Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

26
LBG magazine Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10/12/2011 ANONYMOUS ANONYMOUS ANONYMOUS ANONYMOUS SSL

description

Il settimanale di laziali bella gente

Transcript of Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

Page 1: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

LBG magazine

Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10/12/2011

ANONYMOUSANONYMOUSANONYMOUSANONYMOUS SSL

Page 2: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 3: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 4: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 5: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 6: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 7: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 8: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 9: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

Il vero disordine dei giornalisti

Q uesto post l’ho scritto mentalmente stanotte, mentre rientravo in au-tostrada da Bologna a Milano. Silenzio, solitu-dine, qualche camion in lontananza, decine di

notti all’anno passate ormai in questo modo, tra uno studio tv e il letto. Ho riflet-tuto sui tanti giovani che mi scrivono ogni settimana, ogni giorno, con il sogno di fare il giornalista sportivo. È una professione meravigliosa, che mi ha permesso di viaggiare e di conoscere gran-di personaggi. La iniziai a fare nei primissi-mi Anni 90. Allora si riteneva ancora che fosse un mestiere in espansione, dove il futuro sarebbe stato sempre un pochino migliore del presente. Inviati che passava-no da un giornale all’altro, riviste che na-scevano come funghi, una categoria paga-ta benissimo, ma che in cambio offriva ogni mattina un’avanguardia di pensiero e di scrittura. La famosa preghiera dell’uomo moderno, per dirla con Hegel. Poi i primi scricchiolii. Sempre più pensio-nati e sempre meno praticanti, sempre meno trasferte e sempre più agenzie o Internet. Figli di papà e raccomandati poli-tici che entravano come prima, ma che erano gli unici a riuscirci. Colleghi che hanno barattato la preparazione, la riqua-lificazione (magari tecnologica), in cambio di piccoli bonus, briciole sui buoni pasto o sull’auto aziendale. Qualcuno ha mesta-mente continuato a gonfiare le note spese. Da ultimo ci si è messo il sindacato, che ha sempre protetto i vecchi pachidermi a costo di sopprimere i giovani e le loro spe-ranze. Una chiusura disperata e cattiva contro i ragazzi che bussavano e bussano alle porte, per non perdere i privilegi anti-chi degli iscritti, per non cedere nulla del proprio ad altri. È la ragione per cui, nel 2001, esattamente dieci anni fa, sono usci-to dalla Fnsi. Un dolore per chi credeva nel ruolo di un sindacato. In questa piccola restaurazione silenziosa, che ha costruito una riserva per giornali-sti, a pagarne le conseguenze sono stati i

giovani, i ragazzi. Alcuni straordinari, con una preparazione dieci volte superiore ai giornalisti ricchi e protetti. Giovani che hanno viaggiato, che sanno le lingue, che amano e conoscono il calcio fin nei mini-mi dettagli. Sabato ero a Modena a vedere la Serie B e ne ho incrociati alcuni in tri-buna, come stanno in decine di stadi ita-liani. Mi piacerebbe tentare un test tra qualcuno di loro e qualche grande penna dei quotidiani, ci sarebbe da divertirsi. Ma i ragazzi devono rimanere fuori, accon-tentarsi di 8 euro lordi a pezzo perché ci sono da salvaguardare stipendi da 3 o 4mila, dunque non devono rompere le scatole ai nababbi, liberi di fare nonnismo e di teorizzare il privilegio. So bene che avviene in tutte le professioni, in tutti i posti. Ma il giornalismo prevederebbe per sua natura dinamicità, rischio, voglia di crescita, un minimo segno di differenza rispetto ai notai. Solo un crudo pensiero notturno.

QUELLA STORIA CHE TI PUO’ CAMBIARE UNA VITA. LA STORIA DI UN RAGAZZO CHE PROVA A DIVENIRE UN GIORNALI-STA E QUANDO POI LO DIVENTA EFFET-TIVAMENTE SI RENDE CONTO DEL VERO

