de flora de protecção, em resultado do aumen-to da salinidade e até por vezes, da poluição.

Estas dificuldades nas condições de produção de sal conduziram também a ou-tro problema enfrentado pelo salgado de Aveiro, relacionado com a falta de pessoaldisponível para a actividade. Houve portanto uma relação simultânea de causa e efei-to, já que o abandono da actividade facilitou a degradação das motas e as dificul-dades de manutenção das marinhas conduziram ao abandono da actividade.

Ainda relacionada com o abandono da actividade é a questão das acessibilida-des, já que a natureza insular de algumas marinhas acarreta custos de transporte agra-vados, que se reflectem no valor de produção.

Há ainda a referir que a localização da antiga lota de Aveiro veio promover, noscanais principais, a circulação de embarcações de alguma dimensão, o que provo-ca ondulação, ampliando os efeitos das acções sobre as motas e conduzindo a ummaior desgaste dos muros das marinhas.

Assim, em resumo, as principais causas de degradação dos muros podem serenumeradas como sendo:

• Abandono da actividade nas marinhas (falta de manutenção);• Canalização de grandes caudais na embocadura da barra;• Maiores amplitudes de maré e velocidades de corrente;• Ondulação provocada pelas embarcações.

Todas as causas referidas levam à degradação dos muros de defesa das marinhasque se encontrarem junto a canais ou esteiros. As principais consequências são:

• Desgaste da superfície exposta à acção erosiva da água, sendo tanto mais ac-tiva e importante, quanto maior o volume de água e a sua velocidade;

• Fractura, ou aparecimento de rachas que se devem à má compactação dos so-los através da qual ocorrem infiltrações, levando a quebras ou rombos (cam-beias) e até à destruição total da mota.

a) Cotas de coroamento insuficientes b) Rombos

Figura 3: Diferentes problemas de degradação das motas.

285THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

A degradação das motas das marinhas é um fenómeno evidente que está a con-sumir o salgado de Aveiro, fazendo-o desaparecer fisicamente. Os rombos nos mu-ros são responsáveis pelo alagamento das marinhas que se vão transformando emgrandes reservatórios de água, que se enchem e esvaziam de acordo com os senti-dos da maré. Em diversos locais da ria, para grandes períodos do ciclo de maré, jánão se distingue a posição dos canais em relação aos limites do que eram as mari-nhas.

3.3. Levantamento da situação actual das motasApesar da grande dimensão da área ocupada pelas marinhas e da dificuldade de

aceder a alguns locais, tem sido efectuado o reconhecimento de uma elevada ex-tensão do terreno ocupado pelo salgado. Este reconhecimento engloba um levanta-mento pormenorizado de diversos muros, com a caracterização de dimensões e ma-teriais. Desta forma, tem sido criada uma base de dados onde é identificado o tre-cho de muro e a marinha a que corresponde, com a definição da largura do muroao nível do coroamento, os materiais que o constituem e o seu estado de conserva-ção, bem como uma breve referência às características do canal que lhe é adjacen-te.

a) Muro em terra

b) Muro reforçado com entulho

c) Muro reforçado com estacas de madeira

d) Muro reforçado com placas de betão

e) Muro revestido por enro-camento

f) Muro reforçado compneus

Figura 4: Diferentes tipos de reforço dos muros.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS286

Em termos da situação actual dos muros, verifica-se que existem muitos em ele-vado estado de degradação ou já inexistentes e outros onde existiu algum tipo de in-tervenção (figura 4). Os processos mais comuns na recuperação dos muros de defe-sa das marinhas resultam do conhecimento empírico dos marnotos e revelam-se ge-ralmente práticos e eficazes face aos condicionalismos. No entanto, a agressividadedo meio e a fuga da terra subadjacente são obstáculos ao bom funcionamento, comose constata na aplicação ineficaz de reforços de placas de betão, visível na figura 4d.

Ao ser necessário intervir rapidamente num muro prestes a arrombar ou já ar-rombado e com o mínimo de investimento possível, foram criadas pelos marnotossoluções de revestimento para os muros de defesa das marinhas. Alguns dessas so-luções serão descritas seguidamente.

Estacarias e Entabuamento (figura 4c)Corresponde a um processo tradicional, que apesar do custo continua a ser a so-

lução mais indicada para a maioria dos casos de grande exposição à erosão fluvial.As maiores dimensões são aconselhadas em casos especiais de acentuada erosãoabaixo da cota da base dos muros (nos canais).

Pedra, Resíduos Cerâmicos e Entulho (figuras 4b e 4e)É uma solução que se aplica a muros que possam ser alargados, e em que a ero-

são fluvial não é acentuada. Esta solução é económica, mas estes materiais são sus-ceptíveis à agressividade química das águas. Quando se utiliza esta solução, deve-se ter em atenção que o núcleo do muro deve ser plástico e resistente, em terra ar-gilosa.

Sacos de Serapilheira com BetãoOs sacos com betão dispostos em xadrez e suportados na base por estacas, são

um processo adequado para casos pontuais, como por exemplo, a falta de materialterroso no muro, ou quando o talude tem de ser vertical.

3.4. Hidrodinâmica dos canais da ria e características das argilas das motasPretendeu efectuar-se uma caracterização do regime de correntes e marés, bem

como a caracterização dos materiais que compõem os muros de algumas marinhas,por análise sedimentológica, com vista a viabilizar o estudo de um muro alternati-vo às soluções actuais.

Relativamente a uma caracterização hidráulica genérica, pode-se referir que oscanais da ria de Aveiro estão protegidos da acção da agitação marítima. Os canaisque conduzem à admissão de água para as marinhas estão sujeitos às amplitudes demaré e velocidades de corrente, constituindo estas as duas principais acções natu-rais com influência sobre as motas de terra que delimitam e protegem as marinhasde sal. Como referido anteriormente, nos canais principais, a circulação de embar-cações de alguma dimensão provoca ondulação, ampliando os efeitos das acções so-bre os muros.

Deve ainda referir-se que a previsível subida generalizada do nível médio daságuas do mar, possibilitará maiores e mais frequentes galgamentos do coroamentodos muros, conduzindo a mais frequentes inundações das marinhas.

287THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

No âmbito do trabalho desenvolvido, tentou ainda simular-se o comportamen-to das correntes e marés nos canais anexos às marinhas, com recurso a um modelonumérico que permitisse a extrapolação para qualquer situação, facilitando o estu-do de soluções. No entanto, verificou-se que não é fácil modelar as condições exis-tentes na ria, na região das marinhas. Nesta zona, a dimensão de muitos dos canaisnão é compatível com o nível de detalhe do modelo e o modelo não simula os gran-des reservatórios de água que actualmente muitas marinhas representam. Assim, osvalores medidos durante as campanhas de campo realizadas representam apenasuma indicação da ordem de grandeza das velocidades de corrente e das cotas do ní-vel da água a que as motas estão sujeitas.

Como indicação, refira-se que as máximas amplitudes de maré no interior da riaaproximam-se dos 3.5 metros, enquanto os valores máximos de velocidades de cor-rente serão de cerca de 2.4 m/s na embocadura da barra e canal principal e de cer-ca de 1.0 m/s nos canais de menor dimensão.

De forma resumida, nos canais da ria, a circulação caracteriza-se por:• A amplitude e a corrente da maré diminuírem para montante;• A maré propagar-se com atraso variável de local para local;• A inversão das correntes de maré ocorrer com atraso relativamente aos pontos

extremos da curva da maré;• A salinidade diminuir da barra para os extremos.

Foram também recolhidas amostras do solo que compõe os terrenos superficiaisdas motas e foram efectuadas análises em laboratório. Os resultados preliminares re-velam que os solos correspondem a argilas compactadas lodosas, com baixa resis-tência ao corte, grande deformabilidade e elevada plasticidade. Estes resultados se-rão comprovados por novos ensaios, para uma futura utilização de parâmetros, ne-cessários ao dimensionamento de uma solução que utilize as argilas existentes no lo-cal.

4. Conclusões

Os estudos que têm vindo a ser desenvolvidos visam o dimensionamento de umasolução para as motas das marinhas de sal, que seja eficaz na protecção das mari-nhas, pois considera-se que a manutenção do salgado de Aveiro obriga em primei-ro lugar à manutenção dos próprios muros que delimitam as marinhas. Devido aoestado de degradação de algumas das motas, é já difícil a sua reconstrução. Assim,a magnitude dos danos nos muros das marinhas deve ser um critério importante nadefinição de eventuais intervenções. As marinhas, ainda num razoável estado de con-servação, serão mais fáceis de recuperar.

Outro aspecto fundamental na definição de um local de intervenção passa pelalocalização da própria marinha, associando o potencial de produção de sal em qua-lidade e quantidade, com a facilidade de execução da intervenção, considerando oscustos associados à mobilização de equipamento para realização da recuperação.

Relativamente a condicionantes da construção, deve atender-se aos acessos à

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS288

obra de recuperação dos muros, uma vez que os locais são de difícil acesso e veri-fica-se uma contínua degradação das condições de navegação nos canais. Na ge-neralidade dos casos, a utilização de maquinaria para transporte de terras (uso pre-ferencial de argilas existentes no local) terá de ser efectuado por barco. A dimensãoda largura de coroamento do muro deve atender à possibilidade de utilização de ma-quinaria.

Por fim, considera-se que o uso de argilas existentes no local, combinado coma utilização de geossintéticos poderá ser uma solução viável, para algumas das ma-rinhas menos degradadas e de melhor acessibilidade. Os geossintéticos poderão re-presentar a função antigamente conferida pelo torrão, resistindo de forma eficaz àsmaiores solicitações actuais e mitigando impactes ambientais negativos. Neste tipode solução, é fundamental garantir o bom funcionamento de alguns aspectos, no-meadamente a resistência à acção dos roedores e ter em atenção a impermeabilidadeda fundação da mota, já que corresponde a uma zona geralmente mais vulnerável.

AgradecimentosA realização deste trabalho contou com a preciosa colaboração dos alunos dalicenciatura em Engenharia Civil da Universidade de Aveiro, João Cordeiro eCarla Pereira, aos quais se agradece.§

289THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

REALIZACIÓN DE UN CENSO DE LAS SALINAS DE

CASTILLA – LA MANCHA

Jesús-F. Carrasco* & Katia Hueso Kortekaas**Asociación de Amigos de las Salinas de Interior

Resumen: Se puede decir, utilizando un término prestado de la Biología, que las sali-nas de evaporación solar en el interior del continente, son un endemismo ibérico. A lolargo de la Historia, en la Península, llegaron a funcionar más de 250 de estas explo-taciones. Alrededor de 50 lo hicieron en las tierras que, en estos momentos, forman par-te de la región de Castilla – La Mancha. En la Asociación de Amigos de las Salinas deInterior nos propusimos realizar un censo de las salinas que alguna vez existieron enla región como primer paso para estudiarlas más detalladamente y contribuir a su con-servación. En esta comunicación se ofrece un avance de algunos resultados alcanzadoshasta el momento: se ha realizado una búsqueda documental de las salinas de toda laregión y un estudio pormenorizado de dos provincias: Guadalajara y Cuenca.

Palabras clave: Salinas de interior, paisaje de la sal, Castilla – La Mancha, censo de sa-linas.

Antecedentes:

Hace mucho tiempo que la sal común ya no se considera un tesoro. Pero durantesiglos, en todo el mundo, la producción, el almacenamiento, el transporte y la ven-ta de la sal estuvieron bajo control del gobierno de turno y los beneficios generadosse persiguieron por todos los medios. Para producir y comercializar la sal se cons-truyeron instalaciones especiales, a veces muy complejas y en ocasiones monu-mentales, y con las rentas se pudieron erigir grandes edificios, tanto de guarda y de-fensa como administrativos y religiosos.

Esa atención y dedicación de entonces se volvió abandono y dejadez en muchoslugares desde hace años. Por muy importantes, y rentables, que fueran algunas deesas instalaciones hace más o menos tiempo ahora se hunden y desaparecen. El im-

291A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]. Sociólogo por la Universidad Complutense de Madrid (España). Consul-tor de formación de recursos humanos, es especialista en formación a distancia y ha trabajado tanto enEspaña como Iberoamérica. Es secretario de la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior desde sufundación en 2002, donde realiza estudios de etnología e historia de salinas y ejerce tareas de contactoinstitucional.** [email protected]. Consultor en medio ambiente y desarrollo local. Bióloga por la Universidad de Lei-den (Países Bajos). Ha trabajado como investigadora en ecología y conservación en diversos países. En laactualidad es consultor en medio ambiente y desarrollo local, especialmente en planificación de espaciosnaturales y evaluación de impacto. Como presidente de la Asociación de Amigos de las Salinas de Inte-rior desde 2002, investiga, defiende y divulga el paisaje y la cultura de la sal

parable abandono de la actividad salinera tradicional fue convirtiendo las salinas enfantasmas y creando un paisaje de ruinas. Tras el abandono vino el olvido. Y los dosjuntos pudieron empezar a borrar las piedras y ocultar a las personas que estuvieronligadas a ellas. Unas y otras siguieron el mismo camino de la luz a la sombra.

La sal común se ha obtenido de muy diversas maneras según las épocas, las zo-nas del mundo y la forma como se presente este compuesto en la naturaleza. Des-de la recolección de la producida de forma natural en algunas costas marinas o la-custres hasta el cocimiento de salmuera, la producción en salinas de evaporación so-lar o la extracción en minas de sal gema. Hay una forma de obtener la sal que, enEuropa, es propia de la Península Ibérica: las salinas de interior. Este tipo de salinacomparte con las de la costa el aprovechamiento de la radiación solar y el viento paraevaporar la salmuera aunque sea a muchos kilómetros de cualquier mar. Utilizandoun término prestado de la Biología podemos decir que las salinas de evaporación so-lar, en el interior del continente, son un endemismo ibérico. Y no se trata de un casoaislado. A lo largo de la Historia llegaron a funcionar, entre España y Portugal, cen-tenares de salinas de este tipo. En el territorio de lo que hoy es Castilla – La Manchahubo alrededor de cincuenta.

El proyecto ETNOSAL

La Asociación de Amigos de las Salinas de Interior es una organización sin áni-mo de lucro, privada e independiente, que se dedica a la investigación, puesta en va-lor y divulgación del paisaje de la sal. Por cumplir los objetivos de generar y difun-dir conocimientos sobre las salinas y por sustentar de manera firme los argumentosque permitan ejercer cuantas acciones de protección del patrimonio natural y cul-tural sean necesarias, se consideró que un trabajo, ineludible e inaplazable, era re-alizar un censo de las salinas de interior. Lo primero, para delimitar el campo de es-tudio. Pero también como presentación de una realidad extendida por el territorio pe-ninsular y casi tan ampliamente ignorada.

Para empezar el inventario se pensó en los territorios que actualmente forman laRegión de Castilla La – Mancha. Distintas informaciones previas avalaban la creen-cia de que la cantidad de salinas que habían funcionado en esas tierras representa-ban un número significativo con respecto al total. Una cantidad todavía no deter-minada exactamente y que es el objetivo principal de otro proyecto que ya está enmarcha. Además, el origen de la Asociación estaba en las tierras salineras de la pro-vincia de Guadalajara que es una de las cinco que forman la región.

Objetivos del proyecto

Objetivos generales– Elaborar un censo de las explotaciones salinas que alguna vez funcionaron en

el territorio de lo que hoy es la Comunidad Autónoma de Castilla – La Man-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS292

cha, con especial atención a las pertenecientes al tipo denominado salinas deinterior.

– Localización e identificación de los restos materiales que haya de las salinas.– Localización de los salineros y sus huellas.

Objetivos específicos– Recopilación de la información documental disponible en cuanto a localiza-

ción y funcionamiento de las salinas en el territorio de lo que hoy es Castilla– La Mancha.

– Obtención de imágenes actuales de las salinas.– Obtención y estudio de testimonios de salineros.

Calendario previsto:Cuando comenzó el trabajo se estableció un calendario provisional, a cuatro

años vista, con la intención de dedicar una campaña a cada provincia “salinera” delas cinco que forman la región. Así, se planteaba el siguiente orden cronológico:

Guadalajara en el año 2004Cuenca en el año 2005Albacete en el año 2006Toledo en el año 2007A finales del año 2006 se han realizado las campañas de las provincias de Gua-

dalajara y Cuenca, como estaba previsto, en los años 2004 y 2005. Han quedado ensuspenso (a la espera de contar con fondos materiales) las campañas correspon-dientes a las provincias de Albacete y Toledo.

Actividades desarrolladasEl trabajo se organizó alrededor de tres ejes principales denominados “Fuentes

documentales”, “Imágenes” y “Experiencias personales”.En cada uno de ellos las actividades fueron las siguientes:

1.- “Fuentes documentales”:Búsqueda de datos:

1. Biblioteca Nacional de España2. Instituto Geológico y Minero de España3. Biblioteca Histórica de la Escuela de Minas (Universidad Politécnica de Madrid)4. Archivos Históricos de distinto ámbito (nacional, provincial, etc.)5. Consejo Superior de Investigaciones Científicas6. Base de datos de la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior7. Documentos de diverso tipo en diferentes localizaciones:

• Documentos electrónicos• Documentos procedentes de archivos personales• Proyectos técnicos relacionados con salinas• Recopilaciones efectuadas por curiosos y eruditos locales

2.- “Imágenes”:

293THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

• Búsqueda de imágenes antiguas de salinas • Toma de fotografías. Estado actual de las salinas• Ordenación y selección de imágenes

3.- “Experiencias personales”:• Localización de salineros• Entrevistas en profundidad • Análisis del contenido de las entrevistas

Plan de trabajo

En las dos campañas, más intensamente en la primera del año 2004, el eje “Fuen-tes documentales” se trató de una investigación de gabinete. El objetivo era locali-zar, recoger y ordenar datos sobre las salinas de Castilla – La Mancha existentes enbibliotecas, archivos y otros lugares citados más arriba. Esta labor se realizó funda-mentalmente, pero no en exclusiva, en Madrid puesto que la época de mayor acti-vidad de las instalaciones salineras, a las que se refiere el estudio, se produjo haceaños, y durante siglos la producción y el comercio de la sal estuvieron regulado porel Estado. El objetivo principal de esta fase era la búsqueda de pruebas documenta-les que permitieran la elaboración del censo de instalaciones salineras que funcio-naron en la región.

