Rendiconto 2016 e attese 2017
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RENDICONTO 2016 E ATTESE 201718 Gennaio 2017
RENDICONTO 2016 E ATTESE 2017
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Documento riservato ad investitori professionali – Vietata la copia e la divulgazione non autorizzata
ANALISI DEL 2016
Siamo a commentare un anno 2016 che, contraddistinto da un periodo iniziale molto difficile
e con elevata volatilità, ha portato a risultati finali sugli indici azionari piuttosto variegati.
Gli investimenti obbligazionari hanno concluso un anno sostanzialmente positivo,
specialmente per gli investitori Euro, nonostante in generale abbiano dovuto affrontare una
sensibile impennata dei rendimenti proprio sul finire di anno.
Guardando in dettaglio i valori registrati
dagli indici azionari, si sottolinea una
significativa selettività tra mercati
vincenti e perdenti. Solo alcuni mercati
sono risultati infatti particolarmente
premianti, ricordiamo in tal senso USA,
Germania e Regno Unito tra i principali
indici.
Saldo positivo in generale sui settori a
livello globale, dove solo Consumer Staples
e Healthcare presentano performance
negative.
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Tra gli emergenti il Brasile è la piazza
insieme alla Russia ad offrire risultati di
spessore, a maggior ragione considerando il
contemporaneo apprezzamento della valuta.
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Indici espressi in valuta locale
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016
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I mercati azionari emergenti
presentano valori principalmente
positivi, con forti dicotomie tra i vari
indici. Russia, Brasile, Indonesia e
Taiwan mostrano risultati superiori
al 10% mentre Sud Africa e Hong
Kong presentano performance
intorno allo zero.
Dal lato obbligazioni si sono vissute due dinamiche preponderanti; una prima parte dell’anno
fortemente positiva e un ultimo trimestre, invece, che ha visto un sensibile aumento dei tassi
d’interesse, specialmente negli Stati Uniti, con un saldo finale leggermente positivo che
premia in particolare i temi corporate, soprattutto High Yield.
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Indici utilizzati:Governativi: Bloomberg EFFAS All Maturity Total Return Italia, Germania, USA
Corp. Euro: Iboxx Corporate All Maturity Total ReturnCorp USA: Iboxx Dollar IG Corporate Total Return
Global High Yield: Iboxx Global Dev High Yield Total Return
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In ambito valutario il Dollaro ha continuato a fare la parte del leone verso la maggior parte
delle valute, mentre la Sterlina ha sofferto le conseguenze dell’esito referendum sulla ‘Brexit’,
perdendo oltre il 10% nei confronti dell’Euro.
La moneta unica ha subito
ulteriori pressioni in vendita
verso il Dollaro toccando
dunque i minimi del
decennio. Oltretutto ha
sofferto nei confronti della
maggior parte delle valute
emergenti, in particolare
contro il Real brasiliano e il
Rublo russo.
Non dimentichiamo l’andamento rialzista
delle materie prime, capitanate dal Brent
che nell’anno ha guadagnato oltre il 50%
del valore, facendo segnare il miglior anno
dall’inizio del decennio.
Positivo anche l’Oro, nonostante abbia
visto ridursi la crescita nella seconda
parte dell’anno, dopo che nei primi 6 mesi
aveva consegnato la miglior performance
dal lontano 2007.
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Sul debito dei paesi emergenti si notano
performance di assoluto rilievo, specialmente in
valuta Hard Currency (vedi linea blu nel grafico a
fianco), dopo gli sconfortanti risultati osservati l’anno
precedente.
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
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In termini di dinamica 2016 possiamo riscontrare come i temi azionari abbiano mostrato
l’alternanza di due facce. Dapprima una forte negatività nelle prime settimane dell’anno su
tutti i principali listini, poi un recupero repentino seguito da un’estate transitoria, infine una
forte accelerazione rialzista avutasi nell’ultimo periodo dell’anno in concomitanza delle
elezioni americane.
Per meglio comprendere come le performance 2016 si siano generate andiamo ora a
osservare con maggiore dettaglio i singoli trimestri, ognuno con le proprie peculiari
caratteristiche.
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
La selettività sulle azioni, già sottolineata a livello di macroaggregati, si è notata anche a
livello di settori, tra i quali spiccano gli energetici, in scia alla performance del petrolio, con un
+22,79% YTD e i finanziari che hanno visto un forte recupero nell’ultimo trimestre dell’anno.