IL CORSIVO - Matteo Marani

Page 10: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

C osa vuol dire essere un giocatore sopravvaluta-to? Semplice. Un gioca-tore che secondo molti è considerato buono o addirittura forte, o for-tissimo. Quando invece

la realtà dei fatti è ben diversa. Il motivo? Sinceramente non lo so, ma dalle parti di formello aleggia questo mistero su un gio-catore con la maglia numero 24, di nome Cristian. Il cognome è., lo avrete capito, Ledesma. Me lo sono tenuto ben stretto questo articolo. Adesso vi spiego perché provo questo profondo odio verso quest’uomo. Ma partiamo dall’inizio. Sta-gione 2006/2007. E’ la stagione in cui Li-verani dà il suo addio alla Lazio. Io stesso, lo ammetto, che sono giovane, lo piansi molto prima e dopo. A sostituirlo Lede-sma, argentino che aveva fatto bene anni prima, al Lecce. Già il fatto di dar via un nazionale italiano come Fabio per pren-derne uno che giocava nel Lecce mi ha fatto sorgere un po’ di dubbi. Ma lo dico senza peli sulla lingua, la sua prima stagio-ne alla Lazio mi impressionò positivamen-te. Per lui ben 6 gol quella stagione, quali-ficazione alla Champions League e molto altro. Non male sicuramente. Anzi quasi me lo ero scordato il buon Fabio. Ma con gli anni la gente ha cominciato a osannare Ledesma in maniera esagerata, pensando che questo fosse uno dei se non il giocato-re più forte della Lazio. Addirittura c’è chi ha preferito Ledesma a Pirlo. Ecco io ri-spetto molto il parere della gente, come giusto che sia, ma sono in totale disaccor-do con chi pensa nell’ enorme bravura di questo. Un giocatore può piacere o meno, ma sulla sua bravura io esigo un certo ri-spetto per chi, evidentemente, capisce di calcio. Con questo non voglio fare il pre-

suntuoso, ma le statistiche sono a mio favore. Ben 3 persone su 4 che praticano o hanno mai praticato il calcio per due o più anni, dicono che Ledesma è per esempio decisamente più scarso di Matuzalem. Parere che potrete tranquillamente condi-videre con altra gente. E guarda caso Lede-sma, da me chiamato anche come il cocco del Corriere dello Sport, prende puntual-mente 6. Io vorrei riferire questo annuncio a gente che di calcio e di Lazio ne parla tutti i giorni. Io non mi capacito della con-tinua sufficienza data a Ledesma quando questo la maggior parte delle volte sbaglia i passaggi, non azzarda mai la giocata, non è mai decisivo. Insomma, come piace chia-marlo a me, dicesi Compitino. Compitino, ecco il nuovo nomignolo di Ledesma. Vi giuro che da adesso in poi mi metterò a fare la conta dei passaggi giusti e sbagliati del calciatore per potervi dimostrare un qualcosa contro cui o pochi sostenitori. Grazie dell’attenzione e, un consiglio: se giocate a calcio, il vero giocatore, quello bravo, non si vede dal passaggio all’indietro, bensì dall’intelligenza e dalla fantasia. Poi se l’assiste pure la tecnica, ben venga...

QUANDO UNA PARTITA HA LA SUA RI-SOLUZIONE AL MINUTO NUMERO 93, SIGNIFICA CHE LE KLOSE CHE SUCCE-DONO ERANO GIA’ STATE DECISE, E FORSE E’ PROPRIO PER QUESTO CHE QUEST’ANNO SARA’ DIVERSO TUTTO, NON SOLO IL CAMPIONATO, MA MAGARI CHISSA’, ANCHE LA COPPA ITALIA E QUELLA EUROPEA. D’ALTRONDE NON CI LAMENTIAMO SE ARRIVA UN PARI COL VASLUI, PERCHE’ C’E’ CHI IL GIOVEDì SI VEDE DON MATTEO

Ledesma: il più forte tra gli scarsi

EDITORIALE - Gianluca Palamidessi

Page 11: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 12: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

IL SOMMARIO - Numero 60 -Anno 2 - 6/12/2011

RubricheRubricheRubricheRubriche 8/IL CORSIVO di Roberto Gottadi Roberto Gottadi Roberto Gottadi Roberto Gotta 10/EDITORIALE di Gianluca Palamidessidi Gianluca Palamidessidi Gianluca Palamidessidi Gianluca Palamidessi

Lazio Lazio Lazio Lazio 14/La Lazio sale nella classifica IFFHS Lazio NewsLazio NewsLazio NewsLazio News

15/Pepp alla Lazio? La Lazio siamo noiLa Lazio siamo noiLa Lazio siamo noiLa Lazio siamo noi