El eje “Imágenes” empezó justo a continuación del precedente. Su ámbito era laprovincia concreta que se tratase en cada campaña: en el año 2004 la de Guadala-jara; en 2005, Cuenca. Tuvo, en cada caso, una duración aproximada de cuatro me-ses y la actividad fue discontinua por razones de disponibilidad material de tiempo,por identificar e incluir nuevas localizaciones y por hacer las fotos en la época deprimavera y verano buscando contrastes propios de la explotación salinera. El trabajotenía planteadas dos facetas; por un lado la búsqueda de imágenes antiguas y por otrola producción de imágenes actuales. En esta fase se conjugaban técnicas de gabinetey de trabajo de campo.

El eje “Experiencias personales” coincidía en su realización con el precedente.Por tanto, era una actividad discontinua. En él se trataba de recuperar la experienciade los trabajadores de la sal. Era una investigación de tipo cualitativo basada en tes-timonios directos obtenidos mediante entrevistas con personas relacionadas profe-sionalmente con la producción de sal: salineros, gerentes, propietarios…

Recursos humanos

En las dos campañas realizadas han trabajado dos personas, con distinto gradode dedicación según el trabajo concreto y la disponibilidad personal, durante los cin-co meses previstos en el cronograma. Para los ejes 2 (“Imágenes”) y 3 (“Experienciaspersonales”) las dos personas mencionadas antes con la ayuda de colaboradores con-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS294

cretos según la experiencia profesional de cada uno (fotografía, por ejemplo) y la dis-ponibilidad de tiempo dada la época estival en la que se desarrollaron estos dos ejes.

Las dos campañas se desarrollaron entre los meses de mayo y septiembre.

Algunos resultados de las dos campañas realizadas dentro del proyectoETNOSAL

Aunque el proyecto ETNOSAL, como se ha explicado antes, aún no ha termina-do la fase de exploración de las cuatro provincias previstas, hay algunos resultadosque se pueden ir adelantando. Uno es la lista de referencias a instalaciones saline-ras correspondientes a las provincias de Guadalajara y Cuenca y el resultado de lacomprobación hecha durante los trabajos realizados en este proyecto. La clasifica-ción según el estado de conservación se explica a continuación y está basada en unacomunicación (Carrasco & Hueso, 2006) que aparece en la bibliografía adjunta y quese presenta aquí como un resultado más del proyecto ETNOSAL.

Las referencias a instalaciones salinas que aparecen en el proyecto se han loca-lizado de muy diversas maneras y, una vez captadas, se ha intentado cotejarlas envarias fuentes. El proceso de comprobación de una cita podía empezar con la men-ción en un documento o producto de una conversación con un informante, fuera ex-perto o no. Si el nombre de la salina en cuestión correspondía con el de un munici-pio, llamábamos a ese Ayuntamiento solicitando información del lugar. También sisabían de alguna persona que conociera la instalación o si había estudios de cual-quier tipo (históricos, arqueológicos, de costumbres..) y nivel de profundidad sobrela zona. A continuación tratábamos de entablar contacto con las personas que nosdecían y procurábamos encontrar las referencias bibliográficas, o de otro tipo, quenos hubieran descubierto.

El proceso continuaba (y sigue) abierto y nuevas referencias nos hacían revisarlas anteriores en un proceso de retroalimentación continua. Así a los nuevos infor-mantes se les preguntaba con la información más reciente y las consultas docu-mentales se afinaban con la información que íbamos recogiendo en el campo. Esteproceso nos permitió orientarnos en la confusión de nombres que, a veces, nos en-contramos al identificar una salina. A veces es muy difícil localizar el lugar dondese encuentra una salina sólo con la denominación que aparece en un documento.Sólo en los casos en los que el nombre con el que se conoció a la largo de la His-toria no ha cambiado, sigue en funcionamiento o ha estado funcionando hasta haceunos años y los restos han llegado a nuestros días. Pero no siempre es así y no hayque remontarse a documentos medievales para encontrar ejemplos. En la provinciade Guadalajara, la misma salina, se puede encontrar con todos estos nombres segúnla época y el tipo de documentos que se consulte: Salinas de Santamera, Salinas deCercadillo, Salinas del Gormellón y “La Escuadra”.

En la provincia de Cuenca hubo una explotación de sal gema de la cual se tie-ne referencia desde época romana. Plinio ya cita las bondades de la sal de Egelasta.Pues bien, La citada Egelasta, Iniesta, Minglanilla y La Pesquera se refieren al mismoyacimiento según la denominación de diferentes momentos históricos, según los

295THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

cambios administrativos, y diferentes sondeos realizados a lo largo de la Historia.Este proceso de revisión continua con la identificación y localización de las ins-

talaciones salinas continúa. En este momento los datos de las provincias de Guada-lajara y Cuenca están tal y como aparece en las tablas siguientes y la explicación dela columna “Estado actual” es esta:

– Sin producción desde hace años: Se refiere a una instalación en la que toda-vía se pueden observar parte o todas las instalaciones en pie.

– Desaparecidas: Se refiere a aquellas instalaciones identificadas pero de las queno hay rastros apreciables sobre el terreno. Esto puede ser debido al efecto delpaso del tiempo, o bien por la acción humana directa que ha hecho despare-cer las instalaciones construyendo nuevas edificaciones, carreteras o inun-dando la zona por la construcción de un embalse.

– En fase de (o con proyecto de) recuperación: Se refiere a aquellas instalacio-nes que se encuentran en proceso de recuperación o con un proyecto real pararecuperarlas.

– Sin localizar: Se refiere a aquellas referencias (normalmente bibliográficas) queno han sido localizadas en el terreno.

Censo de las salinas de la provincia de Guadalajara

Nombre de la salina . . . . . . . . . . . . . . .Estado actualComarca de Sigüenza

Alcuneza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosEl Atance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Desaparecidas bajo el embalse del mismo nombreBujalcayado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosCarabias . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosImón . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosLa Olmeda de Jadraque . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosParedes de Sigüenza . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosRiba de Santiuste . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosRienda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosSantamera / Gormellón / Cercadillo . . .Sin producción desde hace añosTordelrrábano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Desaparecidas bajo una carreteraTorre de Valdealmendras . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosValdelcubo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar

Comarca de Molina de Aragón-Alto Tajo

Almallá / Armallá / Tierzo . . . . . . . . . . .En fase de proyecto de explotación turísticaAnguita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosAnquela del Ducado / Selas . . . . . . . . .Desaparecidas bajo edificaciones y suelo agrícolaArmallones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarHombrados . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarLa Loma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarOcentejo / La Inesperada . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosSaelices de la Sal . . . . . . . . . . . . . . . . .En fase de recuperación para explotación turísticaRueda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarTerzaga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosTraid . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosValsalobre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años

Otras zonas

Alcocer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS296

Censo de las salinas de la provincia de Cuenca

Nombre de la salina . . . . . . . . .Estado actualBelinchón . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción de sal desde hace años, hoy vende salmueraBeteta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Afloramientos salinos, nunca se explotaron para salCañaveras . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarCañete . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizar. (Es muy posible que sea Salinas del Manzano)Enguídanos . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarHuélamo . . . . . . . . . . . . . . . . . .Desaparecida en el siglo XVILas Majadas . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarMinglanilla . . . . . . . . . . . . . . . .Mina de sal, sin producción desde hace añosMonteagudo de las Salinas . . . .Sin producción desde hace añosEl Pedernoso . . . . . . . . . . . . . . .Hubo producción de salitre, no produjo salLa Pesquera . . . . . . . . . . . . . . . .Mina de sal, sin producción desde hace añosSalinas del Manzano . . . . . . . . .En producción, aunque en franca recesiónSanta Cruz de Moya . . . . . . . . .Mina de sal, sin producción desde hace añosTragacete . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años, hoy vivienda particularValdemoro – Sierra . . . . . . . . . .Sin localizarValsalobre . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace añosVillar de la Encina . . . . . . . . . . .Sin localizarVillar del Humo . . . . . . . . . . . . .Sin localizarVillarrubio . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin localizarVíllora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sin producción desde hace años

A continuación se presenta una selección de documentos publicados que fue-ron consultados para la realización del censo de las salinas de las provincias de Gua-dalajara y Cuenca, primeros pasos para completar el correspondiente a la Comuni-dad Autónoma de Castilla – La Mancha.§

Bibliografía

Altimir, J. (1949): La sal en el mundo. Tomo I Europa, Barcelona. Ediciones al servicio de la industria sa-linera.

Ander-Egg, E. N. (2003): Técnicas para la recogida de datos e información, Métodos y técnicas de inves-tigación social IV. Buenos Aires-México. Ed. Lumen.

Bernard, H., Pelto, P., Werner, O., Boster, J., Romney, K., Johnson, A., Ember, C. & Kasakoff, A. (1986): “Theconstruction of primary data in cultural anthropology”. Current Anthropology 27(4): 382-396

Carrasco, Jesús-F. & Hueso, Katia (2006): «Métodos tradicionales de obtención de sal: una revisión de con-ceptos». I Congreso Internacional de Minería y Metalurgia en el contexto de la Historia de la Humanidad:pasado, presente y futuro. 6-9 de julio de 2006. Mequinenza. Zaragoza.

Cebrián Abellán, A, & Cano Valero, J.(1992): Relaciones topográficas de los pueblos del Reino de Murcia(1575-1579). Murcia. Universidad de Murcia, Secretariado de Publicaciones.

Contreras, A., Lafraya, S., Lobillo, J., Soto, P. & Rodrigo, C. (1998): Los métodos del diagnóstico rural rá-pido y participativo Curso de Diagnóstico Rural Participativo, El Rincón de Ademuz, Valencia

Cruz García, O.(1989): “Norias de tradición mudéjar en Imón”. Revista de Folklore, 107: 147-166.

Espejo, C.(1919): “La renta de salinas hasta la muerte de Felipe II”. Tipografía de la Revista de Archivos,Bibliotecas y Museos. Madrid

Instituto Tecnológico GeoMinero de España (1997): Inventario nacional de recursos minerales de cloru-ro sódico y sales potásicas. Madrid. Instituto Teconológico GeoMinero de España.

López Gómez, A. (1970): “Salinas de la comarca de Imón (Guadalajara)”. Revista de Estudios Geográfi-cos, pp. 371-394, Madrid

Morère, N. (1991): “L´exploitation romaine du sel dans la region de Sigüenza”. En Gerión, Homenaje alDr. Michel Ponsich. Madrid. Editorial de la Universidad Complutense de Madrid. Páginas 223-235

Morère, N. (1994): “La sal en la Península Ibérica. Los testimonios literarios antiguos”. Hispania AntiquaXVIII: 235-250

Morère, N. (1995): La sal según la “Geografía” de Estrabón. Un mapa de la sal y algunas aportaciones.

297THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Documento inédito.

Morère, N. (2001): “À propos du sel hispanique, Archeologie du sel: Techniques et Societés”. XIVé CongrèsUISPP, Liège.

Pastor de Togneri, R. (1963): “La sal en Castilla y León. Un problema de la alimentación y del trabajo yuna política fiscal (Siglos X – XIII)”. Cuadernos de Historia de España. XXXVII – XXXVIII págs. 42-87. Bue-nos Aires

Pastor y Rodríguez, J. (1880): Estudio sobre el desestanco de la sal y el régimen legal, administrativo y eco-nómico más conveniente para la industria salinera española. Madrid. Imprenta y fundición de M. Trillo.

Puche Riart, O., Mazadiego Martínez, L.F. & Ayarzagüena Sanz, M. (2002): Los museos y las minas mu-seo de la sal en Europa. Manuscrito.

Sala Aniorte, F. (2000): “Antropología de la sal en el arco Mediterráneo. Las ciudades salineras y su iden-tidad cultural”. Actas del curso Antropología del Mediterráneo, Universidad Internacional del Mar, Mur-cia.

SNV (2004): Rapid rural appraisal, participatory rural appraisal and participatory learning and action.http://snvworld.org/cds/rgMRD/rural-development (Revisado en agosto 2004)

UCLM (2004): Respuestas de los pueblos de la provincia de Guadalajara. Relaciones Topográficas de Fe-lipe II. Centro de Estudios de Castilla – La Mancha. http:// www. uclm. es / ceclm / DOCUMENTACION%20 VIRTUAL / relaciones / relas . htm (Revisado en septiembre de 2004)

V.V.A.A. (Varios años): Estadística Minera de España. Dependiente del Ministerio de Fomento, Industria yHacienda según las épocas.

Yegros, S. (1852): Apuntes sobre salinas. Madrid. Imprenta de la Viuda de D. Antonio Yenes.

Zarco-Bacas y Cuevas, E. (1983): Relaciones de pueblos del Obispado de Cuenca. Cuenca. DiputaciónProvincial.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS298

DO GLORIOSO PASSADO DAS MARINHAS DO

SADO…

Renato Neves* - Mãe d´água

Resumo: Este trabalho baseia-se na análise de fotografias aéreas da área do salgado doSado, desde meados de 1980 até à actualidade. Nele se espelha a evolução da ocupa-ção do salgado com a sua utilização para diferentes fins, nomeadamente a aquacultu-ra, os arrozais, e a destruição pela expansão urbana e infra estruturas rodoviárias, ques-tionando-se o deficiente ordenamento a que a área está sujeita.

Glorioso passado

No conjunto dos salgados portugueses o Sado assumiu um papel especialmen-te preponderante tendo em determinados períodos sido o principal centro produtornacional, quer em número de marinhas quer em produção global. Como é bem co-nhecido o chamado sal de Setúbal foi um dos principais produtos de exportação dePortugal, assegurando algum equilíbrio comercial a uma economia periclitante, re-sultante de circunstâncias históricas particularmente difíceis como as que se viveramno período da Restauração.

A procura do sal de Setúbal nesses períodos levou a uma intensa construção demarinhas, desde a embocadura do estuário até quase ao limite da área de influên-cia das marés, não sendo difícil de compreender que tenha havido uma procura dasmelhores localizações quer em termos da tomada das águas, quer, sobretudo, dos lo-cais de acostagem para carregamento do sal.

Foi certamente um compromisso difícil de alcançar, já que muitas localizaçõesexcelentes em termos de qualidade da água (entendida aqui como grau de salinida-de), não têm a mesma correspondência em termos de acessibilidade e capacidadede manobra das embarcações, condicionando por isso, de alguma forma, o escoa-mento do produto, como se verifica no interior da intricada rede de esteiros e ramaisdos canais da Vaia, Mourisca, Faralhão e Praias do Sado. A situação inversa verifica-se em muitas localizações ao longo do canal de Alcácer.

299A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]. Ornitólogo. Trabalhou durante cerca de 10 anos no Instituto de Conservaçãoda Natureza, realizando entre outros trabalhos inventários de populações de aves aquáticas dependentesde salinas. Actualmente é gerente da empresa Mãe d´água, a qual actua na área da Ecologia realizandoestudos, caracterização, gestão e monitorização de sítios de interesse natural, alargando também estes do-mínios a componentes de divulgação e promoção destes elementos. A Mãe d´água desempenha o papelde entidade cordenadora do Projecto INTERREG – SAL em Portugal

Figura 1 - Localização dos diferentes grupos de salinas existentes no estuário do Sado

Analisando a toponímia coligida por Virgínia Rau (1984) e Erik Lindberg (2005)relativa a grupos, nomes de marinhas e esteiros do salgado do Sado e fazendo a suacorrespondência aos grupos actuais de salinas (quadro 1), verificamos que muitos doslocais de produção conhecidos até meados do século XX estão perfeitamente refe-renciados pelo menos a partir do século XVI-XVII.