A sfruttare un anno positivo delle materie prime c’è anche il settore dei Basic Materials che
chiude con una performance superiore al +20%. Termina invece un 2016 sofferto per
Consumer Staples ed Healthcare con quest’ultimo che registra perdite nell’ordine del -8,27%.
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PRIMO TRIMESTRE 2016
Il primo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da importanti prese di beneficio nella
prima parte, seguite da un graduale recupero nel corso del trimestre.
Tra i singoli paesi si sono distinti per risultati particolarmente negativi il Giappone (-12.9%) e
l’area Euro (-8.04%), in particolare l’Italia (-15.4%). Molto più equilibrata la performance
del mercato americano (+0.77%), che ha recuperato le perdite, superiori al 10%, accusate
nel mese di febbraio.
Tra questi brillano la Turchia
(+16.09%) ed il Brasile (+15.47%),
supportati anche da una valuta in
rafforzamento. Questi risultati
sorprendentemente positivi sono il
vero simbolo di quanto spesso i
dati economici negativi e le
situazioni congiunturali ben poco si
rispecchino nelle dinamiche di
performance dei rispettivi mercati.
Nonostante le fragilità del contesto politico e le difficoltà economiche legate a un mercato
che deve fare a meno degli elevati proventi derivanti dalle risorse naturali, il quadro delle
borse emergenti si è dimostrato positivo.
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Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Marzo 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Marzo 2016Dati lordi a granularità giornaliera
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Sul ritorno di positività degli indici
azionari, nella seconda parte del
trimestre, ha certamente giocato
un ruolo chiave il recupero del
prezzo del petrolio, riflesso
soprattutto nei risultati dei settori
ad esso connessi. Anche a livello
merceologico dunque la selettività
è stata significativa. Due soli,
infatti, i settori molto positivi
(Utilities e Telecommunication)
mentre in netta sofferenza sono
risultati nel trimestre in particolare i
comparti Financial ed Healthcare
(rispettivamente -7%).
Sul fronte obbligazionario si è
concluso positivamente un trimestre
iniziato con la stessa intonazione,
offrendo tassi in generale discesa su
tutte le scadenze sia in Usa che in area
Euro. Proprio qui gli interventi di
allentamento monetario messi in
campo della BCE hanno giocato un
ruolo chiave. I risultati trimestrali sono
dunque positivi: bene i governativi
(+3.44% Usa e +3.89% Germania), i
temi Corporate (+2.43% Euro) con
High Yield (+4.32%) ed Emergenti
(+7.68%) allineati in termini di crescita.
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Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Marzo 2016
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Marzo 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Indici utilizzati:Governativi: Bloomberg EFFAS All Maturity Total Return Italia, Germania, USA
Corp. Euro: Iboxx Corporate All Maturity Total ReturnGlobal High Yield: Iboxx Global Dev High Yield Total Return
Emerging markets LC: Iboxx Global Emerging Market Local Currency Bond Index
Sul lato valute il saldo dei primi tre mesi è facilmente rappresentabile guardando l’andamento
del Dollar Index. Il suo deprezzamento (-4.10%) ha riassunto puntualmente lo stato delle
forze in campo.
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SECONDO TRIMESTRE 2016
Il primo semestre del 2016 si è chiuso all’insegna del nervosismo sui mercati finanziari,
confermando l’imprinting emerso proprio all’inizio dell’anno. Non sono dunque stati sufficienti i
recuperi visti nei primi tre mesi a far prevalere un clima costruttivo. L’evento Brexit ha cambiato
le carte in tavola, riscrivendo la storia. Sono riemerse dunque tutte le fragilità sottostanti al
mercato azionario con conseguenze esplosive in termini di volatilità ed incertezza.
Gli effetti si sono visti in un’immediata corsa verso gli investimenti “NoRisk”, dalle
obbligazioni all’oro, con un importante premio soprattutto per chi, attraverso un market timing
puntuale, è riuscito a sfruttare l’alternanza di movimenti sui mercati, con il duplice vantaggio di
ridurre il rischio e sfruttare i recuperi di forza.
Il tema Brexit si è inserito, dunque, in uno scenario macroeconomico già complesso,
caratterizzato da una crescita globale contenuta, dalla delicata fase di transizione della politica
monetaria statunitense e dai timori sul rallentamento dell’economia cinese. Sono stati quindi sei
mesi impegnativi per gli investitori, con risultati estremamente divergenti tra le varie aree
geografiche.