16/UBER GRADELLA esclusiva La storia di un uomo che ha fatto la storia della Lazio con Piola. E lo racconta in esclusiva Cittàceleste Cittàceleste Cittàceleste Cittàceleste 18/NOTTE DA PADRONA

ItaliaItaliaItaliaItalia 21/Gianni si dimette Gazzetta dello Sport Gazzetta dello Sport Gazzetta dello Sport Gazzetta dello Sport

22/Prandelli che peccato Corriere dello SportCorriere dello SportCorriere dello SportCorriere dello Sport

23/UDINESE ISLA BONITA Fantastica prova degli uomini di

Guidolin a dispetto comunque di una brutta Inter La Gazzetta dello Sport La Gazzetta dello Sport La Gazzetta dello Sport La Gazzetta dello Sport

24/ROMA DISPERATA, LA JUVE E’ GRANDE Grande prestazione della Juventus che trova tre punti contro il Cese-na. La Roma va a picco Il Corriere dello SportIl Corriere dello SportIl Corriere dello SportIl Corriere dello Sport

Replay è un magazine a cura di Gianluca Palamides-si, direttore di LA-LA-LA-LA-ZIALI BELLA GENTEZIALI BELLA GENTEZIALI BELLA GENTEZIALI BELLA GENTE. net, e vicedirettore della pagina face book LAZIALI BELLA LAZIALI BELLA LAZIALI BELLA LAZIALI BELLA GENTE GENTE GENTE GENTE Facebook. Si ringraziano la Gaz-zetta dello Sport, Il corriere dello Sport, Radiosei, GS e la La-zio siamo noi. it

Page 13: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011
Page 14: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

Sale la Lazio nella classi-fica IFFHS, ora è 84°

S.S.LAZIO

14 - Replay - 25/11/2011

Curiosità - Becali acquista Papp

“Giallo durante Vaslui Lazio” Clamoroso a Piatra Neamt. Show di Victor Becali, con il consenso del presiden-te Porumboiu, che manda su tutte le furie Hizo che sbotta. Prima della partita e anche dopo, l’agente rumeno avrebbe strappa-to Paul Papp dalla riunione tecnica. L’obiettivo? Sottoporgli l’offerta della Lazio e invitarlo a firmare, tutto questo con il consen-so del presidente del Vaslui che, secondo i media romeni, avrebbe detto anche a Papp. “Firma o non arriviamo a fine campionato”. Inoltre, sempre secondo Prosport.ro, dirigenti del Vaslui e quelli della Lazio avrebbero tratta-to per molti minuti in una stanza dello stadio di Piatra Neamt. Furioso Hizo: “Non è possibi-le che mi venga portato via un giocato-re proprio durante una partita così importan-te“. A questo punto, Papp sarebbe ad un pas-so dal diventare un nuovo giocatore della

Lazio già da gennaio.

Buone notizie

L’Iffhs ha pubblicato la classi-fica dei 400 migliori club calci-stici del Mondo. La regina e’ sempre il Barcellona. Il club catalano resta in testa alla clas-sifica dell’Iffhs e migliora il record stabilito il mese scorso, ottenendo per la 39esima volta il primato nella graduatoria dei migliori club del mondo stilata dall’Istituto mondiale di storia e statistica del calcio. Il Barca, in testa con 332 punti, stacca il Milan, per 37 volte al coman-do, Manchester United (33 volte in testa) e Inter (23). Nella

classifica, che prende in consi-derazione il periodo che va dall’1 dicembre 2010 al 29 no-vembre 2011, il Barca precede il Real Madrid(316) e la novita’ Velez Sarsfield. Ottava l’Inter, miglior club italia-no.IlMilan scende al 26esimo, era 19esimo. Ottima risalita della Lazio di Edy Reja. I bian-cocelesti risalgono di ben 14 posizioni, dalla 98esima fino alla 84esima. I risultati positivi dell’ultimo mese, nonostante la sconfitta contro la Juventus hanno permesso il

balzo alla società capi-tolina. Crolla inve-ce l’As Roma che esce dalle prime 100 posizio-ne perdendone ben 49 e toccando il 102°posto.

