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HOLIVERSITY Fondazione onlus – Sede legale: viale Galileo Galilei 36/1a, 50125 Firenze – Sede didattica: via Pietro Leopoldo 567, 51028 San Marcello Pistoiese (PT) - C.F. 94186940485 H OLIVERSITY Fondazione onlus SCIENZA E COSCIENZA PER UN MONDO MIGLIORE Progetto di ricerca FELICITÀ E SALUTE Verifica dell’efficacia del metodo di empowerment “Ginnastica della felicità” di Christian Boiron Report finale Di Enrico Cheli con la collaborazione di Silvia Ghiroldi e Barbara Codacci 1. Premessa Dal ‘700 ad oggi il traguardo della felicità ha acquisito una importanza sempre maggiore negli obbiettivi di vita delle persone e in quelli collettivi delle istituzioni e delle nazioni. Tuttavia, non sempre chi cerca trova. Ad esempio, l’elevato grado di sviluppo tecnologico ed economico raggiunto dalla civiltà occidentale ha indotto negli ultimi decenni molti studiosi e giornalisti a denominarla “società del benessere”; tuttavia, ricerche sociologiche svolte in Europa e in America mostrano che le popolazioni occidentali non sono affatto più felici che in passato, e anzi in alcuni casi lo sono addirittura di meno. Per contro, popolazioni meno ricche e sviluppate dichiarano livelli di felicità ben più alti. Siamo dunque in presenza di una evidente contraddizione tra ciò che la cultura dominante definisce “benessere” e ciò che gli individui percepiscono soggettivamente e interiormente come tale. E questa è solo la prima di una lunga serie di contraddizioni e paradossi. Data l’importanza che gli individui e le istituzioni attribuiscono al benessere e alla felicità, si potrebbe pensare che gli studi scientifici in materia abbondino, ma ciò non è del tutto vero, specie per quanto attiene la felicità. Sebbene sia ampiamente diffusa l’impressione (erronea) che quest’ultimo tema sia stato abbondantemente trattato da tutti i punti di vista, le ricerche e i saggi in materia sono in realtà scarsi e frammentari. Non solo, ma quel che è peggio, tali studi sono assai eterogenei e difficilmente collegabili, sia perché muovono da definizioni della felicità assai diverse tra loro e spesso vaghe, sia perché i quadri teorici e concettuali di riferimento sono a loro volta molto eterogenei. Negli ultimi vent’anni ha assunto un certo rilievo il concetto di qualità della vita dando luogo ad un apprezzabile – seppure insufficiente – sviluppo di studi e ricerche in questa direzione. Si tratta di un concetto collegato per molti aspetti a quello della felicità; tuttavia è importante evidenziare che non sono la stessa cosa, così come non sono sinonimi i concetti di piacere e felicità. Non solo, ma anche quando due studi o due autori si incentrano entrambi sul concetto di felicità, non si può essere affatto sicuri che intendano la stessa cosa: difatti, mentre la maggioranza fa dipendere la felicità

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HOLIVERSITY Fondazione onlus – Sede legale: viale Galileo Galilei 36/1a, 50125 Firenze – Sede didattica: via Pietro Leopoldo 567, 51028 San Marcello Pistoiese (PT) - C.F. 94186940485

HOLIVERSITY Fondazione onlus

SCIENZA E COSCIENZA PER UN MONDO MIGLIORE

Progetto di ricerca

FELICITÀ E SALUTE

Verifica dell’efficacia del metodo di empowerment “Ginnastica della felicità” di Christian Boiron

Report finale

Di Enrico Cheli con la collaborazione di Silvia Ghiroldi e Barbara Codacci

1. Premessa Dal ‘700 ad oggi il traguardo della felicità ha acquisito una importanza sempre maggiore negli obbiettivi di vita delle persone e in quelli collettivi delle istituzioni e delle nazioni. Tuttavia, non sempre chi cerca trova. Ad esempio, l’elevato grado di sviluppo tecnologico ed economico raggiunto dalla civiltà occidentale ha indotto negli ultimi decenni molti studiosi e giornalisti a denominarla “società del benessere”; tuttavia, ricerche sociologiche svolte in Europa e in America mostrano che le popolazioni occidentali non sono affatto più felici che in passato, e anzi in alcuni casi lo sono addirittura di meno. Per contro, popolazioni meno ricche e sviluppate dichiarano livelli di felicità ben più alti. Siamo dunque in presenza di una evidente contraddizione tra ciò che la cultura dominante definisce “benessere” e ciò che gli individui percepiscono soggettivamente e interiormente come tale. E questa è solo la prima di una lunga serie di contraddizioni e paradossi. Data l’importanza che gli individui e le istituzioni attribuiscono al benessere e alla felicità, si potrebbe pensare che gli studi scientifici in materia abbondino, ma ciò non è del tutto vero, specie per quanto attiene la felicità. Sebbene sia ampiamente diffusa l’impressione (erronea) che quest’ultimo tema sia stato abbondantemente trattato da tutti i punti di vista, le ricerche e i saggi in materia sono in realtà scarsi e frammentari. Non solo, ma quel che è peggio, tali studi sono assai eterogenei e difficilmente collegabili, sia perché muovono da definizioni della felicità assai diverse tra loro e spesso vaghe, sia perché i quadri teorici e concettuali di riferimento sono a loro volta molto eterogenei. Negli ultimi vent’anni ha assunto un certo rilievo il concetto di qualità della vita dando luogo ad un apprezzabile – seppure insufficiente – sviluppo di studi e ricerche in questa direzione. Si tratta di un concetto collegato per molti aspetti a quello della felicità; tuttavia è importante evidenziare che non sono la stessa cosa, così come non sono sinonimi i concetti di piacere e felicità. Non solo, ma anche quando due studi o due autori si incentrano entrambi sul concetto di felicità, non si può essere affatto sicuri che intendano la stessa cosa: difatti, mentre la maggioranza fa dipendere la felicità