É curioso verificar que muitos dos nomes citados por Lindberg corresponderemaos nomes dos esteiros que rasgam todo o salgado e que, como referimos anterior-mente, desempenhavam um papel crucial no abastecimento das várias marinhas poreles servidos e também para o escoamento do sal por via fluvial. Outro aspecto in-teressante focado na documentação citada por Lindberg, reside no facto de salinassituadas no mesmo esteiro terem classificações diferentes quanto à qualidade do salnelas produzido.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS300

Quadro 1 – Correspondência toponímica actual a partir de Rau (1984) e Lindberg (2005)

Toponímia em Rau (1984) .Toponímia em Lindberg (2005) .Correspondência actual*Abul . . . . . . . . . . . . . . . . . .Abul . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Abul - Bocas de PalmaAlberge . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Alberge - Faias . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Baya . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Vaia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Bombarahla . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Bombaralha - Batalha . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Boranca . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Barroca - Vale de Judeus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Boza da Cazada . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Boca da Casada - Praias do Sado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Cachopos . . . . . . . . . . . . . . . . . .Cachopos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Carualhas . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro das Carvalhas - Vaia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Chaxolha . . . . . . . . . . . . . . . . . .Sachola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Alemo . . . . . . . . . . . .Esteiro de Álamo - Vaia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro de Joa Barlandrouve . . . .Esteiro de João Landrob - Faralhão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Faralho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Faralhão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Gambea . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Gâmbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Guarnadihlo . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Granadilho -Praias do Sado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mourisca . . . . . . . . . . . . . . . . . .MouriscaCabo de Musgos . . . . . . . . .Musgos . . . . . . . . . . . . . . . . .Pontal de Musgos, sítio nas proximidades

do actual grupo da GâmbiaEsteiro de Palma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Bocas de PalmaEspim do Norte . . . . . . . . . .Espam da banda da-Norte . . . .Actualmente o topónimo tem correspon-

dência apenas na margem sul, na épocaseria provavelmente uma das designaçõesgrupo actual de Bocas de Palma

Espim do Sul . . . . . . . . . . . .Espim . . . . . . . . . . . . . . .Espim, sítio nas proximidades do actualgrupo de Cachopos

Enxorroqueira . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Enxarroqueira . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Maria Mansa . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Maria Mansa - Faralhão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Monte de Cabraz . . . . . . . . . . . .Monte de CabrasMonte Vil . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Actual Montevil, nas proximidades de Tor-

rinha/Casas NovasMotrena . . . . . . . . . . . . . . .Motrema . . . . . . . . . . . . . . . . . .Mitrena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Murta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .O sítio da margem sul conhecido por Mur-

ta situa-se entre os actuais grupos da Com-porta e dos Cachopos, não existindo vestí-gios físicos da existência de salinas nestelocal

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Painha . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro da Painha - Faralhão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Pinheiro Torte . . . . . . . . . . . . . . .Pinheiro Torto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Potte Vueiro . . . . . . . . . . . . .Porto Viceiro? Existem várias salinas com

este nome no grupo das FaiasVale do Judeu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Vale de Judeus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Rio Frio . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Esteiro do Rio Frio - Praias do Sado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Telhada . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Telhada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Zumbujal . . . . . . . . . . . . . . . . . .Zambujal sítio onde existem várias salinas

no actual grupo da Gâmbia

Os nomes correspondentes aos grupos ac-tuais (localizados no mapa da figura 1) sãoapresentados a itálico

Triste presente

Ao longo da sua história o salgado do Sado conheceu múltiplos ciclos de incre-mento e retracção e até modificações tecnológicas, como as que ocorreram com achegada ao salgado de produtores de Aveiro (por volta de 1940/1950) que alteraramalgumas marinhas setubalenses para a tecnologia ou uso aveirense.

No entanto, a partir de meados da década de setenta do século XX iniciou-se umlongo ciclo de abandono e transformação das salinas, originado pela desvalorização

301THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

do produto e aumento dos custos de produção, tendo até aos nossos dias sido des-truídas ou seriamente danificadas aproximadamente 80% das salinas existentes àdata da elaboração do Inquérito à Indústria do Sal promovido pela CRPQF (1957).Das mais de 300 salinas que existiam em actividade nessa época restam menos de10 em actividade e, destas, algumas em funcionamento parcial com recurso a solu-ções tecnológicas e adaptações já longe das tecnologias locais que fizeram a exce-lência do sal de Setúbal.

O quadro 2 mostra as principais causas dessa destruição nos diferentes grupos.

Quadro 2 - Causas da destruição ou alteração de uso das salinas do Sado

(ocupação por sapal)

Monte de Cabras . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . .xMitrena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .Praias-do-Sado . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . .xFaralhão . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . .xMourisca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .Vaia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . .x . . . . .Vale de Judeus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .Pinheiro Torto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . .xGâmbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . .x . . . . .Sachola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . .Bocas de Palma . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . .x . . . . . .x . . . . .Monte da Pedra . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Enxarroqueira . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . .xFaias . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Telhada . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Batalha . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Torrinha/Casas Novas . . . . . . . .x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Cachopos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x . . . . .Comporta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .x

As figuras 2, 3, e 4 ilustram a situação actual de alguns grupos de salinas do sal-gado de Alcácer, tendo sido sobrepostas sobre as fotografias aéreas o uso actual des-sas antigas áreas salineiras, vendo-se perfeitamente o efeito da expansão dos arrozaise a alteração de uso das próprias salinas, sendo previsível que as suas estruturas ve-nham a desaparecer progressivamente.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS302

Gru

po

Cul

tura

do

arro

z

Obr

as (v

ias

deco

mun

icaç

ão,

urba

niza

ção,

etc

.)

Pisc

icul

tura

sex

tens

ivas

(ant

erio

-re

s a

1980

/199

0)

Pisc

icul

tura

sin

tens

ivas

(pos

te-

rior

es a

199

0)

Ren

atur

aliz

ação

Figura 2 –Grupo da En-xarroqueira

Figura 3 –Grupo da Tor-rinha

Figura 4 –Grupos dasFaias, Telhadae Batalha

303THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Vil futuro?

Em face da evolução do salgado do Sado temos muitas perguntas e poucas res-postas:

• Pode a economia ser (sempre) o motor determinante para a construção da pai-sagem?

• Paisagem / natureza: a Reserva Natural e a Rede Natura 2000 (as salinas doSado encontram-se no interior de uma ZPE e SIC); o ordenamento não pode pa-rar e inverter a situação?

• Farão sentido as paisagens salineiras sem sal? Que gestão de salinas para a Con-servação da Natureza?

• Que argumentos para travar a futura pressão para a transformação de salinasem aquaculturas? (no novo quadro comunitário 2007-2013)

• O antigo prestígio do sal de Setúbal para a salga de peixe não pode ser capi-talizado para novos mercados?

• Não será possível retomar a produção através do método tradicional de cris-talização sobre tapete de algas (casco), valorizando desta forma um processoverdadeiramente ímpar em termos tecnológicos (logo com uma forte mais va-lia em termos de marketing)? §

Referências

Lindberg, Erik (2005). An 18th century Swedish Perspective on the Portuguese salt Industry. With trade andproduction figures in I Seminário Internacional sobre o Sal Português. Edição Instituto de história moder-na da Universidade do Porto (pag. 176-179)

Rau, Virgínia (1984). Estudos sobre a história do sal português. Editorial Presença

Silva, J. Ferreira da (1957). Inquérito à Indústria do sal – V Volume – Salgado de Setúbal. CRPQF

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS304

LES MARAIS SALANTS PORTUGAIS, VERS UNE GES-

TION INTÉGRÉE?

Ludwig Nedelec*

Les marais salants portugais sont lerésultat d’un long travail humain de fa-çonnement. À la conjonction entre laterre et la mer, cette situation leurconfère une entité particulière. Proté-gés des grandes tempêtes océaniques àl’intérieur de vastes lagunes, commesur la côte de l’Algarve, ou par lesméandres des estuaires comme celuidu Mondego, ces marais ont pu se dé-velopper au sein d’un espace relative-ment paisible et ouvert sur le monde.

Les premières traces de marais salants au Portugal remontent probablement aucours du premier millénaire avant J.-C. Avec les marins phéniciens présents sur lescôtes occidentales de la péninsule Ibérique, en particulier sur la rive droite de l’es-tuaire du Sado. La région d’Abul (Alcacer do Sal) parait avoir été leur premier éta-blissement mais ils se positionnent aussi dans la région de Lisbonne, de Santarem etde Setubal. Et si ces derniers semblent avoir initié la technique solaire pour la récol-te du sel au Portugal et dans le sud espagnol, il est probable que les romains l’aientreprise à leur compte et encouragé son développement en corrélation avec les usinesde salaison de poissons. La richesse piscicole des côtes lusitaniennes les incita cer-tainement à développer les marais salants dans l’optique d’obtenir le précieux sel,élément indispensable à la préparation du garum, plat fortement prisé par les popu-lations de l’Empire. Les vestiges datant de l’époque impériale romaine, retrouvés àl’intérieur du Sado ou du Tage illustre une telle hypothèse. Les périodes romaines, wi-sigothiques ou musulmanes ne laissent pas de grandes traces historiques sur le sel etsi les marais salants durant tous ces siècles ont perdurés, il faut attendre le contextebien particulier d’une Reconquista péninsulaire, créatrice de royaumes nouveaux,pour voir se dégager une identité particulière des marais salants.

Les salines entrent de nouveau dans le giron chrétien dès le Xe siècle, laissantalors leur marque dans l’histoire nationale. Remis à des ordres religieux à vocationmilitaire ou à des nobles ayant bien servis les souverains, les marais salants ne vont

305A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

*Etudiant en thèse / Enseignant Collège-Lycée; Depuis Octobre 2002: Maître auxiliaire II (= équivalent en-seignant) au collège et Lycée de Bretagne en Histoire-Géographie et Education Civique. En Thèse de Géo-graphie avec M. MIOSSEC A. depuis 2002 sur le thème des marais salants français et portugais. Juin 2002:– DEA Géographie: Sociétés et Aménagement, Mer et Littoral. Juin 2001: – Maîtrise Sciences de la Terreet de l'Univers.

cesser de croître pour atteindre des sommets dans leur développement vers le XIVe

et le XVIIe siècle. Cette expansion salicole trouve ses origines dans l’extension du ter-ritoire national, dans l’augmentation de la population, dans le développement de lapêche et du commerce avec l’étranger, en particulier les échanges maritimes versl’Empire ou le Nord de l’Europe, et par la volonté créatrice de la bourgeoisie et dela noblesse prête à investir dans une opération financière fructueuse. Un ensemblede facteurs qui assure un débouché rentable au sel et favorise la demande de ce pro-duit, encourageant ainsi la création de nouvelles salines.

Le XIXe et le XXe siècle se caractérisent par le déclin des débouchés du sel quientraîne avec lui la fermeture progressive de nombreux marais salants. Leur abandonentraîne une remise en cause de leur existence par leur transformation géomorpho-logique. Devenant peu rentables, ils sont alors remodelés pour recevoir des espacesrizicoles ou des sites liés à l’aquaculture ou bien tout simplement sont laissés àl’abandon et se détériorent de façon naturelle. Le manque d’entretien entraîne biensouvent la détérioration des digues qui cèdent sous l’assaut répété de la mer. Unegéomorphologie de schorre et de slikke se développe à l’intérieur de ces bassins demarais. Un envasement avec atterrissement du fond a lieu, favorisé par une végéta-tion envahissante mettant fin à ce qui faisait la particularité même de ces espaces, an-nulant de surcroît le travail humain qui, au cours des siècles, a su dominer la natu-re en créant un véritable espace productif et environnemental.

Aujourd’hui, les marais salants portugais sont à la fois, des outils et des espacesde production (aquaculture, saliculture), et deviennent des espaces écologiques etprotégés. C’est par exemple, un lieu d’accueil pour l’avifaune migratrice. Face à cetintérêt écologique et devant le risque de leur disparition, la protection de ces lieuxa été une nécessité. C’est ainsi que, protégés par la loi, ils deviennent une sorte de“sanctuaire”, glissant peu à peu vers la patrimonialisation. Patrimoine environne-mental, outil de la biodiversité surtout lorsqu’il abrite une faune et une flore d’unegrande richesse. Patrimoine culturel gardant la mémoire de l’usage traditionnel, destraditions liées au sel et de la culture locale. Patrimoine technique lié à l’usage d’ins-truments n’ayant que peu évolués depuis des siècles et à la morphologie des bassinseux-mêmes qui forment l’appareil productif des marais. Un patrimoine qui rend hom-mage à l’entreprise humaine ayant façonné au fil du temps ces espaces, qui de nosjours, participent au maintien de la biodiversité et à la richesse de ces lieux.

C’est ainsi que le Portugal est entré dans une démarche de développement du-rable à propos des marais salants qui parsèment son littoral. Par une gestion intégréeassociant défense de l’environnement et activités pérennes, il lui est possible decontribuer plus facilement à la protection des bassins salicoles tout en développantun outil économique capable de préserver les ressources naturelles. Une démarchequi s’organise dans une optique neuve de réutilisation des sites lorsque l’aquacultu-re s’y installe ou pour maintenir l’usage traditionnel de la saliculture, gardant ainsiles structures morphologiques qui font les particularités de ces zones humides ; aug-mentant de surcroît leur attrait auprès d’une population citadine, grande consom-matrice de tels espaces.

Une situation qui explique tout l’intérêt qu’il peut y avoir de discuter et d’ap-précier la gestion qu’il y a autour de ces sites salicoles. Les marais salants portugaissont actuellement dans une phase de transition. Entre une disparition progressive d’un

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS306

côté (du à l’arrêt de l’activité salicole ou la mise en place sur ces sites de nouvellesactivités économiques) et de l’autre, une mise en valeur en tant que patrimoine, lasaliculture portugaise est en pleine mutation économique et culturelle. Une évolu-tion qui ne peut se faire qu’autour d’une gestion intégrée même si cette dernière estporteuse de nombreuses questions. Comment concilier sereinement dans un mêmeespace les réserves ornithologiques et la circulation touristique? Comment mainte-nir une activité économique pérenne tout en préservant l’espace naturel du site? Desquestions qui, à l’aide d’une concertation locale, nationale et européenne semblentaujourd’hui trouver des réponses. C’est pourquoi, à travers un court descriptif s’ap-puyant sur deux exemples, nous montrerons comment les marais salants portugais,grâce à une gestion intégrée, deviennent des espaces du développement durable etavancent progressivement vers un état de patrimonialisation?

§§§

Les salines sont le fruit d’une longue histoire. Et si celle-ci connait aujourd’huides vicissitudes, les marais salants restent encore les gardiens, les détendeurs d’unerichesse difficilement chiffrable en accueillant en leur sein une faune et une flored’une grande importance et d’une grande variété à tous les niveaux du vivant. Ce sontde véritables espaces de biodiversité à la fois faunistique et floristique. Par leur po-sition privilégiée entre la terre et la mer, les marais salants bénéficient de qualités éco-logiques et environnementales poussées. Ils participent, au sein du système écolo-gique, au jeu relationnel entre la faune et la flore.

Les marais sont des sites où la productivité biologique résulte, en premier lieu,de la qualité et de la quantité d’éléments nutritifs disponibles dans l’eau et les sédi-ments, et en second lieu, de la nature des réseaux trophiques (peuplements végétauxet animaux) qui s’y développent. Les éléments nutritifs dissous (azote, phosphore, si-lice…), apportés par les eaux marines ou le ruissellement d’eaux douces, sont recy-clés sur place par la décomposition bactérienne des matières organiques. Les eauxdouces étant beaucoup plus riches que les eaux marines en éléments nutritifs, leseaux saumâtres et estuariennes sont des eaux d’une grande fertilité. Grâce aux mé-canismes de photosynthèse (végétaux et bactéries phototrophes) et de chimiosynthèse(bactéries particulières), ces éléments nutritifs permettent une production de matiè-re organique vivante (végétaux et bactéries) appelée production primaire. C’est surelle que va reposer tout le reste de la chaîne trophique. C’est sur elle que va reposerla forte présence ou non d’une faune et d’une flore abondante.

Situés sur l’axe migratoire atlantique, à l’abri du vent et des marées, fourmillantde vers et de crustacés marins, les marais salants portugais attirent la faune ailée. Leuroffrant un biotope varié et riche, procurant à chacun un territoire privilégié. Ils senourrissent aussi bien sur les laisses de mer et sur les vases que dans les différents bas-sins qui composent les salines. En hiver, ils représentent un important reposoir de ma-rée haute pour les milliers de limicoles, canards et bernaches qui hivernent en ceslieux. Au printemps, les migrateurs revenant d’Afrique y font étape avant de continuerleur longue route vers les sites nordiques de nidification, pendant que d’autres s’y ins-tallent pour élever leurs nichées. L’inventaire réalisé en 1998 par la Réserve Naturelledu Sado a permis de dénombrer un total de 25 593 limicoles avec 14 980 anatidés

307THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

et 1 311 individus d’autres groupes soit 15 % de la population hivernante. Cesquelques chiffres évoquent un aperçu de la richesse faunistique des zones salicoleset prouvent une nouvelle fois l’intérêt de maintenir en état ces espaces puisqu’ilsconstituent des zones de repos sur les couloirs de migration ; des zones de repro-duction et des zones de nourriture pour l’avifaune. La disparition de ces zones, en-traînerait la disparition de certaines escales ou lieux de ravitaillement pour les oiseauxmigrateurs. La construction d’une route, d’une usine ou d’une zone résidentielle faitdisparaître de nombreux végétaux et de nombreux animaux vitaux pour l’avifaune (J.ELPHICK, 1996).

La richesse de l’avifaune s’illustre par quelques oiseaux symboliques aux maraissalants comme l’avocette élégante (Recurvirostra avosetta) présente dans les salinesatlantiques qui lui servent de lieux de reproduction. L’avocette est l’emblème du mar-noto. Avec son long bec, son plumage blanc rehaussé de noir et ses hautes pattesbleues, elle est une espèce reine des marais salants où sa palmure développée lui per-met de se déplacer facilement dans la vase où, grâce à son long bec elle peut filtrerla vase et trier sa nourriture. L’avocette migre en automne vers les lagunes marocainesou les lacs d’Afrique orientale.

On trouve aussi l’échasse blanche (Himantopus hymantopus) mais égalementl’aigrette garzette (Egretta garzetta), le bihoreau gris (Nycticorax nycticorax) et la gruecendrée (Grus grus), bel échassier qui passe, pour un certain nombre d’entre eux, seshivers dans le sud du Portugal. Ce dernier est un animal gracieux, danseur même endehors de la parade nuptiale.