Page 15: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

5 Novembre 2011 - Replay - 15

Page 16: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

16 - Replay - 10/12/2011

UBER GRADELLA: “Lazio nel cuore, amo i la-ziali, i primi della capitale” GRANDISSIMA INTERVISTA AD UNO DEI PERSONAGGI STORICI DELLA

SSLAZIO 1900. CON LUI SIAMO ANDATI A PARLARE DI LUI E PIOLA

a partita dei ricordi, la partita di una car-riera. A prima vista Lazio-Novara non dice molto ai tifosi. Invece ha un signifi-cato profondo perché è la partita di Silvio Piola, il più grande attaccante che abbia mai vestito i colori biancocelesti e quelli dei piemontesi. Ma è anche la partita di Uber Gradella. Novant’anni, un traguardo festeggiato di recente con la mo-glie Magda ed i suoi cinque figli, quattro femmine e Massimo,

che lo segue da sempre. Uber qualche mese fa era stato premiato per la sua carriera dal comune di Roma, poi è stata l’associazione del Fair Play a ricordarlo. E a mettere insieme Gradella e Piola, alla vigilia, ci ha pensato anche il delegato sportivo del comune di Ro-ma, Alessandro Cochi: «Siamo ancora affezionati al calcio che ab-biamo appena fatto in tempo a conoscere, fatto di sudore e maglie senza sponsor, con i numeri dall’1 all’11. Per questo abbiamo cele-brato con grande piacere il novantesimo compleanno proprio di due ex compagni di squadra di Piola come Amadei e Gradella. Par-lando con loro era ancora palpabile l’ammirazione e la stima che provavano per Piola».

Amici e avversari - In effetti Gradella si fa prendere dall’entusiasmo quando parla del vecchio compagno. «Con Silvio abbiamo passato molti anni insieme. I primi nella Lazio, poi scop-piata la guerra a campionato sospeso, siamo andati al nord ed ab-biamo giocato anche con il Novara - il racconto di Uber - Tornei ed amichevoli prima che tornasse la normalità. Sempre insieme. Lui era un gran signore dentro e fuori dal campo, ma con la palla ai piedi non ti perdonava niente, voleva fare sempre gol, anche negli allenamenti dove lo avevo sempre contro. Meglio lì che negli in-contri ufficiali. Un avversario come lui era il peggio che ti potesse capitare. Poi è arrivato anche Meazza, forse più classe ed estro di Piola. Silvio però aveva un senso della rete e del piazzamento unico, inimitabile. Per questo, gol segnati a parte, lo reputo il più grande calciatore che ho mai conosciuto. Finita la guerra, diventarono avversari: «Io ero tornato alla Lazio lui era nella Juventus e poi nel Novara. Se ricordo bene mi ha anche fatto gol. Nella Lazio abbiamo passato stagioni bellissime. Spero sia bel tempo domani sera, vorrei tanto andare all’Olimpico a vedere la partita. E tifare Lazio, la mia squadra per sempre».

Scarpe al chiodo - Gradella finì con un grave infortunio nel 1949, la sua Lazio non l’aspettò: «Ma piuttosto che cambiare maglia meglio appendere gli scarpini al chiodo. Così ho fatto, non ho voluto tra-dire i colori ai quali mi sono da sempre sentito legato». Smise così

Gradella. Mentre Piola continuava a segnare, proprio con il Novara che la Lazio sfiderà domani sera.

Page 17: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

10/12/2011- Replay - 17

Stagione 42’-43’ Qui in alto Uber Gradella con la maglia della Lazio. Nella sua prima stagione alla Lazio Uber era appena 22enne. Lascierà la Lazio e il calcio 6 anni dopo.

La prima volta Accanto a sinistra la formazio-ne della Lazio di quegli anni. Molti di loro andarono al fronte per la guerra al contrario di altri che, a Roma, pensavano solo a salvarsi la pelle.

La prima volta Sopra a sinistra Uber viene premiato prima di SSL-Novara

Page 18: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

Lazio 3-0 Novara

18 - Replay - 10/12/2011

NOTTE DA azio tritasassi, Novara quasi inesistente. Impossibile per gli uomini di Tesser reg-gere l'urto contro una squadra grintosa e di qualità nettamente superiore, trascina-ta dagli esterni e da un Tommaso Rocchi che con una doppietta è il protagonista anche sul tabellino al termine di una gara giocata di gran carriera. Non c'è stato scampo per i piemontesi, travolti 3-0. Ma poteva essere ben peggiore il passivo, se Klose non avesse calciato fuori a porta vuota e se Cisse non avesse colpito il palo. Reja mette il timbro sul momentac-cio di Cisse e gli preferisce, come contro la Juventus, l'attaccante veneziano. Una scelta rivelatasi felicissima. Biava è com-pletamente recuperato e quindi è lui il centrale di difesa della Lazio accanto a Stankevicius. Prima del via Cisse è corso sotto la curva Nord raccogliendo un ap-plauso, e gli abbracci, di incoragiamento