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dalla soddisfazione di bisogni e dalle circostanze esterne, vi è anche una esigua minoranza che la considera relativamente indipendente dalle condizioni esterne e derivante semmai da processi interiori messi in atto dall’individuo. Tali differenze concettuali si riflettono poi anche sul piano del metodo, e così i primi sviluppano percorsi e metodi focalizzati sul come migliorare le condizioni esteriori e accentuare le gratificazioni da esse derivanti, mentre i secondi delineano percorsi e metodi volti ad insegnare agli individui come migliorare le proprie condizioni interiori a prescindere da quelle esteriori. Rientra in questa seconda categoria la “ginnastica della felicità” elaborata da Christian Boiron. 2. Obbiettivi della ricerca Scopo di fondo della ricerca era di verificare l’ipotesi generale secondo cui, attraverso opportune teorie e metodologie, sia possibile imparare ad essere più felici, intendendo la felicità come uno stato interiore di calma emozionale e armonia tra i 3 cervelli, relativamente indipendente da fattori esterni e connesso semmai alle modalità con modi cui tali fattori vengono interpretati e affrontati dall’individuo (cfr. C. Boiron 2005 e 2010; E. Cheli, 2005, 2009, 2010). A tal fine si è deciso di verificare l’efficacia del metodo “Ginnastica della felicità” di C. Boiron (2010) e più specificamente di misurare la sua capacità di favorire nei praticanti l’emergere di stati di felicità più intensi e protratti nel tempo. Ciò intendendo per “metodo” l’insieme delle informazioni, dei concetti, delle ipotesi, degli esercizi e delle tecniche proposte nel libro Siamo tutti fatti per essere felici (Sperling e Kuprfer, 2010). Essendo tuttavia tale metodo configurato nella forma di libro, ed avendo supposto che il numero dei lettori sufficientemente motivati, autodisciplinati e capaci di comprenderne pienamente il contenuto e applicarne correttamente e con costanza le tecniche e gli esercizi fosse troppo basso per poter dar luogo a effetti rilevabili, abbiamo deciso di far seguire alla lettura del libro un apposito corso teorico-pratico di supporto al libro e del tutto coerente con quanto in esso sostenuto: un corso in cui:

a) fossero spiegati da formatori esperti appositamente preparati più estesamente quei concetti che i partecipanti avessero trovato di difficile comprensione e fossero chiariti i punti controversi. b) fossero spiegati e guidati dai suddetti formatori gli esercizi e le tecniche proposti nel libro; esercizi e tecniche che, sebbene ben descritti nel libro, potevano suscitare difficoltà di vario genere in persone completamente digiune di lavoro psicologico e coscienziale su se stesse quali quelle che ci si proponeva di reclutare. c) vi fosse uno spazio di condivisione e confronto delle esperienze con gli altri partecipanti e con i formatori, così da fornire ad ognuno utili feedback sull’andamento del lavoro e sulla correttezza o meno della “rotta”. d) vi fosse infine – last but not the least – una stimolazione dei partecipanti ad impegnarsi nello studio del libro e nella pratica degli esercizi e delle tecniche nella vita quotidiana; stimolazione in parte esplicitamente agita dai formatori e in parte implicitamente agita dalla struttura temporale e didattica stessa del corso.

3. Metodologia

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Sul piano didattico si è deciso di sviluppare il progetto in un arco di tempo di 6 mesi, suddiviso in due fasi consequenziali e interconnesse:

1. Lettura del libro (1 mese – dal 5/5/2012 al 6/6/2012) 2. Corso di supporto (5 mesi circa, dal 6/6/2012 al 10/11/2012, per complessivi 4 incontri: uno

iniziale di una giornata, uno intermedio di 3 ore posto ad un mese di distanza dal primo, un secondo intermedio di una giornata ad ulteriori 2 mesi, e uno finale di 3 ore).

Sul piano della ricerca si sono reclutati 2 gruppi di soggetti di età compresa tra 26 e 70 anni omogenei per sesso e fasce di età: un gruppo sperimentale (gruppo A) che durante i 6 mesi ha letto il libro e frequentato il corso e un gruppop di controllo nella forma di una waiting list (gruppo B) che durante tale periodo non ha né letto il libro né frequentato il corso (né ha ricevuto alcuna informazione circa di quale libro si trattasse) e al quale è stato assicurato che avrebbe intrapreso un analogo percorso allo scadere dei 6 mesi, cosa che di fatto è avvenuta e che è tuttora in corso. 3.1 Disegno di ricerca a) Reclutamento. Attraverso attività di ufficio stampa, volantini e affissioni è stata diffusa la notizia che era possibile partecipare gratuitamente ad un corso sperimentale sulla felicità finalizzato ad un progetto di ricerca. La partecipazione era subordinata alla disponibilità a compilare i questionari previsti dalla ricerca stessa nei modi e tempi previsti e al domicilio in Milano o zone limitrofe. Hanno risposto all’appello oltre 100 soggetti, di cui ne sono stati selezionati 82 mediante colloquio telefonico, scartando gli altri per vari motivi (età, esperienze pregresse, scarsa motivazione, incapacità di garantire la presenza nelle date prestabilite etc.). b) Suddivisione dei soggetti in 2 gruppi – sperimentale e di controllo. Tutti i soggetti selezionati sono stati convocati per un primo incontro il 5/5/2012 durante il quale è stato spiegato più in dettaglio il progetto e sono state quindi formalizzate le adesioni mediante sottoscrizione di un modulo di consenso informato. Tutti i soggetti selezionati hanno confermato la loro adesione. Essi sono stati quindi suddivisi nei due gruppi – sperimentale e di controllo – che dovevano nelle nostre intenzioni essere costituita da un pari numero di soggetti; tuttavia, ciò non è stato possibile per l’impossibilità di alcuni soggetti di partecipare al calendario proposto per il gruppo B, il che ha fatto si che il gruppo A assommasse 52 presenze e il gruppo B 30. c) Somministrazione questionario iniziale. Ultimata la suddivisione in gruppi si è subito proceduto alla prima somministrazione del questionario (nel prosieguo indicato come “test iniziale” o solo “test”) che ha richiesto circa 40 minuti (20 per i più veloci). I due gruppi sono stati quindi separati e disposti in 2 diverse aule. d) ai soggetti del gruppo sperimentale A è stata consegnata una copia ciascuno del libro di C. Boiron “Siamo tutti fatti per essere felici” con le istruzioni di leggerlo entro il prossimo incontro, convocato ad un mese di distanza, possibilmente più di una volta, e di provare a fare gli esercizi in esso contenuti, almeno quelli che risultavano per loro comprensibili. Dopo aver risposto a varie domande da parte loro i soggetti sono stati quindi congedati