Da un lato scriviamo risultati positivi per Usa (+2.69%) ed Emergenti (+5.03%) mentre i mercati
Euro (-12.33%) ed il Giappone (-19.48%) lasciano sul campo pesanti perdite. Anche a livello di
singoli paesi sono marcate le differenze (Italia -24.37% vs Olanda -1.34%), mentre a livello
settoriale sono gli Energy a presentare i maggiori rialzi da inizio anno.
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Performance dal 1 Gennaio 2016 al 30 Giugno 2016
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Parallelamente al recupero dei listini
azionari, si è osservato come gli
investimenti obbligazionari abbiano
goduto di ulteriori favori con la
prosecuzione del ribasso dei tassi,
ormai giunti a livelli negativi su più
fronti. I rendimenti sono praticamente
nulli ma in generale il comparto è
rimasto sostenuto dalle politiche
monetarie e ha proseguito ad offrire
performance positive nonostante uno
scenario denso di incognite.
Da rimarcare il quadro valutario,
dove alla prevedibile debolezza
della Sterlina, a seguito del
risultato del referendum (+5.27%
nel secondo trimestre), si osserva
una diffusa forza della valuta
giapponese (Eur/Jpy -10.54% e
Usd/Jpy -8.32% nel trimestre),
destinata a ridimensionarsi dopo
gli eccessi raggiunti durante il
trimestre.
Sul fronte delle materie prime
un’ impennata delle quotazioni
del petrolio, che già aveva ben
figurato nel corso del primo
trimestre, ha permesso di
chiudere la prima metà dell’anno
con un +35.44%, così come
l’Oro che, dopo un secondo
trimestre da +7.26%, ha visto la
performance nei 6 mesi
raggiungere il 24.57%.
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Performance dal 1 Gennaio 2016 al 30 Giugno 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 30 Giugno 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Performance dal 1 Aprile 2016 al 30 Giugno 2016
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TERZO TRIMESTRE 2016
Il terzo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da numeri positivi in generale per i mercati
finanziari. Gli azionari sono cresciuti in maniera significativa mentre le obbligazioni hanno
consolidato le importanti crescite dei primi sei mesi.
Tuttavia il dato riassuntivo di performance non mostra il reale percorso registrato dai mercati
che non è stato certamente così lineare. Soprattutto sull’azionario si sono infatti alternate fasi di
salita a bassa volatilità con momenti di più forte incertezza e conseguente aumento delle
oscillazioni, proprio come avvenuto nel corso del mese di settembre.
I mercati restano ancora una volta sostenuti non tanto da dati macroeconomici di valore, con un
ciclo economico che stenta a ripartire, quanto da Banche Centrali che sono rimaste molto
accondiscendenti sulla politica monetaria, fornendo al sistema livelli di liquidità altissimi e
contemporaneamente rendimenti obbligazionari ai minimi storici. Un atteggiamento dunque di
sostanziale supporto ai mercati ma con effetti reali talmente limitati da mettere sempre più in
discussione la credibilità delle politiche stesse nel futuro.
A livello di performance si è osservato un
parziale riscatto di quelli che erano stati i
mercati più penalizzati, con un forte
apprezzamento del mercato giapponese
(+6.18%). Il mercato americano ha continuato a
mostrare stabilità con il quarto trimestre
consecutivo in positivo (+3.31% nel trimestre) e
il mercato europeo che recupera parte delle
perdite di inizio anno (+4.80% nel 3Q).
Sul frangente dei mercati in via di sviluppo
l’intonazione positiva viene suggellata dalla
dinamica fortemente rialzista del Brasile
(+13.27% nel trimestre) che continua a
sovraperformare, come già osservato nel
corso dell’intero anno.
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Performance dal 1 Luglio 2016 al 30 Settembre 2016
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 30 Settembre 2016
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Nel mondo obbligazionario i risultati
restano positivi e le quotazioni
sostanzialmente vanno a stabilizzare i forti
progressi segnati nei primi sei mesi, in
particolare per Governativi emergenti,
Corporate e High Yield che hanno segnato
rialzi nell’intorno del 4%.
Trimestre interlocutorio per quel che riguarda le principali classi di materie prime, con l’oro
sostanzialmente invariato (-0.49% in USD) e il Brent che arresta la sua corsa (-1.47%) dopo
una prima metà dell’anno che gli aveva permesso di segnare il miglior semestre dal 2009.
QUARTO TRIMESTRE 2016
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Performance dal 1 Luglio 2016 al 30 Settembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
L’ultimo trimestre dell’anno si è aperto con una attualità finanziaria invariata rispetto ai mesi
precedenti, eppure l’intonazione dei mercati ha decisamente preso una dinamica
rialzista.