dei tifosi. Un gesto che ha chiuso così la polemica nata su Twitter dopo lo 0-0 in Euro-pa League e le critiche sul francese in crisi di gol da oltre due mesi. Se la Lazio resta in piena emergenza a centrocampo, con Gonzalez e Lulic impossibilitati a riposare per riprendere fiato, il Novara è costretto a rivoluzionare la formazione per i tanti infortu-nati, con Pinardi e Morimoto ancora fuosi uso. Tesser schiera in attacco Granoche ac-canto a Rubino, lasciando in panchina Pesce e affidandosi dunque a una squadra più offensiva. Servono punti: i piemotesi erano entrati così in campo con l'intenzione di provare ad approfittare alle difficoltà della Lazio, a secco da tre partite e mai veramente brillanti all'Olimpico finora in questa stagione. Nulla da fare.

PRIMO TEMPO — La Lazio prende subito in mano il gioco e chiude il Novara nella sua trequarti. Pressing altissimo dei biancocelesti e gli ospiti si adeguano con lanci lunghi puntando sulla velocità di Granoche e Rigoni. La Lazio assedia la porta dei rivali, che mantengono le posizioni con ordine, ma rischiano prima su Hernanes e poi su Klose. Padroni di casa vogliosi e determinati, con gli esterni che sistematicamente arrivano al cross e Rocchi che rientra per aiutare la manovra. In dieci minuti ben 5 calci d'angolo per la Lazio, che a centrocampo non riesce a conquistare palla. Lulic fa danni a sinistra e il solo Konko resta dietro. Tesser si sbraccia e urla sistematicamente a Centurioni di rimanere attaccato a Klose. I biancocelesti tracimano: Klose spacca la difesa piemontese a ripetizione con l'assistenza di Lulic imprendibile a sinistra e Gonzalez a destra. E al 15' il Novara prima si salva in angolo su botta sicura d Rocchi, quindi cade sul corner di Hernanes: Biava insacca di testa per l'1-0. Il Novara continua a ballare e la Lazio arriva da tutte le parti. E arriva al 22' il 2-0. Punizione dalla destra di Ledesma e Rocchi è bra-vissimo ad anticipare Ujkani e l'intera difesa novarese schierata con un colpo di testa per il mettere a segno il suo 101° gol in maglia biancoeleste. Tesser è disperato e urla ai suoi di mantenere gli ordini, ma Lulic e Radu a sinistra, Gonzalez a destra arrivano ripe-tutamente sulle fasce a far danni, mentre Klose e Rocchi al centro vengono fermati spesso irregolarmente. Eppure un'occasione capita anche ai piemontesi, che su un ap-poggio sbagliato da Biava costruiscono un'azione sull'asse Porcari-Rigoni-Rubino sba-gliando l'appoggio finale con la palla che termina sul fondo. La Lazio prende fiato, ab-bassa il ritmo per gestire il gioco, ma si allunga e permette a Granoche e Garcia di buca-re la difesa biancoceleste creando apprensione. Senza risultato, però. I biancocelesti hanno in mano la partita e la controllano fino al riposo.

SECONDO TEMPO— Il Novara prova a riordinare le idee e ci mette più determinazione. La Lazio pressa meno e per i piemontesi si aprono spazi per provare a costruire gioco, ma gli errori a centrocampo e in attacco si sprecano favorendo i padroni di casa nel difendere il doppio vantaggio. La Lazio dà la sensazione di essere stanca e non riesce più a controllare Rigoni e Mazzarani, ma riesce a costruire ancora palle gol, con una incredibilmente divorata da Klose: Hernanes libera il tedesco in area, Ujkani dribblato e a porta vuota però l'attaccante biancoceleste calcia fuori. Tesser toglie Radovanovic per Pesce cercando di mettere più solidità a centrocampo, oltre a Jeda per Granoche sperando di muovere le acque davanti. Le squadre sono lunghissme e si va avanti con continui cambiamenti di fronte e tanti errori al momento del passaggio conclusivo, probabilmente dettati dalla stanchezza dopo un primo tempo giocato a mille all'ora. Reja fa rifiatare Hernanes dando spazio a Cana, schierando la squadra col 4-4-2, mentre davanti, accanto a un mobilissimo Rocchi, fa da contraltare Klose, che commette errori su errori, evidentemente condizionato dal clamoroso sbaglio sottoporta commesso po-