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e) Al gruppo di controllo B è stato detto che avrebbero svolto il programma nel secondo turno ed è stato illustrato il calendario degli incontri per loro previsti, sia quelli per la sola compilazione del questionario (6 giugno e 10 novembre, in concomitanza con la compilazione del gruppo A) sia quelli successivi in cui avrebbero anch’essi partecipato al programma. Dopo aver risposto alle loro domande i soggetti sono stati quindi congedati 3.2 Strumenti di indagine Una approfondita ricognizione preliminare sulla letteratura scientifica in materia di felicità e sui test e questionari finalizzati a misurarla ha messo in evidenza:

a) che tali test e questionari sono assai pochi e spesso estremamente brevi (5 o meno items); b) che vi è tra di essi poca corrispondenza sul piano teorico, partendo ognuno da una diversa

concezione della felicità; c) che nessuno di essi si avvicinava alla concezione della felicità su cui la presente ricerca si

basava. Per tali motivi si è deciso di predisporre degli strumenti ad hoc e precisamente 2 questionari – uno principale e uno secondario. Tale scelta, seppure preferibile (e forse obbligata) ai fini della corrispondenza tra indicatori e quadro teorico, presenta tuttavia alcune criticità che desideriamo per correttezza evidenziare, tra cui la non standardizzazione dei punteggi e l’impossibilità di confrontare i dati con quelli di altre ricerche analoghe. Ciò precisato illustriamo più in dettaglio i questionari. Il questionario principale – da somministrare a entrambe i gruppi in 3 momenti diversi dell’indagine – era costituito (oltre che da alcune domande sulle variabili sociodemografiche di base) da 108 domande a risposta chiusa secondo una scala Likert a 5 intervalli da mai (1) a sempre (5) suddivise in 2 distinte sezioni. La prima e più importante sezione riguardava lo stato abituale del soggetto ed era costituita da 80 domande articolate in 6 distinti gruppi in funzione dell’ambito cui si riferivano:

1. Corpo, emozioni, mente (3 cervelli e sintonia tra di essi) – 15 item da 1-15 2. Consapevolezza, obbiettività, disidentificazione – 6 item da 16-21 3. Felicità, armonia, bellezza – 19 item da 22-40 4. Atteggiamenti verso se stessi – 13 item da 41-53 5. Atteggiamenti verso la vita – 14 item da 54-67 6. Atteggiamenti e vissuti verso le altre persone – 13 item da 68-8

La seconda sezione, inerente lo stato emotivo del soggetto nell’ultima settimana, era costituita da 18 domande riguardanti diverse sfaccettature delle 4 emozioni di base (paura, ira, tristezza, gioia).

Il questionario secondario - da somministrare al solo gruppo A nei retest 1 e 2 - comprendeva rispettivamente 10 e 13 domande (chiuse e aperte) di taglio più qualitativo finalizzate a rilevare.

a) l’impegno profuso dai partecipanti nella lettura del libro, nella esecuzione a casa degli esercizi ivi proposti (retest 1 e 2) e nella partecipazione al corso (solo retest 2); b) la percezione soggettiva degli effetti del libro (retest 1 e 2) e del corso (solo retest 2) sul proprio stato di felicità; c) la valutazione soggettiva della comprensibilità e della utilità del libro (retest 1) e del corso (retest 2).

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4. Rilevazione ed elaborazione dei dati La rilevazione si è svolta, come accennato, in un arco di tempo di circa 6 mesi con inizio il 5/5/2012 (consegna del libro al gruppo A) e termine il 10/11/2012 (conclusione del corso). I questionari sono stati somministrati 3 volte – all’inizio, un mese dopo la consegna del libro e alla conclusione del corso - nelle stesse date e orari per entrambe i gruppi: 5/5/2012 Test iniziale (solo quest. principale a entrambi i gruppi) 6/6/2012 Retest 1 (quest. principale entrambi gruppi, quest. Secondario solo gruppo A) 10/11/2012 Retest 2 (quest. principale entrambi gruppi, quest. Secondario solo gruppo A) I dati raccolti mediante il questionario secondario – in particolare le risposte alle domande 2 e 5 – hanno consentito di verificare l’effettivo impegno profuso dai partecipanti nella lettura del libro e nella pratica degli esercizi. Tale aspetto è particolarmente importante in quanto l’efficacia del metodo testato non dipende solo dal metodo stesso ma anche dall’impegno dei soggetti che lo seguono e dal fatto che essi eseguano fedelmente il “protocollo” proposto. Pur dichiarandosi all’inizio tutti molto motivati, la situazione emersa al retest 1 era abbastanza diversificata, come del resto ci aspettavamo, con soggetti che avevano seguito fedelmente le istruzioni date e altri che invece, per motivi diversi, le avevano seguite solo in parte o quasi del tutto disattese. In funzione di ciò si è pertanto deciso di suddividere il gruppo A nei seguenti 3 sottogruppi.

grouptest 1 - i soggetti meno impegnati, che hanno disatteso entrambi i requisiti (lettura del

libro e pratica frequente degli esercizi - risposte 1 o 2 sia alla domanda 2 che alla 5)

grouptest 2 - i soggetti mediamente impegnati, che hanno disatteso uno dei due requisiti (lettura del libro o pratica frequente degli esercizi - risposte 1, 2, 3 a una delle domande 2 e 5)

grouptest 3 - i soggetti più impegnati, che hanno soddisfatto entrambi i requisiti, cioè letto più volte il libro e fatto con costanza gli esercizi (risposte 3, 4, 5 o 6 a entrambe le domande 2 e 5)