Le réseau hydraulique qui compose les différents bassins au sein des salines joueun rôle écologique de grande importance. Il permet une bonne circulation des eauxentre les bassins favorisant la filtration des flux entre la terre et la mer. Son maintienten état est donc une priorité d’autant plus qu’il assure le développement de la pro-duction primaire indispensable au bon fonctionnement de la chaîne écologique.C’est en effet un lieu de reproduction pour la faune aquatique, à la fois utile pourl’avifaune et la recomposition des stocks de pêche des estuaires. Une faune piscico-le composée d’espèces d’origine marine dont l’installation n’est que temporaire, ar-rivant en fonction de l’ouverture des vannes sur l’océan, d’espèces autochtones ca-pables de se reproduire dans ce milieu. L’abondance de ces peuplements varie d’unbassin à l’autre. Une caractéristique importante de ces milieux concerne le renou-vellement des peuplements benthiques des marais. En effet, la régénération de cespeuplements se fait par deux types de mécanismes complémentaires. Le premier mé-canisme de peuplement se fait par le recrutement des larves émises par les espècesen place, alors que le second mécanisme est du à la colonisation d’espèces littoraleset côtières lorsque le renouvellement de l’eau est opéré par l’exploitant du marais.Cette colonisation s’orchestre sous des formes de dissémination comme les gamètes,les oeufs ou les larves. Les renouvellements d’eau ne sont donc pas utiles que pourla production de sel ou le maintien d’une bonne qualité de l’eau pour l’aquacultu-re. Ils sont très importants pour la biodiversité observée dans ces milieux. L’ouvertu-re ou la fermeture des différents vannages du marais détermine des fenêtres tempo-relles qui permettent l’entrée et la colonisation d’espèces en provenance de la zonecôtière et inversement, l’ouverture des vannes permet de relâcher en mer de futursreproducteurs.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS308

Les salines ne sont pas qu’une aire de passage pour l’avifaune, elles possèdentégalement une grande richesse floristique : l’obione (Halimione portulacoides) dontla floraison intervient en été, offre des fleurs jaunâtres, d’assez petite taille mais quimarquent le paysage lorsque apparaissent les premiers carrés blancs formés par le sel.La salicorne (Salicornia europea L.), plante comestible au goût salé que l’on peut dé-guster comme légume, cuite ou en salade, ou comme condiment lorsqu’elle est confi-te dans le vinaigre prend une couleur rouge caractéristique avant de sécher et dépé-rir.

Sur les levées, la végétation varie selon le sol. Elle ne sera pas la même si le solest riche en chlorure de sodium ou s’il en est dépourvu par suite des chutes d’eaudouce, qui l’ont en quelque sorte nettoyé, lessivé. Lorsque le marais salant est aban-donné et qu’il reste alimenté par l’eau de mer, il se colmate peu à peu. On voit alorsse développer Glyceria maritima, Obione portulacoides et Salsola soda ainsi quequelques Salicornia herbacea et quelques représentants de Suaeda maritima. On ytrouve aussi quelques graminées essentiellement composées par les Agrostis alba etpar les Polypogron maritimum. Sur les levées, la végétation banale côtoie les plantesplus rares comme Cochlearia danica, Glyceria procumbens, Hordeum maritimum ouencore Frankenia laevis à l’emplacement des anciens tas de sel. La présence de cesorganismes végétaux sur les marais salés est importante car leur dégradation, or-chestrée par l’association des peuplements bactériens, de la microfaune et de laméiofaune benthique, permet de maintenir ces populations à un certain niveau depeuplement, constituant des sources directes ou indirectes d’alimentation pour la ma-crofaune présente dans les marais. Maintenir une population avifaune élevée im-plique alors de se pencher sur la conservation de la flore et de sa diversification.

A travers ce bref rappel, les marais salants, par l’existence d’une faune est d’uneflore variée, peuvent être qualifiés comme étant des espaces naturels de qualité, com-me étant des lieux de la biodiversité. Ils constituent aujourd’hui des paysages d’unegrande richesse à la fois faunistique et floristique qu’il convient de sauvegarder et demettre en valeur par une gestion qui puisse maintenir l’activité productrice et éco-nomique de ces sites tout en préservant la forte vitalité écologique de ces espaces.Leur défense et leur mise en valeur passant par l’introduction ou le maintien d’acti-vités économiques pérennes, en accord avec l’aspect naturel des lieux.

La présence de l’eau et des oiseaux migrateurs donne aux marais salants une va-leur écologique qui imprègne leur identité. Lorsqu’ils sont maintenus en état et qu’ilsne subissent pas de grandes transformations morphologiques, ils apparaissent com-me une forme de “sanctuaire écologique”, protégé à la fois par une volonté nationaleet supranationale. Les Directives européennes sur l’avifaune et l’appareil législatif por-tugais relatif aux questions environnementales, ont permis aux salines d’être sauvéesde l’appétit des bâtisseurs. Préserver ces lieux salicoles en l’état, au titre de la richessenaturelle qu’ils recèlent, fait de ces espaces une forme de patrimoine environne-mental.

La forte médiatisation portée sur ces espaces, les mesures de protection écolo-gique et leur aspect dit naturel font qu’ils basculent vers une patrimonialisation en-vironnementale et qu’aujourd’hui l’homme les regarde autrement. Il ne s’agit plusseulement de lieux de récolte du sel ou d’autres usages traditionnels mais de zones

309THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

humides utiles à l’environnement. L’espace productif qu’ils constituent à la base secombine désormais à d’autres éléments et leur permettent de devenir environne-mental, écologique surtout lorsqu’ils abritent une faune et une flore d’une grande ri-chesse. La présence de l’eau ou des oiseaux migrateurs leur donne une valeur sym-bolique liée à l’espace naturel et leur maintien en état les transforme en quelque sor-te en patrimoine environnemental. Les usages traditionnels qui avaient fait de ces ma-rais des outils au service des intérêts humains, disparaissent peu à peu pour laisserplace à la création d’un patrimoine écologique à ciel ouvert.

Ainsi, le marais salant n’apparaît donc plus comme un espace de production ouun espace technique mais comme un espace dit naturel, et cela quelque soit son de-gré de transformation ou d’artificialisation. Pourtant les marais salants ne sont pas desespaces naturels dans le sens où ces lieux restent fictifs puisque, entièrement réali-sée par la main de l’homme. Malgré la présence de l’eau, des oiseaux ou de la vé-gétation qui donne cette sensation d’être dans un paysage dit naturel, il n’en demeurepas moins qu’il s’agit d’une nature artificielle, anthropisée mais qui reste un espacenaturel, écologique aux yeux des citadins qui l’observent. Un espace que l’on peutqualifier d’anthropo-naturel. C’est également un lieu qui de par son apparence na-turelle devient un instrument de bien-être pour l’esprit, un lieu d’évasion dans un es-pace de nature avec la présence de l’eau, des oiseaux qui envoie un faux messageau visiteur en lui laissant croire qu’il est dans un lieu naturel, du moins en apparen-ce. Ces espaces constituent souvent une source de plaisir et de détente pour les ci-tadins européens en mal de vert, aguerris aux questions environnementales, à la re-cherche d’un autre tourisme que celui des grandes plages qu’offre le Portugal. Cephénomène participe à accentuer la préservation des marais salants puisque étant na-turels, il convient de préserver ces espaces. C’est en quelque sorte la “naturalisation”d’un espace artificiel, construit par l’homme, formant ainsi un espace antrhopo-na-turel et qui devient à travers les yeux des visiteurs, des nouveaux acteurs qui l’ob-servent, un espace naturel marqué par la présence d’un milieu aquatique et de l’avi-faune, un espace qu’il convient de sauvegarder. Ainsi, l’écotourisme devient un élé-ment participant à la patrimonialisation environnementale.

Outre le fait d’être considérés aujourd’hui comme des zones naturelles, les ma-rais salants sont également des espaces traditionnels ayant gardé un savoir-faire et destechniques remontant à la genèse de leur création. Avec des outils rudimentaires duMoyen-âge, les ouvriers du sel vont refaire les gestes mille fois centenaires. Ces ou-tils varient dans leur forme et dans leur appellation d’une région à une autre mais leurutilité reste la même. Recueillir le précieux trésor qu’est le sel. Les marnotos font unmétier encore très peu touché par la modernité ambiante et les techniques de ra-massage du sel ou les outils en bois traditionnellement présentés dans les livres oupar les ouvriers du sel eux-mêmes, alimentent une certaine image de ce métier au-près des touristes-visiteurs. Un savoir-faire, une culture technique ancestrale qu’ilconvient de mettre en valeur auprès des populations écotouristiques puisqu’il s’agitlà d’un patrimoine à la fois culturel et technique qu’il convient de présenter et faireperdurer dans la mémoire collective des populations locales et extérieures. D’où l’im-portance de développer des lieux de préservation de ce patrimoine technique et cul-turel afin de le partager au plus grand nombre.

Et si les outils du marnoto ou les routes du sel sont des moyens de diffuser la cul-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS310

ture salicole, le sel et son utilisation à travers la vie quotidienne est le moyen com-plémentaire de cette diffusion auprès des populations extra-locales, leur permettantde s’approprier cette culture et de mieux l’apprécier et la défendre. Les marais salantssont certes vecteurs d’une culture spécifique, mais c’est véritablement par l’inter-médiaire des produits issus des marais que les touristes-visiteurs participent au main-tient et à la diffusion de cette culture locale. Si le sel a de nombreux usages histo-riques et quotidiens, c’est par la cuisine, sous la houlette des grands chefs ayant dé-veloppé l’usage de la Fleur de Sel, que se fait la promotion des marais salants à tra-vers la société. Une diffusion, renforcée par un marketing commercial vigoureux, etqui a permis le développement de produits typiques à base de sel de l’Atlantiquecomme les mélanges aromatiques de Fleur de Sel avec des épices. Ces produits sti-mulent l’imaginaire de l’acheteur et du touriste en insistant sur l’idée qu’il achèteavant tout un produit régional naturel, traditionnel et de qualité. D’autant plus natu-rel que les marais salants bénéficient de mesures de protection qui offrent à ces es-paces, une sorte de label de qualité rendant encore plus attractif, dans un contexteécotouristique toujours plus grandissant, leur visite et l’achat des produits qui en sontissus. Le sel devient l’ambassadeur auprès des grandes tables européennes, d’uneidentité locale forte symbolisée par le traditionalisme des outils et des produits fai-sant de ces espaces une forme de patrimoine culturel et technique qu’il convient demaintenir et de mettre en valeur.

C’est ainsi que progressivement se dessine l’image d’un marais salant qui tend àdevenir de plus en plus un patrimoine culturel, technique et environnemental. Cet-te dynamique de patrimonialisation, encouragée par les mesures de protection à tousles niveaux et par le développement écotouristique, se renforce et pose la questionde la gestion d’un tel patrimoine.

En protégeant juridiquement les marais salants, on permet de préserver l’espacetel qu’il est lors de sa mise sous protection mais un tel système n’apporte pas la ga-rantie de trouver les moyens nécessaires au maintien en état de cet espace et à leurremise en valeur. L’avenir des marais salants n’est pas assuré même si ces dernierssont protégés par la législation. La loi a permis de sauver une part de l’identité sali-cole mais ces espaces demeurent fragiles de par leur nature. Ils peuvent encore êtrevoués à l’abandon et à la détérioration naturelle. Le manque d’entretien des partiescommunes comme les canaux, encourage la perte des salines les plus éloignées.L’abandon des marais salants et de la production de sel ou de toute autre activité, semarquent dans le paysage par un abandon progressif des différents bassins qui com-posent le marais et par le manque d’entretien de l’ensemble du complexe ; au risqueparfois de voir la mer reprendre le dessus en faisant reculer la zone endiguée et enouvrant des brèches remettant en cause la qualité du marais pour la faune lorsque lesystème hydraulique périclite et les bassins s’envasent. L’avenir des marais salants doitdonc être pérennisé.

La visite des marais par les touristes-visiteurs participe à ce mouvement de pé-rennisation de l’espace salicole puisqu’il permet d’expliquer au public l’importanceet la nécessité de protéger ces zones humides et maintenir ainsi une pression in-consciente sur les pouvoirs publics. De plus, lorsque cette ouverture en direction d’un

311THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

public extérieur se combine avec la mise en place d’un emploi éco-environnemen-tal, la vie du marais ne peut en être que revitalisée. Néanmoins, cette action reste li-mitée dans l’espace et dans l’impact que cela peut avoir dans la gestion des salinesabandonnées. Lorsque l’identité salicole est utilisée en développant la publicité fai-te sur les produits du marais ou en créant des lieux dont la vocation ne concerne ab-solument pas les marais salants mais qui portent un nom à connotation salicole com-me c’est le cas pour certains restaurants, on participe indirectement à la préservationde ces espaces. La diffusion de la terminologie salicole au sein de la société, en-courage la sauvegarde du patrimoine salicole et la diffusion de l’identité locale en lafaisant connaître d’une part et,d’autre part en lui donnant un prix,une qualité aux yeux de la société.

Mais l’impact sur la sauvegardedes marais salants de ces deuxmodes opératoires reste difficile àquantifier et n’apporte pas vraimentde réponse quand il s’agit de gérerau quotidien les anciens marais sa-lants qui menacent de disparaîtresous l’action de la mer. C’est pour-quoi, leur défense et leur mise envaleur passent par le développe-ment local d’activités économiquespérennes, en accord avec l’aspectnaturel des lieux, dans un esprit dedéveloppement durable territorial,dans l’espoir de réduire le coût del’entretien qui pèse sur les budgetsalloués à la protection de ces sites etpour maintenir le lien anthropolo-gique, économique qui a parcourul’histoire de ces espaces maritimes.Des activités éco-environnemen-tales capables d’assurer une pérennisation économique et environnementale de l’es-pace salicole.

Durant la grande épopée du commerce du sel, les usages traditionnels des ma-rais salants se combinèrent avec l’idée que se faisait l’homme de ces espaces, avecle projet qu’il posait sur cette nature mise à son service. Se superposa alors une vi-sion productiviste, commerciale et stratégique sur les marais salants. Au point qu’ilsdevinrent objet de fortes spéculations et le sel, de l’or. Aujourd’hui encore, même sile sel n’a plus autant d’importance qu’autrefois, les marais salants restent attractifspour quelques activités économiques liées à la présence de l’eau comme l’aquacul-ture. Des activités nouvelles qui tentent d’apporter une réponse à la déprise salico-le qui, malgré quelques expériences de relance et de mise en valeur du patrimoinesalicole, n’arrive pas à prendre fin. Entre usages traditionnels et nouveaux usages, les

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS312

Le marnoto d’Aveiro, patrimoine culturel et identitaire

salines portugaises connaissent actuellement un regain d’activité, touchant à la foisle développement de la vie économique et touristique locale. Ainsi, par une gestionintégrée qui soit un processus de planification continu et concerté, associant défen-se de l’environnement et activités pérennes, il est possible de contribuer plus facile-ment à la protection et à la mise en valeur des marais salants, dans une optique neu-ve de réutilisation des sites pour de nouvelles activités ou pour la remise en valeurdes usages traditionnels. Des activités capables de garder les mêmes structures quifont de ces zones humides des zones d’intérêt écologique ; augmentant de surcroîtleur attrait auprès d’une population citadine et touristique, grande consommatrice detels espaces. Une gestion favorisant l’entente sur l’équilibre optimal à atteindre entrela conservation, l’exploitation durable et le développement économique des maraissalants au profit de l’ensemble de la population locale.

Une gestion pérenne des ces lieux patrimoniaux qui n’en demeure pas moins dif-ficile car dépendante d’une multitude d’acteurs, confrontant le gestionnaire à des dif-ficultés liées aux conflits d’usage. De même, se superpose à l’ensemble une donnéetouristique qu’il faut prendre en compte puisque l’écotourisme croissant peut se ré-véler être source de conflit pour certaines activités économiques. C’est pourquoi, ilconvient de maîtriser et d’éduquer ce tourisme par des sentiers balisés, des panneauxexplicatifs ou par l’intermédiaire d’un écomusée. Le pari est ici, d’insuffler au visi-teur une pédagogie de l’environnement tout en veillant à ne pas faire des salines desdocuments muséographiques mais de véritables lieux de vie et d’espérance. Demême qu’il faut instruire le visiteur sur les risques qu’il peut faire courir sur la récolteou la qualité du sel par ses agissements comme il convient de lui expliquer certainesrègles à respecter pour la tranquillité de l’avifaune ou pour le bon fonctionnementdes activités présentes sur le marais. Bref, une gestion qui soit capable d’allier à lafois mise en valeur, protection, patrimonialisation et activités économiques tout enrespectant les équilibres naturels ainsi que les hommes et leurs intérêts.

C’est pourquoi, à travers les deux exemples qui suivent, nous illustrerons com-ment les marais salants portugais participent à ce mouvement de patrimonialisationet comment, à l’aide d’une gestion intégrée, ils tentent de pérenniser l’ensemble desactivités économiques et l’espace environnemental. Ainsi, l’espace salicole de Fi-gueira da Foz illustre clairement cette dynamique patrimoniale et pérenne insuffléeà la fois par les acteurs privés et publics concernés par les marais salants. En effet, lessalines de Figueira da Foz ont connu une époque faste au cours des siècles maislorsque les débouchés du sel diminuèrent, la déprise salicole arriva et l’urbanismecommença à rogner l’espace salicole. Aujourd’hui protégées de la pression urbainepar la loi, elles subissent néanmoins l’influence des activités humaines. Compris entreun port économique relié à une zone industrielle et un espace d’habitation en forteprogression, les salines restent menacées par les risques liés aux activités portuaireset par les rejets humains au niveau du fleuve Mondego. Deux points qui peuvent àtout moment réduire la qualité des eaux qui traversent l’ensemble des marais. Néan-moins, il est toujours possible de limiter ces effets néfastes et cette épée de Damo-clès qui n’a que peu d’influence face au véritable danger qui guette la saliculture lo-cale.

Suite à la déprise salicole au cours du dernier siècle, les marais salants encore

313THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

en activité, ne représentent plus qu’un peu moins de la moitié de l’ensemble de lazone humide comprise dans un coude du fleuve Mondego. Une diminution de l’ac-tivité salicole qui trouve son origine dans la diminution du nombre des ouvriers dusel qui ne sont aujourd’hui que quelques dizaines. Une situation qui ne va pas ens’arrangeant puisque les salines sont marquées par le vieillissement de la populationdes marnotos qui accentue la diminution de l’entretien des parties communes desmarais liée à l’absence d’une reprise de la saliculture par une main d’œuvre nouvelle.Cela pose le problème de la lutte contre l’envasement et du bon entretien du réseauhydraulique ; deux facteurs caractéristiques des zones humides qu’il convient de sur-veiller si l’on souhaite maintenir la qualité de cet espace. De même, la déprise sali-cole a permis le développement d’une aquaculture productiviste qui pose quelquesproblèmes: celui de la qualité des eaux, celui du réseau hydraulique et celui de laqualité paysagère. La modification des bassins pour permettre ce type d’aquacultu-re entraîne la modification du réseau hydraulique en fonction des changements ap-portés aux différents bassins qui constituaient les anciennes aires salicoles. Tout com-me il est difficile d’assurer une bonne qualité de l’eau desservant les salines encoreen activité quand les rejets se font dans les mêmes chenaux. Aussi, si l’activité péri-clite, il ne sera pas possible de revenir en arrière et de rétablir à moindre frais toutce qui faisait l’avantage faunistique et floristique de ces zones humides. C’est égale-ment le cas pour les qualités paysagères et environnementales du site qui demeurentfortement remises en cause avec les modifications apportées aux différents bassinsdes anciennes salines.