co prima. Il Novara trova un muro invalicabile e nonostante la buona vena di Rigoni e Porcari non riesce a sfondare. E la Lazio fa male in contropiede, con Rocchi che fa am-mattire gli avversari. Fino al gol del 3-0: al 26' prende palla sulla trequarti, azione insisti-ta, palla a destra per Gonzalez e via in area, dove l'uruguaiano fa arrivare un cross per-fetto per l'esterno destro del capitano che insacca senza che Centurioni e Ludi riescano ad anticiparlo. E a questo punto Reja toglie Rocchi per Cisse e standing ovation per il protagonista del match. Partita chiusa, a questo punto, con la Lazio che gestisce il gio-co, mentre davanti Cisse e Klose, che hanno molto da farsi perdonare, le tentano tutte per andare a segno. Cisse è sfortunato e colpisce il palo, Klose si vede respingere da Ujkani un tiro a botta sicura. Una disdetta per il Novara, che di fronte alla voglia di quei due davanti non ha nemmeno modo di provare a spingere per cercare il gol della bandiera. Che però non arriva per niente: al 44' traversa di Giorgi solo in area servito di testa da Jeda. E' 3-0. Tutti a nanna.

PADRONA

Page 19: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

10/12/2011- Replay - 19

co prima. Il Novara trova un muro invalicabile e nonostante la buona vena di Rigoni e Porcari non riesce a sfondare. E la Lazio fa male in contropiede, con Rocchi che fa am-

0: al 26' prende palla sulla trequarti, azione insisti-ta, palla a destra per Gonzalez e via in area, dove l'uruguaiano fa arrivare un cross per-fetto per l'esterno destro del capitano che insacca senza che Centurioni e Ludi riescano ad anticiparlo. E a questo punto Reja toglie Rocchi per Cisse e standing ovation per il protagonista del match. Partita chiusa, a questo punto, con la Lazio che gestisce il gio-co, mentre davanti Cisse e Klose, che hanno molto da farsi perdonare, le tentano tutte per andare a segno. Cisse è sfortunato e colpisce il palo, Klose si vede respingere da Ujkani un tiro a botta sicura. Una disdetta per il Novara, che di fronte alla voglia di quei due davanti non ha nemmeno modo di provare a spingere per cercare il gol della bandiera. Che però non arriva per niente: al 44' traversa di Giorgi solo in area servito di

PADRONA

Tiri in porta A sinistra quelli della Lazio, a destra quelli del Novara. Con la x sono indicati i tiri falliti, men-tre con il pallino giallo quelli in porta. Quindi ai 5 laziali, per esempio, vanno aggiunti i tre gol, che fanno con quelli del Novara un punteggio di ben 8 tiri in porta a 4. Il doppio

Page 20: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

20 - Replay - 10/12/2011

Giannini si dimette, Gros-seto sotto choc

ITALIA Brutte notizie - Italia scende nel rank

La Spagna rimane stabile, Croazia su La Spagna si conferma leader della classifica Fifa del mese di novembre, Olanda stabile al secondo ma incalzata da Germania e Uru-guay, mentre perde tre posizioni, scendendo dal sesto al nono posto, l'Italia. Nonostante la sconfitta con il Costa Rica, l'In-ghilterra guadagna due posizioni salendo al quinto posto mentre scivola al sesto il Brasile. Guadagna quattro posizioni la Croazia che raggiunge l'ottavo posto mentre il Portogallo sale di un gradino (è settimo). Decima posizio-ne per l'Argentina. Ecco la classifica aggiornata (tra parentesi la posizione precedente). 1 Spagna (1) 1564 punti 2 Olanda (2) 1365 3 Germania (3) 1345 4 Uruguay (4) 1309 5 Inghilterra (7) 1173 6 Brasile (5) 1143 7 Portogallo (8) 1100 8 Cro-azia (12) 1091 9 Italia (6) 1082 10 Argentina

(10) 1067.