Premesso che il gruppo A era costituito all’inizio di 52 soggetti, di cui solo 40 si sono presentati al retest 1, l’entità numerica dei 3 sottogruppi è risultata la seguente:

grouptest 1 - 8 grouptest 2 - 15 grouptest 3 - 17 Al retest 2 (quello finale effettuato al termine del corso di 5 mesi) il gruppo A, a causa del ritiro di alcuni partecipanti, si è ulteriormente ridotto a 26 soggetti così suddivisi: grouptest 1 - tot 0 grouptest 2 - tot 9 grouptest 3 - tot 17 Pur essendo la consistenza numerica del grouptest 3 al retest 1 e al retest 2 identica va precisato che non si tratta degli stessi soggetti, in quanto al retest 2 risultavano assenti 8 soggetti che al retest 1 facevano parte di tale gruppo. Tali soggetti tuttavia sono stati rimpiazzati da altrettanti soggetti (altrettanti per puro caso) che al retest 1 appartenevano al gruppo 1 o 2 e che poi avevano colmato il divario.

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Il gruppo B – o gruppo di controllo – era inizialmente costituito da 30 soggetti di cui 22 hanno partecipato fino alla conclusione della ricerca. 4.1 Analisi dei risultati - questionario secondario

Poiché l’analisi dei dati del questionario principale è stata effettuata soprattutto in funzione della suddivisione in sottogruppi sopra illustrata, determinata dalle risposte alle domande 2 e 5 del questionario secondario, abbiamo deciso di partire da quest’ultimo nell’esposizione dei risultati, riepilogando nelle due tabelle sottostanti i dati raccolti. La prima tabella si riferisce ai dati del retest 1, la seconda ai dati del retest 2 (retest finale).

Tabella 1 - RISULTATI RETEST 1 GRUPPO A - questionario secondario DOMANDE RISPOSTE GR 1 GR 2 GR 3 TOT 1.    Rispetto  all’inizio  di  questo  corso,  un   mese   fa,   sente   che   è   cambiato  qualcosa  nel  suo  stato  di  felicità?  

1.  Non  ho  notato  alcun  cambiamento     3 5 1 9 2.  Mi  sento  un  po’  più  felice   4 7 12 23 3.  Mi  sento  abbastanza  più  felice     3 4 7 4.  Mi  sento  molto  più  felice           5.  Mi  sento  un  po’  meno  felice   1     1 6.  Mi  sento  abbastanza  meno  felice           7.  Mi  sento  molto  meno  felice          

2.  Ha   potuto   leggere   il   libro   “Siamo  tutti   fatti   per   essere   felici”    consegnatole   durante   lo   scorso  incontro  un  mese  fa?    

1.  Non  ho  potuto  leggerlo   1     1 2.  L’ho  letto  ma  senza  riuscire  a  finirlo   7 3   10 3.  L’ho  letto  una  volta       8 9 17 4.  L’ho  letto  due  volte     3 4 7 5.   letto   più   volte   approfondendo   anche  alcune  parti  in  modo  particolare  

  1 4 5

3.  Nel  complesso  i  contenuti  proposti  dal   libro   sono   risultati   per   lei  facilmente  comprensibili?    

1.  Li  ho  trovati  di  difficile  comprensione           2.Li  ho  trovati  comprensibili  ma  solo  in  parte   2   2 4 3.  Li  ho  trovati  abbastanza  comprensibili     3 11 5 19 4.Li  ho  trovati  molto  comprensibili   3 4 10 17

4.     La   lettura  del   libro  ha  modificato  in  qualche  modo   l’idea  che   lei  aveva  della  felicità?  

1.  No   1 1 3 5 2.  Si   7 14 14 35

5.   Ha   potuto   fare   gli   esercizi  contenuti  nel  libro?  

1.  Non  ho  potuto  farli   5 5   10 2.  Solo  una  o  due  volte  in  tutto   3 7   10 3.  Varie  volte     2 8 10 4.  Due  volte  a  settimana       1 1 5.  Tre  o  più  volte  a  settimana       6 6 6.  Quasi  tutti  i  giorni     1 2 3

7.   Nel   complesso   gli   esercizi   che   lei  ha   eseguito   hanno   prodotto   effetti  positivi  

0.  Non  ho  fatto  gli  esercizi   3 3   6 1.  Non  ho  riscontrato  alcun  effetto     4 1 5 2.  Ho  riscontrato  qualche  effetto  positivo   3 7 7 17 3.  Ho  riscontrato  abbastanza  effetti  positivi   1 6 7 4.  Ho  riscontrato  molti  effetti  positivi   1 1 3 5

8.   Qual   è   il   suo   parere   complessivo  sull’utilità   del   libro   come   strumento  per   aiutare   il   lettore   a   essere   più  felice?  

1.  Per  niente  utile   2.  Moderatamente  utile   1 3 4 8 3.  Abbastanza  utile   3 7 5 15 4.  Molto  utile   4 3 7 14 5.  Utilissimo   2 1 3

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Tabella 2 - RISULTATI RETEST 2 GRUPPO A - questionario secondario DOMANDE RISPOSTE GR 2 GR 3 TOT. 1.    Rispetto  all’inizio  di  questo  corso,  sei   mesi   fa,   sente   che   è   cambiato  qualcosa  nel  suo  stato  di  felicità?  

1.  Non  ho  notato  alcun  cambiamento     1 1 2 2.  Mi  sento  un  po’  più  felice   3 3 3.  Mi  sento  abbastanza  più  felice   3 11 14 4.  Mi  sento  molto  più  felice    2 5 7 5.  Mi  sento  un  po’  meno  felice       6.  Mi  sento  abbastanza  meno  felice       7.  Mi  sento  molto  meno  felice      

2.  Ha   potuto   leggere   il   libro   “Siamo  tutti   fatti   per   essere   felici”    consegnatole   durante   l’incontro  iniziale?    