Dopo una forte instabilità e apprensione nelle prime ore successive l’esito dell’elezioni
americane, il mercato sembra aver apprezzato gli annunci su tematiche economiche e fiscali
del neo eletto presidente, creando una dinamica rialzista che è perdurata fino alla fine
dell’anno.
Il mercato americano ha aggiornato
ripetutamente i massimi storici
(con un +3,25% nel trimestre), mentre
i mercati europei, che si trovavano a
fronteggiare performance annuali
estremamente deficitarie, hanno
consegnato risultati di assoluto
valore. Caso emblematico risulta
essere il mercato italiano che,
nonostante un’instabilità politica e una
crisi bancaria acuita da situazioni
specifiche, consegna una performance superiore a +17%. Di pari entità il mercato giapponese
Performance dal 1 Ottobre 2016 al 31 Dicembre 2016
che, aiutato dalla debolezza dello Yen, conferma il miglior trimestre dell’anno.
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Le stesse variabili che hanno innestato il rally azionario di fine anno, stretta monetaria della
FED, spinte inflazionistiche del presidente Trump e dei prezzi delle materie prime, hanno
creato maggiori preoccupazioni sul mercato obbligazionario. Le obbligazioni denominate
in USD hanno sofferto, specialmente i titoli governativi, chiudendo l’anno con un -4,14%
nell’ultimo trimestre. Viceversa, le stesse variabili sembrano aver dato nuova linfa alla
dinamica rialzista dei corsi obbligazionari corporate High Yield che, nonostante un risultato in
Dollari intorno alla parità, consegnano un trimestre da +6,26% per un investitore europeo non
avverso al rischio cambio.
Da rimarcare una forte diversificazione
settoriale avvenuta sui listini, premiando
in particolar modo il comparto finanziario
(+14,10%) che era stato il principale
responsabile della discesa affrontata dai
mercati azionari, spiccatamente europei,
nella prima parte dell’anno, e il comparto
Energy che ha visto consolidare il prezzo
del petrolio e, così, reso più solide e
sostenibili le prospettive di business degli
operatori. Rimangono, invece, in difficoltà i
settori spiccatamente difensivi come
Healthcare e Consumer Staples che
sottoperformano sia nel trimestre sia
nell’intero anno.
Performance dal 1 Ottobre 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Performance dal 1 Ottobre 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
Indici utilizzati:Governativi: Bloomberg EFFAS All Maturity Total Return Italia, USA
Global High Yield: Ibox Global Dev High Yield Total Return
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Sul lato valutario il trimestre ha dimostrato un’estrema forza del dollaro che, coadiuvato
dal proclamo della FED di un più repentino aumento dei tassi nel 2017, ha spinto la valuta
americana sui massimi dei ultimi 10 anni sia verso l’Euro, con un ultimo trimestre da
+6,39%, sia verso le altre maggiori valute (nello specifico il Dollar Index archivia un
+7,07% negli ultimi 3 mesi). Nell’ambito
Performance dal 1 Gennaio 2016 al 31 Dicembre 2016Dati lordi a granularità giornaliera
delle materie prime si è osservato una
dinamica opposta per quanto riguarda
l’Oro e il Brent. Se il primo ha
incrementato la dinamica ribassista
appena accennata nel terzo trimestre,
con un -12,42% nel 4Q che ha
fortemente intaccato il risultato ottenuto
nei primi 9 mesi, consegnando un anno
comunque positivo a +8,56%, il secondo
ha proseguito il rialzo cominciato
all’inizio del 2016, portando a termine il
trimestre con un consistente +16,14%
che, unito al +33.5% conseguito nei
primi 9 mesi dell’anno, permette al
petrolio di chiudere l’anno con il miglior
risultato dall’inizio del decennio.
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COSA ASPETTARSI PER IL 2017?
Sebbene si stia affrontando un contesto di mercato in cui le chiavi di lettura risultano molteplici
e le incertezze permangono, la prospettiva di un nuovo scenario macroeconomico di crescita
più forte, inflazione più alta e politica monetaria meno espansiva sta alimentando le aspettative
dei principali operatori finanziari che rispondono in modo decisamente più costruttivo alla
possibilità di cambiamento. Questa nuova ricetta, che giunge ancora una volta da oltreoceano,
sta alimentando la fiducia, sia di imprese che consumatori, e sembra proprio essere l’elemento
finora mancante a sostegno dei mercati finanziari.