Malgré ces difficultés, quelques acteurs locaux, à la fois privés et publics, et dansle cadre d’un projet européen de remise en valeur du patrimoine salicole, le projetInterreg SAL, tentent de promouvoir la saliculture et les marais salants de Figueira daFoz. Ceci constitue une démarche intéressante puisqu’il s’agit de remettre en valeurla saliculture locale et le patrimoine salicole auprès de la population locale et de lapopulation écotouristique. Cela n’a pu se faire que parce qu’il existait en ce lieu unevolonté publique et privée de participer ensemble à un tel projet, lui-même soutenupar l’Europe. Et c’est à travers la création d’un écomusée et d’une route du sel par-courant une saline municipale entièrement restaurée dans ce but, que la culture sa-licole locale peut être diffusée. De même, un bâtit salicole fut restauré dans une dé-marche de promotion du patrimoine local. Il permet de présenter les outils tradi-tionnels du marnoto et d’accueillir des expositions sur le sel. Un écomusée a étéconstruit pour recevoir les groupes et présenter lui aussi un espace plus grand pourl’accueil du public et la vente des produits locaux. Ce bâtiment sert également depoint de vue. Enfin, un circuit thématique, avec des structures interprétatives et deprésentation tout le long du parcours, permet aux visiteurs d’explorer les lieux touten développant ses connaissances. Ce circuit pédagogique est un atout dans la dé-couverte du patrimoine salicole et environnemental puisqu’il permet d’identifier desoiseaux, des poissons et des plantes locales, ainsi que le paysage salicole et son his-toire.

Cette démarche entre parfaitement dans une optique de développement durablepuisqu’elle permet de remettre en valeur un patrimoine menacé et pourquoi pas par-ticiper à la relance de l’activité salicole. Du moins, elle encourage le partage desconnaissances et des savoirs sur la culture et les outils locaux du sel avec un public

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS314

extérieur à cette culture, favorisant la découverte de ce patrimoine culturel, techniqueet environnemental. Et s’il reste des difficultés à régler entre la saliculture et l’aqua-culture, le plan de gestion qui se met en place actuellement permettra certainementde les résoudre tout en maintenant cette valorisation patrimoniale, atout de cette zonehumide.

315THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Un circuit thématique au ser-vice des touristes-visiteurs

La route du sel sur les che-mins de Figueira da Foz, uneinitiation écotouristique desmarais salants

Castro Marim constitue un autre exemple de mise en valeur du patrimoine sali-cole. Ce dernier est quelque peu différent de Figueira da Foz mais là aussi, la sali-culture de l’Algarve souffre du vieillissement de la population salicole et de la diffi-culté de trouver une relève pour assurer la reprise. Comme dans les régions littoralesdu Nord, les pressions immobilières et touristiques sont fortement présentes. Sil’aquaculture existe aussi sur ces lieux, elle reste limitée dans l’espace alors que lasaliculture artisanale locale est davantage confrontée au problème posé par laconcurrence d’une saliculture de type industriel qui pose la question d’une diffé-renciation juridique sur le statut du sel, entre sel artisanal et sel industriel. Ici la dé-marche de développement durable liant promotion de la saliculture artisanale et ac-tivités économiques pérennes passe par la mise en place d’une gestion intégrée entredes acteurs publics tels que la Réserve naturelle qui a sous sa coupe l’ensemble desmarais salants, ou les collectivités locales et des acteurs privés tels que les sauniersindépendants ou organisés au sein d’une coopérative de sel, Tradisal. Ensemble, ilstentent d’organiser une bonne gestion des activités présentes sur la Réserve. La sali-culture restant au sein de la saline, l’activité majeure.

Leur intégration dans le projet européen Interreg SAL, participe notamment à cet-te volonté de gestion et de pro-motion qui consiste à mettre envaleur les territoires salicoles etleur richesse, par le biais de lapromotion des atouts écologiquescomme celui de l’avifaune. Cettemise en valeur passe par la créa-tion de sentiers de randonnée par-semés de panneaux explicatifs dumarais, de sa faune et de sa flore ;par l’existence d’un bâtimentd’accueil du public pouvant rece-voir des groupes et organiser desconférences ou des expositions, etpar l’établissement de plaquettestouristiques à destination d’unpublic amateur de randonnée etd’espace naturel. Le but étant évi-demment de faire découvrir lemarais de l’intérieur en y faisantcirculer les touristes afin de se re-trouver au centre d’informationou de rencontrer les ouvriers dusel et d’apprécier ainsi la richesseculturelle, floristique et faunis-tique de ces zones humides.

Néanmoins, la gestion miseen place au sein de la Réserve na-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS316

Une exposition au cœur de l’histoire et del’espace salicole

turelle connaît une limite interne, celle de la dualité des activités et des partenaires.En effet, la présence d’une saliculture industrielle et d’une saliculture artisanale posela difficulté de la reconnaissance par les touristes-visiteurs, des produits issus des ma-rais en tant que produits artisanaux et régionaux, porteurs d’un savoir et d’une cul-ture locale. La création d’un écolabel du sel peut être envisagée comme étant unesolution possible pour distinguer la différence entre le sel artisanal et le sel industriel.Un moyen de valoriser à la fois une culture, un savoir-faire local et traditionnel ain-si qu’une économie régionale qu’il convient de maintenir.

§§§

La saliculture portugaise comme la saliculture atlantique européenne a énormé-ment souffert et souffre encore de la déprise salicole et de la concurrence des acti-vités pour un territoire riche et convoité. Confrontée à un certain nombre de pro-blèmes, l’activité salicole est remise en cause alors même qu’elle représente un hé-ritage particulier de la technique, de la culture locale et traditionnelle, et un atoutécologique.

Ces espaces salicoles possèdent également un pouvoir d’attractivité touristique,renforcé par la pression d’un écotourisme croissant. Des lieux qui ont une valeur cul-turelle, technique et environnementale qui les sanctuarise. Les salines sont un lieu demémoire représentant un savoir-faire et une culture ancienne et locale. Devenant pa-trimoine, ils gardent la mémoire de l’usage traditionnel et de la culture salicole touten s’insérant dans un cadre environnemental exceptionnel. C’est la patrimonialisa-tion. Cette dynamique patrimoniale leur confère une sorte de label de qualité. Unelabellisation utilisée et renforcée par les collectivités locales et les acteurs du maraisafin de mieux développer l’économie touristique et garantir ainsi la pérennisation desactivités..

Un patrimoine qu’il convient de protéger au mieux. Et l’un des meilleurs moyensde sauvegarder ces lieux et ces techniques et de maintenir en activité les salines tra-ditionnelles et de défendre la qualité des produits issus du marais. La vente d’unsel naturel et traditionnel, obtenu par un travail humain ancestral, pourra permettrede faire passer celui-ci comme un sel culinaire de haute qualité, aux vertus gustativeset thérapeutiques fortes. Ainsi, il sera possible dans une économie de l’offre et de lademande, d’ajuster son prix en fonction de ses qualités permettant d’augmenter lesrevenus des marnotos. De même qu’il serait tout à fait possible de développer un la-bel de qualité sur le sel portugais et d’améliorer les circuits d’échange. Des condi-tions indispensables si l’on souhaite développer l’activité salicole de façon pérenneet si l’on veut assurer la relève au sein de la population du sel en rendant plus inté-ressant ce métier auprès de la jeunesse portugaise. Si le métier devient plus hono-rable, mieux qualifié par la société et qu’il permet de faire vivre dignement toute unefamille, alors la relève et la reprise salicole aura lieu. Le marnoto n’est pas simple-ment qu’un ouvrier du sel ou un cueilleur de Fleur de Sel, il est aussi celui qui vé-hicule une image, un savoir, une qualité qui se marquent à travers les produits qu’ilmet en vente auprès des populations. Un gage de qualité pour un terroir de qualité.C’est d’autant plus important que les marais salants constituent un patrimoine cul-turel et écologique et que les visiteurs s’attendent à trouver un tel patrimoine lorsqu’ils

317THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

arrivent sur les marais. Or l’aquaculture ou la saliculture industrielle répondent-ils àcette démarche culturelle et écologique? Il existe donc bien un choix politique, éco-nomique et écologique à faire lorsqu’il s’agit pour le décideur d’implanter sur des ma-rais abandonnés une activité économique comme l’aquaculture ou une activité éco-nomique comme la saliculture traditionnelle. Les conséquences sur l’espace, les po-pulations locales et la pérennisation de l’économie régionale ne seront pas lesmêmes. Les atouts du développement durable et de l’écotourisme sont à envisagersi l’on souhaite assurer un avenir serein aux populations et aux espaces locaux.

Développer l’écotourisme autour du patrimoine salicole et/ou des réserves orni-thologiques, avec une animation touristique du site organisée par les acteurs eux-même du marais pourrait contribuer à la diffusion culturelle et économique au bé-néfice de tous. Les marais salants sont un atout dans le développement de l’écotou-risme, alternative au tourisme balnéaire. En effet, une interaction se fait entre ces es-paces antropo-naturels et le milieu touristique en ajoutant une plus-value pour le tou-risme locale alors même que le tourisme permet le maintient de ces espaces natu-rels. Les touristes servent les marnotos car ils peuvent acheter les produits du maraissur place ou sur les marchés régionaux et permettent ainsi de maintenir une activitééconomique sur les salines ; et les marnotos participent au maintien et à la survivanced’un patrimoine technique et écologique, à la diffusion d’une identité culturelle for-tement ancrée dans le paysage de ces espaces géographiques pour des touristes nos-talgiques d’un certain passé local et amateurs d’espaces naturels. Un tourisme qui serévèle sur le long terme être un acteur majeur et un témoin actif en participant à lamise en valeur d’une partie importante de l’identité locale. Une patrimonialisationculturelle, technique et environnementale qui, aujourd’hui comme hier, contribue àenrichir ces espaces salicoles.

C’est donc bien dans une optique de développement durable que le Portugal ten-te de s’unir autour d’une gestion intégrée pour protéger les zones salicoles. Une ges-tion dualiste entre le développement d’activités pérennes pour relancer l’économielocale tout en favorisant le maintient en eau, garant de la richesse écologique des ma-rais. Une gestion soutenue par une mise en place de mesures de protection (Natura2000, la directive Habitat), et l’intérêt suscité par les parcs nationaux ou par le dé-veloppement des écomusées. Des outils qui participent à une dynamique de patri-monialisation afin que les espaces salicoles dépassent la fonction qu’ils ont d’être àla fois outil et espace de production pour devenir aujourd’hui de nouveaux territoiresdu développement durable. Un combinat d’éléments patrimoniaux et environne-mentaux, entre un espace productif et écologique capable d’assurer à ce titre le dé-veloppement local par une gestion innovante qui rassemble l’ensemble des acteurspour permettre sereinement le développement d’activités en accord avec les lieux etmaintenir ainsi la préservation des ressources naturelles et des ressources écono-miques.§

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS318

Bibliographie :

ANDRE J., L’alimentation et la cuisine à Rome, 2e éd., Paris, 1981

BERDOULAY V., Milieu, colonisation et développement durable, l’Harmattan, 2000

BURON G., De l’origine des marais salants guérandais, Bulletin de la Société archéologique et historiquede Nantes et de Loire-Atlantique, t. 126, p. 9-62, 1990

CADORET A., Protection de la nature : histoire et idéologie, de la nature à l’environnement, Ed. l’Har-mattan, Paris, 1985

CALLENDER M.H., Roman Amphorae with index of Stamps, Londres, 1965

COLMOU D., La presqu’île d’Arvert: des milieux fragiles perturbés par 20 ans d’ouverture au tourisme,Norois n° 117, 1983

CORLAY J.P., Géographie sociale, géographie du littoral, Norois, tome 42, n°165, 1993

CURTIS R.I., Garum and Salsamenta. Production and commerce in Materia Medica, Leyde, 1991

ELPHICK E., Atlas des oiseaux migrateurs, Bordas, Paris, 1996, 180 p.

HOCQUET J.C., Le sel et le pouvoir, de l’an mil à la révolution française, Ed. Albin Michel, 517 p., 1985

HOCQUET J.C., L’évolution des techniques de fabrication du sel marin sur les rivages de l’Europe du Nord-Ouest, In : Les hommes et la mer dans l’Europe du Nord-Ouest, de l’antiquité à nos jours, Lille, p. 3-22,1986

MESPLIER A., Le tourisme en France, Ed. Breal, 9e édition, 2001

LEMONNIER P., “Les salines de l’Ouest : logique technique logique sociale”, Presses Universitaires de Lil-le, Paris, 1980

MIOSSEC A., Les littoraux entre Nature et aménagement, SEDES collection Campus, 1998

MOLLAT M., Sel et Société. Discriminations et contradictions, dans Studi Romagnoli, 1971

RAU V., Estudos sobre a historia do sal português, Editorial Presença, 1984, 359 p.

SACHS I., L’écodéveloppement. Stratégies de transition vers le XXIe siècle, Ed. Syros, Paris, 1993

SEGONZAC G., Les chemins du sel, Gallimard, 1991

319THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

INICIATIVAS DE RECUPERACIÓN DE SALINAS DE

INTERIOR EN ESPAÑA

Katia Hueso Kortekaas1 & Jesús-F. Carrasco2

Asociación de Amigos de las Salinas de Interior

Resumen: Si definimos las salinas de interior como explotaciones de sal por evapora-ción solar que obtienen la salmuera de fuentes no marinas, podemos afirmar que cons-tituyen un fenómeno exclusivamente ibérico dentro del continente europeo. A pesar desu rareza, las salinas de interior están desapareciendo a gran velocidad de la geografíaespañola, debido al abandono del medio rural, la competencia de las salinas indus-triales y el desinterés de las autoridades e incluso de sus propietarios. En esta comuni-cación se presenta una panorámica del origen, ubicación y situación de las salinas deinterior en España. Se muestran asimismo varios casos de estudio donde se está llevandoalguna actividad de recuperación del patrimonio salinero en el interior, así como la la-bor que está realizando la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior para fomentary divulgar dicha recuperación.Palabras clave: Salinas de interior, patrimonio natural, patrimonio cultural, España

Abstract: If we define inland salinas as solar evaporation salt making facilities that ob-tain brine from athalassohaline sources, we can consider these salinas as an exclusivelyIberian phenomenon within the European continent. Despite their rarity and fragility, in-land salinas are disappearing at great speed in Spain, due to the abandonment of ruralareas, the competition with industrial salinas and the lack of interest of authorities andeven their owners. This article presents an overview of the origin, location and situationof Spanish inland salinas. Several case studies are shown, in which there is a certain ac-tivity to recover their heritage. Also, the activity of the Association of Friends of InlandSalinas to promote and disseminate their recovery is discussed.Key words: Inland salinas, natural heritage, cultural heritage, recovery, Spain

321A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

[email protected]. Consultor en medio ambiente y desarrollo local. Bióloga por la Universidad deLeiden (Países Bajos). Ha trabajado como investigadora en ecología y conservación en diversospaíses. En la actualidad es consultor en medio ambiente y desarrollo local, especialmente enplanificación de espacios naturales y evaluación de impacto. Como presidente de la Asociación deAmigos de las Salinas de Interior desde 2002, investiga, defiende y divulga el paisaje y la culturade la sal

2 [email protected]. Sociólogo por la Universidad Complutense de Madrid (España). Consultorde formación de recursos humanos, es especialista en formación a distancia y ha trabajado tanto en Es-paña como Iberoamérica. Es secretario de la Asociación de Amigos de las Salinas de Interior desde su fun-dación en 2002, donde realiza estudios de etnología e historia de salinas y ejerce tareas de contacto ins-titucional.

1. Qué son las salinas de interior

Aunque existen muchas posibles definiciones de lo que puede ser una “salina deinterior”, en la presente comunicación manejaremos la definición propuesta por laAsociación de Amigos de las Salinas de Interior, es decir, “aquellas explotaciones desal y ecosistemas halófilos asociados que se alimentan de un manantial atalasohali-no de salmuera y que es evaporada gracias a la acción del sol y del viento” (Carras-co Vayá & Hueso Kortekaas, 2006a). También se conocen como “salinas de manan-tial” o “salinas continentales”. Desde este punto de vista, se puede decir que exis-ten salinas de interior en diversas grandes regiones del mundo: Asia Central, Nortey Este de África, cordillera de los Andes… y la Península Ibérica. No se conocen ex-plotaciones de sal de este tipo en otros países europeos, lo cual de por sí es un po-deroso argumento a favor de su protección por parte de autoridades nacionales y or-ganismos supranacionales. Como se verá más adelante, las explotaciones ibéricas sonmuy numerosas y, algunas de ellas poseen además una riqueza patrimonial de grancalado.