1.  Non  ho  potuto  leggerlo       2.  L’ho  letto  ma  senza  riuscire  a  finirlo     3.  L’ho  letto  una  volta     3 3 6 4.  L’ho  letto  due  volte   4 3 7 5.   letto   più   volte   approfondendo   anche  alcune  parti  in  modo  particolare  

2 11 13

3.  Nel  complesso  i  contenuti  proposti  dal   libro   sono   risultati   per   lei  facilmente  comprensibili?    

1.  Li  ho  trovati  di  difficile  comprensione       2.Li  ho  trovati  comprensibili  ma  solo  in  parte    2 2 3.  Li  ho  trovati  abbastanza  comprensibili     5 5 10

4.Li  ho  trovati  molto  comprensibili   2 12 14

4.     La   lettura  del   libro  ha  modificato  in  qualche  modo   l’idea  che   lei  aveva  della  felicità?  

1.  No   2 2 4 2.  Si   7 15 22

5.   Ha   potuto   fare   gli   esercizi  contenuti  nel  libro?  

1.  Non  ho  potuto  farli     2.  Solo  una  o  due  volte  in  tutto   9   9 3.  Varie  volte   14 14 4.  Due  volte  a  settimana     1 1 5.  Tre  o  più  volte  a  settimana     1 1

6.  Quasi  tutti  i  giorni   1 1

7.   Nel   complesso   gli   esercizi   che   lei  ha   eseguito   hanno   prodotto   effetti  positivi  

0.  Non  ho  fatto  gli  esercizi     1.  Non  ho  riscontrato  alcun  effetto   1 1 2.  Ho  riscontrato  qualche  effetto  positivo   4 3 7 3.  Ho  riscontrato  abbastanza  effetti  positivi    3 4 7

4.  Ho  riscontrato  molti  effetti  positivi   1 10 11

8.   Qual   è   il   suo   parere   complessivo  sull’utilità   del   libro   come   strumento  per   aiutare   il   lettore   a   essere   più  felice?  

1.  Per  niente  utile       2.  Moderatamente  utile   3 3 3.  Abbastanza  utile   4 6 10 4.  Molto  utile   2 8 10

5.  Utilissimo   1 3 4

11.  Qual  è  il  suo  parere  complessivo  sull’utilità   del   corso   come  strumento   per   aiutare   le   persone   a  essere  più  felici?  

1.  Per  niente  utile       2.  Moderatamente  utile   2 2 4 3.  Abbastanza  utile   2 3 5 4.  Molto  utile   4 10 14 5.  Utilissimo   1 2 3

Da ambedue le tabelle risulta evidente che sia i soggetti del grouptest 2 sia quelli del grouptest 3 dichiarano:

-­‐ un apprezzabile miglioramento nel loro stato di felicità percepita (domanda 1) -­‐ un notevole cambiamento nella loro concezione della felicità (domanda 4) -­‐ una elevata efficacia degli esercizi proposti (domanda 7) -­‐ un parere molto positivo sulla utilità del libro (domanda 8) e sulla utilità del corso (domanda

11).

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Va tuttavia osservato che i soggetti del grouptest 3 (i più impegnati) presentano miglioramenti più marcati e pareri sensibilmente più positivi rispetto a quelli del grouptest 2 (mediamente impegnati). I soggetti del grouptest 1 mostrano invece scarsi miglioramenti al retest 1 (prima tabella) mentre al retest 2 non è possibile fare confronti in quanto nessuno dei soggetti rientrava più in tale categoria. 4.2. Analisi dei risultati - questionario principale Come in precedenza accennato, il questionario principale era interamente strutturato e articolato in 2 sezioni: la prima, di 80 domande, inerente lo stato abituale del soggetto, la seconda, di 18 domande, inerente lo stato del soggetto nell’ultima settimana. I dati inerenti la seconda sezione, tratta e adattata da un questionario realizzato dall’Università di Milano Bicocca, non hanno mostrato variazioni significative tra test e ritest rivelandosi nel complesso poco significativi e di scarsa pertinenza per l’oggetto della ricerca, per cui abbiamo deciso di non soffermarci sulla loro interpretazione. I dati inerenti la prima sezione hanno invece mostrato variazioni notevoli tra test e ritest 1 e tra test e ritest 2, superando inoltre a pieni voti i test di significatività statistica. Come primo indice di efficacia sono stati considerati gli incrementi di punteggio tra test e ritest per ciascuno di tali 6 gruppi di domande (considerati anche items revers): maggiore è l’aumento riscontrato, maggiore è l’efficacia presunta del metodo. Nelle tabelle 3 e 4è riportata la media per ciascun punteggio totale al test iniziale, al ritest 1 e al ritest 2.

Tabella 3 – Variazioni punteggi sezione I tra test e retest 1 medie al test medie al ritest

corp

o m

ente

em

ozio

ni

15

obie

ttivi

vita

6 fe

l arm

bel

l 19

att v

s se

13

att v

s vi

ta

14

att v

s al

tri

13

corp

o m

ente

e

moz

6.

96

obie

ttiv

vita

2.

20

fel a

rm b

ell

10.4

2

att v

s se

7.

57

att v

s vi

ta

5.34

att v

s al

tri

-1.2

7

Al ritest 1 (6/6/2012) Trattati n=40 35.20 11.68 39.18 30.23 35.95 36.30 37.28 12.40 43.93 32.65 36.68 37.53 Controllo n=27 36.81 14.04 44.22 31.81 36.19 36.37 37.00 14.30 44.19 33.59 37.11 36.56

Tabella 4 – Variazioni punteggi sezione I tra test e retest 2 medie al test medie al ritest

corp

o m

ente

em

ozio

ni

15

obie

ttivi

vita

6 fe

l arm

bel

l 19

att v

s se

13

att v

s vi

ta

14

att v

s al

tri

13

corp

o m

ente

e

moz

6.

96

obie

ttiv

vita

2.

20

fel a

rm b

ell

10.4

2

att v

s se

7.