Buone notizie

Il Principe non si smentisce mai. E' clamorosa l'ultima deci-sione di Giuseppe Giannini che, dopo aver battuto con il suo Grosseto il Pescara di Ze-man all'Adriatico, dove il boe-mo finora aveva raccolto 7 vittorie e un pareggio, ha an-nunciato ai microfoni di Me-diaset in diretta che non alle-nerà più i maremmani. Un gesto meditato dopo le critiche e i continui dubbi sul suo ope-rato soprattutto da parte della società e, si capisce, del presi-dente Piero Camilli che aveva chiamato l'ex capitano della Roma un mese fa per sostituire Guido Ugolotti. Giannini ha spiegato così la

sua clamorosa decisione: "Un allenatore non può essere mes-so in discussione e sotto esame dopo ogni partita. Io non ho nulla da dimostrare a nessuno. Pertanto, già prima di questa gara, avevo deciso che sarebbe stata l'ultima della mia gestione qui a Grosseto. La squadra? Non ha nessuna responsabilità in questa decisione, come si è visto anche questa volta, i ra-gazzi sono stati stupendi, lot-tando e battendosi al meglio. Ma - ripeto - non è possibile essere giudicati continuamen-te. Sono sereno, ma per lavora-re bene c'è bisogno di tranquil-lità e di un periodo ampio, al termine del quale è giusto che una società valuti cosa si è fatto

e prenda una decisione".

Page 21: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

10/12/2011- Replay - 21

Page 22: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

22 - Replay - 10/12/2011

UDINESE Inter 0-1 Udinese

ISLA BATTE L’INTER E

SI PORTA IN TE-

STA ALLA CLAS-

SIFICA. E’ LEI LA

SORPRESA

cavalcato a destra, infilzato dalle sue stesse armi. L’italianista convinto Claudio Ranieri battuto all’italiana, da una Udinese multietnica ma che gioca alla vecchia ma-niera. Difesa e contropiede, compattezza e partenza in velocità. E Ranieri si trova con una squadra che fa un im-menso possesso palla ma perde, ancora. Julio Cesar para un rigore, Pazzini scivola sul successivo. "Isn’t it ironic?" cantava Alanis Morrisette. Ma all’Inter nessuno ha voglia di sorridere. L’Aggiustatore non aggiusta, i punti restano 14. Il filotto di vittorie? Meglio scordarselo. Guidolin espu-gna San Siro con un gol di Isla, e raggiunge il Milan in vetta. Ok, ripetici ancora la storia dei 40 punti che valgono la salvezza...

ISLA E I RIGORI — Succede di tutto negli ultimi 20’. Al 28’ Di Natale difende palla in contropiede, scarica su Floro Flores che premia la sovrapposizione di Isla: tiro a incro-ciare e 1-0. L’Inter si butta in avanti, i friulani trovano spa-zi, Zanetti atterra Floro Flores in area: rigore e espulsione (la prima in campionato per il capitano nerazzurro). Di Natale va sul dischetto, Julio Cesar si allunga e para. In un attimo si è di là, Ferronetti tavolge Milito. Stavolta il rigore

è per l’Inter. Pazzini va sul dischetto, ma scivola, alla Terry in finale di Champions. Palla in curva, insieme alla possi-bile rimonta. Ferronetti va da Gervasoni per rifarsi e l'arbi-tro manda anche lui sotto la doccia per le proteste giudica-te eccessive.

SCOMMESSA FARAONI — L’Inter cade ancora: sesta scon-fitta in campionato. E dire che nel primo tempo l’Udinese pareva spenta, a confermare che in trasferta fa più fatica. La scommessa di Ranieri si chiama Marco Davide Faraoni, classe 1991. Il terzino viene schierato titolare a centrocam-po, a destra, a fungere da primo schermo per Armero (il secondo è Zanetti), di cui si temono le accelerazioni. Il ragazzo dimostra di avere buon piede e rapidità di pensie-ro, piazzando un paio di cross interessanti (uno al volo di prima) per le punte. Davanti c’è la "strana coppia" Milito-Pazzini: rispetto al recente passato i due arrivano al tiro con più facilità, ma manca un po’ di mira. Quello di par-tenza è un 4-4-2 "spurio": Alvarez in fase difensiva deve proteggere la fascia sinistra, ma quando la palla è interista si piazza al centro, da rifinitore. In realtà a sinistra ci starà pochino, perché l’Udinese nel primo tempo tiene poco palla, ma riparte appena può in verticale. E nel secondo non c’è più Ricky, che lascia il posto a Nagatomo.