Il 2017 parte con temi per certi versi poco differenti da quelli visti nell’anno appena conclusosi ma
con una prospettiva, anche in termini di sentiment, ad oggi più positiva. I cambiamenti in atto
candidano le azioni ad essere l’asset class più promettente da affiancare agli strumenti
obbligazionari il cui rischio intrinseco aumenta sensibilmente in uno scenario di sviluppo
economico, alta inflazione e rialzo dei tassi.
Si parte dunque con una impostazione sugli azionari generalmente positiva, fatto salvo per
l’incertezza e la volatilità che dovrebbero accompagnare i mercati soprattutto nei primi mesi
dell’anno, offrendo tuttavia, proprio in fase di flessione, una interessante opportunità di
posizionamento con le principali borse chiamate a ricreare le condizioni a supporto di un quadro
dinamico atteso chiaramente più positivo.
In particolare vengono privilegiati gli investimenti sui mercati sviluppati ed in area Euro,
soprattutto su Germania, Olanda e Francia.
I mercati Emergenti presentano invece in generale una configurazione più impegnativa,
evidenziando come, tra essi, Turchia, Sud Africa ed India necessitino di una valutazione iniziale
più prudenziale.
Riteniamo che nel corso dell’anno rimarrà alta la selettività all’interno dei mercati dove i titoli
legati maggiormente al ciclo economico, come Finanziari ed Energetici, seppur con una volatilità
maggiore, offriranno i ritorni più interessanti, mentre sui comparti più “difensivi”, veri leader negli
ultimi anni, avremo bisogno di tempi di sviluppo più allungati per osservare i potenziali benefici
dell’effetto atteso di crescita economica.
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Decisamente più preoccupante la condizione dei mercati obbligazionari che, anche sotto
il punto di vista ciclico, hanno iniziato ad indicare i primi segnali di arresto della crescita
incondizionata degli ultimi 15 anni. La fine della storica tendenza ribassista dei tassi di
interesse è iniziata ed il 2017 si candida a registrare la prima fase del cammino di
inversione rialzista dei rendimenti. Il percorso atteso non sarà semplice ed accompagnerà i
mercati presumibilmente per lungo tempo. Resta fondamentale nel contesto nascente gestire
l’esposizione al rischio tasso, privilegiando gli attivi meno sensibili ad esso come le
componenti a breve scadenza e credit spread.
Sulle materie prime le attese sono positive ma, all’interno dell’indice (Crb), rimane
preponderante la forte divergenza di condizione fra Petrolio ed Oro. Nel primo caso gli
importanti recuperi di forza degli ultimi dodici mesi ristabiliscono un maggior equilibrio dopo il
pesante crollo delle quotazioni degli anni scorsi, e sostengono una fase di crescita ancora
tutta da sviluppare. Nel caso dell’Oro resta preponderante la maggiore fragilità delle
quotazioni proprio in fase di inizio d’anno dove, tuttavia, l’avvicinamento dell’area di
importanza ciclica a quota 1000 offrirebbe un’opportunità di investimento alternativa.
Chiudono il quadro le divise, il cui impatto in termini di oscillazioni rimane potenzialmente
dirompente soprattutto sugli investimenti obbligazionari a volatilità più contenuta. Ai nastri di
partenza la divisa più debole tra i paesi principali risulta ancora l’Euro seguita dallo
Yen. Tuttavia dobbiamo ricordare la vicinanza anche in questo caso a soglie fondamentali per
gli equilibri di ampio respiro: quota 1,00 per Eur/Usd e 130 Usd/Jpy condizionano il giudizio di
prosecuzione della forza del Dollaro.
Si riparte per il 2017 quindi con temi per certi versi non dissimili a quelli visti nell’anno appena
concluso ma con una percezione delle aspettative decisamente mutata: obbligazioni a
rischio, azionari in salute, tensioni valutarie da non sottovalutare e materie prime da
considerare come valide tematiche di investimento solo a determinate condizioni. Queste a
grandi linee le considerazioni sulle principali asset class, con la garanzia dei nostri modelli di
analisi oggettivi e ad elevato tasso di successo Evidence Based Performace Analysis
(EBPA®).
L’analisi è stata prodotta dal Team Analisi AAM, guidato dal Dr. Alessandro Allegri disponibile
al numero +39 031 338391 o al seguente indirizzo email [email protected].
Sperando di aiutare a realizzare decisioni remunerative auguriamo BUONA PERFORMANCE!
Ambrosetti Asset Management SIM S.p.A.
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