57

att v

s vi

ta

5.34

att v

s al

tri

-1.2

7

Al ritest 2 (10/11/2012)

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Trattati n=26 35.54 11.65 42.38 30.08 35.31 42.50 42.50 13.85 53.00 37.65 40.65 41.23 Controllo n=22

37.18 14.45 45 32.59 36.55 36.59 37.86 13.68 45.27 33.50 37.05 37.18

Come si vede dalle tabelle sopra riportate, nel gruppo di controllo non vi sono variazioni di rilievo tra il test iniziale e i due ritest successivi, mentre nel gruppo sperimentale vi sono incrementi piuttosto cospicui. Il miglioramento è ancora più evidente nelle tabelle 5 e 6 e nell’istogramma di seguito riportati, che scorporano i dati del gruppo A nei due sottogruppi grouptest 2 (medio impegno) e grouptest 3 (alto impegno). Tabella 5 – Variazioni punteggi sezione I tra test e retest 2 medie al test medie al ritest 2

gruppo

corpo mente emoz

obiettiv vita

fel arm bell

att vs se

att vs vita

att vs altri

corpo mente emoz

obiettiv vita

fel arm bell

att vs se

att vs vita

att vs altri

B1 (n=22) 37.18 14.45 45 32.59 36.55 36.59 37.86 13.68 45.27 33.50 37.04 37.18 A2 (n=9) 33.33 10.00 39.78 29.55 35 37.66 39.44 11.19 47 35.67 37.67 40.11 A3 (n=17) 36.71 12.53 43.76 30.35 35.47 36.71 44.12 14.88 56.18 38.71 42.24 41.82

Tabella 6 - Incremento medio tra test e ritest 2

gruppo

corpo mente emoz

Obiettivi vita

fel arm bell

att vs se stessi

att vs vita

att vs altri

2 6.11 1.19 7.22 6.12 2.67 2.45 3 7.41 - 0.494 2.25 - 0.375 12.42 - 0.653 8.36 - 0.643 6.77 - 0.483 5.10 - 0.392

Figura 1 - dati di tabella 6 illustrati in istogramma

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-202468

101214

corpo

men

te em

oz

obiet

tiv vi

ta

fel ar

m bell

att vs

se

att vs

vita

att vs

altri

1 (n=22)

2 (n=9)

3 (n=17)

4.2.1 Verifica della significatività statistica delle differenze

Al fine di verificare la differenza nei punteggi al questionario nel gruppo trattato (grtest3) e nel gruppo di controllo (grtest=1), è stata eseguita un’analisi multivariata con GLM (MANOVA) per misure ripetute per le sei sottoscale (tot1-tot6). L’analisi ha mostrato che la differenza tra le rilevazioni effettuate all’inizio del corso e la stessa misurazione ripetuta alla fine degli incontri(F6,329.85, P=0.001) sia altamente significativa e come questa differisse significativamente dalla variazione avvenuta nel gruppo di controllo (F6,325.92, P=0.041). Le analisi univariate hanno mostrato differenze altamente significative tra prima e seconda rilevazione per i diversi punteggi totali con l’eccezione del punteggio tot2 riferibile a obbiettivi di vita.

Tabella 7

punteggio F Significatività

Corpo mente emozioni tot1 37,195 ,001

Obbiettivi vita tott2 2,162 ,150

Felicità armonia bellezza tott3 18,715 ,001

Attenzione verso sé tott4 35,822 ,001

Attenzione verso vita tott5 18,031 ,001

Attenzione verso altri tott6 18,738 ,001

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In tabella a seguire sono riportate le significatività delle interazioni tra gruppo (trattati vs. controllo) e le variazione di punteggio al test-ritest, si può notare come queste risultino significative o altamente significative per tutti i sei fattori. Il gruppo trattato quindi consegue una riduzione del punteggio Tabella 8

punteggio F Significatività

tott1 25,717 ,001

tott2 8,460 ,006

tott3 17,140 ,001

tott4 23,139 ,001

tott5 13,408 ,001

tott6 11,782 ,001

4.3 Analisi dettagliata delle domande che hanno riscontrato i maggiori incrementi

N.B. Dato che i 9 soggetti del grouptest 2 non hanno seguito con sufficiente coerenza il programma proposto, non sono considerabili indicativi della sua efficacia ed abbiamo quindi deciso di non prenderli in considerazione ulteriormente. Pertanto il gruppo A – o gruppo sperimentale – risulta composto da 17 soggetti, quelli che hanno seguito con sufficiente impegno e costanza il programma proposto.

La tabella 6 mostra una per una le domande che hanno riportato i maggiori incrementi tra test e retest. Abbiamo scelto come soglia il valore di 8, vale a dire abbiamo incluso nella tabella quelle domande rispetto alle quali almeno 8 soggetti su 17 (cioè la metà approssimata per difetto) hanno riscontrato un miglioramento. Il fatto che ben 52 domande su 80 raggiungano tale soglia è un chiaro segno che il questionario era, nel complesso, ben costruito e adatto al tipo di lavoro formativo che è stato svolto. Ci siamo quindi chiesti se i miglioramenti fossero connessi alla lettura del libro, al corso o a entrambi i fattori e a tal fine abbiamo distinto i soggetti in tre categorie:

• nella categoria 1 (colonna 1) abbiamo inserito i soggetti che sono migliorati al solo retest 1 rimanendo poi invariati al retest 2;

• nella categoria 2 quelli che al contrario risultavano invariati al retest1 e poi sono migliorati al retest 2;

• nella categoria 3 quelli che sono migliorati al retest 1 e poi hanno fatto un ulteriore miglioramento al retest 2.

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Come si vede dai dati della tabella, quest’ultima categoria (la 3) è quella più numerosa, segno che gli effetti più diffusi si sono avuti dall’azione combinata di libro + corso. Tra quelli che migliorano a uno solo dei retest prevalgono quelli della categoria 2 (invariati al retest 1 migliorano poi al retest 2) mentre sono pochissimi i soggetti che migliorano solo al retest 1 (sola lettura libro). Volendo distinguere l’influenza positiva del corso da quella del libro ciò lascerebbe supporre che l’influenza positiva primo sia stata leggermente maggiore di quella del secondo. Ma naturalmente questa è solo un ipotesi, non avendo dati a sufficienza per comprovarla adeguatamente. Tabella 6 – Domande della sezione I con i maggiori incrementi

DOMANDE N. SOGGETTI CHE MOSTRANO UN INCREMENTO

(Evidenziate in verde le domande con i maggiori incrementi)

1 + / 0

Migliorano al retest 1 e invariati al retest 2

2 0 / +

invariati al retest 1 e

migliorano al retest 2

3 + / +

Migliorano sia retest 1 che al retest 2

TOT.