2. Las salinas de interior ibéricas

La gran mayoría de las salinas de interior de España y Portugal tienen su origenhace 200 millones de años, durante el Triásico Superior, aunque hay algunas salinascuyo origen data del Mioceno (hace unos 5 – 20 millones de años). Lo que es hoyla Península Ibérica estaba entonces cubierta en su mitad occidental por el Mar deThetys. Este mar sufrió procesos cíclicos de evaporación y reinundación, de mane-ra que se fue formando una gruesa capa de sales sobre el suelo. Cuando, por movi-mientos tectónicos, este suelo se movió, la capa de sal acabó fragmentada y cubier-ta de suelo más joven. En algunos lugares, sin embargo, estas capas quedaron rela-tivamente cerca de la superficie e incluso afloraba en ciertos puntos. La existenciade capas freáticas por debajo de las sales, yesos y margas impermeables hizo que,en algunos puntos frágiles, donde fracturaba la capa de sales y el suelo que queda-ba por encima, surgieran manantiales naturales de salmuera. En otros lugares, en lu-gar de una capa de sales y yesos más o menos horizontal, se formaba lo que se co-noce como un diapiro, es decir, una bolsa de sales, que al ser más plástica y ligeraque los materiales circundantes, iba ascenciendo por el subsuelo por presiones tec-tónicas como lo hace una gota de aceite dentro de un vaso de agua. De esta mane-ra queda muy cerca de la superficie.

Aunque no hay ningún censo completo de las salinas de interior en la Penínsu-la Ibérica, existen numerosos inventarios históricos (Altimir Bolva, 1949; IGE, 1912;ITGME, 1997; Plata Montero, 2006), regionales (Carrasco Vayá, 2006; Carrasco Vayá& Hueso Kortekaas, 2006b; González Navarro, 1996; Iranzo García, 2005; Lorman,2000; Luengo & Marín, 1994; Mata Perelló & Mansilla Plaza, 1997; Núñez Herreroet al., 2006; Pérez Hurtado de Mendoza, 2004; Vieira de Sá, 1946) o temáticos (Ber-nués, 1998; Casado de Otaola. & Montes del Olmo, 1995; Pardo, 1948; Petanidou,1997; VVAA, 2005), que permiten aventurar una cifra aproximada de las salinas que

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS322

existen o existieron en su día en la Península Ibérica.La Tabla 1 ofrece unas cifras aproximadas de salinas por región, obtenidas a par-

tir de algunos de los inventarios citados más arriba. Se distinguen además tres tiposde salinas: de interior o manantial, de costa y minas de sal. Las cifras citadas en latabla deben considerarse preliminares, a falta de un inventario exhaustivo y siste-mático que las coteje. La tabla, sin embargo, ofrece unos órdenes de magnitud quepueden ser útiles a la hora de dar una visión general del patrimonio salinero ibéri-co. El primer dato que cabe resaltar es el gran número de instalaciones salinas quehay o hubo en España y Portugal: alrededor del medio millar. Este dato puede variardebido a la definición de “salina”: Hay zonas salineras que constan de varias ex-plotaciones independientes (p. ej. la Bahía de Cádiz), pero también hay salinas queconstan de diversos nombres a lo largo de la historia (p. ej. Santamera / Gormellón/ Cercadillo, en Castilla – La Mancha). Por otro lado, hay muchas salinas antiguas quehan desaparecido y tan sólo algunas de ellas se recuperan mediante excavaciones ar-queológicas. Otras quedan debajo de infraestructuras humanas (edificios, carreteras,embalses, campos de cultivo, etc.) y nunca se podrán conocer. Por estas razones,conviene tomar la cifra citada arriba como meramente orientativa.

El siguiente dato que merece atención es que la mitad de las instalaciones in-ventariadas hasta la fecha, eran salinas de interior. De nuevo conviene leer esta otracifra como orden de magnitud y no como cifra absoluta. De las aproximadamente260 salinas de interior que mediante esta revisión bibliográfica se han detectado enla península, se estima que una treintena está en funcionamiento, la mayoría de ellasen Andalucía (Salud Parrilla com. pers.). Fuera de esta región, se encuentran algunasen proceso de franca recuperación (Salinas de Añana, en el País Vasco; Salinar de LoRoldán, en Aragón) o bien gozan de muy buena salud productiva (Marinhas de salde Rio Maior, en Portugal) (obs. pers.). Otras, sin embargo, están en un retroceso apa-rentemente irreversible (Salinas del Manzano, en Castilla – La Mancha) (obs. pers.).

Tabla 1: Número estimado de instalaciones salineras por región y por tipo de producción.

Comunidad Autónoma . . . .Marina . . . .Manantial . . . . .Mina . . . . .Total . . . . . . . .%

Andalucía . . . . . . . . . . . . . . . . .110 . . . . . . . . .109 . . . . . . . .0 . . . . . .219 . . . . .45,4Aragón . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . .29 . . . . . . . .2 . . . . . . .31 . . . . . .6,4Asturias . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4Baleares . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . . . .8 . . . . . .1,7Canarias . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64 . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . . .64 . . . . .13,3Cantabria . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .3 . . . . . . . .2 . . . . . . . .5 . . . . . .1,0Castilla-La Mancha . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . .57 . . . . . . . .4 . . . . . . .61 . . . . .12,7Castilla y León . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .9 . . . . . . . .1 . . . . . . .10 . . . . . .2,1Cataluña . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . . . .16 . . . . . . . .3 . . . . . . .21 . . . . . .4,4Comunidad Valenciana . . . . . . . . .7 . . . . . . . . . .12 . . . . . . . .1 . . . . . . .20 . . . . . .4,1Extremadura . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . . . .0 . . . . . .0,0Galicia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4Madrid . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .1 . . . . . . . .0 . . . . . . . .1 . . . . . .0,2Murcia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4 . . . . . . . . . . .7 . . . . . . . .0 . . . . . . .11 . . . . . .2,3Navarra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .6 . . . . . . . .1 . . . . . . . .7 . . . . . .1,5País Vasco . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4Portugal . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 . . . . . . . . . . .4 . . . . . . . .0 . . . . . . .16 . . . . . .3,3La Rioja . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0 . . . . . . . . . . .2 . . . . . . . .0 . . . . . . . .2 . . . . . .0,4TOTAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . .207 . . . . . . . . .261 . . . . . . .14 . . . . . .482 . . . .100,0% . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43 . . . . . . . . . .54 . . . . . . . .3 . . . . . .100

323THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Finalmente, se observa en la Tabla que las regiones con mayor número de sali-nas de interior se encuentran en la vertiente oriental de la Península Ibérica: Anda-lucía, Aragón, Castilla –La Mancha, Cataluña, Comunidad Valenciana, Navarra, Mur-cia y País Vasco. Castilla y León, con nueve salinas, pero un territorio muy vasto, pre-senta una densidad considerablemente inferior a las otras regiones citadas. Además,de estas nueve salinas, la mayoría se encuentran en su extremo nororiental. Todo elloconcuerda con la hipótesis del origen geológico de la sal de interior. En la Figura 1se muestra una comparación entre un mapa de la Península durante el Triásico (ob-sérvese que, según el dibujante del mapa, ya entonces existían España y Portugal) (Fá-brega, 1928) y otro que muestra las explotaciones de sal activas en 1995 (ITGME,1997), lo cual permite observar un grado importante de solapamiento entre los lu-gares salineros y la ubicación del mar de Thetys en el Triásico. Muchas de estas sa-linas, como se puede ver en el mapa de la derecha, se encuentran en los valles delos grandes ríos (Ebro, Tajo, Guadalquivir, Guadiana, Júcar).

Figura 1: Comparación entre la situación del mar de Thetys hace 200 millones de años (izda.) y localiza-ción de salinas activas en 1995 (dcha.)

3. El patrimonio de las salinas de interior

Si tratar de inventariar las salinas es una tarea complicada, hacerlo con el patri-monio natural y cultural que éstas albergan, es casi imposible. Dentro de las salinasde interior ibéricas existen diversas tipologías constructivas y metodológicas que de-penden de factores geográficos, topográficos, hidráulicos y técnicos. No obstante, sípuede afirmarse que las salinas constituyen un magnífico ejemplo de paisaje cultu-ral, en la medida de que en ellas interactúan el hombre y la naturaleza de manerasostenible. El hombre aprovecha un recurso natural, la sal, mediante tecnología debajo impacto y con el uso de energías renovables. Por otro lado, la explotación dela sal permite la presencia de un ambiente salino que es raro en el interior. Este am-biente hace que aparezcan especies de flora y fauna halófilas muy raras y frágiles,más habituales en marismas costeras que en la meseta central. Este tipo de paisaje

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS324

cultural se puede definir como el “paisaje de la sal” (Hueso Kortekaas & CarrascoVayá, 2006).

Las construcciones asociadas a una salina son de carácter modesto, pues fueronpensadas con criterios productivos, no estéticos. Sin embargo, tomadas las cons-trucciones de una salina en su conjunto, constituyen un complejo preindustrial degran interés arquitectónico, histórico y cultural. Típicamente, una salina consta de(desde la obtención del agua hasta la venta de sal): manantial, pozo, noria o bom-ba, canalizaciones, concentradores, evaporadores, cristalizadores, caminos, alma-cenes, etc. Todas estas construcciones reciben nombres específicos, que varían deuna región a otra, lo cual constituye de por sí un rico patrimonio lingüístico.

Finalmente, cabe mencionar la cultura de la sal que se crea en el entorno de unasalina. No sólo conviene resaltar la influencia de estas explotaciones sobre la histo-ria y la economía local y regional, sino el elenco de tradiciones, creencias, métodosde trabajo, etc. que surgen a partir de la actividad productiva y la presencia de la salen el entorno.

4. Puesta en valor de salinas. Ejemplos de España

4.1 Salinas de AñanaA finales de los años noventa del siglo XX, el pueblo de Salinas de Añana veía

agonizar las salinas que vió nacer, once siglos antes. Ello, a pesar de haber sido pro-tegidas como Bien de Interés Cultural, con categoría de monumento, ya en el año1984. Cinco mil eras de evaporación, que cubrían unas 12 hectáreas del llamado Va-lle Salado, contruidas sobre pilares para salvar los desniveles del terreno, habían co-lapsado o amenazaban con hacerlo. Poco podían hacer los escasos 200 habitantesdel núcleo de Salinas de Añana; cifra que, por cierto, no alcanza la cuarta parte dela población con la que contaba en 1900. La escasa rentabilidad de la salina elimi-nó una de las pricipales actividades del pueblo y la cercanía de la capital regional,Vitoria, no hizo sino acelerar el proceso de despoblación. A esto había que añadirla compleja situación de propiedad que presentaban entonces las salinas: hasta 80salineros, que actuaban cada uno por su cuenta. En el año 2000, sin embargo, des-de la Diputación Foral de Álava se propuso la redacción de un Plan Director, que ha-bría de recuperar el monumento. Para ello fue necesario constituir una sociedad queaglutinara a los propietarios y actuara como interlocutor válido ante las instituciones.Así nació Gatzagak S.A.. Mediante un acuerdo de cesión de uso de las instalacionesa la Diputación Foral, ésta comenzó los trabajos de recuperación del valle según loestablecido en el Plan Director.

Con un presupuesto de 20 millones de euros y una duración de 20 años, es unplan de recuperación ambicioso en el que tienen cabida actividades como la pro-ducción de sal, la obtención de energía solar, las visitas turísticas e incluso la cele-bración de espectáculos al aire libre (Diputación Foral de Álava, 2001; V. Angulo, M.Landa y J.I. Lasagabaster, com. pers.). Algunas de ellas ya están teniendo lugar congran éxito: La aún escasa producción de sal de Añana (50 T/año frente a las 8.000T/año que llegaba a producir en sus buenos tiempos) comienza a ser demandada por

325THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

restuarantes en el País Vasco. Todos los años se celebra la Feria de la Sal, que con-siste en un espectáculo nocturno seguido de un mercadillo de productos ecológicos,a la cual asisten miles de personas. Y ya se han comenzado las visitas por el valle Sa-lado, a pesar de no haberse finalizado los trabajos de restauración, valiéndose dellema “abierto por obras”. Hoy en día, Salinas de Añana participa en un proyecto co-munitario Interreg IIIB denominado SAL, que permitirá profesionalizar la producciónde sal mediante cursos de formación de salineros y mejorar la calidad del productoturístico mediante la creación de una ruta de la sal con los demás socios del proyecto(Forum des Marais Atlantiques, 2004).

4.2 Poza de la SalPoza de la Sal, también en el norte de España, se encuentra entre el páramo de

Masa y la llanura de La Bureba. A pesar de su pequeño tamaño y su escasa pobla-ción (menos de 200 habitantes), Poza de la Sal alberga numerosos monumentos his-tóricos (iglesias, un castillo, casas nobles) que motivó su protección integrada comoBien de Interés Cultural con categoría de Sitio Histórico en 2001. Este ámbito de pro-tección incluye el Salero, al noroeste del casco antiguo. Las salinas, o Salero, se en-cuentran en un valle de topografía compleja, pues su origen geológico está forma-do por uno de los diapiros más importantes del mundo, y éste se hace visible en estelugar. La explotación de las salinas se produjo mediante una combinación única detécnicas de minería y evaporación solar. Debido a la complejidad del proceso pro-ductivo, que requería una intensa mano de obra, se fue abandonando la actividadhacia los años sesenta del siglo XX. Hoy en día, hay lugareños que aún poseen par-tes de la salina, que recogen sal de manera informal. Algunos de los interesantes edi-ficios asociados a la producción de sal son las entradas a las galerías, la casa de ad-ministración, los alfolíes o almacenes de sal y las eras de cristalización, todos ellosrealizados en carpintería de madera y muros de mampostería en el siglo XVIII (SáizAlonso, 2001; E. Sáiz Alonso y P. Puente Roque, com. pers.).

Gracias a su nuevo estatus de protección del casco histórico, además del im-portante trabajo realizado por la Asociación de Amigos de las Salinas de Poza (re-cientemente galardonada por su labor), el gobierno regional ha promovido el PlanDirector para todo el ámbito de protección. Hasta el momento, el Plan Director yaha sido redactado y se ha creado un Centro de Interpretación. Este centro no sóloofrece visitas guiadas en la zona, sino que alberga los archivos municipales, conabundantes referencias a la producción local de sal en el pasado. Las salinas pro-piamente dichas están siendo acondicionadas para las visitas, con limpieza de sen-deros, colocación de señales y paneles, etc. Todos los años se celebra un campo detrabajo para la reparación y limpieza de las instalaciones productivas. (Planz S.L.2005).

4.3 Otros ejemplos de EspañaAdemás de los ejemplos mencionados anteriormente, existen otras salinas en Es-

paña en las que se están realizando trabajos de recuperación y puesta en valor (Hue-so Kortekaas & Carrasco Vayá, 2006). En algunos casos, la puesta en valor consisteen la creación de un museo más o menos relacionado con el lugar y su tradición sa-linera, como es el caso del Museo Municipal de Salinas del Manzano (Castilla – La

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS326

Mancha) o la rehabilitación del enorme alfolí de las Salinas de Gerri de la Sal (Ca-taluña) como centro cultural. En otro municipio, se ha creado un centro temático demayor envergadura, como es el Parc Cultural de la Sal de Cardona (Cataluña), queincluye una visita a la mina, también conocida como Muntanya de Sal. Hay ademáslugares en los que la salina está protegida como espacio natural y las autoridades res-ponsables de su gestión están recuperando las construcciones y han creado algúntipo de equipamiento interpretativo, como es el centro de visitantes del Parque Re-gional de Ajauque y Rambla Salada (Murcia), los paneles para hacer una visita au-toguiada en las Salinas de Saelices de la Sal (Castilla – La Mancha) o de una sendainterpretativa por la salina, como la del Salí de Cambrils (Cataluña). En Saelices, ade-más, está previsto recuperar la producción de sal, a título demostrativo. Finalmente,hay casos en los que prima la visión lúdica, como los baños de agua salada que sepueden disfrutar en las Salinas de Minglanilla (Castilla – La Mancha) o en el Salinarde Lo Roldán, en Naval (Aragón). En este último caso se han colocado además pa-neles interpretativos, está prevista la creación de un museo en el alfolí principal y hayuna senda de 1 km de longitud que une ambos lugares. Y, no menos importante, estasalina está en producción.