POSSESSO PALLA E CAMBI — Il progetto "possesso pal-la" di Benitez sta diventando realtà tre allenatori dopo: complice l’atteggiamento degli avversari, spesso rintanati dietro, i nerazzurri finiscono con l’avere sempre la palla fra i piedi. Certo Rafa non sarebbe soddisfattissimo di gioco e velocità, ma è indubbio che l’Inter faccia la partita. Torje è il primo ad arrivare al tiro in porta, ma poi le occasioni migliori sono per l’Inter, con Thiago Motta vicino all’ennesimo centro dopo un triangolo con Milito. Il cam-bio Alvarez-Nagatomo finisce col togliere una delle poche fonti di gioco d’attacco dell’Inter, e l’Udinese prede cam-po e coraggio. Quattro terzini sono troppi, e Ranieri inse-risce Zarate per Faraoni. Maurito non entrerà mai nel match, Danilo e Benatia faranno buona guardia, il centro-campo bianconero prenderà il sopravvento. Fino al con-tropiede vincente.

Page 23: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

10/12/2011- Replay - 23

Tristezza e felicità In alto Gianpaolo Pazzini sba-glia il rigore del possibile van-taggio. Qui a destra in alto il gol di Isla festeggiato dai compa-gni e sotto, la riproposizione del gol da una bella angolazione. Qui accanto Zarate sembra ridersela...

Page 24: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

24 - Replay - 10/12/2011

Inter 0-1 Udinese

a Juve rispetta il prono-stico e batte il Cesena a Torino (2-0). I bianco-neri faticano a vincere la resistenza degli ospiti poi a pensarci è il solito Marchisio, al sesto gol stagionale. Il suo tiro di sinistro sblocca la parti-ta e spiana la strada alla vittoria. Il raddoppio arriva con Vidal, che trasforma un rigore assegnato per fallo di Antonioli (espulso) su Giaccherini. La squadra di Conte raggiunge i 29 punti e tiene a -2 la cop-pia formata da Milan e Udinese. ROMA A PEZZI - Secon-

da sconfitta consecutiva per la Roma, che crolla (in tutti i sensi) a Firenze, colpita dai gol di Jovetic (su rigore), Gamberini e Silva (ancora su penalty). Luis Enrique stupisce ancora, lasciando in panchina Totti e rispolverando Cicinho e Perrotta. In avanti attacco baby con il trio Pjanic-Lamela-Bojan. Al 16' Juan sbaglia il tempo dell'intervento, Jovetic ne approfitta per prende-re posizione davanti al portiere ma poi viene steso dallo stesso difensore brasiliano. Rosso e rigore, trasformato dal montenegrino. I giallorossi reagi-scono bene, comandando la gara fino al 44' quando Gamberini di testa su corner segna il gol del 2-0. Nella ripresa la Fiorentina controlla senza proble-mi. E allora alla Roma saltano i nervi. Al 31' arriva l'espulsione di Gago per doppia ammonizione. Ma non finisce qui perchè perde la testa anche Bojan: lo spagnolo in area ferma con la mano un pallone destinato verso la porta. Ancora rigore e ancora espulsione. Segna Silva. La Roma perde 3-0 e, nella prossima gara contro la Juve capolista, dovrà fare a meno degli squalificati Juan, Gago e Bojan. BENE IL BOLOGNA - Tre punti importantissimi quelli conquistati dal Bolo-gna. Il gol che vale la vittoria contro il Siena porta la firma di capitan Di Va-io. Finisce 0-0 tra Chievo e Atalanta.

Page 25: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011

10/12/2011- Replay - 25

ROMA DISPERATA. LA JUVE E’

I ROMANISTI PERDONO CON

LA FIORENTINA PER 3-0 E RI-

MANE IN 8. LA JUVE C’E’

GRANDE

Tiri A sinistra qui sotto i tiri della Fiorentina men-tre a destra pos-siamo vedere quelli della RO-MA. Clamoroso è il distacco dei tiri non solo fuori, crocetta, ma anche quelli in porta e i gol dunque, con il pallino rosso e il pallone disegna-to

Page 26: Replay - Anno 2 - Numero 60 - 10 Dicembre 2011