1.          Mi  sento  a  mio  agio  con  il  mio  corpo     1   3   4   8 3.          Faccio  attività  sportive  o  motorie  soprattutto  perché  mi  piace       1   2   5   8 4.          Riesco  a  vivere  momenti  di  piacevole  rilassamento  nel  corpo   1   3   6   10 6.          Vivo  la  sessualità  con  piacere  e  naturalezza   0   3   5   8 7.          Mi  sento  a  mio  agio  con  la  mia  mente  e  i  miei  pensieri   0   3   5   8 8.          Attività  come  leggere,  scrivere  o  fare  progetti  mi  piace   1   2   6   9 9.          Mi  sento  a  mio  agio  con  le  mie  emozioni  e  sentimenti   0   7   4   11 12.  Mi  capita  di  sentirmi  bloccato  da  indecisioni  e  conflitti   interiori  che  non  riesco  a  risolvere  

1   5   4   10

13.  Mi  capita  che  una  parte  di  me  desideri  una  cosa  e  un’altra  parte  la  giudichi  negativamente  

            8

16.          Riesco  a  non  prendermi  troppo  sul  serio     1   5   4   10 17.  Riesco  a  guardare  la  mia  vita  con  serena  obbiettività,  come  se  fossi  un  osservatore  esterno.  

2   4   5   11

20.   Riesco   ad   osservare   i  miei   sentimenti   con   un   certo   distacco,senza  lasciarmi  sopraffare  

2   2   4   8

21.          Nelle  situazioni  difficili  riesco  a  fermarmi  e  a  riflettere  sul  da  farsi  senza  reagire  immediatamente.  

2   4   3   9

22.          Mi  capita  di  sentirmi  felice  senza  alcun  motivo   1   2   9   12 23.            Quando  mi  sento  felice  rimango  anche  per  ore  in  questo  stato   0   7   5   12 24.          Penso  che  la  vita  è  bella   1   6   2   9 25.   Riesco   a   godermi   il   momento   presente   senza   che   pensieri  riguardanti  il  passato  o  il  futuro  mi  disturbino  

0   4   9   13

26.    I  miei  stati  di  felicità  durano  solo  pochi  attimi  e  poi  torno  a  sentirmi  come  prima  

0   7   1   8

27.  Mi  capita  di  avvertire  un  profondo  senso  di  unità  dentro  di  me   2   7   4   13 28.          Mi  capita  di  provare  gratitudine  per  il  fatto  di  esistere   2   4   4   10 29.           Mi   capita   di   avvertire   una   profonda   sacralità   in   ciò   che   mi  circonda  

1   5   4   10

30.          Mi  capita  di  sentirmi  a  mio  agio  quasi  ovunque  mi  trovi   1   3   7   11

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31.  Mi  capita  di  avere  intuizioni  e  pensieri  innovativi  e  ispirati   1   5   4   10 32.  Mi  capita  di  provare  entusiasmo  per  quello  che  faccio   0   4   7   11 34.  Mi  capita  di  sentire  una  profonda  serenità  dentro  di  me   1   3   5   9 35.  Mi  capita  di  intuire  un  senso  profondo  nell’esistenza   0   6   5   11 37.  Mi  capita  di   intuire  che  in  qualche  modo  io  contribuisco  a  creare  o  attirare  gli  eventi  esterni  che  mi  accadono  nella  vita  

1   2   6   9

38.  Mi  capita  di  sentirmi  in  armonia  con  la  natura  e  con  l’intero  universo   1   4   5   10 40.   Mi   capita   di   intuire   che   le   cose   sono   perfette   così   come   sono,  nonostante  possa  apparire  diversamente  

            8

41.      Mi  capita  di  essere  confuso  su  chi  sono  e  su  cosa  voglio   0   4   5   9 42.    Verso  me  stesso  provo  amore  e  benevolenza   0   7   4   11 43.    Sono  felice  di  essere  ciò  che  sono   0   5   5   10 44.  Mi  capita  di  sentirmi  inferiore  agli  altri   0   5   3   9 45.  Mi  capita  di  provare  odio  verso  me  stesso   0   4   5   9 47.    Affronto  la  vita  con  ottimismo   1   7   4   12 48.    Mi  capita  di  sentirmi  in  colpa   0   6   3   9 50.    Fondamentalmente  ho  fiducia  nell’esistenza   0   2   7   9 52.     Mi   mette   a   disagio   trovarmi   in   situazioni   che   richiedono   un  cambiamento  dei  miei  abituali  modi  di  pensare  e  di  agire.  

            8

53.  Quando  faccio  errori  anche  gravi  riesco  a  perdonarmi   2   6   2   10 56.  Mi  piace  fare  progetti  per  il  futuro  e  impegnarmi  per  realizzarli.   0   4   4   8 59.  Sono  soddisfatto  della  mia  vita  familiare   0   5   3   8 61.  Sono  soddisfatto  della  mia  vita  in  generale               8 62.  Riesco  a  realizzare  ciò  che  voglio               8 65.  Gran  parte  della  mia  vita  mi  sembra  banale  e  insignificante.   0   4   4   8 67.  Mi  sento  inquieto  e  a  disagio  nei  confronti  della  morte   1   5   2   8 68.  Mi  sento  a  mio  agio  con  le  altre  persone     0   5   4   9 69.  Provo  cordialità  e  benevolenza  verso  quasi  tutte  le  persone   1   4   4   9 72.   Cerco   di   non   farmi   coinvolgere   più   di   tanto   quando   vivo   una  relazione  sentimentale  o  di  amicizia.  