4.4 La Asociación de Amigos de las Salinas de InteriorLa Asociación de Amigos de las Salinas de Interior es una entidad sin ánimo de

lucro, privada e independiente, que se dedica a la investigación, recuperación, pues-ta en valor y difusión del patrimonio natural y cultural de salinas y del paisaje de lasal. La Asociación nació en 2002 en Sigüenza (Guadalajara) y cuenta entre sus miem-bros con profesionales de la arquitectura, diseño gráfico, ecología, sociología, his-toria, ingeniería… y de procedencia internacional (España, Francia, Holanda, Suiza,Portugal, EEUU,…). Entre los servicios que ofrece la asociación están la organizaciónde eventos relacionados con sus fines (cursos, conferencias, seminarios de tipo téc-nico o general; exposiciones, puestos en ferias y concursos relacionados con salinas).Ofrece también asistencia técnica en materia de uso público, turismo y planificación;así como propuestas de desarrollo local de zonas salineras. Así, ha participado en elPlan Director de las Salinas de Poza de la Sal (Burgos), en el Plan de Rehabilitacióndel Humedal de Saelices de la Sal (Guadalajara), en proyectos internacionales como“Interreg SAL” o “ALAS” y tiene diversas propuestas en marcha para diveras salinasen España. Entre los trabajos de investigación que está llevando a cabo la asociación,cabe destacar el Proyecto Etnosal, un intento por recuperar el patrimonio etnológi-co de las salinas de Castilla –La Mancha, así como el inventario de las salinas de Es-paña, para el cual se están buscando fondos. Por último, pero no menos importan-te, está la labor de divulgación, que se traduce en asistencia a congresos, jornadas,ferias, etc. y en una importante actividad de publicación de artículos en prensa ge-neral y especializada. Cuando acude a actos públicos, la asociación pone a la ven-ta algunos productos promocionales (libros, postales, camisetas) para ayudar a fi-nanciar su tarea. Para conocer en detalle las actividades de la asociación, se puedenconsultar las Memorias Anuales que se distribuyen electrónicamente a principios deaño (ACASI, 2004, 2005 & 2006).§

327THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Referencias

ACASI (2004) Memoria anual 2003, Asociación de Amigos de las Salinas de Interior, Guadalajara. Distri-bución electrónica

ACASI (2005) Memoria anual 2004, Asociación de Amigos de las Salinas de Interior, Guadalajara. Distri-bución electrónica

ACASI (2006) Memoria anual 2005, Asociación de Amigos de las Salinas de Interior, Guadalajara. Distri-bución electrónica

Altimir, J. (1949): La sal en el mundo. Tomo I Europa, Barcelona. Ediciones al servicio de la industria sa-linera, Barcelona

Bernués, M. (1998) Humedales españoles inscritos en la Lista del Convenio de Ramsar. Col. Técnica, Mi-nisterio de Medio Ambiente, Organismo Autónomo de Parques Nacionales (2ª Ed.), Madrid

Carrasco Vayá, J.-F. (2006) Proyecto ETNOSAL: recuperación del patrimonio etnológico de las salinas deCastilla-La Mancha. Actas del Congreso Internacional “La sal de interior en la historia: economía, medioambiente y sociedad”. Sigüenza (Guadalajara), 6 – 9 de septiembre de 2006 (en prensa)

Carrasco Vayá, Jesús-F. & Hueso Kortekaas, Katia (2006a) Métodos tradicionales de obtención de sal: unarevisión de conceptos. Actas del Primer Congreso Internacional de Minería y Metalurgia en el contextode la Historia de la Humanidad: Pasado, presente y futuro, Mequinenza, 6-9 de julio de 2006, en prensa

Carrasco Vayá, J.-F. & Hueso Kortekaas, Katia (2006b) ETNOSAL, un intento de recuperar la memoria sa-linera de Castilla – La Mancha. Rev. Oppidum, 2 (en prensa)

Casado de Otaola, S. & Montes del Olmo, C. (1995) Guía de los lagos y humedales de España. J.M. Re-yero Editor, Madrid

Diputación Foral de Álava (2001) Gatz Harana / Valle Salado (Álava, Spain)

Fábrega, P. (1928) Geología. Introducción al estudio de los criaderos minerales. Madrid

Forum des Marais Atlantiques (2004) Resumé du formulaire de candidature SAL « Sel de l’Atlantique »,Documento inédito

González Navarro, J. (1996) Las salinas tradicionales de Gran Canaria. FEDAC, Las Palmas de Gran Ca-naria

Hueso Kortekaas, K. & Carrasco Vayá, J.-F. (2006) Inland saltscapes: Values for a sound socioeconomic de-velopment. Actas del Congreso Internacional “La sal de interior en la historia: economía, medio ambientey sociedad”. Sigüenza (Guadalajara), 6 – 9 de septiembre de 2006 (en prensa)

IGE (1912) Relación de las salinas de España. Instituto Geológico de España, Madrid. Documento inédi-to

ITGME (1997) Inventario nacional de recursos minerales de cloruro sódico y sales potásicas. Instituto Tec-nológico GeoMinero de España, Madrid

Iranzo García, E. (2005) Las salinas continentales de la provincia de Valencia. Universitat de València, Va-lencia

Lorman, J. (2000) Libro de la sal. Edicions de turisme cultural Illes Balears, Palma de Mallorca

Luengo, A. & Marín, C. (1994) El jardín de la sal. Ecotopía Ediciones, Santa Cruz de Tenerife

Mata Perelló, J.M. & Mansilla Plaza, L. (1997) Las salinas continentales de Aragón y de Cataluña. Una par-te de nuestro patrimonio minero. En: Actas de la primera sesión sobre el patrimonio minero metalúrgico.Almadén, Servicio de Publicaciones de la Universidad de Castilla-La Mancha. Colección Ciencia y Téc-nica. p. 291-297

Núñez Herrero, M. A., Navarro Sequero, A. & Fernández Díaz, M. (2006) Las salinas del interior de la Re-gión de Murcia. Folleto de la Consejería de Industria y Medio Ambiente, Región de Murcia, Murcia

Pardo, L. (1948) Catálogo de los lagos de España. Instituto Forestal de Experiencias e Investigaciones, Ma-drid

Pérez Hurtado de Mendoza, A. (coord.) (2004) Salinas de Andalucía. Consejería de Medio Ambiente, Jun-ta de Andalucía, Sevilla

Petanidou, T. (1997) Salt In European History and Civilisation, Hellenic Saltworks, S.A., Atenas

Plata Montero, A. (2006) El ciclo productivo de la sal y las salinas reales a mediados del siglo XIX. Dipu-tación Foral de Álava, Vitoria

Planz S.L. (2005) Propuesta de plan de gestión y uso píblico de las Salinas de Poza de la Sal (Burgos). Do-cumento inédito, Valladolid

Sáiz Alonso, E. (2001) Las salinas de Poza de la Sal. Diputación Provincial de Burgos, Burgos

Vieira de Sá, M. (1946) Sal comum, sal do mar e sal de mina. Livraria Sá da Costa, Lisboa

VVAA (2005) Patrimonio industrial: Lugares en peligro. Actas del Seminario TICCIH – España “Patrimo-nio industrial: Lugares en peligro”, Gijón, 21 de septiembre de 2005

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS328

ECOMUSEU MARINHA DA TRONCALHADA –

CENTRO INTERPRETATIVO: IMPULSIONADOR DAS

SALINAS DE AVEIRO

Ana Gomes* e Gabriela Mota Marques**1

Resumo: O sal, associado à laguna, continua a ser um ponto de referência de Aveiro,para além de representar um elemento da sua identidade e especificidade, constituin-do uma mais-valia local. Há por isso que explorar esse valor como atractivo turísticonuma perspectiva de gestão integrada de preservação e de promoção de património cul-tural e natural e do desejado desenvolvimento sustentável.É nesse sentido que surge o Ecomuseu marinha da Troncalhada – Centro Interpretativoonde o sal ganha nova ênfase na perspectiva económico-social.Palavras-chave: sal, ecomuseu, centro interpretativo, Museu da Cidade, sustentabilida-de, turismo cultural, paisagem.

Contexto

Os elementos de perpetuação do património cultural e da sua diversidade levama que as sociedades actuais procurem ajustar a oferta às suas necessidades. Nestecontexto, os museus aceitam moldar-se, modificar-se face às exigências que lhe sãofeitas conjugando as respostas com o cativar dos seus potenciais visitantes. Neste ca-pítulo, as salinas integradas na Ria de Aveiro, enquanto elemento natural, paisagís-tico, biológico, geológico, etnográfico, antropológico e histórico, não são excepçãoe pretendem adaptar-se aos requisitos do seu público. Por esse facto, a Marinha daTroncalhada, salina onde se conserva a produção de sal segundo métodos artesanais,surge como espaço museológico que une o ambiente natural e humano numa ten-tativa de preservar o equilíbrio da relação entre ambos.

Aliás, tendo em linha de conta este binómio homem/natureza, nos anos 90, pro-cedeu-se à recuperação da Marinha da Troncalhada com objectivos lúdico-pedagó-gicos seguindo o conceito de ecomuseu. Pela sua implantação, este equipamentomuseológico assumia, predominantemente, um cariz de paisagem natural, associa-da à laguna. Hoje, fruto de uma outra percepção do espaço, compreende-se o eco-museu como fazendo parte de uma realidade urbana e não puramente natural.

Existe, desta forma, uma interacção entre o ecomuseu e o território em que se in-

329A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* Chefe de Divisão de Museus e Património Histórico da Câmara Municipal de Aveiro; [email protected]

** Técnica Superior da Divisão de Museus e Património Histórico da Câmara Municipal de Aveiro, [email protected]

sere, entendendo-se este como uma aliança entre cidade / laguna e implementando,deste modo, o papel de museu de território, que lhe confere um sentido global. Abar-cam-se, assim, não só os limites geográficos, mas também os traços sociológicos, cul-turais e histórico-económicos de toda a região, que se reconhece nesta teia de rela-ções biológicas, humanas, físicas [Davis, 1999: 4] que caracterizam o complexo eúnico sistema das salinas. No fundo, será expressar a sua perspectiva de museu vivo,se por museu entendermos, nas palavras de Sérgio Lira, um objecto de cultura, de de-leite espiritual, de prazer estético, de conhecimento científico, de puro entreteni-mento que se usa [Lira, 2005].

A identidade: palco, actores e obra“Que futuro para o salgado?”

A pergunta, patente no hebdomadário Correio do Vouga data de Maio de 2003,mas poderia reflectir a manchete de um outro periódico local de décadas anteriores.Aliás, tomando como referência os finais do século XIX e o século XX, a imprensalocal levanta com insistência este assunto, fazendo do sal a notícia e revelando oquanto a actividade salícola é determinante para a comunidade, não só como fontede rendimento, mas também e muito como sua imagem e identidade1.

Uma das referências recorrentes conduz à questão da produção anual de sal ava-liada em termos quantitativos, tanto numa perspectiva do total do salgado como porcada marinha. Dessa realidade é exemplo a notícia publicada pelo Povo de Aveiro,em 1882,: “Para se avaliar a importância da industria salina d’esta cidade, damos emseguida a estatistica do sal expelido só pela estação do caminho de ferro d’Aveiro nosanos de 1880 e 1881: Em 1880:6:051:711 kº - 613 wagons. Em 1881: 7:170:013 Kº- 727 wagons (:..)” [O Povo de Aveiro, 19.03.1882:3]. Subjacentes a estas questõesestão as políticas de preços dando perspectivas de mercado, formas de escoamentode produto, dados de metrologia, bem como as directrizes municipais de controloda actividade.

Este tipo de fonte, para além das informações com um carácter, predominante-mente, económico, têm implícitas, de igual modo, realidades do foro antropológicoe social que se podem expressar sob a forma de notícias sobre a contratação dos mo-ços, os vários trabalhos decorrentes da safra, e as vivências [festas, romarias ou o pró-prio quotidiano].

A importância do sal para a comunidade local não se resume nem traduz, ape-nas, neste tipo de documentação2.

Outras fontes, como as de natureza cartográfica, reforçam o papel desta activi-dade e, ainda que de forma nem sempre exacta, ajudam a localizar e delimitar a áreadas marinhas face à laguna e à Vila/Cidade, contribuindo para uma percepção daevolução do próprio território e da construção da paisagem, ao longo dos séculos.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS

1 Periódicos como o Campeão das Províncias, O Povo de Aveiro, O Democrata ou, mais recentemente,Litoral e o Correio do Vouga reproduzem esse reportório de contas, números, preocupações e alegrias emtorno da prática da salicultura.

2 Como é sobejamente conhecido, a primeira referência escrita a Aveiro, remontando ao século X, ex-pressando já a relevância da produção de sal. Trata-se do testamento da Condessa Mumadona Dias doan-do um conjunto de bens ao cenóbio de Guimarães, entre os quais se encontram salinas em Aveiro [Ma-dahil, 1959: 2-6].

330

Exemplos disso: o mapa de 1634 de Pedro Teixeira [www. arkeotavira. com/ Mapas/Teixeira/ índex.pdf]; a planta da Vila e Ria de Aveiro, datada do século XVIII, da au-toria de Carlos Mardel [Museu de Aveiro | IMC,IP] ou, já em 1874, a Planta indica-tiva do plano d’obra para melhoramento da Barra d’Aveiro [AHD-APA]. Entrandopelo século XX, com a proliferação da imagem fotográfica, inúmeros são os teste-munhos que retratam a paisagem salícola que se vislumbra a partir da cidade, bemcomo as actividades e vivências que lhe estão associadas3. Já os ortofotomapas aju-dam a perscrutar, dos céus, as marcas fossilizadas da actividade no território.

Para além deste tipo de registos outros há, ainda, que contribuem para o conhe-cimento e análise destas mutações. Tomando como exemplo o Inquérito à Industriado Sal realizado, em 1956, pela então Comissão Reguladora dos Produtos Farma-cêuticos, surgem registadas 270 marinhas [Amorim, 2005:124], número este consi-derável, muito embora já no anos 60 se escrevesse sobre a problemática da susten-tabilidade e da necessidade de “acudir à industria salineira” [Litoral, 02.07.1060: 7].

As suas características conserveiras, em particular na salga do peixe [exemplodisso o bacalhau, cujo grosso da frota pesqueira se concentrava na região de Avei-ro], como condimento e como ingrediente aplicado a determinadas indústrias da ca-riz químico e farmacêutico, para além do seu uso como técnica de vidrado cerâmi-co, justificaram a sua fama e a sua procura. Dando emprego a parte da populaçãolocal, em torno do sal de Aveiro formou-se uma comunidade com manifestações evivências peculiares.

Desta realidade com cinquenta anos subsistem, hoje, no activo, unicamente,nove salinas, tendo em linha de conta que uma das quais [a Marinha da Troncalha-da] tem subjacente à sua laboração objectivos culturais sob a forma de ecomuseu.Significa isso que, hoje em dia, a produção é consideravelmente diminuta se com-parada com os registos, levantamentos e inquéritos feitos outrora à safra do sal. Asregras do mercado que impõem uma feroz concorrência de sais provenientes de ou-tras paragens, mesmo de fora de Portugal; o desinteresse por uma actividade sazo-nal e de dividendos incertos; a conversão das marinhas noutros sectores como a pis-cicultura ou a identificação do sal como produto mineiro explicam as diferenças.

Não obstante esta descrição menos optimista da actualidade existe um reversoda medalha: o sal continua a ser um dos ex-libris de Aveiro e motivo de visita à ci-dade, associado ao interesse pela singularidade da paisagem lagunar que oferece aRia. Da mesma forma, a procura desse sal, produzido nas marinhas locais em mol-des artesanais, é uma realidade fazendo persistir um pequeno grupo de marno-tos/produtores, empenhados em dar continuidade à tradição e em fazê-la renascer.

O património

Se os dados disponíveis parecem mostrar um cenário pouco prometedor para osal de Aveiro, alguns actores acreditam na sua viabilidade económica, muito embo-ra com valências que vão além da produção artesanal e da comercialização directado produto. A procura de novos mercados/novos produtos, como garante de conti-nuidade desta actividade e com o recurso a programas de fundos estruturais comu-

331

3 A Imagoteca Municipal de Aveiro, instalada no Museu da Cidade de Aveiro, possui uma colecção alar-gada de documentação fotográfica sobre a temática sal/cidade.

THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

nitários é tida como a oportunidade para revitalizar o sector. É neste contexto que ga-nha corpo o projecto Sal do Atlântico, uma parceria transnacional no âmbito do pro-grama Interreg IIIB que envolve trinta parceiros de Portugal, Espanha, França e Rei-no Unido. Tal como refere a sua denominação, o projecto tem como missão a “Re-vitalização da identidade das salinas do Atlântico. Recuperação e promoção dos po-tenciais biológicos, económicos e culturais das zonas húmidas costeiras”. Isto é, oSal do Atlântico procura a valorização de uma actividade de cariz tradicional, ten-do subjacente o reconhecimento do produto ao nível comunitário, a que se associaa sua forte vertente de património cultural e natural.

Aproveitar a oportunidade oferecida por este projecto, ao garantir a troca deideias e de experiências com os congéneres nacionais e europeus, procurando uni-los em torno de um objectivo comum que a todos trará dividendos, revelou-se, as-sim, o momento fulcral. Desta forma, várias são as iniciativas que têm vindo a ser de-senvolvidas pela CMA, a qual reforçou a componente turística. É nesta perspectivaque se enquadram as acções associadas à dinamização e valorização do Ecomuseu.Estas acções incluem:

Quadro 1 – Acções da responsabilidade da CMAveiro no âmbito do projecto Sal do Atlântico

Acção • iniciativa

Objectivos • Estudo sobre o salgado de Aveiro• Diagnosticar a sua real e actual situação como intuito de definir estratégias de actuação futura

Consultoria histórica• Congregar informação a partir de fontes documentais visando a constituição de uma base dedados a disponibilizar no Centro Interpretativo e Ambiental do Ecomuseu Marinha da Troncalhada

Valorização económica e social • Constituir a Fena.Sal [Federação Nacional de Produtores de Sal Marinho Artesanal], • Criar estruturas associativas locais [Associação de Produtores e Marnotos da Ria de Aveiro];• Fomentar o reconhecimento da profissão de marnoto através da formação e da certificação doproduto e da unidade produtiva.

SIG / Instrumentos de Gestão de Território• Sistematizar informação com o intuito de criar instrumentos de gestão

Rota do Sal do Atlântico • Criar a rota internacional das salinas do Atlântico;• Colocar Aveiro nos meios de difusão turística internacionais;• Promover o Ecomuseu Marinha da Troncalhada;• Revitalizar a salicultura tradicional e a paisagem

Infraestruturas • Dotar o Ecomuseu de novas valências que valorizem o seu serviço lúdico-pedagógico.

Promoção• Realizar acções de divulgação e promoção do sal artesanal [feira de sal, exposição itinerante,seminários e workshops, notas de imprensa];• Executar material promocional [folhetos, painéis explicativos]; • Participar em certames nacionais e internacionais.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS332

O projecto: conceito(s), missão, gestão e obra

A promoção de um desenvolvimento sustentável dos recursos da Ria, o fomen-to de acções concertadas entre entidades, a oferta dos seus produtos a um públicoexigente e motivado para o património cultural, a sua inserção em rotas turístico-cul-turais de âmbito internacional onde se possa afirmar pela sua singularidade, tudo istopoderá funcionar como mecanismo de salvaguarda.