0   2   7   9

74.    Sono  soddisfatto/a  delle  mie  relazioni  di  amicizia   0   3   7   10 75.  Sono  soddisfatto/a  delle  mie  relazioni  sul  lavoro   0   2   9   11 76.    Sono  soddisfatto/a  delle  mie  relazioni  affettive   0   5   3   8 80.  Mi  piace  ricevere  amore  e  me  ne  sento  degno   1   2   6   9

Come si è detto, 52 domande su 80 riscontrano un miglioramento nella metà o più dei soggetti (e in 22 di esse, evidenziate in verde, il miglioramento riguarda dal 60 al 75% dei soggetti); ebbene, un aspetto molto importante da sottolineare è che molte di tali domande sono tra le più strettamente connesse alla concezione di felicità da cui si è partiti (v. par. 1 e 2), e cioè:

1) Le emozioni sono segnali di allarme e come tali antitetiche alla felicità (domanda 9) 2) L’insorgere o il perdurare di emozioni è causato o favorito da:

• tensioni muscolari e insufficiente o scadente attività fisica e sessuale (domande 1, 3, 4, 6) • conflitti interiori (domande 12 e 13) • pensieri ricorrenti rivolti al passato o al futuro che distolgono dal qui-e-ora (domanda 25).

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3) La felicità è connessa a (e favorita da) • uno stato di consapevolezza distaccata • una capacità di disidentificazione da se stessi e/o dalle proprie emozioni e/o dalla

situazione esterna (domande 16, 17, 20, 21). 4) La felicità non corrisponde al piacere e a differenza di quest’ultimo:

• non dipende da gratificazioni e situazioni esterne (domande 22, 23, 38, 40) • una volta attivato è molto più durevole (domande 23, 26)

5) La felicità è connessa alla (e favorita dalla): • fiducia e positività nei confronti dell’esistenza (domande 28, 29, 30, 35, 38, 47, 50) • benevolenza verso se stessi (domande 42, 43, 44, 45, 53) • benevolenza verso gli altri (domande 68, 69, 72, 74, 75, 76, 80).

5. Conclusioni Sulla base dei risultati della ricerca svolta possiamo affermare che:

1) Il metodo “Ginnastica della felicità” di Christian Boiron, nella forma applicata e adattata dalla equipe di ricerca, ha prodotto nei soggetti trattati numerosi e significativi cambiamenti positivi a livello cognitivo, emozionale, atteggiamentale e comportamentale.

2) Tali cambiamenti emergono sia dal questionario principale (sezione I – 80 domande) sia dal questionario secondario (percezione soggettiva delle persone trattate)

3) I cambiamenti rilevati mediante il questionario principale (sezione I – 80 domande) riguardano dimensioni strettamente connesse alla felicità, così come definita in premessa e al par. 2.

4) I cambiamenti emergono sia dopo la sola lettura del libro sia alla fine del corso e l’effetto maggiore scaturisce dall’utilizzo combinato dei due strumenti.

5) L’entità dei cambiamenti positivi è nettamente superiore a quella che ci si potrebbe aspettare per effetto del caso (come evidenzia il confronto tra i dati del gruppo sperimentale e del gruppo di controllo) ed è tale da superare a pieni voti i test di significatività statistica.

6) L’entità dei cambiamenti positivi e la loro significatività statistica corroborano l’ipotesi generale secondo cui, attraverso opportune teorie e metodologie, sia possibile imparare ad essere più felici. Per motivi che di seguito esporremo i dati in nostro possesso non sono sufficienti a suffragarla appieno, ma certamente spezzano una prima lancia a suo favore. Saranno tuttavia necessarie ulteriori indagini e verifiche per poter raggiungere un livello di attendibilità scientifica tale da giustificare una pubblicazione internazionale della ricerca.

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L’esigenza di ulteriori indagini e verifiche è una costante in ricerche pionieristiche come questa, in quanto non solo abbiamo indagato un campo (la felicità) di per sé poco e superficialmente studiato in ambito scientifico, ma lo abbiamo fatto partendo da una concezione della felicità alquanto diversa e rivoluzionaria rispetto a quelle correnti, il che ci ha impedito di utilizzare test già collaudati e accettati, obbligandoci a costruire ex novo un questionario che, pur rivelandosi notevolmente adeguato per essere al suo primo utilizzo, necessita di aggiustamenti e miglioramenti. Inoltre trattandosi di un questionario e non di un test. l’analisi della varianza è stata effettuata sui punteggi grezzi, non potendo standardizzare questi punteggi (come invece avviene nella costruzione di un test). Ciò comporta l’impossibilità di disporre di medie di riferimento nella popolazione che permettano di confrontare le variazioni avvenute nei nostri soggetti per poter capire l’entità del miglioramento dei punteggi. Per esempio se il punteggio ‘attenzione verso sé stessi’ aumenta di 2 punti nei trattati rispetto al controllo possiamo dire che tale aumento avviene in maniera sistematica nei soggetti trattati, ma non possiamo dire se sia un aumento di entità considerevole o no poiché non conosciamo la media e la deviazione standard della popolazione rispetto a questo punteggio. Più in generale adottando un questionario rispetto ad un test comporta che oltre a non disporre di una standardizzazione dello strumento non potremo avvalerci dell’attendibilità, validità ecc. che caratterizzano i test e li rendono uno strumento internazionalmente riconosciuto in ambito di ricerca. Naturalmente è possibile costruire un test a partite dal nostro questionario, ma ciò richiede un lavoro sensibilmente più impegnativo e un numero di soggetti notevolmente più elevato. Dati i risultati più che incoraggianti ottenuti con questa prima ricerca auspichiamo che si verifichino presto le condizioni affinché ciò sia reso possibile. Difatti la costruzione di un test secondo i criteri internazionali che questi reattivi richiedono consentirebbe uno studio di efficacia del metodo boiron secondo una metodologia di ricerca riconosciuta dal mondo accademico internazionale (come i risultati di questo studio preliminare farebbero presupporre).