É nessa perspectiva que a percepção do Ecomuseu Marinha da Troncalhadacomo património museológico faz sentido e tem condições para vigorar, para alémde reforçar o sentimento de pertença das suas comunidades e de recuperar a me-mória colectiva. Desta feita, tem como missão, enquanto identidade de lugar, “a re-cuperação da Memória Colectiva de um grupo sócio-económico, cuja actividade ca-racterizou profundamente a cidade de Aveiro, demonstrando a especificidade dos tra-balhos do salgado aveirense e os seus métodos de produção artesanal” [CMA, 1999].Na sua perspectiva de museu de território, a missão do “ecomuseu abarca, não sótudo dentro da sua área geográfica, mas também dá ênfase à complexa teia de rela-ções entre sistemas físicos, químicos, biológicos e actividade humana.” [CMA |DMPH, 2006].

Causa deste alargar da missão e, por inerência, das transformações das própriasteorias museológicas, o ecomuseu, enquanto equipamento cultural de serviço pú-blico, tem vindo a registar, desde a sua abertura, em 2000, um número crescente devisitantes [Gráfico 1], os quais, muito embora repartidos pelo ano, se concentram,como será previsível, no período de safra do sal [Gráfico 2].

Fonte: CMA | DMPH, Análise estatística, 2007

333THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 1 Número de visitantes 2000-2006 (visitas guiadas e marcação prévia)

16.000

14.000

12.000

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

0

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2.904

14.668

2.423

4.3494.946

7.329

12.359

Fonte: CMA | DMPH, Relatório de Gestão 2006

Ecomuseu da Marinha da Troncalhada | Centro Interpretativo e Ambiental Programa Museológico

A crescente procura do Ecomuseu Marinha da Troncalhada, que se resume a umamarinha a funcionar em moldes tradicionais, e as políticas museológicas actuais es-tão na origem da necessidade de repensar o serviço público que é prestado e, porconsequência, a sua missão.

A resposta a essas exigências levou, em primeira instância, a equacionar a ges-tão e dinamização deste equipamento numa perspectiva integrada, perfeitamente jus-tificável tendo em linha de conta a implementação do Museu da Cidade de Aveiro,desenvolvido num conceito de museu polinucleado, composto pelo Museu da Ci-dade [centro nevrálgico], pelo Núcleo Arte Nova, pelo Ecomuseu Marinha da Tron-calhada e Museu – Centro Interpretativo e Ambiental e pelo Museu Etnográfico deRequeixo [Figura 1].

Neste universo, o Ecomuseu Marinha da Troncalhada – Centro Interpretativo eAmbiental assume um papel de extrema relevância, uma vez que, sendo um dos ele-mentos da identidade local com maior expressão e ao representar um espaço cultu-ral que regista um número considerável de visitantes, constitui, desta forma, umamais-valia para a formação de públicos no âmbito do referido Museu da Cidade.

Assim, neste contexto de exigida gestão de públicos, torna-se essencial a exis-tência de um espaço de acolhimento e contextualização pedagógica formuladonuma lógica de serviços educativos integrados num conceito global do projecto queabaixo de esquematiza.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS334

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gráfico 2 Distribuição de visitas ao longo de 2006

4.500

4.000

3.500

3.000

2.500

2.000

1.500

1.000

500

0

Jan

Fev

Mar

Abr

Mai Jun Jul

Ago Se

t

Out

Nov

Dez

335THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Figura 1 Linha conceptual do Museu da Cidade de Aveiro

Figura 2 Circuito de visitas do Museu da Cidade de Aveiro (gestão integrada)

Figura 3 Circuito de visita do Ecomuseu Marinha da Troncalhada

Projecto de arquitectura

O Centro Interpretativo e Ambiental do Ecomuseu Marinha da Troncalhada foiprojectado para ocupar um lugar de destaque na paisagem lagunar e servir de equi-pamento de apoio pedagógico à já existente Marinha da Troncalhada. Explica-se,deste mpdo, a sua proximidade física e, em paralelo, o distanciamento necessáriopara garantir que o visitante usufrua de modo complementar das duas realidades[ria/salina].

O projecto de arquitectura, de linhas contemporâneas, foi concebido pelo *ate-lier de santos, arquitectura no âmbito do programa Aveiro POLIS, cujo programa deintervenção se desenvolveu num espírito de valorização da frente lagunar do espa-ço urbano. Com uma área útil total de cerca de 205 m2, o espaço compreende umátrio principal e um átrio de serviço exterior; a recepção e a portaria; um espaço po-livalente/expositivo; os gabinetes de trabalho e as áreas de reserva/área técnica.

A ligação entre a marinha e o centro Interpretativo é assegurada por percurso pe-donal e ciclável, acompanhando o Canal Principal que ladeia toda esta área salíco-la. Aliando a perspectiva pedagógica ao lazer, este percurso estende-se até ao cen-tro da cidade através da construção de uma ponte móvel sobre o Canal das Pirâmi-des [eclusas] e usufruindo, em simultâneo, da intervenção urbanística ao longo doCanal de são Roque.

Obedecendo aos conteúdos programáticos museológicos, este acesso garante ainterrelação Ria/cidade, do mesmo modo que reforça a estratégia de gestão integra-da de visitas/públicos ao Museu da Cidade de Aveiro, entendido enquanto rede equi-pamentos culturais similares que tem subjacente a sua sustentabilidade.

Figura 4 – localização do Centro Interpretativo e Ambiental e da Marinha da Troncalhada

Fonte: João Ferrand | APA, 2004

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS336

Notas finais

O sal constituiu um dos elementos relevantes da identidade cultural de Aveiro,fruto de uma prática secular com forte peso na sociedade e economia locais, apesarda diminuição na produção e, por inerência, da sua presença na paisagem regista-da nas últimas décadas e acentuada nos anos mais recentes. É nesse contexto que seafirma o papel do Ecomuseu Marinha da Troncalhada como um forte contributo parasustentabilidade das salinas.

Muito embora tendo como objectivo primeiro a componente pedagógica, afir-ma-se ainda, face à sua localização, como um elemento da paisagem salícola e deecossistema e, simultaneamente, como o impulsionador de políticas de salvaguarda,de preservação e fruição tendentes à sua revitalização.§

337THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

Figura 5 Estratégias de gestão

Fontes

Correio do Vouga, Aveiro [Maio de 2003]

O Litoral, Aveiro [Julho de 1960]

O Povo de Aveiro, Aveiro [Março de 1882]

AHD-APA [1874] Planta indicativa do plano d’obra para melhoramento da Barra d’Aveiro.

Museu de Aveiro | IMC. IP, Planta da Vila e Ria de Aveiro

Mapa do Porto da Foz do Rio Vouga in Pedro Teixeira Mapa del Rey Planeta [1634] www. arkeotavira. com/Mapas/ Teixeira/ índex.pdf, consultado em 20 de Outubro de 2006.

Bibliografia

Amorim, I. [2001] Aveiro e os caminhos do sal. Séculos XV-XX, Aveiro, Câmara Municipal de Aveiro.

Amorim, I [2005] Os inquéritos sobre o sal português nos séculos XVIII a XX, Actas do I Seminário Inter-nacional sobre o Sal Português, Porto, IHM.UP | Faculdade de letras da Universidade do Porto, pp. 111-125.

CMA [1999] Projecto de Musealização da Marinha da Troncalhada [texto policopiado].

CMA | DMPH [2006] Conteúdo programático do Centro Interpretativo e Ambiental [texto policopiado].

CRPQF [1956] Inquérito à indústria do Sal. Salgado de Aveiro, Vol. IV, Lisboa, Comissão Reguladora dosProdutos Químicos e farmacêuticos.

Davis, P. [1999] Ecomuseum, a sense of place, london, Leicester University Press.

Lira, S. [2005] Museus e consumo, Trabalhos de Antropologia e Etnologia, vol. 45 [1-2], SPAE, pp. 97-103.

Madahil, A. [Coord.] [1959] Milenário de Aveiro. Colectânea de textos históricos, vol. I, Aveiro, CâmaraMunicipal.

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS338

O PROJECTO INTERREG – SAL A DERRADEIRA

OPORTUNIDADE PARA AS SALINAS TRADICIONAIS

DE PORTUGAL?

Renato Neves* - Mãe d´água

Resumo: O Projecto INTERREG - SAL congrega cerca de 30 parceiros representandomais de uma dezena de sítios, desde a Bretanha às Ilhas Canárias, onde se faz ainda aextracção do sal por métodos artesanais. Apesar de apresentarem algunas problemáti-cas distintas e da sua realidade social ser também bem distinta, existem uma série deconvergências e interesses comuns que levaram estes sítios a associarem-se num pro-jecto que visa a valorização da actividade salineira e a manutenção dos valores do pa-trimónio natural e cultural a ela associados. No caso de Portugal a integração dos pro-dutores num movimento global de defesa e valorização das salinas e do sal tradicionalserá a única forma de manter as nossas paisagens salineiras.

O que é o SAL?

O Projecto INTERREG – SAL (revalorização das salinas do Atlântico. Recupera-ção do potencial biológico, económico e cultural das zonas húmidas costeiras) de-senvolve-se no quadro do INTERREG – IIIB Arco-Atlântico (prioridade D), sendo acoordenação assegurada pela Universidade de Cadiz, a qual gere um orçamento glo-bal de cerca de 5 milhões de Euros, distribuídos por cerca de 31 parceiros de Portu-gal, Espanha, França e Reino Unido, oriundos de uma grande variedade de institui-ções, compreendendo Universidades, autarquias locais, associações de produtores,associações de defesa do ambiente, empresas, associações de municípios e orga-nismos de gestão e ordenamento do território. Este conjunto de entidades represen-ta cerca de 11 sítios salineiros, a maioria dos quais possui núcleos de salinas artesa-nais em produção.

Figura 1 - Logotipo do Projecto SAL (Universidade deCadiz – 2005) – representação do produto sal com trêseixos em movimento (produção, cultura e natureza)

339A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOSTHE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

* [email protected]. * Coordenador Nacional do Projecto INTERREG - SAL

Ornitólogo. Trabalhou durante cerca de 10 anos no Instituto de Conservação da Natureza, realizando en-tre outros trabalhos inventários de populações de aves aquáticas dependentes de salinas. Actualmente égerente da empresa Mãe d´água a qual actua na área da Ecologia realizando estudos, caracterização, ges-tão e monitorização de sítios de interesse natural, alargando também estes domínios a componentes dedivulgação e promoção destes elementos. A Mãe d´água desempenha o papel de entidade cordenadorado Projecto INTERREG – SAL em Portugal

As acções do Projecto

Embora o Projecto SAL esteja ainda a decorrer - terminará em Setembro de 2007-podem-se analisar desde já, de uma forma resumida, alguns resultados gerais, de-correntes dos 7 eixos de trabalho definidos no formulário de candidatura:

0- Situação actual da actividade salineiraFoi realizado um trabalho muito exaustivo comparando a realidade geográfica e

sócio-económica dos vários sítios bem como as tecnologias utilizadas. Trata-se de umtrabalho pioneiro, sendo a primeira vez que se realizou algo semelhante para um vas-to conjunto de localidades salineiras do litoral atlântico europeu. O conjunto de da-dos recolhidos segundo a mesma metodologia assume uma grande importância paraa caracterização das zonas e para o futuro processo de denominação de origem.

1- Exposição itineranteA recolha iconográfica constitui um acervo notável de elementos do passado e

do presente dos sítios de produção de sal situados entre a Bretanha e as Canárias, nãosó dos 11 locais representados no Projecto SAL, como de muitos outros situados nareferida área geográfica. A realização e montagem desta exposição constituem umexcelente exemplo de trabalho em rede.

2 - BiodiversidadeApesar de ter sido possível a definição de uma metodologia de trabalho comum,

existem alguns sítios e parceiros que não têm desenvolvido quaisquer trabalhos. Temsido difícil adoptar uma estratégia que permita chegar aos resultados pretendidos, no-meadamente a publicação de um manual que incorpore sugestões para acções demaneio, visando a promoção da biodiversidade a realizar pelos próprios salineiros.

3 – Estruturação da profissãoAs diferenças na situação associativa dos produtores franceses, portugueses e es-

panhóis têm dificultado enormemente o desenvolvimento da acção. Porém, recen-temente houve sinais de melhoria, pois existe já uma proposta de estatutos ao níveldas associações nacionais e ao nível da futura Federação Europeia. Está igualmenteem preparação no âmbito do projecto um pedido para apresentar à Comunidade Eu-ropeia relativo ao estatuto ou carácter agrícola do sal marinho recolhido manual-mente o que permitirá o reconhecimento do produto através dos selos DOP (Deno-minação de Origem Protegida) ou IG (Indicação Geográfica).

4 – Transmissão de conhecimentos e profissionalização dos produtoresDadas as diferenças de situações sociais entre os países é muito difícil estabele-

cer bases comuns para uma uniformização da formação; no entanto alguns dos sí-tios irão realizar experiências autónomas de formação com apoio directo ou indirectodo INTERREG – SAL (Aveiro, Castro Marim e Cadiz).

5 – Desenvolvimento turísticoEstão a ser criadas as bases de uma rota das salinas atlânticas, estando progra-

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS340

mado um curso de guias turísticos que se constituirá como o primeiro núcleo de re-cursos humanos indispensáveis ao funcionamento dessa rota inicial, a qual se pre-tende que venha a ser progressivamente aumentada. Paralelamente, decorrem di-versos projectos locais de criação de Museus de Sal (Figueira, Castro Marim e Avei-ro) e outras estruturas de apoio às visitas a salinas.

6 – Preservar a identidade paisagística das salinas e utilização deferramentas comuns (SIG) para a gestão do territórioAs situações cadastrais e os instrumentos de planeamento e ordenamento apre-

sentam diferenças tão acentuadas nos vários países que tem sido difícil aglutinar osparceiros em torno da actividade, salientando-se no entanto a colaboração da Uni-versidade de Aveiro com o Fórum des Marais, a qual tem permitido o desenvolvi-mento de projectos piloto na Ria de Aveiro e na Ilha de Ré.

7 – Novos produtosDecorrem trabalhos no âmbito da biotecnologia e do estudo de soluções para os

problemas de erosão dos muros. Os primeiros resultam da parceria de trabalho en-tre o Instituto Tecnológico das Canárias, a Universidade do Algarve e a Necton, ossegundos são da responsabilidade exclusiva da Universidade de Aveiro. Os trabalhosde biotecnologia têm aberto novos campos de investigação muito interessantes. Porum conjunto de circunstâncias o trabalho de estudo da erosão dos muros só será tes-tado em Aveiro.

8 – DifusãoA maioria dos parceiros tem desenvolvido uma intensa actividade de difusão não

apenas do projecto, mas de toda a problemática ligada às salinas e ao sal tradicio-nal, entre os quais se destacam a realização de conferências, seminários, debates,workshops, feiras e exposições. Iniciou-se a realização de um DVD acerca da reali-dade do sal tradicional no Arco Atlântico, estando em marcha a realização de umfundo documental para consulta on-line que recolherá as referências bibliográficasrelacionadas com o sal e que se encontram dispersas pelas várias instituições liga-das ao projecto (associações, centros de investigação, universidades, administraçõesautárquicas e regionais e diversos institutos).

Um balanço do Projecto para Portugal

Considerando a situação de declínio progressivo e acentuado da produção de salmarinho artesanal no nosso país, não temos dúvidas em considerar que o INTERREG– SAL terá de ser o ponto para o relançamento da actividade em Portugal; se tal nãovier a acontecer existe o risco desta vir a conhecer a extinção na maioria das regiõessalineiras, ou manter-se apenas para efeitos meramente demonstrativos ou educati-vos, sem qualquer significado económico.

Apesar da manutenção de todos os constrangimentos económicos e legais quea actividade enfrentava à data do início da aprovação do Projecto (Outubro de 2004),

341THE ARTICULATION OF PORTUGUESE SALT WITH WORLDWIDE ROUTES · PAST AND NEW CONSUMPTION TRENDS

houve, mercê da dinâmica criada pelo próprio projecto, uma evolução positiva emPortugal que pode ser traduzida no seguinte:

• Criação e dinamização de estruturas de organização local dos salineiros• Bases para a criação de uma Federação Portuguesa de Produtores de Sal Ma-

rinho Artesanal (FENASAL)• Representação dos produtores portugueses num grupo de trabalho europeu• Reconhecimento por parte das autarquias e órgãos da administração regional

da necessidade de preservação das salinas• Multiplicação de acções relativas à divulgação do património ligado às salinas • Consultas regulares aos representantes dos produtores por parte do organismo

da tutela do sector (Direcção Geral das Pescas e Aquicultura), para aspectos li-gados ao quadro legal desta actividade

Uma futura certificação e denominação de origem do sal, um novo quadro le-gal para a produção e comercialização e uma organização eficaz dos produtores na-cionais, aliados ao interesse e promoção das autarquias e dos agentes e operadoresturísticos, será a chave para a inversão do longo ciclo de decadência do sal em Por-tugal. O INTERREG – SAL apontou alguns desses caminhos, deu visibilidade ao pro-duto, aos sítios e às pessoas que fazem o sal, a paisagem e a sobrevivência das tec-nologias, tentando retirar os produtores de uma situação de menoridade social emque se encontram, integrando-os num contexto europeu que luta por interesses se-melhantes.

Terão de ser agora os produtores a seguir esses caminhos e a procurar parceirosestratégicos para a realização de projectos sectoriais (recuperação de edificações,reabilitação de estruturas, apoio a acções de marketing, formação, turismo, etc.), poissó com estes apoios iniciais será possível consolidar os mercados, as estruturas pro-dutivas e associativas e as actividades complementares que permitirão a sustentabi-lidade económica da actividade.

Lista dos parceiros portugueses do INTERREG – SalUniversidade de AveiroCâmara Municipal de AveiroCâmara Municipal da Figueira da FozCâmara Municipal de LeiriaCâmara Municipal de Castro MarimTradiSalUniversidade do AlgarveNecton

A ARTICULAÇÃO DO SAL PORTUGUÊS AOS CIRCUITOS MUNDIAIS · ANTIGOS E NOVOS CONSUMOS342